DAL BRASILE OPPORTUNITA` PER LA SARDEGNA

Transcription

DAL BRASILE OPPORTUNITA` PER LA SARDEGNA
ANNO XXXIII / N. 2 / FEBBRAIO 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE)
Mensile della Regione Sardegna
per gli emigrati
EMIGRAZIONE
DAL BRASILE
OPPORTUNITA'
PER LA SARDEGNA
POLITICA REGIONALE
NUOVO IMPULSO
ALL'IMPRENDITORIA
GIOVANILE
RIFORME
PIENO SOSTEGNO
ALLA COSTITUENTE
DAGLI EMIGRATI
AMBIENTE
L'ISOLA
IN GINOCCHIO
PER LA SICCITA'
SANITA'
UN “BUCO”
DA 750
MILIARDI
IL MESSAGGERO SARDO
3
FEBBRAIO 2002
verificarsi un analogo caso,
di segnalarcelo al più presto.
Appassionato di folklore
chiede maggiore spazio
per musica sarda
Caro Messaggero Sardo,
sono un emigrato di Villaputzu, residente in Liguria da
quasi 25 anni. Ricevo sempre
la vostra rivista e la leggo
con molto piacere, anche se
non perviene a mio nome.
Devo fare due critiche, una
rivolta alla Regione Sardegna, l’altra al mensile. La Regione dà a noi emigrati molto
meno di quanto riceve, basta
vedere le condizioni dei Circoli sardi (frequento il Sarda
Tellus). Per riuscire a organizzare una qualunque manifestazione si devono fare i
salti mortali. Al contrario, da
noi emigrati riceve tantissimo: siamo ambasciatori nel
mondo del prodotto Sardegna. Se si vendono prodotti
sardi è perché noi li pubblicizziamo e offriamo. Lo stesso discorso vale per il turismo: siamo come tante
“agenzie” pronte a offrire
l’isola. Con questo non dico
che la Regione non faccia
niente, ma dovrebbe fare
qualcosa di più. La critica
che riguarda il giornale, è che
si parla poco dei costumi,
delle usanze, della musica e
della storia. Quando si parla
di storia, si parla di Nora, Caralis, Tharros e di Amsicora,
mai di centri come Sarcapos,
Serolapis e tanti altri di cui
non sappiamo l’ubicazione,
ma sono storicamente provati. Per esempio: chi erano gli
Shardana? Sono appassionato di folklore ma, a parte la
poesia che viene pubblicata
regolarmente, non c’è nient’altro che riguarda l’argomento.
Che cos’è il canto a tenores, quello con la chitarra, le
launeddas? Noi sardi siamo
orgogliosi di avere lo strumento più antico d’Europa, e
forse del mondo, senz’altro
la cultura musicale più antica
del mondo. Se però qualcuno
ci chiede che cosa sono le
launeddas, non sappiamo
cosa dire, quanti sono gli
strumenti, in quanti gruppi si
dividono, chi sono i grandi
maestri, del passato e del presente, e i giovani che possono
garantire un futuro allo strumento. Chi erano Efisio Melis, Antonio Lara e prima di
loro Giuanniccu Crabas, Giuseppe Lara e adesso Aurelio
Porcu, Luigi Lai e i loro allievi?
Angelo Atzori
Messaggero e cambio
indirizzi
contenente il testo integrale
del programma annuale 2002
degli interventi a favore delle Associazioni sarde nel
mondo. L’importo complessivo è di 6 miliardi e 500 milioni,
somma che considerata l’esiguità
delle risorse complessive a disposizione, non è, secondo noi, irrilevante. Peraltro, la Regione è impegnata per una migliore valorizzazione utilizzazione dei Circoli
in funzione anche dell’azione di
promozione che svolgono. Per
quanto riguarda il giornale, è
vero che “non è perfetto”, ma il
suo giudizio è un po’ severo. Il
“Messaggero” lascia ampio spazio alla storia e alle tradizioni
nonché alla poesia e al folklore.
Però abbiamo accolto volentieri
il suo suggerimento sulla musica
e presto un articolo sarà interamente dedicato alle launeddas tra
passato e futuro. La informo che
al maestro Antonio Lara di Villaputzu, come suo padre Giuseppe,
è stata dedicata di recente una festa a Escolca. Per quanto riguarda il problema dell’indirizzo, stia
tranquillo è stato risolto. Grazie e
buone cose.
Niente è dovuto
a postini per copie
Messaggero
Caro Messaggero Sardo,
sono una signora olandese,
vedova di un emigrato sardo.
Mio marito leggeva volentieri
il giornale, ma io non conosco
l’italiano così sono costretta a
dirvi di non mandarmelo più.
Vi comunico, inoltre, che le
Poste di Delft ci fanno pagare
per ogni Messaggero ricevuto
2,85 fiorini olandesi (pari a
2.400 lire). Il motivo è che il
francobollo non è sufficiente.
A Delft ci sono molte lamentele su questo fatto.
Fam. Fruianu Beekers
Meermanstraat, 50
2614 AK Delft - Olanda
via Prasio - 16149 Genova
Caro Atzori,
la sua lettera, che abbiamo
sintetizzato nel rispetto del
contenuto, mette l’accento su
una delle questioni più delicate che la Regione sta cercando di affrontare e risolvere, soprattutto negli ultimi
anni. Dire che fa molto meno
di quanto riceve dagli emigrati, è senz’altro una critica-provocazione che rende
bene il senso del suo discorso. L’impegno assunto nei
confronti dei Circoli non è
una cosa da poco, non solo in
materia di fondi per le iniziative culturali, ma anche per
la realizzazione di attività
destinate alla formazione
professionale, studi e ricerche e all’informazione. Nel
numero di novembre 2001 è
stato pubblicato l’inserto
Cara Signora Beekers
la ringraziamo per la segnalazione e nel porgerle le
condoglianze vogliamo rassicurarla che l’abbonamento
al giornale sarà soppresso.
Un ringraziamento particolare per quanto ci segnala a
proposito delle Poste olandesi. È la prima volta in assoluto che ci giunge questa voce e
ci sorprende non poco perché
il Messaggero viene inviato
in abbonamento con il rispetto delle tariffe europee in
materia di carta stampata.
Niente, pertanto, è dovuto a
Poste o Postini al momento
del recapito del giornale.
Davanti ad insistenze dite
di rivolgersi al giornale, in
quanto voi non siete tenuti a
pagare alcunché.
Preghiamo gli emigrati
sardi, nel caso in cui dovesse
Caro Messaggero Sardo,
abito in provincia di Torino
dal 1967, ma sono nato e vissuto per 18 anni a Senorbì
(Cagliari). Dopo circa 8 anni
in fabbrica, da 27 lavoro alle
Poste come portalettere. Ciò
mi consente di distribuire ai
molti sardi residenti il giornale. Fra le tante copie che
distribuisco molte risultano
indirizzate a persone trasferite, che non hanno fatto il
cambio d’indirizzo, o decedute.
Mi domando se non si potrebbe fare in modo che ritornino al mittente. Rivolgo un
appello a coloro i quali si
sono trasferiti affinché facciano subito il cambio di residenza. Rivolgo un saluto particolare ai miei compaesani
sparsi in Italia e in Europa.
Vitale Serra
via Gioberti, 19/7
10043 Orbassano - (Torino)
Caro Serra,
abbiamo sintetizzato la sua
lettera il cui contenuto è per
noi molto significativo e importante e di questo la ringraziamo.
La Redazione del “Messaggero” sta, infatti, procedendo ad una revisione del
fascettario e alla verifica degli indirizzi. Insieme al suo
appello, a cui ci uniamo, preghiamo i lettori sardi nel
mondo che abbiano cambiato
numero di codice postale di
comunicarcelo unitamente a
eventuali modifiche all’indirizzo.
Risulta, invece, non praticabile la restituzione al
mittente, in quanto i costi
sono molto elevati. Grazie
ancora.
Continuità territoriale
e tariffe internazionali
Caro Messaggero Sardo,
con notevole piacere ho potuto apprendere la notizia dell’approvazione del principio
della continuità territoriale.
Sicuramente un notevole
passo avanti per tutti i sardi
che rivendicavano una libera
circolazione sul territorio nazionale.
Resta il rammarico, nonostante una gara di partecipazione alle offerte a carattere
internazionale, che le tariffe
vengano applicate solo sul
territorio nazionale. Per una
grande quantità di sardi che
lavorano all’estero nulla è
cambiato, anzi le tariffe sono
aumentate.
Certo per i sardi che non
hanno alcun interesse al di
fuori dell’Italia, il fatto non
sarebbe scandaloso; viene
però meno la possibilità di
spostare la nostra isola al nord
delle Alpi. È interessante notare, in un clima di leale concorrenza come alcune compagnie straniere (vedi Ryan-Air)
si preoccupino più delle nostre di coprire i servizi a sostegno della nostra isola.
Gian Domenico Scognamillo
sono interamente condivisibili. Riteniamo, tuttavia, che
l’impegno manifestato dal
mondo politico regionale su
questa difficile partita possa
rappresentare un significativo
momento con ulteriori sviluppi. Speriamo bene.
Per vincere solitudine
cerca amici circolo
in Francia
Caro Messaggero Sardo,
scrivo queste poche righe
per avere un’informazione sul
Circolo dei Sardi “Grazia Deledda” di Fameck, in Francia.
Sono originaria di Villaputzu,
emigrata da 37 anni, sono rimasta vedova 3 anni fa. Ho
sempre desiderato andare alla
sede del Circolo, ma al telefono non risponde nessuno
(0382572437). Sarei molto
contenta di comunicare con
famiglie sarde.
Teresa Ghiani
50 Avenue de l’Aviation
54400 Longwy - (Francia)
Cara Signora Ghiani,
finalmente, dopo due lettere
inviate al “Messaggero”, ottiene la risposta che chiedeva! Ci scusi per il forte ritardo. Il numero di telefono della seconda pagina del giornale, è diverso da quello che lei
ha scritto nella lettera. L’indirizzo (1, rue de Touraine) è
invece giusto. Provi a comporre il numero telefonico
0387/572437. Siamo certi che
troverà la compagnia giusta.
Auguri.
Chiede pubblicazione
filastrocca della nonna
Caro Messaggero Sardo,
vorremmo che fosse pubblicata sul giornale la filastrocca
“Is paraulas de Santu Martinu”
che mia nonna, deceduta a Sestu, all’età di 101 anni, recitava spesso.
Alice e Alfio Meloni
Cari Meloni,
abbiamo soddisfatto la vostra precedente richiesta di reperire il testo della filastrocca
grazie al prof. Salvatore Tola.
Non è possibile, per motivi di
spazio, pubblicare integralmente il componimento.
Tuttavia vista la circostanza
e con l’intento di accumunare
molti lettori che ricorderanno
il testo della filastrocca trascriviamo l’ultima strofa, la
tredicesima, nelle due versioni:
Trexi: no e’ lexi e no e’ lei,
dogna gana mala
si allontanit de tui e de mei
e nci arruat a is profundus de s’inferru
lontanu setti domus de bixinau
(si spodat a terra tres hortas)
Puh bestia... Puh bestia... Puh bestia, foras de me siast
oppuru:
Trexi non e’ lexi e non e’ lei,
treximilla passus foras de mei
a chi nci arruast a mari sciundau,
a mari senz’e fundu
e no torrist a bi’ pius mundu
ne anima battiada
(luxi de Deus)
S. Josefstrasse, 7
67067 Ludwigshafen
Caro Scognamillo,
le sue considerazioni, che
abbiamo in parte sintetizzato,
Nuovo abbonato a Roma
e storia dei paesi sardi
Caro Messaggero Sardo,
sono Federica e sono figlia
di genitori emigrati da più di
30 anni.
Ora abitiamo a Roma e,
nonostante torniamo ogni
estate nella terra natia, durante il resto dell’anno sentiamo la mancanza della Sardegna, ma grazie al giornale
siamo sempre informati sui
vari argomenti. Vi chiedo la
possibilità di inviare il mensile ad un amico di famiglia,
che vive a Roma da oltre 30
anni.
Colgo l’occasione per chiedervi un favore personale:
vorrei avere notizie sull’origine dei paesi dei miei genitori:
Pabillonis e Isili.
Federica Lampis
via Pietro Bembo, 43/N
00168 Roma
Cara Lampis,
abbiamo inserito l’indirizzo
segnalato nell’elenco degli
abbonati.
Per quanto riguarda la sua
richiesta, che rispecchia
l’esigenza di molti lettori, la
informo che fin dai prossimi
numeri il “Messaggero” ospiterà alcuni servizi sui diversi
paesi dell’isola di cui verrà
narrata la storia passata e
presente. Vi invitiamo a leggerli.
Speriamo che al più presto
trovino spazio anche quelli da
lei richiesti. Abbiamo intenzione, inoltre, di introdurre
una rubrica fissa con delle
schede sui paesi.
Giovane ingegnere
argentino cerca lavoro
Caro Messaggero Sardo,
sono figlio di una emigrata
sarda venuta da piccola in Argentina iscritta al Circolo Sardo di Miramar.
Sono un giovane laureato in
Ingegneria Elettrica, disoccupato come tanti argentini; ho
una buona padronanza della
informatica (Windows, Office
e AutoCAD) ed ottima conoscenza della lingua inglese.
Cerco di approfondire e tenermi in esercizio con la lingua
italiana leggendo “Il Messaggero Sardo” che riceve mia
madre e nei websites italiani
su Internet.
Purtroppo, a una lunga ricerca di lavoro, con esito negativo, si è aggiunta la grave
crisi economica a cui tutti
dobbiamo far fronte.
Vorrei sapere se sia possibile trovare un lavoro anche non
relativo alla mia professione.
Avendo la doppia cittadinanza, sono in grado di trasferirmi immediatamente.
Alejandro Manrique
via Uruguay 154
7600 - Mar Del Plata
Repubblica Argentina
tel. 54 223 474-9811
fax 54 223 474-9124
e-mail am2202@hotmail.com
Caro Manrique,
abbiamo riassunto la sua
lunga lettera e non ce ne voglia, siamo consapevoli delle
gravi difficoltà in cui si trova
l’Argentina e dei problemi di
lavoro.
Non possiamo fare molto se
non affidare il suo indirizzo,
numero di telefono ed e-mail
ai lettori del giornale. Non
invii il suo curriculum a noi.
Non si faccia illusioni. Speriamo che tra gli amici del
Messaggero ci sia qualcuno
in grado di aiutarla.
Auguri.
EDITORIALE
4
FEBBRAIO 2002
L
a Sardegna è afflitta da
una crisi di torpore della
sua classe dirigente, politica, imprenditoriale, intellettuale. Una crisi che rischia
di far perdere all’Isola l’ultima
occasione per agganciarsi al
treno dello sviluppo e colmare
il divario con le regione più
avanzate d’Europa.
Di questa situazione di difficoltà ad affrontare le grandi
questioni sul tappeto: sul versante politico-amministrativo, su quello economico e su
quello istituzionale, sembrano
tutti consapevoli. Ma al contempo nessuno riesce a imprimere quell’impulso decisivo
per affrontare i problemi e risolverli.
Sul fronte politico il passaggio (mai completato) dal sistema proporzionale al maggioritario sembra dare risultati opposti a quelli sperati. Per cui
non solo non si ha più governabilità o più stabilità di prima,
ma anzi si assiste a una sostanziale paralisi operativa. Le coalizioni costituite in sede elettorale stentano a coagularsi in
soggetti politici omogenei. I
partiti sono percorsi da continue tensioni interne che non
sempre giungono a sintesi per
cui conta sempre più la posizione (o l’ interesse) del singolo. Con le conseguenze che
sono sotto gli occhi di tutti.
La polarizzazione degli schieramenti rischia di impoverire la
dialettica e il confronto. Le associazioni degli imprenditori
sono molto insoddisfatte dei
ritmi con cui procedono programmi e investimenti ma usano cautela nel far sentire la
loro voce per non essere coinvolte in “questioni politiche”.
In molti c’è la consapevolezza
che ci si sta avvicinando a un
baratro, ma non si ha la forza
per cambiare rotta.
Più che in passato sembra
perdurare nel tempo, fino al
giro di boa della legislatura, il
“clima” da campagna elettorale. Circostanza che non aiuta a
trovare le necessarie convergenze sulle grandi questioni
che riguardano il futuro della
Sardegna. Eppure mai come in
questo periodo l’Isola ha avuto le risorse per realizzare gli
interventi strutturali che le
possono permettere di svolgere un ruolo importante nel Mediterraneo come ponte tra
l’Europa e l’Africa. I fondi
messi a disposizione dall’UE superano i 12.000 miliardi di lire. Non riuscire a
LA CRISI DI PROPOSTE
DELLA CLASSE DIRIGENTE
IMPOVERISCE IL DIBATTITO
spenderli sarebbe un crimine
verso i sardi.
La situazione è ancor più
preoccupante se si tiene presente che dal 2006 la Sardegna
uscirà dalle regioni comprese
nell’“Obiettivo 1” e, quindi,
perderà molti finanziamenti
europei. E se è vero che è in
atto una battaglia per riconoscere alla Sardegna le diseconomie derivanti dall’insularità
(con la costruzione del ponte
di Messina, sarà l’unica isola
italiana) è altrettanto certo che
difficilmente le casse di Bruxelles si apriranno per chi non
è stato in grado di sfruttare le
risorse ottenute in precedenza.
Dall'Argentina una lezione
da tenere a mente
POLITICA REGIONALE
5
10
Voto unanime in Consiglio
per imprenditoria giovanile
caccia e scuola
ECONOMIA
di Luigi Alfonso
Luci e ombre nell'economia
6
7
Emergenza idrica: a Cagliari
l'acqua solo per sei ore
di Puccio Lai
di Daniela Salis
di Maria Grazia Galigaris
di Eugenia Da Bove
AMBIENTE
Premio giornalistico per
14 ricordare Ugo Licciardi
Ombre minacciose sul
9 futuro del parco dell'Asinara
di Gibi Puggioni
SERVIZI DALLA SARDEGNA
Buco di 750 miliardi
nella gestione della
sanità sarda
L'identità linguistica
condizione indispensabile
per proporsi in Europa
8 della Sardegna
di Gherardo Gherardini
Iniziativa del Centro sinistra
per modificare lo Statuto
speciale
legamento tra i vari invasi al
rifacimento delle reti di distribuzione dove si perde la metà
dell’acqua raccolta. Sono incomprensibili e inaccettabili le
lungaggini burocratiche, i ritardi e lo scaricabarile delle responsabilità. Le emergenze
vanno affrontate con decisione. Che senso avrebbe, altrimenti, la decisione del Governo di nominare il presidente
della Regione (e l’assessore
dei Lavori Pubblici) Commissario per l’Emergenza Idrica?
Come è pensabile poter
sfruttare la risorsa turismo
senza la certezza di poter garantire un adeguato riforni-
SOMMARIO
EDITORIALE
4
Basti pensare al dramma della siccità che da sempre affligge gran parte del territorio sardo. È vero che quello del 2001
è stato l’inverno più secco da
60 anni a questa parte, ma è
inaccettabile che nel terzo millennio l’acqua sia razionata.
Come può Cagliari proporsi
come “capitale del Mediterraneo” se dai suoi rubinetti l’acqua sgorga per sole sei ore al
giorno! Quello della più razionale distribuzione delle risorse
idriche – che in Sardegna ci
sono – è un problema sul tappeto ormai da molti lustri. Si
conoscono i problemi ma anche i possibili rimedi, dal col-
Un parco per cervi e mufloni
nei monti di Muravera
di Raffaele Serreli
CULTURA
11
Artisti sardi si mobilitano
per la Costituente
di Carlo Manca
19
Lo storico Manlio Brigaglia
lascia l'insegnamento
nell'Università di Sassari
TRASPORTI
32
“Dopo l'estate” l'ultimo
12
a cura di Salvatore Tola
di Antonello De Candia
In mostra a Maringà
le meraviglie della
Sardegna
di Gianni De Candia
13
Costituito a Salvador
de Bahia un circolo sardo
per rinsaldare i rapporti
tra Brasile e Sardegna
16
Confermato l'impegno degli
emigrati in Italia per la
riscrittura dello Statuto
di Salvatore Tola
21 Parlando in poesia
Ha conquistato Parigi
con la cucina sarda
e con i cavalli
EMIGRAZIONE
di Eugenia Tognotti
20 romanzo di Antonio Puddu
mento idrico a alberghi, case e
villaggi? Come è sperabile poter sviluppare le produzioni
agricole? Come si può ipotizzare di attirare nuovi insediamenti industriali ? Senza acqua non
ci può essere sviluppo.
Quello dell’acqua è un problema vitale. Così come di primaria importanza sono quelli
dell’ energia e dei trasporti. Su
queste questioni – che riguardano tutti i sardi – non dovrebbe essere difficile trovare le
necessarie convergenze.
Un’altra questione di fondamentale importanza è la riscrittura dello Statuto autonomistico. Il dibattito su questo
argomento finalmente, seppure stentatamente, sembra decollare. Che ci sia bisogno di
uno Statuto nuovo che sappia
dare alla Regione i poteri che
le permettano di giocare un
ruolo da protagonista in Italia
e in Europa, è convinzione
condivisa. Il persistere di un
clima politico “avvelenato”
non ha per molto tempo permesso di confrontare idee e
proposte. Le acque sono state
smosse con la iniziativa trasversale del Movimento per
l’Assemblea Costituente.
Dopo i primi passi titubanti
finalmente si stanno mobilitando anche gli intellettuali e
gli artisti. Ma non si vedono
sui giornali sardi – come sarebbe auspicabile – accesi confronti, interventi, polemiche,
proposte, suggerimenti.
Insomma un clima sciroccoso sembra intorpidire ancora
le classi dirigenti sarde. L’auspicio è che una raffica di maestrale rinfreschi le menti e ridia stimoli e impulsi a politici,
imprenditori e intellettuali.
Nei prossimi giorni comincerà in Consiglio regionale
l’iter per l’approvazione del
Bilancio e della legge Finanziaria. Un passaggio importante per l’economia dell’Isola.
La manovra finanziaria arriva
in Aula con notevole ritardo in
conseguenza della crisi che ha
portato alla caduta della Giunta Floris. Dense nubi si addensano ancora all’orizzonte. Le
tensioni dentro la maggioranza
rimangono e il rinnovo delle
presidenze delle Commissioni
di metà legislatura, le hanno
acuite. Le diplomazie partitiche sono in moto per riportare
serenità e accordo, ma il partito dei “franchi tiratori” è sempre in agguato. Come la minaccia di scioglimento dell’
Assemblea regionale.
di Roberto Puddu
Tariffe più vantaggiose ma
anche licenziamenti con la
continuità territorale
15 di Andrea Frailis
SPORT
cura Sonetti ha “guarito”
30 La
il Cagliari
di Andrea Frigo
Onorato premiato dal Coni
sardo atleta dell'anno
di Andrea Porcu
La Torres parte male
cambia allenatore e
riprende slancio
31 di Giampiero Marras
RUBRICHE
22 Sardegna notizie
24 Emigrazione
IL MESSAGGERO SARDO
5
FEBBRAIO 2002
D
opo quattro giornate di
intenso lavoro, alla
metà di gennaio, il Consiglio regionale ha approvato
tre importanti provvedimenti
di legge, tutti molto attesi.
Particolarmente il primo,
sull’imprenditoria giovanile.
Frutto dell’unificazione di
quattro distinti testi di legge
presentati dalla giunta regionale e da diversi gruppi politici per “favorire l’occupazione”, è arrivato in aula dopo un
lungo iter ed una complessa
trattativa con l’Unione europea, che aveva “bocciato” un
analogo provvedimento, la
legge 28/84, mai notificato
alle autorità comunitarie.
Il nuovo provvedimento servirà, quindi, per sanare una
difficile situazione creatasi
nell’Isola dopo che i progetti
presentati da molte società
giovanili, proprio in base alla
legge 28, ed istruiti positivamente dagli istituti di credito,
non avevano ottenuto i previsti
finanziamenti regionali. Molte
società, che avevano iniziato a
realizzare i loro progetti o si
erano esposte nei confronti del
sistema creditizio, sono venute a trovarsi in notevole difficoltà ed hanno ripetutamente
chiesto l’adozione di provvedimenti riparatori.
La nuova legge, il cui testo è
stato concordato tra la Regione
e la Commissione europea, definisce esattamente le finalità,
i settori produttivi beneficiari,
la tipologia delle misure di
aiuto (contributi in conto capitale, in conto interessi, per spese di gestione), nonché i requisiti soggettivi di ammissibilità
ai benefici. Viene inoltre precisata meglio la nozione di
piccola e media impresa (definita secondo i parametri europei) ed introdotto il vincolo di
destinazione e temporale per
gli investimenti effettuati in
Sardegna.
Che cosa cambia rispetto
alla “vecchia” 28? Innanzitutto, nelle finalità riassunte all’art. 1, non compaiono più la
pesca e l’agricoltura, restringendosi i campi d’intervento
alla produzione di beni e servizi (compresi quelli socio- assistenziali) ed al settore turistico, con opere complementari e
produzione di servizi connessi.
Le piccole e medie imprese
ammesse a contributo dalla disciplina dell’Ue devono essere
costituite, in misura non inferiore al 60 per cento, da giovani in età compresa fra i 18 ed i
35 anni non compiuti, iscritti
alla classe prima delle liste ordinarie di collocamento.
In aula non c’è stato uno
scontro sul voto finale (la legge è stata infatti approvata
al’unanimità), ma sull’articolo
finanziario. Per la precisione,
l’articolo 14, che nella stesura
finale stanzia 87,7 milioni di
Euro (170 miliardi di lire) da
erogare nel 2002, mentre
103,3 milioni di Euro (200 miliardi di lire) sono previsti per
ciascun anno del quadriennio
dal 2003 al 2006.
Si arriva così ad un totale di
970 miliardi in cinque anni,
che dovranno coprire anche i
progetti legati ai Piani integrati d’area. La scadenza del 2006
è stata imposta dall’Ue, dato
che per quell’anno è prevista
l’uscita della Sardegna dall’Obiettivo 1.
Dopo l’approvazione del
provvedimento, l’opposizione
ha ribadito le perplessità espresse in aula: la nuova legge non
POLITICA REGIONALE /Approvate le leggi che
rifinanziano le imprese per la continuità territoriale con
le isole minori, l'allungamento della stagione venatoria
e lo smaltimento dei rifiuti tossici
VOTO UNANIME IN CONSIGLIO
PER IMPRENDITORIA GIOVANILE
CACCIA E SCUOLA
di Gherardo Gherardini
finanzierà i progetti presentati
dopo il 1999, perché i 500 milioni di Euro stanziati serviranno solo per sanare le vecchie domande.
I Capigruppo della maggioranza hanno manifestato soddisfazione per il via libera al
provvedimento. «È stata varata
- ha detto il forzista Giorgio
Corona – una legge importantissima, attesa dai giovani. Merito del Centrodestra, che ha reperito risorse per evadere tutto
il pregresso con un intervento
pari a mille miliardi». Corona
ha anche dato atto all’opposizione «di aver concorso ad approvare le nuove norme».
E se Bruno Murgia (A.N.) ha
chiesto che «i fondi della 28
vengano spesi con lungimiranza», Nello Cappai, a nome del
Ccd, ha spiegato che il sì alla
legge «è un passo importante e
dovuto per tutti i giovani che,
con coraggio e determinazione, avevano utilizzato la vecchia legge per creare impresa». Mario Floris (Misto-Udr)
ha invitato «maggioranza ed
opposizione a mettere mano a
tutte le leggi di settore».
Ma il Centrosinistra ha attaccato la Giunta. «La discussione sulla nuova 28 – ha detto il capogruppo dei Ds, Renato Cugini – ha reso evidente la
pochezza delle politiche del
Centrodestra». Paolo Fadda
(Ppi) ha criticato anche la
maggioranza, per non aver inserito «altri fondi che avrebbero permesso di far partire immediatamente il primo bando.
La dimostrazione che avevamo ragione è l’approvazione
dell’ordine del giorno della
maggioranza. Vigileremo affinché gli impegni assunti siano mantenuti nella Finanziaria». Per Peppino Balia, capogruppo dei socialisti di Fsd,
«la preoccupazione e le perplessità rimangono. La Giunta
non è stata in grado di dare certezze». Dello stesso tenore le
dichiarazioni di Luigi Cogodi
(Rif. Com.): «Non ci fidiamo
degli impegni della Giunta».
Del varo della nuova legge
hanno gioito per primi i rappresentanti del Comitato per la
28, che hanno combattuto per
due anni ed hanno assistito per
tre estenuanti giornate ai lavori del Consiglio sulle tribune
del palazzo di via Roma.
«Adesso speriamo – hanno
detto – che gli assessorati e gli
istituti di credito competenti
rispondano con prontezza e si
instauri un clima collaborativo».
Sempre all’unanimità, è stata approvata la legge sulla continuità territoriale per le isole
minori, assicurando i collegamenti marittimi notturni per
Carloforte (coperti dalla compagnia Delcomar) e La Maddalena (compagnia Tris).
L’impegno finanziario della
Regione è di 3,1 milioni di
Euro (6 miliardi di lire) per il
2002, ma sono stati assicurati
1,8 milioni di Euro (3,5 miliardi di lire) per sanare buona
parte delle spese sostenute dagli armatori nel 2001. «Consultata la Ragioneria, valuteremo se ci sarà bisogno di una
reintegrazione in sede di manovra finanziaria», ha spiegato
l’assessore dei trasporti, Tore
Amadu.
Il consigliere Marco Tunis
(Misto-Udr), presidente della
quarta Commissione, che ha
esitato il provvedimento, si è
detto «particolarmente soddisfatto per il voto dell’aula, che
ha varato una legge importante, soprattutto sul piano sociale, perché dà sicurezza a popolazioni che altrimenti sarebbero penalizzate dalla condizione di insularità».
Dello stesso tenore il commento di Antonio Calledda
(Ds), che ha evidenziato come
l’approvazione della legge
rappresenti «la positiva soluzione di un problema che sta
particolarmente a cuore agli
abitanti di Carloforte e di molti paesi del Sulcis».
Luigi Cogodi (Rif. Com.) ha
sollecitato «maggiore chiarezza da parte della Giunta, per-
ché non si debba procedere
con la sistematica proroga seguita da una sanatoria». Su
proposta del sardista Giacomo
Sanna, il provvedimento ha ottenuto il carattere d’urgenza.
Il terzo dei provvedimenti
citati in apertura, anche questo
approvato all’unanimità, riguarda la possibilità di smaltire in Sardegna, fino al 31 dicembre 2002, i rifiuti speciali
di provenienza extraregionale.
È infatti stato temporaneamente abolito il divieto contenuto
nell’art. 6 della legge finanziaria del 2001, che bloccava lo
smaltimento di detti rifiuti da
parte delle industrie locali.
La precedente disposizione,
prevista per vietare trasporto,
stoccaggio, conferimento, trattamento e smaltimento in Sardegna di rifiuti (comunque
classificati) provenienti da oltre Tirreno, di fatto stava compromettendo la produttività di
diversi impianti industriali che
devono utilizzare i rifiuti quali materie prime nei processi
produttivi.
«Il motivo della deroga – ha
spiegato il relatore Tonino
Frau (A.N.) – è quello di venire incontro alle esigenze delle
imprese regolarmente autorizzate, che in Sardegna utilizzano come materie prime scarti o
rifiuti di altre lavorazioni.
Ma,i intervenuti Luigi Cogodi
(Rif. Com. – «questa mozione
punta a scongiurare il pericolo
che il Centrodestra amputi risorse già stanziate per la scuola»), Pasquale Onida (Pps –
«la Giunta troverà la risposta
adatta nell’interesse reale della Sardegna»), Dino Pusceddu
(Fsd – «la sottrazione delle risorse per l’edilizia scolastica è
estremamente preoccupante»)
e Giorgio Balletto (Fi – «dobbiamo imparare a convivere
con minori risorse, considerata la politica di rigore e gli inevitabili tagli al bilancio»).
«Di fronte alla preoccupante
prospettiva dell’analfabetismo
di ritorno – ha detto il popolare Gian Valerio Sanna – si sce-
glie di penalizzare il futuro dei
giovani, sui quali si dice, ma
solo a parole, di voler investire. Stiamo andando verso una
scuola colabrodo, che non privilegia l’attività formativa”.
Se per Roberto Capelli
(Cdu- Pps) l’istruzione e la
formazione sono fondamentali
per proiettare la Sardegna in
Europa, secondo Giacomo
Sanna (Psd’Az) gli impegni
assunti in Consiglio devono
essere rigorosamente rispettati, così come si deve pretendere il rispetto di quelli del Governo.
Fortemente critici verso il
ministro Moratti gli interventi
di Peppino Balia (Fsd) e di Silvio Lai (Ds), il quale ha affermato che «solo chi vuole coscienze spente non investe nella scuola». Dopo Giorgio Corona (Fi), che ha annunciato la
presentazione di un ordine del
giorno unitario ed ha difeso
l’operato della Giunta, ha preso la parola l’assessore della
pubblica istruzione, Beniamino Scarpa (Misto), che ha respinto le accuse di insensibilità e di sottovalutazione del
problema.
Sempre ai primi di febbraio,
il Consiglio ha approvato, con
voto unanime, un altro provvedimento di legge molto atteso,
vale a dire la nuova legge sulla caccia. È stata introdotta
una modifica all’art. 49 della
legge 23 del ’98 (che definisce
norme di protezione della fauna selvatica e stabilisce il periodo di caccia), in base alla
quale l’attività venatoria è stata estesa fino a tutto febbraio,
a partire dalla terza domenica
di settembre.
«Le specie – stabilisce la
legge – non possono essere
cacciate durante il periodo di
nidificazione, né durante le varie fasi della riproduzione e
della dipendenza e, qualora si
tratti di specie migratorie, durante il periodo della riproduzione e durante il ritorno al
luogo di nidificazione». Sono
previste alcune eccezioni per
quanto riguarda il cinghiale,
che può essere cacciato dal primo novembre al 31 gennaio, e
la tortora selvatica, a disposizione dei cacciatori dal primo
giorno di settembre per un
massimo di due giornate.
Il varo della nuova legge è
stato possibile dopo la modifica del Titolo quinto della Costituzione, che dà alle Regioni
la possibilità di decidere autonomamente in materia.
Da anni le associazioni venatorie sollecitavano una modifica della norma nazionale,
partendo dalla considerazione
che le condizioni ambientali
mutano da Regione a Regione,
da anno ad anno e sono condizionate dall’andamento climatico stagionale. Siro Marroccu
(Ds), relatore della legge, ha
sottolineato che il provvedimento rispetta le norme comunitarie ed ha precisato che
«non esiste in Sardegna una
lobby che tende ad estendere
l’attività venatoria, ma al contrario la caccia è stata limitata
e regolata proprio dai cacciatori». Anche Tonino Frau
(An), presidente della Commissione ambiente, ha dato
atto ai cacciatori sardi di aver
sempre dimostrato grande coscienza ambientalistica ed ha
aggiunto che «con questa proposta di legge saremo in grado
di gestire, nel modo migliore,
il patrimonio faunistico e l’attività venatoria nell’isola».
IL MESSAGGERO SARDO
6
FEBBRAIO 2002
P
iù che un buco, il deficit della Sanità sarda
sembra ormai una voragine: 747 miliardi di lire il
disavanzo stimato per il
2001, ma non è assolutamente certo che non possano essere ancora di più da qui ai
conti certi di fine anno. Lo
hanno affermato i direttori
generali delle Asl, ascoltati
in audizione dalla commissione Sanità del Consiglio
regionale per l’esame del
piano di razionalizzazione
della rete ospedaliera.
L’assessore della Sanità,
Giorgio Oppi, ha smentito le
cifre: “Molti direttori generali ha detto – non conoscono i numeri ed evidentemente non sono bravi in matematica. Sanno benissimo che
stiamo erogando risorse finanziarie per azzerare i debiti del 1998 e del 1999 per un
totale di 236 miliardi”. A
giudizio dell’assessore il
“buco” è più piccolo e ammonta a non più di 500 miliardi, dovuti in gran parte
alla spesa farmaceutica e al
rinnovo del contratto dei
medici. “Chi non raggiunge
gli obiettivi – ha aggiunto riferendosi ai Direttori generali – andrà a casa”.
