PREMESSA Nel nostro piccolo paese tanti sono i

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PREMESSA Nel nostro piccolo paese tanti sono i
PREMESSA
Nel nostro piccolo paese tanti sono i luoghi e le tradizioni che ripercorrono la nostra storia.
Fra le chiese presenti sul territorio, S. Agata è sicuramente un piccolo gioiello d’arte romanica di cui andiamo molto fieri. Tutta la
popolazione ha voluto partecipare ai recenti restauri, segno di
profondo legame ed affetto per un luogo che porta dentro sé una
particolare devozione. È proprio grazie alla venerazione che i Moltrasini hanno sempre avuto nei secoli che questo luogo di culto si
è conservato nel tempo. È dunque con vera gratitudine che accogliamo la proposta di Iubilantes; questa guida dedicata alla chiesa
di S. Agata ci rende molto orgogliosi nella consapevolezza che i visitatori, passando da qui, raccogliendosi in preghiera, potranno
“ascoltare” le memorie che legano ad essa tutti i Moltrasini. Conservatene il ricordo e diffondetene la conoscenza!
Maria Carmela Ioculano
Sindaco di MOLTRASIO
Claudia Porro
Assessore alla Cultura
Moltrasio è un paese che offre ai suoi abitanti e alle tante persone
che lo visitano o vi trascorrono dei periodi di vacanza la completezza di quanto si possa pensare o desiderare: l’azzurro del cielo e
del suo lago, il verde delle montagne che lo circondano, lo spettacolo di paesi disseminati lungo le sponde (il “branco di pecore pascenti” di manzoniana memoria!) e lo splendore dell’arte, anche se
definita “minore”. Di tutti questi aspetti, la chiesa romanica di S.
Agata, che sorge al centro del paese accanto alla famosa Villa Passalacqua, è la prova più bella e la testimonianza più efficace.
Cosa cercare e cosa scoprire visitando questa chiesa? Prima di tutto il contesto naturale, con le meraviglie del creato che fanno da
splendida cornice alla chiesa: se non presentasse questa collocazione, forse le mancherebbe qualcosa di importante. Siamo invitati, poi, ad accostarci al “canto delle pietre” che tanto hanno da raccontarci. Con la loro armonica disposizione ci immettono subito
nello stile romanico lombardo, inconfondibile, fatto di pareti in
pietra locale, di archi, di bifore, di monofore che conferiscono alla
struttura eleganza e varietà. La conoscenza artistica della chiesa ci
suggerisce un’altra fondamentale riflessione: è impossibile, oggi,
ammirare il monumento che ci accoglie senza andare con la memoria e la fede ai secoli passati. La chiesa di S. Agata fu il primo
centro religioso della Comunità di Moltrasio: lì il popolo cristiano
si radunava per le celebrazioni; all’esterno, soprattutto, venivano
sepolti i defunti e, in certi periodi storici, l’edificio stesso venne adibito a lazzaretto in occasione di devastanti epidemie.
Nel solco della fede e delle tradizioni cristiane anche la figura storica
della Patrona Sant’Agata, vergine e martire (la cui festa liturgica ri1
corre il 5 febbraio), ha accentuato la devozione popolare e l’attaccamento della gente alla propria chiesa: Sant’Agata, infatti, è Patrona del
mondo femminile, è invocata contro il cancro al seno, ma anche contro il maltempo, i terremoti, gli incendi. A buon diritto, allora, questa
chiesa entra a far parte di un itinerario storico, artistico e religioso e
merita attenzione perché si presenti sempre ai frequentatori e visitatori nel suo aspetto migliore, così da suscitare ammirazione e gioia interiore per quanto ci fa scoprire e contemplare. Con molto piacere accogliamo dunque la pubblicazione di questo volumetto e l’accompagniamo con l’augurio che esso aiuti a promuovere la conoscenza della storia locale e delle tradizioni e con la consapevolezza di quanto siano salde e profonde le nostre radici culturali e religiose, fondamentali per affrontare il futuro ed il necessario progresso senza perdere di vista nessun valore autentico.
Don Bartolomeo Franzi
Parroco di MOLTRASIO
RAGIONI E CRITERI
Con questa nuova guida monografica trilingue, che prosegue la
collana avviata da Iubilantes nel 2002 e dedicata ai luoghi del sacro in territorio lariano, continuiamo la trattazione delle chiese romaniche della antica Strada Regina, già compiuta in territorio altolariano, ed estesa al territorio lariointelvese; territorio che, grazie
ai suoi Magistri Comacini, fu culla e centro propulsore del linguaggio stesso del Romanico.
Sono mantenute le scelte editoriali della collana: la funzione di agile
documentazione, capace di offrire un’informazione essenziale ma
esauriente ed aggiornata sui monumenti visitati, la bibliografia essenziale, la gratuità della distribuzione, la destinazione ad un pubblico europeo, l’interesse per le tradizioni locali, l’impegno a rendere vivi
chiese e santuari inserendoli nel tessuto delle ragioni storiche, geografiche e devozionali che ne hanno determinato la nascita.
Ringraziamo Agata Turchetti e Chiara Frigerio, autrici dei testi,
l’architetto Giorgio Costanzo, autore del progetto grafico, Nunziatina Ena per l’assistenza operativa e tutti quanti hanno collaborato
alla realizzazione del presente opuscolo. Ma soprattutto ringraziamo il Consiglio Regionale di Lombardia, la Provincia di Como, la
Parrocchia e il Comune di Moltrasio, che condividono e sostengono il nostro impegno nella rivitalizzazione dello straordinario patrimonio d’arte, fede e tradizioni delle terre lariane.
Ambra Garancini
Presidente IUBILANTES
Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS
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1 IL PAESE DI MOLTRASIO
Il Comune di Moltrasio sorge sulla costa occidentale del primo
bacino del lago di Como, sparso sui ripidi versanti dei monti Bisbino e Poncione della Costa.
Moltrasio: panorama dal lago
Tra la folta vegetazione che oggi ricopre gran parte del suolo
moltrasino si scorgono frequenti squarci di roccia: fra le balze
rocciose che si inseguono digradando verso il lago si aprono ferite provocate dalla millenaria attività di estrazione della pietra
calcarea cosiddetta di Moltrasio.
Documenti notarili attestano che questo centro ha origini assai
antiche: nel secolo XII si reggeva già come libero Comune.
Nella parte superiore di Moltrasio si trova la popolosa frazione
di Tosnacco da cui si diramano le vie che salgono ai monti. In
questa località, nell’immediato secondo dopoguerra, è stata edificata la graziosa chiesa che porta la dedicazione alla Madonna
Regina Pacis.
La frazione centrale del paese è denominata Borgo e, a differenza di altri comuni affacciati sul Lario, non è posta presso la riva,
ma sorge a mezza costa, quasi arroccata ai lati dello scosceso alveo del torrente Pizzallo che, dopo avere inciso la Valle Vesporina con gole profonde, sfocia nel lago, non prima di aver ricevuto le acque di un altro corso d’acqua, l’Arboscello. Nel Borgo sorge la Parrocchiale di S. Martino: un atto notarile ne documenta
l’esistenza del nucleo originario nel 1214. Tra Cinque e Seicento
la chiesa fu modificata e nel Seicento fu arricchita di stucchi del
moltrasino Giuseppe Bianchi che lavorò nel cantiere del Duomo
di Como. Nel Seicento S. Martino venne anche abbellita con opere dei fratelli Recchi, del Fiamminghino (Giovanni Mauro della
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Rovere) e di pittori di scuola morazzoniana. Tra le opere d’arte
che si possono ammirare all’interno c’è un pregevole polittico di
Alvise Donati datato 1507. Fino al 1936 l’edificio è stato privo
della facciata, in quanto il lato nord, dove era situato l’ingresso,
era contiguo alla Casa Comunale eretta sopra un portico, detto il
Coperto, in cui avvenivano le riunioni comunali fin dal secolo
XIII. Nel 1936 l’allora sede del Comune venne demolita e fu
realizzata l’attuale facciata.
Lasciandosi alle spalle la Parrocchiale e scendendo verso sudest sulla attuale Via Regina costeggiante il lago si incontra il
quattrocentesco oratorio di S. Rocco, rinnovato in epoca barocca. L’edificio ha abside poligonale e facciata collegata tramite un
portico con lo storico Albergo Posta; all’interno, a navata unica,
l’altare reca un affresco di Giovanni Paolo Recchi raffigurante
la Vergine col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano. Salendo
di nuovo verso il Borgo e procedendo verso la frazione Vignola, si incontra la Villa Passalacqua, raffinato esempio di architettura neoclassica. Un primo corpo dell’edificio, di proprietà
Odescalchi, fu ceduto nella seconda metà del Settecento ai conti Passalacqua, che, su progetto dell’architetto Carlo Felice Soave, lo ampliarono e lo portarono all’aspetto attuale, dotandolo di
un vasto giardino a terrazzamenti digradanti verso il lago. Nella villa soggiornò fra il 1829 e il 1833 il compositore e musicista Vincenzo Bellini. Accanto all’elegante dimora settecentesca,
in fregio all’antica via Regina, sorge la chiesa di S. Agata, una
delle più antiche del Lario, un piccolo gioiello dell’architettura
romanica, amatissimo dalla Comunità moltrasina.
