per Gelsomino D`Ambrosio
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per Gelsomino D`Ambrosio
per Gelsomino D’Ambrosio MANAGEMENT PA FESTIVAL STAFF Comune di Salerno - Settore Affari Generali Annamaria Barbato Direzione artistica generale Peppe D’Antonio Comune di Salerno - Responsabile unico di procedimento Caterina Palombo Comune di Salerno - Ufficio Turismo Luigi Sarli e Duffy Jillian Comune di Salerno - Ufficio Forniture Aniello Di Mauro Comune di Salerno – Responsabile staff del Sindaco Paolo Donatantonio Comune di Salerno – Area comunicazione Daniela Apolito Anna Fiore Peppe Iannicelli Supervisione e coordinamento scientifico Elvira Apicella Curatore Linea d’Ombra SalernoFilmFestival Maurizio di Rienzo con la collaborazione di: Gianluca De Falco (assistente del curatore) Grazia Cuda (selezione video corto) Francesco Daniele, Mario Piscopo, Teresa Fusco (responsabili giuria) Curatore Music-K Francesca Roveda con la collaborazione di: Lucio Auciello (assistente del curatore) Tiziana Di Caro, Edoardo Palescandolo (responsabili progetto Vjing) Curatore ArtinVideo Bruno Di Marino con la collaborazione di: Carmen Leopardi Curatore Scripta Diego De Silva con la collaborazione di: Daniela Dura Marketing culturale e territoriale Michele Rosco Produzione e organizzazione Simona Caracciolo Gerenza 3 Rapporti internazionali Hanka Irma van Dongen con la collaborazione di: Silvia Zingone Ufficio stampa nazionale Raffaella Leveque – Francesca De Lucia Coordinamento editoriale catalogo Rossella Labriola con la collaborazione di: Daniela Dura Traduzioni: Tiziana Di Perna per Logos Services scrl Design e grafica Pino Grimaldi Media e web marketing planning Rossella Labriola con la collaborazione di: Marco Matera Stagiaire: Maria Villamaina Montaggio videografica Lanfranco Capozzoli Allestimento scenotecnico e coordinamento strutture Marcello Gallo con la collaborazione di: Anna Tedesco Ospitalità e promozione turistica Ida Paradiso con la collaborazione di: Giulia Alberti Gabriella Greco Paolo Lamberti Stagiaire: Rosa Giovanna Bove Segreteria generale Lucia D’Agostino 4 Festival delle Culture Giovani Presentazioni Vincenzo De Luca Sindaco di Salerno 6 È con viva soddisfazione che presentiamo il “Festival delle Culture Giovani”, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. L’iniziativa si pone come passaggio importante lungo il cammino culturale che la città di Salerno sta compiendo attraverso l’organizzazione di una serie di eventi che vede i giovani al centro dell’attenzione di questo grande fermento culturale. Ma il “Festival delle Culture Giovani” è solo uno dei grandi appuntamenti che vedranno i giovani protagonisti assoluti della rinascita culturale della nostra città: la creatività è, infatti, il percorso che il Comune di Salerno ha scelto per offrire ai tanti giovani artisti salernitani di esprimersi nei vari linguaggi dell’arte in spazi adeguati, coinvolgendoli in appuntamenti, occasioni, eventi. Così come è da premiare lo sforzo che l’Amministrazione Comunale ha inteso fare restituendo al Teatro Verdi, il Massimo Cittadino, la sua giusta collocazione nel panorama nazionale della musica lirica, chiamando nella nostra città il maestro Daniel Oren che darà lustro ad una programmazione già tanto apprezzata nella nostra città, e che attende di fare il salto definitivo nel novero dei grandi teatri non solo italiani, ma anche europei. Auguro un buon lavoro a tutti, e soprattutto un benvenuto a quanti visiteranno la nostra città in occasione del “Festival delle Culture Giovani”. I am really happy to present this year the second edition of the “Festival delle Culture Giovani”. This event is an important step along the cultural progress that the town of Salerno is making by the organization of a variety of events focused on the so many young cultural movements coming to the fore at a national and international level. But the “Festival delle Culture Giovani” is only one of the big events which will have the youth as the sole protagonists of the cultural rebirth of our town: the Town Council of Salerno has chosen the theme of creativity for allowing so many young artists in Salerno, to express themselves in the various languages of art within suitable spaces, involving them in meetings, occasions and events. In this sense it must be also mentioned here the effort of the Town Administration of giving back to the Theatre Verdi, the Municipal theatre of the town of Salerno, its right place within the national panorama of the operatic music, by calling the famous Maestro Daniel Oren to conduct the orchestra of this theatre, in order that thanks to that it can be considered among the greatest theatres not only in Italy, but also in Europe. I wish everyone to work at best and above all I welcome all those who will visit our town on the occasion of the “Festival delle Culture Giovani”. Festival delle Culture Giovani Dal 4 al 12 maggio Salerno ospiterà la II edizione del “Festival delle Culture Giovani”, una manifestazione di carattere internazionale che rientra nella programmazione dei “Grandi Eventi 2007” sostenuti dall’Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania. Cinema, musica, letteratura e videoarte offriranno nuove occasioni per visitare la Campania attraverso una kermesse originale e che raccoglie spunti di riflessione ed incontro. Il programma ampio ed interessante è un panorama sulle novità della filmografia breve, sui lungometraggi selezionati tra le migliori opere prime della stagione cinematografica in corso. Il cartellone è realizzato grazie alla sinergia tra le diverse istituzioni coinvolte. Il progetto è arricchito da stages con attori e registi italiani e stranieri, incontri aperti al pubblico e un workshop dedicato al cinema digitale. Gli spettatori del festival potranno così assistere alle iniziative della kermesse in una piacevole cornice: Salerno e l’intera provincia sono mete turistiche con località sulla costa e nelle aree interne di rilevanza paesaggistica, culturale ed enogastronomica. Il “Festival delle Culture Giovani” è dunque un’altra opportunità per operatori del settore, per il pubblico di appassionati e per turisti italiani e stranieri per conoscere le innumerevoli bellezze della nostra regione. From May 4th to May 12th Salerno will play host to the second edition of the “Festival delle Culture Giovani”, an event of an international character falling within the planning of “Big Events 2007” supported by the Councillor of the Regional Administration of Campania responsible Tourism and the Cultural Heritage of Campania. Cinema, music, literature and videoart will provide new opportunities to visit Campania thanks to an original kermesse which is meant for being an occasion for anyone interested in cultural events, of meeting together and exchanging ideas. The wide and interesting program of this event is a panorama on the newest trends in short film production, on the feature films selected among the best first works of the cinema season still in course. It is the product of the synergy among the different institutions involved in it. The project is enriched by stages with Italian and foreign actors and directors, meetings open to the public and a workshop devoted to digital cinema. Therefore the spectators of the festival will have the possibility of participating into the different events of the kermesse within a pleasant frame: Salerno and its whole province are tourist destinations, specially its resorts on the coast and those situated in its hinterland, famous for their beautiful landscapes and their old cultural and enogastronomical traditions. The “Festival delle Culture Giovani” is then another opportunity for the operators in this sector, for the public of its fans and for Italian and foreign tourists to appreciate the innumerable beauties of our region. Presentazioni Marco Di Lello Assessore al Turismo Regione Campania 7 Angelo Villani Presidente della Provincia di Salerno 8 La seconda edizione del Festival delle Culture Giovani si caratterizza per l’originalità della proposta e per l’elevato livello qualitativo del programma. La traccia iniziale è forte anche quest’anno: pellicole d’autore ed una serie di iniziative collaterali che conferiscono alla manifestazione un orizzonte sempre più ampio, di largo respiro culturale. Il cinema, la letteratura e la musica hanno assunto le coordinate di componenti essenziali dell’immaginario collettivo. Il Festival delle Culture Giovani sotto questo aspetto rappresenta una sperimentazione che vale la pena sostenere convintamene, in quanto consente di entrare in contatto con un universo di talenti spesso non adeguatamente considerati anche da circuiti particolarmente attenti alle proposte innovative. Per tali motivazioni la Provincia di Salerno ha deciso di condividere pienamente il progetto. Per gli ideatori e gli organizzatori formulo l’auspicio di ulteriori e sempre più ambiti traguardi. Porgo il benvenuto agli ospiti nella certezza che il Festival delle Culture Giovani costituisca una utile occasione di confronto e di riflessione. The second edition of the Festival delle Culture Giovani distinguishes itself for the originality and high quality of its program. Also this year the formula on which it is based is bound to be successful: art films and a variety of side events which help to widen more and more its cultural horizons. Cinema, literature and music have by now become the essential components of our collective imagination. The Festival delle Culture Giovani is an experiment which we are convinced it is worth while supporting, since it makes us to come in contact with a universe of talents who are often not considered even by circuits particularly interested in innovative artistic proposals. For these reasons the Provincial administration of Salerno has decided to fully support this project. I wish the organizers and creators of this event to reach further and higher and higher goals. I welcome the guests intervening in this Festival delle Culture Giovani being sure that it is a useful opportunity for them to exchange ideas and reflect upon each other’s experiences. Festival delle Culture Giovani Il Festival delle Culture Giovani ben si inserisce nella nuova linea, portata avanti dalle istituzioni locali, che ha fatto emergere l’immagine di Salerno, città moderna, caratterizzata da un movimentismo giovanile senza eguali nel Sud. Il Festival, anzi, diventa un elemento essenziale di questo contesto e introduce elementi di avanguardia nella ricerca di nuove posizioni culturali e sociali. Registriamo un effetto sulla vita e sulla economia cittadina e provinciale. Ne siamo lieti come istituzione e come rappresentanti delle imprese salernitane, attente al nuovo per mentalità, dal momento che il dinamismo proprio dei nostri tempi ha fatto diventare la ricerca e l’innovazione elementi vitali per ogni attività. Lo scorso anno avevamo avuto modo di sottolineare l’apertura al territorio di una manifestazione inserita fra le risorse, culturali ed economiche, della nostra Città e non solo. Quest’anno registriamo il reinserimento del Festival fra i Grandi Eventi della Regione Campania, un riconoscimento alla manifestazione che fa il paio con quello concesso alla Borsa per il Turismo Archeologico di Paestum. Forse si tratta solo di una curiosa coincidenza, che ci consente, però, di evidenziare quanto conti un passato di civiltà per caratterizzare un territorio e per spiegare il suo rapporto con gli eventi culturali e la volontà di continuare a crescere nel tempo. The Festival delle Culture Giovani finds its place within the new strategy developed by local institutions which has made it possible for Salerno to emerge as a modern town, characterized by a number of youth’s movements which is unequalled in southern Italy. So this Festival really becomes an essential part of this context, introducing leading elements in this research of new cultural and social attitudes. Therefore we notice some effects produced by this event on the life and economy of this town and its province. We are happy for that both as an institution and representatives of the businesses in Salerno, since the dynamism characterizing our time has made research and innovation vital elements for each activity. Last year we underlined how this event was opened to the territory of Salerno, as one of the cultural and economic resources of our town and not only of it. This year this Festival is once again to be considered among the Big Events of the Region of Campania, together with the Archaeological Tourism Exchange in Paestum. Perhaps it is only a coincidence but it shows how important is the past of an old civilization in characterizing a territory and explaining its relationship with cultural events and its will of continuing growing over time. Presentazioni Augusto Strianese Presidente Camera di Commercio di Salerno 9 Peppe D’Antonio Direttore Artistico Festival Culture Giovani 10 Festival. Non è facile dare una lettura d’insieme di questa seconda edizione del Festival delle Culture Giovani, manifestazione che nasce sulla base dell’esperienza maturata da Linea d’Ombra SalernoFilmFestival e ne sviluppa le premesse. Il primo obiettivo che ci siamo posti è mantenere alta la qualità della proposta complessiva provando, tuttavia, a non lasciare intentata alcuna strada per raggiungere un pubblico più ampio, del quale sovente si sottostimano le capacità d’ascolto. Pensare un evento - termine sempre enfatico - che si lasci attraversare in tutte le direzioni, segnando le differenze ma soprattutto gli spazi di con/fusione creativa. Anche per questo abbiamo scelto il termine di “culture giovani”, sapendo che operavamo una sorta di forzatura, meglio realizzavamo un sottile ossimoro. Stento a credere, infatti, che possa dichiarasi tale un sapere incapace di trasformare e trasformarsi, cercare, sfidare l’impervia fatica del pensiero, creare spazi nuovi o indicarli come provvisorio orizzonte da raggiungere e non sia, dunque, “nuovo”, giovane. Musica. Guidata da Francesca Roveda, la sezione Music-K tenta di fare il punto su quanto di nuovo si muove in questo settore che, al dire il vero, viaggia con una velocità notevole e appare in costante trasformazione nelle forme di produzione e consumo. Ai concerti di Neffa e de Le Vibrazioni, sono stati affiancati ben quattro giorni di musica dal vivo con gruppi emergenti o emersi dal magmatico movimento sotterraneo dei nuovi autori. E poiché la musica oggi si declina in forme inedite - attraversa e si lascia attraversare dall’immagine - accanto ai concerti c’è uno spazio dedicato al vjing, neologismo non entusiasmante ma fecondo di esperienze difficili da collocare perché al confine tra due mondi. Cinema. Linea d’Ombra prosegue, sotto la direzione di Maurizio di Rienzo, il suo lavoro di ricerca sul nuovo cinema europeo con una ricca, ma non esorbitante, proposta di lungometraggi e cortometraggi, di incontri e segnalazioni che testimoniano la ritrovata vivacità del vecchio continente. Non aspettatevi opere chiuse nel loro rigore, ma film che sanno confrontarsi con un pubblico attento e intelligente, smaliziato e un po’ stanco d’esercizi di stile senza prospettive. Una segnalazione particolare va fatta per “Made in Naples”, rassegna di documentari su una città spero non rassegnata. E’ un territorio di confine anche il documentario per questa sua capacità di inventare una scrittura visiva al limite del saggio, senza esserlo, della fiction senza finzioni, del naturalismo senza abbandoni neo-neo-relistici. Letteratura. Se permettete leggiamo d’amore, il titolo voluto dal curatore di “Scripta” Diego De Silva, potrebbe apparire, e forse lo è, provocatorio. Eppure sono curioso, io stesso, di sentire la voce di Cornia, Cavazzoni, lo stesso De Silva e l’out-sider Melissa P. leggere pagine dei loro lavori sull’argomento, accompagnati dalla musica. Sono certo, alla fine, di trovarmi di fronte a qualcosa di inedito. Video-arte. Il gruppo d’artisti di Studio Azzurro - attivi da più di venticinque anni - è tra i più apprezzati a livello internazionale. Ma questo non basta a spiegare una scelta che riposa sull’idea che essi hanno lavorato le immagini piuttosto che con le immagini, hanno - nella progressione dei loro lavori scavato la superficie, lacerato bordi, superati i confini, confuso i linguaggi. Festival delle Culture Giovani Festival. It is not easy to give a general idea of this second edition of the Festival delle Culture Giovani, an event which is born from an experience made by Shadow Line SalernoFilmFestival and which develops its intuitions. The first goal we want to reach is that of keeping the high quality of the whole proposal trying, however, to not neglect any way to reach a public as wide as possible, of which we often underestimate its ability of enjoying an event like this at best. To think of an event-a term which always emphatic projected into all directions, marking differences but above all the spaces of creative con/fusion. We have chosen the term “young cultures” also for that, knowing that we were in some way forcing the words, or rather we were using a subtle oxymoron. I do not believe that a knowledge can be defined as such if it is not able of transforming, searching, challenging the hard work of thinking, of creating new spaces or showing them as a provisional horizon to be reached and therefore a knowledge which is not “new”, young. Music. Directed by Francesca Roveda, the Music-K section tries to show what new trends can be registered in this sector, which, is really continuously changing and developing as regards its forms of production and enjoyment. Together with the concerts of Neffa and Le Vibrazioni, there are four days of live music with emerging groups or groups emerged from the jumbled underground movement of new authors. And because music develops itself in unusual forms-it crosses and is crossed by images- besides concerts there is a space devoted to vjing, a neologism which is not very exciting but it is the herald of experiences which it is difficult to interpret because they are on the borderline between two worlds. Cinema. Shadow Line continues, under the direction of Maurizio di Rienzo, its research work on the new European cinema with a rich, but not so much offer of feature films and short films, of meetings and news which witness the new liveliness of the old continent. Do not expect to see works closed in their rigid limits, but films which can confront themselves with a careful and intelligent public, experienced and tired of style exercises without prospects. A special mention must be made of “Made in Naples”, a review of documentary films on a city I hope it is not resigned. Documentary films are a borderline territory too just for their ability of inventing a new visual writing almost crossing over into the essay, the fiction without fiction, naturalism without indulging into neo-neorealism. Literature. With your permission let us read about love, the title given to this section by the editor of “Scripta”, Diego De Silva, could seem, and perhaps it is, provocative. However I am eager, myself, of hearing the voices of Cornia, Cavazzoni, De Silva himself and of the outsider Melissa P. reading pages of their works on the subject, accompanied by music. I am sure that at last I will find myself experiencing something new. Video-art. The group of artists Studio Azzurro - creating works from over twenty-five years- is one of the most appreciated groups at an international level. But this is not enough to explain a choice which is based on the idea that they have processed the images rather than worked with the images, they have-while creating their works- digged into the surface, have torn edges, overcome borders, confused languages. Presentazioni 11 ArtinVideo Immagini vive 25anni di StudioAzzurro 14 Introduzione a un viaggio in cinque stanze Ciò che resta dell’opera BRUNO DI MARINO Che cos’è un’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità elettronica e digitale? Per un gruppo di artisti come Studio Azzurro che lavora da sempre sull’immaterialità e produce soprattutto opere che – dopo essere state fruite, abitate, partecipate, modificate dal pubblico – vengono smontate e archiviate su hard disk, per poi rivivere a distanza di tempo in altri luoghi e sotto altre forme, quella che potremmo definire la documentazione dell’opera, è in realtà l’opera stessa, ciò che rimane nell’immaginario di un progetto, di un intervento estetico. Un omaggio al laboratorio milanese, da sempre impegnato nel campo della multimedialità e dell’interattività, in occasione dei suoi 25 anni, non poteva dunque che essere costituito da un itinerario antologico in grado di ripercorrere almeno le tracce principali di un lungo viaggio che ha esplorato tutte le possibili forme, applicazioni, linguaggi dell’arte video: installazioni, ambienti interattivi, spettacoli teatrali, opere musicali, film, mostre, percorsi museali; un’escursione nei diversi campi della creatività: design, architettura, pittura, scultura, cinema, musica, teatro, poesia, web, ecc. Un viaggio tra natura e cultura, poesia e tecnologia, suddiviso in cinque stanze (allestite al primo piano del complesso monumentale della Chiesa di Santa Sofia) nelle quali vengono proiettati videoestratti dei lavori più significativi, suddivisi per periodi cronologico-tematici, poiché, in molti casi, il passaggio da un decennio all’altro, segna anche un mutamento, un’evoluzione in termini estetici e concettuali. Questo itinerario replica nello spazio, ciò che è contenuto nel doppio dvd Studio Azzurro. “Videoambienti, ambienti sensibili e altre esperienze tra arte, cinema, teatro e musica”, pubblicato da Feltrinelli un paio di mesi fa. Per un volta Studio Azzurro ha dunque elaborato un’installazione autobiografica e retrospettiva, cinque ambienti concatenati che, oltre a contenere la memoria di decine di altre opere, diventano opera ulteriore. Il segno, l’impronta di una visione simultanea la quale, archiviata nel tempo, riconquista un suo spazio fisico. In questo caso specifico un luogo storico di Salerno. E’ la prima volta che Studio Azzurro espone in questa città, anche se la cultura del sud e del Mediterraneo più in generale, fa parte del loro dna, da “Ultima forma di libertà, il silenzio” (1993) a “Tamburi” (2001), da “Meditazioni Mediterraneo” (2003) fino agli interventi sul territorio realizzati a Benevento lo scorso anno. Mai come in questa occasione, comunque, testo e paratesto (tutti i materiali che ruotano intorno all’opera) vengono messi sullo stesso piano. Nell’ultima stanza, infatti, si possono vedere i manifesti delle mostre, le pubblicazioni che Studio Azzurro ha realizzato in questi anni, ma anche un’altra tipologia di documentazione video: la sintesi delle diverse edizioni di “Milano Poesia” alla quale hanno partecipato grandi poeti del nostro tempo. Spiegare, tentare di riassumere in poche parole in cosa consiste l’arte di Paolo Rosa, Fabio Cirifino, Leonardo Sangiorgi, Stefano Roveda e di tutti gli altri membri di questo laboratorio dell’immaginario, è complesso. Anche perché la lettura non può essere lineare, consecutiva, ma solo ipertestuale. Festival delle Culture Giovani Meglio dunque affidarsi direttamente alle immagini, ai suoni e alle sensazioni che provocano; da quelle primarie, cioè fisiche e dunque immediate, ogni volta che si entra in contatto con un’opera di Studio Azzurro, anzi che si entra dentro l’opera; a quelle più profonde, mediate, frutto di una riflessione in atto, che attengono al significato e all’interpretazione che ciascun spettatore può dare dell’opera. Nell’arco di tre decenni l’estetica di Studio Azzurro è divenuta sempre più immersiva, un’esperienza non solo condivisa ma attivamente partecipata. Il vero passaggio, avvenuto nella prima metà degli anni ’90 dai videoambienti agli “ambienti sensibili” – nei quali cioè lo spettatore ha la possibilità di interagire con le immagini, toccandole, sfiorandole, calpestandole, soffiandoci sopra, urlandovi contro, dunque in qualche modo trasformandosi in un secondo artefice – in effetti era già prefigurato fin dalle origini. Anche le prime installazioni di Studio Azzurro come “Luci di inganni” (1982), “Il nuotatore” (1984) o “Storie per corse” (1985), richiedevano allo spettatore un coinvolgimento particolare, un’accettazione del gioco, basato sull’inganno visivo, sull’illusione, sullo scarto realtà/rappresentazione, ma anche sulla possibilità di costruire una vera e propria narrazione nello spazio. In “Vedute (quel tale non sta mai fermo)” (1985) alle riprese in diretta di telecamere di sorveglianza installate all’esterno di Palazzo Fortuny a Venezia, funzionanti come background, si sovrapponevano i performer della compagnia di Barberio Corsetti, e il pubblico poteva così seguire un videoracconto in 12 monitor che si componeva in diretta tra esterno ed interno. Uno spazio museale diventava studio televisivo o set cinematografico, ma soprattutto opera espansa in cui far confluire più spazi e più tempi. Con “Coro” (1995) o “Totale della battaglia” (1996) il racconto diventa tridimensionale, vi possiamo accedere direttamente; noi – corpi reali – entriamo dentro le immagini “vive” mescolandoci con gli altri corpi virtuali («metteremo lo spettatore al centro del quadro», scrivevano i futuristi nel 1909). Ma il dispositivo in questo e in altri casi diventa qualcosa di più di una semplice macchina audiovisiva in grado di attivare una rappresentazione; assume le sembianze di autentica macchina scenotecnica del tempo. Lo sfuggire alla logica voluta dal sistema dell’arte contemporanea, il rifiuto di fornire opere commerciabili, collezionabili, rende Studio Azzurro un soggetto particolare, totalmente borderline rispetto all’universo delle arti visive. E questa schizofrenia dell’inclassificabilità si estende naturalmente anche allo statuto stesso delle opere: se un ambiente sensibile diventa quasi messa in scena teatrale, uno spettacolo teatrale assume la forma di un’installazione video sulla scena, ieri (“La camera astratta”) come oggi (“Neither”, “Galileo – studi per l’inferno”), con l’aggiunta che il passaggio dalla cornice geometrica e circoscritta del monitor all’immagine videoproiettata e dunque senza confini, ha ormai sempre più virtualizzato la scena teatrale. Allo stesso tempo i percorsi museali – oggetto, insieme alla memoria di alcuni allestimenti espositivi, della quarta stanza del percorso antologico ArtinVideo 15 – sono qualcosa di ancor meno definibile: questi sì, davvero, paratesti che rimangono gli unici testi possibili per raccontare la storia della Resistenza o della Ruota. Il museo (si) racconta non solo attraverso i manufatti, gli oggetti, le opere, ma anche attraverso un percorso-dispositivo che guida lo spettatore, gli fornisce non solo altre informazioni, ma soprattutto contestualizza quei materiali, ricostruendovi intorno una narrazione, un immaginario audio-visivo-emozionale. Il futuro del museo è questo: non un luogo che conserva semplicemente la memoria, ma uno spazio vivo e metamorfico che la rimette continuamente in moto e in scena. Le immagini non sono vive solo perché possiedono il movimento – sembra insegnarci Studio Azzurro – ma anche perché continuamente vengono rigenerate dal rapporto con gli altri, dalla sensibilità dei loro sguardi. La dimensione virtuale tutto sommato è tranquillizzante: sono immagini che non pungono (lo sciame d’api di “Meditazioni Mediterraneo”), non sporcano (“La pozzanghera”), non bagnano, non bruciano ma, tuttavia, stimolano i nostri sensi. Oltre alle stanze, vi sono poi le visioni in sala, la riproposizione di opere filmiche e video, che non vivono a loop sotto forma di estratti, ma che hanno una loro forma potremmo dire “monocanale”, che insomma possono essere fruite su un singolo schermo con una loro precisa durata. La programmazione è delimitata da un lato da “Facce di festa”, film del 1980 che costituisce addirittura un’esperienza antecedente alla costituzione del vero e proprio gruppo milanese così come lo conosciamo; dall’altro da “Il mnemonista”, l’unico lungometraggio “a soggetto” realizzato dal collettivo di artisti. Ma i film di Studio Azzurro sono opere che, per quanto narrative, risultano piuttosto atipiche nel panorama del cinema italiano. A parte “Il mnemonista”, distribuito regolarmente nelle sale, gli altri lavori filmici hanno avuto altri tipi di circuitazione, festivaliera o televisiva. Ma non sono neppure definibili opere totalmente “sperimentali”. Non è del resto nello stile del gruppo, forzare troppo sul versante della comprensione. Se Studio Azzurro ha un merito (che per qualcuno potrebbe risultare un demerito), è quello di rivolgersi a un pubblico il più largo e vasto possibile, anagraficamente e culturalmente. L’arte non può essere per pochi, come ha ripetuto spesso Paolo Rosa, ma deve essere un messaggio il più possibile diretto, senza troppe mediazioni, se non il rapporto emozionale che crea con lo spettatore. Un’arte che tenga conto anche delle istanze ludiche e non solo di quelle simboliche. Un’arte che sia innanzitutto esperienza, ma che sappia anche assumersi le proprie responsabilità nei confronti della collettività. «Occorre avere la coscienza su che ruolo gioca in quest’epoca l’arte» – dice Rosa nella lunga conversazione contenuta nel libro allegato al dvd Feltrinelli – «di quale responsabilità si carica la figura dell’artista, individuale o collettivo che sia, di fronte alle emergenze, spesso drammatiche cui ci troviamo di fronte. E di conseguenza trovare gli elementi e le modalità per riaprire una complicità profonda tra arte e società». 16 Festival delle Culture Giovani What is a work of art in a time when it can be electronically and digitally reproduced? For a group of artists like Studio Azzurro, who has always been working on immateriality and above all produces works which - after having been enjoyed, inhabited, participated, modified by the public - are removed and filed on hard disks, in order to be revived at a later time in other places and in other forms, as a sort of documentation of the work, is the work itself, what remains of the idea of a project of an aesthetic intervention. A homage to this laboratory from Milan, which has always worked in the multimedia field and in the field of interactivity. On the occasion of the celebration of its 25th anniversary it could not but consist of an anthological itinerary reviewing the main steps of a long journey which has explored all possible forms, applications, languages of the video art: installations, interactive environments, theatre shows, musical works, films, exhibitions, museum itineraries; an excursion in the different fields of creativity: design, architecture, painting, sculpture, cinema, music, theatre, poetry, web, etc. A journey between nature and culture, poetry and technology, developed in five rooms (set on the first floor of the Monument Complex of the Church of S. Sofia) in which video extracts of the most significant works are shown, following a distribution according to chronological-thematic periods, because, in many cases, the transition from a decade to another, also marks a change, an evolution from an aesthetic and conceptual point of view. This itinerary repeats within the space, what is included in the double DVD Studio Azzurro “Videoambienti, ambienti sensibili e altre esperienze tra arte, cinema, teatro e musica” published by Feltrinelli a couple of months ago. For the first time Studio Azzurro has produced an autobiographical and retrospective installation, five linked together environments which, besides continuining the tradition of tens of other works, become a further work themselves. The sign, the print of a simultaneous vision, which, filed over time, conquers its physical space again. In this specific case it takes place in a historical place in Salerno. It is the first time that Studio Azzurro exhibits its works in this town, even if the culture of the south and the Mediterranean in general, is part of their DNA, from “Ultima forma di libertà, il silenzio” (1993) to “Tamburi” (2001), from “Meditazioni Mediterraneo” (2003), up to interventions on the territory carried out in Benevento last year. On this occasion, as never before, however, text and paratexts (all materials related to the work) are put on the same level. In the last room posters of the exhibitions, publications which Studio Azzurro has made over the last years but also another typology of video documentation can be seen: the synthesis of the different editions of “Milano Poesia”, into which big contemporary poets have taken part. To try to explain in a few words what the art of Paolo Rosa, Fabio Cirifino, Leonardo Sangiorgi, Stefano Roveda and of all the other members of this laboratory of imagination consists of, is a hard work. Also because our reading cannot be linear, consecutive, but only hypertextual. It is better then to ArtinVideo 17 directly rely on the images, the sounds, and the sensations they cause; from the primary ones, that is those physical and then immediate ones, each time we come in contact with a work by Studio Azzurro, or rather they enter their work; to those deeper, mediated ones, which are the product of a mind reflecting, which pertains to the meaning and interpretation which any spectator can give to the work. Over the last three decades the aesthetics of Studio Azzurro has become more and more a total experience, not only shared but also participated. The real transition occurred in the first half of the ‘90es, from the video environments to “sensitive environments” - in which the spectator can interact with the images, touching them, brushing them, treading them, blowing upon them, crying against them, then becoming himself a second author of themthat could be predicted from the beginning of their career. Even the first installations by Studio Azzurro like “Luci di inganni” (1982), “Il nuotatore” (1984) or “Storie per corse” (1985) required a special involvement of the spectator, his acceptation of the game, based on an optical illusion, on the gap reality/representation, but also on the possibility of building a real narration in the space. In “Vedute (quel tale non sta mai fermo)” (1985) the live shooting by surveillance cameras placed outside Palazzo Fortuny in Venice, functioning as background, corresponded the performers of the company of Barberio Corsetti inside, the public could then follow a videostory on 12 monitors, live developing itself between inside and outside. A museum space become a TV studio or a cinema set, but above all an expanded work in which more spaces and more times could merge with each other. With “Coro” (1995) or “Totale della battaglia” (1996) the story becomes tridimensional, we can directly access it; we-real bodies- enter the “live” images mixing ourselves with other virtual bodies («we will put the spectator in the middle of the picture», Futurists wrote in 1909). But this device in this and in other cases becomes something more than a mere audiovisual machine starting a representation, it plays the