PDF - Archea Associati
Transcription
PDF - Archea Associati
Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno IX - Numero 42 - 2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP # 42 in questo numero in this issue Tra memoria e domani Between memory and tomorrow Architetture capaci di dialogare Architectures able to dialogue Il linguaggio della materia The language of matter La luce nel progetto The light in the project ABDR Ricostruire il senso Rebuild the sense | Periodico di contract e design d’interni per spazi ad uso pubblico | Review of contract and interior design for spaces for public use | Gli Illuministi sapevano di essere editoriale Simona Finessi Illuministi? È consuetudine dei critici dare delle etichette ai periodi storici per riassumerne i movimenti culturali salienti che li hanno caratterizzati; mi sono sempre chiesta con grande curiosità se gli attori di questi grandi movimenti culturali fossero davvero consapevoli di quello che stavano determinando con le loro azioni o se invece queste etichette fossero piuttosto un esercizio artificioso da critico. Con la stessa curiosità provo a immaginare, oggi, come i critici e gli storici degli anni futuri descriveranno i nostri tempi dilaniati dai grandi mali sociali: l'economia ristagna, la forbice sociale ha eliminato completamente la middle class facendola sprofondare verso il basso e la disoccupazione ha raggiunto livelli impressionanti. Con un quadro di questo tipo c'è effettivamente poco da stare allegri. Probabilmente parleranno degli anni 2000 come di un nuovo medioevo culturale in cui i modelli negativi hanno contagiato gli animi di tutti. Ritengo tuttavia che i periodi di grande depressione siano in realtà una grande opportunità di cambiamento e di riflessione culturale. Non mi riferisco tanto all'effetto selettivo che la crisi determina, fenomeno peraltro vero e incontrovertibile. Ma piuttosto allo slancio culturale di nuova moralità e di rinnovata responsabilità sociale e ambientale che le nuove generazioni stanno coltivando e portando alla luce, proprio in reazione ad un sistema così profondamente degenerato. Dopo ogni Medio Evo c'è sempre un Rinascimento e questo nostro tempo potrebbe segnare proprio il passaggio da una situazione di grande corruzione, volgarità e individualismo a favore di una coscienza collettiva attenta alla Res Pubblica, all'ambiente, alla solidarietà sociale. Una reazione che la mia generazione ha contribuito ad instillare in quelle successive a cui sarà dato l'arduo compito di cambiare modus vivendi e modus operandi in modo radicale. Le rivoluzioni culturali, d'altra parte, non possono mai essere stabilite artificiosamente dall'alto; tutti gli esempi storici a riguardo, testimoniano grandi fallimenti: basti pensare al tentativo di dare un'unità linguistica all'Italia dopo la sua unione nel 1861. Ci sono voluti più di cent'anni perché ciò avvenisse e ancora oggi l'identità culturale della nostra penisola passa attraverso una molteplice varietà di identità geografiche e idiomatiche senza uguali. La storia ci insegna che le rivoluzioni culturali si rivelano tanto più efficaci, quanto più si generano in modo lento e profondo nelle menti delle nuove generazioni, attraverso un movimento che parte dal basso e che si genera spesso in reazione a quello che lo ha preceduto. E questo è quello che sta accadendo negli ultimissimi tempi. Sarà con molta probabilità un processo lungo il cui completo esito, temo non arriverò a vedere, ma l'importante è che questo processo abbia avuto inizio. Qualcosa dunque è cambiato; e in virtù di questo cambiamento culturale gli storici a posteriori potrebbero forse descrivere questi nostri tempi come l'inizio di un nuovo Umanesimo. L'impegno, dunque, di tutti coloro che con le proprie azioni condizionano il sistema che ci circonda, lo modificano, lo caratterizzano, lo influenzano, sarà fondamentale al fine di accelerare questo ritrovato atteggiamento etico e più che in qualsiasi altro caso, la mia fiducia va ai giovani perché il mondo sarà migliore soprattutto grazie a loro. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 1 Progettare per necessità Luisa Bocchietto 2 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 Ph. Enrico Basili Q ualcuno pensa ancora che fare design sia solo progettare oggetti. Una visione estetizzante che riconosce la forma e il suo artefice come interprete del gusto contemporaneo. Il design, per gli italiani è invece, da sempre, qualche cosa di più. Sarà a causa del fatto che il design italiano nasce per mano degli architetti, avviene che dentro quel processo sia insito il concetto di "visione". Gli architetti infatti hanno studiato la storia dell'architettura e con essa frequentato le grandi utopie alla Fourier; concezioni progettuali che si occupano dell'idea collettiva di abitare prima che della modalità costruttiva con cui realizzare l'edificio. È un modo tutto umanistico di pensare il progetto, dove la tecnica resta uno strumento utile, non un obiettivo. Questa impostazione italiana del design lo lega, come disciplina, al ripensamento sul contenuto sociale di ogni azione. "Dal cucchiaio alla città" era la famosa frase slogan degli anni 50'; questa affermazione stava a indicare un'accettazione di responsabilità verso gli altri da parte del progettista, che non si lascia influenzare dall'oggetto del suo lavoro, piccolo o grande che sia, per privilegiare il proprio ruolo nell'indicare soluzioni per un mondo migliore. Questa tensione latente fa si' che a noi non interessi solo fare una bella sedia, ma "la più bella sedia del mondo", ogni volta. Questa sfida mette in gioco, certamente, le capacità produttive e manifatturiere peculiari del nostro paese, aggiungendovi una tensione intellettuale che va al di la' del formalismo. Negli altri paesi, generalmente, il design viene inteso come una componente del marketing, un abbellimento del prodotto utile a renderlo più appetibile per il mercato; per noi il design è una scommessa che insegue un pensiero, a volte rivoluzionario e sovversivo. La forza del design italiano è sempre stata quella di lavorare sul concetto ideale prima che sulla forma - il pensiero su come ci si siede, prima che sulla seduta -, rimettendo in discussione, criticamente se necessario, i processi produttivi. Per questo, dopo i grandi Maestri, che avevano dato vita al connubio tra progettista e imprenditore per realizzare i prodotti della modernità italiana, sono venuti i contestatori della grande impresa, che intendevano produrre svincolandosi dalle logiche mercantili dell'industria. I nuovi protagonisti, una volta affermati, in realtà hanno fallito la loro utopia, diventando gli interpreti di una élite ancora più sofisticata e producendo per questa oggetti più costosi e difficilmente industrializzabili. In questa contestazione intellettuale si legge però una capacità di rendersi indipendenti dai meccanismi economici per affermare delle esigenze più legate al concetto di "stare bene al mondo" piuttosto che al concetto di consumo. Per questo stesso motivo nella suddivisione tematica dell'Index (la preselezione annuale del miglior design che individua i partecipanti al premio Compasso d'Oro) non si parla di categorie merceologiche come negli altri premi di design (forniture, product, etc.), ma si parla piuttosto di "design per l'abitare", "design per la persona", "design per l'impresa"; categorie di pensiero prima che di prodotto. In questa logica va letta anche la piccola rivoluzione adottata dai progettisti oggi attraverso l'autoproduzione. A un atteggiamento piuttosto conservativo delle imprese, che negli ultimi anni a causa delle grandi difficoltà di sistema del nostro paese si sono appiattite nell'affidare il progetto alle grandi star o hanno rinunciato alla ricerca condivisa, si contrappone una ricerca autonoma da parte dei tanti progettisti che si avvalgono delle nuove tecniche di prototipazione rapida o si accontentano di frequentare nicchie di produzione artigianale di eccellenza per realizzare le proprie idee. C'è in sostanza, riconoscibile nel tempo, un flusso continuo di creatività che necessita di affiorare e che è sempre resa vitale da questa componente ironica, eversiva, critica che non si arrende alla logica del solo profitto. Fare bene e cercare la bellezza sembra essere una componente irrinunciabile del nostro modo di stare al mondo. Se il nostro Paese si rendesse conto di questa risorsa forse sarebbe un vantaggio per tutti. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 3 CONTENTS # 42 ph. Angelo Dadda THIS COLOR ISSUE 1 2 4 Editoriale 70 Green design 76 Anteprime 78 Designer Green design Editorial Editorial guest Editorial guest Previews Sommario Contents Current Affairs|Attualità 8 PANTONE MONACO BLUE 19-3964 Designer Lucy Salamanca. Il linguaggio della materia Lucy Salamanca. The language of matter Il tema Focus La luce nel progetto Reviews|Rassegna The light in the project 14 Scenari Scenarios Eco-Materials Tra memoria e domani Between memory and tomorrow 20 Trends Awards Arte Profiles Arts Omar Galliani e Alessandro Busci 30 Cover Story Focus ABDR. Rebuild the sense News News Il progetto raccontato Description of the Project La cantina segreta nei colli toscani The secret wine cellar in the tuscan hills B4 Hotel Milano Identità Glocale Glocal Identity Architetture capaci di dialogare Architectures able to dialogue Una sfida vinta An accomplished challenge 4 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 Ambience Real Estate Projects|Progetti 40 In brief Speciale Outdoor Storia di copertina ABDR. Ricostruire il senso 38 Green Alberi di armonia e d’ombra Tendenze Design Week 24 82 Eco-Materiali 88 Green 90 Awards 92 Profili 94 In breve 98 Focus 100 Ambienti 102 Real Estate 106 Agenda 108 Master 110 Libri 111 Pop art 112 Indirizzi Calendar Master Books Pop art Addresses r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno VIII - Numero 40 - 2012 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impe nte itte lm ea n o zi titu res a rà ne peg i im s che val ore in all’ n qu ecc in thisuimsseersoto un dom val e ue ue lle to e n to d a pe x rea n cel za r len m a i s so c sus os gn tai te ar e re via rin pito eca r o cat an di m o s ca la per O, CP a n avo di S ale ost P icio Uff all’ n LOOPING-ITALY.COM ADMNETWORK.IT/INDEX.PHP/ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ADMNETWORK.IT 019.838411 in questo num in this is newtop riqualificazion strategi strategic requalifica la casa sull’albe the tree ho str idl e uir a e c c i br ia Per continuare speciale lightin a ricevere A+D+M ® itCo erwr po druido dell' architettura % 50naturale 29,00 € ON EW OR KS GIANNI CAGNAZZO ABBONATI SUBITO r pianeta della RC MA il approfitta del di sconto EN RIC O FR IG anziche’ 58,00 € CINO ZUCCHI speciale milano design week 2012 “design cure” la “cura” del design water and architecture: what future? acqua e architettura: quale futuro? p in this issue in questo numero 12 p ato anc di m aso In c e iar inv to r api rec le sta Po icio Uff all’ la per O, CP na avo di S nte itte al m ne zio titu res ADMNETWORK.IT/INDEX.PHP/ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ADMNETWORK.IT 019.838411 6 numeri annuali Lingua: Italiano e Inglese A+D+M®. Lo strumento di informazione, approfondimento e ricerca per professionisti, studenti e appassionati di architettura e design. p g Periodicità: a erà egn mp si i che la are pag rel www.admnetwork.it Direttore Responsabile / Editor in Chief Simona Finessi - s.finessi@publicomm.it Direttore Editoriale / Publishing Director Chiara Dadda - c.dadda@publicomm.it Direttore Creativo / Creative Director Angelo Dadda - a.dadda@looping-italy.com Cover photo by Enrico Basili Progetto Grafico / Graphic Project Angelo Dadda - a.dadda@looping-italy.com A+D+M architettura design materiali Anno IX numero 42 - 2013 Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell’8 marzo 2005 ISSN 1826-0985 Editore / Publisher Publicomm S.r.l. Via D. Cimarosa 55r - 17100 Savona - Italy tel. +39.019.83841.1 - fax +39.019.83841.41 www.publicomm.it A+D+M è associato a ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA Impaginazione / Desktop Publishing Paolo Veirana - p.veirana@publicomm.it Redattori / Editors Barbara Arnaboldi, Angelo Dadda, Chiara Dadda, Paola Ferrario, Anna Masello, Anna Nosari, Filippo Pozzoli Collaboratori / Collaborators Simonetta Pegorari Si ringraziano / With thanks to Luisa Bocchietto, Gianni Forcolini Pubbliche Relazioni Architetti / Public Relations Architects Anna Masello - a.masello@publicomm.it Traduzioni / Translations Studio Micali Fotografo / Photographer Enrico Basili Stampa / Print INGRAPH Srl Via Bologna 104/106 - 20831 Seregno (MB) Pubblicità / Advertising Domenico Tassone - d.tassone@publicomm.it Nota per inviare materiale alla Redazione Per segnalare nuovi progetti, contattare: Anna Masello - a.masello@publicomm.it A+D+M è membro dell'Associazione Italiana per il Design Per segnalare news, eventi e le novità di prodotto dalle aziende contattare: Chiara Dadda - c.dadda@publicomm.it Informativa Privacy A+D+M è media partner di 6 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 Ai sensi dell’art.13 del D.Lgs 196/2003, la informiamo che l’utilizzo dei Suoi dati, trattati in forma scritta e/o con l’ausilio di strumenti informatici, è esclusivamente finalizzato all’invio della presente rivista e della relativa newsletter. Titolare e responsabile del trattamento dei dati è Publicomm S.r.l. con sede in Savona, Via D. Cimarosa 55r, tel. 019/838411. La informiamo inoltre che Lei può esercitare i diritti di cui all’art. 7 del citato decreto e che quindi in ogni momento potrà avere gratuitamente accesso ai propri dati e potrà richiederne l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione o la cancellazione se non desidera più ricevere la presente rivista e/o la relativa newsletter. 13 mm IL TEMA utti sanno che per rendere abitabile lo spazio costruito bisogna illuminarlo. Nel progetto di architettura l’illuminazione naturale si ottiene lavorando su tutti gli elementi che collegano gli interni con lo spazio esterno: le aperture ricavate nelle pareti - finestrature, porte, accessi, collegamenti - e nei soffitti - lucernari, volte, lanterne, pozzi o camini, strutture che incanalano la luce del cielo e del sole. Ed è importante rilevare che gli effetti luminosi sono dati dalle riflessioni multiple che la luce proveniente dall’esterno subisce nello spazio interno, in funzione del colore e dei materiali di tutte le superfici confinanti e degli arredi. Dunque, il disegno e la distribuzione delle strutture costruttive, con i loro trattamenti e finiture superficiali, sono determinanti. T T t by Tex GGiianni Forcolini L'illuminazione naturale e artificiale, in quanto fattori qualificanti dell'habitat, entrano di diritto nelle prerogative dell'architetto. LA LUCE THE LIGHT IN THE PROJECT The natural and artificial lighting, as a key factor of the habitat, enters de jure in the architect's prerogatives. Pantheon Apollodoro di Damasco, Roma 8 A+D+M | MAGAZINE | 2012 2013||##42 40 Ragionando poi sull’illuminazione artificiale, si deve considerare l'impiantistica elettrica ed elettronica dell’edificio, quella realtà che nelle costruzioni assume oggi grande rilevanza e non solo per ragioni funzionali ed utilitarie, ma anche so tto il profilo estetico e compositivo. Da queste sintetiche riflessioni ci si può rendere conto che il tema dell’illuminazione in architettura coinvolge direttamente le strutture costruttive e gli impianti tecnici, insieme a tutte le superfici opache, trasparenti e semitrasparenti che ricevono, riflettono e trasmettono la luce nello spazio costruito. Considerata dunque le stretta relazione tra luce e architettura, l’illuminazione non può che rientrare di diritto nelle competenze dell’architetto I problemi sorgono quando dai termini elementari della questione si passa ad esaminare la complessità con cui oggi si presenta la domanda abitativa. L’abitare in senso lato (residenza, lavoro, commercio, ecc...) richiede una Bocci Lighting Mira Hotel, Hong Kong, ph. Jonathan Miller NEL PROGETTO tale quantità di funzioni interrelate da rendere il lavoro di progettazione molto articolato, ricco di apporti di tutti i tipi, da quelli creativi a quelli tecnici e specialistici. Di riflesso si sono moltiplicate le competenze necessarie a cui fanno capo le rispettive figure professionali. La progettazione integrata e coordinata è condotta da team di progettisti, esperti, consulenti, con compiti diversificati e con una forte coesione interna: un modo di lavorare in gruppo che deve conciliarsi con le regole riguardanti gli incarichi professionali, regole che spesso sono obsolete, infatti prevedono alcuni ruoli (progettisti, direttore dei lavori, responsabili della sicurezza) ma sostanzialmente ignorano la necessità di formare e di gestire il gruppo che si deve occupare di tutto il progetto e che ha l'incombenza di governarne la complessità. Sta emergendo anche nel nostro paese una nuova figura professionale, già ampiamente presente all’estero, in particolare nei paesi di tradizione anglosassone, chiamata lighting designer o progettista dell'illuminazione. Come per ogni nuova professione si pongono le questioni relative al riconoscimento ufficiale, all’organo (associazione o ordine) rappresentativo, a titoli di studio e programmi di formazione. Ma forse la questione meno analizzata è paradossalmente, a nostro giudizio, quella più importante; ci riferiamo al senso e ai contenuti del lavoro che il lighting designer deve svolgere. Occorre, in altre parole, dare una risposta alla domanda: si tratta di un'attività progettuale nel senso pieno del termine, cioè insieme creativa o inventiva, volta all'interpretazione dei bisogni della committenza, da cui ci si aspetta la formulazione di idee innovative, oppure è un lavoro che, sulla base di soluzioni di progetto già elaborate sotto il profilo estetico e funzionale, interviene a dare corpo con i prodotti e le tecnologie adatti a quelle soluzioni, ossia è un’attività professionale che è appropriato definire di tipo tecnico ed esecutivo, come tecnico è il lavoro del progettista di strutture portanti o di impianti di climatizzazione, idraulici, elettrici, o di controllo acustico? In questi ultimi casi, infatti, il margine di libertà nel definire l’influenza di strutture e impianti sulla configurazione generale dello spazio architettonico è limitata ai relativi campi di competenze. Ma il caso dell’illuminazione è indubbiamente particolare perché la luce è intrinsecamente legata allo spazio abitativo. Tutta la storia dell’architettura, dalle cattedrali gotiche al Movimento Moderno, testimonia dell’influenza che la luce ha esercitato sui linguaggi compositivi, sulle poetiche dei grandi maestri, ma anche sulla scelta dei materiali costruttivi, dei loro abbinamenti, delle gamme cromatiche e delle texture. Si è trattato prevalentemente di luce naturale ma oggi, considerando che le strutture abitative appartengono sempre più alla sfera dell’artificiale, occorre usare la stessa sapienza, sensibilità e attenzione, anche per la luce elettrica. Il carattere sempre più artificiale dell’architettura è il risultato di una molteplicità di tendenze evolutive. Lo sfruttamento intensivo del suolo urbano, dettato spesso da pure finalità speculative, A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 9 IL TEMA porta a rendere abitabili luoghi in cui l’apporto dei fattori naturali (luce, aria, caldo/freddo, suoni, odori) è fortemente condizionata da un contesto fisico fortemente antropizzato. Le stesse modalità dell’abitare comportano una prevalenza dell’artificiale sul naturale. Si pensi ai molti interni (nel sottosuolo, in corpi di fabbrica molto profondi, in contesti ad alta densità edilizia) che ospitano attività di vario tipo solo grazie alla presenza di luce artificiale, in carenza o in totale assenza della luce Cappella di Ronchamp, Le Corbusier 10 naturale. Città grandi e piccole sono la sede di una vita notturna dalle infinite forme ed espressioni, con una durata e intensità ben diverse rispetto al passato. Non è un caso che gli esiti più fertili, attuali e praticabili della bioarchitettura prevedano l’interrelazione tra artificiale (tecnologie di controllo e gestione delle variabili fisiche) e naturale. Se dunque la luce va considerata come uno dei principali fattori qualificanti dell’habitat umano, è evidente che il suo progetto non possa essere delegato, non possa rientrare in altre competenze, bensì debba essere assunto tra i materiali studiati e usati dall’autore del progetto architettonico. Ed ecco che il lighting designer entra in campo con la propria esperienza tecnica e specialistica, per risolvere il problema di realizzare nel modo più razionale ed efficace le idee e i concetti (distribuzione di luci e ombre, creazione di atmosfere, ambientazioni, effetti, regie luminose) nate nel lavoro A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 di progetto. Occorre, dunque, intendersi chiaramente sul ruolo del lighting designer, tecnico e consulente che si pone a supporto del progettista non tanto, crediamo, nelle fasi inventive e creative, ma in quelle realizzative, di gestione, controllo, valutazione e verifica. Delineato il ruolo eminentemente tecnico del lighting designer, è necessario ora affrontare la spinosa questione della sua autonomia e neutralità. Questa figura professionale, infatti, è presente sul mercato del lavoro in forma sia dipendente che indipendente. Per la verità oggi, nel nostro paese, prevale la prima, cioè la collocazione della figura professionale all’interno di aziende che producono e commercializzano apparecchi e sistemi di illuminazione. Ma esiste il lighting designer che opera in completa autonomia esercitando quindi una libera professione. Inutile dilungarsi sulle differenze: in sostanza il primo è alle dipendenze di un’impresa che fornisce prodotti e servizi, pertanto il suo operato si inscrive nella logica commerciale di promozione, consulenza e assistenza legata ai prodotti. Il secondo presta la sua opera senza questi legami e pertanto è nella condizione di selezionare, comparare e valutare tutti i prodotti disponibili sul mercato (con evidenti vantaggi economici e sulla qualità) con criteri orientati unicamente al raggiungimento di obiettivi di progetto e perciò tutelando gli interessi della committenza. C’è, in sostanza, un’analogia tra l’operato del progettista architetto libero professionista e il Iighting designer indipendente che, ad un altro livello, svolge un servizio che tende al perseguimento dello stesso fine. La difficoltà che oggi si registra nella formazione dei team di progettazione è dovuta in primo luogo al permanere del vecchio sistema degli ordinamenti professionali. Così il progettista architetto si affida direttamente alle aziende per avere non solo offerte di prodotti, ma anche per usufruire gratuitamente del servizio di progettazione illuminotecnica. Ma in questo modo si elude il problema del corretto inserimento dell’elemento luce nel contesto architettonico perché nei fatti si impone la logica delle soluzioni praticabili dall’azienda che presenta la sua proposta. In conclusione, l’avvento di questa nuova figura professionale rende ancora una volta impellente e quanto mai necessario un processo di rinnovamento delle leggi sugli ordinamenti professionali, sulle competenze e sulla formazione. La chiarezza su ruoli e funzioni aiuterebbe progettisti, professionisti, tecnici e imprese a lavorare meglio insieme per la qualità del progetto. THE LIGHT IN THE PROJECT LA LUCE NEL PROGETTO veryone knows that in order to make the built space inhabitable, it is necessary to illuminate it. In the architectural project, the natural lighting is achieved by working on all the elements that connect the interior with the exterior space: the openings in the walls - windows, doors, entrances, connections - and ceilings - skylights, vaults, lanterns, wells or chimneys, structures that channel the sky and sun light. It is important to note that the bright effects are given by the multiple reflections the light coming from the outside is subjected to in the interior space, depending on the colour and the materials of all the adjacent surfaces and furnishings. Therefore, the design and distribution of the architectural structures, with their treatments and special finishes, are crucial. If we think about the artificial lighting, we have to consider the electrical and electronic system of the building: this is a reality that today plays an important role in constructions, not only for functional and utilitarian reasons, but also for aesthetic and compositive aspects. From these brief considerations we realize that the issue of lighting in architecture directly involves building structures and technical systems, as well as all opaque, transparent and semi-transparent surfaces that receive, reflect and transmit the light in the built space. Considered the close relationship between light and architecture, the lighting cannot but fall de jure within the architect's competences. The problems arise when, from the basic terms of the question, we go on examining the complexity of today's housing demand. The concept of living in a broad sense (residence, work, trade, etc..) requires such a large amount of inter-related functions that make the design work very articulate, rich in contributions of all kinds, from creative to technical and specialized ones. Consequently, the necessary skills for the related professional profiles have multiplied. The integrated and coordinated design is carried out by teams of designers, experts, consultants, with diversified tasks and a strong internal cohesion: this way to work in a group must be in harmony with the rules relating to the professional assignments. These rules are often obsolete, in fact they consider some roles (designers, project manager, safety manager), but they basically ignore the need to train and manage the group that has to deal with the whole project and has the task to govern its complexity. A new professional profile - already widely present abroad, particularly in the countries of Anglo-Saxon tradition - is also emerging in our country and it is called lighting designer. As with any new profession, there are some issues related to the official recognition, the representative body (association or order), E the education qualifications and the training programmes. But in our opinion, perhaps the less analysed question is, paradoxically, the most important one. We refer to the meaning and contents of the work that the lighting designer has to carry out. In other words, it is necessary to answer the question: is it a design activity in the full sense of the term, that is to say, a creative or inventive activity at the same time, meant to interpret the needs of the client, from which we expect the formulation of innovative ideas? Or is it a job that - on the basis of design solutions already developed under the aesthetic and functional profile - gives life to something together with the products and technologies suitable for those solutions, that is to say, is it a professional activity which can be defined both technical and executive? As a technical activity, is it the job of the designer who plans carrying structures or air conditioning, plumbing, electrical, or acoustic control systems? In these last cases, the degree of freedom in defining the influence of structures and systems on the general configuration of the architectural space is restricted to the related fields of expertise. But the case of lighting is undoubtedly special because the light is inherently linked to the living space. All the history of architecture - from the Gothic cathedrals to the Modern Movement - witnesses the influence that the light has had on the compositional languages, the poetry of the great masters, but also on the choice of construction materials, their combinations, colour ranges and texture. It was mostly the case of natural light, but today, considered Wolfsburg Cultural Center Alvar Aalto, ph. Samuel Ludwig A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 11 THE LIGHT IN THE PROJECT LA LUCE NEL PROGETTO IL TEMA that the dwellings belong more and more to the artificial field, it is necessary to use the same wisdom, sensitivity and care, even for the electric light. The increasingly artificial character of architecture is the result of a variety of evolving trends. The intensive exploitation of urban land, often dictated by pure speculative purposes, leads to make habitable places where the contribution of natural factors (light, air, hot/cold, sounds, smells) is strongly conditioned by a physical context, heavily affected by human activity. The Museo MAXXI, Roma, Zaha Hadid 12 same modes of living involve a prevalence of the artificial on the natural. Just think about the many internal spaces (in the underground, in very deep factory buildings, in contexts with a high building density) that host a variety of activities only thanks to the presence of artificial light, since there is a lack or total absence of natural light. Big cities and towns host a nightlife with endless forms and expressions, with a duration and intensity that are very different compared to the past. It is no coincidence that the most fruitful, current and viable results of bio-architecture involve the relationship between the artificial (technologies to monitor and manage the physical variables) and the natural. If the light has to be considered as one of the key factors of the human habitat, it is clear that its project cannot be delegated, cannot fall into other skills, but must be considered together with the materials studied and used by the author of the architectural project. And here the lighting designer enters the field with his technical and specialized expertise to solve A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 the problem of realizing, in the most efficient and effective way, ideas and concepts (distribution of lights and shadows, creation of atmospheres, environments, effects, lighting arrangements) arisen in the project work. Therefore, it is crucial to clearly understand the role of the lighting designer, a technician and consultant who supports the designer, not much - in our opinion - in the inventive and creative stages, but particularly in the realization, management, monitoring, evaluation and verification stages. Once outlined the basically technical role of the lighting designer, it is necessary to deal with the thorny issue of his independence and neutrality. This professional profile, in fact, is present on the labour market as employee and self-employed. In truth, today the first prevails in our country, that is to say, the location of the professional profile within companies that produce and sell equipment and lighting systems. But there is a lighting designer who works in complete autonomy, thus exercising the freelance profession. It is pointless to dwell on the differences: basically, the first is employed by a company that provides products and services, thus his work is inscribed in the commercial logic of promotion, advice and assistance related to the products. The second works without these links and therefore he can select, compare and evaluate all the products available on the market (with obvious economic and quality advantages) with criteria uniquely oriented to achieve the project objectives and thus protecting the client's interests. Ultimately, there is an analogy between the work of the freelance design architect and the self-employed lighting designer who, at another level, performs a service that is meant to achieve the same objective. The difficulty we perceive today in the formation of the design team is primarily due to the continuation of the old system of professional regulations. In this way the design architect relies directly on companies to have not only product offerings, but also to use for free the lighting engineering design service. But in this way the problem of the correct insertion of the light element in the architectural context is avoided, since actually there is an imposition of the logic of the feasible solutions for the company presenting its proposal. In conclusion, the advent of this new professional profile again makes it necessary and much needed a process of renewal of the laws on the professional regulations, skills and training. The clarity about roles and functions would help designers, professionals, technicians and companies to better work together for the quality of the project. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 13 BETWEEN MEMORY AND TOMORROW A Gold Medal for a linking present SCENARI Text by Filippo Pozzoli Images courtesy of La Triennale di Milano TRA MEMORIA E MEDAGLIA D’ORO A UN PRESENTE CHE UNISCE 14 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 R estituire vita alla memoria con qualcosa di nuovo: una sfida ambiziosa che vale una medaglia. Con questa motivazione a siglare il suo Padiglione d’accesso agli scavi dell’Artemision di Siracusa, l’architetto Vincenzo Latina si è aggiudicato lo scorso 16 ottobre la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2012, il prestigioso riconoscimento frutto della collaborazione tra La Triennale di Milano, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e MADEexpo. La giuria, puntinata di calibri dal gotha del tecnigrafo e dell’accademia quali Ennio Brion, Cecilia Bolognesi, Ole Bouman, Alberto Ferlenga, Massimiliano Fuksas, Fulvio Irace e Luca Molinari, si è espressa all’unanimità su di un progetto che grida a gran voce la propria italianità nel suo prendere forma limitandosi all’uso delle sole “risorse a disposizione, nonostante le difficoltà del contesto”. Un’architettura che nel suo linguaggio contemporaneo e attento ai diktat della sostenibilità intellettuale, energetica e sociale interviene nella Storia del luogo, divenendone parte dialogica e coerente. Latina si accoda così a Umberto Riva e Pierpaolo Ricatti, vincitori nel 2003 per il Magazzino Fincantieri di Castellammare ← Bentini Headquarters Faenza, RV (2011) by Piuarch Menzione d’Onore Nuovi Edifici di Stabia (NA), a Renzo Piano Building Workshop che ne fu insignito nel 2006 per l’High Museum of Art di Atlanta e a Massimiliano & Doriana Fuksas che furono premiati nel 2009 per il loro Zenith Music Hall di Strasburgo. La premiazione di Vincenzo Latina e della sua opera in particolare è certamente rappresentativa della rotta intrapresa dall’architettura italiana nell’ultimo triennio, rivelandosi al contempo una dichiarazione di necessari intenti per il futuro. Non più la ricerca di monumentalismi formali ad encomio della committenza o del virtuosismo del progettista, ma interventi che ad una sostanza centellinata sappiano dare voce attraverso il valore culturale dell’opera nel suo contesto e che manifestino la loro reale ricchezza attraverso la valorizzazione dell’esistente al contorno. Interventi minimi e puntuali, senza sfoggio gratuito di tecnologie avveniristiche ma sapientemente progettati secondo i dettami del clever-tech anticrisi, con la forza di soluzioni tecniche ben calibrate alle forzanti del luogo e alle funzioni da ospitare. Filosofia che trova nel padiglione di accesso all’Artemision la sua sintesi più completa ma che si riflette in tutto il ↑ Padiglione di accesso agli scavi dell’Artemision di Siracusa (2007-2011) by Vincenzo Latina - Medaglia d’Oro all’Opera ↓ Ampliamento Sede del Consiglio Regolatore della D.O.C. “Ribera del Duero”, Roa, Burgos, Spagna (2006-2011) by Estudio Barozzi Veiga - Premio Speciale all’Opera Prima A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 15 ↑ Biblioteca di Storia dell’Arte e Restauro della Manica Lunga alla Fondazione Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, VE (2009) by Michele De Lucchi - Menzione d’Onore - Rinconversione e Restauro ↑ Residenze sperimentali a Selvino, BG (2010) by ABDArchitetti (Camillo Botticini e Giulia De Apollonia) - Premio Speciale - Legno per l’Architettura 16 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 circus delle opere finaliste, tra cui si annoverano alcune delle opere più celebrate degli ultimi anni quali la Nuova Stazione Tiburtina a Roma (ABDR), il Salewa Headquarter di Bolzano (Zucchi Architetti e Park Associati) e l’intervento a Ronchamp di Renzo Piano Building Workshop. Importante anche la rosa dei premiati con il Premio Medaglia d’Oro alla Carriera, vere icone dell’architettura milanese quali Gae Aulenti, Vittorio Gregotti e Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, cui viene reso il giusto tributo per la grandezza testimoniata dalle opere nella Milano che è ora. Dei medesimi concetti riflettono anche i premiati al contorno: il Premio Speciale all’Opera Prima, riservato ad un'opera prima realizzata dal progettista entro il compimento del quarantesimo anno di età con lo scopo di dare luce alla nuova generazione che opera attivamente in Italia e all'estero, viene assegnato all’Estudio Barozzi Veiga per l’ampliamento della Sede del Consiglio regolatore della DOC a Roa, in Spagna; i Premi Speciali alla Committenza pubblica e privata, mirato a riconoscere il ruolo fondamentale che la committenza ha nella costruzione di un’opera di architettura e nella definizione di una differente qualità dello spazio fisico e sociale, vanno rispettivamente al Comune di Venezia per la Law Court Venice (C+S Associati) e a ↑↓ Nuova aula liturgica Chiesa di S. Floriano by x2 architettura, Gavassa, (Re), 2008 ↑↘ Chiesa di San Bernardino, L'Aquila (2010) by Antonio Citterio Patricia Viel and Partners - ph. Leo Torri PRACTIC per la propria Sede direzionale e produttiva a Fagagna (UD), opera di Gri e Zucchi Associati; il Premio Speciale Legno per l’Architettura, novità di questa edizione frutto della cooperazione con MADEexpo e il gruppo FederlegnoArredo, viene riconosciuto ad ABDArchitetti per le Residenze sperimentali a Selvino (BG). In ultimo, le sei Menzioni d’Onore vengono assegnate a Piuarch (Bentini Headquarters a Faenza, categoria Nuovi Edifici), Gualtiero Oberti e Attilio Stocchi (Lumen a Lumezzane, categoria Parchi e Giardini), Modus Architetti (categoria Infrastrutture), Michele De Lucchi (Biblioteca di Storia dell’Arte e Restauro della Manica Lunga a Venezia, categoria Riconversione e Restauro), Tamassociati (Container Medical Compound for Salam Centre in Sudan, categoria Architettura ed Emergenza) e Laboratorio Permanente (La conquista dell’orizzonte, categoria Architettura Progettazione e Futuro). Il tutto a suggerire una concezione dell’architettura innovativa per la scuola milanese, con uno tra i più prestigiosi riconoscimenti italiani che si discosta dal premiare gli esercizi più valevoli sotto il profilo teorico e formale per valorizzare la concretezza di opere attuali tanto nel linguaggio quanto nella struttura, tracciando un nuovo credo deciso per le generazioni future. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 17 ↑MedaTeca, nuova biblioteca civica, Meda, MI. By Alterstudio Partners ↓ Progetto Portello, P.I.I. - Unità di intervento U2 - Parco Pubblico, Milano by LAND R estore life to memory with something new: an ambitious challenge that is worth a medal. With this motivation aside, last 16 October the Artemision entry halls in Syracuse by architect Vincenzo Latina was awarded the Gold Medal for Italian Architecture 2012, the prestigious prize held by Milan Triennale, the Italian Ministry of Heritage and Culture and MADEexpo. The jury, involving some Italian best known experts as Ennio Brion, Cecilia Bolognesi, Ole Bouman, Alberto Ferlenga, Massimiliano Fuksas, Fulvio Irace and Luca Molinari, expressed unanimously on a project that cries aloud its being Italian in getting to shape with the only available "resources, despite the difficult environment." An architecture that takes part in the history of the place with its contemporary language and taking care of intellectual and social sustainability, starting a dialogue with the surrounding ruines. Latina comes after Umberto Riva and Pierpaolo Ricatti, winners in 2003 for Fincantieri Store in Castellammare di Stabia (NA), Renzo Piano Building Workshop which was awarded in 2006 for the High Museum of Art in Atlanta and Massimiliano & Doriana Fuksas, who were honored in 2009 for their Zenith Music Hall in Strasbourg. The choice of Vincenzo Latina and his work is certainly representative of the route taken by Italian architecture in last three years and a clear track for the future. No more looking for astonishing shapes as formal commendation to the client or to the designer’s skills, but less substance made able to talk by its cultural value and through the exploitation of the existing boundary. Minimal topic intervention, for an architecture which does not show off futuristic technologies any longer but aims to be wisely thought, according to a clever-tech responsible approach. AphilosophythatfindsintheArtemisionentryhallitsmostcompletesynthesis butthatreflectsinthewholecircusoffinalists,amongwhomweresomeofthe most celebrated works of last years such as New Tiburtina station in Rome 18 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 (ABDR),SalewaHeadquartersinBolzano(ZucchiandParkAssociatiArchitects) and the Ronchamp site requalification by Renzo Piano Building Workshop. Even more important are the people awarded the Gold Medal for Lifetime Achievement, true icons of Milanese history as Gae Aulenti, Vittorio Gregotti and Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, whose greatness is witnessed by their works in the Milan we know. The same concepts also reflect the side prizes: the special prize “Opera Prima”, reserved for the first work by an under-40 designer in order to give light to the new generation that actively operates in Italy and abroad, is assigned to Estudio Barozzi Veiga for the extension of DOC Regulatory Council office in Roa, Spain; the Special Prizes for public and private commissioning, aimed at recognizing the crucial role that the client has in the construction of a work of architecture and the definition of a different quality of physical and social space, go respectively to the City of Venice for the Venice Court Law (C+S Associati) and PRACTIC for its headquarter and production facility in Fagagna (UD) by Gri and Zucchi Associati; the Special Prize for Wooden Architecture, fruit of cooperation with MADEexpo and the group FederlegnoArredo, is conferred to ABDArchitetti for their experimental living units in Selvino (BG). Finally, the six Mentions of Honor are awarded to Piuarch (Bentini Headquarters in Faenza, New Buildings), Gualtiero Oberti and Attilio Stocchi (Lumen in Lumezzane, Parks and Gardens), Modus Architects (Infrastructures), Michele De Lucchi (Library of Art History and Restoration of the Manica Lunga in Venice, Conversion and Restoration), Tamassociati (Container Salam Centre for Medical Compound in Sudan, Architecture and Emergency) and Permanent Workshop (The conquest of the horizon, Architecture Design and Future). All this to suggest a conception of architecture for innovative school in Milan, withoneofthemostprestigiousItalianawardswhodeviatesfromrewarding besttheoreticalandformalexercisestoenhancetherealityofcurrentworks bothinlanguageandinstructure,plottinganewtrackforfuturegenerations. | www.admnetwork.it | follow us on ↑Circonvallazione Bressanone - Varna, Bressanone, BZ (2009-2011) by Modus Architects (Matteo Scagnol, Sandy Attia) - Menzione d’Onore - Infrastrutture | ↓ Edifici per accoglienza e monastero di Ronchamp, Francia (2006-2011) by Renzo Piano Building Workshop con Atelier Corajoud - ph. Michel Denancé A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 19 IL DESIGN SPONTANEO E DEMOCRATICO CONQUISTA LE CITTÀ SPONTANEOUS AND DEMOCRATIC DESIGN CONQUERS THE CITIES TENDENZE Text by Anna Nosari Photos by courtesy of Brera Design District, Dutch Design Week, London Design Festival, Passagen, Porta Romana Design, Superstudio Group, VenturaLambrate L DESIGN WEEK a prima è stata Milano, a cui sono seguite Colonia, Londra, Parigi, Vienna, Stoccolma, Eindhoven, Pechino, Istanbul e molte altre. Ognuna con caratteristiche proprie, le design week presentano un comune denominatore: la diffusione “spontanea” in situazioni e spazi diversi dalle manifestazioni ufficiali, con progressiva apertura ad un pubblico più ampio, di non addetti ai lavori, spesso giovane, curioso ed entusiasta, alla ricerca di proposte informali e inconsuete. Le settimane del design rispecchiano da un lato l'esigenza di aziende e designer di creare nuove occasioni di incontro e di visibilità per la propria attività, dall'altro interpretano una richiesta di democratizzazione del design. Accanto alle proposte di showroom e grandi nomi si delinea un calendario di iniziative dallo spirito irriverente e low 20 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 budget, che occupano luoghi periferici e rivalutano spazi abbandonati delle città, muovendosi lungo binari alternativi e fuori dal coro. Agli albori di questa tendenza, il movimento è stato graduale, crescendo via via in quantità e qualità, fino a vere e proprie operazioni di marketing territoriale. È il caso di Milano, dove il Fuorisalone esiste da più di trent'anni. Nato negli anni '80 da una serie di iniziative concentrate nel periodo del Salone del Mobile, è stato poi in qualche modo ufficializzato nei primi anni '90 - con la prima guida dedicata alla design week milanese. Negli anni sono aumentati sia il numero che la qualità degli eventi proposti, attirando un pubblico internazionale in tutta la città. Dal centro di Milano il Fuorisalone si è allargato a macchia d'olio, ad esempio nella zona di via Tortona, trasformatasi in un vero e proprio “distretto della creatività”. Da oltre un decennio, nell'intrico di vie alle spalle della stazione di Porta Genova si sono concentrate esperienze anche molto disomogenee tra loro: grandi brand accanto a marchi emergenti e a giovanissimi designer hanno disegnato un percorso con caratteristiche proprie, legato al contesto urbano e aperto al resto della città. Il design è uscito dai soliti circuiti per parlare ad un pubblico più vasto, con un linguaggio diverso e diversificato. Via Tortona è stato il primo esempio di intervento coordinato, un modello seguito poi da molte altre zone della città: da Brera a Ventura Lambrate, da Porta Romana a Porta Venezia, Porta Garibaldi e alla Fabbrica del Vapore, ex-area industriale destinata alla creatività multidisciplinare. Spostandosi all'estero, lo scettro di capitale della design week più longeva e verace va a Colonia, dove Passagen, l'evento alternativo →Fuorisalone 2012 Brera Design District, Milano ↑Paulistana by Paolo Mendes da Rocha, 1957 ↘Fuorisalone 2012 installazione in Università Statale, Milano ↑ Dutch Design Week, Eindhoven, free taxi ↖ London Design Week 2012, Design Junction © Susan Smart Photography →London Design Week 2012 Mimicry Chairs by Nendo at the Victoria & Albert Museum © Susan Smart Photography A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 21 ↑Beijing Design Week, ph Angelo Dadda ↑Passagen, Colonia ↑Fuorisalone 2009, Temporary Museum for New Design, Superstudio Più, Milano ↓Fuorisalone 2011, VenturaLambrate, Milano © C Grassi nato nel quartiere multietnico di Ehrenfeld, si affaccia al quarto di secolo. Tocca ora altre zone della città tedesca, mantenendo la freschezza dei primi anni, sempre lasciando grande spazio alla formazione e alla ricerca con la creazione di un University Forum ed accostando ingegnose autoproduzioni low cost alle personalità più note. Spostandoci sulle rive del Tamigi, il London Design Festival ha appena compiuto dieci anni, portando in ogni angolo della capitale britannica progetti e installazioni, valorizzando giovani talenti, risorse locali, musei, gallerie e spazi pubblici. A questa settimana del design inglese si aggiunge la Clerkenwell Design Week, più legata ai brand ma con un alto tasso di innovazione, concentrata nel quartiere londinese degli showroom di design. Possiamo poi citare in ordine sparso la Stockholm Design Week, nata intorno alle due storiche fiere di settore (Stockholm Furniture Fair e Northern Light Fair), Vienna, che coinvolge da qualche anno i designer nel progetto Passionwege, Eindhoven con la Dutch Design Week, anch'essa con oltre un decennio di storia. Le settimane del design hanno raggiunto importanza tale da perdere, talvolta, la dimensione di spontaneità che ne ha caratterizzato la comparsa. È il caso della ParisDesignWeek,natanel2011periniziativa degli organizzatori di Maison&Object come estensione della manifestazione ufficiale, o Pechino, voluta dalle istituzioni cinesi con l'obiettivo di trasformare il “Made in China” in “Designed in China”. Ce n'è per tutti i gusti e, ormai, il titolo di “capitale del design”, coniato per Milano agli albori di questo fenomeno, non si nega più a nessuno. | www.admnetwork.it 22 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 | follow us on | he first was Milan, followed by Cologne, London, Paris, Vienna, Stockholm, Eindhoven, Beijing, Istanbul and numerous others. Each with its own characteristics, the design weeks have a common denominator: their "spontaneous" diffusion in situations and spaces other than official events, with a gradual opening to a wider audience of nonexperts, often young, curious and enthusiastic, in search of informal and unusual proposals. The design weeks on the one hand reflect the need for companies and designers to create new opportunities for interaction and visibility for their own business, on the other hand, they interpret a request for democratization of design. Alongside the showroom proposals and big names, a calendar of initiatives is offered with an irreverent low-budget spirit, occupying suburban areas and reassessing abandoned spaces of the city, moving along alternative tracks, off the beaten path. At the dawn of this trend, the movement was gradual, growing little by little in quantity and quality, to the point of carrying out real, territorial marketing operations. This was the case in Milan, where the Fuorisalone (literally, "Outside the showroom") has existed for more than thirty years. Born in the '80s from a series of focused initiatives during the Salone del Mobile period, it was then somehow formalized in the early '90s - with the first guidebook dedicated to the Milanese design week. Over the years, both the number and the quality of the proposed events have grown, attracting an international audience throughout the city. From the centre of Milan, the Fuorisalone has expanded like wildfire, for example, in the area of Via Tortona, which has turned into a real "creative district." For over a decade, in the tangle of streets behind T the station of Porta Genova, experiences have taken shape also differing greatly from each another: well-known labels next to emerging brands and young designers have sketched out a course with its own characteristics, linked to the urban context and open the rest of the city. Design has left the beaten path to speak to a wider audience with a different, diversified language. Via Tortona was the first example of a coordinated intervention, a model later followed by many other areas of the city: from Brera to Ventura Lambrate, from Porta Romana to Porta Venezia, Porta Garibaldi and the Fabbrica del Vapore, a former industrial area now devoted to multidisciplinary creativity. Moving abroad, the sceptre of the capital with the longest running and true design week goes to Cologne, where Passagen, the alternative event born in the multi-ethnic district of Ehrenfeld, nears a quarter of a century. It is now the turn of other areas of the German city, maintaining the freshness of the early years, always leaving considerable space for training and research with the creation of a University Forum - and combining ingenious, low cost independent productions with the best-known personalities. Moving to the River Thames, the London Design Festival has just completed its tenth year, bringing into every corner of the British capital projects and installations, highlighting young talent, local resources, clubs, museums, galleries and public spaces. This British design week is flanked by the Clerkenwell Design Week, more tied to brands but with a high rate of innovation, concentrated in the London neighbourhood for design showrooms. We can also mention in any order the Stockholm Design Week, created around two historical trade fairs (the Stockholm Furniture Fair and the Northern Light Fair), Vienna, which for several years now has involved designers in the Passionwege project, Eindhoven, with the Dutch Design Week, it too boasting over a decade of history. The design weeks have achieved such importance that at times they lose that dimension of spontaneity that first characterized their appearance. This is the case of the Paris Design Week, founded in 2011 on the initiative of the organizers of Maison&Object as an extension of the official event, or that of Beijing, staged at the behest of Chinese institutions with the aim of transforming "Made in China" into "Designed in China". There's something for all tastes and, by now, the title of "World Design Capital", coined for Milan at the beginning of this phenomenon, can't be denied to anyone. ↑Fuorisalone 2012, Porta Romana Design, Cascina Cuccagna, Milano ↓Vienna Design Week 2012, Dansk Møbel Design WAGNER WERK, Museum Postsparkasse A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 23 A GENERATION PASSAGE (PERMANENT GRAVITY CENTRE) Text by Anna Masello Photos by courtesy of Franco Garbin, MAGA, Roberto Salgo OMAR GALLIANI ALESSANDRO BUSCI ARTE UN PASSAGGIO DI GENERAZIONE (CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE) 24 24 A+D+M A+ A+D A +D + D+M M|M MAGAZINE MA AG A GA AZI ZIN NE E | 2013 201 201 013| # 4 42 2 1 1 Grande disegno italiano, Omar Galliani, matita su tavola più installazione, 550x650 cm, 2005 2 Pirelli_avorio, Alessandro Busci, smalto su ferro, 71x51 cm, 2012 I l MAGA di Gallarate (VA) inaugura la nuova stagione espositiva con una doppia personale che presenta il lavoro di due artisti, Omar Galliani (1954) e Alessandro Busci (1971), appartenenti a due generazioni diverse ma non lontane tra loro. Un percorso espositivo che si sviluppa parallelamente su due rotaie: da un lato la lettura critica e consapevole di un artista già pienamente consolidato, dall'altro l'analisi di un autore giovane ma affermato. Ne abbiamo parlato assieme all'ideatore e curatore della mostra: Flavio Caroli. 2 Credo che in una duplice personale le scelte del curatore assumano un'importanza ancora maggiore rispetto ad una personale, o a una collettiva. La decisione di esporre insieme due artisti indica una visione ben precisa, traccia un percorso chiaro: si tratta pur sempre di un binario. Verso che direzione porta il dialogo tra Galliani e Busci? Prima di tutto occorre spiegare perché abbia scelto proprio Omar Galliani e Alessandro Busci, due artisti così diversi per scelte formali e poetiche. La ragione forse abita proprio in questa diversità così marcata, che trova però un fattore comune capace di legare indissolubilmente gli artisti. La pittura di Galliani è riconducibile a una dimensione “classica”, che trova nel disegno di matrice fiorentina il suo mezzo espressivo e sceglie la figura umana quale ideale campo d’indagine. La sua è una pittura “meditata”, che richiede lunghi tempi di realizzazione. Di contro, l’arte di Alessandro Busci rimanda a una dimensione “romantica”, che predilige il colore di matrice veneziana, dato sulla tela con un fare gestuale, per dare corpo a intensi e visionari paesaggi urbani. La mostra, anzi, la doppia personale al Museo MAGA esprime chiaramente questa distanza artistica, ma al contempo dimostra anche come due percorsi artistici così diversi possano sottendere una comune ricerca di qualità. È questa la chiave di lettura del percorso: la qualità, intesa in un’accezione avanguardistica, non quindi necessariamente legata a un virtuosismo della tecnica (che del resto Galliani e Busci padroneggiano con grande sapienza), ma nel senso di “andare avanti”, volere e sapere parlare attraverso la creazione di immagini per il futuro. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 25 3 4 3 Flavio Caroli, curatore della mostra ph. Roberto Salgo 4 Beijing_rosso, Alessandro Busci, smalto su ferro, 51x71 cm, 2012 5 Tristano, Omar Galliani, olio su tela, 270x280 cm, 1987 6 Variazioni Goldberg, Alessandro Busci 5 6 Perché mettere in relazione proprio questi due artisti? Cosa li accomuna, cosa li distingue? Al di là di un evidente punto di tangenza - la scelta della figurazione - il fil rouge che li unisce più intimamente e li accomuna è, come dicevo, la ricerca della qualità, o un’idea di qualità, sebbene perseguita con modalità divergenti. Galliani e Busci appartengono a due diverse generazioni, di conseguenza hanno come punti di riferimento universi poetici differenti: per Galliani penso a quello arcaico e magico di John Milius, in particolare a un film come Conan il Barbaro; la poesia di Busci credo invece che possa essere stata ispirata dalle arie dolorose e futuribili di Ridley Scott e del suo Blade Runner. Il criterio espositivo, indipendente e cronologico per ciascun artista, non mette a confronto le opere, piuttosto si limita a stimolare una riflessione sul lavoro dei due autori. Qual è il motivo di questa scelta? Non aveva senso scegliere quale criterio espositivo un confronto tra le loro opere. D’altronde, perché farlo? Se pensiamo che nel 1813 convivevano due tendenze opposte, una classica e una romantica, avrebbe avuto senso fare allora un raffronto ad esempio tra Jacques-Luis David e John Constable? E avrebbe ancora più senso farlo oggi? O è più logico concepire una mostra di due artisti secondo un percorso che stimoli il fruitore a cercare tra questi connessioni e fattori divergenti, e al contempo offra in qualche modo non solo una lettura della loro opera, ma illustri anche la pluralità di movimenti artistici di quel particolare periodo? Ecco, lo stesso pensiero sta alla base della mostra al Museo MAGA, nella quale ho dunque scelto di presentare Omar Galliani e Alessandro Busci nella loro integrità, far vedere due personalità nella loro interezza. Nel caso specifico di Omar Galliani parliamo di 40 anni di pittura, era quindi giusto, doveroso, valorizzare la complessità della sua lunga ricerca artistica con una esposizione che assumesse le proporzioni di un’antologica. Da cos'è costituito esattamente il centro di gravità permanente? Da questa forza dirompente che già toccava Franco Battiato: l’idea, la tensione che conduce all’intensità espressiva. |www.admnetwork.it |follow us on | 26 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Il benessere al centro del tuo spazio Solo Jacuzzi® poteva inventare un nuovo modo di vivere il wellness. Con Sasha 2.0 tecnologia e design si incontrano per dare vita a un vero e proprio centro benessere in soli 8 mq. Sauna, doccia emozionale, bagnoturco in un’unica soluzione, racchiusi da una preziosa cornice in Corian®. Il top delle prestazioni e le funzioni più esclusive, unite a uno studio attento dei volumi, rendono Sasha 2.0 la soluzione ideale per uso professionale e per gli ambienti domestici più raffinati. Mentre il design essenziale ed elegante, e la grande capienza di Santorini, ne fanno la spa Jacuzzi® ideale per grandi terrazze e giardini. JACUZZI EUROPE S.p.A. S.S. Pontebbana Km 97,200 33098 Valvasone (PN) Italia Tel. +39-0434-859111 Fax +39-0434-85278 E-mail info@jacuzzi.it jacuzzi.eu A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 27 MILAN DESIGN WEEK 9TH-14TH APRIL 2013 SUPERSTUDIO presents GLOBAL DESIGN QUALITY AND RESEARCH ART INTERACTION INTERNATIONAL BRANDS TOP DESIGNERS EMERGING TALENTS Milan - Superstudio Più, via Tortona 27 - Superstudio 13, via Forcella 13 and via Bugatti 9 - Ph +39 02 422501 28 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 info@superstudiogroup.com-www.superstudiogroup.com-onlineregistration:www.superstudioevents.com T he MAGA in Gallarate (Va, Italy) launches the new exhibition season with a double personal show presenting the work of two artists, Omar Galliani (1954) and Alessandro Busci (1971), belonging to two different generations but not far from each other. An exhibition journey developing in parallel on two rails: on one side the critical and aware reading of an artist already completely consolidated, on the other side the analysis of a young but well known author. We have talked about this with the superintendent Mr. Flavio Caroli. I think that in double personal exhibition the superintendent’s choices assume a prominent importance even bigger than in a solo or collective art exhibition. The decision to expose together two artists indicates a very precise vision, it traces a clear way: it is always a binary. Towards which direction does the dialogue between Galliani and Busci lead? First of all it is necessary to explain why I have chosen exactly Omar Galliani and Alessandro Busci, two artists so different for formal and poetic choices. The reason maybe is in this marked diversity but that finds a common factor able to link indissolubly the artists. Galliani’s painting is related to a “classical” dimension, that finds in the Florentine matrix drawing his expressive means and chooses the human figure as his ideal investigation field. His is a “thought” painting that requires long realization times. On the contrary, Alessandro Busci art reminds to a “romantic” dimension preferring the colour of Venetian origin given on canvas in a gestural way to give substance to intense and visionary urban landscapes. The exhibition, in fact, the double personal at MAGA museum clearly expresses this artistic distance, but at the same time it shows also how two such different artistic journeys can imply a common research for quality. This is the journey interpretation; quality, conceived in an avant-garde meaning, then not necessarily linked to a technique virtuosity (that in any case both Galliani and Busci master with great erudition), but in the sense “to go ahead”, wanting and being able to speak through the creation of images for the future. 