Resoconto stenografico della seduta
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Resoconto stenografico della seduta
Atti Camera dei Deputati Parlamentari LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TOKNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0 XLIY. 2* TORNATA DI MARTEDÌ 13 LUGLIO 1880 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FARINI, SOMMÀRIO. Il deputato Cocconi chiede Vurgenza per la petizione portante il 2385. = Il Presidente annuncia essere stati depositati nella segreteria gli atti della elezione contestata di Todi. =Parlano sulVelesione di Torre Annunziata i deputati Antonibon, Falconi e Mangilli. — Sulla elezione del 3° collegio di Genova parlano i deputati Luchini, Zeppa, Chiaves, Martelli,Biancheri e Ferraccia,e per fatti personali i deputati Ferracene Chinaglia e Biancheri — Il deputato Martelli, relatore, confuta le argomentazioni degli oppositori, sostenendo le conclusioni della Giunta — Osservazioni contro le medesime del deputato Biancheri — 1 deputati Ferraccia, 'presidente della Giunta, Chinaglia, membro di essa, Biancheri e Lovito parlano per fatti personali — La Camera approva le conclusioni della Giunta. = Annuncio della discussione della elezione di Bari. = Il deputato Cavallotti presenta e difende una mozione perchè la Camera confermi di voler discutere subito la riforma della legge elettorale. = Il deputato Minghetti difende la Commissione dalle accuse mossele dal deputato Cavallotti -— Il deputato Martini propone un ordine del giorno — Sulla mozione del deputato Cavallotti parla anche il deputato Savini, il quale propone che i lavori parlamentari si riprendano il 15 ottobre — Dichiarazioni del presidente del Consiglio, al quale replica il deputato Cavallotti — Dichiarazioni del deputato Coppino, membro della Commissione nominata per Vesame della riforma elettorale — Il deputato Nicola Fabrizi si associa alla proposta del deputato Savini — Il deputato Fortis parla per fatto personale in risposta al deputato Coppino — Beplica del presidente del Consiglio, al quale risponde di nuovo il deputato Cavallotti — Il deputato Morana propone l'ordine del giorno puro e semplice, che poscia ritira — Dichiarazioni del deputato Baccelli, membro della Commissione incaricata di studiare il disegno di legge per la riforma elettorale — Il deputato Fortis parla per fatto personale in risposta al deputato Baccelli, il quale dà schiarimenti — Dichiarazioni dei deputati Coppino, Minghetti e Giovagnóli — Il presidente del Consiglio accetta Vordine del giorno del deputato Martini, che viene dalla Camera approvato per votazione nominale. = Seguito della discussione sui provvedimenti finanziari — Sugli articoli dell'allegato D parla il deputato Ber io — Un emendamento del deputato Berio alV articolo 1, accettato dal ministro e dalla Commissione, è dalla Camera approvato insieme all'articolo stesso — Sull'articolo 2 parlano i deputati Doglioni, Indetti, relatore, Antonibon e il ministro — L'articolo 2 è approvato — Sull'articolo 3 parla il deputato Berio, il relatore Indelli ed il deputato Luchini 0. — L'articolo 3 è approvato con un emendamento del deputato Luchini 0. — Sull'articolo 4 è proposto ed approvato un emendamento del deputato Luporini, e sono pure approvati gli articoli dal 5 all'8 — Con emendamenti dei deputati Aporti e Chiaves è approvato l'articolo 9, insieme agli articoli 10 e 11 dell'allegato e Varticolo 4 della legge. = Il presidente del Consiglio domanda che prima che la Camera si chiuda vengano discussi alcuni disegni di legge di cui dà la nota — Proposta del deputato Plutino A. di aggiungere a questo elenco il disegno di legge sulla tassa d'introduzione degli olii di seme di cotone. = Circa Viscrizione all'or irne del giorno della legge di modificazione del Consiglio superiore della pubblica istruzione parlano il presidente del Consiglio, i deputati Martini, Baccelli, De Renzis, Berio e Bonghi — La proposta di affidare al Presidente la scelta dei disegni di legge di più sollecita approvazione è dalla Camera approvata. = Sulla proposta d'iscrivere all' ordine del giorno la legge sugli olii di seme di cotone parlano i deputati Del Giudice, Brin, Celesia, Brunetti ed il ministro Magliani — Questa legge, insieme a quella dell'inchiesta sulla marineria mercantile, vengonod alla Camera aggiunte all'elenco. 188 Atti Parlamentari — 1406 —; LEG1SL. XIY — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — La seduta principia alle ore 1 10 pomeridiane. Il segretario Solidati legge il processo verbale della precedente tornata che è approvato. PETIZIONI. 2884. Cavaliere Raffaele, presidente della Società operaia di Cotrone, rivolge alia Camera un'istanza per l'approvazione della nuova legge elettorale. 2385. Pasetti Gervaso ed altri 46 cittadini di Parma, già sott'ufficiali e soldati, regolarmente arruolati quali volontari dell'esercito piemontese, domandano che sia accordata una ricompensa a tutti i volontari che nel 1859 presero parte alla memoranda battaglia di San Martino. COCCOLI. Prego la Camera di voler dichiarare di urgenza la petizione n° 2385, del sunto della quale f u data testé lettura. PRESIDENTE. Come la Camera ha udito, l'onorevole Coccoui chiede che sia dichiarata di urgenza la petizione avente il n° 2385; Se non vi sono obbiezioni l'urgenza sarà accordata. (È accordata.) Chiedono congedo per motivi di famiglia : L'onorevole Farina Nicola di giorni 10 ; Per motivi di salute l'onorevole Simoni di giorni 10 ; L'onorevole Capozzi di giorni 15; Per ufficio pubblico l'onorevole Martinelli di giorni 6. Se non vi sono opposizioni, questi congedi s ' i n tenderanno accordati. (Sono accordati.) Avverto la Camera che sono stati depositati in segreteria le carte ed i documenti tutti riguardanti l'elezione contestata del collegio di Todi, e p r ò . pongo che sia iscritta all'ordine del giorno di giovedì nel pomeriggio. Se non vi sono opposizioni così rimarrà stabilito. L'ordine del giorno reca : « Seguito della verificazione dei poteri. Elezioni contestate di Torre Annunziata e del 3° collegio di Genova. » Si dà lettura delle conclusioni della Giunta delie elezioni intorno all'elezione del collegio di Torre Annunziata. La Giunta propone : « Proporsi a la Camera l'annullamento delle elezione di Torre Annunziata, e deferirsi gli atti di essa all'autorità giudiziaria. » ASTOMBON. Chiedo di parlare. PRESIDENTE Ha facoltà di parlare contro le conclusioni della Giunta l'onorevole Antombon. AIVTOS1BON. Nun parlo sicuramente contro le deli- Camera dei 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO Deputati 1880 berazioni della Giunta, ma sono mosso dal desiderio di erudirmi ; e siccome sono mosto amico delle minoranze, vorrei sapere quali siano, in una elezione dove vi sono elettori creati, schede moltiplicate, distruzioni di liste, quali siano i motivi che hanno ispirato la minoranza della Giunta per le elezioni a dare il voto contrario all'annullamento. Desidero sapere questo, perchè possa essere persuaso anche 10 dei motivi della minoranza che possono distruggere 11 triste spettacolo che esibisce alla Camera questa elezione. Voglio votare ex informata consdentia, e prego gli onorevoli colleglli della minoranza di volerci dire i m o t m che informarono il loro verdetto. PRESIDE™. Ha facoltà di parlare l'onorevole Falconi. FALCONI Onorevoli colleghi, siccome io fui uno di quelli che fecero parte della minoranza, non per la convalidazione, ma per un mezzo istruttorio, per una inchiesta o per un comitato inquirente, così mi corre l'obbligo di assodare i fatti. Certamente la mia coscienza non riposava tranquilla sulle semplici dichiarazioni dei protestanti, ed accennerò i tre fatti sui quali credevo necessaria un'istruzione giudiziaria o parlamentare, a fine di poter avere un risultamento giusto e pienamente fondato di annullamento, e qualche cosa di più grave ancora dei dati positivi che potessero mettere l'autorità giudiziaria in condizione di procedere regolarmente. Quali furono i tre motivi che indussero me ed altri due colleghi della minoranza a concludere per un'inchiesta o per un mezzo istruttorio qualunque? Prima di tutto si disse dal relatore che a Torre Annunziata avevano votato, se non erro, 923 elettori; che di tutti gli elettori iscritti ne erano mancati 30; e che 23 di questi 30 risultava da documenti essere morti, per tal modo la mancanza non era che di sette. Ora, osservava il relatore (ed io faceva ossequio alla sua osservazione), come è concepibile che in un paese concorressero alle urne tutti gli elettori iscritti ? Ed io rispondeva all'onorevole relatore che lo stesso caso si verificava nel paese vicino di Ottaiano, dove erano accorsi alle urne pressoché tutti gli elettori iscritti, E qui io osservava al relatore che quando due paesi dello stesso collegio sono in lizza fra di loro, avviene che vadano a votare, non i morti, perchè i morti non vanno a votare, ma gli stessi moribondi che si portano sulle lettighe, appunto per la gelosia che esiste fra paese e paese. Sulla semplice deposizione adunque io non osava di concludere per l'annullamento. E questa non era che una supposizione. Ma non basta; io raggrannellerò tutti i fatti che indussero ìa maggioranza della Giunta, al cui voto io m'inchino, a concludere per l'annullamento. 1401 Atti Parlamentari LEGJSL. XIV Camera dei 1 SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1880 & I! secondo fatto che fece i mpressione sulla maggioranza delia Giunta è questo che furono bruciate le liste di riscontro. Richieste queste Uste di riscontro per mezzo della autorità prefettizia , rispose la sezione principale del collegio di Torre Annunziata che queste liste erano state bruciate. Ebbene, o signori, io domando all'onorevole relatore se il solo ah bruciamento di queste liste di riscontro , basta per addivenire allo annullamento di una elezione. Io ricordo che nel collegio., . al quale io appartengo, uno degli .onorevoli copechi dichiarava che, fatta 3a votazione, si erano bruciate gufile liste di riscontro; si erano distrutte; insomma non esistevano più. . Certo è che, per disposizione di légge, quelle liste forse dovrebbero essere conservati?. Dico forse, perchè una disposizione chiara non c'è ; quindi, domando io, se fossero state bruciate in buona fede quelle liste, sarebbe il caso di chiedere l'annallammto ex-integro P , Ma c'è un terzo fatto più importante, si dice, ed è che nelle ore pomeridiane, verso le 5, uno dei presidenti delle sezioni vicine, essendosi recato con il verbale della seguita votazione n^lla sezione principale per ìa recognizione dei voti, non fu ammesso. Pei ò abbiamo la dichiarazione che non fu ammesso perchè nella sezione principale si faceva ancora l'operazione di scrutinio. È in certo guai modo giustificato il fatto di non averlo ammesso.; perchè egli non dichiarò che andava-ad assistere o a controllare, ma solo per procedere alla recognizione definitiva dei voti. Questi erano i tre motivi, che rifiniti insieme, commossero la maggioranza della Gona,missione, alla quale m'inchino, e che concludeva per l'annullamento. A me e ad altri due colieghi sembrava invece dovessero meglio accertarsi ; perchè nelle proteste, fra le altre cose, si dichiarava, che effettivamente altri motivi si portavano, fra i, quali quello che si dicesse molti essere andati a vo tare, mentre non vi erano andati. Questo era un fatto osservato, ma non provato; quindi venivamo nella conclusione ehe una istruzione sia parlamentare, sia.giudiziaria, per meglio assodare i fatti, sarebbe stata opportuna ; perchè una '«olta questi fatti assodati, nessuno meglio dell'onorevole Antonìbon sa, che sarebbe stato il caso di mandarli sotto processo penale. Per conseguenza io credo di essere abbastanza giustificato della mia opinione, che naturalmente deve essere rispettata come quella della maggioranza. Se vi erano altri motivi, lo dirà il relatore, al quale alla mia volta risponderò. Concludo dunque, che i tre motivi che dettero luogo alla proposta di annullamento, mi sembrarono tali da dare luogo piuttosto ad un'inchiesta sia giudiziaria, sia parlamentare, a per meglio assodare quei fatti che venivano dichiarati da molti protestanti, e quindi dare luogo non solamente all'annullamento dell'elezione, ma a qualche cosa di più grave, come comprende l'onorevole Antonìbon, per sollevare un giudizio. PRESIDENTE, Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. 51ASGILU, relatore. Non per combattere gl'intendimenti dell'onorevole Falcone o delia minoranza della Commissione ìe cui opinioni altamente rispetto, ma per giustificare ìe proposte da me fatte in seno alla Giunta.e le risoluzioni prese dalla Giunta stessa, sono stretto a prendere per un momento a parlare. Riassumerò brevissimamente le ragioni per le quali tanto io che ìa Giunta ci siamo determinati a votare per l'annullamento di questa elezione. Non solo noi non abbiamo creduto possìbile proporre alla Camera la convalidazione di questa elezione ma abbiamo voluto escludere perfino la possibilità che essa in veruna ipotesi potesse essere approvata, e ciò per le seguenti ragioni : Prima di tutto pei difetti che. si trovano nei verbali delle due prime sezioni. Questi verbali portano che alla votazione sono intervenuti 923 votanti, mentre invece in quelle due sezioni erano inscritti soli 772 elettori. (.Interruzioni) Q.ual'è la ragione di questo fatto? Eccola. Dal verbale n 2 bis, redatto il giorno 17, e non il giorno 16, apparisce che 151 di quegli elettori depennati nelle liste di questo collegio rivedute dal Consiglio comunale nel 1879 e recentemente decretate dalla prefettura si erano provvedati con ricorso davanti alla Corte d'appello di Napoli. Per 109 di essi il ricorso è del 14 maggio, per gli altri 42 $elìo stesso dì 16, giorno delia votazione. Naturalmente costoro avrebbero dovuto presentarsi alle rispettive sezioni col certificato del ricorso fatto, della loro presentazione, come del ricorso inoltrato doveva farsi menzione nel verbale della votazione. Ma invece di ciò, nessun cenno è nei verbali, meno in quello di ricognizione n. 2 bis come si è detto. Ora ciò lascia per lo meno il dubbio che la cosa non sia esattamente come si espone e quindi è diminuita d'assai la autorità e la fede nel processo verbale. 2° Difetto : — I verbali delle due sezioni principali non hanno quel carattere di pubblicità che è necessario perchè si abbia ad accordar loro piena ed intera fede per questo fatto. Alle 5 del giorno 16 il presidente della sezione di Poggio Ma ino, finito lo spoglio di quelia votazione si reca col suo verbale alla sezione centrale per fare il riscontro di tutta la votazione, controllare ove sia d'uopo lo ? Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 1408 LEGISL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 a operazioni di quell'ufficio e procedere alla proclamazione del deputato. Egli si presenta alla sala dove tiensi l'adunanza e la trova chiusa. Dico chiusa se non materialmente, moralmente, perchè in nessuna maniera si vuol lasciarlo entrare. Egli ricorre con telegramma al sotto-prefetto di Castellammare invocandone l'autorità perchè cessi l'ingiusta opposizione ; il sottoprefetto, sempre per telegrafo, interpone l'autorità del sindaco del luogo, e quella del delegato di pubblica sicurezza; ma tutto è invano. Il povero presidente di Poggio Marino, al quale si sono fatte sentire voci di pericoli o peggio, è costretto a tornarsene, e la sua ritirata e peggio, le voci sinistre sparse e l'indegno procedere dell'ufficio centrale trattengono gli altri presidenti. Dunque, senza fare peggiori supposizioni, nella senzione centrale manca quella pubblicità che è necessaria e quindi il verbale relativo e gii altri atti che da esso hanno vita non meritano quella fede che deve attribuirsi ad un atto solenne avente il carattere di atto pubblico. Il 3° difetto è nel riscontro dei voti. Questo, secondo la legge deve farsi dall'ufficio della sezione centrale alla presenza di tutti gli altri presidenti delle sezioni. Ora nel caso nostro il riscontro dei voti è fatto da soli due dei sette presidenti delle sezioni, i qualidelusi da capziosi inviti, non arrivano in tempo, e quando arrivano, trovano che tutto è fatto senza di loro. Essi a loro volta contravvenendo alle esplicite disposizioni della legge ed arrogandosi un potere che non hanno, si riuniscono a parte, riconoscono i propri voti, fanno calcoli non esatti e proclamano un secondo deputato. È parso a me, è parso alla Giunta, che qualunque ricerca, qualunque altro mezzo d'inchiesta non avesse mai potuto sanare questi difetti, e quindi che non fosse da proporsi che lo annullamento. Imperocché, sempre a parer mio, quando si delibera una inchiesta virtualmente, almeno, si suppone che un dato atto o fatto possa risolversi o approvandolo o annullandolo. Ma quando non vi è questa alternativa e che si vede evidentemente che il vizio è insanabile, è perfettamente inutile stabilire una indagine che non può dare alcun risultato. Vi è di più : vi è lo straordinario, anzi eccezionale, e quasi direi incredibile numero dei voti dati in tutte le sezioni. Contro questo fatto si sono elevate le più gravi accuse. Si dice che soli 300 elettori sono andati alla urne in Torre Annunziata e non 923. Si dice qualche cosa di simile da altri contro l'operato delle seioni esterne. Qua! mezzo aveva la Giunta per indagare la ve- a rità, per fondare su un dato certo le sue indagini e proseguirle ? Primo e fondamentale mezzo le liste di riscontro, quelle liste che l'articolo 82 della legge prescrive, nelle quali uno degli scrutatori ed il segretario coll'apposizione delle proprie firme di fronte al nome di ciascun votante attestano della presenza ed identità di essi davanti alle urne? Ora chiestesi queste liste, le sezioni esterne sole le hanno mandate, qualcuna non autenticata, Torre Annunziata ha dichiarato di non averle perchè sono state distrutte. Ora come poteva, davanti a questo fatto, la Giunta far delle ricerche ? 0 per dir meglio non manca egli alla Giunta ogni base a qualunque utile ricerca?... Per queste e per altre molte ragioni che l'impazienza della Camera mi vieta di qui esporre, il relatore della Giunta venne nella determinazione di proporre l'annullamento di questa elezione,- e la Giunta con tutti i voti meno 2 sopra 12 votanti approvò la proposta. Ma questa risoluzione a taluno dei membri di essa non parve bastante. Si ritenne che vi fosse qualcosa più di semplici irregolarità da colpire, e che su tanti fatti veramente nuovi e stranamente eccezionali si dovesse fare la luce. È per questo che fu proposto che annullata l'elezione, fossero da rimettersene gli atti all'autorità giudiziariaria. (Sì! sì!) Questa seconda proposta venne anch'essa accolta a grandissima maggioranza, cioè con 9 voti contro 3, e quindi è stata formulata la mozione colla quale si chiude la mia relazione. Voci. Ai voti! ai voti! PRESIDENTE. Rileggo le conclusioni della Giunta per le elezioni intorno all'elezione del collegio di Torre Annunziata, che sono : « Proporsi alla Camera l'annullamento delia elezione di Torre Annunziata, e deferirsi gii atti di essa alla autorità giudiziaria. » MAZZARELLA. Mi astengo dal votare. PRESIDENTE. Pongo a partito le conclusioni della Giunta. Chi le approva sorga. (Sono approvate.) Dichiaro quindi vacante il collegio di Torre Annunziata. Si dà ora lettura delle conclusioni della Giunta delle elezioni intorno all'elezione contestata del terzo collegio di Genova. QUARTIERI, segretario, legge: « La Giunta per la verificazione dei poteri : a A maggioranza deliberò di proporre alla Camera l'annullamento delle operazioni elettorali seguite in ordine al reale decreto 2 maggio 1880 nel collegio terzo Si Genova. » Atti Camera dei Deputati Farlamentari LEGrlSL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2* TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 a PRESIDENTE. Contro queste conclusioni ha facoltà di parlare l'onorevole Lucchini Giovanni. LUCCHINI GIOVANNI. Permettetemi, egregi colleghi, poche considerazioni sopra questa elezione. (Rumori e segni d'impazienza) PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vediamo se si può fare cammino, e votare i provvedimentifinanziari; quindi mettiamoci tutta la calma possibile. Molte voci. Ha ragione ! LUCCHINI GIOVANNI. Siccome le mie considerazioni si appoggiano specialmente alle circostanze che accompagnarono questa elezione, così permettetemi di riassumerli brevemente, ma precisamente. Nel 1° maggio (notate bene, quando già si parlava di elezioni generali) un decreto prefittizio iscriveva nelle liste elettorali della città di Genova 352 elettori ; il 13 dello stesso mese (cioè a dire tre giorni prima delle elezioni) se ne iscrivevano, con un secondo decreto, altri 197. Il 13 (è bene avvertirlo) il decreto di scioglimento della Camera era già stato pubblicato. Contro questi due decreti i signori Pellas, Crocco e Grandis reclamarono presso il prefetto, ed il prefetto, nel giorno 14 o 15 non ricordo bene, respinse il ricorso, e mantenne ferma la lista con i 549 elettori nuovamente iscritti. Il 16 maggio ha luogo la prima votazione del 3° collegio di Genova. In questa votazione l'onorevole De Amezaga ottiene 708 voti ed il suo competitore Lazzaro Gagliardo 475. In questo frattempo i signori Pellas, Crocco e Grandis avevano spedito citazione per la Corte d'appello di Genova, colla quale domandavano fosse annullato il decreto prefettizio, che manteneva nelle liste la iscrizione dei 549 elettori, e la Corte d'appello, colla procedura sommaria, solita in simile materia, emanava sentenza, che ordinava cancellarsi dalie liste circa 500 fra gli iscritti dal prefetto e che (giova notarlo) erano o guardie carcerarie, o guardie daziarie, o guardie di ferrovia. La sentenza emanata il giorno 18 o 19, non ricordo bene, fu notificata al prefetto, ed il prefetto, sulla notificazione della sentenza rettificò le liste elettorali, cancellandone tutti quelli indicati dalla Corte d'appello. Il giorno 23 maggio ha luogo il ballottaggio. All'aprirsi dello scrutinio in ciascun seggio elettorale veniva recapitata una lettera dell'assessore anziano del municipio di Genova, che accompagnava un decreto prefettizio col quale si rettificavano le liste eliminando le 500 guardie. I seggi, in omaggio al decreto, cancellano dalle loro lirte quei nomi. Poco dopo comparisce l'usciere della Corte d'appello di Genova, Giovanni Battista Battilana, e notifica la sentenza della Corte stessa, che aveva dato origine al decreto prefettizio. Molte proteste avvengono da parte degli elettori per questa notificazione di sentenza, fatta, secondo essi, illegalmente, specie perchè l'usciere non poteva avere accesso nella sala di scrutinio. Ma nessun inconveniente di fatto, nessuna opposizione, niente che turbasse la tranquillità del voto, si verificò. Chiusa la votazione di ballottazione, risultò che il De Amezaga ebbe voti 825, ed il Gagliardo 436. lì seggio, ad onta di queste cifre, non ha creduto opportuno proclamare il De Amezaga. Da questi fatti, che spero esattissimamente riferiti, l'egregio mio amico Martelli trae due diversi ordini d'argomentazioni per giungere alle conclusioni d'annullamento: una di diritto e l'altra di fatto. Di diritto, perchè egli dice che quella sentenza non essendo stata notificata a tutti gii aventi interesse e non essendo una sentenza passata in giudicato, non poteva dar luogo, legalmente, alla cancellazione di quegli elettori; di fatto, poi, perchè la circostanza che un usciere sia penetrato nella sala di scrutinio ed abbia notificato la sentenza, ha perturbato in tal modo gli elettori, che essi non si sono più trovati in condizioni d'animo tale, da dare razionalmente il proprio voto. Quanto alla questione di diritto, cioè che la sentenza non sia stata notificata legalmente e passata in giudicato, molte buone ragioni si potrebbero opporre. Si potrebbe dire per esempio al mio egregio amico Martelli, che non è punto esatto che la legge esiga una sentenza passata in giudicato perchè ven gano cancellati dalle liste dei nomi di elettori, perocché di sentenze passate in giudicato, non parlasi che all'articolo 53 della legge elettorale e badi bene che là si parla di quella sentenza passata in giudicato, la quale toglie ad un elettore i diritti civili e politici. In quel caso soltanto, cioè per far cancellare il nome di un elettore il quale abbia perduto i diritti civili e politici, occorre che la sentenza la quale fa perdere questi diritti, sia passata in giudicato. Invece dell'esame di tutta la legge elettorale rilevasi come sia sufficiente, una sentenza eseguibile a che vengano cancellati dalle liste degli elettori. E che una sentenza di Corte di appello sia una sentenza eseguibile, parmi inutile di perder molto tempo a dimostrarlo. Contro di essa non è ammesso che il ricorso in cassazione; e noi tutti sappiamo che il ricorso in cassazione non sospende punto la esecutorietà di una sentenza. Quanto poi alia obbiezione che non sia stata notificata, quantunque dai verbali che abbiamo qui alla Camera, risalti la presunzione che quella sentenza sia stata notificata, io mi permetto di dirvi che la notifica della sentenza a tutte le parti interessate non occorre, Atti Parlamentari LEGISL. X1Y — —* 1410 — r SESSIONI —» DISCUSSIONI — Camera dei Deputati 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0 cata dall'usciere, vi fu radiazione nelle liste, di un numero rilevante di elettori. (Rumori) PfiESiDSjVTP. Onorevoli colleghi, li prego dì far silenzio. LUCCHINI. Per me adunque questione di diritto non v'è, o se. v'è, siccome non è tale che possa spostare i resultati definitivi, così non si può tenerne conto. Adesso pochissime parole sul secondo motivo di fatto, cioè sulla perturbazione. L'egregio mio amico Martelli può fare quell'apprezzamento che vuole, e quindi può sostenermi che la presenza d'un usciere nella sala di scrutinio per consegnare una sentenza (ricevuta dal presi(Oonvf r saffi oni) PRESIDPXE. (Con forza) Prego di far silenzio, dente del seggio senza opposizione di sorta) ha perturbato il corpo elettorale. onorevoli colleghi. Mi vogliono far durare così fino Ma mi permetta il mio egregio amico, di risponalle 7 ? Orinai non ho più lena. dergli che, questo è un apprezzamento assai ardito. LUCCHINI, Io dico dunque che è inutile occuparsi Può l'amico Martelli sostenere che questo fatto della questione di procedura; imperocché quella abbia allontanato dal luogo di scrutinio oltre a 400 sentenza non si deve prendere in esame, dal moelettori ? Perchè bisognerebbe proprio giungere a mento che la cancellazione degli elettori sulle liste questo. È possibile che la presenza dell'usciere abavviene in seguito a un decreto prefettizio. Noi bia allontanato dal luogo delio scrutinio oltre a possiamo poi, meno che meno, prenderla in esame 400 elettori? quando consideriamo che, quand'anche tutti gli Ma in Italia siamo davvero così paurosi dell'auelettori cancellati, in forza di quella sentenza, dalle torità, da tremare alla sola vista di un usciere, e da liste elettorali avessero votato e avessero votato rimanere sbigottiti per modo che si perturbi la nopei competitore del De Amezaga, ancora non sastra intelligenza, e si perda il discernimento nel rebbero giunti a spostare la maggioranza. Ora la dare un voto? No certo. Camera si è sempre pronunciata in questo senso: E tanto meno possiamo argomentare così noi, che la violazione di procedura non debba tenersi a che abbiamo approvato delle elezioni dove si erano calcolo, se non vi è possibilità che in conseguenza introdotti estranei, e dove erano corse (sì onorevole di essa venissero a mutarsi i risultati definitivi. Zeppa) delle bastonate. (Conversazioni, rumori) E questo, o signori, è molto giusto, perchè noi PRESIDENTE. Ma, onorevoli colleghi, facciano sinon siamo una Corte di cassazione la quale deve lenzio, altrimenti sarò obbligato a chiamarli per tener conto di tutto, senza preoccuparsi dell'intenome. resse speciale delle parti contendenti. Noi dobbiamo badare picchè tutto alla volontà degli elettori ed al LICCHIM. Non basta questo ? Ma come può darsi diritto acquisito dall'eletto. che perturbi il fatto della notifica, il quale non è che E sarebbe, permettete che lo dica, poco lodevole l'esercizio di un diritto ? Perchè quando voi mi amil subordinare questo diritto altissimo, qual è quello mettete che vi eia una sentenza, la quale ordini la di eleggere il deputato, alle meschine pratiche di cancellazione delle liste, dovete anche ammettere procedura fatte da un usciere. che questa sentenza si. debba notificare. Dunque io credo che l'apprezzamento dell'onorevole relatore Ma se in questo caso la Giunta delle elezioni, a non regga. Ma non deve reggere poi assolutamente maggiorità, ha ritenuto che vi sia una questione di quando, esaminando tutti i verbali, mi accorgo che diritto, e che quell'elezione sìa nulla perchè fa vionon vi è nessun protesta sopra questi perturbalata ìa procedura, io sono lietissimo... menti. V'è una quantità grandissima di proteste nei Voci Ai voti ! ai voti ! riguardi della notifica, ma non ve ne ha una che LUCCHINI... che in altra occasione, in queste stesse accenni menomamente ai perturbamenti nelle sale elezioni del 1880 siasi manifestato all'unanimità di scrutinio ; e, badate, non solo nel collegio del Do l'opinione affatto diversa, e fu rispetto all'elezione Amezaga, ma nemmeno in quello dell'onorevole Podell'onorevole Podestà nostro egregio collega qui destà. presente. (Rumori) PRES1D.8NTB. Prego di far silenzio. H > finito. Io non ho voluto nelle mie brevissime LUCCHINI. Anche nella sua elezione si manifestaconsiderazioni, fare alcun apprezzamento sulla conrono gli stessi incidenti ; vi fu una sentenza notìfidotta di un prefetto, che iscrive 600 elettori, dopo quando fu notificata al prefetto, e il prefetto emanò un deeietp.,di rettifica. (Gonversaehni) PIt S1DE&TE. Prego di far silenzio, onorevoli colleghi. LUCCHINI.. L'articolo 51 della st-83sa legge lo dice: « La pubbbiicazione della tabella delle rettificazioni adottate dal governatore, sentito il Consiglio di Governo, terrà luogo di notificazione agli individui, la cui inscrizione sarà stata ordinata e rettificata. » Qui abbiamo un decreto.del prefetto che rettifica le liste, e quel decreto tien luogo della notifica. Atti Parlamentari Camera dei Deputati 1411 — LEGISU X1Y — ! SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DSL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 a clie furono decretate la elezioni generali. Mi sono ben guardato pure di ricordare else trattasi del De Amezaga, al nome del quale si connette una delle più belle pagine della nostra marineria ; ma io vi chieggo, egregi colleglli della Camera, che votiate contro le conclusioni della Giunta, perchè a mio modo di vedere, approvandole, non si farebbe giusto apprezzamento della volontà degli elettori, così evidentemente, così splendidamente dimostrata nel terzo collegio di Genova. FBgSiDEm Hi facoltà di parlare V onorevole Zeppa. ZEPPA. Mi permetta la Camera brevi considerazioni in risposta a quelle dell'onorevole Lucchini, nel senso di sostenere le conclusioni della Giunta. Signori, in questa elezione, meno che in qualunque altra, trattasi di prevalenza di un partito piuttosto che di un altro, perchè le questioni che qui si agitano sono puramente giuridiche, sono questioni in cui si possono trovare discordi gli uomini di uno stesso partito, e conseguentemente è inutile ricordare che si tratta dì annullare l'elezione d'un uomo quale è il De Amezaga. Qui la Camera deve risolvere delle gravissime questioni che possono formare giurisprudenza nella Camera stessa. È un fatto che un usciere di Genova si presentò in tre'sezioni notificando ai presidenti una sentenza della Corte d'appello, colia quale si cancellavano dalle liste oltre a 500 elettori. Dice l'onorevole Lucchini : l'usciere esercitava un suo diritto. Ma gli domando scusa; a chi si notificano le sentenze? 