role of an authentic scenotechnical time machine. To escape from logic, that is the purpose of contemporary art, its refuse to produce commercial works, works which can be collected, makes Studio Azzurro a special subject, totally borderline compared with the universe of visual arts. And this kind of schizofrenia of the impossibility of classifying its works, obviously involves the essence itself of his works: if a sensitive environment nearly becomes a theatre performance, a theatre show assumes the form of a video installation on the stage, yesterday (“La camera astratta”) like today (“Neither”, “Galileo-studi per l’inferno”), with the difference that the transition from the geometric frame of the monitor to the video shown image, without borders, has by now made the theatre stage even more virtual. At the same time the museum itineraries, of the fourth room of this anthological itinerary, are something which is even more difficult to define: these are real paratexts remaining the only possible texts telling the history of the Resistance or the Wheel. A museum is not only told by manufacts, objects, works, but also by a device-itinerary which guides the 18 Festival delle Culture Giovani spectator, providing him with not only other information, but above all contextualizing those materials, developing a narration about them, an emotional-audio-visual imaginary world. The future of museums is this: not a place only preserving our memory, but a live and metamorphic space continuously activating and performing it. Images are not only alive because they are provided with motion-this seems to be the teaching of Studio Azzurrobut also because they are continuously regenerated by their relationship with others, by the sensitivity of their looking at them. The virtual dimension is after all reassuring: they are images which do not sting (the swarm of bees of “Meditazioni Mediterraneo”), do not dirty (“La pozzanghera”), do not wet, do not burn but, nevertheless, they stimulate our senses. Besides the rooms, there also the visions in the hall, films and videos are reproposed in a version which is not that of loop extracts, but in their own for which we could define “monochannel”, that is they can be enjoyed on a single screen with a definite duration. The showing has its starting point from “Facce di festa”, a film produced in 1980, which represents an experience even foregoing the constitution of the group in Milan as we know it now; and from the other side, at the end, we find “Il mnemonista”, the only feature film having a subject, produced by this group. But the films by Studio Azzurro are works which, even if they are of a narrative kind, result to be rather atypical in within the panorama of the Italian cinema. Apart from “Il mnemonista”, regularly distributed in the cinemas, the other films have been distributed in festivals or on TV. But they cannot be wholly defined “experimental” works. But it is usual for this group to not force upon the public’s comprehension of their works. If Studio Azzurro has got a merit (which for someone could be a demerit), is that of addressing to as wide as possible a public, regardless of age and cultural level of it. Art cannot be enjoyed only by a few, as Paolo Rosa has often repeated, but it must be a message as direct as possible, without too many mediations, only centered on the emotional relationship between it and the spectator. An art which should also take into account the playing and symbolic expectations involved by it. An art which should be above all experience, but which could also undertake its own responsibilities towards society. «We need to be aware of the role played by art nowadays» - Rosa says in his long conversation included in the book enclosed to the DVD produced by Feltrinelli- «of which responsibility the artist undertakes, as an individual or a group of artists, towards the emergencies, often dramatic, we have to face. And consequently we need to find out the elements and ways to start again a deep complicity between art and society». ArtinVideo 19 Percorso antologico con installazioni video Spazi nella memoria 20 Stanza n. 1 – Videoambienti e spettacoli In questo primo ambiente è possibile vedere gli estratti di 12 lavori che appartengono alla prima fase di Studio Azzurro (1982-1992), una fase per certi versi “archeologica”, dove tuttavia vi sono già contenuti temi e stilemi che accompagneranno l’estetica del gruppo: il rapporto tra arte e illusione; il dialogo tra elementi naturali e tecnologici, lo scarto spaziotemporale; la narrazione attraverso gli oggetti, la possibilità di creare un nuovo tipo di drammaturgia teatrale mediante il dispositivo elettronico. “Il nuotatore” resta ancora oggi un’installazione di grande originalità e modernità che ha rivoluzionato l’arte contemporanea italiana. Così come “Prologo a diario segreto contraffatto” e “La camera astratta” sono due spettacoli (realizzati con Barberio Corsetti) che hanno contribuito a rinnovare la scena teatrale: l’uso del monitor a teatro non è elemento meramente scenografico, bensì riveste una valenza strutturale all’interno della drammaturgia. “Delfi, “Il viaggio” e “Il giardino delle cose”, sono infine tre videoambientazioni basate sull’applicazione nel campo dell’arte di tecnologie inconsuete (gli infrarossi, i raggi X), in cui al centro vi sono oggetti quotidiani o manufatti antichi. In this first environment it is possible to see the extracts of 12 works which belong to the first stage of Studio Azzurro (1982-1992), a stage which can be considered “archaeological”, where however already themes and stylistic features can be found, which would accompany the aesthetics of the group: the relationship between art and illusion; the dialogue between natural and technological elements, the space-time gap; the narration through objects, the possibility of creating a new kind of theatre dramaturgy by the electronic device. “Il nuotatore” still today is a highly original and modern installation which has caused a revolution in the Italian contemporary art. As well as “Prologo a diario segreto contraffatto” and “La camera astratta” are two shows (staged with Barberio Corsetti) which have contributed to renew the theatre: the use of the monitor at the theatre is not merely a stage element, but it has got a structural role within the dramaturgy. Finally “Delfi”, “Il viaggio”, and “Il giardino delle cose” are three video settings based on the application of unusual technologies in the artistic field (the infrared rays, the X rays), in the middle of which we find daily life objects or old manufacts. Festival delle Culture Giovani Luci di inganni videoambientazione/video environment, 1982 Due piramidi videoinstallazione/video installation, 1984 Tempo di inganni videoinstallazione/video installation, 1984 Il nuotatore (va troppo spesso a Heidelberg) videoambientazione/video environment, 1984 Storie per corse videopercorso/videoitinerary, 1985 Prologo a diario segreto contraffatto opera videoteatrale/video theatre work, 1985 Vedute (Quel tale non sta mai fermo) videoambientazione/video environment, 1985 La camera astratta opera videoteatrale/video theatre work, 1987 La camera astratta ArtinVideo 21 Primo scavo Osservazioni sulla natura videoambientazione/video environment -performance, 1988 Delfi (studio per suono, voce, video e buio) videoambientazione per immagini a infrarossi/video environment for infrared images, 1990 Il viaggio videoambientazione per immagini RX/ video environment for X-ray images, 1992 Il giardino delle cose videoambientazione per immagini a infrarossi/video environment for infrared images, 1992 Il nuotatore 22 Festival delle Culture Giovani Stanza n. 2 – Ambienti sensibili e spettacoli La seconda stanza è composta soprattutto dagli ambienti sensibili (“Tavoli”, “Coro”, “Totale della battaglia”, “Il giardino delle anime”, “Il gorgo”), opere che rappresentano il passaggio alla fase dell’interattività, fattore esteticotecnologico che ha contraddistinto l’attività di Studio Azzurro degli ultimi dodici anni. I personaggi di queste messe in scena, animati dal toccare, soffiare, calpestare, battere le mani del pubblico, sono angeli, naufraghi, lottatori, guerrieri, figure evanescenti e immateriali. I quattro elementi naturali – ma soprattutto l’acqua, elemento fluido per eccellenza che più si avvicina al dispositivo elettronico – ritornano costantemente in ambienti e installazioni, ma anche negli spettacoli teatrali, come quello coreografico ispirato all’immaginario cinematografico di Tarkovsky (“Il fuoco, l’acqua e l’ombra”). The second room above all consists of sensitive environments (“Tavoli”, “Coro”, “Totale della battaglia”, “Il giardino delle anime”, “Il gorgo”) works which represent the transition to the stage of interactivity, an aesthetic-technological factor which has characterized the activity of Studio Azzurro over the last twelve years. The characters of these performances, animated by the touching, blowing, threading, clapping of the public, are angels, survivors from a wreck, fighters, warriors, evanescent and immaterial figures. The four natural elements-but above all water, the fluid element par excellence which is more similar to the electronic device - constantly recur in environments and installations, but also in theatre shows, like the choreographic one inspired to the cinema imagination by Tarkovsky (“Il fuoco, l’acqua e l’ombra”). Tavoli ArtinVideo 23 Ultima forma di libertà, il silenzio opera videoteatrale per canto, suoni e immagini/ videotheatre work for song, sounds and images, 1993 Tavoli (Perché queste mani mi toccano?) videoambientazione interattiva/interactive video environment, 1995 Coro videoambientazione interattiva/interactive video environment, 1995 Totale della battaglia videoambientazione interattiva/interactive video environment, 1996 Striaz opera video notturna/nocturnal video work, 1996 Il giardino delle anime videoambientazione interattiva permanente/permanent interactive video environment, 1997 Il soffio sull’angelo (primo naufragio del pensiero) videoinstallazione interattiva/interactive video installation, 1997 Il gorgo (nessun mare è troppo profondo) videoambientazione interattiva permanente/permanent interactive videoenvironment, 1998 Il fuoco, l’acqua, l’ombra La danza della natura nelle immagini di Tarkovskij spettacolo di danza e video/dance and video live show, 1998 Landing Talk videoinstallazione interattiva/interactive videoinstallation, 1999 Ultima forma di libertà, il silenzio 24 Stanza n. 3 - Opere e spettacoli recenti In questa terza stanza sono invece visibili le opere realizzate dall’anno 2000. Si passa da installazioni come “Dove va tutta ‘sta gente?” in cui corpi di uomini e donne – andando incontro allo spettatore – impattano su una parete trasparente, a tableaux vivants tratti da opere musicali (“Origine e deposizione”); da spettacoli teatrali caratterizzati dalla totale virtualizzazione della scena o dalla presenza di dispositivi interattivi (“Neither”, “Galileo”), a complesse e articolate videoinstallazioni che si articolano tra lo spazio museale e quello di internet (“Tamburi”), fino a installazioni interattive (“La pozzanghera”) dedicate ai bambini, una fetta di pubblico totalmente trascurata dall’arte contemporanea, che si appassiona in modo particolare ai lavori di Studio Azzurro. In this third room the works created since 2000. We start our itinerary with installations like “Dove va tutta ‘sta gente’?” in which bodies of men and women – meeting the spectator – impact over a transparent wall, and then we get to tableaux vivants taken from musical works (“Origine e deposizione”); to theatre shows characterized by the total virtual character of the scene or by the presence of interactive devices (“Neither”, “Galileo”), to complex and sophisticated videoinstallations which are between a museum space and that of the internet (“Tamburi”), up to interactive installations (“La pozzanghera”) devoted to children, a component of the public which is completely neglected by contemporary art, and which is particularly attracted by the works by Studio Azzurro. Tamburi 25 Dove va tutta ‘sta gente? videoinstallazione interattiva/interactive video installation, 2000 Il bosco videoinstallazione interattiva/interactive video installation, 2000 Origine e deposizione tre miniatures tratte dallo spettacolo The Cenci, 1997-2000 Tamburi videoambientazione a tam-tam/tam-tam video environment, 2001 Nuvola videoambientazione interattiva/interactive video environment, 2001 Le zattere dei sentimenti videoambientazione interattiva/interactive video environment, 2002 Meditazioni Mediterraneo (In viaggio attraverso cinque paesaggi instabili) percorso di 5 videoinstallazioni interattive/course of 5 interactive installations, 2002 La città degli occhi videoinstallazione/video installation, 2002 Neither opera videomusicale/video musical work, 2004 Galileo (studi per l’inferno) spettacolo di danza e video/video and dance live show, 2006 Pozzanghera (Micropaesaggio interattivo dedicato ai bambini) videoambientazione interattiva/interactive video environment, 2006 26 Festival delle Culture Giovani Stanza n. 4 - Percorsi espositivi e museali In questa stanza sono proiettati estratti dei percorsi museali e di diverse mostre tematiche allestite da Studio Azzurro negli ultimi anni (dal 2000 in poi). Questa tipologia di creazione multimediale riveste ormai un’importanza fondamentale nell’estetica del gruppo. L’utilizzo di sistemi interattivi per raccontare la città, le sue storie e i suoi oggetti (è il caso dell’installazione permanente a Lucca) pone il visitatore in una nuova dimensione; coinvolto e circondato dal museo è lui, con i suoi spostamenti, a stabilirne l’aspetto e la forma definitivi e a tracciare l’andamento dei commenti sia sonori che visivi. Nel caso di un altro museo, quello della Resistenza a Fosdinovo di Sarzana – dedicato alla memoria storica della lotta partigiana – lo spettatore, sfiorando con la mano la superficie del tavolo, può sfogliare, come pagine di un libro virtuale, alcune pregnanti immagini di repertorio. Ad esse corrispondono i primi piani ingranditi dei testimoni. In questo modo la forma narrativa del racconto orale convive con la tecnologia favorendo un percorso che sia non solo visione ma anche ascolto comune. In this room extracts taken from museum itineraries and many thematic exhibitions made by Studio Azzurro over the last years (from 2000 on) are shown. This typology of multimedia creation plays by now a fundamental role in the aesthetic of this group. The use of interactive systems to tell about the town, its stories and its objects (it is the case of the permanent installation in Lucca) puts the visitor in another dimension; involved and surrounded by the museum he himself, with his moving around, fixes its definitive aspect and form and traces the course of both sound and visual comments. In the case of another museum, that of the Resistance in Fosdinovo di Sarzana- devoted to the historical memory of the partisan struggle- the spectator, brushing with his hand the surface of the table, can turn a kind of virtual book, containing meaningful repertoire images. To them foreground magnified images of the witnesses correspond. In this way the narrative form of the orally told story lives together with technology, fostering an itinerary which is not only vision but also listening in common. Gli stili del Corpo mostra-documento sull’immagine del corpo in questo secolo/documentexhibition on the image of the body in this century, 1988 Cosa ti sei messo in testa mostra-documento sulla Storia e Geografia del Cappello/document-exhibition on the history and geography of the hat, 1991 Baluardo – Museo Virtuale della città di Lucca allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation, 1999 ArtinVideo 27 Aristocratic Artisans percorso di sei videoambienti interattivi/itinerary of six interactive environments, 2000 Museo Audiovisivo della Resistenza allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation, 2000 Stanza Trilussa allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation, 2002 Vent’anni di Idee percorso artistico e culturale per celebrare i vent’anni del “Sole 24 Ore Domenica”/artistic and cultural itinerary to celebrate twenty-years of the “Sole 24 Ore-Domenica”, 2003 Transatlantici. Scenari e sogni di mare allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation, 2004 Fabbrica della Ruota percorso storico in video, allestimento permanente/historical video itinerary, permanent installation, 2005 A cominciar sempre da capo videoambientazione dedicata ai gesti del lavoro nella tradizione della lana, in occasione della mostra “sul filo della lana”/video environment devoted to labour gestures in the tradition of wool manufacturing, on the occasion of the exhibition “on the thread of wool”, 2005 Il paesaggio e la sua immagine. Col favor della bussola e del contraguardo percorso multimediale per la mostra “Il teatro delle terre – Cartografia sabauda tra Alpi e pianure”/multimedia itinerary for the exhibition “Il teatro delle terre-Cartografia sabauda tra Alpi e pianure”, 2006 Museo multimediale della miniera Pozzo Gal allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation, 2006 28 Festival delle Culture Giovani Stanza n. 5 – Extra Quest’ultima stanza è concepita un po’ come la sezione “extra” di un dvd e contiene un’altra tipologia di opere realizzate da Studio Azzurro per diversi anni: lavori di documentazione e ritratti di personalità del mondo dell’arte e della cultura. Oltre a una selezione di video che documentano alcune edizioni della manifestazione “Milano/poesia”, la quinta stanza contiene inoltre una serie di manifesti di rassegne, mostre e spettacoli di Studio Azzurro e alcune pubblicazioni realizzate dallo studio nell’arco di due decenni. 60 Poeti (estratti da “Milano/poesia” 1988-1992) Questi brevi video sono stati composti sul materiale registrato in diverse edizioni di “Milano/poesia”. Le immagini, tratte dall’archivio di Studio Azzurro, documentano una manifestazione che, per molti anni, ha dato appuntamento a poeti, artisti, musicisti, performer, coinvolgendoli in happening tanto informali quanto carichi di passione e partecipazione. Tra i nomi presenti nei video: Zanzotto, Sidran, Pagliarani, Binga, Adonis, Brown, Bigongiari, Soft Cabaret, Capollaro, Ballerini, Sieni, Legnetti, Z’ev, Baraka, Leroy Jones, Pastelli, Pagani, Volponi, Guerini, Ben Jelloun, Rothenberg, Blum, Campo, Prigov, Majorino, Baino, Eller, Haubrich, Rubinshtejn, Sanguineti, Elekes, Philips, Tennis, Fares, Quintavalle, Tizzi, Marè, Clinton, Krumm, Vignoli, Rossella, Baldini, Cascella, Maggi, Petrini, Parker, Troie, Lootha, Cinque, Ke, Isgrò, Bek, Drac, Vitelli, Azarm, Jaschke, Poliakov, Lippi, Meddeb, Koller, Dell’Arte. This last room represents the “extra” section of a DVD and contains another typology of works staged by Studio Azzurro over many years: documentation works portraits of artistic personalities and personalities of the cultural world. Besides a selection of videos documenting some editions of the event “Milano/poesia”, the fifth room also contains a variety of posters of reviews, exhibitions and shows by Studio Azzurro and publications made by the studio over two decades. 60 Poeti (extracts from “Milano/poesia” 1988-1992) These short videos have been composed from the material recorded during different editions of “Milano/poesia”. The images, taken from the records of Studio Azzurro, document an event which for many years has given hospitality to poets, artists, musicians, performers, involving them in happenings either formal or full of passion and participation. Among the names present in the videos we remember: Zanzotto, Sidran, Pagliarani, Binga, Adonis, Brown, Bigongiari, Soft Cabaret, Capollaro, Ballerini, Sieni, Legnetti, Z’ev, Baraka, Leroy Jones, Pastelli, Pagani, Volponi, Guerini, Ben Jelloun, Rothenberg, Blum, Campo, Prigov, Majorino, Baino, Eller, Haubrich, Rubinshtejn, Sanguineti, Elekes, Philips, Tennis, Fares, Quintavalle, Tizzi, Marè, Clinton, Krumm, Vignoli, Rossella, Baldini, Cascella, Maggi, Petrini, Parker, Troie, Lootha, Cinque, Ke, Isgrò, Bek, Drac, Vitelli, Azarm, Jaschke, Poliakov, Lippi, Meddeb, Koller, Dell’Arte. ArtinVideo 29 Film e video Facce di festa film, 1980 realizzazione/by: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino, Gianni Rocco, Paolo Rosa, Leonardo Sangiorgi fotografia/photography: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino immagini nascoste/candid camera: Gianni Rocco montaggio/editing: Anna Missoni laboratorio interviste/interviews: Leonardo Sangiorgi coordinamento/coordination: Paolo Rosa caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 60’ prima presentazione/first presentation: rassegna “L’altro Cinema Europeo”, Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – Venezia Girato nell'arco di poche ore ad una festa tenutasi a Milano nel 1979, il film si configura come una riflessione su un frammento di realtà giovanile dispersa e in cerca di nuovi riferimenti. Giovani che, usciti da anni di intenso attivismo politico e di profondi cambiamenti sociali e culturali (gli anni '70), stanno per entrare in un nuovo decennio (gli anni '80) vissuto all'insegna del rampantismo e dell'edonismo. Un documento attento ai comportamenti individuali, agli spunti originali, agli intenti comunicativi che vanno al di là di linguaggi inariditi. “Facce di festa” è costruito, assemblando materiale raccolto con diverse tecniche cinematografiche: camera nascosta, interviste comportamentali, immagini descrittive. Nel film, c'è il tentativo di creare un’interferenza delicata ma tenace tra la narrazione dell'autore e la percezione dello spettatore. La cinepresa diviene veicolo per forzare la narrazione cinematografica cercando un nuovo spazio alla presenza dello spettatore. Filmed over a few hours at a party held in Milan in 1979, the film acts attempts to analyse and assess a fragment of lost and wayward cross-section of young people seeking for new point of reference. Youngsters who had just emerged from a period of intense political activism and profound social and cultural change (the Seventies) and were about to enter a new decade (the Eighties) fuelled by social-climbing and hedonism. A poignant document on individual behaviour, original motives and the communication intentions that go beyond stale languages. “Facce di festa” is structured using material gathered through various cinema techniques: hidden cameras, behavioural interviews, descriptive images. In the film, an attempt is made to create a subtle yet unflagging interference between the author’s narrative and the viewer’s perception. The camera becomes a vehicle through which filmic narrative can be broken down in the search for a new space and angles for the spectator. 30 Festival delle Culture Giovani Lato D film, 1983 realizzazione/by: Paolo Rosa, Leonardo Sangiorgi fotografia/photography: Fabio Cirifino operatore/cameraman: Giuseppe Baresi montaggio/editing: Anna Missoni super 8 found footage: D. B. caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 22’ note/notes: Premio “Filmmaker” 2° edizione Un disco consumato di Lou Reed, spezzoni di pellicola, testi che scorrono sul video e si cancellano: tracce di D. Suoni ed immagini raccolte e riordinate, che ricompongono un simulato ritratto, forse non somigliante al suo originale, ma in cui si è cercato di non perdere quella carica di poesia e di provocazione trovata. Questo film è stato realizzato nel 1982, su materiali Super 8 recuperati casualmente, girati da D., un giovane di diciassette anni, tra il 1977 e 1978, e completato con testi tratti da colloqui registrati in quello stesso periodo. Abbiamo provato a trasformare dei reperti dimenticati, fatti di allucinati e lucidi autoritratti, significativi di un modo originale di vivere la condizione giovanile in una documentazione attiva e raccontata. A worn-out Lou Reed record, snippets of film, words that run across the screen and are wiped out – traces of D: Sounds and visuals that have been collected and re-ordered that re-create a simulated portrait which may not resemble the original but which tries not to lose that charge of poetry and provocation that has been found. This film was made in 1982 from Super 8 material that was accidentally com by, shot by D., a 17 year old, between 1977 and 1978. It has been completed with words taken from conversations recorded during the same period. We have aimed to transform theses forgotten finds, these terribly lucid pieces of self-portrait, these important examples of an original way to live youth, into an “active” and telling document. ArtinVideo 31 L’osservatorio nucleare del sig. Nanof film, 1985 regia/direction: Paolo Rosa soggetto e sceneggiatura/screenplay by: Laura Fredmer, Gennaro Fucile, Paolo Rosa fotografia/photography: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino operatore/cameraman: Giuseppe Baresi montaggio/editing: Anna Missoni scenografia/scenography: Esther Musatti musica/music: Piero Milesi cast: Giorgio Barberio Corsetti, Valeria Magli produzione/production: Studio Azzurro caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 60’ note/notes: Premio “Filmmaker”, 3a edition, Premio Gabbiano d’oro nel 1985 a “Anteprima del Cinema Indipendente” – Bellaria Una parete di circa 150 metri, alta circa 2, avvolge l’esterno dell’ex manicomio criminale di Volterra. La sua superficie è totalmente incisa, ricoperta da un immenso racconto fatto di parole e disegni, tabelle e planetari. Per dodici anni Nanof l’ha scalfito e lo ha abitato, costruendo il suo universo. Il graffito è come un ritrovamento archeologico anticipato in cui si ritrovano tutti i temi della nostra contemporaneità. A wall about 150 metres long by about 2 metres, high encloses the exterior of the ex criminal asylum in Volterra. Its surface is entirely etched, covered with a vast narrative made up of words and drawings, tables and orbital diagrams. For twelve years Nanof has scratched it and lived it, as he constructed his own universe The graffiti is like an archaeological find before its time, in which all the issues of our contemporary life are addressed. 32 Festival delle Culture Giovani La variabile Felsen film, 1988 regia/direction: Paolo Rosa soggetto e sceneggiatura/screenplay by: Laura Fredmer, Gennaro Fucile, Paolo Rosa liberamente tratto da un racconto di/based on a novel by: Gianfranco Manfredi fotografia/photography: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino operatore/cameraman: Giuseppe Baresi montaggio/editing: Anna Missoni scenografia/ scenography: Esther Musatti musica/music: Piero Milesi cast: Cochi Ponzoni, Ida Di Benedetto caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 60’ note/notes: Premio “Filmmaker” 4° edizione Ogni mattina una macchina di grossa cilindrata sfreccia su una strada secondaria. Un camion sorpassa una piccola vettura. Con perfetta sincronia, dovuta alla pratica abitudinaria, i due conducenti si salutano suonando un clacson. Felsen osserva l’episodio e segue la sequenza mattina dopo mattina. Come interrompere l’ossessivo ripetersi di questo rituale? Every morning a car streaks along a secondary road. A truck overtakes a small vehicle. With perfect timing the two drivers greet one another, sounding their horns. Felsen observes this sequence of events every morning. How can one interrupt the obsessive repetition of this ritual? ArtinVideo 33 Il combattimento di Ettore e Achille opera videomusicale/videomusical work, 1989 progetto/project: Studio Azzurro regia/direction: Paolo Rosa fotografia/photography: Fabio Cirifino montaggio sincronizzato/sync editing: Cinzia Rizzo musica/music: Giorgio Battistelli percussioni/percussions: Gaston Sylvestre arpa/harp: Brigitte Sylvestre performer: Alessandro Certini, Charlotte Zerbe caratteristiche tecniche/technical specifications: 2 performer, 2 schermi sincronizzati/2 performer, 2 schermi sincronizzati/2 performers, 2 synchronised screens, 35’ prima presentazione/first presentation: TTVV Festival – Riccione note/notes: del lavoro esiste una versione monocanale su due schermi/there is a further single track version of the work projected onto two screens, durata: 20’ Due schermi, due punti di vista contemporanei che, come occhi, osservano l’episodio omerico. A volte essi coincidono, come succede allo sguardo umano, altre volte si dissociano e si scambiano, come avviene nel pensiero. Gli schermi, avvicinati tra loro, compongono scenari e paesaggi e le immagini dei protagonisti si trasferiscono da uno spazio all’altro, in un travaso continuo di identità e di ruoli. Le suggestioni si caricano nei tempi estraniati del racconto e nell’osservazione distesa e rallentata delle azioni. La memoria del combattimento si filtra nella materia del paesaggio, nei corpi dei due danzatori, per arrivare ad una sintesi essenziale, scremata da richiami mitici e ricostruzioni epiche. Two screens, two simultaneous points of view, two eyes that focus on this episode taken from Homer’s epic. At times the images match as happens with human vision, and at other times they are separate and interchangeable, as happens with thought. The 7hscreens, placed side by side, recreate scenes and landscapes and the images of the actors move from one space to the next in a constant swapping of identities and roles. The emotions are heightened by the drawn out alienated time scale of the narration and the spread out slow motion of the action. The memory of the fight seeps into the landscapes’ very texture, winds its way into the dancer’s bodies, and a true synthesis is reached, devoid of all mythical allusion or epic reconstruction. 34 Festival delle Culture Giovani Giacomo mio, salviamoci! opera videomusicale per voce docente, orchestra, scenario/videomusical work for voice, orchestra and setting, 1998 musica/music: Giorgio Battistelli parole/words: Vittorio Sermonti progetto scenico ed elettronico/theatrical and electronic project: Studio Azzurro regia/direction: Paolo Rosa fotografia/photography: Fabio Cirifino operatore/cameraman: Riccardo Apuzzo software: Orf Quarenghi montaggio/editing: Paolo Ranieri live electronics, sound design: Alvise Vidolin ricerca letteraria/literary research: Tina Porcelli aiuto regia/assistant director: Davide Sgalippa performer: Orchestra Filarmonica Marchigiana direttore d’orchestra/conductor: Donato Renzetti solisti in scena/ stage soloists: Nicola Raffone, Luigi Venitucci voce in scena/stage voice: Umberto Orsini produzione/production: Studio Azzurro per/for MacerataOpera, Raisat, RadioRai caratteristiche tecniche/technical specifications: video interattivo/interactive video e/and live electronics prima presentazione/first presentation: Teatro Lauro Rossi – Macerata Un’imponente orchestra abbraccia l’unico personaggio in scena: un conferenziere che recita il proprio omaggio alla nascita del poeta. Davanti a lui si distende un immenso tavolo: è la scrivania-mondo di Leopardi su cui gli spettatori, dalle balconate, possono osservare lo svolgersi delle immagini. La narrazione si snoda attraverso l’intenso dialogo tra la componente musicale, quella letteraria e visiva; le varie parti si affiancano per tutto il tempo, ma non sono mai didascaliche l’una dell’altra. Anzi questo piccolo affresco si rivela proprio negli attraversamenti, nelle differenze, nelle sottili vibrazioni procurate dagli accostamenti, nella sorpresa di fugaci sovrapposizioni, nei vuoti lasciati da queste tre narrazioni parallele. An imposing orchestra embraces the only person on stage - a speaker who recites his personal tribute to the birth of a poet. There is a huge table in front of him. This is Leopardi’s desk-world, where the audience, from their boxes, can watch the images unfold. The narration develops as an intense dialogue between the musical, literary and visual components. The various elements are all present throughout, but they never explain each other. On the contrary, what gives this short fresco meaning are the crossovers, differences, and subtle vibrations provided by the many juxtapositions, the way the fleeting superimpositions surprise us, and the gaps left by these three parallel narrative elements. ArtinVideo 35 Il mnemonista film, 2000 regia/direction: Paolo Rosa soggetto e sceneggiatura/screenplay by: Lara Fremder, Paolo Rosa in collaborazione con/in collaboration with: Giuliano Corti fotografia/photography: Fabio Cirifino operatore/cameraman: Riccardo Apuzzo scenografia/art director: Stefano Gargiulo, Esther Musatti costumi/costumes designer: Bettina Pontiggia trucco/make up: Laura Sidoli montaggio/editing: Jacopo Quadri suono/sound: Claudio Morra montaggio suono/sound editing: Daniela Bassani musica/music: Luca Francesconi coordinamento effetti speciali/special effects coordination: Stefano Roveda aiuti regia/assistants director: Alina Marazzi, Tina Porcelli, Davide Sgalippa segreteria di edizione/continuity: Giulia Gentile realizzazione del mnemodiario/mnemodiario by: Giuseppe Baresi cast: Sandro Lombardi, Roberto Herlitzka, Sonia Bergamasco, Sergio Bini, Cristina Proserpio, Pietro Lombardi, Ermanna Montanari direttore di produzione/production manager: Sabina Uberti Bona produzione/production: Daniele Maggioni, Gianfilippo Pedote per Studio Azzurro distribuzione/distribution: Mikado caratteristiche tecniche/technical specifications: 35mm, colore/colour, 90’ «Suoni, immagini, colori, sapori. Tutto nella sua mente prodigiosa si trasforma in un mondo senza confini tra realtà e immagini». Primo violino nell’orchestra di una grande città, ‘S.’ è dotato di una memoria straordinaria, che lo porta a ricordare ogni minimo dettaglio di ciò che cade sotto la sua attenzione. Decide di rivolgersi al professor ‘L.’, psicologo di fama internazionale, il giorno in cui si accorge di non riuscire più a leggere uno spartito, perché le note davanti ai suoi occhi esplodono in punti mobili e coloratissimi. La relazione terapeutica si sviluppa per oltre trent’anni tra luci e ombre, durante i quali S. si esibisce anche come fenomeno nei teatri e nei cabaret dell’epoca, diventando un mnemonista. Ispirato a un caso reale descritto nel 1965 dal neuropsicologo A. Lurija, il film è un viaggio affascinante tra i misteri e i prodigi del cervello umano. «Sounds, images, colours, tastes. Everything in his prodigious mind is transformed into a world where there is no boundary between reality and image». First violinist in the orchestra of a big city, ‘S’ is gifted with an extraordinary memory which enables him to remember every single detail of everything that he sees happen. He decides to consult ‘L’, an internationally-renowned psychologist, when one day he is unable to read a music score because all the notes on it, as he looks at them, just explode into brightly-coloured moving dots. The relationship between patient and therapist evolves over thirty years, going through highs and lows, during which ‘S’ also goes on stage in theatre and cabaret shows of the time as a Mnemonist. Inspired by a real case study described in 1965 by the neuropsychologist A Lurija, the film is a fascinating journey through the mysteries and gifts of the human mind. 36 Festival delle Culture Giovani Le “Miniatures” sono video che raccontano brevi storie tratte da materiali utilizzati negli spettacoli di Studio Azzurro. Sono piccole installazioni progettate per utilizzare videoproiettori di bassa potenza o in via di esaurimento, normalmente inutilizzabili per formati più grandi. Possono essere composte da uno o più schermi, realizzati da piccole lastre di vetro opalino, sincronizzati tra loro e supportati da basamenti di legno. Tali opere dialogano con l’ambiente adattandosi ad una presenza discreta, non invasiva. Questa serie di “Miniatures” sono tratte dall’opera “The Cenci”, realizzata da Studio Azzurro con le musiche di Giorgio Battistelli e presentata all’Almeida Theatre di Londra nel 1997. Origine e deposizione “Origine e deposizione” è stata presentata la prima volta negli affascinanti meandri di Castel Sant’Angelo di Roma nel 2000. L’opera è formata da due schermi e da una terza proiezione libera, il cui contenuto è ricavato dal materiale elaborato per una scena, tratta dal testo di Antonin Artaud, in cui Cenci, il padre despota, confessa e racconta a modo suo l’uccisione dei due figli maschi. Le due immagini definiscono lo spazio della casa e mentre il racconto procede, i due quadri, emblematici nel loro evocare il luogo della morte (“Il Cristo” del Mantegna) e il luogo della vita (“L’Origine du monde” di Courbet), si animano e contraddicono le parole di Cenci. Per arrivare a una mimesi credibile e fedele queste scene sono state girate in modo che gli attori rappresentassero l’azione al contrario. Recitare in retromarcia nel tempo e, successivamente, rovesciare l’azione in una giusta successione temporale attraverso l’editing, ha generato un effetto estraniato. Un effetto verosimile nei gesti, ma con una reazione muscolare completamente innaturale. Credibile nel suo sviluppo, tuttavia in uno scenario praticato da persone che sembrano essersi appena liberate dalla patina di olio e pigmento e dalla propria immobilità secolare. Una terza proiezione, mimetizzata nell’ambiente, rappresenta una ciotola dentro cui cascano gocce di sangue. Ma il suo suono, più che liquido è simile a un battito di cuore. Evento collaterale _ Galleria Paola Verrengia ORIGINE E DEPOSIZIONE Miniatures e disegni dallo spettacolo “The Cenci” I disegni La mostra è composta da tre grandi immagini trasformate in piccole miniature, accompagnate alle pareti da grandi disegni ricavati, viceversa, dall’esplorazione e dall’ingrandimento esasperato di piccoli appunti di regia di Paolo Rosa. Una ricerca che assomiglia ad una indagine nel pensiero progettuale che precede lo spettacolo. In questo scambio dimensionale e in qualche modo temporale, risiede la volontà di documentare non solo lo spettacolo, ma di rigenerarlo parzialmente in una versione da “camera”, assistita dall’indispensabile musica di Giorgio Battistelli. ArtinVideo 37 The “Miniatures” are videos which tell about short stories taken from materials used in the shows by Studio Azzurro. They are little installations planned to use low power videoprojectors which are going to be sold out and which cannot be used for bigger formats. They can be composed by one or more screens, made of little slabs of opal glass, synchronized with each other and supported by wooden bases. Such works have a dialogue with the environment, adapting themselves to a non invasive, delicate presence. This series of “Miniatures” is taken from the work “The Cenci”, made by Studio Azzurro with the music by Giorgio Battistelli and presented at the Almeida Theatre in London in 1997. Origine e deposizione “Origine e deposizione” was presented for the first time in the charming labyrinth of Castel Sant’Angelo in Rome in 2000. The works is made of two screens and by a third free showing, the content of which is taken by the material processed for a scene, taken by the text by Antonin Artaud, in which Cenci, a despotic father, confesses and tells his own version of the murder of his two sons. The two images define the space of the house and while the story goes on, the two pictures, emblematic in their evocation of the place of death (“Il Cristo” by Mantegna) and the place of life (“L’Origine du monde” by Courbet), become animated and contradict Cenci’s words. In order to get a credible and faithful mimesis, these scenes have been shot in order that the actors perform a contrary action. To act in reverse over time and later, to upturn the action in the right chronological order by the editing, has caused an estrangement effect. An effect which is plausible as regards gestures, but with a muscular reaction which is fully unnatural. Credible in its development, however within a scenery frequented by people who seem to have just feed themselves from a patina of oil and pigment and from their century old immobility. A third showing, mimetized within the environment, represents a bowl inside which drops of blood are falling. But its sound, rather than being that of a liquid it is similar to that of a heartbeat. The drawings The exhibition is made of three big images transformed into little miniatures, accompanied on the walls, by big drawings obtained, on the contrary, from the exploration and exaggerated magnification of little direction notes written down by Paolo Rosa. A research which looks like an investigation into the creation of a project in the mind, which precedes the show. In this dimensional and somehow also temporal exchange, there is the will of not only documenting the show but also of partially regenerating it, in a “room” version of it, accompanied by the irresistible music by Giorgio Battistelli. 38 Festival delle Culture Giovani Biografia_Nel 1982 Fabio Cirifino (fotografia), Paolo Rosa (arti visive e cinema), Leonardo Sangiorgi (grafica e animazione) danno vita ad un’esperienza che nel corso degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche. A loro si aggiunge nel 1995 Stefano Roveda (sistemi interattivi). Attraverso la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi, performance teatrali e film, essi disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline e formano un gruppo di lavoro aperto a differenti contributi e importanti collaborazioni. La ricerca artistica, all’inizio, si orienta verso la realizzazione di videoambientazioni (fra cui spiccano Luci di Inganni, Il Nuotatore (va troppo spesso ad Heidelberg), Vedute (quel tale non sta mai fermo), film come L’osservatorio nucleare del sig. Nanof, interpretato da Giorgio Barberio Corsetti. E proprio con questo esponente del “nuovo teatro” si avvia anche un forte interesse verso l’esperienza teatrale, concretizzata in tre spettacoli tra cui La camera astratta (1987), commissionata da Documenta 8 Kassel e premio Ubu per il teatro di ricerca. Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90 con lo studio teatrale Delfi, interpretato da Moni Ovadia e le videoambientazioni Visit to Pompei (Biennale di Nagoya ’91), Il giardino delle cose (Triennale di Milano’92) e Il viaggio, vengono sperimentate tecniche ad infrarossi e raggi X. Contemporaneamente, sono messi in scena alcuni spettacoli di teatro musicale: Il combattimento di Ettore e Achille (1989) e Kepler’s Traum (1990), realizzato per Ars Electronica di Linz, con il compositore Giorgio Battistelli; Striaz, videoopera notturna che attraversa le strade di Cividale, per il Mittelfest, con Luca Francesconi. I primi dieci anni di attività, che evidenziano una linea di ricerca basata sull’integrazione tra l’immagine elettronica e ambiente circostante con l’intento di rendere lo spettatore partecipe al tessuto narrativo dell’opera stessa, viene riassunto nella grande mostra personale Studio Azzurro-Videoambienti 1982-1992, allestita alla Fondazione Mudima di Milano e ai Musei Laforet di Tokio, Niigata e Kokura in Giappone. Nello stesso periodo si estende la collaborazione con Moni Ovadia nello spettacolo Ultima forma di libertà, il silenzio per le Orestiadi di Gibellina 1993, e con il cortometraggio Dov’è Yankel? presentato al Festival del cinema di Venezia ‘94. Ma è dal 1995 che si delinea un nuovo e fondamentale interesse per le questioni dell’interattività e del multimediale con la realizzazione di una serie di opere definite “ambienti sensibili”, tra cui: Tavoli (perché queste mani mi toccano?), Coro, Totale della battaglia, Il soffio sull’angelo, Il gorgo. All’insegna dell’interattività è stato realizzato anche The Cenci (1997, Teatro Almeida di Londra), un’opera musicale progettata con il compositore Giorgio Battistelli sul testo di Artaud. Con lo stesso musicista: Giacomo mio, salviamoci! (1998), in occasione del duecentesimo anniversario della nascita di Giacomo Leopardi e Il fuoco, l’acqua, l’ombra (1998), spettacolo di danza in omaggio a Tarkowskij, per il KAH di Bonn. Tra il 1998 e il 1999 – prima al Niitsu Art Forum in Giappone e successivamente al Palazzo delle Esposizioni di Roma – la mostra antologica Ambienti sensibili, crea l’occasione per evidenziare l’approccio dello Studio Azzurro alle installazioni interattive. Basato sulla naturalezza del dialogo, attraverso le interfacce naturali, sul coinvolgimento contemporaneo di più persone, sulla ricaduta sociale e le conseguenze della tecnologia interattiva piuttosto che sulla sua esibizione. All’inizio del 2000, lo Studio realizza Dove va tutta’ sta gente? una grande installazione interattiva per Visionruhe di Dortmund; partecipa al progetto Megalopoli, con un muro di immagini video-sincronizzate lungo 256 metri per la Biennale di Architettura di Venezia; organizza Aristocratic Artisans una mostra con 6 videoinstallazioni alla Ace Gallery di New York. Per il teatro progetta a Norimberga la parte multimediale dello spettacolo Wer möchte wohl Kaspar Hauser sein. Nello stesso anno esce nelle sale il lungometraggio Il Mnemonista, viaggio nei meandri della memoria liberamente tratto da un affascinante caso clinico descritto da A. Lurija. Nel 2001 prosegue la forte relazione con il Giappone con la mostra personale Embracing Interactive Art prodotta dal ICC - Museum di Tokio. Nel 2002, a conclusione di due anni di ricerca e di viaggi, viene presentata a Castel S. ArtinVideo 39 Elmo a Napoli Meditazioni Mediterraneo, una mostra composta da cinque “paesaggi instabili”: installazioni interattive sul tema dell’identità mediterranea che, l’anno seguente, viene spostata alla Vieille Charité di Marsiglia e al Mori Art Museum di Tokio. Nel 2004 cura regia e messa in scena dell’opera contemporanea Neither per lo Staatsoper di Stoccarda, su musiche di Morton Feldman e testo di Samuel Beckett. Nel 2006, Studio Azzurro realizza Galileo (studi per l’inferno), spettacolo interattivo con il corpo di ballo “Staatstheater Nuremberg” e, per la prima volta, un’opera diretta a un pubblico “speciale”: l’installazione interattiva La pozzanghera, dedicata particolarmente al mondo dei bambini. A Forte di Bard, nell’aprile 2007 presenta un ciclo di quattro ambienti interattivi dedicati allo spazio-tempo in relazione al cosmo, dal titolo complessivo “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Dal 2004 partecipa in qualità di partner al progetto europeo Bricks, dell’Information Society Technologies, con cui inizia l’approfondimento su un altro aspetto dell’interattività, basato sulla condivisione di grandi archivi visivi, l’elaborazione dei dati depositati e sulla piena partecipazione all’atto creativo. Stando ai confini dei tradizionali luoghi di sperimentazione artistica, Studio Azzurro ha applicato in questi ultimi anni le sue ricerche anche al più vasto mondo comunicativo, in particolare alla progettazione di mostre e musei tematici: il Museo Virtuale della città di Lucca, l’allestimento interattivo del Museo della Resistenza a Sarzana; l’installazione Il giardino delle anime per il New Metropolis, progettato da Renzo Piano ad Amsterdam, attualmente acquisita dal New York Hall of Science – Flushing Meadows. Per Genova Capitale Europea della Cultura 2004, realizza con lo studio Cerri una grande esposizione sui Transatlantici; nel 2005 a Biella, la Fabbrica della Ruota, un museo della storia della lana e Infinita Commedia, percorso dantesco nel borgo di Gradara. Nel 2006, progetta il percorso multimediale della mostra Il teatro delle terre presso l’Archivio di Stato di Torino. Interventi che sottolineano anche l’interesse per “operazioni” oltre che “opere”, che si connettono con il tessuto sociale e con le problematiche del territorio. La Fabbrica del Vapore, attuale sede dello Studio Azzurro, si inscrive, come iniziativa di insediamento e di attività culturali nel centro della città di Milano, in questa specifica progettualità. Studio Azzurro ha conseguito vari riconoscimenti tra cui: Premio UBU per il teatro di ricerca 1988, Gabbiano D’oro 1986, Premio Alinovi–1995, Premio Quadriennale 1996, Gran premio Transmediale 1998, (Berlino), Sole d’oro 1999, Festival TTVV – Riccione, Ovidio d’Oro per il cinema. Recentemente, il premio “Il sogno di Piero” dell’Accademia di Urbino e quello per l’arte contemporanea “Pino Pascali”. Svolge attività in campo formativo e didattico partecipando a workshop e seminari tra cui Pensare l’Arte (1997) con Carlo Sini e Jacques Derrida. Sul proprio percorso, Studio Azzurro ha scritto quattro libri editi da Electa e Silvana editoriale. Oltre Fabio Cirifino, Paolo Rosa, Stefano Roveda e Leonardo Sangiorgi, compongono attualmente lo Studio Azzurro con vari ruoli e specificità: Antonio Augugliaro, Marco Barsottini, Alberto Bernocchi Missaglia, Reiner Bumke, Mario Coccimiglio, Ornella Costanzo, Laura D’Amore, Anna De Benedittis, Daniele De Palma, Elisa Giardina Papa, Tommaso Leddi, Silvia Pellizzari, Laura Santamaria, Lorenzo Sarti, Emanuele Siboni, Delphine Tonglet. Info: www.studioazzurro.com 40 Festival delle Culture Giovani In 1982 Fabio Cirifino (photography), Paolo Rosa (visual arts and film), Leonardo Sangiorgi (graphics and animation) gave rise to an experience that over the course of the years has explored the poetical and expressive possibilities of the new technological cultures. They were joined in 1995 by Stefano Roveda (interactive systems). Through the creation of video-environments, sensitive and interactive environments, theatrical performances and film, they have outlined an artistic path that has cut across traditional art forms while at the same time setting up a work team open to contributions from others and creative collaborations. The artistic research, in the beginning, focused on the creation of video – environments (among which stand out Luci di inganni [Deceptive light], Il nuotatore (va troppo spesso a Heidelberg) [The Swimmer - goes to Heidelberg too often], Vedute (quel tale non sta mai fermo) [Views (that bloke never stays still], film like L’osservatorio nucleare del Sig. Nanof [The nuclear observatory of Mr. Nanof ], performed by Giorgio Baberio Corsetti. And it was alongside this exponent of the “new theatre” that the group began to develop a strong interest in the theatrical experience that led to the creation of three shows including La camera astratta [The abstract room, 1987], commissioned by Documenta 8 Kassel and winner of the Ubu prize for theatrical research. Between the end of the Eighties and the beginning of the Nineties with the theatrical study Delfi, featuring Moni Ovadia and the video-environment Visit to Pompei (Nagoya Biennale ’91), Il giardino delle cose [The garden of things](Milan Triennale ’92) and Il viaggio [The journey], introduced experiments using infrared and X ray techniques. At the same time, a few musical theatre shows were staged: Il combattimento di Ettore e Achille [The battle of Hector and Achilles, 1989] and Kepler’s Traum [Kepler’s dream, 1990] created for Ars Electronica in Linz, with the composer Giorgio Battistelli; Striaz, a night-time video opera that took place throughout the streets of Cividale for the Mittlefest with Luca Francesconi. The first ten years of activity, that point to a line of research based on the integration between the electronic image and the surrounding environment with the aim of allowing the spectator to take an active role in the narrative development of the work itself is summed up in the major monographic exhibition Studio Azzurro – Videoambienti 1982 – 1992, organised by the Mudima Foundation in Milan and the Laforet Museum in Tokyo, Niigata and Kokura in Japan. At the same time the collaboration with Moni Ovadia continued with the show Ultima forma di libertà, il silenzio [Last form of freedom, silence] for the Orestiadi in Gibellina in 1993 and the short film Dov’è Yankel? [Where is Yankel?] screened at the Venice Film Festival in ’94. But it is from 1995 that a new and crucial development took place with the introduction of interactivity and multimedia that led to the creation of a series of works termed “sensitive environments” including: Tavoli (perché queste mani mi toccano?) [Tables (why are these hands touching me?)], Coro [Chorus], Totale della Battaglia [Overview of the battle], Il soffio sull’angelo [The angelic breath], Il gorgo [The whirlpool]. Still based on interactivity was the production of The Cenci (1997, Almeida Theatre in London), a musical worked conceived in collaboration with the composer Giorgio Battistelli based on an Artaud text. With the same musician: Giacomo mio, salviamoci! [Giacomo my dear, let’s save ourselves!] to celebrate the bicentenary of the birth of Giacomo Leopardi and Il fuoco, l’acqua, l’ombra [Fire, water, shadow, 1998] a dance performance in honour of Tarkovskij, for the KAH in Bonn. Between 1998 and 1999 – firstly at the Niitsu Art Forum in Japan and subsequently at the Palazzo delle Esposizioni in Rome – the retrospective exhibition Ambienti sensibili [Sensitive environments], provided the opportunity to underline Studio Azzurro’s approach to interactive installations. Based on the naturalness of the dialogue, achieved thanks to so called natural interfaces, the involvement of many people at the same time, and an attention for the social repercussions triggered by interactive technology rather than it’s exploitation. At the beginning of 2000, the Studio created Dove va tutta’ sta gente? [Where are all these people going?] a major interactive installation for Visionruhe in Dortmund; it took part in the Megalopoli project, with a wall of synchronised video images 256 metres ArtinVideo 41 long for the Biennale di Architettura in Venice; it organised Aristocratic Artisans, an exhibition with 6 video-installations at the Ace Gallery in New York. For the theatre they designed the multimedia side of the show Wer möchte wohl Kaspar Hauser sein in Nurnberg. The same year their feature film Il Mnemonista [The Memory man] was released in cinemas, a journey in the maze of memory freely based on the fascinatine clinical study described by A. Lurija. In 2001 their strong relationship with Japan continued with the monographic exhibition Embracing Interactive Art produced by ICC – Museum in Tokyo. In 2002, after two years of research and travels they present Meditazioni Mediterraneo [Mediterranean Meditations] at Castel S. Elmo in Naples, an exhibition featuring five “unstable landscapes”: interactive installations on the theme of the Mediterranean identity which the following year was transferred to the Vieille Charité in Marseille and to the Mori Art Museum in Tokyo. In 2004 they were responsible for the direction and staging of the contemporary opera Neither for the Stuttgart Staatsoper, with music by Morton Feldman and text by Samuel Beckett. In 2006, Studio Azzurro created Galileo (studi per l’inferno) [Galileo (studies for the Inferno)], an interactive performance featuring the corps de ballet of the Nuremberg Staatstheatre and, for the first time, a work specifically designed for a “special” audience, the interactive installation La pozzanghera [The puddle] for kids. Since 2004 the Studio has taken part as a partner in the European project Bricks, run by the Information Society Technologies, that attempts to begin exploring another aspect of interactivity, based on the sharing of vast visual archives, the processing of deposited data and the full involvement in the creative act. Remaining on the outskirts of the traditional sites of artistic experimentation, Studio Azzurro has also applied it’s research in recent years to the wider world of communication, in particular by designing exhibitions and theme museums: the Museo Virtuale della città di Lucca [Virtual Museum of the City of Lucca], the interactive exhibition for the Museo della Resistenza [Resistance Museum] in Sarzana; The installation Il giardino delle anime [The garden of souls] for New Metropolis, designed by Renzo Piano in Amsterdam, currently acquired by the New York Hall of Science – Flushing Meadows. For Genoa European Capital of Culture 2004, together with the studio Cerri it organised the large exhibition Transatlantici [Ocean liners]; in 2005 in Biella, La fabbrica della Ruota [The Wheel Factory], a museum on the history of wool and Infinita Commedia, a Dante journey through the village of Gradara. In 2006, it designs the multimedia side of the exhibition Il teatro delle terre [The theatre of earth] at the Archivio di Stato in Turin. All works that underline the interest for “projects” as well as “works”, that are connected to the social fabric and address territorial issues. The Fabbrica del Vapore [Steam Factory], the current Studio Azzurro premises, falls into this same category as a site for cultural activity in the centre of Milan. Studio Azzurro has been awarded a number of prizes including: UBU prize for theatre research, 1998, Gabbiano d’oro 1986, Premio Alinovi–1995, Premio Quadriennale 1996, Gran premio Transmediale 1998, (Berlin), Sole d’oro 1999, Festival TTVV – Riccione, Ovidio d’Oro for cinema. Recently the prize “Il sogno di Piero” from the Urbino Academy and the “Pino Pascali” prize for contemporary art. It carries out education and training work by taking part in workshops and seminars including Pensare l’Arte (1997) together with Carlo Sini and Jacques Derrida. In the course of time, Studio Azzurro has written four books published by Electa e Silvana editoriale. Besides Cirifino, Paolo Rosa, Stefano Roveda and Leonardo Sangiorgi, the following currently go to make up the Studio Azzurro team fulfilling various roles and functions: Antonio Augugliaro, Marco Barsottini, Alberto Bernocchi Missaglia, Reiner Bumke, Mario Coccimiglio, Ornella Costanzo, Laura D’Amore, Anna De Benedittis, Daniele De Palma, Elisa Giardina Papa, Tommaso Leddi, Silvia Pellizzari, Laura Santamaria, Lorenzo Sarti, Delphine Tonglet. Info: www.studioazzurro.com 42 Festival delle Culture Giovani Donne e uomini su linee d’ombra 44 Sette film non sono abbastanza per definire una tendenza, ma dichiarano i nostri gusti, le nostre attese rispetto al cinema, che sia di esordienti o meno. Eppure qualche traccia di un nuovo sentire si avverte in queste opere. Il festival di quest’anno offre una carrellata di ritratti davvero convincenti di donne, come Emma (“Emmas Glück” di Sven Taddicken) capace di gesti d’estrema tenerezza nell’offrire il proprio corpo e la morte a chi ama. Protagonista solitaria di una ribellione contro l’ordine sociale, rivendica un primato della natura, della cura, del dolore e dell’amore regalato a chi fugge, a chi attende di vivere la morte non avendo avuto la forza di rendersi vivo alla vita. Violetta (“Pardonnez-moi” di Maïwenn) è un’altra figura di donna ribelle al vincolo del silenzio, al rimosso, alla reticenza sull’universo totalizzante e perverso della famiglia. Ella fa i conti col padre, con la madre, con la sua storia e con i suoi demoni per liberare il figlio da un peso che non gli appartiene e sgombrare il campo al futuro. Ancora donne, questa volta in un gioco a tre, sono le protagoniste di “Das Fräulein” di Andrea Staka - ma alle spalle c’è anche la sceneggiatura di Barbara Albert. Tre donne sole in una nuova terra, dopo l’abbandono di quella “madre” sventrata dalla guerra (sono originarie della Serbia), che si confrontano, si scontrano, mettono in gioco vita, amore e lavoro per scoprire che nessuna solitudine è impenetrabile, nessun bilancio si chiude in perdita. Basta scegliere, come nel caso di Angie e Sandra (“Dans Les Cordes” di Magaly Richard Serrano). Sul ring e nella vita prendono pugni e li danno, lottano per affermarsi dentro il nucleo oscuro della famiglia - tra silenzi e tradimenti, ancora - per affermarsi e fuggire, sognare un oltre le corde finalmente libere. E gli uomini? Anche il loro universo ruota intorno alle donne, senza le quali si perdono. Wojtek (“Retrieval” di Slawomir Fabicki) è giovane, forte e prende la vita a pugni ma rischia di andare al tappeto se una donna non lo sottrae all’abisso - di violenza e morte - che lo risucchia inesorabilmente. E cosa sarebbero le vite di Domühl, costruttore fallito e bevitore inveterato, e Hagen dolce idiota ultracinquantenne perso nel nulla della campagna tedesca senza Ina, amante e madre, complice tenera e decisa, perno di una storia (“AlleAlle” di Pepe Planitzer) di fughe, ritorni e insospettabile felicità? C’è però un universo tutto maschile, in cui la donna compare solo come corollario, è quello duro e violento di un uomo solo col suo passato, cui crede di poter sfuggire, di una rinascita fallita, di un sogno che si spegne sulla linea di un fronte mai smobilitato (“The Front Line” di David Gleeson). Peppe D’Antonio | Maurizio di Rienzo Festival delle Culture Giovani Seven films are not enough to define a trend, but they show our tastes, our expectations towards the cinema, either that of debutants or not. However some trace of a new feeling can be found in these works. The festival of this year offers a review of women portraits which are really convincing, like Emma (“Emmas Glück” by Sven Taddicken) who can be very tender in offering her body and death to the man she loves. Lonely protagonist of a rebellion against any social order, she claims for the priority of nature, care, pain and love given as present to whom is running away, to whom is waiting for living death, not having been able to be alive. Violetta (“Pardonnez-moi” by Maïwenn) is another figure of woman rebel to the bond of silence, to what has been removed, to any reserve on the all-absorbing universe and perverse of the family. She reckons with her father, her mother, with her story and with her devils to free her son from a burden which does not belong to him and to clear the ground for the future. Still women, this time in a game for three, they are the protagonists of “Das Fräulein” by Andrea Staka-but behind there is also the script by Barbara Albert. Three women alone in a new land, after the abandonment of that “mother” tore down by the war (they come from Serbia), who confront with each other, exchange their opinions, bring life, love and work into play until they discover that no solitude is impenetrable, no balance is only closed with a loss. To choose is enough, as in the case of Sandra and Angie (“Dans les Cordes” by Magaly Richard Serrano). In the ring and in their life they are hit and hit themselves, they struggle to impose themselves within the dark nucleus of their familyamong silences and betrayals, again- to impose themselves and run away, to dream beyond the ring to be finally free. And the men? Also their universe is centred on women, without them the get lost. Wojtek (“Retrieval” by Slawomir Fabicki) is young, strong and punches life, but he risks to go down if a woman does not take him from the gap - of violence and death - which inexorably sucks him in. And what would be the lives of Domühl, a failed builder and inveterate drinker, and Hagen sweet over thirty year old idiot lost in the nothingness of the German countryside without Ina, lover and mother, his tender and firm accomplice, pivot of a story (“AlleAlle” by Pepe Planitzer) of escapes, returns and unexpected happiness? But there is a wholly masculine universe, in which women appear only as a corollary, it is that hard and violent of a man alone with his past, which he thinks to escape, of a failed rebirth, of a dream which fades away on the line of a never demobilized front (“The Front Line” by David Gleeson). Linea d’Ombra 45 Passaggi d’Europa GIURIA PASSAGGI D’EUROPA Eugenio Cappuccio è nato a Latina (Roma) nel 1961. Diplomato in sceneggiatura al Centro sperimentale di Cinematografia, è stato assistente alla regia di Fellini in “Ginger e Fred”. Ha diretto videoclip e documentari esordendo nel cinema con la co-direzione del pluripremiato “Il Caricatore” (1996). Seguono “La vita è una sola”(1998), “Come mosche” (2003), “Volevo solo dormirle addosso” (2004). Il suo ultimo lavoro “Uno su due” (2006) è stato presentato alla prima edizione di Cinema. Festa internazionale di Roma. Eugenio Cappuccio was born in Latina (Rome) in 1961. He got a diploma in script writing at the Experimental Centre of Cinematography. He was assistant director of Fellini in “Ginger and Fred” . He has directed videoclips and documentary films and debuted in the cinema with the co-direction of the multi-prize winner “Il caricatore” (1996). Then “La vita è una sola” (1998), “Come mosche” (2003), “Volevo solo dormirle addosso” followed. His last work “Uno su due” (2006) has been presented at the first edition of the International Festival of the Cinema in Rome. Donatella Finocchiaro è nata a Catania. Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza ma ben presto inizia a recitare in teatro. Con “Angela” (2002) di Roberta Torre, suo debutto al cinema, viene apprezzata dalla critica di tutto il mondo (Cannes, Toronto, Sundance, Rotterdam) e premiata come miglior attrice al Festival di Tokio e come Attrice Rivelazione con il Globo d’Oro 2003. Dopo “Perdutoamor” (2003) di Franco Battiato, ha girato diverse pellicole con i maggiori registi italiani, tra i tanti Davide Ferrario, Roberto Andò, Marco Bellocchio, Gianluca Maria Tavarelli, Mimmo Calopresti. Donatella Finocchiaro was born in Catania. She matriculated at the Faculty of Law but soon started acting. With “Angela” (2002) by Roberta Torre, her début in the cinema, she has been appreciated by criticians all over the world (Cannes, Toronto, Sundance, Rotterdam) and she has been awarded a prize as Best actress at the Festival of Tokyo and as Best Revelation Actress she has been awarded the Golden Globe 2003. After “Perdutoamor” (2003) by Franco Battiato, she has acted in many films directed by the major Italian directors such as Davide Ferrario, Roberto Andò, Marco Bellocchio, Gianluca Maria Tavarelli, Mimmo Colapresti. 48 Festival delle Culture Giovani Cristiana Paternò vive e lavora a Roma. Laureata in Filosofia, è giornalista e critico cinematografico. Ha lavorato a L’Unità e Noidonne, ha diretto i quotidiani di cinema online Cinemazip e Tamtam, attualmente è vicedirettore di CinecittàNews, il daily di Cinecittà Holding dedicato al cinema italiano.Giurata al Mystfest di Cattolica, alle Grolle d’oro, al David di Donatello, alla Settimana della Critica di Venezia 2006, ha fatto anche parte della commissione di selezione dei candidati ai Nastri d’argento. Cristiana Paternò lives and works in Rome. She is graduated in Philosophy, she is journalist and cinema critician. She has worked for the newspapers “L’Unità” and “Noi Donne”, she has managed cinema newspapers on line “Cinemazip” and “Tamtam”, she is now vice Director of “CinecittàNews”, the daily news of Cinecittà holding devoted to the Italian cinema. Member of the Jury at the Mistfest in Cattolica, of the Grolle d’Oro, of the David di Donatello, at the Week of the Critique in Venice 2006, she has also taken part into the Commission for the selection of the candidates for the Nastro d’argento Award. Passaggi d’Europa 49 AlleAlle AlleAlle Hagen, un cinquantacinquenne ritardato mentale, si perde nel mezzo di una desolata campagna tedesca a Sud di Berlino, dopo aver sbagliato stazione ferroviaria. Ha passato molti anni della sua vita in un istituto per handicappati e appare del tutto incapace di gestire la sua vita. È raccolto da Domühl, un costruttore fallito e alcolista per disperazione. L’uomo, trentacinquenne, gli offre ospitalità nella sua casa, vicina ad un’ex base militare sovietica ereditata dal padre poco prima di morire, insieme a una montagna di debiti. Egli vive come un emarginato, coltivando con l’alcol i suoi sogni ad occhi aperti. Nella loro vita entra però Ina, una donna matura, rude e decisa che alla fine cede all’amore di Domühl, ma dovrà scontare un periodo di carcere per aver ferito il marito violento. Al suo ritorno troverà i due uomini che hanno saputo realizzare un sorprendente equilibrio in una nuova vita. Hagen, a fifty-five year old mentally retarded man, gets lost in the desolate German countryside to the south of Berlin, after having gone to the wrong railway station. He has spent many years of his life in an Institute for handicapped people and he seems to be completely unable to look after himself. He is taken in by Domühl, a failed builder and alcoholic in desperation. The man, who is thirty-five years old, takes him in his house, which is near to a former Soviet military base, inherited from his father just shortly before his death, together his mountain of debts. He lives like a social outcast, daydreaming by drinking alcohol. In their life Ina goes in, she is a mature firm, rough woman, who at last yields to Domühl’s love, but she will have to serve a period of time in prison for having hurt her violent husband. On coming back she will find the two men living a new life having finally found a surprising balance. 