SN numero 16 - Sport Nazionale
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SN numero 16 - Sport Nazionale
Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46) art. 1, comma 1 CNS-VE. In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di venezia cmp detentore del conto per la restituzione previo pagamento resi bimestrale - n°16 - gennaio/febbraio 2009 - Euro 3,00 Softair sviluppi di un gioco Equitazione le scuole regionali Interviste Marco Carta e Ignazio La Russa finalmente un albo istruttori Subacquea Abbonamenti - 5 copie € 10,00 9633 copie di questo numero spedite per abbonamento postale SPORT NAZIONALE In copertina ragazza Softair Stampato per conto del: CENTRO NAZIONALE SPORTIVO FIAMMA SPORT NAZIONALE ANNO V Gennaio - Febbraio 2009 Numero 16 Direttore Responsabile: Paolo Lazzaro Direttore Editoriale: Vito Orlando Comitato di Direzione: Fiorenzo Pesce, Stefano Tringali, Roberto Avena, Antonio Albano, Achille Reali, Ilario Lazzaroni, Cesare Mevoli Redazione: Via Panisperna, 209 - 00184 Roma Fax 06 23328443 Amministrazione: Via Panisperna, 209 - 00184 Roma Fax 06 23328443 Grafica ed impaginazione: Mauro Andrighetti - Tel.041 928384 mail: andrighettiferrarese@libero.it Archivio fotografico: Sport Nazionale Stampa: Comp Editoriale Veneta Via Cappelletto, 12 - 30170 Mestre (VE) Tel 041 2517411 Editore: 1000 Idee S.r.l. Via Tevere, 2/C - 30173 Mestre (VE) Pubblicità: 1000 Idee S.r.l. Via Tevere, 2/C - 30173 Mestre (VE) Fax 06 23328443 tel. 0412621679 mail: info@1000idee.net InvioArticoli e Foto: Sport Nazionale C.P. 235 Mestre 8 - 30170 Mestre (VE) Tel. 041 2621679 mail: info@sportnazionale.it Copie Stampate: 30.000 Distribuzione: Abbonamento Postale Registrazione: Tribunale di Venezia N° 30 del 2/10/06 Iscrizione al ROC n° 17639 del 25.11.2008 ALLE SOCIETÁ AFFILIATE DIVENTA PROTAGONISTA Attraverso le nostre pagine hai l’opportunità di raggiungere un numero infinito di appassionati. Siamo un formidabile veicolo di comunicazione, e tutto questo può essere a tua disposizione. Stampiamo annualmente 150.000 copie e bimestralmente raggiungiamo 30.000 diversi utenti, di cui 10.000 con abbonamento postale. Stimiamo che i nostri lettori superano le 35.000 unità, con dati in continua crescita. Diventa protagonista due volte, la prima nel realizzare il tuo evento, la seconda nel raccontarlo ai nostri lettori. Diventa il nostro inviato speciale sul tuo territorio, inviaci le notizie, i tuoi articoli e le più belle foto che disponi. SOMMARIO 6 8 12 17 19 25 34 36 41 48 49 Intervista 6 - Marco Carta Softair 7 - Difendiamo la natura 8 - Cos’è questa disciplina 10 - I corsi qualificati 11 - Softair in fiera 12 - Le calzature 14 - Militaria Expo Ferrara 17 - L’intervista al Ministro La Russa 18 - Il Re soldato 19 - Le armi NBC Subacquea 20 - L’Albo istruttori 21 - Un’immersione in Ungheria Arti marziali 27 - Memorial Falcone Borsellino 29 - L’isola che non c’è 31 - Ju jutsu a Mosca 32 - Takemusu Ju jutsu 34 - Kimono d’oro 35 - Karate Shotokan 36 - Kobudo e Krav Maga Equitazione 37 - EquiEtologia 39 - Lettiera biologica 40 - Allevatori a Verona 41 - Cavalli inutili - SER 43 - Dipartimento equitazione Notizie 47 - Vita di una campionessa 48 - Villaggio Italia 49 - Scherma e teatro 50 - Le società ci scrivono 4 04 Siamo ormai giunti al quinto anno della nostra rivista. Inizialmente nata in sordina e discontinua nelle sue uscite poi, sempre più consistente per pagine, argomentazioni e cadenza. Da due anni ha ormai consolidato la caratteristica bimestrale e si è dotata di una simpatica e funzionale veste grafica, implementando continuamente il numero dei lettori e degli abbonati, che oggi superano le 10.000 unità. Un successo dovuto a tanti amici appassionati che hanno creduto in questa esperienza editoriale “anomala”. Infatti, essa rappresenta il mondo sportivo praticato e non teorizzato o quello sterile amministrativo. Ci contrapponiamo alla burocratizzazione dello sport perché è il vero doping dello sport di base. La rivista rappresenta la parte sana della nazione, la quale desidera fare attività motoria per piacere, per il proprio benessere fisico e psichico. I nostri atleti non ipotecano il proprio futuro e la loro vita per raggiungere un risultato effimero, vogliono raggiungere gli obiettivi prefissati senza compromessi e senza distruggersi la vita. Nel praticare l’attività sportiva il fine non è la borsa o la gloria, è semplicemente la passione e il desiderio di fornire un senso compiuto alla propria esistenza. Spesso sono gli sport minori a stimolare i sentimenti degli atleti e a coinvolgerli in discipline che non li faranno mai divenire ricchi o famosi ma perseguire lo sport vero, quello che raccontiamo in queste pagine. Ecco l’importanza della nostra missione: essere vicini a chi lo sport lo pratica davvero e raccontare le loro storie. Questo è il successo di Sport Nazionale, rivista anomala perché non è specifica di alcuna disciplina ma le coinvolge tutte e spesso soccorre una o l’altra attività, fornendo spazio redazionale, per farle maggiormente conoscere e aiutarle d essere meglio divulgate. Attorno ad essa si forgia e si consolida un mondo umano che s’erge come una barriera contro il dilagare dell’indifferenza e della massificazione. Dare voce alle loro attività è sinonimo di una cultura di controinformazione che vuole salvare le individuali tradizioni dei piccoli gruppi, che tutti assieme formano la vera ricchezza del patrimonio umano italiano. EDITORIALE LETTERA AGLI ASSOCIATI Questo numero lo dedichiamo al Softair, una disciplina sportiva che ha la sua anzianità ma relativamente nuova per il nostro Centro. Su sollecitazione di alcune società affiliate ho iniziato ad interessarmi di questo sport e, unitamente ad alcuni esperti collaboratori ho iniziato ad addentrarmi in questo mondo particolare, sfatando preconcetti ed errate interpretazioni che la collettività può avanzare. Innanzi tutto ho scoperto uno spirito molto giovanile, anche se alcuni appassionati anagraficamente non possono più definirsi tali. Nel contempo ho trovato un mondo abbandonato a sé stesso, persone vilmente utilizzate e sfruttate per ingrossare il tesseramento di una o l’altra organizzazione, persone lasciate sole con i loro problemi, o volutamente informate male. Non immaginavo che esistessero nel panorama sportivo italiano situazioni simili. In un incontro con Traversa, Battista, Ivassich e Bellina, miei punti di riferimento, abbiamo deciso di scendere in campo con tutta la forza e l’impegno di un Ente storico ed importante qual è Sport Nazionale. Il primo quesito che ci siamo posti è stato: come possiamo aiutare i gruppi del softair? Di cosa hanno veramente necessità? A queste domande le risposte sono arrivate automatiche. Studiare una specifica assicurazione infortuni, realizzare un supporto amministrativo e informativo in grado di legittimarli e non porli in condizioni di rischio giudiziario, operare in due direzioni creando il settore amatoriale e il settore agonistico attraver- so uno specifico percorso formativo per arrivare ad offrire loro un vero campionato italiano, attivarsi con le amministrazioni locali e i privati per individuare luoghi di gioco, realizzare delle partnership commerciali per contenere i costi dei prodotti. Tutte questioni importanti e delicate, alcune delle quali anche impegnative per tempi, energie ed economie. Ci siamo detti: ma noi non siamo i paladini dello sport? E dove possiamo meglio operare se non dove c’è effettivamente bisogno della nostra esperienza? Le linee strategiche adottate sono due: la prima cercare di risolvere le problematiche di questi gruppi. Per alcune la cosa è facile, per altre ci vorrà del tempo ma l’importante è aver iniziato. La seconda è costituire una struttura (GAS) alla quale è affiancato l’Ente ma senza ingerenza e che opera lasciando piena autonomia a tutte le società affiliate, anche a quelle aderenti ad altre organizzazioni che possono fruire dei nostri servizi e partecipare alle nostre attività. C’interessa potenziare e divulgare la disciplina e non porre una bandierina sul territorio. La nostra discesa in campo ha scompaginato le lobby esistenti che, nell’accorgersi di aver disdegnato per troppo tempo un settore, anziché recuperare il tempo perduto e operare con serietà hanno pensato di avviare una fasulla campagna denigratoria nei nostri confronti. Ci hanno fatto un bellissimo regalo e ci hanno impresso una spinta eccezionale perché le persone ragionano con la propria testa e non si fanno condizionare dalle sole parole. Questo ci ha consentito di ricevere in pochissimo tempo un gran numero di nuove affiliazioni e, con esse, di aumentare la schiera dei nostri collaboratori, alcuni veramente competenti. Quindi accogliamo questi nuovi associati tra le nostre attività e, l’invito che rivolgo a tutte le altre associazioni, è di aiutarli a raggiungere i loro e i nostri obiettivi. Fiorenzo Pesce Presidente Nazionale 504 NEWS COMUNICAZIONI DALLA SEGRETERIA GENERALE Novità per le Associazioni Decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 “Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale”pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 29 novembre 2008 - Suppl. Ordinario n. 263/L Con il DL 185/08 “anticrisi”, il Governo, ha modificato parzialmente il rapporto delle associazioni con il Fisco. In particolare (comma 4. art 30 del citato decreto 185) ha soppresso l’art 7 del precedente dl 136/04 che assegnava al Coni il compito di “certificatore” dell’attività senza fini di lucro delle associazioni sportive dilettantistiche. In pratica, per beneficiare delle agevolazioni fiscali si può presentare direttamente all’Ufficio delle Entrate competente per territorio un modello contenete dati certi e verificabili sull’effettiva non commerciabilità dell’associazione. Per sostenere le associazioni affiliate, in questa delicata fase di trasformazione, la Segreteria Generale è a disposizione per fornire supporto e , eventualmente compilare i previsti modelli. Si immagina che a questo decreto possono seguire alcuni emendamenti. La Segreteria vi terrà aggiornati attraverso il Gestionale Amministrativo. A titolo informativo si riporta l’ art 30 (già in vigore) e copia dell’art 7 (soppresso). Art. 30. (in vigore) Controlli sui circoli privati 1. I corrispettivi, le quote e i contributi di cui all’articolo 148 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e all’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 non sono imponibili a condizione che gli enti associativi siano in possesso dei requisiti qualificanti previsti dalla normativa tributaria e che trasmettano per via telematica all’Agenzia delle entrate i dati e le notizie rilevanti ai fini fiscali mediante un apposito modello da approvare entro il 31 gennaio 2009 con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate. 2. Con il medesimo provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono stabiliti i tempi e le modalità di trasmissione del modello di cui al comma 1, anche da parte delle associazioni già costituite alla data di entrata in vigore della presente legge, nonché le modalità di comunicazione da parte dell’Agenzia delle entrate dell’esclusione dai benefici fiscali in mancanza dei presupposti previsti dalla vigente normativa. 3. L’onere della trasmissione di cui al comma 1 è assolto anche dalle società sportive dilettantistiche di cui all’articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289. 4. L’articolo 7 del decreto legge 28 maggio 2004, n. 136, convertito dalla legge 27 luglio 2004, n. 186, è soppresso. 