Ma quali sono i conti che i
direttori generali delle Asl
hanno portato alla Commissione Sanità che, per la prima volta ha cercato di capire
i veri numeri della sanità isolana, rifiutando un ruolo di
mero pagatore. “Purtroppo –
ha detto Noemi Sanna, presidente della Commissione –
nessuno paga. C’è un senso
di impunità generale e un
abitudine culturale e amministrativa al deficit”.
Ci sono quindi due versioni
sulla disastrata situazione
della Sanità sarda: quella dell’assessore e quella dei manager. “L’esame dei dati di
bilancio di previsione concernenti l’assessorato della
Sanità ed Assistenza Sociale
hanno messo in luce – spiega
Noemi Sanna – rispetto all’anno finanziario 2000 un
incremento di circa 325 miliardi che fanno lievitare lo
stato di previsione complessivo fino a circa 3.894 miliardi. La parte più consistente di
questa quota (308 miliardi) è
utilizzata per il finanziamento di spese correnti delle Asl;
per l’integrazione del Fondo
sanitario nazionale (parte
corrente) e per il concorso
della Regione al ripiano dei
disavanzi delle Asl. Si tratta
di spese a carattere obbligatorio, che rendono il bilancio
della Sanità rigido e che non
lasciano alcuno spazio alla
attuazione di una politica sanitaria più innovativa, né permettono di migliorare, sul
piano dell’efficacia, dell’efficienza, e della appropriatezza i livelli essenziali di assistenza. Sulla base dei dati
forniti dagli uffici l’ammontare complessivo dei disavanzi è così ripartito secondo le
annualità: anno 1998: circa
157 Mld (inseriti come previsione di ripiano); anno 1999:
circa 377 Mld (privi di previsione di copertura); mentre
per anno 2000 non esistono
dati certi non essendo ancora
SANITÀ / L'audizione dei Direttori generali nella Commissione
del Consiglio regionale fa emergere una situazione disastrosa.
L'assessore tranquillizza. Noemi Sanna: “bisogna cambiare rotta”
“BUCO” DI 750 MILIARDI
NELLA GESTIONE
DELLA SANITÀ SARDA
di Puccio Lai
Oristano. Qui siamo a meno
60 miliardi. Il manager Eugenio Strianese ha parlato della
mancanza dei servizi di otorino, oculistica e neurologia che
provoca la fuga dei malati.
“Una fuga che ci costa quattro
miliardi all’anno”.
pervenuti agli uffici competenti della Regione il totale
dei documenti contabili delle
Asl. Tuttavia sulla base della
spesa storica e del trend indicato dalla spesa stessa è verosimile supporre che il disavanzo 2000 possa essere pari,
se non superiore, al disavanzo 1999. Il solo disavanzo del
1999 – ha rilevato Noemi
Sanna – supera di circa 50
miliardi l’incremento della
spesa sanitaria 2001 rispetto
all’anno precedente. Una ulteriore fonte di preoccupazione è rappresentata del fatto che nella legge finanziaria
dello Stato si stabilisce che a
partire dall’anno 2001: “le
singole regioni, contestualmente all’accertamento dei
conti consuntivi sulla spesa
sanitaria da effettuare entro il
30 giugno dell’anno successivo, sono tenute a provvedere alla copertura degli eventuali disavanzi di gestione attivando, nella misura necessaria, l’autonomia impositiva”. Ciò significa che il pagamento dei deficit amministrativi della sanità pubblica
sarà, d’ora in avanti, messo in
capo al sistema produttivo locale ed ai cittadini in prima
persona. Pertanto diventa inderogabile l’applicazione degli strumenti di controllo sugli atti e di controllo di gestione e di qualità, peraltro
previsti per legge, attivando
eventuali opportune censure
laddove si riscontrino gestioni che si discostino dal pareggio di bilancio in percentuali
che vanno oltre la misura del
5% ammesso per legge. Se
noi ci troviamo in questa situazione
evidentemente,
quello che è mancato sono
proprio i controlli”.
Ma quali sono stati i rendiconti dei manager delle Asl
sarde? Eccoli in ordine di
audizione in Commissione
sanità.
le arriverà la Medicina generale (con 47 posti letto).
Conti in regola, invece,
per l’azienda ospedaliera
Brotzu (l’unica sarda, 31
mila ricoveri l’anno dei quali 12 mila per emergenze).
“Bilanci in ordine, elevato
indice di rotazione dei posti
letto, personale medico e infermieristico di grande capacità” ha affermato il direttore generale Franco Meloni,
aggiungendo che “il deficit è
di 8 miliardi ma escludendo
le somme degli ammortamenti siamo in attivo”.
Cagliari. Il direttore generale Efisio Aste prevede per la
sua Azienda uno sbilancio
per quest’anno di 215 miliardi: “Da qui – ha dettol’urgenza di rimettere in ordine i conti e tirare la cinghia”. Cosa fare? In tempi
brevi si chiuderanno i poliambulatori di viale Trieste
a Cagliari e di Quartu, il presidio multizonale e il ridimensionamento di Chirurgia
pediatrica. Ma razionalizzare – ha spiegato Aste – significa anche rendere funzionali alcuni ospedali: il Marino
perderà la sua clinica ortopedica che verrà trasferita al
San Giovanni di Dio dal qua-
Lanusei. L’Asl ogliastrina
(che serve 59 mila abitanti)
ha il tasso di ospedalizzazione tra i più alti in Italia: il
220 per mille, sessanta punti
in più della media regionale
(160 per mille) e il direttore
generale Italo Fancello prevede di chiudere il bilancio
2001 con un passivo di 17
miliardi. La mancanza di
specialisti provoca un altissimo tasso di fuga di malati
che si fanno curare in altre
Asl. “Ci vorrebbero – ha
commentato Fancello – incentivi, risorse finanziarie
che non abbiamo. È un circolo vizioso dal quale non si
riesce ad uscire”.
Sanluri. Il direttore generale Chicchi Trincas, ha annunciato che la Asl chiuderà
l’anno con un passivo di 20
miliardi “Difficilmente migliorabile se non saranno rivalutati i Drg, fermi al 1994
nonostante la forte evoluzione dei costi fissi”.
Sassari. Il buco quest’anno
arriverà a 230 miliardi, contro i 160 dell’anno scorso. Il
direttore generale Antonello
Scano ha spiegato che la razionalizzazione della rete
ospedaliera “potrà essere effettuata al meglio quando si
avrà il Piano sanitario regionale”. L’azienda sanitaria
conta 5,8 posti letto ogni
mille abitanti contro i 4 stabiliti dal piano della Giunta,
ma Scano non vuole tagliare
quasi nulla: “Ci sono strutture da riconvertire – ha risposto – più che da tagliare. Al
massimo possiamo rinunciare a 300 posti letto”.
Carbonia. Il deficit per il
2001 si aggirerà tra i 50 e i
70 miliardi. Per il direttore
generale Emilio Simeone è
arrivato il momento «di una
nuova ridistribuzione dei posti letto», ma la Asl sta mettendo a punto “una riorganizzazione sia per quanto
concerne il piano strutturale
che quello dei servizi”.
Nuoro. Cento miliardi di
buco: i bilanci dell’Asl sono
vistosamente in rosso, ma è
“il prezzo che si paga – ha
detto il manager Franco Mulas – per garantire servizi a
un territorio di 5.200 chilometri quadrati, con una popolazione distribuita in 77
Comuni. “A complicare e
aggravare la situazione c’è
stato anche il diffondersi
dell’epidemia della “blue
tongue” che ha colpito il patrimonio ovicaprino, un terzo dell’intera isola.
Olbia. I conti non tornano
per 27 miliardi. Un deficit
che, per ammissione il dg
Efisio Scarteddu, non sembra destinato a ridursi.
«Qualche risparmio è possibile – ha detto il direttore generale – riducendo il personale, ma nella sostanza le
cose non cambieranno”Due i
nodi da sciogliere: l’ospedale di La Maddalena e la forte
pressione della domanda dei
non residenti durante la stagione turistica.
Insomma, a sentire i direttori delle otto Aziende sanitarie locali sarde (con l’unica eccezione dell’Azienda
ospedaliera Brotzu) la sanità
sarda è malata ma è difficile
curarla e guarirla. Singolarmente hanno tutti apparentemente – ragioni da vendere.
Ma i conti non tornano per
nessuno.
Per Noemi Sanna, presidente della Commissione Sanità,
“a fronte di una spesa sanitaria sempre più in crescita non
sono state adottate, ad oggi,
reali misure di ottimizzazione della stessa. Dai 50 miliardi di lire del 1997 siamo passati ai 157 del 1998, ai 377
del 1999. Le cause di questo
deficit non si conoscono: il
Consiglio regionale non è
messo nelle condizioni di
comprendere quali sono i
meccanismi che producono
tale deficit: se ci siano responsabilità degli amministratori, se si tratti di incapacità o inesperienza, se si tratti di meccanismi intrinseci
alla legge o di altro ancora.”
“Noi aggiunge Sanna –
vorremmo porre fine a questo meccanismo perverso.
L’auspicio è che questa
Giunta voglia intervenire efficacemente su queste problematiche e che i direttori
generali delle Asl manifestino una qualche forma di
buona volontà a collaborare
con noi per trovare una soluzione che metta al riparo i
cittadini sardi da quella che,
se non si pone rimedio immediatamente, sarà una vera
e propria bancarotta”.
“Alla radice di molte storture – afferma Tore Sanna,
dei Ds, membro della Commissione sanità, già amministratore di unità sanitaria locale per quattro anni – c’è la
mancanza del Piano sanitario regionale. È incredibile
che non si riesca a legiferare
su questo argomento da ben
16 anni. Da qui l’anarchia
totale. Non c’è informatizzazione, non c’è controllo della spesa, non c’è contabilità
di bilancio per budget.
Ognuno si muove per proprio conto, sicuro che poi
non risponderà a nessuno del
suo operato. Io da politicoamministratore ricevevo un
compenso di poco meno di
quindici milioni di lire l’anno. Adesso i nuovi “manager” che avrebbero dovuto
garantire efficienza e risultati eclatanti, ricevono centinaia di milioni di lire l’anno:
facendo un raffronto non mi
pare che la gestione “pubblica” dei vecchi Comitati di
gestione sia stata davvero un
disastro. Anzi, è il caso di
dire che si stava meglio
quando si stava peggio.”
Sanna punta il dito sugli amministratori regionali: “Il
vero disastro – spiega – è che
questi tanto mitizzati manager avrebbero l’obbligo tassativo del pareggio di bilancio, pena il licenziamento in
tronco. Invece sono dei gestori di deficit a “piè di lista”. E così perchè la legge,
da anni, non viene rispettata.
È pur vero che la Regione
non dà obiettivi certi e precisi (anche per l’inesistenza
del Piano sanitario), ma questo scaricabarile provoca
soltanto uno sperpero di risorse fuori da ogni buon senso comune. Basta solo pensare che la sola Asl di Sassari, con i suoi 230 miliardi di
deficit (non di spesa, si badi
bene) assorbe da sola il doppio degli stanziamenti che il
bilancio regionale assegna
all’assessorato dell’Industria per sostenere i nuovi insediamenti produttivi in tutta l’isola”.
IL MESSAGGERO SARDO
7
FEBBRAIO 2002
Il mese di gennaio non ha
portato la pioggia tanto attesa.
Le scarsissime precipitazioni
del mese si aggirano attorno ai
tredici millimetri; una quantità
irrisoria. Il coro degli esperti è
unanime si tratta di un’emergenza siccità senza precedenti,
dell’annata più secca degli ultimi sessanta anni. Infatti negli ultimi tre mesi solo il quaranta per cento delle precipitazioni in relazione alla media
del periodo ha bagnato il suolo meridionale dell’isola. Gli
invasi del Flumendosa - Campidano sono quasi a secco,
contengono solo 20 milioni di
metri cubi d’acqua; il 3,9%
della capienza totale.
Vista la situazione allarmante il 1° febbraio il Commissario per l’Emergenza idrica
Mauro Pili ha firmato l’ordinanza che limita l’erogazione
dell’acqua di altre 3 ore a Cagliari e nei 60 comuni del circondario serviti dall’E.A.F. e
dall’E.S.A.F.
Dal 4 febbraio i rubinetti
sono aperti dalle sei del mattino
fino alle dodici, tre ore in meno
rispetto ai mesi passati. Le misure del commissario governativo consistono in alcune variazioni dello scacchiere delle riserve idriche e riguardano in
primo luogo il congelamento
degli invasi di Santa Lucia e di
Bau Muggeris. Le acque di
quest’ultimo sono state destinate in favore del sistema medio Flumendosa – Campidano
mentre è stato interrotto il trasferimento delle acque da
Cixerru a Bau Pressiu.
L’acquedotto del Sulcis verrà alimentato con le risorse del
Bau Pressiu.
Una conferenza permanente
di monitoraggio e consultazione terrà la situazione costantemente sotto controllo. La conferenza è composta dalla Regione, la Protezione Civile,
l’E.A.F. e l’E.S.A.F. che si impegnano a tenere un dialogo
aperto con i Comuni e gli Enti
locali coinvolti nell’emergenza idrica. Se da una parte viene garantita una regolare fornitura agli ospedali e alle carceri, per gli usi agricoli vengono destinati centomila metri
cubi d’acqua al mese mentre,
per l’industria 0.9 Mmc al
mese. Si tratta di un altro duro
colpo per l’agricoltura del basso Campidano già piagata dalla recente gelata che ha provocato gravi danni alle colture
del carciofo, della barbabietola da zucchero, della patata e
del finocchio nonché degli
agrumeti. Tra gli agrumi , i
mandarini e i clementini al
90% sono andati perduti e non
sono più commerciabili; delle
arance si è salvata un piccola
percentuale. D’altra parte Il
sub commissario per l’emergenza idrica Silvestro Ladu ha
assicurato l’acqua per l’agricoltura per il mese di marzo,
periodo delle semine.
Per quanto riguarda l’abbeveramento del bestiame e le
serre, l’uso dell’acqua dovrà
contenersi nel limite dei centomila metri cubi al mese. L’ordinanza del presidente della
Regione proibisce inoltre l’annaffiamento di giardini, parchi, strade e aiuole. Le misure
urgenti (dato che l’acqua degli
invasi del Flumendosa basterà
solo per due mesi,) servono ad
arginare solo temporaneamente il problema siccità, ma per
risolverlo definitivamente occorrono delle misure radicali.
Le soluzioni prospettate per
SICCITA'
È stato l'inverno
più secco degli
ultimi 60 anni.
Nei bacini ci
sono riserve per
poche settimane
EMERGENZA IDRICA:
A CAGLIARI L'ACQUA
SOLO PER SEI ORE
di Daniela Salis
far fronte all’emergenza siccità dall’assessore Ladu sono
contenute in un Piano e prevedono l’utilizzo delle acque reflue di Cagliari e dell’Hinterland (Quartu S. Elena, Selargius, Quartucciu etc.) per l’irrigazione dei campi. Per i non
addetti ai lavori con il termine
“acque reflue” s’intende secondo l’art. 2 del decreto dell’assessore della Difesa dell’ambiente n°34 del ’97 acque
nere e/o meteoriche defluenti
nelle fognature o nell’ambiente. Queste liquami urbani convogliati al depuratore di Is
Arenas del Comune di Cagliari passeranno nell’impianto di
affinamento dell’E.A.F. del
quale ha l’appalto una ditta
delle Puglie.
Le acque reflue dopo un primo trattamento del depuratore
di Is Arenas ad opera della ditta tedesca “Ruhr Wasser”, subiranno un ulteriore trattamento dell’impianto E.A.F e attraverso una condotta saranno
convogliati nel bacino del
Simbirizzi e saranno utilizzate
esclusivamente per l’irrigazione. Attualmente sono in corso
solo delle prove tecniche e le
acque vengono scaricate dal
depuratore al mare, ma a breve
l’impianto sarà operativo.
I reflui in questione i cosiddetti “reflui civili” sono costituiti in gran parte dalle acque
di derivazione domestica; (feci
e urine ai quali si uniscono i
liquidi di cucina, le acque di
lavaggio della persona, delle
stoviglie e della casa). Si può
quindi intuire il carico inquinante. La domanda sorge quindi spontanea, l’acqua trattata
potrà essere utilizzata senza rischi per l’irrigazione dei campi? I tecnici assicurano che le
varie fasi di trattamento dell’acqua eliminano completamente i fattori inquinanti rendendola più che sicura.
Esistono tuttavia altre soluzioni in programma come
quella di utilizzare le acque del
Sulcis presenti nelle zone minerarie.
Analisi chimiche e batteriologiche eseguite 5 anni fa circa ne avevano escluso l’uso
potabile, ma non l’utilizzo per
l’agricoltura e per l’industria
tanto è vero che L’assessore
Ladu ha quindi disposto ulteriori analisi per verificare
quanto già rivelato dallo studio a suo tempo realizzato dal
prof. Antonio Contu dell’Istituto di Sanità dell’Università
di Cagliari.
Le analisi eseguite su queste
acque avevano rivelato la presenza di numerosi metalli tra i
quali i più pericolosi sono il
Cadmio, piombo, il mercurio.
Occorre pertanto verificare
l’attuale concentrazione dei
metalli e valutare inoltre la capacità di assorbimento e ove
fosse necessario diluirla. Solo
dopo un attento monitoraggio
anche della capacità di assorbimento del terreno si potranno impiegare le acque per l’irrigazione.
Intanto si stanno studiando
altre misure per risolvere quest’emergenza senza precedenti. Il Sindaco di Cagliari Emilio Floris sta invocando la costruzione di un dissalatore che
metterà al riparo dalla carenza
di precipitazioni dato che l’acqua del mare non manca. Nel
frattempo, visto che la costruzione del dissalatore è lunga e
dispendiosa, il Comune di Cagliari e gli altri centri del Circondario dovranno risolvere il
problema conseguente alle restrizioni dell’erogazione dell’acqua. Le condotte infatti
vengono sottoposte ad uno
stress non indifferente, soprattutto quelle vecchie che non
sono più in grado di resistere ai
colpi di “Ariete” (così vengono chiamati tecnicamente i
conflitti creati dallo scontro
dell’aria presente, dovuto alla
chiusura delle tubature e l’acqua) che sono causa di nuove
perdite e in grado inoltre di
modificare le caratteristiche
fisico chimiche dell’acqua
nonché quelle batteriologiche
e organolettiche (del gusto,
odore e colore).
Una soluzione a questo problema è stata prospettata dal
sindaco di Quartu Sant’Elena
Davide Galantuomo che ha
previsto un’erogazione dell’acqua nella cittadina durante
le 24 ore a bassa pressione che
metterà a riparo le condotte da
eventuali danni. Altra nota dolente della vicenda riguarda gli
utenti che dovranno pagare
l’aria al posto dell’acqua oltre
a dover provvedere quotidianamente in mancanza dell’autoclave, all’approvvigionamento con bidoni, vasche da
bagno e serbatoi fai da te.
A Cagliari il 30 % dell’acqua potabile viene perso a causa del dissesto della rete idrica.
A fine febbraio inizieranno i
lavori per sostituire le vecchie
condotte, la Giunta regionale
inoltre ha destinato quaranta
miliardi per il completamento
del sistema fognario di Cagliari e l’eliminazione degli scarichi a mare.
Oltre alle condotte “colabrodo”, milioni di metri cubi di
acqua vanno perduti dall’inizio di quest’anno. È il caso
delle acque del Coghinas e in
particolare dell’invaso di Casteldoria, l’unico bacino ad
avere una riserva pressochè invariata rispetto allo scorso
anno.
L’ENEL infatti, a ridosso
del bacino ha costruito un impianto per la produzione di
energia elettrica. Purtroppo
non c’è modo di riutilizzare
l’acqua che alimenta le turbine: il risultato è che un bene
prezioso da alcuni mesi si disperde senza che si possa far
nulla per impedirlo. A dire il
vero i sindaci della zona hanno
avanzato alcune proposte,
come la realizzazione di un impianto di sollevamento per riportare le acque a monte, che
però alla fine risulta troppo dispendioso e quindi di difficile
attuazione.
Mentre si pensa al recupero
dell’acqua che va perduta bisognerebbe fare un’opera di
sensibilizzazione per limitare
gli sprechi causati dalla mancanza di una cultura del risparmio dell’acqua Il fatto che gli
utenti privati paghino una cifra
forfetaria un minimo garantito
di 84 metri cubi all’anno a prescindere dal consumo effettivo
non aiuta certamente ad arginare gli sprechi. A poco valgono
le raccomandazioni di chiudere
i rubinetti quando ci si lava i
denti o quando ci si insapona
per fare la doccia tanto si paga
la stessa bolletta .In agricoltura
la musica non cambia si paga
l’acqua in base al consumo o
alla dimensione del fondo. In
pratica non è stata ancora definita una politica che disciplini
il consumo e morale della favola secondo i rilievi dell’ESAF
risultano ingenti sprechi di acqua potabile.
Per quanto riguarda i consumi domestici il Governo ha
emanato un provvedimento
che limiterà il pagamento al
consumo effettivo. Questa misura ha però creato forti perdite nei bilanci dei soggetti gestori e pertanto si è optato per
una soluzione graduale. Nei
prossimi sei mesi il minimo
garantito sarà ridotto di 30
metri cubi fino all’abbattimento totale previsto per la fine
dell’anno.
Facendo un bilancio consuntivo per risolvere il problema
siccità, dicono gli esperti servirebbero mesi estremamente
piovosi, a questo punto non resta altro rimedio che chiedere
la grazia a Sant’Efisio.
IL MESSAGGERO SARDO
8
FEBBRAIO 2002
È
un 2001 di luci ed ombre
quello che emerge dal
consuntivo stilato da Federindustria sarda e presentato
il 15 gennaio scorso dai vertici
dell’organizzazione presso la
sede dell’Associazione degli
industriali della provincia di
Sassari. «Se lo stato complessivo dell’economia ha evidenziato una sostanziale tenuta – ha
rilevato il presidente degli industriali isolani Riccardo Devoto – le performance della
Sardegna rispetto a quelle di
altre aree del Mezzogiorno restano sostanzialmente inferiori:
la competitività del sistema
economico rimane debole con
una struttura dell’export ancora
dipendente dai prodotti chimici
e petroliferi che costituiscono il
76% delle esportazioni». L’altro elemento di debolezza è
rappresentato dalla dimensione
media delle imprese sarde che è
di soli 2,6 addetti. D’altro canto, continua l’arretramento
della disoccupazione che, nell’ottobre 2002, si è attestata al
18,3% e che, con l’aumento del
numero delle imprese soprattutto nel terziario, rappresenta
un segnale positivo.
Ma non sono solo elementi
intrinseci alla struttura delle
imprese sarde a frenarne lo sviluppo. Un’obiettiva barriera è
rappresentata dall’instabilità
politica a livello regionale che
non permette ai rappresentanti
dell’industria di dialogare continuativamente con lo stesso interlocutore: «In un anno – ha rimarcato il presidente dell’Assoindustriali della provincia di
Sassari, Stefano Poddighe – si
sono succeduti tre diversi assessori ai Trasporti e uno è durato solo 36 giorni. Tutto questo impedisce di fare progetti a
lungo termine dato che ogni
volta bisogna ricominciare da
capo mentre i tempi della burocrazia sono lunghissimi. È dunque necessaria una riforma della Regione che permetta alla
Giunta di governare per cinque
anni e di operare una seria programmazione». Sull’anno trascorso ha infatti pesato la bassa
produttività del Consiglio regionale che ha emanato solo14
leggi, mentre sono rimasti giacenti 63 disegni e 137 proposte
di legge. Si è anche speso poco,
nonostante l’abbondanza di risorse finanziarie: al 30.9.2001
è stato impegnato solo il 18,34
% delle risorse del POR Sardegna. Il gracile scheletro delle
imprese sarde ha fatto temere
anche per un possibile contraccolpo in seguito agli attentati
terroristici negli Stati Uniti ma
le preoccupazioni sembrano essere per il momento rientrate:
dopo l’11 settembre il temuto
crollo del settore lattiero caseario, che esporta l’80 % della
produzione negli USA non si è
verificato anche se forse è ancora troppo presto per trarre
conclusioni definitive.
«Nonostante tutte le difficoltà – ha tenuto ad affermare Devoto – gli imprenditori sardi
hanno mostrato di sapere investire e guardano con ottimismo
al futuro ». Un futuro nel quale
politica e sistema delle imprese
dovranno mettere in campo una
fattiva collaborazione per la
quale Federindustria si è detta
subito disponibile. «Se la Regione – è stato l’invito del presidente – vuole sfruttare le
strutture tecniche della nostra
organizzazione noi siamo a disposizione». Il piano di azione
proposto per una maggiore
competitività del sistema indu-
ECONOMIA
Presentato il
bilancio della
Federindustria
sarda.
Il comparto ha
tenuto ma resta
il divario con il
resto del Paese.
Cresciuti gli
investimenti
LUCI E OMBRE
SULL'ECONOMIA
DELLA SARDEGNA
di Eugenia Da Bove
striale isolano mette dunque
l’accento sulla urgente necessità di una riforma della Regione
che porti a una sufficiente stabilità della Giunta, a una elevata e qualificata produttività del
Consiglio regionale, alla continuità nelle politiche pubbliche
e all’efficienza delle pubbliche
amministrazioni. Per quanto riguarda la politica di bilancio gli
industriali sardi ritengono necessario pervenire rapidamente
ad una serio controllo della
spesa sanitaria e dei trasferimenti agli enti locali senza peraltro ridurre gli investimenti
come invece previsto nella manovra finanziaria 2002. Sarebbe quindi opportuno introdurre
un organico sistema di monitoraggio delle attività assessoriali che consenta di conoscere in
maniera puntuale l’attuazione
dei programmi e l’andamento
dei flussi di spesa connessi. Il
presidente provinciale di Cagliari Gianni Biggio ha sottolineato l’urgenza di portare a
compimento la continuità territoriale: «L’avere lavorato intensamente su questo aspetto –
ha detto – ci ha premiato con
l’ottenimento di un risultato
storico, con incentivi sulle merci direttamente alle piccole e
medie imprese.
E ora ci ripromettiamo di far
estendere il provvedimento anche alle grandi aziende». Gli
industriali sardi raccomandano
inoltre il perseguimento di una
politica di sostegno straordinario al sistema delle imprese che
preveda risorse aggiuntive al
sistema nazionale di incentivazione fiscale (Legge Tremonti e
credito d’imposta) e a quello finanziario (L.488/92) giudicati
insufficienti. «Nel tempo – denuncia Federindustria – si sono
sovrapposti vari regimi di aiuto
che hanno introdotto fenomeni
di spiazzamento tra le diverse
fonti di finanziamento, riducendo di fatto le risorse per il
sistema».
Ma altre priorità vanno contemporaneamente perseguite se
davvero si vuole potenziare la
competitività dell’industria
isolana: «È necessario – rilevano gli industriali – aumentare la
convenienza all’utilizzo del lavoro, attraverso la riduzione del
cuneo fiscale contributivo. In tal
senso è auspicabile l’irrobustimento della dotazione finanziaria della LR. 36/1998 ed un suo
riorientamento ai soli settori
produttivi e del turismo» senza
peraltro dimenticare di «assicurare la presenza di operatori privati e pubblici in concorrenza».
Ma non solo, è anche necessario
mettere in atto un’azione che nel
breve periodo porti alla riduzione dei maggiori oneri derivanti
dall’insularità.
E questo sarebbe possibile
«dando pronta attuazione alla
convenzione per l’abbattimento del costo del trasporto delle
merci previsto dalla finanziaria
nazionale 2002» nonchè «rafforzando il pressing nei confronti dell’Unione Europea per
l’approvazione della Legge recante contributi alle imprese
per la mancata metanizzazione
e operando una maggiore pressione nei confronti del Governo
nazionale per una più ampia liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica». Alla Re-
gione si chiede quindi di dotarsi di un Piano Integrato di Sviluppo Turistico «che tracci le
strategie e le azioni per il settore e che sostenga in modo strutturale il potenziamento dell’offerta turistica sia sul fronte
quantitativo che qualitativo».
Sui problemi dell’istruzione e
della formazione si è soffermata a lungo e con toni preoccupati la presidente degli industriali
di Oristano Rossella Sanna: «Si
tratta di settori – ha detto – che
nella nostra isola mostrano gravi carenze le quali richiedono,
fra l’altro, l’introduzione di
forme di incentivazione per le
imprese che attivino collaborazioni con le Università e l’adozione di strumenti che consentano di orientare la formazione
professionale verso la domanda. Il tutto nell’ambito dell’attivazione di un vero sistema di
formazione continua». Un fattore decisivo per lo sviluppo
economico è inoltre rappresentato dalla possibilità per le imprese di operare in condizioni
di sicurezza e di legalità. Secondo Federindustria «vanno
quindi rafforzate ed ampliate le
azioni già cofinanziate dai fondi strutturali dell’UE attraverso
il ricorso anche a risorse “ordinarie”». Inoltre il problema
della sicurezza «deve essere
posto all’interno dell’agenda
regionale collegandolo all’azione per un’efficace riduzione del degrado sociale».
Pessima è poi la situazione dell’infrastrutturazione nell’isola:
«La Sardegna – ha ricordato il
presidente dell’assoindustriali
di Nuoro Michelino Denti – è in
questo settore al penultimo posto fra le regioni italiane e al
131o posto fra le 137 regioni
d’Europa». «Le infrastrutture –
avverte perciò Federindustria –
vanno studiate e pianificate tenendo conto della domanda,
delle sue dinamiche e tendenze,
avendo soprattutto cura degli
aspetti gestionali e valutando
con attenzione l’impatto in termini di costi e benefici». E poichè le risorse sono limitate va
massimizzato il loro rendimento «uscendo da logiche localistiche che spingono a duplicare
all’infinito le opere sul territorio. Va invece reso possibile il
raggiungimento di dimensioni
ottimali a consentire una gestione economicamente sostenibile delle opere avvicinando i
capitali privati. A questo scopo
vanno predisposti specifici Piani Integrati di Sviluppo, va operata una semplificazione normativa ed uno snellimento delle procedure, incidendo direttamente sulle modalità esecutive
delle opere infrastrutturali e sul
sistema degli appalti». Una concezione di mercato dovrebbe
guidare anche la gestione delle
infrastrutture, integrando le risorse disponibili con l’afflusso di
capitale privato. E a proposito di
una efficace utilizzazione delle
risorse Federindustria osserva
come sia necessario «potenziare
il metodo della pianificazione regionale da attuarsi trasversalmente sul sistema della mobilità,
delle acque, dei rifiuti, del turismo, delle attività produttive e
della ricerca». Una notazione
prettamente politica riassume in
questo ambito la posizione degli
industriali sardi: «Il problema –
affermano – è che viene dedicata
eccessiva attenzione al livello
della spesa, mentre ne andrebbe
elevata la qualità: solo così sarà
possibile ridurre il divario strutturale di sviluppo tra la Sardegna
e le altre aree dell’Europa».
IL MESSAGGERO SARDO
9
FEBBRAIO 2002
l grado di civiltà di una nazione si misura dal modo con
cui sa proteggere le proprie
risorse naturali». Il direttore
centrale Demanio del Ministero
delle Finanze, Giuseppe Favale,
aveva solennizzato con questa
frase di Franklin Delano Roosevelt l’atto ufficiale di tresferimento di tutti i beni mobili e
immobili dell’Asinara dallo Stato alla Regione. Con la sola, ma
non di poco conto, eccezione degli stabili acquisiti dai vari ministeri per uso governativo. Una
sorta di zona franca i cui confini
ricadono su Cala Reale, vecchia
sede del lazzaretto. Era il 19 giugno del 2000. Una data importante perché ha significato l’allentamento delle catene che dal
1885 legano l’isola allo Stato.
L’ente parco sta lavorando
sodo per proteggere l’Asinara
sotto l’aspetto ambientale e renderla fruibile in modo agevole ai
visitatori. Sono ormai in fase di
ultimazione i lavori di recupero
di diversi importanti edifici che
consentiranno di avviare una serie di iniziative di vitale importanza per il parco: dall’educazione ambientale, all’area museale,
dalla struttura di ristoro alla foresteria, alla sede del parco. Grazie
ad un finanziamento di oltre 10
miliardi, è stato possibile evviare un’importante opera di recupero di numerosi edifici destinati altrimenti ad un degrado irreversibile.
Ma mentre l’ente provvisorio
di gestione cerca di programmare l’attività per dare gambe robuste ad un parco di salute cagionavole c’è chi continua a fare sogni
proibiti. Il ministero della Giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non
perdono infatti occasione per riproporre l’immagine dell’Asinara-isola-carcere e non più solo
parco. Nei cassetti del ministero
di via Arenula c’è un progetto
che il ministro di turno ogni volta rispolvera. E l’obiettivo è sempre lo stesso: riportaree l’isola
sotto il controllo del ministero
della Giustizia, rimetterle le catene, riaprire il carcere, che sia leg-
AMBIENTE
Una frase del
ministro di
Grazia e
Giustizia che
ipotizzava il
ritorno del
carcere ha fatto
scattare
l'allarme di
amministratori e
ambientalisti
U
AMBIENTE / Accordo tra Comune e Ente foreste
I
n parco di 24 ettari con
cervi e mufloni. Ed al
centro la sede dell’Ente
foreste, parcheggi, la scuola
per i corsi di qualificazione di
operatori ecologici e forestali.
Un sogno? Neppure per idea.
Tra Comune ed Ente Foreste è
stato anzi già raggiunto un accordo che prevede la concessione per trent’anni (rinnovabili) dell’intero bosco e del
fabbricato conosciuto come
“ex stalla sociale”. La stessa
convenzione è stata approvata
dal Consiglio comunale. I terreni comunali sono in località
“Su Braccu”; la “stalla” è invece ubicata a “Senni”: attualmente sono in corso adeguate
opere di sistemazione e di modifiche necessarie per poter
ospitare i forestali. Il fine dell’accordo, è comune alle due
parti: «la salvaguardia del territorio con la tutela ed il ripristino – si legge nel documento di
OMBRE MINACCIOSE
SUL FUTURO DEL PARCO
DELL'ASINARA
di Gibi Puggioni
gero, come si dice, o pesante nulla toglie alla sostanza delle cose.
E cioè che rappresentanti del
governo continuano a discutere
del futuro di in’isola, dallo Stato
è stata dichiarata parco e che allo
Stato non appartiene più. L’ultimo in ordine di tempo è stato il
ministro della Giustizia Roberto
Castelli.
Folgorato sulla strada di pianosa, che ha visitato diversi mesi fa
trovandola in stato di forte degrado, il guardasigilli ha pensato
bene che la soluzione migliore
per salvaguardare le ex isole carcere sia quella di riaffidarne il
controllo allo Stato. È tornata
così in ballo l’idea tanto cara all’ex direttore del Dap Nicolò
Amato, strenuo difensore della
compatibilità fra le esigenze del
ministero della Giustizia e quel-
UN PARCO PER CERVI
E MUFLONI
NEI MONTI DI MURAVERA
di Raffaele Serreli
accordo – delle formazioni boschive naturali ed una proficua
valorizzazione della risorsa valorizzando le risorse delle attività forestali e del tempo libero
e conciliando funzioni protettive, ricreative, turistiche, culturali e produttive del territorio».
«Attualmente – dice il sindaco Salvatore Piu – l’area di Su
Braccu è ricca di macchia mediterranea ma anche di sughe-
re, mirto e ginepri. Ovviamente l’ente foresta ha il compito
di arricchìre il bosco fino a farlo diventare un parco florofaunistico con l’immissione di
nuovo verde e di animali come
mufloni e cervi. L’Ente foreste
si impegna a realizzare insomma miglioramenti e trasformazioni per poter arrivare alla
migliore efficienza produttiva.
Dovrà anche gestire le forze
antincendio ed i mezzi a disposizione. Si impegna anche a
favorire attività didattiche, turistiche e ricreative, riservando una parte del fabbricato a
spazio didattico e museale. Si
impegna pure ad inserire nella
stessa area di Su Braccu un
percorso floro-faunistico a
scopo didattico conoscitivo inseredovi anche strutture ad uso
ripopolamento».
