SN numero 20 - Sport Nazionale

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SN numero 20 - Sport Nazionale
Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46) art. 1, comma 1 CNS-VE. Aut. Trib. VE n° 30 del 02/10/2006
bimestrale - n°20 - maggio/giugno 2010 - Euro 3,00
Formazione
le nuove frontiere
on-line
Turismo sportivo
una nicchia
in forte espansione
Obiettivo 3000
una proposta che
non si può rifiutare
4x4
Il fuoristrada
Abbonamenti - 5 copie € 10,00
10.677 copie di questo numero
spedite per abbonamento postale
SPORT NAZIONALE
In copertina atleta del C.N.S. FIAMMA
Stampato per conto del:
CENTRO SPORTIVO FIAMMA
SPORT NAZIONALE
ANNO VI Maggio - Giugno 2010
Numero 20
Direttore Responsabile:
Paolo Lazzaro
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Comitato di Direzione:
Fiorenzo Pesce, Vito Paragallo,
Roberto Avena, Antonio Albano,
Ilario Lazzaroni, Cesare Mevoli
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Fax 06 23328443
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SOMMARIO
7
9
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6 - Una dimensione internazionale
7 - Federalismo! E lo sport?
9 - Calcio femminile
Musica
10 - Artisti si nasce o si diventa?
4x4
12 - Storia WTI
14 - Fiamma fuoristrada
Storia
15 - Giovanna di Bulgaria
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40
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50
Sport
16 - La federazione italiana
17 - Difesa personale
19 - La Coppa delle nazioni
20 - Il pancrazio athlima rientra alle olipiadi
22 - Borsellino e Falcone
25 - Aida Guemati campionessa europea
26 - Alcune curiosità
28 - Una nuova fiera per il softair
29 - L a strada del floe et leo
30 - Facciamogli le scarpe
33 - Quelle strane armi ad aria compressa
36 - Corsa in montagna
Lavoro
39 - La formazione
Equitazione
40 - Norme comportamentali
43 - La protezione del cavallo sportivo
44 - Corso per tecico sportivo
45 - Viaggiare con il cavallo
48 - Raduno delle donne
Scuola
50 - Un tema scottante
4
04
EDITORIALE
Il consuntivo dell’anno appena trascorso si chiude con
segno positivo per gli obiettivi conseguiti. Attraverso
le nostre pagine offriamo eco alle attività del Centro
e le veicoliamo in ogni parte d’Italia. Esse, attraverso
la rivista, raggiungono anche le località minori o più
periferiche.
Portiamo le idee, le iniziative, la testimonianza di vita
e la voglia di essere propositivi di una classe dirigente
che ama ciò che fa, stimolata a proseguire su questo
cammino grazie ai consensi che trae quotidianamente
dalle nuove adesioni e dall’interesse verso le proprie
azioni.
Per certi versi ci sentiamo come rivista anticipatori delle iniziative del Centro. Sono datati solo pochi
mesi gli articoli che parlavano di Web Tv e della formazione off/on-line mentre ormai risale a oltre l’anno
il nostro primo intervento nel parlare del turismo sociale e sportivo.
Con piacere ci accingiamo ad annunciare che queste
tre iniziative che contribuiscono a rivestire una funzione di innovazione tecnologica per qualsiasi organizzazione, sono state ufficialmente adottate dal Centro e
rese operative, seppur nella loro fase embrionale.
Certamente ciascuna dovrà crescere, trovare la propria dimensione e proseguire in un percorso proprio,
in sinergia con le altre ma, l’aspetto che maggiormente può interessaci, sarà la loro capacità di coinvolgere
gli associati in una fattiva collaborazione, facendo
apportare a ciascuno di loro, il proprio bagaglio di
esperienze e conoscenze.
D’altronde gli scopi sono proprio questi: riuscire ad
interessare gli iscritti e coinvolgerli nella gestione
delle iniziative, nel tentativo d’offrire loro soluzioni
d’interesse personale e professionale. Ci sembra che
l’obiettivo sia conseguito egregiamente.
L’anno appena concluso ci ha anche regalato la realizzazione di due importanti testi: uno tecnico per il
softair, redatto da diversi autori che hanno sviluppato
tutte le tematiche di questa disciplina, riuscendo a far
emergere i suoi lati meno evidenti. Un testo che sta
divenendo un importante manuale per gli appassionati alle “prime armi”.
L’altro, tutto d’aspetto culturale, racchiude una raccolta di scritti e di discorsi di Beppe Niccolai che, a
vent’anni dalla sua scomparsa, sono di un’attualità
stravolgente. Redatto dal vicepresidente Vito Orlando, si è voluto richiamare alla memoria le origini del
nostro Centro, nato da uomini che, come Niccolai,
erano abituati a svestirsi degli interessi personali per
inseguire, nel rispetto della legalità morale e della
giustizia, i sogni di una gioventù piena di ideali e desiderosa di costruire una società migliore e giusta.
Lo spunto della presentazione del libro, consente ai
dirigenti, di essere presenti in molte città a parlare del
nostro Centro e di ciò che esso rappresenta.
La vera ricchezza di un’organizzazione è l’auto-
determinazione, cioè di essere libera e autonoma nelle sue scelte.
Ai meno attenti alla nostra vita associativa, queste potrebbero apparire più simili a dichiarazioni
d’intenti astratte, sul ciò che effettivamente vorremmo ma non possiamo.
Certamente avere obiettivi utopici può essere
facile ma non realistico in fatto del loro raggiungimento. Molto più attinente alla realtà è il desiderio di mantenere in attività un’organizzazione
e darsi degli obiettivi di crescita, sia per l’aspetto organizzativo che economico.
Questo è tutto ciò che abbiamo fatto in questi
due anni. Non voli pindarici ma, giorno dopo
giorno, costruito qualcosa d’importante, intervenendo laddove sembrava esserci una lacuna.
È stato un periodo difficile, nei rapporti umani,
continuamente attaccati e denigrati da una miriade di pseudo-sciacalli, che non avendo capacità propositive proprie, pensavano di sfruttare le
occasioni per ingrassare sulle nostre debolezze.
È stato un periodo difficile anche perché, improvvisamente, abbiamo dovuto ri-programmare
tutta un’organizzazione, pensando con nuovi parametri ed esplorando nuove vie.
Sono convinto che non tutti i mali vengano per
nuocere, in questo caso le passate vicende hanno contribuito a rafforzare un desiderio di rivalsa, come buoni atleti, abbiamo saputo rialzarci e
correre verso il nostro traguardo. Questa è la forza dei veri sportivi, non farsi travolgere dalle difficoltà, non arrendersi mai e tenere nella mente
ben impresso il proprio obiettivo: ci arrivo.
Certamente l’Ente è cambiato molto in queste
poche decine di mesi, ci siamo ulteriormente
“modernizzati”, confermando la nostra netta
superiorità rispetto alla concorrenza. Proprio in
funzione di ciò abbiamo stretto nuove ed importanti amicizie, a conferma del motto che chi
non si ferma non è perduto. Partner che ci supportano, o lo faranno quando sarà necessario.
Lo scenario che si apre ai nostri occhi è abbastanza roseo.
Non siamo partiti per una guerra abbigliati da
Armata Brancaleone, abbiamo preferito attendere che i tempi fossero maturi per muovere le
nostre forze.
Nonostante le richieste che ci pervenivano dalla nostra base di accelerare i tempi, come in
una partita a scacchi, abbiamo voluto prenderci il giusto tempo, lasciare che esso regolasse
bene le situazioni, per trovarci in uno scenario
“meno ostile”.
Devo ringraziare chi ha atteso pazientemente,
chi ci ha dato fiducia sarà ripagato della sua
fedeltà. Gli altri, seguendo logiche e momentanei interessi personali, preferendo altre strade
alla nostra, hanno perso un’occasione per fare
bella figura e per dimostrare che valgono qualcosa.
D’altronde lo sport è così, non tutti possono
arrivare primi, c’è chi si colloca in buona posizione, chi a metà e chi tra gli ultimi.
Ora è arrivato il momento di richiamare a raccolta tutta la nostra squadra, i mesi che ci separano dall’estate saranno fondamentali per le
nostre attività.
Confido che ciascuno faccia il proprio dovere,
assecondando con celerità e comprensione le
richieste che perverranno dalla Segreteria Generale, non è più il tempo dell’attesa ma è arrivata l’ora di iniziare a muoverci per riprenderci
ciò che impropriamente ci è stato sottratto.
In questa fase potremmo finalmente contarci e
vedere chi si getta nella mischia con maggiore
passione e collaborazione. Oggi, ognuno di noi
può dimostrare ciò che vale e che ruolo ritiene
di rivestire all’interno del Fiamma dei prossimi
anni.
Fiorenzo Pesce
Presidente Nazionale
504
NEWS
COMUNICAZIONI DALLA SEGRETERIA
CONVOCAZIONE XVIII CONGRESSO NAZIONALE
È convocato, ai sensi dell’art. 14 dello Statuto, il XVIII Congresso Nazionale Ordinario presso la salacongressi dell’Hotel Poma di Custonaci (TP) Via Roma 103 - tel. 0923.971918 mail: info@hotelpoma.
it (www.hotelpoma.it) alle ore 18.00 del giorno 15 maggio 2010 in prima convocazione e, in seconda
convocazione il giorno 16 maggio 2010 ore 10.00, stesso luogo.
I Presidenti delle Società Sportive e dei Circoli ricreativi, regolarmente affiliati al CNS FIAMMA
– Sport Nazionale sono invitati a prendere parte al Congresso che si svolgerà secondo il seguente
Ordine del Giorno:
Parte Ordinaria
•
Apertura dei lavori;
•
Elezione del Presidente e del Segretario del Congresso;
•
Relazione del Presidente Nazionale;
•
Interventi;
•
Presentazione e Approvazione bilancio Consuntivo 2009;
•
Presentazione e Approvazione bilancio Preventivo 2010;
•
Varie ed eventuali da Giunta Esecutiva
OPERAZIONE DI VERIFICA DEI POTERI:
Sabato 15 maggio dalle ore 18,00 .alle ore 22,00
Domenica 16 maggio dalle ore 08,00 alle ore 11,00
Commissione Verifica Poteri
Presidente Dr. Giulio Tozzato
Componente Dr. Mirco Righetti
Componente Barbara Comerci
C.P. 6 Mestre 8 – 30170 Mestre VE Tel. 0412621679 Fax 0623328443
La Segreteria Generale provvederà alla pubblicazione della comunicazione mezzo sito internet e
stampa. Norme congressuali da Statuto e da Regolamento Organico.
La documentazione inerente il Congresso, verrà consegnata al momento della registrazione.
I congressisti dovranno rivolgersi direttamente all’Hotel Poma per la prenotazione delle camere.
Sei un’associazione? Sei un circolo?
Hai diversi associati? Vuoi entrare nel turismo
senza costi?
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oggi in Italia ai nostri associati e domani all’estero, ti offriamo una corsia preferenziale.
Contatta la Segreteria: tel. 041 2621679 mail info@sportnazionale.it
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POLITICA SPORTIVA
UN A DIMENSIONE
IN T E R N A Z ION A L E
“Nel caso in cui sarà finalmente ratificato
il trattato di Lisbona, che verrà sottoposto a
un secondo referendum in Irlanda il prossimo 2 ottobre, l’Unione può adoperarsi per
sviluppare, tra l’altro, la dimensione europea dello sport, legando strettamente le sue
funzioni sociale ed educativa, promuovendo l’equità e l’apertura nelle competizioni
sportive come pure la cooperazione tra gli
organismi responsabili dello sport, nonché
tutelando l’integrità fisica e morale degli
sportivi, segnatamente dei più giovani.
Alla luce di quanto sopra esposto e ipotizzando che il trattato potrebbe entrare in
vigore al più tardi a gennaio 2010, può il
Consiglio far sapere se intende promuovere
iniziative legislative in tale ambito? In caso
affermativo, può il Consiglio fornire informazioni al riguardo?” Così inizia l’interrogazione dell’europarlamentare spagnolo Maria
Badia i Cutchet al Consiglio d’Europa, segno
che lo sport e le problematiche “istituzionali” ad esso legate non sono solo “fatti” di
casa nostra ma assumono ormai una veste
internazionale.
“ ... viviamo in una dimensione sovranazionale, dove confrontarsi con quanto avviene
negli Stati Membri dell’Unione Europea –ha
detto il Presidente Nazionale durante la sua
visita a Bruxelles- non è più una scelta ma
un obbligo.
Rimanere legati al provinciale campanilismo
che purtroppo regna in molte organizzazioni
italiane, quando non si tratta delle difesa
di una nicchia produttiva di qualità, è un
grossolano errore che rischia di lasciarci ai
margini di uno sconvolgimento epocale che
coinvolge la vita di tutti i cittadini.
L’esempio più eclatante è la recente crisi economica. Essa ha dimostrato che non
siamo soli e che dipendiamo, o subiamo, le
azioni degli altri. Questo nuovo ruolo ci obbliga ad essere soggetti attivi, se vogliamo
determinare il nostro futuro. ... L’Europa,
con le sue istituzioni, non è altro che l’allargamento di confini territoriali e di aumen-
to della sua popolazione, rispetto al Paese
d’origine. L’Europa è la Nazione dei Popoli,
dove il confronto fra quanti ne hanno determinato la sua costituzione e quelli uniti
successivamente, è solo un fattore positivo
che moltiplica le opportunità per ciascuno.
Non capisco perché ciò che si fa abitudinariamente in Italia, non viene fatto in Europa.
Sono qui per confermare la dimensione europea di Sport Nazionale e la sua volontà e
desiderio di portare nell’Unione la cultura e
le competenze di un’organizzazione che fa
sport vero, da oltre sessant’anni.”
Mirco Righetti
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SPORT PER CRESCERE
FEDERALISMO, ...E LO SPORT?
Se fosse possibile riportare, anche per una sola giornata,
mentichi dello sport, sarebbe anacronistico vedere le regioni
in vita i morti, sarei curiosa di vedere l’incredula espres-
federate ma lo sport escluso.
sione dei volti dei Padri della Patria, nel constatare la
Non si tratta di urbanistica, impiantistica, risorse finanziarie,
realtà dell’odierna Italia. In particolare vorrei ammirare la
tutela sanitaria..., ecc., come prevedeva Cattaneo, questa
faccia di Carlo Cattaneo, a oltre 200 anni dalla sua nascita,
sarà la normale conseguenza di una scelta “politica dei con-
quando l’illustre concittadino capirebbe che la terra natia
tenuti” e non degli “interessi”.
è ad un passo dal coronamento dei suoi sogni. Cattaneo
In altre parole, l’avvio di una fase di “regionalizzazione”
fu un fervido estimatore del modello federale elvetico. La
dello sport partecipato, quello di tutti i cittadini, con inten-
Svizzera non nacque come nazione, ma come aggregazio-
ti di base “sociale” per giovani, anziani, diversamente abili,
ne graduale di diversi cantoni. Così com’era avvenuto per
donne, per una
i cantoni Elvetici, Cattaneo voleva che succedesse anche
pratica sportiva
in Italia.
volta al benes-
La Federazione italiana che propugnava Cattaneo si sa-
sere e alla sod-
rebbe allargata gradualmente. Tutte le nazioni italiane
disfazione
avrebbero potuto partecipare alla Federazione, una vol-
cittadino e non
ta che fossero pronte per farlo. Con l’insediamento delle
alla vittoria ago-
nuove giunte regionali, e con gli impegni assunti dal Go-
nistica,
verno nazionale, oggi parlare di federalismo è molto più
si
semplice. Molti cittadini ritengono che questa scelta sia
nazionalmente
indifferibile, considerate le urgenze sociali alle quali tutta
alla
la popolazione è assoggettata.
ni sportive e al
A tirare la volata a questa rivoluzionaria concezione di
Coni. Lo sport
uno stato moderno, saranno le regioni del Veneto e del
federalistico
Piemonte, con i loro Presidenti Zaia e Cota. Il primo ha già
politica pubbli-
avviato delle consultazioni con le regioni limitrofe Friuli
ca
V.G. e Trentino A.A. che godono già di libertà amministra-
del
tive, essendo regioni a Statuto Speciale per predisporre
per migliorare la sua qualità della vita attraverso una pratica
un programma efficace di avvio delle riforme.
motorio-ricreativa, dai benefici risvolti economici per il bilan-
In Italia, un ulteriore trasferimento di poteri dal centro
cio sanitario regionale. Chi meglio delle Regioni, avendo già
alle regioni è opportuno, ed è ormai ampio - largamente
competenze sulla Sanità, può occuparsi dello sport di base?
maggioritario - lo schieramento dei sostenitori di questa
Vero Federalismo vuol dire rilancio del movimento sportivo,
necessità. Sicuramente questo deve avvenire da subi-
nello specifico dei programmi che hanno al centro le attività
to per le regioni più ricche e avanzate: ma ancor più per
motorie dei cittadini e di una nuova stagione d’impegno per
quelle con minori possibilità, che cresceranno solo se im-
creare un percorso che porti ad un reale decentramento di
pareranno a governarsi meglio, sfruttando risorse e com-
poteri e di risorse.
petenze disponibili. Possediamo delle regioni tra le più di-
Da una parte le istituzioni ed i poteri locali (non solo le regio-
namiche d’Europa, che hanno saputo creare dei “modelli”
ni, le province ed i comuni: ma anche la scuola e l’università)
all’avanguardia nel contesto nazionale e internazionale,
chiamati a ben precisi compiti politici, amministrativi e socia-
e alle quali le altre regioni italiane possono ispirarsi per
li per favorire le pratiche fisiche, motorie, sportive e ricreative
uscire dal pantano delle pastoie burocratiche. che tutto
della popolazione di un dato territorio; e sull’altro versante
fanno meno che produrre un rilancio dell’economia loca-
un ricco e variegato movimento presente in forma associata
le. Comunque su questo tema il percorso è già avviato, le
dalle migliaia di società sportive che operano con cre-
Istituzioni porteranno il loro compito.
denziali “garantite” nel territorio.
Ciò che invece è necessario e doveroso puntualizzare, è
Ecco allora che si avvera in pieno la conseguenza del sogno
che in questa prossima riforma federalistica, non ci si di-
del
questa
demandata
federazio-
al
è
servizio
cittadino
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04
SPORT PER CRESCERE
territoriali di: impiantistica, eventi, supporto alle società,
monitoraggio, ricerche, attività, formazione, ambiente, ...;
2) Favorire - con accordi di programma - la gestione diretta
dell’impiantistica da parte dell’associazionismo sportivo;
3) Avviare una politica di tutela sanitaria e di intervento
preventivo-educativo su tutta l’utenza regionale, con criteri qualità e volta all’ampliamento dell’utenza sportiva. Non
solo alla pur importante medicina sportiva, per i praticanti
attività “tradizionali”, ma per tutta la popolazione della seconda e terza età che necessita di una prevenzione efficace
soprattutto verso le patologie cardiovascolari, osteoarticolari e neurologiche.
Proprio a questa alta percentuale di popolazione si deve
sempre più rivolgere l’attenzione delle istituzioni regionali e locali, per garantire il mantenimento di una buona
integrità psico fisica delle persone (e quindi, spostando
sempre più in avanti i problemi legati all’ invecchiamento,
risparmi per l’intero sistema sanitario);
4) Infine, un preciso sollecito al legislatore regionale per favorire e sostenere la promozione organizzata delle attività
fisico-sportive e motorie di tutti i cittadini.
Da qui, ad esempio, la necessità di norme chiare e serie per
riconoscere regionalmente gli Enti di promozione sportiva
effettivamente esistenti.
di Cattaneo: la Regione, con le sue istituzioni locali e il cittadino. Passaggio diretto, senza le pastoie burocratiche che ne
sviliscono i contenuti e i risultati. Sempre di più, parafrasando
per quanto già avviene nel mercato della produzione agricola
di qualità “dal produttore al consumatore”, il cittadino vicino
alla proprie istituzioni. In tutto questo, alcune competenze
devono comunque rimanere nazionali, non dimentichiamo
che siamo una Nazione in un contesto di diritto internazionale. A ciascuno le proprie competenze: al Coni, alle Federazioni Sportive Nazionali, ai Gruppi Sportivi Militari, questi
ultimi detentori del numero maggiore di risultati olimpici ed
internazionali- è opportuno che sia riservata la pratica agonistica. Alle Regioni, la pratica motoria.
Tutto ciò produrrà aumento dell’impiantistica, aumento della partecipazione, divulgazione di una cultura di movimento
fisico, benefici sanitari a lungo termine, ottimizzazione delle
risorse e fidelizzazione del cittadino alla pratica sportiva. Nel
Federalismo, cari Presidenti delle Giunte Regionali, non dimentichiamoci dello Sport.
Ecco il nostro contributo:
1) Realizzare uno schema che demandi alle provincie specifiche competenze in materia di coordinamento negli ambiti
Quattro punti sui quali riflettere. È opportuno ricordare
che, per la nostra Nazione, siamo agli inizi di un cambiamento epocale e che, in ogni caso, si realizzerà nonostante
le forze contrarie della reazione che tentano di svilire questo anelito di libertà.
Cattaneo c’insegna bene, se a distanza di duecento anni
le sue idee stanno per realizzarsi, con l’accelerazione che
la Storia ha avuto in questi ultimi due decenni, le idee dei
cittadini possono realizzarsi in appena una
legislatura, basta volerlo.
Vi abbiamo dato fiducia, vi abbiamo supportato, ora costruiamo la nuova casa degli sportivi, con accorgimenti
“antisismici”.
Monica Garavaglia
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CALCIO FEMMINILE
L’AMMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SAN BASILE OSPITA
LA FIAMMA CALCIO CASTROVILLARI FEMMINILE
“Non molta ammirazione da parte del Comitato Provinciale C.N.S.Fiamma-Sport Nazionale di Cosenza verso l’Amministrazione Comunale di San Basile nella
persona del Sindaco Vincenzo Tamburi per un totale interessamento e dell’Assessore allo Sport Marzio Altimari per aver messo a disposizione (gratuitamente) gli
impianti sportivi per gli allenamenti della Fiamma Calcio Castrovillari settore Femminile di Calcio a 5, iscritta al Campionato Nazionale F.I.G.C. stagione 2009/2010.
A tale proposito la squadra sarà impegnata in Coppa Italia già dal 29 Novembre c.a. Il Team in nero è composto da : Luana Costa – Luisa Ambrosio – Melissa Lo Tufo
– Cinzia Conte – Alessandra Donato – Teresa Vincenzi – Maria Pia Console – Valentina Massa – Pasqualina Ciancio e dal Portiere l’assessore alla Cultura e Affari
Legali del Comune di San Basile. La Direzione Tecnica è stata affidata a Rosella Grazia Curia esperta del Calcio Femminile Nazionale,già giocatrice di serie A 11
Femminile, il Presidente della Squadra Domenico Ciancio ringrazia il Sindaco e tutta la giunta del Comune di San Basile che si è offerta di ospita la compagine del
Fiamma Castrovillari. Presente a l’ultimo allenamento , in compagnia del Sindaco si è trovato Giovanni M. Martino Dirigente Nazionale dell’Ente riconosciuto dal Ministero dell’Interno,la quale ha promesso al 1° cittadino di portare a San Basile,mediante un calendario annuale varie manifestazioni non solo di Calcio ma di Danza,Arti
Marziali, Soft-Air e tiro Snipper nonché varie manifestazioni anche di Teatro-Cultura e Spettacolo. Una struttura così bella,capiente non poteva rimanere come museo
ha dichiarato il Dirigente Nazionale del Fiamma, il Sindaco ha avuto coraggio e determinazione,ha capito che lo sport a grandi livelli porterà ricadute economiche, ma
anche felicità degli appassionati soprattutto degli Sport minori,che in sostanza sono quelli che riempiono i medaglieri olimpionici, vedi la Scherma,la Boxe,l’Atletica
Leggera,le Arti Marziali, il Nuoto ecc.
