per Gelsomino D`Ambrosio

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per Gelsomino D`Ambrosio
per Gelsomino D’Ambrosio
MANAGEMENT PA
FESTIVAL STAFF
Comune di Salerno - Settore Affari
Generali
Annamaria Barbato
Direzione artistica generale
Peppe D’Antonio
Comune di Salerno - Responsabile unico
di procedimento
Caterina Palombo
Comune di Salerno - Ufficio Turismo
Luigi Sarli e Duffy Jillian
Comune di Salerno - Ufficio Forniture
Aniello Di Mauro
Comune di Salerno – Responsabile staff
del Sindaco
Paolo Donatantonio
Comune di Salerno – Area comunicazione
Daniela Apolito
Anna Fiore
Peppe Iannicelli
Supervisione e coordinamento scientifico
Elvira Apicella
Curatore Linea d’Ombra SalernoFilmFestival
Maurizio di Rienzo
con la collaborazione di:
Gianluca De Falco (assistente del curatore)
Grazia Cuda (selezione video corto)
Francesco Daniele, Mario Piscopo, Teresa
Fusco (responsabili giuria)
Curatore Music-K
Francesca Roveda
con la collaborazione di:
Lucio Auciello (assistente del curatore)
Tiziana Di Caro, Edoardo Palescandolo
(responsabili progetto Vjing)
Curatore ArtinVideo
Bruno Di Marino
con la collaborazione di:
Carmen Leopardi
Curatore Scripta
Diego De Silva
con la collaborazione di:
Daniela Dura
Marketing culturale e territoriale
Michele Rosco
Produzione e organizzazione
Simona Caracciolo
Gerenza
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Rapporti internazionali
Hanka Irma van Dongen
con la collaborazione di:
Silvia Zingone
Ufficio stampa nazionale
Raffaella Leveque – Francesca De
Lucia
Coordinamento editoriale catalogo
Rossella Labriola
con la collaborazione di:
Daniela Dura
Traduzioni: Tiziana Di Perna per
Logos Services scrl
Design e grafica
Pino Grimaldi
Media e web marketing planning
Rossella Labriola
con la collaborazione di:
Marco Matera
Stagiaire: Maria Villamaina
Montaggio videografica
Lanfranco Capozzoli
Allestimento scenotecnico e
coordinamento strutture
Marcello Gallo
con la collaborazione di:
Anna Tedesco
Ospitalità e promozione turistica
Ida Paradiso
con la collaborazione di:
Giulia Alberti
Gabriella Greco
Paolo Lamberti
Stagiaire: Rosa Giovanna Bove
Segreteria generale
Lucia D’Agostino
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Festival delle Culture Giovani
Presentazioni
Vincenzo De Luca
Sindaco di Salerno
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È con viva soddisfazione che presentiamo il “Festival delle Culture Giovani”,
giunto quest’anno alla sua seconda edizione.
L’iniziativa si pone come passaggio importante lungo il cammino culturale
che la città di Salerno sta compiendo attraverso l’organizzazione di una serie
di eventi che vede i giovani al centro dell’attenzione di questo grande fermento culturale.
Ma il “Festival delle Culture Giovani” è solo uno dei grandi appuntamenti che
vedranno i giovani protagonisti assoluti della rinascita culturale della nostra
città: la creatività è, infatti, il percorso che il Comune di Salerno ha scelto per
offrire ai tanti giovani artisti salernitani di esprimersi nei vari linguaggi dell’arte in spazi adeguati, coinvolgendoli in appuntamenti, occasioni, eventi.
Così come è da premiare lo sforzo che l’Amministrazione Comunale ha inteso fare restituendo al Teatro Verdi, il Massimo Cittadino, la sua giusta collocazione nel panorama nazionale della musica lirica, chiamando nella nostra
città il maestro Daniel Oren che darà lustro ad una programmazione già
tanto apprezzata nella nostra città, e che attende di fare il salto definitivo nel
novero dei grandi teatri non solo italiani, ma anche europei.
Auguro un buon lavoro a tutti, e soprattutto un benvenuto a quanti visiteranno la nostra città in occasione del “Festival delle Culture Giovani”.
I am really happy to present this year the second edition of the “Festival
delle Culture Giovani”.
This event is an important step along the cultural progress that the town of
Salerno is making by the organization of a variety of events focused on the
so many young cultural movements coming to the fore at a national and
international level.
But the “Festival delle Culture Giovani” is only one of the big events which
will have the youth as the sole protagonists of the cultural rebirth of our
town: the Town Council of Salerno has chosen the theme of creativity for
allowing so many young artists in Salerno, to express themselves in the
various languages of art within suitable spaces, involving them in meetings,
occasions and events.
In this sense it must be also mentioned here the effort of the Town
Administration of giving back to the Theatre Verdi, the Municipal theatre of
the town of Salerno, its right place within the national panorama of the operatic music, by calling the famous Maestro Daniel Oren to conduct the orchestra of this theatre, in order that thanks to that it can be considered among
the greatest theatres not only in Italy, but also in Europe.
I wish everyone to work at best and above all I welcome all those who will
visit our town on the occasion of the “Festival delle Culture Giovani”.
Festival delle Culture Giovani
Dal 4 al 12 maggio Salerno ospiterà la II edizione del “Festival delle Culture
Giovani”, una manifestazione di carattere internazionale che rientra nella
programmazione dei “Grandi Eventi 2007” sostenuti dall’Assessorato al
Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania.
Cinema, musica, letteratura e videoarte offriranno nuove occasioni per visitare la Campania attraverso una kermesse originale e che raccoglie spunti di
riflessione ed incontro. Il programma ampio ed interessante è un panorama
sulle novità della filmografia breve, sui lungometraggi selezionati tra le
migliori opere prime della stagione cinematografica in corso. Il cartellone è
realizzato grazie alla sinergia tra le diverse istituzioni coinvolte. Il progetto è
arricchito da stages con attori e registi italiani e stranieri, incontri aperti al
pubblico e un workshop dedicato al cinema digitale. Gli spettatori del festival potranno così assistere alle iniziative della kermesse in una piacevole
cornice: Salerno e l’intera provincia sono mete turistiche con località sulla
costa e nelle aree interne di rilevanza paesaggistica, culturale ed enogastronomica. Il “Festival delle Culture Giovani” è dunque un’altra opportunità per
operatori del settore, per il pubblico di appassionati e per turisti italiani e
stranieri per conoscere le innumerevoli bellezze della nostra regione.
From May 4th to May 12th Salerno will play host to the second edition of the
“Festival delle Culture Giovani”, an event of an international character falling
within the planning of “Big Events 2007” supported by the Councillor of the
Regional Administration of Campania responsible Tourism and the Cultural
Heritage of Campania.
Cinema, music, literature and videoart will provide new opportunities to visit
Campania thanks to an original kermesse which is meant for being an occasion for anyone interested in cultural events, of meeting together and
exchanging ideas. The wide and interesting program of this event is a panorama on the newest trends in short film production, on the feature films
selected among the best first works of the cinema season still in course. It is
the product of the synergy among the different institutions involved in it.
The project is enriched by stages with Italian and foreign actors and directors, meetings open to the public and a workshop devoted to digital cinema.
Therefore the spectators of the festival will have the possibility of participating into the different events of the kermesse within a pleasant frame:
Salerno and its whole province are tourist destinations, specially its resorts
on the coast and those situated in its hinterland, famous for their beautiful
landscapes and their old cultural and enogastronomical traditions. The
“Festival delle Culture Giovani” is then another opportunity for the operators
in this sector, for the public of its fans and for Italian and foreign tourists to
appreciate the innumerable beauties of our region.
Presentazioni
Marco Di Lello
Assessore al Turismo Regione Campania
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Angelo Villani
Presidente della Provincia di Salerno
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La seconda edizione del Festival delle Culture Giovani si caratterizza per l’originalità della proposta e per l’elevato livello qualitativo del programma. La
traccia iniziale è forte anche quest’anno: pellicole d’autore ed una serie di
iniziative collaterali che conferiscono alla manifestazione un orizzonte sempre più ampio, di largo respiro culturale.
Il cinema, la letteratura e la musica hanno assunto le coordinate di componenti essenziali dell’immaginario collettivo.
Il Festival delle Culture Giovani sotto questo aspetto rappresenta una sperimentazione che vale la pena sostenere convintamene, in quanto consente di
entrare in contatto con un universo di talenti spesso non adeguatamente considerati anche da circuiti particolarmente attenti alle proposte innovative.
Per tali motivazioni la Provincia di Salerno ha deciso di condividere pienamente il progetto.
Per gli ideatori e gli organizzatori formulo l’auspicio di ulteriori e sempre più
ambiti traguardi.
Porgo il benvenuto agli ospiti nella certezza che il Festival delle Culture
Giovani costituisca una utile occasione di confronto e di riflessione.
The second edition of the Festival delle Culture Giovani distinguishes itself
for the originality and high quality of its program. Also this year the formula
on which it is based is bound to be successful: art films and a variety of side
events which help to widen more and more its cultural horizons.
Cinema, literature and music have by now become the essential components
of our collective imagination.
The Festival delle Culture Giovani is an experiment which we are convinced
it is worth while supporting, since it makes us to come in contact with a universe of talents who are often not considered even by circuits particularly
interested in innovative artistic proposals.
For these reasons the Provincial administration of Salerno has decided to
fully support this project.
I wish the organizers and creators of this event to reach further and higher
and higher goals. I welcome the guests intervening in this Festival delle
Culture Giovani being sure that it is a useful opportunity for them to exchange ideas and reflect upon each other’s experiences.
Festival delle Culture Giovani
Il Festival delle Culture Giovani ben si inserisce nella nuova linea, portata
avanti dalle istituzioni locali, che ha fatto emergere l’immagine di Salerno,
città moderna, caratterizzata da un movimentismo giovanile senza eguali nel
Sud.
Il Festival, anzi, diventa un elemento essenziale di questo contesto e introduce elementi di avanguardia nella ricerca di nuove posizioni culturali e
sociali.
Registriamo un effetto sulla vita e sulla economia cittadina e provinciale. Ne
siamo lieti come istituzione e come rappresentanti delle imprese salernitane, attente al nuovo per mentalità, dal momento che il dinamismo proprio
dei nostri tempi ha fatto diventare la ricerca e l’innovazione elementi vitali
per ogni attività.
Lo scorso anno avevamo avuto modo di sottolineare l’apertura al territorio di
una manifestazione inserita fra le risorse, culturali ed economiche, della
nostra Città e non solo.
Quest’anno registriamo il reinserimento del Festival fra i Grandi Eventi della
Regione Campania, un riconoscimento alla manifestazione che fa il paio con
quello concesso alla Borsa per il Turismo Archeologico di Paestum.
Forse si tratta solo di una curiosa coincidenza, che ci consente, però, di evidenziare quanto conti un passato di civiltà per caratterizzare un territorio e
per spiegare il suo rapporto con gli eventi culturali e la volontà di continuare a crescere nel tempo.
The Festival delle Culture Giovani finds its place within the new strategy
developed by local institutions which has made it possible for Salerno to
emerge as a modern town, characterized by a number of youth’s movements
which is unequalled in southern Italy.
So this Festival really becomes an essential part of this context, introducing
leading elements in this research of new cultural and social attitudes.
Therefore we notice some effects produced by this event on the life and economy of this town and its province. We are happy for that both as an institution and representatives of the businesses in Salerno, since the dynamism
characterizing our time has made research and innovation vital elements for
each activity.
Last year we underlined how this event was opened to the territory of
Salerno, as one of the cultural and economic resources of our town and not
only of it.
This year this Festival is once again to be considered among the Big Events
of the Region of Campania, together with the Archaeological Tourism
Exchange in Paestum.
Perhaps it is only a coincidence but it shows how important is the past of an
old civilization in characterizing a territory and explaining its relationship
with cultural events and its will of continuing growing over time.
Presentazioni
Augusto Strianese
Presidente Camera di Commercio di Salerno
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Peppe D’Antonio
Direttore Artistico Festival Culture Giovani
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Festival. Non è facile dare una lettura d’insieme di questa seconda edizione
del Festival delle Culture Giovani, manifestazione che nasce sulla base dell’esperienza maturata da Linea d’Ombra SalernoFilmFestival e ne sviluppa le
premesse.
Il primo obiettivo che ci siamo posti è mantenere alta la qualità della proposta complessiva provando, tuttavia, a non lasciare intentata alcuna strada
per raggiungere un pubblico più ampio, del quale sovente si sottostimano le
capacità d’ascolto. Pensare un evento - termine sempre enfatico - che si lasci
attraversare in tutte le direzioni, segnando le differenze ma soprattutto gli
spazi di con/fusione creativa. Anche per questo abbiamo scelto il termine di
“culture giovani”, sapendo che operavamo una sorta di forzatura, meglio
realizzavamo un sottile ossimoro. Stento a credere, infatti, che possa dichiarasi tale un sapere incapace di trasformare e trasformarsi, cercare, sfidare
l’impervia fatica del pensiero, creare spazi nuovi o indicarli come provvisorio
orizzonte da raggiungere e non sia, dunque, “nuovo”, giovane.
Musica. Guidata da Francesca Roveda, la sezione Music-K tenta di fare il
punto su quanto di nuovo si muove in questo settore che, al dire il vero, viaggia con una velocità notevole e appare in costante trasformazione nelle
forme di produzione e consumo. Ai concerti di Neffa e de Le Vibrazioni, sono
stati affiancati ben quattro giorni di musica dal vivo con gruppi emergenti o
emersi dal magmatico movimento sotterraneo dei nuovi autori. E poiché la
musica oggi si declina in forme inedite - attraversa e si lascia attraversare
dall’immagine - accanto ai concerti c’è uno spazio dedicato al vjing, neologismo non entusiasmante ma fecondo di esperienze difficili da collocare perché al confine tra due mondi.
Cinema. Linea d’Ombra prosegue, sotto la direzione di Maurizio di Rienzo, il
suo lavoro di ricerca sul nuovo cinema europeo con una ricca, ma non esorbitante, proposta di lungometraggi e cortometraggi, di incontri e segnalazioni che testimoniano la ritrovata vivacità del vecchio continente. Non aspettatevi opere chiuse nel loro rigore, ma film che sanno confrontarsi con un pubblico attento e intelligente, smaliziato e un po’ stanco d’esercizi di stile
senza prospettive. Una segnalazione particolare va fatta per “Made in
Naples”, rassegna di documentari su una città spero non rassegnata. E’ un
territorio di confine anche il documentario per questa sua capacità di inventare una scrittura visiva al limite del saggio, senza esserlo, della fiction
senza finzioni, del naturalismo senza abbandoni neo-neo-relistici.
Letteratura. Se permettete leggiamo d’amore, il titolo voluto dal curatore di
“Scripta” Diego De Silva, potrebbe apparire, e forse lo è, provocatorio.
Eppure sono curioso, io stesso, di sentire la voce di Cornia, Cavazzoni, lo
stesso De Silva e l’out-sider Melissa P. leggere pagine dei loro lavori sull’argomento, accompagnati dalla musica. Sono certo, alla fine, di trovarmi di
fronte a qualcosa di inedito.
Video-arte. Il gruppo d’artisti di Studio Azzurro - attivi da più di venticinque
anni - è tra i più apprezzati a livello internazionale. Ma questo non basta a
spiegare una scelta che riposa sull’idea che essi hanno lavorato le immagini
piuttosto che con le immagini, hanno - nella progressione dei loro lavori scavato la superficie, lacerato bordi, superati i confini, confuso i linguaggi.
Festival delle Culture Giovani
Festival. It is not easy to give a general idea of this second edition of the
Festival delle Culture Giovani, an event which is born from an experience
made by Shadow Line SalernoFilmFestival and which develops its intuitions.
The first goal we want to reach is that of keeping the high quality of the
whole proposal trying, however, to not neglect any way to reach a public as
wide as possible, of which we often underestimate its ability of enjoying an
event like this at best. To think of an event-a term which always emphatic projected into all directions, marking differences but above all the spaces of
creative con/fusion. We have chosen the term “young cultures” also for that,
knowing that we were in some way forcing the words, or rather we were
using a subtle oxymoron. I do not believe that a knowledge can be defined
as such if it is not able of transforming, searching, challenging the hard work
of thinking, of creating new spaces or showing them as a provisional horizon
to be reached and therefore a knowledge which is not “new”, young.
Music. Directed by Francesca Roveda, the Music-K section tries to show what
new trends can be registered in this sector, which, is really continuously
changing and developing as regards its forms of production and enjoyment.
Together with the concerts of Neffa and Le Vibrazioni, there are four days of
live music with emerging groups or groups emerged from the jumbled
underground movement of new authors. And because music develops itself
in unusual forms-it crosses and is crossed by images- besides concerts there
is a space devoted to vjing, a neologism which is not very exciting but it is
the herald of experiences which it is difficult to interpret because they are on
the borderline between two worlds.
Cinema. Shadow Line continues, under the direction of Maurizio di Rienzo,
its research work on the new European cinema with a rich, but not so much
offer of feature films and short films, of meetings and news which witness
the new liveliness of the old continent. Do not expect to see works closed in
their rigid limits, but films which can confront themselves with a careful and
intelligent public, experienced and tired of style exercises without prospects. A special mention must be made of “Made in Naples”, a review of
documentary films on a city I hope it is not resigned. Documentary films are
a borderline territory too just for their ability of inventing a new visual writing almost crossing over into the essay, the fiction without fiction, naturalism without indulging into neo-neorealism.
Literature. With your permission let us read about love, the title given to this
section by the editor of “Scripta”, Diego De Silva, could seem, and perhaps
it is, provocative. However I am eager, myself, of hearing the voices of
Cornia, Cavazzoni, De Silva himself and of the outsider Melissa P. reading
pages of their works on the subject, accompanied by music. I am sure that at
last I will find myself experiencing something new.
Video-art. The group of artists Studio Azzurro - creating works from over
twenty-five years- is one of the most appreciated groups at an international
level. But this is not enough to explain a choice which is based on the idea
that they have processed the images rather than worked with the images,
they have-while creating their works- digged into the surface, have torn
edges, overcome borders, confused languages.
Presentazioni
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ArtinVideo
Immagini vive
25anni di StudioAzzurro
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Introduzione a un viaggio in cinque stanze
Ciò che resta dell’opera
BRUNO DI MARINO
Che cos’è un’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità elettronica e
digitale?
Per un gruppo di artisti come Studio Azzurro che lavora da sempre sull’immaterialità e produce soprattutto opere che – dopo essere state fruite, abitate, partecipate, modificate dal pubblico – vengono smontate e archiviate
su hard disk, per poi rivivere a distanza di tempo in altri luoghi e sotto altre
forme, quella che potremmo definire la documentazione dell’opera, è in
realtà l’opera stessa, ciò che rimane nell’immaginario di un progetto, di un
intervento estetico.
Un omaggio al laboratorio milanese, da sempre impegnato nel campo della
multimedialità e dell’interattività, in occasione dei suoi 25 anni, non poteva
dunque che essere costituito da un itinerario antologico in grado di ripercorrere almeno le tracce principali di un lungo viaggio che ha esplorato tutte le
possibili forme, applicazioni, linguaggi dell’arte video: installazioni,
ambienti interattivi, spettacoli teatrali, opere musicali, film, mostre, percorsi museali; un’escursione nei diversi campi della creatività: design, architettura, pittura, scultura, cinema, musica, teatro, poesia, web, ecc.
Un viaggio tra natura e cultura, poesia e tecnologia, suddiviso in cinque
stanze (allestite al primo piano del complesso monumentale della Chiesa di
Santa Sofia) nelle quali vengono proiettati videoestratti dei lavori più significativi, suddivisi per periodi cronologico-tematici, poiché, in molti casi, il
passaggio da un decennio all’altro, segna anche un mutamento, un’evoluzione in termini estetici e concettuali. Questo itinerario replica nello spazio,
ciò che è contenuto nel doppio dvd Studio Azzurro. “Videoambienti, ambienti sensibili e altre esperienze tra arte, cinema, teatro e musica”, pubblicato
da Feltrinelli un paio di mesi fa. Per un volta Studio Azzurro ha dunque elaborato un’installazione autobiografica e retrospettiva, cinque ambienti concatenati che, oltre a contenere la memoria di decine di altre opere, diventano opera ulteriore. Il segno, l’impronta di una visione simultanea la quale,
archiviata nel tempo, riconquista un suo spazio fisico. In questo caso specifico un luogo storico di Salerno. E’ la prima volta che Studio Azzurro espone
in questa città, anche se la cultura del sud e del Mediterraneo più in generale, fa parte del loro dna, da “Ultima forma di libertà, il silenzio” (1993) a
“Tamburi” (2001), da “Meditazioni Mediterraneo” (2003) fino agli interventi
sul territorio realizzati a Benevento lo scorso anno.
Mai come in questa occasione, comunque, testo e paratesto (tutti i materiali che ruotano intorno all’opera) vengono messi sullo stesso piano.
Nell’ultima stanza, infatti, si possono vedere i manifesti delle mostre, le pubblicazioni che Studio Azzurro ha realizzato in questi anni, ma anche un’altra
tipologia di documentazione video: la sintesi delle diverse edizioni di
“Milano Poesia” alla quale hanno partecipato grandi poeti del nostro tempo.
Spiegare, tentare di riassumere in poche parole in cosa consiste l’arte di
Paolo Rosa, Fabio Cirifino, Leonardo Sangiorgi, Stefano Roveda e di tutti gli
altri membri di questo laboratorio dell’immaginario, è complesso. Anche
perché la lettura non può essere lineare, consecutiva, ma solo ipertestuale.
Festival delle Culture Giovani
Meglio dunque affidarsi direttamente alle immagini, ai suoni e alle sensazioni che provocano; da quelle primarie, cioè fisiche e dunque immediate, ogni
volta che si entra in contatto con un’opera di Studio Azzurro, anzi che si entra
dentro l’opera; a quelle più profonde, mediate, frutto di una riflessione in
atto, che attengono al significato e all’interpretazione che ciascun spettatore può dare dell’opera.
Nell’arco di tre decenni l’estetica di Studio Azzurro è divenuta sempre più
immersiva, un’esperienza non solo condivisa ma attivamente partecipata. Il
vero passaggio, avvenuto nella prima metà degli anni ’90 dai videoambienti
agli “ambienti sensibili” – nei quali cioè lo spettatore ha la possibilità di interagire con le immagini, toccandole, sfiorandole, calpestandole, soffiandoci
sopra, urlandovi contro, dunque in qualche modo trasformandosi in un
secondo artefice – in effetti era già prefigurato fin dalle origini. Anche le
prime installazioni di Studio Azzurro come “Luci di inganni” (1982), “Il nuotatore” (1984) o “Storie per corse” (1985), richiedevano allo spettatore un
coinvolgimento particolare, un’accettazione del gioco, basato sull’inganno
visivo, sull’illusione, sullo scarto realtà/rappresentazione, ma anche sulla
possibilità di costruire una vera e propria narrazione nello spazio. In “Vedute
(quel tale non sta mai fermo)” (1985) alle riprese in diretta di telecamere di
sorveglianza installate all’esterno di Palazzo Fortuny a Venezia, funzionanti
come background, si sovrapponevano i performer della compagnia di
Barberio Corsetti, e il pubblico poteva così seguire un videoracconto in 12
monitor che si componeva in diretta tra esterno ed interno. Uno spazio
museale diventava studio televisivo o set cinematografico, ma soprattutto
opera espansa in cui far confluire più spazi e più tempi. Con “Coro” (1995) o
“Totale della battaglia” (1996) il racconto diventa tridimensionale, vi possiamo accedere direttamente; noi – corpi reali – entriamo dentro le immagini
“vive” mescolandoci con gli altri corpi virtuali («metteremo lo spettatore al
centro del quadro», scrivevano i futuristi nel 1909). Ma il dispositivo in questo e in altri casi diventa qualcosa di più di una semplice macchina audiovisiva in grado di attivare una rappresentazione; assume le sembianze di
autentica macchina scenotecnica del tempo.
Lo sfuggire alla logica voluta dal sistema dell’arte contemporanea, il rifiuto
di fornire opere commerciabili, collezionabili, rende Studio Azzurro un soggetto particolare, totalmente borderline rispetto all’universo delle arti visive. E questa schizofrenia dell’inclassificabilità si estende naturalmente
anche allo statuto stesso delle opere: se un ambiente sensibile diventa
quasi messa in scena teatrale, uno spettacolo teatrale assume la forma di
un’installazione video sulla scena, ieri (“La camera astratta”) come oggi
(“Neither”, “Galileo – studi per l’inferno”), con l’aggiunta che il passaggio
dalla cornice geometrica e circoscritta del monitor all’immagine videoproiettata e dunque senza confini, ha ormai sempre più virtualizzato la scena teatrale. Allo stesso tempo i percorsi museali – oggetto, insieme alla memoria
di alcuni allestimenti espositivi, della quarta stanza del percorso antologico
ArtinVideo
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– sono qualcosa di ancor meno definibile: questi sì, davvero, paratesti che
rimangono gli unici testi possibili per raccontare la storia della Resistenza o
della Ruota. Il museo (si) racconta non solo attraverso i manufatti, gli oggetti, le opere, ma anche attraverso un percorso-dispositivo che guida lo spettatore, gli fornisce non solo altre informazioni, ma soprattutto contestualizza quei materiali, ricostruendovi intorno una narrazione, un immaginario
audio-visivo-emozionale. Il futuro del museo è questo: non un luogo che
conserva semplicemente la memoria, ma uno spazio vivo e metamorfico che
la rimette continuamente in moto e in scena. Le immagini non sono vive solo
perché possiedono il movimento – sembra insegnarci Studio Azzurro – ma
anche perché continuamente vengono rigenerate dal rapporto con gli altri,
dalla sensibilità dei loro sguardi. La dimensione virtuale tutto sommato è
tranquillizzante: sono immagini che non pungono (lo sciame d’api di
“Meditazioni Mediterraneo”), non sporcano (“La pozzanghera”), non bagnano, non bruciano ma, tuttavia, stimolano i nostri sensi.
Oltre alle stanze, vi sono poi le visioni in sala, la riproposizione di opere filmiche e video, che non vivono a loop sotto forma di estratti, ma che hanno
una loro forma potremmo dire “monocanale”, che insomma possono essere
fruite su un singolo schermo con una loro precisa durata. La programmazione è delimitata da un lato da “Facce di festa”, film del 1980 che costituisce
addirittura un’esperienza antecedente alla costituzione del vero e proprio
gruppo milanese così come lo conosciamo; dall’altro da “Il mnemonista”,
l’unico lungometraggio “a soggetto” realizzato dal collettivo di artisti. Ma i
film di Studio Azzurro sono opere che, per quanto narrative, risultano piuttosto atipiche nel panorama del cinema italiano. A parte “Il mnemonista”,
distribuito regolarmente nelle sale, gli altri lavori filmici hanno avuto altri
tipi di circuitazione, festivaliera o televisiva. Ma non sono neppure definibili
opere totalmente “sperimentali”. Non è del resto nello stile del gruppo, forzare troppo sul versante della comprensione. Se Studio Azzurro ha un merito (che per qualcuno potrebbe risultare un demerito), è quello di rivolgersi a
un pubblico il più largo e vasto possibile, anagraficamente e culturalmente.
L’arte non può essere per pochi, come ha ripetuto spesso Paolo Rosa, ma
deve essere un messaggio il più possibile diretto, senza troppe mediazioni,
se non il rapporto emozionale che crea con lo spettatore. Un’arte che tenga
conto anche delle istanze ludiche e non solo di quelle simboliche. Un’arte
che sia innanzitutto esperienza, ma che sappia anche assumersi le proprie
responsabilità nei confronti della collettività. «Occorre avere la coscienza su
che ruolo gioca in quest’epoca l’arte» – dice Rosa nella lunga conversazione
contenuta nel libro allegato al dvd Feltrinelli – «di quale responsabilità si
carica la figura dell’artista, individuale o collettivo che sia, di fronte alle
emergenze, spesso drammatiche cui ci troviamo di fronte. E di conseguenza
trovare gli elementi e le modalità per riaprire una complicità profonda tra
arte e società».
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Festival delle Culture Giovani
What is a work of art in a time when it can be electronically and digitally
reproduced?
For a group of artists like Studio Azzurro, who has always been working on
immateriality and above all produces works which - after having been
enjoyed, inhabited, participated, modified by the public - are removed and
filed on hard disks, in order to be revived at a later time in other places and
in other forms, as a sort of documentation of the work, is the work itself,
what remains of the idea of a project of an aesthetic intervention.
A homage to this laboratory from Milan, which has always worked in the
multimedia field and in the field of interactivity. On the occasion of the celebration of its 25th anniversary it could not but consist of an anthological itinerary reviewing the main steps of a long journey which has explored all possible forms, applications, languages of the video art: installations, interactive environments, theatre shows, musical works, films, exhibitions, museum itineraries; an excursion in the different fields of creativity: design, architecture, painting, sculpture, cinema, music, theatre, poetry, web, etc.
A journey between nature and culture, poetry and technology, developed in
five rooms (set on the first floor of the Monument Complex of the Church of
S. Sofia) in which video extracts of the most significant works are shown, following a distribution according to chronological-thematic periods, because,
in many cases, the transition from a decade to another, also marks a change,
an evolution from an aesthetic and conceptual point of view. This itinerary
repeats within the space, what is included in the double DVD Studio Azzurro
“Videoambienti, ambienti sensibili e altre esperienze tra arte, cinema, teatro
e musica” published by Feltrinelli a couple of months ago. For the first time
Studio Azzurro has produced an autobiographical and retrospective installation, five linked together environments which, besides continuining the tradition of tens of other works, become a further work themselves. The sign,
the print of a simultaneous vision, which, filed over time, conquers its physical space again. In this specific case it takes place in a historical place in
Salerno. It is the first time that Studio Azzurro exhibits its works in this town,
even if the culture of the south and the Mediterranean in general, is part of
their DNA, from “Ultima forma di libertà, il silenzio” (1993) to “Tamburi”
(2001), from “Meditazioni Mediterraneo” (2003), up to interventions on the
territory carried out in Benevento last year.
On this occasion, as never before, however, text and paratexts (all materials
related to the work) are put on the same level. In the last room posters of the
exhibitions, publications which Studio Azzurro has made over the last years
but also another typology of video documentation can be seen: the synthesis of the different editions of “Milano Poesia”, into which big contemporary
poets have taken part.
To try to explain in a few words what the art of Paolo Rosa, Fabio Cirifino,
Leonardo Sangiorgi, Stefano Roveda and of all the other members of this
laboratory of imagination consists of, is a hard work. Also because our reading cannot be linear, consecutive, but only hypertextual. It is better then to
ArtinVideo
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directly rely on the images, the sounds, and the sensations they cause; from
the primary ones, that is those physical and then immediate ones, each time
we come in contact with a work by Studio Azzurro, or rather they enter their
work; to those deeper, mediated ones, which are the product of a mind
reflecting, which pertains to the meaning and interpretation which any spectator can give to the work.
Over the last three decades the aesthetics of Studio Azzurro has become
more and more a total experience, not only shared but also participated. The
real transition occurred in the first half of the ‘90es, from the video environments to “sensitive environments” - in which the spectator can interact with
the images, touching them, brushing them, treading them, blowing upon
them, crying against them, then becoming himself a second author of themthat could be predicted from the beginning of their career. Even the first
installations by Studio Azzurro like “Luci di inganni” (1982), “Il nuotatore”
(1984) or “Storie per corse” (1985) required a special involvement of the
spectator, his acceptation of the game, based on an optical illusion, on the
gap reality/representation, but also on the possibility of building a real narration in the space. In “Vedute (quel tale non sta mai fermo)” (1985) the live
shooting by surveillance cameras placed outside Palazzo Fortuny in Venice,
functioning as background, corresponded the performers of the company of
Barberio Corsetti inside, the public could then follow a videostory on 12
monitors, live developing itself between inside and outside. A museum
space become a TV studio or a cinema set, but above all an expanded work
in which more spaces and more times could merge with each other. With
“Coro” (1995) or “Totale della battaglia” (1996) the story becomes tridimensional, we can directly access it; we-real bodies- enter the “live” images mixing ourselves with other virtual bodies («we will put the spectator in the
middle of the picture», Futurists wrote in 1909). But this device in this and in
other cases becomes something more than a mere audiovisual machine
starting a representation, it plays the role of an authentic scenotechnical
time machine. To escape from logic, that is the purpose of contemporary art,
its refuse to produce commercial works, works which can be collected,
makes Studio Azzurro a special subject, totally borderline compared with the
universe of visual arts. And this kind of schizofrenia of the impossibility of
classifying its works, obviously involves the essence itself of his works: if a
sensitive environment nearly becomes a theatre performance, a theatre
show assumes the form of a video installation on the stage, yesterday (“La
camera astratta”) like today (“Neither”, “Galileo-studi per l’inferno”), with
the difference that the transition from the geometric frame of the monitor to
the video shown image, without borders, has by now made the theatre stage
even more virtual. At the same time the museum itineraries, of the fourth
room of this anthological itinerary, are something which is even more difficult to define: these are real paratexts remaining the only possible texts
telling the history of the Resistance or the Wheel. A museum is not only told
by manufacts, objects, works, but also by a device-itinerary which guides the
18
Festival delle Culture Giovani
spectator, providing him with not only other information, but above all contextualizing those materials, developing a narration about them, an emotional-audio-visual imaginary world. The future of museums is this: not a
place only preserving our memory, but a live and metamorphic space continuously activating and performing it. Images are not only alive because they
are provided with motion-this seems to be the teaching of Studio Azzurrobut also because they are continuously regenerated by their relationship
with others, by the sensitivity of their looking at them.
The virtual dimension is after all reassuring: they are images which do not
sting (the swarm of bees of “Meditazioni Mediterraneo”), do not dirty (“La
pozzanghera”), do not wet, do not burn but, nevertheless, they stimulate
our senses.
Besides the rooms, there also the visions in the hall, films and videos are
reproposed in a version which is not that of loop extracts, but in their own
for which we could define “monochannel”, that is they can be enjoyed on a
single screen with a definite duration. The showing has its starting point
from “Facce di festa”, a film produced in 1980, which represents an experience even foregoing the constitution of the group in Milan as we know it
now; and from the other side, at the end, we find “Il mnemonista”, the only
feature film having a subject, produced by this group. But the films by Studio
Azzurro are works which, even if they are of a narrative kind, result to be
rather atypical in within the panorama of the Italian cinema. Apart from “Il
mnemonista”, regularly distributed in the cinemas, the other films have
been distributed in festivals or on TV. But they cannot be wholly defined
“experimental” works. But it is usual for this group to not force upon the
public’s comprehension of their works. If Studio Azzurro has got a merit
(which for someone could be a demerit), is that of addressing to as wide as
possible a public, regardless of age and cultural level of it.
