ULSS5 Notizie - Anno 2005
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ULSS5 Notizie - Anno 2005
POSTE ITALIANE S.p.A. Tassa pagata Pubblicità diretta non indirizzata DRT/DCB/VI/185/03/SC del. 19/11/2003 Alle famiglie azienda facilitatori lavori in corso ospedali il lavaggio delle mani nutrizione artificiale territorio paziente diabetico iperattività prevenzione influenza aviaria vaccino? si grazie Ospedale di Arzignano L’inaugurazione del nuovo reparto di Neurologia dell’Ospedale di Arzignano (21.10.2005)- dr. Massimo Cigolini, dr. Michele Morra e don Giovanni Preto Nuovo reparto di Neurologia - Arzignano L’inaugurazione monumento Avis - Valdagno - 5.11.2005 Monumento Avis - Valdagno Nuova facciata dell’ Ospedale di Arzignano 2 editoriale Il 2005 è stato un anno ricco di novità per l’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino; tra gennaio e luglio sono stati completati i concorsi per l’assegnazione degli incarichi ai nuovi primari ospedalieri: oncologia (Dr.ssa Cristina Oliani di Verona), ostetricia e ginecologia (Dr. Gioacchino La Rosa di Vicenza), neurologia (Dr. Michele Morra di Vicenza), urologia (Dr. Mariano Franceschini). L’anno 2005 è stato anche l’anno dell’umanizzazione e della qualità: dopo aver raccolto il suggerimento dei movimenti di difesa del malato abbiamo introdotto, dal mese di marzo in tutti i reparti, un questionario di rilevazione della qualità delle cure, dell’assistenza e del comfort alberghiero ricevuti durante i ricoveri (ogni anno sono in tutto circa ventottomila). I questionari sono scritti in italiano (quelli dell’ostetricia tradotti in sette lingue) e con domande molto semplici, possono restare anonimi e se firmati danno luogo ad una comunicazione cui l’Ulss si impegna a rispondere. I giudizi sono stati sostanzialmente positivi, ma ogni valutazione viene letta con attenzione e siamo lieti di aver dato in mano ad ogni ricoverato, la possibilità di “dire la sua” in modo indipendente e di aprire quindi un utile dialogo con chi entra in ospedale. La qualità è diventata un preciso obiettivo aziendale intendendola soprattutto come un cambio di mentalità e un’assunzione della propria responsabilità a tutti i livelli. È stata effettuata la prima Giornata annuale della qualità e lanciato il Concorso della Qualità per dare incentivi ai migliori progetti presentati dai dipendenti. Abbiamo molto investito sul personale: il 30 giugno era stato già firmato, tra i primi nella Regione Veneto, il contratto decentrato aziendale del comparto che valorizza moltissimo le figure professionali infermieristiche e tecniche dell’assistenza; inoltre è stato individuato il responsabile per le professioni sanitarie. Molto stretto anche il legame con la Conferenza dei Sindaci con la quale vengono esaminati problemi e studiate soluzioni per permettere quell’integrazione dei servizi sociali con i sanitari che è il fattore di successo del modello sanitario veneto e che perdurerà per tutto il 2006. Buon Natale e Buon 2006 a tutti! Il Direttore Generale Daniela Carraro 30 novembre 2005 sommario Ulss 5 Notizie periodico d’informazione dell’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino numero 3 anno 2005 DIRETTORE Daniela Carraro GRAFICA Raffaello Galiotto DIRETTORE RESPONSABILE Elisabetta Carlotti STAMPA Tipografia Rumor via dell’Economia, 117 36100 Vicenza REDAZIONE Direzione Generale e Ufficio Relazioni con il Pubblico Consegnato in Tipografia 02 dicembre 2005 Azienda Ulss 5 Autorizzazione del via Trento, 4 Tribunale di Vicenza 36071 Arzignano (VI) n. 669 del 21.12.1989 tel. 0444 479580 tiratura 69.000 copie www.ulss5.it e-mail: urp@ulss5.it distribuzione gratuita RACCOLTA PUBBLICITARIA Meneghini&Associati Srl viale Trento, 56 36100 Vicenza Si ringraziano gli autori degli articoli: Venceslao Ambrosini, Fabio Armellini, Alessandra Belfontali, Riccardo Bellosi, Anna Chiara Benincà, Vincenzo Biroli, Maurizio Bongiovanni, Mauro Boschello, Renzo Boschetto, Gabriele Brotto, Daniela Burato, Enrico Castaman, Cinzia Cazzanello, Giuseppe Cicciù, Antonella Ciscato, Francesca Concato, Giulio Cristiani, Ennio De Dominicis, Luigi De Santis, Patrizia Draghicchio, Stefano Faccin, M. Luisa Fracasso, Raffaele Gianesini, Federico Gobbo, Gioacchino La Rosa, Simonetta Lombardi, Enrico Mattiello, Patrizia Mella, Graziano Meneghini, Monica Menti, Valentino Miconi, Raffaele Morello, Cristina Oliani, Marco Pagliai, Elvio Pistaffa, Barbara Romanin, Patrizia Simionato, Giampietro Stefani, Samanta Stivanello, Marina Visonà, Stefano Zanolini, Marianna Zin, Rinaldo Zolin, Giuseppe Zordan. Azienda l’azienda in cifre le pari opportunità la prima esperienza lavorativa una giovane studente obiettivo qualità facilitatori pronto soccorso medmatic@ lavori in corso il telelavoro un nuovo organismo sala parto nuova idea di sociosanitario Ospedale il centro donna contrAttacco cardiaco il lavaggio delle mani ipertensione il diabete mellito metamorfosi 4 5 di 5 6 8 9 9 10 12 12 13 13 14 14 15 16 16 17 consenso informato l’ambulatorio dello spirito nutrizione artificiale tumori ereditari Albania chiama Italia risponde varici degli arti inferiori Territorio paziente diabetico adolescenza: età a rischio iperattività iniziative per la scuola assistenza domiciliare integrata nasce la nuova tessera sanitaria nuovo dirigente salute e stili di vita centro Aurora melody e la casa dei dadi Prevenzione influenza aviaria vaccino? si grazie 18 18 19 19 20 20 21 22 22 24 24 25 25 26 26 28 29 30 3 l’azienda in cifre dalla relazione socio sanitaria al bilancio sociale Daniela Carraro È stata inviata ai Sindaci in luglio, è nel sito internet dell’Ulss 5 da settembre, il 10 novembre è stata illustrata alla Conferenza dei servizi alle associazioni di volontariato, la Relazione socio sanitaria 2004 (pagg. 253) è la presentazione di tutto ciò che l’Azienda Ulss 5 ha fatto nel 2004. Per la seconda volta sono stati messi a disposizione di chiunque tutti i dati di attività dell’Ospedale, del Distretto Socio Sanitario e del Dipartimento di Prevenzione. Ma non si tratta solo di dati - come è stato rilevato dai movimenti - la lettura quest’anno è stata resa più semplice da un linguaggio meno tecnico e da numerose spiegazioni. Per la prima volta è stata redatta anche una sintesi di diciotto pagine. Questa Relazione intende essere anche un contributo al soddisfacimento del bisogno di partecipazione dei cittadini al mondo della sanità: la responsabilità sociale d’impresa è un tema che appartiene oggi anche alle aziende socio sanitarie. Il tema della responsabilità sociale d’impresa e quindi del bilancio sociale comincia ad essere una questione sempre più sentita. Qualche anno fa, il tema non si poneva, soprattutto per un’azienda pubblica. La concezione corrente era, infatti, che un’azienda pubblica, essendo finanziata dallo Stato, fosse dei cittadini e per questo, quello che i rappresentanti dei cittadini decidevano, era automaticamente in una logica di interesse dei cittadini stessi. Credo che oggi le cose siano cambiate e faccio due esempi per dimostrarlo: • da una parte la qualità del sistema sanitario italiano, utilizzando gli indicatori di salute della World Health Organization, è riconosciuta come fra le più alte del mondo, ma dall’altro le ricerche sul grado di soddisfazione dei cittadini nei confronti del sistema stesso danno un giudizio non solo estremamente scarso, ma anche fra i più bassi nell’ambito dei paesi europei; • il servizio sanitario nazionale italiano è per definizione, universale e molto ampio nelle prestazioni che fornisce gratuitamente, eppure la percentuale di spesa privata nel nostro paese è fra le più alte in Europa, superiore addirittura a quella di paesi come la Germania dove non tutta la popolazione ha una copertura pubblica. Le prospettive dei sistemi sanitari nei prossimi anni saranno influenzate da una serie di elementi di cambiamento: • i consumatori con cui ci confronteremo saranno sempre più esigenti ed informati, avranno un approccio più sofisticato ai servizi che noi offriamo; • i ritmi della società odierna ormai inarrestabili e interminabili; • la scienza e la tecnologia hanno avuto e avranno in futuro una forte crescita, con particolare riferimento alla biologia molecolare e alla information technology; • le questioni di carattere etico sempre più rilevanti: questo si collega ad alcune tematiche contenute nel bilancio sociale; • la modifica dei confini tra il sistema delle cure e la salute; • l’attenzione all’ambiente; • lo sviluppo di internet e l’arrivo della società dell’informazione; • il contenimento dei costi; • una società che invecchia; • l’approccio manageriale; • un incremento della accountability pubblica. Il modello di delega di responsabilità, che è andato bene per tanti anni, non è più sufficiente e oggi i cittadini richiedono sempre più partecipazione e trasparenza nelle decisioni, anche se assunte da un soggetto pubblico. Tra le tante funzioni che il bilancio sociale può svolgere vorrei, quindi, sottolineare proprio quella relativa alla necessità del “rendere conto” in questo nuovo quadro di riferimento. 4 le pari opportunità il Comitato prende quota e rilancia il suo servizio Insediatosi ufficialmente il 18 gennaio 2005, dopo una partenza un po’ in sordina, il Comitato per le Pari Opportunità sta ora iniziando a prendere un assetto stabile ed ha partecipato ad un bando di finanziamento regionale con il progetto “Servizio di consulenza psicologica e counseling relazionale per i dipendenti”, nato per rispondere alle esigenze del personale emerse da un recente questionario proposto a tutto il personale. Le altre attività finora svolte si possono così riassumere: formulazione di un regolamento interno per il Comitato stesso, presentazione del Concorso a premi per le Scuole Medie “Crea tu il logo”, partecipazione di componenti CPO a corsi di formazione, partecipazione come partner al progetto “Conciliando: una conciliazione possibile dei tempi”, collaborazione con la Direzione dei Servizi Sociali per la richiesta di finanziamento per l’apertura di un nido aziendale. Il Presidente dr. Patrizia Simionato, dopo il grande impegno profuso per la costituzione di un organismo totalmente nuovo e, per parecchi versi, anche sconosciuto, si è vista costretta a rinunciare all’incarico perché sempre più impegnativo. Altre rinunce sono arrivate ma contemporaneamente a nuove richieste di poter lavorare con il Comitato. Attualmente questo è così composto: Patrizia Draghicchio Presidente Patrizia Draghicchio Vicepresidente Marisa Crestani Componenti effettivi Dr. Sonia Bardella Dr. Rosa Barletta Dr. M. Gabriella Bazzani Dr. Cinzia Bergamasco Dr. M. Chiara Blarzino Sig.ra Adelaide Camerra Sig.ra Marisa Lovato Dr. Francesca Concato Dr. Lucina Cracco Sig.ra Marisa Crestani Sig.ra Rafaella Dal Lago Dr. Emanuela Destefani Dr. Patrizia Dovigo Dr. Patrizia Draghicchio Dr. Alessandra Faedo Sig. Renzo Franzolin Sig.ra Elena Gregna Sig.ra Annamaria Langella Supplenti Dr. Valentino Miconi Dr. Silvia Bevilacqua Dr. Lauretta Silvestri Dr. Cristina Marchesini Dr. Raffaela Menozzi Sig.ra Lisanna Fracasso Dr. Patrizia Pacini Dr. Margherita Menegozzo Dr. Massimo Segato Componenti effettivi Supplenti Dr. Simonetta Lombardi Dr. Milvia Marchiori Sig.ra Anna Maria Masiero Sig.ra Cecilia Miottello Sig.ra Nadia Nuvola Dr. Paola Pacati Dr. Lucia Pavanati Sig.ra Giancarla Pegoraro Dr. Daniela Perin Dr. Paola Peruzzo Dr. Caterina Piazza Dr. Anna Racasi Dr. Anna Radin Dr. Giuseppe Randazzo Sig.ra Lisa Santolin Sig.ra Piergiovanna Venco Sig.ra Valentina Visentini Dr. Ferruccio Savegnago Dr. Ludmilla Zuccarino Sig.ra Luisa Scandola Sig. Mariano Ghiotto Dr. Alvaro Lorenzi Sig.ra M. Grazia Vencato Dr. Fiorella Clarici Dr. Renata Busato Dr. Mariano Crocco Dr. M. Paola Cariolato Dr. Ernesto Dalla Mora Sig.ra Stefania Menon Sig. Pio Montagna la prima esperienza lavorativa di una giovane studente “Spaventata e un po’ tesa. Così mi sono sentita all’inizio di questa esperienza formativa sul campo”. A parlare è Samanta Stivanello alle prese con un importante stage all’Ulss arzignanese. Tante le aspettative che la giovane riponeva nel suo primo importante incarico dopo la laurea in Statistica e Gestione delle Imprese, affrontato con l’entusiasmo di poter essere utile e mettere in pratica tutti gli studi teorici fino ad allora appresi. “Pensavo sarebbe stato complicato - ha detto - ma ho trovato grande disponibilità e collaborazione nei colleghi che mi hanno dato fiducia e permesso di organizzare autonomamente, nei limiti del possibile, la parte più rilevante del lavoro”. Samanta Stivanello 5 obiettivo qualità primo Concorso Aziendale 2005: un successo Giuseppe Zordan Presentato in marzo, il Primo Concorso Aziendale sulla Qualità ha raccolto ben 86 progetti. L’iniziativa era aperta a tutto il personale dipendente e convenzionato dell’Ulss 5 con l’obiettivo di promuovere la diffusione della qualità nei servizi dell’azienda relativi a: qualità tecnico-professionale, qualità organizzativa-manageriale, qualità relazionale-percepita. Titolo Unità Operativa proponente Titolo Unità Operativa proponente Riorganizzazione delle segreterie del Dipartimento Prevenzione Dipartimento di prevenzione La riabilitazione fisica del paziente cardiopatico Cardiologia Arzignano Sportello unico (S.U.) per le aziende, erogazione prestazioni del Dipartimento di prevenzione Informatizzazione dei dati per la ricerca degli infortuni indagati Dipartimento di prevenzione Implementazione su rete telematica dell’ar- Cardiologia chivio cardiologico dell’Osp. di Valdagno Valdagno Tutela madre lavoratrice: valutazione dei rischi (D.Lgs. 151/01) SPISAL Uniformità nel trattamento delle lesioni da decubito Stare bene insieme Centro Donna Centro immunotrasfusionale A.D.I. Arzignano Qualità dei servizi per i Donatori di sangue nel Centro di Montecchio Maggiore per migliorarne la raccolta Definire modalità di assistenza al paziente con patologia toracica Adulti Anziani Percorsi dietetici per patologie in ambito chirurgico Chirurgia Arzignano Notifica combinata esito invalidità civile esenzione ticket Attività Socio Sanitarie I tumori della pelle: diagnosi precoce e trattamento tempestivo Chirurgia Valdagno Nuove risposte ai bisogni di persone con disabilità evolutiva Creatività e benessere C.T.R.P. il Girasole Montecchio Magg. La