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dicembre 2012 L'INTERVISTA A pag 6 PRIMO PIANO A pag 9 ECONOMIA A pag 14 Banca del territorio Nonostante tutto Per superare la crisi Edicola Editoriale DI ROBERTO SCAZZOSI Fedeli alla nostra mission Cominciamo con una spiegazione, cominciamo dalla copertina di questo numero della Voce. Una foto e un titolo per andare subito al punto. La banca, con il presidente e il direttore generale, ribadisce la propria mission. Lo fa mettendosi in gioco, nella sua rappresentanza amministrativa e in quella della struttura aziendale. Lo fa in prima persona, come è costume della Bcc. Abbiamo parlato più volte sulla Voce di senso di responsabilità , un valore che non deve passare di moda, anzi deve tornare a essere centrale. Ecco, in un momento come questo, ribadire il fatto di esserci, di continuare a fare la nostra parte, come dimostriamo dati alla mano nei servizi di questo numero, significa avere la responsabilità di un ruolo. Che è quello di banca locale del territorio, e non per il territorio, come spiega nel pezzo di apertura l’insigne economista Stefano Zamagni. E poi, scorrendo il titolo del numero, “Nonostante tutto”, perché sta lì il problema. Quel nonostante tutto è il peso della situazione che stiamo vivendo da anni; difficoltà che, a un livello più complessivo, sono illustrate dalla posizione di ABI: un appello, quello contenuto nel bollettino mensile dell’associazione, che è la misura della serietà dei problemi che si affrontano tutti i 2 giorni. Eppure, “nonostante tutto”, diamo conto di quello che continuiamo a fare in termini di impieghi e di contributi al territorio; la dimensione che continua a essere il nostro riferimento. Terzo punto; dopo il nonostante tutto c’è la prospettiva: superare la crisi. E per questo proponiamo uno spunto di riflessione per un aspetto che consideriamo fondamentale, il valore del risparmio. Partendo dalla giornata mondiale del risparmio che si è celebrata il 31 ottobre vediamo concretamente cosa è il risparmio a livello di abitudini, perse o acquisite nel tempo, e cosa rappresenta per una banca come la nostra. Quello che è stato un perno per la ricostruzione e la crescita italiana nel secondo dopoguerra è, per una banca locale come la nostra, la benzina, ossia quanto ci è indispensabile per svolgere il nostro ruolo di attori economici impegnati nella crescita del territorio. E, sempre andando a individuare un tema caldo per le prospettive della ripresa, diamo spazio al rapporto banche-imprese, un nodo di cruciale importanza e da affrontare con la massima chiarezza da entrambe le parti. L’abbiamo sempre detto: dalla crisi si esce insieme o non si esce. Questo è il banco di prova per misurare le possibilità del nostro sistema, globale e locale che sia. 3 SOMMARIO Edicola Il Panorama copertina DI luca barni Insieme contro la crisi La reciprocità per fare sistema Una ricognizione su alcuni temi chiave dell'economia per fare sistemae superare le difficoltà poste da una crisi che non accenna a mollare la presa. Da una banca del territorio idee e fatti per lasciarci alle spalle i quattro anni che hanno cambiato il mondo. La Voce dicembre 2012 6L'Intervista Economia 14 Riflessioni sull'importanza del risparmio, un'abitudine che non deve passare di moda Colloquio con Stefano Zamagni, economista che riflette sul "quid" del movimento cooperativo 9 In primo piano Impieghi e contributi: in numeri ecco il sostegno che la Bcc ha garantito al territorio nel 2012 21 32Territorio/2 Aperitivi in Concerto 2012 una quattorducesima edizione da tutto esaurito 18Economia 33 Territorio/3 Onomastico della Terra: grandi e piccoli alla scoperta del verde di Legnano 20Economia/2 L'intervento di Luigi Federico 34 Continua il viaggio all'interno delle aziende del territorio: il Salumificio Colombo Focus sul mercato immobiliare alla luce delle novità portate dal progetto Merito Casa La storia 24Territorio/1 Il rapporto fra banche e aziende, snodo fondamentale per ridare slancio alla nostra economia Signorini in occasione della Giornata del credito Associazione Ccr Le attività del Circolo, il programma e il nuovo corso fotografico Ormai non sono più voci isolate quelle che dipingono la crisi come un fenomeno totale e complessivo, che quindi non si limita a investire con una violenza mai vista prima la sfera economica, ma travolge anche quella dei rapporti fra le persone. Cosa fare di fronte a un’analisi così spietata, ma – io ritengo– sincera? Io dico: proviamo a ricostruire un reale sistema di comunità. Dobbiamo farlo adesso, perché i ritardi non sono più ammessi. E dobbiamo mettere alla base di questo sistema la logica della reciprocità. Una logica che tutti conosciamo, perché regge il primo nucleo della vita sociale, la famiglia. Il punto è: questo modello può essere applicato nelle politiche economiche? In altre parole la reciprocità può essere sistemica? Può essere elemento determinante per lo sviluppo di vere politiche di rete? Me lo chiedo alla luce della nostra esperienza, esaminando quanto, come banca locale, abbiamo fatto nell’ultimo triennio. Abbiamo aumentato gli impieghi, dal 2009 al 2011, del 4%, del 5% e del 6% rispettivamente. E questo nell’ottica di cui dicevo: erogo risorse al sistema per creare sviluppo, generando quindi soddisfazione reciproca. Ma qual è stato il risultato? Abbiamo chiuso il 2011 con il segno meno a causa delle perdite su crediti, e purtroppo, anche quest’anno la stessa voce di bilancio sarà rilevante. Quindi dov’è la reciprocità, dove la risposta all’impegno nei confronti dell’altro? Dobbiamo, alla luce di questa situazione, chiamarci fuori da quello che abbiamo sempre fatto? Nonostante tutto, no. Noi ci saremo ancora a fare la nostra parte, perché continuo a credere che stia nella reciprocità la base per creare relazioni durature, per realizzare un vero sistema di comunità. Non è utopia; è l’economia di cui si riconosce sempre più il bisogno. Soltanto così si può realizzare l’equità nelle transazioni economiche tra soggetti e garantire che le legittime esigenze di tutti possano essere soddisfatte. In questo numero ospitiamo le riflessioni di Stefano Zamagni; l’economista, da tempo, propone di guardare oltre il duopolio Stato-Mercato. Zamagni parla di “economia civile”, quella fatta proprio di rapporti di reciprocità e prossimità, fuori quindi dalla logica che considera soltanto gli estremi: o il business o la carità. Mi è chiaro, ovviamente, che parliamo di imprese che devono recuperare produttività e redditività e hanno precise esigenze di bilancio, e anche noi, del resto, siamo un’azienda che deve rispondere dell’operato ai suoi soci. Però è sempre più evidente come non si possa fare impresa svincolati da obiettivi sociali, che il profitto non sia un valore in sé, da perseguire a ogni costo e a prescindere da ogni altra considerazione. Cito l’economista e banchiere Muhammad Yunus, che ha sottolineato l’insufficienza del sistema delle imprese nell’affrontare molti dei problemi sociali più gravi: “un’impresa con finalità sociali deve essere concepita e condotta come una vera azienda, ma con l’imperativo del vantaggio sociale al posto di quello della massimizzazione dei profitti”. Questo è il modello di sistema in cui e per cui la Bcc vuole continuare a operare, una rete di relazioni in cui –sempre per dirla con Zamagni – l’altro è certamente un limite al mio avere, ma necessario al mio essere. La Voce Bimestrale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate La nostra banca 28 4 La Bcc ha dato il benvenuto ai nuovi soci nella serata in sala Don Besana dicembre 2012 Redazione e grafica: Eo Ipso - Legnano Anno IX n° 5 Stampa: Arti Grafiche Baratelli - Busto Arsizio Direttore Responsabile: Chiara Porta Editore: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Registrazione del Tribunale di Milano n°163 del 15-03-2004 5 INTERVISTA INTERVISTA La Bcc è l'unica banca del territorio che applica la democrazia solidale L'economista Stefano Zamagni rimarca la peculiarità degli istituti di credito cooperativo: «Per citare Platone due sono i cavalli per tracciare il solco: quello dell'efficienza organizzativa e quello della partecipazione dei soci, che devono andare alla stessa velocità» A volte basta cambiare una preposizione semplice con una articolata per mutare il senso di una frase. Nel nostro caso, la differenza si fa addirittura più profonda e chiama in causa valori e comportamenti. Perché la nostra Bcc -come tute le Bcc, del resto- è una banca “del” territorio e non solamente un istituto che opera “su” o “per” un territorio. Dirlo e ricordarlo con forza in un momento congiunturale come quello che stiamo vivendo non è né banale né scontato, come ha spiegato l’economista Stefano Zamagni (nella foto) in un’intervista raccolta nell’ambito del progetto identitario “Un Paese chiamato Bcc” della Banca di Bedizzole Turano Valvestino e pubblicata un paio di anni fa su “Vicini di banca”, il periodico della Federazione Lombarda delle Bcc. Una posizione, quella di Zamagni, tutt'altro che superata. Anzi, quanto mai attuale e che abbiamo voluto approfondire, partendo dal ruolo e dalla vocazione storica della Banche di Credito Cooperativo. “Storicamente le Bcc sono nate come banche locali, ma oggi questo non rappresenta più la realtà dei fatti, perché se è indubbio che la singola Bcc opera in un territorio di pochi chilometri quadrati, è altrettanto vero che a seguito del processo di unione a rete compiuto negli ultimi 10/15 anni, ormai il mondo delle Bcc è visto come un gruppo bancario di oltre quattrocento banche e dunque chiamarla locale non è corretto; è riduttivo. Teniamo presente che il gruppo Bcc è il quarto gruppo bancario in Italia -spiega Zamagni-. È giusto, invece, chiamarla Banca del territorio”. 6 Ma territorio è una parola spesso usata, ultimamente, da tanti istituti bancari… Ho detto e sottolineo banca “del” territorio, non banca “per” il territorio. La differenza è che anche i grandi gruppi bancari sono banche per il territorio; se guardiamo la loro pubblicità lo scrivono a tutte lettere e lo fanno correttamente. Il significato di Banca per il territorio è quello di una realtà che opera per favorire il territorio. Banca del territorio invece vuol dire una banca che nasce dal territorio, opera sul territorio e ha come fine il dare conto al territorio, cosa che le altre banche non fanno. Quindi è un problema di reciprocità e di rapporti? Esatto: il grande gruppo bancario appena intuisce che un certo territorio non risulta più conveniente, smette di operare. La banca del territorio, viceversa, non chiude mai, non delo- Banca del Territorio Banca per il Territorio Bcc Chi? Nasce sul territorio per operare sul territorio Mission Opera per favorire il territorio Rende conto al territorio del proprio operato: la Bcc ci nasce, ne è espressione, non delocalizza mai Vision Sta sul territorio finché conviene, poi smette di operare Sinonimo di banca locale Comunicazione È un claim pubblicitario calizza mai, perché è espressione, dal basso, del territorio stesso. Ecco allora che le Bcc sono le uniche banche del territorio, insieme ad una dozzina di casse di risparmio rimaste legate alla loro vocazione iniziale e non oggetto di acquisizione da parte dei grandi gruppi bancari. La Bcc, unica forma di banca del territorio, deve pertanto mantenere la fedeltà a questa identità. Una volta capito questo, da questa identità derivano tante altre conseguenze. Se, invece, essa viene dimenticata, il rischio è di fare come coloro che, apprestandosi a costruire una casa, si preoccupano della tinteggiatura invece di premunirsi che i muri portanti siano solidi. Dopo un po’ crolla tutto. Quali strade indica alla Bcc per preservare il proprio patrimonio di valori e di relazioni? Rispondo con una metafora importante di Platone. Un’immagine davvero molto bella. Dice Platone: “Il solco sarà diritto se i due cavalli che tirano l’aratro marciano alla stessa