... l'attesa sta fer finire, presto su internet
www.ilmessaggerosardo.com
la del parco. Ecco perchè il neo
ministro non perde occdasione
per far cenno alla possibilità di riportare all’Asinara un piccolo
nucleo di detenuti tossicodipendenti. Insomma, di riaprire un
penitenziario, seppure di dimensioni contenute e con una presenza limitata di ospiti.
Alle dichiarazioni del ministro
Castelli seguono puntualmente
le smentite o di compagni di governo o dei rappresententi della
Regione. Ma la periodicità con la
quale queste affermazioni vengono proposte dovrebbe indurre
a mantenere alta la vigilanza sul
futuro del parco dell’Asinara.
Anche se attualmente, su un piano strettamente formale, i disegni di Castelli restano un sogno
irrealizzabile. L’isola non appartiene più allo Stato. I suoi beni
mobili e immobili sono stati ceduti, seppure provvisoriamente,
alla Regione. Perchè possa cambiare la destinazione dell’isola
occorre che lo Stato la requisisca
dopo aver modificato il decreto
istitutivo del parco. Francamente
una procedura di questo tipo
sembra poco praticabile.
Meglio sarebbe, anche per porre definitivamente fine alle voci
su un uso improprio dell’isola
parco, che li ministero della Giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria studiassero soluzioni alternative all’interno dei beni disponibili. E
cioè delle carceri esistenti e soprattutto delle colonie all’aperto
di Isili, Is Arenas e Mamone. Da
una recente indagine condotta
dal Consiglio regionale sullo stato delle carceri in Sardegna, è
emerso il sottoutilizzo, e in alcuni casi, lo stato di abbandono in
cui versano le strutture all’aperto. Sarebbe sufficiente effettuarvi dei lavori di adeguamento e ristrutturazione per avere a disposizione strutture validissime per
la custodia e il recupero dei detenuti tossicodipendenti. L’amministrazione carceraria darebbe
fra l’altro dimostrazione di saggia gestione dei propri beni immobili lasciando l’Asinara al suo
destino: quello di isola parco.
Tutte le spese di gestione saranno a carico dello stesso ente
foreste. Il Comune dal suo
canto affida la gestione degli
immobili a titolo gratuito. Al
termine della concessione che
come detto avrà durata di 30
anni e che è rinnovabile, la
proprietà ritornerà nella piena
disponibilità del Comune di
Muravera. Intanto il direttore
generale dell’Ente Efisio Floris accompagnati da tecnici del
Comune e del servizio provinciale di Cagliari ha effettuato
un sopralluogo nell’area interessata alla convenzione.
L’area nel cui perimetro cade
anche l’ex stalla sociale, è raggiungibile attraverso una strada vicinale sterrata parallela
alla Orientale sarda, a nord del
campeggio “Quattro mori”.
Diverse le parti degradate nelle parti più alte e sulle pendenze. Il tutto sottoposto a vincolo idrogeologico e paesistico.
IL MESSAGGERO SARDO
10
FEBBRAIO 2002
U
n’occasione sprecata.
L’ennesima. Ma resta
pur sempre la buona intenzione di iniziare a smuovere le acque. Tra i quattrocento
militanti e simpatizzanti del
Centrosinistra che il 19 gennaio hanno partecipato all’incontro promosso dal Movimento
per l’autonomia federale, all’Hotel Mediterraneo di Cagliari, si sono visti molti musi
lunghi. Intendiamoci, non
sono certamente mancati gli
spunti durante l’incontro, e
neppure gli interventi di alto
profilo (hanno strappato grandi applausi gli ex presidenti
della Regione, Pietro Soddu e
Mario Melis, tra gli ispiratori
del Movimento), ma neppure
le polemiche dei rappresentanti delle 22 associazioni culturali e di volontariato che appoggiano l’iniziativa per la
modifica dello Statuto Sardo: i
veri protagonisti della società
isolana reclamavano maggior
spazio durante i lavori. In sala,
tra l’altro, erano presenti in
gran parte uomini attempati, è
questo conferma la distanza
abissale che separa la politica
attuale e i giovani. La rivendicazione con lo Stato si vince in
un solo modo: coinvolgendo la
base, cioè il popolo, di un’isola che è troppo indietro nei
tempi di stesura del nuovo Statuto. Il Centrosinistra sardo sta
cercando di portare il dibattito
sui contenuti, ma mostra ancora palesi difficoltà ed incertezze nell’imbastire un rapporto
schietto e produttivo con i cittadini. Fatto accentuato dalla
crisi dei partiti tradizionali
(tutti, per la verità), come denunciano da più parti gli addetti ai lavori. Buone le intenzioni. Ma i fatti? Perché non si
coinvolgono i giovani, le persone impegnate nel volontariato sociale, l’anima della vera
sinistra (ma, ovviamente, non
solo quella)? Perché si continua a fingere che una certa politica ha sbagliato clamorosamente e si deve voltare pagina,
aprendosi alla società civile?
Questo, in parte, si ricollega
alla clamorosa denuncia fatta
dal regista Nanni Moretti ai
dirigenti dei Ds. Solo che qui,
giusto per restare ai fatti di
casa nostra, c’è in ballo il futuro della Sardegna. Tornando
all’incontro-dibattito di Cagliari, la specialità sarda nella
Repubblica federale è stato il
tema al centro di tutti gli interventi. «Abbiamo preso atto –
ha detto l’ex senatore Francesco Macis, nella chiusura in
serata – che la nostra autonomia è diversa per i provvedimenti adottati in Parlamento.
In Sardegna non dobbiamo
dare prosecuzione soltanto alle
riforme del Titolo quinto della
Costituzione o della legge
elettorale per l’elezione diretta del presidente della giunta.
C’è il problema degli Enti locali e della nuova concezione
del rapporto tra Regione e Comuni, oltre al Consiglio dell’autonomia e ai controlli dei
Comuni. Abbiamo formalizzato l’istituzione del coordinamento delle associazioni promotrici con una segreteria
provvisoria, che dovrà convocare una riunione per i primi di
febbraio». «Non si può parlare
genericamente di federalismo
– ha invece ammonito Mario
Melis – perché si è sviluppato
sotto diverse forme in tutto il
mondo. E la porta delle diversità che si uniscono, nel rispetto delle rispettive tradizioni.
RIFORME
Incontro
promosso
dal Movimento
per l'autonomia
federale.
Applausi
per gli ex
presidenti
Pietrino Soddu
e Mario Melis
INIZIATIVA DEL CENTROSINISTRA
PER MODIFICARE
LO STATUTO SPECIALE
di Luigi Alfonso
Dobbiamo riscrivere lo Statuto
in termini attuali, conservando
la specialità che ci rende unici
e irripetibili. Dobbiamo guardare al bicameralismo rappresentativo di istituzioni e cittadini: la sovranità del popolo
non va contro nessuno. Oggi
purtroppo lo Stato rallenta lo
spirito di autonomia che la
gente reclama. Siamo uno snodo di culture, civiltà ed economie diverse tra Europa, Africa
e Asia». L’ex consigliere re-
gionale Benedetto Ballero ha
richiamato l’attenzione dei
presenti sul pericolo che corre
la Sardegna: «Rischia di essere ancora una volta il fanalino
di coda delle Regioni italiane.
Il momento transitorio non
può durare in eterno, lo stato
federalista è cominciato nella
scorsa legislatura. Eppure, dovremo operare interpretando di
volta in volta le singole norme,
sino al nuovo Statuto che dovrà recuperare la specialità
della Sardegna e garantirci una
presenza nel Parlamento europeo. Altro punto fondamentale
è il Senato delle Regioni. Se
non acceleriamo i tempi, si rischia di arrivare al 2006 in
queste condizioni». «Il federalismo non si esaurisce in un
solo atto – ha ricordato Pietro
Ciarlo, docente di Diritto costituzionale dell’Università di
Cagliari – In Italia è un processo che si è aperto nel 1990,
passando poi per elezione di-
PREMIATI I VINCITORI
DEL CONCORSO SCOLASTICO
“LO STATUTO CHE VORREI”
L
’autonomia sarda è ancora timida, indecisa e debole”. È quindi necessario rafforzare la cultura dell’autonomia, sensibilizzare
l’opinione pubblica e i giovani
che sono i promotori della sviluppo della Sardegna”. Gli studenti sardi vogliono essere i
protagonisti della politica del
futuro e vogliono partecipare
attivamente alla riscrittura dello Statuto regionale. La circostanza è emersa in occasione
della giornata conclusiva della
manifestazione “Lo Statuto
che vorrei”, il concorso scolastico organizzato dall’Associazione degli ex consiglieri regionali della Sardegna. Erano presenti il Presidente del Consiglio
regionale Efisio Serrenti, il
Presidente dell’Associazione
degli ex Consiglieri regionali
Maria Rosa Cardia, l’ex presidente della Giunta regionale
Federico Palomba, l’ex Presidente della Regione Alessandro
Ghinami, il Direttore scolastico
regionale Armando Pietrella,
ex consiglieri regionali, docenti e una rappresentanza degli
studenti che hanno preso parte
al concorso. Lo Statuto che
vorrei – ha detto il Presidente
Serrenti – è un argomento di
grande attualità ed importanza
civile e tende a superare il luogo comune secondo cui i giovani sarebbero poco sensibili ai
temi della politica. Il grande
interesse dei giovani a questi
temi, invece, è emerso anche in
occasione della premiazione.
Gli studenti partecipanti
hanno ricevuto in dono una
dotazione di libri per la biblioteca scolastica. Hanno rivolto
numerose domande ai politici
presenti soprattutto sui temi
dell’autonomia, del federalismo, dello Statuto, della integrazione Europea e dei rapporti Stato-Regione. Si va – ha
concluso Serrenti – verso
un’Europa unita che sarà formata da 500 milioni di persone
e dobbiamo evitare che il popolo sardo perda la sua identità. In altre parole, l’autonomia
non rappresentare l’antidoto
contro una globalizzazione
esasperata che rischia di omologare tutti i popoli.
Al concorso hanno partecipato 277 studenti delle ultime
due classi delle scuole superiori della Sardegna. I ragazzi
hanno risposto ad otto domande, contenute in un questionario diffuso in tutte le scuole.
Dalle risposte – ha detto
Maria Rosa Cardia – emerge
uno spaccato interessante del
pensiero e dei desideri dei ragazzi, che stanno per diventare maggiorenni e che pertanto
si avviano ad esercitare pienamente i loro diritti e doveri. La
risposta è unanime : i giovani
sardi credono nell’autonomia
e nella specificità della Sardegna. Ma il desiderio di un’autonomia “differenziata” si coniuga anche con una netta
apertura europeista e con la
convinzione che le diversità
regionali vanno tutelate in un
contesto sopranazionale, in
un’ottica non di chiusura, ma
di integrazione nella prospettiva europea e mediterranea.
Quindi per gli studenti sardi.
l’Unione Europea non deve essere solo una sommatoria di
Stati ma una comunità di regioni e di etnie, caratterizzata da
una politica e da una cultura
plurinazionali e plurietniche.
retta dei sindaci, legge Bassanini e trasferimento di poteri
alle Regioni. Questa fase viene
impropriamente definita costituente, come se fossimo di
fronte ad una tabula rasa da riscrivere. Invece non è così. Il
federalismo non è autonomia
da uno Stato prevaricatore, va
pensato nella misura in cui può
soddisfare le nostre esigenze.
L’integralismo federalista della Lega Nord non fa parte delle tradizioni dei sardi, i quali
devono pensare ad uno Statuto
che abbracci tolleranza sociale, solidarietà e fratellanza. Il
principio della sussidiarietà
non è previsto soltanto dalla
Costituzione: bisogna mobilitare le imprese, le associazioni
di volontariato, i Comuni perché sono le istituzioni più vicine ai cittadini». Pietro Soddu
ha annunciato con legittima
soddisfazione la nascita di un
movimento «che ha carattere,
contenuti e programmi. Siamo
consapevoli che i partiti in
questa società non sono più in
grado di esercitare da soli
un’attività politica nella sua
completezza. Abbiamo bisogno di strutture libere e spontanee. Berlusconi ha detto che
non ha paura di nessuno: neppure noi. Le minoranze, oggi,
non hanno voce. Invece occorre la rappresentanza di tutte le
forze sociali, imprenditoriali,
sindacali, culturali ed economiche. Saremo in grado di usare il federalismo? Con questa
classe dirigente che ci sta
“sgovernando” con arroganza
e incapacità, sicuramente no. Il
simbolo della pianta del villaggio nuragico di Barumini ci
fa capire quali sono le nostre
radici, di cui andiamo fieri e
che vogliamo difendere». Nel
dibattito che si è aperto, sono
stati numerosi gli iscritti a parlare. Per il presidente del consiglio regionale, Efisio Serrenti, «mentre nel resto d’Italia è
stato riconquistato il sentimento di appartenenza alle proprie
radici, in Sardegna è andato
scemando. Forse perché non se
n’è parlato fuori dalle stanze
del potere. Ma la legge 3 del
2001 ha rovesciato il modo di
concepire il potere, e questa è
una grande rivoluzione». Antonello Cabras, deputato Ds,
gli ha risposto duramente:
«Oggi Serrenti la definisce una
svolta rivoluzionaria, ma a suo
tempo prese totalmente le distanze dalla riforma. E, con
lui, tutto il Centrodestra». Carlo Dore, consigliere regionale
dei Democratici, ha ripercorso
il lungo iter che in Consiglio
sta portando alla legge per
l’assemblea costituente, i cui
tempi sono ritenuti troppo lunghi e a rischio. Gino Mereu,
segretario generale della Uil,
ha richiesto «uno Statuto di solidarietà sociale, un modello
che tocchi le coscienze e i cuori della gente per riavvicinarla
alle istituzioni. Temo la passività dei cittadini». Francesco
Macis ha infine precisato: «La
nostra iniziativa vuole rivolgersi soprattutto ai giovani,
per questo crediamo nel lavoro
che si sta svolgendo nelle associazioni promotrici». Bene,
benissimo. Ma i tempi sono
maturi per stare finalmente a
sentire ciò che hanno da dire e
i contributi (tanti) che hanno
da offrire al dibattito.
Non si può invitare la gente
per costringerla ad ascoltare
passivamente. Salvo che non
la si voglia allontanare ancor
di più.
IL MESSAGGERO SARDO
11
FEBBRAIO 2002
U
n sogno chiamato “autogoverno”. Gridato dal
palco del teatro comunale di Cagliari. Ribadito davanti al Capo dello Stato.
Il movimento sardo per la
Costituente rompe gli indugi.
Chiama a raccolta artisti e cittadini. Chiede il sostegno del
presidente della Repubblica.
Sollecita un rapido pronunciamento da parte della commissione affari costituzionali del
parlamento.
In discussione, nell’organismo bicamerale di Montecitorio e Palazzo Madama, la legge sull’istituzione dell’assemblea costituente che dovrà riscrivere lo statuto. Il Consiglio
regionale ha approvato il provvedimento con un’ampia (e
trasversale) maggioranza. Ora
si attende il via libera di Roma,
per dare vita ad un organismo
sostenuto da molte forze politiche, sindacati, artisti.
E proprio questi ultimi hanno firmato, a fine gennaio,
l’iniziativa più singolare: una
lunga serata interamente dedicata alla battaglia per la Costituente. Poesia e musica al servizio di un obiettivo che sembra coinvolgere e appassionare
anche quella fetta di opinione
pubblica tradizionalmente refrattaria ai dissidi del Palazzo.
La mobilitazione a favore
dell’assemblea costituente è
percepita da molti come l’occasione per riaffermare quella
specialità che la recente riforma federale dello stato sembra
avere un po’ annacquato. Ecco
che allora, sostengono i promotori del Movimento per la
Costituente, è necessario ribadire il carattere trasversale di
questo progetto. Che non ha e
non vuole avere colori politici
dominanti; ma che, soprattutto, non vuole restare chiuso tra
le aule e i corridoi del Consiglio regionale.
L
’identità linguistica della
Sardegna come condizione
indispensabile per affacciarsi nella Comunità europea e
in quella internazionale con radici solide, evitando i gravi rischi
derivanti dalla globalizzazione.
La lingua è però anche uno
strumento per “volare alto”, traendo vantaggi culturali ed economici attraverso la conoscenza
di parlate diverse da quella originaria. Sono stati questi i temi di
“Radici e Ali”, il convegno di
studi, promosso dall’IRRE (Istituto Regionale Ricerca Educativa) della Sardegna, che in una
“tre giorni”, svoltasi a Sassari, ha
preso in esame i contenuti della
formazione tra cultura locale e
cultura globale. Un’iniziativa
che s’inserisce nel dibattito su
presente e futuro della “limba” di
cui l’isola è espressione, attraverso il mondo dell’emigrazione, nei cinque continenti.
Coordinati dal prof. Alberto
Granese, Presidente dell’Istituto,
linguisti, storici, scrittori, amministratori hanno affrontato la
“questione della lingua sarda”,
con il contributo di studiosi nazionali e il confronto con altre realtà italiane e straniere. Nell’ambito della manifestazione, che ha
effettuato una ricognizione “a tutto tondo” delle problematiche
dell’identità anche nei documenti audivisivi, è stata illustrata la
mappa delle esperienze di formazione linguistica dedicate agli
adulti nel territorio regionale.
Il progetto, nato nel contesto
dell’Anno Europeo delle Lingue
2001, è finalizzato a sensibiliz-
RIFORME / Concerto al Teatro Comunale di Cagliari.
Anche intellettuali e scienziati si schierano per la
riscrittura dello Statuto. Ciampi riceve i protagonisti
del Movimento per la Costituente
ARTISTI SARDI
SI MOBILITANO
PER LA COSTITUENTE
di Carlo Manca
E bastava scorrere i nomi dei
partecipanti all’iniziativa per
capire che questo primo obiettivo è stato raggiunto: a fianco
ai leader di partito, ai rappresentanti delle istituzioni regionali e locali, c’erano infatti
uomini di cultura come Giovanni Lilliu e Francesco Cesare Casula. O uomini di scienza,
come Gianluigi Gessa e Nereide Rudas.
Ma grande protagonista, per
una volta, è stata soprattutto
l’arte; poesia, musica, teatro.
Il teatro leggero dei Lapola,
ad esempio, gruppo leader del
cabaret in slang cagliaritano.
“Ci piace l’idea di iscrivere lo
statuto con il contributo di tutti”.
O la raffinata ricerca musicale della cantante Elena Ledda, che spiega; “contiamo molto sulla comprensione della
gente e sul coinvolgimento dei
tanti personaggi di valore che
non occupano posti di potere”.
Per proseguire con l’impe-
gno di Piero Marras, uno dei
padri di questa battaglia cominciata in sordina durante le
precedenti legislature regionali. E oggi Marras ribadisce;
“questa è una lotta a sostegno
dell’autogoverno”.
Gli artisti sardi, insomma,
scendono in campo per dare
una autentica e salutare scossa
al dibattito, congelato per troppo tempo e rianimatosi solo
all’indomani del referendum
sulla riforma federalista dello
stato.
Di fronte ad una svolta che
sembrava ridimensionare la
specialità delle cinque regioni
autonome, il movimento per la
Costituente ha colto l’occasione per ricordare che non c’è
più tempo da perdere”.
Intanto, alcune componenti
dell’Ulivo sardo rilanciavano
l’idea di una commissione speciale, composta da consiglieri
regionali attualmente in carica, ai quali si aggiungerebbero
forze sociali e rappresentanti
degli enti locali.
Proposta che non piace ai
sostenitori della Costituente:
dal palco del teatro di Cagliari, in molti lo hanno ribadito:
CULTURA / Convegno a Sassari
L'IDENTITA' LINGUISTICA
CONDIZIONE INDISPENSABILE
PER PROPORSI IN EUROPA
di Maria Grazia Caligaris
zare alla diversità linguistica.
Persegue inoltre lo scopo di facilitare l’apprendimento delle lingue lungo l’arco della vita. Si è
parlato inoltre della legge regionale per la valorizzazione della
cultura della Sardegna che è stata
oggetto di uno dei nove laboratori in cui sono stati affrontati aspetti specifici della formazione.
L’insegnamento della lingua
sarda intesa come patrimonio
della nostra comunità da salvaguardare con azioni mirate – ha
sottolineato il prof. Granese –
non deve far perdere di vista il
più vasto contesto della formazione a cui sono chiamate la
scuola e l’Università. Si tratta di
arricchire le competenze dei giovani, favorendo la conoscenza di
più lingue, ma anche stimolare
quelli che hanno raggiunto la
maturità a mantenere vivo l’interesse. Globalizzazione da un lato
e europeizzazione dall’altro richiamano una duplice responsabilità: rispetto e valorizzazione
dell’identità linguistico-storicoculturale e conoscenza non episodica delle lingue della comuni-
tà più vasta. Solo così sarà possibile essere protagonisti dei processi
in atto. Alla manifestazione sassarese, a cui è intervenuto l’Assessore regionale della Pubblica Istruzione on. Beniamino Scarpa, hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore comunale della Cultura Antonello Solinas e il Direttore Generale dell’Istruzione per la Sardegna
Armando Pietrella.
Il nuovo secolo – ha detto Cosimo Scaglioso, Presidente dell’IRRE Toscana – si apre su scenari sconcertanti. La risposta ancora una volta è nella persona,
nella sua formazione e nella riproposizione, in termini nuovi,
delle culture locali e della comunità come realtà vitali. Le vie da
percorrere sono quelle della cultura come “emancipazione” e
come “patrimonio” facendo leva
sul potenziale educativo e sulla
creatività di ogni persona nel segno di uno sviluppo comunitario.
In questa direzione si apre anche
l’impegno della scuola dell’Autonomia nella apertura alla “cultura
locale” come mezzo e come fine.
La scuola – ha evidenziato Lu-
ciana Blanc Perotto dell’IRRE
della Valle d’Aosta – è il luogo
in cui le nuove generazioni costruiscono insieme una parte della loro cultura individuale e sociale. La lingua sarda a scuola si
introduce accanto alle altre e
contribuisce allo sviluppo delle
competenze plurilingue.
Secondo Eduardo Blasco Ferrer, linguista, dell’Università di
Cagliari che ha presentato alcune
proposte operative per l’insegnamento del sardo nei diversi livelli
di scuola, docenti e allievi devono
condividere il presupposto che il
sardo non è una materia “stravagante”. Devono inoltre partire
dalla considerazione – ha detto –
che possiede tutti i requisiti delle
lingue sorelle scolastiche e può
quindi essere attivato insieme al
latino, alla storia, alla filosofia.
Devono inoltre essere progettati e
sperimentati gradualmente usi alternativi della lingua sarda nell’insegnamento. Da semplice codice per trasmettere contenuti
particolari deve diventare lo strumento per elaborare forme e contenuti culturali universali.
“la Costituente è l’unico strumento che può dare voce a tutte le anime della società sarda.
E poi, aggiunge Piero Marras,
il Consiglio regionale non è
mai stato capace di riscrivere
lo statuto, senza quel necessario pungolo che può arrivare
dalla società civile.”
Sulla stessa linea d’onda anche Nereide Rudas, docente di
psichiatria all’università di
Cagliari: “subordinare la nascita di un nuovo organismo
alle logiche e agli interessi del
vecchio è improduttivo e inutile”, ha scritto in un lungo intervento pubblicato dal quotidiano di Cagliari. Tra l’autonomia conosciuta e il federalismo che vogliamo deve esserci rottura. Il rapporto tra Sardegna e Italia deve essere frutto di un patto.
Patti e intese che, intanto, rimangono lontane dall’aula del
Consiglio regionale, dove, oltre ai sostenitori della Costituente e a quei settori dell’Ulivo che propongono la Consulta, c’e anche Rifondazione Comunista, che sceglie una terza
via: affidare, semplicemente,
al consiglio in carica il compito di riscrivere la costituzione
sarda.
Lo sguardo, ora si sposta a
Roma. Il movimento per la
Costituente ha chiesto a Ciampì (nei limiti che il suo compito istituzionale gli consente) di
spingere per una rapida approvazione della legge che giace
in commissione affari costituzionali.
Poi si dovrà solo attendere il
via libera del parlamento.
Se tutto andrà come quella
maggioranza “pluricromatica”
del Consiglio regionale ha
chiesto, i sardi saranno chiamati ad eleggere la Costituente, con metodo proporzionale.
Ultimo atto prima della nascita della “seconda Regione”.
Per i sardi – ha detto Graziano
Milia, ex Sindaco del Comune di
Quartu Sant’Elena, il primo ad
aver istituito, durante il suo mandato, l’Assessorato alla Lingua
Sarda – si è aperta una sfida storica. Devono riscrivere le regole
della vita politica e comunitaria
dentro l’isola, stabilendo nel
contempo un nuovo rapporto paritario con il resto dell’Europa e
dello Stato italiano. Ciò che ci fa
nazione non è il codice genetico,
non è l’etnia, ma l’appartenenza
ideale, culturale ed economica
all’isola. La sfida che ha aperto
la globalizzazione ci costringe
ad aprirci sempre più avendo
però una bussola che può e deve
essere il nazionalitarismo.
Tra gli interventi quello di Nicola Tanda, che si è soffermato sui
problemi di produzione e circolazione della letteratura locale e plurilingue, di Leonardo Sole, che ha
affrontato la questione del rapporto tra identità e cultura globale, e di
Francesco Floris, che è intervenuto sulla relazione tra storia locale e
multiculturalità. “Radici e Ali” –
ha sottolineato Gian Piero Liori,
che ha curato il coordinamento generale della manifestazione – ha
costituito un momento di incontro
tra esperienze di ambiti differenti
che hanno offerto l’opportunità di
riflettere sulla complessità delle
prospettive che ruotano intorno
alla lingua sarda. Una sfida che
l’Istituto ha accettato volentieri e
che intende portare avanti con
nuove interessanti iniziative come
impegno nella crescita della consapevolezza del significato dell’essere sardi nel mondo.
IL MESSAGGERO SARDO
12
FEBBRAIO 2002
SPECIALE EMIGRAZIONE /
Grande successo di una
esposizione di prodotti e manufatti
sardi allestita con maestria dal
circolo “Gennargentu” nel principale
teatro della città del Paranà.
La calorosa accoglienza della
nutrita comunità sarda alla
delegazione arrivata dall'Isola.
L'esibizione del gruppo folk di Ossi.
L'emozionante incontro con il
“nonnino” degli emigrati sardi in
Brasile
M
aringà è una città dello Stato del Paranà, in
Brasile. I lettori più
attenti del “Messaggero sardo”
ne ricorderanno il nome perché il giornale, una decina
d’anni fa, dedicò un servizio
alla comunità sarda che si è
stabilita in quel centro da metà
degli anni Cinquanta. A Maringà, infatti, esiste un circolo
di sardi. Un circolo molto attivo che in questi anni ha saputo
sviluppare la sua attività. Lo
presiede Gisella Porcu, avvocato e di recente nominata anche Console Onorario d’Italia.
Gisella Porcu, che fa parte della Consulta regionale dell’emigrazione, in rappresentanza dei circoli sardi in Brasile, appartiene ad una famiglia
che si è stabilita a Maringà nei
primi anni 50, quando la città,
che oggi conta 300.000 abitanti, era poco più che un villaggio. Perché Maringà – che
prende il nome da un’antica
canzone dedicata ad una donna
di nome Maria che abitava ai
margini della foresta – è una
città giovanissima: ha appena
festeggiato i 61 anni dalla fondazione.
Gisella Porcu è la più giovane di una schiera di fratelli e
sorelle che si sono trasferiti a
Maringà da Gairo. E in questa
città del Paranà sono molti gli
esponenti della comunità sarda
che provengono dal piccolo
centro dell’Ogliastra.
Dall’ultima visita dell’inviato del “Messaggero Sardo” ad
oggi Maringà si è sviluppata
con un ritmo frenetico raddoppiando quasi la popolazione.
Ma quel che più conta potenziando e accrescendo le sue attività produttive ed economiche tanto da conquistare il primato di città con il più alto reddito pro-capite del Brasile.
Maringà ha anche il più eleva-
IN MOSTRA A MARINGA'
LE MERAVIGLIE
DELLA SARDEGNA
dell'inviato Gianni De Candia
to livello di vita del Brasile. È
la città del verde con un milione di piante, tre per abitante.
Le sue strade sono tutte alberate, ciascuna con una specie differente. Prima c’era la foresta
che fu abbattuta per far posto
alle coltivazioni di caffè ora il
caffè non tira più ed è stato sostituito con la soia che sta dando enormi ricchezze alla zona.
Una regione baciata dal bel clima. Si pensi che l’uva fa due
raccolti l’anno e che si può
programmare con la potatura
per avere uva tutti i mesi dell’anno.
Allo sviluppo di Maringà –
città costruita da una compagnia inglese con criteri
d’avanguardia – ha contribuito
la colonia sarda. Suoi rappresentanti, infatti, occupano posti di rilievo nelle varie attività professionali e produttive.
Maringà è un crogiuolo di razze e di etnie che vivono in armonia. Il gruppo prevalente è
di origine portoghese, molto
alta anche la presenza dei tedeschi, degli italiani e dei giapponesi.
L’occasione della visita a
Maringà di una delegazione di
autorità provenienti dalla Sardegna e guidata dal Capo di
Gabinetto dell’assessorato del
Lavoro, Attilio Dedoni, è stata
l’inaugurazione, il 5 dicembre,
di una mostra di prodotti e im-
magini della Sardegna, allestita dal circolo sardo “Gennargentu” nei saloni del principale teatro della città. Una mostra di straordinaria efficacia e
rappresentatività allestita con
la collaborazione dell’assessorato del Lavoro e il patrocinio
di alcuni enti regionali. Nonostante disguidi burocratici abbiano bloccato alla dogana
molto del materiale inviato da
Ersat, Isola e Esit, la mostra è
stata apprezzata per la ricchezza delle produzioni esposte e
per l’elegante allestimento.
Con gli oggetti prestati dalle
varie famiglie sarde della zona
è stato possibile ricostruire alcuni ambienti tipici della casa
sarda. Su decine di pannelli
sono state esposte immagini di
ieri e di oggi di costumi sardi.
Particolarmente apprezzata la
ricca documentazione sulle
bellezze naturali dell’Isola e
quella sulle sue ricchezze artistiche e culturali. Grande successo hanno ottenuto, infine, i
dolci preparati con antica cura
dalle donne sarde di Maringà.
Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti con il
presidente del circolo “Gennargentu” Gisella Porcu, il
prof. Attilio Dedoni, il vicepresidente della Consulta, Tonino Mulas, e il vicesindaco di
Maringà, Ivo Califfi, che si è
scoperto essere discendente di
sardi, la nonna infatti si chiamava Maria Usai. C’era anche
una delegazione del circolo di
Sao Caetano do Sul, composta
dal presidente, Pietro Damiano
Locchi, e dall’ex consultore
Francesco Bechere.
Portando il saluto del Governo della Regione sarda Dedoni, ha sottolineato con soddisfazione il livello di inserimento della colonia sarda nella comunità di Maringà e ha
espresso apprezzamento per il
fatto che il circolo “Gennargentu” abbia proposto una manifestazione culturale per far
conoscere la Sardegna. “Sono
certo – ha concluso – che da
questo incontro nascerà e si
rafforzerà la fratellanza tra la
Sardegna e Maringà.
Alla cerimonia sono intervenute alcune centinaia di persone che hanno poi assistito nel
teatro all’esibizione del Gruppo Folkloristico di Ossi che ha
eseguito un repertorio di balli
tipici. Particolarmente apprezzati i costumi antichi indossati
dalle ragazze del gruppo che
ne esaltavano la bellezza di
donne sarde.
La visita a Maringà, di poco
IL MESSAGGERO SARDO
13
FEBBRAIO 2002
più di una giornata, è stata ricca di incontri. Tra i più significativi quelli all’università privata “Cesuma” dove la delegazione sarda, accompagnata dai
dirigenti del circolo, è stata ricevuta dal rettore Wilson de
Mattos, il vice Claudio Ferdinando, e dal direttore Rodolpho
Bernardi Neto. “Cesuma”,
Centro de ensimo superior de
Maringà, è una struttura moderna, nata nel 1990 offre corsi di
studio che vanno dalle scuole
elementari alla laurea, ai corsi
post-laurea, ai dottorati. Attualmente – ha spiegato il rettore –
l’università offre 17 corsi e ha
6.000 studenti iscritti. Nel prossimo anno si prevede che gli
iscritti saranno 7.500. I docenti
hanno illustrato il diverso sistema scolastico brasiliano, sottolineando come è in fase di espansione l’insegnamento superiore.
Tra le differenze più nette con il
sistema italiano l’obbligo di frequenza dei corsi e l’integrazione
tra lezioni e pratica. Il governo
brasiliano sta dando impulso all’insegnamento e attualmente
1.600 famiglie di Maringà ricevono un sussidio per mandare i
figli a scuola.
Il Paranà, come gli altri stati
del Brasile meridionale, Santa
Catarina e Rio Grande do Sul,
sono stati colonizzati dagli
È stato ripetuto più volte e
ormai è generalmente accolto il concetto che l’emigrazione da fatto contingente
può diventare e essere una
potenzialità per lo sviluppo
della stessa Sardegna. Fra i
tanti Sardi che si impegnano
in questo senso vi è Paolo
Biancu, esempio di attivismo: laureato in Economia e
Commercio, insegnante, originario di Ozieri dove è nato
nel 1943 ma residente a Pula
da dove è partito per il Brasile nel 1997.
Impegnato nella formazione professionale e docente
nelle medie e superiori è arrivato a Salvador de Baia, ha
lavorato lungo la costa in
una “barraca de praia” per 18
mesi durante i quali ha capito l’ambiente, le dinamiche
relazionali. È stata in fondo
una scuola di vita.
Nella sua permanenza in
Brasile ha poi incontrato il
Direttore generale dell’ Università Fib (che ha ben 11 facoltà) e iniziata così una collaborazione che lo porta a insegnare (dal 1999) Turismo
e Amministrazione alber-
emigrati europei. In questi ultimi anni questi territori hanno
conosciuto un crescente sviluppo soprattutto delle produzioni
agricole e dell’allevamento, ma
anche nel campo dell’informatica e delle nuove tecnologie.
Attualmente a Maringà c’è
un’auto ogni due adulti.
Particolarmente calorosa l’accoglienza che la delegazione
della Sardegna ha ricevuto nella
sede del circolo “Gennargentu”.
Con Gisella Porcu a fare gli onori di casa c’erano tanti soci tutti
desiderosi di sentire notizie della Sardegna e di raccontare la
loro storia di emigrati.
Quella più complessa è la
storia della famiglia Porcu. I
primi ad arrivare, nel 1950,
quando stava sorgendo Maringà, furono uno zio e tre fratelli
di Gisella. La sorella più grande Carmela, è arrivata nel 1957,
insieme al marito, Emilio Pisanu, anch’egli di Gairo. Si stabilirono a Campesinas, un centro
vicino e avviarono un’attività
alberghiera. Solo nel 1961 arrivano il resto della famiglia, padre, madre e sorelle. In seguito
le attività economiche si estesero alla ristorazione e all’edilizia. Ancora oggi i Porcu hanno
un albergo a Maringà, e appartamenti nella località turistica
di Santa Catarina. Ma molti di
loro hanno studiato e sono affermati avvocati. Alla inaugurazione della mostra sono intervenuti tutti, tranne il fratello
maggiore Pietro.
Salvatore Baldinu, nativo di
Villanova Monteleone, si è stabilito a Maringà nel 1961, si è
sposato con una brasiliana. Ora
è vedovo e ha due figli, il grande Antonio Saverio è dentista
ma è anche socio del padre nella gestione di due stazioni di
servizio, la figlia, Graziella si è
sposata quando aveva 15 anni e
ha un figlio di otto anni.
Eugenio Sirigu, originario di
Osini, è arrivato a Maringà
dopo aver lavorato per otto anni
nelle miniere di Carbonia.
«Quando esplose la crisi mineraria – ricorda – un amico mi
disse di venire in Brasile e io ho
seguito il consiglio. Ho lavorato per tre anni all’Alfa Romeo
come meccanico, assemblavo
motori. Poi mi sono trasferito a
Umuarama, a 150 chilometri da
Maringà e ho avviato un’attività commerciale e di ristorazione». Sposato con una donna di
origine italiana ha avuto tre figli, due fanno l’avvocato e uno
gestisce l’albergo di famiglia.