Art cannot be enjoyed only by a few, as Paolo Rosa has often repeated, but
it must be a message as direct as possible, without too many mediations,
only centered on the emotional relationship between it and the spectator. An
art which should also take into account the playing and symbolic expectations involved by it. An art which should be above all experience, but which
could also undertake its own responsibilities towards society. «We need to
be aware of the role played by art nowadays» - Rosa says in his long conversation included in the book enclosed to the DVD produced by Feltrinelli- «of
which responsibility the artist undertakes, as an individual or a group of
artists, towards the emergencies, often dramatic, we have to face. And consequently we need to find out the elements and ways to start again a deep
complicity between art and society».
ArtinVideo
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Percorso antologico con installazioni video
Spazi nella memoria
20
Stanza n. 1 – Videoambienti e spettacoli
In questo primo ambiente è possibile vedere gli estratti di 12 lavori che
appartengono alla prima fase di Studio Azzurro (1982-1992), una fase per
certi versi “archeologica”, dove tuttavia vi sono già contenuti temi e stilemi
che accompagneranno l’estetica del gruppo: il rapporto tra arte e illusione;
il dialogo tra elementi naturali e tecnologici, lo scarto spaziotemporale; la
narrazione attraverso gli oggetti, la possibilità di creare un nuovo tipo di
drammaturgia teatrale mediante il dispositivo elettronico. “Il nuotatore”
resta ancora oggi un’installazione di grande originalità e modernità che ha
rivoluzionato l’arte contemporanea italiana. Così come “Prologo a diario
segreto contraffatto” e “La camera astratta” sono due spettacoli (realizzati
con Barberio Corsetti) che hanno contribuito a rinnovare la scena teatrale:
l’uso del monitor a teatro non è elemento meramente scenografico, bensì
riveste una valenza strutturale all’interno della drammaturgia. “Delfi, “Il
viaggio” e “Il giardino delle cose”, sono infine tre videoambientazioni basate sull’applicazione nel campo dell’arte di tecnologie inconsuete (gli infrarossi, i raggi X), in cui al centro vi sono oggetti quotidiani o manufatti antichi.
In this first environment it is possible to see the extracts of 12 works which
belong to the first stage of Studio Azzurro (1982-1992), a stage which can be
considered “archaeological”, where however already themes and stylistic
features can be found, which would accompany the aesthetics of the group:
the relationship between art and illusion; the dialogue between natural and
technological elements, the space-time gap; the narration through objects,
the possibility of creating a new kind of theatre dramaturgy by the electronic device. “Il nuotatore” still today is a highly original and modern installation which has caused a revolution in the Italian contemporary art. As well
as “Prologo a diario segreto contraffatto” and “La camera astratta” are two
shows (staged with Barberio Corsetti) which have contributed to renew the
theatre: the use of the monitor at the theatre is not merely a stage element,
but it has got a structural role within the dramaturgy. Finally “Delfi”, “Il viaggio”, and “Il giardino delle cose” are three video settings based on the application of unusual technologies in the artistic field (the infrared rays, the X
rays), in the middle of which we find daily life objects or old manufacts.
Festival delle Culture Giovani
Luci di inganni
videoambientazione/video environment, 1982
Due piramidi
videoinstallazione/video installation, 1984
Tempo di inganni
videoinstallazione/video installation, 1984
Il nuotatore (va troppo spesso a Heidelberg)
videoambientazione/video environment, 1984
Storie per corse
videopercorso/videoitinerary, 1985
Prologo a diario segreto contraffatto
opera videoteatrale/video theatre work, 1985
Vedute (Quel tale non sta mai fermo)
videoambientazione/video environment, 1985
La camera astratta
opera videoteatrale/video theatre work, 1987
La camera astratta
ArtinVideo
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Primo scavo
Osservazioni sulla natura
videoambientazione/video environment -performance, 1988
Delfi (studio per suono, voce, video e buio)
videoambientazione per immagini a infrarossi/video environment for infrared images, 1990
Il viaggio
videoambientazione per immagini RX/ video environment for X-ray images,
1992
Il giardino delle cose
videoambientazione per immagini a infrarossi/video environment for infrared images, 1992
Il nuotatore
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Festival delle Culture Giovani
Stanza n. 2 – Ambienti sensibili e spettacoli
La seconda stanza è composta soprattutto dagli ambienti sensibili (“Tavoli”,
“Coro”, “Totale della battaglia”, “Il giardino delle anime”, “Il gorgo”), opere
che rappresentano il passaggio alla fase dell’interattività, fattore esteticotecnologico che ha contraddistinto l’attività di Studio Azzurro degli ultimi
dodici anni. I personaggi di queste messe in scena, animati dal toccare, soffiare, calpestare, battere le mani del pubblico, sono angeli, naufraghi, lottatori, guerrieri, figure evanescenti e immateriali. I quattro elementi naturali –
ma soprattutto l’acqua, elemento fluido per eccellenza che più si avvicina al
dispositivo elettronico – ritornano costantemente in ambienti e installazioni,
ma anche negli spettacoli teatrali, come quello coreografico ispirato all’immaginario cinematografico di Tarkovsky (“Il fuoco, l’acqua e l’ombra”).
The second room above all consists of sensitive environments (“Tavoli”,
“Coro”, “Totale della battaglia”, “Il giardino delle anime”, “Il gorgo”) works
which represent the transition to the stage of interactivity, an aesthetic-technological factor which has characterized the activity of Studio Azzurro over
the last twelve years. The characters of these performances, animated by the
touching, blowing, threading, clapping of the public, are angels, survivors
from a wreck, fighters, warriors, evanescent and immaterial figures. The four
natural elements-but above all water, the fluid element par excellence which
is more similar to the electronic device - constantly recur in environments
and installations, but also in theatre shows, like the choreographic one
inspired to the cinema imagination by Tarkovsky (“Il fuoco, l’acqua e l’ombra”).
Tavoli
ArtinVideo
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Ultima forma di libertà, il silenzio
opera videoteatrale per canto, suoni e immagini/ videotheatre work for
song, sounds and images, 1993
Tavoli (Perché queste mani mi toccano?)
videoambientazione interattiva/interactive video environment, 1995
Coro
videoambientazione interattiva/interactive video environment, 1995
Totale della battaglia
videoambientazione interattiva/interactive video environment, 1996
Striaz
opera video notturna/nocturnal video work, 1996
Il giardino delle anime
videoambientazione interattiva permanente/permanent interactive video
environment, 1997
Il soffio sull’angelo (primo naufragio del pensiero)
videoinstallazione interattiva/interactive video installation, 1997
Il gorgo (nessun mare è troppo profondo)
videoambientazione interattiva permanente/permanent interactive videoenvironment, 1998
Il fuoco, l’acqua, l’ombra
La danza della natura nelle immagini di Tarkovskij
spettacolo di danza e video/dance and video live show, 1998
Landing Talk
videoinstallazione interattiva/interactive videoinstallation, 1999
Ultima forma di libertà, il silenzio
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Stanza n. 3 - Opere e spettacoli recenti
In questa terza stanza sono invece visibili le opere realizzate dall’anno 2000.
Si passa da installazioni come “Dove va tutta ‘sta gente?” in cui corpi di
uomini e donne – andando incontro allo spettatore – impattano su una parete trasparente, a tableaux vivants tratti da opere musicali (“Origine e deposizione”); da spettacoli teatrali caratterizzati dalla totale virtualizzazione
della scena o dalla presenza di dispositivi interattivi (“Neither”, “Galileo”), a
complesse e articolate videoinstallazioni che si articolano tra lo spazio
museale e quello di internet (“Tamburi”), fino a installazioni interattive (“La
pozzanghera”) dedicate ai bambini, una fetta di pubblico totalmente trascurata dall’arte contemporanea, che si appassiona in modo particolare ai lavori di Studio Azzurro.
In this third room the works created since 2000. We start our itinerary with
installations like “Dove va tutta ‘sta gente’?” in which bodies of men and
women – meeting the spectator – impact over a transparent wall, and then
we get to tableaux vivants taken from musical works (“Origine e deposizione”); to theatre shows characterized by the total virtual character of the
scene or by the presence of interactive devices (“Neither”, “Galileo”), to
complex and sophisticated videoinstallations which are between a museum
space and that of the internet (“Tamburi”), up to interactive installations
(“La pozzanghera”) devoted to children, a component of the public which is
completely neglected by contemporary art, and which is particularly attracted by the works by Studio Azzurro.
Tamburi
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Dove va tutta ‘sta gente?
videoinstallazione interattiva/interactive video installation, 2000
Il bosco
videoinstallazione interattiva/interactive video installation, 2000
Origine e deposizione
tre miniatures tratte dallo spettacolo The Cenci, 1997-2000
Tamburi
videoambientazione a tam-tam/tam-tam video environment, 2001
Nuvola
videoambientazione interattiva/interactive video environment, 2001
Le zattere dei sentimenti
videoambientazione interattiva/interactive video environment, 2002
Meditazioni Mediterraneo (In viaggio attraverso cinque paesaggi instabili)
percorso di 5 videoinstallazioni interattive/course of 5 interactive installations, 2002
La città degli occhi
videoinstallazione/video installation, 2002
Neither
opera videomusicale/video musical work, 2004
Galileo (studi per l’inferno)
spettacolo di danza e video/video and dance live show, 2006
Pozzanghera (Micropaesaggio interattivo dedicato ai bambini)
videoambientazione interattiva/interactive video environment, 2006
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Festival delle Culture Giovani
Stanza n. 4 - Percorsi espositivi e museali
In questa stanza sono proiettati estratti dei percorsi museali e di diverse
mostre tematiche allestite da Studio Azzurro negli ultimi anni (dal 2000 in
poi). Questa tipologia di creazione multimediale riveste ormai un’importanza fondamentale nell’estetica del gruppo. L’utilizzo di sistemi interattivi per
raccontare la città, le sue storie e i suoi oggetti (è il caso dell’installazione
permanente a Lucca) pone il visitatore in una nuova dimensione; coinvolto e
circondato dal museo è lui, con i suoi spostamenti, a stabilirne l’aspetto e la
forma definitivi e a tracciare l’andamento dei commenti sia sonori che visivi.
Nel caso di un altro museo, quello della Resistenza a Fosdinovo di Sarzana –
dedicato alla memoria storica della lotta partigiana – lo spettatore, sfiorando con la mano la superficie del tavolo, può sfogliare, come pagine di un
libro virtuale, alcune pregnanti immagini di repertorio. Ad esse corrispondono i primi piani ingranditi dei testimoni. In questo modo la forma narrativa
del racconto orale convive con la tecnologia favorendo un percorso che sia
non solo visione ma anche ascolto comune.
In this room extracts taken from museum itineraries and many thematic exhibitions made by Studio Azzurro over the last years (from 2000 on) are
shown. This typology of multimedia creation plays by now a fundamental
role in the aesthetic of this group. The use of interactive systems to tell
about the town, its stories and its objects (it is the case of the permanent
installation in Lucca) puts the visitor in another dimension; involved and
surrounded by the museum he himself, with his moving around, fixes its
definitive aspect and form and traces the course of both sound and visual
comments. In the case of another museum, that of the Resistance in
Fosdinovo di Sarzana- devoted to the historical memory of the partisan
struggle- the spectator, brushing with his hand the surface of the table, can
turn a kind of virtual book, containing meaningful repertoire images. To
them foreground magnified images of the witnesses correspond. In this way
the narrative form of the orally told story lives together with technology,
fostering an itinerary which is not only vision but also listening in common.
Gli stili del Corpo
mostra-documento sull’immagine del corpo in questo secolo/documentexhibition on the image of the body in this century, 1988
Cosa ti sei messo in testa
mostra-documento sulla Storia e Geografia del Cappello/document-exhibition on the history and geography of the hat, 1991
Baluardo – Museo Virtuale della città di Lucca
allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation,
1999
ArtinVideo
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Aristocratic Artisans
percorso di sei videoambienti interattivi/itinerary of six interactive environments, 2000
Museo Audiovisivo della Resistenza
allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation,
2000
Stanza Trilussa
allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation,
2002
Vent’anni di Idee
percorso artistico e culturale per celebrare i vent’anni del “Sole 24 Ore Domenica”/artistic and cultural itinerary to celebrate twenty-years of the
“Sole 24 Ore-Domenica”, 2003
Transatlantici. Scenari e sogni di mare
allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation,
2004
Fabbrica della Ruota
percorso storico in video, allestimento permanente/historical video itinerary, permanent installation, 2005
A cominciar sempre da capo
videoambientazione dedicata ai gesti del lavoro nella tradizione della lana,
in occasione della mostra “sul filo della lana”/video environment devoted to
labour gestures in the tradition of wool manufacturing, on the occasion of
the exhibition “on the thread of wool”, 2005
Il paesaggio e la sua immagine. Col favor della bussola e del contraguardo
percorso multimediale per la mostra “Il teatro delle terre – Cartografia
sabauda tra Alpi e pianure”/multimedia itinerary for the exhibition “Il teatro
delle terre-Cartografia sabauda tra Alpi e pianure”, 2006
Museo multimediale della miniera Pozzo Gal
allestimento interattivo permanente/permanent interactive installation,
2006
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Festival delle Culture Giovani
Stanza n. 5 – Extra
Quest’ultima stanza è concepita un po’ come la sezione “extra” di un dvd e
contiene un’altra tipologia di opere realizzate da Studio Azzurro per diversi
anni: lavori di documentazione e ritratti di personalità del mondo dell’arte e
della cultura. Oltre a una selezione di video che documentano alcune edizioni della manifestazione “Milano/poesia”, la quinta stanza contiene inoltre
una serie di manifesti di rassegne, mostre e spettacoli di Studio Azzurro e
alcune pubblicazioni realizzate dallo studio nell’arco di due decenni.
60 Poeti (estratti da “Milano/poesia” 1988-1992)
Questi brevi video sono stati composti sul materiale registrato in diverse edizioni di “Milano/poesia”. Le immagini, tratte dall’archivio di Studio Azzurro,
documentano una manifestazione che, per molti anni, ha dato appuntamento a poeti, artisti, musicisti, performer, coinvolgendoli in happening tanto
informali quanto carichi di passione e partecipazione. Tra i nomi presenti nei
video: Zanzotto, Sidran, Pagliarani, Binga, Adonis, Brown, Bigongiari, Soft
Cabaret, Capollaro, Ballerini, Sieni, Legnetti, Z’ev, Baraka, Leroy Jones,
Pastelli, Pagani, Volponi, Guerini, Ben Jelloun, Rothenberg, Blum, Campo,
Prigov, Majorino, Baino, Eller, Haubrich, Rubinshtejn, Sanguineti, Elekes,
Philips, Tennis, Fares, Quintavalle, Tizzi, Marè, Clinton, Krumm, Vignoli,
Rossella, Baldini, Cascella, Maggi, Petrini, Parker, Troie, Lootha, Cinque, Ke,
Isgrò, Bek, Drac, Vitelli, Azarm, Jaschke, Poliakov, Lippi, Meddeb, Koller,
Dell’Arte.
This last room represents the “extra” section of a DVD and contains another
typology of works staged by Studio Azzurro over many years: documentation works portraits of artistic personalities and personalities of the cultural
world. Besides a selection of videos documenting some editions of the event
“Milano/poesia”, the fifth room also contains a variety of posters of reviews,
exhibitions and shows by Studio Azzurro and publications made by the studio over two decades.
60 Poeti (extracts from “Milano/poesia” 1988-1992)
These short videos have been composed from the material recorded during
different editions of “Milano/poesia”. The images, taken from the records of
Studio Azzurro, document an event which for many years has given hospitality to poets, artists, musicians, performers, involving them in happenings
either formal or full of passion and participation. Among the names present
in the videos we remember: Zanzotto, Sidran, Pagliarani, Binga, Adonis,
Brown, Bigongiari, Soft Cabaret, Capollaro, Ballerini, Sieni, Legnetti, Z’ev,
Baraka, Leroy Jones, Pastelli, Pagani, Volponi, Guerini, Ben Jelloun,
Rothenberg, Blum, Campo, Prigov, Majorino, Baino, Eller, Haubrich,
Rubinshtejn, Sanguineti, Elekes, Philips, Tennis, Fares, Quintavalle, Tizzi,
Marè, Clinton, Krumm, Vignoli, Rossella, Baldini, Cascella, Maggi, Petrini,
Parker, Troie, Lootha, Cinque, Ke, Isgrò, Bek, Drac, Vitelli, Azarm, Jaschke,
Poliakov, Lippi, Meddeb, Koller, Dell’Arte.
ArtinVideo
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Film e video
Facce di festa
film, 1980
realizzazione/by: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino, Gianni Rocco, Paolo
Rosa, Leonardo Sangiorgi
fotografia/photography: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino
immagini nascoste/candid camera: Gianni Rocco
montaggio/editing: Anna Missoni
laboratorio interviste/interviews: Leonardo Sangiorgi
coordinamento/coordination: Paolo Rosa
caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 60’
prima presentazione/first presentation: rassegna “L’altro Cinema Europeo”,
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – Venezia
Girato nell'arco di poche ore ad una festa tenutasi a Milano nel 1979, il film
si configura come una riflessione su un frammento di realtà giovanile dispersa e in cerca di nuovi riferimenti. Giovani che, usciti da anni di intenso attivismo politico e di profondi cambiamenti sociali e culturali (gli anni '70), stanno per entrare in un nuovo decennio (gli anni '80) vissuto all'insegna del
rampantismo e dell'edonismo. Un documento attento ai comportamenti
individuali, agli spunti originali, agli intenti comunicativi che vanno al di là di
linguaggi inariditi. “Facce di festa” è costruito, assemblando materiale raccolto con diverse tecniche cinematografiche: camera nascosta, interviste
comportamentali, immagini descrittive. Nel film, c'è il tentativo di creare
un’interferenza delicata ma tenace tra la narrazione dell'autore e la
percezione dello spettatore. La cinepresa diviene veicolo per forzare la narrazione cinematografica cercando un nuovo spazio alla presenza dello spettatore.
Filmed over a few hours at a party held in Milan in 1979, the film acts
attempts to analyse and assess a fragment of lost and wayward cross-section of young people seeking for new point of reference. Youngsters who
had just emerged from a period of intense political activism and profound
social and cultural change (the Seventies) and were about to enter a new
decade (the Eighties) fuelled by social-climbing and hedonism. A poignant
document on individual behaviour, original motives and the communication
intentions that go beyond stale languages. “Facce di festa” is structured
using material gathered through various cinema techniques: hidden cameras, behavioural interviews, descriptive images. In the film, an attempt is
made to create a subtle yet unflagging interference between the author’s
narrative and the viewer’s perception. The camera becomes a vehicle
through which filmic narrative can be broken down in the search for a new
space and angles for the spectator.
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Festival delle Culture Giovani
Lato D
film, 1983
realizzazione/by: Paolo Rosa, Leonardo Sangiorgi
fotografia/photography: Fabio Cirifino
operatore/cameraman: Giuseppe Baresi
montaggio/editing: Anna Missoni
super 8 found footage: D. B.
caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 22’
note/notes: Premio “Filmmaker” 2° edizione
Un disco consumato di Lou Reed, spezzoni di pellicola, testi che scorrono sul
video e si cancellano: tracce di D. Suoni ed immagini raccolte e riordinate,
che ricompongono un simulato ritratto, forse non somigliante al suo originale, ma in cui si è cercato di non perdere quella carica di poesia e di provocazione trovata. Questo film è stato realizzato nel 1982, su materiali Super 8
recuperati casualmente, girati da D., un giovane di diciassette anni, tra il
1977 e 1978, e completato con testi tratti da colloqui registrati in quello stesso periodo. Abbiamo provato a trasformare dei reperti dimenticati, fatti di
allucinati e lucidi autoritratti, significativi di un modo originale di vivere la
condizione giovanile in una documentazione attiva e raccontata.
A worn-out Lou Reed record, snippets of film, words that run across the
screen and are wiped out – traces of D: Sounds and visuals that have been
collected and re-ordered that re-create a simulated portrait which may not
resemble the original but which tries not to lose that charge of poetry and
provocation that has been found. This film was made in 1982 from Super 8
material that was accidentally com by, shot by D., a 17 year old, between
1977 and 1978. It has been completed with words taken from conversations
recorded during the same period. We have aimed to transform theses forgotten finds, these terribly lucid pieces of self-portrait, these important examples of an original way to live youth, into an “active” and telling document.
ArtinVideo
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L’osservatorio nucleare del sig. Nanof
film, 1985
regia/direction: Paolo Rosa
soggetto e sceneggiatura/screenplay by: Laura Fredmer, Gennaro Fucile,
Paolo Rosa
fotografia/photography: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino
operatore/cameraman: Giuseppe Baresi
montaggio/editing: Anna Missoni
scenografia/scenography: Esther Musatti
musica/music: Piero Milesi
cast: Giorgio Barberio Corsetti, Valeria Magli
produzione/production: Studio Azzurro
caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 60’
note/notes: Premio “Filmmaker”, 3a edition, Premio Gabbiano d’oro nel
1985 a “Anteprima del Cinema Indipendente” – Bellaria
Una parete di circa 150 metri, alta circa 2, avvolge l’esterno dell’ex manicomio criminale di Volterra. La sua superficie è totalmente incisa, ricoperta da
un immenso racconto fatto di parole e disegni, tabelle e planetari. Per dodici anni Nanof l’ha scalfito e lo ha abitato, costruendo il suo universo. Il graffito è come un ritrovamento archeologico anticipato in cui si ritrovano tutti i
temi della nostra contemporaneità.
A wall about 150 metres long by about 2 metres, high encloses the exterior
of the ex criminal asylum in Volterra. Its surface is entirely etched, covered
with a vast narrative made up of words and drawings, tables and orbital diagrams. For twelve years Nanof has scratched it and lived it, as he constructed his own universe The graffiti is like an archaeological find before its time,
in which all the issues of our contemporary life are addressed.
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Festival delle Culture Giovani
La variabile Felsen
film, 1988
regia/direction: Paolo Rosa
soggetto e sceneggiatura/screenplay by: Laura Fredmer, Gennaro Fucile,
Paolo Rosa
liberamente tratto da un racconto di/based on a novel by: Gianfranco
Manfredi
fotografia/photography: Armando Bertacchi, Fabio Cirifino
operatore/cameraman: Giuseppe Baresi
montaggio/editing: Anna Missoni
scenografia/ scenography: Esther Musatti
musica/music: Piero Milesi
cast: Cochi Ponzoni, Ida Di Benedetto
caratteristiche tecniche/technical specifications: 16mm, colore/colour, 60’
note/notes: Premio “Filmmaker” 4° edizione
Ogni mattina una macchina di grossa cilindrata sfreccia su una strada secondaria. Un camion sorpassa una piccola vettura. Con perfetta sincronia, dovuta alla pratica abitudinaria, i due conducenti si salutano suonando un clacson. Felsen osserva l’episodio e segue la sequenza mattina dopo mattina.
Come interrompere l’ossessivo ripetersi di questo rituale?
Every morning a car streaks along a secondary road. A truck overtakes a
small vehicle. With perfect timing the two drivers greet one another, sounding their horns. Felsen observes this sequence of events every morning. How
can one interrupt the obsessive repetition of this ritual?
ArtinVideo
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Il combattimento di Ettore e Achille
opera videomusicale/videomusical work, 1989
progetto/project: Studio Azzurro
regia/direction: Paolo Rosa
fotografia/photography: Fabio Cirifino
montaggio sincronizzato/sync editing: Cinzia Rizzo
musica/music: Giorgio Battistelli
percussioni/percussions: Gaston Sylvestre
arpa/harp: Brigitte Sylvestre
performer: Alessandro Certini, Charlotte Zerbe
caratteristiche tecniche/technical specifications: 2 performer, 2 schermi sincronizzati/2 performer, 2 schermi sincronizzati/2 performers, 2 synchronised screens, 35’
prima presentazione/first presentation: TTVV Festival – Riccione
note/notes: del lavoro esiste una versione monocanale su due
schermi/there is a further single track version of the work projected onto
two screens, durata: 20’
Due schermi, due punti di vista contemporanei che, come occhi, osservano
l’episodio omerico. A volte essi coincidono, come succede allo sguardo
umano, altre volte si dissociano e si scambiano, come avviene nel pensiero.
Gli schermi, avvicinati tra loro, compongono scenari e paesaggi e le immagini dei protagonisti si trasferiscono da uno spazio all’altro, in un travaso continuo di identità e di ruoli. Le suggestioni si caricano nei tempi estraniati del
racconto e nell’osservazione distesa e rallentata delle azioni. La memoria
del combattimento si filtra nella materia del paesaggio, nei corpi dei due
danzatori, per arrivare ad una sintesi essenziale, scremata da richiami mitici
e ricostruzioni epiche.
Two screens, two simultaneous points of view, two eyes that focus on this
episode taken from Homer’s epic. At times the images match as happens
with human vision, and at other times they are separate and interchangeable, as happens with thought. The 7hscreens, placed side by side, recreate
scenes and landscapes and the images of the actors move from one space to
the next in a constant swapping of identities and roles. The emotions are
heightened by the drawn out alienated time scale of the narration and the
spread out slow motion of the action. The memory of the fight seeps into the
landscapes’ very texture, winds its way into the dancer’s bodies, and a true
synthesis is reached, devoid of all mythical allusion or epic reconstruction.
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Festival delle Culture Giovani
Giacomo mio, salviamoci!
opera videomusicale per voce docente, orchestra, scenario/videomusical
work for voice, orchestra and setting, 1998
musica/music: Giorgio Battistelli
parole/words: Vittorio Sermonti
progetto scenico ed elettronico/theatrical and electronic project: Studio
Azzurro
regia/direction: Paolo Rosa
fotografia/photography: Fabio Cirifino
operatore/cameraman: Riccardo Apuzzo
software: Orf Quarenghi
montaggio/editing: Paolo Ranieri
live electronics, sound design: Alvise Vidolin
ricerca letteraria/literary research: Tina Porcelli
aiuto regia/assistant director: Davide Sgalippa
performer: Orchestra Filarmonica Marchigiana
direttore d’orchestra/conductor: Donato Renzetti
solisti in scena/ stage soloists: Nicola Raffone, Luigi Venitucci
voce in scena/stage voice: Umberto Orsini
produzione/production: Studio Azzurro per/for MacerataOpera, Raisat,
RadioRai
caratteristiche tecniche/technical specifications: video interattivo/interactive video e/and live electronics
prima presentazione/first presentation: Teatro Lauro Rossi – Macerata
Un’imponente orchestra abbraccia l’unico personaggio in scena: un conferenziere che recita il proprio omaggio alla nascita del poeta. Davanti a lui si
distende un immenso tavolo: è la scrivania-mondo di Leopardi su cui gli
spettatori, dalle balconate, possono osservare lo svolgersi delle immagini.
La narrazione si snoda attraverso l’intenso dialogo tra la componente musicale, quella letteraria e visiva; le varie parti si affiancano per tutto il tempo,
ma non sono mai didascaliche l’una dell’altra. Anzi questo piccolo affresco
si rivela proprio negli attraversamenti, nelle differenze, nelle sottili vibrazioni procurate dagli accostamenti, nella sorpresa di fugaci sovrapposizioni, nei
vuoti lasciati da queste tre narrazioni parallele.
An imposing orchestra embraces the only person on stage - a speaker who
recites his personal tribute to the birth of a poet. There is a huge table in
front of him. This is Leopardi’s desk-world, where the audience, from their
boxes, can watch the images unfold. The narration develops as an intense
dialogue between the musical, literary and visual components. The various
elements are all present throughout, but they never explain each other. On
the contrary, what gives this short fresco meaning are the crossovers, differences, and subtle vibrations provided by the many juxtapositions, the way
the fleeting superimpositions surprise us, and the gaps left by these three
parallel narrative elements.
ArtinVideo
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Il mnemonista
film, 2000
regia/direction: Paolo Rosa
soggetto e sceneggiatura/screenplay by: Lara Fremder, Paolo Rosa
in collaborazione con/in collaboration with: Giuliano Corti
fotografia/photography: Fabio Cirifino
operatore/cameraman: Riccardo Apuzzo
scenografia/art director: Stefano Gargiulo, Esther Musatti
costumi/costumes designer: Bettina Pontiggia
trucco/make up: Laura Sidoli
montaggio/editing: Jacopo Quadri
suono/sound: Claudio Morra
montaggio suono/sound editing: Daniela Bassani
musica/music: Luca Francesconi
coordinamento effetti speciali/special effects coordination: Stefano Roveda
aiuti regia/assistants director: Alina Marazzi, Tina Porcelli, Davide Sgalippa
segreteria di edizione/continuity: Giulia Gentile
realizzazione del mnemodiario/mnemodiario by: Giuseppe Baresi
cast: Sandro Lombardi, Roberto Herlitzka, Sonia Bergamasco, Sergio Bini,
Cristina Proserpio, Pietro Lombardi, Ermanna Montanari
direttore di produzione/production manager: Sabina Uberti Bona
produzione/production: Daniele Maggioni, Gianfilippo Pedote per Studio
Azzurro
distribuzione/distribution: Mikado
caratteristiche tecniche/technical specifications: 35mm, colore/colour, 90’
«Suoni, immagini, colori, sapori. Tutto nella sua mente prodigiosa si trasforma in un mondo senza confini tra realtà e immagini». Primo violino nell’orchestra di una grande città, ‘S.’ è dotato di una memoria straordinaria, che lo
porta a ricordare ogni minimo dettaglio di ciò che cade sotto la sua attenzione. Decide di rivolgersi al professor ‘L.’, psicologo di fama internazionale, il
giorno in cui si accorge di non riuscire più a leggere uno spartito, perché le
note davanti ai suoi occhi esplodono in punti mobili e coloratissimi. La relazione terapeutica si sviluppa per oltre trent’anni tra luci e ombre, durante i
quali S. si esibisce anche come fenomeno nei teatri e nei cabaret dell’epoca,
diventando un mnemonista. Ispirato a un caso reale descritto nel 1965 dal
neuropsicologo A. Lurija, il film è un viaggio affascinante tra i misteri e i prodigi del cervello umano.
«Sounds, images, colours, tastes. Everything in his prodigious mind is transformed into a world where there is no boundary between reality and image».
First violinist in the orchestra of a big city, ‘S’ is gifted with an extraordinary
memory which enables him to remember every single detail of everything
that he sees happen. He decides to consult ‘L’, an internationally-renowned
psychologist, when one day he is unable to read a music score because all
the notes on it, as he looks at them, just explode into brightly-coloured moving dots. The relationship between patient and therapist evolves over thirty
years, going through highs and lows, during which ‘S’ also goes on stage
in theatre and cabaret shows of the time as a Mnemonist. Inspired by a real
case study described in 1965 by the neuropsychologist A Lurija, the film is a
fascinating journey through the mysteries and gifts of the human mind.
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Festival delle Culture Giovani
Le “Miniatures” sono video che raccontano brevi storie tratte da materiali
utilizzati negli spettacoli di Studio Azzurro. Sono piccole installazioni progettate per utilizzare videoproiettori di bassa potenza o in via di esaurimento, normalmente inutilizzabili per formati più grandi. Possono essere composte da uno o più schermi, realizzati da piccole lastre di vetro opalino, sincronizzati tra loro e supportati da basamenti di legno. Tali opere dialogano con
l’ambiente adattandosi ad una presenza discreta, non invasiva.
Questa serie di “Miniatures” sono tratte dall’opera “The Cenci”, realizzata
da Studio Azzurro con le musiche di Giorgio Battistelli e presentata
all’Almeida Theatre di Londra nel 1997.
Origine e deposizione
“Origine e deposizione” è stata presentata la prima volta negli affascinanti
meandri di Castel Sant’Angelo di Roma nel 2000. L’opera è formata da due
schermi e da una terza proiezione libera, il cui contenuto è ricavato dal materiale elaborato per una scena, tratta dal testo di Antonin Artaud, in cui Cenci,
il padre despota, confessa e racconta a modo suo l’uccisione dei due figli
maschi. Le due immagini definiscono lo spazio della casa e mentre il racconto procede, i due quadri, emblematici nel loro evocare il luogo della morte
(“Il Cristo” del Mantegna) e il luogo della vita (“L’Origine du monde” di
Courbet), si animano e contraddicono le parole di Cenci.
Per arrivare a una mimesi credibile e fedele queste scene sono state girate
in modo che gli attori rappresentassero l’azione al contrario. Recitare in
retromarcia nel tempo e, successivamente, rovesciare l’azione in una giusta
successione temporale attraverso l’editing, ha generato un effetto estraniato. Un effetto verosimile nei gesti, ma con una reazione muscolare completamente innaturale. Credibile nel suo sviluppo, tuttavia in uno scenario praticato da persone che sembrano essersi appena liberate dalla patina di olio
e pigmento e dalla propria immobilità secolare.
Una terza proiezione, mimetizzata nell’ambiente, rappresenta una ciotola
dentro cui cascano gocce di sangue. Ma il suo suono, più che liquido è simile a un battito di cuore.
Evento collaterale _ Galleria Paola Verrengia
ORIGINE E DEPOSIZIONE
Miniatures e disegni dallo spettacolo “The Cenci”
I disegni
La mostra è composta da tre grandi immagini trasformate in piccole miniature, accompagnate alle pareti da grandi disegni ricavati, viceversa, dall’esplorazione e dall’ingrandimento esasperato di piccoli appunti di regia di Paolo
Rosa. Una ricerca che assomiglia ad una indagine nel pensiero progettuale
che precede lo spettacolo. In questo scambio dimensionale e in qualche
modo temporale, risiede la volontà di documentare non solo lo spettacolo,
ma di rigenerarlo parzialmente in una versione da “camera”, assistita dall’indispensabile musica di Giorgio Battistelli.
ArtinVideo
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The “Miniatures” are videos which tell about short stories taken from materials used in the shows by Studio Azzurro. They are little installations planned to use low power videoprojectors which are going to be sold out and
which cannot be used for bigger formats.
They can be composed by one or more screens, made of little slabs of opal
glass, synchronized with each other and supported by wooden bases. Such
works have a dialogue with the environment, adapting themselves to a non
invasive, delicate presence.
This series of “Miniatures” is taken from the work “The Cenci”, made by
Studio Azzurro with the music by Giorgio Battistelli and presented at the
Almeida Theatre in London in 1997.
Origine e deposizione
“Origine e deposizione” was presented for the first time in the charming
labyrinth of Castel Sant’Angelo in Rome in 2000. The works is made of two
screens and by a third free showing, the content of which is taken by the
material processed for a scene, taken by the text by Antonin Artaud, in which
Cenci, a despotic father, confesses and tells his own version of the murder of
his two sons. The two images define the space of the house and while the
story goes on, the two pictures, emblematic in their evocation of the place of
death (“Il Cristo” by Mantegna) and the place of life (“L’Origine du monde”
by Courbet), become animated and contradict Cenci’s words.