2.0 LA CHIESA DI S. AGATA
2.1 STORIA
La presenza del culto di Sant’Agata a Moltrasio ha origini molto antiche: ne è testimonianza un documento risalente al 1197 in
cui si accenna all’attività in paese di un ente con scopo caritativo e assistenziale, detto Lumineria o Elemosina, dedicato proprio alla giovane martire siciliana del secolo III.
La chiesa di S. Agata, dichiarata nel 1911 Monumento Nazionale, viene ricordata per la prima volta in un atto di vendita del
1215. Alcune antiche fonti la indicano come prima Parrocchiale di
Moltrasio, anteriore a quella di S. Martino. L’edificio ha avuto almeno due fasi costruttive: originariamente ad aula unica, venne
successivamente ampliato con l’aggiunta della navata meridionale, verso il lago. Alcune considerazioni, tuttavia, portano ad ipotizzare che tra questi due interventi ve ne sia stato un terzo, con4
sistente nell’aggiunta della prima campata della navata maggiore.
È probabile che il primo nucleo, comprendente anche il campanile, sia stato edificato nella seconda metà del secolo XI, mentre di
incerta datazione risultano gli ampliamenti, comunque sicuramente non successivi alla fine del secolo XIV - inizio secolo XV.
Nel secolo XVI la chiesa
subì consistenti modifiche.
Vennero eliminati gli affreschi all’interno e ridipinta
in rosso la facciata con
l’effige, ora non più visibile, della Santa titolare; furono tamponate alcune finestre e innalzato il pavimento del presbiterio della
navata maggiore; nella prima campata della navata
maggiore fu eliminato l’alMoltrasio: il campanile di S. Agata
dalla Villa Passalacqua
tare di San Gottardo, protettore dei commerci, il cui culto è diffuso sulle principali vie di
comunicazione delle regioni alpine.
Dal secolo XVII la chiesa subì un graduale abbandono e venne
usata ripetutamente come lazzaretto nel corso di epidemie. Nonostante ciò la devozione da parte della popolazione continuò ad
essere forte: ne sono prova l’istituzione della “Società” (Confraternita) del Santissimo Sacramento, nonché l’intenzione da
parte della famiglia Odescalchi di edificarvi una cappella. A tale famiglia infatti appartenne lo iuspatronato sulla chiesa fino al
1756, quando passò nelle mani della famiglia Lucini Passalacqua, divenuta proprietaria dell’adiacente villa. Almeno fino al
Settecento durante le feste delle chiese del paese, rispettivamente nei giorni di San Martino (11 novembre) e di Sant’Agata (5 febbraio), erano presenti in S. Agata due Canonici della
Cattedrale di Como per celebrare le funzioni, come ricordo storico della sua dipendenza dal Capitolo comense.
L’area dell’attuale sagrato era adibita a cimitero, ma alcune
importanti famiglie moltrasine avevano la possibilità di seppellire i loro defunti all’interno della chiesa. Attualmente è visibile una sola pietra tombale, inserita nella pavimentazione davanti all’altare maggiore: la scritta «D L P» indica con tutta
probabilità la famiglia Della Porta. Sotto il pavimento vi sono
altre antiche tombe tra cui la più significativa è una camera
profonda circa tre metri.
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Nel corso del ’900 la chiesa fu sottoposta a ripetuti interventi di
restauro volti a consolidarne la struttura e a recuperare gli affreschi dopo anni di abbandono. Fu tuttavia possibile salvare solo poche testimonianze delle antiche pitture e si procedette quindi con una decorazione ex novo della chiesa. Nel 2006 un nuovo accurato intervento di restauro, promosso dal Comune e dalla Parrocchia di Moltrasio, con il generoso concorso della popolazione, ha interessato in particolare gli affreschi interni ed
esterni alla chiesa e ha condotto a importanti ritrovamenti, restituendo la piccola chiesa all’ammirazione e alla devozione
degli abitanti e degli ospiti.
2.2 ESTERNO
La chiesa sorge in un’area recintata chiusa da un cancello, a destra del quale si trova una antica cappella-ossario ora dedicata alla Madonna delle Grazie (effige del secolo XIII). La chiesa è
orientata con le absidi rivolte a
est, la facciata ad ovest, il lato
meridionale verso il lago e
quello settentrionale verso
monte. Per chi percorreva l’antica via Regina, era inevitabile
passare in fregio al fianco settentrionale, che ora si trova in
parte al di sotto del livello dell’attuale strada ed è caratterizzato da due porte murate e da
due affreschi. Il primo dipinto,
posizionato sopra la prima porta laterale e racchiuso entro
una nicchia conclusa alla somMoltrasio, chiesa di S. Agata:
mità da tre archetti pensili sotil martirio della Santa
togronda, rappresenta il Martirio di Sant’Agata. La titolare della chiesa è raffigurata al centro
della composizione, con ai lati due uomini che le strappano i seni con delle tenaglie. I sottarchi pensili laterali sono decorati con
stilizzate corolle a quattro petali, mentre sul lato destro e in basso corre una cornice fitomorfa. L’affresco, molto rovinato e lacunoso, ha sicuramente subito molte ridipinture, che ne rendono difficile, se non impossibile, la datazione.
Il secondo affresco, a destra del precedente, è di dimensioni maggiori e incorniciato da fregi diversi; raffigura San Cristoforo, rappresentato in posizione frontale e recante nella mano destra una
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palma. Il Santo porta una corona tempestata di gemme e sulla
spalla sinistra Gesù Bambino, che con la mano destra benedice e
con la sinistra regge un rotolo, su cui si intravede l’iscrizione:
«CRISTO / FORI SCI / SPECIEM / Q CONQV ()». L’affresco, per
i riferimenti bizantini e la raffinatezza decorativa, potrebbe datarsi
al secolo XIII. L’immagine, di dimensioni molto grandi in ossequio alla tradizione popolare secondo cui il Santo era un gigante
che avrebbe traghettato sulle sue spalle il piccolo Gesù, era certamente ben visibile da lontano dai viaggiatori che percorrevano
l’antica via Regina. Cristoforo era uno dei santi più venerati nel
Medioevo e il suo culto diffusissimo sia in Oriente che in Occidente; era patrono dei viandanti e proprio per questo la sua effige veniva dipinta spesso all’esterno delle chiese e nei luoghi di
passaggio, come appunto avviene a Moltrasio. Lo spazio fra i due
affreschi è suddiviso in riquadri: in quello superiore si scorge ancora una decorazione a finto marmo, mentre in quello inferiore fino a poco tempo fa era visibile una donna genuflessa, vestita di
bianco e col capo coperto, identificabile con una monaca appartenente alla comunità moltrasina di Umiliate.
Il campanile, alto e slanciato, è innestato sul fianco nord della
chiesa. È a pianta quadrata e diviso in cinque ordini, ciascuno
decorato su ogni lato da un fregio di archetti pensili, in gruppi
di tre al primo piano e in gruppi di quattro in quelli successivi.
Le aperture, assenti nel primo ordine, si fanno via via più ampie
negli ordini successivi, per giungere alle bifore del quinto.
La facciata a capanna, dissimmetrica, è modulata sulla divisione
interna in due navate. La parte corrispondente alla navata maggiore, a salienti, decorata da archetti pensili, presenta un oculo posizionato al di sopra di una trifora, ancora visibile sebbene tamponata e in gran parte demolita per fare spazio all’attuale ingresso. Tale porta non è l’unica in facciata: un’altra, più piccola e murata, si trova al centro della parete corrispondente alla navata minore. Sempre in facciata, a livello del sottotetto della navata minore, si apre una finestra rettangolare. Il fianco meridionale è
scandito da poderosi contrafforti e presenta un ingresso e due finestre centinate, sicuramente rimaneggiate. Inseriti nella muratura al di sotto di queste finestre sono visibili due archi, in parte nascosti da muretti a uso di panca. Nel 1854 il pittore Giovanni Darif dipinse nella lunetta esterna sopra l’ingresso laterale la Madonna con il Bambino e San Giovannino. Egli si occupò anche
della decorazione della cappella funeraria della famiglia Lucini
Passalacqua, che si affaccia sul sagrato della chiesa. Nella zona
absidale, la parte corrispondente alla navata maggiore è decorata
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da archetti, sia sulla parete che sull’abside; gli archetti dell’abside sono scanditi a gruppi di tre da sottili lesene. La parte corrispondente alla navata minore invece non è decorata.
2.3 INTERNO
Moltrasio, S. Agata: interno
Ciascuna delle due navate interne, absidate, è suddivisa in tre
campate coperte da volte a crociera a tutto sesto, scandite da arcate
sostenute da robusti pilastri cruciformi, con capitelli in pietra grezza appena abbozzati. A destra dell’ingresso, all’inizio della prima
campata della navata minore, la presenza di un doppio arco che riduce le dimensioni dell’apertura tra le due navate e il particolare
della croce inserita nella muratura potrebbero indicare uno specifico uso di questa parte della chiesa: non è da escludere infatti l’ipotesi che l’arco sia stato rimaneggiato per diventare l’ingresso
della cappella di Tommaso Odescalchi, autorizzata dal vescovo
Archinti nel 1619 ma in seguito non più documentata.