continuità assistenziale per il paziente trattato in regime day-surgery Day-surgery Valdagno Istituzione asilo nido aziendale Implementazione del sistema informativo S.I.GE.SS.TER 5 per le attività di assistenza territoriale Cure Primarie Direzione Medica Arzignano Ottimizzazione utilizzo risorse umane: revisione organizzazione assistenziale e dotazioni organiche Riorganizzazione presenza settimanale guardia attiva di personale infermieristico Direzione Medica Arzignano SPISAL Piano risorse per riposizionamento sondino Dietetica e nasogastrico in pazienti con nutrizione Nutrizione clinica artificiale domiciliare territoriale “Sfumiamo”: promozione della salute relativa Dipartimento di agli stili di vita e ai comportamenti tabagici Salute Mentale Cartello “Unico” per i turni di servizio delle farmacie convenzionate Farmaceutica territoriale Dal “Gruppo” alla “Squadra” Servizio Poliambulatoriale extraosp. Valdagno La qualità professionale nella residenzialità psichiatrica territoriale e strumenti per l’assessment Il Manuale dell’Infermiere di Anestesia Strutture intermedie Salute Mentale Informativa più efficace per l’accesso al servizio di idrokinesiterapia Area ortopedico riabilitativa 6 Anestesia Chirurgia Arzignano Direzione Medica Arzignano Riorganizzazione archivio e documentazione Direzione Medica sanitaria osp. di Valdagno Valdagno La nuova rilevazione presenze Direzioni mediche Gestione informatizzata ambulatorio per controllo pacemaker Elettrofisiologia ed elettrostimolazione Carta dei servizi e standard di prodotto del servizio di farmacia ospedaliera Farmacia ospedaliera Gestione termometro clinico per la misurazione della temperatura corporea Farmacia ospedaliera Condivisione medico infermieristica della termografica nel Dipartimento di Area Medica di Valdagno Geriatria Titolo Unità Operativa proponente Titolo Unità Operativa proponente L’assistenza alle puerpere: dal disagio al benessere Ginecologia/ Ostetricia Funzionalità della sala emergenza Rianimazione ed anestesia Controllo automatico di carico-scarico e ordi- Laboratorio analisi nazioni per i prodotti del laboratorio analisi Protocollo sulla prevenzione e gestione delle piaghe da decubito Rianimazione ed anestesia Tariffario esami di laboratorio analisi Laboratorio analisi Teleassistenza per esami di laboratorio Laboratorio analisi Salvaguardia degli ospiti e degli operatori non fumatori Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura Riorganizzazione lavoro in un unico laboratorio: progetto di umanizzazione e qualità Laboratorio analisi Valdagno Dall’ospedale al domicilio: proposta di continuità riabilitativa Recupero e Rieducazione Funzionale Razionalizzazione di personale e spazi nei laboratori di Arzignano e di Lonigo Laboratorio Arzignano e Lonigo Sinergia tra operatori e fisioterapisti in lungodegenza e geriatria Recupero e Rieducazione Funzionale Aiuto e sostegno alle neo-mamme nella prevenzione delle ragadi Sala parto Arzignano Aiuto e sostegno alle coppie nei casi di mortalità infantile Sala parto Arzignano Gestione patologia senologica in collaborazione con il Centro Donna Senologia Formazione del personale addetto ai centri cottura del menù degenti Servizio Dietetico Direzione Medica Il “point of care” nella gestione del paziente Laboratorio in terapia anticoagulante orale Patologia Clinica La demenza senile: riabilitazione e prevenzione secondaria Lungodegenza Valdagno Promozione benessere psico-fisico dell’ope- Lungodegenza ratore sanitario Valdagno Progetto pilota Ospedale di Valdagno Consigli nutrizionali in Reparto di Medicina Medicina Arzignano Trasporto pazienti dell’U.O. di Medicina a Endoscopia digestiva e respiratoria nell’Ospedale di Arzignano Grafica integrata di neurologia Medicina Arzignano Continuità assistenziale con personalizzazione del rapporto medico-paziente Ortopedia Neurologia Etichettatura personalizzata pazienti degenti Ortopedia reparto ortopedia Valdagno Protocollo operativo per il paziente disfagico Servizio Dietetico Direzione Medica Nutrizione enterale: istruzioni per l’uso e focus sulla dimissione Informatizzazione denunce di sinistro “Kasko” dei dipendenti del Distretto Socio-sanitario www.popolazioneresidenteulss5.it Servizio nutrizione ospedaliera Valdagno Affari Legali Controllo di gestione Corsi di preparazione alla nascita per le donne immigrate Ostetricia Arzignano Free car - low cost Segreteria Affari Generali Intimità: un bisogno e un diritto della partoriente Ostetricia Arzignano Archiviazione ottica e sistematica: gestione archivio storico di direzione Segreteria di Direzione Opuscolo informativo per la gravidanza Ostetricia Valdagno Ambulatorio infermieristico neonatale Pediatria Segreteria di Direzione Presto presto tra le tue braccia Pediatria Area amministrativa delle Unità operative centrali: trasparenza per una migliore organizzazione Biglietto informativo Se devi farmi male . . . Fallo con dolcezza Pediatria Assistenza domiciliare in casi di riacutizzazione patologia polmonare cronica Pneumologia endoscopia respiratoria Punti informativi Ufficio Relazioni con il Pubblico Ufficio per il volontariato Ufficio Relazioni con il Pubblico Approvvigionamenti Sviluppo sistema informativo in un contesto Pronto Soccorso infermieristico di Pronto Soccorso Valdagno Ufficio Relazioni con il Pubblico Carrello Emergenza Intra Ospedaliera: ausilio del’informatica Recupero Rieducaz. Funzionale Lonigo Protocollo operativo per gestione completa delle attrezzature hardware e software dell’Ulss 5 Realizzazione e consultazione pagina web intranet sui beni mobili dell’Ulss I.D.E.O. Informatizzazione Degli Elementi Organizzativi Recupero Rieducaz. Funzionale Lonigo Miglioramento della qualità dei flussi informativi contabili dell’Ulss 5 Risorse finanziarie La famiglia come risorsa in riabilitazione Recupero Rieducaz. Funzionale Lonigo Conosciamoci !! Risorse tecniche e tecnologiche Prevenzione dalle lesioni da decubito Recupero Rieducaz. Funzionale Lonigo Manuale operativo sui principali istituti contrattuali del personale dipendente Risorse umane Aggiornamento stradario anagrafe sanitaria Ulss 5 Sistema Informatico Miglioramento accesso e privacy nel pronto Pronto Soccorso soccorso dell’Osp. di Valdagno Valdagno Pazienti-Operatori: dalle abilità condivise al Recupero Rieducaz. benessere diffuso per una qualità superiore Funzionale Lonigo Approvvigionamenti 7 facilitatori una nuova figura di autovalutazione per l’Ulss Renzo Boschetto Elenco dei partecipanti al corso facilitatori del 2005 Acqua Alberto, Baldo Sonia, Beraldi Morena, Bettega Loretta, Bevilacqua Domenico, Bisognin Antonella, Borga Monica, Boschetto Renzo, Burtini Lorena, Busato Michele, Cailotto Bruna, Casaril Massimo, Casti Paolo, Clarici Fiorella, Dalla Pellegrina Cristina, Fasson Anna Chiara, Favaron Marzia, Ferrarini Sonia, Fin Ilenia, Finati Paolo, Fracasso M. Luisa, Langaro Cristiano, Maniscalco Tommaso, Manni Marco, Marchi Sonia, Mari Marcello, Marini Giovanni, Massignani Cristiana, Massignani Paola, Mazzardo Ugo, Mecenero Alessandro, Milazzo Daniela, Musetti Antonio, Ocera Maura, Parise Elisa, Peotta Simonetta, Perin Daniela, Plumari Silvana, Radin Anna, Ramina Giampietro, Rancan Antonella, Reniero Gianico, Romanin Barbara, Romeo Igea, Rucco Vittorio, Saraceno Carmelina, Scalchi Giampietro, Sciviero Claudio, Sperman Vania, Stocchero M.Grazia, Tadiotto Adriano, Tadiotto Massimo, Toffanin Paola, Tomasi Adalgisa, Toscano Andrea, Verlato Cristina, Vestali Agostino, Vieno Stefano, Visentini Valentina, Visonà Bruno, Xompero Daniela, Zambrano Ivano, Zorzi Maddalena, Zulpo Stefania. 8 Con legge regionale n. 22 del 2002 la Regione Veneto ha concretizzato il concetto di qualità con l’istituto dell’autorizzazione all’esercizio e dell’accreditamento istituzionale; l’Agenzia Socio Sanitaria Regionale, appositamente creata, ha definito i requisiti di organizzazione, tecnologici e di struttura dell’unità valutata. Con l’autorizzazione all’esercizio verifica, nelle singole strutture, il possesso di requisiti considerati minimi, non minimali, per garantire un livello accettabile di qualità dei servizi, con riguardo al personale, agli impianti, alle attrezzature, ai fabbricati, ecc.; l’accreditamento istituzionale garantisce che le modalità di erogazione dei servizi/prestazioni rispondano a criteri di qualità internazionali. Che scelta ha fatto l’Ulss? Questa Ulss, in collaborazione con l’Ulss 4 di Thiene, ha promosso un progetto formativo destinato alla formazione di un primo gruppo di Facilitatori interni, con lo scopo di avere almeno un facilitatore per ciascuna unità operativa da dedicare all’attività di autovalutazione nella struttura di appartenenza. Le due prime tranches del corso di formazione si sono svolte tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre presso il nostro Centro di Formazione, a Montecchio Maggiore; sono stati formati 65 facilitatori di varia provenienza (sanitaria, tecnica, amministrativa). Nel mese di gennaio 2006 si provvederà alla formazione di personale proveniente dai servizi del Distretto e del Dipartimento di Prevenzione al quale potranno aggiungersi operatori di enti esterni alle Aziende: comuni, strutture residenziali e semiresidenziali, come case di riposo, asili nido, centri diurni per disabili ed anziani. Cosa cambia per la gente con la Qualità? Il cliente/utente è la nostra risorsa più importante. La buona pratica professionale, le decisioni basate sulle prove di efficacia (evidence based medicine), la gestione e la prevenzione del rischio, il coinvolgimento del paziente e, soprattutto, la creazione di un sistema che vede al suo centro il paziente, per fare solo degli esempi, hanno per obiettivo il miglioramento continuo della qualità delle prestazioni offerte dalle nostre strutture e, dal lato utente, un sempre maggior grado di soddisfazione. L’utilizzo dello strumento dell’audit, previsto dalla L. R. 22 del 2002 ed inteso come analisi sistematica e critica della qualità dell’assistenza, comprese le procedure di diagnosi, la terapia, la cura, l’uso delle risorse ed il controllo dei risultati che ne derivano e la qualità di vita del paziente, consentirà di mantenere sotto costante controllo tutte le nostre strutture. Cosa cambia per gli operatori? Nello specifico delle procedure di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento, il facilitatore deve garantire la coerenza tra gli obiettivi di qualità dell’Azienda e l’unità di appartenenza, promuovere la cultura della qualità, “facilitando”, in particolare, il raggiungimento degli obiettivi dell’autorizzazione e dell’accreditamento dell’unità stessa (autovalutazione). Il personale formato potrà inoltre essere chiamato (previa disponibilità del singolo e della struttura di appartenenza) a far parte del Gruppo Tecnico Multiprofessionale dell’Agenzia Regionale Sociosanitaria per lo svolgimento delle visite di verifica per l’autorizzazione all’esercizio anche all’esterno della propria Ulss di appartenenza, nonché essere utilizzato dalla propria Ulss per l’esecuzione di tali visite. La legge regionale 22/2002 interessa anche i Comuni? È di competenza Comunale l’autorizzazione all’esercizio delle strutture sociali o socio-sanitarie (es: asili nido, case di riposo per autosufficienti, ecc.) e alle strutture sanitarie che erogano prestazioni specialistiche ambulatoriali, di recupero e riabilitazione funzionale, di diagnostica strumentale compresa la risonanza magnetica integrale e di laboratorio, operanti all’esterno di strutture sanitarie di ricovero. La legge prevede che, per l’accertamento del possesso e la verifica del mantenimento dei requisiti di qualità, il Comune oppure i Comuni in associazione, si avvalgano di proprie strutture tecniche, o di strutture dell’Azienda Ulss del territorio, oppure, infine, del Gruppo Tecnico Multiprofessionale (GTM) coordinato dall’ARSS e costituito da facilitatori iscritti nell’Elenco Regionale dei Facilitatori. pronto soccorso una tesi sull’ottimizzazione del servizio degli Ospedali di Arzignano, Valdagno, Lonigo e Montecchio Maggiore Fornire uno strumento di lavoro economico facile da comprendere e da adattare alle diverse situazioni è l’obiettivo di una tesi di tre giovani laureati L’ottimizzazione del servizio di Pronto Soccorso degli Ospedali di Arzignano, Valdagno e dei Punto di Primo Intervento di Lonigo e Montecchio Maggiore è stata l’oggetto della tesi di tre giovani laureati: Ing. Riccardo Bellosi, Ing. Marina Visonà e Ing. Enrico Mattiello, che hanno esaminato i punti di forza e gli elementi di criticità nelle quattro unità. Sono stati creati dei modelli dinamici delle varie realtà di Pronto Soccorso e Punto di Primo Intervento, utilizzando il programma “Micro Sain 3.2” che fornisce un linguaggio particolarmente adatto per la simulazione di modelli sia per realtà semplici che complesse. I Punto di Primo Intervento e i Pronto Soccorso, rappresentano l’interfaccia tra il paziente e l’ospedale. Garantire un buon servizio comporta dei trade-offs: dal punto di vista medico un buon servizio si può ottenere con ambulatori maggiormente attrezzati e personale adeguato; per il paziente l’efficienza del servizio è data da brevi tempi d’attesa e cure efficaci; da un punto di vista economico l’importante è invece un controllo dei costi. E’ risultato che i Punto di Primo Intervento di Montecchio e Lonigo hanno caratteristiche diverse dai Pronto Soccorso, sia per le problematiche dei pazienti, sia per la struttura stessa, con servizi limitati e riduzione di spazi. Ad esempio, nel PPI di Montecchio il flusso dei pazienti è abbastanza sostenuto tra le 9.00 e le 18.00 e si ha un picco verso le 12.00 e nelle prime ore del pomeriggio. Occorre tener conto che durante il pomeriggio c’è un aumento degli infortuni nelle fabbriche della zona e questo può creare un prolungamento dei tempi di attesa, che non superano però quasi mai i 30 minuti nella grande maggioranza dei casi. Entrambi i PPI (Montecchio e Lonigo) assorbono pazienti non gravi, altrimenti dirottati al Pronto Soccorso di Arzignano e di Valdagno creando congestioni. Nella parte conclusiva di ogni tesi sono stati analizzati i risultati ottenuti dall’implementazione dei modelli appositamente costituiti. In questa fase è stato possibile individuare i motivi dei “colli di bottiglia” nelle file di attesa dei pazienti e i punti del sistema che possono diventare critici qualora si realizzino particolari condizioni. Lo scopo di questi lavori è quindi quello di fornire uno strumento di lavoro economico, facile da comprendere e facile da adattare alle diverse situazioni che si possono presentare all’interno dei Punto di Primo Intervento e Pronto Soccorso. Riccardo Bellosi Marina Visonà Enrico Mattiello medmatic@ quando la medicina incontra l’informatica La Fiera di Vicenza ha ospitato, in settembre, la prima mostra convegno della telemedicina e dell’informatica medica. Obiettivo principale approfondire gli aspetti innovativi e le grandi potenzialità legati all’uso del dato sanitario digitalizzato telemetizzabile. Massima attenzione ai risvolti pratici del settore: dall’attrezzatura diagnostica alla gestione delle basi informative, dalla trasmissione telematica di dati e immagini alle esigenze finali dei pazienti. Il tutto in un ottica di miglioramento del sistema attuale per un’efficienza migliore. 