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dicembre 2012
L'INTERVISTA
A pag 6
PRIMO PIANO
A pag 9
ECONOMIA
A pag 14
Banca del territorio
Nonostante tutto
Per superare la crisi
Edicola
Editoriale
DI ROBERTO SCAZZOSI
Fedeli alla nostra mission
Cominciamo con una spiegazione, cominciamo dalla
copertina di questo numero della Voce. Una foto e un titolo per andare subito al punto. La banca, con il presidente
e il direttore generale, ribadisce la propria mission. Lo fa
mettendosi in gioco, nella sua rappresentanza amministrativa e in quella della struttura aziendale. Lo fa in prima
persona, come è costume della Bcc. Abbiamo parlato più
volte sulla Voce di senso di responsabilità , un valore che
non deve passare di moda, anzi deve tornare a essere
centrale. Ecco, in un momento come questo, ribadire il
fatto di esserci, di continuare a fare la nostra parte, come
dimostriamo dati alla mano nei servizi di questo numero,
significa avere la responsabilità di un ruolo. Che è quello di banca locale del territorio, e non per il territorio,
come spiega nel pezzo di apertura l’insigne economista
Stefano Zamagni. E poi, scorrendo il titolo del numero,
“Nonostante tutto”, perché sta lì il problema. Quel nonostante tutto è il peso della situazione che stiamo vivendo
da anni; difficoltà che, a un livello più complessivo, sono
illustrate dalla posizione di ABI: un appello, quello contenuto nel bollettino mensile dell’associazione, che è la
misura della serietà dei problemi che si affrontano tutti i
2
giorni. Eppure, “nonostante tutto”, diamo conto di quello
che continuiamo a fare in termini di impieghi e di contributi al territorio; la dimensione che continua a essere il
nostro riferimento. Terzo punto; dopo il nonostante tutto
c’è la prospettiva: superare la crisi. E per questo proponiamo uno spunto di riflessione per un aspetto che consideriamo fondamentale, il valore del risparmio. Partendo
dalla giornata mondiale del risparmio che si è celebrata
il 31 ottobre vediamo concretamente cosa è il risparmio
a livello di abitudini, perse o acquisite nel tempo, e cosa
rappresenta per una banca come la nostra. Quello che è
stato un perno per la ricostruzione e la crescita italiana
nel secondo dopoguerra è, per una banca locale come la
nostra, la benzina, ossia quanto ci è indispensabile per
svolgere il nostro ruolo di attori economici impegnati nella
crescita del territorio. E, sempre andando a individuare un
tema caldo per le prospettive della ripresa, diamo spazio al
rapporto banche-imprese, un nodo di cruciale importanza
e da affrontare con la massima chiarezza da entrambe le
parti. L’abbiamo sempre detto: dalla crisi si esce insieme
o non si esce. Questo è il banco di prova per misurare
le possibilità del nostro sistema, globale e locale che sia.
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SOMMARIO
Edicola
Il Panorama
copertina
DI luca barni
Insieme contro la crisi
La reciprocità per fare sistema
Una ricognizione su alcuni temi chiave dell'economia per fare
sistemae superare le difficoltà poste da una crisi che non accenna
a mollare la presa. Da una banca del territorio idee e fatti per
lasciarci alle spalle i quattro anni che hanno cambiato il mondo.
La Voce
dicembre 2012
6L'Intervista
Economia
14
Riflessioni sull'importanza
del risparmio, un'abitudine
che non deve passare di moda
Colloquio con Stefano Zamagni, economista che riflette sul "quid" del movimento cooperativo
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In primo piano
Impieghi e contributi: in numeri
ecco il sostegno che la Bcc
ha garantito al territorio nel 2012
21
32Territorio/2
Aperitivi in Concerto 2012
una quattorducesima edizione
da tutto esaurito
18Economia
33
Territorio/3
Onomastico della Terra:
grandi e piccoli alla scoperta
del verde di Legnano
20Economia/2
L'intervento di Luigi Federico
34
Continua il viaggio all'interno
delle aziende del territorio:
il Salumificio Colombo
Focus sul mercato immobiliare
alla luce delle novità portate
dal progetto Merito Casa
La storia
24Territorio/1
Il rapporto fra banche e aziende,
snodo fondamentale per ridare
slancio alla nostra economia
Signorini in occasione
della Giornata del credito
Associazione Ccr
Le attività del Circolo, il programma e il nuovo
corso fotografico
Ormai non sono più voci isolate quelle che dipingono la crisi come un fenomeno totale e complessivo, che quindi non
si limita a investire con una violenza mai vista prima la sfera economica, ma travolge anche quella dei rapporti fra le
persone. Cosa fare di fronte a un’analisi così spietata, ma – io ritengo– sincera? Io dico: proviamo a ricostruire un reale
sistema di comunità. Dobbiamo farlo adesso, perché i ritardi non sono più ammessi. E dobbiamo mettere alla base di
questo sistema la logica della reciprocità. Una logica che tutti conosciamo, perché regge il primo nucleo della vita sociale, la famiglia. Il punto è: questo modello può essere applicato nelle politiche economiche? In altre parole la reciprocità
può essere sistemica? Può essere elemento determinante per lo sviluppo di vere politiche di rete? Me lo chiedo alla luce
della nostra esperienza, esaminando quanto, come banca locale, abbiamo fatto nell’ultimo triennio. Abbiamo aumentato
gli impieghi, dal 2009 al 2011, del 4%, del 5% e del 6% rispettivamente. E questo nell’ottica di cui dicevo: erogo risorse
al sistema per creare sviluppo, generando quindi soddisfazione reciproca. Ma qual è stato il risultato? Abbiamo chiuso
il 2011 con il segno meno a causa delle perdite su crediti, e purtroppo, anche quest’anno la stessa voce di bilancio sarà
rilevante. Quindi dov’è la reciprocità, dove la risposta all’impegno nei confronti dell’altro? Dobbiamo, alla luce di questa situazione, chiamarci fuori da quello che abbiamo sempre fatto? Nonostante tutto, no. Noi ci saremo ancora a fare
la nostra parte, perché continuo a credere che stia nella reciprocità la base per creare relazioni durature, per realizzare
un vero sistema di comunità. Non è utopia; è l’economia di cui si riconosce sempre più il bisogno. Soltanto così si può
realizzare l’equità nelle transazioni economiche tra soggetti e garantire che le legittime esigenze di tutti possano essere
soddisfatte. In questo numero ospitiamo le riflessioni di Stefano Zamagni; l’economista, da tempo, propone di guardare
oltre il duopolio Stato-Mercato. Zamagni parla di “economia civile”, quella fatta proprio di rapporti di reciprocità e
prossimità, fuori quindi dalla logica che considera soltanto gli estremi: o il business o la carità. Mi è chiaro, ovviamente,
che parliamo di imprese che devono recuperare produttività e redditività e hanno precise esigenze di bilancio, e anche
noi, del resto, siamo un’azienda che deve rispondere dell’operato ai suoi soci. Però è sempre più evidente come non si
possa fare impresa svincolati da obiettivi sociali, che il profitto non sia un valore in sé, da perseguire a ogni costo e a
prescindere da ogni altra considerazione. Cito l’economista e banchiere Muhammad Yunus, che ha sottolineato l’insufficienza del sistema delle imprese nell’affrontare molti dei problemi sociali più gravi: “un’impresa con finalità sociali deve
essere concepita e condotta come una vera azienda, ma con l’imperativo del vantaggio sociale al posto di quello della
massimizzazione dei profitti”. Questo è il modello di sistema in cui e per cui la Bcc vuole continuare a operare, una rete di
relazioni in cui –sempre per dirla con Zamagni – l’altro è certamente un limite al mio avere, ma necessario al mio essere.
La Voce
Bimestrale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
La nostra banca
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La Bcc ha dato il benvenuto
ai nuovi soci nella serata
in sala Don Besana
dicembre 2012
Redazione e grafica: Eo Ipso - Legnano
Anno IX n° 5
Stampa: Arti Grafiche Baratelli - Busto Arsizio
Direttore Responsabile: Chiara Porta
Editore: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
Registrazione del Tribunale di Milano n°163 del 15-03-2004
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INTERVISTA
INTERVISTA
La Bcc è l'unica banca del territorio
che applica la democrazia solidale
L'economista Stefano Zamagni rimarca la peculiarità degli istituti di credito cooperativo:
«Per citare Platone due sono i cavalli per tracciare il solco: quello dell'efficienza organizzativa e quello della partecipazione dei soci, che devono andare alla stessa velocità»
A
volte basta cambiare una preposizione semplice con una
articolata per mutare il senso di
una frase. Nel nostro caso, la differenza
si fa addirittura più profonda e chiama in causa valori e comportamenti.
Perché la nostra Bcc -come tute le Bcc,
del resto- è una banca “del” territorio
e non solamente un istituto che opera
“su” o “per” un territorio.
Dirlo e ricordarlo con forza in un
momento congiunturale come quello
che stiamo vivendo non è né banale
né scontato, come ha spiegato l’economista Stefano Zamagni (nella foto) in
un’intervista raccolta nell’ambito del
progetto identitario “Un Paese chiamato Bcc” della Banca di Bedizzole Turano
Valvestino e pubblicata un paio di anni
fa su “Vicini di banca”, il periodico
della Federazione Lombarda delle Bcc.
Una posizione, quella di Zamagni,
tutt'altro che superata. Anzi, quanto
mai attuale e che abbiamo voluto
approfondire, partendo dal ruolo e
dalla vocazione storica della Banche
di Credito Cooperativo.
“Storicamente le Bcc sono nate come
banche locali, ma oggi questo non
rappresenta più la realtà dei fatti,
perché se è indubbio che la singola
Bcc opera in un territorio di pochi
chilometri quadrati, è altrettanto vero
che a seguito del processo di unione a
rete compiuto negli ultimi 10/15 anni,
ormai il mondo delle Bcc è visto come
un gruppo bancario di oltre quattrocento banche e dunque chiamarla locale non è corretto; è riduttivo.
Teniamo presente che il gruppo Bcc
è il quarto gruppo bancario in Italia
-spiega Zamagni-. È giusto, invece,
chiamarla Banca del territorio”.
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Ma territorio è una parola spesso
usata, ultimamente, da tanti istituti
bancari…
Ho detto e sottolineo banca “del” territorio, non banca “per” il territorio.
La differenza è che anche i grandi
gruppi bancari sono banche per il territorio; se guardiamo la loro pubblicità lo scrivono a tutte lettere e lo fanno
correttamente. Il significato di Banca
per il territorio è quello di una realtà
che opera per favorire il territorio.
Banca del territorio invece vuol dire
una banca che nasce dal territorio,
opera sul territorio e ha come fine il
dare conto al territorio, cosa che le
altre banche non fanno.
Quindi è un problema di reciprocità
e di rapporti?
Esatto: il grande gruppo bancario
appena intuisce che un certo territorio
non risulta più conveniente, smette
di operare. La banca del territorio,
viceversa, non chiude mai, non delo-
Banca del Territorio
Banca per il Territorio
Bcc
Chi?
Nasce sul territorio
per operare sul territorio
Mission
Opera per favorire il territorio
Rende conto al territorio del proprio
operato: la Bcc ci nasce, ne è
espressione, non delocalizza mai
Vision
Sta sul territorio finché conviene,
poi smette di operare
Sinonimo di banca locale
Comunicazione
È un claim pubblicitario
calizza mai, perché è espressione, dal
basso, del territorio stesso. Ecco allora
che le Bcc sono le uniche banche del
territorio, insieme ad una dozzina di
casse di risparmio rimaste legate alla
loro vocazione iniziale e non oggetto
di acquisizione da parte dei grandi
gruppi bancari. La Bcc, unica forma
di banca del territorio, deve pertanto
mantenere la fedeltà a questa identità. Una volta capito questo, da questa
identità derivano tante altre conseguenze. Se, invece, essa viene dimenticata, il rischio è di fare come coloro
che, apprestandosi a costruire una
casa, si preoccupano della tinteggiatura invece di premunirsi che i muri
portanti siano solidi. Dopo un po’
crolla tutto.
Quali strade indica alla Bcc per
preservare il proprio patrimonio di
valori e di relazioni?
Rispondo con una metafora importante di Platone. Un’immagine davvero molto bella. Dice Platone: “Il solco
sarà diritto se i due cavalli che tirano
l’aratro marciano alla stessa velocità”.
Cosa vuol dire? Che se un cavallo va
più veloce dell’altro, l’aratro o va verso
destra o verso sinistra, e quindi non è
diritto, e quindi non si ha il raccolto.
Fuor di metafora, nel caso delle Bcc
quali sono i due cavalli?
