PDF - Archea Associati

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PDF - Archea Associati
Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno IX - Numero 42 - 2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP
# 42
in questo numero
in this issue
Tra memoria e domani
Between memory and tomorrow
Architetture capaci di dialogare
Architectures able to dialogue
Il linguaggio della materia
The language of matter
La luce nel progetto
The light in the project
ABDR
Ricostruire
il
senso
Rebuild the sense
| Periodico di contract e design d’interni per spazi ad uso pubblico | Review of contract and interior design for spaces for public use |
Gli Illuministi sapevano di
essere
editoriale
Simona Finessi
Illuministi?
È
consuetudine dei critici dare delle etichette ai periodi storici per riassumerne
i movimenti culturali salienti che li hanno caratterizzati; mi sono sempre
chiesta con grande curiosità se gli attori di questi grandi movimenti culturali
fossero davvero consapevoli di quello che stavano determinando con le loro azioni o
se invece queste etichette fossero piuttosto un esercizio artificioso da critico. Con la
stessa curiosità provo a immaginare, oggi, come i critici e gli storici degli anni futuri
descriveranno i nostri tempi dilaniati dai grandi mali sociali: l'economia ristagna, la
forbice sociale ha eliminato completamente la middle class facendola sprofondare verso il basso e la disoccupazione
ha raggiunto livelli impressionanti. Con un quadro di questo tipo c'è effettivamente poco da stare allegri. Probabilmente
parleranno degli anni 2000 come di un nuovo medioevo culturale in cui i modelli negativi hanno contagiato
gli animi di tutti. Ritengo tuttavia che i periodi di grande depressione siano in realtà una grande opportunità di
cambiamento e di riflessione culturale. Non mi riferisco tanto all'effetto selettivo che la crisi determina, fenomeno
peraltro vero e incontrovertibile. Ma piuttosto allo slancio culturale di nuova moralità e di rinnovata responsabilità
sociale e ambientale che le nuove generazioni stanno coltivando e portando alla luce, proprio
in reazione ad un sistema così profondamente degenerato. Dopo ogni Medio Evo c'è
sempre un Rinascimento e questo nostro tempo potrebbe segnare proprio il
passaggio da una situazione di grande corruzione, volgarità e individualismo
a favore di una coscienza collettiva attenta alla Res Pubblica, all'ambiente,
alla solidarietà sociale. Una reazione che la mia generazione ha contribuito ad
instillare in quelle successive a cui sarà dato l'arduo compito di cambiare modus
vivendi e modus operandi in modo radicale. Le rivoluzioni culturali, d'altra
parte, non possono mai essere stabilite artificiosamente dall'alto; tutti gli esempi
storici a riguardo, testimoniano grandi fallimenti: basti pensare al tentativo di dare
un'unità linguistica all'Italia dopo la sua unione nel 1861. Ci sono voluti più di cent'anni
perché ciò avvenisse e ancora oggi l'identità culturale della nostra penisola passa attraverso
una molteplice varietà di identità geografiche e idiomatiche senza uguali. La storia ci insegna che le rivoluzioni
culturali si rivelano tanto più efficaci, quanto più si generano in modo lento e profondo nelle menti delle nuove
generazioni, attraverso un movimento che parte dal basso e che si genera spesso in reazione a quello che lo ha
preceduto. E questo è quello che sta accadendo negli ultimissimi tempi. Sarà con molta probabilità un processo lungo
il cui completo esito, temo non arriverò a vedere, ma l'importante è che questo processo abbia avuto inizio. Qualcosa
dunque è cambiato; e in virtù di questo cambiamento culturale gli storici a posteriori potrebbero forse descrivere
questi nostri tempi come l'inizio di un nuovo Umanesimo. L'impegno, dunque, di tutti coloro che con le proprie
azioni condizionano il sistema che ci circonda, lo modificano, lo caratterizzano, lo influenzano, sarà fondamentale
al fine di accelerare questo ritrovato atteggiamento etico e più che in qualsiasi altro caso, la mia fiducia va ai giovani
perché il mondo sarà migliore soprattutto grazie a loro.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
1
Progettare per necessità
Luisa Bocchietto
2
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
Ph. Enrico Basili
Q
ualcuno pensa ancora che fare design sia solo
progettare oggetti. Una visione estetizzante
che riconosce la forma e il suo artefice come
interprete del gusto contemporaneo. Il design,
per gli italiani è invece, da sempre, qualche cosa di più.
Sarà a causa del fatto che il design italiano nasce per
mano degli architetti, avviene che dentro quel processo
sia insito il concetto di "visione". Gli architetti infatti hanno
studiato la storia dell'architettura e con essa frequentato
le grandi utopie alla Fourier; concezioni progettuali che
si occupano dell'idea collettiva di abitare prima che della
modalità costruttiva con cui realizzare l'edificio. È un
modo tutto umanistico di pensare il progetto, dove la
tecnica resta uno strumento utile, non un obiettivo. Questa
impostazione italiana del design lo lega, come disciplina,
al ripensamento sul contenuto sociale di ogni azione. "Dal
cucchiaio alla città" era la famosa frase slogan degli anni
50'; questa affermazione stava a indicare un'accettazione
di responsabilità verso gli altri da parte del progettista,
che non si lascia influenzare dall'oggetto del suo lavoro,
piccolo o grande che sia, per privilegiare il proprio ruolo
nell'indicare soluzioni per un mondo migliore. Questa
tensione latente fa si' che a noi non interessi solo fare
una bella sedia, ma "la più bella sedia del mondo", ogni
volta. Questa sfida mette in gioco, certamente, le capacità
produttive e manifatturiere peculiari del nostro paese,
aggiungendovi una tensione intellettuale che va al di la'
del formalismo. Negli altri paesi, generalmente, il design
viene inteso come una componente del marketing, un
abbellimento del prodotto utile a renderlo più appetibile
per il mercato; per noi il design è una scommessa che
insegue un pensiero, a volte rivoluzionario e sovversivo.
La forza del design italiano è sempre stata quella di
lavorare sul concetto ideale prima che sulla forma - il
pensiero su come ci si siede, prima che sulla seduta -,
rimettendo in discussione, criticamente se necessario,
i processi produttivi. Per questo, dopo i grandi Maestri,
che avevano dato vita al connubio tra progettista e
imprenditore per realizzare i prodotti della modernità
italiana, sono venuti i contestatori della grande impresa,
che intendevano produrre svincolandosi dalle logiche
mercantili dell'industria. I nuovi protagonisti, una volta
affermati, in realtà hanno fallito la loro utopia, diventando
gli interpreti di una élite ancora più sofisticata e
producendo per questa oggetti più costosi e difficilmente
industrializzabili. In questa contestazione intellettuale
si legge però una capacità di rendersi indipendenti dai
meccanismi economici per affermare delle esigenze più
legate al concetto di "stare bene al mondo" piuttosto che
al concetto di consumo. Per questo stesso motivo nella
suddivisione tematica dell'Index (la preselezione annuale
del miglior design che individua i partecipanti al premio
Compasso d'Oro) non si parla di categorie merceologiche
come negli altri premi di design (forniture, product, etc.),
ma si parla piuttosto di "design per l'abitare", "design per
la persona", "design per l'impresa"; categorie di pensiero
prima che di prodotto. In questa logica va letta anche la
piccola rivoluzione adottata dai progettisti oggi attraverso
l'autoproduzione. A un atteggiamento piuttosto conservativo
delle imprese, che negli ultimi anni a causa delle grandi
difficoltà di sistema del nostro paese si sono appiattite
nell'affidare il progetto alle grandi star o hanno rinunciato
alla ricerca condivisa, si contrappone una ricerca autonoma
da parte dei tanti progettisti che si avvalgono delle nuove
tecniche di prototipazione rapida o si accontentano di
frequentare nicchie di produzione artigianale di eccellenza
per realizzare le proprie idee. C'è in sostanza, riconoscibile
nel tempo, un flusso continuo di creatività che necessita di
affiorare e che è sempre resa vitale da questa componente
ironica, eversiva, critica che non si arrende alla logica del
solo profitto. Fare bene e cercare la bellezza sembra essere
una componente irrinunciabile del nostro modo di stare
al mondo. Se il nostro Paese si rendesse conto di questa
risorsa forse sarebbe un vantaggio per tutti.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
3
CONTENTS
# 42
ph. Angelo Dadda
THIS COLOR ISSUE
1
2
4
Editoriale
70 Green design
76 Anteprime
78 Designer
Green design
Editorial
Editorial guest
Editorial guest
Previews
Sommario
Contents
Current Affairs|Attualità
8
PANTONE MONACO BLUE 19-3964
Designer
Lucy Salamanca. Il linguaggio della materia
Lucy Salamanca. The language of matter
Il tema
Focus
La luce nel progetto
Reviews|Rassegna
The light in the project
14
Scenari
Scenarios
Eco-Materials
Tra memoria e domani
Between memory and tomorrow
20
Trends
Awards
Arte
Profiles
Arts
Omar Galliani e Alessandro Busci
30
Cover Story
Focus
ABDR. Rebuild the sense
News
News
Il progetto raccontato
Description of the Project
La cantina segreta nei colli toscani
The secret wine cellar in the tuscan hills
B4 Hotel Milano
Identità Glocale
Glocal Identity
Architetture capaci di dialogare
Architectures able to dialogue
Una sfida vinta
An accomplished challenge
4
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
Ambience
Real Estate
Projects|Progetti
40
In brief
Speciale Outdoor
Storia di copertina
ABDR. Ricostruire il senso
38
Green
Alberi di armonia e d’ombra
Tendenze
Design Week
24
82 Eco-Materiali
88 Green
90 Awards
92 Profili
94 In breve
98 Focus
100 Ambienti
102 Real Estate
106 Agenda
108 Master
110 Libri
111 Pop art
112 Indirizzi
Calendar
Master
Books
Pop art
Addresses
r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno VIII - Numero 40 - 2012 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impe
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design week 2012
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del design
water and architecture:
what future?
acqua e
architettura:
quale futuro?
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Chiara Dadda - c.dadda@publicomm.it
Direttore Creativo / Creative Director
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Cover photo by Enrico Basili
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A+D+M architettura design materiali
Anno IX numero 42 - 2013
Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell’8 marzo 2005
ISSN 1826-0985
Editore / Publisher
Publicomm S.r.l.
Via D. Cimarosa 55r - 17100 Savona - Italy
tel. +39.019.83841.1 - fax +39.019.83841.41
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE
EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA
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Redattori / Editors
Barbara Arnaboldi, Angelo Dadda, Chiara Dadda,
Paola Ferrario, Anna Masello, Anna Nosari, Filippo Pozzoli
Collaboratori / Collaborators
Simonetta Pegorari
Si ringraziano / With thanks to
Luisa Bocchietto, Gianni Forcolini
Pubbliche Relazioni Architetti / Public Relations Architects
Anna Masello - a.masello@publicomm.it
Traduzioni / Translations
Studio Micali
Fotografo / Photographer
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Per segnalare news, eventi
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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13 mm
IL TEMA
utti sanno che per rendere abitabile lo spazio
costruito bisogna illuminarlo. Nel progetto
di architettura l’illuminazione naturale si
ottiene lavorando su tutti gli elementi che
collegano gli interni con lo spazio esterno:
le aperture ricavate nelle pareti - finestrature, porte,
accessi, collegamenti - e nei soffitti - lucernari, volte,
lanterne, pozzi o camini, strutture che incanalano la
luce del cielo e del sole. Ed è importante rilevare che gli
effetti luminosi sono dati dalle riflessioni multiple che
la luce proveniente dall’esterno subisce nello spazio
interno, in funzione del colore e dei materiali di tutte le
superfici confinanti e degli arredi. Dunque, il disegno
e la distribuzione delle strutture costruttive, con i loro
trattamenti e finiture superficiali, sono determinanti.
T
T t by
Tex
GGiianni Forcolini
L'illuminazione
naturale e artificiale,
in quanto fattori qualificanti
dell'habitat, entrano di diritto
nelle prerogative dell'architetto.
LA LUCE
THE LIGHT IN THE PROJECT
The natural and artificial
lighting, as a key factor
of the habitat, enters de
jure in the architect's
prerogatives.
Pantheon
Apollodoro di Damasco, Roma
8
A+D+M | MAGAZINE | 2012
2013||##42
40
Ragionando poi sull’illuminazione artificiale, si deve
considerare l'impiantistica elettrica ed elettronica
dell’edificio, quella realtà che nelle costruzioni assume
oggi grande rilevanza e non solo per ragioni funzionali ed
utilitarie, ma anche so tto il profilo estetico e compositivo.
Da queste sintetiche riflessioni ci si può rendere conto
che il tema dell’illuminazione in architettura coinvolge
direttamente le strutture costruttive e gli impianti tecnici,
insieme a tutte le superfici opache, trasparenti e semitrasparenti che ricevono, riflettono e trasmettono la luce
nello spazio costruito. Considerata dunque le stretta
relazione tra luce e architettura, l’illuminazione non può
che rientrare di diritto nelle competenze dell’architetto
I problemi sorgono quando dai termini elementari della
questione si passa ad esaminare la complessità con cui
oggi si presenta la domanda abitativa. L’abitare in senso
lato (residenza, lavoro, commercio, ecc...) richiede una
Bocci Lighting
Mira Hotel, Hong Kong,
ph. Jonathan Miller
NEL PROGETTO
tale quantità di funzioni interrelate da rendere il lavoro
di progettazione molto articolato, ricco di apporti di tutti
i tipi, da quelli creativi a quelli tecnici e specialistici. Di
riflesso si sono moltiplicate le competenze necessarie
a cui fanno capo le rispettive figure professionali. La
progettazione integrata e coordinata è condotta da team
di progettisti, esperti, consulenti, con compiti diversificati
e con una forte coesione interna: un modo di lavorare in
gruppo che deve conciliarsi con le regole riguardanti gli
incarichi professionali, regole che spesso sono obsolete,
infatti prevedono alcuni ruoli (progettisti, direttore dei
lavori, responsabili della sicurezza) ma sostanzialmente
ignorano la necessità di formare e di gestire il gruppo che
si deve occupare di tutto il progetto e che ha l'incombenza
di governarne la complessità.
Sta emergendo anche nel nostro paese una nuova
figura professionale, già ampiamente presente
all’estero, in particolare nei paesi di tradizione
anglosassone, chiamata lighting designer o progettista
dell'illuminazione. Come per ogni nuova professione si
pongono le questioni relative al riconoscimento ufficiale,
all’organo (associazione o ordine) rappresentativo, a
titoli di studio e programmi di formazione. Ma forse la
questione meno analizzata è paradossalmente, a nostro
giudizio, quella più importante; ci riferiamo al senso
e ai contenuti del lavoro che il lighting designer deve
svolgere. Occorre, in altre parole, dare una risposta alla
domanda: si tratta di un'attività progettuale nel senso
pieno del termine, cioè insieme creativa o inventiva, volta
all'interpretazione dei bisogni della committenza, da cui
ci si aspetta la formulazione di idee innovative, oppure
è un lavoro che, sulla base di soluzioni di progetto già
elaborate sotto il profilo estetico e funzionale, interviene
a dare corpo con i prodotti e le tecnologie adatti a
quelle soluzioni, ossia è un’attività professionale che è
appropriato definire di tipo tecnico ed esecutivo, come
tecnico è il lavoro del progettista di strutture portanti
o di impianti di climatizzazione, idraulici, elettrici, o di
controllo acustico?
In questi ultimi casi, infatti, il margine di libertà nel
definire l’influenza di strutture e impianti sulla
configurazione generale dello spazio architettonico è
limitata ai relativi campi di competenze. Ma il caso
dell’illuminazione è indubbiamente particolare perché la
luce è intrinsecamente legata allo spazio abitativo.
Tutta la storia dell’architettura, dalle cattedrali gotiche
al Movimento Moderno, testimonia dell’influenza che la
luce ha esercitato sui linguaggi compositivi, sulle poetiche
dei grandi maestri, ma anche sulla scelta dei materiali
costruttivi, dei loro abbinamenti, delle gamme cromatiche
e delle texture. Si è trattato prevalentemente di luce
naturale ma oggi, considerando che le strutture abitative
appartengono sempre più alla sfera dell’artificiale,
occorre usare la stessa sapienza, sensibilità e attenzione,
anche per la luce elettrica. Il carattere sempre più
artificiale dell’architettura è il risultato di una molteplicità
di tendenze evolutive. Lo sfruttamento intensivo del
suolo urbano, dettato spesso da pure finalità speculative,
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
9
IL TEMA
porta a rendere abitabili luoghi in cui l’apporto dei
fattori naturali (luce, aria, caldo/freddo, suoni, odori) è
fortemente condizionata da un contesto fisico fortemente
antropizzato. Le stesse modalità dell’abitare comportano
una prevalenza dell’artificiale sul naturale. Si pensi ai
molti interni (nel sottosuolo, in corpi di fabbrica molto
profondi, in contesti ad alta densità edilizia) che ospitano
attività di vario tipo solo grazie alla presenza di luce
artificiale, in carenza o in totale assenza della luce
Cappella di Ronchamp,
Le Corbusier
10
naturale. Città grandi e piccole sono la sede di una vita
notturna dalle infinite forme ed espressioni, con una
durata e intensità ben diverse rispetto al passato. Non
è un caso che gli esiti più fertili, attuali e praticabili
della bioarchitettura prevedano l’interrelazione tra
artificiale (tecnologie di controllo e gestione delle
variabili fisiche) e naturale. Se dunque la luce va
considerata come uno dei principali fattori qualificanti
dell’habitat umano, è evidente che il suo progetto
non possa essere delegato, non possa rientrare in
altre competenze, bensì debba essere assunto tra
i materiali studiati e usati dall’autore del progetto
architettonico. Ed ecco che il lighting designer
entra in campo con la propria esperienza tecnica e
specialistica, per risolvere il problema di realizzare
nel modo più razionale ed efficace le idee e i concetti
(distribuzione di luci e ombre, creazione di atmosfere,
ambientazioni, effetti, regie luminose) nate nel lavoro
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
di progetto. Occorre, dunque, intendersi chiaramente
sul ruolo del lighting designer, tecnico e consulente che
si pone a supporto del progettista non tanto, crediamo,
nelle fasi inventive e creative, ma in quelle realizzative,
di gestione, controllo, valutazione e verifica. Delineato
il ruolo eminentemente tecnico del lighting designer, è
necessario ora affrontare la spinosa questione della sua
autonomia e neutralità. Questa figura professionale,
infatti, è presente sul mercato del lavoro in forma sia
dipendente che indipendente. Per la verità oggi, nel
nostro paese, prevale la prima, cioè la collocazione
della figura professionale all’interno di aziende che
producono e commercializzano apparecchi e sistemi
di illuminazione. Ma esiste il lighting designer che
opera in completa autonomia esercitando quindi una
libera professione. Inutile dilungarsi sulle differenze:
in sostanza il primo è alle dipendenze di un’impresa
che fornisce prodotti e servizi, pertanto il suo operato
si inscrive nella logica commerciale di promozione,
consulenza e assistenza legata ai prodotti. Il secondo
presta la sua opera senza questi legami e pertanto è
nella condizione di selezionare, comparare e valutare
tutti i prodotti disponibili sul mercato (con evidenti
vantaggi economici e sulla qualità) con criteri orientati
unicamente al raggiungimento di obiettivi di progetto
e perciò tutelando gli interessi della committenza. C’è,
in sostanza, un’analogia tra l’operato del progettista
architetto libero professionista e il Iighting designer
indipendente che, ad un altro livello, svolge un servizio
che tende al perseguimento dello stesso fine. La
difficoltà che oggi si registra nella formazione dei team
di progettazione è dovuta in primo luogo al permanere
del vecchio sistema degli ordinamenti professionali.
Così il progettista architetto si affida direttamente alle
aziende per avere non solo offerte di prodotti, ma anche
per usufruire gratuitamente del servizio di progettazione
illuminotecnica. Ma in questo modo si elude il problema
del corretto inserimento dell’elemento luce nel contesto
architettonico perché nei fatti si impone la logica delle
soluzioni praticabili dall’azienda che presenta la sua
proposta. In conclusione, l’avvento di questa nuova figura
professionale rende ancora una volta impellente e quanto
mai necessario un processo di rinnovamento delle leggi
sugli ordinamenti professionali, sulle competenze e sulla
formazione. La chiarezza su ruoli e funzioni aiuterebbe
progettisti, professionisti, tecnici e imprese a lavorare
meglio insieme per la qualità del progetto.
THE LIGHT IN THE PROJECT
LA LUCE NEL PROGETTO
veryone knows that in order to make the built
space inhabitable, it is necessary to illuminate
it. In the architectural project, the natural lighting
is achieved by working on all the elements that
connect the interior with the exterior space:
the openings in the walls - windows, doors, entrances,
connections - and ceilings - skylights, vaults, lanterns,
wells or chimneys, structures that channel the sky and
sun light. It is important to note that the bright effects are
given by the multiple reflections the light coming from the
outside is subjected to in the interior space, depending on
the colour and the materials of all the adjacent surfaces
and furnishings. Therefore, the design and distribution of the
architectural structures, with their treatments and special
finishes, are crucial. If we think about the artificial lighting,
we have to consider the electrical and electronic system of
the building: this is a reality that today plays an important
role in constructions, not only for functional and utilitarian
reasons, but also for aesthetic and compositive aspects.
From these brief considerations we realize that the issue of
lighting in architecture directly involves building structures
and technical systems, as well as all opaque, transparent and
semi-transparent surfaces that receive, reflect and transmit
the light in the built space. Considered the close relationship
between light and architecture, the lighting cannot but fall
de jure within the architect's competences. The problems
arise when, from the basic terms of the question, we go on
examining the complexity of today's housing demand. The
concept of living in a broad sense (residence, work, trade, etc..)
requires such a large amount of inter-related functions that
make the design work very articulate, rich in contributions
of all kinds, from creative to technical and specialized ones.
Consequently, the necessary skills for the related professional
profiles have multiplied. The integrated and coordinated design
is carried out by teams of designers, experts, consultants, with
diversified tasks and a strong internal cohesion: this way to
work in a group must be in harmony with the rules relating to
the professional assignments. These rules are often obsolete,
in fact they consider some roles (designers, project manager,
safety manager), but they basically ignore the need to train
and manage the group that has to deal with the whole project
and has the task to govern its complexity. A new professional
profile - already widely present abroad, particularly in the
countries of Anglo-Saxon tradition - is also emerging in our
country and it is called lighting designer. As with any new
profession, there are some issues related to the official
recognition, the representative body (association or order),
E
the education qualifications and the training programmes.
But in our opinion, perhaps the less analysed question
is, paradoxically, the most important one. We refer to the
meaning and contents of the work that the lighting designer
has to carry out. In other words, it is necessary to answer the
question: is it a design activity in the full sense of the term, that
is to say, a creative or inventive activity at the same time, meant
to interpret the needs of the client, from which we expect the
formulation of innovative ideas? Or is it a job that - on the basis
of design solutions already developed under the aesthetic and
functional profile - gives life to something together with the
products and technologies suitable for those solutions, that
is to say, is it a professional activity which can be defined both
technical and executive? As a technical activity, is it the job of
the designer who plans carrying structures or air conditioning,
plumbing, electrical, or acoustic control systems? In these
last cases, the degree of freedom in defining the influence
of structures and systems on the general configuration of
the architectural space is restricted to the related fields of
expertise. But the case of lighting is undoubtedly special
because the light is inherently linked to the living space.
All the history of architecture - from the Gothic cathedrals
to the Modern Movement - witnesses the influence that the
light has had on the compositional languages, the poetry
of the great masters, but also on the choice of construction
materials, their combinations, colour ranges and texture. It
was mostly the case of natural light, but today, considered
Wolfsburg
Cultural Center
Alvar Aalto,
ph. Samuel Ludwig
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
11
THE LIGHT IN THE PROJECT
LA LUCE NEL PROGETTO
IL TEMA
that the dwellings belong more and more to the artificial
field, it is necessary to use the same wisdom, sensitivity
and care, even for the electric light. The increasingly
artificial character of architecture is the result of a variety
of evolving trends. The intensive exploitation of urban land,
often dictated by pure speculative purposes, leads to make
habitable places where the contribution of natural factors
(light, air, hot/cold, sounds, smells) is strongly conditioned
by a physical context, heavily affected by human activity. The
Museo MAXXI,
Roma, Zaha Hadid
12
same modes of living involve a prevalence of the artificial on
the natural. Just think about the many internal spaces (in
the underground, in very deep factory buildings, in contexts
with a high building density) that host a variety of activities
only thanks to the presence of artificial light, since there is
a lack or total absence of natural light. Big cities and towns
host a nightlife with endless forms and expressions, with a
duration and intensity that are very different compared to
the past. It is no coincidence that the most fruitful, current
and viable results of bio-architecture involve the relationship
between the artificial (technologies to monitor and manage
the physical variables) and the natural. If the light has to be
considered as one of the key factors of the human habitat,
it is clear that its project cannot be delegated, cannot
fall into other skills, but must be considered together
with the materials studied and used by the author of the
architectural project. And here the lighting designer enters
the field with his technical and specialized expertise to solve
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
the problem of realizing, in the most efficient and effective
way, ideas and concepts (distribution of lights and shadows,
creation of atmospheres, environments, effects, lighting
arrangements) arisen in the project work. Therefore, it is
crucial to clearly understand the role of the lighting designer,
a technician and consultant who supports the designer,
not much - in our opinion - in the inventive and creative
stages, but particularly in the realization, management,
monitoring, evaluation and verification stages. Once outlined
the basically technical role of the lighting designer, it is
necessary to deal with the thorny issue of his independence
and neutrality. This professional profile, in fact, is present
on the labour market as employee and self-employed. In
truth, today the first prevails in our country, that is to say, the
location of the professional profile within companies that
produce and sell equipment and lighting systems. But there
is a lighting designer who works in complete autonomy,
thus exercising the freelance profession. It is pointless to
dwell on the differences: basically, the first is employed by
a company that provides products and services, thus his
work is inscribed in the commercial logic of promotion,
advice and assistance related to the products. The second
works without these links and therefore he can select,
compare and evaluate all the products available on the
market (with obvious economic and quality advantages) with
criteria uniquely oriented to achieve the project objectives
and thus protecting the client's interests. Ultimately, there
is an analogy between the work of the freelance design
architect and the self-employed lighting designer who, at
another level, performs a service that is meant to achieve
the same objective. The difficulty we perceive today in
the formation of the design team is primarily due to the
continuation of the old system of professional regulations.
In this way the design architect relies directly on companies
to have not only product offerings, but also to use for free
the lighting engineering design service. But in this way the
problem of the correct insertion of the light element in
the architectural context is avoided, since actually there
is an imposition of the logic of the feasible solutions
for the company presenting its proposal. In conclusion,
the advent of this new professional profile again makes
it necessary and much needed a process of renewal
of the laws on the professional regulations, skills and
training. The clarity about roles and functions would
help designers, professionals, technicians and companies
to better work together for the quality of the project.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
13
BETWEEN MEMORY AND TOMORROW
A Gold Medal for a linking present
SCENARI
Text by
Filippo Pozzoli
Images courtesy of
La Triennale di Milano
TRA MEMORIA E
MEDAGLIA D’ORO
A UN PRESENTE
CHE UNISCE
14
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
R
estituire vita alla memoria con qualcosa di nuovo: una
sfida ambiziosa che vale una medaglia. Con questa
motivazione a siglare il suo Padiglione d’accesso
agli scavi dell’Artemision di Siracusa, l’architetto Vincenzo
Latina si è aggiudicato lo scorso 16 ottobre la Medaglia d’Oro
all’Architettura Italiana 2012, il prestigioso riconoscimento
frutto della collaborazione tra La Triennale di Milano, il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e MADEexpo.
La giuria, puntinata di calibri dal gotha del tecnigrafo e
dell’accademia quali Ennio Brion, Cecilia Bolognesi, Ole
Bouman, Alberto Ferlenga, Massimiliano Fuksas, Fulvio Irace
e Luca Molinari, si è espressa all’unanimità su di un progetto
che grida a gran voce la propria italianità nel suo prendere
forma limitandosi all’uso delle sole “risorse a disposizione,
nonostante le difficoltà del contesto”. Un’architettura che
nel suo linguaggio contemporaneo e attento ai diktat della
sostenibilità intellettuale, energetica e sociale interviene nella
Storia del luogo, divenendone parte dialogica e coerente.
Latina si accoda così a Umberto Riva e Pierpaolo Ricatti,
vincitori nel 2003 per il Magazzino Fincantieri di Castellammare
← Bentini Headquarters Faenza, RV (2011) by Piuarch
Menzione d’Onore Nuovi Edifici
di Stabia (NA), a Renzo Piano Building Workshop che ne
fu insignito nel 2006 per l’High Museum of Art di Atlanta e a
Massimiliano & Doriana Fuksas che furono premiati nel 2009
per il loro Zenith Music Hall di Strasburgo. La premiazione di
Vincenzo Latina e della sua opera in particolare è certamente
rappresentativa della rotta intrapresa dall’architettura italiana
nell’ultimo triennio, rivelandosi al contempo una dichiarazione
di necessari intenti per il futuro. Non più la ricerca di
monumentalismi formali ad encomio della committenza o del
virtuosismo del progettista, ma interventi che ad una sostanza
centellinata sappiano dare voce attraverso il valore culturale
dell’opera nel suo contesto e che manifestino la loro reale
ricchezza attraverso la valorizzazione dell’esistente al contorno.
