01 dic.qxt - Chiaia Magazine
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01 dic.qxt - Chiaia Magazine
www.chiaiamagazine.it m a ga z i n e CHIAIA Anno II - N.12 dicembre 2007 S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Distribuzione gratuita il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Edizioni Iuppiter Group Natale senza luminarie: è la forma estrema di protesta dei commercianti di Napoli. Invece delle strade va illuminato il buio del malgoverno in cui brancola l’intera città. Intanto la società civile è pronta a tornare in piazza. fate luce la vigilante s.r.l. ISTITUTO DI VIGILANZA dal 1946 LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: info@la-vigilante.com Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli SOS CHIAIA CHIAIA MAGAZINE Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a: VIA MARTUCCI LA PECE GIÀ RIDOTTA IN MILLE PEZZI NUMERI UTILI EMERGENZE-SICUREZZA CARABINIERI 112 Stazione CC (via Orazio 73) Tel. 081.681122 Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1) Tel. 081.417486 POLIZIA 113 Comm. Posillipo (via Manzoni 249) Tel. 081.5983211 Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185) Tel. 081.5980311 POLIZIOTTI DI QUARTIERE Via Nicotera, il regno del caos LA PAROLA AI LETTORI. I residenti e i commercianti sul piede di guerra per il degrado della strada. La palettatura è da rifare MOTORINI SELVAGGI E SPAZZAMENTO INSUFFICIENTE POLIZIA STRADALE Tel. 081.5954111 SOCCORSO STRADALE Tel. 081.803116 VIGILI URBANI Tel. 081.7513177 Unità oper. Riviera di Chiaia 105 Tel. 081.7619001 PRONTO SOCCORSO 118 AMMINISTRAZIONE MUNICIPALITÀ 1 Sede Consiglio Tel. 081.7644876 Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501 SANITÀ PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI Tel. 081.2547256 GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI Tel. 081.7613466 OSPEDALE PAUSILIPON Tel. 081.2205111 OSPEDALE FATEBENEFRATELLI Tel. 081.5981111 - 081.5757220 DISTR. SAN. 44 Assistenza Anziani Tel. 081.2547715 Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928 Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074 m a ga z i n e CHIAIA SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno II n. 12 - dicembre 2007 Direttore Editoriale Nino De Nicola Direttore Responsabile Alvaro Mirabelli Art Director Massimiliano De Francesco Responsabile Saper Vivere Laura Cocozza Redazione Iuppiter Group via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666 info@chiaiamagazine.it Società Editrice Iuppiter Group via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Concessionaria pubblicitaria Gianluca Gallo via Vannella Gaetani, 12 - Napoli infoline: 081 0321244 / 347 3728132 gianlucagallo1@hotmail.com Quelli di Chiaia Magazine Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo, Rossella Galletti, Rita Giuseppone, Massimo Lo Iacono, Giancarlo Maresca, Renato Rocco, Francesco Ruggieri, Nicola Sellitti, Luca Spoldi, Salvatore Tartaglione, Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro. Stampa Arti grafiche Litho 2 Via Principe di Piemonte, 118 Casoria Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005 Gentile redazione, denunciamo il grave degrado di via Nicotera. In sintesi nella strada regna il caos. Tutti i solleciti sono restati inascoltati. Viabilità: la mole di traffico è abnorme. Ciò provoca inquinamento e rende pericoloso l'attraversamento. Ci vogliono strisce pedonali. Manutenzione: sempre a causa del traffico, ci sono dissesti e buche dappertutto. Paletti: in molti punti non ci sono più e quelli vecchi vanno ridipinti. Motorini selvaggi, una vergogna da eliminare: viaggiano a qualunque ora, a velocità folle, contromano, senza casco e in 3 o 4 a bordo. Illuminazione: è fatiscente e in alcuni punti si accende a intermittenza. Nettezza urbana: la strada è sempre sporca. Lo spazzamento è insufficiente perché i turni e gli addetti sono pochissimi. Inoltre le campane per la differenziata straripano perché raramente svuotate. Decoro urbano: i muri dei palazzi sono deturpati dalle scritte e da manifesto selvaggio. Sicurezza: vigili e polizia non si fanno mai vedere. SHOPPING A CHIAIA: CERCASI PARCHEGGIO DISPERATAMENTE Caro direttore, anche quest’anno Chiaia e la Ztl non vanno d’accordo. Lavoro nel cosiddetto salotto di Napoli e mi piacerebbe che gran parte del centro della città diventasse isola pedonale. Niente più auto, possibilità di camminare liberamente come succede nelle altre città italiane. L’altra sera sono venuto a via dei Mille con mia moglie a fare shopping. Una giornata di svago dopo una settimana di duro lavoro. Un’ora per trovare parcheggio. Un’ora di stress che è finita con la scelta di parcheggiare in un garage privato della zona. Alla fine, dopo aver fatto acquisti ed essere andati al cinema, siamo ritornati all’auto. 30 euro il costo della sosta nel garage. 30 euro! Ci rendiamo conto che questa non è una città normale? E’ mai possibile che non esistano aree di sosta al centro a tariffe accessibili? A che serve fare la Ztl con un territorio che non offre parcheggi? Come è possibile che a Roma hanno costruito un parcheggio interrato in soli due anni e qui non si riesce a fare assolutamente nulla? Giovanni Cirillo Residenti e commercianti di via Nicotera la egnalazione VILLA COMUNALE La sorveglianza che non c’è di MASSIMO GALLOTTA Quel poco di verde che c’è a Chiaia, dobbiamo difenderlo a tutti i costi. Non è più possibile assistere, ad esempio, allo stato di abbandono della gloriosa Villa Comunale. Poiché i sorveglianti sono pochi e senza mezzi - biciclette rotte, videosorveglianza che non funziona - il parco è decisamente in uno stato preoccupante. Aiuole piene di rifiuti, lampioni mozzati, chalet degradati, servizi igienici assenti e VIA CAPPELLA VECCHIA: FAR WEST IN PIENO CENTRO Gentile redazione, chi ha deciso di fare i marciapiedi di via Filangieri con quella porcheria di asfalto? Ma i commercianti e i residenti perché non organizzano una serrata bloccando questo genere di scempio? Per i lavori per il rifacimento della linea tranviaria, l’asfalto è stato messo a dir poco con i piedi. Ma chi controlla l’utilizzo dei nostri soldi? A piazza dei Martiri, le fioriere e le moto parcheggiate rendono ardua la vita dei pedoni. Ma i vigili urbani dove sono? E se ci sono, cosa fanno? Molto raramente, ad esempio, si vedono a via Cappella Vecchia che è a dir poco peggio del far west: ognuno fa e si sente autorizzatoa fare i porci comodi propri parcheggiando auto e moto alla men peggio. Ho firmato, insieme ad altri, una lettera di protesta pubblicata su Chiaia Magazine. Lettera morta per i nostri governanti? Mi piacerebbe vedere cambiare qualcosa, ma, purtroppo, anche la gente perbene è costretta ad adeguarsi per poter sopravvivere in questo caos. Giancarlo Cepollaro S GUARDIA DI FINANZA 117 info@chiaiamagazine.it Il nodo cantieri è tra i temi più trattati dai nostri lettori. L’ultima lettera che è arrivata in redazione è firmata da Maurizio Parasole: «Abito al civico 48 di via Martucci. Vorrei segnalare che, nonostante lo scarso transito di automobili perché la strada è stata riaperta da poco, proprio all'altezza del civico 48 la pece apposta tra le pietre si è ridotta in mille pezzi ed è saltata irrimediabilmente. Ciò sarà causa di infiltrazioni ed avvallamenti, come già verificatosi in passato nello stesso punto». Abbiamo girato la lettera all’assessorato comunale al Decoro e Arredo Urbano che così ci ha risposto: «Via Martucci è ancora “area di cantiere” consegnata all'impresa esecutrice: è vero che alcuni segmenti della via presentano sconnessioni, ma è un contrattempo previsto. Al termine dei lavori e prima del collaudo finale, tutta la via sarà ricontrollata ed eventuali tratti critici saranno bitumati di nuovo. Cogliamo l'occasione per informare che, nella parte alta, il marciapiede del supermercato (appena liberato dopo 10 anni) e la carreggiata adiacente saranno oggetto di intervento di riqualificazione dopo l'Epifania». Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia) Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando) Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia) VIGILI DEL FUOCO 115 2 soprattutto un’infinita di buche e voragini pericolosissime per chi passeggia o per chi fa jogging. Non si contano, poi, i «ricordini» dei cani. E’ necessario, quindi, impegnarsi con forza e serietà per il recupero della Villa, patrimonio di Chiaia e dell’intera città che, purtroppo, è diventato un triste giardino dei supplizi. E’ importante, dunque, potenziare il controllo del parco per salvare la Villa Comunale. AI NOSTRI LETTORI «Sos Chiaia» è un contenitore di denunce e proteste contro disservizi, inciviltà ed emergenze urbane e non. La nostra intenzione è quella di affondare il bisturi nel degrado ambientale, segnalando tutto nero su bianco e richiamando chi di competenza alle proprie responsabilità. Invitiamo i nostri lettori a indicarci cosa non va nel quartiere e a proporci soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di voi. Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a Chiaia Magazine Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli oppure alla e-mail info@chiaiamagazine.it PRIMO PIANO CHIAIA MAGAZINE 3 Il sindaco: «Sì ai parcheggi a Chiaia» LA SVOLTA. Dopo l’incontro con gli organizzatori del corteo del 10 novembre, la Iervolino apre alle aree di sosta interrate. Il city manager: «Tocca agli imprenditori» Oscar Medina ull’onda del successo ottenuto dal corteo di protesta organizzato il 10 novembre per le strade di Chiaia dalla società civile, gli esponenti del Comitato Chiaia per Napoli, Paolo Santanelli, Giuseppe Marasco e Nino De Nicola, il 23 novembre sono stati ricevuti dal sindaco Rosa Russo Iervolino e dag li assessori Gennaro Mola, Elisabetta Gambardella e Giorgio Nugnes. Al centro dell’incontro le richieste della gente di Chiaia per una maggiore vivibilità del quartiere: in cima alla lista delle priorità l’esigenza di parcheggi interrati da realizzare in zona Chiaia. Parcheggi: quale futuro. Se a gran parte delle istanze presentate dal Comitato civico su altre spinose questioni il primo cittadino ha riservato un’accoglienza tiepida, sull’opzione di aree di sosta sotterranee in centro ha invece manifestato un’apertura inattesa, promettendo agli esponenti del Comitato un incontro chiarificatore col city manager Luigi Massa: il funzionario, infatti, ricopre il ruolo di Soggetto Attuatore, incaricato dal sindaco di realizzare gli interventi previsti nell’ambito del "Commissariato per l’emergenza traffico e viabilità" in materia di opere pubbliche. Una funzione operativa, quella di Massa, che vale anche in materia di nuovi parcheggi: dunque un interlocutore tecnicamente idoneo. E, poco dopo, Palazzo San Giacomo ha mantenuto l’impegno: gli esponenti di Chiaia per Napoli hanno incontrato Massa, il 5 dicembre, nel suo ufficio al secondo piano del Municipio. Santanelli, Marasco e De Nicola, presente anche un redattore di Chiaia Magazine, hanno chiesto al Soggetto Attuatore spiegazioni circa l’eventualità di realizzare parcheggi interrati di interscambio nella zona Nuove speranze per i Re Magi S Giusto un anno fa la prima pagina di Chiaia Magazine vedeva come protagonisti i Re Magi alla disperata ricerca di un parcheggio a Chiaia. La vignetta, realizzata da Paola Del Prete che anche questo Natale firma la copertina, riproponeva un cavallo di battaglia del nostro giornale: parcheggi a Chiaia. A distanza di dodici mesi, c’è un po’ più di speranza per i Re Magi. Se dovessero ripassare l’anno prossimo in zona Chiaia, forse parcheggeranno più facilmente: forse nel Garage Morelli, finalmente concluso (secondo l’assessore alla Mobilità Mola). E forse, se tutto va bene, tra due/tre anni si imbatteranno anche nei cantieri dei parcheggi interrati. Chiaia, specificamente lungo l’asse Lungomare-Riviera di Chiaia, grazie al ricorso ai poteri speciali attribuiti al sindaco in qualità di commissario straordinario per traffico e viabilità. L’impegno del city manager. Massa ha promesso di attivarsi sul fronte dei parcheggi interrati di intescambio destinati alla sosta pubblica in zona Chiaia, restati finora ai margini dell’agenda operativa del Comune di Napoli perché considerati attrattori di traffico. Il manager si è impegnato ad iniziare subito una serie di audizioni tecniche con imprenditori e progettisti circa la fattibilità di aree di sosta interrate sull’asse marittimo di Chiaia. Massa, dunque, dopo aver garantito un primo, rapido giro di pareri e di disponibilità progettuali ed esecutive, ha promesso in tempi stretti un nuovo incontro per illustrare al Comitato il materiale emerso. Su una cosa, infine, i tre del Comitato e il city manager si sono ritrovati d’accordo: la necessità di tempi serrati sia sulla fase istruttoria che sulla fa- se procedurale dell’operazione "Parcheggi interrati a Chiaia". "Per ora siamo ad una semplice dichiarazione di intenti hanno puntualizzato i rappresentanti della società civile di Chiaia - e non è il caso di cantare vittoria. E’ incoraggiante in ogni caso il proposito di Massa di procedere subito ad audizioni tecniche con gli imprenditori. Ma nessun ottimismo se non in presenza di segnali concreti perché alla fine il problema risiede tutto nella volontà politica di fare parcheggi in centro e di archiviare certo estremismo ambientalista che questa eventualità la vede come fumo negli occhi e che finora ha dominato gli atteggiamenti del Comune". Fin qui i parcheggi interrati. Ma c’è di più. Il Garage Morelli. Il Comitato ha anche rappresentato lo sconcerto del quartiere per l’oscura vicenda del Garage Morelli. I cittadini di Chiaia hanno lamentato che la Napoletana Parcheggi del costruttore Maione ha rilevato dal Comune la concessione a ristrutturare la struttura di via Morelli nel 2.000: da allora 7 anni di rinvii, inerzie, paralizzanti apatie, varianti a raffica, che hanno allungato a dismisura i tempi di consegna dell’opera. Il tutto scortato dal sospetto insistente che a cose fatte i posti pubblici sarebbero stati appena 135. Intanto l’ultima scadenza indicata dal costruttore per la conclusione dei lavori, dicembre 2007, è già saltata mentre un’altra ne è stata avanzata: giugno 2008. Secondo il Comitato, inoltre, proprio sull’"Affare Morelli", l’assessore comunale ai parcheggi Mola aveva lasciato intendere, nell’incontro del 23 novembre, che "a questo punto della storia la convenienza del Comune era quella di non instaurare un contenzioso col costruttore e che conveniva invece sopportare con pazienza l’ulteriore slittamento al giugno 2008". E anche su questo fronte il city manager ha promesso il suo interessamento, pur non rientrando la ristrutturazione del Garage Morelli nel suo ambito operativo che invece riguarda le grandi opere da realizzare con i poteri speciali. IL CORSIVO di MASSIMILIANO DE FRANCESCO BUIO NAPOLETANO L’altra sera, passando per una via dei Mille senza il conforto di una stella, ci chiedevamo se qualcuno si fosse preso la briga di spiegare a Eduardo Cicelyn, direttore del Madre, perché Napoli è senza luminarie e senza assessore al Commercio, impegnato, come principe del Forum e assessore alla Cultura (del viaggio) a infornare pizze a Monterrey. Il giorno dell’Immacolata, in un’intervista sul Mattino, Cicelyn così ha commentato la decisione dei commercianti di rinunciare alle luci natalizie in segno di protesta contro il degrado della città: «Mi sembra una scelta che fa male soprattutto alla festa (...) A Napoli anche il commercio non riesce a interpretare l’energia della città. Non abbiamo più una tradizione e non riusciamo a entrare nella modernità. Una protesta suicida. Ma niente paura, illumineremo la città con il technicolor mediterraneo di Pistoletto a piazza del Plebiscito». Il blackout del buonsenso sta tutto in questa batteria di parole: l’impressione è che Cicelyn sia totalmente scollegato dalla città reale. Non si preoccupa di analizzare le ragioni del buio ma, alla fine, da navigato venditore culturale, con lo slancio del presidente di una pro loco di paese, fa luce esclusivamente sulla sua attività e piazza l’evento, infilandoci l’ultima trovata pistolettiana. Uno «spottino» in automatico in faccia alla protesta. Il pistolotto del Plebiscito. Chi ha il vernissage nel cuore e nella testa può mai comprendere le priorità di Napoli? Almeno, però, potrebbe ammettere che il 2007 ci ha consegnato la più drammatica opera d’arte contemporanea che non si trova nel cuore della piazza-eventi o nel grembo del Madre. No. La più discussa, cruda e sincera opera di quest’anno non è una installazione ma una disinstallazione. La cittàpresepe si spegne. Niente luci, neanche ad intermittenza. Il segnale è forte: basta con le comete delle promesse e gli angioletti del giorno dopo. La reazione, inevitabile, ad un’amministrazione comunale che priva la città di un futuro, è un’altra privazione. «Buio napoletano», disinstallazione contemporanea dell’anno del lumino 2007: arte povera, autentica, chiara e scura, tristemente metaforica. Rabbiosa. Indignata. Il technicolor? Costoso e superato. PRIMO PIANO CHIAIA MAGAZINE 4 LE LACRIME DEL COMUNE L’ESCLUSIVA. La cronaca del confronto tra sindaco e promotori della marcia dei tremila. Le richieste della società civile. Il lamento della Iervolino: «Mancano i soldi» 23 novembre 2007, ore 19.00: Paolo Santanelli, Giuseppe Marasco e Nino De Nicola incontrano il sindaco e gli assessori. a domanda che è circolata subito dopo il corteo di protesta del 10 novembre contro il malgoverno cittadino è stata: ed ora che succede? Un altro interrogativo teneva banco: servirà a qualcosa tutto questo? La società civile, senza distinzioni di censo, di appartenenza di quartiere o di colore politico, dopo aver scelto la piazza, pretende risposte. Dopo la marcia dei tremila, molte cose sono successe e l’agenda degli organizzatori della manifestazione - Paolo Santanelli, Giuseppe Marasco e Nino De Nicola - si è riempita di appuntamenti istituzionali. La protesta da piazza dei Martiri è en- L trata a Palazzo