Dott. G. Iuele
10
Il 27 gennaio 1756, nella ridente cittadi-
lungo viaggio, con tappe nelle maggiori
città europee (Monaco, Augusta, Stoccarda, Mannheim, Magonza, Francoforte, Bruxelles, Londra, L’Aja, Amsterdam, Parigi, Lione, la Svizzera ecc..), al
fine di mostrare al mondo i talenti dei
piccoli musicisti di casa: una vera e propria “tournee”, che secondo l’epistolario
di Leopold, riscosse ovunque uno straordinario successo ed universale ammirazione, soprattutto per Wolfang.
Detto ciò, volendo rispondere alla domanda “Artisti si nasce o si diventa?”,
verrebbe spontaneo rispondere “Si nasce!”; esiste, non a caso, il proverbio “Il
sangue non è acqua”, ed è anche scientificamente provato che certi fattori ed attitudini - per non parlare poi di talenti - li
portiamo nel nostro DNA e quindi niente
e nessuno ce li può togliere.
Nonostante tutto, sorge spontanea una
domanda: se, per un assurdo gioco del
destino, il sig. Leopold fosse stato costretto a fare il carbonaio, il panettiere, il minatore o qual si voglia altro mestiere per
mantenere la famiglia, sarebbe ancora
annoverato nei libri di storia della musica il nome di Wolfang Amadeus Mozart?
Forse sì, forse no: credo non sia possibile
dare una soluzione a tale quesito. Resta il
fatto che, al di là del talento naturale che
una persona possa avere nei propri cromosomi, vi siano in ogni caso dei condizionamenti esterni, che fanno sì che quel
talento venga valorizzato o meno, che
trovi l’opportunità di esprimersi, di farsi
conoscere al mondo o restare un piacere per pochi intimi, se non per i muri di
casa o le tende della doccia (qualora si
tratti di un cantante).
Nel mondo dello spettacolo ci sono storie
incredibili in merito, storie ed aneddoti
di artisti che hanno fatto la fame prima
di essere riconosciuti tali o che grazie a
parentele, conoscenze (anche fortuite!)
hanno raggiunto la notorietà.
Puntiamo allora l’occhio di bue sul mondo della canzone italiana e cerchiamo di
capire cosa è cambiato e cosa invece è rimasto invariato nel misterioso universo
del talent scout: quali sono, dagli anni
Dal 1763 al 1766, la famiglia Mozart si Sessanta (gli anni d’oro di un’Italia che
assentò da Salisburgo per compiere un si avviava ad un processo di “rinnovana austriaca di Salisburgo, nasceva colui
che tutt’oggi è ritenuto il principale esponente della musica classica settecentesca,
nonché uno dei “geni” nella storia della
musica; ovviamente stiamo parlando di
Wolfang Amadeus Mozart.
Figlio del musicista Leopold Mozart, il
piccolo Wolfang si dimostrò ben presto
quello che noi chiamiamo “bambino prodigio”, in quanto a soli tre anni batteva i
tasti del clavicembalo, a quattro era già
in grado di eseguire brani completi pure
al violino e l’anno dopo, a soli cinque
anni, cominciò a produrre melodie proprie. Inoltre, possedeva una rara virtù:
l’orecchio assoluto, ovvero la capacità
di riconoscere l’altezza delle note che si
ascoltano, potendole quindi identificare
per nome ed eventualmente trascrivere
nella tonalità corretta, senza bisogno di
trovarne la corrispondenza su uno strumento. Anche la sorella maggiore Nannerl suonava egregiamente il fortepiano
ed il clavicembalo. Così, l’indiscutibile
attitudine per le sette note, indusse il
padre a rinunciare a qualsiasi impegno
professionale per dedicarsi ad insegnare
musica esclusivamente ai figli.
mento epocale”) ad oggi,
le regole del
gioco,
le dinamiche
e le opportunità per diventare famosi. Ne
parliamo con un artista che ha conosciuto il suo primo successo nel 1966 con il
suo gruppo beat-rock, in quel “periodo
magico”, in cui tutto era da costruire,
musica compresa: Franco Maria Serena, leader e cantante dei Ranger Sound,
meglio conosciuti e poi divenuti I ragazzi
dai capelli verdi.
Franco, secondo te, artisti si nasce o si diventa?
“Concordo innanzitutto che artisti si
nasce per ereditarietà o per un destino prefissato. Molti fattori poi, possono
portare l’artista in erba ad essere più o
meno interessato a questa particolare
inclinazione inconscia, e da qui il salto
dall’anonimato alla genialità. Altra mia
convinzione è che per raggiungere qualsiasi traguardo sia necessario volerlo fortemente. Tutte le condizioni periferiche
al progetto e al traguardo che si vuole ottenere stanno poi anche alla occasionalità che può offrire la vita e quindi bisogna
saper sfruttare le coincidenze e le opportunità. Secondo me, i cantanti hanno più
possibilità di uno strumentista per imporsi all’attenzione degli addetti ai lavori
che cercano sempre personaggi nuovi da
proporre.”
Come è avvenuto il tuo passaggio dall’ombra alla luce di riflettori e telecamere?
“Per quanto mi riguarda, in quel fortunato periodo degli anni Sessanta, sono
state anche le mie amicizie e il personaggio che inconsciamente ho costruito che
hanno contribuito a tutto ciò, facendomi
arrivare in breve tempo all’incisione e ad
una notorietà che in seguito, con I Ragazzi dai Capelli verdi, ha oltrepassato i
confini nazionali.
Ho un ricordo molto nitido del produttore Carmine De Benedictis, conosciuto
grazie all’interessamento del mio fraterno amico Franco Capovilla, già noto in
qualità di chitarrista, cantante e compositore del mitico gruppo I Delfini. Car-
MUSICA
mine raggiunse Padova per selezionare
alcuni artisti per la sua Label CDB Records e ci sentì suonare al cinema teatro
LUX di Padova. Dopo aver ascoltato una
cinquantina di formazioni, la sua scelta
ricadde sugli allora Rangers Sound, per
una serie di combinazioni che, secondo
me, vanno anche oltre la prestazione
creativa: anche questo è il destino. Influì
certamente pure la presenza scenica, la
capacità di accattivarsi il favore del pubblico. Il primo passo fu l’invito a presentare la nostra giovane formazione nel locale più ambito d’Italia, che all’epoca era
il Piper di Roma. Fu sicuramente il banco di prova, il “saggio finale” per accedere alla decisione del discografico di promuoverci. Di lì poi avvenne il cambio del
nome da Ranger Sound a I Ragazzi dai
capelli verdi: al tempo pensai che questa
trovata avrebbe potuto alzare i consensi
oppure bruciarci istantaneamente; con
il senno di poi, invece, devo ammettere
che il discografico aveva la certezza di
non fallire, in quanto il progetto era voluto anche da altre figure emergenti nel
settore quali Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Fabrizio Zampa e molti altri
esperti dello spettacolo.”
Cosa è cambiato dagli anni ‘60 ad oggi e
cosa non lo è, in termini di possibilità ed
opportunità di emergere?
“Se negli anni ‘60 nascevano le opportunità, perché il settore discografico era
fiorente, la musica era considerata un
messaggio universale con cui allargare
le possibilità di comunicazione, nonché
il mezzo per eccellenza con cui i giovani
potevano parlare agli altri giovani, oggi
la tecnologia, in un certo qual modo, ha
fatto tramontare queste possibilità. Sia
chiaro che non ho nulla in contrario al
progresso tecnologico, però è anche vero
che la cattiva gestione di esso è in parte responsabile del download selvaggio.
Scaricare un’opera significa anche svuotarla di una più attenta valutazione artistica e della bellezza del prodotto: non si
vendono più migliaia di dischi e quindi è
molto più difficile per un artista riuscire
ad emergere e restare sulla cresta dell’onda come una volta. Se cinquant’anni
fa i discografici andavano a cercare e a
selezionare gli artisti, ora sono gli artisti
che vanno a cercare i talent-scout e devono fare anche molta fatica per farsi notare. Un artista ormai è come una goccia
nell’oceano, perché il pubblico si distrae
in modo incredibile a causa dei miliardi
di messaggi di qualsiasi natura a cui è quotidianamente sottoposto. Nell’era in cui
la comunicazione è sovrana
con i suoi mezzi supertecnologici (i-pod, telefonini, notebook quasi tascabili ecc...)
diventa un’impresa riuscire
a farsi sentire, ad emergere,
a comunicare al mondo la
propria musica.
Oggi, però, devo ammettere
che gli artisti sono spesso
più preparati tecnicamente rispetto agli anni 60:
hanno avuto basi più solide di apprendimento e di
formazione. Per contro, io
credo che la loro creatività
venga spesso sacrificata. Tanto per fare
un esempio, cito il fortunato programma della Rai, X factor: le proposte artistiche si esibiscono e vengono giudicate
(anche pesantemente) dai 3 talent-scout;
secondo me, pur essendo composta da
indiscutibili professionisti del settore discografico-musicale, la “terna arbitrale”
ha dimostrato in modo piuttosto evidente
e plateale che chi non si adattava ai loro
“consigli” veniva fatalmente escluso. In
tal modo l’artista viene molto più costruito, mentre negli anni Sessanta l’artista
riusciva a crearsi da solo molto di più.
Sono convinto che anche il pubblico che
ha seguito assiduamente il programma,
avrà sicuramente notato queste forme di
“imposizione”. Lo stesso dicasi, per par
condicio televisiva, del programma della
De Filippi in onda su mediaset. Se da una
parte queste trasmissioni possono offrire
delle opportunità, dall’altra io temo che
il modo in cui vengono condotte porti al
rischio di bruciare l’artista: gli si porta
via la parte di fantasia, perché il sogno
glielo costruiscono loro e ciò non è giusto.
Un artista deve potersi esprimere liberamente, sapersi inventare con il proprio
talento.
In ogni caso, ritengo che le opportunità ci
siano ancora: se uno sa gestire se stesso,
trovando quel trait d’union, quell’equilibrio necessario tra la casa di produzione
e la propria indole artistica, allora avrà
delle buone possibilità di riuscita.”
Cosa consiglieresti ad un giovane che
mira a far diventare una professione il
proprio hobby?
“E’ fondamentale, innanzitutto, farsi una
cultura musicale, cercando di ascoltare i
generi a 360°, senza preconcetti e senza
scartare nulla: dalla classica, operistica,
a ciò che era in voga ai tempi dei nonni,
per capire le origini e le tradizioni; ma
anche blues, jazz, rock, celtica, etnica
ecc.. perché il pop moderno possiede ormai i colori di tutto il mondo e parla un
linguaggio universale.
Inoltre, suggerisco di avvicinarsi alla
musica pensandola un gioco. Spesso, infatti, la professione irrigidisce il cuore
e la muscolatura; se invece viene visto
come un gioco, regala entusiasmo e dà
molta più soddisfazione. Bisogna sfruttare le occasioni in modo intelligente, senza
svendersi altrimenti non si è più artisti e
ci si brucia: non sei un artista se fai solo
quello che ti viene suggerito o imposto.
Se poi uno pensa di voler fare questo mestiere per apparire, diventare famoso o
guadagnarci dei soldi, allora vuol dire
che di questa professione non ha capito
proprio niente e soprattutto significa che
non ha la stoffa. La parte economica non
deve nemmeno venire pensata: è chiaro
che se la fortuna va nella direzione del
successo ci sarà anche un relativo riscontro nel portafogli, però non deve di certo
essere questa la base di partenza.”
Gli amici del BIT
12
ristrada estremo e di migliorare il livello tecnico dei
team che vi partecipano per poi, come già avviene,
essere in grado di presentarsi alle competizioni internazionali con una squadra e con un 4x4 altamente
performanti per poter competere alla pari con gli avversari di altre nazionalità.
È in preparazione un prototipo tubolare 4x4 con un
motore da 520 cavalli e 6000 cc di cilindrata che andrà
a competere e porterà i colori della Bandiera Italiana
e di Sport Nazionale Fiamma negli Stati
Uniti nel Febbraio 2011 nella massacrante competizione “King of the Hammer” famosa per
essere la più dura gara di fuoristrada nel mondo.
Riprendendo il discorso sul WTI, nel 2006 inizia la
prima stagione di questa competizione; vengono disputate sei prove in altrettante regioni del nostro bel
paese. A fine anno si aggiudica il campionato il team
vatican racing con un proto derivato da un Mercedes
In Italia parlare di fuoristrada estremo equivale a pro-
classe G. L’anno successivo si inaugura con un calencessivo. Per dovere di cronaca precisiamo che già dal
dario similare al precedente e con lo stesso numero
nunciare l’acronimo WTI; tutti i Fuoristradisti ita- 2002, Riccardo, contemporaneamente gareggiava ed
di tappe. Nel 2007 è stata introdotta un’interessante
liani ormai conoscono questo campionato nazionale, organizzava il campionato WRS (Wrecking Ravine
modifica al regolamento: vengono create due diffe-
organizzato dalla Dead Dogs Promotion, attraverso le Scramble che tradotto significa “Risalita del Fosso
renti categorie: Extreme ed Offroad. Non sono molte
numerose cronache pervenute dai campi di gara. Non Distruttore”).
le caratteristiche tecniche che differenziano i 4x4
tutti però sono al corrente del background di questa Lui stesso ci spiega la sua decisione di dedicarsi
delle due classi; solo per gli Extreme e obbligatoria
competizione e di come in così pochi anni sia arriva- esclusivamente alla gestione del WTI: “ Amo que-
l’installazione del verricello sia all’anteriore che al
ta ad essere la principale realtà nazionale di questa sto sport, ho vinto molto, ora voglio solo godermi le
posteriore e del rollbar a gabbia; per gli off road e ne-
imprese dei miei amici! “; se avete la fortuna di incon-
cessario almeno il rollbar ad arco. La vera differenza
Inizierei a raccontarvi questa storia presentandovi trarlo sui campi di gara, vi basterà guardalo negli oc-
viene fatta sul campo di gara ed in particolar modo
Riccardo Pisani, vero guru di questa specialità fuori- chi per capire che questa sua affermazione è sincera
sul grado di difficoltà dei percorsi. I tracciati della
stradistica, ed il vero motore del WTI. Riki, grazie ed arriva direttamente dal suo cuore! Prima di passare
categoria Extreme sono delle vere e proprie “ piste
agli ottimi piazzamenti ottenuti in molte competizioni alla storia vera e propria del WTI, dobbiamo anco-
nere “ dove si può assistere a funambolici passaggi
nazionali ed internazionali ( Primo classificato alle se- ra parlare dell’ultimo ingrediente di questa miscela “
con tiri di verricello a volte doppi o tripli; ovviamente
lezioni italiane Rain Forest Malesia, primo posto di ca- esplosiva “: il club Dead Dogs. L’associazione è nata
sono i prototipi i mezzi che riescono ad offrire il mas-
tegoria e settimo in classifica generale al Rain Forest nel 2001 e credo che molti di voi, almeno una volta,
simo delle prestazioni e dello spettacolo. I vincitori di
Challenge in Malesia nel 2003, , molti primi posti al si siano chiesti perché questo nome? “ Dead Dogs “
questa annata sono: il team Equipe nella categoria
WRS ed alcune partecipazioni al Croazia Trophy) si è così ci racconta Riki “ ha le sue origini in un modo di
Offroad e per la seconda volta consecutiva vince il
guadagnato la stima di molti fuoristradisti. Dopo aver dire che utilizzavamo nella caserma dove svolgevo il
team Vatican nell ’Extreme. Il 2008 è stato un’anno
calcato i campi di gara sia come pillota che nel ruolo servizio militare; ogni volta che un commilitone non
molto interessante dal punto di vista agonistico, si è
di navigatore, nel 2005 decide di mettersi nuovamente riusciva a superare una prova fisica c’era l’usanza di
assistito ad una durissima lotta per le prime posizioni
in gioco con una nuova sfida: organizzare, per la prima dirgli - sei proprio un cane morto - e da qui la trasposi-
con tappe vinte sul filo del rasoio. A Cana, in provincia
volta in Italia, un campionato di fuoristrada estremo. zione nel mondo del fuoristrada dove usavamo questa
di Grosseto, si è disputata la finale con percorsi degni
Nasce così nell’ottobre del 2005 il Winch Trophy Italy frase per prendere in giro chi non riusciva a superare
della più dura Malesia: per la categoria Offroad si è
( WTI ) con una prima gara test che ha spalancato un ostacolo “. Lo scopo del club Dead Dogs è quello
imposto il Team Acerni mentre il vincitore della cate-
le porte al campionato ufficiale iniziato l’anno suc- di promuovere e divulgare in Italia la pratica del fuo-
goria Extreme e stato il team Moscatelli. Nel 2009 il
specialità.
4X4
MONTEPREMI
CAMPIONATO
campionato si è svolto con 8 tappe molto dure per gli
equipaggi e i mezzi in gara e alla fine si sono Laureati
campioni italiani il team Trimarchi nella categoria Offroad e il team Moscatelli nella categoria Extreme
Nell’anno in corso sono previste 7 di gare e 3 categorie, La Offroad , la Swamper e la Extreme,. l’aggiunta
di una categoria intermedia tra la Offroad e la Extreme
e nata dall’esigenza di adeguare i percorsi all’evoluzione delle preparazioni dei fuoristrada in gara.
Quest’anno è stato decisivo per l’acquisizione, da parte della Dead Dogs Promotion, di importanti sponsor i
quali hanno voluto legare il loro marchio al WTI: la
Warn con il suo distributore italiano 4 Technique ha
messo in palio 3 verricelli e creato delle offerte speciali per i partecipanti al campionato che proprio per
questo sodalizio si chiamerà d’ora in avanti WARN
TROPHY ITALY, Gli altri sponsor sono:, EQUIPE 4X4
,PAYUSTECH performance , MB CORSE,
WTI 2010
PREMI PER I VINCITORI DEL CAMPIONATO 2010
(in allestimento)
1° CLASSIFICATO CATEGORIA EXTREME : WINCH WARN 9.5 XP BY 4TECHNIQUE-WARN
1° CLASSIFICATO CATEGORIA SWAMPER: WINCH WARN 9.5 XP BY 4TECHNIQUE-WARN
1° CLASSIFICATO CATEGORIA OFFROAD : WINCH WARN 9.5 XP BY 4TECHNIQUE-WARN
2° CLASSIFICATO CATEGORIA EXTREME: CARTER BI MOTORE 8274 ROVER DREAM
2° CLASSIFICATO CATEGORIA SWAMPER: : CARTER BI MOTORE 8274 MB
CORSE
2°CLASSIFICATO CATEGORIA OFFROAD : CARTER BI MOTORE 8274 JEEPTUNING
3° CLASSIFICATO CATEGORIA EXTREME: (IN ALLESTIMENTO)
3° CLASSIFICATO CATEGORIA SWAMPER: (IN ALLESTIMENTO)
3° CLASSIFICATO CATEGORIA OFFROAD : 1 batteria Optima gialla grande
MB CORSE (IN ALLESTIMENTO)
Ora, con le idee più chiare sul mondo del fuoristrada
estremo e sul valore messo in campo da questo campionato, non ci resta che aspettare la prossima tappa
per poter assistere alle imprese degli questi temerari
equipaggi o per lo meno sognare leggendo il resoconto delle prossime gare.
Foto e Testo di Paolo Baraldi
Il Campionato 2010 sarà composto da nr. 3 categorie :
“Extreme” - “Swamper” - “Offroad”
SUDDIVISIONE CATEGORIE CON CLASSIFICHE
DEDICATE
OFFROAD :.......FINO ALLA MISURA IN POLLICI DI 37 = (94 cm DI DIAMETRO)**
SWAMPER :......DALLE 38 ALLE 42 (DA 96 cm A 106 cm DI DIAMETRO)
EXTREME :.......NESSUN LIMITE DI GOMME
I PERCORSI PER LA OFFROAD E LA SWAMPER SARANNO PIU’ O MENO
GLI STESSI SOLO CON VARIANTI DIVERSE QUINDI PIU’ IMPEGANTIVE
PER LA SWAMPER
CALENDARIO 2010 CAMPIONATO ITALIANO WTI
13 - 14 MARZO
EMILIA ROMAGNA VALMOZZOLA
1 - 2 MAGGIO
EMILIA ROMAGNA
3-4 LUGLIO
MONTECHINO DI GROPPARELLO PC
(100 KM DA MILANO) LOMBARDIA-EMILIA
24-25 LUGLIO EMILIA
ROMAGNA VALMOZZOLA
14
4x4
I Patti chiari con i propri associati, info line 24 ore su
24, gestione telematica ed in tempo reale del tesseramento, assicurazioni rispondenti alla legge 990/69,
supporto diretto per pianificare ed organizzare eventi
ed una serie concreta di iniziative e progetti, diretti
a soddisfare le esigenze del moderno fuoristradista,
queste sono le solide fondamenta su cui sorge l’associazione nazionale Fiamma Fuoristrada (www.fiammafuoristrada.com); l’ultima nata in seno al Centro
Sportivo Nazionale Fiamma.
60 anni di attività nel mondo dello sport e della cultura italiana sono il miglior biglietto da visita - oltre ai
molti atleti olimpionici come Gabriella Dorio, Ileana
Salvador, Agnese Possamai, Bruno Carmeni, Alessandro Mei, Orazio Fagone, Andrea Lazazzera, Elena
Belci, Silvana Cruciata, Sandra Dini, Maria Grazia
Cogoli, Michele Comito, Marzia Peretti, Andrea Lalli,
e ... tanti altri – con cui il C.S.N. Fiamma si presenta
al pubblico sportivo italiano. La missione che contraddistingue questa associazione è quella di essere al
servizio della collettività con contenuti e soluzioni tecniche innovative, dove i primi a beneficiarne sono tutti
gli associati e le associazioni affiliate. Tutto questo
ha permesso di organizzare campionati nazionali per
ben 52 differenti discipline sportive, con tutte le loro
selezioni territoriali, provinciali, regionali e, per alcune, anche interregionali. Inoltre, ogni attività sportiva
è regolamentata dalle Commissioni Tecniche Nazionali, composte da atleti che possiedono specifiche
club di fuoristrada,
Fiamma (www.sportnazionale.org) è possibi-
Da questi ottimi presupposti, Fiorenzo Pesce ( presi- fornendo tutto il supporto necessario al disbrigo delle
le stampare in tempo reale le tessere ed il contratto
dente nazionale C.S.N. Fiamma e stella d’argento del pratiche
assicurativo da fornire ai soci od ai partecipanti ai
Coni per meriti sportivi ) e Riccardo Pisani ( fiduciario •Fornire ai club associati una struttura in grado di
raduni o gare.
nazionale per il settore fuoristrada ed esperto fuori- supportare le loro attività
Contattare questa nuova realtà è semplice e veloce,
stradista con in curriculum molte competizioni nazio- •Contenere i costi delle tessere e delle assicurazioni
basta una telefonata od una mail per avere tutte le
nali ed internazionali tra cui il Rain Forest Challenge •Fornire una serie di agevolazioni economiche per gli
informazioni utili a prendere una decisione che certa-
in Malesia ) hanno dato vita alla sezione Fiamma associati
mente contribuirà a dare un nuovo volto al mondo del
Fuoristrada per dare una risposta concreta alle molte •Creare eventi, raduni e competizioni , gestiti dai vari
fuoristrada italiano.
competenze.
loce, di associazioni sportive e
promesse, mai mantenute, degli altri enti di promo- club, nelle varie regioni italiane allo scopo di offrire
zione sportiva.
una valida alternativa a chi vuole fare fuoristrada.