In order to get a credible and faithful mimesis, these scenes have been shot
in order that the actors perform a contrary action. To act in reverse over time
and later, to upturn the action in the right chronological order by the editing,
has caused an estrangement effect. An effect which is plausible as regards
gestures, but with a muscular reaction which is fully unnatural. Credible in
its development, however within a scenery frequented by people who seem
to have just feed themselves from a patina of oil and pigment and from their
century old immobility.
A third showing, mimetized within the environment, represents a bowl inside which drops of blood are falling. But its sound, rather than being that of
a liquid it is similar to that of a heartbeat.
The drawings
The exhibition is made of three big images transformed into little miniatures, accompanied on the walls, by big drawings obtained, on the contrary,
from the exploration and exaggerated magnification of little direction notes
written down by Paolo Rosa. A research which looks like an investigation
into the creation of a project in the mind, which precedes the show. In this
dimensional and somehow also temporal exchange, there is the will of not
only documenting the show but also of partially regenerating it, in a “room”
version of it, accompanied by the irresistible music by Giorgio Battistelli.
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Festival delle Culture Giovani
Biografia_Nel 1982 Fabio Cirifino (fotografia), Paolo Rosa (arti visive e cinema),
Leonardo Sangiorgi (grafica e animazione) danno vita ad un’esperienza che nel corso
degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche. A loro si aggiunge nel 1995 Stefano Roveda (sistemi interattivi). Attraverso la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi, performance teatrali e film,
essi disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline e formano
un gruppo di lavoro aperto a differenti contributi e importanti collaborazioni.
La ricerca artistica, all’inizio, si orienta verso la realizzazione di videoambientazioni (fra
cui spiccano Luci di Inganni, Il Nuotatore (va troppo spesso ad Heidelberg), Vedute
(quel tale non sta mai fermo), film come L’osservatorio nucleare del sig. Nanof, interpretato da Giorgio Barberio Corsetti. E proprio con questo esponente del “nuovo teatro” si avvia anche un forte interesse verso l’esperienza teatrale, concretizzata in tre
spettacoli tra cui La camera astratta (1987), commissionata da Documenta 8 Kassel e
premio Ubu per il teatro di ricerca.
Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90 con lo studio teatrale Delfi, interpretato da
Moni Ovadia e le videoambientazioni Visit to Pompei (Biennale di Nagoya ’91), Il giardino delle cose (Triennale di Milano’92) e Il viaggio, vengono sperimentate tecniche ad
infrarossi e raggi X. Contemporaneamente, sono messi in scena alcuni spettacoli di teatro musicale: Il combattimento di Ettore e Achille (1989) e Kepler’s Traum (1990), realizzato per Ars Electronica di Linz, con il compositore Giorgio Battistelli; Striaz, videoopera notturna che attraversa le strade di Cividale, per il Mittelfest, con Luca
Francesconi.
I primi dieci anni di attività, che evidenziano una linea di ricerca basata sull’integrazione tra l’immagine elettronica e ambiente circostante con l’intento di rendere lo spettatore partecipe al tessuto narrativo dell’opera stessa, viene riassunto nella grande
mostra personale Studio Azzurro-Videoambienti 1982-1992, allestita alla Fondazione
Mudima di Milano e ai Musei Laforet di Tokio, Niigata e Kokura in Giappone. Nello stesso periodo si estende la collaborazione con Moni Ovadia nello spettacolo Ultima forma
di libertà, il silenzio per le Orestiadi di Gibellina 1993, e con il cortometraggio Dov’è
Yankel? presentato al Festival del cinema di Venezia ‘94.
Ma è dal 1995 che si delinea un nuovo e fondamentale interesse per le questioni dell’interattività e del multimediale con la realizzazione di una serie di opere definite
“ambienti sensibili”, tra cui: Tavoli (perché queste mani mi toccano?), Coro, Totale della
battaglia, Il soffio sull’angelo, Il gorgo. All’insegna dell’interattività è stato realizzato
anche The Cenci (1997, Teatro Almeida di Londra), un’opera musicale progettata con il
compositore Giorgio Battistelli sul testo di Artaud. Con lo stesso musicista: Giacomo
mio, salviamoci! (1998), in occasione del duecentesimo anniversario della nascita di
Giacomo Leopardi e Il fuoco, l’acqua, l’ombra (1998), spettacolo di danza in omaggio
a Tarkowskij, per il KAH di Bonn.
Tra il 1998 e il 1999 – prima al Niitsu Art Forum in Giappone e successivamente al
Palazzo delle Esposizioni di Roma – la mostra antologica Ambienti sensibili, crea l’occasione per evidenziare l’approccio dello Studio Azzurro alle installazioni interattive.
Basato sulla naturalezza del dialogo, attraverso le interfacce naturali, sul coinvolgimento contemporaneo di più persone, sulla ricaduta sociale e le conseguenze della tecnologia interattiva piuttosto che sulla sua esibizione.
All’inizio del 2000, lo Studio realizza Dove va tutta’ sta gente? una grande installazione interattiva per Visionruhe di Dortmund; partecipa al progetto Megalopoli, con un
muro di immagini video-sincronizzate lungo 256 metri per la Biennale di Architettura di
Venezia; organizza Aristocratic Artisans una mostra con 6 videoinstallazioni alla Ace
Gallery di New York. Per il teatro progetta a Norimberga la parte multimediale dello
spettacolo Wer möchte wohl Kaspar Hauser sein. Nello stesso anno esce nelle sale il
lungometraggio Il Mnemonista, viaggio nei meandri della memoria liberamente tratto
da un affascinante caso clinico descritto da A. Lurija. Nel 2001 prosegue la forte relazione con il Giappone con la mostra personale Embracing Interactive Art prodotta dal ICC
- Museum di Tokio.
Nel 2002, a conclusione di due anni di ricerca e di viaggi, viene presentata a Castel S.
ArtinVideo
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Elmo a Napoli Meditazioni Mediterraneo, una mostra composta da cinque “paesaggi
instabili”: installazioni interattive sul tema dell’identità mediterranea che, l’anno
seguente, viene spostata alla Vieille Charité di Marsiglia e al Mori Art Museum di Tokio.
Nel 2004 cura regia e messa in scena dell’opera contemporanea Neither per lo
Staatsoper di Stoccarda, su musiche di Morton Feldman e testo di Samuel Beckett. Nel
2006, Studio Azzurro realizza Galileo (studi per l’inferno), spettacolo interattivo con il
corpo di ballo “Staatstheater Nuremberg” e, per la prima volta, un’opera diretta a un
pubblico “speciale”: l’installazione interattiva La pozzanghera, dedicata particolarmente al mondo dei bambini.
A Forte di Bard, nell’aprile 2007 presenta un ciclo di quattro ambienti interattivi dedicati allo spazio-tempo in relazione al cosmo, dal titolo complessivo “E quindi uscimmo a
riveder le stelle”.
Dal 2004 partecipa in qualità di partner al progetto europeo Bricks, dell’Information
Society Technologies, con cui inizia l’approfondimento su un altro aspetto dell’interattività, basato sulla condivisione di grandi archivi visivi, l’elaborazione dei dati depositati e sulla piena partecipazione all’atto creativo.
Stando ai confini dei tradizionali luoghi di sperimentazione artistica, Studio Azzurro ha
applicato in questi ultimi anni le sue ricerche anche al più vasto mondo comunicativo,
in particolare alla progettazione di mostre e musei tematici: il Museo Virtuale della città
di Lucca, l’allestimento interattivo del Museo della Resistenza a Sarzana; l’installazione Il giardino delle anime per il New Metropolis, progettato da Renzo Piano ad
Amsterdam, attualmente acquisita dal New York Hall of Science – Flushing Meadows.
Per Genova Capitale Europea della Cultura 2004, realizza con lo studio Cerri una grande esposizione sui Transatlantici; nel 2005 a Biella, la Fabbrica della Ruota, un museo
della storia della lana e Infinita Commedia, percorso dantesco nel borgo di Gradara. Nel
2006, progetta il percorso multimediale della mostra Il teatro delle terre presso
l’Archivio di Stato di Torino. Interventi che sottolineano anche l’interesse per “operazioni” oltre che “opere”, che si connettono con il tessuto sociale e con le problematiche
del territorio.
La Fabbrica del Vapore, attuale sede dello Studio Azzurro, si inscrive, come iniziativa di
insediamento e di attività culturali nel centro della città di Milano, in questa specifica
progettualità.
Studio Azzurro ha conseguito vari riconoscimenti tra cui: Premio UBU per il teatro di
ricerca 1988, Gabbiano D’oro 1986, Premio Alinovi–1995, Premio Quadriennale 1996,
Gran premio Transmediale 1998, (Berlino), Sole d’oro 1999, Festival TTVV – Riccione,
Ovidio d’Oro per il cinema. Recentemente, il premio “Il sogno di Piero” dell’Accademia
di Urbino e quello per l’arte contemporanea “Pino Pascali”. Svolge attività in campo formativo e didattico partecipando a workshop e seminari tra cui Pensare l’Arte (1997) con
Carlo Sini e Jacques Derrida.
Sul proprio percorso, Studio Azzurro ha scritto quattro libri editi da Electa e Silvana editoriale.
Oltre Fabio Cirifino, Paolo Rosa, Stefano Roveda e Leonardo Sangiorgi, compongono
attualmente lo Studio Azzurro con vari ruoli e specificità: Antonio Augugliaro, Marco
Barsottini, Alberto Bernocchi Missaglia, Reiner Bumke, Mario Coccimiglio, Ornella
Costanzo, Laura D’Amore, Anna De Benedittis, Daniele De Palma, Elisa Giardina Papa,
Tommaso Leddi, Silvia Pellizzari, Laura Santamaria, Lorenzo Sarti, Emanuele Siboni,
Delphine Tonglet. Info: www.studioazzurro.com
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Festival delle Culture Giovani
In 1982 Fabio Cirifino (photography), Paolo Rosa (visual arts and film), Leonardo
Sangiorgi (graphics and animation) gave rise to an experience that over the course of
the years has explored the poetical and expressive possibilities of the new technological cultures. They were joined in 1995 by Stefano Roveda (interactive systems). Through
the creation of video-environments, sensitive and interactive environments, theatrical
performances and film, they have outlined an artistic path that has cut across traditional art forms while at the same time setting up a work team open to contributions from
others and creative collaborations.
The artistic research, in the beginning, focused on the creation of video – environments
(among which stand out Luci di inganni [Deceptive light], Il nuotatore (va troppo spesso a Heidelberg) [The Swimmer - goes to Heidelberg too often], Vedute (quel tale non
sta mai fermo) [Views (that bloke never stays still], film like L’osservatorio nucleare del
Sig. Nanof [The nuclear observatory of Mr. Nanof ], performed by Giorgio Baberio
Corsetti. And it was alongside this exponent of the “new theatre” that the group began
to develop a strong interest in the theatrical experience that led to the creation of three
shows including La camera astratta [The abstract room, 1987], commissioned by
Documenta 8 Kassel and winner of the Ubu prize for theatrical research.
Between the end of the Eighties and the beginning of the Nineties with the theatrical
study Delfi, featuring Moni Ovadia and the video-environment Visit to Pompei (Nagoya
Biennale ’91), Il giardino delle cose [The garden of things](Milan Triennale ’92) and Il
viaggio [The journey], introduced experiments using infrared and X ray techniques. At
the same time, a few musical theatre shows were staged: Il combattimento di Ettore e
Achille [The battle of Hector and Achilles, 1989] and Kepler’s Traum [Kepler’s dream,
1990] created for Ars Electronica in Linz, with the composer Giorgio Battistelli; Striaz, a
night-time video opera that took place throughout the streets of Cividale for the
Mittlefest with Luca Francesconi.
The first ten years of activity, that point to a line of research based on the integration
between the electronic image and the surrounding environment with the aim of allowing the spectator to take an active role in the narrative development of the work itself
is summed up in the major monographic exhibition Studio Azzurro – Videoambienti
1982 – 1992, organised by the Mudima Foundation in Milan and the Laforet Museum in
Tokyo, Niigata and Kokura in Japan. At the same time the collaboration with Moni
Ovadia continued with the show Ultima forma di libertà, il silenzio [Last form of freedom, silence] for the Orestiadi in Gibellina in 1993 and the short film Dov’è Yankel?
[Where is Yankel?] screened at the Venice Film Festival in ’94.
But it is from 1995 that a new and crucial development took place with the introduction
of interactivity and multimedia that led to the creation of a series of works termed “sensitive environments” including: Tavoli (perché queste mani mi toccano?) [Tables (why
are these hands touching me?)], Coro [Chorus], Totale della Battaglia [Overview of the
battle], Il soffio sull’angelo [The angelic breath], Il gorgo [The whirlpool]. Still based on
interactivity was the production of The Cenci (1997, Almeida Theatre in London), a musical worked conceived in collaboration with the composer Giorgio Battistelli based on
an Artaud text. With the same musician: Giacomo mio, salviamoci! [Giacomo my dear,
let’s save ourselves!] to celebrate the bicentenary of the birth of Giacomo Leopardi and
Il fuoco, l’acqua, l’ombra [Fire, water, shadow, 1998] a dance performance in honour of
Tarkovskij, for the KAH in Bonn.
Between 1998 and 1999 – firstly at the Niitsu Art Forum in Japan and subsequently at
the Palazzo delle Esposizioni in Rome – the retrospective exhibition Ambienti sensibili
[Sensitive environments], provided the opportunity to underline Studio Azzurro’s
approach to interactive installations. Based on the naturalness of the dialogue,
achieved thanks to so called natural interfaces, the involvement of many people at the
same time, and an attention for the social repercussions triggered by interactive technology rather than it’s exploitation.
At the beginning of 2000, the Studio created Dove va tutta’ sta gente? [Where are all
these people going?] a major interactive installation for Visionruhe in Dortmund; it took
part in the Megalopoli project, with a wall of synchronised video images 256 metres
ArtinVideo
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long for the Biennale di Architettura in Venice; it organised Aristocratic Artisans, an
exhibition with 6 video-installations at the Ace Gallery in New York. For the theatre they
designed the multimedia side of the show Wer möchte wohl Kaspar Hauser sein in
Nurnberg. The same year their feature film Il Mnemonista [The Memory man] was
released in cinemas, a journey in the maze of memory freely based on the fascinatine
clinical study described by A. Lurija. In 2001 their strong relationship with Japan continued with the monographic exhibition Embracing Interactive Art produced by ICC –
Museum in Tokyo.
In 2002, after two years of research and travels they present Meditazioni Mediterraneo
[Mediterranean Meditations] at Castel S. Elmo in Naples, an exhibition featuring five
“unstable landscapes”: interactive installations on the theme of the Mediterranean
identity which the following year was transferred to the Vieille Charité in Marseille and
to the Mori Art Museum in Tokyo. In 2004 they were responsible for the direction and
staging of the contemporary opera Neither for the Stuttgart Staatsoper, with music by
Morton Feldman and text by Samuel Beckett. In 2006, Studio Azzurro created Galileo
(studi per l’inferno) [Galileo (studies for the Inferno)], an interactive performance featuring the corps de ballet of the Nuremberg Staatstheatre and, for the first time, a work
specifically designed for a “special” audience, the interactive installation La pozzanghera [The puddle] for kids.
Since 2004 the Studio has taken part as a partner in the European project Bricks, run
by the Information Society Technologies, that attempts to begin exploring another
aspect of interactivity, based on the sharing of vast visual archives, the processing of
deposited data and the full involvement in the creative act.
Remaining on the outskirts of the traditional sites of artistic experimentation, Studio
Azzurro has also applied it’s research in recent years to the wider world of communication, in particular by designing exhibitions and theme museums: the Museo Virtuale
della città di Lucca [Virtual Museum of the City of Lucca], the interactive exhibition for
the Museo della Resistenza [Resistance Museum] in Sarzana; The installation Il giardino delle anime [The garden of souls] for New Metropolis, designed by Renzo Piano in
Amsterdam, currently acquired by the New York Hall of Science – Flushing Meadows.
For Genoa European Capital of Culture 2004, together with the studio Cerri it organised
the large exhibition Transatlantici [Ocean liners]; in 2005 in Biella, La fabbrica della
Ruota [The Wheel Factory], a museum on the history of wool and Infinita Commedia, a
Dante journey through the village of Gradara. In 2006, it designs the multimedia side
of the exhibition Il teatro delle terre [The theatre of earth] at the Archivio di Stato in
Turin. All works that underline the interest for “projects” as well as “works”, that are
connected to the social fabric and address territorial issues.
The Fabbrica del Vapore [Steam Factory], the current Studio Azzurro premises, falls into
this same category as a site for cultural activity in the centre of Milan.
Studio Azzurro has been awarded a number of prizes including: UBU prize for theatre
research, 1998, Gabbiano d’oro 1986, Premio Alinovi–1995, Premio Quadriennale 1996,
Gran premio Transmediale 1998, (Berlin), Sole d’oro 1999, Festival TTVV – Riccione,
Ovidio d’Oro for cinema. Recently the prize “Il sogno di Piero” from the Urbino
Academy and the “Pino Pascali” prize for contemporary art. It carries out education and
training work by taking part in workshops and seminars including Pensare l’Arte
(1997) together with Carlo Sini and Jacques Derrida.
In the course of time, Studio Azzurro has written four books published by Electa e
Silvana editoriale.
Besides Cirifino, Paolo Rosa, Stefano Roveda and Leonardo Sangiorgi, the following
currently go to make up the Studio Azzurro team fulfilling various roles and functions:
Antonio Augugliaro, Marco Barsottini, Alberto Bernocchi Missaglia, Reiner Bumke,
Mario Coccimiglio, Ornella Costanzo, Laura D’Amore, Anna De Benedittis, Daniele De
Palma, Elisa Giardina Papa, Tommaso Leddi, Silvia Pellizzari, Laura Santamaria,
Lorenzo Sarti, Delphine Tonglet. Info: www.studioazzurro.com
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Festival delle Culture Giovani
Donne e uomini su linee d’ombra
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Sette film non sono abbastanza per definire una tendenza, ma dichiarano i
nostri gusti, le nostre attese rispetto al cinema, che sia di esordienti o meno.
Eppure qualche traccia di un nuovo sentire si avverte in queste opere. Il festival di quest’anno offre una carrellata di ritratti davvero convincenti di donne,
come Emma (“Emmas Glück” di Sven Taddicken) capace di gesti d’estrema
tenerezza nell’offrire il proprio corpo e la morte a chi ama. Protagonista solitaria di una ribellione contro l’ordine sociale, rivendica un primato della
natura, della cura, del dolore e dell’amore regalato a chi fugge, a chi attende di vivere la morte non avendo avuto la forza di rendersi vivo alla vita.
Violetta (“Pardonnez-moi” di Maïwenn) è un’altra figura di donna ribelle al
vincolo del silenzio, al rimosso, alla reticenza sull’universo totalizzante e
perverso della famiglia. Ella fa i conti col padre, con la madre, con la sua storia e con i suoi demoni per liberare il figlio da un peso che non gli appartiene e sgombrare il campo al futuro. Ancora donne, questa volta in un gioco a
tre, sono le protagoniste di “Das Fräulein” di Andrea Staka - ma alle spalle
c’è anche la sceneggiatura di Barbara Albert. Tre donne sole in una nuova
terra, dopo l’abbandono di quella “madre” sventrata dalla guerra (sono originarie della Serbia), che si confrontano, si scontrano, mettono in gioco vita,
amore e lavoro per scoprire che nessuna solitudine è impenetrabile, nessun
bilancio si chiude in perdita. Basta scegliere, come nel caso di Angie e
Sandra (“Dans Les Cordes” di Magaly Richard Serrano). Sul ring e nella vita
prendono pugni e li danno, lottano per affermarsi dentro il nucleo oscuro
della famiglia - tra silenzi e tradimenti, ancora - per affermarsi e fuggire,
sognare un oltre le corde finalmente libere. E gli uomini? Anche il loro universo ruota intorno alle donne, senza le quali si perdono. Wojtek (“Retrieval”
di Slawomir Fabicki) è giovane, forte e prende la vita a pugni ma rischia di
andare al tappeto se una donna non lo sottrae all’abisso - di violenza e
morte - che lo risucchia inesorabilmente. E cosa sarebbero le vite di Domühl,
costruttore fallito e bevitore inveterato, e Hagen dolce idiota ultracinquantenne perso nel nulla della campagna tedesca senza Ina, amante e madre,
complice tenera e decisa, perno di una storia (“AlleAlle” di Pepe Planitzer) di
fughe, ritorni e insospettabile felicità? C’è però un universo tutto maschile,
in cui la donna compare solo come corollario, è quello duro e violento di un
uomo solo col suo passato, cui crede di poter sfuggire, di una rinascita fallita, di un sogno che si spegne sulla linea di un fronte mai smobilitato (“The
Front Line” di David Gleeson). Peppe D’Antonio | Maurizio di Rienzo
Festival delle Culture Giovani
Seven films are not enough to define a trend, but they show our tastes, our
expectations towards the cinema, either that of debutants or not. However
some trace of a new feeling can be found in these works. The festival of this
year offers a review of women portraits which are really convincing, like
Emma (“Emmas Glück” by Sven Taddicken) who can be very tender in offering her body and death to the man she loves. Lonely protagonist of a rebellion against any social order, she claims for the priority of nature, care, pain
and love given as present to whom is running away, to whom is waiting for
living death, not having been able to be alive. Violetta (“Pardonnez-moi” by
Maïwenn) is another figure of woman rebel to the bond of silence, to what
has been removed, to any reserve on the all-absorbing universe and perverse of the family. She reckons with her father, her mother, with her story and
with her devils to free her son from a burden which does not belong to him
and to clear the ground for the future. Still women, this time in a game for
three, they are the protagonists of “Das Fräulein” by Andrea Staka-but
behind there is also the script by Barbara Albert. Three women alone in a
new land, after the abandonment of that “mother” tore down by the war
(they come from Serbia), who confront with each other, exchange their opinions, bring life, love and work into play until they discover that no solitude
is impenetrable, no balance is only closed with a loss. To choose is enough,
as in the case of Sandra and Angie (“Dans les Cordes” by Magaly Richard
Serrano). In the ring and in their life they are hit and hit themselves, they
struggle to impose themselves within the dark nucleus of their familyamong silences and betrayals, again- to impose themselves and run away,
to dream beyond the ring to be finally free. And the men? Also their universe is centred on women, without them the get lost. Wojtek (“Retrieval” by
Slawomir Fabicki) is young, strong and punches life, but he risks to go down
if a woman does not take him from the gap - of violence and death - which
inexorably sucks him in. And what would be the lives of Domühl, a failed
builder and inveterate drinker, and Hagen sweet over thirty year old idiot
lost in the nothingness of the German countryside without Ina, lover and
mother, his tender and firm accomplice, pivot of a story (“AlleAlle” by Pepe
Planitzer) of escapes, returns and unexpected happiness? But there is a
wholly masculine universe, in which women appear only as a corollary, it is
that hard and violent of a man alone with his past, which he thinks to escape, of a failed rebirth, of a dream which fades away on the line of a never
demobilized front (“The Front Line” by David Gleeson).
Linea d’Ombra
45
Passaggi
d’Europa
GIURIA PASSAGGI D’EUROPA
Eugenio Cappuccio è nato a Latina (Roma) nel 1961. Diplomato in
sceneggiatura al Centro sperimentale di Cinematografia, è stato
assistente alla regia di Fellini in “Ginger e Fred”. Ha diretto videoclip
e documentari esordendo nel cinema con la co-direzione del pluripremiato “Il Caricatore” (1996). Seguono “La vita è una sola”(1998),
“Come mosche” (2003), “Volevo solo dormirle addosso” (2004). Il
suo ultimo lavoro “Uno su due” (2006) è stato presentato alla prima
edizione di Cinema. Festa internazionale di Roma.
Eugenio Cappuccio was born in Latina (Rome) in 1961. He got a
diploma in script writing at the Experimental Centre of Cinematography. He was assistant
director of Fellini in “Ginger and Fred” . He has directed videoclips and documentary films and
debuted in the cinema with the co-direction of the multi-prize winner “Il caricatore” (1996).
Then “La vita è una sola” (1998), “Come mosche” (2003), “Volevo solo dormirle addosso” followed. His last work “Uno su due” (2006) has been presented at the first edition of the
International Festival of the Cinema in Rome.
Donatella Finocchiaro è nata a Catania. Si iscrive alla Facoltà di
Giurisprudenza ma ben presto inizia a recitare in teatro. Con
“Angela” (2002) di Roberta Torre, suo debutto al cinema, viene
apprezzata dalla critica di tutto il mondo (Cannes, Toronto,
Sundance, Rotterdam) e premiata come miglior attrice al Festival di
Tokio e come Attrice Rivelazione con il Globo d’Oro 2003. Dopo
“Perdutoamor” (2003) di Franco Battiato, ha girato diverse pellicole
con i maggiori registi italiani, tra i tanti Davide Ferrario, Roberto
Andò, Marco Bellocchio, Gianluca Maria Tavarelli, Mimmo
Calopresti.
Donatella Finocchiaro was born in Catania. She matriculated at the Faculty of Law but soon
started acting. With “Angela” (2002) by Roberta Torre, her début in the cinema, she has been
appreciated by criticians all over the world (Cannes, Toronto, Sundance, Rotterdam) and she
has been awarded a prize as Best actress at the Festival of Tokyo and as Best Revelation
Actress she has been awarded the Golden Globe 2003. After “Perdutoamor” (2003) by Franco
Battiato, she has acted in many films directed by the major Italian directors such as Davide
Ferrario, Roberto Andò, Marco Bellocchio, Gianluca Maria Tavarelli, Mimmo Colapresti.
48
Festival delle Culture Giovani
Cristiana Paternò vive e lavora a Roma. Laureata in Filosofia, è
giornalista e critico cinematografico. Ha lavorato a L’Unità e
Noidonne, ha diretto i quotidiani di cinema online Cinemazip e
Tamtam, attualmente è vicedirettore di CinecittàNews, il daily
di Cinecittà Holding dedicato al cinema italiano.Giurata al
Mystfest di Cattolica, alle Grolle d’oro, al David di Donatello,
alla Settimana della Critica di Venezia 2006, ha fatto anche
parte della commissione di selezione dei candidati ai Nastri
d’argento.
Cristiana Paternò lives and works in Rome. She is graduated in
Philosophy, she is journalist and cinema critician. She has
worked for the newspapers “L’Unità” and “Noi Donne”, she has managed
cinema newspapers on line “Cinemazip” and “Tamtam”, she is now vice
Director of “CinecittàNews”, the daily news of Cinecittà holding devoted to
the Italian cinema. Member of the Jury at the Mistfest in Cattolica, of the
Grolle d’Oro, of the David di Donatello, at the Week of the Critique in Venice
2006, she has also taken part into the Commission for the selection of the
candidates for the Nastro d’argento Award.
Passaggi d’Europa
49
AlleAlle
AlleAlle
Hagen, un cinquantacinquenne ritardato mentale, si perde nel mezzo di una
desolata campagna tedesca a Sud di Berlino, dopo aver sbagliato stazione ferroviaria. Ha passato molti anni della sua vita in un istituto per handicappati e appare del tutto incapace di gestire la sua vita. È raccolto da Domühl, un costruttore
fallito e alcolista per disperazione. L’uomo, trentacinquenne, gli offre ospitalità
nella sua casa, vicina ad un’ex base militare sovietica ereditata dal padre poco
prima di morire, insieme a una montagna di debiti. Egli vive come un emarginato, coltivando con l’alcol i suoi sogni ad occhi aperti. Nella loro vita entra però
Ina, una donna matura, rude e decisa che alla fine cede all’amore di Domühl, ma
dovrà scontare un periodo di carcere per aver ferito il marito violento. Al suo ritorno troverà i due uomini che hanno saputo realizzare un sorprendente equilibrio
in una nuova vita.
Hagen, a fifty-five year old mentally retarded man, gets lost in the desolate
German countryside to the south of Berlin, after having gone to the wrong
railway station. He has spent many years of his life in an Institute for handicapped people and he seems to be completely unable to look after himself. He is
taken in by Domühl, a failed builder and alcoholic in desperation. The man, who
is thirty-five years old, takes him in his house, which is near to a former Soviet
military base, inherited from his father just shortly before his death, together his
mountain of debts. He lives like a social outcast, daydreaming by drinking
alcohol. In their life Ina goes in, she is a mature firm, rough woman, who at last
yields to Domühl’s love, but she will have to serve a period of time in prison for
having hurt her violent husband. On coming back she will find the two men living
a new life having finally found a surprising balance.
50
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
AlleAlle
AlleAlle
Pepe Planitzer
2007
Germania
35mm.
90’
Cast
Eberhard Kirchberg
Milan Peschel
Marie Gruber
Simone Frost
Christina Grobe
Teo Vadersen
Peter Kurth
Petra Kelling
Udo Kroschwald
Sceneggiatura
Tratto da
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Costumi
Trucco
Produttore
Pepe Planitzer
“Burnout” di Oliver Bukowsky
Pepe Planitzer
Katrin Ewald
Uwe Mann
Mattias Richter
Jorg Huke
Justyna Jaszczuk
Constanze Hagedorn
Christine Bauer, Maria Fruntke
Annekatrin Hendel, Jurgen
Grimmer
Produzione It works! Medien GmbH
Distribuzione It works! Medien GmbH
Pepe Planitzer è nato a Berlino nel 1969. Si diploma in regia all’accademia di
cinema e televisione “Konrad Wolf ” nel 1998 e da allora lavora come regista e
autore freelance. Nel 2003 debutta nella regia di un lungometraggio con “Ein
Schiff Wird Kommen”. “AlleAlle” è il suo secondo film.
Pepe Planitzer was born in Berlin in 1969. He got a diploma as director at the
Academy of Cinema and Television “Konrad Wolf ” in 1998 and since then he is
working as free lance director and author. In 2003 he debuted as director of a
feature film “Ein Schiff wird kommen”. “AlleAlle” is his second film.
Passaggi d’Europa
51
Dans les cordes
On the ropes
Joseph gestisce un club di box dove allena Angie e Sandra, la figlia e la nipote. La
box è per loro una passione totale che non lascia spazio a null’altro, ma toglie
aria e vita a Teresa, la moglie di Joseph. La sera della finale dei campionati di
Francia, la sconfitta di una delle due ragazze mette in pericolo la sopravvivenza
del club e rompe gli equilibri della famiglia. La moglie, che ha scoperto il tradimento del marito con la sorella - relazione da cui è nata Sandra -, decide di
abbandonarlo e lui prova a consolarsi con la vicina di casa. Tra le due ragazze,
cresciute come sorelle ed un tempo complici, si crea una forte rivalità, che va ben
al di là del ring. In un incontro d’allenamento Angie ferisce gravemente la cugina
e prende il suo posto sul ring, affrontando la stessa avversaria che l’aveva sconfitta. Domina per tutto il match, consumando con i pugni la sua vendetta, fino a
un clamoroso epilogo.
Joseph runs a boxing club where he coaches Angie and Sandra, her daughter and
her niece. Boxing is their passion which isolates them from everything around
them, but it takes Theresa’s (Joseph’s wife) life and air. On the final evening of the
Championship in France, the defeat of one of the two girls puts at risk the survival of the club itself and breaks the balance within the family. Theresa, who has
discovered her husband’s affair with her sister- a relationship from which Sandra
was born- decides to leave him and he tries to get over it by having an affair with
his neighbour. Between the two girls, grown up as sisters and who has always
lived together in a relationship of complicity, a new strong rivalry is born, which
really continues outside he ring. In a training boxing match Angie hurts her cousin and takes her place in the ring, meeting the same rival who had beaten her.
She dominates the whole match taking her revenge by blowing with her fists, up
to a sensational ending.
52
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale Dans les cordes
Titolo Inglese On the ropes
Regia Magaly Richard
Anno
Nazione
Formato
Durata
Serrano
2006
Francia
35mm.
93’
Cast
Richard Anconina
Maria de Medeiros
Louise Szpindel
Stèphanie Sokolinski
Dominique Blanc
Sceneggiatura Magaly Richard Serrano
Pierre Chosson
Montaggio Yann Dedet
Fotografia Isabelle Razavet
Suono Martin Boissau
Scenografia
Costumi
Produttore
Produzione
Distribuzione
Jean-Marc Schick
Benoit Pfauvadel
Chaterine Rigault
Nathalie Mesuret, Bertrand Gore
Sunday Morning Production
Piramide International
Magaly Richard-Serrano ha vinto alcuni titoli nazionali di boxe in Francia,
prima di laurearsi in storia dell’arte e diplomarsi in cinema. Ha iniziato la propria carriera artistica come regista di cortometraggi. Ne realizza tre dal 1993 al
2000: “Papa a Tué un Ange”, “Va Voir Ici, Viens Voir Ailleurs” e “Romantique ta
Mère!”. Insegna, nel frattempo, sceneggiatura e regia a giovani in difficoltà
presso l’ “Atelier de Production du Centre Val de Loire” e, nel 2000, inizia a lavorare per la televisione come sceneggiatrice. “Dans les cordes” è il suo primo
lungometraggio. Attualmente è impegnata nella preparazione del suo secondo
film “En Mille Morceaux”.
Magaly Richard-Serrano has won some national boxing titles in France, before getting a degree in History of art and a diploma in cinema. She started her
art career as director of short films. She directed three of them between 1993
and 2000: “Papa a tué un ange”, “Va Voir Ici, Viens voir Ailleurs”, and
“Romantique ta Mère!”. In the meanwhile she started teaching film script writing and film direction youth in trouble at the “Atelier de Production du Centre
Val de Loire” and in 2000 she started working as TV script writer. “Dans les
Cordes” is her first feature film. She is presently working at her second film “En
Mille Morceaux”.
Passaggi d’Europa
53
Das Fräulein
Fraulein
ˇ una donna di cinquant’anni originaria della Serbia, vive da molto tempo a
Ruza,
Zurigo, dove gestisce con successo un ristorante self-service. La sua esistenza
ruota intorno al lavoro, non c’è spazio per gli affetti né per la nostalgia del suo
paese, al quale non pensa di ritornare. Mila, una sua vecchia amica di sessant’anni, sogna invece di comprare una casa in Serbia e di trasferirsi con tutta la famiglia. Il ritmo ordinario della loro vita è sconvolto dall’arrivo da Sarajevo di Ana, una
ˇ le
ragazza bella e decisa che cerca di rifarsi una vita lontano dalla guerra. Ruza
offre un lavoro e, pur tra conflitti e incomprensioni, è attirata dalla personalità
della giovane. Ana organizza per lei una festa a sorpresa durante la quale, per la
prima volta, la donna si lascia andare al piacere della danza e, poi, dell’amore che
aveva sempre rifiutato. Il loro rapporto diventa più stretto, non senza qualche diffidenza, fino a quando la giovane le rivela il pesante segreto della sua malattia.
