Numero 4 di Ottobre 2013 - CInAP Centro per l` Integrazione Attiva e
Transcription
Numero 4 di Ottobre 2013 - CInAP Centro per l` Integrazione Attiva e
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA LiberaMente …notizie dal CInAP ottobre 2013 Disegno in copertina: Paolo Donzelli, “Il saluto”, Trento, 2011.. Coordinamento dott. Paolo Donzelli uds2@unict.it Hanno partecipato con riflessioni, poesie, idee, opere d’ingegno… Letizia Adriatico Danilo Caccamese Antonio Luca Cuddè Massimo Estero Barbera Lucia Mirabella Salvatore 2 Presentazione Siamo felici di ricevere, di mese in mese, i contributi delle vostre parole, le immagini, le emozioni, i vostri pensieri. Siamo anche consapevoli che lo spazio delle parole è come una fotografia, uno scatto veloce, e che soltanto l’unione di tutti gli scatti può dare ad ognuno di noi un’idea piena di ogni argomento trattato. L’invito risulta proprio quello di ampliare le prospettive attraverso cui leggiamo e intrecciamo tra loro gli argomenti, i differenti punti di vista. Il contributo di ognuno diventa un’opportunità per dare un senso di integrazione ad una mente che separa, divide, allontana, osserva timidamente… La partecipazione delle informazioni, delle riflessioni e delle notizie è il cuore di questo notiziario che vive della partecipazione attiva di ognuno di voi, cari scrittori, lettori, fotografi, poeti, persone… grazie sempre per esserci. Vi aspettiamo, come sempre, per il prossimo numero… Paolo Donzelli 3 Come partecipare ? Chi desidera partecipare attivamente curando alcune sezioni o ricevere copia, può inoltrare la richiesta inviando una mail a uds2@unict.it. A cadenza trimestrale verrà inviato, tramite posta elettronica, alle 800 persone circa che, con ruoli diversi, fan parte del CInAP e/o collaborano con esso. Le aree che vengono trattate di volta in volta sono: Storie, parole, spunti Le Leggi Mi racconto… (testimonianze e condivisione di storie di vita) Il territorio che abito (riflessioni, cronaca, difficoltà incontrate, proposte operative) Lo Sport In viaggio (esperienze di viaggio da condividere) PsicoRubrica: la conoscenza a servizio della persona. Lo psicologo risponde (raccolta di argomenti di pertinenza psicologica) Appunti e libri cerco Appunti e libri offro 4 Bibliografia per tesine e per tesi (richieste e risposte per argomenti) La mia laurea (pagina riservata agli studenti laureati e alla presentazione del proprio lavoro di tesi) Il territorio si presenta (spazio riservato ad Associazioni e agli Enti territoriali per favorire conoscenza, consapevolezza e libera scelta) La bottega della creatività (raccolta di opere d’ingegno create dagli studenti: disegni, quadri, recensioni di film, di cd musicali, di cortometraggi, di lavori teatrali e di libri, fotografie, ricette, fumetti, racconti, poesie, fiabe, progetti…) Spazio-richieste (approfondimenti, proposte… cosa desideri che venga affrontato nel prossimo numero? Quale argomento?) La bacheca del CInAP (aggiornamenti e notizie) 5 Dedicato ai silenzi, alle pagine bianche, agli occhi che leggono e alle menti che sognano, ai valori che parlano e che indicano le direzioni… 6 IL CInAP - Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata Università degli Studi di Catania Il Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata dell’Università degli Studi di Catania è l’Ufficio dedicato agli studenti universitari con disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendimento, come previsto dalle Leggi 104/92, 17/99 e successive modifiche. L’operatività del Centro è andata via via crescendo negli anni. Ad inizio anno accademico ogni studente incontra gli psicologi per elaborare congiuntamente un Piano Formativo Individualizzato volto a garantire ad ognuno condizioni di pari opportunità. Nel 2011-2012, gli studenti che afferiscono al Centro sono circa 700. Gli interventi proposti si concretizzano, a seconda del caso, nell’attivazione di alcuni servizi, tra cui: tutor per il supporto didattico e per l’accompagnamento all’interno delle strutture universitarie, tutor specializzati nelle dinamiche relazionali, l’erogazione di un contributo al trasporto, anche con mezzi attrezzati, da e per le sedi universitarie, l’interpretariato LIS, il counseling orientativo, psicologico e sociale, la consulenza informatica e la divulgazione di strategie didattiche individualizzate (prove d’esame equipollenti anche in remoto), l’organizzazione di attività atte a favorire l’inclusione e la partecipazione attiva degli studenti. 7 L’obiettivo del Centro diventa così lo sviluppo di una nuova cultura della disabilità nell’Università e nel territorio. Figurandosi come un laboratorio permanente, un’officina di idee e di servizi volti a favorire la partecipazione attiva degli studenti in condizione di disabilità, in cui i lavori in corso diventano valori mettendosi quotidianamente in discussione, aggiornandosi e promuovendo cambiamento, educando e sensibilizzando attraverso l’attivazione di corsi di formazione, iniziative, attività laboratoriali, iniziative di sensibilizzazione sociale, seminari e convegni. L’idea progettuale di fornire notizie nasce proprio in quest’ottica di condivisione, di partecipazione, di scambio e di integrazione. “Non ci resta che augurare ad ognuno un buon lavoro, nella direzione di una presenza sempre più attiva e partecipata nella realtà e nel territorio che abitiamo”. Il CInAP Università degli Studi di Catania CInAP -Centro per l’Integrazione Attiva e PartecipataVia A. di Sangiuliano, 259 - 95131 - Catania Tel.: 0957307181 - 183 - 189 Fax: 0957307191 sito internet: http://www.cinap.unict.it indirizzo e-mail: uds2@unict.it 8 Comunicazione agli studenti dal nuovo Rettore Giacomo Pignataro Ho il piacere dell’Istruzione, di comunicarVi dell’Università che e il Ministro della Ricerca Scientifica, prof. Francesco Profumo, ha firmato il decreto con il quale mi nomina nuovo Rettore del nostro Ateneo. Tale decreto, celermente predisposto e sottoposto alla firma dello stesso Ministro, consentirà l’avvio della nuova fase amministrativa e gestionale dell’Università di Catania, in seguito all’esito elettorale del rinnovo della carica di Rettore, che mi ha visto onorato del Vostro consenso. Colgo l’occasione, dandoVi questa notizia, per augurare a tutto l’Ateneo, in tutte le sue componenti, un lavoro proficuo, comune e solidale. Per costruire e rafforzare il nostro Ateneo, la nostra casa comune, plurale e aperta alle sfide future, è necessario il lavoro di tutti. Un lavoro ispirato sempre a responsabilità e autonomia, merito e partecipazione, per consolidare unità e compattezza della nostra Università. 