FIAMMA FUORISTRADA
Pisani ci spiega che la Fiamma Fuoristrada vuole esse- Inoltre visitando il sito internet della Fiamma Fuori-
Fiduciario nazionale settore fuoristrada:
re un sicuro punto di riferimento per tutti gli appassio- strada ( www.fiammafuoristrada.com ), troverete
RICCARDO PISANI
nati di fuoristrada, è strutturata in modo da essere il tutte le informazioni legislative e burocratiche neces-
Telefono 392 2300306
più vicino possibile ai suoi soci per dare delle risposte sarie per fondare un’associazione o per gestire una
E-mail diretta info@fiammafuoristrada.com
veloci e concrete ad ogni tipo di quesito; per questo, a manifestazione, l’elenco con i link di tutti i club as-
Sito Web www.fiammafuoristrada.com
breve termine, verranno realizzati i seguenti progetti:
sociati, il forum ed un ricco ed aggiornato calendario
•Sostenere la formazione, in maniera semplice e ve- eventi; mentre, per gli affiliati, dal portale della C.S.N.
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STORIA
GIOVANNA DI BULGARIA
Una vita votata alla famiglia
Dieci anni sono trascorsi dalla scomparsa di Sua Altezza Reale Giovanna di Savoia,
moglie dello Zar di Bulgaria Boris III. Quarta figlia di Re Vittorio Emanuele III e della
Regina Elena nonche` sorella di Re Umberto II, la Zarina dei Bulgari si e` infatti spenta
il 26 febbraio 2000. Ora riposa ad Assisi dove e` stata sepolta per sua espressa volontà
nella tomba dei frati francescani.
Colta riservata e modesta, come e` tradizione delle donne di Casa Savoia, fu amatissima dai Bulgari, che le riservarono un’accoglienza calorosissima al suo rientro, dopo la
caduta del comunismo; quel comunismo che lascio` un segno indelebile della sua travagliata esistenza.
Il 25 ottobre 1930 sposo` ad Assisi lo Zar Boris III di Bulgaria e lo segui` nella nuova
patria. Diede alla luce due figli, Maria Luisa e Simeone, ma la sua felicita` accanto al
Sovrano bulgaro duro` poco. Il 28 agosto 1943 Boris III mori` in circostanze misteriose,
mentre il suo paese veniva coinvolto nella Seconda Guerra Mondiale. Gli successe al
trono il giovanissimo Simeone II, coadiuvato da tre reggenti. Dopo pochi mesi la Bulgaria fu invasa dalle truppe sovietiche e Giovanna, con ammirevole coraggio, riusci` ad
evitare che i militanti comunisti uccidessero i suoi figli.
Sua Altezza Reale non si limito` a difendere gli affetti familiari e, incurante del pericolo,
manifesto` apertamente il Suo dissenso alle cosiddette “purghe comuniste”, recandosi da
sola a pregare sulle fosse comuni dove venivano gettati gli oppositori politici assassinati
dai simpatizzanti del regime sovietico.
La Regina Giovanna inoltre fu eroica nel sopportare il dolore quando venne a conoscenza del fatto che i comunisti bulgari deturparono la salma di Re Boris III, oltraggiando
il sepolcro del Monastero di Rila, e quando, successivamente, gli stessi fucilarono Suo
fratello, il Principe Reggente Cirillo.
Il coraggio di Giovanna salvo` la vita ai figli ma non le permise di evitare l’esilio in Egitto, dopo il referendum del 1946, che fece della Bulgaria uno Stato a Regime Comunista.
Dall’Egitto si trasferi` in Spagna dove si dedico` all’educazione dei figli e da qui` in
Portogallo, vicino alla residenza del fratello Re Umberto II.
Simeone II, secondogenito di Re Boris III, e` stato Primo Ministro della Bulgaria dal
luglio 2001 all’agosto 2005, dopo aver riportato un grande successo elettorale testimonianza dell’amore del popolo bulgaro.
Monica Garavaglia
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WARPEEDO
LA FEDERAZIONE ITALIANA
Domenica 13 Dicembre 2009 a Crucoli Torretta (KR) alle ore 14,00, presso il “Transatlantico”,si è svolta la prima gara per
bambini da 4 ai 13 anni “PRIMO TROFEO WARRIORS KID” organizzata dalla Federazione Italiana Warpeedo.
Una grandiosa giornata trascorsa all’insegna dello sport e del sano divertimento dedicata ai più piccoli, infatti si sono misurati nelle attività previste circa 100 bambini appartenenti ai centri sportivi di Martial Arts Romeo (Crucoli Torretta), XTREME
(Satriano Marina), Athlon 2000( Soverato), Dragon (Cosenza) e Centro TKD Cariati.
Una festosa competizione tra i bambini partecipanti i quali si sono esibiti in diverse specialità,
percorsi di abilità a tempo, combattimenti dimostrativi e scenette di films di grande freschezza e fantasia, sempre all’insegna
dello sport e dell’amicizia.
Le gare hanno visto all’opera tutti i giovani atleti che hanno partecipato solo per divertimento ,tutti i partecipanti sono stati
applauditi entusiasticamente dai numerosi spettatori presenti.
A rendere tutto ancora più piacevole è stata la bella giornata di sole che ha permesso ai giovani atleti di trascorrere qualche
momento di relax prima dell’inizio della manifestazione all’aria aperta,approfittando dello splendido scenario che offre la
struttura del Transatlantico che per questo evento si è trasformato in un’ampia area adibita alla pratica sportiva. La giornata
si è conclusa con la premiazione dei piccoli vincitori e al termine della manifestazione bambini,genitori e maestri si sono riuniti
per la cena festeggiando questa grandiosa giornata di sport, la quale ha lasciato in tutti un bellissimo ricordo. Un grazie particolare all’organizzazione, al CNSFiamma, al maestro Giuseppe Romeo, agli arbitri, ai maestri, al signor Bennardo Pacenza
proprietario della fantastica struttura il Transatlantico e ai numerosi bambini che sono stati i veri protagonisti della giornata.
Grazie a tutti e alla prossima!!!
LA CLASSIFICA E’ LA SEGUENTE:
1° MARTIAL ARTS ROMEO (CRUCOLI TORRETTA)
2° XTREME (SATRIANO MARINA)
3° ATHLON 2000 (SOVERATO)
4° DRAGON COSENZA
5° CENTRO TKD CARIATI - Tutte le foto sul sito nazionale http://www.warpeedo.it/
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DIFESA PERSONALE
Il corso di Difesa Personale, metodo MGA, per gli operatori della Polizia Municipale di Isola delle Femmine in provincia di Palermo, si
svolto presso la Palestra “Body Center” di Isola delle Femmine ed ha voluto contribuire allo sviluppo della figura professionale dei discenti, aiutandoli a conquistare carattere e identità mediante la conoscenza di una attività che nella storia dell’uomo ha rappresentato
una garanzia di sopravvivenza nella esistenza del genere umano.
Il corso, diretto dal M° Osvaldo Lo Cicero, Istruttore di Difesa Personale Fijlkam, ha ottenuto un elevato consenso sia sotto il profilo
docimologico che sotto quello partecipativo.
La coscienza del problema educativo affiancata ad una corretta metodologia didattica, dal confronto dialettico, dalle capacità espresse,
dalle esigenze e dagli interessi esternati da tutti gli operatori della P.M., si è verificato un processo di arricchimento interattivo all’azione
formativa che svolge il Comando della Polizia Municipale.
All’interno del progetto formativo, i praticanti sono stati stimolati secondo un approccio che ha privilegiato la bilateralità e la polivalenza
gestuale precipua della difesa personale.
Dalla didattica si è poi passati all’attività pratica dopo averne vagliato con attenzione l’adeguatezza rispetto alle cosiddette fasi sensibili
e, dopo avere creato i presupposti, sono state utilizzate le capacità per legittimare le finalità del corso nonché per conseguire gli obiettivi
didattici e formativi.
I discenti sono così pervenuto all’educazione gestuale con naturalezza e spontaneità senza processi riflessivi.
Questa attività formativa si è concretizzata in una esperienza di gruppo che ha visto i partecipanti confrontarsi a mezzo prove in esercizi
collettivi.
Le prove sono state effettuate affinché venissero applicate il maggior numero di azioni tali da permettere ai partecipanti di esprimere al
meglio la loro capacità di sintesi e la fantasia applicativa.
Al termine del corso, alla presenza del Comandate della Polizia Municipale Dott. Antonio Croce e del Sindaco Prof. Gaspare Portobello,
gli operatori hanno sostenuto un saggio facendo notare come ognuno di loro abbia appreso abbastanza in così poco tempo.
Sia il Comandante che il Sindaco sono rimasti entusiasti del risultato ottenuto ed hanno ringraziato il M° Osvaldo Lo Cicero per avere
contribuito alla maggiore qualificazione del Corpo della Polizia Municipale di Isola delle Femmine ponendo già da subito le basi per futuri
corsi di aggiornamento.
Osvaldo Lo Cicero
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IL PANCRAZIO ATHLIMA RIENTRA
6° CAMPIONATO
Il 6 dicembre si è svolto c/o il palazzetto Malagoli in Brindisi il 6° Campionato Nazionale di Pancrazio Athlima,
nel quale ha visto la palestra Sport Center Morello sita in Brindisi alla via Lucio Strabone 40 qualificarsi Campione d’Italia 2009, grazie agli atleti che hanno scelto di praticare il Pancrazio Athlima e preparatosi degnamente
per il campionato, apprezzandolo come sport da combattimento totale, con delle regole per farsi male, ma ottimo
come autodifesa. Contemporaneamente si è svolta una conferenza stampa tenuta dal Presidente Mondiale Italo
Morello per comunicare a tutti un avvenimento che passerà alla storia in quanto il Pancrazio facente parte dei
Giochi Olimpici che ha dato origine a tutte le arti marziali, successivamente escluso dalle Olimpiadi moderne promosse dal marchese Pierre de Coubertin, per motivi religiosi in quanto il Pancrazio era evoluto a Zeus. Nel mese
di agosto del 2010 il Pancrazio ritorna alle Olimpiadi denominate “Giochi delle Arti Marziali” che avranno la loro
prima edizione a Pechino (Cina).
Il Pancrazio Athlima (disciplina sportiva del combattimento totale), approda in Italia nel 2002 per opera del maestro Italo Morello il quale fonda la FIPA, la guida come Presidente, ci lavora per 7 anni per la divulgazione in
Italia, forma il programma mondiale per atleti e tecnici. Apprezzato dalla federazione mondiale (WPAF) entra a
farne parte come consigliere, successivamente fa affluire la WPAF (World Pankration Athlima Federation) nella
FILA (Federazione Internazionale Lotta e Associate) e dare vita al WPAC (World Pankration Athlima Committee) in seno alla FILA, successivamente preme all’interno della FILA per farlo accettare dal GAISF/CIO ed includerlo tra le discipline che saranno presenti alla prima edizione dei giochi delle arti marziali.
Bisogna mettere in risalto che questi spostamenti internazionali sono cominciati con la presentazione del Pancrazio Athlima alla FILA da parte del dott. Matteo Pellicone Presidente FIJLKAM (alla quale la FIPA è associata) e
Vice Presidente FILA. L’ultimo gradino (quello più importante) si è potuto ottenere grazie alla fermezza e all’autorità del Presidente FILA Rafael Martinetti.
Nei prossimi impegni importanti vedremo gli atleti Italiani che si impegneranno a superare lo scoglio della qualificazione per i mondiali il 31 gennaio 2010 nel Campionato Nazionale Assoluti (Juniores e Seniores) nelle qualificazioni delle categorie di peso 70, 80 e 90 Kg.. Solo tre atleti, uno per ogni categoria, rappresenteranno l’Italia ai
mondiali, essi si svolgeranno in Polonia nel mese di Marzo dove concorreranno tutte le nazioni. Solamente 8 atleti
per ogni categoria di peso prenderanno parte alle Olimpiadi delle Arti Marziali, sperando che gli atleti Italiani
diano onore ai nostri colori come è stato fino ai scorsi mondiali.
Al Campionato Nazionale hanno preso parte circa 150 atleti appartenenti alle varie Società Sportive d’Italia, gli
Ufficiali di gara sono stati guidati dal Responsabile Nazionale nonché arbitro mondiale Pompeo Giancane.
Un saluto caloroso è stato dato agli atleti, alle Società e alla Federazione dal Vice Presidente del CONI Provinciale
di Brindisi Mimmo Tarantino.
La gara si è articolata con incontri di Pancrazio (combattimento totale) Palesmata (difesa a due) Polydamas
(difesa a quattro),
Le prime 10 Socità Sportive Classificate sono:
1° Sport Center Morello – Brindisi con 172 punti
2° Fisioline – Tochiarolo (Br) con 122 punti
3° Spartan Club – Arezzo con 64 punti
4° Kimuchi - Rutigliano (BA) con 48 punti
5° Esercito - 187° Reggimento Paracadutisti “Folgore” – Livorno - 44 punti
6° Extreme Sporting Center – Patù (Le) con 36 punti
7° Albatros 1 - Roma con 18 punti
8° Galaktic MMA/Sora – Sora (Frosinone)
9° Gymnasium Sport – Bisignano (Cosenza) 10° Sporting Club, Leveranno (LE)
CLASSIFICA ATLETI PANCRAZIO :
Esordienti 12 – 13 anni (grado Delta - Gamma)
56 Kg.1° Senafè Matteo (Sport Center Morello - Brindisi)
2° Cosi Mattia (Extreme Sporting Center – Patù)
ARTI MARZIALI
ALLE OLIMPIADI
NAZIONALE DI PANCRAZIO ATHLIMA
3° Cavalera Antonio (Sport Center Morello - Brindisi)
Classifica atleti Palesmata: Preagonisti 6 - 8 anni
60 Kg.1° Di Presa Giulia (Sport Center Morello - Brindisi) 1° Pugliese Antonio, Piliego Luca (Sport Center Morello
+60 Kg. 1° Cito Donato (Extreme Sporting Center – Patù) - Brindisi) 2° Luca Samuele, Macchia Mattia (Fisioline
2° Muci Giulio (Sport Center Morello - Brindisi)
Torchiarolo) 3° Golia Cristian, Marti Francesco (FisioliCadetti 14 – 15 anni (grado Delta Gamma)
ne – Torchiarolo)
59 Kg. 1° Valenzano Vito (Kimuchi – Rutigliano)
Preagonisti 9 - 11 anni
2° Borison Petko (Kimuchi – Rutigliano)
1° Fiordaliso Cristian, Avventuroso Samuele (Sport Cen3° Dell’Anna Andrea (sport Certer Morello - Brindisi)
ter Morello - Brindisi) 2° Bonatesta Federica, Tommasi
64 Kg. 1° Barca Giordano (Sport Center Morello - Brindisi) Camilla (Fisioline – Torchiarolo) 3° Bresolin Francesco,
+69 Kg. 1° Cosi Agostino (Extreme Sporting Center – Patù) Maggio Davide (Fisioline – Torchiarolo)
2° De Solda Fabio (Extreme Sporting Center – Patù)
Esordienti maschile 12 – 13 anni
Speranze Maschili 16 – 17 anni (grado Delta – Gamma)
1° Muci Giulio (Sport Center Morello - Brindisi)
59 Kg. 1° Cretì Mattia (Fisioline – Tochiarolo)
2° Barca Giordano, Restio Luca (Sport Center Morello 69 Kg. 1° Versano Andrea (Fisioline – Tochiarolo)
Brindisi)
Speranze Femminili 16 – 17 anni (grado Delta – Gamma) Esordienti misti 12 – 13 anni
45 Kg. 1° Tario Marta (Fisioline – Tochiarolo)
1° Di Presa Giulia, 2° Senafè Matteo (Sport Center Mo59 Kg. 1° Leo Stefania (Fisioline – Tochiarolo)
rello - Brindisi)
Juniores Maschile 18 – 19 anni (grado Delta – Gamma)
Speranze maschili 16 – 17 anni
57 Kg. 1° Pesola Nicola (Sport Center Morello - Brindisi)
1° Cretì Mattia, Versano Andrea (Fisioline - Tochiarolo)
+86 Kg.1° Valenzano Pierangelo (Kimuchi – Rutigliano)
Speranze misti 16 – 17 anni
Seniores Femminile + 20 anni (grado Delta – Gamma)
1° Leo Stefania, Versano Andrea (Fisioline - Tochiarolo)
61 Kg. 1° Innocenti Valentina (Spartan Club - Arezzo)
2° Cretì Mattia, Tario Marta (Fisioline - Tochiarolo)
2° Agnelli Sara (Spartan Club - Arezzo)
Speranze femminili 16 – 17 anni
3° Quarta Serena (Sportin Club - Leveranno)
1° Leo Strefania, Tario Marta (Fisioline – Tochiarolo)
Seniores Femminile + 20 anni (grado Beta – Alfa)
Juniores femminili 18 – 19 anni
61 Kg. 1° Ronchetti Chiara (Spartan Club - Arezzo)
1° Angelis Mariele, D’Amato Marianna (Kimuchi - Ruti65 Kg. Massi Martina (Spartan Club - Arezzo)
gliano)
Seniores Maschile + 20 anni (grado Beta – Alfa)
Juniores misti 18 – 19 anni
66 Kg. 1° Polini Luca (Spartan Club - Arezzo)
Angelis Mariele, Valenzano Pierangelo (Kimuchi - Ruti2° Leo Francesco (Sport Center Morello - Brindisi)
gliano)
3° Loni Alessio (Folgore – Livorno)
Seniores maschili 20 in poi
3° De Simone Francesco (Folgore – Livorno)
1° Perlangeli Fabio, Leo Francesco (Sport Center Morello
71 Kg. 1° Citi Antonio (Folgore – Livorno)
- Brindisi) 2° Mazzara Alì, Lombardo Antonio (Fisioline
2° Perlangeli Fabio (Sport Center Morello - Brindisi)
- Torchiarolo) 3° Monti Riccardo, Avventuroso Daniele
3° Auletta Francesco (Folgore – Livorno)
(Sport Center Morello - Brindisi)
77 Kg. 1° Antognetti Mirko (Gymnasium Sport – Bisignano) Seniores femminili 20 in poi
2° Pilagatti Daniele (Folgore – Livorno)
1° Maraca Federica – Cardone Laura (Athlon - Lecce)
3° Giorgio Massimo (Sport Center Morello - Brindisi)
2° Perrone Francesca – Maraca Michela (Athlon - Lecce)
3° Perrone Francesco (Sporting Club – Leveranno)
Seniores misto 20 in poi
83 Kg. 1° Mocanu Tudor (Albatros 1 – Roma)
1° Marangi Francesco – Cardone Laura (Athlon - Lecce)
2° Selmi Lorenzo (Folgore – Livorno)
Classifica atleti Polydamas:
3° Dell’Anna Luigi (Sport Center Morello - Brindisi)
Maschili: 1° Puce Alessandro – Perlangeli Fabio – Leo
3° Formelli Alessandro (Spartan Club - Arezzo)
Francesco – Monti Riccardo (Sport Center Morello - Brin90 Kg. 1° Bendoni Michael (Spartan Club - Arezzo)
disi) O. Mallardo.
2° Mocanu Alexander (Albatros 1 – Roma)
100 Kg. 1° Rea Vito (Galaktic MMA/Sora – Sora)
2° Lombardo Antonio (Fisioline – Torchiarolo)
20
Premio FIJLKAM per attività
scolastica promozionale 2009
Un tatami 6 X 6 regolamentare da utilizzare all’interno degli istituti scolastici, questo il premio riservato dalla sezione
della promozione scolastica FIJLKAM nazionale alla prima società in Italia che risponde al nome della “Judo Cokys Club”
di Capaci.
La società, che attualmente è presente su tre siti scolastici a Capaci (direzione didattica elementare Alcide de Gasperi) a
Carini (istituto comprensivo “Laura Lanza”) ed a Palermo (scuola materna “L’Isola che non c’è”) svolge attività di motoria di
base finalizzata al judo in ore curriculari.
Fin dal 1999, anno della prima convenzione scolastica a Capaci, la società ha programmato dei progetti ludici di motoria di
base attraverso i CAS scolastici, che coinvolgono complessivamente nei tre istituti circa 800 ragazzi, che grazie all’attività
svolta, possono usufruire negli stessi locali delle loro palestre dell’ ora di motoria.
Attività meritatamente riconosciuta dalla federazione nazionale, che premia gli sforzi societari di un club che, dopo l’organizzazione del memorial Falcone e Borsellino (torneo internazionale a squadre) e tutta l’attività agonistica federale che la
vede in testa nelle classifiche regionali, vede riconosciuto anche questo settore giovanile promozionale che la società porta
avanti con il suo team di tecnici (sei) specializzati nel settore.
Soddisfatto il direttore tecnico della società il maestro Giovanni Cocheo e con lui l’intero staff tecnico fra cui i figli Francesco ed Ivan ed il Comitato Regionale della FIJLKAM che può annoverare questo primato in
Sicilia.
FALCONE E BORSELLINO
Sempre di buon livello tecnico il memorial che ricorda i due giudici-eroi, ma mai come quest’anno il
livello tecnico delle squadre è stato sicuramente elevatissimo, questo grazie soprattutto al palmares
degli atleti partecipanti che era di tutto rispetto.
Sin dalla conferenza stampa del venerdi mattina, si intuiva che questo torneo sapeva di speciale, mai avuti tanti rappresentanti istituzionali in conferenza stampa, oltre a tre emittenti televisive nazionali e regionali (TV7, TGS, CTS e Teleoccidente tele provinciale)
allertate dall’assessore provinciale allo sport Michele Nasca. I rappresentanti del CONI regionale capitanati da Francesco Orlando, vice
presidente regionale, Giovanni Guttadauro, vice sindaco di Isola delle Femmine, Giovanni Margarini assessore allo sport del comune di
Capaci accompagnato da Giuseppe Cefalù e Francesco D’Agostino consiglieri comunali. Assenti giustificati i sindaci di Palermo, Isola
delle Femmine e Capaci per la concomitanza dell’assemblea nazionale dei comuni d’Italia a Torino (ANCI).
Dopo i saluti di rito, e la lettura dei telegrammi dell’assessore regionale allo sport Nino Strano, di Francesco Cascio (presidente Assemblea regionale siciliana) e delle rispettive fondazioni “Giovanni Falcone e Francesca Morvillo” e di “Paolo Borsellino”, in una sala gremita
di giornalisti, atleti, tecnici ed accompagnatori, la conferenza scorreva velocemente per circa due ore.
Il folto pubblico che ha fatto da cornice a questa manifestazione ha mostrato ancora una volta la grande attenzione che i palermitani
rivolgono a questo sport ed a questo torneo in particolare. Sedici le squadre che nei due giorni di gara si sono contese l’ambito trofeo
che la Provincia Regionale di Palermo ha gentilmente concesso per la prima piazza in particolare (una composizione in vetro con inciso il
logo della Provincia) ma anche a seguire fino alla terza posizione.
Anche il Comune di Isola delle Femmine (piatti in ceramica caratteristiche della Musa) il CONI provinciale (coppe, medaglie e trofei) ed
il gruppo provinciale MPA (targhe e trofei), hanno collaborato attivamente per far si che la manifestazione fosse ricca di premiazione per
tutte le squadre.
La classifica finale premia, dopo una estenuante kermesse di judo ad altissimo livello, la squadre del comitato regionale del Lazio centro
JUDO
che si è imposto in finale per 5 ad 2 sulla quotatissima Francia, terze a parimerito la Spagna di S.Sebastian e il comitao regionale della
Toscana, chiudono il lotto delle finaliste le squadre il comitato regionale Veneto della Fiamma Yamato ed il Lazio nord.