Come socio un altro sardo di
Gairo, Paolo Cocco, arrivato
nel 1957 richiamato dai Porcu,
suoi parenti. Cocco oltre all’at-
tività alberghiera – una grande
intuizione, in quel tempo – si è
dedicato anche alla vendita di
olii lubrificanti e all’edilizia.
Per la festa è arrivato dalla
sua fazenda, ad alcune centinaia di chilometri, anche Paolo
Farris, come gli altri anch’egli
di Gairo. Sta a Maringà da cinquanta anni. Fa l’allevatore con
successo. Ha una mandria di
4.500-5.000 capi e possiede oltre 5.000 ettari di terra nello
stato di Paranà. Inoltre possiede altri 78.000 ettari in Amazzonia. È un uomo gioviale e sereno stimato e apprezzato da
tutta la comunità sarda.
Ma il personaggio più stupefacente incontrato all’inaugurazione della mostra sulla Sardegna è Pietro Falqui (o Falchi)
di Pattada. È forse l’emigrato
più vecchio non solo in Brasile.
È nato nel 1905 e ha una vitalità straordinaria anche se gli difetta un po’ la vista. «Sono arrivato in Brasile nel 1947 – ricorda – e ho fatto di tutto». Il
suo primo approdo è stato Salvador di Bahia nella parte settentrionale del Brasile. Ma poi
Pietro Falqui – che era accompagnato dalla moglie e dalla figlia – ha girato tutto il Brasile e
ha fatto tutte le professioni, anche il “garimpeiro”, il cercatore d’oro. L’attività che più lo ha
COSTITUITO A SALVADOR DI BAHIA
UN CIRCOLO SARDO PER RINSALDARE
I RAPPORTI TRA BRASILE E SARDEGNA
ghiera. Biancu frequenta anche un corso post-laurea per
metodologia insegnamento
superiore; e frequenta il dottorato di ricerca in Ingegneria della produzione, problematiche legate all’innovazione.
Biancu ha anche svolto diverse ricerche sui Sardi in
America latina e, fra l’altro,
tramite una brasiliana che
abita in Sardegna da 13 anni
ha fatto conoscenza di Sardi
trasferitisi con successo nel
paese oltreatlantico.
A esempio Mauro Porru di
Orani è responsabile del Dipartimento di Lettere dell’Università Federale di
Baia.
Il prof. Pino Onnis di Samassi, docente di musica e
specializzatosi a Santa Cecilia in Roma, è membro del-
l’Orchestra filarmonica di
Baia. Giovanni Mura è direttore del Settore acquisti dell’Ospedale San Rafaele di
Salvador, il più importante
della città. Carla Pisano di
Cagliari è responsabile del
progetto Axe per i bambini
di Baia, impegnata da dieci
anni nella cooperazione internazionale.
Mentre il vice console
onorario di Baia è il sardo
Giovanni Pisanu originario
di Mores.
Paolo Biancu ha dato vita
anche a un “Circolo virtuale” costituito da una cinquantina di associati che ha
preso il nome di “Antonio
Gramsci”, non perché l’associazione è schierata politicamente
ma
perché
“Gramsci è l’uomo italiano
più conosciuto in Brasile,
ed il fatto che sia sardo, al
di là della fede politica di
ciascuno, non può che farci
onore e piacere - ha spiegato Biancu -.
In Brasile non sapevano
che fosse sardo e così il celebre pensatore, sul quale si
svolgono anche qui diverse
tesi di laurea, è diventato un
vanto per noi e un modo per
far conoscere la nostra Isola”.
Fra i diversi progetti in
cui Biancu si è impegnato
dando vita con entusiasmo
vi è, dal 1999, il Progetto
“Saba” (Sardegna-Baia) per
favorire l’interscambio fra
le due realtà. Il primo passo
del progetto a livello scolastico ha visto il coinvolgimento della scuola Azuni di
Cagliari (guidata dal preside Mario Salis), del Provve-
soddisfatto è stata quella della
macellazione e del commercio
della carne. Ma ha avuto anche
una linea di corriere tra Londrinas e Maringà. «Quando commerciavo da queste parti – ricorda – ero cliente dell’albergo
di Cocco. Ho avuto due figli,
almeno – soggiunge con un sorriso - due sono quelli che portano il mio cognome: Andreina e
Pedru Josè che fa l’architetto».
In tutta la comunità fortissimo è il legame con la Sardegna,
trasmesso anche alle nuove generazioni. E proprio per rivivere un po’ del clima di casa che
Pietro Damiano Locchi (ma
forse il nome originario era
Locci), nato a San Paolo, ma
discendente da una famiglia di
Luras, ha fatto otto ore di pullman per incontrare altri sardi e
per assistere a un balletto sardo.
Eppure è stato in Sardegna solo
una volta, nel 1992. «L’iniziativa dei soggiorni per giovani e
anziani – ha osservato Bechere –
sono serviti a rinsaldare antichi
legami. Purtroppo da quando
sono stati sospesi i circoli sono
in crisi e i giovani si allontanano. Io mi chiedo come si farà
senza di loro. Come andrà a finire un lavoro che ci è costato anni
e anni di impegno». Una preoccupazione che non riguarda solo
il circolo di Sao Caetano do Sul.
ditorato provinciale degli
Studi (presieduto da Giambattista Porrà) con una Convenzione (novembre 1999)
firmata al Palazzo Regio del
capoluogo sardo. Così nel
giugno 2000 arrivano i primi nove studenti di Baia
(diventeranno poi 20) che
frequentano i corsi alberghieri all’Azuni e partecipano a stages in centri turistici importanti fra cui Chia
Laguna e Is Molas.
Altri Progetti significativi
in studio sono anche quelli,
ad esempio, con il centro di
ricerca Crs4 o con l’Ersat, o
la partecipazione al Progetto Alfa della Comunità Europea che vede la collaborazione fra almeno tre Stati
dell’Europa e dell’America
latina, mentre non mancano
nei programmi del “vulcanico” Biancu i contatti con le
Università di Cagliari e Sassari.
Infine devono essere segnalati anche i gemellaggi
fra Valenza (Brasile) e Pula,
ma sono previsti anche altri
gemellaggi con diversi Comuni della Sardegna.
IL MESSAGGERO SARDO
14
FEBBRAIO 2002
S
an Paolo è la più popolo
sa e insieme la più importante e industrializzata
città del Brasile. L’avenida
Paulista concentra buona parte
della potenza economica di
questo sterminato paese che ha
un’estensione superiore all’intera Europa. E proprio nel cuore di San Paolo sorge un imponente grattacielo – che per
molti anni è stato l’edificio più
alto dell’America Latina. Ebbene quel grattacielo è sorto su
un’area che ospitava la prima
sede del Circolo Italiano e per
volontà di un sardo, Emidio
Falchi, che ne fu presidente dal
1951 al 1957, dovrà mantenere il nome Italia. Ma Falchi
non è stato l’unico sardo che
ha segnato la storia del Circolo Italiano (che ora occupa alcuni piani del grattacielo,
compresa la splendida terrazza
da cui si domina San Paolo).
Tra i più insigni e stimati risalta il nome di Ugo Licciardi che
per un lungo lasso di tempo è
stato attivissimo dirigente del
Circolo Italiano.
Ma Ugo Licciardi, che era
nato a Iglesias nel 1925 e aveva conservato saldissimo il legame con la sua terra, ha lottato un’ intera vita per costituire
anche a San Paolo un circolo
sardo. I suoi sforzi sono stati
premiati. Ora a San Paolo c’è il
circolo “Giuseppe Dessì”, intitolato al grande scrittore cagliaritano, autore di “Paese d’ombre” e di altri mirabili romanzi.
Ugo Licciardi era un imprenditore. Era giunto a San Paolo
nel 1952 in cerca di fortuna.
Aveva lasciato la Sardegna e
gli studi di Economia e Commercio all’Università di Roma.
Sin dal suo arrivo in Brasile,
si distinse per la determinazione nel preservare i valori e la
tradizione della comunità sarda di San Paolo. La sua vita ha
sempre corso parallelamente
su due binari: quello della professione di imprenditore e
quello dell’impegno sociale e
civile. Ottenendo numerosi
riconoscimenti nel lavoro: dalla
“Contraria dos Scaraffoni” di
San Paolo, alla “Medaglia Anchieta” della Camera. Municipale di San Paolo, alla “Lupa Romana” del Dep. Vitor Sapienza
dell’Assemblea Legislativa dello
Stato di San Paolo alla nomina a
Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana. Ancora oggi la
straordinaria qualità dei suoi lavori è apprezzata dai suoi vecchi
clienti. Il ristorante “Massimo”,
uno dei più eleganti e esclusivi di
San Paolo, frequentato da politici, uomini d’affari e imprenditori, ha ancora le cucine foderate in
acciaio, realizzate un quarto di
secolo fa da Ugo Licciardi. Le
cucine di “Massimo” sono meta
EMIGRAZIONE
Assegnato a
Mino Carta
giornalista e
editore di origine
sarda tra i più
autorevoli del
Brasile. Il premio
dedicato al
fondatore del
circolo di San
Paolo
PREMIO GIORNALISTICO
PER RICORDARE
UGO LICCIARDI
In alto: un gruppo di dirigenti del circolo “G. Dessì” e di amici di Ugo Licciardi; sotto il titolo da sinistra
Guido Clemente, Giuseppe Cappellano, Caterina Licciardi, Mino Carta, Gian Luca Cortese e Pino Dessì.
In basso: Massimo Ferrari, Attilio Dedoni, Angela Letizia Licciardi, Tonino Mulas, Caterina Licciardi
e Venanzio Ferrari. In basso: la moglie e il padre di Licciardi Attilio Dedoni, Tonino Mulas, Francesco
Pitzanti e Pino Dessì, nel giardino del Circolo Italiano
di visite guidate.
Ma Ugo Licciardi è stato
sempre animato dalla volontà
di contribuire alla promozione
della cultura italiana e di quella sarda attraverso le attività
delle Associazioni degli immigrati. Nel Circolo Italiano occupò cariche prestigiose, come
Consigliere Direttore e collaborò alla redazione della pubblicazione “Ci Vediamo”. Divenne il Segretario del primo
COMITES e fondò insieme ad
altri il primo Circolo “Su Nuraghe” di San Caetano. Coronò
il suo sogno di istituire il Circolo Sociale Culturale “Giu-
seppe Dessi’” a San Paolo il 14
di agosto 1999. Poco tempo
prima di morire era stato eletto nella Consulta regionale
dell’ emigrazione in rappresentanza dei circoli del Brasile. Per onorare il suo impegno
a favore degli italiani, gli è stato attribuito alla memoria il
premio “Presenza Italiana in
Brasile”, il più alto riconoscimento che viene assegnato
ogni anno all’ italiano che si
distingue maggiormente in
Brasile.
Per non disperdere il grande
patrimonio sociale e culturale
lasciato da Ugo Licciardi il testimone è stato raccolto dalla
moglie, Caterina, una donna
dinamica e combattiva, che si
è battuta per rilanciare il ruolo
del circolo sardo “Giuseppe
Dessì”, che è stata chiamata a
presiedere e ha istituito un premio giornalistico, intitolato al
marito che sin dalla prima edizione ha riscosso un grande
successo.
Alla realizzazione del premio “Ugo Licciardi” hanno
contribuito, la comunità italiana di San Paolo, l’Istituto di
Cultura, la Regione Sardegna,
il Comune di Iglesias e l’Università di San Paolo.
La prima edizione del premio ha visto vincitore Mino
Carta, giornalista e editore tra
i più importanti del Brasile.
Carta, pur essendo nato a Ge-
nova, vanta origini sarde perché suo nonno era di Ghilarza
e alla Sardegna è rimasto sempre legato, tanto da trascorrere
nell’isola lunghi periodi di vacanza.
Mino Carta è un esempio di
successo professionale ottenuto con perseveranza e lungimiranza, la sua attività giornalistica dura da oltre mezzo secolo ed è sempre stata segnata
dalla ricerca e selezione dei
fatti e delle notizie per dare al
lettore un’informazione completa ed esauriente. La sua rivista “Carta Capital” è tra le
più autorevoli e prestigiose del
Brasile.
Mino Carta ha cominciato a
fare il giornalista a 18 anni, nel
1950 come corrispondente de
“Il Messaggero” di Roma, dal
1954 al 1956 è stato redattore
dell’Ansa a San Paolo. Rientrato in Italia ha lavorato per
“La Gazzetta del Popolo” di
Torino, per “Il Messaggero” e
per altre testate.
Nel 1960 ritornò in Brasile
dove da 40 anni è uno dei più
attivi protagonisti dell’editoria
di San Paolo, dove ha fondato
numerose testate. Di recente si
è rivelato anche romanziere e
pittore.
La consegna del premio
“Ugo Licciardi” si è svolta il 5
dicembre nel salone del Circolo Italiano alla presenza di un
folto pubblico. Alla cerimonia
hanno presenziato, tra gli altri,
oltre alla signora Licciardi e
alla figlia Angela Letizia con il
marito Miguel Marcos Barba,
il console italiano Gian Luca
Cortese, il presidente del Circolo Italiano, ing. Giuseppe
Cappellano, il direttore dell’Istituto italiano di Cultura,
prof. Guido Clemente, originario di Sassari, il prof. Giampaolo Casula (di Iglesias), che insegna all’Università di San Paolo, Pino Dessì, presidente
della Faes, in rappresentanza
della Consulta dell’emigrazione, esponenti della comunità
sarda, del mondo dell’imprenditoria e della cultura.
L’istituzione del premio –
come ha spiegato Caterina
Licciardi in un incontro con il
Capo di Gabinetto dell’assessorato del Lavoro, Attilio Dedoni, di passaggio a San Paolo
– vuole essere il primo passo di
una serie di iniziative per valorizzare la presenza sarda a San
Paolo e per favorire nuove opportunità per le imprese sarde
in Brasile. La comunità sarda a
San Paolo può contare su ottime relazioni e conoscenze che
possono offrire occasioni interessanti per i prodotti di nicchia dell’economia sarda. Alcuni progetti già in avanzata
fase di predisposizione sono
stati illustrati al rappresentante della Regione dalla figlia di
Ugo Licciardi. Il dott. Dedoni,
ha riscontrato che i progetti
proposti vanno nella linea delineata dalla Regione per sviluppare le attività economiche
coinvolgendo le comunità sarde nel mondo e ha invitato i
dirigenti del circolo “Giuseppe
Dessì” di definire tutti gli
aspetti dei progetti. Dedoni ha
esortato i dirigenti del circolo
sardo di San Paolo ad intensificare la collaborazione con gli
altri circoli per creare le sinergie necessarie al successo delle iniziative della Regione.
IL MESSAGGERO SARDO
15
FEBBRAIO 2002
I
l decreto sulla continuità
territoriale nei collegamenti aerei tra la Sardegna
e il Continente, salutato come
svolta epocale nel settore dei
trasporti e in funzione dello
sviluppo dell’lsola, sta causando problemi forse non preventivabili, ed è diventato oggetto di scontro tra sindacati e
potere politico, sia alla Regione che al Governo dì Roma.
Quel che si contesta non è la
legittimità dei Sardi a raggiungere Roma e Milano con
costi non diversi da quelli degli altri abitanti dello Stivale,
quanto il criterio del monopolio scelto per l’assegnazione
delle tratte.
In effetti il fatto di assegnare il singolo collegamento a
una sola compagnia (escludendo quindi tutte le altre) era
stato contestato fin dall’inizio
dalle Confederazioni Sindacali di CGlL, CISL e UIL, e ha
spinto le compagnie escluse
ad annunciare numerosi licenziamenti, mentre altri posti di
lavoro sono andati perduti
nelle società che gestiscono i
servizi a terra di quelle compagnie.
Secondo i detrattori dell’esclusiva sulle tratte, peraltro, meglio sarebbe stato seguire la strada della sovvenzione diretta, con il rimborso
alle compagnie dei biglietti
effettivamente staccati per i
residenti e gli emigrati, lasciando che le compagnie
stesse si facessero concorrenza sul piano dei servizi offerti
ai viaggiatori a tutto vantaggio della clientela.
Secondo una stima fatta dai
Sindacati dopo la conferma
dei 3 collegamenti assegnati
ad Air One, sarebbero almeno
350 i lavoratori di Alitalia e
Meridiana che perderebbero il
posto dopo l’abbandono delle
due compagnie alle tratte Alghero-Roma e Cagliari-Milano. In particolare la CGIL ha
accusato il Presidente della
Giunta Regionale, Mauro Pili,
di aver sostenuto la gara per
l’assegnazione delle rotte da e
per la Sardegna a tariffe ridotte, nonostante il sindacato
avesse avvertito sui rischi che
il provvedimento avrebbe portato a danno dei lavoratori.
Altri 40 licenziamenti sono
stati annunciati dalla Sogaerdyn, la società che gestisce
l 9 handling (i servizi a terra)
per Volare all’aeroporto di
Cagliari/Elmas.
Air One, dal canto suo, ha
fatto sapere di essere disposta
ad assorbire una quarantina di
lavoratori ex Meridiana a Ca-
I
l 26 maggio gli abitanti di
58 Comuni della Sardegna,
complessivamente
oltre
200 mila elettori, andranno
alle urne per rinnovare i Consigli comunali.
Tra i centri più importanti
Olbia, Alghero e La Maddalena in provincia di Sassari;
Oristano; Selargius, Carloforte e Sant’Antioco nel cagliaritano.
Per alcuni dei 58 Comuni,
gli elettori andranno in anticipo alle urne per le dimissioni
dei Sindaci e dei Consiglieri ed
il conseguente scioglimento
delle amministrazioni e la nomina dei Commissari prefettizi.
Alle votazioni sono interessati anche i lavoratori sardi
emigrati che hanno mantenuto
TRASPORTI
Ancora
confusione sui
cieli della
Sardegna.
Le compagnie
escluse riducono
il personale.
Mobilitazione
negli aeroporti
in difesa
dell'occupazione
TARIFFE PIU' VANTAGGIOSE
MA ANCHE LICENZIAMENTI
CON LA CONTINUITA' TERRITORIALE
di Andrea Frailis
gliari e una trentina ex Alitalia ad Alghero, ma di non poter immettere nei suoi organici anche i dipendenti in esubero delle società che gestiscono i servizi a terra nei due sca-
li.
Un chiarimento sull’intera
vicenda, intricata come non
mai e dalle prospettive decisamente incerte, potrebbe aversi il 7 Marzo, allorchè il TAR
del Lazio farà conoscere la
sua sentenza sul merito dei ricorsi presentati. Il congelamento dell’esclusiva sulle
tratte assegnate ad Aìr One
era stato deciso il 7 febbraio
PROTESTA A BERGAMO
PER LA SOPPRESSIONE
DEI VOLI CON L'ISOLA
I
l collegamento aereo tra
Bergamo e Cagliari, garantito in estate da voli
giornalieri delle compagnie
“Volare” e “Meridiana” ed
in inverno da un unico volo
gestito da “Volare” è stato
interrotto improvvisamente
e senza preavviso.
Mario Pomesano, Presidente del Circolo culturale
sardo “S’aligusta” di Bergamo, in una nota ha denunciato che la decisione per le modalità con cui è stata assunta
rappresenta “un’ulteriore penalizzazione nei confronti
degli emigrati sardi, sia perché crea un enorme disagio a
centinaia di famiglie sarde
residenti nel Nord Italia e in
particolare nelle province di
Bergamo, Brescia, Milano,
Lecco, Cremona e Verona,
che nell’aeroporto di Orio
sul Serio hanno sempre avuto un importante punto di riferimento per raggiungere la
Sardegna”. In tali condizioni, infatti, per andare nell’isola bisogna raggiungere
l’aeroporto di Linate o quello della Malpensa, con tutte
le difficoltà che ciò comporta, senza contare l’aggravio
di spese che annulla beffardamente le agevolazioni previste dalla continuità territoriale, sinora applicate soltanto negli aeroporti di Milano e
di Roma. Il Circolo “S’Aligusta” interpretando lo sdegno di decine di migliaia di
sardi residenti nel Nord Italia, e nel convincimento che
sia importante rinforzare i
rapporti di amicizia e di collaborazione tra Bergamo e la
Sardegna, auspica che il collegamento aereo BergamoCagliari venga ripristinato,
con le stesse frequenze.
Occorre, inoltre, che anche
per questa tratta – conclude la
nota di Mario Pomesano –
vengano applicate le tariffe
previste dal regime della continuità territoriale. La denuncia
è stata subito accolta dal Consigliere regionale della Regione Lombardia Stefano Maullu
il quale, in un’interrogazione,
ha chiesto il ripristino del volo
Bergamo-Cagliari. Maulli ha
inoltre sollecitato che le tariffe
previste dal regime di continuità territoriale, così come per
Milano Malpensa, vengano
applicate anche per l’aeroporto di Orio al Serio visto che è
stato sempre considerato un
aeroporto “milanese”.
Elezioni amministrative in 58 comuni sardi
AGEVOLAZIONI
PER CHI RIENTRA
PER VOTARE
la residenza elettorale nei Comuni indicati dal Decreto del
Consiglio dei Ministri. Potranno usufruire delle agevolazioni previste sui mezzi di trasporto per consentire agli elettori emigrati in Italia ed all’Estero di esercitare il loro di-
ritto-dovere raggiungendo il
seggio e tornando nel luogo di
lavoro.
I Comuni dove si voterà domenica 26 maggio con l’eventuale ballottaggio, domenica 9
giugno, per i centri con oltre
15mila abitanti dove non sara’
possibile eleggere il Sindaco al
primo turno.
I centri interessati al rinnovo del Consiglio comunale
sono:
PROVINCIA DI CAGLIARI: Carloforte, Nuxis, Pimentel, Portoscuso, Samassi, San
dal ministro Lunardi, che aveva così voluto prendere tempo
fino al pronunciamento del
Tribunale Amministrativo laziale.
Altro appuntamento importante è quello convocato da
Air One con le segreterie nazionale e regionale di CGIL,
CISL e UIL all’Aeroporto romano di Fiumicino; la CGIL
ha già fatto sapere che non ci
andrà, perchè considera l’incontro un fatto strumentale,
utile solo a smontare la riunione successiva con il ministro interessato, Lunardì. Di
diverso avviso è la UIL, che
vorrebbe conoscere il reale
intendimento di Air One sulla
questione “esuberi” del personale di Alitalia e Meridiana.
D’altra parte si muove anche il mondo dell’emigrazione sarda in Italia. A fine Gennaio, infatti, il consiglio comunale di Torino ha dato il
via libera a un ordine del giorno presentato da 3 consiglieri
sardi (Gavino Olmeo della
Margherita, Enzo Cugusi
diessino e Walter Altea di
AN) che impegna il sindaco
Enzo Chiamparino ad attivarsi presso il Governo centrale
per ottenere i benefici della
continuità territoriale anche
per gli oltre l3mila residenti
sardi nei capoluogo subalpino.
Sulla stessa posizione anche
Bustianu Cumpostu, leader di
Sardigna Natzione, che chiede l’estensione della continuità territoriale a tutte le rotte
per la Sardegna dal Continente e “per tutti i figli della Sardegna”. Per Cumpostu, inoltre, sarebbe opportuno cominciare a parlare di continuità
territoriale anche per gli amministratori e i rappresentanti, anche non residenti, di società che hanno sede sociale
in Sardegna; a suo parere il
provvedimento porterebbe
non poche risorse finanziarie
nelle casse dei Sardi, in quanto incentiverebbe l’iscrizione
alle Camere di Cominercio
della Sardegna di società che,
anche se operano nell’Isola,
non avendo la sede sociale da
noi di fatto pagano le tasse
fuori.
Una posizione simile è stata
assunta dal Circolo dei Sardi
di Bergamo, e moltissimi corregionali che vivono in Continente e che seguono attraverso la parabola satellitare le
trasmissioni delle televisioni
regionali, hanno chiamato i
centralini di Vidcolina e di
Sardegna Uno per esprimere
il loro disappunto.
Sperate, Sant’Antioco, Serramanna, Selargius, Siliqua,
Siurgus Donigala, Vallermosa,
Villaputzu e Villasor.
PROVINCIA DI SASSARI:
Alghero, Bulzi, Calangianus,
Chiaramonti, Erula, Florinas,
Illorai. Itteri, La Maddalena,
Olbia , Ozieri, Padria, Palau,
Santa Maria Coghinas, Semestene, Stintino, Tissi e Valledoria.
PROVINCIA DI NUORO:
Bitti, Bolotana, Genoni, Girasole, Lodine, Lula, Nuragus,
Onani’, Oniferi, Orune, Osini,
Perdasdefogu, Sagama, Serri e
Teti.
PROVINCIA DI ORISTANO: Ardauli, Bauladu, Bidonì,
Milis, Mogorella, Morgongiori, Oristano, Terralba, Tresnuraghes, Uras.
IL MESSAGGERO SARDO
16
FEBBRAIO 2002
G
li argomenti all’ordine
del giorno erano di
grande rilevanza e evidente era desiderio dei partecipanti di confrontarsi su alcune
delle questioni vitali per la vita
dei Circoli sardi in Italia, per
cui quattro ore di dibattito, sia
pure serrato e estremamente
concreto, sono apparse forse
insufficienti per l’approfondimento di tutte le questioni sul
tappeto. Certamente ciò non è
dipeso dalla volontà di chi ha
organizzato la riunione, ma da
alcune situazioni contingenti:
innanzitutto dall’indisposizione del presidente della Fasi,
Filippo Soggiu, che lo ha costretto a letto proprio nella
giornata dell’ incontro, e da
una infelice situazione metereologica caratterizzata da una
fitta cappa di nebbia che, estesa su tutto il Nord-Italia, ha
reso preoccupante e difficile il
rientro di molti dei partecipanti nelle loro sedi, costringendoli a anticipare le loro partenze. Tuttavia la riunione del Direttivo della Fasi che si è svolta a Pavia nel dicembre scorso,
e che forse si è rilevata appunto non del tutto e non per tutti
completamente appagante, è
stata peraltro costruttiva, concreta, e ha portato ad alcune
conclusioni importanti. Innanzitutto, ed era forse l’argomento più sentito, una verifica
puntuale e dettagliata sulle
norme per lo svolgimento del
terzo congresso nazionale della Fasi, e inoltre una decisa e
unanime presa di posizione a
favore della Costituente sarda
per la riscrittura dello Statuto
regionale.
La riunione si è aperta con
l’intervento del vicepresidente
Vanni Lai, che ha innanzitutto
rivolto a nome di tutta l’assemblea a Filippo Soggiu l’augurio di pronta guarigione, sottolineando poi come l’anno ormai quasi concluso sia stato
caratterizzato da un’attività
dei Circoli sempre e costantemente improntata alla solidarietà e alla volontà di stare insieme e insieme crescere. La
Federazione da parte sua ha
svolto un’intensa attività a
fronte di impegni sempre più
numerosi e difficili. È quindi
intervenuto Tonino Mulas, vicepresidente vicario della Federazione, che si è innanzitutto rammaricato per la malattia
che ha impedito a Filippo Soggiu di partecipare alla riunione, rilevando come la sua relazione sull’attività svolta dalla
Fasi nel 2001 sarà necessariamente incompleta in quanto si
baserà essenzialmente su alcuni appunti predisposti dallo
stesso Soggiu. Non è stato un
anno facile il 2001, ha quindi
detto Mulas, per l’esercizio
provvisorio del Bilancio regionale, per i ritardi con i quali
sono giunti i contributi, per la
soppressione del Fondo sociale e per la conseguente necessità di provvedere a una non
facile messa a regime del nuovo sistema. I mandati di pagamento sono stati comunque
firmati il 20 novembre scorso,
ma non potranno essere pagati,
per mancanza di liquidità, prima del prossimo mese di gennaio. Tutto cio’ ha determinato non poche difficoltà per i
circoli, soprattutto per la necessità di dover provvedere
comunque, anche indebitandosi, alle spese previste e poterle
quindi rendicontare con la necessaria documentazione. A
fronte di questa situazione
RIFORME / Il Direttivo della Fasi riunito a Pavia per
definire l'organizzazione del congresso della
Federazione. Confronto con i rappresentanti del
Comitato per l'Assemblea Costituente sarda
CONFERMATO L'IMPEGNO
DEGLI EMIGRATI IN ITALIA
PER LA RISCRITTURA DELLO STATUTO
servizio di Roberto Puddu
non positiva, ha aggiunto Mulas, vanno però anche registrati almeno due fatti positivi.
L’abolizione nel piano di utilizzo dei contributi della suddivisione per titoli di spesa
(spese ordinarie e spese per
iniziative culturali), che, fra le
altre cose, consentirà la spendita di eventuali somme non
ancora utilizzate. L’ altro fatto
positivo è stato l’avvio all’interno della Consulta della
procedura per l’abolizione della percentualizzazione nei rendiconti. Ciò comporterà una
grande semplificazione dei rendiconti stessi e una maggiore
libertà nell’ uso delle somme a
disposizione, anche se, peraltro, non eviterà che sull’ approvazione dei piani di spesa continueranno a pesare le valutazioni dell’ attività svolta.
Nel prossimo 2002, ha ancora
detto Mulas, i contributi saranno
erogato in tre rate, nei mesi di
maggio, luglio e ottobre, per cui
sarà necessario provvedere alle
rendicontazioni relative ai contributi e alle Settimane sarde del
2001, nei tempi piu’ brevi possi-
bili, entro il 28 febbraio prossimo, in modo da poter effettuare
l’assemblea di rendicontazione
in occasione del congresso della Federazione. Mulas ha quindi
aggiunto che è allo studio la
possibilità che fra le spese ammesse possano essere inserite
quelle relative alla eventuale accensione di mutui fondiari per
l’acquisto delle sedi dei Circoli.
Si è aperto quindi il dibattito sulla relazione di Mulas,
durante il quale alcuni degli
intervenuti si sono dichiarati
contrari agli indebitamenti dei
Circoli, altri, pur dichiarandosi soddisfatti per le innovazioni illustrate dal vicepresidente
della federazione, hanno sottolineato l’esigenza che ci possa
essere certezza sull’entità delle somme a disposizione. Altri
ancora, come Locci di Savona,
che hanno sottolineato l’esigenza che vengano utilizzati i
nuovi strumenti informatici
per consentire un dialogo diretto con la Regione, per la verifica in tempo reale delle procedure seguite nella conduzione amministrativa dei Circoli,
e per il dialogo costante tra i
Circoli e tra i Circoli e la Federazione. Un altro problema del
tutto diverso è stato sollevato
dal presidente del Circolo di
Bolzano, Pietro Congiu. Quello del riconoscimento dei Circoli da parte della Regione. Il
Circolo di Bolzano, ha detto,
nato 24 anni fa, attende ancora
questo riconoscimento, nonostante faccia parte della Fasi.
Quest’ultima deve perciò affrontare il problema e risolverlo con sollecitudine.
Alle diverse osservazioni
avanzate durante il dibattito ha
risposto ancora Tonino Mulas.
Innanzitutto ha dichiarato di
condividere l’opinione di chi
ritiene non sia giusto che i Circoli e i loro presidenti si debbano indebitare con le banche
per poter garantire le normali
attività, osservando inoltre
che, comunque, quando ciò è
accaduto, tutti gli impegni
sono stati sempre rispettati,
salvo che in due soli casi. Peraltro, quando c’è la certezza
del finanziamento, ma non
sono stati ancora emessi i man-
dati, autonomamente i presidenti dei Circoli possono anche decidere di esporsi con le
banche, comunque in una situazione di certezze e garanzie. Centinaia di “Settimane
sarde” senza ricorrere al credito non si sarebbero potute organizzare.
Giampaolo Collu, coordinatore della Circoscrizione
Nord-Ovest, ha quindi llustrato il regolamento del Congresso, che sarà trasmesso ai Circoli, nella sua versione aggionata, entro il 28 febbraio prossimo. Su questo tema sono intervenuti numerosi partecipanti alla riunione. Fra gli altri,
Salvatore Satta (Friuli-Venezia Giulia), Sabrina Collu (Vigevano), che ha sostenuto l’
esigenza che al Congresso
possano partecipare oltre che il
coordinatore del settore giovanile, anche un giovane per
ogni Circolo, Giovanni Cossu
(Carnate), Pietro Congiu, Bolzano, che ha chiesto se il suo
circolo, non riconosciuto dalla
Regione, potrà partecipare al
Congresso. Sono anche intervenuti Lorenzo Carta (Gallarate), Paolo Pulina (Pavia), che
ha osservato come molte delle
questioni sollevate potranno
essere definite dai coordinatori delle Circoscrizioni e dai responsabili nazionali del Coordinamento delle donne e dei
giovani, e Antonietta Deroma
(Belluno), che ha ribadito l’
esigenza che venga garantita la
partecipazione al Congresso
delle donne e dei giovani e la
rivalutazione della loro partecipazione alla vita dei Circoli.
A tutti ha risposto Tonino
Mulas, osservando innanzitutto che al Congresso parteciperanno i delegati di tutti i Circoli , quelli riconosciuti dalla Regione e quelli soltanto riconosciuti dalla Fasi. Il problema
del riconoscimento di alcuni
Circoli anche da parte della
Regione, ha ancora osservato,
e’ seguito con grande attenzione dalla Federazione, che ne
ha chiesto alla Regione una
sollecita risoluzione, per la
quale, peraltro, sono da ostacolo alcune questioni non irrilevanti, quali ad esempio la necessita’ di far fronte ai relativi
ulteriori impegni finanziari, e
le norme che riguardano il numero degli iscritti al Circolo
da riconoscere.
Per quanto riguarda la partecipazione dei giovani al Congresso Mulas ha osservato che
ancora una volta occorre tener
presente l’insufficienza delle
diponibilità finanziarie. È necessario perciò, innanzitutto
monitorare la reale presenza
dei giovani e delle strutture
giovanili nei Circoli. Il problema sarà comunque affrontato
dalla Federazione favorendo,
con l’adozione di criteri elastici, la partecipazione dei giovani e delle donne al Congresso.
Per quanto riguarda la proposta di prevedere un delegato in
più per i Circoli con oltre 300
iscritti, ha osservato che si è in
ritardo per provvedere oggi a
una modifica delle norme riguardanti il numero dei delegati. Infine Mulas ha comunicato che la Federazione è impegnata a presentare entro il
prossimo mese di dicembre la
bozza del documento fondamentale per il Congresso. Comunque, ha aggiunto, è già in
atto il dibattito sui contenuti
del Congresso, per cui è possibile che ogni Circolo possa
presentare all’assemblea pro-
IL MESSAGGERO SARDO
17
FEBBRAIO 2002
pri documenti in aggiunta a
quello della Federazione, che
sarà aperto a integrazioni e
contributi.
È quindi intervenuta Pierangela Abis, coordinatrice nazionale del Movimento donne
della Fasi, che ha osservato
come il tema della valorizzazione del ruolo e dell’esperienza delle donne, nel mondo dell’emigrazione e nella vita dei
Circoli, dovrà essere uno dei
temi fondamentali del prossimo Congresso, come peraltro è
già avvenuto per quello tenutosi a Olbia. Concretamente
dovrà essere consentito, fra
l’altro, che queste esperienze
possano essere diffuse e conosciute attraverso un costante
scambio di informazioni tra
tutti i Circoli sparsi nel mondo.
La costruzione di un sito Internet potrebbe essere una delle
strade da seguire, ma anche
per questo occorre disporre di
fondi adeguati .
Dopo alcuni altri interventi
incentrati sulle norme che regoleranno lo svolgimento del
Congresso, in particolare quelle relative al numero dei delegati, e le ultime precisazioni di
Mulas, che ha fatto presente
come molte delle questioni
sollevate potranno essere affrontate e risolte dalla Commisione elettorale che sarà eletta
dal Congresso, l’ assemblea ha
approvato all’unanimità la relazione della Federazione.
La riunione è quindi proseguita col confronto con gli
esponenti del Comitato per l’
istituzione della “Costituente
sarda”, per la revisione dello
Statuto, Pier Sandro Scano,
Giampiero Pinna, Sergio Pisano e Vanni Sanna.