Il pavimento è realizzato con lastre in pietra di Moltrasio ed è
tuttora sostanzialmente originale.
Sulla parete sinistra della prima campata è collocata una statua lignea moderna di Sant’Agata. Del più antico ciclo pittorico, risalente al periodo romanico in cui venne edificata la chiesa, non restano ora che poche tracce, ravvisabili nei lacerti di affresco della navata maggiore, la più antica. I lacerti situati sulla parete meridionale, prima dell’abside, raffigurano Tre personaggi, di cui
uno in trono e incoronato, mentre in quelli che sono stati scoperti nei recenti interventi di restauro sulla volta a crociera della
campata principale, a ridosso del catino absidale, si possono riconoscere degli angeli, dei motivi a onde e dei decori geometrici. Il catino absidale presenta una decorazione, frutto dei restauri del 1950, opera del restauratore e pittore Torildo Conconi, na8
tivo di Uggiate Trevano. L’opera, un graffito in oro e affresco a
girali ripetuti, ricalca la decorazione del catino absidale della basilica paleocristiana di S. Maria Maggiore a Roma. Del Maestro
Conconi è opera anche la decorazione della croce sulla quale è
stato collocato il Crocifisso ligneo rinascimentale appeso nel presbiterio sopra l’altare. Anche l’altare è opera del Conconi. Dalla
navata principale si accede alla sacrestia.
Nella navata minore si trovano altri affreschi, risalenti a un periodo compreso fra i secoli XIV e XVI. Tali opere non appartengono a un ciclo pittorico unitario, ma sono immagini votive
isolate, frutto della devozione popolare. La testimonianza del
vescovo Archinti, che negli Atti della sua Visita pastorale del
1597 si sofferma sulla devozione dei moltrasini per questa chiesa e sulla conseguente necessità di ristrutturarla in modo che fosse possibile celebrarvi messa, ci induce a pensare che nella chiesa vi fossero numerose immagini votive come queste, sovrapposte senza ordine le une alle altre e dipinte sopra al primitivo
ciclo di affreschi romanici.
Un affresco sull’intradosso del terzo arco raffigura una Santa in
piedi, in veste monacale, recante nella mano destra un punteruolo (?) e nella sinistra un piatto nel quale sono deposti due occhi. L’abito monacale e l’iscrizione che si trova al di sopra dell’affresco la identificano in Santa Brigida d’Irlanda, badessa irlandese vissuta a cavallo dei secoli V e VI. Al di sotto di questo
affresco, databile tra i secoli XIV e XV, è collocato un ciborio
ligneo poligonale cinquecentesco.
Durante i restauri del 2006 nel catino absidale è riaffiorato un affresco raffigurante Cristo Pantocratore tra i Santi Rocco e Antonio Abate e caratterizzato da un assetto iconografico in cui si
intrecciano elementi tradizionali ed elementi inconsueti. Il Cristo, infatti, secondo la tradizione, è raffigurato seduto in mandorla, in atto benedicente e recante nella mano sinistra un libro,
su cui si legge parte dell’iscrizione: «...LUX / MUNDI /VIA / VERI / TAS ET / VITA ()». Ma il Cristo, insolitamente, è raffigurato in aspetto senile, molto più simile ad un Dio Padre. San Rocco, rappresentato, come tradizione, con abiti da pellegrino e
bordone, reca anch’esso qualcosa di insolito: un oggetto (una
fiaschetta?) decorato con motivo a labirinto, antico simbolo di
pellegrinaggio. L’affresco mostra notevoli affinità con la pittura di Giovanni Andrea De Magistris, pittore attivo nel primo
quarto del secolo XVI nel comasco e in Valtellina.
Nella restante decorazione della navata predomina il tema mariano. Al di sotto del catino absidale è dipinta una splendida Ma9
donna in trono con in grembo il Bambino benedicente. I caratteri di questa opera, attribuibile al tornasco Bartolomeo de Benzi (inizio secolo XVI), la accomunano alle Madonne in trono
cinquecentesche ampiamente diffuse nella Diocesi comasca.
Al centro dell’abside è collocata una pregevole statua lignea
trecentesca raffigurante anch’essa la Madonna col Bambino.
Generoso dono di privati, è venerata come Rosa Mystica.
Sulla parete meridionale, a ridosso dell’abside, è infine affrescata una cinquecentesca Madonna del Latte inquadrata entro una
cornice in stucco di epoca successiva. Il dipinto, molto deteriorato, è stato oggetto di numerosi ritocchi, al punto che persino l’iconografia originale non è certa: se infatti lo studioso Gerola nel
1910 affermava che il Bambino stringeva nella mano sinistra un
uccellino, attualmente l’animale non è più visibile. Il culto, antichissimo e tutto femminile, della Virgo lactans ben si sposa con
la dedica, anch’essa tutta femminile, di questa chiesa.
Quasi certamente i decori geometrici scoperti nei recenti restauri sulle volte della navata minore si devono all’opera del pittore Giuseppe Maggi di Carate, che intervenne nella chiesa all’inizio del Novecento. Allo stesso intervento è riconducibile la
decorazione sull’arco della prima volta a crociera della campata principale, di fronte all’ingresso, raffigurante una mano con
ai lati il sole e la luna e motivi vegetali.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
O. Zastrow, Affreschi romanici nella Provincia di Como, Stefanoni, Lecco
1984;
M. Rossi, A. Rovetta, Pittura in Alto Lario tra Quattro e Cinquecento,
Milano 1988;
M. Gregori (a cura di), Pittura a Como e nel Canton Ticino dal Mille al
Settecento, Cariplo, Milano 1994;
A. Spiriti, M.C. Terzaghi, G. Virgilio, Guide alla Provincia di Como - Da
Cernobbio alla Valle Intelvi, Amministrazione Provinciale di Como,
Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda, Nodo Libri, Como 1997;
A. Turchetti, Vita sociale ed economica a Moltrasio nella seconda metà
del XV secolo, Tesi di laurea, Anno accademico 2003-2004, Università
Cattolica del Sacro Cuore, Milano;
C. Frigerio, La chiesa di Sant’Agata a Moltrasio (Como), Tesi di Laurea,
Anno accademico 2007-2008, Università Cattolica del Sacro Cuore,
Milano;
D. Pescarmona, Per il Maestro della Madonna lignea della Pinacoteca di
Como, in “Arte Cristiana”, fasc. 851, vol. XCVII, marzo-aprile 2009, pp.
91-98, Scuola Beato Angelico, Milano 2009;
S. Fasana, A. Garancini, Sui passi dell’anima. Luoghi della devozione nel
territorio lariointelvese, Comunità Montana Lario Intelvese, Bellavite
Editore, Missaglia 2009.
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VORWORT
Es gibt viele Stätten und Traditionen, welche die Geschichte unseres Dorfes übermitteln können.
Unter den Kirchen in der Umgebung stellt Hl. Agatha gewiss ein kleines Schmuckstück romanischer
Kunst dar, auf das wir sehr stolz sind. Die gesamte Bevölkerung hat sich an den vor kurzem durchgeführten Restaurierungsarbeiten beteiligen wollen, gewiss ein Zeichen tiefer Verbindung und Zuneigung für einen Ort, dem besondere Hochachtung zuteil wird. Es ist gerade die fortwährende Verbundenheit der Moltrasier mit diesem Ort über Jahrhunderte hinweg, die dazu beigetragen hat, dass
die Kultstätte bis heute erhalten ist. Wir nehmen mit Dankbarkeit das Angebot der Organisation
Iubilantes zur Abfassung dieses kleinen Führers an und freuen uns, dass die Besucher, die hier vorbeikommen und sich in Gebet sammeln, den Erinnerungen der Moltrasier zu ihrer Kirche „lauschen“
können. Bewahrt die Erinnerung und verbreitet das Wissen um sie!
Maria Carmela Ioculano
Claudia Porro
Bürgermeister von MOLTRASIO
Kulturreferentin
Moltrasio ist ein Ort, der seinen Bewohner und den zahlreichen Besuchern und Touristen, die dort
ihre Ferien verbringen, alles bieten kann, was das Herz begehrt: das Blau des Himmels und des Sees,
das Grün der Berge, das Bild der am Ufer verstreuten Ortschaften („eine Herde weidender Schafe“
nach einem bekannten Ausspruch von Manzoni!) und die Pracht der Kunstschätze, auch wenn sie
nur als „niedere Künste“ bezeichnet werden. Unter all diesen Aspekten ist die romanische Kirche Hl.