Premiazione ricca di ospiti con l’assessore allo sport della provincia di Palermo Michele Nasca, che ha dato un grosso impulso al torneo
con la sua presenza ed attivissima collaborazione, Napoleone Riso, assessore allo sport di Isola delle Femmine, Toti Pirrotta presidente
regionale della FIJLKAM, Tonino Voccia presidente onorario della FIJLKAM, Giuseppe Cefalù e Francesco D’Agostino del Comune di
Capaci e non ultimo a dare la sua testimonianza sportiva, l’atleta paraolimpico di Pechino per il tiro con l’arco Nino Lisotta, presente per
tutti i due giorni alla manifestazione.
Proprio quest’ultimo ha premiato gli atleti medagliati ai recenti mondiali di Ungheria e che hanno preso parte alla manifestazione con le
rispettive rappresentative, Odette Giuffrida del Lazio, (argento) la Francese Julie Rosso (bronzo) e lo spagnolo Garikoitz Sagarzaev (bronzo), ma alla fine erano presenti circa trenta medagliati e campioni dei loro rispettivi paesi che hanno fatto si che il livello di quest’anno
era semplicemente altissimo, con combattimenti tirati ed allo stremo delle forze, basti pensare che rappresentative regionali quali Puglia
Sicilia, Lombardia, Sardegna e Polonia, sono usciti subito dopo le fasi eliminatorie.
Alla fine la delegazione spagnola ha commentato, esprimendo il pensiero di tutti i partecipanti : “fue el torneo de judo de más alto nivel
que he visto a nivel internacional... Solo nos queda agregar agur Palermo hasta el año próximo!!”...questo ripaga l’organizzazione di un
anno di lavoro.
Un ringraziamento particolare si deve alle istituzioni sportive (CONI, FIAMMA e FIJLKAM) in particolare al presidente regionale del CONI
Massimo Costa, Vito Orlando presidente regionale FIAMMA, ed al provinciale dello stesso ente Maria Rita Puleo, al Comune di Palermo,
la Regione Siciliana ed al suo assessore allo sport Nino Strano, la Presidenza e l’Assemblea regionale siciliana rappresentata dal suo
presidente Francesco Cascio, nonché le amministrazioni comunali di Carini e Capaci con i loro rispettivi sindaci
dr. La Fata ed Benedetto Salvino.
Giovanni Cocheo
JUDO - KARATE - JU JUTZU - LOTTA - AIKIDO- KICK BOXING
VALE TUDO - MUAY THAI - YOGA - SHIATSU
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23
04
KICK BOXING
Favara (AG) – 01 novembre 2009
Coppe delle Nazioni VII^ Ediz. Campionati Regionali - 2009
Semi Contact Giovanile - Maschile Cinture Bianca - Verde
1° Classificato
2° Classificato
3° Classificato
Castronovo Alex
Gandolfo Antonino
Cascio Giovanni
1^ Classificata
2° Classificato
3° Classificato
Paladino Sara
Piazza Giorgio
Alotto Salvatore
1° Classificato
Lupiccolo Alessio
1° Classificato
2° Classificato
3° Classificato
Accardo Valerio
Labruzzo Samuele
Pellegrino Antonino
2° Classificato
3° Classificato
Categoria – mt. 1,15
Fisio Gym, Palma di Montechiaro (AG)
Van Damme, Marsala (TP
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
Categoria mt. – 1,35
Van Damme, Marsala (TP)
Another Way Partanna (TP
Fisio Gym, Palma di Montechiaro (AG)
Categoria mt. – 1,45
Tempio Sport, Mazara (TP)
Sinibaldi Idisoro
Sambito Giorgio
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
Fisio Gym, Palma di Montechiaro (AG)
Categoria mt. – 1,55
Another Way, Partanna (TP)
Another Way, Partanna (TP)
Van Damme, Marsala (TP)
Semi Contact Giovanile - Maschile Cinture Blu – Nera
1° Classificato
2° Classificato
Categoria – kg 65
1° Classificato
2° Classificato
3° Classificato
Categoria – kg 75
1° Classificato
2° Classificato
3° Classificato
Categoria + kg 85
1° Classificato
2° Classificato
3° Classificato
Categoria mt. - 1,35
1° Classificato
2° Classificato
3^ Classificata
Categoria mt. - 1,45
1° Classificato
2° Classificato
3° Classificato
Categoria mt. - 1,55
1° Classificato
2° Classificato
Categoria mt. + 1,6
Ferreri Daniele
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
La Rosa Francesco
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
Semi Contact - Maschile Cinture Blu - Nera
Nastasi Filippo
Cacciatore Filippo
La Mantia Diego
Another Way, Partanna (TP)
Fisio Gym, Palma di Montechiaro (AG)
Another Way, Partanna (TP)
Inzirillo Giovanni
Cacciatore Filippo
Lisciandra Vincenzo
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
Fisio Gym, Palma di Montechiaro (AG)
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
La Rosa Francesco
Bellia Francesco
Perez Vincenzo
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
Fisio Gym, Palma di Montechiaro (AG)
Fisio Gym, Palam di Montechiaro (AG)
Light Contact Giovanile – Maschile
Maniscalco Giuseppe
Cosenza Francesco
Santamaria Michele
Van Damme, Marsala (TP)
Van Damme, Marsala (TP)
Van Damme, Marsala (TP)
Scurti Giuseppe
La Pillo Andrea
Asaro Nino
Van Damme, Marsala (TP)
Van Damme, Marsala (TP)
Another Way, Partanna (TP)
Maniscalco Antonino
Pellegrino Antonino
Van Damme, Marsala (TP)
Van Damme, Marsala (TP)
Categoria – kg 651° Classificato
2° Classificato
Zuccaio Davide
Categoria – kg 70
1° Classificato
Inzirillo Giovanni
2° Classificato
Cristaudo Emanuele
Categoria – kg 75
1° Classificato
Canizzo Sebastiano
2° Classificato
Lisciandra Vincenzo
Categoria + kg 85
1° Classificato
Castronovo Roberto
2° Classificato
Favata Alessandro
Categoria – kg 70
1° Classificato
2° Classificato
Light Contact – Maschile
Marino Giuseppe Van Damme, Marsala (TP)
The Brohters of Fighting, S.P. Clarenza (CT)
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
The Brothers of Fighting, S.P. Clarenza (CT)
The Brothers of Fighting, S.P. Clarenza (CT)
Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
Fisio Gym, Palma di Montechiaro (AG)
Tempio Sport, Mazara (TP)
Kick Light – Maschile
Cristaudo Emanuele
Lupo Antonino
The Brothers of Fighting, S.P. Clarenza (CT)
Lupo Antonino, Cosmos Gym, Castelvetrano (TP)
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04
KICK BOXING
La Coppa delle Nazioni
VII^ Edizione
Si è svolta domenica, 1 novembre, presso il Palasport di Favara, la VII^ Edizione della “Coppa delle Nazioni” ed i “Campionati Regionali”
FNK di Kick Boxing ( Semi e Light Contact).
La manifestazione, organizzata dal Comitato Provinciale del CNSF-Sport Nazionale, in collaborazione con la Martial Kombat Italia, sotto l’egida della
WOMAA e della Federazione Nazionale Kick Boxing, godeva del patrocinio della Provincia Regionale di Agrigento e della Città di Favara.
L’evento si è aperto con il saluto dell’Assessore allo Sport di Favara, Carmelo Vitello, ed in rappresentanza della Provincia Regionale di Agrigento, il Consigliere
Roberto Gallo. Presente la Prof.ssa Anna Maria Conte, Presidente della FNK. L’organizzazione è stata realizzata dal Prof. Biagio Vitrano. Il Servizio Medico è
stato curato dal Dott. Fabio Cordova e quello di Ambulanza, dalla Croce d’Oro di Castelverano.
Dopo una sintetica esibizione del Campione del Mondo WOMAA, Roberto Castronovo di Palma di Montechiaro, si è tenuto l’incontro valido per la VII^ Edizione
della “Coppa delle Nazione” tra il Campione Internazionale moldavo, Sergiu Popa e l’italiano Antonio Provvidenti, Campione del Mondo WUMA. Il match è
stato vinto, con verdetto unanime, dall’italianno.
I Campionati Regionali con oltre 80 atleti partecipanti, provenienti dalle diverse Province dell’isola, ha avuto protagonisti e vincitori, diversi
atleti della Provincia di Agrigento.
Conquistano il Titolo Regionale: Jessica Ruffino e Alex Castronovo.
Mentre si sono classificati al 2° posto: Amato Sabrina, Cacciatore Filippo e Bellia Fabrizio.
Medaglia di Bronzo a: Salvatore Alotto, Giorgio Sambito, Fatima Amato e Vincenzo Perez. Tutti atleti delle Provincia di Agrigento.
Tutti atleti delle Provincia di Agrigento.
25
JUDO
Aida Guemati Campionessa
Europea 2009
Sabato 14 novembre al palasport del Villaggio Ge.Tour di Lignano Sabbiadoro si sono svolti i Campionati
Europei Master organizzati dall’Unione Europea Judo. Questa è la settima edizione a cui hanno preso parte
31 nazioni con un totale di 720 atleti (640 maschi e 72 femmine). Dato il numero elevato di partecipanti le
gare sono iniziate il 12 e termineranno il 15 novembre.
Aida Guemati, che ha gareggiato nei kg. 63 si è trovata in compagnia di tre francesi e una russa. Per sorteggio si è provveduto a formare un gruppo di tre atlete ed uno di due. L’atleta dell’ASD Judo Conegliano si è
trovata nella poule con la francese Gislaine Guillet e la russa Olga Pryakhina.
Per accedere alla finale ha battuto nell’ordine la francese Guillet. L’inizio è stato molto rocambolesco tanto è
vero che l’italiana ad un minuto dalla fine stava perdendo per mezzo punto; la nostra Aida ha capito che doveva accelerare per venir fuori da questa situazione negativa. Con un guizzo ha portato un attacco ottenendo
a sua volta un mezzo punto, situazione che portava in parità le due agoniste, ma Aida non concedeva spazio
immobilizzando immediatamente la transalpina. Quest’ultima vedendo che oramai non si sarebbe potuta
liberare dalla morsa ha preferito arrendersi concedendo la vittoria alla nostra portacolori.
Nell’incontro immediatamente successivo si è trovata davanti la russa Pryakhina. Avversaria piuttosto coriacea come tutti i suoi connazionali. Ad un minuto dall’inizio la russa ha tentato un attacco, ma subito contrastato con un contrattacco dalla Guemati che gli permetteva di ottenere un quarto di punto (yuko), quindi
in vantaggio. Dopo diverse scaramucce la russa ha ritentato la tecnica iniziale e, come da copione, l’italiana
ha contrattaccato ottenendo un altro vantaggio. A questo punto all’italiana si sono spalancate le porte della
finale.
Si è trovata opposta la francese Mireille Sauvage, che accedeva alla finale dopo un combattimento corto
vinto su di una sua connazionale.
La Sauvage ha subito portato un attacco magnificamento parato dalla coneglianese che la portava a terra e
concludeva l’incontro, nel giro di 20 secondi, con un’ottima leva articolare a cui la francese non è riuscita a
resistere battendo il braccio in segno di resa.
Aida è Campionessa Europea! Tutti si sono complimentati per la tecnica sublime ed efficace che gli ha permesso di vincere la finale in un tempo così breve; persino i francesi non hanno potuto fare a meno di constatare la superiorità di Aida e “tanto di Chapeau”.
Ma Aida non è alla sua prima eclatante vittoria, anzi è una abitué del podio, sia europeo che mondiale. Difatti
agli europei del 2005 vinse la medaglia di bronzo; nel 2007 Canpionessa Europea titolo che ha confermato
anche quest’anno.
Guemati ha partecipato a cinque edizioni dei campionati mondiali master, dal 2004 al 2008, totalizzando
sia negli incontri individuale che a squadre: due titoli Mondiali Master, tre d’argento e quattro di bronzo. Un
palmeres da fare invidia a qualsiasi atleta.
L’ASD Judo Club Conegliano è nel senso più assoluto la più titolata società del Veneto ed una tra le migliori
d’Italia.
Per gli amanti delle statistiche aggiungiamo che a questa edizione dei Campionati Europei Master le donne
hanno tre medaglie d’oro contro le due dei maschi. L’Italia si è classificata 4° nazioni nel medagliere totale,
terza nel medagliere femminile e quarta in quello maschile. Hanno partecipato 8 maschi e due femmine della
Regione Veneta ma solamente Aida ha conquistato la medaglia d’oro.
Questo successo non è dovuto a mera fortuna, che oltretutto fa parte dello sport, ma alla preparazione coscienziosa dell’atleta e dalla “scuola tecnica di Conegliano” che punta su pochi atleti ma sempre all’attenzione del pubblico, quindi non la quantità ma la qualità.
M° Bruno Carmeni
26
ALCUNE CURIOSITA’
Prima di proseguire con la nostra visita ai vari Tenri Judo sparsi nei vari Stati del mondo sarà bene chiarire alcuni punti.
Ormai è noto che ho passato due anni da studente presso l’università di Tenri (Nara - Giappone), grazie ad una borsa
di studio che il Maestro Noritomo Ken Otani (9°dan) mi fece mettere a disposizione per frequentare i corsi universitari
di lingua giapponese, ma anche per la pratica di questa disciplina. Il tutto si è svolto dopo la mia partecipazione come
atleta all’Olimpiade di Tokyo 1964 (prima apparizione del judo ai Giochi Olimpici).
Ma chi mise a disposizione questa borsa di studio? Fu il secondo Papa della religione del Tenrikyo, II 2° Shimbashira
Shozen Nakayama (1905-1969).Tenri, che si trova a 15 minuti di macchina dalla famosa città di Nara, ha preso il nome
da questa fede moderna.
La maggioranza degli italiani pensano che Tenri sia il nome di un Judo Club in realtà è una religione nota in tutto il
mondo. Tuttavia la città di Tenri è famosa anche per la sua università di cui il settore judo è molto forte, viene definita
la fucina dei campioni, grazie all’insegnamento del compianto Maestro Yasuichi Matsumoto (9° dan) vincitore del 1°
Campionato Giapponese di judo (1948).
Attualmente il professore di judo è il maestro Fuji (ha vinto per 4 volte consecutive il campionato del mondo). La religione del Tenrikyo nasce nel lontano 1838 nel paese di Tambaichi. I sindaci di vari paesi decisero di unificarsi ed assumere il nome Tenri derivante dalla religione del Tenrikyo, ma il secondo Shimbashira non era d’accordo nel mischiare
le due cose.
La volontà del popolo prevalse è così divenne la città di Tenri.
Questa nuova religione è riconosciuta universalmente tanto è vero che il suo rappresentante ufficiale ha partecipato
nella città di Assisi all’incontro di tutte le religioni iniziata durante il pontificato di Giovanni Paolo II ed in tutte quelle
successive sino ad oggi. Il secondo Shimbashira ha portato avanti diversi grandi progetti: per esempio fondò una
casa editrice, la scuola di lingue, la biblioteca più grande dell’Estremo Oriente, il museo, l’università e tra le altre cose
l’ospedale più grande dell’Estremo
Oriente. Quale studioso, si è occupato anche della ricerca teologica. Era noto come grande amico degli sport e praticante il judo.
Il 2° Shimbashira, Shozen Nakayama, inizia la pratica del judo ai primi del ‘900; nel 1961 riceve l’8° dan per la sua passione e per la divulgazione del judo nel mondo, Il 16 novembre del 1968 a Tokyo il presidente del Kodokan, Risei Kano,
gli conferisce il 9° dan Vi sono varie foto che lo ritraggono mentre esegue delle tecniche. Amava anche altri tipi di sport
quali il rugby, il nuoto e lo sci. Sosteneva che lo sport era una possibilità per ringraziare Dio il quale ci aveva affidato il
corpo in prestito. Si dedicò a questo mondo ricoprendo vari incarichi tra cui capo dell’Associazione Sportiva Giapponese, Consigliere della Federazione Nuoto Giapponese, Consigliere Federale della Federazione Giapponese di judo. È
questa la motivazione per cui nel college di Tenri vengono praticati la maggioranza degli sport.
Ma solo pochi sono a conoscenza del suo contributo per la diffusione del judo come del suo impegno per farlo accettare quale disciplina ufficiale ai Giochi Olimpici di Tokyo 1964.
Il signor Masaru Hayakawa (allora capo della Federazione Giapponese Judo Universitario) in un articolo apparso nel
1968 nella rivista “Nichinotomo” scrisse quanto segue: Nel luglio del 1962 il Comitato Olimpico Giapponese in preparazione dell’Assemblea Generale del CIO ad Atene, il capo Shigeo Nakano disse: “il mondo del judo deve adoperarsi
al meglio affinché questo sport venga incluso nei Giochi, pertanto propongo quali nostri delegati il signor Shozen
Nakayama ed il signor Hayakawa da mandare ad Atene”. Durante l’Assemblea Generale del CIO si doveva prendere la
decisione finale inerente alle nuove
discipline Olimpiche di Tokyo. Il Sig. Nakayama e l’allora Presidente del CIO Avery Brundage erano vecchi conoscenti
in quanto entrambi collezionisti di antichità. Il signor Nakayama non parlò solamente con Brundage, ma con tutti gli
altri membri del CIO e cercò di convincerli affinché il judo venisse accettato come disciplina Olimpica. La notte prima
dell’ultimo giorno nel quale venivano decise quale discipline accettare s’incontrò di nuovo con Brundage e promosse
ancora un’ultima volta la causa del judo.
Quando il sig. Nakayama ci raggiunse nella camera d’albergo ci disse: “l’ho pregato ancora una volta. Credo che le
nostre probabilità siano molte buone.” Allora gli chiesi: “come lo avete pregato?” rispose: “Gli ho
semplicemente detto AIUTAMI PER IL JUDO. Il giorno seguente venne reso noto l’esito della votazione: Il judo venne
votato quale disciplina Olimpica!
Questa notizia ci giunse in albergo tramite un giornalista giapponese così nella stanza si scatenò un urlo di gioia.
Proprio Shozen Nakayama, che amava profondamente il judo e che si augurava di tutto cuore che venisse promosso
in tutto il mondo poteva raggiungere una tale meta. Shimbashira disse: “nel mondo dello sport non vi sono confini di
Stato, lo sport è un’ottima lingua per la comprensione internazionale”.
Basandosi sulle sue ricche esperienze sognava di poter promuovere tramite questa disciplina i rapporti di amicizia
internazionali. Il Tenrikyo cerca sempre di ricordare che la vita gioiosa promossa tramite il loro insegnamento fa si che
tutti gli esseri umani sono fratelli e che diventi realtà in tutto il mondo.
E se pensiamo che lo spirito del judo sta nel migliore impiego del corpo e dello spirito “seryoku zenyo”, e nell’aiuto e
comprensione reciproca nel miglioramento del benessere “Jita kyoei” allora il significato del judo per la vita gioiosa
si chiarisce da solo.
Dopo i Giochi, occasione dell’incontro Giappone - Resto del Mondo che ha avuto luogo a Tenri il 27 ottobre 1964 (al
quale ha preso parte il sottoscritto) il secondo Shimbashira nel discorso d’apertura disse quanto
segue: “in ricordo dei Giochi di Tokyo oggi ha luogo un incontro di judo internazionale a Tenri. Sono molto contento
JUDO
JUDO
che i circa 40 judoka di 10 nazioni che hanno partecipato alle Olimpiadi siano qui riuniti. Spero che
tutti voi possiate cogliere questa occasione oggi quale scambio internazionale amichevole concentrandovi al massimo sulla tecnica eccezionale del judo, che avete portato avanti sino ad oggi. Questo sport si è sviluppato partendo
dal Giappone per diventare un’attività internazionale.
Per poter assaporare veramente il judo e per poter promuovere i rapporti amichevoli fra di voi è importante che non
pensiate tanto a quale nazione appartenete ma dovete concentrarvi soltanto nella tecnica del judo.” Da questo saluto
di apertura si può riconoscere che era un desiderio del
secondo Shimbashira di avvicinarsi alla vita gioiosa anche tramite la pratica sportiva.
Fu proprio in questa occasione che mi fece dono di una ciotola d’argento con la scritta e data dei Giochi Olimpici di
Tokyo ‘64 e dell’incontro Internazionale di Tenri. All’interno è rappresentato il Sol Levante con la
sagoma del Giappone. Inoltre mi diede la riproduzione della chiesa madre del Tenrikyo, una scultura in legno curata
nei minimi particolari.
Queste due cose, assieme a tante foto, le custodisco gelosamente. Sono immensamente grato al suo insegnamento
ed al Tenrikyo non solamente per avermi dato la
possibilità di studiare la lingua e di approfondire la pratica del judo, ma soprattutto agli insegnamenti di vita che mi
hanno fatto più uomo e cosciente della nostra missione durante tutta l’esistenza.
Vi ho informato di questo prima di affrontare i miei viaggi di “ritorno” al Tenri Judo sparsi per il mondo. È una sorta
di pellegrinaggio di ringraziamento al Tenrikyo e ritornare quanto appreso.
M° Bruno Carmeni
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GIOCHI DI GUERRA
SOFTAIR FAIR
una nuova fiera per il Softair
Ferrara è diventata, indiscutibilmen-
te, un luogo di culto.
No, non si tratta di religione ma della comunità del Softair che ha ormai
decretato che questa bella città rappresenta il momento di aggregazione
principe di questo sport tattico e non
solo.
Anche noi presenti con lo stand del
Centro Sportivo Nazionale Fiamma
nei giorni 14 e 15 di Febbraio 2010,
siamo arrivati la mattina presto del
sabato, ma non abbastanza: già dalle
8,00 si stava formando una sempre più
lunga fila di visitatori che un’ora dopo,
e fino a mattina inoltrata, è diventata un vero e proprio muro invalicabile
che ha soddisfatto più che ampiamente gli organizzatori della Estrela, società che gestisce anche l’esposizione
milanese nota come Militalia.
Vari i padiglioni dedicati sia al collezionismo storico, alla coltelleria e ovviamente al Softair e a tutto ciò che
comprende questa attività: dalle ASG
alle ultime novità per quanto riguarda uniformi da combattimento, camelback, zaini, guanti e maschere.
Queste ultime sempre più ultra tecnologiche e divertenti: dagli occhiali utilizzati dalle Special Forces con la ventola interna per aspirare la condensa,
fino a quelle integrali in plastica che
con l’aspetto di un...teschio.
Su tutti sono spiccati ASG ERA distributore delle repliche SRC e Jing
Gong; la slovena AS GUN rappresentata dal negozio bolognese La Tartaruga che ha proposto al pubblico firme prestigione di ASG lunghe e corte
quali King Arms, ARES e Cybergun;
l’enorme stand di American Store per
l’ebbigliamento, Magnum e Orizo per
le calzature. Presenti per la prima vol-
ta assieme le tre federazioni nazionali
legate al Softair: CSEN, ASNWG e
GAS che continuano, pur con le ovvie
differenziazioni, la loro opera di regolamentazione e coordinamento tra le
centinaia di club presenti sul territorio nazionale.
Tra i tanti club prersenti con i loro
stand vanno obbligatoriamente segnalati i sempre attivissimi uomini
dei Nexus di Ferrara, gli Iena Corps
di Bologna, i Predatori di Modena e
gli originalissimi Langbarten di Milano che sono appassionati softgunners
amanti delle repliche e degli equipaggiamenti “Made in Russia”, vodka Molotov compresa.