9 Comunicazione del Presidente del CInAP Cari Studenti, sono lieto di comunicarVi che il 13 aprile ho ricevuto la delega dal nostro Magnifico Rettore alla Presidenza del CInAP. Accolgo con consapevole consegue e grande della piacere notevole desidero questo responsabilità rendermi incarico, che disponibile ne ad incontrarVi per ascoltare le Vostre specifiche esigenze al fine di costruire insieme un percorso condiviso. Il Centro è diventato negli anni un importante punto di riferimento dell’Ateneo grazie ad un costante ed efficace lavoro di rete e, su questa base, avvio il mio operato. Ritengo indispensabile cominciare ponendo l’attenzione sull’abbattimento delle barriere architettoniche, condizione necessaria alla partecipazione attiva di ogni studente. Sono già pervenute le prime segnalazioni in merito ed ho, pertanto, già avviato il dialogo con gli Uffici competenti al fine di poterVi offrire al più presto risposte concrete. In attesa dei Vostri suggerimenti e fiducioso in una collaborazione reciproca, porgo i miei più cordiali saluti. Il Presidente del CInAP Prof. Salvatore Massimo Oliveri e-mail: presidentecinap@unict.it 10 Storie, parole, spunti Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. 11 Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. Pablo Neruda 12 Le Leggi La Corte di Cassazione ha emesso una nuova sentenza confermando come sia il reddito familiare e non quello individuale il riferimento per riconoscere il diritto alla pensione di inabilità. La questione sui limiti reddituali da applicare per la pensione agli invalidi civili è stata al centro di un dibattito che torna a infuocarsi. L'occasione è la nuova Sentenza (la numero 7320 del 22 marzo 2013, Sezione lavoro) che la Corte di Cassazione ha emesso a questo proposito, ribadendo come, per quanto riguarda l'invalido totale, il reddito a cui fare riferimento non è solo quello individuale, ma deve essere sommato a quello del coniuge, in caso di persona coniugata. NON HA VALORE DI LEGGE - Vale la pena sottolineare che questa sentenza riguarda solo il caso di specie (il ricorso 13 di una donna romana), quindi NON HA VALORE DI LEGGE né si tratta di disposizione amministrativa che interessi la totalità delle persone con invalidità che percepiscano pensioni o assegni di invalidità. Premesso ciò, la sentenza non depone favorevolmente sulla questione dei redditi da considerarsi per l'erogazione delle provvigioni, considerando che l'argomento necessita comunque di una ridefinizione. LA CIRCOLARE INPS N.149/2012 - I timori erano nati con la Circolare INPS n.149/2012 che annunciava come per i soli invalidi civili al 100% titolari di pensione di invalidità, dal 2013 nel calcolo del reddito si sarebbe introdotto anche quello del coniuge. Questo significa che una persona con invalidità totale avrebbe perso il diritto alla pensione (275,87 euro al mese), qualora il reddito suo più quello della moglie o del marito avesse superato i 16.127,30 euro. La decisione dell'Inps aveva immediatamente fatto scattare una dura reazione sia dalle parti sindacali che associazionistiche, anche in considerazione del fatto che la decisione si basava non su un dettato di legge, ma su una Sentenza della Corte di Cassazione (la numero 4677). IL RITIRO DELLA CIRCOLARE - Un paio di settimane dopo la sua introduzione, è seguito quindi il ritiro della Circolare da parte dell'Inps, che con una successiva circolare affermava: In attesa della preannunziata nota ministeriale a chiarimento della complessa materia dei limiti reddituali delle pensioni di inabilità civile ed in considerazione di una interpretazione costituzionalmente orientata degli artt. 12 e 13 della legge n. 118/1971, si ritiene di non modificare l'orientamento amministrativo assunto a suo tempo dal Ministero dell'Interno (circ. Ministero dell'Interno n. 5 del 20.6.1980) e successivamente confermato nel tempo da questo Istituto all'atto del subentro nella funzione di erogazione delle provvidenze economiche per le minorazioni civili. Pertanto, sia 14 nella liquidazione dell'assegno ordinario mensile di invalidità civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si continuerà a far riferimento al reddito personale della persona con invalidità. POSSIBILI SCENARI - Ora, la nuova sentenza della Corte di Cassazione ribadisce quanto affermato proprio in quella precedente, la n. 4677 del 25 febbraio 2011, che era stata la base della circolare Inps. Su quello che potrebbe accadere ora, fa una analisi il sito Handylex il quale, premettendo appunto il carattere NON NORMATIVO di questa sentenza, che, lo ricordiamo, ha valore solo per il caso specifico, vede come "plausibile l'ipotesi di applicazione dell'ISEE anziché del mero reddito imponibile IRPEF come attualmente previsto. Ma va anche detto che una siffatta ipotesi avrebbe necessità di un "passaggio" alle Camere". La strada politica e legislativa attraverso il Parlmento è comunque quella chiaramente auspicata. Su questo Handylex: "In tal senso ricordiamo che, nella precedente legislatura, era stata depositata una specifica Proposta di Legge (Atti della Camera, 4231, prima firmataria Onorevole Miotto) con l'intento di sanare definitivamente l'intera questione, fornendo l'interpretazione autentica della norma originaria (in verità piuttosto farraginosa). La Proposta, assegnata nel 2011 alla XII Commissione Affari Sociali, purtroppo, non è mai stata calendarizzata né, quindi, posta in discussione". LA REAZIONE DEI SINDACATI - Sulla sentenza si registrano anche le prime reazioni sindacali. Così Nina Daita, responsabile dell'Ufficio Politiche per la disabilità della CGIL Nazionale: "Una sentenza, che sia detto nel massimo rispetto dell'Alta corte, non condividiamo assolutamente. E' il Parlamento adesso che deve fare chiarezza, determinando una vera giustizia sociale nei confronti dei più poveri e dei più deboli, come lo sono gli invalidi". La dirigente sindacale ricorda come "la sentenza di oggi non fa legge e, in ogni caso, occorre che il Parlamento faccia presto chiarezza perché 15 l'invalidità in quanto tale è un fattore individuale e non certo familiare". Per Daita "pensare di colpire così i più deboli non può appartenere a uno stato che pretenda di essere equo e governato dal semplice buon senso". "Il reddito da conteggiare", sottolinea ancora la sindacalista, "deve essere quello individuale perché l'invalidità stessa è individuale. Prendendo come riferimento invece il reddito familiare non si fa altro che colpire la parte più debole e indifesa del Paese, introducendo per paradosso gravi discriminazione tra le stesse persone con invalidità. Basta pensare che due persone con una