speciale elezioni
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distribuzione gratuita w w w . c h i a i a m a g a z i n e . i t magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ IUPPITER EDIZIONI anno VI n.3/4 marzo /aprile 2011 Ti ricordi quando la Iervolino è stata primo cittadino di Napoli? Certo, quando Bassolino faceva il sindaco... E L A I C E SP NI O I Z E L E 1 SOM MARIO CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 pag. 2 SOS CITY pag. 3 EDITORIALI di Max De Francesco e di Marco Mansueto LE SPECIA NI ELEZIO SPECIALE ELEZIONI FUORI DAL COMUNE pag 4 SPECIALE ELEZIONI 11 SFIDANTI PER LA POLTRONA ROGNA pag. 6 pag. 10 SPECIALE ELEZIONI SFIDA A COLPI DI CLIC di Nicola Sellitti PRIMO PIANO PARCHEGGI, CAMBIO DI MARCIA di Alvaro Mirabelli pag 16 IL CASO CAMPETTO DEL MOLOSIGLIO, SECONDA OPPORTUNITÀ di Oscar Medina pag. 19 QUARTIERISSIME PARCO VIRGILIANO, QUESTIONE SICUREZZA di Alessia Giangrasso pag. 20 QUARTIERISSIME MUNICIPALITÀ, QUANDO L’ASCENSORE È D’ÉLITE pag. 22 RIFLESSIONI I “DURACELL” DELLA MEDICINA di Mimmo Della Corte pag. 23 LE PORTE APERTE pag. I SPIRAGLI CAMPANIA, SOS EDITORIA pag. II PORTA D’INGRESSO L’ONDA DELLA MALAUNITÀ di Nicola Sellitti pag. III PORTA D’INGRESSO QUANDO LA LETTERATURA SPIEGA IL RISORGIMENTO di Aurora Cacopardo pag. VI PORTA MAGICA DE MAIO, SE CANTA NAPOLI SENZA LACRIMATOI di Aldo de Francesco pag. X PORTA DEL GOL IL NAPOLI CHE VERRÀ di Rita Giuseppone IM-PORTA IL TESORO CERCA CASA di Alvaro Mirabelli pag. XIII pag. XVIII IM-PORTA CHIESE NEGATE, OPERAZIONE SPONSOR di Oscar Medina pag. XX PORTA VIRTUOSA TE LA DO IO LA LOCATION di Laura Cocozza PORTA VIRTUOSA GALLERIA DEL MARE, SHOPPING ALL’AVANGUARDIA di Rita Giuseppone PORTA dei SENSI COCCOLE A CINQUE STELLE di Laura Cocozza pag. XXIII pag. XXVII pag. XXIX Saper vivere ARTE COSMOPOLITAN ART di Valeria Puntuale pag. 25 Saper vivere EVENTI PRIMAVERA A GALOPPO di Nino De Nicola pag. 30 Saper vivere EVENTI “LA BAS”, L’ALTRA GOMORRA A CANNES di Rossella Galletti pag. 32 Saper vivere LIBRI I TORMENTI DEL COMMISSARIO MELILLO di Aurora Cacopardo pag. 34 Saper vivere EVENTI FOLK-ROCK A TUTTA “FOJA” di Gianluca Massa pag. 35 Saper vivere LAPILLI IL MOZART NAPOLETANO DI “COSÌ FAN TUTTE” di Massimo Lo Iacono pag. 36 Saper vivere LAPILLI GERMANIA E SUD ITALIA MAI COSÌ VICINI pag. 38 Saper vivere LAPILLI DARIO TOFANO, “MATTATORE DELLA NOTTE” di Tommy Totaro pag. 39 EXIT pag. 40 Saper Vivere 2 SOS CITY CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Hai qualcosa da segnalarci? Scrivi a: info@chiaiamagazine.it Lancia il tuo Sos, indica disservizi e problemi del tuo quartiere e proponi soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di te. Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a Chiaia Magazine Via dei Mille, 59 80121 Napoli oppure alla e-mail info@chiaiamagazine.it Lo sapevate che... di Massimo Gallotta NAPOLI CITTÀ D’ARTE Aggiornamenti quotidiani su Aggiornamenti quotidiani su www.chiaiamagazine.it www.chiaiamagazine.it Posta in arrivo Al futuro sindaco, Napoli è una delle città mondiali a maggior densità di risorse culturali e monumentali che ne testimoniano l’evoluzione storico-artistica nel corso di 2.700 anni di vita. Il centro storico, nel ‘95, è stato annoverato dall’Unesco tra i patrimoni dell’Umanità con la seguente motivazione: «È una delle più antiche città d’Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza degli edifici storici, caratterizzanti epoche diverse, conferiscono al sito un valore universale senza eguali che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell’Europa e al di là dei confini di questa». E questo è il lusinghiero riconoscimento che un consesso di illustri studiosi internazionali riuniti nell’organismo dell’ONU che tutela i siti ad alto tasso artistico e naturalistico del pianeta, ha tributato ad una città che vive e produce cultura da 27 secoli. Il mondo dunque ci manifesta la sua ammirazione ma ci tiene anche d’occhio perché le amministrazioni non abbandonino al degrado un centro storico che, con i suoi 700 ettari, è il più vasto d’Europa. L’appello al futuro sindaco, allora, è che avvii la resurrezione di Napoli, città d’arte. Distinti saluti anno VI n.3/4 marzo/aprile 2011 DIRETTORE RESPONSABILE Max De Francesco RESPONSABILE SAPER VIVERE Laura Cocozza PROGETTO E REALIZZAZIONE GRAFICA Ferdinando Polverino De Laureto REDAZIONE Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel. 081 19361500 Fax 081 2140666 info@chiaiamagazine.it SOCIETÀ EDITRICE Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ Alabama srl Tel. 081 19573381 - 331 1887959 STAMPA Tuccillo Arti grafiche srl Contrada Regina Trav. via Donadio 80024 Cardito (NA) Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005 Iscrizione al Roc n° 18263 Gentile direttore, ho appreso con piacere che finalmente sono stati piantati i 110 nuovi alberi in Villa Comunale. Una buona notizia per Napoli, in quanto è assurdo lasciar morire uno dei pochi polmoni verdi della città, un parco storico e rinomato, che si trova a lottare continuamente contro il degrado, come avete sottolineato anche voi di Chiaia Magazine con alcune inchieste. Dopo la strage delle palme a causa del “punteruolo rosso”, possiamo soltanto augurarci che i nuovi arbusti (lecci, ippocastani, platani e tigli) saranno oggetto di una maggiore cura. Lo dobbiamo a noi stessi e alle generazioni future: i giovani, infatti, hanno più a cuore di noi le sorti dell’ambiente, ed è stato bello sapere che tanti alunni delle scuole erano presenti per assistere alle operazioni di innesto dei nuovi alberi. Claudio Di Donato Gentile redazione, sono un’appassionata lettrice, non solo della vostra rivista, amo la letteratura e più che una semplice diversione la reputo una vera e propria fonte di arricchimento morale e culturale. Per questo trovo vergognoso che a Napoli sia passata praticamente sotto silenzio la giornata nazionale per la promozione della lettura lo scorso 24 marzo. Gli italiani e in particolare quelli del Sud leggono pochissimo. Mi chiedo: come possiamo auspicare un miglioramento della società se mettiamo da parte la cultura? A Napoli, da quando non c’è più Galassia Gutenberg, manca un evento che coinvolga i cittadini, soprattutto i giovani, con lo scopo di avvicinarli al mondo dei libri e della lettura. Una situazione mortificante, non solo per la vita culturale della nostra città: tante case editrici locali, sia piccole che blasonate, rischiano di morire a causa di un mercato ormai agonizzante. Laura Cuomo Nuova linfa per la Villa Comunale I Giornata della lettura, che bluff piazza deimartiri di Nino De Nicola tivo? Una grande stagione nutile nasconderselo: Napoli è alle soglie di QUARTIERI SPAGNOLI, di opere pubbliche che punti alla riqualificazione un evento cruciale per il VIOLIAMO IL TABÙ ambientale e al decoro ursuo futuro. Dopo 16 anni bano. In cima alla lista i da incubo, anche al Coparcheggi interrati in Cenmune si profila l’opportutro. Tra le opzioni più getnità di mandare in tonate, ad esempio, una pensione la vecchia casta grande area di sosta undi «sgovernanti». Meglio derground sotto piazza allora giocare d’anticipo e del Plebiscito: una sfida indirizzare ai papabili in che, se vinta, non solo lizza per la poltrona di comporterebbe una formisindaco precise richieste dabile ricaduta sul nodo di svolta nella gestione traffico ma propizierebbe della città. Il ceto economico e produttivo napoletano, finora passivo anche il recupero del quartiere S. Ferdiper demeriti propri o scelte altrui, ha le idee nando, oggetto attualmente di un superbando chiare: senza un asse strategico imprenditori- di riqualificazione da 10 milioni di euro. Ed pubblici amministratori non si va da nessuna ecco allora l’altra sfida: violare finalmente il parte. Progetti e idee, marciti per anni nel- tabù dei quartieri spagnoli e ridisegnare il l’anticamera del potere, ora vogliono essere ventre di Napoli. È un’impresa: ma si può sdoganati da Palazzo S. Giacomo. L’obiet- fare. 3 EDITO RIALI di Max De Francesco Come le formicole rosse di Mimì Rea, prima di correre, senza tregua, da una parte all’altra della città, lasciamo alcune riflessioni a chi, fortuna sua, può godersi una panchina. Anche in queste elezioni monta il tormentone: “i bassoliniani chi voteranno?”. C’è chi dice che sosterranno il maratoneta Lettieri che spera, con una spinta trasversale, di tagliare il traguardo al primo turno; c’è chi, invece, come Mastella, è convinto che Bassolino sia costretto a impegnarsi per Morcone altrimenti quel che resta del Pd nazionale gli negherà, un domani, un posto in Parlamento. Capitolo Terzo polo: comunque vada sarà un flop. Non per la statura umana e professionale di Pasquino, quanto per i tirannosauri che lo scortano (De Mita e Pomicino) e i bonsai che gli stanno intorno: Casini s’imbianca ma non sbanca, Rutelli occhieggia, ma non scheggia, Fini lacera, ma non macera. Quest’ultimo ha scelto come fido Italo Bocchino che, con il passar dei minuti, ITALO IL GOMITOLO diventa sempre più un Capitan Uncinetto alle prese, sotto i cieli di Roma, con un infinito gomitolo di risentimenti. Di Napoli se n’è sempre impippato e quando scende in città pratica lo sport del dilaniamento: vedi l’esclusione del gigionesco Rivellini e il lifting d’urgenza a Futuro e Libertà, sempre più fronda di “risentiti” pronta ad accoppiarsi con la sinistra. Per quanto riguarda cos’è il Fli, Bocchino è stato chiaro come la nebbia: “Siamo un partitoscopo: le ideologie sono superate, ragioniamo per risultati da conseguire”. Partito-scopo? In pieno bunga bunga, meglio chiamarlo partito-obiettivo, perché un obiettivo il “Fu e Libertà” ce l’ha ed è lo stesso del segretario del Pd Bersani: “Montezemolo? Tutte le idee, anche le più fantasiose, per battere il Cavaliere hanno cittadinanza”. A Napoli, al possibile ballottaggio, assisteremo contro Lettieri all’orgia di convenienza Fli, Pd, Udc e un po’ di Idv? Tra gomitoli e uncinetti, forse assisteremo al debutto del Polo delle Oscenità. CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 di Marco Mansueto «Prima di voltare pagina, bisogna leggerla»: lo ha detto Predag Matvejvic, scrittore bosniaco. Verità fulminante che, ripescata alla vigila delle elezioni, ci tocca assai da vicino. Già, perché in tempi di ripartenze politiche, di discontinuità col passato, di futuri a portata di mano, questa fretta di abbassare il sipario può essere devastante. Lo ha capito il governatore Caldoro che, prima di spalmare progetti e denari a destra e a manca, si è rimboccato le maniche per la più insidiosa delle operazioni: di fronte allo sprofondo rosso delle trascorse amministrazioni regionali, il neopresidente ha dovuto affondare il bisturi nella martoriata carcassa contabile della Campania. E quella pagina, che prima di voltarla, bisognava leggerla, lui se l’è scandagliata da cima a fondo. Un mare di carta e di file che conduceva dritto ad un crac da primato. E così il corpo a corpo con lo sforamento del Patto di stabilità, con la lievitazione parossistica di costi, di organigrammi, di consulenze, con la fabbrica dei progetti fantasma, con l’elefantiasi della macchina amministrativa, è FAR LUCE NEL PALAZZO durato un bel po’: ma ne è valsa la pena perché ora le imbarazzanti ipoteche, ereditate dal recente passato, fanno meno paura. Un messaggio che va girato al futuro sindaco perché chi occuperà la poltrona di Palazzo S. Giacomo avrà di fronte gli stessi scenari, a cominciare dalle aziende partecipate, consolidatesi nel tempo come autentici stipendifici o colonie da clientelizzare. Su questo e su altri fronti, insomma, i postumi della sprecopoli targata Comune saranno difficili da smaltire. Nessuna meraviglia, del resto, visto che il metodo di governo non puntava al risultato ma alla gestione, allargata all’estremo, delle risorse a disposizione. Così, adesso,al futuro sindaco toccherà accamparsi in un paesaggio da dopobomba. Ecco perché dovrà fare i conti in tasca al passato. E magari gli tornerà utile avere due libri di denuncia sul comodino: «Magnanapoli» di Francesco D’Ercole e «Un Robin Hood a Palazzo San Giacomo» di Riccardo Realfonzo, giusto per capire, cifre e circostanze alla mano, quando e come al Palazzo sia scoppiato il senso della misura. 4 CHIAIAmagazine Speciale elezioni FUORI DAL COMUNE Il 15 e 16 maggio si vota per eleggere il nuovo sindaco di Napoli. 11 pretendenti per il dopo-Iervolino, 32 liste all’assalto di Palazzo San Giacomo, 42 nelle 10 municipalità, 8000 candidati in campo per 48 posti in Consiglio comunale e 300 nei parlamentini di quartiere. Viaggio nella babele elettorale tra numeri, simboli e curiosità. LE SPECIA NI ELEZIO Iervolino trionfa al primo turno Rosa Russo Iervolino nel maggio 2006 fu rieletta sindaco di Napoli al primo turno con il 57,2% (304.975 voti) contro il 37,8% (201.242 voti) del candidato del centrodestra Franco Malvano. I votanti furono 552.110 (66,64%) su un bacino di elettori di 828.496. La Iervolino fu appoggiata da una coalizione di 9 liste (Democratici Sinistra, La Margherita, Udeur, Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi, Rifondazione Comunista, Di Pietro Italia dei Valori, Socialisti Dem., Psdi-Rep. Europei) che in totale arrivò al 61,01%, corrispondenti a 304.201 voti, con il partito dei Ds in testa alla coalizione con il 18,44% (91.935 voti) seguito dalla Margherita con il 12,83% (63.958 voti). Franco Malvano, invece, ebbe dalla sua parte 10 liste (Forza Italia, Alleanza nazionale, Udc, Malvano Sindaco, Nuovo Psi, Mov Idea Soc. Rauti, Dem.cr per Autonomie, Una città da 10, Pri, Iniziativa popolare) che totalizzarono il 35,32% (176.098 voti). Forza Italia fu il primo partito del centrodestra con il 17,10% (85.240 voti), distaccando Alleanza nazionale ferma all’8,72% (43.490 voti). 57,2% Napoli, Comunali 2006 37,8% 5 CHIAIAmagazine Speciale elezioni LE SPECIA NI ELEZIO Vince Caldoro, ma De Luca regge in città Alle elezioni regionali di marzo 2010, i dati della città di Napoli confermano, come già successe alle elezioni provinciali che hanno visto nel giugno 2009 l’affermazione di Luigi Cesaro, l’avanzata del centrodestra e la crisi, non solo di risultati, del centrosinistra. I votanti furono 441.863 (54,16%) su un bacino di elettori di 815.875. Il governatore Stefano Caldoro vinse con il 49,32% (209.778 voti) superando di quasi 12.000 voti il salernitano Vincenzo De Luca che incassò il 46,50% pari a 197.812 voti. Caldoro ebbe dalla sua parte una forte coalizione di 8 liste (Pdl, Udc, MpaNuovo Psi-Pri ed altri, Udeur, Libertà e Autonomia Noi Sud, Alleanza di Centro-Democrazia cristiana, Alleanza di Popolo, la Destra) che raggiunse il 51,91% (207.173 voti), battendo quella a sostegno di De Luca, formata da 7 liste (Pd, Di Pietro Italia dei Valori, Sinistra Ecologia Libertà-Pse, Campania libera, Alleanza per l’Italia, Federazione Verdi-L’altro Sud, Lista Marco Pannella-Emma Bonino) votata dal 43,30% di napoletani (172.782 voti). Il Popolo della Libertà nel 2010 ha conquistato il primato a Napoli con il 33,84% (135.045 voti) seguito da Partito democratico con il 25,42% (101.439 voti), Di Pietro Italia dei Valori con il 7,64% (30.496 voti) e Udc con il 5,82%, pari a 23.212 voti. Una curiosità: Roberto Fico, candidato a sindaco per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, nel 2010 era in corsa anche per la poltrona di governatore della Regione Campania. A Napoli fu votato da 9.947 persone, pari al 2,34%. Boom di liste La carica delle donne e dei giovani Sono in 11 a contendersi la poltrona di nuovo sindaco di Napoli e sono appoggiati da ben 32 liste di aspiranti consiglieri comunali. Le liste sono variamente distribuite tra gli 11 candidati a primo cittadino: 11 sono per Gianni Lettieri, 4 per Mario Morcone, 4 per Raimondo Pasquino, 4 per Luigi De Magistris, due per Clemente Mastella, 2 per Raffaele Di Monda, 1 per Roberto Fico, 1 per Carlo Taormina, 1 per Vittorio Lamberti, 1 per Ciro Formisano e 1 per Giuseppe Marziale. Nel 2006, per uno scanno nel Consiglio Comunale di Napoli, si presentarono in 10mila: oggi, per effetto del decreto che riduce i posti in Assemblea da 60 a 48, sono circa 8mila. Intanto, un gradino più in basso, decolla anche la sfida per le 10 presidenze delle 10 Municipalità cittadine: e qui sono da assegnare anche 300 posti, quelli degli aspiranti consiglieri municipali, vale a dire 30 per ogni Consiglio municipale perché in questo caso è stata confermata la vecchia quota di 30 rappresentanti per ogni parlamentino. Nelle Municipalità si confrontano ben 42 liste (tra esse 12 liste civiche). Le donne in lizza rappresentano il 30 % delle candidature. E in quanto a quote rosa, il centrosinistra di Mario Morcone vanta, nelle proprie file, la maggior percentuale di donne (30 %). A ruota segue lo schieramento di Luigi De Magistris (Idv) che, annoverando 54 donne su 182 candidati, registra un onorevole 29%. Il Terzo Polo di Raimondo Pasquino si piazza, poi, in terza posizione con il suo 27% di presenze femminili. Infine la coalizione di Gianni Lettieri con il 26%. La presenza dei giovani: qui il centrodestra ha fatto decisamente il pieno. Il merito è della lista «Giovani in corsa per Lettieri sindaco», ideata dallo staff elettorale dell’imprenditore: un lotto di concorrenti con un’età media di 29 anni, tutti rigorosamente esordienti nell’agone politico, «tutti volti nuovi -spiega una nota - ad alta motivazione». 49,32% 46,50% Napoli, Regionali 2010 Calcio, cucina L’arsenale e omonimie dei simboli Di tutto, di più nelle 32 liste in lizza per il Consiglio comunale di Napoli. La politica ha attinto, ad esempio, dal mondo degli ex sportivi. E’ il caso di Gianni Improta, popolare mezzala del Napoli in versione anni ’70, che ha scelto il Pdl. Oppure di Faustino Canè, altra ex gloria azzurra degli anni ’60, che è in gara per il Partito Repubblicano. Riconducibile, in un certo senso, all’universo calcistico è anche Cristiana Sinagra, madre di Diego Maradona jr., che ha optato per la Dc di Sandri. Chi col calcio invece non c’entra nulla è Gino Sorbillo, noto perché è il titolare dell’omonima pizzeria ai decumani, tappa d’obbligo della gastronomia cittadina: Sorbillo è nella lista «Napoli riformista». Decisamente curiosa, poi, è la presenza nella lista dell’Api, partito collegato al Terzo Polo di Raimondo Pasquino, di un candidato che si chiama Gianni Lettieri e che ovviamente non è il candidato sindaco del centrodestra: lui, invece, è Pasquale Lettieri, detto però Gianni, e insegna all’Accademie di Belle arti. Curiosando tra i simboli che caratterizzano le liste, non sfugge ad esempio come l’elemento del fiore (o pianta) sia assai gettonato: è presente, infatti, nei loghi del Partito Repubblicano, di Forza del Sud, del Pd, di Napoli Riformista, di Alleanza per l’Italia, del Partito del Sud e di Insorgenza Civile. Ma c’è anche una sfida stellare: la gara a chi ha più stelle nel logo la vince Mastella per Napoli (ben 14), a ruota seguono il Pin di Monda (6 stelle nel simbolo) e il Movimento 5 Stelle che il suo arsenale di stelle (cinque) lo ha messo persino nella dicitura di partito. La vecchia icona a falce e martello, invece, appare nel logo di Rifondazione della Sinistra (che sostiene De Magistris), nel simbolo di Napoli non si piega (che appoggia Giuseppe Marziale), e infine nel logo del Partito Comunista dei Lavoratori (schierato col candidato sindaco Ciro Formisano). La parola Sud, poi, è utilizzata in quattro liste: Forza Sud e Noi Sud (ambedue di centrodestra), Partito del Sud (pro De Magistris), infine Udeur-Popolari per il Sud (nell’orbita di Mastella). E spunta persino un cuore: quello che campeggia nel logo della lista Democrazia Cristiana-Terzo Polo (in quota al centrodestra). 6 CHIAIAmagazine Speciale elezioni 11 SFIDANTI PER LA POLTRONA ROGNA LE SPECIA NI ELEZIO L’eredità Iervolino sarà peggio di quella di Bassolino. Più che “poteri speciali” serviranno superpoteri. Sicurezza, ambiente, turismo e trasporti tra le priorità dei candidati. Chi sarà eletto sarà chiamato a ridimensionare la galassia delle società partecipate. Lettieri parte favorito: in un probabile ballottaggio troverà Morcone o De Magistris. Nel caos politico napoletano, ecco profili e programmi degli aspiranti sindaci per la poltrona più rognosa d’Italia. CON LUI (4 liste) Popolo della Libertà, Forza del Sud, Noi Sud, La Destra, Dc-Terzo Polo, Pid (Popolari Italia Domani), Alleanza di Centro, Partito Repubblicano, Insieme per Napoli, Giovani in corsa, Liberi con Lettieri CHI È 54 anni, sposato, tre figli. Diplomato nel 1975, nel 2011 una laurea Honoris Causa in Giurisprudenza. Di professione imprenditore: una carriera iniziata nel 1975 che attualmente lo vede fondatore e presidente della Meridie Investimenti Spa mentre dal 2004 è alla guida dell’Unione Industriali di Napoli. Le sue passioni: la sartoria napoletana, i libri di Grisham e Follett, e la corsa (ha partecipato alla maratona di New York). IL PROGRAMMA In sintesi: scrupolosa manutenzione stradale con nuova disciplina degli appalti, cura e incremento del verde, disinquinamento e fruibilità del mare, turismo in generale e turismo del mare, migliore qualità dell’aria, emergenza si- curezza, avvio di un piano antidegrado per le periferie, sostegno ai giovani problematici attraverso lo sport. In generale le direttrici del programma sono 1) trasparenza amministrativa (tra le idee: una legge straordinaria per procedure più semplici, task force di 30 dipendenti comunali contro le disfunzioni, rispetto dei tempi nelle opere pubbliche), 2) servizi funzionanti (tra le idee: intensificare raccolta differenziata con 10 nuove isole ecologiche e raccolta porta a porta dei rifiuti, trasporti 24 ore su 24, parcheggi al centro), 3) rilancio economico (tra le idee: una banca del microcredito, prepensionamento per 5mila comunali e assunzioni di 1.500 laureati, lotta all’ambulantato, incentivi agli esercizi aperti ad agosto, permessi veloci per gazebo e verande degli esercenti, un Ufficio Grandi Eventi), 4) vivibilità per donne/bambini/anziani (tra le idee: un Assessorato alla Famiglia, parcheggi agevolati per mamme con bambini, abbattimento barriere architettoniche per disabili), 5) decoro e cultura (tra le idee: campagne di educazione civica, supermulte per chi sporca, illuminazione di monumenti e chiese, un Museo della Musica Napoletana). HA DETTO “Voglio impegnarmi per provare a restituire a Napoli quello che mi ha dato: fiducia nei propri mezzi, voglia di vincere le sfide più difficili, l’ambizione di non essere una città piegata su stessa ma in grado di guardare al domani con la certezza che il futuro non è altrove. Napoli non può rinunciare ad essere una città moderna e vivibile, sicura e pulita, straordinaria e cosmopolita”. Gianni Lettieri PDL-CENTRODESTRA CON LUI (4 liste) Partito Democratico, Sel (Sinistra Ecologia Libertà), Napoli Riformista, Competenze per Napoli CHI È 58 anni, nativo di Caserta ma napoletano d’adozione, sposato, due figli. Diploma al Liceo Sannazaro e laurea in Giurisprudenza alla Federico II. Per lui una carriera in ascesa nell’amministrazione civile fino alla nomina di prefetto nel ’93. Da allora per il funzionario di Stato incarichi direttivi di alto profilo: tra essi quello di Commissario straordinario del Comune di Roma (2008) e l’altro di Direttore dell’Agenzia Nazionale di gestione dei beni sequestrati alle mafie (2010). Due passioni: la cucina e il mare. IL PROGRAMMA In sintesi: maggiore vivibilità e turismo, raccolta differenziata, sicurezza e legalità (lotta al racket), progetti per donne e giovani, riforma della macchina comunale, diritto alla casa con regole rigorose e utilizzo degli im- mobili sequestrati alla camorra. In dettaglio: 1) un Comune funzionante attraverso dipendenti motivati, servizi efficienti e trasparenza degli atti, 2) portare la differenziata entro 3 mesi a quota 50%, con riduzione sensibile della Tarsu nei quartieri virtuosi e sanzioni dure per gli abusi di privati e di negozianti, e inoltre un no deciso al termovalorizzatore a Napoli est che va rilanciata con investimenti sul porto e sul fronte edilizio, 3) a proposito di decoro e accoglienza, riqualificare il Lungomare che deve diventare «il chilometro più bello del mondo», grazie alla riapertura del Circolo della Stampa, alla cura e alla sorveglianza della Villa Comunale, all’eliminazione degli abusivi sulla promenade, alla riqualificazione definitiva di «mappatella beach», 4) manutenzione stradale con ricorso ingente all’asfalto, 5) competenza su controllo e presidio del territorio nelle mani del sindaco, quale garante di legalità, che avrà per sé le deleghe sulla Polizia Municipale e sulla Protezione Civile, 6) risanamento della contabilità comunale, ristrutturando le partecipate in passivo e inasprendo il contrasto all’evasione dei tributi HA DETTO “Sono la novità. Sono convinto di avere appeal. C’è una situazione complessa, ma Napoli non è di destra, è progressista, solidale, aperta al bisogno. Napoli è una città bellissima in un contesto sociale difficile, serve una ricucitura. Servono soprattutto trasparenza e servizi efficienti: così si recupera il rapporto dei cittadini con il Palazzo”. Mario Morcone PD-SINISTRA 7 CHIAIAmagazine Speciale elezioni CON LUI (4 liste) Futuro e Libertà, Unione di Centro, Alleanza per l’Italia, La Città CHI È 68 anni, sposato, due figli e una nipotina. Laurea alla Federico II in Ingegneria Aeronautica. All’attivo una ricca carriera accademica fino alla docenza ordinaria in Tecnologia Meccanica all’Università di Salerno (1990). Dal novembre 2011 è Rettore dell’Ateneo salernitano. Per lui anche un’esperienza amministrativa come sindaco (1986-1988) di S. Giorgio a Cremano. IL PROGRAMMA I punti qualificanti: 1) una macchina municipale più produttiva e più organizzata, 1) un nuovo regolamento edilizio, 2) servizi pubblici efficienti a cominciare dalla riorganizzazione dei trasporti pubblici, 3) incremento della raccolta differenziata e del sistema del prelievo porta a porta, 4) un grande recupero del Centro Storico, 5) politica ambientale in due mosse: disinquinamento del golfo di Napoli e incremento dei parchi verdi come a Chiaiano e Bagnoli, 6) massima attenzione alle politiche per l’infanzia a cominciare dalla scuola, 7) misure immediate sul fronte turismo e accoglienza con il potenziamento delle risorse alberghiere, 8) ristrutturazione mirata della