Il ricorda - Parrocchia San Pietro, Asti
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Il ricorda - Parrocchia San Pietro, Asti
Parrocchia di San Pietro in Asti 47. 13/11/2016 Corso Genova, 14 - tel. 0141.351081 www.parrocchiasanpietroasti.it - parrocchiasanpietroasti@gmail.com Si chiude oggi in tutte le cattedrali del mondo e domenica prossima a Roma, l’Anno Santo della Misericordia. Proponiamo una riflessione attenta e simpatica di Giacomo Poretti apparsa sul mensile La Porta Aperta del quotidiano Avvenire. Il Papa ha voluto che ci fossero Porte Sante ovunque e non solo a Roma, e così ci ha semplificato la vita, ma è vero anche il contrario, perché in questo modo ci costringe a confrontarci con l’esigentissima idea che l’esperienza della misericordia ha a che fare non con fatti eccezionali ma con la vita quotidiana. È a por tata di mano. Proviamo a metterci nei panni di un cristiano devoto e formale, ma nel contempo, mentr e lo immaginiamo, Il Vescovo all’apertura della Porta Santa il 13/12/2015 mai e poi mai scorderemo il monito di Francesco: «Chi sono io per giudicare un cristiano devoto e formale?»... Ecco, dopo questo atto di salutare compunzione, la nostra immaginazione ci dice che un cristiano devoto e formale all’annunciarsi dell’anno giubilare, dopo 5 minuti, ha pr enotato due posti (lui e sua moglie, anch ’essa devota e formale, perché, in genere, chi si somiglia si piglia) sul treno Freccia Rossa, andata e ritorno per Roma, per ché una coppia di cristiani devoti e formali deve varcare la porta santa, altr imenti si sente in colpa. Ma Francesco, che non desidera che alcun cristiano si senta in colpa, ci facilita la vita e annuncia al mondo che non è necessario spendere i soldi del biglietto per andare a Roma, se proprio ci volete andare sarete ben accolti, ci mancherebbe, ma è sufficiente varcare la porta santa sotto casa, magar i nella pr opr ia parrocchia. È ovvio che varcare una porta è un gesto, oltr e che litur gico, anche simbolico, dir ei for temente simbolico. Var cando la porta santa noi entriamo in un’altra stanza, luogo, dimensione; abbandoniamo la nostra alterigia, il nostro egoismo, l’orgoglio, l’errore, la vendetta, il rancore, ed entriamo, varcando la soglia, nel ter r itor io dell’ascolto, della disponibilità, della mitezza, della riconciliazione, dell’accoglienza, del perdono, della misericordia: per ché oltre quella porta ad aspettarci c’è il Padre. Quindi se il valor e del var car e una por ta è simbolico, var car e la porta santa di una chiesa "qualunque" è per davvero un gesto santo e misericordioso. Sì, per ché questo Papa oltre che essere profondo è anche uno risparmioso, attento alle finanze di ogni famiglia. Voi cr edete che sia finita qua? Con un risparmio dei soldi di due biglietti di andata e ritorno per Roma? Oltre che essere devoti e formali siete anche illusi. Ma se la porta di San Pietro è santa e misericordiosa, e lo sono anche molte altre porte di molte altre chiese sia dell’Alto milanese, della Barbagia, della valle Tiberina, delle Langhe, del Tavoliere delle Puglie e del parco del Pollino, non è che Francesco, sotto sotto, ci sta dicendo, che per ogni cristiano ogni porta è santa? Compresa la porta che dal tinello conduce in cucina, dove la moglie sta preparando le lasagne? O che dal corridoio porta nella camera di nostro figlio? O che dal por tone ci intr oduce nell’appartamento del nostro amico, o la porta a vetri che ci fa entrare in ufficio, o tutte le porte che ci conducono sui posti di lavoro, di divertimento, di perdizione? Perché aperta una porta c’è sempre qualcuno ad aspettarci. La porta più difficile da varcare è quella che apriamo ogni mattina, quella della camera da letto, la prima apertura verso il mondo, verso gli altri. Francesco, che oltre che intendersi di un sacco di cose tra cui la teologia, la preghiera e la liturgia, è anche un esperto di serramenti, sa che le porte sono fondamentali nella vita di ogni cristiano, e come un buon falegname ci spinge leggermente, sussurrandoci che le porte devono essere aperte e varcate. ADORAZIONE EUCARISTICA Nella Solennità di Cristo Re dell’Universo SABATO 19 NOVEMBRE ore 17.45 “ Contemplare le bellezze