San Giacomo. Le istanze dei cittadini sono arrivate direttamente sul tavolo del sindaco e degli assessori. La richiesta. Il 16 novembre, il Comitato «Chiaia per Napoli», dopo il poderoso e importante corteo, ha richiesto un incontro urgente con il sindaco Rosa Russo Iervolino e gli assessori Gennaro Mola, Nicola Oddati, Elisabetta Gambardella, Giorgio Nugnes e Giuseppe Gambale a Palazzo San Giacomo, «la casa di tutti i cittadini», «alla presenza di giornali e televisioni - come si legge nella domanda ufficiale inviata al Comune - nell’intento di dare massima trasparenza ai risultati dell’incontro». Il programma operativo presentato al governo della città da Santanelli-Marasco-De Nicola, comprendeva le seguenti e gravi emergenze: Capitolo sosta: una risposta immediata sull'oscura vicenda del garage Morelli; la realizzazione di parcheggi interrati; la creazione delle strisce bianche per la sosta gratuita (come impone la legge); Capitolo rifiuti: ottimizzazione da parte dell'Asìa del servizio rimozione e del servizio differenziata a Chiaia e in tutta la città. Creazione di un termovalorizzatore a Napoli; Capitolo sicurezza: decollo de- finitivo dell'intero sistema di videosorveglianza, da tempo pianificato per il territorio. Presidio del territorio cui concorrano tutte le forze dell'ordine e che sia durevole nel tempo: non solo nei weekend, ma anche nel resto della settimana; Capitolo Polizia Municipale: subito la riforma del Corpo; più uomini; più mezzi; più fondi; Capitolo Manutenzione urbana: stop alla vergogna di buche e dissesti; garantire fondi, autonomi e sufficienti, alla Municipalità 1 per la manutenzione delle strade di sua competenza; Capitolo scuola: lavori immediati di recupero della palestra della Scuola De Amicis; Capitolo Decoro Urbano e Pubblica affissione: mappatura (da rendere pubblica) dei tabelloni pubblicitari irregolari e rimozione degli stessi in tutta la città. Inoltre, sanzioni sistematiche per i responsabili di «manifesto e attacchinaggio selvaggio» e pulizia sistematica dei muri deturpati. Tempi e modi della riqualificazione completa di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo. L’incontro. Una telefonata di Gennaro Mola a uno dei rappresentanti del Comitato, fissava per il 23 novembre, alle ore 18.30, l’incontro con il sindaco. Il 23 novembre alle ore 19.00, Santanelli, Marasco e De Nicola, insieme a una delegazione civica di Bagnoli e a due studenti del liceo Umberto I hanno incontrato, nella Sala Giunta del Comune, la Iervolino e gli as- sessori Gambardella, Nugnes e Mola. Assenti Gambale e Oddati. Su espressa indicazione del sindaco, ai giornalisti è stato impedito di svolgere il loro lavoro e sono stati allontanati in modo rude dalla Sala Giunta. «Un atteggiamento che sa di censura hanno dichiarato i rappresentanti del Comitato Chiaia per Napoli - e di timore di pubblicizzare un evento nato dalla spinta popolare per rappresentare i concreti disagi della città». Incontro «a porte chiuse», quindi, durato più di due ore, in cui il Comitato Chiaia per Napoli è riuscito, dopo un aspro ma corretto confronto, a strappare degli impegni concreti solo in merito ad alcune tematiche che elenchiamo: 1) Parcheggi: il sindaco ha garantito il suo impegno nel realizzare parcheggi interrati in zona Chiaia (vedi servizio a pagina 3). 2) Videosorveglianza (relativa alla Ztl) di competenza comunale: il sindaco e l'assessore Mola hanno dichiarato che la detta videosorveglianza partirà entro il marzo 2008. Circa la richiesta di telecamere anche nei vicoli della Movida di Chiaia, il sindaco ha promesso di impegnarsi in tal senso. 3) Scuola: circa la domanda del Comitato su che fine avevano fatto i fondi stanziati per la ristrutturazione della palestra della scuola De Amicis e quando sarebbero partiti i lavori in questione, il sindaco ha telefonato seduta stante all'assessore competente Gambale che ha assicu- PRIMO PIANO rato l'inizio degli interventi per gennaio 2008. 4) Riqualificazione urbana: l'assessore Gambardella, responsabile del decoro e arredo urbano, ha garantito che, appena saranno chiusi definitivamente i cantieri Martucci/Amedeo/Carducci, vale a dire tra gennaio e marzo 2008, saranno immediatamente attivati, di concerto con la Municipalità 1 ed i Comitati Civici, i cantieri dell'asse urbano Filangieri/Dei Mille/Vittoria Colonna. Insoddisfacenti e fumose, invece, secondo il Comitato Chiaia per Napoli, le risposte del sindaco e degli assessori sullo scandalo del garage Morelli (vedi servizio a pagina 3) e sulle seguenti tematiche: 1) Rifiuti: la proposta del Comitato di insediare un termovalorizzatore all'interno del perimetro urbano (come accade a Montecarlo e a Milano) è stata bocciata. L'assessore Mola ha rimandato tutta la questione alle sedi del Commissariato per i Rifiuti e della prefettura. Circa iniziative di competenza comunale, Mola ha rilanciato solo quanto disse tempo fa: la realizzazione di un sito di compostaggio in città. 2) Polizia Municipale: preoccupante la sfiducia di sindaco e assessore competente nel venire a capo della sofferta gestione del corpo dei vigili urbani. Alla domanda sull'inattuazione della riforma, sul problema degli organici, sul pagamento degli straordinari, sullo scarso presidio del territorio, il sindaco e l'assessore Mola hanno risposto che non c'è la disponibilità economica. 3) Tabelloni pubblicitari: l'assessore Gambardella ha di nuovo rassicurato che la mappatura delle strutture irregolari è in corso d'opera. La stessa dichiarazione fu rilasciata nel giugno scorso agli organi di stampa. CHIAIA MAGAZINE La vignetta di Malatesta 4) Mercatini: di fronte alla richiesta di spostare i mercatini di via Imbriani e via Torelli per ragioni di decoro, di sicurezza stradale e per guadagnare posti auto a raso, visto tra l'altro che nel tratto di via Imbriani insistono due supermercati (strutture che richiedono possibilità di parcheggio), l'assessore Mola, chiamando in causa anche l'assente assessore Oddati, ha rimandato la questione a dopo Natale. Il ping pong tra Mola e Oddati e il valzer del rimando, sono in corso da novembre 2006. 5) Manutenzione urbana: alla richiesta di una buona amministrazione di strade e marcia- piedi, il sindaco e gli assessori Nugnes e Gambardella hanno dichiarato che il capitolo della manutenzione della viabilità minore (strade larghe meno di 8 metri) spetta per intero alla Municipalità 1 alla quale è stata già formalmente affidata la delega in materia e a cui sono stati già affidati i relativi fondi. Peccato che la Municipalità 1, dal canto suo, abbia più volte dichiarato che la delega in questione non è mai arrivata, e che i fondi autonomi assegnati al governo di quartiere, non quelli assegnati al Servizio di Manutenzione Urbana che gode di fondi propri, non sono mai giunti. «Ciò che scoraggia più di ogni altra cosa - hanno affermato i rappresentanti di Chiaia per Napoli subito dopo l’incontro - è il continuo e fastidioso ritornello del sindaco: “Il Comune non ha soldi”. Un refrain che paralizza decisamente il futuro dell’intera città». Un brindisi speciale. Il 6 dicembre, all’Unione industriali anche qui vergognosamente preclusa ai giornalisti - De Nicola e Santanelli hanno incontrato Berlusconi, in visita a Napoli per il lancio del nuovo partito. Il Cavaliere ha promesso la sua presenza alla prossima manifestazione a Chiaia. Intanto, nella speranza di non dover scendere di nuovo in piazza a gennaio, affinché il Comune inizi bene il 2008, Paolo Santanelli, dopo il grande botto di piazza dei Martiri, ha deciso di regalarne un altro al sindaco: quello di una bottiglia di champagne che ricorda il corteo di protesta del 10 novembre. Etichetta nera e logo di «Chiaia per Napoli» in bella vista (vedi foto). Un brindisi speciale, insomma, quest’anno per la Iervolino e gli assessori. Un cin cin con tremila bollicine della società civile. CURIOSITÀ I LEONI DI PIAZZA DEI MARTIRI Piazza dei Martiri è stata l’ epicentro della rivolta della società civile che, a novembre, si è data appuntamento «sotto ai quattro leoni». Non tutti sanno che i leoni in questione sono le quattro statue marmoree del monumento ai Martiri collocate nella piazza, tra il 1866 e il 1868, su iniziativa del principe Giuseppe Colonna di Stigliano, sindaco di Napoli, perché ciascuna di esse ricordasse le rivoluzioni napoletane e i suoi eroici caduti. Questo il loro ordine: a nord, sul lato di via Morelli, il «Leone morente», opera di Antonio Busciolano, simbolo della rivoluzione del 1799; poi, in senso orario, il «Leone ferito» di Stanislao Lista, nell'atto in cui è colpito da una spada che si torce a mordere, simbolo della rivoluzione del 1820; il «Leone indomito» di Pasquale Ricca che difende con gli artigli lo Statuto del 1848, e, infine, il «Leone minaccioso», metafora della rivoluzione decisiva del 1860. Poiché, come si dice, piove sempre sul bagnato, nel mirino dei vandali, guarda caso, recentemente, è finito proprio il «Leone ferito», cui è stata mozzata di netto la punta della coda. Segnaliamo questo ennesimo scempio come si diceva una volta efficacemente - a chi di dovere, perché si provveda a un rapido «mini reimpianto». Anche perché, malgrado la sua dissuasiva, minacciosa criniera, abbiamo notato un sospetto taglio circolare anche sulla coda del «Leone minaccioso». E si sa che, per certi odierni cavernicoli, verso i quali v’è troppa indulgenza, una coda tira sempre l'altra. 5 QUARTIERISSIME CHIAIA MAGAZINE 6 Via Manzoni, i giardinetti del disonore LA DENUNCIA. Discarica a cielo aperto all’angolo di via del Marzano. Un cantiere è fermo dal mese di luglio ed è diventato la meta preferita dai tossicodipendenti Nicola Sellitti n incantevole veduta dei colori di Napoli dall’alto. E un indegno contorno: erbacce, detriti di legno disseminati dappertutto e buste di plastica per la spesa. Sembrano una discarica i U condizioni» Il verde è un antico ricordo» gli fa eco un pensionato del posto, che inoltre segnala come il luogo sia divenuto meta preferita di guardoni che qui attendono che si appartino le coppiette di turno. Quali sono le cause di questo degrado? Circa due anni fa l'Acea, ta dal presidente della Municipalità di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Fabio Chiosi, dal componente della commissione Mobilità Municipalità 1 Alessandra Lancellotti e dal consigliere Flavio Lojodice (comm. Ambiente Mun 1) ha però riaperto la questione. Co- giardinetti pubblici di via Manzoni (vedi foto), angolo via del Marzano. Si scorgono anche ammassi di mattoni non utilizzati ed una pensilina creata ad arte da amanti del tressette che qui si incontrano ogni giorno per una partitina. Insomma c'è di tutto. Tranne che il profumo dell'erba. I residenti si ribellano. Non ne possono più di cantieri e recinzioni metalliche permanenti. E chiedono la fine dello scempio. Subito, se possibile. «La situazione peggiora giorno dopo giorno. L’area è divenuta un ritrovo per tossicodipendenti» osserva F.C., avvocato residente nel palazzo antistante i lavori. «Chiediamo solo che ci restituiscano i giardinetti, non importa in che operatore italiano di riferimento nei servizi di promozione, vendita e distribuzione di energia, è stata incaricata dal Comune di Napoli di ristrutturare la cabina elettrica panoramica che gestisce l’illuminazione pubblica a Posillipo, insieme al maquillage dei giardinetti, situati pochi metri più su. Promesse, quindi, nuove aiuole, panchine che sostituissero quelle arrugginite e, già che c’erano, anche un paio di fontanine. Il via ai lavori fu annunciato in pompa magna dalle istituzioni. E poi? Nulla. Tutto bloccato. Il polmone verde del quartiere è divenuto un bunker con tanti saluti a chi pregustava passeggiate domenicali con i figli piccoli. Un denuncia firma- sì gli operai sono tornati al lavoro. Ma solo fino al 10 luglio scorso. Da allora è tutto in stand-by. Si attendono sviluppi. E la cabina panoramica? A che punto siamo? Cantiere aperto, c’è ancora da fare. In compenso nelle immediate vicinanze resta la discarica a cielo aperto. Lì vicino c'è anche un’affissione di divieto di scarico, ovviamente ignorata. Intanto, a due metri dallo sconcio si scorge una piccola oasi di verde: prato all’inglese, niente immondizia, inaccessibile e ben curato. Si tratta infatti di una piccola proprietà privata che tre condominii di via Manzoni 122 hanno finanziato a proprie spese per respirare un po’ d’aria salubre. LA JACOBACCI E LA STORIA DI ANNA «Banet & Storia di Anna» è un libro con la storia vera di un sodalizio sentimentale e artistico tra due personaggi avventurosi: due con le radici nel cuore di Chiaia. Lei è Anna Rossi Filangieri (autoritratto in alto), discendente dall'illustre casata partenopea. Lui è Rodolphe Sarfer, ebreo polacco, scappato da Auschwitz. Lei poetessa e pittrice. Lui pittore e scultore con lo pseudonimo di Banet. La loro vicenda si dipana lungo tutto il XX secolo. Storia d'amore, di quadri, di viaggi, ripercorsa dalla scrittrice Valeria Jacobacci in un volume che verrà presentato il 28 febbraio a Palazzo San Teodoro insieme ad una retrospettiva con dipinti firmati dai due protagonisti. Motore dell'iniziativa Carlo Filangieri, nipote di Anna e di Rodolphe. IL CASO Il cassonetto fantasma di via Chiatamone Storiaccia a tre: la «monnezza», il cittadino avvilito e alcune istituzioni dure d'orecchio. Un vecchio copione, ma nel caso di «Mail Box», un negozio di via Chiatamone accanto alla Galleria Giosi», oltre all'incubo c'è pure il mistero. I fatti. Da quando ha aperto, 3 anni fa, l'esercizio si ritrova, appena oltre l'uscio, il cassonetto dei rifiuti. Disperata Alessandra Molfini, che a «Mail Box» ci lavora: «Un inferno di puzza e immondizia». E giù proteste all'assessorato all'Ambiente. Con una richiesta ragionevole: «Per favore, spostate il cassonetto di fronte dove non ci sono negozi né ingressi». Una supplica che è finita all'Asìa. Che ha risposto così: « Per ragioni di spazio e di sicurezza il cassonetto resta dov'è». Una sconfitta bruciante per «Mail Box», peggiorata da un mistero. «A volte il cassonetto scompare per giorni. - dicono i gestori - Così la gente sversa la “monnezza” sul marciapiede (nella foto del 27 novembre scorso). Risultato: sacchetti distrutti dalle auto e contorno di topi e insetti. E i clienti che fanno lo slalom». E il cassonetto? Va e viene: ma da dove? QUARTIERISSIME CHIAIA MAGAZINE 7 Tra 2 anni il nuovo Palazzo dei Veterani L‘INCHIESTA. Accelera l’opera di riqualificazione del complesso del ‘600. Si procede a stralci per assicurare un alloggio agli abitanti. A buon punto l’ala di salita Vetriera Alvaro Mirabelli u Palazzo dei Veterani (nelle foto), il complesso edilizio secentesco a monte di via dei Mille, l'attenzione della gente di Chiaia è sempre stata costante. E per 2 buone ragioni. La prima: recuperare un patrimonio monumentale ormai fatiscente per usarlo a scopi sociali. La seconda: cancellare dalla geografia del quartiere il malaffare fiorito all'interno del plesso e risanare socialmente e urbanisticamente anche i dintorni. Il progetto di riqualificazione è restato a lungo nel cassetto. Poi, a novembre 2006, un'accelerazione improvvisa con lo sfratto di numerose famiglie di abusivi, preludio all'insediamento del megacantiere, incaricato della resurrezione di quel lembo di Chiaia. Il passato recente. Pronostici rispettati: a gennaio 2007 l'impresa affidataria dei lavori ha preso possesso dei luoghi. Tempi esecutivi: 3 anni. Costo: 2 milioni e mezzo di euro. L'impressione iniziale di chi da quelle parti ci abita, però, non è stata tra le più confortanti. La sensazione, l'estate scorsa, era quella di un cantiere fantasma: paesaggio stagnante, scarso movimento di mezzi e maestranze. Una calma piatta che lasciava temere il peggio. Un'apparenza ingannevole, però, almeno a dar retta ai tecnici del «Servizio Edilizia Pubblica» che, nell'«Operazione Palazzo dei Veterani», è il braccio esecutivo dell'assessore comunale all'Edilizia Felice Laudadio. L'imponenza del compito, il severo degrado architettonico, un persistente problema abitativo dei tanti che ancora vivono nel complesso, la grave deriva igienica degli ambienti: insomma un labirinto di guai quello in cui hanno affondato il bisturi S i responsabili del risanamento, costretti nei primi tempi a navigare a vista. A luglio Giulio Aurino, dirigente del «Servizio Edilizia Pubblica», aveva già sgombrato il campo dagli equivoci: «Si segna il passo perché l'insediamento dei cantieri marcia in contemporanea con la progressiva sistemazione dei nuclei familiari. Il lavoro è per stralci: man mano che si riattano gli alloggi, ci sistemiamo dentro i residenti storici. Si tratta di una sorta di mobilità interna delle persone. In altre ali del complesso, poi, quelle destinate al centro per anziani e alla ludoteca, abbiamo ormai campo libero. In ogni caso difficile fare previsioni». Il presente. Adesso, invece, Giulio Aurino è in grado di tratteggiare meglio lo stato dell'arte: «Attualmente si lavora in 2 punti. Il primo è l'ala di salita Vetriera, tutta destinata al centro per anziani e alla ludoteca. Il recupero sarà completato in 24 mesi. L'esterno è già ricoperto da impalcature. Negli interni, usati negli anni come discarica, si è proceduto allo svuotamento, alla ripulitura, alla disinfezione e alla messa in sicurezza. Con un interessante incidente di percorso: dalle pareti sono emersi ampi affreschi su cui è in corso un sopralluogo di esperti: chiarita l'entità degli affreschi, si porrà mano al consolidamento statico. In quest'ala c’è ancora una famiglia che sarà trasferita in altra parte del complesso». L'altro cantiere, menzionato da Aurino, è in azione nel complesso di edifici ad angolo tra salita Vetriera e via Rega: fabbricati dal futuro tutto residenziale. Già effettuati gli interventi di messa in sicurezza, pulizia e consolidamento statico degli alloggi interni del piano cortile: tutto l'angolo sarà pronto in 2 anni. Il futuro. Restano fuori dai giochi, per ora, gli altri 2 lati del complesso. Non rappresenta un'incognita, per la verità, il