Interventi minimi e puntuali, senza sfoggio gratuito di tecnologie
avveniristiche ma sapientemente progettati secondo i dettami
del clever-tech anticrisi, con la forza di soluzioni tecniche ben
calibrate alle forzanti del luogo e alle funzioni da ospitare.
Filosofia che trova nel padiglione di accesso all’Artemision
la sua sintesi più completa ma che si riflette in tutto il
↑ Padiglione di accesso agli scavi dell’Artemision di Siracusa
(2007-2011) by Vincenzo Latina - Medaglia d’Oro all’Opera
↓ Ampliamento Sede del Consiglio Regolatore della D.O.C. “Ribera del Duero”, Roa, Burgos, Spagna (2006-2011) by Estudio Barozzi Veiga - Premio Speciale all’Opera Prima
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↑ Biblioteca di Storia dell’Arte e Restauro della Manica Lunga alla Fondazione Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, VE (2009) by Michele De Lucchi - Menzione d’Onore - Rinconversione e Restauro
↑ Residenze sperimentali a Selvino, BG (2010) by ABDArchitetti (Camillo Botticini e Giulia De
Apollonia) - Premio Speciale - Legno per l’Architettura
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circus delle opere finaliste, tra cui si annoverano alcune
delle opere più celebrate degli ultimi anni quali la Nuova
Stazione Tiburtina a Roma (ABDR), il Salewa Headquarter
di Bolzano (Zucchi Architetti e Park Associati) e l’intervento
a Ronchamp di Renzo Piano Building Workshop.
Importante anche la rosa dei premiati con il Premio Medaglia
d’Oro alla Carriera, vere icone dell’architettura milanese
quali Gae Aulenti, Vittorio Gregotti e Maria Giuseppina
Grasso Cannizzo, cui viene reso il giusto tributo per la
grandezza testimoniata dalle opere nella Milano che è ora.
Dei medesimi concetti riflettono anche i premiati al contorno: il
Premio Speciale all’Opera Prima, riservato ad un'opera prima
realizzata dal progettista entro il compimento del quarantesimo
anno di età con lo scopo di dare luce alla nuova generazione
che opera attivamente in Italia e all'estero, viene assegnato
all’Estudio Barozzi Veiga per l’ampliamento della Sede del
Consiglio regolatore della DOC a Roa, in Spagna; i Premi Speciali
alla Committenza pubblica e privata, mirato a riconoscere il
ruolo fondamentale che la committenza ha nella costruzione
di un’opera di architettura e nella definizione di una differente
qualità dello spazio fisico e sociale, vanno rispettivamente al
Comune di Venezia per la Law Court Venice (C+S Associati) e a
↑↓ Nuova aula liturgica Chiesa di S. Floriano by x2 architettura, Gavassa, (Re), 2008
↑↘ Chiesa di San Bernardino, L'Aquila (2010) by Antonio Citterio Patricia Viel and Partners - ph. Leo Torri
PRACTIC per la propria Sede direzionale e produttiva a Fagagna
(UD), opera di Gri e Zucchi Associati; il Premio Speciale Legno per
l’Architettura, novità di questa edizione frutto della cooperazione
con MADEexpo e il gruppo FederlegnoArredo, viene riconosciuto
ad ABDArchitetti per le Residenze sperimentali a Selvino (BG).
In ultimo, le sei Menzioni d’Onore vengono assegnate a
Piuarch (Bentini Headquarters a Faenza, categoria Nuovi
Edifici), Gualtiero Oberti e Attilio Stocchi (Lumen a Lumezzane,
categoria Parchi e Giardini), Modus Architetti (categoria
Infrastrutture), Michele De Lucchi (Biblioteca di Storia
dell’Arte e Restauro della Manica Lunga a Venezia, categoria
Riconversione e Restauro), Tamassociati (Container Medical
Compound for Salam Centre in Sudan, categoria Architettura
ed Emergenza) e Laboratorio Permanente (La conquista
dell’orizzonte, categoria Architettura Progettazione e Futuro).
Il tutto a suggerire una concezione dell’architettura
innovativa per la scuola milanese, con uno tra i più prestigiosi
riconoscimenti italiani che si discosta dal premiare gli esercizi
più valevoli sotto il profilo teorico e formale per valorizzare
la concretezza di opere attuali tanto nel linguaggio quanto
nella struttura, tracciando un nuovo credo deciso per le
generazioni future. | www.admnetwork.it | follow us on |
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↑MedaTeca, nuova biblioteca civica, Meda, MI. By Alterstudio Partners
↓ Progetto Portello, P.I.I. - Unità di intervento U2 - Parco Pubblico, Milano by LAND
R
estore life to memory with something new: an ambitious challenge
that is worth a medal. With this motivation aside, last 16 October the
Artemision entry halls in Syracuse by architect Vincenzo Latina was awarded
the Gold Medal for Italian Architecture 2012, the prestigious prize held by
Milan Triennale, the Italian Ministry of Heritage and Culture and MADEexpo.
The jury, involving some Italian best known experts as Ennio Brion, Cecilia
Bolognesi, Ole Bouman, Alberto Ferlenga, Massimiliano Fuksas, Fulvio
Irace and Luca Molinari, expressed unanimously on a project that cries aloud
its being Italian in getting to shape with the only available "resources, despite
the difficult environment." An architecture that takes part in the history of
the place with its contemporary language and taking care of intellectual
and social sustainability, starting a dialogue with the surrounding ruines.
Latina comes after Umberto Riva and Pierpaolo Ricatti, winners in 2003
for Fincantieri Store in Castellammare di Stabia (NA), Renzo Piano Building
Workshop which was awarded in 2006 for the High Museum of Art in Atlanta
and Massimiliano & Doriana Fuksas, who were honored in 2009 for their
Zenith Music Hall in Strasbourg. The choice of Vincenzo Latina and his work
is certainly representative of the route taken by Italian architecture in last
three years and a clear track for the future. No more looking for astonishing
shapes as formal commendation to the client or to the designer’s skills,
but less substance made able to talk by its cultural value and through
the exploitation of the existing boundary. Minimal topic intervention, for an
architecture which does not show off futuristic technologies any longer but
aims to be wisely thought, according to a clever-tech responsible approach.
AphilosophythatfindsintheArtemisionentryhallitsmostcompletesynthesis
butthatreflectsinthewholecircusoffinalists,amongwhomweresomeofthe
most celebrated works of last years such as New Tiburtina station in Rome
18
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
(ABDR),SalewaHeadquartersinBolzano(ZucchiandParkAssociatiArchitects)
and the Ronchamp site requalification by Renzo Piano Building Workshop.
Even more important are the people awarded the Gold Medal
for Lifetime Achievement, true icons of Milanese history as Gae
Aulenti, Vittorio Gregotti and Maria Giuseppina Grasso Cannizzo,
whose greatness is witnessed by their works in the Milan we know.
The same concepts also reflect the side prizes: the special prize “Opera
Prima”, reserved for the first work by an under-40 designer in order to give
light to the new generation that actively operates in Italy and abroad, is
assigned to Estudio Barozzi Veiga for the extension of DOC Regulatory
Council office in Roa, Spain; the Special Prizes for public and private
commissioning, aimed at recognizing the crucial role that the client
has in the construction of a work of architecture and the definition of
a different quality of physical and social space, go respectively to the
City of Venice for the Venice Court Law (C+S Associati) and PRACTIC
for its headquarter and production facility in Fagagna (UD) by Gri and
Zucchi Associati; the Special Prize for Wooden Architecture, fruit of
cooperation with MADEexpo and the group FederlegnoArredo, is
conferred to ABDArchitetti for their experimental living units in Selvino (BG).
Finally, the six Mentions of Honor are awarded to Piuarch (Bentini
Headquarters in Faenza, New Buildings), Gualtiero Oberti and
Attilio Stocchi (Lumen in Lumezzane, Parks and Gardens), Modus
Architects (Infrastructures), Michele De Lucchi (Library of Art
History and Restoration of the Manica Lunga in Venice, Conversion
and Restoration), Tamassociati (Container Salam Centre for Medical
Compound in Sudan, Architecture and Emergency) and Permanent
Workshop (The conquest of the horizon, Architecture Design and Future).
All this to suggest a conception of architecture for innovative school in Milan,
withoneofthemostprestigiousItalianawardswhodeviatesfromrewarding
besttheoreticalandformalexercisestoenhancetherealityofcurrentworks
bothinlanguageandinstructure,plottinganewtrackforfuturegenerations.
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↑Circonvallazione Bressanone - Varna, Bressanone, BZ (2009-2011) by Modus Architects
(Matteo Scagnol, Sandy Attia) - Menzione d’Onore - Infrastrutture
|
↓ Edifici per accoglienza e monastero di Ronchamp, Francia (2006-2011) by Renzo Piano Building Workshop con Atelier Corajoud - ph. Michel Denancé
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IL DESIGN SPONTANEO
E DEMOCRATICO
CONQUISTA LE CITTÀ
SPONTANEOUS AND DEMOCRATIC
DESIGN CONQUERS THE CITIES
TENDENZE
Text by
Anna Nosari
Photos by courtesy of
Brera Design District, Dutch Design
Week, London Design Festival,
Passagen, Porta Romana Design,
Superstudio Group, VenturaLambrate
L
DESIGN WEEK
a prima è stata Milano, a cui sono
seguite Colonia, Londra, Parigi,
Vienna, Stoccolma, Eindhoven,
Pechino, Istanbul e molte altre.
Ognuna con caratteristiche proprie, le
design week presentano un comune
denominatore: la diffusione “spontanea” in
situazioni e spazi diversi dalle manifestazioni
ufficiali, con progressiva apertura ad un
pubblico più ampio, di non addetti ai lavori,
spesso giovane, curioso ed entusiasta, alla
ricerca di proposte informali e inconsuete.
Le settimane del design rispecchiano da un
lato l'esigenza di aziende e designer di creare
nuove occasioni di incontro e di visibilità per
la propria attività, dall'altro interpretano
una richiesta di democratizzazione del
design. Accanto alle proposte di showroom
e grandi nomi si delinea un calendario
di iniziative dallo spirito irriverente e low
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
budget, che occupano luoghi periferici e
rivalutano spazi abbandonati delle città,
muovendosi lungo binari alternativi e fuori
dal coro. Agli albori di questa tendenza, il
movimento è stato graduale, crescendo via
via in quantità e qualità, fino a vere e proprie
operazioni di marketing territoriale. È il
caso di Milano, dove il Fuorisalone esiste da
più di trent'anni. Nato negli anni '80 da una
serie di iniziative concentrate nel periodo
del Salone del Mobile, è stato poi in qualche
modo ufficializzato nei primi anni '90 - con
la prima guida dedicata alla design week
milanese. Negli anni sono aumentati sia il
numero che la qualità degli eventi proposti,
attirando un pubblico internazionale in tutta
la città. Dal centro di Milano il Fuorisalone
si è allargato a macchia d'olio, ad esempio
nella zona di via Tortona, trasformatasi in
un vero e proprio “distretto della creatività”.
Da oltre un decennio, nell'intrico di vie alle
spalle della stazione di Porta Genova si
sono concentrate esperienze anche molto
disomogenee tra loro: grandi brand accanto
a marchi emergenti e a giovanissimi
designer hanno disegnato un percorso con
caratteristiche proprie, legato al contesto
urbano e aperto al resto della città. Il design
è uscito dai soliti circuiti per parlare ad
un pubblico più vasto, con un linguaggio
diverso e diversificato. Via Tortona è stato il
primo esempio di intervento coordinato, un
modello seguito poi da molte altre zone della
città: da Brera a Ventura Lambrate, da Porta
Romana a Porta Venezia, Porta Garibaldi e
alla Fabbrica del Vapore, ex-area industriale
destinata alla creatività multidisciplinare.
Spostandosi all'estero, lo scettro di capitale
della design week più longeva e verace va a
Colonia, dove Passagen, l'evento alternativo
→Fuorisalone 2012
Brera Design District, Milano
↑Paulistana
by Paolo Mendes da Rocha, 1957
↘Fuorisalone 2012
installazione in Università Statale, Milano
↑ Dutch Design Week, Eindhoven, free taxi
↖ London Design Week 2012, Design Junction
© Susan Smart Photography
→London Design Week 2012
Mimicry Chairs by Nendo at the Victoria & Albert Museum
© Susan Smart Photography
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
21
↑Beijing Design Week, ph Angelo Dadda
↑Passagen, Colonia
↑Fuorisalone 2009, Temporary Museum for New Design,
Superstudio Più, Milano
↓Fuorisalone 2011, VenturaLambrate, Milano © C Grassi
nato nel quartiere multietnico di Ehrenfeld,
si affaccia al quarto di secolo. Tocca ora altre
zone della città tedesca, mantenendo la
freschezza dei primi anni, sempre lasciando
grande spazio alla formazione e alla ricerca
con la creazione di un University Forum ed accostando ingegnose autoproduzioni
low cost alle personalità più note.
Spostandoci sulle rive del Tamigi, il London
Design Festival ha appena compiuto
dieci anni, portando in ogni angolo della
capitale britannica progetti e installazioni,
valorizzando giovani talenti, risorse locali,
musei, gallerie e spazi pubblici. A questa
settimana del design inglese si aggiunge
la Clerkenwell Design Week, più legata ai
brand ma con un alto tasso di innovazione,
concentrata nel quartiere londinese degli
showroom di design. Possiamo poi citare in
ordine sparso la Stockholm Design Week,
nata intorno alle due storiche fiere di settore
(Stockholm Furniture Fair e Northern Light
Fair), Vienna, che coinvolge da qualche
anno i designer nel progetto Passionwege,
Eindhoven con la Dutch Design Week,
anch'essa con oltre un decennio di storia.
Le settimane del design hanno raggiunto
importanza tale da perdere, talvolta, la
dimensione di spontaneità che ne ha
caratterizzato la comparsa. È il caso della
ParisDesignWeek,natanel2011periniziativa
degli organizzatori di Maison&Object come
estensione della manifestazione ufficiale,
o Pechino, voluta dalle istituzioni cinesi con
l'obiettivo di trasformare il “Made in China” in
“Designed in China”. Ce n'è per tutti i gusti e,
ormai, il titolo di “capitale del design”, coniato
per Milano agli albori di questo fenomeno,
non si nega più a nessuno.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
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he first was Milan, followed by Cologne,
London, Paris, Vienna, Stockholm,
Eindhoven, Beijing, Istanbul and numerous
others. Each with its own characteristics, the
design weeks have a common denominator:
their "spontaneous" diffusion in situations
and spaces other than official events, with a
gradual opening to a wider audience of nonexperts, often young, curious and enthusiastic,
in search of informal and unusual proposals.
The design weeks on the one hand reflect the
need for companies and designers to create
new opportunities for interaction and visibility
for their own business, on the other hand,
they interpret a request for democratization
of design. Alongside the showroom proposals
and big names, a calendar of initiatives is
offered with an irreverent low-budget spirit,
occupying suburban areas and reassessing
abandoned spaces of the city, moving along
alternative tracks, off the beaten path. At
the dawn of this trend, the movement was
gradual, growing little by little in quantity
and quality, to the point of carrying out real,
territorial marketing operations. This was
the case in Milan, where the Fuorisalone
(literally, "Outside the showroom") has existed
for more than thirty years. Born in the '80s
from a series of focused initiatives during
the Salone del Mobile period, it was then
somehow formalized in the early '90s - with
the first guidebook dedicated to the Milanese
design week. Over the years, both the number
and the quality of the proposed events have
grown, attracting an international audience
throughout the city. From the centre of Milan,
the Fuorisalone has expanded like wildfire,
for example, in the area of Via Tortona, which
has turned into a real "creative district." For
over a decade, in the tangle of streets behind
T
the station of Porta Genova, experiences have
taken shape also differing greatly from each
another: well-known labels next to emerging
brands and young designers have sketched out
a course with its own characteristics, linked
to the urban context and open the rest of the
city. Design has left the beaten path to speak
to a wider audience with a different, diversified
language. Via Tortona was the first example of a
coordinated intervention, a model later followed
by many other areas of the city: from Brera
to Ventura Lambrate, from Porta Romana to
Porta Venezia, Porta Garibaldi and the Fabbrica
del Vapore, a former industrial area now
devoted to multidisciplinary creativity. Moving
abroad, the sceptre of the capital with the
longest running and true design week goes to
Cologne, where Passagen, the alternative event
born in the multi-ethnic district of Ehrenfeld,
nears a quarter of a century. It is now the turn
of other areas of the German city, maintaining
the freshness of the early years, always leaving
considerable space for training and research
with the creation of a University Forum - and
combining ingenious, low cost independent
productions with the best-known personalities.
Moving to the River Thames, the London
Design Festival has just completed its tenth
year, bringing into every corner of the British
capital projects and installations, highlighting
young talent, local resources, clubs, museums,
galleries and public spaces. This British design
week is flanked by the Clerkenwell Design
Week, more tied to brands but with a high
rate of innovation, concentrated in the London
neighbourhood for design showrooms. We can
also mention in any order the Stockholm Design
Week, created around two historical trade fairs
(the Stockholm Furniture Fair and the Northern
Light Fair), Vienna, which for several years
now has involved designers in the Passionwege
project, Eindhoven, with the Dutch Design Week,
it too boasting over a decade of history. The
design weeks have achieved such importance
that at times they lose that dimension of
spontaneity that first characterized their
appearance. This is the case of the Paris Design
Week, founded in 2011 on the initiative of the
organizers of Maison&Object as an extension
of the official event, or that of Beijing, staged at
the behest of Chinese institutions with the aim of
transforming "Made in China" into "Designed in
China". There's something for all tastes and, by
now, the title of "World Design Capital", coined
for Milan at the beginning of this phenomenon,
can't be denied to anyone.
↑Fuorisalone 2012, Porta Romana Design, Cascina Cuccagna, Milano
↓Vienna Design Week 2012, Dansk Møbel Design WAGNER WERK, Museum Postsparkasse
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A GENERATION PASSAGE (PERMANENT GRAVITY CENTRE)
Text by
Anna Masello
Photos by courtesy of
Franco Garbin, MAGA, Roberto Salgo
OMAR GALLIANI
ALESSANDRO BUSCI
ARTE
UN PASSAGGIO DI GENERAZIONE (CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE)
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013| # 4
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2
1
1 Grande disegno italiano, Omar Galliani, matita su
tavola più installazione, 550x650 cm, 2005
2 Pirelli_avorio, Alessandro Busci, smalto su ferro,
71x51 cm, 2012
I
l MAGA di Gallarate (VA) inaugura la nuova stagione espositiva con una doppia
personale che presenta il lavoro di due artisti, Omar Galliani (1954) e Alessandro
Busci (1971), appartenenti a due generazioni diverse ma non lontane tra loro. Un
percorso espositivo che si sviluppa parallelamente su due rotaie: da un lato la lettura
critica e consapevole di un artista già pienamente consolidato, dall'altro l'analisi di un
autore giovane ma affermato. Ne abbiamo parlato assieme all'ideatore e curatore della
mostra: Flavio Caroli.
2
Credo che in una duplice personale le scelte del curatore assumano un'importanza
ancora maggiore rispetto ad una personale, o a una collettiva. La decisione di
esporre insieme due artisti indica una visione ben precisa, traccia un percorso
chiaro: si tratta pur sempre di un binario. Verso che direzione porta il dialogo tra
Galliani e Busci?
Prima di tutto occorre spiegare perché abbia scelto proprio Omar Galliani e Alessandro
Busci, due artisti così diversi per scelte formali e poetiche. La ragione forse abita proprio
in questa diversità così marcata, che trova però un fattore comune capace di legare
indissolubilmente gli artisti. La pittura di Galliani è riconducibile a una dimensione
“classica”, che trova nel disegno di matrice fiorentina il suo mezzo espressivo e sceglie
la figura umana quale ideale campo d’indagine. La sua è una pittura “meditata”, che
richiede lunghi tempi di realizzazione. Di contro, l’arte di Alessandro Busci rimanda a una
dimensione “romantica”, che predilige il colore di matrice veneziana, dato sulla tela con
un fare gestuale, per dare corpo a intensi e visionari paesaggi urbani.
La mostra, anzi, la doppia personale al Museo MAGA esprime chiaramente questa distanza
artistica, ma al contempo dimostra anche come due percorsi artistici così diversi possano
sottendere una comune ricerca di qualità. È questa la chiave di lettura del percorso: la
qualità, intesa in un’accezione avanguardistica, non quindi necessariamente legata a
un virtuosismo della tecnica (che del resto Galliani e Busci padroneggiano con grande
sapienza), ma nel senso di “andare avanti”, volere e sapere parlare attraverso la creazione
di immagini per il futuro.
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25
3
4
3 Flavio Caroli, curatore della mostra
ph. Roberto Salgo
4 Beijing_rosso, Alessandro Busci, smalto su ferro,
51x71 cm, 2012
5 Tristano, Omar Galliani, olio su tela, 270x280 cm, 1987
6 Variazioni Goldberg, Alessandro Busci
5
6
Perché mettere in relazione proprio questi due artisti? Cosa li accomuna, cosa li
distingue?
Al di là di un evidente punto di tangenza - la scelta della figurazione - il fil rouge che li unisce
più intimamente e li accomuna è, come dicevo, la ricerca della qualità, o un’idea di qualità,
sebbene perseguita con modalità divergenti. Galliani e Busci appartengono a due diverse
generazioni, di conseguenza hanno come punti di riferimento universi poetici differenti:
per Galliani penso a quello arcaico e magico di John Milius, in particolare a un film come
Conan il Barbaro; la poesia di Busci credo invece che possa essere stata ispirata dalle arie
dolorose e futuribili di Ridley Scott e del suo Blade Runner.
Il criterio espositivo, indipendente e cronologico per ciascun artista, non mette a
confronto le opere, piuttosto si limita a stimolare una riflessione sul lavoro dei due
autori. Qual è il motivo di questa scelta?
Non aveva senso scegliere quale criterio espositivo un confronto tra le loro opere.
D’altronde, perché farlo? Se pensiamo che nel 1813 convivevano due tendenze opposte,
una classica e una romantica, avrebbe avuto senso fare allora un raffronto ad esempio tra
Jacques-Luis David e John Constable? E avrebbe ancora più senso farlo oggi? O è più logico
concepire una mostra di due artisti secondo un percorso che stimoli il fruitore a cercare tra
questi connessioni e fattori divergenti, e al contempo offra in qualche modo non solo una
lettura della loro opera, ma illustri anche la pluralità di movimenti artistici di quel particolare
periodo? Ecco, lo stesso pensiero sta alla base della mostra al Museo MAGA, nella quale
ho dunque scelto di presentare Omar Galliani e Alessandro Busci nella loro integrità, far
vedere due personalità nella loro interezza. Nel caso specifico di Omar Galliani parliamo di
40 anni di pittura, era quindi giusto, doveroso, valorizzare la complessità della sua lunga
ricerca artistica con una esposizione che assumesse le proporzioni di un’antologica.
Da cos'è costituito esattamente il centro di gravità permanente?
Da questa forza dirompente che già toccava Franco Battiato: l’idea, la tensione che conduce
all’intensità espressiva. |www.admnetwork.it |follow us on |
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
27
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T
he MAGA in Gallarate (Va, Italy) launches the new exhibition season with a double personal show presenting the
work of two artists, Omar Galliani (1954) and Alessandro Busci (1971), belonging to two different generations
but not far from each other. An exhibition journey developing in parallel on two rails: on one side the critical and
aware reading of an artist already completely consolidated, on the other side the analysis of a young but well known
author. We have talked about this with the superintendent Mr. Flavio Caroli.
I think that in double personal exhibition the superintendent’s choices assume a prominent importance even
bigger than in a solo or collective art exhibition. The decision to expose together two artists indicates a very
precise vision, it traces a clear way: it is always a binary. Towards which direction does the dialogue between
Galliani and Busci lead?
First of all it is necessary to explain why I have chosen exactly Omar Galliani and Alessandro Busci, two artists so
different for formal and poetic choices. The reason maybe is in this marked diversity but that finds a common factor
able to link indissolubly the artists. Galliani’s painting is related to a “classical” dimension, that finds in the Florentine
matrix drawing his expressive means and chooses the human figure as his ideal investigation field. His is a “thought”
painting that requires long realization times. On the contrary, Alessandro Busci art reminds to a “romantic” dimension
preferring the colour of Venetian origin given on canvas in a gestural way to give substance to intense and visionary
urban landscapes. The exhibition, in fact, the double personal at MAGA museum clearly expresses this artistic distance,
but at the same time it shows also how two such different artistic journeys can imply a common research for quality.
This is the journey interpretation; quality, conceived in an avant-garde meaning, then not necessarily linked to a
technique virtuosity (that in any case both Galliani and Busci master with great erudition), but in the sense “to go
ahead”, wanting and being able to speak through the creation of images for the future.
7
Why did you decide to relate these two artists? What do they have in common, what are they differences?
Apart from an evident tangency point - the figuration choice - the guiding thread that unites them intimately and joins
them is, as I was saying before, the research for quality, or a quality idea, even if pursued with divergent modalities.
Galliani and Busci belong to two different generations, consequently they have as reference points different poetic
universes: for Galliani I think of the magic and archaic one by John Milius, in particular I think of a film like 'Conan the
Barbarian'; Busci’s poetry, on the contrary, I think could have been inspired by the painful and feasible airs of Ridley
Scott and his 'Blade Runner'.
The exhibition method, independent and chronological for each artist, does not compare the works instead it
only stimulates a consideration about the two authors’ work. Which is the reason for this choice?
It was senseless to choose as an exhibition method a comparison between their works. On the other hand, why should we
do that? If we think that in 1813 two opposite trends cohabited, a classical and a romantic one, would have had a sense to
make a comparison then, between for example Jacques-Luis David and John Constable? And would it have more sense to do
it today? Or is it more logical to conceive an exhibition of two artists according to a journey that stimulates the audience to
look among these connections and diverging factors, and at the same time it offers somehow not only an interpretation of
their work, but that also shows the plurality of some artistic movements in that particular period? That is the same thought
at the base of the exhibition at the MAGA Museum, where I have then decided to introduce Omar Galliani and Alessandro
Busci in their integrity, and show two personalities in their wholeness. In the specific case of Omar Galliani we are talking
about 40 years of painting, it was then right, fair to evaluate the complexity of his long artistic research with an exhibition
that could assume the proportions of an anthological show.
What does exactly form the permanent gravity centre?
From the explosive power that was already touching Franco Battiato: the idea, the tension that leads to expressive
intensity. |www.admnetwork.it |follow us on |
7 In rame, Omar
Galliani, incisione
a bulino su rame,
100x300 cm,
1988-89
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
29
|
COPERTINA
|
|
Text edited by Filippo Pozzoli Photos by Enrico Basili and courtesy ABDR
|
ABDR
Ricostruire
il
senso
Rebuild the sense
Q
uando un progetto sa comunicare se stesso,
succede che il tutto sia più grande della somma
delle sue parti. Succede che i suoi aspetti formali,
tecnologici e semantici trovino completezza e coerenza
nel loro dialogo, e il valore logico della composizione
superi quello per cui ciascuna componente viene
sapientemente progettata. Allo stesso modo una
squadra composta da grandi individualità differenti
può trovare nuovo potenziale nel lavoro sinergico,
progettando a più mani opere che a un riconosciuto
valore storico e intellettuale abbinano innovazione
e ricerca tecnologica, con l’occhio rivolto a una
sostenibilità declinata in tutte le sue forme - dall’ormai
scontata efficienza energetica all’integrazione storica e
sociale con un contesto complesso quale, ad esempio,
quello romano. È il caso di ABDR, acronimo delle iniziali
di quattro architetti che dal 1979 condividono un ricco
percorso progettuale mantenendo ciascuno la propria
identità intellettuale e culturale. Identità spiccatamente
differenti, ma proprio per questo capaci di integrarsi con
rara efficacia.
Quattro profili diversi, uno per ciascun punto cardinale
dell'architettura, che progettano insieme da oltre
trent'anni. Come è nata la vostra sinergia e come si è
consolidata nel tempo?
Paolo Desideri La nostra storia è cominciata sui
tavoli da disegno della scuola di architettura di Valle
Giulia, a Roma negli anni settanta. È cominciato tutto
in maniera molto naturale: un reciproco scegliersi
30
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
a partire dalla condivisione di interessi comuni, di
frequenze comuni, di un comune agire politico, di
una comune e spiccata curiosità per l'architettura e
la città. Aprimmo lo studio di via del Pozzuolo (che
ancora esiste) nel 1979: eravamo ancora studenti e
preparavamo le nostre tesi di laurea. Poi da subito
la scoperta che le nostre differenze potevano essere
sinergiche, ci siamo reciprocamente insegnati molto,
e nel tempo anche la passione per l'insegnamento
universitario ci ha certamente accomunato: anche
nel mondo accademico, però, quattro percorsi diversi.
Ma un solo studio, un solo progetto, e spesso, quando
disegnavamo a mano, un solo disegno.