ˇ a fifty-year old woman coming from Serbia, has been living in Zurich for a
Ruza,
long time, where she successfully runs a self-service restaurant. Her existence is
only centered on her work, there is no space for others to be loved or for any feeling of nostalgia for her country, to which she does not think to come back. Mila,
a friend of her, being sixty years old, on the contrary dreams of buying a house in
Serbia and of moving there with all her family. The ordinary rhythm of her life is
upset by the arrival of Ana from Sarajevo, a firm and beautiful girl who is trying to
ˇ offers her a job and, even among
make a new life for herself far from the war. Ruza
conflicts and misunderstandings, she is attracted by the personality of the young
ˇ lets
girl. Ana organizes a surprise party for her during which, for the first time Ruza
herself go to the pleasure of dancing and to the love she had always refused. Their
relationship becomes even closer, not without any distrust, until the young girl
reveals to her the heavy secret of her illness.
54
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Das Fräulein
Fraulein
Andrea Staka
2006
Svizzera,Germania
35 mm Dolby
Surround
Durata 81’
Cast
Mirjana Karanovic
Marija Skaricic
Ljubica Jovic
Andrea Zogg
Zdenko Jelcic
Pablo Agullar
Sceneggiatura Andrea Staka, Barbara Albert,
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Costumi
Produzione
Distribuzione
Marie Kreutzer
Gion-Reto Killias
Igor Martinovic
Jorg Elsner
Peter von Siebenthal, Till Wyler,
Daniel Jakob
Su Erdt
Bettina Marx
Dschoint Ventschr AG, Zdf,
F.I.S.T. Sarajevo, SF Schweizer
Fernsehen, Quinte Film GmbH
Media Luna Entertainment
Andrea Staka è nata in Svizzera nel 1973. Ha iniziato ad occuparsi di fotografia
durante gli studi e, nel 1992, è accettata nel prestigioso “London College of
Printing” di Londra. I suoi interessi si sono poi rivolti al cinema. Frequenta la
scuola di regia presso la “School of Visual Art” di Zurigo, dove si diploma nel
1998 con il cortometraggio “Hotel Belgrad”, che ha ottenuto molti premi in
diversi festival internazionali. Due anni dopo si trasferisce a New York, dove
gira il corto “Daleko”, cui segue, nel 2000, il documentario “Yugodivas” che,
uscito nelle sale svizzere, è nominato per la “Swiss Film Award” come miglior
documentario. “Das Fräulein”, il suo primo lungometraggio di finzione, ha vinto
il “Pardo D’Oro” al Festival di Locarno del 2006.
Andrea Staka was born in Switzerland in 1973. She started working with photography during her studies and, in 1992, she is admitted in the famous
“London College of Printing” in London. Then she turned her attention to the
cinema. She attended the direction school at the “School of Visual Art” in
Zurich, where she got a diploma in 1998 with the short film “Hotel Belgrad”,
which was awarded many prizes in a variety of international festivals. Two
years later she moved to New York, where she produced the short film
“Daleko”, and later in 2000, the documentary film “Yuogodivas” which, come
out in the Swiss cinemas, was nominated for the “Swiss Film Award” as the
best documentary film. “Das Fräulein”, her first fiction feature film, has recently won the “Pardo D’Oro” at Locarno Festival in 2006.
Passaggi d’Europa
55
Emmas Gluck
Emma’s Bliss
Max, un mediocre venditore d’auto, scopre di essere malato terminale di cancro
al pancreas e decide di partire per passare i suoi ultimi giorni in qualche paradiso messicano. Ruba i soldi al socio e fugge in macchina, ma un incidente d’auto
lo catapulta, svenuto, vicino alla casa di Emma, una giovane contadina che si
prende cura di lui. La donna, originale e selvaggia, ma capace di insolita tenerezza con i suoi animali, è in perenne conflitto con la famiglia, la polizia e la banca
locale: i debiti accumulati l’hanno portata sull’orlo del fallimento. I due iniziano
a conoscersi, non senza diffidenze e riserve mentali, e presto diventano inseparabili. La loro vita cambia. La malattia di Max è inesorabile ma non fino al punto
da non lasciare ad entrambi la scoperta dell’amore. Lei accompagnerà con tenerezza il suo amante fino alla fine.
Max, an ordinary car seller, finds out to be a terminally ill person, affected by a
cancer of pancreas, and he decides to leave to spend his last days in a kind of
Mexican paradise. He steals his partner’s money and runs away by his car, but a
car accident catapults him out of his car near the house of Emma, a young farmer
who takes care of him. The woman, peculiar and savage, but able of being originally tender with her animals, is in continuous conflict with her family, the police
and the local band: the debts she has piled up have led her on the verge of bankruptcy. Both start knowing each other, without mistrustfulness and mental reservations, and soon they become inseparable. Their life changes. Max’ illness is
inexorable but it does not avoid them to discover love. She will tenderly accompany her lover to the end of his life.
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Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Emmas Gluck
Emma’s Bliss
Sven Taddicken
2006
Germania
35mm.
99’
Cast
Jördis Triebel
Jürgen Vogel
Martin Feifel
Hinnerk Schönemann
Karin Neuhäuser
Nina Petri
Arved Birnbaum
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Costumi
Trucco
Produttore
Produzione
Distribuzione
Ruth Toma, Claudia Schreiber
Andreas Wodraschke
Daniela Knapp
Andreas Wölki
Christoph Blaser, Steffen Kahles
Peter Menne
Ute Paffendorf
Henny Zimmer
Björn Vosgerau
Wuste Filmproduktion
The Match Factory Gmbh
Sven Taddicken è nato nel 1974 a Hambourg. Dal 1996 al 2002, ha studiato alla
Filmakademie Baden-Württemberg a Ludwigsburg. Inizia la sua carriera nel
cinema con una serie di cortometraggi, premiati a vari festival. Esordisce nel
2001 con il lungometraggio “Mein Bruder der Vampir”, che viene premiato ai
festival di Rotterdam, Valencia e Hof. “Emmas Gluck”, il suo secondo lungometraggio, è stato premiato al festival di Monaco, miglior regista esordiente, e
all’Hamptons Film Festival, migliore sceneggiatura e premio del pubblico.
Sven Taddicken was born in 1974 in Hamburg. From 1996 to 2002 he studied at
the Filmakademie of Baden-Württemberg in Ludwigsburg. He started his career
in the cinema with a variety of short films awarded in various festivals. He debuted in 2001 with the feature film “Mein Bruder der Vampir”, which was awarded
prizes at the Festivals of Rotterdam, Valencia and Hof. “Emmas Gluck”, his
second feature film, was awarded a prize at the Festival of Monaco, as the best
debutant director, and at the Hamptons Film Festival, as the best film-script
awarded a prize by the public.
Passaggi d’Europa
57
The Front Line
The Front Line
Joe Mumba, un profugo originario della Repubblica del Congo con un passato
oscuro, trova rifugio in Irlanda, dove è accolta la sua richiesta di asilo. Inizia una
nuova vita, non senza il peso di una memoria dolorosa, come addetto alla sicurezza in una grande banca. Dopo qualche tempo è raggiunto da una donna con il
figlio piccolo, che lui fa passare per la propria famiglia. Quando la loro vita sembra assumere il respiro della normalità - non senza che si avvertano ombre nel
loro rapporto - la donna e suo figlio sono rapiti da una banda di ladri, che ricattano Joe e lo costringono ad aiutarli a svaligiare la banca. Egli accetta, ma prende delle precauzioni: non consegna il bottino. Il giorno dello scambio qualcosa
va storto, la donna è libera, ma il bambino è preso in ostaggio. L’uomo, disperato, si rivolge ad una banda di congolesi. Essi lo aiutano nella ricerca utilizzando
metodi di inaudita violenza che riportano l’uomo a un passato che avrebbe voluto cancellare.
Joe Mumba, a refugee coming from the Republic of Congo with his dark past,
takes refuge in Ireland, where his request of asylum is accepted. There he starts
a new life, not without the burden of a painful memory, as appointed to the safety
of a bank. After some time a woman with a little child reaches him, and he makes
them pass off as his family. When their life seems to pass normally- not without
shadows in their relationship- the woman and her son are kidnapped by a gang
of robbers who blackmail Joe and force him to help them to rob the bank. He
accepts but takes precautions: he does not hand the spoils over. On the day of
the exchange something goes wrong, the woman is free but the child is taken as
hostage. The man, being desperate, resorts to a band of Congoleses. They help
him with his research using methods of unprecedented violence which make him
go back to a past that he would have liked to wipe out from his memory.
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Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
The Front Line
The Front Line
David Gleeson
2006
Irlanda, Uk/De/Se
35mm
95’
Cast
Eriq Ebouaney
Fatou N’Diaye
Brian Eli Ssebunya
James Frain
Gerard Mc Sorley
Hakeem Kae-Kazim
Sceneggiatura
Fotografia
Musica
Scenografia
Costumi
Produttore
David Gleeson
Volker Tittel
Patrick Cassidy
Jim Furlong, Emer MacAvin
Grania Preston
James Flynn, Philipp Homberg,
Adrian Struges, Lena Rehnberg,
Nathalie Lichtenhaler
Produzione Wide Eye Films
Distribuzione Buena vista international
David Gleeson è nato in Irlanda nel 1966. Ha iniziato la sua carriera a 19 anni,
scrivendo e dirigendo la sua prima opera teatrale “Class Controll”, cui seguiranno molto altri lavori. Nel 1988 si trasferisce in Scozia per seguire gli studi in
Comunicazione e inizia a realizzare cortometraggi. Completati gli studi, comincia a lavorare con una compagnia petrolifera del Mare del Nord per finanziare la
produzione dei suoi lavori. Dopo sette anni di permanenza su piattaforme petrolifere, David si trasferisce negli Stati Uniti e si iscrive alla New York Film
Academy. Nel 1995 scrive e dirige il cortometraggio "Feels Like Home", che ottiene numerosi premi. Quattro anni dopo, fonda, con Nathalie Lichtenthaeler, la
società di produzione Wide Eye Films Ltd. Debutta nel lungometraggio con
“Cowboys & Angels”. “The Front Line” è il suo secondo lungometraggio.
David Gleeson was born in Ireland in 1966. He started his career when he was
19, writing and directing his first play “Class Controll”, to which many other
works followed. In 1988 he moved to Scotland to study Communication and
there he started to produce feature films. When he finished his studies, he started working for an oil company in the North Sea to be able to financially support
the production of his works. After seven years which he spent on working on oil
platforms, David moved to the United States and enrolled at the New York
Academy. In 1995 he wrote and directed the short film “Feels Like Home” , which
was awarded many prizes. Four years later, he founded with Nathalie
Lichtenthaeler, the production company Wide Eye Films Ltd. He debuted in the
production of feature films with the feature film “Cowboys & Angels”. “The Front
Line” is his second feature film.
Passaggi d’Europa
59
Pardonnez Moi
Forgive me
Appena scopre di aspettare il suo primo figlio, Violette decide di donargli un film
sulla propria famiglia. Consigliata dalla sua psichiatra, acquista una telecamera
e comincia a ricostruire il proprio passato. Recupera piccoli frammenti di video
amatoriali di quando era bambina e poi affronta a turno la vita e i segreti della
madre, del padre - dal quale avverte il distacco e l’apparente disamore - e della
sorella. A quest’ultima rivela l’identità del vero padre: un giornalista che la
madre conobbe venti anni prima e che ora vuole stabilire, in una situazione al
limite del paradossale, un rapporto con la figlia. Nessuno esce indenne da questo ritratto di famiglia che si racconta tra crisi, scoppi di rabbia, lacrime e risate.
As soon as she finds out that she is pregnant with her second child, Violette decides to give him a film on her family. Following the advise of her psychiatrist, she
buys a telecamera and starts reconstructing her past. She recovers little pieces
of amateur videos about her child life and then she starts dealing with the life
and secrets of her mother, her father- whose indifference and clear disaffection
she feels- her sister. She reveals to her the identity of her real father: a journalist that her mother met twenty years before and that now wants to restablish, in
a situation which is almost paradoxical, a relationship with her daughter. No one
comes out from this family portrait unhurt, among crises, rage outbursts, tears
and laughers.
60
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Pardonnez Moi
Forgive me
Maïwenn
2006
Francia
35 mm
86’
Cast
Maïwenn
Pascal Gregory
Hèléne De Fougerolles
Aurélien Recoing
Claire Mathon
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Costumi
Produttore
Maïwenn
Laure Gardette
Claire Mathon
Pierre-Yves Lavoué
Mirwais Ahmadzaï
Marité Coutard
François Kraus,
Denise Pineau Valencienne,
Maïwenn Le Besco
Produzione Maï Productions Les film du
Kiosque
Distribuzione SND/ M6 D.A.
Maïwenn è nata in Francia nel 1976. Incoraggiata dalla madre, ha iniziato la sua
carriera d’attrice da giovanissima. Tra i suoi lavori più importanti figurano
“Leon”, “Il quinto elemento” di Luc Besson e “Haute Tension” di Alexandre Aja.
Come regista ha prodotto ed interpretato il corto “I’m an actrice”. Con
“Pardonnez moi”, il suo primo lungometraggio, Maïwenn ha vinto il premio
Cesar come miglior regista esordiente e migliore attrice emergente.
Maïwenn was born in France in 1976. Encouraged by her mother. She started
her career as actress when she was very young. Among her most important
works there are “Leon”, “Il quinto elemento” by Luc Besson and “Haute
Tension” by Alexander Aja. As director she has produced and interpreted the
short film “I’m an actrice”. With “Pardonnez moi”, his first feature film,
Maïwenn has won the prize Cesar as the best debutant director and the best
emergent actress.
Passaggi d’Europa
61
Z odzysku
Retrieval
´
Cresciuto senza un padre, Wojtek, un giovane di diciannove anni, vive in Slask,
una piccola città polacca di minatori. Un mondo fatto di povertà e disperazione,
grigio, duro, nel quale è difficile credere nel futuro e persino amare. Il ragazzo è
innamorato di Katja, una giovane donna emigrata dall’Ucraina con il figlio piccolo e in attesa di ottenere il permesso di soggiorno. Wojtek lascia il suo lavoro alla
miniera per darsi alla boxe, accentando, per soldi, anche incontri truccati.
Cacciato dalla palestra in cui si allena, diventa buttafuori in una discoteca.
Finisce per essere coinvolto pesantemente nei loschi traffici del proprietario, un
gangster mellifluo e spietato. Quest’ultimo lo protegge e gli fa ottenere il permesso di soggiorno per la sua donna che, tuttavia lo abbandona non accettando
più il suo modo di vivere. Più combatte per le cose che ama, più sembra precipitare verso basso.
´
Grown up without a father, Wojtek, a young nineteen year old boy, lives in Slask,
a little Polish town of miners. A world made of poverty and desperation, a grey
and hard world, in which it is difficult to believe in the future and even to love.
Wojtek is in love with Katja, a young woman emigrated from Ukraine with a little
child and waiting to be allowed a residence permit. Wojtek leaves his work as
miner to devote himself to boxing, also accepting for money, fixed fights.
Expelled from the gym where he trains, he becomes a boucer in a disco. Then he
ends by being heavily involved in the shady businesses of the owner, an unctuous and cruel gangster. The latter protects him and makes him to obtain the
residence permit for his woman who however leaves him because she does not
accept his lifestyle anymore. The more he fights for what he loves and the more
he seems to fall into ruin.
62
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Z odzysku
Retrieval
Slawomir Fabicki
2006
Polonia
35mm
104’
Cast
Marek Bielecki
Jacek Braciak
Michal Filipiak
Katarzyna Lecznar
Andrzej Mastalerz
Dimitri Melnichuk
Jowita Miondlikowska
Antoni Pawlicki
Dorota Pomykala
Jan Pyrlik
Karolina Tokarek
Jerzy Trela
Natalya Vdovina
Danuta WiduchJagielska
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Costumi
Produttore
Produzione
Distribuzione
Slawomir Fabicki
Jaroslaw Kaminski
Bogumil Godfrejow
Piotr Knop, Michal Zarnecki,
Joanna Napieralska
Piotr Knop, Michal Zarnecki
Aneta Flis
Lukasz Dzieciol
Opus Film
Arp Selection (FRA)
Slawomir Fabicki Nato a Varsavia nel 1970, frequenta i corsi di sceneggiatura e
di regia alla Scuola di Lódz, diretta da Andrzej Wajda. Esordisce come regista
nel 1999 con il corto “Bratobojstwo (Fratricide)”. Nel 2001 il suo cortometraggio “Meska Sprawa (A man thing)” è nominato all’Oscar e vince numerosi premi
ai maggiori festival internazionali (Clermont - Ferrand, Arcipelago, Edimburgo).
“Retrieval”, il suo primo lungometraggio per il cinema, è stato presentato a
Cannes 2006 nella sezione “Un Certain Regard” e Premiato dalla Giuria
Ecumenica.
Slawomir Fabicki Born in Warsaw in 1970, he attended the script-writing and
direction courses at the school of Lódz, directed by Adrzej Wajda. He debuted as
director in 1999 with the short film “Bratobojstwo (Fratricide)”. In 2001 his
short film “Meska Sprawa (A man thing)” has been nominated for the Oscar and
won many prizes at the major international festivals (Clermont-Ferrand,
Arcipelago, Edimburgh). “Retrieval” is his first feature film for the cinema, it
has been presented at Cannes Festival 2006 in the section “Un certain Regard”
and has been awarded a prize by the Ecumenic Jury.
Passaggi d’Europa
63
CortoEuropa
Le due sezioni CortoItalia e CortoEuropa anche quest’anno vogliono offrire
al pubblico del Festival delle Culture Giovani un’attenta selezione di quelle
che sono, a nostro giudizio, le opere più significative nel panorama del cinema breve italiano ed europeo. Nel selezionare le opere europee ci siamo resi
conto delle difficoltà che col passare del tempo si ripropongono: i criteri di
scelta, la vastità di produzioni e la volontà di portare a Salerno opere di
grande qualità che ci permettano di osservare e conoscere meglio i nostri
vicini europei e le loro storie. Dalla Spagna alla Romania, dall’Estonia alla
Germania le debolezze e i piccoli punti di forza della società ci trasportano
in un mondo fatto di contrasti e di conflitti impercettibili che si risolvono nel
giro di pochi attimi e che questi autori fermano e sottolineano nelle loro
opere. CortoItalia che dallo scorso anno ha svoltato sia nel nome che nell’interpretazione del proprio ruolo, presenta opere di autori di vero talento, una
panoramica sul cortometraggio italiano dell’ultimo periodo. Questi autori, a
dispetto di un mercato inesistente, portano avanti con professionalità e talento un discorso narrativo tutto italiano fatto di quotidianità e di memorie.
Opere di grande espressività, per non dimenticare la nostra storia come
popolo e le nostre storie come individui. In entrambe le sezioni, una diversità di punti di vista che ruota intorno ad un unico perno, quello di raccontare in pochi minuti un piccolo mondo fatto di impressioni, sentimenti e un
po’ del nostro vissuto. Grazia Cuda
The two sections CortoItalia and CortoEuropa are also this year intended to
offer the public of the Festival delle Culture Giovani, an accurate selection of
those works which are most meaningful in our opinion, in the panorama of
the Italian and European short films. On selecting the European works we
have realized how difficult this task is becoming, because of the difficulty of
establishing the selection criteria, because of the wide variety of productions and our will of presenting in Salerno works of a high quality allowing
us to better observe and know how our European neighbours create their
stories. From Spain to Romagna, from Estonia to Germany the weak and
strong points of society lead us within a world full of contrasts and barely
visible conflicts which end in a few minutes and which these authors fix and
focus upon in their works. CortoItalia which since last year has changed
either name or the interpretation of its role, presents works of very talented
authors, a panorama of the Italian short films of the last period. These
authors, despite an almost unexisting market, are developing with professionalism and talent a fully Italian narrative proposal made of daily life
things and of memories. Works of really great expressiveness, to not forget
our history as a people and our stories as individuals. In both sections, the
points of view are different even if they are focused on a central point, that
of telling in a few minutes, about a little world made of impressions, feelings
and a little of our experiences.
66
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
GIURIA CORTO EUROPA
Angelo Camba è consulente Mediaset, collabora alla selezione di
cortometraggi e animazioni per Corto 5 e Pollicino. Negli ultimi
anni è stato ai Festival Internazionali di Cannes, Clermont-Ferrand,
Cicoutimi, Annecy, Aix-en-Provence e Siena. Lavora inoltre come
filmmaker, sceneggiatore, e fa parte dell’Anonima Scrittori.
Angelo Camba works for Mediaset as consultant, for the selection
short films and animation films for Corto 5 and Pollicino. Over the
last years he has been at the International Festival of Cannes,
Clermont-Ferrand, Cicoutimi, Annecy, Aix-en-Provence and Siena.
He also works as filmmaker, script writer and he is a member of the
Association AnonimaScrittori.
Gianluca e Massimiliano De Serio. Hanno prodotto vari film vincitori di premi importanti, tra cui: “Zakaria”, candidato al David di
Donatello ‘06; Nastro d’Argento ‘06 per l’impianto produttivo,
Edimburgh (PRIX UIP, miglior film europeo); “Mio Fratello Yang”,
Miglior Film Europeo ‘05, Nastro d’Argento ‘05 per sceneggiatura,
candidato al David di Donatello ‘05, Cannes, Rotterdam, Vendome
(Migliore regia); “Maria Jesus”, candidato al Globo d’Oro ‘04,
Huesca (Primo Premio e preselezione agli OSCAR), N.I.C.E., Nastro
d’Argento ‘04 (Miglior Corto Italiano); “Il giorno del Santo”, Open
Roads, Cologne, Santa Barbara.
Gianluca and Massimiliano De Serio have produced many films
winners of important prizes, among which there are: “Zakaria”,
candidate to the David di Donatello prize in 2006; Nastro d’argento 2006 for the production project, Edimburgh (PRIX UIP, as the
best European film); “Mio fratello Yang”, as the Best European
Film 2005, Nastro D’Argento 2005 for the best script, a nomination for the David di Donatello prize 2005, Cannes, Rotterdam,
Vendome (as the best direction); “Maria Jesus”, a nomination for
the Golden Globe 2004, Huesca (First Prize and pre-selection for the
OSCAR); N.I.C.E., Nastro d’argento 2004 (Best Italian short film); “Il giorno
del Santo”, Open Roads, Cologne, Santa Barbara.
Enrico Pau si è occupato di teatro, prima come attore, poi come
regista. Esordisce nel cinema nel 1996 con il corto “La Volpe e
l’Ape”, seguono il documentario “Storie di Pugili”; “Pesi Leggeri”
(2001) suo primo lungometraggio in concorso ai Festival di
Montpellier, Cinema Europa di Viareggio e Bellaria, “L’Anatema di
Aquilino”(2004) documentario vincitore del “Premio Giuseppe
Dessì", "Jimmy della Collina” (2006) in concorso nella sezione
internazionale del Festival di Locarno 2006.
Enrico Pau has first started his career as theatre actor and then as
director. He has debuted in the cinema in 1996 with the short film
“La volpe e l’Ape”, then the documentary film “Storie di Pugili”; “Pesi
Leggeri” (2001) his first feature film in competition at the Festivals in
Montpellier, Cinema Europa in Viareggio and Bellaria, “L’Anatema di
Aquilino” (2004), a documentary film winning the prize “Giuseppe Dessì”,
“Jimmy della Collina” (2006) in competition in the international section of
the Festival of Locarno 2006.
Corto Europa
67
Absence
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Absence
Absence
Akos Mester
2006
Ungheria
Beta SP
3’10
Cast
Viegh Tibor
Csaszar Babett
Marton Peter
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Musica
Scenografia
Produzione
Distribuzione
Akos Mester
Akos Mester
Vegh Vozo Zoltan
Arthur Grosz
Grosz Arthur Valentin
Akos Mester
Akos Mester
A una semplice fermata d’autobus può accadere un miracolo.
A simple bus stop can be a place for a miracle.
Akos Mester è nato nel 1983 (Szambathely, Ungheria). Dopo
aver terminato gli studi alla Grammar School in Austria
(Oberwart) ha cominciato a produrre film indipendenti con il suo
migliore amico Vègh vozo Zoltán (MEVO Pictures). Dopo aver terminato gli studi alla POLIFILM School di Budapest (produttore
della Motion Pictures), attualmente egli lavora come tecnico del
montaggio e cameraman per la televisione. Ad oggi sta anche
lavorando per Festival cinematografici internazionali come il
Budapest Short (BUSHO) e il Polifilmfest U30 di Budapest.
Akos Mester was born in 1983 (Szombathely, Hungary).
After finishing the Grammar School in Austria (Oberwart) he started producing independent films with his best friend Végh Vozo Zoltán (MEVO Pictures). After finishing
the POLIFILM School in Budapest (Motion Picture producer), he works at Tv-channels
as editor and cameraman.
He is also working at international Filmfestivals like the Budapest Short (BUSHO) and
the Polifilmfest U30 in Budapest.
68
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
After the rain
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
After the rain
After the rain
Gaelle Denis
2006
Gran Bretagna
Beta Digital
18’10
Cast
Shirley Chantrelle,
Basil Chung
Eleanor Matsuura
Hamish Clark,
Michael Fish
Sceneggiatura Sibel Armuctu
Montaggio
Fotografia
Suono
Montaggio del
suono
Musica
Gaelle Denis
Emiliano Battista
Rob Hardy
Fabrice Gérardi
Andy Thompson
Max de Wardener
Mara Carlyle
Produzione Passion Pictures
Distribuzione Passion Pictures
Ambientata in una tipica strada della East London durante una atipica, calda,
secca, estate inglese, il film racconta la storia d’amore tra due vicini, Lian e
Adrian, il quale soffre di disordini surreali, ossessivi e compulsivi.
Set in a typical street in the East London during an atypical, hot, dry English
summer, this film tells a love story between two neighbours, Lian and Adrian,
who suffers of surreal, obsessive and compulsive disorders.
Gaelle Denis è nata in Francia nel 1975. Frequenta l’Ecole
Nationale Superieure des Arts Decoratifs di Parigi, diplomandosi
con un film d’animazione nel 2000, settore nel quale si specializza a Londra al Royal College of Art. I suoi primi lavori, "Emma"
(1999) e "Cho wa dada?" (2000) la segnalano già a livello internazionale. Gli ultimi suoi lavori, “Fish never sleep” del 2002 e
“City Paradise” del 2004 ottengono prestigiosi premi a diversi
festival internazionali. “After the rain” è il suo ultimo lavoro.
Gaelle Denis was born in France in 1975. She attended the Ecole Nationale Superieure
des arts Decoratifs in Paris, where she got a diploma with an animation film in 2000,
a sector in which he specialized in London at the Royal College of art. Her first works,
“Emma” (1999) and “Cho wa dada?” (2000) indicated her at an international level. Her
last works, “Fish never sleep” dating back 2002 and “City Paradise” produced in 2004,
have been awarded important prizes at many international festivals. “After the rain”
is her last work.
Corto Europa
69
Annem sinema Ögreniyor
Titolo Originale Annem sinema
Ögreniyor
Titolo Inglese My mother learns
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
cinema
Nesimi Yetik
2006
Turchia
35mm
3’ 30
Cast
Dudu Yetik
Nesimi Yetik
Sceneggiatura Dudu Yetik
Nesimi Yetik
Baris Sahin
Nesimi Yetik
Nesimi Yetik
Final Cut Studio
Soundtrack
Scenografia Gülcan Yetik
Produttore Y., D., G., N. Yetik
Produzione Özminimalist Film
Distribuzione Özminimalist Film
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Come può un giovane regista turco insegnare, alla madre vecchia e tradizionalista, il significato dei grandi nomi del
cinema. Non è una cattiva idea cominciare a farle pronunciare correttamente i
loro nomi… Dopo molto tempo, tuttavia, è la stessa madre che diventa la vera
fanatica del cinema.
How can a young turkish director bring home to his old - fashioned mother the
significance of the great names in cinema history? It’s not a bad idea to start
by teaching her how to pronunce their names... Before long, however, it’s his
mother who turns out to be the real film buff.
Nesimi Yetik è nato a Corum nel 1981, attualmente studia drammaturgia all’Università di Ankara.
I suoi lavori sono: “Zan Ser Hic” (Surmise Wickedness
Nothinglees) del 2003 e “Annem Sinema Ögreniyor” (My mother
learns cinema) – del 2006.
Nesimi Yetik He was born in Corum in 1981, he presently studies
dramaturgy at the University of Ankara.
His works are: “Zan Ser Hic” (Surmise Wickedness Nothinglees)
produced in 2003 and “Annem sinema Ögreniyor” (My mother learns cinema) - produced in 2006.
70
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Bongo Bong
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Bongo Bong
Bongo Bong
Ken Wardrop
2006
Irlanda
Digital Betacam
5’10
Cast
Howard Linnane
Bernadette Boland
Betty Krzyzanowski
Brenda Casey
Kieran O’Kelly
Stephen Caribini
Sceneggiatura Ken Wardrop
Fotografia Kate McCullough
Musica Manu Chao
Robin Williams
Produttore Andrew Freedman
Produzione Venom Film
Distribuzione Venom Film
Una breve telecronaca dalla valle delle finestre socchiuse.
A little commentary from the valley of the squinting windows.
Ken Wardrop ha recentemente terminato gli studi di regia, specializzandosi in documentario, alla Irish National Film School.
Insieme a Andrew Freedman, un compagno di scuola, ha fondato
a Dublino, l’agenzia di produzione Venom, che sviluppa progetti
di corto e lungometraggi. Tra le sue opera: “Hen” (2001), “Love is
Like a Butterfly” (2002), “Dampened Spirits” (2003) e “Useless
Dog; Ouch!” (2005).
Ken Wardrop recently completed his studies at the Irish National
Film School where he specialised in directing documentary film. He has co-founded
the Dublin production company Venom with his former classmate Andrew Freedman.
Venom is currently developing both short and feature projects. Among his works:
“Hen” (2001), “Love is Like a Butterfly” (2002), “Dampened Spirits” (2003) e “Useless
Dog; Ouch!” (2005).
Corto Europa
71
Casino
Titolo Originale Casino
Titolo Inglese Casino
Regia Marius Jacob
Anno
Nazione
Formato
Durata
Adina Pintilie
2006
Romania
35mm
12’
Cast
Marilena Botis
Elias Ferkin Musuret
Paliu Ion
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
A. Pintilie, M. Jacob
A. Pintilie, M. Jacob
Marius Jacob
Stefan Rucareanu
Florentin Ionita
Musica Stefan Rucarenau
Florentin Ionica
Produzione Univ. De Arta Teatrala
si Cinematografica
Distribuzione Univ. De Arta Teatrala
si Cinematografica
La vita vista come un gioco di carte - l’avventura del protagonista in una strana casa nella quale partecipa ad un
gioco pericoloso ma affascinante, diventa un’avventura all’interno di sé stesso.
Life seen as a card game - the main character's journey through a strange
house to play a dangerous but fascinating game becomes a journey inside
his own self.
Marius Jacob ha studiato alla UNATC (The National University of
Drama and Film). E’ stato direttore della fotografia per vari film
tra cui “Dupa o nunta” (After a wedding), e poi co-regista e sceneggiatore.
Adina Pintilie ha studiato alla UNATC (The National University of
Drama and Film). Le sue opere, tra cui "Nea Pintea ...the Model,
"Her", “The Fear of Mr.G”, “Casino” e “Don’t Get Me Wrong,
But…” hanno ricevuto moltissimi riconoscimenti.
Marius Jacob studied at UNATC (The National University of Drama and Film). He has
worked at many films as photography director like “Dupa o nunta” (After a wedding),
and then as co-director and script-writer.
Adina Pintilie studied at UNATC (The National University of Drama and Film).
Her works among which there are “Nea Pintea…the Model”, “Her”, “The Fear of
Mr.G.”, “Casino” and “Don’t Get Me Wrong, But” have received many prizes.
72
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Dummy
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Dummy
Dummy
Diderik Van Rooijen
2006
Olanda
35mm
10’
Cast
Gijs Sholten van
Aschat
Fedja van Huet
Priscilla Knetemann
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Costumi
Trucco
Effetti speciali
Produttore
Produzione
Distribuzione
Diederik van Rooijen
Moek Degroot
Lennert Hillege
Jan Scherter
Bart Westernlaken
Marije van der Waard
Bho Roosterman
Linda Van Straten
Thaumar Rep, Shosho
Sharon Yosef
Family Affair Film
SND Films
Notte: due feriti ricostruiscono il più grande
errore della loro vita.
Tonight, two damaged men reconstruct the biggest mistake of their lives.
Diderik Van Rooijen nato nel 1975, ha studiato fino al 2001 alla
Accademia di Film e Televisione Olandese. Ha iniziato la sua carriera come regista e sceneggiatore di lungometraggi, cortometraggi, serie televisive e spot pubblicitari. Il suo primo cortometraggio “Babyphoned” nel 2002 ha avuto il premio NPS per il
miglior cortometraggio.
Diderik Van Rooijen born in 1975, he studied up to 2001 at the
Dutch Film And Tv academy. He started his career as director and
script writer of feature films, short films, TV serials and advertising spots. His first
short film “Babyphoned” has won the NPS prize as the best short film in 2002.
Corto Europa
73
Fair Trade
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Fair Trade
Fair Trade
Michael Dreher
2006
Germania, Marocco
35mm
14’40
Cast
Barnaby Metschurat
Judith Engel
Mohamed Oumai
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Michael Dreher
Wolfgang Weigl
Ian Blumers
André BendocchoiAlves
Musica Andrè Bendocchi-Alves
Costumi Tanja Weck
Trucco Jenny Retzlaff
Produttore Karim Debbagh,
Michael Dreher
Produzione Kasbah-Fils
Distribuzione Premium Films
La piccola distanza ma allo stesso tempo il
grande gap tra i cosiddetti Paesi del Terzo Mondo e l’Europa è rappresentata
dallo Stretto di Gibilterra. “Fair Trade” è una delle tante storie che qui accadono ogni giorno.
The shortest distance and at the same time the most obvious gap between
the so-called Third World Countries and Europe is the Straits of Gibraltar.
“Fair Trade” is one of the many stories that happen there every day.
Michael Dreher è nato nel 1974 nei pressi di Stuttgart. Dal 1997
ha studiato alla famosa scuola di cinema di Monaco nel dipartimento di film. Due anni dopo ha iniziato a lavorare come regista
free lance per video-clip musicali e spot commerciali.