7 Why did you decide to relate these two artists? What do they have in common, what are they differences? Apart from an evident tangency point - the figuration choice - the guiding thread that unites them intimately and joins them is, as I was saying before, the research for quality, or a quality idea, even if pursued with divergent modalities. Galliani and Busci belong to two different generations, consequently they have as reference points different poetic universes: for Galliani I think of the magic and archaic one by John Milius, in particular I think of a film like 'Conan the Barbarian'; Busci’s poetry, on the contrary, I think could have been inspired by the painful and feasible airs of Ridley Scott and his 'Blade Runner'. The exhibition method, independent and chronological for each artist, does not compare the works instead it only stimulates a consideration about the two authors’ work. Which is the reason for this choice? It was senseless to choose as an exhibition method a comparison between their works. On the other hand, why should we do that? If we think that in 1813 two opposite trends cohabited, a classical and a romantic one, would have had a sense to make a comparison then, between for example Jacques-Luis David and John Constable? And would it have more sense to do it today? Or is it more logical to conceive an exhibition of two artists according to a journey that stimulates the audience to look among these connections and diverging factors, and at the same time it offers somehow not only an interpretation of their work, but that also shows the plurality of some artistic movements in that particular period? That is the same thought at the base of the exhibition at the MAGA Museum, where I have then decided to introduce Omar Galliani and Alessandro Busci in their integrity, and show two personalities in their wholeness. In the specific case of Omar Galliani we are talking about 40 years of painting, it was then right, fair to evaluate the complexity of his long artistic research with an exhibition that could assume the proportions of an anthological show. What does exactly form the permanent gravity centre? From the explosive power that was already touching Franco Battiato: the idea, the tension that leads to expressive intensity. |www.admnetwork.it |follow us on | 7 In rame, Omar Galliani, incisione a bulino su rame, 100x300 cm, 1988-89 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 29 | COPERTINA | | Text edited by Filippo Pozzoli Photos by Enrico Basili and courtesy ABDR | ABDR Ricostruire il senso Rebuild the sense Q uando un progetto sa comunicare se stesso, succede che il tutto sia più grande della somma delle sue parti. Succede che i suoi aspetti formali, tecnologici e semantici trovino completezza e coerenza nel loro dialogo, e il valore logico della composizione superi quello per cui ciascuna componente viene sapientemente progettata. Allo stesso modo una squadra composta da grandi individualità differenti può trovare nuovo potenziale nel lavoro sinergico, progettando a più mani opere che a un riconosciuto valore storico e intellettuale abbinano innovazione e ricerca tecnologica, con l’occhio rivolto a una sostenibilità declinata in tutte le sue forme - dall’ormai scontata efficienza energetica all’integrazione storica e sociale con un contesto complesso quale, ad esempio, quello romano. È il caso di ABDR, acronimo delle iniziali di quattro architetti che dal 1979 condividono un ricco percorso progettuale mantenendo ciascuno la propria identità intellettuale e culturale. Identità spiccatamente differenti, ma proprio per questo capaci di integrarsi con rara efficacia. Quattro profili diversi, uno per ciascun punto cardinale dell'architettura, che progettano insieme da oltre trent'anni. Come è nata la vostra sinergia e come si è consolidata nel tempo? Paolo Desideri La nostra storia è cominciata sui tavoli da disegno della scuola di architettura di Valle Giulia, a Roma negli anni settanta. È cominciato tutto in maniera molto naturale: un reciproco scegliersi 30 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 a partire dalla condivisione di interessi comuni, di frequenze comuni, di un comune agire politico, di una comune e spiccata curiosità per l'architettura e la città. Aprimmo lo studio di via del Pozzuolo (che ancora esiste) nel 1979: eravamo ancora studenti e preparavamo le nostre tesi di laurea. Poi da subito la scoperta che le nostre differenze potevano essere sinergiche, ci siamo reciprocamente insegnati molto, e nel tempo anche la passione per l'insegnamento universitario ci ha certamente accomunato: anche nel mondo accademico, però, quattro percorsi diversi. Ma un solo studio, un solo progetto, e spesso, quando disegnavamo a mano, un solo disegno. Michele Beccu Mi è capitato recentemente di definire la “composizione” del nostro studio come una mescolanza di motivazioni, intenzioni e volontà differenti. Una sospensione alchemica, cangiante e iridescente in superficie, e questo aspetto determina probabilmente anche la varietà e diversità delle uscite espressive e formali del nostro lavoro, ma con solidi ancoraggi nella profondità di una formazione. Ma soprattutto la necessità e la voglia di sperimentare da subito una condizione professionale indipendente, fortemente sperimentale sul piano pratico, e molto motivata sul piano teorico. Una scelta in controtendenza, che ci ha procurato anche critiche e censure da parte del mondo accademico, ma che ora ci premia con la considerazione della critica, che rileva nella traiettoria di ABDR un esperimento innovativo e originale della scena architettonica italiana e non solo. alimentare il progetto attraverso la comprensione e la riflessione sui contesti "feed the project through the understanding and reflection on the contexts" A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 31 ↑ Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2007 ©MorenoMaggi Forma, tecnica, sostenibilità, storia. Con quali logiche e sequenze affrontate ogni occasione progettuale? Maria L. Arlotti Non abbiamo un protocollo predefinito per affrontare i progetti. Certo la forma, la tecnica, la sostenibilità, la storia rappresentano le parole chiave del nostro approccio. Ma nondimeno è impossibile dire una volta per tutte cosa viene prima e cosa dopo. A meno della forma che viene sempre per ultima, a chiudere e risolvere i problemi e i conflitti posti in essere da tutte le altre. È attraverso questa pluralità d’individualismi che si può interpretare la vostra lettura di progettazione integrata? Esistono delle costanti per regolare interazioni e subordinazioni tra gli aspetti formali, intellettuali e tecnologici di un progetto? PD Non sono convinto che non ci sia una ricetta. Con il tempo, certo, abbiamo imparato a capire prima i problemi, le criticità di ogni commessa. E i problemi e le criticità sono fondamentali quando cominci a sviluppare un progetto e il foglio è bianco. Noi partiamo sempre da lì: dai problemi. Se non riusciamo a individuare i problemi è sempre più difficile sviluppare la nostra creatività. Crediamo necessario sviluppare una creatività volta al problem solving. Ma in giro io vedo sempre più frequentemente una creatività volta al problem adding. La creatività e la morfologia (cioè la forma) sono le chiavi di questa strategia: forme in grado di risolvere miracolosamente i problemi posti dal progetto, dal contesto, dalla costruzione. 32 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 ↓ Lapidarium di Palazzo Venezia, Roma, 2006 ©MorenoMaggi ↓ ↑ Nuovo Teatro dell'Opera, Firenze, 2011 ©luigifiletici A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 33 ↑ ↗ Museo Archeologico, Reggio Calabria, 2011 ©MorenoMaggi Quali sono le peculiarità che distinguono il progetto di una grande opera rispetto alle piccole commesse ordinarie? Quale maggiore responsabilità intellettuale comporta verso i luoghi toccati dai vostri progetti? Filippo Raimondo Non è sugli aspetti figurativi che si avvertono le differenze tra progetti di piccola e di grande scala: è nel diverso impatto che le grandi architetture hanno sul territorio che le differenze pesano e che le responsabilità crescono. Opere di identica dimensione hanno impatti diversi a seconda del contesto urbano in cui si collocano. Un esempio per tutti: l’enorme influenza che il Teatro del Maggio, da noi inaugurato nel dicembre del 2012, ha sulla vita civile della città di Firenze risulterebbe poco più che avvertibile se lo stessa opera fosse stata realizzata in una metropoli asiatica di 20 milioni di anime. È la complessità data dall’incremento esponenziale delle varianti in gioco e delle loro possibili declinazioni, che ci segnala l’esistenza su un territorio di una piccola o di una grande opera, non la sua forma, e tantomeno la sua bellezza. Tra le vostre firme stilistiche spiccano la citazione e la reinterpretazione del patrimonio storico al contorno, trovando nell'Italia romana il più significativo regesto formale alla base della vostra dimensione culturale. Come è possibile innovare ed evolvere esaltando, al contempo, lo spirito del luogo? 34 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 MB Trovo particolarmente esaltanti quelle nostre realizzazioni che riescono a intessere un dialogo con il luogo non esplicito, non manifestamente dichiarato, registrabile sottotraccia, nelle relazioni spaziali e materiche più recondite. Mi piace pensare alla lanterna urbana della Serra ex-Piacentini, illuminata ora da una fioca luminescenza nella sera romana, quasi nascosta all’intenso traffico urbano della via Nazionale, ma ben visibile solo dalle vie retrostanti. O anche al gigantesco ponte sui binari della stazione Tiburtina, una vera galleria ponte urbana, come un gigante arenato nel fiume ferroviario in attesa dell’attraversamento della folla silenziosa che lo abita. La stazione per noi ha costituito un vero ripensamento tipologico della grande infrastruttura metallica della modernità, con le radici nella grande stazione ottocentesca e le propaggini più estreme nel contemporaneo mall aeroportuale. Guardando ai progetti più recenti, specie quelli romani della Nuova Stazione Tiburtina e di viale Giustiniano, si coglie la volontà di superare la dimensione architettonica inserendosi manifestamente nell'assetto urbano. Quali margini ci sono, oggi, per intervenire su strutture metropolitane millenarie adeguandole ai contemporanei requisiti funzionali? ↑ ↓ Stazione Tiburtina, Roma, 2011 ©MorenoMaggi ↓ Metro B1 - Stazione Annibaliano, Roma, 2011 ©RomoloOttaviani A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 35 PD Credo che siano oggi maturi ed anzi urgenti i tempi per il rilancio di quella che credo essere una delle specificità della scuola italiana: la capacità di alimentare il progetto attraverso la comprensione e la riflessione sui contesti. Una specificità che, a ben vedere, è sempre stata una stringente necessità del progetto italiano, prodotta da una formidabile e reale presenza del passato e dei suoi materiali in ogni parte del nostro territorio. Accettare la sfida posta dalla problematicità dei territori contemporanei può e deve essere una rivendicata competenza della scuola italiana: un impegno a lavorare nella tradizione di una progettualità capace di dotare di un senso possibile i materiali, spesso miseri, sconnessi ed incoerenti, altre volte magniloquenti e ingombranti, depositati sul campo, sino a raggiungere, proprio come in un esercizio enigmistico, un proponibile e disvelatorio nuovo significato: già scritto nei pochi frammenti esistenti sul campo ma mai univocamente risultante. ↑ Campidoglio2, complesso per uffici del Comune di Roma, 2012 ↓ Housing Giustiniano Imperatore, Roma, 2010 ©MorenoMaggi Sulla base della vostra esperienza e della vostra visione, credete che il futuro della grande architettura internazionale sia più legata a realtà sinergiche come la vostra piuttosto che alle archistars individuali? FR Credo che per produrre architetture di qualità non esista una sola ricetta valida. Volendo ragionare in modo critico attorno alla questione “cifra stilistica”, quando questa viene perseguita in modo ostinato (vedi l’esperienza di Frank Gehry), forse si raggiungere il risultato di guadagnare una forte riconoscibilità, ma, certamente, si corre il rischio di non poter rispondere in modo mirato alle occasioni progettuali che via via si presentano, si finisce (un po’ per autocompiacimento e un po’ per pigrizia) con l’adottare all’infinito un’unica ricetta formale. La nostra scelta identitaria non si concentra sulla ricerca di una precisa unità stilistica, ma su una metodologia di approccio al progetto che fa della flessibilità e della dinamicità la sua forza, la sua ragion d’essere. Semplicemente, poniamo maggiore attenzione alle complessità e alle specifiche condizioni fisiche e culturali dei luoghi che sono oggetto della nostra attività progettuale. Per noi il carattere identitario appartiene all’opera, alla singola realizzazione, e non a chi ne è l’autore. Oltre alla sostenibilità ambientale di cui si fa continuamente manifesto, quali sono le sfide culturali e intellettuali che l'architettura dovrà affrontare? Di quali valori e di quale società dovrà farsi manifesto? MLA Viviamo in un periodo storico connotato da una fortissima spinta verso l'individualismo. Il destino del singolo, la sua sopravvivenza e il suo interesse individuale, caratterizzano, soprattutto in Italia, la vita sociale che di collettivo, di sociale appunto, ha sempre di meno. Credo che la scommessa sia proprio questa: la prima sfida che l'architettura dovrà vincere è quella di ri-costruire il senso e la dignità collettiva del vivere sociale. A questo destino collettivo, mi sembra, è infine legata anche la questione della sostenibilità ambientale. |www.admnetwork.it 36 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 |follow us on | hen a project can communicate itself, W the whole thing happens to be greater than the sum of its parts. It happens that its formal, technological and semantic features find completeness and consistency in their dialogue, and the logical value of the composition goes beyond the reasons each component is carefully designed for. In the same way, a team of great individuals can find a new potential in their synergy, designing together works combining a perhaps unmatched historical and intellectual meaning to innovation and technological research, paying attention to the idea of sustainability declined in all its forms - from now obvious energy efficiency to historical and social integration with a complex pattern such as, for example, the Roman one. This is the case of ABDR, four architects sharing their rich design processes since 1979, each keeping their technical and cultural peculiarities in joint projects. Identities that due to their being markedly different are able to integrate with outstanding performance. Four different profiles, one for each architectural cardinal point, planning together for over thirty years. How did you get this synergy and how has it strengthened over time? Paolo Desideri Our story began on the drawing boards of the School of Architecture Valle Giulia in Rome, in the 70s. It all started in a very natural way: we choose each other due to a mutual sharing of common interests, common frequency, common political actions, a common and strong curiosity for architecture and the city. We opened the still existing atelier in Pozzuolo Avenue in 1979, still as students working at their final thesis. Immediately we found out that our differences could be synergistic, teaching each other a lot, and in time even the passion for academic education has merged: also in the academic world, however, we tracked down four very different paths. But always keeping only one atelier, working on only one project, and often, on a very single drawing. Michele Beccu I recently defined the "composition" of our study as a mixture of different reasons, intentions and desires. We are a sort of alchemical suspension iridescent on the surface, this probably determining the variety of formal and expressive outputs of our work, but with solid common anchors in previous training. But above all, the need and the desire to experience the condition of independent professional, highly experimental in practice as highly motivated theoretically. A choice in contrast, that has also brought us far away from the academic world, but that is now rewarding us with the light of criticism, which detects in our path an innovative and original experiment on Italian and international architectural scene. Form, technique, sustainability, history. Which logical sequences do you follow in order to face each design opportunity? Maria L. Arlotti We do not have a default protocol to tackle projects. Form, technique, sustainability, history are some of the keywords of our approach. But nevertheless it is impossible to say once and for all what comes before and what after. Except for the shape which always comes last, closing and solving the problems brought to surface by others. It is through this diversity of individualities that you can interpret your view on integrated design? Are there any constants for regular interaction and subordination between the formal, intellectual and technological features of a project? PD I do not believe that there is not a recipe at all. With time, of course, we have learned to first understand problems and the critical points for each new challenge we accept. And the problems are critical when you begin to develop a project and the sheet is plain white. We always started from there: from problems. If we are not able to identify the problems, it is always more difficult to develop our creativity. There is a need to develop a new creativity for problem solving. But around I see frequently only a problem adding one. Creativity and morphology (i.e. the shape) are the keys for this strategy to miraculously solve the problems found in the project, in the context, in the construction. What are the features to make the project of a great work different from ordinary small orders? Which larger intellectual responsibility do you feel towards the places touched by your project? Filippo Raimondi It is not through figurative aspects that we get the differences between small and large scale projects and large: it is the different impact major architectures have on the territory that weigh the differences and responsibilities grow. Works of the same size have different impacts depending on the urban context in which they are located. An example: the enormous influence of Teatro del Maggio, which we opened in December 2012, has on the civic life of Florence would be little more than a warning if the same work had been carried out in an Asian metropolis counting 20 million and more of inhabitants. It is through the complexity given by the exponential increase in variants and their possible variations that we note the existence a small or a large work on some area, not its form, nor its beauty. them to contemporary functional requirements? PD I believe times are now mature and indeed urgent for the revival of what I believe to be one of the specificities of the Italian school: the ability to feed the project through the understanding and reflection on the contexts. Specificity that has always been a pressing need of the Italian project, produced by a formidable and real presence of the past and its materials in any part of our territory. Accepting the challenge posed by the problematic nature of contemporary territories must be claimed jurisdiction of the Italian school: a commitment to work in the tradition of a project designed to give a sense of the possible materials, often poor, uneven and inconsistent, sometimes bombastic and bulky, deposited on the ground, making them reach, just as an exercise in riddles, a feasible new meaning, which is already written in the few extant fragments on the field but never unequivocally resulting. Basing on your experience and your vision, do you believe that the future of great international architecture is more linked to synergic ateliers like yours rather than individual archistars? FR I believe that in order to produce quality architecture there is only one valid prescription. Wanting to think critically about the "stylistic" question, when it is pursued so stubbornly (see Frank Gehry’s experience), you may reach Among your brand features stand citation and reinterpretation of the historical boundary, finding the most significant instance in the Roman formal set as the root of your cultural dimension. How can we innovate enhancing at the same time the spirit of the place? MB I find particularly exciting among our achievements the ones that build up an inexplicit dialogue with the place, not one clearly stated, but adjustable in spatial relationships. I like to think of ex-Serra Piacentini as a urban lantern, now illuminated by a dim glow in the evening times, almost hidden to the intense urban traffic of Nazionale Avenue, but visible only from the streets behind. Or even the giant rail bridge at Tiburtina station, a true urban tunnel bridge, like a giant beached in the river waiting for the silent crowd living there to cross the railway. The station for us has been a real rethinking of the typological large metal frame of modernity, with its roots in the great nineteenth-century station and deepest branches in the contemporary mall close to the airport. Looking at your most recent projects, especially those of the New Tiburtina station and the residential building in Justinian boulevard in Rome, we can get the desire to overcome the architectural dimension getting deeper in the urban setting. What margins are there today to deal with ancient existing structures by adapting the result of gaining large recognition, but, of course, you run the risk of not be able to respond to opportunities in a targeted project that gradually occur, you end up endlessly adopting a single formal recipe. Our choice of identity does not focus on finding a precise stylistic unity, but on a methodological approach to the project that makes of flexibility and dynamism its strength, its raison d'être. Simply, we put more attention to the complexity and the specific physical and cultural conditions of the places where our works take place. For us the nature of identity belongs to the project, to the single realization, not to its author. In addition to environmental sustainability, which is continually taken as a manifest, what are the cultural and intellectual challenges that architecture is called to face in the future? Which values and which society will it represent? MLA We live in an era characterized by a strong push toward individualism. The fate of the individual, his survival and his individual interest, characterize, especially in Italy, the social life that gets to be less and less collective. I think the bet to win is this: the first challenge that the architecture will have to face is to re-build the sense and the collective dignity of social life. To this collective destiny, it seems to me, we can link also to the issue of environmental sustainability. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 37 news GOING PUBLIC. GLI SPAZI PUBBLICI PER LA CITTÀ DEL FUTURO L’atmosfera di cultura che ha contagiato tutto il territorio varesino durante il cinquantesimo anniversario dell’Ordine Architetti Varese non si è esaurita con la fine del 2012. L’Ordine ha infatti ideato un ciclo di incontri dedicati agli spazi della città, e al suo futuro. Le conferenze ‘Going Public. Gli spazi pubblici per la città del futuro’, come ha precisato Luca Molinari all’inizio del primo appuntamento (con Marco Muscogiuri di www.ordinearchitettivarese.it Shelly McNamara, Grafton Architects→ Alterstudio Partners) tenutosi il 30 gennaio, sono state pensate con la convinzione che la cultura genera turismo e identità del luogo. Per questo, durante le serate verranno snocciolati temi legati agli spazi della città, da progettisti che potranno arricchire il dibattito e creare uno stimolo concreto per Varese. Il punto non è solo proporre un’architettura bella e utile, ma anche l’idea che la si possa realizzare, con poche risorse, “intercettando i desideri che non hanno ancora avuto risposta”: questa è la vera sfida degli incontri che si terranno durante tutto l’anno, “una sfida civile, una sfida di cultura”. Appuntamento il 27 febbraio con Shelley McNamara dei Grafton Architects (“teatri e auditorium”), il 27 marzo con Pietro Carlo Pellegrini (“restauro”), il 17 aprile con Benedetta Tagliabue Miralles di EMBT (“campus universitari), il 29 maggio con Cino Zucchi Architetti (“aree dismesse”), il 26 giugno con Winy Maas di MVRDV (“stazioni ferroviarie”) per concludere il 17 luglio con i Piuarch (“spazi per il commercio”). Gli incontri si svolgono alle ore 21 presso Villa Panza (Varese) e sono moderati da Luca Molinari. <CREaTE>, DAL FANGO ALL’ARCHITETTURA ATTRAVERSO UN’IDEA. TRIENNALE DI MILANO, 9-14.04.2013 Ospitata nella Galleria dell’Architettura della Triennale di Milano - nelle sale che furono disegnate da Gae Aulenti – la mostra <CREaTE> parte dalla filosofia 38 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 progettuale di Philippe Starck, che vede il pensiero e le idee essere superiori alle “cose”, per divenire un vero e proprio manifesto di quella sorta di rivoluzione copernicana che cambia, con un processo irreversibile, il punto di vista nei confronti del rivestimento ceramico. <CREaTE> racconta di come la piastrella, dall'incontro tra il design più rivoluzionario al mondo e il know-how di Ceramica Sant'Agostino, è diventata flessibile grazie al progetto FLEXIBLE ARCHITECTURE. La mostra si articola attraverso un percorso, al quale si accede tramite una promenade, dove il visitatore viene accolto dalle prime parole con cui Philippe Starck ha voluto descrivere la nascita di FLEXIBLE ARCHITECTURE. La prima stanza è un tributo alle origini della ceramica: una speciale betoniera mescola i quattro elementi - terra, acqua, aria e fuoco - realizzando così la creta, o meglio, il fango – come lo chiama Starck – dal quale prende forma l’intero progetto. Nella seconda stanza, ecco svelarsi il prodotto: dal fango all’architettura attraverso un’idea. Al centro, ospitata in una teca museale, l’incipit: la prima piastrella della collezione, dalla quale si sviluppano tutte le possibili declinazioni, in questo spazio esposte nelle diverse variabili cromatiche e compositive. Mostra a cura di Aldo Colonetti, progetto allestimento Franco Origoni (studio Origoni&Steiner), logo mostra e consulenza creativa Angelo Dadda (Looping). www.arc.usi.ch news LA TOMBA BRION DI CARLO SCARPA. ACCADEMIA DI ARCHITETTURA DI MENDRISIO. 22.2 - 14.4.2013 ←16985 foto © Guido Guidi 17162 foto © Guido Guidi → La Tomba Brion fu progettata da Carlo Scarpa a partire dal 1969, su commissione di Onorina Brion per onorare la memoria del defunto marito Giuseppe, co-fondatore e proprietario della Brionvega. Il complesso monumentale sorge poco fuori San Vito di Altivole nella campagna veneta. Il lavoro fotografico di Guido Guidi sulla Tomba Brion ha preso avvio nel 1996 a seguito dell’incarico affidatogli dal Canadian Centre for Architecture di Montréal. Dopo una prima pubblicazione dei risultati del progetto nel 1999, Guidi ha proseguito l’indagine in modo autonomo per circa dieci anni. Il percorso espositivo della mostra di Guido Guidi “La Tomba di Carlo Scarpa” alla Galleria dell’Accademia di architettura di Mendrisio si articola in varie sequenze per un totale di 106 stampe a contatto, che presentano a più riprese le stesse viste con variazioni minime, che fanno sentire il tempo necessario allo sguardo se vuole afferrare la mutevolezza delle cose. La mostra si caratterizza per un approccio didattico, sottolineato dalle note di lavoro di Guidi, anch’esse esposte, che permettono al pubblico, in una lettura integrata con le fotografie, di ripercorrere le tappe di comprensione dell’opera di Scarpa. La fotografia di Guidi, lontana dall’essere illustrativa o lusinghiera, diventa mezzo di conoscenza, oltre il visibile, del progetto architettonico e delle intenzioni dell’architetto. www.antoniajannone.it ph. Giovanni Gastel MONTAGNE DI MICHELE DE LUCCHI. GALLERIA ANTONIA JANNONE. 28.02 – 30.03.2013 insieme a una serie di incisioni. Testo di Danilo Eccher. “Linguaggio e narrazione, architettura e poesia, costruzione e visione, sono i punti limite di una sorprendente oscillazione che La galleria milanese Antonia si compie nella sospensione Jannone – Disegni di di un respiro naturale. Architettura presenta la mostra È la Natura di un corpo ligneo MONTAGNE di Michele De che suggerisce il flusso Lucchi, dal 28 febbraio al 30 vitale delle venature, il colore marzo 2013. Quindici sculture acceso di una materia che in legno saranno esposte pare addormentata ma in realtà è costantemente vigile” (Danilo Eccher). “A volte parto da un blocco unico di legno, altre volte da pezzetti relativamente piccoli, altre volte ancora da listellini” (Michele De Lucchi). Michele De Lucchi parla del suo lavoro di scultore in termini di costruzione e non potrebbe essere diversamente, perché le sue opere, realizzate tramite una tecnica tradizionale come la scultura in legno, raggiungono una loro monumentalità, qualsiasi sia la dimensione: piccole come alcune Casette, piccolissimi come certi suoi Tavolini o un poco più grandi come questa nuova serie di Montagne. In mostra diciotto sculture, realizzate nel 2012 e nei primi giorni del 2013, in legno di noce e di rovere, alcune con tetto rimovibile, alcune pensate per essere appese al muro, alcune composte da pezzi su pezzi. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 39 THE SECRET WINE CELLAR IN THE TUSCAN HILLS La cantina segreta neicolli toscani 40 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 IL PROGETTO RACCONTATO Cantina Antinori, San Casciano Val di Pesa (Fi), 2012 - project by Archea Associati, photos by Pietro Savorelli e Leonardo Finotti Nature and culture expressed in contemporary shapes Natura e cultura tradotte in sinuose forme contemporanee L ’area di intervento si inserisce nello straordinario contesto vinicolo-collinare del Chianti, a metà strada tra Firenze e Siena. Una committenza colta e illuminata ha richiesto ad Archea Associati, attraverso l’architettura, la valorizzazione del paesaggio e del territorio circostante quale espressione della valenza culturale e sociale dei luoghi di produzione del vino. Il programma funzionale è pertanto totalmente integrato all’interno di un percorso progettuale incentrato sulla sperimentazione geomorfologica di un manufatto industriale concepito come A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 41 l’espressione più autentica di una voluta simbiosi tra cultura antropica, l’opera dell’uomo, il suo ambiente di lavoro e l’ambiente naturale. La costruzione fisica e concettuale della cantina è incentrata sul legame profondo e radicato con la terra, una relazione tanto esasperata e sofferta (anche in termini di investimento economico) da condurre l’immagine architettonica a nascondersi e con-fondersi in essa. Conseguentemente il progetto integra il costruito al paesaggio agreste dove il complesso industriale è dissimulato attraverso la realizzazione di una copertura che definisce l’invenzione di un nuovo piano di campagna coltivato a vigneto e disegnato, lungo le curve di livello, da due tagli orizzontali che permettono l’ingresso della luce e l’inquadratura del paesaggio attraverso la definizione di un diorama che lo rappresenta e lo descrive. La facciata, per usare una categoria propria degli edifici, è quindi distesa orizzontalmente sul pendio naturale scandito dai filari delle viti che ne costituiscono, con la terra, il sistema di “rivestimento”. Le aperture-fenditure svelano, senza evidenziarlo, l’interno ipogeo: lungo quella più bassa sono distribuiti gli spazi uffici e le aree espositive, strutturati come un belvedere posto al di sopra della barriccaia e delle zone di vinificazione, mentre su quella superiore si aprono le zone di imbottigliamento e immagazzinamento. Il cuore protetto della cantina, dove il vino matura nelle barriques, coglie, nell’oscurità diffusa e nella sequenza ritmata delle volte in terracotta, la dimensione sacrale di uno spazio che risulta nascosto, non per atteggiamento mimetico ma come consona opportunità per le ottimali condizioni termoigrometriche del processo di lenta realizzazione del prodotto. La lettura della sezione architettonica dell’edificio evidenzia come l’articolazione altimetrica segua il percorso produttivo discendente (per gravità) delle uve - dall’arrivo, ai tini di fermentazione fino alla barriccaia interrata - inverso a quello conoscitivo del visitatore, di risalita dai parcheggi verso la cantina e i vigneti, attraverso zone produttive ed espositive che vanno dal frantoio, alla vinsanteria, al ristorante, fino al piano che ospita l’auditorium, il museo, la biblioteca, le sale di degustazione e la possibilità di vendita diretta. Gli uffici e le parti amministrative e direzionali, ubicate al piano superiore, sono scandite da una successione di corti interne che prendono luce attraverso fori circolari disposti variamente sul vigneto-copertura. Tale sistema è utilizzato per portare luce anche alla foresteria, la casa del custode. I materiali e le tecnologie evocano con semplicità la tradizione locale esprimendo con continuità il tema della naturalità ricercata tanto nell’uso della terracotta, quanto nell’opportunità di utilizzare l’energia naturalmente prodotta dalla terra per raffrescare e coibentare la cantina realizzando le condizioni climatiche necessarie per la produzione del vino. 42 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 43 YEAR OF FOUNDATION 1988 ASSOCIATES Silvia Fabi CONTACT Lungarno Benvenuto Cellini, 13 50125 Firenze NO. OF COLLABORATORS 70 staff@archea.it www.archea.it Archea Associati Arch. Marco Casamonti, Laura Andreini, Giovanni Polazzi CORE BUSINESS L'attività principale dello Studio è legata alla sperimentazione in ambito progettuale e alla realizzazione di architetture a diverse scale di intervento, dall’oggetto, all’edificio, al progetto urbano. MAIN PROJECTS Tra i progetti realizzati, la nuova Biblioteca Comunale di Nembro e il Campeggio Albatros di San Vincenzo, Livorno, del 2007. Nel 2008 viene inaugurata la Libreria Edison a Livorno, nel 2009 il nuovo Municipio di Merate, Lecco, e la Biblioteca e Auditorium Comunali di Curno, Bergamo. Nel 2010, nell’ambito della Esposizione Universale, realizza il padiglione B3-2 nell’area Urban Best Practices di Shanghai. Nel 2011 viene ultimato l’ampliamento e riqualificazione della sede Perfetti Van Melle di Lainate, Milano e, nel 2012, viene inaugurato il Green Energy Laboratory a Shanghai. Sono in fase di completamento il nuovo Centro socio educativo di Seregno. Sono in costruzione la Torre di Tirana, Albania, la “Meravigliosa Island” in “the World” a Dubai, UAE, la Changri-La Winery a Penglai e il Li Ling World Ceramic Art City, in Cina. Attualmente nelle sei sedi di Firenze, Roma, Milano, Pechino, Dubai e San Paolo, collaborano circa cento architetti provenienti da diverse regioni e università del mondo. CORE BUSINESS The firm’s core business is related to experimental architectural activities and design on a scale varying from objects to buildings to town plans. MAIN PROJECTS The built projects of the firm comprise the new Municipal Library of Nembro and the Albatros Camping of San Vincenzo, Livorno, of 2007. In 2008 the Edison Bookshop opened in Livorno, and in 2009 the new Town Hall of Merate, Lecco, and the Municipal Library and Auditorium of Curno, Bergamo. In 2010 the firm realized the B3-2 pavilion of the Urban Best Practices areas for the Universal Exposition of Shanghai. In 2011 the expansion and renovation of the Perfetti Van Melle headquarters in Lainate, Milan was completed, and in 2012 the Green Energy Laboratory in Shanghai opened. The new socioeducational centre of Seregn will soon be completed. Projects in construction comprise the Tower of Tirana, Albania, the “Marvellous Island” in “The World” in Dubai, UAE, the Changri-La Winery in Penglai and the Li Ling World Ceramic Art City, in China. About one hundred architects from different regions and universities in the world currently work at the six branches in Florence, Rome, Milan, Beijing, Dubai and Sao Paolo. AZIENDE / COMPANIES fornitura e montaggio arredi / supply and installationof furniture Aba Arredamenti fornitura sedute operative / supply of chairs for employees 44 carpenterie e rivestimenti in acciaio corten, scale e montaggio controsoffitti / Corten steel carpentry and coverings, stairways and installation of false ceilings Map Carpenterie Castelli corpi illuminanti / lighting apparatuses fornitura e installazione impianti enologici / supply and installation of oenological plants Martini Illuminazione Di Zio pareti vetrate ed arredi / glazed partitions and furniture mobili da ufficio / office furniture Methis Estel elementi in cotto / elements in terracotta rivestimento in legno e parquet / facings in wood and parquet Sannini Impruneta Itlas Teknofloor A+D+M | MAGAZINE | 2013||##42 42 pavimentazioni sopraelevate / floating floor T he site is surrounded by the unique hills of Chianti, covered with vineyards, half-way between Florence and Siena. A cultured and illuminated customer has made it possible to pursue, through architecture, the enhancement of the landscape and the surroundings as expression of the cultural and social valence of the place where wine is produced. The functional aspects have therefore become an essential part of a design itinerary which centres on the geomorphological experimentation of a building understood as the most authentic expression of a desired symbiosis and merger between anthropic culture, the work of man, his work environment and the natural environment. The physical and intellectual construction of the winery pivots on the profound and deep-rooted ties with the land, a relationship which is so intense and suffered (also in terms of economic investment) as to make the architectural image conceal itself and blend into it. The purpose of the project has therefore been to merge the building and the rural landscape; the industrial complex appears to be a part of the latter thanks to the roof, which has been turned into a plot of farmland cultivated with vines, interrupted, along the contour lines, by two horizontal cuts which let light into the interior and provide those inside the building with a view of the landscape through the imaginary construction of a diorama. The façade, to use an expression typical of buildings, therefore extends horizontally along the natural slope, paced by the rows of vines which, along with the earth, form its “roof cover”. The openings or cuts discreetly reveal the underground interior: the office areas, organized like a belvedere above the barricade, and the areas where the wine is produced are arranged along the lower, and the bottling and storage areas along the upper. The secluded heart of the winery, where the wine matures in barrels, conveys, with its darkness and the rhythmic sequence of the terracotta vaults, the sacral dimension of a space which is hidden, not because of any desire to keep it out of sight but to guarantee the ideal thermo-hygrometric conditions for the slow maturing of the product. A reading of the architectural section of the building reveals that the altimetrical arrangement follows both the production process of the grapes which descend (as if by gravity) – from the point of arrival, to the fermentation tanks to the underground barrel vault – and that of the visitors who on the contrary ascend from the parking area to the winery and the vineyards, through the production and display areas with the press, the area where vinsanto is aged, to finally reach the restaurant and the floor hosting the auditorium, the museum, the library, the wine tasting areas and the sales outlet. The offices, the administrative areas and executive offices, located on the upper level, are paced by a sequence of internal court illuminated by circular holes scattered across the vineyard-roof. This system also serves to provide light for the guesthouse and the caretaker’s dwelling. The materials and technologies evoke the local tradition with simplicity, coherently expressing the theme of studied naturalness, both in the use of terracotta and in the advisability of using the energy produced naturally by the earth to cool and insulate the winery, creating the ideal climatic conditions for the production of wine. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 45 B4Hotel Milano 4646 A+D+M A+D+M||MAGAZINE MAGAZINE||2013 2013||##42 42 IL PROGETTO RACCONTATO B4 Hotel, Milano, 2012 - interior design by Simone Micheli (architecture by Giancarlo Marzorati), photos by M. Marcato e J. Eheim Don’t call it Business Hotel! Non chiamatelo Business Hotel! a committenza lo definisce “Ibrido, trasversale, intriso di contaminazioni multiformi e sinestetiche, luogo di meraviglia, cultura, natura e di metropolitanità, canone di riscrittura per i futuri hotel che verranno. Esternamente distintivo e ieratico, grazie all’attento lavoro dell’architetto Giancarlo Marzorati e internamente iconico e super funzionale, grazie al dinamico segno dell’architetto Simone Micheli. L A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 47 B4 è un albergo-opera riconducibile alla creazione di una storia di unicità che ha in sé un segno di condivisa riconoscibilità. In questa connotazione, l’hotel opera non è tale per la sua bellezza, in base a meri canoni estetico-stilistici, ma per il messaggio di coerenza globale che trasmette e il vissuto totalizzante che mette in moto nel suo fruitore, in cui l’esperienza si trasforma in attiva memoria. Lo spazio ospitale della nostra contemporaneità per essere considerato “opera”, deve avvicinarsi a parametri di unicità che non riguardano solo il punto di vista iconico, ma lo investono nel suo insieme, quindi nella comunicazione, nella capacità di accoglienza, nei servizi, nella dimensione logistica e funzionale. Al suo interno non vi devono essere dissonanze ma è proprio la globale assonanza di progettazione e gestione dei molteplici aspetti e dettagli che lo compongono che deve convergere a creare un universo di coerenza. Quindi: lo spazio, la luce, il colore, l’utilizzo della tecnologia ma anche il tipo di servizio nei confronti del cliente, la ristorazione, le modalità di autopromozione, il particolare uso dei canali divulgativi appartenenti al nostro variabile presente sono alcuni dei vari tasselli che devono essere congegnati “a incastro” per costruire un mondo “omogeneo” che emette un messaggio appartenente alla dimensione dell’unicità. Per questo gli interni del B4, sono concepiti come un’architettura dentro l’architettura, un insieme armonico capace di guardare oltre la barriera del reale conosciuto, per generare innovazione contenutistica e linguistica, hi-tech e allo stesso tempo user-friendly, sostenibile, in termini economici e ambientali. | www.admnetwork.it 48 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 49 YEAR OF FOUNDATION 2003 NO. OF COLLABORATORS 30 CONTACT Via Aretina 197r 199r 201r, 50136 Firenze Via Ventura 6 , 20134 Milano simone@simonemicheli.com www.simonemicheli.com Simone Micheli Architectural Hero Arch. Simone Micheli CORE BUSINESS La sua attività professionale si articola in plurime direzioni: dall’architettura all’architettura degli interni, dal design al visual design passando per la comunicazione; le sue creazioni, sostenibili e sempre attente all’ambiente, sono connotate da forte identità e unicità. MAIN PROJECTS Tra i suoi progetti recenti: il “San Ranieri Hotel” realizzato a Pisa; il “Golfo Gabella Lake Resort” a Maccagno (Va); il “NewUrbanFace”, punto informazioni turistiche del Comune e della Provincia di Milano; la Spa dell’”Exedra Nice Hotel” a Nizza per Boscolo Hotels; le nuove Terme di Livigno per Aquagranda; il recupero architettonico e d’interior design di “Borgo Paradiso” a Veddo (Va) e l’Hotel “Paradiso” a Maccagno (Va); l’edificio residenziale e commerciale per Maco a Rivoli (To); la storica Pinacoteca per il Comune di Viareggioo; l’Hotel “Confort-Zone” a Bresciai; l’ ”I-Suite Hotel” di Rimini; il “Park Hotel” ad Arezzo, l’Hotel “Campo Imperatore” sul Gran Sasso (Aq), l’Hotel “Porto Ercole Spa & Resort” sull’Argentario per A Point Hotels & Resorts; l’Hotel Hi-Tower a Padova; l’Hotel di viale Stephenson e la Spa all’interno dell’hotel di viale Matteotti a Milano per Boscolo Hotels; le nuove camere dell’Hotel Londra a Firenze per Concerto Hotels; le residenze a Chioggia (Ve) per Ghirardon Group. CORE BUSINESS His professional practice has taken him in multiple directions: from architecture to interior design, and from industrial design to visual design by way of communications. MAIN PROJECTS Among his most recent works: “San Ranieri Hotel” in Pisa; “Golfo Gabella Lake Resort” in Maccagno (Va); “NewUrbanFace”, Milan tourist information office; the wellness centre of Exedra Nice Hotel for Boscolo Hotels in Nice; Livigno’s new thermal baths for Aquagranda; the architectural and interior restoration with a tourist goal of “Borgo Paradiso” in Veddo (Va) and the “Paradiso” hotel in Maccagno (Va); the residential and commercial building for Maco in Rivoli (To); the picture gallery for Viareggio Municipality; the “Confort Zone” Hotel in Brescia; the “I-Suite Hotel” in Rimini for Ambienthotels; the “Park Hotel” in Arezzo, the “Campo Imperatore” hotel in Gran Sasso (Aq) and the “Porto Ercole Spa & Resort” Hotel in the Argentario for A Point Hotels & Resorts; “Hi-Tower Hotel” in Padova; the Hotel in viale Stephenson and the wellness centre inside of the hotel in via Matteotti in Milan for Boscolo Hotels; the new rooms of “Londra Hotel” in Florence for Concerto Hotels; the residences in Chioggia (Ve) for Ghirardon Group. AZIENDE / COMPANIES imbottiti di design / design upholstered sofas and armchairs Adrenalina involucro esterno, facciata strutturale a pelle singola / external façade, single-skin structural facade impiantistica / technological systems Gruppo Permasteelisa Alpiq Intec Milano sistema di illuminazione / lighting system interruttori e placche / switches and plates iGuzzini Ave pavimenti, rivestimenti, tendaggi e tessuti / floors, wall coverings, curtains and textiles finiture di interni, opere in cartongesso / interior design, works of dry construction methods Atir arredo bagno / bathroom furniture Axisa bath collection unità per il comfort degli ambienti e produzione di acqua calda sanitaria / HVAC comfort unit and sanitary hot water production Climaveneta 50 A+D+M | MAGAZINE | 2013||##42 42 Liuni prodotti ecocompatibili per l’impermeabilizzazione / environment-friendly products for waterproofing Mapei ceramica sanitaria / sanitary ceramics Simas T he client describes it as a “hybrid, transversal, dense of multiform and synaesthetic contaminations, place of amazement, culture, nature and metropolitanity, exemplum for future hotels. It is distinctive and hieratic on the extern, thanks to the great work of Giancarlo Marzorati. It is functional and dynemic in the interios thanks to the sign of Simone Micheli. The B4 is a hotel-opera which can be traced back to the creation of a mutally recognizable uniqueness story. This feature doesn’t spring form its beauty, neither from the mere asthetic- stylistic canon, but rather by the message of global coherence it spreads and in which experience becomes active memory. In our modern time the hosting space, in order to be considered a “piece”, has to come unique more and more. Uniqueness doesn’t concern just the iconic aspect, but as a whole, so included communication, hosting ability, services, logistical and functional aspect too. The whole project doesn’t allow any kind of mismatch, because every detail is conceived as a part of a coherent universe. So, space, light, colour, technology , but also the service made available to clients, food service, promotion method, media variety used to promote the hotel, are just few tiles snap-fit thought in order to construct a “uniform” world, that communicates messages of uniqueness. The B4 interiors are designed as an architecture inside the architecture. An harmonious whole, capable of looking beyond the barrier of what is known as real, thought to generate innovation in terms of content and language. It appears as an hi-tech building and, at the same time, user-friendly, economically and environmentally sustainable. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 51 GLOCAL IDENTITY IdentitàGlocale 52 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 IL PROGETTO RACCONTATO Sede Autodesk, Milano, 2012 - project by GaS Architects, photos by Luc Boegly The first Leed Gold- certified interior design project in italian territory Il primo progetto di interior Leed Gold in territorio italiano I l contesto architettonico ha influito sulla progettazione degli spazi interni sia in modo positivo che negativo: l’immobile infatti non è esattamente un edificio per uffici, anzi è proprio il contrario perché privo di requisiti quali la flessibilità e l’efficienza. Dunque ci siamo trovati a contatto con delle caratteristiche del tutto originali che non si riscontrano nel 99% dei progetti per uffici. Mi riferisco a spazi a doppia altezza, o ad ambienti senza grandi aree rettangolari e profondità che avrebbero potuto dare l’opportunità di molti lay out differenti. Lo studio ha recepito la richiesta di Autodesk di eseguire A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 53 un progetto Leed Gold, ora certificato, quindi la sostenibilità ha fatto parte del nostro approccio generale, ma il sistema Leed offre punti per tutta una serie di aspetti diversi. Non solo l’efficienza energetica, la tipologia di materiale, ma anche la provenienza dei materiali, la loro riciclabilità, la coibentazione… e inoltre la qualità dell’ambiente di lavoro, la qualità della luce, l’utilizzo virtuoso dell’acqua. Una richiesta di Autodesk è stata quella di creare un ambiente che integrasse l’anima internazionale del gruppo con l’identità italiana. La sfida era quella di comunicare la globalità dell’azienda, ma anche il forte radicamento nella cultura locale. La nostra risposta si è focalizzata su alcuni aspetti; l’Italia è molto conosciuta per il design industriale e quindi ci siamo concentrati su tutto ciò che rimanda o è italiano: arredi, illuminazione, ecc. 54 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 L’altro fattore importante è stato il materiale di cui è composto il progetto: l’Italia non è un paese ricco di materie prime o non si caratterizza per il suo acciaio o per il legno… al contrario è molto diffuso il concetto di muratura italiana, l’esperienza negli impasti, l’artigianalità di tutto ciò che è fatto da una mano. Ed è così che ci siamo decisi a tirare una riga dritta, un muro che fa da collegamento tra due piani e li riunisce. Questo muro ci è sembrato naturale rivestirlo con stucco veneziano spatolato a mano. Un terzo elemento è stato la decorazione delle sale: è eseguita con progetti finalizzati con software Autodesk. Fondamentalmente il colore dominante è il bianco. Ed è contro questo fondo bianco che abbiamo esposto i nostri oggetti colorati. Un altro elemento importante nel colore sono i pavimenti, che sono rimasti quelli originali e coprono ovviamente una grande superficie del progetto. Un terzo intervento di colore è stato il grande muro verde, quello di cui ho detto in precedenza. L’idea principale è stata quella di creare un contrasto con l’ambiente. Il fatto che alcuni banconi fossero fatti di cemento ci ha suggerito l’idea di inserire gli antichi strumenti per il disegno tecnico, che diventano preziose testimonianze del passato. Il tutto è stato accostato a elementi tecnologici come la scelta degli impianti a vista o le porte scorrevoli di vetro. Questo contrasto tra materiali fatti a mano e materiali più industriali ha creato una ricchezza visiva molto affascinante, un vero e proprio linguaggio che poi ha contraddistinto tutti gli interventi del progetto, come per esempio i phone boot che sono necessari per parlare al telefono senza disturbare i colleghi. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 55 YEAR OF FOUNDATION 1997 CONTACT Via Friuli 65 20135 Milano ASSOCIATES Giacomo Sicuro e Lenka Lodo NO. OF COLLABORATORS 40 simone@gasstudio.it lodo@gasstudio.it www.gasarchitects.com Goring & Straja Studio CORE BUSINESS Goring&Straja Studio offre una serie completa di servizi legati alla progettazione: masterplanning (progettazione urbanistica), progettazione architettonica (riqualificazioni edilizie, risanamento e restauro), landscaping, architettura di interni, space planning, project management (programmazione, analisi, pianificazione) Goring&Straja è uno studio di progettazione con sedi a Milano, Roma e San Francisco. L’approccio verso l’architettura di GaS affonda le radici nell’esperienza cosmopolita dei partners e si esprime attraverso la sensibilità verso le esigenze del cliente, l’attenzione all’inserimento nel contesto (urbano e culturale), l’interesse nei confronti dell’interazione tra architettura e tematiche affini. MAIN PROJECTS La società diretta in Italia da Andre Straja, Giacomo Sicuro e Lenka Lodo ha firmato progetti per grandi nomi come Microsoft, Autodesk, Frog, Fendi, Abbott, PricewaterhouseCoopers, Sole24Ore, British American Tobacco, Europcar, Heinz/Plasmon, American Express Bank, J. Walter Thompson, Bull italia, Coca Cola, Ingram Micro,The Carlyle Group, DHL, Generali Properties, CB Richard Ellis investors, General Electric Real Estate, Stam Europe, Cordea Savills, AIG Lincoln, Tiffany&Co, Burberry, Fendi (Boutique), Longchamp, Asics, Nespresso, Fnac, Vodafone, Haworth, IBM, Areva, Axa Reim, Pirelli, Aedes, Galotti, Sara Immobiliare, Cabassi/ BrioschiFianziaria, First Atlantic, Nexity, Altarea, TBWA, G&W Invest (Hilton), Fondazione Housing Sociale. CORE BUSINESS Goring&Straja Studio offers a complete and differentiated range of services: from master-planning, architectural design, landscape design, interior design, project and construction management, building re-qualification, to renovation and space planning.The rigor that characterizes our approach to architecture, and design, in particular, stems from the partner’s experience over the last three decades and involves a wide array of cultures and typologies. Sensitivity to the client’s strategies, to the building’s impact on its surrounding environment and its interaction with the multitude of often conflicting issues is fundamental to our method and the services we offer. MAIN PROJECTS Goring&Straja Studio managed in Italy by Andrè Straja, Giacomo Sicuro and Lenka Lodo, through the years developed an impressive portfolio, including names like Microsoft, Autodesk, Frog, Fendi, Abbott, PricewaterhouseCoopers, Sole24Ore, British American Tobacco, Europcar, Heinz/Plasmon, American Express Bank, J. Walter Thompson, Bull Italy, Coca Cola, Ingram Micro,The Carlyle Group, DHL, Generali Properties, CB Richard Ellis investors, General Electric Real Estate, Stam Europe, Cordea Savills, AIG Lincoln, Tiffany&Co, Burberry, Fendi (Boutique), Longchamp, Asics, Nespresso, Fnac, Vodafone, Haworth, IBM, Areva, Axa Reim, Pirelli, Aedes, Galotti, Sara Immobiliare, Cabassi/BrioschiFianziaria, First Atlantic, Nexity, Altarea, TBWA, G&W Invest (Hilton), Fondazione Housing Sociale. AZIENDE / COMPANIES 56 Appaltatore / general contractor finiture / gyptone TETRIS Design & Build Gyproc falegnameria pareti / woodworks mobili in cemento / concrete furniture DSA Interni Il cantiere stucco artigianale veneziano / venetian handcrafted plaster tendaggi / curtains Stefano Coccioli interruttori / switch strutture in vetro / glassworks BTicino Dorma, Vetreria Raimondi arredi / furniture pareti impacchettabili / wrapped walls Oddicini Arper, Cargo Hi-tech, Herman Miller, Unifor elementi per la fonoassorbenza / baffles illuminazione / lighting Ecophon Saint Gobain Flos, iGuzzini A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Omnitex T he architecture of the building - a picturesque combination of irregular volumes - has influenced the design of our interior spaces-project both positively and negatively. The building is very unusual for an office building, and lacks basic characteristics like flexibility and efficiency. We had to deal with unusual features that you don't find in 99% of the office projects - double-height spaces, plans lacking large rectangular areas and depth - and had little opportunity to prove many different layouts. GaS Architects got a clear brief from Autodesk: to get a LEED Gold-certified project. Therefore sustainability has been an integral part of our approach. But the LEED green building program. gives points for a large variety of different aspects. The energy efficiency, the type of material, but also the local origin of the materials, their recyclability, the thermal insulation, but also the quality of the working spaces, of light, the conscious use of water. One of the main requests of the Autodesk brief has been to integrate the global corporate spirit and the strong local identity of Milan and Italy. Our response has been to focus on some Italian excellencies and characteristics: Italy is well known for the quality of its industrial design, furniture and lighting, so we have concentrated on Italian products in our choice for furniture and lamps. Italy is not a country rich in raw materials, it is not famous for its steel or wood industries, but is well known for its masonry, its stuccos, its fine craftsmanship. That's why we decided to clad the central element of the project, a great straight wall that connects the two floors, in handmade Venetian plaster. A third element was the graphics: it is made using Autodesk software, and they show projects and drawings. Basically, the dominant color is white. It is against this background that we expose our colored objects. Another important element in the color management is the maintaining of original parquet floors, which cover evidently a large area of the project. And a third idea was to create a contrast the basically-white environment and the offgreen color of the great wall. We have used some cement-molded, custom-made counters and this (together with the fact that Autodesk software is used mainly for drafting) suggested us the idea of including the shapes of the traditional tools for technical drawing, as valuable evidence of the past. The hand-made elements (the great stucco wall, the cement counters) have been put in contrast with high-tech elements like the sliding doors or the stainless-steel air conditioning tubes. This match between industrial and handmade elements has created a charming visual richness, a strong, clear language that distinguishes all the elements of the project. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 57 ARCHITECTURES ABLE TO DIALOGUE Architetture capaci di dialogare 58 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 IL PROGETTO RACCONTATO Centro Studi FLA, Seveso (Mi), 2012 - project by StudioMarinoni, photos by Giovanni Chiaramonte Transversality and flexibility at the origins of the project Trasversalità e flessibilità alle origini del progetto R ealizzato in seguito alla vincita da parte di Giuseppe Marinoni di un concorso internazionale, il Centro Studi FLA (Fondazione Lombardia per l’Ambiente) a Seveso appare all’esterno come un volume primario, articolato da fenditure verticali e sezionato dalla facciata vetrata: quinta della piazza e boccascena sulla città. La rigorosa figura ellittica dell’impianto planimetrico si rivela essere un collage di forme irregolari adatte a usi eterogenei: sale convegni, spazi espositivi, uffici, medioteca. La concezione architettonica valorizza la luce naturale come elemento di creazione di mutevoli valori ambientali. L’illuminazione artificiale, invece, esalta gli spazi generati all’interno, proiettandoli di notte all’esterno in figure bidimensionali sullo schermo vetrato della facciata. L’interno rivela invece un assemblaggio di spazi irregolari riordinati entro una figura ellittica. Tale principio collagistico permette di comporre in un’icona riconoscibile spazi eterogenei, A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 59 facendo interagire la complessità dell’interno con la semplicità dell’esterno. Fenditure vetrate, risultate dal principio aggregativo, incrinano il volume monolitico, segnando a distanza gli accessi e rendendo visivamente traguardabile dall’intorno il complesso. La forma articolata esprime una duplice valenza: paesaggistica, verso il giardino sul fiume Seveso, dove il curvo volume rivestito da assi di legno si presenta in veste di padiglione; urbana, verso la piazza, dove la grande vetrata scandita da montanti metallici delinea il fronte di un virtuale palazzo. La mediazione tra istituzione e città avviene con la vasca d’acqua che duplica il fronte. 'Soglia' virtuale, questa ultima, dà forma e figura ai rituali d’accesso. L’accumulo verticale e orizzontale di forme differenti genera interspazi interni, rivelati dalle fenditure che incrinano da terra a cielo l’unitario guscio ellittico. La stratificazione è svelata dallo sfalsamento irregolare dei solai e accentuata dalle vetrate colorate che contraddistinguono i piani. Le fenditure consentono alla luce di filtrare in modo differenziato durante l’arco della giornata, lasciano interagire funzionalmente e visivamente i livelli, relazionano gli usi ai diversi piani. Al piano terra il Forum. Luogo aperto al pubblico e spazio flessibile per organizzare convegni, attività di formazione, mostre, eventi culturali e ricreativi. 