Agatha in der Ortsmitte neben der bekannten Villa Passalacqua der schönste Ausdruck und das
wirkungsvollste Beispiel. Was kann man beim Besuch entdecken? Vor allem die Naturschönheiten,
mit den Herrlichkeiten der Schöpfung, welche den prächtigen Rahmen der Kirche bilden: wenn sie
nicht in dieser Umgebung stünde, gewiss würde ihr ein wichtiger Bestandteil fehlen. Wir sind dann
eingeladen, uns „dem Gesang der Steine“ zu nähern, die uns so viel zu berichten haben. Mit ihrer
harmonischen Anordnung versetzen sie uns gleich in den unverwechselbaren romanisch-lombardischen Stil mit Mauern aus lokalem Naturstein, mit Bögen, zweigeteilten und einbogigen Fenstern,
welche dem Gebäude Eleganz und Bewegung verleihen. Die Kirche von ihrem künstlerischen
Aspekt aus kennenzulernen, führt zu einer anderen wichtigen Feststellung: es ist nicht möglich, das
Gebäude, das wir heute betreten, zu betrachten, ohne einen Blick auf ihre Geschichte und den
Glauben der Bewohner in den vergangenen Jahrhunderten zu werfen. Die Kirche Hl. Agatha war der
erste religiöse Mittelpunkt der Gemeinde Moltrasio. Hier versammelten sich die Gläubigen zu den
christlichen Feiern, am äusseren Teil vor allem wurden die Verstorbenen beigesetzt, und in gewissen
Perioden der Vergangenheit wurde das Gebäude während verheerender Epidemien zum Lazarett.
Auf den Spuren des Glaubens und der christlichen Traditionen hat auch die geschichtliche Gestalt der Patronin Hl. Agatha, Jungfrau und Märtyrerin (das liturgische Fest wird am 5. Februar
gefeiert) die Verehrung und Verbundenheit der Leute mit ihrer Kirche verstärkt: die Hl. Agatha
ist in der Tat die Schutzpatronin der weiblichen Welt. Sie wird angerufen um Heilung von
Brustkrebs zu erflehen, jedoch auch bei Unwetter, Erdbeben und Bränden. Die Kultstätte gliedert
sich daher mit Recht in einen geschichtlichen, künstlerischen und religiösen Kontext und verdient unsere Aufmerksamkeit, denn sie zeigt sich den Gläubigen und Besuchern stets in ihrem
besten Licht, um Bewunderung und innere Freunde zu erwecken gegenüber dem, was sie uns
hier offenbart. Mit grosser Freude nehmen wir daher die Möglichkeit zur Veröffentlichung
dieses Leitfadens an und begleiten ihn mit dem Wunsch, dass er die Kenntnis der lokalen Geschichte und Traditionen verbreiten möge in der Gewissheit, dass unsere festen und tief verzweigten kulturellen und religiösen Wurzeln die grundsätzliche Voraussetzung bilden, die Zukunft in Angriff zu nehmen, ohne dabei jedoch die echten Werte aus den Augen zu verlieren.
Don Bartolomeo Franzi
Pfarrer von MOLTRASIO
URSACHEN UND KRITERIEN
Mit diesem neuen monographischen dreisprachigen Broschüre, welcher der von Iubilantes seit dem
Jahre 2002 herausgegebene Sammlung, die den Kultstätten am Comer See gewidmet ist, folgt,
führen wir die Behandlung der romanischen Kirchen an der antiken Via Regina fort. Ein Thema, das
bereits für das Gebiet am oberen Teil des Comer Sees behandelt und auf das Gebiet Comer
See/Intelvi Tal ausgedehnt wurde; ein Territorium, das dank seiner Magistri Comacini Wiege und
Antriebskraft der romanischen Ausdrucksform als solche war. Diese Broschüre führt die editorische
Strategie der Sammlung fort: sie soll eine leicht zugängliche kostenlose Dokumentation mit Kurzbiografie sein, mit essentiellen, doch zugleich erschöpfenden und aktuellen Informationen zu den
Bauwerken; sie soll ein europäisches Publikum ansprechen und darüber hinaus den örtlichen
Traditionen und dem Bestreben, Kirchen und Wallfahrtsstätten durch ihre Einbeziehung in das Netz
geschichtlicher, geographischer und devotionaler Hintergründe, durch die sie entstanden, neues
Leben verleihen. Wir danken Agata Turchetti und Chiara Frigerio, Autorinnen der Texte, Architekt
Giorgio Costanzo, Autor des graphischen Projekts, Nunziatina Ena für die operative Unterstützung
und allen anderen, die an der Realisierung dieser Broschüre mitgewirkt haben. Vor allem aber
danken wir dem Regionalrat der Lombardei, der Provinz Como, der Pfarrei und der Gemeinde von
Moltrasio, die unsere Bemühungen zur Wiederbelebung des ausserordentlichen Reichtums an Kunstschätzen, an Glauben und Überlieferungen des Gebiets am Comer teilen und unterstützen.
Ambra Garancini
Präsidentin IUBILANTES
Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS
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1. DER ORT MOLTRASIO
Die Gemeinde Moltrasio befindet sich an der westlichen Seite des ersten
Beckens des Comer Sees, verstreut auf die steilen Hänge der Berge Bisbino
und Poncione della Costa. Dichte Vegetation, welche heute einen Grossteil
des Bodens von Moltrasio bedeckt, wechselt häufig mit felsigen Abschnitten:
zwischen den in Richtung See abfallenden Steilhängen sind kahle Stellen
sichtbar, die wie Wunden vom tausendjährigen Abbau des Kalksteins, des
sog. Moltrasio Kalksteins, zeugen.
Offizielle Dokumente belegen, dass die Anfänge dieser Ortschaft bis weit in
die Geschichte zurückreichen: im XII. Jh. war der Ort bereits freie Gemeinde.
Im oberen Teil von Moltrasio befindet sich der dicht besiedelte Ortsteil
Tosnacco, von wo aus die Wege in die Berge führen. In dieser Ortschaft
wurde unmittelbar nach dem zweiten Weltkrieg die liebliche Kirche mit der
Weihe an die Madonna Regina Pacis errichtet.
Die Ortsmitte, Borgo genannt, liegt im Gegensatz zu anderen Gemeinden am
Comer See, nicht am Ufer, sondern befindet sich auf halber Anhöhe, quasi
festgeklammert an den steilen Ufern des Sturzbachs Pizzallo, der das
Vesporina Tal mit tiefen Schluchten durchzogen hat und nach Zusammenfluss
mit dem Wasserlauf Arboscello in den See mündet.
In der Ortschaft befindet sich die Pfarrkirche Hl. Martin: eine notarielle Urkunde bestätigt ihr Vorhandensein im ursprünglichen Dorfkern bereits im Jahre
1214. Zwischen dem XVI. Jh. und XVII. Jh. wurde die Kirche verändert und
im XVII. Jh. mit Stuckarbeiten von Giuseppe Bianchi aus Moltrasio bereichert,
der beim Bau des Doms in Como mitwirkte. Im XVII. Jh. vervollständigten die
Gebrüder Recchi, der Fiamminghino (Giovanni Mauro della Rovere) und die
Maler der morazzonianischen Schule die Kirche Hl. Martin auch mit Fresken.
Unter den Werken kann man im Innern ein wertvolles Polyptychon von Alvise
Donati aus dem Jahre 1507 bewundern. Bis 1936 besass das Gebäude keine
Fassade, da der nördliche Teil mit dem Eingang an das über einem Bogengang
errichtete Gemeindehaus, Coperto genannt, angrenzte, wo ab dem XIII. Jh. Gemeindeversammlungen stattfanden. 1936 wurde der damalige Gemeindesitz
abgerissen und die derzeitige Fassade gebaut.
Lässt man die Pfarrkirche zurück und geht in südöstlicher Richtung auf der
jetzigen Via Regina am See entlang hinunter, erreicht man das aus dem XV.
Jh. stammende Oratorium Hl. Rochus, welches zur Barockzeit erneuert wurde
und durch einen Bogengang mit dem historischen Hotel Post verbunden ist.
Das Innere, ein einschiffiges Kirchenschiff, weist einen Haltar auf mit einer
Freske von Giovanni Paolo Recchi die Jungfrau mit Kind zwischen den
Heiligen Rochus und Sebastian.
Steigt man erneut in Richtung Dorf hinauf und geht in Richtung des Ortsteils
Vignola weiter, kommt man zur Villa Passalacqua, einem eleganten Beispiel
neoklassizistischer Architektur. Ein erster in Besitz der Familie Odescalchi
befindlicher Teil des Gebäudes wurde in der zweiten Hälfte des XVIII. Jh. an
die Grafen Passalacqua verkauft, die es nach einem Projekt des Architekten
Carlo Felice Soave erweiterten und ihm das heutige Aussehen mit einem
Park und zum See hin abfallenden Terrassierungen verliehen. Zwischen 1829 und 1833
war der Komponist und Musiker
Vincenzo Bellini Gast dieser
Villa. Neben dem eleganten
Wohnsitz des XVIII. Jh. befindet
sich längs der antiken Via Regina
die Kirche Hl. Agatha, einer der
ältesten am Comer See, und ein
kleines Meisterwerk romanischer
Baukunst, das den Moltrasiern
Moltrasio, Kirche Hl. Agatha: Aussen
besonders am Herzen liegt.
12
2.0 DIE KIRCHE HL. AGATHA
2.1 GESCHICHTE
Die Verehrung der Heiligen Agatha hat in Moltrasio weit zurückliegende Ursprünge: ein Beweis dafür ist ein aus dem Jahre 1197 stammendes Dokument,
in dem eine im Ort tätige karitative Hilfsorganisation mit der Bezeichnung
Lumineria oder Elemosina erwähnt wird, die gerade der jungen sizilianischen
Märtyrerin des III. Jh. geweiht war. Die Erwähnung der im Jahre 1911 zum Nationaldenkmal erklärten Kirche Hl. Agatha erfolgte erstmals in einem Kaufvertrag aus dem Jahre 1215. Einige antike Quellen bezeichnen sie als die erste
Pfarrkirche von Moltrasio, noch vor der von Hl. Martin.