destino del fronte architettonico a valle, vale a dire la facciata su piazza Betlemme: «Quella è la prossima meta del fronte lavori», anticipa Aurino. Ma restano, invece, tutte da decifrare le prospettive dell'ala est, quella che si affaccia su salita S. Maria Apparente: «In questo caso non è stata bandita nemmeno la gara d'appalto per il recupero. Qui ci abita gente con regolare contratto di fitto e non si saprebbe dove spostarla durante i lavori di riqualificazione». Il vero punto interrogativo, però, è un altro ed è grosso quanto la torre mostruosa spuntata negli anni '50 al centro dell'antico complesso: è piena di gente, tutti regolari affittuari. Inimmaginabile allontanarli d'autorità dallo scatolone di cemento che resta lì, intoccabile, piantato come un chiodo nel cuore e nel futuro di Palazzo dei Veterani. QUARTIERISSIME CHIAIA MAGAZINE 8 Quei vicoli abbandonati della Torretta REPORTAGE. Da vico S. Maria della Neve a via Cucca: viaggio nel degrado di Chiaia Il caso della voragine da guinness all’ingresso del Centro Fisioterapico Mediterraneo Rita Giuseppone ampietrini divelti, tombini intasati, paletti abusivi, illuminazione scarsa, marciapiedi inesistenti, ratti, carcasse di auto e motorini abbandonate, materassi e rifiuti di ogni tipo riversi per strada. No, non si tratta di Scampia né di Barra o Ponticelli, questa è Chiaia, zona Torretta. Ad una manciata di metri da via Caracciolo, appena svoltata la Riviera di Chiaia, si apre uno scenario che sconvolgerebbe un comune cittadino dei quartieri periferici più degradati, figuriamoci un turista. Una sorta di triangolo delle Bermuda situato tra vicolo delle Fiorentine a Chiaia, vico S. Maria della Neve e via Cucca. Ciò che colpisce al primo impatto, addentrandosi in questi vicoletti dai quali si può ancora vedere il mare, è la difficoltà per i pedoni di proseguire speditamente il proprio cammino. Non esistono marciapiedi qui e il traffico delle auto che transitano frequenti dirette verso Corso Vittorio Emanuele, costringe i passanti a sostare rasentando i muri. Purtroppo questo è il problema minore: il manto stradale è a dir poco accidentato, le buche sono innumerevoli e i molti sampietrini divelti, alcuni sporgenti verso l'alto, altri verso il basso, mettono a dura prova l'equilibrio e la stabilità dei passanti. La «voragine» che si trova all'ingresso del Centro Mediterraneo di vico S Istantanee dal degrado: discariche, tombini intasati e buche alla Torretta S. Maria della Neve è già di per sé spaventosa ma diventa addirittura inquietante se si pensa che la struttura è un centro fisioterapico, atto alla riabilitazione motoria di anziani con problemi deambulatori ed infortunati. Molti di loro mettono a repentaglio le loro giunture proprio in questo vico, come sottolinea Amalia Brescia, residente della zona: «L'altro giorno un signore è caduto ma non c'è da stupirsi. I numerosi rappezzi che hanno fatto nel corso degli anni si sono rivelati non solo inu- tili, perfino dannosi. Quando piove molto la strada diventa impraticabile, tra le buche e le pozzanghere è impossibile uscirne tutti interi anche perché l'illuminazione è molto debole, di sera non si vede nulla e fa paura». La pioggia è particolarmente te- muta dagli abitanti di questa Chiaia di serie B, un fiume di acqua e detriti percorre la discesa e non riesce ad essere drenato dall'impianto fognario che puntualmente salta. Tutti i tombini infatti sono otturati dall'immondizia che qui non manca mai: «Questi vicoli non hanno degli spazzini di turno che li vengano a ripulire - spiega Alessandro Ceglia, commerciante della zona - a volte ne richiediamo “in prestito” uno da via Crispi». Se a questo si aggiunge la costante presenza di topi - non ancora sgominati dopo le richieste di disinfestazione e derattizzazione datate ottobre 2006 ma rimaste inascoltate - e quella di rifiuti di tutti i tipi e carcasse di veicoli abbandonati, non è difficile capire come gli abitanti della zona abbiano deciso di riunirsi in un'associazione, con sede proprio a vico Santa Maria della Neve, che ha come obiettivo la risoluzione di questi problemi. Uno dei fondatori, Pasquale Casillo, ci spiega: «Questo posto è diventato invivibile, soprattutto per le donne e gli anziani che trovano delle difficoltà enormi anche per le cose quotidiane, basti pensare che gli unici contenitori della spazzatura sono situati a molti metri da qui. Abbiamo intenzione di incontrarci con il presidente della Municipalità, Fabio Chiosi: vogliamo capire perché, pur vivendo a pochi metri da via Caracciolo o da corso Vittorio Emanuele, siamo costretti a marcire nel degrado». QUARTIERISSIME CHIAIA MAGAZINE 9 Boccalatte: «Ecco i cantieri del 2008» RIQUALIFICAZIONE. L’assessore alla Manutenzione della Municipalità 1 segnala una svolta: «A Chiaia non faremo più solo rattoppi, ma anche arredo e decoro» Pino Fermento lberto Boccalatte, assessore alla Manutenzione Urbana della Municipalità1, è uno che il proprio incarico pubblico, sulla carta ancora puramente consultivo, ha saputo riempirlo di contenuti, consumando sulle strade e tra i cantieri di Chiaia tempo e impegno fino all'ultimo spicciolo. Costanti la sua presenza e la sua attività di controllo in tutte le aree interessate da lavori pubblici di risistemazione o di riqualificazione, spuntate nel 2007 sul territorio di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo. Si tratta di un ambito in cui la supervisione e la regia, per quanto limitata, del governo di quartiere sono indispensabili. E Boccalatte il suo ruolo lo ha preso sul serio. Adesso, in epoca di consuntivi di fine anno, lui già pensa alle sfide del 2008 in materia di manutenzione delle strade della prima Municipalità e punta fin d'ora la sua attenzione sulle zone che saranno cantierate nel prossimo anno. Ecco in sintesi, secondo l'assessore municipale, gli scenari che si apriranno dopo la tregua di dicembre. Via Tasso. «Sarà un punto cruciale. L'arteria è ancora occupata dagli interventi della Napoletanagas: la società ha chiesto una proroga dei propri lavori fino al 12 febbraio. Il governo di quartiere, tuttavia, e il Servizio A A sinistra: Alberto Boccalatte, assessore della Municipalità 1. In alto: via dei Mille. di Manutenzione Urbana (ndr. un servizio tecnico che opera a stretto contatto con la Municipalità e che sarà responsabile degli interventi in via Tasso) contano di aprire il cantiere già a metà gennaio, partendo dal basso, cioè dall'incrocio con corso V. Emanuele». Boccalatte ricorda le coordinate dell'operazione: «Sarà bitumata tutta la carreggiata fino a corso Europa, sarà ripristinata la pavimentazione in sampietrini in tutti marciapiedi e sarà rinnovata tutta la segnaletica orizzontale e verticale. 300 i giorni di lavoro previsti con una spesa di 619mila euro». Via Santa Caterina da Siena. «La situazione è a buon punto: il cantiere riapre l'8 gennaio. Sa- ranno rifatti i 150 metri di corso V. Emanuele, compresi tra l'incrocio con via San Nicola da Tolentino e l'Istituto Pontano, iniziando proprio all'altezza del Pontano. Per la carreggiata è prevista la pietra lavica, per i marciapiedi il ricorso al basolato. Il posteggio Taxi sarà sistemato oltre il Pontano e la circolazione sarà a sensi alternati. Conclusione: a fine aprile. Poi, finalmente, ci si sposterà in via Santa Caterina da Siena». Filangieri/dei Mille/Colonna. «I lavori di riqualificazione lungo questo asse sono stati già appaltati e partiranno nei primi mesi del 2008. Un secondo lotto di interventi in zona, anch'essi già appaltati, riguarda via Torelli, largo Vasto a Chiaia, vico Vasto a Chiaia, vico Vetriera e via Bausan : anche qui si partirà nei primi mesi del nuovo anno. Per tutti questi nuovi cantieri si preferirà, in ogni caso, decollare solo quando sarà chiuso l'attuale cantiere di via Carducci/piazza Amendola». Ma Boccalatte puntualizza: «Per tutti i lavori in questione sarà doveroso un confronto preliminare tra Comune, enti dei sottoservizi, commercianti e cittadini. Un appendice a parte a proposito di via Vittoria Colonna: se piazza Amedeo è stata completata, resta da ripavimentare la confluenza tra la piazza e via Vittoria Colonna: si provvederà dopo le feste». I microinterventi. «Tra dicembre e gennaio alla Riviera di Chiaia, carreggiata e marciapiedi, saranno eseguite colmature delle buche e dei dissesti. In contemporanea, in tutti i vicoli a monte della Riviera, saranno liberate le caditoie fognarie che attualmente risultano cementificate da ignoti, probabilmente a causa del cattivo odore: inconveniente cui si rimedierà spurgando con un sifone le caditoie, fogne comprese, dopo aver eliminato i tappi di cemento». Conclude l'affresco Boccalatte: « A febbraio ci sarà tempo anche per sistemare in via Alabardieri tutti i basoli dissestati». Un nuovo corso. Fin qui la futura geografia operativa, ma l'assessore municipale alla Manutenzione Urbana registra con soddisfazione alcune svolte nel panorama della manutenzione urbana: «Una volta gli enti dei sottoservizi “rompevano” le strade, riparavano il sottoservizio e lasciavano la strada in condizioni disastrose. Ora c'è più controllo e gli enti ripristinano lo stato dei luoghi: è accaduto ad esempio con la Napoletanagas a via Nevio o con l'Arin in via del Marzano dove le strade sono state rimesse a posto. Ma il cambio di rotta più significativo è nell'operato dello SMU: il nostro Servizio di Manutenzione Urbana diretto dall'ingegner Aldo Zaccà, non fa più solo “rattoppi” ma esegue anche opere di riqualificazione e decoro urbano». DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ 1 CHIAIA MAGAZINE 10 Chiosi-Serio, il valzer delle polemiche IL CONFRONTO. Presidente e opposizione: braccio di ferro sul modo di governare il quartiere. Il nodo del decentramento e il «tesoretto» da spendere nel nuovo anno Fabio Chiosi, presidente Municipalità 1 AVVERSARI IMPREPARATI IN MATERIA DI BILANCIO ondi propri da spendere in autonomia: il 2007 doveva essere il banco di prova per le nuove Municipalità. Ma l'autonomia è arrivata? Il consuntivo di un anno secondo il presidente della Mun.1 Fabio Chiosi. «E' stata una partenza diesel: ma il rodaggio non c'entra. C'entra l'inerzia di Palazzo San Giacomo nel decentrare soldi, poteri e servizi. Restano sulla carta le deleghe per gestire direttamente il territorio senza dover elemosinare sempre permessi e finanziamenti al Palazzo. Le uniche risorse reali rimangono quelle a disposizione del Servizio di Manutenzione Urbana che certo opera in sintonia con la Municipalità: ma sull'impiego di questi fondi il governo di quartiere può solo consigliare il Servizio di Manutenzione. F Come in passato».Come giudica il bilancio sulla manutenzione effettuata nel 2007 a Chiaia-S. Ferdinando-Posillipo. «Dignitoso, malgrado il budget esiguo. Ricordo solo la ripavimentazione integrale in basolato di vico Mondragone e quella in un tratto di via Ferrigni, i nuovi muri di contenimento alla Gaiola e a Coroglio, la recinzione con pannelli del costone di Monte Echia, la riqualificazione in pietra lavica delle scalette di vico S. Spirito, il percorso pedonale in via Nunziatella, la collocazione di dissuasori per pedonalizzare vico Vetriera e largo Donn'Anna, la riqualificazione di piazzetta Rosario di Palazzo, la pavimentazione di via Nardones e di parte dei Gradoni di Chiaia, tantissimi marciapiedi risistemati ovunque, la rimozione di oltre 1000 paletti abusivi a S. Ferdinando. Infine: l'istituzione dello sportello antiusura, di quello per la conciliazione condominiale e di quello per la tutela sociolegale». Parliamo di futuro. «Il futuro è collegato anche ad una recente delibera di impegno di spesa, iscritto nel Piano Esecutivo di Gestione della nostra Municipalità: in pratica è il “tesoretto” di 400mila euro che spenderemo nel 2008 per la manutenzione del territorio. Non solo per riparare dissesti, ma anche - puntualizza Chiosi - in operazioni straordinarie di arredo e recupero urbano: ossia una gestione progettuale del territorio. Un unico dubbio: i 400mila euro saranno prelevati dai ricavi del condono edilizio, ricavi ancora tutti virtuali». Il consiglio di quartiere: soddisfatto del lavoro svolto? «Invito l'opposizione, che nel 2007 si è comportata in modo ondivago e incerto, a collaborare meglio con la maggioranza sulle questioni di bilancio, magari preparandosi meglio sui risvolti tecnici: l'impreparazione rallenta i lavori consiliari». Enzo Serio, esponente Ds Municipalità 1 DA BOCCIARE LA GESTIONE DEL PROBLEMA MOVIDA ella Municipalità 1 Enzo Serio (Ds) è autorevole esponente di opposizione. Nel 2007 è continuato l'esperimento delle Municipalità: com'è andata a Chiaia? «Il decentramento è in corso. Ma il processo è lungo. Per il pieno regime ci vorranno alcuni anni. Sta ai presidenti valorizzare le attuali risorse. Ma di sicuro avere certezze sui fondi è una rivendicazione condivisa da tutte le forze consiliari». A proposito di fondi: 400mila euro da spendere. Come valuta il budget 2008? «A Chiosi diciamo che sull'argomento ci torneremo spesso. La gestione delle risorse non può essere affidata solo al Servizio di Manutenzione o ad altri servizi: sulle priorità di spesa va coinvolto tutto il consiglio di Municipalità. E questa è una rivendicazione politica». Governo e N NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE news • LA ZTL? IL SOLITO PAPOCCHIO Nino De Nicola, presidente delle Nuove Botteghe dei Mille, sul provvedimento della Ztl chiarisce: «Il piano di Natale della Zona a Traffico Limitato nel centro di Chiaia è stato deciso senza il consenso delle Nuove Botteghe dei Mille. Una Ztl senza una seria politica dei parcheggi, con videosorveglianza assente e con la scarsa presenza dei vigili, non è una Ztl, ma un papocchio. In più, la decisione di trasformare per queste feste via Domenico Morelli in un parcheggio di moto e motorini a cielo aperto è stata presa esclusivamente dall’assessore comunale Gennaro Mola e dalla Municipalità 1. Quindi, ribadisco che anche quest’ultimo provvedimento è stato adottato senza la nostra approvazione. Non siamo stati, infatti, interpellati». opposizione a Chiaia: quali le luci e quali le ombre di un anno di convivenza. «Il bilancio politico è negativo. Il ruolo dell'opposizione e del consiglio è emarginato. Nel quartiere ci sono grandi fermenti e grandi investimenti in atto: a fronte c'è un'assemblea di quartiere che non viene mai convocata. C'è, invece, un'esagerata esposizione mediatica del presidente: comunicati su comunicati che non risolvono i problemi. Chiosi gestisce la partita in proprio. Vedi la gestione del confronto con la società civile: un canale di relazioni che il presidente gestisce in modo parallelo a quello istituzionale». Parole aspre, toni duri. «Sia chiaro: non è un attacco pregiudiziale ad un politico giovane e brillante che è una risorsa della politica napoletana. Ma il presidente sbaglia quando sacrifica il ruolo del consiglio alle sue personali aspirazioni politiche». Qualche mea culpa da parte dell'opposizione? «Non ci siamo mai tirati indietro sui problemi del quartiere. Collaboriamo, in sede di Commissioni, sia nel preparare gli atti consiliari che nel sollecitare Palazzo San Giacomo. Siamo stati costruttivi, ad esempio, sulle vicende di Monte Echia o dell'asilo-nido di via Giordano Bruno, nel redigere i regolamenti di funzionamento della Municipalità e nella costituzione delle Consulte». Governo del territorio di Chiaia nel 2007: che cosa non si è fatto? «Da bocciare, ad esempio, la gestione del problema “movida”: solo propaganda da parte del presidente. Non è stato fatto un solo tavolo di confronto tra Municipalità, Comune, forze dell'ordine e commercianti. E poi i parcheggi: invocare, come fa lui, un parcheggio sotto piazza del Plebiscito è solo propaganda. L'opposizione è chiara: aprire un tavolo di confronto tra sindaco, Municipalità 1 e imprenditori per individuare progetti e finanziamenti in aree possibili». CIAO AFRICA di BEPPE AIROLDI MALOCCHIO E BESTEMMIE «La religione è l'oppio dei popoli» (Karl Marx). Forse, ma ha anche molte funzioni, non ultima quella di rappresentare l'estremo sfogo di rabbia di un individuo: infatti nella cattolicissima Bergamo, quando qualcuno non sa più con chi pigliarsela, tira giù un bel moccolo liberatorio. Colà la bestemmia è talmente utilizzata da diventare parte del linguaggio usuale, perdendo la sua componente blasfema: «ostia» è la virgola, «sacramento» il punto e virgola; «p…o dio» il punto esclamativo! In Africa non si bestemmia, perché la protoreligione a cui tutti appartengono prima di diventare cristiani o musulmani (l'animismo) si riferisce a fenomeni naturali e non possiede entità superiori. Da cui anche la superstizione ed il malocchio. A Napoli è più o meno la stessa cosa: Eduardo, geloso del successo di Achille Millo, mise in giro la voce che era una «seccia» e il poverino faticò non poco per trovare lavoro. E poi, a parte «mannaggia ‘a mar...na», non conosco altre espressioni blasfeme. Ce la si piglia invece con le persone, vive o morte che siano, incitando alla penetrazione in qualsivoglia loro orifizio: «…a mammeta», «…a sora(e)ta» «…a chi t'è vivo» (la famiglia intera), «…a chi t'è muort'(oe)» (i nonni), «…a chi t'è stramuort'(oe)» (i bisnonni). I figli sono preservati perché, si sa, «so piezz' e core». «Mo vene Natale, nun teng denare, m' fumo na pipa e me vac' a cuccà». SPECIALE NATALE•SPECIALE NATALE•SPECIALE NATALE•SPECIALE NATALE•SPECIALE NATALE•SPECIALE Quelli di Chiaia Magazine Il calendario e l’archivio magico L’INIZIATIVA. Presentata allo Shenker la novità editoriale di Chiaia Magazine: il 2008 scandito dalle foto della Napoli anni ‘50. Omaggio ad Antonio Ruggieri Laura Cocozza uattordici scatti d'autore per raccontare i volti della Napoli anni '50. Quattordici scatti di Antonio Ruggieri, fotografo di strada, di cui qualcuno, tempo fa, scrisse: «Egli vede la realtà con disincanto, senza retorica. Non ricerca la posa; ha curiosità e stile da reporter televisivo. Tratta l'immagine per quella che è: un documento». Ed è proprio per documentare il carattere