60 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Al primo piano i Working Club. Lavoro, riunione collegiale, studio e ricerca interagiscono qui in compresenza spaziale e interazione visiva. Al secondo piano la Medioteca e l’Esposizione. Il terrazzo-patio contribuisce a generare un ambiente introverso e meditativo, adatto alla concentrazione e al raccoglimento. Scala e servizi sono configurati come cilindri primari, in lamiera stirata e in assi di legno, che trapassano i diversi piani a partire dal piano interrato che ospita la lounge. |www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 61 YEAR OF FOUNDATION 1990 CONTACT Corso Magenta 54 20123 Milano NO. OF COLLABORATORS 4 studio@studiomarinoni.com www.studiomarinoni.com StudioMarinoni Arch. Giuseppe Marinoni CORE BUSINESS Giuseppe Marinoni (Milano1961), architetto e PhD in Progetti e Politiche urbane, svolge attività di progettazione e ricerca sulle tematiche inerenti la trasformazione della città contemporanea. Come Giuseppe Marinoni Architetto e come Amministratore delegato di StudioMarinoni srl si occupa di planning e progettazione urbana, progettazione architettonica e paesaggistica in città italiane e straniere. Insegna Progettazione architettonica e urbana presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 2011 fonda la casa editrice SMOwnPublishing, finalizzata a pubblicare libri di architettura, fotografia e paesaggio. CORE BUSINESS Giuseppe Marinoni (Milan, 1961) is an architect with a PhD in Urban Projects and Policies. He carries out activities of planning and design and research into themes related to the transformation of the contemporary city. As an architect in his own right and as managing director of StudioMarinoni srl, Giuseppe Marinoni carries out projects of urban planning and design and architectural and landscape design in Italy and abroad. He teaches architectural design and urban planning at the Faculty of Architecture of Milan Polytechnic. In 2011 he founded the publishing house SMOwnPublishing, with the aim of bringing out books on architecture, photography and landscape. MAIN PROJECTS Suoi committenti sono amministrazioni pubbliche, enti, investitori istituzionali e privati. Tra altri premi e riconoscimenti a concorsi di architettura, nel 2006 vince il concorso internazionale per il Centro studi FLA, oltre alla gara nazionale per il Progetto urbano del Polo intermodale di Portasud a Bergamo, nel 2007 vince la gara nazionale per lo Studio di fattibilità del MoviCentro di Novara, nel 2009 si aggiudica la gara per il PGT (Piano di Governo del Territorio) di Abbiategrasso, mentre nel 2010 vince il concorso internazionale per l’Aeroporto della Malpensa ‘La porta di Milano - Soglia Magica’. MAIN PROJECTS His clients include governments, local authorities and institutional and private investors. Among other awards and marks of recognition, in 2006 he won the international competition for the Centro Studi FLA, as well as the one for the Urban Project of the Portasud Intermodal Centre in Bergamo, in 2007 he won the international competition for the Feasibility Study of the MOVIcentro in Novara, in 2009 he won the tender for the PGT (Territorial Administration Plan) of Abbiategrasso, while in 2010 he won the ‘Gateway to Milan’ international competition for Malpensa Airport with the ‘Magic Threshold’ project. AZIENDE / COMPANIES strutture / structures tende / curtains Redesco Emmegi impianti elettrici e meccanici / electrical and mechanical systems facciata ventilata e rivestimenti in legno / ventilated façades and wooden facings Ariatta Ingegneria dei Sistemi Puntoacapo appaltatore / contractor arredi e mobili su misura / internal fittings SI.GE.CO Costruzioni Simat di Mario Ballabio serramenti e facciate / frames and façades pannellature di lamiera stirata per recinzioni, controsoffitti e scala / expanded plate, facings, stairs C.P. Sistemi Jansen carpenteria metallica e serramenti / metal structural work and framing C.P.F. di Cannata Pietro opere in legno lamellare / wooden structures Holz Albertani 62 A+D+M | MAGAZINE | 2013||##42 42 Metalltech controsoffitti e cartongessi / suspended ceilings, and plasterboard Lithos Plus B uilt after Giuseppe Marinoni’s design had won an international competition, the Learning Centre FLA (Lombardy Foundation for the Environment) at Seveso looks on the outside like a primary volume, divided up by vertical fissures and sectioned by the glass front: a wing of the square and proscenium opening onto the town. The rigorous elliptical layout of the plan is in fact a collage of irregular forms suited to a variety of uses: conference rooms, exhibition spaces, offices, a media library. The architectural conception exploits natural light as a means of creating mutable environmental qualities. The interior on the other hand is an assembly of irregular spaces reorganised into an elliptical shape. This principle of collage makes it possible to compose diverse spaces into a recognizable icon, making the complexity of the interior interact with the simplicity of the exterior. Glazed fissures, resulting from the principle of aggregation, break up the monolithic volume, signalling the accesses from a distance and making it possible to see into the complex from the surroundings. The articulated form expresses a twofold value: a landscape one, towards the garden on the Seveso River, where the curved volume faced with wooden planks presents the appearance of a pavilion; an urban one, facing the square, where the large glass wall punctuated by metal uprights delineates the front of a virtual building. The mediation between institution and town is done by means of the pool of water that duplicates the front. A virtual ‘threshold’, this gives form and figure to the rituals of access. The vertical and horizontal accumulation of different forms generates internal interspaces, revealed by the clefts that run through the unified elliptical shell from ground to sky. The stratification is laid bare by irregular staggering of the floors and accentuated by the different colours of glass that distinguish the storeys. The fissures allow light to filter through in different ways over the course of the day, letting the levels interact functionally and visually and relating the uses to the different storeys. On the ground floor, the Forum. A place open to the public and a flexible space in which to hold conferences, training activities, exhibitions and cultural and recreational events. On the first floor, the Working Club. Work, team meetings, study and research interact here in spatial and visual contact. On the second floor the Media Library and the Exhibition Space. The terrace-patio helps to generate an introverted and meditative setting, suited to concentration and absorption. Staircase and services take the form of primary cylinders, built of expanded plate and clad with wooden planks, that pass through the different storeys from the basement that houses the lounge. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 63 Unasfidavinta AN ACCOMPLISHED CHALLENGE 64 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 IL PROGETTO RACCONTATO SL 104 Indigo, Sanlorenzo Yacht, 2012 - project by Sergio Buttiglieri, text by Sergio Buttiglieri, photos by Beppe Raso The quintessence of Made in Italy design La quintessenza del design Made in Italy Q uesto progetto non è solo un grande yacht Sanlorenzo, ma è soprattutto una sfida vinta. Una sfida contro i luoghi comuni che ci fanno pensare agli armatori russi come desiderosi di ridondanze e orpelli di cattivo gusto. Anche per questa grande nazione, la Russia, l’enorme appeal dell’Italia risiede proprio nel nostro inimitabile stile, nel Made in Italy che si declina nella moda come nell’interior design, nell’arte come nel cibo. I russi hanno una profonda venerazione verso il nostro Paese. Me ne sono reso conto a Mosca, quando sono stato a visitare la casa dell’armatore per capire quali fossero i suoi gusti, di cosa amava circondarsi A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 65 e come potessi entrare in sintonia con lui per fargli un “abito su misura”. Interagire con il proprietario per percepirne l’immaginario è stato fondamentale per portare a termine in tempi brevi questo 32 metri, ottava unità della linea di motoryacht plananti SL 104 che debuttò nel 2009 con l’apporto progettuale, per l’interior, di Dordoni architetti. Progetto che, non a caso, proprio lo scorso anno ha vinto il premio per l’Innovazione e il design, grazie anche all’ADI, consegnato da Giorgio Napolitano al Quirinale. Invitato quindi dall’armatore a casa sua, arrivai armato di essenze, cataloghi, stoffe, pelli, marmi, disegni e rendering. Era già un buon punto di partenza poter raccontare la qualità dei nostri ebanisti, la tradizione nautica italiana di cui Sanlorenzo è portavoce a livello internazionale, l’amore per il mare associato al buon gusto e al non voler apparire. Memore della grande tradizione letteraria di questo enorme Paese, delle pieces di Cechov, degli interni in cui interagivano i suoi personaggi da lui mirabilmente descritti, volevo in 66 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 qualche modo ricondurre il calore e le atmosfere della loro tradizione a un dialogo con il nostro migliore design per trovare una nuova inaspettata sintesi formale. I toni fra l’avorio, il beige e il marrone fanno da linea guida per le scelte del décor. I legni scelti sono il noce Canaletto per i mobili, di antica tradizione ebanistica, e il legno rovere decapato per le paratie, entrambi in finitura opaca, associati a una lacca lucida beige per i cielini e gli sfondati. Un caldo tessuto avorio riveste il divano “Ray”, disegnato da Antonio Citterio, e la poltrona “Marquis” disegnata da Piero Lissoni, così come le poltroncine “Febo” di Antonio Citterio della zona pranzo e la poltroncina rotante con pouf “Feel Good”, sempre di Citterio, a fianco del letto armatoriale. Ci sono anche uno “spiazzante” tappeto, una sorta di patchwork di tappeti antichi che assolvono all’esigenza del cliente di avere un tappeto classico senza cadere nel banale e un iconico tavolino fumo di legno rovere scuro spazzolato che sdrammatizza la sua presenza con tante doghe che lo fanno assomigliare a una nervatura navale. Il tavolo “Ics”, oltre che essere perfettamente nautico avendo un basamento centrale, è un pregevole esempio di ebanisteria che non a caso il mio amico David Chipperfield, attuale direttore dell’ultima Biennale di Architettura di Venezia, ha voluto inserire nel suo recente progetto per il nuovo show room Valentino di via Montenapoleone a Milano, e che ho fatto visitare al nostro armatore per mostrargli al vero gli arredi che gli avevo proposto a Mosca durante un tour milanese per meglio contestualizzare le scelte del suo décor. A Milano si va, come diceva Ernesto Nathan Rogers, dalla città al “cucchiaio”. Esperienza molto positiva che ha ulteriormente confermato come questo possa essere il metodo corretto per meglio far percepire agli armatori la qualità globale dei Cantieri navali Sanlorenzo. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 67 CONTACT Via Armezzone, 3 19031 Ameglia (SP) YEAR OF FOUNDATION 1958 NO. OF COLLABORATORS 15 s.buttiglieri@sanlorenzoyacht. com www.sanlorenzoyacht.com Sanlorenzo Yacht Sergio Buttiglieri CORE BUSINESS La Mission di Sanlorenzo è costruire ogni yacht diverso e personalizzato secondo lo stile e le esigenze dell'armatore, con linee al di sopra delle mode, senza forzature formali né linguaggi estremi, con manodopera di alta capacità e tradizione. Proprio questi valori associati ad una cura massima dei dettagli, delle finiture artigianali e l'impiego di materiali pregiati rendono unico ogni Sanlorenzo. CORE BUSINESS Each Sanlorenzo model's life lasts a long time to maintain the fleet value and preserve the owner's investment. To own a Sanlorenzo is byword of being part of an exclusive boating and cultural world, which has taken shape in over fifty years of history of the yard. The owners of a Sanlorenzo, belonging to the highest international entrepreneurial class, share an homogeneous distinctive mark in the yachting community. MAIN PROJECTS Il range Sanlorenzo: Linea SL: SL62, SL72, SL82, SL88, SL94, SL104, SL108, SL118 (flying bridge motoryachts in vetroresina, con scafo planante); Linea SD: SD92, SD110, SD122 (motoryachts in materiali compositi con scafi semi-dislocanti); Linea Superyachts: 40Alloy, 42EXP, 46Steel (Superyachts in metallo (alluminio e acciaio) con scafo planante o dislocante) MAIN PROJECTS Our range: The SL Line: SL62, SL72, SL82, SL88, SL94, SL104, SL108, SL118 (flying bridge motoryachts in fiberglass, with a planning hull);The SD Line: SD92, SD110, SD122 (Motoryachts in composite material with a semi-displacement hull); The Superyachts Line: 40Alloy, 42EXP, 46Steel (Superyachts in metal, aluminum and steel, with planning or displacement hulls) AZIENDE / COMPANIES illuminazione/lighting elettrodomestici/electrical appliances. Artemide Danese Gaggenau arredo per esterni/external furniture arredamento/furniture B&B Flexform Living Divan Maxalto Paola Lenti Roda Royal Botania complementi d’ arredo/furnishing accessories Boffi Penelopeoggi Stepevi arredamento/furniture rubinetteria/faucets Ceccotti Zucchetti arredo cucina/kitchen furniture 68 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 T his project is not only is a wonderful Sanlorenzo motoryacht, but above all it is an accomplished challenge. A challenge against the clichés of Russians as redundant-loving people. For this grand nation as well the Italian appeal lies in our unmistakable style, the made-in-Italy that expresses itself in fashion, interior design, art and food. The Russians truly admire our Country. I realized it when I was in Moscow visiting our client’s house to better understand what his tastes were, what he loved to collect and how I could get in sync with him so much so that I could make him a tailor-made motoryacht. The interaction with the owner to perceive his vision has been essential for finishing quickly this 32-metre motoryacht, the eighth planning hull of the SL104 line that started off in 2009 with the interior design contribution of Dordoni Architetti. It is no accident that this project won the Innovation and Design Award last year, also thanks to ADI, that was given by the President of the Italian Republic Giorgio Napolitano at the Quirinale. Since I had been invited by the owner to go visit him, I arrived with plenty of catalogues, wood samples, fabrics, leathers, marbles, sketches and renderings. A very good starting point for me was the chance to give voice to the quality of our cabinet-maker, to the Italian boating tradition, which Sanlorenzo is the international mouthpiece of, to the love for the sea, good taste and sobriety. Mindful of the splendid Russian literary tradition, of the Cechov’s plays and the interior where his wonderfully described characters played, I wanted to blend the warm atmospheres of their tradition into our best design to find out a brand new unexpected formal synthesis. Ivory, beige and brown shades are the guidelines for the décor choices. The wooden furniture are in Canaletto walnut, according to the old woodworking tradition, and the bulkheads are in bleached oak. They are both opaque and matched to a beige bright lacquer used for ceilings and portholes panels. A worm ivory textile upholsters the “Ray”couch designed by Antonio Citterio, the “Marquis” armchair (designed by Piero Lissoni), the “Febo” little armchairs (by Antonio Citterio) placed in the dining hall as well as the “Feel Good” little rotating armchair with a pouf (by Citterio) next to the owner’s bed. There are also a surprising carpet - a kind of patchwork of antique carpets which can easily fulfill the desire of a classic but not ordinary rug - and an iconic smoky grey table. It is made of dark brushed oak with lots of staves resembling the naval rib. The “Ics” table is a valuable example of cabinetry as well as a perfectly nautical piece of furniture thanks to the central base, and it is not by chance that my friend David Chipperfield - currently directing the 13th International Architecture Exhibition of Venice - wanted to use it in his recent project for the Valentino showroom placed in the famous Via Montenapoleone, in Milan. I took there our Russian owner during a Milan tour to better show him the furniture I had proposed him in Moscow and to contextualize the décor choices. As Ernesto Nathan Rogers said, in Milan you go from the city to the “spoon”. A very positive experience that has confirmed once again that this is the right way to convey the owners the global quality of Sanlorenzo’s shipyard. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 69 GREEN DESIGN 70 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Flat Land ph. M. Zanta Flat Land, Eraclea (Vi), 2008 - project by Studio MADE Associati, Michela De Poli, Adriano Marangon – text by Francesca Pisani, soci AIAPP - photos by M. De Poli, A. Marangon, M. Zanta ph. M. Zanta A multifunctional park where the design elements, creating continuity with the surrounding rural landscape, call to mind the area's farming history Un parco multifunzionale in cui gli elementi progettuali, creando continuità con il paesaggio agrario esterno, richiamano la memoria agricola del luogo F lat Land è un intervento paesaggistico per la realizzazione di un parco privato con funzione promiscua: una parte a servizio dell’abitazione del proprietario e una a servizio dei dipendenti della L&S Group, committente del progetto, i cui uffici sorgono nella proprietà. Siamo a Eraclea, Comune a nord-est di Venezia, un territorio bonificato a scopo agricolo dalla seconda metà del secolo scorso. In questo contesto, Michela De Poli e Adriano Marangon, architetti e fondatori dello Studio MADE Associati, con la consulenza del dott. agronomo Giovanni Claudio Corazzin, hanno progettato un parco multifunzionale di 11.000 mq, terminato nel 2008. Il progetto affronta due temi: − la relazione spaziale e visiva tra il luogo privato fruibile dal A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 71 ph. M. Zanta 72 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 proprietario, con giardino fiorito, piscina, spazio per il gioco dei figli, e il luogo a disposizione dei dipendenti con parcheggi, zona stoccaggio materiali e un campo da calcio per lo svago; − la relazione con la vasta distesa del paesaggio agrario circostante. Entrambi i temi erano cari alla committenza, che oltre a esprimere le esigenze di “unire diversificando le diverse funzioni” e di aprire il parco al territorio agricolo, espressione di qualità visiva e di radici famigliari, chiedeva di completare il progetto paesaggistico con un’area per un ampliamento dell’azienda. L’intervento rispecchia il modo di lavorare di MADE Associati: un’attenzione alla stratificazione storica e affettiva del sito, un’approfondita lettura e l’analisi dei segni e delle relazioni del paesaggio, per creare e inventare un nuovo luogo. Nasce un parco in cui il richiamo alla memoria agricola è continuo. Le componenti della limitrofa campagna ordinata lunghi campi, rettilinei canali di scolo, filari di Populus nigra “Italica”- sono riprese nel disegno del parco e ne ripartiscono i diversi ambiti creando effetti filtranti, non occludenti, in continuità con il paesaggio agrario esterno. La loro presenza è arricchita da un filare di Pyrus calleryana, a separazione tra l’ambito fruito dalla famiglia e quello destinato ai dipendenti, o di Malus floribunda ad ornamento del parcheggio, e dalle morbide graminacee ornamentali (Miscanthus sinensis, Deschampsia cespitosa, Melica ciliata) che creano onde di altezza crescente nella parte nord della proprietà, o fasce formali (Stipa tenuifolia) nella zona del parcheggio. Il tutto completato da Rosa canina e Corylus avellana “Contorta”, da siepi formali di Ligustrum sinense e da rampicanti di Polygonum aubertii e Vitis aestivalis. Due boschetti, uno regolare di diverse varietà di Kaki e uno libero di Ulmus minor creano zone ombreggiate ma trasparenti. Al susseguirsi delle linee rette orizzontali, che richiamano l’orditura dei campi, e verticali dei filari arborei si contrappongono formazioni circolari di Carpinus betulus a delimitare stanze a cielo aperto per piccoli eventi pubblici musicali o di scultura o per semplicemente sostare. Le componenti sono unite da estese superfici a tappeto erboso di diverso tipo. Per i parcheggi si è optato per una superficie in piastre di cemento intervallate da fasce d’erba con proteggi prato in polipropilene a nido d’ape e lastre in acciottolato in calcestruzzo. Un percorso pedonale in legno di teak corre rettilineo verso la campagna, congiunge l’area dell’abitazione con la piscina e l’ambito a verde privato, attraversa le formazioni circolari di Carpini creando suggestivi contrasti cromatici con la pavimentazione in sassi di marmo nero. Un percorso in calcestruzzo frattazzato, perpendicolare al precedente, collega il campo da calcio e il parcheggio. Una recinzione e un cancelletto in tavole verticali in legno separano la zona piscina dal parco. L’illuminazione completa il progetto con luci incassate a muro e, nel boschetto di Olmi, con elementi in corten. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 73 ph. M. Zanta F lat Land is a landscape intervention for the creation of a private park with promiscuous functions: one part to be used by the land's owner, and one to serve the employees of L&S Group, which commissioned the project, and whose offices are located on the property. We're in Eraclea, a municipality to the north-east of Venice, an area reclaimed for agriculture in the second half of the last century. In this context, Michela De Poli and Adriano Marangon, architects and founders of Studio MADE Associati, with the advice of the agronomist Dr. Giovanni Claudio Corazzin, designed a multifunctional park of 11,000 square meters, completed in 2008. The project addresses two issues: − the spatial and visual relationship between the private place accessible by the owner, with a flower garden, swimming pool, game room for children, and the place available to employees with parking, material storage area and a football field for recreation; − the relationship with the vast expanse of the surrounding agrarian landscape; Both themes were dear to the client, who besides expressing the need to "unite by diversifying the different functions," and to keep the park open to the surrounding agricultural land, which bestows visual quality and manifests family roots, asked the architects to round out the landscape project with an area for the company's expansion. The project reflects the modus operandi of MADE Associati: an attention to the emotional and historical stratification of the site, an in-depth reading and the analysis of the signs and relations present in the landscape, to create and invent a new place. A park is born where the remembrances of farming are continual. The components of the uncluttered neighbouring countryside long fields, straight drain ditches, rows of Populus nigra “Italica” (Black Poplar) - are reflected in the park's design, marking out the different areas in a manner that creates a filter effect, not an occluding one, in keeping with the rural landscape beyond. 74 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Their presence is enhanced by a row of Pyrus calleryana (Callery Pear), separating the area enjoyed by the family from that for the employees, or of Malus floribunda (Japanese Flowering Crabapple) adorning the parking lot, and the soft ornamental grasses (Miscanthus sinensis, Eulalia Grass; Deschampsia cespitosa, Tufted-hair Grass; Melica ciliata, Hairy Mellic) that create waves of increasing heights in the north of the property, or formal dividers (Stipa tenuifolia, Angel's Hair) in the parking area. All complemented by Dog Rose and Corylus avellana "contorta" (Corkscrew Hazelnut), by formal hedges Ligustrum sinense (Chinese Privet) and the climbing vines Vitis aestivalis (Summer Grape) and Polygonum aubertii (China Fleece Vine). Two groves, one with different varieties of Japanese Persimmon planted in rows and a free-growing one with Ulmus minor (Field Elm) create shaded but transparent areas. The straight horizontal lines, which recall the pattern of farm fields, and vertical lines of the rows of trees are contra posed to the circular formations of Carpinus betulus (European Hornbeam) that enclose open-air rooms for small public events, such as for music or sculpture, or simply for a restful pause. The components are connected by extended lawn surfaces of different kinds. For the parking area, the architects opted for a surface of concrete slabs interspersed with grass strips protected by polypropylene honeycomb and cobblestone sheets in concrete. A footpath in teak wood runs straight into the countryside, connects the house with the pool and private lawn and passes through the circular formations of Carpinus creating striking colour contrasts with the pavement in black marble stones. A path in towelled concrete, perpendicular to the first path, connects the soccer field to the parking area. A wooden fence and gate, with vertical planks, separate the pool area from the park. The lighting completes the design with recessed wall fixtures and, in the Elm grove, elements in corten steel. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 75 Project Nuovo Campus Bocconi Location Milano anteprime Designed by Studio SANAA Un nuovo volto per il polo scolastico Bocconi Un campus milanese, trasparente, verde e aperto alla città A new face for the school complex Bocconi Milanese, transparent, green and open to the city Si tratta del nuovo campus Bocconi sull’area dell’ex Centrale del latte, tra via Castelbarco e Parco Ravizza, progettato dallo Studio SANAA di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa e recentemente presentato alla Bocconi. “I 35.000 mq dell’ex Centrale saranno interessati da tre interventi”, spiega il consigliere delegato Bruno Pavesi. “Il primo ci consentirà di accorpare tutte le attività della SDA Bocconi School of Management, rispettando le diverse esigenze dei diversi utenti, grazie a tre edifici dedicati rispettivamente ai programmi Mba e master, ai corsi executive e all’amministrazione, oltre a una piccola area comune per i servizi. Il secondo intervento è un centro sportivo-ricreativo aperto al pubblico con piscina olimpica, palestre e un centro fitness. Il terzo è un pensionato capace di ospitare 300 studenti e visiting professor, grazie al quale la Bocconi potrà soddisfare la crescente domanda residenziale proveniente soprattutto dai candidati stranieri”. L’area sarà servita da un parcheggio sotterraneo e sarà edificata solo per metà: 17.500 mq rimarranno a verde, in un parco usufruibile anche dalla cittadinanza, al quale vanno aggiunti 4.000 mq di verde costruito. L’investimento calcolato dalla Bocconi ammonta a 130 milioni di euro e la conclusione dei lavori, dopo la bonifica dell’area, è prevista entro la fine del 2018. Si tratta di un campus milanese perché studiato per il contesto e nella scala della città, spiegano i progettisti giapponesi, che si sono aggiudicati il concorso internazionale ad inviti bandito 76 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 These will be the characteristics of the new Bocconi Campus in the area of the former Centrale del latte, between via Castelbarco and Parco Ravizza, designed by Kazuyo Sejima and Ryue Nishizawa’s SANAA studio and recently presented at the University. “The project for the 35,000 sqm of the former Centrale del latte area meets three Bocconi priorities”, Bocconi’s CEO, Bruno Pavesi, said. “First, we are going to compact all the activities of SDA Bocconi School of Management, fulfilling the diverse demands of different users, thanks to three buildings devoted, respectively, to MBA and Masters Programs, Executive Programs and the Administration, besides a small common services area. Second, we are going to provide a sports and recreation centre open to the public with a olympic-size swimming pool, indoor training grounds and a fitness centre. Third, we are going to meet the growing dwellings demand of foreign students and visiting professors, thanks to a dorm for 300 people”. The area will be serviced by an underground parking lot and only half of the surface will be covered: 17,500 sqm will be left green, and there will be 4,000 more sqm of man-made greenery. Università Bocconi reckons to invest € 130 mln at current costs and to complete the effort, after the reclamation of the area, before the end of 2018. It’s a Milanese campus because it’s been designed for the Milan urban context and scale, said the designers, who won an invitationonly international competition announced in 2012. The project revisits the porticos and the cloisters of historical Milanese palaces with a modern twist, creating a series of communicating courtyards and gardens, enclosed by the buildings or by portico shallow awnings. It’s a transparent campus because the Università Bocconi openness is symbolized by the porticos which prop up the buildings, so that the harmonious sequence of columns, transparencies and trees is visible from any viewpoint. Exterior walls are 50% opaque and 50% glazed. The 21,500 sqm green area has been designed in continuity with the adjacent Parco Ravizza. The park (closed only in the night hours for security reasons) isn’t the only part open to the public. The same is true of the sports centre, three storey high, which will rise on viale Toscana. anteprime nel 2012. Il progetto rivisita in chiave moderna i portici e i chiostri che caratterizzano tanta architettura cittadina, creando una serie di cortili verdi interni in comunicazione tra di loro, circoscritti talora dagli edifici, talora da una pensilina coperta. È un campus trasparente perché l’apertura dell’Università alla città è simboleggiata dai portici su cui poggiano tutti gli edifici, tanto che da qualsiasi punto si osservi il campus risulta chiara la sequenza armoniosa di colonne, spazi trasparenti e alberi. La ricopertura degli edifici alterna trasparenze e opacità. I 21.500 mq di aree verdi marcano una forte continuità con il territorio circostante, e in particolare con il Parco Ravizza. L’apertura alla città non riguarda solo il parco (che sarà chiuso, per ragioni di sicurezza, solo nelle ore notturne), ma anche il centro sportivo e ricreativo di tre piani, che sorgerà lungo il perimetro di viale Toscana. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 77 Text edited by Filippo Pozzoli Lucy SALAMANCA Il linguaggio della materia Quando il design (ri)giunge alle origini. Lucy Salamanca The language of matter ↑ Pouf in bamboo, collezione Amate, struttura in bamboo (Guadua) e intreccio in agave realizzato manualmente in Colombia, 2010 78 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 When design comes (back) to the roots DESIGNER Photo courtesy Andrea Astesiano Che la forma si manifesti “per forza di tolle”, ovvero liberandola dagli eccessi della materia entro cui è imprigionata alla nascita, non è certo cosa nuova a noi italiani. Fu croce e delizia di un certo Michelangelo Buonarroti, che in tempi certo più remoti di qualsiasi ipotetico anno zero del design industriale coglieva l’opera finita nel blocco di marmo ancora incorrotto, chiedendole di parlare a colpi di martello. Cinque secoli più tardi Lucy Salamanca, anima colombiana e scuola milanese, la materia la fa parlare con il suo design pulito e sostenibile, trovandone il linguaggio più articolato e contemporaneo proprio nella crudezza delle origini. Tutti gli oggetti, le produzioni e i concepts che si fregiano della tua firma gridano la forza del tuo approccio progettuale, che affonda gli artigli nella materia grezza sviscerandone ogni volta la natura più intima e cruda al punto da farne la vera voce parlante dell'oggetto finito. Come la ruvida, aleatoria imperfezione della composizione naturale diviene progetto e bellezza? Il mio approccio progettuale in realtà comincia e si conclude con la materia, soprattutto quando naturale e connotata da caratteristiche sempre uniche. In questo senso mi piace pensare di camminare controcorrente rispetto alle regole classiche della progettazione, partendo dall’archetipo dell’oggetto finito e avvicinandomi alla materia piuttosto che evolvere da essa divenendo qualcosa di altro, in cui leggere più la firma del designer che la vena unica della sostanza. Questa attenzione alla matericità del progetto richiama inevitabilmente il tuo background sudamericano, il cui calore si riflette nelle tinte terrene o accese delle architetture spontanee quanto nell'innata sostenibilità di un approccio clever-tech in risposta ai bisogni quotidiani. Come si leggono le tue origini nella tua logica progettuale? Credo che il mio linguaggio sia la summa delle mie origini e della mia formazione avvenuta in Italia, dove ho appreso le basi teoriche e operative del design. Sicuramente l’America del Sud ha A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 79 ↑Doble Paso, panca in quarzite, Purapietra by Moscato Marmi, 2012 ↑ Lake, lavabo in Persan Grey, Purapietra by Moscato Marmi, 2012 contribuito a radicare in me quel legame viscerale con la materia che ho imparato a esprimere e a rendere forma qui, attingendo da quelle idee e quelle logiche che per anni ho metabolizzato nell’attesa di saperle gestire secondo un linguaggio riconoscibile come mio ma al contempo caratteristico della materia da trattare. Dalla Colombia a Milano, appunto: come si sposano questi concetti con la capitale del design formalista e dell'hi-tech più spinto? Un ritorno a un design più vicino alla sostanza che all'idea può essere inteso come il prossimo passo che la tecnologia ha da muovere verso una sostenibilità concreta oltre che intellettuale? Sicuramente il mio approccio è stato recepito come nuovo in un ambiente da sempre molto legato all’accademia e talvolta un po’ stretto nei dogmatismi teorici della progettazione. Tante volte ho l’impressione che in questi contesti la formazione offerta difetti, in particolare, nel sottolineare l’importanza del rapporto con il committente, con la sua storia e con i propri valori. Personalmente ritengo fondamentale visitare e conoscere i siti di produzione delle aziende per cui lavoro, e mi stupisco che molti giovani brillanti, freschi di accademia, non ne abbiano mai considerati. Il design ↓ Tappeto Trecia, collezione tessile AMATE, 2012 80 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 industriale nasce da un’esigenza di dialogo efficace tra produttore e utente, non è un esercizio formale legato alla ricerca di una bellezza astratta e inopinabile. Tra tutti i materiali che hai incontrato nella tua varia e sempre nuova produzione, un ruolo particolare è riservato alla pietra, che h<a interessato anche alcuni dei tuoi più recenti lavori di grandi seguito e successo. Quali eccezionalità ha questo materiale la cui storia nell'arte sorge ben prima di quella del design per come lo conosciamo? Quali nuove interpretazioni sono ancora da scoprire oggi? La pietra è un materiale molto presente nella mia cultura e nella mia persona. La mia famiglia opera nel settore delle costruzioni, pertanto quella della pietra è stata una delle grammatiche con cui negli anni ho acquisito più confidenza. All’inizio, soprattutto quando volevo vedere il mio tratto deciso nella forma finale, preferivo affidarmi alla plasticità della ceramica, altro materiale terreno che mi appartiene. Ora la sfida di rendere la pietra leggera, giocando con la sua materia senza però negarla e anzi esaltandola nelle sue vene e nelle sua struttura più primitiva, è senz'altro quella che più mi affascina, superando i limiti della massa e del materiale necessario perché la pietra possa parlare. | www.admnetwork.it | follow us on | ↓ Temporay Restaurant, Bioristò, Alce Nero DESIGNER That form is manifested by freeing from the exceeding material in which it is imprisoned at birth, it is not something new to us Italians. It was a mixed blessing for some Michelangelo Buonarroti, which by far before than any hypothetical year zero of industrial design caught the finished work in the raw block of marble, asking it to speak with a hammer. Five centuries later Lucy Salamanca, a Colombian soul marrying Milanese school, makes materials speak with its clean and sustainable design, finding the best fitting language in the rawness of its origins. All objects, productions and concepts that bear your signature shout the strength of your design approach, sinking its claws into the raw material pulling outside every time the most intimate nature enough to make it the true voice of the finished speaking. How the rough, random imperfection of the natural composition becomes project and beauty? My design approach actually begins and ends with matter, especially when it is natural and owns unique and not replicable features. In this sense, I like thinking of walking counter to the classic rules of design, starting from the archetype of the finished product and approaching the matter rather than make it become something else, where you can read more the signature of the designer that the very vein of the substance. ↑ Cristal in Flowers, Vasi, RCR Cristalleria Italiana, 2008 ↓ Exhibition design per Attivissimo, Made Expo, 2010 This attention to the materiality of the project carries your Latin background, where the heat is reflected in earthly and bright colors or in spontaneous architecture, with the innate sustainability of a clever-tech approach in response to the daily needs. How to read your background in your design logic? I think my language is the sum of my origins and studies in Italy, where I learned the theoretical and operational design. Surely South America helped to entrench myself in that visceral connection with the material that I learned to express and make form here, drawing on the ideas and the logic that for years I metabolized waiting to know how to manage in a language recognizable as mine, but at the same time characteristic of the material to be treated. From Colombia to Milan: how these concepts get in touch with the capital of formalist and hi-tech design? A return to a design closer to the substance than to the idea can be seen as the next step technology has to move towards a concrete as well as intellectual sustainability? Definitely my approach has been seen as new in an environment closely tied to the academy and sometimes a bit stuck in the narrow dogmatism of the theoretical design. Many times I have the impression that in these contexts there is a lack of field-training, in particular, stressing the importance of the relationship with the customer, with its history and its values. Personally I consider fundamental to visit and learn about the production sites of the companies I work for, and I am surprised that many bright young people, fresh out of the academy, do not ever consider. The industrial design comes from the need for a dialogue between producer and user, not from a formal exercise for the search for abstract and inconceivable beauty. ↓ Zooo, pouf scrivibili e lavabili in carta conciata, Gonzagarredi Among all the materials you have met in your varied and always new production, a special role is reserved for the stone, which also affected some of your more recent successfully works. Why this material is so exceptional, considering its history as much longer than the one of design as we know it? What new ideas are yet to be discovered today? Stone may be the most present material in my culture and my person. My family has been in the construction, so the stone was the grammar that over the years I have gained more confidence with. At the beginning I preferred to trust ceramic, another earthy material that belongs to me. Now the challenge of making the stone light, playing with his subject without denying it and even exalting in his veins and in his more primitive structure, is certainly the one that fascinates me most, pushing away the limits of the mass the stone needs to talk. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 81 Eco-innovazione dei materiali: ECO MATERIALI Text by MATREC - EcoMaterials Library IL VETRO Eco-innovation of materials: the glass Grazie alle ultimissime tecnologie, il vetro riciclato non svilisce completamente le sue proprietà e mantiene caratteristiche e requisiti identici a quello prodotto a partire da vetro vergine. Thanks to the latest technologies, the recycled glass does not completely degrade its properties and maintains identical characteristics and requirements to the one produced from virgin glass. 82 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Di antiche origini e caratterizzato da un alto valore estetico, il vetro è ancora oggi un materiale inerte di larghissimo uso e consumo. È interamente costituito da sostanze naturali: la miscela base infatti è composta principalmente da silice (sabbia di cava) e da una percentuale variabile di rottame vitreo (vetro recuperato), a cui vengono aggiunti elementi stabilizzanti, fondenti e additivi chimici, in base alle caratteristiche del prodotto che si vuole ottenere. È caratterizzato principalmente da trasparenza, compattezza e scarsa conducibilità termica ed elettrica. Inoltre è un materiale impermeabile a liquidi e gas, inalterabile nel tempo e resistente agli agenti chimici. Estremamente duttile, il vetro viene lavorato mediante diverse tecnologie che spaziano dalla produzione industriale ad una più artigianale. Di conseguenza, trova applicazioni in molteplici settori, dall'edilizia e l'arredamento a settori tecnologici d'avanguardia come quello aerospaziale, delle telecomunicazioni e della chirurgia mini-invasiva. Grazie alle ultimissime tecnologie, il vetro riciclato non svilisce completamente le sue proprietà e mantiene caratteristiche e requisiti identici a quello prodotto a partire da vetro vergine; può inoltre essere lavorato attraverso gli stessi processi e può essere impiegato per le stesse applicazioni. Si può ottenere vetro riciclato reimpiegando sia gli scarti industriali di produzione (frammenti e scaglie) sia i rifiuti solidi urbani che provengono dalla raccolta differenziata (principalmente imballaggi). Per quanto riguarda i rifiuti in vetro di origine ospedaliera invece, questi sono soggetti a particolari verifiche e limitazioni di impiego e devono comunque subire particolari processi di sterilizzazione. Al fine di ottimizzare il processo di riciclo, la raccolta differenziata dovrebbe avvenire per colore: infatti, mentre da vetri di diverse tonalità si ottiene di nuovo vetro colorato (dal rottame misto si ottiene vetro verde o marrone), per realizzare un vetro incolore (il più pregiato utilizzato dal settore alimentare), è necessario il vetro trasparente. Il processo di riciclo ha inizio quindi con la fase di raccolta e selezione. Seguono poi operazioni di cernita e depurazione (sia meccanica che manuale), per evitare il più possibile contaminazioni con altri materiali, frantumazione e vagliatura. A questo punto il "rottame vitreo pronto al forno" può essere utilizzato da solo oppure unito e miscelato con la materia vergine (in una percentuale minima del 10%) per diventare una massa vetrosa fusa e realizzare nuovi manufatti. Una caratteristica importante è il grado di purezza del vetro riciclato che aiuta a stabilirne l'impiego: tanto più la quantità di impurità è alta, quanto più il materiale è indicato per l'ambito edile; al contrario per la produzione di imballaggi e manufatti, i parametri di purezza devono rispettare vincoli molto rigidi. ← ↑ ↓ → Materiale riciclabile composto al 33% in vetro riciclato, realizzato da strisce di vetro che vengono colorate ed assemblate. Trova impiego come superficie orizzontale o partizione. Materiale riciclato pre-consumo: 33% vetro Consumi energetici: 2,99 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,80 kg CO2 eq/kg MATREC code: RGLA1059 www.matrec.com A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 83 → Materiale riciclabile realizzato in granuli di vetro espanso riciclato. Principalmente impiegato in campo edile come isolante in pannelli di aggregati, a gettata in granuli come riempitivo o come inerte in malte. Materiale riciclato: 100% vetro Il materiale ha ottenuto una certificazione ambientale di prodotto Consumi energetici: 2,11 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,38 kg CO2 eq/kg MATREC code: RGLA0255 www.matrec.com ← ↓ Materiale riciclabile realizzato al 100% in vetro riciclato granulato. Trova impiego come materiale di rivestimento verticale e nella realizzazione di superfici di lavoro. Materiale riciclato pre-consumo: 100% vetro Consumi energetici: 2,11 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,38 kg CO2 eq/kg MATREC code: RGLA0218 www.matrec.com 84 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Benefici ambientali Il riciclo del vetro comporta in primo luogo una riduzione del consumo delle materie prime impiegate: il riciclo infatti riduce la domanda di sabbia e quindi di silice che è comunque un prodotto di cava. Inoltre, basti pensare che 100 Kg di rottame di vetro permettono di ricavare 100 Kg di prodotto nuovo, mentre occorrono 120 Kg di materia prima per ottenere 100 Kg di prodotto nuovo. In secondo luogo, poiché il processo produttivo del vetro vergine è considerato altamente energivoro, il vetro riciclato contribuisce notevolmente a ridurre l'energia impiegata nei processi produttivi e le conseguenti emissioni di CO2 immesse nell'atmosfera. Infatti, ogni 10% di rottame vitreo unito alla miscela vetrificabile consente una riduzione dei consumi energetici del 2-3%. Si aggiunge infine il vantaggio di evitare un accumulo di materiale ingombrante nelle discariche che, oltretutto, anche ad altissime temperature di termovalorizzazione, non si riesce a fondere completamente e può causare danni alle parti meccaniche dell'impianto. Utilizzando un chilogrammo di vetro riciclato, in sostituzione del materiale vergine, si ottiene una riduzione delle emissioni climalteranti pari a 0,51 kgCO2 eq ed una riduzione dei consumi energetici pari a 2,45 kWh. ← ↓ Mosaico in vetro colorato tagliato a mano, realizzato utilizzando fino al 75% di vetro riciclato proveniente dalla raccolta differenziata. Principalmente impiegato come rivestimento. Materiale riciclato post-consumo: <75% vetro Il materiale ha ottenuto una certificazione ambientale di prodotto Riciclabile Consumi energetici: 2,44 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,54 kg CO2 eq/kg MATREC code: RGLA0246 www.matrec.com Applicazioni Negli ultimi anni sono diverse le aziende che a livello internazionale hanno sviluppato prodotti di design ed hanno realizzato applicazioni architettoniche in vetro riciclato, apportando notevoli cambiamenti sul mercato in termini di design, qualità e performance ambientali. Il vetro riciclato può essere utilizzato per la realizzazione di contenitori per alimenti, bevande, farmaci e cosmetici: si tratta di prodotti che devono essere caratterizzati dal design accattivante e dalle forme ricercate e particolari. Può essere inoltre impiegato per la manifattura di oggetti d'arte, di arredo, di design e di accessori moda, mantenendo inalterati i colori brillanti e la lucentezza, caratteristiche proprie soprattutto del materiale vergine ma che ritroviamo facilmente anche in quello riciclato. È infine un ottimo materiale da costruzione: sotto forma di polvere o scaglie viene impiegato per la realizzazione di rivestimenti, pavimentazioni, isolanti, sottofondi stradali e in altre applicazioni di tipo edile. Le moderne architetture degli ultimi anni vedono il vetro tra i principali protagonisti anche con impieghi strutturali e di rifinitura per piccole e grandi superfici. Il gioco di colori, forme e trasparenze permettono a questo materiale di presentarsi sempre con soluzioni innovative e di impatto visivo. Il vetro ha una storia ancora tutta da raccontare. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 85 → ↓ Materiale riciclabile composto da una base di resina epossidica e da frammenti di vetro colorato riciclato. Viene impiegato come pavimentazione o superficie d'appoggio o decorativa in ambienti pubblici e privati. Materiale riciclato: 75% vetro Altri materiali presenti: 25% resina epossidica, pigmenti colorati Consumi energetici: 10,90 kWh/kg Emissioni climalteranti: 1,96 kg CO2 eq/kg MATREC code: RGLA0635 www.matrec.com 86 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 With ancient origins and characterized by a high aesthetic value, the glass is still a widely used and consumed inert material. It is entirely made up of natural substances: the basic mixture, in fact, is mainly composed of silica (quarry sand) and a variable percentage of glass scrap (recovered glass), to which stabilizers, fluxes and chemical additives are added, according to the characteristics the product to obtain. It is mainly characterized by transparency, compactness and low thermal and electrical conductivity. In addition, this material is impermeable to liquids and gases, unalterable over time and resistant to chemicals. Extremely ductile, the glass is processed using different technologies ranging from industrial to a more artisanal production. As a result, it finds applications in several sectors, from building industry and furnishing to cutting-edge technology fields, such as aerospace, telecommunications and minimally invasive surgery sectors. Thanks to the latest technologies, the recycled glass does not completely degrade its properties and maintains identical characteristics and requirements to the one produced from virgin glass; it can also be processed through the same processes and can be used for the same applications. It is possible to obtain recycled glass by re-using both industrial production waste (fragments and splinters) and solid urban waste coming from the separate waste collection (mainly packaging). Instead, the glass waste coming from hospitals is subject to special checks and limitations of use and must anyway undergo specific sterilization processes. In order to optimize the recycling process, the separate waste collection should be carried out by colours. In fact, while from glasses of different colours it is possible to obtain again coloured glass (green or brown glass is obtained from the mixed scrap), in order to produce a colourless glass (the finest used by the food industry), clear glass is needed. The recycling process thus begins with the collection and selection phase. This is followed by sorting and purification (both mechanical and manual), to avoid the contamination with other materials as much as possible, crushing and screening operations. At this point the "furnaceready glass scrap" can be used alone or combined and mixed with virgin materials (in a minimum percentage of 10%) to become a molten glass mass and create new products. An important feature is the degree of purity of the recycled glass that helps to establish its usage: the more the amount of impurities is high, the more the material is suitable for the construction sector; on the contrary, for the production of packaging and artefacts, the parameters of purity must comply with very strict constraints. Environmental benefits First of all, glass recycling involves a reduction in the consumption of the raw materials used: the recycling, in fact, reduces the demand for sand and silica, which is anyway a quarry product. In addition, just consider that 100 kg of glass scrap allow to obtain 100 kg of new product, whereas it takes 120 kg of raw materials to obtain 100 kg of new product. Secondly, since the production process of virgin glass is considered highly energy consuming, the recycled glass significantly contributes to reducing the energy used in the production processes and the resulting CO2 emissions released into the atmosphere. In fact, each 10% of glass scrap together with the vitrifiable mixture allows a reduction of energy consumption by 2-3%. Finally, there is the advantage of avoiding an accumulation of bulky material in landfills which, moreover, even at very high waste-toenergy temperatures, is not possible to completely melt and may cause damages to the mechanical parts of the system. Using a kilogram of recycled glass instead of virgin material, it is possible to obtain a reduction of climate-altering emissions equal to 0.51 kgCO2 eq and a reduction of energy consumption equal to 2.45 kWh. Applications In recent years, at an international level several companies have developed design products and architectural applications made of recycled glass, introducing significant changes in the market in terms of design, quality and environmental performances. The recycled glass can be used for the production of containers for foods, drinks, drugs and cosmetics: these products must be characterized by an attractive design and refined and particular shapes. It can also be used for the production of objects of art, furniture, design and fashion accessories, while maintaining unchanged the bright colours and brilliance, typical characteristics of virgin materials but that can be easily found in recycled materials. Finally, it is an excellent building material: in the form of powder or splinters, it is used for the production of coatings, flooring, insulators, road foundations and in other building applications. The modern architectures of the recent years include the glass among the main protagonists, also for structural and finishing usages for small and large surfaces. The play of colours, shapes and transparencies allows this material to always offer innovative solutions with a visual impact. The glass has a story yet to be told. ↓ Materiale riciclabile ottenuto dal riscaldamento e dalla fusione di schegge di vetro. Trova molteplici applicazioni in ambienti interni ed esterni, sia in ambito residenziale che commerciale. Materiale riciclato: 99% vetro ↑ Materiale riciclabile realizzato in vetro riciclato. La caratteristica superficie Ë ottenuta tramite sinterizzazione a 700'C di granuli di vetro colorati. Principalmente impiegato come rivestimento per facciate, pareti e superfici, nel campo dellíilluminazione e dellíarredamento. Altri materiali presenti: pigmenti Materiale riciclato: vetro Consumi energetici: 2,09 kWh/kg Consumi energetici: 2,11 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,37 kg CO2 eq/kg Emissioni climalteranti: 0,38 kg CO2 eq/kg MATREC code: RGLA0276 MATREC code: RGLA0259 www.matrec.com www.matrec.com A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 87 GREEN Text by Gruppo Giardini Vannucci Piante ALBERI DI ARMONIA E D’OMBRA “Parliamo dunque di alberi e di ombra, di bellezza e di utilità, doni della natura per la vita dell’uomo e di tutti gli animali”. 88 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Prendiamo volentieri in prestito la bella frase dello scrittore siciliano Sciascia perché esprime con una magnifica sintesi il nostro pensiero. “Parliamo dunque di alberi e di ombra, di bellezza e di utilità, doni della natura per la vita dell’uomo e di tutti gli animali”. L’evoluzione con un lunghissimo processo ci ha messo a disposizione queste meraviglie che consentono la vita; gli alberi a foglia caduca infatti sono tra le piante più moderne e più giovani filogeneticamente. Sembrano fatte apposta per aiutarci nelle sfide che le problematiche ambientali del nostro tempo (su tutte i mutamenti climatici e l’inquinamento dell’aria) ci impongono di superare. Gli alberi dunque come vere e proprie ‘macchine’ con la possibilità di fermare le polveri, catturare l’anidride carbonica e produrre ossigeno ma anche funzionare da veri e propri condizionatori naturali capaci di microclimatizzare il nostro ambiente (soprattutto nelle città). L’albero a foglia caduca “si avvicina” alla casa per offrire riparo e ristoro: ombra d’estate e aria e luce d’inverno. L’empatia dell’uomo per gli alberi è ancestrale come lo può essere per dei compagni di viaggio e come è sicuramente scritto nel nostro DNA. Le piante poi, sono l’espressione più evidente delle condizioni pedo-climatiche, veri e propri marcatori dei luoghi; spesso in loro si identifica il genius loci del territorio. Hanno una loro identità che dobbiamo conoscere e hanno bisogno del nostro rispetto e, forse, anche del nostro amore; comunicano in forme raffinate (aromi, umori) poco conosciute e chissà che riescano a capirci! Anche dal punto di vista psicologico l’influenza degli alberi è enorme; il bisogno irrinunciabile di vivere nella natura, frequentare i boschi e le foreste ( in pianura e sulle montagne) è dovuto alla capacità di distensione del verde. Aceri e Bagolari, Betulle e Frassini, Platani, Pioppi, Querce, Salici e Tigli sono parole magiche, evocative di amici che ci aprono alla speranza e al bello. Con meravigliose fioriture o semplici, piccoli organi, sono comunque i protagonisti del nostro presente e del nostro futuro. La coltivazione delle piante è antica come l’uomo ma è relativamente recente la nostra capacità di coltivare alberi anche grandi, in modo da permettere lo spostamento sicuro e la piantagione nei giardini di tutto il mondo grazie a tecnologie avanzate e capacita logistiche consolidate, una possibilità di fare verde di 'pronto effetto' sempre più richiesta e importante. Possiamo dunque affermare che a Pistoia siamo capaci di 'vendere il tempo' che, mai come oggi, è veramente prezioso. | www.admnetwork.it | follow us on ↑ Hitachi tree → Tilia platyphyllos ↘ Tilia cordata ↓ Spitzahorn | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 89 PREMIO INTERNAZIONALE “DOMUS RESTAURO E CONSERVAZIONE”: PREMIATO IL BINOMIO ‘NUOVO E ANTICO’ AWARDS Edited by Chiara Dadda 01 02 03 04 Medaglia d'Oro ex-aequo al restauro di Punta della Dogana a Venezia dell'Arch. Tadao Ando e al restauro della Cattedrale di Bagrati, in Georgia, ad opera dell'Arch. Andrea Bruno. Si è conclusa la terza edizione del Premio Internazionale “Domus restauro e conservazione”, promosso dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara in collaborazione con Fassa Bortolo S.p.A. La giuria ha espresso grande soddisfazione per la qualità, oltre che per la quantità, dei progetti presentati, sottolineando l’importanza che il Premio ricopre nell’ambito del restauro, all’interno del panorama internazionale. La giuria quest’anno ha premiato, con la Medaglia d’Oro, due casi di restauri ad alta complessità, nei quali l’attenzione conservativa si è coniugata ad una rilevante qualità architettonica e figurale: il progetto e intervento di restauro dell’Arch. Andrea Bruno sulla Cattedrale di Bagrati, in Georgia (foto 02 e 03) e il restauro di Punta della Dogana a Venezia (foto 01 e 04), realizzato dallo studio Tadao Ando Architect & Associates. Secondo la commissione giudicatrice, l’intervento di reintegrazione critica della Cattedrale di Bagrati, uno dei massimi episodi dell’architettura georgiana dell’XI secolo, è l’esempio dell’impegno profuso dal progettista Andrea Bruno nel risolvere il complesso rapporto tra ‘antico e nuovo’, attraverso una chiave di lettura reintegrativa originale. L’opera si inserisce all’interno di un progetto ricostruttivo di tipo analogico precedentemente avviato, mutandone radicalmente l’indirizzo metodologico. Le masse della fabbrica, vengono riproposte con materiali moderni volutamente diversi sul piano figurativo e materico, riuscendo a restituire compiutamente la volumetria originaria anche attraverso la riproposizione, in forme contemporanee, del grande matroneo di cui si conservavano le tracce dell’imposta perimetrale. A differenza delle edizioni precedenti, quest’anno la giuria ha ritenuto opportuno assegnare una seconda Medaglia d’Oro, premiando l’intervento sugli ex-magazzini di Punta della Dogana, a Venezia, progetto dell’architetto Tadao Ando. Tale opera si configura, secondo il giudizio della commissione, come un atto ‘rivelativo’ delle volumetrie originarie così come si presentavano dopo le trasformazioni sette-ottocentesche; a ciò si affianca un raffinato inserimento, all’interno della pseudo-corte centrale, dell’elemento caratterizzante la parte espositiva; un grande corpo a forma di cubo, cifra poetica dell’architetto Tadao Ando. Molto apprezzata dalla giuria è la reintegrazione della tessitura dei setti murari, sapientemente condotta da una nutrita équipe di restauratori, così come l’uso raffinato del sistema d’illuminazione. La giuria ha assegnato la Medaglia d’Argento a tre opere, due delle quali straniere. In particolare, è stato premiato lo studio di Jabornegg&Pálffy, che ha presentato il progetto di Altenburg Abbey Museum, attuando una convincente sistemazione di una porzione significativa del complesso abbaziale barocco di Altenburg e lavorando con un linguaggio moderno ricco di sensibilità verso le preesistenze storiche; la seconda Medaglia d’Argento viene assegnata a Cannatá & Fernandes Arquitectos, per aver presentato il restauro della pousada di Picote, una delle opere più significative dell’architettura moderna portoghese. L’ultima Medaglia d’Argento va all’arch. Mauro Severi per il restauro della Cattedrale di Reggio Emilia che ha curato oltre alla sistemazione della cripta e degli scavi archeologici presenti, anche l’adeguamento liturgico sperimentando l’impiego di elementi d’architettura e d’arte contemporanei e mirando all’espressività, alla funzionalità e alla qualità dei nuovi inserimenti. www.premiorestauro.it 90 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 91 Life is design PROFILI Text edited by Simonetta Pegorari Photos by courtesy of Dassault Sistèmes DOVE LA PASSIONE PER L'INNOVAZIONE NEL DESIGN SI UNISCE ALLA CAPACITÀ DI COMUNICARE LE PROPRIE VISIONI PER MIGLIORARE LA VITA WHERE A PASSION FOR INNOVATIVE DESIGN COMBINES WITH AN ABILITY TO COMMUNICATE HER VISION OF LIFE IMPROVEMENT DASSAULT SYSTÈMES ITALIA Via Gioacchino Rossini 1/A 20020 Lainate (Mi) tel. +39 (02) 3343061 www.3ds.com 92 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 La vita è design Anne Asensio è una designer che ha iniziato progettando auto piccole e medie per Renault, successivamente è stata direttore esecutivo per il design avanzato al General Motors Design Center. Dal 2007 è Vice Presidente Design Experience in Dassault Systèmes. Unisce un grande interesse per l’innovazione nel design ad una notevole capacità di comunicare le sue visioni agli altri, coinvolgendoli nella creazione di idee nuove. Quale è il suo ruolo? Nel 2008, insieme a Bernard Charlès, President and CEO of Dassault Systèmes, abbiamo pensato che il mondo del design stesse rapidamente cambiando: negli ultimi 30 anni, il lavoro del progettista si è evoluto e non è più paragonabile a quello di un artigiano. La complessità dei progetti e delle richieste del mercato richiede nuovi strumenti di progettazione. I committenti necessitano di certezze sui prodotti, di sapere ad esempio se un progetto avrà una sostenibilità futura. Dassault Systèmes ha capito che si deve cambiare il modo di fare business: avvicinare il cliente e accompagnarlo nel progetto. Come collaborate con gli studi di progettazione? Il nostro interesse si sta sempre più orientando verso le problematiche dell’architettura, infatti stiamo sviluppando e definendo un sistema destinato agli architetti. I prodotti 3D permettono al progettista e al cliente di lavorare insieme per produrre l'oggetto desiderato, sia esso un portacenere o uno shopping center, visualizzando immediatamente le idee. La rivoluzione del design in 3D è proprio la capacità di rompere la rigidità del sistema. Così il designer è più vicino al committente, può ricevere un immediato feed back e il lavoro viene semplificato. Così si rompe la rigidità di un sistema nel quale il cliente non poteva lavorare con il designer alla produzione dell’oggetto richiesto, ma era fruitore passivo. Siamo convinti che i prodotti debbano essere “vivi”, in grado di evolversi con le persone, perché un oggetto non deve essere disegnato solo per l’utilizzo immediato ma per diventare parte dell’utilizzatore. Come il design può influenzare la nostra vita? Come designer penso sempre come posso migliorare il mondo in cui viviamo e la vita che conduciamo? Credo che la possibilità di unire in un mondo virtuale i concetti, la simulazione realistica e la rappresentazione, costituisca per i designer una opportunità davvero unica che permette loro di indagare dei sistemi complessi in modo fino ad ora impensabile. Non solo per creare nuove soluzioni per migliorare la vita, ma anche per trasformare in nostro mondo. Il design è per me un modo per disegnare la vita. Quali progetti per il 2013? Con la Piattaforma 3DExperience, per la progettazione e costruzione virtuale, architetti, ingegneri e committenti possono comunicare e collaborare per gestire e analizzare ogni aspetto di un progetto. Il nostro obiettivo è sviluppare ulteriormente la piattaforma 3D per fornire a tutti i creativi, architetti o industrial designer la possibilità di scatenare la propria fantasia e vedere i progetti materializzarsi immediatamente. Per quel che riguarda l’industria edile, è stata appena presentata una novità assoluta: Lean Construction 3DExperience, una soluzione per la gestione dei progetti in 3D per controllare in tempo reale tutti i parametri che caratterizzano progettazione e costruzione, permettendo una comunicazione diretta fra ufficio e cantiere. Controllando visivamente e in tempo reale lo stato del progetto si possono apportare immediatamente le modifiche e le varianti che permettono una ottimizzazione del lavoro e un migliore controllo dei costi. Anne Asensio is a designer who started designing small and medium-sized cars for Renault, and then became Executive Director at General Motors Design Center. Since 2007 she is Vice President of Design Experience at Dassault Systèmes where she combines a strong interest in design innovation with a remarkable ability to communicate her vision to others and involving them in the creation of new ideas. What is your role? It was in 2008 when myself and Bernard Charles, President and CEO of Dassault Systèmes, came to the conclusion that the world of design was changing rapidly. Over the last thirty years, the role of a designer had evolved and now could no longer be equated to that of a craftsman. The complexity of the projects and market demands required new design tools. Clients need certainty about their products, to know, for instance, whether a project will be sustainable in the future. Dassault Systèmes has realised that it needs to change the way business is done and work much closer alongside the customer and support them during the project life-cycle. How do you collaborate with design studios? Our interest is increasingly orientated toward problems of architecture and we are developing and defining a system intended for use by architects. 