stessa invalidità possono o meno percepire l'assegno se siano sposati o meno. Un fatto inconcepibile. L'assegno deve legato all'invalidità e anche ad un reddito ma quest'ultimo di certo non può essere un discrimine". La CGIL in ogni caso, conclude Daita, "si farà garante e lotterà con tutte le sue forze contro questa sentenza che riduce i diritti di cittadinanza". PER LA FISH É UN "PASTICCIO" - “Riteniamo che questo ‘pasticcio’ debba essere sanato politicamente dalle Camere, che il Parlamento debba riappropriarsi della propria funzione legislativa, intervenendo sulla delicata materia e pronunciando quella che è l’interpretazione esatta di una normativa farraginosa.” Questo il richiamo di Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che approfitta per ricordare che nella precedente legislatura era stata depositata una precisa Proposta di Legge (Atti della Camera, 4231) che però non è mai giunta alla discussione. “Ci appelliamo a tutti i Parlamentari affinché quella Proposta non solo venga ripresentata, ma che sia anche calendarizzata al più presto, discussa e approvata. Il rischio che, in forza di una decisione assunta nelle aule di tribunale, migliaia di persone rimangano prive di protezione (già minima) è elevatissimo.” 16 Dall’inclusione sociale all’inclusione professionale La legge 68/99 sul diritto al lavoro delle persone con disabilità introduce una disciplina ispirata al concetto del "collocamento mirato" cioè individualizzato in rapporto alla concreta capacità lavorativa della persona e prevede, accanto a quote di riserva obbligatoria sulle assunzioni, agevolazioni contributive per le Imprese. I beneficiari della legge sono coloro che presentano una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, le persone con invalidità del lavoro superiore al 33%, non vedenti o con sordomutismo, gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra e per servizio. Le quote di riserva variano in base al numero dei lavoratori occupati e, comunque, non sono tenuti ad 17 applicarle i datori di lavoro, pubblici o privati, che occupano meno di quindici dipendenti. La competenza per l’attuazione di misure volte all'inserimento lavorativo delle persone con disabilità spetta alle Province e ai Centri per l'Impiego. Questi ultimi, in particolare, svolgono azioni di: - raccolta di informazioni utili alla gestione mirata della lista di collocamento obbligatorio, - inserimento mirato delle persone con disabilità, - servizi mirati di orientamento. Per potere accedere ai benefici della legge, le persone disoccupate e con disabilità devono iscriversi alle liste provinciali del collocamento mirato, tenute dai Centri per l'impiego. L'iscrizione consente l'inserimento in una graduatoria unica sulla base di criteri stabiliti dalle Regioni e dalle Province. La legge privilegia come strumento di inserimento mirato dei lavoratori con disabilità le convenzioni sottoscritte dalle parti interessate (lavoratori, datori di lavoro, Centri per l'impiego ed Enti che possono favorire l'integrazione lavorativa), mediante le quali è possibile definire un programma personalizzato di interventi al fine di risolvere, attraverso strumenti mirati, i problemi di inserimento lavorativo. 18 L’inclusione professionale viene inoltre favorita dalle politiche attive del lavoro che definiscono l'insieme delle azioni e delle misure finalizzate ad incidere direttamente sulla struttura complessiva del mercato del lavoro creando nuova occupazione o intervenendo sulle possibili cause di disoccupazione, attraverso il concorso attivo della persona disoccupata. L’orientamento che esprime tale politica è sintetizzato dal motto “make work pay”, far sì che il lavoro paghi, cioè rendere il lavoro remunerativo, in contrapposizione con un sistema basato sulle prestazioni sociali (sussidi). L'implementazione delle politiche attive per il lavoro rappresenta una risposta comune di tutti gli Stati membri dell'UE per fronteggiare il problema della disoccupazione. Negli ultimi anni, infatti, con la nascita della nuova Strategia Europea per l'Occupazione (SEO), iniziata col Trattato di Amsterdam, vi è stata una maggiore attenzione da parte dell'UE alle politiche per l'occupazione, definite come una "questione di interesse comune", individuando proprio le politiche attive come prioritarie. Obiettivi specifici delle politiche attive sono: adeguare le caratteristiche professionali dell’offerta di lavoro alla domanda di lavoro, favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, incentivare le assunzioni, 19 assicurare un eguale accesso al lavoro per chi si trova in posizioni più marginali. Normativa di riferimento – CIRCOLARE INPS, 6 AGOSTO 2009, N.97 “Art. 56, comma 2, della legge 18 giugno 2009, n. 69. Limite alla presentazione di nuove domande volte a ottenere il riconoscimento del diritto a pensioni, assegni e indennità comunque denominati spettanti agli invalidi civili nei procedimenti in materia di invalidità civile, cecità civile e sordomutismo”. – DECRETO MINISTERIALE - Ministero dell'economia e delle finanze, 2 AGOSTO 2007 “Individuazione delle patologie rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante”. – CONVENZIONE ONU 30 MARZO 2007 “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”. – LEGGE 1 MARZO 2006, N. 67 “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazione”. – LEGGE 9 GENNAIO 2004, N. 6 20 “Introduzione nel libro primo, titolo XII, del codice civile del capo I, relativo all'istituzione dell’amministrazione di sostegno e modifica degli articoli 388, 414, 417, 418, 424, 426, 427 e 429 del codice civile in materia di interdizione e di inabilitazione, nonché relative norme di attuazione, di coordinamento e finali”. – LEGGE 9 GENNAIO 2004, N. 4 “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”. – DECRETO LEGISLATIVO 10 SETTEMBRE 2003, N. 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30 - Legge Biagi) “Disciplina dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità”. – CIRCOLARE INPS n.138/2001 “Provvidenze a favore di genitori di disabili gravi”. – DECRETO LEGISLATIVO n.151 del 26 marzo 2001 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’art. 15 della Legge n. 53 dell’8 marzo 2000”. – LEGGE 08 NOVEMBRE 2000, N. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”. – D.P.C.M. 13 GENNAIO 2000 “Atto di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento obbligatorio dei disabili, a norma dell’art. 1 comma 4 della Legge 12 marzo 1999, n. 68”. – CIRCOLARE DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE N.4/2000 “Disciplina generale per il collocamento obbligatorio”. – LEGGE NAZIONALE 12 MARZO 1999, N. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. – LEGGE NAZIONALE 28 GENNAIO 1999, N. 17 “Integrazione e modifica della legge - quadro 5 febbraio 1992, n. 21 104 per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. – LEGGE NAZIONALE 21 MAGGIO 1998, N. 162 “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave”. – D.P.R. 24 LUGLIO 1996, N. 503 “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”. – LEGGE NAZIONALE 5 FEBBRAIO 1992, n. 104 “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. – LEGGE 2 DICEMBRE 1991, N. 390 “Norme sul diritto agli studi universitari”. – LEGGE 13/1989 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”. – DECRETO MINISTERIALE N.236/1989 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”. – DECRETO LEGISLATIVO 509/1988 “Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti, nonché dei benefici previsti dalla legislazione vigente per le medesime categorie, ai sensi dell’art. 2 comma 1, della legge del 26 luglio 1988, n.291”. – LEGGE 30 MARZO 1971, N. 118 “Conversione in legge del D.L. 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili”. 22 Mi racconto… Maria Lucia, non vedente e sub: "Immergermi mi fa sentire viva" Domenica 06 Ottobre 2013 - 19:37 scritto da Federica Campilongo Un esempio di forza di volontà arriva da Adrano. Non vedente dall'età di 13 anni, Maria Lucia non ha mai perso la forza d'animo. Il segreto? "Basta semplicemente guardare il lato positivo delle cose". 23 CATANIA - "Ciao sono Maria Lucia Barbera ho 26 anni sono nata ad Adrano e sono non vedente. La mia cecità è dovuta da atrofia al nervo ottico, sono così dall'età di 13anni e amo la mia vita". Uno schiaffo morale a chi si abbatte e vive rinchiuso in se stesso arriva dalla provincia di Catania e parte dalle parole di una ragazza che si considera una come tante, ma che in fondo è una ragazza speciale. "I miei hobbies sono tanti, svolgo attività teatrali, realizzo creazioni artistiche e poi danzo, ma di certo il mare è il mio amore più grande". Muta, maschera e ossigeno, Maria Lucia in mare si sente libera. "Ho conosciuto l'associazione LIFE un anno fa, con loro ho cominciato il mio primo corso di subacquea - racconta entusiasta - sono persone eccezionali perché riescono a far accostare i disabili a questo particolare sport, sono persone in gamba e coraggiosi! Durante le immersioni mi sento come un pesce, mi piace sentirmi parte del mare, fruire di quello che la natura ci offre è una sensazione splendida". Si definisce determinata, solare e grintosa, allegria che trapela anche quando racconta il suo particolare rapporto con la vista: "I miei occhi sono sempre esistiti, fino a 13 anni vedevo bene e mi reputo fortunata, perché oggi vivo con impresse delle immagini mentali di bei posti in cui mi trovavo durante la mia infanzia". Neanche a dirlo il suo colore preferito 24 è l'azzurro "esprime la profondità del cielo ed è il colore del mare - spiega - è un colore davvero bello, e poi io ho avuto la fortuna di vedere tutti i colori!". Le fasi preparatorie ad un'immersione Trova sempre un lato positivo in tutto. Un amore smisurato quello per la vita e che spesso la porta a dare consigli agli altri "tutti incontrano delle difficoltà nel corso della propria vita, ma il segreto è essere positivi e vedere l'ottimismo in ogni circostanza". E quando le chiediamo di esprimere un desiderio non ha dubbi: "mi è sufficiente sperare che possa andare avanti con questo spirito e che gli altri possano comprendere il mio messaggio, che possano intraprendere esperienze!!!" 25 sempre nuove Il territorio che abito Manifestazione di Solidarietà 26 Lo sport …quando le barriere del pregiudizio lasciano spazio all'amore per la vita 27 In viaggio Ho percorso il sentiero di Santiago in più riprese e su diverse tratte. Inizialmente, nel 2012, con due amici, per quindici giorni, abbiamo intrapreso il cammino del nord, ultima parte, da Comillas a Santiago (510 Km) e poi, qualche mese dopo, altri 90 km per arrivare a Finisterre. Quest’anno ho attraversato da solo la Spagna sul cammino francese da Pamplona a Burgos in primavera, da Burgos a Leon a fine maggio e da Leon a Santiago a fine settembre per un totale di 35 giorni e una dose giornaliera di 20 km, che fanno in tutto 700 km. 28 Ancora una volta, il richiamo di attraversare a piedi le terre di Navarra, Rioja, Leon, Cantabria e Galizia si era fatto troppo forte perché potessi ignorarlo ulteriormente. Così, portato a termine tutte le faccende di lavoro, ho chiuso la casa e distribuito tra gli amici i compiti di bagnare l’orto e i gerani. Sono ripartito con uno zainetto da sette chili e cinquecento grammi contenente la “casa portatile”, poche cose che sarebbero potute servirmi per l’escursione di un mese sul sentiero di Santiago. Di questo viaggio conservo ricordi molto personali che però vorrei ora renderli evocativi attraverso le fotografie anche per chi sogna soltanto di partire. Walter 29 30 31 32 33 Psico-Rubrica Gli stereotipi e i Pregiudizi Sorveglia i pensieri perché diventano parole, le parole perché diventano azioni, le azioni perché diventano abitudini, le abitudini perché diventano carattere. proverbio Sufi Da una ricerca del CENSIS (2010) sulla percezione sociale della disabilità emerge che l’emozione che più si collega al concetto di disabilità è la paura. Viene rilevata una notevole 34 sottostima della presenza di persone che hanno disabilità in ambito cognitivo e psichiatrico, in quanto disabilità “non visibili”. Risulta limitata, tra gli intervistati, la conoscenza della disabilità e distorta la visione relativa alla presenza del fenomeno. La maggioranza degli italiani percepiscono la disabilità come una limitazione del movimento: interrogati sul tema, infatti, il 62,9% dichiara di pensare, istintivamente, anzitutto ad una disabilità in ambito motorio, mentre il 15,9% pensa ad una persona con disabilità in ambito intellettivo (dovuta a difficoltà cognitive) ed il 2,9% pensa alle disabilità nella sfera sensoriale (dovuta a sordità o cecità). È invece il 18,4% a pensare ad una disabilità che interessa più aspetti. La ricerca del CENSIS indaga anche altri aspetti legati all’accettazione e alla modalità di relazionarsi degli intervistati con persone che presentano una disabilità. Emerge che nei confronti di una persona con disabilità il 91,3% del campione prova un forte sentimento di solidarietà, per tutte le difficoltà che la disabilità comporta. Risultati simili si rilevano a proposito del desiderio di rendersi utili e aiutare (l’82,7%, infatti, dichiara di averlo provato molto) e dell’ammirazione per la forza di volontà e la determinazione che la persona con disabilità dimostra (anche in questo caso, l’85,9% dichiara che ha sentito molto questo sentimento). 