darsena portuale, 9) accelerazione nel campo delle politiche giovanili con particolare riguardo alla formazione lavorativa e culturale delle giovani generazioni, poi un maggiore impegno per incentivare e promuovere le importanti attività del mondo del volontariato, fondamentali per la gestione del sociale in città, infine un’articolata strategia di assistenza pubblica a favore dei deboli, degli anziani, dei senza fissa dimora, dei migranti, e dei Rom per una più completa integrazione di questa etnia nel tessuto sociale della città, cominciando dall’inserimento dei bambini nelle strutture scolastiche, 9) collaborazione con la società civile e con le realtà dell’associazionismo civico. HA DETTO “I candidati stanno sfuggendo al confronto. Forse non conoscono i problemi della città e non sono in grado di dialogare sulle possibili soluzioni. Napoli ha la forza, la storia, la ricchezza culturale e paesaggistica per cambiare e diventare un fondamentale punto di riferimento per l'Europa, un'autentica capitale del Mediterraneo. Non possiamo perdere questa occasione”. Raimondo Pasquino TERZO POLO CON LUI (4 liste) Italia dei Valori, Rifondazione della Sinistra, Napoli è tua, Partito del Sud CHI È 43 anni, sposato, due figli. Maturità classica al Liceo Pansini e laurea in Giurisprudenza alla Federico II. Sostituto procuratore a Catanzaro dal ’96 al ’98, si occupa di crimine organizzato e corruzione. Piemme a Napoli dal ’99 al 2002 poi di nuovo a Catanzaro, fino al 2008: tra le sue indagini le note «Why Not» e «Toghe Lucane». Dal 2009 europarlamentare con Idv. Le sue passioni: il Napoli, il nuoto e il giardinaggio. IL PROGRAMMA Le linee di governo sono 4. La prima si intitola «La città che funziona» e gli obiettivi sono: efficienza comunale tramite rigore gestionale, organizzazione, trasparenza, bilancio solido, riforma dei meccanismi burocratici, stop alla privatizzazione del pubblico; servizi pubblici adeguati; manutenzione stradale. La seconda è quella dei «Beni Comuni, cioè tutela dei diritti inalienabili» e si rivolge alla scuola, all’inclusione, alla lotta alle discriminazioni, alla sanità, alla risorsa acqua, al lavoro, alla cultura, alle spiagge che sono patrimonio di tutti. Si prevede allora un nuovo Statuto Comunale che favorisca la partecipazione civica sulle opzioni da perseguire, un Consiglio Comunale allargato alla gente che avrà diritto di parola e un assessorato ai beni comuni. La terza linea si intitola «Le politiche di igiene ambientale: igiene urbana e politiche verdi»: no agli inceneritori e sì a un polo per energie rinnovabili a Ponticelli, inoltre si propone il doppio binario della raccolta porta a porta e della differenziata (con la meta del 66% del riciclo in tempi medi). Il quarto punto riguarda le «Politiche sociali: lotta alla disuguaglianza, la città dei bambini e delle donne»: sarà allora istituito un superassessorato ai Diritti, alla Cittadinanza e alla Sanità, e inoltre saranno varati Piani Sociali di Zona per ogni Municipalità per garantire il diritto alla salute. HA DETTO “Napoli è una città fondamentale, la terza città d’Italia, la capitale del Sud e attraverso l’esperienza delle liste civiche può diventare un laboratorio politico. Credo di essere l'unico candidato che può convincere gli indecisi perché rappresento il cambiamento e la svolta rispetto al passato e a un consociativismo trasversale che da 14 anni sta mettendo sotto scacco la regione e la città”. Luigi De Magistris IDV-FED. DELLA SINISTRA 8 CHIAIAmagazine Speciale elezioni 11 SFIDANTI PER LA POLTRONA ROGNA/2 LE SPECIA NI ELEZIO Anche in queste elezioni amministrative, il paesaggio elettorale non si limita ad esibire il solito bipolarismo, concentrato nei megaschieramenti del centrodestra e del centrosinistra, fiancheggiati stavolta da un superpolo centrista. All'ombra o al di fuori dei colossi di sempre, infatti, spuntano 8 outsider: liste piccole ma combattive. CON LUI (4 liste) Pin (Programma Innovativo Napoli) e Insorgenza civile CHI È 41 anni, sposato, una figlia. Laurea in Giurisprudenza. Un passato giovanile da giornalista, poi la professione di avvocato civilista. Negli anni ’90 asseconda la sua vocazione politica, ricoprendo incarichi tra le file del Ccd. Nel 2005 dirige la campagna elettorale di Italo Bocchino contro Antonio Bassolino. Nel 2004 fonda «L’Ego di Napoli», sodalizio di professionisti impegnati nella legalità e nella sicurezza. La sua passione: la politica. IL PROGRAMMA Sei i cardini. «Ambiente, salute e sport»: raccolta differenziata porta a porta, creazione di impianti di gassificazione, senza combustione, per tutti i rifiuti, riqualificazione del verde con affidamento a privati. «Economia»: si prevede una task-force antifrode per l’erogazione dell’assistenza a chi ha davvero diritto, poi l’abolizione del criterio di spesa storica in base al quale ogni assessorato può spendere quanto di solito ha speso in passato e viceversa rimodulare la spesa pubblica in base ad un bilancio annuale che riesca a programmare le uscite per il quinquennio successivo. «Cultura»: istituzione della zona franca nel Centro Storico, formazione dei giovani alla conservazione del Patrimonio d’arte, accesso a pagamento alle opere d’arte per i turisti, apertura notturna dei musei. Sul versante «Sicurezza»: uso della Polizia Municipale (ronde municipali) contro il microcrimine con dotazioni più moderne (pc portatili, sfollagente elettrici etc). «Urbanistica»: ridisegnare tutta la linea di costa, iniziando a piazza Mercato e a piazza del Carmine con un mercato coperto e un «Centro Arti e Mestieri», creare al Molo Beverello un nuovo Porto Monumentale, rinnovare e ampliare il Borgo Marinari, inoltre ricongiungere la Villa comunale e Mergellina al mare. «Viabilità e trasporti»: lotta a sosta e scarico selvaggi, incremento dei minibus, incentivi per le eco-auto. HA DETTO “Napoli deve essere governata con delle idee, non con le solite chiacchiere populiste e qualunquiste. La città è pronta per l’innovazione perchè è ricettiva alla volontà di cambiamento, anche se nel corso degli anni è sempre stata ingannata. Vorrei restituire ai napoletani il piacere di vivere questa terra, piacere che ci hanno tolto”. Raffaele Di Monda PIN-INSORGENZA CON LUI (4 liste) Udeur-Popolari per il Sud e Mastella per Napoli CHI È 64 anni, beneventano, sposato con Sandra Lonardo, due figli. Laureato in Filosofia, giornalista professionista, soprattutto politico di professione: democristiano di lungo corso, è stato infatti deputato, senatore, ministro, europarlamentare, infine fondatore dell’Udeur, il suo partito negli anni Duemila. Dal 2009 è europarlamentare. Per 9 anni sindaco di Ceppaloni. Hobby: il Napoli e la buona cucina. IL PROGRAMMA Capitolo strade: manutenzione efficace e lotta a sosta selvaggia con tolleranza zero per i furbi e per il personale pubblico incapace. Migliore viabilità con una rete di zone a traffico limitato e con parcheggi di quartiere o vicino ai metrò. Snellimento della burocrazia comunale. Incentivi per gli investitori privati. Ambiente: più parchi e piste ciclabili. Abbattimento del San Paolo. Turismo: raffor- zamento dell’intesa con le compagnie di crociera, maggiore attenzione alla risorsa mare e recupero dell’idea del Metrò del Mare che non è “una spesa inutile”, ma un’opportunità strategica per il territorio anche perchè abbatte il traffico automobilistico. Tra le idee proposte: creazione di una “giunta ombra” formata da registi e intellettuali per incentivare la cultura; l’arruolamento di Renzo Arbore, come presidente di una Fondazione, per la valorizzazione della musica napoletana; rottamazione edilizia per ricostruire alcune zone della città in modo innovativo e “sostenibile”. Una curiosità: il primo a proporre il calciatore Fabio Cannavaro come assessore non è stato Lettieri ma Mastella. HA DETTO “Mi piace riportare Napoli all’attenzione internazionale. Napoli non è una città malata, è morta. Deve resuscitare. Osservo peraltro che subiamo, al pari della squadra di calcio, una finta solidarietà. Questo aspetto emerge quando diventiamo competitivi. In questa competizione politica rispetto tutti i miei avversari tranne De Magistris, un teorico della moralità che poi applica l’immoralità”. Clemente Mastella UDEUR 9 CHIAIAmagazine Speciale elezioni HA DETTO “La situazione economica in cui versa il Comune di Napoli è disastrosa. Interi pezzi di città sono gestiti dalle società partecipate. Noi votiamo persone che vengono pagate per gestire Napoli e che la danno in appalto a società terze, che fanno enormi debiti che è il Comune a dover pagare. Il risultato è una città distrutta e stipendi milionari per i loro dirigenti”. CON LUI (4 liste) Movimento 5 stelle CHI È 37 anni, diploma al Liceo Umberto, laurea in Scienze della Comunicazione. Si è presentato per la prima volta nell’agone politico nel 2010, candidandosi alla presidenza regionale campana dietro le insegne del «Movimento 5 Stelle Campania», schieramento sostenuto da Beppe Grillo, che ha scelto la via del web per la sua crescita e la sua diffusione. In quell’occasione ha raccolto l’1,34 % dei voti. IL PROGRAMMA Si punta a mobilità sostenibile, ciclo virtuoso dei rifiuti, acqua pubblica, investimenti sull’energia fotovoltaica e sulle fonti rinnovabili, lotta all’inquinamento ambientale, lotta agli sprechi di denaro pubblico, iniziando a «metter mano» nelle società a partecipazione comunale che hanno dirigenti dagli stipendi esorbitanti e deficit abissali. Roberto Fico MOVIMENTO 5 STELLE GLI ALTRI CANDIDATI Giuseppe Marziale NAPOLI NON SI PIEGA Avvocato lavorista, specializzato in cause di lavoro di forte valenza sociale (ad esempio il reintegro degli operai licenziati alla Fiat di Melfi), è il candidato sindaco di «Napoli non si piega» cui aderiscono Comunisti, Sinistra Popolare, Sinistra Critica e Rete dei Comunisti. Carlo Taormina LEGA ITALIA 71 anni, una carriera da penalista costantemente sotto i riflettori. Ha assunto la difesa in processi famosi come nel «Caso Cogne». È candidato sindaco di «Lega Italia», da lui fondata nel 2008. Il suo programma: lotta alla criminalità comune ed economica. Ciro Formisano PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI È il candidato sindaco del Partito comunista dei lavoratori, fondato da Marco Ferrando. Il programma: equidistanza da centrodestra e centrosinistra, lotta alla casta politico-clientelare, difesa della classe operaia, dei precari e del pubblico impiego. Vittorio Lamberti MOVIMENTO SOCIALE CON RAUTI Noto professionista del Foro di Napoli, è il candidato sindaco del Mis-Movimento Idea Sociale con Rauti. Il programma: difesa delle Stato sociale, lotta al precariato e alla pressione fiscale di Equitalia, blocco delle licenze agli ipermercati, salario giovanile garantito. 10 CHIAIAmagazine Speciale elezioni LE SPECIA NI ELEZIO SFIDA A COLPI DI CLIC di Nicola Sellitti Inizia il conto alla rovescia. A poche settimane dal voto, la corsa alla poltrona di sindaco di Napoli passa per il web. Iniziative, programmi, spazi di ascolto. Da Gianni Lettieri a Mario Morcone, Da Luigi De Magistris al suo nemico storico Clemente Mastella. Sino a Raimondo Pasquino, Carlo Taormina, Roberto Fico, Raffaele Di Monda, Michele Marziale, Vittorio Lamberti e Ciro Formisano. Un- Lettieri, De Magistris e Morcone cercano consensi dei giovani in Rete. In ritardo Pasquino. Portali senza simboli di partito. Sbanca Facebook poli e candidato del Pdl Gianni Lettieri. Il suo portale (www.giannilettieri.it) sembra una pagina Twitter creata su una barca. Su cui non trovano posto Silvio Berlusconi e il logo del Pdl. In apertura dell’homepage si alternano la foto dell’industriale avvolto da un abito di sartoria - una delle sue passioni - e un’immagine del golfo di Napoli. Il mare è una delle tre sfide di Lettieri, assieme a sicurezza e riqualificazione delle strade, per rilanciare la città. Poi la sezione video, con quattro minispot - l’unica vera novità dal punto di vista comunicativo nella campagna web dei candidati - in cui un edicolante, un portiere di palazzo, un tassista e una casalinga sostengono la sua candidatura a sindaco per colmare i tanti buchi neri di Napoli. L’area d’ascolto è affidata a “Giovani in corsa”, un think tank di laureati e disoccupati ideato per elaborare proposte per le Istituzioni. Su Facebook, la struttura del profilo ufficiale di Lettieri è in linea con quella di Morcone e De Magistris: foto, post sintetici sugli incontri con categorie, imprenditori, sindacati. Più aggressiva la corsa elettorale dell’ex pm. Il suo sito (www.sindacopernapoli.it) è semplice, poco Comune, un archivio online sulle elezioni in Italia La storia dei partiti e i voti “particolari” di Napoli dici in campo per la poltrona di Palazzo San Giacomo. Solo alcuni cercano con decisione e strategia i consensi in Rete, tra chi ha giocato d’anticipo (l’ex pm) e chi insegue (il sito del rettore dell’Università di Salerno è ancora in lavorazione). Ognuno con una chiave d’accesso. L’esperienza imprenditoriale di Lettieri, la legalità di De Magistris, l’abilità politica di Mastella. Adeguate al format comunicativo dei social network. Per intercettare il voto degli indecisi, specie dei giovani distanti dalla politica. Un punto in comune: il profilo personalistico della campagna elettorale dei candidati, che possono contare sull’assenza di responsabilità politico-istituzionali nell’ultima gestione amministrativa. Sui siti ufficiali e le pagine Facebook non c’è simbolo di partito o della coalizione. Solo slogan, sfondi e foto del potenziale primo cittadino. A cominciare dall’ex presidente dell’Unione Industriali di Na- La storia elettorale di Napoli sul web. Dove informarsi sui rappresentanti delle istituzioni democratiche italiane, scelti nel corso degli anni dall’elettorato del capoluogo campano, e sulle votazioni cittadine dal dopoguerra. Il Comune ha creato sul proprio sito ufficiale l’archivio storico-statistico delle elezioni a Napoli dal 1946 a oggi: è una memoria collettiva virtuale che arriva sino alle consultazioni del 2006, compresi i primi Consigli di Municipalità. Sono, infatti, disponibili i dati di tutte le tornate elettorali (amministrative e politiche) e anche le compagini di tutti i partiti entrati in lizza, compresi quelli scomparsi. Le cifre si riferiscono all’intera città e alla loro distribuzione, dai quartieri alle Municipalità. Per le amministrative, si parte dai risultati delle prime elezioni napoletane del dopoguerra (10 novembre 1946), quando i cittadini elessero il primo consiglio comunale dell’era repubblicana. Nel 1952 gli elettori votarono anche per il Consiglio provinciale. Fu in questa occasione che emerse la peculiarità napoletana del voto tripolare: infatti, oltre ai due orientamenti principali di sinistra e di centro, vi furono, in antitesi con il Paese, preferenze anche a destra. In archivio, inoltre, anche i resoconti di tutte le elezioni politiche, sia a livello nazionale che napoletano, a partire dai risultati della storica Assemblea Costituente del 2 giugno 1946: queste elezioni furono le prime dell’Italia democratica e Napoli fu l’unico grande comune italiano che scelse una formazione di destra (l’Unione Democratica Nazionale) come primo partito. Quel 2 giugno, però, anche il non voto (bianche, nulle e astensioni) espresse valori record. Sul portale del Comune figurano anche gli eletti della Camera e del Senato, a partire dal 1948, e i numeri delle consultazioni relative al Parlamento europeo, a partire dal 1979. C’è poi la ricostruzione delle vicende dei partiti che hanno animato l’Italia postbellica: attraverso i dati della Camera, inoltre, per ogni formazione politica è stato indicato il rapporto tra i risultati elettorali riscossi a Napoli, quelli ottenuti negli altri capoluoghi campani e quelli ottenuti nei principali comuni italiani. (ns) 11 CHIAIAmagazine Speciale elezioni appariscente ma dinamico, con le sue foto tra la folla. Uno schema a tre blocchi. Con la sezione centrale utilizzata per dichiarazioni e repliche agli avversari. A sinistra, spazio per l’area info sulla sua carriera da magistrato, a destra quella interattiva. Tra le icone ospitate, manca il blog del capopartito-nemico Antonio Di Pietro. Poi tanti video sul De Magistris-pensiero e quattro finestre sul programma elettorale. Sui social network l’ex magistrato è più aggressivo dei diretti avversari. Gira spot con cumuli di munnezza alle spalle. Con accuse a Berlusconi, a Bassolino commissario per l’emergenza rifiuti, alle “loro dirette espressioni Lettieri e Morcone”. La strategia comunicativa web di Morcone, candidato ufficiale del Pd (di cui non c’era traccia di un sito personale su Google sino a pochi giorni fa) è in divenire. Per ora, si nota l’appoggio della base nazionale del Pd. Sul sito ufficiale (www.mariomorcone.it), agile, su due blocchi, c’è il prefetto in camicia affacciato sugli slogan (gli stessi che invadono i tabelloni pubblicitari in città) accompagnato dai link video con i pezzi grossi del Pd e le interviste concesse a You Dem Tv, la social television democratica. Tra gli altri candidati alla poltrona di primo cittadino si segnala Raffaele Di Monda e il suo movimento Pin (Programma Innovazione Nazionale). Nel suo sito (www.pin-napoli.it), contenuti e programma senza fronzoli, con ampia sezione video sul canale Pin Tv. Campagna elettorale in prevalenza su Fb per Roberto Fico, candidato sindaco per il Movimento Cinquestelle. In attesa dell’arrivo del loro leader spirituale Beppe Grillo a Napoli, previsto il 12 maggio, i grillini lanciano piani alternativi su rifiuti, energia, acqua. Una lunga volata verso il vero obiettivo, il SI ai referendum del 12 e 13 giugno. 12 CHIAIAmagazine Speciale elezioni Municipalità. Tutti i candidati alle presidenze Sfida all’ultimo voto tra i pretendenti alle presidenze dei 10 parlamentini. Ecco tutti i candidati. Municipalità 1(Chiaia-S.Ferdinando-Posillipo): Fabio Chiosi (centrodestra), Diana Pezzi Borrelli (centrosinistra), Alberto Boccalatte (Terzo Polo). Poi Francesco Cacciapuoti (5 Stelle), Nicola Forte (Pin), Riccardo Orsini (Mis), Raffaele Mazzocca (Insieme per Napoli). Municipalità 2 (S.Giuseppe-Montecalvario-Avvocata-Mercato-PendinoPorto): Maurizio Fusco (centrodestra), Francesco Chirico (centrosinistra), Enrico Campagna (Terzo Polo). Poi Assunta Esposito (Pin), Gennaro Bruno (Mis). Municipalità 3 (Stella-S.Carlo Arena) : Francesco Nacario (centrodestra), Giuliana Di Sarno (centrosinistra), Giuseppe Pacella (Terzo Polo). Poi Mario Imperatore (Pin), Enrico Bezzi (Mis). Municipalità 4 (Vicaria-S.Lorenzo-Poggioreale-Zona Industriale): Armando Coppola (centrodestra), Mario Morelli (centrosinistra), Tullio Gennaro (Terzo Polo). Poi Cristiano Antonio (Pin), Giuseppe Aviti (Mis). Municipalità 5 (Vomero-Arenella): Guido Marone (centrodestra), Mario Coppeto (centrosinistra), Marco Trani (Terzo Polo). Poi Mario Picariello (Pin), Mariano Peluso (5 Stelle), Antonio Sirico (Mis), Fortunato Sommella (Insieme per Napoli). Municipalità 6 (Ponticelli-Barra-S.Giovanni): Luigi Giliberti (centrodestra), Anna Cozzino (centrosinistra), Vittorio Merito (Terzo Polo). Poi Mario Iovinelli (Pin), Anna Buo (Mis), Mario Sacco (5 Stelle), Mario Costagliola (Udeur). Municipalità 7 (Miano-Secondigliano-S. Pietro a Patierno): Vincenzo Solombrino (centrodestra), Vincenzo Vanacore (centrosinistra), Franco Mattucci (Terzo Polo). Poi Mario Fiore (Pin), Salvatore Imparato (Mis). Municipalità 8 (Scampia-Chiaiano-Piscinola Marianella): Angelo Pisani (centrodestra), Mario Maffei (centrosinistra), Pasquale Cerbone (Terzo Polo), Ivo Poggiani (Idv). Poi Riccardo Bruno (Pin), Castrese Rusciano (Mis), Ciro Esposito (Udeur), Pasquale De Biase (Insieme per Napoli). Municipalità 9 (Soccavo-Pianura) : Maurizio Lezzi (centrodestra), Giorgio Cuozzo (centrosinistra), Nicola Diodato (Terzo Polo). Poi Roberto Porzi (Pin), Alessandro Amorico (Mis), Vincenzo Filardi (Insieme per Napoli). Municipalità 10 (Bagnoli-Fuorigrotta): Antonio Culiers (centrodestra), Giorgio De Francesco (centrosinistra), Paolo Falanga (Terzo Polo). Poi Agostino Esposito (Pin), Vincenzo Filocaso (Mis), Ferdinando Pennone (5 Stelle), Roberto De Simone (Udeur). LE SPECIA NI ELEZIO OCCHIO AL VOTO IL 7 MAGGIO SPECIALE CHIAIA MAGAZINE UNA DETTAGLIATA GUIDA AL VOTO PER NON METTERE UNA X QUALUNQUE, GLI ULTIMI SONDAGGI, SFIZI E RETROSCENA DAI COMITATI ELETTORALI, INTERVISTE AI CANDIDATI, LE SOLUZIONI PER RILANCIARE NAPOLI: QUESTO ED ALTRO ANCORA TROVERETE NEL PROSSIMO NUMERO DI CHIAIA MAGAZINE “SPECIALE ELEZIONI”, IN USCITA IL 7 MAGGIO. IL PERIODICO, OLTRE AL CONSUETO ABBINAMENTO CON LA RIVISTA “10” E ALLE SEZIONI DEDICATE AL “SAPER VIVERE”, PROPORRÀ, IN LINEA CON IL SUO TAGLIO ANTICONFORMISTA E SPIAZZANTE, UN SERVIZIO FOTOGRAFICO, TRA MODA E POLITICA, DAL TITOLO “OPPOSIZIONI IN CITTÀ”, CURATO DA ANDREA SANTARELLI (LEGGI L’INTERVISTA IN QUESTO NUMERO DI “10”, SEZIONE “PORTA VIRTUOSA”). SEGUI CHIAIA MAGAZINE ANCHE SU CHIAIAMAGAZINE.IT E SU FACEBOOK. “Turismo e sicurezza per il rilancio di Chiaia” NICOLA MATTERA si candida nel Pdl per entrare nel parlamentino della prima Municipalità Segui Nicola Mattera su Facebook Nicola Mattera, 37 anni, sposato, una figlia. Maturità Classica conseguita al Liceo Sacro Cuore. Intensa esperienza lavorativa nei comparti del commercio e del marketing. Competenza nel campo informatico e nell’amministrazione aziendale. E’ profondamente impegnato, sul territorio di Chiaia, nel campo del volontariato sociale e animatore di una Onlus, dedicata al sostegno delle famiglie meno abbienti. Si candida al Consiglio della Municipalità 1 dietro le insegne del Pdl. Perché si candida? Perché sono convinto che il futuro di questa città è nelle mani di noi giovani: ed è chiaro che ormai le nuove generazioni sono pronte a precise assunzioni di responsabilità. La gente del quartiere di Chiaia in cui svolgo volontariato sociale, esige vicinanza per la soluzione di piccoli e grandi problemi e, in base alla mia esperienza, spera che l’associazionismo diventi un ponte verso le amministrazioni della città. La mia presenza in Municipalità si propone come una voce per i cittadini. Quali sono le sue priorità per rilanciare Napoli? I tempi sono maturi per affrontare energicamente l’illegalità, a cominciare dalla microcriminalità, affinché le condotte devianti non diventino un esempio per i ragazzi e perché va rispettata la richiesta di giustizia della gente comune. A Chiaia, poi, serve una grande riqualificazione del Lungomare, una manutenzione efficiente delle strade e la creazione di parcheggi pubblici compatibili con l’ambiente. In generale occorre un grande rilancio turistico. In questi anni, quale è stato il suo impegno per il territorio? Da anni mi impegno, sul fronte dell’associazionismo solidale, nel quartiere di Chiaia che non è solo vetrine luccicanti ma anche sacche persistenti di depressione economico-sociale. Con la Onlus “Napoli per tutti”, infatti, sono da tempo operativo come volontario dedicato alle famiglie disagiate e bisognose. Un consiglio e un’idea che darebbe al futuro sindaco della città La candidatura a sindaco di Lettieri è una garanzia perché, non essendo politico di professione, assicura una visione assai più pratica dei problemi. Tuttavia, gli ultimi dati sull’occupazione giovanile sono gravissimi: riparta da questo e poi dal turismo. E si impegni su un grande recupero di Bagnoli. Messaggio elettorale. Committente: il candidato 13 CHIAIAmagazine Speciale elezioni “Portare avanti il lavoro di questi anni” “Le nostre scuole prima di tutto” FABIO CHIOSI, presidente della Municipalità 1, si ricandida alla guida di Chiaia-S. Ferdinando-Posillipo ALBERTO PIERANTONI, consigliere della Municipalità 1, chiede conferma all’elettorato Segui Alberto Pierantoni su facebook.com/alberto.pierantoni Segui Fabio Chiosi su www.fabiochiosi.it Fabio Chiosi, 34 anni, sposato, un figlio. Malgrado la giovane età, ha al proprio attivo una lunga militanza politica nei ranghi della destra cittadina. È stato consigliere circoscrizionale dal ’97 al CANDIDATO 2001. È stato poi eletto CENTRODESTRA presidente del governo Con lui 6 liste: Pdl, di Chiaia-PosillipoForza del Sud, Noi Sud, S.Ferdinando nelle file La Destra, Liberi Lettieri, del centrodestra e, nel Pri 2006, è stato riconfermato dagli elettori alla guida della Municipalità 1. Ora scende di nuovo in lizza per la presidenza della prima Municipalità dietro le insegne del Pdl. Perché si candida? Mi ricandido perché voglio portare avanti il lavoro svolto in questi anni, concludere i progetti che stanno per partire e, poi, perché spero che finalmente Napoli possa avere un’amministrazione comunale degna di tale nome. In questi anni l’amministrazione di centrosinistra ha sempre remato contro la I Municipalità, mortificando il territorio di Chiaia, San Ferdinando, Posillipo. Sono certo che la nuova amministrazione di centrodestra lavorerà, finalmente, con la Municipalità e non contro. Quali sono le sue priorità per rilanciare Napoli? Il rilancio della città passa per semplici impegni che si possono riassumere nella pulizia, igiene, manutenzione di strade, marciapiedi e scuole, cura del verde, parcheggi, politiche sociali serie, Polizia Locale e legalità. Dico semplici perché questa dovrebbe essere la norma, il minimo che un’amministrazione debba e possa garantire. In questi anni non è stato così. Credo si tratti solo di buona volontà che, purtroppo, è mancata. Abbiamo toccato il fondo, ora si può soltanto risalire. In questi anni, quale è stato il suo impegno per il territorio? L’impegno di questi anni è stato quotidiano. Non c’è stato un sol giorno che non abbia visto il lavoro nell’interesse dei quartieri della Municipalità. È stato difficile, certo, ma abbiamo ottenuto anche significativi risultati in una situazione davvero difficilissima, e con un’amministrazione che non ha mai risposto a dovere. Un consiglio e un’idea che darebbe al futuro sindaco della città Al futuro Sindaco mi permetto di consigliare di ascoltare le esigenze della cittadinanza. Di non essere chiuso a Palazzo San Giacomo ma di scendere in strada, rendendosi conto di quali sono i problemi e provando a risolverli con la collaborazione di tutti. Messaggio elettorale. Committente: il candidato Alberto Pierantoni, 46 anni, sposato, una figlia. Si è diplomato in ragioneria all’Istituto Serra. Professione: assicuratore. Dal 2006, però, ha abbracciato in pieno l’impegno politico, esordendo alle elezioni comunali: in quell’occasione è stato eletto consigliere della Municipalità 1 tra le file del centrodestra. Adesso si ricandida al Consiglio della prima Municipalità dietro le insegne del Pdl. Perché si candida? Mi ricandido perché credo che l’impegno per il territorio debba continuare, e perché ho una figlia e voglio che possa vivere, come tutti gli altri bambini, in una città migliore. Le scuole, che hanno visto anche il mio lavoro nel corso di questi anni sono la mia priorità. È da lì che si parte per forgiare cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri, cittadini che abbiano la consapevolezza del loro ruolo, che si possano impegnare in futuro per la propria città. Quali sono le sue priorità per rilanciare Napoli? La città, a mio avviso, deve sfruttare le sue potenzialità inespresse. Anzitutto il turismo storico ed ambientale. Ovviamente ciò passa per la “normalizzazione” del territorio: avere l’operatore ecologico di strada, il vigile, il giardiniere, il cantoniere non deve essere più un lusso o una continua richiesta del cittadino, bensì la normalità. In questi anni, quale è stato il suo impegno per il territorio? In questi anni mi sono occupato prevalentemente di scuole. Ad oggi, lo dico con un pizzico di orgoglio, siamo la Municipalità con il maggior numero di scuole a norma. Voglio continuare su questa strada per avere, nei prossimi anni, tutte le scuole in regola con le normative vigenti. Un consiglio e un’idea che darebbe al futuro sindaco della città Il futuro Sindaco deve impegnarsi per trasformare le emergenze. Lo straordinario non deve essere più il lavoro quotidiano: si deve finalmente iniziare a gestire l’ordinario, programmando gli interventi nei campi delicati come la manutenzione delle strade, del verde, dell’arredo urbano. Il primo cittadino, inoltre, deve dare ascolto alle Municipalità che ben conoscono i problemi dei territori che amministrano. Messaggio elettorale. Committente: il candidato 14 CHIAIAmagazine Speciale elezioni “Stop alle buche e più videosoveglianza” “In campo per passione e impegno civico” FABIO CICALA, consigliere della Municipalità 1, si ricandida nel Pdl per proseguire il suo impegno sul territorio PAOLO SANTANELLI, esponente della società civile, è candidato nel Pdl per il Consiglio comunale Segui Fabio Cicala su Facebook Fabio Cicala, 38 anni, si è diplomato al Mercalli. Laurea in giurisprudenza, è avvocato e imprenditore. E‘ appassionato di sport. Ha poi ereditato la passione per la politica da una lunga tradizione familiare. Nel 2006 si è candidato alle amministrative tra le file del centrodestra ed è stato eletto consigliere municipale della Municipalità 1. Ora si ricandida al Consiglio della prima Municipalità dietro le insegne del Pdl. Perché si candida? Mi candido perché ho deciso di vivere e lavorare a Napoli, a differenza di tanti altri che se ne sono andati. Amo la mia città e voglio ottenere risultati per i nostri figli e i nostri giovani perché restino in una città vivibile: dipende tutto da noi. Ai cittadini umiliati posso dire che sento il dovere umano e politico di impegnarmi al massimo e ci voglio provare, partendo proprio dal nostro splendido quartiere di Chiaia in cui sono stato già attivo come consigliere municipale: la Municipalità, infatti, può essere un prezioso strumento di ascolto e di azione, anche se mortificato dalla precedente amministrazione comunale. Quali sono le sue priorità per rilanciare Napoli? Occorre insistere sulla videosorveglianza. Inoltre le forze dell’ordine devono essere più presenti sul territorio cittadino. Bisogna poi puntare sulle infrastrutture. Solo investire in queste due settori consentirà, infine, di programmare una seria politica per il turismo che è la risorsa primaria: è ora infatti di invertire la rotta. Non è più ammissibile che il nostro patrimonio di arte, monumenti e ambiente vada in rovina. In questi anni, quale è stato il suo impegno per il territorio? Lavorando nella Municipalità, mi sono battuto per attivare la Zona a traffico limitato a Chiaia, ho lottato costantemente per ottenere un presidio fisso delle forze dell’ordine durante le ore serali dei week-end nelle zone a maggior rischio, e sono stato in prima linea contro l’inerzia dell’amministrazione comunale per quanto riguarda le buche stradali: in materia di manutenzione, ad esempio, ho redatto un documento, approvato dal consiglio di Municipalità, per asfaltare via del Parco Margherita, come già fatto in via Tasso, e per questo mi batterò in caso di rielezione. Un altro obiettivo è la creazione di nuove zone per il parcheggio dei motorini. Segui Paolo Santanelli su Facebook Paolo Santanelli è nato a Napoli nel 1958. Sposato dal ’95, è padre di tre figli. E’ laureato in Medicina e Chirurgia. Dal 1986 è specialista in neurologia. Ha lavorato per 5 anni all’Università di Marsiglia come assistente straniero. Attualmente è dirigente neurologo all’Ospedale S. Paolo di Napoli. Si dichiara un liberalconservatore proiettato verso il futuro. La sua passione civica lo ha spinto a partecipare attivamente alle lotte della società civile. Ora si candida al Consiglio Comunale di Napoli nella lista del Pdl. Perché si candida? Il primo motivo è il mio amore per Napoli e il dolore di vederla offesa. Il secondo motivo è la passione per la politica che, fin dal 2007, mi ha portato a protestare, in piazza e presso le sedi istituzionali, con altri napoletani civicamente impegnati. Il terzo sono le mie radici, in quanto mi considero espressione popolare di una società civile che non si è mai compromessa col potere. Il quarto motivo è semplice: sono padre di famiglia e mi rifiuto di lasciare ai miei figli una città senza speranza. Quali sono le sue priorità per rilanciare Napoli? Innanzitutto la sicurezza: anche in democrazia serve un polso forte per far rispettare la legge nell’interesse di tutti. Poi la manutenzione con investimenti mirati e non scelte faraoniche che restano sulla carta: ci sono poi due opportunità, vale a dire riqualificazione del Centro Storico e Forum delle Culture, con grandi investimenti in arrivo; ebbene, nessuna scelta o spesa devono passare sulla testa dei cittadini. Il terzo punto è la creazione di parcheggi pubblici sotterranei. La quarta priorità è la soluzione della crisi-rifiuti con la raccolta differenziata e il termovalorizzatore cittadino. Infine il turismo che dipende dai punti precedenti ma anche dalla fine di una falsa cultura che ha avvilito le migliori menti della città. In questi anni, quale è stato il suo impegno per il territorio? Nel 2006 la deriva inarrestabile della città mi ha convinto a costituire un’associazione civica, attiva sul territorio, che ha inaugurato una grande stagione di rivolta civile nei confronti della cattiva amministrazione della città. E’ stata una storia di vibrante partecipazione popolare, culminata, il 10 novembre 2007, nell’organizzazione di una manifestazione di protesta, conosciuta come il «Corteo dei 3000», e poi proseguita con altre battaglie. Un consiglio e un’idea che darebbe al futuro sindaco della città Sono convinto che Gianni Lettieri sarà un ottimo sindaco. Spero che dia da subito il proprio contributo per eliminare il problema rifiuti in città, combattere l’illegalità e realizzare misure concrete sul fronte della viabilità e dei parcheggi Un consiglio e un’idea che darebbe al futuro sindaco della città Non dimentichi mai di ascoltare le forze sane della città, quelle libere da condizionamenti e non quelle abituate a stare sempre sul carro del vincitore e che già tentano di riciclarsi sotto nuove bandiere. E siccome ha radici imprenditoriali, inauguri una grande stagione di collaborazione sociale tra imprenditori, politici e cittadini, nel segno dell’interesse comune. Messaggio elettorale. Committente: il candidato Messaggio elettorale. Committente: il candidato 16 COM’È COM’ERA CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 di Alvaro Mirabelli DALLA STAGNAZIONE DELL’ERA IERVOLINO AI PRIMI SEGNALI DI SVOLTA IL LIETO FINE DEL GARAGE MORELLI. PER CHIAIA MAGAZINE 5 ANNI DI PRESSING PARCHEGGI, CAMBIO DI MARCIA 30 30 milioni di euro sull’unghia e il coltello tra i denti: ci è entrato così Massimo Vernetti nell’antro di via Morelli, dopo aver rilevato dal costruttore Mario Maione, nel marzo 2009, la Napoletana Parcheggi e con essa la concessione a realizzare il sospirato megaparcheggio del Chiatamone. L’affondo del manager. Tutti d’accordo che il patron della «Quick No Problem Parking», società leader in Italia e in Europa nella gestione di parcheggi e servizi, ha avuto un bel fegato a ficcare il naso e le ruspe nella cavità tufacea sotto Pizzofalcone. Prima di lui 9 anni di guai e di misteri sotto la volta del vecchio garage ma anche l’irripetibile opportunità di materializzare nel cuore di Chiaia un’avveniristica struttura di sosta. Così, a cose fatte, ora c’è un gioiello di ingegneria che è pure in corsa per il titolo di parcheggio più bello d’Europa. Il lieto fine targato Quick, tuttavia, è solo l’epilogo del travagliato slalom tra inerzie e ritardi, affrontato dal garage Morelli dal 2000 al 2009, prima cioè dell’avvento Vernetti. Un calvario sul quale, 5 anni fa, Chiaia Magazine decise di puntare i suoi riflettori, illuminando a giorno non solo la soporosa vicenda Morelli, una tra le più insabbiate dell’«era Iervolino», ma ripercorrendo anche l’annosa apatia del Comune sul fronte parcheggi, soprattutto quelli interrati, nell’area di Chiaia. Una su tutte: l’ostilità di fondo del sindaco, sintonizzato sull’oltranzismo ambientale dei Verdi, verso le aree sotterranee di sosta in centro, considerate attrattrici di traffico. Ad aprile 2006, allora, col conforto di urbanisti e addetti ai lavori, scrivemmo chiaro e tondo: «Comune ostaggio degli estremisti ecologici». E a novembre non mollammo la presa: annunciando la nascita del Movimento Parcheggi a Chiaia, titolammo «No Parking, No Chiaia». Quel 2006 lo concludemmo con un altro graffio alla casta in letargo: nell’articolo «Parcheggiamo il futuro» ripercorremmo 20 anni di piani e di idee, firmati dai migliori cervelli della città, per i parcheggi underground nel quartiere di Chiaia. Speranze al macero. A marzo 2007 altra picconata intitolata «Poteri Speciali, Iervolino senza più alibi», con riferimento alla nomina della sindaca a commissario «con poteri speciali su traffico e parcheggi»: l’incarico, infatti, le consentiva di decidere e fare parcheggi in tempi strettissimi. Altro bluff, altra corsa perché, nel corso dei mesi, l’opzione poteri speciali evaporò tra le mani del sindaco in una desolante paralisi di iniziative. E snidare la sindaca dal bunker delle indecisioni apparve addirittura impossibile quando, a chi la incalzava, lei iniziò a replicare puntuale: «Non c’è un Ecco alcune copertine di Chiaia Magazine che per cinque anni ha portato avanti la battaglia per i parcheggi Cronistoria di una battaglia. Nel febbraio 2006 la rivista titolò in copertina «Il garage delle illusioni», storia di un’operazione al palo da sempre e di due protagonisti distratti: l’imprenditore Maione, dal 2000 concessionario dell’opera in regime di project financing, e il Comune concedente nel ruolo di imbambolato interlocutore del costruttore. Zero certezze sui tempi e sui posti, il contraddittorio balletto di cifre fra costruttore e Comune evidenziò subito i chiaroscuri inquietanti della vicenda Morelli, aprendo un’autostrada di dubbi. A marzo 2006, poi, lo squillo di copertina fu «Al futuro sindaco: 7 cose da fare»: e in cima alla lista c’erano i parcheggi interrati e l’eterna incompiuta del garage Morelli. Nodi restati irrisolti. E per molte ragioni. centesimo», infilando le speranze della città sull’ennesimo binario morto. A ottobre 2009, arcistufi, titolammo infine «Poteri speciali cercasi», sconfortante inventario di tutti i fallimenti di Palazzo S. Giacomo sul versante parcheggi, a cominciare da via Morelli. Segnali di accelerazione.Che i tempi però fossero maturi per una schiarita, lo ha confermato l’ingresso in scena della Quick che, a Natale 2009, ha resettato il passato e ha annunciato: «Garage Morelli pronto a dicembre 2010». Detto, fatto. Non solo: firmato da Quick, arriverà anche, a tempi di record, il parcheggio interrato a piazza Vittoria. Tutti segnali rinfrancanti di una svolta, sul fronte sosta, che il prossimo sindaco dovrà pilotare a dovere. Un motivo in più per non abbassare la guardia. 17 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 GARAGE MORELLI, CHIAMATA ALLE ARTI I Il rischio è di saccheggiare i superlativi: ma di sicuro il nuovo Garage Morelli, ribattezzato Parcheggio del Giubileo per evidenziare la sintonia di intenti tra i costruttori e l’iniziativa giubilare del cardinale Sepe, strappa gli applausi. Stellare la carta d’identità: 7 livelli, 250 box-auto ai privati, 230 stalli a tariffa oraria con rotazione giornaliera di 2mila vetture, 160 videocamere. Ma l’inventario delle meraviglie fotografa solo in parte la cifra dell’impresa firmata da Massimo Vernetti, patron della Quick No Problem Parking. Al fantagarage, infatti, l’imprenditore sta cucendo addosso, con Da sx la cantante Noa, ago e filo di un’ambizione legittimata dai fatti, Massimo Vernetti, il un abito davvero inedito: non solo auto nella Cardinale Sepe e struttura di via Morelli ma anche cultura. A chi Maurizio Maddaloni, entra, infatti, il Parcheggio consegna uno presidente della Camera spettacolare biglietto da visita: una gigantesca, di Commercio di Napoli millenaria caverna, tirata a lucido e ridisegnata come una «piazza», anzi come un’antica agorà visto che sarà il baricentro di una fitta agenda di iniziative all’insegna dell’arte. «L’Agorà si candida a crocevia di un’articolata serie di opportunità a disposizione di cittadini e turisti, - spiega Vernetti - visto che sulla piazza, concepita come location per mostre, concerti, convegni, si apre l’accesso al tunnel borbonico del ‘700, restaurato dall’associazione “Borbonica sotterranea”». Non solo agorà, ad ogni modo, o l’incredibile chance di percorrere la galleria voluta da Ferdinando II, ma anche, a irrobustire il fascino della cultura, un adeguato telaio di funzioni: oltre al parcheggio, infatti, anche un punto-ristoro. Sudista convinto, Vernetti anticipa che la spina dorsale del carnet di eventi ospitato da agorà sarà il folclore partenopeo: «Ad esempio musica di qualità - rivela lui -, quella delle nobili radici di Napoli». E se intanto indossa i panni di mecenate, il manager non dimentica il suo Dna imprenditoriale: «L’obiettivo è trasformare la struttura in una tappa obbligata del tour turistico cittadino: le credenziali ci sono tutte». E così la «piazza» si propone anche come sede convegnistica, a cominciare dagli operatori turistici. Riepilogando: Agorà come luogo cult e il parcheggio Morelli come polmone economico-culturale consegnato al pubblico con uno slogan eloquente: «Merita la sosta». Che è di ampio respiro «perché le ricadute benefiche - si infiamma Vernetti che è anche vicepresidente del “Consorzio dei Mille” - non si limiteranno alla struttura di sosta ma si propagheranno a tutto il quartiere». In altre parole: «Il Parcheggio del Giubileo in rete virtuosa col resto della città», conclude Vernetti che proprio non si trattiene quando si tratta di pigiare sul tasto dell’orgoglio napoletano. PARCHEGGIO MORELLI il parcheggio più bello con le tariffe più basse Ultimi Box disponibili contatti DSLcomunicazione 081 666856 al centro della città vicino a tutti i punti di interesse turistico e commerciale Dal 1° Aprile le nuove straordinarie tariffe 7 9 10 11 12 13 14 15 16 17 17 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 7 Lunedi Venerdi 3 euro/ora 2 euro/ora 9 10 11 12 13 14 15 16 17 17 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 4 euro/ora Sabato 9 10 11 12 13 14 15 16 17 17 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 Domenica HAPPYDAY 2 euro/ora tutto il giorno Tariffe indipendenti dalla cilindrata: un SUV paga quanto una SMART Tariffa moto €1/ora ...e all’interno Agorà Morelli una location unica per i tuoi eventi www.quickparking.it 19 IL CAS O CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 CAMPETTO DEL MOLOSIGLIO, SECONDA OPPORTUNITÀ’ I di Oscar Medina Il 9 febbraio 2009, all’inaugurazione del riqualificato campetto di calcio del Molosiglio, a tirar calci al pallone coi ragazzini della parrocchia c’era anche la sindaca. Un giorno da incorniciare per il quartiere San Ferdinando e per Santa Lucia. Il recupero della struttura, dopo un’agonia di 20 anni, fu salutato come un mezzo miracolo: le autorità tagliarono il nastro, il parroco don Giuseppe, dopo 5 anni di lotta al coltello per restituire l’impianto ai guaglioni luciani, impartì la benedizione, il presidente di Chiaia Fabio Chiosi si regalò il sorriso appagato di chi aveva vinto una sfida importante, infine il gioiellino nuovo di zecca nel suo scintillante verde sintetico si apprestò a vivere una seconda esistenza al servizio del rione. Tra le righe dell’operazione anche l’affidamento della Dopo la resurrezione, le devastazioni. L’impianto è a pezzi ma la prima Municipalità ci riprova con un bando di affidamento ai privati guardiania e della manutenzione del campetto alla «Napoli Servizi», società partecipata sotto totale controllo comunale. Non poteva esserci avvio più promettente. E invece è stata la più clamorosa delle fregature: in estate il miniimpianto era già ridotto uno straccio. Vagabondi sparsi, controlli zero, manutenzione pure, pulizia come sopra. E un fegato grosso così alla vista di vandali e abusivi in libera uscita a dettar legge sul campetto, con le buone o con le cattive. Una resurrezione tradita per quello spicchio di Molosiglio, usurato a tempo di record dalla sciatteria comunale. Vecchia storia. E delusione cocente per il quartiere, per la Prima Municipalità, per il parroco di Santa Lucia a Mare, ma soprattutto per i bambini del borgo luciano, rispediti sull’asfalto a sbucciarsi le ginocchia dalla strafottenza degli amministratori pubblici. Nel frattempo il campetto, toccato il fondo, ci è definitivamente rimasto: fino alla completa inagibilità attuale. Partita chiusa? Neanche per sogno. È tornato alla carica Fabio Chiosi e alla fine l’ha anche spuntata: vuol dire molto, infatti, il bando pubblico di affidamento ai privati emanato di recente dal presidente della Municipalità 1. L’avviso di selezione per l’assegnazione del campetto ad un nuovo gestore si è indirizzato ad associazioni o enti senza fini di lucro che riqualifichino la struttura di tasca propria e la governino a 360 gradi per 5 anni, lasciando però due giorni alla settimana alle iniziative sociali della Municipalità. La speranza, dunque, è nella marcia in più del privato che nel caso del Molosiglio potrà coniugare le proprie esigenze con quelle della solidarietà. Il difficile, però, sarà convincere i ragazzini del quartiere che stavolta gli adulti stanno facendo sul serio e che alla doppia recinzione, prevista per blindare il campetto dalle intrusioni di piccoli e grandi guappi, bisognerà abituarsi. Perché da queste parti anche i sogni, affinché restino interi, conviene metterli sotto chiave. 20 QUART IERISSIME Il morso della Taranta di Paolo D’Angelo L' AMORE È UN'UTOPIA? L' amore che trascina il mondo, che porta via l'infelicità della solitudine, che fa da collante per la convivenza tra esseri umani, l'amore di chi crede nella propria vita e di poter riuscire a ricavarne qualcosa di utile per sé e per gli altri, l'amore di chi insegue un sogno e per questo è pronto a tutto, l'amore di chi mente e poi si pente, l'amore di un solo sguardo che dice più di ogni parola, l'amore di chi è pronto a morire per un ideale, l'amore di una madre, di un padre, di un fratello, di una sorella, di una compagna, di un figlio, l'amore di un amico... Le strade dell’amore possono essere infinite: perché, dunque, mi domando se l’amore sia un’utopia? Spesso nella vita non riusciamo a capire il senso stesso dell'amore, se l'amore esista veramente o sia solo un faro che si accende e si spegne, che cerca di indicarci la strada giusta da seguire nella notte. Il mondo non cambia ma forse oggi con la tecnologia è diventato anche più sadico e indifferente alle brutture che l’essere umano è capace di perpetrare nel corso della propria storia. Al telegiornale scorrono le notizie di quello che sta succedendo nei paesi del Nord Africa e di tutte queste flotte di disperati in cerca di un sogno per una vita serena, una casa, un lavoro, una famiglia e sopratutto una società capace di amare gli uomini. Uomini invece catalogati dal nostro mondo democratico come una razza animale, etichettati come clandestini, profughi, rifugiati politici o altro. E poi la lotta per la paura di essere invasi, gli interessi economici che prevalgono sempre su tutto e si continua sulla strada della prevaricazione, della distruzione, delle guerre fatte a chi cerca la libertà di perseguire nella disperazione un sogno d'amore per sé e i propri figli e da chi cerca la ricchezza e il benessere dietro le pareti delle proprie case sempre più ricche di tecnologia. Il mondo finisce per essere vissuto come alla finestra di un videogame dove tutti i drammi, le morti, i massacri e le vittime sembrano essere solo personaggi finti e che quindi rendono insensibili noi spettatori ai drammi di chi invece soffre e muore per amore. Bisognerebbe pensare solo per un attimo a che cosa significa trovarsi a vivere in balia delle onde con il vomito che impedisce il respiro e con un orizzonte che non porta a nulla se non a morire dentro, se sei fortunato. Allora, mi domando se questo è amore. Parola della Taranta. CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Parco Virgiliano, questione sicurezza Sulla sommità di capo Posillipo sorge, imponente, il parco Virgiliano, un’oasi di pace e bellezza la cui peculiarità risiede nel sistema di terrazze costruite con vista sul golfo di Napoli che consentono di osservare, contemporaneamente, tutti i suoi elementi da Procida al centro storico di Napoli, in un sol colpo d’occhio. Realizzato negli anni ‘30 e ristrutturato negli anni ‘90, il parco è stato inaugurato definitivamente nel giugno 2002, dopo anni di degrado. Dotato di un campo sportivo e di una pista di atletica (nella foto) frequentati da atleti, professionisti e non, di ogni età, il parco, oggi, ha acquisito un’enorme importanza sociale, per le famiglie, per i giovani, per gli sportivi intenti a trascorrere ore di svago e spensieratezza in uno degli scenari più belli al mondo. Negli ultimi tempi, nonostante le cure gratuite dei suoi appassionati, come i fratelli allenatori di generazioni, Elio e Danilo Torre, il personal trainer Roberto De Cesare, Enzo Miceli per i più piccini e tanti altri residenti e non nella municipalità, il parco lotta contro l’abbandono e il degrado ambientale e igienico, ulteriormente aggravato dall’eccessivo mancato rispetto delle regole per l’accesso dei cani. L’istituzione di un ticket con fini manutentivi potrebbe essere la soluzione giusta per salvaguardare quest’oasi cittadina che vanta un patrimonio floristico unico. Inoltre, dovrebbe essere controllato l’accesso ai servizi pubblici (spesso usati impropriamente) e, nelle giornate di forte vento, dovrebbe essere inibito l’accesso alle sole zone che presentano un reale pericolo di caduta pigne, anziché chiudere il parco stesso per intere giornate. Alessia Giangrasso Nuovo impianto di illuminazione in viale Maria Cristina di Savoia Dopo anni di battaglie, denunce, solleciti e petizioni è arrivato il “fiat lux” per viale Maria Cristina di Savoia e la stazione della Cumana grazie ad un nuovo impianto di illuminazione. Lo hanno comunicato il presidente della Municipalità 1, Fabio Chiosi e il consigliere Alberto Pierantoni spiegando come la strada sia sempre stata scarsamente illuminata e per questo teatro di scippi e incidenti stradali. “I residenti hanno sempre partecipato alle nostre petizioni in tal senso - hanno dichiarato Chiosi e Pierantoni - portato a casa questo risultato, dopo quello dell’istituzione della linea bus pollicino, ora punteremo alla riqualificazione del manto stradale e dei marciapiedi”. Pina Barbato 21 QUART IERISSIME “Fiorelli Magazine”, piccoli cronisti crescono Grazie al progetto finanziato con il Fondo Sociale Europeo del Programma Operativo Nazionale (PON) e intitolato “Comunicazione in lingua madre - Laboratorio di scrittura creativa volto alla redazione di un giornale”, un gruppo di studenti dell’Istituto comprensivo G. Fiorelli (diretto dalla professoressa Maria Cristina Palmiero) ha dato vita al periodico “Fiorelli Magazine”: ventiquattro pagine a colori, in cui ventisette giovani cronisti raccontano la loro quotidianità, osservano il territorio, discutono con gli esperti, scrivono e illustrano. Guidati da un’appassionata tutor, la professoressa Rosa Arnone, e dalla giornalista Angela Matassa, gli studenti seguono il corso con gioia ma con serietà, producendo articoli e disegni interessanti, pubblicati nel trimestrale diffuso non solo all’interno dell’istituto. Divisi in settori, come in una vera rivista, i giornalisti del “Fiorelli Magazine” trattano diversi argomenti di loro interesse, intervenendo con puntualità nella cronaca, nello sport, parlando di spettacoli e di cultura, di scienze e salute. Nel numero di marzo c’è una sezione dedicata alla Pasqua e a come si festeggia da noi e nel mondo; si discutono temi delicati come le condizioni dell’infanzia sul pianeta, l’adozione internazionale e le nuove tecnologie. Per il servizio di copertina gli studenti hanno intervistato il presidente della Prima Municipalità Fabio Chiosi, che li ha incontrati a scuola. Attraverso una serie di domande hanno avanzato richieste e proposte per contribuire al miglioramento della vivibilità, mostrando un notevole spirito di collaborazione e di cittadinanza attiva. Durante l’incontro, i giovani cronisti del “Fiorelli Magazine” hanno presentato il loro “Decalogo del cittadino doc”. Oltre a ricordare le ovvie norme di pulizia, sulla raccolta differenziata e sul rispetto dei monumenti, nel “Decalogo”, i ragazzi precisano altri punti, quali: “Interessarsi della vita politica che riguarda la regione, perché è nostro diritto e dovere indicare i rappresentanti del popolo, in modo da avere un governo sempre più efficiente”. “Rispettare sempre il prossimo, senza distinzione di religione, razza, colore, orientamento politico gusti sessuali, perché il primo passo per essere rispettati, è rispettare”. Il loro invito al presidente è quello di adottare questo documento per fare di Chiaia il quartiere pilota della legalità, trovando piena disponibilità da parte dell’Istituzione. (ndn) CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 “Il meglio di te” per i ragazzi di Nisida Carenza di occupazione. Microcriminalità in aumento. Sono solo alcuni dei dati che incatenano la città partenopea all’ultimo posto nella classifica di vivibilità de “Il sole 24 ore”. Sono pochi gli strumenti per spezzare questa catena, ma il migliore di questi è senza dubbio prendersene cura. Un modo per farlo può essere aiutare le fondazioni ed associazioni che lavorano a Napoli, e per Napoli, che in cambio di un impegno minimo di ciascuno offrono, gratuitamente, tanto lavoro per la nostra città. È il caso della Fondazione “Il meglio di te Onlus” che dal 2005, senza alcun fine di lucro, opera a Napoli affinché la società, anche in particolari situazioni di degrado, possa coincidere con la civiltà. Tra i progetti e le finalità della Fondazione, presentati dalla presidente Fulvia Russo, l’avviamento al lavoro dei “ragazzi di Nisida” (ai quali recentemente ha fatto visita Michele Placido nella foto) che permette, attraverso la disponibilità del fondo patrimoniale “Fusella Pace”, e il contributo dei sostenitori della Onlus, l’individuazione dei giovani che abbiano mostrato maggiore ravvedimento nell’ambito della detenzione nell’istituto penale minorile, e dei loro potenziali datori di lavoro. L’impegno della Fondazione non si conclude con l’intermediazione tra gli ex detenuti e gli imprenditori che si impegnano ad insegnar loro un lavoro, con l’ assunzione da parte della Onlus della copertura di ogni emolumento e spesa per il primo periodo di prova, ma si estende all’opera dei volontari che monitorano il rapporto per tutta la durata del percorso di collaborazione. Fornendo una seconda possibilità a quei ragazzi che, a causa del loro errore, e senza una strada da seguire, difficilmente riuscirebbero ad inserirsi nel mercato del lavoro, e che invece così potranno sottrarsi ad un nuovo richiamo dell’illegalità. Garantendo un ulteriore vantaggio anche per tutti i napoletani che tengono alla civiltà e alla sicurezza della propria città. Si può aiutare la Fondazione “Il meglio di te Onlus”, destinando il proprio 5 per mille ai suoi progetti per Napoli, e proponendo il proprio aiuto sotto forma di donazione, o di proposta lavorativa per i ragazzi di Nisida, attraverso il sito internet www.ilmegliodite.it. (Armando Yari Siporso) Tito Livio, grande successo per il progetto “Marinando” Otto classi della Scuola Media Statale “Tito Livio” hanno partecipato con entusiasmo al progetto “Marinando”, svolto in collaborazione con l’associazione “Geo & Bio Mediterranea” che dal 2002 si occupa di tutela e divulgazione ambientale con particolare attenzione al sistema marino tramite la divulgazione a scopo didattico delle problematiche ad esso connesse. Tema del progetto le problematiche attuali del mondo marino e dei suoi abitanti, con particolare attenzione alle specie più a rischio del Mediterraneo come le tartarughe marine della Stazione Zoologica Anton Dohrn. L’iniziativa ha incontrato un grande successo presso gli alunni che vi hanno partecipato, i quali hanno mostrato grande interesse per lo studio degli ambienti marini e della salvaguardia delle specie a rischio di estinzione. Il progetto è stato, come sempre, sostenuto dalla preside dell’istituto, la professoressa Giovanna Esposito. 