Michele Beccu Mi è capitato recentemente di
definire la “composizione” del nostro studio come
una mescolanza di motivazioni, intenzioni e volontà
differenti. Una sospensione alchemica, cangiante e
iridescente in superficie, e questo aspetto determina
probabilmente anche la varietà e diversità delle uscite
espressive e formali del nostro lavoro, ma con solidi
ancoraggi nella profondità di una formazione. Ma
soprattutto la necessità e la voglia di sperimentare
da subito una condizione professionale indipendente,
fortemente sperimentale sul piano pratico, e
molto motivata sul piano teorico. Una scelta in
controtendenza, che ci ha procurato anche critiche e
censure da parte del mondo accademico, ma che ora
ci premia con la considerazione della critica, che rileva
nella traiettoria di ABDR un esperimento innovativo e
originale della scena architettonica italiana e non solo.
alimentare
il progetto attraverso
la comprensione
e la riflessione
sui contesti
"feed the project through the
understanding and reflection
on the contexts"
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
31
↑ Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2007 ©MorenoMaggi
Forma, tecnica, sostenibilità, storia. Con quali logiche
e sequenze affrontate ogni occasione progettuale?
Maria L. Arlotti Non abbiamo un protocollo predefinito
per affrontare i progetti. Certo la forma, la tecnica, la
sostenibilità, la storia rappresentano le parole chiave
del nostro approccio. Ma nondimeno è impossibile
dire una volta per tutte cosa viene prima e cosa dopo.
A meno della forma che viene sempre per ultima,
a chiudere e risolvere i problemi e i conflitti posti in
essere da tutte le altre.
È attraverso questa pluralità d’individualismi che si
può interpretare la vostra lettura di progettazione
integrata? Esistono delle costanti per regolare
interazioni e subordinazioni tra gli aspetti formali,
intellettuali e tecnologici di un progetto?
PD Non sono convinto che non ci sia una ricetta. Con
il tempo, certo, abbiamo imparato a capire prima i
problemi, le criticità di ogni commessa. E i problemi
e le criticità sono fondamentali quando cominci a
sviluppare un progetto e il foglio è bianco. Noi partiamo
sempre da lì: dai problemi. Se non riusciamo a
individuare i problemi è sempre più difficile sviluppare
la nostra creatività. Crediamo necessario sviluppare
una creatività volta al problem solving. Ma in giro io
vedo sempre più frequentemente una creatività volta
al problem adding. La creatività e la morfologia (cioè
la forma) sono le chiavi di questa strategia: forme in
grado di risolvere miracolosamente i problemi posti dal
progetto, dal contesto, dalla costruzione.
32
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
↓ Lapidarium di Palazzo Venezia, Roma, 2006 ©MorenoMaggi
↓ ↑ Nuovo Teatro dell'Opera, Firenze, 2011 ©luigifiletici
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↑ ↗ Museo Archeologico, Reggio Calabria, 2011 ©MorenoMaggi
Quali sono le peculiarità che distinguono il
progetto di una grande opera rispetto alle piccole
commesse ordinarie?
Quale maggiore responsabilità intellettuale
comporta verso i luoghi toccati dai vostri progetti?
Filippo Raimondo Non è sugli aspetti figurativi che
si avvertono le differenze tra progetti di piccola e di
grande scala: è nel diverso impatto che le grandi
architetture hanno sul territorio che le differenze
pesano e che le responsabilità crescono. Opere di
identica dimensione hanno impatti diversi a seconda
del contesto urbano in cui si collocano. Un esempio
per tutti: l’enorme influenza che il Teatro del Maggio,
da noi inaugurato nel dicembre del 2012, ha sulla vita
civile della città di Firenze risulterebbe poco più che
avvertibile se lo stessa opera fosse stata realizzata
in una metropoli asiatica di 20 milioni di anime. È la
complessità data dall’incremento esponenziale delle
varianti in gioco e delle loro possibili declinazioni, che
ci segnala l’esistenza su un territorio di una piccola o
di una grande opera, non la sua forma, e tantomeno
la sua bellezza.
Tra le vostre firme stilistiche spiccano la citazione e la
reinterpretazione del patrimonio storico al contorno,
trovando nell'Italia romana il più significativo regesto
formale alla base della vostra dimensione culturale.
Come è possibile innovare ed evolvere esaltando, al
contempo, lo spirito del luogo?
34
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
MB Trovo particolarmente esaltanti quelle nostre
realizzazioni che riescono a intessere un dialogo
con il luogo non esplicito, non manifestamente
dichiarato, registrabile sottotraccia, nelle relazioni
spaziali e materiche più recondite. Mi piace pensare
alla lanterna urbana della Serra ex-Piacentini,
illuminata ora da una fioca luminescenza nella
sera romana, quasi nascosta all’intenso traffico
urbano della via Nazionale, ma ben visibile solo
dalle vie retrostanti. O anche al gigantesco ponte
sui binari della stazione Tiburtina, una vera galleria
ponte urbana, come un gigante arenato nel fiume
ferroviario in attesa dell’attraversamento della
folla silenziosa che lo abita. La stazione per noi ha
costituito un vero ripensamento tipologico della
grande infrastruttura metallica della modernità,
con le radici nella grande stazione ottocentesca e
le propaggini più estreme nel contemporaneo mall
aeroportuale.
Guardando ai progetti più recenti, specie quelli
romani della Nuova Stazione Tiburtina e di viale
Giustiniano, si coglie la volontà di superare
la dimensione architettonica inserendosi
manifestamente nell'assetto urbano.
Quali margini ci sono, oggi, per intervenire
su strutture metropolitane millenarie
adeguandole ai contemporanei requisiti
funzionali?
↑ ↓ Stazione Tiburtina, Roma, 2011 ©MorenoMaggi
↓ Metro B1 - Stazione Annibaliano, Roma, 2011 ©RomoloOttaviani
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PD Credo che siano oggi maturi ed anzi urgenti i
tempi per il rilancio di quella che credo essere una
delle specificità della scuola italiana: la capacità di
alimentare il progetto attraverso la comprensione e
la riflessione sui contesti. Una specificità che, a ben
vedere, è sempre stata una stringente necessità
del progetto italiano, prodotta da una formidabile
e reale presenza del passato e dei suoi materiali
in ogni parte del nostro territorio. Accettare
la sfida posta dalla problematicità dei territori
contemporanei può e deve essere una rivendicata
competenza della scuola italiana: un impegno
a lavorare nella tradizione di una progettualità
capace di dotare di un senso possibile i materiali,
spesso miseri, sconnessi ed incoerenti, altre volte
magniloquenti e ingombranti, depositati sul campo,
sino a raggiungere, proprio come in un esercizio
enigmistico, un proponibile e disvelatorio nuovo
significato: già scritto nei pochi frammenti esistenti
sul campo ma mai univocamente risultante.
↑ Campidoglio2, complesso per uffici del Comune di Roma, 2012
↓ Housing Giustiniano Imperatore, Roma, 2010 ©MorenoMaggi
Sulla base della vostra esperienza e della
vostra visione, credete che il futuro della grande
architettura internazionale sia più legata a realtà
sinergiche come la vostra piuttosto che alle
archistars individuali?
FR Credo che per produrre architetture di qualità
non esista una sola ricetta valida. Volendo ragionare
in modo critico attorno alla questione “cifra
stilistica”, quando questa viene perseguita in modo
ostinato (vedi l’esperienza di Frank Gehry), forse
si raggiungere il risultato di guadagnare una forte
riconoscibilità, ma, certamente, si corre il rischio di
non poter rispondere in modo mirato alle occasioni
progettuali che via via si presentano, si finisce (un
po’ per autocompiacimento e un po’ per pigrizia)
con l’adottare all’infinito un’unica ricetta formale.
La nostra scelta identitaria non si concentra sulla
ricerca di una precisa unità stilistica, ma su una
metodologia di approccio al progetto che fa della
flessibilità e della dinamicità la sua forza, la sua
ragion d’essere. Semplicemente, poniamo maggiore
attenzione alle complessità e alle specifiche
condizioni fisiche e culturali dei luoghi che sono
oggetto della nostra attività progettuale. Per noi
il carattere identitario appartiene all’opera, alla
singola realizzazione, e non a chi ne è l’autore.
Oltre alla sostenibilità ambientale di cui si fa
continuamente manifesto, quali sono le sfide culturali
e intellettuali che l'architettura dovrà affrontare? Di
quali valori e di quale società dovrà farsi manifesto?
MLA Viviamo in un periodo storico connotato da
una fortissima spinta verso l'individualismo. Il
destino del singolo, la sua sopravvivenza e il suo
interesse individuale, caratterizzano, soprattutto
in Italia, la vita sociale che di collettivo, di sociale
appunto, ha sempre di meno. Credo che la
scommessa sia proprio questa: la prima sfida che
l'architettura dovrà vincere è quella di ri-costruire
il senso e la dignità collettiva del vivere sociale. A
questo destino collettivo, mi sembra, è infine legata
anche la questione della sostenibilità ambientale.
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36
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
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|
hen a project can communicate itself,
W
the whole thing happens to be greater
than the sum of its parts. It happens that its
formal, technological and semantic features find
completeness and consistency in their dialogue,
and the logical value of the composition goes
beyond the reasons each component is carefully
designed for. In the same way, a team of great
individuals can find a new potential in their synergy,
designing together works combining a perhaps
unmatched historical and intellectual meaning to
innovation and technological research, paying
attention to the idea of sustainability declined in
all its forms - from now obvious energy efficiency
to historical and social integration with a complex
pattern such as, for example, the Roman one. This
is the case of ABDR, four architects sharing their
rich design processes since 1979, each keeping their
technical and cultural peculiarities in joint projects.
Identities that due to their being markedly different
are able to integrate with outstanding performance.
Four different profiles, one for each architectural
cardinal point, planning together for over thirty
years. How did you get this synergy and how has it
strengthened over time?
Paolo Desideri Our story began on the drawing
boards of the School of Architecture Valle Giulia
in Rome, in the 70s. It all started in a very natural
way: we choose each other due to a mutual
sharing of common interests, common frequency,
common political actions, a common and strong
curiosity for architecture and the city. We opened
the still existing atelier in Pozzuolo Avenue in
1979, still as students working at their final thesis.
Immediately we found out that our differences
could be synergistic, teaching each other a lot, and
in time even the passion for academic education
has merged: also in the academic world, however,
we tracked down four very different paths. But
always keeping only one atelier, working on only
one project, and often, on a very single drawing.
Michele Beccu I recently defined the "composition"
of our study as a mixture of different reasons,
intentions and desires. We are a sort of alchemical
suspension iridescent on the surface, this probably
determining the variety of formal and expressive
outputs of our work, but with solid common
anchors in previous training. But above all, the
need and the desire to experience the condition of
independent professional, highly experimental in
practice as highly motivated theoretically. A choice
in contrast, that has also brought us far away from
the academic world, but that is now rewarding us
with the light of criticism, which detects in our path
an innovative and original experiment on Italian
and international architectural scene.
Form, technique, sustainability, history. Which
logical sequences do you follow in order to face
each design opportunity?
Maria L. Arlotti We do not have a default protocol
to tackle projects. Form, technique, sustainability,
history are some of the keywords of our
approach. But nevertheless it is impossible to
say once and for all what comes before and what
after. Except for the shape which always comes
last, closing and solving the problems brought to
surface by others.
It is through this diversity of individualities that you
can interpret your view on integrated design? Are
there any constants for regular interaction and
subordination between the formal, intellectual
and technological features of a project?
PD I do not believe that there is not a recipe at
all. With time, of course, we have learned to first
understand problems and the critical points for
each new challenge we accept. And the problems
are critical when you begin to develop a project
and the sheet is plain white. We always started
from there: from problems. If we are not able to
identify the problems, it is always more difficult to
develop our creativity. There is a need to develop a
new creativity for problem solving. But around I see
frequently only a problem adding one. Creativity
and morphology (i.e. the shape) are the keys for this
strategy to miraculously solve the problems found
in the project, in the context, in the construction.
What are the features to make the project of a
great work different from ordinary small orders?
Which larger intellectual responsibility do you feel
towards the places touched by your project?
Filippo Raimondi It is not through figurative aspects
that we get the differences between small and large
scale projects and large: it is the different impact
major architectures have on the territory that weigh
the differences and responsibilities grow. Works
of the same size have different impacts depending
on the urban context in which they are located.
An example: the enormous influence of Teatro del
Maggio, which we opened in December 2012, has
on the civic life of Florence would be little more than
a warning if the same work had been carried out in
an Asian metropolis counting 20 million and more of
inhabitants. It is through the complexity given by the
exponential increase in variants and their possible
variations that we note the existence a small or a
large work on some area, not its form, nor its beauty.
them to contemporary functional requirements?
PD I believe times are now mature and indeed
urgent for the revival of what I believe to be one
of the specificities of the Italian school: the ability
to feed the project through the understanding
and reflection on the contexts. Specificity that has
always been a pressing need of the Italian project,
produced by a formidable and real presence
of the past and its materials in any part of our
territory. Accepting the challenge posed by the
problematic nature of contemporary territories
must be claimed jurisdiction of the Italian school:
a commitment to work in the tradition of a project
designed to give a sense of the possible materials,
often poor, uneven and inconsistent, sometimes
bombastic and bulky, deposited on the ground,
making them reach, just as an exercise in riddles,
a feasible new meaning, which is already written
in the few extant fragments on the field but never
unequivocally resulting.
Basing on your experience and your vision, do
you believe that the future of great international
architecture is more linked to synergic ateliers like
yours rather than individual archistars?
FR I believe that in order to produce quality
architecture there is only one valid prescription.
Wanting to think critically about the "stylistic"
question, when it is pursued so stubbornly
(see Frank Gehry’s experience), you may reach
Among your brand features stand citation and
reinterpretation of the historical boundary, finding
the most significant instance in the Roman formal
set as the root of your cultural dimension. How can
we innovate enhancing at the same time the spirit
of the place?
MB I find particularly exciting among our
achievements the ones that build up an inexplicit
dialogue with the place, not one clearly stated,
but adjustable in spatial relationships. I like to
think of ex-Serra Piacentini as a urban lantern,
now illuminated by a dim glow in the evening
times, almost hidden to the intense urban traffic of
Nazionale Avenue, but visible only from the streets
behind. Or even the giant rail bridge at Tiburtina
station, a true urban tunnel bridge, like a giant
beached in the river waiting for the silent crowd
living there to cross the railway. The station for us
has been a real rethinking of the typological large
metal frame of modernity, with its roots in the great
nineteenth-century station and deepest branches
in the contemporary mall close to the airport.
Looking at your most recent projects, especially
those of the New Tiburtina station and the
residential building in Justinian boulevard in
Rome, we can get the desire to overcome the
architectural dimension getting deeper in the
urban setting. What margins are there today to
deal with ancient existing structures by adapting
the result of gaining large recognition, but, of
course, you run the risk of not be able to respond
to opportunities in a targeted project that
gradually occur, you end up endlessly adopting a
single formal recipe. Our choice of identity does
not focus on finding a precise stylistic unity, but
on a methodological approach to the project that
makes of flexibility and dynamism its strength,
its raison d'être. Simply, we put more attention
to the complexity and the specific physical and
cultural conditions of the places where our
works take place. For us the nature of identity
belongs to the project, to the single realization,
not to its author.
In addition to environmental sustainability, which
is continually taken as a manifest, what are
the cultural and intellectual challenges that
architecture is called to face in the future? Which
values and which society will it represent?
MLA We live in an era characterized by a strong
push toward individualism. The fate of the
individual, his survival and his individual interest,
characterize, especially in Italy, the social life
that gets to be less and less collective. I think
the bet to win is this: the first challenge that the
architecture will have to face is to re-build the
sense and the collective dignity of social life. To
this collective destiny, it seems to me, we can link
also to the issue of environmental sustainability.
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37
news
GOING PUBLIC.
GLI SPAZI PUBBLICI PER LA CITTÀ DEL FUTURO
L’atmosfera di cultura
che ha contagiato tutto il
territorio varesino durante il
cinquantesimo anniversario
dell’Ordine Architetti Varese
non si è esaurita con la fine del
2012. L’Ordine ha infatti ideato
un ciclo di incontri dedicati
agli spazi della città, e al suo
futuro. Le conferenze ‘Going
Public. Gli spazi pubblici per
la città del futuro’, come ha
precisato Luca Molinari all’inizio
del primo appuntamento
(con Marco Muscogiuri di
www.ordinearchitettivarese.it
Shelly McNamara,
Grafton Architects→
Alterstudio Partners) tenutosi il
30 gennaio, sono state pensate
con la convinzione che la cultura
genera turismo e identità del
luogo. Per questo, durante le
serate verranno snocciolati
temi legati agli spazi della città,
da progettisti che potranno
arricchire il dibattito e creare
uno stimolo concreto per Varese.
Il punto non è solo proporre
un’architettura bella e utile,
ma anche l’idea che la si possa
realizzare, con poche risorse,
“intercettando i desideri che non
hanno ancora avuto risposta”:
questa è la vera sfida degli
incontri che si terranno durante
tutto l’anno, “una sfida civile, una
sfida di cultura”.
Appuntamento il 27 febbraio con
Shelley McNamara dei Grafton
Architects (“teatri e auditorium”),
il 27 marzo con Pietro Carlo
Pellegrini (“restauro”), il 17
aprile con Benedetta Tagliabue
Miralles di EMBT (“campus
universitari), il 29 maggio con
Cino Zucchi Architetti (“aree
dismesse”), il 26 giugno con
Winy Maas di MVRDV (“stazioni
ferroviarie”) per concludere il 17
luglio con i Piuarch (“spazi per
il commercio”). Gli incontri si
svolgono alle ore 21 presso Villa
Panza (Varese) e sono moderati
da Luca Molinari.
<CREaTE>, DAL FANGO ALL’ARCHITETTURA ATTRAVERSO UN’IDEA.
TRIENNALE DI MILANO, 9-14.04.2013
Ospitata nella Galleria
dell’Architettura della
Triennale di Milano - nelle
sale che furono disegnate
da Gae Aulenti – la mostra
<CREaTE> parte dalla filosofia
38
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
progettuale di Philippe Starck,
che vede il pensiero e le idee
essere superiori alle “cose”,
per divenire un vero e proprio
manifesto di quella sorta di
rivoluzione copernicana che
cambia, con un processo
irreversibile, il punto di vista
nei confronti del rivestimento
ceramico. <CREaTE>
racconta di come la piastrella,
dall'incontro tra il design
più rivoluzionario al mondo
e il know-how di Ceramica
Sant'Agostino, è diventata
flessibile grazie al progetto
FLEXIBLE ARCHITECTURE.
La mostra si articola attraverso
un percorso, al quale si accede
tramite una promenade, dove
il visitatore viene accolto dalle
prime parole con cui Philippe
Starck ha voluto descrivere
la nascita di FLEXIBLE
ARCHITECTURE. La prima
stanza è un tributo alle origini
della ceramica: una speciale
betoniera mescola i quattro
elementi - terra, acqua, aria
e fuoco - realizzando così la
creta, o meglio, il fango – come
lo chiama Starck – dal quale
prende forma l’intero progetto.
Nella seconda stanza, ecco
svelarsi il prodotto: dal fango
all’architettura attraverso
un’idea. Al centro, ospitata in
una teca museale, l’incipit:
la prima piastrella della
collezione, dalla quale si
sviluppano tutte le possibili
declinazioni, in questo spazio
esposte nelle diverse variabili
cromatiche e compositive.
Mostra a cura di Aldo Colonetti,
progetto allestimento Franco
Origoni (studio Origoni&Steiner),
logo mostra e consulenza
creativa Angelo Dadda (Looping).
www.arc.usi.ch
news
LA TOMBA BRION DI CARLO SCARPA.
ACCADEMIA DI ARCHITETTURA DI MENDRISIO. 22.2 - 14.4.2013
←16985 foto © Guido Guidi
17162 foto © Guido Guidi →
La Tomba Brion fu progettata
da Carlo Scarpa a partire dal
1969, su commissione di Onorina
Brion per onorare la memoria
del defunto marito Giuseppe,
co-fondatore e proprietario
della Brionvega. Il complesso
monumentale sorge poco
fuori San Vito di Altivole nella
campagna veneta. Il lavoro
fotografico di Guido Guidi sulla
Tomba Brion ha preso avvio
nel 1996 a seguito dell’incarico
affidatogli dal Canadian Centre
for Architecture di Montréal.
Dopo una prima pubblicazione
dei risultati del progetto nel 1999,
Guidi ha proseguito l’indagine in
modo autonomo per circa dieci
anni. Il percorso espositivo della
mostra di Guido Guidi “La Tomba
di Carlo Scarpa” alla Galleria
dell’Accademia di architettura
di Mendrisio si articola in
varie sequenze per un totale
di 106 stampe a contatto, che
presentano a più riprese le stesse
viste con variazioni minime, che
fanno sentire il tempo necessario
allo sguardo se vuole afferrare la
mutevolezza delle cose.
La mostra si caratterizza
per un approccio didattico,
sottolineato dalle note di lavoro
di Guidi, anch’esse esposte,
che permettono al pubblico,
in una lettura integrata con le
fotografie, di ripercorrere le tappe
di comprensione dell’opera di
Scarpa. La fotografia di Guidi,
lontana dall’essere illustrativa
o lusinghiera, diventa mezzo di
conoscenza, oltre il visibile, del
progetto architettonico e delle
intenzioni dell’architetto.
www.antoniajannone.it
ph. Giovanni Gastel
MONTAGNE DI MICHELE DE LUCCHI.
GALLERIA ANTONIA JANNONE. 28.02 – 30.03.2013
insieme a una serie di incisioni.
Testo di Danilo Eccher.
“Linguaggio e narrazione,
architettura e poesia,
costruzione e visione,
sono i punti limite di una
sorprendente oscillazione che
La galleria milanese Antonia
si compie nella sospensione
Jannone – Disegni di
di un respiro naturale.
Architettura presenta la mostra È la Natura di un corpo ligneo
MONTAGNE di Michele De
che suggerisce il flusso
Lucchi, dal 28 febbraio al 30
vitale delle venature, il colore
marzo 2013. Quindici sculture
acceso di una materia che
in legno saranno esposte
pare addormentata ma in
realtà è costantemente vigile”
(Danilo Eccher).
“A volte parto da un blocco
unico di legno, altre volte da
pezzetti relativamente piccoli,
altre volte ancora da listellini”
(Michele De Lucchi).
Michele De Lucchi parla
del suo lavoro di scultore in
termini di costruzione e non
potrebbe essere diversamente,
perché le sue opere,
realizzate tramite una tecnica
tradizionale come la scultura
in legno, raggiungono una loro
monumentalità, qualsiasi sia
la dimensione: piccole come
alcune Casette, piccolissimi
come certi suoi Tavolini o un
poco più grandi come questa
nuova serie di Montagne.
In mostra diciotto sculture,
realizzate nel 2012 e nei primi
giorni del 2013, in legno di noce
e di rovere, alcune con tetto
rimovibile, alcune pensate per
essere appese al muro, alcune
composte da pezzi su pezzi.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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THE SECRET WINE CELLAR IN THE TUSCAN HILLS
La cantina segreta
neicolli toscani
40
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IL PROGETTO RACCONTATO
Cantina Antinori, San Casciano Val di Pesa (Fi), 2012 - project by Archea Associati, photos by Pietro Savorelli e Leonardo Finotti
Nature and culture expressed
in contemporary shapes
Natura e cultura
tradotte in sinuose
forme contemporanee
L
’area di intervento si inserisce nello straordinario
contesto vinicolo-collinare del Chianti, a metà
strada tra Firenze e Siena. Una committenza colta
e illuminata ha richiesto ad Archea Associati, attraverso
l’architettura, la valorizzazione del paesaggio e del territorio
circostante quale espressione della valenza culturale e
sociale dei luoghi di produzione del vino. Il programma
funzionale è pertanto totalmente integrato all’interno di un
percorso progettuale incentrato sulla sperimentazione geomorfologica di un manufatto industriale concepito come
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
41
l’espressione più autentica di una voluta simbiosi tra
cultura antropica, l’opera dell’uomo, il suo ambiente
di lavoro e l’ambiente naturale. La costruzione fisica
e concettuale della cantina è incentrata sul legame
profondo e radicato con la terra, una relazione
tanto esasperata e sofferta (anche in termini di
investimento economico) da condurre l’immagine
architettonica a nascondersi e con-fondersi in essa.
Conseguentemente il progetto integra il costruito
al paesaggio agreste dove il complesso industriale
è dissimulato attraverso la realizzazione di una
copertura che definisce l’invenzione di un nuovo
piano di campagna coltivato a vigneto e disegnato,
lungo le curve di livello, da due tagli orizzontali che
permettono l’ingresso della luce e l’inquadratura
del paesaggio attraverso la definizione di un diorama
che lo rappresenta e lo descrive. La facciata, per
usare una categoria propria degli edifici, è quindi
distesa orizzontalmente sul pendio naturale scandito
dai filari delle viti che ne costituiscono, con la terra,
il sistema di “rivestimento”. Le aperture-fenditure
svelano, senza evidenziarlo, l’interno ipogeo: lungo
quella più bassa sono distribuiti gli spazi uffici e
le aree espositive, strutturati come un belvedere
posto al di sopra della barriccaia e delle zone di
vinificazione, mentre su quella superiore si aprono
le zone di imbottigliamento e immagazzinamento.
Il cuore protetto della cantina, dove il vino matura
nelle barriques, coglie, nell’oscurità diffusa e
nella sequenza ritmata delle volte in terracotta,
la dimensione sacrale di uno spazio che risulta
nascosto, non per atteggiamento mimetico ma
come consona opportunità per le ottimali condizioni
termoigrometriche del processo di lenta realizzazione
del prodotto. La lettura della sezione architettonica
dell’edificio evidenzia come l’articolazione altimetrica
segua il percorso produttivo discendente (per gravità)
delle uve - dall’arrivo, ai tini di fermentazione fino alla
barriccaia interrata - inverso a quello conoscitivo del
visitatore, di risalita dai parcheggi verso la cantina e
i vigneti, attraverso zone produttive ed espositive che
vanno dal frantoio, alla vinsanteria, al ristorante, fino
al piano che ospita l’auditorium, il museo, la biblioteca,
le sale di degustazione e la possibilità di vendita diretta.
Gli uffici e le parti amministrative e direzionali, ubicate al
piano superiore, sono scandite da una successione di
corti interne che prendono luce attraverso fori circolari
disposti variamente sul vigneto-copertura. Tale sistema
è utilizzato per portare luce anche alla foresteria, la
casa del custode. I materiali e le tecnologie evocano con
semplicità la tradizione locale esprimendo con continuità
il tema della naturalità ricercata tanto nell’uso della
terracotta, quanto nell’opportunità di utilizzare l’energia
naturalmente prodotta dalla terra per raffrescare e
coibentare la cantina realizzando le condizioni climatiche
necessarie per la produzione del vino.
42
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
43
YEAR OF FOUNDATION
1988
ASSOCIATES
Silvia Fabi
CONTACT
Lungarno
Benvenuto Cellini, 13
50125 Firenze
NO. OF COLLABORATORS
70
staff@archea.it
www.archea.it
Archea Associati
Arch. Marco Casamonti, Laura Andreini, Giovanni Polazzi
CORE BUSINESS
L'attività principale dello Studio è legata alla
sperimentazione in ambito progettuale e alla
realizzazione di architetture a diverse scale di
intervento, dall’oggetto, all’edificio, al progetto
urbano.
MAIN PROJECTS
Tra i progetti realizzati, la nuova Biblioteca
Comunale di Nembro e il Campeggio
Albatros di San Vincenzo, Livorno, del 2007.
Nel 2008 viene inaugurata la Libreria Edison
a Livorno, nel 2009 il nuovo Municipio di
Merate, Lecco, e la Biblioteca e Auditorium
Comunali di Curno, Bergamo. Nel 2010,
nell’ambito della Esposizione Universale,
realizza il padiglione B3-2 nell’area Urban
Best Practices di Shanghai. Nel 2011 viene
ultimato l’ampliamento e riqualificazione
della sede Perfetti Van Melle di Lainate,
Milano e, nel 2012, viene inaugurato il Green
Energy Laboratory a Shanghai. Sono in fase di
completamento il nuovo Centro socio educativo
di Seregno. Sono in costruzione la Torre di
Tirana, Albania, la “Meravigliosa Island” in “the
World” a Dubai, UAE, la Changri-La Winery
a Penglai e il Li Ling World Ceramic Art City,
in Cina. Attualmente nelle sei sedi di Firenze,
Roma, Milano, Pechino, Dubai e San Paolo,
collaborano circa cento architetti provenienti da
diverse regioni e università del mondo.
CORE BUSINESS
The firm’s core business is related to
experimental architectural activities and
design on a scale varying from objects to
buildings to town plans.
MAIN PROJECTS
The built projects of the firm comprise the new
Municipal Library of Nembro and the Albatros
Camping of San Vincenzo, Livorno, of 2007. In
2008 the Edison Bookshop opened in Livorno,
and in 2009 the new Town Hall of Merate, Lecco,
and the Municipal Library and Auditorium
of Curno, Bergamo. In 2010 the firm realized
the B3-2 pavilion of the Urban Best Practices
areas for the Universal Exposition of Shanghai.