5. La disposizione di cui all’articolo 10, comma 8, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, si applica alle associazioni e alle altre organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266 che non svolgono attività commerciali diverse da quelle marginali individuate con decreto interministeriale 25 maggio 1995 e che trasmettono i dati e le notizie rilevanti ai fini fiscali ai sensi del comma 1. Sei un’associazione ? Sei un circolo? Hai diversi associati? Vuoi entrare nel turismo senza costi? TI OFFR IAMO L A POSSIBILITÀ DI DIVENIRE UN UFFICIO DEL TUR ISMO SOCIALE DI SPORT NA ZIONALE Inoltre, se desideri rivendere attraverso noi il tuo prodotto sportivo, oggi in Italia ai nostri associati e domani all’estero, ti offriamo una corsia preferenziale. Contatta la Segreteria: tel. 041 2621679 mail info@sportnazionale.it 6 ATTUALITÀ INTERVISTA Marco Carta e` un ragazzo giovane che a soli ven- menti difficili nella vita, cosa ti sentiresti di dire per ad esempio, titre` anni ha le idee chiare sulla vita e forse anche correre loro incontro? cinque soul, quattro blues per questo ha saputo ottenere un notevole successo Quando una persona ha un grande trauma spesso si e tre brani di musica italiana. in poco tempo. La sua determinazione e la sua bravura rifugia nella trasgressione e alle volte anche nella Nel tuo album d’esordio, “Ti rincontrero`”, che e` uscil’hanno portato a vincere l’edizione 2008 di “AMICI” droga come senso di proibizione e come sfogo. La to il 13 giugno di questo anno, fra le quattro canzoni nel mese di aprile e nel mese di luglio il “Disco d’oro” cosa piu` importante e`, invece, il non lasciarsi anda- inedite quale hai sentito e vissuto di piu` al momento col suo primo album “Ti rincontrero`” (Warner Music). re. Bisogna pensare alle cose sane e belle della vita e della composizione del testo? Il 3 ottobre ha pubblicato il suo secondo album, “in non a cio` che e` un’illusione di poche ore. Nella scelta degli inediti all’inizio mi ha colpito molto Concerto” (CD+DVD), tratto dal concerto tenutosi a La determinazione e la grinta che hai dimostrato nel “Ti rincontrero`”; ora, invece, per me e` difficile doCagliari lo scorso 6 luglio che e` stato un vero trionfo. voler diventare a tutti i costi un cantante, ti hanno verne scegliere uno in particolare perche` sono come Ascoltiamolo ora che e` nel pieno del suo successo. portato a fare anni di sacrifici per prendere l’aereo quattro figli ed ognuno mi da emozioni diverse. Ritieni di essere un ragazzo fortunato o avresti voluto e raggiungere, cosi`, le località dei provini; in parti- Ti senti un romantico e sei un po’ geloso? Credi di arrivare prima a questo successo? colare so che hai lottato ben cinque anni per poter trasmettere a sufficienza questo tuo modo di essere Si`, sono un ragazzo fortunato; se fossi arrivato prima partecipare alla trasmissione “Amici” di Maria De Fi- nelle canzoni? Forse sono belle anche perche` sono al successo di “AMICI” non avrei saputo gestirlo, lippi. C’e` un motivo per cui hai scelto proprio questa vere! quindi va bene cosi`. trasmissione? Si`, hai voglia!!! “Ti pretendo”, ad esempio, e` gelo- Scavando nel tuo passato, ho saputo che hai vissuto Si` certo! Adoro Maria mi piace per come parla, per sissima invece “Io amo” e` romanticissima. due esperienze molto tristi: la perdita di tuo papa`, a come ti cattura con la sua voce: e` magnifica; a parte La cover “Mi ritorni in mente” e` un po’ un omaggio al soli otto anni, e quella di tua mamma, a dieci. Quanto cio`, per fare oggi il cantante e partire da zero ci vuole tuo idolo Lucio Battisti che, se non sbaglio, era anche ha inciso su di te questa esperienza sul piano un fondo, un fondo con delle conoscenze, ed anche dei quello di tua mamma. Ti riconosci in questo cantante professionale? soldi, che in una realtà come la Sardegna non spesso per i testi, per la musicalità delle sue canzoni o sem- Tanto, perche` mia madre mi ha trasmesso una certa si trovano perche` e` un po’ tagliata fuori dal mondo. plicemente lo apprezzi per la piacevolezza musicale? determinazione nel lavoro, pero’ c’e` da dire che quel- Ho provato a fare Sanremo ma anche li` ci volevano Mi riconosco molto nel suo genere musicale. Io lo dela che metto nelle cose che faccio sicuramente deriva tanti soldi ed una serie di cose che io non avevo. finisco semplicemente un genio della musica. dalla situazione che ho vissuto in seguito alla morte “Amici” invece, non ti chiede tutto questo: e` come se Marco Carta e` anche stato di recente protagonista dei miei genitori. prendesse dei talenti dalla strada e desse loro tutto di MarcoCarta@YourSchool, un live inedito Cosa significa per te cantare? Cioe`, quando canti cio` di cui hanno bisogno. Per questo ho scelto la tra- ed esclusivo che il giovane cantante ha tenuto per la cosa provi, cosa senti? smissione di “Amici”. prima volta all’interno di una scuola di fronte alle Io non ho mai fatto surf ma se canto e vocalizzo un Quando componi una canzone pensi al pubblico che ti telecamere di MTV e che si puo` visionare on acuto ho la stessa sensazione di quando un surfista ascoltera`? Intendo dire se decidi a priori di indirizzar- line su mtv.it/live. arriva all’apice di un’onda e poi la cavalca. ti ad un particolare pubblico (giovane, meno giovane, Canto come evasione dalla quotidianità e dai proble- mamme ecc.) o questo non ti interessa? mi della vita o canto come forma di rigenerazione di Io, al mio pubblico ci tengo. Quando esterno una cosa noi stessi? non viene modificata per piacere ad altri anche se mi Non lo so spiegare; e` una cosa troppo bella per me, pongo sempre la domanda : “questi contenuti possono sia quando canto da solo in una stanza vuota che in piacere”? A questo punto decido, semmai, di mettere mezzo a tanta gente. Certo devo dire che quando ci o non mettere una canzone nel mio album ma non di sono persone ad ascoltarmi questo mi carica ulterior- modificare il mio pensiero. mente. Comunque il canto genera in me vibrazioni Il timbro rauco della tua voce e la tua attenzione per dappertutto; ripeto e` un vero piacere. le cosiddette “voci nere”, tra le quali apprezzi quella In seguito alle esperienze di vita da te vissute ti senti- di Michael Bolton e di Fausto Leali, pensi che ti porteresti di affermare che il canto puo` essere una valida ranno a spostare la tua musica verso il blues? terapia da seguire per chi ha dovuto affrontare dure A me piace molto il soul, amo anche la musica italiana realtà? perche` sono cresciuto a pane e Vasco Rossi. Mia ma- La chiamerei “Sing Terapy”. Secondo me il canto po- dre era fissata con Lucio Battisti ed ascoltava sempre trebbe servire come terapia, come antidepressivo; le sue canzoni e la musica italiana in genere, quindi ovviamente ti deve piacere altrimenti una persona si credo che la passione per la musica sia genetica. Non deprime ancora di piu`. esistono pero` solo il bianco e il nero, c’e` anche il gri- Ai tanti ragazzi come te che hanno dovuto vivere mo- gio, quindi in un album di dodici tracce posso mettere, MONICA GARAVAGLIA 7 SOFTAIR Qualifichiamo la disciplina attraverso la difesa ambientale Particolare attenzione dev’essere po- sta dai softgunner –coloro che praticano lo sport del softair- all’ambiente di gioco, soprattutto se questo si svolge all’aperto e in contesti naturali o in determinati luoghi paesaggistici. Tutti sappiamo che la plastica ha rivoluzionato l’esistenza di ogni cittadino, re-inventando contenitori e abbattendo il costo dei trasporti e dello spazio. A questi vantaggi si è aggiunta la realizzazione di nuovi oggetti, permettendo di migliorare la qualità della vita. Un mondo costruito sul petrolio e dei suoi derivati. Non poteva mancare anche nel softair la sostituzione dei tradizionali pallini di ceramica e di alluminio, con quelli di plastica. A differenza degli oggetti di maggiori dimensioni, questi ultimi difficilmente hanno la possibilità di essere raccolti e il loro destino è legato inesorabilmente alla terra che li avvolge, a testimoniare che in quel punto alcuni giovani si sono divertiti a giocare alla guerra. Eredità che non possiamo lasciare alle future generazioni. L’alternativa al divieto del gioco in ambienti aperti è quello di utilizzare esclusivamente pallini biodegradabili. Questa drastica soluzione dev’essere considerata nel pieno della sua gravità da parte di tutti i softergunner e in particolare da quanti organizzano i gruppi o i giochi. Personalmente, come cittadino, detesto trovare sacchetti di nailon nella battigia di una spiaggia o bottiglie di plastica abbandonate nelle boscaglie. Se fossi costretto a scegliere tra due sole soluzioni: trovare i pallini di plastica sotto le foglie cadute in un bosco e il divieto di gioco all’aperto, non avrei dubbi perché nessuno ha il diritto di inquinare il patrimonio naturale, che appartiene a tutti. Fortunatamente la tecnica è arrivata a produrre pallini di buona qualità e dalle ottime prestazioni, riuscendo a rendere degradabili i proiettili delle ASG. Oggi non sussistono più scuse per il loro utilizzo, si reperiscono facilmente nei negozi specializzati o altrettanto si acquistano da internet. Necessariamente dobbiamo sorvegliare i nostri colleghi affinché facciano uso dei biodegradabili nei giochi all’aperto e, dobbiamo farlo da subito prima che divieti ci obbligano a misurarci esclusivamente in spazi chiusi, impossibili duplicati di ambienti naturali. Questo è un valido motivo affinché ognuno di noi utilizzi solo pallini bio e svolga una funzione di custode della natura isolando quanti non rispecchiano questa necessità collettiva. Non si devono accettare scuse sul loro costo elevato, è sufficiente sparare qualche colpo in meno per ottenere la medesima proporzione di costo/divertimento. Se il loro utilizzo fosse diffuso, di fronte ad un mercato così ampio, anche le aziende investirebbero nella ricerca di prodotti sempre più facilmente degradabili e le leggi di mercato consentirebbero una consistente contrazione dei prezzi. Come GAS abbiamo sposato la politica della difesa ambientale intelligente, facciamo utilizzare solo pallini biodegradabili e per promuoverli ci siamo adattati a divenire distributori di BB bio, facendoli produrre per noi in grandi quantità e distribuendoli direttamente ai gruppi, superando la rete commerciale, adottando lo slogan “dal produttore al consumatore”, molto in uso in questi momenti di crisi. Oggi distribuiamo un prodotto di buona qualità biodegradabile ad un costo di poco superiore alla media dei pallini tradizionali, e siamo convinti che l’amore verso il softair si dimostri con fatti concreti. Questa è un’opportunità che riserviamo a tutti i softgunner, affinché a nessuno venga l’idea di toglierci il divertimento di giocare all’aria aperta e in mezzo alla natura. Giulio Tozzato Pallini da Softair atossici e biodegradabili omologati da Sport Nazionale - visita il sito www.softairnazionale.it 8 04 Questa strana disciplina, tra gioco e sport Il softair (airsoft in inglese), è l’evoluzione dei giochi maschili dell’infanzia arricchiti dall’esperienza dei giocatori e dalla tecnologia, sempre più vicina alla simulazione della guerra. È uno sport sociale, cioè di gruppo ma che investe ogni giocatore di un particolare ruolo all’interno della squadra, esaltandone predisposizioni e particolarità. L’utilizzo di attrezzatura, quali fedeli repliche di armi tattiche e strategiche negli ambienti urbani o naturali e l’obiettivo di conquista o difesa delle postazioni, unito all’abbigliamento rigorosamente militare, lo rendono uno dei giochi più completi e disinteressati del panorama sportivo italiano. Non essendo una disciplina sportiva dal Coni ed essendo impossibile che venga riconosciuta tale almeno per i prossimi