Tra gli espositori di Militaria, va
evidenziato il sempre crescente l’interesse verso le repliche disattivate
o appositamente realizzate, davvero
realistiche, che sono indirizzate non
solo ai semplici collezionisti ma anche e soprattutto ai sempre numerosi
team di Re-enactors, i rievocatori storici, da Napoleone alla Seconda Guerra Mondiale.
Da non dimenticare, fattore altrettanto importante, la notevolissima
presenza di pubblico “generico” di
semplici curiosi oggi e possibili futuri
appassionati domani.
Ferrara è quindi da considerarsi un
patrimonio universale per il suo bellissimo centro storico ma sicuramente
con questo evento ha confermato di
essere anche un’importante punto di
incontro a livello nazionale per tutta
una comunità. E nei giorni 9 e 10 Ottobre 2010, si replica. Buon Softair a
tutti.
Fabrizio Bucciarelli
29
RIECOVAZIONE STORICA
La strada del Flos et Leo
Cosa può spingere un gruppo di adulti a trovarsi in
introduzione ed approfondimento allo studio delle arti
su un campo assolato, vestiti con abiti fuori moda da
marziali medievali, basati soprattutto sugli scritti di
almeno 800 anni, con qualche decina di chili di coraz-
Fiore de Liberì.
zatura addosso, dopo magari aver montato tende ed
Inoltre è disposta ad assistere tutti gli amanti della
attrezzature per diverse ore, per rivivere una fase di
storia che desiderassero diventare rievocatori e costi-
una battaglia durata magari meno di un’ora ? Non è
tuire il proprio Gruppo di Rievocazione autonomo.
altro che l’amore per il profumo della storia, per il po-
Per qualsiasi informazione contattateci ad
ter sentire, anche solo per un istante, un protagonista
info@flosetleo.org.
o anche un comprimario del passato.
Proprio l’amore per la storia spinge i rievocatori storici
a comportarsi così.
Noi dell’associazione “compagnia Flos et Leo” lo
sappiamo bene, perché questa febbre della storia la
viviamo tutte le settimane. La nostra associazione ormai da sei anni svolge l’attività di rievocazione storica
per i secoli dal XI al XVII.
Per essere chiari dal periodo dei liberi comuni fino al
periodo del dominio spagnolo in Italia. Per questi periodi abbiamo scelto, naturalmente, ruoli diversi: se
nel medioevo siamo “Pedites” membri di una milizia
cittadina appiedata, nel rinascimento studiamo le arti
di combattimento di messer Fiore del Liberi, mentre
nel seicento siamo un “Tercio” spagnolo stanziato in
Lombardia.
Ognuna di queste epoche ha il suo fascino che va alla
radice del nostro essere e permette, per un momento, di assaporare una vita che la modernità ha quasi
cancellato.
Naturalmente nulla di questo è gratis: alle spalle
esiste un lavoro di studio teorico e di attività pratica
in numerosi campi: dallo studio delle attività marziali
alla realizzazione pratica di oggetti e manufatti allo
studio di antichi mestieri, ma comunque questi sforzi
vengono poi appagati nel momento della rievocazione
storica. Per organizzare queste attività di preparazione l’associazione “Compagnia Flos et Leo” ormai da
diversi anni gestisce una scuola di arti marziali medievali, basata sull’analisi e sullo studio di diversi autori
dal sec XIII al XVI, e fornisce ai suoi associati tutte le
indicazioni storiche e filologiche necessarie per poter
prendere parte alle manifestazioni come la Battaglia
di Legnano o l’assedio di Canelli, dove partecipano
centinaia di revocatori. Inoltre l’associazione ha realizzato diversi manufatti, tra cui un trabucco di dimensioni originali, “Leona” , in grado di lanciare i propri
proiettili del peso di 5 kg fino a cento metri.
L’associazione organizza per gli interessati stages di
30
FACCIAMOGLI LE SCARPE!
Calzature tattiche
Nell’ universo militare, un area che spesso in tanti
credono erroneamente di conoscere e capire appieno, con il termine Forze Speciali si intende quella
ristretta comunità di personale altamente specializzato con compiti legati alla guerra non convenzionale, di infiltrazione e Intelligence.
Uomini e compiti, dunque, particolari che prevedono
severissime selezioni e un addestramento in continuo aggiornamento e virtualmente interminabile
per rendere “Combat Ready” soldati che dovranno
affrontare elevatissimi stress fisici e psicologici in
aree spesso controllate da forze nemiche. Le stesse
caratteristiche di versatilità, affidabilità e resistenza devono avere gli equipaggiamenti personali, le
armi, gli apparati di rilevamento e trasmissione.
Esiste però una priorità legata all’abbigliamento
del soldato delle SF, valido anche per tutti i militari
in genere, che riveste lo stesso ruolo “vitale” della
propria arma individuale e che potrà in molti casi
fare la differenza tra successo e fallimento, vittoria
e sconfitta, vita e morte: le proprie scarpe. I nostri arti inferiori sono assolutamente vitali per ogni
soldato ma maggiormente per un uomo delle Forze
Speciali che della marcia in condizioni particolari o
l’utilizzo degli stessi come vera e propria arma nel
combattimento corpo a corpo.
In Italia l’antica tradizione calzaturiera nota in tutto
il mondo mai aveva degnato di troppa attenzione
lo studio e la realizzazione di stivali con specifiche
militari optando per il ben più redditizio settore della moda “civile” giungendo alla delirante e tragica
produzione durante il Secondo Conflitto mondiale
delle tristemente famose “suole di cartone” che
tanto danno arrecarono alla valorosa ma sfortunata
spedizione dell’ ARMIR contro Unione Sovietica a
fianco degli alleati dell’Asse.
Forse consapevoli degli errori e delle occasioni
mancate del recente passato v’è stato negli ultimi
vent’anni un vero e proprio “boom” dello stivaletto
tattico a specifica militare che in breve tempo è diventato un “must” per gli appassionati di Trekking,
per i cacciatori e per i praticanti del Softair ma
esistono modelli forse meno noti alle masse che
possiedono elevate specifiche e che garantiscono l’utilizzo di materiali ad altissimo livello che
ne fanno l’ideale strumento per chi, come i
nostri Incursori delle varie Armi, necessita di stivaletti polivalenti a cui affidare il
benessere delle proprie estremità inferiori e, in ultima analisi, la propria vita.
Ma quali devono essere le caratteristiche
di base di ogni calzatura delle Forze Speciali?
Leggerezza, robustezza, morbidezza, traspirabilità, impermeabilità, ottimale altezza e fasciatura della caviglia. Le calzature dovranno quindi
possedere caratteristiche idonee di morbidezza
e al contempo le necessarie doti di robustezza
e flessibilità.
La Jolly Scarpe, nota azienda conosciuta per le
proposte legate al settore calzaturiero in ambito protettivo e tattico pone all’attenzione degli
esperti come del personale militare un nuovo
stivaletto dalle caratteristiche davvero particolari denominato Laser II che si pone l’ ambizioso obiettivo di abbinare allo stivaletto militare
“classico” elevate caratteristiche di protezione
passiva. Realizzate in pelle pieno fiore con fodera in Gore-tex vanta un’ eccezionale traspirabilità
e comodità. Inattaccabile da olii e altre sostanze
chimiche aggressive elimina ogni possibilità di
scintille da sfregamento grazie al trattamento
specifico dei ganci, girelle e passanti metallici
per le stringhe.
La Crispi Sport, altra importante azienda con
vasta area di ricerca militare, di Alessandro
Marcolin è una delle realtà calzaturiere tra le
più note ed apprezzate nell’ambito delle Forze
Speciali nazionali e internazionali che da molti
anni utilizzano alcuni modelli che, letteralmente,
hanno “fatto scuola” e che in temi recenti hanno studiato un nuovo stivale da combattimento
appositamente studiato per un uso a specifica
militare.
Il modello denominato Sniper è realizzato in to-
SOFTAIR
SOFTAIR
maia pieno fiore ingrassato e trattato per ottimizzarne
l’impermeabilità e garantirne comunque traspirabilità
e morbidezza seppur in un contesto di elevata resistenza e un inserto laterale in Cordura per rendere più
agili i movimenti.
Nel Nord Italia il marchio Beck della friulana Vanpel
ha al suo attivo un interessantissimo modello denominato Moor STX.
Leggero e con chiusura alta che protegge al meglio
la caviglia prevede una lingua paracolpi imbottita e
integrata nella tomaia. Il pellame in abbinamento alla
fodera in Sympatex rende questa calzatura idrorepellente e morbidissima e la “solita” splendida suola
Vibram offre una pedata sicura per le molteplici configurazioni di terreno che spesso gli uomini delle Forze
Speciali devono affrontare.
Ultima ma tra le più note, la Hi Tec-Magnum britannica viene importata da Sport Trade srl, un’azienda sita
tra le splendide valli ladine in Trentino Alto Adige e
propone per l’Italia la distribuzione di queste splendide
calzature tattiche per impieghi speciali. Innumerevoli i
modelli realizzati in pelle pieno fiore, con suole Vibram
o su disegno esclusivo Magnum, con inserti in Nylon,
Sympatex e Cambrelle. Il design è il giusto equilibrio
tra la ricerca e il mantenimento della tradizione calzaturiera, quella britannica e quella italiana, che non ha
rivali al mondo.
Perfetti per il Softgunner così come il personale militare e gli Operatori delle Special Forces, i modelli delle collezioni Stealth ed
Elite Force e Spider.
Inutile sottolineare che dal nuovo impero cinese giungono copie
di copie di queste calzature a
costi davvero convenienti ma con
materiali e prestazioni non esattamente all’altezza degli originali,
con possibili gravi conseguenze per
chi le indossa per proteggere i propri arti inferiori.
Come se in fondo essi non fossero altro che una “seconda pelle” che protegge e riposa uno degli strumenti
più importanti degli Incursori di ieri, oggi e domani: i
propri piedi.
Fabrizio Bucciarelli
Pallini da Softair atossici e biodegradabili omologati
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SOFTAIR
QUELLE STRANE ARMI AD ARIA COMPRESSA
IN LIBERA VENDITA
Apparentemente qualcuno penserà che ci sia-
mo bevuti il cervello, qui in Redazione, oppure
che qualche collaboratore e il sottoscritto nella
fattispecie abbia inviato al nostro mensile un
pezzo dedicato a qualche altro magazine, ma
non è così.
Forse sapete anche come la penso riguardo al
Soft Air e, in generale, a tutte quelle pratiche
che a me piace definire “Marziali” che a mio
avviso non si esauriscono con le domeniche passate in qualche bosco in alternativa alla classica
partita di calcio. Il Soft Air, che pratico dal 1986
e cioè da quando esso era letteralmente perseguito dalle Leggi dell’epoca e che ancora non
era ben identificato, altri non è che una parte di
questi percorsi: una pratica che mi appassiona
dopo quasi vent’anni ma che non si esaurisce di
per sé e che anzi è sempre facente parte di stimoli nuovi che confluiscono in un unico modo di
vivere e pensare.
Per questo credo che anche il Soft Air, cui sono
dedicate le nostre passioni e le variegate visioni
di esso, deve valutare anche altre possibili forme di evoluzione che non terminano, incredibile
ma vero, nel rovesciare su un avversario migliaia
di pallini al minuto o mettere a dura prova le nostre capacità psico-fisiche durante massacranti
missioni 24/48 h.
Così come un tempo si valutava con interesse da
parte dei nostri “fratelli maggiori” del Paintball
a stelle e strisce i vagiti della nostra pratica ludico-sportivo-militare, oggi il nostro sport è diventato fenomeno immenso posto all’attenzione
di tutti e in continua espansione.
In Giappone, dove è diventato assieme al Golf
lo “Sport nazionale”, o in altri Paesi del Sud Est
Asia si continuano a produrre modelli di ASG
sempre più perfezionate e realistiche atte sia al
collezionismo che al combat vero e proprio ma...
c’è un “ma”.
Le armi, come le ASG, non sono infinite e il tiro
specifico del Soft Air non può andare oltre certi limiti imposti dalle Leggi vigenti
a seconda della nazione in cui vengono
utilizzate per cui sembra che il Soft Air
di un certo tipo si stia “fossilizzando” pur
nella sua espansione.
Realizzata la duecentesima versione del
Colt M4 o di una mitraglietta H&K, acquistate tutte le possibili varianti e i migliori
equipaggiamenti dove si arriverà? Quali
potranno essere le ulteriori ventate di novità, le necessarie innovazioni e la “crescita” di un fenomeno che non si deve limitare al
solo approccio con l’ASG?
Ricordo che, anni or sono, si cercava di stabilire
se si potevano utilizzare le ASG, sia corte che
lunghe, in vere e proprie gare di tiro dinamico o
statico in un “trait d’union” con pratiche alternative al Combat ma con scarsi risultati: correre
tra i boschi o in qualche caseggiato abbandonato alla ricerca del nemico/avversario e scaricare
caricatori su caricatori sembrava e sembra il fine
ultimo del sofgunner-tipo.
Da molto tempo non si vedono, per esempio,
serie proposte circa il tiro di precisione che un
tempo, al contrario, erano seriamente valutate
dai softgunner come dai singoli club e questo
disinteresse per molti ha significato tentar di
chiudere sul nascere un interessante opzione.
Ma l’arte del Tiro, se non proprio con le ASG e
senza dover per questo richiedere il porto d’armi o l’iscrizione a qualche poligono, è possibile:
sono le carabine, i fucili d’assalto e le armi corte in cal. 4.5 ad aria compressa o Co2 in libera
vendita.
Il principio di queste che fino a un paio di anni
fa erano equiparate alle armi da fuoco è basato
su quello delle “nostre” armi a gas che, tramite
quest’ultimo in Co2 o la stessa aria pre-compressa, fa da propulsore ad un proiettile in piombo
o altri materiali similari e compositi in cal. 4,5’.
Pur rientrando nel contesto delle armi di scarsa efficacia offensiva, tali tipologie di armi non
sono equiparabili alle nostre ASG e quindi non
possono in alcun modo essere utilizzate nel contesto del Soft Air in versione Combat: la potenza
inferiore ai 7,5 Joule è comunque pericolosa in
caso di impatto su un corpo umano o animale ma
perfetta per il tiro di precisione anche su rilevanti distanze vuoi con armi lunghe o corte.
E in questo caso, vi garantisco che l’effetto “Sniper” è assolutamente notevole anche perché
per utilizzare le armi in Co2 o ad aria compressa
non è certo obbligatorio iscriversi a un poligono
anzi è ampiamente possibile utilizzarle in aree
private con gli ovvi accorgimenti legati alla sicurezza che spesso abbiamo anche per le ASG. Se
cerchiamo il tiro statico in poligono si assurge
alle vette della precisione di modelli Air Gun che
sembrano usciti da Alien o Terminator ( e dei
prezzi che sfiorano anche i 10.000 �) ma ritengo
che nella versione dinamica o sniper, con appostamenti, ostacoli e bersagli a punteggio fucili
e pistole a prezzi e con look ben più accessibili
siano a nostra disposizione.
Ho provato parecchi modelli tra armi lunghe e
corte nei vari rapporti qualità prezzo e ho sele-
34
zionato per i gunners più interessati una serie di
armi Air Gun che, pur nei limiti del caso, possono
dare un’idea dell’arma e del suo utilizzo.
Esistono infatti numerose case produttrici che
dagli USA portano alla Germania, alla Svizzera,
all’Italia, alla Spagna, alla Russia fino all’ Estremo Oriente e che si differenziano per qualità costruttiva e potenza ma che offrono genericamente una buona qualità con le differenziazioni che
dal Soft Air esistono tra i “plasticoni” e quelle di
ultima generazione.
Dalla Umarex tedesca ci arrivano veri e propri
gioielli tecnologici che riproducono, o sono emanazione dello stesso marchio originale, le migliori pistole e alcune armi lunghe del settore.
La Smith & Wesson 686 in 4” è, come gli altri
modelli e soprattutto come in quelli da fuoco,
in metallo/polimero e plastica e dotata con un
ingegnoso sistema a tamburo che consente di
sparare anche in rapida successione ben otto
colpi. Il modello nei colori nikelato/nero oppure
“All Black” ha uno scatto piuttosto impegnativo
ma il rinculo è appena percettibile e il sistema di
puntamento permette un’ottima rosata a distanze considerevoli sia con una che
con due mani.
Molto più adatta al tiro dinamico
l’ormai classica Beretta M 92 FS pur se con un
peso addirittura superiore a quella da fuoco in
cal.9x21 ma proprio per questo motivo permette un tiro cattivissimo e preciso sia in singola
che doppia azione. All’interno dell’impugnatura
e cioè nel vano del caricatore “reale” è stato ricavato lo spazio per la bomboletta di metallo del
gas e il sistema propulsivo mentre premendo
sulla leva della sicura l’arma si apre e appare
un vano dove al suo interno alloggia il caricatore
circolare a otto colpi.
Finiture davvero “teutoniche” e robustezza fanno di questo autentico gioiello militare un arma
ideale in ogni tipologia di tiro al pari della mia
preferita e cioè la Walther CP 99.
Realizzata come nella versione a fuoco in polimero e metallo è l’ideale assoluto per la disciplina
nota come “Action Shooting” equiparabile alla
versione più cattiva del nostro Tiro Dinamico. In
assenza di cane esterno, quest’ottima arma in
Co2 rappresenta l’ultima generazione in fatto di
design e tecnologia, tutto il sistema di sparo è
interno e permette l’estrazione rapida da giacche
e fondine cosciali senza per questo impigliarsi
da tutte le parti; un leggerissimo arretramento
del carrello e la mia CP 99 è pronta al tiro con il
sistema di propulsione identico a tutte le altre
proposte Umarex. Nei modelli citati la rigatura
della canna garantisce quella precisione che alle
ASG difetta per ovvia carenza tecnologica e che
ne fa motivo di utilizzo, per esempio, anche pres-
so poligono interni anche militari quali appunto
l’Accademia di Modena proprio per la tipologia
di approccio propedeutico alle armi da fuoco.
Due i punti ancora da chiarire per queste tre armi
corte: i sistemi di sicurezza sono perfettamente
funzionanti ed è possibile una notevole gamma
di optional e customizzazioni a seconda delle
proprie esigenze e gusti.
E’ nelle armi lunghe, però, che la mia passione
per questo tipo di armi in libera vendita si è scatenata al meglio perché il mondo dell’aria compressa nasce soprattutto da antiche esigenze di
caccia ( sigh!) a prede di piccole dimensioni e di
tiro di precisione che oggi hanno raggiunto vette
anche di interesse...militare.
Dalla fredda Russia la fabbrica Izhmash (www.
izhmash.ru) propone due modelli dell’ultima generazione Kalashnikov ribattezzati Yunker 2 e
Yunker 3 corrispondenti ai modelli corto e lungo
attualmente in produzione. Entrambi in cal. 4,5’
e con propulsione a gas Co2 semi auto vantano
la particolarità di non essere stati realizzati ex
novo ma di
essere armi
vere da
fuoco a
cui è stato
asportata
la camera
di scatto comprensiva di otturatore di cui
è stato però mantenuto il movimento dell’asta di caricamento esterna nonché
la canna. Il resto è esattamente quello che è e
cioè un Kala vero e proprio che come negli ultimi
modelli, ha il calcio in materiale plastico ribaltabile a lato.
Tutto, sia la bomboletta di gas che i colpi, viene
situato all’interno del vano caricatore a mezzaluna anche se auspicabilmente potevano essere
utilizzate due bombolette come nelle ultime generazioni di fucili a Co2. Il vero difetto, a parte il prezzo e quelli tradizionali dell’AK, risiede
nell’utilizzo di una tipologia unica di proiettile
in Occidente mal valutato da anni e cioè quello
sferico, un po’ come uno dei pallini da Soft Air in
variante metallica con tutti i guai che ne conseguono e cioè una scarsa precisione che ne fanno
soprattutto oggetto di curiosità e collezione piuttosto che un efficiente strumento da tiro.
Dalla Diana arrivano invece due modelli distribuiti dalla Paganini Spa ( www.paganini .it)
assieme alle migliori armi da fuoco nazionali e
internazionali e che assieme al titolare dell’armeria Cupido di Modena ringrazio per la gentile
collaborazione e la competenza: entrambi mi
hanno permesso di valutare due interessantissi-
me carabine e cioè il Mod. 52 e il 52L.
Il primo è un esemplare “ all black” di carabina
a canna fissa e caricamento a leva laterale abbinato a un’ottica generica per il tiro sniper che, ad
onor del vero, non fa sminuire il sistema di mira
originale e completamente regolabile. L’arma è
equilibrata nel peso e nelle dimensioni pur se
con una sua “personalità” che di certo non la fa
annoverare tra le più leggere che ho testato.
Tirata senza sforzo l’asta d’armamento a destra
del corpo del fucile inserisco il pallino nell’apposito vano, una manovra facile e abbastanza fluida e poi la faccio rientrare facendo così automaticamente scattare la sicura che, in fase di tiro,
andrà disattivata tramite pressione sulla parte
anteriore dell’arma. Il tiro è piacevole e preciso
con un rinculo presente ma certo che in nessun
modo inabilita il tiratore e abbastanza potente
da operare anche da distanze ragguardevoli: tale
arma è stata prescelta per le prove di tiro Sniper
nell’addestramento dei Riservisti dell’U.N.U.C.I.
di Modena.
Il modello 52L, come si potrà immaginare, è la
sua versione “Lusso” in legno pregiato e con la
calciatura sagomata e zigrinature varie che ne
fanno prestigioso oggetto di desiderio per
tutti gli appassionati.
Anche qui le stesse caratteristiche di tiro
precedenti, anche qui la stessa precisione e
le stesse tipologie della sicurezza ma con un
prezzo purtroppo differente proprio per l’utilizzo
di materiali nobili.
Per ultimo avevo tenuto la mia “chicca” e cioè
un modello del famosissimo fucile americano
Winchester ( sì, proprio quello alla John Wayne)
rielaborato, pur nel rispetto dell’originale, dalla
Walther e che qui riassume
il meglio del mondo Air
Gun: tecnologia, qualità
dei materiali, precisione
e...celerità di tiro.
Esiste infatti una linea di demarcazione tra quelli
ad uso “Sniper” e il già citato Yunker “AK” e cioè
la celerità: se nei primi i tempi si allungano nel
secondo questi vengono ridotti grazie al tiro in
semi auto ma a discapito della precisione.
Con il Winchester si ottengono ottime rosate a
una velocità di caricamento notevole grazie al
famoso sistema che vuole la leva di armamento situata in prossimità del grilletto nella parte
inferiore della carabina: abbassando e alzando
quest’ultima il colpo entra in canna e l’arma è
pronta al tiro.
Anche qui il sistema di sicurezza è identico all’originale nella sua forma esteriore ma altrettanto efficienti e valide risultano le tacche di
mira graduate e regolabili. Il tiro è gradevole e
potente grazie ad un sistema brevettato Umarex
SOFTAIR
che permette l’utilizzo di ben due bombolette di
gas Co2 senza per questo oltrepassare la soglia
dei 7,5 Joule e che offre precisione al prezzo di
un rinculo davvero modesto. L’utilizzo di acciaio
e legno pregiato assieme ad un insolita leggerezza e ad un impareggiabile maneggiabilità ne
fanno un modello davvero speciale purtroppo
però a un prezzo non accessibile a tutti.
E i pallini?
Sferici o con corpo cavo,con testa piatta o a punta, in piombo o leghe speciali, ai massimi livelli
o per i principianti ne esistono per ogni esigenze
e prezzo sia Italiani che stranieri: ottimi sono i
Gamo in differenti versioni, i Tiger Gold ad elevata velocità e penetrazione, i classici Diabolo,
i Barracuda Match nella serie pesante da competizione
Io utilizzo, vista la “cattiveria” del mio tiro quelli
che potrebbero rappresentare per l’Air Gun quello che nei calibri a fuoco da guerra erano i famigerati “Dum Dum”: in cal. 4,5’ i miei Champion
Fireball sono composti da una base in piombo al
cui interno si nasconde un nucleo sferico in rame
ad elevato potere penetrante.
