DAL BRASILE OPPORTUNITA` PER LA SARDEGNA
Transcription
DAL BRASILE OPPORTUNITA` PER LA SARDEGNA
ANNO XXXIII / N. 2 / FEBBRAIO 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE) Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati EMIGRAZIONE DAL BRASILE OPPORTUNITA' PER LA SARDEGNA POLITICA REGIONALE NUOVO IMPULSO ALL'IMPRENDITORIA GIOVANILE RIFORME PIENO SOSTEGNO ALLA COSTITUENTE DAGLI EMIGRATI AMBIENTE L'ISOLA IN GINOCCHIO PER LA SICCITA' SANITA' UN BUCO DA 750 MILIARDI IL MESSAGGERO SARDO 3 FEBBRAIO 2002 verificarsi un analogo caso, di segnalarcelo al più presto. Appassionato di folklore chiede maggiore spazio per musica sarda Caro Messaggero Sardo, sono un emigrato di Villaputzu, residente in Liguria da quasi 25 anni. Ricevo sempre la vostra rivista e la leggo con molto piacere, anche se non perviene a mio nome. Devo fare due critiche, una rivolta alla Regione Sardegna, l’altra al mensile. La Regione dà a noi emigrati molto meno di quanto riceve, basta vedere le condizioni dei Circoli sardi (frequento il Sarda Tellus). Per riuscire a organizzare una qualunque manifestazione si devono fare i salti mortali. Al contrario, da noi emigrati riceve tantissimo: siamo ambasciatori nel mondo del prodotto Sardegna. Se si vendono prodotti sardi è perché noi li pubblicizziamo e offriamo. Lo stesso discorso vale per il turismo: siamo come tante “agenzie” pronte a offrire l’isola. Con questo non dico che la Regione non faccia niente, ma dovrebbe fare qualcosa di più. La critica che riguarda il giornale, è che si parla poco dei costumi, delle usanze, della musica e della storia. Quando si parla di storia, si parla di Nora, Caralis, Tharros e di Amsicora, mai di centri come Sarcapos, Serolapis e tanti altri di cui non sappiamo l’ubicazione, ma sono storicamente provati. Per esempio: chi erano gli Shardana? Sono appassionato di folklore ma, a parte la poesia che viene pubblicata regolarmente, non c’è nient’altro che riguarda l’argomento. Che cos’è il canto a tenores, quello con la chitarra, le launeddas? Noi sardi siamo orgogliosi di avere lo strumento più antico d’Europa, e forse del mondo, senz’altro la cultura musicale più antica del mondo. Se però qualcuno ci chiede che cosa sono le launeddas, non sappiamo cosa dire, quanti sono gli strumenti, in quanti gruppi si dividono, chi sono i grandi maestri, del passato e del presente, e i giovani che possono garantire un futuro allo strumento. Chi erano Efisio Melis, Antonio Lara e prima di loro Giuanniccu Crabas, Giuseppe Lara e adesso Aurelio Porcu, Luigi Lai e i loro allievi? Angelo Atzori Messaggero e cambio indirizzi contenente il testo integrale del programma annuale 2002 degli interventi a favore delle Associazioni sarde nel mondo. L’importo complessivo è di 6 miliardi e 500 milioni, somma che considerata l’esiguità delle risorse complessive a disposizione, non è, secondo noi, irrilevante. Peraltro, la Regione è impegnata per una migliore valorizzazione utilizzazione dei Circoli in funzione anche dell’azione di promozione che svolgono. Per quanto riguarda il giornale, è vero che “non è perfetto”, ma il suo giudizio è un po’ severo. Il “Messaggero” lascia ampio spazio alla storia e alle tradizioni nonché alla poesia e al folklore. Però abbiamo accolto volentieri il suo suggerimento sulla musica e presto un articolo sarà interamente dedicato alle launeddas tra passato e futuro. La informo che al maestro Antonio Lara di Villaputzu, come suo padre Giuseppe, è stata dedicata di recente una festa a Escolca. Per quanto riguarda il problema dell’indirizzo, stia tranquillo è stato risolto. Grazie e buone cose. Niente è dovuto a postini per copie Messaggero Caro Messaggero Sardo, sono una signora olandese, vedova di un emigrato sardo. Mio marito leggeva volentieri il giornale, ma io non conosco l’italiano così sono costretta a dirvi di non mandarmelo più. Vi comunico, inoltre, che le Poste di Delft ci fanno pagare per ogni Messaggero ricevuto 2,85 fiorini olandesi (pari a 2.400 lire). Il motivo è che il francobollo non è sufficiente. A Delft ci sono molte lamentele su questo fatto. Fam. Fruianu Beekers Meermanstraat, 50 2614 AK Delft - Olanda via Prasio - 16149 Genova Caro Atzori, la sua lettera, che abbiamo sintetizzato nel rispetto del contenuto, mette l’accento su una delle questioni più delicate che la Regione sta cercando di affrontare e risolvere, soprattutto negli ultimi anni. Dire che fa molto meno di quanto riceve dagli emigrati, è senz’altro una critica-provocazione che rende bene il senso del suo discorso. L’impegno assunto nei confronti dei Circoli non è una cosa da poco, non solo in materia di fondi per le iniziative culturali, ma anche per la realizzazione di attività destinate alla formazione professionale, studi e ricerche e all’informazione. Nel numero di novembre 2001 è stato pubblicato l’inserto Cara Signora Beekers la ringraziamo per la segnalazione e nel porgerle le condoglianze vogliamo rassicurarla che l’abbonamento al giornale sarà soppresso. Un ringraziamento particolare per quanto ci segnala a proposito delle Poste olandesi. È la prima volta in assoluto che ci giunge questa voce e ci sorprende non poco perché il Messaggero viene inviato in abbonamento con il rispetto delle tariffe europee in materia di carta stampata. Niente, pertanto, è dovuto a Poste o Postini al momento del recapito del giornale. Davanti ad insistenze dite di rivolgersi al giornale, in quanto voi non siete tenuti a pagare alcunché. Preghiamo gli emigrati sardi, nel caso in cui dovesse Caro Messaggero Sardo, abito in provincia di Torino dal 1967, ma sono nato e vissuto per 18 anni a Senorbì (Cagliari). Dopo circa 8 anni in fabbrica, da 27 lavoro alle Poste come portalettere. Ciò mi consente di distribuire ai molti sardi residenti il giornale. Fra le tante copie che distribuisco molte risultano indirizzate a persone trasferite, che non hanno fatto il cambio d’indirizzo, o decedute. Mi domando se non si potrebbe fare in modo che ritornino al mittente. Rivolgo un appello a coloro i quali si sono trasferiti affinché facciano subito il cambio di residenza. Rivolgo un saluto particolare ai miei compaesani sparsi in Italia e in Europa. Vitale Serra via Gioberti, 19/7 10043 Orbassano - (Torino) Caro Serra, abbiamo sintetizzato la sua lettera il cui contenuto è per noi molto significativo e importante e di questo la ringraziamo. La Redazione del “Messaggero” sta, infatti, procedendo ad una revisione del fascettario e alla verifica degli indirizzi. Insieme al suo appello, a cui ci uniamo, preghiamo i lettori sardi nel mondo che abbiano cambiato numero di codice postale di comunicarcelo unitamente a eventuali modifiche all’indirizzo. Risulta, invece, non praticabile la restituzione al mittente, in quanto i costi sono molto elevati. Grazie ancora. Continuità territoriale e tariffe internazionali Caro Messaggero Sardo, con notevole piacere ho potuto apprendere la notizia dell’approvazione del principio della continuità territoriale. Sicuramente un notevole passo avanti per tutti i sardi che rivendicavano una libera circolazione sul territorio nazionale. Resta il rammarico, nonostante una gara di partecipazione alle offerte a carattere internazionale, che le tariffe vengano applicate solo sul territorio nazionale. Per una grande quantità di sardi che lavorano all’estero nulla è cambiato, anzi le tariffe sono aumentate. Certo per i sardi che non hanno alcun interesse al di fuori dell’Italia, il fatto non sarebbe scandaloso; viene però meno la possibilità di spostare la nostra isola al nord delle Alpi. È interessante notare, in un clima di leale concorrenza come alcune compagnie straniere (vedi Ryan-Air) si preoccupino più delle nostre di coprire i servizi a sostegno della nostra isola. Gian Domenico Scognamillo sono interamente condivisibili. Riteniamo, tuttavia, che l’impegno manifestato dal mondo politico regionale su questa difficile partita possa rappresentare un significativo momento con ulteriori sviluppi. Speriamo bene. Per vincere solitudine cerca amici circolo in Francia Caro Messaggero Sardo, scrivo queste poche righe per avere un’informazione sul Circolo dei Sardi “Grazia Deledda” di Fameck, in Francia. Sono originaria di Villaputzu, emigrata da 37 anni, sono rimasta vedova 3 anni fa. Ho sempre desiderato andare alla sede del Circolo, ma al telefono non risponde nessuno (0382572437). Sarei molto contenta di comunicare con famiglie sarde. Teresa Ghiani 50 Avenue de l’Aviation 54400 Longwy - (Francia) Cara Signora Ghiani, finalmente, dopo due lettere inviate al “Messaggero”, ottiene la risposta che chiedeva! Ci scusi per il forte ritardo. Il numero di telefono della seconda pagina del giornale, è diverso da quello che lei ha scritto nella lettera. L’indirizzo (1, rue de Touraine) è invece giusto. Provi a comporre il numero telefonico 0387/572437. Siamo certi che troverà la compagnia giusta. Auguri. Chiede pubblicazione filastrocca della nonna Caro Messaggero Sardo, vorremmo che fosse pubblicata sul giornale la filastrocca “Is paraulas de Santu Martinu” che mia nonna, deceduta a Sestu, all’età di 101 anni, recitava spesso. Alice e Alfio Meloni Cari Meloni, abbiamo soddisfatto la vostra precedente richiesta di reperire il testo della filastrocca grazie al prof. Salvatore Tola. Non è possibile, per motivi di spazio, pubblicare integralmente il componimento. Tuttavia vista la circostanza e con l’intento di accumunare molti lettori che ricorderanno il testo della filastrocca trascriviamo l’ultima strofa, la tredicesima, nelle due versioni: Trexi: no e’ lexi e no e’ lei, dogna gana mala si allontanit de tui e de mei e nci arruat a is profundus de s’inferru lontanu setti domus de bixinau (si spodat a terra tres hortas) Puh bestia... Puh bestia... Puh bestia, foras de me siast oppuru: Trexi non e’ lexi e non e’ lei, treximilla passus foras de mei a chi nci arruast a mari sciundau, a mari senz’e fundu e no torrist a bi’ pius mundu ne anima battiada (luxi de Deus) S. Josefstrasse, 7 67067 Ludwigshafen Caro Scognamillo, le sue considerazioni, che abbiamo in parte sintetizzato, Nuovo abbonato a Roma e storia dei paesi sardi Caro Messaggero Sardo, sono Federica e sono figlia di genitori emigrati da più di 30 anni. Ora abitiamo a Roma e, nonostante torniamo ogni estate nella terra natia, durante il resto dell’anno sentiamo la mancanza della Sardegna, ma grazie al giornale siamo sempre informati sui vari argomenti. Vi chiedo la possibilità di inviare il mensile ad un amico di famiglia, che vive a Roma da oltre 30 anni. Colgo l’occasione per chiedervi un favore personale: vorrei avere notizie sull’origine dei paesi dei miei genitori: Pabillonis e Isili. Federica Lampis via Pietro Bembo, 43/N 00168 Roma Cara Lampis, abbiamo inserito l’indirizzo segnalato nell’elenco degli abbonati. Per quanto riguarda la sua richiesta, che rispecchia l’esigenza di molti lettori, la informo che fin dai prossimi numeri il “Messaggero” ospiterà alcuni servizi sui diversi paesi dell’isola di cui verrà narrata la storia passata e presente. Vi invitiamo a leggerli. Speriamo che al più presto trovino spazio anche quelli da lei richiesti. Abbiamo intenzione, inoltre, di introdurre una rubrica fissa con delle schede sui paesi. Giovane ingegnere argentino cerca lavoro Caro Messaggero Sardo, sono figlio di una emigrata sarda venuta da piccola in Argentina iscritta al Circolo Sardo di Miramar. Sono un giovane laureato in Ingegneria Elettrica, disoccupato come tanti argentini; ho una buona padronanza della informatica (Windows, Office e AutoCAD) ed ottima conoscenza della lingua inglese. Cerco di approfondire e tenermi in esercizio con la lingua italiana leggendo “Il Messaggero Sardo” che riceve mia madre e nei websites italiani su Internet. Purtroppo, a una lunga ricerca di lavoro, con esito negativo, si è aggiunta la grave crisi economica a cui tutti dobbiamo far fronte. Vorrei sapere se sia possibile trovare un lavoro anche non relativo alla mia professione. Avendo la doppia cittadinanza, sono in grado di trasferirmi immediatamente. Alejandro Manrique via Uruguay 154 7600 - Mar Del Plata Repubblica Argentina tel. 54 223 474-9811 fax 54 223 474-9124 e-mail am2202@hotmail.com Caro Manrique, abbiamo riassunto la sua lunga lettera e non ce ne voglia, siamo consapevoli delle gravi difficoltà in cui si trova l’Argentina e dei problemi di lavoro. Non possiamo fare molto se non affidare il suo indirizzo, numero di telefono ed e-mail ai lettori del giornale. Non invii il suo curriculum a noi. Non si faccia illusioni. Speriamo che tra gli amici del Messaggero ci sia qualcuno in grado di aiutarla. Auguri. EDITORIALE 4 FEBBRAIO 2002 L a Sardegna è afflitta da una crisi di torpore della sua classe dirigente, politica, imprenditoriale, intellettuale. Una crisi che rischia di far perdere all’Isola l’ultima occasione per agganciarsi al treno dello sviluppo e colmare il divario con le regione più avanzate d’Europa. Di questa situazione di difficoltà ad affrontare le grandi questioni sul tappeto: sul versante politico-amministrativo, su quello economico e su quello istituzionale, sembrano tutti consapevoli. Ma al contempo nessuno riesce a imprimere quell’impulso decisivo per affrontare i problemi e risolverli. Sul fronte politico il passaggio (mai completato) dal sistema proporzionale al maggioritario sembra dare risultati opposti a quelli sperati. Per cui non solo non si ha più governabilità o più stabilità di prima, ma anzi si assiste a una sostanziale paralisi operativa. Le coalizioni costituite in sede elettorale stentano a coagularsi in soggetti politici omogenei. I partiti sono percorsi da continue tensioni interne che non sempre giungono a sintesi per cui conta sempre più la posizione (o l’ interesse) del singolo. Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. La polarizzazione degli schieramenti rischia di impoverire la dialettica e il confronto. Le associazioni degli imprenditori sono molto insoddisfatte dei ritmi con cui procedono programmi e investimenti ma usano cautela nel far sentire la loro voce per non essere coinvolte in “questioni politiche”. In molti c’è la consapevolezza che ci si sta avvicinando a un baratro, ma non si ha la forza per cambiare rotta. Più che in passato sembra perdurare nel tempo, fino al giro di boa della legislatura, il “clima” da campagna elettorale. Circostanza che non aiuta a trovare le necessarie convergenze sulle grandi questioni che riguardano il futuro della Sardegna. Eppure mai come in questo periodo l’Isola ha avuto le risorse per realizzare gli interventi strutturali che le possono permettere di svolgere un ruolo importante nel Mediterraneo come ponte tra l’Europa e l’Africa. I fondi messi a disposizione dall’UE superano i 12.000 miliardi di lire. Non riuscire a LA CRISI DI PROPOSTE DELLA CLASSE DIRIGENTE IMPOVERISCE IL DIBATTITO spenderli sarebbe un crimine verso i sardi. La situazione è ancor più preoccupante se si tiene presente che dal 2006 la Sardegna uscirà dalle regioni comprese nell’“Obiettivo 1” e, quindi, perderà molti finanziamenti europei. E se è vero che è in atto una battaglia per riconoscere alla Sardegna le diseconomie derivanti dall’insularità (con la costruzione del ponte di Messina, sarà l’unica isola italiana) è altrettanto certo che difficilmente le casse di Bruxelles si apriranno per chi non è stato in grado di sfruttare le risorse ottenute in precedenza. Dall'Argentina una lezione da tenere a mente POLITICA REGIONALE 5 10 Voto unanime in Consiglio per imprenditoria giovanile caccia e scuola ECONOMIA di Luigi Alfonso Luci e ombre nell'economia 6 7 Emergenza idrica: a Cagliari l'acqua solo per sei ore di Puccio Lai di Daniela Salis di Maria Grazia Galigaris di Eugenia Da Bove AMBIENTE Premio giornalistico per 14 ricordare Ugo Licciardi Ombre minacciose sul 9 futuro del parco dell'Asinara di Gibi Puggioni SERVIZI DALLA SARDEGNA Buco di 750 miliardi nella gestione della sanità sarda L'identità linguistica condizione indispensabile per proporsi in Europa 8 della Sardegna di Gherardo Gherardini Iniziativa del Centro sinistra per modificare lo Statuto speciale legamento tra i vari invasi al rifacimento delle reti di distribuzione dove si perde la metà dell’acqua raccolta. Sono incomprensibili e inaccettabili le lungaggini burocratiche, i ritardi e lo scaricabarile delle responsabilità. Le emergenze vanno affrontate con decisione. Che senso avrebbe, altrimenti, la decisione del Governo di nominare il presidente della Regione (e l’assessore dei Lavori Pubblici) Commissario per l’Emergenza Idrica? Come è pensabile poter sfruttare la risorsa turismo senza la certezza di poter garantire un adeguato riforni- SOMMARIO EDITORIALE 4 Basti pensare al dramma della siccità che da sempre affligge gran parte del territorio sardo. È vero che quello del 2001 è stato l’inverno più secco da 60 anni a questa parte, ma è inaccettabile che nel terzo millennio l’acqua sia razionata. Come può Cagliari proporsi come “capitale del Mediterraneo” se dai suoi rubinetti l’acqua sgorga per sole sei ore al giorno! Quello della più razionale distribuzione delle risorse idriche – che in Sardegna ci sono – è un problema sul tappeto ormai da molti lustri. Si conoscono i problemi ma anche i possibili rimedi, dal col- Un parco per cervi e mufloni nei monti di Muravera di Raffaele Serreli CULTURA 11 Artisti sardi si mobilitano per la Costituente di Carlo Manca 19 Lo storico Manlio Brigaglia lascia l'insegnamento nell'Università di Sassari TRASPORTI 32 Dopo l'estate l'ultimo 12 a cura di Salvatore Tola di Antonello De Candia In mostra a Maringà le meraviglie della Sardegna di Gianni De Candia 13 Costituito a Salvador de Bahia un circolo sardo per rinsaldare i rapporti tra Brasile e Sardegna 16 Confermato l'impegno degli emigrati in Italia per la riscrittura dello Statuto di Salvatore Tola 21 Parlando in poesia Ha conquistato Parigi con la cucina sarda e con i cavalli EMIGRAZIONE di Eugenia Tognotti 20 romanzo di Antonio Puddu mento idrico a alberghi, case e villaggi? Come è sperabile poter sviluppare le produzioni agricole? Come si può ipotizzare di attirare nuovi insediamenti industriali ? Senza acqua non ci può essere sviluppo. Quello dell’acqua è un problema vitale. Così come di primaria importanza sono quelli dell’ energia e dei trasporti. Su queste questioni – che riguardano tutti i sardi – non dovrebbe essere difficile trovare le necessarie convergenze. Un’altra questione di fondamentale importanza è la riscrittura dello Statuto autonomistico. Il dibattito su questo argomento finalmente, seppure stentatamente, sembra decollare. Che ci sia bisogno di uno Statuto nuovo che sappia dare alla Regione i poteri che le permettano di giocare un ruolo da protagonista in Italia e in Europa, è convinzione condivisa. Il persistere di un clima politico “avvelenato” non ha per molto tempo permesso di confrontare idee e proposte. Le acque sono state smosse con la iniziativa trasversale del Movimento per l’Assemblea Costituente. Dopo i primi passi titubanti finalmente si stanno mobilitando anche gli intellettuali e gli artisti. Ma non si vedono sui giornali sardi – come sarebbe auspicabile – accesi confronti, interventi, polemiche, proposte, suggerimenti. Insomma un clima sciroccoso sembra intorpidire ancora le classi dirigenti sarde. L’auspicio è che una raffica di maestrale rinfreschi le menti e ridia stimoli e impulsi a politici, imprenditori e intellettuali. Nei prossimi giorni comincerà in Consiglio regionale l’iter per l’approvazione del Bilancio e della legge Finanziaria. Un passaggio importante per l’economia dell’Isola. La manovra finanziaria arriva in Aula con notevole ritardo in conseguenza della crisi che ha portato alla caduta della Giunta Floris. Dense nubi si addensano ancora all’orizzonte. Le tensioni dentro la maggioranza rimangono e il rinnovo delle presidenze delle Commissioni di metà legislatura, le hanno acuite. Le diplomazie partitiche sono in moto per riportare serenità e accordo, ma il partito dei “franchi tiratori” è sempre in agguato. Come la minaccia di scioglimento dell’ Assemblea regionale. di Roberto Puddu Tariffe più vantaggiose ma anche licenziamenti con la continuità territorale 15 di Andrea Frailis SPORT cura Sonetti ha guarito 30 La il Cagliari di Andrea Frigo Onorato premiato dal Coni sardo atleta dell'anno di Andrea Porcu La Torres parte male cambia allenatore e riprende slancio 31 di Giampiero Marras RUBRICHE 22 Sardegna notizie 24 Emigrazione IL MESSAGGERO SARDO 5 FEBBRAIO 2002 D opo quattro giornate di intenso lavoro, alla metà di gennaio, il Consiglio regionale ha approvato tre importanti provvedimenti di legge, tutti molto attesi. Particolarmente il primo, sull’imprenditoria giovanile. Frutto dell’unificazione di quattro distinti testi di legge presentati dalla giunta regionale e da diversi gruppi politici per “favorire l’occupazione”, è arrivato in aula dopo un lungo iter ed una complessa trattativa con l’Unione europea, che aveva “bocciato” un analogo provvedimento, la legge 28/84, mai notificato alle autorità comunitarie. Il nuovo provvedimento servirà, quindi, per sanare una difficile situazione creatasi nell’Isola dopo che i progetti presentati da molte società giovanili, proprio in base alla legge 28, ed istruiti positivamente dagli istituti di credito, non avevano ottenuto i previsti finanziamenti regionali. Molte società, che avevano iniziato a realizzare i loro progetti o si erano esposte nei confronti del sistema creditizio, sono venute a trovarsi in notevole difficoltà ed hanno ripetutamente chiesto l’adozione di provvedimenti riparatori. La nuova legge, il cui testo è stato concordato tra la Regione e la Commissione europea, definisce esattamente le finalità, i settori produttivi beneficiari, la tipologia delle misure di aiuto (contributi in conto capitale, in conto interessi, per spese di gestione), nonché i requisiti soggettivi di ammissibilità ai benefici. Viene inoltre precisata meglio la nozione di piccola e media impresa (definita secondo i parametri europei) ed introdotto il vincolo di destinazione e temporale per gli investimenti effettuati in Sardegna. Che cosa cambia rispetto alla “vecchia” 28? Innanzitutto, nelle finalità riassunte all’art. 1, non compaiono più la pesca e l’agricoltura, restringendosi i campi d’intervento alla produzione di beni e servizi (compresi quelli socio- assistenziali) ed al settore turistico, con opere complementari e produzione di servizi connessi. Le piccole e medie imprese ammesse a contributo dalla disciplina dell’Ue devono essere costituite, in misura non inferiore al 60 per cento, da giovani in età compresa fra i 18 ed i 35 anni non compiuti, iscritti alla classe prima delle liste ordinarie di collocamento. In aula non c’è stato uno scontro sul voto finale (la legge è stata infatti approvata al’unanimità), ma sull’articolo finanziario. Per la precisione, l’articolo 14, che nella stesura finale stanzia 87,7 milioni di Euro (170 miliardi di lire) da erogare nel 2002, mentre 103,3 milioni di Euro (200 miliardi di lire) sono previsti per ciascun anno del quadriennio dal 2003 al 2006. Si arriva così ad un totale di 970 miliardi in cinque anni, che dovranno coprire anche i progetti legati ai Piani integrati d’area. La scadenza del 2006 è stata imposta dall’Ue, dato che per quell’anno è prevista l’uscita della Sardegna dall’Obiettivo 1. Dopo l’approvazione del provvedimento, l’opposizione ha ribadito le perplessità espresse in aula: la nuova legge non POLITICA REGIONALE /Approvate le leggi che rifinanziano le imprese per la continuità territoriale con le isole minori, l'allungamento della stagione venatoria e lo smaltimento dei rifiuti tossici VOTO UNANIME IN CONSIGLIO PER IMPRENDITORIA GIOVANILE CACCIA E SCUOLA di Gherardo Gherardini finanzierà i progetti presentati dopo il 1999, perché i 500 milioni di Euro stanziati serviranno solo per sanare le vecchie domande. I Capigruppo della maggioranza hanno manifestato soddisfazione per il via libera al provvedimento. «È stata varata - ha detto il forzista Giorgio Corona – una legge importantissima, attesa dai giovani. Merito del Centrodestra, che ha reperito risorse per evadere tutto il pregresso con un intervento pari a mille miliardi». Corona ha anche dato atto all’opposizione «di aver concorso ad approvare le nuove norme». E se Bruno Murgia (A.N.) ha chiesto che «i fondi della 28 vengano spesi con lungimiranza», Nello Cappai, a nome del Ccd, ha spiegato che il sì alla legge «è un passo importante e dovuto per tutti i giovani che, con coraggio e determinazione, avevano utilizzato la vecchia legge per creare impresa». Mario Floris (Misto-Udr) ha invitato «maggioranza ed opposizione a mettere mano a tutte le leggi di settore». Ma il Centrosinistra ha attaccato la Giunta. «La discussione sulla nuova 28 – ha detto il capogruppo dei Ds, Renato Cugini – ha reso evidente la pochezza delle politiche del Centrodestra». Paolo Fadda (Ppi) ha criticato anche la maggioranza, per non aver inserito «altri fondi che avrebbero permesso di far partire immediatamente il primo bando. La dimostrazione che avevamo ragione è l’approvazione dell’ordine del giorno della maggioranza. Vigileremo affinché gli impegni assunti siano mantenuti nella Finanziaria». Per Peppino Balia, capogruppo dei socialisti di Fsd, «la preoccupazione e le perplessità rimangono. La Giunta non è stata in grado di dare certezze». Dello stesso tenore le dichiarazioni di Luigi Cogodi (Rif. Com.): «Non ci fidiamo degli impegni della Giunta». Del varo della nuova legge hanno gioito per primi i rappresentanti del Comitato per la 28, che hanno combattuto per due anni ed hanno assistito per tre estenuanti giornate ai lavori del Consiglio sulle tribune del palazzo di via Roma. «Adesso speriamo – hanno detto – che gli assessorati e gli istituti di credito competenti rispondano con prontezza e si instauri un clima collaborativo». Sempre all’unanimità, è stata approvata la legge sulla continuità territoriale per le isole minori, assicurando i collegamenti marittimi notturni per Carloforte (coperti dalla compagnia Delcomar) e La Maddalena (compagnia Tris). L’impegno finanziario della Regione è di 3,1 milioni di Euro (6 miliardi di lire) per il 2002, ma sono stati assicurati 1,8 milioni di Euro (3,5 miliardi di lire) per sanare buona parte delle spese sostenute dagli armatori nel 2001. «Consultata la Ragioneria, valuteremo se ci sarà bisogno di una reintegrazione in sede di manovra finanziaria», ha spiegato l’assessore dei trasporti, Tore Amadu. Il consigliere Marco Tunis (Misto-Udr), presidente della quarta Commissione, che ha esitato il provvedimento, si è detto «particolarmente soddisfatto per il voto dell’aula, che ha varato una legge importante, soprattutto sul piano sociale, perché dà sicurezza a popolazioni che altrimenti sarebbero penalizzate dalla condizione di insularità». Dello stesso tenore il commento di Antonio Calledda (Ds), che ha evidenziato come l’approvazione della legge rappresenti «la positiva soluzione di un problema che sta particolarmente a cuore agli abitanti di Carloforte e di molti paesi del Sulcis». Luigi Cogodi (Rif. Com.) ha sollecitato «maggiore chiarezza da parte della Giunta, per- ché non si debba procedere con la sistematica proroga seguita da una sanatoria». Su proposta del sardista Giacomo Sanna, il provvedimento ha ottenuto il carattere d’urgenza. Il terzo dei provvedimenti citati in apertura, anche questo approvato all’unanimità, riguarda la possibilità di smaltire in Sardegna, fino al 31 dicembre 2002, i rifiuti speciali di provenienza extraregionale. È infatti stato temporaneamente abolito il divieto contenuto nell’art. 6 della legge finanziaria del 2001, che bloccava lo smaltimento di detti rifiuti da parte delle industrie locali. La precedente disposizione, prevista per vietare trasporto, stoccaggio, conferimento, trattamento e smaltimento in Sardegna di rifiuti (comunque classificati) provenienti da oltre Tirreno, di fatto stava compromettendo la produttività di diversi impianti industriali che devono utilizzare i rifiuti quali materie prime nei processi produttivi. «Il motivo della deroga – ha spiegato il relatore Tonino Frau (A.N.) – è quello di venire incontro alle esigenze delle imprese regolarmente autorizzate, che in Sardegna utilizzano come materie prime scarti o rifiuti di altre lavorazioni. Ma,i intervenuti Luigi Cogodi (Rif. Com. – «questa mozione punta a scongiurare il pericolo che il Centrodestra amputi risorse già stanziate per la scuola»), Pasquale Onida (Pps – «la Giunta troverà la risposta adatta nell’interesse reale della Sardegna»), Dino Pusceddu (Fsd – «la sottrazione delle risorse per l’edilizia scolastica è estremamente preoccupante») e Giorgio Balletto (Fi – «dobbiamo imparare a convivere con minori risorse, considerata la politica di rigore e gli inevitabili tagli al bilancio»). «Di fronte alla preoccupante prospettiva dell’analfabetismo di ritorno – ha detto il popolare Gian Valerio Sanna – si sce- glie di penalizzare il futuro dei giovani, sui quali si dice, ma solo a parole, di voler investire. Stiamo andando verso una scuola colabrodo, che non privilegia l’attività formativa”. Se per Roberto Capelli (Cdu- Pps) l’istruzione e la formazione sono fondamentali per proiettare la Sardegna in Europa, secondo Giacomo Sanna (Psd’Az) gli impegni assunti in Consiglio devono essere rigorosamente rispettati, così come si deve pretendere il rispetto di quelli del Governo. Fortemente critici verso il ministro Moratti gli interventi di Peppino Balia (Fsd) e di Silvio Lai (Ds), il quale ha affermato che «solo chi vuole coscienze spente non investe nella scuola». Dopo Giorgio Corona (Fi), che ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno unitario ed ha difeso l’operato della Giunta, ha preso la parola l’assessore della pubblica istruzione, Beniamino Scarpa (Misto), che ha respinto le accuse di insensibilità e di sottovalutazione del problema. Sempre ai primi di febbraio, il Consiglio ha approvato, con voto unanime, un altro provvedimento di legge molto atteso, vale a dire la nuova legge sulla caccia. È stata introdotta una modifica all’art. 49 della legge 23 del ’98 (che definisce norme di protezione della fauna selvatica e stabilisce il periodo di caccia), in base alla quale l’attività venatoria è stata estesa fino a tutto febbraio, a partire dalla terza domenica di settembre. «Le specie – stabilisce la legge – non possono essere cacciate durante il periodo di nidificazione, né durante le varie fasi della riproduzione e della dipendenza e, qualora si tratti di specie migratorie, durante il periodo della riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione». Sono previste alcune eccezioni per quanto riguarda il cinghiale, che può essere cacciato dal primo novembre al 31 gennaio, e la tortora selvatica, a disposizione dei cacciatori dal primo giorno di settembre per un massimo di due giornate. Il varo della nuova legge è stato possibile dopo la modifica del Titolo quinto della Costituzione, che dà alle Regioni la possibilità di decidere autonomamente in materia. Da anni le associazioni venatorie sollecitavano una modifica della norma nazionale, partendo dalla considerazione che le condizioni ambientali mutano da Regione a Regione, da anno ad anno e sono condizionate dall’andamento climatico stagionale. Siro Marroccu (Ds), relatore della legge, ha sottolineato che il provvedimento rispetta le norme comunitarie ed ha precisato che «non esiste in Sardegna una lobby che tende ad estendere l’attività venatoria, ma al contrario la caccia è stata limitata e regolata proprio dai cacciatori». Anche Tonino Frau (An), presidente della Commissione ambiente, ha dato atto ai cacciatori sardi di aver sempre dimostrato grande coscienza ambientalistica ed ha aggiunto che «con questa proposta di legge saremo in grado di gestire, nel modo migliore, il patrimonio faunistico e l’attività venatoria nell’isola». IL MESSAGGERO SARDO 6 FEBBRAIO 2002 P iù che un buco, il deficit della Sanità sarda sembra ormai una voragine: 747 miliardi di lire il disavanzo stimato per il 2001, ma non è assolutamente certo che non possano essere ancora di più da qui ai conti certi di fine anno. Lo hanno affermato i direttori generali delle Asl, ascoltati in audizione dalla commissione Sanità del Consiglio regionale per l’esame del piano di razionalizzazione della rete ospedaliera. L’assessore della Sanità, Giorgio Oppi, ha smentito le cifre: “Molti direttori generali ha detto – non conoscono i numeri ed evidentemente non sono bravi in matematica. Sanno benissimo che stiamo erogando risorse finanziarie per azzerare i debiti del 1998 e del 1999 per un totale di 236 miliardi”. A giudizio dell’assessore il “buco” è più piccolo e ammonta a non più di 500 miliardi, dovuti in gran parte alla spesa farmaceutica e al rinnovo del contratto dei medici. “Chi non raggiunge gli obiettivi – ha aggiunto riferendosi ai Direttori generali – andrà a casa”. Ma quali sono i conti che i direttori generali delle Asl hanno portato alla Commissione Sanità che, per la prima volta ha cercato di capire i veri numeri della sanità