0 alla parte, od al suo procuratore. Ma il presidente del seggio è forse il procuratore- degli elettori? Con qua! diritto «'introduceva l'usciere nella sala delle elezioni per notificare al presidente del seggio la sentenza che escludeva quegli elettori i quali non avevano dato al presidente alcun mandato per gii affari loro? Quindi la introduzione dell'usciere nella sala è una vera irregolarità, una di quelle Irregolarità previste dall'articolo 78, che bastano ad infirmare un'elezione quando siano commesse da un individuo qualunque, e che sono anche più gravi quando sono commesse da un usciere con tutto l'apparato di una notificazione di sentenza della Corte d'appello. Notificata questa sentenza, vennero proteste da tutte le parti. Gli elettori che si vedevano esclusi ne ignoravano la ragione. Poiché, o signori, è bene che cominciate a notare che gii elettori i quali sì presentarono a votare, non ebbero per nulla cognizione di questo fatto gravissimo. Essi non furono citati dinnanzi alla Corte d'appello, ed arrivò addosso a loro quella sentenza come a una tegola sul capo. Sono cittadini che andavano ad esercitare il loro diritto, ed il presidente dovette dir loro: ritiratevi, perchè non avete questo diritto; e si dovettero ritirare, senza neppure sapere chi avesse reso loro questo servizio. Ora si domanda: quando fu notìficatala sentenza al prefetto questi poteva rifiutarsi in qualche maniera a rettificare le liste ? Poiché l'articolo della legge è chiaro, e dice che si deve notificare la sentenza al prefetto; si dice: ma il prefetto poteva rifiutarsi all'esecuzione delia sentenza ; me lo consenta l'onorevole Martelli ed i signori della Giunta, per rae non stanno le ragioni da loro addotte ; lì prefetto non poteva rifiutarsi a tener conto delia mancata citazione, perchè la sentenza era diretta contro di lui, e come mai è possibile che un cittadino a cui sia, notìficata una sentenza per mezzo di usciere, possa rifiatarsi di accettarla ed erigersi così giudice della medesima ? Il relatore dice che il prefetto non avrebbe dovuto rettificare le liste, perchè la sentenza non era passata in cosa giudicata ; ma anche in questo mi trovo d'accordo coli'onorevola Lucchini ; poiché la sentenza passata in giudicato e che produce la perdita sei diritti civili quella sola può togliere il diritto elettorale. Io però non convengo con l'onorevole Lucchini che non sia un gravissimo fatto la mancanza di citazione. Ognuno comprende, senza bisogno di essere legale, quale valore Ipàssyf avere una sentenza emanata contro chi non^ftatò citato, una sentenza non notificata. Una sentenza quindi evidentemente nulla. Per distruggere questa sentenza, si dice, ci sarebbe voluta la Corte dì cassazione. Non si ricorse in Cassazione perchè il tempo mancava ; ed allora che cosa rimane, o signori ?,Un apprezzamento morale da parte della Camera di questo documento, documento il quale esclude ingiustamente 250 cittadini dal poter esercitare i loro diritti. Quindi io ritengo, che quest'apprezzamento la Camera lo deve fare nel senso dell'annullamento dell'elezione. Non si può dalla sera alla mattina dire a 250 individui, ingiustamente cancellati : voi sarete respinti, domani, dal presidente del seggio. Come si può dire che questo fatto non abbia turbato l'elezione? (/«- terruzìonì) Voci. Ai voti! ai voti ! PRESIDITI Onorevoli colleghi, abbiano pazienza. Ho finito, solo faccio rifl ttère all'onore-, vole Lucchini che quando il presidente ha cominciato ad escludere gli eiettori dal voto, tutti gli altri non sapevano se ad essi sarebbe toccata la stessa sorte. Tant' è vero che 1200 si sono astenuti dall'andare Aiti Parlamentari Camera dei Deputati LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL IH LUGLIO 1880 a a votare. Essi che non erano stati nè avvertiti, uè eitati, naturalmente dicevano : anche noi possiamo essere stati esclusi ; e quindi con tutta ragione non si presentarono a soffrire uno sfregio da chi poteva loro farlo impunemente. Ora, quando per un fatto di questa natura 1200 elettori rimangono a casa, mi pare che vi sia stato un vero turbamento nel collegio e che gli elettori conseguentemente debbano essere di nuovo richiamati all'urna. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Chìaves. Voci. Ài voti ! ai voti ! PRESIDENTE. Abbiano sofferenza ; ha da parlare ancora l'onorevole relatore. CHSAVES. Vedo che la Camera è impaziente di passare ai voti, quindi riassumerò le mie osservazioni in una sola. Ho visto ora che nella relazione della Commissione si dice che bisognava distinguere fra nullità e irregolarità, e trattarsi qui di caso di nullità. Pare a me che più precisamente si sarebbe dovuto dire che vi sono delle irregolarità che importano la nullità della elezione e delle irregolarità che non la importano. E noi siamo appunto nel caso, quando pure irregolarità vi fosse (e non vi fu), in cui la irregolarità non può importare la nullità della elezione. Con ciò io vi ho già accennato alla maggioranza di circa 400 voti, che ha avuto il De Amezaga contro il suo competitore, ed al numero di coloro che si lagnano della indebita cancellazione dei loro nomi dalle liste elettorali numero che ascendeva soltanto a 280, se non vado errato. L'onorevole preopinante parlava di 556 elettori cancellati dalle liste; ma egli si riferiva ai tre collegi di Genova, di due dei quali furono già approvate le elezioni dalla Camera. Ma il numero di coloro che furono cancellati dalle liste elettorali del 3° collegio di Genova non è che di 230 all'incirca. Or bene, se si trattasse di una elezione compiuta dinanzi ad un ufficio che non fosse regolarmente costituito ; se si trattasse di una elezione compiuta quando non si fossero eseguiti tutti gli atti che vogliono essere eseguiti perchè una elezione sia regolare ; qualunque fosse la differenza del numero dei voti fra l'uno e l'altro candidato, non monterebbe e si comprenderebbe che ciascun voto dovesse ritenersi viziato, e quindi non valida la elezione. Ma quando voi avete una maggioranza, ciascun voto della quale è stato regolarmente deposto nell' urna in faccia ad un ufficiale regolarmente costituito, e compiuti tutti gli atti che legalmente si debbono compiere ; questa maggioranza ha diritto che si proclami il risultato del suo suffragio, ha diritto di vedere approvato questo risultato dalla Camera ; qua- a lunque cosa sia avvenuta riguardo alla minoranza non ha nulla a che fare, siamo di fronte ad un diritto acquisito di una grande maggioranza, nessuno glielo può togliere. Io quindi credo che sia inutile ogni discussione riguardo a quelle formalità offese che si ricordano nella relazione ; e le quali avrebbero tratto a queste cancellazioni di iscritti sulle liste elettorali. Come pure poco mi commuove l'ingresso dell'usciere nella sala delle elezioni, per notificare la sentenza al presidente. A proposito di ciò dirò che si è fatta una cosa di troppo; potevano anche fare a meno di far entrare l'usciere nella sala delie eie® zioni. Ma certamente l'ingresso di un usciere nella sala, non è mai stata una ragione per annullare un'elezione. La legge elettorale dice, che chi entra arbitrariamente a questo modo, può essere passibile di una multa; ma non si è mai annullata un'elezione per questo motivo. Bastava il decreto prefettizio, che fu regolarmente notificato ai presidenti, perchè s'intendesse che vi era una sentenza d'appello regolarmente emanata ; la quale per di più era già passata in giudicato ; perchè quella notificazione che il prefetto faceva del suo decreto di cancellazione, era appunto l'acquiescenza a quella sentenza, ed accusava l'impossibilità che quella sentenza venisse modificata da una superiore autorità giudiziaria. Mi permetterà poi l'egregio relatore di osservare, che egli ha forzato un po' troppo l'argomento, quando ha voluto paragonare l'ingresso dell'usciere nella sala, all'ingresso di persona armata. Egli è vero che ingegnosamente ha voluto spiegare questa sua assimilazione, dicendo che l'usciere è un ufficiale che ha diritto di invocare la forza pubblica ; ed avendo questo diritto, è come colui che entri con una carabina nella sala delle elezioni. {Ilarità) Signori, finisco il mio discorso con questa osservazione. Io confido che la Camera vorrà ritenere, che non sia possibile, senza offendere un evidente diritto e senza mancare di riguardo ad una cospicua maggioranza elettorale, accogliere le conclusioni della Giunta. {Ai voti! ai voti!) PRESIDENTE. V'è l'onorevole relatore, poi l'onorevole Chimirri, l'onorevole Ercole e l'onorevole Cocconi. {Rumori — Ai voti! ai voti!) Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. MARTELLI, relatore. Onorevoli colleghi; io sarò brevissimo nell'esporre le ragioni che hanno indotto una rilevante maggioranza della Giunta a proporvi l'annullamento della elezione del 3° collegio di Genova. Ma prima ancora di entrare nell'argomento, mi preme di rilevare una espressione indirizzata dall'onorevole Chiaves proprio alla persona del rela- Aiti Parlamentari =- m a Camera dei Deputati LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 tore, cui ha attribuito il concetto di ritenere la introduzione di un usciere nella sala di votazione, pari alla introduzione di persona armata. Nella mia relazione, o signori, mi son dato cura di raccogliere, quantunque succintamente, tutte le ragioni, per le quali s'indusse la Giunta ad adottare la proposta di annullamento. Tra queste però non ho memoria alcuna che la maggioranza della Giunta abbia accennato anche a quella che l'introduzione di un usciere nella sala dell'elezione equivalga all'intervento di persona armata. Quindi un tale ragionamento non avendolo rilevato nella discussione, io non l'ho compreso assolutamente nella relazione, nè ve l'avrei potuto riportare. La relazione accenna bensì essere l'usciere un pubblico ufficiale che può richiedere, per sostenere i suoi atti, il concorso della forza pubblica, ma non vi è per veruna guisa detto che l'usciere sia persona annata o che vi si abbia a paragonare. Rettificato così, quello che in ispecie si rivolgeva contro la esattezza della relazione, passo ad una rapida rassegna dei fatti che toccano direttamente le operazioni elettorali sulle quali la Camera è chiamata a pronunciarsi. Onorevoli colleghi, nel 1° di maggio 1880 il prefetto di Genova relativamente aì collegio 3° (senza occuparci degli altri onde non ingenerare confusione di cifre) mentre approvava provvisoriamente la lista eh poc'anzi era stata deliberata dal Consiglio comunale, v'introduceva 246 elettori iscrivendoli di ufficio. Nel 10 di maggio 3 cittadini reclamano contro quelle aggiunte operate dal prefetto ; ma tal ricorso doveva essere notificato a coloro (per espresso disposto di legge) dei quali si voleva ottenere la radiazione dalla lista; e questi dovevano avere 10 giorni interi di tempo per produrre le loro ragioni, ed opposizioni sulla istanza rivolta contro il loro diritto, diritto di cui trovavansi in possesso. Ma nulla di questo si fece, o signori, ed è incontestabile verità che, nè venne notificato il reclamo, nè venne rispettato il termine utile alla difesa degli interessati, vale a dire, di coloro ai quali volevasi togliere il diritto di elettorato ; e subito, tre giorni dopo (13 maggio) si emanava la decisione prefettizia, contraria del resto ai reclamanti. Questa è la prima delle irregolarità, e certamente gravissima, che si incontra in questa elezione del terzo collegio di Genova. Ma v'ha dì ben più grave, o signori. Alla prima votazione avvenuta la domenica 16 maggio, votarono tutti coloro che erano stati iscritti d'ufficio dal prefetto, poiché questi aveva respinto il reclamo mantenendo le sue aggiunzioni d'ufficio. Fa soltanto dopo questa prima votazione, e pre180 cisamente nel giorno 18, che coloro, i quali avevano prima ricorso in via amministrativa, andarono in via giudiziaria alla Corte di appello per ottenere emenda del decreto definitivo del prefetto, e perchè fossero tolti dalle liste tutti gli iscritti d'ufficio. La Corte di appello pronunziò la sentenza nel 21 di maggio, con cui ammise, per il massimo numero degli iscritti d'ufficio, l'istaaza dei reclamanti. Contro questa sentenza, pronunziato dell'autorità giudiziaria, la Giunta non ha esteso lo esame, quantunque vi fossero proteste dirette contro la sua regolarità, fedele al principio della separazione dei poteri, ed al rispetto che si deve ai pronunciati della magistratura. Ma sapete di che cosa ci siamo impressionati? Ci siamo impressionati di ciò che questa sentenza, recante la data del 21, notificata al prefetto lo stesso giorno e che poteva esaere notificata a tutti gii interessati almeno il giorno 22, è invece significata ai presidenti di tre seggi del collegio nel 23, quando si facevano ìe operazioni di ballottaggio, e quando persino era già incominciato l'appello. E notate, o signori, che quella intimazione ai presidenti fa davvero, come accennava l'onorevole Chiaves, un lusso di procedura, in quanto che essi erano estranei al giudizio ; e non avevano neppure la competenza di correggere le liste ; poiché qualunque rettificazione avrebbe dovuto effettuarsi ia seguito ad ordini dell'autorità amministrativa. D'altronde il mattino sull'inizio delle operazioni elettorali, già si era comunicato a quei medesimi presidenti il decreto, col quale il prefetto in obbedienza al giudicato della Corte d'appello dichiarava che non potessero votare quegli eiettori, dei quali era stata ordinala la cancellazione dalle liste. A che dunque aggiungere la pubblicità della intimazione della sentenza ? Non vi par chiaro che volle farai una dimostrazione e suscitarsi una influenza ? Fatto sta che un gran numero di elettori venne allontanato. Così stanno veramente le cose. Ora le proteste si rivolsero precipuamente su ciò, che coloro i quali furono impediti di votare, non avevano ricevuta alcuna citazione, nè alcuna sentenza. Ebbene, o signori, vi pare leggera questa mancanza? Non è dessa forse una violazione della legge ? E potreste mai ammettere che su di ciò la Giunta, per considerazioni di qualunque natura, potesse proprio sorpassare facilmente? Ma, pensate o signori, che si trattava di far togliere dalle liste moltissimi elettori, che si sa- ebbero in fatto respinti dal voto senza averli citati, senza che essi sapessero del giudizio contro di loro istituito ! Lì non vi fu citazione. Il giudizio è dunque avvenuto seaza Atti Parlamentari Camera dei Deputati LEGriSL. XIY —' l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 | a che coloro, contro i quali era sporto il reclamo, conoscessero che reclamo ci era. Dalle nozioni che si ricavano, dagli atti, risulta che una citazione venne notificata per tutte le guardie daziarie al loro capo, e che nella stessa guisa si è proceduto per le guardie carcerarie. Ora io non ho bisogno di spiegare (Rumori) a tutti quelli, i quali anche per poco conoscono le nozioni del procedurale diritto, che una notificazione giudiziale non si possa fare nei modi, con cui quella venne operata. Se non che abbiamo maggiori violazioni della legge. Nemmeno la sentenza fu notificata, e si pretenderebbe darvi eseguimento ? Io sorpasso la questione se la sentenza della Corte di appello sia una sentenza passata in giudicato, quale la richiede l'articolo 58 della legge elettorale, per apportare modificazioni alle liste ; e mi attengo anche solo aliatesi dell'eseguibilità del giudicato, e vi domando, onorevoli colleghi : è esecutiva una sentenza, prima che sia notificata alle parti interessate ? Esiste una sentenza che le parti ignorano ? Quand'anche le parti avessero avuto notizia del giudizio contro loro proposto, non è egli vero che, fino a che non sia portata a loro notizia la sentenza, per essi non vi sia mai un giudicato, ma sì bene una lite pendente non essendovi giudizio esaurito ? Dunque, quando anche si volesse trattare la quesione dal punto di vista se la sentenza della Corte di appello fosse o no, il 23 maggio, esecutiva, bisognerebbe conchiudere che esecutiva non era, perchè non era stata portata a notizia delle parti. Voi vedete bene quanto grave violazione della legge siasi perpetrata col fatto di dare esecuzióne ad una sentenza prima di notificarla. Ma procediamo innanzi. Un'altra protesta si fondava su questo, che le variazioni di liste fossero seguite tra la prima e la seconda votazione. La Giunta, a dire il vero, non ha risolto pienamente codesta questione ; ed io quindi nella mia relazione l'ho lasciata in sospeso. Ma voi noterete che anche questo dubbio, aggiunto alle altre grandi irregolarità, di codesta elezione contribuir doveva a farla annullare, nè il dubbio è infondato. E diffatti, è possibile che la legge elettorale lasci adito ai cittadini di impiantar liti nella settimana del ballottaggio, per mutare le liste, che hanno servito alla prima votazione ? È egli ragionevole che s'abbia a portare nella seconda votazione di ballottaggio (la quale non è che il necessario complemento della prima) un contingente diverso e mutato a . zioni, imperocché i fautori dell'un candidato, o dell'altro, all'intento di guadagnare la vittoria, s'avviserebbero di provocare nel periodo del ballottaggio, tali quistioni, e di far notificare la sentenza nel punto che si procede alla votazione, quando non vi sia più nè tempo, nè mezzo di rimedio o di protesta. Altre irregolarità, oltre queste, sono accennate nella votazione ; ma non credo dovervi qui insistere sentendo il bisogno di abbreviare il mio dire, e vengo al punto principale. L'introduzione nella sala elettorale, nel tempo, in cui le operazioni elettorali compievansi, di un usciere, il quale notifica una sentenza (che possiamo dirlo liberamente, cadeva tutta in favore d'una delle parti che erano in lizza) non dovea forse produrre alcun effetto, alcuna influenza morale sull'animo degli elettori ? Un tal fatto lasciava proprio le cose nelle condizioni normali ? Non lo so credere. Badiamo, onorevoli colleghi, alle circostanze che precedono e accompagnano questa elezione. Alla inscrizione d'ufficio di molti elettori nelle liste si succedono reclami amministrativi e giudiziari che eccitano il corpo elettorale e la stampa, e poi nel giorno stesso del ballottaggio avviene la notificazione di una sentenza nel locale della votazione ai presidenti dei seggi, quando già era cominciata la chiama. A quali commenti avrà dato luogo l'apparizione dell'usciere nella sala durante la votazione ? Quale impressione ne hanno ritratto gli elettori ? Certo essi ne dovettero fare commenti e commenti favorevoli al vincitore. L'onorevole Lucchini domandava s'è possibile che la notificazione di questa sentenza abbia allontanato dall'urna oltre 400 elettori. Ma non è questa la sola considerazione che si deve fare. La notificazione, oltre ad avere violato la maestà dei seggi eolFintrusione di un estraneo, poteva non soltanto allontanare alcuni, ma poteva anche influenzare altri degli elettori in modo da farli votare diversamente da ciò che avrebbero fatto ove non fossero emerse le cose che li impressionarono. Certo è che il presidente del seggio non doveva ammettere nella sala l'usciere ; certo è che la legge vuole che al presidente sia affidata la custodia della maestà della sala, in cui si fanno le votazioni politiche ; ed a lui solo confida la tutela dell'ordine anche richiedendo il concorso della forza pubblica ; nessuno può essere molestato, nessuno può essere ricercato, mentre si compiono le operazioni delle elezioni politiche. Ecco il perchè la Giunta, nella sua maggioranza, venne nell'avviso che non si potesse passare sopra di elettori ? (Movimenti) questi difetti neppure in considerazione del magSe questo si potesse ammettere, ne verrebbe di gior numero di voti che l'un candidato ha ottenuto certo un deplorevole disordine alle epoche delle ele- in confronto dell'altro. Atti Parlamentari LEGISL. XIY — 1415 - l a SESSIONE — DISCUSSIONI — Invero se si avesse potuto ritenere che il numero degli elettori, cui era stato tolto l'esercizio del diritto, comunque irregolarmente, ancor quando si fosse riunito sopra uno dei candidati, non avrebbe mai mutato il risultato dell'elezione, la Giunta avrebbe assai di buon grado applicato ciò che in casi consimili fu pure adottato ; ma qui c'erano elementi tali di perturbamento che non ci permettevano di essere sicuri che senza gli incidenti succitati sarebbesi ottenuto l'identico risaltato oggi apparente dai verbali. (Ai voti ! La chiusura !) E notate, o signori, che, oltre a tutto ciò, manca nella pratica il verbale riassuntivo della prima votazione; lo si è cercato invano. Prima veane detto che non fu redatto, poi si è dichiarato che fu redatto, ma che non lo si rinveniva. Fatto è che quel verbale la Giunta non l'ha mai potuto avere. Sta bene, o signori, che in fatto di verificazione d'elezioni, la Camera debba essere assai, larga, quando abbia la sicurezza di interpretare la maggioranza di una votazione ; ma anche le forme sono legge e sono poi sempre la vera e la più sicura custodia del diritto. Quando, trovandosi di fronte ad una elezione così viziata come questa, la si convalida, tant'è sopprimere di tutto punto la legge elettorale. (No! no!) È certo. Allora tanto varrebbe convocare in una maniera qualunque gli elettori ; fare che esprìmano in qualsiasi modo il loro voto... (Ai voti! ai voti! — Eumori) e dichiarare eletto quello che ne ha raccolto il maggior numero. Per queste ragioni prego la Camera di accettare le conclusioni della Giunta, le quali sono conformi ad una deliberazione che la Camera ha già adottato nel 21 dicembre 1870 riguardo alla elezione di Tropea, in cui è stato stabilito che « rende nulla la votazione il fatto della cancellazione di 37 elettor-i dalle liste, in seguito ad un telegramma del sottoprefetto, trasmesso la sera precedente al giorno della elezione. » Vedete che, perchè l'autorità amministrativa, la sera precedente alla votazione, ha ordinato... (Ai voti! ai voti!) una variante alle liste, fu annullata la votazione; figuratevi nel caso attuale in cui la variazione accade anche dopo che la chiama è cominciata! (Ai voti! ai voti!) PRESIDENTE. Essendo chiesta la chiusura domando se sia appoggiata. (È appoggiata.) Essendo appoggiata, do facoltà ali' onorevole Biancheri di parlare contro la chiusura. BISCHERI. Se la Camera volesse permettermelo, io avrei desiderato esporre alcune considerazioni; se per altro la Camera crede di chiudere la discussione, io tacerò. (Parli ! parli!) Se mi concedesse di dire brevissime parole,.. (Parli!parli!) Camera dei Deputati 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 PRESIDENTE. Eh! mi pare che io possa accordare facoltà di parlare all'onorevole Biancheri! (81! sì!) BIANCHBRI. Comprendo la impazienza della Camera e assicurandola che sarò brevissimo, non abuserò della sua benevolenza. Io ho chiesto di parlare allorquando l'onorevole relatore metteva viva insistenza nel dimostrare come la circostanza di non essere stata la sentenza notificata alle parti interessate costituisse, più che una irregolarità, una vera nullità delle operazioni elettorali. Ora a me preme di far osservare alla Camera che trattasi di iscrizioni, fatte di ufficio dal prefetto, di guardie daziarie e carcerarie e di pubblica sicurezza, e di queste guardie può dimostrarsi, anzi può ritenersi che molte non erano domiciliata e neppure residenti in Genova. Ora, per quanto le parti avessero voluto porre la più scrupolosa, la più premurosa sollecitudine nel trovar modo di far notificare il loro richiamo contro il decreto del prefetto agli interessati, a nulla sarebbe riescita siffatta sollecitudine poiché ignoravasi ove essi resìedessero. Anzi è bene che la Camera sappia che una fra le principali ragioni, a cui la Corte d'appello si è appigliata, per ordinare la cancellazione di queste guardie iscritte d'ufficio, sta appunto in questo, che non risultava neppure del loro sufficiente domicilio in Genova. Ora, come potevano i reclamanti far valere le loro ragioni contro gente ignota? Vuoisi ancora ritenere, o signori, che la mancanza della notificazione di cui trattasi non ha prodotto l'effetto che le parti interessate non abbiano avuta la loro d^esa dinanzi alla Corte d'appello, poiché le guardie state iscritte sulle liste dal prefetto furono difese da sei avvocati dinanzi a quella Corte; e, nonostante questa loro difesa, la Corte trovò che mancavano gli elementi prescritti dalla legge per dichiarare valida la loro iscrizione. Prego ancora la Camera di ben notare queste due circostanze: la prima è che quando pure le guardie iscritte avessero tutte, assolutamente tutte, votato a favore del competitore del De Amezaga, pur tuttavia il De Amezaga avrebbe sempre conservato la maggioranza. Ora, la Camera che giudica col criterio non di magistrati, ma di giurati, si attenne costantemente alla massima che quando una irregolarità sia stata tale da poter produrre un effetto sull'elezione e di cambiare il risultato, vi può essere ragione di nullità ; ma allorché la commessa irregolarità non ha potuto variare o modificare l'esito delle operazioni elettorali, la Camera ha costantemente seguito il principio di convalidare la elezione. Se adunque il fatto della radiazione delle guardie non fosse avvenuto, se tutte queste guardie nel loro Aiti Parlamentari LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIÓNI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0 a complesso di 200 e più avessero pure votato contro il De Amezaga, pur tuttavia egli non avrebbe perduta la maggioranza, e la lamentata irregolarità, se pure può ammettersi, non avrebbe per nulla influito sull'esito definitivo delle operazioni Ma vi è una seconda osservazione, e prego la Camera di tenerla ben presente. Il fatto che ora è invocato contro l'elezione dell'onorevole De Amezaga si è pure avverato nell'elezione dell'onorevole Podestà, come in quella dell'onorevole Goggi, poiché Genova conta tre collègi elettorali, ed in tutti e tre si verificarono esattamente le medesime circostanze. Anzi è bene che la Cambra sappia che nell'elezione dell'onorevole Podestà i voti delle guardie state cancellate avrebbero forse potuto spostare la maggioranza. Pure la Camera ha convalidata l'elezione dell'onorevole Podestà, come dell'onorevole Goggi. Come mai si potrebbe oggi rifiutsre l'approvazione dell'onorevole De Amezaga, elezione perfettamente identica a quelle che dalla Camera già vennero approvate ? (Rumori) Voci, ài voti 1 B1ANCQ8R1. Io prego la Camera di voler ben considerare le accennate circostanze, e crederei di farle offesa se dubitando delia sua giustizia, potessi dubitare che ella non voglia convalidare l'elezione dei terzo collegio di Genova, nella persona dell'onorevole De Amezaga. (Rumori a sinistra) Foci. La chiusura! Ai voti! BIA'VCHBRI La Camera giudica col criterio della imparzialità e colla scorta della legge. Essa non giudica per applicare un odioso ostracismo, con cui un partito condanni il partito avverso. ( Vivi rumori a sinistra) PRESIDIATE. Spetta di parlare all'onorevole Ercole. Voci. Ai voti ! La chiusura! Basta! PRESIDENTE. Ma facciano silenzio, li prego. ERCOLE. Rinuncio a parlare. (¿Bravo !) PRESIDENTE. Per conseguenza essendo chiesta la chiusura, domando se sia appoggiata. (È appoggiata.) Essendo appoggiata la pongo ai voti. Chi approva la chiusura è pregato di alzarsi. (È approvata.) Verremo ai voti. FBRRACC1Ù, Ma, onorevole presidente !... Vvci Ai voti ! ai voti ! PRESIDENTE. Onorevole presidente della Giunta, io non posso lasciarla parlare, perchè è chiusa la discussione. L0VII0 Ma è per una cosa personale alla Commissione; per una cosa che riguarda l'onore della Commissione. Noi siamo stati attaccati... (Rumori) a PRESIDENTE. Mi lascino dire ! L'onorevole presidente delia Giunta chiede di parlare... FERRICCSÙ. Per fare una dichiarazione. PRESIDENTE. È un fatto personale o una dichiarazione? F3ÈRACCSÙ. È una dichiarazione per un fatto personale. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare. Dichiari questo fatto personale. FERRÀCCIÙ Mi duole che dall'onorevole Bisncheri siasi sollevato un incidente, il quale, secondo il mio modo di vedere, mentre lascia intatta la questione, non riesce ad altro cha ad inasprire gli animi ; ma una volta sollevato, bisogna esaurirlo. Allorquando si trattò delle elezioni seguite nel I e nel 2° collegio di Genova, si affacciarono alla Giunta due sole difficoltà : una cioè che nel primo collegio fossero state cambiate arbitrariamente le sezioni ; difficoltà che in seguito a richiesti ed ottenuti schiarimenti fu riconosciuta insussistente ; l'altra ohe nel 2° collegio, per virtù di sentenza emanata dalla Corte d'appello, fossero stati cancellati dalla lista parecchi elettori : fatto questo che non alterava per nulla la sostanza delle cose, nè arrecava spostamento di sorta; dappoiché, anche attribuiti tutti i voti degli elettori cancellati ad uno dei concorrenti, restava sempre l'altro in grande maggioranza, e per conseguenza eletto. Questi i punti discussi e risoluti dalla Giunta... CHI^AQLiá. Chiedo di parlare per un fatto personale. FERRACCIÙ.. nulla del resto che si riferisse alle circostanze di fatto, poste in rilievo nella presente discussione ; che la sentenza cioè non fosse stata notificata nei modi e termini di legge, che l'usciere... Voce. È naturale ! PRESIDENTE. Facciano silenzio. FERRACCIÙ.. si fosse introdotto nella sala per notificarla, e che della sentenza medesima fossesi data lettura in adunanza pubblica, e s'interrompessero così le operazioni elettorali. PRESIDENTE. Ed iì fatto personale? (Ilarità) FERRACCIÙ. Il fatto personale è precisamente quello che espongo. La Giunta quindi non vide motivo di contestazione, non decise, propriamente parlando, alcuna questione, e non istabilì alcun precedente, poiché ad essa non fu proposta nessuna quistione e nessuna quistione fu decisa. Non si può quindi chiedere che si applichi questo precedente ad alcùn'altra elezione. E questa la pura verità, ed è appunto in nome della verità, che ho creduto di fare la dichiarazione che ho fatto. {Bene!) o MB Parlamentari lift LEGISL. XIY — T SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATI DEL 13 LUGLIO a PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Chi- vidui non aventi i requisiti per essere elettori e tanagìia per un fatto personale. luni di essi perfino mancanti dell'età voluta dalla CHINAGLIA. Siccome io ho dovuto riferire alla legge. Giunta... Di ciò chiamo in testimonio taluno dei miei colPRESIDENTE. Ma il fatto personale ? leghi. (Rumori a sinistra) CHIN4GLÌA... comprenderà la Camera che iì fatto PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, io ritengo poco personale c'è in tutta l'estensione della parola, corretto che quello che avviene neìl' interno delle perchè fui io, che ebbi l'onore di riferire alla Giuntò (e questo lo dico per tutti), quando non facGiunta sulle due elezioni del primo e del secondo cia argomento della controversia, sia portato qui. collegio di. Genova. Io non mi sarei mai immaginato che un fatto perOra io avrei potuto comprendere l'onorevole pre- sonale dovesse condurre a questo ; cioè ad esporre sidente della Giunta che per ispìegare quella specie fatti, i quali possono avere servito nell'interno della dà.incoerenza, dì cui venne accusata la Giunta stessa Giunta a determinare una risoluzione piuttosto in nei suoi opposti giudizi dati intorno alle elezioni un senso che in un altro. La Camera di questi fatti dei collegi di Genova avesse detto che al momento, non è stata mai edotta al momento opportuno; non in cui si discusse quest'ultima elezione taluni non ha mai portato sopra di essi le proprie risoluzioni, erano in grado di ricordarsi per filo e per segno quindi a me pare che questa rivista retrospettiva a delle deliberazioni prese sulle prime elezioni, le nulla conduca. (Bravo! Benissimo! — Ai voti! ai quali erano state riferite fino dal 4 di giugno pros- voti !) simo passato in un momento, in cui maggiormente CH1NAGLIA. Faccio appello alla discretezza dei miei ferveva il lavoro della Giunta. colieghi ; dico due parole soltanto, e poi ho finito. Tutto ciò è spiegabile, come è anche possibilis- {Rumori a sinistra) simo che taluni di quelli che si trovavano a discuPRESIDENTE. Onorevoli colleghi, hanno avuto softere intorno alla elezione del terzo collegio non sieno ferenza fino ad ora, l'abbiano ancora. intervenuti nella discussione precedenteiijente fattasi CHINAGLIA. Signori, per venire adunque ad una sui primo e sul secondo. Ma che il presidente della pronta conclusione soggiungerò che dopo aver rifeGiunta venga qui davanti alla Camera ad affermare rito i fatti, a cui ho accennato, feci rilevare che in recisamente e paratamente ciò che si è detto a pro- qualunque peggiore ipotesi gli elettori cancellati posito di queste elezioni ; che esso abbia la memoria non avrebbero potuto spostare la maggioranza dèi così felice per ricordarsi nei suoi più minuti parti- voti ottenuti dall'onorevole Podestà. À quest'ultima colari quello che il relatore ha riferito alla Giunta, osservazione la Giunta credette di non occuparsi più tutto ciò, o signori, io non posso comprenderlo, e oltre dell'esame della questione, e senz'altro convadico il vero, onorevole presidente della Giunta, con lidò la elezione. tali affermazioni ella dà saggio di molto poca defeQuesti sono i fatti; del resto invito qualunque dei renza verso i suoi colleghi... {Rumori) miei colieghi a prendere l'incartamento che si riferisce all'elezione del 2° collegio di Genova... PRESIDENTE. Onorevole Chinaglia !... PRESIDENTE. Ma onorevole Chinaglia, quell'eleCHIMGLIA Onorevole presidente, qui c'è di mezzo zione è già stata approvata dalia Camera. Ella ha una questione di lealtà e di delicatezza. PRESIDENTE. Qui nessuno mette in dubbio nè la esaurito oramai il suo ragionamento. CHINAGLIA. Onorevole presidente. Per lasciarmi lealtà, nè la delicatezza di chicchessia. La prego per conseguenza di voler mantenere quella ealoua, facoltà di parlare, la prego di rivolgere per un moche è indispensabile, affinchè nelle questioni più mento solo la sua attenzione a ciò che ha detto il * presidente delia Giunta all'indirizzo di chi ha rifespinose si possa riuscire ad un risultato utile. CHINAGLI!. Dirò adunque, o signori, che allor- rito sulla elezione del 2° collegio di Genova. quando riferii sulla elezione del secondo collegio E però, in tutela della sincerità e della lealtà, con di Genova, mi ricordo di avere espostoli fatto iden- cui sono stati condotti su questo punto gli esami tico a quello accaduto n^lla elezione, di cui oggi si della Giunta, deggio affermare che allorquando essa discute ; vale a dire ii fatto che uu usciere si era pre- ha deliberato la convalidazione di quella elezione, sentato in alcune sezioni del collegio per notificare era stata pienamente a completamente da me inal presidente del seggio le sentenze che ordinavano formata di quegli stessi fatti che ora formano ogla cancellazione di parecchi elettori. Mi ricordo di getto di questione nell'elezione che si discute. avere soggiunto che tutto ciò mi pareva una giusta PRESIDENTE. Intanto a me piace di ripetere che riparazione contro l'illegale procedere del prefetto nessuno ha mai messo in dubbio l'onestà e la lealtà di Genova che in quelle liste aveva introdotti indi- della Giunta, la quale, secondo la sua coscienza, é Atti Camera dei Deputati Parlamentari LEGISL. XIV — T SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 secondo i documenti, che le sono stati volta per volta sottoposti, ha proposto in passato, come propone ora, quelle risoluzioni che ha creduto assolutamente giuste. Ha facoltà di parlare l'onorevole Biancheri per un fatto personale. BIANCHERI. Le parole dette or ora dall'onorevole presidente, rispondono al sentimento dell' animo mio, e spiegano il mio fatto personale. Mi è grato dichiarare alla Giunta che se io ho fatto cenno delle contraddizioni, in cui per avventura essa ha potuto cadere nel riferire intorno alla elezione del 3° collegio di Genova, di fronte alle conclusioni che furono prese riguardo alla elezione degli altri due collegi di quella città, io non ho punto intèso di muovere alcun rimprovero o censura alla Giunta ; ed io l'assicuro che sento per essa quell'alta stima che le è da ciascuno di noi professata; le dichiaro che era lontano dall'animo mio qualunque pensiero, il quale possa essere a lei meno che riverente. {Bravo!— Vivi segni d'approvazione) I0VIT0. {Bella Giunta) Ho chiesto di parlare per un fatto personale, onorevole presidente, e da un pezzo ! PRESIDENTE. Onorevole Lovito, ormai hanno parlato l'onorevole presidente della Giunta e l'onorevole Chinaglia; mi pare che sia utile che questo incidente termini. {Voci. Sì ! sì!) La prego dunque onorevole Lovito... LOVITO. Onorevole presidente, ella vede che qui c'è un fatto personale per ciascun membro della Giunta. PRESIDENTE. Onorevole Lovito, nuovamente la prego. Ella vede ; ha parlato l'onorevole presidente della Giunta, e poi l'onorevole Chinaglia.. LOVITO. (JDella Giunta) Permetta, onorevole presidente, che con la massima calma possibile, io faccia una semplice dichiarazione, PRESIDENTE. Ma, onorevole Lovito, la calmasi perde quando non si mantiene nella discussione l'ordine che è necessario, e che è prescritto dal regolamento. Ella domanda di parlare per un fatto personale, e ciò come membro della Giunta. I membri della Giunta sono 20. Due hanno parlato, ne rimangono 18 che potrebbero chiedere tutti di parlare... Voce dal banco della Giunta. E parleranno. PRESIDENTE. Ora io demando se questi fatti personali contribuiscano a mantenere o a far perdere la calma nella Camera. LOVITO. {Della Giunta) Onorevole presidente {Rumori), l'onorevole Chinaglia ha fatto appello alla lealtà nostra, e noi dobbiamo, anche per deferenza a lui, una risposta, Noi riconosciamo che i nostri onorevoli colleghi dell'altro lato della Camera {Bisbiglio a destra) hanno proceduto in tutte le operazioni che si sono svolte nella Giunta, con la massima sincerità e con la massima lealtà, ma la ragione per cui noi... PRESIDENTE. Ma, scusi, questa èjuna dichiarazione superflua. Io conosco una Giunta icui membri sono tutti deputati ; nè ricordo la parte a cui appartengono. {Bene! Bravo! — Segni di approvazione da tutte le parti della Camera) LOVITO. Qual è la contraddizione di cui siamo accusati noi ? La Camera ricorda che l'altra elezione di Genova passò senza contestazione. Basta questo per dimostrare la nostra perfettissima imparzialità ? Se fossero accaduti i medesimi fatti che sono accaduti nella elezione del 3° collegio di Genova, può essere sicura la Camera, da destra e da sinistra, che noi per lo meno avremmo contestata l'elezione, e la Giunta la passò come incontestata. La seconda volta per lo meno avrebbe contestata la elezione ; ma .. {Rumori) PRESIDENTE. Ma, onorevole Lovito, la prego di non tornare su fatti che sono ormai compiuti. LOVITO. Capisco che si può chiedere : come spiegare codesto ? Io non ho detto che ci sia nessuno infallibile, che nessuno voglia nascondere di proposito qualche cosa, ma soggiungo che nessuno è infallibile. Lungi da me ogni pensiero men che riguardoso verso i miei colleghi ; ma non c'è nessuno a questo mondo che possa dichiararsi infallibile ; sicché la prima volta ha potuto accadere benissimo che l'onorevole relatore non si sia accorto... (Rumori) PRESIDENTE. Onorevole Lovito, io sono obbligato a toglierle la facoltà di parlare, altrimenti in questo modo non si va. {Ai voti ! ai voti!) Verremo ai voti. Come la Camera ha udito, la Giunta delle elezioni, a maggioranza deliberò di proporre alla Camera l'annullamento delle operazioni elettorali seguite in ordine al reale decreto 2 maggio 1880 nei collegio terzo di Genova. Contro questa proposta l'onorevole Lucchini Giovanni propone, come emendamento, la convalidazione dell'elezione del 3° collegio di Genova nella persona dell'onorevole De Amezaga. Pongo ai voti la proposta dell'onorevole Lucchini. Chi l'approva si alzi. (Dopo prova e controprova la Camera la respinge.) Ora metto ai voti la proposta della Giunta, che è dì annullare le operazioni elettorali eseguite nel 3° collegio di Genova. Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi (Dopo prova e controprova la proposta della Giunta è approvata.) Atti Parlamentari l'4Ì9 Camera dei - Deputati LEGrISL. XIY — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TONNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 a a Per conseguenza dichiaro vacante il terzo collegio dalla Camera allo studio della riforma elettorale di Genova. (Rumori — Molti deputati scendono ha finalmente nominato il suo relatore. E udimmo nell'emiciclo) ciò con sodisfazione tanto più viva che il diligentissimo studio fatto dalla Commissione, le lunghe discussioni da essa spese sopra quest'argomento laANNUNZIO DELLA DISCUSSIONE DELLA ELEZIONE sciano supporre che ne sarà di tanto abbreviato il DEL COLLEGIO DI BARI. lavoro dell'onorevole relatore, e gli risparmieranno il peso dello scrivere dei volumi in foglio, permetPRESIDENTI. Annunzio alla Camera che sono state tendogli di limitarsi ad una relazione sommaria depositate in segreteria le carte e i documenti ri- delle opinioni esposte nel seno della Commissione. flettenti l'elezione del collegio di Bari, che si Un'altra notizia ho appreso: che in questi giorni iscriverà nell'ordine del giorno di giovedì, per la molti nostri colleghi hanno preso, rondinelle pelleseduta pomeridiana. grine, il volo. (Si ride) Prego gli onorevoli deputati dì andare ai loro PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, la Camera è posti e di far silenzio. numerosissima. Ciò si verificò anche ieri nella voHa facoltà di parlare l'onorevole Cavallotti sul- tazione nominale. l'ordine del giorno. CAVALLOTTI. Ma la votazione nominale mostra anCAVALLOTTI. Quando ieri l'onorevole Filopanti che che una quarantina, una cinquantina se ne anpropose che le interrogazioni presentate venissero darono (Commenti e rumori) differite e accennò ad una promessa della Camera ; Voci. No ! no ! io udii la Camera vociferare, con segni non dubbi PRESIDENTE. Il fatto si è che la Camera è numerodi poco assenso, alle parole dell'onorevole Filo- sissima. panti. Io mi spiegai il rumoreggiare della CaLi prego di far silenzio. mera perchè so che qui, in quest'Aula, sono molti, CAVALLOTTI. Io solamente volevo dire che se fra i quali, allorché quella proposta venne presen- quelli che se n'andarono ve n'ha che presero parte tata, non la trovarono opportuna, e quindi, o vo- con noi a quella promessa della Camera, costoro tarono contro, oppure si astennero dal votare. certo ritorneranno. Io non ammetto per conto mio, Però, dissi fra me, che certo fra coloro, i quali mi parrebbe di far ingiuria alla Camera lo ammetesprimevano il dissenso dall'onorevole Filopanti, tere che mentre la passata Legislatura prolungò i non ci potevano essere quelli, i quali votarono suoi lavori, senza esservi obbligata da alcun iminsieme con noi quella proposta. E penso che non pegno, fino a tutto luglio, mentre in questa stessa vi dovevano essere, perchè sulle promesse e sul Roma, il Senato del Regno continuò i suoi lavori modo di mantenerle, possono esser vari i pareri, fino oltre quel tempo, non posso ammettere sola, ma è certo che la parola data è sempre qualche invece, la Camera della 14 Legislatura, fiorente cosa, di cui si parla con rispetto. di gioventù, mandata qui fresca fresca dalla fiducia Ad ogni modo, noi autori di quella promessa degli elettori, non si creda in obbligo di fare il presentata in buona fede, senza permetterci di scru- benché minimo sacrificio eccezionale per tener fedo tare menomamente le intenzioni degli altri che la a un eccezionale impegno. diedero insieme con noi, siamo certi, nel momento Perciò quando vedo in questi giorni la stampa in cui veniamo a parlarne, di ottenere dalla Camera approfittarsi della partenza isolate di 20 o B0 decortese la deferenza a cui ha diritto la buona fede. putati, per registrare che 20 vagoni di deputati... E se (parlo anche a nome di altri miei amici) se (Oh! oh! — Rumori vivissimi) prendiamo oggi a parlare sull'ordine del giorno egli PRESIDENTE* (Con forza) Li prego di far silenzio ! è per varie considerazioni che brevemente esporrò; Molte voci. Basta ! basta! e perchè crediamo che il farlo oggi abbia un praFOUTIS. Che cosa basta? tico scopo, e non lo avrebbe per avventura da qui a PRESIDENTE. (Gon forza) Li prego di far silenzio. quattro o cinque giorni, ed anche perchè ieri udendo Bastano le interruzioni 1 (Sì ride) l'onorevole presidente del Consiglio nel rispondere CAVALLOTTI. Quando vedo fuori di quest'Aula sparall'onorevole Filopanti sorvolar sulla promessa, gersi intorno alle intenzioni della Camera accuse... cui l'onorevole Filopanti accennava, tanto più cu- (Rumori) riosità ci strinse di appurare su questo argomento Voci. Ma che accuse? Basta! basta! l'intenzione dei Governo e quella della Camera. CAVALLOTTI. (Fra i rumori) Invece di gridar qui Ieri udimmo con vivissima sodisfazione una si provino a gridar un po' fuori di quest'Aula! • buona notizia : che cioè la Commissione delegata PRESIDENTE. Li prego di far silenzio. a Atti 1420 Parlamentari LEGISL. XIV — l a SESSIONE — — DISCUSSIONI — Onorevole Cavallotti, ella stessa appartiene alla Camera, ed ella deve essere ed è solidale con essa. Quindi non deve mai dimenticar questo in ogni sua considerazione. CAVALLOTTI. Ed è appunto perchè parto da un alto rispetto verso la Camera, che escludo perfino il dubbio che la Camera non voglia fare quello che chiunque il quale sia galantuomo farebbe. ( Vivi rumori) PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti!.. Voci. Lavoriamo da mattina a sera ! PRESIDENTE. Ma facciano silenzio ! CAVALLOTTI. Io ben so che dalie odierne accuse si è preso argomento a tacciare di leggerezza l'impegno assunto dalla Camera. Ma non ammetto che si dica che ìa Gamera lo abbia assunto così a cuor leggero, mentre, certo, non a cuor leggero ella respinse io proposte più larghe che in quel dì vennero fatte. (Eumori vivissimi) E infatti non si contentò della urgenza che era stata domandata dal Governo, e non volle accontentarsi della proposta presentata dall'onorevole Nicotera che allargava la scadenza dello impegno per ìa riforma elettorale sino al termine dell'anno. Perchè non se ne volle accontentare? Perchè sapeva che vi era intorno a lei nella atmosfera dell'opinione pubblica, fatta incredula, qualcosa che reclamava imperiosamente da lei, un affidamento immediato, concreto ; sapeva che appunto l'incredulità del paese si fondava sulla previsione degli ostacoli che avrebbero intralciato l'adempimento delia promessa; perchè si calcolava fin d'allora sulle febbri, sul caldo, sugli altri lavori della Camera, sui provvedimenti finanziari, e su tutti gli altri impedimenti, per mandare, allo stringer dei nodi, la promessa in fumo. E per questo la Camera sentì il bisogno di rassicurare iì paese e di dirgli: guardate che, a dispetto di tutti gli ostacoli, quando verrà il momento, io terrò fede egualmente all'impegno. Ed oggi vorreste dirmi che la Camera se ne tenga sciolta, solo perchè appunto gii ostacoli da lei preveduti arrivano ? Evidentemente ciò non entra nel concetto che mi sono formato io della sua serietà. Forse mi sbaglierò! (Interruzioni — Rumori) Ad ogni modo io dico che da molti si è speculato, fuori di quest'Aula, sopra l'esautoramento morale, che colpirebbe l'Assemblea, ove essa alla sua parola venisse meno. E indarno ad attenuare di questo esautoramelo le conseguenze, si farebbe qui assegnamento sul tacito assenso di tutti noi nei mettere la promessa di un mese or fa in silenzio ed in oblìo. Farebbesi secondo me, il conto senza l'oste, cioè senza pensare che "qui in quest'Aula sono molti i deputati pronti a pagare di persona, ed a stare qui fiachè l'impegno Camera dei Deputati 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 sia compiuto... "(Sì sì! — Interruzioni — Rumori) e che non si sentirebbero punto la carità evangelica di dividere innanzi al paese la responsabilità con quelli che avessero in animo di non adempirlo. Dico pagare di persona perchè infine, se la state in Roma è incomoda agli a1 tri, neppur noi siamo animali a sangue freddo, e il caldo disturba anche noi, e viviamo anche noi del nostro lavoro, e un po' di vacanze, e di fresco, e di campagna farebbe bene anche a noi. L'onorevole Toscanelìi diceva una di queste sere che l'estrema Sinistra aveva escogitato quella proposta sua di far rimanere qui la Camera in estate come un espediente per diventare maggioranza, sopprimendo colle febbri il resto dell'Assemblea. {Ilarità — Rumori) PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, nell'Aula questo non è stato mai detto. La prego di non riportare qui le conversazioni particolari. {Rumori) Li prego, onorevoli colleghi, facciano silenzio, altrimenti mi obbligheranno a sospendere la seduta. CAVALLOTTI. Ebbene, io dichiaro che noi non abbiamo intenzioni così feroci: in nessuno di noi vi era l'idea di sopprimere alcuno dei nostri carissimi colleglli ; bensì vogliamo impedire un fatto che scuoterebbe l'autorità della Camera. Egli è per questo che, tenuto conto dell'angustia del tempo, e delle circostanze dell§ stagione, non pare a noi che recherebbe la menoma offesa a quella libertà, di cui deve godere la Commissione, ed il suo relatore, un cortese assegnamento che la Camera facessa su lo zelo della Commissiono medesima per essere da lei posta in grado di adempiere al proprio impegno. Non è cosa nuova, non è esempio infrequente nella storia della Camera, dalla quale molte volte partirono cortesi inviti alle sue Commissioni, che si fecero premura di deferirvi. Potrei ricordare il fatto dell'anno scorso, allorché, venuto appunto» tra i calori di luglio, innanzi alla Camera la questione gravissima dell'abolizione del macinato, complicata per giunta dal conflitto con l'altro ramo del Parlamento, la Camera chiese al relatore della Commissione, onorevole Pianciani, che presentasse la relazione lì seduta stante, in sei ore... {Interruzioni) PRESIDENTE. Lì prego di far silenzio. CAVALLOTTI. Non dico che oggi si abbia come allora a fare in sei ore la relazione ; ma dico che in sei o sette giorni, se l'Assemblea lo chiedesse, potremmo averla e la Camera cominciare a discuterla. Ad ogni modo è in questo senso che preghiamo la Camera ad esprimere iì suo pensiero, presentandole una mozione, che mi onorerò di trasmettere all'onorevole presidente. PRESIDENTE, Vuol mandarla ? AU% Y Parlamentari Camera del Deputati LEGISL. XIV — r SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0 CAVALLOTTI, La leggo prima. « La Camera penetrata dall'obbligo morale assunto verso il paese coll'ordine del giorno 31 maggio scorso, confida nel patriottismo e nello zelo della Commissione e del suo onorevole relatore per essere posta in grado di intraprendere nel più breve tempo la discussione sulla riforma elettorale, affrettata da una solenne promessa, alla quale confida che si impegneranno di fare onore. » Cavallotti, Maj occhi, Menotti Garibaldi, Aporti, Fortis, L. Ferrari, F. Cucchi, L. Basetti, D'Arco, Folcieri, Colajanni, Savini, Giovagnoli, Panattoni, Grassi, Fazio, Friscia, Chidichimo, Ganzi, Filopanti, Foppoli, Pellegrino, Capponi. lo sono persuaso che a questa mozione daranno il voto tanto quelli che sono certi come noi che la Camera intende di tener ferma la promessa data, quanto coloro, i quali credessero per avventura la volontà della Camera già acquisita al proposito di non tenerne conto e di decretare sin d'ora le vacanze. Perchè anche costoro, nello accingersi a godersele, se la Camera le decreterà, le godranno con animo più tranquillo, se potranno dire che quanto ad essi erano pronti a rinunciarvi e che degli ozi ¡asolanti inadempiuto un sacro debito non è a loro che tocca la responsabilità. (Rumori al centro! — Bene! all'estrema sinistra) PRESIDENTE. Rileggo la mozione dell'onorevole Cavallotti: « La Camera penetrata dall'obbligo morale assunto verso il paese coli'ordine del giorno 31 maggio scorso, confida nel patriottismo e nello zelo della Commissione, e del suo onorevole relatorej per essere posta in grado di intraprendere nel più breve tempo la discussione sulla riforma elettorale, apportata da una solenne promessa, alla quale intende di fare onore. » Do facoltà di parlare all'onorevole Minghetti in nome della Commissione incaricata di riferire intorno al disegno di legge per la riforma elettorale. MINGHETTI. lo sono dolente che non sia oggi qui l'onorevole nostro presidente, il deputato Mancini, al quale sarebbe spettato, e convenuto sopra ogni altro, di esprimere lo stato dei lavori della Commissione. Ma poiché nella sua assenza a me toccò l'onore di dirigerne le discussioni, mi tocca ancora quello di rappresentare lo stato delle cose. Ripeto che me ne duole, perchè se non fosse stato questo incarico, io avrei completamente taciuto. Noi abbiamo votato contro questa proposta la prima volta e non abbiamo niente che vedere nella decisione che si prenderà. Ma, lasciando ciò in disparte, dico chela Commissione ha tenuto seduto tutti i giorni lungamente. Le sue sedute furono oltre a 30, senza contare le sedute della due Sotto-Commissioni, l'una delle quali si occupò della circoscrizione dei collegi, e l'altra della procedura elettorale. Il lavoro era molto arduo, perchè la questione è gravissima, e, comunque si voglia giudicare, è una legge fondamentale dello Stato, è uno dei cardini delle nostre istituzioni ; cosicché nessuno, sia qualunque il partito a cui appartiene, può desiderare che simili questioni vengano sorvolate o sfiorate : tutti devono desiderare che siano qui presentate alla discussione nella forma la più meditata e la più coscienziosa, {Bene.! Bravo !) Dunque io non accetto certe parole, certi lunghissimi, certi finalmente che ho sentito pronunziare. La Commissione ha fatto tutto quello che era umanamente possibile ài fare, e non ha nulla da rimproverarsi. Essa non ha compiuto ancora il suo lavoro» benché le resti pochissimo a fare; ma le rimangono alcuni articoli, le rimane la questione delle penalità» cose però che in brevissimo tempo essa potrà ultimare; ma prima ancora di compiere il suo lavoro essa ha creduto bene, quando erano già risolti i punti principali e le questioni più importanti, ha creduto bene di addivenire alla nomina del suo relatore, il quale ha dichiarato, e mi ha autorizzato ad annunciarlo a nome suo alla Camera, che egli rinuncia al mandato che gli è conferito, a meno che non gli si permetta di curare la sua salute la quale richiede non breve tempo, e che perciò egli non può incominciare il suo lavoro di redazione che alla fine di settembre; prima di quell'epoca egli si troverebbe impedito dalla malferma sua salute, e siccome egli è delicatissimo nella sua coscienza e non vorrebbe assumere risponsabilità davanti a voti o decisioni della Camera, così ha dichiarato apertamente che qualora non gli sia accordato questo tempo egli ri« nuncia. Ripeto adunque, che il nostro relatore non può cominciare i suoi lavori di redazione che ai primi di ottobre, oppure la Commissione dovrà nominare un altro relatore. Questo è lo stato delle cose, ed io non ho altro ad aggiungere, fuorché dal posto che molto indegnamente in questo momento esercito, ritornando a quello di deputato, ripeto, che avendo io votato contro, fin dalla prima volta, sulla proposta dell'onorevole Cavallotti, non ho più nulla da dire in proposito. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Martini Ferdinando. MARTINI FERDINANDO. Io mi astenni dal votare, il 31 maggio, la proposta dell'onorevole Cavallotti, ed Atti Parlamentari LEGISL. XIY — — 1422 — Camera dei Deputati l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 anzi dai giornali che riferiscono le opinioni di quell'estrema parte della Camera... PRESIDENTE. Onorevole Martini, lasciamo stare le considerazioni che vengono svolta fuori della Camera. MARTINI FERDINANDO. Lasciamo pure stare le considerazioni ; dirò dunque che io non votai quella proposta, non perchè io non volessi la riforma elettorale, come potrebbe credersi da chi udì certe allusioni dell'onorevole Cavallotti. Iò non la votai, dico, non già perchè io non volessi codesta riforma, che anzi io la desidero più ampia di quella proposta dal Ministero, ampia quanto la desidera l'onorevole Cavallotti, ma perchè temei che si verificasse quello che oggi si verifica appunto. L'onorevole Cavallotti, rondinella peregrina che si è troppo lungamente posata sui veroni lombardi (Ilarità — Bravo ! bravo! Benissimo!), deve sapere che la Camera ha atteso con grandissima assiduità a lavori faticosi. Se la Camera stessa prendendo quella deliberazione il 31 di maggio volle dar pegno che veramente era nell'intenzione sua di occuparsi il più presto possibile della riforma elettorale, non è però da negare oggi che essa si trova nell'assoluta impossibilità di compiere il proprio deliberato. Imperocché si ha un bel dire : « l'assemblea, l'assemblea ; » ma un'assemblea si compone d'uomini, e quando la maggior parte di questi uomini hanno atteso per nove mesi ad opera ardua e laboriosa, non possono, io credo, mentre preme questa canicola, porsi ad un'altra opera anche più laboriosa e più ardua, e trattare una materia che per la sua gravità vuol essere discussa colla presenza di grandissimo numero di deputati, e intorno a cui vuoisi adoperato molto vigore per venire ad una conclusione fra pareri che si mostrano fin d'oggi, anche nel seno della Commissione, così disparati. ( B e n e ! Bravo!) D'altra parte io non capisco perchè si abbia a fare un'accusa di non volere la riforma a chi tanto maggiormente dimostra di volerla, quanto più pratiche sono le proposte che ei fa perchè a quel fine si giunga. Il dire: io voglio la riforma elettorale, discutiamola domani, voi che non la discutete domani non la volete, è un'alta ingiustizia, ed è appunto tale, perchè la proposta di discutere domani la legge elettorale non è, nè savia, nè opportuna, nè di possibile effettuazione. Se noi deliberassimo ancora di non separarci prima di avere ultimata la discussione delia legge elettorale io credo che un sorriso ironico correrebbe sulle labbra degli Italiani, i quali indovinerebbero che noi facciamo promesse, le quali non siamo in grado di mantenere. E poi occorre un'altra rimes- sione: quand'anche noi discutessimo la legge elettorale, c'è l'altro ramo del Parlamento che deve esso pure discuterla. Ora, è egli possibile che quei venerabili vegliardi, per usare le parole dell'onorevole Cavallotti, vogliano sedere in agosto e is settembre per votare la legge elettorale ? PRESIDENTE. Onorevole Martini, occupiamoci di quello che dobbiamo far noi, e lasciamo agli altri l'occuparsi di quello cli8 essi vorranno fare. MARTINI. Permetta, onorevole presidente, lasci che io dica intero l'animo mio. Se la Camera votasse ora la legge elettorale, e il Senato dovesse poi indugiare a discuterla, ne verrebbe tale un'agitazione, se spontanea o fittizia non cerco, nel paese che io reputo grave di funestissimi effetti... PRESIDENTE. Onorevole Martini, la prego di non entrare in considerazioni che riguardano l'altro ramo del Parlamento. MARTINI. Dunque io faccio proposta che la Camera deliberi di mettere all'ordine del giorno la legge elettorale nel futuro novembre... (Rumori e movimenti in vario senso) PRESIDENTE» Prego di far silenzio. MARTINI..v che la riforma della legge elettorale sia posta all'ordine del giorno a preferenza di ogni altra, salva la precedenza dei bilanci di prima previsione del 1881. (Voci. Ah! ah! — Alcune risa a sinistra — Benissimo ! su altri banchi) PRESIDENTE. L'onorevole Filì-Astolfone ha facoltà di parlare. (Il deputato Cavallotti accenna di voler parlare.) Onorevole Cavallotti, l'ho iscritto. FILÌ-ASTOLFONE. Rinunzio alla facoltà di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Savini. SAVINI. Io dirò due sole parole. Credo fermamente che tutti quanti qui siamo, desideriamo e vogliamo la riforma della legge elettorale ; non faccio torto a nessuno. Non volendola andremmo incontro anche a due auguste promesse; quindi la vogliamo tutti. (Rumori) DI RUDINÌ. Potremmo anche non volerla. SAVINI. Però osserviamo le condizioni di fronte alle quali ci troviamo oggi. Noi abbiamo deliberato di non muoverci di qui prima che la legge elettorale fosse discussa ed approvata. (Rumori) Lo possiamo ora noi ? Io non lo so. L a relazione non è fatta, la Commissione nominata dalla Camera dice che non vi si può riuscire. Or bene, io vi domando, o signori, che il paese, il quale ha preso sul serio la nostra deliberazione... Voci a destra. No ! no ! Non l'ha presa sul serio ! (Rumori vivissimi) Atti Parlamentari — 1423 LÈQISL. XIV — T SESSIONE — DISCUSSIONI — Camera dei Deputati 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 | SAVINI... sappia quali sono le ragioni per le quali che sarà di questo breve periodo legislativo, uno dei non possiamo votare questa legge, ma noi non pos- più fecondi ; la volontà sorretta dal dovere supera siamo ritornare nei nostri collegi, dopo chiusa la gli ostacoli, opera prodigi ed è anche arbitra del Camera e sentirci dire : voi non avete mantenuta la I tempo. Per ciò la Camera ha trovato nella forza vostra promessa. (Rumori ) della coscienza l'ardimento di una risoluzione deliPRESIDENTE. Prego di far silenzio. berando di attuare le due riforme fondamentali. SAVINI. Io non ho nessuna difficoltà di associarmi Per Tana è già imminente il suo voto, per l'altra alla proposta dell'onorevole Martini, però la vorrei | vi è un rinvio ; ma è volontario ? Esso dipende da modificata così : la Camera abbrevi le sue ferie e il circostanze impreviste, da un ostacolo insuperabile. 