Le altre
L’uno è il cavallo della efficienza
organizzativa dei prodotti industriali, l’altro è il cavallo della democrazia
solidale. Se il cavallo dell’efficienza
organizzativa va più forte dell’altro,
la Bcc si snatura, e presto o tardi
diventerà come le banche capitalistiche. Se, invece, è il cavallo che abbiamo chiamato della democrazia solidale ad andare più forte dell’altro,
il risultato è che la banca di credito
cooperativo non è più sostenibile.
Ecco allora il punto: il cocchiere,
chi guida l’aratro, deve saper far
marciare i due cavalli alla stessa
velocità. Questo è compito della presidenza, ma in generale è compito
del consiglio di amministrazione e
dell’assemblea dei soci. È importante
dirle queste cose, perché si è assistito in questi ultimi venti/trent’anni
ad alcune Bcc che hanno smesso di
essere quello che inizialmente erano
proprio per questo fatto. In alcuni casi perché hanno puntato tutto
sull’efficienza, in altri perché hanno
puntato tutto sull’identità democratica. Bisogna, invece, che i due cavalli
marcino alla stessa velocità.
Proprio partendo dalla sua espres-
CHI è ZAMAGNI
Stefano Zamagni (Rimini, 1943), economista, è professore ordinario di
Economia politica all’università di Bologna (facoltà di Economia) e adjunct
professor of International political economy alla Johns Hopkins University,
Bologna Center. Dal 1985 al 2007 ha insegnato Storia dell'analisi economica
alla Bocconi di Milano, mentre per l’università di Bologna ha ricoperto numerosi ruoli, tra cui la presidenza della Facoltà di Economia, impegnandosi negli
anni soprattutto negli studi sul mondo del “no profit”, arrivando all'attivazione di uno specifico corso di Laurea ("Economia delle imprese cooperative
e delle organizzazioni non profit"). Dal 2001 è Presidente della Commissione
Scientifica di Aiccon (Associazione italiana per la promozione della cultura
della cooperazione e del non profit) e tra gli ideatori delle Giornate di Bertinoro
per l'Economia civile, un momento di approfondimento e dialogo sul ruolo e le
attività del terzo settore in Italia.
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INTERVISTA
sione di “democrazia solidale”,
quale ruolo assegnare in prospettiva
al valore della partecipazione nel
definire l’identità di una Bcc?
Il ruolo della partecipazione è fondamentale. Il punto è, però, che bisogna
ricordarsi che la democrazia ha un
costo, la democrazia non è mai a prezzo zero. Il che spiega perché a livello
generale - macro, dei Paesi o dei grossi
movimenti, ad un certo punto, abbandonano la democrazia. E siccome la
democrazia ha un costo, prima o poi
c’è qualcuno che si alza e dice “ma
noi non siamo più disposti a sostenere
questo costo”, e quindi si comincia col
tagliare la partecipazione del socio, si
comincia a fare le assemblee che durano un quarto d’ora, si arriva a non
garantire la trasparenza. Ebbene, in
questo modo si ritorna al discorso di
Platone: dopo un po’ il solco va storto
e la Bcc chiude oppure si trasforma e
diventa capitalistica.
E qui ritroviamo uno degli slogan
veri delle Bcc: banche che hanno la
loro vera forza nella base sociale…
È inutile discutere, la cifra che caratterizza la cosiddetta specificità della
Bcc è esattamente nella capacità di
coinvolgere nel processo decisionale, secondo determinate forme, la
base sociale. Ora, coinvolgere però
non vuol dire fare della filantropia.
In alcune Bcc si pensa di risolvere
i propri problemi distribuendo un
po’ di denaro per opere benefiche, in
sé buone. Questo non c’entra niente
con la democrazia ma attiene alla
filantropia. Se una Bcc fa filantropia
siamo contenti, ma non è essenziale,
perché la filantropia la fanno anche
i grandi capitalisti e le grosse multinazionali. Ciò che invece le grandi
multinazionali non faranno mai è la
partecipazione della base dei soci.
Questo è il punto.
Torniamo, quindi, al suo esempio
della casa: quello che conta è la
solidità dei muri portanti, la tinteggiatura arriva per ultima. E la si fa
solo dopo aver messo in sicurezza la
costruzione…
Esatto. E, soprattutto, bisogna stare
attenti a non mischiare l’acqua con
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IN PRIMO PIANO
il vino. Alcuni dicono: noi per farci
perdonare la scarsa democrazia facciamo regalie, regaliamo le vacanze
ai bambini, ai figli dei nostri dipendenti, diamo borse di studio a quelli
che vanno all’Università, e così via.
Come abbiamo già detto, tutto ciò
va bene ma non c’entra niente con
la democrazia. Attenzione, perché la
democrazia vuol dire partecipazione
al processo decisionale, la filantropia
significa invece sostenere chi è in difficoltà e assisterlo in determinate cir-
costanze. Guai mischiare le due cose.
Ecco perché abbiamo parlato prima
di “democrazia solidale”. È chiaro
che ci vogliono tutte queste forme
di solidarietà però il sostantivo che
dà senso è “democrazia”, l’aggettivo
è “solidale". Invece molti svolgono
una “solidarietà democratica” anteponendola alla formula della “democrazia solidale”. In questo modo la
BCC si snatura, e scompare. D’altra
parte che bisogno c’è? Ce ne sono
tante di “altre” banche.
Nella foto sopra la copertina del numero di ottobre 2012 in cui si trattava il tema del chilometro zero.
L'argomento è ripreso in questo numero dal prestigioso economista Zamagni che sottolinea l'importanza di una banca nata e cresciuta sul territorio; la vocazione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.
Impieghi e contributi:
anche nel 2012 la Bcc
investe nel territorio
L
a Bcc tiene la rotta e mantiene
la sua mission nonostante
tutte le difficoltà della congiuntura e meglio di altri attori del
settore. A livello Italia tiene la raccolta, calano gli impieghi, crescono
le sofferenze e flettono i mutui, ma
c’è anche la riduzione ai minimi
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IN PRIMO PIANO
storici dello spread: questa l’istantanea a ottobre 2012 del mondo bancario nell’ultimo rapporto dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) presentato il 21 novembre. Proprio
sullo spread, ossia la differenza tra i
tassi attivi (quanto si incassa su prestiti e mutui) e tassi passivi (quelli
che invece si pagano su conti correnti e depositi) ora sceso a 170
punti, si è soffermato il presidente
di Abi Giuseppe Mussari (nella
foto): « È come se un'impresa si trovasse a dover lavorare con margini
dimezzati –ha commentato-: uno
spread simile non è compatibile con
la piena operatività». Ed è sullo
spread, per essere concreti, che le
banche commerciali come la Bcc
lavorano. Venendo alle altre grandezze prese in esame da Abi a ottobre, gli impieghi sono scesi dello
0,84%, mentre ha tenuto la raccolta
(+1%). Continuano ad aumentare,
invece, le sofferenze per le banche
italiane, con un trend che prosegue
costante da quasi un anno. A fine
settembre lo stock lordo di crediti in
sofferenza è cresciuto di quasi 2
miliardi rispetto al mese precedente
e di circa 15,6 miliardi da settembre
2011, arrivando, nel complesso, a
117,6 miliardi di euro. Una tendenza, quella indicata nel bollettino
mensile dell'Abi, che si traduce in
un tasso di incremento annuo pari al
15,3%. In rapporto agli impieghi, le
sofferenze erano pari al 5,9% a settembre 2012, mentre al netto delle
svalutazioni si attestavano a 67,25
miliardi; circa 1,5 miliardi sopra
agosto. Venendo all’impresa Bcc, è
subito da segnalare una diversità
rispetto al quadro generale, un
segno distintivo che riguarda la
voce impieghi. Selezionando il target piccole-medio imprese, quello di
riferimento per la nostra banca, la
flessione degli impieghi a livello di
sistema è pari al 5,1%, in casa Bcc
del 3%. Prova che la nostra banca,
più di altre realtà di dimensioni
maggiori, ha continuato ad adoprarsi per sostenere i piccoli, ossia la
spina dorsale dell’economia italia-
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IN PRIMO PIANO
na. Questo, rispetto a un dato, sul
fronte impieghi, che ha visto un
ulteriore calo nel totale dei prestiti
ai residenti in Italia collocandosi a
1.933 miliardi di euro, meno 0,8% su
ottobre 2011 (-0,9% la variazione
annua in agosto). Dai dati di fine
settembre –sempre dal rapporto
ABI– emerge un forte rallentamento
dei finanziamenti alle imprese non
finanziarie, calati del 4,2% contro il
-2,7% di agosto. Un anno prima, i
finanziamenti alle imprese avevano
registrato una crescita del 5,3%. Da
sottolineare che la voce impieghi,
da precise indicazioni della Banca
d’Italia, deve essere posta in stretta
relazione con la raccolta. Se c’è stato
in un tempo anche non lontano un
momento in cui le banche impiegavano più di quanto raccoglievano;
adesso il rapporto fra impieghi e
raccolta deve essere invertito ed è
considerato ottimale se di poco inferiore al 90%. Il grafico pubblicato a
pagina 12 mostra proprio l’andamento delle due grandezze negli
ultimi tre anni per la Bcc: con la riapertura della forbice avvenuta nella
primavera di quest’anno e mantenuta nei mesi successivi. «È vero che
per un certo periodo gli impieghi
della Bcc hanno superato la raccolta,
ma questa non è la normalità –spie-
ga il vice presidente vicario Ignazio
Parrinello–. Il rapporto fra le due
grandezze può risentire infatti delle
situazioni particolari della raccolta a
livello di sistema banche. Mesi fa,
ad esempio, si era scatenata una
vera e propria lotta fra istituti per
farsi prestare denaro e questo avveniva a condizioni definibili perlomeno anomale. In quel momento la
raccolta in Bcc ha subito una flessione». Naturalmente qualche riflessione andrebbe spesa sulle condizioni
straordinarie di raccolta. «Non bisogna dimenticarsi che in economia
valore e rendimento sono grandezze
inversamente proporzionali –continua Parrinello–, quindi non sarebbe
male chiedersi il motivo di un rendimento tanto superiore alle condizioni di mercato». Periodo particolare,
quindi, quello tra fine 2011 e la primavera 2012 e comunque, ancora
una volta, indicativo delle differenze tra Bcc e resto del sistema. Alcune
grandi banche, specie straniere,
hanno raccolto denaro a condizioni
fuori dal mercato, hanno posto condizioni impossibili alle aziende per
prestarlo e queste si sono rivolte alla
Bcc, che non ha mai chiuso nei loro
confronti i rubinetti del credito. La
normalità è quindi quella che si
osserva prima e dopo nel grafico e
messa nero su bianco nel piano strategico, condiviso da governance e
direzione. E se questo risponde alle
indicazioni di Banca d’Italia e ai
principi di sana e prudente gestione
che costituiscono il patrimonio
genetico della Bcc da qui si riparte
per tenere la rotta negli anni a venire. Poi, oltre al prestito del denaro,
attività connessa per definizione alla
funzione di una banca commerciale,
c’è la voce che caratterizza la Bcc, i
contributi ai vari attori del territorio; un impegno che discende
dall’articolo due dello Statuto sociale, quello dei principi ispiratori. “La
Società ha lo scopo di favorire i soci
e gli appartenenti alle comunità
locali […] perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stes-
Giorgio Napolitano «Le Bcc svolgono un ruolo
fondamentale per la ripresa economica»
Gli istituti del Credito Cooperativo
«possono e devono svolgere un ruolo
fondamentale nel sostenere il rinnovamento delle strutture produttive e
la ripresa economica di tutto il Paese,
rinsaldandone la coesione sociale e
territoriale». In occasione dell’Assemblea annuale 2012 di Federcasse, il
Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha voluto portare il suo
messaggio, che introduce tra l’altro il
volume “Civiltà dei borghi. Culla di
cooperazione” presentato il 20 novembre all'Assemblea stessa. Il volume
valorizza storia, attualità e cultura
dei borghi italiani attraverso le foto di
Pepi Merisio e un saggio di Giuliano
Amato. «Il Credito Cooperativo –si
legge nel messaggio del Capo dello
Stato- ha contribuito fortemente alla
crescita sociale e civile del Paese, impostando l’azione di sostegno alle imprese secondo i valori della solidarietà,
della dignità umana, della responsabile
compartecipazione. Si tratta di un'eredità preziosa che merita di essere
valorizzata nella consapevolezza che
il sistema creditizio e l’intero mondo
della cooperazione possono e devono
svolgere un ruolo fondamentale nel
sostenere il rinnovamento delle strutture produttive e la ripresa economica di tutto il Paese, rinsaldandone la coesione sociale e territoriale».