velocità”. Cosa vuol dire? Che se un cavallo va più veloce dell’altro, l’aratro o va verso destra o verso sinistra, e quindi non è diritto, e quindi non si ha il raccolto. Fuor di metafora, nel caso delle Bcc quali sono i due cavalli? Le altre L’uno è il cavallo della efficienza organizzativa dei prodotti industriali, l’altro è il cavallo della democrazia solidale. Se il cavallo dell’efficienza organizzativa va più forte dell’altro, la Bcc si snatura, e presto o tardi diventerà come le banche capitalistiche. Se, invece, è il cavallo che abbiamo chiamato della democrazia solidale ad andare più forte dell’altro, il risultato è che la banca di credito cooperativo non è più sostenibile. Ecco allora il punto: il cocchiere, chi guida l’aratro, deve saper far marciare i due cavalli alla stessa velocità. Questo è compito della presidenza, ma in generale è compito del consiglio di amministrazione e dell’assemblea dei soci. È importante dirle queste cose, perché si è assistito in questi ultimi venti/trent’anni ad alcune Bcc che hanno smesso di essere quello che inizialmente erano proprio per questo fatto. In alcuni casi perché hanno puntato tutto sull’efficienza, in altri perché hanno puntato tutto sull’identità democratica. Bisogna, invece, che i due cavalli marcino alla stessa velocità. Proprio partendo dalla sua espres- CHI è ZAMAGNI Stefano Zamagni (Rimini, 1943), economista, è professore ordinario di Economia politica all’università di Bologna (facoltà di Economia) e adjunct professor of International political economy alla Johns Hopkins University, Bologna Center. Dal 1985 al 2007 ha insegnato Storia dell'analisi economica alla Bocconi di Milano, mentre per l’università di Bologna ha ricoperto numerosi ruoli, tra cui la presidenza della Facoltà di Economia, impegnandosi negli anni soprattutto negli studi sul mondo del “no profit”, arrivando all'attivazione di uno specifico corso di Laurea ("Economia delle imprese cooperative e delle organizzazioni non profit"). Dal 2001 è Presidente della Commissione Scientifica di Aiccon (Associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non profit) e tra gli ideatori delle Giornate di Bertinoro per l'Economia civile, un momento di approfondimento e dialogo sul ruolo e le attività del terzo settore in Italia. 7 INTERVISTA sione di “democrazia solidale”, quale ruolo assegnare in prospettiva al valore della partecipazione nel definire l’identità di una Bcc? Il ruolo della partecipazione è fondamentale. Il punto è, però, che bisogna ricordarsi che la democrazia ha un costo, la democrazia non è mai a prezzo zero. Il che spiega perché a livello generale - macro, dei Paesi o dei grossi movimenti, ad un certo punto, abbandonano la democrazia. E siccome la democrazia ha un costo, prima o poi c’è qualcuno che si alza e dice “ma noi non siamo più disposti a sostenere questo costo”, e quindi si comincia col tagliare la partecipazione del socio, si comincia a fare le assemblee che durano un quarto d’ora, si arriva a non garantire la trasparenza. Ebbene, in questo modo si ritorna al discorso di Platone: dopo un po’ il solco va storto e la Bcc chiude oppure si trasforma e diventa capitalistica. E qui ritroviamo uno degli slogan veri delle Bcc: banche che hanno la loro vera forza nella base sociale… È inutile discutere, la cifra che caratterizza la cosiddetta specificità della Bcc è esattamente nella capacità di coinvolgere nel processo decisionale, secondo determinate forme, la base sociale. Ora, coinvolgere però non vuol dire fare della filantropia. In alcune Bcc si pensa di risolvere i propri problemi distribuendo un po’ di denaro per opere benefiche, in sé buone. Questo non c’entra niente con la democrazia ma attiene alla filantropia. Se una Bcc fa filantropia siamo contenti, ma non è essenziale, perché la filantropia la fanno anche i grandi capitalisti e le grosse multinazionali. Ciò che invece le grandi multinazionali non faranno mai è la partecipazione della base dei soci. Questo è il punto. Torniamo, quindi, al suo esempio della casa: quello che conta è la solidità dei muri portanti, la tinteggiatura arriva per ultima. E la si fa solo dopo aver messo in sicurezza la costruzione… Esatto. E, soprattutto, bisogna stare attenti a non mischiare l’acqua con 8 IN PRIMO PIANO il vino. Alcuni dicono: noi per farci perdonare la scarsa democrazia facciamo regalie, regaliamo le vacanze ai bambini, ai figli dei nostri dipendenti, diamo borse di studio a quelli che vanno all’Università, e così via. Come abbiamo già detto, tutto ciò va bene ma non c’entra niente con la democrazia. Attenzione, perché la democrazia vuol dire partecipazione al processo decisionale, la filantropia significa invece sostenere chi è in difficoltà e assisterlo in determinate cir- costanze. Guai mischiare le due cose. Ecco perché abbiamo parlato prima di “democrazia solidale”. È chiaro che ci vogliono tutte queste forme di solidarietà però il sostantivo che dà senso è “democrazia”, l’aggettivo è “solidale". Invece molti svolgono una “solidarietà democratica” anteponendola alla formula della “democrazia solidale”. In questo modo la BCC si snatura, e scompare. D’altra parte che bisogno c’è? Ce ne sono tante di “altre” banche. Nella foto sopra la copertina del numero di ottobre 2012 in cui si trattava il tema del chilometro zero. L'argomento è ripreso in questo numero dal prestigioso economista Zamagni che sottolinea l'importanza di una banca nata e cresciuta sul territorio; la vocazione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Impieghi e contributi: anche nel 2012 la Bcc investe nel territorio L a Bcc tiene la rotta e mantiene la sua mission nonostante tutte le difficoltà della congiuntura e meglio di altri attori del settore. A livello Italia tiene la raccolta, calano gli impieghi, crescono le sofferenze e flettono i mutui, ma c’è anche la riduzione ai minimi 9 IN PRIMO PIANO storici dello spread: questa l’istantanea a ottobre 2012 del mondo bancario nell’ultimo rapporto dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) presentato il 21 novembre. Proprio sullo spread, ossia la differenza tra i tassi attivi (quanto si incassa su prestiti e mutui) e tassi passivi (quelli che invece si pagano su conti correnti e depositi) ora sceso a 170 punti, si è soffermato il presidente di Abi Giuseppe Mussari (nella foto): « È come se un'impresa si trovasse a dover lavorare con margini dimezzati –ha commentato-: uno spread simile non è compatibile con la piena operatività». Ed è sullo spread, per essere concreti, che le banche commerciali come la Bcc lavorano. Venendo alle altre grandezze prese in esame da Abi a ottobre, gli impieghi sono scesi dello 0,84%, mentre ha tenuto la raccolta (+1%). Continuano ad aumentare, invece, le sofferenze per le banche italiane, con un trend che prosegue costante da quasi un anno. A fine settembre lo stock lordo di crediti in sofferenza è cresciuto di quasi 2 miliardi rispetto al mese precedente e di circa 15,6 miliardi da settembre 2011, arrivando, nel complesso, a 117,6 miliardi di euro. Una tendenza, quella indicata nel bollettino mensile dell'Abi, che si traduce in un tasso di incremento annuo pari al 15,3%. In rapporto agli impieghi, le sofferenze erano pari al 5,9% a settembre 2012, mentre al netto delle svalutazioni si attestavano a 67,25 miliardi; circa 1,5 miliardi sopra agosto. Venendo all’impresa Bcc, è subito da segnalare una diversità rispetto al quadro generale, un segno distintivo che riguarda la voce impieghi. Selezionando il target piccole-medio imprese, quello di riferimento per la nostra banca, la flessione degli impieghi a livello di sistema è pari al 5,1%, in casa Bcc del 3%. Prova che la nostra banca, più di altre realtà di dimensioni maggiori, ha continuato ad adoprarsi per sostenere i piccoli, ossia la spina dorsale dell’economia italia- 10 IN PRIMO PIANO na. Questo, rispetto a un dato, sul fronte impieghi, che ha visto un ulteriore calo nel totale dei prestiti ai residenti in Italia collocandosi a 1.933 miliardi di euro, meno 0,8% su ottobre 2011 (-0,9% la variazione annua in agosto). Dai dati di fine settembre –sempre dal rapporto ABI– emerge un forte rallentamento dei finanziamenti alle imprese non finanziarie, calati del 4,2% contro il -2,7% di agosto. Un anno prima, i finanziamenti alle imprese avevano registrato una crescita del 5,3%. Da sottolineare che la voce impieghi, da precise indicazioni della Banca d’Italia, deve essere posta in stretta relazione con la raccolta. Se c’è stato in un tempo anche non lontano un momento in cui le banche impiegavano più di quanto raccoglievano; adesso il rapporto fra impieghi e raccolta deve essere invertito ed è considerato ottimale se di poco inferiore al 90%. Il grafico pubblicato a pagina 12 mostra proprio l’andamento delle due grandezze negli ultimi tre anni per la Bcc: con la riapertura della forbice avvenuta nella primavera di quest’anno e mantenuta nei mesi successivi. «È vero che per un certo periodo gli impieghi della Bcc hanno superato la raccolta, ma questa non è la normalità –spie- ga il vice presidente vicario Ignazio Parrinello–. Il rapporto fra le due grandezze può risentire infatti delle situazioni particolari della raccolta a livello di sistema banche. Mesi fa, ad esempio, si era scatenata una vera e propria lotta fra istituti per farsi prestare denaro e questo avveniva a condizioni definibili perlomeno anomale. In quel momento la raccolta in Bcc ha subito una flessione». Naturalmente qualche riflessione andrebbe spesa sulle condizioni straordinarie di raccolta. «Non bisogna dimenticarsi che in economia valore e rendimento sono grandezze inversamente proporzionali –continua Parrinello–, quindi non sarebbe male chiedersi il motivo di un rendimento tanto superiore alle condizioni di mercato». Periodo particolare, quindi, quello tra fine 2011 e la primavera 2012 e comunque, ancora una volta, indicativo delle differenze tra Bcc e resto del sistema. Alcune grandi banche, specie straniere, hanno raccolto denaro a condizioni fuori dal mercato, hanno posto condizioni impossibili alle aziende per prestarlo e queste si sono rivolte alla Bcc, che non ha mai chiuso nei loro confronti i rubinetti del credito. La normalità è quindi quella che si osserva prima e dopo nel grafico e messa nero su bianco nel piano strategico, condiviso da governance e direzione. E se questo risponde alle indicazioni di Banca d’Italia e ai principi di sana e prudente gestione che costituiscono il patrimonio genetico della Bcc da qui si riparte per tenere la rotta negli anni a venire. Poi, oltre al prestito del denaro, attività connessa per definizione alla funzione di una banca commerciale, c’è la voce che caratterizza la Bcc, i contributi ai vari attori del territorio; un impegno che discende dall’articolo due dello Statuto sociale, quello dei principi ispiratori. “La Società ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali […] perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stes- Giorgio Napolitano «Le Bcc svolgono un ruolo fondamentale per la ripresa economica» Gli istituti del Credito Cooperativo «possono e devono svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere il rinnovamento delle strutture produttive e la ripresa economica di tutto il Paese, rinsaldandone la coesione sociale e territoriale». In occasione dell’Assemblea annuale 2012 di Federcasse, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto portare il suo messaggio, che introduce tra l’altro il volume “Civiltà dei borghi. Culla di cooperazione” presentato il 20 novembre all'Assemblea stessa. Il volume valorizza storia, attualità e cultura dei borghi italiani attraverso le foto di Pepi Merisio e un saggio di Giuliano Amato. «Il Credito Cooperativo –si legge nel messaggio del Capo dello Stato- ha contribuito fortemente alla crescita sociale e civile del Paese, impostando l’azione di sostegno alle imprese secondo i valori della solidarietà, della dignità umana, della responsabile compartecipazione. Si tratta di un'eredità preziosa che merita di essere valorizzata nella consapevolezza che il sistema creditizio e l’intero mondo della cooperazione possono e devono svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere il rinnovamento delle strutture produttive e la ripresa economica di tutto il Paese, rinsaldandone la coesione sociale e territoriale». Ignazio Visco «Razionalizzare la rete di sportelli, eliminare le inefficienze operative» «Per rafforzare le singole Bcc serve una prospettiva evolutiva che deve avere un respiro più ampio, ponendosi come obiettivo un assetto di sistema adeguato a fronteggiare le difficoltà e le incertezze del contesto». Queste le parole del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenuto all’Assemblea 2012 di Federcasse del 20 novembre. Nel sollecitare politiche di rafforzamento strutturale della liquidità in vista della restituzione dei finanziamenti dell'eurosistema, Visco, fra le altre cose, ha chiesto «interventi di razionalizzazione delle reti di sportelli nelle fasce dimensionali minori». In questo quadro ha suggerito «iniziative aggregative che possono contribuire a rafforzare le caratteristiche tecniche organizzative degli organismi più piccoli e innalzarne i livelli di efficienza. A condizione di essere sostenute da adeguati piani industriali e idonei assetti di governance». Per eliminare le inefficienze operative non più sostenibili, ha detto, «è necessario affiancare la riorganizzazione della rete associativa e di supporto». In conclusione, Visco ha sottolineato che le Bcc devono orientarsi «con determinazione verso sempre più incisive azioni di miglioramento, anche per quanto riguarda l'offerta di prodotti e servizi». 