35 La metà del campione (50,8%) afferma di provare tranquillità, di fronte a una situazione ritenuta “normale”. Sono diffusi anche sentimenti controversi, di imbarazzo e di disagio: il 54,6% degli italiani prova paura per l’eventualità di potersi trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima persona o che questa possa essere vissuta da un membro della propria famiglia. È emerso anche il timore di poter involontariamente offendere o ferire la persona con disabilità con parole e comportamenti inopportuni (il 34,6%). Il 14,2% afferma di provare indifferenza, perché il problema della disabilità non li tocca minimamente. Va evidenziato, inoltre, che le dinamiche di rappresentazione della disabilità subiscono una notevole differenziazione a seconda del fatto che si parli di disabilità in ambito fisico o di disabilità in ambito psichico. La disabilità di natura motoria, infatti, tende a suscitare nelle persone l’immagine di un corpo colpito che è impotente ed incapace di fare, ma che al contempo suscita il desiderio di adattarsi e/o riscattarsi; di contro, la disabilità nella sfera psichica, concepita, in maniera estremizzata, come “follia”, provoca la costruzione di un’immagine negativa nella quale la persona è vista come inadeguata per la società. Dalle ricerche si coglie pertanto la percezione di un’immagine stereotipata della disabilità sia fisica che psichica, soprattutto 36 per il fatto di non conoscere la persona bensì limitarsi ad una categoria della percezione di ciò che la parola “disabilità” suscita in chi la ascolta. Come si generano i pregiudizi? Lo psicologo Allport propone una spiegazione cognitiva del pregiudizio. Nel 1954, con la sua opera “La Natura del pregiudizio”, descrive i processi cognitivi sui quali esso si basa. La mente degli esseri umani, avendo come prima necessità quella di ridurre e semplificare la realtà e la massa di informazioni da trattare, utilizza il raggruppamento delle stesse in insieme omogenei definibili come categorie. La semplificazione tramite categorie si applica sia al modo fisico che a quello sociale. Rivolta al mondo sociale, la categorizzazione porta a vedere gli altri in base ai possibili criteri in cui sono raggruppabili e in funzione delle nostre necessità del momento, attribuendo, poi, ai singoli individui le caratteristiche che definiscono l'intera categoria (secondo il fenomeno della generalizzazione). Nell'uso ordinario il possesso dei requisiti di base è condizione 37 necessaria e sufficiente per l'inclusione nelle categoria, sicché tutti i membri, per definizione, devono possederli, mentre è irrilevante il possesso di altri requisiti che non sono implicati nella definizione. Nel caso di stereotipi e di pregiudizi si verifica quasi sempre un’estensione dai requisiti di base che definiscono la categoria e che sono relativi ad appartenenze sociali, a requisiti di tipo psicologico e che riguardano i tratti della personalità, le disposizioni, le qualità morali. Questi ultimi vengono associati ai primi in maniera molto stretta, finendo per diventare in qualche modo anch'essi parte della definizione, e stabilendo dunque in modo arbitrario una corrispondenza fra la definizione oggettiva e quella soggettiva. Un determinato tratto diventa tanto più un elemento di stereotipo indebito quanto più si discosta dalla ragione originale che ha indotto il raggruppamento in categoria di quegli individui. Nel rapporto con le persone noi abbiamo la necessità di poter fare il più rapidamente possibile delle previsioni sulle loro qualità e sul loro possibile comportamento; infatti prima da capire che l'interazione con una persona sarebbe per noi improduttiva o perfino pericolosa dovremmo di fatto averci a che fare e questo non sarebbe per noi utile. È questo il motivo per cui attiviamo un processo detto di inferenza, che nel 38 complesso avrebbe la funzione di essere un mezzo efficace di orientamento delle scelte e delle interazioni. Infondo tutto il nostro mondo relazionale si regge su questo criterio. Scegliamo di interagire con quelle persone che il nostro sistema di inferenza ci segnala. L'uso ordinario della stessa, nella nostra vita quotidiana, porta infatti, di solito, a prevedere certe caratteristiche personali e comportamentali a partire dall’osservazione di alcuni tratti anch'essi di tipo soggettivo; mentre nel caso di stereotipi e pregiudizi si tende a collegare in maniera arbitraria caratteristiche oggettive e di appartenenza sociale con caratteristiche personali. Un altro processo ordinario che viene esasperato nel caso di stereotipi e pregiudizi è il fenomeno che viene definito di accentuazione percettiva, che consiste nella tendenza a percepire gli oggetti che sono inclusi in una stessa categoria come più simili tra loro di quanto siano nella realtà, e a percepire invece come più diversi di quanto realmente sono gli oggetti che siano inclusi in categorie diverse. Esempio di come si modifichi la rielaborazione delle immagini, a seconda della prospettiva da cui le si osserva. 39 Brown, i cui studi hanno un orientamento socio-psicologico e socio-culturale, ritiene che in questo processo, abbiano grande importanza, nella formazione degli atteggiamenti dell'individuo, l’influenza del contesto sociale, l’appartenenza ad un gruppo e i periodi storici. Gli stereotipi e i pregiudizi, quindi, diventano errori di tipo collettivo. 40 50 PENSIERI PER VOLERSI BENE a cura di Enrico Rolla Ciò che ci diciamo, ciò che pensiamo degli altri, del futuro, il modo con cui parliamo a noi stessi, durante tutto il giorno, ogni giorno, è il nostro personale dialogo interno. Il dialogo interno è come un paio di lenti colorate attraverso le quali vediamo sia noi stessi, sia il mondo attorno a noi. Colori diversi creano realtà diverse. Le esperienze che abbiamo e che supportano il nostro dialogo interno vengono facilmente “lette” con uno specifico colore e sono aggiunte al cumulo di prove che confermano il perché “Io sono fatto così, gli altri sono fatti così e il mondo gira in questo modo”. Più a lungo manteniamo certi tipi di lenti per leggere gli eventi della nostra vita, più facilmente sarà quel particolare "film" che continueremo a ripeterci e mettere in pratica. Rendersi conto che siamo i soli responsabili del nostro dialogo interno ci permette di scegliere se seguire quello che ci suggerisce, se ci è utile, o meno, se ci fa star bene o male e se modificarlo, in modo diverso, ogni volta che vogliamo. Ecco 50 pensieri per volersi bene. 50 pensieri, tratti da "Il problema non è mio... è tuo" di