Ignazio Visco «Razionalizzare la rete di sportelli,
eliminare le inefficienze operative»
«Per rafforzare le singole Bcc serve
una prospettiva evolutiva che deve
avere un respiro più ampio, ponendosi
come obiettivo un assetto di sistema
adeguato a fronteggiare le difficoltà
e le incertezze del contesto». Queste
le parole del Governatore della Banca
d’Italia Ignazio Visco, intervenuto
all’Assemblea 2012 di Federcasse del
20 novembre. Nel sollecitare politiche di rafforzamento strutturale della
liquidità in vista della restituzione
dei finanziamenti dell'eurosistema,
Visco, fra le altre cose, ha chiesto
«interventi di razionalizzazione delle
reti di sportelli nelle fasce dimensionali minori». In questo quadro ha
suggerito «iniziative aggregative che
possono contribuire a rafforzare le
caratteristiche tecniche organizzative
degli organismi più piccoli e innalzarne i livelli di efficienza. A condizione di essere sostenute da adeguati
piani industriali e idonei assetti di
governance». Per eliminare le inefficienze operative non più sostenibili,
ha detto, «è necessario affiancare la
riorganizzazione della rete associativa
e di supporto». In conclusione, Visco
ha sottolineato che le Bcc devono
orientarsi «con determinazione verso
sempre più incisive azioni di miglioramento, anche per quanto riguarda l'offerta di prodotti e servizi».
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IN PRIMO PIANO
IN PRIMO PIANO
si…” Quindi cosa di più concreto
dei contributi per testimoniare l’impegno della Bcc di Busto Garolfo e
Buguggiate sul territorio? Va detto
che i contributi per le attività di enti,
amministrazioni comunali e associazioni sono sempre stati quota parte
dell’utile che la banca segnava
nell’esercizio precedente, eppure,
nonostante il 2011 abbia segnato per
la Bcc il primo passivo della sua storia, la collaborazione con il territorio
non è venuta meno. I contributi per
il 2012 complessivamente valgono
infatti 354mila euro e si articolano in
quattro ambiti tematici e una voce
particolare, legata alla storia e ai
valori della Bcc e che dimostra la
vicinanza alle istituzioni della
Chiesa. Cominciamo proprio dalle
radici del mondo del credito cooperativo la ricognizione dei contributi:
per sostenere le attività delle parrocchie e degli oratori del territorio nel
2012 la Bcc ha stanziato 77mila 500
euro, risorse che vanno a coprire un
ampio ventaglio di necessità espresse dalle comunità parrocchiali.
Nell’ambito culturale i contributi
hanno superato i 100mila euro e
hanno mantenuto, fra le tante iniziative, il fil rouge dell’attività musica-
le con i concerti della stagione sinfonica realizzata nelle chiese del territorio dal Coro e Orchestra Amadeus
diretti dal Maestro Marco Raimondi.
La musica con intento didattico ha
trovato spazio nell’iniziativa “Alla
scoperta della lirica” realizzata da
Circolo Accademico Culturale e
L’Ilopera, che ha portato oltre duemila bambini delle scuole dell’obbligo (fra la giornata al Teatro Sociale
di Busto Arsizio e il pomeriggio
all’auditorium
Paccagnini
di
Castano Primo) a conoscere la
Cenerentola nell’interpretazione
dell’Orchestra Microkosmos diretta
dal Maestro Fabio Gallazzi. Meritano
menzione il concerto che la Bcc
sponsorizza a Villa Cagnola di
Gazzada per “Musica in Villa”
(quest’anno con l'esibizione di
Tullio de Piscopo) e gli Aperitivi in
concerto (il poker di concerti della
domenica mattina in sala Ratti a
Legnano). Passando all’ambito educativo/formativo, nei 34mila 500
euro messi dalla Bcc spicca il contributo per l’edizione 2012 della Gara
nazionale degli istituti tecnici agrari
promossa dal Ministero dell'Istruzione il 3 e 4 maggio al “Mendel” di
Villa Cortese, che ha visto la parteci-
pazione dei 42 migliori studenti d’Italia. Una manifestazione che ha
premiato i meriti degli studenti e
riconosciuto l’eccellenza dell’istituto Gregorio Mendel che, nel 2012, ha
compiuto 80 anni e che conta oltre
seicento studenti. L’area socio sanitaria, con risorse per oltre 76mila
euro, ha visto proseguire l’impegno
della Bcc in filoni partiti negli anni
scorsi, come il contributo versato
all’Associazione Italiana contro le
leucemie (Ail) Varese per finanziare
la borsa di studio per un biologo del
team
guidato
dal
professor
Francesco Passamonti all’interno
dell’Unità operativa di Ematologia
dell’Ospedale
di
Circolo
e
Fondazione Macchi di Varese.
Continuità anche nella collaborazione con la sezione di Legnano della
Lega Italiana Lotta ai Tumori, che
ha visto, oltre alla tradizionale presenza dell’Unità mobile sul piazzale
della Bcc per lo screening gratuito in
occasione della settimana nazionale
della prevenzione oncologica in
marzo, una serata dal titolo
“Prevenire è vivere”, dove si è parlato dell’importanza dell’alimentazione e degli stili di vita, della diagnosi di particolari tipi di tumore e
Andamento Impieghi-Raccolta
Raccolta
Impieghi
720.000
700.000
680.000
660.000
640.000
del trattamento del melanoma. La
Bcc è impegnata per il quinto anno
in Salva, il progetto di formazione al
primo soccorso nelle scuole del territorio di competenza della banca in
provincia di Milano e che ha visto
anche delle lezioni in alcune aziende, la Bcc fra queste. Il progetto è
stato ideato dal professor Sergio
Morra, attuale responsabile del
Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Magenta. Sul versante
sportivo tante sono state le iniziative targate Bcc, per un ammontare di
contributi che supera i 64mila euro.
A cominciare dalle due corse non
competitive, Legnano Night run e
Busto Garolfo di sera, per proseguire con l’impegno nei confronti delle
società Bustese Calcio, S.C Busto
Garolfo, AS Buguggiate e nell’Open
di tennis Bcc e nel Trofeo di bocce
Bcc. Ultima iniziativa attivata, di
cui diamo notizia in altra parte della
Voce, è il progetto “Io tifo con il
cuore”. La proposta, rivolta a 750
bambini, dai 5 ai 10 anni, insegnerà
ai giovanissimi un modo sano di
sostenere la propria squadra promuovendo la “cultura della sportività”. Un impegno, quello della Bcc,
che non è dunque venuto meno, ma
che per poter continuare ha la necessità di adottare alcune misure strutturali, prima fra tutte la revisione
della presenza territoriale, come da
precise indicazioni del Governatore
di
Banca d’Italia Ignazio Visco
all’Assemblea 2012 di Federcasse del
20 novembre, che ha sollecitato
“interventi di razionalizzazione delle
reti di sportelli nelle fasce dimensionali minori”.
Alessandro Azzi «Tre doveri per l’esercizio del credito:
moralità, giustizia distributiva, utilità generale»
«Lo scenario che fa da sfondo al nostro
decidere e al nostro agire quotidiano va letto con realismo severo. Ma
non c’è spazio per grigiore e smarrimento. È nelle difficoltà che emerge
l’ingegno, che trova spazio la spinta
a cambiare, che si mettono in campo
energie sopite, nascoste, insospettabili». Così Alessandro Azzi ha aperto il
20 novembre l’Assemblea annuale di
Federcasse. Una relazione incentrata
su una approfondita analisi del presente (scenario di riferimento, nuove
regole in discussione) per ribadire il
ruolo ed il valore delle banche cooperative, espressione delle comunità
locali e di quella Italia ingiustamente definita “minore”, per una nuova
strategia di sviluppo del Paese. Anche
in relazione ai grandi cambiamenti
epocali che nel 2013 interverranno nel
quadro normativo bancario dell’Unione Europea e verso i quali il Credito
Cooperativo sta portando il proprio
sostanziale contributo. «Il futuro è
come il patrimonio delle nostre cooperative bancarie. Indivisibile. Ci si
salva solo insieme. Il cooperatore conosce questa verità. E in questo 2012
ce lo ha ricordato l’insegnamento di
Giuseppe Toniolo che riassumeva i tre
“supremi doveri” ai quali deve obbedire l’esercizio del credito: la moralità,
poiché si poggia sulla fiducia; la giustizia distributiva, perché i compensi
percepiti da chi offre il credito non
devono danneggiare i diritti di colui
che riceve il prestito; la utilità generale: il credito miri al benessere pubblico, svolgendo una funzione sociale».
I 4 canali sul territorio
76.200
socio/sanitario
101.300 culturale
620.000
600.000
580.000
560.000
12
c12
di
se
t12
u12
gi
ar
-1
2
m
c11
di
se
t11
-1
1
gi
u
ar
-1
1
m
di
c10
se
t10
-1
0
gi
u
ar
-1
0
m
di
c09
540.000
Nella pagina precedente l’andamento della raccolta e degli impieghi della Bcc di Busto Garolfo
e Buguggiate nel corso degli ultimi tre anni.
Dal dicembre 2009 a oggi, oltre alla crescita
complessiva dei valori si nota, con l’eccezione
di pochi mesi, il riallineamento nella distanza
fra le due grandezze. A destra la torta con la
suddivisione per settori dei contributi erogati
nel 2012 dalla banca.
34.500
edu/formativo
64.698
sportivo
13
ECONOMIA
ECONOMIA
Risparmio, fondamenta per il futuro
Gli italiani provano
a risparmiare nonostante
la crisi. E sono più fiduciosi
nel domani. È quanto
è emerso dalla Giornata
Mondiale del Risparmio
che si è svolta il 31 ottobre.
La nostra Bcc offre
soluzioni adatte a chi
vuole tutelare il
proprio salvadanaio
G
li italiani sono storicamente dei grandi risparmiatori.
Delle “formichine” che, briciola dopo briciola, mettono da parte
pensando al futuro. La crisi ha in
parte compromesso questa attitudine,
ma senza scalfire le buone intenzioni:
la metà delle famiglie italiane ha una
propensione al risparmio, anche se
solo il 28% riesce a mettere da parte
qualcosa, la percentuale più bassa di
sempre. Un quadro dettagliato, e non
privo di qualche sorpresa, è emerso
in occasione della Giornata Mondiale
del Risparmio del 31 ottobre, durante
la quale sono stati presentati i dati
dell’indagine Acri Ipsos “Gli italiani e
il risparmio”.
Organizzata dall’Associazione delle
fondazioni di origine bancaria e delle
casse di risparmio italiano (Acn), la
Giornata Mondiale del Risparmio
rappresenta un’occasione di riflessione e impegno che coinvolge banche, istituzioni pubbliche e cittadini.
«Il risparmio - ha affermato Ignazio
Visco, governatore della Banca d’Italia - è materia prima fondamentale per lo sviluppo equilibrato di
un paese. Rende le famiglie meno
vulnerabili alle congiunture sfavore-
14
nell’ultimo quinquennio».
La crisi stritola insomma le famiglie,
che si vedono costrette a rinunce e
sforzi, come testimonia lo stravolgimento in atto nel modo di spendere il
denaro tratteggiato dallo studio: non
più solo una riduzione dei consumi,
ma un cambio di scelte e abitudini
che è generato dalla reale contrazione
del potere d’acquisto delle famiglie. Si
taglia quindi su pasti fuori casa, abbigliamento, viaggi e vacanze.
Un quadro a tinte fosche, da cui emerge però qualche sprazzo di sereno:
gli italiani che si dicono fiduciosi sul
futuro dell’economia globale sono il
45% del totale, in aumento rispetto
al 2011. Due italiani su tre ritengono
che la crisi che attanaglia il Paese sia
molto grave e che durerà almeno altri
tre anni, ma guardano con maggiore
ottimismo al futuro rispetto allo scorso anno.
«Sembrano dati che smentiscono
che ci sia rassegnazione, fatalismo.
Purtroppo si registra una ulteriore
contrazione della capacità di risparmio, evidentemente per la crisi e per
la disoccupazione, non solo quella
giovanile» ha commentato il presidente Acri Giuseppe Guzzetti.
A mancare, tuttavia, è la consapevolezza circa l’importanza del risparmio
privato per le sorti dell’Italia. In altre
parole, la maggior parte degli italiani
non capisce quale sia il rapporto tra il
saldo del proprio conto in banca e il
benessere generale del Paese.
«Il risparmio è visto come una azione
necessaria per cautelarsi dai rischi
futuri più che per cogliere opportunità, come invece era negli anni passati – afferma il consigliere del nostro
Cda, Giuseppe Barni -. Si cerca di
mettere da parte qualcosa per avere
più tranquillità nel futuro in caso di
imprevisti, non tanto per finanziare
un progetto di studio o lavorativo».