11 IN PRIMO PIANO IN PRIMO PIANO si…” Quindi cosa di più concreto dei contributi per testimoniare l’impegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate sul territorio? Va detto che i contributi per le attività di enti, amministrazioni comunali e associazioni sono sempre stati quota parte dell’utile che la banca segnava nell’esercizio precedente, eppure, nonostante il 2011 abbia segnato per la Bcc il primo passivo della sua storia, la collaborazione con il territorio non è venuta meno. I contributi per il 2012 complessivamente valgono infatti 354mila euro e si articolano in quattro ambiti tematici e una voce particolare, legata alla storia e ai valori della Bcc e che dimostra la vicinanza alle istituzioni della Chiesa. Cominciamo proprio dalle radici del mondo del credito cooperativo la ricognizione dei contributi: per sostenere le attività delle parrocchie e degli oratori del territorio nel 2012 la Bcc ha stanziato 77mila 500 euro, risorse che vanno a coprire un ampio ventaglio di necessità espresse dalle comunità parrocchiali. Nell’ambito culturale i contributi hanno superato i 100mila euro e hanno mantenuto, fra le tante iniziative, il fil rouge dell’attività musica- le con i concerti della stagione sinfonica realizzata nelle chiese del territorio dal Coro e Orchestra Amadeus diretti dal Maestro Marco Raimondi. La musica con intento didattico ha trovato spazio nell’iniziativa “Alla scoperta della lirica” realizzata da Circolo Accademico Culturale e L’Ilopera, che ha portato oltre duemila bambini delle scuole dell’obbligo (fra la giornata al Teatro Sociale di Busto Arsizio e il pomeriggio all’auditorium Paccagnini di Castano Primo) a conoscere la Cenerentola nell’interpretazione dell’Orchestra Microkosmos diretta dal Maestro Fabio Gallazzi. Meritano menzione il concerto che la Bcc sponsorizza a Villa Cagnola di Gazzada per “Musica in Villa” (quest’anno con l'esibizione di Tullio de Piscopo) e gli Aperitivi in concerto (il poker di concerti della domenica mattina in sala Ratti a Legnano). Passando all’ambito educativo/formativo, nei 34mila 500 euro messi dalla Bcc spicca il contributo per l’edizione 2012 della Gara nazionale degli istituti tecnici agrari promossa dal Ministero dell'Istruzione il 3 e 4 maggio al “Mendel” di Villa Cortese, che ha visto la parteci- pazione dei 42 migliori studenti d’Italia. Una manifestazione che ha premiato i meriti degli studenti e riconosciuto l’eccellenza dell’istituto Gregorio Mendel che, nel 2012, ha compiuto 80 anni e che conta oltre seicento studenti. L’area socio sanitaria, con risorse per oltre 76mila euro, ha visto proseguire l’impegno della Bcc in filoni partiti negli anni scorsi, come il contributo versato all’Associazione Italiana contro le leucemie (Ail) Varese per finanziare la borsa di studio per un biologo del team guidato dal professor Francesco Passamonti all’interno dell’Unità operativa di Ematologia dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese. Continuità anche nella collaborazione con la sezione di Legnano della Lega Italiana Lotta ai Tumori, che ha visto, oltre alla tradizionale presenza dell’Unità mobile sul piazzale della Bcc per lo screening gratuito in occasione della settimana nazionale della prevenzione oncologica in marzo, una serata dal titolo “Prevenire è vivere”, dove si è parlato dell’importanza dell’alimentazione e degli stili di vita, della diagnosi di particolari tipi di tumore e Andamento Impieghi-Raccolta Raccolta Impieghi 720.000 700.000 680.000 660.000 640.000 del trattamento del melanoma. La Bcc è impegnata per il quinto anno in Salva, il progetto di formazione al primo soccorso nelle scuole del territorio di competenza della banca in provincia di Milano e che ha visto anche delle lezioni in alcune aziende, la Bcc fra queste. Il progetto è stato ideato dal professor Sergio Morra, attuale responsabile del Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Magenta. Sul versante sportivo tante sono state le iniziative targate Bcc, per un ammontare di contributi che supera i 64mila euro. A cominciare dalle due corse non competitive, Legnano Night run e Busto Garolfo di sera, per proseguire con l’impegno nei confronti delle società Bustese Calcio, S.C Busto Garolfo, AS Buguggiate e nell’Open di tennis Bcc e nel Trofeo di bocce Bcc. Ultima iniziativa attivata, di cui diamo notizia in altra parte della Voce, è il progetto “Io tifo con il cuore”. La proposta, rivolta a 750 bambini, dai 5 ai 10 anni, insegnerà ai giovanissimi un modo sano di sostenere la propria squadra promuovendo la “cultura della sportività”. Un impegno, quello della Bcc, che non è dunque venuto meno, ma che per poter continuare ha la necessità di adottare alcune misure strutturali, prima fra tutte la revisione della presenza territoriale, come da precise indicazioni del Governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco all’Assemblea 2012 di Federcasse del 20 novembre, che ha sollecitato “interventi di razionalizzazione delle reti di sportelli nelle fasce dimensionali minori”. Alessandro Azzi «Tre doveri per l’esercizio del credito: moralità, giustizia distributiva, utilità generale» «Lo scenario che fa da sfondo al nostro decidere e al nostro agire quotidiano va letto con realismo severo. Ma non c’è spazio per grigiore e smarrimento. È nelle difficoltà che emerge l’ingegno, che trova spazio la spinta a cambiare, che si mettono in campo energie sopite, nascoste, insospettabili». Così Alessandro Azzi ha aperto il 20 novembre l’Assemblea annuale di Federcasse. Una relazione incentrata su una approfondita analisi del presente (scenario di riferimento, nuove regole in discussione) per ribadire il ruolo ed il valore delle banche cooperative, espressione delle comunità locali e di quella Italia ingiustamente definita “minore”, per una nuova strategia di sviluppo del Paese. Anche in relazione ai grandi cambiamenti epocali che nel 2013 interverranno nel quadro normativo bancario dell’Unione Europea e verso i quali il Credito Cooperativo sta portando il proprio sostanziale contributo. «Il futuro è come il patrimonio delle nostre cooperative bancarie. Indivisibile. Ci si salva solo insieme. Il cooperatore conosce questa verità. E in questo 2012 ce lo ha ricordato l’insegnamento di Giuseppe Toniolo che riassumeva i tre “supremi doveri” ai quali deve obbedire l’esercizio del credito: la moralità, poiché si poggia sulla fiducia; la giustizia distributiva, perché i compensi percepiti da chi offre il credito non devono danneggiare i diritti di colui che riceve il prestito; la utilità generale: il credito miri al benessere pubblico, svolgendo una funzione sociale». I 4 canali sul territorio 76.200 socio/sanitario 101.300 culturale 620.000 600.000 580.000 560.000 12 c12 di se t12 u12 gi ar -1 2 m c11 di se t11 -1 1 gi u ar -1 1 m di c10 se t10 -1 0 gi u ar -1 0 m di c09 540.000 Nella pagina precedente l’andamento della raccolta e degli impieghi della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate nel corso degli ultimi tre anni. Dal dicembre 2009 a oggi, oltre alla crescita complessiva dei valori si nota, con l’eccezione di pochi mesi, il riallineamento nella distanza fra le due grandezze. A destra la torta con la suddivisione per settori dei contributi erogati nel 2012 dalla banca. 34.500 edu/formativo 64.698 sportivo 13 ECONOMIA ECONOMIA Risparmio, fondamenta per il futuro Gli italiani provano a risparmiare nonostante la crisi. E sono più fiduciosi nel domani. È quanto è emerso dalla Giornata Mondiale del Risparmio che si è svolta il 31 ottobre. La nostra Bcc offre soluzioni adatte a chi vuole tutelare il proprio salvadanaio G li italiani sono storicamente dei grandi risparmiatori. Delle “formichine” che, briciola dopo briciola, mettono da parte pensando al futuro. La crisi ha in parte compromesso questa attitudine, ma senza scalfire le buone intenzioni: la metà delle famiglie italiane ha una propensione al risparmio, anche se solo il 28% riesce a mettere da parte qualcosa, la percentuale più bassa di sempre. Un quadro dettagliato, e non privo di qualche sorpresa, è emerso in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio del 31 ottobre, durante la quale sono stati presentati i dati dell’indagine Acri Ipsos “Gli italiani e il risparmio”. Organizzata dall’Associazione delle fondazioni di origine bancaria e delle casse di risparmio italiano (Acn), la Giornata Mondiale del Risparmio rappresenta un’occasione di riflessione e impegno che coinvolge banche, istituzioni pubbliche e cittadini. «Il risparmio - ha affermato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia - è materia prima fondamentale per lo sviluppo equilibrato di un paese. Rende le famiglie meno vulnerabili alle congiunture sfavore- 14 nell’ultimo quinquennio». La crisi stritola insomma le famiglie, che si vedono costrette a rinunce e sforzi, come testimonia lo stravolgimento in atto nel modo di spendere il denaro tratteggiato dallo studio: non più solo una riduzione dei consumi, ma un cambio di scelte e abitudini che è generato dalla reale contrazione del potere d’acquisto delle famiglie. Si taglia quindi su pasti fuori casa, abbigliamento, viaggi e vacanze. Un quadro a tinte fosche, da cui emerge però qualche sprazzo di sereno: gli italiani che si dicono fiduciosi sul futuro dell’economia globale sono il 45% del totale, in aumento rispetto al 2011. Due italiani su tre ritengono che la crisi che attanaglia il Paese sia molto grave e che durerà almeno altri tre anni, ma guardano con maggiore ottimismo al futuro rispetto allo scorso anno. «Sembrano dati che smentiscono che ci sia rassegnazione, fatalismo. Purtroppo si registra una ulteriore contrazione della capacità di risparmio, evidentemente per la crisi e per la disoccupazione, non solo quella giovanile» ha commentato il presidente Acri Giuseppe Guzzetti. A mancare, tuttavia, è la consapevolezza circa l’importanza del risparmio privato per le sorti dell’Italia. In altre parole, la maggior parte degli italiani non capisce quale sia il rapporto tra il saldo del proprio conto in banca e il benessere generale del Paese. «Il risparmio è visto come una azione necessaria per cautelarsi dai rischi futuri più che per