cinquant’anni subisce l’influenza negativa di alcuni enti di promozione sportiva che fanno apparire il proprio riconoscimento quale riconoscimento diretto del Coni al softair. Così non è e si gioca sottilmente su questo aspetto per far credere ai softgunner degli status che in verità non corrispondono alla realtà. Il softair è un gioco e per divenire una disciplina sportiva deve dotarsi di regole, arbitraggi, omologazione ed unificazione delle attrezzature, omologazione dei campi di gioco (vi immaginate se ogni società di calcio disponesse di impianti sportivi diversi gli uni dagli altri? Il caos che regnerebbe in campi così difformi uni dagli altri?) e di una buona accettazione da parte della comunità. La Boxe o la Kick sono discipline sportive violente perché di contrasto, il softair paragonato a queste è un gioco da educande, eppure loro sono accettate come tali dalla società e, attraverso le federazioni nazionali, sono finanziate dal Coni. Il softair è ancora considerato un’attività di esaltati e di guerrafondai, non esiste una federazione e non c’è alcun finanziamento da parte del Coni. Ecco perché è necessario far chiarezza su quest’aspetto. L’errata comunicazione e informazione degli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni sembra voluta per tenere sotto tono il settore e usarlo quale bacino di tesseramento, senza portare un reale beneficio ai softgunner. Da queste considerazioni è sorta la necessità di dar vita ai GAS. Poiché è prematura la costituzione di una federazione, che ancora oggi sarebbe di parte, i Gruppi Autonomi Softair hanno l’obiettivo di preparare il terreno a questa futura realtà. Per far questo è necessario far prima condividere e uniformare le regole, realizzare un credibile regolamento e dotarsi di un ferreo arbitraggio. Per raggiungere tali obiettivi, il percorso è ancora lungo. L’apertura delle attività dei GAS a tutti i softgunner e ai gruppi, senza distinzione di appartenenza, va in questa direzione. Il gioco, essendo vietato il contatto fisico tra i partecipanti, è innocuo e non violento, e si basa essenzialmente sulla lealtà e correttezza sportiva di ogni giocatore che è obbligato ad “autodichiararsi colpito”, manifestando a voce e a gesti la sua eliminazione in conseguenza dell’impatto di pallini avversari sul suo corpo, buffetteria e fucile, pena la squalifica, ed è tenuto a mantenere un atteggiamento di massima correttezza nei confronti di compagni ed avversari, per evitare il rischio di infortuni derivanti da un uso scorretto di attrezzature e protezioni. Le partite possono avere obiettivi diversi: si va dall’impossessarsi della bandiera altrui, ad effettuare vere e proprie pattuglie di ricognizione per conquistare obiettivi di diversa natura (bandiere, testimoni, materiali, eccetera) naturalmente “neutralizzando” gli avversari bersagliandoli con le apposite armi giocattolo ed eliminandoli così dal gioco. Il softair è basato sulla correttezza del singolo giocatore, dato che non sempre si uti- lizzano pallini coloranti, non esiste alcun modo per provare oggettivamente che l’avversario sia stato colpito e l’etica del giocatore subentra a questa mancanza, auto-dichiarandosi colpito quando avverte l’impatto del pallino e abbandonando l’area di gioco, evitando di collaborare e comunicare in alcun modo con i propri compagni ancora impegnati nell’azione. Chi agisce disonestamente, se individuato può essere discriminato ed emarginato dagli altri giocatori; può anche essere espulso dal gioco o nei casi più gravi, dall’associazione di appartenenza. Le repliche, armi-giocattolo riproduzioni più o meno fedeli di quelle vere realizzate con sofisticate tecnologie sono acquistabili in molti negozi d’armi, di giocattoli o via internet. Ce ne sono di tutti i gusti e per tutte le tasche, ovviamente la qualità e la longevità delle parti è commisurata al prezzo. Esiste un fiorente mercato dell’usato, perché ogni softgunner è sempre rivolto a migliorare le proprie dotazioni. Sparano proiettili sferici di peso variabile tra 0,12-0,30 grammi e dal diametro di quasi 6 millimetri in ceramica, alluminio o plastica e ultimamente sta facendosi strada l’utilizzo di pallini biodegradabili, a sottolineare la predisposizione ambientalistica di questi giocatori. La normativa italiana le considera armi non offensive, che devono essere sottoposte ai test e all’iter burocratico previsto per questo genere di strumenti. In Italia l’energia con la quale il pallino può essere sparato deve essere inferiore ad 1 J (joule). Possono utilizzare indistintamente l’energia dell’aria compressa (gas), della carica elettrica o meccanica della molla. La sicurezza del giocatore viene garantita dagli occhiali protettivi, con lenti a due strati, o meglio ancora delle maschere gran facciali per proteggere tutto il viso. Nonostante la pratica preveda l’uso di protezioni adeguate e le armi siano di potenza assai ridotta, si tratta pur sempre di uno sport in ambiente aperto, per cui possono verificarsi occasionalmente incidenti come slogature e graffi. Alle maschere è possibile e consiglia- SOFTAIR bile integrare l’uso di elmetti, corpetti per proteggere le parti del corpo più deboli ed evitare di colpire l’avversario ad una distanza inferiore ai 4 metri. Esistono infinite tipologie di gioco, limitate solo dalla fantasia degli organizzatori, queste sono le più comuni e apprezzate dai softgunner: • Cattura della bandiera o della postazione avversaria che può essere: 1. Attaccanti contro Difensori: viene posta una bandiera obiettivo, la difesa vince se l’attacco non conquista la bandiera entro un tempo limite prefissato 2.Doppio Attacco/Difesa: con due Bandiere, vince chi cattura la bandiera nemica e la riporta al proprio campo • Deathmatch a squadre, in cui vince chi elimina tutta la squadra (senza “rinascita” dei giocatori) o chi elimina più avversari (con “rinascita”) • Liberazione di un prigioniero • Distruzione della squadra avversaria • Tutti contro tutti Possono essere anche organizzati scenari che riproducono azioni reali della storia militare, o immaginarie azioni di forze speciali. Per via della disponibilità di equipaggiamento, che copre soprattutto il periodo degli ultimi cinquant’anni della storia, gli scenari rappresentano soprattutto forze occidentali contro generici “terroristi” o forze Nato contro forze del Patti di Varsavia. Alcuni giocatori si specializzano in uno di questi ruoli, arrivando a comporre il proprio equipaggiamento in conseguenza del ruolo giocato: gli “occidentali” usano principalmente repliche di armi statunitensi o europee, mentre i cosiddetti terrorisit prediligono armi russe, e tra queste l’AK 47. Analoga scelta viene effettuata per le uniformi. Oltre all’arma di dotazione e delle protezioni, il softgunner deve disporre di uno o più caricatori e relativi pallini, una tuta mimetica, un paio di scarponi da montagna o anfibi, le ginocchiere, una borraccia o la sofisticata “camel back” (vescica per l’acqua a zaino con apposito tubo), un gilet tattico per portare in modo pratico l’equipaggiamento. A questa dotazione è possibile aggiungere altra attrezzatura come una seconda replica di arma di differente tipologia (ad esempio, una pistola), con le medesime caratteristiche della prima, una mimetizzazione aggiuntiva quale un telo mimetico, un cappello con fronde ecc. Sono ammesse le radio ricetrasmittente, in grado di operare su frequenze civili, il binocolo, la bussola, una torcia con gelatina rossa e verde per segnalazioni, una torcia da collocare sul fucile (per missioni in carenza o assenza di luce, come le notturne), orologio, un visore notturno granate e mine ad aria compressa, innocue per la salute ed in grado semplicemente di fare rumore o lanciare pallini a breve distanza, fumogeni di libera vendita, un silenziatore. Dato il particolare realismo delle attrezzature, è fondamentale per lo svolgimento pacifico dell’attività che i club comunichino luogo, ora e data dei raduni, alle autorità competenti in materia di pubblica sicurezza per non incorrere in reati di falso allarme ed evitare problemi con i residenti nell’area o eventuali persone sul campo di gioco. I campi da gioco possono essere di vario tipo: boschivi, sabbiosi, urbani. La cosa fondamentale da ricordare è che non si può giocare su di un terreno se prima non si è fatta richiesta al proprietario, l’autorizzazione alla pratica sportiva. Il proprietario del campo da gioco può essere un privato o un ente pubblico. Nel caso del privato, basta una semplice richiesta scritta nella quale autorizza il club a usufruire dei suoi terreni. Nel caso in cui il terreno appartenesse a un ente pubblico, va fatta richiesta scritta all’ente stesso. Sempre e comunque va allertata la più vicina caserma dei Carabinieri o della Polizia. È opportuno segnalare la zona in cui si svolgeranno i giochi con degli opportuni avvisi che spieghino cosa sta avvenendo, in modo da non allarmare inutilmente eventuali passanti. Ci sono anche veri e propri tornei, con la partecipazione di squadre provenienti da tutto il territorio nazionale , i quali richiedono una maggiore preparazione sia atletica che tecnica, con giochi che vanno dalle 6 fino alle 42 ore consecutive. I tornei possono prevedere operazioni atte all’acquisizione di obiettivi (tramite ricognizione o azione di combattimento diretta), alla difesa del territorio nei confronti della/delle fazioni opposte, ad operazioni che simulano o riproducono scenari storici o recentissimi. Prova ne è la sempre maggiore presenza di tornei a “eserciti contrapposti” con la presenza di organizzazioni tipo ONU o NATO a fare da cuscinetto tra i giocatori. Mirko 10 I corsi di formazione per qualificare i softgunner agonisti I G.A.S. nascono dall’intuizione di due persone, il presidente dott. Fiorenzo Pesce ed il responsabile del settore soft air ing. Traversa Alessio. L’idea fu quella di creare qualcosa di nuovo e non ancora presente in Italia per il settore del soft air sfruttando due pilastri fondamentali della filosofia e del modo di vivere italiano e cioè il senso di autonomia e le grandi doti personali/di gruppo. Con questo in mente e dopo una attenta pianificazione nascevano i G.A.S. Il progetto G.A.S. quindi nasce come polo per tutti quei softgunner che non si ritrovano nelle attuali federazioni molto chiuse e rigide ma desiderano qualcosa che dia gli stessi vantaggi organizzativi ma sia molto più flessibile ed aperto ai miglioramenti ed alle innovazioni. La filosofia dei GAS quindi lascia molta libertà ed autonomia ai singoli gruppi che cosi possono organizzarsi come meglio credono per quanto riguarda tornei, gare, ecc.. fornendo al contempo due sostegni molto importanti: • Coperture assicurative, gestione burocratica della propria ASD (associazione sportiva dilettantistica), informazione logistica, acquisto attrezzatura con sconti privilegiati, ecc.. • Corsi di formazione a tutti i livelli (base, intermedio ed avanzato) anche con la possibilità di diventare istruttori per tutti quei softgunner interessati ad alzare il proprio livello tecnico. Grazie a tutto questo il progetto G.A.S. è decollato in pochissimo tempo in tutt’Italia ed è ormai una realtà nazionale. Ora presenteremo brevemente la tipologia dei corsi G.A.S. e l’innovazione che è stata introdotta in Italia con questi corsi. Fino a poco tempo fa nel panorama nazionale non esisteva una struttura veramente organizzata di corsi di formazione con anche la possibilità di conseguire il patentino da istruttore di soft air in quanto la pratica dei corsi di formazione era si avviata da tempo, ma non era mai stata data struttura e continuità al lavoro svolto. I G.A.S. sono stati i primi