Un ulteriore trend preoccupante che
emerge dall’indagine “Gli italiani e
il risparmio” riguarda l’orientamento agli investimenti degli italiani.
L’atteggiamento dominante è quello
della prudenza: visto che si fa tanta
fatica a mettere da parte dei soldi, si
vuole essere tutelati sul fatto che si
tratti di un investimento sicuro. Il
risparmiatore è attento soprattutto
alla rischiosità dell’investimento, ma
non si ritiene in grado di identificare facilmente un investimento sicuro
(solo il 19% pensa di esserlo). Si mette
da parte soprattutto pensando a sé e
ai propri cari (70%) e quasi un quarto
degli italiani avverte anche l’utilità collettiva del risparmio personale e tiene
conto dell’interesse del paese (24%).
Continua quindi a essere alta la
Hanno detto
Ignazio Visco
«Il risparmio è materia
prima fondamentale per lo
sviluppo equilibrato di un
paese. Rende le famiglie
meno vulnerabili alle
congiunture sfavorevoli,
consentendo di guardare
al futuro con fiducia».
Giuseppe Guzzetti
«I dati smentiscono che
ci sia rassegnazione.
Purtroppo si registra
una contrazione della
capacità di risparmio,
per la crisi e per la
disoccupazione, non solo
quella giovanile».
Giuseppe Barni
«Il risparmio non è solo
una sicurezza in caso di
avversità, ma anche la base
per avviare un’esperienza
imprenditoriale. Bisogna
avere da parte un gruzzolo
per mettere in piedi
un'attività in proprio».
Mario Pozzi
voli, consentendo loro di guardare al
futuro con fiducia».
I dati emersi dall’indagine parlano
chiaro: gli italiani risparmiano, anche
se sempre più a fatica. La percentuale
di soldi accantonati dai nostri connazionali, da sempre tra le più alte al
mondo, sta calando da oltre 20 anni:
fino al 2005 gli italiani riuscivano a
mettere da parte, mediamente, il 21%
del proprio reddito, oggi il 17%. Si
tratta del livello più basso degli ultimi anni, addirittura al di sotto della
media europea. Il 40% degli italiani
consumano tutto ciò che guadagnano,
mentre il 31% è costretto a indebitarsi
o a spendere i risparmi accumulati
in passato. Eppure la voglia di una
sicurezza economica resta alta, come
da tradizione, tanto che ben il 47%
degli italiani sostiene di non vivere tranquillo senza risparmiare, una
percentuale in crescita rispetto agli
anni precedenti (era il 44% nel 2011
e il 41% nel 2010). Il maggior numero
di risparmiatori si concentra al Nord,
anche se questa è l’area che registra
il maggior calo: dal 43% dello scorso
anno al 33% di oggi. Le categorie più
colpite dalla difficoltà di risparmio
sono i commercianti, gli artigiani e, in
generale, coloro che hanno un titolo
di studio più modesto. A offrire una
chiave di lettura della situazione ci ha
pensato Visco, che ha dichiarato: «A
comprimere il risparmio contribuisce
soprattutto la caduta del reddito delle
famiglie, pari al 9% in termini reali
«Una volta c’erano meno
pretese e lo stile di vita era
diverso, c’erano molte meno
possibilità di spendere.
Quello che bisogna fare
oggi è imparare dal passato,
rinunciare qualcosa e darsi
delle priorità».
Adalberto Tomasello
«Il Pac è lo strumento
finanziario più adatto ad
accumulare risparmio.
Consente di mettere da
parte una somma prefissata
con cadenze regolari
formalizzando un piano
pluriennale di risparmio»
15
ECONOMIA
preferenza delle famiglie per la liquidità, che tocca due italiani su tre. Cala
invece, complice il mercato, la voglia
di “mattone” che rimane l’investimento ideale solo per il 35% degli
Italiani. Prima della crisi, nel 2006, lo
era per il 70%, per il 54% nel 2010, per
il 43% nel 2011.
Il rischio di questa situazione è che si
venga a creare di un circolo vizioso:
se l’economia cresce poco, si riduce
la capacità di risparmio, le famiglie
si sentono più incerte e sfiduciate e la
crescita frena ulteriormente.
«Non bisogna dimenticare che il
risparmio non è solo una sicurezza
in caso di avversità, ma anche la
base per intraprendere un’esperienza
imprenditoriale - puntualizza Barni
che, non a caso, è imprenditore -.
Bisogna avere da parte un gruzzolo, non necessariamente una somma
molto elevata, per mettere in piedi
un'impresa, ossia per avviare un’attività in proprio. La costruzione di
un capitale di rischio, fondamenta di
ogni impresa, è insomma la linfa per
la nostra economia».
Il monito di Barni è rivolto soprattutto ai giovani: «Per avviare un’attività imprenditoriale e per realizzare il
proprio sogno c’è bisogno, oggi come
ieri, di un piccolo capitale da investire. Si possono racimolare anche tanti
16
ECONOMIA
piccoli gruzzoli, magari da parenti o
amici che credono nell’idea imprenditoriale, attingendo un po’ di qui e di
là per avere una base da cui partire.
Serve gente che ha voglia di intraprendere, di fare e di rischiare».
Il primo passo da fare è quindi ripristinare una cultura del risparmio, che
deve iniziare fin da piccoli. Un ritorno insomma ai valori antichi che,
purtroppo, stanno progressivamente andando perduti: «È vero che ci
sono meno soldi, ma è vero anche
che, rispetto al passato, è cambiata
la cultura – dice il consigliere Mario
Pozzi -. Il tenore di vita si è alzato e
si hanno esigenze di spesa che una
volta non c’erano. Oggi ci sono molti
fronzoli, bisogna ritornare alle cose
essenziali e bisogna ridare priorità
ai valori importanti, senza sperperare». Insomma, basta fare le cicale,
bisogna tornare a fare le formiche e
a mettere da parte ogni granellino.
Come facevano i nostri nonni: «Nella
nostra cultura il risparmio è sempre
stato sacro. C’erano meno pretese e
lo stile di vita era diverso, c’erano
molte meno possibilità di spendere.
Quello che bisogna fare oggi è imparare dal passato, rinunciare qualcosa
e darsi delle priorità. Bisogna spendere meno e risparmiare, perché i
tempi sono difficili. Basta poco, ma se
fatto con costanza alla fine si hanno
dei risultati». Si tratta un po’ delle
vecchie abitudini di una volta: non a
caso, quando nasceva un bambino, si
correva in banca ad aprire un libretto
di risparmio, dove genitori, nonni e
parenti versavano dei soldi per garantire un capitale per sostenere gli studi
o affrontare la vita da grandi.
«Quella del libretto di risparmio è una
buona pratica che purtroppo si sta
perdendo – osserva Pozzi -. Secondo
una stima della nostra Bcc, negli
anni Settanta e Ottanta nel territorio
mediamente una famiglia su tre apriva un libretto di risparmio per i nuovi
nati, invitando i nonni e i parenti a
fare piccoli versamenti negli anni, in
occasione di feste e compleanni. Negli
anni Novanta solo una famiglia su sei
pensava ad accumulare un piccolo
capitale per i propri figli e oggi stimiamo che soltanto una famiglia su
cinquanta mantenga viva la tradizione. Si tratta, senza ombra di dubbio,
di un impoverimento complessivo
per le nostre comunità. E, invece,
proprio in questi anni di crisi è necessario imparare la lezione del passato
e tornare a puntare sulla cultura del
risparmio, che va insegnata con i fatti
alle nuove generazioni».
Oggi i libretti di risparmio si fanno
ancora, ma in misura ridotta: di fatto
si tratta di un moderno salvadanaio
dove vanno a finire le mance dei
parenti che si ricevono negli anni, con
un interesse che è molto basso. «È un
cassettino che non costa niente e dà
qualche frutto, anche se è poco remurato - afferma Adalberto Tomasello,
responsabile Area Mercato della
nostra Bcc -. Si tratta di uno strumento
da non sottovalutare in quanto è uno
strumento importante per educare al
risparmio fin da piccolissimi. Spesso
è il primo passo, prima di accedere ad
altre forme di investimento più vantaggioso». Oggi ci sono infatti altre
forme per gestire i risparmio. Una fra
tutte sono i Pac, ovvero i piani d'accumulo del capitale.
«Si tratta di uno strumento finanziario adatto ad accumulare risparmio.
Anzi, è lo strumento principe» spiega
Tomasello. I Pac consentono di mettere da parte una somma prefissata con
cadenze regolari (mensile, bimestrale
e semestrale): «Si concorda un importo minimo da versare e si formalizza
un piano pluriennale organizzando
un piano di risparmio - spiega ancora il responsabile dell’Area Mercato
-. Il mercato di riferimento su cui si
investe è quello finanziario: è consigliabile perché, nel lungo periodo, ci
sono soddisfazioni nel rendimento.
Il vantaggio è che ogni mese si interviene e in questo modo non si risente
delle fluttuazioni del mercato finanziario. Non ci sono rischi e in qualsiasi
momento si può scegliere di monetizzare o di interrompere i versamenti».
Nel mercato attuale, con le obbligazione che rendono pochissimo, i Pac sono
quindi una delle soluzioni preferite
da piccoli e grandi risparmiatori, che
spesso lo usano in modo complementare alla gestione dei flussi finanziari,
per reinvestire il flusso delle cedole
programmando un investimento.
Il Pac serve per educare finanziariamente il cliente: si comincia con un
Pac oggi che può servire un domani per finanziare l’acquisto dell’automobile, gli studi all’università o
l’avvio di un’attività imprenditoriale.
Insomma, il Pac è la base per il futuro.
Da costruire insieme.
«Il risparmio è la benzina
per la nostra Bcc»
Da più parti arriva l’invito a
“rimettere in moto l’economia”.
Ripartire, ovvero invertire la tendenza, per contrastare una crisi che
dura da troppo tempo. Ripartire
significa anche riprendere in mano
i valori di base; guardare agli elementi fondanti, quelli che hanno
permesso crescita e sviluppo. Per
una Banca di Credito Cooperativo,
ripartire significa porre l’accento
su un aspetto fondamentale: il
risparmio. Non solamente perché
qui si evidenzia il vero significato
di una banca del territorio, ma
soprattutto perché solo attraverso
il risparmio è possibile mettere
mattone su mattone per guardare
al futuro. «Il risparmio è la benzina di una banca locale», afferma
Ignazio Parrinello, vice presidente
vicario della Bcc di Busto Garolfo
e Buguggiate. «Ciò che ci differenzia profondamente è la destinazione dei nostri impieghi: da
statuto, le Bcc sono obbligate a
investire più del 90 per cento di
quanto raccolto nell’area di loro
competenza. Necessario è però
che il territorio sostenga le Bcc
affidando loro i propri risparmi».
Il titolo dato all’ottantottesima
giornata mondiale del risparmio è
eloquente: “La sfida per la ripresa
poggia sul risparmio”. In particolare per una realtà che non cerca
artifici finanziari, ma fa del territorio il proprio punto di riferimento.
Continua Parrinello: «Risparmio
oggi non è solamente il salvadanaio, ovvero il tradizionale conto
corrente, ma è anche il risparmio
come prodotto finanziario, ovvero
quello gestito (attraverso i fondi)
e quello amministrato. Parliamo
dei titoli di Stato e delle obbligazioni della Banca. La Bcc nel
rispondere ai propri valori compie
una doppia azione: da una parte
opera un’educazione al risparmio,
come si legge del resto nell’articolo 2 dello statuto delle Bcc.
Cioè non solamente promuove
una prudente gestione, ma indirizza il cliente cercando di capire
le sue esigenze». Dall’altra, agisce
affinché il volano di sviluppo dal
territorio e per il territorio possa
essere continuamente alimentato.
«Faccio solo un esempio: dalle
ultime statistiche, in provincia di
Varese molto di quanto raccolto
dalle banche viene destinato all’esterno della provincia. La nostra
Bcc è obbligata a guardare alla
propria area di competenza e ad
investire qui la quasi totalità della
raccolta. È una differenza fondamentale che rende una banca
locale vero motore di sviluppo per
il proprio territorio, nell’interesse dell’economia reale. Un motore alimentato dalla benzina del
risparmio». Questo rapporto biunivoco con il territorio fa leva su
un elemento fondante del Credito
Cooperativo: la reciprocità. «Quel
dare per avere che amplifica gli
sforzi fatti da ciascuno», sottolinea
il direttore generale della nostra
Bcc, Luca Barni: «Oggi la reciprocità è sinonimo di fare sistema
-spiega-. Non è più possibile chiedere solamente, ma è necessario
instaurare un rapporto dove le
parti siano disposte a muoversi in
una logica di diritti e doveri. Nel
rapporto di reciprocità, rapporto
che per il Credito Cooperativo
non solo è fondante, ma è anche
alla base della mutualità, si fa
sistema. Reciprocità è tornare a
crescere. E non a caso il nostro
claim, “aiutiamoci a crescere”,
contiene questi elementi di reciprocità e di fiducia verso il futuro».