isolana, rifiutando un ruolo di mero pagatore. “Purtroppo – ha detto Noemi Sanna, presidente della Commissione – nessuno paga. C’è un senso di impunità generale e un abitudine culturale e amministrativa al deficit”. Ci sono quindi due versioni sulla disastrata situazione della Sanità sarda: quella dell’assessore e quella dei manager. “L’esame dei dati di bilancio di previsione concernenti l’assessorato della Sanità ed Assistenza Sociale hanno messo in luce – spiega Noemi Sanna – rispetto all’anno finanziario 2000 un incremento di circa 325 miliardi che fanno lievitare lo stato di previsione complessivo fino a circa 3.894 miliardi. La parte più consistente di questa quota (308 miliardi) è utilizzata per il finanziamento di spese correnti delle Asl; per l’integrazione del Fondo sanitario nazionale (parte corrente) e per il concorso della Regione al ripiano dei disavanzi delle Asl. Si tratta di spese a carattere obbligatorio, che rendono il bilancio della Sanità rigido e che non lasciano alcuno spazio alla attuazione di una politica sanitaria più innovativa, né permettono di migliorare, sul piano dell’efficacia, dell’efficienza, e della appropriatezza i livelli essenziali di assistenza. Sulla base dei dati forniti dagli uffici l’ammontare complessivo dei disavanzi è così ripartito secondo le annualità: anno 1998: circa 157 Mld (inseriti come previsione di ripiano); anno 1999: circa 377 Mld (privi di previsione di copertura); mentre per anno 2000 non esistono dati certi non essendo ancora SANITÀ / L'audizione dei Direttori generali nella Commissione del Consiglio regionale fa emergere una situazione disastrosa. L'assessore tranquillizza. Noemi Sanna: bisogna cambiare rotta BUCO DI 750 MILIARDI NELLA GESTIONE DELLA SANITÀ SARDA di Puccio Lai Oristano. Qui siamo a meno 60 miliardi. Il manager Eugenio Strianese ha parlato della mancanza dei servizi di otorino, oculistica e neurologia che provoca la fuga dei malati. “Una fuga che ci costa quattro miliardi all’anno”. pervenuti agli uffici competenti della Regione il totale dei documenti contabili delle Asl. Tuttavia sulla base della spesa storica e del trend indicato dalla spesa stessa è verosimile supporre che il disavanzo 2000 possa essere pari, se non superiore, al disavanzo 1999. Il solo disavanzo del 1999 – ha rilevato Noemi Sanna – supera di circa 50 miliardi l’incremento della spesa sanitaria 2001 rispetto all’anno precedente. Una ulteriore fonte di preoccupazione è rappresentata del fatto che nella legge finanziaria dello Stato si stabilisce che a partire dall’anno 2001: “le singole regioni, contestualmente all’accertamento dei conti consuntivi sulla spesa sanitaria da effettuare entro il 30 giugno dell’anno successivo, sono tenute a provvedere alla copertura degli eventuali disavanzi di gestione attivando, nella misura necessaria, l’autonomia impositiva”. Ciò significa che il pagamento dei deficit amministrativi della sanità pubblica sarà, d’ora in avanti, messo in capo al sistema produttivo locale ed ai cittadini in prima persona. Pertanto diventa inderogabile l’applicazione degli strumenti di controllo sugli atti e di controllo di gestione e di qualità, peraltro previsti per legge, attivando eventuali opportune censure laddove si riscontrino gestioni che si discostino dal pareggio di bilancio in percentuali che vanno oltre la misura del 5% ammesso per legge. Se noi ci troviamo in questa situazione evidentemente, quello che è mancato sono proprio i controlli”. Ma quali sono stati i rendiconti dei manager delle Asl sarde? Eccoli in ordine di audizione in Commissione sanità. le arriverà la Medicina generale (con 47 posti letto). Conti in regola, invece, per l’azienda ospedaliera Brotzu (l’unica sarda, 31 mila ricoveri l’anno dei quali 12 mila per emergenze). “Bilanci in ordine, elevato indice di rotazione dei posti letto, personale medico e infermieristico di grande capacità” ha affermato il direttore generale Franco Meloni, aggiungendo che “il deficit è di 8 miliardi ma escludendo le somme degli ammortamenti siamo in attivo”. Cagliari. Il direttore generale Efisio Aste prevede per la sua Azienda uno sbilancio per quest’anno di 215 miliardi: “Da qui – ha dettol’urgenza di rimettere in ordine i conti e tirare la cinghia”. Cosa fare? In tempi brevi si chiuderanno i poliambulatori di viale Trieste a Cagliari e di Quartu, il presidio multizonale e il ridimensionamento di Chirurgia pediatrica. Ma razionalizzare – ha spiegato Aste – significa anche rendere funzionali alcuni ospedali: il Marino perderà la sua clinica ortopedica che verrà trasferita al San Giovanni di Dio dal qua- Lanusei. L’Asl ogliastrina (che serve 59 mila abitanti) ha il tasso di ospedalizzazione tra i più alti in Italia: il 220 per mille, sessanta punti in più della media regionale (160 per mille) e il direttore generale Italo Fancello prevede di chiudere il bilancio 2001 con un passivo di 17 miliardi. La mancanza di specialisti provoca un altissimo tasso di fuga di malati che si fanno curare in altre Asl. “Ci vorrebbero – ha commentato Fancello – incentivi, risorse finanziarie che non abbiamo. È un circolo vizioso dal quale non si riesce ad uscire”. Sanluri. Il direttore generale Chicchi Trincas, ha annunciato che la Asl chiuderà l’anno con un passivo di 20 miliardi “Difficilmente migliorabile se non saranno rivalutati i Drg, fermi al 1994 nonostante la forte evoluzione dei costi fissi”. Sassari. Il buco quest’anno arriverà a 230 miliardi, contro i 160 dell’anno scorso. Il direttore generale Antonello Scano ha spiegato che la razionalizzazione della rete ospedaliera “potrà essere effettuata al meglio quando si avrà il Piano sanitario regionale”. L’azienda sanitaria conta 5,8 posti letto ogni mille abitanti contro i 4 stabiliti dal piano della Giunta, ma Scano non vuole tagliare quasi nulla: “Ci sono strutture da riconvertire – ha risposto – più che da tagliare. Al massimo possiamo rinunciare a 300 posti letto”. Carbonia. Il deficit per il 2001 si aggirerà tra i 50 e i 70 miliardi. Per il direttore generale Emilio Simeone è arrivato il momento «di una nuova ridistribuzione dei posti letto», ma la Asl sta mettendo a punto “una riorganizzazione sia per quanto concerne il piano strutturale che quello dei servizi”. Nuoro. Cento miliardi di buco: i bilanci dell’Asl sono vistosamente in rosso, ma è “il prezzo che si paga – ha detto il manager Franco Mulas – per garantire servizi a un territorio di 5.200 chilometri quadrati, con una popolazione distribuita in 77 Comuni. “A complicare e aggravare la situazione c’è stato anche il diffondersi dell’epidemia della “blue tongue” che ha colpito il patrimonio ovicaprino, un terzo dell’intera isola. Olbia. I conti non tornano per 27 miliardi. Un deficit che, per ammissione il dg Efisio Scarteddu, non sembra destinato a ridursi. «Qualche risparmio è possibile – ha detto il direttore generale – riducendo il personale, ma nella sostanza le cose non cambieranno”Due i nodi da sciogliere: l’ospedale di La Maddalena e la forte pressione della domanda dei non residenti durante la stagione turistica. Insomma, a sentire i direttori delle otto Aziende sanitarie locali sarde (con l’unica eccezione dell’Azienda ospedaliera Brotzu) la sanità sarda è malata ma è difficile curarla e guarirla. Singolarmente hanno tutti apparentemente – ragioni da vendere. Ma i conti non tornano per nessuno. Per Noemi Sanna, presidente della Commissione Sanità, “a fronte di una spesa sanitaria sempre più in crescita non sono state adottate, ad oggi, reali misure di ottimizzazione della stessa. Dai 50 miliardi di lire del 1997 siamo passati ai 157 del 1998, ai 377 del 1999. Le cause di questo deficit non si conoscono: il Consiglio regionale non è messo nelle condizioni di comprendere quali sono i meccanismi che producono tale deficit: se ci siano responsabilità degli amministratori, se si tratti di incapacità o inesperienza, se si tratti di meccanismi intrinseci alla legge o di altro ancora.” “Noi aggiunge Sanna – vorremmo porre fine a questo meccanismo perverso. L’auspicio è che questa Giunta voglia intervenire efficacemente su queste problematiche e che i direttori generali delle Asl manifestino una qualche forma di buona volontà a collaborare con noi per trovare una soluzione che metta al riparo i cittadini sardi da quella che, se non si pone rimedio immediatamente, sarà una vera e propria bancarotta”. “Alla radice di molte storture – afferma Tore Sanna, dei Ds, membro della Commissione sanità, già amministratore di unità sanitaria locale per quattro anni – c’è la mancanza del Piano sanitario regionale. È incredibile che non si riesca a legiferare su questo argomento da ben 16 anni. Da qui l’anarchia totale. Non c’è informatizzazione, non c’è controllo della spesa, non c’è contabilità di bilancio per budget. Ognuno si muove per proprio conto, sicuro che poi non risponderà a nessuno del suo operato. Io da politicoamministratore ricevevo un compenso di poco meno di quindici milioni di lire l’anno. Adesso i nuovi “manager” che avrebbero dovuto garantire efficienza e risultati eclatanti, ricevono centinaia di milioni di lire l’anno: facendo un raffronto non mi pare che la gestione “pubblica” dei vecchi Comitati di gestione sia stata davvero un disastro. Anzi, è il caso di dire che si stava meglio quando si stava peggio.” Sanna punta il dito sugli amministratori regionali: “Il vero disastro – spiega – è che questi tanto mitizzati manager avrebbero l’obbligo tassativo del pareggio di bilancio, pena il licenziamento in tronco. Invece sono dei gestori di deficit a “piè di lista”. E così perchè la legge, da anni, non viene rispettata. È pur vero che la Regione non dà obiettivi certi e precisi (anche per l’inesistenza del Piano sanitario), ma questo scaricabarile provoca soltanto uno sperpero di risorse fuori da ogni buon senso comune. Basta solo pensare che la sola Asl di Sassari, con i suoi 230 miliardi di deficit (non di spesa, si badi bene) assorbe da sola il doppio degli stanziamenti che il bilancio regionale assegna all’assessorato dell’Industria per sostenere i nuovi insediamenti produttivi in tutta l’isola”. IL MESSAGGERO SARDO 7 FEBBRAIO 2002 Il mese di gennaio non ha portato la pioggia tanto attesa. Le scarsissime precipitazioni del mese si aggirano attorno ai tredici millimetri; una quantità irrisoria. Il coro degli esperti è unanime si tratta di un’emergenza siccità senza precedenti, dell’annata più secca degli ultimi sessanta anni. Infatti negli ultimi tre mesi solo il quaranta per cento delle precipitazioni in relazione alla media del periodo ha bagnato il suolo meridionale dell’isola. Gli invasi del Flumendosa - Campidano sono quasi a secco, contengono solo 20 milioni di metri cubi d’acqua; il 3,9% della capienza totale. Vista la situazione allarmante il 1° febbraio il Commissario per l’Emergenza idrica Mauro Pili ha firmato l’ordinanza che limita l’erogazione dell’acqua di altre 3 ore a Cagliari e nei 60 comuni del circondario serviti dall’E.A.F. e dall’E.S.A.F. Dal 4 febbraio i rubinetti sono aperti dalle sei del mattino fino alle dodici, tre ore in meno rispetto ai mesi passati. Le misure del commissario governativo consistono in alcune variazioni dello scacchiere delle riserve idriche e riguardano in primo luogo il congelamento degli invasi di Santa Lucia e di Bau Muggeris. Le acque di quest’ultimo sono state destinate in favore del sistema medio Flumendosa – Campidano mentre è stato interrotto il trasferimento delle acque da Cixerru a Bau Pressiu. L’acquedotto del Sulcis verrà alimentato con le risorse del Bau Pressiu. Una conferenza permanente di monitoraggio e consultazione terrà la situazione costantemente sotto controllo. La conferenza è composta dalla Regione, la Protezione Civile, l’E.A.F. e l’E.S.A.F. che si impegnano a tenere un dialogo aperto con i Comuni e gli Enti locali coinvolti nell’emergenza idrica. Se da una parte viene garantita una regolare fornitura agli ospedali e alle carceri, per gli usi agricoli vengono destinati centomila metri cubi d’acqua al mese mentre, per l’industria 0.9 Mmc al mese. Si tratta di un altro duro colpo per l’agricoltura del basso Campidano già piagata dalla recente gelata che ha provocato gravi danni alle colture del carciofo, della barbabietola da zucchero, della patata e del finocchio nonché degli agrumeti. Tra gli agrumi , i mandarini e i clementini al 90% sono andati perduti e non sono più commerciabili; delle arance si è salvata un piccola percentuale. D’altra parte Il sub commissario per l’emergenza idrica Silvestro Ladu ha assicurato l’acqua per l’agricoltura per il mese di marzo, periodo delle semine. Per quanto riguarda l’abbeveramento del bestiame e le serre, l’uso dell’acqua dovrà contenersi nel limite dei centomila metri cubi al mese. L’ordinanza del presidente della Regione proibisce inoltre l’annaffiamento di giardini, parchi, strade e aiuole. Le misure urgenti (dato che l’acqua degli invasi del Flumendosa basterà solo per due mesi,) servono ad arginare solo temporaneamente il problema siccità, ma per risolverlo definitivamente occorrono delle misure radicali. Le soluzioni prospettate per SICCITA' È stato l'inverno più secco degli ultimi 60 anni. Nei bacini ci sono riserve per poche settimane EMERGENZA IDRICA: A CAGLIARI L'ACQUA SOLO PER SEI ORE di Daniela Salis far fronte all’emergenza siccità dall’assessore Ladu sono contenute in un Piano e prevedono l’utilizzo delle acque reflue di Cagliari e dell’Hinterland (Quartu S. Elena, Selargius, Quartucciu etc.) per l’irrigazione dei campi. Per i non addetti ai lavori con il termine “acque reflue” s’intende secondo l’art. 2 del decreto dell’assessore della Difesa dell’ambiente n°34 del ’97 acque nere e/o meteoriche defluenti nelle fognature o nell’ambiente. Queste liquami urbani convogliati al depuratore di Is Arenas del Comune di Cagliari passeranno nell’impianto di affinamento dell’E.A.F. del quale ha l’appalto una ditta delle Puglie. Le acque reflue dopo un primo trattamento del depuratore di Is Arenas ad opera della ditta tedesca “Ruhr Wasser”, subiranno un ulteriore trattamento dell’impianto E.A.F e attraverso una condotta saranno convogliati nel bacino del Simbirizzi e saranno utilizzate esclusivamente per l’irrigazione. Attualmente sono in corso solo delle prove tecniche e le acque vengono scaricate dal depuratore al mare, ma a breve l’impianto sarà operativo. I reflui in questione i cosiddetti “reflui civili” sono costituiti in gran parte dalle acque di derivazione domestica; (feci e urine ai quali si uniscono i liquidi di cucina, le acque di lavaggio della persona, delle stoviglie e della casa). Si può quindi intuire il carico inquinante. La domanda sorge quindi spontanea, l’acqua trattata potrà essere utilizzata senza rischi per l’irrigazione dei campi? I tecnici assicurano che le varie fasi di trattamento dell’acqua eliminano completamente i fattori inquinanti rendendola più che sicura. Esistono tuttavia altre soluzioni in programma come quella di utilizzare le acque del Sulcis presenti nelle zone minerarie. Analisi chimiche e batteriologiche eseguite 5 anni fa circa ne avevano escluso l’uso potabile, ma non l’utilizzo per l’agricoltura e per l’industria tanto è vero che L’assessore Ladu ha quindi disposto ulteriori analisi per verificare quanto già rivelato dallo studio a suo tempo realizzato dal prof. Antonio Contu dell’Istituto di Sanità dell’Università di Cagliari. Le analisi eseguite su queste acque avevano rivelato la presenza di numerosi metalli tra i quali i più pericolosi sono il Cadmio, piombo, il mercurio. Occorre pertanto verificare l’attuale concentrazione dei metalli e valutare inoltre la capacità di assorbimento e ove fosse necessario diluirla. Solo dopo un attento monitoraggio anche della capacità di assorbimento del terreno si potranno impiegare le acque per l’irrigazione. Intanto si stanno studiando altre misure per risolvere quest’emergenza senza precedenti. Il Sindaco di Cagliari Emilio Floris sta invocando la costruzione di un dissalatore che metterà al riparo dalla carenza di precipitazioni dato che l’acqua del mare non manca. Nel frattempo, visto che la costruzione del dissalatore è lunga e dispendiosa, il Comune di Cagliari e gli altri centri del Circondario dovranno risolvere il problema conseguente alle restrizioni dell’erogazione dell’acqua. Le condotte infatti vengono sottoposte ad uno stress non indifferente, soprattutto quelle vecchie che non sono più in grado di resistere ai colpi di “Ariete” (così vengono chiamati tecnicamente i conflitti creati dallo scontro dell’aria presente, dovuto alla chiusura delle tubature e l’acqua) che sono causa di nuove perdite e in grado inoltre di modificare le caratteristiche fisico chimiche dell’acqua nonché quelle batteriologiche e organolettiche (del gusto, odore e colore). Una soluzione a questo problema è stata prospettata dal sindaco di Quartu Sant’Elena Davide Galantuomo che ha previsto un’erogazione dell’acqua nella cittadina durante le 24 ore a bassa pressione che metterà a riparo le condotte da eventuali danni. Altra nota dolente della vicenda riguarda gli utenti che dovranno pagare l’aria al posto dell’acqua oltre a dover provvedere quotidianamente in mancanza dell’autoclave, all’approvvigionamento con bidoni, vasche da bagno e serbatoi fai da te. A Cagliari il 30 % dell’acqua potabile viene perso a causa del dissesto della rete idrica. A fine febbraio inizieranno i lavori per sostituire le vecchie condotte, la Giunta regionale inoltre ha destinato quaranta miliardi per il completamento del sistema fognario di Cagliari e l’eliminazione degli scarichi a mare. Oltre alle condotte “colabrodo”, milioni di metri cubi di acqua vanno perduti dall’inizio di quest’anno. È il caso delle acque del Coghinas e in particolare dell’invaso di Casteldoria, l’unico bacino ad avere una riserva pressochè invariata rispetto allo scorso anno. L’ENEL infatti, a ridosso del bacino ha costruito un impianto per la produzione di energia elettrica. Purtroppo non c’è modo di riutilizzare l’acqua che alimenta le turbine: il risultato è che un bene prezioso da alcuni mesi si disperde senza che si possa far nulla per impedirlo. A dire il vero i sindaci della zona hanno avanzato alcune proposte, come la realizzazione di un impianto di sollevamento per riportare le acque a monte, che però alla fine risulta troppo dispendioso e quindi di difficile attuazione. Mentre si pensa al recupero dell’acqua che va perduta bisognerebbe fare un’opera di sensibilizzazione per limitare gli sprechi causati dalla mancanza di una cultura del risparmio dell’acqua Il fatto che gli utenti privati paghino una cifra forfetaria un minimo garantito di 84 metri cubi all’anno a prescindere dal consumo effettivo non aiuta certamente ad arginare gli sprechi. A poco valgono le raccomandazioni di chiudere i rubinetti quando ci si lava i denti o quando ci si insapona per fare la doccia tanto si paga la stessa bolletta .In agricoltura la musica non cambia si paga l’acqua in base al consumo o alla dimensione del fondo. In pratica non è stata ancora definita una politica che disciplini il consumo e morale della favola secondo i rilievi dell’ESAF risultano ingenti sprechi di acqua potabile. Per quanto riguarda i consumi domestici il Governo ha emanato un provvedimento che limiterà il pagamento al consumo effettivo. Questa misura ha però creato forti perdite nei bilanci dei soggetti gestori e pertanto si è optato per una soluzione graduale. Nei prossimi sei mesi il minimo garantito sarà ridotto di 30 metri cubi fino all’abbattimento totale previsto per la fine dell’anno. Facendo un bilancio consuntivo per risolvere il problema siccità, dicono gli esperti servirebbero mesi estremamente piovosi, a questo punto non resta altro rimedio che chiedere la grazia a Sant’Efisio. IL MESSAGGERO SARDO 8 FEBBRAIO 2002 È un 2001 di luci ed ombre quello che emerge dal consuntivo stilato da Federindustria sarda e presentato il 15 gennaio scorso dai vertici dell’organizzazione presso la sede dell’Associazione degli industriali della provincia di Sassari. «Se lo stato complessivo dell’economia ha evidenziato una sostanziale tenuta – ha rilevato il presidente degli industriali isolani Riccardo Devoto – le performance della Sardegna rispetto a quelle di altre aree del Mezzogiorno restano sostanzialmente inferiori: la competitività del sistema economico rimane debole con una struttura dell’export ancora dipendente dai prodotti chimici e petroliferi che costituiscono il 76% delle esportazioni». L’altro elemento di debolezza è rappresentato dalla dimensione media delle imprese sarde che è di soli 2,6 addetti. D’altro canto, continua l’arretramento della disoccupazione che, nell’ottobre 2002, si è attestata al 18,3% e che, con l’aumento del numero delle imprese soprattutto nel terziario, rappresenta un segnale positivo. Ma non sono solo elementi intrinseci alla struttura delle imprese sarde a frenarne lo sviluppo. Un’obiettiva barriera è rappresentata dall’instabilità politica a livello regionale che non permette ai rappresentanti dell’industria di dialogare continuativamente con lo stesso interlocutore: «In un anno – ha rimarcato il presidente dell’Assoindustriali della provincia di Sassari, Stefano Poddighe – si sono succeduti tre diversi assessori ai Trasporti e uno è durato solo 36 giorni. Tutto questo impedisce di fare progetti a lungo termine dato che ogni volta bisogna ricominciare da capo mentre i tempi della burocrazia sono lunghissimi. È dunque necessaria una riforma della Regione che permetta alla Giunta di governare per cinque anni e di operare una seria programmazione». Sull’anno trascorso ha infatti pesato la bassa produttività del Consiglio regionale che ha emanato solo14 leggi, mentre sono rimasti giacenti 63 disegni e 137 proposte di legge. Si è anche speso poco, nonostante l’abbondanza di risorse finanziarie: al 30.9.2001 è stato impegnato solo il 18,34 % delle risorse del POR Sardegna. Il gracile scheletro delle imprese sarde ha fatto temere anche per un possibile contraccolpo in seguito agli attentati terroristici negli Stati Uniti ma le preoccupazioni sembrano essere per il momento rientrate: dopo l’11 settembre il temuto crollo del settore lattiero caseario, che esporta l’80 % della produzione negli USA non si è verificato anche se forse è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive. «Nonostante tutte le difficoltà – ha tenuto ad affermare Devoto – gli imprenditori sardi hanno mostrato di sapere investire e guardano con ottimismo al futuro ». Un futuro nel quale politica e sistema delle imprese dovranno mettere in campo una fattiva collaborazione per la quale Federindustria si è detta subito disponibile. «Se la Regione – è stato l’invito del presidente – vuole sfruttare le strutture tecniche della nostra organizzazione noi siamo a disposizione». Il piano di azione proposto per una maggiore competitività del sistema indu- ECONOMIA Presentato il bilancio della Federindustria sarda. Il comparto ha tenuto ma resta il divario con il resto del Paese. Cresciuti gli investimenti LUCI E OMBRE SULL'ECONOMIA DELLA SARDEGNA di Eugenia Da Bove striale isolano mette dunque l’accento sulla urgente necessità di una riforma della Regione che porti a una sufficiente stabilità della Giunta, a una elevata e qualificata produttività del Consiglio regionale, alla continuità nelle politiche pubbliche e all’efficienza delle pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda la politica di bilancio gli industriali sardi ritengono necessario pervenire rapidamente ad una serio controllo della spesa sanitaria e dei trasferimenti agli enti locali senza peraltro ridurre gli investimenti come invece previsto nella manovra finanziaria 2002. Sarebbe quindi opportuno introdurre un organico sistema di monitoraggio delle attività assessoriali che consenta di conoscere in maniera puntuale l’attuazione dei programmi e l’andamento dei flussi di spesa connessi. Il presidente provinciale di Cagliari Gianni Biggio ha sottolineato l’urgenza di portare a compimento la continuità territoriale: «L’avere lavorato intensamente su questo aspetto – ha detto – ci ha premiato con l’ottenimento di un risultato storico, con incentivi sulle merci direttamente alle piccole e medie imprese. E ora ci ripromettiamo di far estendere il provvedimento anche alle grandi aziende». Gli industriali sardi raccomandano inoltre il perseguimento di una politica di sostegno straordinario al sistema delle imprese che preveda risorse aggiuntive al sistema nazionale di incentivazione fiscale (Legge Tremonti e credito d’imposta) e a quello finanziario (L.488/92) giudicati insufficienti. «Nel tempo – denuncia Federindustria – si sono sovrapposti vari regimi di aiuto che hanno introdotto fenomeni di spiazzamento tra le diverse fonti di finanziamento, riducendo di fatto le risorse per il sistema». Ma altre priorità vanno contemporaneamente perseguite se davvero si vuole potenziare la competitività dell’industria isolana: «È necessario – rilevano gli industriali – aumentare la convenienza all’utilizzo del lavoro, attraverso la riduzione del cuneo fiscale contributivo. In tal senso è auspicabile l’irrobustimento della dotazione finanziaria della LR. 36/1998 ed un suo riorientamento ai soli settori produttivi e del turismo» senza peraltro dimenticare di «assicurare la presenza di operatori privati e pubblici in concorrenza». Ma non solo, è anche necessario mettere in atto un’azione che nel breve periodo porti alla riduzione dei maggiori oneri derivanti dall’insularità. E questo sarebbe possibile «dando pronta attuazione alla convenzione per l’abbattimento del costo del trasporto delle merci previsto dalla finanziaria nazionale 2002» nonchè «rafforzando il pressing nei confronti dell’Unione Europea per l’approvazione della Legge recante contributi alle imprese per la mancata metanizzazione e operando una maggiore pressione nei confronti del Governo nazionale per una più ampia liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica». Alla Re- gione si chiede quindi di dotarsi di un Piano Integrato di Sviluppo Turistico «che tracci le strategie e le azioni per il settore e che sostenga in modo strutturale il potenziamento dell’offerta turistica sia sul fronte quantitativo che qualitativo». Sui problemi dell’istruzione e della formazione si è soffermata a lungo e con toni preoccupati la presidente degli industriali di Oristano Rossella Sanna: «Si tratta di settori – ha detto – che nella nostra isola mostrano gravi carenze le quali richiedono, fra l’altro, l’introduzione di forme di incentivazione per le imprese che attivino collaborazioni con le Università e l’adozione di strumenti che consentano di orientare la formazione professionale verso la domanda. Il tutto nell’ambito dell’attivazione di un vero sistema di formazione continua». Un fattore decisivo per lo sviluppo economico è inoltre rappresentato dalla possibilità per le imprese di operare in condizioni di sicurezza e di legalità. Secondo Federindustria «vanno quindi rafforzate ed ampliate le azioni già cofinanziate dai fondi strutturali dell’UE attraverso il ricorso anche a risorse “ordinarie”». Inoltre il problema della sicurezza «deve essere posto all’interno dell’agenda regionale collegandolo all’azione per un’efficace riduzione del degrado sociale». Pessima è poi la situazione dell’infrastrutturazione nell’isola: «La Sardegna – ha ricordato il presidente dell’assoindustriali di Nuoro Michelino Denti – è in questo settore al penultimo posto fra le regioni italiane e al 131o posto fra le 137 regioni d’Europa». «Le infrastrutture – avverte perciò Federindustria – vanno studiate e pianificate tenendo conto della domanda, delle sue dinamiche e tendenze, avendo soprattutto cura degli aspetti gestionali e valutando con attenzione l’impatto in termini di costi e benefici». E poichè le risorse sono limitate va massimizzato il loro rendimento «uscendo da logiche localistiche che spingono a duplicare all’infinito le opere sul territorio. Va invece reso possibile il raggiungimento di dimensioni ottimali a consentire una gestione economicamente sostenibile delle opere avvicinando i capitali privati. A questo scopo vanno predisposti specifici Piani Integrati di Sviluppo, va operata una semplificazione normativa ed uno snellimento delle procedure, incidendo direttamente sulle modalità esecutive delle opere infrastrutturali e sul sistema degli appalti». Una concezione di mercato dovrebbe guidare anche la gestione delle infrastrutture, integrando le risorse disponibili con l’afflusso di capitale privato. E a proposito di una efficace utilizzazione delle risorse Federindustria osserva come sia necessario «potenziare il metodo della pianificazione regionale da attuarsi trasversalmente sul sistema della mobilità, delle acque, dei rifiuti, del turismo, delle attività produttive e della ricerca». Una notazione prettamente politica riassume in questo ambito la posizione degli industriali sardi: «Il problema – affermano – è che viene dedicata eccessiva attenzione al livello della spesa, mentre ne andrebbe elevata la qualità: solo così sarà possibile ridurre il divario strutturale di sviluppo tra la Sardegna e le altre aree dell’Europa». IL MESSAGGERO SARDO 9 FEBBRAIO 2002 l grado di civiltà di una nazione si misura dal modo con cui sa proteggere le proprie risorse naturali». Il direttore centrale Demanio del Ministero delle Finanze, Giuseppe Favale, aveva solennizzato con questa frase di Franklin Delano Roosevelt l’atto ufficiale di tresferimento di tutti i beni mobili e immobili dell’Asinara dallo Stato alla Regione. Con la sola, ma non di poco conto, eccezione degli stabili acquisiti dai vari ministeri per uso governativo. Una sorta di zona franca i cui confini ricadono su Cala Reale, vecchia sede del lazzaretto. Era il 19 giugno del 2000. Una data importante perché ha significato l’allentamento delle catene che dal 1885 legano l’isola allo Stato. L’ente parco sta lavorando sodo per proteggere l’Asinara sotto l’aspetto ambientale e renderla fruibile in modo agevole ai visitatori. Sono ormai in fase di ultimazione i lavori di recupero di diversi importanti edifici che consentiranno di avviare una serie di iniziative di vitale importanza per il parco: dall’educazione ambientale, all’area museale, dalla struttura di ristoro alla foresteria, alla sede del parco. Grazie ad un finanziamento di oltre 10 miliardi, è stato possibile evviare un’importante opera di recupero di numerosi edifici destinati altrimenti ad un degrado irreversibile. Ma mentre l’ente provvisorio di gestione cerca di programmare l’attività per dare gambe robuste ad un parco di salute cagionavole c’è chi continua a fare sogni proibiti. Il ministero della Giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non perdono infatti occasione per riproporre l’immagine dell’Asinara-isola-carcere e non più solo parco. Nei cassetti del ministero di via Arenula c’è un progetto che il ministro di turno ogni volta rispolvera. E l’obiettivo è sempre lo stesso: riportaree l’isola sotto il controllo del ministero della Giustizia, rimetterle le catene, riaprire il carcere, che sia leg- AMBIENTE Una frase del ministro di Grazia e Giustizia che ipotizzava il ritorno del carcere ha fatto scattare l'allarme di amministratori e ambientalisti U AMBIENTE / Accordo tra Comune e Ente foreste I n parco di 24 ettari con cervi e mufloni. Ed al centro la sede dell’Ente foreste, parcheggi, la scuola per i corsi di qualificazione di operatori ecologici e forestali. Un sogno? Neppure per idea. Tra Comune ed Ente Foreste è stato anzi già raggiunto un accordo che prevede la concessione per trent’anni (rinnovabili) dell’intero bosco e del fabbricato conosciuto come “ex stalla sociale”. La stessa convenzione è stata approvata dal Consiglio comunale. I terreni comunali sono in località “Su Braccu”; la “stalla” è invece ubicata a “Senni”: attualmente sono in corso adeguate opere di sistemazione e di modifiche necessarie per poter ospitare i forestali. Il fine dell’accordo, è comune alle due parti: «la salvaguardia del territorio con la tutela ed il ripristino – si legge nel documento di OMBRE MINACCIOSE SUL FUTURO DEL PARCO DELL'ASINARA di Gibi Puggioni gero, come si dice, o pesante nulla toglie alla sostanza delle cose. E cioè che rappresentanti del governo continuano a discutere del futuro di in’isola, dallo Stato è stata dichiarata parco e che allo Stato non appartiene più. L’ultimo in ordine di tempo è stato il ministro della Giustizia Roberto Castelli. Folgorato sulla strada di pianosa, che ha visitato diversi mesi fa trovandola in stato di forte degrado, il guardasigilli ha pensato bene che la soluzione migliore per salvaguardare le ex isole carcere sia quella di riaffidarne il controllo allo Stato. È tornata così in ballo l’idea tanto cara all’ex direttore del Dap Nicolò Amato, strenuo difensore della compatibilità fra le esigenze del ministero della Giustizia e quel- UN PARCO PER CERVI E MUFLONI NEI MONTI DI MURAVERA di Raffaele Serreli accordo – delle formazioni boschive naturali ed una proficua valorizzazione della risorsa valorizzando