Das Gebäude hat mindestens zwei Bauabschnitte gehabt: ursprünglich einschiffig
mit späterer Erweiterung durch das südliche Kirchenschiff in Richtung See. Einige Hinweise lassen jedoch vermuten, dass zwischen diesen beiden Abschnitten
ein dritter stattfand, der in der Hinzufügung der ersten Spannweite des Hauptschiffes bestand. Es ist anzunehmen, dass die erste Phase, zu dem auch der Glockenturm gehört, in der zweiten Hälfte des XI. Jh. erfolgte, während der Zeitpunkt der anschliessenden Erweiterungen nicht genau festzulegen ist, aber mit
Sicherheit nicht später als Ende XIV. Jh. - Anfang XV. Jh. erfolgte.
Während des XVI. Jh. erfuhr die Kirche bedeutende Veränderungen. Im Innern wurden die Fresken entfernt und die Fassade rot übermalt mit dem heute
nicht mehr sichtbaren Bildnis der heiligen Patronin. Einige Fenster wurden
ausgefacht und der Fussboden des Presbyteriums des Hauptschiffs erhöht. In
der ersten Spannweite des Hauptschiffs verschwand der Altar des Heiligen
Gotthard, Schutzpatron der Händler, dessen Kult an den wichtigsten Verbindungsstrassen im Alpengebiet verbreitet ist.
Vom XVII. Jh. an verfiel die Kirche nach und nach und diente wiederholt
während der Epidemien sogar als Lazarett. Trotzdem blieb die Verehrung der
Bevölkerung weiterhin unverändert stark: Zeugnis davon gibt die Gründung der
“Società” (Konfraternität) des Allerheiligsten Sakraments, sowie die Absicht
der Familie Odescalchi, dort eine Kapelle zu errichten. Dieser Familie gehörte
nämlich bis 1756 das Iuspatronat der Kirche, als es im Anschluss daran in die
Hände der Familie Lucini Passalacqua überging, die Besitzer der daran angrenzenden Villa geworden waren. In der Kirche Hl. Agatha waren mindestens
bis zum XVIII. Jh. während der Kirchenfeste des Ortes, jeweils am Feiertag
von Hl. Martin (11. November) und Hl. Agatha (5. Februar) zwei Kanoniker
der Kathedrale von Como zum Zelebrieren der Eucharistie in Hl. Agatha
anwesend als Erinnerung an die geschichtliche Verbindung der Kirche mit
dem Kapitel in Como. Der derzeitige Kirchplatz diente ehemals als Friedhof.
Einige bedeutende Familien aus Moltrasio hatten jedoch die Möglichkeit, ihre
Verstorbenen im Innern der Kirche beizusetzen. Zur Zeit ist nur eine einzige
Grabplatte vor dem Hauptaltar im Fussboden sichtbar: die Inschrift «D L P»
bezeichnet mit grosser Wahrscheinlichkeit die Familie Della Porta. Unter dem
Fussboden befinden sich weitere antike Gräber, unter denen ist das
bedeutendste in einem drei Meter tiefen Raum. Im Laufe des XX. Jh. wurde die
Kirche verschiedenen Restaurierungsarbeiten unterzogen, sowohl zur Konsolidierung der Struktur, als auch um die Fresken nach Jahren des Verfalls instand zu setzen. Da jedoch nur wenige Zeugnisse der alten Malereien gerettet
werden konnten, entschied man sich für eine neue Dekoration der Kirche. Im
Jahre 2006 erfolgte eine weitere, von der Gemeine und der Pfarrei Moltrasio
mit der grosszügigen Beteiligung der Bevölkerung angeregte, sorgfältige Restaurierung, hauptsächlich der inneren und äusseren Fresken der Kirche, die zu
bedeutenden Entdeckungen führte. So wurde die kleine Kirche erneut zum
Gegenstand der Bewunderung und Verehrung der Bewohner und der Besucher.
2.2 AUSSEN
Die Kirche erhebt sich in einem abgezäunten und von einem Tor verschlossenen Bereich. Rechts davon befindet sich eine antike Ossarium-Kapelle, die heute der
Madonna delle Grazie (Bildnis des XIII. Jh.) geweiht ist. Die Apsiden der Kirche sind
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in östliche Richtung ausgerichtet, die Fassade in westliche, der südliche Teil zum See
und der nördliche Teil zum Berg hin. Die antike Via Regina, die sich teilweise unterhalb der heutigen Strasse befindet, führte unweigerlich entlang des nördlichen Teils
der Kirche, wo zwei zugemauerte Türen und zwei Fresken sichtbar sind. Die erste
Malerei über der ersten Seitentür ist in einer Nische eingeschlossen, die am oberen
Teil mit drei Hängearkaden unter dem unteren Dachvorsprung abschliesst und das
Martyrium der Heiligen Agatha darstellt. Die Patronin der Kirche in der Mitte der
Komposition mit zwei Männern an der Seite dargestellt, die ihr mit Zangen die
Brüste abreissen. Die seitlichen Hängearkaden weisen Dekorationen von stilisierten
vierblättrigen Korollen auf, während an der rechten Seite und darunter eine
Umrandung aus Weinstocktrieben verläuft. Die stark beschädigte und unvollständige
Freske wurde mit Sicherheit verschiedentlich übermalt, wodurch eine genaue
Datierung schwierig, wenn nicht unmöglich wird. Die zweite Freske rechts davon ist
grösser und von anderen Verzierungen umgeben; sie stellt den Heiligen
Christophorus in frontaler Stellung mit einem Palmzweig in der rechten Hand dar.
Der Heilige trägt eine mit Edelsteinen besetzte Krone und auf der linken Schulter das
Christkind, dessen rechte Hand zum Segnen erhoben ist und in der linken eine Rolle hält, auf der man die Inschrift erkennt:
«CRISTO / FORI SCI / SPECIEM / Q CONQV
()». Die Freske könnte wegen der vorhandenen
byzantinischen Merkmale und der erlesenen
Ausführung aus dem XIII. Jh. stammen.
Wegen ihrer grossen Ausmasse war es für die
Reisenden, welche über die antike Via Regina
zogen, von weitem erkennbar. Der Volksüberlieferung nach sollte es sich bei dem Heiligen
um einen Riesen gehandelt haben, der den
kleinen Jesus auf seinen Schultern über die
Wasser getragen hätte. Der Hl. Christophorus
war einer der im Mittelalter am meisten verehrten Heiligen, und seine Verehrung sowohl
im Orient als auch im Abendland weit verbreitet. Er war der Schirmherr der Pilger, und
aus diesem Grunde malte man sein Bildnis
Moltrasio, Kirche Hl. Agatha:
häufig aussen an Kirchen und DurchfahrtsHl. Christophorus
orten, so wie auch in Moltrasio.
Der Teil zwischen den beiden Fresken ist in Kassetten aufgeteilt: im oberen ist eine
Dekoration in Stuckmarmor sichtbar, während im unteren noch bis vor kurzer Zeit
eine kniende weibliche in weiss gekleidete Gestalt mit Kopfbedeckung erkennbar
war, bei der es sich um eine Nonne der Moltrasier Ordensgemeinschaft der Umiliate
handelt. Der hohe, schlanke Glockenturm ist in die nördliche Seite der Kirche
eingefügt. Mit quadratischem Grundriss ist er in fünf Ordnungen aufgeteilt, jede auf
den Seiten verziert durch einen Fries Hängearkaden, auf der ersten Etage in Dreiergruppen und in den Nachfolgenden in Vierergruppen. Die in der ersten Ordnung
fehlenden Öffnungen werden nach und nach in den anschliessenden grösser, bis hin
zu den zweiteiligen Fenstern der fünften Ordnung. Die dissymmetrische
Hüttenfassade ist innen in zwei Kirchenschiffe moduliert. Der dem Hauptschiff entsprechende vorspringende und von Hängearkaden dekorierte Teil weist über einem
Dreibogenfenster ein heute noch sichtbares Okulus-Fester auf, das ausgefacht und
zum grossen Teil abgerissen wurde, um Platz für den heutigen Eingang zu schaffen.
Diese Tür ist nicht die einzige an der Fassade: eine andere kleine gemauerte Tür
befindet sich in der Mitte der Wand auf der Höhe des kleinen Schiffs. Weiterhin
öffnet sich an der Fassade, auf der Höhe des Dachgeschosses des kleinen Schiffs ein
rechteckiges Fenster. Die Südseite wird von kräftigen Strebefeilern gegliedert und
weist einen Eingang und zwei mit einem Lehrbogen versehene und mit Sicherheit
umgearbeitete Fenster auf. Eingefügt in das Mauerwerk sind unter diesen Fenstern
zwei Bögen sichtbar, die zum Teil von flachen Mauern umgeben sind und als Sitzbank dienen. Im Jahre 1854 malte Giovanni Darif in die äussere Lünette über dem
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Seiteneingang die Madonna mit Kind und Johannesknaben. Der Meister dekorierte
ebenso die am Kirchplatz liegende Grabkapelle der Familie Lucini Passalacqua. In
der Zone der Apsis ist der dem Hauptschiff entsprechende Teil sowohl an der Wand
als in der Apsis von kleinen Bogen geschmückt. Die Bogen der Apsis sind von
Dreiergruppen zarter Lisenen gegliedert. Der dem kleinen Kirchenschiff entsprechende Abschnitt ist dagegen nicht dekoriert.