22 QUART IERISSIME CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Municipalità, quando l’ascensore è d’élite Chiaia da leggere Vita dura per gli invalidi della Municipalità 1. Dopo l’inchiesta che ha smascherato i finti ciechi e i finti pazzi di Chiaia che incassavano pensioni di invalidità senza averne diritto, i disabili (quelli veri) si sono visti sbarrare di fatto l’accesso agli uffici della Municipalità in maniera quasi paradossale. Il dottor Luigi Pacella, infatti, ci ha segnalato la presenza di un avviso nel quale si comunica che le persone con difficoltà motoria possono richiedere l’uso dell’ascensore che porta agli uffici citofonando alla segreteria. Fin qui tutto normale. Solo che sotto il suddetto avviso ne è stato esposto un altro che comunica il mancato funzionamento del citofono per chiamare la segreteria. “Una chicca napoletana”, la definisce Pacella che nella sua lettera precisa: “L’avviso in questione è valido solo per gli utenti perché l’ascensore in questione funziona regolarmente, in salita e in discesa, ma solo per i dipendenti della Municipalità in possesso della esclusiva chiave a proprio uso e consumo”. Rispondiamo al signor Filippo Abrate di Pavullo nel Frignano (Modena) che, dopo aver trascorso qualche giorno a Napoli, ha scritto alla redazione per sapere se esiste qualche pubblicazione che parli della storia e dello sviluppo del quartiere Chiaia. “Spesso - scrive il signor Abrate - si generalizza non conoscendo in maniera un po' più approfondita Napoli, la sua storia e le tante cose meravigliose che ancora oggi possiede”. Siamo d’accordo con lui e quindi per il signor Abrate e per tutti gli amanti di Chiaia pubblichiamo questa breve nota sui volumi essenziali che la riguardano. La singolare ricchezza storica e architettonica di Chiaia - originari e primitivi insediamenti del periodo vicereale Palazzi Roccella, (sede del museo Pan) D’Avalos e Cellammare, e successivamente, i Palazzi Nunziante, Calabritto e Partanna del periodo borbonico - meriterebbe la lettura di testi monografici. Intanto, per un efficace e rigoroso approccio alla corretta conoscenza dei luoghi, riteniamo utile la consultazione di opere, sul tipo, di L. Catalani “Palazzi di Napoli” (Colonnese Editore 1979); G. Doria “I Palazzi di Napoli” (Guida Editori 1992). Di più specifico, segnaliamo, invece “San Pasquale a Chiaia”, a cura di Rosario Rusciano (Grimaldi & C Editori); i “Dodici Quartieri” di Napoli di Salvatore di Giacomo (Treves Editore); “Villa Maria, in piazza Amedeo” di Luigi Ziviello (Edizione Savarese); “Napoli” di Cesare de Seta (Edizioni Laterza). Renato De Fusco “Rileggere Napoli nobilissima. Le strade, le piazze, i quartieri” (Liguori Editore) e infine, un piccolo prezioso recente libretto: “Tutta Napoli. Guida speciale per i turisti curiosi” (Electa Napoli). Circolo Italia, novità nel Direttivo In un clima di perdurante entusiasmo per i freschi successi internazionali dei canottieri del Circolo Italia, Roberto Mottola di Amato (nella foto), presidente del glorioso club nautico, ha proceduto ad un rinnovo del Direttivo per il biennio 2011-2013. Il Consiglio è stato in sostanza riconfermato ma, nell’ottica di una rotazione dei ruoli, sono stati indicati gli incarichi di ciascun consigliere eletto. Unici nomi nuovi sono quelli di Lars Borgstrom e Valerio Romano che vanno ad affiancare i settori di vela e canottaggio. Alla vicepresidenza è stato eletto Maurizio Pavesi che subentra a Giuseppe Milone il quale resta nella sfera dei consiglieri di presidenza. Nel settore Vela, dunque, Lars Borgstrom viene affiancato nel suo lavoro da Giampiero Martuscelli come consigliere alla Vela. Nel Canottaggio Valerio Romano va ad affiancare il riconfermato Paolo Cappabianca. Infine va ad occupare la carica di tesoriere Erik Klingemberg al posto dell’uscente Roberto Cappabianca. 23 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 “L’ASL NA1 DETIENE IL PRIMATO DI COSTI PER IL PERSONALE: NEL SOLO 2009, HA DISTRIBUITO FRA I SUOI 10.182 DIPENDENTI 287MILIONI DI EURO PER GLI STIPENDI ORDINARI E BEN 145MILIONI PER STRAORDINARIO E SALARIO ACCESSORIO” I “DURACELL” DELLA MEDICINA P Più che instancabili sono inesauribili. I dipendenti della sanità campana durano più a lungo delle famosissime pile della pubblicità. In Campania, insomma, la medicina vive di “duracell”. E posso assicurarvi che non sto per niente esagerando. Anzi! Purtroppo, è semplicemente la verità: quella che viene raccontata nella relazione sulla situazione finanziaria della Regione Campania degli ispettori ministeriali che da giugno ad agosto del 2010 hanno acceso i riflettori sulle casse regionali negli anni della gestione bassoliniana; quella che è approfondita nel paragrafo della relazione interna, dedicato all’analisi dei dati relativi al lavoro straordinario elaborata dal servizio controllo di gestione della Asl Na1; quella che è richiamata dalla Corte dei Conti nella sua ultima relazione e sulla quale la Procura della Repubblica di Napoli ha appena aperto un fascicolo d’inchiesta. E’ il romanzo inquietante in cui si racconta di una sanità forte di 52mila dipendenti che costano complessivamente 3miliardi e 246milioni di stipendi annui; in cui si racconta di una Asl Na1 che è l’azienda leader in materia di costi per il personale, dal momento che, nel solo 2009, ha distribuito fra i suoi 10.182 dipendenti 287milioni di euro per gli stipendi ordinari e ben 145milioni per straordinario e salario accessorio; in cui si narra come, nell’ambito di questa Asl, la parte del leone tocchi all’ospedale Cardarelli, il più grande del Mezzogiorno, i cui 3.619 operatori costano annualmente 91milioni di euro per stipendi fissi e 56 per gli straordinari. E si racconta anche che i dipendenti di questa stessa Asl portano a casa mediamente stipendi di 63mila euro. Ben 25mila in più in confronto a quelli degli altri operatori sanitari. Se, però, la storia è da “horror” per la comunità, è un romanzetto rosa per i diretti interessati. Perché vi si narra di un ginecologo che, in un anno, è riuscito a portare a casa ben 70mila euro di lavoro straordinario, oltre lo stipendio ordinario, ovviamente; ma anche di un operatore sociosanitario della terapia intensiva neonatale che, sempre in un anno, è stato capace di mettere insieme ben 2589 ore di lavoro extra, ovvero, di Mimmo Della Corte oltre 7 ore al giorno per tutti i 365 giorni dell’anno (Natale, Capodanno, Pasqua, ferragosto, domeniche, ferie e festività, varie ed eventuali, comprese). Ma non finisce qui! Pur non essendo l’Asl di cui sopra, una vetreria di Murano o un’azienda di trasporti, un suo dipendente inquadrato come operaio tecnico vetraio ha realizzato straordinari per ben 2084 ore (in misura d’anno, quasi 6 ore al giorno, sempre senza tener conto delle festività comandate) per le quali ha portato a casa ben 28mila euro aggiuntivi per non parale dei due autisti che sono riusciti a mettere insieme 31mila euro di stipendio extra a testa. Anche in questo caso, quindi, ben oltre 2000 ore di straordinario cadauno. Non si tratta, però, di casi isolati, dal momento che risultano essere ben 13 le figure professionali che cumulano oltre 2000 ore di straordinario, ben 189 quelle oltre 1200, ben 1473 quelle tra le 500 e le 1200, ben 3310 quelle tra le 200 e le 500 e, infine, 3411 quelle che racimolano meno di 199 ore. In pratica, solo il 17 per cento (1786) dei 10.182 dipendenti dell’Asl Na1 è riuscito nell’epica impresa di non beccare neanche un euro di straordinario. Si tratta di figli di un dio minore o non erano nelle grazie di chi, in quel momento, era placidamente assiso nelle stanze che contano dalle parti della Na1? “Ai posteri l’ardua sentenza”. Qualcuno ha provato a giustificare questi eccessi, parlando di carenze in organico e di blocco del turn over verificatosi in questi ultimi anni. Può darsi che sia cosi. Il che, però, non mi convince più di tanto. Probabilmente, sono un po’ malfidato; e anche se fosse vero che “a pensar male si fa peccato”, anche se poi “spesso ci si azzecca”, io preferisco peccare, piuttosto che lasciarmi prendere per i fondelli. Una cosa è certa: difficile far finta di nulla di fronte alle famose 2084 ore aggiuntive cumulate dall’operaio tecnico vetraio e a quelle di tutti gli altri. L’Asl non è il palazzo di vetro, ma anche se lo fosse, visto che i suoi vetri si rompono a tempo di record, così da costringere un povero lavoratore a sacrificarsi giorno e notte per sostituirli, allora è meglio abbatterlo e poi ricostruirlo. Senza vetri, però! w w w . i l 1 0 . i t anno III numero 3/4 apri le 1O porte del piacere irtuosa laPortaV cliente Napoli nuova ncita del sigla una ativo, la rivi orante per 1I/GHP ign rchico dito Coo XXX/Cre rara, ana Rock lto este Fer ario Mo XXXI/Or n Centen XXXII/U nario immagi co olario a di Bac 19/Epist 6/La buc gli ulivi e fra c’è pec 8/Non Questo mese abbiamo aperto per voi La Porta d’ingresso La Porta magica La Porta del gol L’imPorta La Porta virtuosa La Porta dei sensi eisensi laportad E TOCCAR VEDERE SENTIRE GUSTARE RE: ANNUSA TE LA MEN CIBO PER Rilanciare e sostenere l’editoria campana, soprattutto la piccola editoria, con incentivi ed iniziative ad hoc può essere la chiave di volta per il progresso culturale ed economico della nostra regione. Ne sono anno III n.3/4 marzo/aprile 2011 Periodico edito da Associazione Napoli Via Carlo Poerio, 89/A 80121 Napoli SPIRAGLI Campania, SOS editoria DIRETTORE EDITORIALE Marco Mansueto DIRETTORE RESPONSABILE Alessandra Fabbroni COMITATO DEL GARANTE DEI LETTORI Raffaele Bellucci Giuseppe Savona Gabriella Napoli ART Ferdinando Polverino De Laureto STAMPA Tuccillo Arti grafiche srl Contrada Regina Trav. via Donadio 80024 Cardito (NA) Sito web: www.il10.it convinti il consigliere comunale Pdl Marco Mansueto (nella foto) e il consigliere regionale Udeur-Popolari Per il sud Sandra Lonardo, che, a pochi giorni di distanza hanno rilasciato diverse dichiarazioni per sensibilizzare le istituzioni sul tema della promozione della lettura e dell’editoria locale. In occasione della giornata nazionale della promozione della lettura, infatti, Marco Mansueto, presidente dell’associazione culturale Napoli, ha lanciato la proposta di un un grande evento promozionale in cui le case editrici campane siano le protagoniste. “Credo che il 24 marzo ha affermato Mansueto - giorno scelto dal Governo per la promozione della lettura, possa diventare per Napoli la giornata delle case editrici locali attraverso un evento che il prossimo sindaco della città, insieme a Provincia e Regione, potrà prevedere tra le iniziative strategiche che mirano a rilanciare Iscrizione al Tribunale di Napoli N° 7 del 03/02/2009 Iscrizione ROC 16538 In copertina 1O sembra la testata del magazine ma non lo è: 1O diventa così una parte integrante della PASS1ONE. Forse quella più evidente. Semplicemente la CHIAVE d’eccellenza che conduce alle 1O PORTE DEL PIACERE selezionate di volta in volta, che il lettore dovrà aprire con curiosità (fra quelle che ogni mese la redazione selezionerà) magari anche solo “sbirciando” dal buco della serratura. Ogni PORTA rappresenta un pretesto per consentire al lettore di spaziare dove non è mai stato. O, meglio, dove in fondo vorrebbe essere. Una CHIAVE D’ACCESSO per tutto ciò che è aspettativa, pulsione e desiderio, fonte inesauribile di idee, viaggi in luoghi del buon vivere e non, incontri con personaggi must, curiosità, divertissement ma anche una miriade di aspetti della realtà che gioco non sono. sviluppo, turismo e cultura. In Italia, statistiche alla mano, nell'ultimo anno meno della metà della popolazione ha letto almeno un libro e in Campania i dati sono ancora più preoccupanti. Credo che incentivare la cultura del libro - ha proseguito Mansueto soprattutto in un momento in cui le nuove tentazioni tecnologiche stanno allontanando i giovani dall’oggetto-libro, quello che si sfoglia e si vive pagina dopo pagina, possa essere importante in una città e in una regione in cui il fermento degli editori locali ha bisogno di essere concretamente supportato e promosso. Valorizzare la nostra produzione locale e tutta la filiera del libro significa innanzitutto far conoscere il valore e la ricchezza delle nostre identità territoriali. Diffondere nelle scuole, nei centri culturali e di aggregazione le proposte editoriali made in Naples - ha concluso Mansueto - è un’azione virtuosa che va perseguita e studiata di concerto con tutti gli operatori culturali del territorio che conoscono criticità e opportunità del settore”. Lo stesso spirito anima la proposta di legge a sostegno dell’editoria presentata recentemente da Sandra Lonardo e Ugo De Flaviis. “Si tratta - ha spiegato la Lonardo di un testo di legge che possa rispondere, in maniera compiuta, alle reali esigenze della piccola editoria campana, degli operatori dell'informazione locale (anche on-line e multimediale), che svolgono un ruolo fondamentale e che vanno sostenuti e premiati, secondo criteri di qualità e di imparzialità”. La proposta di legge riguarda la concessione di contributi ai piccoli editori campani non appartenenti ad un grande gruppo editoriale. II Alessandra Dell’Aquila Laura Cocozza Rita Giuseppone Nicola Sellitti In questo numero hanno scritto Rossa come il pomodoro, la passione e le celebri camicie dei garibaldini. Bianca come la mozzarella di bufala campana e i formaggi di cui gli uomini di Garibaldi facevano gran consumo durante le loro imprese. Verde come il basilico, i friarielli e le torzelle. È la “Pizza Garibaldi” ideata dai pizzaioli aderenti alla Confcommercio nell'ambito delle iniziative previste per celebrare i 150 anni dell'Unita' d'Italia e tenuta a battesimo lo scorso 21 marzo da Anita Garibaldi, pronipote dell’Eroe dei due mondi. “È bello pensare che un prodotto simbolo della città porti il suo nome ha dichiarato la discendente del Generale - e che contribuisca a ricordare i valori che hanno portato all'unificazione”. La “Pizza Garibaldi”, come ha spiegato Pietro Russo, presidente Confcommercio, sarà un nuovo leit motiv del turismo enogastronomico partenopeo e sarà quindi inserita d'ora in poi nei menù di tutti gli esercizi aderenti all’associazione a Napoli e nel mondo. La nuova pietanza celebrativa, realizzata dal giovane pizzaioli Paolo Surace, rientra nell’ambito delle numerose iniziative messe in campo dalla Confcommercio per celebrare in tutto il territorio l’anniversario. Sotto il comune logo tricolore recante il claim “Uniti nel fare impresa”, i ristoranti hanno proposto anche il “Piatto dell’Unità d’Italia” mentre le pasticcerie e le gelaterie si sono sbizzarrite nel “Dolce Italia” o “Gelato Italia” ed i bar in cocktail con la medesima ispirazione per un anniversario tutto da gustare. (ndn) Unità a tavola con la Pizza Garibaldi IV/L’onda della malaunità V/Italia sì Italia no, Napoli si spacca VI/Quando la letteratura spiega il Risorgimento VII/Italia SÌ Italia NO F Farà scalpore «Malaunità», il dossier scritto a più mani sulle bugie dell’epopea unitaria. Per Lorenzo Del Boca, ex presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, tra gli autori del libroverità sul Risorgimento partenopeo, è arrivato il momento di dire «basta alle bugie sull’unificazione che hanno tenuto banco per più di cento anni, con la storia raccontata solo dai vincitori. Si ammetta che c’è un’altra verità. Cioè che tra i grandi eroi di quel periodo storico ci sono anche ladri, gente che ha rubato con la scusa dell’Unità d’Italia, tanti truffatori e anche dei rubagalline». Del Boca, Un libro “collettivo” smaschera le menzogne del Risorgimento affronta la questione meridionale. «Non c’è nulla da festeggiare, il Mezzogiorno in Italia non c’è mai stato se ha un reddito inferiore del 70% rispetto al Nord, meno L’onda della Malaunità inoltre, ricorda figure del Risorgimento sottovalutate come Ippolito Nievo e che nell’attuale processo di revisionismo manca l’apporto degli storici e dei politici. Per il saggista e giornalista de Il Mattino Gigi Di Fiore, autore di testi sul revisionismo storico infrastrutture, il triplo dei disoccupati, il doppio dei poveri, meno servizi e istituti bancari. Ci sarà una “Buona unità” quando le condizioni saranno diverse». Il Meridione, per Patruno, è stato condannato a vivere di stato «Da briganti siamo diventati emigranti, bidelli e infermieri». E lo status quo del meridione rischia di mutare, in peggio, con l’entrata in vigore del federalismo fiscale. «È il secondo Risorgimento». Ma non mancano visioni opposte su unificazione e sui movimenti antirisorgimentali. «Non so chi siano questi fantomatici neoborbonici, - ha risposto a un lettore il direttore de “Il Mattino” di Napoli Virman Cusenza - ma, pur avendo tutto il diritto di manifestare le proprie opinioni, fino a farne un movimento politico retrò, vanno presi per quello che sono: la febbre che segnala la malattia. Fuori di metafora, l’Unità d’Italia, faticosamente conquistata 150 anni fa, ha lasciato strascichi e ferite cui né i vincitori Savoia né i patrioti in buona fede hanno saputo trovare rimedio nel corso degli anni. Quindi, riproporre oggi i vecchi schemi e le contrapposizioni del 1861 esprime solo un’insoddisfazione». Arturo Martorelli, studioso tra i fondatori dell’Istituto per gli Studi Filosofici, di Nicola Sellitti del Risorgimento, il termine Malaunità identifica «il vuoto di conoscenza che c’è tra Nord e Sud. Per avvicinare il meridione ai settentrionali serve il contributo di tutti». In «Malaunità» Di Fiore tratta il brigantaggio postunitario, soffermandosi sul ruolo di camorra e mafia «riconosciute allora come potere legale e alternativo. Garibaldi per la sua impresa si servì delle braccia armate del latifondismo siciliano, primo esempio dei picciotti poi tristemente saliti agli onori delle cronache». «In quest’ottica il libro si propone - conclude il giornalista - di dare un contributo di verità al processo unitario basato su fatti storici, non chiacchiere». L’ex direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Lino Patruno si definisce borbonico. In «Malaunità» spiega che «l’Unità d’Italia è l’esito di una scintilla rivoluzionaria accesa molto prima, attraverso l’umanesimo meridionale, il pensiero di Vico, Genovesi, Filangieri e la sconfitta del 1799». Il sentimento antiunitario dei neoborbonici rivela quindi «una visione bottegaia della Storia, con la riduzione del Risorgimento alla misura della borghesia italiota di oggi che avvilisce le spinte idealiste dell’epoca, assimilandole alle attuali consuetudini traffichine, il bene pubblico strozzato dall’interesse privato». E dove non ha senso parlare di furto, «perché le risorse furono mal distribuite, manovra che incontrò la complicità di molte personalità del Mezzogiorno, come Giovanni Nicotera, esponente del banditismo trasformistico meridionale» IV D Da una parte il mito del Risorgimento e l’orgoglio nazionale per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Dall’altra, invece, il racconto delle pagine tristi del Risorgimento, con il recupero della verità storica, sostenuta da intellettuali come Gramsci, Zitara, Nitti o Salvemini: ovvero il martirio economico e sociale imposto dal Nord al Meridione. I festeggiamenti per il compleanno dello Stato italiano ripropongono la polemica, più agguerrita negli ultimi anni, sull’unificazione come processo di liberazione delle terre italiane oppresse da regni unita: poi il raduno con bandiere delle Due Sicilie listate a lutto e ceri accesi sino ai piedi della statua di Carlo di Borbone sulla facciata di Palazzo Reale, con fiori deposti in onore «dei martiri che hanno perso la vita per il Sud». Intanto, due giorni prima, il 15 marzo, è stato presentata al Maschio Angioino «Malaunità», raccolta di saggi-verità di noti archivisti e giornalisti sull’unificazione nazionale. Sull’altra sponda altrettanto ricco il carnet di eventi per la festa tricolore: a partire dalla Notte Bianca al teatro Italia sì, Italia no Napoli si spacca autocratici e arretrati e sulle conseguenze economico-sociali patite dal Mezzogiorno dopo il 1861. Si sono moltiplicati, infatti, negli ultimi anni voci e movimenti politici e culturali convinti di una unificazione nazionale imposta di forza al Regno delle Due Sicilie, invaso dai Mille garibaldini e dal Regno di Sardegna. Insorgenza Civile, Partito del Sud, Insieme per la Rinascita, V.a.n.t.o, i Neoborbonici, Rinascita del Sud, PdSud, Contro Vento, Giovani per il Sud sono contenitori di un meridionalismo che non accetta più la versione del Risorgimento che si studia sui manuali scolastici. Si tratta di un manifesto politico-culturale espresso nella manifestazione «Tre giornate di Napoli», controcanto meridionale alle feste per il compleanno dello Stato: il 17 marzo, festa nazionale indetta per celebrare la prima seduta del parlamento di Torino del 1861, gli uomini del Sud si sono radunati in piazza dei Martiri. Sventolando bandiere con il vessillo del Regno delle Due Sicilie. Una sorta di flash-mob per fotografare le vessazioni subite dagli abitanti di una delle aree più ricche, prima dell’Unità, del Vecchio Continente. Il giorno precedente, inoltre, nella chiesa di San Ferdinando, i simpatizzati del movimento neoborbonico si sono uniti per una veglia di preghiera contro l’Italia San Carlo con «I Duelli», pièce tratta da «Romeo e Giulietta». Protagonista Roberto Bolle. Le celebrazioni tricolore hanno portato ossigeno ai commercianti napoletani. Negozi aperti, gadget e sconti: cappellini, bandiere e coccarde hanno invaso vetrine e bancarelle. Tra le iniziative il battesimo di Anita Garibaldi, diretta discendente del generale dei Mille, o la nuova «pizza Garibaldi», ideata dai pizzaioli aderenti alla Confcommercio. «Spero diventi famosa nel mondo come la Margherita - ha detto l’erede del condottiero - Bisogna recuperare la memoria storica. Spesso la politica dimentica che l' unità è frutto del sacrificio di vite umane, e che ha sortito benefìci per il Nord quanto per il Sud». (ns) V TERRONISTA A CHI? Orgoglio e pregiudizio secondo Demarco Terronismo? A naso la parola puzza di razzismo leghista. O è un neonichilismo bombarolo, praticato da meridionali? Ci trae dagli impacci Marco Demarco, giornalista, scrittore, da 14 anni direttore del Corriere del Mezzogiorno, visto che il termine è una sua invenzione. Un neologismo che è il titolo del suo ultimo libro (Ed. Rizzoli) e che inchioda l’ennesima malatendenza del Belpaese, stavolta proliferata intorno al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia: Terronismo è il viziaccio montante di scannarsi a vicenda, Nord contro Sud, Sud contro Nord, andata e ritorno sull’Eurostar dei veleni. È l’arsenale sadico dello stereotipo e intossica molti: da Milano a Palermo. Questa la diagnosi, intellettualmente arcistufa ma equilibrata, del direttore. Che il conto, scandito da fatti, da dati, da citazioni, lo consegna a tutti i «terronisti» d’Italia. E poi abbozza un futuro benigno della nazione, ma solo a patto di piantarla coi pregiudizi. A Demarco tre domande a basso tenore polemico. 