50 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata AlleAlle AlleAlle Pepe Planitzer 2007 Germania 35mm. 90’ Cast Eberhard Kirchberg Milan Peschel Marie Gruber Simone Frost Christina Grobe Teo Vadersen Peter Kurth Petra Kelling Udo Kroschwald Sceneggiatura Tratto da Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Costumi Trucco Produttore Pepe Planitzer “Burnout” di Oliver Bukowsky Pepe Planitzer Katrin Ewald Uwe Mann Mattias Richter Jorg Huke Justyna Jaszczuk Constanze Hagedorn Christine Bauer, Maria Fruntke Annekatrin Hendel, Jurgen Grimmer Produzione It works! Medien GmbH Distribuzione It works! Medien GmbH Pepe Planitzer è nato a Berlino nel 1969. Si diploma in regia all’accademia di cinema e televisione “Konrad Wolf ” nel 1998 e da allora lavora come regista e autore freelance. Nel 2003 debutta nella regia di un lungometraggio con “Ein Schiff Wird Kommen”. “AlleAlle” è il suo secondo film. Pepe Planitzer was born in Berlin in 1969. He got a diploma as director at the Academy of Cinema and Television “Konrad Wolf ” in 1998 and since then he is working as free lance director and author. In 2003 he debuted as director of a feature film “Ein Schiff wird kommen”. “AlleAlle” is his second film. Passaggi d’Europa 51 Dans les cordes On the ropes Joseph gestisce un club di box dove allena Angie e Sandra, la figlia e la nipote. La box è per loro una passione totale che non lascia spazio a null’altro, ma toglie aria e vita a Teresa, la moglie di Joseph. La sera della finale dei campionati di Francia, la sconfitta di una delle due ragazze mette in pericolo la sopravvivenza del club e rompe gli equilibri della famiglia. La moglie, che ha scoperto il tradimento del marito con la sorella - relazione da cui è nata Sandra -, decide di abbandonarlo e lui prova a consolarsi con la vicina di casa. Tra le due ragazze, cresciute come sorelle ed un tempo complici, si crea una forte rivalità, che va ben al di là del ring. In un incontro d’allenamento Angie ferisce gravemente la cugina e prende il suo posto sul ring, affrontando la stessa avversaria che l’aveva sconfitta. Domina per tutto il match, consumando con i pugni la sua vendetta, fino a un clamoroso epilogo. Joseph runs a boxing club where he coaches Angie and Sandra, her daughter and her niece. Boxing is their passion which isolates them from everything around them, but it takes Theresa’s (Joseph’s wife) life and air. On the final evening of the Championship in France, the defeat of one of the two girls puts at risk the survival of the club itself and breaks the balance within the family. Theresa, who has discovered her husband’s affair with her sister- a relationship from which Sandra was born- decides to leave him and he tries to get over it by having an affair with his neighbour. Between the two girls, grown up as sisters and who has always lived together in a relationship of complicity, a new strong rivalry is born, which really continues outside he ring. In a training boxing match Angie hurts her cousin and takes her place in the ring, meeting the same rival who had beaten her. She dominates the whole match taking her revenge by blowing with her fists, up to a sensational ending. 52 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Dans les cordes Titolo Inglese On the ropes Regia Magaly Richard Anno Nazione Formato Durata Serrano 2006 Francia 35mm. 93’ Cast Richard Anconina Maria de Medeiros Louise Szpindel Stèphanie Sokolinski Dominique Blanc Sceneggiatura Magaly Richard Serrano Pierre Chosson Montaggio Yann Dedet Fotografia Isabelle Razavet Suono Martin Boissau Scenografia Costumi Produttore Produzione Distribuzione Jean-Marc Schick Benoit Pfauvadel Chaterine Rigault Nathalie Mesuret, Bertrand Gore Sunday Morning Production Piramide International Magaly Richard-Serrano ha vinto alcuni titoli nazionali di boxe in Francia, prima di laurearsi in storia dell’arte e diplomarsi in cinema. Ha iniziato la propria carriera artistica come regista di cortometraggi. Ne realizza tre dal 1993 al 2000: “Papa a Tué un Ange”, “Va Voir Ici, Viens Voir Ailleurs” e “Romantique ta Mère!”. Insegna, nel frattempo, sceneggiatura e regia a giovani in difficoltà presso l’ “Atelier de Production du Centre Val de Loire” e, nel 2000, inizia a lavorare per la televisione come sceneggiatrice. “Dans les cordes” è il suo primo lungometraggio. Attualmente è impegnata nella preparazione del suo secondo film “En Mille Morceaux”. Magaly Richard-Serrano has won some national boxing titles in France, before getting a degree in History of art and a diploma in cinema. She started her art career as director of short films. She directed three of them between 1993 and 2000: “Papa a tué un ange”, “Va Voir Ici, Viens voir Ailleurs”, and “Romantique ta Mère!”. In the meanwhile she started teaching film script writing and film direction youth in trouble at the “Atelier de Production du Centre Val de Loire” and in 2000 she started working as TV script writer. “Dans les Cordes” is her first feature film. She is presently working at her second film “En Mille Morceaux”. Passaggi d’Europa 53 Das Fräulein Fraulein ˇ una donna di cinquant’anni originaria della Serbia, vive da molto tempo a Ruza, Zurigo, dove gestisce con successo un ristorante self-service. La sua esistenza ruota intorno al lavoro, non c’è spazio per gli affetti né per la nostalgia del suo paese, al quale non pensa di ritornare. Mila, una sua vecchia amica di sessant’anni, sogna invece di comprare una casa in Serbia e di trasferirsi con tutta la famiglia. Il ritmo ordinario della loro vita è sconvolto dall’arrivo da Sarajevo di Ana, una ˇ le ragazza bella e decisa che cerca di rifarsi una vita lontano dalla guerra. Ruza offre un lavoro e, pur tra conflitti e incomprensioni, è attirata dalla personalità della giovane. Ana organizza per lei una festa a sorpresa durante la quale, per la prima volta, la donna si lascia andare al piacere della danza e, poi, dell’amore che aveva sempre rifiutato. Il loro rapporto diventa più stretto, non senza qualche diffidenza, fino a quando la giovane le rivela il pesante segreto della sua malattia. ˇ a fifty-year old woman coming from Serbia, has been living in Zurich for a Ruza, long time, where she successfully runs a self-service restaurant. Her existence is only centered on her work, there is no space for others to be loved or for any feeling of nostalgia for her country, to which she does not think to come back. Mila, a friend of her, being sixty years old, on the contrary dreams of buying a house in Serbia and of moving there with all her family. The ordinary rhythm of her life is upset by the arrival of Ana from Sarajevo, a firm and beautiful girl who is trying to ˇ offers her a job and, even among make a new life for herself far from the war. Ruza conflicts and misunderstandings, she is attracted by the personality of the young ˇ lets girl. Ana organizes a surprise party for her during which, for the first time Ruza herself go to the pleasure of dancing and to the love she had always refused. Their relationship becomes even closer, not without any distrust, until the young girl reveals to her the heavy secret of her illness. 54 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Das Fräulein Fraulein Andrea Staka 2006 Svizzera,Germania 35 mm Dolby Surround Durata 81’ Cast Mirjana Karanovic Marija Skaricic Ljubica Jovic Andrea Zogg Zdenko Jelcic Pablo Agullar Sceneggiatura Andrea Staka, Barbara Albert, Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Costumi Produzione Distribuzione Marie Kreutzer Gion-Reto Killias Igor Martinovic Jorg Elsner Peter von Siebenthal, Till Wyler, Daniel Jakob Su Erdt Bettina Marx Dschoint Ventschr AG, Zdf, F.I.S.T. Sarajevo, SF Schweizer Fernsehen, Quinte Film GmbH Media Luna Entertainment Andrea Staka è nata in Svizzera nel 1973. Ha iniziato ad occuparsi di fotografia durante gli studi e, nel 1992, è accettata nel prestigioso “London College of Printing” di Londra. I suoi interessi si sono poi rivolti al cinema. Frequenta la scuola di regia presso la “School of Visual Art” di Zurigo, dove si diploma nel 1998 con il cortometraggio “Hotel Belgrad”, che ha ottenuto molti premi in diversi festival internazionali. Due anni dopo si trasferisce a New York, dove gira il corto “Daleko”, cui segue, nel 2000, il documentario “Yugodivas” che, uscito nelle sale svizzere, è nominato per la “Swiss Film Award” come miglior documentario. “Das Fräulein”, il suo primo lungometraggio di finzione, ha vinto il “Pardo D’Oro” al Festival di Locarno del 2006. Andrea Staka was born in Switzerland in 1973. She started working with photography during her studies and, in 1992, she is admitted in the famous “London College of Printing” in London. Then she turned her attention to the cinema. She attended the direction school at the “School of Visual Art” in Zurich, where she got a diploma in 1998 with the short film “Hotel Belgrad”, which was awarded many prizes in a variety of international festivals. Two years later she moved to New York, where she produced the short film “Daleko”, and later in 2000, the documentary film “Yuogodivas” which, come out in the Swiss cinemas, was nominated for the “Swiss Film Award” as the best documentary film. “Das Fräulein”, her first fiction feature film, has recently won the “Pardo D’Oro” at Locarno Festival in 2006. Passaggi d’Europa 55 Emmas Gluck Emma’s Bliss Max, un mediocre venditore d’auto, scopre di essere malato terminale di cancro al pancreas e decide di partire per passare i suoi ultimi giorni in qualche paradiso messicano. Ruba i soldi al socio e fugge in macchina, ma un incidente d’auto lo catapulta, svenuto, vicino alla casa di Emma, una giovane contadina che si prende cura di lui. La donna, originale e selvaggia, ma capace di insolita tenerezza con i suoi animali, è in perenne conflitto con la famiglia, la polizia e la banca locale: i debiti accumulati l’hanno portata sull’orlo del fallimento. I due iniziano a conoscersi, non senza diffidenze e riserve mentali, e presto diventano inseparabili. La loro vita cambia. La malattia di Max è inesorabile ma non fino al punto da non lasciare ad entrambi la scoperta dell’amore. Lei accompagnerà con tenerezza il suo amante fino alla fine. Max, an ordinary car seller, finds out to be a terminally ill person, affected by a cancer of pancreas, and he decides to leave to spend his last days in a kind of Mexican paradise. He steals his partner’s money and runs away by his car, but a car accident catapults him out of his car near the house of Emma, a young farmer who takes care of him. The woman, peculiar and savage, but able of being originally tender with her animals, is in continuous conflict with her family, the police and the local band: the debts she has piled up have led her on the verge of bankruptcy. Both start knowing each other, without mistrustfulness and mental reservations, and soon they become inseparable. Their life changes. Max’ illness is inexorable but it does not avoid them to discover love. She will tenderly accompany her lover to the end of his life. 56 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Emmas Gluck Emma’s Bliss Sven Taddicken 2006 Germania 35mm. 99’ Cast Jördis Triebel Jürgen Vogel Martin Feifel Hinnerk Schönemann Karin Neuhäuser Nina Petri Arved Birnbaum Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Costumi Trucco Produttore Produzione Distribuzione Ruth Toma, Claudia Schreiber Andreas Wodraschke Daniela Knapp Andreas Wölki Christoph Blaser, Steffen Kahles Peter Menne Ute Paffendorf Henny Zimmer Björn Vosgerau Wuste Filmproduktion The Match Factory Gmbh Sven Taddicken è nato nel 1974 a Hambourg. Dal 1996 al 2002, ha studiato alla Filmakademie Baden-Württemberg a Ludwigsburg. Inizia la sua carriera nel cinema con una serie di cortometraggi, premiati a vari festival. Esordisce nel 2001 con il lungometraggio “Mein Bruder der Vampir”, che viene premiato ai festival di Rotterdam, Valencia e Hof. “Emmas Gluck”, il suo secondo lungometraggio, è stato premiato al festival di Monaco, miglior regista esordiente, e all’Hamptons Film Festival, migliore sceneggiatura e premio del pubblico. Sven Taddicken was born in 1974 in Hamburg. From 1996 to 2002 he studied at the Filmakademie of Baden-Württemberg in Ludwigsburg. He started his career in the cinema with a variety of short films awarded in various festivals. He debuted in 2001 with the feature film “Mein Bruder der Vampir”, which was awarded prizes at the Festivals of Rotterdam, Valencia and Hof. “Emmas Gluck”, his second feature film, was awarded a prize at the Festival of Monaco, as the best debutant director, and at the Hamptons Film Festival, as the best film-script awarded a prize by the public. Passaggi d’Europa 57 The Front Line The Front Line Joe Mumba, un profugo originario della Repubblica del Congo con un passato oscuro, trova rifugio in Irlanda, dove è accolta la sua richiesta di asilo. Inizia una nuova vita, non senza il peso di una memoria dolorosa, come addetto alla sicurezza in una grande banca. Dopo qualche tempo è raggiunto da una donna con il figlio piccolo, che lui fa passare per la propria famiglia. Quando la loro vita sembra assumere il respiro della normalità - non senza che si avvertano ombre nel loro rapporto - la donna e suo figlio sono rapiti da una banda di ladri, che ricattano Joe e lo costringono ad aiutarli a svaligiare la banca. Egli accetta, ma prende delle precauzioni: non consegna il bottino. Il giorno dello scambio qualcosa va storto, la donna è libera, ma il bambino è preso in ostaggio. L’uomo, disperato, si rivolge ad una banda di congolesi. Essi lo aiutano nella ricerca utilizzando metodi di inaudita violenza che riportano l’uomo a un passato che avrebbe voluto cancellare. Joe Mumba, a refugee coming from the Republic of Congo with his dark past, takes refuge in Ireland, where his request of asylum is accepted. There he starts a new life, not without the burden of a painful memory, as appointed to the safety of a bank. After some time a woman with a little child reaches him, and he makes them pass off as his family. When their life seems to pass normally- not without shadows in their relationship- the woman and her son are kidnapped by a gang of robbers who blackmail Joe and force him to help them to rob the bank. He accepts but takes precautions: he does not hand the spoils over. On the day of the exchange something goes wrong, the woman is free but the child is taken as hostage. The man, being desperate, resorts to a band of Congoleses. They help him with his research using methods of unprecedented violence which make him go back to a past that he would have liked to wipe out from his memory. 58 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata The Front Line The Front Line David Gleeson 2006 Irlanda, Uk/De/Se 35mm 95’ Cast Eriq Ebouaney Fatou N’Diaye Brian Eli Ssebunya James Frain Gerard Mc Sorley Hakeem Kae-Kazim Sceneggiatura Fotografia Musica Scenografia Costumi Produttore David Gleeson Volker Tittel Patrick Cassidy Jim Furlong, Emer MacAvin Grania Preston James Flynn, Philipp Homberg, Adrian Struges, Lena Rehnberg, Nathalie Lichtenhaler Produzione Wide Eye Films Distribuzione Buena vista international David Gleeson è nato in Irlanda nel 1966. Ha iniziato la sua carriera a 19 anni, scrivendo e dirigendo la sua prima opera teatrale “Class Controll”, cui seguiranno molto altri lavori. Nel 1988 si trasferisce in Scozia per seguire gli studi in Comunicazione e inizia a realizzare cortometraggi. Completati gli studi, comincia a lavorare con una compagnia petrolifera del Mare del Nord per finanziare la produzione dei suoi lavori. Dopo sette anni di permanenza su piattaforme petrolifere, David si trasferisce negli Stati Uniti e si iscrive alla New York Film Academy. Nel 1995 scrive e dirige il cortometraggio "Feels Like Home", che ottiene numerosi premi. Quattro anni dopo, fonda, con Nathalie Lichtenthaeler, la società di produzione Wide Eye Films Ltd. Debutta nel lungometraggio con “Cowboys & Angels”. “The Front Line” è il suo secondo lungometraggio. David Gleeson was born in Ireland in 1966. He started his career when he was 19, writing and directing his first play “Class Controll”, to which many other works followed. In 1988 he moved to Scotland to study Communication and there he started to produce feature films. When he finished his studies, he started working for an oil company in the North Sea to be able to financially support the production of his works. After seven years which he spent on working on oil platforms, David moved to the United States and enrolled at the New York Academy. In 1995 he wrote and directed the short film “Feels Like Home” , which was awarded many prizes. Four years later, he founded with Nathalie Lichtenthaeler, the production company Wide Eye Films Ltd. He debuted in the production of feature films with the feature film “Cowboys & Angels”. “The Front Line” is his second feature film. Passaggi d’Europa 59 Pardonnez Moi Forgive me Appena scopre di aspettare il suo primo figlio, Violette decide di donargli un film sulla propria famiglia. Consigliata dalla sua psichiatra, acquista una telecamera e comincia a ricostruire il proprio passato. Recupera piccoli frammenti di video amatoriali di quando era bambina e poi affronta a turno la vita e i segreti della madre, del padre - dal quale avverte il distacco e l’apparente disamore - e della sorella. A quest’ultima rivela l’identità del vero padre: un giornalista che la madre conobbe venti anni prima e che ora vuole stabilire, in una situazione al limite del paradossale, un rapporto con la figlia. Nessuno esce indenne da questo ritratto di famiglia che si racconta tra crisi, scoppi di rabbia, lacrime e risate. As soon as she finds out that she is pregnant with her second child, Violette decides to give him a film on her family. Following the advise of her psychiatrist, she buys a telecamera and starts reconstructing her past. She recovers little pieces of amateur videos about her child life and then she starts dealing with the life and secrets of her mother, her father- whose indifference and clear disaffection she feels- her sister. She reveals to her the identity of her real father: a journalist that her mother met twenty years before and that now wants to restablish, in a situation which is almost paradoxical, a relationship with her daughter. No one comes out from this family portrait unhurt, among crises, rage outbursts, tears and laughers. 60 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Pardonnez Moi Forgive me Maïwenn 2006 Francia 35 mm 86’ Cast Maïwenn Pascal Gregory Hèléne De Fougerolles Aurélien Recoing Claire Mathon Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Costumi Produttore Maïwenn Laure Gardette Claire Mathon Pierre-Yves Lavoué Mirwais Ahmadzaï Marité Coutard François Kraus, Denise Pineau Valencienne, Maïwenn Le Besco Produzione Maï Productions Les film du Kiosque Distribuzione SND/ M6 D.A. Maïwenn è nata in Francia nel 1976. Incoraggiata dalla madre, ha iniziato la sua carriera d’attrice da giovanissima. Tra i suoi lavori più importanti figurano “Leon”, “Il quinto elemento” di Luc Besson e “Haute Tension” di Alexandre Aja. Come regista ha prodotto ed interpretato il corto “I’m an actrice”. Con “Pardonnez moi”, il suo primo lungometraggio, Maïwenn ha vinto il premio Cesar come miglior regista esordiente e migliore attrice emergente. Maïwenn was born in France in 1976. Encouraged by her mother. She started her career as actress when she was very young. Among her most important works there are “Leon”, “Il quinto elemento” by Luc Besson and “Haute Tension” by Alexander Aja. As director she has produced and interpreted the short film “I’m an actrice”. With “Pardonnez moi”, his first feature film, Maïwenn has won the prize Cesar as the best debutant director and the best emergent actress. Passaggi d’Europa 61 Z odzysku Retrieval ´ Cresciuto senza un padre, Wojtek, un giovane di diciannove anni, vive in Slask, una piccola città polacca di minatori. Un mondo fatto di povertà e disperazione, grigio, duro, nel quale è difficile credere nel futuro e persino amare. Il ragazzo è innamorato di Katja, una giovane donna emigrata dall’Ucraina con il figlio piccolo e in attesa di ottenere il permesso di soggiorno. Wojtek lascia il suo lavoro alla miniera per darsi alla boxe, accentando, per soldi, anche incontri truccati. Cacciato dalla palestra in cui si allena, diventa buttafuori in una discoteca. Finisce per essere coinvolto pesantemente nei loschi traffici del proprietario, un gangster mellifluo e spietato. Quest’ultimo lo protegge e gli fa ottenere il permesso di soggiorno per la sua donna che, tuttavia lo abbandona non accettando più il suo modo di vivere. Più combatte per le cose che ama, più sembra precipitare verso basso. ´ Grown up without a father, Wojtek, a young nineteen year old boy, lives in Slask, a little Polish town of miners. A world made of poverty and desperation, a grey and hard world, in which it is difficult to believe in the future and even to love. Wojtek is in love with Katja, a young woman emigrated from Ukraine with a little child and waiting to be allowed a residence permit. Wojtek leaves his work as miner to devote himself to boxing, also accepting for money, fixed fights. Expelled from the gym where he trains, he becomes a boucer in a disco. Then he ends by being heavily involved in the shady businesses of the owner, an unctuous and cruel gangster. The latter protects him and makes him to obtain the residence permit for his woman who however leaves him because she does not accept his lifestyle anymore. The more he fights for what he loves and the more he seems to fall into ruin. 62 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Z odzysku Retrieval Slawomir Fabicki 2006 Polonia 35mm 104’ Cast Marek Bielecki Jacek Braciak Michal Filipiak Katarzyna Lecznar Andrzej Mastalerz Dimitri Melnichuk Jowita Miondlikowska Antoni Pawlicki Dorota Pomykala Jan Pyrlik Karolina Tokarek Jerzy Trela Natalya Vdovina Danuta WiduchJagielska Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Costumi Produttore Produzione Distribuzione Slawomir Fabicki Jaroslaw Kaminski Bogumil Godfrejow Piotr Knop, Michal Zarnecki, Joanna Napieralska Piotr Knop, Michal Zarnecki Aneta Flis Lukasz Dzieciol Opus Film Arp Selection (FRA) Slawomir Fabicki Nato a Varsavia nel 1970, frequenta i corsi di sceneggiatura e di regia alla Scuola di Lódz, diretta da Andrzej Wajda. Esordisce come regista nel 1999 con il corto “Bratobojstwo (Fratricide)”. Nel 2001 il suo cortometraggio “Meska Sprawa (A man thing)” è nominato all’Oscar e vince numerosi premi ai maggiori festival internazionali (Clermont - Ferrand, Arcipelago, Edimburgo). “Retrieval”, il suo primo lungometraggio per il cinema, è stato presentato a Cannes 2006 nella sezione “Un Certain Regard” e Premiato dalla Giuria Ecumenica. Slawomir Fabicki Born in Warsaw in 1970, he attended the script-writing and direction courses at the school of Lódz, directed by Adrzej Wajda. He debuted as director in 1999 with the short film “Bratobojstwo (Fratricide)”. In 2001 his short film “Meska Sprawa (A man thing)” has been nominated for the Oscar and won many prizes at the major international festivals (Clermont-Ferrand, Arcipelago, Edimburgh). “Retrieval” is his first feature film for the cinema, it has been presented at Cannes Festival 2006 in the section “Un certain Regard” and has been awarded a prize by the Ecumenic Jury. Passaggi d’Europa 63 CortoEuropa Le due sezioni CortoItalia e CortoEuropa anche quest’anno vogliono offrire al pubblico del Festival delle Culture Giovani un’attenta selezione di quelle che sono, a nostro giudizio, le opere più significative nel panorama del cinema breve italiano ed europeo. Nel selezionare le opere europee ci siamo resi conto delle difficoltà che col passare del tempo si ripropongono: i criteri di scelta, la vastità di produzioni e la volontà di portare a Salerno opere di grande qualità che ci permettano di osservare e conoscere meglio i nostri vicini europei e le loro storie. Dalla Spagna alla Romania, dall’Estonia alla Germania le debolezze e i piccoli punti di forza della società ci trasportano in un mondo fatto di contrasti e di conflitti impercettibili che si risolvono nel giro di pochi attimi e che questi autori fermano e sottolineano nelle loro opere. CortoItalia che dallo scorso anno ha svoltato sia nel nome che nell’interpretazione del proprio ruolo, presenta opere di autori di vero talento, una panoramica sul cortometraggio italiano dell’ultimo periodo. Questi autori, a dispetto di un mercato inesistente, portano avanti con professionalità e talento un discorso narrativo tutto italiano fatto di quotidianità e di memorie. Opere di grande espressività, per non dimenticare la nostra storia come popolo e le nostre storie come individui. In entrambe le sezioni, una diversità di punti di vista che ruota intorno ad un unico perno, quello di raccontare in pochi minuti un piccolo mondo fatto di impressioni, sentimenti e un po’ del nostro vissuto. Grazia Cuda The two sections CortoItalia and CortoEuropa are also this year intended to offer the public of the Festival delle Culture Giovani, an accurate selection of those works which are most meaningful in our opinion, in the panorama of the Italian and European short films. On selecting the European works we have realized how difficult this task is becoming, because of the difficulty of establishing the selection criteria, because of the wide variety of productions and our will of presenting in Salerno works of a high quality allowing us to better observe and know how our European neighbours create their stories. From Spain to Romagna, from Estonia to Germany the weak and strong points of society lead us within a world full of contrasts and barely visible conflicts which end in a few minutes and which these authors fix and focus upon in their works. CortoItalia which since last year has changed either name or the interpretation of its role, presents works of very talented authors, a panorama of the Italian short films of the last period. These authors, despite an almost unexisting market, are developing with professionalism and talent a fully Italian narrative proposal made of daily life things and of memories. Works of really great expressiveness, to not forget our history as a people and our stories as individuals. In both sections, the points of view are different even if they are focused on a central point, that of telling in a few minutes, about a little world made of impressions, feelings and a little of our experiences. 66 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra GIURIA CORTO EUROPA Angelo Camba è consulente Mediaset, collabora alla selezione di cortometraggi e animazioni per Corto 5 e Pollicino. Negli ultimi anni è stato ai Festival Internazionali di Cannes, Clermont-Ferrand, Cicoutimi, Annecy, Aix-en-Provence e Siena. Lavora inoltre come filmmaker, sceneggiatore, e fa parte dell’Anonima Scrittori. Angelo Camba works for Mediaset as consultant, for the selection short films and animation films for Corto 5 and Pollicino. Over the last years he has been at the International Festival of Cannes, Clermont-Ferrand, Cicoutimi, Annecy, Aix-en-Provence and Siena. He also works as filmmaker, script writer and he is a member of the Association AnonimaScrittori. Gianluca e Massimiliano De Serio. Hanno prodotto vari film vincitori di premi importanti, tra cui: “Zakaria”, candidato al David di Donatello ‘06; Nastro d’Argento ‘06 per l’impianto produttivo, Edimburgh (PRIX UIP, miglior film europeo); “Mio Fratello Yang”, Miglior Film Europeo ‘05, Nastro d’Argento ‘05 per sceneggiatura, candidato al David di Donatello ‘05, Cannes, Rotterdam, Vendome (Migliore regia); “Maria Jesus”, candidato al Globo d’Oro ‘04, Huesca (Primo Premio e preselezione agli OSCAR), N.I.C.E., Nastro d’Argento ‘04 (Miglior Corto Italiano); “Il giorno del Santo”, Open Roads, Cologne, Santa Barbara. Gianluca and Massimiliano De Serio have produced many films winners of important prizes, among which there are: “Zakaria”, candidate to the David di Donatello prize in 2006; Nastro d’argento 2006 for the production project, Edimburgh (PRIX UIP, as the best European film); “Mio fratello Yang”, as the Best European Film 2005, Nastro D’Argento 2005 for the best script, a nomination for the David di Donatello prize 2005, Cannes, Rotterdam, Vendome (as the best direction); “Maria Jesus”, a nomination for the Golden Globe 2004, Huesca (First Prize and pre-selection for the OSCAR); N.I.C.E., Nastro d’argento 2004 (Best Italian short film); “Il giorno del Santo”, Open Roads, Cologne, Santa Barbara. Enrico Pau si è occupato di teatro, prima come attore, poi come regista. Esordisce nel cinema nel 1996 con il corto “La Volpe e l’Ape”, seguono il documentario “Storie di Pugili”; “Pesi Leggeri” (2001) suo primo lungometraggio in concorso ai Festival di Montpellier, Cinema Europa di Viareggio e Bellaria, “L’Anatema di Aquilino”(2004) documentario vincitore del “Premio Giuseppe Dessì", "Jimmy della Collina” (2006) in concorso nella sezione internazionale del Festival di Locarno 2006. Enrico Pau has first started his career as theatre actor and then as director. He has debuted in the cinema in 1996 with the short film “La volpe e l’Ape”, then the documentary film “Storie di Pugili”; “Pesi Leggeri” (2001) his first feature film in competition at the Festivals in Montpellier, Cinema Europa in Viareggio and Bellaria, “L’Anatema di Aquilino” (2004), a documentary film winning the prize “Giuseppe Dessì”, “Jimmy della Collina” (2006) in competition in the international section of the Festival of Locarno 2006. Corto Europa 67 Absence Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Absence Absence Akos Mester 2006 Ungheria Beta SP 3’10 Cast Viegh Tibor Csaszar Babett Marton Peter Sceneggiatura Montaggio Fotografia Musica Scenografia Produzione Distribuzione Akos Mester Akos Mester Vegh Vozo Zoltan Arthur Grosz Grosz Arthur Valentin Akos Mester Akos Mester A una semplice fermata d’autobus può accadere un miracolo. A simple bus stop can be a place for a miracle. Akos Mester è nato nel 1983 (Szambathely, Ungheria). Dopo aver terminato gli studi alla Grammar School in Austria (Oberwart) ha cominciato a produrre film indipendenti con il suo migliore amico Vègh vozo Zoltán (MEVO Pictures). Dopo aver terminato gli studi alla POLIFILM School di Budapest (produttore della Motion Pictures), attualmente egli lavora come tecnico del montaggio e cameraman per la televisione. Ad oggi sta anche lavorando per Festival cinematografici internazionali come il Budapest Short (BUSHO) e il Polifilmfest U30 di Budapest. Akos Mester was born in 1983 (Szombathely, Hungary). After finishing the Grammar School in Austria (Oberwart) he started producing independent films with his best friend Végh Vozo Zoltán (MEVO Pictures). After finishing the POLIFILM School in Budapest (Motion Picture producer), he works at Tv-channels as editor and cameraman. He is also working at international Filmfestivals like the Budapest Short (BUSHO) and the Polifilmfest U30 in Budapest. 68 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra After the rain Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata After the rain After the rain Gaelle Denis 2006 Gran Bretagna Beta Digital 18’10 Cast Shirley Chantrelle, Basil Chung Eleanor Matsuura Hamish Clark, Michael Fish Sceneggiatura Sibel Armuctu Montaggio Fotografia Suono Montaggio del suono Musica Gaelle Denis Emiliano Battista Rob Hardy Fabrice Gérardi Andy Thompson Max de Wardener Mara Carlyle Produzione Passion Pictures Distribuzione Passion Pictures Ambientata in una tipica strada della East London durante una atipica, calda, secca, estate inglese, il film racconta la storia d’amore tra due vicini, Lian e Adrian, il quale soffre di disordini surreali, ossessivi e compulsivi. Set in a typical street in the East London during an atypical, hot, dry English summer, this film tells a love story between two neighbours, Lian and Adrian, who suffers of surreal, obsessive and compulsive disorders. Gaelle Denis è nata in Francia nel 1975. Frequenta l’Ecole Nationale Superieure des Arts Decoratifs di Parigi, diplomandosi con un film d’animazione nel 2000, settore nel quale si specializza a Londra al Royal College of Art. I suoi primi lavori, "Emma" (1999) e "Cho wa dada?" (2000) la segnalano già a livello internazionale. Gli ultimi suoi lavori, “Fish never sleep” del 2002 e “City Paradise” del 2004 ottengono prestigiosi premi a diversi festival internazionali. “After the rain” è il suo ultimo lavoro. Gaelle Denis was born in France in 1975. She attended the Ecole Nationale Superieure des arts Decoratifs in Paris, where she got a diploma with an animation film in 2000, a sector in which he specialized in London at the Royal College of art. Her first works, “Emma” (1999) and “Cho wa dada?” (2000) indicated her at an international level. Her last works, “Fish never sleep” dating back 2002 and “City Paradise” produced in 2004, have been awarded important prizes at many international festivals. “After the rain” is her last work. Corto Europa 69 Annem sinema Ögreniyor Titolo Originale Annem sinema Ögreniyor Titolo Inglese My mother learns Regia Anno Nazione Formato Durata cinema Nesimi Yetik 2006 Turchia 35mm 3’ 30 Cast Dudu Yetik Nesimi Yetik Sceneggiatura Dudu Yetik Nesimi Yetik Baris Sahin Nesimi Yetik Nesimi Yetik Final Cut Studio Soundtrack Scenografia Gülcan Yetik Produttore Y., D., G., N. Yetik Produzione Özminimalist Film Distribuzione Özminimalist Film Montaggio Fotografia Suono Musica Come può un giovane regista turco insegnare, alla madre vecchia e tradizionalista, il significato dei grandi nomi del cinema. Non è una cattiva idea cominciare a farle pronunciare correttamente i loro nomi… Dopo molto tempo, tuttavia, è la stessa madre che diventa la vera fanatica del cinema. How can a young turkish director bring home to his old - fashioned mother the significance of the great names in cinema history? It’s not a bad idea to start by teaching her how to pronunce their names... Before long, however, it’s his mother who turns out to be the real film buff. Nesimi Yetik è nato a Corum nel 1981, attualmente studia drammaturgia all’Università di Ankara. I suoi lavori sono: “Zan Ser Hic” (Surmise Wickedness Nothinglees) del 2003 e “Annem Sinema Ögreniyor” (My mother learns cinema) – del 2006. Nesimi Yetik He was born in Corum in 1981, he presently studies dramaturgy at the University of Ankara. His works are: “Zan Ser Hic” (Surmise Wickedness Nothinglees) produced in 2003 and “Annem sinema Ögreniyor” (My mother learns cinema) - produced in 2006. 70 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Bongo Bong Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Bongo Bong Bongo Bong Ken Wardrop 2006 Irlanda Digital Betacam 5’10 Cast Howard Linnane Bernadette Boland Betty Krzyzanowski Brenda Casey Kieran O’Kelly Stephen Caribini Sceneggiatura Ken Wardrop Fotografia Kate McCullough Musica Manu Chao Robin Williams Produttore Andrew Freedman Produzione Venom Film Distribuzione Venom Film Una breve telecronaca dalla valle delle finestre socchiuse. A little commentary from the valley of the squinting windows. Ken Wardrop ha recentemente terminato gli studi di regia, specializzandosi in documentario, alla Irish National Film School. Insieme a Andrew Freedman, un compagno di scuola, ha fondato a Dublino, l’agenzia di produzione Venom, che sviluppa progetti di corto e lungometraggi. Tra le sue opera: “Hen” (2001), “Love is Like a Butterfly” (2002), “Dampened Spirits” (2003) e “Useless Dog; Ouch!” (2005). Ken Wardrop recently completed his studies at the Irish National Film School where he specialised in directing documentary film. He has co-founded the Dublin production company Venom with his former classmate Andrew Freedman. Venom is currently developing both short and feature projects. Among his works: “Hen” (2001), “Love is Like a Butterfly” (2002), “Dampened Spirits” (2003) e “Useless Dog; Ouch!” (2005). Corto Europa 71 Casino Titolo Originale Casino Titolo Inglese Casino Regia Marius Jacob Anno Nazione Formato Durata Adina Pintilie 2006 Romania 35mm 12’ Cast Marilena Botis Elias Ferkin Musuret Paliu Ion Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono A. Pintilie, M. Jacob A. Pintilie, M. Jacob Marius Jacob Stefan Rucareanu Florentin Ionita Musica Stefan Rucarenau Florentin Ionica Produzione Univ. De Arta Teatrala si Cinematografica Distribuzione Univ. De Arta Teatrala si Cinematografica La vita vista come un gioco di carte - l’avventura del protagonista in una strana casa nella quale partecipa ad un gioco pericoloso ma affascinante, diventa un’avventura all’interno di sé stesso. Life seen as a card game - the main character's journey through a strange house to play a dangerous but fascinating game becomes a journey inside his own self. Marius Jacob ha studiato alla UNATC (The National University of Drama and Film). E’ stato direttore della fotografia per vari film tra cui “Dupa o nunta” (After a wedding), e poi co-regista e sceneggiatore. Adina Pintilie ha studiato alla UNATC (The National University of Drama and Film). Le sue opere, tra cui "Nea Pintea ...the Model, "Her", “The Fear of Mr.G”, “Casino” e “Don’t Get Me Wrong, But…” hanno ricevuto moltissimi riconoscimenti. Marius Jacob studied at UNATC (The National University of Drama and Film). He has worked at many films as photography director like “Dupa o nunta” (After a wedding), and then as co-director and script-writer. Adina Pintilie studied at UNATC (The National University of Drama and Film). Her works among which there are “Nea Pintea…the Model”, “Her”, “The Fear of Mr.G.”, “Casino” and “Don’t Get Me Wrong, But” have received many prizes. 