9 lavori in corso al via un lungo elenco di opere e progetti Descrizione intervento Costo opera Note Interventi di manutenzione straordi- € 550.000,00 naria non prevedibili da eseguirsi in economia Manutenzione per: opere edili (3 contratti); opere di falegnameria (1 contratto); opere di tinteggiatura (1 contratto); opere di carpenteria metallica e alluminio (1 contratto); opere di cartongesso e pavimenti in PVC (1 contratto) Quota annuale interventi di manutenzione straordinaria contratto gestione calore € 195.292,81 Interventi straordinari per il miglioramento degli impianti tecnologici già affidati alla ditta Gemmo spa con appalto pluriennale Implementazione impianti ad uso sanitario € 50.000,00 Lavori necessari tutti gli anni per interventi puntuali distribuiti nel corso dell’anno Adeguamento strutture alla normativa sulle barriere architettoniche € 150.000,00 Ultimato progetto generale; definiti interventi puntuali che saranno eseguiti in economia; in realizzazione alcuni interventi in particolare su Arzignano per orientamento utenti Adeguamento tecnologico ascensori € 140.000,00 Lavori in corso Adeguamento luoghi di lavoro alle normative di sicurezza (D. Lgs. n. 626/94) interventi puntuali € 100.000,00 Lavori in corso Lavori finalizzati alla riorganizzazione degli spazi destinati a spogliatoi a servizio del personale Interventi di adeguamento alle normative antincendio: spese tecniche €- Approvati progetti preliminari (per ospedali di Arzignano, Montecchio e Lonigo) e richiesto finanziamento straordinario alla regione (importo € 4.300.000) Risanamento facciate: 1° lotto € 200.000,00 Lavori necessari per il risanamento delle facciate dell’ospedale 1° lotto-ala ovest. Lavori in corso - fine lavori dic. 2005 Implementazione gruppo frigo € 170.000,00 Intervento combinato con i lavori affidati a Gemmo spa, che prevede la climatizzazione completa dell’ala nord ed ovest Lavori conclusi Ristrutturazione 1° piano ala ovest € 375.000,00 Attivata convenzione con il Comune di Arzignano per la predisposizione del progetto; predisposta una prima stesura architettonica e in fase di ultimazione la progettazione impiantistica Sistemazione locali 4° piano ala ovest U.O.C. Neurologia € 50.000,00 Lavori di manutenzione straordinaria su pavimenti corridoio, tinteggiature e alcuni wc. Lavori eseguiti in economia. Lavori conclusi Ristrutturazione di una parte dei locali piano terra dell’ala sud da adibire a P.S. ortopedico € 140.000,00 Attivata convenzione con il Comune di Arzignano per la predisposizione del progetto. Predisposta una prima stesura architettonica e in fase di ultimazione la progettazione impiantistica Sala riunioni € 140.000,00 Lavori necessari per la realizzazione di una sala polivalente per attività interna all’ospedale. Lavori conclusi Nuovo parcheggio a nord € 796.237,12 Lavori necessari per aumentare l’area a disposizione del parcheggio auto a nord dell’ospedale Lavori in corso - fine lavori marzo 2006 Scala antincendio ala sud € 100.000,00 Attivata convenzione con il Comune di Arzignano per la predisposizione del progetto. Predisposta una prima stesura architettonica. In corso dimensionamento strutturale Ristrutturazione sale operatorie esistenti € 1.250.000,00 Aggiudicazione 08/11/2005 Ospedale di Arzignano 10 Ampliamento parcheggio in terra nell’area retrostante il blocco operatorio € 16.000,00 Intervento da attivare in cofinanziamento con il Comune per riordino della viabilità di via del Parco. Lavori conclusi Riordino ingresso principale € 20.000,00 Trattasi di lavori di ampliamento dell’attuale portineria al fine di consentire un migliore e più agevole accesso degli utenti. Lavori affidati, in corso di realizzazione prefabbricati in legno. Fine lavori dicembre 2005 Sistemazione tetto ex casa salute € 150.000,00 Lavori di risanamento e rifacimento parte dei tetti del complesso Casa salute. Lavori in corso Realizzazione deposito acqua antincendio € 147.000,00 Lavori necessari per realizzare idoneo deposito acqua di riserva per antincendio. Progetto in fase di ultimazione Ospedale di Lonigo Ospedale di Montecchio Maggiore Sistemazione tetto fabbricato servizi € 127.000,00 Lavori di risanamento e rifacimento parte dei tetti del complesso monoblocco ospedaliero e dei volumi tecnici Lavori in corso - fine lavoro aprile 2006 2° stralcio ala ovest € 2.521.724.28 Individuata soluzione amministrativa per intervento: i lavori generali saranno preceduti da un adeguamento antisismico. Approvato nuovo bando di gara. Acquisito il progetto strutturale dal prof. Briseghella Realizzazione parcheggio provvisorio per i dipendenti (area ex celle) € 30.000,00 Lavori provvisori per incrementare gli spazi di sosta durante l’esecuzione dei lavori straordinari c/o parcheggio pubblico. Lavori conclusi Risanamento facciate € 70.000,00 Lavori conclusi Risanamento parcheggio esterno aperto al pubblico € 60.000,00 Lavori per il risanamento della fondazione stradale del parcheggio pubblico; riorganizzazione completa della segnaletica in collaborazione con la Direzione Medica e il Comune di Montecchio. Lavori conclusi Adeguamento strutture psichiatriche € 1.226.585,14 Progetto generale ultimato ma di importo superiore alle risorse (€ 2.050.000); in fase di completamento uno stralcio funzionale (importo € 1.600.000); definito distribuzione letti pazienti e servizi dopo nuova richiesta dei sanitari Interventi di adeguamento alle normative antincendio: primi interventi € 245.000,00 Eseguiti due stralci funzionali per il completo rifacimento impianto rilevazione incendi. Lavori conclusi Attivazione nuovo ospedale € 9.926.440,27 Collaudo finale iniziato il 07/11/2005 Trasferimento laboratorio analisi e farmacia € 750.000,00 Approvato progetto per trasferimento lab. analisi che comprende anche opere minori quali: nuovo locale per radiologia, fonoisolamento sottocentrale vapore, rifacimento guaine, gruppo osmosi potenziato, ecc.) Sistemazione aree esterne € 310.000,00 Approvato progetto per sistemazione ex via Forlanini che comprende anche opere minori quali: nuova pavimentazione elipiazzola, video sorveglianza esterna, isola ecologica, ecc.). Trattative private in corso Ospedale di Valdagno Riutilizzo vecchio Ospedale S. Lorenzo € 2.500.000,00 Definito con Direzione la nuova distribuzione dei servizi all’interno. Attivata convenzione con Fondazione Marzotto; eseguito trasferimento provvisorio di via Fermi; in fase di attivazione trasferimento in via S. Lorenzo. In fase di ultimazione progetto generale preliminare Lavori urgenti per rifacimento impermeabilizzazione € 125.000,00 Lavori urgenti per sostituzione vecchie guaine tetto piano dell’ospedale Lavori conclusi Parcheggio dipendenti € 170.000,00 Approvato progetto esecutivo per la realizzazione di un nuovo parcheggio sopra il tunnel artificiale a ridosso dell’ospedale. In corso trattativa privata Arzignano - Intervento di ristrutturazione degli edifici in Via Trento € 500.000,00 In fase di redazione il progetto Montecchio Maggiore - padiglione servizi: ristrutturazione piano primo e realizzazione nuova mensa € 100.000,00 Lavori in fase di attivazione Recoaro Terme - Ristrutturazione Centro polifunzionale per Anziani con annessi locali destinati ad attività distrettuali € 268.557,59 Lavori a cura del Comune di Recoaro con cofinanziamento da parte dell’Ulss 5 per trasferimento della sede distrettuale di via Bruni Rifacimento quadri elettrici generali sede Ulss e Distretto via Kennedy € 80.000,00 Lavori conclusi e collaudati Territorio 11 il telelavoro coniugare le esigenze aziendali con le necessità dei lavoratori Patrizia Simionato Il telelavoro entra anche all’Ulss 5. La Direzione Generale ha consentito, infatti, ad alcuni dipendenti con particolari situazioni personali o familiari, di poter lavorare nel loro domicilio o altro luogo ad essi idoneo, e non nella sede aziendale, come previsto dalle vigenti normative in materia. Questa possibilità, prorogabile per un massimo di due anni, rientra tra le iniziative rivolte a trattenere in servizio dipendenti (prevalentemente di sesso femminile) in particolari situazioni personali o con problematiche familiari complesse. Dal telelavoro ne trae beneficio sia il dipendente, al quale viene riconosciuta la possibilità di organizzare l’attività lavorativa in armonia con la propria particolare situazione, sia l’Azienda che così facendo garantisce i servizi all’utente, senza risorse aggiuntive comportanti un aumento dei costi. E’ partita così a settembre, in via sperimentale, la prima iniziativa di telelavoro rivolta ad una dipendente, tecnico sanitario di anatomia patologica. Per due mesi essa ha, infatti, garantito la lettura a microscopio di esami di citologia e la stampa dei relativi referti direttamente presso il Servizio di Anatomia Patologica dell’Ulss grazie al collegamento informatico tra il suo domicilio e la rete informativa aziendale. L’Amministrazione dell’Ulss e i Sindacati si sono accordati inoltre in materia di telelavoro, prevedendo la sperimentazione di ciascuna iniziativa in cui devono essere indicati: il responsabile del progetto, le finalità, le condizioni e le modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, la rilevazione dell’orario prestato dal lavoratore, gli obblighi del lavoratore ed i criteri di verifica dell’attività svolta. A tutela sia del datore di lavoro che del lavoratore, la prestazione deve risultare tecnicamente possibile e il luogo individuato dal lavoratore conforme alle norme generali di prevenzione e sicurezza. Il “telelavorista” è tenuto, tra l’altro, a garantire il rientro nella sede lavorativa almeno un giorno a settimana e nell’ambito di ciascuna giornata lavorativa svolta in regime di telelavoro deve essere a disposizione per comunicazioni di servizio in due periodi di un’ora ciascuno. un nuovo organismo il collegio di direzione dell’Ulss 5 è ora concreta realtà Barbara Romanin 12 Il Collegio di Direzione dell’Ulss 5 dal 19 ottobre scorso è divenuto concreta realtà. Si tratta di un organismo collegiale di cui il Direttore Generale si avvale per il governo delle attività cliniche, la programmazione e valutazione delle attività tecnico-sanitarie e di quelle ad alta integrazione sanitaria. E’ composto da: Direttore Generale, Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo, Direttore dei Servizi Sociali, Direttore di Distretto, Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Direttore del Dipartimento delle Dipendenze, Capi di Dipartimento Strutturale, Responsabile per le Professioni Sanitarie, un rappresentante dei Medici di Medicina Generale, uno dei Pediatri di Libera Scelta, un rappresentante di Medici Specialisti Ambulatoriali e uno della Continuità Assistenziale. Concorre alla formulazione dei piani di formazione, di soluzioni organizzative per l’esercizio della libera professione intramuraria e alla valutazione dei risultati rispetto agli obiettivi di salute. Al suo interno è stato individuato un gruppo di lavoro per definire una proposta, entro la metà di dicembre, in merito alla composizione del nuovo Comitato etico per la pratica clinica. Ne fanno parte il dr. Dario Mastropasqua, (direttore del Dipartimento Urgenza e Emergenza), il dr. Giampietro Stefani (medico di medicina generale), il dr. Giovanni Marini (responsabile Servizio Professioni Sanitarie). È una novità assoluta in Italia la decisione presa da Direttore dell’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ulss 5, dr. Gioacchino La Rosa, di raggruppare le puerpere del suo reparto secondo nazionalità. “In un contesto territoriale dove il 30 per cento della popolazione è rappresentato da persone extracomunitarie, con la predominanza di etnie provenienti dal Bangladesh, dall’India e dall’Est Europeo, è sembrato naturale cercare di raccogliere insieme mamme della stessa area geografica, razionalizzando il problema delle difficoltà e incomprensioni di linguaggio” spiega il Direttore. La consuetudine è quella di sistemare in ogni stanza una sola paziente fino al completo esaurimento della disponibilità dei locali. Solamente in un secondo momento vengono occupati i rimanenti posti letto. In un momento molto delicato e personale come quello del parto, questa iniziativa vuole essere rispettosa per le signore assistite, che possono così condividere l’esperienza di essere diventate mamme con altre connazionali, in un ambiente sconosciuto e per cultura e tradizioni, alcune volte, incomprensibile. La decisione ha suscitato rimostranze e critiche, ma forse non è stata compresa nella positività delle motivazioni che l’hanno determinata. “Non si tratta di ghettizzazione o addirittura di apartheid ospedaliera, come alcuni hanno definito la realtà del reparto di Ostetricia dell’Ulss 5” spiega lo stesso La Rosa. “La soluzione adottata piace alle neomamme Ostetricia: melting pot a favore della professionalità e nel rispetto della paziente sala parto dialogo tra etnie nelle culle che si sono dichiarate favorevoli e contente di essa, secondo i dati di un questionario distribuito loro e tradotto appositamente in 7 lingue diverse. Non fare razzismo significa per prima cosa non far sorgere problemi di razzismo dove proprio non ne esistono. Il tutto è stato fatto con l’obiettivo di creare un ambiente ancor più sereno e disteso. Per permettere alle puerpere di essere