17 MARZO: COME HA TRASCORSO IL GIORNO DELLE CELEBRAZIONI? EMOZIONI PARTICOLARI? Volevo partecipare all’alzabandiera in piazza del Plebiscito, ma un mal di schiena mi ha bloccato a letto. Nel pomeriggio, vinto il dolore, ho festeggiato l’Unità, leggendo un bel libro sul Risorgimento di Alberto Maria Banti. IL NORD HA SCELTO “VA’ PENSIERO”. ROMA È FEDELE A MAMELI. E IL SUD? Mameli va benissimo anche per noi. Eviterei l’inno borbonico di Paisiello. Ma se proprio si deve, allora sia «O surdato ‘nnammurato» di Aniello Califano. QUALE LIBRO LEGGERE PER CAPIRE L’ENIGMA MERIDIONALE? «Perché gli intellettuali non amano il liberismo», un libro di qualche anno fa di Raymond Boudon, edito da Rubbettino: contro ogni forma di fatalismo e determinismo. Poi i libri di Giuseppe Galasso sulla storia del Regno di Napoli e quelli di Paolo Macry sull’‘800 e sulle leggi imprevedibili della storia, soprattutto l’ultimo: «Gli ultimi giorni. Stati che crollano nell’Europa del Novecento». Ma un elenco «raccontato» dei miei libri preferiti è nell’ultimo capitolo di «Terronismo». (am) U Per l’ennesima volta si è riaperta la discussione anzi la diatriba, sull’Unità d’Italia, cioè sull’annessione militare del Sud al Nord, insomma sul Risorgimento, periodo storico fondamentale della nostra storia patria, ma ahinoi, spesso sconosciuto nei suoi capitoli più significativi. Antica diatriba - dicevo - alimentata dall’antica ostilità della cultura cattolica dell’epoca, del temporalismo religioso, superata, poi, dal costituzionalismo di Dossetti e dal liberalismo cattolico di De Gasperi. Con questi precedenti ed in presenza delle varie e tutte riduttrici interpretazioni del Risorgimento, si è riaperta la polemica resa attuale dalle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia patrocinate dal Quirinale da un lato e dai neofederalisti della Lega dall’altro. Vorrei esplicitare subito il mio pensiero: il Risorgimento è, senza dubbio, il risultato di un lungo processo di incubazione e selezione: esito condizionato dai passaggi storici precedenti ed a essi legato, ma nel contempo frutto dell iniziativa ostinata di quanti, superando grandi ostacoli, sono riusciti a realizzare credibilità etico-politica e vigore militare nell’area europea. Detto ciò poi si può e si deve analizzare il principio della nazionalità, l’ipotesi federalista, le personalità di Carlo Alberto, Camillo Benso di Cavour, Vittorio Emanuele II, Mazzini, Garibaldi, Cattaneo, senza trascurare elementi elitari, popolari, dinastici, nostri ed internazionali, che testimonianza più viva e vera degli avvenimenti cruenti e dei protagnisti che fecero l’Italia. La figura più rappresentativa di tanto stato di cose è il personaggio pirandelliano di Mauro Mortara (“I vecchi e i giovani”) il quale nonostante il suo sogno unitario, con il petto cosparso di medaglie per l’eroismo dimostrato battendosi per l’unità, cade sotto le armi dell’appena costituito esercito sabaudo, durante una sommossa a Favara presso Agrigento. Con Mortara anche le sue medaglie erano state colpite tanto che i soldati si chiesero: “Ma chi abbiamo ucciso”. Tale episodio Ufficialmente si chiamò guerra contro il brigantaggio, ma in quelle bande c’era anche l’ispirazione e la militanza sanfedista e l’omertà contadina che temeva e odiava il latifondo dei signori ed il loro diritto di “bassa giustizia” legalmente esercitato ed ampiamente tollerato dall’amministrazione dello Stato unitario. Purtroppo l’inadeguatezza garibaldina rese impossibile una soluzione democratica ed aprì la strada alla conquista militare con tutto ciò che derivò da essa. Tuttavia la conquista militare fu portatrice anche di un ideale di Nazione e di riscatto sociale. La casa Savoia ha Quando la letteratura spiega il Risorgimento meritato l’esito del Regno d’Italia, perché unica tra le monarchie italiane, non solo ha saputo, con felice intuizione politica, comprendere la direttrice e la portata sottese al processo di trasformazione storica in atto in Italia ed in Europa, quanto averne inteso il carattere irreversibile adeguandovisi con intelligenza ed assecondandolo per quanto le competeva: i poteri attribuiti allo Statuto. Il Risorgimento La riflessione di Aurora Cacopardo hanno condotto al Regno d’Italia nel 1861. I neofederalisti e la Lega hanno rimesso sul tavolo l’accusa della conquista militare e delle migliaia di giovani uccisi dalle truppe piemontesi in Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia per il solo motivo di cospirare e, quindi, democraticamente sospettabile. Ora quelle esecuzioni sommarie ci furono e negare i fatti è impossibile: basti citare Verga per l’eccidio di Bronte, poi iniziando da Pirandello e passando da Verga a De Roberto, da Tommasi di Lampedusa a Sciascia, le pagine della letteratura siciliana sono la non è certamente isolato, errori ed orrori si perpetuarono per mano del nuovo esercito “regolare” che colpì a morte l’entusiasmo di tanti giovani rimasti delusi dopo l’equivoco di Teano che, con la consegna del Sud a Vittorio Emanuele sancì la fine di ogni investitura a Garibaldi come aveva ben previsto il principe Fabrizio Salina quando dice: “Quel mazziniano lo imbriglieranno”. Infatti non fu Garibaldi a consegnare a Palermo il risultato del plebiscito nelle mani del nuovo sovrano ma il suo luogotenente Antonio Mordini. Opporre a questi fatti le esecuzioni ancora più sommarie e raccapriccianti effettuate dalle bande contadine serve a poco, poiché è diversa l’irresponsabilità dei ribelli di fronte a stragi di Stato eseguite per ordine superiore. In effetti non si trattò di una semplice operazione di polizia ma di una vera e propria guerra civile che durò 10 anni ed insanguinò tutto il Mezzogiorno. VI non è stato e non dev’essere un’agiografia e tanto meno una oleografia. Il legno storto con il quale l’Italia è stata costruita era pur sempre la sola materia disponibile. Il perfezionismo coincide con l’Utopia: può servire come modello di riferimento e aspirazione e perciò ricordo le parole del professor Rosario Romeo che in un articolo del 22 marzo 1975 non a caso intitolato “Figli di Ignoti”, come monito contro tutte le umiliazioni e gli smarrimenti diceva: “Un paese idealmente separato dal proprio passato è un paese in crisi di identità, e dunque potenzialmente disponibile, senza valori da cui trarre ispirazione e senza quel sentimento di fiducia in se stesso che nasce dalla coscienza di uno svolgimento coerente in cui il passato si pone come premessa e garanzia del futuro”. Quindi aspirazione, dicevo, perché sia chiaro, che non si raddrizzano le gambe dei cani e non si accorciano i colli alle giraffe. G Grande successo per la mostra-studio ospitata dalla Camera di Commercio e organizzata dal coordinatore dell’AIGE, Umberto Franzese e dal suo presidente, Luigi Rispoli, con il patrocinio del Consiglio Provinciale di Napoli. “Brigantesse: eroine dimenticate dell’Italia postunitaria” è una ricerca pluriennale d’antropologia storica condotta da Simona De Luna, direttore del Laboratorio Antropologico dell’Università degli Studi di Salerno e da Domenico Scafoglio, presidente de La Rete, attraverso carte processuali e documenti d’archivio, memorie di sequestrati, autobiografie di briganti, scritti di militari, note di psichiatria criminale, testi letterari reperiti nei musei, negli archivi e nelle biblioteche di Terra di Lavoro, Campania, Lucania, Calabria. Un fatto importante, spesso BRIGANTESSE, EROINE IN MOSTRA di Fiorella Franchini Italia SÌ/ Cioccolato tricolore Un profumo inebriante, l’odore dolce del cioccolato pervade i sensi del visitatore della fabbrica di Gay Odin, artigiani storici di questo gustoso alimento, che nel periodo di celebrazioni per l’Unità d’Italia e in occasione della Pasqua, accolgono i golosi avventori con un gigantesco uovo pasquale, alto circa 1 metro e ottanta, del peso di quattro quintali e spesso 7 centimetri. La scena raffigurata è quella famosa dell’incontro a Teano di Garibaldi e del re Vittorio Emanuele II, i colori quelli della bandiera nazionale, rosso, bianco e verde riportati su molte creazioni della famiglia Maglietta. È il signor Dimitri ad accoglierci in questo paese dei balocchi che con passione illustra le idee per celebrare questo anniversario dell’unità nazionale. Cioccolatini di marzapane a forma di bandierine, tavolette raffiguranti il tricolore, scatole preziose che richiamano i colori nazionali o scene famose dei personaggi che l’Italia l’hanno fatta, sono il Italia NO/ Argenio nel segno dei neoborbonici 17 marzo 2011, festa nazionale, eventi e manifestazioni, hanno celebrato, dal Piemonte alla Sicilia, il 150° anniversario dell’Unità d’Italia; eppure c’è una parte della penisola che a festeggiare proprio non ci sta, qualcuno che, anzi, ha pensato di dover proporre dei controfesteggiamenti; tra questi i più convinti e appassionati sono i neoborbonici che hanno, tra gli altri, il loro cuore pulsante in via Filangieri, nel negozio del signor Salvatore Argenio, fornitore real casa Borbonica. Un luogo dove foulard, orologi, libri e cravatte raccontano la passione di Argenio per Napoli e per il Sud Italia, una passione portata avanti con dedizione e spirito di appartenenza a quello che un tempo era il Regno delle Due Sicilie. “Non siamo contro l’unità d’Italia”, afferma il signor Salvatore, “noi vorremmo una vera unità, non quella che ci hanno raccontato finora, dimentica del sangue versato dai nostri conterranei, relegandoci a semplici consumatori del di Alessandra Dell’Aquila occultato da interpretazioni parziali che hanno messo in risalto solo le figure di capi, affiliati e manutengoli delle varie bande che imperversarono nell’Italia Meridionale, mentre sono numerose le figure femminili che hanno lasciato il segno nella memoria affrancandosi dalla subalternità familiare e facendo le prime esperienze d’indipendenza femminile e di parità tra i sessi. L’esposizione ha illustrato la natura del fenomeno ed il suo significato nella storia italiana, mostrando le foto delle brigantesse, accompagnate da brevi profili biografici, raccontandone i momenti più significativi della vita alla macchia, l’iniziazione, l’arresto, il processo, l’uccisione. Maria Oliverio, Maria Rosa Marinelli, Michelina Di Cesare, le eroine più famose di un universo complesso di passioni e comportamenti al quale l’analisi etnografica e storica ha cercato di restituire il senso di una realtà inedita, forse unica, nella storia delle donne. contributo alla giornata del 17 marzo della più famosa fabbrica del cioccolato partenopea. Anche il Presidente della Repubblica, più volte ospite presso la sede di via Vetriera, ha potuto apprezzare queste nuove creazioni, felice che un’azienda napoletana celebri un data così importante. Per il 150° anniversario dell’unificazione italiana anche altri hanno messo in moto la fantasia come un altro famoso e altrettanto apprezzato ritrovo per golosi, “Cioccoliamoci – Dolceidea” in via Chiaia, 35 i cui maestri cioccolatieri hanno realizzato tavolette di cioccolata con la forma della bandiera italiana, esposte in vetrina accanto ad uno schermo tv dove scorrono le immagini della preparazione di queste prelibatezze. Modi simpatici per festeggiare una data simbolica che può essere ricordata in modo “dolce” e colorato, per delle celebrazioni a tutto tondo, dalle manifestazioni istituzionali alla tavola di ciascun italiano. VII Nord produttore, depauperati di ricchezze materiali e culturali, finendo con essere gli ultimi da quando eravamo i primi”. T- shirt bianche con i nomi insanguinati di 5 delle 54 città rase al suolo dai piemontesi, tra cui Gaeta e Messina, sono state ideate dal signor Argenio per ricordare i morti del Sud, i morti sacrificati per quel sogno garibaldino, uomini e donne che nessuno ricorda mai, quasi fossero di serie B. Le magliette sono state indossate nella marcia silenziosa del 16 marzo e nello spettacolo del 21 marzo, al teatro Quirino in Roma, dove è stato messo in scena il tema di “Terroni”, libro di successo di Pino Aprile. Un’Italia diversa quella in cui credono i neoborbonici, non secessionista né antinord, ma solo orgogliosa delle proprie radici e dei propri primati che il signor Argenio ricorda ad ogni cliente con un piccolo volantino intitolato “I primati del Sud” che dal 1735 al 1860 rimembra a tutti, quanto di buono ci sia da Roma in giù, nonostante quanto si dica, nonostante tutto. Ogni favola è un gioco ed è vera soltanto a metà IX/De Maio, se canta Napoli senza lacrimatoi Lo chansonnier partenopeo, tra lirismo e impegno sociale, è la voce della città DeMaio, secantaNapoli senzalacrimatoi X Pino si legittima come un artista, antieroe, refrattario alla demagogia dei sentimenti finalizzati a fungere da dazebao, da “agit prop” T Tanti anni fa, al mio vecchio giornale Roma, c’era un giovanissimo, mitico talento del giornalismo, Angelo Maggi, primo e vero scopritore di Massimo Ranieri - destinato sicuramente a diventare un Ennio Flaiano napoletano, se non ci fosse stato prematuramente strappato per un fatale insulto cardiaco - il quale già da supremo e inimitabile sacerdote laico della napoletanità, raccomandava a noi “pizzotti”, sprovveduti colleghi “pulcini”: “Ricordatevi sempre, quando vi tocca di scrivere di qualche importante artista napoletano, la cui arte ha una forza inconfondibile, difficile da qualificare per la vastità di timbri, di interessi, di vissuto, che v’è un solo modo per non fargli torto o, meno che meno, cadere nell’approssimazione, scrivete subito: “Egli è la storia di Napoli”. Quanto aveva ragione Maggi. Parlando oggi di Pino de Maio, cantante e chansonnier, senza tempo e mille storie, mi torna in mente la sua raccomandazione, mai cosi calzante per un artista, che ha in sé le anime più affabulanti di Napoli, popolare e fatte sulle corde di una chitarra “ubbidente e raffinata”, per sfuggire così alle esche velenose del Grande Flagello, dell’Isola delle formose; ma alcune sere fa averlo potuto ascoltare in Alta Irpinia, in un luogo, dove all’improvviso per una tempesta di neve, vi è stato un “black out” energetico, facendoci ripiombare all’età del moccolo, mi ha dato la conferma più originale e inattesa del suo straordinario valore. Mentre altri, quale che ne sia lo spessore, in circostanze del genere - lo possiamo verificare spesso anche in megaconcerti estivi - non spiccicano nota, senza un microfono acceso, invocando l’intervento della Protezione civile, qualora si profili la tortura di suonare a viva voce senza taroccamenti, Pino non solo non ha perso una nota ma ha dato nel buio una tale forza trascinante al suo recital, che, mentre si accendevano intorno candele, torce e torcette, appena è tornata la luce si è sentito un “boatos” di rammarico più che di liberazione. La sua nuda primitiva, incorrotta voce di Napoli aveva già irretito i presenti. Ma non c’è da di Aldo de Francesco nobilissima, una stratificazione di civiltà più che una summa o tabulati di concerti e concertini. Insomma un repertorio di profonde elaborazioni artistiche, che danno i brividi nel sentirle, nascendo nell’humus profondo di questa città, mi riferisco al repertorio popolare di titoli inconfondibili e trascinanti come “La scarpetta”, “Fenescia vascia”, “Il Guarracino”, “La serenata di Pulcinella”, “Michelemmà”, “La canzone di Zeza”, “Statte bona”. Canti lontani, in cui si ritrova lo spirito inquieto, sognante, ora epicureo di segno vulcanico, ora omerico posillipino, ora carnale, come i variegati mari di Napoli, visti da Matilde Serao o da Giuseppe Marotta. Seguivo da tempo il suo esaltante percorso, spesso, nei relax serali, mi avventuro anche su varie emittenti locali per ricercare le sue possenti esibizioni, meravigliarsi, quando si parla di un artista, che non è nato in “provetta”, ma in una culla della periferia a Miano, dove è cresciuto ascoltando il canto disperato delle emergenze più drammatiche, dando forza alla volontà collettiva del riscatto, con capolavori e motivi non bisognosi di etichette stereotipate per imporsi al gradimento e alla stima della gente perché ricchi dentro d’anima. Pino si legittima come un artista, antieroe, refrattario alla demagogia dei sentimenti finalizzati a fungere da dazebao, da “agit prop”. Neanche per gioco v’è in lui una sola traccia di quel lacrimatoio cronico che ha fatto tanti danni a Napoli e al Sud, anche in campo artistico. In una società che urla anche un saluto per sentirsi protagonista, è davvero motivo d’orgoglio poter contare su un maestro come De Maio, legittimato da una XI passione senza eguali, vissuta nel continuo rigore della ricerca e in costante rapporto con il sociale, in cima al quale, svetta l’impegno ventennale per i ragazzi di Nisida. Ma da un moschettiere come lui con baffi alla Errol Flynn, il largo sorriso alla Riccardo Montalbano - un abisso rispetto alla zucca dell’odierno e omonimo commissario - non trovando io altri credibili riferimenti o somiglianze con gli odierni big, star ed “euro star” dello spettacolo, oggi in circolazione, non c’è da aspettarsi certi gesti da autentici cavalieri dell’altruismo, come i personaggi dumasiani ricchi di umanità e di ideali. LAPORTA DELGOL XIV/Il Napoli che verrà In qualunque angolo del mondo c’è un bambino che tira calci ad un pallone e milioni di adulti che vorrebbero essere quel bambino “S “Sogno o son desto?” sembrano chiedersi i tifosi del Napoli, deliziati da una stagione esaltante che vede gli azzurri in lotta per grandi obiettivi, imponendosi a forza di bel calcio e record polverizzati nel gotha del campionato, conquistandosi a pieno il titolo di “grande”. Sogni ad occhi aperti anche per la prossima stagione: De Laurentiis spende quattrini, spande entusiasmo e promette due centrocampisti coi fiocchi e, chissà, qualche sorpresa sotto l’ombrellone. Con le sirene del calciomercato ancora lontane, però, si può lavorare di fantasia: cinque espertissimi hanno disegnato per Chiaia Magazine il profilo del Napoli 2011/2012 perché, se nessun sogno è mai solamente un sogno, l’importante è restare ancorati alla vetta. Il Napoli che verrà Le formazioni ideali di quattro giornalisti e un assessore per il campionato 2011/2012 Per tutti una certezza: il trio delle meraviglie non si tocca di Rita Giuseppone FORMAZIONE GIANLUCA VIGLIOTTI FORMAZIONE TONI IAVARONE Lete Lete De Sanctis Lete Lete Cannavaro Lete Maggio Matuidi Hamsik Lete Fernandez Lete Lete De Sanctis Ruiz Lete Lavezzi Lete Santacroce Lete Borja Valero Lete Lete Coentrao Lete Maggio Lete Cavani So bene che a tanti sembrerebbero esagerate le cinque novità che ho auspicato per la prossima formazione del Napoli, rispetto ai titolarissimi che tanto bene hanno fatto in questa stagione. La motivazione della semirivoluzione è semplicemente dettata dalla esigenza di aumentare il tasso tecnico della squadra in vista dei delicati e difficili impegni di Champions League. Inoltre due dei cinque nuovi innesti sono già di proprietà del Napoli. Parlo ovviamente dello spagnolo Ruiz che avrà modo di assimilare ancora meglio i dettami della difesa a tre di Mazzarri,e dell'argentino Fernandez che sta spopolando nell'Estudiantes entrambi difensori dalle spiccate doti tecniche oltre che fisiche. A centrocampo ecco le sospirate novità. A partire dai prelibati piedi buoni dello spagnolo Borja Valero che ci ha fatto letteralmente impazzire con il Villareal, insieme alla grande promessa del calcio francese già nazionale di origine angolana, Matuidi (provenienza Saint Etienne) di cui tanto bene si parla e Coentrao. il laterale di fascia sinistra del Benfica e della nazionale portoghese. Un vero e proprio moto perpetuo che sposa tecnica sopraffina e quantità. Insomma una garanzia anche per la sua già rodata esperienza europea. Cannavaro Lete Hamsik Ruiz Lete Borja Valero Lete Lete Lete Lavezzi Lete Yebda Dossena Lete Cavani È la formazione che vedo più vicina alla ragione delle politiche societarie, ovvero ottimizzare attraverso l'equilibrio dei costi e dei ricavi anche le azioni sul mercato. Certo, questa squadra fa sognare ma non abbaglia la vista ai tifosi; magari sarebbe stato meglio immaginare, che so?, Higuain, Aguero oppure Gareth Bale. Tuttavia l'undici immaginario per la prossima stagione dovrà fondarsi sui requisiti fissati dal presidente De Laurentiis: giovani, talentuosi e affidabili, ma soprattutto legati al progetto dell'azienda Napoli che vince, spende ma non spande per ingaggi e quant'altro. XIV Lete De Sanctis Lete Lete Lete Grosso (o De Ceglie) Lete Lete Maggio Pirlo Lete Cannavaro Lete Lete Inler Dossena Lete Hamsik Ruiz Lete Lavezzi Cavani Questi gli 11 titolari. In panchina Campagnaro, Santacroce, Gamberini, Zuniga, Gargano, Yebda, Pazienza, Meggiorini, Mutu (o Jeda). Occorre intervenire su difesa e centrocampo, inoltre occorre una panchina più forte, altrimenti non si reggono due fronti. Il Napoli non dispone di risorse tali da prendere tutte prime scelte o almeno da scrivere il libro delle illusioni: quindi giocatori di qualità non giovanissimi. FORMAZIONE GUIDO TROMBETTI FORMAZIONE MIMMO CARRATELLI FORMAZIONE PAOLO DEL GENIO Lete Lete De Sanctis Lete Lete De Sanctis Lete Lete Lete Maggio Mexes Cannavaro Lete Lete Gargano Lete Hamsik Balzaretti Lete Lavezzi Campagnaro Lete Palombo Lete Lete Cannavaro Lete Maggio Sanchez Lete Lete Dzemaili Lete Ruiz Lete Inler Lete Dossena Lete Lete Hamsik Cavani Modulo 4-2-3-1, offensivo come piace a Mazzarri. I campioni già affermati nel Napoli dovranno mostrare maturità tattica nel doppio lavoro attacco-difesa. Due duri in mezzo (Gargano e Palombo), difesa con esterni fluidificanti (Maggio e Balzaretti), Hamsik più centrocampista (è possibile). Terzetto offensivo da far girare la testa a qualsiasi difesa. Media 29 anni, soprattutto fra difesa (rafforzata con 4 elementi) e centrocampo. Esperienza e solidità. Splendida giovinezza in Hamsik e nei tre attaccanti. Lavezzi Cavani Formazione confermata quasi in blocco, anche grazie agli ottimi risultati raggiunti in questa stagione. A centrocampo, senza voler bocciare Gargano, Pazienza e Yebda, inserirei in organico due calciatori che, sia per le loro qualità tecniche e fisiche, sia perché molto adatti al gioco di Mazzarri, possono far fare il salto di qualità alla squadra. Dzemaili e Inler, infatti, conoscono il campionato italiano, e, avendo fatto molto bene in squadre di valore inferiore al Napoli, possono integrarsi perfettamente con gli automatismi del centrocampo. XV XVIII/IL TESORO CERCA CASA XXI/CHIESE NEGATE, OPERAZIONE SPONSOR Non importa ciò che è, ma quello che diventa importante: un’irrinunciabile porta-spia su ciò che non si può non sapere L’’ L’obiettivo lo accarezzava da un pezzo. Ma, a un passo dal traguardo, l’occasione è sfumata. Alla fine Gaetano Bonelli, collezionista di napoletanità, che per la sua raccolta di oggetti, reperti, memorabilia assortite, custodita tra le mura di casa, sognava una sistemazione di alto profilo, dovrà rinunciare alla festa. Il sogno di un Museo Bonelli, quello promessogli tre mesi fa dalle autorità cittadine, è tornato al mittente. Eppure il presidente della 4° Municipalità David Lebro e poi l’assessore al patrimonio Marcello D’Aponte e quello alla Memoria della Città Diego Guida una sede adeguata al «tesoro» del valoroso Bonelli l’avevano pure individuata: la Sala del Lazzaretto del complesso di Santa Maria della Pace. C’era solo da mettere tutto nero su bianco in una delibera del Comune. Ma il tempo è volato in fretta, anche quello utile perché la Giunta Iervolino ratificasse il progetto con la deliberazione prevista: colpa delle imminenti elezioni visto che, secondo la legge, sindaco ed assessori restano in carica solo per gli affari di ordinaria amministrazione. E così, probabilmente, il lodevole intento del collezionista, che da un po’ vagheggiava di pubblico, bussando a tutte le porte istituzionali possibili. E se adesso gli è andata male, qualcuno prima o poi gli aprirà per davvero perché in gioco c’è un nobile omaggio alla gloria di Napoli da convertire in risorsa culturale per la città ed i turisti. Lo merita lui, lo merita una raccolta in cui ha messo sudore, quattrini, fiuto e l’amore per la sua terra. Tutti d’accordo, infatti, quelli che l’hanno vista: «La collezione racconta una storia sincera e attendibile della città». Lui, intanto, sciorina alcune perle del futuro museo: «La raccolta tratta tutto lo scibile sulla città. Un universo napoletano che va dal ‘500 al 20esimo secolo, riordinato in sezioni: Teatro, Cinema, Emigrazione, Commercio, Architettura, Vedutistica, Primati, Filatelia e Storia Postale, Numismatica e Medaglistica, infine Trasporti. L’Acquaiolo in terracotta poliocroma di Gemito è tra i pezzi forti. Tra le tante mirabilia, poi, - prosegue Bonelli - 300 locandine teatrali di era borbonica, manoscritti e dispacci che raccontano l’annessione del Regno delle Due Sicilie come due lettere che descrivono l’ingresso di Garibaldi a Napoli, poi progetti e tavole originali dei più prestigiosi edifici cittadini, i biglietti dei tram a cavallo, il Il sogno di Gaetano Bonelli, collezionista di rarità per la gloria di Napoli: un museo per la sua preziosa raccolta di napoletanistica Iltesorocercacasa di Alvaro Mirabelli rendere pubblico il suo museo privato senza pretendere nulla, ritorna dov’era: in sala d’attesa. Un’illusione evaporata in un attimo che non fiacca, però, l’ostinazione del raccoglitore di rarità: tornerà alla carica, semmai, col prossimo sindaco. Lo garantisce la tenacia di una vita, spesa a cercare testimonianze sulla storia di Napoli. Lui, infatti, 39 anni, giornalista, certosino archivista di testimonianze partenopee, segugio a caccia di frammenti della memoria storica locale, ha impiegato 20 anni per montarsi in casa una gallery di tutto rispetto. Poi, un anno fa, ha alzato il tiro delle sue ambizioni: il suo giacimento di cose uniche o rare, assemblate con rigorosi criteri storici, ha deciso di renderlo «S pesso, in passato, Napoli ha battuto d’anticipo il mondo