e i pregi di un figliuolo proprio, non con altra soddisfazione, che di aver fatta una cosa bella al mondo; sia essa o non sia conosciuta per tale da altrui” Così scriveva nel 1828 Giacomo Leopardi riguardo ai suoi versi, per lo più disprezzati dai contemporanei. Sapeva che quei versi avrebbero reso il mondo meno immondo, più bello, indipendentemente dal successo pubblico che in vita quasi non arrivò. Il Cristianesimo, accusato da molti di basare la sua speranza nel futuro dimenticando l’impegno nel presente, è esattamente il contrario: è la vita di un Dio fatto uomo, che dà tale consistenza al presente e quindi al passato da farne dipendere il futuro. La garanzia che Dio offre all’uomo è che le sue ( dell’uomo ) opere lo accompagneranno, ciò che l’uomo porrà nel mondo sarà ciò che non gli sarà tolto, la sua eredità. Il contrario di una fuga consolante nel futuro. La misericordia che ci è chiesta è proprio quella di chi si prende cura del mondo e lo rende più simile a Dio. Questa è la Redenzione a cui siamo chiamati a partecipare: rendere più visibile la verità in ogni angolo di questa terra, perché la verità è Cristo stesso, quindi permettere a Cristo di regnare su quell’angolo di mondo. La redenzione è la bellezza che si sprigiona, per opera della grazia, in ogni cosa, ma ciò accade attraverso noi, che offriamo a Dio la possibilità di tornare ad abitare tra gli uomini. Le nostre opere non saranno dimenticate, perchè quando le avremo compiute, in-con-per Cristo, esse non potranno più essere cancellate. O meglio, quelle malvagie potranno essere annullate, se, ammesse e perdonate dalla misericordia di Dio, verranno trasformate in un bene più grande. Il Cristianesimo è la religione che si fida così tanto delle opere dell’uomo che dà loro consistenza eterna, purchè ci sia misericordia in quelle opere. In altre parole ogni gesto buono della nostra vita, noi lo possiamo anche dimenticare, ma Dio, no. La presenza di Cristo risorto nella storia umana dà valore di eternità ad ogni realtà, che sarà trasformata in meglio nella risurrezione, ma non distrutta o annullata. Saranno presenti le coppie che si stanno preparando a celebrare il Sacramento del Matrimonio Nella scatola della mini indagine “ VICINI ALLO SPECCHIO “ abbiamo trovato un lamento di una persona proveniente dal Sud, che vogliamo segnalare. Alla domanda “ come giudica i rapporti con i vicini” risponde “ I rapporti tra persone sono freddi. Non voglio fare polemiche ma appena sono arrivata ho detto a Dio “dove mi hai mandata?”. Voi mi chiederete perché sei venuta qui? Purtroppo mio marito per lavoro è stato trasferito qui. Ed anche lui ha avuto problemi sul posto di lavoro, in quanto appena sentono che siamo napoletani … In questa terra non c’è amore tra i vicini ! Alla domanda “è possibile che i rapporti possano essere migliori” risponde : “ Si, è possibile. Essere più umani, più disponibili verso gli altri. Ma soprattutto lavorare in famiglia, perché dare amore, prima in famiglia è il punto principale per poi donare amore a tutti. Lo so pretendo forse troppo trovare lo stesso modo di vivere che c’è a Napoli, ma fa male che siamo tutti italiani e vedere che la gente ci tratta come persone di livello B. Spero tanto che vengano lette queste risposte e si faccia qualcosa per cambiare la mentalità di questo posto. Un saluto da una napoletana, fiera di esserlo”. Il “lamento” non va giudicato, ma accolto come un invito a verificare i nostri rapporti: siamo diversi, anche se tutti italiani, ma una attenzione più simpatica verso tutti la possiamo e dobbiamo avere. Perché il cristiano ha come compito dato da Cristo di amare tutti, senza distinzioni. L’anno Santo della Misericordia termina oggi, ma non cessa la bontà di Dio nei nostri confronti. Egli desidera far “ sentire” sulla nostra vita il flusso benefico del suo amore che rianima, conforta, perdona e riabilita la nostra volontà di bene. Il sacramento della Confessione è il segno umano del Suo “toccare”, del Suo entrare nella nostra vita per migliorarla. Per questo riproponiamo un tempo fisso per poterci accostare al Sacramento. OGNI SABATO MATTINA dalle 0re 9 alle 11 in Sacrestia c’è il sacerdote per la Confessione.