Michael Dreher was born in 1974 near Stuttgart. Since 1997, he
has studied at the famous school of cinema in Munich at the film
department. Two years later he has started working as free lance
director for musical video-clips and commercial spots.
74
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Madres
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Madres
Madres
Mario Iglesias
2006
Spain
35 mm
23’
Cast
Mario Iglesias
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Produzione
Mario Iglesias
Mario Iglesias
Mario Iglesias
Mario Iglesias
Mario Iglesias
Matriuska
Producciones S. L.
Daniel Froiz
Julia è una pittrice, un giorno riceve la visita di una donna che le commissiona qualcosa di strano: un ritratto del figlio defunto, del quale però non ha
neanche una fotografia dalla quale prendere spunto.
Julia is a painter, one day she receives the visit of a woman who commissions
her a strange thing: a portrait of her dead son, of whom he has got not even
a photo from which to get inspiration.
Mario Iglesias è nato a Pontevedra, Spagna, nel 1962. Laureato
in Belle Arti, comincia la sua carriera negli anni novanta. Tra le
sue opere: "El monstruo de la playa” (2000), "Corten” (2002), “Il
Bar” (2006).
Mario Iglesias was born in Pontedera, Spain, in 1962. He graduated in Fine Arts, he started his career in the ‘90es. Among his
works we remember: “El monstruo de la playa” (2000), “Corten”
(2002), “Il Bar” (2006).
Corto Europa
75
Message for Neghbours
Titolo Originale Message for
Neghbours
Titolo Inglese Message for
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Sceneggiatura
Montaggio
Suono
Musica
Animazione
Voce narrante
Produzione
Distribuzione
Neghbours
Priit Tender
2006
Estonia
35 mm
10’20
Priit Tender
Priit Tender
Horret Kuus
Märt-Matis lill
Pritt Tender
Tonu Kart
Eesti Joonisfilm
Eesti Joonisfilm
Anti è un tecnico che ripara televisori. Un giorno comprende che è il mondo
ad aver bisogno di essere riparato.
Anti is a technician who repairs televisions. One day he realizes that the
world itself needs to be repaired.
Priit Tender è nato a Tallin nel 1971. Si è Laureato come insegnante d’arte all’Università di Tallin. Il suo primo lavoro è stato
come collaboratore di Priit Pärn e Janno Põldma per il film "1895"
(1995). Debutta alla regia il corto d’animazione “Gravitation”nel
1996.
Priit Tender was born in Tallin in 1971. He graduated as art teacher at the university of Tallin. His first work was as collaborator
of Priit Pärn and Janno Põldma for the film “1895” (1995). He
debuted at the direction of the animation short film “Gravitation” in 1996.
76
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Raak
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Raak
Contact
Hanro Smitsman
2006
Olanda
35mm
10’
Cast
Nino van der Lee
Camilla Siegertsz
Juda Goslinga
Jelka van Houten
Leon Voorberg
Sceneggiatura Philip Delmaar
Anjet Daanja
Hanro Smitsnam
Montaggio Marc Bechtold
Fotografia Joost Rietdjik
Suono Eddy de Cloe
Jan Schermer
Musica Foons Markies
Scenografia Ruben Shwartz
Rober Van der Hoop
Produttore Marc Bary
Produzione Ijswater Films
Distribuzione SND Films
Raak si svolge intorno a tre personaggi fondamentali: c’è un ragazzo che distrugge
automobili, sua madre single che si veste da uomo in un momento di disperazione, e un uomo corpulento che è bruscamente respinto dalla persona che
adora.
Raak is centered on the story of three main characters: there is a boy who
destroys cars, his mother who is single and who disguises herself as a man
in a moment of desperation, and a stout man who is rudely rejected by the
person he adores.
Hanro Smitsman è nato a Breda nel 1967, ha studiato
all’Accademia del Film e della Televisione di Amsterdam ed ha
diretto una serie di cortometraggi che hanno riscosso grande successo. Tra i suoi lavori: il cortometraggio “Ahmed was hier”
(2000), il documentario “Engel en Broer” (2004), la serie TV “Fok
jou!” (2006).
Hanro Smitsman was born in Breda in 1967. He has studied at the
Film and Television Academy in Amsterdam and has directed a
variety of short films which have gained a big success. Among his works: the short film
“Ahmed was hier” (2000), the documentary film “Engel en Broer” (2004), the TV serial
“Fok jou!” (2006).
Corto Europa
77
Rachel
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Rachel
Rachel
Frederic Memoud
2006
Francia, Svizzera
35mm
15’
Cast
Nina Meurisse
Tina Becker
Mathieu Dessertine
Eric Ruf
Damien Taranto
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Produzione
Distribuzione
Frederic Mermoud
Sarah Anderson
Thomas Hardmeier
Bruno Reiland
Florent Lavallee
Fabienne Benisti
Tabo Tabo Films
La Luna Productions
Rachel, una giovane studentessa, fa da baby-sitter a Hugo, un bambino di tre
anni che vive da solo con il padre. Una sera, “mentre” accudisce il bambino,
alcuni amici le fanno inaspettatamente visita.
Rachel, a young student, is the baby-sitter of Hugo, a three year old child
who lives only with his father. One evening, while she is “taking care” of the
child, some friends unexpectedly come to visit her.
Frédéric Mermoud è nato nel 1969 a Sion in Svizzera. Ha frequentato la scuola di cinema di Losanna, diplomandosi in regia
televisiva e cinematografica. Ha realizzato molti documentari, tra
cui “Nocturne”, “Les paysages intérieurs de Gottfried Tritten”,
“Dissonance, des idées dans la tête” e i cortometraggi “Son jour
à elle”, “Les électrons libres”, “Délit mineur” e “L’escalier”, premiato al festival di Cabourg nel 2003. Mermoud ha realizzato,
dopo “Rachel”, il lungometraggio “Bonhomme de Chemin”.
Frédéric Mermoud was born in 1969 in Sion in Switzerland. He has attended the
school of cinema in Lausanne, where he has got a diploma in TV and cinema direction.
He has produced many documentary films such as “Nocturne”, “Les paysages intérieurs de Gottfried Tritten”, “Dissonance, des idées dans la tête”, and L’escalier”,
awarded a prize at the festival of Cabourg in 2003. Mermoud has produced, after
“Rachel”, the feature film “Bonhomme de Chemin”.
78
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Rendez-Vous
Titolo Originale
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Rendez-Vous
Marcin Janos Krawczyk
2006
Polonia
35 mm
9’00
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Produzione
Marcin Janos Krawczyk
Wojciech Jagiello
Wojciech Staròn
Aleksandra Zawrotniak
Andrzej Wajda Master
School of Film Directing
Distribuzione Andrzej Wajda Master
School of Film Directing
A young man and a young woman are out on their first date at a restaurant.
An evening that for anyone else would be perfectly normal is an extraordinary adventure for these two people. A sensitive Docudrama about two
People who are Just a little bit different...
A young man and a young woman are out on their first date at a restaurant.
An evening that for anyone else would be perfectly normal is an extraordinary adventure for these two people. A sensitive Docudrama about two
People who are just a little bit different...
Marcin Janos Krawczyk è nato a Tomaszòw Lubelsky in Polonia
nel 1978. La sua carriera inizia con la professione di attore, successivamente frequenta la scuola di documentari di Andrzei
Wajdad di Varsavia dove ha composto due cortometraggi.
Marcin Janos Krawczyk was born in Tomaszòw Lubelsky in
Poland in 1978. His career starts as an actor, then he attends the
school of documentary films by Andrzei Wajdad in Warsaw where
he has produced two short films.
Corto Europa
79
Sretan put Nedime
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Sretan put Nedime
Good luck Nedim
Marko Santic
2006
Slovenia
Beta SP
12’50
Cast
Jaka Lah
Tomaz Cesnjevar
Dario Varga
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Produzione
Distribuzione
Goran Vojnovic
Matjaz Jankovic
Jure Cernec
Julij Zornik
Marijan Mlakar
AGRFT, Jozica Blatnik
AGRFT, Marko Santic
Arrivato al confine sloveno, Nedim non ha il visto necessario per entrare.
Nedim ha il cancro, in fase terminale, e non vuole morire in Germania, ma nel
suo paese, in Bosnia. Amir è determinato a non abbandonare suo fratello.
Upon arrival at the Slovenian border Nedim does not have a proper visa for
entering. Nedim is in the last stages of cancer and does not want to die in
Germany but in his own country, in Bosnia. Amir is determined not to let his
brother down.
Marko Santic è nato nel 1983 a Splitin in Croatia. Nel 2002, ha
cominciato i suoi studi all’Accademia di Teatro, Radio, Film e
Televisione di Ljubljana, in Slovenia. Esordisce nel cinema con un
documentario, “Rememberance home” (2004). “Good luck
Nedim” è il suo primo cortometraggio di finzione.
Marko Santic was born in 1983 in Splitin in Croatia. In 2002 he
started his studies at the Theatre Radio, Film and Television
Academy in Ljubljana, in Slovenia. He debuted in the cinema with
a documentary film, “Remembrance home” (2004). “Good luck Nedim” is his first fiction short film.
80
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Il Supplente
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Il Supplente
The Substitute
Andrea Jublin
2006
Italia
Digital Betacam
15’
Cast
Andrea Jublin
Arianna dal Buono
Lorenzo De Cicco
Lisa Galantini
Valentino Campitelli
Nicola De Feo
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Scenografia
Produzione
Distribuzione
Andrea Jublin
Pierpaolo Adami
Daniele Massaccesi
Claudio Bresciani
Melina Ormando
Frame by Frame
Andrea Jublin
Perché un insegnante si comporta così davanti ai suoi allievi? Una storia di
nostalgia dedicata a coloro che hanno difficoltà di comportamento.
Why does a teacher behaves this way before his students? A story of nostalgia devoted to those who have some difficulties of behaving.
Andrea Jublin, si è diplomato alla scuola di recitazione del teatro
stabile di Genova e come attore ha preso parte a diversi spettacoli del Teatro Stabile di Genova. Nel 2002 ha scritto e diretto il lungometraggio "Ginestra", realizzato con attori e tecnici della
"compagnia di cinema indipendente" che ha fondato con altri
soci nello stesso anno. In seguito ha scritto e diretto i corti
"Coraggio. Coraggio. Coraggio" e "Grazie al cielo", premiato alla
decima edizione di Linea d’Ombra SalernoFilmFestival.
Andrea Jublin got a diploma at the Actor’s School of the Municipal theatre in Genoa
and as actor he participated in many plays performed at the Teatro Stabile in Genoa.
In 2002 he wrote and directed the feature film “Ginestra”, performed with actors and
technicians of the “company of independent cinema” which he has founded together
with other members in the same year. Later he has written and directed the short films
“Coraggio.Coraggio.Coraggio” and “Grazie al cielo”, awarded with a prize at the tenth
edition of the Linea d’Ombra SalernoFilmFestival.
Corto Europa
81
Tanghi Argentini
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Tanghi Argentini
Tanghi Argentini
Guido Thys
2006
Belgio
35mm
14’
Cast
Dirk van Dijck
Hilde Norga
Koen Van Impe
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Costumi
Trucco
Produttore
Geert Verbanck
Alain Dessauvage
Frank Van Den Eeden
Pedro van der Eecken
Alan Muller
Johan Van Essche
Kristin Van Passel
Fabienne Adam
Anja Daelemans
Dries Phylpo
Produzione Anothe Dimension of
an Idea
Distribuzione Premium Films
A dispetto dell’anonima e fredda atmosfera che vige sul suo posto di lavoro, un
impiegato cerca di rendere felici i suoi colleghi. Invece del classico regalo
natalizio, vuole donare loro qualcosa di reale e prezioso. “Tanghi Argentini”
è una favola moderna.
Despite the anonymous and cold atmosphere reigning in his working place,
a clerk tries to make his colleagues happy. Instead of the classical Christmas
presents, he wants to give them something real and precious. “Tanghi
Argentini” is a modern tale.
Guido Thys è nato nel 1957. Esordisce nel cinema come creatore e
regista di famose soap-opera, serie televisive e programmi per
bambini. Nel 2001 il suo corto “Mon” ha vinto il “Prix de la
Jeunesse” al festival di Vendome in Francia. Il suo ultimo film,
“Tanghi Argentini”, è stato premiato come miglior corto belga al
“Ghent Film Festival”.
Guido Thys was born in 1957. He debuted in the cinema as creator
and director of famous soap-operas, TV serials and children’s programs. In 2001 his short film “Mon” was awarded the “Prix de la Jeunesse” at the
Festival of Vendome in France. His last film, “Tanghi Argentini” has been awarded a
prize as the best Belgian short film at the “Ghent Film Festival”.
82
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Tricko
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Tricko
The T-Shirt
Hossein Martin Fazeli
2006
Slovacchia
Beta SP
10’40
Cast
Marian Mitas
Andrej Kovac
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Hossein Martin Fazeli
Matej Benes
Tomás Sabo
Peter Moncek
Martin Hejl
Musica Daniel Walter
Scenografia Raffo Tatarko
Thomás Nemec
Costumi Biba Bohinská
Trucco Eva Hartmanová
Produttore Pavel Simbartl
Raffo Tatarko
Igor Brossmann
Produzione Forward International
Distribuzione Forward International
Mark è metà americano, metà slovacco e
ha forti convinzioni. Durante un viaggio in
Slovacchia incontra Tomas, un commesso
di un negozio, che indossa una T-shirt che
offende le sue convinzioni.
Mark is half-American, half-Slovak. And he has strong beliefs. In a trip to
Slovakia he meets Tomas who is wearing a T-shirt that offends his beliefs.
Hossein Martin Fateli è un regista persiano-canadese. Ha conseguito il diploma in Produzione Cinematografica presso la
Vancouver Film School, in Canada. Ha diretto cortometraggi,
documentari e campagne pubblicitarie di servizio pubblico. Tra le
sue opera: “Who is Sahraa?” (2003), “A foreign poem” (2004),
“The journey” (2005) e “The T-Shirt” (2006).
Hossein Martin Fateli is a Persian-Canadian director. He has got
a diploma in Cinematographic.
Production at the Vancouver Film School in Canada. He has directed short films, documentary films and advertising campaigns being part of public service. Among his
works: “Who is Sahraa?” (2003), “A foreign poem” (2004), “The journey “ (2005) and
“The T-Shirt” (2006).
Corto Europa
83
CortoItalia
Aspettando Hollywood
Alessandra Cardone
2006
Italia
Digital Betacam
10’10
Cast
Alessia Donadio,
Valentina Valsania
Due amiche – una ormai attrice famosa, l’altra ancora
sconosciuta attrice di teatro – passeggiano insieme,
rivelando come le loro scelte professionali condizionano senza spezzare la loro amicizia. Quando la realtà è
profondamente diversa da come la vorremmo, la
mente ci viene incontro, ma….
Two friends- one of them is by now a famous actress,
the other is still an unknown theatre actress- walk
together, revealing how their professional choices
influence them without breaking their friendship.
When reality is so much different from that we would
like to have, our mind helps, but…
Titolo Originale
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Soggetto
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Alessandra Cardone
Alessandra Cardone
Maria Maestri
Marco Bassani
Maria Maestri
Ettore Della Campa,
Gianfranco Clerici
Produzione Filmmaster
Distribuzione Eurorscg
Ciao, Lara
Aspettando Hollywood
Titolo Originale
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Ciao, Lara
Ernesto Spinelli
2006
Italia
Digital Betacam
3’30
Cast
Christine Hassan
Nanni Baldini (Voce)
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Costumi
Produzione
Sergio Donati
Luca Di Marino
Raffaele Massa
Giulio Del Prato
Olivia Bellini
Proposition Number
Seven
Distribuzione Proposition Number
Seven
86
Una donna nel suo appartamento ultramoderno. Un
computer gestisce la sua vita. Chi è umano e chi non lo
è?
A woman in her ultra modern flat. A computer runs her
life. Who is human and who isn’t?
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Conta fino a tre
Titolo Originale
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Conta fino a tre
Giuseppe Lupoi
2006
Italia
Beta SP
10’
Cast
Frederic Juanlong
Un ragazzo italiano in Francia, dopo la finale dei mondiali di calcio. Un confronto di culture, una fede calcistica sono il pretesto per una riflessione sulla capacità
di ciascuno di controllare le proprie reazioni e capire
che all’azione dell’uno corrisponde la reazione dell’altro.
Titolo Originale
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Destre Zamo
Suono Francis lassus Lalanne
Musica
Effetti speciali
Produzione
Distribuzione
Stefano Maccarelli
Stefano Maccarelli
Luca Maccarelli
Lupo Entartenment
Lupo Entartenment
Forme
An Italian boy in France, after the final match of the
Football World Championship. A meeting of cultures, a
football faith are an excuse for reflecting upon the ability of everyone of controlling his own reactions and of
understanding that to the action of one person the
reaction of another corresponds.
Sceneggiatura Giuseppe Lupoi
Montaggio Giuseppe Lupoi
Fotografia Timoty Aliprandi
Forme
Stefano Viali
2006
Italia
35mm
12’
Cast
Edoardo Viali
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Valeria Moretti
Lorenzo Ciccinato
Massimo Intoppa
Hubert Westkemper,
Antonino Chiaramonte
Musica Antonino Chiaramonte
Voce Piera Degli Esposti
Scenografia Luca Servino
Produzione Imaie, Intelfilm S.r.l.,
Ambrosini & Associati
Distribuzione Intelfilm S.r.l.,
Ambrosiani & Associati
La solitudine di un bambino di 10 anni che cerca se
stesso in una situazione di restrizione estrema. Il bisogno di dare forma al proprio disagio interiore.
The solitude of a ten-year-old child who finds himself
in a situation of extreme restriction. About the need of
giving shape to our inner discomfort.
Corto Italia
87
Homo homini lupus
Matteo Rovere
2006
Italia
35mm
19’
Cast
Filippo Timi
Valentina Chico
Noah Lombardi
Marco Bizzoni
Novembre, 1944, regione Lazio. Le ultime ore di un
partigiano. Un tentativo di ricordare quanto sia difficile e cosa significhi essere liberi.
November, 1944, Latium countryside. The last hours of
an Italian partisan. An attempt to remember how hard
it is and what it means to be free.
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Sceneggiatura Giuliano Bottani,
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Costumi
Produttore
Produzione
Distribuzione
Matteo Rovere
Consuelo Catucci
Vladan Radovic
Maricetta Lombardo
Sigur Ros
Valeria Bevilacqua
Alessandra Stella
Andrea Paris
Ascent Film
Ascent Film
Ieri
Homo homini lupus
Titolo Originale
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Ieri
Yesterday
Luca Scivoletto
2006
Italia
35mm
13’30
Cast
Andrea Bosca
Valentina Lodovini
Sceneggiatura Luca Scivoletti,
Francesco Brancaleoni
Montaggio Jacopo Quadri
Fotografia Rocco Marra
Suono Andrea Sileo
Musica Adriano Celentano
Scenografia Gaia Mussi
Costumi Olivia Cutore
Produttore L. Scivoletto, G. Mancini
Produzione Cineuovo film
Nico film
Distribuzione Luca Scivoletto
88
Milano, dicembre 1969. Due giovani membri del movimento studentesco assistono ad un tragico evento: un
attacco terroristico alla Banca dell’Agricoltura in
Piazza Fontana, evento che segna l’inizio del terrorismo politico in Italia negli anni 70.
Milan, December 1969. Two young members of the
Student’s Movement must face a tragic event: the
bomb attack at the Agricultural Bank in piazza
Fontana, which will mark the beginning of political terrorism in Italy during the 70s.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Incrocio
Titolo Originale
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Incrocio
Francesco G. Raganato
2006
Italia
35mm
2’
Cast
Lidia Vitale
Simone Spinazzè
A man and a woman, the encounter of their looks,
trying to remember a foregoing meeting, the while is
passed by and life continues its course.
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Musica
Produzione
Distribuzione
Josè Sanchis Sinisterra
Francesco G. Raganato
Daniele Poli
Alessandro Molinari
Incredibile Machine
Francesco Giuseppe
Raganato
Night Flowers Stands
Night Flowers Stands
Clarissa Cappellani
2006
Italia
Digital Betacam
15’00
Cast
Anadi “Hagi” Mishra
Francesco Maimone
Barbara Valmorin
Manuela Lo Sicco
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Produttore
Produzione
Distribuzione
Clarissa Cappellani
Donatella Sacco
Clarissa Cappellani
Eugenio Cerocchi
Eugenio Cerocchi
Andrea Urso
Paolo Guerrieri
Statobrado film
Statobrado film
Electra, una giovane studentessa greca, decide di
uscire in piena notte nelle strade di Roma per comprare l’esotico fiore “Night Flower” da regalare al suo
ragazzo. L’impresa però si rivela più ardua del previsto.
Electra, a young Greek student, decides to go out at
dead of night in the streets of Rome to buy the exotic
flower “Night Flower” to give it as a present to her boyfriend. The enterprise reveals itself to be harder than
expected.
Corto Italia
Night Flowers Stands
Un uomo e una donna, l’incontro dei loro sguardi, nel
tentativo di ricordare un incontro precedente, l’attimo
è passato e la vita riprende il suo corso.
89
No smoking company
No smoking company
Edo Tagliavini
2006
Italia
Beta SP
15’00
Cast
Enzo De Caro
Jo Sung
Alla Whang Corporation tutti i manager sopra i quarantacinque anni sono stati licenziati e rimpiazzati da colleghi più giovani e senza scrupoli. Marcello Tempi
attende il suo turno. Il giorno in cui il Signor Ma presidente della compagnia lo convoca, Tempi ha un asso
nella manica.
At the Whang Corporation all the managers over fortyfive have been dismissed and have been replaced by
their younger and unscrupulous colleagues. Marcello
Tempi is waiting for his turn. The day on which Mr. Ma,
president of the company calls him to his office, Tempi
has an ace up his sleeve.
Sceneggiatura Massimo Lolli
Montaggio Filippo Maria
Fotografia
Suono
Musica
Produzione
Distribuzione
Montemurro
Gianni Cigna
Marco Benevento
Blind Birds
Eskimo
Eskimo
Noemi
No smoking company
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Titolo Originale Noemi
Titolo Inglese Noemi
Regia Fabio Ferro
Anno
Nazione
Formato
Durata
Sydney Sibilia
2007
Italia
Dolby Digital
15’00
Cast
Sydney Sibilia
Fabio Ferro
Miriam Candurro
Sceneggiatura Fabio Ferro
Montaggio
Fotografia
Musica
Produzione
Distribuzione
90
Sydney Sibilia
Gianni Vezzosi
Antonio Grambone
Ignazio Bellucci
Tathagata
Tathagata
“Voi ci credete al destino? Io no! O meglio, non ci credevo fino a quel giorno. Il giorno in cui il destino mi si
presentò davanti e mi disse il suo nome”.
“Do you believe in destiny? I don’t! At least until that
day. The day when the destiny appeared at my door,
and told me its name”.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
trascurabile
Titolo Inglese A passion you can’t
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
get rid off
Antonio V. Marino
2007
Italia
DV cam
14’
Cast
Due amici dopo dieci anni si rincontrano per caso nel
bagno di un hotel di lusso. Si erano lasciati in una
Accademia d’arte drammatica, volevano calcare le
scene dei teatri italiani e seguire le orme di Vittorio
Gassmann, ma la vita li ha portati in tutt’altra direzione…
Two friend meet again after ten years, by chance, in a
luxury hotel. They last time they saw each other had
been at an academy of Dramatic Art, when they wanted to tread the boards of the Italian theatres and to
follow Vittorio Gassman’s footsteps, but life has led
them to a completely different destination…
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Peppino Mazzotta
Andrea Bruschi
Alfonso Postiglione
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Costumi
Distribuzione
Antonio V. Marino
Massimiliano Pacifico
Alessandro Abate
Dario Todero
Giuseppe Sasso
Nunzia Esposito
VLAD FILM
Silenzio Assenso
Silent Consent
Alessandro Bianco
2006
Italia
Digital Betacam
11’00
Cast
Andrea Giovannucci
Sceneggiatura Alessandro e Donatello
Bianco
Montaggio Lorenzo Branca,
Fotografia
Suono
Scenografia
Produttore
Produzione
Distribuzione
Alessandro Bianco
Michele d’Attanasio
Roberto Passuti
Marco Bertozzi
Donatello Bianco
Donatello Bianco
Donatello Bianco
In un’affollata pizzeria, un cameriere combatte per
attirare l’attenzione dei clienti. Il chiasso e la frenesia
delle conversazioni rendono difficile l’ascolto da parte
di questi e all’apice del caos il cameriere, perdendo la
pazienza, insegna a tutti il vero significato del silenzio.
A crowded pizzeria on a Friday night. A waiter struggles to get the attention of the customers at a large,
noisy table. The louder and more frenetic the conversation, the more difficult it becomes for the waiter to
be heard. At the edge of chaos, the waiter runs out of
patience and we learn the true price of silence.
Corto Italia
Silenzio Assenso
Una passione non trascurabile
Titolo Originale Una passione non
91
Made
inNaples
L’attenzione nei confronti dei documentari dell’area partenopea risponde
all’esigenza profonda di indagare un nuovo settore della creatività, che non
riguarda solo il cinema. Il caso di “Gomorra” è indicativo per una nuova scrittura capace di aderire nel profondo alle pieghe della realtà, anche quelle più
ulcerate dalla malavita o dal malaffare. Il documentario su e intorno a
Napoli, inoltre, non si arresta alla visione di una città ma assume la funzione
di una vera grande metafora sulle città moderne, tra mille contraddizioni e
piccole luci, per quanto tenui, resistentissime. Il fatto stesso che siano
diventati racconti è segno di speranza. C’è una delega da parte della fiction
nei confronti del documentario? Forse sì. Proprio in epoca di digitale, che
sembra aver spezzato il legame ontologico tra realtà e immagine, si assiste
alla necessità di “fare a pezzi” la verità e servirla pronta all’uso per una
memoria visiva che non si affida più, senza rete, alla seduzione della finzione narrativa. Peppe D’Antonio
Dal nuovo ventre di Napoli documentari sulla città inquadrata e percorsa dal
2000 in poi, per tre giornate d’immagini e incontri su una magmatica linea
d’ombra socioculturale. Importante e motivato, indagatorio e sottile, partecipato e strutturato, l’insieme eterogeneo ma centripedo dei 7 documentari
(dei quali uno ha 3 “puntate”) chiosato dalla docufiction indipendente su
marginalità rom e politica urbanistica di Carlo Luglio “Sotto la stessa luna”,
è un recente Made in Naples che colpisce, racconta, inquieta, soddisfa, a
seconda...
Cittadini tifosi e cittadini giuridici (“E.A.M” e “L’udienza è aperta di Marra”),
scuole di vera periferia (“Pesci combattenti” di D’Ambrosio-Di Biasio e “A
scuola” di Di Costanzo) un prete anti molte cose (“Don Vitaliano” di
Pisanelli) una città ondeggiante e paradossale (“Vedi Napoli e poi muori” di
Caria) la città navigata a remi da superstiti giornalisti (“Cronisti di strada” di
Pannone-Santoni). Il digitale delle mdp di questi registi - con troupes leggere e molto efficaci di produzioni che più indipendenti di così...- fa toccare,
appunto, corpi e vicoli, fa entrare in istituzioni e redazioni, in automobili in
cui confidarsi è facile, scruta animi e cervelli, racconta con tecnica adeguata
al luogo un senso di frenetico smarrimento, un residuo attivismo civile, una
curva del male di vivere che stavolta solemarepizzaemandolino non ce la
fanno (meglio così?!) a edulcorare. Folclore? Zero. Retorica? Quasi zero.
Soluzioni? Via, siamo a Napoli, sono film documentari, se proponessero
soluzioni sai che noia... Maurizio di Rienzo
94
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
The attention given to the documentary films produced in the Neapolitan
area comes from the deep need of investigating a new sector of creativity,
which does not only regard the cinema. The case of “Gomorra” is significant
inasmuch it shows a new writing able of reflecting the depths of reality, even
that which is tormented by the underworld and criminals. The documentary
film on and about Naples, moreover, does not limit itself to describe a city
but it assumes the function of a big metaphor on modern cities, among a
thousand contradictions and little lights, which even if they are little, they
are very resistant. The fact itself that they have become short stories, is a
sign of hope. Is there any delegation on behalf of fiction as regards documentary films? Perhaps yes. Just in a time of digital technology, which seems
to have broken the ontological link between reality and image, we see the
necessity of “tearing into pieces” the truth and of serving it ready for use to
a visual memory that does not trust, outside a network, upon the seduction
of the narrative fiction anymore. Peppe D’Antonio
From the new womb of Naples documentary films on the city framed and
gone through from 2000 on, for three days of images and meetings along a
jumbled social-cultural shadow line. The important and motivated, investigating and subtle, participated and structured, heterogeneous but centripetal set of 7 documentary films (out of which one has got 3 “instalments”) commented by the independent docufiction on Rom marginality
and urban planning policy by Carlo Luglio “Sotto la stessa luna”, is a recent
Made in Naples which impresses, tells, disturbs, satisfies, according to…
Fan citizens and juridical citizens (“E.A.M. and “L’udienza è aperta di
Marra”), schools of real suburbs (“Pesci conbattenti” by D’Ambrosio-Di
Biasio and “A scuola” by Di Costanzo) a priest against many things (“Don
Vitaliano” by Pisanelli), a fluctutating and paradoxical city (“Vedi Napoli e
poi muori” by Caria) the city sailed by roaming by survived journalists
(“Cronisti di strada” by Pannone-Santoni). The digital technology of the
mdps of these directors- with light and very efficient troupes of productions
which cannot be more independent than what they are…- makes us just
touch bodies and alleys, makes us enter institutions and editorial offices,
cars in which to open one’s heart is easy, it pries into souls and brains, it
tells by a technique which is fit for the place, a sense of frenetic bewilderment, a residual civil activism, a bend of the life sickness which this time
sunseapizzaandmandolin do not (so much the better!) sweeten. Folklore?
Zero. Rhetoric? Almost zero. Solutions? Well, we are in Naples, they are documentary films, if they suggested solutions, what a bore… Maurizio di
Rienzo
Made in Naples
95
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
A scuola
At school
Leonardo di Costanzo
2003
Italia
Digital Beta
60’
Cast
Preside, insegnanti e
alunni della Scuola
Media "Cortese" di
San Giovanni a
Teduccio (Napoli)
Leonardo di Costanzo
Aurélie Ricard
Leonardo di Costanzo
Mariangela
Barbanente
Suono Richard Copans, Carlo
Cresto-Dina
Produzione Les Films D'Ici,
Fandango, INA in
associazione con
La Sept Arte
Distribuzione Fandango
Periferia di Napoli. All’interno del rione
Pazziano c’è la scuola media “Nino
Cortese”. Per un intero anno scolastico,
Leonardo Di Costanzo ha seguito la vita
nelle classi, nei corridoi e nelle sale dei
professori.
Suburbs of Naples. Within the quarter Pazziano there is the middle school
“Nino Cortese”. For a whole school year Leonardo Di Costanzo has followed
the life in the classes, in the corridors and in the teachers’ rooms.
A scuola
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Musica
LEONARDO DI COSTANZO è nato a Ischia (Napoli) nel 1958. Dopo essersi laureato a Napoli
si trasferisce a Parigi dove segue i corsi di regia di cinema documentario presso gli
Ateliers Varan. In seguito partecipa ad alcuni film collettivi (“La Roue” e “Premières
Vues" prodotti da La Sept/ARTE) partecipando a quel clima di rinnovamento del documentario a cavallo tra gli anni 80 e 90 favorito dalla nascita rete culturale ARTE. Ha
diretto tra gli altri “Viva l’Italia” (1994), “Prove di Stato” (1999), “Les Mots de l'architect - Lacaton et Vassal” (2000), “A Scuola” (2003) presentato alla Mostra di Venezia.
Il suo ultimo documentario "Odessa" (2006) diretto con Bruno Oliviero è stato presentato nella sezione Fuori Concorso al Linea d’Ombra SalernoFilmFestival 2006.
LEONARDO DI COSTANZO was born in Ischia (Naples) in 1958. After he graduated in Naples
he moved to Paris where he followed the direction courses of documentary cinema at
the Ateliers Varan. Then he took part in some collective films (“La Roue” and
“Prmières Vues” produced by La Sept/ARTE) therefore participating into that renovation climate of documentary films between the ‘80es and the 90es, fostered by the
birth of the cultural network ARTE. He has also directed “Viva l’Italia” (1994), “Prove
di Stato” (1999), “Les Mots de l’architect-Lacaton et Vassal” (2000), “A scuola”
(2003), presented at the Exhibition of Venice. His last documentary film “Odessa”
(2006) directed together with Bruno Oliviero, has been presented in the section Out of
Competition at the Shadow Line Salerno Film Festival 2006.
Made in Naples
97
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Cronisti di strada
Reporters in Naples
Gianfranco Pannone
2007
Italia
DVCam
45’ x 3
Cast
I giornalisti Arnaldo
Capezzuto, Giancarlo
Palombi, Giuseppe
Crimaldi e Désirée
Klain
Sceneggiatura Gianfranco Pannone e
Paolo Santoni
Cronisti di strada
Montaggio Federico Schiavi e
98
I Puntata/Instalment – Se non si spara si
Giuseppe Treppiccioni
Fotografia Tarek Ben Abdallah e
fanno più soldi. Due giovani cronisti napoRomano Montesarchio
letani seguono alcune vicende legate alla
Suono Fabio Santesarti
cronaca nera degli ultimi mesi.
Montaggio del Ciro Esposito
Two young Neapolitan reporters follow
Suono
some events linked to the crime news of
Musica Daniele Sepe
the last months.
Produttore Paolo Santoni e
II Puntata/Instalment – La guerra dei
Daniele De Sanctis
Distribuzione Ready Made Srl per
rolex. Un giornalista e un fotoreporter di
Rai Tre
cronaca nera escono al seguito di una pattuglia dei carabinieri.
A photoreporter and a journalist for the crime news are among the suite of a
police patrol.
III Puntata/Instalment – Tutte le strade portano a Napoli. Inchiesta sulla
drammatica situazione dei tossicodipendenti della comunità a Scampia.
An enquiry on the dramatic situation of drug-addicts of the community in
Scampia.
Gianfranco Pannone è nato a Napoli nel 1963. Laureato in Storia del Cinema e diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, tra il 1990 e il 1998, ha diretto e co-prodotto film documentari e successivamente “Latina/Littoria” (2001). Nel
2006 è in co-regia con Marco Puccioni, nel film documentario “Cent’anni della nostra
storia”. Pannone insegna regia documentaristica al Dams dell’Università Roma 3, alla
Scuola Zelig di Bolzano e alla nuova scuola del documentario alla Città della Scienza
di Napoli. E’ socio fondatore di Doc/It.