In 2011 the expansion and renovation of the
Perfetti Van Melle headquarters in Lainate,
Milan was completed, and in 2012 the Green
Energy Laboratory in Shanghai opened. The new
socioeducational centre of Seregn will soon be
completed. Projects in construction comprise
the Tower of Tirana, Albania, the “Marvellous
Island” in “The World” in Dubai, UAE, the
Changri-La Winery in Penglai and the Li Ling
World Ceramic Art City, in China. About one
hundred architects from different regions and
universities in the world currently work at the
six branches in Florence, Rome, Milan, Beijing,
Dubai and Sao Paolo.
AZIENDE / COMPANIES
fornitura e montaggio arredi / supply and
installationof furniture
Aba Arredamenti
fornitura sedute operative / supply of chairs for
employees
44
carpenterie e rivestimenti in acciaio corten,
scale e montaggio controsoffitti / Corten
steel carpentry and coverings, stairways and
installation of false ceilings
Map Carpenterie
Castelli
corpi illuminanti / lighting apparatuses
fornitura e installazione impianti enologici /
supply and installation of oenological plants
Martini Illuminazione
Di Zio
pareti vetrate ed arredi / glazed partitions and
furniture
mobili da ufficio / office furniture
Methis
Estel
elementi in cotto / elements in terracotta
rivestimento in legno e parquet / facings in wood
and parquet
Sannini Impruneta
Itlas
Teknofloor
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42
pavimentazioni sopraelevate / floating floor
T
he site is surrounded by the unique hills of Chianti,
covered with vineyards, half-way between Florence
and Siena. A cultured and illuminated customer has
made it possible to pursue, through architecture, the
enhancement of the landscape and the surroundings
as expression of the cultural and social valence of the
place where wine is produced. The functional aspects
have therefore become an essential part of a design
itinerary which centres on the geomorphological
experimentation of a building understood as the
most authentic expression of a desired symbiosis and
merger between anthropic culture, the work of man,
his work environment and the natural environment.
The physical and intellectual construction of the
winery pivots on the profound and deep-rooted ties
with the land, a relationship which is so intense and
suffered (also in terms of economic investment)
as to make the architectural image conceal itself
and blend into it. The purpose of the project has
therefore been to merge the building and the rural
landscape; the industrial complex appears to be
a part of the latter thanks to the roof, which has
been turned into a plot of farmland cultivated with
vines, interrupted, along the contour lines, by two
horizontal cuts which let light into the interior and
provide those inside the building with a view of the
landscape through the imaginary construction of a
diorama. The façade, to use an expression typical of
buildings, therefore extends horizontally along the
natural slope, paced by the rows of vines which, along
with the earth, form its “roof cover”. The openings or
cuts discreetly reveal the underground interior: the
office areas, organized like a belvedere above the
barricade, and the areas where the wine is produced
are arranged along the lower, and the bottling and
storage areas along the upper.
The secluded heart of the winery, where the wine
matures in barrels, conveys, with its darkness and the
rhythmic sequence of the terracotta vaults, the sacral
dimension of a space which is hidden, not because
of any desire to keep it out of sight but to guarantee
the ideal thermo-hygrometric conditions for the slow
maturing of the product. A reading of the architectural
section of the building reveals that the altimetrical
arrangement follows both the production process of
the grapes which descend (as if by gravity) – from
the point of arrival, to the fermentation tanks to the
underground barrel vault – and that of the visitors who
on the contrary ascend from the parking area to the
winery and the vineyards, through the production and
display areas with the press, the area where vinsanto
is aged, to finally reach the restaurant and the floor
hosting the auditorium, the museum, the library, the
wine tasting areas and the sales outlet. The offices,
the administrative areas and executive offices, located
on the upper level, are paced by a sequence of internal
court illuminated by circular holes scattered across the
vineyard-roof. This system also serves to provide light
for the guesthouse and the caretaker’s dwelling. The
materials and technologies evoke the local tradition
with simplicity, coherently expressing the theme of
studied naturalness, both in the use of terracotta and in
the advisability of using the energy produced naturally
by the earth to cool and insulate the winery, creating
the ideal climatic conditions for the production of wine.
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B4Hotel
Milano
4646
A+D+M
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IL PROGETTO RACCONTATO
B4 Hotel, Milano, 2012 - interior design by Simone Micheli (architecture by Giancarlo Marzorati), photos by M. Marcato e J. Eheim
Don’t call it Business Hotel!
Non chiamatelo
Business Hotel!
a committenza lo definisce “Ibrido, trasversale, intriso
di contaminazioni multiformi e sinestetiche, luogo
di meraviglia, cultura, natura e di metropolitanità,
canone di riscrittura per i futuri hotel che verranno.
Esternamente distintivo e ieratico, grazie all’attento lavoro
dell’architetto Giancarlo Marzorati e internamente iconico
e super funzionale, grazie al dinamico segno dell’architetto
Simone Micheli.
L
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
47
B4 è un albergo-opera riconducibile alla creazione di
una storia di unicità che ha in sé un segno di condivisa
riconoscibilità. In questa connotazione, l’hotel opera
non è tale per la sua bellezza, in base a meri canoni
estetico-stilistici, ma per il messaggio di coerenza
globale che trasmette e il vissuto totalizzante che
mette in moto nel suo fruitore, in cui l’esperienza si
trasforma in attiva memoria.
Lo spazio ospitale della nostra contemporaneità
per essere considerato “opera”, deve avvicinarsi a
parametri di unicità che non riguardano solo il punto
di vista iconico, ma lo investono nel suo insieme, quindi
nella comunicazione, nella capacità di accoglienza, nei
servizi, nella dimensione logistica e funzionale. Al suo
interno non vi devono essere dissonanze ma è proprio
la globale assonanza di progettazione e gestione dei
molteplici aspetti e dettagli che lo compongono che
deve convergere a creare un universo di coerenza.
Quindi: lo spazio, la luce, il colore, l’utilizzo della
tecnologia ma anche il tipo di servizio nei confronti del
cliente, la ristorazione, le modalità di autopromozione,
il particolare uso dei canali divulgativi appartenenti
al nostro variabile presente sono alcuni dei vari
tasselli che devono essere congegnati “a incastro”
per costruire un mondo “omogeneo” che emette un
messaggio appartenente alla dimensione dell’unicità.
Per questo gli interni del B4, sono concepiti come
un’architettura dentro l’architettura, un insieme
armonico capace di guardare oltre la barriera del reale
conosciuto, per generare innovazione contenutistica e
linguistica, hi-tech e allo stesso tempo user-friendly,
sostenibile, in termini economici e ambientali.
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48
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
49
YEAR OF FOUNDATION
2003
NO. OF COLLABORATORS
30
CONTACT
Via Aretina 197r 199r 201r,
50136 Firenze
Via Ventura 6 ,
20134 Milano
simone@simonemicheli.com
www.simonemicheli.com
Simone Micheli Architectural Hero
Arch. Simone Micheli
CORE BUSINESS La sua attività
professionale si articola in plurime direzioni:
dall’architettura all’architettura degli interni,
dal design al visual design passando per la
comunicazione; le sue creazioni, sostenibili
e sempre attente all’ambiente, sono
connotate da forte identità e unicità.
MAIN PROJECTS Tra i suoi progetti recenti:
il “San Ranieri Hotel” realizzato a Pisa; il
“Golfo Gabella Lake Resort” a Maccagno
(Va); il “NewUrbanFace”, punto informazioni
turistiche del Comune e della Provincia di
Milano; la Spa dell’”Exedra Nice Hotel” a
Nizza per Boscolo Hotels; le nuove Terme
di Livigno per Aquagranda; il recupero
architettonico e d’interior design di “Borgo
Paradiso” a Veddo (Va) e l’Hotel “Paradiso”
a Maccagno (Va); l’edificio residenziale e
commerciale per Maco a Rivoli (To); la storica
Pinacoteca per il Comune di Viareggioo;
l’Hotel “Confort-Zone” a Bresciai; l’ ”I-Suite
Hotel” di Rimini; il “Park Hotel” ad Arezzo,
l’Hotel “Campo Imperatore” sul Gran Sasso
(Aq), l’Hotel “Porto Ercole Spa & Resort”
sull’Argentario per A Point Hotels & Resorts;
l’Hotel Hi-Tower a Padova; l’Hotel di viale
Stephenson e la Spa all’interno dell’hotel di
viale Matteotti a Milano per Boscolo Hotels;
le nuove camere dell’Hotel Londra a Firenze
per Concerto Hotels; le residenze a Chioggia
(Ve) per Ghirardon Group.
CORE BUSINESS His professional practice
has taken him in multiple directions: from
architecture to interior design, and from
industrial design to visual design by way of
communications.
MAIN PROJECTS Among his most recent
works: “San Ranieri Hotel” in Pisa; “Golfo
Gabella Lake Resort” in Maccagno (Va);
“NewUrbanFace”, Milan tourist information
office; the wellness centre of Exedra Nice
Hotel for Boscolo Hotels in Nice; Livigno’s
new thermal baths for Aquagranda; the
architectural and interior restoration with
a tourist goal of “Borgo Paradiso” in Veddo
(Va) and the “Paradiso” hotel in Maccagno
(Va); the residential and commercial
building for Maco in Rivoli (To); the picture
gallery for Viareggio Municipality; the
“Confort Zone” Hotel in Brescia; the
“I-Suite Hotel” in Rimini for Ambienthotels;
the “Park Hotel” in Arezzo, the “Campo
Imperatore” hotel in Gran Sasso (Aq) and
the “Porto Ercole Spa & Resort” Hotel in
the Argentario for A Point Hotels & Resorts;
“Hi-Tower Hotel” in Padova; the Hotel in
viale Stephenson and the wellness centre
inside of the hotel in via Matteotti in Milan
for Boscolo Hotels; the new rooms of
“Londra Hotel” in Florence for Concerto
Hotels; the residences in Chioggia (Ve) for
Ghirardon Group.
AZIENDE / COMPANIES
imbottiti di design / design upholstered sofas and
armchairs
Adrenalina
involucro esterno, facciata strutturale a
pelle singola / external façade, single-skin
structural facade
impiantistica / technological systems
Gruppo Permasteelisa
Alpiq Intec Milano
sistema di illuminazione / lighting system
interruttori e placche / switches and plates
iGuzzini
Ave
pavimenti, rivestimenti, tendaggi e tessuti /
floors, wall coverings, curtains and textiles
finiture di interni, opere in cartongesso / interior
design, works of dry construction methods
Atir
arredo bagno / bathroom furniture
Axisa bath collection
unità per il comfort degli ambienti e produzione
di acqua calda sanitaria / HVAC comfort unit and
sanitary hot water production
Climaveneta
50
A+D+M | MAGAZINE | 2013||##42
42
Liuni
prodotti ecocompatibili per
l’impermeabilizzazione / environment-friendly
products for waterproofing
Mapei
ceramica sanitaria / sanitary ceramics
Simas
T
he client describes it as a “hybrid, transversal,
dense of multiform and synaesthetic
contaminations, place of amazement, culture, nature
and metropolitanity, exemplum for future hotels. It is
distinctive and hieratic on the extern, thanks to the
great work of Giancarlo Marzorati. It is functional
and dynemic in the interios thanks to the sign of
Simone Micheli. The B4 is a hotel-opera which can be
traced back to the creation of a mutally recognizable
uniqueness story. This feature doesn’t spring form
its beauty, neither from the mere asthetic- stylistic
canon, but rather by the message of global coherence
it spreads and in which experience becomes active
memory. In our modern time the hosting space,
in order to be considered a “piece”, has to come
unique more and more. Uniqueness doesn’t concern
just the iconic aspect, but as a whole, so included
communication, hosting ability, services, logistical
and functional aspect too. The whole project doesn’t
allow any kind of mismatch, because every detail is
conceived as a part of a coherent universe. So, space,
light, colour, technology , but also the service made
available to clients, food service, promotion method,
media variety used to promote the hotel, are just few
tiles snap-fit thought in order to construct a “uniform”
world, that communicates messages of uniqueness.
The B4 interiors are designed as an architecture
inside the architecture. An harmonious whole,
capable of looking beyond the barrier of what is
known as real, thought to generate innovation in
terms of content and language. It appears as an
hi-tech building and, at the same time, user-friendly,
economically and environmentally sustainable.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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GLOCAL IDENTITY
IdentitàGlocale
52
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
IL PROGETTO RACCONTATO
Sede Autodesk, Milano, 2012 - project by GaS Architects, photos by Luc Boegly
The first Leed Gold- certified interior
design project in italian territory
Il primo progetto di
interior Leed Gold in
territorio italiano
I
l contesto architettonico ha influito sulla progettazione degli
spazi interni sia in modo positivo che negativo: l’immobile
infatti non è esattamente un edificio per uffici, anzi è proprio
il contrario perché privo di requisiti quali la flessibilità e
l’efficienza. Dunque ci siamo trovati a contatto con delle
caratteristiche del tutto originali che non si riscontrano nel
99% dei progetti per uffici. Mi riferisco a spazi a doppia altezza,
o ad ambienti senza grandi aree rettangolari e profondità che
avrebbero potuto dare l’opportunità di molti lay out differenti.
Lo studio ha recepito la richiesta di Autodesk di eseguire
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
53
un progetto Leed Gold, ora certificato, quindi la
sostenibilità ha fatto parte del nostro approccio
generale, ma il sistema Leed offre punti per tutta
una serie di aspetti diversi. Non solo l’efficienza
energetica, la tipologia di materiale, ma anche la
provenienza dei materiali, la loro riciclabilità, la
coibentazione… e inoltre la qualità dell’ambiente
di lavoro, la qualità della luce, l’utilizzo virtuoso
dell’acqua. Una richiesta di Autodesk è stata quella
di creare un ambiente che integrasse l’anima
internazionale del gruppo con l’identità italiana.
La sfida era quella di comunicare la globalità
dell’azienda, ma anche il forte radicamento nella
cultura locale. La nostra risposta si è focalizzata su
alcuni aspetti; l’Italia è molto conosciuta per il design
industriale e quindi ci siamo concentrati su tutto ciò
che rimanda o è italiano: arredi, illuminazione, ecc.
54
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
L’altro fattore importante è stato il materiale di cui
è composto il progetto: l’Italia non è un paese ricco
di materie prime o non si caratterizza per il suo
acciaio o per il legno… al contrario è molto diffuso
il concetto di muratura italiana, l’esperienza negli
impasti, l’artigianalità di tutto ciò che è fatto da una
mano. Ed è così che ci siamo decisi a tirare una riga
dritta, un muro che fa da collegamento tra due piani
e li riunisce. Questo muro ci è sembrato naturale
rivestirlo con stucco veneziano spatolato a mano.
Un terzo elemento è stato la decorazione delle
sale: è eseguita con progetti finalizzati con software
Autodesk. Fondamentalmente il colore dominante
è il bianco. Ed è contro questo fondo bianco che
abbiamo esposto i nostri oggetti colorati. Un altro
elemento importante nel colore sono i pavimenti,
che sono rimasti quelli originali e coprono
ovviamente una grande superficie del progetto.
Un terzo intervento di colore è stato il grande muro
verde, quello di cui ho detto in precedenza. L’idea
principale è stata quella di creare un contrasto con
l’ambiente. Il fatto che alcuni banconi fossero fatti di
cemento ci ha suggerito l’idea di inserire gli antichi
strumenti per il disegno tecnico, che diventano
preziose testimonianze del passato. Il tutto è stato
accostato a elementi tecnologici come la scelta degli
impianti a vista o le porte scorrevoli di vetro. Questo
contrasto tra materiali fatti a mano e materiali più
industriali ha creato una ricchezza visiva molto
affascinante, un vero e proprio linguaggio che poi ha
contraddistinto tutti gli interventi del progetto, come
per esempio i phone boot che sono necessari per
parlare al telefono senza disturbare i colleghi.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
55
YEAR OF FOUNDATION
1997
CONTACT
Via Friuli 65
20135 Milano
ASSOCIATES
Giacomo Sicuro e Lenka Lodo
NO. OF COLLABORATORS
40
simone@gasstudio.it
lodo@gasstudio.it
www.gasarchitects.com
Goring & Straja Studio
CORE BUSINESS Goring&Straja Studio
offre una serie completa di servizi legati alla
progettazione: masterplanning (progettazione
urbanistica), progettazione architettonica
(riqualificazioni edilizie, risanamento e restauro),
landscaping, architettura di interni, space
planning, project management (programmazione,
analisi, pianificazione) Goring&Straja è uno studio
di progettazione con sedi a Milano, Roma e San
Francisco. L’approccio verso l’architettura di GaS
affonda le radici nell’esperienza cosmopolita dei
partners e si esprime attraverso la sensibilità
verso le esigenze del cliente, l’attenzione
all’inserimento nel contesto (urbano e culturale),
l’interesse nei confronti dell’interazione tra
architettura e tematiche affini.
MAIN PROJECTS
La società diretta in Italia da Andre
Straja, Giacomo Sicuro e Lenka Lodo ha
firmato progetti per grandi nomi come
Microsoft, Autodesk, Frog, Fendi, Abbott,
PricewaterhouseCoopers, Sole24Ore, British
American Tobacco, Europcar, Heinz/Plasmon,
American Express Bank, J. Walter Thompson,
Bull italia, Coca Cola, Ingram Micro,The Carlyle
Group, DHL, Generali Properties, CB Richard
Ellis investors, General Electric Real Estate,
Stam Europe, Cordea Savills, AIG Lincoln,
Tiffany&Co, Burberry, Fendi (Boutique),
Longchamp, Asics, Nespresso, Fnac, Vodafone,
Haworth, IBM, Areva, Axa Reim, Pirelli,
Aedes, Galotti, Sara Immobiliare, Cabassi/
BrioschiFianziaria, First Atlantic, Nexity,
Altarea, TBWA, G&W Invest (Hilton), Fondazione
Housing Sociale.
CORE BUSINESS Goring&Straja Studio
offers a complete and differentiated range of
services: from master-planning, architectural
design, landscape design, interior design,
project and construction management,
building re-qualification, to renovation and
space planning.The rigor that characterizes
our approach to architecture, and design, in
particular, stems from the partner’s experience
over the last three decades and involves a wide
array of cultures and typologies. Sensitivity to
the client’s strategies, to the building’s impact on
its surrounding environment and its interaction
with the multitude of often conflicting issues is
fundamental to our method and the services
we offer.
MAIN PROJECTS
Goring&Straja Studio managed in Italy by Andrè
Straja, Giacomo Sicuro and Lenka Lodo, through
the years developed an impressive portfolio,
including names like Microsoft, Autodesk,
Frog, Fendi, Abbott, PricewaterhouseCoopers,
Sole24Ore, British American Tobacco, Europcar,
Heinz/Plasmon, American Express Bank,
J. Walter Thompson, Bull Italy, Coca Cola,
Ingram Micro,The Carlyle Group, DHL, Generali
Properties, CB Richard Ellis investors, General
Electric Real Estate, Stam Europe, Cordea
Savills, AIG Lincoln, Tiffany&Co, Burberry, Fendi
(Boutique), Longchamp, Asics, Nespresso,
Fnac, Vodafone, Haworth, IBM, Areva, Axa
Reim, Pirelli, Aedes, Galotti, Sara Immobiliare,
Cabassi/BrioschiFianziaria, First Atlantic,
Nexity, Altarea, TBWA, G&W Invest (Hilton),
Fondazione Housing Sociale.
AZIENDE / COMPANIES
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Appaltatore / general contractor
finiture / gyptone
TETRIS Design & Build
Gyproc
falegnameria pareti / woodworks
mobili in cemento / concrete furniture
DSA Interni
Il cantiere
stucco artigianale veneziano / venetian
handcrafted plaster
tendaggi / curtains
Stefano Coccioli
interruttori / switch
strutture in vetro / glassworks
BTicino
Dorma, Vetreria Raimondi
arredi / furniture
pareti impacchettabili / wrapped walls
Oddicini
Arper, Cargo Hi-tech,
Herman Miller, Unifor
elementi per la fonoassorbenza / baffles
illuminazione / lighting
Ecophon Saint Gobain
Flos, iGuzzini
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Omnitex
T
he architecture of the building - a picturesque
combination of irregular volumes - has
influenced the design of our interior spaces-project
both positively and negatively. The building is very
unusual for an office building, and lacks basic
characteristics like flexibility and efficiency. We
had to deal with unusual features that you don't
find in 99% of the office projects - double-height
spaces, plans lacking large rectangular areas
and depth - and had little opportunity to prove
many different layouts. GaS Architects got a clear
brief from Autodesk: to get a LEED Gold-certified
project. Therefore sustainability has been an
integral part of our approach. But the LEED green
building program. gives points for a large variety of
different aspects. The energy efficiency, the type of
material, but also the local origin of the materials,
their recyclability, the thermal insulation, but also
the quality of the working spaces, of light, the
conscious use of water. One of the main requests
of the Autodesk brief has been to integrate the
global corporate spirit and the strong local identity
of Milan and Italy. Our response has been to focus
on some Italian excellencies and characteristics:
Italy is well known for the quality of its industrial
design, furniture and lighting, so we have
concentrated on Italian products in our choice for
furniture and lamps. Italy is not a country rich in
raw materials, it is not famous for its steel or wood
industries, but is well known for its masonry, its
stuccos, its fine craftsmanship. That's why we
decided to clad the central element of the project,
a great straight wall that connects the two floors,
in handmade Venetian plaster. A third element
was the graphics: it is made using Autodesk
software, and they show projects and drawings.
Basically, the dominant color is white. It is against
this background that we expose our colored
objects. Another important element in the color
management is the maintaining of original parquet
floors, which cover evidently a large area of the
project. And a third idea was to create a contrast
the basically-white environment and the offgreen color of the great wall. We have used some
cement-molded, custom-made counters and this
(together with the fact that Autodesk software is
used mainly for drafting) suggested us the idea
of including the shapes of the traditional tools for
technical drawing, as valuable evidence of the past.
The hand-made elements (the great stucco wall,
the cement counters) have been put in contrast
with high-tech elements like the sliding doors or the
stainless-steel air conditioning tubes. This match
between industrial and handmade elements has
created a charming visual richness, a strong, clear
language that distinguishes all the elements of the
project. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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ARCHITECTURES
ABLE TO DIALOGUE
Architetture
capaci di dialogare
58
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
IL PROGETTO RACCONTATO
Centro Studi FLA, Seveso (Mi), 2012 - project by StudioMarinoni, photos by Giovanni Chiaramonte
Transversality and flexibility
at the origins of the project
Trasversalità
e flessibilità alle origini
del progetto
R
ealizzato in seguito alla vincita da parte di Giuseppe
Marinoni di un concorso internazionale, il Centro Studi
FLA (Fondazione Lombardia per l’Ambiente) a Seveso
appare all’esterno come un volume primario, articolato da
fenditure verticali e sezionato dalla facciata vetrata: quinta
della piazza e boccascena sulla città. La rigorosa figura ellittica
dell’impianto planimetrico si rivela essere un collage di forme
irregolari adatte a usi eterogenei: sale convegni, spazi espositivi,
uffici, medioteca. La concezione architettonica valorizza la
luce naturale come elemento di creazione di mutevoli valori
ambientali. L’illuminazione artificiale, invece, esalta gli spazi
generati all’interno, proiettandoli di notte all’esterno in figure
bidimensionali sullo schermo vetrato della facciata.
L’interno rivela invece un assemblaggio di spazi irregolari
riordinati entro una figura ellittica. Tale principio collagistico
permette di comporre in un’icona riconoscibile spazi eterogenei,
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
59
facendo interagire la complessità dell’interno
con la semplicità dell’esterno. Fenditure vetrate,
risultate dal principio aggregativo, incrinano il
volume monolitico, segnando a distanza gli accessi
e rendendo visivamente traguardabile dall’intorno
il complesso. La forma articolata esprime una
duplice valenza: paesaggistica, verso il giardino sul
fiume Seveso, dove il curvo volume rivestito da assi
di legno si presenta in veste di padiglione; urbana,
verso la piazza, dove la grande vetrata scandita da
montanti metallici delinea il fronte di un virtuale
palazzo. La mediazione tra istituzione e città
avviene con la vasca d’acqua che duplica il fronte.
'Soglia' virtuale, questa ultima, dà forma e figura ai
rituali d’accesso. L’accumulo verticale e orizzontale
di forme differenti genera interspazi interni, rivelati
dalle fenditure che incrinano da terra a cielo
l’unitario guscio ellittico. La stratificazione è svelata
dallo sfalsamento irregolare dei solai e accentuata
dalle vetrate colorate che contraddistinguono i
piani. Le fenditure consentono alla luce di filtrare
in modo differenziato durante l’arco della giornata,
lasciano interagire funzionalmente e visivamente i
livelli, relazionano gli usi ai diversi piani. Al piano
terra il Forum. Luogo aperto al pubblico e spazio
flessibile per organizzare convegni, attività di
formazione, mostre, eventi culturali e ricreativi.
60
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Al primo piano i Working Club. Lavoro, riunione
collegiale, studio e ricerca interagiscono qui in
compresenza spaziale e interazione visiva. Al
secondo piano la Medioteca e l’Esposizione. Il
terrazzo-patio contribuisce a generare un ambiente
introverso e meditativo, adatto alla concentrazione
e al raccoglimento. Scala e servizi sono configurati
come cilindri primari, in lamiera stirata e in assi di
legno, che trapassano i diversi piani a partire dal
piano interrato che ospita la lounge.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
61
YEAR OF FOUNDATION
1990
CONTACT
Corso Magenta 54
20123 Milano
NO. OF COLLABORATORS
4
studio@studiomarinoni.com
www.studiomarinoni.com
StudioMarinoni
Arch. Giuseppe Marinoni
CORE BUSINESS
Giuseppe Marinoni (Milano1961),
architetto e PhD in Progetti e
Politiche urbane, svolge attività di
progettazione e ricerca sulle tematiche
inerenti la trasformazione della città
contemporanea. Come Giuseppe Marinoni
Architetto e come Amministratore
delegato di StudioMarinoni srl si
occupa di planning e progettazione
urbana, progettazione architettonica e
paesaggistica in città italiane e straniere.
Insegna Progettazione architettonica e
urbana presso la Facoltà di Architettura
del Politecnico di Milano. Nel 2011 fonda
la casa editrice SMOwnPublishing,
finalizzata a pubblicare libri di
architettura, fotografia e paesaggio.
CORE BUSINESS
Giuseppe Marinoni (Milan, 1961) is an
architect with a PhD in Urban Projects
and Policies. He carries out activities of
planning and design and research into
themes related to the transformation of
the contemporary city. As an architect in
his own right and as managing director
of StudioMarinoni srl, Giuseppe Marinoni
carries out projects of urban planning
and design and architectural and
landscape design in Italy and abroad. He
teaches architectural design and urban
planning at the Faculty of Architecture
of Milan Polytechnic. In 2011 he founded
the publishing house SMOwnPublishing,
with the aim of bringing out books on
architecture, photography and landscape.
MAIN PROJECTS
Suoi committenti sono amministrazioni
pubbliche, enti, investitori istituzionali e
privati. Tra altri premi e riconoscimenti
a concorsi di architettura, nel 2006 vince
il concorso internazionale per il Centro
studi FLA, oltre alla gara nazionale per il
Progetto urbano del Polo intermodale di
Portasud a Bergamo, nel 2007 vince la
gara nazionale per lo Studio di fattibilità del
MoviCentro di Novara, nel 2009 si aggiudica
la gara per il PGT (Piano di Governo del
Territorio) di Abbiategrasso, mentre nel
2010 vince il concorso internazionale per
l’Aeroporto della Malpensa ‘La porta di
Milano - Soglia Magica’.
MAIN PROJECTS
His clients include governments, local
authorities and institutional and private
investors. Among other awards and
marks of recognition, in 2006 he won the
international competition for the Centro
Studi FLA, as well as the one for the
Urban Project of the Portasud Intermodal
Centre in Bergamo, in 2007 he won the
international competition for the Feasibility
Study of the MOVIcentro in Novara, in 2009
he won the tender for the PGT (Territorial
Administration Plan) of Abbiategrasso,
while in 2010 he won the ‘Gateway to Milan’
international competition for Malpensa
Airport with the ‘Magic Threshold’ project.
AZIENDE / COMPANIES
strutture / structures
tende / curtains
Redesco
Emmegi
impianti elettrici e meccanici / electrical and
mechanical systems
facciata ventilata e rivestimenti in legno /
ventilated façades and wooden facings
Ariatta Ingegneria dei Sistemi
Puntoacapo
appaltatore / contractor
arredi e mobili su misura / internal fittings
SI.GE.CO Costruzioni
Simat di Mario Ballabio
serramenti e facciate / frames and façades
pannellature di lamiera stirata per recinzioni,
controsoffitti e scala / expanded plate, facings,
stairs
C.P. Sistemi
Jansen
carpenteria metallica e serramenti / metal
structural work and framing
C.P.F. di Cannata Pietro
opere in legno lamellare / wooden structures
Holz Albertani
62
A+D+M | MAGAZINE | 2013||##42
42
Metalltech
controsoffitti e cartongessi / suspended ceilings,
and plasterboard
Lithos Plus
B
uilt after Giuseppe Marinoni’s design had won an
international competition, the Learning Centre
FLA (Lombardy Foundation for the Environment) at
Seveso looks on the outside like a primary volume,
divided up by vertical fissures and sectioned by the
glass front: a wing of the square and proscenium
opening onto the town. The rigorous elliptical layout
of the plan is in fact a collage of irregular forms
suited to a variety of uses: conference rooms,
exhibition spaces, offices, a media library. The
architectural conception exploits natural light as a
means of creating mutable environmental qualities.