di una città che non c'è più ma che ancora oggi riaffiora nei vicoli e nelle strade, che Chiaia Magazine ha voluto attingere per il calendario 2008 a quello che considera «l'archivio magico», un giacimento inesauribile d'immagini che testimoniano la storia più autentica di Napoli, con le sue contraddizioni e le sue imbattibili fantasie. Una scelta che è anche volontà di ricordare un maestro che lo scorso ottobre ci ha lasciato. Antonio Ruggieri, classe 1924, elegante nel vestire e inappuntabile nei modi, nel suo indimenticabile studio alla Galleria Umberto I, punto d'incontro d'artisti e sognatori, aveva un guardaroba di vestiti buoni per ogni occasione. Tra le cose di cui andava più fiero c'erano le prestigiose collaborazioni con «Epoca», «L'Europeo» ed «Oggi», le foto «ricostruite» del processo a Pupetta Maresca, il rapporto speciale con Eduardo De Filippo e la sua prima macchina fotografica, una Guelta 6x6. Infinita la sua galleria di persone e personaggi, luoghi e miti: il suo archivio è come uno scrigno di desideri per chi è alla ricerca della foto «introvabile». Un tesoro di memoria e poesia, oggi custodito dal figlio Francesco, fotografo inappuntabile come il padre, grazie al quale è stato possibile rivivere la Napoli che scompare. Naturalmente, un ringraziamento speciale va agli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione del calendario presentato all’istituto Shenker di via Chiaia: Shenker, M.Cilento & F.llo, Oona l'ourse, del Porto, Ferrante, Morelli 14, Dei Martiri 23a, E. Marinella, Merolla & de L'Ero, Lucia De Vincenzo, N. Ostuni, P. Buonanno. CHIAIA MAGAZINE: I NUOVI PROGETTI Blog, card ed eventi nell’agenda del 2008 Q Foto grande: copertina del calendario «Quelli di Chiaia Magazine» Foto piccola, il fotografo Antonio Ruggieri nel 1957 Ma chi sono «Quelli che» ci accompagneranno nello scorrere dei mesi del 2008? Innanzitutto, un beneagurante Scaccino, l’indimenticabile personaggio che bussava alla porta dei negozianti per «scacciare» il malocchio con il suo incenso e la magica formula contro la jettatura: «Sciò, sciò ciucciuvè!». Un custode di ancestrali credenze che neanche il più consumato degli scettici osava sfidare e che ricompensava con un obolo. A seguire, con coppola e camice nero, un pacco di giornali sotto il braccio e una copia nella mano destra, ecco avanzare lo strillone, tra via Toledo e piazza del Plebiscito, regno un tempo delle redazioni giornalistiche napoletane. E poi quelli che campavano con la pazienza e con cuore indomito «inventandosi» la giornata, magari improvvisando un’orchestrina a carattere familiare in mezzo ad una strada dissestata. Esempi di eroi minuti con dentro un bene prezioso: la dignità. Seguendo la successione dei mesi, ad aprile incontreremo quelli che intrecciavano il mare, i pescatori che da Santa Lucia a Posillipo, ogni mattina, rinnovavano puntuali la liturgia mediterranea della «pescata e del recupero delle reti». A maggio ci fermeremo sotto i porticati della Galleria Umberto e ascolteremo i lustrascarpe al lavoro, armati di spazzole e creme, blandire così i clienti: «Signurì, vi farò brillare le scarpe che per guardarle ci vorranno gli occhiali da sole». A giugno ci imbatteremo nell’«acconciatiane» circondato da massaie e comari, l’uomo che riparava tegami e «scafaree» e a volte scambiava i piatti con abiti stracciati. A luglio ci lasceremo sussurrare canzoni d’amore dai posteggiatori al Borgo Marinari, mentre ad agosto ci lasceremo «assistere» nell’interpretazione dei sogni e, Smorfia alla mano, imboccheremo l’ingresso di un bancolotto. A settembre assisteremo divertiti alle provocazioni di quelli che, durante la Piedigrotta, calavano il «coppo» sulle teste dei passanti, ed ad ottobre, tra mercati e bancarelle, guarderemo un uomo intento a dipingere i prezzi delle mercanzie con pennello e biacca. A novembre ci lasceremo commuovere dal pianino ambulante che per qualche soldino vendeva la «cupiella» della canzone portata in giro per le strade, tra un codazzo di scugnizzi. Infine, a dicembre, festeggeremo insieme a quelli che accendevano il cielo, i «castagnari», ed incoscienti ci lanceremo in una corale follia di «tricche tracche», bengala, petardi, girandole, «bottiglie a ruota», «botte a muro», «stelletelle» e «cipolle». Perchè noi siamo «Quelli che» ancora sognano. Il 2008 di Chiaia Magazine è all'insegna dell'espansione della nostra presenza sul territorio con iniziative e manifestazioni. Per il prossimo anno, infatti, è stato pianificato un ampliamento della piattaforma operativa su diversi fronti. La comunicazione. Qui il caposaldo resta il giornale, in versione cartacea e on line (www.chiaiamagazine.it), ma da gennaio entrerà a pieno regime, all'interno della rivista, anche uno spazio Blog il cui indirizzo è http://quellidichiaia.splinder.com In sintesi, all'insegna della grande democrazia diretta della «rete», il nostro Blog intende raccogliere quotidianamente dibattiti, confronti, retroscena, filmati, foto, idee, sogni, segnalazioni, sfoghi, sfide, proposte dal cuore di Napoli: a «moderare» e a gestire il flusso dei commenti sarà la redazione di Chiaia Magazine. L'ideatore dell'iniziativa è Leo Aruta, mago del web 2.0 e animatore di un affermato Blog (http://ferrosbattuto.splinder.com). Lo stesso Aruta, poi, debutterà a Gennaio sulle pagine di Chiaia Magazine con la rubrica «Pausa Blog» ovvero il manuale per diventare un blogger perfetto. La solidarietà. Sulla scia del recente passato che ha visto la rivista impegnata in concrete iniziative di sostegno alle realtà più bisognose (vedi cooperazione con l'«Associazione Carmine Gallo per i bambini del Pausilipon» o con l'«Associazione Italiana Stomizzati Campania») Chiaia Magazine intensifi- cherà l'organizzazione di eventi destinati a raccogliere fondi per il volontariato assistenziale, attività che consideriamo primaria. Cultura. Avevamo già affiancato, in via sperimentale, alcune iniziative messe in campo da giovani associazioni di artisti. Nel 2008 intendiamo farci promotori di mostre d'arte e di fotografia, dedicate ai talenti emergenti, troppo spesso privi di adeguati canali promozionali. Sport. Qui abbiamo due obiettivi. Il primo: il «Torneo di calcetto Chiaia Magazine», riservato a residenti, professionisti e lavoratori di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo (visto che sul nostro territorio già esistono molte squadre di calcetto). Il secondo: un campionato di playstation cui parteciperanno quanti leggono o sostengono la nostra rivista. Impegno sul territorio. Ci siamo sempre attivati come amplificatori delle voci del quartiere sulle emergenze della nostra Municipalità: torneremo caparbi su parcheggi, sicurezza, manutenzione, legalità, rifiuti, movida e sul tema di sprecopoli. La Card. L'iniziativa della «Exclusive Card di Chiaia Magazine» ha riscosso nel 2007 un lusinghiero successo di adesioni tra consumatori ed esercizi commerciali. E' nostra intenzione, allora, incrementare la rete delle convenzioni con negozi e aziende del territorio per assecondare ancora di più le esigenze dei lettori che utilizzano la nostra Card per i loro acquisti nei negozi del quartiere. 12 Quelli di Chiaia Magazine Shenker l’Inghilterra abita a Chiaia L’ISTITUTO. Metodi speciali per imparare l’inglese. Ricco il carnet di eventi a oltre 50 anni, Shenker aiuta gli italiani a comunicare con successo in lingua inglese mediante l’esclusivo e innovativo metodo ideato dal suo fondatore, George Shenker, che garantisce apprendimento rapido e di qualità. E’ un metodo scientifico, ideato per gli italiani, attentissimo alla comunicazione e alla pronuncia. Il gruppo Shenker annovera 35 Istituti D sul territorio nazionale, 150 insegnanti madrelingua inglese, più di 12.000 allievi ogni anno e centinaia di aziende clienti. Oltre al Metodo Shenker, esistono prodotti per singole esigenze. Ad esempio i Corsi Business per professionisti e manager che devono apprendere in breve tempo l’inglese specifico del loro settore: legale, finanziario, alberghiero, medico e dell’accoglienza. Ci sono poi programmi per la Conversazione: l’ultima creazione è l’EnterTraining Club, esclusiva palestra linguistica Shenker, dove si conversa di vari argomenti (cinema, attualità, teatro etc) rigorosamente in inglese. Ed ecco la Top Clients Division diretta all’alta formazione nella comunicazione internazionale, con speciali pro- grammi full-immersion come i Workshops di un’intera giornata su argomenti specifici del mondo del lavoro, l’Executive Masters in International Business Communication in formula weekend e l’Exclusive Programme, weekend full-immersion con un English Personal Trainer a disposizione. Disponibili anche programmi dedicati alla preparazione dei Test Internazio- nali (TOIEIC, TOEFL, FCE) o introduttivi al mondo del lavoro (ad esempio scrivere un CV in inglese, prepararsi ad un colloquio etc). Inoltre esiste la linea Shenker Kids, corsi per giovanissimi dai 4 ai 14 anni, che usa un originale metodo di apprendimento con cui imparare l’inglese svolgendo diverse attività come ginnastica, arte, rime e poesie, scrittura creativa e uso del PC. Il sistema fa leva sulla spontaneità e consente l’apprendimento con natutalezza. All’interno di Shenker opera poi una divisione particolare, Shenker Culture Club, nata per favorire l’incontro e la comunicazione tra culture attraverso la lingua inglese. E’ un contenitore di idee e di eventi formativi in cui la conoscenza della lingua si nutre del contatto con letteratura, arte, fotografia, musica, teatro, cinema e temi sociali. Shenker Culture Club è attivo in varie città d’Italia dove sono stati creati spazi per ospitare mostre fotografiche e di arte contemporanea, presentazione di libri, incontri con autori/artisti e anteprime cinematografiche in lingua originale. Lo Shenker Culture Club di Napoli ospiterà a gennaio la mostra «Pierluigi ON CINEMA», selezione di oltre 70 immagini del fotografo de La Dolce Vita Pierluigi Praturlon. Si tratta di scatti sui sui set romani degli anni ‘50 e ‘60, che hanno consegnato attori e scene alla storia del cinema (vedi Ben Hur, Cleopatra, La Dolce Vita, Matrimonio all’Italiana). Shenker si trova in Via Chiaia 184, Tel. 081/4238321 – 4238312. il sito è www.shenker.com. Il numero verde: 800 980114. Cilento lo scrigno pregiato dei tessuti SARTORIA D’ÉLITE. Lo storico negozio di via Medina ripropone il tabarro on c’è dubbio. M. Cilento & f.llo è una bottega squisitamente all’antica, dedicata a clienti di spessore che fanno dell’eleganza e della discrezione un ingrediente della propria personalità. Simbolo di una Napoli esclusiva, a pochi passi dal Maschio Angioino, questo negozio vanta il primato di essere il più antico d’Italia nel settore della sartoria da uomo e dei tessuti pregiati. Punto di riferimento della tradizione partenopea per clienti raffinati, l’attività ormai si è tramandata per otto generazioni, offrendo sempre il meglio in ogni singolo settore trattato. Una sartoria da ammirare, un grazioso museo da visitare, dove è esposto il più classico degli stili nell’abbigliamento: e così, nel cuore della city, i napoletani re- N spirano aria londinese. Si avverte tutto questo quando si varca la soglia di M. Cilento & f.llo: oltre 2 secoli di blasone, in via Medina, che scortano la tradizione e l’amore per le cose fatte bene . All’interno è possibile ammirare vecchi espositori, forbici e vari utensili di sartoria, tra i quali spicca un piegacravatte, risalente all'800. «A prodotti di altre case, dice Ugo Cilento, il più giovane della dinastia, consigliamo la nostra linea di accessori: scarpe, pelletteria (piccola e grande), cravatte (7 pieghe, sfoderate o incappucciate). Tra le creazioni più particolari, proponiamo cinture, anche in coccodrillo e struzzo, con la fibbia in argento, poi ombrelli e pantofole con cifre in oro». Di produzione propria sono i capispalla, i cappotti e gli abiti realizzati con tessuti pregiati e bottoni anche in corno, le cravatte principalmente a sette pieghe, cioè senza l’anima in acrilico bensì realizzate a mano piegando il tessuto per sette volte su se stesso e chiuso con un unico filo, ed infine le camicie realizzate con tessuti svizzeri e rifinite a mano con bottoni in madreperla e personalizzate secondo il desiderio di ogni singolo cliente. La qualità, il gusto e lo stile sono da sempre i capisaldi della filosofia di famiglia: fatture, documenti e atti notarili antichi testimoniano, infatti, la lunga esperienza tramandatasi in una azienda abituata a trattare articoli esclusivi e selezionati provenienti dai paesi più rinomati per la moda nel mondo. «La nostra famiglia, dicono Ugo ed il padre Martino Cilento, porta avanti la tradizione con entusiasmo, amore e cordialità. Con un’attività come la nostra, si cerca di sbagliare il meno possibile». E intanto, tra le novità di quest’anno si registra il ritorno al tabarro, la classica mantella di origine veneta, per uomo e donna. Ugo, insieme al papà, ha come obiettivo quello di soddisfare tutte le esigenze del cliente. offrendogli diverse soluzioni: è un rito quotidiano quello che si celebra nei 400 metri quadri del negozio nel quale vibrano tangibili la passione e la professionalità di una famiglia che nel settore dei tessuti e della sartoria interamente artigianale opera dal 178o Oona L’ourse il maschietto è trasandato ma non troppo a storia di Oona L’ourse comincia circa vent’anni fa quando nasce Fabrizia, figlia di Roberta Bacarelli, giovane stilista napoletana. Ispirata da sua figlia, Roberta più per passione che per mestiere, disegna abitini dedicati a piccole bambine e bambini, con tessuti rigorosamente naturali. Il primo punto vendita è in via Ferrigni, poi uno spazio più grande in via Carlo Poerio 6. Infine l’evento: quattro stagioni fa tutta l’attenzione del brand napoletano si concentra sul debutto al Pitti Bimbo di Firenze. Oggi Oona L’ourse conta circa 40 punti vendita a livello nazionale ed internazionale. E la recente apertura di un nuovo punto vendita al Vomero, in via Enrico Alvino 83, è un ulteriore passo verso l’obiettivo di incrementare l’espansione sul versante locale, oltre che su quello nazionale. I temi dominanti delle collezioni di Roberta Bacarelli tendono a rievocare linee già popolari tra gli anni ’50 e ’80, rivisitate però in chiave attuale. Oggi le collezioni coprono una fascia di età che arriva fino ai 14 anni: lei, intanto, riserva una particolare attenzione alla linea maschile, tenendo d’occhio Lapo, il figlio di 6 anni, che la ispira quotidianamente. Per Natale, Oona L’ourse propone mini abiti in lana cotta con disegni a tema, leggings, linee grintose per un maschio “finto trasandato”, coulotte di velluto liscio e organza per i neonati. Affiancata dalla figlia Fabrizia Carola, nei panni di musa ispiratrice, Roberta si appresta ad affrontare nuove e avvincenti sfide, a Napoli come in Italia. L RINGRAZIAMENTI I testi, e le relative interviste, dell’inserto speciale di Natale, dedicato alle storie degli inserzionisti del Calendario 2008 di Chiaia Magazine, sono stati curati da Gianluca Gallo. L’inserto è completamente scaricabile sul sito www.chiaiamagazine.it. Ringraziamo, inoltre, il fotografo Francesco Ruggieri per la sua pronta collaborazione al corredo immagini. 13 Quelli di Chiaia Magazine Del Porto un reame di coralli e brillanti ARTE&GIOIELLI. La regola: non conta il prezzo, ma l’unicità del prezioso el Porto: a Santa Lucia da 5 generazioni, una dynasty che ha edificato il proprio successo sulla gioielleria del corallo artistico e sull'antiquariato in tartaruga. Un'avventura iniziata nel 1874 per impennarsi poi in tutta Europa con filiali nelle località d'èlite: dalla Svizzera alla Costa Azzurra un marchio senza rivali. Un monopolio d'eccellenza che oggi è gestito da Carlo, 46 anni, e Alessandro, 42, eredi dell'antico blasone con esercizio al civico 145: arredamento d'epoca, uno scrigno del buongusto, cose preziose a far capolino. Carlo ama rievocare la Santa Lucia della Belle Epoque , quella col primato di ben 20 gioiellieri: «Chi aveva soldi comprava il portasigarette d'oro, chi aveva soldi e cultura lo comprava in tartaruga». Titolari d'una filosofia del regalo più unica che rara, i del Porto riassumono così lo stile di famiglia: «Il gioiello? Non conta il prezzo, ma l'unicità del pezzo. In un mondo di griffe che massificano il gusto all'insegna del prodotto in serie, noi andiamo controcorrente». Stile che è anche bon ton seduttivo come quando i del Porto consigliano all'uomo che deve scegliere per la sua donna, di abbinare il prezioso al colore degli occhi dell'amata. Insomma: la classe non è acqua. Come ben sanno i businessmen della gioiel- D leria «colta» di mezzo mondo che si presentano dai del Porto, «concludono» l’affare e ripartono. Intanto la rete di vendita annovera un punto a Montecarlo, due a Ischia Porto, uno show-room a Milano, ma soprattutto, visto che è l'ultimo nato, l'esercizio di via Carlo Poerio 41, diretto da Francesco Ricciardi. Sobrio, luminoso, un accenno al design concettuale, il nuovo punto nel cuore di Chiaia sta scrivendo un nuovo capitolo della gloriosa ditta, coniugando nel business delle gioie tradizione e innovazione. Il ne- gozio di via Carlo Poerio, infatti, intende allacciare rapporti con le donne annoiate dalle fogge rigidamente classiche, anzi desiderose di soluzioni insolite, ovviamente ancorate all'uso di gemme e coralli. Una linea giovane nello spirito che trionfa in due collezioni stagionali: l'autunno-inverno, scandito da creazioni in giada, topazio, onice, ambra e ametista, e la primavera-estate, esultante in manufatti di perle, turchesi e ovviamente corallo. Ed anche il gioiello «giovane» che domina in via Carlo Poerio, soggiace alla regola della Casa: vale a dire personalizzare il prodotto sulle esigenze della clientela. Anche qui, di certo, il classico è disponibile sempre, ma ormai si impongono all'attenzione collane inedite come quella in ciuffi di rami di corallo, montati su lacci di cuoio e con spirale d'oro bianco e diamanti, o come quella con pendente in