L’argomento è stato introdotto dal vicepresidente della
Fasi, Vanni Lai, che ha sottolineato come i Circoli dei sardi
rappresentino una importante
realtà nel mondo della produzione e un veicolo insostituibile per il rafforzamento dei legami degli emigrati con l’isola. Ma sull’attività dei Circoli
pesano negativamente alcune
situazioni, ad esempio i ritardi
con cui giungono loro i contributi regionali, giacchè non tutti possono affrontare i pesanti
rischi delle esposizioni con gli
istituti bancari. Occorre perciò
che questo tema venga affrontato dai rappresentanti politici
sardi. Ma soprattutto occorre
che, in occasione della revisione dello Statuto si tenga conto
del ruolo che i Circoli svolgono, anche nella considerazione
che in ogni famiglia sarda c’è
almeno un parente emigrato, e
che le famiglie sono composte
da elettori.
È quindi intervenuto l’altro
vicepresidente della Fasi, Tonino Mulas, per precisare che
non sono i Circoli, e neanche
la Fasi, che aderiscono al progetto della “Costituente sarda”, ma piuttosto essi favoriscono, con numerosi incontri e
dibattiti alla presentazione e
alla migliore conoscenza del
problema. La formalizzazione
dell’ adesione e la scelta del
come favorire l’iniziativa avviene (è già accaduto in Francia e in Argentina) ad opera di
strutture appositamente create.
È quindi intervenuto Pier
Sandro Scano, che ha osservato come il problema della revisione dello Statuto sardo sia
estremamente complesso, per
cui è innanzitutto necessario
fare il punto su alcuni aspetti
fondamentali della questione.
Iniziativa dell'agenzia del lavoro
UNA GUIDA PER AIUTARE
I GIOVANI SARDI
A TROVARE OCCUPAZIONE
L
’Agenzia Regionale
del Lavoro, che opera
nell’ambito dell’Assessorato, ha predisposto,
per iniziativa dell’Assessore Matteo Luridiana, la
“Guida Giova@ni e Lavoro”, un nuovo strumento
informativo che si pone
come obiettivo quello di
agevolare ed orientare le
scelte nel mercato del lavoro di tutti coloro che sono
alla ricerca di un’occupazione. La Guida – ha detto
l’Assessore durante la conferenza stampa di presentazione – è parte di un progetto più ampio che vede
l’Agenzia impegnata in
una attività di diffusione
sul territorio delle conoscenze relative alle opportunità che, sia i disoccupati, sia gli operatori del mercato del lavoro, hanno a disposizione per affrontare in
modo vincente la sfida alla
disoccupazione. Un progetto di Agenzia decentrata
ed itinerante che ha l’obiettivo di garantire nei territori un’attività di informazione e consulenza in materia
di lavoro il più vicino possibile ai cittadini sardi.
L’Agenzia Regionale del
Lavoro – ha sottolineato
l’Assessore Luridiana –
viene così rilanciata come
soggetto operativo all’interno del mercato del lavoro, il quale come è noto, sta
vivendo una delicata fase
di ristrutturazione e di riorganizzazione, e pertanto
necessita di strumenti di
assistenza tecnica adeguati
ai bisogni delle comunità
locali e delle loro istituzioni rappresentative, economiche e sociali. L’attività
che l’Agenzia svolge,
come soggetto principale
di osservazione, studio e
animazione del mercato del
lavoro, viene programmata
L’attuale Statuto, legge fondamentale della Regione sarda, è
vecchio e parziale, e, peraltro,
nenche del tutto attuato, visto
che non sono stati finora utilizzati alcuni strumenti che esso
prevede. Da qui la necessità di
procedere a una sua revisione.
È questo il problema che il
“Comitato per la Costituente”
si è proposto di risolvere partendo dalla considerazione
che, attualmente, il Consiglio
regionale ha sul proprio Statuto il solo potere di fare proposte di modifica, e null’altro.
Questa situazione va cambiata
attribuendo alla comunità sarda il potere di darsi uno Statuto adeguato alle sue esigenze e
aspirazioni, attraverso un’assemblea eletta da tutti.
Questa proposta rappresenta
non tanto la risoluzione di una
questione giuridica, potrebbe
essere forse individuato un
percorso più breve e più facile
per riscrivere lo Statuto, ma
rappresenta, soprattutto, il se-
e realizzata – ha concluso
l’Assessore – in collaborazione e unità di intenti con
le forze sociali e con i rappresentanti delle istituzioni
i quali la governano per il
tramite del Comitato del
Lavoro.
La guida “Giov@ni e lavoro” è stata distribuita gratuitamente con i quotidiani
“L’Unione Sarda” e “La
Nuova Sardegna” di domenica 20 Gennaio 2002. Il
“Messaggero Sardo” l'ha inviata ai Circoli degli emigrati in Italia ed all’Estero
con il numero di fennaio.
Può anche essere consultata
sul
sito:
www.regione.sardegna.it/agenzia del
lavoro o essere richiesta direttamente all’Agenzia del
Lavoro ed all’Assessorato.
La Guida, che si apre con
gno del desiderio di risveglio
dei sardi , della loro voglia di
vincere la sfida per lo sviluppo, della loro volontà di credere nelle proprie possibilità e di
farsi riconoscere come “popolo”. L’iniziativa portata avanti
dal “Comitato per la Costituente”, ha aggiunto Scano,
trasversale rispetto alle diverse forze politiche, punta cioè
alla creazione di un nuovo clima morale, culturale e politico,
di un “movimento” di popolo
per la riaffermazione della propria identità, un movimento
perciò che riguarda tutti i sardi,
ovunque si trovino nel mondo.
Gli emigrati dovranno perciò
partecipare alla votazione per
l’elezione della Costituente, e
una quota dei componenti di
questa assemblea dovrà essere
riservata ad essi.
È quindi intervenuto Sergio
Pisano, che ha portato il saluto
del presidente del Comitato
per la Costituente Massimo
Fantola, e dichiarato quindi di
l’introduzione del Presidente della Regione e con
la presentazione dell’Assessore, è articolata in cinque sezioni, contraddistinte da pagine con bande di
colori diversi, riguardanti:
un percorso di orientamento al lavoro, alla formazione, allo sviluppo locale, all’università ed ai programmi comunitari; il lavoro
autonomo, il lavoro dipendente e i principali tipi di
contratto di lavoro; l’obbligo formativo e l’istruzione
e la formazione tecnica superiore (IFTS); una serie di
indirizzi utili, di istituzioni
e uffici pubblici, associazioni di imprese e sindacati, per rendere più agevole
la ricerca delle informazioni, vero punto d’inizio per
la ricerca di un lavoro.
condividere totalmente le parole pronunciate da Scano. Ha
quindi osservato che il tema
della riforma riguarda innazitutto lo Statuto regionale, ma
deve andare oltre. Ad esempio,
se è vero che la Regione sarda
è la Regione che esprime il
maggior impegno finanziario
per i suoi emigrati, è appunto
anche vero che occorre rivedere e aggiornare le norme legislative che regolano la spendita delle somme stanziate.
Per un altro esponente del
“Comitato per la Costituente”,
Vanni Fadda, il tema della riforma dello Statuto, sollevato
da poche persone attraverso un
dialogo che ha coinvolto tutte
le forze politiche, è un tema,
appunto, ne di destra ne di sinistra, ma interessa tutti i sardi nell’isola e fuori dall’isola.
Il Consiglio regionale da parte
sua ha già affrontato il problema e presentato al Parlamento
il relativo disegno di legge. Si
tratta di un passaggio fonda-
mentale, ma oggi occorre insistere e procedere oltre perchè
le diverse forze politiche sappiano mettere da parte separazioni e conflittualità per giungere a un risultato positivo. La
Costituente, ha aggiunto, deve
anche fissare le caratteristiche
del modo di essere federalisti
dei sardi, un federalismo della
responsabilità e della consapevolezza. Oggi si sta disegnando l’ Europa di domani, e i sardi devono decidere come si
collocheranno al suo interno.
Il sostegno al Movimento per
la Costituente, ha concluso
Fadda, si va allargando: oggi
sono piu’ le cose che uniscono
che quelle che dividono.
È quindi intervenuto Giampiero Pinna che ha osservato
come oggi si debba registrare
una grande crescita della consapevolezza dei sardi di appartenere una stessa cultura e di
possedere la medesima identità di popolo: ciò è molto importante in un momento come
quello attuale, caratterizzato
da grandi modifiche e cambiamenti, perchè li rende più forti
e capaci di costruire il proprio
futuro. La proposta di istituire
la Consulta, ha aggiunto Pinna,
ribalta il modo fin qui seguito
per affrontare il problema della
revisione dello Statuto. E pone
al centro dell’iniziativa non
piu’ le istituzioni ma direttamente tutto il popolo sardo. La
Costituente rappresenta un momento importante di riflessione
e di autodeterminazione, e costituisce un fatto che va oltre gli
schieramenti politici. Importante percio, ha concluso, il sostegno che all’iniziativa viene
dagli emigrati, dai loro Circoli
e dalla Fasi.
È quindi intervenuto Paolo
Pulina, del Circolo di Pavia,
che, dato per scontato il sostegno all’iniziativa per la Costituente, ha sottolineato l’opportunità che non vengano sottovalutate le osservazioni e le
perplessità che provengono dai
costituzionalisti, circa una presunta incostituzionalità della
proposta, la mancanza di indicazioni sui contenuti del nuovo Statuto e i rapporti con la
nuova Europa che non possono
esere ignorati. Queste osservazioni, e altre, ha concluso Pulina, vanno tenute presenti, e
ne va seguita l’elaborazione
che si svolge nei diversi convegni e dibattiti, soprattutto
per conoscere più a fondo il
problema e meglio prepararsi
all’ inevitabile duro scontro.
Dopo un breve dibattito al
quale hanno partecipato, fra gli
altri, Giovanni Ortu, Aru, Pira,
Sabina Schiesano, ha ripreso la
parola Pier Sandro Scano per
osservare che anche fra i costituzionalisti le opinioni non sono
concordi, e che, d’altra parte,
coloro che hanno dato vita al
Movimento per la Costituente, e
indicato un obiettivo così forte,
hanno prioritariamente fatto le
necessarie verifiche di costituzionalità su quanto andavano
proponendo ai sardi. I costituzionalisti, ha concluso sono portati a considerare fuori e contro
la Costituzione quanto non sia
già al suo interno. Ma la strada
intrapresa è quella giusta, come
ha già riconosciuto lo stesso
Consiglio regionale. La Costituzione non la scrivono i costituzionalisti , ma i popoli.
La riunione si è conclusa con
l’ approvazione all’unanimità
della proposta di adesione all’
iniziativa del Movimento per
la Costituente.
IL MESSAGGERO SARDO
19
FEBBRAIO 2002
N
el disporsi a raccontare
Manlio Brigaglia, o meglio, quella che un tempo si usava definire “la vita e
l’opera”, ci si accorge di una
cosa: che sembra stare in fatica, come in un vestito troppo
stretto, nei suoi 73 anni, lucidi,
disincantati, curiosi, solo apparentemente svagati, su cui
ironizza qualche volta, con
quella propensione allo scherzo, alla “burrula”, anche su se
stessi, che “noi galluresi” conosciamo bene.
Quest’impressione la dava
anche la solenne cerimonia
con cui l’Università lo ha salutato nell’anno in cui va in pensione, alla presenza dell’ex
ministro Luigi Berlinguer, del
rettore, prof. Maida, dei Presidi di Lettere e Scienze Politiche, del direttore del Dipartimento, di diversi studiosi
“continentali” che con lui hanno fatto un pezzo di strada, accademica e scientifica; e, alla
presenza, naturalmente, di tutti i suoi allievi, divenuti insegnanti, professori d’università,
professionisti, politici: metà
della classe dirigente sarda ,
praticamente, si è formata alla
scuola di Brigaglia. L’insieme
dei discorsi, delle testimonianze, dei riconoscimenti ha dato
solo in parte l’idea di una biografia intellettuale così piena e
feconda. La scherzosa battuta
che per un certo periodo circolò tra amici e allievi – ripresa
da un famoso slogan della Rai:
“Manlio Brigaglia, di tutto, di
più” può essere evocata a dare
il senso della varietà dei suoi
interessi.
La verità è che non si può
raccontare Manlio Brigaglia
usando le categorie canoniche:
saggista, storico, professore
universitario, giornalista, conferenziere, organizzatore di
cultura; né lo si può fare ricorrendo alla classica periodizzazione di un comune curriculum: anno di laurea, progressione accademica, ecc.,
anche se già questo basterebbe
a dare l’idea di un percorso sicuramente non comune: maturità classica a 15 anni, laurea
in Lettere a 19, in cattedra di
italiano e latino al liceo “Azuni” a 26.
Ma allora, nel 1955, aveva
già al suo attivo – insieme ad
Antonio Pigliaru, – l’esperienza di direzione di una piccola
rivista “Scuola in Sardegna” e
quella, più importante, di caporedattore e stretto collaboratore e dello stesso Pigliaru nel
difficile, operoso lavoro di
“confezione” (che comprendeva anche le puntate alla tipografia Gallizzi e il contatto con
i tipografi e le macchine da
stampa) della rivista “Ichnusa”, palestra di dibattito – fino
a metà degli anni Sessanta –
dei temi dell’autonomia e della rinascita tra alcuni di quelli
che sarebbero poi diventati i
più rappresentativi intellettuali del dopoguerra (primi tra
tutti, Antonio Pigliaru e il suo
amatissimo amico Michelangelo Pira, prematuramente
scomparso).
Negli stessi anni conosceva
l’esperienza del giornale sassarese “Democratico” (19581963), il periodico del famoso
gruppo dei “giovani turchi”,
che, guidato dall’ex presidente
della repubblica Francesco
Cossiga, portava avanti le
istanze di rinnovamento della
DC sarda . E, ancora, scriveva
sul quotidiano sassarese “Il
Corriere dell’Isola” (1947-
PERSONAGGI
L'addio
all'Ateneo in una
cerimonia alla
presenza dell'ex
ministro
Berlinguer.
Studioso e
profondo
conoscitore delle
cose sarde è da
sempre prezioso
collaboratore del
“Messaggero
sardo”
LO STORICO MANLIO BRIGAGLIA
LASCIA L'INSEGNAMENTO
NELL'UNIVERSITA' DI SASSARI
di Eugenia Tognotti
1957) e iniziava la collaborazione – che si protrarrà per diversi decenni – col quotidiano
cagliaritano “L’Unione Sarda”. Cominciava così quell’attività di “intellettuale militante” che lo avrebbe portato non
solo a diventare un infaticabile organizzatore di cultura e un
“comunicatore” eccezionale (
basterà ricordare la collana dei
“Quaderni di Radio Cagliari e
i programmi di informazione
culturale alla Rai regionale),
ma anche una delle voci più
autorevoli del dibattito in corso sulla “Rinascita ”, nonché
sui rischi di un’informazione
asservita al potere economico,
quando i quotidiani sardi entrarono nell’orbita dell’industria petrolchimica. Divenuto
direttore di un piccolo, combattivo giornale d’opposizione, il “Lunedì della Sardegna”
(1973-1974), guidò un movimento di giornalisti democratici contro la monopolizzazione, organizzando dibattiti e incontri, di cui dà conto il volume L’informazione in Sardegna (1973).
È stato anche consigliere nazionale della Fnsi dal 1972 al
1974; e ha fondato e diretto la
rivista “Autonomia cronache”
(1968-1972), che chiamava al
confronto intellettuali e politici democratici sui nuovi termini della questione sarda. In
anni più recenti ha dato vita,
come condirettore, alla nuova
serie di “Ichnusa” (1982-
1993).
Non c’è praticamente questione della Sardegna contemporanea – la “Rinascita fallita”, il banditismo, il malessere
delle zone interne, il faraonico
investimento dell’Aga Khan in
Gallura , la modernizzazione
di questi anni – su cui non abbia scritto, brevi, penetranti articoli (che scrive rapidissimamente, sulla macchina da scrivere, impiegando non più di
quaranta minuti); o saggi più
distesi e meditati come “Sardegna perché banditi” (1971) o
“Dove va la Gallura” (1964),
una lunga riflessione che anticipava – starei per dire – profeticamente – la “catastrofe antropologica” che avrebbe investito i litorali galluresi, diventati paradisi per ricchi.
Per avere un’idea dell’attività scientifica, letteraria, pubblicistica, editoriale, culturale
di Brigaglia è sufficiente sfogliare il libro Manlio Brigaglia. Cinquant’anni di scrittura
(a cura di E. Pilia), che abbraccia il lunghissimo periodo
1950-1999.
Nell’interminabile indice
dei nomi non manca nessuno
studioso che a vario titolo sia
capitato in questi anni in Sardegna e non l’abbia incrociato
in una delle sue innumerevoli
iniziative, tra cui sono da ricordare anche la bella traduzione del fondamentale libro
del geografo francese Maurice
Le Lannou, Pastori e contadini
di Sardegna (Cagliari 1979).
Ma, naturalmente, vi figura
praticamente ogni sardo che
abbia a che fare, direttamente
o indirettamente, con la carta
stampata, giornalisti, intellettuali, insegnati, professori universitari, preti. E, accanto ai
nomi di persone, ci sono i giornali, le riviste, i convegni, le
associazioni , le commissioni,
gli Enti per il turismo, gli Istituti (dall’Etnografico all’Isprom), e amministrazioni
comunali, ecc. che hanno chiesto e ottenuto la sua collaborazione. Come quei grandi notabili dei paesi che non rifiutavano mai di tenere a battesimo un
bambino, Brigaglia non dice
mai di no a chi gli chiede di
scrivere la prefazione di un libro o di presentarlo, affrontando, talora, con cristiana rassegnazione, lunghi viaggi in
macchina per raggiungere il
paese dell’autore del libro o
della monografia, convinto com’è che sia necessario incoraggiare e supportare anche
iniziative minime, presenze
disperse. All’Università ha cominciato ad insegnare, nel
1971, da quando è stata istituita a Sassari la Facoltà di Magistero (ora Lettere). Storico
contemporaneista, ha tenuto i
corsi di “Storia dei Partiti Politici” e ha pubblicato con la
casa editrice Il Mulino l’antologia su L’origine dei partiti
nell’Europa contemporanea
(1870-1915), (1985). Si possono ricondurre a quest’ambito
di interresse la biografia politica di Emilio Lussu (Emilio
Lussu e “Giustizia e Libertà”,
Cagliari 1976), di cui ha curato due antologie di scritti
(Emilio Lussu, Per l’Italia dall’esilio, Cagliari 1976, e Lettere a Carlo Rosselli e altri documenti di “Giustizia e Libertà”,
(1979). Sempre di Emilio Lussu ha curato l’edizione dei Discorsi parlamentari pubblicata
dal Senato della Repubblica,
1985.
Il campo privilegiato dei
suoi interessi di storico è però
la Sardegna ed è persino inutile sottolineare quanto i suoi
studi siano lontani dalle tentazioni localistiche e dalle angustie di certe “storie patrie”. È
un classico il suo La classe dirigente a Sassari da Giolitti a
Mussolini, (Cagliari 1979),
che aiuta a capire il patrimonio
di vita civile – pur nell’aspra
lotta politica tra lo schieramento clerico moderato e
quello laico-democratico, radicaleggiante e repubblicano –
che rappresentava la cifra della città dei Berlinguer, dei Segni, di Cossiga.
Tra le sue innumerevoli attività quella che forse lo appassiona di più è “fare i libri” (anche quelli degli altri), cioè
“pensarli”, anche nell’impaginazione e nella grafica, seguirli passo passo fino alla tipografia . A questo interesse è legato l’enorme lavoro per realizzare grandi collane come la
“Storia della Sardegna antica e
moderna” in 10 volumi, diretta da Alberto Boscolo; e, ancora, “Documenti e Memorie
dell’Antifascismo in Sardegna”, in cui sono apparsi otto
titoli (dedicati a figure come
Gramsci, Lussu, Velio Spano,
Angelo Corsi), conclusi dai
due volumi sull’Antifascismo
in Sardegna. Ai primi degli
anni Ottanta, ha ideato e realizzato la monumentale opera
La Sardegna, enciclopedia tematica in tre volumi (209 voci
di 152 specialisti in 2200 pagine) (1982 -1988 , 2° ed. 1994),
che offre un’informata e coerente rilettura dei risultati raggiunti (da studiosi sardi e non)
nella ricerca storica sulla Sardegna. Ed è forse qui che ha
esercitato il suo eccezionale
talento nel valorizzare, nel raccogliere intorno a sé competenze e inducendo tutti (riuscendoci) a dare il meglio.
Nel 1997, la Presidenza del
Consiglio dei Ministri gli ha conferito il premio nazionale per
l’organizzazione della cultura.
È certo che con la pensione
non appenderà la penna al
chiodo, come si dice. Tiene un
corso all’Università, è nel Comitato scientifico della fondazione “Segni”, continua a scrivere, a progettare lavori, a partecipare a tavole rotonde, a
convegni, a dibattiti. E continua, per nostra fortuna, a leggere i nostri dattiloscritti, con
puntigliosa attenzione, senza
lasciarsi sfuggire la ripetizione, la virgola di troppo, l’ineleganza di un periodo, l’imprecisione di un richiamo bibliografico, l’errore in una nota.
Inesorabile anche con autorevoli studiosi e saggisti, che
mai restituirebbero le bozze
all’editore senza farle passare
sotto le forche caudine delle
forbici “brigagliesche” – lui
cancella, sottolinea, riempie le
pagine di ammonimenti, richiami, asterischi, cancellature. Non è forse senza significato che, prendendo brevemente
la parola in Aula Magna, dopo
i solenni discorsi dei relatori,
abbia voluto ricordare un
aneddotto. Anni fa, trovandosi
ricoverato a Sassari per un lieve intervento, per il quale si
erano mobilitati tanti illustri
“curanti”, gli era capitato di
imbattersi in un infermiere,
sorpreso dalle attenzioni che
circondavano quel paziente.
“Ma chi ( caspita) è lei ?”, gli
aveva chiesto, entrando nella
sua camera. E , alla sua risposta, illuminandosi: “Ho capito,
lei è “a cura di Manlio Brigaglia”, il titolo della rubrica di
libri di Radio Sardegna che
tutti ascoltavano, dagli infermieri negli ospedali ai contadini del Campidano. Come si
dice? Lunga vita al professor
Brigaglia.
PARLIAMO DELLA SARDEGNA
20
FEBBRAIO 2002
a cura di Manlio Brigaglia
A
bbiamo già parlato in
queste pagine, in passato, dei romanzi di Antonio Puddu, scrittore nato a Siddi nel 1933: la sua prima opera, Zio Mundeddu, fu pubblicata dall’editore Cappelli di Bologna nel lontano 1968; noi ci
siamo occupati qui, a suo tempo, della seconda, La colpa di
vivere, uscita presso l’editore
Bastogi di Foggia quindici
anni più tardi, nel 1983. Ancora più lungo, di ben diciotto
anni, l’intervallo tra il secondo
e il terzo e ultimo romanzo,
Dopo l’estate, che è fresco di
stampa; nel frattempo – nel
1996 – era tuttavia uscita una
raccolta di racconti, La valle
dei colombi (anche questi due
da Bastogi che, avendo prodotto anche un’edizione per la
scuola di Zio Mundeddu, ha
ora in catalogo tutte le opere di
Puddu: via Zara 47, 71100
Foggia,
telefono
0881.725070).
Il fatto è che questo scrittore
non concepisce una narrativa
legata alle mode del momento,
ma spende senza risparmio il
suo lavoro, scrivendo e riscrivendo ogni pagina, per arrivare
a una stesura che regga solidamente all’usura del tempo; il
suo intento, in altre parole, non
è quello di soddisfare i gusti
momentanei del lettore, o tantomeno di puntare alla quantità
delle vendite, ma di regalarci
dei quadri letterari di vita che,
grazie al loro livello qualitativo, possano essere apprezzati
da ben più di una generazione.
Non ha mai cercato una facile popolarità, ma i risultati raggiunti e i giudizi ottenuti lo
hanno in più di un caso confortato sulla validità delle sue
scelte: a partire da Zio Mundeddu, premio “Deledda opera
prima”, che viene tuttora letto
nelle scuole e studiato per tesi
di laurea; su quell’opera e sulle successive Puddu ha ottenuto sempre giudizi lusinghieri
da lettori e critici sia sardi che
della penisola.
Come già i libri precedenti,
Dopo l’estate è ambientato a
Siddi, il paese natale di Puddu,
e nei vicini centri della Marmilla; rimane confermato il disinteresse per il mondo della
borghesia, i personaggi sono
ancora una volta allevatori e
contadini in bilico tra il lavo-
C
’è voluta la caparbietà e
la professionalità dei
due veterinari Raffaele
Cherchi, direttore del Centro
di riproduzione animale, ed
equina in specie, dell’Istituto
Incremento Ippico della Sardegna con sede principale ad
Ozieri nello storico palazzo di
Piazza Duchessa Borgia e del
suo collega Ignazio Cossu per
riuscire in un esperimento tentato da anni e sempre fallito.
Ora invece l’obiettivo di far
nascere un asinello tipico sardo dal classico mantello grigio
cenere è giunto felicemente in
porto e nelle stalle di Su Padru,
alla periferia nord di Ozieri, la
simpaticissima asinella Foresta corre e salta facendo la gioia di quanti la osservano e dei
bambini in particolare coi quali ha immediatamente trova to
un ottimo filing.
Il piccolo quadrupede ha già
superato l’età di due mesi e
gode perfetta salute per cui
solo ora i tecnici ed il presidente dell’Istituto, il dott. Gelsio Saba, hanno deciso di rendere pubblico il prestigioso
evento.
CULTURA
Lo scrittore
di Siddi
si era messo
in luce con
Zio Mundeddu
nel 1968.
L'ultima opera
è ambientata
nella Marmilla
«DOPO L'ESTATE»
L'ULTIMO ROMANZO
DI ANTONIO PUDDU
di Salvatore Tola
ro autonomo e quello alle dipendenze dei proprietari terrieri; cambia piuttosto il quadro
storico di riferimento: mentre
zio Mundeddu aveva combattuto nella prima guerra mondiale,
ed Ettore Luna, protagonista
della Colpa di vivere, aveva
partecipato alla seconda, Michele Doro, che è al centro di
questo ultimo libro, ha solo sedici anni nel dopoguerra, quando lascia la casa paterna per allogarsi come servo pastore a
Pauli Arbarei: avrà quindi
modo di assistere in televisione
allo sbarco sulla Luna e di trepidare per il figlio, impegnato
nel servizio militare al tempo
della guerra del Golfo.
L’eco di questi avvenimenti
affiora di tanto in tanto nelle
pagine del romanzo, ma in sor-
dina, perché la vita dei personaggi è regolata da altri interessi e da altri ritmi.
Al primo posto sta il lavoro,
l’impegno di ogni giorno attraverso il quale i personaggi da
un lato cimentano la propria
personalità, specie quando si
trovano di fronte alle avversità, dall’altro inseguono una legittima emancipazione per
loro stessi e le loro famiglie;
subito dopo vengono l’amore e
gli affetti più immediati, i genitori, la moglie, i figli; e infine gli altri parenti, gli amici, la
comunità nel suo insieme.
Come anche altri lettori hanno
osservato, questo ultimo libro
è anzi più “corale”, fa maggiore spazio alle storie di personaggi minori, e questo sembra
possa servire a mettere meglio
in risalto, attraverso il confronto, le scelte e i comportamenti di quello centrale.
Michele Doro è più fortunato rispetto ai protagonisti dei
romanzi precedenti, specie zio
Mundeddu, che non era riuscito a realizzare il sogno di un
gregge suo: forse perché favorito dalla diversità delle condizioni economiche e sociali,
egli riesce a mettersi in proprio, insieme ad un socio, Evino, e ad assicurare la tranquillità economica alla sua casa.
Rimane aperto per lui il problema delle scelte e dei comportamenti con i quali caratterizzare la sua vita. Quando,
nell’ultimo capitolo, tutta la
sua esistenza gli scorrerà nella
memoria per un bilancio, potrà
considerarla con serenità: non
RIUSCITO L'ESPERIMENTO
DI FAR NASCERE L'ASINELLO
CON IL MANTO GRIGIO
di Gerolamo Squintu
«È per noi un risultato di
grande rilevanza ed enorme è
l’interesse per tutto il mondo
ippico poiché il tipico asinello
sardo, così come quello bianco
dell’Asinara, stanno rischiando la estinzione – dice il dott.
Saba – e già segnali allarmanti
sono giunti proprio dall’Asinara. Avevamo intrapreso gli
studi e le ricerche con grande
impegno nei centri di Ozieri,
Foresta Burgos e Tanca Regia
per salvaguardare la razza, e la
nascita di Foresta è veramente
di buon auspicio».
«Avevamo effettuato un
“embryo transer” otto mesi addietro su due fattrici (una grigia ed una bianca) – affermano
Cherchi e Cossu –. Purtroppo
perché sia stata segnata dalla
realizzazione di grandi ideali,
ma semplicemente perché è
stato corretto il suo atteggiamento di fronte alle situazioni
che si sono presentate; con
l’impegno mai rallentato nella
campagna, l’attaccamento alla
moglie e ai figli, la lealtà verso gli amici e i compagni di lavoro, e soprattutto verso la bella moglie del suo socio e la figlia, entrate a far parte quasi
della sua famiglia dopo la morte di lui per il ribaltamento del
trattore.
Ecco, questa è la grande lezione morale che viene dai
piccoli fatti quotidiani del romanzo: il valore di un uomo si
misura dalla sua resistenza,
nell’arco di tempi lunghi, al
cimento che viene dal susseguirsi dei giorni.
Intorno a questo nucleo essenziale sta poi tutto un quadro
storico e sociale, con la crisi
dell’agricoltura nella campagna sarda, il ruolo diminuito
dei proprietari che un tempo
erano punto di riferimento per
tutti, rappresentati qui da don
Terenzio; e poi la fuga di tanti
dai piccoli centri verso quelli
maggiori e le città industriali
del continente; mentre rimane
tuttavia al fondo un attaccamento alla campagna, alle sue
risorse e alle sue bellezze, che
è propria del protagonista
come lo è dello scrittore, capace di descriverla con tocchi rapidi ed essenziali.
Perché è questo, come è stato più volte osservato dai critici,
l’altro grande pregio dei libri di
Puddu: l’impiego di una lingua
che, senza mai mescolare l’italiano con le parlate locali, trova
un registro adeguato per rendere letterario e poetico un universo umano apparentemente modesto, insignificante. Merito di
queste capacità espressive, sapientemente fuse con gli altri
elementi della narrazione, se anche per questo romanzo accade
quanto Michele Prisco scriveva
per il precedente: e cioè che da
un avvio lento, in forma di “adagio”, la storia «a poco a poco si
riscalda d’una sua forza interiore» e giunge così ad un “crescendo” nel quale «si riversa e si
precisa la tensione esistenziale
del protagonista, sino ad assumere una connotazione più emblematica ed universale».
solo l’asina grigia ha dato alla
luce questa vispa Foresta,
mentre nell’altro caso c’è stato un aborto con feto già maturo.
L’esito della sperimentazione è comunque più che positivo e l’attenzione degli studiosi è grande anche per il fatto –
ribadiscono i ve terinari – che
questo è il primo caso noto nel
mondo dell’attecchimento di
un embryo transfer in bestie di
così piccola taglia. Presenteremo una approfondita relazione
a Sorrento nel mese di ottobre,
durante un simposium internazionale su simili esperimenti,
ma già più d’una Università si
è complimentata con l’istituto
Incremento Ippico della Sardegna per aver così insistentemente sostenuto i nostri sforzi.
Fatto è che il trapianto embrionale apre nuovi scenari per la
tutela e la sopravivenza – concludono Cherchi e Cossu – dell’asinello sardo poiché da una
fattrice si potranno prelevare
in un anno anche due, tre embrioni da trasferire in altre soggette riceventi e pronte alla riproduzione».
PARLANDO IN POESIA
21
FEBBRAIO 2002
a cura di Salvatore Tola
Q
ualche tempo fa Sennori ha festeggiato il suo
poeta improvvisatore,
Antoni Pazzola, che aveva
compiuto i suoi cinquant’anni
di attività sui palchi dell’isola
e – si può dire, grazie all’emigrazione – di tutto il mondo.
Nel gennaio scorso una festa
analoga si è svolta a Silanus, in
onore di Marieddu Masala, ed
una ancora ne è prevista a Onifai, in estate, per Bernardu
Zizi.
Pubblichiamo un sonetto che
è stato letto durante la cerimonia di Silanus, e uno che ci
era giunto da tempo, dedicato a Zizi; vogliamo così unirci agli auguri di tutti i sardi e
di tutti gli appassionati di poesia per questi tre poeti, attualmente i più conosciuti e i
più attivi; e vogliamo ancora
una volta sottolineare l’im-
CINQUANT'ANNI DI PALCO
portanza di questo patrimonio della poesia improvvisata: la Sardegna è una delle
poche regioni al mondo che
riesce ancora a goderne, in
CHIMBANT’ANNOS DE GARAS
A Marieddu Masala
Silanos oe a Masala festizat
e tant’istima in prus li manifestat;
cale collega ’e Mura inoghe restat
che poeta chi versos armonizat.
In palcos chimbant’annos, assimizat
a unu re in tronu, chi si prestat
a dar’ispaju in limbas, chi s’innestat
chin sa bell’arte ch’isse contivizat.
Tra festas ch’a cantare abberit laras
in totue e inoghe chi dimorat,
semenat ranos ch’annoen sas garas.
E pro ch’ancora cust’arte avvalorat
fattende de sas rimas prellas raras,
meda zente che deo oe l’onorat;
e creo chi l’ammirat reverente.
Pinuccio Giudice Marras
età di televisione e di comunicazione planetaria, e deve
fare di tutto per mantenerlo e
valorizzarlo.
In alcune altre poesie che
pubblichiamo l’attenzione rimane puntata sulla poesia
tradizionale: con le ottave di
Pitanu Moretti che, a quanto
scrive Ulleri, si riferiscono a
CICIU A BARORE SASSU
POETENDE A BATTORINA
ABBRACCIA LA VITA
Cando mi naras grassu mi cuntento
e no m’offendo si tinde coglionas,
sinnu chi de cosas bonas m’alimento
in su mentras chi tue sa chiterra sonas.
Cun sa grassesa mia rappresento
su simbulu de sas sette annadas bonas,
e tue, lanzu in ancas e in palas,
rappresentas sas sette annadas malas.
Ciciu Piga
(Inviata da Pasquale Corrias)
A la cantamus una battorina,
e bolla canto pianu pianu:
m’agatto de salude pagu sanu,
non potto abratzare mancu a Pina,
a la cantamus una battorina.
Se hai un’anima, un cuore,
rinuncia al terrore,
ti assicuro,
è la cosa migliore!
Cerca di riconquistarti
l’onore!
Abbraccia la vita,
guardati intorno,
scruta i colori,
specchiati dentro te stesso.
Non turbarti nel viso,
non illuminarti di ira infuocato,
non calpestare
ciò che ti potrà servire.
Non corroderti i nervi,
non bagnare la strada di sangue.
Giovane dove vai?
Fermati e guarda il domani,
riempiti d’immenso e gusta la vita!
Bachisio Tula
A la cantamus una battorina,
mi toccat de cantare a sa sola,
pro cumpagnia che tenzo a Lola
chi est sa mia nipotina,
a la cantamus una battorina.
SU SAMBEN A TRAINU
Canta pulidu e seriu Gavinu,
pensa ch’as incontradu Anton’Andria,
ca si che torro un’ateruna ’ia
innanti ti ch’ingullat su terrinu.
At a currer su samben a trainu
a sa disisperada in dogni via.
S’Anton’Andria che torrat pro te
’enis soldadu rasu sende re.
Anton’Andria Cucca
(Richiesta da Vittorino Cucca)
A la cantamus una battorina,
mi ponzo sos chelveddos in assentu,
o caru “Messaggeru” so cuntentu
de pubblicare custa letterina,
a la cantamus una battorina!
Pietrino Canu
SOS DISIZOS IN DOMO
CAMPIONE DE RIGUARDU
Pro Bernardu Zizi
SA CITTARI MIA
Sardigna tue allevas pagos fizos
e non lis dasa de pane una perra,
oriolados in giru in sa terra
pienos de isperas e fastizos.
Mi ’enit a sa mentre cust’azardu
de cuntrastare cun sa fantasia,
e fagher custa sarda poesia
a su famosu poeta Bernardu.
’Ta bella chi fia sa cittari mia
comenti dd’apu connota una borta,
in cuddus appendizius arregorta
chi de paxi fueddanta, de allirghia,
An lassadu in domo sos disizos
de caros pianghende che in gherra,
e tue guvernada in cuntierra
non t’abbizas de custos marturizos.