intero»: se gli toccate la patria sudista, il collezionista ed esperto di Napoletanistica Gaetano Bonelli risponde così. Perché lui la Napoli di retrovia degli ultimi decenni proprio non la digerisce e al desolato paesaggio attuale, oppone carte alla mano, i trionfi partenopei dei secoli scorsi. Tra i tanti quello di una Capitale all’avanguardia anche in materia ambientale. «All’indomani dell’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra - si infiamma Bonelli - presentai alla stampa cittadina il documento del 1937 relativo alla fabbrica di inceneritori che aveva sede in piazza San Domenico Maggiore: prova lampante che 74 anni fa, in materia di trattamento dei rifiuti solidi urbani, la città era già all’avanguardia. E giusto per smentire il disfattismo di casa nostra e d’importazione sulle radici della nazione meridionale, posso esibire un manifesto borbonico del 1833 che la dice lunga sulla sensibilità ecologica degli amministratori delle Due Sicilie: l’editto faceva divieto di pescare la figliolanza, ovvero i pesci piccoli, e imponeva l’obbligo di pescare con reti a maglie larghe. Una norma davvero lungimirante visto che sui contenuti di quel proclama di Sua Maestà sembra ricalcata, quasi due secoli dopo, la normativa UE del giugno 2010 che prevede l’adozione di reti da pesca con maglie più larghe». (am) Ambiente: i primati delle Due Sicilie manifesto che celebra l’ascensione di un pallone aerostatico nel golfo di Napoli nel 1847, il ricco materiale documentale sull’emigrazione verso le Americhe tra ‘800 e ‘900, una locandina del S. Carlo del 26 marzo 1861, due giorni dopo la proclamazione del Regno d’Italia». Cose preziose in attesa di gloria. NELL’ALTRA PAGINA L’“Acquaiolo” in terracotta policroma di Vincenzo Gemito AL CENTRO Una cartella della tombola, acquarellata a mano, del primo ‘800 A LATO L’ultima locandina del San Carlo, anno 1860, d’epoca borbonica SOPRA Un orario delle Ferrovie Borboniche del 1844 IN ALTO Gaetano Bonelli con una rara veduta dell'Ottocento fotografata da Sommer XIX U Una notizia buona e una cattiva. La buona, prestigiosa ma poco nota, è quella del fantastico record detenuto da Napoli che è la città d’Italia col numero maggiore di chiese: sono 448 i templi cittadini, una cifra che straccia persino la città del papa visto che a Roma, seconda della classifica, di chiese ce ne sono 300. E basterebbe questo a inserire di prepotenza la metropoli partenopea nell’élite delle città d’arte, non solo italiane, ma mondiali. La notizia cattiva, anzi pessima, è che la capitale del Sud ha anche il primato degli edifici sacri in malora: 300 su 448 stanno su per scommessa. Nel migliore dei casi si procede per strappi, rattoppando con interventitampone, e nei casi peggiori, che sono la maggioranza, le glorie di un tempo sono ormai carcasse sfregiate dai saccheggi e dalla strafottenza. È il ritratto imbarazzante della città double face: un caso di macelleria culturale che grida vendetta e piazza nel petto un bel grumo di rabbia. E ci va pure di lusso se altre 148 chiese resistono. In questo deserto della speranza, però, si è accampato autorevolmente l’affondo del cardinale Crescenzio Sepe: lui, l’arcivescovo, prima si è inventato l’anno giubilare partenopeo, gran colpo di genio per compattare cittadini e pubblici amministratori sul fronte delle cose concrete e risollevare di scatto la linea dell’orgoglio napoletano, e poi, lo scorso 2 marzo, ha proposto pubblicamente ai privati di rilevare ben 100 chiese inagibili (ndr sulle 308 complessive di proprietà diocesana) in comodato d’uso gratuito, cancellando d’un colpo la storica ritrosia della curia napoletana a «mollare» agli estranei Chiese negate, operazione sponsor La proposta di Sepe: in comodato ai privati 100 chiese da salvare. Resta in bilico il destino di altri 200 edifici di culto di Oscar Medina Su 448 edifici sacri cittadini 300 cadono a pezzi. L’appello del Cardinale per riqualificare l’immenso patrimonio artistico culturale della città XX il proprio patrimonio di edifici di culto. L’appello del porporato è vincente: il privato di buona volontà si scelga una chiesa a pezzi, l’adotti, la sponsorizzi, formuli un progetto di riqualificazione e un piano di destinazione che concili interessi individuali e collettivi, tipo una biblioteca o un polo di musica: infine realizzi il tutto e ne gestisca il futuro. Se la proposta è adeguata, la Diocesi, senza ricevere contropartite, consegnerà il tempio al comodatario a tempo e utilizzo determinati: S ull’arte perduta, sulla negligenza istituzionale nei confronti del patrimonio monumentale e chiesastico di Napoli, Chiaia Magazine ha prodotto nel 2008-2009 una lunga inchiesta a puntate, focalizzata sul territorio di Chiaia. Dopo l’annuncio del cardinale, rilanciamo oggi la vicenda della chiesa di S. Maria a Betlemme. Dal dopoguerra in poi, il secentesco tempio nel cuore di Chiaia ha visto di tutto: furti, devastazioni, abusi edilizi. Insomma: uno scempio selvaggio. Ma dal ’77 le cose sono peggiorate: per motivi burocratici la chiesa, di proprietà della curia, è stata abbandonata dalla Confraternita della Natività che la gestiva e riconsegnata alla curia che nel 1988 ha dato la chiesa al Demanio. E nell’edificio, ormai vuoto, sparita la religione, è entrata la cronaca nera: sparite le tele di Domenico Vaccaro e Giacomo Del Po, asportati i marmi policromi. Poi sono arrivate le infiltrazioni, i barboni, i dissesti. Nel 2002, infine, il Demanio ha bonificato sommariamente la chiesa e l’ha concessa alla Nuova Orchestra Scarlatti. Un piccolo passo verso la speranza. Ora però urge un recupero globale del tempio. E Chiaia Magazine ripropone l’appello. Santa Maria a Betlemme, missione recupero insomma il comodato d’uso allungato su un piatto d’argento per frenare la mattanza delle chiese napoletane. Enti, associazioni, fondazioni sono allertate: non ci perde nessuno, ci guadagnano tutti, a cominciare dalla città. E se la formula prende piede, le altre 60 chiese inagibili di proprietà della Curia potrebbero seguire la stessa via. Ma se sua Eminenza guadagna punti, resta inguardabile la condotta della amministrazioni laiche che pure possiedono edifici di culto in città: sono infatti assenti ingiustificati da sempre il Demanio statale cui appartengono 90 chiese ormai in agonia e il «Fondo Edifici di Culto», organismo del Ministero degli Interni che «gestisce» alla men peggio altri 50 immobili sacri, clinicamente morti o quasi. In tutto 140 chiese sull’orlo del crac: 140 storie di infamia ordinaria dimenticate dall’agenda politica. XXI ferdinandopolverinodelaureto La tua personale avventura in un nuovo, grande Country Club Dio ha proibito che io vada in un paradiso nel quale non ci siano cavalli. (Cunninghame-Graham, Robert Bontine) A sinistra il presidente Davide Gatta con Pietro de Padova laPortaVirtuosa XXIV/Te la do io la location XXVI/Chic o choc XXVII/Galleria del Mare Andrea Santarelli racconta il suo lavoro di “cercatore di luoghi” per fotografi e registi. I grandi della moda, da Zegna a Dolce e Gabbana, si fidano di lui perché li accontenta anche con trovate spiazzanti. La sua prossima sfida? Il corto “Cani Sciolti”, di cui è produttore Te la do io la location XXIV C Ci sono mestieri che solo a nominarli già ti intrigano. Sono professioni ad alto coefficiente di appeal, solitamente abbinate a creatività e fantasia, due talenti di cui Napoli è capitale riconosciuta. Non stupisce, dunque, che proprio un partenopeo abbia scalato in fretta la classifica del prestigio in un ruolo poco noto al grande pubblico ma assai richiesto dagli operatori del fashion system, perché indispensabile a realizzare i prodotti pubblicitari legati a questo settore: parliamo, insomma, di uno specialista che individui siti e scenari ideali per campagne promozionali costruite su servizi fotografici, cataloghi, calendari, spot televisivi, pubblicazioni, fino ad arrivare ai film. Un addetto ai lavori che viene definito “location manager”. Lui è Andrea Santerelli, 39 anni, padre romano e madre partenopea, amante degli sport all’aria aperta, del cinema, della fotografia e, dice, di “tutte le espressioni artistiche in cui l’immagine è legata ad un’emozione”. Vive a meccanica, fonda la sua attuale società, la Italian location. “Ho avuto la fortuna di iniziare con un grosso marchio (Zegna n.d.r.) per una campagna pubblicitaria a livello mondiale: un catalogo interamente realizzato a Villa Giulia. Da lì in poi c’è stato un passaparola tra gli addetti ai lavori e sono cominciate ad arrivare soprattutto le grandi risorse che la Campania offre in questo campo, sia per le ambientazioni sia per la disponibilità dei proprietari delle location. Sempre più spesso, infatti, le richieste arrivano il giorno prima per il giorno dopo. Rispetto a Roma e Milano, a Napoli c’è maggiore velocità di risposta per permessi e autorizzazioni, e ciò contribuisce a indirizzare la scelta verso il nostro territorio, essendo il tempo un elemento fondamentale in questo lavoro, assieme ad un grande archivio e a tanta fantasia”. Le difficoltà e il dispiegamento di mezzi che girano intorno ad un servizio o uno spot a volte sono davvero difficili da immaginare. Un esempio? “Per la realizzazione dello spot caprese di Dolce e Gabbana mi sono dovuto inventare in che modo posizionare la telecamera per le riprese a mare. Alla fine ho dovuto affittare un rimorchiatore. E ancora, per girare un servizio su un nuovo modello di autovettura ho altre richieste. Acquisendo esperienza e conoscenza, sono passato poi ad occuparmi non solo della semplice organizzazione delle location, ma della produzione vera e propria”. Nel tempo si sono succedute collaborazioni per la realizzazione di servizi fotografici e cataloghi di grandi marchi internazionali della moda tra cui Ferragamo, (che ha utilizzato lo scenario di Palazzo Reale), Dolce e Gabbana (ai Faraglioni), Tod’s (a villa Roccamatilde), Bergdorf Goodman (in case fatiscenti dei Quartieri Spagnoli e di via Foria) e Hugo Boss (a Capri, nella straordinaria casa Malaparte). Ma anche per la creazione di due spot per la Regione Campania (l’ultimo per la regia dell’artista spagnolo Eugenio Recuenco nella spettacolare Piscina Mirabilis), di Ferrero Grand Soleil (sulla costiera amalfitana) e lo spot cult con supermodello in gommone davanti ai Faraglioni per Dolce e Gabbana. “Ad essere sinceri sottolinea Santarelli - ciò che ha reso possibile collaborazioni ad alto livello, oltre le mie capacità, sono state dovuto chiedere aiuto alla Polizia stradale per far chiudere al traffico 12 km di costiera amalfitana per alcune ore e affittare un elicottero per le riprese dall’alto”. Insomma, occorre collaborazione ed entusiasmo perché tutto vada liscio e non è un caso se durante la realizzazione del lavoro si creano rapporti di amicizia che proseguono nel tempo. “Ho avuto la fortuna di lavorare con fotografi straordinari come Mario Testino, Walter Chin, Serge Lebon, José Aragon, Mario Sorrenti, dai quali ho imparato molto. Ora sento la necessità di nuove sfide come quella di producer, sia nel cinema che nell’editoria. Il primo progetto in campo è la produzione del cortometraggio Cani sciolti, scritto da Cristian Patanè, giovane regista italiano (19 anni), considerato un “enfant prodige” dalla critica cinematografica. Un sogno tirato fuori dal cassetto che realizzerò coinvolgendo il territorio napoletano e tutte le risorse che negli anni ho utilizzato per terzi”. “Per la realizzazione dello spot di Dolce e Gabbana, per intenderci quello con il modello sul gommone e i Faraglioni come sfondo, mi sono dovuto inventare in che modo posizionare la telecamera per le riprese a mare. Alla fine ho dovuto affittare un rimorchiatore” di Laura Cocozza Napoli con il suo cane Bruce, un boxer fulvo che adora, quando non è in giro per l’Italia e il mondo alla ricerca di visioni e suggestioni. “In realtà - riflette Santarelli - non vado mai veramente in vacanza ma parto alla ricerca di luoghi che non conosco con l’obiettivo di carpirne l’atmosfera, le possibilità, le disponibilità”. Ha iniziato questo lavoro quasi per gioco: “La mia famiglia ha delle proprietà in Sardegna e trascorrendo lì l’estate fin da piccolo ho conosciuto molti milanesi impegnati nel campo della produzione pubblicitaria e cinematografica. Capitava spesso che mi chiedessero una mano per cercare dei bei posti in Campania dove realizzare le produzioni. Appena furono in commercio le prime macchine digitali, cominciai ad inviare via mail foto e informazioni sui luoghi campani che mi sembravano più idonei alle loro richieste”. Nel 2001 Santarelli decide di puntare su questo lavoro in modo professionale e, abbandonati gli studi di ingegneria XXV PER NOI RAGAZZI, NON CE LO NASCONDIAMO, LA MODA È UNA COSA IMPORTANTE. Ognuno di noi attraverso di essa riesce, o almeno prova, a esprimere il proprio modo di essere. Alcuni di fatto nascondono la propria personalità e seguono le tendenze, forse per paura di essere giudicati o non essere accettati: è per questo che ci ritroviamo con gli stessi abiti, le stesse scarpe, e anche le stesse borse. È come se si avesse paura di apparire diversi, paura di essere “fuori moda”. Quello che non si porta, che non è di tendenza ci terrorizza: “piacerà al mio gruppo il mio nuovo paio di scarpe?”. Talvolta invece il desiderio di distinguersi, di mostrarsi creativi, cade nel ridicolo, come quando si usa un trucco troppo pesante e vistoso, o accessori troppo appariscenti, o ancora un taglio e un colore di capelli decisamente “choc”. Prosegue l’appuntamento con gli studenti dell’Istituto Nazareth di via Kagoshima 15. Nel testo prodotto per questo numero i ragazzi e le ragazze del I Liceo Linguistico descrivono le tendenze più diffuse presso i giovani in fatto di moda, rappresentate nell’illustrazione dell’alunna Angela Bevilacqua “Chic” O“Choc”? GLI ACCESSORI SONO QUEI PARTICOLARI DEL PROPRIO LOOK CHE DANNO RISALTO A CIÒ CHE SI INDOSSA, VALORIZZANDOLO. Cinture, borse, occhiali, cappelli, sciarpe e bijoux possono trasformare un abito già visto, o un semplice pullover in un pezzo originale. Nell’ambito del revival della maglia lavorata ai ferri o all’uncinetto stile anni Settanta, quest’anno sono andati molto di moda i coprispalle, che ricordano gli scialli portati dalle nonne d’altri tempi, le mantelle lavorate e traforate, e i cappelli in lana cotta o di maglia con decorazioni a fiori applicati. Le cinture, sottili o alte, con grandi borchie incrostate di pietre colorate, o morbide a fermare pulloveroni e camicie larghe, sono state protagoniste del casual look di noi ragazze, completato da leggins scuri, infilati negli onnipresenti “ugg”, le scarpe-pantofole di pelo che quest’anno nessuna ha potuto farsi mancare. I ragazzi invece hanno abbinato spesso alla consueta camicia bianca infilata nei jeans un cappello tipo “Borsalino”, spesso brandito in mano il sabato sera nelle estenuanti attese sotto scuola per decidere come passare la serata. Per entrambi l’accessorio irrinunciabile, mattino, pomeriggio o sera sono gli occhiali da sole: questi hanno risentito, come molti altri accessori, dell’influenza dello stile “vintage”, che recupera e reinventa modelli e forme che risalgono a molti decenni fa, e che le nostre mamme vedevano indossati da divi come Audrey Hepburn, James Dean, Paul Newman. QUEST’ANNO ANCHE PER I CAPELLI SE NE SONO VISTE … DI TUTTI I COLORI! - “Noi ragazze, che siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per esprimere noi stesse, li apertamente a esponenti dello spettacolo, come Avril Lavigne o Rihanna”. - “Per noi ragazzi invece i calciatori sono diventati i modelli, grazie alle loro pettinature stravaganti. Come confermano anche le interviste condotte nel quartiere, ai barbieri capita spesso si ricevere la richiesta di una testa “alla Hamsik” o di un “doppio taglio”, ispirato al calciatore napoletano Marco Borriello, ma sono andate molto di moda anche le acconciature di Johnny Depp e Justin Bieber”. IL TRUCCO: QUALE RAGAZZA PUÒ FARNE A MENO? Quest’anno abbiamo scelto tra la tendenza “chic” e “choc”. Lo stile “chic” è uno stile effetto nudo che richiede una certa preparazione: pelle perfetta e ben idratata, tonalità naturali e consistenza cremosa, che si fonda con la pelle per un risultato impercettibile. Lo stile “choc” consiste in un make up appariscente stile anni Settanta-Ottanta, dai colori fluorescenti, fucsia, blu elettrico, verde smeraldo, sfumati da matitoni a punta grossa e valorizzati con l’aiuto di eye-liner e mascara. E alla fine della festa chi si sarà fatto notare di più? consideriamo una variante importante del nostro look. Li estendiamo, li tingiamo, li accorciamo, sempre nella speranza di essere notate. Le pettinature bizzarre e i colori eccentrici esprimono libertà e determinano un nuovo stile, e soprattutto la voglia di cambiare look, un desiderio molto forte alla nostra età. Le interviste che abbiamo condotto in giro riconducono a due diverse molle: c’è chi è eccentrico per esprimere in modo forte la propria personalità, e chi lo fa ispirandosi XXVI I Inaugurazione in grande stile per la Galleria del mare, la nuova area commerciale della Stazione Marittima di Napoli. Cinquantaquattro nuovi esercizi commerciali: un vero e proprio Mall nel cuore della città con l’obiettivo di intercettare parte del milione e duecentomila croceristi che ogni anno transitano dal terminal ma soprattutto tanti napoletani che avranno a Galleriadelmare, shoppingall’avanguardia disposizione un altro spazio per lo shopping, a cento metri dal Molo Beverello e con a disposizione un ampio parcheggio custodito. E infatti, nel primo fine settimana di apertura, la Galleria ha registrato l’afflusso di ben ventimila visitatori. “È questa la nostra più grande soddisfazione - ha sottolineato il presidente del Terminal Napoli (società che gestisce il nuovo centro commerciale), Nicola Coccia – restituire ai napoletani un pezzo di città e un edificio come la Stazione Marittima. Vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta”. La struttura si trova al primo piano dello storico edificio progettato da Cesare Bazzani e va ad affiancare altre due aree: l’Expo Centro congressi e il terminal crocieristico, entrambi con un’alta affluenza di utenti e pubblico, per una superficie totale di 5mila metri quadrati. La prima struttura, che offre una superficie di oltre 3.300 metri quadrati e sale polivalenti in grado di ospitare fino a 1.800 persone, può infatti contare 250mila tra congressisti e visitatori; la seconda, invece, perfettamente attrezzata sia per il transito che per le operazioni di imbarco e sbarco, conta oltre 1,2 milioni di passeggeri all’anno. La nuova sfida è regalare, non solo ai turisti, ma anche ai cittadini un luogo di accoglienza e svago in cui ritrovarsi e passare il tempo libero tra Nelle foto alcuni momenti salienti della cerimonia di inaugurazione della Galleria del Mare shopping e divertimento. Il rilancio del waterfront cittadino è stato il tema principale del convegno “Napoli riparte dal mare” con il cardinale Crescenzio Sepe, il presidente dell’Autorità portuale Luciano Dassatti, il presidente dell’Unione degli industriali partenopei Paolo Graziano, il numero uno della Camera di commercio di Napoli Maurizio Maddaloni e l’assessore regionale alle Attività produttive e ai Trasporti Sergio Vetrella. (rg) ferdinandopolverinodelaureto E S T E T I C A cromoterapia sauna vapore aromaterapia massoterapia E B E N tecnologie e cosmetici per la bellezza E S S E R abbronzatura prodotti per il sole A tutti i lettori di Chiaia /10 muniti di una copia del la rivista sarà omaggiato un trattamento speciale a scelta della direzione E XXVIII/Coccole a 5 stelle XXX/Pausilya Therme, oasi di benessere tra onde e tisane Eracles Bodymention, tecnologia e wellness Trussardi cambia pelle laportadeisensi TOCCARE VEDERE SENTIRE GUSTARE ANNUSARE XXIX C Chiudete gli occhi e immergetevi nell’ambra del Mar Baltico, una resina colata 40 milioni di anni fa dal “pinus succifera”, un albero oggi estinto, che cresceva su territori oggi invasi dalle acque. Sepolta sotto strati di terra e di sabbia, l’ambra ritorna in city Spa nel cuore della città, all’interno di uno degli alberghi più prestigiosi di Napoli. 320 metri quadrati dedicati al recupero graduale della forma fisica, in maniera assolutamente naturale. Il massaggio sul letto di pietre d’ambra è solo cinque sensi farsi massaggiare in un ambiente accogliente e rilassante mentre l’olio d’ambra penetra nella pelle migliorando immediatamente la circolazione sanguigna e calmando i dolori muscolari, esercitando un’azione immuno-stimolante. Scegliendo il Coccoleacinque stelle di Laura Cocozza Nella city Spa del Grand Hotel Parker’s i percorsi benessere del Centro Day Light superficie solo quando violente burrasche la strappano dai profondi fondali. Un’esperienza sensoriale unica che è possibile sperimentare al Centro Benessere Day Light del Grand Hotel Parker’s, la prima uno dei trattamenti proposti all’interno dei vari percorsi benessere messi a punto dalla Spa manager Maria Anna Ventriglia. All’ambra sono state attribuite proprietà magiche e terapeutiche ed è un piacere per tutti i Centro Benessere Day Light è possibile regalarsi e regalare momenti indimenticabili, magari trascorsi in compagnia delle amiche per una giornata tutta al femminile, rigenerando il corpo, grazie alle abili mani di Stefania, e la mente, che può dimenticarsi di sé, lasciandosi trasportare da un’atmosfera unica, lontana dallo stress della vita quotidiana. La zona acqua è attrezzata con bagno turco, doccia scozzese dinamizzante, idromassaggio per farsi coccolare dalle onde ed esfoliare la pelle con diversi tipi di scrub (al caffè, al miele, agli agrumi). Oppure è possibile farsi avvolgere nella mousse al cioccolato, i cui flavonoidi hanno proprietà antiossidanti, per un trattamento che unisce i segreti della tradizione Maya e le più avanzate ricerche della cosmetologia moderna in un connubio di suggestive sinergie dove la sensualità del cioccolato incontra le fragranze dell’uva e il profumo delle spezie. E ancora, l’hot foot massage in un ambiente polisensoriale: oli essenziali agrumati, musica di sottofondo, candele e un cuscinetto di lavanda sugli occhi per godere appieno immergendo i piedi in mosto di vino, preparandoli ad un lungo massaggio con pietre calde e olio di baobab. I vari percorsi benessere del centro sono disponibili anche in pacchetti per le coppie, per uomo, per i week end, per gli sposi e non solo: con il pacchetto “Happy party - Addio al Nubilato”, infatti, è possibile organizzare trattamenti con brunch incluso anche per le amiche della sposa. XXX I benefici delle terme e il relax di una Spa. Il tutto in una delle cornici più belle al mondo, la collina di Posillipo, a pochi passi da palazzo Donn’Anna. Lì, proprio in riva al mare, sorge Pausilya Therme di Donn’Anna a Posillipo: una daily Spa dedicata al benessere e alla cura della persona, nata come connubio tra la filosofia ellenica e la spiritualità orientale, dove il mare e l’acqua sorgiva s’incontrano, nel luogo della “quiete dagli affanni”, Pausilypon, appunto. Ed è proprio l’acqua, che nasce dal prezioso tufo flegreo, il segreto delle Therme di Pausilya: l’acqua minerale bicarbonatosalsasolfata ipotermale della fonte naturale di Donn’Anna, infatti, è stata dichiarata dal Ministero della Salute come indicata per la balneofangoterapia, nel trattamento e nella riabilitazione di patologie artroreumatiche e nel trattamento di affezioni dermatologiche e ginecologiche. Oltre ai benefici delle terme, Pausilya offre tutti i trattamenti di una vera e propria Spa in ambienti il cui design è completamente orientato al relax con splendida vista sul golfo e su palazzo Donn’Anna. Specialisti e consulenti medici sono a disposizione per indirizzare gli ospiti verso i trattamenti rigeneranti ed estetici secondo dei percorsi personalizzati. Le vasche termali, gli hammam, il pozzo romano, le docce multisensoriali, energizzanti ed emozionali, il bagno turco e la sauna sono solo alcuni degli spazi dove corpo e anima si fondono per un benessere totale, Pausilya Therme, oasi di benessere tra onde e tisane attorniati da un ambiente tutto naturale fatto di roccia nuda, legni di teak, pareti in lava e tufo, arricchite da dettagli di madreperla naturale. Una ricca tisaneria, fornita di frutta fresca, centrifugati e crudités ristora gli ospiti dopo i trattamenti di estetica avanzata per viso e corpo, i massaggi e i numerosi percorsi tra cui scegliere. Un benessere tutto da sperimentare ma anche da donare: Pausilya Therme di Donn’Anna a Posillipo, infatti, dispone di pacchetti regalo ed è possibile anche riservare l’intera struttura e tutti i suoi servizi per serate private, eventi e ricorrenze. Eracles Bodymention, tecnologia e wellness Sfoggia una veste tutta nuova lo store Tru Trussardi di via dei Mille, 32. Il monomarca dedicato agli uomini e alle donne del mondo di oggi, sempre meno ancorati a una concezione della giornata rigida e prestabilita, che si spostano sulle due ruote da un appuntamento di lavoro a un incontro privato, da una riunione d'affari a un pranzo tra amici. Stile minimal, praticità, eleganza e versatilità, infatti, sono le caratteristiche che dominano non solo la nuova collezione Urban Mobility ma anche gli arredi e il design del negozio, rinnovato seguendo la stessa linea degli altri Tru Trussardi store, presenti in tutta Europa. Il restyling, oltre che bello da vedere, rende ancora più funzionale lo shopping ed esalta al massimo le proposte di abbigliamento urbano che incontrano le necessità delle nuove generazioni di uomini e di donne con semplicità, eleganza e caratterizzate dalla continua ricerca della qualità. (ndn) Con l’estate alle porte scatta la corsa al benessere ma soprattutto alla forma fisica ideale. Alimentazione sana, palestra e sport all’aria aperta aiutano a snellire la figura e a recuperare il tono muscolare ma il dinamico mercato del wellness, sempre alla ricerca di soluzioni in grado di rispondere con efficacia alla crescente domanda di bellezza e di benessere, offre soluzioni sempre più all’avanguardia e dall’efficacia provata e riconosciuta in tutto il mondo della scienza estetica. Più giovani, più belle e più a lungo sono queste le esigenze delle donne che si rivolgono ai centri estetici, curiose di sperimentare i trattamenti che costituiscono il segreto di bellezza di molte star dello spettacolo. Al Dibi Center Eracles Bodymention di piazza Nolana 13, ad esempio, spopolano le apparecchiature all’avanguardia che hanno conquistato anche la rockstar Madonna: Jet M e Dibiskin Radiofrequenza. Antonella Salvati, direttrice del centro, spiega i segreti di questi macchinari: “Jet M è un sistema brevettato che trae origine dalla tecnologia aerospaziale: si avvale, infatti, di un getto controllato, costituito da un mix aria ed acqua erogati a una velocità supersonica attraverso uno speciale erogatore Hydra Jet. Questa tecnologia stimola la cute in modo selettivo e calibrato svolgendo azioni diverse mirate al ringiovanimento della pelle di viso e corpo. Il flusso Trussardi cambia pelle ad alta energia cinetica consente di drenare, esfoliare, rimuovere, asciugare, e ossigenare la pelle del viso per un ringiovanimento globale e visibile. Il sistema Dibiskin Rf, invece, sfrutta la radiofrequenza, basandosi su un apparecchio che emette energia termica (sotto forma appunto di radiofrequenza). Le onde penetrano profondamente nel derma, rilasciando calore al tessuto circostante. Nel viso ciò permette di riscaldare il collagene, con un effetto di contrazione di quest’ultimo, c’è un ispessimento del derma che si riflette sulla cute provocando un’azione di distensione, maggior tonicità ed una sorta di tiraggio che viene denominato effetto lifting”. e il risultato è assicurato: i test clinici dell’Università di Pavia, infatti, dimostrano che nel viso si è avuto il 100% di risultati positivi per l’incremento della compattezza cutanea,il 100% di risultati positivi nella levigatezza cutanea e nella luminosità. XXXI foto di Gianni Ciardi J E W E L S Victory, Vittoria, è dedicato a tutte le donne, ma non è un semplice nome: ricorda, a chiunque ami la bellezza, una vittoria. La vittoria contro le avversità che hanno inflazionato il mercato con l'avvento dell'industria dell'importazione estera. Una vittoria ottenuta con le uniche armi che conosciamo: la creatività e la passione che traspaiono dalle creazioni di un artigiano. Indossare Vittoria significa portare i segni di un’altra piccola conquista italiana. 