cogliere opportunità, come invece era negli anni passati – afferma il consigliere del nostro Cda, Giuseppe Barni -. Si cerca di mettere da parte qualcosa per avere più tranquillità nel futuro in caso di imprevisti, non tanto per finanziare un progetto di studio o lavorativo». Un ulteriore trend preoccupante che emerge dall’indagine “Gli italiani e il risparmio” riguarda l’orientamento agli investimenti degli italiani. L’atteggiamento dominante è quello della prudenza: visto che si fa tanta fatica a mettere da parte dei soldi, si vuole essere tutelati sul fatto che si tratti di un investimento sicuro. Il risparmiatore è attento soprattutto alla rischiosità dell’investimento, ma non si ritiene in grado di identificare facilmente un investimento sicuro (solo il 19% pensa di esserlo). Si mette da parte soprattutto pensando a sé e ai propri cari (70%) e quasi un quarto degli italiani avverte anche l’utilità collettiva del risparmio personale e tiene conto dell’interesse del paese (24%). Continua quindi a essere alta la Hanno detto Ignazio Visco «Il risparmio è materia prima fondamentale per lo sviluppo equilibrato di un paese. Rende le famiglie meno vulnerabili alle congiunture sfavorevoli, consentendo di guardare al futuro con fiducia». Giuseppe Guzzetti «I dati smentiscono che ci sia rassegnazione. Purtroppo si registra una contrazione della capacità di risparmio, per la crisi e per la disoccupazione, non solo quella giovanile». Giuseppe Barni «Il risparmio non è solo una sicurezza in caso di avversità, ma anche la base per avviare un’esperienza imprenditoriale. Bisogna avere da parte un gruzzolo per mettere in piedi un'attività in proprio». Mario Pozzi voli, consentendo loro di guardare al futuro con fiducia». I dati emersi dall’indagine parlano chiaro: gli italiani risparmiano, anche se sempre più a fatica. La percentuale di soldi accantonati dai nostri connazionali, da sempre tra le più alte al mondo, sta calando da oltre 20 anni: fino al 2005 gli italiani riuscivano a mettere da parte, mediamente, il 21% del proprio reddito, oggi il 17%. Si tratta del livello più basso degli ultimi anni, addirittura al di sotto della media europea. Il 40% degli italiani consumano tutto ciò che guadagnano, mentre il 31% è costretto a indebitarsi o a spendere i risparmi accumulati in passato. Eppure la voglia di una sicurezza economica resta alta, come da tradizione, tanto che ben il 47% degli italiani sostiene di non vivere tranquillo senza risparmiare, una percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti (era il 44% nel 2011 e il 41% nel 2010). Il maggior numero di risparmiatori si concentra al Nord, anche se questa è l’area che registra il maggior calo: dal 43% dello scorso anno al 33% di oggi. Le categorie più colpite dalla difficoltà di risparmio sono i commercianti, gli artigiani e, in generale, coloro che hanno un titolo di studio più modesto. A offrire una chiave di lettura della situazione ci ha pensato Visco, che ha dichiarato: «A comprimere il risparmio contribuisce soprattutto la caduta del reddito delle famiglie, pari al 9% in termini reali «Una volta c’erano meno pretese e lo stile di vita era diverso, c’erano molte meno possibilità di spendere. Quello che bisogna fare oggi è imparare dal passato, rinunciare qualcosa e darsi delle priorità». Adalberto Tomasello «Il Pac è lo strumento finanziario più adatto ad accumulare risparmio. Consente di mettere da parte una somma prefissata con cadenze regolari formalizzando un piano pluriennale di risparmio» 15 ECONOMIA preferenza delle famiglie per la liquidità, che tocca due italiani su tre. Cala invece, complice il mercato, la voglia di “mattone” che rimane l’investimento ideale solo per il 35% degli Italiani. Prima della crisi, nel 2006, lo era per il 70%, per il 54% nel 2010, per il 43% nel 2011. Il rischio di questa situazione è che si venga a creare di un circolo vizioso: se l’economia cresce poco, si riduce la capacità di risparmio, le famiglie si sentono più incerte e sfiduciate e la crescita frena ulteriormente. «Non bisogna dimenticare che il risparmio non è solo una sicurezza in caso di avversità, ma anche la base per intraprendere un’esperienza imprenditoriale - puntualizza Barni che, non a caso, è imprenditore -. Bisogna avere da parte un gruzzolo, non necessariamente una somma molto elevata, per mettere in piedi un'impresa, ossia per avviare un’attività in proprio. La costruzione di un capitale di rischio, fondamenta di ogni impresa, è insomma la linfa per la nostra economia». Il monito di Barni è rivolto soprattutto ai giovani: «Per avviare un’attività imprenditoriale e per realizzare il proprio sogno c’è bisogno, oggi come ieri, di un piccolo capitale da investire. Si possono racimolare anche tanti 16 ECONOMIA piccoli gruzzoli, magari da parenti o amici che credono nell’idea imprenditoriale, attingendo un po’ di qui e di là per avere una base da cui partire. Serve gente che ha voglia di intraprendere, di fare e di rischiare». Il primo passo da fare è quindi ripristinare una cultura del risparmio, che deve iniziare fin da piccoli. Un ritorno insomma ai valori antichi che, purtroppo, stanno progressivamente andando perduti: «È vero che ci sono meno soldi, ma è vero anche che, rispetto al passato, è cambiata la cultura – dice il consigliere Mario Pozzi -. Il tenore di vita si è alzato e si hanno esigenze di spesa che una volta non c’erano. Oggi ci sono molti fronzoli, bisogna ritornare alle cose essenziali e bisogna ridare priorità ai valori importanti, senza sperperare». Insomma, basta fare le cicale, bisogna tornare a fare le formiche e a mettere da parte ogni granellino. Come facevano i nostri nonni: «Nella nostra cultura il risparmio è sempre stato sacro. C’erano meno pretese e lo stile di vita era diverso, c’erano molte meno possibilità di spendere. Quello che bisogna fare oggi è imparare dal passato, rinunciare qualcosa e darsi delle priorità. Bisogna spendere meno e risparmiare, perché i tempi sono difficili. Basta poco, ma se fatto con costanza alla fine si hanno dei risultati». Si tratta un po’ delle vecchie abitudini di una volta: non a caso, quando nasceva un bambino, si correva in banca ad aprire un libretto di risparmio, dove genitori, nonni e parenti versavano dei soldi per garantire un capitale per sostenere gli studi o affrontare la vita da grandi. «Quella del libretto di risparmio è una buona pratica che purtroppo si sta perdendo – osserva Pozzi -. Secondo una stima della nostra Bcc, negli anni Settanta e Ottanta nel territorio mediamente una famiglia su tre apriva un libretto di risparmio per i nuovi nati, invitando i nonni e i parenti a fare piccoli versamenti negli anni, in occasione di feste e compleanni. Negli anni Novanta solo una famiglia su sei pensava ad accumulare un piccolo capitale per i propri figli e oggi stimiamo che soltanto una famiglia su cinquanta mantenga viva la tradizione. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un impoverimento complessivo per le nostre comunità. E, invece, proprio in questi anni di crisi è necessario imparare la lezione del passato e tornare a puntare sulla cultura del risparmio, che va insegnata con i fatti alle nuove generazioni». Oggi i libretti di risparmio si fanno ancora, ma in misura ridotta: di fatto si tratta di un moderno salvadanaio dove vanno a finire le mance dei parenti che si ricevono negli anni, con un interesse che è molto basso. «È un cassettino che non costa niente e dà qualche frutto, anche se è poco remurato - afferma Adalberto Tomasello, responsabile Area Mercato della nostra Bcc -. Si tratta di uno strumento da non sottovalutare in quanto è uno strumento importante per educare al risparmio fin da piccolissimi. Spesso è il primo passo, prima di accedere ad altre forme di investimento più vantaggioso». Oggi ci sono infatti altre forme per gestire i risparmio. Una fra tutte sono i Pac, ovvero i piani d'accumulo del capitale. «Si tratta di uno strumento finanziario adatto ad accumulare risparmio. Anzi, è lo strumento principe» spiega Tomasello. I Pac consentono di mettere da parte una somma prefissata con cadenze regolari (mensile, bimestrale e semestrale): «Si concorda un importo minimo da versare e si formalizza un piano pluriennale organizzando un piano di risparmio - spiega ancora il responsabile dell’Area Mercato -. Il mercato di riferimento su cui si investe è quello finanziario: è consigliabile perché, nel lungo periodo, ci sono soddisfazioni nel rendimento. Il vantaggio è che ogni mese si interviene e in questo modo non si risente delle fluttuazioni del mercato finanziario. Non ci sono rischi e in qualsiasi momento si può scegliere di monetizzare o di interrompere i versamenti». Nel mercato attuale, con le obbligazione che rendono pochissimo, i Pac sono quindi una delle soluzioni preferite da piccoli e grandi risparmiatori, che spesso lo usano in modo complementare alla gestione dei flussi finanziari, per reinvestire il flusso delle cedole programmando un investimento. Il Pac serve per educare finanziariamente il cliente: si comincia con un Pac oggi che può servire un domani per finanziare l’acquisto dell’automobile, gli studi all’università o l’avvio di un’attività imprenditoriale. Insomma, il Pac è la base per il futuro. Da costruire insieme. «Il risparmio è la benzina per la nostra Bcc» Da più parti arriva l’invito a “rimettere in moto l’economia”. Ripartire, ovvero invertire la tendenza, per contrastare una crisi che dura da troppo tempo. Ripartire significa anche riprendere in mano i valori di base; guardare agli elementi fondanti, quelli che hanno permesso crescita e sviluppo. Per una Banca di Credito Cooperativo, ripartire significa porre l’accento su un aspetto fondamentale: il risparmio. Non solamente perché qui si evidenzia il vero significato di una banca del territorio, ma soprattutto perché solo attraverso il risparmio è possibile mettere mattone su mattone per guardare al futuro. «Il risparmio è la benzina di una banca locale», afferma Ignazio Parrinello, vice presidente vicario della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «Ciò che ci differenzia profondamente è la destinazione dei nostri impieghi: da statuto, le Bcc sono obbligate a investire più del 90 per cento di quanto raccolto nell’area di loro competenza. Necessario è però che il territorio sostenga le Bcc affidando loro i propri risparmi». Il titolo dato all’ottantottesima giornata mondiale del risparmio è eloquente: “La sfida per la ripresa poggia sul risparmio”. In particolare per una realtà che non cerca artifici finanziari, ma fa del territorio il proprio punto di riferimento. Continua Parrinello: «Risparmio oggi non è solamente il salvadanaio, ovvero il tradizionale conto corrente, ma è anche il risparmio come prodotto finanziario, ovvero quello gestito (attraverso i fondi) e quello amministrato. Parliamo dei titoli di Stato e delle obbligazioni della Banca. La Bcc nel rispondere ai propri valori compie una doppia azione: da una parte opera un’educazione al risparmio, come si legge del resto nell’articolo 2 dello statuto delle Bcc. Cioè non solamente promuove una prudente gestione, ma indirizza il cliente cercando di capire le sue esigenze». Dall’altra, agisce affinché il volano di sviluppo dal territorio e per il territorio possa essere continuamente alimentato. «Faccio solo un esempio: dalle ultime statistiche, in provincia di Varese molto di quanto raccolto dalle banche viene destinato all’esterno della provincia. La nostra Bcc è obbligata a guardare alla propria area di competenza e ad investire qui la quasi totalità della raccolta. È una differenza fondamentale che rende una banca locale vero motore di sviluppo per il proprio territorio, nell’interesse dell’economia reale. Un motore alimentato dalla benzina del risparmio». Questo rapporto biunivoco con il territorio fa leva su un elemento fondante del Credito Cooperativo: la reciprocità. «Quel dare per avere che amplifica gli sforzi fatti da ciascuno», sottolinea il direttore generale della nostra Bcc, Luca Barni: «Oggi la reciprocità è sinonimo di fare sistema -spiega-. Non è più possibile chiedere solamente, ma è necessario instaurare un rapporto dove le parti siano disposte a muoversi in una logica di diritti e doveri. Nel rapporto di reciprocità, rapporto che per il Credito Cooperativo non solo è fondante, ma è anche alla base della mutualità, si fa sistema. Reciprocità è tornare a crescere. E non a caso il nostro claim, “aiutiamoci a crescere”, contiene questi elementi di reciprocità e di fiducia verso il futuro». 