SN numero 16 - Sport Nazionale

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SN numero 16 - Sport Nazionale
Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46) art. 1, comma 1 CNS-VE. In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di venezia cmp
detentore del conto per la restituzione previo pagamento resi
bimestrale - n°16 - gennaio/febbraio 2009 - Euro 3,00
Softair
sviluppi di
un gioco
Equitazione
le scuole regionali
Interviste
Marco Carta
e Ignazio La Russa
finalmente un albo istruttori
Subacquea
Abbonamenti - 5 copie € 10,00
9633 copie di questo numero
spedite per abbonamento postale
SPORT NAZIONALE
In copertina ragazza Softair
Stampato per conto del:
CENTRO NAZIONALE SPORTIVO FIAMMA
SPORT NAZIONALE
ANNO V Gennaio - Febbraio 2009
Numero 16
Direttore Responsabile:
Paolo Lazzaro
Direttore Editoriale:
Vito Orlando
Comitato di Direzione:
Fiorenzo Pesce, Stefano Tringali, Roberto Avena,
Antonio Albano, Achille Reali, Ilario Lazzaroni,
Cesare Mevoli
Redazione:
Via Panisperna, 209 - 00184 Roma
Fax 06 23328443
Amministrazione:
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Mauro Andrighetti - Tel.041 928384
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Sport Nazionale
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Sport Nazionale
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Tribunale di Venezia N° 30 del 2/10/06
Iscrizione al ROC n° 17639 del 25.11.2008
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SOMMARIO
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Intervista
6 - Marco Carta
Softair
7 - Difendiamo la natura
8 - Cos’è questa disciplina
10 - I corsi qualificati
11 - Softair in fiera
12 - Le calzature
14 - Militaria Expo Ferrara
17 - L’intervista al Ministro La Russa
18 - Il Re soldato
19 - Le armi NBC
Subacquea
20 - L’Albo istruttori
21 - Un’immersione in Ungheria
Arti marziali
27 - Memorial Falcone Borsellino
29 - L’isola che non c’è
31 - Ju jutsu a Mosca
32 - Takemusu Ju jutsu
34 - Kimono d’oro
35 - Karate Shotokan
36 - Kobudo e Krav Maga
Equitazione
37 - EquiEtologia
39 - Lettiera biologica
40 - Allevatori a Verona
41 - Cavalli inutili - SER
43 - Dipartimento equitazione
Notizie
47 - Vita di una campionessa
48 - Villaggio Italia
49 - Scherma e teatro
50 - Le società ci scrivono
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Siamo ormai giunti al quinto anno della
nostra rivista. Inizialmente nata in sordina
e discontinua nelle sue uscite poi, sempre
più consistente per pagine, argomentazioni
e cadenza. Da due anni ha ormai consolidato la caratteristica bimestrale e si è dotata
di una simpatica e funzionale veste grafica,
implementando continuamente il numero
dei lettori e degli abbonati, che oggi superano le 10.000 unità.
Un successo dovuto a tanti amici appassionati che hanno creduto in questa esperienza
editoriale “anomala”. Infatti, essa rappresenta il mondo sportivo praticato e non
teorizzato o quello sterile amministrativo. Ci
contrapponiamo alla burocratizzazione dello
sport perché è il vero doping dello sport di
base. La rivista rappresenta la parte sana
della nazione, la quale desidera fare attività
motoria per piacere, per il proprio benessere
fisico e psichico. I nostri atleti non ipotecano
il proprio futuro e la loro vita per raggiungere un risultato effimero, vogliono raggiungere gli obiettivi prefissati senza compromessi
e senza distruggersi la vita.
Nel praticare l’attività sportiva il fine non
è la borsa o la gloria, è semplicemente la
passione e il desiderio di fornire un senso
compiuto alla propria esistenza.
Spesso sono gli sport minori a stimolare i
sentimenti degli atleti e a coinvolgerli in
discipline che non li faranno mai divenire
ricchi o famosi ma perseguire lo sport vero,
quello che raccontiamo in queste pagine.
Ecco l’importanza della nostra missione: essere vicini a chi lo sport lo pratica davvero e
raccontare le loro storie.
Questo è il successo di Sport Nazionale, rivista anomala perché non è specifica di alcuna disciplina ma le coinvolge tutte e spesso soccorre una o l’altra attività, fornendo
spazio redazionale, per farle maggiormente
conoscere e aiutarle d essere meglio divulgate.
Attorno ad essa si forgia e si consolida un
mondo umano che s’erge come una barriera
contro il dilagare dell’indifferenza e della
massificazione. Dare voce alle loro attività è
sinonimo di una cultura di controinformazione che vuole salvare le individuali tradizioni
dei piccoli gruppi, che tutti assieme formano la vera ricchezza del patrimonio umano
italiano.
EDITORIALE
LETTERA AGLI
ASSOCIATI
Questo numero lo dedichiamo al Softair,
una disciplina sportiva che ha la sua anzianità ma relativamente nuova per il nostro
Centro.
Su sollecitazione di alcune società affiliate
ho iniziato ad interessarmi di questo sport
e, unitamente ad alcuni esperti collaboratori ho iniziato ad addentrarmi in questo
mondo particolare, sfatando preconcetti
ed errate interpretazioni che la collettività
può avanzare.
Innanzi tutto ho scoperto uno spirito molto giovanile, anche se alcuni appassionati
anagraficamente non possono più definirsi
tali. Nel contempo ho trovato un mondo abbandonato a sé stesso, persone vilmente
utilizzate e sfruttate per ingrossare il tesseramento di una o l’altra organizzazione,
persone lasciate sole con i loro problemi, o
volutamente informate male.
Non immaginavo che esistessero nel panorama sportivo italiano situazioni simili.
In un incontro con Traversa, Battista, Ivassich e Bellina, miei punti di riferimento,
abbiamo deciso di scendere in campo con
tutta la forza e l’impegno di un Ente storico
ed importante qual è Sport Nazionale.
Il primo quesito che ci siamo posti è stato:
come possiamo aiutare i gruppi del softair? Di cosa hanno veramente necessità?
A queste domande le risposte sono arrivate automatiche.
Studiare una specifica assicurazione infortuni, realizzare un supporto amministrativo
e informativo in grado di legittimarli e non
porli in condizioni di rischio giudiziario,
operare in due direzioni creando il settore
amatoriale e il settore agonistico attraver-
so uno specifico percorso formativo per
arrivare ad offrire loro un vero campionato
italiano, attivarsi con le amministrazioni
locali e i privati per individuare luoghi di
gioco, realizzare delle partnership commerciali per contenere i costi dei prodotti.
Tutte questioni importanti e delicate, alcune delle quali anche impegnative per tempi, energie ed economie.
Ci siamo detti: ma noi non siamo i paladini dello sport? E dove possiamo meglio
operare se non dove c’è effettivamente
bisogno della nostra esperienza?
Le linee strategiche adottate sono due:
la prima cercare di risolvere le problematiche di questi gruppi. Per alcune la cosa
è facile, per altre ci vorrà del tempo ma
l’importante è aver iniziato. La seconda è
costituire una struttura (GAS) alla quale è
affiancato l’Ente ma senza ingerenza e che
opera lasciando piena autonomia a tutte le
società affiliate, anche a quelle aderenti
ad altre organizzazioni che possono fruire
dei nostri servizi e partecipare alle nostre
attività. C’interessa potenziare e divulgare
la disciplina e non porre una bandierina sul
territorio.
La nostra discesa in campo ha scompaginato le lobby esistenti che, nell’accorgersi
di aver disdegnato per troppo tempo un
settore, anziché recuperare il tempo perduto e operare con serietà hanno pensato
di avviare una fasulla campagna denigratoria nei nostri confronti. Ci hanno fatto
un bellissimo regalo e ci hanno impresso
una spinta eccezionale perché le persone
ragionano con la propria testa e non si fanno condizionare dalle sole parole. Questo
ci ha consentito di ricevere in pochissimo
tempo un gran numero di nuove affiliazioni e, con esse, di aumentare la schiera
dei nostri collaboratori, alcuni veramente
competenti.
Quindi accogliamo questi nuovi associati
tra le nostre attività e, l’invito che rivolgo
a tutte le altre associazioni, è di aiutarli a
raggiungere i loro e i nostri obiettivi.
Fiorenzo Pesce
Presidente Nazionale
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NEWS
COMUNICAZIONI DALLA SEGRETERIA GENERALE
Novità per le Associazioni
Decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185
“Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale”pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 29 novembre 2008 - Suppl. Ordinario n. 263/L
Con il DL 185/08 “anticrisi”, il Governo, ha modificato parzialmente il rapporto delle associazioni con il Fisco.
In particolare (comma 4. art 30 del citato decreto 185) ha soppresso l’art 7 del precedente dl 136/04 che assegnava al
Coni il compito di “certificatore” dell’attività senza fini di lucro delle associazioni sportive dilettantistiche.
In pratica, per beneficiare delle agevolazioni fiscali si può presentare direttamente all’Ufficio delle Entrate competente
per territorio un modello contenete dati certi e verificabili sull’effettiva non commerciabilità dell’associazione.
Per sostenere le associazioni affiliate, in questa delicata fase di trasformazione, la Segreteria Generale è a disposizione
per fornire supporto e , eventualmente compilare i previsti modelli.
Si immagina che a questo decreto possono seguire alcuni emendamenti. La Segreteria vi terrà aggiornati attraverso il
Gestionale Amministrativo. A titolo informativo si riporta l’ art 30 (già in vigore) e copia dell’art 7 (soppresso).
Art. 30. (in vigore) Controlli sui circoli privati
1. I corrispettivi, le quote e i contributi di cui all’articolo 148 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e all’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 non sono imponibili a condizione che gli enti associativi siano in possesso dei requisiti
qualificanti previsti dalla normativa tributaria e che trasmettano per via telematica all’Agenzia delle entrate i dati e le
notizie rilevanti ai fini fiscali mediante un apposito modello da approvare entro il 31 gennaio 2009 con provvedimento
del Direttore dell’Agenzia delle entrate.
2. Con il medesimo provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono stabiliti i tempi e le modalità di trasmissione del modello di cui al comma 1, anche da parte delle associazioni già costituite alla data di entrata in vigore
della presente legge, nonché le modalità di comunicazione da parte dell’Agenzia delle entrate dell’esclusione dai benefici
fiscali in mancanza dei presupposti previsti dalla vigente normativa.
3. L’onere della trasmissione di cui al comma 1 è assolto anche dalle società sportive dilettantistiche di cui all’articolo 90
della legge 27 dicembre 2002, n. 289.
4. L’articolo 7 del decreto legge 28 maggio 2004, n. 136, convertito dalla legge 27 luglio 2004, n. 186, è soppresso.
5. La disposizione di cui all’articolo 10, comma 8, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, si applica alle associazioni e alle altre organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266 che non svolgono attività commerciali diverse da quelle marginali individuate con decreto interministeriale 25 maggio 1995 e che trasmettono i dati e le
notizie rilevanti ai fini fiscali ai sensi del comma 1.
Sei un’associazione ?
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oggi in Italia ai nostri associati e domani all’estero, ti offriamo una corsia preferenziale.
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ATTUALITÀ
INTERVISTA
Marco Carta e` un ragazzo giovane che a soli ven-
menti difficili nella vita, cosa ti sentiresti di dire per ad esempio,
titre` anni ha le idee chiare sulla vita e forse anche correre loro incontro?
cinque soul,
quattro blues
per questo ha saputo ottenere un notevole successo Quando una persona ha un grande trauma spesso si e tre brani di musica italiana.
in poco tempo. La sua determinazione e la sua bravura rifugia nella trasgressione e alle volte anche nella Nel tuo album d’esordio, “Ti rincontrero`”, che e` uscil’hanno portato a vincere l’edizione 2008 di “AMICI” droga come senso di proibizione e come sfogo. La to il 13 giugno di questo anno, fra le quattro canzoni
nel mese di aprile e nel mese di luglio il “Disco d’oro” cosa piu` importante e`, invece, il non lasciarsi anda- inedite quale hai sentito e vissuto di piu` al momento
col suo primo album “Ti rincontrero`” (Warner Music). re. Bisogna pensare alle cose sane e belle della vita e della composizione del testo?
Il 3 ottobre ha pubblicato il suo secondo album, “in non a cio` che e` un’illusione di poche ore.
Nella scelta degli inediti all’inizio mi ha colpito molto
Concerto” (CD+DVD), tratto dal concerto tenutosi a La determinazione e la grinta che hai dimostrato nel “Ti rincontrero`”; ora, invece, per me e` difficile doCagliari lo scorso 6 luglio che e` stato un vero trionfo. voler diventare a tutti i costi un cantante, ti hanno verne scegliere uno in particolare perche` sono come
Ascoltiamolo ora che e` nel pieno del suo successo.
portato a fare anni di sacrifici per prendere l’aereo quattro figli ed ognuno mi da emozioni diverse.
Ritieni di essere un ragazzo fortunato o avresti voluto e raggiungere, cosi`, le località dei provini; in parti- Ti senti un romantico e sei un po’ geloso? Credi di
arrivare prima a questo successo?
colare so che hai lottato ben cinque anni per poter trasmettere a sufficienza questo tuo modo di essere
Si`, sono un ragazzo fortunato; se fossi arrivato prima partecipare alla trasmissione “Amici” di Maria De Fi- nelle canzoni? Forse sono belle anche perche` sono
al successo di “AMICI” non avrei saputo gestirlo,
lippi. C’e` un motivo per cui hai scelto proprio questa vere!
quindi va bene cosi`.
trasmissione?
Si`, hai voglia!!! “Ti pretendo”, ad esempio, e` gelo-
Scavando nel tuo passato, ho saputo che hai vissuto Si` certo! Adoro Maria mi piace per come parla, per sissima invece “Io amo” e` romanticissima.
due esperienze molto tristi: la perdita di tuo papa`, a
come ti cattura con la sua voce: e` magnifica; a parte La cover “Mi ritorni in mente” e` un po’ un omaggio al
soli otto anni, e quella di tua mamma, a dieci. Quanto cio`, per fare oggi il cantante e partire da zero ci vuole tuo idolo Lucio Battisti che, se non sbaglio, era anche
ha inciso su di te questa esperienza sul piano
un fondo, un fondo con delle conoscenze, ed anche dei quello di tua mamma. Ti riconosci in questo cantante
professionale?
soldi, che in una realtà come la Sardegna non spesso per i testi, per la musicalità delle sue canzoni o sem-
Tanto, perche` mia madre mi ha trasmesso una certa si trovano perche` e` un po’ tagliata fuori dal mondo. plicemente lo apprezzi per la piacevolezza musicale?
determinazione nel lavoro, pero’ c’e` da dire che quel- Ho provato a fare Sanremo ma anche li` ci volevano Mi riconosco molto nel suo genere musicale. Io lo dela che metto nelle cose che faccio sicuramente deriva tanti soldi ed una serie di cose che io non avevo. finisco semplicemente un genio della musica.
dalla situazione che ho vissuto in seguito alla morte “Amici” invece, non ti chiede tutto questo: e` come se Marco Carta e` anche stato di recente protagonista
dei miei genitori.
prendesse dei talenti dalla strada e desse loro tutto di MarcoCarta@YourSchool, un live inedito
Cosa significa per te cantare? Cioe`, quando canti cio` di cui hanno bisogno. Per questo ho scelto la tra- ed esclusivo che il giovane cantante ha tenuto per la
cosa provi, cosa senti?
smissione di “Amici”.
prima volta all’interno di una scuola di fronte alle
Io non ho mai fatto surf ma se canto e vocalizzo un Quando componi una canzone pensi al pubblico che ti telecamere di MTV e che si puo` visionare on
acuto ho la stessa sensazione di quando un surfista ascoltera`? Intendo dire se decidi a priori di indirizzar- line su mtv.it/live.
arriva all’apice di un’onda e poi la cavalca.
ti ad un particolare pubblico (giovane, meno giovane,
Canto come evasione dalla quotidianità e dai proble- mamme ecc.) o questo non ti interessa?
mi della vita o canto come forma di rigenerazione di
Io, al mio pubblico ci tengo. Quando esterno una cosa
noi stessi?
non viene modificata per piacere ad altri anche se mi
Non lo so spiegare; e` una cosa troppo bella per me, pongo sempre la domanda : “questi contenuti possono
sia quando canto da solo in una stanza vuota che in piacere”? A questo punto decido, semmai, di mettere
mezzo a tanta gente. Certo devo dire che quando ci o non mettere una canzone nel mio album ma non di
sono persone ad ascoltarmi questo mi carica ulterior- modificare il mio pensiero.
mente. Comunque il canto genera in me vibrazioni Il timbro rauco della tua voce e la tua attenzione per
dappertutto; ripeto e` un vero piacere.
le cosiddette “voci nere”, tra le quali apprezzi quella
In seguito alle esperienze di vita da te vissute ti senti- di Michael Bolton e di Fausto Leali, pensi che ti porteresti di affermare che il canto puo` essere una valida ranno a spostare la tua musica verso il blues?
terapia da seguire per chi ha dovuto affrontare dure A me piace molto il soul, amo anche la musica italiana
realtà?
perche` sono cresciuto a pane e Vasco Rossi. Mia ma-
La chiamerei “Sing Terapy”. Secondo me il canto po- dre era fissata con Lucio Battisti ed ascoltava sempre
trebbe servire come terapia, come antidepressivo; le sue canzoni e la musica italiana in genere, quindi
ovviamente ti deve piacere altrimenti una persona si credo che la passione per la musica sia genetica. Non
deprime ancora di piu`.
esistono pero` solo il bianco e il nero, c’e` anche il gri-
Ai tanti ragazzi come te che hanno dovuto vivere mo- gio, quindi in un album di dodici tracce posso mettere,
MONICA GARAVAGLIA
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SOFTAIR
Qualifichiamo la disciplina attraverso
la difesa ambientale
Particolare attenzione dev’essere po-
sta dai softgunner –coloro che praticano lo sport del softair- all’ambiente di
gioco, soprattutto se questo si svolge
all’aperto e in contesti naturali o in determinati luoghi paesaggistici.
Tutti sappiamo che la plastica ha rivoluzionato l’esistenza di ogni cittadino,
re-inventando contenitori e abbattendo
il costo dei trasporti e dello spazio.
A questi vantaggi si è aggiunta la realizzazione di nuovi oggetti, permettendo di migliorare la qualità della vita.
Un mondo costruito sul petrolio e dei
suoi derivati.
Non poteva mancare anche nel softair
la sostituzione dei tradizionali pallini
di ceramica e di alluminio, con quelli
di plastica.
A differenza degli oggetti di maggiori
dimensioni, questi ultimi difficilmente
hanno la possibilità di essere raccolti e
il loro destino è legato inesorabilmente alla terra che li avvolge, a testimoniare che in quel punto alcuni giovani
si sono divertiti a giocare alla guerra.
Eredità che non possiamo lasciare
alle future generazioni. L’alternativa
al divieto del gioco in ambienti aperti
è quello di utilizzare esclusivamente
pallini biodegradabili. Questa drastica
soluzione dev’essere considerata nel
pieno della sua gravità da parte di tutti
i softergunner e in particolare da quanti
organizzano i gruppi o i giochi.
Personalmente, come cittadino, detesto
trovare sacchetti di nailon nella battigia
di una spiaggia o bottiglie di plastica
abbandonate nelle boscaglie. Se fossi
costretto a scegliere tra due sole soluzioni: trovare i pallini di plastica sotto
le foglie cadute in un bosco e il divieto
di gioco all’aperto, non avrei dubbi perché nessuno ha il diritto di inquinare il
patrimonio naturale, che appartiene a
tutti.
Fortunatamente la tecnica è arrivata a
produrre pallini di buona qualità e dalle ottime prestazioni, riuscendo a rendere degradabili i proiettili delle ASG.
Oggi non sussistono più scuse per il
loro utilizzo, si reperiscono facilmente
nei negozi specializzati o altrettanto si
acquistano da internet. Necessariamente dobbiamo sorvegliare i nostri colleghi affinché facciano uso dei biodegradabili nei giochi all’aperto e, dobbiamo
farlo da subito prima che divieti ci obbligano a misurarci esclusivamente in
spazi chiusi, impossibili duplicati di
ambienti naturali.
Questo è un valido motivo affinché
ognuno di noi utilizzi solo pallini bio
e svolga una funzione di custode della
natura isolando quanti non rispecchiano questa necessità collettiva.
Non si devono accettare scuse sul loro costo elevato, è sufficiente sparare qualche
colpo in meno per ottenere la medesima
proporzione di costo/divertimento. Se il
loro utilizzo fosse diffuso, di fronte ad
un mercato così ampio, anche le aziende
investirebbero nella ricerca di prodotti
sempre più facilmente degradabili e le
leggi di mercato consentirebbero una
consistente contrazione dei prezzi.
Come GAS abbiamo sposato la politica
della difesa ambientale intelligente, facciamo utilizzare solo pallini biodegradabili e per promuoverli ci siamo adattati
a divenire distributori di BB bio, facendoli produrre per noi in grandi quantità
e distribuendoli direttamente ai gruppi,
superando la rete commerciale, adottando lo slogan “dal produttore al consumatore”, molto in uso in questi momenti di
crisi.
Oggi distribuiamo un prodotto di buona qualità biodegradabile ad un costo
di poco superiore alla media dei pallini
tradizionali, e siamo convinti che l’amore verso il softair si dimostri con fatti
concreti.
Questa è un’opportunità che riserviamo
a tutti i softgunner, affinché a nessuno
venga l’idea di toglierci il divertimento
di giocare all’aria aperta e in mezzo alla
natura.
Giulio Tozzato
Pallini da Softair atossici e biodegradabili omologati
da Sport Nazionale - visita il sito www.softairnazionale.it
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Questa strana disciplina,
tra gioco e sport
Il softair (airsoft in inglese), è l’evoluzione dei
giochi maschili dell’infanzia arricchiti dall’esperienza dei giocatori e dalla tecnologia, sempre
più vicina alla simulazione della guerra. È uno
sport sociale, cioè di gruppo ma che investe ogni
giocatore di un particolare ruolo all’interno della
squadra, esaltandone predisposizioni e particolarità. L’utilizzo di attrezzatura, quali fedeli
repliche di armi tattiche e strategiche negli ambienti urbani o naturali e l’obiettivo di conquista
o difesa delle postazioni, unito all’abbigliamento
rigorosamente militare, lo rendono uno dei giochi più completi e disinteressati del panorama
sportivo italiano.
Non essendo una disciplina sportiva dal Coni
ed essendo impossibile che venga riconosciuta
tale almeno per i prossimi cinquant’anni subisce
l’influenza negativa di alcuni enti di promozione
sportiva che fanno apparire il proprio riconoscimento quale riconoscimento diretto del Coni
al softair. Così non è e si gioca sottilmente su
questo aspetto per far credere ai softgunner
degli status che in verità non corrispondono alla
realtà.
Il softair è un gioco e per divenire una disciplina sportiva deve dotarsi di regole, arbitraggi,
omologazione ed unificazione delle attrezzature,
omologazione dei campi di gioco (vi immaginate
se ogni società di calcio disponesse di impianti
sportivi diversi gli uni dagli altri? Il caos che regnerebbe in campi così difformi uni dagli altri?) e
di una buona accettazione da parte della comunità. La Boxe o la Kick sono discipline sportive violente perché di contrasto, il softair paragonato a
queste è un gioco da educande, eppure loro sono
accettate come tali dalla società e, attraverso le
federazioni nazionali, sono finanziate dal Coni. Il
softair è ancora considerato un’attività di esaltati e di guerrafondai, non esiste una federazione
e non c’è alcun finanziamento da parte del Coni.
Ecco perché è necessario far chiarezza su quest’aspetto. L’errata comunicazione e informazione degli enti di promozione sportiva riconosciuti
dal Coni sembra voluta per tenere sotto tono il
settore e usarlo quale bacino di tesseramento,
senza portare un reale beneficio ai softgunner.
Da queste considerazioni è sorta la necessità di
dar vita ai GAS. Poiché è prematura la costituzione di una federazione, che ancora oggi sarebbe
di parte, i Gruppi Autonomi Softair hanno l’obiettivo di preparare il terreno a questa futura realtà.