The interior on the other hand is an assembly
of irregular spaces reorganised into an elliptical
shape. This principle of collage makes it possible
to compose diverse spaces into a recognizable
icon, making the complexity of the interior interact
with the simplicity of the exterior. Glazed fissures,
resulting from the principle of aggregation, break
up the monolithic volume, signalling the accesses
from a distance and making it possible to see into
the complex from the surroundings. The articulated
form expresses a twofold value: a landscape one,
towards the garden on the Seveso River, where the
curved volume faced with wooden planks presents
the appearance of a pavilion; an urban one, facing
the square, where the large glass wall punctuated
by metal uprights delineates the front of a virtual
building. The mediation between institution and
town is done by means of the pool of water that
duplicates the front. A virtual ‘threshold’, this gives
form and figure to the rituals of access. The vertical
and horizontal accumulation of different forms
generates internal interspaces, revealed by the
clefts that run through the unified elliptical shell
from ground to sky. The stratification is laid bare by
irregular staggering of the floors and accentuated
by the different colours of glass that distinguish the
storeys. The fissures allow light to filter through in
different ways over the course of the day, letting the
levels interact functionally and visually and relating
the uses to the different storeys. On the ground
floor, the Forum. A place open to the public and a
flexible space in which to hold conferences, training
activities, exhibitions and cultural and recreational
events. On the first floor, the Working Club. Work,
team meetings, study and research interact here
in spatial and visual contact. On the second floor
the Media Library and the Exhibition Space. The
terrace-patio helps to generate an introverted and
meditative setting, suited to concentration and
absorption. Staircase and services take the form
of primary cylinders, built of expanded plate and
clad with wooden planks, that pass through the
different storeys from the basement that houses the
lounge. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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Unasfidavinta
AN ACCOMPLISHED CHALLENGE
64
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
IL PROGETTO RACCONTATO
SL 104 Indigo, Sanlorenzo Yacht, 2012 - project by Sergio Buttiglieri, text by Sergio Buttiglieri, photos by Beppe Raso
The quintessence
of Made in Italy design
La quintessenza
del design
Made in Italy
Q
uesto progetto non è solo un grande yacht Sanlorenzo,
ma è soprattutto una sfida vinta. Una sfida contro
i luoghi comuni che ci fanno pensare agli armatori
russi come desiderosi di ridondanze e orpelli di cattivo gusto.
Anche per questa grande nazione, la Russia, l’enorme appeal
dell’Italia risiede proprio nel nostro inimitabile stile, nel
Made in Italy che si declina nella moda come nell’interior
design, nell’arte come nel cibo. I russi hanno una profonda
venerazione verso il nostro Paese. Me ne sono reso conto a
Mosca, quando sono stato a visitare la casa dell’armatore per
capire quali fossero i suoi gusti, di cosa amava circondarsi
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
65
e come potessi entrare in sintonia con lui per fargli
un “abito su misura”. Interagire con il proprietario per
percepirne l’immaginario è stato fondamentale per
portare a termine in tempi brevi questo 32 metri, ottava
unità della linea di motoryacht plananti SL 104 che
debuttò nel 2009 con l’apporto progettuale, per l’interior,
di Dordoni architetti. Progetto che, non a caso, proprio
lo scorso anno ha vinto il premio per l’Innovazione e
il design, grazie anche all’ADI, consegnato da Giorgio
Napolitano al Quirinale. Invitato quindi dall’armatore a
casa sua, arrivai armato di essenze, cataloghi, stoffe,
pelli, marmi, disegni e rendering. Era già un buon
punto di partenza poter raccontare la qualità dei
nostri ebanisti, la tradizione nautica italiana di cui
Sanlorenzo è portavoce a livello internazionale,
l’amore per il mare associato al buon gusto e al
non voler apparire. Memore della grande tradizione
letteraria di questo enorme Paese, delle pieces
di Cechov, degli interni in cui interagivano i suoi
personaggi da lui mirabilmente descritti, volevo in
66
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
qualche modo ricondurre il calore e le atmosfere
della loro tradizione a un dialogo con il nostro
migliore design per trovare una nuova inaspettata
sintesi formale. I toni fra l’avorio, il beige e il
marrone fanno da linea guida per le scelte del
décor. I legni scelti sono il noce Canaletto per i
mobili, di antica tradizione ebanistica, e il legno
rovere decapato per le paratie, entrambi in finitura
opaca, associati a una lacca lucida beige per
i cielini e gli sfondati. Un caldo tessuto avorio
riveste il divano “Ray”, disegnato da Antonio
Citterio, e la poltrona “Marquis” disegnata da
Piero Lissoni, così come le poltroncine “Febo” di
Antonio Citterio della zona pranzo e la poltroncina
rotante con pouf “Feel Good”, sempre di Citterio,
a fianco del letto armatoriale. Ci sono anche
uno “spiazzante” tappeto, una sorta di patchwork
di tappeti antichi che assolvono all’esigenza
del cliente di avere un tappeto classico senza
cadere nel banale e un iconico tavolino fumo di
legno rovere scuro spazzolato che sdrammatizza
la sua presenza con tante doghe che lo fanno
assomigliare a una nervatura navale. Il tavolo
“Ics”, oltre che essere perfettamente nautico
avendo un basamento centrale, è un pregevole
esempio di ebanisteria che non a caso il mio amico
David Chipperfield, attuale direttore dell’ultima
Biennale di Architettura di Venezia, ha voluto
inserire nel suo recente progetto per il nuovo show
room Valentino di via Montenapoleone a Milano,
e che ho fatto visitare al nostro armatore per
mostrargli al vero gli arredi che gli avevo proposto
a Mosca durante un tour milanese per meglio
contestualizzare le scelte del suo décor. A Milano
si va, come diceva Ernesto Nathan Rogers, dalla
città al “cucchiaio”. Esperienza molto positiva che
ha ulteriormente confermato come questo possa
essere il metodo corretto per meglio far percepire
agli armatori la qualità globale dei Cantieri navali
Sanlorenzo.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
67
CONTACT
Via Armezzone, 3
19031 Ameglia (SP)
YEAR OF FOUNDATION
1958
NO. OF COLLABORATORS
15
s.buttiglieri@sanlorenzoyacht.
com
www.sanlorenzoyacht.com
Sanlorenzo Yacht
Sergio Buttiglieri
CORE BUSINESS
La Mission di Sanlorenzo è costruire ogni
yacht diverso e personalizzato secondo lo
stile e le esigenze dell'armatore, con linee al
di sopra delle mode, senza forzature formali
né linguaggi estremi, con manodopera di alta
capacità e tradizione. Proprio questi valori
associati ad una cura massima dei dettagli,
delle finiture artigianali e l'impiego di materiali
pregiati rendono unico ogni Sanlorenzo.
CORE BUSINESS
Each Sanlorenzo model's life lasts a long
time to maintain the fleet value and preserve
the owner's investment. To own a Sanlorenzo
is byword of being part of an exclusive boating
and cultural world, which has taken shape
in over fifty years of history of the yard. The
owners of a Sanlorenzo, belonging to the
highest international entrepreneurial class,
share an homogeneous distinctive mark in
the yachting community.
MAIN PROJECTS
Il range Sanlorenzo: Linea SL: SL62, SL72,
SL82, SL88, SL94, SL104, SL108, SL118 (flying
bridge motoryachts in vetroresina, con scafo
planante); Linea SD: SD92, SD110, SD122
(motoryachts in materiali compositi con scafi
semi-dislocanti); Linea Superyachts: 40Alloy,
42EXP, 46Steel (Superyachts in metallo
(alluminio e acciaio) con scafo planante o
dislocante)
MAIN PROJECTS
Our range: The SL Line: SL62, SL72, SL82,
SL88, SL94, SL104, SL108, SL118 (flying bridge
motoryachts in fiberglass, with a planning
hull);The SD Line: SD92, SD110, SD122
(Motoryachts in composite material with a
semi-displacement hull); The Superyachts
Line: 40Alloy, 42EXP, 46Steel (Superyachts in
metal, aluminum and steel, with planning or
displacement hulls)
AZIENDE / COMPANIES
illuminazione/lighting
elettrodomestici/electrical appliances.
Artemide
Danese
Gaggenau
arredo per esterni/external furniture
arredamento/furniture
B&B
Flexform
Living Divan
Maxalto
Paola Lenti
Roda
Royal Botania
complementi d’ arredo/furnishing accessories
Boffi
Penelopeoggi
Stepevi
arredamento/furniture
rubinetteria/faucets
Ceccotti
Zucchetti
arredo cucina/kitchen furniture
68
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
T
his project is not only is a wonderful Sanlorenzo
motoryacht, but above all it is an accomplished
challenge. A challenge against the clichés of
Russians as redundant-loving people. For this
grand nation as well the Italian appeal lies in our
unmistakable style, the made-in-Italy that expresses
itself in fashion, interior design, art and food. The
Russians truly admire our Country. I realized it when
I was in Moscow visiting our client’s house to better
understand what his tastes were, what he loved to
collect and how I could get in sync with him so much
so that I could make him a tailor-made motoryacht.
The interaction with the owner to perceive his
vision has been essential for finishing quickly this
32-metre motoryacht, the eighth planning hull of
the SL104 line that started off in 2009 with the
interior design contribution of Dordoni Architetti. It
is no accident that this project won the Innovation
and Design Award last year, also thanks to ADI,
that was given by the President of the Italian
Republic Giorgio Napolitano at the Quirinale.
Since I had been invited by the owner to go visit
him, I arrived with plenty of catalogues, wood
samples, fabrics, leathers, marbles, sketches and
renderings. A very good starting point for me
was the chance to give voice to the quality of
our cabinet-maker, to the Italian boating tradition,
which Sanlorenzo is the international mouthpiece
of, to the love for the sea, good taste and sobriety.
Mindful of the splendid Russian literary tradition,
of the Cechov’s plays and the interior where
his wonderfully described characters played,
I wanted to blend the warm atmospheres of
their tradition into our best design to find out
a brand new unexpected formal synthesis.
Ivory, beige and brown shades are the guidelines
for the décor choices. The wooden furniture
are in Canaletto walnut, according to the old
woodworking tradition, and the bulkheads are in
bleached oak. They are both opaque and matched
to a beige bright lacquer used for ceilings and
portholes panels. A worm ivory textile upholsters
the “Ray”couch designed by Antonio Citterio,
the “Marquis” armchair (designed by Piero
Lissoni), the “Febo” little armchairs (by Antonio
Citterio) placed in the dining hall as well as
the “Feel Good” little rotating armchair with
a pouf (by Citterio) next to the owner’s bed.
There are also a surprising carpet - a kind of
patchwork of antique carpets which can easily fulfill
the desire of a classic but not ordinary rug - and an
iconic smoky grey table. It is made of dark brushed
oak with lots of staves resembling the naval rib.
The “Ics” table is a valuable example of cabinetry as
well as a perfectly nautical piece of furniture thanks
to the central base, and it is not by chance that
my friend David Chipperfield - currently directing
the 13th International Architecture Exhibition of
Venice - wanted to use it in his recent project for
the Valentino showroom placed in the famous
Via Montenapoleone, in Milan. I took there our
Russian owner during a Milan tour to better
show him the furniture I had proposed him in
Moscow and to contextualize the décor choices.
As Ernesto Nathan Rogers said, in Milan you
go from the city to the “spoon”. A very positive
experience that has confirmed once again
that this is the right way to convey the owners
the global quality of Sanlorenzo’s shipyard.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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GREEN DESIGN
70
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Flat Land
ph. M. Zanta
Flat Land, Eraclea (Vi), 2008 - project by Studio MADE Associati, Michela De Poli, Adriano Marangon – text by Francesca Pisani, soci AIAPP - photos by M. De Poli, A. Marangon, M. Zanta
ph. M. Zanta
A multifunctional park where the design
elements, creating continuity with the
surrounding rural landscape, call to
mind the area's farming history
Un parco multifunzionale
in cui gli elementi
progettuali, creando
continuità con il paesaggio
agrario esterno,
richiamano la memoria
agricola del luogo
F
lat Land è un intervento paesaggistico per la realizzazione
di un parco privato con funzione promiscua: una parte a
servizio dell’abitazione del proprietario e una a servizio dei
dipendenti della L&S Group, committente del progetto, i cui uffici
sorgono nella proprietà.
Siamo a Eraclea, Comune a nord-est di Venezia, un territorio
bonificato a scopo agricolo dalla seconda metà del secolo scorso.
In questo contesto, Michela De Poli e Adriano Marangon, architetti
e fondatori dello Studio MADE Associati, con la consulenza del
dott. agronomo Giovanni Claudio Corazzin, hanno progettato un
parco multifunzionale di 11.000 mq, terminato nel 2008.
Il progetto affronta due temi:
− la relazione spaziale e visiva tra il luogo privato fruibile dal
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
71
ph. M. Zanta
72
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
proprietario, con giardino fiorito, piscina, spazio per il
gioco dei figli, e il luogo a disposizione dei dipendenti
con parcheggi, zona stoccaggio materiali e un campo
da calcio per lo svago;
− la relazione con la vasta distesa del paesaggio agrario
circostante.
Entrambi i temi erano cari alla committenza, che oltre a
esprimere le esigenze di “unire diversificando le diverse
funzioni” e di aprire il parco al territorio agricolo,
espressione di qualità visiva e di radici famigliari,
chiedeva di completare il progetto paesaggistico con
un’area per un ampliamento dell’azienda.
L’intervento rispecchia il modo di lavorare di MADE
Associati: un’attenzione alla stratificazione storica
e affettiva del sito, un’approfondita lettura e l’analisi
dei segni e delle relazioni del paesaggio, per creare
e inventare un nuovo luogo. Nasce un parco in cui il
richiamo alla memoria agricola è continuo.
Le componenti della limitrofa campagna ordinata lunghi campi, rettilinei canali di scolo, filari di Populus
nigra “Italica”- sono riprese nel disegno del parco e
ne ripartiscono i diversi ambiti creando effetti filtranti,
non occludenti, in continuità con il paesaggio agrario
esterno. La loro presenza è arricchita da un filare
di Pyrus calleryana, a separazione tra l’ambito fruito
dalla famiglia e quello destinato ai dipendenti, o di
Malus floribunda ad ornamento del parcheggio, e dalle
morbide graminacee ornamentali (Miscanthus sinensis,
Deschampsia cespitosa, Melica ciliata) che creano onde
di altezza crescente nella parte nord della proprietà, o
fasce formali (Stipa tenuifolia) nella zona del parcheggio.
Il tutto completato da Rosa canina e Corylus avellana
“Contorta”, da siepi formali di Ligustrum sinense e da
rampicanti di Polygonum aubertii e Vitis aestivalis. Due
boschetti, uno regolare di diverse varietà di Kaki e uno
libero di Ulmus minor creano zone ombreggiate ma
trasparenti. Al susseguirsi delle linee rette orizzontali,
che richiamano l’orditura dei campi, e verticali dei
filari arborei si contrappongono formazioni circolari
di Carpinus betulus a delimitare stanze a cielo aperto
per piccoli eventi pubblici musicali o di scultura o per
semplicemente sostare. Le componenti sono unite da
estese superfici a tappeto erboso di diverso tipo. Per
i parcheggi si è optato per una superficie in piastre di
cemento intervallate da fasce d’erba con proteggi prato
in polipropilene a nido d’ape e lastre in acciottolato in
calcestruzzo. Un percorso pedonale in legno di teak
corre rettilineo verso la campagna, congiunge l’area
dell’abitazione con la piscina e l’ambito a verde privato,
attraversa le formazioni circolari di Carpini creando
suggestivi contrasti cromatici con la pavimentazione
in sassi di marmo nero. Un percorso in calcestruzzo
frattazzato, perpendicolare al precedente, collega il campo
da calcio e il parcheggio. Una recinzione e un cancelletto in
tavole verticali in legno separano la zona piscina dal parco.
L’illuminazione completa il progetto con luci incassate a
muro e, nel boschetto di Olmi, con elementi in corten.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
73
ph. M. Zanta
F
lat Land is a landscape intervention for the creation of a
private park with promiscuous functions: one part to be
used by the land's owner, and one to serve the employees
of L&S Group, which commissioned the project, and whose
offices are located on the property. We're in Eraclea, a
municipality to the north-east of Venice, an area reclaimed
for agriculture in the second half of the last century. In this
context, Michela De Poli and Adriano Marangon, architects
and founders of Studio MADE Associati, with the advice of the
agronomist Dr. Giovanni Claudio Corazzin, designed a multifunctional park of 11,000 square meters, completed in 2008.
The project addresses two issues:
− the spatial and visual relationship between the private place
accessible by the owner, with a flower garden, swimming pool,
game room for children, and the place available to employees
with parking, material storage area and a football field for
recreation;
− the relationship with the vast expanse of the surrounding
agrarian landscape;
Both themes were dear to the client, who besides expressing
the need to "unite by diversifying the different functions," and
to keep the park open to the surrounding agricultural land,
which bestows visual quality and manifests family roots,
asked the architects to round out the landscape project with
an area for the company's expansion.
The project reflects the modus operandi of MADE Associati:
an attention to the emotional and historical stratification of
the site, an in-depth reading and the analysis of the signs
and relations present in the landscape, to create and invent
a new place. A park is born where the remembrances of
farming are continual.
The components of the uncluttered neighbouring countryside long fields, straight drain ditches, rows of Populus nigra “Italica”
(Black Poplar) - are reflected in the park's design, marking out
the different areas in a manner that creates a filter effect, not
an occluding one, in keeping with the rural landscape beyond.
74
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Their presence is enhanced by a row of Pyrus calleryana
(Callery Pear), separating the area enjoyed by the family from
that for the employees, or of Malus floribunda (Japanese
Flowering Crabapple) adorning the parking lot, and the soft
ornamental grasses (Miscanthus sinensis, Eulalia Grass;
Deschampsia cespitosa, Tufted-hair Grass; Melica ciliata,
Hairy Mellic) that create waves of increasing heights in the
north of the property, or formal dividers (Stipa tenuifolia,
Angel's Hair) in the parking area. All complemented by Dog
Rose and Corylus avellana "contorta" (Corkscrew Hazelnut),
by formal hedges Ligustrum sinense (Chinese Privet) and
the climbing vines Vitis aestivalis (Summer Grape) and
Polygonum aubertii (China Fleece Vine). Two groves, one
with different varieties of Japanese Persimmon planted in
rows and a free-growing one with Ulmus minor (Field Elm)
create shaded but transparent areas. The straight horizontal
lines, which recall the pattern of farm fields, and vertical
lines of the rows of trees are contra posed to the circular
formations of Carpinus betulus (European Hornbeam) that
enclose open-air rooms for small public events, such as
for music or sculpture, or simply for a restful pause. The
components are connected by extended lawn surfaces of
different kinds. For the parking area, the architects opted for
a surface of concrete slabs interspersed with grass strips
protected by polypropylene honeycomb and cobblestone
sheets in concrete. A footpath in teak wood runs straight
into the countryside, connects the house with the pool and
private lawn and passes through the circular formations
of Carpinus creating striking colour contrasts with the
pavement in black marble stones. A path in towelled
concrete, perpendicular to the first path, connects the
soccer field to the parking area. A wooden fence and gate,
with vertical planks, separate the pool area from the park.
The lighting completes the design with recessed wall
fixtures and, in the Elm grove, elements in corten steel.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
75
Project
Nuovo Campus Bocconi
Location
Milano
anteprime
Designed by
Studio SANAA
Un nuovo volto per il polo scolastico Bocconi
Un campus milanese, trasparente, verde e aperto alla città
A new face for the school complex Bocconi
Milanese, transparent, green and open to the city
Si tratta del nuovo campus
Bocconi sull’area dell’ex Centrale
del latte, tra via Castelbarco e
Parco Ravizza, progettato dallo
Studio SANAA di Kazuyo Sejima e
Ryue Nishizawa e recentemente
presentato alla Bocconi.
“I 35.000 mq dell’ex Centrale
saranno interessati da tre
interventi”, spiega il consigliere
delegato Bruno Pavesi. “Il primo
ci consentirà di accorpare tutte le
attività della SDA Bocconi School
of Management, rispettando
le diverse esigenze dei diversi
utenti, grazie a tre edifici dedicati
rispettivamente ai programmi
Mba e master, ai corsi executive
e all’amministrazione, oltre a
una piccola area comune per i
servizi. Il secondo intervento è un
centro sportivo-ricreativo aperto
al pubblico con piscina olimpica,
palestre e un centro fitness. Il terzo
è un pensionato capace di ospitare
300 studenti e visiting professor,
grazie al quale la Bocconi
potrà soddisfare la crescente
domanda residenziale proveniente
soprattutto dai candidati stranieri”.
L’area sarà servita da un
parcheggio sotterraneo e sarà
edificata solo per metà: 17.500 mq
rimarranno a verde, in un parco
usufruibile anche dalla cittadinanza,
al quale vanno aggiunti 4.000 mq di
verde costruito.
L’investimento calcolato dalla
Bocconi ammonta a 130 milioni
di euro e la conclusione dei lavori,
dopo la bonifica dell’area, è
prevista entro la fine del 2018.
Si tratta di un campus milanese
perché studiato per il contesto e
nella scala della città, spiegano
i progettisti giapponesi, che si
sono aggiudicati il concorso
internazionale ad inviti bandito
76
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
These will be the characteristics
of the new Bocconi Campus in the
area of the former Centrale del
latte, between via Castelbarco and
Parco Ravizza, designed by Kazuyo
Sejima and Ryue Nishizawa’s
SANAA studio and recently
presented at the University.
“The project for the 35,000 sqm of
the former Centrale del latte area
meets three Bocconi priorities”,
Bocconi’s CEO, Bruno Pavesi, said.
“First, we are going to compact
all the activities of SDA Bocconi
School of Management, fulfilling the
diverse demands of different users,
thanks to three buildings devoted,
respectively, to MBA and Masters
Programs, Executive Programs and
the Administration, besides a small
common services area. Second, we
are going to provide a sports and
recreation centre open to the public
with a olympic-size swimming
pool, indoor training grounds and a
fitness centre. Third, we are going
to meet the growing dwellings
demand of foreign students and
visiting professors, thanks to a
dorm for 300 people”.
The area will be serviced by an
underground parking lot and only
half of the surface will be covered:
17,500 sqm will be left green, and
there will be 4,000 more sqm of
man-made greenery.
Università Bocconi reckons to
invest € 130 mln at current costs
and to complete the effort, after
the reclamation of the area, before
the end of 2018.
It’s a Milanese campus because
it’s been designed for the Milan
urban context and scale, said the
designers, who won an invitationonly international competition
announced in 2012. The project
revisits the porticos and the cloisters
of historical Milanese palaces with
a modern twist, creating a series
of communicating courtyards and
gardens, enclosed by the buildings
or by portico shallow awnings.
It’s a transparent campus because
the Università Bocconi openness is
symbolized by the porticos which
prop up the buildings, so that the
harmonious sequence of columns,
transparencies and trees is visible
from any viewpoint. Exterior walls
are 50% opaque and 50% glazed.
The 21,500 sqm green area has
been designed in continuity with the
adjacent Parco Ravizza.
The park (closed only in the night
hours for security reasons) isn’t the
only part open to the public. The
same is true of the sports centre,
three storey high, which will rise on
viale Toscana.
anteprime
nel 2012. Il progetto rivisita
in chiave moderna i portici e i
chiostri che caratterizzano tanta
architettura cittadina, creando
una serie di cortili verdi interni
in comunicazione tra di loro,
circoscritti talora dagli edifici,
talora da una pensilina coperta.
È un campus trasparente perché
l’apertura dell’Università alla
città è simboleggiata dai portici
su cui poggiano tutti gli edifici,
tanto che da qualsiasi punto si
osservi il campus risulta chiara la
sequenza armoniosa di colonne,
spazi trasparenti e alberi. La
ricopertura degli edifici alterna
trasparenze e opacità.
I 21.500 mq di aree verdi
marcano una forte continuità
con il territorio circostante, e in
particolare con il Parco Ravizza.
L’apertura alla città non riguarda
solo il parco (che sarà chiuso, per
ragioni di sicurezza, solo nelle
ore notturne), ma anche il centro
sportivo e ricreativo di tre piani,
che sorgerà lungo il perimetro di
viale Toscana.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
77
Text edited by Filippo Pozzoli
Lucy SALAMANCA
Il linguaggio della materia
Quando il design (ri)giunge alle origini.
Lucy Salamanca
The language of matter
↑ Pouf in bamboo, collezione Amate, struttura in bamboo (Guadua)
e intreccio in agave realizzato manualmente in Colombia, 2010
78
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
When design comes (back) to the roots
DESIGNER
Photo courtesy Andrea Astesiano
Che la forma si manifesti “per forza di tolle”, ovvero
liberandola dagli eccessi della materia entro cui è
imprigionata alla nascita, non è certo cosa nuova a noi
italiani. Fu croce e delizia di un certo Michelangelo
Buonarroti, che in tempi certo più remoti di qualsiasi
ipotetico anno zero del design industriale coglieva
l’opera finita nel blocco di marmo ancora incorrotto,
chiedendole di parlare a colpi di martello. Cinque
secoli più tardi Lucy Salamanca, anima colombiana
e scuola milanese, la materia la fa parlare con il suo
design pulito e sostenibile, trovandone il linguaggio
più articolato e contemporaneo proprio nella
crudezza delle origini.
Tutti gli oggetti, le produzioni e i concepts che
si fregiano della tua firma gridano la forza
del tuo approccio progettuale, che affonda gli
artigli nella materia grezza sviscerandone
ogni volta la natura più intima e cruda al punto
da farne la vera voce parlante dell'oggetto
finito. Come la ruvida, aleatoria imperfezione
della composizione naturale diviene progetto
e bellezza?
Il mio approccio progettuale in realtà comincia e
si conclude con la materia, soprattutto quando
naturale e connotata da caratteristiche sempre
uniche. In questo senso mi piace pensare
di camminare controcorrente rispetto alle
regole classiche della progettazione, partendo
dall’archetipo dell’oggetto finito e avvicinandomi
alla materia piuttosto che evolvere da essa
divenendo qualcosa di altro, in cui leggere più la
firma del designer che la vena unica della sostanza.
Questa attenzione alla matericità del progetto
richiama inevitabilmente il tuo background
sudamericano, il cui calore si riflette nelle tinte
terrene o accese delle architetture spontanee
quanto nell'innata sostenibilità di un approccio
clever-tech in risposta ai bisogni quotidiani.
Come si leggono le tue origini nella tua logica
progettuale?
Credo che il mio linguaggio sia la summa delle mie
origini e della mia formazione avvenuta in Italia,
dove ho appreso le basi teoriche e operative
del design. Sicuramente l’America del Sud ha
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
79
↑Doble Paso, panca in quarzite, Purapietra by Moscato Marmi, 2012
↑ Lake, lavabo in Persan Grey, Purapietra by Moscato Marmi, 2012
contribuito a radicare in me quel legame viscerale con la materia che
ho imparato a esprimere e a rendere forma qui, attingendo da quelle
idee e quelle logiche che per anni ho metabolizzato nell’attesa di
saperle gestire secondo un linguaggio riconoscibile come mio ma al
contempo caratteristico della materia da trattare.
Dalla Colombia a Milano, appunto: come si sposano questi concetti con
la capitale del design formalista e dell'hi-tech più spinto? Un ritorno a
un design più vicino alla sostanza che all'idea può essere inteso come il
prossimo passo che la tecnologia ha da muovere verso una sostenibilità
concreta oltre che intellettuale?
Sicuramente il mio approccio è stato recepito come nuovo in un
ambiente da sempre molto legato all’accademia e talvolta un po’
stretto nei dogmatismi teorici della progettazione. Tante volte ho
l’impressione che in questi contesti la formazione offerta difetti,
in particolare, nel sottolineare l’importanza del rapporto con il
committente, con la sua storia e con i propri valori. Personalmente
ritengo fondamentale visitare e conoscere i siti di produzione delle
aziende per cui lavoro, e mi stupisco che molti giovani brillanti,
freschi di accademia, non ne abbiano mai considerati. Il design
↓ Tappeto Trecia, collezione tessile AMATE, 2012
80
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
industriale nasce da un’esigenza di dialogo efficace tra produttore e
utente, non è un esercizio formale legato alla ricerca di una bellezza
astratta e inopinabile.
Tra tutti i materiali che hai incontrato nella tua varia e sempre nuova
produzione, un ruolo particolare è riservato alla pietra, che h<a
interessato anche alcuni dei tuoi più recenti lavori di grandi seguito e
successo. Quali eccezionalità ha questo materiale la cui storia nell'arte
sorge ben prima di quella del design per come lo conosciamo? Quali
nuove interpretazioni sono ancora da scoprire oggi?
