Palestinese, Autorità - amnesty :: Rapporto annuale
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AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE ITALIANA ACQUISTA ONLINE > 13 DUEMILA AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013 LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD AUTORITÀ PALESTINESE 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2013 09/05/13 15:05 Pagina 596 RAPPORTO 2013 DIRITTI DELLE DONNE Donne e ragazze hanno continuato a incontrare gravi discriminazioni nella legge e nella prassi, in particolare in relazione allo status personale, nell’ambito del lavoro e come conseguenza della loro condizione di sottomissione a un tutore di sesso maschile. PENA DI MORTE Non sono state diffuse informazioni relative all’imposizione della pena di morte. Non ci sono state notizie di esecuzioni. A dicembre, l’Oman ha respinto una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che chiedeva una moratoria sulla pena di morte. Negli anni precedenti l’Oman si era astenuto dal voto. RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Protesters and writers detained in Oman (MDE 20/001/2012) Peaceful activists face prison in Oman (MDE 20/002/2012) Oman: Further information – Another 20 activists sentenced to prison (MDE 20/003/2012) Oman: Further information – More activists face prison in Oman (MDE 20/004/2012) Oman: Further information – Six activists’ appeals rejected (MDE 20/005/2012) Oman must end assault on freedoms of expression and assembly (MDE 20/006/2012) PALESTINESE, AUTORITÀ AUTORITÀ PALESTINESE Capo Autorità Palestinese: Mahmoud Abbas Capo del governo: Salam Fayyad Sono proseguiti gli arresti e le detenzioni arbitrari sia da parte dell’Autorità Palestinese (Palestinian Authority – Pa) in Cisgiordania che dell’amministrazione de facto di Hamas 596 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2013 09/05/13 15:05 Pagina 597 MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD nella Striscia di Gaza, in particolare nei confronti dei rispettivi oppositori politici. In entrambe le zone, le forze di sicurezza hanno torturato e altrimenti maltrattato i detenuti nell’impunità. Quattro sono morti in custodia in circostanze sospette, due a Gaza e due in Cisgiordania. I gruppi armati presenti a Gaza hanno continuato a commettere crimini di guerra, sparando indiscriminatamente razzi su Israele, specialmente durante il conflitto armato di otto giorni con Israele a novembre. Durante questo conflitto, l’ala armata di Hamas ha ucciso sommariamente sette uomini accusati di “collaborazionismo” con Israele. Sia la Pa sia Hamas hanno arbitrariamente limitato i diritti alle libertà d’espressione, riunione e associazione e le forze di sicurezza hanno fatto uso eccessivo della forza contro i manifestanti. In entrambe le zone, le donne hanno continuato a subire violenze e discriminazioni; sono stati segnalati almeno sei casi di donne uccise in “delitti d’onore”. A Gaza, sono state condannate a morte almeno cinque persone e ci sono state sei esecuzioni. Un uomo è stato condannato a morte in Cisgiordania, dove tuttavia non ci sono state esecuzioni. Gli abitanti della Striscia di Gaza, 1,6 milioni di persone, hanno continuato a subire gravi privazioni a causa del protrarsi del blocco militare imposto da Israele e delle sanzioni stabilite da altri stati contro Hamas; tuttavia, le condizioni di vita sono state meno dure rispetto agli anni precedenti. CONTESTO Il 29 novembre, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha accordato alla Palestina lo status di stato osservatore non membro delle Nazioni Unite. La Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza sono rimaste sotto l’occupazione israeliana e le due distinte autorità palestinesi hanno operato con poteri limitati: il governo della Pa, guidato da Fatah, in Cisgiordania e l’amministrazione de facto di Hamas, a Gaza. Sono proseguiti, con la mediazione dell’Egitto e del Qatar, gli sforzi per riconciliare Fatah e Hamas e formare un