capite e assistite nel modo più professionale possibile, creando un contesto non di isolamento, ma al contrario di calore e familiarità tra donne della stessa etnia”. Raggruppare le donne secondo esigenze simili, aiuta infine medici e infermieri ad assisterle meglio. Il tutto sempre in un’ottica di qualità del servizio offerto. Gioacchino La Rosa nuova ideail di sociosanitario progetto è nato dalla collaborazione tra Comune di Brendola, Ulss 5 e medici di famiglia Il Comune di Brendola, con il sindaco Mario Del Monte, ha presentato alla rassegna “Dire & Fare nel Nord Est” in ottobre a Rovigo, un progetto sociosanitario realizzato in collaborazione con l’Ulss 5 e i medici di base. L’iniziativa ha proposto delle soluzioni concrete per il miglioramento dei servizi sanitari e sociali, rispondendo a precise esigenze emerse dalle persone nel territorio di Brendola. Gli obiettivi che con il piano si intendono raggiungere riguardano l’allargamento dell’orario del servizio sanitario di base e l’offerta in loco di un maggior numero di servizi come: prelievi, prenotazioni, visite specialistiche, trasporti assistiti, servizi infermieristici, l’integrazione dei servizi sanitari con i servizi sociali, il monitoraggio dello stato di salute di malati cronici. Per far questo il Comune ha messo a disposizione una sede unica, dove i medici di famiglia sono collegati via rete informatica all’Ulss 5. Il nuovo centro funziona dal lunedì al venerdì, c’è sempre almeno un medico presente e un’assistente infermieristico. I vantaggi che il piano punta ad ottenere sono molteplici: recupero di tempi, minore mobilità passiva, diminuzione delle liste di attesa, miglior conoscenza delle esigenze sociali, minori costi tramite integrazione dei servizi. Antonella Ciscato Orari nuovo centro da lunedì a venerdì 8.00-13.00 e 15.00-19.30 concerto di Natale nella chiesa restaurata La Chiesa di S. Giovanni Battista dell’Ospedale di Lonigo, ha ospitato la terza edizione del Concerto di Natale venerdì 16 dicembre. Organizzato dalla Direzione Medica Ospedaliera, quest’anno il tradizionale appuntamento ha visto protagonista il Coro della Brigata Alpina Cadore, magistralmente diretto dal maestro Lucantonio Pilon, nell’esecuzione de “Le cante” di Bepi de Marzi. Nella cornice restaurata della bella Chiesa del ‘600, il Poeta vicentino Severino Chiarello ha recitato alcune sue composizioni rendendo l’atmosfera ancora più natalizia e familiare. 13 il centro donna un aiuto prezioso nella prevenzione e cura dei tumori Graziano Meneghini Da più di cinque anni esiste nel nostro territorio una struttura operativa multidisciplinare con funzione di prevenzione e di cura dei tumori femminili più frequenti ossia: tumori della mammella e tumori ginecologici. Si tratta del Centro Donna dell’Ulss 5 situato nella sede ospedaliera di Montecchio Maggiore e diretto dal dr. Graziano Meneghini, chirurgo e senologo, membro del direttivo dell’Associazione Nazionale Italiana di Senologi Chirurghi. All’interno del Centro Donna si trova l’Unità Operativa Dipartimentale di Senologia che svolge vari tipi di intervento per patologia mammaria benigna e maligna, ricerca linfonodo sentinella con radioisotopo a colorante vitale e ricostruzione mammaria. Negli ambulatori del Centro Donna vengono svolte tutte le prestazioni specialistiche previste per la prevenzione e la cura dei tumori femminili che accompagnano la paziente dal momento della diagnosi fino all’eventuale intervento chirurgico e nel periodo postoperatorio secondo percorsi clinici di assistenza predefiniti; ciò al fine di garantire l’adesione ai più moderni orientamenti scientifici, stabilendo rapporti fiduciari e di continuità. Presso gli ambulatori di Senologia, aperti per tutto l’arco della settimana, vengono svolte le attività diagnostiche senologiche con l’esecuzione di visite senologiche, ecografie mammarie, agoaspirati e biopsie mammarie. Per quanto riguarda il servizio di ostetricia e ginecologia, hanno sede presso il Centro Donna ambulatori ostetrico-ginecologici articolati in ambulatorio di ecografia ostetrico-ginecologica, ambulatorio di ginecologia di II livello per lo screening dei tumori del collo dell’utero e un ambulatorio ginecologico di II livello per l’esecuzione di piccoli interventi in anestesia locale (biopsie, asportazione di polipi e altre neoformazioni vulvo vaginali). Le prestazioni ginecologiche comprendono anche l’esecuzione ambulatoriale del Pap-test. Dal 2005 è stato attivato presso l’Ospedale di Montecchio Maggiore un Day Surgery senologico integrato nell’Unità Operativa Dipartimentale di Senologia dove vengono eseguiti tutti quegli interventi chirurgici sulle mammelle che possono essere espletati nell’arco di una giornata di ricovero. Il medico curante è parte fondamentale di questo percorso e viene informato costantemente con una relazione scritta consegnata alla paziente. Le modalità di accesso al centro per visite e valutazioni senologiche prevedono solo la richiesta del medico curante con dicitura: “visita o valutazione senologica” con prenotazione anche telefonica al numero verde 800 21 25 25. Tutte le prestazioni sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.). Le numerose richieste di prestazioni rivolte al nostro centro che provengono anche da altre aree territoriali sono una dimostrazione della particolare attenzione che viene rivolta alla nostra struttura anche da altre aree territoriali. contrAttacco cardiaco lotta alle malattie cardiovascolari con l’educazione sanitaria Mauro Boschello 14 La seconda edizione di “Cardiologie Aperte” ha registrato un’elevata partecipazione: 270 Ospedali aderenti su tutto il territorio nazionale. Patrocinata dal Ministero e dagli Assessorati alla Salute di tutte le regioni italiane, per promuovere l’educazione sanitaria nei confronti delle malattie Cardiovascolari, l’iniziativa quest’anno ha avuto come titolo: “Il ContrAttacco Cardiaco”. Anche il Servizio competente dell’Ospedale di Lonigo ha aderito con successo all’evento di domenica 23 ottobre, a cui hanno preso parte i rappresentanti dei Medici di Medicina Generale e il Sindaco Giuseppe Boschetto. L’obbiettivo della manifestazione è stato quello di sensibilizzare la popolazione sui sintomi d’esordio dell’infarto cardiaco, così da ridurre i tempi dell’accesso in Ospedale, sempre critici per un efficace intervento terapeutico. L’infarto miocardico colpisce in Italia ogni anno 160.000 persone con una mortalità del 50% nel primo mese, la maggior parte entro le prime ore, spesso prima di giungere in Ospedale. Frequentemente la causa di questo ritardo è dovuta all’incapacità delle persone di riconoscere le avvisaglie iniziali o di sottovalutare i sintomi che accusano, con la conseguenza di giungere troppo tardi per le terapie più efficaci. Solo il 25% dei pazienti con infarto miocardico giunge in Ospedale entro le prime ore, termine entro cui è possibile ottenere il massimo beneficio terapeutico. L’iniziativa ha voluto porre l’accento proprio sull’apprendimento dei sintomi “abituali” e quelli meno conosciuti, e quindi più subdoli, dell’attacco cardiaco e far conoscere i fattori di pericolo che predispongono alle malattie cardiovascolari, con attenzione massima per i tratti peculiari delle persone più a rischio. Le mani dell’uomo entrano quotidianamente in contatto con ogni genere di superfici e oggetti, diventando così un veicolo di trasmissione delle infezioni. Questo concetto, oggi scontato, è stato oscuro sino al 1846 quando, a Vienna, Ignazio Semmelweis osservò che le donne assistite nel parto da studenti e medici della Prima Clinica dell’Ospedale Generale, mostravano una mortalità più alta di quelle degenti nella Seconda Clinica. Studenti e medici passando, infatti, direttamente dal Reparto Autoptico al Reparto Ginecologico della Prima Clinica, trasmettevano “particelle cadaveriche” attraverso le mani, causando così la febbre puerperale che colpiva tante donne. Lavandosi le mani, non più solo con sapone, ma con un composto a base di cloro, prima di visitare le pazienti, la mortalità scese vistosamente. Questa intuizione aprì la strada alla consapevolezza che l’igiene delle mani rappresenta la più importante misura per prevenire la trasmissione di agenti patogeni in ambito ospedaliero. Nell’Ulss 5 è istituito da anni un Comitato per la Lotta contro le Infezioni Ospedaliere ed un Gruppo Operativo che ha il compito di attuare il lavaggio delle mani premura e professionalità a servizio del paziente concrete iniziative di prevenzione. Uno dei primi impegni del Gruppo è stato produrre il protocollo “Lavaggio delle Mani”, per fornire a medici, infermieri e operatori socio sanitari di tutte le unità operative le regole igieniche fondamentali: mantenere le mani in buone condizioni, tenere le unghie corte, pulite e prive di smalto, coprire eventuali piccole ferite, non indossare anelli, bracciali e orologi, e le corrette procedure per effettuare il lavaggio delle mani. Lavaggio sociale Lavaggio chirurgico o preoperatorio Rimuove i microrganismi “transitori” dalle mani. Si esegue con sapone detergente prima e dopo l’utilizzo dei guanti nei contatti e procedure sui pazienti o nelle manipolazioni dei presidi sanitari usati; dopo essere andati in bagno e dopo essersi soffiati il naso; prima e dopo aver mangiato; prima e dopo la raccolta di campioni; quando le mani sono chiaramente sporche; all’inizio e alla fine del servizio. Procedura: 1. Bagnare le mani con acqua corrente 2. Applicare il sapone nel cavo della mano 3. Frizionare strofinando le mani fra loro, prestando attenzione agli spazi sottoungueali e tra le dita 4. Sciacquare abbondantemente con acqua e lasciare il rubinetto aperto 5. Asciugarsi con tovaglioli di carta 6. Chiudere il rubinetto con un tovagliolo di carta 7. Durata: 10/15 secondi Elimina totalmente i microrganismi sia “residenti” che “transitori” da mani e avambracci. Si esegue con soluzioni antisettiche prima di ogni procedura chirurgica. Procedura: 1. Regolare il termostato alla temperatura ritenuta più confortevole 2. Bagnare mani ed avambracci fino a due dita sopra la piega del gomito 3. Versare sulle mani il prodotto antisettico premendo la leva del dispenser con il gomito 4. Lavare mani ed avambracci per circa 2 minuti 5. Risciacquare prima le mani e dopo gli avambracci evitando che l’acqua coli sulle mani 6. Spazzolare le unghie, dopo averci versato l’antisettico, per mezzo minuto per mano, quindi lasciare cadere lo spazzolino nell’apposito cestino, dorso e avambracci non vanno spazzolati 7. Risciacquare mani ed avambracci come indicato nel punto 5 8. Riprendere di nuovo l’antisettico nel palmo delle mani come indicato nel punto 3 9. Lavare attentamente le mani (ogni dito e spazio interdigitale), impiegando 1 minuto per mano 10. Risciacquare con acqua corrente mani ed avambracci, uno per volta, lasciando scorrere l’acqua dalle estremità delle dita fino alla piega del gomito, come indicato nel punto 5 11. Asciugare mani ed avambracci con panno sterile: va asciugato prima ciascun dito, quindi la restante parte della mano e, da ultimo, l’avambraccio sino alla piega del gomito con movimento circolare avendo cura di non ripassare dall’avambraccio alla mano Lavaggio antisettico Elimina i microrganismi “transitori” ed alcuni “residenti” sulla cute. Si esegue con sapone antisettico prima e dopo l’utilizzo dei guanti in situazioni ad alto rischio quali: procedure invasive (cateteri venosi e urinari), deficit immunitari, lesioni della cute (ustioni, ulcere da decubito, ferite), età estreme (anziani, neonati), malattie infettive, rottura guanti in procedure a rischio infettivo. Procedura: Analoga al lavaggio sociale. Durata 45/60 secondi Maurizio Bongiovanni M. Luisa Fracasso Nell’Ulss 5 è in uso anche il “Lavaggio Alcolico delle mani”. Si utilizza un prodotto contenente alcol etilico che va frizionato sulle mani sino a completa evaporazione. Sostituisce il lavaggio sociale ed antisettico quando non è possibile effettuarli con acqua. Nel 2004 è stata effettuata una verifica sul livello di acquisizione delle procedure. Si è rilevato una buona conoscenza ed applicazione dei protocolli. 15 ipertensione trattamento ottimale del paziente iperteso Ennio De Dominicis Simonetta Lombardi L’ipertensione costituisce, com’è noto, uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare. Quindi è estremamente importante, per ogni comunità, che la gestione di questa malattia sia efficace. Il primo passo è l’individuazione del paziente iperteso. Premettiamo che, in genere, c’è una trasmissione ereditaria della malattia, per cui, se una persona ha un genitore iperteso, o, peggio ancora, entrambi i genitori ipertesi, è molto probabile che avrà lo stesso problema. Tuttavia non è semplice verificare lo stato ipertensivo e adottare decisioni conseguenti. Il primo problema è quello derivante dal riscontro occasionale di valori pressori anomali. Erroneamente, alcuni medici, sulla sola base di questa rilevazione, iniziano una terapia antiipertensiva. Invece è necessario che la pressione arteriosa sia controllata molte volte, ad esempio una-due volte al giorno per un mese, per ottenere l’andamento della pressione. Se si riscontrerà che essa è praticamente sempre elevata, bisognerà decidere se trattarla o no. Tuttavia, il riscontro di ipertensione conclamata, rilevata nel modo su descritto, non implica necessariamente l’inizio di un trattamento farmacologico. Oggi è necessario valutare il rischio cardiovascolare globale, che tiene conto di diversi fattori, fra cui l’età, il sesso, l’abitudine al fumo, la presenza di diabete, i valori di colesterolo. Se il rischio è basso, si può cercare di seguire nel tempo l’andamento della pressione, adottando alcune misure igienico-dietetiche che talora possono risolvere o alleviare il problema. Se queste non ottengono risultati, si passa alla terapia farmacologica. La terapia è, invece, immediatamente necessaria se la pressione elevata produce sintomi. La terapia farmacologica deve essere gestita tenendo conto della variabilità della pressione stessa durante la giornata (ritmo circadiano), durante le varie stagioni (è più alta d’inverno, col freddo, che d’estate), la sua variabilità in relazione a diversi stati fisici, all’incremento o alla riduzione di peso, all’altitudine, ad altre terapie concomitanti, che