La pietra è un materiale molto presente nella mia cultura e nella mia
persona. La mia famiglia opera nel settore delle costruzioni, pertanto quella
della pietra è stata una delle grammatiche con cui negli anni ho acquisito più
confidenza. All’inizio, soprattutto quando volevo vedere il mio tratto deciso
nella forma finale, preferivo affidarmi alla plasticità della ceramica, altro
materiale terreno che mi appartiene. Ora la sfida di rendere la pietra leggera,
giocando con la sua materia senza però negarla e anzi esaltandola nelle
sue vene e nelle sua struttura più primitiva, è senz'altro quella che più mi
affascina, superando i limiti della massa e del materiale necessario perché la
pietra possa parlare. | www.admnetwork.it | follow us on |
↓ Temporay Restaurant, Bioristò, Alce Nero
DESIGNER
That form is manifested by freeing from the exceeding material in which
it is imprisoned at birth, it is not something new to us Italians. It was a
mixed blessing for some Michelangelo Buonarroti, which by far before
than any hypothetical year zero of industrial design caught the finished
work in the raw block of marble, asking it to speak with a hammer. Five
centuries later Lucy Salamanca, a Colombian soul marrying Milanese
school, makes materials speak with its clean and sustainable design,
finding the best fitting language in the rawness of its origins.
All objects, productions and concepts that bear your signature
shout the strength of your design approach, sinking its claws into
the raw material pulling outside every time the most intimate
nature enough to make it the true voice of the finished speaking.
How the rough, random imperfection of the natural composition
becomes project and beauty?
My design approach actually begins and ends with matter,
especially when it is natural and owns unique and not replicable
features. In this sense, I like thinking of walking counter to the
classic rules of design, starting from the archetype of the finished
product and approaching the matter rather than make it become
something else, where you can read more the signature of the
designer that the very vein of the substance.
↑ Cristal in Flowers, Vasi, RCR Cristalleria Italiana, 2008
↓ Exhibition design per Attivissimo, Made Expo, 2010
This attention to the materiality of the project carries your
Latin background, where the heat is reflected in earthly and
bright colors or in spontaneous architecture, with the innate
sustainability of a clever-tech approach in response to the daily
needs. How to read your background in your design logic?
I think my language is the sum of my origins and studies in Italy, where
I learned the theoretical and operational design. Surely South America
helped to entrench myself in that visceral connection with the material
that I learned to express and make form here, drawing on the ideas and
the logic that for years I metabolized waiting to know how to manage in
a language recognizable as mine, but at the same time characteristic
of the material to be treated.
From Colombia to Milan: how these concepts get in touch with the
capital of formalist and hi-tech design? A return to a design closer
to the substance than to the idea can be seen as the next step
technology has to move towards a concrete as well as intellectual
sustainability?
Definitely my approach has been seen as new in an environment
closely tied to the academy and sometimes a bit stuck in the narrow
dogmatism of the theoretical design. Many times I have the impression
that in these contexts there is a lack of field-training, in particular,
stressing the importance of the relationship with the customer, with its
history and its values. Personally I consider fundamental to visit and
learn about the production sites of the companies I work for, and I am
surprised that many bright young people, fresh out of the academy,
do not ever consider. The industrial design comes from the need for a
dialogue between producer and user, not from a formal exercise for the
search for abstract and inconceivable beauty.
↓ Zooo, pouf scrivibili e lavabili in carta conciata, Gonzagarredi
Among all the materials you have met in your varied and always
new production, a special role is reserved for the stone, which also
affected some of your more recent successfully works. Why this
material is so exceptional, considering its history as much longer
than the one of design as we know it? What new ideas are yet to be
discovered today?
Stone may be the most present material in my culture and my person.
My family has been in the construction, so the stone was the grammar
that over the years I have gained more confidence with. At the beginning
I preferred to trust ceramic, another earthy material that belongs
to me. Now the challenge of making the stone light, playing with his
subject without denying it and even exalting in his veins and in his
more primitive structure, is certainly the one that fascinates me most,
pushing away the limits of the mass the stone needs to talk.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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Eco-innovazione
dei materiali:
ECO MATERIALI
Text by
MATREC - EcoMaterials Library
IL VETRO
Eco-innovation of materials: the glass
Grazie alle ultimissime
tecnologie, il vetro
riciclato non svilisce
completamente le sue
proprietà e mantiene
caratteristiche e requisiti
identici a quello prodotto
a partire da vetro vergine.
Thanks to the latest
technologies, the recycled glass
does not completely degrade
its properties and maintains
identical characteristics and
requirements to the one
produced from virgin glass.
82
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Di antiche origini e caratterizzato
da un alto valore estetico, il
vetro è ancora oggi un materiale inerte di
larghissimo uso e consumo. È interamente
costituito da sostanze naturali: la miscela
base infatti è composta principalmente da
silice (sabbia di cava) e da una percentuale
variabile di rottame vitreo (vetro recuperato),
a cui vengono aggiunti elementi stabilizzanti,
fondenti e additivi chimici, in base alle
caratteristiche del prodotto che si vuole
ottenere. È caratterizzato principalmente
da trasparenza, compattezza e scarsa
conducibilità termica ed elettrica. Inoltre
è un materiale impermeabile a liquidi e
gas, inalterabile nel tempo e resistente
agli agenti chimici. Estremamente duttile,
il vetro viene lavorato mediante diverse
tecnologie che spaziano dalla produzione
industriale ad una più artigianale. Di
conseguenza, trova applicazioni in molteplici
settori, dall'edilizia e l'arredamento a settori
tecnologici d'avanguardia come quello
aerospaziale, delle telecomunicazioni e della
chirurgia mini-invasiva.
Grazie alle ultimissime tecnologie, il vetro
riciclato non svilisce completamente le
sue proprietà e mantiene caratteristiche e
requisiti identici a quello prodotto a partire
da vetro vergine; può inoltre essere lavorato
attraverso gli stessi processi e può essere
impiegato per le stesse applicazioni.
Si può ottenere vetro riciclato reimpiegando
sia gli scarti industriali di produzione
(frammenti e scaglie) sia i rifiuti solidi
urbani che provengono dalla raccolta
differenziata (principalmente imballaggi).
Per quanto riguarda i rifiuti in vetro di origine
ospedaliera invece, questi sono soggetti a
particolari verifiche e limitazioni di impiego
e devono comunque subire particolari
processi di sterilizzazione.
Al fine di ottimizzare il processo di riciclo,
la raccolta differenziata dovrebbe avvenire
per colore: infatti, mentre da vetri di
diverse tonalità si ottiene di nuovo vetro
colorato (dal rottame misto si ottiene
vetro verde o marrone), per realizzare un
vetro incolore (il più pregiato utilizzato dal
settore alimentare), è necessario il vetro
trasparente. Il processo di riciclo ha inizio
quindi con la fase di raccolta e selezione.
Seguono poi operazioni di cernita e
depurazione (sia meccanica che manuale),
per evitare il più possibile contaminazioni
con altri materiali, frantumazione e
vagliatura. A questo punto il "rottame
vitreo pronto al forno" può essere utilizzato
da solo oppure unito e miscelato con
la materia vergine (in una percentuale
minima del 10%) per diventare una massa
vetrosa fusa e realizzare nuovi manufatti.
Una caratteristica importante è il grado
di purezza del vetro riciclato che aiuta a
stabilirne l'impiego: tanto più la quantità
di impurità è alta, quanto più il materiale è
indicato per l'ambito edile; al contrario per
la produzione di imballaggi e manufatti,
i parametri di purezza devono rispettare
vincoli molto rigidi.
← ↑ ↓ → Materiale riciclabile composto al
33% in vetro riciclato, realizzato da strisce di vetro
che vengono colorate ed assemblate. Trova impiego
come superficie orizzontale o partizione.
Materiale riciclato pre-consumo: 33% vetro
Consumi energetici: 2,99 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,80 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RGLA1059
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
83
→ Materiale riciclabile realizzato in granuli
di vetro espanso riciclato. Principalmente
impiegato in campo edile come isolante in
pannelli di aggregati, a gettata in granuli
come riempitivo o come inerte in malte.
Materiale riciclato: 100% vetro
Il materiale ha ottenuto una certificazione
ambientale di prodotto
Consumi energetici: 2,11 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,38 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RGLA0255
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← ↓ Materiale riciclabile realizzato al 100% in
vetro riciclato granulato. Trova impiego come materiale di rivestimento verticale e nella realizzazione di
superfici di lavoro.
Materiale riciclato pre-consumo: 100% vetro
Consumi energetici: 2,11 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,38 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RGLA0218
www.matrec.com
84
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Benefici ambientali
Il riciclo del vetro comporta in primo luogo
una riduzione del consumo delle materie
prime impiegate: il riciclo infatti riduce la
domanda di sabbia e quindi di silice che
è comunque un prodotto di cava. Inoltre,
basti pensare che 100 Kg di rottame di
vetro permettono di ricavare 100 Kg di
prodotto nuovo, mentre occorrono 120 Kg
di materia prima per ottenere 100 Kg di
prodotto nuovo. In secondo luogo, poiché
il processo produttivo del vetro vergine
è considerato altamente energivoro, il
vetro riciclato contribuisce notevolmente
a ridurre l'energia impiegata nei processi
produttivi e le conseguenti emissioni di
CO2 immesse nell'atmosfera. Infatti, ogni
10% di rottame vitreo unito alla miscela
vetrificabile consente una riduzione dei
consumi energetici del 2-3%.
Si aggiunge infine il vantaggio di evitare
un accumulo di materiale ingombrante
nelle discariche che, oltretutto,
anche ad altissime temperature di
termovalorizzazione, non si riesce a
fondere completamente e può causare
danni alle parti meccaniche dell'impianto.
Utilizzando un chilogrammo di vetro
riciclato, in sostituzione del materiale
vergine, si ottiene una riduzione delle
emissioni climalteranti pari a 0,51 kgCO2
eq ed una riduzione dei consumi energetici
pari a 2,45 kWh.
← ↓ Mosaico in vetro colorato tagliato a
mano, realizzato utilizzando fino al 75% di vetro
riciclato proveniente dalla raccolta differenziata.
Principalmente impiegato come rivestimento.
Materiale riciclato post-consumo: <75% vetro
Il materiale ha ottenuto una certificazione
ambientale di prodotto
Riciclabile
Consumi energetici: 2,44 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,54 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RGLA0246
www.matrec.com
Applicazioni
Negli ultimi anni sono diverse le aziende
che a livello internazionale hanno sviluppato
prodotti di design ed hanno realizzato
applicazioni architettoniche in vetro riciclato,
apportando notevoli cambiamenti sul
mercato in termini di design, qualità e
performance ambientali. Il vetro riciclato
può essere utilizzato per la realizzazione di
contenitori per alimenti, bevande, farmaci
e cosmetici: si tratta di prodotti che devono
essere caratterizzati dal design accattivante
e dalle forme ricercate e particolari. Può
essere inoltre impiegato per la manifattura
di oggetti d'arte, di arredo, di design e di
accessori moda, mantenendo inalterati i
colori brillanti e la lucentezza, caratteristiche
proprie soprattutto del materiale vergine
ma che ritroviamo facilmente anche in
quello riciclato. È infine un ottimo materiale
da costruzione: sotto forma di polvere o
scaglie viene impiegato per la realizzazione
di rivestimenti, pavimentazioni, isolanti,
sottofondi stradali e in altre applicazioni di tipo
edile. Le moderne architetture degli ultimi
anni vedono il vetro tra i principali protagonisti
anche con impieghi strutturali e di rifinitura
per piccole e grandi superfici. Il gioco di colori,
forme e trasparenze permettono a questo
materiale di presentarsi sempre con soluzioni
innovative e di impatto visivo. Il vetro ha una
storia ancora tutta da raccontare.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
85
→ ↓ Materiale riciclabile composto da una
base di resina epossidica e da frammenti di
vetro colorato riciclato. Viene impiegato come
pavimentazione o superficie d'appoggio o
decorativa in ambienti pubblici e privati.
Materiale riciclato: 75% vetro
Altri materiali presenti: 25% resina
epossidica, pigmenti colorati
Consumi energetici: 10,90 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,96 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RGLA0635
www.matrec.com
86
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
With ancient origins and characterized by a high
aesthetic value, the glass is still a widely used
and consumed inert material. It is entirely made
up of natural substances: the basic mixture,
in fact, is mainly composed of silica (quarry
sand) and a variable percentage of glass scrap
(recovered glass), to which stabilizers, fluxes and
chemical additives are added, according to the
characteristics the product to obtain. It is mainly
characterized by transparency, compactness and
low thermal and electrical conductivity. In addition,
this material is impermeable to liquids and gases,
unalterable over time and resistant to chemicals.
Extremely ductile, the glass is processed using
different technologies ranging from industrial to
a more artisanal production. As a result, it finds
applications in several sectors, from building
industry and furnishing to cutting-edge technology
fields, such as aerospace, telecommunications
and minimally invasive surgery sectors. Thanks to
the latest technologies, the recycled glass does not
completely degrade its properties and maintains
identical characteristics and requirements to the
one produced from virgin glass; it can also be
processed through the same processes and can
be used for the same applications. It is possible to
obtain recycled glass by re-using both industrial
production waste (fragments and splinters) and
solid urban waste coming from the separate
waste collection (mainly packaging). Instead, the
glass waste coming from hospitals is subject to
special checks and limitations of use and must
anyway undergo specific sterilization processes.
In order to optimize the recycling process, the
separate waste collection should be carried out
by colours. In fact, while from glasses of different
colours it is possible to obtain again coloured glass
(green or brown glass is obtained from the mixed
scrap), in order to produce a colourless glass (the
finest used by the food industry), clear glass is
needed. The recycling process thus begins with
the collection and selection phase. This is followed
by sorting and purification (both mechanical and
manual), to avoid the contamination with other
materials as much as possible, crushing and
screening operations. At this point the "furnaceready glass scrap" can be used alone or combined
and mixed with virgin materials (in a minimum
percentage of 10%) to become a molten glass
mass and create new products. An important
feature is the degree of purity of the recycled
glass that helps to establish its usage: the more
the amount of impurities is high, the more the
material is suitable for the construction sector; on
the contrary, for the production of packaging and
artefacts, the parameters of purity must comply
with very strict constraints.
Environmental benefits
First of all, glass recycling involves a reduction in
the consumption of the raw materials used: the
recycling, in fact, reduces the demand for sand
and silica, which is anyway a quarry product. In
addition, just consider that 100 kg of glass scrap
allow to obtain 100 kg of new product, whereas
it takes 120 kg of raw materials to obtain 100 kg
of new product. Secondly, since the production
process of virgin glass is considered highly energy
consuming, the recycled glass significantly
contributes to reducing the energy used in the
production processes and the resulting CO2
emissions released into the atmosphere. In fact,
each 10% of glass scrap together with the vitrifiable
mixture allows a reduction of energy consumption
by 2-3%. Finally, there is the advantage of avoiding
an accumulation of bulky material in landfills
which, moreover, even at very high waste-toenergy temperatures, is not possible to completely
melt and may cause damages to the mechanical
parts of the system. Using a kilogram of recycled
glass instead of virgin material, it is possible to
obtain a reduction of climate-altering emissions
equal to 0.51 kgCO2 eq and a reduction of energy
consumption equal to 2.45 kWh.
Applications
In recent years, at an international level several
companies have developed design products and
architectural applications made of recycled glass,
introducing significant changes in the market
in terms of design, quality and environmental
performances. The recycled glass can be used
for the production of containers for foods, drinks,
drugs and cosmetics: these products must be
characterized by an attractive design and refined
and particular shapes. It can also be used for
the production of objects of art, furniture, design
and fashion accessories, while maintaining
unchanged the bright colours and brilliance,
typical characteristics of virgin materials but that
can be easily found in recycled materials. Finally,
it is an excellent building material: in the form of
powder or splinters, it is used for the production
of coatings, flooring, insulators, road foundations
and in other building applications. The modern
architectures of the recent years include the glass
among the main protagonists, also for structural
and finishing usages for small and large surfaces.
The play of colours, shapes and transparencies
allows this material to always offer innovative
solutions with a visual impact. The glass has a
story yet to be told.
↓ Materiale riciclabile ottenuto dal riscaldamento
e dalla fusione di schegge di vetro. Trova molteplici
applicazioni in ambienti interni ed esterni, sia in
ambito residenziale che commerciale.
Materiale riciclato: 99% vetro
↑ Materiale riciclabile realizzato in vetro
riciclato. La caratteristica superficie Ë ottenuta
tramite sinterizzazione a 700'C di granuli di
vetro colorati. Principalmente impiegato come
rivestimento per facciate, pareti e superfici, nel
campo dellíilluminazione e dellíarredamento.
Altri materiali presenti: pigmenti
Materiale riciclato: vetro
Consumi energetici: 2,09 kWh/kg
Consumi energetici: 2,11 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,37 kg CO2 eq/kg
Emissioni climalteranti: 0,38 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RGLA0276
MATREC code: RGLA0259
www.matrec.com
www.matrec.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
87
GREEN
Text by
Gruppo Giardini
Vannucci Piante
ALBERI DI ARMONIA
E D’OMBRA
“Parliamo dunque di
alberi e di ombra, di
bellezza e di utilità, doni
della natura per la vita
dell’uomo e di tutti gli
animali”.
88
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Prendiamo volentieri in prestito
la bella frase dello scrittore
siciliano Sciascia perché esprime con una
magnifica sintesi il nostro pensiero.
“Parliamo dunque di alberi e di ombra, di
bellezza e di utilità, doni della natura per
la vita dell’uomo e di tutti gli animali”.
L’evoluzione con un lunghissimo processo
ci ha messo a disposizione queste
meraviglie che consentono la vita; gli
alberi a foglia caduca infatti sono tra le
piante più moderne e più giovani
filogeneticamente. Sembrano fatte
apposta per aiutarci nelle sfide che le
problematiche ambientali del nostro
tempo (su tutte i mutamenti climatici e
l’inquinamento dell’aria) ci impongono
di superare. Gli alberi dunque come vere
e proprie ‘macchine’ con la possibilità di
fermare le polveri, catturare l’anidride
carbonica e produrre ossigeno ma anche
funzionare da veri e propri condizionatori
naturali capaci di microclimatizzare il
nostro ambiente (soprattutto nelle città).
L’albero a foglia caduca “si avvicina” alla
casa per offrire riparo e ristoro: ombra
d’estate e aria e luce d’inverno.
L’empatia dell’uomo per gli alberi è
ancestrale come lo può essere per dei
compagni di viaggio e come è sicuramente
scritto nel nostro DNA. Le piante poi, sono
l’espressione più evidente delle condizioni
pedo-climatiche, veri e propri marcatori
dei luoghi; spesso in loro si identifica il
genius loci del territorio. Hanno una loro
identità che dobbiamo conoscere e hanno
bisogno del nostro rispetto e, forse, anche
del nostro amore; comunicano in forme
raffinate (aromi, umori) poco conosciute
e chissà che riescano a capirci! Anche
dal punto di vista psicologico l’influenza
degli alberi è enorme; il bisogno
irrinunciabile di vivere nella natura,
frequentare i boschi e le foreste ( in
pianura e sulle montagne) è dovuto alla
capacità di distensione del verde.
Aceri e Bagolari, Betulle e Frassini,
Platani, Pioppi, Querce, Salici e Tigli
sono parole magiche, evocative di amici
che ci aprono alla speranza e al bello.
Con meravigliose fioriture o semplici,
piccoli organi, sono comunque i
protagonisti del nostro presente e
del nostro futuro.
La coltivazione delle piante è antica
come l’uomo ma è relativamente recente
la nostra capacità di coltivare alberi
anche grandi, in modo da permettere
lo spostamento sicuro e la piantagione
nei giardini di tutto il mondo grazie a
tecnologie avanzate e capacita logistiche
consolidate, una possibilità di fare verde
di 'pronto effetto' sempre più richiesta
e importante. Possiamo dunque
affermare che a Pistoia siamo capaci di
'vendere il tempo' che, mai come oggi, è
veramente prezioso.
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↑ Hitachi tree
→ Tilia platyphyllos
↘ Tilia cordata
↓ Spitzahorn
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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PREMIO INTERNAZIONALE “DOMUS RESTAURO E CONSERVAZIONE”:
PREMIATO IL BINOMIO ‘NUOVO E ANTICO’
AWARDS
Edited by
Chiara Dadda
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Medaglia d'Oro ex-aequo al restauro di Punta della Dogana a Venezia dell'Arch. Tadao Ando e al restauro della
Cattedrale di Bagrati, in Georgia, ad opera dell'Arch. Andrea Bruno.
Si è conclusa la terza edizione del Premio Internazionale “Domus restauro e conservazione”, promosso dalla Facoltà
di Architettura dell’Università di Ferrara in collaborazione con Fassa Bortolo S.p.A. La giuria ha espresso grande
soddisfazione per la qualità, oltre che per la quantità, dei progetti presentati, sottolineando l’importanza che il
Premio ricopre nell’ambito del restauro, all’interno del panorama internazionale.
La giuria quest’anno ha premiato, con la Medaglia d’Oro, due casi di restauri ad alta complessità, nei quali l’attenzione conservativa si è coniugata ad una rilevante qualità architettonica e figurale: il progetto e intervento di restauro
dell’Arch. Andrea Bruno sulla Cattedrale di Bagrati, in Georgia (foto 02 e 03) e il restauro di Punta della Dogana a
Venezia (foto 01 e 04), realizzato dallo studio Tadao Ando Architect & Associates.
Secondo la commissione giudicatrice, l’intervento di reintegrazione critica della Cattedrale di Bagrati, uno dei
massimi episodi dell’architettura georgiana dell’XI secolo, è l’esempio dell’impegno profuso dal progettista
Andrea Bruno nel risolvere il complesso rapporto tra ‘antico e nuovo’, attraverso una chiave di lettura reintegrativa originale. L’opera si inserisce all’interno di un progetto ricostruttivo di tipo analogico precedentemente
avviato, mutandone radicalmente l’indirizzo metodologico. Le masse della fabbrica, vengono riproposte con
materiali moderni volutamente diversi sul piano figurativo e materico, riuscendo a restituire compiutamente la
volumetria originaria anche attraverso la riproposizione, in forme contemporanee, del grande matroneo di cui si
conservavano le tracce dell’imposta perimetrale.
A differenza delle edizioni precedenti, quest’anno la giuria ha ritenuto opportuno assegnare una seconda Medaglia
d’Oro, premiando l’intervento sugli ex-magazzini di Punta della Dogana, a Venezia, progetto dell’architetto Tadao
Ando. Tale opera si configura, secondo il giudizio della commissione, come un atto ‘rivelativo’ delle volumetrie
originarie così come si presentavano dopo le trasformazioni sette-ottocentesche; a ciò si affianca un raffinato
inserimento, all’interno della pseudo-corte centrale, dell’elemento caratterizzante la parte espositiva; un grande
corpo a forma di cubo, cifra poetica dell’architetto Tadao Ando. Molto apprezzata dalla giuria è la reintegrazione
della tessitura dei setti murari, sapientemente condotta da una nutrita équipe di restauratori, così come l’uso
raffinato del sistema d’illuminazione.
La giuria ha assegnato la Medaglia d’Argento a tre opere, due delle quali straniere. In particolare, è stato premiato
lo studio di Jabornegg&Pálffy, che ha presentato il progetto di Altenburg Abbey Museum, attuando una convincente
sistemazione di una porzione significativa del complesso abbaziale barocco di Altenburg e lavorando con un linguaggio moderno ricco di sensibilità verso le preesistenze storiche; la seconda Medaglia d’Argento viene assegnata
a Cannatá & Fernandes Arquitectos, per aver presentato il restauro della pousada di Picote, una delle opere più
significative dell’architettura moderna portoghese. L’ultima Medaglia d’Argento va all’arch. Mauro Severi per il
restauro della Cattedrale di Reggio Emilia che ha curato oltre alla sistemazione della cripta e degli scavi archeologici
presenti, anche l’adeguamento liturgico sperimentando l’impiego di elementi d’architettura e d’arte contemporanei
e mirando all’espressività, alla funzionalità e alla qualità dei nuovi inserimenti.
www.premiorestauro.it
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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Life is design
PROFILI
Text edited by
Simonetta Pegorari
Photos by courtesy of
Dassault Sistèmes
DOVE LA PASSIONE
PER L'INNOVAZIONE
NEL DESIGN SI
UNISCE ALLA
CAPACITÀ DI
COMUNICARE LE
PROPRIE VISIONI PER
MIGLIORARE LA VITA
WHERE A PASSION
FOR INNOVATIVE
DESIGN COMBINES
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TO COMMUNICATE
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92
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
La vita
è design
Anne Asensio è una designer
che ha iniziato progettando auto piccole e
medie per Renault, successivamente è stata
direttore esecutivo per il design avanzato al
General Motors Design Center. Dal 2007 è Vice
Presidente Design Experience in Dassault
Systèmes. Unisce un grande interesse per
l’innovazione nel design ad una notevole
capacità di comunicare le sue visioni agli altri,
coinvolgendoli nella creazione di idee nuove.
Quale è il suo ruolo?
Nel 2008, insieme a Bernard Charlès, President
and CEO of Dassault Systèmes, abbiamo pensato
che il mondo del design stesse rapidamente
cambiando: negli ultimi 30 anni, il lavoro del
progettista si è evoluto e non è più paragonabile
a quello di un artigiano. La complessità dei
progetti e delle richieste del mercato richiede
nuovi strumenti di progettazione. I committenti
necessitano di certezze sui prodotti, di sapere
ad esempio se un progetto avrà una sostenibilità
futura. Dassault Systèmes ha capito che si deve
cambiare il modo di fare business: avvicinare il
cliente e accompagnarlo nel progetto.
Come collaborate con gli studi di progettazione?
Il nostro interesse si sta sempre più orientando
verso le problematiche dell’architettura, infatti
stiamo sviluppando e definendo un sistema
destinato agli architetti.
I prodotti 3D permettono al progettista e al
cliente di lavorare insieme per produrre l'oggetto
desiderato, sia esso un portacenere o uno
shopping center, visualizzando immediatamente
le idee. La rivoluzione del design in 3D è proprio
la capacità di rompere la rigidità del sistema.
Così il designer è più vicino al committente,
può ricevere un immediato feed back e il lavoro
viene semplificato. Così si rompe la rigidità di un
sistema nel quale il cliente non poteva lavorare
con il designer alla produzione dell’oggetto
richiesto, ma era fruitore passivo. Siamo
convinti che i prodotti debbano essere “vivi”, in
grado di evolversi con le persone, perché un
oggetto non deve essere disegnato solo per
l’utilizzo immediato ma per diventare parte
dell’utilizzatore.
Come il design può influenzare la nostra vita?
Come designer penso sempre come posso
migliorare il mondo in cui viviamo e la vita che
conduciamo? Credo che la possibilità di unire
in un mondo virtuale i concetti, la simulazione
realistica e la rappresentazione, costituisca per
i designer una opportunità davvero unica che
permette loro di indagare dei sistemi complessi
in modo fino ad ora impensabile. Non solo per
creare nuove soluzioni per migliorare la vita,
ma anche per trasformare in nostro mondo. Il
design è per me un modo per disegnare la vita.
Quali progetti per il 2013?
Con la Piattaforma 3DExperience, per la
progettazione e costruzione virtuale, architetti,
ingegneri e committenti possono comunicare e
collaborare per gestire e analizzare ogni aspetto
di un progetto. Il nostro obiettivo è sviluppare
ulteriormente la piattaforma 3D per fornire a
tutti i creativi, architetti o industrial designer la
possibilità di scatenare la propria fantasia e vedere
i progetti materializzarsi immediatamente.
Per quel che riguarda l’industria edile, è stata
appena presentata una novità assoluta: Lean
Construction 3DExperience, una soluzione per
la gestione dei progetti in 3D per controllare in
tempo reale tutti i parametri che caratterizzano
progettazione e costruzione, permettendo una
comunicazione diretta fra ufficio e cantiere.
Controllando visivamente e in tempo reale
lo stato del progetto si possono apportare
immediatamente le modifiche e le varianti che
permettono una ottimizzazione del lavoro e un
migliore controllo dei costi.
Anne Asensio is a designer who started
designing small and medium-sized cars for Renault,
and then became Executive Director at General Motors
Design Center. Since 2007 she is Vice President of Design
Experience at Dassault Systèmes where she combines
a strong interest in design innovation with a remarkable
ability to communicate her vision to others and involving
them in the creation of new ideas.
What is your role?
It was in 2008 when myself and Bernard Charles,
President and CEO of Dassault Systèmes, came to
the conclusion that the world of design was changing
rapidly. Over the last thirty years, the role of a designer
had evolved and now could no longer be equated to
that of a craftsman. The complexity of the projects and
market demands required new design tools. Clients
need certainty about their products, to know, for
instance, whether a project will be sustainable in the
future. Dassault Systèmes has realised that it needs to
change the way business is done and work much closer
alongside the customer and support them during the
project life-cycle.
How do you collaborate with design studios?
Our interest is increasingly orientated toward problems
of architecture and we are developing and defining a
system intended for use by architects.
3D products allow the designer and client to work
together to produce the desired object, be it an ashtray
or a shopping centre, visualizing their ideas immediately.