L’Air Gun non è e non può essere il Soft Air ma
di questo, nei suoi principi di libera vendita e di
tiro, non dovrebbe essere troppo distante bensì
un mondo parallelo da scoprire per chi non desidera fermarsi al pur sempre bello e interessante
“Colpito!”.
Fabrizio Bucciarelli
L’AIR GUN E LA LEGGE:
Con Decreto del Ministro dell’Interno 9 agosto
2001, n. 362 (G.U. n.
231 del 4.10.2001),
è stato emanato
uno specifico regolamento che ne
disciplina l’utilizzo. In particolare, l’acquisto del-
le armi ad aria compressa in questione è consentito senza autorizzazione, ai soggetti maggiorenni
muniti di valido documento di riconoscimento; ne
è consentita la cessione e il comodato tra privati
purché avvenga con scrittura privata e tra soggetti maggiorenni (art. 7 D.M. cit.); non si applicano i
limiti numerici stabiliti per le armi comuni da sparo
(art. 8); non ne è, tuttavia, consentito il porto senza
giustificato motivo
L’utilizzo delle armi ad aria compressa che erogano energia non superiore a 7,5 joule è consentito
in poligoni o luoghi privati non aperti al pubblico,
esclusivamente ai maggiori di età o a minori assistiti da soggetti maggiorenni, fatta salva la deroga per
il tiro a segno nazionale (art. 9 D.M. cit.)
L’AIR GUN E LA SICUREZZA
Le armi ad aria compressa in libera vendita devono
essere utilizzate negli stessi modi e termini delle
armi da fuoco di cui fino a qualche anno or sono
facevano parte in quanto equiparate. Mai puntare
contro persone o animali un arma anche se scarica, inserire il colpo in canna con la sicura sempre
attivata, fare fuoco solo quando sono presenti tutte
le necessarie condizioni di sicurezza. Anche se non
letali e a bassa capacità offensiva le armi ad aria
compressa di libera vendita possono causare gravi
danni.
TIPOLOGIE DI TIRO
Il tiro Sniper con un osservatore e uno o due tiratori
è perfetto per l’Air Gun con bersagli di varia tipologia posti a una cinquantina di metri. Lo stesso valga
per eventuale tiro dinamico detto anche “Action
Shooting” all’interno di aree adibite a Killing House
sia aperte che chiuse data l’impossibilità di colpi
di rimbalzo pericolosi e che prevedono finestre di
apertura con bersagli statici e dinamici.
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Corsa in montagna
L’Italia, nel 2009, è tornata ad ospitare nuovamente il massimo evento mondiale della corsa in montagna a Madesimo e Campodolcino dove si è celebrata la 25^ Coppa del mondo storia importante, sempre in crescita, che ha coinciso con la disputa del 1° Campionato mondiale IAAF un approdo straordinario e da tempo atteso.
È emblematico ricordare come tutte le tappe storiche della corsa in montagna mondiale abbiano l’Italia quale “culla”: dagli Incontri internazionali, assoluti e giovanili,
al Campionato Europeo, alla Coppa del Mondo e ora, Mondiale Individuale e per Nazione.
L’Italia è la nazione che più di tutte le altre ha saputo investire ed impegnarsi per dare un futuro internazionale serio alla disciplina, grazie al lavoro di tanti dirigenti
e tecnici che, non paghi dei confronti e delle battaglie interni e delle difficoltà di rapporto (certamente all’inizio) con la Federazione nazionale, trovavano il tempo e il
supporto internazionale per costruire un futuro alla specialità.
La Coppa del mondo segnò i primi due atti della sua storia in Italia, a San Vigilio di Marebbe, cuore ladino della Val Badia, e in Valtellina, tra Morbegno,Sondrio ed
Albosaggia. 1985 e 1986 a seguire la lunga teoria di manifestazioni internazionali, che hanno interessato tutto il mondo.
La prima edizione di San Vigilio di Marebbe fu una festa meravigliosa: c’erano tensione giusta, entusiasmo, voglia di investire e fare e fondamentale fu anche l’apporto
di piccoli Stati come la Repubblica di San Marino ed il Principato di Monaco: al conteggio delle unità presenti, davano un contributo strategico.
Furono poco meno di una ventina le nazioni presenti, ma tanto bastò! E l’anno dopo in Valtellina andò ancora meglio,
perché debuttò anche il Continente africano con il Marocco!
L’Italia dominò in Badia con l’immenso Alfonso Vallicella, che dopo
uno stupendo braccio di ferro con l’austriaco Helmut Sthulpfarrer
fece suo il “cross lungo” a Plan de Corones, rispondendo così alla
vittoria nel “corto” dell’inglese Kenny Stuart, e sfiorò l’impresa con
la maestrina di Ivrea, Chiara Saporetti.
Italia ancora mattatrice a Morbegno con lo juniores Franco
Naitza e Maurizio Simonetti trionfatore nel “corto” e bis
di Vallicella nella dura ascesa del “lungo”. E da ricordare la bella
impresa della bresciana Valentina Bottarelli, nella prova femminile
dominata, nuovamente, dall’inglese Karol Haugh.
Poi la Coppa iniziò a girare l’Europa: ecco la trasferta nella svizzera
Lenzerheide, con i successi degli azzurri: Bonzi su Bortoluzzi e Gotti
e lo juniores Lizzoli, e della meteora americana Jay Jhonson.
L’estroso bellunese Dino Tadello (lungo) e ancora Alfonso
Vallicella (corto) regalarono all’Italia il successo nella britannica Keswick, nel 1988.
Azzurri sempre padroni: anche a Die-Chatillon en Diois ed a Zermatt, dove esplose la Colombia di Jairo Correa, mentre Manuela Di Centa andò vicinissima (argento)
al primo trionfo italiano. Sulla sua strada troverà la classe dell’inossidabile francese Isabelle Guillot, certamente una delle più grandi interpreti della storia della corsa
in montagna mondiale.
La Coppa del mondo torna in Italia, per la terza volta, nel 1992: ad ospitare l’evento la Valle di Susa con Bardonecchia (dove, sotto un nubifragio, l’Austria domina con
le donne, trascinata dal sorriso di Gudrun Pflueger, e l’Inghilterra con Martin Jones, poi mattatore anche a Gap), il Pian del Frais (trionfo di Helmuth Schmuck, uno dei
grandi di sempre e fiero avversario del nostro Antonio Molinari) e la stessa Susa, con Rosita Rota Gelpi che coglie il successo tra le juniores, il primo alloro individuale
femminile dell’Italia.
Anni che esaltano il talento del fortissimo trentino Costantino Bertolla che, stanco di tanto argento e bronzo, decide di farsi un regalo d’oro a Telfes, bissando l’oro
colto nel “corto” di Severino Bernardini, nel 1990. Su quel percorso, sei anni dopo, costruirà la sua leggenda Antonio Molinari, l’ultimo, grande “grimpeur” azzurro
prima dell’avvento di Marco De Gasperi e Marco Gaiardo. Così com’è stato il più grande discesista di sempre è stato Lucio Fregona, trionfatore tra le cornamuse della
magica Edimburgo, nel 1995.
La corsa in montagna regala campioni straordinari in questi anni. Ed a vincere sono, spesso, gli azzurri. Trionfi che esaltano e fortificano la nostra “scuola” in un contesto internazionale che sta esplodendo: tante, e sempre più, sono le nazioni che si affacciano sulla ribalta e da tutti i cinque Continenti. Francesi e austriaci, britannici e
spagnoli, ma anche polacchi (izabela Zatorska), cechi (Ana Pichrtova) e slovacchi (Marcel Matanin) a preparare la venuta dei due più grandi mattatori della storia della
competizione: il neozelandese Jonathan Wyatt ed il nostro Marco De Gasperi.
Il primo trionfa sempre e solo in salita e quasi sempre negli anni pari: da Réunion 1998 fino a Crans Montana 2008, passando per Bergen 2000, Innsbruck 2002 e Sauze
d’Oulx 2004 e, in casa, a Wellington, l’anno dopo. A Bursa, in Turchia, nel 2006 la grande delusione, sconfitto dal colombiano Rolando Ortiz. E grande amarezza anche
per l’Italia maschile che lascia all’Eritrea la Coppa del mondo e sarà la prima volta che accade in 21 edizioni fin lì disputate.
ATLETICA
LEGGERA
ATLETICA
LEGGERA
De Gasperi vince sempre: salita e discesa e, negli anni dispari come in quelli pari. Dopo la vittoria da Junior a Telfes a Malè Svatonivice, nel 2007, al debutto tra i
seniores, non concede spazio neanche all’amico Davide Milesi e sarà splendida doppietta!
Bisserà l’impresa in Malesia nel 1999, poi ad Arta Terme nel 2001, precedendo sul podio Emanuele Manzi e 5° fu Lucio Fregona, quindi, sotto la neve, nel 2003 in
Alaska, e nel 2007 a Ovronnaz, in Svizzera, in un finale che è stato un tributo alla vera corsa in montagna, quella che si corre tanto in salita che in discesa, la più completa. Quella che esalta lo spettacolo. Quella che laurea i campioni completi. La sola salita è, pur bella, ma incompleta, la montagna è fatta di salite e discese.
E si arriva così a Campodolcino e Madesimo. È la sesta volta che l’Italia ospita l’evento: le ultime due, quelle di Arta Terme (2001) e di Sauze d’Oulx (2004), dove nel
cuore della “Via Lattea”, Rosita Rota Gelpi regala il secondo trionfo azzurro “in gonnella” dell’Italia che corre in montagna.
Lontani anni luce sono i tempi delle prime edizioni. Oggi la corsa in montagna dimostra di essere la disciplina dell’atletica leggera in crescita continua.
L’Africa prova a fare la voce grossa, ma ancora non le riesce così bene come nelle altre specialità della corsa; ma i veri “africani” della montagna sono sempre ed
ancora gli azzurri: una supremazia storica che non è figlia del caso ma di una tradizione che pone radici profonde, ancorate nella cultura e nella tradizione di questo
sport e del territorio (e delle sue genti) che lo ha generato. L’Italia è stata la nazione che maggiormente ha saputo anche innovare la disciplina, cercando soluzioni
nuove in continuazione, spesso scontrandosi con un ambito internazionale meno articolato e certamente meno disposto alla mediazione ed alla voglia di crescere. Ed
il fatto che si opti per una soluzione annualmente alterna sui percorsi, certamente non aiuta a rendere un’immagine completa di quella che è realmente la “matrice”
antica della disciplina. Campo di gara di questi Mondiali è stato l’“Alpe Motta”, che si raggiunge con lo “Sky Express”, moderno trenino che è stato il è principale
veicolo che ha portato ai 1.850 m. atleti e pubblico.
Il Mondiale di corsa in montagna si è corso lassù, ai piedi della statua della Madonna d’Europa, su un percorso altamente spettacolare, così come Raimondo Balicco
lo ha disegnato. Un unico tracciato ad anello per tutte le categorie, da ripetersi più volte. E’ stato un vero “inno allo spettacolo” della corsa in montagna, quello che
chiede la specialità: farsi conoscere ed apprezzare, esaltando le proprie qualità. L’Italia sa perfettamente che non può sbagliare,ma sa anche che la concorrenza sarà
spietata specialmente nel settore maschile con la presenza di moltissimi i pretendenti che aspirano a recitare un ruolo importante sulla scena mondiale fra i quali
spiccano gli africani. E l’Italia per la seconda volta in 25 anni perde la Coppa del Mondo per Nazioni ad opera dell’Eritrea, grandi sono stati ugualmente i nostri azzurri
che devono accontentarsi della medaglia d’argento su 36 nazioni presenti. Grande soddisfazione regalano all’Italia le Donne che occupano i primi tre posti individuali
e vincono la Coppa del Mondo per Nazioni e grande vittoria tra gli Junior di Xavier Chevrier che vince il mondiale individuale e trascina gli azzurrini alla medaglia
d’argento per Nazioni.
Gruppo Italiano Corsa di Montagna
38
Si è concluso il 7 aprile scorso il primo corso finanziato per la figura professionale di Accompagnatore di Equitu-
rismo. I corsisti, alcuni provenienti dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna, si sono ritrovati presso il Circolo Ippico
Mesh di Mirano (ve), sede del corso.
128 sono state le ore di lezione, più quattro destinate all’esame finale che ha premiato con la qualifica ben 17 partecipanti, sui 23 iscritti. In totale ben cinque giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, per tre settimane consecutive e
intervallate solo dalle festività pasquali e dai week-end.
Sport Nazionale è riuscito a reperire i fondi per il finanziamento totale del corso, per cui i partecipanti hanno sopportato solo le spese relative al trasporto, vitto e alloggio per chi proveniva per fuori sede.
Oltre alla qualità tecnica dell’Istruttore SN Umberto Maso, il quale ha svolto la funzione di docente per il maggior
numero delle ore previste e che ha saputo trasferire agli allievi le proprie competenze, questi ultimi hanno saputo
costruire un forte spirito di gruppo che caratterizza tutto il mondo sportivo del Centro Nazionale Fiamma.
La parte pratica si è sviluppata interamente come da programma. È iniziata con l’approccio al cavallo (gestione e
governo alla mano), la sua movimentazione accompagnata nei box, all’interno del maneggio e nella salita e discesa
dal trailer. Si è proseguito con la bardatura e la prima messa in sella. Come prima esperienza, a scopo di verifica delle
capacità equestri e d’insegnamento, si sono sviluppati i percorsi in tondino con il cavallo al passo, troppo e, successivamente, galoppo.
A questo si sono aggiunti il superamento degli ostacoli a terra e il passaggio attraverso varchi obbligati. Esercizi
maturati all’interno del maneggio con simulazione di situazioni reali.
La tipologia di monta prescelta è stata la: Western (o Americana), molto più adatta alla tipologia d’impiego in ambito
lavorativo.
Altre attività pratiche svolte, necessarie ad acquisire esperienza nel settore, sono state: le metodologie all’alimentazione, al lavaggio, alla pulitura degli zoccoli, alla quale si è aggiunta anche la ferratura con adattamento dei ferri.
Non sono mancate anche tutte le verifiche pratiche circa l’equipaggiamento e la predisposizione dell’attrezzatura relativa alle passeggiate in esterno. Altrettanto dicasi per la predisposizione alla realizzazione di un percorso equestre
che è stata anticipata da una prova pratica sull’orientamento.
Nella fase finale, dall’A alla Z, si è sperimentato la prova didattica di esecuzione di un percorso equestre.
Gli iscritti sono stati: Zanantoni Stefano, Yakovleva Irina, Veronese Dario, Nilsson Maria Cecilia, Morfa Rosa Feliciano,
Mazzuccato Nicola, Manente Lorenza, Khursed Ali Mohammed, Khoury Nicole, Giraldin Laura, Giordan Aalessandra,
Francesconi Elena, Cuccurullo Jole, Corrà Angelo, Corò Giovanna, Colombo Francesca, Callegaro Fulvia, Burighel
Nicoletta, Bottazzin Sonia, Bonaldo Silvia, Bianchini Meris, Bianchini e Alam Razib.
Sport Nazionale, sempre con contributo finanziato al 100%, mette in programma ben altri dieci corsi, in altrettante
regioni italiane, che inizieranno i primi di giugno.
I corsi si terranno presso i centri ippici affiliati nei capoluoghi di regione,
Lombardia - Milano
Piemonte - Torino
Veneto - Venezia
Emilia R. – Bologna
Toscana - Firenze/Prato
Abruzzo - Pescara
Lazio - Roma
Campania - Napoli
Sardegna - Cagliari
Sicilia - Palermo
Per incentivare l’inserimento nell’ambito lavorativo di
persone disoccupate o non occupate, considerato che
ben 11 dei corsisti appena qualificati hanno usufruito
di un’assunzione occasionale,
i corsi di giugno sono esclusivamente riservate
a persone in cerca di lavoro. Per informazioni,
contattare la Segreteria Generale.
Ranch La Leopoldina – Cuggiono
I Cavalieri di Montagna – Oulx
Centro Ippico Mesh – Mirano
BG Ranch – Crevalcore
Pegaso Iolo – Prato
Centro Ippico Siamo a Cavallo – Pescara
Centro Ippico I Rangers - Licenza
Centro Ippico Pernella – Poggiomarino
I Cavalieri del Parteolla - Dolianova
Equitazione Happy Stable - Terrasini
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40
.
A lcune
norme comportamentali
sono comuni a tutte le attività svolte
in un ambiente all’aperto, dove si è
a diretto contatto con la natura e si
attraversano luoghi abitati.
Tali essenziali norme comportamentali possono essere brevemente elencate qui di seguito:
1) Non allontanarsi dai sentieri predisposti ed attenersi alle indicazioni
riportate nei cartelli delle aree protette
2) Non arrecare danni alla vegetazione circostante, evitando la raccolta di piante, fiori minerali e fossili
3) Non arrecare disturbo agli animali,
4) Non raccogliere insetti o piccoli
anfibi
5) Non far rumore, evitando di disturbare la quiete del luogo
6) Non lasciare sul terreno rifiuti di
ogni genere, anche organici, perché
mettono molto tempo a degradarsi
e favorendo la proliferazione di topi
ed altri animali onnivori alterando
l’equilibrio della catena trofica
7) Non accendere fuochi di qualsiasi
genere
8) Non campeggiare o allestire campi al di fuori degli appositi spazi
9) Non attraversare eventuali luoghi
recintati, se fosse necessario, dopo
aver richiesto l’autorizzazione, usufruire dei passaggi appositi e assicurarsi che i cancelli vengano sempre
richiusi dopo l’uso
10) Prima di partire controllare
sempre le previsioni meteo locali, in
modo da regolare l’equipaggiamento ed essere in grado di affrontare
l’escursione in piena autosufficienza
e senza pericolo.
A queste norme generali ne possono
essere aggiunte altre, che rientrano nella normale buona educazione,
quali quelle di salutare sempre e ri-
Norme
spondere cortesemente alle persone
che s’incontrano sui sentieri e lungo le
strade e nei luoghi abitati e chiedere
sempre il permesso di passare, quando il sentiero attraversa una proprietà
privata.
Quando si è in compagnia, con qualsiasi mezzo si viaggi è sempre bene
cercare di rimanere in gruppo in modo
da non spicciolarsi troppo lungo un
percorso, soprattutto quando si avvicina a strade statali o centri urbani:
sarebbe opportuno cercare di mantenere tutti l’andatura del partecipante
più lento, anche per poter prestargli
aiuto, qualora fosse necessario.
Ultima raccomandazione, ma non per
questo meno importante, è quella di
non saccheggiare frutta e ortaggi dalle piante che s’incontrano sul cammino, anche se i rami si protendono sul
sentiero ed i frutti sono facilmente
raggiungibili: cercando di ricordare
sempre che qualcuno può aver faticato
per ottenere un meritato raccolto.
Il principale aspetto da prendere in
considerazione è proprio il rapporto
con il cavallo. Infatti cavallo e cavaliere viaggiano accoppiati durante
l’escursione ed è principale dovere del
cavaliere occuparsi del proprio animale affinché si trovi nelle migliori
condizioni possibili, come pure deve
cercare di prevedere e limitare ogni
comportamento anomalo e di pericolo
per sé stessi e gli altri, che l’animale
può manifestare in particolari condizioni.
Il padre dell’equitazione naturale
F.Caprilli, così scrive: “E’ bene ricordare che il cavallo farà da sé per bene
ogni passaggio di campagna, se il cavaliere non lo contraria e favorisce la
sua naturale attitudine a guardare
dove mette i piedi. La regola principale e fondamentale è quella di non
costringerlo mai ad avanzare senza
EQUITAZIONE
comportamentali
lasciargli il modo di osservare il percorso, lasciarlo libero senza contrariarlo
cedendo però al momento opportuno”.
A questo riguardo è quindi fondamentale conoscere il proprio animale, così
da sapere quali tratti del sentiero possano costituire per lui un pericolo o
essere causa di stress, solo così si può
controllare bene l’animale, prepararsi per smontare e condurlo a mano, o
addirittura allungare il sentiero per
aggirarli. Viceversa quando possiamo
fidarci del nostro destriero si può procedere tranquilli.
Le salite, soprattutto se
lunghe e ripide, vanno affrontate con andatura a
zig-zag; altrimenti si può
lasciare il cavallo libero
di avvalersi dello slancio acquisito durante
la corsa e piegarsi in
avanti, per non gravargli troppo col
peso mentre fa la salita. Nelle discese è
necessario ricordarsi di liberare le reni
e le redini dell’animale e di incoraggiarlo, con un corretto lavoro di gambe. E’
importante prestare attenzione al tipo
di suolo su cui ci troviamo a cavalcare,
ricordandoci che un terreno molto duro
e accidentato (peggio ancora l’asfalto)
da seri problemi alla muscolatura, alle
giunture e ai legamenti del cavallo. A
questo proposito è bene controllare
spesso anche le condizioni di ferratura
del proprio animale e se non sanno usare gli appositi strumenti per rimettere
chiodi e ferri, è bene provvedere almeno
ad avere l’apposita “scarpetta”, che permette di far muovere l’animale fino ad
un punto dove potrà essere nuovamente ferrato. I cavalli devono essere accuditi in ogni fase dell’escursione, anche
durante le soste: è bene sempre legarli
e mai perderli di vista (anche se si conosce molto bene l’animale). Non vanno mai chiusi in un recinto con altri
cavalli di cui non sappiamo il temperamento). E bisogna evitare che si alimentino troppo in prati di erba fresca,
per il pericolo delle coliche. Inoltre è
necessario abbeverarli con moderazione e a piccoli sorsi, soprattutto se sono
sudati; ed in questo caso è opportuno
anche asciugarli con paglia e/o stracci, e coprirli con l’apposita coperta, soprattutto se c’è vento (insomma: fare
come facciamo per noi, quando, alla
fine di una passeggiata, ci copriamo
con un maglione!). Se poi non abbiamo familiarità con il cavallo, perché
è stato preso a noleggio, cerchiamo di
conoscerlo e studiarne
i comportamenti,
come pure di tenere a mente
tutte le raccomandazioni che ci
sono state
fatte a suo riguardo.
Un cavaliere esperto può avventurarsi
anche da solo lungo un’escursione, ma
spesso è più prudente ( e soprattutto
più divertente) procedere in gruppo,
meglio se muniti di accompagnatore
professionale.
Inoltre è “buona norma” per chiunque
si appresti a fare una gita in montagna/campagna, è bene studiare il percorso per vederne il dislivello, la lunghezza e l’eventuale presenza di punti
dove il cavallo può incontrare delle
difficoltà. Può essere opportuno, specie per uscite di più giorni o comunque
quando si è in compagnia di persone
inesperte che potrebbero aver bisogno
di fermarsi e rifocillarsi, informarsi
sull’usufruibilità delle strutture previste per le soste e della presenza di
punti per l’approvvigionamento idrico; inoltre è bene cercare di seguire il
tracciato riportato sulla cartina. Un
cavaliere esperto potrà individuare
anche delle soluzioni alternative, ma
è importante non compiere variazioni
sul percorso senza prima aver chiesto
autorizzazione all’organizzazione ippica della zona, alle persone del posto
e cercando di mantenersi il più vicini
possibile alle strade segnalate, anche
per non arrecare danno alle coltivazioni e mettersi in situazione di pericolo.