32E00483E6 NNN.victory eNels.it carmine.calise fastNebnet.it Saper25 Vivere ARTE CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 A SINISTRA Opere della coppia Antonio e Paola Del Prete A LATO Immagini di Frenanda Veron IN BASSO A SINISTRA Una “muffa” di Ttozoi IN BASSO A DESTRA Un uovo di Abbamondi e un’opera di Daidone Arte / Costume / Storie / Personaggi / Cultura / Lifestyle / Eventi / Turismo / Relax / Webmania Universo multicolor La performance di Antonio e Paola Del Prete “Tra segno, colore, forma e luce” presto anche a Chiaia ARTE Universo multicolor di Valeria Puntuale Doppia coppia vincente. Antonio e Paola Del Prete, padre e figlia, ma anche pittore e pittrice nel segno di un sodalizio creativo sperimentato, non se lo sono fatto ripetere due volte: tentazione irresistibile per loro l’evento “Artisti in vetrina”, organizzato da Enzo e Marco Ramaglia, titolari di una illustre, antica bottega di articoli di belle arti in via Broggia. Da qualche anno, infatti, una volta al mese, i Ramaglia ospitano nei propri spazi le performance di artisti napoletani emergenti o consolidati. Fatale, allora che le parabole delle due coppie, prima o poi, si incrociassero. Ed è appunto quanto è accaduto lo scorso 15 di gennaio quando, alle 18.30 in punto, la premiata ditta Del Prete, colori e pennelli alla mano, ha occupato ambienti e vetrine dei fratelli Ramaglia per un’esibizione, consacrata in partenza alla pura improvvisazione. Per Antonio e Paola novanta minuti di lavoro fino alle 21 per una prova d’autore intitolata «Tra segno, colore, forma e luce» che, a cose fatte, ha rispettato in pieno le premesse del titolo: a furia di pennellate fluorescenti, si è progressivamente materializzato su alcune lastre trasparenti, utilizzate come supporti, e sulla vetrina, un universo multicolore, geniale e fiabesco, proliferato intorno al pretesto narrativo iniziale: intorno ad un volto disegnato da Paola è cresciuta, infatti, un’autentica rapsodia psichedelica. Una studiata penombra, calibrata sulla luminosità delle tinte, il sapiente gioco di luci di due proiettori, ed un suggestivo corredo sonoro hanno infine conferito all’happening, montato a quattro mani dal duo, brividi magici e stregoneschi che hanno inchiodato i passanti sul marciapiede. Se volevano ottenere incantamento e stupore, i Del Prete hanno centrato il bersaglio, tanto che si stanno organizzando per trovare la location giusta a Chiaia dove ripetere l’exploit di colori. Saper Vivere 26 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 ARTE di Valeria Puntuale L’ arte cosmopolita è di scena nelle gallerie partenopee. Venti creativi di ispirazione internazionale soffiano sul golfo, dando ai vernissage cittadini un tocco esotico. È il caso della Galleria Raucci/Santamaria di Corso Amedeo Di Savoia Duca D'Aosta 190 dove, fino al 29 aprile, si tiene la doppia personale degli artisti Haendel e Sorensen. Con “Fiddle the Cooperation” il newyorkese Karel Haendel si interroga su come l’interpretazione di ciascuna immagine sia filtrata da fattori culturali, sociali, politici e su come quella stessa immagine possa essere metabolizzata da un osservatore, perdere il suo Saper Vivere 27 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Cosmopolitan Art Dai gerani dell’australiano Sorensen alle influenze Gutai del duo Ttozoi passando per l’universo onirico dell’argentina Veron: itinerari creativi nel segno dell’”informale” significato se accostata ad altre o se estraniata dal suo contesto originario. Il “Geranium Empire” di Glenn Sorensen, invece, rispecchia nei toni l’incontaminata sospensione delle atmosfere nordiche ed il fascino arcano e misterioso del territorio australiano. Il soggetto principale ritratto da Sorensen, nativo di Sidney che vive e lavora in Svezia, è il geranio: l’elemento è riconoscibile nella raffigurazione intima bidimensionale che trova la sua plasticità nelle ceramiche, ottenute stratificando i calchi delle foglie dei gerani che adornano lo studio dell’artista. L’avellinese Stefano Forgione e il napoletano Pino Rossi, da quattro anni uniti in un sodalizio creativo conosciuto come “Ttozoi”, sono i protagonisti della mostra “L’estetica delle Muffe”, visibile fino al 30 aprile nella galleria ART 1307 di Rampe Sant’Antonio a Posillipo, 104. Il duo raccoglie l’eredità del movimento “informale” che ha dominato il ‘900: non crea nuovi eventi ma sa lasciarli accadere, limitandosi a favorirne l'attuazione con la spontaneità del caso e la fantasia del sogno, lasciando il racconto delle opere ad un automatismo slegato da qualsiasi intento descrittivo. La mostra affianca alle “muffe su tela” di Ttozoi le opere dei grandi predecessori internazionali e non solo del movimento informale, a cominciare da due importanti esponenti del movimento giapponese Gutai, Shimamoto e Sumi, per passare all’informale francese con Mathieu e finire al movimento italiano con Turcato, Vedova ed Emanuele Emblema, curatore della mostra insieme a Cynthia Penna. Vernissage il 31 marzo per la personale dell’argentina Fernanda Veron alla Galleria Overfoto di vico San Pietro a Maiella, 6. “A dream of the Unknown” è il titolo della mostra a cura di Micol Di Veroli che si chiuderà il 21 maggio. L’esposizione presenta un viaggio onirico che conduce lo spettatore nelle due fasi essenziali dello spostamento della mente umana attraverso gli impervi reami del sogno. Fotogramma dopo fotogramma la coscienza abbandona il suo saldo involucro per gettarsi nel cuore delle fitte nebbie della serie “Le Sale Di Los” che segnano il confine tra la realtà e l'illusione, tra le certezze del presente ed il delirio della chiaroveggenza. L'approdo nel limbo del soprannaturale è segnato dalle forme arcane della serie “Nigredo IR/9”, una sorta di intimo percorso iconografico che racchiude messaggi criptici e primordiali strutture di comunicazione. Si manifesta così il trionfo di un'estetica dell'ignoto, segno distintivo dell’artista di Necochea che vive e lavora a Roma, le cui opere si alternano tra le indagini personali sui temi della memoria, sulla ricerca spirituale del mondo naturale e del mistero e sulle filosofie orientale e del mondo antico ed esoterico. ARTE Saper Vivere 28 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 L’Italia fragile di Abbamondi IN ALTO E A SINISTRA Eggalitè? in particolare e in intero IN BASSO Immagine del vernissage molteplice dell’esistenza. Abbamondi, giovane artista napoletano esperto dell’arte presepiale in chiave postmoderna, ha esposto 15 opere legate tra loro dai temi della “trasformazione” e del “cammino”, dove è il movimento puro a prendere il sopravvento, continuo fluire del tempo, trasformazione e quindi fragilità dell’esistente. di Valeria Puntuale S uccesso di pubblico e critica per “In_Divenire”, la personale di Marco Abbamondi alla Colonna Gallery, l’open space di piazza Amedeo, 16. La mostra, patrocinata dal Comune di Napoli e realizzata in collaborazione con la Sabina Albano Modartgallery, ha affrontato il tema della realtà in perenne movimento, come continuum di essere e non essere, paura del “ritorno al nulla” dell’esistenza e, allo stesso tempo, desiderio di un senso plurimo e Un paese di 88 gusci d’uovo nell’ultima mostra dell’artista partenopeo nella sua recente mostra “In_ Divenire” E al concetto di fragilità è dedicata anche l’opera fulcro della mostra: “Eggalitè?”. L’installazione, come lascia intendere il titolo, è composta da 88 uova che una accanto all’altra su un pannello di 80x80cm. riproducono la forma dello stivale. Un omaggio all’unità d’Italia di cui si celebrano i 150 anni ma anche la rappresentazione della sua fragilità, incarnata dall’uovo, simbolo di unità, fonte di vita, unità primordiale dell’essere, totalità perfetta che precede la nascita dell’universo visibile, e, al contempo, fenomeno di fragilità. Proprio per questo è stato scelto da Abbamondi per rappresentare l’Italia di oggi. E non a caso l’immagine scelta per rappresentare la mostra è la farfalla, simbolo di trasformazione, dal baco a crisalide o pupa, caleidoscopio della natura umana, potenza del cambiamento e fragilità dell’esistenza. ARTE Saper Vivere 29 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 ORONERORAME, LA NATURA SECONDO LA DAIDONE di Aurora Cacopardo L a mostra partenopea di Maria Pia Daidone è stata presentata al Pan a via dei Mille. Le opere mostrano l’evoluzione artistica dell’autrice, la quale sottolinea come sia partita dalla scoperta del modno animale e sia approdata alla realtà della natura studiata con occhio attento, vivace e talvolta ironico. L’indagine della Daidone è incentrata sullo studio dei materiali: rame, cartone, plexiglas. L’artista racconta la sua storia affascinante e misteriosa con i suoi animali, ambienti, immagini che sanno filtrare sensazioni ed emozioni. Splendide maglie, brevi tessere di fogli di rame; fogli di cartone pressati e ricoperti di cromatismi dorati e ramati; uccelli slittanti e in volo ondeggianti, cassette e valigette di legno ripiene di libri antichi, terrecotte toccate da condensazioni in nero e in rosso segnate da inverosimili voli di uccelli leggeri. Osservando le sue opere si può cogliere la peculiarità che contraddistingue l’universo dell’artista: figure, animali, oggetti popolano un mondo senza tempo, uno stupefacente alfabeto simbolico e primitivo capace di annullare tempo e distanze. EVE NTI Saper Vivere 30 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 un messaggio altamente educativo: è una lezione di educazione civica e di rispetto reciproco che scaturisce dalla corretta modalità di approcciare e comunicare con il cavallo. Real Bosco di Capodimonte è una novità assoluta per la nostra città pensata per suscitare la curiosità non solo dei residenti, ma di tutti i cittadini della regione invitati a riappropriarsi della loro cultura tramite il rapporto con il territorio”. L’evento sportivo sarà l’occasione per celebrare la cultura e la storia con rassegne e manifestazioni che coinvolgeranno centinaia di studenti delle scuole campane in laboratori culturali e concorsi letterari incentrati sui 150 anni dell’Unità d’Italia. Non solo: sono previsti percorsi enogastronomici, eventi di moda e uno spettacolo di danza realizzato all’interno del bosco ispirato alla magia della natura. Altre manifestazioni a sfondo sociale saranno realizzate dall’associazione culturale Onlus Alma Mundi, come “Amico Pony”, un mo- Fervono i preparativi per la settimana equestre tra arte, musica e moda che si terrà a maggio al Real Bosco di Capodimonte mento di avvicinamento all’equitazione per bambini e ragazzi, grazie al quale anche i diversamente abili avranno la possibilità di venire a contatto con questo affascinante mondo, socializzando con gli esemplari messi a disposizione dal “Cavallo Club”. “Il concorso equestre nazionale Real Bosco di Capodimonte spiega l’architetto Guido Primavera a galoppo di Nino De Nicola Una settimana all’insegna dell’equitazione nel polmone verde di Napoli. È il “Concorso Equestre Real Bosco di Capodimonte” che si terrà dal primo all’otto maggio nel Parco del Bosco di Capodimonte. Un progetto ideato e realizzato dalla Poseidon Eventi, con il con il patrocinio dell’assessorato allo Sport del Comune di Napoli e della Regione Campania, in collaborazione con il Provveditorato agli Studi della Provincia di Napoli. “Una manifestazione - secondo Alfredo Ponticelli, assessore uscente allo Sport del Comune - che trasmette EVE NTI Saper Vivere 31 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Quell’arte per i cavalli ereditata dagli scudieri di Costantinopoli materia di equitazione un legame storico e culturale unisce la IdinSpagna e la Campania. L’alta scuola spagnola, raffinata forma equitazione, viene praticata oggi solo in tre grandi centri di fama internazionale come Saumur, in Francia, la scuola spagnola di Vienna o la scuola reale andalusa di Jerez; ed in questo luogo è stata posta una targa a ricordo dell’eredità ricevuta dalla scuola campana: infatti, la paternità della disciplina olimpica del Dressage va indubbiamente ricercata nell'Accademia di Napoli dove, nel ‘500, accanto alla musica ed alla danza, si insegnava l'equitazione, un’arte ereditata dagli scudieri di Costantinopoli emigrati a Napoli. Da allora l’Accademia Napoletana influenza tutto il mondo equestre dell’epoca: è a Napoli che si dice sia stata Gullo, direttore del Real Bosco di Capodimonte - si configura come la manifestazione più consona dell’arte equestre riportando il cavallo in uno scenario storico e ambientale di eccezionale bellezza”. 300 i cavalli in gara, tre giorni di Concorso Equestre di Salto ad Ostacoli durante i quali si esibiranno ben 200 tra cavalieri ed amazzoni divisi stampata attorno al 1550 la prima opera di Equitazione Moderna (la prima dopo il greco Senofonte per intenderci), “Gli ordini del Cavalcare”, (tradotta in francese nel 1559), del maestro campano Federico Grisoni, il cui più famoso allievo, Gian Battista Pignatelli, (nato nel 1525) era di nobile famiglia napoletana, di ceppo Longobardo. Oggi, in Italia, della tradizione cinquecentesca equestre non rimane alcuna traccia, e dei tre Siti Borbonici (Reggia di Caserta, Capodimonte, Portici), dotati di scuderia e di un parco per ospitare campi gara e recinzioni, sopravvive solo Capodimonte, collocandosi quindi di fatto a fianco delle tre realtà di Samur, Vienna e Jerez, prestigiose ed uniche nel panorama equestre mondiale. (ndn) per 27/30 classi di concorso che comprendono giovani esordienti e cavalieri nazionali. Insomma, una manifestazione di altissimo livello che si svolgerà su un campo in erba realizzato per l’occasione e conforme ai requisiti della Federazione Italiana Sport Equestri. Accanto ci sarà il campo prova e alle spalle saranno allestiti i box e l’attrezzeria per l’acco- glienza degli animali. Oltre alla zona autorità, saranno allestiti delle tribune e uno spazio per giuria, cronometristi e pubblico. Infine un Villaggio Ospitalità racchiuderà gli stand adibiti per ospitare i giornalisti, gli organi istituzionali, aziende e imprese partner della manifestazione nonché la mostra delle uniformi storiche dei reparti a cavallo di Polizia, Carabinieri, Guardia Forestale, Finanza, Protezione Civile, e altro. Personale medico e paramedico sarà a disposizione nei vari camper allestiti per visite di controllo gratuite nello spazio “Sport & Salute”. Cerimonia di chiusura affidata alla Fanfara della NATO, messa a disposizione dal Comando Generale del Sud Europa, che si esibirà in concerto nella domenica del Gran Premio, giornata del galà conclusivo. EVE NTI Saper Vivere 32 soggetto di “La Bas” nel 2006, due anni prima della tragica sparatoria di Castelvolturno, dopo essere entrato in contatto con la comunità africana. Profezia? No. Ma, come dichiara Guido Lombardi in un’intervista apparsa sul quotidiano “Roma”, «era inevitabile che si creassero contrasti tra la criminalità organizzata locale e la mafia nigeriana». Il di Rossella Galletti Il 18 settembre del 2008 sei ragazzi africani sono ammazzati durante un agguato di camorra in una sartoria di immigrati di Castelvolturno. Quel giorno passerà alla storia come “la strage di San Gennaro”. Sulla drammatica vicenda, che scosse l’opinione pubblica partenopea, si snoda la trama di “La Bas”. Il film documentario di Guido Lombardi, regista e autore napoletano, racconta l’altra faccia di Gomorra, quella della camorra vista con gli occhi di Yssouf (Kader Alassane), Moses (Moussa Mone) e Suad (Esther Elisha), immigrati africani venuti in Campania in cerca di fortuna. Yssouf, un giovane del Burkina Faso, proprio la sera della strage decide di regolare i conti con lo zio Moses che l’ha invischiato in un giro di spaccio di droga gestito dai clan di casa nostra. Il rischio che corrono nipote e zio è di cadere sotto il fuoco del rivale clan dei nigeriani. Al filone principale del film si affiancano le storie parallele di Suad, una prostituta nigeriana che Yssouf sogna di liberare dal cappio dei suoi padroni e Germain, un amico finito per caso nel luogo della strage. Tra poco si saprà se “La Bas” volerà a Cannes. Il 12 marzo è stata consegnata la domanda di partecipazione al festival francese. La scelta di attori non professionisti, reclutati tra gli immigrati africani, le location CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Il film documentario di Guido Lombardi, regista e autore napoletano, racconta l’altra faccia di Gomorra, quella della camorra vista con gli occhi di immigrati africani venuti in Campania in cerca di fortuna “La Bas”, l’altra Gomorra a Cannes film è stato messo su da un team tutto napoletano: la produzione è curata da Figli del Bronx, la casa di Salita Pontecorvo (con Minerva Pictures Group ed Eskimo). La fotografia è firmata da Francesca Amitrano, giovane artista che aveva partecipato alle riprese del “Gomorra” di Matteo Garrone. A breve lo stesso gruppo dovrebbe iniziare le riprese di un documentario di Peppe Lanzetta prodotto da Gaetano di Vaio (Figli del Bronx); titolo “Sara sarà”, la storia di un trans che lavora per gli Angels of Love. di strada e i luoghi delle riprese (come il magazzino di Poggioreale in cui è girata una delle scene più forti) fanno sì che realtà e finzione si intreccino davanti la macchina da presa. Già al Festival di Venezia con il corto “Vomero Travel”, il regista aveva iniziato a scrivere il LIBRI EVENTI Saper Vivere 33 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Alla scoperta degli organi in Campania Arriva Supersud: quando eravamo primi P N rosegue la V edizione di “Vespri d’organo”, la manifestazione organizzata dall’Associazione Organistica Giovanni Maria Trabaci per celebrare sette secoli di musica sacra per organo a Napoli. Particolarmente coinvolgenti gli ultimi appuntamenti che hanno visto protagonisti Giovanni Picciafoco, che ha tenuto un recital nella Cattedrale di Nola il 3 aprile scorso, poi, domenica 10 aprile, Tobias Gonzáles Jiménez nella Chiesa di Santa Caterina a Chiaia e Mauro Castaldo, direttore artistico della serie di concerti, che si è esibito domenica 17 aprile nella Chiesa dell’Immacolata al Vomero. La manifestazione proseguirà con altre date nel mese di maggio a partire da domenica 8 quando, sempre nella chiesa di Santa Caterina a Chiaia, si esibirà Roberto Canali mentre il 15 sarà la volta di Olga Laudonia al Sanutario di Lourdes e poi il 22 andrà in scena il Coro Polifonico Beata Virgo Maria nella Chiesa dell’Immacolata al Vomero. Il tutto sotto l’esperta direzione artistica di Castaldo, che a breve sarà protagonista di una novità editoriale targata Iuppiter Edizioni per la collana Sfizi & Note: un libro sugli organi in Campania, tra i quali non potrà mancare quello che spicca dietro l’altare centrale della chiesa di Santa Caterina a Chiaia. Lo strumento per eccellenza della musica sacra, infatti, sarà il tema del volume, unico nel proprio genere, che ne ricostruirà la storia e le peculiarità nella nostra regione. Per maggiori informazioni sul programma della manifestazione visitare il sito www.associazionetrabaci.it. on revanscismo nostalgico ma certamente recupero di un passato di gloria: tutto qui il senso di Supersud, il saggio scritto da Mimmo Della Corte con la prefazione di Marcello Veneziani e pubblicato da Iuppiter Edizioni. All’interno di un telaio narrativo rigorosamente documentato si dipanano, infatti, le «altre verità» sulla Nazione Meridionale fino alla riabilitazione definitiva di un popolo. Una controvicenda che inorgoglisce, al netto di ogni menzogna. A cominciare dai 127 anni (1735-1861) della corona borbonica con i suoi primati stellari: dal primo piroscafo (il Ferdinando II) nel Mediterraneo alle prime ferrovie della penisola, dal primo telegrafo elettrico al primo Codice Marittimo, dalla seconda flotta mercantile (dopo quella inglese) ad una tra le prime scuole pubbliche d’Italia, dai 9mila medici del Regno ad una tra le riserve auree più importanti d’Europa fino alla terza rendita finanziaria di Stato del mondo. E poi: il San Carlo, l’Orto Botanico, l’Osservatorio astronomico e quello sismologico (il primo al mondo). In Supersud anche una sorprendente storia della stampa meridionale: 380 anni di informazione (dal 1631 a oggi) mai raccontati prima. Una grande storia, un grande Paese. EVENTI Saper Vivere 34 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Libridine I tormenti del commissario Melillo di Aurora Cacopardo F ranco Festa appartiene ad un genere insolito di autore, in quanto è stato docente di matematica e fisica, preside di istituti superiori ed infine scrittore e, con “La verità dell’ombra” (Mephite Edizioni) è al suo quarto romanzo giallo insieme al suo protagonista: il commissario Melillo. Per l’autore la scrittura non sembra essere solo uno strumento per raccontare, ma è la lunga onda e ombra dell’esistenza. Nel racconto giallo, la storia narrata potrebbe solo, in apparenza, essere frutto di fantasia perché nella scrittura vi è sempre riferimento ad una propria visione del mondo che con urgenza domanda di essere tradotta in parole, di essere esposta agli altri. Con ritmo costante che fluisce lieve ed austero, Festa ci offre la visione del commissario Melillo, chiuso in un tormento antico e segreto, aggirarsi nella sua vecchia città. Questa è avvilita dall’affarismo, dalla corruzione politica, dalla rivolta dei giovani che, a modo loro, pur sbagliando, tentano di movimentare la sonnolenta città di provincia. Ma ecco che un suicidio ed uno strano inquietante omicidio sconvolgono la quiete della comunità. Il commissario è travolto da ricordi che credeva rimossi e dimenticati, deve agire suo malgrado e prendere atto che dietro fatti grotteschi si cela la tragica realtà della vita. La vita che scorre, tempo fatto di stagioni volutamente dimenticate, ma insieme, come la bergsoniana “durata”, permanere del passato nel presente. Nel leggere il romanzo si è colpiti dalla malinconia che serpeggia per tutta la tragica vicenda. Sì, perché non siamo solo di fronte a delle storie ma a propri e veri rendiconti del vivere. I due ultimi capitoli richiamano alla mente una frase dell’Idiota di Dostoevskij: “La pietà è la cosa che più preme, forse l’unica legge dell’esistenza umana”. La “Verità dell’ombra” rivela il valore umano dei suoi protagonisti in primis del commissario Melillo, l’universalità del problema morale, l’equilibrio spirituale nell’apparente caos dei problemi agitati dallo scrittore nella coscienza dell’uomo. Suspense e malinconia nel giallo “La verità dell’ombra” di Franco Festa A partire da questo numero Chiaia Magazine dedica uno spazio al “Libro del mese” segnalato dal Centro Librario Minas Tirith che si trova presso la sede del MODAVI Federazione Provinciale di Napoli ONLUS di via Pasquale del Torto 1/b. LA CONQUISTA DEL SUD SECONDO CARLO ALIANELLO di Vincenzo Drago N Il Libro del Mese ell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, gli italiani si sono riscoperti amanti della storia della propria patria. Negli anni del federalismo, della crescita di localismi sempre più esasperati ed esasperanti, coloro che vogliono veramente addentrarsi a studiare, capire e riappropriarsi della propria storia regionale non possono farsi mancare il testo fondamentale che ha dato inizio, silenziosamente, alla revisione del “Risorgimento Italiano”: il saggio di Carlo Alianello “La conquista del Sud – Il Risorgimento nell’Italia Meridionale”. Edito dalla operosa casa editrice riminese “Il Cerchio”, il testo è stato scritto nel 1972 dallo storico e giornalista lucano e già nella sua prima edizione ebbe un effetto dirompente sulla cultura italiana, in particolar modo in quegli anni dove l’unità nazionale era una sorta di “mantra” ripetuto in continuazione nei salotti di intellettuali, sulla stampa ed in molta letteratura dell’epoca. Con il suo stile semplice e diretto, in alcuni punti romanzato in modo tale da rendere viva la storia dei personaggi, Alianiello ha descritto l’unificazione della penisola italiana come un’opera di conquista da parte del regno di Sardegna. Nel libro, infatti, si legge che i "padri della patria" erano dei massoni al servizio degli