Su veru cignu ’e su Parnasu sardu,
singulu ses naschidu in Baronia:
Onifai nde tenes un’ebbia
campione de veru riguardu.
de unu mundu a sa bona, ancora sanu!
De is ortus, de is giardinus coloria…
’Ta bella chi fia sa cittari mia
cun su birdi splendor’e Campidanu,
De improvvisadore as sa virtude,
sempre prontu a tamburu battente;
ses istadu cun sos poetas mannos.
cun is carignus de su mari biu
(de cuddu mari limpiu che su sprigu!),
de cuddus campus seminaus a trigu,
de tant’ateru beni, cori miu!
Deus ti diet fortuna e salude,
restes sanu cantende allegramente
finzas a ch’arrivare a sos chent’annos.
Ti saludo Bernardu eloquente.
Mario Todde
S’UNIONE DE SOS CUMBATTENTES
Non bei cheren attos prepotentes
ne conflittos de samben fraternale,
po triunfare in sas oras presentes
bi cheret s’Unione generale,
cudd’Unione ch’a sos cumbattentes
coronad’at de gloria immortale.
Curride tottu a s’urna, Forza paris,
non bos azzeghet binu ne dinaris!
No iscuretedas a su Ciarlatanu,
fuidelu, ch’est erba male sana,
chi cun moinas a sero e manzanu
promittin cosa meda, e nudda dana!
Bazi superbos cun s’ischeda in manu,
nadelis: «Basta!»; troppu furad’ana!
Forza paris faghide in armonia
elettores: pulizia, pulizia!
Pitanu Moretti
(Inviata da Pietro Ulleri)
una delle ultime votazioni
prima dell’avvento del fascismo; con i versi di Ciciu Piga
inviati da Pasquale Corrias e
quelli di Anton’Andria Cucca, chiesti dal nipote Vittorino; con le quartine su Cagliari di Luigino Cocco, scomparso alcuni anni fa; col sonetto di Dalu per Gavino Piredda e le battorinas con le
quali Pietrino Canu riprende
scherzosamente uno dei metri utilizzati alla conclusione
delle gare.
Le altre composizioni che
completano la pagina sono di
autori che vedono la loro firma
comparire qui per la prima volta: un saluto di benvenuto a
Matteo Spensatellu, che organizza ogni anno il premio di
poesia – a tavolino – che si tiene ogni anno al suo paese, Ittireddu; e a tutti gli altri.
Lataius, birdureris boxinendi:
«Cardu, cancioffa, su cavuru cottu,
mustel’e porcu, cocciula, ’rrescottu!»
ch’allirgànta su coru a ddus intendi,
per is arrugas strintas, a iscuriu.
’Ta bellus cuddus bascius cun is furrus!
’Ta bonu cuddu pani a pizzicorrus,
nutrimentu prus sanu, saboriu!…
Luiginu Cocco
POETE ’E PALCU
A Gavinu Piredda de Romana,
chi fit poete ’e palcu cantadore,
li dedico custos versos in onore
ch’at gloriadu a Sardigna isolana.
Umpare cun Remundu e cun Barore
Tucconi, de sa Musa sardignana
aiat dotes de improvvisadore
divertende sa zente paesana.
Cun su frade Remundu dende appozu
cand’essiat a gara ’e poesia,
l’app’intesu cun Piras e cun Sozu,
s’ammentu de sa mia pitzinnia.
Li rendo a Romana tantu elozu
ca lu tenet sepoltu in sa nadia,
poete d’altu cantu e d’armonia.
Salvatore Dalu
Medas tenen s’intentu de torrare
ma cheren dignitosu unu trabagliu
e poder in Sardigna produire.
No an tzessadu mai de t’amare
e perdonadu t’an su primu isbagliu
cando as permissu de si che fuire.
Ma como no torres a isbagliare,
no los mandes pius a s’isbaragliu,
e amendelos faghelos recuire.
Matteo Spensatellu
GRAZIE A MAMMA
Novanta li ho passati,
a novantuno ho bussato,
hanno aperto e sono entrato.
«Buongiorno» ho salutato;
«Chi è questo importuno?».
«Sono Pau».
«Ben arrivato,
il posto è tuo, è riservato».
Grazie al novantuno,
che un bel posto mi hai lasciato;
grazie a mamma che la vita mi ha dato;
e con questo vi do la mia mano con amore
e un bacio dal profondo del cuore.
Giuseppe Pau
(Inviata da Andrea Pau)
CHE A TIE
A Mario frade
A ottant’annos ses arrivadu,
los as giompidos in terra straniera;
dae Zaramonte pro sa miniera
est ch’in Franza as emigradu,
cun su tribagliu as tentu manera
de t’essere bene sistemadu,
e gai siede ogni emigrante
che a tie forte e benestante.
Costantino Manchia
S’ISTORIA DE SU FRAILALZU
In bidda unu frailalzu bi aiada,
fut connotu in donzi part’e logu.
Su manzanu atzendiat su fogu
e cun su fodde lu sulaiada.
Poi su ferru ruggiu faghiada
ca fut intelligente de chelveddu,
e in s’incudina cun su malteddu
a modu sou lu pieghiada.
Sa buttega niedda che teniada
de cantu fudi tott’affumigada,
ca biancu mai dadu nde l’ada;
mancu issu intro si bidiada.
Totta sa carrela nde ischidiada,
teniat sonu ’onu ’e natura,
ferros faghiat giustos a misura
e caddos e boes ferraiada.
A colpos de malteddu totta die,
tzappos tzappitas faghiat de attalzu,
fina su notte sempre inie,
cust’est s’istori’e su frailalzu.
Angelino Mocci
CENERENTOLA
Cenerentola ses, Sardigna cara,
e s’Italia t’est bidriga mala,
in dogni sensu ses post’a un’ala
ma rendedinde contu e impara.
Non li ses nudda! Mancu sa natura
t’at fatt’essire dae costas suas.
Sun, casumai, sas bellesas tuas
de s’iberica terra criadura.
Cun issa nudda amus in cumone,
ne limba ne costumes ne ratza.
Tue se solu su terrinu ’e catza:
iss’est su grodde, tue ses s’anzone.
T’importat solu pro bizonsos suos,
isfruttende sa bona fide ch’asa,
promittendeti oe chi s’incrasa
at a pensare a sos fizos tuos.
E bi pensat si b’at gherras abertas
e los isfruttat fintzas chi sun bios.
An pienadu ’e sambene sos rios
peri sos montes, peri sas forestas…
Nino Fadda
(Inviata da Ugo Deligios)
SARDEGNA NOTIZIE
22
FEBBRAIO 2002
IL GERREI PUNTA
UN CALENDARIO
SULLA RISCOPERTA
PER I “TESORI”
DEL PANE DI UNA VOLTA DI ARMUNGIA
Un tempo nelle case dei contadini e dei pastori il pane si
confezionava una volta alla
settimana. Ed era quasi una festa. Con le donne di casa che sì
alzavano a notte fonda per lavorare la pasta, per dare le forme al pane e per farlo lievitare
con “su frammentu”, un lievito di birra “made in Sardegna”
che altro non era che un pezzo
di pasta messo da parte la settimana prima. E all’alba, “su
civraxiu”, “su moddizzosu” e
“su pani biancu” finivano nel
forno a legno realizzato in ladiri. Ne veniva fuori un pane
profumato da utilizzare a tavola durante tutta la settimana.
Una parte finiva anche negli
ovili: “su pani de su pastori”,
utilizzato soprattutto col formaggio, la carne, il lardo, il
minestrone. Tempi lontani,
quasi dimenticati anche qui nel
Gerrei dove è stata celebrata la
prima sagra dei pani tipici della zona. È stata una importante giornata di studio con un
unico obiettivo: “la valorizzazione delle aree rurali. Il ruolo
delle produzioni tipiche locali”. C’è stata anche una esposi-
zione dei pani tipici arrivati
dal Gerrei ma anche dal Sarrabus assieme ai prodotti dell’agroalimentare: il vino, il
miele, i formaggi. Non è neppure mancato il meglio dell’artigianato tipico per la gioia dei
buon gustai arrivati anche dal
Campidano. Una rassegna fortemente voluta dal Comune di
Ballao, dalla Comunità montana e dall’Ersat. Una giornata
iniziata con un dibattito aperto
dai saluti del sindaco Romolo
Pilia, del presidente della Comunità montana Vittorino Erriu, del presidente regionale
dell’Ersat Giovanni Tuveri e
dalla relazione di Graziano
Carta centro Centro zonale di
Villasalto. La parola è stata poi
data ai tecnici che hanno parlato dei terreni civici da valorizzare, della sperimentazione dei
fermenti autoctoni nelle produzioni alimentari tipiche , di
sviluppo rurale, della nuova
politica comunitaria. Ad alternarsi al microfono tecnici e
docenti universitari che hanno
parlato di fronte ad una platea
particolarmente attenta.
Poi tutti alla scuola elemen-
tare per l’inaugurazione della
mostra dei pani tipici. «L’idea
– dice il sindaco Romolo Pilia
– è nata durante l’estate quando nel Gerrei si è iniziato a
parlare di Pit. Ma perchè non
iniziare valorizzando le nostre
risorse? Detto fatto. Così con
Ersat e Comunità montana si è
dato spazio a questa rassegna
con la convinzione – ha aggiunto Pilia – che il riscatto
delle zone interne deve avvenire proprio attraverso il rilancio e la valorizzazione del
comparto agroalimentare: stìamo pensando anche un marchio doc. Con le carni comprese. C’è lo spazio per creare un
avvenire migliore».
Graziano Carta, tecnico Ersat, ne è fortemente convinto.
«I nostri nonni ci hanno lasciato un patrimonio inestimabile.
Perchè non valorizzarlo. Non
solo per fare folclore, ma per
creare lavoro, quindi economia. Ad iniziare dal pane, per
finire all’olio, ai formaggi.
Mantenendo attentamente le
pecunalità di ogni singolo prodotto.
Raffaele Serreli
VACCINAZIONE A TAPPETO
PER SCONFIGGERE
L'EPIDEMIA DI LINGUA BLU
Fino alla fine di aprile i veterinari isolani saranno impegnati nella campagna di vaccinazioni di circa quattro milioni di capi ovini, caprini e bovini attivata per scongiurare
nuove epidemie di “lingua
blu”, la febbre catarrale ovina
che, a partire dal 2000, ha fatto registrare più di 1200 focolai di infezione decimando gli
allevamenti sardi.
Nell’arco di tre mesi i veterinari delle ASL e dell’Associazione regionale allevatori coordinati dall’Istituto zooprofilattico della Sardegna, dovranno
ultimare la campagna partita
dal Cagliaritano per poi interessare il resto del territorio sardo.
“Gli ultimi test- ha affermato il direttore dell’Istituto zoo-
profilattico, Salvatore Depalmas- offrono ampie garanzie
sull’efficacia e sull’innocuità
del vaccino. Gli allevatori devono stare tranquilli e collaborare per rendere più rapide
possibile le operazioni”.
Il decreto che stabilisce la
vaccinazione di massa dei capi
è stato emesso dall’assessore
regionale della Sanità Giorgio
Oppi. Lo stesso provvedimento stabilisce anche sanzioni
amministrative da un minimo
di 258 a un massimo circa
1300 euro per chi lo violerà.
SUCCESSO DELLA DECIMA EDIZIONE
DEL CONCORSO PER BAMBINI
“ISCRIE UNA LITERA A SOS TRES RES”
Grande successo di partecipazione della decima edizione del concorso “Iscrie una litera a sos tres
res” (Scrivi una lettera ai tre re) organizzato dalla casa editrice “Papiros” col patrocinio dell’assessorato
delle Politiche educative del Comune di Nuoro.
Più di settecento bambini hanno
inviato da tutta l’Isola alla giuria le
proprie letterine scritte in sardo per
rivolgere ai Re Magi le proprie pre-
ghiere o le richieste da esaudire. I
giovanissimi autori delle prime
venti storie classificate sono stati
quindi premiati nel corso di una
simpatica cerimonia svoltasi nella
chiesetta del Monte Ortobene a
Nuoro.
Ecco l’elenco: Nicola Monne di
Irgoli, Matteo Ulargiu di Segariu,
Enrica Cuga di Ovodda, Michele
Ena di Onanì, Sara Mele di Orosei,
Barbara Lai di Selargius, Pasquale
Manca di Orgosolo, Valeria e Giulia Canu di Settimo San Pietro,
Laura Deiana di Arbus, Giuseppe
Piras di Lula, Marco Zola di Galtellì, Chiara Porqueddu di Nuoro,
Anna Maria Gammino di Carbonia,
Diego Damu di Gergei, Andrea Capra di Torpè, Michela Orrù di
Escolca, Manuela Uras di Bosa,
Francesca Doneddu di Gairo, Dalia
Fringuello di Nughedu San Nicolò,
Marzia Tocca di Bolotana.
Con l’intento di valorizzare
il patrimonio culturale ed etnografico del paese, uno dei
più piccoli della Sardegna e
dell’Isola, Comune e parrocchia di Armungia hanno unito
gli sforzi per realizzare un calendario. Ogni pagina riporta
un bellissimo scorcio della
chiesa del 1600, con un’immagine trattata sempre in maniera differente, proposta anche
in copertina.
Nelle pagine interne vengono riprodotti gli arredi e gli argenti custoditi nel tempio: un
fonte battesimale; una campana in bronzo, una pregevole
acquasantiera, aureole, un
ostensorio e una croce processionale.
“Il calendario –ha spiegato il
sindaco Antonio Quartu- propone un excursus etnografico
della storia e della vita quotidiana di Armungia dai primi
del ‘900 agli anni Settanta toccando i temi fondamentali della vita della comunità”.
Le immagini sono state donate dagli stessi abitanti del
paese ed accuratamente selezionate.
L’amministrazione comunale ha anche acquisito al patrimonio comunale una raccolta
fotografica di circa 8900 foto
realizzate dal fotografo Marcello Stefanini: una ricerca sul
patrimonio antropologico nell’abitato di Armungia e, più in
generale, sul suo territorio, riferito alla fine degli anni Novanta.
LUTTO PER LA SCOMPARSA
DEL CHITARRISTA
ANTONIO COCCO
Una vita dedicata alla chitarra ed alle melodie che l’hanno
reso famoso in tutta la Sardegna ed anche altrove: il mondo
della musica etnica e tradizionale sarda è in lutto per la
scomparsa del chitarrista Antonio Cocco, 73 anni, di Narbolia.
L’artista aveva intrapreso la
sua lunga carriera all’età di 10
anni. Nel 1973 il suo primo album con l’etichetta RCA: dieci brani struggenti come la sua
terra, puro canto logudorese,
quello che lui preferiva. Cono-
sciuto anche per le sue esecuzioni del ballo sardo, Antonio
Cocco stava preparando assieme ai figli Onofrio e Giannetto un nuovo CD per la Virgin
Record, la casa discografica di
Peter Gabriel. Tantissimi i riconoscimenti ricevuti nel corso di una lunga e apprezzata
attività. Troppi per elencarli
tutti. Nel 1990 la televisione di
Stato aveva realizzato un video con le sue musiche per
rappresentare l’Italia e la Sardegna nel programma “Isole
nel mondo”.
UN MICROCHIP SALVERÀ
I CAVALLINI DELLA GIARA
DALLA MARCHIATURA
Un microchip sotto la criniera per censire e identificare i
cavallini della Giara che potranno così essere sottratti alla
traumatizzante pratica della
marchiatura. L’importante e
innovativo provvedimento è
stato adottato dalla XXV Comunità Montana che ha così
voluto inaugurare un nuovo
corso nell’attività di tutela di
un patrimonio unico la mondo.
Il primo ad essere stato sottoposto alla nuova metodica di
identificazione è stato un giovane maschio di sei mesi, mantello vario scuro, identificato
col codice 707-2001. Ogni cavallino, ha spiegato il presidente della Comunità Montana
Raffaele Sanna, avrà la propria
scheda personale compilata
alla nascita per riportare anche
i dati della madre e le caratteristiche dell’animale.
I microchip dei cavallini della Giara somigliano a quelli
utilizzati per l’anagrafe canina
e vengono inseriti sotto la pelle dell’animale con l’utilizzo
di una siringa. In questo modo,
attraverso un rilevatore elettronico sarà possibile un riconoscimento immediato.
SARDEGNA NOTIZIE
23
FEBBRAIO 2002
UN ACCORDO UNISCE
LE SETTE CITTÀ REGIE
DELLA SARDEGNA
Con l’obbiettivo di valorizzare i rispettivi centri storici in
termini culturali, architettonici e scientifici, è stato firmato
nei giorni scorsi l’accordo di
programma tra le sette Città
Regie della Sardegna: Cagliari, Sassari, Oristano, Alghero,
Bosa, Castelsardo e Iglesias.
L’importante documento,
che attua i primi accordi sottoscritti dai sindaci delle sette
città nel 1998, riguarda il restauro, il consolidamento ed il
recupero di edifici di particolare valore storico, finalizzati
anche al riuso per attività culturali, ricreative e di servizio
per i visitatori, la realizzazione
ed il potenziamento di strutture destinate alla documentazione storica o esposizioni
museali e di spazi destinati all’accoglienza o ai servizi per i
visitatori, al consolidamento e
al recupero funzionale delle
aree urbane, storiche, ambientali e paesaggistiche complementari alle aree di intervento
dove saranno attuati anche interventi di valorizzazione con
particolare riferimento agli
impianti di illuminazione, cartellonistica, viabilità, percorsi
e spazi di sosta. L’accordo pre-
vede anche interventi per il recupero di edifici pubblici per
la realizzazione di strutture ricettive, per la promozione turistica, per la formazione professionale, per la promozione,
il sostegno e l’avvio di imprese in qualche modo interessate
alla valorizzazione delle sette
città regie.
L’incarico per l’elaborazione della relazione sulla base
storica che dovrà servire come
riferimento alla definizione
generale dei progetti è stato
affidato al prof. Francesco Cesare Casula. Il prof. Raimondo
Zucca, archeologo e curatore
dell’Antiquarium Arborense,
deve occuparsi invece dell’analisi della realtà storica riguardante la Città Regia di
Oristano.
Un’altra novità introdotta
dall’accordo di programma riguarda l’istituzione di una
conferenza di programmazione composta dai sindaci o dagli assessori competenti, di
ciascuna delle sette città, e di
un comitato tecnico per il coordinamento delle varie fasi
progettuali.
“La firma dell’accordo di
programma – ha commentato
il sub commissario del Comune di Oristano Caterina Murrucostituisce un momento importantissimo per il varo delle
iniziative legate alla valorizzazione delle sette città regie. Si
tratta dell’atto che potrà consentire di dare attuazione ai
progetti che saranno finanziati
attraverso i fondi comunitari
del POR Sardegna. Progetti
che, a Oristano, si inseriscono
in una politica più ampia di recupero e valorizzazione del
centro storico. Il Comune – ha
proseguito – è impegnato da
tempo nel recupero del centro
storico comprese le antiche
mura medievali, la Reggia giudicale di piazza Manno e l’antico ospedale giudicale, il
complesso architettonico di
San Francesco, le mura e la
Reggia giudicale”.
“Grande attenzione alla valorizzazione del centro storico
è stata prestata anche attraverso il Piano particolareggiato
con il rifacimento di strade e
piazze e i relativi impianti di
illuminazione. In questo senso
– ha concluso – l’accordo di
programma sulle sette città regie darà ulteriore impulso al
recupero del cuore della città”.
TURISTI IN FILA
PER VISITARE
LE MINIERE
Sono stati ottomila in quattro mesi i visitatori che hanno
indossato il casco di protezione per poter accedere ed ammirare le miniere ristrutturate
e riaperte al pubblico dai minatori dell’IGEA. La più gettonata, inutile dirlo, è stata la
suggestiva galleria di Porto
Flavia di Masua, che al “brivido” dei cunicoli unisce il panorama mozzafiato che si apre
sul mare azzurro del Golfo del
Leone.
Il successo ottenuto nel primo periodo di apertura è stato
commentato con soddisfazione dai dirigenti della società
mineraria.
“È un risultato inaspettato –
ha affermato il presidente dell’IGEA, Ilio Salvadori- che ci
ha costretto a contingentare gli
ingressi”.
A questo punto viene auspicata una maggiore organizzazione per favorire la sosta dei
turisti e l’accesso a Porto Flavia che oggi risulta difficoltoso per la distanza (un chilometro) tra i parcheggi e l’imboccatura della miniera. Assenti,
inoltre, punti ristoro, servizi
igienici e ripari in caso di
pioggia.
Su questi punti il presidente
è rassicurante. “Abbiamo in
progetto di realizzare un trenino per il trasporto dei visitatori che potranno lasciare l’auto
in un ampio parcheggio.
Un’altra attrazione della
zona è la galleria Henry di
Buggerru, meta di migliaia di
appassionati. Anche qui i minatori si sono trasformati in
guide turistiche, per spiegare
la storia della miniera e la fonte di ricchezza che ha rappresentato per il territorio.
Attualmente gli stessi minatori stanno provvedendo a sistemare un edificio da adibire
a ristorante che dovrebbe essere dato in gestione ad una cooperativa.
“Il successo dell’iniziativa –
ha commentato il segretario
territoriale della Femca Cisl
Fabio Enne- è senz’altro positivo, ma è necessario potenziare anche il sistema industriale,
attirando imprese che possano
insediarsi nel nostro territorio.
Il turismo – ha concluso il sindacalista – non è ancora maturo per rappresentare una valida
alternativa: in attesa che lo diventi dobbiamo puntare ancora su industria e servizi”.
NUOVO STABILIMENTO ANCHE BENITO URGU
PER PROMUOVERE
A MARRUBIU
PER I PRODOTTI ITTICI IL PROGETTO PROGENIA
È diventato operativo all’inizio dell’anno il nuovo
stabilimento di Marrubiu
per la preparazione di conserve ittiche col marchio
“Azzurro”. L’iniziativa industriale, che dovrà confrontarsi con colossi del calibro della “Findus”, si presenta con un logo accattivante: un pesce greco stilizzato e una vela latina”. Lo
stabilimento, di tremila metri quadrati coperti situato
nell’area industriale di Marrubiu, opererà con un organico di ventiquattro giovani
operai.
La produzione riguarderà
specialità di largo consumo:
tonno, acciughe, sardine,
bastoncini di pesce, “fishburger”, pesce pregiato surgelato (orate e spigole) e,
soprattutto, bottarga che
sarà prodotta anche grattugiata e confezionata in vasetti di vetro.
Proprio nei giorni scorsi
la “Azzurro” ha cominciato
a lavorare duemila chilogrammi di bottarga surgelata importata dagli Stati Uniti. La fabbrica si avvarrà
della collaborazione del
“maestro di bottarga” Luigi
Aramu, apprezzato “specialista” di Terralba che cercherà di trasmettere agli
operai i segreti di un’esperienza pluridecennale.
Sul piano dell’innovazione, l’impresa si è affidata
alle cure della microbiologa
Rosalba Murgia che riveste
il ruolo di responsabile della produzione.
Macchinari all’avanguardia garantiranno il mantenimento delle caratteristiche
organolettiche dei prodotti
al termine del processo produttivo.
Sorto con le agevolazioni
della legge 44 per l’imprenditoria giovanile, lo stabilimento di Marrubiu ha richiesto un investimento di
circa 6 miliardi di lire. Gli
operai sono stati assunti
dopo aver frequentato un
corso regionale di formazione per “addetto alla lavorazione di prodotti ittici”.
“Se il mercato ci premierà –
ha affermato Maurizio Rosas, amministratore e socio
di maggioranza di Azzurrocrescerà anche il numero
degli occupati. Vogliamo
produrre prodotti di alta
qualità garantendo l’impiego di pesce pregiato e proveniente dal mare sardo: acciughe e sardine di Porto
Torres, orate e spigole di
Carloforte e Sant’Antioco.
L’unico rammarico, a causa
di una produzione insufficiente- è di doverci procurare all’estero il tonno e la
bottarga”.
Per invogliare i sardi a partecipare al progetto ProgeNia,
un programma di ricerca medica che si propone di approfondire lo studio sull’invecchiamento in Sardegna, Benito
Urgu è stato chiamato a promuovere una campagna pubblicitaria già inserita nei palinsesti pubblicitari delle emittenti locali.
“Non si muore più, anzi si
muore più raramente” è uno
degli slogan degli spot animati dal comico di Oristano
che si cala nei panni del “Ge-
noma Puddu”, simpatico
gene che discute con una
scienziata (Maria Grazia
Obinu) i problemi dell’invecchiamento.
Realizzato dal regista Filippo Martinez, il progetto pubblicitario è stato commissionato dal responsabile scientifico
dell’Istituto di ricerca delle talassemie e anemie mediterranee del CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) alla società Askos Scarl.
Lo spot, della durata di 35
secondi, è sottotitolato in in-
glese e in ogliastrino.
“Il nostro obbiettivo –ha
spiegato il responsabile dell’Istituto, Giuseppe Pilia- è
giungere in due anni ad analizzare il DNA di almeno cinquemila volontari ogliastrini
per poter identificare e isolare
i geni responsabili di alcune
malattie collegate direttamente ai processi di invecchiamento”.
La ricerca durerà cinque
anni è costerà otto milioni di
euro provenienti da un ente
pubblico statunitense.
CIFRE DA RECORD
PER LA VENDEMMIA
NELLE VIGNE SARDE
Nonostante la siccità e le
gelate primaverili, la vendemmia 2001 ha fatto registrare in
Sardegna cifre da record, contraddicendo i dati negativi registrati ovunque in Italia per
la produzione di vino e con
qualche dato positivo riferito
soltanto alle uve da tavola.
I dati positivi nell’Isola riguardano sia la produzione di
uva da tavola, sia quella di
vino. La prima, fa registrare
una crescita del 13,3 per cento
(pari a 1.127.695 quintali) e la
seconda del 12,8 per cento
(pari a 1.277.572 quintali) rispetto all’annata precedente.
I dati, registrati dall’ISTAT
in campo nazionale, parlano di
un raccolto negativo per la produzione di vino in tutte le regioni italiane con punte particolarmente negative per quanto
riguarda i vini bianchi e, in misura minore, per i rossi.
Cifre leggermente migliori
sono state registrate invece
per l’uva da tavola con la Puglia in pole position che si
conferma così miglior produttrice assoluta anche se quest’anno ha subito una vera e
propria deblacle per l’uva destinata alla vinificazione.
In questo settore, invece, è
andata meglio in Veneto, una
delle poche regioni italiane,
assieme alla Sardegna, dove
le uve da vino hanno fatto registrare un incremento rispetto all’anno passato.
EMIGRAZIONE
24
FEBBRAIO 2002
FESTEGGIATI A GRENOBLE
MILANO E VIMERCATE
I 20 ANNI DALLA FONDAZIONE TAPPE DI SUCCESSO
DEL CIRCOLO “SARDINIA”
PER IL CORO “ORTOBENE”
Dal 30 Novembre al 9 Dicembre 2001 si sono svolte le
“Giornate sarde” a Grenoble,
coordinate dalla signora Mina
Puddu presidente del Circolo
degli emigrati sardi “Sardinia”, che sono state l’occasione per festeggiare il Ventesimo anniversario della fondazione dell’associazione.
Hanno partecipato il Sindaco di Grenoble, Michel Destot,
il Consiglio Municipale, il
Console Generale di Lione,
Mario Bologna, il Sindaco di
Loceri, Carlo Balloi, accompagnato da una rappresentanza
del Consiglio comunale, numerosi emigrati locali e dei
paesi vicini.
È stata l’occasione, inoltre,
per consolidare il rapporto tra
le due comunità di Loceri e
Grenoble, già avviato in primavera quando si è avuto un
incontro a Loceri fra le rappresentanze dei due Comuni.
Inizialmente si è avuto l’incontro nelle sale del Municipio
di Grenoble dove hanno preso
la parola i due Sindaci, il Console, il Presidente del circolo
locale e i rappresentanti dell’emigrazione sarda. La manifestazione si è conclusa con
scambi di doni, con la degustazione di prodotti sardi e con
balli folcloristici. La signora
Pinuccia Secchi ha tenuto una
conferenza nella sede del circolo sul tema “Nostalgia dell’isola”. Sono stati esposti aspetti
dell’emigrazione che hanno
sollecitato interventi dei numerosi presenti nei quali sono stati messi in luce le emozioni
provate da lavoratori lontani
dalla terra d’origine.
È stata allestita nei locali del
circolo una esposizione di
utensili, oggetti e ricordi della
Sardegna. Ha allietato le serate il gruppo folk Sant’Ambrogio di Buddusò che ha coinvolto nelle sue esibizioni gli emigrati ai quali ha dato l’occasione di rivivere momenti del loro
passato quando i balli si svolgevano nelle piazze dei paesi
d’origine.
È stata tenuta, fra l’altro, anche una conferenza sulla talassemia con la partecipazione
del dott. Guido Sanna; hanno
partecipato le associazioni locali dei talassemici della provincia di Grenoble. È stata
l’occasione per uno scambio di
studi e di esperienze.
Accompagnati dalla chitarra di Bruno Noli, al fine di
esaltare la lingua sarda, si è
tenuta una serata di canti, racconti e poesie interpretate da
Ettore Sanna ed Alberto Ferru. La serata è stata inserita
nelle giornate della Telethon
francese.
DIBATTITO SULL'INFORMAZIONE
AL CIRCOLO “EMILIO LUSSU”
DI CINISELLO BALSAMO
Due manifestazioni culturali sono state realizzate con successo in ottobre ed in novembre dall’AMIS (Alleanza Milanese Immigrati Sardi) “Emilio Lusssu” di Cinisello Balsamo. Il Consiglio Direttivo,
presieduto da Carla Cividini
Rocca, ha riunito i soci ed i
simpatizzanti nel salone del
Circolo per due appuntamenti
significativi. Il primo legato
alle tradizioni culturali dell’Isola ed il secondo di estrema
attualità per l’argomento trattato.
Il 25 ottobre si è svolta, con
grande partecipazione, l’iniziativa “Canti a Battorina” tenuta dai soci, coordinati dal
giornalista Paolo Pillonca, stu-
dioso ed esperto dell’uso della
lingua sarda nelle diverse parlate popolari. Domenica 11 novembre ha avuto luogo la conferenza dibattito sul tema
“L’informazione: carta stampata, TV, Internet”. L’argomento, di notevole interesse,
ha richiamato non solo i soci
ma amici, simpatizzanti e persone interessate all’argomento. Il dibattito è stato coordinato da Cristina Sanna Passino,
giornalista sarda della RAI di
Milano. Tra i partecipanti il
Sindaco di Cinisello Balsamo,
Daniela Gasparini; il Presidente della Federazione delle Associazioni dei Sardi in Italia
(FASI), Filippo Soggiu ed il
giornalista Paolo Pulina.
Organizzata con l’AITEF di
Cagliari, Associazione di tutela degli emigrati e famiglie,
è stato inserito nel programma
un incontro sul tema “Il folclore e le tradizioni popolari
nella pittura sarda del Novecento”. Avvalendosi della
proiezione di diapositive della sua collezione, ha presentato la relazione il professor
Flavio Marinelli, artista cagliaritano. Sono state proiettate diapositive dei quadri dei
maggiori pittori sardi quali
Biasi, Delitala, Melis, Ciusa,
Ballero, Figari. Il pubblico ha
partecipato e discusso vivacemente dialogando col relatore
il quale, attraverso i quadri,
ricordava le usanze popolari
dei paesi d’origine. Sono state proiettate immagini di processioni, balli in paese e in
campagna, matrimoni che iniziavano dal corteggiamento
per finire con lo sposalizio,
racconti vicino al fuoco, scene di caccia. Nella giornata
conclusiva di domenica 9 dicembre, nella sede della Missione Cattolica Italiana, è stata celebrata la Messa cantata
in lingua sarda. Durante tutte
le giornate gli emigrati ed i
cittadini di Grenoble hanno
avuto l’occasione di degustare i prodotti tipici sardi esposti nei locali del circolo.
Grande successo di pubblico
e tantissimi applausi – come ha
comunicato Salvatore Carta,
Presidente del Circolo “Sardegna” di Vimercate - per il Coro
“Ortobene” di Nuoro, che si è
esibito domenica 25 novembre
a Milano ed a Vimercate, in
Brianza.
Alla manifestazione, promossa dal Comune di Vimercate in collaborazione con il
Circolo “Sardegna”, l’AVIS e
l’AIDO locale, ha partecipato
anche il Coro Città di Vimercate, riscuotendo ampio consenso
sottolineato dai calorosi applausi del numeroso pubblico.
Il Coro “Ortobene”, diretto
dal giovane maestro Alessandro Catte, si è esibito in com-
posizioni del repertorio sardo
ed il Coro Città di Vimercate
ha allietato la serata con canti
popolari brianzoli ed alpini. Il
Sindaco di Vimercate, Enrico
Brambilla e l’assessore alla
Cultura, Andrea Rurale hanno
premiato il coro nuorese con
una targa ed un quadro ricordo, con la promessa di una futura esibizione a Nuoro del
Coro Città di Vimercate.
Nel pomeriggio, ospite della
Provincia, il coro “Ortobene”,
si era esibito, al Teatro del
Verme di Milano, alla finale
della tredicesima rassegna dei
Complessi Corali Popolari e
Polifonici. Il primo premio è
stato assegnato al Coro Città di
Vimercate.
SUCCESSO DI PUBBLICO
PER I PRODOTTI SARDI
AL SALONE DEI SAPORI
Grande folla di visitatori
negli stands della Sardegna
durante il “Salone dei sapori e dell’artigianato in Fiera
2001", la rassegna allestita
alla Campionaria di Milano
nella prima decade di dicembre.
I visitatori sono stati oltre
tre milioni. Gli espositori
sardi, in particolare i gestori del ristorante “Alabe”
meta preferita dei milanesi
in visita all’esposizione,
sono rimasti soddisfatti per
l’intensa attività.
Il Circolo “Sardegna” di
Vimercate-ConcorezzoMonza ha partecipato con il
gruppo folk, caratterizzato
dai costumi, ricchi di colori,
di Oristano e Desulo ed al-
cuni “mamuthones” che
hanno sfilato tra gli stands
sardi, allestiti dalle Camere
di Commercio di Cagliari e
di Sassari ricevendo manifestazioni di simpatia.
Centinaia, infatti, le richieste di foto ricordo accanto ai caratteristici costumi isolani. Ancora una volta la Sardegna è stata protagonista alla Fiera di Milano
con i prodotti enogastronomici, quelli dell’artigianato
artistico ed il folklore.
Un abbinamento, ancora
una volta, risultato vincente
per l’apprezzamento dei visitatori che hanno fatto acquisti consistenti in occasione delle imminenti festività di fine anno.
EMIGRAZIONE
25
FEBBRAIO 2002
COMMEDIA IN LIMBA
AL CIRCOLO “FORZA PARIS”
DI LUCERNA
Il Circolo “Forza Paris” di
Lucerna, in Svizzera, nell’ambito delle attività culturali programmate per l’anno scorso,
seguendo la tradizione, ha organizzato lo spettacolo teatrale “Tirrias”. La commedia in
limba, nella versione campidanese, è stata interpretata dalla
Compagnia “Figli d’Arte Medas” di Quartu Sant’Elena.
L’iniziativa, realizzata in
collaborazione con la Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera, ha riscosso – come ha
sottolineato Antonio Mura,
IN 3000 ALLA FESTA SARDA
DI MONDELANGE
TRA FRANCIA E LUSSEMBURGO
Il Circolo sardo “Città di Cagliari” di Mondelange, la cittadina al confine fra la Francia
ed il Lussemburgo, ha organizzato il 9 dicembre scorso una
giornata sarda con la partecipazione del gruppo folk di Lunamatrona in provincia di Cagliari. La giornata – ha precisato il Presidente Giovannina
Cau – ha permesso ad oltre
3000 persone di ritrovare
l’ambiente caloroso della nostra isola con i caratteristici
balli e musiche. Ha consentito,
in particolare, di far scoprire
agli amici francesi il folclore
della Marmilla, la vasta zona
della provincia di Cagliari.