le risorse delle attività forestali e del tempo libero e conciliando funzioni protettive, ricreative, turistiche, culturali e produttive del territorio». «Attualmente – dice il sindaco Salvatore Piu – l’area di Su Braccu è ricca di macchia mediterranea ma anche di sughe- re, mirto e ginepri. Ovviamente l’ente foresta ha il compito di arricchìre il bosco fino a farlo diventare un parco florofaunistico con l’immissione di nuovo verde e di animali come mufloni e cervi. L’Ente foreste si impegna a realizzare insomma miglioramenti e trasformazioni per poter arrivare alla migliore efficienza produttiva. Dovrà anche gestire le forze antincendio ed i mezzi a disposizione. Si impegna anche a favorire attività didattiche, turistiche e ricreative, riservando una parte del fabbricato a spazio didattico e museale. Si impegna pure ad inserire nella stessa area di Su Braccu un percorso floro-faunistico a scopo didattico conoscitivo inseredovi anche strutture ad uso ripopolamento». ... l'attesa sta fer finire, presto su internet www.ilmessaggerosardo.com la del parco. Ecco perchè il neo ministro non perde occdasione per far cenno alla possibilità di riportare all’Asinara un piccolo nucleo di detenuti tossicodipendenti. Insomma, di riaprire un penitenziario, seppure di dimensioni contenute e con una presenza limitata di ospiti. Alle dichiarazioni del ministro Castelli seguono puntualmente le smentite o di compagni di governo o dei rappresententi della Regione. Ma la periodicità con la quale queste affermazioni vengono proposte dovrebbe indurre a mantenere alta la vigilanza sul futuro del parco dell’Asinara. Anche se attualmente, su un piano strettamente formale, i disegni di Castelli restano un sogno irrealizzabile. L’isola non appartiene più allo Stato. I suoi beni mobili e immobili sono stati ceduti, seppure provvisoriamente, alla Regione. Perchè possa cambiare la destinazione dell’isola occorre che lo Stato la requisisca dopo aver modificato il decreto istitutivo del parco. Francamente una procedura di questo tipo sembra poco praticabile. Meglio sarebbe, anche per porre definitivamente fine alle voci su un uso improprio dell’isola parco, che li ministero della Giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria studiassero soluzioni alternative all’interno dei beni disponibili. E cioè delle carceri esistenti e soprattutto delle colonie all’aperto di Isili, Is Arenas e Mamone. Da una recente indagine condotta dal Consiglio regionale sullo stato delle carceri in Sardegna, è emerso il sottoutilizzo, e in alcuni casi, lo stato di abbandono in cui versano le strutture all’aperto. Sarebbe sufficiente effettuarvi dei lavori di adeguamento e ristrutturazione per avere a disposizione strutture validissime per la custodia e il recupero dei detenuti tossicodipendenti. L’amministrazione carceraria darebbe fra l’altro dimostrazione di saggia gestione dei propri beni immobili lasciando l’Asinara al suo destino: quello di isola parco. Tutte le spese di gestione saranno a carico dello stesso ente foreste. Il Comune dal suo canto affida la gestione degli immobili a titolo gratuito. Al termine della concessione che come detto avrà durata di 30 anni e che è rinnovabile, la proprietà ritornerà nella piena disponibilità del Comune di Muravera. Intanto il direttore generale dell’Ente Efisio Floris accompagnati da tecnici del Comune e del servizio provinciale di Cagliari ha effettuato un sopralluogo nell’area interessata alla convenzione. L’area nel cui perimetro cade anche l’ex stalla sociale, è raggiungibile attraverso una strada vicinale sterrata parallela alla Orientale sarda, a nord del campeggio “Quattro mori”. Diverse le parti degradate nelle parti più alte e sulle pendenze. Il tutto sottoposto a vincolo idrogeologico e paesistico. IL MESSAGGERO SARDO 10 FEBBRAIO 2002 U n’occasione sprecata. L’ennesima. Ma resta pur sempre la buona intenzione di iniziare a smuovere le acque. Tra i quattrocento militanti e simpatizzanti del Centrosinistra che il 19 gennaio hanno partecipato all’incontro promosso dal Movimento per l’autonomia federale, all’Hotel Mediterraneo di Cagliari, si sono visti molti musi lunghi. Intendiamoci, non sono certamente mancati gli spunti durante l’incontro, e neppure gli interventi di alto profilo (hanno strappato grandi applausi gli ex presidenti della Regione, Pietro Soddu e Mario Melis, tra gli ispiratori del Movimento), ma neppure le polemiche dei rappresentanti delle 22 associazioni culturali e di volontariato che appoggiano l’iniziativa per la modifica dello Statuto Sardo: i veri protagonisti della società isolana reclamavano maggior spazio durante i lavori. In sala, tra l’altro, erano presenti in gran parte uomini attempati, è questo conferma la distanza abissale che separa la politica attuale e i giovani. La rivendicazione con lo Stato si vince in un solo modo: coinvolgendo la base, cioè il popolo, di un’isola che è troppo indietro nei tempi di stesura del nuovo Statuto. Il Centrosinistra sardo sta cercando di portare il dibattito sui contenuti, ma mostra ancora palesi difficoltà ed incertezze nell’imbastire un rapporto schietto e produttivo con i cittadini. Fatto accentuato dalla crisi dei partiti tradizionali (tutti, per la verità), come denunciano da più parti gli addetti ai lavori. Buone le intenzioni. Ma i fatti? Perché non si coinvolgono i giovani, le persone impegnate nel volontariato sociale, l’anima della vera sinistra (ma, ovviamente, non solo quella)? Perché si continua a fingere che una certa politica ha sbagliato clamorosamente e si deve voltare pagina, aprendosi alla società civile? Questo, in parte, si ricollega alla clamorosa denuncia fatta dal regista Nanni Moretti ai dirigenti dei Ds. Solo che qui, giusto per restare ai fatti di casa nostra, c’è in ballo il futuro della Sardegna. Tornando all’incontro-dibattito di Cagliari, la specialità sarda nella Repubblica federale è stato il tema al centro di tutti gli interventi. «Abbiamo preso atto – ha detto l’ex senatore Francesco Macis, nella chiusura in serata – che la nostra autonomia è diversa per i provvedimenti adottati in Parlamento. In Sardegna non dobbiamo dare prosecuzione soltanto alle riforme del Titolo quinto della Costituzione o della legge elettorale per l’elezione diretta del presidente della giunta. C’è il problema degli Enti locali e della nuova concezione del rapporto tra Regione e Comuni, oltre al Consiglio dell’autonomia e ai controlli dei Comuni. Abbiamo formalizzato l’istituzione del coordinamento delle associazioni promotrici con una segreteria provvisoria, che dovrà convocare una riunione per i primi di febbraio». «Non si può parlare genericamente di federalismo – ha invece ammonito Mario Melis – perché si è sviluppato sotto diverse forme in tutto il mondo. E la porta delle diversità che si uniscono, nel rispetto delle rispettive tradizioni. RIFORME Incontro promosso dal Movimento per l'autonomia federale. Applausi per gli ex presidenti Pietrino Soddu e Mario Melis INIZIATIVA DEL CENTROSINISTRA PER MODIFICARE LO STATUTO SPECIALE di Luigi Alfonso Dobbiamo riscrivere lo Statuto in termini attuali, conservando la specialità che ci rende unici e irripetibili. Dobbiamo guardare al bicameralismo rappresentativo di istituzioni e cittadini: la sovranità del popolo non va contro nessuno. Oggi purtroppo lo Stato rallenta lo spirito di autonomia che la gente reclama. Siamo uno snodo di culture, civiltà ed economie diverse tra Europa, Africa e Asia». L’ex consigliere re- gionale Benedetto Ballero ha richiamato l’attenzione dei presenti sul pericolo che corre la Sardegna: «Rischia di essere ancora una volta il fanalino di coda delle Regioni italiane. Il momento transitorio non può durare in eterno, lo stato federalista è cominciato nella scorsa legislatura. Eppure, dovremo operare interpretando di volta in volta le singole norme, sino al nuovo Statuto che dovrà recuperare la specialità della Sardegna e garantirci una presenza nel Parlamento europeo. Altro punto fondamentale è il Senato delle Regioni. Se non acceleriamo i tempi, si rischia di arrivare al 2006 in queste condizioni». «Il federalismo non si esaurisce in un solo atto – ha ricordato Pietro Ciarlo, docente di Diritto costituzionale dell’Università di Cagliari – In Italia è un processo che si è aperto nel 1990, passando poi per elezione di- PREMIATI I VINCITORI DEL CONCORSO SCOLASTICO LO STATUTO CHE VORREI L ’autonomia sarda è ancora timida, indecisa e debole”. È quindi necessario rafforzare la cultura dell’autonomia, sensibilizzare l’opinione pubblica e i giovani che sono i promotori della sviluppo della Sardegna”. Gli studenti sardi vogliono essere i protagonisti della politica del futuro e vogliono partecipare attivamente alla riscrittura dello Statuto regionale. La circostanza è emersa in occasione della giornata conclusiva della manifestazione “Lo Statuto che vorrei”, il concorso scolastico organizzato dall’Associazione degli ex consiglieri regionali della Sardegna. Erano presenti il Presidente del Consiglio regionale Efisio Serrenti, il Presidente dell’Associazione degli ex Consiglieri regionali Maria Rosa Cardia, l’ex presidente della Giunta regionale Federico Palomba, l’ex Presidente della Regione Alessandro Ghinami, il Direttore scolastico regionale Armando Pietrella, ex consiglieri regionali, docenti e una rappresentanza degli studenti che hanno preso parte al concorso. Lo Statuto che vorrei – ha detto il Presidente Serrenti – è un argomento di grande attualità ed importanza civile e tende a superare il luogo comune secondo cui i giovani sarebbero poco sensibili ai temi della politica. Il grande interesse dei giovani a questi temi, invece, è emerso anche in occasione della premiazione. Gli studenti partecipanti hanno ricevuto in dono una dotazione di libri per la biblioteca scolastica. Hanno rivolto numerose domande ai politici presenti soprattutto sui temi dell’autonomia, del federalismo, dello Statuto, della integrazione Europea e dei rapporti Stato-Regione. Si va – ha concluso Serrenti – verso un’Europa unita che sarà formata da 500 milioni di persone e dobbiamo evitare che il popolo sardo perda la sua identità. In altre parole, l’autonomia non rappresentare l’antidoto contro una globalizzazione esasperata che rischia di omologare tutti i popoli. Al concorso hanno partecipato 277 studenti delle ultime due classi delle scuole superiori della Sardegna. I ragazzi hanno risposto ad otto domande, contenute in un questionario diffuso in tutte le scuole. Dalle risposte – ha detto Maria Rosa Cardia – emerge uno spaccato interessante del pensiero e dei desideri dei ragazzi, che stanno per diventare maggiorenni e che pertanto si avviano ad esercitare pienamente i loro diritti e doveri. La risposta è unanime : i giovani sardi credono nell’autonomia e nella specificità della Sardegna. Ma il desiderio di un’autonomia “differenziata” si coniuga anche con una netta apertura europeista e con la convinzione che le diversità regionali vanno tutelate in un contesto sopranazionale, in un’ottica non di chiusura, ma di integrazione nella prospettiva europea e mediterranea. Quindi per gli studenti sardi. l’Unione Europea non deve essere solo una sommatoria di Stati ma una comunità di regioni e di etnie, caratterizzata da una politica e da una cultura plurinazionali e plurietniche. retta dei sindaci, legge Bassanini e trasferimento di poteri alle Regioni. Questa fase viene impropriamente definita costituente, come se fossimo di fronte ad una tabula rasa da riscrivere. Invece non è così. Il federalismo non è autonomia da uno Stato prevaricatore, va pensato nella misura in cui può soddisfare le nostre esigenze. L’integralismo federalista della Lega Nord non fa parte delle tradizioni dei sardi, i quali devono pensare ad uno Statuto che abbracci tolleranza sociale, solidarietà e fratellanza. Il principio della sussidiarietà non è previsto soltanto dalla Costituzione: bisogna mobilitare le imprese, le associazioni di volontariato, i Comuni perché sono le istituzioni più vicine ai cittadini». Pietro Soddu ha annunciato con legittima soddisfazione la nascita di un movimento «che ha carattere, contenuti e programmi. Siamo consapevoli che i partiti in questa società non sono più in grado di esercitare da soli un’attività politica nella sua completezza. Abbiamo bisogno di strutture libere e spontanee. Berlusconi ha detto che non ha paura di nessuno: neppure noi. Le minoranze, oggi, non hanno voce. Invece occorre la rappresentanza di tutte le forze sociali, imprenditoriali, sindacali, culturali ed economiche. Saremo in grado di usare il federalismo? Con questa classe dirigente che ci sta “sgovernando” con arroganza e incapacità, sicuramente no. Il simbolo della pianta del villaggio nuragico di Barumini ci fa capire quali sono le nostre radici, di cui andiamo fieri e che vogliamo difendere». Nel dibattito che si è aperto, sono stati numerosi gli iscritti a parlare. Per il presidente del consiglio regionale, Efisio Serrenti, «mentre nel resto d’Italia è stato riconquistato il sentimento di appartenenza alle proprie radici, in Sardegna è andato scemando. Forse perché non se n’è parlato fuori dalle stanze del potere. Ma la legge 3 del 2001 ha rovesciato il modo di concepire il potere, e questa è una grande rivoluzione». Antonello Cabras, deputato Ds, gli ha risposto duramente: «Oggi Serrenti la definisce una svolta rivoluzionaria, ma a suo tempo prese totalmente le distanze dalla riforma. E, con lui, tutto il Centrodestra». Carlo Dore, consigliere regionale dei Democratici, ha ripercorso il lungo iter che in Consiglio sta portando alla legge per l’assemblea costituente, i cui tempi sono ritenuti troppo lunghi e a rischio. Gino Mereu, segretario generale della Uil, ha richiesto «uno Statuto di solidarietà sociale, un modello che tocchi le coscienze e i cuori della gente per riavvicinarla alle istituzioni. Temo la passività dei cittadini». Francesco Macis ha infine precisato: «La nostra iniziativa vuole rivolgersi soprattutto ai giovani, per questo crediamo nel lavoro che si sta svolgendo nelle associazioni promotrici». Bene, benissimo. Ma i tempi sono maturi per stare finalmente a sentire ciò che hanno da dire e i contributi (tanti) che hanno da offrire al dibattito. Non si può invitare la gente per costringerla ad ascoltare passivamente. Salvo che non la si voglia allontanare ancor di più. IL MESSAGGERO SARDO 11 FEBBRAIO 2002 U n sogno chiamato “autogoverno”. Gridato dal palco del teatro comunale di Cagliari. Ribadito davanti al Capo dello Stato. Il movimento sardo per la Costituente rompe gli indugi. Chiama a raccolta artisti e cittadini. Chiede il sostegno del presidente della Repubblica. Sollecita un rapido pronunciamento da parte della commissione affari costituzionali del parlamento. In discussione, nell’organismo bicamerale di Montecitorio e Palazzo Madama, la legge sull’istituzione dell’assemblea costituente che dovrà riscrivere lo statuto. Il Consiglio regionale ha approvato il provvedimento con un’ampia (e trasversale) maggioranza. Ora si attende il via libera di Roma, per dare vita ad un organismo sostenuto da molte forze politiche, sindacati, artisti. E proprio questi ultimi hanno firmato, a fine gennaio, l’iniziativa più singolare: una lunga serata interamente dedicata alla battaglia per la Costituente. Poesia e musica al servizio di un obiettivo che sembra coinvolgere e appassionare anche quella fetta di opinione pubblica tradizionalmente refrattaria ai dissidi del Palazzo. La mobilitazione a favore dell’assemblea costituente è percepita da molti come l’occasione per riaffermare quella specialità che la recente riforma federale dello stato sembra avere un po’ annacquato. Ecco che allora, sostengono i promotori del Movimento per la Costituente, è necessario ribadire il carattere trasversale di questo progetto. Che non ha e non vuole avere colori politici dominanti; ma che, soprattutto, non vuole restare chiuso tra le aule e i corridoi del Consiglio regionale. L ’identità linguistica della Sardegna come condizione indispensabile per affacciarsi nella Comunità europea e in quella internazionale con radici solide, evitando i gravi rischi derivanti dalla globalizzazione. La lingua è però anche uno strumento per “volare alto”, traendo vantaggi culturali ed economici attraverso la conoscenza di parlate diverse da quella originaria. Sono stati questi i temi di “Radici e Ali”, il convegno di studi, promosso dall’IRRE (Istituto Regionale Ricerca Educativa) della Sardegna, che in una “tre giorni”, svoltasi a Sassari, ha preso in esame i contenuti della formazione tra cultura locale e cultura globale. Un’iniziativa che s’inserisce nel dibattito su presente e futuro della “limba” di cui l’isola è espressione, attraverso il mondo dell’emigrazione, nei cinque continenti. Coordinati dal prof. Alberto Granese, Presidente dell’Istituto, linguisti, storici, scrittori, amministratori hanno affrontato la “questione della lingua sarda”, con il contributo di studiosi nazionali e il confronto con altre realtà italiane e straniere. Nell’ambito della manifestazione, che ha effettuato una ricognizione “a tutto tondo” delle problematiche dell’identità anche nei documenti audivisivi, è stata illustrata la mappa delle esperienze di formazione linguistica dedicate agli adulti nel territorio regionale. Il progetto, nato nel contesto dell’Anno Europeo delle Lingue 2001, è finalizzato a sensibiliz- RIFORME / Concerto al Teatro Comunale di Cagliari. Anche intellettuali e scienziati si schierano per la riscrittura dello Statuto. Ciampi riceve i protagonisti del Movimento per la Costituente ARTISTI SARDI SI MOBILITANO PER LA COSTITUENTE di Carlo Manca E bastava scorrere i nomi dei partecipanti all’iniziativa per capire che questo primo obiettivo è stato raggiunto: a fianco ai leader di partito, ai rappresentanti delle istituzioni regionali e locali, c’erano infatti uomini di cultura come Giovanni Lilliu e Francesco Cesare Casula. O uomini di scienza, come Gianluigi Gessa e Nereide Rudas. Ma grande protagonista, per una volta, è stata soprattutto l’arte; poesia, musica, teatro. Il teatro leggero dei Lapola, ad esempio, gruppo leader del cabaret in slang cagliaritano. “Ci piace l’idea di iscrivere lo statuto con il contributo di tutti”. O la raffinata ricerca musicale della cantante Elena Ledda, che spiega; “contiamo molto sulla comprensione della gente e sul coinvolgimento dei tanti personaggi di valore che non occupano posti di potere”. Per proseguire con l’impe- gno di Piero Marras, uno dei padri di questa battaglia cominciata in sordina durante le precedenti legislature regionali. E oggi Marras ribadisce; “questa è una lotta a sostegno dell’autogoverno”. Gli artisti sardi, insomma, scendono in campo per dare una autentica e salutare scossa al dibattito, congelato per troppo tempo e rianimatosi solo all’indomani del referendum sulla riforma federalista dello stato. Di fronte ad una svolta che sembrava ridimensionare la specialità delle cinque regioni autonome, il movimento per la Costituente ha colto l’occasione per ricordare che non c’è più tempo da perdere”. Intanto, alcune componenti dell’Ulivo sardo rilanciavano l’idea di una commissione speciale, composta da consiglieri regionali attualmente in carica, ai quali si aggiungerebbero forze sociali e rappresentanti degli enti locali. Proposta che non piace ai sostenitori della Costituente: dal palco del teatro di Cagliari, in molti lo hanno ribadito: CULTURA / Convegno a Sassari L'IDENTITA' LINGUISTICA CONDIZIONE INDISPENSABILE PER PROPORSI IN EUROPA di Maria Grazia Caligaris zare alla diversità linguistica. Persegue inoltre lo scopo di facilitare l’apprendimento delle lingue lungo l’arco della vita. Si è parlato inoltre della legge regionale per la valorizzazione della cultura della Sardegna che è stata oggetto di uno dei nove laboratori in cui sono stati affrontati aspetti specifici della formazione. L’insegnamento della lingua sarda intesa come patrimonio della nostra comunità da salvaguardare con azioni mirate – ha sottolineato il prof. Granese – non deve far perdere di vista il più vasto contesto della formazione a cui sono chiamate la scuola e l’Università. Si tratta di arricchire le competenze dei giovani, favorendo la conoscenza di più lingue, ma anche stimolare quelli che hanno raggiunto la maturità a mantenere vivo l’interesse. Globalizzazione da un lato e europeizzazione dall’altro richiamano una duplice responsabilità: rispetto e valorizzazione dell’identità linguistico-storicoculturale e conoscenza non episodica delle lingue della comuni- tà più vasta. Solo così sarà possibile essere protagonisti dei processi in atto. Alla manifestazione sassarese, a cui è intervenuto l’Assessore regionale della Pubblica Istruzione on. Beniamino Scarpa, hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore comunale della Cultura Antonello Solinas e il Direttore Generale dell’Istruzione per la Sardegna Armando Pietrella. Il nuovo secolo – ha detto Cosimo Scaglioso, Presidente dell’IRRE Toscana – si apre su scenari sconcertanti. La risposta ancora una volta è nella persona, nella sua formazione e nella riproposizione, in termini nuovi, delle culture locali e della comunità come realtà vitali. Le vie da percorrere sono quelle della cultura come “emancipazione” e come “patrimonio” facendo leva sul potenziale educativo e sulla creatività di ogni persona nel segno di uno sviluppo comunitario. In questa direzione si apre anche l’impegno della scuola dell’Autonomia nella apertura alla “cultura locale” come mezzo e come fine. La scuola – ha evidenziato Lu- ciana Blanc Perotto dell’IRRE della Valle d’Aosta – è il luogo in cui le nuove generazioni costruiscono insieme una parte della loro cultura individuale e sociale. La lingua sarda a scuola si introduce accanto alle altre e contribuisce allo sviluppo delle competenze plurilingue. Secondo Eduardo Blasco Ferrer, linguista, dell’Università di Cagliari che ha presentato alcune proposte operative per l’insegnamento del sardo nei diversi livelli di scuola, docenti e allievi devono condividere il presupposto che il sardo non è una materia “stravagante”. Devono inoltre partire dalla considerazione – ha detto – che possiede tutti i requisiti delle lingue sorelle scolastiche e può quindi essere attivato insieme al latino, alla storia, alla filosofia. Devono inoltre essere progettati e sperimentati gradualmente usi alternativi della lingua sarda nell’insegnamento. Da semplice codice per trasmettere contenuti particolari deve diventare lo strumento per elaborare forme e contenuti culturali universali. “la Costituente è l’unico strumento che può dare voce a tutte le anime della società sarda. E poi, aggiunge Piero Marras, il Consiglio regionale non è mai stato capace di riscrivere lo statuto, senza quel necessario pungolo che può arrivare dalla società civile.” Sulla stessa linea d’onda anche Nereide Rudas, docente di psichiatria all’università di Cagliari: “subordinare la nascita di un nuovo organismo alle logiche e agli interessi del vecchio è improduttivo e inutile”, ha scritto in un lungo intervento pubblicato dal quotidiano di Cagliari. Tra l’autonomia conosciuta e il federalismo che vogliamo deve esserci rottura. Il rapporto tra Sardegna e Italia deve essere frutto di un patto. Patti e intese che, intanto, rimangono lontane dall’aula del Consiglio regionale, dove, oltre ai sostenitori della Costituente e a quei settori dell’Ulivo che propongono la Consulta, c’e anche Rifondazione Comunista, che sceglie una terza via: affidare, semplicemente, al consiglio in carica il compito di riscrivere la costituzione sarda. Lo sguardo, ora si sposta a Roma. Il movimento per la Costituente ha chiesto a Ciampì (nei limiti che il suo compito istituzionale gli consente) di spingere per una rapida approvazione della legge che giace in commissione affari costituzionali. Poi si dovrà solo attendere il via libera del parlamento. Se tutto andrà come quella maggioranza “pluricromatica” del Consiglio regionale ha chiesto, i sardi saranno chiamati ad eleggere la Costituente, con metodo proporzionale. Ultimo atto prima della nascita della “seconda Regione”. Per i sardi – ha detto Graziano Milia, ex Sindaco del Comune di Quartu Sant’Elena, il primo ad aver istituito, durante il suo mandato, l’Assessorato alla Lingua Sarda – si è aperta una sfida storica. Devono riscrivere le regole della vita politica e comunitaria dentro l’isola, stabilendo nel contempo un nuovo rapporto paritario con il resto dell’Europa e dello Stato italiano. Ciò che ci fa nazione non è il codice genetico, non è l’etnia, ma l’appartenenza ideale, culturale ed economica all’isola. La sfida che ha aperto la globalizzazione ci costringe ad aprirci sempre più avendo però una bussola che può e deve essere il nazionalitarismo. Tra gli interventi quello di Nicola Tanda, che si è soffermato sui problemi di produzione e circolazione della letteratura locale e plurilingue, di Leonardo Sole, che ha affrontato la questione del rapporto tra identità e cultura globale, e di Francesco Floris, che è intervenuto sulla relazione tra storia locale e multiculturalità. “Radici e Ali” – ha sottolineato Gian Piero Liori, che ha curato il coordinamento generale della manifestazione – ha costituito un momento di incontro tra esperienze di ambiti differenti che hanno offerto l’opportunità di riflettere sulla complessità delle prospettive che ruotano intorno alla lingua sarda. Una sfida che l’Istituto ha accettato volentieri e che intende portare avanti con nuove interessanti iniziative come impegno nella crescita della consapevolezza del significato dell’essere sardi nel mondo. IL MESSAGGERO SARDO 12 FEBBRAIO 2002 SPECIALE EMIGRAZIONE / Grande successo di una esposizione di prodotti e manufatti sardi allestita con maestria dal circolo Gennargentu nel principale teatro della città del Paranà. La calorosa accoglienza della nutrita comunità sarda alla delegazione arrivata dall'Isola. L'esibizione del gruppo folk di Ossi. L'emozionante incontro con il nonnino degli emigrati sardi in Brasile M aringà è una città dello Stato del Paranà, in Brasile. I lettori più attenti del “Messaggero sardo” ne ricorderanno il nome perché il giornale, una decina d’anni fa, dedicò un servizio alla comunità sarda che si è stabilita in quel centro da metà degli anni Cinquanta. A Maringà, infatti, esiste un circolo di sardi. Un circolo molto attivo che in questi anni ha saputo sviluppare la sua attività. Lo presiede Gisella Porcu, avvocato e di recente nominata anche Console Onorario d’Italia. Gisella Porcu, che fa parte della Consulta regionale dell’emigrazione, in rappresentanza dei circoli sardi in Brasile, appartiene ad una famiglia che si è stabilita a Maringà nei primi anni 50, quando la città, che oggi conta 300.000 abitanti, era poco più che un villaggio. Perché Maringà – che prende il nome da un’antica canzone dedicata ad una donna di nome Maria che abitava ai margini della foresta – è una città giovanissima: ha appena festeggiato i 61 anni dalla fondazione. Gisella Porcu è la più giovane di una schiera di fratelli e sorelle che si sono trasferiti a Maringà da Gairo. E in questa città del Paranà sono molti gli esponenti della comunità sarda che provengono dal piccolo centro dell’Ogliastra. Dall’ultima visita dell’inviato del “Messaggero Sardo” ad oggi Maringà si è sviluppata con un ritmo frenetico raddoppiando quasi la popolazione. Ma quel che più conta potenziando e accrescendo le sue attività produttive ed economiche tanto da conquistare il primato di città con il più alto reddito pro-capite del Brasile. Maringà ha anche il più eleva- IN MOSTRA A MARINGA' LE MERAVIGLIE DELLA SARDEGNA dell'inviato Gianni De Candia to livello di vita del Brasile. È la città del verde con un milione di piante, tre per abitante. Le sue strade sono tutte alberate, ciascuna con una specie differente. Prima c’era la foresta che fu abbattuta per far posto alle coltivazioni di caffè ora il caffè non tira più ed è stato sostituito con la soia che sta dando enormi ricchezze alla zona. Una regione baciata dal bel clima. Si pensi che l’uva fa due raccolti l’anno e che si può programmare con la potatura per avere uva tutti i mesi dell’anno. Allo sviluppo di Maringà – città costruita da una compagnia inglese con criteri d’avanguardia – ha contribuito la colonia sarda. Suoi rappresentanti, infatti, occupano posti di rilievo nelle varie attività professionali e produttive. Maringà è un crogiuolo di razze e di etnie che vivono in armonia. Il gruppo prevalente è di origine portoghese, molto alta anche la presenza dei tedeschi, degli italiani e dei giapponesi. L’occasione della visita a Maringà di una delegazione di autorità provenienti dalla Sardegna e guidata dal Capo di Gabinetto dell’assessorato del Lavoro, Attilio Dedoni, è stata l’inaugurazione, il 5 dicembre, di una mostra di prodotti e im- magini della Sardegna, allestita dal circolo sardo “Gennargentu” nei saloni del principale teatro della città. Una mostra di straordinaria efficacia e rappresentatività allestita con la collaborazione dell’assessorato del Lavoro e il patrocinio di alcuni enti regionali. Nonostante disguidi burocratici abbiano bloccato alla dogana molto del materiale inviato da Ersat, Isola e Esit, la mostra è stata apprezzata per la ricchezza delle produzioni esposte e per l’elegante allestimento. Con gli oggetti prestati dalle varie famiglie sarde della zona è stato possibile ricostruire alcuni ambienti tipici della casa sarda. Su decine di pannelli sono state esposte immagini di ieri e di oggi di costumi sardi. Particolarmente apprezzata la ricca documentazione sulle bellezze naturali dell’Isola e quella sulle sue ricchezze artistiche e culturali. Grande successo hanno ottenuto, infine, i dolci preparati con antica cura dalle donne sarde di Maringà. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti con il presidente del circolo “Gennargentu” Gisella Porcu, il prof. Attilio Dedoni, il vicepresidente della Consulta, Tonino Mulas, e il vicesindaco di Maringà, Ivo Califfi, che si è scoperto essere discendente di sardi, la nonna infatti si chiamava Maria Usai. C’era anche una delegazione del circolo di Sao Caetano do Sul, composta dal presidente, Pietro Damiano Locchi, e dall’ex consultore Francesco Bechere. Portando il saluto del Governo della Regione sarda Dedoni, ha sottolineato con soddisfazione il livello di inserimento della colonia sarda nella comunità di Maringà e ha espresso apprezzamento per il fatto che il circolo “Gennargentu” abbia proposto una manifestazione culturale per far conoscere la Sardegna. “Sono certo – ha concluso – che da questo incontro nascerà e si rafforzerà la fratellanza tra la Sardegna e Maringà. Alla cerimonia sono intervenute alcune centinaia di persone che hanno poi assistito nel teatro all’esibizione del Gruppo Folkloristico di Ossi che ha eseguito un repertorio di balli tipici. Particolarmente apprezzati i costumi antichi indossati dalle ragazze del gruppo che ne esaltavano la bellezza di donne sarde. La visita a Maringà, di poco IL MESSAGGERO SARDO 13 FEBBRAIO 2002 più di una giornata, è stata ricca di incontri. Tra i più significativi quelli all’università privata “Cesuma” dove la delegazione sarda, accompagnata dai dirigenti del circolo, è stata ricevuta dal rettore Wilson de Mattos, il vice Claudio Ferdinando, e dal direttore Rodolpho Bernardi Neto. “Cesuma”, Centro de ensimo superior de Maringà, è una struttura moderna, nata nel 1990 offre corsi di studio che vanno dalle scuole elementari alla laurea, ai corsi post-laurea, ai dottorati. Attualmente – ha spiegato il rettore – l’università offre 17 corsi e ha 6.000 studenti iscritti. Nel prossimo anno si prevede che gli iscritti saranno 7.500. I docenti hanno illustrato il diverso sistema scolastico brasiliano, sottolineando come è in fase di espansione l’insegnamento superiore. Tra le differenze più nette con il sistema italiano l’obbligo di frequenza dei corsi e l’integrazione tra lezioni e pratica. Il governo brasiliano sta dando impulso all’insegnamento e attualmente 1.600 famiglie di Maringà ricevono un sussidio per mandare i figli a scuola. Il Paranà, come gli altri stati del Brasile meridionale, Santa Catarina e Rio Grande do Sul, sono stati colonizzati dagli È stato ripetuto più volte e ormai è generalmente accolto il concetto che l’emigrazione da fatto contingente può diventare e essere una potenzialità per lo sviluppo della stessa Sardegna. Fra i tanti Sardi che si impegnano in questo senso vi è Paolo Biancu, esempio di attivismo: laureato in Economia e Commercio, insegnante, originario di Ozieri dove è nato nel 1943 ma residente a Pula da dove è partito per il Brasile nel 1997. Impegnato nella formazione professionale e docente nelle medie e superiori è arrivato a Salvador de Baia, ha lavorato lungo la costa in una “barraca de praia” per 18 mesi durante i quali ha capito l’ambiente, le dinamiche relazionali. È stata in fondo una scuola di vita. Nella sua permanenza in Brasile ha poi incontrato il Direttore generale dell’ Università Fib (che ha ben 11 facoltà) e iniziata così una collaborazione che lo porta a insegnare (dal 1999) Turismo e Amministrazione alber- emigrati europei. In questi ultimi anni questi territori hanno conosciuto un crescente sviluppo soprattutto delle produzioni agricole e dell’allevamento, ma anche nel campo dell’informatica e delle nuove tecnologie. Attualmente a Maringà c’è un’auto ogni due adulti. Particolarmente calorosa l’accoglienza che la delegazione della Sardegna ha ricevuto nella sede del circolo “Gennargentu”. Con Gisella Porcu a fare gli onori di casa c’erano tanti soci tutti desiderosi di sentire notizie della Sardegna e di raccontare la loro storia di emigrati. Quella più complessa è la storia della famiglia Porcu. I primi ad arrivare, nel 1950, quando stava sorgendo Maringà, furono uno zio e tre fratelli di Gisella. La sorella più grande Carmela, è arrivata nel 1957, insieme al marito, Emilio Pisanu, anch’egli di Gairo. Si stabilirono a Campesinas, un centro vicino e avviarono un’attività alberghiera. Solo nel 1961 arrivano il resto della famiglia, padre, madre e sorelle. In seguito le attività economiche si estesero alla ristorazione e all’edilizia. Ancora oggi i Porcu hanno un albergo a Maringà, e appartamenti nella località turistica di Santa Catarina. Ma molti di loro hanno studiato e sono affermati avvocati. Alla inaugurazione della mostra sono intervenuti tutti, tranne il fratello maggiore Pietro. Salvatore Baldinu, nativo di Villanova Monteleone, si è stabilito a Maringà nel 1961, si è sposato con una brasiliana. Ora è vedovo e ha due figli, il grande Antonio Saverio è dentista ma è anche socio del padre nella gestione di due stazioni di servizio, la figlia, Graziella si è sposata quando aveva 15 anni e ha un figlio di otto anni. Eugenio Sirigu, originario di Osini, è arrivato a Maringà dopo aver lavorato per otto anni nelle miniere di Carbonia. «Quando esplose la crisi mineraria – ricorda – un amico mi disse di venire in Brasile e io ho seguito il consiglio. Ho lavorato per tre anni all’Alfa Romeo come meccanico, assemblavo motori. Poi mi sono trasferito a Umuarama, a 150 chilometri da Maringà e ho avviato un’attività commerciale e di ristorazione». Sposato con una donna di origine italiana ha avuto tre figli, due fanno l’avvocato e uno gestisce l’albergo di famiglia. Come socio un altro sardo di Gairo, Paolo Cocco, arrivato nel 1957 richiamato dai Porcu, suoi parenti. Cocco oltre all’at- tività alberghiera – una grande intuizione, in quel tempo – si è dedicato anche alla vendita di olii lubrificanti e all’edilizia. Per la festa è arrivato dalla sua fazenda, ad alcune centinaia di chilometri, anche Paolo Farris, come gli altri anch’egli di Gairo. Sta a Maringà da cinquanta anni. Fa l’allevatore con successo. Ha una mandria di 4.500-5.000 capi e possiede oltre 5.000 ettari di terra nello stato di Paranà. Inoltre possiede altri 78.000 ettari in Amazzonia. È un uomo gioviale e sereno stimato e apprezzato da tutta la comunità sarda. Ma il personaggio più stupefacente incontrato all’inaugurazione della mostra sulla Sardegna è Pietro Falqui (o Falchi) di Pattada. È forse l’emigrato più vecchio non solo in Brasile. È nato nel 1905 e ha una vitalità straordinaria anche se gli difetta un po’ la vista. «Sono arrivato in Brasile nel 1947 – ricorda – e ho fatto di tutto». Il suo primo approdo è stato Salvador di Bahia nella parte settentrionale del Brasile. Ma poi Pietro Falqui – che era accompagnato dalla moglie e dalla figlia – ha girato tutto il Brasile e ha fatto tutte le professioni, anche il “garimpeiro”, il cercatore d’oro. L’attività che più lo ha COSTITUITO A SALVADOR DI BAHIA UN CIRCOLO SARDO PER RINSALDARE I RAPPORTI TRA BRASILE E SARDEGNA ghiera. Biancu frequenta anche un corso post-laurea per metodologia insegnamento superiore; e frequenta il dottorato di ricerca in Ingegneria della produzione, problematiche legate all’innovazione. Biancu ha anche svolto diverse ricerche sui Sardi in America latina e, fra l’altro, tramite una brasiliana che abita in Sardegna da 13 anni ha fatto conoscenza di Sardi trasferitisi con successo nel paese oltreatlantico. A esempio Mauro Porru di Orani è responsabile del Dipartimento di Lettere dell’Università Federale di Baia. Il prof. Pino Onnis di Samassi, docente di musica e specializzatosi a Santa Cecilia in Roma, è membro del- l’Orchestra filarmonica di Baia. Giovanni Mura è direttore del Settore acquisti dell’Ospedale San Rafaele di Salvador, il più importante della città. Carla Pisano di Cagliari è responsabile del progetto Axe per i bambini di Baia, impegnata da dieci anni nella cooperazione internazionale. Mentre il vice console onorario di Baia è il sardo Giovanni Pisanu originario di Mores. Paolo Biancu ha dato vita anche a un “Circolo virtuale” costituito da una cinquantina di associati che ha preso il nome di “Antonio Gramsci”, non perché l’associazione è schierata politicamente ma perché “Gramsci è l’uomo italiano più conosciuto in Brasile, ed il fatto che sia sardo, al di là della fede politica di ciascuno, non può che farci onore e piacere - ha spiegato Biancu -. In Brasile non sapevano che fosse sardo e così il celebre pensatore, sul quale si svolgono anche qui diverse tesi di laurea, è diventato un vanto per noi e un modo per far conoscere la nostra Isola”. Fra i diversi progetti in cui Biancu si è impegnato dando vita con entusiasmo vi è, dal 1999, il Progetto “Saba” (Sardegna-Baia) per favorire l’interscambio fra le due realtà. Il primo passo del progetto a livello scolastico ha visto il coinvolgimento della scuola Azuni di Cagliari (guidata dal preside Mario Salis), del Provve- soddisfatto è stata quella della macellazione e del commercio della carne. Ma ha avuto anche una linea di corriere tra Londrinas e Maringà. «Quando commerciavo da queste parti – ricorda – ero cliente dell’albergo di Cocco. Ho avuto due figli, almeno – soggiunge con un sorriso - due sono quelli che portano il mio cognome: Andreina e Pedru Josè che fa l’architetto». In tutta la comunità fortissimo è il legame con la Sardegna, trasmesso anche alle nuove generazioni. E proprio per rivivere un po’ del clima di casa che Pietro Damiano Locchi (ma forse il nome originario era Locci), nato a San Paolo, ma discendente da una famiglia di Luras, ha fatto otto ore di pullman per incontrare altri sardi e per assistere a un balletto sardo. Eppure è stato in Sardegna solo una volta, nel 1992. «L’iniziativa dei soggiorni per giovani e anziani – ha osservato Bechere – sono serviti a rinsaldare antichi legami. Purtroppo da quando sono stati sospesi i circoli sono in crisi e i giovani si allontanano. Io mi chiedo come si farà senza di loro. Come andrà a finire un lavoro che ci è costato anni e anni di impegno». Una preoccupazione che non riguarda solo il circolo di Sao Caetano do Sul. ditorato provinciale degli Studi (presieduto da Giambattista Porrà) con una Convenzione (novembre 1999) firmata al Palazzo Regio del capoluogo sardo. Così nel giugno 2000 arrivano i primi nove studenti di Baia (diventeranno poi 20) che frequentano i corsi alberghieri all’Azuni e partecipano a stages in centri turistici importanti fra cui Chia Laguna e Is Molas. Altri Progetti significativi in studio sono anche quelli, ad esempio, con il centro di ricerca Crs4 o con l’Ersat, o la partecipazione al Progetto Alfa della Comunità Europea che vede la collaborazione fra almeno tre Stati dell’Europa e dell’America latina, mentre non mancano nei programmi del “vulcanico” Biancu i contatti con le Università di Cagliari e Sassari. Infine devono essere segnalati anche i gemellaggi fra Valenza (Brasile) e Pula, ma sono previsti anche altri gemellaggi con diversi Comuni della Sardegna. IL MESSAGGERO SARDO 14 FEBBRAIO 2002 S an Paolo è la più popolo sa e insieme la più importante e industrializzata città del Brasile. L’avenida Paulista concentra buona parte della potenza economica di questo sterminato paese che ha un’estensione superiore all’intera Europa. E proprio nel cuore di San Paolo sorge un imponente grattacielo – che per molti anni è stato l’edificio più alto dell’America Latina. Ebbene quel grattacielo è sorto su un’area che ospitava la prima sede del Circolo Italiano e per volontà di un sardo, Emidio Falchi, che ne fu presidente dal 1951 al 1957, dovrà mantenere il nome Italia. Ma Falchi non è stato l’unico sardo che ha segnato la storia del Circolo Italiano (che ora occupa alcuni piani del grattacielo, compresa la splendida terrazza da cui si domina San Paolo). Tra i più insigni e stimati risalta il nome di Ugo Licciardi che per un lungo lasso di tempo è stato attivissimo dirigente del Circolo Italiano. Ma Ugo Licciardi, che era nato a Iglesias nel 1925 e aveva conservato saldissimo il legame con la sua terra, ha lottato un’ intera vita per costituire anche a San Paolo un circolo sardo. I suoi sforzi sono stati premiati. Ora a San Paolo c’è il circolo “Giuseppe Dessì”, intitolato al grande scrittore cagliaritano, autore di “Paese d’ombre” e di altri mirabili romanzi. Ugo Licciardi era un imprenditore. Era giunto a San Paolo nel 1952 in cerca di fortuna. Aveva lasciato la Sardegna e gli studi di Economia e Commercio all’Università di Roma. Sin dal suo arrivo in Brasile, si distinse per la determinazione nel preservare i valori e la tradizione della comunità sarda di San Paolo. La sua vita ha sempre corso parallelamente su due binari: quello della professione di imprenditore e quello dell’impegno sociale e civile. Ottenendo numerosi riconoscimenti nel lavoro: dalla “Contraria dos Scaraffoni” di San Paolo, alla “Medaglia Anchieta” della Camera. Municipale di San Paolo, alla “Lupa Romana” del Dep. Vitor Sapienza dell’Assemblea Legislativa dello Stato di San Paolo alla nomina a Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana. Ancora oggi la straordinaria qualità dei suoi lavori è apprezzata dai suoi vecchi clienti. Il ristorante “Massimo”, uno dei più eleganti e esclusivi di San Paolo, frequentato da politici, uomini d’affari e imprenditori, ha ancora le cucine foderate in acciaio, realizzate un quarto di secolo fa da Ugo Licciardi. Le cucine di “Massimo” sono meta EMIGRAZIONE Assegnato a Mino Carta giornalista e editore di origine sarda tra i più autorevoli del Brasile. Il premio dedicato al fondatore del circolo di San Paolo PREMIO GIORNALISTICO PER RICORDARE UGO LICCIARDI In alto: un gruppo di dirigenti del circolo “G. Dessì” e di amici di Ugo Licciardi; sotto il titolo da sinistra Guido Clemente, Giuseppe Cappellano, Caterina Licciardi, Mino Carta, Gian Luca Cortese e Pino Dessì. In basso: Massimo Ferrari, Attilio Dedoni, Angela Letizia Licciardi, Tonino Mulas, Caterina Licciardi e Venanzio Ferrari. In basso: la moglie e il padre di Licciardi Attilio Dedoni, Tonino Mulas, Francesco Pitzanti e Pino Dessì, nel giardino del Circolo Italiano di visite guidate. Ma Ugo Licciardi è stato sempre animato dalla volontà di contribuire alla promozione della cultura italiana e di quella sarda attraverso le attività delle Associazioni degli immigrati. Nel Circolo Italiano occupò cariche prestigiose, come Consigliere Direttore e collaborò alla redazione della pubblicazione “Ci Vediamo”. Divenne il Segretario del primo COMITES e fondò insieme ad altri il primo Circolo “Su Nuraghe” di San Caetano. Coronò il suo sogno di istituire il Circolo Sociale Culturale “Giu- seppe Dessi’” a San Paolo il 14 di agosto 1999. Poco tempo prima di morire era stato eletto nella Consulta regionale dell’ emigrazione in rappresentanza dei circoli del Brasile. Per onorare il suo impegno a favore degli italiani, gli è stato attribuito alla memoria il premio “Presenza Italiana in Brasile”, il più alto riconoscimento che viene assegnato ogni anno all’ italiano che si distingue maggiormente in Brasile. Per non disperdere il grande patrimonio sociale e culturale lasciato da Ugo Licciardi il testimone è stato raccolto dalla moglie, Caterina, una donna dinamica e combattiva, che si è battuta per rilanciare il ruolo del circolo sardo “Giuseppe Dessì”, che è stata chiamata a presiedere e ha istituito un premio giornalistico, intitolato al marito che sin dalla prima edizione ha riscosso un grande successo. Alla realizzazione del premio “Ugo Licciardi” hanno contribuito, la comunità italiana di San Paolo, l’Istituto di Cultura, la Regione Sardegna, il Comune di Iglesias e l’Università di San Paolo. La prima edizione del premio ha visto vincitore Mino Carta, giornalista e editore tra i più importanti del Brasile. Carta, pur essendo nato a Ge- nova, vanta origini sarde perché suo nonno era di Ghilarza e alla Sardegna è rimasto sempre legato, tanto da trascorrere nell’isola lunghi periodi di vacanza. Mino Carta è un esempio di successo professionale ottenuto con perseveranza e lungimiranza, la sua attività giornalistica dura da oltre mezzo secolo ed è sempre stata segnata dalla ricerca e selezione dei fatti e delle notizie per dare al lettore un’informazione completa ed esauriente. La sua rivista “Carta Capital” è tra le più autorevoli e prestigiose del Brasile. Mino Carta ha cominciato a fare il giornalista a 18 anni, nel 1950 come corrispondente de “Il Messaggero” di Roma, dal 1954 al 1956 è stato redattore dell’Ansa a San Paolo. Rientrato in Italia ha lavorato per “La Gazzetta del Popolo” di Torino, per “Il Messaggero” e per altre testate. Nel 1960 ritornò in Brasile dove da 40 anni è uno dei più attivi protagonisti dell’editoria di San Paolo, dove ha fondato numerose testate. Di recente si è rivelato anche romanziere e pittore. La consegna del premio “Ugo Licciardi” si è svolta il 5 dicembre nel salone del Circolo Italiano alla presenza di un folto pubblico. Alla cerimonia hanno presenziato, tra gli altri, oltre alla signora Licciardi e alla figlia Angela Letizia con il marito Miguel Marcos Barba, il console italiano Gian Luca Cortese, il presidente del Circolo Italiano, ing. Giuseppe Cappellano, il direttore dell’Istituto italiano di Cultura, prof. Guido Clemente, originario di Sassari, il prof. Giampaolo Casula (di Iglesias), che insegna all’Università di San Paolo, Pino Dessì, presidente della Faes, in rappresentanza della Consulta dell’emigrazione, esponenti della comunità sarda, del mondo dell’imprenditoria e della cultura. L’istituzione del premio – come ha spiegato Caterina Licciardi in un incontro con il Capo di Gabinetto dell’assessorato del Lavoro, Attilio Dedoni, di passaggio a San Paolo – vuole essere il primo passo di una serie di iniziative per valorizzare la presenza sarda a San Paolo e per favorire nuove opportunità per le imprese sarde in Brasile. La comunità sarda a San Paolo può contare su ottime relazioni e conoscenze che possono offrire occasioni interessanti per i prodotti di nicchia dell’economia sarda. Alcuni progetti già in avanzata fase di predisposizione sono stati illustrati al rappresentante della Regione dalla figlia di Ugo Licciardi. Il dott. Dedoni, ha riscontrato che i progetti proposti vanno nella linea delineata dalla Regione per sviluppare le attività economiche coinvolgendo le comunità sarde nel mondo e ha invitato i dirigenti del circolo “Giuseppe Dessì” di definire tutti gli aspetti dei progetti. Dedoni ha esortato i dirigenti del circolo sardo di San Paolo ad intensificare la collaborazione con gli altri circoli per creare le sinergie necessarie al successo delle iniziative della Regione. IL MESSAGGERO SARDO 15 FEBBRAIO 2002 I l decreto sulla continuità territoriale nei collegamenti aerei tra la Sardegna e il Continente, salutato come svolta epocale nel settore dei trasporti e in funzione dello sviluppo dell’lsola, sta causando problemi forse non preventivabili, ed è diventato oggetto di scontro tra sindacati e potere politico, sia alla Regione che al Governo dì Roma. Quel che si contesta non è la legittimità dei Sardi a raggiungere Roma e Milano con costi non diversi da quelli degli altri abitanti dello Stivale, quanto il criterio del monopolio scelto per l’assegnazione delle tratte. In effetti il fatto di assegnare il singolo collegamento a una sola compagnia (escludendo quindi tutte le altre) era stato contestato fin dall’inizio dalle Confederazioni Sindacali di CGlL, CISL e UIL, e ha spinto le compagnie escluse ad annunciare numerosi licenziamenti, mentre altri posti di lavoro sono andati perduti nelle società che gestiscono i servizi a terra di quelle compagnie. Secondo i detrattori dell’esclusiva sulle tratte, peraltro, meglio sarebbe stato seguire la strada della sovvenzione diretta, con il rimborso alle compagnie dei biglietti effettivamente staccati per i residenti e gli emigrati, lasciando che le compagnie stesse si facessero concorrenza sul piano dei servizi offerti ai viaggiatori a tutto vantaggio della clientela. Secondo una stima fatta dai Sindacati dopo la conferma dei 3 collegamenti assegnati ad Air One, sarebbero almeno 350 i lavoratori di Alitalia e Meridiana che perderebbero il posto dopo l’abbandono delle due compagnie alle tratte Alghero-Roma e Cagliari-Milano. In particolare la CGIL ha accusato il Presidente della Giunta Regionale, Mauro Pili, di aver sostenuto la gara per l’assegnazione delle rotte da e per la Sardegna a tariffe ridotte, nonostante il sindacato avesse avvertito sui rischi che il provvedimento avrebbe portato a danno dei lavoratori. Altri 40 licenziamenti sono stati annunciati dalla Sogaerdyn, la società che gestisce l 9 handling (i servizi a terra) per Volare all’aeroporto di Cagliari/Elmas. Air One, dal canto suo, ha fatto sapere di essere disposta ad assorbire una quarantina di lavoratori ex Meridiana a Ca- I l 26 maggio gli abitanti di 58 Comuni della Sardegna, complessivamente oltre 200 mila elettori, andranno alle urne per rinnovare i Consigli comunali. Tra i centri più importanti Olbia, Alghero e La Maddalena in provincia di Sassari; Oristano; Selargius, Carloforte e Sant’Antioco nel cagliaritano. Per alcuni dei 58 Comuni, gli elettori andranno in anticipo alle urne per le dimissioni dei Sindaci e dei Consiglieri ed il conseguente scioglimento delle amministrazioni e la nomina dei Commissari prefettizi. Alle votazioni sono interessati anche i lavoratori sardi emigrati che hanno mantenuto TRASPORTI Ancora confusione sui cieli della Sardegna. Le compagnie escluse riducono il personale. Mobilitazione negli aeroporti in difesa dell'occupazione TARIFFE PIU' VANTAGGIOSE MA ANCHE LICENZIAMENTI CON LA CONTINUITA' TERRITORIALE di Andrea Frailis gliari e una trentina ex Alitalia ad Alghero, ma di non poter immettere nei suoi organici anche i dipendenti in esubero delle società che gestiscono i servizi a terra nei due sca- li. Un chiarimento sull’intera vicenda, intricata come non mai e dalle prospettive decisamente incerte, potrebbe aversi il 7 Marzo, allorchè il TAR del Lazio farà conoscere la sua sentenza sul merito dei ricorsi presentati. Il congelamento dell’esclusiva sulle tratte assegnate ad Aìr One era stato deciso il 7 febbraio PROTESTA A BERGAMO PER LA SOPPRESSIONE DEI VOLI CON L'ISOLA I l collegamento aereo tra Bergamo e Cagliari, garantito in estate da voli giornalieri delle compagnie “Volare” e “Meridiana” ed in inverno da un unico volo gestito da “Volare” è stato interrotto improvvisamente e senza preavviso. Mario Pomesano, Presidente del Circolo culturale sardo “S’aligusta” di Bergamo, in una nota ha denunciato che la decisione per le modalità con cui è stata assunta rappresenta “un’ulteriore penalizzazione nei confronti degli emigrati sardi, sia perché crea un enorme disagio a centinaia di famiglie sarde residenti nel Nord Italia e in particolare nelle province di Bergamo, Brescia, Milano, Lecco, Cremona e Verona, che nell’aeroporto di Orio sul Serio hanno sempre avuto un importante punto di riferimento per raggiungere la Sardegna”. In tali condizioni, infatti, per andare nell’isola bisogna raggiungere l’aeroporto di Linate o quello della Malpensa, con tutte le difficoltà che ciò comporta, senza contare l’aggravio di spese che annulla beffardamente le agevolazioni previste dalla continuità territoriale, sinora applicate soltanto negli aeroporti di Milano e di Roma. Il Circolo “S’Aligusta” interpretando lo sdegno di decine di migliaia di sardi residenti nel Nord Italia, e nel convincimento che sia importante rinforzare i rapporti di amicizia e di collaborazione tra Bergamo e la Sardegna, auspica che il collegamento aereo BergamoCagliari venga ripristinato, con le stesse frequenze. Occorre, inoltre, che anche per questa tratta – conclude la nota di Mario Pomesano – vengano applicate le tariffe previste dal regime della continuità territoriale. La denuncia è stata subito accolta dal Consigliere regionale della Regione Lombardia Stefano Maullu il quale, in un’interrogazione, ha chiesto il ripristino del volo Bergamo-Cagliari. Maulli ha inoltre sollecitato che le tariffe previste dal regime di continuità territoriale, così come per Milano Malpensa, vengano applicate anche per l’aeroporto di Orio al Serio visto che è stato sempre considerato un aeroporto “milanese”. Elezioni amministrative in 58 comuni sardi AGEVOLAZIONI PER CHI RIENTRA PER VOTARE la residenza elettorale nei Comuni indicati dal Decreto del Consiglio dei Ministri. Potranno usufruire delle agevolazioni previste sui mezzi di trasporto per consentire agli elettori emigrati in Italia ed all’Estero di esercitare il loro di- ritto-dovere raggiungendo il seggio e tornando nel luogo di lavoro. I Comuni dove si voterà domenica 26 maggio con l’eventuale ballottaggio, domenica 9 giugno, per i centri con oltre 15mila abitanti dove non sara’ possibile eleggere il Sindaco al primo turno. I centri interessati al rinnovo del Consiglio comunale sono: PROVINCIA DI CAGLIARI: Carloforte, Nuxis, Pimentel, Portoscuso, Samassi, San dal ministro Lunardi, che aveva così voluto prendere tempo fino al pronunciamento del Tribunale Amministrativo laziale. Altro appuntamento importante è quello convocato da Air One con le segreterie nazionale e regionale di CGIL, CISL e UIL all’Aeroporto romano di Fiumicino; la CGIL ha già fatto sapere che non ci andrà, perchè considera l’incontro un fatto strumentale, utile solo a smontare la riunione successiva con il ministro interessato, Lunardì. Di diverso avviso è la UIL, che vorrebbe conoscere il reale intendimento di Air One sulla questione “esuberi” del personale di Alitalia e Meridiana. D’altra parte si muove anche il mondo dell’emigrazione sarda in Italia. A fine Gennaio, infatti, il consiglio comunale di Torino ha dato il via libera a un ordine del giorno presentato da 3 consiglieri sardi (Gavino Olmeo della Margherita, Enzo Cugusi diessino e Walter Altea di AN) che impegna il sindaco Enzo Chiamparino ad attivarsi presso il Governo centrale per ottenere i benefici della continuità territoriale anche per gli oltre l3mila residenti sardi nei capoluogo subalpino. Sulla stessa posizione anche Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione, che chiede l’estensione della continuità territoriale a tutte le rotte per la Sardegna dal Continente e “per tutti i figli della Sardegna”. Per Cumpostu, inoltre, sarebbe opportuno cominciare a parlare di continuità territoriale anche per gli amministratori e i rappresentanti, anche non residenti, di società che hanno sede sociale in Sardegna; a suo parere il provvedimento porterebbe non poche risorse finanziarie nelle casse dei Sardi, in quanto incentiverebbe l’iscrizione alle Camere di Cominercio della Sardegna di società che, anche se operano nell’Isola, non avendo la sede sociale da noi di fatto pagano le tasse fuori. Una posizione simile è stata assunta dal Circolo dei Sardi di Bergamo, e moltissimi corregionali che vivono in Continente e che seguono attraverso la parabola satellitare le trasmissioni delle televisioni regionali, hanno chiamato i centralini di Vidcolina e di Sardegna Uno per esprimere il loro disappunto. Sperate, Sant’Antioco, Serramanna, Selargius, Siliqua, Siurgus Donigala, Vallermosa, Villaputzu e Villasor. PROVINCIA DI SASSARI: Alghero, Bulzi, Calangianus, Chiaramonti, Erula, Florinas, Illorai. Itteri, La Maddalena, Olbia , Ozieri, Padria, Palau, Santa Maria Coghinas, Semestene, Stintino, Tissi e Valledoria. PROVINCIA DI NUORO: Bitti, Bolotana, Genoni, Girasole, Lodine, Lula, Nuragus, Onani’, Oniferi, Orune, Osini, Perdasdefogu, Sagama, Serri e Teti. PROVINCIA DI ORISTANO: Ardauli, Bauladu, Bidonì, Milis, Mogorella, Morgongiori, Oristano, Terralba, Tresnuraghes, Uras. IL MESSAGGERO SARDO 16 FEBBRAIO 2002 G li argomenti all’ordine del giorno erano di grande rilevanza e evidente era desiderio dei partecipanti di confrontarsi su alcune delle questioni vitali per la vita dei Circoli sardi in Italia, per cui quattro ore di dibattito, sia pure serrato e estremamente concreto, sono apparse forse insufficienti per l’approfondimento di tutte le questioni sul tappeto. Certamente ciò non è dipeso dalla volontà di chi ha organizzato la riunione, ma da alcune situazioni contingenti: innanzitutto dall’indisposizione del presidente della Fasi, Filippo Soggiu, che lo ha costretto a letto proprio nella giornata dell’ incontro, e da una infelice situazione metereologica caratterizzata da una fitta cappa di nebbia che, estesa su tutto il Nord-Italia, ha reso preoccupante e difficile il rientro di molti dei partecipanti nelle loro sedi, costringendoli a anticipare le loro partenze. Tuttavia la riunione del Direttivo della Fasi che si è svolta a Pavia nel dicembre scorso, e che forse si è rilevata appunto non del tutto e non per tutti completamente appagante, è stata peraltro costruttiva, concreta, e ha portato ad alcune conclusioni importanti. Innanzitutto, ed era forse l’argomento più sentito, una verifica puntuale e dettagliata sulle norme per lo svolgimento del terzo congresso nazionale della Fasi, e inoltre una decisa e unanime presa di posizione a favore della Costituente sarda per la riscrittura dello Statuto regionale. La riunione si è aperta con l’intervento del vicepresidente Vanni Lai, che ha innanzitutto rivolto a nome di tutta l’assemblea a Filippo Soggiu l’augurio di pronta guarigione, sottolineando poi come l’anno ormai quasi concluso sia stato caratterizzato da un’attività dei Circoli sempre e costantemente improntata alla solidarietà e alla volontà di stare insieme e insieme crescere. La Federazione da parte sua ha svolto un’intensa attività a fronte di impegni sempre più numerosi e difficili. È quindi intervenuto Tonino Mulas, vicepresidente vicario della Federazione, che si è innanzitutto rammaricato per la malattia che ha impedito a Filippo Soggiu di partecipare alla riunione, rilevando come la sua relazione sull’attività svolta dalla Fasi nel 2001 sarà necessariamente incompleta in quanto si baserà essenzialmente su alcuni appunti predisposti dallo stesso Soggiu. Non è stato un anno facile il 2001, ha quindi detto Mulas, per l’esercizio provvisorio del Bilancio regionale, per i ritardi con i quali sono giunti i contributi, per la soppressione del Fondo sociale e per la conseguente necessità di provvedere a una non facile messa a regime del nuovo sistema. I mandati di pagamento sono stati comunque firmati il 20 novembre scorso, ma non potranno essere pagati, per mancanza di liquidità, prima del prossimo mese di gennaio. Tutto cio’ ha determinato non poche difficoltà per i circoli, soprattutto per la necessità di dover provvedere comunque, anche indebitandosi, alle spese previste e poterle quindi rendicontare con la necessaria documentazione. A fronte di questa situazione RIFORME / Il Direttivo della Fasi riunito a Pavia per definire l'organizzazione del congresso della Federazione. Confronto con i rappresentanti del Comitato per l'Assemblea Costituente sarda CONFERMATO L'IMPEGNO DEGLI EMIGRATI IN ITALIA PER LA RISCRITTURA DELLO STATUTO servizio di Roberto Puddu non positiva, ha aggiunto Mulas, vanno però anche registrati almeno due fatti positivi. L’abolizione nel piano di utilizzo dei contributi della suddivisione per titoli di spesa (spese ordinarie e spese per iniziative culturali), che, fra le altre cose, consentirà la spendita di eventuali somme non ancora utilizzate. L’ altro fatto positivo è stato l’avvio all’interno della Consulta della procedura per l’abolizione della percentualizzazione nei rendiconti. Ciò comporterà una grande semplificazione dei rendiconti stessi e una maggiore libertà nell’ uso delle somme a disposizione, anche se, peraltro, non eviterà che sull’ approvazione dei piani di spesa continueranno a pesare le valutazioni dell’ attività svolta. Nel prossimo 2002, ha ancora detto Mulas, i contributi saranno erogato in tre rate, nei mesi di maggio, luglio e ottobre, per cui sarà necessario provvedere alle rendicontazioni relative ai contributi e alle Settimane sarde del 2001, nei tempi piu’ brevi possi- bili, entro il 28 febbraio prossimo, in modo da poter effettuare l’assemblea di rendicontazione in occasione del congresso della Federazione. Mulas ha quindi aggiunto che è allo studio la possibilità che fra le spese ammesse possano essere inserite quelle relative alla eventuale accensione di mutui fondiari per l’acquisto delle sedi dei Circoli. Si è aperto quindi il dibattito sulla relazione di Mulas, durante il quale alcuni degli intervenuti si sono dichiarati contrari agli indebitamenti dei Circoli, altri, pur dichiarandosi soddisfatti per le innovazioni illustrate dal vicepresidente della federazione, hanno sottolineato l’esigenza che ci possa essere certezza sull’entità delle somme a disposizione. Altri ancora, come Locci di Savona, che hanno sottolineato l’esigenza che vengano utilizzati i nuovi strumenti informatici per consentire un dialogo diretto con la Regione, per la verifica in tempo reale delle procedure seguite nella conduzione amministrativa dei Circoli, e per il dialogo costante tra i Circoli e tra i Circoli e la Federazione. Un altro problema del tutto diverso è stato sollevato dal presidente del Circolo di Bolzano, Pietro Congiu. Quello del riconoscimento dei Circoli da parte della Regione. Il Circolo di Bolzano, ha detto, nato 24 anni fa, attende ancora questo riconoscimento, nonostante faccia parte della Fasi. Quest’ultima deve perciò affrontare il problema e risolverlo con sollecitudine. Alle diverse osservazioni avanzate durante il dibattito ha risposto ancora Tonino Mulas. Innanzitutto ha dichiarato di condividere l’opinione di chi ritiene non sia giusto che i Circoli e i loro presidenti si debbano indebitare con le banche per poter garantire le normali attività, osservando inoltre che, comunque, quando ciò è accaduto, tutti gli impegni sono stati sempre rispettati, salvo che in due soli casi. Peraltro, quando c’è la certezza del finanziamento, ma non sono stati ancora emessi i man- dati, autonomamente i presidenti dei Circoli possono anche decidere di esporsi con le banche, comunque in una situazione di certezze e garanzie. Centinaia di “Settimane sarde” senza ricorrere al credito non si sarebbero potute organizzare. Giampaolo Collu, coordinatore della Circoscrizione Nord-Ovest, ha quindi llustrato il regolamento del Congresso, che sarà trasmesso ai Circoli, nella sua versione aggionata, entro il 28 febbraio prossimo. Su questo tema sono intervenuti numerosi partecipanti alla riunione. Fra gli altri, Salvatore Satta (Friuli-Venezia Giulia), Sabrina Collu (Vigevano), che ha sostenuto l’ esigenza che al Congresso possano partecipare oltre che il coordinatore del settore giovanile, anche un giovane per ogni Circolo, Giovanni Cossu (Carnate), Pietro Congiu, Bolzano, che ha chiesto se il suo circolo, non riconosciuto dalla Regione, potrà partecipare al Congresso. Sono anche intervenuti Lorenzo Carta (Gallarate), Paolo Pulina (Pavia), che ha osservato come molte delle questioni sollevate potranno essere definite dai coordinatori delle Circoscrizioni e dai responsabili nazionali del Coordinamento delle donne e dei giovani, e Antonietta Deroma (Belluno), che ha ribadito l’ esigenza che venga garantita la partecipazione al Congresso delle donne e dei giovani e la rivalutazione della loro partecipazione alla vita dei Circoli. A tutti ha risposto Tonino Mulas, osservando innanzitutto che al Congresso parteciperanno i delegati di tutti i Circoli , quelli riconosciuti dalla Regione e quelli soltanto riconosciuti dalla Fasi. Il problema del riconoscimento di alcuni Circoli anche da parte della Regione, ha ancora osservato, e’ seguito con grande attenzione dalla Federazione, che ne ha chiesto alla Regione una sollecita risoluzione, per la quale, peraltro, sono da ostacolo alcune questioni non irrilevanti, quali ad esempio la necessita’ di far fronte ai relativi ulteriori impegni finanziari, e le norme che riguardano il numero degli iscritti al Circolo da riconoscere. Per quanto riguarda la partecipazione dei giovani al Congresso Mulas ha osservato che ancora una volta occorre tener presente l’insufficienza delle diponibilità finanziarie. È necessario perciò, innanzitutto monitorare la reale presenza dei giovani e delle strutture giovanili nei Circoli. Il problema sarà comunque affrontato dalla Federazione favorendo, con l’adozione di criteri elastici, la partecipazione dei giovani e delle donne al Congresso. Per