The revolution of 3D Design is the ability to break the
rigidity of the system. The designer is closer to the
client, can receive immediate feedback and the work is
simplified. So it breaks the rigidity of a system in which
the client could not work with the designer in producing
the requested object, but was a passive user. We believe
that products must be "alive", able to evolve with people,
because an object should not be designed only for
immediate use but to become part of the user.
How design can affect our lives?
As a designer I always think about how I can improve
the world we live in and the life we lead. I believe that
the ability to merge concepts in a virtual world, with
realistic simulation and representation, constitutes
a truly unique opportunity allowing the designer to
investigate complex systems in a way that until now
has been unthinkable. Not just to create new solutions
to improve life, but also to transform our world.
Design is a way for me to design life.
What are your projects for 2013?
With the 3DExperience Platform, for virtual design
and construction, architects, engineers and clients
can communicate and work together to manage and
analyse every aspect of a project. Our goal is to further
develop the 3DExperience Platform to provide all
creative professionals, architects or industrial designers
with the opportunity to unleash their imagination and
see their projects materialize immediately.
With regard to the construction industry, we have
just presented an absolute novelty called Lean
Construction 3DExperience which is a solution for
managing projects in 3D for real-time control of all
parameters characterizing design and construction,
allowing direct communication between office and
construction site. By visually checking the project
status in real time, you can make immediate changes
and variations that allow for an optimization of labour
and better cost control.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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IN BREVE
SPECIALE
Edited by
Chiara Dadda
outdoor
SUN.LAB 2013: ANIMALE SOCIALE
www.sungiosun.it
SUN Salone Internazionale dell’Esterno, in
collaborazione con CarusoD’AngeliStudio, presenta
la VI edizione di “SUN.LAB for a creative outdoor”,
concorso internazionale riservato ai giovani designer
↑ Log Bench by Stefano Sciullo, SUN.LAB 201
↓ Balanus by Simona Sacchi, SUN.LAB 2012
94
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Il tema di questa edizione è ANIMALE SOCIALE. L’uomo per sua natura
tende ad associarsi ad altri individui e a costituirsi in società. Il tema proposto vuole ispirare
la progettazione di concept di prodotti che favoriscano la socializzazione, la condivisione di
azioni, spazi, esperienze, attività e interessi, lo scambio e la solidarietà tra due o più persone.
Outdoor design come anti-stress collettivo, come antidoto contro la solitudine.
L’obiettivo di tale progettazione vuole essere la creazione di arredi ed accessori per esterni
permanenti o temporanei, pubblici (alberghi, stabilimenti balneari, parchi e strade, centri
commerciali, ecc.) o privati (giardini, balconi, terrazzi, ecc.) che propongano una visione di
outdoor come occasione di socialità, opportunità di creazione di gruppi sociali solidali e di
una comune coscienza collettiva. Prodotti che incoraggino la conoscenza e la condivisione
pacifica, l’uso comune (simultaneo o non), la comunicazione diretta e reale, il rispetto
dell’individuo e dell’ambiente. Prodotti che permettano la riscoperta del piacere della fisicità
delle relazioni umane.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti i progettisti che alla scadenza del bando non
abbiano superato il trentacinquesimo anno di età, pena l'esclusione.
Ai progetti selezionati sarà concesso gratuitamente uno spazio espositivo all’interno della
mostra SUN.LAB: FOR A CREATIVE OUTDOOR. L’evento sarà allestito nel cuore della zona
commerciale del SUN, a stretto contatto con le principali aziende del settore.
BT GROUP
SCHÖNHUBER FRANCHI
UNOPIÙ
PERGOSMALL | La naturale estensione di un
edificio all’aperto, la creazione di nuove zone
coperte per tutte le stagioni: i pergolati BT Group rispondono
con accurato design e ricercatezza di materiali a queste
esigenze funzionali. Tra le linee di prodotto, PERGOSMALL
è dotato di un sistema di trazione con cinghia dentata ad
alta resistenza, funzionante su cuscinetti a sfere e carrelli
particolarmente silenziosi. La copertura mobile, a telo unico,
in tessuto PVC ignifugo di ottima stabilità dimensionale,
è indicata per la protezione dal sole, dalla pioggia e dal
vento. La gronda per lo scarico dell’acqua è parte integrante
della struttura. Sotto il profilo estetico PERGOSMALL ha il
pregio di consentire la realizzazione di coperture dalle forme
asimmetriche con sporgenze laterali fuori squadra che si
adattano facilmente alle diverse esigenze.
Arena | Un classico dell’eleganza e della funzionalità
indoor e outdoor targata Schönhuber Franchi: un divano
in listelli di puro frassino interamente curvato a vapore
e sagomato con diverse inclinazioni per ogni elemento
anteriore e posteriore, ispirato al famoso monumento di
Verona da cui prende il nome. La collezione, progettata da
Luca Trazzi, da oggi veste i nuovi tessuti Jarris e Jenkins,
macro chevron e riga sfumata, un movimento di colori
morbido e vibrante interpretato in due varianti ispirate al
sole e al mare per un’immagine outdoor di grande armonia.
Icone dello spirito MissoniHome, in esclusiva per l’outdoor
Schönhuber Franchi.
Schönhuber Franchi: un partner capace di creare per ogni
albergo una veste elegante, raffinata e accogliente studiata
per esaltarne l’essenza e i valori dell’ospitalità.
Aton | Collezione di lampade da esterni e da interni
in cui la luce nasce da terra e si diffonde verso l’esterno
magicamente. Una serie di lamelle di alluminio pieno
curvate e verniciate rendono la lampada leggera e
accattivante sia da accesa che da spenta. È una
famiglia di lampade che non fa differenza tra uso in
ambienti interni o esterni. In particolare la piantana
è pensata per la vita di oggi che seguendo le stagioni
vede spesso il traslocare di elementi di arredo da dentro
a fuori a seconda delle condizioni climatiche.
Le lampadine utilizzate sono tutte a basso consumo.
La struttura esterna è in due finiture: bianca o marrone
testa di moro.
Design: Marco Acerbis
www.btgroup.it
www.schoenhuberfranchi.com
www.unopiu.it
PRISMA ARCHITECTURAL
La serie Q dispone di versioni fluorescenti, a scarica e con
LED di potenza con luce calda 3000 K e fredda 6000 K.
Serie di apparecchi per esterni a palo, costituiti da:
t Palo in allumino estruso verniciato
t Copertura diffusore e base per installazione a
terra in alluminio pressofuso verniciato
t Diffusore in tecnopolimero trasparente,
stabilizzato agli UV e resistente agli urti
t Vano porta cablaggio in alluminio pressofuso
predisposto per cablaggio passante tramite due
pressacavi PG11 per cavi da Ø 5 mm a Ø 10 mm
Viti e grani di fissaggio in acciaio inox
www.performanceinlighting.com
La SERIE Q Prisma Architectural
Q è una serie di apparecchi per esterni su palo per
illuminazione generale e d'accento interamente
in alluminio particolarmente idonea per contesti
residenziali, aree pedonali urbane, spazi esterni
pubblici e privati. È caratterizzata da una forma
essenziale e rigorosa, dall'ampia gamma di proposte
e dalla possibilità di avere quattro altezze in due
colorazioni.
Q_LIGHT 600 è conforme alle norme contro
l'inquinamento luminoso. Le versioni Q-LINE Raster
e Q-LIGHT 600 R sono dotate di schermo raster
per una emissione luminosa confortevole e senza
abbagliamento per l'osservatore. Le versioni Q-LED
ADJ sono dotate di LED orientabili singolarmente per
illuminazione d'accento mentre le versioni Q-LED
sono dotate di LED fissi per illuminazione generale.
La serie dispone di versioni QUICK complete di
sorgente luminosa e scatola di connessione rapida.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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GE LIGHTING
ETHIMO
IN BREVE
Iberia LED | Apparecchio decorativo progettato
per offrire prestazioni elevate ed efficienza energetica
nell’illuminazione outdoor. Adatto per tutte le applicazioni
di illuminazione. Iberia offre fino a 90W con una
distribuzione della luce simmetrica e asimmetrica ed è la
scelta ideale per l'illuminazione pedonale e aree stradali.
Caratterizzato da un segin estremamente contemporaneo,
Iberia LED garantisce una migliore acuità visiva grazie
all’ottima illuminazione verticale che offre e che consente
una maggiore visibilità pedonale.
Iberia LED consente un notevole risparmio energetico grazie
al suo design avanzato senza schermatura che consente di
ottenere una notevole riduzione della dispersione luminosa,
orientando la luce solo là dove serve.
Infinity | La linea di arredi per l'outdoor Infinity
disegnata da Ethimo è caratterizzata da modernità,
leggerezza, infinita modularità e estremo comfort.
I materiali impiegati sono alluminio e fibra LIGHTWICK
sviluppata dall'azienda e contraddistinta da un intreccio
irregolare che crea una trama dinamica ed elastica.
I colori in cui è proposta la linea sono WARM GREY e WARM
WHITE, che rendono gli elementi moderni e caldi al tempo
stesso. La linea è composta da salotto modulare completo
di puff e tavolini, moduli lounge, tavolo da pranzo, sedia,
poltroncina e tavolo contract. Design, comfort e praticità
di un Made in Italy sinonimo di qualità, bellezza e rispetto
per l’ambiente. Un approccio etico, concreto, per un’azienda
molto attenta ai temi della sostenibilità sia nella concezione
dei prodotti che nella scelta dei materiali.
www.gelighting.com/eu
www.ethimo.it
ÉLITIS
TITAN che offre un’eccellente resistenza alla
luce e un’ampia gamma colore (19 varianti
fiammeggianti). Offre una grande resistenza per
imbottiti (100000 giri Martindale).
Tutti questi prodotti sono stati tessuti
conformemente alla normativa Reach sul rispetto
dell’ambiente e della salute umana.
Le collezioni per vestire
l'outdoor
STROMBOLI, pelli in tinte unite, a grana, intessute,
in pelle di struzzo per creare delle sedute nei bei
colori della pelletteria.
Una collezione molto tecnica che integra
dei tessuti di tappezzeria di grande valore,
studiati soprattutto per un uso all’aria aperta e
perfettamente adatti a imbarcazioni.
TROPIQUE, tela ignifuga per i progetti decorativi
all’aperto o al chiuso. Grazie alla sua grande taglia
96
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
e alla sua alta resistenza alla luce, “Tropique”
è l’ideale per le grandi vetrate in riva al mare, i
tendoni da giardino, i parasole e gli arredamenti
da bordo piscina o da spiaggia.
HERA, un superbo velluto Trevira outdoor adatto
ai progetti privati o contract: spa, nautica, pool
house in 33 varianti unite. È acqua repellente,
trattato imo e i colori sono molto resistenti.
Rivoluzione del lino anche con CITY LINEN, il primo
lino outdoor. Un lino unico, tecnico e morbido per
l’interno o l’esterno in 32 colori uniti essenziali.
Chic e ultra tecnica la maglia outdoor e indoor
www.elitis.fr
PHILIPS
L'impiego di cablaggio standard semplifica
notevolmente l'installazione e contribuisce a ridurre
il costo totale del sistema.
Stadio Eden, Auckland, Nuova Zelanda.
ColorReach Powercore: il futuro dell'illuminazione per esterni
ColorReach Powercore è il primo apparecchio a LED
abbastanza potente da illuminare in modo brillante
e dinamico facciate architettoniche di grandi
dimensioni.
Combina tutti i vantaggi dell'illuminazione e del
controllo basati su tecnologia LED in un apparecchio
elegante appositamente concepito per le installazioni
di grandi dimensioni, come grattacieli commerciali,
casinò, esterni di punti vendita di grandi dimensioni,
ponti, banchine, monumenti pubblici e attrazioni a
tema. Con un'emissione luminosa estremamente
BYSTEEL
www.philips.it/illuminazione
elevata e un'incomparabile capacità di proiezione
della luce, questo potente apparecchio rappresenta il
futuro dell'illuminazione per esterni. Per supportare
applicazioni speciali, sono disponibili anche
configurazioni realizzate su ordinazione con canali
personalizzati di LED bianchi o a colori.
La tecnologia Powercore integrata garantisce un
controllo rapido, efficiente e accurato dell'emissione
di potenza all'apparecchio direttamente dalla
tensione di linea, evitando di ricorrere ad alimentatori
esterni.
TENDER RAIN
FOSCARINI
Arno | Collezione di arredo outdoor. La struttura
rotante del parasole ha generato un omaggio al sommo
genio toscano, da cui ne è evoluta una famiglia di
sedute e tavolo.
Leda: sdraio pieghevole con struttura in alluminio
anodizzato, seduta e schienale in tessuto tecnico
polivinilico, disponibile in color tortora e nocciola.
Lisa: sedia pieghevole con struttura in alluminio
anodizzato, seduta e schienale in tessuto tecnico
polivinilico, disponibile in color tortora e nocciola.
Leo: parasole ad apertura radiale con base e stelo in
acciaio inox, stecche in alluminio anodizzato. Copertura in
tessuto tecnico. Disponibile in bianco, tortora e nocciola.
Cena: tavolo fioriera o porta bottiglie quadrato in alluminio
smaltato bianco opaco con gambe in alluminio anodizzato.
Menhir | Colonna doccia da terra in ottone massiccio,
finitura “invecchiamento naturale”, ideale per giardini e
piscine, con soffione anticalcare 500 x 325 mm e nicchie
portaoggetti. Disponibile anche con deviatore, flessibile e
doccetta manuale. Anche in versione da muro. Consumo
idrico medio: 8 l/min. Metodo costruttivo brevettato –
modello depositato. I prodotti tender rain®, realizzati
interamente in Italia con materiali di prima qualità, hanno
anticipato le tendenze del settore e contribuiscono a
rafforzare il successo del Made in Italy nel mondo. I soffioni
e le colonne sono tecnologici nonché ecosostenibili ed
ecocompatibili, mostrano inediti disegni d’acqua e ricreano
l’atmosfera di rilassante benessere delle migliori Spa.
L’inimitabile effetto pioggia, naturale come la gravità,
garantisce un notevole risparmio idrico ed energetico.
Perfette per illuminare un giardino o una terrazza, un
padiglione, un patio o un ambiente living all'aperto, le
proposte Foscarini per l'outdoor si ispirano alla natura,
a forme semplici e archetipiche. Possono, ad esempio,
ricordare un ciottolo di fiume molato dall'azione delle
correnti, come nel caso della Outdoor Gregg di L+R
Palomba. Nella nuova versione a sospensione per gli spazi
aperti, è disponibile in tre diverse misure per integrarsi in
ogni contesto e creare libere composizioni.
Uno dei best seller Foscarini, Havana di Jozeph Forakis
gioca invece sull'essenzialità e sulla pulizia della linea.
Nella duplice proposta a sospensione o da terra, è un
capolavoro di semplicità. Caratterizzata dal segno giovane
e leggero, si è conquistata un posto nella collezione
permanente del MOMA di New York.
www.bysteel.it
www.tenderrain.com
www.foscarini.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
97
FOCUS
Riqualificare
con il Light
Design
PHILIPS ILLUMINA A LED
IL NUOVO PONTE
AUTOSTRADALE DELLA A21:
UN GRANDE IMPIANTO
DI PROGETTAZIONE
ILLUMINOTECNICA
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98
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Nell’ottica di importanti contributi
all’illuminazione pubblica, Philips, ha
confermato il suo impegno realizzando l’impianto
di illuminazione a LED del ponte autostradale della
A21 all’uscita di Brescia Sud unendo riqualificazione
estetica del Light Design, risparmio energetico e
flessibilità coreografica.
Per l’intero progetto di illuminazione a LED, Philips
ha collaborato con Centropadane S.p.A., azienda
che si occupa di gestire l’importante collegamento
autostradale tra Lombardia ed Emilia Romagna.
La collaborazione è nata dalla progettazione e
realizzazione da parte di Centropadane di un grande
ponte a campata unica, sostenuto da tre archi
colorati. Un’opera simbolo del raccordo autostradale
Ospitaletto - Montichiari, che di notte assume
svariate combinazioni di colore, grazie alla versatilità
dell’impianto illuminotecnico realizzato da Philips.
Il progetto redatto dall'ufficio tecnico di Autostrade
Centro Padane S.p.A. coadiuvato dal supporto
tecnico di Philips, si è sviluppato su più livelli,
andando a lavorare sugli elementi costitutivi del
ponte, permettendo così che venissero valorizzati i
volumi e le forme geometriche mediante contrasti e
sfumature cromatiche.
Gli archi colorati sono stati illuminati dal basso
con i proiettori LED ColorReach Powercore RGB
orientati in modo tale da coprire ogni arco nella sua
interezza. Le barre LEDline² hanno enfatizzato gli
stralli, utilizzando la soluzione “a fascio stretto”,
i sostegni del ponte, con la soluzione “a fascio
medio”. Mentre, per le pareti sottostanti e la
cornice orizzontale, è stata utilizzata la soluzione
LEDline² a “fascio largo”.
A coronamento dell’opera, la dinamicità
dell’impianto illuminotecnico è possibile
grazie a Pharos, un innovativo sistema di
controllo centralizzato capace di gestire diverse
scenografie grazie ad una memoria aggiornabile
in remoto da un PC.
Con la Società Autostrade Centro Padane S.p.A.,
Philips ha realizzato una serie di impianti che sono
all’avanguardia e mostrano tutte le tecnologie di
ultima generazione nel campo dell’illuminazione.
Il risparmio energetico è ovviamente garantito
in quanto sia le sorgenti a ioduri metallici che la
tecnologia Led, per definizione sono conformi a tutti
gli argomenti moderni di risparmio energetico che le
amministrazioni pubbliche sono attente a rispettare.
Philips si riconferma come azienda leader nel
settore delle soluzioni innovative e a base LED
che vengono impiegate per la valorizzazione
architettonica e artistica delle città, degli uffici, dei
complessi industriali, degli hotel, dei ristoranti, degli
esercizi pubblici come supermercati e negozi di
moda, ma anche delle vie urbane e dei marciapiedi.
.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
99
MITSUBISHI ELECTRIC PER AUDI CITY: A LONDRA IL PRIMO AUTOSALONE VIRTUALE
AMBIENTI
Edited by
Chiara Dadda
Grazie alla tecnologia Mitsubishi Electric, nasce a Londra Audi City, il primo Cyber Store che sostituisce il concetto di autosalone; un’esperienza nuova per gli appassionati di auto tradotta in un progetto all’avanguardia. Audi
City è stato inaugurato a Londra lo scorso luglio. Si tratta di uno showroom monomarca di 690 mq in cui sono
esposte tre auto reali, mentre tutti gli altri modelli prendono vita nella realtà virtuale. Grazie ai supporti digitali
più all’avanguardia forniti da Mitsubishi Electric, la selezione “a catalogo” di un’automobile si trasforma in una
vera e propria esperienza da vivere prima ancora del momento del test drive. I clienti, infatti, possono comporre
e visionare il modello di auto preferito con le opzioni e gli accessori desiderati, grazie all’ausilio della tecnologia
più avanzata e con semplici gesti intuitivi. I Videowall a LED di Mitsubishi Electric, posizionati lungo una superficie
di circa 50mq, forniscono immagini in dimensioni reali e di qualità talmente elevata da riprodurre fedelmente, ad
esempio, l’esperienza di essere nell’abitacolo dell’auto e scoprirne i dettagli.Audi City è il progetto che segna una
nuova frontiera del digitale applicato al mondo automobilistico. Lo showroom è arredato con dettagli moderni e
minimali per mettere in risalto l’installazione Mitsubishi Electric che ricopre l’intera parete dal pavimento al soffitto
fino a 2,61 m di altezza e si estende per 4,60m di lunghezza.
www.mitsubishielectric.it
LA QUALITÀ E IL KNOW HOW TEUCO PER L’HOTEL MAJESTIC DEL RADISSON BLU RESORT TERME DI GALZIGNANO
Il 4 stelle Hotel Majestic, una delle tre incantevoli strutture del Radisson Blu Resort Terme di Galzignano, ha
scelto Teuco per arredare le splendide terrazze delle sue Spa Suite con le esclusive minipiscine Seaside 640 e
629. Situato a pochi km da Venezia in uno dei siti termali più importanti d’Europa, il Radisson Blu Resort Terme
di Galzignano nasce in un meraviglioso parco naturale di 350.000mq ed è la meta ideale per chi desidera una
vacanza all’insegna di benessere, sport e relax. Teuco, una delle più solide realtà internazionali nel settore
dell’ambiente bagno, si inserisce perfettamente in questa cornice d’eccellenza, grazie alla perfetta armonia tra
benessere, tecnologia e design tipica dei suoi prodotti, che renderà il soggiorno indimenticabile in questa location
vicina ai tesori culturali delle più belle città d’arte italiane, come Venezia, Padova e Verona. Per seguire al meglio lo
sviluppo di ogni singolo progetto, la divisione Contract di Teuco mette al servizio del professionista tutte le competenze, i prodotti e le potenzialità dell’Azienda con l’obiettivo di trovare insieme la risposta progettuale e produttiva
migliore per qualsiasi ambiente, dai luoghi dell’abitare a quelli dell’ospitare. Dall’idea alla realizzazione, tutto è
personalizzabile per soddisfare esigenze ed esaudire desideri, dal singolo prodotto ad intere collezioni bagno.
www.teuco.com
100
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Tutte le soluzioni per
PROGETTARE _ COSTRUIRE _ RIQUALIFICARE
BIENNALITÀ _ SPECIALIZZAZIONE _ INTERNAZIONALITÀ
I saloni di MADE expo: Costruzioni e Cantiere | Involucro e Serramenti | Interni e Finiture | Software e Hardware | Energia e Impianti | Città e Paesaggio
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42 101
info@madeexpo.it
Il linea con il fermento culturale della città che le ha dato le origini,
DE-GA, impresa torinese che opera nel settore delle costruzioni da più
di 50 anni, porta una ventata d'aria fresca nel mondo dell'edilizia italiana.
I suoi interventi sul territorio non sono solo progetti di architettura, ma
vere e proprie operazioni di rigenerazione urbana. Ne abbiamo parlato
con il Dott. Gabriele Gallesio, Amministratore Delegato DE-GA.
REAL ESTATE
Text edited by Anna Masello, photos courtesy of DE-GA
Progettare il
cambiamento
Esiste una vision ben precisa che accomuna tutte le vostre operazioni
immobiliari. È una forte spinta evolutiva generata dall'urgenza di rispondere
a necessità sociali ed ambientali. Quali sono le vostre priorità nell'affrontare
un progetto?
La sostenibilità economica di un’operazione immobiliare è un elemento
fondamentale, che non può essere tralasciato, ma crediamo sia obbligatorio
coniugarla con la sostenibilità in senso lato, ovvero con la soddisfazione nel
lungo periodo dei nostri stakeholders di riferimento: gli investitori, gli utilizzatori
e la comunità urbana in cui l’operazione si inserisce. Per affrontare questa sfida
facciamo leva, da sempre, sull’innovazione nel design, nella tecnologia, nei
processi. Ma la vera sfida oggi è riuscire ad attivare una stagione di investimenti
sulla riqualificazione del nostro territorio che premino innanzitutto la forza dei
progetti e delle idee, in una prospettiva di lunga durata.
Siete tra i primi in Italia nel settore a credere e a fare propri concetti quali il
Co-Working, il Car-Sharing, il Co-Housing. Cosa ci puoi raccontare a riguardo?
Stiamo lavorando con dei giovanissimi imprenditori, il network di coworking
Talent Garden, per verificare come costruire uno spazio pensato ad hoc per
start up che vedono nello scambio e nella condivisione una chiave di successo.
L’esperienza è nata attorno ad un progetto architettonico per il riuso di un
edificio industriale dismesso, che dava grande rilievo agli spazi verdi, comuni
e di relazioni. Oltre ai coworkers si è appassionata all’iniziativa la cooperativa
Sumisura, che sta sviluppando iniziative di cohousing, mentre io sono alla
guida della società torinese di car sharing. Il confronto con questi soggetti ha
influenzato molto il nostro approccio spingendoci a rendere il mix di funzioni,
l'organizzazione e la qualità degli spazi comuni la chiave dell’intera operazione.
102
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
Social-Housing. Parlaci dell'operazione OPEN di Fossano, gestita con la
collega COGEIN.
L’operazione nasce dalla partecipazione ad una gara bandita dalla Regione
Piemonte in partnership con il Comune di Fossano, che sta promuovendo
una politica di riassetto del territorio costruito, azzerando il consumo di suolo
agricolo. Tramite un laboratorio di progettazione partecipata abbiamo realizzato
il masterplan dell’intervento che comprende un mix di residenza sociale in
locazione, un impianto sportivo e un'area di commercio articolata intorno ad
una piazza verde. Abbiamo definito il profilo della comunità di residenti, che
privilegerà le giovani famiglie e gli anziani. Abbiamo poi lavorato molto sui temi
del confort e dell’efficienza energetica, per garantire a tutte le unità la classe
A o A+. Raggiungere l’equilibrio finanziario in un’operazione di housing sociale
senza compromettere la qualità dell’intervento non è facile, ma è possibile
investendo sulla ricerca delle soluzioni costruttive e sviluppando una nuova
visione strategica tra pubblico, operatore privato e fondi di investimento.
Intervenire su qualcosa che c'è già è certamente più complesso rispetto al
costruire ex-novo. De-Ga raggiunge livelli d'eccellenza in questo senso, penso
a Casa Hollywood, oppure al 25 Verde di via Chiabrera...
Affrontare ogni iniziativa con un progetto concepito ad hoc per uno specifico
contesto costituisce un approccio divenuto ormai parte del nostro dna. Questo
ci induce ad una sperimentazione continua. Casa Hollywood, realizzata sul
sito di un teatro ottocentesco poi trasformato in cinema nasce dall’esigenza
di valorizzare una vista inedita sul centro di Torino tramite un vero e proprio
schermo in vetro che fosse in grado di esaltare il paesaggio esterno, proteggere
le abitazioni dal rumore e dall’inquinamento, garantire elevate performance
energetiche e raccordare il nuovo edificio con la storica torre scenica. La sfida
del 25 Verde, realizzato nell’area storica dei primi insediamenti FIAT, era al
contrario ricreare con il costruito la qualità e i valori della collina e del fiume posti
a pochi metri ma resi invisibili dallo sviluppo circostante, realizzando una casa
sugli alberi, dove strutture organiche in acciaio cor-ten reggono grandi terrazzi
abitabili protetti da piante ad alto fusto studiate in base allo specifico microclima,
che diventano parte integrante del disegno di facciata insieme al rivestimento in
larice a spacco, offrendo alla città un nuovo paesaggio naturale-artificiale.
Ricerca e Sviluppo sono la chiave di volta, soprattutto quando si riesce a capire
e a veicolare il valore dei giovani. Qual'è la vostra esperienza a riguardo?
Negli ultimi anni abbiamo intensificato molto le attività di ricerca e sviluppo in
collaborazione con enti di ricerca, come il Politecnico di Torino e con i Poli di
innovazione regionali. Gli assi su cui ci siamo concentrati in maniera particolare
sono l’individuazione di processi trasparenti e certificabili per la progettazione
di edifici con elevate performance energetiche, con una particolare attenzione
alla riqualificazione del patrimonio esistente, e la realizzazione di strumenti per
rendere più facile, l’”uso” degli edifici. Penso ad esempio al prototipo CasaZera,
che sarà installato all’interno delle Ex Officine Ghisa Nebbiolo di Torino, esito
di un progetto di ricerca realizzato in partnership con il Politecnico. Oppure al
progetto Smart Building Interface, che stiamo realizzando con gli specialisti di
interaction design di Experientia: un portale web di condominio, che consente
ai residenti non solo di monitorare e gestire al meglio i consumi energetici della
propria abitazione, ma anche di rendere più semplice e trasparente la gestione
tecnica e amministrativa dell’immobile.
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PLANNING
THE CHANGE
There is a very clear vision that brings together all your real estate transactions. It is a
strong evolutionary thrust generated by the need to respond to social and environmental
requirements. What are your priorities in dealing with a project?
The economic sustainability of a real estate transaction isa key element that cannot be neglected,
but we believe it is mandatory to combine it with sustainability in a broad sense, that's to say,
with the long-term satisfaction of our stakeholders of reference: the investors, the users and the
urban community within which the operation is included. To face this challenge we have always
focused on the innovation of design, technology and processes. But today the real challenge is
to be able to activate a series of investments for the redevelopment of our territory that reward,
first and foremost, the power of projects and ideas, with a long-term perspective.
You are among the first in Italy in the field to take over, and believe in, concepts such as
Co-Working, Car-Sharing and Co-Housing. What can you tell us about that?
We are working with very young entrepreneurs - the network of Talent Garden co-working - to
see how to build a space designed specifically for start-ups which consider exchange and
sharing a key to success. The experience was born around an architectural project for the
reuse of an abandoned industrial building, which gave great emphasis to green, common
and relational spaces. In addition to the co-workers, the Sumisura cooperative - which is
developing co-housing initiatives - has developed a deep interest for the activity, while I'm
responsible for the car-sharing Turin-based company. The comparison with these subjects
has greatly influenced our approach, motivating us to make the mix of functions, organization
and quality of the common areas the key aspect of the whole operation.