governo palestinese unificato. La Pa ha tenuto elezioni amministrative locali in Cisgiordania a ottobre ma i partiti politici associati ad Hamas e la Jihad islamica non hanno partecipato; a Gaza, le autorità di Hamas hanno impedito la registrazione degli elettori. A ottobre, in Cisgiordania, la magistratura ha brevemente sospeso la sua attività per protestare contro la presunta interferenza del governo. Israele ha mantenuto il blocco militare su Gaza, in vigore dal 2007, controllandone il territorio, le acque territoriali e gli spazi aerei. Il blocco ha continuato ad avere gravi ripercussioni sulla vita della popolazione civile di Gaza, compresi bambini, persone anziane e malati; rispetto agli anni precedenti, tuttavia, un numero crescente di persone ha potuto attraversare il valico di Rafah, tra Gaza e l’Egitto. Circa 20 palestinesi sono rimasti uccisi mentre percorrevano i tunnel utilizzati per far passare le merci tra l’Egitto e Gaza. In Cisgiordania, Israele ha mantenuto le ampie restrizioni imposte al movimento dei palestinesi e ha proseguito lo sviluppo e l’estensione degli insediamenti israeliani, costruiti su terreni palestinesi in violazione del diritto internazionale. 597 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2013 09/05/13 15:05 Pagina 598 RAPPORTO 2013 Durante l’intero anno e negli otto giorni della campagna militare di novembre, le forze israeliane hanno lanciato periodici attacchi aerei e d’artiglieria sulla Striscia di Gaza, uccidendo molti civili e distruggendo abitazioni e altre proprietà di civili. I gruppi armati palestinesi hanno periodicamente sparato razzi in maniera indiscriminata da Gaza contro Israele, lanciandone più di 1500 durante il conflitto di novembre. VIOLAZIONI DA PARTE DEI GRUPPI ARMATI Sia prima che durante il conflitto di novembre, i gruppi armati palestinesi associati ad Hamas, Fatah, la Jihad islamica, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina e gruppi salafiti affiliati hanno commesso crimini di guerra sparando indiscriminatamente razzi e colpi di mortaio su Israele. Alcuni non hanno raggiunto l’obiettivo e sono caduti su Gaza, uccidendo almeno due palestinesi. Altri hanno centrato abitazioni e altri edifici in Israele, uccidendo quattro civili israeliani durante il conflitto di novembre, ferendone altre decine e danneggiando proprietà civili. Le autorità di Hamas non sono intervenute per chiamare in giudizio i responsabili. Hadeel Ahmad Haddad, una bambina di due anni, è stata uccisa e il suo cuginetto di otto anni è rimasto gravemente ferito da un razzo sparato da un gruppo armato palestinese, che ha centrato la loro abitazione nel quartiere al-Zeitoun, a Gaza City, il 19 giugno. Il 15 novembre, tre civili israeliani, Mirah Scharf, Itzik Amsalem e Aharon Smadja, sono stati uccisi e altri civili sono rimasti feriti da un razzo sparato indiscriminatamente da un gruppo armato palestinese a Gaza, che ha colpito la loro casa a Kiryat Malachi. ARRESTI E DETENZIONI ARBITRARI In Cisgiordania, le forze di sicurezza della Pa hanno arbitrariamente arrestato e detenuto centinaia di persone, compresi membri di Fatah; gran parte di queste persone è stata trattenuta senza possibilità di accedere alle debite procedure giudiziarie. Centinaia di sostenitori di Hamas sono stati detenuti, la maggior parte per circa due giorni, in occasione della visita del presidente Abbas alle Nazioni Unite a settembre. A Gaza, le forze di sicurezza di Hamas hanno arbitrariamente arrestato e detenuto centinaia di sospetti sostenitori di Fatah e li hanno di frequente trattenuti senza permettere loro l’accesso agli avvocati. Sia le forze di sicurezza della Pa che quelle di Hamas hanno frequentemente percosso o altrimenti maltrattato i detenuti nell’impunità. La commissione indipendente per i diritti umani (Independent Commission for Human Rights – Ichr), un organismo di monitoraggio istituito dalla Pa, ha affermato che durante l’anno le denunce di arresti arbitrari erano state più di 685 in Cisgiordania e