possono essere ipertensivanti, la più comune di tutte è quella antinfiammatoria-antidolorifica. Affinché il paziente mostri la massima partecipazione possibile alla gestione della terapia, è necessario coinvolgerlo e responsabilizzarlo: prima di tutto, nel controllo dei valori pressori. Occorre qui sottolineare che il modo più valido di verificare i valori pressori è la misurazione domiciliare, quindi fatta dal paziente stesso o da un familiare perchè spessissimo la misurazione in ambiente ospedaliero o ambulatoriale è falsata dall’emotività del paziente (effetto camice bianco). E’ importante che il paziente assuma i farmaci con regolarità, in genere al mattino quanto prima dopo il risveglio. Il paziente può anche essere istruito sulla variazione dei dosaggi dei farmaci secondo l’andamento della pressione e anche sull’assunzione di un farmaco d’urgenza in caso di crisi ipertensive: di solito queste crisi si possono risolvere facilmente in casa, senza corse inutili al Pronto soccorso. Come si è visto, è necessario dare ampio spazio all’autogestione del trattamento da parte del paziente. Altro problema di non facile soluzione è: con quale tipo di apparecchio misurare la pressione. L’apparecchio più attendibile è certamente quello tradizionale a mercurio, ma occorre un’altra persona per il suo uso, in quanto l’automisurazione è difficile; occorre quindi in genere ricorrere agli apparecchi elettronici, che non sono tutti egualmente validi; si consiglia la validazione iniziale paragonando le misurazioni pressorie fatte dall’apparecchio elettronico con quelle fatte dall’apparecchio a mercurio. Comunque sia, quelli a mercurio scompariranno per problemi di inquinamento; perciò c’è da sperare che si faccia un grande sforzo tecnologico per perfezionare al massimo gli strumenti elettronici. il diabete mellito apertura nei confronti dell’abbattimento delle barriere culturali e linguistiche Il Diabete mellito è una malattia che riconosce molteplici cause, è caratterizzata da iperglicemia cronica con alterazioni del metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi che possono determinare, se non adeguatamente trattate, complicanze che interessano i piccoli e i grandi vasi con conseguente aumento di morbilità e mortalità. Questa malattia, considerata rara fino ai primi del 1900, attualmente ha una frequenza talmente elevata che l’Organizzazione Mondiale della Sanità la considera una vera e propria epidemia. Infatti le proiezioni epidemiologiche prevedono un raddoppio della sua frequenza da 150 milioni di persone affette attualmente a 300 milioni di persone fra 20 16 metamorfosi i laboratori di Arzignano e Valdagno raggiungono l’eccellenza nella prestazione dei servizi I laboratori di Arzignano e Valdagno sono stati considerati al pari di quelli di istituzioni prestigiose quali il Policlinico S. Orsola di Bologna, gli Ospedali S. Raffaele e Niguarda di Milano e il S. Martino di Genova. Non è un sogno, ma un traguardo raggiunto brillantemente ed esposto nel nuovo volume della Roche: “Le Metamorfosi: soluzioni di eccellenza” che illustra il percorso di evoluzione di un gruppo di Laboratori italiani negli ultimi anni. Grande la soddisfazione nel constatare che i Laboratori dell’Ulss 5 si trovano in posizione di assoluta evidenza in campo nazionale, a prescindere dalle notevoli dimensioni di altre aziende ospedaliere. Ad accomunarli importanti punti di contatto, nonostante le ovvie e ben intuibili differenze. La diversità maggiore risiede nella dimensione degli ospedali e quindi dei Laboratori: alcuni di essi sono grandi strutture quanto a ricezione, reparti e posti letto. Tuttavia, i problemi che i vari Laboratori si sono trovati ad affrontare negli ultimi anni sono spesso comuni: la riduzione e il consolidamento dei laboratori stessi all’interno di un’ampia revisione dell’organizzazione della sanità, il cambio di fisionomia degli ospedali, sempre più votati alla cura del paziente acuto, l’aumento dei carichi di lavoro molte volte accompagnati dalla diminuzione del personale qualificato e la sempre più pressante necessità di recuperare risorse, per portare avanti quel percorso di continua innovazione tecnologica e scientifica che è il fondamento stesso della Medicina. Il volume rappresenta un riconoscimento importante anche perché non si parla solo di qualità del suo prodotto, gli esami. La qualità delle analisi che il servizio fornisce ai cittadini e ai pazienti ricoverati è data per scontata. Oggi contano maggiormente anche la modalità di fornitura del servizio e l’assetto organizzativo. Il percorso intrapreso dall’Ulss 5, iniziato fin dal 2000, si è posto una serie di obiettivi ben chiari: • migliorare la qualità e la flessibilità del lavoro • ridurre il numero di strumenti e, di conseguenza, il numero dei posti di lavoro per recuperare risorse di personale • rompere la classica organizzazione del Laboratorio a settori per passare ad un’integrazione più stretta • sovrapporre i flussi di routine e urgenza • ridurre i tempi di risposta e il numero di provette per rendere più semplice la gestione dei prelievi • recuperare margini operativi per l’introduzione di nuovi test • ottenere risparmi di spesa Anche se il buon esito dell’operazione è evidente e comprovato da questo volume, il lavoro non è ancora finito. L’evoluzione, come in natura, è continua... Valentino Miconi Secondo il volume “Le Metamorfosi: soluzioni d’eccellenza” edito da la Roche l’Ulss 5 è al top della classifica insieme ai laboratori delle più prestigiose aziende ospedaliere anni; solo nel Veneto vi saranno più di 400 mila soggetti affetti da questa patologia. L’entità di questi numeri fa comprendere come il diabete sia diventato una vera e propria emergenza sanitaria. Inoltre se si tiene conto che la frequenza di questa sindrome è maggiore nei Paesi in via di sviluppo e che l’Italia ed in particolare il Veneto si sta sempre più caratterizzando come una società multi-etnica, si può prevedere che nella nostra Regione, caratterizzata da intensi flussi migratori da questi Paesi, la prevalenza della malattia sarà nettamente superiore a quanto preventivato. I Servizi diabetologici dell’Ulss 5 stanno già avvertendo questa situazione e in un prossimo futuro si vedrà sempre di più, in questi ambulatori, un’utenza multietnica. Da ciò la necessità di venire incontro, abbattendo le barriere linguistiche, a questa nuova realtà. A tale scopo è stato realizzato con la collaborazione del Servizio di Promozione ed Educazione alla Salute e il Servizio di Mediazione Culturale della nostra Ulss un manuale illustrato di facile consultazione, pubblicato nelle lingue parlate dalle principali etnie presenti nel nostro territorio e che afferiscono al nostro Servizio diabetologico. Si è in particolare voluto sottolineare l’importanza di una corretta alimentazione che rappresenta il cardine della prevenzione e della cura del diabete. 17 consenso informato quale scelta per il medico in assenza di autorizzazione? Vincenzo Biroli “L’atto medico è illecito se operato in mancanza del consenso”. Partendo da questo assunto si dipana tutta la materia relativa al consenso informato da parte del paziente, alla sua autorizzazione a procedere in interventi medici, qualora non sia più in grado di esprimere autonomamente la sua volontà, al permesso dato dai familiari, agli illeciti penali commessi dai medici che non si attengono alle disposizioni previste in tal ambito dal Codice Penale e dal Codice Deontologico dei Medici. La tematica è quindi complessa e molto articolata, oltre a toccare profondamente aspetti etici. Punto di partenza è che, in ogni caso, a parte situazioni particolari (donazione di un rene, trasfusione di sangue) vale il principio della libertà di forma. La versione vigente del Codice Deontologico dei Medici (CDM) del 1998 dedica all’argomento l’intero capo IV. Significativi l’art. 31: “L’informazione a terzi è ammessa solo con il consenso esplicitamente espresso dal paziente”, l’art. 32, che specifica come l’acquisizione del consenso sia integrativa e non sostitutiva del processo informativo” (in sostanza si tratta di un’importante valorizzazione dell’“informare” rispetto al “consentire”), l’art. 34: “Il medico deve attenersi, nel rispetto della dignità, della libertà e dell’indipendenza professionale, alla volontà di curarsi, liberamente espressa dalla persona. Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà in caso di grave pericolo di vita, non può non tener conto di quanto precedentemente manifestato dallo stesso”. E’ evidente il recepimento del concetto di Direttive Anticipate espresso dalla Convenzione di Bioetica del 1997, che in Italia ha portato alla legge sui trapianti d’organo, ove è espresso il principio del silenzio assenso. Sulla base di tali presupposti c’è il rischio che il consenso informato divenga un’inutile prassi burocratica, non accompagnata ad una reale comunicazione e all’ascolto del paziente. Per quanto riguarda i casi più comuni che non presumono il pericolo imminente di morte (terapie palliative in malati “terminali”, nutrizione artificiale in dementi...), si potrebbe dire molto. In Italia al momento non vi sono precise disposizioni di legge e sottolineato che, tranne il caso di minore o paziente interdetto, nessuno (nemmeno i familiari) può prendere alcuna decisione (come invece spesso accade, facendo firmare ai familiari, ad esempio, il consenso alla trasfusione di sangue, all’apposizione di una PEG e quant’altro) è chiaro che il problema ricade sul medico. Egli dovrà interpellare i congiunti per sapere se il paziente abbia mai espresso il suo pensiero su simili situazioni, anche solo verbale, ed attenersi secondo scienza e coscienza a quanto sopra, deducendone la presunta volontà o meno a sottoporsi a simili procedure. Infine spetta ancora al medico interpretare quanto emerso, alla luce di vari pareri quali quello del Comitato Nazionale di Bioetica, le Direttive della Chiesa Cattolica e quant’altro. l’ambulatorio dello spirito è Don Giovanni Preto il nuovo cappellano dell’Ulss 5 Patrizia Draghicchio Trovandosi in un ospedale si potrebbero, a pieno titolo, definire “ambulatori dello spirito” per chi, degente, parente o operatore, sente l’esigenza di un sostegno spirituale. Si tratta delle cappelle presenti nei quattro ospedali. Pazienti e congiunti vi si raccolgono in preghiera per un momento di conforto e durante il servizio festivo sono il punto d’incontro per un piccolo pubblico di affezionati, ex dipendenti o abitanti del vicinato. Ad Arzignano sono anche il luogo di raccoglimento delle suore Dorotee che prestano la loro opera a vario titolo. Dopo 12 anni di servizio presso l’Ospedale “L. Cazzavillan” di Arzignano, il buono e sempre disponibile cappellano Don Pierangelo Pace è stato trasferito. Da settembre lo sostituisce Don Giovanni Preto. Laureato in lettere all’Università patavina, ha insegnato al Collegio “Graziani” di Padova e successivamente, per 14 anni, al Liceo Classico “Brocchi” di Orario S. Messe: Bassano del Grappa. E’ stato missionario in Francia dove ha imparato molto bene il francese, lingua straniera utile in una realtà multietnica Arzignano feriale ore 7.00 festivo ore 10.00 Lonigo feriale ore 18 - chiesa di S. Giovanni annessa all’Ospedale come l’Ulss 5. Occasionalmente ha prestato servizio in Africa ed è festivo ore 19.30 - cappellina interna stato animatore religioso presso il Centro di Formazione Professionale Montecchio M. sabato ore 15.30 di Trissino. Dal 2001 ad oggi è stato parroco a S. Giorgio in Bosco. Valdagno feriale ore16.30 festivo ore 8.30 e 20.00 Benvenuto e buon lavoro Don Giovanni! 18 Nel vecchio, il buono stato nutrizionale e la conservazione della massa muscolare significano salute e autonomia. La malnutrizione e la perdita del muscolo hanno effetti devastanti e si accompagnano a malattia e disabilità. A questo proposito la nostra Geriatria ha organizzato il convegno annuale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, Sezione Veneto - Trentino Alto Adige dal titolo: “La nutrizione artificiale nel vecchio: etica e clinica”. L’incontro ha messo in evidenza come, fra le cause di malnutrizione, la difficoltà nella deglutizione sia una delle principali. Riconoscerne le dinamiche è fondamentale ai fini della scelta dell’intervento riabilitativo e/o nutrizionale. Sia che si manifesti acutamente, come nell’ictus, sia che si vada affermando in modo subdolo, come nella demenza, la disfagia mette il clinico in grave imbarazzo. Una volta scelta la strada della nutrizione artificiale enterale (cioè per la via naturale: lo stomaco e l’intestino), la confezione di una gastrostomia (una comunicazione diretta fra lo stomaco e la cute) è la scelta obbligata e può dare al paziente notevoli vantaggi. La scelta del regime nutrizionale artificiale non è però una decisione scontata, specialmente quando questa debba essere presa nei riguardi di una persona con importante declino cognitivo. Poiché applicare o non applicare, sospendere o continuare la nutrizione e l’idratazione artificiale, vuol dire mettere in discussione la possibilità di vivere del paziente, tali scelte rappresentano una delle decisioni più complesse e angoscianti nutrizione artificiale tra opportunità tecnologiche e questioni morali sia per il medico che per i familiari. Una prima questione morale sorge dal conflitto tra il rispetto del principio di autonomia del paziente e i vantaggi che derivano dall’applicazione di talune terapie. E’ necessario chiarire allora, se e quando, la nutrizione artificiale può essere considerata un trattamento gravoso, o se comunque la somministrazione di cibo rappresenta il naturale supporto biologico per la vita e parte integrante del trattamento palliativo. Restano anche da considerare i costi di tali terapie e il problema dell’applicazione in pazienti con condizioni cliniche senza speranze oggettive di guarigione. Per questo le questioni aperte dalla nutrizione artificiale in ambito geriatrico, non possono sottrarsi alla categoria del rispetto della persona e della dignità del valore della vita umana generale. Fabio Armellini tumori ereditari prevenirli si può si deve! I maggiori esperti italiani di diagnosi e cura dei tumori e l’esperienza dell’ambulatorio integrato di oncogenetica dell’Ulss 5 si sono confrontati in un convegno formativo