17 ECONOMIA ECONOMIA Col dialogo, tra le imprese e le banche raggiungere un'intesa è possibile «T ra banche e imprese l’elastico è molto teso. Dobbiamo tutti lavorare per fare in modo che si allenti, ricostruendo il rapporto tra le parti attraverso il dialogo e la comprensione delle differenti ragioni. Avendo chiaro che stiamo vivendo un periodo di trasformazione epocale e che, quindi, il rapporto tra banche e imprese è mutato ed è destinato a cambiare ulteriormente rispetto al passato. Quel che è certo è che le richieste di finanziamenti per sostenere investimenti e sviluppo saranno sempre guardate con grande attenzione e troveranno risposte». Mauro Colombo, imprenditore, vice presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate e da pochi mesi membro della giunta di Confindustria Altomilanese, così inquadra uno degli argomenti più scottanti degli ultimi tempi: il rapporto tra imprese e istituti di credito. Una questione che da un paio d’anni è regolarmente sugli scudi, sia a livello nazionale sia locale, e il cui dibattito sul nostro territorio si è recentemente infiammato con la diffusione dei risultati dell’indagine sul credito effettuata dall’Unione degli industriali della provincia di Varese. «Sul territorio varesino la situazione dei rapporti tra imprese manifatturiere e sistema bancario rimane difficile -nota Univa- e i temi sono quelli dell’aumento dei tassi di interesse, della riduzione dei fidi, della mancata comunicazione dei rating assegnati e soprattutto, la crescente preoccupazione per la nuova commissione disponibilità fondi. Una commissione -proseguono gli analisti dell’Unione Industriali- che viene applicata dalla quasi totalità degli istituti di credito, che ne chiedono la liquidazione ogni tre mesi, con un valore medio che si attesta sullo 0,38%, vicino dunque al massimo consentito per legge 18 dello 0,5% (la nostra Bcc applica la commissione con un media dello 0,25, ndr). La commissione disponibilità fondi -chiosa Univa- viene applicata dalla banche sul valore del fido concesso, anche se non completamente utilizzato dall’impresa. In pratica se, per esempio, viene concesso un fido per un importo di 1 milione di euro e l’impresa ne utilizza solo 600mila, lo 0,38% corrisponderebbe, per questo ipotetico caso aziendale, ad un esborso di oltre 15.000 euro all’anno». Ma certo non si può considerare un problema la commissione di disponibilità fondi, che peraltro è stata inserita per norma di legge: la stessa con cui il governo ha eliminato la vecchia commissione di massimo scoperto e le varie spese di istruttoria fido. Semmai, se un problema esiste nell’ipotetico caso portato da Univa, è il fatto che si tengano ferme disponibilità di credito che non si utilizzano. Anche perché, così facendo, di fatto si impedisce alla banca dell’esempio di prestare ad altri imprenditori quei 400mila euro inutilizzati. E questo perché la liquidità deve essere sempre garantita al cliente. In altre parole: tenere ferme linee di credito per lasciarle a disposizione dell’azienda che non le usa è un servizio che la banca eroga all’impresa. E che, come tale, non può non richiedere un corrispettivo economico. Perché quello che una volta era un comportamento abbastanza normale, oggi non lo può essere più, dal momento che la situazione è profondamente cambiata. «Non a caso ho parlato di trasformazione epocale -riprende Mauro Colombo-. Negli ultimi due anni, il costo della liquidità per le banche è aumentato di continuo a causa della crisi del sistema Italia, che ha portato ad un deciso incremento dei costi della raccolta. E, quindi, la messa a disposizione di liquidità è diventata sempre più un costo. E la banca lo deve spesare. Perché la banca è un’impresa che vende servizi e che deve far quadrare i bilanci, come qualunque azienda». Certo, comprendere questo concetto oggi non è semplice, specie per un sistema delle imprese che, dati alla mano, sembra avere sempre considerato il credito bancario come la propria principale fonte di finanziamento. Una mentalità che, senza cercare colpe o colpevoli, ha portato le piccole e medie imprese italiane al Il vice presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Mauro Colombo. triste primato di tale incidenza è in media del 48%. essere le più indebitate nei conEd ora è tutto più difficile, ma è fronti delle banche in Europa. Nel un dato di fatto che la difficile nostro Paese, infatti, l’incidenza congiuntura economica porti alla dello stock di debiti bancari rispetto necessità di una corretta valutaal patrimonio risulta elevato, ragzione da parte delle imprese della giungendo valori superiori al 100% liquidità di cui hanno davvero bisoper le imprese con fatturato infegno. Anche perché una puntuale riore ai 10 milioni di euro, mentre analisi finanziaria andrebbe a tutto per Germania, Francia e Spagna vantaggio del sistema delle imprese, permettendo sia di risparmiare sui costi del servizio erogato dalle banche, sia di liberare risorse per chi necessita di credito. «Certo, e lo dico da imprenditore -riprende Mauro Colombo-, per le aziende fare una corretta valutazione del credito di cui hanno davvero bisogno non è semplice. E, poi, è sicuramente più facile mantenersi delle linee di credito a disposizione per le necessità improvvise, che in questo periodo vengono acuite dalla crisi e dai ritardi nei pagamenti. Ma la stessa congiuntura economica che ha creato questa situazione ha dato la scossa a riforme e novità che aspettavamo da tempo e che dovrebbero liberare maggiori risorse per le aziende, aiutandole a spostare la leva finanziaria dal credito bancario al patrimonio interno. Penso, giusto per fare un esempio, al nuovo regime dell’Iva per cassa, che è entrato in vigore da questo mese di dicembre e che riguarda soprattutto le piccole imprese (ovvero con un fatturato annuo inferiore ai due milioni di euro, ndr), che da adesso in avanti non dovranno più anticipare il versamento dell’Iva con l’emissione di una fattura ma la verseranno solo a seguito dell’incasso del corrispettivo». «Io credo che si debba lavorare per cambiare la natura bancocentrica del sistema aziendale italiano -prosegue il nostro vice presidente-. Personalmente vedo tre cicli di vita dell’impresa: la fase di avvio, in cui l’impresa appena costituita non ha una reputazione affermata né risorse accumulate sufficienti a dare opportune garanzie e in cui l’autofinanziamento, nella forma di capitale iniziale di dotazione e di flussi di cassa generati dalla gestione, dovrebbe coprire la quasi totalità del finanziamento. Poi c’è la fase di crescita, che vede la messa in atto 19 ECONOMIA LA STORIA di progetti di investimento e in cui i prestiti bancari giocano un ruolo importante con dei finanziamenti a medio termine. Quindi, superate le due prime fasi critiche, arriva la fase della stabilità, quella in cui l’indebitamento deve tendere a ridursi e in cui deve prendere corpo la tendenza a finanziarsi maggiormente con il capitale di rischio e con il cosiddetto autofinanziamento, ovvero con gli utili dell’impresa non distribuiti e mantenuti all’interno dell’azienda. È chiaro che la seconda e la terza fase si rincorreranno di continuo, perché l’azienda ha la naturale tendenza a crescere e a investire per diversificare il business. Ecco, allora, che il ricorso al prestito bancario sarà fatto in massima parte per sostenere gli investimenti e non, come spesso succede oggi, per fare fronte ai debiti e alla gestione ordinaria». «Insomma -chiosa Mauro Colomboquesto periodo di crisi che stiamo vivendo deve spingere tutti a rivedere i modelli, per permettere a banche, rappresentanze delle imprese e confidi di rafforzare il dialogo per costruire accordi e dare vita a concrete forme di assistenza finanziaria, per un consapevole accesso al credito in ogni fase della vita aziendale, sia essa lo start up, lo sviluppo o la gestione corrente». Banche e imprese nella crisi Intervento di Luigi Federico Signorini, direttore centrale per la Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d’Italia, in occasione della XLIV “Giornata del credito”. La crisi è una sfida impegnativa per banche e imprese; è anche l’occasione per ripensare al loro rapporto in una visione di lungo periodo, per adeguarlo al mutare dei tempi. In un quadro congiunturale che pesa su tutti, le banche si trovano dinanzi a fortissime pressioni operative e profondi cambiamenti regolamentari; le imprese devono fare i conti con antichi nodi strutturali tutt’altro che risolti. Il rapporto tra banche e imprese deve evolvere in modo da rafforzare la capacità competitiva delle prime e accompagnare le seconde nel percorso verso una struttura finanziaria più robusta ed equilibrata. La crescita delle imprese ita- 20 liane, soprattutto delle PMI, la loro capacità di innovare e operare su mercati sempre più globali richiede anche un’azione di riequilibrio dei bilanci, ancora troppo poco patrimonializzati e orientati al debito bancario a breve termine. Ciò richiede necessariamente strutture finanziarie più diversificate e stabili, nelle quali sia più forte il contributo del capitale e più lunghe le scadenze del debito. Per contribuire alla crescita, le banche devono continuare a rafforzare la loro stabilità, la capacità di allocare le risorse in modo efficiente. Occorre che esse affinino ulteriormente la capacità di selezionare il merito di credito delle controparti, valutando prospetticamente i piani industriali, la struttura proprietaria e la qualità del management. Come ha osservato di recente il Governatore, «il primo presidio contro il rischio di peggioramento della qualità del credito è costituito da procedure di selezione della clientela efficaci, basate su criteri oggettivi, su robusti modelli di valutazione, sull’utilizzo ottimale delle informazioni disponibili per valutare le prospettive della clientela». È necessario recuperare livelli di redditività adeguati per irrobustire il patrimonio, anche con una lotta senza quartiere a tutte le fonti di costi ingiustificati e di inefficienza operativa; occorre mantenere i prestiti in linea con le risorse che si è in grado di raccogliere presso i risparmiatori. Strategie in cui la capacità di generare reddito è legata esclusivamente all’espansione dei volumi intermediati non bastano più e spesso non sono neppure praticabili. Non si tratta di stravolgere un modello ma di adeguarlo. L’attività tradizionale di prestito, che resterà centrale, deve trovare un complemento nell’offerta di una più ampia gamma di servizi coerenti con un riequilibrio della finanza d’impresa. Rafforzamento del modello di business delle banche e consolidamento finanziario delle imprese sono due facce della stessa medaglia. Banche e imprese devono saper vedere, anche in tempi bui, l’interesse comune: porre insieme le premesse perché la ripresa, quando verrà, sia robusta, stabile e sostenibile. (nella foto Luigi Federico Signorini) Salumificio Colombo, la crisi si batte puntando su radici solide nel territorio L’azienda di Crosio della Valle, a gestione familiare, si è ritagliata una bella nicchia di mercato grazie alle specialità del Varesotto. Nata oltre novant'anni fa, oggi è capace di resistere ai diktat della GDO e sforna prodotti innovativi, ma dal sapore di una volta. «U n motto popolare recita: “la prima generazione crea, la seconda mantiene, la terza