perla «dei mari australi», montata anch'essa su cuoio e con spirale d'oro e diamanti. E sorprese riservano anche le giade e gli argenti, languidamente adagiati in vetrina. Tesori irraggiungibili? Tutt'altro. Ciascuno può accedere al sogno, indirizzato da un consiglio sapiente che non si preoccupa dell'esigenza di tasca ma dell'eleganza, assecondando in ogni caso la disponiblità del cliente. Ferrante saper camminare nel lusso CALZATURE. Via Calabritto: dalla scarpa classica allo stivaletto antiscippo al 1875 a oggi, giunti alla quinta generazione, i Ferrante tramandano la loro esperienza artigianale, confezionando scarpe su misura. Una distribuzione capillare in tutti i continenti, un prodotto ancora confezionato interamente a mano, ottomila scarpe prodotte all’anno e quindici dipendenti sono le cifre di un artigianato sempre più irripetibile che partorisce piccoli capolavori, esportabili in tutto il mondo dietro le insegne del made in Naples. Nello show room di via Calabritto 20 si respira un clima disteso: premura, cordialità e professionalità caratterizzano infatti il successo dello storico marchio. Lo spazio nel cuore di Chiaia è dedicato a soddisfare le esigenze più disparate, quelle di clienti che non si accontentano e che vogliono scarpe su misura di elevata fattura artigianale. Presenti ogni anno al Pitti di Firenze per incontrare i propri appassionati e offri- D re loro sempre prodotti innovativi, seppur classici, i Ferrante puntano ad approdare nelle boutique più esclusive di tutto il mondo, garantendo sempre scarpe artigianali impeccabili nelle rifiniture e garantendo la possibilità di realizzarle anche su misura con tempi mai inferiori ai quaranta giorni. Innovativi dal punto di vista della ricerca di prodotto, i Ferrante sono stati i pri- mi a proporre alla platea dei clienti lo stivaletto antiscippo, così battezzato per una tasca nascosta all’interno dove poter occultare piccoli preziosi o soldi, senza destar sospetti. Materiali di primissima qualità, pelle e rettili di prima scelta, un’ampia varietà di colori, varianti di modelli e rinforzi in cuoio e, da pochi anni, anche una ridotta produzione di pelletteria e capi in pelle, posizionano oggi il marchio Ferrante nell’olimpo dell’artigianato made in Naples, che viene indicato sempre più spesso tra gli status simbol dell’uomo e della donna, desiderosi di dintinguersi come appartenenti ad una élite elegante, sobria e ricercata. La famiglia Ferrante attende i visitatori nel suo show room di Palazzo Calabritto e nelle migliori boutique di tutto il mondo per piacevoli chiacchierate e per un viaggio, più unico che raro, nel pianeta dell’artigianato di alto profilo. Morelli 14 la casa dei sogni n via Domenico Morelli, la storica strada dell’antiquariato, al civico 14 nasce una nuova meta in materia di oggettistica per la casa, di arredo barca e liste di nozze: è, appunto, Morelli 14, negozio che, con le sue nuove, eleganti e moderne linee di taglio parigino, sostituisce Geneviève Lethu, pur conservando i suoi prodotti più apprezzati. L’indirizzo è quello giusto per chiunque voglia acquistare oggetti di ottima fattura e ricercati nel settore di genere. Dall’idea di Francesco Picone, amministratore unico, e dall’esperienza maturata in tanti anni di rapporto di fedeltà con il prestigioso marchio Geneviève Lethu, è nato il proposito di offrire alla clientela prodotti inediti in materiali, unici ed eleganti, per ambienti quotidiani come le nostre case o le nostre barche. Posate, vasellame, servizi di piatti e oggettistica per la lista di nozze, Morelli 14 è dunque opportunità inesauribile per idee regalo o per impreziosire gli ambienti. Qui, però, si possono anche ordinare tovaglie su misura in lino e damasco idrorepellente, spaziando tra un’ampia scelta di colori, ornamenti e forme: in pochi giorni, poi, sarà possibile ritirare il capo, personalizzato al meglio. Capitolo arredo barca: a disposizione più di mille pezzi, delle migliori marche, in materiali come il PVC e il Plexiglass, adoperati per contesti pratici e informali, e delineati in linee e forme di grande sobrietà e accattivante semplicità. Negli ambienti di Morelli 14 l’atmosfera calda, accogliente, è lo sfondo ideale per prodotti che rompono i canoni classici dell’arredamento napoletano, lasciando spazio a soluzioni moderne, pulite e coloratissime. Per chi, dunque, punta all’originalità, in vista della grande corsa al regalo, oltrepassare la soglia di Morelli 14 è una mossa vincente. Francesco Picone e le amiche-collaboratrici vi accoglieranno personalmente e vi consiglieranno. I 14 Quelli di Chiaia Magazine Marinella il favoloso regno delle cravatte giramondo LA DINASTIA. Il mito della storica bottega di piazza Vittoria n Riviera di Chiaia, al civico 287, poco distante da Piazza Vittoria, il 27 giugno del 1914 è iniziata una favola, una storia che ancora tutt’oggi, alimentata dall’esperienza di tante generazioni, continua a perpetuarsi puntuale, rinnovando il miracolo di un marchio prestigioso: quello dello storico negozio di abbigliamento artigianale E. Marinella. In quell’epoca Don Eugenio, camiciaio di professione e estimatore della moda inglese, acquista un piccolo spazio di fronte alla Villa Reale, oggi Villa Comunale di Napoli, al tempo frequentata da nobili e aristocratici, e dà vita ad un spazio ibrido, in bilico tra boutique e salotto. Qui ci si incontrava per scambiare opinioni su cultura, politica e teatro: un ambiente minuscolo, fatto per gentiluomini, concepito su misura per loro, dove la cosa più importante era la ricercatezza del particolare e il gusto del bello. Trascorrono gli anni a cavallo delle due guerre mondiali e quel piccolo negozietto di venti metri quadrati è sempre lì: sullo sfondo una Napoli che cambia le sue abitudini e la sua gente, dove non esistono quasi più gli aristocratici, i poeti e gli artisti di una volta, una Napoli che, nel 2° dopoguerra esprime una nuova borghesia, ribollente di giovani rampolli di una generazione che vuole ricominciare e darsi da fare per la ricostruzione e la rinascita economica. Ormai sono gli I anni ‘50. Don Eugenio ora viene affiancato dal figlio Luigi, giovane gagliardo con idee molto chiare sul futuro del negozio di famiglia. Luigi comincia una serie di viaggi sia in Italia che all’estero; le sue mete preferite sono Parigi e Londra, ed è proprio in Inghilterra che inizia a conoscere l’eleganza anglosassone, la sobrietà nel vestire e la cura minuziosa dei particolari. Passeggiando tra le ricche strade della città della regina Elisabetta, nota nelle vetrine oggetti e marche come i cappelli Look, gli impermeabili Aquascutum, i profumi di Creed, Floris e Penhaligon’s, e le bellissime stoffe di seta del Kent stampate, jacquar e regimental. Visita queste boutique e acquista gli oggetti che più lo affascinano. L’emozione è tanta, la strada è chiara. Rientra in Italia e porta al padre quanto ha rastrellato tra gli scaffali dello stile british. Insieme, quindi, decidono di contattare queste aziende inglesi e riescono, non senza difficoltà, ad importare gli articoli di queste prestigiose marche. Ed ecco che la camiceria di Don Eugenio subisce dei cambiamenti e le sarte che confezionavano camicie, ora cominciano a cucire cravatte realizzate a regola d’arte con le preziosissime sete comprate. Col passare del tempo il negozio di Don Eugenio e Gino Marinella diventa sempre più famoso e rinomato nel settore delle cravatte realizzate su misura e come rivenditore esclusivo di prodotti inglesi, tanto da ricevere anche lo stemma della Casa Reale Inglese del Grande Ordine della Giarrettiera come fornitore ufficiale della famiglia reale. Don Eugenio, ormai anziano, si spegne serenamente, fiducioso del lavoro del figlio Luigi e rassicurato dalla nascita del nipote maschio Maurizio che potrà continuare l’attività di famiglia e curarne gli interessi. Cominciano gli anni ‘70. Maurizio, ormai maggiorenne, comincia a prendere confidenza con l’atmosfera elitaria del negozio di famiglia. Dopo anni di tirocinio al fianco del padre, l’erede è ormai pronto e ha voglia di apportare novità come aveva fatto suo padre anni prima. Continua ad acquistare sempre prodotti eleganti inglesi ma con delle piccole varianti: i pullover di shetland scozzesi diventano di cachemire, le tinte da tre che erano (grigio, blu e nero), spaziano adesso in tutte le sfumature dello spettro cromatico. Gli square sono disegnati direttamente da lui al fine di dare ai clienti fantasie uniche e sempre diverse, con la soddisfazione di vendere un prodotto unico, realizzato solo ed appositamente su desiderio della clientela. Oggi Marinella significa non solo la cravatta su misura: ormai è status simbol. Un’ampia famiglia di prodotti dà vita al total look, dilatandosi dagli orologi alle scarpe, dalle sciarpe agli occhiali da sole. E il brand è anche for- nitore ufficiale della Reale Famiglia dei Borbone. E qui la soddisfazione del cliente non è un vuoto esercizio di cortesia formale, ma una pratica animata da passione sincera. Nella storica bottega di piazza Vittoria, diventata ormai punto di riferimento per napoletani e turisti di tutto il mondo, ogni giorno Maurizio Marinella cerca di regalare il fascino antico di una Napoli, destinata pian piano a scomparie: cravatte, foulard, orologi e profumi che testimoniano un amore per il proprio lavoro, un’assidua ricerca dell’aggiornamento, la garanzia di prodotti di elevata fattura, unici ed inimitabili. La fiaba di Marinella, oggi, vive anche nell’impegno di oltre cinquanta dipendenti che, con professionalità e tanta napoletanità, accompagnano Maurizio alla conquista di nuove sfide. “ Napoli, cui devo tutto, è un biglietto da visita vincente. Sono una persona fortu- De Vincenzo il magico crocevia delle griffe nata perché ogni giorno, con il mio lavoro, esporto in tutto il mondo qualità artigianale ed estrosità creativa”: Maurizio, terza generazione di una famiglia patriarcale dedita al lavoro, accoglie ogni giorno personalmente i suoi clienti che incuriositi dal successo di questo storico marchio affollano la sua bottega anche solo per potergli stringere la mano e congratularsi con lui per la missione che ha sposato: quella di far percepire una immagine diversa della città, metropoli cosmopolita e vulcanica, ricca di risorse e di genio, imprevedibile, a proprio agio nella modernità. “Napoli - dice - fa vita a sé, non è paragonabile a nessun’altra città al mondo. è una giusta alchimia di creatività, solarità e professionalità; aperta alle novità e alle innovazioni; ricca di artigiani come me, innamorati e orgogliosi di lei come di una bella donna, difficile da gestire ma stupenda da esibire”. L’INIZIATIVA ABBIGLIAMENTO. La maison cala il tris: inaugurato a via Filangieri LDV Uomo DIECI ARTISTI AL WARNER asce più di 30 anni fa, in via Calabritto, offrendo al pubblico femminile maglieria e confezioni delle migliori marche per signora: Gay Mattiolo, Maria Grazia Severi, Mariella Burani, Pancaldi, Gianfranco Ferrè, Lancetti e Mila Schon. I segreti per un’impresa di successo sono passione senza risparmio, qualità dei prodotti, affiatamento e impegno: ma è lo spirito di sacrificio il vero valore aggiunto di un’esperienza originale nel segno dell’eleganza: e sono appunto questi gli ingredienti pazientemente assemblati nella vicenda commerciale e professionale del marchio “De Vincenzo”, che nasce nel 1975, nella boutique di via Calabritto, dall’intuito di Lucia. Lei, nella sua maison donna, iniziò ad offrire le miglori griffe del tempo, garantendo alle sue clienti un servizio di assistenza e personalizzazione post vendita, davvero rivoluzionario per l’epoca tra i negozi che operavano nel settore moda. Poi negli anni ’90 ad affiancare il negozio dedicato alla donna, arriva il reparto maschile, gestito dal figlio Renato. E anche lui, ovviamente punta sull’alto livel- E’ decollata a Chiaia l’iniziativa intitolata “1000’ Art Natale 2007”, organizzata da “La Bottega”, sodalizio culturale (con sede a Palazzo Serra di Cassano) che raccoglie tra le proprie fila gli artisti di arte contemporanea che in passato hanno esposto in collettiva sulle scale di via dei Mille. Il clou della manifestazione è rappresentato dalla mostra collettiva di 10 autori negli spazi della Galleria Metropolitan (all’interno del Warner Village di via Chiaia). L’intento degli artisti de “la Bottega” è quello di diffondere l’arte tra la gente comune, liberando il frutto della creatività dagli spazi angusti e compressi dei circuiti d’élite. Proprio per questo sono in cantiere anche esposizioni in sedi insolite come esercizi commerciali o produzioni artistiche, ricavate dal riciclo dei rifiuti. Ed ecco, intanto, i nomi degli artisti del Warner: Leonardo Amendola, Ambrogio Bosco, Giuseppe Clemente, Carmine Dello Ioio, Antonio Del Prete, Paola Del Prete, Antonio Januario, Margherita Januario, Silia Pellegrino e Giovanna Savona. N lo delle griffe in offerta: Cucinelli, Pal Zileri, Zanella, Allegri, Inghirami e confezioni sartoriali su misura. Si tratta in questo caso di linee classiche, rivolte ad un uomo che ama vestire alla moda, in modo sobrio: e l’intento è quello di offrire lo stesso lavoro di personalizzazione di cui la madre era stata pioniera. Parallelamente a Renato, anche sua sorella Fiorella, ha aperto 2 anni fa, il negozio LDV Glamour, all’interno di Palazzo Calabritto, specializzato in linee giovani, femminili, incorniciate da prestigiose firme italiane e stranie- re. Quest’ anno, intanto, è di nuovo protagonista Renato che con De Vincenzo Uomo ha recentemente inaugurato in via Filangieri 19 un nuovo punto vendita, non distante dalla fortunata via Calabritto. “Il passo è importante - confessa lui orgogliosamente - perchè rappresenta il coronamento di un’idea che ho inseguito con caparbietà”. Un progetto, dunque, coltivato con entusiasmo, competenza e la giusta esperienza maturata in tanti anni di attività vissuti nella boutique uomo di via Calabritto. I contenuti che Renato ha inteso riversare nel suo nuovo punto vendita, si concretizzano nella creazione di un brand uomo giovanile e informale, di qualità, rivolto a clienti che anche nel tempo libero vogliono mantenere un aspetto curato, scegliendo capi di pregio. Per gli amanti del cachemire d’autore, all’interno del nuovo spazio, si può trovare la collezione Brunello Cucinelli: e, oltre ai famosi e colorati pullover, ecco anche pashmine, giacche, pantaloni, cappelli e, novità assoluta, accessori da viaggio quali valigie e borse da lavoro in pellami naturali con profili in cachemire a contrasto, di grande bellezza. E catturano decisamente l’attenzione i pregiati plaid di Cucinelli, sempre in cachemire: l’ideale per i regali di Natale. Al cachemire informale, si aggiunge anche lo stile di Pal Zileri che, con la linea giovanile Lab, costituita da pantaloni, camicie, giacche e cappotti, coniuga con garbo eleganza e modernità. Renato, per non smentire la tradizione di famiglia, è affiancato in questa impresa dalla moglie, Annamaria Romano, entusiasta di condividere con il marito la nuova avventura professionale. 16 Quelli di Chiaia Magazine Merolla & de L’Ero quando l’eleganza è cucita addosso CAPI D’AUTORE. Il fascino delle camicie su misura nella boutique all’interno di Palazzo Calabritto Scene di fashion in un interno: via Calabritto 20, all’interno dell’omonimo palazzo esiste una realtà al bivio tra sartoria e boutique, che la propria nicchia di notorietà se l’è costruita anno dopo anno, realizzando e confezionando camicie artigianali di elevata fattura. Capi destinati ad una nutrita platea di acquirenti che hanno una priorità rigorosa: la realizzazione personalizzata, il prodotto ad hoc concepito e concretizzato con standard qualitativi che sulla piazza ormai sono rari. Stiamo parlando di Merolla & de L’Ero, una delle realtà aziendali- artigianali più promettenti che il settore possa offrire attualmente. Merolla & de L’Ero è insomma una ragione sociale sempre più consolidata nel Gotha degli artigiani napoletani. E qui simpatia, eleganza e professionalità sono credenziali di facile reperibilità. La cornice è perfetta: un clima riservato e tranquillo e l’ambientazione di ispirazione ottocentesca lasciano del resto intuire, sin dal primo approccio, l’esclusività di trattamento destinata al cliente. Grande attenzione, conoscenza dei canoni tradizionali, lo scrupolo con cui si esegue il lavoro, il criterio della esclusività sartoriale sono, dunque, i perni intorno ai quali ruota la produ- zione targata Merolla & de L’Ero. I responsabili della boutique raccontano che, per realizzare una camicia così preziosa e curata nei minimi particolari, è necessario che lo sforzo sartoriale venga facilitato anche dalle stoffe che si utilizzano, accuratamente scelte tra le migliori marche di origine sia italiana che estera. «La camicia è rimasta una delle poche cose nel guardaroba di un uomo che può ancora spaziare per fantasie classiche o sportive. Il nostro impegno giornaliero è quello di proporre stoffe delle migliori marche in circolazione, bottoni rigorosamente in madreperla e iniziali ricamate a mano, offrendo una ampia scelta di colletti e polsini per garantire ai nostri clienti sempre un prodotto di altissi- Dei Martiri 23a gli interni amati dal jet set DESIGN. Nuove idee abitative e proposte raffinate nel «salotto» del gruppo MMM el cuore della moda di Napoli, degli antiquari e dei caffè, si è inserita da luglio Dei Martiri 23a, il nuovo spazio espositivo del già consolidato gruppo MMM. Un concept store di 250 metri quadri, distribuito su due livelli, espressione della creatività ed abilità degli architetti Graziano Nora e Lorenzo Del Regno e dello studio Grano Design & Partner. La cura dei dettagli, la ricerca del particolare, fanno di questa azienda un autentico broker del lusso, sempre capace di reperire e fornire gli articoli più gettonati da- N gli esponenti del jet set internazionale. L'offerta è, infatti, improntata ad un'accurata selezione delle più prestigiose aziende esperte nella realizzazione d'interni di grandi case, hotel e yacht. Solo a titolo esemplificativo vale la pena menzionare i mosaici di Sicis, i mobili out door di Gandia Blasco, le cucine di Minotti, la raffinatissima biancheria di Ivano Redaelli. Dei Martiri 23a non nasconde la propria natura, prediligendo un'atmosfera densa ed emozionante, sintesi di una perfetta combinazione di charme, stile ed eleganza. La pu- rezza del cristallo ed il candore del bianco sono invitanti: tra cascate di riflessi, luci soffuse ed immagini in continuo divenire emergono tutti gli elementi attraverso i quali poter personalizzare il proprio spazio abitativo. Una piccola hall e poi una lunga scalinata consentono di accedere ad un microcosmo luminoso dove il bianco contrasta con le tinte forti del nero e del cioccolato, in cui le varie proposte di arredo si susseguono in ambienti studiati per offrire, tra tessuti materiali e fragranze, un focus sulle ultime novità della pro- duzione nazionale ed internazionale. Dei Martiri 23a è un insieme di competenze tecniche e di stile, dove la continua ricerca delle novità e della qualità sono garantite dall'esperienza e dalla preparazione dei fratelli Moselli, da anni titolari del gruppo MMM Commercio & Sviluppo. L'aspirazione resta quella di creare non solo un ”negozio” ma un luogo in cui trattenersi e incontrarsi, un salotto informale nel quale, magari, poter sorseggiare un drink e, al contempo, movimentare la fantasia, alla ricerca dell'habitat perfetto. ma vestibilità e di lunga durata». Un successo non casuale: quasi per scherzo e da sempre attratti dall’artigianato, Merolla & de L’Ero cominciarono la loro avventura facendosi accompagnare da sarte di eccelsa esperienza nell’ambito della confezione artigianale di camicie. Ci hanno creduto subito. Tempo e risultati hanno dato loro ragione. I quasi settanta metri quadri in via Calabritto 20 sono testimoni di una scommessa, abbondantemente vinta, basata sulla fiducia ostinata nella qualità. L’unico must è quello di rendere i clienti soddisfatti del prodotto realizzato interamente su misura. L’obiettivo è continuare ad esportare il loro made in Naples in giro per il mondo. 