ad offrire una cosi ampia scelta di argomentazioni inerenti l’attività del soft air e soprattutto a dare continuità ai corsi proponendo aggiornamenti e migliorie ogni anno. Inoltre una particolarità dei nostri corsi, voluta espressamente del Responsabile Nazionale G.A.S. ing. Traversa Alessio (altresì noto come Krav-Maga), è quella che tutti i corsi rimarranno proprietà della A.S.D. che li creerà. Questo è stato voluto per ribadire il senso di indipendenza ed autonomia propria dei G.A.S. Qualunque gruppo appartenente ai G.A.S. potrà quindi proporre ad una commissione esaminatrice composta da un Rappresentante Regionale e dal Rappresentante Nazionale ing. Traversa Alessio i propri corsi di soft air. Una volta approvati questi corsi verranno inseriti con quelli già presenti e proposti a livello nazionale (usufruendo quindi della rete logistica ed organizzativa dei G.A.S.) a tutti i gruppi interessati ad avvalersene. Tutti i diritti di sfruttamento verranno però mantenuti dal gruppo creatore, che avrà la facoltà di ritirare in qualunque momento i propri corsi (con un preavviso minimo di un mese). Altra nota importante è che tutti i nostri corsi sono itineranti, quindi se alcuni gruppi particolarmente numerosi non desiderassero viaggiare per raggiungere le nostre sedi potrebbero ospitare nella propria un gruppo istruttori per uno dei corsi suddetti. Con la creazione dei primi istruttori i corsi sono stati suddivisi in TRE categorie in modo da poterli differenziare per difficoltà e livello tecnico: • CORSI PROVINCIALI. • CORSI REGIONALI. • CORSI NAZIONALI. I corsi provinciali possono essere tenuti da tutti gli istruttori che hanno conseguito il patentino da istruttore della materia del corso in questione e sono nati per poter far crescere a livello lo- cale tutti quei softgunner che per vari motivi (economici, logistici, di tempo, ecc..) non possono frequentare i corsi regionali o nazionali. I corsi regionali possono essere tenuti solo da quegli istruttori che hanno raggiunto almeno il 3° livello della materia del corso in questione e sono nati per offrire un livello tecnico molto elevato e come supporto ai corsi provinciali. I corsi nazionali sono tenuti solo dal Responsabile Tecnico Nazionale GAS coadiuvato da alcuni esperti del settore del corso in questione e sono corsi ad altissimo livello tecnico nonché i soli in cui un candidato può sostenere l’esame per l’abilitazione all’insegnamento. Questa suddivisione permetterà a tutti coloro che sono interessati ad accrescere le proprie capacità di avere una vasta scelta su cui appoggiarsi per la propria preparazione agonistica. Per quanto riguarda il discorso istruttori si è deciso di suddividerli in quattro livelli distinti a seconda delle capacità dimostrate durante gli esami (persone particolarmente capaci quindi potranno anche non partire dal livelli base) con la possibilità, una volta l’anno, di sostenere l’esame per il passaggio di grado fino alla qualifica di istruttore federale che è considerata vitalizia. In questo modo si avrà tempo di valutare (negli anni) l’operato dei candidati i quali potranno crescere fino al pieno SOFTAIR sviluppo tecnico. Per quanto riguarda la preparazione degli istruttori si sono introdotte molte novità mai adottate IN NESUN ALTRO CORSO IN ITALIA come la preparazione formativa degli istruttori all’insegnamento (con dispense studiate apposta per il soft air) ed esercizi di riscaldamento (studiati apposta per il tipo di attività fatta da noi softgunner) da eseguirsi prima dell’attività fisica.A metà gennaio 2009 verranno programmati i corsi nazionali 2009 (consultabili sul sito www.softairnazionale.it)mentre quelli provinciali e regionali verranno programmati con scadenze bimestrali. Ing. Alessio Traversa Presidente CTN Softair M.R. In Fiera 2008 Nei giorni 11 e 12 di Ottobre, insolitamen- te caldi per questo inizio Autunno 2008, si è svolta presso la zona fieristica di Ferrara la terza edizione di SOFTAIR IN FIERA, l’atteso evento a livello nazionale diventato da tempo un momento irrinunciabile per la comunità dei softgunner e cioè i praticanti il noto sport tattico. Non solo questi ultimi sono i protagonisti dell’ expo organizzata e gestita dalla PF Promozioni Fieristiche ma anche la sempre generosa schiera di appassionati di Militaria che, come sempre, offrono al visitatore i più diversi oggetti legati al passato bellico e non solo. Con una trentina di stand specializzati ed altri più genericamente orientati, l’affluenza di quasi 10.000 presenze ha dimostrato che le varie realtà in qualche modo collegate al mondo storico-militare siano assolutamente compatibili tra loro ed è questa, a nostro avviso, l’idea vincente del promoter. Vanes Pinardi, l’organizzatore, infatti ci conferma:”La mia proposta non nasce da una semplice esigenza fieristica nel senso tradizionale del termine: di quelle, purtroppo in fase calante, ce ne sono diverse e forse alcune hanno fatto il loro tempo. Io volevo realizzare un qualcosa che potesse coniugare un’ esposizione con una festa, un momento di incontro e aggregazione a livello nazionale dove il confronto venisse prima della semplice contrattazione commerciale legata all’acquisto. E grazie a tutti i collaboratori e ai partecipanti credo che questa proposta sia decisamente riuscita”. L’atmosfera, in effetti, non è quella “venale” che spesso si può respirare in queste manifestazioni e ci si stupisce per la familiarità con cui tutti sembrano muoversi al suo interno. Il Softair, cui l’ evento è dedicato, è ampiamente rappresentato da decine di club e relativi praticanti di ogni parte d’Italia e gli accenti ci sono tutti: quello romano, il lombardo, l’emiliano-romagnolo, il veneto, il pugliese fino al siculo e al sardo. In tantissimi sono presenti con le uniformi di squadra oppure a titolo personale e sempre sottolineando l’importanza che vuole la ricostruzione storica avvicinarsi sempre di più alla mera pratica agonistica tipica di questo sport. Perché di vero e proprio “sport” si deve parlare. Sono infatti varie le strutture federative e associative che iscrivono i Softair Club tra le proprie fila, con tanto di codice comportamentale ed etico, statuto, tessere e presidenti con relative responsabilità. Tra queste la ASNWG, lo CSEN e il CSNF (www.sportnazionale.it), quest’ultimo presente con un nutrito staff di collaboratori presso lo stand dei Riservisti militari dell’ UNUCI (Unione nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) e il proprio presidente Dott. Fiorenzo Pesce con una interessante iniziativa federativa dedicata ai praticanti il Softair e denominata “GAS” (Gruppi Autonomi Softair). Oltre a questi ultimi, un’altra numerosa comunità presente era quella dei “Reenactors” o rievocatori storici, e cioè coloro che si interessano a una singolare proposta di cultura passata o presente e che prevede l’utilizzo su sé stessi dei propri pezzi da collezione, portando ad un livello umano la percezione stessa degli eventi cui essi fanno riferimento (www.rievocare.it). Dalla Seconda Guerra Mondiale al periodo napoleonico, dai Celti ai Romani, dalle dame del Medioevo ai Cavalieri Templari, erano in molti a muoversi apparentemente indifferenti tra la folla incuriosita da questo spettacolo che riporta indietro ad anni spesso ingiustamente semi dimenticati. E con un salto spazio-temporale ecco ragazzi e ragazze in impeccabili tenute attuali che possiamo visionare sui TG che trattano di IRAQ o Afghanistan ma anche le mitiche “Tiger Stripes” che equipaggiavano in via informale le Special Forces americane durante l’epopea vietnamita, le uniformi inglesi rese famose dai paracadutisti del SAS (Special Air Service) note come BPM, le recentissime “vegetate” italiane così come le costose ma interessantissime “Multicam” ancora in fase di sperimentazione. Quelle appena citate, poi, erano disponibili negli stand delle numerose realtà commerciali specializzate in abbigliamento o equipaggiamenti militari quali PX Military Store con le proprie interessanti produzioni, il sempre presente Expo Army, le valide proposte di Emporio Ferrari e Maistrello e persino dalla lontana Inghilterra con Unità d’Elite di Vincenzo Sidoni. Le novità legate alle ultime ASG (Air Soft Gun) sono state numerose e tutte presentate negli stand della fiera. Particolarissima quella proposta dalla Metallic Dragon CO.Ltd. di Taiwan e denominata Magic Box e cioè un Gear Box, componente fondamentale del complesso sistema di propulsione elettrico che permette il tiro a queste repliche, con particolari caratteristiche che permettono una raffica di elevatissimo ROF (Rate of Fire) e cioè una potente cadenza di tiro senza per questo superare la potenza di 1 Joule e cioè il limite massimo consentito per questo sport (www.magicbox.com). L’italianissima ASG ERA, appena tornata da una lunga ricognizione in Sud Est Asia, ha stupito il pubblico con una serie di fucili e pistole Softair di marchi sempre più noti sul nostro territorio nazionale e cioè Jing Gong/Golden Bow e SRC. Repliche di H&K, Colt M4, Kalashnikov e Minimi di elevata qualità, in metallo e solidissimo ABS con uno straordinario rapporto qualità/prezzo che hanno stupito anche il più smaliziato degli appassionati. Splendide le prove di ASG di ultimissima generazione quali l’AK74MN della Marui che permette lo scarrellamento, e cioè la riproduzione del movimento dell’otturatore in avanti e indietro durante il ciclo di sparo, e gli ottimi silenziatori italiani della Sniper MK tra cui va segnalato il nuovissimo Micro Q Pro. Presenti anche il settore dedicato ai coltelli con numerosissime proposte quasi tutte orientate verso le lame militari ma anche spade, daghe, Katane e survival. Da segnalare la presentazione del prossimo coltello della nota FB Design che si è resa nota per le proposte di vari lame a specifica militare quali il “CQB” e “ASK” ma che in questi giorni firmava il nuovo accordi di collaborazione con la nota azienda coltelliera Mercuri Cutlery di Maniango (www. 12 SOFTAIR mercurycut.it): il modello denominato “Gunner” è un coltello esclusivamente dedicato al Softair ed è l’evoluzione migliorata del vecchio e glorioso “ASK” che molti praticanti ricordano come il primo del proprio settore. Quasi superfluo descrivere l’enorme quantitativo di materiali presenti sugli stand dedicati agli appassionati di Militaria e cioè allo studio dell’oggetto o del capo di abbigliamento appartenuto ad eventi passati, quando non a singoli personaggi. I numerosi stand, chi vero e proprio commerciante di mestiere e chi semplice appassionato, erano pieni di divise e uniformi, cappelli e medaglie quando non di apparati radio ed armi regolarmente disattivate. Il tutto in un’equilibrata visione di una comunità coesa come non mai e ad un elevato numero di visitatori ormai svezzati dalla curiosità e sempre più seriamente interessati a un evento fieristico che odora sempre più di cultura. Fabrizio Bucciarelli M AGNUM CALZATURE DA PROFESSIONISTI Nella pratica del Softair, così come nel mondo militare e Outdoor, la scelta delle calzature è fondamentale. I nostri arti inferiori sono assolutamente vitali per ognuno di noi, dallo sportivo al soldato, dal softgunner a chi, semplicemente, desidera una calzatura Hi Tech che tuteli e migliori la qualità del camminare e del correre. Ma quali devono essere le caratteristiche di base di ogni stivaletto davvero speciale? Leggerezza, robustezza, morbidezza, traspirabilità, impermeabilità, design, ottimale altezza e fasciatura protettiva della caviglia. Se è vero che in Italia esistono interessanti proposte in questo senso, è dalla ricerca e dall’esperienza estera che ci giungono alcune tra le migliori calzaturiere