Enrico Rolla (ed. SEI), per dare nutrimento ad un dialogo interiore che vede noi stessi artefici del nostro benessere. Ma sarà un dialogo interiore che sviluppa benessere e serenità solo se i 41 pensieri sui quali si basa li abbiamo fatti nostri. Solo se li abbiamo interiorizzati e ci crediamo fermamente. Allora Vi chiedo: riflettete su ognuno dei 52 pensieri, e date loro un significato. Motivate l’importanza e l’utilità di credere e praticare quanto scritto in ogni pensiero, perché, ricordate: talvolta il dialogo interno è utile, altre volte è restrittivo ed inappropriato. Perciò stabilite se Vi sta spingendo in una direzione che Vi fa star bene o Vi fa star male. ChiedeteVi da dove arrivino le Vostre voci interiori, ma siate consapevoli che potete anche decidere di modificarle, perché le avete costruite Voi, siete Voi che conducete il gioco 1. SE PROVI DISAGIO IN ALCUNE SITUAZIONI E TI DICI: "IO SONO FATTO COSÌ, NON POSSO FARCI NIENTE", RIUSCIRAI SOLTANTO PEGGIORARE. COL TEMPO È PIÙ FACILE "MARCIRE" CHE "MATURARE". 2. COMPETI CON TE STESSO. LA COMPETIZIONE CON GLI ALTRI NON TI FORTIFICA. RISCHI DI DIPENDERE DAL GIUDIZIO ALTRUI. 3. NON EVITARE DI AFFRONTARE L'ANSIA. OGNI VOLTA CHE SUPERI IL TUO DISAGIO DIVENTI UN PO' PIÙ LIBERO. L'ANSIA NON DEVE MAI DECIDERE PER TE. 4. E' TROPPO FACILE SOTTOLINEARE GLI ERRORI DEGLI ALTRI. NON ESSERE PARSIMONIOSO NELLE LODI E NEGLI APPREZZAMENTI, AIUTANO L'ALTRO A MIGLIORARSI. PIÙ 42 CRITICHI L'ALTRO E PIÙ SI CONVINCERÀ DELLA SUA INADEGUATEZZA. NON FARLO. 5. PIÙ ATTRIBUISCI IMPORTANZA O NON IMPORTANZA AGLI ALTRI, PIÙ INDEBOLISCI TE STESSO. STAI DIPENDENDO DAL GIUDIZIO DEGLI ALTRI. 6. NON SEMPRE È FACILE TROVARE PERSONE DA CUI È POSSIBILE IMPARARE. NON LASCIARTI SFUGGIRE L'OCCASIONE QUANDO AVVIENE. 7. NON CENTRARE LA TUA ATTENZIONE SUGLI ASPETTI NEGATIVI DEGLI ALTRI. TI SVILUPPA SOLO FRUSTRAZIONE E RABBIA. NON TI AIUTA A DIVENTARE PIÙ SERENO. 8. RIDURRE LA TUA ANSIA DIPENDE DA TE, NON DELEGARE AI FARMACI, ALL'ALCOL O AL CIBO QUESTO TUO POTERE. 9. OSSERVA IN MODO DISTACCATO I TUOI PENSIERI NEGATIVI. NON PERMETTERE CHE LORO DIVENTINO LA TUA REALTÀ, SONO SOLO PENSIERI. 10. NON DIRTI: "QUESTO STATO DI PASSERÀ". TU DEVI FARLO PASSARE! UMORE 11. NON FARE TUOI I PROBLEMI DEGLI ALTRI. SE LO FAI IMPARI SOLO A SOFFRIRE CON LORO, NON AD AIUTARLI. 12. NON DIRE ALL'ALTRO: "IO RIESCO MEGLIO DI TE IN QUESTA ATTIVITÀ". PENSA A TE STESSO, NON AL CONFRONTO. 43 13. NON AVERE PAURA DI DARE. DEVI AVERE PAURA SE VUOI SOLO PRENDERE. IL DARE TI POTRÀ RITORNARE. PRENDERE LO POTRAI FARE UNA VOLTA SOLA. 14. AIUTARE GLI ALTRI LO SI FA SPESSO PER SE STESSI, NON PER LORO. 15. IN OGNI ATTIVITÀ QUOTIDIANA METTI LA GIUSTA TENSIONE E NULLA PIÙ. AFFANNARSI NON SERVE A MIGLIORARE, SERVE SOLO A CONFONDERE GLI ALTRI. 16. NON SEI SULLA GIUSTA STRADA SE DIVENTI PRESUNTUOSO E ARROGANTE CON CHI REPUTI INFERIORE. RISCHI DI PRENDERTI TROPPO SUL SERIO. 17. NON ESISTONO PERSONE PIÙ IMPORTANTI. ESISTONO SOLO PERSONE PIÙ O MENO SIMPATICHE. 18. NON PENSARE CHE GLI ALTRI POSSANO CAPIRE I TUOI BISOGNI. DICHIARALI, MA ACCETTA CHE GLI ALTRI NON SIANO IN GRADO DI SODDISFARLI. 19. IL TUO STATO DI BENESSERE DEVE DIPENDERE SOLO DA TE. NON DAGLI EVENTI ESTERNI. É FACILE STARE BENE QUANDO NON VI SONO PROBLEMI SUL LAVORO O NEGLI AFFETTI. TUTTI CI RIESCONO. SE TI DICI: "STAR BENE O MALE DIPENDE DALLE SITUAZIONI", NON RIUSCIRAI A CENTRARE L'ATTENZIONE SU TE STESSO E, QUINDI, A MODIFICARTI. 44 20. RICORDA CHE LE PAROLE NON SONO COMPORTAMENTI. E' MOLTO FACILE FARE AFFERMAZIONI. SE CREDI ALLE PAROLE DI UNA PERSONA CHE POI TI DELUDE, TI ARRABBIERAI CON LEI, NON CON TE STESSO, CHE SEI STATO UN CREDULONE. 21. CI SONO SOLO DEI VANTAGGI NEL DIRSI: "DOVE HO SBAGLIATO?" 22. NON COLPEVOLIZZARE O INFERIORIZZARE GLI ALTRI. IMPARERANNO SOLO A DIPENDERE DA TE, DIFFICILMENTE DIVENTERANNO TUOI ALLEATI. 23. SE, NON SODDISFATTO DEL COMPORTAMENTO DELL'ALTRO, TI DIRAI: "AL SUO POSTO MI SAREI COMPORTATO IN UN ALTRO MODO", NON FARAI CHE SVILUPPARE IN TE INTOLLERANZA. SEI SULLA STRADA DI APPAGARE IL TUO BISOGNO DI ESSERE AGGRESSIVO. 24. NON DIRTI: "IO SONO STATO SEMPRE DISPONIBILE CON LUI." NON FARE UN FAVORE CHE TI COSTA SACRIFICIO ALLA SCOPO DI SENTIRTI IN CREDITO. 25. NON PRETENDERE CHE GLI ALTRI SIANO DIVERSI DA COME SONO. NON PUOI CAMBIARLI. PUOI SOLO STAR MALE NEL CERCARE DI FARLO. 26. NON DARE CONSIGLI. E' TROPPO FACILE E CI RIESCONO TUTTI. E' MEGLIO TACERE, SE NON 45 SEI IN GRADO DI TRASFERIRE ABILITÀ AGLI ALTRI. 27. ACCETTA LE CRITICHE. NON SUBIRLE. PRENDI DA ESSE SOLO CIÒ CHE TI PUÒ SERVIRE. 28. NON IMPORRE IL TUO VOLERE AGLI ALTRI. PRESTA ATTENZIONE AI LORO BISOGNI. NON DIMENTICARE I TUOI E CERCA UNA MEDIAZIONE TRA I TUOI E I LORO. 29. NON CREARTI INUTILI ASPETTATIVE DICENDOTI: "ANDRÀ SENZ'ALTRO BENE!" IMPEGNATI PER RAGGIUNGERE IL TUO OBIETTIVO. 30. NON DARE MAI NULLA PER CERTO. SE LE TUE ASPETTATIVE NON SI REALIZZANO, RISCHI DI SOFFRIRE, DI FARTI DEL MALE E DI IMPIEGARE TROPPO TEMPO A RIALZARTI. 31. L'INVIDIA NON TI AIUTA A MIGLIORARE MA SOLO A STARE MALE. 32. CHIEDITI SE LA CRITICA CHE MUOVI AD UN ALTRO SERVE SOLO PER DIMOSTRARE CHE TU SEI IL MIGLIORE. SE È COSÌ, TU SEI SICURAMENTE MOLTO PIÙ DEBOLE DI CHI CRITICHI. 33. ESSERE CONTENTO DEI SUCCESSI DEGLI ALTRI TI AIUTA A CREARTI DEGLI AMICI E AD ESSERE PIÙ SERENO. 34. OGNI VOLTA CHE TI ARRABBI È UNA PICCOLA PERDITA. SÌ, ARRABBIANDOTI MOLTO PUOI 46 ANCHE IMPORTI SULL'ALTRO. MA L'IMPOSIZIONE RISCHIA SOLO DI CREARE IL VUOTO INTORNO A TE. 35. DATTI DELLE REGOLE E CERCA DI RISPETTARLE. NON AUTO-GIUSTIFICARTI SE NON CI RIESCI. TI STAI PRENDENDO IN GIRO. 36. RIDI DI TE STESSO, NON DEGLI ALTRI. 37. IMPEGNATI PURE PER RAGGIUNGERE LA TUA AFFERMAZIONE SUL LAVORO O PER ACQUISIRE PRESTIGIO SOCIALE. MA OSSERVATI DALL'ALTO MENTRE STAI IMPEGNANDOTI E PROVA A SORRIDERE A TE STESSO OSSERVANDOTI. 38. PERMETTITI PURE DEI VIZI. MA NON PERMETTERE CHE DIVENTINO LORO I TUOI PADRONI. 39. IL PRIMO DOVERE È VERSO SE STESSI. SE TU SEI SERENO, CHI TI È VICINO POTRÀ BENEFICIARNE. 40. FORSE PIÙ DEGLI ALTRI I GENITORI O GLI AMICI HANNO IL POTERE DI FARTI SOFFRIRE. MA PENSA: "SONO FATTI COSÌ, NON POSSO CAMBIARLI, POSSO SOLO CAPIRLI." LASCIA CHE LE LORO FRASI TI SCIVOLINO ADDOSSO E NON ENTRINO IN TE. 41. VOLER BENE È ACCETTARE L'ALTRO COM'È E NON VOLERLO CAMBIARE. 47 42. SE TI DICI: "STARÒ BENE SE TROVERÒ LA PERSONA GIUSTA", RISCHI, NEL FUTURO, DI CREARE NON SOLO LA TUA INFELICITÀ, MA ANCHE LA SUA. 43. NON FARE CHE I BISOGNI DEGLI ALTRI VENGANO PRIMA DEI TUOI. FINIRESTI COL SOFFRIRE E ATTRIBUIRE LA TUA SOFFERENZA AGLI ALTRI. 44. SE VUOI AIUTARE UNA PERSONA, NON SODDISFARE I SUOI BISOGNI, MA INSEGNALE A SODDISFARSELI. 