oltre 470 a Gaza. 598 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2013 09/05/13 15:05 Pagina 599 MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD CONDIZIONI CARCERARIE In Cisgiordania, la Pa ha negato l’accesso dell’Ichr ai centri di detenzione gestiti dalla sicurezza preventiva, mentre i prigionieri hanno intrapreso scioperi della fame per protestare contro le dure condizioni e il protrarsi della loro detenzione, nonostante le ordinanze di rilascio emesse dai tribunali. A Gaza, a ottobre, per la prima volta dopo cinque anni, Hamas ha consentito all’Ichr di riprendere le visite ai centri di detenzione gestiti dalla sicurezza interna. TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI Detenuti sono stati torturati o altrimenti maltrattati nell’impunità, in particolare dal dipartimento di polizia per le indagini penali e dalla sicurezza preventiva, in Cisgiordania, e dalla polizia e dalla sicurezza interna, a Gaza. L’Ichr ha riferito di aver ricevuto 142 denunce di tortura o altri maltrattamenti in Cisgiordania e 129 a Gaza. I metodi impiegati comprendevano percosse, sospensione per i polsi o per le caviglie ed essere costretti a rimanere in piedi o seduti in posizioni dolorose per periodi prolungati. A ottobre, Mohammad Said al-Zaqzouq è morto in circostanze sospette a Gaza mentre era trattenuto presso la stazione di polizia di Khan Younis. Le autorità hanno annunciato un’inchiesta ma a fine anno non si avevano ancora i risultati. Tareq Khriesheh ha affermato di essere stato costretto a rimanere in piedi per otto ore con una mano legata a un muro e di essere stato percosso mentre, veniva interrogato da agenti del dipartimento indagini penali a Ramallah, a gennaio. SISTEMA GIUDIZIARIO Le forze di sicurezza della Pa hanno continuato a detenere persone senza accusa né processo per periodi prolungati e a ritardare o a applicare le ordinanze di rilascio disposte dai tribunali. I tribunali militari della Pa hanno continuato a processare civili il cui procedimento giudiziario era iniziato prima di una decisione del gennaio 2011, che vietava il rinvio a giudizio di civili presso i tribunali militari. A Gaza, Hamas ha trattenuto detenuti senza accusa né processo e processato civili davanti a tribunali militari. Sia in Cisgiordania che a Gaza, i pubblici ministeri civili e militari non hanno agito in maniera imparziale o non hanno impedito alla polizia e alle forze di sicurezza di arrestare persone senza un mandato, di compiere violazioni e di presentare accuse politicamente motivate. Un tribunale aveva ordinato nel 2010 il rilascio di Abd al-Fatah al-Hassan ma egli è rimasto detenuto per tutto l’anno presso la sicurezza preventiva a Ramallah. Era stato condannato a 12 anni di carcere da un tribunale militare nel settembre 2009. A ottobre, la Corte costituzionale palestinese si è rifiutata di emettere sentenza in merito a un ricorso per il suo rilascio presentato dal suo avvocato. 599 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2013 09/05/13 15:05 Pagina 600 RAPPORTO 2013 Isma’il Abd al-Rahman è stato prelevato dalla sua abitazione a Gaza City da funzionari della sicurezza interna a settembre, detenuto senza accusa né processo e senza avere accesso a un avvocato. È stato rilasciato a dicembre. LIBERTÀ D’ESPRESSIONE, ASSOCIAZIONE E RIUNIONE Sia la Pa che Hamas hanno mantenuto rigide restrizioni imposte alle libertà d’espressione, associazione e riunione, sottoponendo a vessazioni e procedimenti penali giornalisti, blogger e altre voci critiche. Sia in Cisgiordania che a Gaza, le forze di sicurezza hanno fatto uso eccessivo della forza contro i manifestanti, decine dei quali sono stati arbitrariamente arrestati e detenuti. A giugno, Il giornalista Mohammad Qunayta è stato detenuto e maltrattato dopo essere stato arrestato nella sua abitazione a Gaza da agenti della sicurezza interna. È stato rimesso in libertà su cauzione ad agosto. Poliziotti della Pa in uniforme o in borghese hanno fatto uso eccessivo della forza contro