a livello mondiale. La Magnum, per esempio, è uno dei marchi più noti proprio perché da anni ha raggiunto l’eccellenza della produzioni di stivaletti tattici e anti infortunistici che hanno raggiunto il successo sul nostro territorio nazionale anche perché apprezzati da un’ estesa tipo- logia di utenti. Il modello STEALTH FORCE 8.0 è uno splendido esempio di Tactical Boots a specifica militare , perfetto per chi esige una calzatura di elevato livello. Le caratteristiche, poi, parlano chiaro. Il design è innovativo e va valutata al meglio la suola con un battistrada con tecnologia “XTraction Zone” espressamente elaborato dai centri di ricerca Magnum e che, oltre a migliorare e alleggerire il lavoro del piede, non permette l’attaccamento di fango o sassi. Il pellame utilizzato per la tomaia, il cosiddetto “Pieno Fiore” e cioè una delle parti più pregiate, viene sapientemente abbinato a componenti sintetiche come il Nylon balistico e la fibra di vetro. L’interno è estremamente comodo, realizzato in Cambrelle con trattamento anti-batterico e sottopiede rimuovibile. Tali caratteristiche garantiscono, inoltre, una robustezza rara che solitamente viene raggiunta con l’inserimento di componenti metalliche, qui assenti, e che ne permettono l’utilizzo anche sui voli di linea. Il tutto per un peso assolutamente eccezionale di 618 grammi che ne sottolinea la leggerezza. Ad un livello leggermente superiore, in totale ambiente water resistance e cioè assolutamente impermeabile, il modello STEALTH FORCE 8.0 LEATHER WP è realizzato totalmente in pelle pieno fiore. Il sistema che impedisce all’acqua di penetrare è un brevetto Magnum denominato Aqua Lung Waterproof abbinato all’interno traspirante in Cambrelle. Raddoppiata la già importante protezione del malleolo e della caviglia per evidenziare le caratteristiche di difesa passiva dell’arto. Le altre caratteristiche sono praticamente le stesse del modello precedente per un peso comunque contenuto di 661 grammi. Dinanzi a quelle che sono considerate alcune tra le calzature tattiche tra le migliori del mondo, qualcuno storcerà il naso preoccupandosi per il prezzo eccessivo. E sbaglia. Nel mondo delle calzature militari non si paga la firma dello stilista modaiolo di turno ma le vere caratteristiche specifiche. Chi utilizza uno stivaletto High Tech, sa che dovrà affrontare non un defilèe ma un impiego probabilmente intensivo come affrontare terreni sconnessi con fango, sassi e vegetazione oppure, al suo esatto contrario, lunghi periodi statici dove la stanchezza potrebbe farsi sentire in tempi brevi. E per i più giovani a cui tali impieghi potrebbero essere preclusi? Nessun problema, anzi! Questi modelli sono diventati il massimo del Trend per chi predilige l’abbigliamento street style che miscela la creatività giovanile con la comodità. Magnum, dunque. Senza se e senza ma. www.magnumboots.com Fabrizio Bucciarelli ITALIAN MILITARY PRESS 14 Ormai sono passati tanti anni, sono cambiati tanti volti ed inesorabilmente sono cambiati i tempi. Una volta, di domenica, un gruppo di amici si ritrovava in un bosco, con un paio di pantaloni mimetici e ridicole ma avveniristiche riproduzioni di pistole a gas cariche di pallini bianchi e lo scopo non era altro che divertirsi, lasciarsi alle spalle i problemi della settimana e forse...tornare un po’bambini ma, erano comunque “terroristi” e guerrafondai per la comune opinione pubblica perbenista. Oggi, a più o meno di vent’anni da allora, questo ritrovarsi nel bosco con gli amici è diventato uno sport, un divertimento di sempre più gente, un momento di aggregazione nonché gioco di squadra che nemmeno il tanto venerato calcio italiota lo è più e nella mentalità comune non è poi così strano e raro trovare gente in divisa mimetica che gioca nel bosco a questo strano ed intrigante “nascondino camuffato” che è il Soft Air. Questo grande salto, questa metamorfosi dello sport del futuro è stata possibile solo grazie a chi ci ha creduto dall’inizio, a chi ha sfidato l’opinione pubblica vent’anni fa ed a chi continua a sfidarla tutt’oggi. Questa gente, questi “temerari della domenica” sono coloro che armati dell’ esperienza hanno guidato il Soft Air verso il successo e diventa doveroso ringraziarli. Un sincero grazie và al grandissimo Fabrizio Bucciarelli, Rha per gli amici, che da “terrorista” di quei tempi è cresciuto insieme al Soft Air, senza mai lasciarlo ed accompagnandolo per mano fino ad oggi e non solo a Modena ma in tutta Italia......Esercito compreso. Un grazie doveroso và a tutti coloro che insieme a Rha hanno continuato a giocare alla domenica.....ma un sincero grazie va al Generale Lauro, stimato presidente della sezione UNUCI di Modena che ha creduto nel “passatempo” di Bucciarelli e da subito ne ha riconosciuto un valido momento di aggregazione e divertimento. Proprio grazie al Generale Lauro, e numerosi nonché validi collaboratori ed iscritti, la sezione Unuci di Modena ha affiancato il Soft Air lungo il suo percorso di crescita, di riscatto nell’immaginario comune, fino ad oggi, quando è stata creata una squadra sportiva dal nome UNUCI SAT MODENA dove Sat significa Soft Air Team. L’ Unuci Sat è cresciuta tanto, ha partecipato a gare nazionali talvolta vincendole ed ha integrato la tradizionale gara annuale di marcia e tiro organizzata dalla sezione con ammirazione da tutte le sedi d’Italia. Come in tutte le storie si alternano momenti belli a momenti un po’ più scuri, le persone sono cambiate, forse solamente cresciute, ma al fianco di chi ha continuato a “giocare” c’è sempre stato il buon Generale che anche oggi ha fatto si che un cospicuo numero di giovani motivati ed affiatati, sotto la sua ala, sotto il nome Unuci Modena costituissero la nuova squadra di Soft Air. L’evoluzione del settore ha radicalmente modificato i canoni del “nascondino camuffato” che a tutt’oggi è un vero e proprio sport. L’apice evolutivo, nello sport in questione, della Sezione Unuci di Modena lo si è toccato proprio quest’anno perché l’ente di promozione sportiva CNSF SportNazionale ha preso a cuore la causa Soft Air in Italia che grazie alla solida collaborazione con l’Unuci Sat Modena e con il benestare del presidente di sezione Generale Lauro ha reso possibile la partecipazione all’evento fieristico ferrarese “Soft Air in fiera”, unica rassegna del settore nel nord Italia. All’evento, la squadra e la sezione erano presenti con uno stand di tutto rispetto grazie al massiccio supporto dell’ente CNSF Sport Nazionale ed alla supervisione del buon Fabrizio Bucciarelli. Lo spazio da noi rappresentato si distingueva per l’originalità dell’allestimento (se vogliamo un po’ anarchico rispetto ai concorrenti stand) con colori profondamente patriottici ed uno stile perfettamente in linea con la serietà del nome Unuci nonché serietà dell’ente CNSF. Incoraggiante quanto inaspettato è stato il consenso dimostrato da tutti coloro che sono passati a trovarci come tanti amici e colleghi Unuci di varie sedi d’Italia che lamentavano la mancanza di squadre Soft Air nel resto delle Sezioni dello Stivale (il buon Generale Lauro ci vide lungo.....) oppure le costruttive parole scambiate con tanti sportivi praticanti attirati dalla imponente organizzazione e serietà del CNSF. Infatti, proprio il connubio Unuci Sat Modena e Centro Sportivo Nazionale Fiamma ha dato allo stand un’immagine positiva creando un atmosfera molto professionale e seria degna dei due importanti nomi nel panorama nazionale. Concludendo, i vari sforzi degli anni passati, del Generale e di tutti coloro che lo hanno ascoltato, hanno dato SOFTAIR e stanno dando sempre più buoni frutti perché il risultato di tanti anni di lavoro hanno fatto si che la sezione Unuci di Modena e la sua squadra, il grande Fabrizio Bucciarelli ed il CNSF con il suo presidente Fiorenzo Pesce fossero all’evento ferrarese in uno stand di tutto rispetto come a testimoniare il felice epilogo di questo stupendo sport che è il soft air in Italia ma soprattutto a Modena dove...ogni domenica un gruppo di amici si ritrova in un bosco, non più con solo i pantaloni mimetici ma una divisa completa, non più ridicole pistole a gas ma perfette riproduzioni di mitragliatrici elettriche ma pur sempre con tanta voglia di divertirsi, di stare insieme e...anche se per qualcuno saremo sempre “terroristi” guerrafondai, noi dell’ Unuci Sat Modena continueremo sempre a spararci i “ceceti bianchi” nel nostro gioco preferito, quel “nascondino camuffato” per bimbi grandi che è il Soft Air. Alla faccia di chi ha sempre storto il naso !.......(mio padre compreso) Luca Ivassich 16 SOFTAIR GAS: la filosofia che ci ha spinto ad ampliare nel Softair l’attività del Centro Sportivo Fiamma – Sport Nazionale Il nostro obiettivo consiste nel consolidare una disciplina sportiva che ancora non è compresa o apprezzata da una gran parte degli italiani. Per fare questo è opportuno agire con intelligenza, umiltà e cercare di comprendere le ragioni di quanti ci rifiutano con pregiudizio, nel tentativo di far loro cambiare opinione. Pertanto è necessario di dare prova di serietà, professionalità e compattezza. Le divisioni e le contrapposizioni del settore servono solo a rendere più difficile questo intento. Riteniamo che all’interno del mondo dei softgunner non debbano sussistere rivalità, personalismi o interessi economici. La strategia adottata è la costituzione dei GAS (Gruppi Autonomi Softair) dove ogni associazione mantiene la propria autonomia amministrativa ed operativa. Infatti, non siamo invasivi ma desideriamo essere solo di supporto per aiutare le società a svilupparsi e individuare la loro dimensione sociale. Due sono le linee guida di questo progetto: 1) Il settore amatoriale, destinato a quanti amano divertirsi senza eccessivi vincoli e limitazione; 2) Il settore agonistico, per quanti desiderano fornire valore aggiunto alla propria passione e confrontarsi lealmente con altri concorrenti.In tutti e due i casi è necessario avere rispetto dell’altro, delle terze persone che ancora non ci conoscono e che sono convinte che siamo dei guerrafondai e, importante, della natura e degli ambienti nei quali si opera. Questi sono gli unici obblighi che chiediamo agli associati, per il resto ognuno può prendere da noi solo quello che gli necessita. Per raggiungere il secondo punto (quello agonistico) sviluppiamo una serie di corsi formativi e di aggiornamento che possono anche essere svolti in tutta Italia, su semplice richiesta degli interessati, purché con un minimo garantito di partecipanti. Siamo aperti a tutti, anche se appartenenti ad altre organizzazioni, ai corsi, alle gare ai campionati, nel nostro sito, nella nostra rivista, offriamo spazio e visibilità a tutti, purché condividano con noi i valori della lealtà sportiva. Non vogliamo fare concorrenza o sparlare di nessuno, non è nel nostro stile ma soprattutto non raggiungeremo così il nostro obiettivo. Per i softgunner abbiamo predisposto un’apposita assicurazione infortuni che con 5 Euro godono di una buona copertura, anche per i denti. Le società si affiliano con soli 50 euro. A questi fatti già concreti, tante altre convenzioni permetteranno ai nostri associati risparmi e accessi in luoghi fino ad ora inaccessibili. Ci dispiace che qualcuno continui ancora a denigrarci, forse non si è accorto che il mondo sta cambiando e che le vecchie logiche www.softairnazionale.it - tel. 0412621679 - fax 0623328443 - info@softairnazionale.it Giulio Tozzato 17 INTERVISTA Estendere le pattuglie militari e le Forze dell’Ordine in tutte le città Sembra davvero un motto: “ La vita quotidiana del cittadino va tutelata!”