72 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Dummy Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Dummy Dummy Diderik Van Rooijen 2006 Olanda 35mm 10’ Cast Gijs Sholten van Aschat Fedja van Huet Priscilla Knetemann Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Costumi Trucco Effetti speciali Produttore Produzione Distribuzione Diederik van Rooijen Moek Degroot Lennert Hillege Jan Scherter Bart Westernlaken Marije van der Waard Bho Roosterman Linda Van Straten Thaumar Rep, Shosho Sharon Yosef Family Affair Film SND Films Notte: due feriti ricostruiscono il più grande errore della loro vita. Tonight, two damaged men reconstruct the biggest mistake of their lives. Diderik Van Rooijen nato nel 1975, ha studiato fino al 2001 alla Accademia di Film e Televisione Olandese. Ha iniziato la sua carriera come regista e sceneggiatore di lungometraggi, cortometraggi, serie televisive e spot pubblicitari. Il suo primo cortometraggio “Babyphoned” nel 2002 ha avuto il premio NPS per il miglior cortometraggio. Diderik Van Rooijen born in 1975, he studied up to 2001 at the Dutch Film And Tv academy. He started his career as director and script writer of feature films, short films, TV serials and advertising spots. His first short film “Babyphoned” has won the NPS prize as the best short film in 2002. Corto Europa 73 Fair Trade Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Fair Trade Fair Trade Michael Dreher 2006 Germania, Marocco 35mm 14’40 Cast Barnaby Metschurat Judith Engel Mohamed Oumai Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Michael Dreher Wolfgang Weigl Ian Blumers André BendocchoiAlves Musica Andrè Bendocchi-Alves Costumi Tanja Weck Trucco Jenny Retzlaff Produttore Karim Debbagh, Michael Dreher Produzione Kasbah-Fils Distribuzione Premium Films La piccola distanza ma allo stesso tempo il grande gap tra i cosiddetti Paesi del Terzo Mondo e l’Europa è rappresentata dallo Stretto di Gibilterra. “Fair Trade” è una delle tante storie che qui accadono ogni giorno. The shortest distance and at the same time the most obvious gap between the so-called Third World Countries and Europe is the Straits of Gibraltar. “Fair Trade” is one of the many stories that happen there every day. Michael Dreher è nato nel 1974 nei pressi di Stuttgart. Dal 1997 ha studiato alla famosa scuola di cinema di Monaco nel dipartimento di film. Due anni dopo ha iniziato a lavorare come regista free lance per video-clip musicali e spot commerciali. Michael Dreher was born in 1974 near Stuttgart. Since 1997, he has studied at the famous school of cinema in Munich at the film department. Two years later he has started working as free lance director for musical video-clips and commercial spots. 74 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Madres Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Madres Madres Mario Iglesias 2006 Spain 35 mm 23’ Cast Mario Iglesias Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Produzione Mario Iglesias Mario Iglesias Mario Iglesias Mario Iglesias Mario Iglesias Matriuska Producciones S. L. Daniel Froiz Julia è una pittrice, un giorno riceve la visita di una donna che le commissiona qualcosa di strano: un ritratto del figlio defunto, del quale però non ha neanche una fotografia dalla quale prendere spunto. Julia is a painter, one day she receives the visit of a woman who commissions her a strange thing: a portrait of her dead son, of whom he has got not even a photo from which to get inspiration. Mario Iglesias è nato a Pontevedra, Spagna, nel 1962. Laureato in Belle Arti, comincia la sua carriera negli anni novanta. Tra le sue opere: "El monstruo de la playa” (2000), "Corten” (2002), “Il Bar” (2006). Mario Iglesias was born in Pontedera, Spain, in 1962. He graduated in Fine Arts, he started his career in the ‘90es. Among his works we remember: “El monstruo de la playa” (2000), “Corten” (2002), “Il Bar” (2006). Corto Europa 75 Message for Neghbours Titolo Originale Message for Neghbours Titolo Inglese Message for Regia Anno Nazione Formato Durata Sceneggiatura Montaggio Suono Musica Animazione Voce narrante Produzione Distribuzione Neghbours Priit Tender 2006 Estonia 35 mm 10’20 Priit Tender Priit Tender Horret Kuus Märt-Matis lill Pritt Tender Tonu Kart Eesti Joonisfilm Eesti Joonisfilm Anti è un tecnico che ripara televisori. Un giorno comprende che è il mondo ad aver bisogno di essere riparato. Anti is a technician who repairs televisions. One day he realizes that the world itself needs to be repaired. Priit Tender è nato a Tallin nel 1971. Si è Laureato come insegnante d’arte all’Università di Tallin. Il suo primo lavoro è stato come collaboratore di Priit Pärn e Janno Põldma per il film "1895" (1995). Debutta alla regia il corto d’animazione “Gravitation”nel 1996. Priit Tender was born in Tallin in 1971. He graduated as art teacher at the university of Tallin. His first work was as collaborator of Priit Pärn and Janno Põldma for the film “1895” (1995). He debuted at the direction of the animation short film “Gravitation” in 1996. 76 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Raak Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Raak Contact Hanro Smitsman 2006 Olanda 35mm 10’ Cast Nino van der Lee Camilla Siegertsz Juda Goslinga Jelka van Houten Leon Voorberg Sceneggiatura Philip Delmaar Anjet Daanja Hanro Smitsnam Montaggio Marc Bechtold Fotografia Joost Rietdjik Suono Eddy de Cloe Jan Schermer Musica Foons Markies Scenografia Ruben Shwartz Rober Van der Hoop Produttore Marc Bary Produzione Ijswater Films Distribuzione SND Films Raak si svolge intorno a tre personaggi fondamentali: c’è un ragazzo che distrugge automobili, sua madre single che si veste da uomo in un momento di disperazione, e un uomo corpulento che è bruscamente respinto dalla persona che adora. Raak is centered on the story of three main characters: there is a boy who destroys cars, his mother who is single and who disguises herself as a man in a moment of desperation, and a stout man who is rudely rejected by the person he adores. Hanro Smitsman è nato a Breda nel 1967, ha studiato all’Accademia del Film e della Televisione di Amsterdam ed ha diretto una serie di cortometraggi che hanno riscosso grande successo. Tra i suoi lavori: il cortometraggio “Ahmed was hier” (2000), il documentario “Engel en Broer” (2004), la serie TV “Fok jou!” (2006). Hanro Smitsman was born in Breda in 1967. He has studied at the Film and Television Academy in Amsterdam and has directed a variety of short films which have gained a big success. Among his works: the short film “Ahmed was hier” (2000), the documentary film “Engel en Broer” (2004), the TV serial “Fok jou!” (2006). Corto Europa 77 Rachel Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Rachel Rachel Frederic Memoud 2006 Francia, Svizzera 35mm 15’ Cast Nina Meurisse Tina Becker Mathieu Dessertine Eric Ruf Damien Taranto Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Produzione Distribuzione Frederic Mermoud Sarah Anderson Thomas Hardmeier Bruno Reiland Florent Lavallee Fabienne Benisti Tabo Tabo Films La Luna Productions Rachel, una giovane studentessa, fa da baby-sitter a Hugo, un bambino di tre anni che vive da solo con il padre. Una sera, “mentre” accudisce il bambino, alcuni amici le fanno inaspettatamente visita. Rachel, a young student, is the baby-sitter of Hugo, a three year old child who lives only with his father. One evening, while she is “taking care” of the child, some friends unexpectedly come to visit her. Frédéric Mermoud è nato nel 1969 a Sion in Svizzera. Ha frequentato la scuola di cinema di Losanna, diplomandosi in regia televisiva e cinematografica. Ha realizzato molti documentari, tra cui “Nocturne”, “Les paysages intérieurs de Gottfried Tritten”, “Dissonance, des idées dans la tête” e i cortometraggi “Son jour à elle”, “Les électrons libres”, “Délit mineur” e “L’escalier”, premiato al festival di Cabourg nel 2003. Mermoud ha realizzato, dopo “Rachel”, il lungometraggio “Bonhomme de Chemin”. Frédéric Mermoud was born in 1969 in Sion in Switzerland. He has attended the school of cinema in Lausanne, where he has got a diploma in TV and cinema direction. He has produced many documentary films such as “Nocturne”, “Les paysages intérieurs de Gottfried Tritten”, “Dissonance, des idées dans la tête”, and L’escalier”, awarded a prize at the festival of Cabourg in 2003. Mermoud has produced, after “Rachel”, the feature film “Bonhomme de Chemin”. 78 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Rendez-Vous Titolo Originale Regia Anno Nazione Formato Durata Rendez-Vous Marcin Janos Krawczyk 2006 Polonia 35 mm 9’00 Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Produzione Marcin Janos Krawczyk Wojciech Jagiello Wojciech Staròn Aleksandra Zawrotniak Andrzej Wajda Master School of Film Directing Distribuzione Andrzej Wajda Master School of Film Directing A young man and a young woman are out on their first date at a restaurant. An evening that for anyone else would be perfectly normal is an extraordinary adventure for these two people. A sensitive Docudrama about two People who are Just a little bit different... A young man and a young woman are out on their first date at a restaurant. An evening that for anyone else would be perfectly normal is an extraordinary adventure for these two people. A sensitive Docudrama about two People who are just a little bit different... Marcin Janos Krawczyk è nato a Tomaszòw Lubelsky in Polonia nel 1978. La sua carriera inizia con la professione di attore, successivamente frequenta la scuola di documentari di Andrzei Wajdad di Varsavia dove ha composto due cortometraggi. Marcin Janos Krawczyk was born in Tomaszòw Lubelsky in Poland in 1978. His career starts as an actor, then he attends the school of documentary films by Andrzei Wajdad in Warsaw where he has produced two short films. Corto Europa 79 Sretan put Nedime Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Sretan put Nedime Good luck Nedim Marko Santic 2006 Slovenia Beta SP 12’50 Cast Jaka Lah Tomaz Cesnjevar Dario Varga Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Produzione Distribuzione Goran Vojnovic Matjaz Jankovic Jure Cernec Julij Zornik Marijan Mlakar AGRFT, Jozica Blatnik AGRFT, Marko Santic Arrivato al confine sloveno, Nedim non ha il visto necessario per entrare. Nedim ha il cancro, in fase terminale, e non vuole morire in Germania, ma nel suo paese, in Bosnia. Amir è determinato a non abbandonare suo fratello. Upon arrival at the Slovenian border Nedim does not have a proper visa for entering. Nedim is in the last stages of cancer and does not want to die in Germany but in his own country, in Bosnia. Amir is determined not to let his brother down. Marko Santic è nato nel 1983 a Splitin in Croatia. Nel 2002, ha cominciato i suoi studi all’Accademia di Teatro, Radio, Film e Televisione di Ljubljana, in Slovenia. Esordisce nel cinema con un documentario, “Rememberance home” (2004). “Good luck Nedim” è il suo primo cortometraggio di finzione. Marko Santic was born in 1983 in Splitin in Croatia. In 2002 he started his studies at the Theatre Radio, Film and Television Academy in Ljubljana, in Slovenia. He debuted in the cinema with a documentary film, “Remembrance home” (2004). “Good luck Nedim” is his first fiction short film. 80 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Il Supplente Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Il Supplente The Substitute Andrea Jublin 2006 Italia Digital Betacam 15’ Cast Andrea Jublin Arianna dal Buono Lorenzo De Cicco Lisa Galantini Valentino Campitelli Nicola De Feo Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Scenografia Produzione Distribuzione Andrea Jublin Pierpaolo Adami Daniele Massaccesi Claudio Bresciani Melina Ormando Frame by Frame Andrea Jublin Perché un insegnante si comporta così davanti ai suoi allievi? Una storia di nostalgia dedicata a coloro che hanno difficoltà di comportamento. Why does a teacher behaves this way before his students? A story of nostalgia devoted to those who have some difficulties of behaving. Andrea Jublin, si è diplomato alla scuola di recitazione del teatro stabile di Genova e come attore ha preso parte a diversi spettacoli del Teatro Stabile di Genova. Nel 2002 ha scritto e diretto il lungometraggio "Ginestra", realizzato con attori e tecnici della "compagnia di cinema indipendente" che ha fondato con altri soci nello stesso anno. In seguito ha scritto e diretto i corti "Coraggio. Coraggio. Coraggio" e "Grazie al cielo", premiato alla decima edizione di Linea d’Ombra SalernoFilmFestival. Andrea Jublin got a diploma at the Actor’s School of the Municipal theatre in Genoa and as actor he participated in many plays performed at the Teatro Stabile in Genoa. In 2002 he wrote and directed the feature film “Ginestra”, performed with actors and technicians of the “company of independent cinema” which he has founded together with other members in the same year. Later he has written and directed the short films “Coraggio.Coraggio.Coraggio” and “Grazie al cielo”, awarded with a prize at the tenth edition of the Linea d’Ombra SalernoFilmFestival. Corto Europa 81 Tanghi Argentini Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Tanghi Argentini Tanghi Argentini Guido Thys 2006 Belgio 35mm 14’ Cast Dirk van Dijck Hilde Norga Koen Van Impe Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Costumi Trucco Produttore Geert Verbanck Alain Dessauvage Frank Van Den Eeden Pedro van der Eecken Alan Muller Johan Van Essche Kristin Van Passel Fabienne Adam Anja Daelemans Dries Phylpo Produzione Anothe Dimension of an Idea Distribuzione Premium Films A dispetto dell’anonima e fredda atmosfera che vige sul suo posto di lavoro, un impiegato cerca di rendere felici i suoi colleghi. Invece del classico regalo natalizio, vuole donare loro qualcosa di reale e prezioso. “Tanghi Argentini” è una favola moderna. Despite the anonymous and cold atmosphere reigning in his working place, a clerk tries to make his colleagues happy. Instead of the classical Christmas presents, he wants to give them something real and precious. “Tanghi Argentini” is a modern tale. Guido Thys è nato nel 1957. Esordisce nel cinema come creatore e regista di famose soap-opera, serie televisive e programmi per bambini. Nel 2001 il suo corto “Mon” ha vinto il “Prix de la Jeunesse” al festival di Vendome in Francia. Il suo ultimo film, “Tanghi Argentini”, è stato premiato come miglior corto belga al “Ghent Film Festival”. Guido Thys was born in 1957. He debuted in the cinema as creator and director of famous soap-operas, TV serials and children’s programs. In 2001 his short film “Mon” was awarded the “Prix de la Jeunesse” at the Festival of Vendome in France. His last film, “Tanghi Argentini” has been awarded a prize as the best Belgian short film at the “Ghent Film Festival”. 82 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Tricko Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Tricko The T-Shirt Hossein Martin Fazeli 2006 Slovacchia Beta SP 10’40 Cast Marian Mitas Andrej Kovac Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Hossein Martin Fazeli Matej Benes Tomás Sabo Peter Moncek Martin Hejl Musica Daniel Walter Scenografia Raffo Tatarko Thomás Nemec Costumi Biba Bohinská Trucco Eva Hartmanová Produttore Pavel Simbartl Raffo Tatarko Igor Brossmann Produzione Forward International Distribuzione Forward International Mark è metà americano, metà slovacco e ha forti convinzioni. Durante un viaggio in Slovacchia incontra Tomas, un commesso di un negozio, che indossa una T-shirt che offende le sue convinzioni. Mark is half-American, half-Slovak. And he has strong beliefs. In a trip to Slovakia he meets Tomas who is wearing a T-shirt that offends his beliefs. Hossein Martin Fateli è un regista persiano-canadese. Ha conseguito il diploma in Produzione Cinematografica presso la Vancouver Film School, in Canada. Ha diretto cortometraggi, documentari e campagne pubblicitarie di servizio pubblico. Tra le sue opera: “Who is Sahraa?” (2003), “A foreign poem” (2004), “The journey” (2005) e “The T-Shirt” (2006). Hossein Martin Fateli is a Persian-Canadian director. He has got a diploma in Cinematographic. Production at the Vancouver Film School in Canada. He has directed short films, documentary films and advertising campaigns being part of public service. Among his works: “Who is Sahraa?” (2003), “A foreign poem” (2004), “The journey “ (2005) and “The T-Shirt” (2006). Corto Europa 83 CortoItalia Aspettando Hollywood Alessandra Cardone 2006 Italia Digital Betacam 10’10 Cast Alessia Donadio, Valentina Valsania Due amiche – una ormai attrice famosa, l’altra ancora sconosciuta attrice di teatro – passeggiano insieme, rivelando come le loro scelte professionali condizionano senza spezzare la loro amicizia. Quando la realtà è profondamente diversa da come la vorremmo, la mente ci viene incontro, ma…. Two friends- one of them is by now a famous actress, the other is still an unknown theatre actress- walk together, revealing how their professional choices influence them without breaking their friendship. When reality is so much different from that we would like to have, our mind helps, but… Titolo Originale Regia Anno Nazione Formato Durata Soggetto Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Alessandra Cardone Alessandra Cardone Maria Maestri Marco Bassani Maria Maestri Ettore Della Campa, Gianfranco Clerici Produzione Filmmaster Distribuzione Eurorscg Ciao, Lara Aspettando Hollywood Titolo Originale Regia Anno Nazione Formato Durata Ciao, Lara Ernesto Spinelli 2006 Italia Digital Betacam 3’30 Cast Christine Hassan Nanni Baldini (Voce) Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Costumi Produzione Sergio Donati Luca Di Marino Raffaele Massa Giulio Del Prato Olivia Bellini Proposition Number Seven Distribuzione Proposition Number Seven 86 Una donna nel suo appartamento ultramoderno. Un computer gestisce la sua vita. Chi è umano e chi non lo è? A woman in her ultra modern flat. A computer runs her life. Who is human and who isn’t? Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Conta fino a tre Titolo Originale Regia Anno Nazione Formato Durata Conta fino a tre Giuseppe Lupoi 2006 Italia Beta SP 10’ Cast Frederic Juanlong Un ragazzo italiano in Francia, dopo la finale dei mondiali di calcio. Un confronto di culture, una fede calcistica sono il pretesto per una riflessione sulla capacità di ciascuno di controllare le proprie reazioni e capire che all’azione dell’uno corrisponde la reazione dell’altro. Titolo Originale Regia Anno Nazione Formato Durata Destre Zamo Suono Francis lassus Lalanne Musica Effetti speciali Produzione Distribuzione Stefano Maccarelli Stefano Maccarelli Luca Maccarelli Lupo Entartenment Lupo Entartenment Forme An Italian boy in France, after the final match of the Football World Championship. A meeting of cultures, a football faith are an excuse for reflecting upon the ability of everyone of controlling his own reactions and of understanding that to the action of one person the reaction of another corresponds. Sceneggiatura Giuseppe Lupoi Montaggio Giuseppe Lupoi Fotografia Timoty Aliprandi Forme Stefano Viali 2006 Italia 35mm 12’ Cast Edoardo Viali Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Valeria Moretti Lorenzo Ciccinato Massimo Intoppa Hubert Westkemper, Antonino Chiaramonte Musica Antonino Chiaramonte Voce Piera Degli Esposti Scenografia Luca Servino Produzione Imaie, Intelfilm S.r.l., Ambrosini & Associati Distribuzione Intelfilm S.r.l., Ambrosiani & Associati La solitudine di un bambino di 10 anni che cerca se stesso in una situazione di restrizione estrema. Il bisogno di dare forma al proprio disagio interiore. The solitude of a ten-year-old child who finds himself in a situation of extreme restriction. About the need of giving shape to our inner discomfort. Corto Italia 87 Homo homini lupus Matteo Rovere 2006 Italia 35mm 19’ Cast Filippo Timi Valentina Chico Noah Lombardi Marco Bizzoni Novembre, 1944, regione Lazio. Le ultime ore di un partigiano. Un tentativo di ricordare quanto sia difficile e cosa significhi essere liberi. November, 1944, Latium countryside. The last hours of an Italian partisan. An attempt to remember how hard it is and what it means to be free. Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Sceneggiatura Giuliano Bottani, Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Costumi Produttore Produzione Distribuzione Matteo Rovere Consuelo Catucci Vladan Radovic Maricetta Lombardo Sigur Ros Valeria Bevilacqua Alessandra Stella Andrea Paris Ascent Film Ascent Film Ieri Homo homini lupus Titolo Originale Regia Anno Nazione Formato Durata Ieri Yesterday Luca Scivoletto 2006 Italia 35mm 13’30 Cast Andrea Bosca Valentina Lodovini Sceneggiatura Luca Scivoletti, Francesco Brancaleoni Montaggio Jacopo Quadri Fotografia Rocco Marra Suono Andrea Sileo Musica Adriano Celentano Scenografia Gaia Mussi Costumi Olivia Cutore Produttore L. Scivoletto, G. Mancini Produzione Cineuovo film Nico film Distribuzione Luca Scivoletto 88 Milano, dicembre 1969. Due giovani membri del movimento studentesco assistono ad un tragico evento: un attacco terroristico alla Banca dell’Agricoltura in Piazza Fontana, evento che segna l’inizio del terrorismo politico in Italia negli anni 70. Milan, December 1969. Two young members of the Student’s Movement must face a tragic event: the bomb attack at the Agricultural Bank in piazza Fontana, which will mark the beginning of political terrorism in Italy during the 70s. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Incrocio Titolo Originale Regia Anno Nazione Formato Durata Incrocio Francesco G. Raganato 2006 Italia 35mm 2’ Cast Lidia Vitale Simone Spinazzè A man and a woman, the encounter of their looks, trying to remember a foregoing meeting, the while is passed by and life continues its course. Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Sceneggiatura Montaggio Fotografia Musica Produzione Distribuzione Josè Sanchis Sinisterra Francesco G. Raganato Daniele Poli Alessandro Molinari Incredibile Machine Francesco Giuseppe Raganato Night Flowers Stands Night Flowers Stands Clarissa Cappellani 2006 Italia Digital Betacam 15’00 Cast Anadi “Hagi” Mishra Francesco Maimone Barbara Valmorin Manuela Lo Sicco Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Produttore Produzione Distribuzione Clarissa Cappellani Donatella Sacco Clarissa Cappellani Eugenio Cerocchi Eugenio Cerocchi Andrea Urso Paolo Guerrieri Statobrado film Statobrado film Electra, una giovane studentessa greca, decide di uscire in piena notte nelle strade di Roma per comprare l’esotico fiore “Night Flower” da regalare al suo ragazzo. L’impresa però si rivela più ardua del previsto. Electra, a young Greek student, decides to go out at dead of night in the streets of Rome to buy the exotic flower “Night Flower” to give it as a present to her boyfriend. The enterprise reveals itself to be harder than expected. Corto Italia Night Flowers Stands Un uomo e una donna, l’incontro dei loro sguardi, nel tentativo di ricordare un incontro precedente, l’attimo è passato e la vita riprende il suo corso. 89 No smoking company No smoking company Edo Tagliavini 2006 Italia Beta SP 15’00 Cast Enzo De Caro Jo Sung Alla Whang Corporation tutti i manager sopra i quarantacinque anni sono stati licenziati e rimpiazzati da colleghi più giovani e senza scrupoli. Marcello Tempi attende il suo turno. Il giorno in cui il Signor Ma presidente della compagnia lo convoca, Tempi ha un asso nella manica. At the Whang Corporation all the managers over fortyfive have been dismissed and have been replaced by their younger and unscrupulous colleagues. Marcello Tempi is waiting for his turn. The day on which Mr. Ma, president of the company calls him to his office, Tempi has an ace up his sleeve. Sceneggiatura Massimo Lolli Montaggio Filippo Maria Fotografia Suono Musica Produzione Distribuzione Montemurro Gianni Cigna Marco Benevento Blind Birds Eskimo Eskimo Noemi No smoking company Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Titolo Originale Noemi Titolo Inglese Noemi Regia Fabio Ferro Anno Nazione Formato Durata Sydney Sibilia 2007 Italia Dolby Digital 15’00 Cast Sydney Sibilia Fabio Ferro Miriam Candurro Sceneggiatura Fabio Ferro Montaggio Fotografia Musica Produzione Distribuzione 90 Sydney Sibilia Gianni Vezzosi Antonio Grambone Ignazio Bellucci Tathagata Tathagata “Voi ci credete al destino? Io no! O meglio, non ci credevo fino a quel giorno. Il giorno in cui il destino mi si presentò davanti e mi disse il suo nome”. “Do you believe in destiny? I don’t! At least until that day. The day when the destiny appeared at my door, and told me its name”. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra trascurabile Titolo Inglese A passion you can’t Regia Anno Nazione Formato Durata get rid off Antonio V. Marino 2007 Italia DV cam 14’ Cast Due amici dopo dieci anni si rincontrano per caso nel bagno di un hotel di lusso. Si erano lasciati in una Accademia d’arte drammatica, volevano calcare le scene dei teatri italiani e seguire le orme di Vittorio Gassmann, ma la vita li ha portati in tutt’altra direzione… Two friend meet again after ten years, by chance, in a luxury hotel. They last time they saw each other had been at an academy of Dramatic Art, when they wanted to tread the boards of the Italian theatres and to follow Vittorio Gassman’s footsteps, but life has led them to a completely different destination… Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Peppino Mazzotta Andrea Bruschi Alfonso Postiglione Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Costumi Distribuzione Antonio V. Marino Massimiliano Pacifico Alessandro Abate Dario Todero Giuseppe Sasso Nunzia Esposito VLAD FILM Silenzio Assenso Silent Consent Alessandro Bianco 2006 Italia Digital Betacam 11’00 Cast Andrea Giovannucci Sceneggiatura Alessandro e Donatello Bianco Montaggio Lorenzo Branca, Fotografia Suono Scenografia Produttore Produzione Distribuzione Alessandro Bianco Michele d’Attanasio Roberto Passuti Marco Bertozzi Donatello Bianco Donatello Bianco Donatello Bianco In un’affollata pizzeria, un cameriere combatte per attirare l’attenzione dei clienti. Il chiasso e la frenesia delle conversazioni rendono difficile l’ascolto da parte di questi e all’apice del caos il cameriere, perdendo la pazienza, insegna a tutti il vero significato del silenzio. A crowded pizzeria on a Friday night. A waiter struggles to get the attention of the customers at a large, noisy table. The louder and more frenetic the conversation, the more difficult it becomes for the waiter to be heard. At the edge of chaos, the waiter runs out of patience and we learn the true price of silence. Corto Italia Silenzio Assenso Una passione non trascurabile Titolo Originale Una passione non 91 Made inNaples L’attenzione nei confronti dei documentari dell’area partenopea risponde all’esigenza profonda di indagare un nuovo settore della creatività, che non riguarda solo il cinema. Il caso di “Gomorra” è indicativo per una nuova scrittura capace di aderire nel profondo alle pieghe della realtà, anche quelle più ulcerate dalla malavita o dal malaffare. Il documentario su e intorno a Napoli, inoltre, non si arresta alla visione di una città ma assume la funzione di una vera grande metafora sulle città moderne, tra mille contraddizioni e piccole luci, per quanto tenui, resistentissime. Il fatto stesso che siano diventati racconti è segno di speranza. C’è una delega da parte della fiction nei confronti del documentario? Forse sì. Proprio in epoca di digitale, che sembra aver spezzato il legame ontologico tra realtà e immagine, si assiste alla necessità di “fare a pezzi” la verità e servirla pronta all’uso per una memoria visiva che non si affida più, senza rete, alla seduzione della finzione narrativa. Peppe D’Antonio Dal nuovo ventre di Napoli documentari sulla città inquadrata e percorsa dal 2000 in poi, per tre giornate d’immagini e incontri su una magmatica linea d’ombra socioculturale. Importante e motivato, indagatorio e sottile, partecipato e strutturato, l’insieme eterogeneo ma centripedo dei 7 documentari (dei quali uno ha 3 “puntate”) chiosato dalla docufiction indipendente su marginalità rom e politica urbanistica di Carlo Luglio “Sotto la stessa luna”, è un recente Made in Naples che colpisce, racconta, inquieta, soddisfa, a seconda... Cittadini tifosi e cittadini giuridici (“E.A.M” e “L’udienza è aperta di Marra”), scuole di vera periferia (“Pesci combattenti” di D’Ambrosio-Di Biasio e “A scuola” di Di Costanzo) un prete anti molte cose (“Don Vitaliano” di Pisanelli) una città ondeggiante e paradossale (“Vedi Napoli e poi muori” di Caria) la città navigata a remi da superstiti giornalisti (“Cronisti di strada” di Pannone-Santoni). Il digitale delle mdp di questi registi - con troupes leggere e molto efficaci di produzioni che più indipendenti di così...- fa toccare, appunto, corpi e vicoli, fa entrare in istituzioni e redazioni, in automobili in cui confidarsi è facile, scruta animi e cervelli, racconta con tecnica adeguata al luogo un senso di frenetico smarrimento, un residuo attivismo civile, una curva del male di vivere che stavolta solemarepizzaemandolino non ce la fanno (meglio così?!) a edulcorare. Folclore? Zero. Retorica? Quasi zero. Soluzioni? Via, siamo a Napoli, sono film documentari, se proponessero soluzioni sai che noia... Maurizio di Rienzo 94 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra The attention given to the documentary films produced in the Neapolitan area comes from the deep need of investigating a new sector of creativity, which does not only regard the cinema. The case of “Gomorra” is significant inasmuch it shows a new writing able of reflecting the depths of reality, even that which is tormented by the underworld and criminals. The documentary film on and about Naples, moreover, does not limit itself to describe a city but it assumes the function of a big metaphor on modern cities, among a thousand contradictions and little lights, which even if they are little, they are very resistant. The fact itself that they have become short stories, is a sign of hope. Is there any delegation on behalf of fiction as regards documentary films? Perhaps yes. Just in a time of digital technology, which seems to have broken the ontological link between reality and image, we see the necessity of “tearing into pieces” the truth and of serving it ready for use to a visual memory that does not trust, outside a network, upon the seduction of the narrative fiction anymore. Peppe D’Antonio From the new womb of Naples documentary films on the city framed and gone through from 2000 on, for three days of images and meetings along a jumbled social-cultural shadow line. The important and motivated, investigating and subtle, participated and structured, heterogeneous but centripetal set of 7 documentary films (out of which one has got 3 “instalments”) commented by the independent docufiction on Rom marginality and urban planning policy by Carlo Luglio “Sotto la stessa luna”, is a recent Made in Naples which impresses, tells, disturbs, satisfies, according to… Fan citizens and juridical citizens (“E.A.M. and “L’udienza è aperta di Marra”), schools of real suburbs (“Pesci conbattenti” by D’Ambrosio-Di Biasio and “A scuola” by Di Costanzo) a priest against many things (“Don Vitaliano” by Pisanelli), a fluctutating and paradoxical city (“Vedi Napoli e poi muori” by Caria) the city sailed by roaming by survived journalists (“Cronisti di strada” by Pannone-Santoni). The digital technology of the mdps of these directors- with light and very efficient troupes of productions which cannot be more independent than what they are…- makes us just touch bodies and alleys, makes us enter institutions and editorial offices, cars in which to open one’s heart is easy, it pries into souls and brains, it tells by a technique which is fit for the place, a sense of frenetic bewilderment, a residual civil activism, a bend of the life sickness which this time sunseapizzaandmandolin do not (so much the better!) sweeten. Folklore? Zero. Rhetoric? Almost zero. Solutions? Well, we are in Naples, they are documentary films, if they suggested solutions, what a bore… Maurizio di Rienzo Made in Naples 95 Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata A scuola At school Leonardo di Costanzo 2003 Italia Digital Beta 60’ Cast Preside, insegnanti e alunni della Scuola Media "Cortese" di San Giovanni a Teduccio (Napoli) Leonardo di Costanzo Aurélie Ricard Leonardo di Costanzo Mariangela Barbanente Suono Richard Copans, Carlo Cresto-Dina Produzione Les Films D'Ici, Fandango, INA in associazione con La Sept Arte Distribuzione Fandango Periferia di Napoli. All’interno del rione Pazziano c’è la scuola media “Nino Cortese”. Per un intero anno scolastico, Leonardo Di Costanzo ha seguito la vita nelle classi, nei corridoi e nelle sale dei professori. Suburbs of Naples. Within the quarter Pazziano there is the middle school “Nino Cortese”. For a whole school year Leonardo Di Costanzo has followed the life in the classes, in the corridors and in the teachers’ rooms. A scuola Sceneggiatura Montaggio Fotografia Musica LEONARDO DI COSTANZO è nato a Ischia (Napoli) nel 1958. Dopo essersi laureato a Napoli si trasferisce a Parigi dove segue i corsi di regia di cinema documentario presso gli Ateliers Varan. In seguito partecipa ad alcuni film collettivi (“La Roue” e “Premières Vues" prodotti da La Sept/ARTE) partecipando a quel clima di rinnovamento del documentario a cavallo tra gli anni 80 e 90 favorito dalla nascita rete culturale ARTE. Ha diretto tra gli altri “Viva l’Italia” (1994), “Prove di Stato” (1999), “Les Mots de l'architect - Lacaton et Vassal” (2000), “A Scuola” (2003) presentato alla Mostra di Venezia. Il suo ultimo documentario "Odessa" (2006) diretto con Bruno Oliviero è stato presentato nella sezione Fuori Concorso al Linea d’Ombra SalernoFilmFestival 2006. LEONARDO DI COSTANZO was born in Ischia (Naples) in 1958. After he graduated in Naples he moved to Paris where he followed the direction courses of documentary cinema at the Ateliers Varan. Then he took part in some collective films (“La Roue” and “Prmières Vues” produced by La Sept/ARTE) therefore participating into that renovation climate of documentary films between the ‘80es and the 90es, fostered by the birth of the cultural network ARTE. He has also directed “Viva l’Italia” (1994), “Prove di Stato” (1999), “Les Mots de l’architect-Lacaton et Vassal” (2000), “A scuola” (2003), presented at the Exhibition of Venice. His last documentary film “Odessa” (2006) directed together with Bruno Oliviero, has been presented in the section Out of Competition at the Shadow Line Salerno Film Festival 2006. Made in Naples 97 Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Cronisti di strada Reporters in Naples Gianfranco Pannone 2007 Italia DVCam 45’ x 3 Cast I giornalisti Arnaldo Capezzuto, Giancarlo Palombi, Giuseppe Crimaldi e Désirée Klain Sceneggiatura Gianfranco Pannone e Paolo Santoni Cronisti di strada Montaggio Federico Schiavi e 98 I Puntata/Instalment – Se non si spara si Giuseppe Treppiccioni Fotografia Tarek Ben Abdallah e fanno più soldi. Due giovani cronisti napoRomano Montesarchio letani seguono alcune vicende legate alla Suono Fabio Santesarti cronaca nera degli ultimi mesi. Montaggio del Ciro Esposito Two young Neapolitan reporters follow Suono some events linked to the crime news of Musica Daniele Sepe the last months. Produttore Paolo Santoni e II Puntata/Instalment – La guerra dei Daniele De Sanctis Distribuzione Ready Made Srl per rolex. Un giornalista e un fotoreporter di Rai Tre cronaca nera escono al seguito di una pattuglia dei carabinieri. A photoreporter and a journalist for the crime news are among the suite of a police patrol. III Puntata/Instalment – Tutte le strade portano a Napoli. Inchiesta sulla drammatica situazione dei tossicodipendenti della comunità a Scampia. An enquiry on the dramatic situation of drug-addicts of the community in Scampia. Gianfranco Pannone è nato a Napoli nel 1963. Laureato in Storia del Cinema e diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, tra il 1990 e il 1998, ha diretto e co-prodotto film documentari e successivamente “Latina/Littoria” (2001). Nel 2006 è in co-regia con Marco Puccioni, nel film documentario “Cent’anni della nostra storia”. Pannone insegna regia documentaristica al Dams dell’Università Roma 3, alla Scuola Zelig di Bolzano e alla nuova scuola del documentario alla Città della Scienza di Napoli. E’ socio fondatore di Doc/It. Gianfranco Pannone was born in Naples in 1963. He graduated in History of the Cinema and a diploma at the Experimental Centre of Cinematography, between 1990 and 1998, he directed and co-produced some documentary films and later “Latina/Littoria” (2001). Produced in 2006 is the documentary film which he has codirected with Marco Puccioni, “Cent’anni della nostra storia”. Pannone teaches documentary film direction at the Dams Institute in Rome 3, at the Zelig School in Bolzano and at the new school of documentary films at the Città della Scienza in Naples. He is founder member of Doc/It. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Don Vitaliano Titolo Inglese Don Vitaliano, nothing Regia Anno Nazione Formato Durata but a priest Paolo Pisanelli 2002 Italia DVCam 54’ Cast Don Vitaliano Della Sala Paolo Pisanelli Aline Hervé Paolo Pisanelli Manuel Cassano Alessandro Feletti Daniel Bacalov 99 Posse Don Vitaliano, parroco di Sant’Angelo a Francesca Cima, Nicola Scala, è uno dei preti più conosciuti in Giuliano, Domenico Italia, per le sue battaglie e per le azioni di Procacci, Paolo Pisanelli Distribuzione Indigo Film, Fandango, Big Sur disobbedienza civile condotte durante il G8 di Genova. Il film racconta pensieri e azioni di Don Vitaliano, in perenne conflitto con il Vescovo della sua diocesi e le alte gerarchie ecclesiastiche. Don Vitaliano, parish priest of Sant’Angelo a Scala, is one of the most famous priests in Italy for his battles and for his actions of civil disobedience carried out during the G8 meeting in Genoa. This film tells about thoughts and actions of Don Vitaliano living in a perennial conflict with the Bishop of his Diocese and the high ecclesiastical hierarchies. Paolo Pisanelli nasce nel 1965 a Lecce. Inizia a lavorare come fotografo di scena nel 1989. Dal 1995 si dedica alla regia di film-documentari partecipando a festival nazionali ed internazionali e ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Tra i film più importanti “Nella prospettiva della chiusura lampo” (1997), “Roma A.D. 999”, “Roma A.D. 000” (2000), “Don Vitaliano”, “Tunza Tunza” (2002), “Enrico Berlinguer – Conversazioni in Campania” (2004), “Il sibilo lungo della taranta” (2006). Don Vitaliano Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Montaggio del suono Musica originale Musica Produttore Paolo Pisanelli was born in Lecce in 1965. He has got a degree in Architecture, in 1996 he got a diploma in Photography at the Experimental Centre of Cinematography. Since 1995 he has been devoting himself to the direction of documentary films taking part into national and international films, receiving many prizes and rave reviews. Among his most important films there are: “Nella prospettiva della chiusura lampo” (1997), “Roma A.D. 999”, “Roma A.D. 000” (2000), “Don Vitaliano”, “Tunza Tunza” (2002), “Enrico Berlinguer-Conversazioni in Campania” (2004), “Il sibilo lungo della taranta” (2006). Made in Naples 99 Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata Estranei alla massa Far from the Crowd Vincenzo Marra 2001 Italia 35mm/Beta SP 88’ Cast I ragazzi appartenenti al gruppo Fedayn E.A.M. Napoli 1979 Estranei alla massa Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Produttore 100 Vincenzo Marra Luca Gasparini Vincenzo Marra Vincenzo Marra Almamegretta Vincenzo Marra, Gianluca Arcopinto Produzione Axelotil - Pablo Distribuzione Pablo Distribuzione Indipendente Ale, Max, Giotto, Flavio, Pino, Marco e Gianni sono sette ragazzi napoletani molto diversi tra loro, ma hanno una cosa in comune: l'appartenenza ad uno dei gruppi più vecchi di tifosi “Ultras” di Napoli, i Fedayn E. A. M. Napoli 1979. Sette ragazzi accomunati dalla passione per la squadra e l'amicizia, ma soprattutto sette ragazzi in stretto contatto con la vita di ogni giorno della loro città. Ale, Max, Giotto, Flavio, Pino, Marco and Gianni are seven Neapolitan boys very different from each other, but they have one thing in common: they belong to one of the oldest groups of fans “Ultras” in Naples, the Fedayn E.A.M. Naples 1979. Seven boys sharing the same passion for their favourite team and for friendship, but above all seven boys in close contact with the everyday life in their city. Vincenzo Marra è nato a Napoli il 18 settembre 1972. Dopo i primi due corti, scrive e dirige nel 2001 il suo primo lungometraggio, “Tornando a casa”, miglior film alla “Settimana Internazionale della Critica” di Venezia. In seguito firma due documentari, “Estranei alla massa” (2001) e “Paesaggio a Sud” (2003). Nel 2004, scrive e dirige il suo secondo lungometraggio, “Vento di Terra” che riceve numerosi riconoscimenti. Nel 2005 è presente a Locarno nella competizione video con un documentario dal titolo “58%”. Attualmente è impegnato nella lavorazione del suo terzo lungometraggio “L’ora di punta”, prodotto da R&C Produzioni. Vincenzo Marra was born in Naples on September 18th 1972. After the first two short films, he wrote and directed in 2001 his first feature film, “Tornando a casa”, best film at the “Settimana internazionale della Critica” in Venice. Later he signs two documentary films, “Estranei alla massa” (2001) and “Terra” which received a lot or rave reviews. In 2005 he participated into the festival of Locarno in the section of documentary films with a documentary film entitled “58%”. He is now working at his third feature film “L’ora di punta”, produced by R&C Productions. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Pesci Combattenti Titolo Inglese Fighting fish Regia Andrea D'Ambrosio, Anno Nazione Formato Durata Daniele Di Biasio 2002 Italia 35mm 75’ Cast Giovanni Penza Simona Noverino Francesco Lanza Vincenzino Santoro Luigi Mauro Sceneggiatura Andrea D'Ambrosio, Daniele Di Biasio Giulio Testa Luca Alzani Max Gobiet Daniela Bassani Gianluca Arcopinto, Nicola Giuliano, Andrea Occhipinti Produzione Axelotil – Pablo, Eyescreen, Indigo Film Distribuzione Lucky Red S.r.l. A Barra, periferia orientale di Napoli, un gruppo d’insegnanti di scuola media partecipa al progetto Ministeriale “Chance”, rivolto ai ragazzi che non hanno terminato la scuola dell’obbligo. Con questa iniziativa si cerca di dare un’opportunità a ragazzi assenteisti, denunciati dalla Procura della Repubblica, espulsi o bocciati. At Barra, an eastern suburb of Naples, a group of middle school teachers participates into the ministerial project “Chance”, devoted to boys who have not finished their studies at the compulsory school. This project is meant for giving an opportunity to habitual absentee boys, denounced by the Public Prosecutor, expelled or get flunked. Andrea D’Ambrosio è nato a Roccadaspide (SA) nel 1975. Diplomato in regia presso la Nuct di Roma, ha lavorato come assistente di Zeffirelli e Monicelli. L’ultimo suo documentario “Checosamanca”, film collettivo di 10 giovani registi italiani, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2006. Daniele Di Biasio è nato a Formia (LT) nel 1972. Diplomato in sceneggiatura alla NUCT di Roma, scrive e dirige cortometraggi, filmati sportivi e documentari tra i quali “Via dell’Esquilino” (2005). Andrea D’Ambrosio was born in Roccadaspide (SA) in 1975. Having got a diploma in direction at the Nuct in Rome, he has worked as assistant director with Zeffirelli and Monicelli. His last documentary film “Checosamanca”, a collective film by 10 young Italian directors, has been presented at the Festival of Cinema in Rome in 2006. Daniele Di Biasio was born in Formia (LT) in 1972. He has got a diploma at the NUCT in Rome, he writes and directs short films, sport films and documentary films among which there are “Via dell’Esquilino” (2005). Made in Naples Pesci Combattenti Montaggio Fotografia Suono Montaggio del suono Produttore 101 Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Formato Durata L’Udienza è aperta The Session is open Vincenzo Marra 2006 Italia 35mm/Beta SP 75’ Cast Pietro Lignola (Presidente della Corte Elena Giordano (Giudice a latere), Alfonso Martucci d’Appello di Napoli), (Avvocato penalista) L’Udienza è aperta Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Produttore Produzione 102 Vincenzo Marra Cristina Flamini Mario Amura Massimo Mittiga Vincenzo Marra Vincenzo Marra in collaborazione con Rai Cinema Distribuzione 01 Distribution Un bizzarro presidente di sezione, il suo combattivo giudice a latere e un celebre avvocato penalista di Napoli. Il caso che unisce queste tre persone è un processo di camorra dove si deve decidere la sorte di un imputato e, in particolare, l’ammissibilità di una prova ottenuta attraverso un’intercettazione telefonica. A bizarre president of a section, his associate justice and a famous criminal lawyer in Naples. The case which unites these three people is a trial for camorra where the destiny of a defendant must be decided and, in particular, the admissibility of an evidence obtained by wiretapping. Vincenzo Marra è nato a Napoli il 18 settembre 1972. Dopo i primi due corti, scrive e dirige nel 2001 il suo primo lungometraggio, “Tornando a casa”, miglior film alla “Settimana Internazionale della Critica” di Venezia. In seguito firma due documentari, “Estranei alla massa” (2001) e “Paesaggio a Sud” (2003). Nel 2004, scrive e dirige il suo secondo lungometraggio, “Vento di Terra” che riceve numerosi riconoscimenti. Nel 2005 è presente a Locarno nella competizione video con un documentario dal titolo “58%”. Attualmente è impegnato nella lavorazione del suo terzo lungometraggio “L’ora di punta”, prodotto da R&C Produzioni. Vincenzo Marra was born in Naples on September 18th 1972. After the first two short films, he wrote and directed in 2001 his first feature film, “Tornando a casa”, best film at the “Settimana internazionale della Critica” in Venice. Later he signs two documentary films, “Estranei alla massa” (2001) and “Terra” which received a lot or rave reviews. In 2005 he participated into the festival of Locarno in the section of documentary films with a documentary film entitled “58%”. He is now working at his third feature film “L’ora di punta”, produced by R&C Productions. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Vedi Napoli e poi muori Titolo Inglese See Naples Regia Anno Nazione Formato Durata and then die Enrico Caria 2006 Italia DVCam 75’ Cast Enrico Caria Giulio Gargia Federico Torre Peppe Barra Tratto da “L’uomo che cambiava Idea” di Enrico Caria Sceneggiatura Enrico Caria Montaggio E. Caria, G. Schifani F. Della Corte, F. Farina Fotografia F. Farina, L. Musella Un giornalista satirico e regista napoletano, emigrato a Roma, decide di ritornare a Napoli, quando la città è candidata addirittura ad ospitare l’America’s Cup, la più prestigiosa gara di vela del mondo! Ma non fa in tempo a godersi il bel centro storico, tirato a nuovo, che in periferia scoppia la seconda guerra di camorra… D. Sepe, V. Cosma, A67 Produttore E. Caria, F. Farina Produzione Meta Research srl Nina Film srl Distribuzione Istituto Luce S.p.A A satirical journalist and Neapolitan director too, emigrated to Rome, decides to come back to Naples, when the city is even candidate to be the seat of the America’s Cup, the most famous sailing competition in the world! But he has not enough time to enjoy the beautiful historical centre of the city, being restored, because in the suburbs the second war of camorra breaks out… Enrico Caria, giornalista ed autore satirico (Paese Sera, Satyricon - La Repubblica, Cuore, Il Matti-no, Boxer - Il Manifesto, Le Iene- Italia 1) è sceneggiatore per la radio, la televisione ed il cinema. Per il grande schermo ha scritto e diretto una trilogia fantacriminale: “17, ovvero: l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino” (1992); “Carogne, Ciro and me” (1995) e “Blek Gièk” (2001). E’ Autore di due romanzi ambientati a Napoli: “Bandidos, vivere e morire al sopra dei propri mezzi” (Feltrinelli, 1995) e “L’uomo che cambiava idea” (Rizzoli, 2006). Enrico Caria, journalist and satirical writer (Paese Sera, Satyricon-La Repubblica, Cuore, Il Mattino, Boxer- Il Manifesto, Le iene, Italia 1) is script writer for the radio, the television and the cinema. For the cinema he has written and directed a fanta-criminal trilogy: “17, ovvero l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino” (1992); “Carogne, Ciro e me” (1995) and “Blek Gièk” (2001). He has also written two novels set in Naples: Bandidos, vivere e morire al disopra dei propri mezzi” (Feltrinelli, 1995) and “L’uomo che cambiava idea” (Rizzoli, 2006). Made in Naples Vedi Napoli e poi muori M. Spada Art painting Luca Ralli Musica Pivio e Aldo De Scalzi 103 FUORI CONCORSO Titolo Originale Sotto la stessa luna Titolo Inglese Beneath the same Regia Anno Nazione Formato Durata moon Carlo Luglio 2005 Italia 35 mm 92’ Cast Sotto la stessa luna Franco Melone Oliver Andelkovic Samantha Andelkovic Pavel Nenadosky 104 Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Scenografia Costumi Produttore C. Luglio, G. Di Vaio Marzia Mete Antonio Grambone Luca De Gregorio Riccardo Veno Michela Gargiulo Anna Facchino L. Liguori, D.Corrucci, Gaetano Di Vaio Distribuzione Figlidelbronx, con il La vita quotidiana di due giovani Rom, nella periferia di Scampia a Napoli, s’incrocia con quelle di un ex capo zona camorristico, in via di pentimento, e del giovane boss del clan vincente. Storie di persone che vivono ai margini della società, con la disperazione ma anche la forza vitale tipica di chi deve sbarcare il lunario. sostegno di: Assessorato all’istruzione Regione Campania - Centro documentazione Anticamorra. The daily life of two young Roms, in the suburbs of Scampia in Naples, intersects with those of a former camorra boss, going to repent, and of the young boss of the winning clan. Stories of people living on the fringe of society, with the desperation but with the vital strength too, typical of whom must make ends meet. Carlo Luglio è nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1967. Laureato in Storia del Cinema presso il D.A.M.S. di Bologna, è stato assistente alla regia per Marco Risi, Ricky Tognazzi, Roberto Cimpanelli. Ha diretto vari cortometraggi e documentari tra cui la serie “Punti di vista” (1999), “Il Cinema salato” (2000) e “Cardilli addolorati” (2003). Il suo primo lungometraggio “Capo Nord” ha vinto il premio "Opera Prima" al Roma Film Festival 2002, il “Best Italian Movie” al Laifafest 2003 di Los Angeles e la “Stella d'Argento” nella categoria “Action/Adventure” al Houston International Film Festival del 2003. Carlo Luglio was born in Castellammare di Stabia (Naples) in 1967. He graduated in History of the Cinema at the D.A.M.S. in Bologna, he has been assistant director of Marco Risi, Ricky Tognazzi, Roberto Cimpanelli. He has directed many short films and documentary films among which there are the serial “Punti di Vista” (1999), “Il Cinema salato” (2000) and “Cardilli addolorati” (2003). His first feature film “Capo Nord” was awarded the prize “Opera prima” at Rome Festival in 2002, the “Best Italian Movie” at Laifafest in 2003 in Los Angeles and the “Stella d’Argento” in the category “Action/Adventure” at the Houston International Film Festival in 2003. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Fuori concorso Breakfast on Pluto Breakfast on pluto Patrick Brady è un ragazzino irlandese nato da una relazione tra un prete di un paesino di campagna e la sua cameriera. Dato - ma sarebbe più corretto dire “venduto” - in adozione ad una cinica vedova in cambio di un sostanzioso vitalizio, Patrick cresce con uno spasmodico desiderio di diventare donna e di incontrare prima o poi la sua vera madre, di cui sa solo che è fuggita a Londra per cercare fortuna. Mentre l’IRA miete vittime in Irlanda e lo spettro del terrorismo si fa via via sempre più incombente, Patrick, divenuto Kitten, si trasferisce nella Swinging London alla ricerca della madre e di un posto in cui le sue stravaganze vengano finalmente accettate e comprese. Patrick Brady is an Irish little boy born from a relationship between a priest of a country village and his maid. He has been given-but it is better to say “sold”- in adoption to a cynical widow in exchange for a generous life annuity, Patrick grows up with a strong wish of becoming woman and soon or later, of meeting his real mother, of whom he only knows that she ran away to London in search of fortune. While the IRA takes victims in Ireland and the spectre of terrorism is more and more incumbent, Patrick, become Kitten, moves to the Swinging London in search of his mother and of a place in which his extravagancies can finally be accepted and understood. 106 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Titolo Originale Titolo Inglese Regia Anno Nazione Breakfast on Pluto Breakfast on Pluto Neil Jordan 2005 Irlanda Gran Bretagna Formato 35 mm Durata 135’ Cast Cillian Murphy Liam Neeson Ruth Negga Laurence Kinlan Stephen Rea Tratto da Soggetto Sceneggiatura Montaggio Fotografia Musica Scenografia Costumi Produttore “Breakfast on Pluto” di P. McCabe Pat McCabe Neil Jordan Tony Lawson Declan Quinn Anna Jordan Tony Lawson Eimer Ni Mhaoldomhnaigh Neil Jordan, Alan Moloney, Stephen Wolley Produzione Pathe' Pictures International, Bord Scannan Na Heireann, Number 9 Films Ltd., Parallel Films Distribuzione Fandango Distribuzione Neil Jordan nasce nel 1950 a Sligo, Irlanda. Inizia la sua carriera come scrittore con la raccolta di racconti, “Night in Tunisia” (1976), cui seguono ben quattro romanzi, “Il passato” (1979), “The Dream of a Beast” (1983), “Aurora con mostro marino” (1994) e “Ombre” (2004). Nel 1982 esordisce alla regia con “Angel”, film che lo segnala tra i registi emergenti della scuola anglosassone, due anni dopo dirige “In compagnia dei lupi” (The company of wolves) e nel 1986 “Monna Lisa” con Bob Hoskins. Si trasferisce a Hollywood per realizzare, tra il 1988 e l’89, “High Spirits-fantasmi” da legare e “Non siamo angeli” (We're no angels). Al suo ritorno in patria, dopo il piccolo e personale “Un amore forse due” (The Miracle), il regista irlandese ottiene uno straordinario successo, e l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, con “La moglie del soldato” (The Crying Game). Ritornato in america, gira “Intervista col vampiro” (Interview with the Vampire, 1994) tratto dal romanzo di Anna Rice e Michael Collins (1996), con il quale vince il 53° Festival di Venezia. “Il ragazzo del macellaio” (The Butcher Boy) del ’97, nato dall’incontro con lo scrittore Patrick McCabe, si afferma al festival di Berlino (Leone d’Argento). Del 1999 sono “In Dream”, un thriller psicologico con Annette Bening, Robert Downey jr, e “Fine di una storia” (The end of the Affair) con Ralph Fiennes, Julianne Moore. “Triplo Gioco” (The Good Thief ), remake di Bob le Flambeur di Jean-Pierre Melville, è del 2002. Dopo “Breakfast on Pluto”, Jordan ha diretto “The brave one” (2007) con Jodie Foster. Neil Jordan was born in 1950 in Sligo, Ireland. He started his career as writer with a collection of short stories, “Night in Tunisia “ (1976), then four novels followed, “Il passato” (1979), “The Dream of a Beast” (1983), Aurora con mostro marino” (1994) and “Ombre” (2004). In 1986 he debuted as director with “Angel”, a film which indicated him among the emergent directors of the English school, two years later he directed “The company of wolves” and in 1986 “Monna Lisa” starring Bob Hoskins. He moved to Hollywood to produce, between 1988 and 1989, “High Spirits-fantasmi” to be linked to “We’re no angels”. On his coming back to his homeland, after the little and personal “The Miracle”, he got an extraordinary success and the Oscar as the best original with “The Crying Game”. Come back to America, he made “Interview with the Vampire” (1994) taken from the novel by Anna Rice and Michael Collins (1996), and with it he won the 53rd Festival of Venice. “The Butcher Boy” come out in 1997, born from his meeting with the writer Patrick McCabe, he imposed himself at the Festival of Berlin (Silver Lion). “In Dream”, a psychological thriller starring Annette Nening, Robert Downey jr, and “The end of the Affair” starring Ralph Fiennes, Julianne Moore came out in 1999. “Yje good Thief ”, a remake of Bob le Flambeur by Jean Pierre Melville, came out in 2002. After “Breakfast on Pluto”, Jordan has directed “The brave one” (2007) starring Jodie Foster. Fuori concorso 107 Riparo Shelter Anna è una consulente finanziaria di trentacinque anni; Mara un’operaia di venticinque anni di una fabbrica del nord-est. Di ritorno da una vacanza all’estero, Anna e Mara, che da tempo fanno coppia fissa, scoprono un giovane clandestino, Anis, che ha superato la frontiera nascosto nel rimorchio della loro automobile. Anna is a thirty-five year old financial consultant; Mara is a twenty-five year old worker in a factory in the north-east. Coming back from a holiday abroad, Anna and Mara, who have been going steady for a long time, find a young clandestine Anis, hidden in the trailer of their car who has taken advantage of it to pass the frontier. 108 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Sceneggiatura Marco Simon Puccioni Titolo Originale Riparo Titolo Inglese Shelter Regia Marco Simon Anno Nazione Formato Durata Monica Rametta Montaggio Roberto Missiroli Fotografia Tarek Ben Abdallah Suono Michele Tarantola Puccioni 2007 Italia, Francia 35mm 100’ Marta Billingsley Cristiano Fracaro Emita Frigaro Ludovica Amati Mario Mazzarotto, Gustavo Solis Moya, Francesca Van Der Staay Produzione Intel Film, Lightbulb Distribuzione Productions, Rai Cinema, Adesif Production (FR) Wide Management Enterprise Musica Scenografia Costumi Produttore Cast Maria De Medeiros Atonia Liskova Gisella Burinato Vitaliano Trevisan Mounir Ouadi Marco Simon Puccioni è nato a Roma nel 1963, dove ha studiato architettura. Dopo essersi laureato nel 1989 ha ripreso gli studi in cinematografia al California Institute of Arts a Los Angeles. Dopo molti cortometraggi sperimentali e documentari, ha realizzato il suo primo film “Quello che cerchi” nel 2002. E’ cofondatore del collettivo di registi “Cinema Senza Confini”, e insegna cinematografia all’Accademia Cinematografica Perugina. “Riparo” è il suo secondo film. Marco Simon Puccioni was born in Rome in 1963, where he studied Architecture. After having graduated in 1989 he has started studying cinematography again at the California Institute of Arts in Los Angeles. After many experimental short films and documentary films, he has produced his first film “Quello che cerchi” in 2002. He is co-founder of the group pf directors called “Cinema Senza Confini” and teaches cinematography at the Cinematographic Academy in Perugia. “Riparo” is his second film. Fuori concorso 109 Workshop and Stage_Premi Cinema digitale Workshop 112 Arnaldo Catinari è nato a Bologna nel 1964. Frequenta tra il 1983 e il 1985 il Centro Sperimentale diplomandosi in Fotografia. Dopo 6 anni di lavoro in Spagna, torna in Italia nel 1998 per firmare come direttore della fotografia “La stanza dello scirocco” esordio alla regia di Maurizio Sciarra. Seguono tra i tanti “Ecco fatto” (1998) e “Come te nessuno mai” (1999) di Gabriele Muccino, “Almost Blu” (2000) di Alex Infascelli, “Chiedimi se sono felice” (2000) di Aldo, Giovanni e Giacomo, “Luce dei miei occhi” (2001) di Giuseppe Piccioni, “Caterina va in città” (2003) di Paolo Virzì, “La felicità non costa niente” (2003) di Mimmo Calopresti, “My name is Tanino” (2003) di Paolo Virzì, “Agata e la tempesta” (2004) di Silvio Soldini, “La vita che vorrei” (2004) di Giuseppe Piccioni, “Il caimano” (2006) di Nanni Moretti, “H2Odio” (2006) di Alex Infascelli, “L’aria salata” (2007) di Alessandro Angelini e “Nero bifamiliare” (2007) di Federico Zampaglione. Ha ottenuto tre candidature ai David di Donatello, con i film di Giuseppe Piccioni “Luce dei miei occhi” e “La vita che vorrei” e con “Il caimano” di Nanni Moretti. Arnaldo Catinari was born in Bologna in 1964. He attended the Experimental Centre between 1983 and 1985 and there he got a diploma in Photography. After working 6 years in Spain, he came back to Italy in 1998 to work, as director at the photography of “La stanza dello scirocco” in which Maurizio Sciarra debuted as director. After it many others follow “Ecco fatto” (1998) and “Come te nessuno mai” (1999) by Gabriele Muccino, “Almost blu” (2000) by Alex Infascelli, “Chiedimi se sono felice” (2000) by Aldo, Giovanni and Giacomo, “Luce dei miei occhi” (2001) by Giuseppe Piccioni, “Caterina va in città” (2003) by Paolo Virzì, “La felicità non costa niente” (2003) by Mimmo Calopresti, “My name is Tanino” (2003) by Paolo Virzì, “Agata e la tempesta” (2004) by Silvio Soldini, “La vita che vorrei” (2004) by Giuseppe Piccioni, “Il caimano” (2006) by Nanni Moretti, “H2Odio” (2006) by Alex Infascelli, “L’aria salata” (2007) by Alessandro Angelini and “Nero bifamiliare” (2007) by Federico Zampaglione. He has obtained three nominations for the David di Donatello, with the films by Giuseppe Piccioni “Luce dei miei occhi” and “La vita che vorrei” and “Il caimano” by Nanni Moretti. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Ferzan Ozpetek arrivato al sesto film si conferma uno degli autori di punta del cinema italiano. Fin qui nessuna novità. Già dal suo esordio con “Il Bagno Turco” il regista, nato a Istanbul ma italiano dal 1979, mostra grande capacità di mettersi in sintonia con alcuni movimenti profondi della nostra società: il tempo, la memoria, la forza dei sentimenti, spesso taciuti, allusi, negati da certo cinema autoriale e autoreferente, sono messi al centro dei suoi interessi narrativi e drammaturgici. Elementi che il regista (sceneggiatore dei suoi film con il fido Gianni Romoli) analizza con partecipazione ma senza invadenze autobiografiche e soprattutto senza alcuna auto-celebrazione. Si muove sul filo del dramma senza escludere ironia e leggerezza, sfida la rimozione del melò, genere temuto da molti, senza lasciarsi incastrare dalle rigide regole del genere. Soprattutto muove da interni definiti non per lasciare fuori la storia - anche quella con la S maiuscola - ma per rileggerla alla luce dei sentimenti degli uomini e delle donne che l’hanno fatta o subita. E’ il caso di “Harem-Soiré”, film che in qualche modo annuncia lo stile maturo di un autore che predilige nuclei sociali compatti, racchiusi, ma non definiti da spazi chiusi nei quali sempre penetra una luce, una storia, una possibilità. “Le fate ignoranti” conferma la forza di penetrazione del suo sguardo su un universo di sentimenti confusi, proprio nel senso di fusi insieme, che tuttavia non soffocano la dialettica del dolore e della vita, poiché è sempre possibile la rinascita come la morte, meglio la rinascita attraverso la morte. Sentimento che ha anche una sua variante laica, potremmo dire, nel distacco dell’amante/amato, nel suo uscire dalla traiettoria dello sguardo e dell’amore. “La finestra di fronte” gioca su più tavoli, amore, tradimento, desiderio, distacco ma anche persistenza della memoria e la sua necessità, per quanto il tempo la consumi. Gli ultimi capitoli non segnano un repentino cambio di registro anzi, “Saturno contro” sembra piuttosto un ripiegamento riflessivo sulle proprie tematiche cardini, il ritorno su un luogo primario per capire a che punto siamo - a che punto è nel suo percorso di indagatore dei sentimenti -. Forse una necessaria pausa (condivisa con attori-amici e complici del suo gioco su destino e intrigo della vita) prima di altre avventure. Rimane “Cuore Sacro”, film che annuncia un’indagine a più ampio raggio dentro le inclinazioni del cuore, questa volta una vertigine o un gorgo che solleva e schianta la vita, una vita qualunque. Resta impresso del suo cinema, strumento che Ferzan usa con consapevolezza e senza risparmio, la capacità di avvolgere lo spettatore nell’immagine, di chiamarlo ad una partecipazione non fredda alla dinamica del film per lasciarlo poi, a luci spente, di fronte a qual che rimane sempre dopo una visione. PdA Workshop and stage_Premi Ferzan Ozpetek Stage 113 Ferzan Ozpetek has made his sixth film and with it he confirms himself to be one of the top authors of the Italian cinema. And that it is not new. Already with his debut “Il Bagno Turco” this director, born in Istanbul, but Italian since 1979, shows his great ability of tuning himself in some deep aspects of our society: time, memory, the force of feelings, which are often silenced, alluded to, denied by a certain amateur and self-referring cinema, they are put in the middle of his narrative and dramaturgical interests. These are elements that this director (script writer of his film together with his faithful Gianni Romoli) analyzes, participating in them without autobiographical intrusions and above all without any self-celebration. He moves on the line of drama without neglecting irony and lightness, he challenges the removal of melodrama, a genre of which many are afraid, without letting himself being caught by the rigid rules of this genre. He above all moves from definite interiors, not for leaving history outside - even that with capital S- but to read it again in the light of women’s and men’s feelings which have made or suffered it. It is the case of “Harem-Soiré”, a film that in some way announces the mature style of an author preferring compact social groups, enclosed but not defined by closed spaces, in which light, a story, a possibility always penetrate. “Le fate ignoranti” confirms the force of penetration of his looking at a universe of confused feelings, just in the sense of being fused together, which however do not suppress the dialectics of pain and life, because rebirth is always possible like death, rebirth is better through death. A feeling which has also its lay version, we could say, in the separation lover/loved one, in its being beyond the range of the eye and love. “La finestra di fronte” plays a game on more tables, love, betrayal, wish, separation but also the obstinacy of memory and its necessity, even if time wears it out. The last chapters do not represent an abrupt change, “Saturno contro” rather seems a withdrawal into himself for reflecting on his own pivotal themes, his coming back to a primary place to understand where we are now- which point he has reached along his way of investigation of feelings. Perhaps it is a necessary pause (shared with actors-friends and accomplices of his game on the destiny and plot of life) before starting other adventures. Then there is “Cuore sacro”, a film which announces a wider investigation within the inclinations of the heart, this time it is a vertigo or a vortex which rises and breaks off life, anyone’s life. What impresses of Ferzan’s cinema, an instrument which he uses consciously and generously, is his ability of wrapping the spectator into the image, of calling him to a warm participation in the dynamics of the film and then of leaving him, when the lights are off, before what always remains after a vision. 