17
ECONOMIA
ECONOMIA
Col dialogo, tra le imprese e le banche raggiungere un'intesa è possibile
«T
ra banche e imprese
l’elastico è molto teso.
Dobbiamo tutti lavorare per fare in modo che si allenti,
ricostruendo il rapporto tra le parti
attraverso il dialogo e la comprensione delle differenti ragioni. Avendo chiaro che stiamo vivendo un
periodo di trasformazione epocale
e che, quindi, il rapporto tra banche
e imprese è mutato ed è destinato
a cambiare ulteriormente rispetto
al passato. Quel che è certo è che le
richieste di finanziamenti per sostenere investimenti e sviluppo saranno sempre guardate con grande
attenzione e troveranno risposte».
Mauro Colombo, imprenditore, vice
presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate e da pochi mesi
membro della giunta di Confindustria Altomilanese, così inquadra
uno degli argomenti più scottanti
degli ultimi tempi: il rapporto tra
imprese e istituti di credito.
Una questione che da un paio d’anni è regolarmente sugli scudi, sia
a livello nazionale sia locale, e il
cui dibattito sul nostro territorio si
è recentemente infiammato con la
diffusione dei risultati dell’indagine
sul credito effettuata dall’Unione
degli industriali della provincia di
Varese. «Sul territorio varesino la
situazione dei rapporti tra imprese
manifatturiere e sistema bancario
rimane difficile -nota Univa- e i temi
sono quelli dell’aumento dei tassi di
interesse, della riduzione dei fidi,
della mancata comunicazione dei
rating assegnati e soprattutto, la crescente preoccupazione per la nuova
commissione disponibilità fondi.
Una commissione -proseguono gli
analisti dell’Unione Industriali- che
viene applicata dalla quasi totalità degli istituti di credito, che ne
chiedono la liquidazione ogni tre
mesi, con un valore medio che si
attesta sullo 0,38%, vicino dunque
al massimo consentito per legge
18
dello 0,5% (la nostra Bcc applica la
commissione con un media dello 0,25,
ndr). La commissione disponibilità
fondi -chiosa Univa- viene applicata
dalla banche sul valore del fido concesso, anche se non completamente
utilizzato dall’impresa. In pratica
se, per esempio, viene concesso un
fido per un importo di 1 milione
di euro e l’impresa ne utilizza solo
600mila, lo 0,38% corrisponderebbe,
per questo ipotetico caso aziendale,
ad un esborso di oltre 15.000 euro
all’anno».
Ma certo non si può considerare un
problema la commissione di disponibilità fondi, che peraltro è stata
inserita per norma di legge: la stessa con cui il governo ha eliminato
la vecchia commissione di massimo
scoperto e le varie spese di istruttoria fido. Semmai, se un problema
esiste nell’ipotetico caso portato da
Univa, è il fatto che si tengano
ferme disponibilità di credito che
non si utilizzano. Anche perché,
così facendo, di fatto si impedisce
alla banca dell’esempio di prestare
ad altri imprenditori quei 400mila
euro inutilizzati. E questo perché la
liquidità deve essere sempre garantita al cliente. In altre parole: tenere
ferme linee di credito per lasciarle a
disposizione dell’azienda che non le
usa è un servizio che la banca eroga
all’impresa. E che, come tale, non
può non richiedere un corrispettivo
economico.
Perché quello che una volta era
un comportamento abbastanza normale, oggi non lo può essere più,
dal momento che la situazione è
profondamente cambiata. «Non a
caso ho parlato di trasformazione
epocale -riprende Mauro Colombo-.
Negli ultimi due anni, il costo della
liquidità per le banche è aumentato di continuo a causa della crisi
del sistema Italia, che ha portato
ad un deciso incremento dei costi
della raccolta. E, quindi, la messa a
disposizione di liquidità è diventata sempre più un costo. E la banca
lo deve spesare. Perché la banca è
un’impresa che vende servizi e che
deve far quadrare i bilanci, come
qualunque azienda».
Certo, comprendere questo concetto
oggi non è semplice,
specie per un sistema delle imprese
che, dati alla mano,
sembra avere sempre considerato il
credito
bancario
come la propria
principale fonte di
finanziamento. Una
mentalità che, senza
cercare colpe o colpevoli, ha portato
le piccole e medie
imprese italiane al Il vice presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Mauro Colombo.
triste primato di
tale incidenza è in media del 48%.
essere le più indebitate nei conEd ora è tutto più difficile, ma è
fronti delle banche in Europa. Nel
un dato di fatto che la difficile
nostro Paese, infatti, l’incidenza
congiuntura economica porti alla
dello stock di debiti bancari rispetto
necessità di una corretta valutaal patrimonio risulta elevato, ragzione da parte delle imprese della
giungendo valori superiori al 100%
liquidità di cui hanno davvero bisoper le imprese con fatturato infegno. Anche perché una puntuale
riore ai 10 milioni di euro, mentre
analisi finanziaria andrebbe a tutto
per Germania, Francia e Spagna
vantaggio del sistema delle imprese, permettendo sia di risparmiare
sui costi del servizio erogato dalle
banche, sia di liberare risorse per
chi necessita di credito.
«Certo, e lo dico da imprenditore
-riprende Mauro Colombo-, per le
aziende fare una corretta valutazione del credito di cui hanno davvero
bisogno non è semplice. E, poi, è
sicuramente più facile mantenersi
delle linee di credito a disposizione
per le necessità improvvise, che
in questo periodo vengono acuite
dalla crisi e dai ritardi nei pagamenti. Ma la stessa congiuntura economica che ha creato questa situazione ha dato la scossa a riforme e
novità che aspettavamo da tempo
e che dovrebbero liberare maggiori
risorse per le aziende, aiutandole a
spostare la leva finanziaria dal credito bancario al patrimonio interno.
Penso, giusto per fare un esempio,
al nuovo regime dell’Iva per cassa,
che è entrato in vigore da questo
mese di dicembre e che riguarda
soprattutto le piccole imprese (ovvero con un fatturato annuo inferiore
ai due milioni di euro, ndr), che da
adesso in avanti non dovranno più
anticipare il versamento dell’Iva
con l’emissione di una fattura ma
la verseranno solo a seguito dell’incasso del corrispettivo».
«Io credo che si debba lavorare per
cambiare la natura bancocentrica
del sistema aziendale italiano -prosegue il nostro vice presidente-.
Personalmente vedo tre cicli di vita
dell’impresa: la fase di avvio, in
cui l’impresa appena costituita non
ha una reputazione affermata né
risorse accumulate sufficienti a dare
opportune garanzie e in cui l’autofinanziamento, nella forma di capitale iniziale di dotazione e di flussi di cassa generati dalla gestione,
dovrebbe coprire la quasi totalità
del finanziamento. Poi c’è la fase di
crescita, che vede la messa in atto
19
ECONOMIA
LA STORIA
di progetti di investimento e in cui
i prestiti bancari giocano un ruolo
importante con dei finanziamenti
a medio termine. Quindi, superate le due prime fasi critiche, arriva la fase della stabilità, quella in
cui l’indebitamento deve tendere a
ridursi e in cui deve prendere corpo
la tendenza a finanziarsi maggiormente con il capitale di rischio e
con il cosiddetto autofinanziamento, ovvero con gli utili dell’impresa
non distribuiti e mantenuti all’interno dell’azienda. È chiaro che la
seconda e la terza fase si rincorreranno di continuo, perché l’azienda
ha la naturale tendenza a crescere e
a investire per diversificare il business. Ecco, allora, che il ricorso al
prestito bancario sarà fatto in massima parte per sostenere gli investimenti e non, come spesso succede
oggi, per fare fronte ai debiti e alla
gestione ordinaria».
«Insomma -chiosa Mauro Colomboquesto periodo di crisi che stiamo
vivendo deve spingere tutti a rivedere i modelli, per permettere a banche, rappresentanze delle imprese e
confidi di rafforzare il dialogo per
costruire accordi e dare vita a concrete forme di assistenza finanziaria,
per un consapevole accesso al credito in ogni fase della vita aziendale,
sia essa lo start up, lo sviluppo o la
gestione corrente».
Banche e imprese nella crisi
Intervento di Luigi Federico Signorini, direttore centrale per la Vigilanza bancaria
e finanziaria di Banca d’Italia, in occasione della XLIV “Giornata del credito”.
La crisi è una sfida impegnativa per
banche e imprese; è anche l’occasione per ripensare al loro rapporto
in una visione di lungo periodo,
per adeguarlo al mutare dei tempi.
In un quadro congiunturale che
pesa su tutti, le banche si trovano dinanzi a fortissime pressioni
operative e profondi cambiamenti
regolamentari; le imprese devono
fare i conti con antichi nodi strutturali tutt’altro che risolti.
Il rapporto tra banche e imprese
deve evolvere in modo da rafforzare la capacità competitiva delle
prime e accompagnare le seconde
nel percorso verso una struttura
finanziaria più robusta ed equilibrata. La crescita delle imprese ita-
20
liane, soprattutto delle PMI, la loro
capacità di innovare e operare su
mercati sempre più globali richiede
anche un’azione di riequilibrio dei
bilanci, ancora troppo poco patrimonializzati e orientati al debito bancario a breve termine. Ciò
richiede necessariamente strutture
finanziarie più diversificate e stabili, nelle quali sia più forte il contributo del capitale e più lunghe le
scadenze del debito.
Per contribuire alla crescita, le banche devono continuare a rafforzare
la loro stabilità, la capacità di allocare le risorse in modo efficiente.
Occorre che esse affinino ulteriormente la capacità di selezionare il
merito di credito delle controparti,
valutando prospetticamente i piani
industriali, la struttura proprietaria e la qualità del management.
Come ha osservato di recente il
Governatore, «il primo presidio
contro il rischio di peggioramento
della qualità del credito è costituito da procedure di selezione della
clientela efficaci, basate su criteri
oggettivi, su robusti modelli di valutazione, sull’utilizzo ottimale delle
informazioni disponibili per valutare
le prospettive della clientela».
È necessario recuperare livelli di
redditività adeguati per irrobustire
il patrimonio, anche con una lotta
senza quartiere a tutte le fonti di
costi ingiustificati e di inefficienza operativa; occorre mantenere i
prestiti in linea con le risorse che
si è in grado di raccogliere presso i risparmiatori. Strategie in cui
la capacità di generare reddito
è legata esclusivamente all’espansione dei volumi intermediati non
bastano più e spesso non sono
neppure praticabili.
Non si tratta di stravolgere un
modello ma di adeguarlo. L’attività
tradizionale di prestito, che resterà
centrale, deve trovare un complemento nell’offerta di una più ampia
gamma di servizi coerenti con un
riequilibrio della finanza d’impresa.
Rafforzamento del modello di
business delle banche e consolidamento finanziario delle imprese
sono due facce della stessa medaglia. Banche e imprese devono
saper vedere, anche in tempi bui,
l’interesse comune: porre insieme le premesse perché la ripresa,
quando verrà, sia robusta, stabile
e sostenibile.
(nella foto Luigi Federico Signorini)
Salumificio Colombo, la crisi si batte
puntando su radici solide nel territorio
L’azienda di Crosio della Valle, a gestione familiare, si è ritagliata una bella nicchia di
mercato grazie alle specialità del Varesotto. Nata oltre novant'anni fa, oggi è capace
di resistere ai diktat della GDO e sforna prodotti innovativi, ma dal sapore di una volta.
«U
n motto popolare recita:
“la prima generazione
crea, la seconda mantiene, la terza distrugge”. Che dire, noi
ci stiamo dando da fare per essere
un’eccezione». Così esordisce Mario
Colombo, mentre si appresta a raccontare la storia dell’azienda di famiglia, il Salumificio Colombo di Crosio
della Valle (VA).
Una storia che comincia ormai
novant’anni fa e che vede protagonisti, appunto, i rappresentanti di
tre generazioni. «Il capostipite è
stato nonno Salvo –continua Mario
Colombo– che negli anni Venti faceva il “cerveleé”, il norcino, insomma
era la persona che durante l’inverno andava di cascina in cascina per
macellare i maiali e poi preparava i
salumi». Parole che rimandano a un
quadro d’altri tempi, in cui la macellazione del suino era un rito collettivo che chiamava a raccolta tutta la
comunità.