. E` questo che l’Onorevole Ignazio La Russa ripete dal giorno dell’inizio del suo mandato come Ministro della Difesa. Con questo scopo, con questo progetto ben chiaro in mente egli ha fatto si` che la presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio italiano sia aumentata per contrastare la microcriminalita` e prevenire i reati piu` comuni. Dal 4 agosto, infatti, 3.000 militari pattugliano con le forze dell’ordine i quartieri a rischio, presidiano i centri per immigrati e gli obiettivi sensibili di Milano, Roma e Napoli. La presenza dei militari ha sollevato da molti compiti operativi 1.147 Agenti e Ufficiali di Polizia Giudiziaria ma ha soprattutto reso le giornate piu` serene a tante persone. Dal 2 ottobre, 500 militari presidiano la provincia di Caserta per intensificare la lotta contro la camorra. Oltre al sequestro di armi varie e droga ecco i risultati fin qui` raggiunti in questa provincia e di cui ne va fiero: • 35.000 persone identificate • 81 arrestate • 19.200 veicoli controllati • 200 persone denunciate. Questi risultati sono stati resi possibili anche dalla maggior coesione tra le forze di maggioranza da cui e` nato un nuovo partito. Ministro qual e` il successo del quale si sente piu` orgoglioso in questo Suo recente mandato? Sono orgoglioso dell’apprezzamento che all’estero hanno avuto i nostri soldati ed in particolare di quanto espresso dal Ministro della Difesa Americano Donald Rumsfeld. Per quanto riguarda l’Italia, invece, sono orgoglioso dell’apporto che stanno dando i nostri soldati a tutte le Forze dell’ Ordine per rendere piu` sicure le nostre citta`, anzi la mia proposta e` che il pattugliamento congiunto si estenda a tutti i Capoluoghi di Provincia ed anche a tutti i centri con piu` di 50.000 abitanti. Cosa ne pensa di questa alleanza, e` da molto che la desideravate? Quando e` nata Alleanza Nazionale, che e` nata prima di Forza Italia, si chiamo` Alleanza Nazionale proprio perche` aveva come obiettivo quello di creare un unico movimento che alleasse al suo interno tutte le forze di centro-destra. Con Forza Italia stiamo camminando insieme ormai da 12 anni, era quindi gia` segnato il cammino! Certo bisogna ancora lavorare perche` il nuovo partito nasca con regole interne ben precise ma anche con una enorme adesione popolare come quella che stiamo ottenendo. Nelle Sue proposte riguardanti la prevenzione del terrorismo c’e` quella di costituire l’albo degli Imam (capi religiosi delle moschee islamiche molti dei quali oltre ad indottrinare sul piano religioso, si sospetta che possano promuovere il terrorismo sotto forma di jihad ovvero di guerra santa), con l’obbligo di essere incensurati e senza collegamenti con chi sostiene il terrorismo, ma quando?A breve? E` una proposta di legge che avevo presentato gia` nella precedente legislatura, era un’idea di una signora italiana di origine araba che ora e` Deputato. Quindi, c’e` gia` la proposta di legge che si puo` rinnovare. Questo ci metterebbe in linea con molti altri paesi che l’hanno gia` adottata. Quali? L’America, ad esempio, ed altri paesi in cui esiste un’attenzione molto forte su chi puo` esercitare le funzioni di ministro del culto. Altrimenti sono chiare quelle che potrebbero essere le conseguenze. Noo!!! MONICA GARAVAGLIA 18 STORIA Il “Re soldato” Il 28 Dicembre si è celebrato il 61esimo anniversario della scomparsa di S.M. il Re Vittorio Emanuele III che per quarantasei anni regnò sul trono d’Italia (dal 1900 al 1946), dando luogo al più lungo periodo di regno d’Europa. Unico figlio di Umberto I e di Margherita di Savoia, nacque a Napoli l’11 novembre 1869 e morì in esilio ad Alessandria d’Egitto alla veneranda età di 77 anni. Salito al trono dopo l’assassinio del padre Re Umberto I (Monza, 29 luglio 1900), attuò subito grandi riforme sociali e fu fautore di una politica coloniale in Libia nel settembre 1911, nell’Egeo e nel Dodecanneso, nel maggio del 1912 in seguito alla quale l’Italia ottenne il possesso della Tripolitania e della Cirenaica che fu siglato dal trattato di Pace di Losanna (18 ottobre 1912) con la Turchia. Sostenne la posizione inizialmente neutrale dell’Italia all’alba dello scoppio del primo conflitto mondiale. Successivamente l’irredentismo del Trentino e della Venezia Giulia lo indussero a decidere di abbandonare la Triplice Alleanza con Austria e Germania, per allearsi con Francia, Gran Bretagna e Russia. La vittoria della Prima Guerra Mondiale portò al ricongiungimento con l’Italia di Trentino-Alto Adige e delle città di Trieste e Istria. A Vittorio Emanuele III spetta il merito di aver completato, in quegli anni, l’Unita` Nazionale intrapresa da suo padre. Nel dopoguerra, però, la crisi economica e politica si fece sentire soprattutto durante il cosiddetto Biennio Rosso (1919–1920), quando il Paese fu teatro di numerose agitazioni sociali che il Governo non riuscì a controllare. Questi tumulti e queste agitazioni portarono ad un progressivo passaggio del potere nelle mani del Fascismo in una situazione che il sistema giuridico e politico italiano non era più in grado di controllare. Dopo la marcia su Roma, nell’ottobre del 1922, il Re diede incarico a Benito Mussolini di formare un nuovo Governo, sicuro del suo sostegno alla monarchia, in quanto entrambi in contrasto con i sostenitori della repubblica. “La Corona non e` in gioco, purché la Corona non voglia, essa, mettersi in gioco” dis- se, infatti, Mussolini in un discorso ad Udine tenutosi quella stessa estate. Nell’aprile del 1924 vennero indette nuove elezioni, dando inizio ufficialmente al regime fascista. Passarono più di dieci anni ed il 9 maggio del 1936 Vittorio Emanuele III assunse il titolo di Imperatore dell’Africa Orientale Italiana, iniziò così il periodo coloniale che lo portò a diventare Re d’Albania nel 1939. Nell’ottobre 1936 nacque l’Asse Roma-Berlino tra Mussolini e Hitler e l’alleanza con i tedeschi si consolidò con il Patto d’Acciaio del 22 maggio 1939. Intanto la situazione internazionale si stava rapidamente evolvendo in senso negativo. Nel mese di giugno del 1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania nella Seconda Guerra Mondiale. Due anni dopo il Re, preoccupato, commentò: “Ormai bisogna seriamente provvedere alla difesa dell’Italia concentrando il più possibile le forze sul territorio metropolitano. Non credo opportuno aderire alla proposta dei tedeschi, i quali, in caso di sbarchi in Italia, vorrebbero mandare sulla penisola centomila uomini. Bisogna fare di tutto per ottenere il rimpatrio delle nostre unità che si trovano in Russia”. La guerra terminò il 25 aprile 1945. Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto II di Savoia il 9 maggio 1946, a poche settimane dal referendum istituzionale del 2 giugno che vide la fine della Monarchia in Italia. Durante la campagna militare condotta da Vittorio Emanuele III emergono almeno tre meriti che dobbiamo riconoscere al sovrano: 1.) nel 1905 diede vita e finanziò l’Istituto Internazionale per l’Agricoltura perseguendo il grande obbiettivo umanitario, raccolto 41 anni dopo dalla FAO, di combattere la fame nel mondo (merito che Gli viene riconosciuto anche dall’Enciclopedia britannica); 2.) nel 1919, con Regio Decreto n. 931, attribuì la cittadinanza italiana ai libici, ponendoli sul medesimo piano dei cittadini italiani, lasciando loro piena autonomia giudiziaria e finanziaria al punto che neppure un soldo delle imposte e delle tasse riscosse in Libia poteva essere impiegato al di fuori di quella Terra; 3.) in Cirenaica istituì il primo Parlamento liberamente eletto nella storia dell’intero Continente africano di allora. Un Parlamento tanto liberalmente eletto che su 69 parlamentari, soltanto due erano italiani. Possiamo concludere dicendo che la controversa figura di Vittorio Emanuele III ha anticipato i tempi in materia di colonialismo. MONICA GARAVAGLIA 19 ARMI La paura del XXI secolo Le armi nucleari (N), biologiche (B) e chimiche (C) sono un vero e proprio incubo dei nostri giorni. Possono essere costituite da un qualsiasi mezzo di disseminazione (aereo, missile, artiglieria, ecc.) come ad esempio: • un ordigno che contenga esplosivo nucleare; • aggressivi biologici (microrganismi o tossine capaci di provocare malattie alla specie umana e animale o di danneggiare quella vegetale); • aggressivi chimici (sostanze solide, liquide o gassose che sparse nell’aria o nel terreno producono lesioni letali all’uomo e agli animali). L’utilizzo di questa tipologia di armi costituisce un vero e proprio pericolo che puo` tradursi in vari modi: • esplosioni nucleari a ricaduta radioattiva; • attacchi chimici con artiglieria o disseminazione aerea; • attacchi biologici per aerosol o disseminazione; • contagio biologico di alimenti o fonti idriche; • incidenti o azioni di sabotaggio ad impianti chimici industriali e a laboratori. Il XX secolo e` stato il periodo storico durante il quale, per la prima volta, la scienza e le scoperte di laboratorio furono usate a scopi bellici in modo pervasivo. Il primo atto tra Stati che abbia regolato l’utilizzo delle armi e` stato il Protocollo di Ginevra del 1927 che fu redatto dopo le drammatiche distruzioni e le ingenti perdite umane della Prima Guerra Mondiale. Il Protocollo stabiliva che tutte le grandi potenze e non solo, si obbligavano a non utilizzare in guerra, aggressivi biologici, gas asfissianti o tossici e simili tranne in caso di ritorsione verso quei paesi che li avessero usati per primi. L’intento, dichiarato degli estensori del Protocollo, era che questa proibizione venisse in seguito accettata universalmente come norma generale del diritto internazionale e che fosse capace di vincolare sia la scienza che i singoli Stati. Da allora il progresso, in campo bellico, ha fatto passi da gigante e proporzionalmente anche la capacita` di realizzare armi che non rispettano il Protocollo stesso. Fu solo nel 1972, ovvero parecchi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, che si arrivo` alla stipula di una nuova convenzione. La Convenzione sulle armi biologiche entro` in vigore nel 1975 e fu approvata da Stati Uniti, Regno Unito, Unione Sovietica e dalla maggior parte delle altre potenze militari. Attualmente vi partecipano piu` di centoquaranta Stati ma lo scopo e` quello di fare aderire anche gli altri Stati del mondo. In base a tale Convenzione le parti contraenti si impegnano per un tempo illimitato a non progettare, produrre, accumulare, vendere, acquistare o indurre altri a fabbricare: • tossine di qualsiasi origine; • agenti microbici e biologici; • armi, dispositivi o mezzi di propagazione di agenti e tossine varie. Nella storia del controllo degli armamenti, la “Convenzione sulle armi biologiche”, costituisce un risultato di importanza unica in quanto mette fuori legge non solo l’uso ma anche il possesso e perfino la progettazione di armi biologiche. L’argomento sulle armi biologiche e chimiche merita un approfondimento specifico e verra` affrontato nel prossimo numero. MONICA GARAVAGLIA 20 UN ALBO ISTRUT TORI È necessario garantire professionalità a chi la merita. Con un po’ di studio ed una preparazione di base chiunque abbia i requisiti (n° minimo di immersioni, brevetti giusti) può superare il corso istruttori qualificandosi come formatore. Ma cosa vuol dire formare? Formare, parafrasando dalle comuni definizioni che si trovano nei dizionari, significa plasmare, dare forma; trasferire contenuti e metodi per innalzare il livello di conoscenza del soggetto da formare. Questo processo è più complesso di un semplice passaparola, comprende un trasferimento di conoscenze basato sull’esperienza personale e professionale, non è quindi sufficiente un corso istruttori