17 Quelli di Chiaia Magazine Ostuni la profumeria fra tradizione e avanguardia COSMESI. Una leggenda alle essenze: ha oltre 100 anni lo storico marchio di via Domenico Morelli in dal 1905 “N. Ostuni Profumeria” significa ampia scelta, eleganza, prezzi competitivi, qualità e consigli giusti e decisivi. E oggi Nicola Ostuni F prosegue la strada intrapresa dal nonno che fu davvero pioniere quando, oltre un secolo fa, aprì a Napoli, in via Domenico Morelli, la prima profumeria. Un passato professionale dipanatosi attraverso tutto il XX secolo, un lungo viaggio illuminato dalla bussola della serietà e del sacrificio per restare sempre all’avanguardia, per garantire ai propri clienti i prodotti più qualificati che il mercato della cosmesi e della profumeria possa offrire. Il patron, intanto, non solo ha seguito le orme e la tradizione familiare ma ha anche triplicato i punti vendita. Nel 1991 iniziava, infatti, una nuova sfida con il secondo negozio in via Vittoria Colonna. E, dato che la classe non è acqua e che anzi in questo caso significa profumi e cosmetica, quattro anni fa è ar- rivato anche il terzo punto vendita in via Manzoni. Il lavoro è tanto e Nicola Ostuni gestisce i tre negozi, seguendo gli insegnamenti del papà e del nonno: aggiornamento, ampio ventaglio di prodotti ed un prezzo giusto. “Cerchiamo anche, sottolinea, di avere in esclusiva quei prodotti considerati scientificamente all’avanguardia”. Un’adeguata equipe di specialisti a disposizione dei clienti completa la carta d’identità della celebre ditta. Ecco perchè aggirarsi tra gli scaffali degli spazi Ostuni significa godere dell’opportunità non solo di imbattersi in essenze e fragranze sofisticate ma anche in primizie cosmetiche di ultima generazione. Ed accanto a profumi e cosmetici di prima scelta anche tutti i complementi della profumeria, articoli e accessori. Ostuni è concessionario di marche come Floris, Creed, Penhaligon’s, Acqua di Parma, Hermes, Estèe Lauder, Helena Rubinstein, Guerlain, Chanel, Bulgari, Giorgio Armani e Cartier. Inoltre è esclusivista La Mer. Le marche blasonate, però, sono tante e in questo periodo, poi, in occasione delle festività, l’offerta naturalmente aumenta. E sul versante prezzi la disponibilità è massima: le cifre sono alla portata di tutte le tasche. ve aziende: Paul & Shark e Borsalino. La prima specializzata sul total look uomo e donna, la seconda sul total look al maschile. Che si tratti di abiti e giacche eleganti o di sofisticato abbigliamento sportivo, l'assortimento si basa sulla ricerca dei migliori tessuti e sulla massima attenzione ai dettagli: ragioni che spiegano il consenso riscosso presso la Napoli che conta. In una parola: buongusto. Ossia ciò che questa azienda offre da più di un secolo ai suoi affezionati clienti e a chi è alla ricerca di capi davvero speciali. E c’è un valore aggiunto non trascurabile: una location nel cuore storico di Napoli che affascina soprattutto la clientela internazionale, che ormai da Buonanno è di casa. Buonanno fuoriclasse d’eleganza MODA CLASSICA. Tre negozi consacrati allo stile e al buongusto l marchio P.Buonanno nasce alla fine dell'Ottocento da un’antica tradizione familiare, con il primo punto vendita in piazza Trieste e Trento dove si ha ancora l'impressione di entrare in un piccolo scrigno, custode di antichi tesori legati al mondo sartoriale. A dare il nome alla ditta è Pasquale Buonanno, fondatore dell'impresa di famiglia. Pasquale matura una lunga esperienza in Inghilterra, paese da cui mutua i canoni dell'eleganza e del buon gusto inglese e che trasmette poi nel dna della propria azienda. E dopo quello di Piazza Trieste e Trento, apre altri due punti vendita, rispettivamente nel 1958 e nel 1972: il pri- I mo è in via Scarlatti al Vomero e qui si servono le migliori famiglie che abitano "nella zona collinare"; l'altro punto vendita, anch'esso molto ampio, spunta in via Vittoria Colonna, salotto della «Napoli bene». L'amore per questo lavoro, tramandato di padre in figlio, fa sì che tutt'oggi i Buonanno coordinino in prima persona l'attività dei tre negozi di famiglia. Lo storico negozio di piazza Trieste e Trento è specializzato in abbigliamento maschile e stoffe: in particolare i pregiatissimi tessuti Riva, utilizzati per confezionare camicie e tagli ricercati per gli abiti. Negli altri due esercizi è possibile trovare qualsiasi genere di abbigliamento, anche quello per le signore: un vero e proprio total look di alta fattura sartoriale. E poi i colori di Buonanno che sa bene come a Napoli siano di moda le tinte solari e le infinite nouance di celeste, lilla e rosa. Capitolo firme: Buonanno esibisce tutti i marchi più prestigiosi: da quelli storici come la camiceria Burini, rilevata dal gruppo Brioni, ai cashmere di Fedeli, Avon Celli, l’intera collezione di Loro Piana e Aquascutum, o ancora le linee più sportive firmate Gant, Les Copains. Ma Buonanno è anche un “piccolo polo dell’intimo”, abitato dall’underwear di Calvin Klein, Polo Ralph Lauren, Dolce & Gabbana, Grigio Perla. Un elenco in cui si sono aggiunte di recente due nuo- c h i a i a m a ga z i n e SAPERVIVERE SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ Il Parsifal risolleva l’umore del San Carlo BUONA LA PRIMA. L’opera di Wagner ha inaugurato la stagione lirica del teatro da alcuni mesi commissariato. L’innovativa regia di Tiezzi e le scenografie di Paolini Antonella Carlo o scrittore Edoardo Galeano, ne «Il libro degli abbracci», narra la storia di un violinista, derubato e ferito alla fine di un concerto. Ai soccorritori, che lo trovano nudo sul ciglio di una strada, l’uomo sussurra, con gli occhi gonfi e semichiusi: «Mi hanno preso tutto, tranne la musica». L’aneddoto, forse, può rispecchiare in parte le recenti traversie toccate al Teatro San Carlo: 30 milioni di passività ed, in più, il patrimonio della Fondazione (17,5 milioni di euro) essiccato in pochi anni. Gli sponsor, come l’Unicredit, fuggono a gambe levate ed il Massimo partenopeo, in barba alla sua storia secolare, soffre una condizione di incredibile precarietà: eppure il sipario, anche se a fatica, si è alzato di nuovo e le note del «Parsifal» hanno consolato le orecchie ed i cuori dei più accaniti musicofili partenopei. Il commissario Salvatore Nastasi, commentando il rapporto della «Price Waterhouse» sulla situazione finanziaria del San Carlo, ha assicurato il protrarsi della programmazione almeno sino al 2010, con una graduale riduzione delle passività: il mondo della cultura, però, continua a porsi domande, cercando di individuare la genesi di una crisi che ha coinvolto addirittura una delle più prestigiose istituzioni nazionali. Il Maestro inglese Jeffrey Tate, direttore musicale del Teatro, invoca una serie di cambiamenti strutturali, che avranno la funzione, innanzitutto, di migliorare l’acustica del Massimo: «Sono fiducioso per gli sviluppi che si realizzeranno nel prossimo futuro; i lavori di ristrutturazione gioveranno all’ascolto della musica sinfonica e non ostacoleranno il regolare svolgimento della stagione». A questo proposito, è proprio il commissario Salvatore Nastasi ad assicurare una rapida conclusione degli interventi architettonici che, con ogni probabilità, saranno pianificati durante il periodo estivo. Il Maestro Jeffrey Tate, però, va ben oltre, auspicando anche una metamorfosi graduale del pubblico del San Carlo: «Agli spettatori fedeli an- L Crisi del Teatro San Carlo: 30 milioni di passività drebbe aggiunta una più massiccia presenza giovanile: il pubblico è pigro e vecchio ed anche il mondo della cultura europea spesso non ha il coraggio di scommettere su soluzioni espressive atipiche, originali, di rottura». Perfetta- mente d’accordo con Tate è l’onorevole Amelia Cortese Ardias, presidente dell’Associazione «Amici del San Carlo»: «Dopo la tempesta degli scorsi mesi, salutiamo con gioia la prima del “Parsifal” ed apprezziamo le scelte innovative del- la regia di Tiezzi e delle scenografie di Paolini: ci si rinnova puntando sulle programmazioni e forse siamo partiti con il piede giusto. Auguriamo, dunque, al commissario Nastasi un buon lavoro, con la speranza che il Massimo torni ai suoi antichi fasti e superi le paralizzanti difficoltà economiche». Parole di rimpianto sono riservate, in ogni caso, alla fine della Sovrintendenza di Gioacchino Lanza Tomasi: «Lanza Tomasi è una figura di grande spessore, che mescola raffinata cultura e profonda intelligenza» - continua Cortese Ardias -, il sovrintendente è sempre stato vicino alla nostra Associazione e, agli albori di questa stagione, non possiamo non riferirci al suo grande impegno, umano e professionale. Lo ricorderemo sempre, quando applaudiremo le opere al San Carlo». RIFLESSIONI SUL CARTELLONE L’assenza di Tate e i prezzi alle stelle Massimo Lo Iacono «Parsifal» di Wagner è la prima opera del cartellone 2007-2008 del San Carlo. E’opera legata a Chiaia-Posillipo perché è stata in buona parte scritta a villa Doria d’Angri, all’inizio di via Posillipo. Il soggiorno di Wagner con famiglia vi è ricordato con una lapide all’interno. A Ravello, diversamente dalla volgare vulgata di basso profilo turistico, Wagner ha visto soltanto concretizzarsi in villa Rufolo quello che aveva già immaginato e realizzato. Non ne ha ricavato affatto ispirazione di sorta. Opera “Die Walkure” sempre di Wagner. E’ questo dunque, per motivi ovvi ed altri organizzativi, (per esempio la presenza di doppio coro e la necessità di orario prolungato per le prove), come puntualizzato sulla stampa l’estate lunghissima (primo atto record, quasi due ore) di carattere secondo taluni solo oratoriale, per nulla amata dagli appassionati d’opera italiana o francese, ma solo dagli appassionati di musica classica in generale, “Parsifal” è certo scelta azzardata o sbagliata nel momento in cui il San Carlo vive una doppia crisi, quella amministrativa curata dal Commissario ministeriale, e quella con il pubblico disaffezionatosi, poco presente già ai pochissimi concerti proposti dal teatro in questo Autunno, indipendentemente dalla loro ottima qualità. L’improprietà della scelta, tra le bizzarrie della passata gestione, è corroborata dalle scelte di regia, Tiezzi con scene di Paolini. I due, pur artisti insigni, già anni fa furono però poco graditi dagli abbonati, in occasione di un allestimento di scorsa da interventi di tecnici della gestione teatrale, un allestimento costosissimo di dubbio ritorno d’immagine: meglio sarebbe stato trasformarlo in un frizzante “Fledermaus” di Strauss, con sponsorizzazione di una casa produttrice dello Champagne di cui si canta nel secondo e terzo atto. E mancherà pure il grande direttore Tate (nella foto) per motivi di salute. Il resto della stagione propone titoli parimenti eccellenti, con allestimenti di rango, gioia degli appassionati ed addetti ai lavori, ma manca purtroppo il repertorio realizzato bene, mentre i prezzi sono alti, comprensibilmente, sia per le necessità del teatro sia per il portafoglio degli appassionati. Tempi difficili per il San Carlo, in cui difficile è pure l’ottimismo. Almeno è venuto fuori il posto auto per gli abbonati: forza Commissario! SOCIETÀ&COSTUME CHIAIA MAGAZINE 20 Cavalleresco Ordine, la carica dei dandy L’EVENTO. Serata di gala a Villa Marinella per festeggiare i dieci anni del sodalizio capitanato da Giancarlo Maresca. Lezioni di seduzione con il linguaggio del ventaglio RIFLETTORI Laura Cocozza ustodire il tesoro dello stile e dell'eleganza contro la barbarie della volgarità»: è questo uno dei principi cardine su cui si fonda il «Cavalleresco Ordine dei Guardiani delle nove porte», sodalizio tutto al maschile La premessa era d'obbligo per introdurre l'evento che ha avuto luogo il 17 novembre a Villa Marinella: la serata di gala “Cavalieri e dame” per festeggiare i dieci anni dalla nascita di questo singolare Ordine. Votati per missione alla difesa dei difetti e dei vizi maschili, i Cavalieri per una sera hanno ceduto presieduto dal Gran Maestro Giancarlo Maresca. Difendere il buon gusto è un compito che ciascun Cavaliere si pone per elevare la sua stessa esistenza. Per farlo deve oltrepassare le «nove porte del piacere». L'Abbigliamento è la prima di queste, seguita da Gola, Motori, Donne, Arte, Gioco, Fumo e Tauromachia. L'ultima porta, la nona, è quella dedicata ai piaceri ignoti, ovvero a ciò che rappresenta il piacere per il singolo individuo. le armi, ammettendo anche le dame in un consesso dove gli adepti, provenienti da tutta Italia, elegantemente vestiti, hanno avuto libertà di assaporare tutti i piaceri (tranne quello dei motori e della tauromachia, per evidenti motivi di spazio) per cui si battono. Dopo spizzichi e bocconi d'antipasto, una cena tradizionale e partenopea a base di mozzarella di Aversa, ragù, baccalà fritto, braciole e polpette, apriva la porta della Gola, solleti- «C cata, in omaggio alle signore (che notoriamente preferiscono le bollicine) da champagne Billecart Salmon e dal Puro di Movia. Al termine la cioccolattosa “torta dei cavalieri” appariva sulla soglia della porta del Fumo, spalancata su fluttuanti volute prodotte da sigari Avana a volontà. Due “siparietti” dedicati al mondo femminile e a quello maschile, schiudevano poi le porte del Gioco e dell'Arte: Sorrel Smith, pittrice californiana residente a Parigi e animatrice di feste in costume, ha svelato l'ormai dimenticata lingua dei gesti legati al ventaglio. Mentre le dame che avevano seguito l'invito di munirsi di questa pericolosa arma di seduzione, ne sperimentavano l'efficacia, emulando i gesti della Smith, i cavalieri annotavano i significati di ogni fruscìo. A seguire, Massimiliano Mocchia di Coggiola, artista e dandy torinese, ha illustrato il linguaggio del guanto maschile in vari ambiti cavallereschi, dal corteggiamento al duello. Che poi, in fondo, sono la stessa cosa. Perché, come diceva Nietzsche e suole ripetere il Gran Maestro: «L'uomo ama il gioco ed il pericolo. E la donna è il gioco più pericoloso». CONCERTO UNITALSI, EXCELSIOR IN VISIBILIO Splendida la riuscita del concerto di musica lirica dell'U.N.I.T.A.L.S.I. e del Soroptimist di Napoli, grazie al prezioso contributo di un folto gruppo di giovani e bravissimi cantanti attivi con crescente fortuna sui palcoscenici di tutto il mondo. La serata è stata ospitata nei fastosi ed accoglienti saloni dell' Hotel Excelsior. Al pianoforte, con grande bravura, evocando le sontuose e squisite sonorità dell' orchestra, sedevano a turno Maria Sbeglia e Otello Visconti, che hanno realizzato felicemente le incantevoli atmosfere del teatro d'opera. Hanno cantato con generosità d'impegno, sfoggiando grande, ben nota bravura, Miriam Artiaco, Anne Cahuvot, Roberta Maione, Anna Rezza, Eufemia Tufano, Vincenzo Casertano, Vito Priante. Applaudite con gioia sono state le arie famose certo, ed i duetti soprattutto, sia quelli popolarissimi come la “Barcarola” da “I Racconti di Hoffmann” di Offenbach, quello da “Elisir d'amore”, da “Tosca” e “Barbiere di Siviglia” ed quelli molto meno noti da “Lakmé” e “Così fan tutte”. Gustoso il travolgente canto del “Torero”da “Carmen”, protagonista luminoso ed accuratissimo Vito Priante, il baritono italiano oggi più lanciato, prediletto da Muti, Curtis, insomma dai grandi del podio. Per lui un coretto arguto hanno intonato le signore Artiaco, Rezza e Tufano. Niente bis, ovviamente, ma brindisi tutt'insieme da “Traviata” a fine serata, intonato pure da Maria Sbeglia. Prima del concerto ci sono stati i saluti di rito dei presidenti dei sodalizi organizzatori. Annie Pempinello ha poi letto con la consueta sapienza poesie di Enzo Siliato, amico e partecipe della vita dell' U.N.I.T.A.L.S.I, precocemente scomparso. Gran finale quindi della serata è stato il sorteggio di un collier del maestro orafo Gerardo Sacco, offerto dal gioielliere Carlo Zilberstein. La manifestazione è stata condotta da Massimo Lo Iacono. (foto di Marco Sommella) Nelle foto in alto: Il Cavalleresco Ordine al completo; Massimiliano Mocchia e Sorrel Smith. Foto in basso: un momento della serata “Cavalieri e dame”. TURCO, COMPLEANNO IN BIANCO E NERO Grande party il 28 novembre a Palazzo San Teodoro per i 31 anni di Angelo Turco (nella foto), amministratore unico della Turco Global Service. La serata, svoltasi sotto l'impeccabile regia dell'agenzia di comunicazione integrata Salemme& Partners di Nino Salemme e Arturo Sanguineti, ha visto la partecipazione dei tanti amici e parenti intervenuti per rendere speciale il compleanno di Angelo, impeccabile come sempre. Tutto è stato declinato nel tema del black and white: gli allestimenti minimal, gli addobbi floreali, i cadeaux e perfino il menù. Una festa indimenticabile che ha chiuso i battenti a notte fonda. Non sono mancati all'appuntamento Guglielmo e Valeria La Reggina, Ciro De Luca, il professor Giacomo Rasulo e il professore Pietro Giannattasio. SOCIETÀ&COSTUME I TERNI PER UN NATALE CON I FIOCCHI. Tabaccheria Postiglione di Largo Ferrantina a Chiaia: è il momento di vincere. Sotto l’albero, Alberto Postiglione ha un bel regalo per tutti i lettori di Chiaia Magazine: i numeri per sbancare e mettere il turbo alla slitta di Babbo Natale. «Per non sbagliare, consiglio di puntare sulle ruote di Napoli e Milano prima di tutto sul terno della Madonna: 8 - 12 - 15. Questi & terni favole CHIAIA MAGAZINE numeri sono da giocare almeno per 9 estrazioni. Un altro terno - presegue Postiglione - è da tenere bene presente: 28 43 - 85, il terno delle feste, poichè 28 sono i fuochi, 43 è il cenone, 85 è la tombola. Da giocare su Napoli e tutte, almeno fino alla Befana». Non finisce qui. Il mago delle ruote consiglia anche questi abbinamenti: 32 - 5 - 85 - 28 (quaterna da giocare su Bari e Napoli per 6 estrazioni) e 69 - 30 - 25 (terno della natività, da arricchire, se si vuole con il 26 il numero di Santo Stefano). «Auguro buone feste a tutta Chiaia e a tutti i napoletani - conclude Postiglione - e soprattutto spero che sia un 2008 con meno tasse e con più buon senso». Mai parole più sagge. 