Per far questo è necessario far prima condividere e uniformare le regole, realizzare un credibile
regolamento e dotarsi di un ferreo arbitraggio.
Per raggiungere tali obiettivi, il percorso è ancora lungo. L’apertura delle attività dei GAS a
tutti i softgunner e ai gruppi, senza distinzione di
appartenenza, va in questa direzione.
Il gioco, essendo vietato il contatto fisico tra i
partecipanti, è innocuo e non violento, e si basa
essenzialmente sulla lealtà e correttezza sportiva di ogni giocatore che è obbligato ad “autodichiararsi colpito”, manifestando a voce e a gesti
la sua eliminazione in conseguenza dell’impatto
di pallini avversari sul suo corpo, buffetteria e
fucile, pena la squalifica, ed è tenuto a mantenere un atteggiamento di massima correttezza nei
confronti di compagni ed avversari, per evitare il
rischio di infortuni derivanti da un uso scorretto
di attrezzature e protezioni.
Le partite possono avere obiettivi diversi: si va
dall’impossessarsi della bandiera altrui, ad effettuare vere e proprie pattuglie di ricognizione per
conquistare obiettivi di diversa natura (bandiere, testimoni, materiali, eccetera) naturalmente
“neutralizzando” gli avversari bersagliandoli con
le apposite armi giocattolo ed eliminandoli così
dal gioco. Il softair è basato sulla correttezza del
singolo giocatore, dato che non sempre si uti-
lizzano pallini coloranti, non esiste alcun modo
per provare oggettivamente che l’avversario sia
stato colpito e l’etica del giocatore subentra a
questa mancanza, auto-dichiarandosi colpito
quando avverte l’impatto del pallino e abbandonando l’area di gioco, evitando di collaborare e
comunicare in alcun modo con i propri compagni
ancora impegnati nell’azione.
Chi agisce disonestamente, se individuato può
essere discriminato ed emarginato dagli altri
giocatori; può anche essere espulso dal gioco o
nei casi più gravi, dall’associazione di appartenenza.
Le repliche, armi-giocattolo riproduzioni più o
meno fedeli di quelle vere realizzate con sofisticate tecnologie sono acquistabili in molti negozi
d’armi, di giocattoli o via internet. Ce ne sono di
tutti i gusti e per tutte le tasche, ovviamente la
qualità e la longevità delle parti è commisurata
al prezzo. Esiste un fiorente mercato dell’usato,
perché ogni softgunner è sempre rivolto a migliorare le proprie dotazioni. Sparano proiettili
sferici di peso variabile tra 0,12-0,30 grammi e
dal diametro di quasi 6 millimetri in ceramica,
alluminio o plastica e ultimamente sta facendosi strada l’utilizzo di pallini biodegradabili, a
sottolineare la predisposizione ambientalistica
di questi giocatori. La normativa italiana le considera armi non offensive, che devono essere
sottoposte ai test e all’iter burocratico previsto
per questo genere di strumenti. In Italia l’energia
con la quale il pallino può essere sparato deve
essere inferiore ad 1 J (joule). Possono utilizzare indistintamente l’energia dell’aria compressa
(gas), della carica elettrica o meccanica della
molla.
La sicurezza del giocatore viene garantita dagli
occhiali protettivi, con lenti a due strati, o meglio
ancora delle maschere gran facciali per proteggere tutto il viso. Nonostante la pratica preveda
l’uso di protezioni adeguate e le armi siano di
potenza assai ridotta, si tratta pur sempre di uno
sport in ambiente aperto, per cui possono verificarsi occasionalmente incidenti come slogature
e graffi. Alle maschere è possibile e consiglia-
SOFTAIR
bile integrare l’uso di elmetti, corpetti per proteggere le parti del corpo più deboli ed evitare
di colpire l’avversario ad una distanza inferiore
ai 4 metri.
Esistono infinite tipologie di gioco, limitate solo
dalla fantasia degli organizzatori, queste sono le
più comuni e apprezzate dai softgunner:
• Cattura della bandiera o della postazione avversaria che può essere:
1. Attaccanti contro Difensori: viene posta una
bandiera obiettivo, la difesa vince se l’attacco
non conquista la bandiera entro un tempo limite
prefissato
2.Doppio Attacco/Difesa: con due Bandiere, vince chi cattura la bandiera nemica e la riporta al
proprio campo
• Deathmatch a squadre, in cui vince chi elimina
tutta la squadra (senza “rinascita” dei giocatori)
o chi elimina più avversari (con “rinascita”)
• Liberazione di un prigioniero
• Distruzione della squadra avversaria
• Tutti contro tutti
Possono essere anche organizzati scenari che
riproducono azioni reali della storia militare, o
immaginarie azioni di forze speciali. Per via della disponibilità di equipaggiamento, che copre
soprattutto il periodo degli ultimi cinquant’anni
della storia, gli scenari rappresentano soprattutto forze occidentali contro generici “terroristi” o
forze Nato contro forze del Patti di Varsavia.
Alcuni giocatori si specializzano in uno di questi
ruoli, arrivando a comporre il proprio equipaggiamento in conseguenza del ruolo giocato: gli
“occidentali” usano principalmente repliche di
armi statunitensi o europee, mentre i cosiddetti terrorisit prediligono armi russe, e tra queste
l’AK 47. Analoga scelta viene effettuata per le
uniformi.
Oltre all’arma di dotazione e delle protezioni, il
softgunner deve disporre di uno o più caricatori
e relativi pallini, una tuta mimetica, un paio di
scarponi da montagna o anfibi, le ginocchiere,
una borraccia o la sofisticata “camel back” (vescica per l’acqua a zaino con apposito tubo), un
gilet tattico per portare in modo pratico l’equipaggiamento.
A questa dotazione è possibile aggiungere altra
attrezzatura come una seconda replica di arma
di differente tipologia (ad esempio, una pistola),
con le medesime caratteristiche della prima, una
mimetizzazione aggiuntiva quale un telo mimetico, un cappello con fronde ecc.
Sono ammesse le radio ricetrasmittente, in grado di operare su frequenze civili, il binocolo, la
bussola, una torcia con gelatina rossa e verde
per segnalazioni, una torcia da collocare sul fucile (per missioni in carenza o assenza di luce,
come le notturne), orologio, un visore notturno
granate e mine ad aria compressa, innocue per
la salute ed in grado semplicemente di fare rumore o lanciare pallini a breve distanza, fumogeni di libera vendita, un silenziatore.
Dato il particolare realismo delle attrezzature, è fondamentale per lo svolgimento pacifico
dell’attività che i club comunichino luogo, ora e
data dei raduni, alle autorità competenti in materia di pubblica sicurezza per non incorrere in
reati di falso allarme ed evitare problemi con i
residenti nell’area o eventuali persone sul campo di gioco.
I campi da gioco possono essere di vario tipo:
boschivi, sabbiosi, urbani. La cosa fondamentale
da ricordare è che non si può giocare su di un
terreno se prima non si è fatta richiesta al proprietario, l’autorizzazione alla pratica sportiva. Il
proprietario del campo da gioco può essere un
privato o un ente pubblico. Nel caso del privato,
basta una semplice richiesta scritta nella quale autorizza il club a usufruire dei suoi terreni.
Nel caso in cui il terreno appartenesse a un
ente pubblico, va fatta richiesta scritta all’ente
stesso. Sempre e comunque va allertata la più
vicina caserma dei Carabinieri o della Polizia.
È opportuno segnalare la zona in cui si svolgeranno i giochi con degli opportuni avvisi che
spieghino cosa sta avvenendo, in modo da non
allarmare inutilmente eventuali passanti.
Ci sono anche veri e propri tornei, con la partecipazione di squadre provenienti da tutto
il territorio nazionale , i quali richiedono una
maggiore preparazione sia atletica che tecnica, con giochi che vanno dalle 6 fino alle 42
ore consecutive. I tornei possono prevedere
operazioni atte all’acquisizione di obiettivi (tramite ricognizione o azione di combattimento
diretta), alla difesa del territorio nei confronti della/delle fazioni opposte, ad operazioni
che simulano o riproducono scenari storici o
recentissimi. Prova ne è la sempre maggiore
presenza di tornei a “eserciti contrapposti” con
la presenza di organizzazioni tipo ONU o NATO
a fare da cuscinetto tra i giocatori.
Mirko
10
I corsi di formazione per qualificare
i softgunner agonisti
I
G.A.S. nascono dall’intuizione di
due persone, il presidente dott. Fiorenzo Pesce ed il responsabile del settore
soft air ing. Traversa Alessio.
L’idea fu quella di creare qualcosa di
nuovo e non ancora presente in Italia
per il settore del soft air sfruttando
due pilastri fondamentali della filosofia e del modo di vivere italiano e cioè
il senso di autonomia e le grandi doti
personali/di gruppo.
Con questo in mente e dopo una attenta pianificazione nascevano i G.A.S.
Il progetto G.A.S. quindi nasce come
polo per tutti quei softgunner che non
si ritrovano nelle attuali federazioni
molto chiuse e rigide ma desiderano
qualcosa che dia gli stessi vantaggi organizzativi ma sia molto più flessibile
ed aperto ai miglioramenti ed alle innovazioni.
La filosofia dei GAS quindi lascia
molta libertà ed autonomia ai singoli
gruppi che cosi possono organizzarsi
come meglio credono per quanto riguarda tornei, gare, ecc.. fornendo al
contempo due sostegni molto importanti:
• Coperture assicurative, gestione burocratica della propria ASD (associazione sportiva dilettantistica), informazione logistica, acquisto attrezzatura
con sconti privilegiati, ecc..
• Corsi di formazione a tutti i livelli
(base, intermedio ed avanzato) anche
con la possibilità di diventare istruttori
per tutti quei softgunner interessati ad
alzare il proprio livello tecnico.
Grazie a tutto questo il progetto G.A.S.
è decollato in pochissimo tempo in
tutt’Italia ed è ormai una realtà nazionale.
Ora presenteremo brevemente la tipologia dei corsi G.A.S. e l’innovazione
che è stata introdotta in Italia con questi corsi.
Fino a poco tempo fa nel panorama
nazionale non esisteva una struttura
veramente organizzata di corsi di formazione con anche la possibilità di
conseguire il patentino da istruttore di
soft air in quanto la pratica dei corsi
di formazione era si avviata da tempo,
ma non era mai stata data struttura e
continuità al lavoro svolto. I G.A.S.
sono stati i primi ad offrire una cosi
ampia scelta di argomentazioni inerenti l’attività del soft air e soprattutto
a dare continuità ai corsi proponendo
aggiornamenti e migliorie ogni anno.
Inoltre una particolarità dei nostri corsi,
voluta espressamente del Responsabile
Nazionale G.A.S. ing. Traversa Alessio (altresì noto come Krav-Maga), è
quella che tutti i corsi rimarranno proprietà della A.S.D. che li creerà. Questo è stato voluto per ribadire il senso
di indipendenza ed autonomia propria
dei G.A.S. Qualunque gruppo appartenente ai G.A.S. potrà quindi proporre ad una commissione esaminatrice
composta da un Rappresentante Regionale e dal Rappresentante Nazionale ing. Traversa Alessio i propri corsi
di soft air. Una volta approvati questi
corsi verranno inseriti con quelli già
presenti e proposti a livello nazionale
(usufruendo quindi della rete logistica
ed organizzativa dei G.A.S.) a tutti i
gruppi interessati ad avvalersene. Tutti
i diritti di sfruttamento verranno però
mantenuti dal gruppo creatore, che
avrà la facoltà di ritirare in qualunque
momento i propri corsi (con un preavviso minimo di un mese).
Altra nota importante è che tutti i
nostri corsi sono itineranti, quindi se
alcuni gruppi particolarmente numerosi non desiderassero viaggiare per
raggiungere le nostre sedi potrebbero
ospitare nella propria un gruppo istruttori per uno dei corsi suddetti.
Con la creazione dei primi istruttori i
corsi sono stati suddivisi in TRE categorie in modo da poterli differenziare
per difficoltà e livello tecnico:
• CORSI PROVINCIALI.
• CORSI REGIONALI.
• CORSI NAZIONALI.
I corsi provinciali possono essere tenuti da tutti gli istruttori che hanno conseguito il patentino da istruttore della
materia del corso in questione e sono
nati per poter far crescere a livello lo-
cale tutti quei softgunner che per vari
motivi (economici, logistici, di tempo,
ecc..) non possono frequentare i corsi
regionali o nazionali.
I corsi regionali possono essere tenuti solo da quegli istruttori che hanno
raggiunto almeno il 3° livello della
materia del corso in questione e sono
nati per offrire un livello tecnico molto
elevato e come supporto ai corsi provinciali.
I corsi nazionali sono tenuti solo dal
Responsabile Tecnico Nazionale GAS
coadiuvato da alcuni esperti del settore del corso in questione e sono corsi
ad altissimo livello tecnico nonché i
soli in cui un candidato può sostenere
l’esame per l’abilitazione all’insegnamento.
Questa suddivisione permetterà a tutti
coloro che sono interessati ad accrescere le proprie capacità di avere una
vasta scelta su cui appoggiarsi per la
propria preparazione agonistica.
Per quanto riguarda il discorso istruttori si è deciso di suddividerli in quattro
livelli distinti a seconda delle capacità
dimostrate durante gli esami (persone
particolarmente capaci quindi potranno anche non partire dal livelli base)
con la possibilità, una volta l’anno, di
sostenere l’esame per il passaggio di
grado fino alla qualifica di istruttore
federale che è considerata vitalizia. In
questo modo si avrà tempo di valutare (negli anni) l’operato dei candidati
i quali potranno crescere fino al pieno
SOFTAIR
sviluppo tecnico. Per quanto riguarda
la preparazione degli istruttori si sono
introdotte molte novità mai adottate IN
NESUN ALTRO CORSO
IN ITALIA come la preparazione formativa degli istruttori all’insegnamento
(con dispense studiate apposta per il soft
air) ed esercizi di riscaldamento (studiati apposta per il tipo di attività fatta
da noi softgunner) da eseguirsi prima
dell’attività fisica.A metà gennaio 2009
verranno programmati i corsi nazionali
2009 (consultabili sul sito www.softairnazionale.it)mentre quelli provinciali e regionali verranno programmati
con scadenze bimestrali.
Ing. Alessio Traversa
Presidente CTN Softair M.R.
In Fiera
2008
Nei giorni 11 e 12 di Ottobre, insolitamen-
te caldi per questo inizio Autunno 2008, si
è svolta presso la zona fieristica di Ferrara
la terza edizione di SOFTAIR IN FIERA,
l’atteso evento a livello nazionale diventato
da tempo un momento irrinunciabile per la
comunità dei softgunner e cioè i praticanti il
noto sport tattico. Non solo questi ultimi sono
i protagonisti dell’ expo organizzata e gestita
dalla PF Promozioni Fieristiche ma anche la
sempre generosa schiera di appassionati di
Militaria che, come sempre, offrono al visitatore i più diversi oggetti legati al passato
bellico e non solo.
Con una trentina di stand specializzati ed
altri più genericamente orientati, l’affluenza
di quasi 10.000 presenze ha dimostrato che
le varie realtà in qualche modo collegate al
mondo storico-militare siano assolutamente
compatibili tra loro ed è questa, a nostro avviso, l’idea vincente del promoter.
Vanes Pinardi, l’organizzatore, infatti ci
conferma:”La mia proposta non nasce da
una semplice esigenza fieristica nel senso tradizionale del termine: di quelle, purtroppo in
fase calante, ce ne sono diverse e forse alcune
hanno fatto il loro tempo. Io volevo realizzare
un qualcosa che potesse coniugare un’ esposizione con una festa, un momento di incontro e aggregazione a livello nazionale dove il
confronto venisse prima della semplice contrattazione commerciale legata all’acquisto.
E grazie a tutti i collaboratori e ai partecipanti credo che questa proposta sia decisamente riuscita”.
L’atmosfera, in effetti, non è quella “venale”
che spesso si può respirare in queste manifestazioni e ci si stupisce per la familiarità con
cui tutti sembrano muoversi al suo interno.
Il Softair, cui l’ evento è dedicato, è ampiamente rappresentato da decine di club e relativi praticanti di ogni parte d’Italia e gli
accenti ci sono tutti: quello romano, il lombardo, l’emiliano-romagnolo, il veneto, il pugliese fino al siculo e al sardo. In tantissimi
sono presenti con le uniformi di squadra oppure a titolo personale e sempre sottolineando l’importanza che vuole la ricostruzione
storica avvicinarsi sempre di più alla mera
pratica agonistica tipica di questo sport.
Perché di vero e proprio “sport” si deve parlare.
Sono infatti varie le strutture federative e
associative che iscrivono i Softair Club tra
le proprie fila, con tanto di codice comportamentale ed etico, statuto, tessere e presidenti
con relative responsabilità.
Tra queste la ASNWG, lo CSEN e il CSNF
(www.sportnazionale.it), quest’ultimo presente con un nutrito staff di collaboratori
presso lo stand dei Riservisti militari dell’
UNUCI (Unione nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) e il proprio presidente Dott.
Fiorenzo Pesce con una interessante iniziativa federativa dedicata ai praticanti il Softair e denominata “GAS” (Gruppi Autonomi
Softair). Oltre a questi ultimi, un’altra numerosa comunità presente era quella dei “Reenactors” o rievocatori storici, e cioè coloro
che si interessano a una singolare proposta
di cultura passata o presente e che prevede l’utilizzo su sé stessi dei propri pezzi da
collezione, portando ad un livello umano la
percezione stessa degli eventi cui essi fanno
riferimento (www.rievocare.it).
Dalla Seconda Guerra Mondiale al periodo
napoleonico, dai Celti ai Romani, dalle dame
del Medioevo ai Cavalieri Templari, erano in
molti a muoversi apparentemente indifferenti tra la folla incuriosita da questo spettacolo
che riporta indietro ad anni spesso ingiustamente semi dimenticati.
E con un salto spazio-temporale ecco ragazzi e ragazze in impeccabili tenute attuali
che possiamo visionare sui TG che trattano
di IRAQ o Afghanistan ma anche le mitiche
“Tiger Stripes” che equipaggiavano in via informale le Special Forces americane durante
l’epopea vietnamita, le uniformi inglesi rese
famose dai paracadutisti del SAS (Special
Air Service) note come BPM, le recentissime
“vegetate” italiane così come le costose ma
interessantissime “Multicam” ancora in fase
di sperimentazione.
Quelle appena citate, poi, erano disponibili
negli stand delle numerose realtà commerciali specializzate in abbigliamento o equipaggiamenti militari quali PX Military Store
con le proprie interessanti produzioni, il sempre presente Expo Army, le valide proposte
di Emporio Ferrari e Maistrello e persino
dalla lontana Inghilterra con Unità d’Elite
di Vincenzo Sidoni.
Le novità legate alle ultime ASG (Air Soft
Gun) sono state numerose e tutte presentate negli stand della fiera. Particolarissima quella proposta dalla Metallic Dragon
CO.Ltd. di Taiwan e denominata Magic
Box e cioè un Gear Box, componente fondamentale del complesso sistema di propulsione elettrico che permette il tiro a queste
repliche, con particolari caratteristiche che
permettono una raffica di elevatissimo ROF
(Rate of Fire) e cioè una potente cadenza di
tiro senza per questo superare la potenza di
1 Joule e cioè il limite massimo consentito
per questo sport
(www.magicbox.com). L’italianissima ASG
ERA, appena tornata da una lunga ricognizione in Sud Est Asia, ha stupito il pubblico
con una serie di fucili e pistole Softair di
marchi sempre più noti sul nostro territorio
nazionale e cioè Jing Gong/Golden Bow e
SRC. Repliche di H&K, Colt M4, Kalashnikov e Minimi di elevata qualità, in metallo e solidissimo ABS con uno straordinario
rapporto qualità/prezzo che hanno stupito
anche il più smaliziato degli appassionati.
Splendide le prove di ASG di ultimissima
generazione quali l’AK74MN della Marui
che permette lo scarrellamento, e cioè la
riproduzione del movimento dell’otturatore
in avanti e indietro durante il ciclo di sparo,
e gli ottimi silenziatori italiani della Sniper
MK tra cui va segnalato il nuovissimo Micro Q Pro.
Presenti anche il settore dedicato ai coltelli con numerosissime proposte quasi tutte
orientate verso le lame militari ma anche
spade, daghe, Katane e survival.
Da segnalare la presentazione del prossimo
coltello della nota FB Design che si è resa
nota per le proposte di vari lame a specifica militare quali il “CQB” e “ASK” ma che
in questi giorni firmava il nuovo accordi di
collaborazione con la nota azienda coltelliera Mercuri Cutlery di Maniango (www.
12
SOFTAIR
mercurycut.it): il modello denominato “Gunner” è un coltello esclusivamente dedicato al
Softair ed è l’evoluzione migliorata del vecchio e glorioso “ASK” che molti praticanti
ricordano come il primo del proprio settore.
Quasi superfluo descrivere l’enorme quantitativo di materiali presenti sugli stand dedicati agli appassionati di Militaria e cioè allo
studio dell’oggetto o del capo di abbigliamento appartenuto ad eventi passati, quando non
a singoli personaggi.
I numerosi stand, chi vero e proprio commerciante di mestiere e chi semplice appassionato, erano pieni di divise e uniformi, cappelli
e medaglie quando non di apparati radio ed
armi regolarmente disattivate.
Il tutto in un’equilibrata visione di una comunità coesa come non mai e ad un elevato
numero di visitatori ormai svezzati dalla curiosità e sempre più seriamente interessati a
un evento fieristico che odora sempre più di
cultura.
Fabrizio Bucciarelli
M AGNUM
CALZATURE DA PROFESSIONISTI
Nella pratica del Softair, così come nel
mondo militare e Outdoor, la scelta delle
calzature è fondamentale.
I nostri arti inferiori sono assolutamente vitali per ognuno di noi, dallo sportivo al soldato, dal softgunner a chi, semplicemente,
desidera una calzatura Hi Tech che tuteli e
migliori la qualità del camminare e del correre.
Ma quali devono essere le caratteristiche di
base di ogni stivaletto davvero speciale?
Leggerezza, robustezza, morbidezza, traspirabilità, impermeabilità, design, ottimale altezza e fasciatura protettiva della caviglia.
Se è vero che in Italia esistono interessanti
proposte in questo senso, è dalla ricerca e
dall’esperienza estera che ci giungono alcune tra le migliori calzaturiere a livello mondiale.
La Magnum, per esempio, è uno dei marchi
più noti proprio perché da anni ha raggiunto
l’eccellenza della produzioni di stivaletti tattici e anti infortunistici che hanno raggiunto
il successo sul nostro territorio nazionale
anche perché apprezzati da un’ estesa tipo-
logia di utenti.
Il modello STEALTH FORCE 8.0 è uno
splendido esempio di Tactical Boots a specifica militare , perfetto per chi esige una
calzatura di elevato livello. Le caratteristiche, poi, parlano chiaro. Il design è innovativo e va valutata al meglio la suola con un
battistrada con tecnologia “XTraction Zone”
espressamente elaborato dai centri di ricerca Magnum e che, oltre a migliorare e
alleggerire il lavoro del piede, non permette
l’attaccamento di fango o sassi.
Il pellame utilizzato per la tomaia, il cosiddetto “Pieno Fiore” e cioè una delle parti più
pregiate, viene sapientemente abbinato a
componenti sintetiche come il Nylon balistico e la fibra di vetro.
L’interno è estremamente comodo, realizzato in Cambrelle con trattamento anti-batterico e sottopiede rimuovibile.
Tali caratteristiche garantiscono, inoltre,
una robustezza rara che solitamente viene
raggiunta con l’inserimento di componenti
metalliche, qui assenti, e che ne permettono
l’utilizzo anche sui voli di linea.
Il tutto per un peso assolutamente eccezionale di 618 grammi che ne sottolinea la
leggerezza.