Gianfranco Pannone was born in Naples in 1963. He graduated in History of the
Cinema and a diploma at the Experimental Centre of Cinematography, between 1990
and 1998, he directed and co-produced some documentary films and later
“Latina/Littoria” (2001). Produced in 2006 is the documentary film which he has codirected with Marco Puccioni, “Cent’anni della nostra storia”. Pannone teaches documentary film direction at the Dams Institute in Rome 3, at the Zelig School in Bolzano
and at the new school of documentary films at the Città della Scienza in Naples. He is
founder member of Doc/It.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale Don Vitaliano
Titolo Inglese Don Vitaliano, nothing
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
but a priest
Paolo Pisanelli
2002
Italia
DVCam
54’
Cast
Don Vitaliano Della
Sala
Paolo Pisanelli
Aline Hervé
Paolo Pisanelli
Manuel Cassano
Alessandro Feletti
Daniel Bacalov
99 Posse
Don Vitaliano, parroco di Sant’Angelo a
Francesca Cima, Nicola Scala, è uno dei preti più conosciuti in
Giuliano, Domenico
Italia, per le sue battaglie e per le azioni di
Procacci, Paolo Pisanelli
Distribuzione Indigo Film, Fandango,
Big Sur
disobbedienza civile condotte durante il
G8 di Genova. Il film racconta pensieri e
azioni di Don Vitaliano, in perenne conflitto con il Vescovo della sua diocesi e le alte
gerarchie ecclesiastiche.
Don Vitaliano, parish priest of Sant’Angelo a Scala, is one of the most famous
priests in Italy for his battles and for his actions of civil disobedience carried
out during the G8 meeting in Genoa. This film tells about thoughts and
actions of Don Vitaliano living in a perennial conflict with the Bishop of his
Diocese and the high ecclesiastical hierarchies.
Paolo Pisanelli nasce nel 1965 a Lecce. Inizia a lavorare come fotografo di scena nel
1989. Dal 1995 si dedica alla regia di film-documentari partecipando a festival nazionali ed internazionali e ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Tra i film più
importanti “Nella prospettiva della chiusura lampo” (1997), “Roma A.D. 999”, “Roma
A.D. 000” (2000), “Don Vitaliano”, “Tunza Tunza” (2002), “Enrico Berlinguer –
Conversazioni in Campania” (2004), “Il sibilo lungo della taranta” (2006).
Don Vitaliano
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Montaggio del
suono
Musica originale
Musica
Produttore
Paolo Pisanelli was born in Lecce in 1965. He has got a degree in Architecture, in 1996
he got a diploma in Photography at the Experimental Centre of Cinematography. Since
1995 he has been devoting himself to the direction of documentary films taking part
into national and international films, receiving many prizes and rave reviews. Among
his most important films there are: “Nella prospettiva della chiusura lampo” (1997),
“Roma A.D. 999”, “Roma A.D. 000” (2000), “Don Vitaliano”, “Tunza Tunza” (2002),
“Enrico Berlinguer-Conversazioni in Campania” (2004), “Il sibilo lungo della taranta”
(2006).
Made in Naples
99
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
Estranei alla massa
Far from the Crowd
Vincenzo Marra
2001
Italia
35mm/Beta SP
88’
Cast
I ragazzi appartenenti
al gruppo Fedayn
E.A.M. Napoli 1979
Estranei alla massa
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Produttore
100
Vincenzo Marra
Luca Gasparini
Vincenzo Marra
Vincenzo Marra
Almamegretta
Vincenzo Marra,
Gianluca Arcopinto
Produzione Axelotil - Pablo
Distribuzione Pablo Distribuzione
Indipendente
Ale, Max, Giotto, Flavio, Pino, Marco e
Gianni sono sette ragazzi napoletani
molto diversi tra loro, ma hanno una cosa
in comune: l'appartenenza ad uno dei
gruppi più vecchi di tifosi “Ultras” di Napoli, i Fedayn E. A. M. Napoli 1979.
Sette ragazzi accomunati dalla passione per la squadra e l'amicizia, ma
soprattutto sette ragazzi in stretto contatto con la vita di ogni giorno della
loro città.
Ale, Max, Giotto, Flavio, Pino, Marco and Gianni are seven Neapolitan boys
very different from each other, but they have one thing in common: they
belong to one of the oldest groups of fans “Ultras” in Naples, the Fedayn
E.A.M. Naples 1979. Seven boys sharing the same passion for their favourite
team and for friendship, but above all seven boys in close contact with the
everyday life in their city.
Vincenzo Marra è nato a Napoli il 18 settembre 1972. Dopo i primi due corti, scrive e
dirige nel 2001 il suo primo lungometraggio, “Tornando a casa”, miglior film alla
“Settimana Internazionale della Critica” di Venezia. In seguito firma due documentari, “Estranei alla massa” (2001) e “Paesaggio a Sud” (2003). Nel 2004, scrive e dirige
il suo secondo lungometraggio, “Vento di Terra” che riceve numerosi riconoscimenti.
Nel 2005 è presente a Locarno nella competizione video con un documentario dal titolo “58%”. Attualmente è impegnato nella lavorazione del suo terzo lungometraggio
“L’ora di punta”, prodotto da R&C Produzioni.
Vincenzo Marra was born in Naples on September 18th 1972. After the first two short
films, he wrote and directed in 2001 his first feature film, “Tornando a casa”, best film
at the “Settimana internazionale della Critica” in Venice. Later he signs two documentary films, “Estranei alla massa” (2001) and “Terra” which received a lot or rave
reviews. In 2005 he participated into the festival of Locarno in the section of documentary films with a documentary film entitled “58%”. He is now working at his third feature film “L’ora di punta”, produced by R&C Productions.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale Pesci Combattenti
Titolo Inglese Fighting fish
Regia Andrea D'Ambrosio,
Anno
Nazione
Formato
Durata
Daniele Di Biasio
2002
Italia
35mm
75’
Cast
Giovanni Penza
Simona Noverino
Francesco Lanza
Vincenzino Santoro
Luigi Mauro
Sceneggiatura Andrea D'Ambrosio,
Daniele Di Biasio
Giulio Testa
Luca Alzani
Max Gobiet
Daniela Bassani
Gianluca Arcopinto,
Nicola Giuliano, Andrea
Occhipinti
Produzione Axelotil – Pablo,
Eyescreen, Indigo Film
Distribuzione Lucky Red S.r.l.
A Barra, periferia orientale di Napoli, un
gruppo d’insegnanti di scuola media partecipa al progetto Ministeriale “Chance”,
rivolto ai ragazzi che non hanno terminato
la scuola dell’obbligo. Con questa iniziativa si cerca di dare un’opportunità a ragazzi assenteisti, denunciati dalla Procura
della Repubblica, espulsi o bocciati.
At Barra, an eastern suburb of Naples, a group of middle school teachers participates into the ministerial project “Chance”, devoted to boys who have not
finished their studies at the compulsory school. This project is meant for
giving an opportunity to habitual absentee boys, denounced by the Public
Prosecutor, expelled or get flunked.
Andrea D’Ambrosio è nato a Roccadaspide (SA) nel 1975. Diplomato in regia presso la
Nuct di Roma, ha lavorato come assistente di Zeffirelli e Monicelli. L’ultimo suo documentario “Checosamanca”, film collettivo di 10 giovani registi italiani, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2006.
Daniele Di Biasio è nato a Formia (LT) nel 1972. Diplomato in sceneggiatura alla NUCT
di Roma, scrive e dirige cortometraggi, filmati sportivi e documentari tra i quali “Via
dell’Esquilino” (2005).
Andrea D’Ambrosio was born in Roccadaspide (SA) in 1975. Having got a diploma in
direction at the Nuct in Rome, he has worked as assistant director with Zeffirelli and
Monicelli. His last documentary film “Checosamanca”, a collective film by 10 young
Italian directors, has been presented at the Festival of Cinema in Rome in 2006.
Daniele Di Biasio was born in Formia (LT) in 1972. He has got a diploma at the NUCT
in Rome, he writes and directs short films, sport films and documentary films among
which there are “Via dell’Esquilino” (2005).
Made in Naples
Pesci Combattenti
Montaggio
Fotografia
Suono
Montaggio del
suono
Produttore
101
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
L’Udienza è aperta
The Session is open
Vincenzo Marra
2006
Italia
35mm/Beta SP
75’
Cast Pietro Lignola
(Presidente della Corte
Elena
Giordano (Giudice a latere), Alfonso Martucci
d’Appello di Napoli),
(Avvocato penalista)
L’Udienza è aperta
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Produttore
Produzione
102
Vincenzo Marra
Cristina Flamini
Mario Amura
Massimo Mittiga
Vincenzo Marra
Vincenzo Marra
in collaborazione
con Rai Cinema
Distribuzione 01 Distribution
Un bizzarro presidente di sezione, il suo
combattivo giudice a latere e un celebre
avvocato penalista di Napoli. Il caso che
unisce queste tre persone è un processo
di camorra dove si deve decidere la sorte di un imputato e, in particolare,
l’ammissibilità di una prova ottenuta attraverso un’intercettazione telefonica.
A bizarre president of a section, his associate justice and a famous criminal
lawyer in Naples. The case which unites these three people is a trial for
camorra where the destiny of a defendant must be decided and, in particular, the admissibility of an evidence obtained by wiretapping.
Vincenzo Marra è nato a Napoli il 18 settembre 1972. Dopo i primi due corti, scrive e
dirige nel 2001 il suo primo lungometraggio, “Tornando a casa”, miglior film alla
“Settimana Internazionale della Critica” di Venezia. In seguito firma due documentari, “Estranei alla massa” (2001) e “Paesaggio a Sud” (2003). Nel 2004, scrive e dirige
il suo secondo lungometraggio, “Vento di Terra” che riceve numerosi riconoscimenti.
Nel 2005 è presente a Locarno nella competizione video con un documentario dal titolo “58%”. Attualmente è impegnato nella lavorazione del suo terzo lungometraggio
“L’ora di punta”, prodotto da R&C Produzioni.
Vincenzo Marra was born in Naples on September 18th 1972. After the first two short
films, he wrote and directed in 2001 his first feature film, “Tornando a casa”, best film
at the “Settimana internazionale della Critica” in Venice. Later he signs two documentary films, “Estranei alla massa” (2001) and “Terra” which received a lot or rave
reviews. In 2005 he participated into the festival of Locarno in the section of documentary films with a documentary film entitled “58%”. He is now working at his third feature film “L’ora di punta”, produced by R&C Productions.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale Vedi Napoli e poi
muori
Titolo Inglese See Naples
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
and then die
Enrico Caria
2006
Italia
DVCam
75’
Cast
Enrico Caria
Giulio Gargia
Federico Torre
Peppe Barra
Tratto da “L’uomo che cambiava
Idea” di Enrico Caria
Sceneggiatura Enrico Caria
Montaggio E. Caria, G. Schifani
F. Della Corte, F. Farina
Fotografia F. Farina, L. Musella
Un giornalista satirico e regista napoletano, emigrato a Roma, decide di ritornare a
Napoli, quando la città è candidata addirittura ad ospitare l’America’s Cup, la più
prestigiosa gara di vela del mondo! Ma
non fa in tempo a godersi il bel centro storico, tirato a nuovo, che in periferia scoppia la seconda guerra di camorra…
D. Sepe, V. Cosma, A67
Produttore E. Caria, F. Farina
Produzione Meta Research srl
Nina Film srl
Distribuzione Istituto Luce S.p.A
A satirical journalist and Neapolitan director too, emigrated to Rome, decides to come back to Naples, when the city is even candidate to be the seat of
the America’s Cup, the most famous sailing competition in the world! But he
has not enough time to enjoy the beautiful historical centre of the city, being
restored, because in the suburbs the second war of camorra breaks out…
Enrico Caria, giornalista ed autore satirico (Paese Sera, Satyricon - La Repubblica,
Cuore, Il Matti-no, Boxer - Il Manifesto, Le Iene- Italia 1) è sceneggiatore per la radio,
la televisione ed il cinema. Per il grande schermo ha scritto e diretto una trilogia fantacriminale: “17, ovvero: l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino” (1992);
“Carogne, Ciro and me” (1995) e “Blek Gièk” (2001). E’ Autore di due romanzi ambientati a Napoli: “Bandidos, vivere e morire al sopra dei propri mezzi” (Feltrinelli, 1995) e
“L’uomo che cambiava idea” (Rizzoli, 2006).
Enrico Caria, journalist and satirical writer (Paese Sera, Satyricon-La Repubblica,
Cuore, Il Mattino, Boxer- Il Manifesto, Le iene, Italia 1) is script writer for the radio, the
television and the cinema. For the cinema he has written and directed a fanta-criminal
trilogy: “17, ovvero l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino” (1992); “Carogne,
Ciro e me” (1995) and “Blek Gièk” (2001). He has also written two novels set in Naples:
Bandidos, vivere e morire al disopra dei propri mezzi” (Feltrinelli, 1995) and “L’uomo
che cambiava idea” (Rizzoli, 2006).
Made in Naples
Vedi Napoli e poi muori
M. Spada
Art painting Luca Ralli
Musica Pivio e Aldo De Scalzi
103
FUORI CONCORSO
Titolo Originale Sotto la stessa luna
Titolo Inglese Beneath the same
Regia
Anno
Nazione
Formato
Durata
moon
Carlo Luglio
2005
Italia
35 mm
92’
Cast
Sotto la stessa luna
Franco Melone
Oliver Andelkovic
Samantha Andelkovic
Pavel Nenadosky
104
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Suono
Musica
Scenografia
Costumi
Produttore
C. Luglio, G. Di Vaio
Marzia Mete
Antonio Grambone
Luca De Gregorio
Riccardo Veno
Michela Gargiulo
Anna Facchino
L. Liguori, D.Corrucci,
Gaetano Di Vaio
Distribuzione Figlidelbronx, con il
La vita quotidiana di due giovani Rom,
nella periferia di Scampia a Napoli, s’incrocia con quelle di un ex capo zona
camorristico, in via di pentimento, e del
giovane boss del clan vincente. Storie di
persone che vivono ai margini della
società, con la disperazione ma anche la
forza vitale tipica di chi deve sbarcare il lunario.
sostegno di: Assessorato
all’istruzione Regione
Campania - Centro documentazione Anticamorra.
The daily life of two young Roms, in the suburbs of Scampia in Naples, intersects with those of a former camorra boss, going to repent, and of the young
boss of the winning clan. Stories of people living on the fringe of society, with
the desperation but with the vital strength too, typical of whom must make
ends meet.
Carlo Luglio è nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1967. Laureato in Storia
del Cinema presso il D.A.M.S. di Bologna, è stato assistente alla regia per Marco Risi,
Ricky Tognazzi, Roberto Cimpanelli. Ha diretto vari cortometraggi e documentari tra
cui la serie “Punti di vista” (1999), “Il Cinema salato” (2000) e “Cardilli addolorati”
(2003). Il suo primo lungometraggio “Capo Nord” ha vinto il premio "Opera Prima" al
Roma Film Festival 2002, il “Best Italian Movie” al Laifafest 2003 di Los Angeles e la
“Stella d'Argento” nella categoria “Action/Adventure” al Houston International Film
Festival del 2003.
Carlo Luglio was born in Castellammare di Stabia (Naples) in 1967. He graduated in
History of the Cinema at the D.A.M.S. in Bologna, he has been assistant director of
Marco Risi, Ricky Tognazzi, Roberto Cimpanelli. He has directed many short films and
documentary films among which there are the serial “Punti di Vista” (1999), “Il
Cinema salato” (2000) and “Cardilli addolorati” (2003). His first feature film “Capo
Nord” was awarded the prize “Opera prima” at Rome Festival in 2002, the “Best
Italian Movie” at Laifafest in 2003 in Los Angeles and the “Stella d’Argento” in the
category “Action/Adventure” at the Houston International Film Festival in 2003.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Fuori
concorso
Breakfast on Pluto
Breakfast on pluto
Patrick Brady è un ragazzino irlandese nato da una relazione tra un prete di un
paesino di campagna e la sua cameriera. Dato - ma sarebbe più corretto dire
“venduto” - in adozione ad una cinica vedova in cambio di un sostanzioso vitalizio, Patrick cresce con uno spasmodico desiderio di diventare donna e di incontrare prima o poi la sua vera madre, di cui sa solo che è fuggita a Londra per cercare fortuna. Mentre l’IRA miete vittime in Irlanda e lo spettro del terrorismo si fa
via via sempre più incombente, Patrick, divenuto Kitten, si trasferisce nella
Swinging London alla ricerca della madre e di un posto in cui le sue stravaganze
vengano finalmente accettate e comprese.
Patrick Brady is an Irish little boy born from a relationship between a priest of a
country village and his maid. He has been given-but it is better to say “sold”- in
adoption to a cynical widow in exchange for a generous life annuity, Patrick
grows up with a strong wish of becoming woman and soon or later, of meeting
his real mother, of whom he only knows that she ran away to London in search of
fortune. While the IRA takes victims in Ireland and the spectre of terrorism is
more and more incumbent, Patrick, become Kitten, moves to the Swinging
London in search of his mother and of a place in which his extravagancies can
finally be accepted and understood.
106
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Titolo Originale
Titolo Inglese
Regia
Anno
Nazione
Breakfast on Pluto
Breakfast on Pluto
Neil Jordan
2005
Irlanda
Gran Bretagna
Formato 35 mm
Durata 135’
Cast
Cillian Murphy
Liam Neeson
Ruth Negga
Laurence Kinlan
Stephen Rea
Tratto da
Soggetto
Sceneggiatura
Montaggio
Fotografia
Musica
Scenografia
Costumi
Produttore
“Breakfast on Pluto” di P. McCabe
Pat McCabe
Neil Jordan
Tony Lawson
Declan Quinn
Anna Jordan
Tony Lawson
Eimer Ni Mhaoldomhnaigh
Neil Jordan, Alan Moloney,
Stephen Wolley
Produzione Pathe' Pictures International,
Bord Scannan Na Heireann,
Number 9 Films Ltd.,
Parallel Films
Distribuzione Fandango Distribuzione
Neil Jordan nasce nel 1950 a Sligo, Irlanda. Inizia la sua carriera come scrittore con la raccolta di racconti, “Night in Tunisia” (1976), cui seguono ben quattro
romanzi, “Il passato” (1979), “The Dream of a Beast” (1983), “Aurora con
mostro marino” (1994) e “Ombre” (2004). Nel 1982 esordisce alla regia con
“Angel”, film che lo segnala tra i registi emergenti della scuola anglosassone,
due anni dopo dirige “In compagnia dei lupi” (The company of wolves) e nel
1986 “Monna Lisa” con Bob Hoskins. Si trasferisce a Hollywood per realizzare,
tra il 1988 e l’89, “High Spirits-fantasmi” da legare e “Non siamo angeli”
(We're no angels). Al suo ritorno in patria, dopo il piccolo e personale “Un
amore forse due” (The Miracle), il regista irlandese ottiene uno straordinario
successo, e l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, con “La moglie del
soldato” (The Crying Game). Ritornato in america, gira “Intervista col vampiro”
(Interview with the Vampire, 1994) tratto dal romanzo di Anna Rice e Michael
Collins (1996), con il quale vince il 53° Festival di Venezia. “Il ragazzo del
macellaio” (The Butcher Boy) del ’97, nato dall’incontro con lo scrittore Patrick
McCabe, si afferma al festival di Berlino (Leone d’Argento). Del 1999 sono “In
Dream”, un thriller psicologico con Annette Bening, Robert Downey jr, e “Fine
di una storia” (The end of the Affair) con Ralph Fiennes, Julianne Moore. “Triplo
Gioco” (The Good Thief ), remake di Bob le Flambeur di Jean-Pierre Melville, è
del 2002. Dopo “Breakfast on Pluto”, Jordan ha diretto “The brave one” (2007)
con Jodie Foster.
Neil Jordan was born in 1950 in Sligo, Ireland. He started his career as writer
with a collection of short stories, “Night in Tunisia “ (1976), then four novels followed, “Il passato” (1979), “The Dream of a Beast” (1983), Aurora con mostro
marino” (1994) and “Ombre” (2004). In 1986 he debuted as director with
“Angel”, a film which indicated him among the emergent directors of the
English school, two years later he directed “The company of wolves” and in
1986 “Monna Lisa” starring Bob Hoskins. He moved to Hollywood to produce,
between 1988 and 1989, “High Spirits-fantasmi” to be linked to “We’re no
angels”. On his coming back to his homeland, after the little and personal “The
Miracle”, he got an extraordinary success and the Oscar as the best original
with “The Crying Game”. Come back to America, he made “Interview with the
Vampire” (1994) taken from the novel by Anna Rice and Michael Collins (1996),
and with it he won the 53rd Festival of Venice. “The Butcher Boy” come out in
1997, born from his meeting with the writer Patrick McCabe, he imposed himself at the Festival of Berlin (Silver Lion). “In Dream”, a psychological thriller
starring Annette Nening, Robert Downey jr, and “The end of the Affair” starring
Ralph Fiennes, Julianne Moore came out in 1999. “Yje good Thief ”, a remake of
Bob le Flambeur by Jean Pierre Melville, came out in 2002. After “Breakfast on
Pluto”, Jordan has directed “The brave one” (2007) starring Jodie Foster.
Fuori concorso
107
Riparo
Shelter
Anna è una consulente finanziaria di trentacinque anni; Mara un’operaia di venticinque anni di una fabbrica del nord-est. Di ritorno da una vacanza all’estero,
Anna e Mara, che da tempo fanno coppia fissa, scoprono un giovane clandestino,
Anis, che ha superato la frontiera nascosto nel rimorchio della loro automobile.
Anna is a thirty-five year old financial consultant; Mara is a twenty-five year old
worker in a factory in the north-east. Coming back from a holiday abroad, Anna
and Mara, who have been going steady for a long time, find a young clandestine
Anis, hidden in the trailer of their car who has taken advantage of it to pass the
frontier.
108
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Sceneggiatura Marco Simon Puccioni
Titolo Originale Riparo
Titolo Inglese Shelter
Regia Marco Simon
Anno
Nazione
Formato
Durata
Monica Rametta
Montaggio Roberto Missiroli
Fotografia Tarek Ben Abdallah
Suono Michele Tarantola
Puccioni
2007
Italia, Francia
35mm
100’
Marta Billingsley
Cristiano Fracaro
Emita Frigaro
Ludovica Amati
Mario Mazzarotto, Gustavo Solis
Moya, Francesca Van Der Staay
Produzione Intel Film, Lightbulb
Distribuzione Productions, Rai Cinema, Adesif
Production (FR)
Wide Management Enterprise
Musica
Scenografia
Costumi
Produttore
Cast
Maria De Medeiros
Atonia Liskova
Gisella Burinato
Vitaliano Trevisan
Mounir Ouadi
Marco Simon Puccioni è nato a Roma nel 1963, dove ha studiato architettura.
Dopo essersi laureato nel 1989 ha ripreso gli studi in cinematografia al
California Institute of Arts a Los Angeles. Dopo molti cortometraggi sperimentali e documentari, ha realizzato il suo primo film “Quello che cerchi” nel 2002.
E’ cofondatore del collettivo di registi “Cinema Senza Confini”, e insegna cinematografia all’Accademia Cinematografica Perugina. “Riparo” è il suo secondo
film.
Marco Simon Puccioni was born in Rome in 1963, where he studied
Architecture. After having graduated in 1989 he has started studying cinematography again at the California Institute of Arts in Los Angeles. After many experimental short films and documentary films, he has produced his first film
“Quello che cerchi” in 2002. He is co-founder of the group pf directors called
“Cinema Senza Confini” and teaches cinematography at the Cinematographic
Academy in Perugia. “Riparo” is his second film.
Fuori concorso
109
Workshop
and Stage_Premi
Cinema digitale
Workshop
112
Arnaldo Catinari è nato a Bologna nel
1964. Frequenta tra il 1983 e il 1985 il
Centro Sperimentale diplomandosi in
Fotografia. Dopo 6 anni di lavoro in
Spagna, torna in Italia nel 1998 per
firmare come direttore della fotografia “La stanza dello scirocco” esordio
alla regia di Maurizio Sciarra.
Seguono tra i tanti “Ecco fatto” (1998)
e “Come te nessuno mai” (1999) di
Gabriele Muccino, “Almost Blu” (2000) di Alex Infascelli, “Chiedimi se sono
felice” (2000) di Aldo, Giovanni e Giacomo, “Luce dei miei occhi” (2001) di
Giuseppe Piccioni, “Caterina va in città” (2003) di Paolo Virzì, “La felicità non
costa niente” (2003) di Mimmo Calopresti, “My name is Tanino” (2003) di
Paolo Virzì, “Agata e la tempesta” (2004) di Silvio Soldini, “La vita che vorrei” (2004) di Giuseppe Piccioni, “Il caimano” (2006) di Nanni Moretti,
“H2Odio” (2006) di Alex Infascelli, “L’aria salata” (2007) di Alessandro
Angelini e “Nero bifamiliare” (2007) di Federico Zampaglione. Ha ottenuto
tre candidature ai David di Donatello, con i film di Giuseppe Piccioni “Luce
dei miei occhi” e “La vita che vorrei” e con “Il caimano” di Nanni Moretti.
Arnaldo Catinari was born in Bologna in 1964. He attended the Experimental
Centre between 1983 and 1985 and there he got a diploma in Photography.
After working 6 years in Spain, he came back to Italy in 1998 to work, as
director at the photography of “La stanza dello scirocco” in which Maurizio
Sciarra debuted as director. After it many others follow “Ecco fatto” (1998)
and “Come te nessuno mai” (1999) by Gabriele Muccino, “Almost blu”
(2000) by Alex Infascelli, “Chiedimi se sono felice” (2000) by Aldo, Giovanni
and Giacomo, “Luce dei miei occhi” (2001) by Giuseppe Piccioni, “Caterina
va in città” (2003) by Paolo Virzì, “La felicità non costa niente” (2003) by
Mimmo Calopresti, “My name is Tanino” (2003) by Paolo Virzì, “Agata e la
tempesta” (2004) by Silvio Soldini, “La vita che vorrei” (2004) by Giuseppe
Piccioni, “Il caimano” (2006) by Nanni Moretti, “H2Odio” (2006) by Alex
Infascelli, “L’aria salata” (2007) by Alessandro Angelini and “Nero bifamiliare” (2007) by Federico Zampaglione. He has obtained three nominations for
the David di Donatello, with the films by Giuseppe Piccioni “Luce dei miei
occhi” and “La vita che vorrei” and “Il caimano” by Nanni Moretti.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Ferzan Ozpetek arrivato al sesto film si conferma
uno degli autori di punta del cinema italiano. Fin qui
nessuna novità. Già dal suo esordio con “Il Bagno
Turco” il regista, nato a Istanbul ma italiano dal
1979, mostra grande capacità di mettersi in sintonia
con alcuni movimenti profondi della nostra società:
il tempo, la memoria, la forza dei sentimenti, spesso taciuti, allusi, negati da certo cinema autoriale e
autoreferente, sono messi al centro dei suoi interessi narrativi e drammaturgici. Elementi che il regista (sceneggiatore dei suoi film con il fido Gianni
Romoli) analizza con partecipazione ma senza invadenze autobiografiche e
soprattutto senza alcuna auto-celebrazione. Si muove sul filo del dramma
senza escludere ironia e leggerezza, sfida la rimozione del melò, genere
temuto da molti, senza lasciarsi incastrare dalle rigide regole del genere.
Soprattutto muove da interni definiti non per lasciare fuori la storia - anche
quella con la S maiuscola - ma per rileggerla alla luce dei sentimenti degli
uomini e delle donne che l’hanno fatta o subita. E’ il caso di “Harem-Soiré”,
film che in qualche modo annuncia lo stile maturo di un autore che predilige
nuclei sociali compatti, racchiusi, ma non definiti da spazi chiusi nei quali
sempre penetra una luce, una storia, una possibilità. “Le fate ignoranti” conferma la forza di penetrazione del suo sguardo su un universo di sentimenti
confusi, proprio nel senso di fusi insieme, che tuttavia non soffocano la dialettica del dolore e della vita, poiché è sempre possibile la rinascita come la
morte, meglio la rinascita attraverso la morte. Sentimento che ha anche una
sua variante laica, potremmo dire, nel distacco dell’amante/amato, nel suo
uscire dalla traiettoria dello sguardo e dell’amore. “La finestra di fronte”
gioca su più tavoli, amore, tradimento, desiderio, distacco ma anche persistenza della memoria e la sua necessità, per quanto il tempo la consumi. Gli
ultimi capitoli non segnano un repentino cambio di registro anzi, “Saturno
contro” sembra piuttosto un ripiegamento riflessivo sulle proprie tematiche
cardini, il ritorno su un luogo primario per capire a che punto siamo - a che
punto è nel suo percorso di indagatore dei sentimenti -. Forse una necessaria pausa (condivisa con attori-amici e complici del suo gioco su destino e
intrigo della vita) prima di altre avventure. Rimane “Cuore Sacro”, film che
annuncia un’indagine a più ampio raggio dentro le inclinazioni del cuore,
questa volta una vertigine o un gorgo che solleva e schianta la vita, una vita
qualunque.
Resta impresso del suo cinema, strumento che Ferzan usa con consapevolezza e senza risparmio, la capacità di avvolgere lo spettatore nell’immagine, di chiamarlo ad una partecipazione non fredda alla dinamica del film per
lasciarlo poi, a luci spente, di fronte a qual che rimane sempre dopo una
visione. PdA
Workshop and stage_Premi
Ferzan Ozpetek
Stage
113
Ferzan Ozpetek has made his sixth film and with it he confirms himself to be
one of the top authors of the Italian cinema. And that it is not new. Already
with his debut “Il Bagno Turco” this director, born in Istanbul, but Italian
since 1979, shows his great ability of tuning himself in some deep aspects of
our society: time, memory, the force of feelings, which are often silenced,
alluded to, denied by a certain amateur and self-referring cinema, they are
put in the middle of his narrative and dramaturgical interests. These are elements that this director (script writer of his film together with his faithful
Gianni Romoli) analyzes, participating in them without autobiographical
intrusions and above all without any self-celebration. He moves on the line
of drama without neglecting irony and lightness, he challenges the removal
of melodrama, a genre of which many are afraid, without letting himself
being caught by the rigid rules of this genre. He above all moves from definite interiors, not for leaving history outside - even that with capital S- but
to read it again in the light of women’s and men’s feelings which have made
or suffered it. It is the case of “Harem-Soiré”, a film that in some way
announces the mature style of an author preferring compact social groups,
enclosed but not defined by closed spaces, in which light, a story, a possibility always penetrate. “Le fate ignoranti” confirms the force of penetration of
his looking at a universe of confused feelings, just in the sense of being
fused together, which however do not suppress the dialectics of pain and
life, because rebirth is always possible like death, rebirth is better through
death.
A feeling which has also its lay version, we could say, in the separation
lover/loved one, in its being beyond the range of the eye and love. “La finestra di fronte” plays a game on more tables, love, betrayal, wish, separation
but also the obstinacy of memory and its necessity, even if time wears it out.
The last chapters do not represent an abrupt change, “Saturno contro”
rather seems a withdrawal into himself for reflecting on his own pivotal
themes, his coming back to a primary place to understand where we are
now- which point he has reached along his way of investigation of feelings.
Perhaps it is a necessary pause (shared with actors-friends and accomplices
of his game on the destiny and plot of life) before starting other adventures.
Then there is “Cuore sacro”, a film which announces a wider investigation
within the inclinations of the heart, this time it is a vertigo or a vortex which
rises and breaks off life, anyone’s life.
What impresses of Ferzan’s cinema, an instrument which he uses consciously and generously, is his ability of wrapping the spectator into the image, of
calling him to a warm participation in the dynamics of the film and then of
leaving him, when the lights are off, before what always remains after a
vision.
114
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Viola&Violante, anime gemelle. Ma distinte. D’istinto,
più rock che cinema, adolescente col dubbio se essere
figlia d’arte o fare arte indipendente. Interessante
Violante. Che aveva cominciato, musica a parte, a 16
anni accanto al papà malavitoso di “Quattro bravi
ragazzi”. Da tale confronto scappa verso un coetaneo,
ma resta indecisa ragazza ventenne fra l’Emilia e
l’America in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Bella
e biondazzurra, si riferma un po’. Ma il “doppio” la
rafforza, 2002, in “L’anima gemella” di Rubini. Ora, che
ne sarà di lei? Veronesi la porta in vacanza greca a svezzare ragazzetti neomaturati, e lei non manca il colpo,
anche qui in fuga e divisa…Poi gioca nel centro sociale
di “Ora o mai più” a stare ancora fra due cuori, e in due
film d’epoca, “Raul” e “Gli indesiderabili” ricama con passione due ritratti di
fanciulle in cerca di una vita migliore. Esperienze fatte, per Violante è tempo
di ritorno a casa, col padre Michele Placido in “Ovunque sei”. Si investe da
Viola e incide un disco mica male. Ragazza di maggio, Violante Placido è nata
in un giorno speciale di questo mese, l’1. Strano: Ariete, non Gemelli(a). MdR
Viola&Violante, twin souls but well distinguished from each other.
Instinctive, more rock than cinema, teenager in doubt if to be an actor
daughter or to be an independent artist. Interesting Violante. She had started, apart from music, to act at the age of 16 together with her “gangster”
father of “Quattro bravi ragazzi”. From such a comparison, she resorts to a
person of her age, but she remains a twenty-year old indecisive girl between
Emilia Romagna and America in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”.
Beautiful and blue blonde, she stops a little. But the “double” strengthens
her in 2002, in “L’anima gemella” by Rubini. Now, what will happen to her?
Veronesi takes her on a Greek holiday to wean neomature little boys, and
she does not fail, even here she escapes and is still between two situations…Then she plays in the social centre of “Ora o mai più” to be once
again between two hearts and in two period films , “Raul” and “Gli
indesiderabili” she realizes with passion two portraits of girls in search of a
better life. For Violante they are experiences already made, it is time to come
back home, to his father Michele Placido in “Ovunque sei”. She becomes
Viola and she cuts a record not bad at all. Girl of May, Violante Placido was
born on a special day in this month, on the 1st. Strange: Aries, not Gemini.