114 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Viola&Violante, anime gemelle. Ma distinte. D’istinto, più rock che cinema, adolescente col dubbio se essere figlia d’arte o fare arte indipendente. Interessante Violante. Che aveva cominciato, musica a parte, a 16 anni accanto al papà malavitoso di “Quattro bravi ragazzi”. Da tale confronto scappa verso un coetaneo, ma resta indecisa ragazza ventenne fra l’Emilia e l’America in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Bella e biondazzurra, si riferma un po’. Ma il “doppio” la rafforza, 2002, in “L’anima gemella” di Rubini. Ora, che ne sarà di lei? Veronesi la porta in vacanza greca a svezzare ragazzetti neomaturati, e lei non manca il colpo, anche qui in fuga e divisa…Poi gioca nel centro sociale di “Ora o mai più” a stare ancora fra due cuori, e in due film d’epoca, “Raul” e “Gli indesiderabili” ricama con passione due ritratti di fanciulle in cerca di una vita migliore. Esperienze fatte, per Violante è tempo di ritorno a casa, col padre Michele Placido in “Ovunque sei”. Si investe da Viola e incide un disco mica male. Ragazza di maggio, Violante Placido è nata in un giorno speciale di questo mese, l’1. Strano: Ariete, non Gemelli(a). MdR Viola&Violante, twin souls but well distinguished from each other. Instinctive, more rock than cinema, teenager in doubt if to be an actor daughter or to be an independent artist. Interesting Violante. She had started, apart from music, to act at the age of 16 together with her “gangster” father of “Quattro bravi ragazzi”. From such a comparison, she resorts to a person of her age, but she remains a twenty-year old indecisive girl between Emilia Romagna and America in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Beautiful and blue blonde, she stops a little. But the “double” strengthens her in 2002, in “L’anima gemella” by Rubini. Now, what will happen to her? Veronesi takes her on a Greek holiday to wean neomature little boys, and she does not fail, even here she escapes and is still between two situations…Then she plays in the social centre of “Ora o mai più” to be once again between two hearts and in two period films , “Raul” and “Gli indesiderabili” she realizes with passion two portraits of girls in search of a better life. For Violante they are experiences already made, it is time to come back home, to his father Michele Placido in “Ovunque sei”. She becomes Viola and she cuts a record not bad at all. Girl of May, Violante Placido was born on a special day in this month, on the 1st. Strange: Aries, not Gemini. Workshop and stage_Premi Violante Placido Premi linea d’ombra 115 Giorgio Pasotti 116 L’unico attore italiano campione europeo. Non di…introspezione da Actor’s Studio (pur avendo diligentemente studiato recitazione in Usa) ma di wushu, arte marziale made in China, ove ha vissuto fra i 19 e i 21. Giorgio Pasotti è ormai interprete stimato anche per eclettica curiosità e duttile fisicità a neanche 34 anni. Il suo primo ruolo da protagonista nel nostro cinema…sono due, tanto per ribadire un percorso doppio: 1998, Pasotti si fa notare in “I piccoli maestri” di Luchetti sulla giovane resistenza intellettuale e in “Ecco fatto” opera prima di Muccino in cui mostra energia e sentimento. Però il successo arriva con la efficace serie tv “Distretto di polizia” in cui è un ispettore intenso problematico particolare. Poi, rieccolo nel 2003 al cinema in “Dopo mezzanotte” di Ferrario da custode notturno e laconico del Museo del Cinema di Torino, arrampicato nei meandri della mole Pasotti colora una persona più che un personaggio, con concentrazione orientale esprime romanticismo fuori dalle mode. Altro salto: in “Volevo solo dormirle addosso” di Cappuccio è rampante tagliatore di teste aziendale compresso e bulimico, irrisolto quanto emblematico. Poi 2006-07 pieni di mosse: uxoricida confesso e biecamente perdonabile nel riccamente malsano Ticino di “Quale amore” di Sciarra; tenentino perso in una sua passione, la fotografia, nella brancaleonica guerra di “Le rose del deserto” di Monicelli; figlio abbandonato, furente, ma turbato educatore carcerario nell’ottimo “L’aria salata” di Angelini. E più libero di giostrare bene da giovane marito/padre (e ancora figlio) nell’ondivago “Voce del verbo amore”. Bei colpi, karateka Pasotti! MdR The only Italian actor who is an European champion. Not for…introspection in the Actor’s Studio style (even if he has been a hard-working student of acting in the USA), but of wushu, a made in China martial art, where he lived when he was between 19 and 21. Giorgio Pasotti is an actor of high repute also for his eclectic curiosity and flexible physicalness, now that he is not 34 yet. His first role as protagonist in our cinema…but they are rather two roles, only for repeating a double course: 1998, Pasotti make him be noticed in “I piccoli maestri” by Luchetti about the young intellectual resistance and in “Ecco fatto” the first work by Muccino in which he shows energy and feeling. But he becomes popular with the successful serial “Distretto di polizia” in which he plays the role of an intense problematic particular inspector. Then, we find him again in 2003 at the cinema with “Dopo mezzanotte” by Ferrario, where he plays the role of a night and laconic watchman of the Museum of the Cinema in Turin, climbing up the labyrinth of the mole, Pasotti paints a person more than a character, with an eastern concentration he expresses romanticism out of fashions. Another jump: in “Volevo solo dormirle addosso” by Cappuccio he is an ambitious head cutter in a firm, repressed and bulimic, irresolute as well as emblematic. Then there are the years 20062007 full of tactics: self-confessed uxoricide and wickedly forgivable in the strongly unhealthy Ticino of “Quale amore” by Sciarra; a little tenant lost in his passion, photography, in the Brancaleonic war of “Le rose del deserto” by Monicelli; abandoned child, furious but troubled prison educator in the very good “L’aria salata” by Angelini. He is freer of manoeuvring well as young husband/father (and son again) in the wavering “Voce del verbo amore”. What fine blows, karate champion Pasotti! Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Workshop and stage_Premi Sabrina Impacciatore Lanciata nel 1993 dal nume tv Boncompagni nel gineceico “Non è la Rai”, s’inventa in 48 ore un personaggio davvero comico (legge la posta). Eppure, sognando il cinema sino da bimba, segue da ragazza corsi di recitazione a Roma e Parigi legati al metodo del mitico Actor’s Studio newyorkese. Nella televisione nostrana si ripete nello sperimentale show “Macao”, personaggio di aspirante attrice che ama alla follia il regista Maselli. Infatti poi Ettore Scola la chiamerà fra 2000 e 2003 per ruoli di piccola borghese non semplici in “Concorrenza sleale” e “Gente di Roma”. Si era fatta notare anche in “Convenscion” e “Disokkupati” sullo schermo piccolo mentre al cinema guadagnava candidature a premi e credito per un ruolo nevrotico in “L’ultimo bacio” di Muccino. Come definire dunque Sabrina Impacciatore? Meglio non farlo. Sembra, ed è: irriverente, vulcanica, romana ma non romanesca, viso sfrontato e occhioni, bella ma non modellata, semplice ma imprevedibile, brava in personaggi elasticamente tesi fra sentimentalità e isteria, paura e coraggio (“Manuale d’amore”, “…E se domani”, premio ad Annecy Festival du Cinema italien), col suo volto marcato e levantino e un sostrato drammatico del suo cuore, Sabrina sta bene in “The Passion” di Mel Gibson, per lei esperienza quasi mistica, dice. E gioca a tempo da sorella cardine nel gruppo d’epoca toscano di “N – Io e Napoleone” di Virzì. Commedia è il suo timone, immedesimazione la sua vela, mutevolezza il suo vento. Se sulla rotta delle Vitti e Valeri c’è qualcuna oggi, una delle due attrici italiane capaci di sviolinare almeno a 240° di interpretazione è la Impacciatore, che crede a quello che fa e (per fortuna) fa quello in cui crede. MdR Launched in 1993 by the TV god Boncompagni in the gynaecium of “Non è la Rai”, she invents in 48 hours a real comic character (she reads the mail). And yet, dreaming of the cinema since when she was a child, she follows acting courses in Rome and Paris referred to the method of the famous Actor’s Studio in New York. For our national television company she repeats herself in the experimental show “Macao”, playing the character of an aspiring actress who is madly in love with the director Maselli. Ettore Scola called her between 2000 and 2003 to play the not simple role of a little bourgeois woman in “Concorrenza sleale” and “Gente di Roma”. She had also been noticed in “Convenscion” and “Disokkupati” on the little screen while at the cinema she was being awarded nominations and fame for a nevrotic role played in “L’ultimo bacio” by Muccino. How can we define Sabrina Impacciatore then? It is better to not do that. She seems and is: irreverent, inventive, Roman but not Romanesque, shameless face and big eyes, beautiful but not modelled, simple but unpredictable, good at playing the roles of characters elastically stretched between sentimentalism and hysteria, fear and courage (“Manuale d’amore”, “…E se domani”, she was awarded a prize at Annecy Festival du Cinema italien), with her levantine face with marked features and a dramatic substrate of her heart, Sabrina fits well in “The Passion” by Mel Gibson, for her it is an almost mystical experience, she says. And she plays the role of a pivot sister in the Tuscan period group of “N-Io e Napoleone” by Virzì. Comedy is her rudder, identification is her sail, inconstancy is her wind. If in the wake of Vitti and Valeri actresses there is someone today, one of the two Italian actresses who can act at 240° like them, that is Impacciatore, who believes in what she does (and fortunately) does what she believes in. 117 Alessandro Angelini 118 Lo sguardo di Alessandro Angelini ha necessità di testimoniare e indagare, d'inserire persone/personaggi in una realtà cinematografica senza filtri, in cui documento e narrazione, drammaturgia e naturalità hanno chimico valore d'immagine forte quasi pura ma non perdono in immaginazione, uno dei sensi del cinema. Angelini parte da fotoreporter, poi è assistente-aiuto di Moretti, Calopresti, Francesca Comencini. I suoi primi documentari inquadrano problematiche ultra...italiane (Sopravvivere allo sviluppo, 1997; What's globalizzazione?, 1998; Ragazzi del Ghana, 2005). In Nicaragua gira nel 2005 “El barillete” sull'incontro simbiotico nella pericolosa Managua di due creature rosselliniane, un 14enne in fuga dalla povertà e un più piccolo ragazzino di strada di umanità pari alla durezza della sua vita. Speculare a questa storia il salto nel cinema più costruito, la sua effettiva opera prima “L'aria salata”: 30enne educatore di corposo idealismo (Giorgio Pasotti) lavorando al graduale reinserimento psicologico dei detenuti, ritrova faccia a faccia il suo roccioso e non piegato padre in carcere per omicidio, genitore che aveva chiuso i contatti con la famiglia 20 anni prima. Altre due vite maschili a confronto, fra dolore e disperazione, fra destino chiuso e spiragli di comunicazione. “L'aria salata” sta dentro gli animi dei personaggi senza addossarsi ai loro corpi tesi, mostra sentimenti in primo piano, narrazione con contorni realistici e dialoghi non forzati. Il film rivela la capacità di Angelini di raccontare con compatta consequenzialità una storia non qualsiasi, non su innocenti/colpevoli, buoni/cattivi ma che parla con immagini e suoni, parole e ambienti come raramente accade nel nostro cinema giovane. MdR Alessandro Angelini feels it necessary to witness and investigate, to include people/characters in a cinematographic reality without filters, in which document and narration, dramaturgy and naturalness have the chemical value of a strong almost pure image, but they do not loose anything of imagination, which is one of the senses of the cinema. Angelini started his career as photo reporter, then he has been assistant director of Moretti, Calopresti, Francesca Comencini. His first documentary films focus on ultra… Italian problems (Sopravvivere allo sviluppo, 1997; What’s globalizzazione?, 1998; Ragazzi del Ghana, 2005). In Nicaragua he has shot the film “El barillete” in 2005, about the symbiotic meeting in the dangerous Managua, between two Rossellini style creatures, a 14 year old boy escaping from poverty and a younger street urchin whose humanity is as hard as his life. Symmetrical to this story is his jump up to a more worked out cinema, his real first work “L’aria salata”: a 30 year old educator, characterized by a strong idealism (Giorgio Pasotti) working at the gradual reintegration of convicts, meets his rocky and not flexible father being in prison for having committed a murder, his parent who had broken off any relationship with his family 20 years before. Other two men’s lives being compared, between pain and desperation, a closed destiny and rays of communication. “L’aria salata” is inside the souls of the characters, without leaning against their tense bodies, it shows feelings in the forefront, and uses a narration with realistic tones and spontaneous dialogues. This film shows the Angelini’s ability of telling with a compact consequentiality, not anyone’s story, not a story about innocents/culprits, good/bad ones, but a story speaking with images, words and environments as it seldom happens in our young cinema. Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra E ora lei si scopre eclettica perché forte e curiosa, segreta ma riconoscibile, voce mossa e figura neo-sensuale. Ha lavorato per esprimersi così. Dopo i 30 anni e dopo un paio di commedie training, oltre a certe scelte private, Claudia Gerini - diciamo dal 2004 - è un’altra. Cioè se stessa. Bella, ma non è novità. Magnetica, e lo era già stata. Duttile, si era intuito. Però causa ed effetto (sceneggiature accettate + registi interessati) da “The Passion” di Mel Gibson (la Gerini è Claudia Procula moglie di Ponzio Pilato) in poi si mixano per lei molto meglio che in passato. Nel latinorum del controverso dramma cristologico, Claudia non appare, fa, convince. E soprattutto si convince che nel caos del nostro (e altrui) cinema quello è il momento giusto per muoversi in nuove direzioni. Infatti subito dopo il film di Gibson è ancora moglie ma come…sospesa, di Sergio Castellitto nelle complesse colpevoli torpidità di “Non ti muovere” in cui il suo ruolo non è mica facile perché richiede una sfrontatezza mélo rara nelle nostre giovani attrici. Eppur si…muove la fisica anima della Gerini in questo film che indubbiamente ha fatto parlare per letterarietà e impronta drammaturgica. Non casualmente speculare a questo personaggio è quello di madre ultramodernamente siciliana trasognata negli anni ’70 dei ricordi filiali in “Viaggio segreto” di Andò, una donna folgorante che Claudia definisce «anticonformista tormentata, vitalmente maledetta, contraddittoria e oscillante, gelosa e iperfisica, mogliamante non mamma tradizionale, una creatura sopraffatta dalla sua sensuale emotività in bilico fra estasi e disperazione». Troppo? E’ Sicilia neo-neobarocca, in fondo… E qui Claudia non sbaglia né da critica né da interprete. Quindi, “La sconosciuta” di Tornatore: eccola signora borghese con marito inetto accogliere una colf dell’est che qualche piano lo ha in cuore: Claudia interpreta con levigata metronomia ossatura e sfumature di una regina della casa la cui serenità è scompaginata con percorso emotivo complementare a quello della sconosciuta, insomma un ruolo emblematico cui danno spessore maturità dell’attrice e livello del film (risultato: candidata quale non protagonista ai Nastri d’Argento 2007 sia per il film di Andò che per quello di Tornatore). Altro passo, “Nero bifamiliare” commedia scura e inquietata di stile plurimo, opera prima dell’artista canoro Federico Zampaglione: film elettronico, contaminato e spagnolo, in cui la Gerini (da 2 anni compagna del regista con cui galeotto fu un videoclip) è appunto contaminata (vedi mascheramenti e strip, dolcezze e panterate), elettronica (va oltre il pop eppure rassicura, in più ondeggia solare) e spagnola (ha girato film in Spagna, parla la lingua, sta benissimo nei colori ispanici di questo Nero). In più, canta (come di recente mostra di volere fare sempre al meglio, candidatura al Nastro d’argento 2007 anche per una cover song in un cartoon italiano, Felix). E in futuro, coprodurrà un film su Tina Modotti che lei interpreterà. Da “Viaggi di nozze” e “Iris Blond” è passata un’epoca? Forse. Ma in quelle commedie toste del pigmalionico complice Carlo Verdone, Claudia Gerini ha capito che magari al cuore sì ma all’eclettismo non si comanda. MdR Workshop and stage_Premi Claudia Gerini Premi Festival Culture Giovani 119 And now she finds out to be eclectic because she is strong and curious, secret but recognizable, lively voice and neo-sensual figure. She has worked to express herself this way. After the age of 30 and after a pair of training comedies, besides certain private choices, Claudia Gerini- since 2004, we could say- has become another person. That is herself. Beautiful, but is not new. Magnetic, and she had already been so. Versatile and that we had already guessed. But from “The Passion” by Mel Gibson (Gerini is Claudia Procula, the wife of Pontius Pilate) on cause and effect (accepted scripts + interested directors) are mixed for her much better than in the past. In the latinorum of the controversial Christological drama, Claudia does not appear, she does, she convinces. And above all she convinces herself that in the chaos of our (and the other’s) cinema that is the right time to follow new directions. Therefore soon after the film by Gibson she is still wife but as if she were…suspended, of Sergio Castellitto, in the complex guilty torpidity of “Non ti muovere”, in which her role is not easy at all because it requires an impudence which is melo-rare in our young actresses. And yet…Gerini’s physical soul moves in this film that has undoubtedly been talked about for its literariness and dramaturgic print. It is not casual that a mirror character of this is that of the dreamy ultramodern Sicilian mother of the ‘70es, immersed in filial memories in “Viaggio segreto” by Andò, a flashing woman, that Claudia defines «tormented anticonformist, vitally maledicted, contradictory and wavering, jealous and hyperphysical, wife-lover and not traditional mother, a creature overwhelmed by her sensual emotionalism in suspense between ecstasy and desperation». Too much? It is neo-neobaroque Sicily, at last…And here Claudia is not wrong either as a critician or as actress. Then “La sconosciuta” by Tornatore: here she is a bourgeois lady with a good-fornothing husband to welcome a maid from the eastern Europe having a plan in her heart: Claudia plays smooth metronomy, structure and nuances of the mistress of the house whose serenity is upset and her emotions are complementary to those of the unknown woman, in a word an emblematic role which is given depth by this actress’ maturity and the high level of the film itself (result: nomination as best non protagonist actress for the Nastri d’Argento Prizes in 2007 both for the film by Andò and for that by Tornatore). Another step: “Nero bifamiliare” a dark and angry comedy, of multiple style, the first work of the singing artist Federico Zampaglione: an electronic, contaminated and Spanish film, in which Gerini (who is partner of the director from 2 years and go-between of this has been a videoclip) is just contaminated (see disguises and strips, sweetness and panther style ways), electronic (she goes beyond pop, and yet she is reassuring, and what’s more she sways and is sunny) and Spanish (she has acted in films shot in Spain, she speaks this language, the Spanish colours of this film entitled Nero (Black) well suit her. What’s more she sings (as recently she has showed to be willing as better as possible, she has been nominated for the Nastri d’argento Prizes 2007 also for a cover song in an Italian cartoon, Felix). And in the near future she will co-produce a film about Tina Modotti which she will play. From “Viaggi di nozze” and “Iris Blond” is an era passed by? Perhaps. But in those hard comedies by her Pygmalion partner Carlo Verdone, Claudia Gerini has understood that perhaps the heart has not its reasons but eclecticism has got them. 120 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Cinema - Contaminato, elettronico, spagnolo, bi-slessico. Cioè? La prima regìa di Federico Zampaglione, “Nero bifamiliare”, comedy noir con tagli oltre il genere cinematografico prende con gusto e smaccata compiacenza spunti da cinema nero-horror (Bava padre, Fulci), echeggia il Tarantino post 2000, cita pari pari un attimo western di Leone; ma mette anche del proprio sale contaminando stile e ritmo della storia fra l’Uomo (Luca Lionello vorticoso borghesoccio out of mind) e la Femmina (Claudia Gerini libera di giocare e anche molto) circondati da vicini di casa che te li raccomando anche se nulla deve essere come sembra in un nero che incida. Elettronico? Anche per il rock narrativo che Zampaglione distilla da cantautore…gemello del regista. E spagnolo, sì, fotografia di Arnaldo Catinari vivida e kitsch, sudata ed esplosiva, l’estate di “Nero bifamiliare” sembra a Malaga o a Barcelona. Bi-slessico? Per linguaggi doppi e sovrapposti è film non simmetrico ma stimolante, un debutto altro nel nostro panorama di solito molto…familiare, ormai pieno di opere prime che sono storielle ggiovani di studenti pre esami e vacanze. Insomma, comunque lo giudichiate, “Nero bifamiliare” è l’ennesimo Tiro Mancino dell’agonistico creativo Federico. MdR Workshop and stage_Premi Federico Zampaglione Musica - Federico Zampaglione, all’uscita dell’album “La descrizione di un attimo” dei Tiromancino, di cui è il leader, è stato insignito di un premio come rivelazione dell’anno nella sezione musicale di Linea d’Ombra. Quest’anno il gioco si ripete, perchè verrà premiato in quella che è diventata la sezione cinematografica del Festival delle Culture Giovani, sempre come rivelazione, ma questa volta per la regia del suo primo lungometraggio, “Nero bifamiliare”. Federico non è nuovo alle esperienze di regia avendo diretto più di un videoclip degli stessi Tiromancino, tra cui proprio il video de “La descrizione di un attimo”, in cui gli attori Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi si calano nei panni di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, riprendendo una popolare sigla televisiva degli anni ‘70. “L’alba di domani”, il nuovo album dei Tiromancino, che contiene tutte le musiche del film “Nero bifamiliare” è già disco d’oro. F.R. 121 Music. Federico Zampaglione, on the distribution of his album “La descrizione di un attimo” by Tiromancino, of which he is the leader, has been awarded a prize as revelation artist of the year, in the musical section of Shadow Line. This year he will be awarded a prize again, but this time within the cinema section of the Festival delle Culture Giovani, once again as a revelation, and this time for his direction of his long feature film “Nero bifamiliare”. Federico has already experienced film direction, since he has directed a number of videoclips of Tiromancino themselves, among which there is his own video “La descrizione di un attimo”, in which the actors Valerio Mastandrea and Paola Cortellesi identify themselves in Raimondo Vianello and Sandra Mondaini, remaking a popular TV signature tune of the ‘70es. “L’alba di domani”, the new album by Tiromancino, which includes all sound tracks of the film “Nero bifamiliare” is already golden record. Cinema. Contaminated, electronic, Spanish bi-slexic. What does it mean? The first direction by Federico Zampaglione, “Nero bifamiliare”, comedy noir in a style beyond the cinematographic genre takes inspiration with pleasure and shameless satisfaction, from the black-horror cinema (Bava senior, Fulci), echoes the Tarantino of 2000, quotes western scenes by Leone to the letter; but he also puts in its some of his own salt, contaminating style and rhythm of the story between the Man (Luca Lionello dizzy bourgeois out of mind) and the Female (Claudia Gerini free of playing and a lot too) surrounded by neighbours, I would not touch them with a barge pole, even if nothing must be as it seems to be in a black impresses. Electronic? Also for the narrative rock which Zampaglione distillates as singer-songwriter…twin of the director. And Spanish, yes, vivid and kitsch, photography by Arnaldo Catinari, sweaty and explosive the summer of “Nero bifamiliare” seems to be in Malaga or Barcelona. Bi-slexic? For double and juxtaposed languages it is a non symmetrical but stimulating film, another debut in our panorama which is usually very …familiar, by now full of first works which are little young stories of students before their school leaving exams and holidays. Finally, however your opinion is, “Nero bifamiliare” is the umpteeth Dirty Trick (Italian=Tiro Mancino) of the competitive creative Federico. 122 Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra Scripta Reading Se permettere leggiamo d’amore 124 Una piccola novità nella sezione SCRIPTA di questa edizione del Festival delle Culture Giovani. Per una volta, la prima (e speriamo non l’ultima; ma anche se lo fosse la facciamo comunque), lasciamo perdere il dibattito e facciamo salire gli scrittori sul palco, a leggere le pagine che preferiscono. Niente discorsi, niente riflessioni, niente moderatori. Nessun pensiero aggiuntivo, nessuna interpretazione del tema dato. Soprattutto, il pubblico non è tenuto a intervenire. Non si fanno domande. Si può applaudire, fischiare o andarsene. Stavolta, parlano i fogli. Gli autori danno voce alle loro parole, scelgono le pagine che ritengono migliori, o più verosimilmente quelle che in quel periodo hanno più voglia di leggere, e se le fanno uscire di bocca. Con l’intonazione e l’intenzione che vogliono, senza interpreti. Non è detto che sappiano farlo. Perché gli scrittori scrivono, e a leggerli dovrebbero essere gli altri. Allora, vediamo come se la cavano. Magari uno che già li conosce li trova deboli, irrispettosi della punteggiatura, delle pause; oppure, scopre delle sfumature differenti, di cui non s’era nemmeno accorto. Chi lo sa. Il tema del reading è l’amore, cioè quello più scontato di tutti. Quello più pericoloso, perché è il tema su cui tutti sono preparati. Su cui la quasi totalità dell’umanità ha subito, almeno un paio di volte nella vita, un’interrogazione (non solo: ma tutti, a quell’interrogazione, sono convinti di aver sempre saputo rispondere). L’amore è il tema su cui da uno scrittore ci si aspetta moltissimo. Per questo lo abbiamo scelto. Diego De Silva A little novelty in the section SCRIPTA of this edition of “Festival delle Culture Giovani”. For the first time (we hope it will not be the last one; but even if it were the last we want to do it the same), let us put apart debates and let us make writers be on the stage to read the pages they prefer. No speeches, no reflections, no chairmen. No supplementary thought, no interpretation of a fixed theme. Above all, the public is not required to intervene. No questions are asked. You can clap your hands, hiss or go away. This time, pages speak. Authors give voice to their words, they choose the pages they think are the best ones, or rather those which in that period they like reading and so they let slip them. With the intonation and intention they prefer, without actors. It is not sure that they will be able to do that. Because writers write and the others should read them. Then, let us see how they cope with it. Perhaps someone who already knows them will find them weak, regardless of punctuation, of pauses; or he will find out different nuances, which he had not noticed before. Who knows? The theme of the reading is love, which is the most predictable one. The most dangerous one, because it is the theme on which we all are prepared. On which everyone has been interrogated at least once in his life (not only: but everyone is convinced of having been able of answering at best on that occasion). Love is the theme on which we expect a lot from a writer. That is why we have chosen it. Festival delle Culture Giovani Con Scripta, leggono d’amore, intervallati da brani suonati da due vecchi jazzisti salernitani, Stefano Giuliano e Aldo Vigorito, quattro scrittori. Con Scripta, leggono d’amore, intervallati da brani suonati da due vecchi jazzisti salernitani, Stefano Giuliano e Aldo Vigorito, quattro scrittori. Ermanno Cavazzoni, nato a Reggio Emilia nel ‘47, autore di vari libri editi da Feltrinelli. Fra le varie cose che ha fatto, c’è anche la sceneggiatura de “La voce della luna”, l’ultimo film di Federico Fellini, tratto dal suo libro “Il poema dei lunatici”. Ermanno Cavazzoni, born in Reggio Emilia in 1947, author of many books published by Feltrinelli. Among the various things he has done, there is also the script of “La voce della luna”, the last film by Federico Fellini, taken from his book “Il poema dei lunatici”. Ugo Cornia, modenese, classe ‘65, che ha pubblicato quattro libri da Sellerio, uno più bello dell’altro. L’ultimo, appena uscito, si chiama “Le pratiche del disgusto”. Ugo Cornia, from Modena, born in 1965, has published four books by Sellerio, rivalling each other for their beauty. The last one, which has been just published, is “Le pratiche del disgusto”. Diego De Silva, nato a Napoli nel ‘64, che ha pubblicato quattro romanzi da Einaudi (“Certi bambini”, un titolo per tutti). Diego De Silva, born in Naples in 1964, has published four novels by Einaudi (among them, “Certi bambini”). Melissa P., ovvero Melissa Panarello, classe 1985, autrice del best-seller “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire”, del recente “L’odore del tuo respiro” e della lettera aperta al cardinale Ruini “In nome dell’amore”, tutti pubblicati da Fazi. Melissa P., that is Melissa Panarello, born in 1985, author of the best seller, “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire”, of the recent “L’odore del tuo respiro” and of the open letter to cardinal Ruini “In nome dell’amore”, all of them published by Fazi. Scripta 125 Music-K Anche quest’anno si rinnova il nostro impegno di portare nella città di Salerno proposte musicali di qualità, sia per quanto riguarda i talenti emergenti che coloro che godono già di una meritata fama, all’interno di un contesto complesso ed articolato quale la seconda edizione del Festival delle Culture Giovani. Nell’ambito di una manifestazione che dimostra attenzione per tutte quelle forme artistiche che caratterizzano i nostri tempi, dalla scrittura al cinema alla videoarte, il percorso musicale si arricchisce, rispetto alla scorsa edizione, di una sezione espressamente dedicata a quei tanti, troppi, musicisti che non trovano, se non raramente ed esclusivamente in spazi di nicchia, una possibilità di espressione. L’abbiamo chiamata WORK IN PROGRESS, prendendo in prestito questo comune modo di dire, utilizzato anche dal grande mito del rock e della poesia contemporanea Jim Morrison per introdurre la prima performance di Hyacinth House. Un festival nel festival, atto a valorizzare la creatività e la musica dal vivo, con 9 gruppi che si alterneranno sul palco passando dal registro rock al pop al folk, all’insegna della contaminazione di suoni, culture regionali e tradizioni diverse. Oltre agli otto talenti emergenti, sono contemplate all’inizio ed a conclusione del festival le performance di Neffa, una delle voci italiane di cui andare maggiormente fieri nell’attuale panorama musicale e de Le Vibrazioni, premiati qualche edizione fa all’interno del Festival Linea d’Ombra come gruppo rivelazione. I know…It’ only rok’n’roll, but I like it…(Rolling Stones) Francesca Roveda Also this year we want to offer the town of Salerno musical expressions of a high quality, both of emerging talents and of those who are already justly famous, within a complex and varied context that is the second edition of the Festival delle Culture Giovani. Within an event which is interested in all those artistic expressions which characterize our time, from writing to the cinema, to the videoart, this musical itinerary becomes even richer, compared with the last edition, because it provides a special section devoted to those too many musicians who do not find, or who only seldom find a possibility of expressing themselves. We have called it WORK IN PROGRESS, borrowing this common expression, also used by the great myth of rock and contemporary poet, Jim Morrison, to introduce the first performance of Hyacinth House. A festival within the festival, meant for increasing the value of creativity and live music, with 9 groups who will alternate on the stage, playing rock, pop and folk, amid the contamination of sounds, regional cultures and different traditions. Besides the eight emerging talents, at the beginning and on the conclusion of the Festival, there will be the performances of Neffa, one of the Italian voices of which we are to be most proud within the present musical panorama and Le Vibrazioni, who were awarded a prize as revelation group, some editions ago of the Festival Shadow Line. I know…It’ only rok’n’roll, but I like it… (Rolling Stones) 128 Festival delle Culture Giovani Neffa Negli anni ’90 NEFFA è una delle figure di riferimento della scena musicale underground italiana. “Negazione, Isola Posse All Stars” e “Sangue Misto” sono le tappe di un percorso difficile eppure eccezionalmente creativo. A coronare l’avventura arriva nel ’96 il successo dell’album “Neffa & i Messaggeri della Dopa” (disco d’oro), trainato dall’exploit del singolo “Aspettando il Sole”. Nel 2001, “Arrivi e partenze” è l’album della svolta: Neffa abbandona l’hip hop e le rime per cimentarsi con la musica in veste di cantante. Confermato: Giovanni Pellino, in arte Cantante Neffa, è ufficialmente cantante. Naturale continuare su quella strada, corroborato dai consensi ricevuti ma anche attento a spostare l’asticella della sfida qualche centimetro più in alto: «La scommessa di questo album sono le canzoni, o meglio, la mia capacità e volontà di partire dalla forma canzone e scrivere dei pezzi belli da cantare e capaci di emozionare come solo le grandi canzoni sanno fare». Le canzoni di quest’album “I molteplici mondi di Giovanni il cantante Neffa”, nella loro eterogeneità musicale raccontano proprio questo nuovo viaggio, legandosi insieme soltanto per le tematiche comuni che raccontano. In the ‘90es Neffa is one of the reference figures on the Italian underground musical scene. “Negazione, Isola Posse, All stars” and “Sangue Misto” are the stages of a difficult, even if exceptionally creative, career. To crown this adventure the success of the album “Neffa & i Messaggeri della Dopa” (golden record) came in 1996, in the wake of the exploit of the single record “Aspettando il Sole”. In 2001 “Arrivi e partenze” was the turning point album: Neffa leaves hip hop and rhymes to venture on music as singer. Confirmed: Giovanni Pellino, artistic name Neffa, he is officially singer. It is natural to continue along this road, encouraged by his success but also careful to move the cross bar some centimetres higher: «The challenge of this album are the songs, or rather, my ability and will of starting from the form of the song and writing beautiful pieces to sing, able of causing emotions as all great songs can do». The songs of this album “I molteplici mondi di Giovanni il cantante Neffa”, in their musical heterogeneity tell just about their own journey, linking to each other only for the themes they deal with. Music-K 129 Le Vibrazioni Le Vibrazioni, quattro giovani milanesi, Francesco Sarcina (voce, chitarra), Stefano Verderi (chitarra), Marco Castellani (basso), Alessandro Deidda (batteria), in soli tre anni hanno raggiunto importanti obbiettivi, tra cui il Disco di Platino per il cd singolo “Dedicato a te”, primo successo della band, oltre 300.000 copie vendute con più di 40 settimane di presenza nella classifica di vendita, due Italian Music Awards come Miglior rivelazione e Miglior gruppo, tre nomination come Miglior Album, Miglior Tour e Miglior Video. Ed ancora sono stati premiati come Rivelazione al Festivalbar 2003, hanno ottenuto il Premio “Opera Prima” nel referendum “Musica & Dischi” ed hanno avuto la nomination “Best Italian Act” per l’European Music Award di MTV. A dicembre 2004 viene lanciato il video di “Raggio di Sole”, subito entrato in alta rotazione su MTV e primo in airplay, primo singolo estratto dal loro secondo album “Le Vibrazioni II”, realizzato in soli due mesi dalla fine del tour estivo e pubblicato il 4 marzo 2005 durante la loro prima partecipazione al festival di Sanremo. “Le Vibrazioni II” è diventato Disco d’Oro in una manciata di settimane dall’uscita, nonché Disco di Platino. Il 12 luglio 2006 Le Vibrazioni hanno ricevuto ad ArezzoWave la targa simbolica che attesta l’apertura di un pozzo in Africa a loro nome realizzato con il ricavato dell’album collettivo “Rezophonic” prodotto e ideato da Mario Riso. Le Vibrazioni, four young artists from Milan, Francesco Sarcina (voice, guitar), Stefano Verderi (guitar), Marco Castellani (bass), Alessandro Deidda (drums), over only three years have reached important goals, among which there are the Platinum Record for the single CD “Dedicato a te”, the first success of the band, over 300.000 copies sold in over 40 weeks on the hit parade of the best seller records, two Italian Music awards as Best revelation group and Best Group, three nominations as Best album, Best Tour, and Best Video. And then they are also awarded a prize as Revelation at the Festivalbar 2003, they have been awarded the prize “Opera Prima” in the referendum “Musica & Dischi” and have had the nomination “Best italian Act” for the European Music Award of MTV. In December 2004 the video of “Raggio di sole” was broadcast, also on high rotation on MTV, and the first one on airplay, the first single taken from their second album “Le Vibrazioni II”, produced in only two months from the end of their summer tour and published on March 4th 2005 during their first participation in Sanremo Festival. “Le Vibrazioni II” has become Golden Record in a few weeks from its coming out, as well as Platinum Record. On July 12th 2006 Le Vibrazioni have received at ArezzoWave the symbolic plate certifying the opening of a well in Africa in their name built with the profits gained from the sale of the collective album “Rezophonic” produced and created by Mario Riso. 130 Festival delle Culture Giovani DIONISO I Dioniso nascono da un’idea del cantautore Mattia Pattaro nel 1998. Il 25 novembre 2006 è uscito nei migliori negozi di dischi “Dalla mia camera”, l’album d’esordio della band per l’etichetta milanese “La Matricula”, distribuito da Venus dischi. Il disco ottiene in pochi mesi passaggi radiofonici (VivaRadio2, Radio Bruno, Studio+ etc.) e televisivi (AllMusic, Match Music) oltre a numerosi concerti live: Roxy Bar (Bo), Latte+ (Bs), Goganga (Mi), Gate52 (Vr) di spalla a Fede Poggipollini. I Dioniso sono: Mattia Pattaro (autore, chitarre, sinth, pianoforte, voce), Ricky Pattaro (autore, chitarre, piano elettrico, cori), Giovanni Scarlata (basso, diamonica), Leonardo Aldegheri (batteria). The Dioniso are born from an idea of the singer-songwriter Mattia Pattaro in 1998. On November 25th 2006 the album of their debut “Dalla mia camera”, produced by the record company in Milan “La Matricula”, has been distributed by Venus in the best music shops. In a few months this record has obtained radio (VivaRadio2, Radio Bruno, Studio+etc.) and TV passages AllMusic, Match Music) besides many live concerts: Roxy Bar (Bo), Latte+ (Bs), Goganga (Mi), Gate52 (Vr) as stooge of Fede Poggipollini. The Dioniso group is composed by: Mattia Pattaro (author, guitars, sinth, piano and voice), Ricky Pattaro (author, guitars, electric piano, choirs), Giovanni Scarlata (bass, diamonic), Leonardo Aldegheri (drums). Music-K Work in progress ALIBìA Vincitori di importanti rassegne a carattere nazionale, scelti da Musica! di Repubblica come “miglior band emergente del 2003”, gli Alibìa hanno esordito nel 2004 con “Confini”, fortunata opera prima che li ha accreditati tra le maggiori sorprese dell’anno nel panorama indipendente nazionale. L’uscita del secondo album, intitolato “Tra tutto e niente”, è stata preceduta da “Va tutto bene”, EP promozionale pubblicato a fine ottobre 2006 e che ha proiettato gli Alibìa nelle playlist di circa 150 radio nazionali. Il videoclip omonimo, totalmente realizzato in animazione, ha ricevuto importanti riconoscimenti di settore. Winners of important national reviews, chosen by Musica! By Repubblica as “best emerging band in 2003”, the ALIBÌA debuted in 2004 with “Confini”, a lucky first work which have confirmed them among the best surprises of the year in the national independent panorama. The release of their second album, entitled “Tra tutto e niente” has been preceded by “Tutto va bene”, a promotional EP published in the end of October 2006 and which has placed the Alibìa in the playlists of about 150 national radios. The homonymous videoclip, wholly made of animation, has received important awards in this sector. 