Ad un livello leggermente superiore, in totale
ambiente water resistance e cioè assolutamente impermeabile, il modello STEALTH
FORCE 8.0 LEATHER WP è realizzato
totalmente in pelle pieno fiore. Il sistema
che impedisce all’acqua di penetrare è un
brevetto Magnum denominato Aqua Lung
Waterproof abbinato all’interno traspirante
in Cambrelle. Raddoppiata la già importante protezione del malleolo e della caviglia
per evidenziare le caratteristiche di difesa
passiva dell’arto. Le altre caratteristiche
sono praticamente le stesse del modello
precedente per un peso comunque contenuto di 661 grammi.
Dinanzi a quelle che sono considerate
alcune tra le calzature tattiche tra le migliori del mondo, qualcuno storcerà il naso
preoccupandosi per il prezzo eccessivo. E
sbaglia. Nel mondo delle calzature militari
non si paga la firma dello stilista modaiolo
di turno ma le vere caratteristiche specifiche. Chi utilizza uno stivaletto High Tech,
sa che dovrà affrontare non un defilèe ma
un impiego probabilmente intensivo come
affrontare terreni sconnessi con fango,
sassi e vegetazione oppure, al suo esatto contrario, lunghi periodi statici dove la
stanchezza potrebbe farsi sentire in tempi
brevi.
E per i più giovani a cui tali impieghi potrebbero essere preclusi? Nessun problema, anzi! Questi modelli sono diventati il
massimo del Trend per chi predilige l’abbigliamento street style che miscela la creatività giovanile con la comodità.
Magnum, dunque. Senza se e senza ma.
www.magnumboots.com
Fabrizio Bucciarelli
ITALIAN MILITARY PRESS
14
Ormai sono passati tanti anni, sono cambiati tanti volti
ed inesorabilmente sono cambiati i tempi.
Una volta, di domenica, un gruppo di amici si ritrovava in
un bosco, con un paio di pantaloni mimetici e ridicole ma
avveniristiche riproduzioni di pistole a gas cariche di pallini bianchi e lo scopo non era altro che divertirsi, lasciarsi
alle spalle i problemi della settimana e forse...tornare un
po’bambini ma, erano comunque “terroristi” e guerrafondai per la comune opinione pubblica perbenista.
Oggi, a più o meno di vent’anni da allora, questo ritrovarsi
nel bosco con gli amici è diventato uno sport, un divertimento di sempre più gente, un momento di aggregazione
nonché gioco di squadra che nemmeno il tanto venerato
calcio italiota lo è più e nella mentalità comune non è poi
così strano e raro trovare gente in divisa mimetica che
gioca nel bosco a questo strano ed intrigante “nascondino
camuffato” che è il Soft Air.
Questo grande salto, questa metamorfosi dello sport del
futuro è stata possibile solo grazie a chi ci ha creduto dall’inizio, a chi ha sfidato l’opinione pubblica vent’anni fa ed
a chi continua a sfidarla tutt’oggi. Questa gente, questi “temerari della domenica” sono coloro che armati dell’ esperienza hanno guidato il Soft Air verso il successo e diventa
doveroso ringraziarli. Un sincero grazie và al grandissimo
Fabrizio Bucciarelli, Rha per gli amici, che da “terrorista”
di quei tempi è cresciuto insieme al Soft Air, senza mai
lasciarlo ed accompagnandolo per mano fino ad oggi e non
solo a Modena ma in tutta Italia......Esercito compreso. Un
grazie doveroso và a tutti coloro che insieme a Rha hanno
continuato a giocare alla domenica.....ma un sincero grazie va al Generale Lauro, stimato presidente della sezione UNUCI di Modena che ha creduto nel “passatempo” di
Bucciarelli e da subito ne ha riconosciuto un valido momento di aggregazione e divertimento.
Proprio grazie al Generale Lauro, e numerosi nonché validi collaboratori ed iscritti, la sezione Unuci di Modena ha
affiancato il Soft Air lungo il suo percorso di crescita, di
riscatto nell’immaginario comune, fino ad oggi, quando è
stata creata una squadra sportiva dal nome UNUCI SAT
MODENA dove Sat significa Soft Air Team.
L’ Unuci Sat è cresciuta tanto, ha partecipato a gare nazionali talvolta vincendole ed ha integrato la tradizionale
gara annuale di marcia e tiro organizzata dalla sezione
con ammirazione da tutte le sedi d’Italia. Come in tutte le storie si alternano momenti belli a momenti un
po’ più scuri, le persone sono cambiate, forse solamente
cresciute, ma al fianco di chi ha continuato a “giocare” c’è sempre stato il buon Generale che anche oggi ha
fatto si che un cospicuo numero di giovani motivati ed
affiatati, sotto la sua ala, sotto il nome Unuci Modena
costituissero la nuova squadra di Soft Air.
L’evoluzione del settore ha radicalmente modificato i
canoni del “nascondino camuffato” che a tutt’oggi è un
vero e proprio sport.
L’apice evolutivo, nello sport in questione, della Sezione
Unuci di Modena lo si è toccato proprio quest’anno perché l’ente di promozione sportiva CNSF SportNazionale ha preso a cuore la causa Soft Air in Italia che grazie
alla solida collaborazione con l’Unuci Sat Modena e con
il benestare del presidente di sezione Generale Lauro
ha reso possibile la partecipazione all’evento fieristico
ferrarese “Soft Air in fiera”, unica rassegna del settore
nel nord Italia.
All’evento, la squadra e la sezione erano presenti con
uno stand di tutto rispetto grazie al massiccio supporto dell’ente CNSF Sport Nazionale ed alla supervisione
del buon Fabrizio Bucciarelli.
Lo spazio da noi rappresentato si distingueva per l’originalità dell’allestimento (se vogliamo un po’ anarchico
rispetto ai concorrenti stand) con colori profondamente
patriottici ed uno stile perfettamente in linea con la
serietà del nome Unuci nonché serietà dell’ente CNSF.
Incoraggiante quanto inaspettato è stato il consenso
dimostrato da tutti coloro che sono passati a trovarci
come tanti amici e colleghi Unuci di varie sedi d’Italia
che lamentavano la mancanza di squadre Soft Air nel
resto delle Sezioni dello Stivale (il buon Generale Lauro
ci vide lungo.....) oppure le costruttive parole scambiate con tanti sportivi praticanti attirati dalla imponente
organizzazione e serietà del CNSF. Infatti, proprio il
connubio Unuci Sat Modena e Centro Sportivo Nazionale Fiamma ha dato allo stand un’immagine positiva
creando un atmosfera molto professionale e seria degna
dei due importanti nomi nel panorama nazionale.
Concludendo, i vari sforzi degli anni passati, del Generale e di tutti coloro che lo hanno ascoltato, hanno dato
SOFTAIR
e stanno dando sempre più buoni frutti perché il risultato di tanti anni di lavoro hanno fatto si che la sezione
Unuci di Modena e la sua squadra, il grande Fabrizio
Bucciarelli ed il CNSF con il suo presidente Fiorenzo
Pesce fossero all’evento ferrarese in uno stand di tutto
rispetto come a testimoniare il felice epilogo di questo
stupendo sport che è il soft air in Italia ma soprattutto
a Modena dove...ogni domenica un gruppo di amici si
ritrova in un bosco, non più con solo i pantaloni mimetici ma una divisa completa, non più ridicole pistole a
gas ma perfette riproduzioni di mitragliatrici elettriche ma pur sempre con tanta voglia di divertirsi, di
stare insieme e...anche se per qualcuno saremo sempre
“terroristi” guerrafondai, noi dell’ Unuci Sat Modena
continueremo sempre a spararci i “ceceti bianchi” nel
nostro gioco preferito, quel “nascondino camuffato” per
bimbi grandi che è il Soft Air.
Alla faccia di chi ha sempre storto il naso !.......(mio
padre compreso)
Luca Ivassich
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SOFTAIR
GAS: la filosofia che ci ha spinto ad ampliare
nel Softair l’attività del Centro Sportivo
Fiamma – Sport Nazionale
Il nostro obiettivo consiste nel consolidare una disciplina sportiva che ancora non è compresa o apprezzata da una gran parte degli italiani. Per fare
questo è opportuno agire con intelligenza, umiltà e cercare di comprendere le ragioni di quanti ci rifiutano con pregiudizio, nel tentativo di far loro
cambiare opinione. Pertanto è necessario di dare prova di serietà, professionalità e compattezza. Le divisioni e le contrapposizioni del settore servono solo a rendere più difficile questo intento. Riteniamo che all’interno del mondo dei softgunner non debbano sussistere rivalità, personalismi o
interessi economici. La strategia adottata è la costituzione dei GAS (Gruppi Autonomi Softair) dove ogni associazione mantiene la propria autonomia
amministrativa ed operativa. Infatti, non siamo invasivi ma desideriamo essere solo di supporto per aiutare le società a svilupparsi e individuare la loro
dimensione sociale. Due sono le linee guida di questo progetto:
1) Il settore amatoriale, destinato a quanti amano divertirsi senza eccessivi vincoli e limitazione;
2) Il settore agonistico, per quanti desiderano fornire valore aggiunto alla propria passione e confrontarsi lealmente con altri concorrenti.In tutti e due
i casi è necessario avere rispetto dell’altro, delle terze persone che ancora non ci conoscono e che sono convinte che siamo dei guerrafondai e, importante, della natura e degli ambienti nei quali si opera. Questi sono gli unici obblighi che chiediamo agli associati, per il resto ognuno può prendere da
noi solo quello che gli necessita.
Per raggiungere il secondo punto (quello agonistico) sviluppiamo una serie di corsi formativi e di aggiornamento che possono anche essere svolti in
tutta Italia, su semplice richiesta degli interessati, purché con un minimo garantito di partecipanti.
Siamo aperti a tutti, anche se appartenenti ad altre organizzazioni, ai corsi, alle gare ai campionati, nel nostro sito, nella nostra rivista, offriamo spazio
e visibilità a tutti, purché condividano con noi i valori della lealtà sportiva. Non vogliamo fare concorrenza o sparlare di nessuno, non è nel nostro stile
ma soprattutto non raggiungeremo così il nostro obiettivo.
Per i softgunner abbiamo predisposto un’apposita assicurazione infortuni che con 5 Euro godono di una buona copertura, anche per i denti. Le società
si affiliano con soli 50 euro. A questi fatti già concreti, tante altre convenzioni permetteranno ai nostri associati risparmi e accessi in luoghi fino ad
ora inaccessibili. Ci dispiace che qualcuno continui ancora a denigrarci, forse non si è accorto che il mondo sta cambiando e che le vecchie logiche
www.softairnazionale.it - tel. 0412621679 - fax 0623328443 - info@softairnazionale.it
Giulio Tozzato
17
INTERVISTA
Estendere le pattuglie militari e
le Forze dell’Ordine in tutte le città
Sembra davvero un motto: “ La vita quotidiana del cittadino va tutelata!”. E` questo che l’Onorevole Ignazio La Russa ripete dal
giorno dell’inizio del suo mandato come Ministro della Difesa. Con questo scopo, con questo progetto ben chiaro in mente egli ha fatto
si` che la presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio italiano sia aumentata per contrastare la microcriminalita` e prevenire i reati piu`
comuni. Dal 4 agosto, infatti, 3.000 militari pattugliano con le forze dell’ordine i quartieri a rischio, presidiano i centri per immigrati e gli
obiettivi sensibili di Milano, Roma e Napoli. La presenza dei militari ha sollevato da molti compiti operativi 1.147 Agenti e Ufficiali di
Polizia Giudiziaria ma ha soprattutto reso le giornate piu` serene a tante persone. Dal 2 ottobre, 500 militari presidiano la provincia di
Caserta per intensificare la lotta contro la camorra.
Oltre al sequestro di armi varie e droga ecco i risultati fin qui` raggiunti in questa provincia e di cui ne va fiero:
• 35.000 persone identificate • 81 arrestate • 19.200 veicoli controllati • 200 persone denunciate.
Questi risultati sono stati resi possibili anche dalla maggior coesione tra le forze di maggioranza da cui e` nato un nuovo partito.
Ministro qual e` il successo del quale si sente piu` orgoglioso in questo Suo recente mandato?
Sono orgoglioso dell’apprezzamento che all’estero hanno avuto i nostri soldati ed in particolare di quanto espresso dal Ministro della
Difesa Americano Donald Rumsfeld. Per quanto riguarda l’Italia, invece, sono orgoglioso dell’apporto che stanno dando i nostri soldati a
tutte le Forze dell’ Ordine per rendere piu` sicure le nostre citta`, anzi la mia proposta e` che il pattugliamento congiunto si estenda a tutti
i Capoluoghi di Provincia ed anche a tutti i centri con piu` di 50.000 abitanti.
Cosa ne pensa di questa alleanza, e` da molto che la desideravate?
Quando e` nata Alleanza Nazionale, che e` nata prima di Forza Italia, si chiamo` Alleanza Nazionale proprio perche` aveva come obiettivo
quello di creare un unico movimento che alleasse al suo interno tutte le forze di centro-destra. Con Forza Italia stiamo camminando insieme ormai da 12 anni, era quindi gia` segnato il cammino! Certo bisogna ancora lavorare perche` il nuovo partito nasca con regole interne
ben precise ma anche con una enorme adesione popolare come quella che stiamo ottenendo.
Nelle Sue proposte riguardanti la prevenzione del terrorismo c’e` quella di costituire l’albo degli Imam (capi religiosi delle
moschee islamiche molti dei quali oltre ad indottrinare sul piano religioso, si sospetta che possano promuovere il terrorismo sotto forma di jihad ovvero di guerra santa), con l’obbligo di essere incensurati e senza collegamenti con chi sostiene
il terrorismo, ma quando?A breve?
E` una proposta di legge che avevo presentato gia` nella precedente legislatura, era un’idea di una signora italiana di origine araba che
ora e` Deputato. Quindi, c’e` gia` la proposta di legge che si puo` rinnovare. Questo ci metterebbe in linea con molti altri paesi che l’hanno
gia` adottata.
Quali?
L’America, ad esempio, ed altri paesi in cui esiste un’attenzione molto forte su chi puo` esercitare le funzioni di ministro del culto.
Altrimenti sono chiare quelle che potrebbero essere le conseguenze. Noo!!!
MONICA GARAVAGLIA
18
STORIA
Il “Re soldato”
Il 28 Dicembre si è celebrato il 61esimo
anniversario della scomparsa di S.M. il Re
Vittorio Emanuele III che per quarantasei
anni regnò sul trono d’Italia (dal 1900 al
1946), dando luogo al più lungo periodo di
regno d’Europa. Unico figlio di Umberto I e di
Margherita di Savoia, nacque a Napoli l’11
novembre 1869 e morì in esilio ad Alessandria d’Egitto alla veneranda età di 77 anni.
Salito al trono dopo l’assassinio del padre
Re Umberto I (Monza, 29 luglio 1900), attuò
subito grandi riforme sociali e fu fautore di
una politica coloniale in Libia nel settembre 1911, nell’Egeo e nel Dodecanneso, nel
maggio del 1912 in seguito alla quale l’Italia
ottenne il possesso della Tripolitania e della
Cirenaica che fu siglato dal trattato di Pace
di Losanna (18 ottobre 1912) con la Turchia.
Sostenne la posizione inizialmente neutrale
dell’Italia all’alba dello scoppio del primo
conflitto mondiale. Successivamente l’irredentismo del Trentino e della Venezia Giulia
lo indussero a decidere di abbandonare la
Triplice Alleanza con Austria e Germania,
per allearsi con Francia, Gran Bretagna e
Russia. La vittoria della Prima Guerra Mondiale portò al ricongiungimento con l’Italia
di Trentino-Alto Adige e delle città di Trieste e Istria. A Vittorio Emanuele III spetta
il merito di aver completato, in quegli anni,
l’Unita` Nazionale intrapresa da suo padre.
Nel dopoguerra, però, la crisi economica e
politica si fece sentire soprattutto durante
il cosiddetto Biennio Rosso (1919–1920),
quando il Paese fu teatro di numerose agitazioni sociali che il Governo non riuscì a
controllare. Questi tumulti e queste agitazioni portarono ad un progressivo passaggio
del potere nelle mani del Fascismo in una
situazione che il sistema giuridico e politico
italiano non era più in grado di controllare.
Dopo la marcia su Roma, nell’ottobre del
1922, il Re diede incarico a Benito Mussolini
di formare un nuovo Governo, sicuro del suo
sostegno alla monarchia, in quanto entrambi
in contrasto con i sostenitori della repubblica. “La Corona non e` in gioco, purché la Corona non voglia, essa, mettersi in gioco” dis-
se, infatti, Mussolini in un discorso ad Udine
tenutosi quella stessa estate. Nell’aprile del
1924 vennero indette nuove elezioni, dando
inizio ufficialmente al regime fascista. Passarono più di dieci anni ed il 9 maggio del
1936 Vittorio Emanuele III assunse il titolo
di Imperatore dell’Africa Orientale Italiana,
iniziò così il periodo coloniale che lo portò
a diventare Re d’Albania nel 1939. Nell’ottobre 1936 nacque l’Asse Roma-Berlino tra
Mussolini e Hitler e l’alleanza con i tedeschi
si consolidò con il Patto d’Acciaio del 22
maggio 1939. Intanto la situazione internazionale si stava rapidamente evolvendo
in senso negativo. Nel mese di giugno del
1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della
Germania nella Seconda Guerra Mondiale.
Due anni dopo il Re, preoccupato, commentò: “Ormai bisogna seriamente provvedere
alla difesa dell’Italia concentrando il più
possibile le forze sul territorio metropolitano. Non credo opportuno aderire alla proposta dei tedeschi, i quali, in caso di sbarchi
in Italia, vorrebbero mandare sulla penisola
centomila uomini. Bisogna fare di tutto per
ottenere il rimpatrio delle nostre unità che
si trovano in Russia”. La guerra terminò il
25 aprile 1945. Vittorio Emanuele III abdicò
a favore del figlio Umberto II di Savoia il 9
maggio 1946, a poche settimane dal referendum istituzionale del 2 giugno che vide
la fine della Monarchia in Italia.
Durante la campagna militare condotta da
Vittorio Emanuele III emergono almeno tre
meriti che dobbiamo riconoscere al sovrano:
1.) nel 1905 diede vita e finanziò l’Istituto Internazionale per l’Agricoltura perseguendo
il grande obbiettivo umanitario, raccolto 41
anni dopo dalla FAO, di combattere la fame
nel mondo (merito che Gli viene riconosciuto
anche dall’Enciclopedia britannica);
2.) nel 1919, con Regio Decreto n. 931, attribuì la cittadinanza italiana ai libici, ponendoli sul medesimo piano dei cittadini italiani,
lasciando loro piena autonomia giudiziaria e
finanziaria al punto che neppure un soldo
delle imposte e delle tasse riscosse in Libia
poteva essere impiegato al di fuori di quella
Terra;
3.) in Cirenaica istituì il primo Parlamento
liberamente eletto nella storia dell’intero
Continente africano di allora. Un Parlamento tanto liberalmente eletto che su 69 parlamentari, soltanto due erano italiani.
Possiamo concludere dicendo che la controversa figura di Vittorio Emanuele III ha anticipato i tempi in materia di colonialismo.
MONICA GARAVAGLIA
19
ARMI
La paura del XXI secolo
Le armi nucleari (N), biologiche (B) e chimiche (C)
sono un vero e proprio incubo dei nostri giorni.
Possono essere costituite da un qualsiasi mezzo di disseminazione (aereo, missile, artiglieria, ecc.) come ad
esempio:
• un ordigno che contenga esplosivo nucleare;
• aggressivi biologici (microrganismi o tossine capaci
di provocare malattie alla specie umana e animale o di
danneggiare quella vegetale);
• aggressivi chimici (sostanze solide, liquide o gassose
che sparse nell’aria o nel terreno producono lesioni letali
all’uomo e agli animali).
L’utilizzo di questa tipologia di armi costituisce un vero
e proprio pericolo che puo` tradursi in vari modi:
• esplosioni nucleari a ricaduta radioattiva;
• attacchi chimici con artiglieria o disseminazione aerea;
• attacchi biologici per aerosol o disseminazione;
• contagio biologico di alimenti o fonti idriche;
• incidenti o azioni di sabotaggio ad impianti chimici
industriali e a laboratori.
Il XX secolo e` stato il periodo storico durante il quale,
per la prima volta, la scienza e le scoperte di laboratorio
furono usate a scopi bellici in modo pervasivo.
Il primo atto tra Stati che abbia regolato l’utilizzo delle armi e` stato il Protocollo di Ginevra del 1927 che
fu redatto dopo le drammatiche distruzioni e le ingenti
perdite umane della Prima Guerra Mondiale. Il Protocollo stabiliva che tutte le grandi potenze e non solo, si
obbligavano a non utilizzare in guerra, aggressivi biologici, gas asfissianti o tossici e simili tranne in caso di ritorsione verso quei paesi che li avessero usati per primi.
L’intento, dichiarato degli estensori del Protocollo,
era che questa proibizione venisse in seguito accettata
universalmente come norma generale del diritto internazionale e che fosse capace di vincolare sia la scienza che
i singoli Stati.
Da allora il progresso, in campo bellico, ha fatto passi da
gigante e proporzionalmente anche la capacita` di realizzare armi che non rispettano il Protocollo stesso.
Fu solo nel 1972, ovvero parecchi anni dopo la fine della
Seconda Guerra Mondiale, che si arrivo` alla stipula di
una nuova convenzione.
La Convenzione sulle armi biologiche entro` in vigore nel 1975 e fu approvata da Stati Uniti, Regno Unito,
Unione Sovietica e dalla maggior parte delle altre potenze militari.
Attualmente vi partecipano piu` di centoquaranta Stati
ma lo scopo e` quello di fare aderire anche gli altri Stati
del mondo.
In base a tale Convenzione le parti contraenti si impegnano per un tempo illimitato a non progettare, produrre, accumulare, vendere, acquistare o indurre altri a
fabbricare:
• tossine di qualsiasi origine;
• agenti microbici e biologici;
• armi, dispositivi o mezzi di propagazione di agenti e
tossine varie.
Nella storia del controllo degli armamenti, la “Convenzione sulle armi biologiche”, costituisce un risultato di
importanza unica in quanto mette fuori legge non solo
l’uso ma anche il possesso e perfino la progettazione di
armi biologiche.
L’argomento sulle armi biologiche e chimiche merita un
approfondimento specifico e verra` affrontato nel prossimo numero.
MONICA GARAVAGLIA
20
UN ALBO ISTRUT TORI
È necessario garantire professionalità a chi la merita.
Con un po’ di studio ed una preparazione di base chiunque abbia i requisiti (n° minimo di immersioni, brevetti giusti) può superare il corso istruttori qualificandosi
come formatore.
Ma cosa vuol dire formare?
Formare, parafrasando dalle comuni definizioni che si
trovano nei dizionari, significa plasmare, dare forma;
trasferire contenuti e metodi per innalzare il livello di
conoscenza del soggetto da formare. Questo processo è
più complesso di un semplice passaparola, comprende un
trasferimento di conoscenze basato sull’esperienza personale e professionale, non è quindi sufficiente un corso
istruttori per essere buoni formatori: serve esperienza sul
campo e buone doti di comunicazione, nonché la capacità
di mettersi sempre in discussione per migliorarsi continuamente.
Altro aspetto legato all’attività di istruttore è anche l’addestramento degli allievi e cioè, sempre citando foni dizionaristiche, processo che si occupa di trasferire le conoscenze e procedure necessarie per soddisfare determinati
requisiti, nel nostro caso la capacità di gestirsi in un ambiente diverso, per certi versi sicuramente ostile.
Per i più attenti, i processi di formazione ed addestramento sono in realtà legati all’allievo: un istruttore è il mezzo
attraverso cui l’allievo impara le conoscenze legate alla
subacquea ed apprende le tecniche per immergersi in sicurezza.
Fatta questa premessa, siamo sicuri che tutti gli istruttori subacquei rispondano ai requisiti sopra descritti?
La massificazione dell’attività subacquea ha creato un
universo di agenzie didattiche, ognuna con una filosofia
propria pur avendo, in buona parte dei casi, regole ben
precise ed un codice deontologico a tutela degli allievi.