distrugge”. Che dire, noi ci stiamo dando da fare per essere un’eccezione». Così esordisce Mario Colombo, mentre si appresta a raccontare la storia dell’azienda di famiglia, il Salumificio Colombo di Crosio della Valle (VA). Una storia che comincia ormai novant’anni fa e che vede protagonisti, appunto, i rappresentanti di tre generazioni. «Il capostipite è stato nonno Salvo –continua Mario Colombo– che negli anni Venti faceva il “cerveleé”, il norcino, insomma era la persona che durante l’inverno andava di cascina in cascina per macellare i maiali e poi preparava i salumi». Parole che rimandano a un quadro d’altri tempi, in cui la macellazione del suino era un rito collettivo che chiamava a raccolta tutta la comunità. Le cose iniziano a cambiare velocemente dalla fine della guerra, quando Salvo Colombo comincia a macellare in una sua sede a Daverio, dove costituisce la sua società nel 1964. Non si sposta più fra le cascine: ora il suo lavoro serve a rifornire le cooperative, i circoli e i piccoli negozi che cominciano a nascere nella zona. Con lui ci sono due figli, a cui ben presto si aggiungono cinque nipoti, tutti maschi: Mario, Massimo, Marco, Giuseppe e Giorgio. Sono loro che oggi, ognuno con ruoli e competenze diverse, mandano avanti quella che è diventata un’azienda con 13 dipendenti, dalla quale escono ogni 21 LA STORIA settimana 50 quintali di prodotti stagionati e freschi, con fornitori da tutta Italia e prodotti distribuiti in Lombardia, Piemonte e Liguria (con qualche puntatina anche all’estero). La sede, dal 1993, si è spostata poco lontano, a Crosio Della Valle. Da leccarsi i baffi l’elenco delle specialità tipiche del Varesotto che il Salumificio Colombo produce: il Lardo Lonzato “Monterosa”, il Filetto del Grotto, la Pancetta Rustica alle Spezie, quella alle mele, la Mortadella cotta di fegato alla grappa d’Angera, i salumi di capra, cinghiale, cavallo. «Uno dei nostri fiori all’occhiello –spiega Massimo Colombo, fratello di Mario– è il Salame Prealpino Varesino, preparato secondo la ricetta tipica della nostra zona. L’omonimo Consorzio, che insieme a noi comprende altri 17 produttori, ne tutela la qualità secondo un rigido disciplinare, e si sta adoperando per ottenere il marchio I.G.P.». Altra preparazione su cui il Salumificio Colombo punta molto è la linea dei Rustici di Nonno Salvo, che comprende salami tradizionali a grana media aromatizzati al peperoncino, all’aglio, al tartufo, allo spumante o alla birra Poretti, anch’essa prodotto del territorio. Ciò che ha portato il Salumificio Colombo al successo è stato proprio questo: «Puntare da una parte sulla tradizione, sulle tipicità nostrane, create secondo le ricette di una volta -prosegue Massimo Colombo-. Questo ci ha consentito di ritagliarci una nicchia di mercato e anche di fare da “capofila”, con il nostro spaccio, per una serie di altri piccoli produttori locali di formaggi, miele, vini e tanto altro. Ma questo senza rinunciare a innovare, stando bene attenti a capire le richieste dei consumatori: se oggi il mercato vuole salumi di piccola pezzatura e a peso fisso, noi ci attrezziamo per produrli». Questa flessibilità ha permesso al Salumificio Colombo di tenere duro di fronte alla crisi, e anche davanti ai contratti-capestro con cui la GDO spesso strangola le realtà più piccole. «La crisi l’abbiamo sentita soprat- 22 LA STORIA Nella pagina precedente Mario, Marco, Massimo, Giuseppe e Giorgio Colombo nel loro spaccio aziendale dove vendono i prodotti tipici del territorio. Sopra Mario colombo, nel reparto stagionatura dei salumi. tutto all’inizio, intorno al 2008-2009 -racconta Mario Colombo- quando oltre al trattamento ai limiti della sopravvivenza ricevuto dalla grande distribuzione, abbiamo patito anche la contrazione generalizzata delle vendite. A quel punto abbiamo deciso di non sottostare ai diktat delle catene più grandi e abbiamo puntato sul nostro spaccio e sulla piccola distribuzione. Oggi le cose stanno cambiando: la GDO ultimamente ha capito che i consumatori vogliono spendere meglio, vogliono genuinità e sapori del territorio, e ora tratta con più riguardo i fornitori locali. Negli ultimi due anni questo ci ha permesso di tornare a collaborare con alcuni grandi gruppi e per il 2012 prevediamo di chiudere con un +15% di fatturato rispetto all’anno scorso». Il legame con il territorio, dunque, costituisce la base solida dell’attività del Salumificio Colombo e si è rivelato fondamentale novant’anni fa, quando nonno Salvo girava per le cascine in bicicletta, sia oggi, ai tempi della crisi, quando valorizzare le proprie radici si è rivelato una carta vincente, per distinguersi in un panorama di imprese che soffrono ancora. E la filosofia “a chilometro zero”, la consapevolezza che, anche quando si parla di affari e di soldi, non c’è nulla di meglio di un rapporto diretto fra le persone, è ciò che ha spinto il Salumificio Colombo ad affidarsi al Credito Cooperativo. «Ricordo bene come si avviò questo rapporto, una decina d’anni fa -racconta Mario Colombo-. Eravamo clienti di un’altra banca che era stata appena assorbita da un gruppo più grande. Allora, proprio di fianco alla Bcc di Buguggiate, c’era un piccolo negozio di alimentari, quello del signor Zanetti: fu proprio lui a consigliarci di passare alla banca del territorio. Parlai con il direttore di allora e capii che era proprio una banca a nostra misura, vicina all’imprenditore che ha bisogno. Per le grandi banche sei un numero, con il Credito Cooperativo conservi un rapporto umano». I finanziamenti della nostra Bcc hanno permesso al Salumificio Colombo di proseguire sulla strada dell’innovazione. Oltre all’acquisto, quest’anno, di due nuovi macchinari per il confezionamento dei salumi, con un mutuo concesso dalla nostra Banca il Salumificio Colombo nel 2011 ha potuto installare un impianto fotovoltaico da 92KW che oggi copre un terzo del fabbisogno di elettricità dello stabilimento. «Una scelta che ci ha permesso di contrastare, almeno in parte, l’aumento continuo del costo dell’energia, che insieme a quello dei trasporti e dei servizi è quello che pesa di più sui nostri conti». La prima generazione crea, la seconda mantiene, la terza -possiamo ben dirlo- punta ancora più in alto. Anche in uno scenario difficile. I fratelli Colombo, così legati alle tradizioni, hanno le carte in regola per ribaltare perfino i detti popolari. Nelle Immagini qui sopra alcune fasi di lavorazione dei prodotti: il taglio della pancetta, la legatura degli insaccati e la stagionatura. Il Salame Prealpino viene preparato dal Salumificio Colombo secondo il disciplinare del Consorzio per la tutela di questa specialità, che riunisce 18 aziende del Varesotto. 23 TERRITORIO TERRITORIO Con Merito Casa Bcc si muovono le acque del mercato immobiliare “I mmobile”. Quando si vuole definire con un solo aggettivo la situazione del mercato –appunto– immobiliare, il rischio di cadere in un facile gioco di parole è dietro l’angolo. E però “immobile”, inutile nasconderlo, è la parola più appropriata per descrivere lo scenario di questi ultimi mesi. Lo sanno bene gli operatori del settore, lo sa bene chi vuole vendere o comprare casa, lo sa bene chi chiede di aprire un mutuo (e lo sanno le banche che, questi mutui, devono decidere se concederli o meno). A certificare quello che tutti sanno, poi, arrivano i numeri. Quelli dell’Istat, gli ultimi diffusi alla fine di settembre e messi insieme sulla base delle convenzioni contenute negli atti notarili, hanno fotografato la situazione del primo trimestre 2012 24 e ci restituiscono l’immagine di un mercato congelato: -17,2% delle compravendite residenziali, -11,8% delle compravendite commerciali. Tendenza che si presenta in modo omogeneo in tutta Italia, sia nei grandi centri che in quelli piccoli. Un vero e proprio tracollo ha riguardato l’accesso al credito. Nel primo trimestre 2012 i mutui (92.415 in totale) sono diminuiti del 49,6% rispetto al primo trimestre 2011. In pratica, si sono dimezzati. In particolare, i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare (64.116) hanno registrato una flessione tendenziale del 39,2%, quelli non garantiti da ipoteca immobiliare (28.299) sono diminuiti del 63,6%. Dall’Agenzia del Territorio, che conteggia gli atti di compravendita depositati presso i suoi uffici, non vengono prospettive molto diverse: per il secondo trimestre 2012 parla di una diminuzione totale delle compravendite del 24,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-25,3% se si guarda al solo settore residenziale). D’altra parte, se manca il credito, nemmeno il lieve calo dei prezzi degli immobili, che comincia solo ora a manifestarsi e che per fine 2012 è previsto fra il 7% e il 9%, potrà far ripartire le compravendite nel breve periodo. L’altra faccia della medaglia è che le locazioni mostrano una buona tenuta: la domanda di coloro che non riescono ad accedere al credito per acquistare casa alimenta il mercato degli affitti. “Affitto o mutuo?” una volta era il piccolo dilemma di chi cominciava una vita indipendente; ora, per tante persone, la scelta non c’è, la soluzione è obbligata: affitto. Perché, per il mutuo, non ci sono le condizioni. È in questo quadro ingessato e con scarse prospettive di miglioramento che la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate e Ance Varese hanno provato a far muovere qualcosa. Proseguono, ormai quasi da un anno e mezzo, a proporre Merito Casa, la soluzione pensata per chi non ha da parte il piccolo capitale per l’acconto del mutuo ma vuole capitalizzare l’affitto della casa. L’idea di Bcc e Ance è diventata una tendenza per il mercato immobiliare: molto praticata all’estero, quella dell’affitto con riscatto è un’opzione che in Italia non ha mai preso piede. La Bcc ha provato a rivedere ed ampliare la formula, inserendo la sua mediazione e la sua copertura assicurativa. Ha avuto successo e ora ci sono perfino i primi “tentativi di imitazione”. «Quando, lo scorso anno, abbiamo lanciato Merito Casa –conferma il presidente della nostra Bcc Roberto Scazzosi– eravamo fra pochissimi se non gli unici a proporre questa soluzione; vedo che l'intuizione ha avuto un seguito, tanto che la formula dell'affitto con riscatto sta diventando una delle più utilizzate. Siamo una banca locale e abbiamo studiato un progetto con un'associazione attiva su territorio come Ance Varese per venire incontro a un bisogno, quello della prima casa che, complice la crisi, è sempre più difficile soddisfare per i giovani». Le iniziative pionieristiche come queste hanno bisogno di un po’ di rodaggio prima di arrivare a regime. Non tanto per la ricettività del mercato e dei potenziali acquirenti, che erano pronti, quanto per il lavoro iniziale necessario a mettere insieme un buon numero di immobiliaristi e costruttori disposti a cogliere la sfida. Lo conferma Luca Barni, direttore generale della Bcc: «Il progetto, messo a punto all’inizio dell’anno scorso, ha avuto una partenza soft: i primi clienti interessati all’operazione sono arrivati nell’estate del Sopra lo stand della nostra Bcc a "La casa in piazza" e l'inaugurazione della borsa immobiliare di Varese. Nella pagina successiva l'ingresso della fiera che si è svolta nelle sede della Camera di Commercio. 