2.3 INNEN
Jede der beiden mit Apsiden versehenen internen Schiffe ist in drei Gewölbefelder
aufgeteilt, bedeckt von spitzbogigem Kreuzgewölbe und skandiert von Arkaden, die
von kräftigen kreuzförmigen Pfeilern gestützt werden mit kaum angedeuteten Kapitellen aus unbehauenem Stein. Rechts vom Eingang, zu Beginn des ersten
Gewölbefelds des kleinen Schiffs, könnte das Vorhandensein eines Doppelbogens,
welcher die Grösse der Öffnung zwischen den beiden Schiffen reduziert, sowie auch
das Detail des ins Mauerwerk eingelassenen Kreuzes auf eine besondere Verwendung dieses Teils der Kirche deuten: es ist in der Tat nicht auszuschliessen, dass
der Bogen mit Genehmigung von Bischof Archinti im Jahre 1619 verändert wurde,
um zum Eingang der Kapelle von Tommaso Odescalchi zu werden; eine Veränderung, die im Anschluss daran jedoch nicht mehr urkundlich belegt wurde.
Der Fussboden besteht aus Steinplatten aus Moltrasio Naturstein; es handelt
sich zum grössten Teil noch um den originalen Steinfussboden. An der linken
Seite des ersten Gewölbefelds steht eine moderne Holzfigur der Hl. Agatha.
Vom ältesten, auf die romanische Epoche, in der die Kirche gebaut wurde, zurückgehenden Malereizyklus künden heute nur noch wenige Spuren, die in den Freskenfragmenten des Hauptschiffes, dem ältesten Teil, noch erkennbar sind. Die an der
südlichen Wand vor der Apsis befindlichen Überreste stellen Drei Persönlichkeiten
dar: eine davon gekrönt auf einem Thron, während es sich bei den anderen, in
neuerer Zeit während der Renovierungsarbeiten am Kreuzgewölbe des Hauptspannfelds, in unmittelbarer Nähe der Halbkuppel der Apsis entdeckten, um Darstellungen von Engeln, wellenförmigen Motiven und geometrischen Verzierungen
handelt. In der Halbkugel der Apsis, eine Dekoration von dem aus Uggiate Trevano
stammenden Maler Torildo Conconi, die im Zuge der Renovierungsarbeiten im
Jahre 1950 entstand. Es handelt sich um eine Graffittechnik in Gold mit Akanthusrosettenranken in Anlehnung an die Dekoration
der Halbkugel der Apsis der frühchristlichen Basilika
von Santa Maria Maggiore in Rom. Aus den Händen
des Meisters Conconi stammt ebenso die Dekoration
des Kreuzes, auf welches das aus der Renaissance
stammende Holzkruzifix angebracht wurde, das im
Presbyterium über dem Altar hängt. Der Altar ist
ebenfalls Werk von Conconi. Vom Hauptschiff
erreicht man die Sakristei.
Im kleinen Schiff befinden sich andere aus der
Epoche zwischen dem XIV. Jh. und XVI. Jh.
stammende Fresken, die nicht zu einem zusammenhängenden Malereizyklus gehören, sondern
bei denen es sich um einzelne Votivbilder handelt,
die Zeugnis abgeben von der Verehrung seitens der
Bevölkerung. Die Aussage von Bischof Archinti, der
in den Berichten seines Pastoralbesuchs aus dem
Jahre 1597 die Verehrung der Moltrasier für diese
Kirche erwähnt und die sich daraus ergebenden
Notwendigkeit zur Restaurierung, um dort die Liturgie zelebrieren zu können lässt vermuten, dass es
in der Kirche zahlreiche Votivbilder wie diese gab, die
ohne bestimmte Ordnung, eins an das andere gesetzt
und über den ursprünglichen romanischen FreskenMoltrasio, Kirche Hl. Agatha:
Hl. Brigida von Kildare
zyklus gemalt wurden. Die Freske an der Laibung
15
des dritten Bogens stellt eine stehende Heilige im Nonnengewand dar, die in der
rechten Hand einen Körner (?) und in der linken einen Teller hält, auf dem sich
zwei Augen befinden. Das Nonnengewand und die Inschrift über der Freske weisen
sie als die Heilige Brigida von Kildare aus, eine irländische Äbtissin, die zwischen
dem V. Jh. und VI. Jh. gelebt hat. Unter dieser aus dem XIV.- XV Jh. stammenden
Freske befindet sich ein polygonales hölzernes Zyborium aus dem XVI. Jh.
Während der 2006 stattgefundenen Restaurierungsarbeiten der Halbkuppel der
Apsis kam eine Freske mit der Darstellung Christus Pantocrator zwischen dem Hl.
Rochus und dem Hl. Antonius Abt ans Tageslicht in einer ikonographischen Ordnung, in der sich traditionelle und ungewöhnliche Elemente miteinander verflechten. Christus wird hier traditionsgemäss in segnender Stellung in einer
Mandorla sitzend dargestellt, in der linken Hand ein Buch, in dem ein Teil der Inschrift lesbar ist: «...LUX / MUNDI /VIA / VERI / TAS ET / VITA ()». Christus ist
jedoch ungewöhnlicherweise als Greis dargestellt, eher der üblichen Darstellung
des Gott Vaters ähnlich. Der Hl. Rochus zeigt sich wie üblich mit Pilgerweste und
Pilgerstab und trägt ebenfalls etwas Ungewöhnliches: einen mit labyrinthischen
Motiven verzierten Gegenstand (eine Feldflasche?), ein antikes Symbol der Pilgerfahrt. Die Freske zeigt bemerkenswerte Übereinstimmungen mit der Malerei von
Giovanni Andrea De Magistris, einem im ersten Viertel des XVI. Jh. im Gebiet von
Como und der Valtellina tätigen Maler. Bei der restlichen Dekoration des Schiffes
überwiegt das marianische Thema. Unter der Halbkuppel der Apsis eine herrliche
Thronende Madonna mit dem Heiligen Kind auf dem Schoss mit zum Segnen erhobener Hand. Die Charakteristik dieses Werks, das dem aus Torno stammenden
Künstler Bartolomeo de Benzi (Anfang XVI Jh.) zugeschrieben werden kann,
verbinden es mit den in der Diözese von Como im XVI. Jh. weit verbreiteten Darstellungen thronender Madonnen des XVI. Jh.
In der Mitte der Apsis steht die wertvolle aus dem XIV. Jh. stammende Holzfigur Madonna mit Kind, bei der es sich um eine Gabe aus privater Hand
handelt. Die Statue findet als Mystische Rose Verehrung.
An der südlichen Wand, unmittelbar an der Apsis schliesslich die aus dem XVI. Jh.
stammende Freske die Milchmadonna, eingerahmt in einen aus einer späteren
Epoche stammenden Stuckrahmen. Das sehr beschädigte Gemälde wurde mehrmals überarbeitet, was nicht einmal mehr die originale Ikonographie genau datierbar macht: wenn der Gelehrte Gerola 1910 bestätigte, dass das göttliche Kind einen
kleinen Vogel in der linken Hand gehalten habe, so ist der Vogel heute nicht mehr
sichtbar. Die antike und speziell weibliche Verehrung der Virgo lactans verbindet
sich sehr gut mit der Weihe der Kirche an einen weiblichen Schutzpatron.
Mit grösster Wahrscheinlichkeit sind die während
der letzten Renovierungsarbeiten am Gewölbe
des kleinen Schiffs entdeckten geometrischen Verzierungen
dem Maler Giuseppe
Maggi aus Carate zuzuschreiben, der in
der Kirche zu Beginn des XX. Jh. tätig war, sowie auch
die Dekoration am
Bogen des ersten
Kreuzgewölbes des
Hauptspannfelds
gegenüber
dem
Eingang mit der
Darstellung einer
Hand,
seitlich
eingerahmt von
Sonne und Mond
Moltrasio, Kirche Hl. Agatha: die Apsiden
mit Pflanzenmotiven.
16
FOREWORD
In our small village many places and traditions remind us of our history. Among the churches
that are present in our territory, S. Agata (St. Agatha) is undoubtedly a little Romanesque jewel
that we are very proud of. The fact that all our villagers have actively contributed to the recent
restoration work of the church is in itself a sign of deep affection and devotion. The people of
Moltrasio have venerated this holy place for centuries, and this is the main reason why it is still
with us today. It is with sincere gratitude that we welcome the project brought forward by Iubilantes; we believe that this brochure dedicated to the church of St. Agatha will help visitors,
while absorbed in prayer and meditation, to “listen” to the stories that connect this church to the
people of Moltrasio. Keep the memory and circulate knowledge!