Rimane comunque il fatto che sostanzialmente, le agenzie didattiche sono attività commerciali: la loro esistenza
è legata al numero di affiliati e cioè guide subacquee ed
istruttori.
Con questo non giusto ritenere che sia facile acquisire
l’abilitazione di istruttore,ma con i dovuti requisiti, il giusto impegno e studio, superare la sessione di valutazione
è relativamente semplice.
Tornando quindi alla domanda iniziale, in cui ci chiediamo se tutti gli istruttori brevettati siano bravi formatori/addestratori, la risposta è che a priori non è possibile
stabilirlo, sappiamo solamente che queste persone sono
abilitate ad insegnare, abilitazione che deriva da valu-
tazioni fatte da membri delle agenzie didattiche, che al
momento della valutazione possono mettere in campo considerazioni di varia natura pur rispettando quei requisiti
deontologici che si sono imposti.
Occorre quindi un sistema che consenta a chi si approccia
alla subacquea, di avere a disposizione istruttori qualificati anche da un ente terzo che non sia vincolato da considerazioni di carattere economico, il cui unico scopo sia garantire la professionalità degli istruttori attraverso una
rivalutazione delle conoscenze e competenze, valutazione
non solo iniziale, ma periodica, che vada ad intervistare
anche gli allievi in modo da dare agli istruttori uno strumento in più per migliorarsi. Questo strumento è l’albo
degli istruttori fiamma, albo didattico cui gli istruttori
delle didattiche riconosciute da RSTC (al momento unico
ente di certificazione riconosciuto) possono aderire per dimostrare la propria professionalità e volontà a migliorarsi
continuamente.
Vogliamo dare voce ed il giusto valore a chi, istruttore
come gli altri, diversamente dagli altri, crede nella propria
attività, che sia frutto di passione o necessità professionale; vogliamo che queste persone si sentano giustamente
orgogliose di definirsi Istruttori e vengano riconosciute
come tali.
Vogliamo premiare e promuovere il merito, garantendo
sicuro divertimento a chi vuole conoscere il meraviglioso
mondo sommerso.
Sandro Pulleghini
SUBACQUEA
Hèviz: un caldo tuffo
Chi
avrebbe mai pensato di fare
un week-end in Ungheria per fare
un’immersione ??
Riki, nostro amico e fedele compagno di immersioni Ungherese che da
oltre 10 anni vive in italia, un giorno ci racconta di un’immersione nel
lago di Hèviz , un laghetto d’origine
vulcanica situato vicino all’estremità
sud occidentale del lago Balaton in
Ungheria.
Sfruttato per le sue acque “speciali”
Hèviz è un parco nazionale con una
superficie di circa 47000 mq e una
profondità di circa 50 mt.
Sulla superficie del lago è stato costruito una splendido centro termale.
La cosa ci entusiasma fin dall’inizio,
la strada è tanta per un week-end , 8
ore andata e 8 ore ritorno, ma niente
ferma la voglia di questa immersione
al momento incognita a 42°C di temperatura, per noi abituati tra i 6°C e
13°C estate e inverno.
L’immersione non ci è stata spiegata
moltissimo, abbiamo visto un paio di
fotografie e ci viene inviato l’elenco
dell’attrezzatura minima richiesta
che non dice nulla di particolare se
non che si può fare solo un’immersione al giorno per max 10/11 persone e
entro le 16.00 tutte le attività devono
essere terminate.
Questa restrizione ci incuriosisce ancora di più e ce ne chiediamo il motivo
che capiremo poi sul posto.
Siamo organizzatissimi : l’immersione
è a 42 mt di profondità max con una
permanenza all’interno della grotta
per max 20 minuti a circa 40 ° e ci
dicono 30 minuti di decompressione a
circa 27°, possiamo tutti usare nitrox
e la maggior parte ha anche la possibilità di ridurre ulteriormente la decompressione con ossigeno, così decidiamo di utilizzare un nitrox 28 per il
fondo e le prime tappe deco per finire
O2 a 6mt .
Nicla e Riki si occupano delle ricariche di tutte le bombole per i 12 partecipanti sia per il fondo che la deco e visto che a quanto ci dicono in Ugheria
non hanno a disposizione molti mezzi
preferiamo portarci qualche bombola
di riserva/emergenza.
Super eccitati partiamo alle ore 22.00
di venerdì con 1 auto ogni 2 persone
stracarichi di attrezzatura, arriviamo
dopo 651 km alle ore 8 del Sabato, facciamo colazione e prendiamo le stanze per riposare qualche ora. Il sabato
sarà dedicato a visitare il paese dove
alloggiamo.
Domenica mattina alle 9.00 andiamo
sul luogo d’immersione e dopo qualche
Chilometro di verdissima ungheria
arriviamo a Heviz:
all’occhio si presenta come una visione da favola, soprattutto quando in
inverno la temperatura dell’acqua, che
in superficie raggiunge i 35 °C forma
una sottile nebbia che avvolge il centro termale facendolo assomigliare ad
un castello delle fiabe.
E’ incredibile, fa freddo, il lago è fumante , ricoperto di Ninfee rosa e il
centro contornato da splendidi geranei
rossi. Incantati parcheggiamo le auto
e prima di scaricare attendiamo notizie, l’adrenalina intanto aumenta.
Già all’ingresso del centro immersioni
ci accorgiamo che l’immersione non è
tipicamente ricreativa: a darci il benvenuto è il portello d’ingresso di una
camera iperbarica che occupa quasi completamente il locale del diving
22
center. Dopo un giro di sguardi e pensieri preoccupati, rompiamo il ghiaccio con
una battura e una bella risata.
Anfitrione per l’occasione è il responsabile del diving (dal nome impronunciabile )e
profondo conoscitore dei segreti del lago,
è molto serio e composto, incute quasi
timore. Compiliamo i moduli richiesti,
e dopo le presentazioni di rito inizia un
briefing eccezionale quanto sconvolgente
che terminerà dopo più di un’ora.
Nicla, su richiesta del responsabile
diving,deve dividere il gruppo in 5, con
nostra sorpresa ci spiegano che l’immersione, verrà svolta a coppie con guida del
posto, distanziate di mezz’ora l’una dall’altra.
In sostanza mentre un gruppo è in decompressione l’altro scende. Questa la
prima notevole sorpresa che ci obbliga a
spostare il ritorno in italia dalle 14.00
previste alle 17:00 circa.
Il briefing prosegue con una lunga e dettagliata spiegazione dei lavori effettuati
nel lago, dei ritrovamenti di monete romane, da cui si presume un insediamento
romano, alla struttura e alla strumentazione presente all’ingresso e nell’interno
della grotta.
Si scende lungo una cima , la guida davanti, e sulla lavagna viene scritto chi
della coppia stà a destra e chi a sinistra,
non bisogna assolutamente lasciare la
cima fino all’imboccatura della grotta da
dove escono circa 400 lt al secondo di acqua, ed il flusso è abbastanza forte.
La guida entrerà per prima e a seguire in
coda prima il subacqueo di dx e poi quello
di sx, si percorre un piccolo corridoio su
un’asse alla quale bisogna attaccarsi e tirarsi per riuscire ad entrare.
E qui arriva il bello: a turno con la guida
si farà il giro all’interno di questa grotta
e poi allo scadere preciso dei 20 minuti,
aiutati dalla spinta dell’acqua si esce dalla grotta, e inizieranno a partire dai 18
mt una serie di tappe fino ai 6 mt della
durata totale di 37 min circa di decompressione.
Qui Nicla e Riki tentano di interrompere la spiegazione per fare
presente le miscele usate e il programma di immersione con le stesse.
Inizialmente, il nostro anfitrione,
rimanda le domande alla fine del
briefing e sembra scocciato da questa interruzione, lo lasciamo quindi proseguire.
Tra i 6 e 9 mt c’è una piattaforma
in metallo e dalla superficie arriva
un erogatore narghilè d’emergenza
(non vi dico di che colore era l’erogatore in acqua, probabilmente lo
lasciano lì fisso) per finire la decompressione in caso di esaurimento d’aria.
Siamo al termine del briefing e
spieghiamo che abbiano nitrox 28,
decompressive a ossigeno e il nostro
programma decompressivo è ben più
corto.
Ci ascolta e senza battere ciglio ci dice
che assolutamente il programma da
loro stabilito deve essere rispettato,
perché è 10 anni che fanno così e così
va bene, non gli interessa cosa abbiamo nelle bombole!!! Indipendentemente dalle miscele preparate prima della
partenza, saranno eseguite considerando esclusivamente l’utilizzo d’aria
compressa e che tutti i Nostri computer dovranno essere settati sulla modalità profondimetro, la gestione delle
decompressioni (obbligatorie in quest’immersione) sarà esclusivamente
gestita dalle guide e le stesse guide si
SUBACQUEA
occuperanno di portare le nostre decompressive che verranno giustamente lasciate sulla piattaforma a 9 mt.
Il piano decompressivo, per i 20 minuti di fondo sarà quindi: 15m/1min,
12m/1min,
9m/5min,
6m/10min,
3m/20min Allibiti ma sempre più curiosi, accettiamo il da farsi e andiamo
a scaricare l’attrezzatura.
Una delle guide ci porta un carrellino
per trasportare tutto all’interno del
centro e notiamo il primo loro stupore osservando le nostre attrezzature e
finalmente si rendono conto che nulla
è lasciato al caso e lascia ad ognuno il
trasporto della propria decompressiva
(o forse per risparmiarsi la fatica!)
Equipaggiati di tutto punto attraversiamo lo stabile in perfetto silenzio
per non disturbare i presenti e arriviamo a un terrazzo esterno, entriamo
in acqua da una scala utilizzata dai
turisti che affollano questo centro termale e che, a giudicare dagli sguardi,
non sono molto abituati a vedere dei
subacquei.
Il lago, d’origine vulcanica, presenta
una sezione ad imbuto con pareti naturali che scendono verticalmente nel
lato Sud sino alla profondità di 40 mt.
Seguendo le tubazioni che portano
l’acqua calda agli impianti termali
percorriamo in questa acqua tiepida
e scura il tratto verticale della parete
posta sul lato sud del lago fino ai 40
mt dove è stata posizionata una gabbia di legno per evitare di sprofondare
nella melma presente davanti all’ingresso della grotta.
La visibilità è ridotta ad un metro e
solo il continuo contatto con la cima
guida consente di non perdere l’orientamento, fenomeno favorito anche dalla sensazione di disagio causata dalla
temperatura dell’acqua, che aumenta
con l’aumentare della profondità.
Arrivati a quota -40, la guida ci fa coricare sul fondo di fronte all’imbocca-
tura della grotta e qui, nonostante fossimo stati preavvertiti, la sensazione
è violenta: il fine sedimento nero del
lago si alza azzerando visibilità e luce
per pochi ma intensi secondi sino a
che, per effetto dell’uscita d’acqua dalla grotta, il sedimento è disperso e la
visibilità (nonché il senso di claustrofobia) migliorano sensibilmente. La
guida, disponendoci in fila indiana, ci
mostra come effettuare l’ingresso nella grotta: sfruttando dei pioli posti su
un’impalcatura di legno che penetra
nella grotta tramite un’apertura artificiale (di appena 60 cm di larghezza x
80 cm d’altezza!) ci trasciniamo con le
mani per vincere la forte corrente che,
strozzata dalla stretta apertura cerca
di respingerci.
Con un po’ di affanno, causato dallo
sforzo e dalla temperatura dell’acqua
che oramai sfiora i 42 °C, mentre riposiamo sull’impalcatura all’interno
della grotta finalmente ci accorgiamo
della bellezza del posto: un’ampia camera di 16 m di altezza per 17 di diametro, come una bolla nella roccia di
acqua cristallina. E’ stupendo, non si
vorrebbe più uscire.
La guida, ad uno ad uno ci conduce in
un tour panoramico per mostrarci le
fenditure attraverso cui sgorga l’acqua
calda proveniente dal sottosuolo.
E’ incredibile se non fosse per le bolle
emesse l’acqua sembra inesistente, si
può arrivare in superficie nella bolla
gassosa non respirabile. Il fondo della
grotta ha due strati: il primo di polvere molto morbido e il secondo è di
marmo.
Per tutta la circonferenza della grotta c’è una fenditura ricca di pirite che
luccicando dà un’effetto prezioso al
panorama, sembra di essere in un sogno.
Dopo che il compagno ha effettuato
il suo giro, uno sguardo al computer
ci fa capire che è ora di abbandonare
la grotta e così, uno ad uno ripassia-
24
Hèviz
mo per l’accesso e ci prepariamo alla
lunga risalita impostaci dalle tappe di
decompressione.
L’uscita dalla grotta è divertente, basta avvicinarsi e stare bassi sull’asse
per essere piacevolmente spinti dal
flusso d’acqua e qui il sogno finisce,
torna il buio e dopo pochi minuti la
sensazione del freddo. Ad attenderci a
quota –6, nei lunghi 20 minuti di sosta troviamo ad accoglierci un branco
di pesciolini che, per nulla intimiditi
dalla nostra presenza cortesemente ci
aiutano a trascorrere il tempo giocando con noi.
Tutti molto soddisfatti decidiamo di
affidarci alla splendida cucina ungherese con carne di cervo e selvaggina
per poi ritornare verso la nostra Italia.
Nicla
SUBACQUEA
I DATI E LA STORIA DI HÉVÍZ
Il territorio del Balaton fu formato dalle forze dei vulca-
ni, circa 22.000 anni fa, dalle ricerche è emerso che per
circa 10.000 è stato un lago con acqua fredda e solo negli
ultimi 8.000 è diventato caldo.
Durante le ricerche sono stati ritrovati altari romani e
monete romane , il che conferma che già dagli antichi
romani il lago era conosciuto.
Lungo il lago sorgono dozzine di sorgenti di zolfo, molte
delle quali furono meta di quanti cercavano e trovavano
guarigione.
La più nota tra queste è la sorgente di Hévíz, che sgorga
ai piedi dei monti di Keszthely. In verità si tratta di un
geyser, dal cui cratere la sorgente trae la propria acqua
termale con temperatura naturale a 38 °C.
Qualcosa di simile si trova soltanto in Islanda. L’acqua
sulfurea, leggermente radioattiva del lago di Hévíz è
adatta come terapia per le malattie che riguardano le
articolazioni.
Il lago, anche dal punto di vista panoramico, offre uno
scenario stupendo, particolarmente verso la fine dell’estate, quando sullo specchio dell’acqua fioriscono a migliaia le ninfee rosse importate dall’India.
Una delle sostanze curative più conosciute di Hévíz è il
fango leggermente radioattivo presente in fondo al lago.
Sia l’acqua curativa sia il fango sono molto adatti per il
trattamento di malattie croniche dell’apparato motorio,
di situazioni post-traumatiche, della gotta e della malattia di Bechterew.
La principale attrattiva di Hévíz è il lago d’acqua termale, unico al mondo, con una superficie di 47.500 mq
e profondo circa 50 metri. SI trova a 108 mt. s.l.m.e la
profondità varia tra i 2 e i 5 mt. Sul fondo la melma varia dai 5 cm ai 5 mt di spessore.
La temperatura del lago non scende mai sotto 22°, dall’ingresso della grotta che è stata scoperta nel 1970,
escono circa 670lt al secondo di acqua che permette un
cambio al lago in circa 60 ore. Tal enorme massa d’acqua
non giace però a riposo.
Infatti, l’acqua calda che affiora sulla superficie si distribuisce in direzione radiale e gira lentamente in senso
orario, pertanto per la continua miscelazione, la temperatura dell’acqua è uguale in ogni punto del lago. L’acqua del lago inoltre affluisce, attraverso un canale, nel
Balaton.
Questo flusso è monitorato e di solito ha una media di
470lt al secondo per un cambio totale dell’acqua del lago
in circa 80 ore.Solo nel 1990 c’è stato un calo rilevante
con 270 lt al secondo e il cambio in 120 ore. Questo forte
e veloce cambio di acqua non concede mai una buona
visibilità in acqua. La Visibilità fuori dalla grotta è 2-3
mt che aumentano fino a
massimo di 6 mt.
Nel 1970 viene scoperta nella parte sx della grotta la
sorgente più fredda, ma col tempo la situazione si è modificata e oggi l’ acqua esce miscelata dalle zone che prima erano fredde.
La grotta ha diverse sorgenti che variano di temperatura dalla più fredda di 17° alla più calfa di 42° circa.
Nella parte dx ci sono ben 10 sorgenti di acqua calda e
grazie a queste la grotta ha una temperatura media di
38°.
Il punto più profondo della grotta e anche del lago è di 49
mt ma lo si può raggiungere solo togliendo l’attrezzatura
a causa del passaggio troppo stretto.
Nicla Capatti e Sandro Pulleghini
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SPORT DA COMBATTIMENTO
K i c k B ox i n g : c r e s c e
il numero delle atlete
Si diffonde nella città
Italiane, la passione
per questa disciplina
nata negli Stati Uniti
Andando nelle varie palestre delle città di Ita-
lia, dove si pratica la kick boxing, ci si accorge
immediatamente che sono sempre più numerose
le appassionate di kick boxing, come hanno anche dimostrato le recenti manifestazioni dedicate a questo sport da combattimento.
Negli anni passati questo sport da combattimento veniva praticato quasi esclusivamente da ragazzi, mentre in questi ultimi anni sono molte le
ragazze che iniziano a praticare la kick boxing.
Intervistando alcune di queste ragazze praticanti
questo sport, sempre più in voga, abbiamo scoperto quali sono i motivi che le spingono ad iniziare ad indossare guantoni e calzari.
Uno dei motivi che spinge le donne ad iniziare quest’attività sportiva, aperta a bambini ed
adulti di ambo i sessi, è che oltre a tonificare il
corpo con la dura preparazione atletica, insegna
a sapersi difendere, “cosa che non guasta mai
in questi tempi”, rendendole più sicure, consapevoli che in caso di bisogno si può contare su
riflessi pronti e su un corpo ben allenato.
Si sentono più sicure ed hanno più fiducia in loro
stesse.
Un altro motivo, non meno importante del primo
è che la kick boxing è anche un efficace rimedio
contro lo stress, grazie alle combinazioni da fare
al sacco o a coppia, molto utili a scaricare la tensione accumulata durante la giornata.
Sembra che le nuove donne abbiano scelto come
rimanere in forma: con pugni e calci!
Non è soltanto una moda, ma è una vera e propria scelta di vita. Il gentil sesso, infatti, vuole
imparare a difendersi ed a prendersi cura del
proprio corpo, migliorando il seno, gli addominali, le gambe ed i glutei attraverso questa disciplina sportiva. Anni addietro era prerogativa femminile essere in forma con “grazia”, attraverso
l’aerobica, la danza ed il nuoto.
Adesso le donne vogliono dimostrare che possono essere femminili anche con i guantoni. Dal
punto di vista fisico, boxando si mettono in moto
tutti i muscoli del tronco e degli arti superiori,
nessuno escluso. I movimenti principali con le
braccia, i famigerati pugni (gancio, diretto e montante) favoriscono il rafforzamento dei pettorali
e dei muscoli della spalla (deltoide anteriore).
Quando le braccia tornano in posizione di difesa
inoltre vengono utilizzati anche i muscoli dorsali e il bicipite (muscolo anteriore del braccio). Il
tutto accompagnato da saltelli ripetuti, ottimi
per la circolazione, e da movimenti di flessione
e torsione che aiutano a snellire la vita, rassodando gli addominali e favorendo la scioltezza di
schiena e bacino.
Nella kick boxing inoltre, vengono usate in maniera significativa le gambe.
Il movimento detto “kick” permette di rassodare
i glutei e di rendere più elastici i muscoli delle
cosce.
Perfetto l’utilizzo dei piedi nel calcio “a martello” che esercita un’azione di allungamento dei
muscoli delle gambe, in particolare di quello dei
polpacci.
Questo sport permette se praticato almeno due
volte alla settimana con costanza, di sviluppare
e scolpire in maniera armonica tutti i muscoli.
Questo garantisce, soprattutto a seno gambe e
glutei di risultare ancora più femminili!
Ma gli uomini che cosa ne pensano delle donne
con i guantoni ed i calzari?
Dapprima sconcertati, oggi affermano di esserne
assolutamente affascinati.
Come per il settore maschile , anche per quello
femminile, durante le varie manifestazioni, esiste la suddivisione in varie categorie a seconda
dell’età, della cintura, del peso o dell’altezza.
Da diversi anni ormai le ragazze si allenano sia
atleticamente, sia tecnicamente con i ragazzi,
senza avere problemi di nessun tipo.
M° Rosario Carraffa
27
JUDO
Memorial Giovanni Falcone & Paolo Borsellino
Con il patrocinio di tutti gli enti lo-
cali del territorio, come Regione Siciliana, ARS, Presidenza, Provincia
Regionale di Palermo, Comune di
Palermo, di Capaci e comuni limitrofi, e con l’egida ed il supporto principalmente del FIAMMA, del CONI,
e della Federazione, anche questa
settima edizione del memorial Falcone e Borsellino è stata archiviata
egregiamente grazie soprattutto alle
istituzioni che hanno ancora espresso la loro incondizionata fiducia all’organizzazione.
Nonostante la nostra regione sia
stata attraversata da parecchi esiti elettorali nel giro di pochissimi
mesi (nazionali, regionali, provinciali
ed anche comunali nel mio caso), che
hanno messo in seria difficoltà il buon
esito del torneo, i contatti istituzionali sono stati egregiamente ripresi
ed intrattenuti dalla organizzazione,
grazie soprattutto dalla dr.ssa Maria
Rita Puleo, presidente provinciale del
CSN-FIAMMA, che si è costantemente prodigata in tal senso ed a cui va
tutto il nostro personale e sentito ringraziamento.
La conferenza stampa del venerdì
antecedente il torneo, annoverava
grosse presenze di spicco in rappresentanza degli enti locali, come il neo
sindaco di Capaci Benedetto Salvino,
che è stato vicinissimo all’ organizzazione durante tutto lo svolgimento
della manifestazione, accompagnato
in sede da una grossa rappresentanza della sua giunta come l’assessore
allo sport Giovanni Margarini, il vice
sindaco Occhipinti e dal neo assessore Pietro Puccio, ex presidente della
Provincia Regionale di Palermo e già
cintura nera 1° dan ad onorem, conferitagli dal presidente federale Matteo
Pellicone ai tempi in cui Tonino Voccia
era presidente del Comitato Regionale
FILPJK-Judo (1998).
La regione siciliana era degnamente rappresentata dall’on. Ficarra che
in extremis ha sostituito l’on. Pippo
28
Fallica, mentre l’assessore allo sport
Michele Nasca ed il consigliere Fabio
Ferranti rappresentavano la Provincia Regionale di Palermo.
Il consigliere Mimmo Russo, unitamente all’assessore allo sport Alessandro Anello del Comune di Palermo
ed il presidente dell’ARS Francesco
Cascio figurano tra gli assenti giustificatissimi, per impegni sopravvenuti come il presidente regionale della
FIJLKAM Toti Pirrotta.
Altra presenza di rilievo, l’avv. Massimo Costa, presidente regionale del
CONI, che unitamente a Giovanni
Caramazza presidente provinciale di
Palermo dello stesso ente, sono stati
vicinissimi all’organizzazione con la
loro attiva e fattiva collaborazione.
Graditissima la presenza del decano
del judo siciliano e presidente benemerito regionale FIJLKAM Tonino
Voccia, accompagnato da Salvo Alessi,
allievo dello stesso agli albori del neonato “Judo Club Palermo” datato anno
1953, che con i suoi 75 anni ed altrettanti acciacchi, continua a mantenere
alto lo spirito del samurai.
Ultimata la parte istituzionale, che si
è conclusa con un cocktail in piscina,
la riunione tecnica, per la composizione delle poule e la registrazione degli
atleti, si è svolta velocemente, anche
perché in serata si attendevano gli
arrivi di altre delegazioni, ultima in
ordine cronologico il Banzai Cortina
dell’amico Gianluca Accogli (in tardissima nottata), che fresca di titolo
nazionale femminile cadetti a squadre
della settimana precedente a Torino,
non ha esitato a rimettersi in viaggio
per l’altro capo della penisola, pur di
onorare la manifestazione, confermando ancora una volta lo spirito di
amicizia che lega i partecipanti alla
manifestazione.