15 di ottobre (Scoppio di vivissimi rumori e risa) Noi sappiamo che il relatore è un uomo delia cui si trovi qui a discutere la legge. coscienza, della cui intelligenza, della cui competenza nessuno può dubitare; e la sua scelta anzi è PRESIDENTE, l'onorevole presidente del Consiglio una guarentigia ; ma possiamo noi forzarlo al laha facoltà di parlare. voro ed imporgli, nelle circostanze in cui trovas', CAIROLI, presidente del Consiglio. L'onorevole Cavallotti che probabi&aente ieri, quando risposi al- d'improvvisarlo o di affrettarlo; oppure possiamo noi dargli l'intimazione di dimettersi ? Io credo chs l'onorevole Filopanti, non era presente, non ha tutte queste considerazioni poste dinanzi al paese compresa la mia risposta. al quale è guida sicura la retta coscienza e l'infalliCAVALLOTTI. Ero presente. bile buon senso, bastino per provare l'impossibilità PRESIDENTE DEL CONSÌGLIO. Allora non ha inteso di una deliberazione che fu presa col proposito di bene le mie parole, colle quali mi sono limitato a rispondere al deputato Filopanti sugli appunti fatti attuarla, ma che si trova ora dinanzi ad ostacoli insuperabili. Io credo anzi che la scelta di questo reda lui alle presentate interrogazioni. Io non ho d'uopo di fare dichiarazioni a nome latore ci assicuri che il danno dell'indugio sarà attenuato, perchè egli presenterà il suo lavoro e perdel Ministero, relativamente a questo disegno di chè il Ministero fin da questo momento s'impone il legge, che è in cima ai nostri desideri, che fu ogdovere di presentarlo per il primo nella riconvocagetto di tutte le nostre più premurose cure ; sicché zione della Camera, perchè abbia la precedenza abbiamo fatto il possibile per spingerlo in porto, sopra qualunque altra discussione. (Benissimo/) anche nella passata Legislatura. Malgrado però l'urgenza riconosciuta da tutti, si può affermare che non sarà discusso, ni ciò per colpa di alcuno, nemmeno della Commissione, in nome della quale ha eloquentemente parlato l'onorevole Minghetti. La Commissione, alla quale appartenevano amici comuni, dello zelo dei quali non possiamo dubitare, come pure non possiamo dubitare di quello dei nostri avversari, non ha mai interrotto i suoi lavori. Ora domando: è colpa della Camera se mancala materia? La Camera accettando, la prima volta, l'ordine del giorno Cavallotti, al quale acconsentì ben volentieri il Ministero, ha precisato il suo impegno. Ma è imputabile ad essa se questo impegno è nell'impossibilità di adempirlo ? CORRETTA. Non era serio. MINISTRO DELL'INTERNO. Non interrompete. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. La Camera non ha d'uopo di giustificazioni, la giustificazione sta nei suoi atti. Io faccio un appello all'equa e delicata coscienza dell'onorevole Cavallotti per dirmi quando mai in un Parlamento si è detto : discutiamo un disegno di legge, che non è davanti ad esso ? Ho detto che la Camera non ha bisogno di giustificazioni, aggiungo che non è lecito stimolare con rimproveri o con eccitamenti i suoi propositi, i quali sono attestati dai suoi atti, dall'assiduo ed efficace lavoro, Io quindi prego l'onorevole amico Cavallotti di non insistere nel suo proposito anche per la considerazione di quegli che fu designato ad essere il relatore di questo disegno di legge. {Bene!) PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Baccelli. BACCELLI. Rinunziò. {Bravo!) PRESIDENTE. Allora ha facoltà di parlare l'onorevolo Cavallotti. CAVALLOTTI Io debbo rispondere per fatto personale a parecchi oratori. Voci Forte ! forte ! CAVALLOTTI. L'onorevole Martini trovò che io aveva accennato a coloro che avevano votato contro, e; che si erano astenuti dal voto. Io prego l'onorevole Martini di credere che in questo non c'era nulla all'indirizzo di quegli egregi deputati, che anzi io ricordava quel fatto per ¡stabilire-la perfetta logica e coerenza della loro condotta. Locchè non può dirsi di altri. È questo per ciò che li riguarda. L'onorevole Martini accennò che vi era una rondine pellegrina che si era soffermata troppo lungamente sui lidi lombardi.,. Voci. Veroni ! veroni! CAVALLOTTI. Sui veroni lombardi. Ora io prego l'onorevole Martini, il quale, lo so anch'io di pellegrinar non ha bisogno, perchè a dlf- Atti Parlamentari LEGISL. XIV — — 1424 — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — ferenza di me che abito a Milano, egli ha la casa in Roma, lo prego di constatare che dacché incominciarono i lavóri della Camera sino ad oggi 13 luglio, cioè sopra, 55 sedute, la rondinella pellegrina ha preso il volo per sedute sei... Voci. Sopra 44. CAVALLOTTI. Sei sopra 55. Voci. 44. CAVALLOTTI.., Vada per 44 ! Ce ne avanza sempre ! E non è un giorno, nè due che la rondine è tornata qui per rimanervi fin quando il preso impegno lo richieda, magari anche fin dopo settembre. E creda l'onorevole Martini che lo 'star qui danneggia me forse anche più di altri. L'onorevole Minghetti anche volle accennare ad una nota di biasimo che io avrei voluto infliggere alla Commissione per aver trascurato i suoi lavori. Io non ho mai negato che la Commissione abbia lavorato ; se un rammarico avessi potuto esprimere sarebbe anzi stato quello che la Commissione abbia lavorato troppo !... (Rumori) sicuro fin troppo !... e siasi dilungata anche in istudi accademici, che a voler far presto si sarebbero proprio potuti omettere ! (Sì ! sì ! a sinistra) Dunque la diligenza della Commissione è perfettamente fuori di questione. L'onorevole Minghetti accennò pure che ora una nuova ragione d'indugio veniva creata dalla malattia dell'onorevole Zanardelli. Non ho bisogno di dire se io sia fra coloro che amano e stimano altamente l'onorevole Zanardelli, della cui personale amicizia mi onoro : e se e quanto, sapendolo in salute florida, la sua nomina a relatore mi avrebbe sorriso. Ma appunto dacché pur troppo della sua malattia, che addolora me e tutti, si sapeva ; dacché essa era nota ai componenti la Commissione così come a tutti gli amici suoi, a me personalmente rincresce che la Commissione, non ignara delle condizioni di salute in che l'onorevole Zanardelli versava, abbia addossato proprio a lui la fatica e il peso dell'ufficio di relatore. (Rumori — Commenti) PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, la prègo di spiegare il suo concetto sulla nomina del relatore. Ella ha detto qualche cosa sulla nomina del relatore, che non mi è giunta bene all'orecchio. CAVALLOTTI. Allora tornerò a ripetere. Ho detto che, precisamente per questo che la malattìa dell'onorevole Zanardelli non era un mistero per nessuno di noi ed a noi tutti doleva, così doleva a me che appunto sia stato scelto l'onoreyole Zanardelli infermo al pesante e faticoso ufficio di relatore. PRESIDENTE. È un suo giudizio. Sta bene. CAVALLOTTI. Se l'onorevole Zanardelli si fosse ammalato dopo la nomina, avrei capito : era un caso Camera dei Deputati 2 8 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 che nessuno poteva prevedere ; ma saperlo ammalato già, saper che la Camera ha fretta e ha preso l'impegno di concludere, e in queste circostanze nominare un ammalato... PRESIDENTE. Era qui che le chiedevo una spiegazione, onorevole Cavallotti. Che Ella si rammarichi dell'elezione a relatore dell'onorevole Zanardelli3 perchè è malato, fin lì va bene : ma che Ella lasci intendere che fu eletto, appunto perchè ammalato, questo non lo posso ammettere. CAVALLOTTI. E non lo ammetta: ma veda: io non faccio all'onorevole Commissione altro appunto se non questo: che tra il desiderio dello avere l'onorevole Zanardelli a relatore, e il dovere di far presto, per tener fede all'impegno assunto dalla Camera, essa abbia anteposto il primo al secondo. (Rumori) MINGHETTI. Domando di parlare. Voci. Ai voti ! ai voti ! PRESIDENTE. Prego di far silenzio. Ora ha facoltà di parlare ed io gliela mantengo. CAVALLOTTI. È inutile che gridino : l'onorevole presidente mi ha data facoltà di parlare e saprò tenermela. L'onorevole presidente del Consiglio e l'onorevole Martini hanno con eloquenti parole accennato lé ragioni per le quali era impossibile discutere ora la legge elettorale. Io richiamo solamente alla memoria dell'onorevole presidente del Consiglio e dell'onorevole Martini che tutte queste ragioni, dalla prima all'ultima, quasi colle medesime parole, furono precisamente esposte ne! giorno che si trattò di prender l'impegno, qui da questi banchi, dall'onorevole Nicotera, che appunto per esse sconsigliava dal prenderlo. Ma la Camera e il Governo dopo averle udite ben tutte, decisero di non farne caso. Che si vien dunque a parlarcene oggi come si trattasse di novità? Se Camera e Governo allora risolyettero di passarvi sopra e di legarsi con solenne impegno, ciò non riguarda che loro ; a loro oggi tocca il salvar la propria coerenza. L'onorevole Cairoli domanda a me, come egli dice, nella mia delicata coscienza, se io possa citare un caso, in cui la Camera abbia deliberato di dicutere una legge che non aveva innanzi. Io rispondo all'onorevole presidente del Consiglio che glielo cito subito; lo ha detto il giorno 31 maggio, in cui si è votato questo impegno sopra una legge che era ancora di là da venire. (Rumori) E conchiudo. L'onorevole Martini asserì non potersi seriamente arguire da una dilazione qualunque che la Camera non volesse occuparsi presto della questione. Atti Camera dei Deputati Parlamentari LEGISL. XIV — SESSIONE — - DISCUSSIONI — Io non desidero che di essere perfettamente di accordo coli' onorevole Martini nel credere alla lealtà, alla sincerità della Camera ; ma io prego soltanto l'onorevole Martini di avvertire che a crederci non basta che ci siamo io e lui ; che quel leggiero sorriso ironico, incredulo, di cui egli mi parlava, può darsi benissimo che in questo momento increspi le labbra degli italiani, ma per una incredulità ben diversa da quella detta da lui ; e non è colpa mia, non è colpa della Camera, se tutte le nostre dichiarazioni, i nostri affidamenti, non valgono a dissipare questa atmosfera di scetticismo che fuori di qui ne circonda che tutti i giorni sale e si muta in accuse contro le istituzioni quali nessuno di noi vorrebbe ricevere come uomo. (Rumori) Ora guardate voi se questo giovi alla dignità di queste istituzioni di cui vi dite difensori, ed al decoro vostro. A voi tocca pensarci : al decoro nostro e delle firme nostre ci pensiamo noi. (Oh! oh! — Movimenti) PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Fortis. FORTIS. Veramente io, dopo le parole dell'onorevole Cavallotti, il quale ha già risposto in merito a quanto venne detto dall'onorevole Martini e dall'onorevole presidente del Consiglio, non voglio tediare la Camera con ripetizioni e per conseguenza mi taecio. (Bravo! Bene!) PRESIDENTE. L'onorevole Ceppino ha facoltà di parlare. {¡OPPINO. Io ho chiesto di parlare allorquando l'onorevole Medoro Savini diceva che egli si sarebbe adattato alla proposta dell'onorevole Martini, ma che gl'importava che il paese sapesse donde nasceva la causa dell'indugio. Ma, prima di dire una parola di risposta all'onorevole Medoro Savini, e per quella parte che riguarda ma membro della Giunta, dirla al paese, mi permetta la Camera che io rilevi una particolare opinione dell'onorevole Cavallotti, il quale, con un suo apprezzamento ha detto che noi abbiamo dato il voto ad un uomo che sapevamo infermo esponendoci quasi al pericolo di eludere le promesse date. Se l'onorevole Cavallotti ha avuto facoltà di esprimere la sua propria e particolare opinione, la abbiamo anche noi (Benissimo! Bravo !), e l'abbiamo anche noi tre o quattro membri, i quali abbiamo dato il voto all'onorevole Zanardelli; e su ciò ci eravamo intesi fin dal primo giorno, imperocché, fermi nel volere l'allargamento del voto, fermi nel propòsito di rispondere a quello che non era tanto l'opinione del paese quanto un intimo convincimento nostro, sorto molti anni innnanzi che qui si facesse questa proposta (Bene! Bravo!), volevamo dar pegno a tutti che non era il votarla in un giorno 2 a TORNATA DEL 1 2 -LUGLIO 1 8 8 0 od in uri altro che doveva stabilire la verità delle nostre convinzioni, ma il volerla efficacemente s il volerla continuamente ed il farla in quel modo in cui si compiono le grandi riforme e si riconoscono i grandi diritti, i quali ogni dì crescono dignità ai popoli. (Applausi vivissimi) Ora vi domando se voi che avete nominato una Commissione che per singolari accidenti avrebbe potuto trovare motivo di non radunarsi tutt'i giorni, imperocché casi vari ci hanno privato del concorso di parecchi de' nostri onorevoli colleghi, una Commissione nella quale le opinioni potevano e dovevano essere largamente divise e diverse, imperocché rappresentava l'una e l'altra parte della Camera ; ehe malgrado i naturali dissensi e le conseguenti disfatte fu in numero ogni giorno per non impedire con un'assenza il lavoro ed il soddisfacimento del legittimo voto della Camera, potete voi venire a dire a questa Commissione : restringete le vostre deliberazioni? Potete voi dire al relatore : fate una relazione sommaria ? Ma come? L'Italia finalmente discute per la prima volta la sua legge elettorale (Benissimo!); l'Italia finalmente entra nell'esame accurato del primo e più importante de' suoi ordinamenti politici, e promove in mezzo ad una grande quiete del paese, per iniziativa di Principe e di Governo quelle riforme che in altri luoghi costano rivoluzioni (Bene !) e volete che si proceda tumultuariamente (Bravo !), volete che queste questioni non sieno dalla prima all'ultima, analizzate, studiate ? Credete voi che, perchè ciascuno sa quello che vuole, non debba badare a quello che vuole il suo vicino? Voi che create una Commissione speciale dove desiderate che tutte le varie opinioni del Parlamento siano rappresentate, volete chiudere questa gente in una stanza e dirle : conchiudete e tacete? Ma se noi avessimo concluso senza discuterò le difficoltà e le parti del problema gravissimo, si poteva dire ad un uomo qual'esso sia : portateci qui uno studio qualunque? Uno studio qualunque 1 Ma l'Europa guarderà quel che faremo, il mondo civile assisterà alle nostre discussioni e dinanzi a proposte di Governo che sono volumi, dinanzi ad una relazione che fu giustamente lodata, credete voi che possa venire un secondo relatore che vi porti semplicemente il risultato delle discussioni che si sono fatte? un sunto dei verbali? Ed il giorno in cui, non avendo accettato tutto quello che fu proposto dal Governo, non avendo accettato tutto quello che fu proposto da un'altra Com-5 missione, ci chiederanno : quali sono gli effetti delle vostre disposizioni ? Dove sono le statistiche? Camera dei Deputati Atti Parlamentari LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 18 LUGLIO 1880 a la che modo congiungete il paese legale col paese reale? Quante anime di più Terranno a confortare col loro palpito il palpito nostro ? E quante opinioni riconfermeranno quelle opinioni che noi qui difendiamo e sosteniamo col nostro voto ? Il relatore dovrà improvvisare tutto questo ? e non dovrà neanche sapere in qual proporzione sarà accresciuto il corpo elettorale se di 200,000, 300,000 o di un milione di elettori ? Onorevole Cavallotti, la Camera, il Parlamento italiano, ella che conosce la storia lo sa meglio di me, ha sempre lottato per ogni progresso civile e liberale e l'opera sua sarà ricordata. Anche oggi stiamo qui disputando una grande questione ; abbiamo lotte, abbiamo contrasti, ma la violenza nelle nostre battaglie non c'è stata mai. I contrasti non hanno mai turbato i rapporti che debbono legare gli uomini politici tra loro. (Benissimo /) Il sentimento del patrio interesse non manca ad alcuno, quantunque sia diverso in parecchi di noi il modo di considerarlo. Perchè dunque vorremo ricorrere alla violenza? {Interruzione dell'onorevole Cavallotti) Onorevole Cavallotti, non dia alle mie parole una interpretazione che non risponde al significato che Io vi attribuisco ; per violenza intendo : volere per forza una situazione che non è compiuta ; prescrivere un termine quando le condizioni ne mancano. (Forte!) Signori, se alcuno di noi, armato del regolamento, fosse venuto innanzi al nostro egregio presidente, innanzi alla Camera ed avesse detto : discuteremo sull'ordine del giorno, quando la relazione sia distribuita, avremmo potuto in vario senso parlare ; ma è certo che tra i nostri vari sensi il buon senso ci avrebbe suggerito questo : se voi non volete obbligare e Commissione e relatore a domicilio coatto, voi non potete prestabilire ora il giorno della discussione. Ecco quanto intendeva per violenza. Noi abbiamo dinanzi una riforma capitale, la Camera non se lo deve nascondere ; dal 1848 a questa parte non si è discusso nulla di simile a quello che noi andremo a discuterò : è la base delle nostre Istituzieni, è il battesimo nostro. MAZZARELLA. No, la cresima. (Vivissima ilarità) C0PPIN0. Potrebbe essere la cresima, se volessi raccogliere l'interruzione ; imperocché noi dobbiamo essere battezzati prima all'urna e 'cresimati dopo. (Si ride) Ora, dovendo noi chiamare questo popolo, riconoscere a questo popolo una più larga ragione di suffragio, troviamo chi ci contenda il principio? È questiona di t e m p o , e oramai di tempo breve, è un presto o un tardi che sta racchiuso nel corto giro di pochi a mesi ; è un presto o tardi che, in altri paesi, ha costato rivoluzioni sanguinose e che qui tro fa la concordia di tutti... (L'onorevole Fortisfa un movimento col capo) F0RT1S. Domando di parlare per un fatto personale. (Oh! oh!) PRESIDENTE. (Conforma) Onorevoli colleghi, facciano silenzio. F0RTIS. Oh! oh ! (Eumori) PRESIDENTE. Onorevole Forfcis, non apostrofi i suoi colleghi. C0PPIN0. Conchiudendo, dico all'onorevole Cavallotti che, senza chiamare in colpa la Commissione allo stato della cose, nella dirittura del suo giudizio deve riconoscere che la necessaria proroga non può suscitare questioni tra gli amici della importante riforma. Quanto all'onorevole Medoro Savini, egli è troppo sagace per non avere già riconosciuta, nelle parole dette finora, la mia risposta. Il paese deve sapere a chi appartiene la causa del differimento ? Ebbene, il paese sappia che quando noi fummo eletti, e la Camera affermò la volontà sua, abbiamo detto, per noi è una questione d'onore, di non ritirarci nemmanco di una linea, di non perdere neanche un minuto, e condurre a fine il compito nostro : e alla gravità dell'obbligo deve rispondere il tempo. E per noi, presi nei vari lati della Camera, il voto di quel giorno era l'eco d'una dichiarazione uscita allora dall'urna, che portando qua quella che poteva essere l'opinione del paese, diceva: io voglio che congiunta ad una grande riforma finanziaria, sia congiunta una grande riforma politica. Non abbiamo potuto immaginare che col giro della lancetta dell'orologio si dovesse compiere e l'una cosa e l'altra, e posso dire che l'onorevole relatore, o quello che c'è, od un altro qualunque che fosse, non si assumerebbe questo impegno, per rispetto a voi, per rispettò alla gravità delia questione, e per rispetto al Parlamento medesimo, di fronte ai liberi Stati, d'improvvisare, cioè di portarvi in pochi giorni una relazione. Io non ho autorità nessuna verso quegli uomini che hanno sottoscritto l'ordine del giorno dell'onorevole Cavallotti, ma se ne avessi una, e l'amore della cosa pubblica, che certamente non è minore in me di quello che sia nell'animo loro, me ne desse il diritto, li pregherei di voler ritirare il loro ordine del giorno. Noi non chiuderemo Fanno senza aver assaltato, e senza aver definito questa questionerà quale, pur dal dì che è posta, abbiamo sentito dovere essere risoluta principalmente da noi che desideriamo quella .maggiore autorità che al nostro mandato Camera dei Deputati Aiti Parlamentari LEGISL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0 a arreca il concorso di volontà più numerosa, e riconósciamo il dovere di attuare più largamente il principale dei diritti del popolo nostro, che ben ne è degno. (Bene! Bravo!) PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Fabrizi Nicola. FABRIZI NICOLA. Io prendo a parlare dopo un oratore segnalato, ma non avendo che brevissime cose da dire. È così semplice il mio concetto, che mi fece sperare di renderlo intelligibile. (Rumori continui) Mi pare che la Camera si trovi in una condizione delicatissima dinanzi ad una deliberazione presa, e che alcune circostanze la rendono difficile da adempire. La Camera all'epoca della sua deliberazione, non era ignara delle condizioni ordinarie che s'incontrano a Roma nella stagione estiva. Ora il passar sopra quella deliberazione, senza una nuova deliberazione che dimostri che fa seria nella primitiva sua deliberazione, non sarebbe proprio alla sua dignità. Facendo quindi necessità delle circostanze straordinarie che si sono accennate nella discussione, io proporrei quanto è stato già progettato, cioè di fissarsi la convocazione della Camera per la metà di ottobre. Bensì non già per riprendere il corso ordinario della Sessione, ma per deliberare unicamente intorno alla legge di riforma elettorale. (Molti deputati scendono nell'emiciclo e discutono fra loro) PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, si de?e votare, li prego di riprendere i loro posti e di sgombrare l'emiciclo : bisogna venire alla conclusione di questa discussione già assai lunga. (Rumori) FABRIZl NICOLA. A me sembra... PRESIDENTE. Prego nuovamente di far silenzio. Onorevoli colleghi, sgombrino l'emiciclo, e facciano silenzio, altrimenti sarò obbligato di sospendere la seduta. FABRIZlN. A me sembra che in questo modo resterebbe eliminato ogni dubbio di alterazione nella fermezza della Camera nel proposito di venire a capo il più presto possibile di questa legge, vincendo le difficoltà coi mezzi possibili, e dandone prova solenne, come sarebbe quella di scegliere il primo momento in cui la stessa stagione in Roma si fa propizia alla... (Rumori prolungati e conversazioni) PRESIDENTE. Ma, onorevoli colleghi li prego di far silenzio. FABRIZl. Ognuno sa che io non ho pretese di avere autorità, nè d'influenza sopra la Camera. Io non sono se non che una coscienza che parla. Non volete ascoltarla, mi taccio. PRESIDENTE Ha facoltà di parlare l'onorevole Fortis per un fatto personale. a FORTIS Io ho il dovere di spiegare all'onorevole Coppino la ragione della mia denegazione, ch'egli ha avuto la compiacenza di rilevare. Io feci un segno di negazione quando egli ha detto che era concordo la rappresentanza del paese col Governo nel concedere una riforma fondamentale. E questi segni di denegazione li ho fatti non già perchè io non rispettassi altamente il parere dell'onorevole Coppino, ma perchè io non ritengo che noi siamo d'accordo nel voler questa riforma ; anzi credo che una gran parte di noi sia aliena dall'accettarla. In secondo luogo io ho fatto un segno più accentuato di denegazione perchè nella mia convinzione è che non si tratta di una concessione che noi dobbiamo fare... PRESIDENTE. Onorevole Fortis... FORTÌS... ma della restituzione di un diritto. PRESIDENTE. Questo è un suo apprezzamento, FORTÌS. Ora io voleva solamente acceennare questo all'onorevole Coppino, perchè egli sappia che se io ho fatto quel segno, l'ho fatto unicamente perchè sentivo che le sue convinzioni ripugnavano alle mie. Inoltre io non poteva accettare (e questo era un altro motivo per cui io disapprovava il suo dire) che egli attaccasse la parte a cui io appartengo, mentre noi non abbiamo fatto altro che richiamare la Camera all'osservanza di una sua solenne promessa. Imperocché tutte 1© ragioni che sono state svolte qui dall' onorevole Coppino e dagli altri, dovevano e potevano essere presenti alla Camera quando deliberò la prima volt«. (Rumori) Noi non intendiamo di fare violenza a nessuno, noi intendiamo di rispettare e che si rispetti dagli altri il solenne voto, la solenne promessa della Camera ; se a voi pare che questa promessa non debba valere in tutta la sua estensione, noi intendiamo unicamente di separare la nostra responsabilità dalla vostra. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Non dirò che poche parole per fare una dichiarazione, anzi, per dare una risposta all'onorevole Cavallotti, il quale disse che la Camera, benché non avesse davanti a sè il disegno di legge, deliberò nel 10 maggio di discuterlo in qualunque modo. Con ciò rispondeva a me che diceva : quando mai si è visto una Camera a voler discutere un disegno di legge del quale non è pronta la relazione? Dunque, onorevole Cavallotti, in ciò sta la differenza; perchè se la relazione fosse pronta, il Ministero, che ha intera fiducia nel patriottismo e nell'abnegazione della Camera, la quale ne ha data ampia prova in questo periodo di tempo ' 9 Atti Farlamentarì 1428 Camera dei Deputati LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 avrebbe il coraggio di domandarle di fare ciò che essa ha deliberato. All'onorevole Cavallotti, il quale ha fatto un'allusione alla Commissione che non meritava, e che fu splendidamente confutata dall'onorevole Coppia©, osservo pure che fra coloro I quali non solo hanno votato la mozione che egli presentava, ma che l'hanno appoggiata colla parola, era l'onorevole Zanardelli. Ora chi può dubitare della delicata coscienza dell'onorevole Zanardelli, il quale, accettando di essere relatore della Commissione, ha provato che essa si trova davanti ad ostacoli che non si potevano prevedere, e che era sicuro che anche la Camera, malgrado la deliberazione appoggiata, sostenuta e quasi proposta da lui, ne avrebbe tenuto conto? Debbo poi dire al mio amico, il deputato Fabrizi' che avendo il relatore, per mezzo dell'egregio presidente della Commissione, fatto quella così delicata dichiarazione, dicendosi ammalato e nell'impossibilità di preparare il suo lavoro presto, non si può precisargli un termine per il compimento del suo lavoro. 11 termine lo precisa il Ministero nel dichiarare ancora che il primo progetto che verrà discusso quando sarà riconvocata la Camera, sarà la riforma elettorale. Voci. Dopo i bilanci del 1881. ÉPSIRO BELL'INTERNO. Terremo due sedute. Voci. Ai votit ai voti! La chiusura! PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Cavallotti per un fatto personale. (Rumori) Vi rinunzia? CAVALLOTTI. Due .sole parole per assicurare l'onorevole presidente del Consiglio che la parte onorevole avuta dall'onorevole Zanardelli nella sua iniziativa del 31 maggio scorso, non vi era punto bisogno di ricordarmela. Chi conosce la mia stima per l'onorevole Zanardelli non può neppure lontanamente immaginare il menomo dubbio delle sue intenzioni... (Eumori — Conversazioni) Non è all'onorevole Zanardelli che le nostre parole mirano. Noi vogliamo soltanto che sia bene accertato su chi dovrà pesare la responsabilità della rimandata discussione della riforma elettorale che la Camera aveva preso formale impegno di discutere prima di separarsi. Ed é per saperlo che provochiamo un voto formale delia Camera. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare 1' onorevole Morana. (Rumori prolungati ~~ Voci Ai voti! ai voti !) — (Con forza) Prego di far silenzio, onorevoli colleglli. Non c'è più nessun altro iscritto. Verremo dopo ai voti. Psrli, onorevole Morana. MORANA. Prendo a parlare a malincuore e tanto più a malincuore che per parte mia sono disposto a mantenermi fedele alla promessa fatta rimanendo qui al mio posto tanto tempo che basti per votare la legga della riforma elettorale. Ma dopo aver detto ciò, mi affretto a soggiungere che noi tutti quanti siamo, non possiamo restara sotto l'impressione che le parole dell'onorevole Cavallotti e dell'onorevole Fortis possono produrre. Essi vogliono riversare la responsabilità su noi... (Segni affermativi dell'onorevole Cavallotti) Ma io dico che essi non hanno il diritto di farlo. (Interruzioni vivaci degli onorevoli Fortis e Cavallotti) Voci. No! no! no! (Rumori) PRESIDENTE. (Con forza) Facciano silenzio. BACCELLI. Sono essi i padroni ? PRESIDENTE. (Con forza) Onorevole Baccelli, la prego di non interrompere, nè d'inveire contro i suoi colleglli. BACCELLI. Chiedo di parlare. MORANA. Io ripeto che credo che essi non abbiano il diritto di portare alla Camera una questione immatura per procacciarsi il gusto di mostrarci infedeli alla nostra promessa, di dirci incoerenti. CAVALLOTTI. E voi non siatelo. I0BANA. Se l'onorevole Cavallotti fosse venuto ad accusare di ritardo la Commissione, che mi pare non meriti nessuna censura ; se l'onorevole Cavallotti avesse creduto conveniente di muovere appunto al suo relatore, il che non ha fatto, e non ne avrebbe avuto ragione, non potendo l'onorevole Zanardelli, di cui tutti qui apprezziamo le doti, delia mente 8 del cuore, essere colto menomamente in colpa in \ questa occasione, io comprenderei la sua proposta. ' Ma quando la relazione non è davanti alla Camera, e non ci sarà per qualche tempo, poiché ha affermato il presidente della Giunta che l'onorevole Za| nardelli si dimetterebbe piuttosto, che sottostare 1 agli atti di violenza che vorrebbero usargli gli ono| revoli Cavallotti e Fortis... (Proteste ad estrema sif nistra — L'oratore parla rivolto verso il deputato \ Cavallotti) I PRESIDENTE. Onorevole Morana, parli rivolto al presidente e con calma. MORANA.. io domando con qual diritto l'onorevole Cavallotti viene ad accusare noi e ci denunzia al paese? U M E T T I . Chiedo di parlare. MORANA. Ora a me piace di ripetere, a proposito della questione presente, che non c' è colpa di nessuno ; non c' è colpa della Camera, la quale ha solennemente manifestato la sua volontà, non c' è colpa della Commissione, la quale fino ad oggi ha lavorato quanto da uomini si poteva mai pretenderà che lavorassero ; non c'è colpa del relatore, il quale, nominato appena oggi, dichiara di non poter compiere un lavoro di tanta mole e di cotanta impor« [) Atti tarlarne filari Camera dei Deputati LEGISL. XIY — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 tanza in un termine limitato e sotto il pungolo di una fretta irragionevole. E dal momento che per tutto ciò, la relazione non è davanti la Camera, io non credo che si possa accusarci di non voler mantenere la promessa data, come cittadini e come gentiluomini, e che le cose debbano restare allo stato in cui si trovavano prima che la proposta dell'onorevole Cavallotti fosse stata fatta. Ciò posto, e dopo queste spiegazioni, io mi permetto di presentare alia Presidenza l'ordine del giorno puro e semplice su tutti gli ordini del giorno delle pressioni alla Giunta tali quali risultano dall'ordine del giorno dell'onorevole Cavallotti... CAVALLOTTI. Che pressioni ! F0RÌIS. Eccitamenti, non pressioni. MORANA. Abbiano pazienza, dirò eccitamenti sull'animo della Commissione, se così a loro piace, a fine di invitarla a presentare una relazione in un termine brevissimo... BACCELLI. (Con forsa) Contro chi ha lavorato sempre ! IQRANA... o invece se si deve mettere all'ordine presentati. (Movimenti e rumori) del giorno per novembre o per ottobre, come di• PRESIDENTE. Un momento ; vien proposto l'ordine ceva l'onorevole Savini, la legge elettorale. Ora a del giorno puro e semplice. me preme di affermare che non vanno discusse quePrima che si discuta su questo io mi permetto di stioni di tal natura oggi, giacche dell'ordine del pregare il proponente di ritirarlo. L'ordine del giorno si può solo allora contendere quando le giorno puro e semplice sanno qual valore esso relazioni stanno davanti alia Camera. abbia ; lascia come essi sanno il tempo che trova. Dunque io credo che noi dobbiamo chiudere que{Benìssimo!) Ma qui noi ci troviamo dirimpetto ad sta prima questione lasciando le cose allo stato in una parte della Camera, la quale vuole che sia af- cui erano. La promessa dalla Camera fu fatta, e frettata la discussione di una determinata legge, e vale quel che fu promesso, nè può nè deve essere ad un'altra la quale vuol prefiggere il momento in discussa e sindacata da alcuno. cui questa legge si deve discutere. Onorevole Cavallotti, non rida... PRESIDENTE. Onorevole Morana, non sollevi dei La Camera aggiornandosi, si aggiorna come si fatti personali anche per dei cenni. suol dire, a domicilio ; tocca al suo presidente di 10RANA. C'è però una seconda questione, cioè : sa convocarla. Ora il presidente desidera una delibela Camera debba precisare al presidente con esatrazione precisa, determinata; perchè egli, scrupolotezza la via da seguire, quando la relazione venisse sissimo osservatore di una deliberazione precisa edeterminata, non potrebbe, data una deliberazione presentata durante le vacanze e di ciò io credo che indeterminata, rispondere ai sentimenti d'ogni parte si possa discutere in altra giornata in un'altra occasione, dopo di avere per oggi respinta la propodella Camera, come è suo dovere. (Benissimo!) Aggiungo che questa convocazione della Camera sta Cavallotti con l'ordine del