per essere buoni formatori: serve esperienza sul campo e buone doti di comunicazione, nonché la capacità di mettersi sempre in discussione per migliorarsi continuamente. Altro aspetto legato all’attività di istruttore è anche l’addestramento degli allievi e cioè, sempre citando foni dizionaristiche, processo che si occupa di trasferire le conoscenze e procedure necessarie per soddisfare determinati requisiti, nel nostro caso la capacità di gestirsi in un ambiente diverso, per certi versi sicuramente ostile. Per i più attenti, i processi di formazione ed addestramento sono in realtà legati all’allievo: un istruttore è il mezzo attraverso cui l’allievo impara le conoscenze legate alla subacquea ed apprende le tecniche per immergersi in sicurezza. Fatta questa premessa, siamo sicuri che tutti gli istruttori subacquei rispondano ai requisiti sopra descritti? La massificazione dell’attività subacquea ha creato un universo di agenzie didattiche, ognuna con una filosofia propria pur avendo, in buona parte dei casi, regole ben precise ed un codice deontologico a tutela degli allievi. Rimane comunque il fatto che sostanzialmente, le agenzie didattiche sono attività commerciali: la loro esistenza è legata al numero di affiliati e cioè guide subacquee ed istruttori. Con questo non giusto ritenere che sia facile acquisire l’abilitazione di istruttore,ma con i dovuti requisiti, il giusto impegno e studio, superare la sessione di valutazione è relativamente semplice. Tornando quindi alla domanda iniziale, in cui ci chiediamo se tutti gli istruttori brevettati siano bravi formatori/addestratori, la risposta è che a priori non è possibile stabilirlo, sappiamo solamente che queste persone sono abilitate ad insegnare, abilitazione che deriva da valu- tazioni fatte da membri delle agenzie didattiche, che al momento della valutazione possono mettere in campo considerazioni di varia natura pur rispettando quei requisiti deontologici che si sono imposti. Occorre quindi un sistema che consenta a chi si approccia alla subacquea, di avere a disposizione istruttori qualificati anche da un ente terzo che non sia vincolato da considerazioni di carattere economico, il cui unico scopo sia garantire la professionalità degli istruttori attraverso una rivalutazione delle conoscenze e competenze, valutazione non solo iniziale, ma periodica, che vada ad intervistare anche gli allievi in modo da dare agli istruttori uno strumento in più per migliorarsi. Questo strumento è l’albo degli istruttori fiamma, albo didattico cui gli istruttori delle didattiche riconosciute da RSTC (al momento unico ente di certificazione riconosciuto) possono aderire per dimostrare la propria professionalità e volontà a migliorarsi continuamente. Vogliamo dare voce ed il giusto valore a chi, istruttore come gli altri, diversamente dagli altri, crede nella propria attività, che sia frutto di passione o necessità professionale; vogliamo che queste persone si sentano giustamente orgogliose di definirsi Istruttori e vengano riconosciute come tali. Vogliamo premiare e promuovere il merito, garantendo sicuro divertimento a chi vuole conoscere il meraviglioso mondo sommerso. Sandro Pulleghini SUBACQUEA Hèviz: un caldo tuffo Chi avrebbe mai pensato di fare un week-end in Ungheria per fare un’immersione ?? Riki, nostro amico e fedele compagno di immersioni Ungherese che da oltre 10 anni vive in italia, un giorno ci racconta di un’immersione nel lago di Hèviz , un laghetto d’origine vulcanica situato vicino all’estremità sud occidentale del lago Balaton in Ungheria. Sfruttato per le sue acque “speciali” Hèviz è un parco nazionale con una superficie di circa 47000 mq e una profondità di circa 50 mt. Sulla superficie del lago è stato costruito una splendido centro termale. La cosa ci entusiasma fin dall’inizio, la strada è tanta per un week-end , 8 ore andata e 8 ore ritorno, ma niente ferma la voglia di questa immersione al momento incognita a 42°C di temperatura, per noi abituati tra i 6°C e 13°C estate e inverno. L’immersione non ci è stata spiegata moltissimo, abbiamo visto un paio di fotografie e ci viene inviato l’elenco dell’attrezzatura minima richiesta che non dice nulla di particolare se non che si può fare solo un’immersione al giorno per max 10/11 persone e entro le 16.00 tutte le attività devono essere terminate. Questa restrizione ci incuriosisce ancora di più e ce ne chiediamo il motivo che capiremo poi sul posto. Siamo organizzatissimi : l’immersione è a 42 mt di profondità max con una permanenza all’interno della grotta per max 20 minuti a circa 40 ° e ci dicono 30 minuti di decompressione a circa 27°, possiamo tutti usare nitrox e la maggior parte ha anche la possibilità di ridurre ulteriormente la decompressione con ossigeno, così decidiamo di utilizzare un nitrox 28 per il fondo e le prime tappe deco per finire O2 a 6mt . Nicla e Riki si occupano delle ricariche di tutte le bombole per i 12 partecipanti sia per il fondo che la deco e visto che a quanto ci dicono in Ugheria non hanno a disposizione molti mezzi preferiamo portarci qualche bombola di riserva/emergenza. Super eccitati partiamo alle ore 22.00 di venerdì con 1 auto ogni 2 persone stracarichi di attrezzatura, arriviamo dopo 651 km alle ore 8 del Sabato, facciamo colazione e prendiamo le stanze per riposare qualche ora. Il sabato sarà dedicato a visitare il paese dove alloggiamo. Domenica mattina alle 9.00 andiamo sul luogo d’immersione e dopo qualche Chilometro di verdissima ungheria arriviamo a Heviz: all’occhio si presenta come una visione da favola, soprattutto quando in inverno la temperatura dell’acqua, che in superficie raggiunge i 35 °C forma una sottile nebbia che avvolge il centro termale facendolo assomigliare ad un castello delle fiabe. E’ incredibile, fa freddo, il lago è fumante , ricoperto di Ninfee rosa e il centro contornato da splendidi geranei rossi. Incantati parcheggiamo le auto e prima di scaricare attendiamo notizie, l’adrenalina intanto aumenta. Già all’ingresso del centro immersioni ci accorgiamo che l’immersione non è tipicamente ricreativa: a darci il benvenuto è il portello d’ingresso di una camera iperbarica che occupa quasi completamente il locale del diving 22 center. Dopo un giro di sguardi e pensieri preoccupati, rompiamo il ghiaccio con una battura e una bella risata. Anfitrione per l’occasione è il responsabile del diving (dal nome impronunciabile )e profondo conoscitore dei segreti del lago, è molto serio e composto, incute quasi timore. Compiliamo i moduli richiesti, e dopo le presentazioni di rito inizia un briefing eccezionale quanto sconvolgente che terminerà dopo più di un’ora. Nicla, su richiesta del responsabile diving,deve dividere il gruppo in 5, con nostra sorpresa ci spiegano che l’immersione, verrà svolta a coppie con guida del posto, distanziate di mezz’ora l’una dall’altra. In sostanza mentre un gruppo è in decompressione l’altro scende. Questa la prima notevole sorpresa che ci obbliga a spostare il ritorno in italia dalle 14.00 previste alle 17:00 circa. Il briefing prosegue con una lunga e dettagliata spiegazione dei lavori effettuati nel lago, dei ritrovamenti di monete romane, da cui si presume un insediamento romano, alla struttura e alla strumentazione presente all’ingresso e nell’interno della grotta. Si scende lungo una cima , la guida davanti, e sulla lavagna viene scritto chi della coppia stà a destra e chi a sinistra, non bisogna assolutamente lasciare la cima fino all’imboccatura della grotta da dove escono circa 400 lt al secondo di acqua, ed il flusso è abbastanza forte. La guida entrerà per prima e a seguire in coda prima il subacqueo di dx e poi quello di sx, si percorre un piccolo corridoio su un’asse alla quale bisogna attaccarsi e tirarsi per riuscire ad entrare. E qui arriva il bello: a turno con la guida si farà il giro all’interno di questa grotta e poi allo scadere preciso dei 20 minuti, aiutati dalla spinta dell’acqua si esce dalla grotta, e inizieranno a partire dai 18 mt una serie di tappe fino ai 6 mt della durata totale di 37 min circa di decompressione. Qui Nicla e Riki tentano di interrompere la spiegazione per fare presente le miscele usate e il programma di immersione con le stesse. Inizialmente, il nostro anfitrione, rimanda le domande alla fine del briefing e sembra scocciato da questa interruzione, lo lasciamo quindi proseguire. Tra i 6 e 9 mt c’è una piattaforma in metallo e dalla superficie arriva un erogatore narghilè d’emergenza (non vi dico di che colore era l’erogatore in acqua, probabilmente lo lasciano lì fisso) per finire la decompressione in caso di esaurimento d’aria. Siamo al termine del briefing e spieghiamo che abbiano nitrox 28, decompressive a ossigeno e il nostro programma decompressivo è ben più corto. Ci ascolta e senza battere ciglio ci dice che assolutamente il programma da loro stabilito deve essere rispettato, perché è 10 anni che fanno così e così va bene, non gli interessa cosa abbiamo nelle bombole!!! Indipendentemente dalle miscele preparate prima della partenza, saranno eseguite considerando esclusivamente l’utilizzo d’aria compressa e che tutti i Nostri computer dovranno essere settati sulla modalità profondimetro, la gestione delle decompressioni (obbligatorie in quest’immersione) sarà esclusivamente gestita dalle guide e le stesse guide si SUBACQUEA occuperanno di portare le nostre decompressive che verranno giustamente lasciate sulla piattaforma a 9 mt. Il piano decompressivo, per i 20 minuti di fondo sarà quindi: 15m/1min, 12m/1min, 9m/5min, 6m/10min, 3m/20min Allibiti ma sempre più curiosi, accettiamo il da farsi e andiamo a scaricare l’attrezzatura. Una delle guide ci porta un carrellino per trasportare tutto all’interno del centro e notiamo il primo loro stupore osservando le nostre attrezzature e finalmente si rendono conto che nulla è lasciato al caso e lascia ad ognuno il trasporto della propria decompressiva (o forse per risparmiarsi la fatica!) Equipaggiati di tutto punto attraversiamo lo stabile in perfetto silenzio per non disturbare i presenti e arriviamo a un terrazzo esterno, entriamo in acqua da una scala utilizzata dai turisti che affollano questo centro termale e che, a giudicare dagli sguardi, non sono molto abituati a vedere dei subacquei. Il lago, d’origine vulcanica, presenta una sezione ad imbuto con pareti naturali che scendono verticalmente nel lato Sud sino alla profondità di 40 mt. Seguendo le tubazioni che portano l’acqua calda agli impianti termali percorriamo in questa acqua tiepida e scura il tratto verticale della parete posta sul lato sud del lago fino ai 40 mt dove è stata posizionata una gabbia di legno per evitare di sprofondare nella melma presente davanti all’ingresso della grotta. La visibilità è ridotta ad un metro e solo il continuo contatto con la cima guida consente di non perdere l’orientamento, fenomeno favorito anche dalla sensazione di disagio causata dalla temperatura dell’acqua, che aumenta con l’aumentare della profondità. Arrivati a quota -40, la guida ci fa coricare sul fondo di fronte all’imbocca- tura della grotta e qui, nonostante fossimo stati preavvertiti, la sensazione è violenta: il fine sedimento nero del lago si alza azzerando visibilità e luce per pochi ma intensi secondi sino a che, per effetto dell’uscita d’acqua dalla grotta, il sedimento è disperso e la visibilità (nonché il senso di claustrofobia) migliorano sensibilmente. La guida, disponendoci in fila indiana, ci mostra come effettuare l’ingresso nella grotta: sfruttando dei pioli posti su un’impalcatura di legno che penetra nella grotta tramite un’apertura artificiale (di appena 60 cm di