3D products allow the designer and client to work together to produce the desired object, be it an ashtray or a shopping centre, visualizing their ideas immediately. The revolution of 3D Design is the ability to break the rigidity of the system. The designer is closer to the client, can receive immediate feedback and the work is simplified. So it breaks the rigidity of a system in which the client could not work with the designer in producing the requested object, but was a passive user. We believe that products must be "alive", able to evolve with people, because an object should not be designed only for immediate use but to become part of the user. How design can affect our lives? As a designer I always think about how I can improve the world we live in and the life we lead. I believe that the ability to merge concepts in a virtual world, with realistic simulation and representation, constitutes a truly unique opportunity allowing the designer to investigate complex systems in a way that until now has been unthinkable. Not just to create new solutions to improve life, but also to transform our world. Design is a way for me to design life. What are your projects for 2013? With the 3DExperience Platform, for virtual design and construction, architects, engineers and clients can communicate and work together to manage and analyse every aspect of a project. Our goal is to further develop the 3DExperience Platform to provide all creative professionals, architects or industrial designers with the opportunity to unleash their imagination and see their projects materialize immediately. With regard to the construction industry, we have just presented an absolute novelty called Lean Construction 3DExperience which is a solution for managing projects in 3D for real-time control of all parameters characterizing design and construction, allowing direct communication between office and construction site. By visually checking the project status in real time, you can make immediate changes and variations that allow for an optimization of labour and better cost control. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 93 IN BREVE SPECIALE Edited by Chiara Dadda outdoor SUN.LAB 2013: ANIMALE SOCIALE www.sungiosun.it SUN Salone Internazionale dell’Esterno, in collaborazione con CarusoD’AngeliStudio, presenta la VI edizione di “SUN.LAB for a creative outdoor”, concorso internazionale riservato ai giovani designer ↑ Log Bench by Stefano Sciullo, SUN.LAB 201 ↓ Balanus by Simona Sacchi, SUN.LAB 2012 94 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Il tema di questa edizione è ANIMALE SOCIALE. L’uomo per sua natura tende ad associarsi ad altri individui e a costituirsi in società. Il tema proposto vuole ispirare la progettazione di concept di prodotti che favoriscano la socializzazione, la condivisione di azioni, spazi, esperienze, attività e interessi, lo scambio e la solidarietà tra due o più persone. Outdoor design come anti-stress collettivo, come antidoto contro la solitudine. L’obiettivo di tale progettazione vuole essere la creazione di arredi ed accessori per esterni permanenti o temporanei, pubblici (alberghi, stabilimenti balneari, parchi e strade, centri commerciali, ecc.) o privati (giardini, balconi, terrazzi, ecc.) che propongano una visione di outdoor come occasione di socialità, opportunità di creazione di gruppi sociali solidali e di una comune coscienza collettiva. Prodotti che incoraggino la conoscenza e la condivisione pacifica, l’uso comune (simultaneo o non), la comunicazione diretta e reale, il rispetto dell’individuo e dell’ambiente. Prodotti che permettano la riscoperta del piacere della fisicità delle relazioni umane. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti i progettisti che alla scadenza del bando non abbiano superato il trentacinquesimo anno di età, pena l'esclusione. Ai progetti selezionati sarà concesso gratuitamente uno spazio espositivo all’interno della mostra SUN.LAB: FOR A CREATIVE OUTDOOR. L’evento sarà allestito nel cuore della zona commerciale del SUN, a stretto contatto con le principali aziende del settore. BT GROUP SCHÖNHUBER FRANCHI UNOPIÙ PERGOSMALL | La naturale estensione di un edificio all’aperto, la creazione di nuove zone coperte per tutte le stagioni: i pergolati BT Group rispondono con accurato design e ricercatezza di materiali a queste esigenze funzionali. Tra le linee di prodotto, PERGOSMALL è dotato di un sistema di trazione con cinghia dentata ad alta resistenza, funzionante su cuscinetti a sfere e carrelli particolarmente silenziosi. La copertura mobile, a telo unico, in tessuto PVC ignifugo di ottima stabilità dimensionale, è indicata per la protezione dal sole, dalla pioggia e dal vento. La gronda per lo scarico dell’acqua è parte integrante della struttura. Sotto il profilo estetico PERGOSMALL ha il pregio di consentire la realizzazione di coperture dalle forme asimmetriche con sporgenze laterali fuori squadra che si adattano facilmente alle diverse esigenze. Arena | Un classico dell’eleganza e della funzionalità indoor e outdoor targata Schönhuber Franchi: un divano in listelli di puro frassino interamente curvato a vapore e sagomato con diverse inclinazioni per ogni elemento anteriore e posteriore, ispirato al famoso monumento di Verona da cui prende il nome. La collezione, progettata da Luca Trazzi, da oggi veste i nuovi tessuti Jarris e Jenkins, macro chevron e riga sfumata, un movimento di colori morbido e vibrante interpretato in due varianti ispirate al sole e al mare per un’immagine outdoor di grande armonia. Icone dello spirito MissoniHome, in esclusiva per l’outdoor Schönhuber Franchi. Schönhuber Franchi: un partner capace di creare per ogni albergo una veste elegante, raffinata e accogliente studiata per esaltarne l’essenza e i valori dell’ospitalità. Aton | Collezione di lampade da esterni e da interni in cui la luce nasce da terra e si diffonde verso l’esterno magicamente. Una serie di lamelle di alluminio pieno curvate e verniciate rendono la lampada leggera e accattivante sia da accesa che da spenta. È una famiglia di lampade che non fa differenza tra uso in ambienti interni o esterni. In particolare la piantana è pensata per la vita di oggi che seguendo le stagioni vede spesso il traslocare di elementi di arredo da dentro a fuori a seconda delle condizioni climatiche. Le lampadine utilizzate sono tutte a basso consumo. La struttura esterna è in due finiture: bianca o marrone testa di moro. Design: Marco Acerbis www.btgroup.it www.schoenhuberfranchi.com www.unopiu.it PRISMA ARCHITECTURAL La serie Q dispone di versioni fluorescenti, a scarica e con LED di potenza con luce calda 3000 K e fredda 6000 K. Serie di apparecchi per esterni a palo, costituiti da: t Palo in allumino estruso verniciato t Copertura diffusore e base per installazione a terra in alluminio pressofuso verniciato t Diffusore in tecnopolimero trasparente, stabilizzato agli UV e resistente agli urti t Vano porta cablaggio in alluminio pressofuso predisposto per cablaggio passante tramite due pressacavi PG11 per cavi da Ø 5 mm a Ø 10 mm Viti e grani di fissaggio in acciaio inox www.performanceinlighting.com La SERIE Q Prisma Architectural Q è una serie di apparecchi per esterni su palo per illuminazione generale e d'accento interamente in alluminio particolarmente idonea per contesti residenziali, aree pedonali urbane, spazi esterni pubblici e privati. È caratterizzata da una forma essenziale e rigorosa, dall'ampia gamma di proposte e dalla possibilità di avere quattro altezze in due colorazioni. Q_LIGHT 600 è conforme alle norme contro l'inquinamento luminoso. Le versioni Q-LINE Raster e Q-LIGHT 600 R sono dotate di schermo raster per una emissione luminosa confortevole e senza abbagliamento per l'osservatore. Le versioni Q-LED ADJ sono dotate di LED orientabili singolarmente per illuminazione d'accento mentre le versioni Q-LED sono dotate di LED fissi per illuminazione generale. La serie dispone di versioni QUICK complete di sorgente luminosa e scatola di connessione rapida. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 95 GE LIGHTING ETHIMO IN BREVE Iberia LED | Apparecchio decorativo progettato per offrire prestazioni elevate ed efficienza energetica nell’illuminazione outdoor. Adatto per tutte le applicazioni di illuminazione. Iberia offre fino a 90W con una distribuzione della luce simmetrica e asimmetrica ed è la scelta ideale per l'illuminazione pedonale e aree stradali. Caratterizzato da un segin estremamente contemporaneo, Iberia LED garantisce una migliore acuità visiva grazie all’ottima illuminazione verticale che offre e che consente una maggiore visibilità pedonale. Iberia LED consente un notevole risparmio energetico grazie al suo design avanzato senza schermatura che consente di ottenere una notevole riduzione della dispersione luminosa, orientando la luce solo là dove serve. Infinity | La linea di arredi per l'outdoor Infinity disegnata da Ethimo è caratterizzata da modernità, leggerezza, infinita modularità e estremo comfort. I materiali impiegati sono alluminio e fibra LIGHTWICK sviluppata dall'azienda e contraddistinta da un intreccio irregolare che crea una trama dinamica ed elastica. I colori in cui è proposta la linea sono WARM GREY e WARM WHITE, che rendono gli elementi moderni e caldi al tempo stesso. La linea è composta da salotto modulare completo di puff e tavolini, moduli lounge, tavolo da pranzo, sedia, poltroncina e tavolo contract. Design, comfort e praticità di un Made in Italy sinonimo di qualità, bellezza e rispetto per l’ambiente. Un approccio etico, concreto, per un’azienda molto attenta ai temi della sostenibilità sia nella concezione dei prodotti che nella scelta dei materiali. www.gelighting.com/eu www.ethimo.it ÉLITIS TITAN che offre un’eccellente resistenza alla luce e un’ampia gamma colore (19 varianti fiammeggianti). Offre una grande resistenza per imbottiti (100000 giri Martindale). Tutti questi prodotti sono stati tessuti conformemente alla normativa Reach sul rispetto dell’ambiente e della salute umana. Le collezioni per vestire l'outdoor STROMBOLI, pelli in tinte unite, a grana, intessute, in pelle di struzzo per creare delle sedute nei bei colori della pelletteria. Una collezione molto tecnica che integra dei tessuti di tappezzeria di grande valore, studiati soprattutto per un uso all’aria aperta e perfettamente adatti a imbarcazioni. TROPIQUE, tela ignifuga per i progetti decorativi all’aperto o al chiuso. Grazie alla sua grande taglia 96 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 e alla sua alta resistenza alla luce, “Tropique” è l’ideale per le grandi vetrate in riva al mare, i tendoni da giardino, i parasole e gli arredamenti da bordo piscina o da spiaggia. HERA, un superbo velluto Trevira outdoor adatto ai progetti privati o contract: spa, nautica, pool house in 33 varianti unite. È acqua repellente, trattato imo e i colori sono molto resistenti. Rivoluzione del lino anche con CITY LINEN, il primo lino outdoor. Un lino unico, tecnico e morbido per l’interno o l’esterno in 32 colori uniti essenziali. Chic e ultra tecnica la maglia outdoor e indoor www.elitis.fr PHILIPS L'impiego di cablaggio standard semplifica notevolmente l'installazione e contribuisce a ridurre il costo totale del sistema. Stadio Eden, Auckland, Nuova Zelanda. ColorReach Powercore: il futuro dell'illuminazione per esterni ColorReach Powercore è il primo apparecchio a LED abbastanza potente da illuminare in modo brillante e dinamico facciate architettoniche di grandi dimensioni. Combina tutti i vantaggi dell'illuminazione e del controllo basati su tecnologia LED in un apparecchio elegante appositamente concepito per le installazioni di grandi dimensioni, come grattacieli commerciali, casinò, esterni di punti vendita di grandi dimensioni, ponti, banchine, monumenti pubblici e attrazioni a tema. Con un'emissione luminosa estremamente BYSTEEL www.philips.it/illuminazione elevata e un'incomparabile capacità di proiezione della luce, questo potente apparecchio rappresenta il futuro dell'illuminazione per esterni. Per supportare applicazioni speciali, sono disponibili anche configurazioni realizzate su ordinazione con canali personalizzati di LED bianchi o a colori. La tecnologia Powercore integrata garantisce un controllo rapido, efficiente e accurato dell'emissione di potenza all'apparecchio direttamente dalla tensione di linea, evitando di ricorrere ad alimentatori esterni. TENDER RAIN FOSCARINI Arno | Collezione di arredo outdoor. La struttura rotante del parasole ha generato un omaggio al sommo genio toscano, da cui ne è evoluta una famiglia di sedute e tavolo. Leda: sdraio pieghevole con struttura in alluminio anodizzato, seduta e schienale in tessuto tecnico polivinilico, disponibile in color tortora e nocciola. Lisa: sedia pieghevole con struttura in alluminio anodizzato, seduta e schienale in tessuto tecnico polivinilico, disponibile in color tortora e nocciola. Leo: parasole ad apertura radiale con base e stelo in acciaio inox, stecche in alluminio anodizzato. Copertura in tessuto tecnico. Disponibile in bianco, tortora e nocciola. Cena: tavolo fioriera o porta bottiglie quadrato in alluminio smaltato bianco opaco con gambe in alluminio anodizzato. Menhir | Colonna doccia da terra in ottone massiccio, finitura “invecchiamento naturale”, ideale per giardini e piscine, con soffione anticalcare 500 x 325 mm e nicchie portaoggetti. Disponibile anche con deviatore, flessibile e doccetta manuale. Anche in versione da muro. Consumo idrico medio: 8 l/min. Metodo costruttivo brevettato – modello depositato. I prodotti tender rain®, realizzati interamente in Italia con materiali di prima qualità, hanno anticipato le tendenze del settore e contribuiscono a rafforzare il successo del Made in Italy nel mondo. I soffioni e le colonne sono tecnologici nonché ecosostenibili ed ecocompatibili, mostrano inediti disegni d’acqua e ricreano l’atmosfera di rilassante benessere delle migliori Spa. L’inimitabile effetto pioggia, naturale come la gravità, garantisce un notevole risparmio idrico ed energetico. Perfette per illuminare un giardino o una terrazza, un padiglione, un patio o un ambiente living all'aperto, le proposte Foscarini per l'outdoor si ispirano alla natura, a forme semplici e archetipiche. Possono, ad esempio, ricordare un ciottolo di fiume molato dall'azione delle correnti, come nel caso della Outdoor Gregg di L+R Palomba. Nella nuova versione a sospensione per gli spazi aperti, è disponibile in tre diverse misure per integrarsi in ogni contesto e creare libere composizioni. Uno dei best seller Foscarini, Havana di Jozeph Forakis gioca invece sull'essenzialità e sulla pulizia della linea. Nella duplice proposta a sospensione o da terra, è un capolavoro di semplicità. Caratterizzata dal segno giovane e leggero, si è conquistata un posto nella collezione permanente del MOMA di New York. www.bysteel.it www.tenderrain.com www.foscarini.com A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 97 FOCUS Riqualificare con il Light Design PHILIPS ILLUMINA A LED IL NUOVO PONTE AUTOSTRADALE DELLA A21: UN GRANDE IMPIANTO DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA PHILIPS S.P.A. DIV. LIGHTING Via G. Casati, 23 20900 Monza (Mb) tel. 039 2031 www.philips.it/illuminazione 98 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Nell’ottica di importanti contributi all’illuminazione pubblica, Philips, ha confermato il suo impegno realizzando l’impianto di illuminazione a LED del ponte autostradale della A21 all’uscita di Brescia Sud unendo riqualificazione estetica del Light Design, risparmio energetico e flessibilità coreografica. Per l’intero progetto di illuminazione a LED, Philips ha collaborato con Centropadane S.p.A., azienda che si occupa di gestire l’importante collegamento autostradale tra Lombardia ed Emilia Romagna. La collaborazione è nata dalla progettazione e realizzazione da parte di Centropadane di un grande ponte a campata unica, sostenuto da tre archi colorati. Un’opera simbolo del raccordo autostradale Ospitaletto - Montichiari, che di notte assume svariate combinazioni di colore, grazie alla versatilità dell’impianto illuminotecnico realizzato da Philips. Il progetto redatto dall'ufficio tecnico di Autostrade Centro Padane S.p.A. coadiuvato dal supporto tecnico di Philips, si è sviluppato su più livelli, andando a lavorare sugli elementi costitutivi del ponte, permettendo così che venissero valorizzati i volumi e le forme geometriche mediante contrasti e sfumature cromatiche. Gli archi colorati sono stati illuminati dal basso con i proiettori LED ColorReach Powercore RGB orientati in modo tale da coprire ogni arco nella sua interezza. Le barre LEDline² hanno enfatizzato gli stralli, utilizzando la soluzione “a fascio stretto”, i sostegni del ponte, con la soluzione “a fascio medio”. Mentre, per le pareti sottostanti e la cornice orizzontale, è stata utilizzata la soluzione LEDline² a “fascio largo”. A coronamento dell’opera, la dinamicità dell’impianto illuminotecnico è possibile grazie a Pharos, un innovativo sistema di controllo centralizzato capace di gestire diverse scenografie grazie ad una memoria aggiornabile in remoto da un PC. Con la Società Autostrade Centro Padane S.p.A., Philips ha realizzato una serie di impianti che sono all’avanguardia e mostrano tutte le tecnologie di ultima generazione nel campo dell’illuminazione. Il risparmio energetico è ovviamente garantito in quanto sia le sorgenti a ioduri metallici che la tecnologia Led, per definizione sono conformi a tutti gli argomenti moderni di risparmio energetico che le amministrazioni pubbliche sono attente a rispettare. Philips si riconferma come azienda leader nel settore delle soluzioni innovative e a base LED che vengono impiegate per la valorizzazione architettonica e artistica delle città, degli uffici, dei complessi industriali, degli hotel, dei ristoranti, degli esercizi pubblici come supermercati e negozi di moda, ma anche delle vie urbane e dei marciapiedi. . A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 99 MITSUBISHI ELECTRIC PER AUDI CITY: A LONDRA IL PRIMO AUTOSALONE VIRTUALE AMBIENTI Edited by Chiara Dadda Grazie alla tecnologia Mitsubishi Electric, nasce a Londra Audi City, il primo Cyber Store che sostituisce il concetto di autosalone; un’esperienza nuova per gli appassionati di auto tradotta in un progetto all’avanguardia. Audi City è stato inaugurato a Londra lo scorso luglio. Si tratta di uno showroom monomarca di 690 mq in cui sono esposte tre auto reali, mentre tutti gli altri modelli prendono vita nella realtà virtuale. Grazie ai supporti digitali più all’avanguardia forniti da Mitsubishi Electric, la selezione “a catalogo” di un’automobile si trasforma in una vera e propria esperienza da vivere prima ancora del momento del test drive. I clienti, infatti, possono comporre e visionare il modello di auto preferito con le opzioni e gli accessori desiderati, grazie all’ausilio della tecnologia più avanzata e con semplici gesti intuitivi. I Videowall a LED di Mitsubishi Electric, posizionati lungo una superficie di circa 50mq, forniscono immagini in dimensioni reali e di qualità talmente elevata da riprodurre fedelmente, ad esempio, l’esperienza di essere nell’abitacolo dell’auto e scoprirne i dettagli.Audi City è il progetto che segna una nuova frontiera del digitale applicato al mondo automobilistico. Lo showroom è arredato con dettagli moderni e minimali per mettere in risalto l’installazione Mitsubishi Electric che ricopre l’intera parete dal pavimento al soffitto fino a 2,61 m di altezza e si estende per 4,60m di lunghezza. www.mitsubishielectric.it LA QUALITÀ E IL KNOW HOW TEUCO PER L’HOTEL MAJESTIC DEL RADISSON BLU RESORT TERME DI GALZIGNANO Il 4 stelle Hotel Majestic, una delle tre incantevoli strutture del Radisson Blu Resort Terme di Galzignano, ha scelto Teuco per arredare le splendide terrazze delle sue Spa Suite con le esclusive minipiscine Seaside 640 e 629. Situato a pochi km da Venezia in uno dei siti termali più importanti d’Europa, il Radisson Blu Resort Terme di Galzignano nasce in un meraviglioso parco naturale di 350.000mq ed è la meta ideale per chi desidera una vacanza all’insegna di benessere, sport e relax. Teuco, una delle più solide realtà internazionali nel settore dell’ambiente bagno, si inserisce perfettamente in questa cornice d’eccellenza, grazie alla perfetta armonia tra benessere, tecnologia e design tipica dei suoi prodotti, che renderà il soggiorno indimenticabile in questa location vicina ai tesori culturali delle più belle città d’arte italiane, come Venezia, Padova e Verona. Per seguire al meglio lo sviluppo di ogni singolo progetto, la divisione Contract di Teuco mette al servizio del professionista tutte le competenze, i prodotti e le potenzialità dell’Azienda con l’obiettivo di trovare insieme la risposta progettuale e produttiva migliore per qualsiasi ambiente, dai luoghi dell’abitare a quelli dell’ospitare. Dall’idea alla realizzazione, tutto è personalizzabile per soddisfare esigenze ed esaudire desideri, dal singolo prodotto ad intere collezioni bagno. www.teuco.com 100 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Tutte le soluzioni per PROGETTARE _ COSTRUIRE _ RIQUALIFICARE BIENNALITÀ _ SPECIALIZZAZIONE _ INTERNAZIONALITÀ I saloni di MADE expo: Costruzioni e Cantiere | Involucro e Serramenti | Interni e Finiture | Software e Hardware | Energia e Impianti | Città e Paesaggio Promossa da Partner www.madeexpo.it www.federlegnoarredo.it +39 051 66 46 624 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 101 info@madeexpo.it Il linea con il fermento culturale della città che le ha dato le origini, DE-GA, impresa torinese che opera nel settore delle costruzioni da più di 50 anni, porta una ventata d'aria fresca nel mondo dell'edilizia italiana. I suoi interventi sul territorio non sono solo progetti di architettura, ma vere e proprie operazioni di rigenerazione urbana. Ne abbiamo parlato con il Dott. Gabriele Gallesio, Amministratore Delegato DE-GA. REAL ESTATE Text edited by Anna Masello, photos courtesy of DE-GA Progettare il cambiamento Esiste una vision ben precisa che accomuna tutte le vostre operazioni immobiliari. È una forte spinta evolutiva generata dall'urgenza di rispondere a necessità sociali ed ambientali. Quali sono le vostre priorità nell'affrontare un progetto? La sostenibilità economica di un’operazione immobiliare è un elemento fondamentale, che non può essere tralasciato, ma crediamo sia obbligatorio coniugarla con la sostenibilità in senso lato, ovvero con la soddisfazione nel lungo periodo dei nostri stakeholders di riferimento: gli investitori, gli utilizzatori e la comunità urbana in cui l’operazione si inserisce. Per affrontare questa sfida facciamo leva, da sempre, sull’innovazione nel design, nella tecnologia, nei processi. Ma la vera sfida oggi è riuscire ad attivare una stagione di investimenti sulla riqualificazione del nostro territorio che premino innanzitutto la forza dei progetti e delle idee, in una prospettiva di lunga durata. Siete tra i primi in Italia nel settore a credere e a fare propri concetti quali il Co-Working, il Car-Sharing, il Co-Housing. Cosa ci puoi raccontare a riguardo? Stiamo lavorando con dei giovanissimi imprenditori, il network di coworking Talent Garden, per verificare come costruire uno spazio pensato ad hoc per start up che vedono nello scambio e nella condivisione una chiave di successo. L’esperienza è nata attorno ad un progetto architettonico per il riuso di un edificio industriale dismesso, che dava grande rilievo agli spazi verdi, comuni e di relazioni. Oltre ai coworkers si è appassionata all’iniziativa la cooperativa Sumisura, che sta sviluppando iniziative di cohousing, mentre io sono alla guida della società torinese di car sharing. Il confronto con questi soggetti ha influenzato molto il nostro approccio spingendoci a rendere il mix di funzioni, l'organizzazione e la qualità degli spazi comuni la chiave dell’intera operazione. 