quanto riguarda la proposta di prevedere un delegato in più per i Circoli con oltre 300 iscritti, ha osservato che si è in ritardo per provvedere oggi a una modifica delle norme riguardanti il numero dei delegati. Infine Mulas ha comunicato che la Federazione è impegnata a presentare entro il prossimo mese di dicembre la bozza del documento fondamentale per il Congresso. Comunque, ha aggiunto, è già in atto il dibattito sui contenuti del Congresso, per cui è possibile che ogni Circolo possa presentare all’assemblea pro- IL MESSAGGERO SARDO 17 FEBBRAIO 2002 pri documenti in aggiunta a quello della Federazione, che sarà aperto a integrazioni e contributi. È quindi intervenuta Pierangela Abis, coordinatrice nazionale del Movimento donne della Fasi, che ha osservato come il tema della valorizzazione del ruolo e dell’esperienza delle donne, nel mondo dell’emigrazione e nella vita dei Circoli, dovrà essere uno dei temi fondamentali del prossimo Congresso, come peraltro è già avvenuto per quello tenutosi a Olbia. Concretamente dovrà essere consentito, fra l’altro, che queste esperienze possano essere diffuse e conosciute attraverso un costante scambio di informazioni tra tutti i Circoli sparsi nel mondo. La costruzione di un sito Internet potrebbe essere una delle strade da seguire, ma anche per questo occorre disporre di fondi adeguati . Dopo alcuni altri interventi incentrati sulle norme che regoleranno lo svolgimento del Congresso, in particolare quelle relative al numero dei delegati, e le ultime precisazioni di Mulas, che ha fatto presente come molte delle questioni sollevate potranno essere affrontate e risolte dalla Commisione elettorale che sarà eletta dal Congresso, l’ assemblea ha approvato all’unanimità la relazione della Federazione. La riunione è quindi proseguita col confronto con gli esponenti del Comitato per l’ istituzione della “Costituente sarda”, per la revisione dello Statuto, Pier Sandro Scano, Giampiero Pinna, Sergio Pisano e Vanni Sanna. L’argomento è stato introdotto dal vicepresidente della Fasi, Vanni Lai, che ha sottolineato come i Circoli dei sardi rappresentino una importante realtà nel mondo della produzione e un veicolo insostituibile per il rafforzamento dei legami degli emigrati con l’isola. Ma sull’attività dei Circoli pesano negativamente alcune situazioni, ad esempio i ritardi con cui giungono loro i contributi regionali, giacchè non tutti possono affrontare i pesanti rischi delle esposizioni con gli istituti bancari. Occorre perciò che questo tema venga affrontato dai rappresentanti politici sardi. Ma soprattutto occorre che, in occasione della revisione dello Statuto si tenga conto del ruolo che i Circoli svolgono, anche nella considerazione che in ogni famiglia sarda c’è almeno un parente emigrato, e che le famiglie sono composte da elettori. È quindi intervenuto l’altro vicepresidente della Fasi, Tonino Mulas, per precisare che non sono i Circoli, e neanche la Fasi, che aderiscono al progetto della “Costituente sarda”, ma piuttosto essi favoriscono, con numerosi incontri e dibattiti alla presentazione e alla migliore conoscenza del problema. La formalizzazione dell’ adesione e la scelta del come favorire l’iniziativa avviene (è già accaduto in Francia e in Argentina) ad opera di strutture appositamente create. È quindi intervenuto Pier Sandro Scano, che ha osservato come il problema della revisione dello Statuto sardo sia estremamente complesso, per cui è innanzitutto necessario fare il punto su alcuni aspetti fondamentali della questione. Iniziativa dell'agenzia del lavoro UNA GUIDA PER AIUTARE I GIOVANI SARDI A TROVARE OCCUPAZIONE L ’Agenzia Regionale del Lavoro, che opera nell’ambito dell’Assessorato, ha predisposto, per iniziativa dell’Assessore Matteo Luridiana, la “Guida Giova@ni e Lavoro”, un nuovo strumento informativo che si pone come obiettivo quello di agevolare ed orientare le scelte nel mercato del lavoro di tutti coloro che sono alla ricerca di un’occupazione. La Guida – ha detto l’Assessore durante la conferenza stampa di presentazione – è parte di un progetto più ampio che vede l’Agenzia impegnata in una attività di diffusione sul territorio delle conoscenze relative alle opportunità che, sia i disoccupati, sia gli operatori del mercato del lavoro, hanno a disposizione per affrontare in modo vincente la sfida alla disoccupazione. Un progetto di Agenzia decentrata ed itinerante che ha l’obiettivo di garantire nei territori un’attività di informazione e consulenza in materia di lavoro il più vicino possibile ai cittadini sardi. L’Agenzia Regionale del Lavoro – ha sottolineato l’Assessore Luridiana – viene così rilanciata come soggetto operativo all’interno del mercato del lavoro, il quale come è noto, sta vivendo una delicata fase di ristrutturazione e di riorganizzazione, e pertanto necessita di strumenti di assistenza tecnica adeguati ai bisogni delle comunità locali e delle loro istituzioni rappresentative, economiche e sociali. L’attività che l’Agenzia svolge, come soggetto principale di osservazione, studio e animazione del mercato del lavoro, viene programmata L’attuale Statuto, legge fondamentale della Regione sarda, è vecchio e parziale, e, peraltro, nenche del tutto attuato, visto che non sono stati finora utilizzati alcuni strumenti che esso prevede. Da qui la necessità di procedere a una sua revisione. È questo il problema che il “Comitato per la Costituente” si è proposto di risolvere partendo dalla considerazione che, attualmente, il Consiglio regionale ha sul proprio Statuto il solo potere di fare proposte di modifica, e null’altro. Questa situazione va cambiata attribuendo alla comunità sarda il potere di darsi uno Statuto adeguato alle sue esigenze e aspirazioni, attraverso un’assemblea eletta da tutti. Questa proposta rappresenta non tanto la risoluzione di una questione giuridica, potrebbe essere forse individuato un percorso più breve e più facile per riscrivere lo Statuto, ma rappresenta, soprattutto, il se- e realizzata – ha concluso l’Assessore – in collaborazione e unità di intenti con le forze sociali e con i rappresentanti delle istituzioni i quali la governano per il tramite del Comitato del Lavoro. La guida “Giov@ni e lavoro” è stata distribuita gratuitamente con i quotidiani “L’Unione Sarda” e “La Nuova Sardegna” di domenica 20 Gennaio 2002. Il “Messaggero Sardo” l'ha inviata ai Circoli degli emigrati in Italia ed all’Estero con il numero di fennaio. Può anche essere consultata sul sito: www.regione.sardegna.it/agenzia del lavoro o essere richiesta direttamente all’Agenzia del Lavoro ed all’Assessorato. La Guida, che si apre con gno del desiderio di risveglio dei sardi , della loro voglia di vincere la sfida per lo sviluppo, della loro volontà di credere nelle proprie possibilità e di farsi riconoscere come “popolo”. L’iniziativa portata avanti dal “Comitato per la Costituente”, ha aggiunto Scano, trasversale rispetto alle diverse forze politiche, punta cioè alla creazione di un nuovo clima morale, culturale e politico, di un “movimento” di popolo per la riaffermazione della propria identità, un movimento perciò che riguarda tutti i sardi, ovunque si trovino nel mondo. Gli emigrati dovranno perciò partecipare alla votazione per l’elezione della Costituente, e una quota dei componenti di questa assemblea dovrà essere riservata ad essi. È quindi intervenuto Sergio Pisano, che ha portato il saluto del presidente del Comitato per la Costituente Massimo Fantola, e dichiarato quindi di l’introduzione del Presidente della Regione e con la presentazione dell’Assessore, è articolata in cinque sezioni, contraddistinte da pagine con bande di colori diversi, riguardanti: un percorso di orientamento al lavoro, alla formazione, allo sviluppo locale, all’università ed ai programmi comunitari; il lavoro autonomo, il lavoro dipendente e i principali tipi di contratto di lavoro; l’obbligo formativo e l’istruzione e la formazione tecnica superiore (IFTS); una serie di indirizzi utili, di istituzioni e uffici pubblici, associazioni di imprese e sindacati, per rendere più agevole la ricerca delle informazioni, vero punto d’inizio per la ricerca di un lavoro. condividere totalmente le parole pronunciate da Scano. Ha quindi osservato che il tema della riforma riguarda innazitutto lo Statuto regionale, ma deve andare oltre. Ad esempio, se è vero che la Regione sarda è la Regione che esprime il maggior impegno finanziario per i suoi emigrati, è appunto anche vero che occorre rivedere e aggiornare le norme legislative che regolano la spendita delle somme stanziate. Per un altro esponente del “Comitato per la Costituente”, Vanni Fadda, il tema della riforma dello Statuto, sollevato da poche persone attraverso un dialogo che ha coinvolto tutte le forze politiche, è un tema, appunto, ne di destra ne di sinistra, ma interessa tutti i sardi nell’isola e fuori dall’isola. Il Consiglio regionale da parte sua ha già affrontato il problema e presentato al Parlamento il relativo disegno di legge. Si tratta di un passaggio fonda- mentale, ma oggi occorre insistere e procedere oltre perchè le diverse forze politiche sappiano mettere da parte separazioni e conflittualità per giungere a un risultato positivo. La Costituente, ha aggiunto, deve anche fissare le caratteristiche del modo di essere federalisti dei sardi, un federalismo della responsabilità e della consapevolezza. Oggi si sta disegnando l’ Europa di domani, e i sardi devono decidere come si collocheranno al suo interno. Il sostegno al Movimento per la Costituente, ha concluso Fadda, si va allargando: oggi sono piu’ le cose che uniscono che quelle che dividono. È quindi intervenuto Giampiero Pinna che ha osservato come oggi si debba registrare una grande crescita della consapevolezza dei sardi di appartenere una stessa cultura e di possedere la medesima identità di popolo: ciò è molto importante in un momento come quello attuale, caratterizzato da grandi modifiche e cambiamenti, perchè li rende più forti e capaci di costruire il proprio futuro. La proposta di istituire la Consulta, ha aggiunto Pinna, ribalta il modo fin qui seguito per affrontare il problema della revisione dello Statuto. E pone al centro dell’iniziativa non piu’ le istituzioni ma direttamente tutto il popolo sardo. La Costituente rappresenta un momento importante di riflessione e di autodeterminazione, e costituisce un fatto che va oltre gli schieramenti politici. Importante percio, ha concluso, il sostegno che all’iniziativa viene dagli emigrati, dai loro Circoli e dalla Fasi. È quindi intervenuto Paolo Pulina, del Circolo di Pavia, che, dato per scontato il sostegno all’iniziativa per la Costituente, ha sottolineato l’opportunità che non vengano sottovalutate le osservazioni e le perplessità che provengono dai costituzionalisti, circa una presunta incostituzionalità della proposta, la mancanza di indicazioni sui contenuti del nuovo Statuto e i rapporti con la nuova Europa che non possono esere ignorati. Queste osservazioni, e altre, ha concluso Pulina, vanno tenute presenti, e ne va seguita l’elaborazione che si svolge nei diversi convegni e dibattiti, soprattutto per conoscere più a fondo il problema e meglio prepararsi all’ inevitabile duro scontro. Dopo un breve dibattito al quale hanno partecipato, fra gli altri, Giovanni Ortu, Aru, Pira, Sabina Schiesano, ha ripreso la parola Pier Sandro Scano per osservare che anche fra i costituzionalisti le opinioni non sono concordi, e che, d’altra parte, coloro che hanno dato vita al Movimento per la Costituente, e indicato un obiettivo così forte, hanno prioritariamente fatto le necessarie verifiche di costituzionalità su quanto andavano proponendo ai sardi. I costituzionalisti, ha concluso sono portati a considerare fuori e contro la Costituzione quanto non sia già al suo interno. Ma la strada intrapresa è quella giusta, come ha già riconosciuto lo stesso Consiglio regionale. La Costituzione non la scrivono i costituzionalisti , ma i popoli. La riunione si è conclusa con l’ approvazione all’unanimità della proposta di adesione all’ iniziativa del Movimento per la Costituente. IL MESSAGGERO SARDO 19 FEBBRAIO 2002 N el disporsi a raccontare Manlio Brigaglia, o meglio, quella che un tempo si usava definire “la vita e l’opera”, ci si accorge di una cosa: che sembra stare in fatica, come in un vestito troppo stretto, nei suoi 73 anni, lucidi, disincantati, curiosi, solo apparentemente svagati, su cui ironizza qualche volta, con quella propensione allo scherzo, alla “burrula”, anche su se stessi, che “noi galluresi” conosciamo bene. Quest’impressione la dava anche la solenne cerimonia con cui l’Università lo ha salutato nell’anno in cui va in pensione, alla presenza dell’ex ministro Luigi Berlinguer, del rettore, prof. Maida, dei Presidi di Lettere e Scienze Politiche, del direttore del Dipartimento, di diversi studiosi “continentali” che con lui hanno fatto un pezzo di strada, accademica e scientifica; e, alla presenza, naturalmente, di tutti i suoi allievi, divenuti insegnanti, professori d’università, professionisti, politici: metà della classe dirigente sarda , praticamente, si è formata alla scuola di Brigaglia. L’insieme dei discorsi, delle testimonianze, dei riconoscimenti ha dato solo in parte l’idea di una biografia intellettuale così piena e feconda. La scherzosa battuta che per un certo periodo circolò tra amici e allievi – ripresa da un famoso slogan della Rai: “Manlio Brigaglia, di tutto, di più” può essere evocata a dare il senso della varietà dei suoi interessi. La verità è che non si può raccontare Manlio Brigaglia usando le categorie canoniche: saggista, storico, professore universitario, giornalista, conferenziere, organizzatore di cultura; né lo si può fare ricorrendo alla classica periodizzazione di un comune curriculum: anno di laurea, progressione accademica, ecc., anche se già questo basterebbe a dare l’idea di un percorso sicuramente non comune: maturità classica a 15 anni, laurea in Lettere a 19, in cattedra di italiano e latino al liceo “Azuni” a 26. Ma allora, nel 1955, aveva già al suo attivo – insieme ad Antonio Pigliaru, – l’esperienza di direzione di una piccola rivista “Scuola in Sardegna” e quella, più importante, di caporedattore e stretto collaboratore e dello stesso Pigliaru nel difficile, operoso lavoro di “confezione” (che comprendeva anche le puntate alla tipografia Gallizzi e il contatto con i tipografi e le macchine da stampa) della rivista “Ichnusa”, palestra di dibattito – fino a metà degli anni Sessanta – dei temi dell’autonomia e della rinascita tra alcuni di quelli che sarebbero poi diventati i più rappresentativi intellettuali del dopoguerra (primi tra tutti, Antonio Pigliaru e il suo amatissimo amico Michelangelo Pira, prematuramente scomparso). Negli stessi anni conosceva l’esperienza del giornale sassarese “Democratico” (19581963), il periodico del famoso gruppo dei “giovani turchi”, che, guidato dall’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga, portava avanti le istanze di rinnovamento della DC sarda . E, ancora, scriveva sul quotidiano sassarese “Il Corriere dell’Isola” (1947- PERSONAGGI L'addio all'Ateneo in una cerimonia alla presenza dell'ex ministro Berlinguer. Studioso e profondo conoscitore delle cose sarde è da sempre prezioso collaboratore del Messaggero sardo LO STORICO MANLIO BRIGAGLIA LASCIA L'INSEGNAMENTO NELL'UNIVERSITA' DI SASSARI di Eugenia Tognotti 1957) e iniziava la collaborazione – che si protrarrà per diversi decenni – col quotidiano cagliaritano “L’Unione Sarda”. Cominciava così quell’attività di “intellettuale militante” che lo avrebbe portato non solo a diventare un infaticabile organizzatore di cultura e un “comunicatore” eccezionale ( basterà ricordare la collana dei “Quaderni di Radio Cagliari e i programmi di informazione culturale alla Rai regionale), ma anche una delle voci più autorevoli del dibattito in corso sulla “Rinascita ”, nonché sui rischi di un’informazione asservita al potere economico, quando i quotidiani sardi entrarono nell’orbita dell’industria petrolchimica. Divenuto direttore di un piccolo, combattivo giornale d’opposizione, il “Lunedì della Sardegna” (1973-1974), guidò un movimento di giornalisti democratici contro la monopolizzazione, organizzando dibattiti e incontri, di cui dà conto il volume L’informazione in Sardegna (1973). È stato anche consigliere nazionale della Fnsi dal 1972 al 1974; e ha fondato e diretto la rivista “Autonomia cronache” (1968-1972), che chiamava al confronto intellettuali e politici democratici sui nuovi termini della questione sarda. In anni più recenti ha dato vita, come condirettore, alla nuova serie di “Ichnusa” (1982- 1993). Non c’è praticamente questione della Sardegna contemporanea – la “Rinascita fallita”, il banditismo, il malessere delle zone interne, il faraonico investimento dell’Aga Khan in Gallura , la modernizzazione di questi anni – su cui non abbia scritto, brevi, penetranti articoli (che scrive rapidissimamente, sulla macchina da scrivere, impiegando non più di quaranta minuti); o saggi più distesi e meditati come “Sardegna perché banditi” (1971) o “Dove va la Gallura” (1964), una lunga riflessione che anticipava – starei per dire – profeticamente – la “catastrofe antropologica” che avrebbe investito i litorali galluresi, diventati paradisi per ricchi. Per avere un’idea dell’attività scientifica, letteraria, pubblicistica, editoriale, culturale di Brigaglia è sufficiente sfogliare il libro Manlio Brigaglia. Cinquant’anni di scrittura (a cura di E. Pilia), che abbraccia il lunghissimo periodo 1950-1999. Nell’interminabile indice dei nomi non manca nessuno studioso che a vario titolo sia capitato in questi anni in Sardegna e non l’abbia incrociato in una delle sue innumerevoli iniziative, tra cui sono da ricordare anche la bella traduzione del fondamentale libro del geografo francese Maurice Le Lannou, Pastori e contadini di Sardegna (Cagliari 1979). Ma, naturalmente, vi figura praticamente ogni sardo che abbia a che fare, direttamente o indirettamente, con la carta stampata, giornalisti, intellettuali, insegnati, professori universitari, preti. E, accanto ai nomi di persone, ci sono i giornali, le riviste, i convegni, le associazioni , le commissioni, gli Enti per il turismo, gli Istituti (dall’Etnografico all’Isprom), e amministrazioni comunali, ecc. che hanno chiesto e ottenuto la sua collaborazione. Come quei grandi notabili dei paesi che non rifiutavano mai di tenere a battesimo un bambino, Brigaglia non dice mai di no a chi gli chiede di scrivere la prefazione di un libro o di presentarlo, affrontando, talora, con cristiana rassegnazione, lunghi viaggi in macchina per raggiungere il paese dell’autore del libro o della monografia, convinto com’è che sia necessario incoraggiare e supportare anche iniziative minime, presenze disperse. All’Università ha cominciato ad insegnare, nel 1971, da quando è stata istituita a Sassari la Facoltà di Magistero (ora Lettere). Storico contemporaneista, ha tenuto i corsi di “Storia dei Partiti Politici” e ha pubblicato con la casa editrice Il Mulino l’antologia su L’origine dei partiti nell’Europa contemporanea (1870-1915), (1985). Si possono ricondurre a quest’ambito di interresse la biografia politica di Emilio Lussu (Emilio Lussu e “Giustizia e Libertà”, Cagliari 1976), di cui ha curato due antologie di scritti (Emilio Lussu, Per l’Italia dall’esilio, Cagliari 1976, e Lettere a Carlo Rosselli e altri documenti di “Giustizia e Libertà”, (1979). Sempre di Emilio Lussu ha curato l’edizione dei Discorsi parlamentari pubblicata dal Senato della Repubblica, 1985. Il campo privilegiato dei suoi interessi di storico è però la Sardegna ed è persino inutile sottolineare quanto i suoi studi siano lontani dalle tentazioni localistiche e dalle angustie di certe “storie patrie”. È un classico il suo La classe dirigente a Sassari da Giolitti a Mussolini, (Cagliari 1979), che aiuta a capire il patrimonio di vita civile – pur nell’aspra lotta politica tra lo schieramento clerico moderato e quello laico-democratico, radicaleggiante e repubblicano – che rappresentava la cifra della città dei Berlinguer, dei Segni, di Cossiga. Tra le sue innumerevoli attività quella che forse lo appassiona di più è “fare i libri” (anche quelli degli altri), cioè “pensarli”, anche nell’impaginazione e nella grafica, seguirli passo passo fino alla tipografia . A questo interesse è legato l’enorme lavoro per realizzare grandi collane come la “Storia della Sardegna antica e moderna” in 10 volumi, diretta da Alberto Boscolo; e, ancora, “Documenti e Memorie dell’Antifascismo in Sardegna”, in cui sono apparsi otto titoli (dedicati a figure come Gramsci, Lussu, Velio Spano, Angelo Corsi), conclusi dai due volumi sull’Antifascismo in Sardegna. Ai primi degli anni Ottanta, ha ideato e realizzato la monumentale opera La Sardegna, enciclopedia tematica in tre volumi (209 voci di 152 specialisti in 2200 pagine) (1982 -1988 , 2° ed. 1994), che offre un’informata e coerente rilettura dei risultati raggiunti (da studiosi sardi e non) nella ricerca storica sulla Sardegna. Ed è forse qui che ha esercitato il suo eccezionale talento nel valorizzare, nel raccogliere intorno a sé competenze e inducendo tutti (riuscendoci) a dare il meglio. Nel 1997, la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha conferito il premio nazionale per l’organizzazione della cultura. È certo che con la pensione non appenderà la penna al chiodo, come si dice. Tiene un corso all’Università, è nel Comitato scientifico della fondazione “Segni”, continua a scrivere, a progettare lavori, a partecipare a tavole rotonde, a convegni, a dibattiti. E continua, per nostra fortuna, a leggere i nostri dattiloscritti, con puntigliosa attenzione, senza lasciarsi sfuggire la ripetizione, la virgola di troppo, l’ineleganza di un periodo, l’imprecisione di un richiamo bibliografico, l’errore in una nota. Inesorabile anche con autorevoli studiosi e saggisti, che mai restituirebbero le bozze all’editore senza farle passare sotto le forche caudine delle forbici “brigagliesche” – lui cancella, sottolinea, riempie le pagine di ammonimenti, richiami, asterischi, cancellature. Non è forse senza significato che, prendendo brevemente la parola in Aula Magna, dopo i solenni discorsi dei relatori, abbia voluto ricordare un aneddotto. Anni fa, trovandosi ricoverato a Sassari per un lieve intervento, per il quale si erano mobilitati tanti illustri “curanti”, gli era capitato di imbattersi in un infermiere, sorpreso dalle attenzioni che circondavano quel paziente. “Ma chi ( caspita) è lei ?”, gli aveva chiesto, entrando nella sua camera. E , alla sua risposta, illuminandosi: “Ho capito, lei è “a cura di Manlio Brigaglia”, il titolo della rubrica di libri di Radio Sardegna che tutti ascoltavano, dagli infermieri negli ospedali ai contadini del Campidano. Come si dice? Lunga vita al professor Brigaglia. PARLIAMO DELLA SARDEGNA 20 FEBBRAIO 2002 a cura di Manlio Brigaglia A bbiamo già parlato in queste pagine, in passato, dei romanzi di Antonio Puddu, scrittore nato a Siddi nel 1933: la sua prima opera, Zio Mundeddu, fu pubblicata dall’editore Cappelli di Bologna nel lontano 1968; noi ci siamo occupati qui, a suo tempo, della seconda, La colpa di vivere, uscita presso l’editore Bastogi di Foggia quindici anni più tardi, nel 1983. Ancora più lungo, di ben diciotto anni, l’intervallo tra il secondo e il terzo e ultimo romanzo, Dopo l’estate, che è fresco di stampa; nel frattempo – nel 1996 – era tuttavia uscita una raccolta di racconti, La valle dei colombi (anche questi due da Bastogi che, avendo prodotto anche un’edizione per la scuola di Zio Mundeddu, ha ora in catalogo tutte le opere di Puddu: via Zara 47, 71100 Foggia, telefono 0881.725070). Il fatto è che questo scrittore non concepisce una narrativa legata alle mode del momento, ma spende senza risparmio il suo lavoro, scrivendo e riscrivendo ogni pagina, per arrivare a una stesura che regga solidamente all’usura del tempo; il suo intento, in altre parole, non è quello di soddisfare i gusti momentanei del lettore, o tantomeno di puntare alla quantità delle vendite, ma di regalarci dei quadri letterari di vita che, grazie al loro livello qualitativo, possano essere apprezzati da ben più di una generazione. Non ha mai cercato una facile popolarità, ma i risultati raggiunti e i giudizi ottenuti lo hanno in più di un caso confortato sulla validità delle sue scelte: a partire da Zio Mundeddu, premio “Deledda opera prima”, che viene tuttora letto nelle scuole e studiato per tesi di laurea; su quell’opera e sulle successive Puddu ha ottenuto sempre giudizi lusinghieri da lettori e critici sia sardi che della penisola. Come già i libri precedenti, Dopo l’estate è ambientato a Siddi, il paese natale di Puddu, e nei vicini centri della Marmilla; rimane confermato il disinteresse per il mondo della borghesia, i personaggi sono ancora una volta allevatori e contadini in bilico tra il lavo- C ’è voluta la caparbietà e la professionalità dei due veterinari Raffaele Cherchi, direttore del Centro di riproduzione animale, ed equina in specie, dell’Istituto Incremento Ippico della Sardegna con sede principale ad Ozieri nello storico palazzo di Piazza Duchessa Borgia e del suo collega Ignazio Cossu per riuscire in un esperimento tentato da anni e sempre fallito. Ora invece l’obiettivo di far nascere un asinello tipico sardo dal classico mantello grigio cenere è giunto felicemente in porto e nelle stalle di Su Padru, alla periferia nord di Ozieri, la simpaticissima asinella Foresta corre e salta facendo la gioia di quanti la osservano e dei bambini in particolare coi quali ha immediatamente trova to un ottimo filing. Il piccolo quadrupede ha già superato l’età di due mesi e gode perfetta salute per cui solo ora i tecnici ed il presidente dell’Istituto, il dott. Gelsio Saba, hanno deciso di rendere pubblico il prestigioso evento. CULTURA Lo scrittore di Siddi si era messo in luce con Zio Mundeddu nel 1968. L'ultima opera è ambientata nella Marmilla «DOPO L'ESTATE» L'ULTIMO ROMANZO DI ANTONIO PUDDU di Salvatore Tola ro autonomo e quello alle dipendenze dei proprietari terrieri; cambia piuttosto il quadro storico di riferimento: mentre zio Mundeddu aveva combattuto nella prima guerra mondiale, ed Ettore Luna, protagonista della Colpa di vivere, aveva partecipato alla seconda, Michele Doro, che è al centro di questo ultimo libro, ha solo sedici anni nel dopoguerra, quando lascia la casa paterna per allogarsi come servo pastore a Pauli Arbarei: avrà quindi modo di assistere in televisione allo sbarco sulla Luna e di trepidare per il figlio, impegnato nel servizio militare al tempo della guerra del Golfo. L’eco di questi avvenimenti affiora di tanto in tanto nelle pagine del romanzo, ma in sor- dina, perché la vita dei personaggi è regolata da altri interessi e da altri ritmi. Al primo posto sta il lavoro, l’impegno di ogni giorno attraverso il quale i personaggi da un lato cimentano la propria personalità, specie quando si trovano di fronte alle avversità, dall’altro inseguono una legittima emancipazione per loro stessi e le loro famiglie; subito dopo vengono l’amore e gli affetti più immediati, i genitori, la moglie, i figli; e infine gli altri parenti, gli amici, la comunità nel suo insieme. Come anche altri lettori hanno osservato, questo ultimo libro è anzi più “corale”, fa maggiore spazio alle storie di personaggi minori, e questo sembra possa servire a mettere meglio in risalto, attraverso il confronto, le scelte e i comportamenti di quello centrale. Michele Doro è più fortunato rispetto ai protagonisti dei romanzi precedenti, specie zio Mundeddu, che non era riuscito a realizzare il sogno di un gregge suo: forse perché favorito dalla diversità delle condizioni economiche e sociali, egli riesce a mettersi in proprio, insieme ad un socio, Evino, e ad assicurare la tranquillità economica alla sua casa. Rimane aperto per lui il problema delle scelte e dei comportamenti con i quali caratterizzare la sua vita. Quando, nell’ultimo capitolo, tutta la sua esistenza gli scorrerà nella memoria per un bilancio, potrà considerarla con serenità: non RIUSCITO L'ESPERIMENTO DI FAR NASCERE L'ASINELLO CON IL MANTO GRIGIO di Gerolamo Squintu «È per noi un risultato di grande rilevanza ed enorme è l’interesse per tutto il mondo ippico poiché il tipico asinello sardo, così come quello bianco dell’Asinara, stanno rischiando la estinzione – dice il dott. Saba – e già segnali allarmanti sono giunti proprio dall’Asinara. Avevamo intrapreso gli studi e le ricerche con grande impegno nei centri di Ozieri, Foresta Burgos e Tanca Regia per salvaguardare la razza, e la nascita di Foresta è veramente di buon auspicio». «Avevamo effettuato un “embryo transer” otto mesi addietro su due fattrici (una grigia ed una bianca) – affermano Cherchi e Cossu –. Purtroppo perché sia stata segnata dalla realizzazione di grandi ideali, ma semplicemente perché è stato corretto il suo atteggiamento di fronte alle situazioni che si sono presentate; con l’impegno mai rallentato nella campagna, l’attaccamento alla moglie e ai figli, la lealtà verso gli amici e i compagni di lavoro, e soprattutto verso la bella moglie del suo socio e la figlia, entrate a far parte quasi della sua famiglia dopo la morte di lui per il ribaltamento del trattore. Ecco, questa è la grande lezione morale che viene dai piccoli fatti quotidiani del romanzo: il valore di un uomo si misura dalla sua resistenza, nell’arco di tempi lunghi, al cimento che viene dal susseguirsi dei giorni. Intorno a questo nucleo essenziale sta poi tutto un quadro storico e sociale, con la crisi dell’agricoltura nella campagna sarda, il ruolo diminuito dei proprietari che un tempo erano punto di riferimento per tutti, rappresentati qui da don Terenzio; e poi la fuga di tanti dai piccoli centri verso quelli maggiori e le città industriali del continente; mentre rimane tuttavia al fondo un attaccamento alla campagna, alle sue risorse e alle sue bellezze, che è propria del protagonista come lo è dello scrittore, capace di descriverla con tocchi rapidi ed essenziali. Perché è questo, come è stato più volte osservato dai critici, l’altro grande pregio dei libri di Puddu: l’impiego di una lingua che, senza mai mescolare l’italiano con le parlate locali, trova un registro adeguato per rendere letterario e poetico un universo umano apparentemente modesto, insignificante. Merito di queste capacità espressive, sapientemente fuse con gli altri elementi della narrazione, se anche per questo romanzo accade quanto Michele Prisco scriveva per il precedente: e cioè che da un avvio lento, in forma di “adagio”, la storia «a poco a poco si riscalda d’una sua forza interiore» e giunge così ad un “crescendo” nel quale «si riversa e si precisa la tensione esistenziale del protagonista, sino ad assumere una connotazione più emblematica ed universale». solo l’asina grigia ha dato alla luce questa vispa Foresta, mentre nell’altro caso c’è stato un aborto con feto già maturo. L’esito della sperimentazione è comunque più che positivo e l’attenzione degli studiosi è grande anche per il fatto – ribadiscono i ve terinari – che questo è il primo caso noto nel mondo dell’attecchimento di un embryo transfer in bestie di così piccola taglia. Presenteremo una approfondita relazione a Sorrento nel mese di ottobre, durante un simposium internazionale su simili esperimenti, ma già più d’una Università si è complimentata con l’istituto Incremento Ippico della Sardegna per aver così insistentemente sostenuto i nostri sforzi. Fatto è che il trapianto embrionale apre nuovi scenari per la tutela e la sopravivenza – concludono Cherchi e Cossu – dell’asinello sardo poiché da una fattrice si potranno prelevare in un anno anche due, tre embrioni da trasferire in altre soggette riceventi e pronte alla riproduzione». PARLANDO IN POESIA 21 FEBBRAIO 2002 a cura di Salvatore Tola Q ualche tempo fa Sennori ha festeggiato il suo poeta improvvisatore, Antoni Pazzola, che aveva compiuto i suoi cinquant’anni di attività sui palchi dell’isola e – si può dire, grazie all’emigrazione – di tutto il mondo. Nel gennaio scorso una festa analoga si è svolta a Silanus, in onore di Marieddu Masala, ed una ancora ne è prevista a Onifai, in estate, per Bernardu Zizi. Pubblichiamo un sonetto che è stato letto durante la cerimonia di Silanus, e uno che ci era giunto da tempo, dedicato a Zizi; vogliamo così unirci agli auguri di tutti i sardi e di tutti gli appassionati di poesia per questi tre poeti, attualmente i più conosciuti e i più attivi; e vogliamo ancora una volta sottolineare l’im- CINQUANT'ANNI DI PALCO portanza di questo patrimonio della poesia improvvisata: la Sardegna è una delle poche regioni al mondo che riesce ancora a goderne, in CHIMBANT’ANNOS DE GARAS A Marieddu Masala Silanos oe a Masala festizat e tant’istima in prus li manifestat; cale collega ’e Mura inoghe restat che poeta chi versos armonizat. In palcos chimbant’annos, assimizat a unu re in tronu, chi si prestat a dar’ispaju in limbas, chi s’innestat