Workshop and stage_Premi
Violante Placido
Premi linea d’ombra
115
Giorgio Pasotti
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L’unico attore italiano campione europeo. Non di…introspezione da Actor’s Studio (pur avendo diligentemente studiato recitazione in Usa) ma di wushu, arte marziale made in China, ove
ha vissuto fra i 19 e i 21. Giorgio Pasotti è ormai interprete stimato anche per eclettica curiosità e duttile fisicità a neanche
34 anni. Il suo primo ruolo da protagonista nel nostro cinema…sono due, tanto per ribadire un percorso doppio: 1998,
Pasotti si fa notare in “I piccoli maestri” di Luchetti sulla giovane resistenza intellettuale e in “Ecco fatto” opera prima di
Muccino in cui mostra energia e sentimento. Però il successo
arriva con la efficace serie tv “Distretto di polizia” in cui è un ispettore intenso problematico particolare. Poi, rieccolo nel 2003 al cinema in “Dopo mezzanotte” di Ferrario da custode notturno e laconico del Museo del Cinema di
Torino, arrampicato nei meandri della mole Pasotti colora una persona più
che un personaggio, con concentrazione orientale esprime romanticismo
fuori dalle mode. Altro salto: in “Volevo solo dormirle addosso” di Cappuccio
è rampante tagliatore di teste aziendale compresso e bulimico, irrisolto
quanto emblematico. Poi 2006-07 pieni di mosse: uxoricida confesso e biecamente perdonabile nel riccamente malsano Ticino di “Quale amore” di
Sciarra; tenentino perso in una sua passione, la fotografia, nella brancaleonica guerra di “Le rose del deserto” di Monicelli; figlio abbandonato, furente, ma turbato educatore carcerario nell’ottimo “L’aria salata” di Angelini. E
più libero di giostrare bene da giovane marito/padre (e ancora figlio) nell’ondivago “Voce del verbo amore”. Bei colpi, karateka Pasotti! MdR
The only Italian actor who is an European champion. Not for…introspection
in the Actor’s Studio style (even if he has been a hard-working student of
acting in the USA), but of wushu, a made in China martial art, where he lived
when he was between 19 and 21. Giorgio Pasotti is an actor of high repute
also for his eclectic curiosity and flexible physicalness, now that he is not 34
yet. His first role as protagonist in our cinema…but they are rather two roles,
only for repeating a double course: 1998, Pasotti make him be noticed in “I
piccoli maestri” by Luchetti about the young intellectual resistance and in
“Ecco fatto” the first work by Muccino in which he shows energy and feeling.
But he becomes popular with the successful serial “Distretto di polizia” in
which he plays the role of an intense problematic particular inspector. Then,
we find him again in 2003 at the cinema with “Dopo mezzanotte” by Ferrario,
where he plays the role of a night and laconic watchman of the Museum of
the Cinema in Turin, climbing up the labyrinth of the mole, Pasotti paints a
person more than a character, with an eastern concentration he expresses
romanticism out of fashions. Another jump: in “Volevo solo dormirle addosso” by Cappuccio he is an ambitious head cutter in a firm, repressed and
bulimic, irresolute as well as emblematic. Then there are the years 20062007 full of tactics: self-confessed uxoricide and wickedly forgivable in the
strongly unhealthy Ticino of “Quale amore” by Sciarra; a little tenant lost in
his passion, photography, in the Brancaleonic war of “Le rose del deserto”
by Monicelli; abandoned child, furious but troubled prison educator in the
very good “L’aria salata” by Angelini. He is freer of manoeuvring well as
young husband/father (and son again) in the wavering “Voce del verbo
amore”. What fine blows, karate champion Pasotti!
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Workshop and stage_Premi
Sabrina Impacciatore
Lanciata nel 1993 dal nume tv Boncompagni nel gineceico
“Non è la Rai”, s’inventa in 48 ore un personaggio davvero
comico (legge la posta). Eppure, sognando il cinema sino da
bimba, segue da ragazza corsi di recitazione a Roma e Parigi
legati al metodo del mitico Actor’s Studio newyorkese. Nella
televisione nostrana si ripete nello sperimentale show
“Macao”, personaggio di aspirante attrice che ama alla follia
il regista Maselli. Infatti poi Ettore Scola la chiamerà fra 2000
e 2003 per ruoli di piccola borghese non semplici in
“Concorrenza sleale” e “Gente di Roma”. Si era fatta notare
anche in “Convenscion” e “Disokkupati” sullo schermo piccolo mentre al
cinema guadagnava candidature a premi e credito per un ruolo nevrotico in
“L’ultimo bacio” di Muccino. Come definire dunque Sabrina Impacciatore?
Meglio non farlo. Sembra, ed è: irriverente, vulcanica, romana ma non romanesca, viso sfrontato e occhioni, bella ma non modellata, semplice ma
imprevedibile, brava in personaggi elasticamente tesi fra sentimentalità e
isteria, paura e coraggio (“Manuale d’amore”, “…E se domani”, premio ad
Annecy Festival du Cinema italien), col suo volto marcato e levantino e un
sostrato drammatico del suo cuore, Sabrina sta bene in “The Passion” di Mel
Gibson, per lei esperienza quasi mistica, dice. E gioca a tempo da sorella cardine nel gruppo d’epoca toscano di “N – Io e Napoleone” di Virzì. Commedia
è il suo timone, immedesimazione la sua vela, mutevolezza il suo vento. Se
sulla rotta delle Vitti e Valeri c’è qualcuna oggi, una delle due attrici italiane
capaci di sviolinare almeno a 240° di interpretazione è la Impacciatore, che
crede a quello che fa e (per fortuna) fa quello in cui crede. MdR
Launched in 1993 by the TV god Boncompagni in the gynaecium of “Non è la
Rai”, she invents in 48 hours a real comic character (she reads the mail). And
yet, dreaming of the cinema since when she was a child, she follows acting
courses in Rome and Paris referred to the method of the famous Actor’s
Studio in New York. For our national television company she repeats herself
in the experimental show “Macao”, playing the character of an aspiring
actress who is madly in love with the director Maselli. Ettore Scola called her
between 2000 and 2003 to play the not simple role of a little bourgeois
woman in “Concorrenza sleale” and “Gente di Roma”. She had also been
noticed in “Convenscion” and “Disokkupati” on the little screen while at the
cinema she was being awarded nominations and fame for a nevrotic role
played in “L’ultimo bacio” by Muccino. How can we define Sabrina
Impacciatore then? It is better to not do that. She seems and is: irreverent,
inventive, Roman but not Romanesque, shameless face and big eyes, beautiful but not modelled, simple but unpredictable, good at playing the roles
of characters elastically stretched between sentimentalism and hysteria,
fear and courage (“Manuale d’amore”, “…E se domani”, she was awarded a
prize at Annecy Festival du Cinema italien), with her levantine face with
marked features and a dramatic substrate of her heart, Sabrina fits well in
“The Passion” by Mel Gibson, for her it is an almost mystical experience, she
says. And she plays the role of a pivot sister in the Tuscan period group of
“N-Io e Napoleone” by Virzì. Comedy is her rudder, identification is her sail,
inconstancy is her wind. If in the wake of Vitti and Valeri actresses there is
someone today, one of the two Italian actresses who can act at 240° like
them, that is Impacciatore, who believes in what she does (and fortunately)
does what she believes in.
117
Alessandro Angelini
118
Lo sguardo di Alessandro Angelini ha necessità di testimoniare e indagare, d'inserire persone/personaggi in una realtà
cinematografica senza filtri, in cui documento e narrazione,
drammaturgia e naturalità hanno chimico valore d'immagine
forte quasi pura ma non perdono in immaginazione, uno dei
sensi del cinema. Angelini parte da fotoreporter, poi è assistente-aiuto di Moretti, Calopresti, Francesca Comencini. I suoi
primi documentari inquadrano problematiche ultra...italiane
(Sopravvivere allo sviluppo, 1997; What's globalizzazione?,
1998; Ragazzi del Ghana, 2005). In Nicaragua gira nel 2005 “El
barillete” sull'incontro simbiotico nella pericolosa Managua di due creature
rosselliniane, un 14enne in fuga dalla povertà e un più piccolo ragazzino di
strada di umanità pari alla durezza della sua vita. Speculare a questa storia
il salto nel cinema più costruito, la sua effettiva opera prima “L'aria salata”:
30enne educatore di corposo idealismo (Giorgio Pasotti) lavorando al graduale reinserimento psicologico dei detenuti, ritrova faccia a faccia il suo roccioso e non piegato padre in carcere per omicidio, genitore che aveva chiuso
i contatti con la famiglia 20 anni prima. Altre due vite maschili a confronto,
fra dolore e disperazione, fra destino chiuso e spiragli di comunicazione.
“L'aria salata” sta dentro gli animi dei personaggi senza addossarsi ai loro
corpi tesi, mostra sentimenti in primo piano, narrazione con contorni realistici e dialoghi non forzati. Il film rivela la capacità di Angelini di raccontare
con compatta consequenzialità una storia non qualsiasi, non su
innocenti/colpevoli, buoni/cattivi ma che parla con immagini e suoni, parole
e ambienti come raramente accade nel nostro cinema giovane. MdR
Alessandro Angelini feels it necessary to witness and investigate, to include
people/characters in a cinematographic reality without filters, in which document and narration, dramaturgy and naturalness have the chemical value
of a strong almost pure image, but they do not loose anything of imagination, which is one of the senses of the cinema. Angelini started his career as
photo reporter, then he has been assistant director of Moretti, Calopresti,
Francesca Comencini. His first documentary films focus on ultra… Italian
problems (Sopravvivere allo sviluppo, 1997; What’s globalizzazione?, 1998;
Ragazzi del Ghana, 2005). In Nicaragua he has shot the film “El barillete” in
2005, about the symbiotic meeting in the dangerous Managua, between two
Rossellini style creatures, a 14 year old boy escaping from poverty and a
younger street urchin whose humanity is as hard as his life. Symmetrical to
this story is his jump up to a more worked out cinema, his real first work
“L’aria salata”: a 30 year old educator, characterized by a strong idealism
(Giorgio Pasotti) working at the gradual reintegration of convicts, meets his
rocky and not flexible father being in prison for having committed a murder,
his parent who had broken off any relationship with his family 20 years
before. Other two men’s lives being compared, between pain and desperation, a closed destiny and rays of communication. “L’aria salata” is inside
the souls of the characters, without leaning against their tense bodies, it
shows feelings in the forefront, and uses a narration with realistic tones and
spontaneous dialogues. This film shows the Angelini’s ability of telling with
a compact consequentiality, not anyone’s story, not a story about innocents/culprits, good/bad ones, but a story speaking with images, words and
environments as it seldom happens in our young cinema.
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
E ora lei si scopre eclettica perché forte e curiosa, segreta ma
riconoscibile, voce mossa e figura neo-sensuale. Ha lavorato per
esprimersi così. Dopo i 30 anni e dopo un paio di commedie training, oltre a certe scelte private, Claudia Gerini - diciamo dal
2004 - è un’altra. Cioè se stessa. Bella, ma non è novità.
Magnetica, e lo era già stata. Duttile, si era intuito. Però causa ed
effetto (sceneggiature accettate + registi interessati) da “The
Passion” di Mel Gibson (la Gerini è Claudia Procula moglie di
Ponzio Pilato) in poi si mixano per lei molto meglio che in passato. Nel latinorum del controverso dramma cristologico, Claudia
non appare, fa, convince. E soprattutto si convince che nel caos
del nostro (e altrui) cinema quello è il momento giusto per muoversi in nuove
direzioni. Infatti subito dopo il film di Gibson è ancora moglie ma
come…sospesa, di Sergio Castellitto nelle complesse colpevoli torpidità di
“Non ti muovere” in cui il suo ruolo non è mica facile perché richiede una
sfrontatezza mélo rara nelle nostre giovani attrici. Eppur si…muove la fisica
anima della Gerini in questo film che indubbiamente ha fatto parlare per letterarietà e impronta drammaturgica. Non casualmente speculare a questo
personaggio è quello di madre ultramodernamente siciliana trasognata
negli anni ’70 dei ricordi filiali in “Viaggio segreto” di Andò, una donna folgorante che Claudia definisce «anticonformista tormentata, vitalmente
maledetta, contraddittoria e oscillante, gelosa e iperfisica, mogliamante non
mamma tradizionale, una creatura sopraffatta dalla sua sensuale emotività
in bilico fra estasi e disperazione». Troppo? E’ Sicilia neo-neobarocca, in
fondo… E qui Claudia non sbaglia né da critica né da interprete. Quindi, “La
sconosciuta” di Tornatore: eccola signora borghese con marito inetto accogliere una colf dell’est che qualche piano lo ha in cuore: Claudia interpreta
con levigata metronomia ossatura e sfumature di una regina della casa la cui
serenità è scompaginata con percorso emotivo complementare a quello
della sconosciuta, insomma un ruolo emblematico cui danno spessore maturità dell’attrice e livello del film (risultato: candidata quale non protagonista
ai Nastri d’Argento 2007 sia per il film di Andò che per quello di Tornatore).
Altro passo, “Nero bifamiliare” commedia scura e inquietata di stile plurimo,
opera prima dell’artista canoro Federico Zampaglione: film elettronico, contaminato e spagnolo, in cui la Gerini (da 2 anni compagna del regista con cui
galeotto fu un videoclip) è appunto contaminata (vedi mascheramenti e
strip, dolcezze e panterate), elettronica (va oltre il pop eppure rassicura, in
più ondeggia solare) e spagnola (ha girato film in Spagna, parla la lingua, sta
benissimo nei colori ispanici di questo Nero). In più, canta (come di recente
mostra di volere fare sempre al meglio, candidatura al Nastro d’argento
2007 anche per una cover song in un cartoon italiano, Felix). E in futuro,
coprodurrà un film su Tina Modotti che lei interpreterà. Da “Viaggi di nozze”
e “Iris Blond” è passata un’epoca? Forse. Ma in quelle commedie toste del
pigmalionico complice Carlo Verdone, Claudia Gerini ha capito che magari al
cuore sì ma all’eclettismo non si comanda. MdR
Workshop and stage_Premi
Claudia Gerini
Premi Festival Culture Giovani
119
And now she finds out to be eclectic because she is strong and curious,
secret but recognizable, lively voice and neo-sensual figure. She has worked
to express herself this way. After the age of 30 and after a pair of training
comedies, besides certain private choices, Claudia Gerini- since 2004, we
could say- has become another person. That is herself. Beautiful, but is not
new. Magnetic, and she had already been so. Versatile and that we had
already guessed. But from “The Passion” by Mel Gibson (Gerini is Claudia
Procula, the wife of Pontius Pilate) on cause and effect (accepted scripts +
interested directors) are mixed for her much better than in the past. In the
latinorum of the controversial Christological drama, Claudia does not
appear, she does, she convinces. And above all she convinces herself that in
the chaos of our (and the other’s) cinema that is the right time to follow new
directions. Therefore soon after the film by Gibson she is still wife but as if
she were…suspended, of Sergio Castellitto, in the complex guilty torpidity of
“Non ti muovere”, in which her role is not easy at all because it requires an
impudence which is melo-rare in our young actresses. And yet…Gerini’s physical soul moves in this film that has undoubtedly been talked about for its
literariness and dramaturgic print. It is not casual that a mirror character of
this is that of the dreamy ultramodern Sicilian mother of the ‘70es, immersed in filial memories in “Viaggio segreto” by Andò, a flashing woman, that
Claudia defines «tormented anticonformist, vitally maledicted, contradictory
and wavering, jealous and hyperphysical, wife-lover and not traditional
mother, a creature overwhelmed by her sensual emotionalism in suspense
between ecstasy and desperation». Too much? It is neo-neobaroque Sicily, at
last…And here Claudia is not wrong either as a critician or as actress. Then
“La sconosciuta” by Tornatore: here she is a bourgeois lady with a good-fornothing husband to welcome a maid from the eastern Europe having a plan
in her heart: Claudia plays smooth metronomy, structure and nuances of the
mistress of the house whose serenity is upset and her emotions are complementary to those of the unknown woman, in a word an emblematic role
which is given depth by this actress’ maturity and the high level of the film
itself (result: nomination as best non protagonist actress for the Nastri
d’Argento Prizes in 2007 both for the film by Andò and for that by
Tornatore). Another step: “Nero bifamiliare” a dark and angry comedy, of
multiple style, the first work of the singing artist Federico Zampaglione: an
electronic, contaminated and Spanish film, in which Gerini (who is partner of
the director from 2 years and go-between of this has been a videoclip) is just
contaminated (see disguises and strips, sweetness and panther style ways),
electronic (she goes beyond pop, and yet she is reassuring, and what’s more
she sways and is sunny) and Spanish (she has acted in films shot in Spain,
she speaks this language, the Spanish colours of this film entitled Nero
(Black) well suit her. What’s more she sings (as recently she has showed to
be willing as better as possible, she has been nominated for the Nastri d’argento Prizes 2007 also for a cover song in an Italian cartoon, Felix). And in
the near future she will co-produce a film about Tina Modotti which she will
play. From “Viaggi di nozze” and “Iris Blond” is an era passed by? Perhaps.
But in those hard comedies by her Pygmalion partner Carlo Verdone, Claudia
Gerini has understood that perhaps the heart has not its reasons but eclecticism has got them.
120
Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Cinema - Contaminato, elettronico, spagnolo, bi-slessico. Cioè? La prima
regìa di Federico Zampaglione, “Nero bifamiliare”, comedy noir con tagli
oltre il genere cinematografico prende con gusto e smaccata compiacenza
spunti da cinema nero-horror (Bava padre, Fulci), echeggia il Tarantino post
2000, cita pari pari un attimo western di Leone; ma mette anche del proprio
sale contaminando stile e ritmo della storia fra l’Uomo (Luca Lionello vorticoso borghesoccio out of mind) e la Femmina (Claudia Gerini libera di giocare e anche molto) circondati da vicini di casa che te li raccomando anche se
nulla deve essere come sembra in un nero che incida. Elettronico? Anche per
il rock narrativo che Zampaglione distilla da cantautore…gemello del regista.
E spagnolo, sì, fotografia di Arnaldo Catinari vivida e kitsch, sudata ed esplosiva, l’estate di “Nero bifamiliare” sembra a Malaga o a Barcelona. Bi-slessico? Per linguaggi doppi e sovrapposti è film non simmetrico ma stimolante,
un debutto altro nel nostro panorama di solito molto…familiare, ormai pieno
di opere prime che sono storielle ggiovani di studenti pre esami e vacanze.
Insomma, comunque lo giudichiate, “Nero bifamiliare” è l’ennesimo Tiro
Mancino dell’agonistico creativo Federico. MdR
Workshop and stage_Premi
Federico Zampaglione
Musica - Federico Zampaglione, all’uscita dell’album “La
descrizione di un attimo” dei Tiromancino, di cui è il leader, è
stato insignito di un premio come rivelazione dell’anno nella
sezione musicale di Linea d’Ombra. Quest’anno il gioco si
ripete, perchè verrà premiato in quella che è diventata la
sezione cinematografica del Festival delle Culture Giovani,
sempre come rivelazione, ma questa volta per la regia del suo
primo lungometraggio, “Nero bifamiliare”. Federico non è
nuovo alle esperienze di regia avendo diretto più di un videoclip degli stessi Tiromancino, tra cui proprio il video de “La
descrizione di un attimo”, in cui gli attori Valerio Mastandrea e Paola
Cortellesi si calano nei panni di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini,
riprendendo una popolare sigla televisiva degli anni ‘70. “L’alba di domani”,
il nuovo album dei Tiromancino, che contiene tutte le musiche del film “Nero
bifamiliare” è già disco d’oro. F.R.
121
Music. Federico Zampaglione, on the distribution of his album “La
descrizione di un attimo” by Tiromancino, of which he is the leader, has been
awarded a prize as revelation artist of the year, in the musical section of
Shadow Line. This year he will be awarded a prize again, but this time within the cinema section of the Festival delle Culture Giovani, once again as a
revelation, and this time for his direction of his long feature film “Nero bifamiliare”. Federico has already experienced film direction, since he has directed a number of videoclips of Tiromancino themselves, among which there is
his own video “La descrizione di un attimo”, in which the actors Valerio
Mastandrea and Paola Cortellesi identify themselves in Raimondo Vianello
and Sandra Mondaini, remaking a popular TV signature tune of the ‘70es.
“L’alba di domani”, the new album by Tiromancino, which includes all
sound tracks of the film “Nero bifamiliare” is already golden record.
Cinema. Contaminated, electronic, Spanish bi-slexic. What does it mean?
The first direction by Federico Zampaglione, “Nero bifamiliare”, comedy noir
in a style beyond the cinematographic genre takes inspiration with pleasure
and shameless satisfaction, from the black-horror cinema (Bava senior,
Fulci), echoes the Tarantino of 2000, quotes western scenes by Leone to the
letter; but he also puts in its some of his own salt, contaminating style and
rhythm of the story between the Man (Luca Lionello dizzy bourgeois out of
mind) and the Female (Claudia Gerini free of playing and a lot too) surrounded by neighbours, I would not touch them with a barge pole, even if nothing
must be as it seems to be in a black impresses. Electronic? Also for the narrative rock which Zampaglione distillates as singer-songwriter…twin of the
director. And Spanish, yes, vivid and kitsch, photography by Arnaldo
Catinari, sweaty and explosive the summer of “Nero bifamiliare” seems to be
in Malaga or Barcelona. Bi-slexic? For double and juxtaposed languages it is
a non symmetrical but stimulating film, another debut in our panorama
which is usually very …familiar, by now full of first works which are little
young stories of students before their school leaving exams and holidays.
Finally, however your opinion is, “Nero bifamiliare” is the umpteeth Dirty
Trick (Italian=Tiro Mancino) of the competitive creative Federico.
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Festival delle Culture Giovani_Linea d’Ombra
Scripta
Reading
Se permettere leggiamo d’amore
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Una piccola novità nella sezione SCRIPTA di questa edizione del Festival
delle Culture Giovani. Per una volta, la prima (e speriamo non l’ultima; ma
anche se lo fosse la facciamo comunque), lasciamo perdere il dibattito e facciamo salire gli scrittori sul palco, a leggere le pagine che preferiscono.
Niente discorsi, niente riflessioni, niente moderatori. Nessun pensiero
aggiuntivo, nessuna interpretazione del tema dato. Soprattutto, il pubblico
non è tenuto a intervenire. Non si fanno domande. Si può applaudire, fischiare o andarsene.
Stavolta, parlano i fogli. Gli autori danno voce alle loro parole, scelgono le
pagine che ritengono migliori, o più verosimilmente quelle che in quel periodo hanno più voglia di leggere, e se le fanno uscire di bocca. Con l’intonazione e l’intenzione che vogliono, senza interpreti.
Non è detto che sappiano farlo. Perché gli scrittori scrivono, e a leggerli
dovrebbero essere gli altri. Allora, vediamo come se la cavano. Magari uno
che già li conosce li trova deboli, irrispettosi della punteggiatura, delle
pause; oppure, scopre delle sfumature differenti, di cui non s’era nemmeno
accorto. Chi lo sa.
Il tema del reading è l’amore, cioè quello più scontato di tutti. Quello più
pericoloso, perché è il tema su cui tutti sono preparati. Su cui la quasi totalità dell’umanità ha subito, almeno un paio di volte nella vita, un’interrogazione (non solo: ma tutti, a quell’interrogazione, sono convinti di aver sempre saputo rispondere). L’amore è il tema su cui da uno scrittore ci si aspetta moltissimo. Per questo lo abbiamo scelto. Diego De Silva
A little novelty in the section SCRIPTA of this edition of “Festival delle Culture
Giovani”. For the first time (we hope it will not be the last one; but even if it
were the last we want to do it the same), let us put apart debates and let us
make writers be on the stage to read the pages they prefer.
No speeches, no reflections, no chairmen. No supplementary thought, no
interpretation of a fixed theme. Above all, the public is not required to intervene. No questions are asked. You can clap your hands, hiss or go away.
This time, pages speak. Authors give voice to their words, they choose the
pages they think are the best ones, or rather those which in that period they
like reading and so they let slip them. With the intonation and intention they
prefer, without actors. It is not sure that they will be able to do that. Because
writers write and the others should read them. Then, let us see how they
cope with it. Perhaps someone who already knows them will find them weak,
regardless of punctuation, of pauses; or he will find out different nuances,
which he had not noticed before. Who knows?
The theme of the reading is love, which is the most predictable one. The
most dangerous one, because it is the theme on which we all are prepared.
On which everyone has been interrogated at least once in his life (not only:
but everyone is convinced of having been able of answering at best on that
occasion). Love is the theme on which we expect a lot from a writer. That is
why we have chosen it.
Festival delle Culture Giovani
Con Scripta, leggono d’amore, intervallati da brani suonati da due vecchi jazzisti salernitani, Stefano Giuliano e Aldo Vigorito, quattro scrittori.
Con Scripta, leggono d’amore, intervallati da brani suonati da due vecchi
jazzisti salernitani, Stefano Giuliano e Aldo Vigorito, quattro scrittori.
Ermanno Cavazzoni, nato a Reggio Emilia nel ‘47, autore di vari libri editi da Feltrinelli. Fra le varie cose che ha
fatto, c’è anche la sceneggiatura de “La voce della
luna”, l’ultimo film di Federico Fellini, tratto dal suo
libro “Il poema dei lunatici”.
Ermanno Cavazzoni, born in Reggio Emilia in 1947,
author of many books published by Feltrinelli. Among the various things he
has done, there is also the script of “La voce della luna”, the last film by
Federico Fellini, taken from his book “Il poema dei lunatici”.
Ugo Cornia, modenese, classe ‘65, che ha pubblicato
quattro libri da Sellerio, uno più bello dell’altro.
L’ultimo, appena uscito, si chiama “Le pratiche del
disgusto”.
Ugo Cornia, from Modena, born in 1965, has published four books by Sellerio, rivalling each other for
their beauty. The last one, which has been just published, is “Le pratiche del disgusto”.
Diego De Silva, nato a Napoli nel ‘64, che ha pubblicato quattro romanzi da Einaudi (“Certi bambini”, un
titolo per tutti).
Diego De Silva, born in Naples in 1964, has published
four novels by Einaudi (among them, “Certi bambini”).
Melissa P., ovvero Melissa Panarello, classe 1985,
autrice del best-seller “Cento colpi di spazzola prima
di andare a dormire”, del recente “L’odore del tuo
respiro” e della lettera aperta al cardinale Ruini “In
nome dell’amore”, tutti pubblicati da Fazi.
Melissa P., that is Melissa Panarello, born in 1985, author of the best seller,
“Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire”, of the recent “L’odore
del tuo respiro” and of the open letter to cardinal Ruini “In nome dell’amore”, all of them published by Fazi.
Scripta
125
Music-K
Anche quest’anno si rinnova il nostro impegno di portare nella città di
Salerno proposte musicali di qualità, sia per quanto riguarda i talenti emergenti che coloro che godono già di una meritata fama, all’interno di un contesto complesso ed articolato quale la seconda edizione del Festival delle
Culture Giovani. Nell’ambito di una manifestazione che dimostra attenzione
per tutte quelle forme artistiche che caratterizzano i nostri tempi, dalla scrittura al cinema alla videoarte, il percorso musicale si arricchisce, rispetto alla
scorsa edizione, di una sezione espressamente dedicata a quei tanti, troppi,
musicisti che non trovano, se non raramente ed esclusivamente in spazi di
nicchia, una possibilità di espressione. L’abbiamo chiamata WORK IN PROGRESS, prendendo in prestito questo comune modo di dire, utilizzato anche
dal grande mito del rock e della poesia contemporanea Jim Morrison per
introdurre la prima performance di Hyacinth House. Un festival nel festival,
atto a valorizzare la creatività e la musica dal vivo, con 9 gruppi che si alterneranno sul palco passando dal registro rock al pop al folk, all’insegna della
contaminazione di suoni, culture regionali e tradizioni diverse. Oltre agli otto
talenti emergenti, sono contemplate all’inizio ed a conclusione del festival le
performance di Neffa, una delle voci italiane di cui andare maggiormente
fieri nell’attuale panorama musicale e de Le Vibrazioni, premiati qualche edizione fa all’interno del Festival Linea d’Ombra come gruppo rivelazione.
I know…It’ only rok’n’roll, but I like it…(Rolling Stones) Francesca Roveda
Also this year we want to offer the town of Salerno musical expressions of a
high quality, both of emerging talents and of those who are already justly
famous, within a complex and varied context that is the second edition of the
Festival delle Culture Giovani. Within an event which is interested in all those
artistic expressions which characterize our time, from writing to the cinema,
to the videoart, this musical itinerary becomes even richer, compared with
the last edition, because it provides a special section devoted to those too
many musicians who do not find, or who only seldom find a possibility of
expressing themselves. We have called it WORK IN PROGRESS, borrowing
this common expression, also used by the great myth of rock and contemporary poet, Jim Morrison, to introduce the first performance of Hyacinth
House. A festival within the festival, meant for increasing the value of creativity and live music, with 9 groups who will alternate on the stage, playing
rock, pop and folk, amid the contamination of sounds, regional cultures and
different traditions. Besides the eight emerging talents, at the beginning
and on the conclusion of the Festival, there will be the performances of
Neffa, one of the Italian voices of which we are to be most proud within the
present musical panorama and Le Vibrazioni, who were awarded a prize as
revelation group, some editions ago of the Festival Shadow Line.
I know…It’ only rok’n’roll, but I like it… (Rolling Stones)
128
Festival delle Culture Giovani
Neffa
Negli anni ’90 NEFFA è una delle figure di riferimento della scena musicale underground
italiana. “Negazione, Isola Posse All Stars” e
“Sangue Misto” sono le tappe di un percorso
difficile eppure eccezionalmente creativo. A
coronare l’avventura arriva nel ’96 il successo
dell’album “Neffa & i Messaggeri della Dopa”
(disco d’oro), trainato dall’exploit del singolo
“Aspettando il Sole”.
Nel 2001, “Arrivi e partenze” è l’album della
svolta: Neffa abbandona l’hip hop e le rime
per cimentarsi con la musica in veste di cantante.
Confermato: Giovanni Pellino, in arte Cantante Neffa, è ufficialmente cantante. Naturale continuare su quella strada, corroborato dai consensi ricevuti
ma anche attento a spostare l’asticella della sfida qualche centimetro più in
alto: «La scommessa di questo album sono le canzoni, o meglio, la mia capacità e volontà di partire dalla forma canzone e scrivere dei pezzi belli da cantare e capaci di emozionare come solo le grandi canzoni sanno fare».
Le canzoni di quest’album “I molteplici mondi di Giovanni il cantante Neffa”,
nella loro eterogeneità musicale raccontano proprio questo nuovo viaggio,
legandosi insieme soltanto per le tematiche comuni che raccontano.
In the ‘90es Neffa is one of the reference figures on the Italian underground
musical scene. “Negazione, Isola Posse, All stars” and “Sangue Misto” are
the stages of a difficult, even if exceptionally creative, career. To crown this
adventure the success of the album “Neffa & i Messaggeri della Dopa” (golden record) came in 1996, in the wake of the exploit of the single record
“Aspettando il Sole”.
In 2001 “Arrivi e partenze” was the turning point album: Neffa leaves hip hop
and rhymes to venture on music as singer.
Confirmed: Giovanni Pellino, artistic name Neffa, he is officially singer. It is
natural to continue along this road, encouraged by his success but also careful to move the cross bar some centimetres higher: «The challenge of this
album are the songs, or rather, my ability and will of starting from the form
of the song and writing beautiful pieces to sing, able of causing emotions as
all great songs can do».
The songs of this album “I molteplici mondi di Giovanni il cantante Neffa”, in
their musical heterogeneity tell just about their own journey, linking to each
other only for the themes they deal with.
Music-K
129
Le Vibrazioni
Le Vibrazioni, quattro giovani milanesi, Francesco Sarcina (voce, chitarra), Stefano Verderi (chitarra),
Marco
Castellani
(basso),
Alessandro Deidda (batteria), in
soli tre anni hanno raggiunto
importanti obbiettivi, tra cui il
Disco di Platino per il cd singolo
“Dedicato a te”, primo successo
della band, oltre 300.000 copie
vendute con più di 40 settimane di
presenza nella classifica di vendita, due Italian Music Awards come Miglior
rivelazione e Miglior gruppo, tre nomination come Miglior Album, Miglior
Tour e Miglior Video. Ed ancora sono stati premiati come Rivelazione al
Festivalbar 2003, hanno ottenuto il Premio “Opera Prima” nel referendum
“Musica & Dischi” ed hanno avuto la nomination “Best Italian Act” per
l’European Music Award di MTV. A dicembre 2004 viene lanciato il video di
“Raggio di Sole”, subito entrato in alta rotazione su MTV e primo in airplay,
primo singolo estratto dal loro secondo album “Le Vibrazioni II”, realizzato
in soli due mesi dalla fine del tour estivo e pubblicato il 4 marzo 2005 durante la loro prima partecipazione al festival di Sanremo. “Le Vibrazioni II” è
diventato Disco d’Oro in una manciata di settimane dall’uscita, nonché Disco
di Platino. Il 12 luglio 2006 Le Vibrazioni hanno ricevuto ad ArezzoWave la
targa simbolica che attesta l’apertura di un pozzo in Africa a loro nome realizzato con il ricavato dell’album collettivo “Rezophonic” prodotto e ideato
da Mario Riso.
Le Vibrazioni, four young artists from Milan, Francesco Sarcina (voice, guitar), Stefano Verderi (guitar), Marco Castellani (bass), Alessandro Deidda
(drums), over only three years have reached important goals, among which
there are the Platinum Record for the single CD “Dedicato a te”, the first success of the band, over 300.000 copies sold in over 40 weeks on the hit parade of the best seller records, two Italian Music awards as Best revelation
group and Best Group, three nominations as Best album, Best Tour, and Best
Video. And then they are also awarded a prize as Revelation at the
Festivalbar 2003, they have been awarded the prize “Opera Prima” in the
referendum “Musica & Dischi” and have had the nomination “Best italian
Act” for the European Music Award of MTV. In December 2004 the video of
“Raggio di sole” was broadcast, also on high rotation on MTV, and the first
one on airplay, the first single taken from their second album “Le Vibrazioni
II”, produced in only two months from the end of their summer tour and
published on March 4th 2005 during their first participation in Sanremo
Festival. “Le Vibrazioni II” has become Golden Record in a few weeks from its
coming out, as well as Platinum Record. On July 12th 2006 Le Vibrazioni have
received at ArezzoWave the symbolic plate certifying the opening of a well in
Africa in their name built with the profits gained from the sale of the collective album “Rezophonic” produced and created by Mario Riso.
130
Festival delle Culture Giovani
DIONISO I Dioniso nascono da un’idea del cantautore Mattia Pattaro nel
1998. Il 25 novembre 2006 è uscito nei migliori negozi di dischi “Dalla mia
camera”, l’album d’esordio della band per l’etichetta milanese “La
Matricula”, distribuito da Venus dischi. Il disco ottiene in pochi mesi passaggi radiofonici (VivaRadio2, Radio Bruno, Studio+ etc.) e televisivi (AllMusic,
Match Music) oltre a numerosi concerti live: Roxy Bar (Bo), Latte+ (Bs),
Goganga (Mi), Gate52 (Vr) di spalla a Fede Poggipollini.