25 EDICOLA TERRITORIO 2011, ma è stato con l’inizio del 2012 che abbiamo avuto l’impennata, con una decina di persone circa che, in un mese e mezzo, hanno chiesto alla Banca la pre-delibera per accedere al mutuo. È stato quando abbiamo arricchito il catalogo delle proposte immobiliari e l’abbiamo pubblicato sul sito della Bcc che la risposta dei privati è arrivata». Attualmente sulla homepage del sito www.bccbanca1987.it si possono trovare gli elenchi delle case proposte dalle imprese clienti Bcc e da quelle associate ad Ance Varese, in tutto una quindicina di realtà che operano nel territorio dell’Altomilanese e del Varesotto. A disposizione dei clienti Merito Casa ci sono oggi una settantina di operazioni immobiliari, mentre il totale delle unità abitative disponibili supera il centinaio. I comuni interessati dall’operazione sono al momento 24. Molto varia la tipologia delle case: le proposte più frequenti (e più richieste) riguardano i bi/trilocali da 60-100 metri quadri, e cioè le soluzioni più appetibili per il target d’elezione di Merito Casa, che è composto da chi vuole concretizzare il sogno della prima casa e magari mettere le fondamenta di una futura famiglia. Una delle persone che hanno già sperimentato con soddisfazione i vantaggi di Merito Casa è Alberto Blumetti, di Arconate, cliente del Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate. «Sono venuto a conoscenza di Merito Casa –racconta– tramite l’agenzia immobiliare alla quale mi ero rivolto assieme alla mia compagna. L’appartamento che ci interessava rientrava fra gli immobili proposti con questa formula, che ci era stata presentata dall’agenzia come un “affitto con riscatto”, e che conoscevamo già perché adottata anche da alcune cooperative. Ci siamo però resi subito conto che si trattava di una proposta molto più complessa. Per la prima volta entrava in gioco un istituto di credito e si poteva ritagliare una soluzione perfetta per le nostre esigenze». 26 Dopo cinque anni di vita in affitto, Alberto Blumetti da tre mesi vive già nella casa di cui intende diventare proprietario al termine del periodo di affitto che trasformerà in acconto per il mutuo. E ci è riuscito anche in tempi piuttosto rapidi: «Tutto l’iter è durato circa sei mesi e già da tre viviamo nella nostra nuova casa». Gli sforzi della nostra Banca per far conoscere Merito Casa sono costanti. Un appuntamento da non mancare, fra le fiere di settore, è Casa in Piazza, la Borsa immobiliare di Varese e provincia che attira ogni anno oltre 3.000 visitatori nell’ultimo weekend di ottobre. Secondo i dati degli organizzatori, il ritratto-tipo del visitatore era una coppia giovane, con entrambi i componenti di età compresa fra i 25 e i 40 anni (49% dei casi), alla ricerca della prima casa, tipicamente un trilocale o di una villetta singola (86% dei casi): proprio la tipologia di acquirente ideale per il prodotto Merito Casa. A Casa in Piazza, ha ricordato Renato Scapolan, presidente della Camera di Commercio di Varese nella cui sede si è tenuta la fiera, «non si vendono solo immobili, qui si vende la qualità della vita che nella nostra provincia ha un valore aggiunto». Ecco quindi il senso della presenza della nostra Bcc alla manifestazione. Allo stand della nostra Banca i futuri acquirenti hanno potuto farsi spiegare tutti i dettagli di Merito Casa e, per tutta la durata della fiera, hanno potuto godere di condizioni particolarmente favorevoli: per esempio, per un mutuo trentennale di 100mila euro, lo sconto proposto alla fiera poteva arrivare sino a 5mila euro. 27 LA NOSTRA BANCA LA NOSTRA BANCA TUTTI i NUOVI SOCI Persone fisiche: Pinotti Danilo, Barni Giuseppe Attilio, Bottini Valerio, Canziani Adriano, Castoldi Alberto, Colombo Mocchetti Tiziano, Ferrario Paolo, Ghiringhelli Claudio, Giani Christian, Goldoni Marco, Molinari Roberto, Pellegrini Marco, Rigamonti Stefano, Brogna Antonino, Macchi Alessandro, Piotti Stefano, Carbone Giuseppe, Dossi Piero, Lozza Massimo, Plebani Davide, Restelli Edoardo, Bertoni Giulio, Cogo Luigi, Colombo Donato, Gatti Flaviano Angelo, Gernetti Italo, Olmo Ermanno, Cleopazzo Gianni, La Ruffa Nicola, Zambon Sereno, Ceriani Luca, Carrara Pier Luigi, Carrara Simone, Verga Alessandro, Carrara Oscar, De Molli Armando, De Molli Romeo, Falcone Michele, Pellegatta Renato Achille, Pessina Alessandro, Serao Michele, Castiglioni Gualtiero Rodolfo, D`Andrea Emilio, Marsico Luca, Verrengia Giovanni, Starnone Massimo, Bertani Arcangelo, Carnovali Roberto, Garzonio Roberto, Mereghetti Walter, Zambon Simone, Grimi Giuseppe Giacomo, Guarnieri Antonio Alfredo Corrado, Lusi Alessandro, Restelli Marco, Morlacchi Marco, Pagani Maurizio, Busti Eugenio, Borsari Massimo, Fabris Carla Maria, Panzeri Carla Maria, Rossi Maria Angela, Francesconi Albina, Carrera Ornella Giuseppina, Colombo Paola, Mazzucchelli Sabina, Scazzosi Teodora, Porrini Bruna, Restelli Stefania, Viganò Valeria, Zanzottera Stefania Rosa, Lucchini Stefania, Botti Antonella, Walczuk Elzbieta, Carrara Samuela, Pasquali Samuela, Croci Cristina, Croci Gabriella, Greco Raffaella, Piantanida Tecla, Roveda Giovanna, Zanzottera Simonetta, Porta Anna Maria, Premoli Luigia, Viola Rosa, Radice Antonia, Ranghetti Carla, Pinciroli Luigia, Fabbri Clementina, Garavaglia Piera. La Bcc dà il benvenuto ai soci: una famiglia di 3.600 persone U na serata in famiglia quella per i nuovi soci cui la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha dato il benvenuto nell'auditorium Don Besana giovedì 29 novembre. Ad accogliere gli ultimi arrivati nella compagine sociale il presidente Roberto Scazzosi, i vice presidenti Ignazio Parrinello e Mauro Colombo i componenti del CdA, del Collegio sindacale e il comitato di direzione guidato dal direttore generale Luca Barni. «Con i nuovi ingressi la nostra Bcc arriva a contare 3.613 soci – ha dichiarato il presidente Roberto Scazzosi-; soci che sono centrali per noi ed è significativo che la base sociale stia aumentando in un periodo di forte concorrenza fra banche sul territorio. Segno che si riconosce nella Bcc una banca su cui poter contare». Dei 124 nuovi soci, 34 sono 28 le aziende e 90 le persone fisiche, di cui 59 uomini e 31 donne. Delle 34 imprese la stragrande maggioranza è rappresentata da srl, a dimostrazione del radicamento delle piccole imprese sul territorio e del forte rapporto che da sempre la banca intrattiene con loro. Oltre la metà delle persone nuove aderenti ha meno di 50 anni. «L’incontro con i nuovi soci vuole marcare la nostra unicità –conclude Scazzosi–: la banca non deve essere un’entità impersonale, ma avere un volto: noi, presentandoci alla base sociale, ci mettiamo la faccia, spieghiamo le nostre scelte e stimoliamo la partecipazione di tutti alla vita sociale». L'incontro ha presentato ai nuovi arrivati nella compagine sociale la Bcc e il suo operato attraverso le persone che l'amministrano, i dirigenti che la fanno funzionare e che hanno la responsabilità delle diverse aree operative, ma anche attraverso riferimenti alla situazione economica, alla storia dell’istituto che ha da poco superato il traguardo dei 115 anni. Ai presenti sono stati illustrati i vantaggi dell’essere socio, i canali di comunicazione aperti ad hoc con la banca e le iniziative dedicate, come quelle organizzate dal Circolo Culturale Ricreativo (CCR) presieduto da Maria Carla Ceriotti. A suggello dell'incontro, l'omaggio ai nuovi soci, lo Statuto sociale, la Carta dei Valori (che declina i principi del Credito Cooperativo nel modo di fare banca della Bcc), le copie dei volumi "I motori della economia", che presentano parte della rete di aziende dalla Bcc, e la spilla con il melograno, il simbolo del movimento del Credito Cooperativo. In apertura tutti i nuovi soci presenti alla serata di benvenuto del 29 novembre. In alto da sinistra, Mauro Colombo vicepresidente, Luca Barni direttore generale, Roberto Scazzosi presidente, Ignazio Parrinello vicepresidente vicario e Maria Carla Ceriotti presidente del Ccr. Sopra un momento della consegna di Statuto, Carta dei Valori, i volumi "I motori della nostra economia" e spilla con il melograno ai nuovi soci. A lato, il pubblico presente nell'auditorium Don Besana. Aziende: Bmm Srl, Bolchini Costa Snc di Costa Barbara e Mara, Cajano A. e Morlacchi E. e C., Ceam Srl, Cotonificio Cesare Macchi & C. SpA, Deltapav Srl, Ellebi Di Galliani Monica e C. Snc, FDM Srl, F.lli Barzon Srl., Hotel Ristorante Bologna Srl, Il Panettiere Snc, Imca SpA, Immobiliare Colombo Srl, Impresa Meneghin Massimo e Lorenzo Snc, Insubria Medica Servizi Cooperativa Sociale, Intech Group Srl, Kickkick Srl, L.G.E. Srl, Lavorazioni Plastiche Srl, Libreria Pirola Varese Srl, Matex Varese Srl, Multimage Srl, Novachem Industriale Srl, Offimer Srl, Ottica Los di Prealta e C. Snc, Per Lui Sas di Arena Luigi & C., Pick-Up di Centemero Fabio & C. Sas, Ricam Line Srl, S.C.S. Srl Forniture Industriali, Sinetrica Srl, Sisti & Palmieri Gioielleria Snc. di P. Palmieri e M.A. Palm, Techno Mould Srl, Tecnofluid Srl, Up Team Srl. 29 LO SPORTELLO LO SPORTELLO Fondo pensione Aureo ESERCIZIO COMMERCIALE e PROTETTO INFORTUNI Assimoco (ASSIcurazioni MOvimento COoperativo) è il gruppo assicurativo del Movimento Cooperativo italiano. Una grande realtà costruita sulla capacità di lavorare insieme e sulla condivisione di valori fondamentali: la famiglia, la casa, il lavoro, il futuro. Le due proposte che presentiamo in questa pagina sono solamente alcune delle polizze assicurative che il gruppo mette a disposizione dei clienti e dei Soci delle Bcc italiane. Rivolgiti con fiducia alle filiali della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per scoprire queste e tutte le altre soluzioni ideate da Assimoco per la vostra tranquillità. 30 ESERCIZIO COMMERCIALE Tranquillità Con il sistema contributivo la pensione di anzianità sarà di molto inferiore rispetto all’ultimo stipendio. Per un futuro tranquillo è indispensabile oggi sottoscrivere un fondo di previdenza complementare. Semplicità e flessibilità Il Fondo Pensione AUREO ha molteplici soluzioni d’investimento personalizzate. Con l’affiancamento del consulente Bcc si potrà individuare il piano su misura per te. Libertà Con il Fondo Pensione AUREO si possono suddividere i contributi verso uno o più comparti per creare il piano previdenziale più adatto alle tue necessità (età, profilo rischio/ rendimento, esigenze del momento). PROTETTO INFORTUNI I 4 comparti del Fondo Pensione AUREO: La polizza multirischi per il settore commercio. Proteggi il tuo lavoro. LA SOLUZIONE CHE TI STA SEMPRE A PENNELLO PERCHÉ CRESCE CON TE 1. Azionario 2. Bilanciato 3. Obbligazionario 4. Garantito La polizza infortuni che ti tutela nel lavoro e nel tempo libero. 31 TERRITORIO TERRITORIO Aperitivi da tutto esaurito U n'altra stagione all’insegna del tutto esaurito per gli Aperitivi in concerto; i quattro appuntamenti della domenica mattina organizzati dal Comune di Legnano, dall’orchestra Haydn e con il sostegno della Bcc. Giunti alla quattordicesima edizione non danno segni di stanchezza, confermandosi, anzi, un riferimento immancabile per gli amanti della musica. Stessa formula delle edizioni precedenti, con un concerto di solo piano, due con formazioni cameristiche, una più particolare, quest’anno il VibrHarp duo, composto da Maria Chiara Fiorucci all’arpa e Fabrizio d’Antonio al vibrafono (nella foto), stesso successo di pubblico. In realtà quest’anno un motivo supplementare di interesse era costituito dalla presenza nel concerto del 18 novembre di uno strumento storico, il fortepiano “Carl Stein” del 1835. Lo strumento, il cui restauro è stato completato da un artigiano piemontese nel 2006, è stato suonato da Paola Poncet, che ha accompagnato Fabio Ravasi al violino e Gianni De 32 Rosa alla viola. Ma, pur prescindendo dalle curiosità che ogni anno riservano gli Aperitivi, è la qualità della musica il carattere distintivo della rassegna, oltre che il suo marchio di garanzia. Basti un fatto: quest’anno alla Biennale Musica di Venezia il Leone d’oro è andato a Pierre Boulez, un mostro sacro della musica del secondo Novecento; il Leone d’argento al quartetto Prometeo, per due anni consecutivi, 2009 e 2010, ospite degli Aperitivi. A completare il programma degli Aperitivi il duo violino – piano Cammarano e Deljavan e il pianista Marcos Madrigal. «Felici di essere qui» si erano dichiarati alla conferenza stampa di presentazione degli Aperitivi l’assessore alla Cultura Francesca Raimondi e il responsabile delle Relazioni esterne Bcc Simone Mantovani; felici perché non era scontato esserci con proposte di qualità in un momento in cui le difficoltà economiche