Maria Carmela Ioculano
Mayor of MOLTRASIO
Claudia Porro
Municipal Councillor for Culture
Moltrasio is a village that offers its inhabitants and the many people who visit or stay for a holiday period all that you may wish or think valuable: the blue of its sky and lake, the green of the
hills surrounding it, the scene of villages scattered on the lakeshores (a “flock of grazing sheep”
as Manzoni put it!) and the splendour of art, albeit “minor”, as it has been defined. The Romanesque church of St. Agatha, located at the centre of the town, beside the famous Villa Passalacqua, is the most beautiful evidence and most effective testimony of the above.
What is there to find and discover by visiting this church? First and foremost, the natural context, with the wonders of creation making a splendid background to the church: were it not located here, it would probably lack something important. We are then invited to listen to the “song
of the church stones”, and the many stories they have to tell us. With their harmonic disposition
they immediately introduce us to the distinctive Lombard Romanesque style, made of walls in
local stone, arches, two-light and single-light windows, bringing elegance and variety to the
structure. What we know about the art of this church suggests another reflection: it is impossible, for us today, to admire the monument that is welcoming us without going back with our
memory and faith to past centuries. The church of St. Agatha was the first religious centre for
the Community of Moltrasio, it is here that the Christian congregation met for celebrations; what
is more, the dead were buried outside the church and, in certain periods in time, the building itself was used as a lazar house during devastating plagues.
Along the path of Christian faith and tradition, the historic figure of Patron Saint Agatha, virgin and martyr (her liturgical feast falls on the 5th of February), has enhanced the devotion of
the people and their attachment to the church, too: St. Agatha, in fact, is the Patron saint of the
feminine world, she is invoked to protect from breast cancer, but also from bad weather, earthquakes, fires. It is only right, then, that this church has been included in a historic, artistic and
religious itinerary, and that care shall be taken to ensure that worshippers and visitors may always find it at the peak of its form, so as to make everyone feel admiration and inner joy for what
this church helps to discover and contemplate. We are very glad this booklet is being published,
and we wish that it will help promote the knowledge of our local history and traditions, convinced, as we are, that our cultural and religious foundations are well rooted, and that they have
a fundamental role in helping to tackle the future and achieving whatever progress is necessary,
without having to leave any authentic values behind.
Don Bartolomeo Franzi
Parish Priest of MOLTRASIO
REASONS AND CRITERIA
To this new monographic trilingual guide, which continues the series initiated by IUBILANTES in
2002, and is dedicated to holy places in the Como area, we entrust the task of resuming the documentation of Romanesque churches along the “old” Regina State Road, which begun in Upper Lake
Como and was later extended to the Lario-Intelvese territory; this area, through its “Magistri Comacini” artists, was the cradle and driving force of the Romanesque language itself. The editorial
choices of the collection have been maintained unchanged: its function as means of agile documentation, able to provide basic but comprehensive and updated information on the monuments visited, its essential bibliography, its free distribution, its being aimed to a European public, its taking
interest in local traditions, its commitment to bring churches and sanctuaries to life, including them
into the fabric of historical, geographical and devotional reasons which determined their birth.
We would like to thank Agata Turchetti and Chiara Frigerio, the authors of the texts, architect
Giorgio Costanzo, the author of the graphics project, Nunziatina Ena for operational assistance, and all those who collaborated in the creation of this booklet. But, most of all, we would
like to thank the Lombardy Regional Council, the Como Provincial Council, the Parish and the
Municipality of Moltrasio, who share and continually support our commitment in revitalizing
the extraordinary heritage of the art, faith and traditions of the lands of Lake Como.
Ambra Garancini
President of IUBILANTES
Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS
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1. THE VILLAGE OF MOLTRASIO
The Municipality of Moltrasio is located on the western shore of Lake Como’s
first basin, scattered along the steep slopes of mounts Bisbino and Poncione della Costa. Among the thick vegetation that nowadays covers much of Moltrasio’s
soil one can detect frequent intrusions of rock: gashes caused by the extraction
of the so called Moltrasio limestone - an activity carried out in this area for
thousands of years - emerge between crags, which chase each other down towards the lake.
Notarial documents state that origins of this centre are very old: in the 12th century it was already a free town.
The upper part of Moltrasio consists of the populated hamlet of Tosnacco, from
where the roads leading to the hilltops depart. The lovely church dedicated to Our
Lady Regina Pacis was built here immediately after the second world war.
The central part of the town is called Borgo and, unlike other Municipalities of lake
Como, is not located near the shore but on the hillside, almost perched on the sides
of the steep bed of torrent Pizzallo, which, after engraving the Vesporina Valley
with deep throats and receiving the waters of another stream, the Arboscello, finally
flows into the lake.
Borgo hosts the Parish Church of S. Martino (St. Martin): according to a notarial deed its original nucleus was built in 1214. Between the 16th and 17th centuries the church was modified, and in the 17th century it was enriched with
stuccos by Giuseppe Bianchi of Moltrasio, who also worked for the Cathedral
in Como. In the 17th century the church of St. Martin was embellished with
frescoes by the Recchi brothers, the Fiamminghino (Giovanni Mauro della
Rovere), and painters influenced by the Morazzone. Among the works of art
that can be admired inside the church there is a valuable polyptych made by
Alvise Donati in 1507. Until 1936 the building was left without a façade, as the
north side, where the entrance was located, was attached to the Town Hall,
erected above a portico, called the Coperto (Covered), where municipal meetings were being held since the 13th century. In 1936 the Town Hall was demolished and the façade of the church was built.
Leaving the Parish Church behind and descending south-eastwards along the lake
on the “new” Regina State Road you will find the 15th century Oratory of S. Rocco (St. Roch), renovated in the baroque period. The building, with polygonal apse,
is connected through a portico to the historic Posta Hotel; inside the single-nave
oratory, the altar hosts a fresco by Giovanni Paolo Recchi depicting the Virgin with
Child between Saint Roch and Saint Sebastian.
By going back uphill to the Borgo and towards the Vignola hamlet you will find
Villa Passalacqua, a refined example of neoclassical architecture. The original
building, owned by the Odescalchi family, was transferred in the second half
of the 18th century to counts Passalacqua, who, further to a design by architect
Carlo Felice Soave, made a number of additions, thus bringing it to its current
state, with a large garden with terraces. gradually descending to the lake. The
composer and musician Vincenzo Bellini spent time at the villa between 1829
and 1833. Beside the elegant 18th century mansion, on the “old” Regina State
Road, stands the church of S. Agata (St. Agatha), one of the oldest churches of
Lake Como, a small jewel of Romanesque art, deeply cherished by the Moltrasio community.
2.0 THE CHURCH OF ST. AGATHA
2.1 HISTORY
The origins of the cult of St. Agatha in Moltrasio are very old: according to a document dated 1197, a charitable and welfare institution, called Lumineria or Elemosina, dedicated to the young 4th century martyr, was active in the village at the
time. The church of St. Agatha, declared National Heritage in 1911, is mentioned
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for the first time in a purchase and sale transfer in the year 1215. Ancient sources
indicate that it was the first Parish Church of Moltrasio, before St. Martin’s.
The building of the church was carried out in two stages, if not more: originally a
single hall, it was later enlarged by adding the south aisle, facing the lake. However, it would seem that a third intervention occurred between these two, consisting of the addition of the first span of the nave. It would seem likely that the first
nucleus, including the bell tower, was built in the second half of the 12th century,
while the exact dates of the extensions are difficult to assess, although they were
certainly not constructed after the end of the 15th - beginning of the 16th century.
Moltrasio: the church of St. Agatha
In the 16th century major changes were made to the church. The inner frescoes were
eliminated and the façade with the effigy of St. Agatha, currently not visible anymore, was painted red; some windows were walled up and the nave presbytery
floor was heightened; the altar of St. Gotthard, patron saint of trade, the cult whereof is widespread along the main ways of communication of the alpine regions, was
eliminated from the nave’s first span.
From the 18th century onwards the church was gradually abandoned and was repeatedly used as a lazar house during plagues. Nonetheless, the people continued
to show great devotion: evidence of this devotion lies in the establishment of the
“Society” (Confraternity) of the Blessed Sacrament, and the intention by the
Odescalchi family to build a chapel. The Odescalchis had a right of patronage over
the church until 1756, when it was transferred to the Lucini Passalacqua family,
who became the owners of the adjacent villa. At least until the 18th century, during the church village fairs, respectively held on the feast of St. Martin (11th November), and the feast of St. Agatha (5th February), two Canon Priests from Como Cathedral were present in the church of St. Agatha to celebrate religious functions, in remembrance of its dependence from the Como Chapter.
The area that is now the churchyard was used as a cemetery, however, a few important Moltrasio families had the possibility of burying their dead inside the
church. At present, only a tombstone, inserted in the floor before the main altar,
is visible: the «D L P» inscription probably refers to the Della Porta family. Under the floor there are other tombs, the most significant of which is a three meter deep chamber.
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In the 20th century the church underwent a number of restorations aimed at consolidating its structure and recovering the frescoes after years of abandon.
However, it was possible to save just a fraction of the old paintings, and it was
then resolved to redecorate it. In 2006 a new and accurate restoration work, promoted by the Municipality and Parish of Moltrasio, with the generous contribution of the villagers, and regarding in particular the inner and outer frescoes,
led to important findings, and bringing the small church back to the admiration
and devotion of the people of Moltrasio and visitors alike.