I Dioniso sono: Mattia Pattaro (autore, chitarre, sinth, pianoforte, voce),
Ricky Pattaro (autore, chitarre, piano elettrico, cori), Giovanni Scarlata
(basso, diamonica), Leonardo Aldegheri (batteria).
The Dioniso are born from an idea of the singer-songwriter Mattia Pattaro in
1998. On November 25th 2006 the album of their debut “Dalla mia camera”,
produced by the record company in Milan “La Matricula”, has been distributed by Venus in the best music shops. In a few months this record has obtained radio (VivaRadio2, Radio Bruno, Studio+etc.) and TV passages AllMusic,
Match Music) besides many live concerts: Roxy Bar (Bo), Latte+ (Bs),
Goganga (Mi), Gate52 (Vr) as stooge of Fede Poggipollini.
The Dioniso group is composed by: Mattia Pattaro (author, guitars, sinth,
piano and voice), Ricky Pattaro (author, guitars, electric piano, choirs),
Giovanni Scarlata (bass, diamonic), Leonardo Aldegheri (drums).
Music-K
Work in progress
ALIBìA Vincitori di importanti rassegne a carattere nazionale, scelti da
Musica! di Repubblica come “miglior band emergente del 2003”, gli Alibìa
hanno esordito nel 2004 con “Confini”, fortunata opera prima che li ha
accreditati tra le maggiori sorprese dell’anno nel panorama indipendente
nazionale.
L’uscita del secondo album, intitolato “Tra tutto e niente”, è stata preceduta
da “Va tutto bene”, EP promozionale pubblicato a fine ottobre 2006 e che ha
proiettato gli Alibìa nelle playlist di circa 150 radio nazionali. Il videoclip
omonimo, totalmente realizzato in animazione, ha ricevuto importanti riconoscimenti di settore.
Winners of important national reviews, chosen by Musica! By Repubblica as
“best emerging band in 2003”, the ALIBÌA debuted in 2004 with “Confini”, a
lucky first work which have confirmed them among the best surprises of the
year in the national independent panorama.
The release of their second album, entitled “Tra tutto e niente” has been preceded by “Tutto va bene”, a promotional EP published in the end of October
2006 and which has placed the Alibìa in the playlists of about 150 national
radios. The homonymous videoclip, wholly made of animation, has received
important awards in this sector.
131
GLEBA A metà degli anni ’90, i fratelli Alberto e Alfredo Genovese, rispettivamente batterista e cantante-chitarrista della band pugliese Gleba, si trasferiscono da Brindisi a Siena per frequentare la facoltà di medicina; nello stesso periodo l’amico e chitarrista Giulio Rosiello si sposta a Venezia per iscriversi alla facoltà di Lingue Orientali. Durante una serata live, proprio in terra
di Puglia, i tre vengono notati da Fabrizio Barbacci, già produttore di alcuni
tra gli artisti rock più significativi del panorama musicale italiano, tra cui
Ligabue e Negrita. A settembre 2006 pubblicano il loro primo album:
“Gleba” (prodotto da Barbacci/Petricich e distribuito da Universal), con una
formazione allargata a 4 componenti.
In the second half of the 90es, the brothers Alberto and Alfredo Genovese,
drummer and singer-guitarist respectively in the band from Puglia, Gleba,
moved from Brindisi to Siena to attend the faculty of Medicine; in the same
period their friend guitarist Giulio Rosiello moved to Venice to matriculate at
the University of Eastern Languages.
During a live night, just in Puglia, these three musicians are noticed by
Fabrizio Barbacci, who had already been the producer of some of the most
significant rock artists of the Italian musical panorama, among which there
are Ligabue and Negrita.
In September 2006 they have published their first album: “Gleba” (produced
by Barbacci/Petricich and distributed by Universal), with a band extended to
4 musicians.
LOTHLÓRIEN Gruppo nato nel 1999 a Salerno, dalle molteplici influenze, ma
di chiara matrice rock. Dagli esordi, legati alla scena grunge di Seattle, e al
rock alternativo degli anni ’90, il gruppo comincia un percorso artistico che
affonda le radici nel grande rock degli anni ’70, inglese ed italiano, sviluppando uno stile personale, e produce due demo su cd: “Il giardino dei fiori”
(2002) e “Lothlórien” (2006). In questo secondo lavoro si nota l’ingresso del
piano Rhodes e dell’organo Hammond, strumenti che permettono al gruppo
di ampliare i propri orizzonti musicali e compositivi.
Il gruppo è composto da Mario Villani (batteria), Gennaro Galise (basso),
Ilario D’Amato (piano Rhodes, organo Hammond, sintetizzatore moog, voce)
e Lucio Auciello (voce, chitarre).
A group born in Salerno in 1999, from many influences but specially inspired
by rock. From their debut linked to the grunge scene of Seattle, and to the
alternative rock of the ‘90es, the group has started an artistic course having
its origins in the English and Italian rock of the ‘70es, developing its personal style, after which it has produced two demos on CD: “Il giardino dei fiori”
(2002) and “Lothlórien” (2006). In this second work we notice the introduction of the piano Rhodes and the organ Hammond, instruments which enable the group to widen their own musical and composition horizons.
The group is composed by Mario Villani (drums), Gennaro Galise (bass),
Ilario D’Amato (piano Rhodes, organ Hammond, moog synthetizer, voice)
and Lucio Auciello (voice, guitars).
132
Festival delle Culture Giovani
ORGANICA La band si forma definitivamente nell’aprile 2003 dall’incontro
casuale di Alessandro Pisacano (voce e chitarra) con Attilio Scala (basso) e
Donato Scotto di Monaco (batteria) durante una jam in una sala prove di
Milano. Il disco è stato registrato ai Plastic Studios di Roma da Gianluca
Vaccaro e masterizzato da Ryan Smith allo Sterling Sound di New York.
This band was definitively constituted in 2003 after the casual meeting of
Alessandro Pisacano (voice and guitar) with Attilio Scala (bass) and Donato
Scotto di Monaco (drums) during a jam in a rehearse room in Milan.
Recorded at the Plastic Studios in Rome by Gianluca Vaccaro and produced
on CD by RyanSmith at the Sterling Sound in New York.
PIPERS I Pipers si sono formati a Napoli nel maggio del 2006.
Tra le loro influenze ritroviamo i Doves, i Travis, Noel Gallagher, ma anche
classici come The Beatles e John Lennon, il grunge e le atmosfere acustiche
tra Radiohead e Sodastream. Il loro primo lavoro è il promo “1/2 penny marvel”, autoprodotto, uscito nel 2006. I Pipers sono Stefano De Stefano (voce
e piano), Dario Iannuzzi (basso), Eugenio Mazzetti (chitarra), Lucio
Castracane (batteria).
The Pipers were born in Naples in May 2006.
Among their influences we remember those of the Doves, the Travis, of Noel
Gallagher, but also those of classics like The Beatles and John Lennon, the
grunge and acoustic atmospheres between Radiohead and Sodastream.
Their first work is the promotional “1/2 penny marvel”, self-produced, distributed in 2006.
The Pipers are Stefano De Stefano (voice and piano), Dario Iannuzzi (bass),
Eugenio Mazzetti (guitar), Lucio Castracane (drums).
VALIUM I Valium sono un giovane gruppo indipendente di Salerno che nasce
a fine 1999. Il gruppo ha all’attivo tre mini cd promozionali e autoprodotti,
“Valium”, “Tnt-I giorni Dark” (2002), “Valiumpromo” (2004). Il gruppo è formato da Marco Sabino (voce e chitarra), Luigi Sabino (chitarra e voce), Alain
Fortunati (basso) e Antonello Apostolico (batteria).
The Valium are a young independent group from Salerno which was born in
1999. The group has published three promotional self-produced cds,
“Valium”, “Tnt-I giorni Dark” (2002), Valiumpromo” (2004).
This group is composed by Marco Sabino (voice and guitar), Luigi Sabino
(guitar and voice), Alain Fortunati (bass) and Antonello Apostolico (drums).
Music-K
133
VALENTINA LUPI Rockeuse dalla voce unica, meglio di altri ha saputo raccogliere l’eredità della scuola cantautorale romana nata sui palchi del Locale,
del Circolo degli Artisti e del Classico, club nei quali è cresciuta suonando e
respirando musica. A soli 26 anni Valentina ha già collezionato grandi esperienze live (Heineken Jammin Festival, Roma Live, L’artista Che Non C’era,
Generazione X) e collaborazioni con importanti artisti tra cui Puccio
Panettieri (batterista di Carmen Consoli) ospite in “Non voglio restare
Cappuccetto Rosso” (Edel 2006), album di debutto della cantautrice romana. Nel 2007 torna a Roma con un concerto presso La Palma Club, accompagnata dal sax di Stefano di Battista, vince le selezioni regionali di
“Primomaggiotuttolanno”, e suona nell’ambito di “Generazione X”,
all’Auditorium Parco della Musica insieme ad altri giovani artisti della scena
nazionale.
As a gifted rockeuse, endowed with a unique voice, she has been able, better than others, to inherit the tradition of the singer-songwriter school of
Rome born on the stage of the Locale, the Circolo degli Artisti and the
Classico, clubs in which she has grown up while singing and breathing
music. When she was only 26 Valentina had already collected big live experiences (Heineken Jammin Festival, Roma Live, L’artista Che Non C’era,
Generazione X) and collaborations with important artists such as Puccio
Panettieri (drummer of Carmen Consoli), guest in “Non voglio restare
Cappuccetto Rosso” (Edel 2006), the album with which this singer-song writer from Rome has debuted. In 2007 she has come back to Rome with a concert at La Palma Club, accompanied by the sax of Stefano Di Battista, she has
won the regional selections of “Primomaggiotuttolanno”, and has played
within the event “Generazione X”, at the Auditorium Parco della Musica,
together with other young artists famous in Italy.
ELEONORA PIERRO comincia a cantare fin da piccola. Studia sax per due anni
e canto per sette anni in una scuola di Salerno, e lavora nei locali come cantante e speaker.
Partecipa con successo a numerose manifestazioni regionali e nazionali
(Girofestival, Premio Esposito, Music Village, Voci da sud, tra le altre). Suona
anche il piano e la chitarra, ed è al lavoro per la preparazione di un album.
Eleonora Pierro has started singing since when she was a little child. She
studied sax for two years and singing for seven years at a school in Salerno.
She works in places as singers and speaker.
She successfully participates into many regional and national events
(Girofestival, Premio Esposito, Music Village, Voci da sud, among the
others). She also plays the piano and the guitar, and she is now working at
an album.
134
Festival delle Culture Giovani
Vjing
Nel settembre 2005 si decise di dar vita ad un progetto che coniugasse il
lavoro di artisti impegnati nella ricerca video, musicisti e djs alla scoperta di
nuove sonorità. Video+Live nasce, quindi, da una doppia passione: quella
per le arti visive e quella per la musica.
Durante la prima edizione si scelsero artisti e tipologie di collaborazione eterogenee, che potessero analizzare alcune delle molteplici possibilità offerte
dalla sincronizzazione dei suoni e delle immagini in movimento.
Video+Live intende anche creare nuove sinergie, stimolare nuovi esperimenti, collaborare per la realizzazione di nuove idee. Da questi ultimi presupposti si sviluppa il progetto presentato in occasione del Festival delle Culture
Giovani 2007, per il quale sono stati coinvolti 9 artisti che si esibiranno in
due serate: una prima esperienza fondata sulla pura improvvisazione e il
vjing e djing più tradizionale che coinvolge il duo Playane di Salerno, il vj
Ferdinando “BZK” Di Meo, sempre di Salerno, il duo XX+XY VISUAL di Roma,
il duo Sonothèque di Firenze. Nella seconda serata, invece, il video - artista
milanese Claudio Sinatti si esibirà con il musicista francese Olivier Lamm, in
“The Carrillon Session”, una performance di carattere meditativo, da ascolto e da contemplazione, in cui l’essenzialità del video è modellata attraverso una componente tridimensionale che sconfina nella scultura astratta: la
luce ed il colore si amalgamano con il suono, in una sintesi di espressioni di
fortissimo impatto. Tiziana Di Caro – Edoardo Palescandolo
In September 2005 we decided to realize a project joining the work of artists
committed to the experimentation of videos, of musicians and djs in search
of new sounds. Video+Live is born, then, from a double passion: that for
visual arts and that for music.
During the first edition we chose artists and heterogeneous typologies of
collaboration, in order to be able to analyze the different possibilities offered by the synchronization of sounds and moving images.
Video+Live also intends to create new synergies, to stimulate new experiments, to collaborate for the carrying out of new projects. From these
assumptions the project presented on this second edition of the Festival
delle Culture Giovani is developed, in it 9 artists have been involved and
they will perform during three nights: the first one will be an experience only
based on improvisation and the most traditional vjing and djing, with the
participation of the duo Playane from Salerno, the vj Ferdinando “BZK” Di
Meo, who is from Salerno too, the duo XX+XY VISUAL from Rome, the duo
Sonothèque from Florence. During the second night, on the contrary, the
video-artist from Milan Claudio Sinatti will perform with the French musician
Olivier Lamm, in “The Carillon Session”, in a performance of a meditative
character, to be listened to and contemplated, in which the essential character of the video is modelled through a tridimensional component which crosses over to abstract sculpture: light and colour amalgamate with sound, in a
synthesis of expressions of very strong impact.
Music-K
135
Video+Live
XX+XY Visual
Sono Giuseppe Pradella e Sladzana Bogeska e lavorano
insieme dal 2005, realizzando progetti di arte contemporanea e media design. Le loro performance sono sempre
al confine tra il puro vjing e il video d’arte, sviluppando
un’idea in cui la pura improvvisazione è affiancata alla
creazione e manipolazione di immagini. Attivi in Italia e
all’estero, partecipano a diversi festival e screenings
internazionali.
They are Giuseppe Pradella and Sladzana Bogeska and
they have been working together since 2005, in the realization of projects on
contemporary art and media design. Their performances are always on the
borderline between the purest vjing and art videos, in order to develop an
idea for which pure improvisation is accompanied by the creation and
manipulation of images. Working in Italy and abroad, they take part into different international festivals and screenings.
Sonothèque
Il progetto Sonothèque nasce sul finire del 2005 dall’incontro dei due producer David Campanini e Alexi Dendias.
Il loro live penetra nei sentimenti fino a colpire l’ inconscio, stimolo per la mente e il cuore dalla struggente carica emotiva. Hanno avuto modo di suonare in locali come
il Tenax di Firenze e l’Arena di Berlino e partecipato a
importanti Festival quali Eurosonic in Olanda e Next Tech
a Firenze.
The Sonothèque project was born at the end of 2005 from
the meeting of the two producers David Campanini and Alexi Dendias. Their
live penetrates feelings so deeply, up to your unconscious, it is a stimulus for
your brain and heart with its strong emotional potential. They have had the
opportunity of playing in venues like the Tenax in Florence and the Arena in
Berlin, and have taken part into important festivals like Eurosonic in Holland
and Next Tech in Florence.
Ferdinando De Meo (BZK)
Nato nel 1979, salernitano, si interessa dal 1999 di visual
design e disegno di interfacce.
La sua attività di Vj col nome BZK comincia nel 2004.
Si è esibito in vari locali e serate e dal 2005 è resident VJ
all’IrokoContent (SA).
Fa parte del collettivo AscoltiVisivi, che riunisce vari
visualperformer campani con lo scopo di diffondere le
espressioni del connubio tra audio e video.
Born in 1979 in Salerno, he has been working with visual and interface
design since 1999. His activity as Vj with the name of BZK starts in 2004. He
136
Festival delle Culture Giovani
has performed in various venues and during various evenings and since
2005 he is resident Vj at the IrokoContent (SA). He is a member of the group
AscoltiVisivi, joining different visual performers in Campania, aiming at
spreading the taste for expressions matching audio with video.
Playane
Playane è un progetto musicale nato dall’unione di due dj salernitani Angelo
Marrocco e Roberto Perotti. Synth, rumori, effetti e strutture ritmiche sono i loro
ingredienti preferiti nel comporre una
traccia. Trasmettono al pubblico elementi come energia, divertimento e “atmosfere viaggianti”.
Playane is a musical project born from the collaboration of two djs from
Salerno, Angelo Marrocco and Roberto Perotti. Synth, noises, effects and
rhythmic patterns are their favourite ingredients in composing their tracks.
They convey to the audience sensations of energy, entertainment and “travelling atmospheres”.
Claudio Sinatti
Inizia la sua attività a metà degli anni 90.
Codirige il suo primo videoclip musicale
nel 1996 per il brano “Cose difficili” dei
Casino Royale, selezionato come miglior
video italiano al PIM. Nel 1999 fonda il
collettivo di ricerca audiovisiva Sun WuKung, il cui principale interesse è l’interazione tra persone che manipolano
suoni e immagini in tempo reale. Nel corso dello stesso anno inizia la collaborazione con il musicista Sergio Messina con il quale crea la band audiovideo Crop. Nel 2004 nasce il progetto mixmediale Pirandélo con Andrea
Gabriele (Mou, Lips!) e Marita Cosma e nel 2005 la collaborazione con il
musicista Pierpaolo Leo e la Symbiosis Orchestra, un collettivo che coinvolge gli artisti Iris Garrelfs, Scanner, Stefano Tedesco, Andrea Gabriele, Marco
Messina, Geoff Warren e Diego Conti.
He starts his activity in the second half of the 90es. He co-directs his first
musical videoclip in 1996 for the piece “Cose difficili” by Casino Royale, it
was selected as the best Italian video at the PIM. In 1999 he founds a group
for audiovisual research, Sun Wu-Kung, the main interest of which is the
interaction among people manipulating sounds and pictures in real time.
Over the same year he starts his collaboration with the musician Sergio
Messina, with whom he founds the audio-video band Crop. In 2004 the mix-
Music-K
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medial project Pirandélo with Andrea Gabriele (Mou, Lips!) and Marita
Cosma was born and in 2005 he starts his collaboration with the musician
Pierpaolo Leo and the Symbiosis Orchestra, a group including the artists Iris
Garrelfs, Scanner, Stefano Tedesco, Andrea Gabriele, Marco Messina, Geoff
Warren and Diego Conti.
Olivier Lamm
Artista sperimentale in continua evoluzione, e in continua
ricerca di nuove sonorità, Lamm nasce musicalmente
intorno al 1999 come membro della singolare etichetta
Evènement All Stars: numerosi musicisti francesi decisero
allora di unirsi nella formazione di un’etichetta autonoma,
totalmente indipendente dai mostri sacri dell’industria
discografica e dalle regole economiche da essi dettate.
Evènement si propone, infatti, di portare sul mercato CDR contenenti live performance di artisti - spontaneamente ritrovatisi in occasione di avvenimenti appositamente indetti - nell’ordine di poche copie, slegando così la musica elettronica dalle rigide regole del commercio al fine di
esaltarne la forte valenza artistico–improvvisativa. All’interno di questo crogiuolo Lamm intensifica la sua attività musicale che, a tutt’oggi, è ricca di
improvvisazioni, collaborazioni con artisti visivi e azioni di musica spontanea.
As an experimental artist in continuous evolution, continuously in search of
new sounds, Lamm was musically born in 1999, as a member of the singular
group labelled Evènement All Stars: many French musicians then decided to
join into a group with an autonomous label, totally independent from the
mythical figures of the recording industry and from its economic rules.
Evènement aims in fact at distributing on the market, CD-Rs including live
performances of artists – spontaneously meeting on events specially organized for that purpose – come out in a few copies, so that electronic music is
from from the rigid commercial rules existing on the market and its strong
artistic-improvisation value is emphasized. Within this melting pot, Lamm
increases his musical activity which now includes a great variety of improvisations, collaborations with visual artists and actions of spontaneous music.
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Festival delle Culture Giovani
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ArtinV
Video
Ciò che resta dell’opera_Introduzione di Bruno Di Marino
Spazi nella memoria
Film e video
Evento collaterale_Origine e Deposizione
Biografia di Studio Azzurro
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Indice
Presentazioni
Vicenzo De Luca
Marco Di Lello
Angelo Villani
Augusto Strianese
Festival Culture Giovani_Peppe D’Antonio
Linea d’Ombra
Donne e uomini su linee d’ombra_Presentazione di Peppe D’Antonio
e Maurizio di Rienzo
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PASSAGGI D’EUROPA
Giuria_Eugenio Cappuccio, Donatella Finocchiaro,
Cristiana Paternò
AlleAlle
Dans les cordes
Das Fraulein
Emmas Gluck
The Front Line
Pardonnez Moi
Z odzysku
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CORTO EUROPA
Presentazione di Grazia Cuda
Giuria_Angelo Camba, Gianluca e Massimiliano De Serio,
Enrico Pau
Absence
After the rain
Annem sinema Ögreniyor
Bongo Bong
Casino
Dummy
Fair Trade
Madres
Message for Neghbours
Raak
Rachel
Rendez-vous
Sretan put Nedime
Il Supplente
Tanghi Argentini
Tricko
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CORTO ITALIA
Aspettando Hollywood / Ciao, Lara
Conta fino a tre / Forme
Homo homini lupus / Ieri
Incrocio / Night Flowers Stands
No smoking company / Noemi
Una passione non trascurabile / Silenzio assenso
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MADE IN NAPLES
Presentazione di Peppe D’Antonio e Maurizio di Rienzo
A scuola
Cronisti di strada
Don Vitaliano
Estranei alla massa
Pesci combattenti
L’udienza è aperta
Vedi Napoli e poi muori
Fuori concorso_Sotto la stessa luna
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FUORI CONCORSO
Breakfast on Pluto
Riparo
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WORKSHOP AND STAGE_PREMI
Cinema digitale_Arnaldo Catinari
Ferzan Ozpetek
Violante Placido
Giorgio Pasotti
Sabrina Impacciatore
Alessandro Angelini
Claudia Gerini
Federico Zampaglione
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Scripta
Presentazione di Diego De Silva
Se permettete leggiamo d’amore_Ermanno Cavazzoni, Ugo Cornia
Diego De Silva, Melissa P.
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Music-K
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Presentazione di Francesca Roveda
Neffa
Le Vibrazioni
Work in progress
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VJING
Presentazione di Tiziana Di Caro e Edoardo Palescandolo
Video+Live
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Festival delle Culture Giovani
Trame in rete
Trame in rete
“Trame in rete” arriva al suo secondo anno, riproponendo il concorso di scrittura creativa a più mani. Quest’anno la suggestione iniziale, l’incipit suggerito non era letterario, ma visivo: abbiamo fornito sul sito del Festival una
serie di ritratti di sconosciuti, appena connotati (un cane al guinzaglio, una
bicicletta, una sigaretta) e abbiamo chiesto di scrivere una storia a partire da
queste foto e dai nomi – ovviamente di fantasia – dei personaggi. La libertà
era più ampia dunque, e la sfida più difficile, perché da un volto occorreva
risalire a una storia senza altri appigli. E poi continuarla con nuovi volti e
nuovi nomi, per due volte. Un totale di tre racconti e sei personaggi, questo
era il campo da gioco, che però si andava completando con le trame create
nei primi capitoli dai vincitori delle prime puntate. Difficile a descrivere, ma
non ha scoraggiato i nostri partecipanti.
E’ uscito questo racconto sghembo, inevitabilmente discontinuo per stile,
con qualche buco logico – non sempre la storia immaginata dal primo scrittore è stata puntualmente ripresa dal secondo – ma intrigante, almeno per
quello che era il nostro scopo: lavorare sull’arte di raccontare ai tempi della
rete internet e della “società liquida”.
La rete ha sconvolto la nostra pratica di scrittura: il rapporto tra testo, autore e lettore si è confuso, la scrittura è inevitabilmente frammentata, discontinua, senza centro, senza stile, immateriale. Tra oralità e scrittura i rapporti
si intrecciano, le sintassi si mescolano. Questo ci sembra affascinante da
sperimentare anche nella scrittura creativa, che deve rispondere alle nuove
condizioni della tecnologia.
Ma anche il mondo da descrivere è confuso e frammentato, senza centro, in
perenne e inafferrabile cambiamento, appunto “liquido”, come nella felicissima definizione di Bauman. E quindi, tra l’incertezza del mezzo e quella del
contesto, narrare diventa un’impresa nuova.
Con questa impresa si sono confrontati i nostri giovani autori, con una storia
che parte nera (di atmosfera e di ambiente), diventa verde (di rabbia e furia)
e finisce rosa, nel finale consolatorio in cui il cerchio, più o meno, si chiude.
Il risultato è lì, a disposizione del lettore, che giudicherà; ma quello che vorremmo mostrargli, è lo sforzo dell’esperimento, il processo più che il prodotto. Ma poi il lettore, fin tanto che resta tale, è libero: il testo è suo, e magari
troverà piacere nel prodotto, e noi ne saremo felici. Miki Rosco (curatore del
concorso Trame in rete)
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Ecco i vincitori di Trame in rete 2007, con un breve estratto dei loro elaborati. Sul sito del Festival “www.festivalculturegiovani.it” è possibile leggere i
capitoli completi.
CAPITOLO I
di Marianna Bassi
“Olimpia e il suo cane nero, come il suo cappotto, e i suoi capelli... Olimpia
ferma su una terrazza, dietro i fili, azzannati da mollette, che aspettano
panni bianchi da una vita, mentre guarda la luna che illumina il mare scuro,
o un eclissi, o una cometa, oppure una stella...”
Mi vengo in mente queste parole, mentre cammino in una strada qualunque
della mia città, con affianco la mia bici rubata. (…)
CAPITOLO II
di Iole Dominedò
Maledetto cane nero. Mi tira, sniffando i suoi odori indigesti, per le strade
piene di gente indaffarata nelle sue compere. Maledetto topastro, piccolo e
insignificante, schifoso cane ricco e viziato.
Cinque euro l’ora per portarlo a spasso, due volte al giorno. (…) Maledetto
cane, ora si è messo a fare la cacca. Mi tocca raccoglierla con paletta, bloccare il flusso di gente che cammina sul viale, si ferma per le vetrine. Il gesto
schifoso incuriosisce la gente che mi fluisce intorno, incuriositi dal gesto
servile, dal contrasto tra l’odore di merda che emanano i marciapiedi e i languidi effluvi dei loro profumi. Mi guardano e sorridono, e bofonchiano tra
loro. (…)
CAPITOLO III
di Antonella Scotti
Devo correre, correre più forte che posso…è quasi ora.
Ancora un altro isolato e..ops! Accidenti cos’ho preso?
“Ehi tu piccolo batuffolo nero da dove sbuchi?” Ha l’aria abbastanza malandata…dev’essersi perso. “…non guardarmi con quegli occhioni!”
Mi fa tenerezza…non mi va di lasciarlo qui solo soletto. Su queste strade le
macchine sfrecciano veloci…potrebbe finire male. “Vieni qui, lasciati prendere! Ecco da bravo, ti nasconderò nel mio zainetto e ora di corsa fuori scuola!”
(…)
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Festival delle Culture Giovani
CASE DI DISTRIBUZIONE CINEMATOGRAFICA
01 Distribution
Address: Piazza Adriana, 12 - 00193 Roma - Italy
Phone: +39 06 684 701
Fax: +39 06 6872 141
E-Mail: info@01distribution.it
Web Site: www.01distribution.it
Adesif Productions
Address: 48 rue des Abbesses- 75018 Paris France
Phone: +33 1 42 58 29 44
AGRFT, Academy of theatre, radio, film and tv
Address: Nazorjeva, 3 - 1000 Ljubljana - Slovenia
Phone: +386 12 510 412
Fax: +386 12 510 450
E-Mail: ftv@agrft.uni-lj.si
Web Site: www.agrft.uni-lj.si
Akos Mester
Address: Ròzsa u. 2 - 9791 Torony - Hungary
Phone: +36 306 405 160
E-Mail: indyj@gmx.at
Andrea Jublin
Address: Via Baltimora, 54 - 10137 Torino - Italy
Phone: +39 3 333 870 728
E-mail: lacompagniacineind@tiscali.it
Andrzej Wajda Master School of Film Directing
Address: Chelmska, 21 PL – 00 – 724 Warszawa Poland
Phone: +48 22 851 10 56; +48 22 851 10 67
Fax: +48 22 851 10 57
E-Mail: jskalska@wajdaschool.pl
Web Site: www.wajdaschool.pl
ARP Sélection
Address: 13, rue Jean Mermoz – 75008 Paris France
Phone: +33 1 56 69 26 00
Fax: +33 1 45 63 83 37
E-Mail: arp@arpselection.com
Web Site: www.arpselection.com
Big Sur
Address: Via Cantalupo Coppola 3 – 73100 Lecce Italy
Phone: +39 0832 34 69 03
E-Mail: bigsur@bigsur.it
Web Site: www.bigsur.it
Buena Vista International
Address: Via Cantalupo in Sabina, 29 - 00191
Roma - Italy
Phone: +39 06 330 831
Fax: +39 06 33 083 270
E-Mail: webmaster@buenavista.it
Web Site: www.buenavista.it
Eesti Joonisfilm
Address: Roo 9 - 100611 Tallin – Estonia
Phone: +372 677 4228
Fax: +372 677 4122
E-Mail: info@joonisfilm.ee
Web Site: www.joonisfilm.ee
Fandango
Address: Via Ajaccio, 12/B - 00198 Roma - Italy
Phone: +39 06 97 745 001
E-mail: info@fandango.it
Web site: www.fandango.it
Figlidelbronx
Address: Via Vittorio Emanuele - 80145 Napoli –
Italy
Phone: +39 329 43 96 527
Fax: +39 081 61 33 820
E-mail: figlidelbronx@libero.it
Forward International
Address: Krymskà 13 - 101 00 Prague 10 - Czech R.
Phone: +42 0 221 990 411
E-Mail: info@forwardint.cz
Web Site: www.forwardint.cz
Indigofilm
Via Ludovico Muratori 15 - 00184 Roma – Italy
Address: +39 06 77250255
Fax: +39 06 77079042
E-mail: info@indigofilm.it
Web Site: www.indigofilm.it
Istituto Luce
Address: via Tuscolana, 1055 – 00173 Roma - Italy
Phone: +39 06 722 496; +39 06 722 93 366
Fax: +39 06 722 24 93
E-Mail: luce@luce.it
Web site: www.luce.it
It works! Medien GmbH
Address: AnneKatrin Hendel, Franz - Mehring –
Platz 1 - 10243 Berlin – Germany
Phone: + 49 3028 097 631
Fax: +49 30 882 879
E- mail: office@itworksmedien.de
Web Site: www.itworksmedien.de
La Luna Production
Address: 28 Rue de la Chapelle - 75018 Paris –
France
Phone: +33 (0)1 48 07 56 00
Distribuzioni cinematografiche
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Fax: +33 (0)1 48 07 11 88
E-mail: diffusion@lunaprod.fr
Web site: www.lunaprod.fr
Phone: +33 01 42 77 06 31
E-Mail: contact@premium-films.com
Web Site: www.premium-films.com
Lucky Red
Address: via A. Chinotto, 16 - 00195 Roma – Italy
Phone: + 39 06 37 59 441
Fax: +39 06 37 352 310
E-mail: info@luckyred.it
Web site: www.luckyred.it
Ready Made Films
Address: Via Rovereto, 6 - 00198 Roma - Italy
Phone: +39 06 8530 4283
E-Mail: +39 06 8530 4586
E-Mail: info@readymadefilms.com
Web Site: www.readymadefilms.com
Matriuska Producciones
Address: Manuel de Palacios 16, 5°B - 36003
Pontevedra - Spain
Phone: +34 986 109 581
E-Mail: matriuska@matriuska.com
Web site: www.matriuska.com
SND Films
Address: Leidsestraat 106 - 1017 PG Amsterdam The Netherlands
Phone: +31 20 404 07 07
Fax: +31 20 404 07 08
E-Mail: info@sndfilms.com
Web Site: www.sndfilms.com
Media Luna Entertainment Gmbh & Co. KG
Address: Viviana Horalelek, Hochstadenstr. 1350674 Cologne - Germany
Phone: +49 221 801 498 0
Fax: +49 221 801 498 21
E-Mail: info@medialuna-entertainment.de
Web Site: www.medialuna-entertainment.de
Özminimalist Film
Address: Ulubath Hasan mah. 9. cad. No: 17/9
06930 Sican/Ankara - Turkey
Phone: +90 3 122 727 349
E-Mail: nesimiyetik@gmail.com
Pablo Distribuzione Indipendente
Address: P.zza S. Maria Liberatrice, 27 - 00153
Roma - Italy
Phone: +39 06 57 045 004
Fax: +39 06 57 55 242
E-Mail: info@pablofilm.it
Web site: www.pablofilm.it
Passion Pictures
Address: 3dr floor 33 – 34 Rathbone Place London
W1T 1JN – United Kindom
Phone: +44 20 7323 9933
E-mail: info@passion-pictures.com
Web site: www.passion-pictures.co.uk
Piramide International
Address: 5, Rue de Chevalier de Saint George –
75008 Paris - France
Phone: + 33 1 42 96 02 20
Fax: +33 1 40 20 05 51
E –Mail: pricher@pyramidefilms.com
Web site: www.pyramidefilms.com
Premium Films
Address: 130 Rue de Turenne 75003 Paris - France
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SND Groupe M6
Address: 89, AV. Charles de Gaulle – 92575
Neuilly-sur-Seine - France
Phone: +33 141 926 866
Fax: +33 141 926 865
E-Mail: programmation@snd-films.fr
Web Site: www.snd-films.com
The Macth Factory
Address: Sudermanplatz 2 D – 50670 Köln Germany
Phone: +49 221 292 102-0
Fax: +49 221 292 102-10
E-Mail: info@matchfactory.de
Web site: www.matchfactory.de
Univ. De Arta Teatrala si Cinematografica
Address: Str.Matei Voievod 75 – 77 Sector 2 73224 Bucharest - Romania
Phone: +40 212 525 455
E-Mail: ri@unatc.ro
Web Site: www.unatc.ro
Venom Film
Address: 13 Appian Way Ranelagh D6 Dublin –
Ireland
Phone: +35 3 14 911 954
Fax: +35 3 87 969 0409
E-mail: info@venom.ie
Web Site: www.venom.ie
Wide Management Enterprise
Address: 42 bis, rue Lourmel - 75015 Paris France
Phone: +33 1 53 95 04 64
Fax: +33 1 53 95 04 65
E-mail: wide@widemanagement.com
Web Site: www.widemanagement.com
Festival delle Culture Giovani