Ricordare sempre che opportuno non
superare le 5-6 ore di sella a giornata e di non oltrepassare i 30
km di percorrenza massima.
L’andatura raccomandata
per il 90% dell’escursione
è il passo e talvolta si
possono fare dei piccoli
trotti e solo quando il
percorso lo permette si possono fare dei brevi tratti di
galoppo, possibilmente
raccolto, rispettando le
distanze tra cavaliere e
cavaliere. Bisogna adattare
le andature alla natura del terreno,
smontando e conducendo a mano il
nostro cavallo nelle salite e discese
particolarmente ripide e rischiose e su
terreni pericolosi.
A volte molti cavalieri non scendono
per pigrizia o perché si sentono più
bravi a rimanere a cavallo non pensando che il buon cavaliere è invece
colui che a sempre a cuore la salute del
proprio cavallo.
Per quel che concerne la bardature
del cavallo ricordarsi di: mettere una
sella comoda magari da trekking in
modo da gravare il meno possibile sulla schiena del cavallo; mettere sottocoda (o sottopancia posteriore per le
42
selle americane) e pettorale per evitare il movimento della sella nelle salite
e nelle discese; mettere i parastinchi
che proteggano gli arti del cavallo soprattutto dall’accidentale urto su pietre nascoste dall’erba; portarsi lo stick
repellente per gli insetti per i periodi
estivi; portarsi una borsa-borraccia da
viaggio per cavalli indispensabile per
l’abbeveraggio del nostro quadrupede
quando non ci sono fonti o abbeveratoi; un piccolo kit pronto soccorso per
il cavaliere e cavallo; cap o casco per
il cavaliere sempre ben allacciato per
proteggere la testa da eventuali cadute e contusioni provocate dai rami
degli alberi.
Il buon cavaliere oltretutto non fuma
quando va a cavallo per prima cosa per
non urtare il sensibile olfatto dei cavalli e per evitare di provocare incendi
specialmente se stiamo attraversando
un bosco nel periodo siccitoso. Non
per ultimo ne guadagnerete di salute!
Lungo i percorsi della REV sono previsti inoltre alcuni guadi (anche se ci
sono sempre dei percorsi alternativi
attraverso ponti) che devono essere
attraversati sempre con una prima
ricognizione a piedi per valutare la
profondità e forza delle acque. Buon
accortezza è quella di portarsi dietro
delle strisce di plastica fluorescente o
dei dischi catarifrangenti in modo da
segnalare la propria presenza nelle
ore crepuscolari o di scarsa visibilità
(nebbia, forti piogge ecc) soprattutto
quando si percorrono tratti asfaltati
con alto traffico motorizzato.
Per ultimo ricordarsi che quando si
procede lungo una strada asfaltata bisogna mettersi in fila indiana e mantenere la distanza di un paio di metri
da un cavaliere all’altro. è preferibile
procedere, là ove possibile, sul bordo
opposto a quello dei veicoli di marcia
che ci arrivano di fronte; questo perché riusciremo a vedere le intenzioni
e il comportamento dell’automobilista
e anche il cavallo avrà modo di vedere il pericolo che si avvicina invece di
sentirselo arrivare all’improvviso da
dietro.
La
Durante i campionati del mondo di Stoccolma del 1990 la Federazione Equestre Inter-
nazionale ha discusso e compilato un Codice di Condotta Equestre da destinare a tutte le
persone che operano nel settore equestre, sia ludico addestrativo sia competitivo.
Un primo progetto è stato presentato dalla Commissione di Etica Equestre nel novembre
1990. Nel marzo 1991, a Tokio, l’Assemblea generale della FEI, ha approvato all’unanimità il
codice di condotta equestre con la conseguente entrata in vigore dello stesso : la proposta
della FEI è a favore della protezione del cavallo , sia nelle manifestazioni competitive sia in
allenamento.
Diventa quindi opportuno che tutti coloro i quali praticano, o vorrebbero praticare attività
equestre sul territorio nazionale conoscano questo codice. A tal fine i tecnici del settore
equestre si adopereranno per promuovere e far rispettare sul campo il Codice in ogni suo
articolo. La federazione Equestre Nazionale si impegnerà a diffondere il testo allegandolo
ai programmi delle manifestazioni di sua competenza, con l’impegno di organizzare corsi di
formazione di etica equestre.
Soltanto una conoscenza approfondita delle esigenze psicofisiche equine permetteranno uno
sviluppo e una crescita della cultura equestre.
In questo modo il pubblico e gli appassionati del settore aumenteranno e le competizioni
sportive acquisteranno maggior prestigio. La Federazione Nazionale deve inoltre assicurare
il rispetto delle regole stabilite per la salvaguardia del cavallo, non solo durante le competizioni ma anche durante gli allenamenti.
I regolamenti delle competizioni Nazionali dovranno essere equiparati a quelli della FEI al
fine di unificare i parametri che riguardano il benessere del cavallo. I regolamenti sportivi dovranno essere continuamente rivisti e corretti per essere allineati con il continuo progredire
delle performance atletiche nelle varie discipline equestri.
1. In tutti gli sport equestri il cavallo è sovrano
“A ogni livello di manifestazione equestre ci sono spesso forti pressioni sul proprietario del
cavallo, sul cavaliere, sui trainers e sui veterinari. Le pressioni riguardano la preparazione
atletica dei cavalli nei giorni che precedono la gara, e durante la manifestazione stessa,
queste entrano in conflitto con la salvaguardia del cavallo.
Occorre stabilire cos’è nell’interesse del cavallo e cosa no. E diviene essenziale che i principi dello staff prevalgano in ogni situazione, affinché l’integrità fisica del cavallo atleta sia
sempre tenuta in considerazione “.
2. Il benessere del cavallo dovrà prevalere sulle esigenze degli allevatori, allenatori , cavalieri, proprietari, commercianti, organizzatori e sponsor.
“Talvolta la performance in una competizione prevale rispetto alla salute del cavallo. Ad
esempio, se gli interessi commerciali sono forti si tende a spingere i cavalli oltre le loro
possibilità li si usa in modo da danneggiare la loro salute e il loro benessere. Ciò deve essere
evitato ad ogni costo. Gli organizzatori hanno la responsabilità di far rispettare le regole
durante le competizioni e nei luoghi e nelle situazioni in cui i cavalli possono essere sfruttati.
EQUITAZIONE
protezione
del cavallo sportivo
Essi dovrebbero informare gli sponsor di tali eventuali
pericoli “.
3. Tutte le sostanze e i trattamenti veterinari somministrati ai cavalli dovranno essere rivolti al loro benessere. “I proprietari e le persone responsabili dei cavalli dovranno assicurarsi che tutti coloro che vengono a
contatto con gli equini siano in grado di preservarne la
salute e il benessere. Qualora siano necessari trattamenti oltre il primo intervento deve essere consultato
il veterinario. Il personale di scuderia e il veterinario
devono collaborare senza ostacolarsi e senza ricorrere
a metodi illegali come l’abuso di medicinali un cattivo
uso di medicazioni “.
4. Adozione di standard qualitativi elevati per quanto
riguarda l’alimentazione, la sanità , l’igiene e la sicurezza. Costantemente dovrà essere incoraggiato e
mantenuto il più alto livello di nutrizione salute igiene
e sicurezza. Sia a casa sia durante le competizioni i
proprietari e la persona responsabile devono assicurarsi che i cavalli vivano nelle migliori condizioni
possibili deve essere garantito l’approvvigionamento
di cibo di ottima qualità e di acqua fresca, la lettiera deve essere sempre pulita, il locale di ricovero
deve essere ben ventilato. L’igiene e la salute sono
considerate condizioni primarie per rendere minimo
il rischio d’infezioni e malattie. Va considerato che i
cavalli atleti hanno bisogno di un periodo di riposo,
preferibilmente a paddock durante l’anno. Durante le
competizioni il benessere dei cavalli è responsabilità
dei comitati organizzatori. E’altresì responsabilità degli organizzatori stabilire gli standard di sicurezza, e
relativo benessere, nonché occuparsi dei singoli soggetti per tutto il tempo della manifestazione sportiva.
5. Durante il trasporto dei cavalli dovrà essere mantenuto e sorvegliato il loro benessere, e dovranno
essere date molte attenzioni su un’adeguata ventilazione, un ottimo foraggiamento e un abbeveraggio
regolare dei cavalli.
I cavalli possono soffrire di stress di tipo diverso durante il viaggio, e essere esposti a malesseri e malattie infettive, specialmente in condizioni climatiche
avverse. Lo stress può essere evitato con semplici
accorgimenti in molti casi: il veicolo deve essere regolarmente disinfettato e adeguatamente ventilato,
l’approvvigionamento di cibo e acqua deve essere
regolare, la temperatura deve essere controllata e
mantenuta idonea, confortevoli tappe di sosta nei
tragitti superiori alle 8 ore devono essere imposte. Le
persone responsabili del 11/2002 593 trasporto provvederanno affinché tutto ciò avvenga.
Essi inoltre provvederanno affinché il guidatore sia
competente al trasporto dei cavalli e talora si rendesse necessario che i cavalli vengano accompagnati da
una persona esperta.
6. L’istruzione, l’allenamento e la pratica degli sport
equestri dovranno essere migliorati e dovranno essere promossi studi scientifici sulla medicina sportiva
dei cavalli.
Le federazioni nazionali sono responsabili della promozione delle leggi , della allenatori qualificati degli
istruttori e della cultura equestre.
Le federazioni nazionali sono altresì supportate dalle
regolamentazioni della FEI e incoraggiate a collaborare tra loro. In associazione le federazioni nazionali e
la FEI promuoveranno studi scientifici sulla salute e
il benessere del cavallo, i risultati di questi studi saranno rese note dalle federazioni nazionali ai singoli
addetti ai lavori.
7. Nell’interesse del cavallo la competenza del cavaliere è giudicata essenziale.
In tutti gli sport equestri e ad ogni livello di esperienza, l’abilità del cavaliere è direttamente proporzionale
al benessere e alla performance del cavallo.
Allo stesso modo è molto importante che il cavallo
sia atleticamente preparato e allenato per l’attività
agonistica a cui è destinato. E’altresì importante che
il cavaliere sia allenato e competente. In questo modo
il cavaliere sarà capace di ascoltare il cavallo.
Un cavaliere incapace e non allenato potrà recare
danni al cavallo.
8. Qualsiasi tipo di equitazione e qualsiasi metodo
di allenamento dovranno tener conto del benessere
del cavallo, e dovranno essere escluse metodiche di
allenamento considerate come abusi dalla FEI.
E’ importante tenere in considerazione lo stato di condizione fisica e mentale e il suo stato di forma.
Non devono essere utilizzati in nessun caso attrezzature quali fruste, speroni in modo da non causare
sofferenza ferite. Allo stesso modo non devono essere
permessi abusi e maltrattamenti.
9. Le federazioni nazionali dovranno effettuare controlli adeguati affinché tutte le persone e tutti gli organi sotto la sua giurisdizione rispettino il benessere
del cavallo.
I regolamenti federali devono essere rivisti dal sistema giuridico competente, in modo da poter intraprendere azioni disciplinari verso coloro i quali li trasgrediscono.
10. I regolamenti nazionali e internazionali sportivi
dovranno proteggere il cavallo ed essere rispettati
non solo in queste occasioni ma ugualmente durante gli allenamenti. I regolamenti sportivi dovranno
continuamente essere rivisti al fine di assicurare il
completo rispetto dell’integrità fisica del cavallo. I regolamenti delle competizioni nazionali devono essere
equiparati a quelle della FEI, per omogeneizzare i parametri di valutazione per la salvaguardia del cavallo.
Come le discipline equestri si sviluppano, è importante che le regole siano riviste e migliorate al fine di
salvaguardare i cavalli.
I regolamenti dovranno essere rivisti e migliorati ogniqualvolta le performance equestri migliorano.
Conclusioni Il cavallo sportivo ha bisogno di ulteriori
tutele per il suo benessere, in fase di allenamento, e
addestramento e durante le competizioni per le quali
è destinato. Ma, al di là di ciò, è da dire che molti tipi
di cavallo sportivo pagano un tributo rilevante di sofferenze, le più diverse, a fronte di destinazioni finali
che quasi sempre esitano nello sfruttamento terminale in maneggi. Se il Codice di Condotta equestre fosse maggiormente conosciuto, divulgato, recepito ed
applicato, la protezione del cavallo sportivo sarebbe
più completa. Ovviamente la diffusione del Codice è
compito di tutti quegli enti che organizzano o gestiscono le competizioni equine.
La FEI da più di dieci anni l’ha compilato e promulgato raccomandando il recepimento alle singole Federazioni nazionali che gestiscono l’organizzazione delle
discipline olimpiche.
Ritengo che la “scienza “ del Medico Veterinario Ippiatra possa essere maggiormente investita nella prevenzione delle patologie sportive e nella gestione del
piano equino nazionale già dall’allevamento oltre che
nelle competizioni stesse, con una maggiore presenza
delle scienze veterinarie nella fase di preparazione
alle gare.
La tutela del cavallo sportivo è rappresentata da una
totale collaborazione fra cavaliere, allenatore e veterinario.
Se il C. d. C. E. verrà maggiormente divulgato e recepito, il conseguente miglioramento della cultura equestre andrà a vantaggio e beneficio non solo del cavallo
ma anche del veterinario ippiatra.
Alberto Fasano
44
Sicurezza per manifestazioni con equidi
CORSO PER CONSULENTE DI ENTE LOCALE
CORSO PER TECNICO SPORTIVO
Ovodda (NU)
Operatività:
- 11, 12 e 13 giugno 2010
conoscenza dei sistemi e degli ausili atti alla
protezione degli animali, del pubblico e dei
partecipanti alle manifestazioni con equidi,
valutazione preventiva degli ambienti nei
quali è prevista la manifestazione, valutazione degli ausili e delle misure di sicurezza
Figure professionali:
A) Consulente per Enti Locali sulla sicurezza e di benessere degli animali da adottare nel
luogo di manifestazioni, verifica delle strutin manifestazioni con equidi
B) Tecnico sportivo per Commissione di Vi- ture/impianti/terreni/luoghi quali si svolge
la manifestazione, relazioni con gli altri orgilanza
ganismi preposti all’abilitazione e al rilascio
Mansioni figura A: Offrire consulenza, dei Nulla Osta autorizzativi.
Valutare e Progettare percorsi atti ad ospiImpiego figura B: Incaricato dagli Orgatare manifestazioni con equidi
nismi preposti, con Patentino comprovante
Competenze figura A: Conoscere le l’autorizzazione. Partecipa alle Commissioni
normative di protezione e salvaguardia de- per la vigilanza.
gli animali, conoscere le normative per la
sicurezza degli animali, del pubblico e dei
partecipanti alle manifestazioni con equidi, PROGRAMMA
conoscenza dei sistemi e degli ausili atti alla Con rilascio di 10 Crediti ECM del Ministero
protezione degli animali, del pubblico e dei della Salute
partecipanti alle manifestazioni con equidi, Partecipanti interessati alle figure A e B
valutazione preventiva degli ambienti nei
quali è prevista la manifestazione, valuta- Venerdì – Modulo 1 - 8 ore
zione degli ausili e delle misure di sicurezza - Le normative per la sicurezza e
il benessere degli animali
e di benessere degli animali da adottare nel
luogo di manifestazioni, verifica delle strut- - Sostanze dopanti, libretti sanitari,
microchips, controlli e verifiche
ture/impianti/terreni/luoghi quali si svolge
la manifestazione, relazioni con gli altri or- - Le normative per la sicurezza
ganismi preposti all’abilitazione e al rilascio del pubblico in occasione
di manifestazioni
dei Nulla Osta autorizzativi.
Impiego figura A: Dipendente comunale o - Criteri di valutazione degli spazi fruibili
per la manifestazione
provinciale, consulente esterno.
- Criteri di valutazione per la localizzazione
Mansioni figura B: Valutare il rispetto degli spazi riservati al pubblico
dei requisiti tecnici e delle condizioni essen- - Vie di fuga e di pronto intervento
ziali finalizzate alla tutela dell’incolumità - Rimozione degli ostacoli a rischio
pubblica, dei partecipanti e degli animali, - Rivestimento anti-infortunio di parti fisse
durante le manifestazioni pubbliche o pri- - Ausili necessari a garantire la sicurezza
vate, operate fuori dagli impianti o percorsi durante le manifestazioni
ufficialmente autorizzati dagli Organismi
Partecipanti interessati
preposti.
Competenze figura B: Conoscere le alle figura B
normative di protezione e salvaguardia de- (obbligatoria la partecipazione al Modulo 1)
gli animali, conoscere le normative per la Sabato – Modulo 2 - 8 ore
sicurezza degli animali, del pubblico e dei - Verifica del progetto esecutivo della mapartecipanti alle manifestazioni con equidi, nifestazione tipo - Verifica della planimetria
Manifestazioni pubbliche
o private, con utilizzo di animali, realizzate
fuori dagli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati dagli organismi preposti.
del luogo previsto per la manifestazione e
vie di accesso
- Verifica della predisposizione dei luoghi di
posizionamento degli equidi prima e dopo la
manifestazione.
- Verifica del rispetto delle norma
di viaggio/trasporto degli animali
- Verifica di impatto ambientale
della manifestazione
- Verifica del trattamento
eco-compatibile dei residui animali
- Normative Coni in materia
di manifestazioni sportive
- Normative per la sicurezza delle
manifestazioni sportive
- Individuazione delle protezioni per
gli ostacoli
- Calcolo dinamico delle protezioni
- Valutazione percentuale sul numero
del pubblico presente
EQUITAZIONE
EQUITAZIONE
Partecipanti interessati
alle figura B
(obbligatoria la partecipazione al Modulo
1 e 2)
Domenica – Modulo 3 – 4 ore
- Competenze degli Enti locali
- La Commissione di vigilanza
- Il Tecnico sportivo
- Le responsabilità della commissione
- Gli aspetti assicurativi
- Gli aspetti amministrati
- Quiz questionario di verifica
A quanti superano il Quiz questionario
di verifica, verrà rilasciato il Patentino
di Abilitazione.
Ente organizzatore:
Istituto Italiano di Formazione
Via Conte di Roccavione
56/b – 10147 Torino
Tel. 011-2976593
fax 011-2919565
ORDINANZA MINISTERIALE
L
’ordinanza 21 luglio 2009 emessa dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale n. 207 del 7 settembre 2009, indica una contingibile ed urgente disciplina per le manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali
vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati.
L’Ordinanza recita “ Visto il testo unico delle leggi sanitarie approvato con regio decreto del 27 luglio 1934, n. 1256 e successive modifiche; Visto
il regolamento di polizia veterinaria approvato con decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320; Visto il decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003 concernente
«Recepimento dell’Accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003, recante disposizioni in materia di benessere
degli animali da compagnia e pet therapy», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 52 del 4 marzo 2003; Visto,
in particolare, l’art. 8 del predetto Accordo del 6 febbraio 2003, il quale da’ disposizioni in merito alle manifestazioni popolari con l’impiego di
equidi;Considerato che nonostante il predetto Accordo non tutte le Regioni hanno attuato quanto previsto;
Considerato il ripetersi di tali manifestazioni, anche su improvvisati circuiti urbani del territorio nazionale, e di incidenti che mettono a repentaglio
la salute e l’integrità fisica degli animali nonché l’incolumità dei fantini e degli spettatori presenti; Ritenuto necessario prevedere norme urgenti
a tutela della salute e del benessere degli equidi in parola;
Visto il decreto ministeriale 23 maggio 2008 recante
«Delega delle attribuzioni del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per taluni atti di competenza dell’Amministrazione, al
Sottosegretario di Stato On. Francesca Martini», registrato alla Corte dei conti il 10 giugno 2008, registro n. 4, foglio n. 27; ORDINA: e per
quanto di nostro interesse, è da prestare attenzione all’Allegato A che indica i requisiti tecnici e condizioni essenziali per la tutela dell’incolumità
pubblica e del benessere degli animali “Il tracciato su cui si svolge la manifestazione deve garantire la sicurezza e l’incolumità dei fantini, dei
cavalieri e degli equidi nonché delle persone che assistono alla manifestazione.
Il fondo delle piste o dei campi su cui si svolge la manifestazione deve essere idoneo ad attutire l’impatto degli zoccoli degli equidi ed evitare
scivolamenti.
Il percorso deve essere protetto con adeguate paratie tali da attutire eventuali impatti o cadute.
Il tecnico di cui all’articolo 1, comma 2 è abilitato attraverso specifico percorso formativo certificato dagli Enti tecnico-sportivi di riferimento e
inserito in apposito elenco tenuto dagli stessi.
La ASL competente per territorio garantisce la presenza di un veterinario ufficiale durante lo svolgimento della manifestazione.
Il comitato organizzatore deve garantire le condizioni di sicurezza per la salute degli equidi durante tutta la manifestazione attraverso la presenza
di:
un medico veterinario ippiatra che attua altresì un’ispezione veterinaria preventiva e certifica l’idoneità degli equidi, un’ambulanza veterinaria
per equini o di un mezzo di trasporto cavalli idoneo e la disponibilità di una struttura sanitaria veterinaria di riferimento.
Per poter essere ammessi alla manifestazione gli equidi devono essere in buono stato di salute e regolarmente identificati e registrati ai sensi
d
Diviene quindi improrogabile l’obbligo di una specifica formazione per gli addetti ai lavori.
Ilario Lazzaroni
46
Viaggiare con il cavallo, stress
C
he sia un campione o un onesto cavallo da passeggiata, che il viaggio duri ore o solo pochi minuti non
importa: le precauzioni da prendere sono le stesse
Curiosa storia quella dell’uomo e del cavallo. Si è
cominciato con il catturarli ed addomesticarli per
servircene da mezzo di trasporto ed ecco che adesso
imponiamo loro di viaggiare in lungo e in largo proprio
su quei mezzi che abbiamo inventato per rimpiazzarli. E dobbiamo constatare che il cavallo dimostra un
grande adattamento a tutti i sistemi di trasporto: per
ferrovia, per mare, aria o terra.
Le ragioni che inducono a trasportare dei cavalli sono
sempre più numerose: competizioni, cambio di scuderia, messa al prato, ricovero in clinica o entrata in razza. Ma che sia per due chilometri o per diecimila, per
cinque minuti o per quattordici ore, i problemi devono
essere affrontati con la stessa serietà... le catastrofi,
infatti, possono verificare, in pochi secondi.
“I viaggi formano la gioventù”, questo vecchio adagio
è più che mai vero I cavalli da corsa insegnano il mestiere agli altri a rischio di vedere la loro viti somigliare
a quella dei nomadi. Così nostri campioni passano ore
ed ore in van, in treno, in nave o in aeroplano Vip della
specie equina, essi sono diventati disincantati, rodati,
pronti alle sollecitazioni dei loro cavalieri. Far salire
un campione sul suo van non pone problemi (lo fa così
spesso), ma le consegne per la sua sicurezza devono
essere le stesse adottate per i casi più difficili.
Come si è detto, i rischi sono molteplici fino a quando
il cavallo non consideri il suo van come un secondo
box. E l’ignoto che fa nascere il panico, perché salire su un convoglio, essere sballottati sulle strade o
storditi dal suono ripetitivo del treno non è davvero
entusiasmante per un cavallo.
L’apprendistato del viaggiatore è rude: bisogna saperlo proteggere e rassicurare ogni momento. Così i
cavalli sono trasformati, bardati come dei giocatori di
football americano.
Fasce di trasporto
Le dimensioni sono molto variabili, da quelle che ricoprono solo il nodello a quelle che vanno dagli zoccoli al
go¬mito o alla grassella. Delle fasce da riposo rinforzate con un panno di feltro possono essere sufficienti
se vanno dal piede al ginocchio. L’ideale è ottenere il
massimo di protezione col minimo peso. Si possono
anche piazzare dei paracolpi di gomma per proteggere
il vostro cavallo dai suoi compagni di viaggio.