manifestanti e giornalisti a Ramallah, il 30 giugno e il 1° luglio. Decine di dimostranti sono rimasti feriti e altri sono stati arrestati. Il giornalista Mohammad Jaradat è stato torturato in detenzione di polizia: è stato immobilizzato a terra e picchiato su tutto il corpo con un manganello. Le autorità di Hamas hanno impedito ad alcune donne di protestare il 2 ottobre a Gaza per chiedere l’unità dei palestinesi. La polizia ha detenuto per un breve periodo cinque donne. DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI Sia le autorità della Pa sia quelle di Hamas e i loro sostenitori hanno sottoposto a vessazioni difensori dei diritti umani, che in alcuni casi sono stati anche aggrediti. Mahmoud Abu Rahma, un dirigente del Centro Al Mezan per i diritti umani, è rimasto ferito quando aggressori non identificati lo hanno accoltellato a gennaio, a Gaza City, dopo che aveva pubblicato un articolo in cui criticava l’amministrazione di Hamas. VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE Donne e ragazze hanno continuato ad affrontare discriminazioni nella legge e nella prassi e a essere vittime di violenza di genere, omicidio compreso, per mano di parenti di sesso maschile. Un decreto presidenziale ha sospeso la pretesa difensiva di “preservare l’onore della famiglia”, come attenuante per i casi d’omicidio esaminati dai tribunali della Cisgiordania. Tuttavia, la polizia non è intervenuta per proteggere le donne che avevano denunciato episodi di violenza domestica e minacce alla loro vita. A Gaza, la motivazione dell’“onore” ha continuato a determinare sentenze molto lievi, inferiori ai 24 mesi di reclusione, nei rari casi in cui il procedimento giudiziario aveva portato a un verdetto di colpevolezza. 600 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2013 09/05/13 15:05 Pagina 601 MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD Randa al-Mahareq, di Samu, in Cisgiordania, per mesi aveva fatto richiesta di protezione alla polizia e alle autorità, fino a quando il padre e il fratello sono stati arrestati a luglio con l’accusa di averla percossa. I due sono stati rilasciati dopo quattro giorni, uccidendola poco dopo, a quanto pare perché disapprovavano il suo divorzio. Una donna di 22 anni è stata raggiunta da proiettili ed è morta il 23 marzo all’ospedale al-Nasser, a Khan Younis. Lo zio e il fratello della donna sono stati arrestati. La polizia ha affermato che il crimine era stato compiuto in nome dell’“onore”. UCCISIONI SOMMARIE A novembre, sette uomini accusati di “collaborazionismo” con Israele, che si trovavano in custodia della sicurezza interna nella Striscia di Gaza, sono stati prelevati da membri dell’ala armata di Hamas e uccisi sommariamente. Le autorità di Hamas si sono impegnate a indagare sulle uccisioni ma non sono noti provvedimenti nei confronti dei responsabili. IMPUNITÀ Le autorità di Hamas non hanno provveduto a indagare sulle accuse di crimini di guerra e possibili crimini contro l’umanità commessi dalle forze di Hamas e altri gruppi armati palestinesi a Gaza durante l’operazione militare “Piombo fuso”, condotta da Israele nel 2008-2009, e durante gli otto giorni del conflitto di novembre. Né la Pa né Hamas hanno svolto indagini credibili sulle accuse di tortura e altri abusi da parte delle loro forze di sicurezza o chiamato i responsabili a risponderne. PENA DI MORTE A Gaza, i tribunali militari e penali hanno condannato a morte almeno cinque persone dopo averle ritenute colpevoli, tra gli altri reati, di “collaborazionismo con Israele”. Sei persone sono state messe a morte. Un uomo è stato condannato a morte in Cisgiordania; qui non ci sono state esecuzioni. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Amnesty International ha visitato la Cisgiordania e Gaza tra giugno e luglio e Gaza tra novembre e dicembre. Palestinian Authority: Three men hanged; more facing execution (MDE 21/004/2012) Palestinian Authority: Deliver justice for victims of Ramallah police violence (4 luglio 2012) 601