131 GLEBA A metà degli anni ’90, i fratelli Alberto e Alfredo Genovese, rispettivamente batterista e cantante-chitarrista della band pugliese Gleba, si trasferiscono da Brindisi a Siena per frequentare la facoltà di medicina; nello stesso periodo l’amico e chitarrista Giulio Rosiello si sposta a Venezia per iscriversi alla facoltà di Lingue Orientali. Durante una serata live, proprio in terra di Puglia, i tre vengono notati da Fabrizio Barbacci, già produttore di alcuni tra gli artisti rock più significativi del panorama musicale italiano, tra cui Ligabue e Negrita. A settembre 2006 pubblicano il loro primo album: “Gleba” (prodotto da Barbacci/Petricich e distribuito da Universal), con una formazione allargata a 4 componenti. In the second half of the 90es, the brothers Alberto and Alfredo Genovese, drummer and singer-guitarist respectively in the band from Puglia, Gleba, moved from Brindisi to Siena to attend the faculty of Medicine; in the same period their friend guitarist Giulio Rosiello moved to Venice to matriculate at the University of Eastern Languages. During a live night, just in Puglia, these three musicians are noticed by Fabrizio Barbacci, who had already been the producer of some of the most significant rock artists of the Italian musical panorama, among which there are Ligabue and Negrita. In September 2006 they have published their first album: “Gleba” (produced by Barbacci/Petricich and distributed by Universal), with a band extended to 4 musicians. LOTHLÓRIEN Gruppo nato nel 1999 a Salerno, dalle molteplici influenze, ma di chiara matrice rock. Dagli esordi, legati alla scena grunge di Seattle, e al rock alternativo degli anni ’90, il gruppo comincia un percorso artistico che affonda le radici nel grande rock degli anni ’70, inglese ed italiano, sviluppando uno stile personale, e produce due demo su cd: “Il giardino dei fiori” (2002) e “Lothlórien” (2006). In questo secondo lavoro si nota l’ingresso del piano Rhodes e dell’organo Hammond, strumenti che permettono al gruppo di ampliare i propri orizzonti musicali e compositivi. Il gruppo è composto da Mario Villani (batteria), Gennaro Galise (basso), Ilario D’Amato (piano Rhodes, organo Hammond, sintetizzatore moog, voce) e Lucio Auciello (voce, chitarre). A group born in Salerno in 1999, from many influences but specially inspired by rock. From their debut linked to the grunge scene of Seattle, and to the alternative rock of the ‘90es, the group has started an artistic course having its origins in the English and Italian rock of the ‘70es, developing its personal style, after which it has produced two demos on CD: “Il giardino dei fiori” (2002) and “Lothlórien” (2006). In this second work we notice the introduction of the piano Rhodes and the organ Hammond, instruments which enable the group to widen their own musical and composition horizons. The group is composed by Mario Villani (drums), Gennaro Galise (bass), Ilario D’Amato (piano Rhodes, organ Hammond, moog synthetizer, voice) and Lucio Auciello (voice, guitars). 132 Festival delle Culture Giovani ORGANICA La band si forma definitivamente nell’aprile 2003 dall’incontro casuale di Alessandro Pisacano (voce e chitarra) con Attilio Scala (basso) e Donato Scotto di Monaco (batteria) durante una jam in una sala prove di Milano. Il disco è stato registrato ai Plastic Studios di Roma da Gianluca Vaccaro e masterizzato da Ryan Smith allo Sterling Sound di New York. This band was definitively constituted in 2003 after the casual meeting of Alessandro Pisacano (voice and guitar) with Attilio Scala (bass) and Donato Scotto di Monaco (drums) during a jam in a rehearse room in Milan. Recorded at the Plastic Studios in Rome by Gianluca Vaccaro and produced on CD by RyanSmith at the Sterling Sound in New York. PIPERS I Pipers si sono formati a Napoli nel maggio del 2006. Tra le loro influenze ritroviamo i Doves, i Travis, Noel Gallagher, ma anche classici come The Beatles e John Lennon, il grunge e le atmosfere acustiche tra Radiohead e Sodastream. Il loro primo lavoro è il promo “1/2 penny marvel”, autoprodotto, uscito nel 2006. I Pipers sono Stefano De Stefano (voce e piano), Dario Iannuzzi (basso), Eugenio Mazzetti (chitarra), Lucio Castracane (batteria). The Pipers were born in Naples in May 2006. Among their influences we remember those of the Doves, the Travis, of Noel Gallagher, but also those of classics like The Beatles and John Lennon, the grunge and acoustic atmospheres between Radiohead and Sodastream. Their first work is the promotional “1/2 penny marvel”, self-produced, distributed in 2006. The Pipers are Stefano De Stefano (voice and piano), Dario Iannuzzi (bass), Eugenio Mazzetti (guitar), Lucio Castracane (drums). VALIUM I Valium sono un giovane gruppo indipendente di Salerno che nasce a fine 1999. Il gruppo ha all’attivo tre mini cd promozionali e autoprodotti, “Valium”, “Tnt-I giorni Dark” (2002), “Valiumpromo” (2004). Il gruppo è formato da Marco Sabino (voce e chitarra), Luigi Sabino (chitarra e voce), Alain Fortunati (basso) e Antonello Apostolico (batteria). The Valium are a young independent group from Salerno which was born in 1999. The group has published three promotional self-produced cds, “Valium”, “Tnt-I giorni Dark” (2002), Valiumpromo” (2004). This group is composed by Marco Sabino (voice and guitar), Luigi Sabino (guitar and voice), Alain Fortunati (bass) and Antonello Apostolico (drums). Music-K 133 VALENTINA LUPI Rockeuse dalla voce unica, meglio di altri ha saputo raccogliere l’eredità della scuola cantautorale romana nata sui palchi del Locale, del Circolo degli Artisti e del Classico, club nei quali è cresciuta suonando e respirando musica. A soli 26 anni Valentina ha già collezionato grandi esperienze live (Heineken Jammin Festival, Roma Live, L’artista Che Non C’era, Generazione X) e collaborazioni con importanti artisti tra cui Puccio Panettieri (batterista di Carmen Consoli) ospite in “Non voglio restare Cappuccetto Rosso” (Edel 2006), album di debutto della cantautrice romana. Nel 2007 torna a Roma con un concerto presso La Palma Club, accompagnata dal sax di Stefano di Battista, vince le selezioni regionali di “Primomaggiotuttolanno”, e suona nell’ambito di “Generazione X”, all’Auditorium Parco della Musica insieme ad altri giovani artisti della scena nazionale. As a gifted rockeuse, endowed with a unique voice, she has been able, better than others, to inherit the tradition of the singer-songwriter school of Rome born on the stage of the Locale, the Circolo degli Artisti and the Classico, clubs in which she has grown up while singing and breathing music. When she was only 26 Valentina had already collected big live experiences (Heineken Jammin Festival, Roma Live, L’artista Che Non C’era, Generazione X) and collaborations with important artists such as Puccio Panettieri (drummer of Carmen Consoli), guest in “Non voglio restare Cappuccetto Rosso” (Edel 2006), the album with which this singer-song writer from Rome has debuted. In 2007 she has come back to Rome with a concert at La Palma Club, accompanied by the sax of Stefano Di Battista, she has won the regional selections of “Primomaggiotuttolanno”, and has played within the event “Generazione X”, at the Auditorium Parco della Musica, together with other young artists famous in Italy. ELEONORA PIERRO comincia a cantare fin da piccola. Studia sax per due anni e canto per sette anni in una scuola di Salerno, e lavora nei locali come cantante e speaker. Partecipa con successo a numerose manifestazioni regionali e nazionali (Girofestival, Premio Esposito, Music Village, Voci da sud, tra le altre). Suona anche il piano e la chitarra, ed è al lavoro per la preparazione di un album. Eleonora Pierro has started singing since when she was a little child. She studied sax for two years and singing for seven years at a school in Salerno. She works in places as singers and speaker. She successfully participates into many regional and national events (Girofestival, Premio Esposito, Music Village, Voci da sud, among the others). She also plays the piano and the guitar, and she is now working at an album. 134 Festival delle Culture Giovani Vjing Nel settembre 2005 si decise di dar vita ad un progetto che coniugasse il lavoro di artisti impegnati nella ricerca video, musicisti e djs alla scoperta di nuove sonorità. Video+Live nasce, quindi, da una doppia passione: quella per le arti visive e quella per la musica. Durante la prima edizione si scelsero artisti e tipologie di collaborazione eterogenee, che potessero analizzare alcune delle molteplici possibilità offerte dalla sincronizzazione dei suoni e delle immagini in movimento. Video+Live intende anche creare nuove sinergie, stimolare nuovi esperimenti, collaborare per la realizzazione di nuove idee. Da questi ultimi presupposti si sviluppa il progetto presentato in occasione del Festival delle Culture Giovani 2007, per il quale sono stati coinvolti 9 artisti che si esibiranno in due serate: una prima esperienza fondata sulla pura improvvisazione e il vjing e djing più tradizionale che coinvolge il duo Playane di Salerno, il vj Ferdinando “BZK” Di Meo, sempre di Salerno, il duo XX+XY VISUAL di Roma, il duo Sonothèque di Firenze. Nella seconda serata, invece, il video - artista milanese Claudio Sinatti si esibirà con il musicista francese Olivier Lamm, in “The Carrillon Session”, una performance di carattere meditativo, da ascolto e da contemplazione, in cui l’essenzialità del video è modellata attraverso una componente tridimensionale che sconfina nella scultura astratta: la luce ed il colore si amalgamano con il suono, in una sintesi di espressioni di fortissimo impatto. Tiziana Di Caro – Edoardo Palescandolo In September 2005 we decided to realize a project joining the work of artists committed to the experimentation of videos, of musicians and djs in search of new sounds. Video+Live is born, then, from a double passion: that for visual arts and that for music. During the first edition we chose artists and heterogeneous typologies of collaboration, in order to be able to analyze the different possibilities offered by the synchronization of sounds and moving images. Video+Live also intends to create new synergies, to stimulate new experiments, to collaborate for the carrying out of new projects. From these assumptions the project presented on this second edition of the Festival delle Culture Giovani is developed, in it 9 artists have been involved and they will perform during three nights: the first one will be an experience only based on improvisation and the most traditional vjing and djing, with the participation of the duo Playane from Salerno, the vj Ferdinando “BZK” Di Meo, who is from Salerno too, the duo XX+XY VISUAL from Rome, the duo Sonothèque from Florence. During the second night, on the contrary, the video-artist from Milan Claudio Sinatti will perform with the French musician Olivier Lamm, in “The Carillon Session”, in a performance of a meditative character, to be listened to and contemplated, in which the essential character of the video is modelled through a tridimensional component which crosses over to abstract sculpture: light and colour amalgamate with sound, in a synthesis of expressions of very strong impact. Music-K 135 Video+Live XX+XY Visual Sono Giuseppe Pradella e Sladzana Bogeska e lavorano insieme dal 2005, realizzando progetti di arte contemporanea e media design. Le loro performance sono sempre al confine tra il puro vjing e il video d’arte, sviluppando un’idea in cui la pura improvvisazione è affiancata alla creazione e manipolazione di immagini. Attivi in Italia e all’estero, partecipano a diversi festival e screenings internazionali. They are Giuseppe Pradella and Sladzana Bogeska and they have been working together since 2005, in the realization of projects on contemporary art and media design. Their performances are always on the borderline between the purest vjing and art videos, in order to develop an idea for which pure improvisation is accompanied by the creation and manipulation of images. Working in Italy and abroad, they take part into different international festivals and screenings. Sonothèque Il progetto Sonothèque nasce sul finire del 2005 dall’incontro dei due producer David Campanini e Alexi Dendias. Il loro live penetra nei sentimenti fino a colpire l’ inconscio, stimolo per la mente e il cuore dalla struggente carica emotiva. Hanno avuto modo di suonare in locali come il Tenax di Firenze e l’Arena di Berlino e partecipato a importanti Festival quali Eurosonic in Olanda e Next Tech a Firenze. The Sonothèque project was born at the end of 2005 from the meeting of the two producers David Campanini and Alexi Dendias. Their live penetrates feelings so deeply, up to your unconscious, it is a stimulus for your brain and heart with its strong emotional potential. They have had the opportunity of playing in venues like the Tenax in Florence and the Arena in Berlin, and have taken part into important festivals like Eurosonic in Holland and Next Tech in Florence. Ferdinando De Meo (BZK) Nato nel 1979, salernitano, si interessa dal 1999 di visual design e disegno di interfacce. La sua attività di Vj col nome BZK comincia nel 2004. Si è esibito in vari locali e serate e dal 2005 è resident VJ all’IrokoContent (SA). Fa parte del collettivo AscoltiVisivi, che riunisce vari visualperformer campani con lo scopo di diffondere le espressioni del connubio tra audio e video. Born in 1979 in Salerno, he has been working with visual and interface design since 1999. His activity as Vj with the name of BZK starts in 2004. He 136 Festival delle Culture Giovani has performed in various venues and during various evenings and since 2005 he is resident Vj at the IrokoContent (SA). He is a member of the group AscoltiVisivi, joining different visual performers in Campania, aiming at spreading the taste for expressions matching audio with video. Playane Playane è un progetto musicale nato dall’unione di due dj salernitani Angelo Marrocco e Roberto Perotti. Synth, rumori, effetti e strutture ritmiche sono i loro ingredienti preferiti nel comporre una traccia. Trasmettono al pubblico elementi come energia, divertimento e “atmosfere viaggianti”. Playane is a musical project born from the collaboration of two djs from Salerno, Angelo Marrocco and Roberto Perotti. Synth, noises, effects and rhythmic patterns are their favourite ingredients in composing their tracks. They convey to the audience sensations of energy, entertainment and “travelling atmospheres”. Claudio Sinatti Inizia la sua attività a metà degli anni 90. Codirige il suo primo videoclip musicale nel 1996 per il brano “Cose difficili” dei Casino Royale, selezionato come miglior video italiano al PIM. Nel 1999 fonda il collettivo di ricerca audiovisiva Sun WuKung, il cui principale interesse è l’interazione tra persone che manipolano suoni e immagini in tempo reale. Nel corso dello stesso anno inizia la collaborazione con il musicista Sergio Messina con il quale crea la band audiovideo Crop. Nel 2004 nasce il progetto mixmediale Pirandélo con Andrea Gabriele (Mou, Lips!) e Marita Cosma e nel 2005 la collaborazione con il musicista Pierpaolo Leo e la Symbiosis Orchestra, un collettivo che coinvolge gli artisti Iris Garrelfs, Scanner, Stefano Tedesco, Andrea Gabriele, Marco Messina, Geoff Warren e Diego Conti. He starts his activity in the second half of the 90es. He co-directs his first musical videoclip in 1996 for the piece “Cose difficili” by Casino Royale, it was selected as the best Italian video at the PIM. In 1999 he founds a group for audiovisual research, Sun Wu-Kung, the main interest of which is the interaction among people manipulating sounds and pictures in real time. Over the same year he starts his collaboration with the musician Sergio Messina, with whom he founds the audio-video band Crop. In 2004 the mix- Music-K 137 medial project Pirandélo with Andrea Gabriele (Mou, Lips!) and Marita Cosma was born and in 2005 he starts his collaboration with the musician Pierpaolo Leo and the Symbiosis Orchestra, a group including the artists Iris Garrelfs, Scanner, Stefano Tedesco, Andrea Gabriele, Marco Messina, Geoff Warren and Diego Conti. Olivier Lamm Artista sperimentale in continua evoluzione, e in continua ricerca di nuove sonorità, Lamm nasce musicalmente intorno al 1999 come membro della singolare etichetta Evènement All Stars: numerosi musicisti francesi decisero allora di unirsi nella formazione di un’etichetta autonoma, totalmente indipendente dai mostri sacri dell’industria discografica e dalle regole economiche da essi dettate. Evènement si propone, infatti, di portare sul mercato CDR contenenti live performance di artisti - spontaneamente ritrovatisi in occasione di avvenimenti appositamente indetti - nell’ordine di poche copie, slegando così la musica elettronica dalle rigide regole del commercio al fine di esaltarne la forte valenza artistico–improvvisativa. All’interno di questo crogiuolo Lamm intensifica la sua attività musicale che, a tutt’oggi, è ricca di improvvisazioni, collaborazioni con artisti visivi e azioni di musica spontanea. As an experimental artist in continuous evolution, continuously in search of new sounds, Lamm was musically born in 1999, as a member of the singular group labelled Evènement All Stars: many French musicians then decided to join into a group with an autonomous label, totally independent from the mythical figures of the recording industry and from its economic rules. Evènement aims in fact at distributing on the market, CD-Rs including live performances of artists – spontaneously meeting on events specially organized for that purpose – come out in a few copies, so that electronic music is from from the rigid commercial rules existing on the market and its strong artistic-improvisation value is emphasized. Within this melting pot, Lamm increases his musical activity which now includes a great variety of improvisations, collaborations with visual artists and actions of spontaneous music. 138 Festival delle Culture Giovani 6 7 8 9 10 ArtinV Video Ciò che resta dell’opera_Introduzione di Bruno Di Marino Spazi nella memoria Film e video Evento collaterale_Origine e Deposizione Biografia di Studio Azzurro 14 20 30 37 39 Indice Presentazioni Vicenzo De Luca Marco Di Lello Angelo Villani Augusto Strianese Festival Culture Giovani_Peppe D’Antonio Linea d’Ombra Donne e uomini su linee d’ombra_Presentazione di Peppe D’Antonio e Maurizio di Rienzo 44 PASSAGGI D’EUROPA Giuria_Eugenio Cappuccio, Donatella Finocchiaro, Cristiana Paternò AlleAlle Dans les cordes Das Fraulein Emmas Gluck The Front Line Pardonnez Moi Z odzysku 48 50 52 54 56 58 60 62 CORTO EUROPA Presentazione di Grazia Cuda Giuria_Angelo Camba, Gianluca e Massimiliano De Serio, Enrico Pau Absence After the rain Annem sinema Ögreniyor Bongo Bong Casino Dummy Fair Trade Madres Message for Neghbours Raak Rachel Rendez-vous Sretan put Nedime Il Supplente Tanghi Argentini Tricko Indice 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 139 CORTO ITALIA Aspettando Hollywood / Ciao, Lara Conta fino a tre / Forme Homo homini lupus / Ieri Incrocio / Night Flowers Stands No smoking company / Noemi Una passione non trascurabile / Silenzio assenso 86 87 88 89 90 91 MADE IN NAPLES Presentazione di Peppe D’Antonio e Maurizio di Rienzo A scuola Cronisti di strada Don Vitaliano Estranei alla massa Pesci combattenti L’udienza è aperta Vedi Napoli e poi muori Fuori concorso_Sotto la stessa luna 94 97 98 99 100 101 102 103 104 FUORI CONCORSO Breakfast on Pluto Riparo 106 108 WORKSHOP AND STAGE_PREMI Cinema digitale_Arnaldo Catinari Ferzan Ozpetek Violante Placido Giorgio Pasotti Sabrina Impacciatore Alessandro Angelini Claudia Gerini Federico Zampaglione 112 113 115 116 117 118 119 121 Scripta Presentazione di Diego De Silva Se permettete leggiamo d’amore_Ermanno Cavazzoni, Ugo Cornia Diego De Silva, Melissa P. 124 125 Music-K 140 Presentazione di Francesca Roveda Neffa Le Vibrazioni Work in progress 128 129 130 131 VJING Presentazione di Tiziana Di Caro e Edoardo Palescandolo Video+Live 135 136 Festival delle Culture Giovani Trame in rete Trame in rete “Trame in rete” arriva al suo secondo anno, riproponendo il concorso di scrittura creativa a più mani. Quest’anno la suggestione iniziale, l’incipit suggerito non era letterario, ma visivo: abbiamo fornito sul sito del Festival una serie di ritratti di sconosciuti, appena connotati (un cane al guinzaglio, una bicicletta, una sigaretta) e abbiamo chiesto di scrivere una storia a partire da queste foto e dai nomi – ovviamente di fantasia – dei personaggi. La libertà era più ampia dunque, e la sfida più difficile, perché da un volto occorreva risalire a una storia senza altri appigli. E poi continuarla con nuovi volti e nuovi nomi, per due volte. Un totale di tre racconti e sei personaggi, questo era il campo da gioco, che però si andava completando con le trame create nei primi capitoli dai vincitori delle prime puntate. Difficile a descrivere, ma non ha scoraggiato i nostri partecipanti. E’ uscito questo racconto sghembo, inevitabilmente discontinuo per stile, con qualche buco logico – non sempre la storia immaginata dal primo scrittore è stata puntualmente ripresa dal secondo – ma intrigante, almeno per quello che era il nostro scopo: lavorare sull’arte di raccontare ai tempi della rete internet e della “società liquida”. La rete ha sconvolto la nostra pratica di scrittura: il rapporto tra testo, autore e lettore si è confuso, la scrittura è inevitabilmente frammentata, discontinua, senza centro, senza stile, immateriale. Tra oralità e scrittura i rapporti si intrecciano, le sintassi si mescolano. Questo ci sembra affascinante da sperimentare anche nella scrittura creativa, che deve rispondere alle nuove condizioni della tecnologia. Ma anche il mondo da descrivere è confuso e frammentato, senza centro, in perenne e inafferrabile cambiamento, appunto “liquido”, come nella felicissima definizione di Bauman. E quindi, tra l’incertezza del mezzo e quella del contesto, narrare diventa un’impresa nuova. Con questa impresa si sono confrontati i nostri giovani autori, con una storia che parte nera (di atmosfera e di ambiente), diventa verde (di rabbia e furia) e finisce rosa, nel finale consolatorio in cui il cerchio, più o meno, si chiude. Il risultato è lì, a disposizione del lettore, che giudicherà; ma quello che vorremmo mostrargli, è lo sforzo dell’esperimento, il processo più che il prodotto. Ma poi il lettore, fin tanto che resta tale, è libero: il testo è suo, e magari troverà piacere nel prodotto, e noi ne saremo felici. Miki Rosco (curatore del concorso Trame in rete) 141 Ecco i vincitori di Trame in rete 2007, con un breve estratto dei loro elaborati. Sul sito del Festival “www.festivalculturegiovani.it” è possibile leggere i capitoli completi. CAPITOLO I di Marianna Bassi “Olimpia e il suo cane nero, come il suo cappotto, e i suoi capelli... Olimpia ferma su una terrazza, dietro i fili, azzannati da mollette, che aspettano panni bianchi da una vita, mentre guarda la luna che illumina il mare scuro, o un eclissi, o una cometa, oppure una stella...” Mi vengo in mente queste parole, mentre cammino in una strada qualunque della mia città, con affianco la mia bici rubata. (…) CAPITOLO II di Iole Dominedò Maledetto cane nero. Mi tira, sniffando i suoi odori indigesti, per le strade piene di gente indaffarata nelle sue compere. Maledetto topastro, piccolo e insignificante, schifoso cane ricco e viziato. Cinque euro l’ora per portarlo a spasso, due volte al giorno. (…) Maledetto cane, ora si è messo a fare la cacca. Mi tocca raccoglierla con paletta, bloccare il flusso di gente che cammina sul viale, si ferma per le vetrine. Il gesto schifoso incuriosisce la gente che mi fluisce intorno, incuriositi dal gesto servile, dal contrasto tra l’odore di merda che emanano i marciapiedi e i languidi effluvi dei loro profumi. Mi guardano e sorridono, e bofonchiano tra loro. (…) CAPITOLO III di Antonella Scotti Devo correre, correre più forte che posso…è quasi ora. Ancora un altro isolato e..ops! Accidenti cos’ho preso? “Ehi tu piccolo batuffolo nero da dove sbuchi?” Ha l’aria abbastanza malandata…dev’essersi perso. “…non guardarmi con quegli occhioni!” Mi fa tenerezza…non mi va di lasciarlo qui solo soletto. Su queste strade le macchine sfrecciano veloci…potrebbe finire male. “Vieni qui, lasciati prendere! Ecco da bravo, ti nasconderò nel mio zainetto e ora di corsa fuori scuola!” (…) 142 Festival delle Culture Giovani CASE DI DISTRIBUZIONE CINEMATOGRAFICA 01 Distribution Address: Piazza Adriana, 12 - 00193 Roma - Italy Phone: +39 06 684 701 Fax: +39 06 6872 141 E-Mail: info@01distribution.it Web Site: www.01distribution.it Adesif Productions Address: 48 rue des Abbesses- 75018 Paris France Phone: +33 1 42 58 29 44 AGRFT, Academy of theatre, radio, film and tv Address: Nazorjeva, 3 - 1000 Ljubljana - Slovenia Phone: +386 12 510 412 Fax: +386 12 510 450 E-Mail: ftv@agrft.uni-lj.si Web Site: www.agrft.uni-lj.si Akos Mester Address: Ròzsa u. 2 - 9791 Torony - Hungary Phone: +36 306 405 160 E-Mail: indyj@gmx.at Andrea Jublin Address: Via Baltimora, 54 - 10137 Torino - Italy Phone: +39 3 333 870 728 E-mail: lacompagniacineind@tiscali.it Andrzej Wajda Master School of Film Directing Address: Chelmska, 21 PL – 00 – 724 Warszawa Poland Phone: +48 22 851 10 56; +48 22 851 10 67 Fax: +48 22 851 10 57 E-Mail: jskalska@wajdaschool.pl Web Site: www.wajdaschool.pl ARP Sélection Address: 13, rue Jean Mermoz – 75008 Paris France Phone: +33 1 56 69 26 00 Fax: +33 1 45 63 83 37 E-Mail: arp@arpselection.com Web Site: www.arpselection.com Big Sur Address: Via Cantalupo Coppola 3 – 73100 Lecce Italy Phone: +39 0832 34 69 03 E-Mail: bigsur@bigsur.it Web Site: www.bigsur.it Buena Vista International Address: Via Cantalupo in Sabina, 29 - 00191 Roma - Italy Phone: +39 06 330 831 Fax: +39 06 33 083 270 E-Mail: webmaster@buenavista.it Web Site: www.buenavista.it Eesti Joonisfilm Address: Roo 9 - 100611 Tallin – Estonia Phone: +372 677 4228 Fax: +372 677 4122 E-Mail: info@joonisfilm.ee Web Site: www.joonisfilm.ee Fandango Address: Via Ajaccio, 12/B - 00198 Roma - Italy Phone: +39 06 97 745 001 E-mail: info@fandango.it Web site: www.fandango.it Figlidelbronx Address: Via Vittorio Emanuele - 80145 Napoli – Italy Phone: +39 329 43 96 527 Fax: +39 081 61 33 820 E-mail: figlidelbronx@libero.it Forward International Address: Krymskà 13 - 101 00 Prague 10 - Czech R. Phone: +42 0 221 990 411 E-Mail: info@forwardint.cz Web Site: www.forwardint.cz Indigofilm Via Ludovico Muratori 15 - 00184 Roma – Italy Address: +39 06 77250255 Fax: +39 06 77079042 E-mail: info@indigofilm.it Web Site: www.indigofilm.it Istituto Luce Address: via Tuscolana, 1055 – 00173 Roma - Italy Phone: +39 06 722 496; +39 06 722 93 366 Fax: +39 06 722 24 93 E-Mail: luce@luce.it Web site: www.luce.it It works! Medien GmbH Address: AnneKatrin Hendel, Franz - Mehring – Platz 1 - 10243 Berlin – Germany Phone: + 49 3028 097 631 Fax: +49 30 882 879 E- mail: office@itworksmedien.de Web Site: www.itworksmedien.de La Luna Production Address: 28 Rue de la Chapelle - 75018 Paris – France Phone: +33 (0)1 48 07 56 00 Distribuzioni cinematografiche 143 Fax: +33 (0)1 48 07 11 88 E-mail: diffusion@lunaprod.fr Web site: www.lunaprod.fr Phone: +33 01 42 77 06 31 E-Mail: contact@premium-films.com Web Site: www.premium-films.com Lucky Red Address: via A. Chinotto, 16 - 00195 Roma – Italy Phone: + 39 06 37 59 441 Fax: +39 06 37 352 310 E-mail: info@luckyred.it Web site: www.luckyred.it Ready Made Films Address: Via Rovereto, 6 - 00198 Roma - Italy Phone: +39 06 8530 4283 E-Mail: +39 06 8530 4586 E-Mail: info@readymadefilms.com Web Site: www.readymadefilms.com Matriuska Producciones Address: Manuel de Palacios 16, 5°B - 36003 Pontevedra - Spain Phone: +34 986 109 581 E-Mail: matriuska@matriuska.com Web site: www.matriuska.com SND Films Address: Leidsestraat 106 - 1017 PG Amsterdam The Netherlands Phone: +31 20 404 07 07 Fax: +31 20 404 07 08 E-Mail: info@sndfilms.com Web Site: www.sndfilms.com Media Luna Entertainment Gmbh & Co. KG Address: Viviana Horalelek, Hochstadenstr. 1350674 Cologne - Germany Phone: +49 221 801 498 0 Fax: +49 221 801 498 21 E-Mail: info@medialuna-entertainment.de Web Site: www.medialuna-entertainment.de Özminimalist Film Address: Ulubath Hasan mah. 9. cad. No: 17/9 06930 Sican/Ankara - Turkey Phone: +90 3 122 727 349 E-Mail: nesimiyetik@gmail.com Pablo Distribuzione Indipendente Address: P.zza S. Maria Liberatrice, 27 - 00153 Roma - Italy Phone: +39 06 57 045 004 Fax: +39 06 57 55 242 E-Mail: info@pablofilm.it Web site: www.pablofilm.it Passion Pictures Address: 3dr floor 33 – 34 Rathbone Place London W1T 1JN – United Kindom Phone: +44 20 7323 9933 E-mail: info@passion-pictures.com Web site: www.passion-pictures.co.uk Piramide International Address: 5, Rue de Chevalier de Saint George – 75008 Paris - France Phone: + 33 1 42 96 02 20 Fax: +33 1 40 20 05 51 E –Mail: pricher@pyramidefilms.com Web site: www.pyramidefilms.com Premium Films Address: 130 Rue de Turenne 75003 Paris - France 144 SND Groupe M6 Address: 89, AV. Charles de Gaulle – 92575 Neuilly-sur-Seine - France Phone: +33 141 926 866 Fax: +33 141 926 865 E-Mail: programmation@snd-films.fr Web Site: www.snd-films.com The Macth Factory Address: Sudermanplatz 2 D – 50670 Köln Germany Phone: +49 221 292 102-0 Fax: +49 221 292 102-10 E-Mail: info@matchfactory.de Web site: www.matchfactory.de Univ. De Arta Teatrala si Cinematografica Address: Str.Matei Voievod 75 – 77 Sector 2 73224 Bucharest - Romania Phone: +40 212 525 455 E-Mail: ri@unatc.ro Web Site: www.unatc.ro Venom Film Address: 13 Appian Way Ranelagh D6 Dublin – Ireland Phone: +35 3 14 911 954 Fax: +35 3 87 969 0409 E-mail: info@venom.ie Web Site: www.venom.ie Wide Management Enterprise Address: 42 bis, rue Lourmel - 75015 Paris France Phone: +33 1 53 95 04 64 Fax: +33 1 53 95 04 65 E-mail: wide@widemanagement.com Web Site: www.widemanagement.com Festival delle Culture Giovani