Sono stati eseguiti, tra l’entusiasmo degli abitanti di Mondelage – come ha scritto il
“Repubblican Lorrain”, il
giornale locale – sa danza, su
ballu campidanese, su gabillu
e il ballo lunamatronese secondo le tradizioni che tramandano gli anziani del paese, depositari della memoria storica.
In occasione della manifestazione è stato allestito una
stand di vendita , particolarmente “gettonato” dei prodotti tipici dell’agro-industria,
dell’artigianato e dell’alimentare della Sardegna.
Presidente del Circolo “Forza
Paris” – un lusinghiero successo di pubblico che ha seguito il
lavoro con attenzione ed entusiasmo dimostrato dai ripetuti
applausi a scena aperta.
Il Presidente Mura, in una
nota, ha ringraziato le persone
che hanno contribuito all’organizzazione dello spettacolo
ed in particolare: Guerino Marinelli, Assunta Enna, Antonio
Casu, Antonio Truddaiu, Salvatore Enna, Lorenzo Lobina,
Antonio e Rosa Censulio, ed
Antonio Sedda.
DANIELE MURGIA
CONFERMATO PRESIDENTE
DEL CIRCOLO DI LA SPEZIA
Daniele Murgia è stato confermato Presidente del Circolo Culturale “Grazia Deledda” di La Spezia. Lo affiancano nell’Esecutivo, per il triennio 2002-2005, i Vice Presidenti Giuseppe Baule e Mario Tedde; il Segretario Edio Locci; ed il Tesoriere Maria
Antonia Masia. Completano il Direttivo i Consiglieri Andrea
Lampis, Luciana Vallarino, Mario Argiolas e Roberto Pilicchi.
A far parte del Collegio dei Revisori dei Conti sono stati chiamati Peppino Carboni, Barbarino Melis e Antonello Simula.
Probiviri sono stati eletti: Giovanni Grillone, Marco Locci e
Giuseppe Salis.
Il Consiglio Direttivo ha dato mandato ad Antonello Simula per
la cura della biblioteca del Circolo che consta di oltre 400 libri
mentre per l’organizzazione e l’esecuzione dei lavori di adeguamento dei nuovi locali gli incarichi sono stati assegnati a Giuseppe Baule ed a Roberto Pilicchi. Infine il Coordinamento donne
sarà assicurato da Maria Masia e Luciana Vallarino.
Il Direttivo, che dovrà ora approvare il Bilancio consuntivo
2001 e quello preventivo per l’anno in corso, ha in programma,
in tempi brevi, la nomina del responsabile del Coordinamento
Giovani e del Delegato alla Federazione delle Associazioni Sarde in Italia . Per il 2002 – ha precisato il Presidente Daniele Murgia – è previsto un programma culturale nutrito e diversificato,
che comprendera’ iniziative finalizzate alla conservazione e divulgazione delle tradizioni della Sardegna, offrendole ai circa
2000 componenti della comunità sarda in provincia.
ESPOSTE A PARMA
LE OPERE
DI ANTONIO LEDDA
DOMENICO SCALA
TORNA ALLA GUIDA
DEL CIRCOLO DI ZURIGO
Domenico Scala, figura di
spicco nel mondo dell’emigrazione e punto di riferimento
per i lavoratori sardi in Svizzera, è stato confermato, ancora
una volta, Presidente del Circolo “Efisio Racis” di Zurigo.
Il Consiglio Direttivo, eletto
dall’Assemblea dei Soci, ha
rinnovato il 13 gennaio le cariche sociali.
Il Presidente Scala è affiancato dal Vice Presidente Andrea Basoli; dal Segretario
Mario Usai; dal Vice Segreta-
rio Antonio Idili e dal Cassiere Francesco Salis. Completano il Direttivo i responsabili di
settore: Antonio Cadau (Cultura), Bruno Floris (Ricreazione), GianPietro Piras (Biblioteca) e Giuseppe Cuccuru
(Servizio Sociale) ed i Consiglieri Antonello Marroccu,
Giuseppe Murgia, e Maria
Rhiner.
Il Collegio dei revisori è
composto da Paolo Persico,
Salvatore Flore e Francesco
Serrenti.
Una decina di opere del pittore-scultore Antonio Ledda di
Serramana, in provincia di Cagliari, sono state esposte a Parma, alla collettiva della galleria Alpha Centauri in via Tommasini 37.
L’attenzione del pubblico è
stata attratta dalle belle riproduzioni, con sabbia e rocce, in
grandi conche rotonde, degli
angoli più suggestivi di Baia di
Chia nel comune di Domusdemaria, in provincia di Cagliari;
e delle spiagge del “Principe”
in Costa Smeralda, nel comune
di Arzachena nel sassarese; di
“Cala Luna” nel Golfo di Orosei nel nuorese e di “Riso quarzo” di “Is Aruttas” nel comune
di Cabras in provincia di Oristano.
All’inaugurazione, il 7 dicembre, hanno presenziato un
vasto pubblico e le autorità comunali.
L’esposizione, dal titolo
“Senza ragione”, con il patro-
cinio dell’Assessorato della
Cultura del Comune di Parma
è rimasta aperta fino al 27 dicembre.
Antonio Ledda – come ha
precisato Salvatore Carta, Presidente del Circolo “Sardegna”
di Vimercate, Concorezzo e
Monza nel milanese – dopo il
successo delle esposizioni di
Parma ed “Etnia ed avanguardia” allestita a Monza, ha in
programma nei prossimi mesi,
con la collaborazione dei rispettivi circoli degli emigrati
sardi, mostre di nuovo a Parma
ed a Torino, Biella, Firenze,
Belluno e Milano. L’artista,
che è socio del Circolo “Sardegna” di Vimercate, Concorezzo e Monza, ha collaborato
alla manifestazione in programma a marzo e dedicata a
Grazia Deledda nel settantacinquesimo anniversario della
consegna del Premio Nobel
per la letteratura alla grande
scrittrice sarda.
EMIGRAZIONE
26
FEBBRAIO 2002
Ancora un grande appuntamento ha visto coinvolti i circoli sardi della Germania.
Un incontro precongressuale
sul tema “La donna all’interno
dei Circoli: quali ruoli? quali
aspettative?” si è svolto il 26
gennaio a Moers, verde cittadina nel cuore della Westfalia.
L’appuntamento ha riunito le
donne operanti nelle 17 associazioni, che rappresentano
l’Isola nel territorio tedesco.
Alla manifestazione è stata
invitata anche la dott.ssa Maria Antonietta Cocco, studiosa
dell’Università di Sassari ed
esperta di Emigrazione.
Le 43 donne, che svolgono
ruoli di primo piano all’interno dei circoli, sono state accolte con una calorosa e “sarda”
ospitalità dai rappresentanti e
soci del circolo “Sard’Europa”. Gianni Vacca, presidente
dell’associazione, e la delegata-donne Annamaria Congiu
hanno dato il saluto di benvenuto e l’augurio di un buon e
proficuo lavoro.
Ha aperto i lavori Maddalena Vitolo, Delegata Nazionale
Donne e presidente del circolo
di Heilbronn, che ha sottolineato l’importanza dell’incontro
e la necessità vitale della presenza e del ruolo delle donne
all’interno dei Circoli sardi.
La sua relazione si è conclusa con l’esortazione che le
donne dei circoli prendano
maggiormante il coraggio di
esprimere apertamente la propria opinione, di svolgere le
attività a fianco della rappresentanza maschile, senza paura di occupare cariche di rappresentanza.
CONVEGNO A MOERS
SUL RUOLO DELLE DONNE
ALL'INTERNO DEI CIRCOLI
Mariantonietta Cocco, che
da anni osserva la presenza e
1’integrazione degli stranieri
in Italia, ha ricordato cosa caratterizzò, nel dopoguerra, la
vita degli emigrati sardi in
Germania.
Giovanna Demurtas, rappresentante del Circolo di Berlino
e moderatrice dell’incontro, ha
dato inizio agli interventi,
chiamando le altre esponenti
dei circoli presenti ad esporre i
propri lavori.
Le relazioni, che avevano
spesso come punto di partenza
l’esperienza personale, hanno
permesso di constatare le differenze e i problemi delle socie dei circoli nelle varie città
tedesche.
Cosa sta cambiando per le
donne sarde emigrate in Germania di ieri e di oggi? E soprattutto come si è evoluta negli ultimi anni la loro presenza
all’interno dei Circoli? Dagli
anni ’50 ai giorni nostri molte
famiglie sarde si sono trasferite in Germania. La figura delle donne è stata fondamentale.
Le mogli degli operai, impie-
gati nelle grandi fabbriche tedesche degli anni ’60 e ’70,
erano principalmente Meris de
Domu. Mentre i mariti, tra mille difficoltà, si assicuravano il
salario, loro, proprio come in
Sardegna, facevano quadrare il
bilancio e curavano l’educazione dei figli.
Anche l’integrazione delle
nuove generazioni di sardi nella società tedesca é dipeso
spesso dal loro atteggiamento
nei confronti della Lingua e
della Cultura della Germania:
sforzarsi di accogliere ritmi e
mentalità del tutto estranei ma
senza dimenticare l’ambiente
e le tradizioni della propria
Terra. Lo stesso coraggio si
osserva oggi in molte ragazze,
che lasciano la Sardegna individualmente, per una libera
scelta e per il desiderio di inserirsi nella società tedesca.
I circoli dei Sardi in Germania, che fino a 20 anni fa contavano tra gli iscritti quasi esclusivamente uomini, oggi vedono
una presenza massiccia di socie. Attualmente 7 circoli su 17
sono rappresentati da donne.
Durante l’incontro di Moers
sono stati presentati nuovi progetti, volti a rafforzare ulteriormente il ruolo delle donne all’interno delle associazioni, in
vista del Congresso nazionale
dei circoli sardi operanti in
Germania, in programma nei
prossimi mesi a Monaco di Baviera. In questa occasione verranno resi noti i risultati.
Parallelamente alla manifestazione è stata presentata la
mostra del fotografo isolano
Bobore Ligios dal titolo “Coro
meu”. La raccolta é interamente dedicata alle ragazze sarde.
La maggior parte delle poesie
d’amore in Limba, che Ligios
ha scelto per accompagnare i
suoi ritratti, composte da poetesse sarde di ieri e di oggi,
sono state recitate da Giovanna
Demurtas. La giornata del 26
gennaio si è conclusa con la
gradita esibizione del gruppo
foldoristico di ballo del circolo
“Sard’Europa” di Moers, che si
caratterizza per la giovanissima
età dei componenti.
Giovanna Demurtas
Maria Paola Usai
CHIUDE IL CIRCOLO
“AMSICORA”
DI LEVERKUSEN
Una notizia non positiva per
l’emigrazione sarda organizzata in Germania giunge da
Leverkusen. Il Circolo “Amsicora”, ubicato in Kaiserstrasse
16, ha cessato l’attività formalizzando la chiusura. Nel darne
notizia, a nome del Direttivo,
il Presidente Maria Pusceddu
ci chiede di cessare la spedizione del giornale e di togliere
l’indirizzo dall’elenco dei Circoli operanti in Germania. La
chiusura e’ stata decisa a far
data dall’1 gennaio 2002.
Dispiace che il gruppo dei
sardi emigrati a Leverkusen e
nei centri vicini abbia dovuto
gettare la spugna e porre fine ad
un impegno associativo importante. La speranza e l’auspicio
sono che il venir meno delle
difficili condizioni all’origine
della chiusura del Circolo possa consentire la ripresa dell’iniziativa associativa avvalendosi del patrimonio di esperienza acquisito negli anni.
IL PRESIDENTE CIAMPI
FESTEGGIATO IN ARGENTINA
DAI SARDI DI ROSARIO
GISELLA PALMAS ELETTA
L’Argentina sta vivendo momenti difficili per la grave situazione socio-economica. I
lavoratori sardi che costituiscono una tra le comunità regionali più numerose condividono, come sempre, le situazioni che attraversano nel bene
e nel male le vicende della Repubblica dove vivono e lavorano. Li sorreggono la volontà,
la tenacia e la laboriosità che
consentono di superare le difficoltà più aspre. Il Presidente
del Circolo Sardo di Rosario,
Sebastiano Mureddu, ci ha inviato due belle fotografie della visita compiuta l’anno scorso dal Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio
Ciampi con la consorte signora Franca.
Bei ricordi, che in qualche
PRESIDENTE DEL CIRCOLO
“SPERANZA SARDA”
modo fanno dimenticare la crisi contingente con la fiducia
che l’Italia aiuterà, direttamente ed indirettamente, i
connazionali in difficolta’ e
che volentieri pubblichiamo.
La prima mostra il Presidente
Ciampi e la signora Franca con
Sebastiano Mureddu ed altri
soci del Circolo; la seconda un
momento della manifestazione
in omaggio della bandiera sarda del Circolo mostrata con
orgoglio al Presidente Ciampi.
Il Circolo Culturale ricreativo “Speranza Sarda” di Colonia, in Germania, ha rinnovato in novembre il Consiglio Direttivo.
Presidente è Gisella Palmas di Perdasdefogu (Nuoro), affiancata nell’esecutivo
da Luciano Langiu di Oschiri (Sassari), Vicepresidente;
Celestina Piras di Neoneli
(Oristano), Tesoriere; Angela Puddu di Ussassai (Nuoro), Segretaria e Mario Puddu
di Ussassai, Verbalista.
Sono stati eletti Consiglieri; Severa Langiu di Loceri
(Nuoro); Carlo Pisanu di Perdasdefogu; Guido Cerina di
Ilbono (Nuoro); Serafino Piras di Neoneli e Salvatore
Boi di Arzana (Nuoro).
Il Collegio dei Probiviri è
composto da Mario Mazza di
Pattada (Sassari); Maurizio
Palmas di Perdasdefogu; Salvatore Deriu di Ittiri (Sassari).
Angelo Carboni di Silanus
(Nuoro), Giovanni Asara di
Oschiri e Mario Manca di
Bono (Sassari) sono stati
eletti nel Collegio dei Revisori dei Conti.
EMIGRAZIONE
27
FEBBRAIO 2002
L’Associazione Emigrati
Sardi “Sebastiano Satta” di
Goldach, piccola cittadina al
centro della Svizzera tedesca,
che si affaccia sul lago di Costanza, proseguendo nelle attività finalizzate alla promozione dei prodotti enogastronomici e dell’artigianato e
dell’immagine turistica dell’isola, ha organizzato una
giornata culturale della Sardegna. La manifestazione ha
visto la partecipazione, insieme ai soci, di numerosi cittadini e delle autorità di Goldach. Presenti anche rappresentanti delle diverse comunità
di emigrati, i partecipanti
hanno avuto modo di gustare
ed apprezzare i prodotti dell’isola, di chiedere ed ottenere informazioni di interesse
storico, culturale e turistico.
Il Presidente Italino Piga, i
componenti il Direttivo del
Circolo ed i soci hanno fornito consigli ed indicazioni a
chi si è mostrato interessato
ad una vacanza in Sardegna e
si sono soffermati su diversi
itinerari. Molte anche le informazioni sulle lavorazioni
dell’artigianato artistico e sui
prodotti eno-gastronomici di
MANIFESTAZIONE CULTURALE
ORGANIZZATA IN SVIZZERA
DAL CIRCOLO DI GOLDACH
cui agli ospiti sono stati forniti degli assaggi. In particolare, molto apprezzati, diversi tipi di formaggio, il vermentino, la salsiccia ed i dolpi tipici.
Il gruppo folk “Su Gennargentu” di Monaco di Baviera,
che indossando il costume di
Oristano si è esibito in balli
tradizionali, ha suscitato
l’entusiasmo dei presenti raccogliendo applausi e consensi. I giovani, figli di emigrati
in Germania, hanno suonato
e ballato proponendo, con
bravura, pezzi del folklore
isolano.
Il Consiglio Direttivo è rimasto soddisfatto dei risultati dell’iniziativa che hanno
compensato le difficoltà ed i
sacrifici effettuati per organizzarla.
L’Associazione “Sebastiano Satta”, presente a Goldach
da oltre 30 anni, è conosciuta
nella Svizzera orientale per
l’attività a supporto dei sardi
emigrati e quale punto di aggregazione e di integrazione
nella realtà ospitante. Numerosi sono, infatti, i riconoscimenti ottenuti dalle autorità
locali.
LA SQUADRA DEL CIRCOLO FESTA DELLA BEFANA
“SARDEGNA” DI MORENO AL CIRCOLO SARDO
DI CASTELLETTO TICINO
PROMOSSA IN SERIE A
La squadra Rossoblu del
Circolo “Sardegna” di Moreno, in Argentina, è stata
promossa in serie “A”. La
Compagine dell’Associazione dei sardi ha militato
nella categoria “Veterani”
disputando nel 2001 le 34
partite del Girone Nord .
È stata al vertice della
classifica per 25 giornate
ed ha concluso il campionato al terzo posto a tre
punti dal Campione “Bella
Vista”.
Il risultato ottenuto è stato tuttavia sufficiente per
essere promossa e disputare quest’anno la Serie A.
Il Presidente della Commissione Sportiva del Circolo ed allenatore della
squadra “Sardegna” è molto soddisfatto per il risultato conseguito, per la conquista del premio “fair
play”, ottenuto grazie al
comportamento dei giocatori nessuno dei quali è
stato espulso con cartellino
rosso e per il riconoscimento del miglior terreno di
gioco assegnato dai delegati delle squadre partecipanti.
Al torneo hanno partecipato le formazioni di una
vasta zona: San Isidoro,
Beccar, Villa Martelli, Belgrano, Vicente Lopez, Olivos, Pacheco, Pilar, Don
Torquato e Moreno.
Da lunedi a venerdi – ci
ha scritto Antonio Fantasia
– funziona nel campo di
Moreno, dove si allena e
gioca la squadra Rossoblu
del “Sardegna”, una scuola
calcio. 50 giovani dai 14 ai
22 anni si addestrano con il
tecnico Fernando Ovejero
ex portiere del River Plate.
Il Circolo Culturale Sardo “Eleonora dArborea” è
tornato ad essere protagonista in occasione della
“Festa della Befana” che ha
preparato e promosso il sei
gennaio a Castelletto Ticino, in provincia di Novara.
Dopo il recente successo
organizzativo ottenuto durante l’allegra festa in piazza Matteotti per la veglia
natalizia, occasione in cui
il sodalizio capitanato da
Luciano Serra ha cotto allo
spiedo ben quindici agnelli,
per la festa della Befana il
Circolo ha portato nel salone dell’oratorio castellettese S. Carlo ancora l’allegria con uno spettacolo di
magia e cabaret tenuto dal
mago Sharavan.
Per tutta la giornata sia i
più piccini che i loro genitori hanno potuto e gustare
gratuitamente prelibati dolci sardi e cioccolata.
Il “Circolo Culturale Eleonora d’Arborea” è ormai
afttivo da diversi anni ed è
sempre attento promotore,
assieme a Comune e Pro
Loco, di iniziative di carattere culturale e sociale.
Grazie alla nutrita comunità sarda che risiede a Castelletto, Luciano Serra è
stato capace di creare un attivissima associazione che
svolge anche la funzione di
centro di ritrovo e aggregazione. Pienamente integrato
nella realtà comunale della
località ticinese, il centro
culturale è ormai diventato
un punto di riferimento coordinativo per quanto riguarda le iniziative sociali e
del tempo libero.
Le famiglie sarde che costituiscono il fulcro ed il
nucleo storico del Circolo,
ormai da diversi anni residenti nel comune ticinese,
sono riuscite a creare un
quasi perfetto connubbio
con la cittadinanza castellettese, a tal punto che le
feste “sardegnole” contano
una sempre maggior affluenza e partecipazione di
persone di origine non isolana.
Durante l’assemblea generale dei soci, che si terrà
nelle prossime settimane,
la segreteria delineerà il
programma delle attività
proposte per il nuovo anno.
A questo proposito Serra
ha già anticipato che molte
sorprese sono in cantiere,
non ultima il Grantour della Sicilia previsto per la
settimana dal 25 maggio al
2 giugno.
Corrado Sartore
EMIGRAZIONE
28
FEBBRAIO 2002
RICONOSCIMENTO PUBBLICO
AL CIRCOLO DI BOLOGNA
PER L'ATTIVITA' DI ASSISTENZA
Significativo riconoscimento pubblico al “Circolo
Sardegna” di Bologna per
l’attività di assistenza ed
aiuto ai familiari di ammalati costretti ad una permanenza nella città delle due
torri.
Ignazio Medde, in una
lettera allo Assessorato all’Emigrazione della Regione, al Circolo ed ai quotidiani “Il Resto del Carlino”
e “L’Unione Sarda” ed al
mensile “Il Messaggero
Sardo” esprime “gratitudine al Circolo “Sardegna” di
Bologna per la disponibilità dimostrata a me ed alla
famiglia di mio fratello, in
occasione della degenza di
mio nipote all’Ospedale
“I.O.R.” di Bologna».
In un momento difficile
quale quello che la nostra
società sta attraversando,
dove le parole “tolleranza,
comprensione, condivisione, carità ed umanità” sono
solo sterili definizioni
scritte in un dizionario, ho
potuto constatare ancora
una volta – sottolinea Ignazio Medde – che la disponibilità e la generosità verso
il prossimo rappresentano
una peculiarità che contraddistingue molti sardi in
tutto il mondo. E proprio
nella situazione contingente e difficoltosa in cui io e
mio fratello ci siamo trovati, è stato basilare l’aiuto
materiale e l’appoggio morale offertoci con assoluto
disinteresse ed abnegazione dal Circolo “Sardegna”,
nelle persone del suo Presi-
dente, del Vice Presidente
e di tutti gli appartenenti.
Sentire l’affetto e l’appoggio quando ci si trova in
una città che non sia la propria, non certo per turismo,
bensì per affrontare un serio problema di salute, è
una sensazione che rafforza l’anima e nel contempo
sprona la mente ed il corpo
a lottare ed a vincere la
dura sfida con la malattia.
Ignazio Medde conclude
la lettera «porgendo i più
sentiti ringraziamenti al
Circolo» ed esprimendo i
«più sinceri auguri di buon
lavoro per il futuro» ed i
complimenti «per il sostegno offerto a noi sardi che,
per lavoro o salute, ci vediamo costretti a lasciare la
nostra meravigliosa isola».
FESTEGGIATA LA BEFANA
AL CIRCOLO “SARDEGNA”
DAI CIRCOLI
MARIO CHERCHI ELETTO
PRESIDENTE DEL CIRCOLO
DI MONCHENGLADBACH
Il Consiglio Direttivo
del Circolo “Eleonora
d’Arborea” di Monchengladbach in Germania ha
assegnato le cariche interne tra i componenti eletti
dall’Assemblea dei soci.
Presidente è Mario Cherchi di Anela (Sassari). Lo
affiancano nell’Esecutivo
il Vice Presidente Andrea
Goddi di Siniscola (Nuoro); la Segretaria Karin
Cuccu nata a Monchengladbach ed il Cassiere Angelo Flore di Irgoli (Nuoro).
Completano il Direttivo i
Consiglieri: Sergio Musinu di Carbonia (Cagliari),
Salvatore Mura di Alba-
giara (Oristano), Natale
Vacca di Gonnoscodina
(Cagliari), Guido Sotgiu di
Chiaramonti (Sassari) e
Paoletto Farris di Gonnoscodina.
A far parte del Collegio
dei Revisori dei Conti
sono stati chiamati: Mario
Obinu di Cuglieri (Oristano), Sergio Zirano di Villacidro (Cagliari) e Battista Siotto di Olzai (Nuoro).
Il Collegio dei Probiviri
è composto da Mario Musinu di Carbonia, Giovanni Farris di Cagliari e Bartolomeo Secchi di Alghero
(Sassari).
RINNOVATO IL DIRETTIVO
A BASSANO DEL GRAPPA:
DENTI PRESIDENTE
Il Circolo Culturale Sardo “Sardegna Nostra” di
Bassano del Grappa, in
provincia di Vicenza, ha
rinnovato nelle riunioni del
28 ottobre e dell’8 novembre gli organi collegiali.
Il Consiglio Direttivo è
presieduto da Gianni Denti, affiancato, nell’Esecutivo, dal Vicepresidente
Duilio Fadda; dal Tesoriere Pietrino Casu; dal Segretario Antonio Saba e
dal Vicesegretario Mattia
Sanna.
Sono stati eletti Consiglieri: Ignazio Casula, Andrea Cuccu, Antonio Locci, Antonio Loi, Mario
Loi, Caterina Me, Antonio
Monti e Giovanni Sanna.
ANTONIO UDA
PRESIDENTE
A VANCOUVER
Il Circolo Sardegna di Vancouver, in Canada, ha rinnovato, il 21 gennaio il Consiglio Direttivo. Sono stati eletti: Lucia Bacchitta; Gemiliano Cara; Salvatore Cois; Michele Coviello; Giovanni Fronteddu; Elisabetta Porrà; Franco Spano;
Antonio Uccheddu e Antonio Uda. A sua volta il Direttivo ha
nominato il Comitato di Presidenza. Ne fanno parte: Antonio
Uda, Presidente; Franco Spano, Vicepresidente; Lucia Bacchitta, Amministratore; e Michele Coviello; Segretario.
La Befana è arrivata anche al
circolo “Sardegna” di Concorezzo - Vimercate - Monza. È
stata accolta al “Crazy bar” di
Concorezzo, dove si ritrovano
i sardi e soci del circolo, con i
tifosi del Cagliari-calcio.
Tanta la gioia di circa 50
bambini nel ricevere in dono la
calza piena di dolciumi e giocattoli.
Qualcuno un po’ timoroso
della vecchia donna con la scopa, ha tentato di allontanarsi
ma poi ha accettato la calza e
sorriso per la sorpresa.
Un rinfresco alla sarda ha
concluso la bella manifestazione.
Tutti hanno quindi raggiunto
la piazza principale, dove con
le musiche della banda comunale, sono stati accolti i Re
Magi con gli elefanti. Anche in
piazza, musica, balli e rinfresco per tutti per festeggiare
l’Epifania, che tutte le feste
porta via.
Il Babbo Natale del circolo
aveva in dicembre fatto visita
ai piccoli, figli dei soci, con
doni e sorprese.
Il circolo “Sardegna” è stato
inoltre presente alle varie iniziative e sfilate di Carnevale di
Brugherio, Vimercate e di
Trezzo sull’Adda (Milano) con
i nuovi costumi de “is mammhuzzonis” antiche maschere
del carnevale di Sardegna.
Per la festa della donna 8 - 9
- 10 marzo 2002 sono in allestimento una mostra ed una
conferenza dedicata al premio
Nobel “Grazia Deledda” per
ricordare il 75° anniversario
della consegna del prestigioso
riconoscimento da parte del re
di Svezia, nel 1927, alla scrittrice nuorese. Presenterà l’iniziativa, a Monza, il nipote
Alessandro Madesani Deled-
da, socio del circolo Sardegna,
assieme agli altri nipoti e pronipoti di Grazia Deledda, residenti a Monza da molti anni.
RINNOVATO
IL DIRETTIVO
A GIONZANA
L’Associazione dei sardi di
Gionzana in provincia di Novara, ha rinnovato in novembre il Consiglio Direttivo.
Sono stati eletti: Luciano
Zucca, Presidente; Gian Piero
Figus, Vicepresidente; Giampaolo Stefanelli, Segretario;
Giuseppe Cardillo, Tesoriere.
Li affiancano i Consiglieri:
Giuseppe Girau, Adriana Pivetta e Cipriano Lai.
COSTITUITO
A HEERLEN
UN NUOVO CIRCOLO
L’emigrazione sarda nei
Paesi Bassi si arricchisce di
una nuova iniziativa associativa. È infatti nato ad Heerlen, nel Limburgo, il Circolo
“Su Gennargentu”. Le 13
persone che compongono il
primo Direttivo si prefiggono
lo scopo di riunire i 4200 sardi che vivono nella cittadina
ed in quelle vicine. Presieduto da Luigi Spano, il Consiglio Direttivo è composto dal
Vicepresidente Alfredo Porceddu, dal Segretario Roberto Casu e dal Tesoriere Sergio Massa. I Consiglieri
sono: Mario Doneddu, Francesco Farre, Gavino Manca,
Giovanni Manca, Pietro
Piga, Raimondo Orrù, Rita
Orrù, Efisio Spano e Antonio
Varsi. Il Circolo “Su Gennargentu”, rimarrà aperto il venerdì dalle ore 19 alle 22, il
sabato dalle ore 14 alle 22, la
domenica dalle ore 11 alle 22
ed il lunedì dalle 9 alle 14. I
numeri telefonici della sede
(in via Beersdalweg 110A6401 Sc Heerlen), del Presidente e del Segretario sono:
045.5721651, 045.5250861,
045.5726658.
EMIGRAZIONE
29
FEBBRAIO 2002
Un Convegno, organizzato
dalla Federazione dei Circoli
Sardi in Olanda, si è svolto il 22
dicembre scorso nell’Hotel
Haarhuis di Arnhem sul tema
della “Donna Sarda Emigrata”.
Al Convegno è stata invitata la
Dottoressa Annarella Perra,
dell’Università di Cagliari,
esperta sulle donne sarde emigrate. Vi hanno partecipato le
donne dei Circoli Sardi in
Olanda che hanno presentato,
tramite una relazione individuale, la propria esperienza di
donne emigrate dalla Sardegna
fra il 1960 e il 1970, in genere
per seguire i loro mariti che cercavano un’occupazione stabile
in un territorio nordeuropeo.
Nelle relazioni sono emerse
le problematiche personali affrontate nel corso degli anni
dalle donne sarde emigrate e in
particolare sono state segnalate
le seguenti difficoltà: l’integrazione non sempre facile nella
società olandese; il problema
della lingua; l’incomunicabilità
fra donne sarde e donne olandesi per “forma mentis” e cultura.
Tutti gli aspetti sono, comunque, limitati ad un passato ormai lontano, in cui era veramente difficile affrontare la
vita in un paese così diverso da
quello d’origine, ma le donne
sarde hanno saputo superare
positivamente i gravi disagi cui
sono andate incontro grazie alla
loro caparbietà, allo spirito di
adattamento, alla volontà ferrea
di andare verso un avvenire migliore, anche a costo di grandi
sacrifici.
Molto validi sono risultati
anche alcuni interventi di donne non sarde (a esempio olandesi, spagnole) coniugate con
sardi in Olanda: hanno fatto conoscere un altro aspetto della
realtà “emigrazione”, in quanto
le loro storie sono un’ulteriore
testimonianza che l’integrazione fra culture diverse, come
quella sarda e quella olandese,
o spagnola o altre ancora, può
essere comunque raggiunta,
nonostante le difficoltà iniziali
per la diversità della lingua.
D’altra parte, è stato giustamente fatto notare dalle donne
stesse emigrate e madri di famiglia presenti, le nuove generazioni (i figli degli emigrati) non
hanno riscontrato né riscontra-
CONVEGNO A ARNHEM
DELLE DONNE SARDE
EMIGRATE IN OLANDA
no situazioni di particolare disagio, così come invece è avvenuto per le generazioni precedenti, anzi risultano perfettamente integrate nella società
olandese, e si sentono cittadini
europei. Ma non bisogna dimenticare che proprio queste
nuove generazioni ignorano
spesso molti aspetti fondamentali della cultura sarda e i Circoli Sardi per questo dovrebbero realmente coinvolgere in
maggior misura i giovani, in
un’ottica di continuità ideale
del lavoro svolto finora dagli
stessi in territorio olandese.
Le donne presenti, inoltre,
hanno lamentato anche un diffuso disinteresse da parte di un
certo numero di emigrate che
non partecipano attivamente
alla vita sociale dei Circoli Sardi. È fondamentale, è stato sottolineato, far sentire la propria
voce e presentare le proprie
istanze in sede assembleare; so-
prattutto è essenziale che vi sia
anche un’adeguata rappresentanza femminile nei direttivi.
Su sollecitazione del Presidente della Federazione dei
Circoli sardi in Olanda, Mario
Agus, perché siano più operative all’interno dei Circoli, le
donne hanno proposto di organizzare attività sociali finalizzate al coinvolgimento del settore femminile sul fronte emigrazione e nel contempo è stato chiesto che queste attività siano aperte anche alla comunita
olandese che ne fosse interessata, per far diventare i Circoli un
veicolo di socializzazione e
scambio fra culture differenti.
Dopo un’attenta discussione
sulle possibili tematiche da affrontare nel corso delle varie
nuove attività le donne sono
state concorde nel valorizzare
aspetti peculiari della cultura
sarda. In particolare sono stati
proposti per il 2002: la realizzazione di corsi mensili (circa 5
ore mensili per un totale di 60
ore) sul tema “Cucina e Cultura Sarda: i piatti tipici che hanno scandito la vita della società
sarda”, per far conoscere (soprattutto agli olandesi) il legame che esiste tra le specialità
della cucina sarda e le festività,
i culti e le tradizioni popolari
della Sardegna; ma anche l’invio di una newsletter mensile
bilingue (italiano/olandese) per
informare e sensibilizzare tutti
i sardi emigrati, iscritti ai circoli, sulle iniziative, programmi,
leggi ed altre novità sull’emigrazione.
Si sono dette pronte dando la
propria disponibilità ad operare
attivamente in questi progetti
Assunta Mossa, Iolanda Angioni, Franca Pinna, Marinella
Pili, Ausilia Foddis, Inike Caggiari, Londa Poddi.
Fra gli auspici anche quello
che i fondi destinati dalla Regione Sardegna vengano accreditati a tempo debito e regolarmente, per dar modo alla Federazione di procedere agevolmente nell’attuazione delle
proposte avanzate. Per questo
le donne riunite in convegno
hanno ritenuto opportuno inoltrare quanto prima le proprie
istanze alla Regione perché
vengano inserite nei Programmi annuali e triennali.
COSTITUITA A BOLOGNA
PARCO ARTISTICO E MUSEO
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO DI UN ARTISTA SARDO
«AMICI DELLA SARDEGNA»
A SAN PEDRO IN ARGENTINA
È stata costituita a Bologna
l’Associazione di Volontariato
ONLUS “Amici della Sardegna”.
L’iniziativa è stata assunta
da un folto gruppo di emigrati
sardi residenti nel capoluogo
emiliano. L’Associazione ha il
fine di alleviare i disagi fisici
ed economici di chi è costretto
a viaggiare per accompagnare
i propri cari negli ospedali della città.
Il Presidente, Rosina Ibba ed
i volontari di “Amici della Sardegna” sono alla ricerca di
strutture che, una volta sistemate ed arredate, consentano
ai corregionali la permanenza
a Bologna per assistere gli ammalati senza dover sostenere
l’onere, sempre più gravoso,
dell’affitto. Per poter far fronte all’alto numero di richieste
la permanenza non potrà superare i due mesi.
Nell’attesa di realizzare
l’obbiettivo previsto, l’Associazione propone un servizio
di prenotazioni per esami, visite e ricoveri.
Una precedente iniziativa
venne realizzata nel 1996 dagli
stessi volontari che, ristrutturarono un appartamento, adibito a Sosta Sanitaria, nell’ambito delle attività del Circolo
Sardegna.
Siamo fiduciosi – ha sottolineato Rosina Ibba – che il successo ottenuto in quell’occasione si ripeta e confidiamo
nell’appoggio e nella solidarietà delle Istituzioni e del popolo sardo. La sede dell’Associazione è in via San Donato,
209 40127- Bologna (tel. 051/
502854).
Si chiama “El sueno del
Tano”, è un interessante parco artistico e ospita un museo
che raccoglie la memoria storica degli abitanti e degli
emigrati, si trova nella zona
di San Pedro nella provincia
argentina di Buenos Aires.
Recentemente - ha informato
Piero Penduzzu al Messaggero Sardo inviando anche una
guida dell’area espositiva - si
stanno allestendo nuovi
stand. «Io con Mario - ha
scritto Piero - continuiamo
nel nostro impegno col piccolo museo e ora abbiamo
preparato un angolo con gli
oggetti della nostra Sardegna, con i costumi tipici».
Ma l’area espositiva, curata dalla famiglia Penduzzu, è
completata dal parco artistico
del fratello Graziano.
Qui animali, personaggi,
storici e mitologici, alcuni
della terra natale (dell’Italia)
e della patria adottiva, l’Argentina, sono stati creati e
proposti ai visitatori da Graziano, nato nel 1933 a Sassari da Pietrino e Penduzzu e
Grazia Oggianu.