22 La moglie lo legava a sé con le fettuccine. Non nutro più speranze: erano indigeste. Renato Rocco VITE PREZIOSE SFIZI&NOTE di MASSIMO LO IACONO CONVINCE KREISLERIANA OP.16 Ci sono le griffe autorevoli di Chiaia, i grandi alberghi, c'è il «Gambrinus» e c'è il San Carlo. Napoli è raccontata di scorcio, con piena conoscenza degli ambienti descritti, e forse obliqua riconoscibilità delle vere identità dei protagonisti, com'era alla fine degli Anni ‘80, in un momento di vivacità per quanto effimera, con precisione e fantasia mescolate, senza moralismi, mai, per fortuna. Ci sono pure ristoranti ed alberghi di grande tradizione di Ravello, Roma e Spoleto. Ma c'è soprattutto tanta musica raccontata in «Kreisleriana op.16» di Maria Venturini, edito da Pietro Lacaita. C' è il famoso lavoro di Schumann, presenza ricorrente, con spunti di rispecchiamento autobiografico dei protagonisti, il bellissimo concerto op.83 di Brahms, c'è Bartok e «Parsifal», di cui l’autrice ricorda perfino l'edizione amatoriale con Maria Callas degli anni ‘50. Tanta musica, e raccontata in maniera credibile, è parte del racconto piuttosto che colonna sonora, poiché uno degli amori vissuto dalla protagonista Mila è un giovane pianista, bisessuale, che compare nel romanzo con il suo compagno mitteleuropeo, con il suo maestro napoletano soprattutto. Ma grande amante ed intenditore di musica è pure il grande amore, ammesso a fatica, di Mila, Lucio, che le è guida dapprima e compagno, nella sua conquista della nuova vita, che ella affronta, venuta a lavorare in Italia dalle Filippine, lasciando cinque figli, ed il marito subito nella primissima adolescenza. Con il solo eccesso di descrizioni di rapporti sessuali, appena redenta dalla delicata scrittura esplicitamente femminile nel suo garbo che la scrittrice dispiega, il lungo testo è convincente storia di formazione, piena di freschezza, di una donna giovane, ed un po' fortunata, che nel rispetto di sé e di tutti coloro che attraversano la sua vita, scopre il bello come esperienza condivisa. Da leggere, pigliando spunto per qualche bell'ascolto, dal momento che l'autrice cita esplicitamente musiche ed interpreti. Vigneri, trionfa il lusso a via Carlo Poerio Nel 1976 Giuseppe Vigneri apre il suo primo negozio dedicato alla gioielleria, all'oreficeria e all'orologeria nel centro storico di Napoli, in via Pessina. Oggi, a distanza di quasi 25 anni, con un'esperienza che lo ha portato ad essere oltre che un apprezzato conoscitore del settore orologiero anche uno stimato esperto in gemmologia, Giuseppe Vigneri apre un nuovo punto vendita in una delle zone più esclusive della città. Dal 24 novembre in via Carlo Poerio 89, c'è Vigneri Luxuries. Uno spazio dall'atmosfera ricercata ed accogliente dove i clienti di sempre e quanti hanno fatto della ricercatezza il proprio stile di vita, trovano un nuovo punto di riferimento e soprattutto un esclusivo luogo di incontro. Uno show room di classe, curato nei minimi particolari, dove è facile perdersi tra gioielli originali, orologi esclusivi e non solo. Oggetti e preziosi delle marche più prestigiose quali S.T. Dupont o Locati riconosciute come il lusso per eccellenza, la piccola pelletteria rigorosamente artigianale, gli esclusivi portasigari in alligatore, le cinture in coccodrillo con la fibbia in argento, le cravatte personalizzate stuzzicano il de- siderio delle personalità più esigenti in fatto di gusto. Qui è possibile trovare tutto quanto è sinonimo di lusso, dove lusso non è ostentazione ma raffinatezza, eleganza e ricerca personale di originalità. Ad affiancare Giuseppe Vigneri in questa nuova impresa ci sono, all'interno del punto vendita, la sua splendida signora e l'incantevole figlia (nella foto), mentre il figlio, in un rinomato laboratorio svizzero di orologeria, contribuisce al prestigio dell'attività di famiglia con la sua competenza tecnica. Il segreto del successo di Giu- LIBRIDINE La forza del mito nella Napoli velata di Ponticello Aurora Cacopardo Crocevia di luoghi, simboli, misteri degli dèi, dei miti e delle feste, «Napoli, la città velata» di Maurizio Ponticello (ed. Controcorrente 30,00 euro, Napoli 2007) è una enciclopedia simbolica dell'ignoto, una metafora cosmica, dove il regno della vita e quello della morte si toccano e sembrano rimandare ad una loro intimità primigenia. «È una Napoli solare, città magica», ha detto l'editore Pietro Golia alla recente presentazione del libro all’Antisala dei Baroni, aggiungendo che egli più che promuovere il libro è entrato nel libro, la cui lettura gli ha fatto capire che questo è il tempo in cui si rivendica la propria identità. In un momento in cui la gente non crede più a nulla, il libro crea un senso di appartenenza ed il Mito anticipa l'illusione del Sacro. Santa Di Salvo, intervenuta alla presentazione, ha apprezza l'indubbio merito dell’autore di aver raccontato una città diversa, guardata con amore e con purezza tanto da spingere i lettori ad interrogarsi su tutto ciò che è stato detto fino ad oggi sulla città. Per lo scrittore e critico Stefano Arcella, invece, quello di Ponticello è un lavoro rigoroso scaturito dalle fonti lette in senso critico ed inserite nel fenomeno del mito della cultura e della tradizione sempre in sintonia con la storia. Ponticello, nella sua poderosa opera, vuole svelare seppe Vigneri? Indubbiamente la passione accompagnata dal desiderio di mettersi continuamente in gioco con nuove sfide: la scelta di far realizzare in Francia, da esperti maestri orafi, i gioielli che lui stesso disegna ne è una prova. Se all'amore per il proprio lavoro uniamo un carattere gentile ed un'attenzione particolare alle esigenze di chi ha di fronte, si spiega perché quelli di Vigneri più che clienti possono considerarsi amici per il rapporto di reciproca fiducia che ha costruito nel corso degli anni. Napoli ed occuparsi della nostra cultura, delle nostre radici, della nostra identità. Da qui l'importanza dei Miti e dei Simboli, elementi di coesione e raccordo. Il tema della vergine, l'archetipo del divino, la potenza del Sole - Napoli gioia mediterranea - la potenza, che se non congiunta con il principio spirituale rischia di disperdersi in modo caotico. Ecco perchè la città avendo smarrito il principio è divenuta caotica. Attraverso un iter mitico-simbolico, Ponticello trova un filo conduttore che da Parthenope giunge a Virgilio, secondo patrono della città e, passando per Miti e Leggende, ci porta per mano in un universo segreto e simbolico. Il libro sveglia le coscienze assopite e ci spinge a riflettere su questa città velata e sul suo profondo spirito greco. Scriveva Nietzche «Dionisio parla la lingua di Apollo ma alla fine Apollo parla la lingua di Dionisio». SOCIETÀ&COSTUME CHIAIA MAGAZINE 23 Franzese, mattatore del cabaret futurista L’INTERVISTA. Il giornalista rivive le sue mille esperienze culturali: dagli spettacoli «Al Pruneto» al libro sui venditori ambulanti. L’avventura del Premio Masaniello Antonella Carlo A colloquio con la cultura. Dopo Silvio Perrella, Mimmo Jodice, Sergio Piro, Roberta Carlotto, Riccardo Dalisi, Maurizio Fiume e Pina Cipriani, tocca a Umberto Franzese. ra una calda e solitaria serata di luglio del 1968, in uno storico locale di Posillipo: iniziò «Al Pruneto» l'avventura artistica di Umberto Franzese, giornalista RAI ed insegnante, appassionato cultore di teatro, letteratura, linguistica. Lo spettacolo «Automitomobilemania» (come non cogliere, nel titolo, gli echi lontani dell'avanguardia futurista?) era il primo tassello di un cabaret intelligente, provocatorio, sempre pensato ed al passo con i tempi: nel fragore della risata spontanea si riverberava una particolare politica culturale, fatta di leggerezza, ma soprattutto di riflessione. Umberto Franzese, con la collaborazione dei registi Aldo Masella e Vito Matassino, degli attori Claudio Veneziano ed Aldo De Martino e del cantante Giorgio Schlotter, creò il «teatro cabaret»: i recital vennero programmati in tutta la Campania, nel beneventano E IL CENONE CASCINA DI SABA L’IRPINIA È SERVITA Quest'anno per un super Capodanno c'è una sola strada per chi viene da Napoli: prendere la Napoli - Bari, uscire ad Avellino Est, imboccare la Ofantina bis- e dopo una decina di chilometri, uscire allo svincolo di Montemarano, paese del «vino e della tarantella»; a 200 metri, c'è già il bosco ricordato. Qui il nome magico è «La Cascina del Saba», un luogo fiabesco, ai piedi delle montagne più suggestive dell'Irpinia, di cordiale ospitalità e dal profumo di piatti eccezionali, grazie a Rosetta e zì Minuccia, regine riconosciute di una gastronomia d' altri tempi e di altri sapori. Sopressate, cacetti locali, lachene, maccaronare, fusilli, bucatini, funghi, carne alla brace, verdure e contorni di bosco, aglianico superbo: queste le prelibate squisitezze da gustare, il meglio di quella forte e genuina tradizione del mangiare e del bere silvo pastorale che, nel V e VI secolo a. C. festeggiava in queste gole, i riti della «Primavera sacra». Per un «Capodanno con i fiocchi» alla «Cascina del Saba», consigliabile prenotarsi (0827 / 63777 - 63888). Umberto Franzese nel suo «pensatoio» così come nella provincia di Salerno e nella penisola sorrentina. Il secondo spettacolo, «Napoli USAta», che trattava dell'occupazione americana nella città, sancì la definitiva combinazione di linguaggi dissacranti e meditazioni sociologiche amare: «Con “Napoli USAta”», racconta Franzese, «riuscimmo a definire una nuova tappa di percorso, che ci portò ad aprire uno spazio piccolo e raffinato, “Il Teatro dei Sordi”, proprio a via Chiaia. Facemmo molte repliche ed andammo avanti con “Canta il sole, spunta il gallo, “Il matrivorzio” e “Le voci parlanti. Incontro con i posteggiatori”: ancora una volta i nostri lavo- ri erano l'espressione concreta di un cabaret sempre pronto a cogliere le suggestioni del presente e del passato prossimo partenopeo». L'amore per la nostra città è, sin dalla giovinezza, una costante nella dimensione individuale e professionale di Umberto Franzese: se, negli anni Settanta, il professore proponeva alla radio il suo spettacolo “Furori e canti nelle piazze di Napoli”, interpretato da Antonella Cioli e Cinzia D'Angelo, oggi questa passione si è colorata di un'ulteriore ed approfondita valenza scientifica. Franzese, infatti, è uno dei promotori del progetto didattico di rivalutazione del dialetto napoletano: l'idea di insegnare la lin- gua e la cultura partenopea nelle scuole superiori campane è stata approvata dalla Provincia, mentre è ancora al vaglio delle commissioni regionali. «Questa metropoli mi scorre nel sangue, come prova il mio libro Gli ambulanti napoletani, pubblicato dalla “Newton&Compton” nel 1997 e ridistribuito in edicola dal quotidiano “Il Mattino”», dice ancora Franzese, «eppure, a tratti, mi sembra che qui gli intellettuali più schivi siano condannati all'emarginazione, perché esclusi dalle caste di potere». In questa prospettiva, l'istituzione del “Premio Masaniello”, giunto alla sua seconda edizione, ha lo scopo di rivalutare quei napoletani d'eccezione, capaci di tenere alto il nome della città: la kermesse, di cui è promotore il professor Franzese, conferisce riconoscimenti non soltanto a scrittori ed artisti, ma anche a lavoratori e piccoli commercianti. Speculazione teorica e cultura pratica sono a confronto: se, negli scorsi anni, sono stati premiati il linguista Carlo Iandolo ed il poeta Raffaele Pisani, menzioni di rilievo sono riservate anche a pescivendoli ed artigiani, che rappresentano, in pieno, il vero folclore partenopeo. LA STANZA DEL GUSTO: NOVITÀ A VIA GENNARO SERRA Trionfa lo show room dei prodotti pugliesi È stato inaugurato da pochi giorni, in via Gennaro Serra 23, nel triangolo tra piazza Santa Maria degli Angeli, via Chiaia e piazza del Plebiscito, il primo punto vendita del Consorzio Alimentare Puglia, dove alcune tra le migliori aziende alimentari pugliesi si sono riunite per dar vita ad un importante progetto: presentare e promuovere il più direttamente possibile la più accurata selezione della tradizionale gastronomia della propria regione. La Puglia infatti, viene considerata come ricca terra che vanta un'antica vocazione agricola che le garantisce altissimi standard qualitativi dell materie prime: dall' olio extravergine di oliva, per cui è la più importante produttrice per qualità d'Italia, contraddistinto dal marchio D.O.P. (denominazione di origine protetta), al grano del tavoliere pugliese, da sempre definito il granaio d'Italia, ai vigneti altamente selezionati, agli allevamenti di bovini e ovini, ai mandorleti, ai campi che producono i migliori ortaggi e la migliore frutta. L'esigenza di aprire questo piccolo angolo di Puglia a Napoli è stata determinata dal fine di offrire ai napoletani, per tradizione cultori della buona tavola, un contatto diretto tra i produttori e i consumatori, allestendo sia un negozio dedicato che «angoli» all'interno di negozi esistenti dove trasmettere tutta la cultura e la qualità di questi prodotti di eccelsa fattura. In questo punto vendita e nei corner che a breve saranno presenti su tutto il territorio partenopeo, è possibile visionare e degustare tutti i prodotti a disposizione oltre ad avere informazioni sia del ciclo produttivo che delle aziende titolari. I primi ad aderire ai corner, che con slancio hanno aderito a questa iniziativa sono la Cremeria Ranieri di via Posillipo 367, e il negozio di alimentari Manco Eduardo di via San Gicomo dei Capri 41/a al Vomero. Qui il progetto è stato accolto con entusiasmo proprio in considerazione della qualità dei prodotti in questione e del loro prezzo concorrenziale. L'offerta a disposizione dei napoletani, spazia dai formaggi tra cui le famosissime burrate, al tipico olio di oliva (extravergine, dop, biologico ed aromatizzato), dai vini al moscato, dalle olive da tavola, alla pasta di semola per concludere con dolci tipici, confetture, conserve sott'olio e prodotti da forno come taralli e friselle. «Riteniamo che la degustazione sia il modo più efficace per presentare i nostri prodotti. Nel negozio è, quindi, sempre possibile provarli oltre ad avere tutte le informazioni delle aziende di produzione e il loro ciclo produttivo». Il negozio di via Gennaro Serra 23, oltre ad essere un punto vendita al dettaglio funge da show room permanente per coglierne altri due obiettivi: il primo presentare i prodotti ad operatori del settore tipo gastronomie e alimentari di qualità di altre zone della città in modo tale che questi possano offrirli ai loro clienti, ed il secondo presentarli ad alberghi, ristoranti e pizzerie al fine di avviare duraturi rapporti esclusivi e di qualità. Infine, per questo Natale ormai alle porte, è possibile confezionare ceste regalo e acquistare prodotti tipici della tavola pugliese per arricchire i buffet in questi giorni di festa. IL PERSONAGGIO QUEL VULCANO DI DIEGO NUZZO Sei nel cuore di Napoli, ma, in un attimo, con la mente, arrivi in Europa: ad Amsterdam, ad esempio, in uno degli affollati e fumosi caffè letterari, in cui intellettuali dagli accenti diversi si incontrano, parlano, si ritrovano. È un'idea coraggiosa e vincente quella di Diego Nuzzo, direttore del «Penguin Café» di Santa Lucia: «Dopo la chiusura del cinema di quartiere, sostituito, come al solito, dal supermercato di turno», racconta Nuzzo, «ho pensato che era necessario fondare un nuovo polo culturale, perché Santa Lucia non fosse soltanto la zona dei ristoranti e dei night». Detto, fatto; Diego Nuzzo ha costruito il suo piccolo e suggestivo spazio espressivo, che insegue differenti definizioni strutturali: libreria, caffè ed enoteca, luogo espositivo. Con la recente specializzazione sul cinema, il “Penguin” è diventato un vero e proprio centro di aggregazione per un pubblico eterogeneo, di cultori della materia ma anche di giovani e curiosi: passeggiando per le salette del locale, puoi trovare saggi, biografie, romanzi ispirati a film, narrazioni