Ginocchiere e para-garretti Da applicare
con abbondante pomata per quei cavalli che sono insofferenti ai lunghi viaggi e scalciano alla cieca. Si
potrebbe anche pensare di impastoiarli, ma questo
sistema non è sempre compatibile con le acrobazie
che devono fare certi cavalli per compensare la guida
dell’autista.
Coperte
I van non sono sempre riscaldati, contrariamente agli
abitacoli dei guidatori. In più, nel corso di viaggi lunghi
vengono lasciate aperte delle bocchette per il ricambio d’aria. Si deve così coprire correttamente il cavallo
d’inverno e, viceversa, rinfrescarlo spesso d’estate.
Fascione e paracoda
II paracoda non può essere sistemato che sul fascione. Ciò è indispensabile perché i cavalli compensano
spesso il movimento inarcandosi e appoggiandosi sulle natiche. Questa protezione è indispensabile e non
deve essere messa in modo arrangiato: solo il paracoda che comprende anche la radice della coda ed è ben
teso in avanti è veramente efficace.
Testiera
Per i cavalli trasportati in mezzi con un soffitto relativamente basso si piazza un rinforzo di feltro sotto
la testiera della cavezza, tra e attorno alle orecchie.
La testiera può essere imbottita con fasce di pelle di
montone. Le differenti protezioni che abbiamo indicato sono le più comuni, ma ognuno è libero di “mummificare” il suo cavallo con un sacco di altri sistemi. Di
fatto ogni cavallo rivelerà con l’esperienza le proprie
esigenze di trasporto che starà a voi considerare con
calma.Il cliente ha sempre ragione Ci sono sostanzialmente cinque categorie di recalcitranti... ma certi cavalli appartengono a tutte e cinque in una volta:
Quelli che spingono
EQUITAZIONE
e disturbi “da trasporto”
Molte ragioni li portano a questo
vizio:
mancanza di spazio: lasciate loro un
posto più grande che agli altri, può
darsi che s’innervosiscano a non
poter aumentare la loro superficie di
sostegno e così assicurarsi l’equilibrio spostando le gambe;
- bisogno di appoggiarsi a qualche
cosa di solido: bastano delle fiancate basse fisse che vanno sino a terra. Abbiate cura di imbottirle nella
parte superiore.
Quelli che scalciano
Questi cavalli devono avere delle
protezioni che ricoprano coscienziosamente gli arti. A secondo che
scalcino davanti o dietro si deve
verificare che niente possa essere
danneggiato. Se i cavalli possono farsi
del male, spesso, però, arrivano anche a demolire
le pareti dei van o dei camion. Sovente capita che si
tolgano i ferri, con tutti gli inconvenienti che ciò rappresenta poco prima di una gara. A questi soggetti si
metteranno degli stivaletti. 0 dell’Elastoplast attorno
ai ferri, o certe protezioni metalliche che permettano
di consolidare i chiodi.
Quelli che grattano
1 risultati sono simili, e rischiano di danneggiare il
van; è perciò necessario assicurarsi un rivestimento
nel contempo solido e ammortizzante, tipo il Turbigum.
Quelli che picchiano o mordono
È innanzitutto necessario studiare un piano di carico
che tenga conto delle affinità dei cavalli. Non tentare,
ad esempio, uno stallone con la presenza di una fattrice o l’odore di un precedente viaggio. Si possono
mettere delle museruole
ai più “feroci” e in ogni caso prevedere delle paratie
molto alte.
Quelli che si bilanciano
È il cosiddetto ballo dell’orso. Bisogna prevedere per
questi cavalli uno spazio più ristretto e attaccarli grazie a due lunghine (doppie lunghine) che limitano i
movimenti laterali. Quali che siano i capricci dei viaggiatori, saranno tanto più marcati se si annoiano. Due
soluzioni: tranquillizzarli o mettere davanti al naso un
filetto di fieno e paglia molto stretto dal quale facciano fatica a tirar via il fieno, ma che li occuperà a
lungo. Evidentemente ognuno deve avere il proprio filetto... ed abbondante, altrimenti è di nuovo la bagarre. Quanto a tranquillizzarli, fa parte del repertorio di
seduzione e repressione che deve permettervi di fare
col vostro cavallo quello che volete.
Bastone, carota e siringa
Dal primo tentativo di addomesticare il cavallo, l’uomo
non ha mai cessato di cercare di tranquillizzarlo per
meglio... costringerlo. La nostra epoca ha moltiplicato
le ulcere duodenali, gli infarti e le altre manifestazioni
di stress e angosce. Non ripeteremo mai abbastanza
che il cavallo è fatto per i grandi spazi verdi e che
metterlo in un van gli sembra stupido come per noi
vedere degli uomini che spingono una automobile. Per
un cavallo entrare dentro un van è angosciante come
per voi mettere la mano in un buco nero. Così bisogna
impiegare tempo e soprattutto restare calmi...
se si impunta non insistete perché un cavallo sotto
tranquillante esagera sempre le sue reazioni senza
più saperle controllare...: non lanciatevi mai nell’avventura medica senza un minimo di basi. Domandate
al vostro veterinario di consigliarvi un tranquillante
che proverete prima del grande giorno.
Questi i prodotti più usati
Vetranquil o Calmivet. II nome scientifico è Acepromazina. Si può usare in granuli, mischiato alla razione, cosa più pratica per i cavalli più recalcitranti; non
potendo sapere in anticipo la dose che verrà ingerita,
gli effetti sono però variabili. Lo si utilizzerà di preferenza intramuscolare (IM) o endovenoso (EV). La dose
intramuscolare media è da 3 a 4 cc di Vetranquil 1%
per un cavallo di 500 chili. L’effetto si fa sentire per 3,
4 volte fino a 6 ore. Si consiglia talvolta di abbinarlo
al Phenergan, cosa che non presenta che un interesse
molto relativo trattandosi di prodotti della stessa famiglia farmaceutica, l’uno con un’azione sedativa più
I tranquillanti
Come si può capire, un uomo di cavalli degno di tal marcata (Vetranquil), l’altro con un’azione antiallerginome deve conoscere perfettamente il linguaggio ca più accentuata (Phenergan).
del cavallo... e ricorrere all’iniezione di tranquillanti il
meno possibile. È dal momento in cui il cavallo inizia Rompun
ad essere pericoloso a se stesso e agli altri che biso- il suo nome scientifico è Xylazine. Questo prodotto si
gna pensare a tranquillizzarlo. Nel corso di un viaggio utilizza di preferenza per via endovenosa, richiedendo
è la serenità dell’animale che si deve cercare. Vale dosi troppo massicce per via intramuscolare. Il Roma dire la calma, uno stato di indifferenza relativa ri- pun ha un’azione più breve nel tempo. La dose compaspetto a quello che gli succede attorno, perché possa tibile con il trasporto è da 8 a 10 cc EV per un cavallo
viaggiare tranquillamente, senza perdere il suo equi- di 500 chili (Rompun 25%). II cavallo sotto l’effetto
librio e rischiare di ferirsi cadendo. Il primo principio del Rompun ha tendenza a restare a testa bassa, e
per tranquillizzare un cavallo è che non bisogna mai bisogna prestare attenzione che non si strangoli invoiniettargli un prodotto quando è in stato d’eccitazione, lontariamente. Haloperidol: è già una droga dura. Lo
ma sempre cominciare col riportarlo alla calma... cioè si utilizza su uno zuccherino in ragione di qualche goclasciandolo in pace. In effetti, le droghe hanno delle cia. L’Haldol favorisce la concentrazione del cavallo
dosi calcolate per il cavallo calmo. Se il cavallo è ec- condizionandolo a quello che gli si domanda. Lo rende
citato o si agita troppo al momento dell’iniezione, la come ipnotizzato. Questo prodotto purtroppo possiede
circolazione sanguigna si accentua a livello muscolare effetti collaterali indesiderabili che non ne permettoed il prodotto si diffonde dunque molto nei muscoli e no un uso generalizzato.
poco nel cervello dove deve manifestare la sua efficacia. Una stessa dose sarà dunque nettamente meno Gli eccitati cronici
efficace su un animale eccitato; si tenderà allora ad L’omeopatia è ricca di prodotti che permettono di calmare gli ardori di certi cavalli. I tentativi si rivelano più
aumentare il dosaggio... cosa molto pericolosa.
I medici antichi dicevano «dosis facit venenum», è la o meno efficaci ma senza mai turbare la fisiologia e il
dose che fa il veleno. Un tranquillante somministra- metabolismo del cavallo come fanno invece i tranquilto in dose troppo forte può provocare rallentamenti lanti. I cavalli interi e certi altri cavalli si innervosiscocardiaci, arresti respiratori, problemi di equilibrio o no e si eccitano facilmente al semplice sentire l’odore
reazioni “paradossali” in cui il cavallo diventa furio- di altri maschi o femmine. La soluzione è il Vicks in
so perdendo ogni istinto di conservazione. La regola crema applicato sulle narici del cavallo: gli faranno
è dunque di iniettare o far ingerire un tranquillante respirare canfora ed eucalipto e nient’altro. L’impiego
almeno un quarto d’ora, venti minuti prima di muovere di tranquillanti su un cavallo non deve in alcun caso
il cavallo. In quel momento sarà docile, indifferente e generalizzarsi. Ancora una volta evitiamo di trasferire
fiducioso. Parlategli dolcemente, spiegategli a lungo; le nostre nevrosi sui cavalli. Il Vetranquil è senza dub-
48
bio il sedativo più usato; il suo uso deve servire solo
ad aiutare il cavallo a capire nono¬stante il suo rifiuto,
mostrandogli che non c’è pericolo. Bisogna poi eliminare il tranquillante poco alla volta... Il cavallo non è
idiota e generalmente comprende ciò che gli si spiega
con dolcezza e ripetendoglielo. La maggior parte di noi
ha passato più di un’ora a tentare di far salire un cavallo sul van. Aprite la porta di sicurezza o illuminate
l’interno del van, così da renderlo più accogliente.
Secondo principio: sappiate selezionare i vostri aiutanti, scartando i violenti e i paurosi. In seguito, siate
accattivanti e scaltri. disponete sulla rampa e davanti
della paglia ed eventualmente dello sterco (se sente
il suo odore il cavallo si crederà «a casa sua»). evitate ogni rumore; la rampa deve essere non troppo
colorata, non scivolosa, e non deve vibrare.eventualmente potete bendargli gli occhi. Con tre aiutanti il
sistema più classico consiste nel metterne uno alla
testa e due, uno per lato, all’altezza delle natiche, con
due braccia che s’incontrano sulla groppa e le altre
ben premute contro i fianchi. Tenuto in questo modo
il cavallo difficilmente scalcia e comunque il rischio è
minimo restando ben incollati a lui. Infine armatevi di
pazienza: il gioco può durare infatti delle ore se non
riuscite al primo tentativo. Avendo visto dei cavalli
sulla ribalta di un autocarro e dei pony dentro un autobus, sono convinto che tutto è possibile. Ma partendo
dal principio che si può trasformare un campione in
un invalido nel giro di un secondo, dobbiamo usare
tutta la nostra esperienza a favore del cavallo. Fate
attenzione: ogni strumento sporgente può lacerare
un tendine o un garretto... la parola d’ordine è perciò
“eliminarli”.
Prima di un viaggio tutto deve essere verificato:
solidità delle fiancate interne. resistenza delle cinghie
anteriori. �Chiusura della rampa. Attaccature delle
doppie longhine. levigatezza delle paratie. Ganci e segnali di van trainato. Tutte le parti devono essere ingrassate perfettamente. La sistemazione interna può
a volte competere in lusso con le più belle limousine:
-monitor dell’impianto televisivo a circuito chiuso per
controllare i cavalli mentre si guida.
Segnalatori d’incendio (in proposito controllare sempre gli estintori). - Depuratori d’aria e aria condizionata - Barre anti-rollio - Insonorizzazione.
EQUITAZIONE
Quali che siano i sistemi, quali che siano le protezioni di cui il cavallo dispone, il guidatore è comunque
guar¬diano e responsabile di tutto. Non si trasportano
dei cavalli come delle casse di pomodori. La guida
deve essere fluida, sciolta e precisa. Quali che siano
le ragioni della vostra partenza, trarrete sicuramente
vantaggio da un piano di viaggio perfettamente calcolato. Niente di peggio per i nervi che ore d’attesa
in dogana o le inversioni di marcia sulle stradine di
campagna.
Gli obblighi
Sosta ogni tre o quattro ore per una verifica generale, per distendervi e fare il punto prima di ripartire. Il
massimo è di 1200 km, o circa dodici ore di viaggio.
Malattie da trasporto
Itrasporti di cavalli sono a volte problematici; incidenti
di ogni genere possono capitare, ragion per cui bisogna essere sul luogo d’arrivo molto presto. Oltre al
problema di eventuali piaghe, i cavalli possono aver
bisogno di ventiquattro o quarantotto ore di tranquillità per smaltire le fatiche del viaggio.
Le ferite: nonostante tutte le vostre precauzioni i
cavalli durante il viaggio possono ferirsi. Dovete così
avere sempre sul van un pronto soccorso che permetta di medicare il cavallo, fermare una eventuale emorragia prima di trovare un veterinario.
Costipazione: a causa dello stress e della relativa
immobilità che gli è imposta, i cavalli possono costiparsi a volte sino ad una colica. In caso di panico estremo si possono riscontrare al contrario delle diarree.
Per queste ragioni, nel caso di lunghi viaggi, l’ultimo
pasto deve essere dato tre ore prima della partenza e
deve essere più ricco del solito e a base di beveroni e
carote. Se il vostro cavallo è ritenuto costipato fategli ingerire preventivamente dell’olio di paraffina o di
ricino. Durante tutto il viaggio i cavalli devono avere
del fieno o della paglia a loro disposizione. Prevedete
anche di abbeverarli ogni tre o quattro ore, soprattutto
se fa caldo. Controllate sempre le prime feci all’arrivo.
Febbre da trasporto: certi cavalli possono, occasionalmente o costantemente, avere queste febbri.
Arrivano molto stanchi, tristi ed hanno temperature
molto alte, fino a 39,5 e 40 centigradi. Oltre allo stress
da trasporto, certi problemi epatici o digestivi ne sono
la causa. Nella gran parte dei casi questa febbre da
trasporto sparisce tra le dodici e le quarantotto ore. Il
trattamento consiste nell’iniettare loro dei protettori
epatici due o tre volte al giorno; si deve anche “passeggiarli” a lungo a mano due o tre volte al giorno e
rinfrescarli agli arti con una doccia. Bisogna ricoprirli
con una gualdrappa o una leggera coperta per assicurarsi che non prendano freddo senza esagerare la loro
ipertermia (aumento della temperatura). Se la temperatura eccede quella normale per più di un giorno è
preferibile somministrare al cavallo degli antibiotici
ad effetto preventivo, ma non farlo sistematicamente.
Mal di mare: nessuno può affermare con certezza
che il cavallo ne soffra. Si tratta spesso di una forma
di improvvisa febbre da trasporto che si può calmare
con degli antispasmodici, analgesici come la Calmagine o il Putazolidine. La cosa migliore da fare è interrompere il viaggio se possibile e farli camminare a
lungo dando loro da bere.
II “cavallo qualunque” viaggia su strada, quando diventa campione assapora invece le gioie del treno,
della nave o dell’aereo. Il mezzo di trasporto più confortevole è senza dubbio l’aereo. I cavalli salgono a
bordo per una rampa o con un ascensore già installati
nel loro box. Le manovre delicate, una volta imbarcati
nel cargo, sono l’atterraggio e il decollo, ma gli artieri sono là per rassicurarli e i piloti procedono molto
lentamente. Una volta in aria l’aereo è pressoché immobile. Il treno è, invece, a volte molto poco confortevole, con un rumore incessante, continue vibrazioni
che abbruttiscono.
In tutti questi mezzi di trasporto è importante fissare
il cavallo con una doppia longhina, e provvedere con
co¬perte, sufficiente fieno e riserve d’acqua
Come abbiamo detto i cavalli sono capaci di fare tutto,
a condizione che voi abbiate previsto tutto e abbiate
una certa capacità d’improvvisazione. Allora possiamo augurare al vostro cavallo e a voi... buon viaggio!
Mare Delmon
Raduno delle donne
In data 10 e 11 di ottobre si è svolta presso il centro il primo raduno delle donne a cavallo. Hanno partecipato alla manifestazione n. 18 donne provenienti dalle Marche, Umbria, Romagna.
Alle ore nove di sabato il gruppo è partito da Montone e attraverso le meravigliose colline umbre ha raggiunto il centro di Pietralunga dove il gruppo ha pernottato.
La domenica, dopo breve visita alla sagra della “patata” di Pietralunga il gruppo ha di nuovo raggiunto
Montone nel tardo pomeriggio; bicchiere della staffa e un arrivederci al prossimo anno.
Lungo la cavalcata meravigliose le visite al castello di Rocca d’Aries del capitano di ventura Braccio da
Montone, all’osservatorio astronomico “coloti” dell’Università di Perugia e saluti di benvenuto
dalle autorità di Montone e Pietralunga.
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E’morto Raimondo Vianello, il gentiluomo del va-
rietà di qui è stato uno dei fondatori.
Nato a Roma il 7 maggio 1922 il padre ammiraglio lo
voleva diplomatico ma di quel prestigioso mestiere
gli restarono solo il portamento signorile e i modi
affabili. A seguito della sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana nel 1945 è tenuto nel campo di
concentramento di Coltano (PISA) assieme a Erza
Paund, Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, Luciano Salce e Enrico Ameri. Successivamente divenne atleta e dirigente del Centro Nazionale Sportivo
Fiamma è allora che, quasi per caso, debutta in teatro i suoi pigmalioni sono due giovani autori (Garinei e Giovannini) da allora la sua carriera e costantemente in ascesa colleghi e spettatori apprezzano il
suo umorismo elegante e mai volgare. Lavora con
Vanda Osiris, Erminio Macario, Carlo Dapporto e
Gino Bramieri, nel 1959 conosce Sandra Mondaini
tre anni dopo la sposa formando una delle coppie
più inossidabili e riuscite dello spettacolo italiano.
Non avranno figli ma insieme adotteranno una intera famiglia di filippini, ferreo il loro contratto con
Silvio Berlusconi e le reti FINIVEST dal quale nasce
“Casa Vianello”.
Appassionato di calcio Vianello nel 1992 conduce
“Pressing” e nel *98 il “Festival di Sanremo” ed è
dal palco
dell’ARISTON del 2008, una delle sue ultime apparizioni in tv. I funerali si sono svolti sabato 17 aprile
nella sua Milano 2.
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SCUOLA
All’inizio dell’anno scolastico e precisamente il 29 settembre si e` tenuto all’hotel Mercure di
Milano un dibattito sulle riforme della Scuola alla presenza del Dott. Max Bruschi (uno dei piu`
preparati consiglieri del Ministro Gelmini), che ha esposto alcuni punti salienti di questo “scottante” tema. “Potrei parlare di Scuola e di Università per ore perche` e` un problema che ho sempre
sentito” dice il Dott. Bruschi. Questi i punti salienti:
Scuola: “- 3.900 scuole con meno di 500 alunni chiuderanno (ad eccezione di quelle montane ed
isolane), perche` non hanno i requisiti necessari per andare avanti. Ci saranno anche degli accorpamenti fra piu` scuole che serviranno per dimezzare i costi (ad esempio della carta intestata
o del Preside che diventera` uno solo ecc.).
- Si ritornera` alle 24 ore di lezione alla settimana, con un maestro non unico ma prevalente.
Rimarra`, infatti, quello d’Inglese, non solo perche` e` l’Europa che ce lo chiede ma anche perche`
e` fondamentale per il futuro del nostro Paese.
- Si ripristinera` il voto in condotta.
- Si sostituiranno i giudizi del I e del II quadrimestre con i voti, in quanto si e` osservato che i giudizi generano spesso confusione di
interpretazione a differenza del voto che, essendo diretto, esprime immediatamente le capacita` degli alunni.
- Verranno cambiati i programmi scolastici. Una volta in prima elementare si trascrivevano lettere e numeri, ora gran parte di questo lavoro si effettua gia` alla scuola materna. I programmi cambieranno anche perche` si e` osservato uno scarso assorbimento dei concetti
di base e dei fondamenti delle varie materie”.
Università: “- Per quanto riguarda l’Universita` bisogna sottolineare che alcune modifiche sono state decise dalla Finanziaria e non dal
Decreto Gelmini; ad ogni modo si tratta di dover mettere a posto i conti per il 2011. Il dimagrimento dell’Universita` e` stata una scelta
logica perche` negli ultimi anni si sono moltiplicate le cattedre e le sedi universitarie dando luogo ad un’infinita` di sedi distaccate (attualmente sono ben 320).
- Bisogna evitare che ci siano intere facolta` dove compare un unico nome di docente o quello di moglie e marito.
La capacita` del Parlamento di intervenire in tempi brevi sara` la cartina di tornasole della volontà` riformatrice del governo, della sua
maggioranza e dei parlamentari”.
Interventi: La Dottoressa Emilia De Biasi dice: “I genitori sappiano che si vedranno tornare a casa i propri figli a mezzogiorno!!”.
Le ri
gli”.
Lamenta una mamma: “Oggi nei programmi ministeriali c’e` di tutto! Mia figlia sa cosa sono le piogge acide ma non l’igrometro”.
Della stessa idea e` anche un’altra mamma che aggiunge: “I miei figli in IV e V elementare sembravano dei geni, poi pero`, mi sono
accorta che non avevano le basi per procedere e addirittura evidenziano problemi ortografici”.
Una docente lamenta: “Alcune Università offrono la possibilita` ai ragazzi di sfociare nel mondo del lavoro subito dopo aver ottenuto
una Laurea, altre no. Perche`?”.
Risponde il Dott. Bruschi: “ Si e` vero, molte aziende lasciano nelle Università una lista di richieste per varie posizioni professionali, ma
noi ci siamo mai domandati perche` e` piu` facile che trovi lavoro un ingegnere edile che una maestra di filosofia? Bisogna scegliere
le facolta` anche in funzione della possibilita` di trovare un lavoro dopo aver raggiunto il traguardo di studio e non solo per un proprio
interesse personale. Bisogna, inoltre, studiare con costanza ed impegno. Lo Stato spende 5.000 euro all’anno per ogni studente; nonostante cio` le università italiane compaiono solo dopo il 150esimo posto nella classifica mondiale. Eppure stiamo spendendo tantissimi
soldi!!!”.
Tutto questo ci fa riflettere
sul senso di responsabilità dei genitori che forse andrebbe un po’ rivisto. La
scuola, infatti, e` e deve essere un completamento dell’educazione e della cultura che offre un genitore, non un ricovero per i figli quando si e` al lavoro e tanto meno l’unica fonte di apprendimento per gli
stessi. Lo studio dovrebbe,
inoltre, essere preso un po’ piu` seriamente dai ragazzi che non sempre si
rendono conto della grande opportunita` offerta loro dal sistema educativo italiano. In questi giorni
pero` di “scuola” non se ne
sente piu` parlare in quanto i mass media sono interessati da altri eventi (es.
Elezioni Regionali): e` pero’
giusto stimolare i propri figli al conseguimento del miglior risultato verso la
fine di questo anno scolastico non solo per loro stessi ma anche in considerazione del fatto che ogni ripetente e` un costo per lo Stato;
cosi` si possono evitare sprechi di denaro pubblico.
Monica Garavaglia
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