La presenza di ben 13 squadre maschili ed otto femminili, ha quasi rimar-
cato i numeri di sempre del torneo,
che sono vicinissimi ad un campionato
italiano di classe, con il pregio della
partecipazione di ben 6 rappresentative regionali come Toscana, Liguria
e Puglia da sempre presenti nella
passate edizioni, e le rappresentative
straniere.
Assente la fortissima Francia e la Romania per problemi legati al budget,
la Georgia per gli sviluppi politici del
mese di Agosto, ma Spagna, Canarie,
Belgio ed Inghilterra, non hanno voluto mancare all’appuntamento.
Quest’ultima presente con una comitiva di circa trenta persone, a conferma che il torneo non è solo un evento
sportivo fine a se stesso, ma un mezzo
per ottimi scambi turistici e culturali,
dove i partecipanti possono incontrarsi e relazionarsi reciprocamente.
Dopo la fase eliminatoria del sabato, si
qualificavano per la finale del giorno
successivo ben otto squadre maschili
e quattro femminili e precisamente
la Sicilia (maschile e femminile), la
Fiamma Yamato Veneto, Lazio (maschile e femminile), Puglia, Toscana
(maschile e femminile), Inghilterra,
Fiamma Sicilia e Liguria.
Alla fine il Torneo è stato appannaggio della Sicilia nei maschi davanti
alla Puglia ed alla Fiamma Sicilia a
pari merito con il Lazio, mentre per le
donne la Fiamma Yamato Veneto ha
preceduto il Banzai Cortina del Lazio, dando vita ad una accesissima e
bellissima finale, risolta all’ultimo secondo e con combattimenti tiratissimi,
confermando ancora una volta l’alto
livello tecnico raggiunto dalla manifestazione.
A pari merito terze la Toscana e la
Sicilia, seguiti dai quinti nei rispettivi gironi la Liguria e la Toscana nei
maschi ed Inghilterra e Liguria nelle
donne.
Da menzionare il commissario di
gara, l’internazionale pugliese Tonino
Chyurlia che ha diretto egregiamente
le operazioni e che con la sua presenza, ha onorato una profonda e sincera
amicizia che lo lega all’organizzazione.
Grande successo di pubblico, e delle
autorità che hanno presenziato la domenica alla fase finale del torneo ed
alla ricca premiazione, con in testa il
sindaco di Capaci Benedetto Salvino,
il consigliere nazionale federale della FIJLKAM settore lotta Salvatore
Passafiume, il presidente regionale
FIAMMA Vito Orlando il presidente
regionale FIJLKAM Toti Pirrotta, e
quello di settore Gianni Strazzeri e
l’ex arbitro internazionale ed ex vicepresidente di settore Paolo Minissale.
Si archivia così questa settima edizione del torneo, che va riscuotendo sempre più consensi a livello nazionale ed
internazionale soprattutto, grazie alla
fiducia che enti ed istituzioni concedono all’organizzazione della Judo Cokys
Club che altro non è che la famiglia
Cocheo, Giovanni, Francesco ed Ivan,
che unitamente al presidente Giusy,
riescono a coordinare perfettamente
tutti i loro collaboratori.
Appuntamento per tutti alla prossima
edizione, la cui organizzazione è già
partita.
Giovanni Cocheo
JUDO
L’isola che non c’è
Missione compiuta nel primo dei tre step che vede coinvolti gli istituti scolastici dove la società opera in ore curriculari e con
progetti per la diffusione del judo a scuola, e questo era forse il più delicato dei tre per la giovane età dei partecipanti.
Impegnati nel corso dell’anno scolastico, 50 bambini circa dai 4 ai 7 anni, che si accostavano per la prima volta alla pratica
del judo, compito che lo staff della Judo Cokys Club ha organizzato e diretto sapientemente con i propri tecnici, in modo
prevalentemente ludico, al fine di riscuotere la massima attenzione dei ragazzi.
Allo stage di fine anno, svolto nello spazio all’aperto antistante il cortile scolastico, erano presenti emozionatissimi genitori
e attentissimi progenitori dei ragazzi, spettatori accorti che durante l’oretta di evoluzioni dei loro beniamini, li hanno sempre
incoraggiati con scroscianti applausi.
Alla fine, consegna degli omaggi federali, che sono stati particolarmente
graditissimi e messaggio perfettamente recepito, tanto da strappare l’impegno di collaborazione per il prossimo anno scolastico.
Prossimi appuntamenti, dopo questo alla scuola materna-elementare
“I’isola che non c’è”, negli istituti scolastici elementari “Alcide De
Gasperi” di Capaci e “Laura Lanza” di Carini, dove i numeri sono decisamente maggiori, rispettivamente 450 ragazzi per circolo didattico.
A dirigere lo stage il maestro Giovanni Cocheo con gli insegnanti tecnici Ivan e Francesco Cocheo, che hanno
attivamente collaborato per la buona riuscita del progetto, presente l’intero staff della scuola diretta dal dr. Giovanni
Cammarata. A fine corso, attraverso dei colorati disegni, i ragazzi hanno anche espresso ciò che li ha impressionati maggiormente durante il corso di judo.
Giovanni Cocheo
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Corsi di formazione Nazionali ed Internazionali
per la qualifica di Istruttore, Maestro, Docente e Direttore Accademico della:
WORLD ACADEMY PERSONAL DEFENCE
-
I corsi avranno una durata che dipende dai livelli da acquisire:
3 mesi per il conseguimento del diploma di “aspirante allenatore”;
5 mesi per il conseguimento del diploma di “allenatore”;
8 mesi per il conseguimento del diploma di “istruttore accademico di 1° livello”;
12 mesi per il conseguimento del diploma Nazionale di “maestro”;
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I CORSI SONO APERTI A TUTTE LE CINTURE BLU MARRONI E NERE DI OGNI STILE CHE SONO INTERESSATE
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Si rilascia:
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- iscrizione all’ albo internazionale della “ WORLD ACADEMY PERSONAL DEFENCE ”;
- diploma dell’ accademia “ WORD ACADEMY PERSONAL DEFENCE”
- borsa, maglietta e t-shirt dell’ accademia.
Le lezioni saranno svolte dal Direttore Tecnico Internazionale (settore Arti Marziali) Shihan Alfredo Bassani (9° dan –
Takemusu Ju Jutsu) e da altri Docenti Internazionali e tecnici Nazionali dell’ ente. “Shihan” Alfredo Bassani attualmente
ricopre la carica di Direttore Tecnico Internazionale Generale dell’ ente “ Sport Nazionale – Ente Fiamma”
(Ente Europeo) con sedi in: Roma , Venezia , Londra e in ex U.R.S.S..
Per informazioni rivolgersi alla segreteria della IAMA&DA al tel. 328.7167040.
E-MAIL a s d - i a m a e d a @ l i b e r o. i t
sito internet w w w. f i a m o e d a . co m rif. Wascainternational.
Ju jutsu
“SHIHAN” ALFREDO BASSANI
AMBASCIATORE IN EX UNIONE SOVIETICA
La bandiera italiana sventola al grande galà di Mosca , svoltosi a
Simferopol (UA) nello STADIO LOCOMOTIVE nei giorni 05 e 06 di
agosto 2008. Una grande manifestazione ed un grande gemellaggio
sportivo fra tutti i paesi della ex unione sovietica.
Il maestro Alfredo Bassani ospite d’onore, viene presentato a tutti i
ministri della CULTURA E DELLO SPORT della ex unione sovietica .
Sono intervenuti al grande evento: attori di teatro, attori di cinema,
artisti, presidenti sportivi in rappresentazione delle grandi metropoli, direttori tecnici, giudici, arbitri, insieme ad una immensa coreografia di praticanti di arti marziali.
Il maestro Bassani, in qualita’ di direttore tecnico internazionale generale dell’ente “sport nazionale “, ha
partecipato con il suo discorso all’apertura ufficiale, insieme al ministro di Mosca, dell’ Ucraina, della Crimea e di tutti gli altri stati
presenti. Riscuote scroscianti applausi e con grande rispetto ed
emozione si accinge ad assistere agli inni ufficiali e nazionali di
rito.
Con grande umilta’ e determinazione il grande maestro Alfredo Bas-
sani anche in veste di presidente internazionale della Wasca
Italia, annuncia il progetto della grande ACCADEMIA INTERNAZIONALE DELLE ARTI MARZIALI in ex unione sovietica
“LO SHIHAN” ALFREDO BASSANI è stato invitato dai direttori,
maestri ucraini e russi , a ben 4 interviste televisive in diretta
ed in prima fila su tutti gli sport di sua competenza; in questa
occasione il noto maestro ha riscosso un gran successo unico
nel suo genere. Le domande da parte dei giornalisti sono state
numerose, interessanti ed hanno rivelato una grande volontà e
disponibilità alla collaborazione reciproca e paritetica; alla fine
delle interviste lo Shihan ha ufficializzato la data della costituzione accademica per le arti marziali, la danza ed il teatro tra
l’Italia, l’Europa e tutti i Paesi dell’ ex U.R.S.S.
A dicembre 2008 il presidente della lega marziale Ucraina
Alexander Udovicenko in collaborazione con ministero Ucraino,
ha invitato lo Shihan, con il suo team composto da numerosi
maestri ed istruttori, a svolgere un mega - seminario in presenza
di oltre 2000 atleti e maestri sullo stile da lui creato e denomi-
ARTI MARZIALI
nato: ju jutsu ryu . N.B. (creatore nel 1975 del ju jitsu
squalo)
Presente in tutte le occasioni , la grande e leggendaria Direttrice
Accademica Internazionale dei settori danza e teatro: Tetyana
Cociergnina. Con la sua esperienza, abilità di danzatrice e con
l’ aiuto del team ucraino (direttori artistici e ballerini) rafforzeranno
ed amplieranno con grande impegno e professionalità tutti i vari programmi per l’accademia internazionale della danza e teatro.
S. Tosi
Il Takemusu Ju Jutsu è un nuovo stile di Ju Jutsu creato dal M° Alfredo Bassani come sintesi di un’ esperienza di studio qua-
rantennale in molti stili di Ju Jutsu classico, del judo, del karate e dell’ aikido. Oltre alla grande esperienza nel settore delle
arti marziali Giapponesi e ad essere stato uno dei pionieri del Ju Jutsu nel Centro – Sud Italia nel lontano 1972, il M° Bassani,
si è avvalso di consigli, scambi teorici e pratici di molti autorevoli personaggi del settore; vogliamo qui ricordarne solo alcuni.
Il primo, maestro e padre, Carlo Alberto, abile ginnasta italiano degli anni ’50, e judoka di grandissima esperienza formatosi
soprattutto in Giappone. Il suo secondo maestro e campione del mondo di Judo negli anni ’70 è stato il famoso Matsushita Masami. Quest’ ultimo è stato anche per molti anni allenatore della nazionale italiana di Judo. Ed infine è bene ricordare l’ amico
e maestro M° Carlo Pellandra (8° dan di Aikido), da poco scomparso a causa di un male incurabile. Quest’ ultimo è vissuto per
30 anni in Giappone ed oltre ad aver stretto amicizia con i grandi dell’ aikido (M° Saito ed il M° Isoyama), ha lasciato al M°
Bassani utili conoscenze originali ed antiche che oggi sono difficilmente rintracciabili nelle moderne arti marziali.
Il Takemusu Ju Jutsu (TJJ) rappresenta quindi un’ arte eclettica sintesi di tecniche moderne ed antiche, ricca di varietà nel
combattimento a distanza, nel corpo a corpo e nella lotta a terra. Nel TJJ si osservano molte tipiche tecniche di Judo, le percussioni del karate e spesso la fluidità dell’ aikido. Un’ aspetto importante del TJJ è il susseguirsi logico e razionale delle tecniche
che in alcuni casi non si esauriscono in pochi se
condi ma proseguono (con continuità) fino al controllo o neutralizzazione completa dell’ aggressore. In quest’ arte vi sono anche
altre tecniche, sia contundenti che di proiezione, che sortiscono i loro effetti in pochi attimi e come tali molto utili anche nelle
applicazioni alla difesa personale.
Lo studio del TJJ va quindi affrontato per livelli successivi iniziando dalle basi del Judo e del Karate per poi passare alla
sintesi di esse ed arrivare infine alle tecniche proprie del Takemusu. Dal 4° dan in poi è anche previsto l’ uso di diverse armi
(bokken, spada, ed altre). Molte lezioni vertono anche sullo studio delle strategie del combattimento sia da strada che agonistico.
Docenti Accademici Internazionali:
Giacomo Rinaldi 6° dan – Pompilio Attili 7° dan Italo Cirone 8° dan – Domenico Angelozzi 8° dan
Istruttori Nazionali:
Michelangelo Di Blasio - Gianluca Quintili - Laura Belloni – Roberto Fiore - Alessandro Visca - Daniele Sfamurri – Cristian
Tosi – Riccardo Rossi - Nico Della Sciucca - Shihan: Prof. Alfredo Bassani
9° dan Ju Jitsu e Takemusu Ju Jutsu - Oscar arti marziali Abruzzo 2008
Direttore tecnico per l’ ente “Ente Fiamma – Sport Nazionale” - Direttore tecnico IAMA&DA
Presidente della WASCA International
Rappresentante per l’ Italia nell’ ex – URSS della WASCA International
Membro della Commissione Tecnica Mondiale Ju Jutsu della WMSKPKAC
JUDO - KARATE - JU JUTZU - LOTTA - AIKIDO- KICK BOXING
VALE TUDO - MUAY THAI - YOGA - SHIATSU
33
ARTI MARZIALI
Pancrazio - Italia prima classificata nel
Pancrazio Athlima
Italia prima
classificata nel Pancrazio
Athlima La Nazionale Italiana ha preso
parte al 4° Campionato del Mondo di
Pancrazio Athlima con 15 atleti classificandosi al 1° posto della classifica generale.
Il Campionato Mondiale si è svolto nella
città di Tirana (Albania) dal 18 al 20 settembre 2008 organizzato dalla FILA.
Dopo due giorni di gara, tra gli atleti delle varie nazioni si era istaurato un bellissimo clima sportivo e di amicizia riconoscendo la superiorità dell’avversario.
La Nazionale Italiana è stata elogiata da
tutti, per la preparazione tecnica degli
atleti e finalmente ha avuto il riconoscimento di Campione del Mondo che inseguiva fin dal 1° Campionato Mondiale
del 2003.
Gli atleti italiani hanno colto il frutto di
tanti allenamenti, maggiormente durante il periodo estivo, mentre tutti erano
in vacanza, loro erano impegnati con gli
allenamenti resi ancora più faticosi dal
caldo estivo. Gli atleti Italiani si sono
piazzati in posti prestigiosi della classifica dei settori agonistici del Palesmata
(difesa a due), Polydamas (difesa a quattro, uno contro tre armati), Pancrazio
(combattimento totale).
I risultati sono stati i seguenti:
PALESMATA
maschile: Perlageli Fabio, Leo Francesco
– argento;
femminile: Maraca Federica Quarta Cosima – oro;
misto: Mazzotta Francesco, Maraca Federica – oro.
POLYDAMAS
Maschile: Puce Alessandro, Perlangeli
Fabio, Leo Francesco, Dell’Anna Luigi
argento;
femminile:Maraca Federica, Quarta Cosima, Petolicchio Cristina, Ginetti Luisa
- oro
misto: Maraca Federica, Puce Alessandro, Leo Francesco Mazzotta Francesco
- oro;
PANCRAZIO maschile:, 66 Kg. Perlangeli Fabio, argento; 71 Kg. D’Eboli Pietro,
oro; 83 Kg. Salvatore Amedeo, bronzo;
90 Kg. Marangi Francesco, bronzo; 100
Kg. Mazzotta Francesco, bronzo + 100
Kg. Rizzo Marco, oro.
Femminile: 61 Kg. Petolicchio Cristina
bronzo, 65 Kg. Pepe Daniela oro, 71 Kg.
Ginetti Luisa argento, Sguazzo Antonietta oro, facente parte del gruppo sportivo
dell’Esercito Italiano.
La classifica generale delle Nazioni partecipanti è la seguente:
1° Italia, 2° Russia, 3° Francia a seguire
America, Canada, Grecia, Portogallo, India, Kazakistan, Albania ecc. ecc..
La Nazionale Italiana ha preso parte per
la prima volta anche ad un tipo di lotta
insolito e sconosciuto dalla platea sportiva Italiana “il Beach Wrestling”. Questa tipo di lotta è di origine Turca ed ha
le stesse regole della lotta che tutti conosciamo, solo che viene praticata sulla
spiaggia a pantaloncini da bagno in un
diametro di 6 metri, i combattimenti si
svolgono solo con le tecniche in piedi. I
due atleti Mazza Cosimo e Mazza Flavio
che hanno rappresentato l’Italia sono
della.Società Sportiva Fisioline di Torchiarolo (BR) . I due azzurri erano alla
prima esperienza internazionale, non
sono entrati in zona medaglia ma hanno
intenzione di fare meglio nel prossimo
Campionato.
Sullo scenario internazionale la FIPA
(Federazione Italiana Pancrazio Athlima) assume un’importanza sempre più
rilevante, in quanto riconosciuta ufficialmente dalla FIJLKAM (federazione
riconosciuta dal CONI) e dalla FILA (Fe-
derazione Internazionale Olimpica della
Lotta e Associate), in futuro si sperano
degli ulteriori risvolti per la partecipazione del Pancrazio Athlima alle Olimpiadi.
La Nazionale Italiana si è distinta nei
campionati precedenti con ottimi risultati:
1° Campionato Mondiale anno 2003, 2a
classificata;
1°Campionato Europeo anno 2004,
2°classificata;
2° Campionato Mondiale anno 2006, 3°
classificata;
3° Campionato Mondiale anno 2007,
2°classificata
Il Team Italiano è stata accompagnata
dal Presidente Nazionale Italo Morello
nonché Responsabile Tecnico Nazionale coadiuvato dal M° Pietro Amendola
e dal M° Massimo Tario nonché Consigliere Nazionale e dall’Ufficiale di gara
Mondiale Giancane Pompeo il quale è
stato apprezzato da tutti per le sue capacità.
Quest’anno per la FIPA e per il Presidente Morello è stato un anno prestigioso in quanto ha ricevuto l’incarico di
Vice Presidente Mondiale WPAC (World
Pangration Athlima Committee in seno
alla FILA) inoltre responsabile Tecnico
Mondiale. Il Pancrazio Athlima è divulgato in Italia dalla FIPA (Federazione
Italiana Pancrazio Athlima), con sede a
Brindisi in via Lucio Strabone 40.
M° Italo Morello
34
Karate Kimono d’Oro
Strepitoso il successo ottenuto dalla A.S.D. Shotokan Karate Sicilia
che per il quindicesimo anno consecutivo ha riproposto alla cittadinanza tutta il Trofeo Kimono d’oro di Karate che si è svolto al Palaoreto di Palermo (Via S. Maria di Gesù) il 9 novembre 2008 ed al quale
hanno preso parte oltre 450 atleti e 33 società provenienti da tutte le
province della Sicilia ed oltre.
Come per le precedenti edizioni, ancora una volta il CONI, la
FIJLKAM e il CNS Fiamma, hanno mostrato particolare interesse nei
confronti di questa manifestazione ritenendo la società organizzatrice
idonea all’organizzazione di una manifestazione sportiva di così alto
livello tecnico e riscontro da parte di società, atleti e pubblico.
Anche le istituzioni non sono rimaste insensibili al richiamo della
manifestazione e come già successo negli anni passati, la partecipazione del Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista della Provincia
Regionale di Palermo e la Presidenza della Regione Siciliana, hanno
elevato il tono della manifestazione, aumentandone peraltro l’indice di
gradimento da parte della cittadinanza.
A questa quindicesima edizione hanno presenziato diverse autorità
sportive tra i quali il Presidente Regionale Fijlkam Rag. Salvatore
Pirrotta e il Presidente Onorario Fijlkam M° Antonio Voccia. Assenti
tutti gli altri.
Il raduno dei concorrenti è avvenuto alle ore 8,30 presso il Palaoreto di
Palermo alla presenza di oltre 1000 spettatori. A seguire, le operazioni
di verifica e controllo atleti. La gara ha preso il via alle 9,30 per concludersi alle ore 17,30 sotto l’attento controllo degli Ufficiali di Gara.
Il risultato più importate della giornata è stato quello ottenuto dalla
società organizzatrice che, nella categoria più prestigiosa la Junior/Senior maschile cinture marroni/nere, ha piazzato tutti e tre i suoi atleti
sul podio (A. Rizzuto 2° - A. Lo Cicero e R. Lo Cicero 3°)
La manifestazione denominata “15° Trofeo Kimono d’oro” rappresenta la fase culminante di un’attività costante che impegna per un intero
anno sportivo, sia gli atleti della società organizzatrice che quelli di
tutte le società partecipanti; ma lo scopo principale di questa manifestazione è quello di incentivare e motivare gli sforzi e l’impegno di
tutti quegli atleti che partecipano sempre più entusiasti e numerosi.
L’organizzazione della manifestazione, oltre a possedere una chiara
valenza sportiva, in quanto punto di riferimento ormai tradizionale del
panorama karateistico siciliano e italiano, assolve anche un importante ruolo di promozione turistica con il coinvolgimento di oltre 1500
persone per tutta la durata della manifestazione tra atleti partecipanti,
accompagnatori, tecnici, familiari e pubblico in genere.
L’importanza di tale iniziativa non propone soltanto la diffusione della manifestazione sportiva che ha avuto in tutti questi anni sempre
grande refluenza positiva per l’immagine della città, ma soprattutto
la conoscenza di Palermo che non è soltanto sport ma anche cultura,
divertimento, shopping, gastronomia.
Insomma trascorrere a Palermo la propria vacanza o venire solo per
una manifestazione sportiva è un’esperienza chi si ricorda a lungo con
piacere.
Osvaldo Lo Cicero
I risultati:
Bambini (gi)
Fanciulli (gi)
Fanciulli (ar/ve)
2) Zanghi Roberta
2) Rusu Neculai
2) Dizzia Davide
Fanciulli (bl/ma)
Ragazzi (gi/ar)
Ragazzi (ve/bl/ma)
2) Panaria Giuseppe
2) Di Caro Angelo
2) Zanghi Giuseppe
Esordienti A (gi/ar)
Esordienti A (ve/bl)
Esordienti A masch. (ma)
2) Alario Luigi
2) Triscari Carmelo
2) Vacirca Vincenzo
1) Zingales Gabriel
3) Zaccone Mistretta
1) Amato Francesca
3) Cicero Vincenzo
1) Lo Coco Gabriele
3) Russo Giovanni
1) Ortoleva Cristian
3) Freddoso Rebecca
1) Piccichè Chiara
3) Trombetta Emanuele
1) D’Amico Giovanni
3) Tomasi Sofia
Esordienti A femm.(ma) Esordienti B (gi/ar)
1) Imburgia Nina
2) Lanza Corina
3) Madonia Ferraro
3) Salamone Miriam
1) El quadrassi Ivan
3) Antioco Francesco
1) Zaccone Francesco
3) Troia Giorgio
1) Di Bona Valerio
3) Mariondi Calogero
3) Meola Gabriele
Esordienti B (ve/bl)
1) Cocuzza Paolo
1) Craparo Ignazio
3) Lancia Rosario
3) Corso Piermarco
2) La Russa Miriam
2) Armetta Silvia
Esordienti B masch.(ma) Esordienti B femm.(ma)
Cadetti (gi/ar)
2) Caldarella Gianni
2) Greco Antonino
1) Torre Kim William
1) Masnata Chiara
3) Petta Daniele
3) Ventimiglia Giovanna 3) Gulotta Giovanni
3) Cutrona Francesco
2) Candiano Veronica
1) Bruccoleri Antonino
3) Ferraro Denise
Cadetti masch. (ma/ne) Cadetti femm. (ma/ne)
Ju/Se (gi/ar)
2) Scibona Vincenzo
2) Bufera Vincenzo
1) Occhipinti Giuseppe 1) Di Graziano Carla
2) Glorioso Rosaria
1) Castronovo Vincenzo
3) Beninati Alessandro 3) La Corte Emanuela
3) Grasso Letizia
Ju/Se (ve/bl)
Ju/Se femm. (ma/ne)
3) Sciolino Antonio
1) Lena Francesco
2) Madonna Raffaele
3) Di Lorenzo Giorgia
Ju/Se masch. (ma/ne)
1) Papa Antonino
2) Rizzuto Antonino
3) Lo Cicero Alessio
3) Lo Cicero Roberto
1) Mirabella Alessia
2) Masnata Roberta
3) Forzinetti Ornella
3) Gallà Eleonora
ARTI MARZIALI
Lo Shotokan è uno stile di Karate trai più conosciuti e praticati nel mondo.