chin sa bell’arte ch’isse contivizat. Tra festas ch’a cantare abberit laras in totue e inoghe chi dimorat, semenat ranos ch’annoen sas garas. E pro ch’ancora cust’arte avvalorat fattende de sas rimas prellas raras, meda zente che deo oe l’onorat; e creo chi l’ammirat reverente. Pinuccio Giudice Marras età di televisione e di comunicazione planetaria, e deve fare di tutto per mantenerlo e valorizzarlo. In alcune altre poesie che pubblichiamo l’attenzione rimane puntata sulla poesia tradizionale: con le ottave di Pitanu Moretti che, a quanto scrive Ulleri, si riferiscono a CICIU A BARORE SASSU POETENDE A BATTORINA ABBRACCIA LA VITA Cando mi naras grassu mi cuntento e no m’offendo si tinde coglionas, sinnu chi de cosas bonas m’alimento in su mentras chi tue sa chiterra sonas. Cun sa grassesa mia rappresento su simbulu de sas sette annadas bonas, e tue, lanzu in ancas e in palas, rappresentas sas sette annadas malas. Ciciu Piga (Inviata da Pasquale Corrias) A la cantamus una battorina, e bolla canto pianu pianu: m’agatto de salude pagu sanu, non potto abratzare mancu a Pina, a la cantamus una battorina. Se hai un’anima, un cuore, rinuncia al terrore, ti assicuro, è la cosa migliore! Cerca di riconquistarti l’onore! Abbraccia la vita, guardati intorno, scruta i colori, specchiati dentro te stesso. Non turbarti nel viso, non illuminarti di ira infuocato, non calpestare ciò che ti potrà servire. Non corroderti i nervi, non bagnare la strada di sangue. Giovane dove vai? Fermati e guarda il domani, riempiti d’immenso e gusta la vita! Bachisio Tula A la cantamus una battorina, mi toccat de cantare a sa sola, pro cumpagnia che tenzo a Lola chi est sa mia nipotina, a la cantamus una battorina. SU SAMBEN A TRAINU Canta pulidu e seriu Gavinu, pensa ch’as incontradu Anton’Andria, ca si che torro un’ateruna ’ia innanti ti ch’ingullat su terrinu. At a currer su samben a trainu a sa disisperada in dogni via. S’Anton’Andria che torrat pro te ’enis soldadu rasu sende re. Anton’Andria Cucca (Richiesta da Vittorino Cucca) A la cantamus una battorina, mi ponzo sos chelveddos in assentu, o caru “Messaggeru” so cuntentu de pubblicare custa letterina, a la cantamus una battorina! Pietrino Canu SOS DISIZOS IN DOMO CAMPIONE DE RIGUARDU Pro Bernardu Zizi SA CITTARI MIA Sardigna tue allevas pagos fizos e non lis dasa de pane una perra, oriolados in giru in sa terra pienos de isperas e fastizos. Mi ’enit a sa mentre cust’azardu de cuntrastare cun sa fantasia, e fagher custa sarda poesia a su famosu poeta Bernardu. ’Ta bella chi fia sa cittari mia comenti dd’apu connota una borta, in cuddus appendizius arregorta chi de paxi fueddanta, de allirghia, An lassadu in domo sos disizos de caros pianghende che in gherra, e tue guvernada in cuntierra non t’abbizas de custos marturizos. Su veru cignu ’e su Parnasu sardu, singulu ses naschidu in Baronia: Onifai nde tenes un’ebbia campione de veru riguardu. de unu mundu a sa bona, ancora sanu! De is ortus, de is giardinus coloria… ’Ta bella chi fia sa cittari mia cun su birdi splendor’e Campidanu, De improvvisadore as sa virtude, sempre prontu a tamburu battente; ses istadu cun sos poetas mannos. cun is carignus de su mari biu (de cuddu mari limpiu che su sprigu!), de cuddus campus seminaus a trigu, de tant’ateru beni, cori miu! Deus ti diet fortuna e salude, restes sanu cantende allegramente finzas a ch’arrivare a sos chent’annos. Ti saludo Bernardu eloquente. Mario Todde S’UNIONE DE SOS CUMBATTENTES Non bei cheren attos prepotentes ne conflittos de samben fraternale, po triunfare in sas oras presentes bi cheret s’Unione generale, cudd’Unione ch’a sos cumbattentes coronad’at de gloria immortale. Curride tottu a s’urna, Forza paris, non bos azzeghet binu ne dinaris! No iscuretedas a su Ciarlatanu, fuidelu, ch’est erba male sana, chi cun moinas a sero e manzanu promittin cosa meda, e nudda dana! Bazi superbos cun s’ischeda in manu, nadelis: «Basta!»; troppu furad’ana! Forza paris faghide in armonia elettores: pulizia, pulizia! Pitanu Moretti (Inviata da Pietro Ulleri) una delle ultime votazioni prima dell’avvento del fascismo; con i versi di Ciciu Piga inviati da Pasquale Corrias e quelli di Anton’Andria Cucca, chiesti dal nipote Vittorino; con le quartine su Cagliari di Luigino Cocco, scomparso alcuni anni fa; col sonetto di Dalu per Gavino Piredda e le battorinas con le quali Pietrino Canu riprende scherzosamente uno dei metri utilizzati alla conclusione delle gare. Le altre composizioni che completano la pagina sono di autori che vedono la loro firma comparire qui per la prima volta: un saluto di benvenuto a Matteo Spensatellu, che organizza ogni anno il premio di poesia – a tavolino – che si tiene ogni anno al suo paese, Ittireddu; e a tutti gli altri. Lataius, birdureris boxinendi: «Cardu, cancioffa, su cavuru cottu, mustel’e porcu, cocciula, ’rrescottu!» ch’allirgànta su coru a ddus intendi, per is arrugas strintas, a iscuriu. ’Ta bellus cuddus bascius cun is furrus! ’Ta bonu cuddu pani a pizzicorrus, nutrimentu prus sanu, saboriu!… Luiginu Cocco POETE ’E PALCU A Gavinu Piredda de Romana, chi fit poete ’e palcu cantadore, li dedico custos versos in onore ch’at gloriadu a Sardigna isolana. Umpare cun Remundu e cun Barore Tucconi, de sa Musa sardignana aiat dotes de improvvisadore divertende sa zente paesana. Cun su frade Remundu dende appozu cand’essiat a gara ’e poesia, l’app’intesu cun Piras e cun Sozu, s’ammentu de sa mia pitzinnia. Li rendo a Romana tantu elozu ca lu tenet sepoltu in sa nadia, poete d’altu cantu e d’armonia. Salvatore Dalu Medas tenen s’intentu de torrare ma cheren dignitosu unu trabagliu e poder in Sardigna produire. No an tzessadu mai de t’amare e perdonadu t’an su primu isbagliu cando as permissu de si che fuire. Ma como no torres a isbagliare, no los mandes pius a s’isbaragliu, e amendelos faghelos recuire. Matteo Spensatellu GRAZIE A MAMMA Novanta li ho passati, a novantuno ho bussato, hanno aperto e sono entrato. «Buongiorno» ho salutato; «Chi è questo importuno?». «Sono Pau». «Ben arrivato, il posto è tuo, è riservato». Grazie al novantuno, che un bel posto mi hai lasciato; grazie a mamma che la vita mi ha dato; e con questo vi do la mia mano con amore e un bacio dal profondo del cuore. Giuseppe Pau (Inviata da Andrea Pau) CHE A TIE A Mario frade A ottant’annos ses arrivadu, los as giompidos in terra straniera; dae Zaramonte pro sa miniera est ch’in Franza as emigradu, cun su tribagliu as tentu manera de t’essere bene sistemadu, e gai siede ogni emigrante che a tie forte e benestante. Costantino Manchia S’ISTORIA DE SU FRAILALZU In bidda unu frailalzu bi aiada, fut connotu in donzi part’e logu. Su manzanu atzendiat su fogu e cun su fodde lu sulaiada. Poi su ferru ruggiu faghiada ca fut intelligente de chelveddu, e in s’incudina cun su malteddu a modu sou lu pieghiada. Sa buttega niedda che teniada de cantu fudi tott’affumigada, ca biancu mai dadu nde l’ada; mancu issu intro si bidiada. Totta sa carrela nde ischidiada, teniat sonu ’onu ’e natura, ferros faghiat giustos a misura e caddos e boes ferraiada. A colpos de malteddu totta die, tzappos tzappitas faghiat de attalzu, fina su notte sempre inie, cust’est s’istori’e su frailalzu. Angelino Mocci CENERENTOLA Cenerentola ses, Sardigna cara, e s’Italia t’est bidriga mala, in dogni sensu ses post’a un’ala ma rendedinde contu e impara. Non li ses nudda! Mancu sa natura t’at fatt’essire dae costas suas. Sun, casumai, sas bellesas tuas de s’iberica terra criadura. Cun issa nudda amus in cumone, ne limba ne costumes ne ratza. Tue se solu su terrinu ’e catza: iss’est su grodde, tue ses s’anzone. T’importat solu pro bizonsos suos, isfruttende sa bona fide ch’asa, promittendeti oe chi s’incrasa at a pensare a sos fizos tuos. E bi pensat si b’at gherras abertas e los isfruttat fintzas chi sun bios. An pienadu ’e sambene sos rios peri sos montes, peri sas forestas… Nino Fadda (Inviata da Ugo Deligios) SARDEGNA NOTIZIE 22 FEBBRAIO 2002 IL GERREI PUNTA UN CALENDARIO SULLA RISCOPERTA PER I TESORI DEL PANE DI UNA VOLTA DI ARMUNGIA Un tempo nelle case dei contadini e dei pastori il pane si confezionava una volta alla settimana. Ed era quasi una festa. Con le donne di casa che sì alzavano a notte fonda per lavorare la pasta, per dare le forme al pane e per farlo lievitare con “su frammentu”, un lievito di birra “made in Sardegna” che altro non era che un pezzo di pasta messo da parte la settimana prima. E all’alba, “su civraxiu”, “su moddizzosu” e “su pani biancu” finivano nel forno a legno realizzato in ladiri. Ne veniva fuori un pane profumato da utilizzare a tavola durante tutta la settimana. Una parte finiva anche negli ovili: “su pani de su pastori”, utilizzato soprattutto col formaggio, la carne, il lardo, il minestrone. Tempi lontani, quasi dimenticati anche qui nel Gerrei dove è stata celebrata la prima sagra dei pani tipici della zona. È stata una importante giornata di studio con un unico obiettivo: “la valorizzazione delle aree rurali. Il ruolo delle produzioni tipiche locali”. C’è stata anche una esposi- zione dei pani tipici arrivati dal Gerrei ma anche dal Sarrabus assieme ai prodotti dell’agroalimentare: il vino, il miele, i formaggi. Non è neppure mancato il meglio dell’artigianato tipico per la gioia dei buon gustai arrivati anche dal Campidano. Una rassegna fortemente voluta dal Comune di Ballao, dalla Comunità montana e dall’Ersat. Una giornata iniziata con un dibattito aperto dai saluti del sindaco Romolo Pilia, del presidente della Comunità montana Vittorino Erriu, del presidente regionale dell’Ersat Giovanni Tuveri e dalla relazione di Graziano Carta centro Centro zonale di Villasalto. La parola è stata poi data ai tecnici che hanno parlato dei terreni civici da valorizzare, della sperimentazione dei fermenti autoctoni nelle produzioni alimentari tipiche , di sviluppo rurale, della nuova politica comunitaria. Ad alternarsi al microfono tecnici e docenti universitari che hanno parlato di fronte ad una platea particolarmente attenta. Poi tutti alla scuola elemen- tare per l’inaugurazione della mostra dei pani tipici. «L’idea – dice il sindaco Romolo Pilia – è nata durante l’estate quando nel Gerrei si è iniziato a parlare di Pit. Ma perchè non iniziare valorizzando le nostre risorse? Detto fatto. Così con Ersat e Comunità montana si è dato spazio a questa rassegna con la convinzione – ha aggiunto Pilia – che il riscatto delle zone interne deve avvenire proprio attraverso il rilancio e la valorizzazione del comparto agroalimentare: stìamo pensando anche un marchio doc. Con le carni comprese. C’è lo spazio per creare un avvenire migliore». Graziano Carta, tecnico Ersat, ne è fortemente convinto. «I nostri nonni ci hanno lasciato un patrimonio inestimabile. Perchè non valorizzarlo. Non solo per fare folclore, ma per creare lavoro, quindi economia. Ad iniziare dal pane, per finire all’olio, ai formaggi. Mantenendo attentamente le pecunalità di ogni singolo prodotto. Raffaele Serreli VACCINAZIONE A TAPPETO PER SCONFIGGERE L'EPIDEMIA DI LINGUA BLU Fino alla fine di aprile i veterinari isolani saranno impegnati nella campagna di vaccinazioni di circa quattro milioni di capi ovini, caprini e bovini attivata per scongiurare nuove epidemie di “lingua blu”, la febbre catarrale ovina che, a partire dal 2000, ha fatto registrare più di 1200 focolai di infezione decimando gli allevamenti sardi. Nell’arco di tre mesi i veterinari delle ASL e dell’Associazione regionale allevatori coordinati dall’Istituto zooprofilattico della Sardegna, dovranno ultimare la campagna partita dal Cagliaritano per poi interessare il resto del territorio sardo. “Gli ultimi test- ha affermato il direttore dell’Istituto zoo- profilattico, Salvatore Depalmas- offrono ampie garanzie sull’efficacia e sull’innocuità del vaccino. Gli allevatori devono stare tranquilli e collaborare per rendere più rapide possibile le operazioni”. Il decreto che stabilisce la vaccinazione di massa dei capi è stato emesso dall’assessore regionale della Sanità Giorgio Oppi. Lo stesso provvedimento stabilisce anche sanzioni amministrative da un minimo di 258 a un massimo circa 1300 euro per chi lo violerà. SUCCESSO DELLA DECIMA EDIZIONE DEL CONCORSO PER BAMBINI ISCRIE UNA LITERA A SOS TRES RES Grande successo di partecipazione della decima edizione del concorso “Iscrie una litera a sos tres res” (Scrivi una lettera ai tre re) organizzato dalla casa editrice “Papiros” col patrocinio dell’assessorato delle Politiche educative del Comune di Nuoro. Più di settecento bambini hanno inviato da tutta l’Isola alla giuria le proprie letterine scritte in sardo per rivolgere ai Re Magi le proprie pre- ghiere o le richieste da esaudire. I giovanissimi autori delle prime venti storie classificate sono stati quindi premiati nel corso di una simpatica cerimonia svoltasi nella chiesetta del Monte Ortobene a Nuoro. Ecco l’elenco: Nicola Monne di Irgoli, Matteo Ulargiu di Segariu, Enrica Cuga di Ovodda, Michele Ena di Onanì, Sara Mele di Orosei, Barbara Lai di Selargius, Pasquale Manca di Orgosolo, Valeria e Giulia Canu di Settimo San Pietro, Laura Deiana di Arbus, Giuseppe Piras di Lula, Marco Zola di Galtellì, Chiara Porqueddu di Nuoro, Anna Maria Gammino di Carbonia, Diego Damu di Gergei, Andrea Capra di Torpè, Michela Orrù di Escolca, Manuela Uras di Bosa, Francesca Doneddu di Gairo, Dalia Fringuello di Nughedu San Nicolò, Marzia Tocca di Bolotana. Con l’intento di valorizzare il patrimonio culturale ed etnografico del paese, uno dei più piccoli della Sardegna e dell’Isola, Comune e parrocchia di Armungia hanno unito gli sforzi per realizzare un calendario. Ogni pagina riporta un bellissimo scorcio della chiesa del 1600, con un’immagine trattata sempre in maniera differente, proposta anche in copertina. Nelle pagine interne vengono riprodotti gli arredi e gli argenti custoditi nel tempio: un fonte battesimale; una campana in bronzo, una pregevole acquasantiera, aureole, un ostensorio e una croce processionale. “Il calendario –ha spiegato il sindaco Antonio Quartu- propone un excursus etnografico della storia e della vita quotidiana di Armungia dai primi del ‘900 agli anni Settanta toccando i temi fondamentali della vita della comunità”. Le immagini sono state donate dagli stessi abitanti del paese ed accuratamente selezionate. L’amministrazione comunale ha anche acquisito al patrimonio comunale una raccolta fotografica di circa 8900 foto realizzate dal fotografo Marcello Stefanini: una ricerca sul patrimonio antropologico nell’abitato di Armungia e, più in generale, sul suo territorio, riferito alla fine degli anni Novanta. LUTTO PER LA SCOMPARSA DEL CHITARRISTA ANTONIO COCCO Una vita dedicata alla chitarra ed alle melodie che l’hanno reso famoso in tutta la Sardegna ed anche altrove: il mondo della musica etnica e tradizionale sarda è in lutto per la scomparsa del chitarrista Antonio Cocco, 73 anni, di Narbolia. L’artista aveva intrapreso la sua lunga carriera all’età di 10 anni. Nel 1973 il suo primo album con l’etichetta RCA: dieci brani struggenti come la sua terra, puro canto logudorese, quello che lui preferiva. Cono- sciuto anche per le sue esecuzioni del ballo sardo, Antonio Cocco stava preparando assieme ai figli Onofrio e Giannetto un nuovo CD per la Virgin Record, la casa discografica di Peter Gabriel. Tantissimi i riconoscimenti ricevuti nel corso di una lunga e apprezzata attività. Troppi per elencarli tutti. Nel 1990 la televisione di Stato aveva realizzato un video con le sue musiche per rappresentare l’Italia e la Sardegna nel programma “Isole nel mondo”. UN MICROCHIP SALVERÀ I CAVALLINI DELLA GIARA DALLA MARCHIATURA Un microchip sotto la criniera per censire e identificare i cavallini della Giara che potranno così essere sottratti alla traumatizzante pratica della marchiatura. L’importante e innovativo provvedimento è stato adottato dalla XXV Comunità Montana che ha così voluto inaugurare un nuovo corso nell’attività di tutela di un patrimonio unico la mondo. Il primo ad essere stato sottoposto alla nuova metodica di identificazione è stato un giovane maschio di sei mesi, mantello vario scuro, identificato col codice 707-2001. Ogni cavallino, ha spiegato il presidente della Comunità Montana Raffaele Sanna, avrà la propria scheda personale compilata alla nascita per riportare anche i dati della madre e le caratteristiche dell’animale. I microchip dei cavallini della Giara somigliano a quelli utilizzati per l’anagrafe canina e vengono inseriti sotto la pelle dell’animale con l’utilizzo di una siringa. In questo modo, attraverso un rilevatore elettronico sarà possibile un riconoscimento immediato. SARDEGNA NOTIZIE 23 FEBBRAIO 2002 UN ACCORDO UNISCE LE SETTE CITTÀ REGIE DELLA SARDEGNA Con l’obbiettivo di valorizzare i rispettivi centri storici in termini culturali, architettonici e scientifici, è stato firmato nei giorni scorsi l’accordo di programma tra le sette Città Regie della Sardegna: Cagliari, Sassari, Oristano, Alghero, Bosa, Castelsardo e Iglesias. L’importante documento, che attua i primi accordi sottoscritti dai sindaci delle sette città nel 1998, riguarda il restauro, il consolidamento ed il recupero di edifici di particolare valore storico, finalizzati anche al riuso per attività culturali, ricreative e di servizio per i visitatori, la realizzazione ed il potenziamento di strutture destinate alla documentazione storica o esposizioni museali e di spazi destinati all’accoglienza o ai servizi per i visitatori, al consolidamento e al recupero funzionale delle aree urbane, storiche, ambientali e paesaggistiche complementari alle aree di intervento dove saranno attuati anche interventi di valorizzazione con particolare riferimento agli impianti di illuminazione, cartellonistica, viabilità, percorsi e spazi di sosta. L’accordo pre- vede anche interventi per il recupero di edifici pubblici per la realizzazione di strutture ricettive, per la promozione turistica, per la formazione professionale, per la promozione, il sostegno e l’avvio di imprese in qualche modo interessate alla valorizzazione delle sette città regie. L’incarico per l’elaborazione della relazione sulla base storica che dovrà servire come riferimento alla definizione generale dei progetti è stato affidato al prof. Francesco Cesare Casula. Il prof. Raimondo Zucca, archeologo e curatore dell’Antiquarium Arborense, deve occuparsi invece dell’analisi della realtà storica riguardante la Città Regia di Oristano. Un’altra novità introdotta dall’accordo di programma riguarda l’istituzione di una conferenza di programmazione composta dai sindaci o dagli assessori competenti, di ciascuna delle sette città, e di un comitato tecnico per il coordinamento delle varie fasi progettuali. “La firma dell’accordo di programma – ha commentato il sub commissario del Comune di Oristano Caterina Murrucostituisce un momento importantissimo per il varo delle iniziative legate alla valorizzazione delle sette città regie. Si tratta dell’atto che potrà consentire di dare attuazione ai progetti che saranno finanziati attraverso i fondi comunitari del POR Sardegna. Progetti che, a Oristano, si inseriscono in una politica più ampia di recupero e valorizzazione del centro storico. Il Comune – ha proseguito – è impegnato da tempo nel recupero del centro storico comprese le antiche mura medievali, la Reggia giudicale di piazza Manno e l’antico ospedale giudicale, il complesso architettonico di San Francesco, le mura e la Reggia giudicale”. “Grande attenzione alla valorizzazione del centro storico è stata prestata anche attraverso il Piano particolareggiato con il rifacimento di strade e piazze e i relativi impianti di illuminazione. In questo senso – ha concluso – l’accordo di programma sulle sette città regie darà ulteriore impulso al recupero del cuore della città”. TURISTI IN FILA PER VISITARE LE MINIERE Sono stati ottomila in quattro mesi i visitatori che hanno indossato il casco di protezione per poter accedere ed ammirare le miniere ristrutturate e riaperte al pubblico dai minatori dell’IGEA. La più gettonata, inutile dirlo, è stata la suggestiva galleria di Porto Flavia di Masua, che al “brivido” dei cunicoli unisce il panorama mozzafiato che si apre sul mare azzurro del Golfo del Leone. Il successo ottenuto nel primo periodo di apertura è stato commentato con soddisfazione dai dirigenti della società mineraria. “È un risultato inaspettato – ha affermato il presidente dell’IGEA, Ilio Salvadori- che ci ha costretto a contingentare gli ingressi”. A questo punto viene auspicata una maggiore organizzazione per favorire la sosta dei turisti e l’accesso a Porto Flavia che oggi risulta difficoltoso per la distanza (un chilometro) tra i parcheggi e l’imboccatura della miniera. Assenti, inoltre, punti ristoro, servizi igienici e ripari in caso di pioggia. Su questi punti il presidente è rassicurante. “Abbiamo in progetto di realizzare un trenino per il trasporto dei visitatori che potranno lasciare l’auto in un ampio parcheggio. Un’altra attrazione della zona è la galleria Henry di Buggerru, meta di migliaia di appassionati. Anche qui i minatori si sono trasformati in guide turistiche, per spiegare la storia della miniera e la fonte di ricchezza che ha rappresentato per il territorio. Attualmente gli stessi minatori stanno provvedendo a sistemare un edificio da adibire a ristorante che dovrebbe essere dato in gestione ad una cooperativa. “Il successo dell’iniziativa – ha commentato il segretario territoriale della Femca Cisl Fabio Enne- è senz’altro positivo, ma è necessario potenziare anche il sistema industriale, attirando imprese che possano insediarsi nel nostro territorio. Il turismo – ha concluso il sindacalista – non è ancora maturo per rappresentare una valida alternativa: in attesa che lo diventi dobbiamo puntare ancora su industria e servizi”. NUOVO STABILIMENTO ANCHE BENITO URGU PER PROMUOVERE A MARRUBIU PER I PRODOTTI ITTICI IL PROGETTO PROGENIA È diventato operativo all’inizio dell’anno il nuovo stabilimento di Marrubiu per la preparazione di conserve ittiche col marchio “Azzurro”. L’iniziativa industriale, che dovrà confrontarsi con colossi del calibro della “Findus”, si presenta con un logo accattivante: un pesce greco stilizzato e una vela latina”. Lo stabilimento, di tremila metri quadrati coperti situato nell’area industriale di Marrubiu, opererà con un organico di ventiquattro giovani operai. La produzione riguarderà specialità di largo consumo: tonno, acciughe, sardine, bastoncini di pesce, “fishburger”, pesce pregiato surgelato (orate e spigole) e, soprattutto, bottarga che sarà prodotta anche grattugiata e confezionata in vasetti di vetro. Proprio nei giorni scorsi la “Azzurro” ha cominciato a lavorare duemila chilogrammi di bottarga surgelata importata dagli Stati Uniti. La fabbrica si avvarrà della collaborazione del “maestro di bottarga” Luigi Aramu, apprezzato “specialista” di Terralba che cercherà di trasmettere agli operai i segreti di un’esperienza pluridecennale. Sul piano dell’innovazione, l’impresa si è affidata alle cure della microbiologa Rosalba Murgia che riveste il ruolo di responsabile della produzione. Macchinari all’avanguardia garantiranno il mantenimento delle caratteristiche organolettiche dei prodotti al termine del processo produttivo. Sorto con le agevolazioni della legge 44 per l’imprenditoria giovanile, lo stabilimento di Marrubiu ha richiesto un investimento di circa 6 miliardi di lire. Gli operai sono stati assunti dopo aver frequentato un corso regionale di formazione per “addetto alla lavorazione di prodotti ittici”. “Se il mercato ci premierà – ha affermato Maurizio Rosas, amministratore e socio di maggioranza di Azzurrocrescerà anche il numero degli occupati. Vogliamo produrre prodotti di alta qualità garantendo l’impiego di pesce pregiato e proveniente dal mare sardo: acciughe e sardine di Porto Torres, orate e spigole di Carloforte e Sant’Antioco. L’unico rammarico, a causa di una produzione insufficiente- è di doverci procurare all’estero il tonno e la bottarga”. Per invogliare i sardi a partecipare al progetto ProgeNia, un programma di ricerca medica che si propone di approfondire lo studio sull’invecchiamento in Sardegna, Benito Urgu è stato chiamato a promuovere una campagna pubblicitaria già inserita nei palinsesti pubblicitari delle emittenti locali. “Non si muore più, anzi si muore più raramente” è uno degli slogan degli spot animati dal comico di Oristano che si cala nei panni del “Ge- noma Puddu”, simpatico gene che discute con una scienziata (Maria Grazia Obinu) i problemi dell’invecchiamento. Realizzato dal regista Filippo Martinez, il progetto pubblicitario è stato commissionato dal responsabile scientifico dell’Istituto di ricerca delle talassemie e anemie mediterranee del CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) alla società Askos Scarl. Lo spot, della durata di 35 secondi, è sottotitolato in in- glese e in ogliastrino. “Il nostro obbiettivo –ha spiegato il responsabile dell’Istituto, Giuseppe Pilia- è giungere in due anni ad analizzare il DNA di almeno cinquemila volontari ogliastrini per poter identificare e isolare i geni responsabili di alcune malattie collegate direttamente ai processi di invecchiamento”. La ricerca durerà cinque anni è costerà otto milioni di euro provenienti da un ente pubblico statunitense. CIFRE DA RECORD PER LA VENDEMMIA NELLE VIGNE SARDE Nonostante la siccità e le gelate primaverili, la vendemmia 2001 ha fatto registrare in Sardegna cifre da record, contraddicendo i dati negativi registrati ovunque in Italia per la produzione di vino e con qualche dato positivo riferito soltanto alle uve da tavola. I dati positivi nell’Isola riguardano sia la produzione di uva da tavola, sia quella di vino. La prima, fa registrare una crescita del 13,3 per cento (pari a 1.127.695 quintali) e la seconda del 12,8 per cento (pari a 1.277.572 quintali) rispetto all’annata precedente. I dati, registrati dall’ISTAT in campo nazionale, parlano di un raccolto negativo per la produzione di vino in tutte le regioni italiane con punte particolarmente negative per quanto riguarda i vini bianchi e, in misura minore, per i rossi. Cifre leggermente migliori sono state registrate invece per l’uva da tavola con la Puglia in pole position che si conferma così miglior produttrice assoluta anche se quest’anno ha subito una vera e propria deblacle per l’uva destinata alla vinificazione. In questo settore, invece, è andata meglio in Veneto, una delle poche regioni italiane, assieme alla Sardegna, dove le uve da vino hanno fatto registrare un incremento rispetto all’anno passato. EMIGRAZIONE 24 FEBBRAIO 2002 FESTEGGIATI A GRENOBLE MILANO E VIMERCATE I 20 ANNI DALLA FONDAZIONE TAPPE DI SUCCESSO DEL CIRCOLO SARDINIA PER IL CORO ORTOBENE Dal 30 Novembre al 9 Dicembre 2001 si sono svolte le “Giornate sarde” a Grenoble, coordinate dalla signora Mina Puddu presidente del Circolo degli emigrati sardi “Sardinia”, che sono state l’occasione per festeggiare il Ventesimo anniversario della fondazione dell’associazione. Hanno partecipato il Sindaco di Grenoble, Michel Destot, il Consiglio Municipale, il Console Generale di Lione, Mario Bologna, il Sindaco di Loceri, Carlo Balloi, accompagnato da una rappresentanza del Consiglio comunale, numerosi emigrati locali e dei paesi vicini. È stata l’occasione, inoltre, per consolidare il rapporto tra le due comunità di Loceri e Grenoble, già avviato in primavera quando si è avuto un incontro a Loceri fra le rappresentanze dei due Comuni. Inizialmente si è avuto l’incontro nelle sale del Municipio di Grenoble dove hanno preso la parola i due Sindaci, il Console, il Presidente del circolo locale e i rappresentanti dell’emigrazione sarda. La manifestazione si è conclusa con scambi di doni, con la degustazione di prodotti sardi e con balli folcloristici. La signora Pinuccia Secchi ha tenuto una conferenza nella sede del circolo sul tema “Nostalgia dell’isola”. Sono stati esposti aspetti dell’emigrazione che hanno sollecitato interventi dei numerosi presenti nei quali sono stati messi in luce le emozioni provate da lavoratori lontani dalla terra d’origine. È stata allestita nei locali del circolo una esposizione di utensili, oggetti e ricordi della Sardegna. Ha allietato le serate il gruppo folk Sant’Ambrogio di Buddusò che ha coinvolto nelle sue esibizioni gli emigrati ai quali ha dato l’occasione di rivivere momenti del loro passato quando i balli si svolgevano nelle piazze dei paesi d’origine. È stata tenuta, fra l’altro, anche una conferenza sulla talassemia con la partecipazione del dott. Guido Sanna; hanno partecipato le associazioni locali dei talassemici della provincia di Grenoble. È stata l’occasione per uno scambio di studi e di esperienze. Accompagnati dalla chitarra di Bruno Noli, al fine di esaltare la lingua sarda, si è tenuta una serata di canti, racconti e poesie interpretate da Ettore Sanna ed Alberto Ferru. La serata è stata inserita nelle giornate della Telethon francese. DIBATTITO SULL'INFORMAZIONE AL CIRCOLO EMILIO LUSSU DI CINISELLO BALSAMO Due manifestazioni culturali sono state realizzate con successo in ottobre ed in novembre dall’AMIS (Alleanza Milanese Immigrati Sardi) “Emilio Lusssu” di Cinisello Balsamo. Il Consiglio Direttivo, presieduto da Carla Cividini Rocca, ha riunito i soci ed i simpatizzanti nel salone del Circolo per due appuntamenti significativi. Il primo legato alle tradizioni culturali dell’Isola ed il secondo di estrema attualità per l’argomento trattato. Il 25 ottobre si è svolta, con grande partecipazione, l’iniziativa “Canti a Battorina” tenuta dai soci, coordinati dal giornalista Paolo Pillonca, stu- dioso ed esperto dell’uso della lingua sarda nelle diverse parlate popolari. Domenica 11 novembre ha avuto luogo la conferenza dibattito sul tema “L’informazione: carta stampata, TV, Internet”. L’argomento, di notevole interesse, ha richiamato non solo i soci ma amici, simpatizzanti e persone interessate all’argomento. Il dibattito è stato coordinato da Cristina Sanna Passino, giornalista sarda della RAI di Milano. Tra i partecipanti il Sindaco di Cinisello Balsamo, Daniela Gasparini; il Presidente della Federazione delle Associazioni dei Sardi in Italia (FASI), Filippo Soggiu ed il giornalista Paolo Pulina. Organizzata con l’AITEF di Cagliari, Associazione di tutela degli emigrati e famiglie, è stato inserito nel programma un incontro sul tema “Il folclore e le tradizioni popolari nella pittura sarda del Novecento”. Avvalendosi della proiezione di diapositive della sua collezione, ha presentato la relazione il professor Flavio Marinelli, artista cagliaritano. Sono state proiettate diapositive dei quadri dei maggiori pittori sardi quali Biasi, Delitala, Melis, Ciusa, Ballero, Figari. Il pubblico ha partecipato e discusso vivacemente dialogando col relatore il quale, attraverso i quadri, ricordava le usanze popolari dei paesi d’origine. Sono state proiettate immagini di processioni, balli in paese e in campagna, matrimoni che iniziavano dal corteggiamento per finire con lo sposalizio, racconti vicino al fuoco, scene di caccia. Nella giornata conclusiva di domenica 9 dicembre, nella sede della Missione Cattolica Italiana, è stata celebrata la Messa cantata in lingua sarda. Durante tutte le giornate gli emigrati ed i cittadini di Grenoble hanno avuto l’occasione di degustare i prodotti tipici sardi esposti nei locali del circolo. Grande successo di pubblico e tantissimi applausi – come ha comunicato Salvatore Carta, Presidente del Circolo “Sardegna” di Vimercate - per il Coro “Ortobene” di Nuoro, che si è esibito domenica 25 novembre a Milano ed a Vimercate, in Brianza. Alla manifestazione, promossa dal Comune di Vimercate in collaborazione con il Circolo “Sardegna”, l’AVIS e l’AIDO locale, ha partecipato anche il Coro Città di Vimercate, riscuotendo ampio consenso sottolineato dai calorosi applausi del numeroso pubblico. Il Coro “Ortobene”, diretto dal giovane maestro Alessandro Catte, si è esibito in com- posizioni del repertorio sardo ed il Coro Città di Vimercate ha allietato la serata con canti popolari brianzoli ed alpini. Il Sindaco di Vimercate, Enrico Brambilla e l’assessore alla Cultura, Andrea Rurale hanno premiato il coro nuorese con una targa ed un quadro ricordo, con la promessa di una futura esibizione a Nuoro del Coro Città di Vimercate. Nel pomeriggio, ospite della Provincia, il coro “Ortobene”, si era esibito, al Teatro del Verme di Milano, alla finale della tredicesima rassegna dei Complessi Corali Popolari e Polifonici. Il primo premio è stato assegnato al Coro Città di Vimercate. SUCCESSO DI PUBBLICO PER I PRODOTTI SARDI AL SALONE DEI SAPORI Grande folla di visitatori negli stands della Sardegna durante il “Salone dei sapori e dell’artigianato in Fiera 2001", la rassegna allestita alla Campionaria di Milano nella prima decade di dicembre. I visitatori sono stati oltre tre milioni. Gli espositori sardi, in particolare i gestori del ristorante “Alabe” meta preferita dei milanesi in visita all’esposizione, sono rimasti soddisfatti per l’intensa attività. Il Circolo “Sardegna” di Vimercate-ConcorezzoMonza ha partecipato con il gruppo folk, caratterizzato dai costumi, ricchi di colori, di Oristano e Desulo ed al- cuni “mamuthones” che hanno sfilato tra gli stands sardi, allestiti dalle Camere di Commercio di Cagliari e di Sassari ricevendo manifestazioni di simpatia. Centinaia, infatti, le richieste di foto ricordo accanto ai caratteristici costumi isolani. Ancora una volta la Sardegna è stata protagonista alla Fiera di Milano con i prodotti enogastronomici, quelli dell’artigianato artistico ed il folklore. Un abbinamento, ancora una volta, risultato vincente per l’apprezzamento dei visitatori che hanno fatto acquisti consistenti in occasione delle imminenti festività di fine anno. EMIGRAZIONE 25 FEBBRAIO 2002 COMMEDIA IN LIMBA AL CIRCOLO FORZA PARIS DI LUCERNA Il Circolo “Forza Paris” di Lucerna, in Svizzera, nell’ambito delle attività culturali programmate per l’anno scorso, seguendo la tradizione, ha organizzato lo spettacolo teatrale “Tirrias”. La commedia in limba, nella versione campidanese, è stata interpretata dalla Compagnia “Figli d’Arte Medas” di Quartu Sant’Elena. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera, ha riscosso – come ha sottolineato Antonio Mura, IN 3000 ALLA FESTA SARDA DI MONDELANGE TRA FRANCIA E LUSSEMBURGO Il Circolo sardo “Città di Cagliari” di Mondelange, la cittadina al confine fra la Francia ed il Lussemburgo, ha organizzato il 9 dicembre scorso una giornata sarda con la partecipazione del gruppo folk di Lunamatrona in provincia di Cagliari. La giornata – ha precisato il Presidente Giovannina Cau – ha permesso ad oltre 3000 persone di ritrovare l’ambiente caloroso della nostra isola con i caratteristici balli e musiche. Ha consentito, in particolare, di far scoprire agli amici francesi il folclore della Marmilla, la vasta zona della provincia di Cagliari. Sono stati eseguiti, tra l’entusiasmo degli abitanti di Mondelage – come ha scritto il “Repubblican Lorrain”, il giornale locale – sa danza, su ballu campidanese, su gabillu e il ballo lunamatronese secondo le tradizioni che tramandano gli anziani del paese, depositari della memoria storica. In occasione della manifestazione è stato allestito una stand di vendita , particolarmente “gettonato” dei prodotti tipici dell’agro-industria, dell’artigianato e dell’alimentare della Sardegna. Presidente del Circolo “Forza Paris” – un lusinghiero successo di pubblico che ha seguito il lavoro con attenzione ed entusiasmo dimostrato dai ripetuti applausi a scena aperta. Il Presidente Mura, in una nota, ha ringraziato le persone che hanno contribuito all’organizzazione dello spettacolo ed in particolare: Guerino Marinelli, Assunta Enna, Antonio Casu, Antonio Truddaiu, Salvatore Enna, Lorenzo Lobina, Antonio e Rosa Censulio, ed Antonio Sedda. DANIELE MURGIA CONFERMATO PRESIDENTE DEL CIRCOLO DI LA SPEZIA Daniele Murgia è stato confermato Presidente del Circolo Culturale “Grazia Deledda” di La Spezia. Lo affiancano nell’Esecutivo, per il triennio 2002-2005, i Vice Presidenti Giuseppe Baule e Mario Tedde; il Segretario Edio Locci; ed il Tesoriere Maria Antonia Masia. Completano il Direttivo i Consiglieri Andrea Lampis, Luciana Vallarino, Mario Argiolas e Roberto Pilicchi. A far parte del Collegio dei Revisori dei Conti sono stati chiamati Peppino Carboni, Barbarino Melis e Antonello Simula. Probiviri sono stati eletti: Giovanni Grillone, Marco Locci e Giuseppe Salis. Il Consiglio Direttivo ha dato mandato ad Antonello Simula per la cura della biblioteca del Circolo che consta di oltre 400 libri mentre per l’organizzazione e l’esecuzione dei lavori di adeguamento dei nuovi locali gli incarichi sono stati assegnati a Giuseppe Baule ed a Roberto Pilicchi. Infine il Coordinamento donne sarà assicurato da Maria Masia e Luciana Vallarino. Il Direttivo, che dovrà ora approvare il Bilancio consuntivo 2001 e quello preventivo per l’anno in corso, ha in programma, in tempi brevi, la nomina del responsabile del Coordinamento Giovani e del Delegato alla Federazione delle Associazioni Sarde in Italia . Per il 2002 – ha precisato il Presidente Daniele Murgia – è previsto un programma culturale nutrito e diversificato, che comprendera’ iniziative finalizzate alla conservazione e divulgazione delle tradizioni della Sardegna, offrendole ai circa 2000 componenti della comunità sarda in provincia. ESPOSTE A PARMA LE OPERE DI ANTONIO LEDDA DOMENICO SCALA TORNA ALLA GUIDA DEL CIRCOLO DI ZURIGO Domenico Scala, figura di spicco nel mondo dell’emigrazione e punto di riferimento per i lavoratori sardi in Svizzera, è stato confermato, ancora una volta, Presidente del Circolo “Efisio Racis” di Zurigo. Il Consiglio Direttivo, eletto dall’Assemblea dei Soci, ha rinnovato il 13 gennaio le cariche sociali. Il Presidente Scala è affiancato dal Vice Presidente Andrea Basoli; dal Segretario Mario Usai; dal Vice Segreta- rio Antonio Idili e dal Cassiere Francesco Salis. Completano il Direttivo i responsabili di settore: Antonio Cadau (Cultura), Bruno Floris (Ricreazione), GianPietro Piras (Biblioteca) e Giuseppe Cuccuru (Servizio Sociale) ed i Consiglieri Antonello Marroccu, Giuseppe Murgia, e Maria Rhiner. Il Collegio dei revisori è composto da Paolo Persico, Salvatore Flore e Francesco Serrenti. Una decina di opere del pittore-scultore Antonio Ledda di Serramana, in provincia di Cagliari, sono state esposte a Parma, alla collettiva della galleria Alpha Centauri in via Tommasini 37. L’attenzione del pubblico è stata attratta dalle belle riproduzioni, con sabbia e rocce, in grandi conche rotonde, degli angoli più suggestivi di Baia di Chia nel comune di Domusdemaria, in provincia di Cagliari; e delle spiagge del “Principe” in Costa Smeralda, nel comune di Arzachena nel sassarese; di “Cala Luna” nel Golfo di Orosei nel nuorese e di “Riso quarzo” di “Is Aruttas” nel comune di Cabras in provincia di Oristano. All’inaugurazione, il 7 dicembre, hanno presenziato un vasto pubblico e le autorità comunali. L’esposizione, dal titolo “Senza ragione”, con il patro- cinio dell’Assessorato della Cultura del Comune di Parma è rimasta aperta fino al 27 dicembre. Antonio Ledda – come ha precisato Salvatore Carta, Presidente del Circolo “Sardegna” di Vimercate, Concorezzo e Monza nel milanese – dopo il successo delle esposizioni di Parma ed “Etnia ed avanguardia” allestita a Monza, ha in programma nei prossimi mesi, con la collaborazione dei rispettivi circoli degli emigrati sardi, mostre di nuovo a Parma ed a Torino, Biella, Firenze, Belluno e Milano. L’artista, che è socio del Circolo “Sardegna” di Vimercate, Concorezzo e Monza, ha collaborato alla manifestazione in programma a marzo e dedicata a Grazia Deledda nel settantacinquesimo anniversario della consegna del Premio Nobel per la letteratura alla grande scrittrice sarda. EMIGRAZIONE 26 FEBBRAIO 2002 Ancora un grande appuntamento ha visto coinvolti i circoli sardi della Germania. Un incontro precongressuale sul tema “La donna all’interno dei Circoli: quali ruoli? quali aspettative?” si è svolto il 26 gennaio a Moers, verde cittadina nel cuore della Westfalia. L’appuntamento ha riunito le donne operanti nelle 17 associazioni, che rappresentano l’Isola nel territorio tedesco. Alla manifestazione è stata invitata anche la dott.ssa Maria Antonietta Cocco, studiosa dell’Università di Sassari ed esperta di Emigrazione. Le 43 donne, che svolgono ruoli di primo piano all’interno dei circoli, sono state accolte con una calorosa e “sarda” ospitalità dai rappresentanti e soci del circolo “Sard’Europa”. Gianni Vacca, presidente dell’associazione, e la delegata-donne Annamaria Congiu hanno dato il saluto di benvenuto e l’augurio di un buon e proficuo lavoro. Ha aperto i lavori Maddalena Vitolo, Delegata Nazionale Donne e presidente del circolo di Heilbronn, che ha sottolineato l’importanza dell’incontro e la necessità vitale della presenza e del ruolo delle donne all’interno dei Circoli sardi. La sua relazione si è conclusa con l’esortazione che le donne dei circoli prendano maggiormante il coraggio di esprimere apertamente la propria opinione, di svolgere le attività a fianco della rappresentanza maschile, senza paura di occupare cariche di rappresentanza. CONVEGNO A MOERS SUL RUOLO DELLE DONNE ALL'INTERNO DEI CIRCOLI Mariantonietta Cocco, che da anni osserva la presenza e 1’integrazione degli stranieri in Italia, ha ricordato cosa caratterizzò, nel dopoguerra, la vita degli emigrati sardi in Germania. Giovanna Demurtas, rappresentante del Circolo di Berlino e moderatrice dell’incontro, ha dato inizio agli interventi, chiamando le altre esponenti dei circoli presenti ad esporre i propri lavori. Le relazioni, che avevano spesso come punto di partenza l’esperienza personale, hanno permesso di constatare le differenze e i problemi delle socie dei circoli nelle varie città tedesche. Cosa sta cambiando per le donne sarde emigrate in Germania di ieri e di oggi? E soprattutto come si è evoluta negli ultimi anni la loro presenza all’interno dei Circoli? Dagli anni ’50 ai giorni nostri molte famiglie sarde si sono trasferite in Germania. La figura delle donne è stata fondamentale. Le mogli degli operai, impie- gati nelle grandi fabbriche tedesche degli anni ’60 e ’70, erano principalmente Meris de Domu. Mentre i mariti, tra mille difficoltà, si assicuravano il salario, loro, proprio come in Sardegna, facevano quadrare il bilancio e curavano l’educazione dei figli. Anche l’integrazione delle nuove generazioni di sardi nella società tedesca é dipeso spesso dal loro atteggiamento nei confronti della Lingua e della Cultura della Germania: sforzarsi di accogliere ritmi e mentalità del tutto estranei ma senza dimenticare l’ambiente e le tradizioni della propria Terra. Lo stesso coraggio si osserva oggi in molte ragazze, che lasciano la Sardegna individualmente, per una libera scelta e per il desiderio di inserirsi nella società tedesca. I circoli dei Sardi in Germania, che fino a 20 anni fa contavano tra gli iscritti quasi esclusivamente uomini, oggi vedono una presenza massiccia di socie. Attualmente 7 circoli su 17 sono rappresentati da donne. Durante l’incontro di Moers sono stati presentati nuovi progetti, volti a rafforzare ulteriormente il ruolo delle donne all’interno delle associazioni, in vista del Congresso nazionale dei circoli sardi operanti in Germania, in programma nei prossimi mesi a Monaco di Baviera. In questa occasione verranno resi noti i risultati. Parallelamente alla manifestazione è stata presentata la mostra del fotografo isolano Bobore Ligios dal titolo “Coro meu”. La raccolta é interamente dedicata alle ragazze sarde. La maggior parte delle poesie d’amore in Limba, che Ligios ha scelto per accompagnare i suoi ritratti, composte da poetesse sarde di ieri e di oggi, sono state recitate da Giovanna Demurtas. La giornata del 26 gennaio si è conclusa con la gradita esibizione del gruppo foldoristico di ballo del circolo “Sard’Europa” di Moers, che si caratterizza per la giovanissima età dei componenti. Giovanna Demurtas Maria Paola Usai CHIUDE IL CIRCOLO AMSICORA DI LEVERKUSEN Una notizia non positiva per l’emigrazione sarda organizzata in Germania giunge da Leverkusen. Il Circolo “Amsicora”, ubicato in Kaiserstrasse 16, ha cessato l’attività formalizzando la chiusura. Nel darne notizia, a nome del Direttivo, il Presidente Maria Pusceddu ci chiede di cessare la spedizione del giornale e di togliere l’indirizzo dall’elenco dei Circoli operanti in Germania. La chiusura e’ stata decisa a far data dall’1 gennaio 2002. Dispiace che il gruppo dei sardi emigrati a Leverkusen e nei centri vicini abbia dovuto gettare la spugna e porre fine ad un impegno associativo importante. La speranza e l’auspicio sono che il venir meno delle difficili condizioni all’origine della chiusura del Circolo possa consentire la ripresa dell’iniziativa associativa avvalendosi del patrimonio di esperienza acquisito negli anni. IL PRESIDENTE CIAMPI FESTEGGIATO IN ARGENTINA DAI SARDI DI ROSARIO GISELLA PALMAS ELETTA L’Argentina sta vivendo momenti difficili per la grave situazione socio-economica. I lavoratori sardi che costituiscono una tra le comunità regionali più numerose condividono, come sempre, le situazioni che attraversano nel bene e nel male le vicende della Repubblica dove vivono e lavorano. Li sorreggono la volontà, la tenacia e la laboriosità che consentono di superare le difficoltà più aspre. Il Presidente del Circolo Sardo di Rosario, Sebastiano Mureddu, ci ha inviato due belle fotografie della visita compiuta l’anno scorso dal Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi con la consorte signora Franca. Bei ricordi, che in qualche PRESIDENTE DEL CIRCOLO SPERANZA SARDA modo fanno dimenticare la crisi contingente con la fiducia che l’Italia aiuterà, direttamente ed indirettamente, i connazionali in difficolta’ e che volentieri pubblichiamo. La prima mostra il Presidente Ciampi e la signora Franca con Sebastiano Mureddu ed altri soci del Circolo; la seconda un momento della manifestazione in omaggio della bandiera sarda del Circolo mostrata con orgoglio al Presidente Ciampi. Il Circolo Culturale ricreativo “Speranza Sarda” di Colonia, in Germania, ha rinnovato in novembre il Consiglio Direttivo. Presidente è Gisella Palmas di Perdasdefogu (Nuoro), affiancata nell’esecutivo da Luciano Langiu di Oschiri (Sassari), Vicepresidente; Celestina Piras di Neoneli (Oristano), Tesoriere; Angela Puddu di Ussassai (Nuoro), Segretaria e Mario Puddu di Ussassai, Verbalista. Sono stati eletti Consiglieri; Severa Langiu di Loceri (Nuoro); Carlo Pisanu di Perdasdefogu; Guido Cerina di Ilbono (Nuoro); Serafino Piras di Neoneli e Salvatore Boi di Arzana (Nuoro). Il Collegio dei Probiviri è composto da Mario Mazza di Pattada (Sassari); Maurizio Palmas di Perdasdefogu; Salvatore Deriu di Ittiri (Sassari). Angelo Carboni di Silanus (Nuoro), Giovanni Asara di Oschiri e Mario Manca di Bono (Sassari) sono stati eletti nel Collegio dei Revisori dei Conti. EMIGRAZIONE 27 FEBBRAIO 2002 L’Associazione Emigrati Sardi “Sebastiano Satta” di Goldach, piccola cittadina al centro della Svizzera tedesca, che si affaccia sul lago di Costanza, proseguendo nelle attività finalizzate alla promozione dei prodotti enogastronomici e dell’artigianato e dell’immagine turistica dell’isola, ha organizzato una giornata culturale della Sardegna. La manifestazione ha visto la partecipazione, insieme ai soci, di numerosi cittadini e delle autorità di Goldach. Presenti anche rappresentanti delle diverse comunità di emigrati, i partecipanti hanno avuto modo di gustare ed apprezzare i prodotti dell’isola, di chiedere ed ottenere informazioni di interesse storico, culturale e turistico. Il Presidente Italino Piga, i componenti il Direttivo del Circolo ed i soci hanno fornito consigli ed indicazioni a chi si è mostrato interessato ad una vacanza in Sardegna e si sono soffermati su diversi itinerari. Molte anche le informazioni sulle lavorazioni dell’artigianato artistico e sui prodotti eno-gastronomici di MANIFESTAZIONE CULTURALE ORGANIZZATA IN SVIZZERA DAL CIRCOLO DI GOLDACH cui agli ospiti sono stati forniti degli assaggi. In particolare, molto apprezzati, diversi tipi di formaggio, il vermentino, la salsiccia ed i dolpi tipici. Il gruppo folk “Su Gennargentu” di Monaco di Baviera, che indossando il costume di Oristano si è esibito in balli tradizionali, ha suscitato l’entusiasmo dei presenti raccogliendo applausi e consensi. I giovani, figli di emigrati in Germania, hanno suonato e ballato proponendo, con bravura, pezzi del folklore isolano. Il Consiglio Direttivo è rimasto soddisfatto dei risultati dell’iniziativa che hanno compensato le difficoltà ed i sacrifici effettuati per organizzarla. L’Associazione “Sebastiano Satta”, presente a Goldach da oltre 30 anni, è conosciuta nella Svizzera orientale per l’attività a supporto dei sardi emigrati e quale punto di aggregazione e di integrazione nella realtà ospitante. Numerosi sono, infatti, i riconoscimenti ottenuti dalle autorità locali. LA SQUADRA DEL CIRCOLO FESTA DELLA BEFANA SARDEGNA DI MORENO AL CIRCOLO SARDO DI CASTELLETTO TICINO PROMOSSA IN SERIE A La squadra Rossoblu del Circolo “Sardegna” di Moreno, in Argentina, è stata promossa in serie “A”. La Compagine dell’Associazione dei sardi ha militato nella categoria “Veterani” disputando nel 2001 le 34 partite del Girone Nord . È stata al vertice della classifica per 25 giornate ed ha concluso il campionato al terzo posto a tre punti dal Campione “Bella Vista”. Il risultato ottenuto è stato tuttavia sufficiente per essere promossa e disputare quest’anno la Serie A. Il Presidente della Commissione Sportiva del Circolo ed allenatore della squadra “Sardegna” è molto soddisfatto per il risultato conseguito, per la conquista del premio “fair play”, ottenuto grazie al comportamento dei giocatori nessuno dei quali è stato espulso con cartellino rosso e per il riconoscimento del miglior terreno di gioco assegnato dai delegati delle squadre partecipanti. Al torneo hanno partecipato le formazioni di una vasta zona: San Isidoro, Beccar, Villa Martelli, Belgrano, Vicente Lopez, Olivos, Pacheco, Pilar, Don Torquato e Moreno. Da lunedi a venerdi – ci ha scritto Antonio Fantasia – funziona nel campo di Moreno, dove si allena e gioca la squadra Rossoblu del “Sardegna”, una scuola calcio. 50 giovani dai 14 ai 22 anni si addestrano con il tecnico Fernando Ovejero ex portiere del River Plate. Il Circolo Culturale Sardo “Eleonora dArborea” è tornato ad essere protagonista in occasione della “Festa della Befana” che ha preparato e promosso il sei gennaio a Castelletto Ticino, in provincia di Novara. Dopo il recente successo organizzativo ottenuto durante l’allegra festa in piazza Matteotti per la veglia natalizia, occasione in cui il sodalizio capitanato da Luciano Serra ha cotto allo spiedo ben quindici agnelli, per la festa della Befana il Circolo ha portato nel salone dell’oratorio castellettese S. Carlo ancora l’allegria con uno spettacolo di magia e cabaret tenuto dal mago Sharavan. Per tutta la giornata sia i più piccini che i loro genitori hanno potuto e gustare gratuitamente prelibati dolci sardi e cioccolata. Il “Circolo Culturale Eleonora d’Arborea” è ormai afttivo da diversi anni ed è sempre attento promotore, assieme a Comune e Pro Loco, di iniziative di carattere culturale e sociale. Grazie alla nutrita comunità sarda che risiede a Castelletto, Luciano Serra è stato capace di creare un attivissima associazione che svolge anche la funzione di centro di ritrovo e aggregazione. Pienamente integrato nella realtà comunale della località ticinese, il centro culturale è ormai diventato un punto di riferimento coordinativo per quanto riguarda le iniziative sociali e del tempo libero. Le famiglie sarde che costituiscono il fulcro ed il nucleo storico del Circolo, ormai da diversi anni residenti nel comune ticinese, sono riuscite a creare un quasi perfetto connubbio con la cittadinanza castellettese, a tal punto che le feste “sardegnole” contano una sempre maggior affluenza e partecipazione di persone di origine non isolana. Durante l’assemblea generale dei soci, che si terrà nelle prossime settimane, la segreteria delineerà il programma delle attività proposte per il nuovo anno. A questo proposito Serra ha già anticipato che molte sorprese sono in cantiere, non ultima il Grantour della Sicilia previsto per la settimana dal 25 maggio al 2 giugno. Corrado Sartore EMIGRAZIONE 28 FEBBRAIO 2002 RICONOSCIMENTO PUBBLICO AL CIRCOLO DI BOLOGNA PER L'ATTIVITA' DI ASSISTENZA Significativo riconoscimento pubblico al “Circolo Sardegna” di Bologna per l’attività di assistenza ed aiuto ai familiari di ammalati costretti ad una permanenza nella città delle due torri. Ignazio Medde, in una lettera allo Assessorato all’Emigrazione della Regione, al Circolo ed ai quotidiani “Il Resto del Carlino” e “L’Unione Sarda” ed al mensile “Il Messaggero Sardo” esprime “gratitudine al Circolo “Sardegna” di Bologna per la disponibilità dimostrata a me ed alla famiglia di mio fratello, in occasione della degenza di mio nipote all’Ospedale “I.O.R.” di Bologna». In un momento difficile quale quello che la nostra società sta attraversando, dove le parole “tolleranza, comprensione, condivisione, carità ed umanità” sono solo sterili definizioni scritte in un dizionario, ho potuto constatare ancora una volta – sottolinea Ignazio Medde – che la disponibilità e la generosità verso il prossimo rappresentano una peculiarità che contraddistingue molti sardi in tutto il mondo. E proprio nella situazione contingente e difficoltosa in cui io e mio fratello ci siamo trovati, è stato basilare l’aiuto materiale e l’appoggio morale offertoci con assoluto disinteresse ed abnegazione dal Circolo “Sardegna”, nelle persone del suo Presi- dente, del Vice Presidente e di tutti gli appartenenti. Sentire l’affetto e l’appoggio quando ci si trova in una città che non sia la propria, non certo per turismo, bensì per affrontare un serio problema di salute, è una sensazione che rafforza l’anima e nel contempo sprona la mente ed il corpo a lottare ed a vincere la dura sfida con la malattia. Ignazio Medde conclude la lettera «porgendo i più sentiti ringraziamenti al Circolo» ed esprimendo i «più sinceri auguri di buon lavoro per il futuro» ed i complimenti «per il sostegno offerto a noi sardi che, per lavoro o salute, ci vediamo costretti a lasciare la nostra meravigliosa isola». FESTEGGIATA LA BEFANA AL CIRCOLO SARDEGNA DAI CIRCOLI MARIO CHERCHI ELETTO PRESIDENTE DEL CIRCOLO DI MONCHENGLADBACH Il Consiglio Direttivo del Circolo “Eleonora d’Arborea” di Monchengladbach in Germania ha assegnato le cariche interne tra i componenti eletti dall’Assemblea dei soci. Presidente è Mario Cherchi di Anela (Sassari). Lo affiancano nell’Esecutivo il Vice Presidente Andrea Goddi di Siniscola (Nuoro); la Segretaria Karin Cuccu nata a Monchengladbach ed il Cassiere Angelo Flore di Irgoli (Nuoro). Completano il Direttivo i Consiglieri: Sergio Musinu di Carbonia (Cagliari), Salvatore Mura di Alba- giara (Oristano), Natale Vacca di Gonnoscodina (Cagliari), Guido Sotgiu di Chiaramonti (Sassari) e Paoletto Farris di Gonnoscodina. A far parte del Collegio dei Revisori dei Conti sono stati chiamati: Mario Obinu di Cuglieri (Oristano), Sergio Zirano di Villacidro (Cagliari) e Battista Siotto di Olzai (Nuoro). Il Collegio dei Probiviri è composto da Mario Musinu di Carbonia, Giovanni Farris di Cagliari e Bartolomeo Secchi di Alghero (Sassari). RINNOVATO IL DIRETTIVO A BASSANO DEL GRAPPA: DENTI PRESIDENTE Il Circolo Culturale Sardo “Sardegna Nostra” di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, ha rinnovato nelle riunioni del 28 ottobre e dell’8 novembre gli organi collegiali. Il Consiglio Direttivo è presieduto da Gianni Denti, affiancato, nell’Esecutivo, dal Vicepresidente Duilio Fadda; dal Tesoriere Pietrino Casu; dal Segretario Antonio Saba e dal Vicesegretario Mattia Sanna. Sono stati eletti Consiglieri: Ignazio Casula, Andrea Cuccu, Antonio Locci, Antonio Loi, Mario Loi, Caterina Me, Antonio Monti e Giovanni Sanna. ANTONIO UDA PRESIDENTE A VANCOUVER Il Circolo Sardegna di Vancouver, in Canada, ha rinnovato, il 21 gennaio il Consiglio Direttivo. Sono stati eletti: Lucia Bacchitta; Gemiliano Cara; Salvatore Cois; Michele Coviello; Giovanni Fronteddu; Elisabetta Porrà; Franco Spano; Antonio Uccheddu e Antonio Uda. A sua volta il Direttivo ha nominato il Comitato di Presidenza. Ne fanno parte: Antonio Uda, Presidente; Franco Spano, Vicepresidente; Lucia Bacchitta, Amministratore; e Michele Coviello; Segretario. La Befana è arrivata anche al circolo “Sardegna” di Concorezzo - Vimercate - Monza. È stata accolta al “Crazy bar” di Concorezzo, dove si ritrovano i sardi e soci del circolo, con i tifosi del Cagliari-calcio. Tanta la gioia di circa 50 bambini nel ricevere in dono la calza piena di dolciumi e giocattoli. Qualcuno un po’ timoroso della vecchia donna con la scopa, ha tentato di allontanarsi ma poi ha accettato la calza e sorriso per la sorpresa. Un rinfresco alla sarda ha concluso la bella manifestazione. Tutti hanno quindi raggiunto la piazza principale, dove con le musiche della banda comunale, sono stati accolti i Re Magi con gli elefanti. Anche in piazza, musica, balli e rinfresco per tutti per festeggiare l’Epifania, che tutte le feste porta via. Il Babbo Natale del circolo aveva in dicembre fatto visita ai piccoli, figli dei soci, con doni e sorprese. Il circolo “Sardegna” è stato inoltre presente alle varie iniziative e sfilate di Carnevale di Brugherio, Vimercate e di Trezzo sull’Adda (Milano) con i nuovi costumi de “is mammhuzzonis” antiche maschere del carnevale di Sardegna. Per la festa della donna 8 - 9 - 10 marzo 2002 sono in allestimento una mostra ed una conferenza dedicata al premio Nobel “Grazia Deledda” per ricordare il 75° anniversario della consegna del prestigioso riconoscimento da parte del re di Svezia, nel 1927, alla scrittrice nuorese. Presenterà l’iniziativa, a Monza, il nipote Alessandro Madesani Deled- da, socio del circolo Sardegna, assieme agli altri nipoti e pronipoti di Grazia Deledda, residenti a Monza da molti anni. RINNOVATO IL DIRETTIVO A GIONZANA L’Associazione dei sardi di Gionzana in provincia di Novara, ha rinnovato in novembre il Consiglio Direttivo. Sono stati eletti: Luciano Zucca, Presidente; Gian Piero Figus, Vicepresidente; Giampaolo Stefanelli, Segretario; Giuseppe Cardillo, Tesoriere. Li affiancano i Consiglieri: Giuseppe Girau, Adriana Pivetta e Cipriano Lai. COSTITUITO A HEERLEN UN NUOVO CIRCOLO L’emigrazione sarda nei Paesi Bassi si arricchisce di una nuova iniziativa associativa. È infatti nato ad Heerlen, nel Limburgo, il Circolo “Su Gennargentu”. Le 13 persone che compongono il primo Direttivo si prefiggono lo scopo di riunire i 4200 sardi che vivono nella cittadina ed in quelle vicine. Presieduto da Luigi Spano, il Consiglio Direttivo è composto dal Vicepresidente Alfredo Porceddu, dal Segretario Roberto Casu e dal Tesoriere Sergio Massa. I Consiglieri sono: Mario Doneddu, Francesco Farre, Gavino Manca, Giovanni Manca, Pietro Piga, Raimondo Orrù, Rita Orrù, Efisio Spano e Antonio Varsi. Il Circolo “Su Gennargentu”, rimarrà aperto il venerdì dalle ore 19 alle 22, il sabato dalle ore 14 alle 22, la domenica dalle ore 11 alle 22 ed il lunedì dalle 9 alle 14. I numeri telefonici della sede (in via Beersdalweg 110A6401 Sc Heerlen), del Presidente e del Segretario sono: 045.5721651, 045.5250861, 045.5726658. EMIGRAZIONE 29 FEBBRAIO 2002 Un Convegno, organizzato dalla Federazione dei Circoli Sardi in Olanda, si è svolto il 22 dicembre scorso nell’Hotel Haarhuis di Arnhem sul tema della “Donna Sarda Emigrata”. Al Convegno è stata invitata la Dottoressa Annarella Perra, dell’Università di Cagliari, esperta sulle donne sarde emigrate. Vi hanno partecipato le donne dei Circoli Sardi in Olanda che hanno presentato, tramite una relazione individuale, la propria esperienza di donne emigrate dalla Sardegna fra il 1960 e il 1970, in genere per seguire i loro mariti che cercavano un’occupazione stabile in un territorio nordeuropeo. Nelle relazioni sono emerse le problematiche personali affrontate nel corso degli anni dalle donne sarde emigrate e in particolare sono state segnalate le seguenti difficoltà: l’integrazione non sempre facile nella società olandese; il problema della lingua; l’incomunicabilità fra donne sarde e donne olandesi per “forma mentis” e cultura. Tutti gli aspetti sono, comunque, limitati ad un passato ormai lontano, in cui era veramente difficile affrontare la vita in un paese così diverso da quello d’origine, ma le donne sarde hanno saputo superare positivamente i gravi disagi cui sono andate incontro grazie alla loro caparbietà, allo spirito di adattamento, alla volontà ferrea di andare verso un avvenire migliore, anche a costo di grandi sacrifici. Molto validi sono risultati anche alcuni interventi di donne non sarde (a esempio olandesi, spagnole) coniugate con sardi in Olanda: hanno fatto conoscere un altro aspetto della realtà “emigrazione”, in quanto le loro storie sono un’ulteriore testimonianza che l’integrazione fra culture diverse, come quella sarda e quella olandese, o spagnola o altre ancora, può essere comunque raggiunta, nonostante le difficoltà iniziali per la diversità della lingua. D’altra parte, è stato giustamente fatto notare dalle donne stesse emigrate e madri di famiglia presenti, le nuove generazioni (i figli degli emigrati) non hanno riscontrato né riscontra- CONVEGNO A ARNHEM DELLE DONNE SARDE EMIGRATE IN OLANDA no situazioni di particolare disagio, così come invece è avvenuto per le generazioni precedenti, anzi risultano perfettamente integrate nella società olandese, e si sentono cittadini europei. Ma non bisogna dimenticare che proprio queste nuove generazioni ignorano spesso molti aspetti fondamentali della cultura sarda e i Circoli Sardi per questo dovrebbero realmente coinvolgere in maggior misura i giovani, in un’ottica di continuità ideale del lavoro svolto finora dagli stessi in territorio olandese. Le donne presenti, inoltre, hanno lamentato anche un diffuso disinteresse da parte di un certo numero di emigrate che non partecipano attivamente alla vita sociale dei Circoli Sardi. È fondamentale, è stato sottolineato, far sentire la propria voce e presentare le proprie istanze in sede assembleare; so- prattutto è essenziale che vi sia anche un’adeguata rappresentanza femminile nei direttivi. Su sollecitazione del Presidente della Federazione dei Circoli sardi in Olanda, Mario Agus, perché siano più operative all’interno dei Circoli, le donne hanno proposto di organizzare attività sociali finalizzate al coinvolgimento del settore femminile sul fronte emigrazione e nel contempo è stato chiesto che queste attività siano aperte anche alla comunita olandese che ne fosse interessata, per far diventare i Circoli un veicolo di socializzazione e scambio fra culture differenti. Dopo un’attenta discussione sulle possibili tematiche da affrontare nel corso delle varie nuove attività le donne sono state concorde nel valorizzare aspetti peculiari della cultura sarda. In particolare sono stati proposti per il 2002: la realizzazione di corsi mensili (circa 5 ore mensili per un totale di 60 ore) sul tema “Cucina e Cultura Sarda: i piatti tipici che hanno scandito la vita della società sarda”, per far conoscere (soprattutto agli olandesi) il legame che esiste tra le specialità della cucina sarda e le festività, i culti e le tradizioni popolari della Sardegna; ma anche l’invio di una newsletter mensile bilingue (italiano/olandese) per informare e sensibilizzare tutti i sardi emigrati, iscritti ai circoli, sulle iniziative, programmi, leggi ed altre novità sull’emigrazione. Si sono dette pronte dando la propria disponibilità ad operare attivamente in questi progetti Assunta Mossa, Iolanda Angioni, Franca Pinna, Marinella Pili, Ausilia Foddis, Inike Caggiari, Londa Poddi. Fra gli auspici anche quello che i fondi destinati dalla Regione Sardegna vengano accreditati a tempo debito e regolarmente, per dar modo alla Federazione di procedere agevolmente nell’attuazione delle proposte avanzate. Per questo le donne riunite in convegno hanno ritenuto opportuno inoltrare quanto prima le proprie istanze alla Regione perché vengano inserite nei Programmi annuali e triennali. COSTITUITA A BOLOGNA PARCO ARTISTICO E MUSEO ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO DI UN ARTISTA SARDO «AMICI DELLA SARDEGNA» A SAN PEDRO IN ARGENTINA È stata costituita a Bologna l’Associazione di Volontariato ONLUS “Amici della Sardegna”. L’iniziativa è stata assunta da un folto gruppo di emigrati sardi residenti nel capoluogo emiliano. L’Associazione ha il fine di alleviare i disagi fisici ed economici di chi è costretto a viaggiare per accompagnare i propri cari negli ospedali della città. Il Presidente, Rosina Ibba ed i volontari di “Amici della Sardegna” sono alla ricerca di strutture che, una volta sistemate ed arredate, consentano ai corregionali la permanenza a Bologna per assistere gli ammalati senza dover sostenere l’onere, sempre più gravoso, dell’affitto. Per poter far fronte all’alto numero di richieste la permanenza non potrà superare i due mesi. Nell’attesa di realizzare l’obbiettivo previsto, l’Associazione propone un servizio di prenotazioni per esami, visite e ricoveri. Una precedente iniziativa venne realizzata nel 1996 dagli stessi volontari che, ristrutturarono un appartamento, adibito a Sosta Sanitaria, nell’ambito delle attività del Circolo Sardegna. Siamo fiduciosi – ha sottolineato Rosina Ibba – che il successo ottenuto in quell’occasione si ripeta e confidiamo nell’appoggio e nella solidarietà delle Istituzioni e del popolo sardo. La sede dell’Associazione è in via San Donato, 209 40127- Bologna (tel. 051/ 502854). Si chiama “El sueno del Tano”, è un interessante parco artistico e ospita un museo che raccoglie la memoria storica degli abitanti e degli emigrati, si trova nella zona di San Pedro nella provincia argentina di Buenos Aires. Recentemente - ha