Nel 1947 i genitori emigrarono in America e nel 1956
Pietrino arrivò a San Pedro.
A 33 anni Graziano - come
spiega lui stesso raccontando
un pò della sua storia - scopre
la scultura. Successivamente
nasce quindi El sueno del
Tano un luogo dove ha raccolto le suo opere, le sue
aspirazioni, i suoi sogni arricchito di idee e statue, di realizzazioni che lasciano il segno, incuriosiscono e stupiscono.
IL MESSAGGERO SARDO
30
FEBBRAIO 2002
C
apacità, esperienza, professionalità. E tanto,
tanto lavoro sul campo.
Con questi ingredienti, caratteristiche fondamentali per
sfondare in qualsiasi settore
della vita, che appartengono
propriamente al bagaglio tecnico di Nedo Sonetti, l’allenatore della tanto attesa scossa –
arrivata a cavallo dell’anno sta portando sorprendentemente il Cagliari verso le zone
tranquille della classifica. Non
solo i rossoblù hanno abbandonato le ultime quattro posizioni, quelle che il 2 giugno prossimo sanciranno la retrocessione in serie C, ma con una favolosa e, per certi versi, inaspettata striscia di risultati positivi,
hanno distanziato di ben cinque
lunghezze il quartultimo posto,
avvicinandosi a squadre di
metà classifica come Bari, Cosenza e Genoa che, d’ora in poi,
non potranno vivere sonni tranquilli.
Dal suo arrivo sulla panchina
della formazione rossoblù, Sonetti ha conquistato quattro vittorie e tre pareggi, sfiorando
una clamorosa rimonta sul
campo della Sampdoria, dove il
Cagliari alla fine del primo
tempo era sotto di due gol. Nella ripresa, nel giro di un quarto
d’ora, una doppietta di Sulcis e
una prodezza di Lucenti (davvero bella quanto difficile la
sua deviazione al volo di esterno destro da posizione quasi
impossibile) consentivano al
Cagliari di ribaltare il risultato.
Rimonta poi vanificata dal clamoroso errore sottoporta di
Suazo (che a pochi minuti dalla fine ha fallito a porta vuota il
gol del 4-2) e dal gol di Flachi
che ha messo fine alle speranze
di Sonetti e regalato all’ex Bellotto un pareggio, a quel punto,
insperato.
Certo, se fossero arrivati i tre
punti anche a Genova… qualcuno avrebbe potuto cominciare a
sognare a occhi aperti, magari
ricordando la storica impresa
compiuta dal Torino l’anno
scorso. Se è vero come è vero,
infatti, che il Cagliari deve
pensare esclusivamente alla
salvezza (che qualche mese fa
sembrava un obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere),
non si può non considerare che
I
l protagonista assoluto dei premi Coni 2001 è stato Jeff Onorato, campione maddalenino
che ha ricevuto la più alta onorificenza della sezione sarda del comitato olimpico nazionale: la stella d’oro al valore atletico.
A questo importante premio si
aggiunge il “Collare d’oro” al merito sportivo per gli anni ’99-2000.
Onorato è primatista e campione mondiale 1997 di sci nautico
per disabili, specialità Figure.
I dirigenti del Coni, con in testa
il presidente regionale Gianfranco
Fara, hanno deciso di assegnare la
stella d’oro al merito sportivo alla
società Cus Cagliari.
Il sodalizio universitario, presidente Adriano Rossi, è impegnato
in ben nove discipline: atletica,
calcio, canoa, canottaggio, hockey, pallacanestro, tennis, tennistavolo e scherma. l Cus Cagliari
vanta ben cinquantacinque anni di
attività, una delle più gloriose società isolane che ha fatto dello
sport un veicolo importante di socializzazione con risultati prestigiosi in campo nazionale.
Tra le apprezzabili iniziative
anche la realizzazione di un moderno e complesso impianto sportivo a disposizione degli universi-
CALCIO
Il cambio
dell'allenatore
ha dato buoni
frutti.
La squadra
cresce e il
pubblico si
riavvicina.
Ritrovato Suazo
LA CURA SONETTI
HA “GUARITO”
IL CAGLIARI
di Andrea Frigo
vincendo cinque, sei, sette partite di seguito in un campionato lungo e pieno di insidie
come quello cadetto, il Cagliari si sarebbe potuto presentare
al rush finale con qualche
chance di promozione. Così
come è altrettanto possibile
che, visto il calendario delle
prossime partite, se il Cagliari
si cullerà sugli allori credendo
di aver fatto chissà cosa e mollando gli ormeggi, potrebbe di
nuovo cadere nelle zone pericolose della classifica.
Lo stesso Sonetti, infatti, ha
messo tutti in guardia. Comincia adesso un tour de force di
tutto rispetto per i rossoblù,
attesi dalle prime tre della
classe (Empoli, Modena e
Reggina), dall’incontro tra nobili decadute al Sant’Elia con
il Napoli e dallo scontro-salvezza con il Siena in trasferta.
Se il Cagliari dovesse continuare a marciare a questi ritmi,
battendo le prime in classifica
potrebbe accorciare la distanza
dalla zona promozione, ma se
questo ciclo terribile non portasse alcun risultato positivo,
allora il destino di questa squadra sarebbe quello di lottare
sino all’ultima giornata per
non retrocedere.
Dalla vittoria sul Genoa, alla
vigilia di Natale, sino all’impresa sfiorata con la Sampdoria, il Cagliari ha conquistato
15 punti in sette partite. Ha
messo a segno 13 reti e ne ha
subite cinque. Per oltre 530
minuti (compresi quelli di recupero di ogni singola partita),
Armando Pantanelli è rimasto
imbattuto. Il record del portiere rossoblù, che durava dal 9’
di Cagliari-Genoa, dopo la rete
subita su rigore da Carparelli,
è stato interrotto dal colpo di
testa di Pecorari che ha siglato
il gol del 2-1 del Crotone.
Con l’avvento di Sonetti,
dunque, è tutto un altro Cagliari. Il tecnico toscano ha innanzi tutto sistemato la difesa, che
(ai tempi di Sala) faceva acqua
da tutte le parti, diventata in
poco più di un mese la quarta
migliore del torneo. Ha “reinventato” Modesto laterale destro e assegnato il ruolo di difensore centrali ai mastini Lopez e Cudini, relegando ad un
ruolo ormai marginale l’ex capitano Grassadonia.
Sistemata la difesa (capace
nelle ultime uscite di giocare
SPORT / Riconoscimento alla “Marcozzi”, campione
d'Italia di tennistavolo
ONORATO PREMIATO
DAL CONI SARDO
ATLETA DELL'ANNO
di Andrea Porcu
tari e della città, nell’area Sa Duchessa.
Altra stella al merito sportivo
del Coni, quella attribuita a Michele Di Martino, cagliaritano, da
trent’anni impegnato nello sport.
Un dirigente attivissimo. Ha ricoperto la carica di presidente della
società Canottieri Ichnusa ed
Esperia.
Attualmente è il massimo rappresentante della società Ginnastica Cagliari e della sezione “Corrias” dei veterani sportivi.
L’ex sindaco di Cagliari è stato
eletto due anni fa Governatore del
quarto distretto del Panatlhon International (Corsica, Liguria e Sardegna). Per dieci anni ha avuto
l’onore di guidare il Panathlon
Club di Cagliari.
Una carriera di diregente sportivo sempre vissuta in prima linea,
quella “verde” visto che non intende mollare assolutamente le redini.
La squadra dell’anno 2001 è stata invece la Marcozzi di Cagliari,
campione d’Italia per la quarta
volta nella sua storia, di tennistavolo. Cinque gli alfieri che hanno
condotto la squadra allenata da
Fabio Ferrero alla conquista del titolo tricolore.
Si tratta del campione italiano
assoluto di singolare, Massimiliano Mondello, del russo Sergei
Iloukhine, dei cinesi Chen Yu
Wey e Chen Jia e di Riccardo Ros-
si, utlizzato saltuariamente dal tecnico cagliasitano.
La Marcozzi sarà impegnata anche in questa stagione nella caccia
allo scudetto, con buone probabilità di ripetere gli exploit degli anni
passati. Presidente è Mario Gabba.
Il premio “Speranza sarda del
2001” è stato invece attribuito alla
campionessa europea juniores di
pattinaggio sulla distanza dei 3000
e 5000 metri, Paola Serrittu, sassarese.
La giovane pattinatrice ha conquistato anche la medaglia d’argento nei 10.000 metri su pista.
Nel suo curriculum già abbastanza significativo, da segnalare tre titoli italiani su strada e uno su pista.
“altissima” costringendo gli
avversari a cadere sistematicamente nella trappola del fuorigioco), Sonetti ha affidato la
regia al figlio d’arte Conti, ha
rilanciato Abeijon, diventato
ormai un titolare inamovibile,
leader sicuro e pieno di grinta,
e liberato da ogni schema Suazo ed Esposito, le vere armi in
più di questo sorprendente Cagliari. E, in attesa che arrivino
anche i gol di Cammarata, c’è
il neo acquisto Marco Negri
che scalpita per fare il suo
esordio con la maglia rossoblù
e dimostrare al mondo intero
che non è un giocatore finito.
Dopo le prodezze con il Perugia e negli anni d’oro passati in Scozia con la maglia dei
Rangers di Glasgow (nella stagione 1997/98 l’attaccante
nato a Milano 31 anni fa realizzò la bellezza di 32 gol in 29
partite di campionato), Negri è
finito nel dimenticatoio generale. Tornato in Patria (dopo
una breve parentesi a Vicenza
di tre anni fa) è rimasto qualche mese nel Bologna (con la
sorprendente squadra di Guidolin, però, ha giocato appena
uno spezzone di partita), quindi ha rescisso il contratto con
la società emiliana, e si è accordato con il presidente Massimo Cellino.
Ma dal mercato di riparazione, che si è concluso lo scorso
31 gennaio, non è arrivato solo
Negri. Forse anche in previsione di perdere Grassadonia (la
rottura con Sonetti e la società
appare ormai insanabile e a
fine stagione l’ex capitano lascerà quasi sicuramente la Sardegna) il Cagliari ha ingaggiato anche un difensore. Si tratta
di un altro straniero, il difensore brasiliano Joao Paolo Di Fabio, detto “Fabio”. Classe
1978. Difensore centrale di
1,85 metri, Di Fabio era svincolato dopo aver militato, lo
scorso anno, nell’ Atletico Paranaense. Giunto in Europa per
effettuare una serie di provini,
è stato segnalato al Cagliari da
Josè Altafini. Dopo un paio di
allenamenti alla corte di Sonetti, è arrivato il benestare del
tecnico e la firma del contratto. Di Fabio è il secondo brasiliano nella storia del Cagliari
dopo Nenè.
Ha gareggiato per la società
sportiva Libertas Palestra Usai di
Sassari, presieduta da Carmen
Usai, sotto la guida del tecnico
Michele Pulli.
Da quest’anno è tesserata per la
Polisportiva New Towers di Sassari.
Questi i premi più significativi
assegnati dal Coni regionale per il
2001.
Inoltre hanno ricevuto attestazioni di merito diversi atleti e società isolane che si sono particolarmente distinte nella scorsa annata
sportiva.
Tra i club citiamo la Torres,
campione d’Italia nel calcio femminile, la Tav di Quartu Sant’Elena, titolo italiano nel tiro a volo, la
polisportiva Aeden di Santa Giusta, campione d’Italia under 14 indoor e outodoor di pallatamburello, la polisportiva 90 di Nuoro, titolo italiano under 16 femminile di
pallamano, il gruppo Anmic di
Sassari, campione d’Italia di
basket in carrozzina, il gruppo Saspo di Cagliari, titoli assoluti disabili nelle staffette 4x400 di atletica
leggera e infine la Hyper Island
Team di sci nautico, campione
d’Italia nella specialità wakeboard.
IL MESSAGGERO SARDO
31
FEBBRAIO 2002
L
e attese tradite. In estate la
Torres aveva rivelato grandi ambizioni: «Disputare i
play off» avevano detto i dirigenti «Qualcosa di più» aveva rilanciato il tecnico Pino Petrelli. Invece dopo due mesi senza vittorie (appena 4 punti in sette partite) la squadra sassarese si è trovata penultima, in piena crisi, e priva del fantasista Luca Amoruso,
ceduto in comproprietà al Crotone (serie B) a fine settembre.
Peccato di presunzione, errori di
valutazione su un campionato diverso da quello dell’anno scorso,
sfortuna (leggi pareggio col Catania e sconfitta ad Avellino) e
infortuni. Ci sono tanti fattori per
spiegare il clamoroso flop rossoblù. A pagare è stato Petrelli
(succeduto al popolare Leonardi)
allenatore preparato ma forse anche troppo teorico: il 3-4-3 proposto dopo la partenza di Amoruso non ha funzionato e l’esonero è stato inevitabile. Con lui è
andato via il direttore generale
Nello De Nicola, che dopo due
anni di buon lavoro, ha avuto il
torto – secondo i dirigenti – di
puntare tutto su Petrelli.
Dopo la gara di interregno del
vice allenatore Giovanni Lungheu (0-0 casalingo col Lanciano) è stato chiamato Salvo Fulvio
D’Adderio, tecnico molisano che
ha ottenuto una promozione (in
C1 con il Giulianova) ma ha anche subìto due esoneri (dal Giulianova e dalla Fermana l’anno
scorso). Come nuovo direttore
sportivo è stato nominato Luciano Serra, in un curioso scambio
che ha portato quasi contemporaneamente De Nicola al Cagliari.
Il nuovo mister ha lavorato duramente per ridare compattezza
allo spogliatoio e un nuovo equilibrio tattico. Ci è riuscito dopo
un mese di lavoro e la Torres è
stata proiettata fuori dai play out
grazie ai 19 punti in 12 partite.
Una media quasi da play off, anche se la partenza ad handicap e
l’estremo equilibrio del campionato tengono la squadra sassarese più vicino ai play out salvezza.
Tra i migliori di questa prima
parte di stagione sicuramente gli
attaccanti Udassi e Langella che
hanno segnato 13 gol in coppia
(Langella è stato visionato persino dagli osservatori di Arsenal,
Manchester, Verona e Perugia
per Langella) il portiere Pinna, il
mediano Lo Nero (piace a Cagliari e Palermo) e il nuovo acquisto Lavecchia, tornante ventenne prelevato (purtroppo solo
in prestito) dalla Juventus. Più in
generale col ritorno di Castagna
U
n campione nella vita,
un campione nello
sport, un atleta socialmente impegnato. Lo definiamo così Jeff onorato, da La
Maddalena per la risolutezza e
per i grandi successi sui palcoscenici mondiali.
Lo sci nautico gli ha dato e
continua a dargli grosse soddisfazioni. Recentemente è stato
insignito del “Collare d’oro” al
merito sportivo per gli anni
’99-2000. La massima onorificenza sportiva gli è stata attribuita dal Coni, per aver vinto
un campionato del mondo. Jeff
Onorato gareggia per l’associazione sportiva sci club Saint
Tropez, che è iscritta a due diverse federazioni, quella italiana di sci nautico e l’altra italiana di sport disabili. Avere
tra le sue fila un campione di
questo calibro è naturalmente
motivo di enorme stimolo per
il club maddalenino nel prosie-
CALCIO
La squadra
sassarese
tradisce le attese
dell'estate ma
poi si riprende.
Nel campionato
interregionale
due sarde in
vetta:
Villacidrese
e Olbia
LA TORRES PARTE MALE
CAMBIA ALLENATORE
E RIPRENDE SLANCIO
di Giampiero Marras
(era stato operato ad aprile al ginocchio destro) la difesa è diventata più solida e l’utilizzo di una
via di mezzo tra il 4-4-2 e il 3-52 ha ridato equilibrio tattico ad
una Torres che non avendo più
Luca Amoruso non poteva giocare col trequartista.
La formazione sassarese ha
avuto comunque bisogno di
qualche ritocco per cercare di
non soffrire troppo nella conquista della permanenza anticipata
in C1 e così la società si è mossa
sul mercato e ha ingaggiato il
fantasista Andrea Cossu, 21 anni,
cagliaritano, cresciuto nelle giovanili della Johannes e poi andato alla Primavera del Verona. Il
diesse Serra vuole portare a Sassari pure il difensore della Primavera della Fiorentina Ercoli e il
centravanti del Boca Juniors (Argentina) Emiliano Rey.
L’obiettivo infatti non è solo la
salvezza ma anche la rifondazione della Torres perché ben otto
giocatori in scadenza di contratto, quattro prestiti e Langella che
lascerà Sassari per trasferirsi in
un club italiano o inglese almeno
di serie B.
Interregionale - Una piacevole novità per i tifosi sardi: due
squadre dell’isola, Villacidrese e
Olbia, a contendersi il primato del
Campionato Nazionale Dilettanti
e quindi la promozione in C2. È
partita benissimo la Villacidrese
affidata ancora a Bernardo Mereu. La fuga è finita all’inizio del
girone di ritorno (sconfitta con la
Caratese) però il primato resiste
seppur in comproprietà con l’Olbia e le inseguitrici continentali
(Guanzatese e Pro Lissone) non
sembrano avere le qualità della
Villacidrese. I segreti sono la
compattezza di un gruppo che già
l’anno scorso era andato benissimo e la solidità della miglior difesa del campionato. Positiva pure
la distribuzione delle responsabilità offensive. Segnano un po’ tutti: Falaguerra, Fadda, Ferreli e
Porcu sono tra i migliori realizzatori della Villacidrese.
L’Olbia aveva iniziato con un
redimento altalenante, ma negli
ultimi due mesi viaggia davvero
forte, tanto da avere agganciato
SFUMA IL PASSAGGIO
DI LANGELLA AL CAGLIARI
L
a chiusura del mercato è
stata movimentata dall’operazione che doveva
portare l’attaccante Antonio
Langella al Cagliari. Il trasferimento è saltato e tra le due
società è iniziato un poco chiaro e per nulla edificante scambio di accuse. Sassari ha imputato al Cagliari di aver ribassato l’offerta iniziale, il club del
presidente Cellino ha ribattuto
di aver sempre offerto due miliardi per il cartellino del gioca-
tore che ha firmato un contratto con la Torres sino al 2004. Il
padre del giocatore, Aniello, ha
avuto uno scatto d’ira comprensibile ma non scusabile nei
confronti di alcuni dirigenti
sassaresi durante la partita contro l’Ascoli. L’attrito tra Torres
e Cagliari si è attenuato dopo
l’incontro – avvenuto però a
mercato già chiuso – tra i due
presidenti. Insomma, l’ultimo
capitolo della vicenda non è
stato ancora scritto.
SPORT / È il primo atleta sardo a ricevere l'onorificenza
ASSEGNATO A JEFF ONORATO
CAMPIONE NELLA VITA
IL “COLLARE D'ORO”
di Andrea Porcu
guo delle attività.
Onorato è il primo atleta sardo a cui è stata assegnata la più
prestigiosa onorificenza e finora anche l’unico per quanto
concerne lo sci nautico. Il
campione di La Maddalena ha
ricevuto il premio a Roma assieme ad altri grandi atleti nazionali, quali i nuotatori Rosolino e Fioravanti, protagonisti
alle Olimpiadi di Sidney 2000
e Antonio Rossi, leader della
canoa mondiale.
Onorato, lo ricordiamo, è
primatista e campione mondiale nel 1997 nello sci nautico
disabili, specialità Figure. Ha
conquistato, inoltre, il titolo
europeo nella stessa specialità
nel ’97 e nel 2000 e quello dello slalom, sempre cinque anni fa.
Ha portato a casa diversi titoli italiani. Lo scorso anno si
è classificato al secondo posto
ai campionati mondiali disputati in Australia, nella specialità Figure. Insomma, un atleta
che con grandi sacrifici e tantissimo impegno sta portando
alla ribalta la Sardegna sportiva nell’ambito mondiale. un
bel biglietto da visita non solo
l’altra formazione sarda in vetta.
I galluresi allenati da Luciano
Foschi non hanno mai perso in
casa. Di più: hanno quasi fatto
l’ein plein: 28 punti sui 30 a disposizione. I “bianchi” hanno poi
il miglior attacco del campionato: due reti di media. Gran merito va alla coppia Rassu-Siazzu:
20 gol nelle prime diciannove
giornate. Nessuno riesce a fare
meglio. Se poi si aggiungono le
zampate di Sposito si capisce
come l’Olbia sia davvero una
macchina da gol capace di qualsiasi impresa.
Sotto tono invece il Tempio
che è ai margini della zona salvezza. Non bastano le reti del
bomber Casu e probabilmente è
anche risicato l’organico, dove
spicca i veterani Cariola e Chessa, ex della Torres. Il problema
dei galluresi è opposto a quello
dei cugini dell’Olbia: soltanto 10
punti in casa su altrettante partite. Troppo poco per rimanere sereni in graduatoria. Il tecnico
Gianni Addis ha chiesto rinforzi
e proprio dalla squadra sassarese
potrebbe arrivare l’attaccante Piredda, che farebbe la differenza
in questa categoria.
Naviga vicino alla zona play
out pure l’Atletico Elmas che
però era consapevole di dover
fare un campionato sofferto. La
giovane formazione affidata a
Virgilio Perra ha buoni margini
di crescita ma ha qualche problema in avanti dove solo Porceddu
riesce a farsi valere con discreta
regolarità.
In piena zona play out è l’Arbus di mister Beppe Martinez
che non riesce a schiodarsi dalla
terzultima posizione soprattutto
perché in trasferta raccoglie pochino: nessuna vittoria, cinque
pareggi e altrettante sconfitte.
Peggio di tutte sta il Tavolara
che occupa l’ultimo posto in solitudine ed esibisce cifre davvero
preoccupanti: appena 6 reti segnate (peggior attacco del campionato) e ben 36 gol incassati.
L’allenatore Sergio Eberini lavora duramente non solo sul piano
tecnico ma soprattutto su quello
psicologico per non far arrendere una squadra che obiettivamente è modesta.
Eccellenza - Avvincente la lotta in testa che vede il Calangianus
allenata da Mario Petrone e il Taloro Gavoi guidata da Pietro Corrias in vantaggio su Iglesias e
Nuorese. I bomber però appartengono ad altre due formazioni:
sono Cardu (Ilvamaddalena) e il
solito Stocchino del Quartu Sant’Elena che come spalla ha Pasini.
dal punto di vista sportivo, ma
soprattutto da quello sociale,
visto che Onorato è impegnato
in un progetto di grande valore umano denominato “Fly for
Life”, volare per vivere. E di
voli, come già abbiamo accennato, Jeff ne ha compiuti finora parecchi. Ora intende portare avanti questa iniziativa, per
avvicinare tanti ragazzi allo
sport e insegnare loro, soprattutto ai più sfortunati, come è
possibile abbattere le barriere
e superare gli steccati della
vita, anche quelli più difficili.
Il “Collare d’oro” non significa per Onorato fermarsi al
“treno del riconoscimento”,
ma proseguire con sempre
maggiore tenacia a centrare altri obiettivi, sia nella vita,
come nello sport.
E sappiamo che Jeff ha ancora tanta voglia di misurarsi,
con se stesso e con gli altri.
Auguri, campione.
IL MESSAGGERO SARDO
32
FEBBRAIO 2002
S
e vi capita di andare a PARIGI e vi trovate a passare
per “PIGALLE”, a qualche
decina di metri dal mitico
“MOULIN ROUGE”, sullo stesso marciapiede, tra lo sfavillio di
luci e di insegne di locali notturni, troverete un ristorante italiano
che si chiama “ LA SCUDERIA
DEL MULINO” .
Leggendo il menù esposto in
vetrina, rimarrete sorpresi, scorrendo la lista dei piatti: “malloreddus”, “culurgionis”, “spaghetti alla bottarga”, e tra i vini il
“Cannonau”. Insomma il ristorante è sardo , a dispetto del
nome e cognome del proprietario, TEODORO BIASIOLI, che
a prima vista potrebbe ingannare.
E sardi sono anche la maggior
parte dei camerieri, il pizzaiolo
ed il cuoco.
Non indugiate , entrate e sedetevi ad un tavolo (si mangia
bene) e se fate capire di essere
sardi anche voi , il signor Teodoro non mancherà di offrirvi un
aperitivo della casa ,un bicchiere
di vernaccia o di malvasia, e sarà
ben felice di fare quattro chiacchiere per soddisfare la vostra
curiosità ,così come è capitato a
me .
“Ma lei è proprio sardo”? gli
chiedo.
“Si. Sono nato a Villacidro,
terzo di 11 figli, primo dei maschi”.
“E come mai è finito qui a Parigi?”.
“Veramente a Parigi non ci sarei neanche dovuto arrivare, ma
il mio destino evidentemente era
questo...”
È una storia straordinaria,
quella che mi racconta Teodoro
Biasioli, simile, sotto certi aspetti, a quella di tanti emigrati sardi
che hanno, come si suol dire “fatto fortuna”, ma che in realtà questa fortuna se la sono creata lavorando sodo, facendo sacrifici
enormi e che, grazie anche a
qualche intuizione geniale, sono
stati poi premiati dalla vita.
“Eravamo 11 figli da sfamare e
non c’era lavoro. A Villacidro a
quei tempi si faceva la raccolta
delle olive e delle mandorle e ci
pagavano in natura, giusto di che
mangiare. Ma sono stati proprio
quei momenti difficili - dice con
orgoglio - che mi hanno forgiato
il carattere .Noi non avevamo
soldi, ma non ci mancava l’amore, la tenerezza di mia madre.
“Quando è morta, avevo compiuto da poco 18 anni, ho capito
che per me era tempo di partire.
Avevo una passione, la musica; e
così con una piccola valigia in
mano e la mia chitarra sotto braccio, sono andato in Corsica, l’isola vicina, alla conquista delle terrazze dei Caffè.
Sono rimasto due anni e mezzo a Sartène, vivendo di mance,
poi sono partito: destinazione
Bruxelles, dove avrei dovuto fare
un provino per incidere un disco,
alcune delle canzoni che avevo
scritto io stesso.”
Ma a Bruxelles, Teodoro Biasioli di Villacidro non c’è mai
arrivato.
Si è fermato a Parigi e anche
nella capitale francese si è messo
a strimpellare la chitarra e a cantare sulle terrazze dei grandi
“BOULEVARDS”,
guadagnandosi un pasto caldo e vivendo di
mance.
“In uno di questi ristoranti, più
simpatico di altri, mi sono fatto
degli amici ed ho scoperto la ristorazione - racconta - per due
anni ho fatto il commesso in una
pizzeria, poi il destino ha voluto
che un collega andasse in un altro
ristorante e l’ho seguito, e dopo
sei anni, quando i dirigenti di
PERSONAGGI /La straordinaria vicenda di Teodoro
Biasioli partito a 18 anni da Villacidro per la Francia.
Ora ha un ristorante vicino al mitico “Mulin Rouge” e
possiede una scuderia di purosangue
HA CONQUISTATO PARIGI
CON LA CUCINA SARDA
E CON I CAVALLI
di Antonello De Candia
una catena di ristoranti hanno
aperto un nuovo locale a QUIBERON, una rinomata località
turistica della Bretagna, sull’Atlantico, nell’Ovest della Francia,
mi hanno nominato responsabile.
Ed è proprio a Quiberon - racconta Teodoro Biasioli - che ho
incontrato l’uomo che ha segnato una svolta nella mia vita,
YVES SAINT MARTIN, uno
dei più grandi fantini di Francia.”
A questo punto capisco il perché di tante splendide foto di cavalli da corsa alle pareti del ristorante, che mi avevano colpito. E
faccio la domanda più ovvia:
“Lei è appassionato di cavalli
dunque!”
La risposta di Biasioli mi lascia di stucco: “Questa è la mia
vera attività.
Faccio l’allevatore, possiedo
una quarantina di cavalli da corsa, sia da trotto che da ostacoli,
ma soprattutto da galoppo. Senza
tema di smentite - mi dice tronfio
di orgoglio e mostrandomi una
splendida foto - il mio GENERIC, attualmente – questo è il più
forte galoppatore in circolazione
in Europa sulla lunga distanza
dai 2000 metri in su. Quest’anno
ha vinto 9 corse su 14 disputate e
nelle altre si è piazzato (con uno
splendido 2° posto nel L’ARC
DU TRIONPHE, una delle più
prestigiose corse di cavalli al
Mondo!).”
Ogni tanto Teodoro Biasioli si
alza dal tavolo e va a salutare gli
ospiti di riguardo che entrano nel
suo locale, poi torna a sedersi con
me e Costantino Falchi, l’amico
che ci ha fatto incontrare, che
vive da oltre 40 anni a Parigi e
che conosce tutti i Sardi emigrati, essendo il fondatore del circolo “Sa Domo Sarda”, che conta
oltre 2 mila iscritti, tra i quali,
manco a dirlo c’è anche Teodoro
Biasioli. Il quale, nonostante gli
impegni con i cavalli (tutti i giorni di buon mattino si reca a visitare le scuderie e osservare i puledri in allenamento), è sempre
presente nel suo ristorante.
“È la mia creatura - dice - e non
la trascuro, anzi. A Capodanno ci tiene a raccontarlo - ho battuto
tutti record, facendo in una serata 840 coperti in un locale che ha
appena un centinaio di posti - si
affretta a precisare -. Come ho
fatto? mi chiederà. Grazie al personale, che è quasi tutto sardo, ed
è motivato perché li pago bene,
ma ha funzionato tutto alla perfezione perché è tutto computerizzato. Insomma niente è per
caso.”
Va bene il ristorante, ma sono
sempre più incuriosito dai cavalli e torno alla carica, per riprendere il racconto, laddove si era
interrotto..., parlavamo di Yves
Saint Martin”.
“Yves era azionista della catena di pizzerie che dirigevo e veniva a QUIBERON in vacanza al
mare, e frequentava ovviamente
il mio ristorante. È stato lui a
farmi conoscere i cavalli: ne parlava con tanta passione e da intenditore, che ho cominciato ad
amare le corse anch’io - dice Teodoro Biasioli -”.
Ma com’è che siete diventato
proprietario di una delle scuderie più importanti di tutta la Francia - chiedo.
Teodoro, che ha superato da
poco la soglia dei cinquant’anni,
sorseggia un bicchiere di vernaccia, prende fiato e s’infervora nel
racconto.
“Un giorno sono andato a
LONGCHAMP, ero nella parte
riservata al pubblico e osservano
la gente che girava nel “l’enclosure des balances” il recinto
dove i cavalli fanno la passerella
prima della gara. Rimasi affascinato. Mi sono messo a sognare e
mi sono detto che anch’io avrei
potuto fare parte di questi iniziati. La vita è facile - commenta
Teodoro a voce alta inseguendo i
suoi ricordi -. Basta voler fortemente qualcosa, non dubitare
mai che la si possa raggiungere e
dopo molto lavoro e un po’ di
fortuna la si ottiene!”
Fu così che Teodoro Biasioli
un giorno partecipò all’asta per
acquistare un cavallo, (asta che
avviene di solito dopo una gara come gli appassionati di ippica
ben sanno ).” Eravamo in quattro, io, un mio fratello, BRUNO,
(che attualmente fa il ristoratore
anche lui a Parigi) e due amici
abbiamo “reclamato” un cavallo,
GRAYMAN, che ci è costato
118 mila franchi, poco più di 3
milioni. Qualche tempo dopo
l’abbiamo rimesso all’asta,
Grayman ha vinto, ma nessuno
lo ha acquistato .L’abbiamo tenuto e a tre anni il puledro si è aggiudicato l’Omnium di Francia e
grazie a questo successo ci siamo
costituiti un buon portafoglio,
così abbiamo continuato ad acquistare dei cavalli, tra cui TWEED GIRL, la cavalla che ha fatto
la mia fortuna, la madre di GENERIC. La pagammo 146 mila
franchi, circa 4 milioni e mezzo.
Eravamo cinque soci in principio, ma in seguito ad un disaccordo mi trovai ad essere il solo proprietario di TWEED GIRL.
E a questo punto, nella vita di
Teodoro Biasioli, si affaccia un
altro uomo del destino.
“Avevo notato un giovane apprendista fantino e mi aveva colpito il suo sangue freddo e la sua
serietà; si chiamava THIERRY
JARNET, lo contattai e gli offrii
il suo primo contratto.
Thierry mi vinse diverse corse
e quando il mio primo cavallo,
Grayman fu in età di essere ritirato, lo regalai a Thierry che era
molto attaccato al suo cavallo-feticcio. E fu proprio Thierry Jarnet che mi diede il consiglio di
fare di TWEED GIRL una fattrice (“Credetemi, questa giumenta
vi assicurerà la vostra pensione,
la vostra vecchiaia” - mi disse
dopo una vittoria). Seguii quel
consiglio, nonostante un allevatore tedesco mi avesse fatto una
offerta molto allettante per
TWEE GIRL, ma è stato più forte di me ed ho deciso che facesse
la mamma.”
Teodoro Biasioli, in un certo
senso si compiace di quello che
dice e sorride felice. “Oggi pos-
so considerarmi un esperto di cavalli, ho letto, studiato molto su
genealogie, razze e comportamenti, è fondamentale, ma mi
sono fidato soprattutto delle mie
intuizioni e oggi sto raccogliendo successi impensabili in campo nazionale, in Francia, ma anche all’Estero.
E parlando di ippodromi, è lui
ora che mi fa una domanda a cui
non so dare risposta: ”Ho sentito
che vorrebbero fare un ippodromo a Villacidro.
È una chimera per il mio paese, che non riconosco più, cambiato com’è, devastato dalle industrie.
Di ippodromi e di cavalli, mi
creda ,sono diventato un esperto.
E le posso dire che gli ippodromi
si fanno dove c’è popolazione e
dove c’è ricchezza.
A Villacidro sarebbe una struttura senza futuro. Mi azzardo a
dire che anche Cagliari, che pure
ha già un ottimo galoppatoio,
probabilmente non riuscirebbe a
tenerlo in attività e a fargli ruotare attorno tutta una economia e
un indotto. Figuriamoci a Villacidro!”
È tanta la voglia di Teodoro di
raccontare la sua vita, che si perde il filo.
“Ma vie, c’est pas du cinema!”
(«la mia vita non è un film»)
dice, ma gli somiglia molto diciamo noi) .
Teodoro Biasioli, non ha dimenticato certo la Sardegna e
grazie ai cavalli può permettersi
di venirci in vacanza tutte le estati con la famiglia, la signora
Francoise e i due figli, Stefano e
Alessandro ( il maggiore frequenta un master all’Università
in Australia per esperti di commercio internazionale, il piccolo,
14 anni, studia a Parigi). Al mare
di QUIBERON preferiscono
quello di Chia!
E poi per approvvigionare di
prodotti sardi il suo ristorante
LA SCUDERIA DEL MULINO, Teodoro Biasioli, ha contatti
molto frequenti con i suoi fornitori nell’isola.
“Io oggi sono un uomo felice,
posso dirlo, perché ho raggiunto
i miei obiettivi.
Facendo un tuffo nel passato,
quando ripenso al mio percorso,
ho una sensazione di benessere.
Penso - dice - di essere rimasto
fedele al mio passato. Certo sono
meno pessimista di prima, rifletto di più, perché la saggezza e la
serenità sono appannaggio dell’età.”
E per Teodoro Biasioli, il futuro potrebbe riservare ancora nuovi successi “Nella mia scuderia si lascia sfuggire - c’è ora un fratellastro di GENERIC, che ha tre
anni, l’ho chiamato BUCANIER, e sarà ancora migliore”.
Prima di salutarci non può fare
a meno di raccontarmi un'altra
“chicca”: conosce GianFranco
Dettori, detto FRANKYE? mi
chiede.
E chi non lo conosce il più famoso fantino del Mondo, nominato addirittura baronetto d’Inghilterra!
“La sua prima gara - dice Teodoro - il mitico Frankye l’ha
vinta montando un mio cavallo,
POLYTAINE, il 7 giugno del
1992, qui a Parigi, quasi dieci
anni fa.
Quel giorno, ricordo, doveva
fare la sua prima gara a Milano,
e quando gli chiesi di correre per
me, mi disse che non poteva, poi
invece telefonò al padre e lo pregò di sostituirlo a Milano: “Se
perdo a Parigi non se ne accorge
nessuno” mi confidò.
Ma quel giorno a Parigi era
nata una nuova stella dell’ippica.