visionarie e metaletterarie. «Il nostro scopo», prosegue il direttore artistico del “Penguin” «è proporre alla cittadinanza una programmazione settimanale, che si può memorizzare con facilità e che offre una caratterizzazione costante del locale». Un calendario fitto di eventi di differente tipologia denota, dunque, il “Penguin”: il lunedì ecco un corso di scacchi, programmato dall' “Associazione scacchistica napoletana”; il mercoledì ci sono le “Conversazioni private” sul cinema, in cui famosi intellettuali partenopei raccontano quale è il loro “film nel cassetto”; il venerdì è la volta di “Teatromovie”, rassegna di trasposizioni teatrali di pellicole che hanno segnato la storia del grande schermo. E poi mostre di pittura, fotografia e design si alternano, ogni 2 settimane, per rappresentare una finestra sull'arte internazionale: a gennaio sarà la volta di Giuliano Del Gatto, fotografo romano che narrerà, in immagini, la complessità della città di New York. Antonella Carlo SHOPPING&BENESSERE CHIAIA MAGAZINE 24 Centri del Sole RA, abbronzatura su misura CURE ALTERNATIVE. Viaggio terapeutico nel salone di via Martucci: l’efficacia della cioccoterapia e l’importanza delle sedute per studiare la pelle dei clienti oppia nella vita privata e coppia nel lavoro: Gianluca Salierno e Stefania Castaldo sono i direttori dei «Centri del Sole RA», quattro saloni del benessere che si trovano a Napoli (via Martucci), Casoria, Caserta e Caivano. Insieme nell'amore e nella professione, Gianluca e Stefania hanno sviluppato, nel corso degli anni, una politica che non si sintonizza soltanto sull'ambito commerciale: alla base di questa prassi di rapporto attento con i clienti, c'è la consapevolezza che il benessere dell'individuo parte da un'interazione sana con l'estetica. Per il 2008, dunque, i «Centri del Sole RA» continueranno a proporre, al loro pubblico, una gamma variegata di trattamenti: massaggi con unguenti particolari (chi può dimenticare, al proposito, la cioccoterapia?), rimedi antistress per il corpo, sedute per abbronzarsi in salute e serenità. È proprio sul concetto di abbronzatura che Castaldo e Salierno insistono molto: «Cerchiamo di distinguerci dalle altre strutture locali non soltanto per la modernità dei nostri macchinari, ma soprattutto per lo studio effettuato sulla pelle e sui colori di ogni singolo cliente». Per chi si farà la lampada, dunque, non ci sarà più quell'insolito «effetto peperone?» Gianluca e Stefania rispondono all'unisono: «L'ab- C bronzatura è qualcosa che si deve abbinare, armonicamente, allo stile di ciascuno di noi: ci vogliono differenti sedute per arrivare ad una soluzione davvero perfetta e definitiva. Gli impazienti, invece, vengono spesso accontentati dai commercianti dell'ultima ora e preferiscono avere un'immagine stridente, che tradisce i presupposti della finezza». Per abbronzarsi, quindi, bisogna diventare partecipi di un vero e proprio viaggio terapeutico, al confine tra estetica e benessere: la musica soft ed i colori delicati delle pareti contribuiscono a far entrare in un'irripetibile dimensione di relax. «Niente assordanti ritmi dance, niente colori forti che accecano quasi il pubblico del centro. Chi viene qua deve distendersi, senza pensare alla routine infernale del quotidiano: abbronzandosi o godendo il tempo di un massaggio, si ha finalmente il coraggio di pensare a se stessi», continuano Gianluca e Stefania. In questa prospettiva, è stata progettata un'intera giornata dedicata al benessere: il 12 dicembre è la prima data che ha lo scopo di illustrare, agli inesperti, le reali leggi dell'estetica. «Molto spesso le persone non si prendono cura del corpo e ritengono che i centri benessere siano da appiattire in un'unica categoria di inutile commercio: noi, invece, ci impegniamo in un'attività al confine con la medicina e con la psicologia, cercando di comprendere i bisogni e le esigenze del singolo. Non è facile distinguersi e mantenere, nello stesso tempo, prezzi competitivi sul mercato: ma è il nostro lavoro e ci piace immaginarlo a nostra immagine e somiglianza», sorridono Gianluca Salierno e Stefania Castaldo. NEWS RIMA CONQUISTA IL MERCATO Per il 2° anno consecutivo la Rima Srl, concessionaria ufficiale Yamaha, ha ricevuto il premio come miglior Concessionario per la Campania e per il miglior allestimento delle vetrine dal mensile «Motociclismo», leader indiscusso nel settore delle riviste a due ruote. Beniamino Ricci, patron di Rima, è soddisfatto: «L'attestato ci inorgoglisce e ci motiva a ottimizzare sia i servizi che lo standard qualitativo in azienda. Perciò - prosegue Ricci - investiremo molto nella comunicazione: l'azienda, infatti, è pronta a credere in questo settore per trarne benefici in visibilità, in espansione del bacino acquirenti, in vendite del nostro usato sicuro, in eventi e test drive». Il gruppo Rima, leader Yamaha in Campania, consta di ben 3 punti vendita: via Orazio, via San Giacomo de Capri e via Arenaccia, che è punto vendita, officina e ricambi. Ricci intanto, al passo coi tempi, aprirà anche al «sociale»: «Tanti i progetti: è imminente la campagna di sensibilizzazione sull'uso del casco in una realtà difficile come quella napoletana. Un processo che bisogna instillare nei ragazzi sin da giovanissimi. Il gruppo Rima terrà delle vere e proprie lezioni in scuole e università napoletane: e, avvalendosi dei suoi piloti e del suo background tecnico, spiegherà ai giovani che la sicurezza è fondamentale sia su strada che in pista. Partirà, a tale proposito, una serie di test in pista dove i partecipanti potranno capire cosa succede nelle situazioni di pericolo e come superarle». (A.D’Amore) VISITA GUIDATA AL PRESEPE DI SAN LORENZO L'Associazione Culturale Nartea e l'Istituto Politeia presentano: «Natale a Napoli: 'O presepe 'e San Lorenzo», visita guidata Teatralizzata nel Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore in Napoli: il 19 dicembre alle ore 11.00 e il 20 dicembre alle ore 11.00 e alle ore 16.00. Prenotazione obbligatoria ai numeri: 339.70.20.849 - 334.622.77.85 081.557.13.58. Per saperne di più: www.nartea.com. SHOPPING&BENESSERE CHIAIA MAGAZINE 25 Boellis cede alla seduzione della Violetta LA NOVITÀ. La linea di profumeria maschile «Panama 1924», ideata dalla prestigiosa barberia di via Vetriera, sbarca al Vomero nell’esclusivo spazio del lusso di via Bernini inalmente per questo Natale, in vendita a Napoli «Panama 1924», la linea di profumeria maschile di Boellis che ha già conquistato attori, politici, capi di stato e discendenti di antiche famiglie nobiliari. Tra i clienti illustri della linea Panama 1924, infatti, si annoverano il re Juan Carlos, l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e la famiglia Savoia. Ora sarà possibile acquistarla anche al Vomero, presso «La cantina delle essenze», l'esclusivo spazio in via Bernini ideato dal patron della «Violetta», Diego Attanasio, e dedicato ai profumi di lusso. Mentre a Chiaia gli estimatori potranno acquistare l'eau de toilette, le essenze e i saponi a partire dal 24 dicembre nello storico negozio al secondo piano di via Vetriera n°9. Un luogo intimo e lussuoso dove la bellezza al maschile trova la sua massima espressione. Infatti, nel salone in cui da ottant'anni viene praticata, con indiscusso successo, l'arte della barberia, la capacità e l'esperienza si accompagnano ad una moderna offerta di trattamenti estetici: rasatura con prodotti della linea Panama 1924, panni caldi con fresche essenze, impacchi e massaggi al viso, creme dopobarba per tonificare e rivitalizzare la pelle. Terapie per il corpo e per la mente alle quali F MODA&ARTE IL VINTAGE SECONDO FINAMORE si affiancano servizi pregiati: mantelle di seta per il taglio dei capelli, aperitivi accompagnati da buffet, profumi e sigari firmati Boellis Bespoke. D'altra parte, Boellis rappresenta la tradizione più antica e prestigiosa d'Italia. Ed è proprio in onore di questa tradizione che è nata nel 2001 «Panama 1924»: una raffinatissima linea di prodotti artigianali per uomo già distribuiti in mille selezionate profumerie e boutique del mondo (Parigi, Barcellona, Berlino, Hong Kong, Tokio, Dubai, New York). Robb Report, rivista americana specializzata in lusso, ha consacrato nel 2003 Panama 1924 tra i migliori marchi di nicchia d'Italia. E nel 2005 al Cosmoprof, all'interno della rassegna Masterpiece, è stato eletto tra i migliori 14 profumi italiani nel mondo. Eau de toilette ma non solo: anche le essenze sono un vero «must», da considerare soprattutto in vista dei regali di Natale. In occasione delle festività natalizie, infatti, si possono far realizzare essenze su ordinazione, anche in versione luxury, ovvero con flaconcino d'argento sormontato da una testa di pulcinella creata da artigiani di San Gregorio Armeno (900 euro). Alcuni esemplari sono già partiti alla volta dei paesi arabi. Michele, Antonio ed Elena Boellis, i creatori della linea, danno appuntamento a tutti i clienti e gli estimatori a metà gennaio al Pitti Moda Uomo, dove da anni allestiscono un negozio di barbiere in stile Boellis all'interno della rassegna di moda, in partnership con «Monsieur», rivista dedicata al lusso maschile. Tradizione e modernità sono le linee guida di Fabio Finamore, prestigioso marchio di camiceria, creato da Michele e Fabio Finamore (nella foto), padre e figlio, binomio perfetto per coniugare una storia artigianale che nasce nel 1923 con la nonna Carolina. Due generazioni unite dalla stessa passione lavorano insieme spinte da un obbiettivo comune: ricercare e sperimentare sempre una via nuova nell'ambito sartoriale e commerciale senza mai perdere di vista i cardini delle origini fatti di tradizione e impareggiabile sensibilità artistica. Il sodalizio che ne è nato ha prodotto e continua a produrre eccellenti creazioni. Non ultima la camicia «vintage» straordinaria per originalità e gusto, partorita da un' idea di Michele e realizzata dal figlio Fabio con l'input di andare oltre gli schemi classici della produzione partenopea. Il suo aspetto così unico è ottenuto attraverso un trattamento che stropiccia, decolora, consuma il tessuto, ma allo stesso tempo lo rende morbido al tatto. Una camicia ideale per il tempo libero e per le serate più glamour che, in breve tempo, anche grazie al taglio asciutto, è diventata un must soprattutto tra i giovani che amano uno stile informale e al passo con i tempi. Per soddisfare una clientela più esigente Fabio Finamore ha predisposto inoltre il servizio «su misura», realizzato partendo dal disegno su carta in base alle misure del cliente e la possibilità di scegliere tra un' ampia gamma di tessuti a tinta unita o fantasia. Il tutto impreziosito da una manifattura eseguita a regola d' arte, secondo le più antiche tecniche del taglio e cucito partenopeo. Sito internet www.internationalline.it PICAGALLERY NEL SEGNO DI GEORG TRAKL Venerdì 21 dic. 2007 (ore 18), alla Picagallery in via Vetriera 16, Giuseppe Bilotta, Giuseppe Manigrasso e Checco Moroso presentano «Georg Trakl o del passo dello straniero», omaggio al poeta tedesco, morto suicida a 27 anni, e oggi considerato il più grande poeta di lingua tedesca del ‘900. Bilotta ha curato i testi; Manigrasso ha realizzato i disegni e la scultura e Moroso il modello della casa natale di Georg Trakl. EVENTI&CURIOSITÀ CHIAIA MAGAZINE L’INIZIATIVA IL MORSO DELLA TARANTA Manzieri e la provocazione in rosso di PAOLO D’ANGELO C’è chi ha pensato a colorare le strade della città e della provincia. Come? Ma con sacchetti della spazzatura di colore rosso. E non è uno scherzo ma una provocazione, ideata da Gianluca Manzieri, cabarettista e speaker alla storica emittente Kiss Kiss. «Visto che in città non ci saranno gli addobbi natalizi - ha detto lui - ho fatto realizzare 100.000 sacchetti per rifiuti rossi, colore in tema con il periodo: questo per compensare ciò che il Comune non farà. Vedere cumuli di immondizia con il colore classico del Natale sarà un NATALE BLACK «Chiù black della midnight nun po’ venì»: il napoletano e l’inglese miscelati in un unico linguaggio per ricordare a tutti che la nostra città è in una situazione che più nera della mezzanotte non può venire. Questo del 2007 è un Natale black per Napoli: niente luminarie, infatti, per la dura e sacrosanta protesta dei commercianti. Non c'è più niente da festeggiare, infatti, è solo il momento di dire basta a chi ormai da tempo non ha saputo rilanciare la nostra città, i nostri quartieri. Vecchi e nuovi amministratori da anni sono arroccati nelle stanze del potere e hanno avuto la «grande» capacità politica di mantenere le posizioni di potere pur non avendo fatto nulla. Cari amministratori, siete avvisati perché la festa è finita, le luci sono spente. Il buio rappresenta quello che avete saputo fare e buio pesto sarà il Natale di quest'anno nelle strade del centro. «Che figura di …» per questi amministratori, ma che bella figura per quei napoletani che hanno saputo alzare la testa e scendere in piazza il 10 novembre e che finalmente hanno saputo ridare un po’ di dignità all'immagine logora e lercia della Napoli di questi tempi. Buie saranno le strade ma la luce della speranza è dentro di noi. Quella luce che ci ha illuminato la via da percorrere, protestando e denunciando alla luce del sole le responsabilità morali di coloro che non hanno fatto nulla per la nostra città e che, alle prossime elezioni, meritano di andare a casa. La città buona è viva, non intaccata dal malaffare e le proteste di questi giorni ne sono una prova, un segno tangibile di reazione positiva allo stato dei fatti. Un augurio di buone feste al buio voglio darlo a tutti quei cittadini assenti e addormentati, non sempre per loro colpa: un augurio di essere svegli e pronti per non subire più passivamente la delinquenza, l'immondizia, il degrado che nelle sue logiche vuole la mancanza di valori, di sviluppo. Scetateve guagliuni che l'aria è fresca e tanti auguri. 26 INSTALLAZIONE A PIAZZA DEL PLEBISCITO Il Mediterraneo di Pistoletto Rossella Galletti La facciata della basilica di San Francesco di Paola trasformata in un manifesto di amore per le differenze; una grande superficie che riproduce la silhouette dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo: è il sogno di una sintesi tra culture e arti diverse che si concretizza nell'opera di Michelangelo Pistoletto (nella foto). Classe 1933, nato a Biella, ma promotore negli Stati Uniti di un'esperienza di collaborazione tra artisti di diverse discipline, viene a presentare a Napoli, nel suggestivo scenario di piazza del Plebiscito, il suo nuovo lavoro. La mostra approfondisce i temi del progetto Love Difference-Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea. Nato nel 2002 con la realizzazione di un gran- de tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, il progetto individua l'arte come perno di una trasformazione socialmente responsabile. Un'arte che non conosce i confini tra pittura, scultura e fotografia che è al servizio della ricerca concettuale del Pistoletto il quale cerca di creare un ponte fra natura e tecnologia, oggetto e comportamento, il tutto e il nulla, così come fra i popoli del Mediterraneo e le peculiarità che contraddistinguono tra loro gli esseri umani. Napoli sarà lo specchio dell'opera dell'artista: l'esposizione quest'anno coinvolgerà anche il museo Madre creando un collegamento ideale all'interno del tessuto cittadino. Il consueto appuntamento tra Napoli e l'arte si aprirà il 22 dicembre: la città guarderà al nuovo anno con occhio volto alla “contemporaneità”. vero e proprio colpo d'occhio». I sacchetti possono essere ritirati presso degli appositi gazebo e a Chiaia sono distribuiti da Chiaia Magazine. «Durante le festività normalmente i rifiuti aumentano. Se ci aggiungete la solita emergenza, lo spettacolo assicurato sarà quello di montagne di monnezza rossa dal centro alla periferia. In qualche modo la città va addobbata ed io - ha detto lo showman - mi sono dato da fare. E poi, mica solo l’artista Palladino può realizzare le montagne a Napoli. La differenza? La mia costa poco». La poesia di Ciro Rimonti Ciro Rimonti (nella foto), il poeta di Santa Lucia, ha scritto questi versi dopo il corteo di protesta di Chiaia del 10 novembre scorso. Il titolo della poesia è «Riflessioni». «‘A rogna ca s'attacca 'ncuollo 'a chistu popolo/ ca dorme e manco se ne accorge 'e sonnà a nonna a nonna/ 'ncoppa all'onna do mare,/ co sole che brucia e dà luce ma nun dà calore/ perché è freddo comme all'ammore/, comme ammore ca tutt'quant nui napolitani provamm’ pe sta città/ ca ti dà brividi senza emozioni/ ca te fa vulà sulo co pensiero,/ ma vai vedenne, nun te si muoppete 'a terra./ E Masaniello, e Pulicenella e tutta chella gente/ ca dice chella ca pense facenno rummore,/ chissà se fanno o nun fanno niente,/ ma almeno smuoven' 'e cuscienze e chisti parassiti/ ca senza anima né scuorno,/ senza ritegno e cu na faccia e cuorno/ fanno chell' ca vonn'./ Tutte ' juorn ringrazia 'a Dio pe’ essere nato a Napoli,/ ma me vene 'na malincunia quando dicono ca so napolitano.../e ogni tanto me vene 'a pensà: guagliò ma tu ce piensi». EVENTI&CURIOSITÀ CHIAIA MAGAZINE LA BACHECA DI OCCHIO DI RIGUARDO Rotaract: arte contemporanea per il Benin A piazza Dante, nell'officina creativa «Linea d'arte», i membri del «Rotaract Distretto 2100» hanno organizzato una mostra che raccoglie opere di 30 artisti, con la finalità di aiutare i bambini africani del Benin. «Arte contemporanea for Be- nin» è un percorso colorato che Imma Maddaloni (nella foto), Mariangela Chianese, Gennaro Ippolito e Giovanni Donnarumma hanno immaginato con entusiasmo, realizzando un progetto di ampio respiro ideologico e sociale. FINALMENTE TUA LA EXCLUSIVE CARD ScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimi Per i possessori della Card e occasionissime! sconti LE CONVENZIONI • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • E.MARINELLA - cravatte Riviera di Chiaia, 287 NINO DE NICOLA - abbigliamento Via S. 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