45. EVITA DI LAMENTARTI: ANNOIA GLI ALTRI E NON TI È DI NESSUN AIUTO. 46. SE VUOI AIUTARE UNA PERSONA, NON PERMETTERE CHE SI APPOGGI A TE. POTREBBE CADERE E FARSI MALE. 47. NON APPOGGIARTI A NESSUNO. RICORDATI CHE, SE SI SPOSTA, TU CADI. 48. SE HAI BISOGNO DI AMORE, NON ANDARE A BRACCIA TESE VERSO UN ALTRO TENENDO IN MANO E CONSEGNANDOGLI IL PESO DEL TUO ESSERE FELICE. 49. NELL'IMMAGINARE IL TUO FUTURO NON DIRE: "VORREI, POTREI, DOVREI". SOLO "FACCIO" DIVENTA IL TUO FUTURO. 50. SIAMO REALMENTE IN GRADO DI FARE CIÒ CHE DICIAMO O INSEGNIAMO? FORSE, 48 QUALCHE VOLTA, VALE LA PENA METTERSI ALLA PROVA. CARTA DEI DIRITTI PERSONALI 1. Tu solo hai il diritto di giudicare il tuo comportamento, i tuoi pensieri e le tue emozioni, e di assumerti la responsabilità di realizzarli, accettandone le conseguenze. 2. Tu hai il diritto di non offrire ragioni e scuse per giustificare il tuo comportamento. 3. Tu hai il diritto di giudicare se puoi assumerti la responsabilità di trovare soluzioni ai problemi degli altri. 4. Tu hai il diritto di cambiare la tua opinione. 5. Tu hai il diritto di sbagliare e di assumertene la responsabilità. 6. Tu hai il diritto di dire: "Non so". 7. Tu hai il diritto di essere indipendente dalla benevolenza degli altri, quando devi tener loro testa. 8. Tu hai il diritto di essere illogico nel prendere decisioni. 9. Tu hai il diritto di dire: "Non capisco". 10. Tu hai il diritto di dire: "Non m'importa". TU HAI IL DIRITTO DI DIRE " NO" SENZA SENTIRTI IN COLPA 49 Appunti e libri cerco/offro Portiamo a conoscenza di tutti gli studenti che abbiamo predisposto un’area, all’interno della biblioteca del CInAP, in cui raccogliere appunti e libri di ogni Facoltà. Aspettiamo i vostri contributi e le vostre richieste contattandoci attraverso i seguenti recapiti: tel. 095.7307189 uds2@unict.it Vi attendiamo numerosi! 50 La bottega della creatività Spesso le parole trovano una loro musicalità, si uniscono in una danza armonica, corteggiano la vita, si intrecciano, creando immagini, scene e paesaggi… così nasce la poesia… 51 La danza dell’amore di Camillo Mignemi Da tanto tempo son rimasto solo, il cielo m’attende, non ho ali per librarmi in volo. Poi d’improvviso un’anima m’appare dinnanzi. Vuol che con lei io danzi. Del ballo non sono artista ma cadetto. Non le importa, anzi con dolcezza, unendomi a sè muta ogni difetto in abilità e destrezza. I nostri passi sono accompagnati dal vento, ad ogni sua carezza o spinta più calore nella tua stretta, sento. Guardo il cielo pieno di nuvole, danzano anche loro, senza domande o parole. Ecco, ora si riempie d’aria e colori mandiamo giù tutto perché di odori e sapori pieni saremo noi ed ogni frutto. Qual è il tuo nome anima benedetta? Ti muovi con grazia e regalità. Non ho un nome preciso chi mi conosce s’innamora della mia semplicità e sorriso. Soggiorno sui cuori altrui, a volte per sempre a volte per ore. 52 Dalla tua danza sono ammaliato ed il mio cuore a te si è fidanzato. Tra non molto lascerò del tuo cuore la stanza tu non perder però la speranza. Solo, sarò allora col mio cuore? No, se chi ti ama davvero ballerà con te la danza dell’amore. 53 La storia dell’albero di quercia e di un falco scritta da Carlo Barbato Quel giorno, quando volò, non fu per fame, ma per giocare col vento di levante. Da quell’essere che sulla terra camminava vide uscire un lampo, un botto, e la grande meraviglia: le sue ali non si muovevano più, cadeva rovinosamente non potendo evitare quell’arrivo sulla terra in quella maniera, quel tonfo. E vide intorno a sé l’erba come mai l’aveva vista. Provò a rimuovere le ali e un dolore atroce gli fece aprire il becco per gridare, ma nessuno lo udì. Fu nell’ultimo anelito di vita che si guardò intorno e mi cercò. Cercai di consolarlo ma lui si addormentò. Questo fu quello che sembrò a me. In quello stesso giorno d’inverno, un essere che camminava sulla terra (forse lo stesso), si avvicinò a me. Lo fece non per passeggio, come faceva sempre. E fu così che, con quel ferro, cominciò a colpirmi. Le lacrime mi uscivano dai piedi. Gridavo, ma senza voce. Smarrito, mi guardavo intorno e, in poco tempo, mi mancò l’equilibrio. Non ondeggiavo più al vento; cadevo, invece, in una sola direzione. Dio mio, non avevo mai visto la terra da così vicino, con i miei rami. 54 Il mio amico mi guardò, vidi che ancora i suoi occhi erano socchiusi, respirava con fatica; ed io sentivo di non avere più linfa. Ci addormentammo insieme, senza vedere il sole il giorno dopo. Ma io vidi i germogli dalla mia radice. Lui vide i figli volare alti nel cielo. È insieme che andammo via. Io, in un camino, mi ricongiunsi al vento e lui la stessa cosa. Di noi restò il ricordo del vento… con me giocava tra le foglie, e lui lo portava lontano senza alcun battito d’ali. Che bel gioco fu la vita. 55 Desiderando partecipare alla "bottega della creatività", invio il seguente contributo estratto da un libro che sto scrivendo "Il ladro di lucchetti". Questo è un passo del "ladro" Antonio Luca Cuddè IX) mattino Valentino odiava una sua ex quando lo interrompeva dalla scrittura, non riusciva a capacitarsi che quella persona che adorava, amava e che gli sembrava la donna più bella, sensuale, educata del mondo potesse alterarlo in tal modo da essere odiata come e più le peggiori infermità; se Valentino scriveva era al lavoro, ergo non doveva essere assolutamente interrotto se non per due motivi: annuncio di una vincita al superenalotto oppure rivelazione messianica. Valentino non scriveva più: aveva perso ispirazione e amore, quindi, qualsiasi cosa facesse, poteva essere interrotto, pertanto nulla riusciva a sconvolgerlo più di tanto, più che altro gli dispiaceva se qualcuno doveva aspettarlo oppure se lui creava un danno ad altri. Suo unico rifugio era la musica classica: in quel mondo non stava male e questo per lui era già fantastico, librava lontano da tutto e tutti … e questo gli capitava anche al lavoro all’isola ecologica. Questa volta il povero contribuente che suonava da quasi un minuto interruppe a Valentino l’ascolto de “Il concerto di Varsavia” di Addinsell. 