Le cose iniziano a cambiare velocemente dalla fine della guerra, quando
Salvo Colombo comincia a macellare
in una sua sede a Daverio, dove
costituisce la sua società nel 1964.
Non si sposta più fra le cascine: ora il
suo lavoro serve a rifornire le cooperative, i circoli e i piccoli negozi che
cominciano a nascere nella zona.
Con lui ci sono due figli, a cui ben
presto si aggiungono cinque nipoti,
tutti maschi: Mario, Massimo, Marco,
Giuseppe e Giorgio. Sono loro che
oggi, ognuno con ruoli e competenze diverse, mandano avanti quella
che è diventata un’azienda con 13
dipendenti, dalla quale escono ogni
21
LA STORIA
settimana 50 quintali di prodotti stagionati e freschi, con fornitori da
tutta Italia e prodotti distribuiti in
Lombardia, Piemonte e Liguria (con
qualche puntatina anche all’estero).
La sede, dal 1993, si è spostata poco
lontano, a Crosio Della Valle. Da
leccarsi i baffi l’elenco delle specialità
tipiche del Varesotto che il Salumificio
Colombo produce: il Lardo Lonzato
“Monterosa”, il Filetto del Grotto, la
Pancetta Rustica alle Spezie, quella alle mele, la Mortadella cotta di
fegato alla grappa d’Angera, i salumi di capra, cinghiale, cavallo. «Uno
dei nostri fiori all’occhiello –spiega
Massimo Colombo, fratello di Mario–
è il Salame Prealpino Varesino, preparato secondo la ricetta tipica della
nostra zona. L’omonimo Consorzio,
che insieme a noi comprende altri 17
produttori, ne tutela la qualità secondo un rigido disciplinare, e si sta
adoperando per ottenere il marchio
I.G.P.». Altra preparazione su cui il
Salumificio Colombo punta molto è
la linea dei Rustici di Nonno Salvo,
che comprende salami tradizionali
a grana media aromatizzati al peperoncino, all’aglio, al tartufo, allo spumante o alla birra Poretti, anch’essa
prodotto del territorio.
Ciò che ha portato il Salumificio
Colombo al successo è stato proprio questo: «Puntare da una parte
sulla tradizione, sulle tipicità nostrane, create secondo le ricette di una
volta -prosegue Massimo Colombo-.
Questo ci ha consentito di ritagliarci
una nicchia di mercato e anche di fare
da “capofila”, con il nostro spaccio,
per una serie di altri piccoli produttori locali di formaggi, miele, vini e
tanto altro. Ma questo senza rinunciare a innovare, stando bene attenti
a capire le richieste dei consumatori:
se oggi il mercato vuole salumi di
piccola pezzatura e a peso fisso, noi
ci attrezziamo per produrli».
Questa flessibilità ha permesso al
Salumificio Colombo di tenere duro
di fronte alla crisi, e anche davanti
ai contratti-capestro con cui la GDO
spesso strangola le realtà più piccole.
«La crisi l’abbiamo sentita soprat-
22
LA STORIA
Nella pagina precedente Mario, Marco, Massimo, Giuseppe e Giorgio Colombo nel loro spaccio aziendale
dove vendono i prodotti tipici del territorio. Sopra Mario colombo, nel reparto stagionatura dei salumi.
tutto all’inizio, intorno al 2008-2009
-racconta Mario Colombo- quando
oltre al trattamento ai limiti della
sopravvivenza ricevuto dalla grande
distribuzione, abbiamo patito anche
la contrazione generalizzata delle
vendite. A quel punto abbiamo deciso di non sottostare ai diktat delle
catene più grandi e abbiamo puntato
sul nostro spaccio e sulla piccola
distribuzione. Oggi le cose stanno
cambiando: la GDO ultimamente ha
capito che i consumatori vogliono
spendere meglio, vogliono genuinità
e sapori del territorio, e ora tratta
con più riguardo i fornitori locali.
Negli ultimi due anni questo ci ha
permesso di tornare a collaborare
con alcuni grandi gruppi e per il 2012
prevediamo di chiudere con un +15%
di fatturato rispetto all’anno scorso».
Il legame con il territorio, dunque,
costituisce la base solida dell’attività del Salumificio Colombo e si
è rivelato fondamentale novant’anni
fa, quando nonno Salvo girava per
le cascine in bicicletta, sia oggi, ai
tempi della crisi, quando valorizzare le proprie radici si è rivelato una
carta vincente, per distinguersi in un
panorama di imprese che soffrono
ancora. E la filosofia “a chilometro
zero”, la consapevolezza che, anche
quando si parla di affari e di soldi,
non c’è nulla di meglio di un rapporto diretto fra le persone, è ciò
che ha spinto il Salumificio Colombo
ad affidarsi al Credito Cooperativo.
«Ricordo bene come si avviò questo rapporto, una decina d’anni fa
-racconta Mario Colombo-. Eravamo
clienti di un’altra banca che era stata
appena assorbita da un gruppo più
grande. Allora, proprio di fianco alla
Bcc di Buguggiate, c’era un piccolo negozio di alimentari, quello del
signor Zanetti: fu proprio lui a consigliarci di passare alla banca del territorio. Parlai con il direttore di allora
e capii che era proprio una banca a
nostra misura, vicina all’imprenditore che ha bisogno. Per le grandi
banche sei un numero, con il Credito
Cooperativo conservi un rapporto
umano». I finanziamenti della nostra
Bcc hanno permesso al Salumificio
Colombo di proseguire sulla strada
dell’innovazione. Oltre all’acquisto,
quest’anno, di due nuovi macchinari
per il confezionamento dei salumi,
con un mutuo concesso dalla nostra
Banca il Salumificio Colombo nel
2011 ha potuto installare un impianto fotovoltaico da 92KW che oggi
copre un terzo del fabbisogno di
elettricità dello stabilimento. «Una
scelta che ci ha permesso di contrastare, almeno in parte, l’aumento
continuo del costo dell’energia, che
insieme a quello dei trasporti e dei
servizi è quello che pesa di più sui
nostri conti».
La prima generazione crea, la seconda mantiene, la terza -possiamo ben
dirlo- punta ancora più in alto. Anche
in uno scenario difficile. I fratelli
Colombo, così legati alle tradizioni,
hanno le carte in regola per ribaltare
perfino i detti popolari.
Nelle Immagini qui sopra alcune fasi di lavorazione dei prodotti: il taglio della pancetta, la legatura
degli insaccati e la stagionatura. Il Salame Prealpino viene preparato dal Salumificio Colombo secondo
il disciplinare del Consorzio per la tutela di questa specialità, che riunisce 18 aziende del Varesotto.
23
TERRITORIO
TERRITORIO
Con Merito Casa Bcc si muovono
le acque del mercato immobiliare
“I
mmobile”. Quando si vuole
definire con un solo aggettivo la situazione del mercato
–appunto– immobiliare, il rischio di
cadere in un facile gioco di parole è
dietro l’angolo. E però “immobile”,
inutile nasconderlo, è la parola più
appropriata per descrivere lo scenario di questi ultimi mesi. Lo sanno
bene gli operatori del settore, lo sa
bene chi vuole vendere o comprare
casa, lo sa bene chi chiede di aprire
un mutuo (e lo sanno le banche che,
questi mutui, devono decidere se
concederli o meno).
A certificare quello che tutti sanno,
poi, arrivano i numeri. Quelli dell’Istat, gli ultimi diffusi alla fine di
settembre e messi insieme sulla base
delle convenzioni contenute negli
atti notarili, hanno fotografato la
situazione del primo trimestre 2012
24
e ci restituiscono l’immagine di un
mercato congelato: -17,2% delle
compravendite residenziali, -11,8%
delle compravendite commerciali.
Tendenza che si presenta in modo
omogeneo in tutta Italia, sia nei grandi centri che in quelli piccoli.
Un vero e proprio tracollo ha riguardato l’accesso al credito. Nel primo
trimestre 2012 i mutui (92.415 in totale) sono diminuiti del 49,6% rispetto
al primo trimestre 2011. In pratica,
si sono dimezzati. In particolare, i
mutui con costituzione di ipoteca
immobiliare (64.116) hanno registrato una flessione tendenziale del
39,2%, quelli non garantiti da ipoteca
immobiliare (28.299) sono diminuiti
del 63,6%.
Dall’Agenzia del Territorio, che
conteggia gli atti di compravendita
depositati presso i suoi uffici, non
vengono prospettive molto diverse:
per il secondo trimestre 2012 parla
di una diminuzione totale delle compravendite del 24,9% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente
(-25,3% se si guarda al solo settore
residenziale).
D’altra parte, se manca il credito,
nemmeno il lieve calo dei prezzi
degli immobili, che comincia solo
ora a manifestarsi e che per fine 2012
è previsto fra il 7% e il 9%, potrà
far ripartire le compravendite nel
breve periodo. L’altra faccia della
medaglia è che le locazioni mostrano
una buona tenuta: la domanda di
coloro che non riescono ad accedere
al credito per acquistare casa alimenta il mercato degli affitti. “Affitto
o mutuo?” una volta era il piccolo
dilemma di chi cominciava una vita
indipendente; ora, per tante persone,
la scelta non c’è, la soluzione è obbligata: affitto. Perché, per il mutuo,
non ci sono le condizioni.
È in questo quadro ingessato e con
scarse prospettive di miglioramento che la Bcc di Busto Garolfo e
Buguggiate e Ance Varese hanno
provato a far muovere qualcosa.
Proseguono, ormai quasi da un anno
e mezzo, a proporre Merito Casa, la
soluzione pensata per chi non ha da
parte il piccolo capitale per l’acconto
del mutuo ma vuole capitalizzare
l’affitto della casa.
L’idea di Bcc e Ance è diventata una
tendenza per il mercato immobiliare: molto praticata all’estero, quella
dell’affitto con riscatto è un’opzione
che in Italia non ha mai preso piede.
La Bcc ha provato a rivedere ed
ampliare la formula, inserendo la
sua mediazione e la sua copertura
assicurativa. Ha avuto successo e
ora ci sono perfino i primi “tentativi
di imitazione”. «Quando, lo scorso
anno, abbiamo lanciato Merito Casa
–conferma il presidente della nostra
Bcc Roberto Scazzosi– eravamo fra
pochissimi se non gli unici a proporre questa soluzione; vedo che l'intuizione ha avuto un seguito, tanto che
la formula dell'affitto con riscatto sta
diventando una delle più utilizzate.
Siamo una banca locale e abbiamo
studiato un progetto con un'associazione attiva su territorio come
Ance Varese per venire incontro a
un bisogno, quello della prima casa
che, complice la crisi, è sempre più
difficile soddisfare per i giovani».
Le iniziative pionieristiche come
queste hanno bisogno di un po’ di
rodaggio prima di arrivare a regime.
Non tanto per la ricettività del mercato e dei potenziali acquirenti, che
erano pronti, quanto per il lavoro
iniziale necessario a mettere insieme
un buon numero di immobiliaristi
e costruttori disposti a cogliere la
sfida. Lo conferma Luca Barni, direttore generale della Bcc: «Il progetto,
messo a punto all’inizio dell’anno
scorso, ha avuto una partenza soft:
i primi clienti interessati all’operazione sono arrivati nell’estate del
Sopra lo stand della nostra Bcc a "La casa in piazza" e l'inaugurazione della borsa immobiliare di Varese.
Nella pagina successiva l'ingresso della fiera che si è svolta nelle sede della Camera di Commercio.
25
EDICOLA
TERRITORIO
2011, ma è stato con l’inizio del 2012
che abbiamo avuto l’impennata, con
una decina di persone circa che, in
un mese e mezzo, hanno chiesto alla
Banca la pre-delibera per accedere
al mutuo. È stato quando abbiamo
arricchito il catalogo delle proposte
immobiliari e l’abbiamo pubblicato
sul sito della Bcc che la risposta dei
privati è arrivata».
Attualmente sulla homepage del sito
www.bccbanca1987.it si possono trovare gli elenchi delle case proposte
dalle imprese clienti Bcc e da quelle
associate ad Ance Varese, in tutto
una quindicina di realtà che operano nel territorio dell’Altomilanese
e del Varesotto. A disposizione dei
clienti Merito Casa ci sono oggi una
settantina di operazioni immobiliari,
mentre il totale delle unità abitative disponibili supera il centinaio. I
comuni interessati dall’operazione
sono al momento 24. Molto varia la
tipologia delle case: le proposte più
frequenti (e più richieste) riguardano
i bi/trilocali da 60-100 metri quadri,
e cioè le soluzioni più appetibili per
il target d’elezione di Merito Casa,
che è composto da chi vuole concretizzare il sogno della prima casa e
magari mettere le fondamenta di una
futura famiglia.