informato Piero Penduzzu al Messaggero Sardo inviando anche una guida dell’area espositiva - si stanno allestendo nuovi stand. «Io con Mario - ha scritto Piero - continuiamo nel nostro impegno col piccolo museo e ora abbiamo preparato un angolo con gli oggetti della nostra Sardegna, con i costumi tipici». Ma l’area espositiva, curata dalla famiglia Penduzzu, è completata dal parco artistico del fratello Graziano. Qui animali, personaggi, storici e mitologici, alcuni della terra natale (dell’Italia) e della patria adottiva, l’Argentina, sono stati creati e proposti ai visitatori da Graziano, nato nel 1933 a Sassari da Pietrino e Penduzzu e Grazia Oggianu. Nel 1947 i genitori emigrarono in America e nel 1956 Pietrino arrivò a San Pedro. A 33 anni Graziano - come spiega lui stesso raccontando un pò della sua storia - scopre la scultura. Successivamente nasce quindi El sueno del Tano un luogo dove ha raccolto le suo opere, le sue aspirazioni, i suoi sogni arricchito di idee e statue, di realizzazioni che lasciano il segno, incuriosiscono e stupiscono. IL MESSAGGERO SARDO 30 FEBBRAIO 2002 C apacità, esperienza, professionalità. E tanto, tanto lavoro sul campo. Con questi ingredienti, caratteristiche fondamentali per sfondare in qualsiasi settore della vita, che appartengono propriamente al bagaglio tecnico di Nedo Sonetti, l’allenatore della tanto attesa scossa – arrivata a cavallo dell’anno sta portando sorprendentemente il Cagliari verso le zone tranquille della classifica. Non solo i rossoblù hanno abbandonato le ultime quattro posizioni, quelle che il 2 giugno prossimo sanciranno la retrocessione in serie C, ma con una favolosa e, per certi versi, inaspettata striscia di risultati positivi, hanno distanziato di ben cinque lunghezze il quartultimo posto, avvicinandosi a squadre di metà classifica come Bari, Cosenza e Genoa che, d’ora in poi, non potranno vivere sonni tranquilli. Dal suo arrivo sulla panchina della formazione rossoblù, Sonetti ha conquistato quattro vittorie e tre pareggi, sfiorando una clamorosa rimonta sul campo della Sampdoria, dove il Cagliari alla fine del primo tempo era sotto di due gol. Nella ripresa, nel giro di un quarto d’ora, una doppietta di Sulcis e una prodezza di Lucenti (davvero bella quanto difficile la sua deviazione al volo di esterno destro da posizione quasi impossibile) consentivano al Cagliari di ribaltare il risultato. Rimonta poi vanificata dal clamoroso errore sottoporta di Suazo (che a pochi minuti dalla fine ha fallito a porta vuota il gol del 4-2) e dal gol di Flachi che ha messo fine alle speranze di Sonetti e regalato all’ex Bellotto un pareggio, a quel punto, insperato. Certo, se fossero arrivati i tre punti anche a Genova… qualcuno avrebbe potuto cominciare a sognare a occhi aperti, magari ricordando la storica impresa compiuta dal Torino l’anno scorso. Se è vero come è vero, infatti, che il Cagliari deve pensare esclusivamente alla salvezza (che qualche mese fa sembrava un obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere), non si può non considerare che I l protagonista assoluto dei premi Coni 2001 è stato Jeff Onorato, campione maddalenino che ha ricevuto la più alta onorificenza della sezione sarda del comitato olimpico nazionale: la stella d’oro al valore atletico. A questo importante premio si aggiunge il “Collare d’oro” al merito sportivo per gli anni ’99-2000. Onorato è primatista e campione mondiale 1997 di sci nautico per disabili, specialità Figure. I dirigenti del Coni, con in testa il presidente regionale Gianfranco Fara, hanno deciso di assegnare la stella d’oro al merito sportivo alla società Cus Cagliari. Il sodalizio universitario, presidente Adriano Rossi, è impegnato in ben nove discipline: atletica, calcio, canoa, canottaggio, hockey, pallacanestro, tennis, tennistavolo e scherma. l Cus Cagliari vanta ben cinquantacinque anni di attività, una delle più gloriose società isolane che ha fatto dello sport un veicolo importante di socializzazione con risultati prestigiosi in campo nazionale. Tra le apprezzabili iniziative anche la realizzazione di un moderno e complesso impianto sportivo a disposizione degli universi- CALCIO Il cambio dell'allenatore ha dato buoni frutti. La squadra cresce e il pubblico si riavvicina. Ritrovato Suazo LA CURA SONETTI HA GUARITO IL CAGLIARI di Andrea Frigo vincendo cinque, sei, sette partite di seguito in un campionato lungo e pieno di insidie come quello cadetto, il Cagliari si sarebbe potuto presentare al rush finale con qualche chance di promozione. Così come è altrettanto possibile che, visto il calendario delle prossime partite, se il Cagliari si cullerà sugli allori credendo di aver fatto chissà cosa e mollando gli ormeggi, potrebbe di nuovo cadere nelle zone pericolose della classifica. Lo stesso Sonetti, infatti, ha messo tutti in guardia. Comincia adesso un tour de force di tutto rispetto per i rossoblù, attesi dalle prime tre della classe (Empoli, Modena e Reggina), dall’incontro tra nobili decadute al Sant’Elia con il Napoli e dallo scontro-salvezza con il Siena in trasferta. Se il Cagliari dovesse continuare a marciare a questi ritmi, battendo le prime in classifica potrebbe accorciare la distanza dalla zona promozione, ma se questo ciclo terribile non portasse alcun risultato positivo, allora il destino di questa squadra sarebbe quello di lottare sino all’ultima giornata per non retrocedere. Dalla vittoria sul Genoa, alla vigilia di Natale, sino all’impresa sfiorata con la Sampdoria, il Cagliari ha conquistato 15 punti in sette partite. Ha messo a segno 13 reti e ne ha subite cinque. Per oltre 530 minuti (compresi quelli di recupero di ogni singola partita), Armando Pantanelli è rimasto imbattuto. Il record del portiere rossoblù, che durava dal 9’ di Cagliari-Genoa, dopo la rete subita su rigore da Carparelli, è stato interrotto dal colpo di testa di Pecorari che ha siglato il gol del 2-1 del Crotone. Con l’avvento di Sonetti, dunque, è tutto un altro Cagliari. Il tecnico toscano ha innanzi tutto sistemato la difesa, che (ai tempi di Sala) faceva acqua da tutte le parti, diventata in poco più di un mese la quarta migliore del torneo. Ha “reinventato” Modesto laterale destro e assegnato il ruolo di difensore centrali ai mastini Lopez e Cudini, relegando ad un ruolo ormai marginale l’ex capitano Grassadonia. Sistemata la difesa (capace nelle ultime uscite di giocare SPORT / Riconoscimento alla Marcozzi, campione d'Italia di tennistavolo ONORATO PREMIATO DAL CONI SARDO ATLETA DELL'ANNO di Andrea Porcu tari e della città, nell’area Sa Duchessa. Altra stella al merito sportivo del Coni, quella attribuita a Michele Di Martino, cagliaritano, da trent’anni impegnato nello sport. Un dirigente attivissimo. Ha ricoperto la carica di presidente della società Canottieri Ichnusa ed Esperia. Attualmente è il massimo rappresentante della società Ginnastica Cagliari e della sezione “Corrias” dei veterani sportivi. L’ex sindaco di Cagliari è stato eletto due anni fa Governatore del quarto distretto del Panatlhon International (Corsica, Liguria e Sardegna). Per dieci anni ha avuto l’onore di guidare il Panathlon Club di Cagliari. Una carriera di diregente sportivo sempre vissuta in prima linea, quella “verde” visto che non intende mollare assolutamente le redini. La squadra dell’anno 2001 è stata invece la Marcozzi di Cagliari, campione d’Italia per la quarta volta nella sua storia, di tennistavolo. Cinque gli alfieri che hanno condotto la squadra allenata da Fabio Ferrero alla conquista del titolo tricolore. Si tratta del campione italiano assoluto di singolare, Massimiliano Mondello, del russo Sergei Iloukhine, dei cinesi Chen Yu Wey e Chen Jia e di Riccardo Ros- si, utlizzato saltuariamente dal tecnico cagliasitano. La Marcozzi sarà impegnata anche in questa stagione nella caccia allo scudetto, con buone probabilità di ripetere gli exploit degli anni passati. Presidente è Mario Gabba. Il premio “Speranza sarda del 2001” è stato invece attribuito alla campionessa europea juniores di pattinaggio sulla distanza dei 3000 e 5000 metri, Paola Serrittu, sassarese. La giovane pattinatrice ha conquistato anche la medaglia d’argento nei 10.000 metri su pista. Nel suo curriculum già abbastanza significativo, da segnalare tre titoli italiani su strada e uno su pista. “altissima” costringendo gli avversari a cadere sistematicamente nella trappola del fuorigioco), Sonetti ha affidato la regia al figlio d’arte Conti, ha rilanciato Abeijon, diventato ormai un titolare inamovibile, leader sicuro e pieno di grinta, e liberato da ogni schema Suazo ed Esposito, le vere armi in più di questo sorprendente Cagliari. E, in attesa che arrivino anche i gol di Cammarata, c’è il neo acquisto Marco Negri che scalpita per fare il suo esordio con la maglia rossoblù e dimostrare al mondo intero che non è un giocatore finito. Dopo le prodezze con il Perugia e negli anni d’oro passati in Scozia con la maglia dei Rangers di Glasgow (nella stagione 1997/98 l’attaccante nato a Milano 31 anni fa realizzò la bellezza di 32 gol in 29 partite di campionato), Negri è finito nel dimenticatoio generale. Tornato in Patria (dopo una breve parentesi a Vicenza di tre anni fa) è rimasto qualche mese nel Bologna (con la sorprendente squadra di Guidolin, però, ha giocato appena uno spezzone di partita), quindi ha rescisso il contratto con la società emiliana, e si è accordato con il presidente Massimo Cellino. Ma dal mercato di riparazione, che si è concluso lo scorso 31 gennaio, non è arrivato solo Negri. Forse anche in previsione di perdere Grassadonia (la rottura con Sonetti e la società appare ormai insanabile e a fine stagione l’ex capitano lascerà quasi sicuramente la Sardegna) il Cagliari ha ingaggiato anche un difensore. Si tratta di un altro straniero, il difensore brasiliano Joao Paolo Di Fabio, detto “Fabio”. Classe 1978. Difensore centrale di 1,85 metri, Di Fabio era svincolato dopo aver militato, lo scorso anno, nell’ Atletico Paranaense. Giunto in Europa per effettuare una serie di provini, è stato segnalato al Cagliari da Josè Altafini. Dopo un paio di allenamenti alla corte di Sonetti, è arrivato il benestare del tecnico e la firma del contratto. Di Fabio è il secondo brasiliano nella storia del Cagliari dopo Nenè. Ha gareggiato per la società sportiva Libertas Palestra Usai di Sassari, presieduta da Carmen Usai, sotto la guida del tecnico Michele Pulli. Da quest’anno è tesserata per la Polisportiva New Towers di Sassari. Questi i premi più significativi assegnati dal Coni regionale per il 2001. Inoltre hanno ricevuto attestazioni di merito diversi atleti e società isolane che si sono particolarmente distinte nella scorsa annata sportiva. Tra i club citiamo la Torres, campione d’Italia nel calcio femminile, la Tav di Quartu Sant’Elena, titolo italiano nel tiro a volo, la polisportiva Aeden di Santa Giusta, campione d’Italia under 14 indoor e outodoor di pallatamburello, la polisportiva 90 di Nuoro, titolo italiano under 16 femminile di pallamano, il gruppo Anmic di Sassari, campione d’Italia di basket in carrozzina, il gruppo Saspo di Cagliari, titoli assoluti disabili nelle staffette 4x400 di atletica leggera e infine la Hyper Island Team di sci nautico, campione d’Italia nella specialità wakeboard. IL MESSAGGERO SARDO 31 FEBBRAIO 2002 L e attese tradite. In estate la Torres aveva rivelato grandi ambizioni: «Disputare i play off» avevano detto i dirigenti «Qualcosa di più» aveva rilanciato il tecnico Pino Petrelli. Invece dopo due mesi senza vittorie (appena 4 punti in sette partite) la squadra sassarese si è trovata penultima, in piena crisi, e priva del fantasista Luca Amoruso, ceduto in comproprietà al Crotone (serie B) a fine settembre. Peccato di presunzione, errori di valutazione su un campionato diverso da quello dell’anno scorso, sfortuna (leggi pareggio col Catania e sconfitta ad Avellino) e infortuni. Ci sono tanti fattori per spiegare il clamoroso flop rossoblù. A pagare è stato Petrelli (succeduto al popolare Leonardi) allenatore preparato ma forse anche troppo teorico: il 3-4-3 proposto dopo la partenza di Amoruso non ha funzionato e l’esonero è stato inevitabile. Con lui è andato via il direttore generale Nello De Nicola, che dopo due anni di buon lavoro, ha avuto il torto – secondo i dirigenti – di puntare tutto su Petrelli. Dopo la gara di interregno del vice allenatore Giovanni Lungheu (0-0 casalingo col Lanciano) è stato chiamato Salvo Fulvio D’Adderio, tecnico molisano che ha ottenuto una promozione (in C1 con il Giulianova) ma ha anche subìto due esoneri (dal Giulianova e dalla Fermana l’anno scorso). Come nuovo direttore sportivo è stato nominato Luciano Serra, in un curioso scambio che ha portato quasi contemporaneamente De Nicola al Cagliari. Il nuovo mister ha lavorato duramente per ridare compattezza allo spogliatoio e un nuovo equilibrio tattico. Ci è riuscito dopo un mese di lavoro e la Torres è stata proiettata fuori dai play out grazie ai 19 punti in 12 partite. Una media quasi da play off, anche se la partenza ad handicap e l’estremo equilibrio del campionato tengono la squadra sassarese più vicino ai play out salvezza. Tra i migliori di questa prima parte di stagione sicuramente gli attaccanti Udassi e Langella che hanno segnato 13 gol in coppia (Langella è stato visionato persino dagli osservatori di Arsenal, Manchester, Verona e Perugia per Langella) il portiere Pinna, il mediano Lo Nero (piace a Cagliari e Palermo) e il nuovo acquisto Lavecchia, tornante ventenne prelevato (purtroppo solo in prestito) dalla Juventus. Più in generale col ritorno di Castagna U n campione nella vita, un campione nello sport, un atleta socialmente impegnato. Lo definiamo così Jeff onorato, da La Maddalena per la risolutezza e per i grandi successi sui palcoscenici mondiali. Lo sci nautico gli ha dato e continua a dargli grosse soddisfazioni. Recentemente è stato insignito del “Collare d’oro” al merito sportivo per gli anni ’99-2000. La massima onorificenza sportiva gli è stata attribuita dal Coni, per aver vinto un campionato del mondo. Jeff Onorato gareggia per l’associazione sportiva sci club Saint Tropez, che è iscritta a due diverse federazioni, quella italiana di sci nautico e l’altra italiana di sport disabili. Avere tra le sue fila un campione di questo calibro è naturalmente motivo di enorme stimolo per il club maddalenino nel prosie- CALCIO La squadra sassarese tradisce le attese dell'estate ma poi si riprende. Nel campionato interregionale due sarde in vetta: Villacidrese e Olbia LA TORRES PARTE MALE CAMBIA ALLENATORE E RIPRENDE SLANCIO di Giampiero Marras (era stato operato ad aprile al ginocchio destro) la difesa è diventata più solida e l’utilizzo di una via di mezzo tra il 4-4-2 e il 3-52 ha ridato equilibrio tattico ad una Torres che non avendo più Luca Amoruso non poteva giocare col trequartista. La formazione sassarese ha avuto comunque bisogno di qualche ritocco per cercare di non soffrire troppo nella conquista della permanenza anticipata in C1 e così la società si è mossa sul mercato e ha ingaggiato il fantasista Andrea Cossu, 21 anni, cagliaritano, cresciuto nelle giovanili della Johannes e poi andato alla Primavera del Verona. Il diesse Serra vuole portare a Sassari pure il difensore della Primavera della Fiorentina Ercoli e il centravanti del Boca Juniors (Argentina) Emiliano Rey. L’obiettivo infatti non è solo la salvezza ma anche la rifondazione della Torres perché ben otto giocatori in scadenza di contratto, quattro prestiti e Langella che lascerà Sassari per trasferirsi in un club italiano o inglese almeno di serie B. Interregionale - Una piacevole novità per i tifosi sardi: due squadre dell’isola, Villacidrese e Olbia, a contendersi il primato del Campionato Nazionale Dilettanti e quindi la promozione in C2. È partita benissimo la Villacidrese affidata ancora a Bernardo Mereu. La fuga è finita all’inizio del girone di ritorno (sconfitta con la Caratese) però il primato resiste seppur in comproprietà con l’Olbia e le inseguitrici continentali (Guanzatese e Pro Lissone) non sembrano avere le qualità della Villacidrese. I segreti sono la compattezza di un gruppo che già l’anno scorso era andato benissimo e la solidità della miglior difesa del campionato. Positiva pure la distribuzione delle responsabilità offensive. Segnano un po’ tutti: Falaguerra, Fadda, Ferreli e Porcu sono tra i migliori realizzatori della Villacidrese. L’Olbia aveva iniziato con un redimento altalenante, ma negli ultimi due mesi viaggia davvero forte, tanto da avere agganciato SFUMA IL PASSAGGIO DI LANGELLA AL CAGLIARI L a chiusura del mercato è stata movimentata dall’operazione che doveva portare l’attaccante Antonio Langella al Cagliari. Il trasferimento è saltato e tra le due società è iniziato un poco chiaro e per nulla edificante scambio di accuse. Sassari ha imputato al Cagliari di aver ribassato l’offerta iniziale, il club del presidente Cellino ha ribattuto di aver sempre offerto due miliardi per il cartellino del gioca- tore che ha firmato un contratto con la Torres sino al 2004. Il padre del giocatore, Aniello, ha avuto uno scatto d’ira comprensibile ma non scusabile nei confronti di alcuni dirigenti sassaresi durante la partita contro l’Ascoli. L’attrito tra Torres e Cagliari si è attenuato dopo l’incontro – avvenuto però a mercato già chiuso – tra i due presidenti. Insomma, l’ultimo capitolo della vicenda non è stato ancora scritto. SPORT / È il primo atleta sardo a ricevere l'onorificenza ASSEGNATO A JEFF ONORATO CAMPIONE NELLA VITA IL COLLARE D'ORO di Andrea Porcu guo delle attività. Onorato è il primo atleta sardo a cui è stata assegnata la più prestigiosa onorificenza e finora anche l’unico per quanto concerne lo sci nautico. Il campione di La Maddalena ha ricevuto il premio a Roma assieme ad altri grandi atleti nazionali, quali i nuotatori Rosolino e Fioravanti, protagonisti alle Olimpiadi di Sidney 2000 e Antonio Rossi, leader della canoa mondiale. Onorato, lo ricordiamo, è primatista e campione mondiale nel 1997 nello sci nautico disabili, specialità Figure. Ha conquistato, inoltre, il titolo europeo nella stessa specialità nel ’97 e nel 2000 e quello dello slalom, sempre cinque anni fa. Ha portato a casa diversi titoli italiani. Lo scorso anno si è classificato al secondo posto ai campionati mondiali disputati in Australia, nella specialità Figure. Insomma, un atleta che con grandi sacrifici e tantissimo impegno sta portando alla ribalta la Sardegna sportiva nell’ambito mondiale. un bel biglietto da visita non solo l’altra formazione sarda in vetta. I galluresi allenati da Luciano Foschi non hanno mai perso in casa. Di più: hanno quasi fatto l’ein plein: 28 punti sui 30 a disposizione. I “bianchi” hanno poi il miglior attacco del campionato: due reti di media. Gran merito va alla coppia Rassu-Siazzu: 20 gol nelle prime diciannove giornate. Nessuno riesce a fare meglio. Se poi si aggiungono le zampate di Sposito si capisce come l’Olbia sia davvero una macchina da gol capace di qualsiasi impresa. Sotto tono invece il Tempio che è ai margini della zona salvezza. Non bastano le reti del bomber Casu e probabilmente è anche risicato l’organico, dove spicca i veterani Cariola e Chessa, ex della Torres. Il problema dei galluresi è opposto a quello dei cugini dell’Olbia: soltanto 10 punti in casa su altrettante partite. Troppo poco per rimanere sereni in graduatoria. Il tecnico Gianni Addis ha chiesto rinforzi e proprio dalla squadra sassarese potrebbe arrivare l’attaccante Piredda, che farebbe la differenza in questa categoria. Naviga vicino alla zona play out pure l’Atletico Elmas che però era consapevole di dover fare un campionato sofferto. La giovane formazione affidata a Virgilio Perra ha buoni margini di crescita ma ha qualche problema in avanti dove solo Porceddu riesce a farsi valere con discreta regolarità. In piena zona play out è l’Arbus di mister Beppe Martinez che non riesce a schiodarsi dalla terzultima posizione soprattutto perché in trasferta raccoglie pochino: nessuna vittoria, cinque pareggi e altrettante sconfitte. Peggio di tutte sta il Tavolara che occupa l’ultimo posto in solitudine ed esibisce cifre davvero preoccupanti: appena 6 reti segnate (peggior attacco del campionato) e ben 36 gol incassati. L’allenatore Sergio Eberini lavora duramente non solo sul piano tecnico ma soprattutto su quello psicologico per non far arrendere una squadra che obiettivamente è modesta. Eccellenza - Avvincente la lotta in testa che vede il Calangianus allenata da Mario Petrone e il Taloro Gavoi guidata da Pietro Corrias in vantaggio su Iglesias e Nuorese. I bomber però appartengono ad altre due formazioni: sono Cardu (Ilvamaddalena) e il solito Stocchino del Quartu Sant’Elena che come spalla ha Pasini. dal punto di vista sportivo, ma soprattutto da quello sociale, visto che Onorato è impegnato in un progetto di grande valore umano denominato “Fly for Life”, volare per vivere. E di voli, come già abbiamo accennato, Jeff ne ha compiuti finora parecchi. Ora intende portare avanti questa iniziativa, per avvicinare tanti ragazzi allo sport e insegnare loro, soprattutto ai più sfortunati, come è possibile abbattere le barriere e superare gli steccati della vita, anche quelli più difficili. Il “Collare d’oro” non significa per Onorato fermarsi al “treno del riconoscimento”, ma proseguire con sempre maggiore tenacia a centrare altri obiettivi, sia nella vita, come nello sport. E sappiamo che Jeff ha ancora tanta voglia di misurarsi, con se stesso e con gli altri. Auguri, campione. IL MESSAGGERO SARDO 32 FEBBRAIO 2002 S e vi capita di andare a PARIGI e vi trovate a passare per “PIGALLE”, a qualche decina di metri dal mitico “MOULIN ROUGE”, sullo stesso marciapiede, tra lo sfavillio di luci e di insegne di locali notturni, troverete un ristorante italiano che si chiama “ LA SCUDERIA DEL MULINO” . Leggendo il menù esposto in vetrina, rimarrete sorpresi, scorrendo la lista dei piatti: “malloreddus”, “culurgionis”, “spaghetti alla bottarga”, e tra i vini il “Cannonau”. Insomma il ristorante è sardo , a dispetto del nome e cognome del proprietario, TEODORO BIASIOLI, che a prima vista potrebbe ingannare. E sardi sono anche la maggior parte dei camerieri, il pizzaiolo ed il cuoco. Non indugiate , entrate e sedetevi ad un tavolo (si mangia bene) e se fate capire di essere sardi anche voi , il signor Teodoro non mancherà di offrirvi un aperitivo della casa ,un bicchiere di vernaccia o di malvasia, e sarà ben felice di fare quattro chiacchiere per soddisfare la vostra curiosità ,così come è capitato a me . “Ma lei è proprio sardo”? gli chiedo. “Si. Sono nato a Villacidro, terzo di 11 figli, primo dei maschi”. “E come mai è finito qui a Parigi?”. “Veramente a Parigi non ci sarei neanche dovuto arrivare, ma il mio destino evidentemente era questo...” È una storia straordinaria, quella che mi racconta Teodoro Biasioli, simile, sotto certi aspetti, a quella di tanti emigrati sardi che hanno, come si suol dire “fatto fortuna”, ma che in realtà questa fortuna se la sono creata lavorando sodo, facendo sacrifici enormi e che, grazie anche a qualche intuizione geniale, sono stati poi premiati dalla vita. “Eravamo 11 figli da sfamare e non c’era lavoro. A Villacidro a quei tempi si faceva la raccolta delle olive e delle mandorle e ci pagavano in natura, giusto di che mangiare. Ma sono stati proprio quei momenti difficili - dice con orgoglio - che mi hanno forgiato il carattere .Noi non avevamo soldi, ma non ci mancava l’amore, la tenerezza di mia madre. “Quando è morta, avevo compiuto da poco 18 anni, ho capito che per me era tempo di partire. Avevo una passione, la musica; e così con una piccola valigia in mano e la mia chitarra sotto braccio, sono andato in Corsica, l’isola vicina, alla conquista delle terrazze dei Caffè. Sono rimasto due anni e mezzo a Sartène, vivendo di mance, poi sono partito: destinazione Bruxelles, dove avrei dovuto fare un provino per incidere un disco, alcune delle canzoni che avevo scritto io stesso.” Ma a Bruxelles, Teodoro Biasioli di Villacidro non c’è mai arrivato. Si è fermato a Parigi e anche nella capitale francese si è messo a strimpellare la chitarra e a cantare sulle terrazze dei grandi “BOULEVARDS”, guadagnandosi un pasto caldo e vivendo di mance. “In uno di questi ristoranti, più simpatico di altri, mi sono fatto degli amici ed ho scoperto la ristorazione - racconta - per due anni ho fatto il commesso in una pizzeria, poi il destino ha voluto che un collega andasse in un altro ristorante e l’ho seguito, e dopo sei anni, quando i dirigenti di PERSONAGGI /La straordinaria vicenda di Teodoro Biasioli partito a 18 anni da Villacidro per la Francia. Ora ha un ristorante vicino al mitico Mulin Rouge e possiede una scuderia di purosangue HA CONQUISTATO PARIGI CON LA CUCINA SARDA E CON I CAVALLI di Antonello De Candia una catena di ristoranti hanno aperto un nuovo locale a QUIBERON, una rinomata località turistica della Bretagna, sull’Atlantico, nell’Ovest della Francia, mi hanno nominato responsabile. Ed è proprio a Quiberon - racconta Teodoro Biasioli - che ho incontrato l’uomo che ha segnato una svolta nella mia vita, YVES SAINT MARTIN, uno dei più grandi fantini di Francia.” A questo punto capisco il perché di tante splendide foto di cavalli da corsa alle pareti del ristorante, che mi avevano colpito. E faccio la domanda più ovvia: “Lei è appassionato di cavalli dunque!” La risposta di Biasioli mi lascia di stucco: “Questa è la mia vera attività. Faccio l’allevatore, possiedo una quarantina di cavalli da corsa, sia da trotto che da ostacoli, ma soprattutto da galoppo. Senza tema di smentite - mi dice tronfio di orgoglio e mostrandomi una splendida foto - il mio GENERIC, attualmente – questo è il più forte galoppatore in circolazione in Europa sulla lunga distanza dai 2000 metri in su. Quest’anno ha vinto 9 corse su 14 disputate e nelle altre si è piazzato (con uno splendido 2° posto nel L’ARC DU TRIONPHE, una delle più prestigiose corse di cavalli al Mondo!).” Ogni tanto Teodoro Biasioli si alza dal tavolo e va a salutare gli ospiti di riguardo che entrano nel suo locale, poi torna a sedersi con me e Costantino Falchi, l’amico che ci ha fatto incontrare, che vive da oltre 40 anni a Parigi e che conosce tutti i Sardi emigrati, essendo il fondatore del circolo “Sa Domo Sarda”, che conta oltre 2 mila iscritti, tra i quali, manco a dirlo c’è anche Teodoro Biasioli. Il quale, nonostante gli impegni con i cavalli (tutti i giorni di buon mattino si reca a visitare le scuderie e osservare i puledri in allenamento), è sempre presente nel suo ristorante. “È la mia creatura - dice - e non la trascuro, anzi. A Capodanno ci tiene a raccontarlo - ho battuto tutti record, facendo in una serata 840 coperti in un locale che ha appena un centinaio di posti - si affretta a precisare -. Come ho fatto? mi chiederà. Grazie al personale, che è quasi tutto sardo, ed è motivato perché li pago bene, ma ha funzionato tutto alla perfezione perché è tutto computerizzato. Insomma niente è per caso.” Va bene il ristorante, ma sono sempre più incuriosito dai cavalli e torno alla carica, per riprendere il racconto, laddove si era interrotto..., parlavamo di Yves Saint Martin”. “Yves era azionista della catena di pizzerie che dirigevo e veniva a QUIBERON in vacanza al mare, e frequentava ovviamente il mio ristorante. È stato lui a farmi conoscere i cavalli: ne parlava con tanta passione e da intenditore, che ho cominciato ad amare le corse anch’io - dice Teodoro Biasioli -”. Ma com’è che siete diventato proprietario di una delle scuderie più importanti di tutta la Francia - chiedo. Teodoro, che ha superato da poco la soglia dei cinquant’anni, sorseggia un bicchiere di vernaccia, prende fiato e s’infervora nel racconto. “Un giorno sono andato a LONGCHAMP, ero nella parte riservata al pubblico e osservano la gente che girava nel “l’enclosure des balances” il recinto dove i cavalli fanno la passerella prima della gara. Rimasi affascinato. Mi sono messo a sognare e mi sono detto che anch’io avrei potuto fare parte di questi iniziati. La vita è facile - commenta Teodoro a voce alta inseguendo i suoi ricordi -. Basta voler fortemente qualcosa, non dubitare mai che la si possa raggiungere e dopo molto lavoro e un po’ di fortuna la si ottiene!” Fu così che Teodoro Biasioli un giorno partecipò all’asta per acquistare un cavallo, (asta che avviene di solito dopo una gara come gli appassionati di ippica ben sanno ).” Eravamo in quattro, io, un mio fratello, BRUNO, (che attualmente fa il ristoratore anche lui a Parigi) e due amici abbiamo “reclamato” un cavallo, GRAYMAN, che ci è costato 118 mila franchi, poco più di 3 milioni. Qualche tempo dopo l’abbiamo rimesso all’asta, Grayman ha vinto, ma nessuno lo ha acquistato .L’abbiamo tenuto e a tre anni il puledro si è aggiudicato l’Omnium di Francia e grazie a questo successo ci siamo costituiti un buon portafoglio, così abbiamo continuato ad acquistare dei cavalli, tra cui TWEED GIRL, la cavalla che ha fatto la mia fortuna, la madre di GENERIC. La pagammo 146 mila franchi, circa 4 milioni e mezzo. Eravamo cinque soci in principio, ma in seguito ad un disaccordo mi trovai ad essere il solo proprietario di TWEED GIRL. E a questo punto, nella vita di Teodoro Biasioli, si affaccia un altro uomo del destino. “Avevo notato un giovane apprendista fantino e mi aveva colpito il suo sangue freddo e la sua serietà; si chiamava THIERRY JARNET, lo contattai e gli offrii il suo primo contratto. Thierry mi vinse diverse corse e quando il mio primo cavallo, Grayman fu in età di essere ritirato, lo regalai a Thierry che era molto attaccato al suo cavallo-feticcio. E fu proprio Thierry Jarnet che mi diede il consiglio di fare di TWEED GIRL una fattrice (“Credetemi, questa giumenta vi assicurerà la vostra pensione, la vostra vecchiaia” - mi disse dopo una vittoria). Seguii quel consiglio, nonostante un allevatore tedesco mi avesse fatto una offerta molto allettante per TWEE GIRL, ma è stato più forte di me ed ho deciso che facesse la mamma.” Teodoro Biasioli, in un certo senso si compiace di quello che dice e sorride felice. “Oggi pos- so considerarmi un esperto di cavalli, ho letto, studiato molto su genealogie, razze e comportamenti, è fondamentale, ma mi sono fidato soprattutto delle mie intuizioni e oggi sto raccogliendo successi impensabili in campo nazionale, in Francia, ma anche all’Estero. E parlando di ippodromi, è lui ora che mi fa una domanda a cui non so dare risposta: ”Ho sentito che vorrebbero fare un ippodromo a Villacidro. È una chimera per il mio paese, che non riconosco più, cambiato com’è, devastato dalle industrie. Di ippodromi e di cavalli, mi creda ,sono diventato un esperto. E le posso dire che gli ippodromi si fanno dove c’è popolazione e dove c’è ricchezza. A Villacidro sarebbe una struttura senza futuro. Mi azzardo a dire che anche Cagliari, che pure ha già un ottimo galoppatoio, probabilmente non riuscirebbe a tenerlo in attività e a fargli ruotare attorno tutta una economia e un indotto. Figuriamoci a Villacidro!” È tanta la voglia di Teodoro di raccontare la sua vita, che si perde il filo. “Ma vie, c’est pas du cinema!” («la mia vita non è un film») dice, ma gli somiglia molto diciamo noi) . Teodoro Biasioli, non ha dimenticato certo la Sardegna e grazie ai cavalli può permettersi di venirci in vacanza tutte le estati con la famiglia, la signora Francoise e i due figli, Stefano e Alessandro ( il maggiore frequenta un master all’Università in Australia per esperti di commercio internazionale, il piccolo, 14 anni, studia a Parigi). Al mare di QUIBERON preferiscono quello di Chia! E poi per approvvigionare di prodotti sardi il suo ristorante LA SCUDERIA DEL MULINO, Teodoro Biasioli, ha contatti molto frequenti con i suoi fornitori nell’isola. “Io oggi sono un uomo felice, posso dirlo, perché ho raggiunto i miei obiettivi. Facendo un tuffo nel passato, quando ripenso al mio percorso, ho una sensazione di benessere. Penso - dice - di essere rimasto fedele al mio passato. Certo sono meno pessimista di prima, rifletto di più, perché la saggezza e la serenità sono appannaggio dell’età.” E per Teodoro Biasioli, il futuro potrebbe riservare ancora nuovi successi “Nella mia scuderia si lascia sfuggire - c’è ora un fratellastro di GENERIC, che ha tre anni, l’ho chiamato BUCANIER, e sarà ancora migliore”. Prima di salutarci non può fare a meno di raccontarmi un'altra “chicca”: conosce GianFranco Dettori, detto FRANKYE? mi chiede. E chi non lo conosce il più famoso fantino del Mondo, nominato addirittura baronetto d’Inghilterra! “La sua prima gara - dice Teodoro - il mitico Frankye l’ha vinta montando un mio cavallo, POLYTAINE, il 7 giugno del 1992, qui a Parigi, quasi dieci anni fa. Quel giorno, ricordo, doveva fare la sua prima gara a Milano, e quando gli chiesi di correre per me, mi disse che non poteva, poi invece telefonò al padre e lo pregò di sostituirlo a Milano: “Se perdo a Parigi non se ne accorge nessuno” mi confidò. Ma quel giorno a Parigi era nata una nuova stella dell’ippica.