56 L’impiegato musicofilo si scusò e alzò la sbarra, luce rossa, quindi sbrigò la pratica: solo dieci kg di bottiglie di plastica e tre lampadine a risparmio energetico fulminate, copia per il Comune, copia contribuente, i due si salutano, sbarra alzata, luce rossa, la sbarra si abbassa, stop. Il concerto di Varsavia era diventato “E lucean le stelle” e Valentino su “l’ora è fuggita” stava in una dimensione molto lontana e probabilmente non avrebbe sentito il tuono se non fosse arrivato un black out che rabbuiò tutto il suo stanzino in quella giornata uggiosa. Uscito osservò le nubi condensarsi, qualche goccia d’acqua gli bagnò le guance, quindi altre gocce più calde gli solcarono il viso. 57 NICHILISMO: L’OSPITE INQUIETANTE DA NIETZSCHE A GALIMBERTI, IL PROBLEMA DELLA SOCIETÀ MODERNA di Danilo Caccamese Da sempre la filosofia è stata un'elegante interprete della realtà nella quale l’uomo viveva, confrontandola fra le esigenze basse della contingente vita quotidiana e le alte aspirazioni, che spesso hanno preso la forma di divinità e culti. Umberto Galimberti, esponente di punta della psicanalisi italiana, vuol rileggere le intuizioni del filosofo tedesco alla luce del suo pensiero laico, post-freudiano e con ottica greca, connotazioni che finora sono state utilizzate nella sua opera. Il problema del nichilismo, l’assenza di qualunque valore, non è più solo un 58 vezzo sofisticato, ma un serio problema che investe l’intera società, in modo particolare i giovani che vivono in uno stato di apatia passiva, incapaci di produrre nulla di concreto, a stento capaci di vivere o di sopravvivere a sé stessi in una «[...] tristezza diffusa che caratterizza la nostra società contemporanea, percorsa da un sentimento permanente di insicurezza e di precarietà» (Miguel Benasayag, L’epoca delle passioni tristi). Quest’assenza di valori, che si è manifestata appieno dalla società dei media venutasi a creare nel secondo dopoguerra, aveva già il suo seme nella belle epoque positivista (Nietzsche, in questo, è stato profetico come Zarathustra) che guardava al rombo del motore dell’aeroplano e della locomotiva, alla funzionalità della macchina sull’ideale umanistico; così è crollato il concetto non solo di Dio, ma anche della religiosità stessa. È stata la soppressione dei valori, cosa normale visto che con i secoli valori, culti e credenze cambiano insieme alle persone. Il problema è stato cambiare queste virtù con un nonvalore, la Tecnica che non ha obiettivo escatologico alcuno se non quello di auto-conservarsi e progredire all’infinito. Breve allora è il passo che può far congiungere questa nuova visione alle tragedie del mondo contemporaneo: dagli stermini di massa (non solo nazisti) compiuti su persone ridotte a numeri e barre, all’odierna politica 59 finanziaria tecnocratica (letteralmente il governo della tecnica) e disinteressata al bene del consumatore che vive con l’unica funzione di produrre e consumare prodotti “usa e getta” all’infinito. Quando, allora, non si è più utili alla macchina produttrice? Lasciamo insoluta la domanda e, ritornando ai giovani, disorientati e disillusi, cinici e apatici, dediti a svaghi (alcool, droga e tutti gli altri “mali” con cui, in modo moralistico, si addita il giovane medio) per alienarsi dal mondo vero, domandiamoci perché realmente accade. Per cui, che mondo abbiamo creato? 60 Spazio-richieste “Quando avremo nuovamente i docenti referenti del CInAP presso i singoli DIpartimenti?” Francesco Carissimo Studente, carissimi tutti, riportiamo di seguito la lista dei docenti Referenti di Facoltà a cui potere fare riferimento per informazioni inerenti il percorso di studio, difficoltà incontrate presso la Facoltà, barriere architettoniche e quant’altro possa attenere tali ambiti. 61 DIPARTIMENTI REFERENTE CInAP Anatomia, biologia e genetica, medicina legale, …. "Ingrassia" prof. Francesco Patti TEL. UFFICIO E-MAIL REFERENTE Architettura (DARC) prof. Maurizio Spina Biomedicina clinica e molecolare prof. Matteo Cioni 0957382535 Chirurgia prof. Domenico Maugeri 0957262489 Economia e impresa dott.ssa Sonia Giaccone 0957537649 s.giaccone@unict.it Fisica e astronomia Gestione dei sistemi agroalimentari e ambientali prof.ssa Catia Petta 0953785392 catia.petta@ct.infn.it Giurisprudenza Ingegneria civile e ambientale Ingegneria elettrica, elettronica e informatica Ingegneria industriale Matematica e informatica Scienze biologiche, geologiche e ambientali prof. Orazio Condorelli prof.ssa Germana Maria Barone 0957195742 Scienze bio-mediche prof.ssa Daniela Puzzo 0957384033 danypuzzo@yahoo.it prof. Raffaele Bonomo 0957385093 rbonomo@unict.it Scienze chimiche Scienze chirurgiche, trapianti d'organo e tecnologie avanzate Scienze del farmaco Scienze della formazione Scienze delle produzioni agrarie e alimentari (DISPA) Scienze mediche e pediatriche Scienze politiche e sociali patti@unict.it 0957384079 mspina@dau.unict.it mcioni@unict.it dmaugeri@unict.it 0957147359 prof.ssa Giovanna Tropea gtgarzia@unict.it 095230417 0957382251 prof.ssa Annalisa Greco ocondorelli@lex.unict.it agreco@dica.unict.it 0957382364(65) prof.ssa Antonella Di Stefano antonella.distefano@diiei.unict.it 0957382421 Prof. Arturo Pagano 0957383057 prof. Biagio Ricceri apagano@dii.unict.it ricceri@dmi.unict.it gbarone@unict.it 0953782225 prof. Giovanni Li Destri g.lidestri@unict.it 0957384021 dott.ssa Teresa Musumeci prof.ssa Antonia Criscenti teresa.musumeci@unict.it a.criscenti@unict.it dott.ssa Anna De Angelis 095234341 deangeli@unict.it 0953782781 prof. Ignazio Vecchio 0957347271 prof.ssa Paolina Mulè 62 ignazio.vecchio@libero.it pamule@unict.it Scienze umanistiche specialità medicochirurgiche 0957102589 dott. Antonio Di Silvestro 0953781093 prof. Luigi Maiolino silvanto@unict.it maiolino@policlinico.unict.it SCUOLE Facoltà di Medicina STRUTTURE DIDATTICHE SPECIALI Architettura, sede decentrata di Siracusa Lingue e letterature straniere, sede decentrata di Ragusa 0953782218 prof. Gaetano Catania g.catania@unict.it dott.ssa Stefania De Medici sdemedi@unict.it dott.ssa Sabina Fontana sabina.fontana@unict.it 63 La bacheca del CInAP Servizio di Counseling Psicologico Si porta a conoscenza di tutti gli studenti che è attivo un servizio gratuito di counseling psicologico. L’esperienza universitaria è un momento di crescita importante, ricco di esperienze e di opportunità, che vanno vissute nella pienezza della loro funzione psicopedagogia e sociale. A volte questo processo può essere disturbato da fenomeni quali: indecisione, paura degli esami, difficoltà nella concentrazione, ansie, difficoltà nel comunicare con gli altri, tristezza, sfiducia, timidezza, solitudine. Il Servizio è gestito da un’equipe di psicologi. Chiunque desiderasse può chiedere informazioni e/o prenotare il proprio colloquio Sede: via A. Di Sangiuliano n. 259 tel. 095.7307189 e-mail: uds2@unict.it 64 Un ringraziamento particolare va a tutti i lettori che partecipano leggendo, scrivendo, pensando queste pagine, contribuendo alla storia del giornalino del CInAP. A tutti coloro che permettono a se stessi di condividere poesie, immagini, opinioni e anche a chi, prima di farlo, lascia che il proprio sguardo scorra tra le pagine di questo quarto numero. 65