sui temi dell’ereditarietà delle neoplasie alla mammella e al colon retto, due killer tumorali di prim’ordine. Organizzato dall’U.O.C. di Oncologia dell’Ulss 5, diretto dalla Dott.ssa Cristina Oliani (affiancata dalla biologa genetista, Dott.ssa Daniela Barana, che coordina il lavoro multidisciplinare dell’Ambulatorio Familiarità Neoplastica e dalla psicologa Dott.ssa Alessandra Marcon), l’incontro ha ottenuto un’altissima affluenza non solo da parte di personale medico. Molte le tematiche affrontate: dal valore etico della consulenza oncogenetica alla diagnosi della trasmissione familiare del carcinoma mammario, dal trattamento chirurgico alla chemioprevenzione del cancro colonrettale. Ma cosa occorre fare se in famiglia ci sono stati casi di queste patologie? Per prevenire la trasmissione genetica dei tumori è importante passare subito in rassegna l’albero genealogico familiare determinando la probabilità di una predisposizione ereditaria e calcolando i rischi di un’eventuale passaggio generazionale. Una volta individuata l’alterazione germinale, il passo successivo prevede lo screening molecolare dei familiari e il controllo clinico periodico della situazione, tramite esami indicati dalla valutazione oncogenetica coinvolgendo il medico curante, che deve essere sensibilizzato e attento a queste problematiche. Attualmente sono 30 i geni riconoscibili nei pazienti a rischio, grazie all’esistenza di strumenti genetici che manifestano la predisposizione ereditaria dei tumori. Sottoporre gli individui con questi fattori di rischio a prevenzione, è il modo più efficace e diretto per far diminuire la mortalità nei tumori a più elevata incidenza, quali appunto le neoplasie del colon-retto e alla mammella. Cristina Oliani 19 Albania chiama Italia risponde prima missione operativa nel segno della professionalità Enrico Castaman L’Unità Operativa di Ortopedia dell’Ulss 5 è stata pioniera nella prima missione ospedaliera internazionale tra l’Ospedale Regionale di Scutari in Albania e l’Ulss 5 Ovest Vicentino. Hanno partecipato alla missione, guidata dal Direttore dell’U.O.C. di Ortopedia di Montecchio Maggiore dr. Enrico Castaman, il dr. Antonio Loro, ortopedico, il dr. Ernesto Della Mora, anestesista e l’infermiere professionale Moreno Casara, ferrista di sala operatoria. L’esperienza prevedeva lo svolgimento di attività cliniche e didattiche in affiancamento al dr. Artur Vukatana, specialista ortopedico albanese, ed al personale infermieristico della sala operatoria e del reparto di degenza. In particolare, nel corso della missione, si sono portati a termine, durante una lunga ininterrotta seduta operatoria, undici interventi chirurgici maggiori, tra i quali otto protesi d’anca su coxartrosi spiccata, due correzioni di marcata deformità del piede in bambini e un’osteotomia del femore: gli interventi di artroprotesi sono stati una novità per l’Ospedale di Scutari. Impegnativa e faticosa, con ritmi serrati e tempi pieni, l’iniziativa è stata interessante sia sotto il profilo professionale che quello umano, e le difficoltà tecniche sono state superate con la creatività e lo spirito collaborativo di tutti. Grande l’apprezzamento anche dei pazienti locali: in 120 si sono rivolti ai medici per le visite ambulatoriali, allestite appositamente. Il dato più interessante che è emerso, è stata l’urgenza e la grande necessità di prestazioni ortopediche, tuttora inevase, considerato anche il fatto che molti pazienti visitati erano ragazzi giovani, di modesto ceto sociale, affetti per lo più da malattie d’anca, anche complesse, in relazione alla frequentissima displasia congenita. L’accordo di collaborazione siglato tra i due paesi prevede, nei prossimi mesi, altre spedizioni chirurgiche in Albania e un soggiorno di approfondimento clinico del collega ortopedico albanese in Italia, per migliorare la sua formazione nel campo della chirurgia dell’anca e creare una figura professionale in grado di rispondere, nell’immediato futuro, ad un pressante bisogno in tal settore nel vicino “paese delle aquile”. varici degli arti inferiori solo un problema estetico? Luigi De Santis Stefano Faccin Raffaele Gianesini 20 Senso di pesantezza e gonfiore delle gambe, edema dei piedi e delle caviglie, formicolio, bruciori, crampi e prurito. Sono questi i sintomi più comuni delle varici, frequenti e fastidiose, non solo da un punto di vista estetico, malattia rappresentata principalmente dal deterioramento cronico e progressivo del sistema venoso superficiale con la comparsa della tipica dilatazione ed allungamento delle vene. Questa patologia colpisce soprattutto le donne perché legata all’effetto ormonale degli estrogeni. Le gravidanze, l’uso di anticoncezionali orali, la sedentarietà ed il sovrappeso possono inoltre aggravare la situazione clinica. Il problema non è solo estetico, considerato il rischio di comparsa di complicanze più serie come flebiti ed ulcerazioni cutanee. La soluzione chirurgica solitamente consiste nell’asportazione della Grande Safena o della Piccola Safena (i due tronchi venosi superficiali più importanti degli arti inferiori) o nell’asportazione di piccoli rami venosi dilatati. L’intervento chirurgico consiste in un’incisione di 3 cm a livello inguinale o al cavo popliteo ed una di 1 cm al malleolo mediale o laterale. Il tronco venoso principale viene incannulato con un particolare filo guida e successivamente asportato (stripping). Si completa il trattamento con piccole microincisioni lungo il decorso delle varici più significative. L’arto viene successivamente bendato con fasce elastiche, rimosse poi in ambulatorio e sostituite con calze elastiche a compressione graduata da utilizzare per non meno di 20 giorni dopo l’intervento. I pazienti vengono operati in regime di Day Surgery o ambulatorialmente, in anestesia spinale o locale a seconda dei casi, e sempre in sala operatoria in una sola giornata. Le complicanze secondarie al trattamento sono modeste e temporanee, anche se si può affermare che il trattamento non è completamente privo di rischi. Da tre anni è attivo un ambulatorio flebologico specialistico aperto tutti i mercoledì dalle 14.00 alle 16.00 presso la sede del vecchio ospedale. Nel 2004 sono stati valutati circa 300 pazienti di cui 100 sono stati sottoposti con successo ad intervento di Stripping o flebectomia. La gestione integrata tra medici di famiglia e diabetologia per una prevenzione precoce della malattia e un monitoraggio territoriale capillare paziente una diabetico migliore assistenza Nell’ambito dei Patti Aziendali per la Medicina Generale, concordati per il triennio 2005 - 2007, nell’Ulss 5 è stato inserito, come sezione ad adesione volontaria, un progetto di gestione integrata del paziente diabetico tipo due. Questa iniziativa ha coinvolto un gruppo di medici di medicina generale: dr. Natalino Bianco, dr.ssa Liliana Lora, dr. Luigi Lago, dr. Giovanni Fazio e dr. Giampietro Stefani; i colleghi diabetologi dr.ssa Simonetta Lombardi, dr.ssa Pina Lagulli, e inoltre il Direttore dell’U.O.C. di Medicina Generale dr. Massimo Cigolini e il Direttore Medico Ospedaliero dr. Domenico Mantoan, e infine il Direttore delle Cure Primarie dr. Elvio Pistaffa. Il lavoro, nei contenuti sia scientifici che organizzativi, è durato circa un anno ed ha portato alla formulazione di un sistema integrato di assistenza alla popolazione ed alla costituzione di un sistema di raccolta di dati epidemiologici. Il progetto ha quindi una doppia valenza: clinica e di ricerca e prevede due macro aree di attività. La Prevenzione del Paziente a Rischio Sono state definite categorie di persone a rischio per malattia diabetica: familiarità, etnia indiana, sindrome plurimetabolica, obesità, gravidanza con macrosomia. Su questi soggetti il Medico di Medicina Generale, durante un accesso ambulatoriale occasionale, praticherà un monitoraggio mediante scheda in cui vengono riportati dati clinici e controlli annuali della glicemia. In caso di alterazione glicemica (110 - 125) si passa al monitoraggio semestrale con curva da carico a due ore ed intervento educazionale e/o terapeutico. Questa parte del progetto, affidata alla Medicina Generale, si configura come un’importante esperienza di prevenzione, diagnosi precoce, educazione e trattamento del paziente in una fase iniziale della malattia. Il Monitoraggio del Paziente Diabetico tipo 2 Al momento della diagnosi, eseguita dal medico, il paziente viene inviato al Servizio di Diabetologia per una prima valutazione, già corredato della sierologia completa. Il Servizio di Diabetologia viene fornito in forma di Day Service. Il paziente troverà organizzati con unità di tempo e di luogo, gli accertamenti specialistici previsti come necessari. Saranno a disposizione cardiologo, oculista, neurologo, chirurgo vascolare - podologo. Dopo questa prima valutazione il paziente verrà rinviato al Medico di Medicina Generale se compensato e privo di complicanze in atto, per il monitoraggio periodico previsto dal progetto. Ogni due anni si effettueranno controlli presso il Day Service Diabetologico per una rivalutazione generale e per normali accertamenti specialistici, oppure, su invio da parte del medico di famiglia ogni volta che il paziente risultasse scompensato sulla base dei parametri stabiliti. Il progetto si basa su un programma di controlli definiti, presso il Medico di Medicina Generale e presso il Day Service diabetologico. Ad ogni controllo corrisponde una scheda elettronica che periodicamente verrà inviata al centro raccolta dati presso il Distretto Socio Sanitario e al Servizio di Diabetologia. È stato previsto a questo fine un sistema informatico per una banca dati sia clinici che di ricerca. I pazienti avranno così una diagnosi precoce, un monitoraggio più attento e una comodità più efficiente soprattutto per coloro che devono compiere lunghi spostamenti. Giampietro Stefani l’ufficio amministrativo e convenzioni si è trasferito in Via Ca’ Rotte, 1 nella sede centrale del Distretto Socio Sanitario (presso l’ospedale di Montecchio Maggiore) tel. 0444 70 86 27 fax 0444 70 86 28 Orario di apertura al pubblico da lunedì a giovedì ore 8.30 -12.30 e ore 14.00 -16.30 venerdì ore 8.30 -12.30 21 adolescenza: età a rischio un’indagine tra le famiglie e le compagnie frequentate dai giovani per capire le loro scelte Giuseppe Cicciù La variegata realtà dell’adolescenza, con le sue molteplici implicazioni e sfaccettature è stata l’oggetto di due giornate seminariali tenutesi a novembre a Palazzo Festari a Valdagno, intitolate “Contesti Socio Economici e sviluppo della personalità in adolescenza” organizzate dal dr. Giuseppe Cicciù, direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell’Ulss 5 e dal dr. Venceslao Ambrosini, direttore dell’Unità Operativa Complessa Materno Infantile. Obiettivo dell’iniziativa è stata l’analisi dell’età adolescenziale prestando attenzione anche alle condizioni economiche e ai rapporti sociali nei quali viene vissuta. Non solo la famiglia, ma anche le compagnie frequentate, sono state poste sotto osservazione, per cogliere i messaggi, spesso non manifesti, veicolati dalla comunità locale e dalla più ampia realtà sociale. La dipendenza, l’abuso e l’uso di sostanze definiscono uno scenario che non può trascurare la conoscenza dei “contesti”, quelli sociali soprattutto, che sono il riflesso di quelli economici. Da un’indagine esplorativa rivolta ai giovani e agli adulti del territorio, promossa dall’U.O.C. di Prevenzione del Dipartimento Dipendenze, si evidenzia che l’adolescenza è il crocevia da cui partono pericolosi rivoli di rischio verso forme di dipendenza e comportamenti d’abuso, che richiamano le condizioni che hanno plasmato i valori, le credenze, i riti, i miti, le abitudini e i comportamenti quotidiani dei giovani. iperattività i genitori di “pierino” tornano a scuola! Anna Chiara Benincà Francesca Concato Marco Pagliai Informazioni Responsabile dell’Unità Operativa Età Evolutiva Disabilità dr.ssa Francesca Concato tel. 0444 475620 22 Bambini “pierini”, che faticano a rispettare le regole e sempre in movimento, bambini distratti con la testa “tra le nuvole”, bambini insomma che genitori ed insegnanti richiamano di continuo senza peraltro ottenere maggiore attenzione o autocontrollo. Svogliatezza? Maleducazione? Potrebbe non trattarsi di ciò ma di DDAI (o ADHD), cioè il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, una patologia ancora poco conosciuta ma che interessa il 5-10% della popolazione infantile. Si tratta di bambini che, pur dotati di una buona intelligenza, presentano un’evidente difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, oppure di bambini che giocano in modo rumoroso, parlano eccessivamente con scarso controllo dell’intensità della voce, interrompono persone che conversano senza essere in grado di aspettare il proprio turno. La causa della DDAI non risiede nei metodi educativi inefficaci dei genitori, ma sembra invece essere dovuta a fattori neurobiologici ereditari, che non si risolvono con l’età ma, anzi, nell’adolescenza possono portare a più gravi problemi legati alla sfera della condotta. Si rivela efficace in questi casi una collaborazione tra genitori e insegnanti per la messa a punto di un’educazione che riesca a limitare i comportamenti problematici e contemporaneamente a sviluppare nel bambino un’immagine di sé positiva tenendo così alta la motivazione all’apprendimento e alla socializzazione. Solo se il bambino sente di essere accettato per quello che è e valorizzato per quello che di buono riesce a fare, troverà la motivazione per controllarsi, altrimenti svilupperà l’idea di essere una persona “sbagliata” e si comporterà di conseguenza. L’Unità Operativa Età Evolutiva/Disabilità ha realizzato a questo scopo un’attività di formazione rivolta a genitori di bambini con diagnosi di DDAI. Sono stati predisposti incontri didattici e verifiche delle attività svolte con risultati pienamente positivi: è incrementata la soddisfazione generale e l’efficacia dell’educazione dei genitori ed è inoltre diminuita la rilevazione di comportamenti problematici del proprio figlio fra la valutazione pre-corso e quella finale. per il tuo Benessere ! Produzione propria di: � Poltrone automatizzate con sistema relax e di "portata in piedi". � Materassi in lattice e antidecubito. � Reti motorizzate con alzata testa e piedi. � Coprimaterassi e traverse perfettamente traspiranti, impermeabili e antimacchia. � Ribattitura di materassi e guanciali in lana. Tutto su misura ! DRY-SHEET Coprimaterassi e telini di nuovissima concezione: traspiranti, impermeabili, antidecubito e lavabili, perfetti per bambini, anziani e per mantenere intatta l'igiene del materasso. 