giorno puro e sema domicilio, lasciata in facoltà del presidente, viene plice. PRESIDENTE. Ci sono 6 ordini del giorno in alcuno fatta sì d'iniziativa del presidente ; ma vien fatta dei quali tutto è precisato. tenendo presenti inveterate consuetudini e previi MORANA. Onorevole presidente, tutti questi sei oraccordi col presidente dell'altro ramo del Parladini del giorno implicano una censura della Camera, mento e col presidente del Consiglio. che io vorrei sul momento troncare. Di tali ordini Perciò io prego la Camera, poiché questa quedel giorno io vorrei che non si parlasse, per non stione si è tanto dibattuta, di volerne uscire con un mettere menomamente in discussione qualsiasi biavoto ben preciso e determinato ; al quale, per la simo o censura che si volesse da chicchessia infligparte che lo riguarda, il presidente sarà fedele, come gere alla Camera. una sentinella ad una consegna. (Benissimo !) Nessuno di noi ha mancato alle sue promesse soL'onorevole Morana ha facoltà di parlare. lenni dal momento in cui non siamo in grado di KGRANA. L'onorevole presidente, nella sua corte- poter discutere la legge sulla riforma elettorale per sia, ha pregato il proponente dell'ordine del giorno forza superiore alle nostre volontà e senza colpa di puro e semplice, di ritirarlo. Io, con tutto il rispetto alcuno. che ho pel nostro egregio presidente, e con tutta PRESIDENTE. Onorevole Morana, negli ordini del la deferenza per i suoi giudizi, voglio sottoporre giorno, che ho sott'occhi e che leggerò, non c'è cenpiù che ad altri a lui stesso se qui non si tratta sura per nessnno0 di due questioni differenti ed aspetterò per risolHORANA. Io presento l'ordine del giorno puro e vermi che egli decida. semplice. PRESIDENTE, lo la prego ancora una volta, onore» C'è in primo luogo una questione, quella che ci agita in questo momento, ed è se si devono fare vole Morano di ritirarlo, «Ìli Camera dei Deputati 1480 LEGISL. XIV «— I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1880 a a MORANA. Io insisto nell'ordine del giorno puro e semplice e sarà quel che sarà. Se dopo che l'avremo votato verrà presentata una mozione, la quale disponga che appena la relazione sarà presentata il presidente è autorizzato a convocarci a domicilio, per parte mia non solo l'accetterò ; ma entrando in questa seconda fase della questione, dopo di aver troncato la questione delia censura alla Camera, dichiaro fin d'ora che come sarei stato disposto a restare in Roma adesso per la discussione di questa legge, sono disposto a venirci in quel qualunque giorno che potesse venire indicato per iniziare la discussione della riforma elettorale, rinunziando a qualunque agio ed affrontando qualunque inconve-' niente. PRESIDENTE. Innanzi di dar facoltà di parlare ad altri oratori, mi lascino leggere gli Ordini del giorno. FABRIZl. Domando di parìareper una dichiarazione. PRESIDENTE. Abbia pazienza: parlerà dopo. Oltre quello dell'onorevole Cavallotti che già è stato letto, venne presentato un ordine del giorno dall'onorevole Savini, del tenore seguente : « La Camera, fiduciosa che la Commissiona della, riforma elettorale, voluta indistintamente da tutti,, possa aver compiuto i suoi lavori pel I novembre* decide che per quest'epoca la riforma elettorale sia, messa all'ordine del giorno. » Un altro degli ordini del giorno è dell'onorevole Fabrizi : « Il sottoscritto propone che la Camera si raduni, al 15 ottobre in sedute straordinarie per discuttere esclusivamente la legge elettorale. » Un altro è degli onorevoli Berio ed Arisi: a La Camera, persistendo nel proposito manifestato di discutere la legge elettorale appena na verrà presentata la relazione, passa all'ordine del giorno. » Un altro è dell'onorevole Martini: « La Camera delibera di porre all'ordine del giorno la legge di riforma elettorale, di preferenza di ogni altra, subito dopo la votazione dei bilanci per il 1881. » Viene finalmente l'ordine del giorno puro e semplice proposto dall'onorevole Morana, al quale dopo aver letti questi ordini del giorno, io fo ancora preghiera di volerlo ritirare. Voci. Ritiri ! ritiri ! MORANA. Lo ritiro. (Bravo !) PRESIDENTE. Comunico un'altra proposta arrivata ora : « La Camera, pronta a discutere la legge elettorale appena ne sarà fatta la relazione, passa all'ordine del giorno, « Pepe. » o L'onorevole Baccelli ha facoltà dì parlare. BACCELLI. È la seconda volta che ho domandato di parlare. Ho rinunziato la prima per fare ©maggio alla volontà della Camera; non rinunziò a questa perchè intendo di dire anch'io il mio avviso intorno ad una questione così grave e che così vivamente si agita. Io credo che se noi andiamo ancora avanti di questo passo non faremo altro che un'accademia ; a beneficio di chi non so, ma una vera accademia. Uomo positivo, avvezzo sempre ad esserlo, posso dichiarare che ho accettato l'onore che la Camera mi ha fatto ; sono stato parte e testimone di lavori indefessi e gravissimi che la Commissione ha compiuto fino a quest'oggi, e di qui a pochi istanti ritorna daccapo al lavoro. Più di questo, signori, non potete pretendere, perchè più di così non può farsi umanamente; e, se pretendeste di più, sareste ingiusti ; e chi grida non ha lavorato, e chi non ha lavorato non ha il diritto di gridare! (Bravo! Bene!) Noi abbiamo eletto l'onorevole Zanardelli perchè rappresenta le idee della parte più liberale, e non già perchè l'onorevole Zanardelli sia infermo. L'onorevole Zanardelli, anche così com'è, viene ancora assiduo alle nostre sedute, è stanco, immensamente stanco, e protesta che non può fare di più, pur accettando l'immane compito che gli abbiamo messo sulle spalle. Come si può dunque dire che noi abbiamo nominato un infermo quasi per frapporre indugi nuovi al compimento del nostro lavoro ? PRESIDENTE. Onorevole Baccelli, la prego... BACCELLI. Ma mi permetta di dire la verità nuda. PRESIDENTE. Onorevole Baccelli, l'onorevole Cavallotti ha corretto il suo pensiero, ed ha detto esplicitamente che questa non era stata mai la sua intenzione. BACCELLI. Orbene, io dichiaro che in questo momento ed in questa Camera (almeno io l'intendo così) non vi sono che due partiti legali : Destra e Sinistra, e che la Camera prende le sue decisioni ; e non ci può essere una punta di deputati che possa infliggere un biasimo alla Camera. La Camera è giudice di se stessa. (Bravissimo f ) FORTIS. Respingo questa insinuazione... (.Rumori — Interruzioni — Agitazione vivissima) PRESIDENTE. Prego di far silenzio. Voci, Oh ! oh ! (Proteste — L'onorevole Cavallotti e Vonorevole Fortis si aUano in piedi e protestano vivamente) FORTIS. Dietro noi vi è il paese ! Moltissime voci a destra ed a sinistra. All'ordine! all'ordine ! . Onorevole Fortis, onorevole Cavai- Atti Parlamentan LEGrISL. XIV — —~ 1431 — Camera dei Deputati I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL l o LUGLIO 1880 lotti, li richiamo all'ordine, (Rumori — Proteste — Agitazione vivissima — 1 deputati si ah ano in piedi — Diverbi) Onorevoli deputatici richiamo alla calma. In caso contrario sospenderò la seduta. Voci. No! no! (Continua vivissima Vagitazione : molti deputati sono in piedi — I rumori continuano vivacissimi — Il presidente scuote invano il campanello) PRESIDENTE. Prego di far silenzio, perchè in mezzo ai rumori è impossibile condurre la discussione con quella calma che è necessaria. Mi vien riferito che la cagione dell'eccitamento, al quale alcuni nostri onorevoli colleghi si sono abbandonati, siano alcune parole che sarebbero state pronunziate dall'onorevole Fortis ad alta voce. (In questo momento una signora apre una porta e si presenta nell'Aula — Scoppio d'ilarità) Ora, siccome le parole dell'onorevole Fortis erano evidentemente provocate da altra parola dell'onorevole Baccelli, da lui esattamente o non esattamente interpretata, così prego l'onorevole Baccelli in prima, ripetendo quella parola, di chiarire il suo pensiero, ed allora io pregherò dopo l'onorevole Fortis di chiarire il suo. L'onorevole Baccelli avrebbe detto che la Camera è tutta solidale delle sue deliberazioni, e non può permettere che una punta di deputati si imponga a tutta la Camera. Voci. Ed ha ragione ! (Continua Vagitazione) PRESIDENTE. Ora, io prego l'onorevole Baccelli di spiegare il suo concetto. BACCELLI. Voleva dire un manipolo. FORTIS. Debbo spiegarmi io ora ? PRESIDENTE. Precisamente, la prego di voler spiegare le sue parole. FORTIS. Non parlo delle proposizioni che sono state pronunziate prima dall'onorevole Baccelli, perchè queste non hanno sollevato l'incidente. Io, naturalmente, ho dato sfogo ad un giusto risentimento quando ho sentito l'onorevole Baccelli asserire, che non si poteva permettere che una punta di deputati s'imponesse alla Camera, e le facesse violenza (od almeno qualche cosa di questo genere) e che non vi sono altri partiti legali che Destra e Sinistra ; ne veniva di conseguenza che questa punta di deputati era fuori della legalità. (Oh! oh!) Io mi sono sentito dire altre volte, fuori di qui, che noi eravamo un partito ex lege(Vivi rumori) PRESIDENTE. Onorevole Fortis... FORTIS. Un momento... PRESIDENTE. Onorevole Fortis, non tenga conto di quello che ella ha potuto udire fuori di qui. FORTIS, Allora paturalmente sentendomi ripetere un'accusa di questo genere, ho detto all'onorevole Baccelli : potrebbe darsi che dietro questa punta vi fosse il paese. (Scoppio di rumori) CAVALLOTTI. Sicuro! Bene! PRESIDENTE. (Con forza) Onorevole Fortis, il paese è con la sua rappresentanza legale... (Scoppio di vivissimi, prolungati e quasi unanimi applausi) alla quale tutti debbono essere obbedienti, e primi coloro i quali hanno opinioni che possono non essere quelle della maggioranza qui riunita. (Nuovi e vivissimi applausi) CAVALLOTTI. (Con ironia) Non gridate contro il paese. (Rumori prolungati) PRESIDENTE. Onorevole Cavallotti, la richiamo all'ordine. (Agitazione grandissima a sinistra — Grida) (Con forza) È inutile che gridino, le loro grida non s'imporranno alla voce della mia coscienza, la quale mi dice che a questo modo non si fanno gli affari del paese. (Vivi applausi) Procediamo con calma. FORTIS. Mi preme di dichiarare che le parole applaudite dell'onorevole presidente non ritengo che possano riguardar me, perchè nulla ho detto che possa essere confutato dalle parole dell'onorevole presidente; quindi, per me e pei miei colleghi, quelle parole si riferiscono a qualche cosa che sta fuori dell'incidente che mi riguarda. PRESIDENTE. (Con forza) È questo un suo giudizio, ma così non istà nel mio giudizio ed in quello della Camera. (Bene! Bravo!) FORTIS. Resta dunque stabilito che le parole del presidente e gli applausi della Camera non concernono l'incidente. (JRumori vivissimi) PRESIDENTE. Questo lo stabilisce lei. Onorevole Fortis, la prego... FORTIS. Signori, se nelle questioni di logica si fa entrare la ragione di parte, tutto è finito. (Continuano i rumori) PRESIDENTE. Onorevole Fortis, la prego di riflettere che le parole che pronuncia aggravano le sue precedenti. FORTIS. Ed allora, dica all'onorevole Baccelli che qui non vi sono punte... PRESIDENTE. Onorevole Fortis, l'onorevole Baccelli l'aveva già dichiarato che non è potuto mai passare per la sua mente di qualificare con significato dispregiativo una parte qualunque della Camera. FORTIS. Ma, onorevole presidente, non è questione di disprezzo... Molte voci. Basta! basta! (Rumori) PRESIDENTE. Onorevole Baccelli vuol ripetere 1* sua dichiarazione ? Atti Parlamentari LÉGISL. XIV — r 1432 —» " Camera dei Deputati SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 18 LUGLIO 1880 BACCELLI. Onorevole presidente (Segni di attenzione), io non avrai creduto che le mie parole avessero potuto dar luogo a quest'incidente. Io ho affermato che dentro quest'Aula non vi può essere che una Destra e una.Sinistra ; poi ho soggiunto : se oltre questi due partiti v'è una punta di deputati (e se non piace punta, dirò manipolo, dirò drappello) che voglia imporsi alla Camera, non ha diritto di farlo, perchè la Camera è giudice di se stessa e perchè non riceve censure da alcuno. (Benissimo! Bravo!) FORTIS. Ed allora io rispondo che noi avevamo il diritto di proporre alla Camera qualsiasi proposizione, e questo non significa imporsi. (Rumori — Agitazione) Voci. A i voti! ai voti! PRESIDENTE. Allora verremo ai voti. BU0N0UQ. Domando di parlare. (Rumori) Voci. No! no ! Ai voti! ai voti ! PRESIDENTE. Onorevole Buonomo, la prego... Veniamo ai voti. (Ai voti! ai voti!) Verremo ai voti... G10VAGN0LI. Onorevole presidente, mi permetta poche parole. (Rumori continui) PRESIDENTE. (Con impazienza) Allora ha facoltà di parlare l'onorevole doppino. Se tutti vogliono parlare, finiremo questa sera ; così ci mancherà il tempo per discutere i provvedimenti finanziari e le altre leggi. Voci. Ai voti ! ai voti ! C0PPIN0. Io sarò molto più breve di quel che potrete immaginare. (Ai voti ! ai voti!) Io ho domandato di parlare per fatto personale, quando l'onorevole Fortis (Forte!) svolgendo il fatto personale che con un cenno si era creato, negava che qui si fosse concordi perchè l'allargamento del voto era per alcuni una concessione, un diritto per altri. L e parole che io dissi, e la relazione che verrà dimostrano che noi non creiamo, ma riconosciamo il diritto. In secondo luogo, dopo la spiegazione che io ho dato subito alla parola violenza, non ci stavano le osservazioni nè dell'onorevole Fortis, nè dell'onorevole Cavallotti; qui alla Camera, nella mia coscienza di deputato, nella conoscenza di diritti e di doveri nostri non può la violenza, e sarebbe vana l'accusa. Onde a me è amaro l'aver sentito che quella parola fosse rilevata in un senso diverso da quello in cui io la pronunciavo. Aggiungo un'ultima parola : quando si discorre delle responsabilità della dilazione, io, come membro della Commissione e come deputato, ne accetto la mia parte, e domando che la Camera dichiari di voler discutere la legge solo quando ogni procedi- mento sia compiuto e la relazione presentata. (Benissimo !) PRESIDENTE. L'onorevole Minghetti ha facoltà di parlare. HIN6HBTTI. (Segni di attenzione) Non abuserò della facoltà datami dall'onorevole presidente. Avendo io parlato come membro della Commissione, desidero anche di dire quello che io farei intorno a questi ordini del giorno. Io credo che quello proposto dall'onorevole Martini sia, nel suo concetto, un ordine del giorno savissimo; e che, in fondo, traduca poi il pensiero del Governo. È tale quale. L a sola difficoltà che avrei è del non essere perfettamente corretto; perchè mettere all'ordine del giorno una cosa che non è ancora presentata davanti alla Camera, non è corretto. Ma, ad ogni modo poiché la direzione dei lavori della Camera spetta al Governo, è lui che deve dirigere i lavori della Camera e non deve lasciarsi rimorchiare: e siccome il Governo ha detto quel che dice l'onorevole Martini, io, in mancanza di una più chiara espressione dei miei pensieri, voterò l'ordine del giorno dell'onorevole Martini. (Movimenti in vario senso) PRESIDENTE. L'onorevole Fabrizi Nicola ha facoltà di parlare. FABRIZI NICOLA. Io non avevo inteso di criticare alcuno (Forte ! forte !) colla mia proposta. Aveva inteso di presentare una modificazione pratica ad una deliberazione precedente della Camera, che alcune circostanze avevano reso inapplicabile. L'onorevole presidente del Consiglio non crede che fra tre mesi l'onorevole Zanardelli possa essere risanato, ma solo tra quattro ; senza dividere i timori dell'onorevole Cairoli, ritiro la mia proposta. (Rumori) PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi lascino udire gli oratori, altrimenti poi quando mi sfuggono le frasi, bisogna far ripetere, e si perde tempo. L'onorevole Fabrizi Nicola ritira la sua proposta. L'onorevole Giovagnoli ha facoltà di parlare. (Rumori) GIOVAGNOLI. Due soli minuti. Essendo uno dei firmatari dell'órdine dei giorno che, presentato con intenzioni pie, caste e purissime, ha suscitato tante tempeste, sento la necessità di dichiarare che le cose che sono avvenute e che nessuno poteva prevedere, hanno dato a questa discussione un colorito che nessuno aveva intenzione di darle. Siccome l'onorevole presidente, nel redarguire un oratore, ha parlato di aspirazioni che sono al di fuori di questa Camera, mi preme dichiarare che per me non vi sono aspirazioni al di fuori di questa Camera ; che io appartengo a quell'estrema sinistra alla quale alludeva l'onorevole Baccelli, ma nell'or- Atti tarlamentarì — 1433 — Camera det Depilati LEGISL. XIY — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TOE.NATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 possa aver compiuti i suoi lavori per il 1° novembre,' decide che per quest'epoca la riforma elettorale sia messa all'ordine del giorno. » Il terzo è quello degli onorevoli Arisi e Bario : « La Camera persistendo nel proposito manifestato di discutere la legge elettorale, appena verrà la relazione, passa all'ordine del giorno. » Il quarto è dell'onorevole Pepe : « La Camera, pronta a discutere la legge elettorale appena ne sarà stata fatta la relazione, passa all'ordine del giorno. » Quindi viene l'ordine del giorno dell'onorevole Martini che ha la precedenza, come quello che più si discosta dalla proposta Cavallotti ed altri deputati. Per conseguenza sarà posto a partito. Su questo è chiesto Fappello nominale da 17 deputati che sono gli onorevoli : Fortis, Chidichimo, Ferrari, Cavallotti, Aporti, Foppoli, Friscia, Giovagnoli, Malocchi, Polti, Folcieri, De Cesaris, Cucchi Francesco, Rassetti, Fiiopanti, D'Arco e Pellegrino. Si procede alla votazione nominale. Chi approva l'ordine del giorno dell'onorevole Martini, risponderà sì; chi lo respinge, risponderà no. Li prego di rispondere ad alta voce. (Conversazioni) PRESIDEME. Ma onorevoli colleghi, li prego di far Onorevole eolieghi, facciano silenzio, od io sospendo la seduta per una mezz'ora affinchè la calma silenzio. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Poiché la presentazione si ristabilisca. Altrimenti è inutile : si sta qui, io della relazione potrà anche determinare il Ministero mi sfiato, ed i segretari non possono raccogliere le ad anticipare la convocazione della Camera. L'or- risposte dei eolieghi. Si farà la chiama. dina del giorno prende atto delle dichiarazioni nostre tenendo conto anche della legge di contabilità, MARI0TT1, segretario. (Fa la chiama) legge che s'impone a tutti. Risposero Sì: Il Ministero accetta quest'ordine del giorno perchè sa che i suoi desiderii sono perfettamente conAbignente — Agostinelli — Albini — Aìvisi — formi a quelli della Camera, interprete del voto del Amadei — Angeìoni — Antonibon — Arcieri — paese, del quale è la legittima rappresentanza. Argenti — Arnulfi — Avati. {Bravo! — Applausi) , Baccarini — Baccelli — Bajocco — Balegno — PRESIDENTE. Sono stati presentati cinque ordini Baracco — Baratieri — Bardoscia — Berardi Fidel giorno (Oh!) oltre i due che sono stati ritirati. lippo — Bernini — Berti Domenico — Berti FerdiNe do lettura. nando — Bertele-Viale — Bianchi — Bizzozero — Il primo è quello dell'onorevole Cavallotti : Bonacei — Bonghi — Bonoris —» Bormeini — Bor« La Camera, penetrata daìl'obbligo morale as- gnini — Borromeo — Boselli — Botta —- Brin sunto verso il paese coll'ordine del giorno 31 mag- Brunetti — Bonavoglia — Buonomo. gio scorso, confida nel patriottismo e nello zelo della Cafici — Cairoli — Calciati «— Cancellieri — Commissione e del suo relatore per essere posta in Cannella — Capiìongo — Cappelli — Oarancini — grado di intraprendere nel più breve termine la di- Carnazza — Cattani-Cavalcanti — Cavalletto *— scussione sulla riforma elettorale, affrettata da una Celesia — Cernili Cherubini — Ghlaves — Chigi solenne promessa alla quale avanti di separarsi in- — Chimirri — Chinaglia — Ciardi — Cocconi — Cotende di fer onore. » cozza — Colombini — Comin — Compans — CepIl secondo è quello dell'onorevole Medoro Savini : pino — Corbeita — Cordova — Corvetto — Co» « La Camera, fiduciosa che la Commissione della stantini. riforma elettorale voluta indistintamente da tutti D'Ari — De Bascourt — Del Giudice — Della dine legale, nell'ordine stabilito. (Oh ! oh ! — Seguitano i rumori vivissimi e prolungati) PRESIDENTE. Onorevole Giovagnoli... (Eumori) Li prego di far silenzio. In quanto a lei, onorevole Gio* vagnoli, la prego di riflettere che tutti i eolieghi che stanno qua dentro sono perfettamente nell'orbita legale. (Rumori) Ha faeoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. (Segni d'attenzione) Una semplice dichiarazione sugli ordini del giorno. Per le considerazioni che ho svolto prima, il Ministero non può accettare mozioni che precisino il giorno della convocazione della Camera (Benissimo/) perchè ho anche detto che il Ministero non può sapere quando sarà pronta la relazione. Il Ministero è sicuro, che se la relazione fosse pronta oggi alla Camera, questa troverebbe nel proprio patriottismo la forza per rimanere a discutere la legge. L'ordine del giorno che accetta, il Ministero è quello dell'onorevole Martini (Bravo/); poiché l'ordine del giorno dell'onorevole Martini, è perfettamente conforme alle dichiarazioni che ho fatte, cioè che la precedenza sarà data alla riforma elettorale. (Conversazioni animate su diversi banchi) Atti Parlamentari LECxISL. XIV — — 1434 — Camera dei Deputati l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 Croce — Della Somaglia — Delle Favare — Del Prete — Depretis — De Renzis — De Riseis — De Rollanti — De Sancii» — De Zerbi — Di Balme — Di Carpegna — Di Gaeta — Di Lenna — Dini — Di Santa Elisabetta — Di Sant'Onofrio — Doglioni — Donati. Elia — Emo Capodilista — Ercole. Fabris — Fabrizi Paolo — Falconi — Fano — Farina Emanuele — Favale — Favara — Ferracciù — Ferrari Carlo — Ferrati — Ferrini — Fili Astolfone — Florena — Fortunato — Francica. Gandolfi. — Gattelli — Genala — Genin — Gerarci — Germanetti — Gerra — Gessi — Geymet — Giera — Giovannino — Giudice — Giudici — Goggi — Gorio — Guala — Guiccioli. Imperatori — Ineagnoli — Indelli — Inghilleri — Isolani. Lacava — Lagasi — La Porta — La Russa — Leardi — Lovito — Lucchini Giovanni — Luchini Odoardo — Lugli — Lunghini — Luporini — Luscia — Luzzatti. Maffei Alberto — Maldini — Mameli — Mangilli — Mantellini — Marazio — Marchiori — Mari — Marietti — Marolda-Petilli — Marselli—Martelli — Martini Ferdinando — Martinetti— Mettei — Maurogònato — Mazza — Mazzarella — Mazziotti — Meardi — Melchiorre — Melodia — Menichini — Merzario — Messedaglia — Miceli — Micheli — Minghetti — Mocenni. Nicastro. Oddone — Oliva. Pandolfi — Pansera — Papadopoli Angelo — Parisi-Parisi — Pasquali — Pericoli — Petruccelli — Piccinelli — Plebano — Podestà. Quartieri. Riberi Antonio — Ricci — Ricotti —Riolo — Rizzardi — Roberti — Romeo — Ruggeri—- Ruspoli. Sacchetti •— Salaria Saluzzo — Samarelli — Sanguinetti Adolfo — Sanguineti Gio/ Ant. — Sani — Secondi — Serazzi — Serra Tito — Serra Vittorio — Sforza-Cesarini — Siccardi — Simonelli — Sole — Solidati-Tiburzi — Solimbergo — Sonnino Sidney — Spantigati — Sperino — Suardo. Taiani — Tedeschi — Tenani — Toaldi — Tosoanelli — Trincherà — Trompeo — Turella. Ungaro, Vacchelli — Valsecchi — Varè — Vayra — Velini — Vigna — Visocchi. Zeppa — Zucconi. Risposero No : Àpòrti — Arisi — Basetti Giov. Lorenzo — Belio — Ganzi — Carcani —- Cavallotti — Chidichimo — Cucchi Francesco. De Dominicis. Fazio Enrico — Ferrari Luigi — Filopanti — Folcieri — Foppoli — Fortis — Friscia. Garibaldi Menotti — Grassi. Maj occhi. Pellegrino. Si astennero: Colaianni — Cucchi Luigi — D'Arco — Giova* gnoli — Omodei — Panattoni — Savini. Assenti: Acquaviva — Adamoli — Alario (in congedo) — Arbib — Arese. Balestra — Ballanti — Barazzuoli — Basetti Atanasio — Basso — Basteris (in missione) — Berardi Tiberio — Berti Ludovico — Biancheri —• Billi — Billia — Bordonaro Chiaromonte — Barelli Bartolomeo — Borrelli Davide — Borruso (ammalato) — Bortolucci (in congedo) — Branca — Briganti-Bellini (in congedo) — Broccoli. Cagnola Francesco (in congedo) — Gagnola Giovanni —• Camici — Caminneci — Campostrini — Cantoni — Capo — Capozzi — Capponi — Carrelli — Castellano — Castoldi — Cavagnari — Cavallini — Ceci — Cittadella — Cocco-Ortu — Codronchi (in congedo) — Golessnti — Colleoni — Correale — Correnti — Corsini — Crispi — Curioni — Cutillo (in congedo). Damiani — Davico — De Amezaga —- De Cesaris — De Crecchio — De Cristofaro — Dell'Angelo — Della Cananea — Della Rocca (in congedo) -— Delvecchio — De Vitt (in congedo) — Dezza — Di Baucina — Di Belmonte — Di Biasio — Di Casalotto — Diligenti — Di Pisa — D'Ippolito — Di Revel — Di Rudinì — Di Sambuy (in congedo) — Di San Giuseppe ~ Di Santa Croce — Di San Donato — Di Villadorata. Englen — Ercolani. Fabbrici — Fabbricotti — Fabrizi Nicola — Faina Eugenio — Faina Zeffirino — Fara — Faranda — Farina Nicola — Fazio Luigi — Ferraris — Finzi — Fornaciari — Frescot — Fusco. Gaetani di Laurenzana — Garibaldi Giuseppe — Ghiani-Mameli — Giacomelli — Giordano — Glisenti — Golia — Gori-Mazzoleni — Gorla (in congedo) — Greco (in congedo) — Grimaldi — Gritti — Grossi — Guevara Suardo. Imperatrice — Incontri (in congedo) — Indelicato. Lacapra — Lanza — Lanzara — Lazzaro (in congedo) Libetta — Lioj Giuseppe —Lioy Paolo — Lolii — Lorenzini — Lualdi — Lucca. Macry — Maffei Nicolò (in congedo) — M#ggi Camera dei Bèputati Atti iarlamentari LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 — Mancini — Martelli Bolognini — Martinelli — Martini Giovanni Battista — Marzi — Marzotto — Mascilli (in congedo) — Massa — Massari — Massarncci —- Maurigi — Mellerio — Mezzanotte — Minacci — Molfino (in missione) — Monzani — Morana — Mordini — Morelli (in congedo) — Mori — Morini —- Morrone — Mosca —- Moscatelli — Mussi (in congedo). Nanni (in missione) — Napodano — Nervo — Nicotera (ammalato) — Nocito. Odescalchi — Orilia. Pace — Paccelli (in congedo) — Papadopoli Nicola — Parpaglia — Paternostro (in congedo) — Patrizii (in congedo) — Pavoncelli — Pedroni — Pepe — Perazzi — Peruzzi — Pianciani — Picardi (in congedo) — Piccoli — Pierantoni — PirisiSiotto — Plutino Agostino — Plutino Fabrizio — Polidori — P o l t i — Polvere — Puccioni (in congedo) — Pulcrano — Pulìè. Raffaele (in congedo) Raggio — Ranco (in (congedo) — Randaccio — Ranieri — Ratti — Riberi Spirito — Ricasoli (ammalato) — Righi (in missione) — Rinaldi — Riola — Robeccbi — Romanin-lacur — Romano (in congedo) — Roncalli — Ronchei — Ronchetti Scipione — Ronchetti Tito Ruggiero (in congedo). Saladini — Salemi-Q ciclo — Sambiase — Sandonnini —. boiacca della Scala (in congedo) — Seismit-Doda — Sella (in congedo) —- Serafini — Serristori — Simoni — Sonnino Giorgio (in congedo) — Soro-Pirino — Sorrentino — Spalletti — Spaventa — Sprovieri. Tenerelli — Tortorici — Tranfo — Trevisani Tumminelli-Conti (in congedo). Vastarini-Cresi — Yiarana — Villa — Yillari —Visconti-Venosta — Vollaro. Zanardelli — Zuccaro. PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione par appello nominale sull'ordine del giorno dell'onorevole Martini. Presenti. 274 Votanti 267 Risposero sì 246 Risposero no 2! A s t e n u t i . . . . . . . ., 7 La Camera approva l'ordine del giorno proposto dall'onorevole Martini. SEGUITO DELLA DISCUSSIONE DEI PROVVEDIMENTI FINANZIMI. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito del disegno di legge dei provvedimenti finanziari. Come la Camera ricorda, ieri si chiuse la discussione generale sull'allegato D. Li prego di far silenzio» Verremo ora alla discussione degli articoli dell'allegato D. « Art. 1. L'ammissione al gratuito patrocinio dei corpi morali di cui all'articolo 8 del decreto 6 dicembre 1865, n° 2627, può aver luogo soltanto a favore di quelli che dimostrino avere per iscopo la carità e l'istruzione pei poveri, e che non avendo rendite fisse e patrimoniali superiori ai carichi necessari e irriducibili a cui soggiacciono, siano nella impossibilità di sostenere le spese giudiziali. » Ha facoltà di parlare sull'articolo 1 l'onorevole Berio. BERIO. Ho due parole da dire per proporre un piccolo cambiamento nell'articolo 1. L'articolo contiene une che se non fosse mutata in un o potrebbe dare luogo ad un'enorme ingiustizia. Esso dice : « L'ammissione al gratuito patrocinio dei corpi morali, ecc., può anche aver luogo soltanto a favore di quelli che dimostrino avere per iscopo la carità e l'istruzione pei poveri. » Stando a questa dicitura, e l'è essendo congiuntivo ne verrebbe per conseguenza che quegli istituti ed opere pie, i quali hanno per iscopo soltanto la carità pei poveri e non la loro istruzione, non sarebnero ammessi al gratuito patrocinio ; quindi gli ospedali, i ricoveri di mendicità per i vecchi, ecc., verrebbero esclusi. , Ciò sarebbe enorme, ed io credo che l'onorevole ministro non avrà difficoltà ad accettare che sia cambiato queli'e in o, essendo manifesto che questa piccola mutazione elimina una grave ingiustizia che altrimenti resterebbe, con poca nostra lode, nella legge. PRESIDENTE. L'onorevole Luporini propone che in fine dell'articolo primo sia aggiunto il seguente inciso : « Nulla è innovato rispetto ai corpi morali che hanno per iscopo il ricovero e la cura degli ammalati, e la distribuzione gratuita dei medicinali ai poveri. » Evidentemente, onorevole Luporini, questo è un emendamento che è conseguenza del dircorso da lei fatto ieri ? LUPORINI. Sissignore. PRESIDENTE, Sta bene. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle finanze. MINISTRO DELLE FINANZE. Dichiaro di accettare l'emendamento preposto dall'onorevole Berio, cioè di cambiare l'è in o nell'articolo primo per la ragion© Aiti Parlamentari — 1136 — Camera dei Deputati wasam LEGISL. XIY — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0 da lui detta. DicliiarG poi di non potere accettare l'emendamento dell'onorevole Luporini, e ciò per le ragioni svolte ieri dal relatore della Commissione e che io riassunsi nelle poche parole che dissi in fine della discussione generale. Noi non possiamo accettare. che stabilimenti pubblici ed enti morali i quali abbiano beni patrimoniali di qualche entità, non siano sottoposti alle tasse giudiziarie, come tutti coloro che amministrano beni patrimoniali. Quindi accetto l'emendamento dell'onorevole Berlo ; respingo per parte mia, e spero che la Commissione vorrà anche respingere, l'emendamento dell'onorevole Luporini. IN BELLI, relatore. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. INDELLI, relatore. La Commissione non ha alcuna difficoltà di accettare l'emendamento dell'onorevole Berio, anzi credo che possa essere stato un errore di stampa... BERIO. Lo credo anch'io. IMBELLI, relatore... perchè l'articolo 8 del decreto del 1865 parla dell'uno o dell'altro caso. L'onorevole Luporini vorrebbe fare, come suol dirsi, la specie nel genere, ed allora vi possono essere anche altri corpi morali che abbiano pure degli scopi di carità e di istruzione dei poveri, che si vedrebbero esclusi da un uguale trattamento. Or noi non possiamo fare distinzioni così sottili intorno ai vari modi di esercitare la carità. Debbono essere trattati ugualmente tutti i corpi morali che hanno lo stesso carattere. • Quindi io pregherei l'onorevole Luporini di ritirare il suo emendamento. E, ad ogni modo, prego la Camera di respingerlo nel caso che l'onorevole Luporini persistesse. LUPORINI. Domanderei di parlare. PRESIDENTE. Onorevole Luporini, mantiene o ritira il suo emendamento ? LUPORINI. Io sono dolentissimo che il Ministero e la Commissione... (Forte! forte!) PRESIDENTE. Parli voltato al presidente. LUPORINI. Io sono dolente che il Ministero e la Commissione non vogliano accettare questo emendamento, perchè pareva a me che non si potesse concedere il benefizio dei patrocinio gratuito a tutti i corpi morali che hanno per iscopo l'istruzione e la carità ; ma si poteva benissimo concedere a quei carpi morali che hanno per loro precipuo fine la carità di una data specie ; vale a dire la cura dei poveri e la somministrazione di medicine da farsi gratuitamente ai poveri stessi. Ma poiché al momento in cui si trova la Camera, dopo la larga discussione che è stata fatta, io no» mi riprometto di potere, contro l'avviso del Ministero, contro il parere contrario della Commissione, fare accettare alla Camera questa aggiunta da farsi all'articolo 1 : e poiché d'altra parte (mi preme dichiararlo) ho votato l'abolizione del macinato, e l'ho votata perchè vi credo ; sarei pur costretto ad accettare questo disegno di legge, quando nonché nella forma in cui è stato proposto, ma fosse pur stato proposto in una forma più severa e più rigida, se è possibile; dichiaro che ritiro il mio emendamento. PRESIDENTE. Dunque l'onorevole Luporini ritira il suo emendamento. L'onorevole Berio propone che nell'articolo 1° si introduca la seguente modificazione, e si dica : « che dimostrino avere per iscopo la carità o l'istruzione pei poveri » invece di dire : « dimostrino avere per iscopo la carità e l'istruzione pei poveri. » Foci. 0 l'istruzione. PRESIDENTE. Se avessero fatto attenzione avrebbero inteso che ho detto esattamente. Pongo a partito questo emendamento dell'onorevole Berio, accettato dal Ministero e dalla Commissione. (È approvato.) Metto a partito l'articolo 1 così emendato. Chi Io approva sorga. (È approvato.) « Art. 2. Ogni altra persona che domandi l'ammissione al gratuito patrocinio, oltre quanto è richiesto dagli articoli 9 e 10 del decreto 6 dicembre 1865, deve esibire un certificato in carta libera, comprovante l'ammontare dell'imposta fondiaria e della tassa di ricchezza mobile ohe paga nel luogo di sua abituale residenza o in quello del domicilio. « L'ageazia delle imposte che rilascierà l'anzidetto certificato, dovrà aggiungervi il suo parere sullo stato di povertà del richiedente. « La Commissione comunicherà copia del decreto di ammisione e dei documenti relativi alla rispettiva intendenza di finanza. » DOGLIOSI. Domando di parlare. PRESIDENTE. Sull'articolo 2 ? D0GL10NÌ. Appunto. PRESIDENTE. Parli. DOGLIONI. Domanderei all'onorevole ministro uno schiarimento circa all'ultimo alinea di quest'articolo: a La Commissione comunicherà copia del decreto di ammissione e dei documenti relativi alla rispettiva intendenza di finanza. » Ora se si tratta di comunicare copia dei documenti che hanno attinenze allo stato del richiedente, la cosa può passare; ma sella parola documenti in Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 1437 — LEGISL. XIY — - l a SESSIONE — DISCUSSIONI — genere si può crede che si debbano comunicare tutti i documenti che la parte produce in sostegno della propria azione; e questi possono essere molti/lo ne ho esperienza avendo fatto parte molte volte di queste Commissioni. Vorrei quindi uno schiarimento su questo punto dall'onorevole ministro ; ed in ogni caso vorrei che fosse detto : « Di comunicare copia di quei documenti soltanto che, ecc. » liVDELLl, relatore. L'onorevole Doglioni può star tranquillo che colì'articolo 2 nulla è innovato a quanto era già stabilito dal decreto del 1865 il quale dice così : « Le condizioni per essere ammesso al patrocinio gratuito sono : « Lo stato di povertà ; « La probabilità dell'esito favorevole nella causa od affare. « Per i corpi morali che hanno a scopo la carità o l'istruzione per i poveri, ecc., ecc. » Indi all'ar ticolo 11 si stabilisse che per gii effetti delia ricognizione riguardante la qualità dei corpi morali, in ordine agli articoli 8 e 9, si debbano esibire i documenti relativi. Quanto poi ai documenti relativi ai richiedenti privati, il decreto dei 1885, all'articolo 15, dice semplicemente così: « La parte che vuole ottenere l'ammissione al gratuito patrocinio, sia essa privata o corpo morale, deve fame domanda con ricorso in carta libera, diretto al presidente della Commissione pel gratuito patrocinio presso la Corte o il tribunale di cui negli articoli precedenti. » « Il ricorso conterrà una chiara e precisa esposizione, sia dei fatti che delle ragioni e dei mezzi legittimi di prova, sui quali la parte instante intenderà di fondare la sua domanda o la sua'difesa. « Dovrà questo ricorso essere sottoscritto dalla parte, ecc. « Il ricorso y> (dice l'articolo 16) « coi relativi documenti viene dal presidente della Commissione comunicato al relatore. » Ora questi documenti non sono altro che il certi' fieato di povertà e il certificato di nullatenenza, e questi sono che debbono esser comunicati all'intendenza di finanza; non altro. Non si tratta quindi di lavori che possano intralciare l'andamento delle cancellerie. Non c'è niente di tutto questo. Non vi sono che dei semplicissimi documenti consistenti nel certificato di povertà e nel certificato di nullatenenza, che, col parere dell'agente delle 192 2a TORNATA DEL 13 LUGLIO 1880 imposte, deva essere comunicato alla intendenza di finanza. Io credo ohe basti un foglio di carta per fare questa comunicazione. Una voce. E il decreto ? INDILLI, relatore. Ma il decreto consiste in due parole. Visti questi documenti, considerato che esistono i certificati di povertà e di nullatenenza si ammette Tizio al gratuito patrocinio. Dunque si tratta di poche frasi, non già di una disquisizione. E quindi l'onorevole Doglioni può essere certissimo che non sarà per questo che le cancellerie verranno sopraccaricate di lavoro. PRESIDENTI?. Ha facoltà di parlare l'onorevole Antonibon sull'articolo 2, mONIBON. Una parola sola. Io trovo giustissima la riflessione che ha fatto l'onorevole Doglioni, e domando spiegazioni al mio amico il relatore. La Commissione comunica copia del decreto d'ammissione all'intendenza di finanza. Può l'intendenza di finanza, senza fatti nuovi, distruggere quel decreto ? 0 ricorrerà contro quei decreto l'intendenza di finanza ? 0 ricorrerà soltanto allora che nel corso della causa si avverino fatti nuovi che annullino lo stato di povertà degli ammessi al gratuito patrocinio ? Ora l'articolo 8, che è esplicativo dell'articolo 2, così si esprime: « In qualunque stadio della causa o del procadimento, l'intendenza di finanza, qualora ritenga inesistente Io stato di povertà o mutata la condizione della persona ammessa al beneficio dei poveri potrà chiedere dalla Commissione, da cui emana il decreto di ammissione, la revoca del beneficio stesso. Troverei strano che fosse ammesso al beneficio del patrocinio gratuito una individuo sopra la riferta fatta anche dall'agenzia delle imposte; e che immediatamente, senza un fatto nuovo, l'intendenza di finanza potesse ribellarsi al decreto della Commissione del gratuito patrocinio. Io ritengo che questo non vada bene, che si possa ribellare subito: lo potrà quando vi siano atti, o fatti nuovi, che distruggano lo stato di povertà, o altrimenti è un esautorare la Commissione, che ha decretato la povertà o l'indigenza. Dunque io vorrei uno schiarimento : perchè dato il caso che si abbia di mira saltante la mutata condizione, mi pare sufficiente di comunicare all'intendenza di finanza il decreto, senza altri documenti; perchè spetterà all'intendenza di finanza, nella sua azione fiscale, di vedere se questa condizione di povertà, nello stadio della causa, sarà mutata o meno. Spero che l'onorevole mio amico Indelli mi per- Atti Parlamentari LEGI3L. XIV — Camera dei Deputati l a SESSIONE — DISCUSSIONI — suaderà del contrario e mi darà i schiarimenti, che richiedo. 1NDBLLI, relatore, Domando di parlare. MAGLIARI, ministro delle finanze. Domando dì parlare. INDKLL1, relatore. Darò io, ss vuole, ima spiegazione. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle finanze. MINISTRO DELLE FIRME. Ecco : si fanno due osservazioni : la prima sul volume dei documenti, che si debbono presentare. A questo ha risposto già, mi pare, assai chiaramente l'onorevole relatore Indetti. Ma si muove poi un altro dubbio. Si dica : perchè noi vogliamo, che si comunichino i documenti all'intendenza di finanza? A me pare la cosa assai chiara. L'intendenza di finanza deve avere comunicazione del decreto d'ammissione al gratuito patrocinio, perchè dia gii ordini per l'esenzione delle tasse di registro e bollo. Ma siccome ha anche il diritto di ricorrere alla Commissione d'appello ed anche alla Commissione di cassazione contro la sentenza data pel patrocinio gratuito ; è necessario che abbia intera copia dei documenti, sui quali la Commissione di prima istanza abbia accordato il beneficio. Ecco perchè l'articolo 2 prescrive non solo comunicazione di copia del decreto, che deve essere eseguito dall'intendenza di finanza, ma anche comunicazione dei documenti, che giustificano l'ammissione. Pareva all'onorevole Antonibon che non fosse abbastanza chiaro il concetto che l'intendenza di finanza avesse il diritto di ricorrere in appello, ed anche in cassazione, contro il decreto di ammissione al gratuito patrocinio. Ma mi pare che ogni dubbio debba essere dileguato a questo riguardo. Prima di tutto, sarebbe incongruo il supporre che l'intendente di finanza possa, in qualunque stadio della causa, ricorrere contro il decreto di ammissione al patrocinio gratuito, se è cambiata la condizione di povertà del beneficato, e non potesse avere il diritto di ricorrere contro il decreto stesso prima che abbia la sua esecuzione, quando riconosca che indebitamente è stato concesso il patrocinio gratuito: vi sarebbe una contraddizione patente della legge. L'intendente di finanza, per i diritti fiscali, ha il diritto di ottenere la revoca del decreto, e deve avere anche necessariamente il diritto di ricorrere contro il decreto stesso, se è male apprezzata la povertà del richiedente. A me pare che questo concetto risulti chiaro dall'articolo 3, che aveva presente anche l'onorevole Antonibon ; e che in questo articolo, sebbene si contempli il caso di cambiamento di condizione econo- 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1880 mica di colui che aveva il benefizio gratuito, si conchiude però col dire che l'intendente di finanza ha il diritto di ricorrere in ogni altro caso nel quale ritenga non apprezzata convenientemente dalla Commissione la condizione economica della persona ammessa al beneficio. Dimodoché, il diritto dell'intendenza di finanza è larghissimo ; può ricorrere contro il decreto prima di darvi esecuzione, può ricorrere contro il decreto, cui abbia dato esecuzione, se per fatti posteriori venisse a mutarsi la condizione finanziaria del ricorrente. A me pare che, per questi schiarimenti, l'onorevole Antonibon possa essere persuaso che il diritto dell'intendente di finanza è completo, largo, non dimezzato, perchè non si può ammettere che chi ha il diritto di fare il più, non possa fare il meno. PRESIDENTE. L'onorevole relatore ha facoltà di parlare. INDELLI, relatore. Se io non ho male capito, l'onorevole Antonibon ha fatto un primo dubbio. Perchè egli dice nell'articolo 2 : con la comunicazione del decreto all'intendenza di finanza, va imposto anche l'obbligo della comunicazione dei documenti? Se l'intendenza di finanza crede di dovere esercitare il diritto, di cui è prescrizione nell'articolo 3, deve essa procurarsi i mezzi per fare il suo ricorso. Mi pare che questa sia stata l'idea dell'onorevole Antonibon. Ma la risposta è semplice. Bisogna mettere l'amministrazione in grado di poter esercitare questo controllo. Volete che l'intendenza di finanza debba ¡scrivere a tutti gli agenti delle imposte ogni volta che si tratta d'ammettere alcuno al gratuito patrocinio, per avere informazioni ? Non è meglio stabilire che la Commissione debba dare all'intendenza di finanza copia del decreto d'ammissione e dei documenti relativi. Questo per l'articolo 2. Quando saremo all'arti«, colo 3, se sorgeranno dei dubbi, darò spiegazioni. ANTONIBON. Dichiaro che ho compreso la ragione giuridica non solo del secondo articolo, ma anche del terzo spiegata dall'onorevole ministro, e quindi mi vi adatto. PRESIDENTE. Verremo ai voti. Non essendovi proposte, metto a partito l'articolo 2 quale l'ho già letto. (È approvato.) « Art. 3 In qualunque stadio della causa o del procedimento, la intendenza di finanza, qualora ritenga inesistente lo stato di povertà o mutata la condizione economica della persona ammessa al benefizio dei poveri, potrà chiedere alla Commissione da cui emanò il decreto d'ammissione la revoca del benefizio stesso ; potrà parimente ricorrere Atti "Parlamentan Gameta dei Deputati LEGISL. XIV —- I a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 18 LUGLIO 1 8 8 0 per far dichiarare la cessazione del gratuito patrocinio all'autorità giudiziaria presso cui è istituita la Commissione, sia contro il decreto di rigetto della domanda sopraccennata, sia in ogni altro caso nel quale la stessa intendenza ritenga non apprezzata convenientemente dalla Commissione la condizione economica della persona ammessa al beneficio. « Il tribunale, la Corte di appello o la Corte di cassazione provvederanno sul ricorso anzidetto in Camera di consiglio. » « Tale ricorso sarà sospensivo ; ma potranno compiersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio quegli atti di urgenza, la cui omissione potesse recarle un irreparabile pregiudizio. » Ha facoltà di parlare l'onorevole Berio. BERIO. L'intervento dell'intendenza di finanza, nelle cause ammesse al gratuito patrocinio, è forse richiesto dal bisogno di tutelare la finanza, ma cnrto è un fatto di molta gravità. Tuttavia approverò quest'articolo, a condizione che alle psrole: « potrà chiedere alla Commissione, da cui emanò il decreto d'ammissione, la revoca del benefizio stesso » fossero aggiunte le parole : « con ricorso motivato » affinchè un semplice capriccio dell'intendente non possa sospendere il corso della causa. Se vi sarà un ricorso motivato, qualche ragione si dovrà esporre, e se appariranno insussistenti, la Commissione le apprezzerà secondo il loro merito. Un'altra modificazione debbo proporre a questo articolo. Si dice nell'ultimo comma di esso che il ricorso sarà sospensivo e potranno compiersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio quegli atti d'urgenza, la cui omissione potesse portare un irreparabile pregiudizio. Si tratta delie difese dei poveri e non mi pare giusto ammettere che si possano in via d'urgenza fare, col gratuito patrocinio, solo quegli atti la cui omissione possa cagionare « irreparabile' » pregiudizio, parmi che basterebbe dire « possa cagionare pregiudizio » e chd dovrebbe togliersi la parola « irreparabile. » È chiaro che col voler aggiungere che questo pregiudizio sia « irreparabile, » darà luogo a interpretazioni ed a divinazioni le <|uali non si presteranno ad una decisione definitiva e giusta. Prego quindi la Commissione e il Ministero di voler accettare queste due modificazioni, le quali mi paiono informate a principii d'equità e giustizia. PRESIDENTE. L'onorevole relatore ha facoltà di parlare. 1NDELL1, relatore. Il primo emedamento proposto dall'onorevole Berio, la Commissione non ha diffi- coltà di accettarlo ; quantunque lo ritenga superfluo, giacché si sa bene che chi ricorre deve motivare il suo ricorso, e il dirlo ci pare un pleonasmo. BERIO. Per gl'intendenti di finanza ? INDELLI, relatore. Se io ricorro, che cosa fo? Espongo che si è stati ingiusti verso di-me. E però devo dichiarare, devo addurre le ragioni per cui credo che siasi commessa un'ingiustizia. Ad ogni modo la Commissione non ha alcuna difficoltà di accettare la spiegazione. In quanto al secondo emendamento, devo fare osservare all'onorevole Berio che noi non abbiamo fatto altro che copiare l'articolo 22. Leggo tutto l'articolo che ha servito di modello alla Commissione per applicarlo al ricorso delle intendenze di finanza. L'articolo 22 del decreto 6 dicembre 1865 dice così: « Contro i provvedimenti dati dalle Commissioni presso i tribunali, sia che ammettano, o neghino, o tolgano il beneficio dei poveri, si può ricorrere da qualunque parte interessata, alla Commissione istituita presso la Corte d'appello, la quale provvederà limitando le sue ispezioni alla probabilità dell'esito favorevole nella causa od affare. « Tale ricorso ha effetto sospensivo ; potranno tuttavia, in pendenza del ricorso, compiersi neìFinteresse del ricorrente, per mezzo degli avvocati e procuratori, specialmente deputati, quegli atti d'urgenza, la cui ommisione potesse recare a quello un irreparabile pregiudizio. » Ora avendo noi preso l'articolo 22 a modello, si trova riprodotta la frase : un irreparabile pregiudizio. Lo spirito, la ragione della legge è inutile che io lo ricordi, che io lo spieghi all'onorevole Berio. Questa ragione è semplicissima ; tra gli atti di procedura ve ne sono di quelli i quali se non si compiono, possono apportare un pregiudizio irreparabile • ma vi possono essere degli altri atti di procedura i quali non abbiano lo stesso carattere. Quando si dicesse semplicemente « potesse recare a quollo un pregiudizio, » allora nascerebbe il dubbio che il pregiudizio possa nascere sempre dal ritardo di un giudizio. E allora la sospensione ne andrebbe per aria; voi caccereste per la porta ciò che fareste rientrare per la finestra. Ecco quale è il concetto delle parole del decreto del 1865 che sono state riprodotte dalla vostra Commissione, Se l'onorevole Berio credesse che la forma del decreto del 1865 potesse esser corretta in un altro modo, io volentieri l'accetterei ; ma se l'onorevole Berio si restringe semplicemente a voler togliere la qualifica di danno irreparabile, allora, torno a dire, l'equivoco sorgerebbe e sarebbe grave. Atti * Parlamentan Camera dei Deputati — 1440 — LEGISL. XIV — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0 a Se si dicesse : « Potranno tuttavia compiersi nell'interesse del ricorrente quegli atti di urgenza, la cui omissione potesse recare un pregiudizio » si ha il dritto di domandare, ma quale pregiudizio? Siamo adunque intesi intorno al concetto o, almeno, pare che dovremmo essere intesi, altrimenti la qualità, il carattere sospensivo del ricorso se ne va per aria. Se si possono compiere tutti gli atti, quegli atti la mancanza dei quali potesse produrre un pregiudizio, allora, torno a dire, la sospensiva del reclamo della intendenza di finanza sfumerebbe addirittura. Per renderla efficace e, nel tempo stesso, per non portare pregiudizio alla parte ammessa al gratuito patrocinio si è attribuito questo effetto della sospensiva del ricorso ; ma voi potete compiere quegli atti di urgenza che, a somiglianza di quelli preveduti dall'articolo 22 (che fa l'ipotesi delle diverse parti litiganti che ricorrono l'una contro l'altra per ottenere o respingere l'ammissione al patrocinio gratuito) possono arrecare un pregiudizio irreparabile. Io sentirò l'onorevole Beno quali altre spiegazioni vorrà dare del suo emendamento, per quindi dargli una risposta definitiva a nome della Commissione. PRESIDENTE. L'onorevole Berio ha facoltà di parlare. BfiRIO. L'onorevole relatore avrebbe completamente ragione se la disposizione dell'articolo 22 si riferisse a casi uguali a quelli che contempla l'articolo 3 delle modificazioni. Ma noi siamo in un terreno perfettamente opposto. Diffatti l'articolo 22 riflette l'ammissione dei ricorrenti al gratuito patrocinio, ed allora si capisce che il ricorso contro il decreto d'ammissione abbia effetto sospensivo, e si spiega come l'articolo 22 faccia l'eccezione solo per i casi d'urgenza sui qualiil ritardare l'ammissione arreca un danno irreparabile, perchè non essendo iniziate le cause non sono in corso tirannie di termine a difendersi od a fare le prove. Ma qui invece siamo in tema di causa già in corso, sulla quale, il giudicare come e quando un pregiudizio possa divenire irreparabile è troppo ar dua e pericolosa cosa Supponga l'onorevole relatore che mentre dura l'istruttoria della causa, un decreto dell'intendente di finanza dica non doversi continuare il gratuito patrocinio: ecco che cosa può avvenire, si tratta, ad esempio, di ammettere una prova, il termine è perentorio per dedurla e per denunziare i testimoni, ma può darsi che l'ammissione di quella prova non paia necessaria sotto pena di un pregiudizio irreparabile e la sospensione del decreto non ha luogo. Ma se poi la ulteriore istruttoria dimostrerà che a 10 scopo si sarebbe vinto quando la prova si fosse fatta, chi risarcirà il povero del danno sofferto ? E poi l'articolo non dice a chi debba deferirsi 11 giudizio dell'irreparabilità del danno. Insomma la disposizione, se non si rimedia a questo diietto, rischia di diventare sovranamente ingiusta. Così ritenga l'onorevole relatore un altro inconveniente che a mo' d'esempio gli accenno : si tratta di deliberare in un termine fisso, se il decreto fosse sospensivo della gratuita clientela la deliberazione diverrebbe impossibile, e intanto la causa rimane ferma al ruolo. Chi può dire, in questo caso, al povero, non avete bisogno di dare nuove deliberazioni di far produzione d'un documento ? Io vorrei pregare quindi l'onorevole relatore di considerare la differenza grande che passa tra l'articolo 22 del decreto del 1865, che contempla la cause da ammettersi al gratuito patrocinio, e l'articolo 3 che riflette solo quelle in corso, le quali per un solo capriccio dell'intendente verrebbero ad essere improvvisamente interrotte e non di rado completamente rovinate. Insisto pertanto che siano tolte le parole « un'irreparabile » e resti il periodo così: « la cai ommissione possa recar pregiudizio. » PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. IMBELLI, relatore. La Commissione non ha altro scopo che di rendere sempre più accettabile questo disegno di legge, e di chiarire sempre maggiormente che non vi è alcuna di quelle restrizioni che da altri si sono immaginate. Quindi d'accordo coi miei colleghi della Commissione e d'accordo coll'onorevole ministro, vorrei contentare l'onorevole Berio in questo modo. Bono anche più largo di lui. Io vorrei che qui si dicesse così : « Tale ricorso sarà sospensivo; ma potranno compiersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio gli atti d'urgenza. » Mi pare che così potrebbe andare. BEBIO. Va benissimo. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Lucili ni Odoardo. LUCSHI 0D0.4RD0. A me sembra che nella r e a zione dell'articolo 3 si sia incorsi in un'omissione, sulla quale richiamo l'attenzione dell'onorevole ministro e della Commissione. Se l'intendente non è persuaso della giustizia del decreto della Commissione, la quale ammette taluni ai patrocinio gratuito, ricorre, e il ricorso si giudica in camera di consiglio ; ma non è detto se sopra questo ricorso si debba giudicare, udita la parte interessata, quella parte che l'intendente vuole escludere dal beneficio del patrocinio gratuito. Camera dei Deputati Atti Parlamentari LEGISL. XIY — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — A me sembra sia di tutta giustizia includere una aggiunta nell'articolo 3, per la quale si stabilisca che il ricorso dell'intendente debba essere notificato alla parte che dal benefiziò dei gratuito patrocinio si vuole escludere, perchè questa possa far le difese che stimerà opportune. Ciò non porterà innovazione allo spirito della legge, poiché il contraddittorio noi lo vediamo già stabilito nell'articolo 4, pel quale niuno può essere ammesso al gratuito patrocinio senza che la parte avversa sia sentita. Si applichi questo principio anche al ricorso che fa l'intendente di finanza contro il decreto della Commissione. PRE§IDEira. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. INDELLI, relatore. Il desiderio dell'onorevole Luchini è giustissimo, e il Governo e la Commissione non hanno creduto di aggiungervi altro, perchè anche oggi avviene che, quando una parte ricorre contro l'altra, debbano entrambe essere sentite. Non si ricorre da una parte contro l'altra senza chiamarla. E noi credevamo che quando poi abbiamo introdotto il principio generale, che anche innanzi alla Commissione del gratuito patrocinio deve essere chiamata l'altra parte, non vi fosse più ombra di dubbio intorno a questa questione. Quando l'intendenza di finanza ricorre, diventa parte. LLCHIM 0. Chiedo di parlare. lKDELLf, relatore. Quindi, pel suo ricorso, essendo diventata parte, è applicabile ad essa l'articolo 4 con cui si viene a prescrivere che prima di provvedere si debba chiamare l'altra parte. Ma ad ogni modo, tomo a dire, siccome dalla Commissione, e non dubito anche per parte del Governo, si vogliono dare tutte le soddisfazioni e dilucidazioni possibili, se l'onorevole Luchini crede che vi sia un dubbio, non abbiamo alcuna difficoltà di accettare il suo emendamento, cioè che questo ricorso debba essere notificato alla parta. LUCHiSVI 0. In ne vedo la necessità, perchè distinguo tra i procedimenti ordinari in contraddittorio ed i procedimenti in camera dì consiglio. Quando si tratti non di ordinario giudizio in contraddittorio e che ha per fondamento una citazione, ma di ricorso, sul quale si debba provvedere in camera di consiglio, se non è'espressamente prescritta la notificazione del ricorso alla parte contro la quale s'invoca il provvedimento, questa notificazione non può dirsi obbligatoria. Dunque è necessario spiegarsi e non dar luogo a dubbiezze che possono essere cagione di abusi. Per conseguenza io proporrei un'aggiunta che dica press'a poco così : « Il ricorso dovrà, a cura dell'intendenza, essere notificato alla parta ammessa al gratuito patroci- 2 a TORNATA DEL 13 LUGLIO 1880 nio, la quale avrà un termine di 15 giorni (poniamo) per presentare le sue deduzioni per iscritto ed i nuovi documenti che stimi opportuni. » Può darsi questo caso, per esempio, che all'intendente di finanza apparisca che taluno ammesso al gratuito patrocinio sia creditore di una ingente od anche soltanto di una discreta somma, per cui non abbia da essere qualificato per povero. L'intendente, tenuto conto di ciò, ricorre alla Camera di Consiglio, la quale, tenendone conto, potrebbe revocare l'ammissione al beneficio del gratuito patrocinio. Eppure il provvedimento può essere ingiusto, perchè quella ricchezza, quel credito era soltanto apparente. Se si ammette l'interessato a presentare le sue deduzioni egli può provare, per esempio, che il debitore non è solvente, che il credito è estinto, o che so io. In questo modo si semplificherà anche il procedimento, e si risparmierà un nuovo ricorso per far revocare il decreto emanato sul ricorso dell'agente, PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle finanze. MIMSTRO BELLI FINANZE. Io concordo sostanzialmente nel concetto dell'onorevole Luchini, ma mi pare che lacuna non esista anche come è .ora compilato l'articolo, e pregherei l'onorevole Luchini a considerare che qui vi sono due contraddittori*, il contraddittorio dell'intendente di finanza contro quegli che è stato ammesso al patrocinio gratuito, ed il contradditorio di quegli che è stato ammesso si patrocinio gratuito e la parte avversaria; quindi vi sono due contraddittori!. Ora è evidente che e nell'uno e nell'altro debba essere sentita la parte avversa; ora, quando l'intendenza di finanza presenta un ricorso contro il decreto che ha ammesso al beneficio gratuito un individuo, e noti l'onorevole Luchini, che fu ammesso in camera di consiglio con procedimento puramente economico, puramente camerale, l'intendenza di finanza presenta il suo ricorso all'autorità da cui è emanato il decreto, la Commissione può, anzi deve dare avviso di questo ricorso alla parte che ha ottenuto il gratuito patrocinio, e fissare un termine perchè esibisca le sue prove ed i suoi documenti. Ed ecco come il contraddittorio viene a costituirsi tra la finanza che ricorre e l'altra parte che ha ottenuto il gratuito patrocinio; allorché si tratta dell'altro contraddittorio è detto che la stessa Commissione, prima di deliberare, deve chiamare innanzi a sè l'altra parte, e tentare, se occorre, un esperimento di conciliazione. Dunque il doppio contraddittorio esiste, nia il promuovere questo contraddittorio è deferito alla Atti Parlamentari LEGISL. XIV — l — 1442 a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 Commissione, la quale procede ex officio, o, per meglio dire, neppure ex officio (perchè esiste sempre una domanda), ma procede con un procedimento .tutto interno senza le formalilà ordinarie del Codice di procedura. Essendo questo il concetto del disegno di legge, mi parrebbe per verità inutile il dire che l'intendenza di finanza debba comunicare il ricorso alla parte che ha ottenuto il gratuito patrocinio, perchè l'obbligo di comunicare la domanda incombe alla Commissione contro il cui decreto si ricorre ; la parte che ha ammesso al patrocinio gratuito non cita l'altra parte contro cui vuol litigare, ma quest'altra parte deve essere chiamata in contraddittorio dalla Commissione che deve deliberare. Così egualmente quando la Commissione è investita di un ricorso dell'intendenza di finanza deve comunicare il ricorso alla parte che ebbe il patrocinio gratuito. In sostanza, il contraddittorio esiste, le due parti devono essere sentite, la questione sta solamente in ciò, se debba una delle parti essere sentita in seguito a citazione diretta dell'intendenza di finanza, o dell'altra parte litigante contro cai si chiede il patrocinio gratuito, oppure se conformemente al decreto del 1875, il contraddittorio debba essere promosso dalla stessa Commissione d'iniziativa sus, per atto che emani dalia Commissione medesima, e non debba venire in seguito a citazione diretta delle parti. Dunque non vi è che una questione di forma, come promuovere, come provocare questo contraddittorio ; ma del resto il contraddittorio esiste. Ad ogni modo, siccome io diceva da principio che sostanzialmente io sono d'accordo che il contraddittorio vi debba essere, così se l'onorevole Luchmi e la Commissione credono che questa forma U contraddittorio che si provoca dalla Commissione debba provocarsi con citazione diretta dall'intendenza di finanza, io non avrò nessuna difficoltà di accettare anche questa modificazione, poiché si tratterebbe di modificare la procedura, il modo, ma non la sostanza nella quale siamo perfettamente d'accordo. INDELLI, relatore. Chiedo di parlare. FRISISELE. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. MODELLI, relatore. Credo di troncare la questione pregando i miei colleghi della Commissione, l'onorevole ministro e la Camera di accettare la seguente semplicissima modificazione di una sola parola. Abbiamo accettato l'emendamento dell'onorevole Berio in cui si dice che l'intendente finanza potrà con ricorso motivato chiedere alla Commissione, ecc.; si potrebbe aggiungere : « con ricorso motivato e notificato alle parti. » In tal molo credo che si Camera dei Deputati a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 concilierebbe ogni cosa. E ciò anche per un'altra ragione che vado a dire, e che potrà spiegar meglio il mio concetto. Io ringrazio anzi l'onorevole Luchini di aver fatto quest'osservazione. Siccome qui si dice che il ricorso sarà sospensivo, non potrebbe esserlo per la parte ammessa al gratuito patrocinio quando essa non conosca del ricorso dell'intendenza. E allora lo saprà appunto con la notifica. Questo, ripeto, parmi il modo di conciliare tutte le opinioni. MINISTRO DELLE FINANZE. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. MINISTRO DELLE FINANZE. Accetto l'aggiunta che propone l'onorevole relatore della Commissione ; accetto cioè che la notificazione sia fatta per mezzo dell'intendenza di finanza piuttosto che per mezzo della Commissione. Tutta la questione è qui. Che la notificazione vi debba essere non v'è dubbio, perchè deve esserci il contraddittorio; si tratta di vedere se la notificazione debba esser fatta dall'agente finanziario o dalla Commissione. Non ho nessuna difficoltà di accettare l'emendamento che verrà proposto. PRESIDENTE. Potremo venire ai voti. Onorevole Berio... BERIO. Ho accettato l'emendamento proposto dal relatore tanto per la prima parte che per la seconda. PRESIDENTE Onorevole relatore, vuol mandarmi l'emendamento? INDELLI, relatore. Onorevole presidente, se vuole seguirmi nella lettura, vedrà che è semplicissimo. PRESIDENTE. Sta bene ; la seguirò. INDELLI, relatore. « la qualunque stadio della causa o del procedimento, l'intendenza di finanza, qualora ritenga inesistente lo stato di povertà o mutata la condizione economica della persona ammessa al benefizio dei poveri, potrà con ricorso motivato e notificato alla parte richiedente, ecc. » Non v'è altro emendamento. MINISTRO DELLE FINANZE. Si potrebbe togliere la parola richiedente e dire : notificato alla parte. INDELLI, relatore. Alla parte interessata è meglio. PRESIDENTE. « Con ricorso motivato e notificato alla parte interessata. » E poi le parole irreparàbile pregiudizio rimangono o vanno via? INDELLI, relatore. Vanno via ; ci dobbiamo arrestare alla parola urgenza. « Tale ricorso sarà sospensivo ; ma potranno compiersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio quegli atti di urgenza. » E ci fermiamo lì. Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 1443 — LEGISL. XIY — I SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 a PRESIDENTE. Dunque verremo ai voti. Abbiamo due emendamenti proposti dalla Commissione d'accordo col ministro e coi vari proponenti ; il primo è di aggiungere dopo le parole o a beneficio dei poveri potrà » queste altre: « con ricorso motivato e notificato alla parte interessata. » Chi approva questo emendamento è pregato di alzarsi. (È approvato.) L'altro emendamento è di sopprimere le parole dell'ultimo inciso dell'articolo 3, che sono le seguenti: « la cui emissione potesse recarle un irreparabile pregiudizio. » INDELfJ, relatore. Non solo, onorevole presidente, ma altresì dove dice: « quegli atti di urgenza » deve dire : « gli atti di urgenza. » PRESIDENTE. Sta bene ; dunque vi sono due soppressioni da fare nella fine dell' ultimo inciso ; la prima è questa: sopprimere la parola « quegli » e dire « gli atti » e sopprimere le altre parole: « la cui omissione potesse recarle irreparabile pregiudizio. » Verremo ai voti. Quelli che credono che si debba dire: « gli atti » invece che « quegli atti » sono pregati di alzarsi. (È approvato.) Quelli che credono che si debbano sopprimere le ultime parole dell'ultimo inciso, sono pregati di alzarsi. (È approvato.) Metto a partito l'intero articolo modificato, che rileggo : « Art. 3. In qualunque stadio della causa o del procedimento, la intendenza di finanza, qualora ritenga inesistente lo stato di povertà o mutata la condizione economica della persona ammessa al beneficio dei poveri, potrà con ricorso motivato e notificato alla parte interessata chiedere alla Commissione da cui emanò il decreto d'ammissione la revoca del benefizio stesso; potrà parimente ricorrere per far dichiarare la cessazione del gratuito patrocinio all'autorità giudiziaria presso cui è istituita la Commissione, sia contro il decreto di rigetto della domanda sopraccennata, sia in ogni altro caso nei quale la stessa intendenza ritenga non apprezzata convenientemente dalla Commissione la condizione economica della persona ammessa al beneficio. « Il tribunale, la Corte di appello o la Corte di cassazione provvederanno sul ricorso anzidetto in Camera di consiglio. « Tale ricorso sarà sospensivo; ma potranno com- a piersi dalla parte ammessa al gratuito patrocinio gli atti di urgenza. » (È approvato.) « Art, 4. La Commissione, prima di provvedere sulla domanda del gratuito patrocinio, ne darà avviso alla parte avversa, la quale nel termine che le sarà assegnato potrà presentarsi, sia per contestare la dedotta povertà, sia per dare delle spiegazioni sul merito della causa. « Se la parte avversa comparisce, la Commissione potrà anche fare uno esperimento di conciliazione. « in ogni caso non potrà mai aver luogo l'ammissione al gratuito potricinio dell'attore e del convenuto nello stesso giudizio. » Ha facoltà di parlare l'onorevole Berio. Voci. Oh ! oh! BERIO Domando scusa alla Camera, se ancora una volta chiedo di parlaré. Debbo proporre una modificazione all'articolo 4 nell'interesse della legge. Le ammissioni al patrocinio gratuito, si fanno per ciascuna delle sedi di giudizio, l e 2 istanza. Ora per l'ammissione alla 2 istanza vi sono dei casi in cui gli atti d'appello debbono essere notificati in un termine brevissimo. Supponiamo che si tratti di un giudizio di espropriazione forzata, bisogna fare l'appello nel termine di 15 giorni, sotto pena di nullità. Ora, se la parte che vuol ricorrere in appello, deve notificare il ricorso alla Commissione, e attendere che questa ordini la composizione delle parti avverse, e fissi il giorno per presentarle; i 15 giorni necessariamente passeranno, senza che l'appello sia intimato e il povero potrà essere completamente rovinato. Io quindi credo che a questo articolo 4 debba farsi una aggiunta, che propongo del tenore seguente: « La Commissione, prima di provvedere sulla do» ihancia del gratuito patrocinio, eccettuato il caso che vi sia pericolo di pregiudizio per decorrenza di termini, ne darà avviso all'altra parte. » Aggiungendo quell'inciso si salva l'interesse della povera gente e non si fa danno alcuno alle finanze.' PRESIDENTE. V'èpure un'altra proposta, quella dell'onorevole Luporini, in conseguenza sempre del suo discorso di ieri. Ne do lettura : « Il sottoscritto propone che all'ultimo capoverso dell'articolo 4 alle parole: « In ogni caso non potrà mai aver luogo » si sostituiscano queste altre : « Per regola non potrà mai aver luogo, ecc. » Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore, INDELU, relatore. All'onorevole Berio risponderò a a a Aiti Parlamentari Camera dei Deputati 1444 — LEGISL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 a brevemente. I suoi desiderii sono già soddisfatti. Se egli avesse avuto presente l'articolo 10 del disegno di legge, il quale si riferisce all'articolo 18 del decreto del 1865, non avrebbe fatta la sua mozione. L'articolo 18 del decreto del 1865 dice così: « Nei casi di urgenza il presidente della Commissione può concedere in modo provvisorio alla parie citata l'ammissione al gratuito patrocinio, salvo a sottoporre l'affare alla Commissione nella prima adunanza. » Quando questa legge venne per la prima volta in discussione come oggi alla Camera, l'onorevole Mancini mosse appunto io stesso dubbio sollevato oggi dall'onorevole Beno. Si rispose dalla Commissione che siccome v'è una dichiarazione espressa, in forza della quale per gli articoli non modificati rimane in vigore il decreto del 1865, era inutile qualunque osservazione. Ma per maggiore scrupolo l'onorevole Mancini propose, e fu accettato dalla Commissione e dal Governo, l'articolo 10 il quale dice appunto: « Pei provvedimenti d'urgenza nulla è innovato all'articolo 18 del decreto 6 dicembre 1865. » Spero che l'onorevole Bario accetterà queste mie spiegazioni. Quanto poi all'onorevole Luporini, ricorderà la Camera che ieri egli 's'intrattenne nella discussione generale intorno alla portata dell'ultima parte dell'articolo 4. Diceva l'onorevole Luporini che una delle restrizioni per le quali diventerebbe odioso questo disegno eli legge, sarebbe appunto il divieto assolato dell'ammissione dell'una e dell'altra parte al gratuito patrocinio nello stesso giudizio. Ma io osservava alia mia volta che siccome per essere ammessi al gratuito patrocinio si richiede prima la prova della povertà, e in secondo luogo il giudizio della Commissione intorno alla probabilità dell'esito della causa a favore della parte richiedente, si può ritenere che l'ima e l'altra sieno povere, ma è difficile che una Commissione possa contraddire se stessa e possa dire che l'una e l'altra parte abbiano ragione. A ciò si replicava, ed io ne conveniva, che vi possono essere dei casi, difficili ad avvenire, ma pure vi possono essere ia cui l'una e l'altra parte sieno povere e concorrano, per esempio, ad una eredità. E può avvenire che in questa vertenza sia appunto involta una di quelle questioni sulle quali la giurisprudenza è dubbia e discorde. Anzi io dissi : che dobbiamo badar bene, perchè con le sottili ipotesi non vi può essere disposizione di legge che possa reggere. Di sottili ipotesi se ne possono far sempre in senso contrario. Ma ad ogni modo, tanto per non far torto all'onorevole Lupori ai, e per dargli una prom^ che la Commissione a non ha nessuno intendimento di restringere l'ammissione al gratuito patrocinio, io per parte della Commissione stessa accetto la sua proposta. In essa infatti vi è almeno affermato per regola questo principio, che non può essere ammessa una parte e l'altra al gratuito patrocinio. Questo « per regola » sarà un freno. Si presenterà qualche volta il caso eccezionalissimo, e allora saranno salvi tutti gli interessi. Quindi la Commissione per parte sua, e prega anche il.ministro di aderirvi, non ha nessuna difficoltà di accettare l'emendamento dell'ono* revole Luporini. PR1SIDBNTB. Ha facoltà di parlare l'onorevole Bario. BSRIO. Io non avevo dimenticato il disposto dell'articolo 10 ; ma parmi non basti, e lasci luogo a dubbie interpretazioni poiché riferendosi all'articolo 18 del decreto del 1865 e dicendo che nulla è innovato a quanto in questo decreto si prescrive, non possa bea chiaramente ritenersi che pei casi d'urgenza faccia eccezione all'articolo 4 e potrebbe benissimo sostenersi che riflette solo le formalità prescritte dal decreto del 1865 e non quelle nuove della comparizione delle parti nanti la Commissione. I magistrati hanno abitudine di interpretazioni piuttosto restrittive in siffatte materie, e potrebbero benissimo decidere che la comparizione delle parti essendo una cosa nuova stabilita da questa legge, sia imprescindibile anche per i oasi d'urgenza. Ma dopo le dichiarazioni dell'onorevole relatore, restando bene accertato che ia casi d'urgenza l'ammissione possa aver luogo senza che prima venga sentita la parte contraria, e che la domanda si possa perfettamente prescinlere dalia modificazione, i magistrati troveranno ben chiaramente dall'onorevole relatore e da me espresso il valore dell'articolo 56, che cioè nei casi di urgenza deroga anche 'al disposto dell'articolo 4, ben inteso solo in quanto alla ammissione provvisoria. Voci. Ai voti S ai voti ! PRESIDENTE. Onorevole ministro, accetta l'emendamento dell'onorevole Luporini ? MIMSTRO DELLE FINANZE. Accetto l'emendamento Luporini, nel senso in cui l'ha accettato la Commissiona. PRESIDENTE. Quindi invece delie-parole: « in ogni caso non potrà mai » si dica : « per regola non potrà aver luogo, » levando il « mai. » Pongo ai voti l'emendamento dell'onorevole Luporini. INDILLI, relatore. « Di regola. » PRESIDENTE. Egli dice « per regola. » LUPORINI. Accetto il cambiamento di parola; non faccio questione grammaticale. Atti Parlamentan LEGISI. XIY — Camera de » Deputati l a SESSIONE — DISCUSSIONI — PRESIDENTE. Sta bene. Si dirà dunque: « di regola. » Ha facoltà di parlare l'onorevole Chiaves. CHUVES. Domanderei: quando è che si sarà fuori di regola? Perchè non so come si potrà applicare questa dizione. Qual norma avranno i magistrati e la Commissione? Quindi io non saprei veramente acconciarmi a votare questa modificazione. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Spantigati. SPANTIGATI. Mi pare che il concetto dell'emendamento sia molto chiaro... LUPORINI. È molto chiaro. PRESIDENTE. Prego, onorevole Luporini, non faccia eco. (Ilarità) SPANTIGATI. La regola è che non possono essere ammesse entrambe le parti nel medesimo giudizio al beneficio del gratuito patrocinio ; ma la eccezione può essere che il beneficio del gratuito patrocinio venga ad entrambe le parti accordato. E quando? Lo ha detto l'onorevole relatore, quando il caso è dubbio, sicché non si può veder chiaro e netto da qual parte stia la ragione ; ed allora, quando entrambe le parti abbiano la sventura di essere povere, non essendovi ragione, per cui l'una abbia da litigare cbl beneficio del patrocinio gratuito, e l'altra non possa litigare perchè non ha i modi di sostenere le spese del giudizio, in questo caso eccezionale la Commissione accorda ad entrambe le parti il beneficio del gratuito patrocinio. Ecco il concetto dell'emendamento, che mi pare davvero giusto ed umano. PRESIDENTE. L'onorevole Luporini ha facoltà di parlare. (No ! no ! — Vivi segni $ impazienza) Poiché è accettato il suo emendamento... LUPORINI. Sta bene. Allóra rinunzio a parlare. PRESIDENTE. Si dirà dunque di regola ? LUPORINI Sì. PRBSIDENT8. Chi approva che alle parole « non potrà mai aver luogo, » si sostituiscano queste « di regola non potrà aver luogo, » è pregato di alzarsi. (È approvato.) Rileggo dunque l'articolo 4 colPemendamento dell'onorevole Luporini : « La Commissione, prima di provvedere sulla domanda del gratuito patrocinio, ne darà avviso alla parte avversa, la quale nel termine che le sarà assegnato potrà presentarsi sia per contestare la dedotta povertà, sia per dare delle spiegazioni sul merito della causa. « Se la parte avversa comparisce, la Commissione potrà anche fare uno sperimento di conciliazione. m 2 a TORNATA DEL 13 LUGLIO 1 8 8 0 « In ogni caso di regola non potrà aver luogò l'ammissione al gratuito patrocinio dell'attore e del convenuto nello stesso giudizio. » Chi approva quest'articolo è pregato di alzarsi. (È approvato.) « Art. 5. L'azione di ricupero, stabilita a carico della persona ammessa al gratuito patrocinio dagli articoli 140 e 25 delle leggi sulle tasse di registro e bollo, potrà essere esercitata verso la persona stessa perfruttele tasse e diritti ripetibili, quando per sentenza o transazione abbia conseguito un valore eccedente il sestuplo delle dette tasse e diritti. Quanto alle spese anticipate dall'erario il povero sarà tenuto a rimborsarle con la somma o valore conseguito, qualunque esso sia. » Sull'articolo 5 l'onorevole Luporini propone il seguente emendamento : « Il sottoscritto propone che alle parole « qualunque esso sia » che si leggono in fine dell'articolo 5, si sostituiscano le seguenti « purché anche ad esso rimanga una somma o valore corrispondente a quello che dovrà rimborsare all'erario. » Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. IMBELLI, relatore. Quest'emendamento dell'onorevole Luporini, dirò chiaramente la mia idea, lo capisco poco. Colui il quale litiga col gratuito patrocinio, sarà vittorioso o sarà soccombente. Se sarà vittorioso, l'altra parte naturalmente sarà condannata alle spese ; per conseguenza noi non ci dobbiamo preoccupare di questa ipotesi. Le spese saranno sempre pagate dalla parte soccombente, perchè in ogni caso essa è sempre obbligata alla rivalsa. Se poi chi litiga col gratuito patrocinio non è vittorioso in tutto, ma solo in parte, e per conseguenza non può riavere che una parte delle spese, che mai può egli pretendere di più ? Egli è fortunato, perchè l'articolo dice che allora sarà obbligato a pagare le tasse di cui agli articoli 140 e 25 della legge di registro e bollo, quando per sentenza o transazione abbia conseguito almeno un valore eccedente il sestuplo delle dette tasse e diritti. Se un litigante mercè il servizio che gli ha reso lo Stato coll'anticipazione di questi diritti erariali, ha ritirato il sestuplo dell'importare dei diritti stessi, se ha, per esempio, conseguito 600 lire, mi sembra della più stretta giustizia ch'egli ne pagbi 100 allo Stato. Quindi l'osservazione fatta non ha ragione d'essere. Quanto poi alle spese effettivamente anticipate dall'erario per indennità a testimoni o altro, esse costituiscono un prestito, che deve essere restituito appena si consegua qualche cosa dalla lite. Questa legge ha un'utilità morale da una parte, e finanziaria dall'altra. Ed ha un'utilità morale, perchè non vi può esser cosa più giusta che far ricupe- Atti Parlamentari 1446 Camera dei Deputati LEGISL. XIV — 1& SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0 rare silo Stato quello di cui è creditore, quando appunto per aver esso anticipato le spese vi ha reso così importante servizio, e voi avete potuto con esse conseguire il vostro. È giusto che voi dopo conseguito il vostro avere, eoa i danari dello Stato, volgiate le spalle all'erario, tenendovi il vostro gruzzolo guadagnato con queste spese anticipate ? Non le volete restituire? Ma, signori, se voi non le restituite, frodate i contribuenti, perchè infine sono i contribuenti quelli che pagheranno lo scotto. Ripeto quello che ho detto ieri : la carità legale esercitata entro certi limiti, io l'ammetto ; ma se c'è abuso è una spogliazione. Ed io non credo per conseguenza che voi vogliate ammettere che si possa fare questione di sorta pel ricupero delle spese, tanto più quando lo abbiamo limitato nel modo prescritto nell'articolo. Noi non vi diciamo nemmeno : pagate il rimborso de'diritti erariali, quando avete ottenuto 2 o 3 parti, ma quando avete ricevuto il sestuplo dei diritti che lo Stato vi ha anticipati. Siamo poi più severi quando si tratti di spese vive anticipate. Quindi prego la Camera, se realmente vuole che questa legge abbia il suo effetto, nell'interesse della finanza e dirò anche nell'interesse proprio della giustizia (perchè non si può ammettere lo sperpero del danaro pubblico), di votare l'articolo quale vi è proposto. Voci. Ai voti ! ai voti ! PRESIDENTE. Onorevole Luporini mantiene o ritira il suo emendamento ? LUPORINI. Se mi permette, onorevole presidente, vorrei dare una spiegazione alla Camera. Voci. No I no ! PRESIDENTE. Dia la spiegazione poi lo ritiri. (Si ride) LUPORINI. La spiegazione sarebbe questa : io ammetto quello che dice il relatore : è ciò che prescriveva anche la legge vecchia. Quando io litigo e l'erario mi dà i bolli e i registri gratuitamente e mi paga anche i testimoni, se io vinco per una somma maggiore del sestuplo dei diritti spettanti allo Stato io debbo pagare l'erario ; se i diritti ascendano a 100 ed io vinco per più di 6 0 0 lire, è giusto che debba pagare ; e così prescriveva anche la legge vecchia. Ma l'articolo ha fatto un passo di più ; ha fatto una distinzione che la legge vecchia non aveva fatto, ha distinto cioè tra quel che si deve all'erario a titolo di bollo e registro e quel che gli si deve a titolo di spese sborsate. Poniamo caso, all'erario si devono 50 lire a titolo di bollo e registro e gli si debbono 50 lire perchè ha pagato testimoni, ha pagato periti e ha fatto al- tre spese. Ora facendo questa distinzione, si dice: sta bene ; se voi povero... (Rumori) Se mi permette la Camera ho finito in due minuti ; ma stia attenta. (Si ride) ... se voi povero avete ricuperato meno del sestuplo, sta bene che non dobbiate pagare le spese di bollo e registro ; ma quanto alle altre, a quelle cioè che l'erario ha sborsato pel pagamento dei testimoni, le dovete pagare qualunque sia la somma d a voi ricuperata. Cosicché può avvenire benissimo che un povero litighi per una causa anche grande, guadagni cento lire sole, e se l'erario ha sborsato cento lire, le debba dare all'erario, e la sua vittoria sia peggiore di quella di Pirro. Ecco le ragioni per le quali io avevo proposto questa modificazione. (Ai voti! ai voti!) PRESIDENTE. Onorevole Luporini, mantiene o ritira il suo emendamento ? LUPORINI. Io pregherei la Commissione e anche il Ministero... PRESIDENTE. La Commissione non lo accetta. LUPORINI. Allora che ci ho a fare ? Mi pare tanto ragionevole (Si ride); ma poiché la Commissione non lo accetta dichiaro di ritirarlo. PRESIDENTE. L'onorevole Fili ha facoltà di parlare. mì-ASTOLFONE. Dirò poche parole. Faccio omaggio completamente ai ragionamenti esposti testé dall'onorevole relatore e non mi pare strano, ma ammiro il coraggio dell'onorevole Luporini, il quale vuole estendere la garanzia... (L'ha ritirato.) L'ha ritirato ? (Ai voti! ai voti!) PRESIDENTE. Dunque l'onorevole Luporini avendo ritirato il suo emendamento all'articolo 5, pongo a partito l'articolo 5 quale è proposto nella redazione della Commissione. Chi l'approva sorga. (È approvato.) « Art. 6. Nel caso di opposizione all'azione di recupero per non avveratosi conseguimento del sestuplo, di che all'articolo antecedente, l'amministrazione finanziaria non potrà essere condannata nelle spese di lite se la persona ammessa al gratuito patrocinio prima di opporsi in giudizio non avrà giustificato in via amministrativa di non aver conseguito un valore corrispondente al detto sestuplo. » Nessuno chiedendo di parlare, e non essendovi oratori iscritti, pongo a partito quest'articolo. (E approvato.) « Art. 7. Nelle cause promosse contro le persone ammesse al patrocinio gratuito la parte attrice sarà obbligata al pagamento delle tasse, diritti e spese notate a debito, quando la istanza sia rimasta pe- MUParlamentari LEGISL. XIY — — SESSIONE — DISCUSSIONI - -Camera dei Deputati 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 renta o la lite venga abbandonata per espressa regiureconsulto, e ha considerato colla stessa stregua nunzia. » la rinunzia tacita, che è la perenzione, e la rinunzia DOGLIOSI. Domando di parlate. espressa. . V , . ¿ « JU^. C'è un concetto legale più esatto di questo? PRESIDENTE. L'onorevole Dogìioni ha facoltà di Che cosa dice l'onorevole Dogìioni? E se la perenparlare. zione avviene per colpa del procuratore? Ma, onoDOGLiONl. A me pare che quest'articolo sia un revole Dogìioni, mala electio est in culpa ; scegliete po', troppo gravoso, poiché dice che « nelle cause un procuratore che sia diligente, e non sarete in colpa. promosse, coatra»le persone ammesse ai patrocinio Si capisce che spesso le cause sono guaste per gratuito la parte attrice sarà obbligata al pagaopera dei procuratori o degli avvocati che non fanno mento delle tasse, diritti e spese notate a debito, il loro dovere. Ma se voi avete scelto un procuraquando la istanza sia rimasta perenta o la lite venga tore, che vi ha fatto perimere l'istanza, vuol dire abbandonata per espressa renunzia. » che vi siete serviti di un procuratore negligente. Mi Io noto che tante volte questa istanza può venire sembra che queste considerazioni siano così esatte perenta senzacchè vi sia colpa delia parte attrice, questo articolo sia così informato alla sana dottrina ma per colpa del suo procuratore. giuridica, che francamente noi che eravamo stati Io farei correre questo termine due anni dopo la così avversi nell'altra Legislatura, quando questo perenzione dell'istanza. articolo 7 fu prodotto in altra forma, oggi non PRESIDENTE. Onorevole Dogìioni, mandi la sua propossiamo che congratularci col Governo di aver troposta scritta, o favorisca dirla ad alia voce affinchè vato la vera ipotesi legale ai sensi del Codice di possa intenderla. procedura. DOGLIOSI. L'articolo sarebbe in questi termini: « Nelle cause promosse contro le persone amF o c i Ai voti! messe al patrocinio gratuito, la parte attrice sarà PRESIDENTE. Onorevole Dogìioni, mantiene o ritira obbligata ai pagamento delle tasse, diritti e spese la sua proposta ? notate a debito, quando siano trascorsi due anni DOGLIOSI. Persisto nella mia proposta, perchè non dalla perenzione dell'istanza, o la lite venga abtrovo giusto che la parte che si trova perenta debba bandonata per espressa renunzia. » pagare le spese entro un termine più lungo. PRESIDENTE. L'onorevole relatore ha facoltà di PRESIDENTE. Dunque l'onorevole Dogìioni propone parlare. che invece di dirsi : « quando l'istanza ssa rimasta INDSLLI, relatore. Quando la prima volta questa perenta o la lite venga abbandonata per espressa legga fu presentata alla Camera vi era un articolo rinunzia » si dica : « quando siano corsi due anni proposto dai Governo che la Commissione non acdalla perenzione dell'istanza o la lite venga abbancettò, e fu poi soppresso d'accordo col Governo donata per espressa rinuncia. » istesso. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle Quest'articolo diceva che l'attore sarebbe stato finanze. tenuto all'indennizzo delle tasse, diritti, e spese MINISTRO DELLE FINANZE. È inutile che io dichiari, notate a debito, quando l'istanza fosse stata abbandopo ciò che ha detto l'onorevole relatore, che io donata per un anno. Si fece allora un'osservazione non potrei accettare l'emendamento dell'onorevole assai semplice dalla Commissione. Essa considerò Dogìioni. Le ragioni sono state già svolte dall'onoche vi possono essere dei giudizi di molta gravità. revole relatore. Il convenuto, a mo d'esempio, ha fatto un'eccezione PRESIDENTE. Dunque verremo ai voti sull'emendatale per cui l'attore ha bisogno di tempo, sia per stu- / mento dell'onorevole Dogìioni, il quale consiste nel diaria, sia per trovare degli altri documenti* È imsostituire alle ultime parole dell'articolo le seguenti: possibile che voi strozziate il giudizio in un anno « quando siano corsi due anni dalla perenzione unicamente per interesse dei diritti erariali! E della istanza, o la lite venga abbandonata per allora l'articolo fu soppresso. Ma oggi il Governo espressa rinunzia. » nel ripresentare la legge ha introdotto nuovamente Questo emendamento non è accettato, nè dalla l'articolo 7, con altra forinola, che a parer mio risolve Commissione, nè dal ministro. la questione in modo strettamente giuridico. L'attore Lo pongo a partito. introduce il giudizio, e poi lo fa perimere o vi riChi lo approva, è pregato di alzarsi. nunzia : ma allora è giusto che indennizzi l'erario. (Non è approvato.) Questi sono i due casi ; o che le istanze siano pePongo a partito l'articolo 7 così come fu redatto rente, o che vi abbiate rinunziato. Vale a dire, l'onodalla Commissione. revole ministro si è ricordato di essere un dotto Atti Parlamentari LEGISL. XIV — 1448 — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — Chi lo approva, si alzi. (È approvato.) « Art. 8. Nelle cause definite per transazione, nelle quali si faccia luogo a ripetizione di tasse, diritti e spese notate a debito, tutte le parti si intenderanno solidalmente obbligate al pagamento delle dette tasse, diritti e spese, malgrado ogni patto in contrario.. » A quest'articolo 8 l'onorevole Luporini propone (Oh!) che si aggiunga in fine dell'articolo 8: « L'ammesso al patrocinio gratuito non potrà peraltro essere tenuto al pagamento di dette tasse, quando giustifichi di avere conseguito meno del sestuplo. » Voci. Lo ritiri ! LUPORINI. Lo ritiro. PRESIDENTE. Allora, non essendovi oratori iscritti sull'articolo 8, lo pongo a partito così, come fu redatto dalla Commissione. Chi lo approva si alzi. (È approvato.) a Art. 9. Qualora la sentenza che ha definita la causa di patrocinio gratuito non sia stata notificata a cura delle parti contendenti, la notificazione potrà essere fatta d'ufficiò dopo decorsi 180 giorni da quello della sua pubblicazione. « La notificazione anzidetta avrà il solo effetto di rendere esecutiva la sentenza per la esazione delle tasse, diritti e spese notati a debito, nè gioverà o pregiudicherà ai diritti delle parti per lo appello o altro rapporto qualsiasi. » Sull'articolo 9 ha facoltà di parlare l'onorevole Aporti. APORTI. Per debito di lealtà dichiarò che voterò contro questo articolo perchè, secondo me, aggrava le condizioni del povero ; però mi permetto di sottoporre alla Commissione ed al Ministero un emendamento a questo articolo che mi pare giusto ed equo. Questo articolo aggrava la condizione del povero perchè vorrebbe che il fisco per avere le proprie spese debba far notificare al povero la sentenza con tutte le sue motivazioni, e tutti sanno come alle volte queste sentenze siano molto voluminóse e la sola spesa di cancelleria per farne spedire una copia sia enorme. Oraio, senza estendermi oltre, propongo questo emendamento all'articolo 9 che la notificazione di cui parla quest'articolo sia limitata al solo dispositivo della sentenza. INDELLI, relatore. La Commissione non ha nessuna difficoltà di accettare l'emendamento dell'onorevole Aporti, per-le considerazioni da lui espresse. E credo sarà anche d'accordo con l'onorevole mini- Camera dei Deputati 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 stro, tanto più che questa notificazione non ha effetto legale rimpetto alle parti. Quindi si potrebbe, dopo le parole « la notificazione potrà essere fatta d'ufficio » aggiungere le parole « nella farle dispositiva, dopo decorsi, ecc.» PRESIDENTE. Onorevole ministro, accetta ? MINISTRO DELLE FINANZE. Io non ho difficoltà di accettare questo emendamento* tanto più che non è fatto che nell'interesse fiscale e non ha alcun effetto nei rapporti fra le parti. PRESIDENTE. Allora bisogna dire così : a Qualora la sentenza che ha definita la causa di patrocinio gratuito non sia stata notificata a cura delle parti contendenti, _ la notificazione potrà essere fatta di ufficio nella parte dispositiva. » MINISTRO DELLE FINANZE. Nella sola parte dispositiva. PRESIDENTE. Nella parte dispositiva. INDELLI, relatore. Nella sola parte dispositiva. Voci. È lo stesso. PRESIDENTE. Io guardo l'ultima edizione corretta. 1NDBLLI, relatore. Ecco, perdoni onorevole presidente, il dire « nella parte dispositiva » è forraola esatta, ma io preferisco dire : « nella sola parte » come mi sembra preferisca anche l'onorevole ministro. La sentenza è un'unità, e potrebbe diversamente nascere il dubbio se per dispositivo della sentenza s'intenda il tutto o la parte. Quindi per meglio spiegare l'idea dell'onorevole Aporti e togliere ogni dubbio, convien dire: « nella sola parte dispositiva. . PRESIDENTE. Dunque l'emendamento consiste che, dopo le parole: « potrà essere fatta d'ufficio » si dica : « nella sola parte dispositiva. » Pongo a partito quest'emendamento proposto dalla Commissione d'accordo coll'onorevole ministro... • CHIAVES. Permetta, chiederei di parlare. PRESIDENTE. Parli, onorevole Chiaves. CHIAVES. Io vorrei che si vedesse un po' se non sia il caso di aggiungere: « fatta d'ufficio dall'amministrazione finanziaria » perchè tante volte una notificazione d'ufficio s'intende fatta dall'autorità giudiziaria... SPANTIGATI. No, no! CHIAVES... mentre qui s'intende notificazione fatta dall'amministrazione finanziaria. Si veda un po' se non sia il caso di aggiungere queste parole. PRESIDENTE. Dunque, onorevole relatore? \WéXAA,relatore. Quello che dice l'onorevole Chiaves non è che un chiarimento maggiore, e quando si tratta di chiarimenti io non mi oppongo mai. Non abbiamo quindi difficoltà che si aggiunga pure: « dall'amministrazione finanziaria. » Atti Parlamentari Camera dei Deputati LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 LUPORINI. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Luporini? LUPORINI. Su quest'articolo. PRESIDENTE. Ma perdoni, la discussione è già finita. LUPORINI. Nei secondo capoverso... PRESIDENTE. E finita la discussione, dobbiamo venire ai voti. Dunque Commissione e Ministero d'accordo propongono che l'emendamento sia in questi termini : « la notificazione potrà essere fatta d'ufficio dall'autorità finanziaria... INDELLI, relatore. Allora si cassi « d'ufficio. » PRESIDENTE... e nella sola parte dispositiva. » INDELLI, relatore. « A cura dell'amministrazione finanziaria. » PRESIDENTE. Ma scusino, allora gli emendamenti li scrivano e me li mandino. INDELLI, relatore. Qui si tratta di contentare gli avvocati. PRESIDENTE. Dunque, l'emendamento è il seguente : « potrà essere fatta a cura dell'amministrazione finanziaria nella sola parte dispositiva. » Chi approva questo emendamento è pregato di alzarsi. (È approvato.) Rileggo l'articolo 9 : « Qualora la sentenza che ha definita la causa di patrocinio gratuito non sia stata notificata a cura delle parti contendenti, la notificazione potrà essere fatta a cura dell'amministrazione finanziaria nella sola parte dispositiva dopo decorsi 180 giorni da quello della sua pubblicazione. « La notificazione anzidetta avrà il solo effetto di rendere esecutiva la sentenza per l'esazione delle tasse, diritti e spese notati a debito, nè gioverà ,o pregiudicherà ai diritti delle parti per l'appello o altro rapporto qualsiasi. » Chi approva l'articolo 9, di cui ho dato lettura, è pregato di alzarsi. (È approvato.) « Art. 10. Pei provvedimenti d'urgenza nulla è innovato all'articolo 18 dal decreto 6 dicembre 1865. » Non essendovi oratori iscritti, pongo a partito l'articolo 10. Chi l'approva è pregato di alzarsi. (È approvato.) « Art. 11. Sono mantenute le disposizioni delle leggi precedenti in quanto non siano contrarie alla presente legge. « Con regolamento approvato per decreto reale, sentito il Consiglio di Stato, saranno date le disposizioni transitorie e le altre necessarie per la esecuzione della legge stessa. » NOCITO. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare Y onorevole Nocito. NOCITO. Propongo una semplice modificazione ; nel secondo comma dell'articolo 11, propongo che si dica così : « con regolamento fatto d'accordo col ministro guardasigilli. » ' Questa legge ha tutto il carattere* di una legge finanziaria; in sostanza pero non fa altro che modificare un decreto reale firmato da un ministro guardasigilli ed attinente ad una delle più importanti parti dell'amministrazione finanziaria. Per lo meno sia il ministro delle finanze d'accordo col guardasigilli nel fare il regolamento. PRESIDENTE. L'onorevole Nocito propone... NOCITO. Propongo quindi questa modificazione : « con regolamento fatto d'accordo col ministro guar» dasigilli approvato con decreto reale, sentito il Consiglio di Stato. » MINISTRO DELLE FINANZE. Mi pare perfettamente inutile l'aggiunta proposta... INDELLI, relatore. Ecco ; è vero. MINISTRO DELLE FINANZE... l'aggiunta proposta, perchè va da sè che questo regolamento debba essere fatto d'accordo tra il ministro delle finanze e quello di grazia e giustizia per ragione di competenza respettiva dei due Ministeri. È una cosa così chiara che mi pare inutile che sia scritta nell'articolo. NOCITO. Quando l'onorevole ministro delle finanze fa questa dichiarazione, il mio emendamento non ha più luogo. PRESIDENTE. In conseguenza pongo a partito l'articolo 11. Chi l'approva è pregato di alzarsi. (È approvato.) Ora rileggo l'articolo 4 del disegno di legge : « Sono approvate le disposizioni relative al patrocinio gratuito contenute nell'allegato D. » Pongo a partito questo articolo. (È approvato.) L'onorevole presidente del Consiglio ha facoltà di parlare. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Io debbo in dicare alla Camera, quali progetti il Governo desidererebbe fossero votati, essendo urgenti ed importanti, ed a suo avviso tali da non dar luogo a lunghe discussioni. Metto in prima linea quello pel monumento a Sua Maestà Vittorio Emanuele. (Benissimo /) Stanziamento di somme per acquisto di oggetti di belle arti alla Esposizione nazionale di Torino. Concorso dello Stato nella spesa della Esposizione industriale nazionale di Milano nel 1881. {Bene!) Camera dei Deputati LEGISL. XIV — 1* SESSIÓNE — DISCUSSIONI — 2* TORNATA DEL 13 LUGLIO 1880 Modificazioni alla legge 13, novembi$t L££0J?k~ torno alla composizione ed attribuzioni del Consiglio superiore della pubblica istruzione. (Mor- morio) , Provvedimenti contro la fillossera. Cavo sottomarino nello stretto di Messina, fra la Sicilia e l'isola di Lipari.^ „,L..,.ll, ... Iscrizione fra le strade nazionali della strada da Pian di Porfcis al confine Àustro-Ungarico per i^onte Croce. ¿ ¿ ¿ i k ¿¿i r. Proroga per la vendita dei beni incoiti dei comuni, e dei beni ademprivili in Sardegna. Si tratta di termini che vanno, a scadere. PRESIDENTE. Sono già scaduti, ^ c a d u t i anzi coll'ultimo di giugno. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Proroga per la rinnovazione delle ipoteche. Modificazione delle circoscrizioni ipotecarie nelle Provincie di Modena e di Reggio Emilia. Dichiarazioni fra l'Italia e la Serbia per regolare temporaneamente il regime daziario fra i due paesi. Proroga del termine per l'applicazione dei misuratori dell'alcool. Riordinamento del corpo delle guardie doganali. Eh ! eh ! troppa roba ! PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Molti di questi progetti sono di urgenza incontestata perchè alcuni hanno una data fissa di scadenzi. L'altro giorno il ministro dell'interno ha raccomandato l'impianto del sifilicomio di Roma, e ne ha detto le ragioni. La relazione non è presentata, ma lo sarà sicuramente domani ; quindi fra i progetti urgenti mettiamo anche quello per l'impianto di un sifilicomio di Roma. PRESIDENTE. Vuol darmi l'elenco ? PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Aggiungo una parola. L'onorevole mio collega, il ministro dei lavori pubblici, avrebbe desiderato la discussione dei disegno di legge per modificazioni alla legge sulle costruzioni ferroviarie; ma non essendo presentatala relazione duole a lui ed a noi che non si possa ora indicarla fra i disegni di legge da mettersi all'ordine "del giorno. . Voci. PLOTINO AGOSTINO. Ho domandato di parlare. PRESIDENTE. Parli pure. PLUTINO AGOSTINO. Nell'interesse della finanza io pregherei di voler far discutere la legge per l'aumento del dazio sugli olii di cotone. Questa legge fu già discussa, la relazione è presentata, e se il Governo non provvede, in questi 3 o 4 mesi saremo inondati di olii di cotone dall'America, la quale sta imponendo delle forti e l onerose imposte sulla introduzione delle nostre produzioni artistiche. Ora io credo che, tanto per sostenere gl'interessi della finanza,« quanto per sostenere gl'interessi dei produttori, ed anche per rispondere un poco al non benigno sistema dell'America, direi quasi, proibii tivo di tutto ciò che produce l'Italia anche nelle arti, noi dovremmo assolutamente portare innanzi la discussione di questo, disegno di legge* . PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Buo nomo, .. ,..-.v • w u ' BljQPMO. Tra i progetti che il presidente del Consiglio desidererebbe che la Camera discutesse in questi ultimi giorni, vi è quello per la modificazione del Consiglio, superiore dell'istruzione pubblica. , Io faccio una considerazione. Questa legge.è organica, e tanto basta per determinarne l'importanza... Mi sento dire che per quanta sia l'importanza della legge potrà questa essere trattata in breve tempo perchè già fu approvata altra volta dalla Camera. Quanto a me quando trattasi di leggi organiche non imparerò mai a trattarle in breve tempo. Ma mi sento dire che il tempo è leggero. Leggero quanto si vuole. Io dico così, trattandosi di una legge di questa importanza... Sento dire però da qualche interruttore, che è una legge già discussa dalla Camera... ERCOLE. Sì ; votata dal Senato. PRESIDENTE. Prego di non interrompere. Discutiamo tranquillamente: BliONOMO. Se questa legge ritorna semplicemente perchè passi dalla Camera e vada direttamente alla firma sovrana; ma in verità tutto questo è un meccanismo che comprendo poco. A me pare che la Camera. se verrà questa legge, potrà trovare fra i nuovi eletti di quelli che la vogliono discutere ampiamente, e non ci sarà nessuno che vorrà negare il diritto a qualsiasi nuovo ed antico deputato, di discuterla con tutta l'ampiezza che una legge organica pretende. Ed io mi permetto allora di fare una dichiarazione alla Camera. Per questa legge esiste già una Commissione, secondo il nostro regolamento. Questa Commissione l'ha già discussa, e sapete con quale risultamelo numerico ? Cinque dei nove hanno fattola maggioranza e quattro dei nove hanno fatto la minoranza. Ciò significa che vi è molto da dire sopra questa legge. Questi 4, che pure hanno avuto la fiducia di 4 dei nostri Uffici, hanno creduto nondimeno di discuterla in senso negativo o molto dubitativo. Vorreste voi negare che queste conside« razioni si venissero ad esporre alla Camera ? Potreste fare una sola cosa; quando si viene a questa discussione, gridare: Ai voti ! ai voti! e la legge passerà subito. Se noi volessimo seguire questo sistema di gridar subito: ai voti ! ai voti! comprendo allora che si (Interruzioni) (Interruzioni) Atti Parlamentari LEGISL. XIY — Camera dei Deputati I 6 SESSIONE — DISCUSSIONI — ponga anche domani all'ordine del giorno, se il presidente lo crede. Ma se voi vorrete, sopra una legge organica portare la serietà come sempre a noi si conviene, io vi confesso che non mi pare opportuno far tanta premura per una legge organica in momenti in cui nessuno è fermo qua dentro. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Io non entrerò nelle considerazioni di merito, sulla grande importanza di questo disegno di legge, del quale si occuparono parecchie volte le precedenti Legislature, e che fu votato dall'ultima, ed in questa dall'altro ramo del Parlamento. Avendo sentito che ha domandato di parlare l'onorevole Baccelli lascio a lui indicare gli altri motivi di urgenza. Dirò solo che per il Ministero non era dubbia, giacché è stata votata dal Senato con rapida discussione, con un articolo per il quale questo disegno di legge deve andare in attività il I o novembre. Il non iscriverlo dunque fra i progetti da votarsi prima delle ferie, sarebbe stato un atto di poco riguardo verso l'altro ramo del Parlamento. Faccio pure osservare che il non discuterlo adesso vuol dire un altro anno perduto; dovendo la legge avere effetto col I o novembre. PRESIDENTE. Onorevole Del Giudice? DEL GIUDICE. Parlo sopra un altro argomento. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Martini. MARTINI. Io voleva osservare soltanto quello che ha osservato l'onorevole Buonomo, che cioè questa legge del Consiglio dell'istruzione pubblica non sarà possibile discuterla brevemente. Per me io dichiaro che, per quanto non sia il mio ideale questa legge, io sono pronto a votarla; non è esatto che essa sia essenzialmente quella che fu dotata dalla Camera; è tutt'altra cosa. A me non pare che ci sia necessità di discuterla in fretta e di votarla prima che noi ci separiamo. È vero che deve andare in vigore nel novembre 1880 ; ma non è giusto, secondo l'onorevole presidente del Consiglio diceva, che non votandola adesso si perda un altro anno. Una tal legge potrebbe andare in vigore al I o dicembre, al I* gennaio, senza che vi fosse danno veruno. E i essendo una legge che ha tanta connessione con tutto il sistema dei nostri studi, non mi pare che converrebbe strozzarne la discussione. PRESIDENTE. Onorevole Podestà ? PODESTÀ. Non parlo su quest'argomento. PRESIDENTE. L'onorevole Brin? MIN. Neppure io. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Baccelli. BACCELLI, Io devo far riflettere solamente alla Ca- 2 a TORNATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 mera che, avendo avuto l'onore di essere il relatore del bilancio della istruzione pubblica, motivai il fatto, di cui attualmente la Camera si occupa, e dissi che a me pareva assolutamente necessario che la Camera avesse voluto discutere con prontezza questo disegno di legge, che già da 4 anni si trascina tra i due rami del Parlamento. Questo disegno di legge non è nuovo : io credo chs non vi sia deputato, che non lo conosca a fondo. Ssrà una mia idea, ma contro questo disegno di legge si è sollevata una serie meditata d'indugi e in modo tale che se ne è fatta una vera strategia politica contro la legge stessa. PRESIDENTE. {Interrompendo) Onorevole Baccelli, la prego ; metta tutta la moderazione. BACCELLI. Non parlo dell'onorevole Buonomo, perchè, naturalmente, egli era deputato della passata Legislatura, ed in quella egli ha potuto studiare questo disegno di legge ; ma, siccome egli è abituato a studiare profondissimamente tutte le cose, avrà bisogno di studiarlo ancora una volta. {Ilarità) BllOKOMO. Chiedo di parlare per due fatti personali. {Risa) BACCELLI. Ora a me pare, che il disegno di legge attuale non sia punto diverso da quello antecedentemente presentato, e che, quando si fa osservare alla Camera che vi è nel disegno stesso un termine di tempo, e che questo cade in novembre ; quando il suffragio duplice dell'altro ramo del Parlamento ha già preceduto il nostro, mi pare che sia mestieri finire una buona volta una così lunga questione. Quindi non intendo di fare davvero violenza a nessuno, ma credo d'interpretare l'animo di moltissimi dicendo che ormai è necessario di discutere questo disegno di legge. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole De Renzis. Parla su questo ? DE RENZIS. Precisamente. Il Governo del Re, per bocca del suo, presidente del Consiglio, ha fatto noto alla Camera quali erano i disegni di legge che interessavano al buon andamento dei servizi dello Stato, ed ha spinto la-Camera a non separarsi senza votare alcuni disegni di legge che più interessavano questi servizi. Ora, fra questi, egli ha aggiunti tutti quei disegni di legge di facile approvazione. E per conseguenza ha potuto sottomettere alla vostra approvazione una quantità grande, direi, di disegni di legge. PRESIDENTE Quattordici. DE RENZIS. Quattordici. I quali, se dovessero dare luogo a discussione, certamente voi non vi separereste posdomani, od in fin di settimana, ma vi separereste fra un mese. Dunque condizione essenziale delle proposte go- 1452 'Atti Parlamentari Camera dei Deputati LEGrISL. XIV — l SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 TORNATA DEL 18 LUGLIO 1 8 8 0 a a vernative si è quella di mettere sotto gli occhi del Parlamento disegni di legge, i quali non dieno occasione a larghe discussioni. Io desidererei quanto altri mai che venisse innanzi a voi discusso il disegno di legge che riguarda il Consiglio superiore d'istruzione pubblica, ma io mi preoccupo che, se noi ci impegoliamo in questo disegno di legge, noi potremo far ritardare di tanto l'approvazione di altri disegni di legge egualmente, non dico di più, ma egualmente interessanti pel buon andamento dell'amministrazione. Ora io non faccio opposizione alla proposta di mettere all'ordine del giorno questo disegno di legge, ma prego la Camera e l'onorevole nostro presidente di voler mettere in ordine di discussione i progetti in modo che siano approvati pei primi quelli che sono tali da dar luogo a minori discussioni. Così più facilmente si farà cammino. L'onorevole presidente vedrà che sul disegno di legge relativo all'istruzione pubblica, sono numerosi gl'inscritti. Quindi s'egli mette questo progetto come una barricata innanzi agli altri dovranno aspettare, mentre se avanti a quei progetto ne mette altri di più facile approvazione, indubitatamente si arriverà in breve ad esso. Allora, giunta innanzi a quell'ostacolo, la Camera deciderà se debba o no sorpassarlo. Questa è la mia proposta, PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Berio. BERIO. Il disegno di legge già approvato dal Senato stabilisce che il Consiglio superiore d'istruzione pubblica si riunisca due volte all'anno. La sua più importante riunione, quella in cui tratta maggiore copia d'affari è quella che ha luogo in autunno, tempo in cui i consiglieri hanno agio maggiore per stare a Roma. Ora è stabilito in uno degli articoli del disegno di legge già approvato dal Senato, che la legge dovrà andare in vigore al 1° novembre. Ma se essa non è approvata dalla Camera prima di quel tempo è certo che passerà tutto il 1880 senza che possa più attuarsi e quindi non si avrà quel nuovo Consiglio superiore d'istruzione pubblica, che il Senato e la Camera hanno già dichiarato necessario, se non fino all'autunno del 1881. Prego i miei onorevoli colleghi di voler considerare che tre volte questo disegno di legge è già stato presentato al Senato, e una volta discusso ed approvato dalla Camera. Se si rimanda ancora un'altra volta al Senato, diventerà cosa ridicola ed intanto l'istruzione pubblica continuerà ad essere diretta dall' attuale Consiglio che e Camera e Senato hanno dichiarato non inspirare più la fi8 ducia che si richiede per bene dirigere un ramo tanto importante del servizio pubblico. Quindi, come relatore, prego la Camera di discutere il più presto possibile questo disegno di legge. PRESIDENTE. L'onorevole Buonomo ha facoltà di parlare per fatto personale. BUONOMO. Debbo parlare per fatto personale ed anche in merito. I fatti personali mi ripugnano sempre, ma l'onorevole Baccelli diceva che contro questo disegno di legge si e sollevata una serie di meditati indugi. Se l'onorevole Baccelli mette in una coppa della bilancia l'onorevole Buonomo, poiché adesso viene a parlare di meditati indugi e qualch'altra persona nell'altra, non so l'onorevole Baccelli nella sua lealtà da che parte metterebbe la meditazione. Dirò di più : l'onorevole Baccelli ha detto : l'onorevole Buonomo studia sempre profondamente, con attenzione ; io non so, onorevole Baccelli se io studii con profonda o con poca attenzione; dirò solo che studio con coscienza serena;non guardo ad altro che a quello che posso attingere dalle cose in se stesse ; arrivo a quel che posso arrivare, a quel che ho potuto raggiungere col mio discernimento ; nè più nè meno. Dopo di questo io dirò alla Camera... PRESIDENTE. Onorevole Buonomo si attenga al fatto personale; tenga conto dell'ora... BUONOMO. Ma aveva già domandato di parlare anche sul merito. ERCOLE. Che merito!? Sono le 7 1[4. Voci. Ai voti ! ai voti! BUONOMO. Io riconosco dunque (dopo il fatto personale ed entrando nel merito, come avevo domandato di parlare) riconosco, dico, la delicatezza del Ministero, secondo le parole dell'onorevole presidente del Consiglio, quando ha detto trattarsi di un dovere d'omaggio verso il Senato ; ma la Camera, rendendo omaggio al Senato, non può abbandonare il proprio piedistallo su cui riposa. Si dice : si tratta di una legge già approvata ; ma non è più tale quando gli uffici che rappresentano altrettante nove parti della Camera, vi mandano quattro commissari che si oppongono alla legge. Volete voi far rimanere nella gola ai commissari le considerazioni per le quali si oppongono a questa legge? Quando aprirete la discussione con queste condizioni, ma credete voi che essa sia tale che possa farsi a tamburo battente in una o in poche sedute? Se voi lo credete, vuol dire che una forza maggiore vorrà chiudere la bocca a chi ha l'idea di parlare su questa legge. 'Atti Parlamentari LEGISL. XIY Camera dei Deputati l a SESSIONE — DISCUSSIONI — 2 a TOENATA DEL 1 3 LUGLIO 1 8 8 0 PRESIDENTE. Onorevole Buonomo, proprio io la PRESIDENTE. L'onorevole De Renzis ha proposto prego... che, dovendosi discutere i 14 disegni di legge testé BUONOMO. Io ubbidisco all'onorevole^presidente. accennati dall'onorevole presidente del Consiglio, PRESIDENTE. Onorevole Buonomo, non faociamo fosse lasciato al presidente della Camera di distriuna questione alle 7 e un quarto ; altrimenti biso- buirli in quell'ordine che a lui fosse sembrato più gna rimandarla a domani. opportuno. BUONOMO. Se cominciamo la discussione sul ConIo però prima debbo domandare all'onorevole siglio superiore con questa fretta... presidente del Consiglio, se l'ordine nel quale egli PRESIDENTE. Non è fretta, onorevole Buonomo. ha enumerato sia stato casuale, oppure nel suo penSono le 7 e un quarto e io propongo di rimandarla siero si determinasse già la priorità. (Rumori) Io a domani. debbo domandarlo. BlIONOMO. Fo omaggio alle idee dell'Onorevole preVoci. Casuale, casuale ! sidente e dico che questa legge è di difficile discusPRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Io non intendeva di sione. determinare la priorità. PRESIDENTE. Va bene. I disegni di legge sono quattordici, ma credo che BONGHI. Domando di parlare. gli altri non daranno luogo a discussione. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole V'hanno considerazioni di incontestata utilità, Bonghi. (Rumori) come pure per il Ministero dei riguardi dovuti alPrego di far silenzio. l'altro ramo del Parlamento, che ha prescritto il BONGHI. Due parole sole, perchè io sia leale verso termine dell'esecuzione al disegno di legge. la Camera. D'altra parte poi io non posso presumere, per la Nella Commissione io dissi che mi sarei dovuto fede che ho nello zelo della Camera, di cui ha dato opporre a questo disegno di legge a passo a passo ; tante prove, che essa non voglia discutere anche un e io dichiaro alla Camera che non potrei non man- disegno di legge dì tanta importanza. tenere la mia parola che ho dato ai miei compagni Per la priorità però mi rimetto all'egregio nodella Commissione. (8i ride) stro presidente. (Benissimo!) PRESIDENTE. Conciliabilmente col regolamento ; GANZI. Domando di parlare. due volte ogni articolo. PRESIDENTE. Su che? Su questa mozione? BONGHI. Precisamente. La mia strategia è sempliGANZI. Sissignore. cissima. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. PRESIDENTE, Sempre uniformandosi al regolaCANZI. Dai momento che il presidente del Conmento. Intanto mi pare che vi sia una proposta eà è siglio si è rimesso all'egregio nostro presidente della Camera per istabilire l'ordine della discusquella dell'onorevole De Renzis... MARTINI. Domando di parlare per un fatto perso- sione di questi disegni di legge, io pregherei la Camera di accordare che fosse data la precedenza nale. (Rumori) alia discussione del disegno di legge per lo stanPRESIDENTE. Ha facoltà di parlare per un fatto ziamento d'un sussidio per l'esposizione di Milano. personale. (Oh! oh! r— Rumori) MARTINI. L'onorevole Baccelli ha detto che a PRESIDENTE. Allora nasce un'altra questione. Il questo progetto si frapponevano ostacoli meditati presidente non ha ohe una cosa sola da fare, cioè e non dall'onorevole Buonomo. Ora, siccome le osservazioni sono state fatte dal- pregare la Camera di deliberare uno per uno su l'onorevole Buonomo e da me... (No!no!) a me questi progetti. (No! no! — Rumori) Non v'è altro a fare. preme dir questo : l'onorevole Baccelli sa che, essendo egli relatore, nella passata Legislatura, di Mólte voci. Disponga il presidente. Pieni poteri. questo disegno di legge, io parlai contro ; farei alPRESIDENTE. Vi è la proposta dell'onorevole De trettanto anche oggi, se credessi veramente che Renzis la quale autorizza il presidente di disporre giovasse ormai di combattere questa riforma. Io non per la discussione di questi quattordici disegni di ho fatto proposte ; ho fatto una semplice osserva- legge a cui accennò il presidente del Consiglio, sezione ; ho, anche io, i timori manifestati dall'onore- condo che la discussione riesca più facile o più difvole De Renzis. Dei resto, anzi, nel mio ufficio ho ficile affinchè i lavori della Camera possano procedifeso il disegno di legge, e fui vinto nella batta- dere spediti. glia, come era naturale, dall'onorevole generale RiVoci Sì ! sì ! cotti. (8i ride) 194 Atti Parlamentari LEaiSL. XIY — 1454 — r SESSIONE — DISCUSSIONI — PRESIDENTE. Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi. (È approvata.) DEL GIUDICE. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. DEL GIUDICE. L'onorevole Plutino mi ha prevenuto nel desiderio di accelerare i lavori della Camera. Ma, dico la verità, mi sarei atteso che l'onorevole presidente del Consiglio avesse enunciato tra i disegni di legge, che noi dobbiamo discutere prima di dividerci, quello sul maggiore dazio intorno agli olii di cotone, una volta che il ministro ha presentato alla Camera questo disegno di legge ; e io oso asserire che è un vivissimo desiderio del paese che si vengano a garantire le sue produzioni ad onta delle contraddizioni che partono da interessi privati, e riconosco legittima la necessità di approvare quella legge, una volta che il ministro delle finanze ha messo sul tappeto questa questione di cui la Commissione si è occupata, ed ha già presentato la relazione. PRESIDENTE. Sta bene : abbiamo la relazione, vediamo se si va. DEL GIUDICE. Avrei semplicemente da far osservare che qualora questo progetto fosse rimandato a novembre, noi avremmo la nostra produzione minacciata. Faccio vivissima istanza e formale proposta perchè questo progetto sia messo all'ordine del giorno. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Podestà. PODESTÀ. Non su questa questione. PRESIDENTE. Allora l'onorevole Brirn BRIN. Io prego la Camera di tenersi alla proposta dell'onorevole ministro, e di non aggiungere dei disegni di legge da discutere in questo scorcio di Sessione, come quello che riguarda il dazio sugli olii di cotone. Io faccio osservare che questo progetto è capitato in una guisa quasi improvvisa... DEL GIUDICE. Ma che improvvisa ! BRIN. Il fatto è che io parlo a nome dell'onorevole Martini. MARTINI. Chiedo di parlare. BRIN. V i sono le principali Camere di commercio delle città marittime che mettono obbiezioni contro questo dazio. Ora io non domando altro fuorché il tempo di discutere una questione così grave, la quale darà luogo a molte discussioni, e che potrebbe anche impedire il desiderio che ha il Governo di sollecitare l'approvazione di progetti più importanti. Quindi io domando che si tenga conto della proposta del Governo. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Celesia. Camera dei Deputati 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0 CELESIA. Io ho sentito dall'onorevole Brin accennare ad un precipitato progetto. (Eumori, conver- sazioni) PRESIDENTE. Ma, onorevoli colleghi, io sciolgo la seduta, se non si mantiene una forma conveniente, e rimando la discussione ad altro giorno. CELESIA. Questo progetto è stato il risultato di un eco di lamenti molto noti, e molto ripetuti, giunta al ministro delle finanze, il quale ascoltando e ponderando la rappresentanze che a lui furono fatte, se ne preoccupò e riconobbe la necessità di impedire fatti molto dannosi al commercio, alla coltura degli oliveti ed a tanta parte della ricchezza nazionale. L'onorevole ministro ha creduto nella sua saviezza di presentare il progetto del quale ora si tratta; esso fu discusso dalla Commissione, dalla medesima adottato ad unanimità meno un voto. Io non nego che vi possono essere interessi disparati, io non intendo punto d'entrare nel merito della questione ; ma certamente la discussione intorno a questi vari interessi ed alla prevalenza rispettiva non si può prevedere così ampia da non permettere che la Camera pigli una risoluzione in questo scorcio di Sessione. Io mi rimetto alla Camera. MINISTRO DELLE FINANZE. Io riconosco l'urgenza del disegno di legge per il dazio sugli olii di cotone ; anzi rammento che la Camera ne dichiarò l'urgenza» Io però devo dichiarare che non ho ancora letto la relazione delia Commissione, la quale non so neppure se sia stata già stampata e distribuita. (8ì! sì!) E siccome ho sentito dire che vi potrà essere lunga discussione e grande opposizione, così io desiderava di leggere prima il rapporto della Commissione. Ecco perchè non ho indicato all'onorevole presidente del Consiglio questo fra i progetti urgenti che interessano le finanze. Ma se è vero che la relazione è già presentata, e si potrà leggere dal Ministero e dai deputati che intendono fare opposizione a questo progetto, io credo che non vi possa essere difficoltà a metterlo anche fra i disegni di legge urgenti ; però in coda a quelli che sono stati teste letti. PODESTÀ. Io appoggio la proposta in senso sospensivo di questa discussione, che ha fatto l'onorevole Brin. L a legge di cui ni tratta è di molta importanza. Tutti i principali centri commerciali del regno, le Camere di commercio vi fanno opposizione. PLUTINO AGOSTINO. Ma niente affatto ! PODESTÀ. Mi pare dunque consentaneo all'equità di aspettare che la Camera possa prendere cognizione di queste osservazioni ; e se la legge non può Aiti Parlamentari Camera dei Deputati LEGrISL. XIY — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — essere votata in luglio, sarà votata in novembre. Non ci sarà per questo indugio rovina nè per Se finanze, nè per l'economia nazionale. BRUNETTI. Non comprendo che cosa significhino queste parole : legge venuta alVimprovviso. PRESIDENTE. È venuta come tutte le altre leggi. La prego, onorevole Brunetti* lasci andare queste parole per non dare appiglio a fatti personali. BRUNETTI, È un disegno di legge presentato dal Ministero, dichiarato d'urgenza dalla Camera, discusso negli uffici ed approvato in maggioranza dalla Commissione. Io non so comprendere come si chiami improvviso ; a me pare anzi che sia un progetto che allo stato delle cose è maturo per essere discusso. Io non comprendo neppure come un deputato si possa preoccupare nel discutere un disegno di legge delle obbiezioni e delle contraddizioni che vengono da Camere di commercio e da corpi estranei alla Camera... PRESIDENTE. Ma, onorevole Brunetti, scusi. BRUNETTI,., come, mi pare, ha detto l'onorevole Podestà. Ad ogni modo io appoggio il voto dei miei onorevoli colleghi ed amici, perchè sia annoverato fra gli urgenti questo disegno di legge. PRESIDENTE. Dunque si propone che questo disegno di legge per un dazio sugli olii di cotone sia annoverato come 15° della lista, salvo per esso al presidente di anticiparne o posticiparne l'iscrizione all'ordine del giorno secondo che gli paia più facile o più difficile la discussione. PODESTÀ. Io domando alla Camera che sia iscritto nell'elenco dei disegni di legge d'urgenza anche quello dell'inchiesta sulle condizioni della marina mercantile. È una proposta la cui urgenza non ha bisogno di essere dimostrata. (Eumori, conversazioni) PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, li prego di avere un po' di pazienza ; vedono che io sto qui permanente per sette ore. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio. 2 a TORNATA DEL 1 8 LUGLIO 1 8 8 0 PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Il Ministero non ha nulla in contrario che questo disegno di legge venga posto fra quelli da discutersi in via di urgenza, salvo al presidente di stabilire il posto. PRESIDENTE. Dunque pongo a partito l'iscrizione nell'elenco come 16° il disegno di legge peìl'inchiesta sulle condizioni della marina mercantile. (L'iscrizione è ammessa.) La seduta è levata alle 7 85. Ordine del giorno per le tornate di domani : " (Alle ore 10 antimeridiane) 1° Discussione dei bilanci di definitiva previsione pel 1880 dei Ministeri: dell'interno ; della marina ; della guerra. (Al tocco) 2° Seguito della verificazione dei poteri ; 3° Seguito della discussione del progetto di legge per provvedimenti finanziari ; 4° Discussione del progetto di legge relativo alla convenzione stipulata colla società Rubattino per l'estensione del servizio commerciale marittimo ; 5° Discussione del progetto di legge relativo al monumento nazionale da innalzarsi al Re Vittorio Emanuele II ; , 6° Discussione del progetto di legge per lo stanziamento di somma destinata ad acquisti di oggetti di belle arti all'esposizione di Torino ; 7° Discussione del progetto di legge pel concorso dello Stato nelle spese della esposizione industriale nazionale di Milano. P r o f . A v v . LUIGI RAVANI Gapo dell' ufficio di revisione* Roma, 1880 — Tip. Eredi Botta.
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