inglesi interessati all’oro ed alle ferrovie, che il brigantaggio non fu lotta di classe per il possesso delle terre ma una guerra di difesa contro l'invasore in nome di Dio e del re Borbone. Senza tralasciare luci e ombre di quel 1860 ma documentandosi e non facendosi trascinare da una facile deriva meridionalista, l’autore riporta come un cronista i sentimenti e le convinzioni attraverso cui i “conquistati” si mossero contro il nemico piemontese: «Quando s’intese che la truppa piemontese era entrata nel regno, invece d'accomodarsi alla circostanza, i popolani gridarono "Viva Francesco II», posero la borbonica coccarda rossa sul cappello e si armarono di armi rurali per tener testa ai piemontesi.” E questo perché? Per Alianiello non c’è dubbio, una ragione semplicissima: da noi il popolo minuto aveva sempre considerato i piemontesi non come italiani ma come stranieri, non gente della nostra terra ma invasori, saraceni, turchi, austriaci o francesi che fossero. Solo i signori erano italiani ma per gli interessi loro. Un esercito d'occupazione, insomma, con le sue crudeltà, i suoi saccheggi, le case distrutte, le donne violentate a forza. EVE NTI Saper Vivere 35 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Il quartetto napoletano animatore del progetto U.A.N.M. racconta il suo esordio discografico Folk-rock a tutta “Foja” di Gianluca Massa I Foja, ovvero Dario Sansone (voce e chitarra), Ennio Frongillo (chitarra), Giovanni Schiattarella (batteria) e Giuliano Falcone (basso) sono una delle più brillanti novità della scena musicale underground partenopea. Nell'anima hanno quella foga che li rende vivi e li accende. Il loro sound è un rock folk viscerale suonato all'ombra del Vesuvio, denso di sapori mediterranei e sonorità propriamente indie, in cui l'uso del dialetto napoletano veicola chiaroscuri, storie e credenze popolari della nostra terra. Il disco d'esordio, 'Na storia nova (Materia Principale/Full Heads), prodotto da Fabrizio Fedele chitarrista degli Osanna, è un perfetto mix di rabbia e passione, ballad e rock adrenalinico, testi scanditi e graffianti a mostrare una Napoli sincera e piena di coraggio. Ci sono tanti artisti in Campania che fanno un sacco di cose belle e loro sono senza dubbio tra questi. Ne è piena dimostrazione il primo singolo 'O sciore e 'o viento, ballata romantica dal bellissimo video cartoon per mano del fumettista Alessandro Rak e un massiccio passaggio promozionale sui monitor di Videometrò nelle stazioni fu- nicolari e metropolitane. Alle spalle un team di amici che li accompagna e li aiuta durante il viaggio: l'ufficio stampa Musica Graf, i ragazzi di Pornographika per il merchandising e le agenzie di booking BulbArtWorks e Area Live a fissare date in tutta Italia, anche a Roma, Bologna, Milano come si legge dal loro Myspace e sull'official page di Facebook; inoltre, insieme a colleghi ed amici portano avanti il progetto U.A.N.M. (Unione Artisti Napoletani in Movimento) con iniziative autogestite e l'intento di accendere un riflettore sulla scena musicale partenopea. Durante le loro esibizioni tanto rock sudato e gridato, ma anche divertimento ed ironia a coinvolgere il pubblico e mostrare che la band ha carattere e talento da vendere. Al Doria 83, locale vomerese accogliente e con buone birre, i Foja hanno concesso una serata live interamente gratuita e quattro chiacchiere in amicizia. A parlare è prin- cipalmente il cantante Dario Sansone. Le vostre canzoni sono in dialetto napoletano. Come mai questa scelta? Il dialetto in realtà è stata una cosa abbastanza naturale. Ogni artista deve trovare il linguaggio migliore per riuscire a trasmettere il proprio messaggio e il dialetto in questo caso ci sembrava la soluzione migliore. Siamo molto legati alle nostre radici. E' una passione per la nostra città e per il rispetto che merita. Com'è nato il disco e la scelta del primo singolo? Tutto il progetto di questo nostro primo disco è stato un lavoro basato sul team. Il disco è proprio l'esempio di quanto noi crediamo in una condivisione perchè c'è una lista lunghissima di collaborazioni, tutte nate dalla spontaneità e dal fatto che queste persone ci hanno visto crescere. Per il primo singolo 'O sciore e 'o viento, abbiamo lasciato la scelta ad Alessandro Rak, visto che noi eravamo nel pallone totale perchè ogni scarrafone è bello a mamma soja; così ha scelto la canzone che più riusciva ad ispirarlo. Il vostro tour tocca non solo la Campania ma anche Roma, Bologna, Milano... credete che l'uso del dialetto posa limitarvi, in questo caso? Credo che il dialetto non sia un limite. Ci sono gruppi italiani che cantano in inglese perchè noi non dovremmo farlo in napoletano!? E poi è emozionante andare a Milano a suonare e vedere la gente col disco in mano che ti dice: non ho capito una parola però mi sono emozionato, complimenti! E il rapporto col Napoli calcio? Nel disco abbiamo fatto i ringraziamenti a Cavani. Abbiamo persino annullato uno show case a Capua perché giocava il Napoli, ho detto tutto. LA PILLI Saper Vivere 36 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 Sfizi&Note di Massimo Lo Iacono IL MOZART NAPOLETANO DI “COSÌ FAN TUTTE” Così fan tutte” K 588, scritta nel 1789-1790, è l’opera napoletana di Mozart per eccellenza. Capolavoro tardivamente scoperto da tutti perché infinitamente più sottile degli altri suoi, infatti è quasi “tascabile”, con appena sei cantanti, ma con eccellenti parti, piccolo coro e squisito trattamento orchestrale: dal 1949 di frequente sulle scene del San Carlo; se ne contano sette fortunate edizioni, e questa è l’ottava. Lo propose nel 1969 con eleganza e verve John Pritchard, garbato direttore inglese dell’epoca con meritati successi sotto etichetta Decca. Si potrebbe ricordare quell’edizione, con regia acuta e funzionale di Vittorio Patanè, per un tenore quasi smarritosi agli scavi di Pompei, o dimentico dell’orario di una replica del pomeriggio: allora non esistevano i telefonini. Alla ripresa del 1976 assistette Mario Martone ragazzino di Liceo, mai immaginando che avrebbe portato in scena qui l’opera nel 1999, con ripresa nel 2006. Oggi torna una nuova volta al San Carlo questo finissimo dramma giocoso in musica dal sottotitolo la “Scuola degli amanti” sotto la bacchetta di Alan Curtis, graditissimo ritorno di un insigne direttore, figura storica della musica barocca, sommo interprete di Haendel, che al San Carlo ha diretto solo nel 1985 “La schiava liberata” Jommelli, regia di de Simone. Ed approda al San Carlo solo per la seconda volta, e per giunta postumo, Giorgio Strehler con l’ultima sua regia, incompiuta ma completata sapientemente da altri. L’opera che si svolge a Mergellina come da libretto, ma secondo un aneddoto raccontato da Riccardo Muti nella sua autobiografia la frizzantre vicenda vera si sarebbe svolta a Neustadt vicino a Vienna ovvero a Napoli, traducendo il “ nome tedesco di quel centro: può darsi. La burla dei due amici che in maschera riescono a sedurre ciascuno la fidanzata dell’altro si tramanda pure si sia svolta in altre città: Vienna, Trieste, minimamente importa. Napoletani sono l’incanto melodico, il canto amoroso del tenore, l‘abbandono del tardo pomeriggio in “Serenate aurette amiche”, mentre il sublime terzetto “Soave sia il vento” è quasi una refola posillipina, e le parti comiche sono proprio quelle del teatro dell’epoca qui alle falde del Vesuvio, solo che lo splendore orchestrale è tutto di lui Mozart. Wagner che abitava a Villa Doria d’Angri, proprio sopra Mergellina, proprio lui, umanamente marito poco fedele a dispetto delle passioni infinite dei suoi eroi ed eroine, deprecava il “Così fan tutte” immorale, né mai l’incanto del genius loci lo fece ravvedere. Peccato per lui. Sguardi lontani di Francesco Iodice LA QUESTIONE MERIDIONALE DI GIUSTINO FORTUNATO rinunciando quindi definitivamente al collegio di Melfi nel febbraio del 1909. A causa però del suo carattere scettico, polemico e forse eccessivamente delicato, ebbe vita difficile e molte delusioni. Gli ultimi anni infatti furono tristi: si allontanò dal suo paese natio a causa dell'incomprensione dei concittadini e di due incidenti che gli mostrarono l'ingratitudine del popolo, come ad esempio nel 1917, quando venne accoltellato da un contadino di Rionero, che lo accusò di aver appoggiato la guerra. Ma le delusioni sarebbero continuate anche a Napoli, dove, di fronte all’enorme diffusione del gioco del lotto, lo definì “la rovina economica e la corruzione morale della plebe”. Un giorno, mentre passeggiava per il lungomare, Fortunato fu incuriosito da un giovane aitante che oziava, seduto su un muretto; gli si avvicinò e disse: “Caro giovanotto, la sua età è fatta per lavorare, aiutare gli altri e realizzare le proprie ambizioni. Poi, dopo una vita attiva, in vecchiaia si viene a riposare su questo muretto per godere del frutto delle fatiche”. Il debosciato guardò don Giustino e rispose: “E io pirciò, stongo già ccà”. Da vero signore, quale era, fu onorato e venerato da tutta Napoli, anche se un episodio commentato dall’interessato con molta amarezza, denota che non è tutto oro quello che luccica. Infatti, nella sala ariosa d’angolo della sua casa, un giorno ricevette Giovanni Ansaldo, il mitico direttore de Il Mattino, e raccontò che da giovane, lavorando a Pompei allo scavo di una taberna, scoprì e decifrò la sua prima iscrizione che, incredibilmente, diceva: ”Italica. Italica, noli amare Fortunatum!, Italica, Italica, non amare Fortunato!”. E accostandosi all’orecchio del celebre giornalista, con una sua tipica mossa a scatto, sussurrò: “Direttore, quell’iscrizione pareva e fu un presagio, perchè, vede, considerazione sì, venerazione sì, quanta ne ho voluta. Ma in realtà non sono stato mai amato!”. via Vittoria Colonna, all’altezza del civico 14, In troviamo la solita incuria su una targa, posta da Francesco Compagna e dal Comune di Napoli: a malapena si riesce a leggere che in quella casa aveva vissuto e pensato il grande studioso lucano Giustino Fortunato che aveva riproposto alla coscienza del paese la questione dolorosa delle due Italie, dalla quale avrebbe potuto derivare la “fortuna” o la sciagura dell’Italia. L’attività politica di Giustino Fortunato si caratterizzò per la famosa “Questione Meridionale” che egli sollevò prepotentemente in Parlamento dove entrò per la prima volta nel 1880, all’età di trentadue anni. Non meno impegnativa fu la sua attività per debellare la malaria, malattia molto diffusa. Spesso rifiutò la direzione di vari Ministeri che i Presidenti del Consiglio di allora gli offrirono, LA PILLI Saper Vivere 37 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 FRANCESCA MORANO NEOARCHITETTO F esta grande per la laurea magistrale in Architettura di Francesca Morano. Il titolo è stato conseguito il 23 architetto Vincenzo Meo e del presidente della commissione, il professore Gravagnuolo. Soddisfatti ed Amarcord di Rosario Scavetta IL MISTERO DELLA TOMBA DI VIRGILIO T marzo scorso a Palazzo Gravina dopo la discussione della tesi in Progettazione Urbana dal titolo ”Attuazione del P.R.U. di Ponticelli”. Francesca ha presentato il suo progetto ottenendo i consensi del relatore, il professore ingegnere Giovanni Del Conte, del correlatore, il professore emozionati i genitori Franco e Anna, la sorella Fabiola e tutti gli amici e i colleghi di corso che hanno assistito alla discussione. La neodottoressa, di rosso vestita, ha poi festeggiato sabato 26 marzo con uno scoppiettante party nel club “La Mela” di via dei Mille. COMUNITÀ LUTERANA, IL PROGRAMMA DEI CONCERTI DI PRIMAVERA È tempo di Concerti di Primavera alla chiesa della Comunità luterana di via Carlo Poerio, 5. La manifestazione, giunta alla tredicesima edizione, è decollata mercoledì 6 aprile con il recital pianistico di Andrea Pdova su musiche di J.S. Bach, R. Wagner e F. Liszt. Mercoledì 13 aprile è stato protagonista il tenore Giuseppe Auletta, accompagnato da Giovanni Auletta al pianoforte è da Paolo Coluzzi al violino in “Malia” di F.P. Tosti. La finale dell’XI Concorso di Composizione e l’assegnazione dei premi della Giuria e del Premio Francesco Caracciolo si sono tenute mercoledì 20 aprile mentre la chiusura della manifestazione, in programma martedì 26 aprile, vedrà Raffaele La Ragione al mandolino e Giacomo Ferrari al pianoforte eseguire le musiche di R.Calace e C.Munier. L’ingresso è libero. ra le tante ipotesi sul luogo della sepoltura del Sommo Virgilio Marone, ve n’è una davvero suggestiva, che colloca la tomba del poeta latino, anziché di fianco della “Crypta Neapolitana”a Piedigrotta (nella foto), nei pressi della grotta di Seiano a Posillipo. A formulare la tesi fu il geologo R. T. Gunther che dichiarò che il luogo della sepoltura non era più visibile perché demolito dal maremoto ed i resti inghiottiti dal bradisismo, assieme ad un largo tratto di costa, come testimoniano le molte rovine visibili ad occhio nudo sotto la superficie del mare antistante l’isolotto della “Gaiola”. La teoria del professor Gunther, che ha dedicato gli ultimi anni della propria vita alle ricerche che hanno portato alla luce importanti reperti archeologici sul promontorio posillipino, scaturiva dalle tante tracce della presenza del Sommo poeta nella zona. In effetti, in località “Gaiola” - ancora oggi accessibile solo attraverso uno stretto sentiero pedonale o dal mare - la cosidetta “scuola di virgilio” nei giorni di vento è battuta dalle onde che si infrangono su di essa; queste antiche rovine romane furono così denominate perché leggende locali pretendono che in quel luogo Virgilio tenesse lezioni di negromanzia. LA PILLI Saper Vivere 38 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 GERMANIA E SUD ITALIA MAI COSÌ VICINI l 24 febbraio scorso è stata inaugurata la nuova sala centrale del Consolato Generale di Germania nella Iprestigiosa sede del Palazzo Ruffo di via Crispi, 69, residenza estiva della famiglia Croce. Il sodalizio tra Germania e Mezzogiorno ma anche il parallelismo tra il filosofo napoletano, le cui figlie abitano ancora nell’edificio, e Johann Wolfgang Goethe, rimasto affascinato da Napoli durante il suo celebre viaggio in Italia, sono i temi che dominano la sala. Tra i progetti presentati da quattro gruppi di giovani architetti campani per il restyling del grande ambiente centrale è stato scelto quello di Giuseppe Raimondo e Giacomo Visconti: un’installazione luminosa che riproduce la sagoma della Germania con all’interno sei elementi luminosi rappresentanti le regioni del Sud Italia per le quali il consolato è competente e una nuova parete I n principio c’era lo spamming: il pericolo di rimanere vittima di un furto d’identità attraverso il web era legato a virus informatici o a fastidiose email, inviate per reclamizzare qualche prodotto di dubbia provenienza, dette, appunto, spam. Oggi, invece, i cyber-professionisti della frode hanno messo a punto altre pericolose trappole per poter sottrarre preziose informazioni private. Si va dal “tabnabbing” una sofisticata tecnica di attacco, che sfrutta l’abitudine di navigare su più tab (cioè più schede) all’interno del proprio browser - e la scheda del sito attaccante simula in tutto e per tutto quella di una pagina di accesso a servizi on line per i quali sono richieste username e password al cosiddetto “phishing”, il cui termine (da fishing, pescare) indica un tipo di con le immagini di Goethe e Croce, corredate da alcune citazioni in italiano e in tedesco e da informazioni biografiche. Il Console Generale, Christian Much, alla presenza del sindaco Iervolino e di Silvia Croce (nella foto), ha spiegato che “il progetto di Raimondo e Visconti non è solo di grande impatto visivo, ma presenta anche molteplici e profondi contenuti storici e culturali”. Altre testimonianze della vicinanza intellettuale tra i due paesi possono riscontrarsi nelle pareti rosso pompeiano, in omaggio ai tesori archeologici e culturali del Sud Italia che da sempre hanno affascinato i viaggiatori tedeschi e nel busto di Aselmeyer, commerciante e mecenate tedesco che ha fatto molto per l’integrazione della comunità tedesca a Napoli. Il riallestimento della sala ha visto coinvolti anche lo studio DAZ - architetti associati, la ditta Raffaele Errico e il Grafico Alessandro Leone. L’oralegale di Adelaide Caravaglios LA TRUFFA CORRE SUL WEB Terni&Favole: La fortuna sboccia con l’ottantuno Tempo d’elezioni, tempo di voti e di fiori. Alla Tabaccheria Postiglione di Largo Ferrandina a Chiaia, tra gratta e vinci, uova di cioccolato, commenti calcistici e satira da bunga bunga, si tenta la fortuna con le combinazioni del lotto. Alberto Postiglione, il guru dei numeri, non ha dubbi: «L’ambo di maggio è 57 (la bellezza) e 81 (i fiori): da giocare rigorosamente per tutto il mese di maggio sulle ruote di Bari, Napoli e Roma. Per chi, invece, è deciso a imboccare la strada del terno, consiglio vivamente di giocare 8 - 12 52, il terno mariano, carico di fortuna, da inseguire sulle ruote di Napoli e Milano». Mentre il popolo “pallonaro” già parla della campagna acquisti del Napoli 2011-2012, Postiglione, cuore bianconero, non perde colpi e infila un altro treno di combinazioni: «Per la festa del lavoro, giochiamo 8 - 12 - 52, mentre per tutte le mamme, caldeggio il trio numerico 20 - 81 - 52. Entrambi i terni vanno giocati per almeno 9 estrazioni su tutte le ruote e per 3 estrazioni anche sulla ruota Nazionale. Da Pasqua in poi, invece, bisogna puntare sull’ambo delle sorprese: 52 - 50, valido per almeno 10 estrazioni sulle ruote di Napoli e Genova». Insomma, i numeri sono serviti. Puntate poco, ma con continuità. e ottimismo. 57+81/8+12+52/52+50/20+81+52 imbroglio che ha lo scopo di rubare l’identità di una persona, spillandole dati sensibili. Ma ci sono anche altri stratagemmi meno originali, che - se non adeguatamente conosciuti - potrebbero comunque creare problemi: pensiamo alle finte fatture, inviateci da un sedicente corriere che ci informa di non poter recapitare la merce non avendo i nostri dati a disposizione; ad un innocuo invito su Facebook da parte di una persona che vorrebbe stringere amicizia con noi o alle email che promettono un impiego ben retribuito, in cambio di un versamento per ricevere un kit o le istruzioni per il lavoro. Persino gli auguri, inviatici da sconosciuti, potrebbero rivelarsi pericolosi: aprendo l’allegato, infatti, potremmo rischiare di ritrovarci con il pc intasato da virus. LA PILLI Saper Vivere 39 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 BellaGente di Tommy Totaro DARIO TOFANO, “MATTATORE” DELLA NOTTE Dario Tofano è uno dei personaggi più popolari, nonché un’icona del by night partenopeo Quando hai scoperto di amare così tanto la musica? Il primo approccio è stato con la musica classica che mio padre mi faceva ascoltare mentre mi insegnava il gioco degli scacchi. Ma i miei inizi risalgono al lontano 1982, nel pieno della “British Invasion” (new wave, electro…) trasferitomi ad Amburgo, cominciai a lavorare per Tracktor, importazione musicale di maxi singol, il famoso vinile, a cui oggi si sta cercando di fare ritorno. E proprio lì cominciai a “girare i dischi”, musica Funk Electro. La mia prima serata fu all’Alcatraz, club notturno tedesco all’epoca molto trendy. Ricordi le tappe dei tuoi maggiori successi? Tornato in Italia, nel 1985, creai insieme a Mario Cirillo, mio attuale socio e compagno di avventure, e a Patrizio Squeglia, “Funk Machine”: organizzavamo eventi musicali all’avanguardia. Molti ci annoveravano, e lo fanno ancora, tra i precursori dell’House Music in Italia. In tanti mi ricordano ancora con i capelli lunghi la domenica notte al My Way, che suonavo fino all’alba per un pubblico non solo partenopeo. O anche il “Sunrising party”, organizzato al Palapartenope nel 1989 per un pubblico di 5000 persone. A livello internazionale, grazie alle mie produzioni discografiche con etichette italiane come Flyng records, UMM ed americane, come Distant music, fui chiamato a suonare intorno al 1990 allo Yellow È Annabella Bartiromo la Miss Pin Up Chiaia di questo numero. Avvocato, 28 anni, originaria della provincia di Salerno, Annabella è alta un metro e 77 e le sue misure sono 91-63-89. Nata sotto il segno del Capricorno, si definisce ambiziosa, caparbia, generosa e solare. Tra i suoi hobby la lettura e il cinema ma soprattutto la sua attività di fotomodella e indossatrice. Ama viaggiare, il suo ragazzo e la sua famiglia mentre non sopporta l’ipocrisia e la pioggia. Dotata di uno stile eclettico ma sobrio, Annabella è una vera fashion victim: già testimonial di prestigiosi marchi italiani come Antonio De Leo e Paola Ferrini, ama particolarmente le griffes Prada, Fendi, Max Mara, Denny Rose e Victoria Secret. Protagonista di numerosi servizi fotografici su diverse riviste di moda, per la vita notturna predilige il Vittoria club e il Bogart club di Salerno. Nonostante sia una ragazza allegra e serena, Annabella però ammette di essere stata fragile e insicura in passato e di aver imparato a credere in sé stessa Club e al Gold Club di Tokyo, dove ho avuto la fortuna ed il piacere di conoscere Larry Levan, personaggio leggendario del panorama dance mondiale. Ho suonato anche al Qoo di Osaka, ho partecipato sempre come Dj ai Warehouse party in California, esattamente a San Francisco. Per non parlare della Grecia, dove a Mykonos nel 1994 ho suonato al Cavo Paradiso e ad un “Full moon party”: 12 ore di seguito, ho ancora i brividi! Cosa ti ha insegnato la musica? La musica è vita. Grazie a lei, la mia mente è sempre stata aperta verso nuovi orizzonti, anche dal punto di vista imprenditoriale. Lo S’move lab, ad esempio, è una continua ricerca di culture alternative, in ogni genere. Mi ha insegnato che come linguaggio universale, può mettere in comunicazione persone di razze, ceti sociali, culture diverse. Riesce a trasmettere emozioni, liberando corpo e mente. Ascolti altri generi musicali? Ho sempre cercato di essere attento a qualsiasi forma di espressione artistica, traendo sempre insegnamenti e messaggi che potessero accrescere il mio bagaglio musicale. Che mestiere volevi fare da piccolo? Il mio sogno di bambino era di diventare chi sono oggi, magari in una location più cosmopolita, perché confrontarsi con altre realtà è stimolante e ti aiuta a crescere non solo professionalmente, ma anche caratterialmente. Come passi il tuo tempi libero? Purtroppo anche quando non lavoro, la mia mente è sempre in movimento, alla ricerca di qualcosa di nuovo. Ma l’unica persona che riesce a distrarmi da tutto e tutti è Gegè, mio figlio. Sì, con lui riesco davvero a staccare la spina. Come vivi il quartiere Chiaia? Sarebbe bello vedere Chiaia come un quartiere di Parigi, come per esempio Saint Germain De Prés, una Chiaia conosciuta a livello internazionale, esclusiva. Tanti anni fa il nostro quartiere per il mondo della notte era ambito: non tutti potevano farne parte. Oggi non è più così, è diventato tutto troppo caotico. Hai qualche sogno nel cassetto? Organizzerò il mio “sogno-progetto”: un polo dove ogni forma d’arte abbia il suo spazio, dove giovani artisti possano dare sfogo alle loro iniziative creative, dove ogni forma d’espressione, qualsiasi essa sia, abbia modo di esistere. Miss Pin Up Chiaia a cura di Fabio Tempesta ANNABELLA, LO STILE DETTA LEGGE anche grazie al suo fidanzato col quale spera di avere in futuro tanti bambini. Molto legata alla sua famiglia d’origine e alla sua gattina di 5 anni, ama gli animali e detesta vederli soffrire, crede fermamente nel valore dell’amicizia, dandosi con generosità senza pretendere nulla in cambio se non la semplicità. EXIT Saper Vivere 40 CHIAIAmagazine 3/4 marzo aprile 2011 In questo numero hanno scritto Abbonati a Chiaia magazine Chi decide di abbonarsi a Chiaia Magazine (con in allegato anche il periodico “10”) riceverà a casa il giornale insieme alla Exclusive Card, che consente di avere sconti e agevolazioni nei negozi convenzionati. Due le tipologie di abbonamento: ordinario (30 euro all’anno) e sostenitore (50 euro all’anno). Per saperne di più basta telefonare al numero 081.19361500 Consultaci on line Chiaia Magazine e 10 sono scaricabili in formato pdf sul sito www.chiaiamagazine.it. Chiaia Magazine ora è anche su Facebook.com. Diventa nostro fan oppure iscriviti al gruppo Chiaia Magazine e segnalaci eventi e curiosità. Mimmo Della Corte Francesco Iodice Gianluca Massa Massimo Gallotta Fabio Tempesta Paolo D’Angelo Tommy Totaro Rosario Scavetta Alvaro Mirabelli Rossella Galletti Per le fotografie si ringrazia Francesco Ruggieri www.archiviofotograficoruggieri.it la testata di malatesta di Renato Rocco Acquisto dvd «e io ti seguo» Ricordiamo ai nostri lettori che il dvd «E io ti seguo», il docufilm sul Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra, scritto, prodotto e diretto da Maurizio Fiume, è acquistabile al prezzo di 3,90 euro. Chi è interessato all’acquisto o è interessato a organizzare una proiezione pubblica, può telefonare al numero 081.19361500 o inviare una mail a info@chiaiamagazine.it Colmo di fulmine Vuoi ricevere il giornale? Vuoi anche tu nel tuo studio professionale il nostro mensile? Chiama lo 08119361500 o inviaci una mail a info@chiaiamagazine.it, con nell’oggetto la dicitura «Richiesta copie Chiaia Magazine». Il nostro distributore, dal mese successivo alla richiesta, consegnerà le copie al domicilio indicatoci. Massimo Lo Iacono Dove puoi trovarci In oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema, bar, discoteche, banche, boutique, studi professionali, gallerie d’arte, ristoranti, circoli sportivi e nei più importanti eventi culturali e mondani della città. Distribuzione palazzo per palazzo; gazebo nei punti strategici della città per la presentazione del numero e delle iniziative del mensile. Inoltre Chiaia Magazine, con in allegato «10», lo puoi trovare in 700 taxi e nelle sedi ACI di Napoli e Provincia. Aurora Cacopardo La Bacheca Nino De Nicola Adelaide Caravaglios magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ La morale del chiacchierone: chi ode scaccia chi ode Mia moglie mi è fedele, corna facendo L’apprendista becchino si fa le ossa Chi semina venti raccoglie quaranta La certezza è il credo dei fessi La sopportazione è il braccio armato della pazienza Obesità adolescenziale: lardo ai giovani!
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