2.2 EXTERIOR
The church is located within an enclosed area. On the right of the fence that
guarantees access to this area there is an old chapel-ossuary, now dedicated to
Our Lady of Graces (14th century effigy). The orientation of the church is such
that the apses face eastwards, the façade westwards, the south side faces the
lake, and the north side faces the hill. Anyone travelling on the “old” Regina
State Road could not avoid passing beside the north flank, which is now partly below the level of the current road, and is characterized by two walled doors and
two frescoes. The first fresco, located above the first
side door and enclosed in a
niche surmounted by three
under-eaves hanging arches,
portrays the Martyrdom of
Saint Agatha. The saint is
placed at the centre of the
fresco, with one man on each
side cutting off her beasts
with pliers. The lateral undereaves hanging arches are
decorated with stylized four
petal corollas, while a phytomorphic cornice runs on the
right and below. The incomplete and damaged fresco has
quite obviously been repainted many times, thus it is difficult, if not impossible, to
understand exactly when it
Moltrasio, St. Agatha’s church: the north flank
was made.
The second fresco, located on the right, is larger and framed by various friezes;
Saint Christopher is portrayed frontally, holding a palm in his right hand. The
Saint wears a gem-studded crown, and on his left shoulder carries Baby Jesus,
who blesses with his right hand, and with his left hand holds a scroll, carrying
the inscription: «CRISTO / FORI SCI / SPECIEM / Q CONQV ()». Due to its
Byzantine references and refined decoration, the fresco may date back to the
14th century. The dimensions of the image are quite big and must have been
clearly visible by travellers on the “old” Regina State Road, even from far
away. In fact, in accordance with popular tradition, the Saint was a giant who
carried baby Jesus on his shoulders across the river.
Christopher was one of the most venerated saints of the Middle Ages, and his cult
was widespread East and West; he was the patron saint of pilgrims and for this reason his effigy was often painted on the outside of churches and waypoints, as in the
case of Moltrasio.
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The space between the frescoes is divided into panels: in the upper panel a faux
marble decoration is still visible, while, until recently, a genuflected woman,
dressed in white and with her head covered, identified as a nun of the Moltrasio
Umiliate community, was visible in the lower panel. The soaring bell tower, which
shoots up from the north flank of the church, and is built on a square plan, is divided into five floors, each decorated on all sides by a frieze of hanging arches, in
groups of three on the first floor and groups of four elsewhere. The openings, which
are totally absent in the first floor, get gradually wider in subsequent floors, up to
the two-light window on the fifth floor.
The asymmetric gabled façade reflects the internal division of the church into a
nave and an aisle. The part corresponding to the nave, decorated with hanging arches, features an oculus located above a three-light window, still visible albeit having been walled up and substantially demolished to make space for the current entrance. This is not the only door on the façade: a second, smaller, walled door can
be found at the centre of the wall corresponding to the aisle. The final opening on
the façade is a rectangular window located under the roof of the aisle. The south
flank of the church is characterized by imposing buttresses and features an entrance
and two arched windows, which have clearly been modified at some later stage.
Although partly hidden by small walls used as benches, two arches are visible below these arches. In 1854 painter Giovanni Darif painted a Madonna and Child
with the young St. John in the external lunette above the side entrance. He also decorated the funerary chapel of the Lucini Passalacqua family, overlooking the
churchyard. In the apsidal area, the part corresponding to the nave is decorated with
small arches, both on the wall and on the apse; the apse arches are divided into
groups of three by thin pilaster strips. The part corresponding to the aisle has not
been decorated.
2.3 INTERIOR
The internal nave and aisle, both apsed, are divided into three spans covered by
round-arched cross vaults, characterized by arches supported by solid cross-shaped
pillars, with roughly sketched
raw stone capitals. To the right
of the entrance, at the beginning of the aisle’s first span,
the presence of a double arch
which reduces the dimensions
of the opening between the
aisle and the nave and the detail of the cross inserted in the
masonry may indicate that this
part of the church had a specific function: it may be in fact
that the arch was modified to
transform it into the entrance
of the Tommaso Odescalchi
chapel, that was authorized by
bishop Archinti in 1619 but on
which no other records have
been found.
Most of the Moltrasio stone
slabs which make up the floor
are still the ones laid down
originally.
A modern wooden statue of
Moltrasio, St. Agatha’s church: crucifix and apse
Saint Agatha may be seen on
half-dome decoration
21
the first span’s left wall. Very little remains of the cycle of paintings dating back
to the Romanesque period, at the time the church was built, which can be seen in
the fresco remnants of the older nave. The remnants on the south wall, just before
the apse, show Three characters, one of whom his enthroned and crowned, while
in those discovered on the cross vault of the main span during recent restoration
work, close to the half-dome of the apse, one can recognize angels, wave-like motifs and geometrical decorations. The half-dome of the apse hosts a decoration
made during restoration work in the year 1950 by restorer and painter Torildo Conconi, from Uggiate Trevano. The work, golden graffiti and a fresco with a repeated plant volute motif, takes inspiration from the apse half-dome decoration of the
Early Christian basilica of Santa Maria Maggiore in Rome. Master Conconi also
decorated the cross holding the Renaissance wooden crucifix hanging over the altar in the presbytery. The altar, too, is the work of Conconi.
The nave gives access to the vestry. The aisle hosts other frescos, made during a period between the 15th and 17th century. These works are not part of a unified cycle
of paintings but are isolated votive images, a result of popular devotion. The testimony by bishop Archinti, who, in the Acts of his Pastoral Visit in 1597 underlines
the devotion of the people of Moltrasio towards this church and the subsequent
need to restructure it so as to enable the celebration of mass, leads us to believe that
the church held many votive images such as these, placed one above the other without following any order, and painted over the original cycle of Romanesque frescoes.
A fresco on the intrados of the third arch portrays a Saint standing up, dressed as
a nun, holding a stiletto (?) in her right hand and a plate with two eyes in her left.
The habit and the inscription above the fresco identify her as Saint Bridget of Kildare, an Irish abbess who lived between the 6th and 7th century. A 16th century style
polygonal wooden ciborium, probably made between the 15th and 16th century, is
located under this fresco.
A fresco depicting Christ Pantocrator between Saint Roch and Saint Anthony
the Abbot and characterized by an iconography mingling traditional and unusual elements has resurfaced
during the restoration work of
2006. In fact, Christ is portrayed according to tradition,
i.e. seated in a mandorla, in a
gesture of blessing and holding in his left hand a book, part
of the inscription whereof is
visible: «...LUX / MUNDI
/VIA / VERI / TAS ET / VITA
()». However, unusually, his
features are that of an old man,
resembling God the Father.
Saint Roch, who, in the line of
tradition, wears pilgrim
clothes and holds a staff, holds
something unusual, too: an object (a hip-flask?) decorated
with a labyrinth motif, an ancient symbol of pilgrimage.
The fresco shows many similarities to the work of Giovanni Andrea De Magistris, a
painter active in the Como and
Valtellina area during the first
Moltrasio, St. Agatha’s church:
Our Lady of Milk
quarter of the 16th century.
22
The rest of the aisle’s decoration is dominated by the subject of Our Lady. Below
the half-dome of the apse there is a marvellous Madonna Enthroned holding the
Child in the act of blessing. The characteristics of this work of art, attributed to Bartolomeo de Benzi from Torno (beginning of the 17th century), share many similarities to the 16th century Madonnas Enthroned which are often to be found in the
Diocese of Como.
At the centre of the apse there is a valuable 14th century wooden statue of a
Madonna with Child. The generous gift of private collectors, it is venerated as a
Rosa Mystica.
On the south wall, close to the apse, there is a 16th century Our Lady of Milk fresco enclosed into a stucco frame of a later period. The painting, badly deteriorated,
was subject to numerous retouches, to the point that even the original iconography
is uncertain: for instance, scholar Gerola stated in 1910 that the Child held a little
bird in his hand, but this animal is no longer visible. The ancient and totally feminine cult of the Virgo Lactans matches well with the dedication of this church,
which is totally feminine, too.
Almost certainly the geometrical decorations discovered during the recent restoration work on the aisle vaults are by painter Giuseppe Maggi of Carate, who worked
in the church at the beginning of the 20th century. As is the decoration on the first
cross vault’s arch in the main span, in front of the entrance, portraying a hand with
the sun on one side and the moon on the other, and flower motifs.
Moltrasio, St. Agatha’s church: Madonna “Rosa Mystica”
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SOMMARIO
PREMESSA
RAGIONI E CRITERI
1. IL PAESE DI MOLTRASIO
2.0 LA CHIESA DI S. AGATA
2.1 STORIA
2.2 ESTERNO
2.3 INTERNO
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
pag. 1
pag. 2
pag. 3
pag. 4
pag. 4
pag. 6
pag. 8
pag. 10
INHALT
VORWORT
URSACHEN UND KRITERIEN
1. DER ORT MOLTRASIO
2.0 DIE KIRCHE HL. AGATHA
2.1 GESCHICHTE
2.2 AUSSEN
2.3 INNEN
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CONTENTS
FOREWORD
REASONS AND CRITERIA
1. THE VILLAGE OF MOLTRASIO
2.0 THE CHURCH OF ST. AGATHA
2.1 HISTORY
2.2 EXTERIOR
2.3 INTERIOR
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