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Il manifesto prodotto e le relative brochure sono state recapitate a tutti gli Istituti Scolastici, alle Amministrazioni Comunali e agli Informagiovani. Le proposte vanno dalla prevenzione del tabagismo con i progetti “Smoke Free Class”, concorso a premi finanziato dalla Commissione Europea ed il Progetto Regionale “Insider”, ad iniziative di sensibilizzazione ed informazione sui rischi connessi all’uso di sostanze psicoattive: “Droghe e dintorni” e “Fumo e alcool: prevenzione dei comportamenti a rischio”; dalla prevenzione delle patologie ad elevato impatto sociale (tumori, diabete, cardiopatie…), alla cura ed igiene del proprio corpo. Altre sono iniziative di risposta a bisogni emergenti quali: “E cappuccetto rosso imparò a riconoscere e a difendersi dal lupo”, progetto di prevenzione primaria dell’abuso sessuale e del maltrattamento, il “Progetto Geyser” dedicato agli adolescenti per prevenire situazioni di disagio. E ancora proposte per l’educazione alla sessualità e alla sensibilizzazione alla donazione di organi e tessuti. Quest’anno sono state aggiunte inoltre altre nuove proposte quali: “Sulla mia Pelle”, iniziativa che risponde al crescente interesse e bisogno di informazione dei giovani nei confronti di piercing e dei tatuaggi; “Ci vuole cervello”, progetto che si pone l’obiettivo di sensibilizzare i giovani alla prudenza nella guida dei veicoli motivandoli all’uso del casco e delle cinture di sicurezza, ed infine il concorso a premi “Crea Tu il Logo” finalizzato a sensibilizzare gli alunni e i docenti sul tema delle Pari Opportunità. Considerate le caratteristiche socio-demografiche del territorio dell’Ulss 5, che presenta una peculiare componente multietnica della popolazione, è stato ritenuto utile inserire nell’informazione alla scuola la brochures del Servizio di Mediazione Culturale la cui attività è il miglioramento della comunicazione fra le diverse culture in ambiti socio-sanitari e anche in ambiti scolastici. assistenza domiciliare integrata vademecum per un aiuto efficace Elvio Pistaffa 24 È pronto il Vademecum per l’Assistenza Domiciliare Integrata promosso dall’Ulss 5: uno strumento valido e prezioso pensato per fornire tutte le informazioni che possono servire, quando si renda necessario ricercare ed attivare qualsiasi forma di assistenza, sanitaria e sociale, per la migliore gestione domiciliare delle persone che si trovano in stato di bisogno e per i loro familiari. Pensato con la collaborazione del personale medico di assistenza e con alcuni rappresentanti dei congiunti dei pazienti, il volumetto sarà a di- sposizione gratuitamente presso tutti i Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e nei reparti ospedalieri, oltre a tutte le sedi distrettuali e per i cittadini che ne faranno richiesta. nasce la nuova tessera sanitaria il nuovo documento arriverà nelle case dei cittadini entro dicembre La nuova tessera sanitaria, riportando le generalità del cittadino con i suoi dati anagrafici comprensivi del codice fiscale, sostituisce l’usuale tesserino plastificato del codice fiscale ma per ora non sostituisce l’attuale tesserino sanitario rilasciato al cittadino direttamente dall’Ulss, tesserino dove sono riportati in calce i riferimenti del medico curante oltre che eventuali esenzioni. Per tali motivi il tesserino sanitario deve ancora essere esibito assieme alla nuova tessera sanitaria. Il nuovo documento ha la durata ordinaria di 5 anni e viene recapitato all’indirizzo di residenza di tutti i cittadini muniti di codice fiscale, titolari del diritto all’assistenza sanitaria. La distribuzione della tessera sanitaria nella Regione Veneto e quindi in ambito aziendale, si completerà nel mese di dicembre. Da gennaio del prossimo anno, i cittadini che non hanno ricevuto la tessera, la potranno richiedere presso gli Uffici dell’Agenzia dell’Entrate competente per il territorio. Ugualmente coloro che hanno ricevuto il nuovo documento contenente dati errati su codice fiscale o dati anagrafici dovranno fare riferimento agli Uffici dell’Agenzia delle Entrate competenti a ricevere la correzione dei dati. La nuova tessera sanitaria sul retro è anche TEAM “tessera europea assicurazione malattia”. È un documento personale, individuale e di formato unico per tutti i 25 Stati membri dell’Unione Europea e gli Stati dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Lichtestein, Norvegia e Svizzera). Questa tessera sostituisce gli attuali modelli E111, E128, E110, E119, e agevola tutti i cittadini che si spostano nei Paesi dell’Unione, evitando loro di richiedere ogni volta il modello alla propria azienda sanitaria. Inoltre, mentre prima per i soggiorni temporanei in ambito U.E. era riconosciuto il solo diritto alle cure urgenti e necessarie, ora con la tessera TEAM, ogni cittadino avrà diritto a ricevere tutte le prestazioni in natura che, in relazione al suo stato di salute, si rendono necessarie sotto il profilo medico nel corso della dimora nel territorio di un altro Stato. Patrizia Mella Agenzia dell’Entrate www.agenziaentrate.gov.it www.sistemats.it nuovo dirigente novità nel servizio socio sanitario Il Distretto Socio Sanitario ha un nuovo dirigente: la dottoressa Patrizia Mella. Laureata in Giurisprudenza all’Università di Bologna, ha conseguito presso la Corte d’Appello di Venezia l’esercizio alla professione di procuratore legale. Dal 1987 ha assunto ruoli regionali nel settore dell’assistenza sanitaria. In particolare, dal 1988 ha diretto l’Ufficio Autorizzazioni Case di Cura e Ospedali Qualificati. Dal 1995 all’interno del Dipartimento per i Servizi Sanitari le viene attribuito l’Ufficio Assistenza Primaria e Specialistica, incarico che ha comportato la funzione di delineare l’assetto organizzativo del Distretto Socio Sanitario dell’Azienda Ulss. Si è occupata, con i Medici di Medicina Generale, della regolamentazione dell’attività dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) rispetto alla quale il distretto socio sanitario dell’Azienda Ulss è chiamato a garantire un importante ruolo organizzativo. Da anni il suo impegno è costante in materie quali: assistenza ospedaliera con rimborso, modalità di esenzione dalla spesa per reddito e patologia, trasferimenti di cura all’estero, assistenza extracomunitari regolari e non, campagne di screening autorizzate dalla Regione Veneto. Dal 1997 è stata componente della Commissione per la Predisposizione delle linee guida sul Dipartimento Materno Infantile. Il ruolo che è chiamata a svolgere come direttrice del Distretto Socio Sanitario è importante e strategico in quanto il Distretto garantisce l’assistenza primaria nel territorio e una funzione di interrelazione diretta con uffici e servizi che provengono da altre Direzioni Regionali, parimenti coinvolte nell’assistenza territoriale. Patrizia Mella 25 salute e stili di vita percorsi formativi per affrontare comportamenti dannosi Daniela Burato Cinzia Cazzanello Raffaele Morello Marianna Zin L’équipe del Dipartimento Salute Mentale di Lonigo da anni lavora per promuovere nelle persone particolare cura al proprio corpo, favorendo l’apprendimento di abilità per gestire l’abbigliamento, l’igiene personale e degli ambienti di vita, il tutto per migliorare la propria immagine. Negli ultimi anni, all’emergere di problemi legati all’alimentazione, l’équipe ha voluto sperimentare in percorsi formativi di educazione alla salute considerando che il problema dell’obesità è legato alla sfera del disordine dello stile alimentare e dello stile di vita. Il progetto, che tiene conto della tipologia dell’utenza e delle implicazioni legate all’utilizzo dei farmaci a uso psichiatrico, prevede un percorso dove vengono affrontate le abitudini alimentari, quelle legate all’attività fisica e le implicazioni sanitarie e la relazione tra queste abitudini e la qualità della vita. Un altro progetto interessa il consumo di sigarette. I motivi che hanno indotto l’équipe e gli utenti ad intervenire sono riconducibili ai danni provocati dal fumo, ai limiti imposti dalla legge e ai costi. Il progetto che ha avuto inizio nel febbraio di quest’anno, ha ancora molta strada da fare, però i primi segni si stanno per vedere. Entrambe le iniziative sono grandi sfide che mettono a dura prova la tenacia dell’équipe e la motivazione degli utenti, ma in un’ottica di medio-lungo periodo possono dare risultati incoraggianti, cambiando stili di vita insalubri. centro Aurora storie di strada e canzoni per un sorriso Federico Gobbo 26 Il Centro Aurora, le compagnie teatrali “gli Scabinati” e “le Ciacole”, in collaborazione con il gruppo di auto-aiuto “il Volo” e i volontari valdagnesi, hanno portato in piazza a Valdagno, Recoaro e Trento, la rappresentazione teatrale “Storie di strada e canzoni per un sorriso”, durante il convegno nazionale dell’auto-mutuo aiuto. Lo spettacolo è per queste realtà lo strumento elettivo per esprimere un senso di appartenenza alla comunità e per permettere di avvicinarsi agli altri. Attraverso la commedia, lo spettacolo diventa una lente per guardare i problemi personali, un palcoscenico dove portare il proprio mondo, rappresentando emozioni e storie quotidiane. Non è magia, ma un senso nuovo che acquista l’esistenza di persone disabituate alle relazioni sociali quando si trovano quasi casualmente sul palco al centro delle attenzioni del pubblico. L’esperienza nel territorio dimostra che le iniziative più valide ed efficaci vengono realizzate quando più realtà sono attivamente coinvolte e quando, dall’altra parte, c’è qualcuno disposto a supportarle. Un grazie particolare va al Dr. Renato Magnabosco, responsabile dell’equipe psichiatrica di Valdagno e alla Dott.ssa Marilena Zardetto, agli organizzatori dell’estate valdagnese e a quelli delle terme di Recoaro, alle rispettive Amministrazioni Comunali, al Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 5 e al gruppo “Progetto per la salute Valle dell’Agno” e a tutti coloro che hanno partecipato volontariamente. Vicentino_210x297 16-03-2005 15:29 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K • Controllo gratuito dell’udito. • Apparecchi acustici automatici e praticamente invisibili. • Tecnologie digitali con soppressione del rumore di fondo. • Apparecchio in prova a casa per un mese. • Abilitazione alle forniture con ASL e INAIL Vicenza C.so San Felice e Fortunato, 101 Tel. 0444 545 393/0444 326 324 Montecchio Maggiore (Alte di Montecchio) Arzignano Visite martedì dalle 9.00 alle 10.30 presso il Centro Medico Via Pellizzari, 125 - Tel. 0444 450 828/0444 450 669 Visite martedì, giovedì e venerdì dalle 10.00 alle 12.00, mercoledì dalle 15.30 alle 18.00 Lonigo presso il Poliambulatorio Viale Stazione, 1 Loc. Alte - Tel. 0444 694 518 Valdagno presso il Centro Acustico Amplifon Via Sette Martiri, 119 - Tel. 0445 402 044 Visite martedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.00 presso lo Studio Medico Via Cesare Battisti, 170/D - Tel. 0444 835 286 Visite lunedì dalle 16.00 alle 17.30, venerdì su appuntamento www.amplifon.it Montecchio Maggiore presso lo Studio Medico Associato Via De Gasperi, 54 - Tel. 0444 545 393 Visite giovedì dalle 15.30 alle 18.00, sabato dalle 9.30 alle 12.00 messaggio promozionale La vita ti parla melody e la casa dei dadi una sfida per la nuova psichiatria del territorio Alessandra Belfontali Stefano Zanolini 28 Venerdì 4 novembre, alla presenza delle autorità Regionali e Comunali, della Direzione Generale Ulss 5, della Parrocchia, del Comitato di quartiere San Rocco e dell’Associazione dei familiari dei pazienti psichici AITSAM, il Centro Arcobaleno ha inaugurato due nuovi appartamenti ad alta autogestione che ospiteranno cinque giovani che hanno completato il percorso di cura riabilitativa psichiatrica, di apprendimento di abilità sociali gestionali e di controllo dei propri problemi psichici presso la comunità alloggio Casa di Giobbe di Arzignano e il Centro diurno Arcobaleno. I due appartamenti si trovano nell’edificio adiacente la Chiesa di San Rocco di Arzignano e sono stati messi a disposizione del Comune, che da molti anni segue le problematiche delle persone con problemi psicologici ed ha affiancato e sostenuto con forza tutte le iniziative per la promozione della salute mentale nel territorio. I futuri inquilini si sono adoperati per arredare i rispettivi appartamenti, rendendoli confortevoli, in previsione del loro imminente trasloco. Così Elisanna e Patrizia, Cristian, Corrado e Gianluca hanno deciso di chiamare l’appartamento femminile “Melody” e quello maschile “La casa dei dadi”, dove musica e fortuna si integrano per un futuro pieno di soddisfazioni. I cinque ragazzi, più un’altra ragazza che potrà essere ospitata nei prossimi mesi, si prenderanno cura dell’abitazione e delle spese di gestione, tramite il loro lavoro, ottenuto attraverso i programmi di inserimento lavorativo. L’equipe del Centro Arcobaleno garantirà la supervisione della casa e la gestione dei rapporti con il vicinato. In questo periodo il Centro si è dedicato con entusiasmo ai preparativi, non senza però anche qualche preoccupazione che un tale cambiamento porterà nelle vite dei ragazzi. Tutti al Centro sono stati partecipi dell’aria di mutamento che questa nuova opportunità mette in atto. I cinque ragazzi, che hanno raggiunto l’autonomia necessaria, hanno condiviso con gli operatori paure e attese, si sono misurati con le loro capacità di far fronte a un grande evento nella loro vita, da qualche tempo caratterizzata da stabilità nella comunità, con ritmi e regole definiti, ormai lontani dalle difficili storie di malattia, ricoveri psi- chiatrici, crisi personali e familiari. E... intanto la casa prendeva forma, le pareti tinteggiate, le porte di plastica sostituite con eleganti serramenti in legno, i mobili montati... e nei ragazzi prendeva forma la consapevolezza di una casa, della loro casa, di un nuovo guscio per le loro