non mollano la presa. Invece gli Aperitivi ci sono stati, hanno vinto la loro scommessa; anche il pubblico è stato molto felice. PALLACANESTRO VARESE Parte dal cuore ed è diretta al cuore la nuova collaborazione che la nostra Bcc ha siglato con la Pallacanestro Varese: non solamente un sostegno allo sport, ma soprattutto un’azione di carattere educativo verso i più giovani. Pallacanestro Varese è una realtà sportiva di grande livello (ha all’attivo dieci scudetti, cinque coppe dei Campioni e sette trofei internazionali, e oggi la Cimberio guida la classifica della massima serie), ha una fiorente scuola di minibasket, un vivace settore giovanile e una squadra di basket in carrozzina. Ma, soprattutto, la società varesina è promotrice di valori. Con il progetto “Io tifo con il cuore” si rivolge ai giovanissimi nell’insegnare un modo sano di sostenere la propria squadra promuovendo una “cultura della sportività”. Qui si inserisce l’intervento della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, che sostiene la scuola di minibasket e il progetto “Io tifo con il cuore”. L’iniziativa si rivolge a più di 750 bambini, dai 5 ai 10 anni, cercando di coinvolgere anche le rispettive famiglie nell’imparare la sportività per restituire al tifo la sua dimensione di gioco, di evento sociale e di divertimento. Grazie all’associazione Ponte del Sorriso, saranno organizzati dei laboratori dedicati ai piccoli per imparare, giocando, il significato più autentico dello sport. Un grande successo per l'Onomastico della Terra P er rendere il dovuto omaggio a Madre Terra, festeggiare una volta all’anno il suo simbolico compleanno non bastava più. Per questo, da cinque anni, si è aggiunto anche l’onomastico: un’occasione in più per coinvolgere grandi e piccini alla scoperta e alla cura degli angoli verdi “nascosti” tra il cemento della città. E se il Compleanno si svolge tradizionalmente in primavera, il momento del risveglio dopo il letargo invernale, l’Onomastico si festeggia in un periodo altrettanto suggestivo, ossia l’autunno, quando le foglie si tingono di arancione e la natura si prepara a fronteggiare la stagione più fredda. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è stata anche quest’anno a fianco del Comune di Legnano e di altre 15 associazioni attive sul territorio per la due giorni di iniziative che si è svolta all’ex Parco Ila di via Colli di Sant’Erasmo. Il week end del 6 e 7 ottobre è stato quindi dedicato alla riscoperta e alla valorizzazione dell’ex sanatorio, inaugurato nel 1923 dalla Regina Margherita e voluto da operai e industriali cittadini. Un centinaio di persone tra grandi e piccoli hanno partecipato alla due giorni di pulizia del parco, liberando le piante dai rampicanti e mettendo a dimora venti nuovi alberi. Le manifestazioni hanno preso il via sabato pomeriggio, con l’allestimento di un vero e proprio campo con tende e falò. Circa una quarantina di partecipanti hanno cenato in compagnia, hanno trascorso la serata con dei giochi organizzati, e poi hanno trascorso la notte nel parco dell’ex sanatorio: un’occasione per riscoprire il valore delle cose semplici e fatte insieme, a contatto con la natura. La domenica mattina, la consigliera del Cda della nostra Bcc, Danila Battaglia, insieme con il sindaco di Legnano, Alberto Centinaio (nella foto), hanno partecipato alla messa a dimora di una pianta. Quindi hanno premiato la classe quarta C della scuola Pascoli, vincitrice della prima edizione del Bosconcorso, finanziato da Comune di Legnano e Bcc. Il premio, un videoproiettore da utilizzare nell'attività didattica, è stato consegnato all'insegnante Katia Agostini. Sugli alberi del parco sono stati poi posizionati anche dei nidi, per rendere la vita più facile agli uccelli nei mesi invernali, e il sindaco Centinaio ha fatto la sua parte arrampicandosi su un faggio per appendere uno dei nidi a un ramo. Dopo il pranzo a base di polenta e brusciti preparato dagli Alpini, i partecipanti si sono spostati in centro per unirsi alla festa del volontariato. L'appuntamento è per il prossimo autunno, con la sesta edizione dell'Onomastico. NATALE BUSTO ARSIZIO Il Natale di Busto Arsizio è ancora “targato” Bcc. La nostra banca è nuovamente partner del Comune per l’intenso programma di manifestazioni che viene proposto in città. Nonostante il periodo di difficoltà, la Bcc ha voluto essere presente nel tradizionale concerto di Natale: il 6 dicembre, nella basilica di San Giovanni l’organista Sergio Paolini presenta un repertorio con musiche di Bach, Franck, Reger e Guilmant; un’occasione speciale anche per inaugurare l’organo che la parrocchia di San Giovanni ha fatto restaurare di recente. Come da tradizione, il concerto è a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria dei biglietti. Il programma natalizio di Busto Arsizio prevede anche una serie di iniziative che animano la città fino al 6 gennaio 2013. ANTARES Per Legnano è una tradizione che si ripete come un rito con l’arrivo dell’autunno, per la Bcc un appuntamento entrato da qualche anno in calendario. Si tratta della mostra micologica organizzata dall’associazione Antares di Legnano, giunta nel 2012 alla trentaquattresima edizione, che si è tenuta a Palazzo Leone da Perego da sabato 6 a lunedì 8 ottobre. All’inaugurazione a portare il saluto della Bcc è intervenuto il consigliere Danila Battaglia, che ha sottolineato l’importanza della divulgazione scientifica verso le nuove generazioni, in questo caso degli alunni delle elementari che hanno preso parte al concorso “da una manciata di semi uno scorcio di natura” con i lavori esposti che avevano nei semi appunto l’elemento di partenza. 33 ASSOCIAZIONE CCR ASSOCIAZIONE CCR Ccr, tante proposte alla scoperta dell'Italia A ncora una programmazione da tutto esaurito. Il Circolo Culturale e Ricreativo della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate si appresta a chiudere un anno caratterizzato dalla grande partecipazione agli eventi organizzati. Così è stato per la settimana proposta a settembre, quando il Ccr ha visitato alcune delle città e dei borghi più belli del centro Italia. Dalla Toscana, con Bagno Vignoni, alla Tuscia con la visita a Viterbo, Tuscania, Civita di Bagnoregio e Caprarola, quindi in Abruzzo per L’Aquila, Sulmona, Chieti e Lanciano. E, sulla strada del ritorno, sosta nelle Marche per ammirare Ascoli Piceno. All’insegna della tradizione e della scoperta di alcuni dei luoghi più belli d’Italia è stata anche l’uscita di ottobre quando il Ccr ha programmato la visita al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (in provincia di Brescia), 34 con una sosta pomeridiana nella vicina Valpolicella. Da ultimo, in occasione del ponte dell’Immacolata, quest’anno è stata proposta come meta New York: un viaggio oltreoceano per scoprire una città unica, che diventa magica sotto le feste di Natale. Anche in questo caso non sono mancate le adesioni: i 50 posti disponibili sono andati esauriti in poco tempo. «Siamo molto contenti che le proposte fatte abbiano trovato l’apprezzamento dei soci del Circolo Culturale e Ricreativo», commenta il presidente del Ccr, Maria Carla Ceriotti che, insieme al direttivo dell’associazione, si appresta a definire il programma del 2013. In attesa di date e destinazioni precise, ci sono già alcune anticipazioni. Prosegue il presidente del Ccr: «Ci piacerebbe far diventare alcuni appuntamenti dei momenti fissi nella programmazione delle iniziative. Per esempio, nel mese di agosto, apprezzata è stata la gita sul lago di Iseo: tendiamo a confermare questo appuntamento, sempre mantenendo come destinazione una località lacustre. Prima però di pensare ai mesi di vacanza, alla fine di maggio resta confermata la proposta per il soggiorno a Ischia. Settembre, invece, sarà il mese dedicato ad una regione italiana con un viaggio strutturato su una settimana, così da garantire i giusti tempi sia di spostamento sia da dedicare alla scoperta dei luoghi». E per la fine dell’anno, l’idea sarebbe quella di mantenere il viaggio all’estero. «Londra nel 2011 e adesso New York sono mete che hanno riscosso un successo che è andato oltre ogni aspettativa. Pensiamo di proporre un’altra capitale, restando magari in Europa», annuncia Ceriotti. Il Ccr ha acquisito un ruolo di primo piano quale soggetto di aggregazione e di promozione delle attività. Confermato per il 2013 anche il progetto legato alla fotografia con un doppio appuntamento: il corso avanzato per continuare a migliorarsi nell’utilizzo della macchina fotografica e l’ormai tradizionale concorso di fotografia, attraverso il quale andare a scoprire nuovi scorci e nuovi elementi del territorio. Tra le date già fissate c’è quella di lunedì 4 febbraio 2013, quando il Ccr torna a proporre il concerto della Lilt -Lega italiana per la lotta contro i tumori- al teatro alla Scala di Milano. Conclude il presidente del Ccr: «proseguiamo nella nostra azione di sostegno e di valorizzazione del territorio, nell’intento di trasmettere i valori di mutualità e di cooperazione che guidano la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate». Il programma delle iniziative 2013 sarà disponibile a gennaio sul sito della Bcc. PROSSIMI APPUNTAMENTI 31 dicembre: capodanno a teatro con Ale e Franz. Con lo spettacolo “Recital”, sul palco del teatro Nuovo di Milano sfileranno i momenti più significativi della carriera del duo comico, dai numeri creati per la TV alle surreali situazioni nate sul palcoscenico. Non mancherà la storica panchina che ha fatto conoscere ed amare Ale e Franz al grande pubblico. Inizio spettacolo alle 22; a mezzanotte è previsto il tradizionale brindisi. 4 febbraio: appuntamento al Teatro alla Scala di Milano per il concerto della LILT - Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. L’orchestra della Filarmonica della Scala sarà protagonista di un ricco programma con musiche di Beethoven, Rossini, Puccini, Verdi e Mascagni, sotto la direzione del maestro Fabio Luisi, recentemente nominato direttore principale della Metropolitan Opera House di New York, e l’accompagnamento di Saleem Abboud Ashkar, solista al pianoforte. CON LA SERATA "FOTOMUSICANDO" VIA AL CORSO DI FOTOGRAFIA Nella foto di apertura il gruppo che ha partecipato al viaggio in Tuscia e in Abruzzo. Sopra dall'alto la visita alla città de L'Aquila; sotto il Ccr al Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera. Con Fotomusicando, la fotografia è tornata al centro delle iniziative del Ccr. La serata di immagini e musica, che è stata proposta il 10 novembre, ha lanciato il nuovo corso base di fotografia che il Circolo Culturale e Ricreativo della Bcc ha organizzato in collaborazione con il circolo fotografico Chiaroscuro. Da giovedì 15 novembre e fino al 14 febbraio del prossimo anno, 32 allievi parteciperanno alle dieci lezioni serali e alle tre uscite “sul campo” per conoscere i segreti della fotografia: come valutare la luce, quali obiettivi preferire, la messa a fuoco e l’inquadratura, oltre alle tecniche del digitale e della stampa. Il tutto per realizzare e personalizzare le proprie immagini, sfruttando al meglio le potenzialità delle fotocamere sia digitali sia tradizionali a pellicola, reflex o compatte. Le lezioni si svolgono nell’auditorium don Besana, a Busto Garolfo, il giovedì sera. 35 www.eoipso.it Carta Bcc La mia Carta è differente Carta IMPRESA Paga ciò che vuoi fino a 60 giorni dopo Carta CLASSICA Sicura e semplice per ogni acquisto SODDISFATTO o RIMBORSATO sui tuoi acquisti fino a 1 mese estensione della GARANZIA GRATUITA Carta GOLD Esclusività, vantaggi e sicurezza al terzo anno USALA e NON LA PAGHI Carta TASCA La ricaricabile con i plus di una carta di credito ... e la garanzia di: acquisto in sicurezza addebito posticipato Carta BEEP! controllo sms alert Fino a 25 euro con un semplice BEEP! 100% di sicurezza contro le frodi controllo on-line e gestione La tua nuova Carta ti aspetta in filiale www.cartabcc.it