Social Housing. Tell us about the Fossano OPEN operation, managed with its colleague
COGEIN.
The operation has arisen from the participation in a tender called by the Piedmont Region
in partnership with the City of Fossano, which is promoting a readjustment policy of the built
territory, eliminating the consumption of agricultural land. Through a participatory planning
workshop we have developed the masterplan of the intervention which includes a mix of
social housing on lease, a sports area and a trade area articulated around a green square.
We have defined the profile of the residents' community, which will privilege young families
and the elderly. We have also worked hard on the topics of comfort and energy efficiency, to
ensure a Class A or A + to all dwelling units. It is not easy to achieve a financial balance in a
social housing operation without compromising the quality of the intervention, but it is possible
by investing on the research for constructive solutions and developing a new strategic vision
among the public, the private operator and the investment funds.
Working on something that is already there is certainly more complex than building from
scratch. De-Ga reaches excellent levels in this sense. I think about Casa Hollywood or 25
Verde located in Via Chiabrera...
Dealing with each initiative with a project specially designed for a specific context represents
an approach that has become part of our DNA. This leads us to a continuous experimentation.
Casa Hollywood, built on the site of a nineteenth-century theatre then transformed into a
cinema, stems from the need to focus on a new view of Turin old centre through a real glass
screen able to enhance the external landscape, protect the houses from noise and pollution,
guarantee high energy performances and connect the new building with the historical stage
tower. The challenge of 25 Verde, built in the historic area of the first FIAT settlements, was
instead to reconstruct, with the already built, the quality and values of the hill and the river
located a few meters away, but made invisible by the surrounding development, by creating a
tree house, where organic structures made of Cor-ten steel support large habitable terraces
protected by forest trees designed according to the specific microclimate. These become an
integral part of the design of the facade together with the split larch covering, offering to the
city a new natural-artificial landscape.
Research and Development are the keystone, especially when it is possible to understand
and convey the value of young people. What is your experience about it?
In recent years we have significantly increased the research and development activities
in collaboration with research institutions, such as the School of Engineering of Turin and
regional innovation centres. The main aspects we have particularly focused on are the
identification of transparent and certifiable processes for the design of buildings with high
energy performances, with particular attention to the redevelopment of the existing assets,
and the creation of tools to make the "use" of buildings easier. For example, I think about the
CasaZera prototype, which will be installed within the Ex Officine Ghisa Nebbiolo of Turin, as
the result of a research project carried out in partnership with the School of Engineering. Or
the Smart Building Interface project, that we are carrying out with the specialists in interaction
design of Experientia: a web portal for a block of flats, which allows the residents not only
to monitor and better manage the energy consumption of their house, but also to make the
technical and administrative management of the property easier and transparent.
REAL ESTATE
DE-GA, a Turin-based company that has been operating in the construction
industry for over 50 years, brings a wave of fresh air to the Italian building
sector, in line with the cultural excitement of the city in which it was born.
Its interventions in the area are not only architectural projects, but real
urban renewal operations. We talked about this with Dr. Gabriele Gallesio,
DE-GA's managing director.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
103
Project
Ecostruendo
Location
Torino
REAL ESTATE
Designed by
De-Ga e Politecnico di Torino
Ecostruendo, un salto nel futuro
per migliorare il presente
Gli studenti del Politecnico di Torino saranno i primi a testare il
prototipo, vivendoci.
Il programma di ricerca “Ecostruendo” si inserisce nelle attività del Polo
dell’innovazione per l’edilizia sostenibile e idrogeno (POLIGHT) della
Regione Piemonte ed è finanziato con fondi FESR. Obiettivo del programma
è lo sviluppo e la pre-industrializzazione di un sistema costruttivo leggero
ad alte prestazioni energetiche per il riuso di edifici industriali dismessi a
fini di residenza sociale e di mercato.
Ecostruendo si configura come un sistema energeticamente sostenibile
in grado di intercettare la domanda di mercato di nuovi stili di vita e nuove
configurazioni tipologiche assieme alla crescente necessità di recupero/
riuso degli edifici industriali dismessi, rapidità esecutiva e autorizzativa.
Esso agisce su quattro leve strategiche:
ǩVYLOXSSRGLXQSURGRWWRHGLOL]LRLQWHJUDWRLQGXVWULDOL]]DELOHPDIOHVVLELOH
rispetto alle scelte architettoniche e urbanistiche.
ǩULGX]LRQHGHLFRVWLGLFRVWUX]LRQHHVHUFL]LRGXUDQWHWXWWDODYLWDPHGLDGHO
prodotto, attraverso la progettazione integrata, la selezione delle migliori
soluzioni tecnologiche (per involucro, struttura e impianti), riduzione degli
scarti (inclusi i rifiuti) e dei tempi di realizzazione.
ǩDOWROLYHOORGLSUHVWD]LRQLFRPIRUWJHVWLRQHXVHUIULHQGO\VRVWHQLELOLW¢
ambientale, risparmio energetico, qualità e durata) a costo contenuto
di realizzazione e gestione.
ǩJDUDQ]LDGHOOHSUHVWD]LRQLGHOSURGRWWRILQLWRDWWUDYHUVRODGHILQL]LRQH
di procedure di commissioning relative alle attività di progettazione,
costruzione, e verifica post-occupancy.
Il primo prototipo CasaZera sarà installato nei prossimi mesi all’interno
delle Ex Officine Ghisa Nebbiolo di Torino: un’unità abitativa in legno
ad alta efficienza, concepita per consentire il riuso anche parziale e
temporaneo di edifici industriali dismessi, che saranno utilizzati come un
vero e proprio living lab, abitato per alcuni mesi da studenti di ingegneria
che parteciperanno al monitoraggio e al miglioramento delle performance
energetiche e ambientali del prototipo.
PARTNERS
ǩ'(*$6S$GHYHORSPHQWSDUWQHUHFRVWUXWWRUH
ǩ&RQIRUW$UHH6UO
ǩ*ROGHU$VVRFLDWHVVUO0(7(&
ǩ+DELFKHU+RO]EDXVUO
ǩ2QOHFRVUO
ǩ3ROLWHFQLFRGL7RULQR'LSDUWLPHQWRGL(QHUJHWLFD 7HFQRORJLH,PSLDQWLVWLFKHVUO
ǩ7UDVUO
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104
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
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REAL ESTATE
Ecostruendo, a jump in the future to improve
the present
The students of Torino's Politecnico will be the first to test the
protothype, living in it.
The "Ecostruendo" research program belongs to the activities of the
research and development Cluster of the Piedmont Region dedicated
to sustainable building technologies and hydrogen and is supported by
the ERDF funds. The objective of the program is the development and
pre-industrialization of a high energy efficient, light building system
for the reuse and transformation of abandoned industrial buildings
into social and market housing.
Ecostruendo is an energy sustainable system that is capable to meet
the market demand for new lifestyles and new types of solutions
together with the growing need for recycling/reusing abandoned
industrial buildings, fast execution and licensing process. It is based
on four strategic assets:
t %FWFMPQNFOU PG BO JOUFHSBUFE CVJMEJOH QSPEVDU XIJDI DBO CF
industrialized, yet is flexible to the architectural and town planning
choices.
t3FEVDUJPOPGCVJMEJOHPQFSBUJPODPTUTEVSJOHUIFFOUJSFBWFSBHFMJGFPG
the product through integrated planning, and the selection of the best
technological solutions (by covering, structure and systems), reduction
of waste (including rubbish) and execution time.
t )JHI QFSGPSNBODF MFWFM DPNGPSU VTFSGSJFOEMZ PQFSBUJPO
environmental sustainability, energy-saving, quality and lifespan) with
moderate execution and operation costs.
t (VBSBOUFFE QFSGPSNBODF PG UIF GJOJTIFE QSPEVDU UISPVHI UIF
definition of commissioning procedures of planning, construction and
post-occupancy check activities.
The Prototype CasaZera will be installed in the next months inside
the Ex Officine Ghisa Nebbiolo in Torino: it consists in a high efficency
wooden housing unit, conceived to facilitate the reutilization, even
temporary, of disused industrial complexes that will be used as a
living lab. Some engineering students will actually live inside it for few
months in order to monitor and improve the protothype's environmental
and energetic performances.
PARTNERS
t%&("4Q"EFWFMPQNFOUQBSUOFSBOECVJMEJOHDPOTUSVDUPS
t$POGPSU"SFF4SM
t(PMEFS"TTPDJBUFTTSM.&5&$
t)BCJDIFS)PM[CBVTSM
t0OMFDPTSM
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t5SBTSM
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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ISH
Salone del Restauro
12-16 marzo | Frankfurt, Germany
20-23 marzo | Ferrara
ISH è la fiera internazionale leader nel settore del bagno,
dell'edilizia, delle energie rinnovabili, delle tecnologie per
la climatizzazione. Fulcro di ISH e tema centrale di tutti i
settori produttivi sarà la “conservazione delle risorse”.
In ISH Water gli espositori proporranno soluzioni ecosostenibiliperl'arredamentodelbagno,esottolineeranno
l'importanza di un uso responsabile dell'acqua come
risorsa primaria nella vita di tutti i giorni. Mentre ISH
Energy offrirà ai visitatori ed ai professionisti del settore
una panoramica sulle nuove tecnologie e prodotti per il
riscaldamento, la ventilazione e il raffreddamento che
utilizzano fonti di energia rinnovabili, tra cui le biomasse,
l'energia solare e l'energia geotermica.
Il 2013 costituisce un anno importante per il Salone del
Restauro; in questo preciso momento storico e culturale
si rende necessario riconoscere l’importanza che
recupero architettonico e restauro acquisiscono alla luce
dei tragici eventi sismici che hanno funestato il nostro
territorio negli ultimi anni. Tra i temi portanti di Restauro
2013 ci sarà proprio il soccorso al patrimonio artistico e
architettonico a ridosso di un evento catastrofico.
Si riconfermano anche per questa edizione le iniziative
collaterali di Ferrara Aperta per Restauro, che vedono
l’apertura straordinaria gratuita, anche serale, di musei,
pinacoteche e palazzi storici cittadini durante tutti i
quattro giorni di manifestazione.
www.ish.messefrankfurt.com
www.salonedelrestauro.com
Expoedilizia
MosBuild
iSaloni
21-24 marzo | Roma
2-5 e 16-19 aprile | Mosca, Russia
9-14 aprile | Rho (Mi)
Recupero edilizio artistico e urbano, sostenibilità degli
edifici in chiave mediterranea, risparmio ed efficienza
energetica, ma anche tecniche del costruire, scenari
del comparto, formazione degli operatori e sicurezza
nei cantieri: questi i temi che animeranno la sesta
edizione di Expoedilizia, fiera internazionale per l´edilizia
e l'architettura, evento di riferimento per il comparto
delle costruzioni del Centro e Sud Italia. Nove le aree
tematiche (Serramenti Chiusure, Elementi Strutturali,
Macchine Attrezzature, Pavimenti Rivestimenti, Decori
Colori, Informatica Servizi, Arredo Urbano, Sicurezza,
Impianti ed Energie Rinnovabili), ognuna con un focus
su un aspetto della filiera e teatro di interazione tra gli
operatori professionali e le aziende.
Il salone internazionale delle costruzioni MosBuild è
considerato come uno dei cinque eventi fieristici più
importanti al mondo nel campo delle costruzioni. Dal
2 al 5 aprile si terranno Building & Interiors (materiali
e attrezzature, finiture interne, porte, illuminazione e
domotica) e Fenestration (sistemi di facciata, gli infissi,
l'automazione e la sicurezza della casa). Dal 16 al 19
aprile, si svolgerà il Cersanex (piastrelle, rivestimenti,
sanitari e arredo bagno), in contemporanea del quale vi
sarà lo Stonex (marmo e pietra naturale). Da segnalare:
il forum dedicato alle 3E (Ecologia, Energia, Efficienza), il
premio MosBuild Architecture&Design Awards (MADA)
e una conferenza internazionale sulle tecnologie per la
progettazione e costruzione di case passive.
“A Milano, il mondo che abiteremo”: lo slogan del 52esimo
Salone Internazionale del Mobile, che si terrà con quello
del Complemento d’Arredo, le biennali Euroluce e
SaloneUfficio accanto al SaloneSatellite. Milano come
finestra sul mondo del design e città, più di ogni altra,
della creatività, della qualità e del cambiamento. Evento
per i Saloni 2013 “Progetto: ufficio da abitare” di Jean
Nouvel. In un’area di 1.200 mq, all’interno dei padiglioni
dedicati al SaloneUfficio, l’architetto (Pritzker Prize
2008) proporrà diversi scenari per sviluppare i principali
temi della sua visione dello spazio di lavoro. “Design e
artigianato: insieme per l’industria” il tema del 16esimo
SaloneSatellite che come ogni anno offre visibilità ai
giovani designer emergenti.
www.expo-edilizia.it
www.mosbuild.com
www.isaloni.it
AGENDA
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A+D+M
A+D+M| MAGAZINE
MAGAZINE| 2013
2013| # 42
FEED YOUR
CREATIVITY
0
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20
30
40
50
www.polidesign.net
Master Universitari e Corsi di Alta Formazione
organizzati da POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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MASTER
Borse di Studio per i Master
dell’area design dello IED di
Roma
IED Istituto Europeo di Design - Roma
www.ied.it
Corso di Alta Formazione
in Design del Giocattolo
POLI.design
www.polidesign.net/ddgio
Aperte le iscrizioni al Corso di Alta Formazione in
Design del Giocattolo (2a ed.), in partenza a maggio
2013. Organizzato da POLI.design, Consorzio
del Politecnico di Milano, con il patrocinio di
Assogiocattoli, l'associazione che rappresenta i
produttori e distributori italiani del settore, il Corso è
il primo a livello europeo dedicato alla formazione di
figure professionali specializzate in quest'ambito,
tanto da aver dato il via alla prima Toy Designer
List ufficiale, ideata da Assogiocattoli e POLI.
design per distinguere e segnalare questa nuova
categoria di professionisti all'intero sistema design
e, in particolare, alle imprese del settore giocattolo
italiano ed internazionale. Il Corso si rivolge non
solo a 'product designer', ma anche a tutte quelle
figure attive nel settore interessate ad approfondire
i molteplici aspetti su cui ruota il sistema prodotto
del giocattolo (prodotto, distribuzione, packaging,
comunicazione, sicurezza ecc..). Il corso si propone
di formare una nuova generazione di professionisti
in grado soprattutto di gestire processi di
progettazione così complessa e di muoversi con
sicurezza tra vincoli concreti - come quelli della
sicurezza - e obiettivi astratti - come quelli cognitivi,
pedagogici e ludici. Il tema per la 2a ed. del corso
riguarderà la progettazione per la fascia 3-6 anni.
Il 28 febbraio, il 13 marzo e il 4 aprile dalle ore 13.00
alle ore 14.00 presso POLI.design - Via Durando
38/A,Milanositerrannolegiornatedipresentazione
del corso.
Per informazioni:
Poli.Design - Consorzio del Politecnico di Milano
Tel. 02 2399 5864
iscrizioni@polidesign.net
108
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
L’Istituto Europeo di Design di Roma, che proprio
quest’anno compie quarant’anni dalla sua
fondazione nella città, propone 14 percorsi Master e
di Formazione Avanzata nei settori creativi di Moda,
Design, Management e Visual Communication in
partenza tra marzo ed aprile.
Per ogni Master lo IED offre 2 borse di studio per il
50% della retta di frequenza. Le candidature vanno
inviate a: master@roma.ied.it entro due settimane
dalla partenza del corso scelto. Nell’Area Design,
IED propone tre percorsi in lingua italiana e uno in
lingua inglese:
Master in Handicraft and Self Production Design
> 29 aprile 2013
Obiettivo: formare futuri professionisti nella
gestione di attività imprenditoriali nel settore
del Design, dalla progettazione industriale alla
commercializzazione, con un elevato grado di
originalità ed innovazione.
Master in Interior Yacht Design > 19 aprile 2013
Obiettivo: fornire una formazione specialistica
nell’ambito dell’Interior Yacht Design, sviluppando
le competenze architettoniche ed ingegneristiche
nautiche orientate alla realizzazione degli interni e
degli spazi.
Master in Interior Design > 18 novembre 2013
Obiettivo: formare professionisti in grado di
realizzare opere di interior design con competenza,
professionalità e forte identità creativa gestendo un
processo di realizzazione completo, dall’ideazione
alla fase esecutiva in cantiere.
L’offerta formativa di IED Design, prevede anche
il Master in Food Design in lingua inglese. Il corso
forma referenti per un design innovativo e per i
progetti di comunicazione riguardanti il contenuto,
la forma e il packaging del cibo, così come delle
aree in cui il cibo viene venduto e consumato. Per
questo percorso non sono previste borse di studio.
Per informazioni:
Istituto Europeo di Design - Roma
Tel. 06 7024025
master@roma.ied
Master di II livello in
Progettazione e recupero
architettonico, urbano e
ambientale con l'utilizzo di
tecnologie innovative
Dip. di Architettura dell'Università degli Studi di
Napoli Federico II
www.unina.it
Sono aperte le iscrizioni al master di II livello in
“Progettazione e recupero architettonico urbano e
ambientale con l'utilizzo di tecnologie innovative”,
organizzato dal Dipartimento di Architettura
dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.
Obiettivo del Master è formare figure professionali,
architetti e ingegneri, specializzate nel campo
della progettazione e del recupero architettonico,
urbano e ambientale con l'utilizzo di tecnologie
innovative. Il corso presenta un forte carattere
di multidisciplinarietà, in quanto relaziona
competenze differenti quali la progettazione
architettonica, ambientale e territoriale, la storia
ed il restauro dei centri storici, l'energetica, le
valutazioni di impatto economico e ambientale, le
tecnologie innovative, le tecniche costruttive, i nuovi
materiali nonché l'ingegneria strutturale.
Requisiti:
Diplomi di laurea del vecchio ordinamento:
Architettura, Ingegneria edile, Ingegneria civile,
Scienze ambientali, Conservazione e restauro dei
beni culturali.
Didattica:
Il Master è strutturato in logica on the job, in
modo da rendere il percorso formativo dinamico
e coinvolgente: le attività frontali sono ridotte al
minimo, a vantaggio delle attività applicative e
seminariali. L'insieme delle attività previste è di
1500 ore, delle quali 600 saranno svolte in aula o per
attività di tirocinio e 900 dovranno essere dedicate
allo studio individuale e all'elaborazione della tesi.
Scadenza iscrizioni: 9 aprile 2013 alle ore 12.00
Per informazioni:
Arch. Alfonsina Gentile – Dip. di Architettura Univ. degli Studi di
Napoli Federico II
Tel. 081 2538697 - 38741 | cell. 338 9554352
alfonsinagentile@libero.it
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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BOOKS
A cura di Aldo Colonetti
Arnaldo Pomodoro
CARAPACE
Editrice Compositori, Bologna, 2012
Pag. 144
Tra le dolci colline di Bevagna (Pg)
sembra uscire dalle viscere della
terra un'imponente tartaruga in rame.
Claudia Manenti
LUOGHI DI IDENTITÀ
E SPAZI DEL SACRO
NELLA CITTÀ EUROPEA
CONTEMPORANEA
FrancoAngeli, Milano, 2012
Pag. 160
Quali sono le conformazioni dell'urbano
che concorrono a creare un ambiente
di vita capace di far maturare nei suoi
110
A+D+M | MAGAZINE | 2013||##42
42
È il Carapace, la cantina realizzata
recentemente da Arnaldo Pomodoro
per la Tenuta Castelbuono della
famiglia Lunelli. Lo scultore l'ha
sognata, immaginata, costruita e
smantellata più volte nella sua mente.
E alla fine il Carapace si è concretizzato
in una scultura funzionale, o se si
vuole in una struttura scultorea in
grado di emozionare. Sulle fasi della
sua complessa costruzione, durata
circa cinque anni, è stato realizzato
un volume a cura di Aldo Colonetti. «Il
mio sogno - scrive Gino Lunelli nella
prefazione - era quello di far realizzare
ad Arnaldo uno scrigno per il vino, una
cantina che fosse scultura e architettura
insieme».
Il volume documenta il progetto della
Cantina dai primi disegni all’opera finita.
Come un diario di viaggio d'autore,
restituisce l'opera del Carapace nel suo
farsi, attraverso l'analisi del territorio,
della natura, dell'artificio dell'arte, del
lavoro degli uomini. La narrazione è
affidata all’ampio portfolio fotografico
firmato da Antonia Mulas e Pietro
Carrieri che come Introducono il volume
un dialogo fra Arnaldo Pomodoro, Gillo
Dorfles e Aldo Colonetti, interventi della
famiglia Lunelli e testi delle diverse
competenze espresse dall’opera, ossia
l’enologica e la progettuale.
abitanti un senso di appartenenza?
Quali gli elementi architettonici che
generano un'immagine identitaria?
Quali i criteri progettuali per una città
chiaramente leggibile che sappia dare
un senso di sicurezza emotiva ai suoi
abitanti e concorra a creare occasioni di
vita comunitaria?
A partire da questi interrogativi Claudia
Manenti, direttore del Centro Studi
per l'architettura sacra e la città della
Fondazione Card. Giacomo Lercaro
di Bologna, sviluppa in questo saggio
l'analisi di alcuni contesti urbani europei
di recente edificazione, individuando
i tre temi delle centralità urbane, dei
luoghi di identità e degli spazi del
sacro, come i cardini di un discorso
sulla città contemporanea. Il confronto
tra i caratteri dominanti le differenti
espressioni di ambiente urbano è, infatti,
di estremo interesse in quanto, se si
può presumere che i luoghi altamente
rappresentativi della città storica
partecipino e sostengano l'immaginario
collettivo degli abitanti delle periferie,
risulta importante comprendere, invece,
quali siano i processi di formazione
identitaria in atto nelle realtà urbane
costruite a partire da un'astratta idea
progettuale. Lettura dell'edificato,
confronto tra le immagini che di volta
in volta sono andate ad aggiungersi
e a sostituirsi e registrazione delle
impressioni degli abitanti in merito alla
percezione del loro ambiente di vita,
sono gli elementi che hanno permesso di
formulare un quadro di riferimento della
costruzione della città contemporanea.
andy fluon
"MIAO"
acrilicofluo su tela cm. 60 x 80
Alberto Apostoli
xxxxxxx
DELLE SPA
Editrice Il Campo, Bologna, 2012
Pag. 160
Un terzo di creatività e cultura del
benessere, un terzo di tecnica e
capacità progettuale, un terzo di
conoscenza degli aspetti manageriali
e gestionali connessi con il benessere.
Un progetto di Francesca
Appiani, Museo Alessi
xxx xxxx
TEA & xxxx TOWERS
vol. 1 e vol. 2
Corraini Edizioni, Mantova, 2011
Libro + DVD
Ecco gli ingredienti di questo testo
che non intende esaurire la materia
(estremamente complessa e in divenire)
né diventare o essere un “manuale” di
progettazione tecnica quanto essere
testo fondante per chi desidera un
approccio maturo e multidisciplinare
alla tematica del benessere. Negli ultimi
anni, il numero di imprese legate al
mondo del benessere ha conosciuto
una notevole crescita percentuale.
Non tutte le strutture, però, sono
riuscite a ottenere risultati economici
soddisfacenti e in grado di ripagare
i notevoli investimenti sostenuti. La
causa di molti fallimenti va ricercata
nella visione parziale e limitata
dell’imprenditore.
Scritto da un architetto con grande
esperienza nella progettazione di centri
benessere e spa in tutto il mondo, e di
conseguenza, da un particolare punto
di vista, il volume si propone di illustrare
nella sua complessità la progettazione
di un centro benessere, a partire dagli
ambiti creativi, passando da quelli legati
alle tecnologie e agli impianti, fino ad
esaminare alcuni concetti di marketing
e di comunicazione; il tutto alla luce di
considerazioni gestionali, economiche e
finanziarie. Si evidenziano, inoltre, come
sottofondo all’iter progettuale, alcune
considerazioni etiche e filosofiche, legate
ad un mondo che si incarica di incidere
sull’equilibrio psicofisico ed emotivo delle
persone e della collettività.
Due volumi dedicati al progetto di
ricerca “Tea & Coffee Towers” lanciato
da Alberto Alessi nel 2000 che aprono
un nuovo filone all'interno della
collana delle Design Interviews, nata
dal desiderio di conoscere da vicino
i progettisti attraverso il racconto in
prima persona della loro esperienza e
del loro metodo.
I volumi raccolgono le interviste ad
una serie di architetti internazionali
(William Alsop, Wiel Arets, MVRDV,
Gary Chang, UN STUDIO, Greg Lynn
Form, Thom Mayne Morphosis,
Tom Kovac, Deszö Ekler, Toyo Ito,
Doriana e Massimiliano Fuksas,
Dominique Perrault, Future Systems,
Juan Navarro Baldeweg, Kazuyo
Sejima e Ryue Nishizawa, David
Chipperfield, Alessandro Mendini)
chiamati a progettare un servizio da
tè e caffè per Alessi come se fosse
una micro-architettura. È stato chiesto
loro - alcuni hanno reagito in modo più
spontaneo, per altri è stato un po' più
difficoltoso - di spiegare le motivazioni
e la storia del loro progetto, che cosa
c'era dietro e come l'avevano vissuto.
Ad ogni libro è associato un dvd: una
video intervista realizzata in esclusiva
dal Museo Alessi ( regista e autrice
Anna Pitscheider) che costituisce
una testimonianza unica di riflessioni,
esperienze e considerazioni sul “fare
design”. La trascrizione del filmato,
curata in modo da conservare la
spontaneità e l'immediatezza della
conversazione, è presentata all'interno
del libro insieme alle istantanee
più significative del video stesso,
a fotografie, a schizzi e a studi
preparatori dei progetto più vari.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 42
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INDIRIZZI
Mitsubishi Electric Europe
Arte Ipse Dixit Ltd
29 Harley Street
London W1G 9QR
United Kingdom
www.arteipsedixit.com
Dassault Systèmes Italia
Via Gioacchino Rossini, 1/A
20020 Lainate (Mi)
tel. 02 3343061
www.3ds.com
DE-GA
Corso Regio Parco, 13 F
10152 Torino
tel. 011 8178174
www.de-ga.it
Élitis
Centro Direzionale Colleoni
Viale Colleoni 7
20864 Agrate Brianza (Mb)
tel. 039 60531
www.mitsubishielectric.it
Performance in Lighting
Viale del Lavoro, 9/11
37030 Colognola ai Colli (Vr)
tel. 045 6159211
www.performanceinlighting.com
Philips - Div. Lighting
Via G. Casati, 23
20052 Monza (Mb)
tel. 039 2031
www.philips.it/illuminazione
POLI.design
Via Savona, 97
20144 Milano
tel. 02 42296677
www.elitis.fr
Consorzio del Politecnico di Milano
Via Durando, 38/a
20158 MILANO
tel. 02 2399 7206
www.polidesign.net
Icas
Sanlorenzo Yacht
S.S. 415 km. 28,650
26010 Vaiano Cremasco (Cr)
tel. 0373 278045
www.icas.it
Via Armezzone, 3
19031 Ameglia (Sp)
tel. 0187 6181
www.sanlorenzoyacht.com
Jacuzzi Europe
Superstudio Group
S.S. Pontebbana Km 97.200
33098 Valvasone (Pn)
tel. 0434 859111
www.jacuzzi.eu
Via Tortona, 27
20144 Milano
tel. 02 422501
www.superstudiogroup.com
MADE Eventi
Vannucci Piante
Foro Buonaparte 65
20121 Milano
tel. 02 806041
www.madeexpo.it
Via della Dogaia
51039 Quarrata
(Loc. Piuvica) Pistoia
tel. 0573 79701
www.vannuccipiante.it
MATREC - EcoMaterials Library
Via Luigi Arnaldo Vassallo, 43 – int.20
00159 Roma
tel. 06 4440286
www.matrec.com
Vimar
Viale Vicenza 14
36063 Marostica (Vi)
tel. 0424 488600
www.vimar.eu
Si ringraziano:
ABDR Architetti Associati
Via delle Conce, 20
00154 Roma
tel. 06 57250457
www.abdr.it
Andy Fluon
Via Montegrappa, 4b
20052 Monza (Mb)
tel. 039 2005973
www.fluon.it
Archea Associati
Lungarno Benvenuto Cellini, 13
50125 Firenze
tel. 055 6580127
www.archea.it
Goring&Straja Studio
Via Friuli, 65
20135 Milano
tel. 02 78622050
www.gasarchitects.com
Luisa Bocchietto
Salita di Riva, 3
13900 Biella
tel. 015 23130
info@luisabocchietto.it
MADE associati | architettura e paesaggio
Vicolo Pescatori, 2
31100 Treviso
tel. 0422 590198
www.madeassociati.it
Salamanca design & Co.
Via Laura Bassi Veratti 11/2D
40137 Bologna
tel. 051 355566
www.salamancadesign.com
SANAA
Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa
www.sanaa.co.jp
Simone Micheli Architectural Hero
Via Aretina 197r 199r 201r
50136 Firenze
tel. 055 691216
www.simonemicheli.com
StudioMarinoni
Corso Magenta, 54
20123 Milano
tel. 02 46513984
www.studiomarinoni.com
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 42
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