102 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 Social-Housing. Parlaci dell'operazione OPEN di Fossano, gestita con la collega COGEIN. L’operazione nasce dalla partecipazione ad una gara bandita dalla Regione Piemonte in partnership con il Comune di Fossano, che sta promuovendo una politica di riassetto del territorio costruito, azzerando il consumo di suolo agricolo. Tramite un laboratorio di progettazione partecipata abbiamo realizzato il masterplan dell’intervento che comprende un mix di residenza sociale in locazione, un impianto sportivo e un'area di commercio articolata intorno ad una piazza verde. Abbiamo definito il profilo della comunità di residenti, che privilegerà le giovani famiglie e gli anziani. Abbiamo poi lavorato molto sui temi del confort e dell’efficienza energetica, per garantire a tutte le unità la classe A o A+. Raggiungere l’equilibrio finanziario in un’operazione di housing sociale senza compromettere la qualità dell’intervento non è facile, ma è possibile investendo sulla ricerca delle soluzioni costruttive e sviluppando una nuova visione strategica tra pubblico, operatore privato e fondi di investimento. Intervenire su qualcosa che c'è già è certamente più complesso rispetto al costruire ex-novo. De-Ga raggiunge livelli d'eccellenza in questo senso, penso a Casa Hollywood, oppure al 25 Verde di via Chiabrera... Affrontare ogni iniziativa con un progetto concepito ad hoc per uno specifico contesto costituisce un approccio divenuto ormai parte del nostro dna. Questo ci induce ad una sperimentazione continua. Casa Hollywood, realizzata sul sito di un teatro ottocentesco poi trasformato in cinema nasce dall’esigenza di valorizzare una vista inedita sul centro di Torino tramite un vero e proprio schermo in vetro che fosse in grado di esaltare il paesaggio esterno, proteggere le abitazioni dal rumore e dall’inquinamento, garantire elevate performance energetiche e raccordare il nuovo edificio con la storica torre scenica. La sfida del 25 Verde, realizzato nell’area storica dei primi insediamenti FIAT, era al contrario ricreare con il costruito la qualità e i valori della collina e del fiume posti a pochi metri ma resi invisibili dallo sviluppo circostante, realizzando una casa sugli alberi, dove strutture organiche in acciaio cor-ten reggono grandi terrazzi abitabili protetti da piante ad alto fusto studiate in base allo specifico microclima, che diventano parte integrante del disegno di facciata insieme al rivestimento in larice a spacco, offrendo alla città un nuovo paesaggio naturale-artificiale. Ricerca e Sviluppo sono la chiave di volta, soprattutto quando si riesce a capire e a veicolare il valore dei giovani. Qual'è la vostra esperienza a riguardo? Negli ultimi anni abbiamo intensificato molto le attività di ricerca e sviluppo in collaborazione con enti di ricerca, come il Politecnico di Torino e con i Poli di innovazione regionali. Gli assi su cui ci siamo concentrati in maniera particolare sono l’individuazione di processi trasparenti e certificabili per la progettazione di edifici con elevate performance energetiche, con una particolare attenzione alla riqualificazione del patrimonio esistente, e la realizzazione di strumenti per rendere più facile, l’”uso” degli edifici. Penso ad esempio al prototipo CasaZera, che sarà installato all’interno delle Ex Officine Ghisa Nebbiolo di Torino, esito di un progetto di ricerca realizzato in partnership con il Politecnico. Oppure al progetto Smart Building Interface, che stiamo realizzando con gli specialisti di interaction design di Experientia: un portale web di condominio, che consente ai residenti non solo di monitorare e gestire al meglio i consumi energetici della propria abitazione, ma anche di rendere più semplice e trasparente la gestione tecnica e amministrativa dell’immobile. | www.admnetwork.it | follow us on | PLANNING THE CHANGE There is a very clear vision that brings together all your real estate transactions. It is a strong evolutionary thrust generated by the need to respond to social and environmental requirements. What are your priorities in dealing with a project? The economic sustainability of a real estate transaction isa key element that cannot be neglected, but we believe it is mandatory to combine it with sustainability in a broad sense, that's to say, with the long-term satisfaction of our stakeholders of reference: the investors, the users and the urban community within which the operation is included. To face this challenge we have always focused on the innovation of design, technology and processes. But today the real challenge is to be able to activate a series of investments for the redevelopment of our territory that reward, first and foremost, the power of projects and ideas, with a long-term perspective. You are among the first in Italy in the field to take over, and believe in, concepts such as Co-Working, Car-Sharing and Co-Housing. What can you tell us about that? We are working with very young entrepreneurs - the network of Talent Garden co-working - to see how to build a space designed specifically for start-ups which consider exchange and sharing a key to success. The experience was born around an architectural project for the reuse of an abandoned industrial building, which gave great emphasis to green, common and relational spaces. In addition to the co-workers, the Sumisura cooperative - which is developing co-housing initiatives - has developed a deep interest for the activity, while I'm responsible for the car-sharing Turin-based company. The comparison with these subjects has greatly influenced our approach, motivating us to make the mix of functions, organization and quality of the common areas the key aspect of the whole operation. Social Housing. Tell us about the Fossano OPEN operation, managed with its colleague COGEIN. The operation has arisen from the participation in a tender called by the Piedmont Region in partnership with the City of Fossano, which is promoting a readjustment policy of the built territory, eliminating the consumption of agricultural land. Through a participatory planning workshop we have developed the masterplan of the intervention which includes a mix of social housing on lease, a sports area and a trade area articulated around a green square. We have defined the profile of the residents' community, which will privilege young families and the elderly. We have also worked hard on the topics of comfort and energy efficiency, to ensure a Class A or A + to all dwelling units. It is not easy to achieve a financial balance in a social housing operation without compromising the quality of the intervention, but it is possible by investing on the research for constructive solutions and developing a new strategic vision among the public, the private operator and the investment funds. Working on something that is already there is certainly more complex than building from scratch. De-Ga reaches excellent levels in this sense. I think about Casa Hollywood or 25 Verde located in Via Chiabrera... Dealing with each initiative with a project specially designed for a specific context represents an approach that has become part of our DNA. This leads us to a continuous experimentation. Casa Hollywood, built on the site of a nineteenth-century theatre then transformed into a cinema, stems from the need to focus on a new view of Turin old centre through a real glass screen able to enhance the external landscape, protect the houses from noise and pollution, guarantee high energy performances and connect the new building with the historical stage tower. The challenge of 25 Verde, built in the historic area of the first FIAT settlements, was instead to reconstruct, with the already built, the quality and values of the hill and the river located a few meters away, but made invisible by the surrounding development, by creating a tree house, where organic structures made of Cor-ten steel support large habitable terraces protected by forest trees designed according to the specific microclimate. These become an integral part of the design of the facade together with the split larch covering, offering to the city a new natural-artificial landscape. Research and Development are the keystone, especially when it is possible to understand and convey the value of young people. What is your experience about it? In recent years we have significantly increased the research and development activities in collaboration with research institutions, such as the School of Engineering of Turin and regional innovation centres. The main aspects we have particularly focused on are the identification of transparent and certifiable processes for the design of buildings with high energy performances, with particular attention to the redevelopment of the existing assets, and the creation of tools to make the "use" of buildings easier. For example, I think about the CasaZera prototype, which will be installed within the Ex Officine Ghisa Nebbiolo of Turin, as the result of a research project carried out in partnership with the School of Engineering. Or the Smart Building Interface project, that we are carrying out with the specialists in interaction design of Experientia: a web portal for a block of flats, which allows the residents not only to monitor and better manage the energy consumption of their house, but also to make the technical and administrative management of the property easier and transparent. REAL ESTATE DE-GA, a Turin-based company that has been operating in the construction industry for over 50 years, brings a wave of fresh air to the Italian building sector, in line with the cultural excitement of the city in which it was born. Its interventions in the area are not only architectural projects, but real urban renewal operations. We talked about this with Dr. Gabriele Gallesio, DE-GA's managing director. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 103 Project Ecostruendo Location Torino REAL ESTATE Designed by De-Ga e Politecnico di Torino Ecostruendo, un salto nel futuro per migliorare il presente Gli studenti del Politecnico di Torino saranno i primi a testare il prototipo, vivendoci. Il programma di ricerca “Ecostruendo” si inserisce nelle attività del Polo dell’innovazione per l’edilizia sostenibile e idrogeno (POLIGHT) della Regione Piemonte ed è finanziato con fondi FESR. Obiettivo del programma è lo sviluppo e la pre-industrializzazione di un sistema costruttivo leggero ad alte prestazioni energetiche per il riuso di edifici industriali dismessi a fini di residenza sociale e di mercato. Ecostruendo si configura come un sistema energeticamente sostenibile in grado di intercettare la domanda di mercato di nuovi stili di vita e nuove configurazioni tipologiche assieme alla crescente necessità di recupero/ riuso degli edifici industriali dismessi, rapidità esecutiva e autorizzativa. Esso agisce su quattro leve strategiche: ǩVYLOXSSRGLXQSURGRWWRHGLOL]LRLQWHJUDWRLQGXVWULDOL]]DELOHPDIOHVVLELOH rispetto alle scelte architettoniche e urbanistiche. ǩULGX]LRQHGHLFRVWLGLFRVWUX]LRQHHVHUFL]LRGXUDQWHWXWWDODYLWDPHGLDGHO prodotto, attraverso la progettazione integrata, la selezione delle migliori soluzioni tecnologiche (per involucro, struttura e impianti), riduzione degli scarti (inclusi i rifiuti) e dei tempi di realizzazione. ǩDOWROLYHOORGLSUHVWD]LRQLFRPIRUWJHVWLRQHXVHUIULHQGO\VRVWHQLELOLW¢ ambientale, risparmio energetico, qualità e durata) a costo contenuto di realizzazione e gestione. ǩJDUDQ]LDGHOOHSUHVWD]LRQLGHOSURGRWWRILQLWRDWWUDYHUVRODGHILQL]LRQH di procedure di commissioning relative alle attività di progettazione, costruzione, e verifica post-occupancy. Il primo prototipo CasaZera sarà installato nei prossimi mesi all’interno delle Ex Officine Ghisa Nebbiolo di Torino: un’unità abitativa in legno ad alta efficienza, concepita per consentire il riuso anche parziale e temporaneo di edifici industriali dismessi, che saranno utilizzati come un vero e proprio living lab, abitato per alcuni mesi da studenti di ingegneria che parteciperanno al monitoraggio e al miglioramento delle performance energetiche e ambientali del prototipo. PARTNERS ǩ'(*$6S$GHYHORSPHQWSDUWQHUHFRVWUXWWRUH ǩ&RQIRUW$UHH6UO ǩ*ROGHU$VVRFLDWHVVUO0(7(& ǩ+DELFKHU+RO]EDXVUO ǩ2QOHFRVUO ǩ3ROLWHFQLFRGL7RULQR'LSDUWLPHQWRGL(QHUJHWLFD 7HFQRORJLH,PSLDQWLVWLFKHVUO ǩ7UDVUO | www.admnetwork.it 104 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 | follow us on | REAL ESTATE Ecostruendo, a jump in the future to improve the present The students of Torino's Politecnico will be the first to test the protothype, living in it. The "Ecostruendo" research program belongs to the activities of the research and development Cluster of the Piedmont Region dedicated to sustainable building technologies and hydrogen and is supported by the ERDF funds. The objective of the program is the development and pre-industrialization of a high energy efficient, light building system for the reuse and transformation of abandoned industrial buildings into social and market housing. Ecostruendo is an energy sustainable system that is capable to meet the market demand for new lifestyles and new types of solutions together with the growing need for recycling/reusing abandoned industrial buildings, fast execution and licensing process. It is based on four strategic assets: t %FWFMPQNFOU PG BO JOUFHSBUFE CVJMEJOH QSPEVDU XIJDI DBO CF industrialized, yet is flexible to the architectural and town planning choices. t3FEVDUJPOPGCVJMEJOHPQFSBUJPODPTUTEVSJOHUIFFOUJSFBWFSBHFMJGFPG the product through integrated planning, and the selection of the best technological solutions (by covering, structure and systems), reduction of waste (including rubbish) and execution time. t )JHI QFSGPSNBODF MFWFM DPNGPSU VTFSGSJFOEMZ PQFSBUJPO environmental sustainability, energy-saving, quality and lifespan) with moderate execution and operation costs. t (VBSBOUFFE QFSGPSNBODF PG UIF GJOJTIFE QSPEVDU UISPVHI UIF definition of commissioning procedures of planning, construction and post-occupancy check activities. The Prototype CasaZera will be installed in the next months inside the Ex Officine Ghisa Nebbiolo in Torino: it consists in a high efficency wooden housing unit, conceived to facilitate the reutilization, even temporary, of disused industrial complexes that will be used as a living lab. Some engineering students will actually live inside it for few months in order to monitor and improve the protothype's environmental and energetic performances. PARTNERS t%&("4Q"EFWFMPQNFOUQBSUOFSBOECVJMEJOHDPOTUSVDUPS t$POGPSU"SFF4SM t(PMEFS"TTPDJBUFTTSM.&5&$ t)BCJDIFS)PM[CBVTSM t0OMFDPTSM t1PMJUFDOJDPEJ5PSJOP%JQBSUJNFOUPEJ&OFSHFUJDB 5FDOPMPHJF*NQJBOUJTUJDIFTSM t5SBTSM | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 105 ISH Salone del Restauro 12-16 marzo | Frankfurt, Germany 20-23 marzo | Ferrara ISH è la fiera internazionale leader nel settore del bagno, dell'edilizia, delle energie rinnovabili, delle tecnologie per la climatizzazione. Fulcro di ISH e tema centrale di tutti i settori produttivi sarà la “conservazione delle risorse”. In ISH Water gli espositori proporranno soluzioni ecosostenibiliperl'arredamentodelbagno,esottolineeranno l'importanza di un uso responsabile dell'acqua come risorsa primaria nella vita di tutti i giorni. Mentre ISH Energy offrirà ai visitatori ed ai professionisti del settore una panoramica sulle nuove tecnologie e prodotti per il riscaldamento, la ventilazione e il raffreddamento che utilizzano fonti di energia rinnovabili, tra cui le biomasse, l'energia solare e l'energia geotermica. Il 2013 costituisce un anno importante per il Salone del Restauro; in questo preciso momento storico e culturale si rende necessario riconoscere l’importanza che recupero architettonico e restauro acquisiscono alla luce dei tragici eventi sismici che hanno funestato il nostro territorio negli ultimi anni. Tra i temi portanti di Restauro 2013 ci sarà proprio il soccorso al patrimonio artistico e architettonico a ridosso di un evento catastrofico. Si riconfermano anche per questa edizione le iniziative collaterali di Ferrara Aperta per Restauro, che vedono l’apertura straordinaria gratuita, anche serale, di musei, pinacoteche e palazzi storici cittadini durante tutti i quattro giorni di manifestazione. www.ish.messefrankfurt.com www.salonedelrestauro.com Expoedilizia MosBuild iSaloni 21-24 marzo | Roma 2-5 e 16-19 aprile | Mosca, Russia 9-14 aprile | Rho (Mi) Recupero edilizio artistico e urbano, sostenibilità degli edifici in chiave mediterranea, risparmio ed efficienza energetica, ma anche tecniche del costruire, scenari del comparto, formazione degli operatori e sicurezza nei cantieri: questi i temi che animeranno la sesta edizione di Expoedilizia, fiera internazionale per l´edilizia e l'architettura, evento di riferimento per il comparto delle costruzioni del Centro e Sud Italia. Nove le aree tematiche (Serramenti Chiusure, Elementi Strutturali, Macchine Attrezzature, Pavimenti Rivestimenti, Decori Colori, Informatica Servizi, Arredo Urbano, Sicurezza, Impianti ed Energie Rinnovabili), ognuna con un focus su un aspetto della filiera e teatro di interazione tra gli operatori professionali e le aziende. Il salone internazionale delle costruzioni MosBuild è considerato come uno dei cinque eventi fieristici più importanti al mondo nel campo delle costruzioni. Dal 2 al 5 aprile si terranno Building & Interiors (materiali e attrezzature, finiture interne, porte, illuminazione e domotica) e Fenestration (sistemi di facciata, gli infissi, l'automazione e la sicurezza della casa). Dal 16 al 19 aprile, si svolgerà il Cersanex (piastrelle, rivestimenti, sanitari e arredo bagno), in contemporanea del quale vi sarà lo Stonex (marmo e pietra naturale). Da segnalare: il forum dedicato alle 3E (Ecologia, Energia, Efficienza), il premio MosBuild Architecture&Design Awards (MADA) e una conferenza internazionale sulle tecnologie per la progettazione e costruzione di case passive. “A Milano, il mondo che abiteremo”: lo slogan del 52esimo Salone Internazionale del Mobile, che si terrà con quello del Complemento d’Arredo, le biennali Euroluce e SaloneUfficio accanto al SaloneSatellite. Milano come finestra sul mondo del design e città, più di ogni altra, della creatività, della qualità e del cambiamento. Evento per i Saloni 2013 “Progetto: ufficio da abitare” di Jean Nouvel. In un’area di 1.200 mq, all’interno dei padiglioni dedicati al SaloneUfficio, l’architetto (Pritzker Prize 2008) proporrà diversi scenari per sviluppare i principali temi della sua visione dello spazio di lavoro. “Design e artigianato: insieme per l’industria” il tema del 16esimo SaloneSatellite che come ogni anno offre visibilità ai giovani designer emergenti. www.expo-edilizia.it www.mosbuild.com www.isaloni.it AGENDA 106 A+D+M A+D+M| MAGAZINE MAGAZINE| 2013 2013| # 42 FEED YOUR CREATIVITY 0 10 20 30 40 50 www.polidesign.net Master Universitari e Corsi di Alta Formazione organizzati da POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 107 MASTER Borse di Studio per i Master dell’area design dello IED di Roma IED Istituto Europeo di Design - Roma www.ied.it Corso di Alta Formazione in Design del Giocattolo POLI.design www.polidesign.net/ddgio Aperte le iscrizioni al Corso di Alta Formazione in Design del Giocattolo (2a ed.), in partenza a maggio 2013. Organizzato da POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano, con il patrocinio di Assogiocattoli, l'associazione che rappresenta i produttori e distributori italiani del settore, il Corso è il primo a livello europeo dedicato alla formazione di figure professionali specializzate in quest'ambito, tanto da aver dato il via alla prima Toy Designer List ufficiale, ideata da Assogiocattoli e POLI. design per distinguere e segnalare questa nuova categoria di professionisti all'intero sistema design e, in particolare, alle imprese del settore giocattolo italiano ed internazionale. Il Corso si rivolge non solo a 'product designer', ma anche a tutte quelle figure attive nel settore interessate ad approfondire i molteplici aspetti su cui ruota il sistema prodotto del giocattolo (prodotto, distribuzione, packaging, comunicazione, sicurezza ecc..). Il corso si propone di formare una nuova generazione di professionisti in grado soprattutto di gestire processi di progettazione così complessa e di muoversi con sicurezza tra vincoli concreti - come quelli della sicurezza - e obiettivi astratti - come quelli cognitivi, pedagogici e ludici. Il tema per la 2a ed. del corso riguarderà la progettazione per la fascia 3-6 anni. Il 28 febbraio, il 13 marzo e il 4 aprile dalle ore 13.00 alle ore 14.00 presso POLI.design - Via Durando 38/A,Milanositerrannolegiornatedipresentazione del corso. Per informazioni: Poli.Design - Consorzio del Politecnico di Milano Tel. 02 2399 5864 iscrizioni@polidesign.net 108 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 L’Istituto Europeo di Design di Roma, che proprio quest’anno compie quarant’anni dalla sua fondazione nella città, propone 14 percorsi Master e di Formazione Avanzata nei settori creativi di Moda, Design, Management e Visual Communication in partenza tra marzo ed aprile. Per ogni Master lo IED offre 2 borse di studio per il 50% della retta di frequenza. Le candidature vanno inviate a: master@roma.ied.it entro due settimane dalla partenza del corso scelto. Nell’Area Design, IED propone tre percorsi in lingua italiana e uno in lingua inglese: Master in Handicraft and Self Production Design > 29 aprile 2013 Obiettivo: formare futuri professionisti nella gestione di attività imprenditoriali nel settore del Design, dalla progettazione industriale alla commercializzazione, con un elevato grado di originalità ed innovazione. Master in Interior Yacht Design > 19 aprile 2013 Obiettivo: fornire una formazione specialistica nell’ambito dell’Interior Yacht Design, sviluppando le competenze architettoniche ed ingegneristiche nautiche orientate alla realizzazione degli interni e degli spazi. Master in Interior Design > 18 novembre 2013 Obiettivo: formare professionisti in grado di realizzare opere di interior design con competenza, professionalità e forte identità creativa gestendo un processo di realizzazione completo, dall’ideazione alla fase esecutiva in cantiere. L’offerta formativa di IED Design, prevede anche il Master in Food Design in lingua inglese. Il corso forma referenti per un design innovativo e per i progetti di comunicazione riguardanti il contenuto, la forma e il packaging del cibo, così come delle aree in cui il cibo viene venduto e consumato. Per questo percorso non sono previste borse di studio. Per informazioni: Istituto Europeo di Design - Roma Tel. 06 7024025 master@roma.ied Master di II livello in Progettazione e recupero architettonico, urbano e ambientale con l'utilizzo di tecnologie innovative Dip. di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli Federico II www.unina.it Sono aperte le iscrizioni al master di II livello in “Progettazione e recupero architettonico urbano e ambientale con l'utilizzo di tecnologie innovative”, organizzato dal Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Obiettivo del Master è formare figure professionali, architetti e ingegneri, specializzate nel campo della progettazione e del recupero architettonico, urbano e ambientale con l'utilizzo di tecnologie innovative. Il corso presenta un forte carattere di multidisciplinarietà, in quanto relaziona competenze differenti quali la progettazione architettonica, ambientale e territoriale, la storia ed il restauro dei centri storici, l'energetica, le valutazioni di impatto economico e ambientale, le tecnologie innovative, le tecniche costruttive, i nuovi materiali nonché l'ingegneria strutturale. Requisiti: Diplomi di laurea del vecchio ordinamento: Architettura, Ingegneria edile, Ingegneria civile, Scienze ambientali, Conservazione e restauro dei beni culturali. Didattica: Il Master è strutturato in logica on the job, in modo da rendere il percorso formativo dinamico e coinvolgente: le attività frontali sono ridotte al minimo, a vantaggio delle attività applicative e seminariali. L'insieme delle attività previste è di 1500 ore, delle quali 600 saranno svolte in aula o per attività di tirocinio e 900 dovranno essere dedicate allo studio individuale e all'elaborazione della tesi. Scadenza iscrizioni: 9 aprile 2013 alle ore 12.00 Per informazioni: Arch. Alfonsina Gentile – Dip. di Architettura Univ. degli Studi di Napoli Federico II Tel. 081 2538697 - 38741 | cell. 338 9554352 alfonsinagentile@libero.it N rmo The o U8 Therm V AT TA F LA TT – LA PIU’ C AL I N S TA L CO INESTRA S MERCATO UL F DA EH IL R ACCO R D O A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 109 BOOKS A cura di Aldo Colonetti Arnaldo Pomodoro CARAPACE Editrice Compositori, Bologna, 2012 Pag. 144 Tra le dolci colline di Bevagna (Pg) sembra uscire dalle viscere della terra un'imponente tartaruga in rame. Claudia Manenti LUOGHI DI IDENTITÀ E SPAZI DEL SACRO NELLA CITTÀ EUROPEA CONTEMPORANEA FrancoAngeli, Milano, 2012 Pag. 160 Quali sono le conformazioni dell'urbano che concorrono a creare un ambiente di vita capace di far maturare nei suoi 110 A+D+M | MAGAZINE | 2013||##42 42 È il Carapace, la cantina realizzata recentemente da Arnaldo Pomodoro per la Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli. Lo scultore l'ha sognata, immaginata, costruita e smantellata più volte nella sua mente. E alla fine il Carapace si è concretizzato in una scultura funzionale, o se si vuole in una struttura scultorea in grado di emozionare. Sulle fasi della sua complessa costruzione, durata circa cinque anni, è stato realizzato un volume a cura di Aldo Colonetti. «Il mio sogno - scrive Gino Lunelli nella prefazione - era quello di far realizzare ad Arnaldo uno scrigno per il vino, una cantina che fosse scultura e architettura insieme». Il volume documenta il progetto della Cantina dai primi disegni all’opera finita. Come un diario di viaggio d'autore, restituisce l'opera del Carapace nel suo farsi, attraverso l'analisi del territorio, della natura, dell'artificio dell'arte, del lavoro degli uomini. La narrazione è affidata all’ampio portfolio fotografico firmato da Antonia Mulas e Pietro Carrieri che come Introducono il volume un dialogo fra Arnaldo Pomodoro, Gillo Dorfles e Aldo Colonetti, interventi della famiglia Lunelli e testi delle diverse competenze espresse dall’opera, ossia l’enologica e la progettuale. abitanti un senso di appartenenza? Quali gli elementi architettonici che generano un'immagine identitaria? Quali i criteri progettuali per una città chiaramente leggibile che sappia dare un senso di sicurezza emotiva ai suoi abitanti e concorra a creare occasioni di vita comunitaria? A partire da questi interrogativi Claudia Manenti, direttore del Centro Studi per l'architettura sacra e la città della Fondazione Card. Giacomo Lercaro di Bologna, sviluppa in questo saggio l'analisi di alcuni contesti urbani europei di recente edificazione, individuando i tre temi delle centralità urbane, dei luoghi di identità e degli spazi del sacro, come i cardini di un discorso sulla città contemporanea. Il confronto tra i caratteri dominanti le differenti espressioni di ambiente urbano è, infatti, di estremo interesse in quanto, se si può presumere che i luoghi altamente rappresentativi della città storica partecipino e sostengano l'immaginario collettivo degli abitanti delle periferie, risulta importante comprendere, invece, quali siano i processi di formazione identitaria in atto nelle realtà urbane costruite a partire da un'astratta idea progettuale. Lettura dell'edificato, confronto tra le immagini che di volta in volta sono andate ad aggiungersi e a sostituirsi e registrazione delle impressioni degli abitanti in merito alla percezione del loro ambiente di vita, sono gli elementi che hanno permesso di formulare un quadro di riferimento della costruzione della città contemporanea. andy fluon "MIAO" acrilicofluo su tela cm. 60 x 80 Alberto Apostoli xxxxxxx DELLE SPA Editrice Il Campo, Bologna, 2012 Pag. 160 Un terzo di creatività e cultura del benessere, un terzo di tecnica e capacità progettuale, un terzo di conoscenza degli aspetti manageriali e gestionali connessi con il benessere. Un progetto di Francesca Appiani, Museo Alessi xxx xxxx TEA & xxxx TOWERS vol. 1 e vol. 2 Corraini Edizioni, Mantova, 2011 Libro + DVD Ecco gli ingredienti di questo testo che non intende esaurire la materia (estremamente complessa e in divenire) né diventare o essere un “manuale” di progettazione tecnica quanto essere testo fondante per chi desidera un approccio maturo e multidisciplinare alla tematica del benessere. Negli ultimi anni, il numero di imprese legate al mondo del benessere ha conosciuto una notevole crescita percentuale. Non tutte le strutture, però, sono riuscite a ottenere risultati economici soddisfacenti e in grado di ripagare i notevoli investimenti sostenuti. La causa di molti fallimenti va ricercata nella visione parziale e limitata dell’imprenditore. Scritto da un architetto con grande esperienza nella progettazione di centri benessere e spa in tutto il mondo, e di conseguenza, da un particolare punto di vista, il volume si propone di illustrare nella sua complessità la progettazione di un centro benessere, a partire dagli ambiti creativi, passando da quelli legati alle tecnologie e agli impianti, fino ad esaminare alcuni concetti di marketing e di comunicazione; il tutto alla luce di considerazioni gestionali, economiche e finanziarie. Si evidenziano, inoltre, come sottofondo all’iter progettuale, alcune considerazioni etiche e filosofiche, legate ad un mondo che si incarica di incidere sull’equilibrio psicofisico ed emotivo delle persone e della collettività. Due volumi dedicati al progetto di ricerca “Tea & Coffee Towers” lanciato da Alberto Alessi nel 2000 che aprono un nuovo filone all'interno della collana delle Design Interviews, nata dal desiderio di conoscere da vicino i progettisti attraverso il racconto in prima persona della loro esperienza e del loro metodo. I volumi raccolgono le interviste ad una serie di architetti internazionali (William Alsop, Wiel Arets, MVRDV, Gary Chang, UN STUDIO, Greg Lynn Form, Thom Mayne Morphosis, Tom Kovac, Deszö Ekler, Toyo Ito, Doriana e Massimiliano Fuksas, Dominique Perrault, Future Systems, Juan Navarro Baldeweg, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, David Chipperfield, Alessandro Mendini) chiamati a progettare un servizio da tè e caffè per Alessi come se fosse una micro-architettura. È stato chiesto loro - alcuni hanno reagito in modo più spontaneo, per altri è stato un po' più difficoltoso - di spiegare le motivazioni e la storia del loro progetto, che cosa c'era dietro e come l'avevano vissuto. Ad ogni libro è associato un dvd: una video intervista realizzata in esclusiva dal Museo Alessi ( regista e autrice Anna Pitscheider) che costituisce una testimonianza unica di riflessioni, esperienze e considerazioni sul “fare design”. La trascrizione del filmato, curata in modo da conservare la spontaneità e l'immediatezza della conversazione, è presentata all'interno del libro insieme alle istantanee più significative del video stesso, a fotografie, a schizzi e a studi preparatori dei progetto più vari. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 111 INDIRIZZI Mitsubishi Electric Europe Arte Ipse Dixit Ltd 29 Harley Street London W1G 9QR United Kingdom www.arteipsedixit.com Dassault Systèmes Italia Via Gioacchino Rossini, 1/A 20020 Lainate (Mi) tel. 02 3343061 www.3ds.com DE-GA Corso Regio Parco, 13 F 10152 Torino tel. 011 8178174 www.de-ga.it Élitis Centro Direzionale Colleoni Viale Colleoni 7 20864 Agrate Brianza (Mb) tel. 039 60531 www.mitsubishielectric.it Performance in Lighting Viale del Lavoro, 9/11 37030 Colognola ai Colli (Vr) tel. 045 6159211 www.performanceinlighting.com Philips - Div. Lighting Via G. Casati, 23 20052 Monza (Mb) tel. 039 2031 www.philips.it/illuminazione POLI.design Via Savona, 97 20144 Milano tel. 02 42296677 www.elitis.fr Consorzio del Politecnico di Milano Via Durando, 38/a 20158 MILANO tel. 02 2399 7206 www.polidesign.net Icas Sanlorenzo Yacht S.S. 415 km. 28,650 26010 Vaiano Cremasco (Cr) tel. 0373 278045 www.icas.it Via Armezzone, 3 19031 Ameglia (Sp) tel. 0187 6181 www.sanlorenzoyacht.com Jacuzzi Europe Superstudio Group S.S. Pontebbana Km 97.200 33098 Valvasone (Pn) tel. 0434 859111 www.jacuzzi.eu Via Tortona, 27 20144 Milano tel. 02 422501 www.superstudiogroup.com MADE Eventi Vannucci Piante Foro Buonaparte 65 20121 Milano tel. 02 806041 www.madeexpo.it Via della Dogaia 51039 Quarrata (Loc. Piuvica) Pistoia tel. 0573 79701 www.vannuccipiante.it MATREC - EcoMaterials Library Via Luigi Arnaldo Vassallo, 43 – int.20 00159 Roma tel. 06 4440286 www.matrec.com Vimar Viale Vicenza 14 36063 Marostica (Vi) tel. 0424 488600 www.vimar.eu Si ringraziano: ABDR Architetti Associati Via delle Conce, 20 00154 Roma tel. 06 57250457 www.abdr.it Andy Fluon Via Montegrappa, 4b 20052 Monza (Mb) tel. 039 2005973 www.fluon.it Archea Associati Lungarno Benvenuto Cellini, 13 50125 Firenze tel. 055 6580127 www.archea.it Goring&Straja Studio Via Friuli, 65 20135 Milano tel. 02 78622050 www.gasarchitects.com Luisa Bocchietto Salita di Riva, 3 13900 Biella tel. 015 23130 info@luisabocchietto.it MADE associati | architettura e paesaggio Vicolo Pescatori, 2 31100 Treviso tel. 0422 590198 www.madeassociati.it Salamanca design & Co. Via Laura Bassi Veratti 11/2D 40137 Bologna tel. 051 355566 www.salamancadesign.com SANAA Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa www.sanaa.co.jp Simone Micheli Architectural Hero Via Aretina 197r 199r 201r 50136 Firenze tel. 055 691216 www.simonemicheli.com StudioMarinoni Corso Magenta, 54 20123 Milano tel. 02 46513984 www.studiomarinoni.com 112 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42 AXON C p er il n egozio del fu t u ro 100 % flessibil it à Ma ssima compo nibil it à Sistema autopor t ant e Aggancio pannello Mensola Anubi Mensola Aggancio schienale vetro Piano inclinato Corrente Gancio per parete Montante Cassonetto luminoso Pannello per Blister Base AXON C è un prodotto, dalle elevate caratteristiche tecnologiche, che risponde a tutte le nuove esigenze del negozio moderno: funzionalità, adattabilità, flessibilità espositiva. Il sistema AXON C ha una struttura metallica autoportante che consente la canalizzazione degli impianti e la personalizzazione con differenti finiture (legno, laminati specchi, vetro, metallo). Il programma prevede: gondole, cassonetti luminosi, ripiani inclinati, e un nuovo reggipiano con dispositivo di sicurezza antiribaltamento posizionabile a qualsiasi altezza della struttura. La logica organizzativa del sistema AXON C sfrutta l’addizionabilità, la flessibilità e la combinazione degli elementi, ne consegue la facilità di eseguire rapidamente nuove soluzioni in una serie pressochè illimitata di schemi espositivi ed altezze, ottimizzando ogni spazio del punto vendita. Axon 100 - Axon 60 - Axon 52 - Axon 25 ICAS S.R.L. S.S. 415 Km 28,650 26010 Vaiano Cremasco (Cremona) Italy Tel. +39 0373 278045 Fax +39 0373 278107 web site www.icas.it e-mail comm@icas.it R I V E S T I M E N T I M U R A L I / C O L L E C T I O N PA R A D I S I O / D I S E G N O P RO F U M O D’ O RO Ecco un nuovo tipo di metallo prezioso : il muro. Auteur & Éditeur. C A R T E D A PA R AT I , T E S S U T I , R I V E S T I M E N T I M U R A L I , M O B I L I S H O W R O O M , V I A S A V O N A 9 7 , 2 0 1 4 4 M I L A N O - W W W. E L I T I S . F R