La sua creazione viene comunemente attribuita al Maestro Gichin Funakoshi, anche se le posizioni e le tecniche che lo caratterizzano sono più simili al tipo di Karate praticato dal Maestro Yoshitaka Funakoshi, figlio di Gichin.
Ad onor del vero, però, lo Shotokan fu definitivamente creato e codificato da un gruppo di istruttori, allievi del Maestro Funakoshi, che fondarono una loro organizzazione, la Japan Karate Association, al cui vertice fu posto il Maestro Nakayama.
Da allora c’è stato un proliferare in tutto il mondo di altre sigle di Federazioni ed Associazioni nelle quali si pratica il Karate
Shotokan.
La caratteristica di questo stile è data dalle posizioni basse e dalla potenza che viene espressa durante l’esecuzione delle
tecniche.Queste peculiarità vengono esaltate nei KATA dove emergono, in maniera molto più accentuata rispetto al combattimento ( KUMITE ), le differenze trai vari stili di Karate.
Infatti possiamo notare come venga enfatizzato il lavoro delle anche e delle caviglie; questo perché uno dei principi fondamentali dello Shotokan è quello secondo cui è necessario avere sempre il tallone del piede posteriore a contatto con il suolo
e che eserciti così pressione durante l’esecuzione della tecnica.
Questa forza che si va a produrre viene trasmessa, attraverso una catena cinetica, alle anche affinché ogni tecnica possa
essere tirata sfruttando la forza di tutto il corpo. Per capire bene questo concetto si deve tener presente che, nella filosofia
e nella medicina orientali, l’energia vitale ( c’iai – ki – prana ) viene immagazzinata in una zona del corpo, il tanden, in giapponese, che si trova due o tre centimetri sotto l’ombelico. Una volta assimilato questo concetto è facile capire che, andando
a concentrare l’attenzione, in ogni tecnica, su questa zona del corpo, il movimento stesso andrà ad acquistare una forza ed
un’energia del tutto inusuale.
E’ questa ricerca continua del provare ad eseguire la “tecnica perfetta” che caratterizza il terzo sistema di allenamento del
Karate, il Kihon, in cui attraverso numerose ripetizioni di una tecnica si tende non solo al miglioramento fisico, ma soprattutto
allo sviluppo di una profonda conoscenza della tecnica stessa. A proposito della conoscenza della tecnica ci sarebbe ancora
tanto da dire ed è sicuramente un argomento che tratterò nei prossimi articoli.
M° Maurizio Ruggiano
Il Maestro Maurizio Ruggiano (Coordinatore Tecnico Karate Shotokan - Regione Campania)
ed i suoi Samurai del Dojo NITEN RYU di Napoli
36
ARTI MARZIALI
IL KOBUDO A NAPOLI
Si è tenuto sabato 29 novembre, presso la
Polisportiva Rosso Maniero Nunziatella un’interessante stage di kobudo tenuto dal Maestro
Luca Raucci. L’evento, aperto a tutti i marzialisti, ha permesso ai partecipanti di avvicinarsi a
quest’antica disciplina sotto la guida di un sensei di alto livello, 5° Dan e Coordinatore Tecnico
per il settore Kobudo della SJJA&MAA,
nonché consigliere del Direttivo Accademico.
Com’è noto, le armi tradizionali usate nel Kobudo provengono direttamente dagli attrezzi
utilizzati nella vita quotidiana da artigiani, contadini e pescatori dell’arcipelago di Okinawa,
all’occorrenza trasformati in efficaci strumenti
di difesa.
Fino al secolo scorso, lo sviluppo e l’insegnamento di questa disciplina procedevano in
maniera estremamente frazionata, con validi
maestri esperti nell’utilizzo chi di una chi di
due della molte armi presenti in questa vasta
arte marziale, che custodivano i propri insegnamenti per tutta la vita, spesso lasciandoli
morire insieme a loro.
Un’essenziale riorganizzazione di questo grande patrimonio marziale è dovuta a Shinko
Matayoshi e al suo successore Shinpo i
quali hanno arrestato il lento declino di questa
disciplina ed hanno codificato il kobudo che
è arrivato fino a noi, con 21 armi tradizionali
suddivise in varie categorie.
Durante le due ore di stage, il maestro Raucci
ha illustrato i fondamenti dell’utilizzo del jo
(bastone da 130cm) attraverso la spiegazione
di kata e tecniche di base. Impossibile non sottolineare la grande passione per l’insegnamento del M° Raucci che pur avendo compiuto
60 anni il giorno stesso dello stage, ha seguito
personalmente i molti giovanissimi partecipanti intervenuti, con la pazienza e la disponibilità
che da sempre lo hanno contrassegnato.
Il M° Rosario Carraffa
entra in Accademia
La SJJA&MAA, sbarca in Sicilia, precisa-
mente a Palermo con la kick boxing ed il krav
maga. Infatti è entrato in Accademia, il M° Rosario Carraffa, cintura nera 4° Dan di kick
boxing e cintura nera 3° Livello di krav maga, ottenendo la nomina di coordinatore per la Regione Sicilia per la kick boxing e coordinatore per
Palermo e Provincia per il krav maga. Il M° Carraffa, conoscitore delle varie arti marziali, dei
vari sport da combattimento e dei diversi sistemi
di difesa personale è anche giornalista di settore, operatore di sicurezza-body gard, preparatore
atletico ed istruttore di body building-fitnesscardiofitness. Docente di numerosi corsi sportivi
Francesco Malvano
SJJA&MAA
The International
Martial Arts Academy
www.sjja-maa.org
info@sjja-maa.org
e non, ama insegnare e far crescere sempre più
atleti, per lui l’attività fisica costante non deve
essere considerata un lusso, ma una necessità
primaria per il benessere della persona. Il suo
motto è: “tutto ciò che non uccide fortifica”. Insegna ormai da diversi anni a bambini, ragazzi
ed adulti, presso la Roy Team Palestre di Palermo. Per tutti coloro che praticano kick boxing
e krav maga della Sicilia che vorranno sapere
come poter entrare in Accademia potranno inviare un’e-mail a: sjja-maasicilia@email.
it oppure info@royteam.com. Vediamo
ritratto nella foto, il M° Rosario Carraffa
con alcuni suoi allievi.
37
EQUITAZIONE
EquiEtologia: un nuovo modo
di vivere il cavallo
(segue dal numero precedente)
Passando al mondo del cavallo, posso dire
con franchezza che il sistema di addestramento naturale è stato sempre utilizzato, anche
Senofonte nel suo famoso trattato, “L’arte
della Cavalleria”, già nel 380 A.C., descrive in
maniera minuziosa come montare un cavallo
e come addestrarlo, con toni evidenti al sistema naturale, quello che noi oggi chiamiamo
sistema “etologico”.
Nessuno ha inventato o scoperto “l’acqua calda”, ha solo preso dei sistemi antichi come
l’uomo e li ha fatti propri creando un grosso
giro di affari. L’uomo con l’evoluzione e con
l’avvento della tecnologia, ha dimenticato
come addestrare i cavalli con naturalezza, inventando, in questo caso ci sta bene, sistemi
coercitivi inutili e pericolosi sia per l’uomo che
per il cavallo, innescando il lui solo paure, che
prima o poi si ritorceranno contro l’uomo.
Una volta, mentre mi trovavo in un centro ippico, un uomo, che si spacciava come esperto
addestratore (da premettere che la sua prima
professione è il maestro di sci), mi ha detto, in
riferimento ad un cavallo un po’ più allegro,
“... adesso gli insegno io un po’ di matematica a questa bestia!” Immaginate come mi sia
sentito a sentire quelle parole, tra l’altro dette
davanti ad un probabile cliente.
Ecco che, a mio avviso, dovrebbe essere questa
persona ad imparare un po’ di “matematica”.
Comunque sia, non siamo qui a giudicare gli
altri, ma è bene che sappiate che nel mondo
del cavallo, “tutti sanno tutto” del cavallo, ed
avvolte far capire loro qualcosa di diverso, risulta davvero difficile, forse impossibile.
Ritornando al mondo del cavallo, iniziamo
a capire come è fatto il suo modo di pensare
quindi il suo modo di essere. Prima regola fondamentale, è quella di ricordarsi sempre che
non esiste piena fiducia del cavallo nei confronti dell’uomo, non esiste. Dispiace dirlo,
ma è la realtà.
Tutto dipende dal fatto che l’uomo è un carnivoro, mentre il cavallo è un erbivoro. L’uomo
mangia il cavallo.
Il cavallo ha conosciuto l’uomo, come la preda conosce il suo carnefice. Non basta dire”io
sono vegetariano”, oppure “io non mangio
carne di cavallo”, rimane sempre il fatto che
l’uomo “puzza” di Carnivoro, anche gli
occhi dell’uomo, sono tipici di quelli di un
predatore. Lo schema seguente ci fa capire
meglio le differenze, anche banali, tra l’uomo e il cavallo. Il fatto che il cavallo non ha
la concezione del futuro, dipende dalla sua
natura di erbivoro.
Infatti in natura il cavallo non ha bisogno
di progettare per mangiare, deve soltanto
abbassare la testa per potersi nutrire. Ecco
perché un cavallo con la testa bassa è un
cavallo tranquillo ed affidabile, mentre un
cavallo con l’incollatura ben arcata e prominente, anche se è bella da vedere, è semplicemente un artifizio umano, quindi non
naturale.
E’ grazie alla sua trasposizione al passato
che il cavallo riesce a sopravvivere senza
problemi. Tutti i carnivori, per poter mangiare devono progettare, quindi hanno un
concezione del futuro ben marcata.
Spesso si trovano in branco per poter catturare la preda, progettano e studiano, quindi
mangiano. Il concetto principale che si trova
nella mente del cavallo, è quello del passato.
Ossia, vive in base alle sue esperienze, che
possono essere positive e negative. Alcune
esperienze, sono innate nel cavallo, ovvero
nascono dei ricordi insieme a lui nel momento in cui viene alla luce. Fraser, noto
etologo, scrive in un suo trattato sui cavalli
intitolato “Il comportamento del Cavallo”,
afferma che molti suoi comportamenti sono
innati, in quanto risultato dell’evoluzione.
Molti suoi comportamenti, tipo il modo di
curare il proprio corpo, o lo scappare al rumore, o ancora l’istinto alla riproduzione.
In natura, il cavallo non conosce niente, ma
riesce a riconoscere tutto, dato che ad ogni
esperienza si associano ricordi che rimangono a vita.
Molti altri ancora, vengono insegnati all’interno di un branco, tramandati dal cavallo
più anziano. Ed è grazie all’esperienza di
quest’ ultimo ed al suo modo di comportarsi nel branco, che permette agli studiosi di
comportamento, di capire quali sono i metodi comunicativi e come vengono attuati.
Dicevamo che la mente del cavallo, associale sue esperienza a positività e negatività.
Immaginate il suo cervello, come un grosso
schedario con tanti cassetti, all’interno dei
Segue
38
quali, il cavallo mette dentro le sue esperienze associandole ad un segno positivo o negativo. Durante la sua vita, non fa altro che aprire il “cassetto” relativo a quella determinata
esperienze e controllare se è una cosa buona
o cattiva. Per natura, il cavallo non è un soggetto solitario, ma ama vivere in branco più
o meno numeroso, ed ecco il perché avvolte
tenere un cavallo in solitudine, rischiamo di
farlo ammalare di solitudine, al punto tale da
lasciarsi morire di stenti. Molti consigliano,
in casi in cui il cavallo è solo, tenere una capretta di compagnia, il che non guasterebbe.
Il cavallo non vive nelle grotte, è stato l’uomo
a rilegarlo dentro un box per preservarlo dal
freddo o dal caldo torrido, dal vento e dalla
pioggia. Normalmente il cavallo ama stare
all’aria aperta ed odia i luoghi chiusi, spiegato il motivo per cui si fa fatica, inizialmente,
ad insegnare al cavallo a salire sul van o sul
trailer.
Si è notato, che in natura, i cavalli, osservano
una rigida gerarchia, partendo dal più forte
al più debole, seguendo dei parametri di tipo
piramidale e concentrico. In cima a tutto ed
al centro di tutto, gioca il suo ruolo importante lo Stallone ALFA, il quale vigile e regna su
tutto il branco. Accanto allo stallone, perché
non è da solo a governare, c’è la Giumenta
ALFA, che governa insieme a lui. Tra i due,
però, esiste una notevole differenza. In realtà
chi comanda è la giumenta e non lo stallone,
mentre in realtà egli si occupa della sicurezza dell’intero branco. Potremmo paragonare
i loro ruoli al nostro sistema giudiziario, ovvero la giumenta ha il compito di fare le leggi del branco, mentre lo stallone, con la sua
forza fisica, fa rispettare le regole. Entrambi
hanno il pieno e completo controllo su tutto il
branco. ALFA si nasce e non si diventa, egli
ha il miglior bagaglio genetico di tutto il branco, è predisposto alla procreazione. Durante
il periodo degli amori, si accoppia sempre con
la giumenta ALFA, per poi permettersi delle
“scappatelle” con le altre giumente del branco, le quali, spesso non sono ben viste dalla
giumenta ALFA, che non sdegna ad attaccare
le altre fattrici per allontanarle. Capita, avvolte che lo Stallone dia il consenso agli altri
maschi del branco di potersi accoppiare con
le altre giumente, ma è loro vietato in maniera categorica di accoppiarsi con la Giumenta
ALFA. Solitamente solo i figli nati dall’accoppiamento tra ALFA, può nascere il futuro
ALFA. Lo Stallone è dominante, in quanto
mette in atto un “Codice” per poter comuni-
care con gli altri cavalli. Questo codice è stato
codificato, ed oggi possiamo diventare anche
noi degli ALFA e quindi dominare su di loro
senza utilizzare mezzi coercitivi strani. E’
importante diventare ALFA anche perché il
branco lo difende. Infatti lo Stallone ALFA,
è un individuo concentrico, e l’aspirazione
dei componenti del branco è quello di stare
vicino ad ALFA in quanto protettore e difensore, ed soggetto che da sicurezza. Man mano
che ci si allontana da ALFA, i componenti del
branco sono meno protetti e più soggetti ad
essere sacrificati ai predatori. Quelli che ho
chiamato nello schema “sfigati”, non sono dei
cavalli particolarmente sfortunati, ma sono
quei soggetti che, in base al loro status, sono
prossimi ad essere sacrificati. Solitamente in
basso ed ai margini della gerarchia, sono i
soggetti anziani, i puledri con difetti fisici, gli
altri solitamente sono difesi dalla giumenta,
e i cavalli che a seguito di incidenti sono di
impiccio al branco. E’ una società con regole
molto dure, in quanto il sacrificio del singolo,
permette la sopravvivenza del gruppo.
Per poter diminuire la percentuale di diffidenza che il cavallo ha nei nostri confronti, è
necessario, a mio avviso, capire meglio come
si comporta nella sua vita naturale, così facendo, possiamo riempire i cassetti della sua
memoria solo con esperienze positive.
S.M.
EQUITAZIONE
LETTIERA
BIOLOGICA
PERMANENTE
Ogni cavaliere sa quale sia l’importanza della
lettiera per il proprio cavallo.
La lettiera deve, innanzi tutto, avere una superficie comoda e morbida sulla quale poter
riposare e contemporaneamente avere igiene
e pulizia, non deve avere appetibilità e avere
una giusta umidità da trasmettere allo zoccolo
rendendolo sano, elastico e idratato.
Ma cos’è la Lettiera Biologica Permanente?
La Lettiera Biologica Permanente sfrutta l’attività di alcuni microrganismi vivi per eliminare
o ridurre sensibilmente gli inconvenienti che
si hanno in una lettiera permanente, quali, il
cattivo odore d’orine e feci.
Noi siamo abituati a pensare che microrganismi, tipo i batteri e i funghi, siano tutti pericolosi per il cavallo; fortunatamente non è così,
anzi è l’esatto contrario.
L’uomo e gli animali, vivono grazie alla presenza ed ad un rapporto di simbiosi con i microrganismi. Se ciò non fosse essi andrebbero
incontro a gravi disturbi metabolici che li condurrebbero alla morte.
I microrganismi sono, infatti, presenti, svolgendo un’attività metabolica in tutte le parti esterne e nelle cavità che hanno comunicazione con
l’esterno.
I microrganismi (batteri, funghi e lieviti) oltre a
stabilire un’attività metabolica, svolgono una
specifica azione d’inibizione verso eventuali
microrganismi patogeni impedendo eventuali
patologie.
I microrganismi non sono solo sull’epidermide
e nelle cavità esterne del corpo ma sono in tutto l’ambiente che ci circonda.
Nel terreno, per esempio, essi svolgono
un’azione di mineralizzazione e d’umificazione
della sostanza organica. In altre parole, nel nostro caso, s’instaura un ciclo biologico naturale
che trasforma la lettiera in terra.
Tutto questo è naturale e sano. L’uso di microrganismi specifici e selezionati permette
di accelerare questa trasformazione, evitando
che altri microrganismi indesiderati prendano
il sopravvento instaurando reazioni biologiche
sgradevoli che producono odori e putrefazioni
dannose per il cavallo.
L’uso degli enzimi permette quest’accelerazio-
ne. Le miscele di questi microrganismi si possono avere in due forme diverse: in polvere e in soluzione acquosa. Il preferire una forma all’altra
dipende da cosa stiamo facendo.
Se dobbiamo creare una nuova Lettiera Biologica Permanente è da preferire la forma liquida,
in quanto, essendo i microrganismi più attivi,
riescono a penetrare meglio nella lettiera secca e con scarsa umidità. Se invece abbiamo una
lettiera già efficiente è da preferire la forma in
polvere, perché i microrganismi si mantengono
più a lungo.
Come si realizza una Lettiera Biologica Permanente.
Per ottenere una Lettiera Biologica Permanente
al massimo della sua funzionalità occorre circa
un mese.
Come materiale si può usare: lolla di riso, truciolo, paglia.
Si inizia formando lo strato della lettiera con 4/5
sacchi di materiale per un box di 3x3, di seguito, giornalmente, si toglie il grosso ed il fradicio
arieggiando il materiale in modo da ossigenare
la lettiera stessa.
A questo punto:
1). Si arieggia il materiale ammucchiandolo sulle
pareti
2). Si bagnano le pareti, il pavimento ed il materiale con 200 ml. di soluzione al 10% enzimatica
3). Si spargono 200 gr. di polvere mischiandola molto bene con il materiale e pareggiando la
lettiera
4). Sul materiale pareggiato si spargono altri 100
gr. di polvere e si aggiunge un sacco di materiale
5). Ogni giorno si tolgono le feci, si pareggia la
lettiera lavorando solo sulla superficie e senza
scoprire la parte sottostante. Dopo 4 giorni si
spargono altri 150 gr. di polvere sui punti su cui
il cavallo orina di più e si ricopre con il materiale
asciutto accumulato sulle pareti
6). Aggiungere mezzo sacco di materiale
7). All’ottavo giorno si ripete l’operazione con
150 gr. di polvere aggiungendo mezzo sacco di
materiale
8). Al 12° giorno si aggiungono 150 gr. di polvere e mezzo sacco di materiale.
Così al 16° giorno e al 20° giorno.
Da questo momento la riuscita della lettiera dipende dall’altezza che deve essere di almeno
25 cm. calpestati.
Conclusioni
La creazione di una Lettiera Biologica Permanente porta notevoli vantaggi, sia per il cavallo che
nella conduzione della scuderia stesa.
Il cavallo riposerà in un ambiente certamente più
sano, in cui correrà meno rischi relativamente al
marciume del fettone e per il tarlo dello zoccolo. Inoltre sarà sempre con la giusta umidità ed
idratazione dello zoccolo, traducendosi in maggiore elasticità e minore rischio di setole e rotture meccaniche dello zoccolo.
La Lettiera Biologica Permanente, inoltre, porta
ad un notevole risparmio di materiale e di tempo
di manutenzione.
Maurizio Menegazzi
40
Allevatori a Verona
Dall’Amore per i Cavalli, dal deside-
rio di vederli sempre al nostro fianco
in nome di un antico patto che sancì
la profonda amicizia fondata sulla non
violenza e sul “rispetto” reciproco, ha
preso forma in seno alla più grande
espressione fieristica europea, quale
Fieracavalli Verona 2008, il
Progetto di “Salvaguardia boschiva,
Addestramento non violento, passione e rispetto per la Natura e per l’Ambiente” coniugati per la prima volta
grazie alla collaborazione tra NaturalIter, Sport Nazionale, l’Associazione
Regionale Allevatori d’Abruzzo (sez.
dell’Aquila), nonchè l’AnacaiTpr, per
l’ambizioso “sogno comune” di
inserire il “cavallo agricolo italiano”
nel Progetto di lavoro di Protezione
Civile come “animale da tiro socialmente utile”, al fine di dare risalto
alla razza tipica delle nostre terre non
più soltanto in termini di “animale
zootecnico da morfologia”, ma anche
e soprattutto in termini di animale da
“affezione”, approfittando della particolare propensione dei soggetti all’addestramento e per la naturale adattabilità degli stessi agli “attacchi”.
Impagabile la disponibilità di tutti i
membri delle Associazioni Allevatori
delle regioni Abruzzo e Lazio verso lo
staff di Sport Nazionale nel mettere a disposizione la massima professionalità ed i propri soggetti TPR, già
addestrati al Tiro, come Tatiana Sab,
di proprietà di Sandro Gentili, socio
attivo sia di CNSF sia dell’Associazione Allevatori del Lazio.
Interessante l’adesione di diversi ragazzi/e “under 15” della Provincia dell’Aquila, che partecipano attivamente
all’attività allevatoriale e di addestramento finalizzato al lavoro di Protezione Civile con animali da tiro e soma,
con una passione abbastanza insolita
che lascerebbe ben sperare per il fu-
turo nonostante l’attuale paesaggio
culturale e sociale non propriamente
confortante.
I miei ringraziamenti più sinceri vanno
al Direttore dell’ANACAITPR, Dr.
Giuseppe Pigozzi per la massima disponibilità mostrata nel “Progetto Attacchi” per la Salvaguardia Boschiva;
e a Piero Salvemme, Responsabile del
Settore Equini dell’ARA Abruzzo, per
il supporto organizzativo costante nella
formazione di unità equestri da tiro e
dei relativi conduttori.
Inutile nascondere la soddisfazione nel
vedere che il Progetto sta decollando e
che tante sono le forze coinvolte, tutte
orientate verso il fine comune di chi la
natura la ama davvero:
è proprio agli allevatori che va il mio
invito affinché sempre numerosi si attivino e portino avanti i propri soggetti
non solo al fine di migliorare la razza
ma anche e soprattutto di valorizzare
un cavallo generoso, duttile, morfologicamente rassicurante che da sempre
lavora a contatto con l’uomo dimostrando sempre grande fierezza, coraggio e
volontà di collaborare.
Dott.ssa Annalisa Parisi
EQUITAZIONE
Cavalli inutili
D
“ edicato a chi non ha voce per parlare, ma
ha occhi per comunicare tutto quello che di
importante c’ è da capire” Inizia così “Cavalli inutili ? Pascolo o macello : la necessità di
una scelta responsabile” il libro di Roberta
Revello che sarà presentato ufficialmente a
Fiera Cavalli di Verona venerdì 7 novembre
alle ore 13:00 nella Sala Horse Lounge Riders Club (sala VIP) nel padiglione 7B.