Una delle persone che hanno già
sperimentato con soddisfazione i
vantaggi di Merito Casa è Alberto
Blumetti, di Arconate, cliente del
Credito Cooperativo di Busto
Garolfo e Buguggiate. «Sono venuto
a conoscenza di Merito Casa –racconta– tramite l’agenzia immobiliare
alla quale mi ero rivolto assieme
alla mia compagna. L’appartamento
che ci interessava rientrava fra gli
immobili proposti con questa formula, che ci era stata presentata dall’agenzia come un “affitto con riscatto”,
e che conoscevamo già perché adottata anche da alcune cooperative.
Ci siamo però resi subito conto che
si trattava di una proposta molto
più complessa. Per la prima volta
entrava in gioco un istituto di credito
e si poteva ritagliare una soluzione perfetta per le nostre esigenze».
26
Dopo cinque anni di vita in affitto,
Alberto Blumetti da tre mesi vive già
nella casa di cui intende diventare
proprietario al termine del periodo
di affitto che trasformerà in acconto
per il mutuo. E ci è riuscito anche in
tempi piuttosto rapidi: «Tutto l’iter
è durato circa sei mesi e già da tre
viviamo nella nostra nuova casa».
Gli sforzi della nostra Banca per far
conoscere Merito Casa sono costanti. Un appuntamento da non mancare, fra le fiere di settore, è Casa
in Piazza, la Borsa immobiliare di
Varese e provincia che attira ogni
anno oltre 3.000 visitatori nell’ultimo
weekend di ottobre. Secondo i dati
degli organizzatori, il ritratto-tipo
del visitatore era una coppia giovane, con entrambi i componenti di età
compresa fra i 25 e i 40 anni (49%
dei casi), alla ricerca della prima
casa, tipicamente un trilocale o di
una villetta singola (86% dei casi):
proprio la tipologia di acquirente
ideale per il prodotto Merito Casa. A
Casa in Piazza, ha ricordato Renato
Scapolan, presidente della Camera di
Commercio di Varese nella cui sede
si è tenuta la fiera, «non si vendono
solo immobili, qui si vende la qualità
della vita che nella nostra provincia
ha un valore aggiunto». Ecco quindi
il senso della presenza della nostra
Bcc alla manifestazione. Allo stand
della nostra Banca i futuri acquirenti
hanno potuto farsi spiegare tutti i
dettagli di Merito Casa e, per tutta
la durata della fiera, hanno potuto
godere di condizioni particolarmente favorevoli: per esempio, per un
mutuo trentennale di 100mila euro,
lo sconto proposto alla fiera poteva
arrivare sino a 5mila euro.
27
LA NOSTRA BANCA
LA NOSTRA BANCA
TUTTI i NUOVI SOCI
Persone fisiche:
Pinotti Danilo, Barni Giuseppe Attilio, Bottini Valerio,
Canziani Adriano, Castoldi Alberto, Colombo Mocchetti
Tiziano, Ferrario Paolo, Ghiringhelli Claudio, Giani
Christian, Goldoni Marco, Molinari Roberto, Pellegrini
Marco, Rigamonti Stefano, Brogna Antonino, Macchi
Alessandro, Piotti Stefano, Carbone Giuseppe, Dossi
Piero, Lozza Massimo, Plebani Davide, Restelli Edoardo,
Bertoni Giulio, Cogo Luigi, Colombo Donato, Gatti
Flaviano Angelo, Gernetti Italo, Olmo Ermanno,
Cleopazzo Gianni, La Ruffa Nicola, Zambon Sereno,
Ceriani Luca, Carrara Pier Luigi, Carrara Simone, Verga
Alessandro, Carrara Oscar, De Molli Armando, De
Molli Romeo, Falcone Michele, Pellegatta Renato Achille,
Pessina Alessandro, Serao Michele, Castiglioni Gualtiero
Rodolfo, D`Andrea Emilio, Marsico Luca, Verrengia
Giovanni, Starnone Massimo, Bertani Arcangelo,
Carnovali Roberto, Garzonio Roberto, Mereghetti
Walter, Zambon Simone, Grimi Giuseppe Giacomo,
Guarnieri Antonio Alfredo Corrado, Lusi Alessandro,
Restelli Marco, Morlacchi Marco, Pagani Maurizio,
Busti Eugenio, Borsari Massimo, Fabris Carla Maria,
Panzeri Carla Maria, Rossi Maria Angela, Francesconi
Albina, Carrera Ornella Giuseppina, Colombo Paola,
Mazzucchelli Sabina, Scazzosi Teodora, Porrini Bruna,
Restelli Stefania, Viganò Valeria, Zanzottera Stefania
Rosa, Lucchini Stefania, Botti Antonella, Walczuk
Elzbieta, Carrara Samuela, Pasquali Samuela, Croci
Cristina, Croci Gabriella, Greco Raffaella, Piantanida
Tecla, Roveda Giovanna, Zanzottera Simonetta, Porta
Anna Maria, Premoli Luigia, Viola Rosa, Radice Antonia,
Ranghetti Carla, Pinciroli Luigia, Fabbri Clementina,
Garavaglia Piera.
La Bcc dà il benvenuto ai soci:
una famiglia di 3.600 persone
U
na serata in famiglia quella
per i nuovi soci cui la Bcc di
Busto Garolfo e Buguggiate
ha dato il benvenuto nell'auditorium
Don Besana giovedì 29 novembre.
Ad accogliere gli ultimi arrivati
nella compagine sociale il presidente
Roberto Scazzosi, i vice presidenti
Ignazio Parrinello e Mauro Colombo
i componenti del CdA, del Collegio
sindacale e il comitato di direzione
guidato dal direttore generale Luca
Barni. «Con i nuovi ingressi la nostra
Bcc arriva a contare 3.613 soci –
ha dichiarato il presidente Roberto
Scazzosi-; soci che sono centrali per
noi ed è significativo che la base
sociale stia aumentando in un periodo di forte concorrenza fra banche
sul territorio. Segno che si riconosce
nella Bcc una banca su cui poter
contare». Dei 124 nuovi soci, 34 sono
28
le aziende e 90 le persone fisiche, di
cui 59 uomini e 31 donne. Delle 34
imprese la stragrande maggioranza è
rappresentata da srl, a dimostrazione
del radicamento delle piccole imprese sul territorio e del forte rapporto
che da sempre la banca intrattiene
con loro. Oltre la metà delle persone
nuove aderenti ha meno di 50 anni.
«L’incontro con i nuovi soci vuole
marcare la nostra unicità –conclude
Scazzosi–: la banca non deve essere
un’entità impersonale, ma avere un
volto: noi, presentandoci alla base
sociale, ci mettiamo la faccia, spieghiamo le nostre scelte e stimoliamo
la partecipazione di tutti alla vita
sociale». L'incontro ha presentato
ai nuovi arrivati nella compagine
sociale la Bcc e il suo operato attraverso le persone che l'amministrano,
i dirigenti che la fanno funzionare
e che hanno la responsabilità delle
diverse aree operative, ma anche
attraverso riferimenti alla situazione
economica, alla storia dell’istituto
che ha da poco superato il traguardo
dei 115 anni. Ai presenti sono stati
illustrati i vantaggi dell’essere socio,
i canali di comunicazione aperti ad
hoc con la banca e le iniziative dedicate, come quelle organizzate dal
Circolo Culturale Ricreativo (CCR)
presieduto da Maria Carla Ceriotti.
A suggello dell'incontro, l'omaggio
ai nuovi soci, lo Statuto sociale, la
Carta dei Valori (che declina i principi del Credito Cooperativo nel modo
di fare banca della Bcc), le copie dei
volumi "I motori della economia",
che presentano parte della rete di
aziende dalla Bcc, e la spilla con il
melograno, il simbolo del movimento del Credito Cooperativo.
In apertura tutti i nuovi soci
presenti alla serata di benvenuto del 29 novembre.
In alto da sinistra, Mauro
Colombo vicepresidente,
Luca Barni direttore generale, Roberto Scazzosi presidente, Ignazio Parrinello
vicepresidente vicario e
Maria Carla Ceriotti presidente del Ccr. Sopra un
momento della consegna di
Statuto, Carta dei Valori, i
volumi "I motori della nostra
economia" e spilla con il
melograno ai nuovi soci. A
lato, il pubblico presente
nell'auditorium Don Besana.
Aziende:
Bmm Srl, Bolchini Costa Snc di Costa Barbara e Mara,
Cajano A. e Morlacchi E. e C., Ceam Srl, Cotonificio
Cesare Macchi & C. SpA, Deltapav Srl, Ellebi Di Galliani
Monica e C. Snc, FDM Srl, F.lli Barzon Srl., Hotel
Ristorante Bologna Srl, Il Panettiere Snc, Imca SpA,
Immobiliare Colombo Srl, Impresa Meneghin Massimo
e Lorenzo Snc, Insubria Medica Servizi Cooperativa
Sociale, Intech Group Srl, Kickkick Srl, L.G.E. Srl,
Lavorazioni Plastiche Srl, Libreria Pirola Varese Srl,
Matex Varese Srl, Multimage Srl, Novachem Industriale
Srl, Offimer Srl, Ottica Los di Prealta e C. Snc, Per Lui
Sas di Arena Luigi & C., Pick-Up di Centemero Fabio &
C. Sas, Ricam Line Srl, S.C.S. Srl Forniture Industriali,
Sinetrica Srl, Sisti & Palmieri Gioielleria Snc. di P.
Palmieri e M.A. Palm, Techno Mould Srl, Tecnofluid
Srl, Up Team Srl.
29
LO SPORTELLO
LO SPORTELLO
Fondo
pensione
Aureo
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Assimoco (ASSIcurazioni MOvimento COoperativo)
è il gruppo assicurativo del Movimento Cooperativo
italiano. Una grande realtà costruita sulla capacità di lavorare insieme e sulla condivisione di
valori fondamentali: la famiglia, la casa, il lavoro, il futuro. Le due proposte che presentiamo in
questa pagina sono solamente alcune delle polizze assicurative che il gruppo mette a disposizione
dei clienti e dei Soci delle Bcc italiane. Rivolgiti
con fiducia alle filiali della Bcc di Busto Garolfo e
Buguggiate per scoprire queste e tutte le altre soluzioni ideate da Assimoco per la vostra tranquillità.
30
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anzianità sarà di molto inferiore rispetto
all’ultimo stipendio. Per un futuro tranquillo è indispensabile oggi sottoscrivere
un fondo di previdenza complementare.
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Con l’affiancamento del consulente Bcc si
potrà individuare il piano su misura per te.
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Con il Fondo Pensione AUREO si possono
suddividere i contributi verso uno o più comparti per creare il piano previdenziale più
adatto alle tue necessità (età, profilo rischio/
rendimento, esigenze del momento).
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INFORTUNI
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del Fondo Pensione AUREO:
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31
TERRITORIO
TERRITORIO
Aperitivi da tutto esaurito
U
n'altra stagione all’insegna
del tutto esaurito per gli
Aperitivi in concerto; i quattro appuntamenti della domenica
mattina organizzati dal Comune di
Legnano, dall’orchestra Haydn e con
il sostegno della Bcc. Giunti alla quattordicesima edizione non danno segni
di stanchezza, confermandosi, anzi,
un riferimento immancabile per gli
amanti della musica. Stessa formula
delle edizioni precedenti, con un concerto di solo piano, due con formazioni cameristiche, una più particolare,
quest’anno il VibrHarp duo, composto da Maria Chiara Fiorucci all’arpa
e Fabrizio d’Antonio al vibrafono
(nella foto), stesso successo di pubblico. In realtà quest’anno un motivo supplementare di interesse era
costituito dalla presenza nel concerto
del 18 novembre di uno strumento
storico, il fortepiano “Carl Stein” del
1835. Lo strumento, il cui restauro è
stato completato da un artigiano piemontese nel 2006, è stato suonato da
Paola Poncet, che ha accompagnato
Fabio Ravasi al violino e Gianni De
32
Rosa alla viola. Ma, pur prescindendo dalle curiosità che ogni anno riservano gli Aperitivi, è la qualità della
musica il carattere distintivo della
rassegna, oltre che il suo marchio di
garanzia. Basti un fatto: quest’anno
alla Biennale Musica di Venezia il
Leone d’oro è andato a Pierre Boulez,
un mostro sacro della musica del
secondo Novecento; il Leone d’argento al quartetto Prometeo, per due
anni consecutivi, 2009 e 2010, ospite
degli Aperitivi. A completare il programma degli Aperitivi il duo violino – piano Cammarano e Deljavan e
il pianista Marcos Madrigal. «Felici
di essere qui» si erano dichiarati
alla conferenza stampa di presentazione degli Aperitivi l’assessore
alla Cultura Francesca Raimondi e il
responsabile delle Relazioni esterne
Bcc Simone Mantovani; felici perché
non era scontato esserci con proposte
di qualità in un momento in cui le
difficoltà economiche non mollano
la presa. Invece gli Aperitivi ci sono
stati, hanno vinto la loro scommessa;
anche il pubblico è stato molto felice.