vite, un nuovo posto per ristorarsi dalle giornate passate al lavoro e al centro diurno. Quel nuovo posto dove si possono trovare integrazione sociale e benessere di vita, che per i cosiddetti “pazienti psichiatrici” spesso è descritto solo in libri di psicologia sociale. Ma nel Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ulss 5, con l’acquisizione di questi due nuovi appartamenti, il Centro Arcobaleno può annoverare nove appartamenti ad alta autogestione di cui cinque ad Arzignano, tre a Montecchio Maggiore e uno a Chiampo. Tutte le abitazioni sono state date da Comuni, Ater e privati, a persone che hanno completato il percorso di cura in comunità alloggio, dopo circa 2-3 anni di riabilitazione intensiva. Dal 1998, anno della prima esperienza pilota di appartamento ad alta autogestione, ad oggi sono state ormai ventuno le persone che hanno completato il percorso di assistenza, cura e riabilitazione psichiatrica e, una volta uscite dal percorso assistenziale, hanno mantenuto il sostegno reciproco fra coabitanti, condividendo le spese di gestione della loro casa. Con l’avvio della Casa dei Dadi, altri giovani in difficoltà avranno l’opportunità di essere inseriti nella comunità alloggio e intraprendere così il loro percorso personale di reintegrazione sociale. influenza aviaria vogliamo parlare chiaro una volta per tutte? L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce volatili selvatici e domestici, causata dal virus denominato “myxovirus”. Una volta infettati, gli uccelli eliminano il virus attraverso le feci e la saliva. Questo virus può sopravvivere negli animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22°C e più di 30 giorni a 0°C). Al contrario viene completamente distrutto con il calore (almeno 70°C) e durante la cottura degli alimenti. Al momento, la sua trasmissione è stata dimostrata soltanto da animali infetti all’uomo a seguito di contatto stretto con volatili vivi infetti: nei Paesi con focolai di virus di influenza aviaria H5N1 non è stata dimostrata alcuna evidenza di trasmissione dell’infezione da uomo a uomo, né di trasmissione attraverso il consumo di pollame o uova. Giulio Cristiani 1. Il myxovirus dell’influenza è però un virus “furbo”: per aumentare la sua presenza ha acquisito la capacità di modificarsi, trovando forme nuove a cui l’essere vivente che vuol aggredire non è preparato. Così il virus non rischia di scomparire (come è successo a virus privi di tale capacità come quello del vaiolo). Naturalmente le modifiche sono parziali: resta pur sempre il myxovirus dell’influenza. 2. Per penetrare nelle cellule dell’organismo vivente il virus deve riuscire a superare le barriere difensive che l’organismo ha costruito. Più alto è il numero di virus con il quale viene a contatto l’organismo, più probabile è che riesca a superare le barriere. 3. La prima di tali barriere è quella di specie: se il virus è adattato al pollo, non riesce a infettare l’uomo. A meno che non aggredisca con un numero così alto di unità virali (trovando magari individui debilitati) e così a lungo da riuscire a vincere le resistenze naturali. E’ quello che è successo in Oriente: di fronte alle decine di migliaia di persone venute a contatto casualmente col virus dell’influenza aviaria, solo poche si sono ammalate. Queste persone ammalate del virus aviario non potevano contagiare altri uomini, ma casomai altri polli. 4. Ecco dunque che si dimostra sciocco l’atteggiamento di diffidenza verso la carne di pollame e verso il pollame stesso: se anche la carne fosse infetta, ma non lo è con assoluta certezza sarebbe comunque infetta del virus che contagia i polli, non le persone, in quanto infetta da un numero contenuto di unità virali, sia perché la carne non è organismo vivente, sia perché essendo necessariamente passati alcuni giorni dalla macellazione, l’eventuale carica virale si è attenuata. 5. La seconda barriera è quella della resistenza individuale, che dipende da tanti fattori ma soprattutto dalla presenza di resistenze acquisite con le vaccinazioni. Se i vaccini sono preparati contro ceppi virali diversi da quelli che aggrediscono in quel momento forniscono resistenze modeste - ma pur sempre di un certo valore -; se sono preparati proprio contro il ceppo virale che è in causa danno una resistenza notevolmente più elevata (ma non assoluta). Ecco dunque l’utilità della vaccinazione annuale: una certa resistenza contro tutti i myxovirus comunque la forniscono. Ogni 30 - 40 anni nel passato è successo che il virus aviario si è modificato talmente tanto da acquisire il completo adattamento all’uomo: ricordiamo le pandemie della spagnola, dell’asiatica e di altre successive. Questo è sempre successo: cosa c’è di nuovo oggi? Nulla. Il virus non si è adattato all’uomo. Non sappiamo se un giorno o l’altro si adatterà. Non sappiamo come si adatterà, cioè trasformandosi in un killer o solo in un agente di malattia fastidiosa. Si dice che un giorno o l’altro il Vesuvio avrà un risveglio. Potrà essere semplicemente un pennacchio di fumo come nel 1943, tanto per decorare le cartoline del golfo di Napoli, o un disastro con nubi piroclastiche come a Pompei. Una cosa però è certa, che, diversamente dal caso di eruzione del Vesuvio, diversamente dal caso della asiatica, contro l’influenza aviaria siamo preparati, abbiamo farmaci antivirali e abbiamo la capacità, appena il virus modificato si mostra, di predisporre rapidamente vaccini efficaci. 29 vaccino? si grazie costante l’attenzione dell’Ulss Ovest Vicentino per la prevenzione sui soggetti a rischio Rinaldo Zolin In questi ultimi anni importanti campagne vaccinali e programmi formativi e di sensibilizzazione in tema di vaccinazioni, sono stati oggetto di un’intensa attività di indirizzo e programmazione nella nostra Regione. E’ costante l’aggiornamento dei livelli uniformi di assistenza in tema di vaccinazioni sia dell’adulto che del bambino, per individuare gruppi di soggetti a rischio ai quali offrire attivamente e gratuitamente, alcune vaccinazioni raccomandate per specifica categoria. I livelli di copertura vaccinale medi raggiunti in Veneto sono comunque elevati per le vaccinazioni obbligatorie e molto soddisfacenti per quelle raccomandate. Nell’attuale situazione epidemiologica e data la disponibilità di vaccini efficaci e sicuri, è importante, quindi, favorire l’incremento della copertura vaccinale a tutti i soggetti appartenenti ai gruppi a rischio, attraverso la proposta attiva e gratuita delle vaccinazioni raccomandate per ogni specifica categoria. Rispondendo in maniera attiva e tempestiva a tutte le indicazioni nazionali e regionali in tema vaccinale, l’Ulss 5 ha infine sempre avuto un occhio di riguardo (offerta gratuita, campagne straordinarie specifiche) verso quelle categorie di persone, bambini o adulti, che, essendo affetti da gravi patologie, possono essere a maggior rischio di contrarre gravi infezioni prevenibili con la vaccinazione specifica. E’ sempre stato tra i suoi obiettivi primari quello di cercare di offrire un valido mezzo di prevenzione a chi è già, per proprie patologie di base, più a rischio di avere complicazioni da alcune infezioni prevenibili con i vaccini. Per gli adulti: campagne antinfluenzale e antipneumococcica gratuite per i soggetti con gravi patologie e anziani; per gli splenectomizzati sono previste una serie di vaccinazioni importanti per prevenire gravi complicanze infettive cui questi soggetti sono più esposti (vaccinazione anti-Pneumococcica, anti-Meningococcica C e ACWY, anti-Haempphilus Influenzale, anti-Influenzale). Vi sono inoltre alcune categorie di persone che per motivi professionali o di salute sono più esposte di altre al contagio con il virus dell’epatite B (conviventi con portatori del virus dell’epatite B, estetisti, acconciatori, forze dell’ordine, politrasfusi, emodializzati, etc.), alle quali la vaccinazione antiepatite B è offerta gratuitamente. Per i bambini: tutte le vaccinazioni obbligatorie e facoltative previste dal calendario nazionale e regionale vigente e quelle eseguite in corso di campagne vaccinali straordinarie come difterite, tetano, pertosse e varicella negli adolescenti morbillo, parotite, rosolia nelle classi d’età comprese dal 1991 al 1997 (IIa dose); la vaccinazione antiepatite A nei bambini stranieri provenienti da zone endemiche per epatite A e le vaccinazioni antiinfluenzale, antipneumococcica e antimeningococcica C per i bambini a rischio. La vaccinazione antitetanica è offerta gratuitamente per tutti. Per tutti i soggetti non rientranti in tali categorie, le vaccinazioni sono comunque garantite con la partecipazione alla spesa sanitaria. E’ attivo inoltre presso la sede di via Kennedy, 2 di Arzignano l’ambulatorio per i viaggiatori internazionali, dove si eseguono vaccinazioni e consulenze per viaggi all’estero. Dipartimento di Prevenzione - SPISAL Sede di Valdagno - via Galilei, 1 Sede di Arzignano - via Kennedy, 2 tel. 0445 423110 tel. 0444 475680 Orario per la consegna e ritiro dei registri infortuni (in vigore dal 03 ottobre 2005) lunedì e venerdì martedì e giovedì 30 8.00-12.00 14.00-16.00 dal lunedì al venerdì 8.30-12.30 Aut. Min. 01/04/2005 Ricominciare a sentire non è più fantascienza Nasce l’Udito Intelligente per tutti! Per 6.000.000* di italiani che non sentono bene oggi c’è una novità importante. Si chiama Oticon Tego ed è il primo apparecchio acustico Intelligente nella sua classe. me che consente di potenziare il segnale da inviare al cervello, affinché quest’ultimo sia in grado di decodificarlo. In coloro che soffrono di ipoacusia neurosensoriale questo processo risulta alterato; i suoni che pervengono al cervello non sono distinguibili dal rumore di fondo, tant’è vero che le persone con Capire le parole è quello che conta! Ascolto confortevole per tutto il giorno La tecnologia di Oticon Tego governata dall’Intelligenza Artificiale rende oggi un grande servigio alle persone con difficoltà uditive, specialmente in ambienti rumorosi. Si stima che circa 6 milioni di italiani soffrano di difficoltà uditive tali che in ambienti rumorosi capire le parole sia molto difficile. Ciò implica una ricaduta negativa sulle persone che, di fatto, tendono a ridurre le relazioni sociali con una forte diminuzione di quella che oggi viene definita qualità della vita. La scarsa sensibilità uditiva è un importante problema che, con l’aumentare del numero degli anziani, coinvolge fasce di popolazione sempre più ampie. Se la diminuzione uditiva è di tipo prevalentemente trasmissivo, cioè coinvolge l’orecchio medio (condotto uditivo, timpano, ossicini), per correggerla può essere utile la chirurgia. Se invece la sordità è bilaterale, neurosensoriale, grave-profonda o totale, l’impianto cocleare rappresenta il mezzo più potente ed innovativo ma richiede un’adeguata selezione dei pazienti candidati. Basato sulla stimolazione elettrica della via uditiva, tale dispositivo, da impiantare con un atto chirurgico. Se infine l’ipoacusia è neurosensoriale e quindi interessa la coclea o il nervo acustico, l’unica soluzione consiste nell’applicare un apparecchio acustico. Gli apparecchi di ultimissima generazione, in particolare quelli dotati di intelligenza artificiale, oltre ad essere praticamente invisibili, permettono - quando Voce in primo piano! In situazioni rumorose i microfoni direzionali fanno la differenza. Essi aiutano ad individuare il rumore, ed attenuarlo, in modo che la voce risalti meglio. I sistemi direzionali tradizionali, per buoni che siano, presentano comunque delle reazioni e degli effetti collaterali indesiderati (mascheramento della voce e suoni innaturali). Tego aggira tali limitazioni, offrendo tutti i benefici della chiarezza vocale e comfort, senza compromessi. La combinazione del riconosciuto sistema VoiceDirect TM con l'esclusiva tecnologia di gestione del rumore, consente a Tego un buon equilibro tra comfort d'ascolto nel rumore e massima chiarezza in presenza di voce. Tego si avvale di avanzati rilevatori acustici per valutare ogni situazione. In presenza di solo rumore, lo riduce. Se insieme al rumore c'è anche la voce, allora Tego privilegia quest'ultima. Tutto ciò per consentirvi la miglior comunicazione ovunque vi troviate. A: Voce nella quiete B: Voce nel rumore C: Solo rumore A B necessario - un recupero selettivo sulle frequenze acute, indispensabili per la corretta percezione del parlato, ed inoltre consentono di migliorare la percezione della voce nel rumore, mediante l’uso di microfoni direzionali super sofisticati e di software dedicato. Le ipoacusie neurosensoriali rappresentano oltre il 50% di tutti i tipi di sordità; non sorprende quindi che la ricerca applicata dedichi a queste patologie una parte importante delle sue risorse. Negli anni più recenti, gli sforzi dei ricercatori si sono concentrati sul punto più critico delle modalità di funzionamento degli apparecchi acustici: la difficoltà di isolare la voce umana dall’insieme dei rumori ambientali. L’apparato uditivo sano è in grado di eseguire in modo naturale questa selezione, innescando una specie di preallar- C questi problemi dichiarano “di sentire ma di non capire” il significato delle parole. Il Chip ad Intelligenza Artificiale di Oticon Tego pesa solo 1 grammo e compie milioni di operazioni al secondo. *Dati dell’OMS www.oticon.it Per scoprire i benefici di Tego ci vuole poco! Basta provarlo! Per informazioni chiama il Centro Consulenza Sordità Vicenza Viale Grappa, 6/A Tel. 0444 929387 www.ccsitalia.com messaggio promozionale Bassano del Grappa (VI) Largo Parolini, 62 Tel. 0424 526252 PEOPLE FIRST Numero Verde 800-855155 CHIAMATA GRATUITA Punti di assistenza nella provincia: Thiene Presso Ottica Dall’Igna (Salmoiraghi & Viganò) Via Montello, 28 - Tutti i lunedì mattina Schio Presso Studio Ottico Stefani - Portego Sareo, 1 Tutti i mercoledì mattina e pomeriggio Arzignano Presso Studio Dentistico Dott. Dall’Oglio Corso Mazzini, 37 - Tutti i martedì mattina Valdagno Presso G.F. di Zaupa G. Franco Via Marzotto, 12 - Tutti i venerdì mattina 29-07-2005 15:01 Pagina 1 Messaggio pubblicitario. Concessione UniCreditCard Plus soggetta a valutazione di UniCredit Clarima Banca. Ogilvy&Mather UCB_Ulss5.qxd E’ nato Genius One, il primo conto self service a solo 1 € al mese. 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