Seguirà un aperitivo ed alle ore 15,00 presso la Sala Vivaldi si svolgerà un Convegno
aperto a tutti, avente per tema : Il benessere del cavallo .
Roberta Revello, nata a Cesenatico nel
1971. attualmente vive in Sardegna. Laureata in scienze politiche scrive collaborando con diverse riviste.
Questa sua passione per la scrittura si ac-
compagna a quella per la natura e per gli
animali, il rapporto con i quali ha segnato
profondamente la sua vita. Vegetariana e
convinta ecologista perché rispettare ogni
forma di vita, il cui fascino non finisce mai
di sorprendere, significa amare e salvaguardare il pianeta sul quale
viviamo.
A.P.
Questa pubblicazione vuole essere un messaggio dedicato ai cavalli negletti e maltrattati, dando voce alla loro muta richiesta di
aiuto. Partendo dalla storia e dalle origini del
cavallo vengono esaminate le leggi attualmente vigenti tenendo presente purtroppo
che la normativa europea che entrerà in vigore nel 2009 definisce gli equini, siano essi
cavalli, asini, bardotti, muli, ALIMENTO, ed
è formulata per favorire gli allevamenti e la
movimentazione degli stessi verso i luoghi di
macellazione. Questo “libro denuncia” elenca invece come ci si dovrebbe relazionare
con questo animale, superando le modalità
di prepotenza e sfruttamento con le quali da
sempre l’uomo si rapporta con questa e altre
specie di viventi.
Alla presentazione del libro, in rappresentanza dell’ Associazione Vegetariana Italiana
onlus, interverrà il dott. Riccardo Trepidi.
Scuole d’Equitazione Regionali
Nella logica di divulgare maggiormente l’equitazione e permetterne la facilitazione d’accesso ad una più ampia
utenza, sono state istituite le SER (Scuola d’Equitazione Regionale), che possono essere costituite presso tutti
i Centri Ippici che ne fanno richiesta.
Requisiti minimi: - 1 recinto 20x40; - 1 tondino; - 10 cavalli;
- 5 box disponibili;
- 1 aula adeguata con supporti audio/video -o in convenzione con struttura ricettiva locale-;
- servizio foresteria per almeno 10 persone -o in convenzione con struttura ricettiva locale-;
- disporre di connessione internet funzionante).
Questi Centri ippici saranno sede esclusiva dei corsi di formazione organizzati da Sport Nazionale e/o
dalle associazioni in partnership.
La richiesta va inoltrata al Fiduciario regionale che, verificati i requisiti minimi, la inoltra
alla Segreteria Generale di Sport Nazionale per l’omologazione.
Per informazioni: 041 2621679
42
LE NOVITÀ !
Il
Dipartimento Equitazione è la prima
struttura di Sport Nazionale ad avviare la
regionalizzazione organizzativa di una delle 52 discipline sportive del Centro.
La fase è ancora sperimentale e sarà soggetta a future variazioni, nell’intento di offrire
sempre più e migliori servizi agli associati
e agli affiliati, nell’ottica di creare proficue
sinergie tra popolazione locale e le nostre
associazioni poste nel territorio.
Siamo convinti che la funzione istituzionale di ogni nostro associato travalichi la disciplina per la quale è preposto e si debba
integrare con il luogo nel quale opera e si
faccia promotore della cultura, delle tradizioni, delle specificità e delle necessità della
popolazione che vi risiede.
Così facendo si attuano i dettami della nostra Carta Deontologica, ci si rinnova e si
affrontano con maggiori possibilità di successo le difficoltà dell’improvvisa emergenza economica che attanaglia il mondo
intero.
Il dipartimento equitazione è così strutturato:
- Commissione Tecnica Nazionale Attività
Equestri
- Formatori
- Fiduciari Regionali
- Scuole d’Equitazione Regionali
- Agriturismi
- Centri ippici/Associazioni
- Quadri Tecnici
- Brevetti
- Soci
- Patente
- Passaporto Sportivo
Ognuna di queste figure ha la propria funzione e non può invadere le competenze
altrui. L’organizzazione tecnica è nazionale, per uniformarla su tutto il territorio
affinché sia aumentata la professionalità
di ciascuno mentre l’operatività è regionale
per avvicinare gli addetti alle singole realtà
locali.
- Commissione Tecnica Nazionale Attività
Equestri.
È presieduta da un fiduciario proposto dal
presidente nazionale e nominato dalla Giunta Esecutiva del C.N.S.Fiamma – Sport Na-
zionale.
È composta da tanti componenti, quante sono gli ambiti del dipartimento. I componenti sono
nominati dal presidente nazionale, su indicazione del presidente CTN.K
Attualmente i settori sono:
Settore
Cognome Nome
telefono
mail
Formazione
Segreteria Generale
0412621679
info@sportnazionale.it
Convenzioni
Scroccaro Patrizia
3470426500
patrizia@sportnazionale.it
EDA
Agnesio Claudio
3471166480
info@sportnazionale.it
Volteggio
Bassi Davide
3384580758
horsemandavid@libero.it
Veterinaria
Loperfido Francesco
3391029949
loperfido.francesco@libero.it
Protezione Civile
Parisi Annalisa
3288310252
annalisaparisi@tele2.it
Agriturismi
Rinaldi Angelo
3474948432
m.lamagni1@virgilio.it
Rievocazione Storica
Lana Salvatore
3200696566
salvatorelana@libero.it
Attacchi
Leggero Adriano
3472739380
sfrancisca@inwind.it
Mascalcia
Montemurro Emanuele
3394544719
giuseppedimarzio@gmail.com
Asini
Ivaldi Luigi Cesare
3486541769
info@ivaldi.com
Equitazione Naturale
Menegazzi Maurizio
3475243944
ptl@aruba.it
Comportamentista
Bajona Elena
3471715852
elena.bajona@animantia.it
- Formatori.
Sono le uniche figure preposte all’insegnamento nei nostri corsi di formazione. Il Centro,
attraverso stage e aggiornamenti periodici, provvederà ad implementarne il numero e le loro
competenze. Possono accedere alla qualifica di formatori tutte le Guide di Equiturismo e di
Equitazione da Campagna. Qualità richieste per i docenti sono la predisposizione all’insegnamento e la disponibilità di tempo. Il loro impiego avviene essenzialmente nella regione di
residenza, contribuendo così a contenere i costi logistici organizzativi dei corsi.
Essi rappresentano l’emanazione del Centro e devono, oltre alle materie tecniche per le quali
sono preposti, divulgare tra i corsisti la cultura di appartenenza ad uno dei maggiori e più
importanti enti sportivi italiani.
- Fiduciari Regionali.
Sono nominati dal presidente nazionale. Assolvono il compito di promotori ed organizzatori
degli eventi sul territorio regionale, incentivando il numero delle iniziative e la loro realizzazione attraverso i centri ippici affiliati.
Rappresentano il Dipartimento all’interno dei Comitati Regionali dell’Ente, danno il loro
benestare alla costituzione delle Scuole d’Equitazione Regionali (SER) , assegnano ad una o
l’altra SER il compito d’istituire i corsi formativi avendo l’accortezza di rendere tutte partecipi a questa crescita professionale ed evitando sovrapposizione di corsi.
Operano in sinergia con i colleghi delle regioni limitrofe per reperire sinergie e opportunità.
Presiedono i corsi di formazione e curano l’aggiornamento dei Tecnici.
EQUITAZIONE
Ruolo
Fiduciario Regionale
Regione
Cognome Nome
telefono
mail
Abruzzo
Parisi Annalisa
3288310252
annalisaparisi@tele2.it
“
“
Basilicata
Barbaro Michele
3382583161
michele.barbaro@tin.it
“
“
Calabria
Pugliese Fortunato
3473464329
cilap@libero.it
“
“
Campania
Maturi Donatella
3479170891
drmaturi@virgilio.it
“
“
E. Romagna
Azubel Diego
3477165299
info@scuderiesantandrea.it
“
“
Friuli V.G
Gargottich Alessandro
3491467475
friuli@sportnazionale.it
“
“
Lazio
Iacovelli Achille
3472712792
a.iacovelli@mclink.it
“
“
Liguria
Coregli Vanessa
3481132540
Fax 0107092132 ladyjb@libero.it
“
“
Lombardia
Lamagni Mariangela
3474948432
m.lamagni1@virgilio.it
“
“
Marche
Olori Massimo
3296219546
massimo.olori@libero.it
“
“
Molise
Maturi Francesco
3479170890
francesco.maturi@alice.it
“
“
Piemonte
Sussetto Luca
3489147698
lemasche@libero.it
“
“
Puglia
Lana Salvatore
3200696566
salvatorelana@libero.it
“
“
Sardegna
Marongiu Domenico
3477726102
trad.popolari@tiscali.it
“
“
Sicilia
Roggio Mario
3288299842
marioroggio@aiasaugusta.it
“
“
Toscana
Muscia Raimondo
3402300999
rai_ann@tiscali.it
“
“
Trentino A.A.
Querini Silvano
3383363800
querinisrl@libero.it
“
“
Umbria
Garognoli Marino
3480130268
m.garognoli@montone.org
“
“
Valle d’ Aosta
Barrovecchio Alberto
3472213766
eldorado8@libero.it
“
“
Veneto
Menegazzi Maurizio
3475243944
ptl@aruba.it
- Scuole d’Equitazione Regionali.
Nella logica di divulgare maggiormente l’equitazione e permetterne la facilitazione d’accesso ad una più ampia utenza, sono state istituite le
SER (Scuola d’Equitazione Regionale), che possono essere costituite presso tutti i Centri Ippici che ne fanno richiesta.
Requisiti minimi richiesi:
- 1 recinto 20x40;
- 1 tondino;
- 10 cavalli;
- 5 box disponibili;
- 1 aula adeguata con supporti audio/video -o in convenzione con struttura ricettiva locale-;
- servizio foresteria per almeno 10 persone -o in convenzione con struttura ricettiva locale-;
- disporre di connessione internet funzionante).
Questi Centri ippici saranno sede dei corsi di formazione organizzati da Sport Nazionale e/o dalle associazioni in partnership.
La richiesta va sottoposta al Fiduciario regionale che, verificati i requisiti minimi, la inoltra alla Segreteria Generale di Sport Nazionale per
l’omologazione.
- Agriturismi.
È consentito a queste aziende di avvalersi, senza alcuna discriminazione, di tutti i servizi forniti dal Centro ai propri affiliati. Usufruiscono
quindi delle coperture assicurative, dell’attività formativa, dell’assistenza amministrativa, possono divenire SER.
Inoltre si avvalgono della funzione turistica e della promozione agro-alimentare ed eno-gastronomiche, avviate dal settore ludico-ricreativo
dell’Ente. Al pari delle associazioni dispongono di propri tecnici: Agritec, che svolgono specifiche mansioni di accompagnatore e istruttore
d’equitazione.
- Centri ippici/Associazioni.
Appartengono a questa categoria tutte le associazioni, regolarmente costituite con proprio statuto che operano nell’equitazione. Possono essere anche associazioni affiliate alla Fise o a primarie organizzazioni equestri, purché non in diretta concorrenza con Sport Nazionale. Godono di tutti i vantaggi previsti
per qualsiasi associazione affiliata, possono –avendone i requisiti- divenire SER e quindi ospitare i corsi di formazione del Centro. Partecipano attivamente
alla vita associativa del Centro. Devono disporre di propri Quadri Tecnici, riconosciuti da Sport Nazionale.
44
Per i Centri Ippici di nuova costituzione, la deroga alla norma di possedere al
342/2000 (consultabile al seguente link: http://www.parlamento.it/leggi/
questo termine il presidente del circolo ippico deve provvedere a far formare
Tecnici/Istruttori/Ufficiali di Gara che svolgono la loro attività attraverso
proprio interno è ammessa per un periodo non superiore ad anni uno. Entro
dei propri associati. Nel frattempo la copertura tecnica è offerta dal Fiduciario Regionale o da altro Tecnico.
- Quadri Tecnici.
I Quadri Tecnici di Sport Nazionale sono così composti:
Settore Equitazione di Base
Tecnico di Equiturismo, Tecnico di Equitazione di Campagna di 1° livello
Tecnico di Equitazione di Campagna di 2° livello
Settore Turismo Ambientale
Accompagnatore di Equiturismo
Guida di Equiturismo
00342l.htm ) che stabilisce e ribadisce in modo inequivocabile che per i soli
Associazioni Sportive Dilettantistiche possono avvalersi dei benefici fiscali
derivanti (per esempio di dover dichiarare solo la parte eccedente i 7.500
euro annui, derivanti dai rimborsi spese o emolumenti).
Ulteriore legittimità ad operare è sancito dalla L.R. n. 61 del 01/10/2002 art.
8-3° comma sancisce che nelle palestre, nelle sale ginniche e nelle strutture
sportive aperte al pubblico (quindi anche i circoli ippici) dietro pagamento
di corrispettivi a qualsiasi titolo, anche sotto forma di quote sociali di adesione, i corsi finalizzati al miglioramento dell’efficienza fisica devono essere
svolti con la presenza di un istruttore qualificato o di un istruttore specifico
di disciplina. Del medesimo tenore è la L.R. (Puglia) del 04/12/’6 n. 33 art.
10 (consultabile al seguente sito: http://www.regione.puglia.it/burp_doc/pdf/
xxxvii/N161suppl_06_12_06.pdf ), la L.R. (Emilia R.) del 25/02/2000 n. 13
art. 10) e anche dell’Abruzzo...
Equitazione per Diversamente Abili (E.D.A.)
- Soci.
Tecnico EDA di 1° Liv.
–emessa dallo stesso centro ippico o agriturismo-, possono svolgere le funzio-
Operatore E.D.A.
Tecnico EDA di 2 Liv.
Tecnico EDA di 3 Liv.
Istruttore E.D.A.
Settore Attacchi da Lavoro
Operatore Tecnico di Base per Attacchi da Lavoro
Tecnico di Attacchi da Lavoro di 1° Liv.
Tecnico di Attacchi da Lavoto di 2° Liv.
Settore Mascalcia
Tecnico di Mascalcia di 1° livello
Tecnico di Mascalcia di 2° livello
Tecnico di Mascalcia di 3° livello
Tecnico di Mascalcia di 4° livello
Settore Ippiatrico
Assistente Ippiatra di 1° livello
Assistente Ippiatra di 2° livello
Settore Equitazione Naturale e Comportamento Equino
Operato d’Eqiitazione Naturale
Comportamentista Equino
Settore Asino
Operatore di Attività Assistita con l’Asino
Accompagnatore Turistico Ambientale Someggiato
Settore Agriturismo
Sono le persone che, in possesso della patente/tessera associativa dell’Ente
ni indicate nella tessera e ad usufruire dei servizi e dell’assistenza prevista
per ogni socio.
La qualifica di socio è regolamentata dallo Statuto e dal Regolamento Organico del Centro. Ogni socio deve attenersi alle disposizioni ivi indicate,
adottare i principi elencati nella Carta Deontologica dei Valori e operare per
lo sviluppo della disciplina sportiva praticata e di Sport Nazionale. Anche i
fruitori dei servizi agrituristici, è un socio.
- Patente.
Autorizzazione a montare A1
Tutti i centri affiliati e tutti i quadri tecnici sono tenuti obbligatoriamente a
rilasciare la patente A1
(unitamente alla Tessera Sociale) a chiunque partecipi ad una qualunque
attività equestre in seno al nostro Ente. Il costo della suddetta patente sarà
relativo all’opzione assicurativa scelta (Combinazione 3 oppure combinazioni superiori) che consentirà di aumentare il massimale di assicurazione infortunio. Per il rilascio è richiesto il certificato medico.
Pur nel rispetto delle vigenti normative e nell’obbligatorietà assicurativa per
ogni persona che svolge attività sportiva, sono esonerati dalla produzione
della certificazione medica, le persone che frequentano temporaneamente il
centro e per le quali va emessa la copertura assicurativa temporanea.
Tale autorizzazione certifica:
• L’appartenenza ad un centro/associazione.
• La partecipazione, del possessore, ad un corso di avviamento;
• Dà diritto al possessore di usufruire dell’assicurazione prevista e depositata
nella segreteria del centro di appartenenza, in base all’opzione scelta.
Operatore Agritec
Abilitazione a montare A2
- Brevetti.
nico di Equiturismo, previa la frequenza ad un corso pratico/teorico della
Qualificano i nostri Quadri Tecnici a svolgere le mansioni per le quali sono
stati brevettati. Il loro costo annuo è di 65 euro (100 euro complessivi se in
possesso di più brevetti). Periodicamente è necessario provvedere alla partecipazione di corsi di aggiornamento.
I nostri titoli sono validi ai sensi e per gli effetti dell’art.37 “m” Legge
Viene rilasciata dall’Accompagnatore di T.E, dalla Guida di T.E. o dal Tecdurata minima di 40 ore che certifichi, come suo scopo finale, la buona conoscenza e scioltezza alle 3 andature. E’ obbligatorio il possesso del certificato
medico.
Il costo della suddetta patente sarà relativo alla combinazione assicurativa
scelta. Tale autorizzazione:
EQUITAZIONE
• Certifica l’appartenenza ad un centro/associazione.
• Da diritto al possessore di usufruire dell’assicurazione prevista e depositata
nella segreteria del centro di appartenenza.
• Certifica la capacità Tecnica di montare alle tre andature con scioltezza ed
equilibrio
• Certifica conoscenze di base di ippologia e tecnica equestre teorica.
Abilitazione a montare A3
Viene rilasciata, previo esame comunicato al Fiduciario Reg.le, trascorsi almeno
3 mesi di possesso della patente A2 durante i quali è previsto obbligatoriamente:
• Frequentare un Corso di Turismo Equestre di 50 ore con il rilascio del relativo
attestato;
• Aver effettuato almeno n° 2 trekking (*) di almeno 2 giorni. con il rilascio del
relativo attestato;
• Frequentare un Corso Specialistico di 50 ore con il rilascio del relativo attestato;
• Esame Teorico-Pratico (con il Fiduciario Reg.le o suo delegato e il Tecnico o
Accompagnatore che presenta i candidati).
(*) Il trekking per essere valido deve essere stato preventivamente comunicato
alla Commissione
Tecnica Naz.le.
Tale autorizzazione:
• Certifica l’appartenenza ad un centro/associazione.
• Da diritto al possessore di usufruire dell’assicurazione prevista e depositata
nella segreteria del centro di appartenenza.
• Certifica la capacità di montare alle tre andature, in campagna, con scioltezza
ed equilibrio
• Certifica di saper affrontare con sicurezza difficoltà naturali.
• Certifica di saper gestire autonomamente il proprio cavallo durante dei
Trekking
• Certifica di avere conoscenze approfondite di ippologia e tecnica equestre teorica.
• Certifica il possesso di un brevetto di specialità.
- Passaporto Sportivo.
Ogni tesserato deve possedere il Passaporto Sportivo. È il suo curriculum, di-
mostrabile a tutti, in qualsiasi momento. Viene rilasciato dal circolo di appartenenza.
Il Passaporto è la sintesi della tua professionalità, mostralo con orgoglio perché
vi è racchiusa la storia delle esperienze, delle attività praticate e dei risultati da
te conseguiti.
I tuoi successi personali, con certificazione originale, sono il miglior lasciapassa-
re per chi pratica sport. Portalo sempre con te e non dimenticarti di farlo vidima-
re dall’organizzatore di ogni manifestazione sportiva o di evento che partecipi,
diverrà lo scrigno ideale, dove racchiudi i tuoi tesori.
Portalo sempre con te, soprattutto quando pratichi l’attività sportiva o ricreati-
va, darai maggiore valenza alle tue competenze, e potrai esibirlo dimostrando la
padronanza dei requisiti che ti verranno richiesti. In mezzo a tanti, tu sarai uno
dei pochi a possederlo, e farai parte di una comunità speciale.
Ti servirà anche per crescere all’interno della nostra Organizzazione
L’attività
della rievocazione
storica
Il cavallo è stato fondamentale nella storia dell’uomo, la sua
presenza nelle rievocazioni storiche è oggi di grande impatto ed
importanza, tuttavia quasi sempre, il rievocatore a cavallo, ancor
più del rievocatore “appiedato” (in genere più attento e fedele alla
ricostruzione storica), non ha ben chiare le caratteristiche basilari
dell’epoca rappresentata, cadendo in una serie di falsi storici ed
affidando alla spettacolarità delle acrobazie compiute l’oneroso
compito di rimediare alle mancanze ricostruttive avute.
Esiste invece, almeno a partire dal XIV sec., un ampia letteratura
sull’argomento, si tratta solo di iniziare a seguire un percorso un
po’ più rigoroso o se vogliamo, virtuoso, che ci porti ad una fedeltà
sempre maggiore, senza per questo rinunciare all’impatto spettacolare dei nostri interventi. Potremmo riassumere questo concetto nel termine inglese “educainment” neologismo che abbina le
parole education (educazione) ed entertainment (intrattenimento).
Educazione quindi attraverso l’intrattenimento, ma anche intrattenimento attraverso l’educazione.
Oggi più che mai questo è richiesto al rievocatore, e questo è l’elemento discriminante sul quale l’organizzatore di un evento rievocativo potrà basare le sue scelte. Non più quindi solo stuntman
ed abili cascatori, ma anche educatori storici. A coloro che intendo avvicinarsi a questo settore con professionalità, in base alla
propria attività di provenienza, occorrerà pertanto colmare uno o
l’altro aspetto, arricchendo le proprie conoscenze storiche se si è
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abili acrobati, o le proprie abilità acrobatiche se
si è dei meri conoscitori di ciò che è stato. Il tutto, per meglio comprendere come veicolare oggi
questo messaggio, in un connubio che, come già
detto, deve sposare la spettacolarità alla veridicità, ottenendo un prodotto di crescente qualità
per intrattenimento e promozione storica.
Nasce da qui l’idea di una rubrica continuativa
su Sport Nazionale, che sia dedicata alla rievocazione storica a cavallo e che possa essere un
punto di riferimento per quanti, in maniera più o
meno continuativa, approdano in questo settore.
Una rubrica dedicata a chi vorrebbe intraprendere una attività legata all’equitazione storica
e spettacolare, intendendo per tale attività, la
ricostruzione di tornei, giostre, palii, sfilate e di
tutti quegli avvenimenti che prevedano la presenza di cavalli e cavalieri.
È questa la prima fra le attività curate dal neo
costituito settore “Equitazione Storica e Spettacolare” in seno al Dipartimento di Equitazione di Sport Nazionale. Fra le attività alle quali
questo settore si dedicherà grande spazio sarà
infatti dato alla ricerca; fra gli obiettivi, valutare
quanto oggi è possibile riprendere dalle antiche
tradizioni equestri ed inserire nei tre contesti di
promozione storica, spettacolo ed agonismo, che
fin dal XIII sec. erano già insiti e ben delineati
nell’ambito delle varie attività a cavallo.
Chiaramente un azione degna di attenzione in tal
senso, non può oggi essere avulsa dal panorama
internazionale e diversi sono i partner internazionali con i quali si lavorerà per un progetto comune, che condivida obbiettivi comuni.
Giostre e Tornei: fra elementi di guerra, sport e
spettacolo
Cominciamo col dire che sul piano fenomenologico uno “scontro” può avvenire tra coppie
di duellanti o fra due gruppi contrapposti; può
prevedere l’uso di un solo tipo di arma (lancia o
spada) o di più tipi insieme o in momenti diversi; può esser condotto da cavalieri, o da gente a
piedi, o da entrambi.
Anche il livello di pericolosità degli scontri è
programmato: in quelli nei quali il contenuto giudiziario prevale, o ci si scontra per la conquista
di un territorio, è previsto il combattimento ad
oltranza (cioè fino all’esaurimento delle forze di
uno dei due contendenti,
o anche al decesso o del maggior numero degli
individui coinvolti). È comunque solitamente documentato, dal XIII secolo in poi, il crescere dell’uso del combattimento ad armi “cortesi”, cioè
spuntate o non affilate. Elementi irrinunciabili
di qualunque battaglia simulata sono: la scelta
e la eventuale delimitazione tramite steccato
EQUITAZIONE
di un campo, nel quale valgono regole specifiche; l’adozione di una normativa e la scelta di
un “maestro di campo” che la faccia rispettare;
la codificazione di una serie di elementi spettacolari nell’abbigliamento dei partecipanti e nella
cornice del gioco.