PALLACANESTRO VARESE
Parte dal cuore ed è diretta al
cuore la nuova collaborazione che la nostra Bcc ha siglato con la Pallacanestro Varese:
non solamente un sostegno allo
sport, ma soprattutto un’azione
di carattere educativo verso i più
giovani. Pallacanestro Varese è
una realtà sportiva di grande
livello (ha all’attivo dieci scudetti, cinque coppe dei Campioni e
sette trofei internazionali, e oggi
la Cimberio guida la classifica
della massima serie), ha una fiorente scuola di minibasket, un
vivace settore giovanile e una
squadra di basket in carrozzina. Ma, soprattutto, la società
varesina è promotrice di valori.
Con il progetto “Io tifo con il
cuore” si rivolge ai giovanissimi nell’insegnare un modo sano
di sostenere la propria squadra promuovendo una “cultura
della sportività”. Qui si inserisce
l’intervento della Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate, che sostiene la scuola di minibasket e il
progetto “Io tifo con il cuore”.
L’iniziativa si rivolge a più di
750 bambini, dai 5 ai 10 anni,
cercando di coinvolgere anche le
rispettive famiglie nell’imparare
la sportività per restituire al tifo
la sua dimensione di gioco, di
evento sociale e di divertimento.
Grazie all’associazione Ponte del
Sorriso, saranno organizzati dei
laboratori dedicati ai piccoli per
imparare, giocando, il significato più autentico dello sport.
Un grande successo per
l'Onomastico della Terra
P
er rendere il dovuto omaggio
a Madre Terra, festeggiare una
volta all’anno il suo simbolico
compleanno non bastava più. Per questo, da cinque anni, si è aggiunto anche
l’onomastico: un’occasione in più per
coinvolgere grandi e piccini alla scoperta e alla cura degli angoli verdi
“nascosti” tra il cemento della città. E
se il Compleanno si svolge tradizionalmente in primavera, il momento del
risveglio dopo il letargo invernale, l’Onomastico si festeggia in un periodo
altrettanto suggestivo, ossia l’autunno,
quando le foglie si tingono di arancione e la natura si prepara a fronteggiare
la stagione più fredda. La Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate è stata anche
quest’anno a fianco del Comune di
Legnano e di altre 15 associazioni attive sul territorio per la due giorni di iniziative che si è svolta all’ex Parco Ila di
via Colli di Sant’Erasmo. Il week end
del 6 e 7 ottobre è stato quindi dedicato alla riscoperta e alla valorizzazione
dell’ex sanatorio, inaugurato nel 1923
dalla Regina Margherita e voluto da
operai e industriali cittadini. Un centinaio di persone tra grandi e piccoli
hanno partecipato alla due giorni di
pulizia del parco, liberando le piante
dai rampicanti e mettendo a dimora
venti nuovi alberi. Le manifestazioni
hanno preso il via sabato pomeriggio,
con l’allestimento di un vero e proprio
campo con tende e falò. Circa una quarantina di partecipanti hanno cenato in
compagnia, hanno trascorso la serata
con dei giochi organizzati, e poi hanno
trascorso la notte nel parco dell’ex
sanatorio: un’occasione per riscoprire
il valore delle cose semplici e fatte
insieme, a contatto con la natura. La
domenica mattina, la consigliera del
Cda della nostra Bcc, Danila Battaglia,
insieme con il sindaco di Legnano,
Alberto Centinaio (nella foto), hanno
partecipato alla messa a dimora di
una pianta. Quindi hanno premiato
la classe quarta C della scuola Pascoli,
vincitrice della prima edizione del
Bosconcorso, finanziato da Comune di
Legnano e Bcc. Il premio, un videoproiettore da utilizzare nell'attività didattica, è stato consegnato all'insegnante
Katia Agostini. Sugli alberi del parco
sono stati poi posizionati anche dei
nidi, per rendere la vita più facile agli
uccelli nei mesi invernali, e il sindaco
Centinaio ha fatto la sua parte arrampicandosi su un faggio per appendere
uno dei nidi a un ramo. Dopo il pranzo
a base di polenta e brusciti preparato
dagli Alpini, i partecipanti si sono
spostati in centro per unirsi alla festa
del volontariato. L'appuntamento è
per il prossimo autunno, con la sesta
edizione dell'Onomastico.
NATALE BUSTO ARSIZIO
Il Natale di Busto Arsizio è ancora
“targato” Bcc. La nostra banca è
nuovamente partner del Comune
per l’intenso programma di manifestazioni che viene proposto in
città. Nonostante il periodo di
difficoltà, la Bcc ha voluto essere
presente nel tradizionale concerto di Natale: il 6 dicembre, nella
basilica di San Giovanni l’organista Sergio Paolini presenta un
repertorio con musiche di Bach,
Franck, Reger e Guilmant; un’occasione speciale anche per inaugurare l’organo che la parrocchia
di San Giovanni ha fatto restaurare di recente. Come da tradizione,
il concerto è a ingresso gratuito
con prenotazione obbligatoria dei
biglietti. Il programma natalizio
di Busto Arsizio prevede anche
una serie di iniziative che animano la città fino al 6 gennaio 2013.
ANTARES
Per Legnano è una tradizione che
si ripete come un rito con l’arrivo dell’autunno, per la Bcc un
appuntamento entrato da qualche anno in calendario. Si tratta
della mostra micologica organizzata dall’associazione Antares
di Legnano, giunta nel 2012 alla
trentaquattresima edizione, che
si è tenuta a Palazzo Leone da
Perego da sabato 6 a lunedì 8 ottobre. All’inaugurazione a portare
il saluto della Bcc è intervenuto il
consigliere Danila Battaglia, che
ha sottolineato l’importanza della
divulgazione scientifica verso le
nuove generazioni, in questo caso
degli alunni delle elementari che
hanno preso parte al concorso “da
una manciata di semi uno scorcio
di natura” con i lavori esposti che
avevano nei semi appunto l’elemento di partenza.
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ASSOCIAZIONE CCR
ASSOCIAZIONE CCR
Ccr, tante proposte alla scoperta dell'Italia
A
ncora una programmazione
da tutto esaurito. Il Circolo
Culturale e Ricreativo della
Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate si
appresta a chiudere un anno caratterizzato dalla grande partecipazione agli eventi organizzati. Così è
stato per la settimana proposta a
settembre, quando il Ccr ha visitato
alcune delle città e dei borghi più
belli del centro Italia. Dalla Toscana,
con Bagno Vignoni, alla Tuscia con
la visita a Viterbo, Tuscania, Civita
di Bagnoregio e Caprarola, quindi
in Abruzzo per L’Aquila, Sulmona,
Chieti e Lanciano. E, sulla strada
del ritorno, sosta nelle Marche per
ammirare Ascoli Piceno. All’insegna
della tradizione e della scoperta di
alcuni dei luoghi più belli d’Italia è
stata anche l’uscita di ottobre quando il Ccr ha programmato la visita
al Vittoriale degli Italiani a Gardone
Riviera (in provincia di Brescia),
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con una sosta pomeridiana nella vicina
Valpolicella. Da ultimo, in occasione del
ponte dell’Immacolata, quest’anno è
stata proposta come
meta New York: un
viaggio oltreoceano
per scoprire una città
unica, che diventa
magica sotto le feste
di Natale. Anche in
questo caso non sono
mancate le adesioni:
i 50 posti disponibili
sono andati esauriti in
poco tempo. «Siamo
molto contenti che le
proposte fatte abbiano trovato l’apprezzamento dei soci
del Circolo Culturale e Ricreativo»,
commenta il presidente del Ccr,
Maria Carla Ceriotti che, insieme
al direttivo dell’associazione, si
appresta a definire il programma
del 2013. In attesa di date e destinazioni precise, ci sono già alcune
anticipazioni. Prosegue il presidente
del Ccr: «Ci piacerebbe far diventare
alcuni appuntamenti dei momenti fissi nella programmazione delle
iniziative. Per esempio, nel mese
di agosto, apprezzata è stata la gita
sul lago di Iseo: tendiamo a confermare questo appuntamento, sempre mantenendo come destinazione
una località lacustre. Prima però
di pensare ai mesi di vacanza, alla
fine di maggio resta confermata la
proposta per il soggiorno a Ischia.
Settembre, invece, sarà il mese dedicato ad una regione italiana con un
viaggio strutturato su una settimana, così da garantire i giusti tempi
sia di spostamento sia da dedicare
alla scoperta dei luoghi». E per la
fine dell’anno, l’idea sarebbe quella
di mantenere il viaggio all’estero.
«Londra nel 2011 e adesso New
York sono mete che hanno riscosso
un successo che è andato oltre ogni
aspettativa. Pensiamo di proporre
un’altra capitale, restando magari
in Europa», annuncia Ceriotti. Il
Ccr ha acquisito un ruolo di primo
piano quale soggetto di aggregazione e di promozione delle attività.
Confermato per il 2013 anche il
progetto legato alla fotografia con
un doppio appuntamento: il corso
avanzato per continuare a migliorarsi nell’utilizzo della macchina
fotografica e l’ormai tradizionale
concorso di fotografia, attraverso
il quale andare a scoprire nuovi
scorci e nuovi elementi del territorio. Tra le date già fissate c’è quella
di lunedì 4 febbraio 2013, quando
il Ccr torna a proporre il concerto
della Lilt -Lega italiana per la lotta
contro i tumori- al teatro alla Scala
di Milano. Conclude il presidente
del Ccr: «proseguiamo nella nostra
azione di sostegno e di valorizzazione del territorio, nell’intento di
trasmettere i valori di mutualità e
di cooperazione che guidano la Bcc
di Busto Garolfo e Buguggiate».
Il programma delle iniziative 2013
sarà disponibile a gennaio sul sito
della Bcc.
PROSSIMI
APPUNTAMENTI
31 dicembre: capodanno a teatro
con Ale e Franz. Con lo spettacolo
“Recital”, sul palco del teatro Nuovo
di Milano sfileranno i momenti più
significativi della carriera del duo comico, dai numeri creati per la TV alle
surreali situazioni nate sul palcoscenico. Non mancherà la storica panchina
che ha fatto conoscere ed amare Ale e
Franz al grande pubblico. Inizio spettacolo alle 22; a mezzanotte è previsto il
tradizionale brindisi.
4 febbraio: appuntamento al Teatro
alla Scala di Milano per il concerto della LILT - Lega Italiana per la
Lotta contro i Tumori. L’orchestra della
Filarmonica della Scala sarà protagonista di un ricco programma con musiche di Beethoven, Rossini, Puccini,
Verdi e Mascagni, sotto la direzione
del maestro Fabio Luisi, recentemente nominato direttore principale della
Metropolitan Opera House di New
York, e l’accompagnamento di Saleem
Abboud Ashkar, solista al pianoforte.
CON LA SERATA "FOTOMUSICANDO" VIA AL CORSO DI FOTOGRAFIA
Nella foto di apertura il gruppo che ha partecipato al viaggio in Tuscia e in Abruzzo. Sopra
dall'alto la visita alla città de L'Aquila; sotto il
Ccr al Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera.
Con Fotomusicando, la fotografia è tornata al centro delle iniziative del Ccr. La serata di immagini e musica, che è stata proposta il 10 novembre, ha lanciato il nuovo corso base di fotografia che il Circolo Culturale e Ricreativo della Bcc ha organizzato
in collaborazione con il circolo fotografico Chiaroscuro. Da giovedì 15 novembre e fino al 14 febbraio del prossimo anno, 32
allievi parteciperanno alle dieci lezioni serali e alle tre uscite “sul campo” per conoscere i segreti della fotografia: come valutare
la luce, quali obiettivi preferire, la messa a fuoco e l’inquadratura, oltre alle tecniche del digitale e della stampa. Il tutto per
realizzare e personalizzare le proprie immagini, sfruttando al meglio le potenzialità delle fotocamere sia digitali sia tradizionali
a pellicola, reflex o compatte. Le lezioni si svolgono nell’auditorium don Besana, a Busto Garolfo, il giovedì sera.
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