In questo contesto una funzione sempre più importante, dal Trecento in poi, è riservata all’araldica e all’emblematica: in origine forse tecniche
atte a riconoscere il combattente, poi sempre
più elaborati sistemi di segni volti a distinguerne
i programmi, le identità etico-culturali, i messaggi allegorico-politici.
Il carattere agonistico-spettacolare di giostre e
tornei e pertanto ben delineato già dalle origini
e ne favorì l’inserimento negli intrattenimenti
indetti sia in occasione di avvenimenti connessi
con la loro identità guerresca, quali celebrazioni
di vittorie o investiture di cavalieri, sia in concomitanza con ricorrenze gioiose concernenti la
famiglia del Principe (nozze e battesimi) o la visita nella città di personaggi illustri. In entrambi
i casi l’omaggio, vuoi ai vincitori, vuoi alla casa
regnante o al visitatore di riguardo, era evidenziato dalla posizione preminente che questi personaggi, raccolti in un palco d’onore appositamente predisposto e addobbato, occupavano tra
il pubblico.
Quanto alle armature si nota, tra XII e XVII secolo, lo stesso processo teso a divaricare la distanza tra quelle da guerra e quelle da battaglia
simulata.
A partire dal Cinquecento, con l’ormai completa
armatura “a piastre”, l’uso dello scudo diventa
pleonastico e tende a scomparire dallo scontro
quando non viene comunque mantenuto, in dimensioni molto ridotte, come supporto dell’insegna araldica, a sua volta però molto più presente
nel cimiero (sull’elmo).
Tendono anche a scomparire le difese da gamba, anche perché con tale accorgimento si vuol
sottolineare che l’area da colpire, nella figura
del giostrante, è esclusivamente quella toracica.
Infine, un indirizzo tecnico-stilistico inaugurato
nel Trecento ma che giunge al suo acme nel
Cinquecento introduce nell’armamento difensivo (specie nella “corazza”, cioè nel sistema di
difesa toracico-dorsale, e nel cimiero, che tende
a trasformarsi in cresta) una serie di elementi
archeologico-antichizzanti, di citazioni desunte
dall’armamento greco-romano.
Ne risulta uno stile sincretistico nuovo, che comporta soluzioni funzionali ed estetiche talora bizzarre, talora di alto effetto spettacolare.
Da quanto detto è emerso quindi che:
Il carattere “spettacolare” delle attività a cavallo
non è ricercato solo oggi, ma precoce nell’evoluzione degli scontri a cavallo;
Il carattere “sportivo” degli scontri a cavallo
(al quale oggi, almeno in Italia, non è dedicata
molta attenzione), è anch’esso precoce nell’evoluzione degli scontri, camminando di pari passo
con quello “spettacolare”;
Il carattere “storico rievocativo” non è appannaggio solo dei nostri giorni.
Affermazioni queste che ci devono invitare ad un
opportuno equilibrio fra i vari elementi, calibrato
di volta in volta in base all’epoca ed al contesto
rappresentato.
M° Salvatore Lana
Maestro d’Armi
Settore Equitazione Storica e Spettacolare
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SCHERMA
Triestina di nascita, una “mula” nata il primo settembre del 1979, Margherita Granbassi è un’appassionata schermitrice ita-
liana. Specializzata nel fioretto, ha recentemente conquistato due medaglie di bronzo olimpiche a Pechino 2008.
Cresce nell’Associazione Sport Udinese, sotto la guida del Maestro Andrea Magro; dal 2001 è invece in forza nel gruppo sportivo dei Carabinieri e allenata da Giulio Tomassini.
Nelle categorie giovanili ha vinto 3 titoli nazionali Under20, un argento ai Mondiali Cadetti e un argento ai Mondiali Giovani e
per 2 volte si è aggiudicata la classifica finale della Coppa del Mondo Giovani.
A livello senior individuale si è affermata vincendo la Coppa del Mondo 2005, dopo il 10° posto ai Mondiali 2003 e alla XXVIII
Olimpiade. Tra le vittorie a squadre: le Universiadi 1999 (argento nel 2001), l’Europeo 2001 e il Mondiale 2004 e più recentemente 2005 ha conquistato il primo posto nel Campionato Europeo a squadre. Raggiunge nel Ranking mondiale il primo posto
il 16 maggio 2005.
Al campionato mondiale di scherma 2006 svoltosi a Torino si è laureata campionessa mondiale di fioretto femminile, battendo
dapprima in semifinale Giovanna Trillini, poi in finale Valentina Vezzali.
Nel 2007 ottiene le medaglie di bronzo (individuale ed a squadre) ai Campionati Europei di Gand ed il secondo posto e quindi
la medaglia d’Argento al Mondiale di San Pietroburgo 2007 nuovamente contro Valentina Vezzali.
L’11 agosto 2008 si è qualificata per le semifinali di fioretto individuale dei giochi della XXIX Olimpiade; eliminata dalla Vezzali, ha conquistato nella finale per il 3° posto la medaglia di bronzo sconfiggendo per 15 a 12 l’altra italiana Giovanna Trillini.
Il 16 agosto sempre nell’ambito di Pechino 2008 vince il bronzo anche nella gara a squadre. Nell’autunno del 2008, ex abrupto,
intraprende la carriera giornalistica, entrando a far parte dell’edizione 2008-2009 della trasmissione Anno Zero su Rai Due al
fianco di Michele Santoro, prendendo il posto di Beatrice Borromeo.
A seguito di questa partecipazione, e a causa del fatto che i Carabinieri non le concedono l’aspettativa fino a giugno 2009 da lei
richiesta, il 15 ottobre 2008, Margherita si congeda dall’Arma.
Il Medagliere
OLIMPIADI Atene 2004: 10a individuale
Pechino 2008: 3° individuale e 3° gara a squadre
CAMPIONATI DEL MONDO
Lisbona 2002: 22a individuale, 7a a squadre
L’Havana 2003: 10a individuale, 4a a squadre
New York 2004: oro a squadre
Lipsia 2005: 17a individuale, 7a a squadre
Torino 2006: oro individuale, argento a squadre
CAMPIONATI DEL MONDO GIOVANI
Puerto de la Cruz Tenerife 1997: bronzo a squadre
Valencia Venezuela 1998: argento a squadre
Keszthely 1999: argento individuale, bronzo a squadre
CAMPIONATI DEL MONDO CADETTI
Parigi 1995: argento individuale
CAMPIONATI EUROPEI
Coblenza 2001: oro a squadre
Mosca 2002: 6a a squadre
Copenhagen 2004: 9a individuale, bronzo a squadre
Zalaegerszeg 2005: 18a individuale, oro a squadre
UNIVERSIADI
Palma de Mallorca 1999: oro a squadre
Pechino 2001: argento a squadre
Izmir 2005: argento individuale, oro a squadre
COPPA DEL MONDO
2002-2003: 14a (12a San Pietroburgo, 41a Torino, 7a Atene, 14a Salisburgo, 12a Budapest, 12a
Parigi, 34a Lipsia, 19a Buenos Aires, 18a New
York, 3a L’Havana)
2003-2004: 9a (7a Aqaba, 6a Como, 10a Salisburgo, 19a Seoul, 6a Shangai, 11a Atene, 6a
Fukui, 3a San Pietroburgo, 7a Marsiglia, 9a Lipsia, 33a Budapest, 17a New York, 5a L’Havana)
2004-2005: 1a (1a Seoul, 9a Shangai, 3a Tokyo, 3a San Pietroburgo, 9a Danzica, 5a Salisburgo, 9a Budapest, 9a Las Vegas)
2005-2006: 7a (9a Seoul, 13a Shangai, 3a Tokyo, 9a Salisburgo, 6a San Pietroburgo, 21a
Lipsia, 19a Danzica, 12a Marsiglia, 10a Las
Vegas, 12 a L’Havana, 1a Torino)
2006-2007: 6a Salisburgo, 11a Danzica, 18a
San Pietroburgo, 9a Marsiglia, 1a Seoul, 3a
Shangai, 9a Tokyo, 9a L’Havana, 3a Las Vegas
CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI
2000: bronzo individuale, bronzo a squadre
2001: 6a individuale
2002: 6a individuale
2003: 27a individuale, argento a squadre
2004: bronzo individuale, oro a squadre
2005: argento individuale
2006: bronzo individuale
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NOTIZIE FLASH
Villaggio Italia:
incontro con i campioni di Pechino 2008
“Villaggio Italia”, realizzata dall’associazione di volontariato Andromeda Regione Veneto onlus di Padova
dal 17 al 27
settembre 2008, è stato un progetto che ha consentito la creazione di “ un salotto urbano” che ha visto la partecipazione di
numerose personalità politiche ed istituzionali che si sono confrontate su varie tematiche locali e nazionali, fra le quali la
lotta contro la droga e contro gli spacciatori sempre più numerosi nella nostra città.
L’evento è stato volutamente realizzato vicino alla famigerata via Anelli per aiutare i cittadini padovani a riappropriarsi di un
rione oramai da tempo soggetto a degrado e delinquenza causati principalmente dalla presenza di immigrati clandestini.
Non poteva mancare all’interno di questo significativo momento sociale la testimonianza di coloro che vivono seguendo sani
stili di vita e praticando, dunque, attività sportiva a livello agonistico.
Sabato 20 settembre “Villaggio Italia” ha, così, presentato alcuni medagliati delle ultime olimpiadi di Pechino 2008, fra i
quali ricordiamo Chiara Cainero, oro nel tiro a volo, Andrea Minguzzi, oro nella lotta Greco -Romana , Andrea Facchin bronzo
nella canoa, Simone Raineri argento nel canottaggio, Margherita Granbassi, 2 bronzi nel fioretto.
La serata, moderata dal giornalista Dimitri Canello del Corriere della Sera, ha visto un positivo dibattito e confronto fra
alcuni dei migliori rappresentanti dello sport italiano ed il pubblico, fra i quali vi erano tanti giovani appartenenti alle polisportive cittadine e provinciali.
Il messaggio dei campioni è stato molto chiaro : qualsiasi obiettivo di vita che ognuno si propone di raggiungere necessita
di impegno, fatica, determinazione, costanza. Solo così si ottengono importanti traguardi e soddisfazioni che possono maggiormente rinforzare la propria personalità e autostima.
La serata ha rispettato l’obiettivo di “Villaggio Italia”mettendo in risalto il concetto che, anche nello sport, la droga è solo un
aiuto ingannevole e non concreto e che il suo uso causa nel tempo, non solo peggioramento nelle prestazioni, ma danneggia
irrimediabilmente la psiche, senza risultati veramente concreti.
Infatti molta parte del dibattito è ruotata intorno al concetto di doping e di droga e quindi del tentativo, in atto, nel mondo
sportivo degli ultimi anni di cambiare e spesso mutare a proprio favore le performances sportive.
E così, Andromeda ha potuto ancora una volta rimanere fedele alla sua visione programmatica che ruota intorno alla sicurezza, che non è solo quella data dalla tranquillità nelle nostre città e quindi dalla prevenzione delle cause sociali dei crimini,
ma anche l’esaltazione di una vita sana e piena di valori, in questo caso sportivi. L’essenza dello sport, infatti, è quella di
competere, in maniera spesso anche dura – questo il messaggio dei campioni olimpionici. Ma il traguardo della vittoria non
deve mai diventare foriero di danni né fisici né mentali, soprattutto oggi, in una società basata sull’apparenza e sul relativismo più spietato.
Concludendo non possiamo che ringraziare doverosamente questi campioni glorie per tutti gli italiani e per la nostra nazione.
Ass. Andromeda
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NOTIZIE FLASH
Scherma e Teatro
il 14 e 15 Febbraio interessante stage in Puglia
Un importante master class sul duello scenico si terrà in Puglia ad Oria (BR) il 14 e 15
FERRARA 7 / 8 FEBBRAIO 2009
“FESTA IN FIERA” LA FIERA PER TUTTI
Per l’ingresso ridotto ritagliate l’inserzione e
presentatelo alla cassa
Febbraio prossimo. Fra i docenti Ran Arthur Braun, di origini israeliane, uno dei maggiori
coreografi europei. Recentemente ha pubblicato il volume “L’arte scenica del combattimento”, in collaborazione con il M° Antonio Merendoni.
Ran, formatosi alla prestigiosa scuola di Tony Wolf, coreografo di combattimento per la
trilogia cinematografica “Il Signore degli Anelli”, è il principale fondatore della Scuola
Brancaleoni, centro internazionale per il combattimento teatrale e storico ed organizza
seminari internazionali dedicati alle diverse sfumature dell’arte scenica del combattimento.
A promuovere la Master Class, il Maestro d’Arme Salvatore Lana che sull’argomento
dichiara:
Rappresentare adeguatamente un duello sulla scena di un teatro, o sul set cinematografico, è cosa assai difficile e che richiede un allenamento specifico da parte degli
attori che partecipano alla coreografia. Perfetta sincronia dei movimenti e ritmo scenico
devono formare un connubio ben riuscito affinché il duello risulti realistico ed avvincente. I dettagli storici devono poi essere ricostruiti filologicamente con scrupolosità ed
attenzione ai particolari, attingendo a fonti attendibili ed all’esperienza di chi conosce
l’evoluzione della scherma nelle diverse epoche. È questo il ruolo della figura del Maestro d’Armi nel teatro e nel cinema, settori che sovente ricorrono alla rappresentazione
del duello d’onore, o di altro genere di confronto schermistico tra due avversari.
Ogni scena di duello richiede un lungo lavoro di preparazione quanto all’ambientazione
ed alla scelta di un corredo di armi ed abbigliamento adeguati all’epoca ed al contesto
storico e geografico, ma soprattutto richiede un perfetto interscambio tra gli attori, avversari nella finzione scenica, ma indispensabilmente partners affiatati nella coreografia
schermistica.
La scissione tra l’istintualità nel portare l’arma e nell’interpretazione dell’antagonismo
tra i rivali da un lato, ed il prodursi di un ritmo scenico nell’ambito di una coreografia
prestabilita dall’altro, è la cifra principale del lavoro del maestro che si applica ad insegnare agli attori.
Le difficoltà iniziali si superano col progredire della confidenza con l’arma da parte dell’attore, confidenza che non può darsi che attraverso l’esercizio schermistico in se stesso. L’acquisizione dei fondamentali tecnici è infatti la base indispensabile per il realismo
dei movimenti e, naturalmente, per l’esecuzione in sicurezza della coreografia.
Solo dopo aver imparato a portare l’arma, l’attore sarà in grado di concepire il rischio che
deriva dal suo maneggio, benché strumento di finzione scenica reso inoffensivo. L’arma
è intrinsecamente pericolosa ed imparare a conoscerne il feedback è il primo passo verso la capacità di interpretare un duellante, insieme naturalmente all’acquisizione degli
altri fondamentali tecnico-schermistici relativi alla correttezza della postura, sia statica
che dinamica.
Come si è detto è lo studio dell’epoca storica a fornire i limiti di libertà espressiva e scenografica, ed il confronto con i trattati (o, se disponibili, le illustrazioni dell’epoca) è solo
il punto di partenza per una riproduzione approfondita della scherma dell’epoca sotto la
guida di un maestro esperto.
Per informazioni contattare il M° Lana al 320/0696566
o tramite mail a puglia@sportnazionale.it
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LE SOCIETA’ CI
Palermo
Pechino
Nel mese di settembre il M° Bruno Marmeni è stato ospite d’onore ai Giochi Paralimpici, invito fatto dal Presidente del Comitato
Paralimpico Internazionale, Sir Philip Craven.
Durante i Giochi vi sono state delle conviviali
organizzate dai vari Comitati Paralimpici Nazionali.
Il maestro Carmeni è stato ospite del Comitato
Paralimpico Cinese e della Federazione Sport
non Vedenti Cinese.
In questa occasione ha ricevuto un ennesimo
riconoscimento.
Nella riproduzione in oro vi sono dodici atlete
sorde ed alcune non vedenti che si sono allineate a rappresentare una sola persona come
una divinità dalle 24 braccia.
A consegnare tale riconoscimento è stata la
signora Chai Ling.
Questo ennesimo riconoscimento ottenuto dalla delegazione che ha conquistato il maggior
numero di medaglie, sia ai Giochi Olimpici che
Paralimpici, attesta la stima internazionale della quale gode il maestro Carmeni.
Salerno
Si è svolta il 3 Dicembre a Salerno presso
la sala “G. Bottiglieri” di Palazzo Sant’Agostino, la cerimonia di consegna delle Benemerenze Sportive del C. O. N. I. del 2008.
L’evento è stato promosso dal Comitato Provinciale del C. O. N. I. di Salerno presenziato da
Guglielmo Talento.
Tra i vincitori delle Benemerenze Sportive
spicca il nome del Presidente Regionale della
Campania C. N. S. Fiamma Sport Nazionale
Dr. Vincenzo Mancuso “Distintivo di Bronzo”
nella categoria Cittadini.
Un uomo che ha saputo distinguersi nello
Sport, oltre che per l’impegno e la passione,
anche per i valori di lealtà, rispetto e correttezza. Come da tradizione a fine anno il C.O.N.I.
Provinciale premia gli atleti, dirigenti, tecnici,
cittadini, ufficiali di gara ed associazioni spor-
tive che si sono distinti nel 2008. Inoltre è un occasione importante per incontrarsi e scambiarsi
gli auguri tra tutti gli attori dello sport.
Tantissime le autorità presenti in sala che
sono state coinvolte nella consegna dei vari
premi.
Pescara
Acquisizione di diploma istruttore e di patente
internazionale istruttore danza classica, moderna, jazz e folkloristica formazione coreografica
teatro ginnastica aerobica e generale.
I corsi e stages si svolgeranno nel fine settimana
e saranno suddivisi in 1°, 2° e 3° livello;
La durata dei corsi è di 2, 4 o 6 mesi a seconda
del livello scelto;
Lo svolgimento dei corsi avrà luogo presso le
seguenti sedi: palestra “I.A.M.A.& D.A.” in Via
S.Stefano n° 5 – Silvi Marina (TE) e palestra
“W.A.S.C.A. International” in Via Renato Berardinucci 103/1 – Pescara; L’inizio dei corsi è
fissato con inizio il 24 Gennaio 2009 ore 10.00
presso la palestra “I.A.M.A.& D.A.” di Silvi Marina (TE) in Via S.Stefano n° 5.
La Direzione Tecnica Internazionale è stata
affidata alla pluri-campionessa TETIANA
SHCHUKINA COCIERGNINA, operante
in Italia già da diversi anni, proveniente dalla famosa Filarmonica Ucraina (fucina dei più grandi
ballerini del mondo), nonchè vincitrice del grande Festival della Danza in ex Unione Sovietica
nel 1985.Tutti gli interessati potranno richiedere
informazioni dettagliate sulla durata dei corsi, i
costi ed i requisiti necessari di partecipazione,
contattando la Segreteria al n° 328/7167040 (responsabile associazione I.A.M.A.&.D.A.).Coloro
che supereranno gli esami finali riceveranno il
pass internazionale ed il diploma internazionale
con certificazione europea.
Venerdì 10 ottobre 2008 presso la Palestra di
Atletica Pesante di Palermo, si concluso il secondo corso di Difesa Personale per il Corpo di
Polizia Municipale di Palermo.
Provenienti da svariati reparti del Comando, gli
operatori della Polizia Municipale si sono ritrovati ogni giorno, per un periodo di 10 giorni per
complessive 60 ore di studio teorico-pratico sulla difesa personale, a seguire le lezioni dei docenti anch’essi appartenenti al Corpo di Polizia
Municipale.
Diritto Penale, Psicologia Applicata, e tantissima
pratica sono stati gli argomenti e il risultato è
stato straordinario sia per la costanza mostrata
dai partecipanti che per gli sforzi fisici profusi
specialmente per coloro i quali che da molto
tempo non praticavano attività motoria.
32 i partecipanti a questo secondo corso (29
settembre - 10ottobre 2008) che hanno acquisito gli elementi base di 1° livello che prevede
il metodo M.G.A. (Metodo Globale Autodifesa)
integrate da alcune tecniche specifiche per la
difesa dell’arma e l’ammanettamento e come
per il corso precedente, anche questo secondo
appuntamento ha riscontrato un forte interesse
da parte di tutti i partecipanti.
Nella giornata di chiusura gli operatori della Polizia Municipale hanno dato un saggio di ciò che
avevano appreso durante il corso guadagnandosi
un meritato plauso, cedendo di fatto il testimone
ad altri 34 colleghi che da lunedì 13 ottobre daranno vita al terzo corso di Difesa Personale.
San Vito Lo Capo (TP)
Una bellissima giornata estiva ha tenuto a battesimo la prima edizione del Triathlon Sprint San
Vito Lo Capo “ Memorial Roberto Miceli “sulla
distanza di 750m nuoto, 20 km bici e 5 km corsa,
organizzato dal Triathlon Team Trapani e dall’Hotel Mediterraneo in collaborazione con l’ Associazione Operatori Turistici Sanvitesi e il Centro
Nazionale Sportivo Fiamma . A scrivere il primo
nome nell’albo d’ oro dei vincitori un atleta pre-
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SCRIVONO
stigioso di caratura internazionale del C.S. Carabinieri, Giuseppe Ferraro campione mondiale
nel 2007, che si è aggiudicato la gara nel tempo
di 58’12” precedendo nell’ordine Vincenzo Dolce
dell’Iron Team Palermo, Enrico Vinciguerra e Davide Caragliano del Cus Catania, Martino Goretti
Canottieri Irno; migliore dei Trapanesi Vincenzo
Bua ventiduesimo.
In campo femminile una straordinaria Flavia
Fernandes, Brasiliana di buon livello, dell’Iron
Team Palermo in 1h06’35”, addirittura decima
assoluta, ha staccato nettamente Maria Grazia
Prestigiacomo dell’Atletica Mondello e Giusi
Sanfilippo del Sport Estreme Catania.
La manifestazione, valida per il campionato
regionale giovani ed Age-Group e campionato
regionale Fiamma, ha visto assegnare i titoli a
Noemi Sercia fra le allieve e Federica Cerniglaro
fra le cadette del Triathlon Team Trapani, a Igor
Palisano (allievi) e Salvatore Levantino (cadetti)
della Sport Virtus e Riccardo Guglielmino del GS
Sicilia Triathlon fra gli Junior.
Angela Li Destri (Sport Estreme CT), Maria Grazia Prestigiacomo (Atletica Mondello), Giusi
Sanfilippo (Sport Estreme CT), Gabriella Mazza
(Multisport CT), Matteo Giammona (Sport Virus),
Giovanni Giordano (Iron Team Pa), Francesco
Borrello (Siracusa Triathlon), Matteo Campo
(Triathlon Team TP), Vito Siracusa (Triathlon
Team TP), Nicolo’ Badagliacco (Nadir Palermo),
Daniele Enriquez (Sport Virtus), Enrico Vinciguerra (Cus Catania), Vincenzo Dolce (Iron Team Pa)
si sono aggiudicati i titoli regionali
age-group. In apertura si è disputata la finale del
circuito Tri-Kids Isole Cup che ha visto vincere
nei cuccioli Luigi Stabile del Triteam Tp e Maria
Colaianni dell’Atletica Mondello, negli esordienti Andrea Cernigliaro del Triteam Tp e Federica
Buscaino dell’Aquarius Nuoto Tp, nei ragazzi
Alessio Costa dell’Atletica Mondello e Martina
Tartaglia dell’Aquarius Nuoto Tp.
Molto apprezzato da tutti i triathleti ed accompagnatori il ristoro finale a base principalmente
di Cous Cous, nota pietanza locale, messo magistralmente a disposizione dalla Famiglia Miceli, promotore dell’evento, a cui va un doveroso
ringraziamento per aver dato la possibilita’ di
far conoscere questa meravigliosa disciplina e
questo angolo incantevole della nostra Provincia
con il suo splendido mare.