larghezza x 80 cm d’altezza!) ci trasciniamo con le mani per vincere la forte corrente che, strozzata dalla stretta apertura cerca di respingerci. Con un po’ di affanno, causato dallo sforzo e dalla temperatura dell’acqua che oramai sfiora i 42 °C, mentre riposiamo sull’impalcatura all’interno della grotta finalmente ci accorgiamo della bellezza del posto: un’ampia camera di 16 m di altezza per 17 di diametro, come una bolla nella roccia di acqua cristallina. E’ stupendo, non si vorrebbe più uscire. La guida, ad uno ad uno ci conduce in un tour panoramico per mostrarci le fenditure attraverso cui sgorga l’acqua calda proveniente dal sottosuolo. E’ incredibile se non fosse per le bolle emesse l’acqua sembra inesistente, si può arrivare in superficie nella bolla gassosa non respirabile. Il fondo della grotta ha due strati: il primo di polvere molto morbido e il secondo è di marmo. Per tutta la circonferenza della grotta c’è una fenditura ricca di pirite che luccicando dà un’effetto prezioso al panorama, sembra di essere in un sogno. Dopo che il compagno ha effettuato il suo giro, uno sguardo al computer ci fa capire che è ora di abbandonare la grotta e così, uno ad uno ripassia- 24 Hèviz mo per l’accesso e ci prepariamo alla lunga risalita impostaci dalle tappe di decompressione. L’uscita dalla grotta è divertente, basta avvicinarsi e stare bassi sull’asse per essere piacevolmente spinti dal flusso d’acqua e qui il sogno finisce, torna il buio e dopo pochi minuti la sensazione del freddo. Ad attenderci a quota –6, nei lunghi 20 minuti di sosta troviamo ad accoglierci un branco di pesciolini che, per nulla intimiditi dalla nostra presenza cortesemente ci aiutano a trascorrere il tempo giocando con noi. Tutti molto soddisfatti decidiamo di affidarci alla splendida cucina ungherese con carne di cervo e selvaggina per poi ritornare verso la nostra Italia. Nicla SUBACQUEA I DATI E LA STORIA DI HÉVÍZ Il territorio del Balaton fu formato dalle forze dei vulca- ni, circa 22.000 anni fa, dalle ricerche è emerso che per circa 10.000 è stato un lago con acqua fredda e solo negli ultimi 8.000 è diventato caldo. Durante le ricerche sono stati ritrovati altari romani e monete romane , il che conferma che già dagli antichi romani il lago era conosciuto. Lungo il lago sorgono dozzine di sorgenti di zolfo, molte delle quali furono meta di quanti cercavano e trovavano guarigione. La più nota tra queste è la sorgente di Hévíz, che sgorga ai piedi dei monti di Keszthely. In verità si tratta di un geyser, dal cui cratere la sorgente trae la propria acqua termale con temperatura naturale a 38 °C. Qualcosa di simile si trova soltanto in Islanda. L’acqua sulfurea, leggermente radioattiva del lago di Hévíz è adatta come terapia per le malattie che riguardano le articolazioni. Il lago, anche dal punto di vista panoramico, offre uno scenario stupendo, particolarmente verso la fine dell’estate, quando sullo specchio dell’acqua fioriscono a migliaia le ninfee rosse importate dall’India. Una delle sostanze curative più conosciute di Hévíz è il fango leggermente radioattivo presente in fondo al lago. Sia l’acqua curativa sia il fango sono molto adatti per il trattamento di malattie croniche dell’apparato motorio, di situazioni post-traumatiche, della gotta e della malattia di Bechterew. La principale attrattiva di Hévíz è il lago d’acqua termale, unico al mondo, con una superficie di 47.500 mq e profondo circa 50 metri. SI trova a 108 mt. s.l.m.e la profondità varia tra i 2 e i 5 mt. Sul fondo la melma varia dai 5 cm ai 5 mt di spessore. La temperatura del lago non scende mai sotto 22°, dall’ingresso della grotta che è stata scoperta nel 1970, escono circa 670lt al secondo di acqua che permette un cambio al lago in circa 60 ore. Tal enorme massa d’acqua non giace però a riposo. Infatti, l’acqua calda che affiora sulla superficie si distribuisce in direzione radiale e gira lentamente in senso orario, pertanto per la continua miscelazione, la temperatura dell’acqua è uguale in ogni punto del lago. L’acqua del lago inoltre affluisce, attraverso un canale, nel Balaton. Questo flusso è monitorato e di solito ha una media di 470lt al secondo per un cambio totale dell’acqua del lago in circa 80 ore.Solo nel 1990 c’è stato un calo rilevante con 270 lt al secondo e il cambio in 120 ore. Questo forte e veloce cambio di acqua non concede mai una buona visibilità in acqua. La Visibilità fuori dalla grotta è 2-3 mt che aumentano fino a massimo di 6 mt. Nel 1970 viene scoperta nella parte sx della grotta la sorgente più fredda, ma col tempo la situazione si è modificata e oggi l’ acqua esce miscelata dalle zone che prima erano fredde. La grotta ha diverse sorgenti che variano di temperatura dalla più fredda di 17° alla più calfa di 42° circa. Nella parte dx ci sono ben 10 sorgenti di acqua calda e grazie a queste la grotta ha una temperatura media di 38°. Il punto più profondo della grotta e anche del lago è di 49 mt ma lo si può raggiungere solo togliendo l’attrezzatura a causa del passaggio troppo stretto. Nicla Capatti e Sandro Pulleghini 26 SPORT DA COMBATTIMENTO K i c k B ox i n g : c r e s c e il numero delle atlete Si diffonde nella città Italiane, la passione per questa disciplina nata negli Stati Uniti Andando nelle varie palestre delle città di Ita- lia, dove si pratica la kick boxing, ci si accorge immediatamente che sono sempre più numerose le appassionate di kick boxing, come hanno anche dimostrato le recenti manifestazioni dedicate a questo sport da combattimento. Negli anni passati questo sport da combattimento veniva praticato quasi esclusivamente da ragazzi, mentre in questi ultimi anni sono molte le ragazze che iniziano a praticare la kick boxing. Intervistando alcune di queste ragazze praticanti questo sport, sempre più in voga, abbiamo scoperto quali sono i motivi che le spingono ad iniziare ad indossare guantoni e calzari. Uno dei motivi che spinge le donne ad iniziare quest’attività sportiva, aperta a bambini ed adulti di ambo i sessi, è che oltre a tonificare il corpo con la dura preparazione atletica, insegna a sapersi difendere, “cosa che non guasta mai in questi tempi”, rendendole più sicure, consapevoli che in caso di bisogno si può contare su riflessi pronti e su un corpo ben allenato. Si sentono più sicure ed hanno più fiducia in loro stesse. Un altro motivo, non meno importante del primo è che la kick boxing è anche un efficace rimedio contro lo stress, grazie alle combinazioni da fare al sacco o a coppia, molto utili a scaricare la tensione accumulata durante la giornata. Sembra che le nuove donne abbiano scelto come rimanere in forma: con pugni e calci! Non è soltanto una moda, ma è una vera e propria scelta di vita. Il gentil sesso, infatti, vuole imparare a difendersi ed a prendersi cura del proprio corpo, migliorando il seno, gli addominali, le gambe ed i glutei attraverso questa disciplina sportiva. Anni addietro era prerogativa femminile essere in forma con “grazia”, attraverso l’aerobica, la danza ed il nuoto. Adesso le donne vogliono dimostrare che possono essere femminili anche con i guantoni. Dal punto di vista fisico, boxando si mettono in moto tutti i muscoli del tronco e degli arti superiori, nessuno escluso. I movimenti principali con le braccia, i famigerati pugni (gancio, diretto e montante) favoriscono il rafforzamento dei pettorali e dei muscoli della spalla (deltoide anteriore). Quando le braccia tornano in posizione di difesa inoltre vengono utilizzati anche i muscoli dorsali e il bicipite (muscolo anteriore del braccio). Il tutto accompagnato da saltelli ripetuti, ottimi per la circolazione, e da movimenti di flessione e torsione che aiutano a snellire la vita, rassodando gli addominali e favorendo la scioltezza di schiena e bacino. Nella kick boxing inoltre, vengono usate in maniera significativa le gambe. Il movimento detto “kick” permette di rassodare i glutei e di rendere più elastici i muscoli delle cosce. Perfetto l’utilizzo dei piedi nel calcio “a martello” che esercita un’azione di allungamento dei muscoli delle gambe, in particolare di quello dei polpacci. Questo sport permette se praticato almeno due volte alla settimana con costanza, di sviluppare e scolpire in maniera armonica tutti i muscoli. Questo garantisce, soprattutto a seno gambe e glutei di risultare ancora più femminili! Ma gli uomini che cosa ne pensano delle donne con i guantoni ed i calzari? Dapprima sconcertati, oggi affermano di esserne assolutamente affascinati. Come per il settore maschile , anche per quello femminile, durante le varie manifestazioni, esiste la suddivisione in varie categorie a seconda dell’età, della cintura, del peso o dell’altezza. Da diversi anni ormai le ragazze si allenano sia atleticamente, sia tecnicamente con i ragazzi, senza avere problemi di nessun tipo. M° Rosario Carraffa 27 JUDO Memorial Giovanni Falcone & Paolo Borsellino Con il patrocinio di tutti gli enti lo- cali del territorio, come Regione Siciliana, ARS, Presidenza, Provincia Regionale di Palermo, Comune di Palermo, di Capaci e comuni limitrofi, e con l’egida ed il supporto principalmente del FIAMMA, del CONI, e della Federazione, anche questa settima edizione del memorial Falcone e Borsellino è stata archiviata egregiamente grazie soprattutto alle istituzioni che hanno ancora espresso la loro incondizionata fiducia all’organizzazione. Nonostante la nostra regione sia stata attraversata da parecchi esiti elettorali nel giro di pochissimi mesi (nazionali, regionali, provinciali ed anche comunali nel mio caso), che hanno messo in seria difficoltà il buon esito del torneo, i contatti istituzionali sono stati egregiamente ripresi ed intrattenuti dalla organizzazione, grazie soprattutto dalla dr.ssa Maria Rita Puleo, presidente provinciale del CSN-FIAMMA, che si è costantemente prodigata in tal senso ed a cui va tutto il nostro personale e sentito ringraziamento. La conferenza stampa del venerdì antecedente il torneo, annoverava grosse presenze di spicco in rappresentanza degli enti locali, come il neo sindaco di Capaci Benedetto Salvino, che è stato vicinissimo all’ organizzazione durante tutto lo svolgimento della manifestazione, accompagnato in sede da una grossa rappresentanza della sua giunta come l’assessore allo sport Giovanni Margarini, il vice sindaco Occhipinti e dal neo assessore Pietro Puccio, ex presidente della Provincia Regionale di Palermo e già cintura nera 1° dan ad onorem, conferitagli dal presidente federale Matteo Pellicone ai tempi in cui Tonino Voccia era presidente del Comitato Regionale FILPJK-Judo (1998). La regione siciliana era degnamente rappresentata dall’on. Ficarra che in extremis ha sostituito l’on. Pippo 28 Fallica, mentre l’assessore allo sport Michele Nasca ed il consigliere Fabio Ferranti rappresentavano la Provincia Regionale di Palermo. Il consigliere Mimmo Russo, unitamente all’assessore allo sport Alessandro Anello del Comune di Palermo ed il presidente dell’ARS Francesco Cascio figurano tra gli assenti giustificatissimi, per impegni sopravvenuti come il presidente regionale della FIJLKAM Toti Pirrotta. Altra presenza di rilievo, l’avv. Massimo Costa, presidente regionale del CONI, che unitamente a Giovanni Caramazza presidente provinciale di Palermo dello stesso ente, sono stati vicinissimi all’organizzazione con la loro attiva e fattiva collaborazione. Graditissima la presenza del decano del judo siciliano e presidente benemerito regionale FIJLKAM Tonino Voccia, accompagnato da Salvo Alessi, allievo dello stesso agli albori del neonato “Judo Club Palermo” datato anno 1953, che con i suoi 75 anni ed altrettanti acciacchi, continua a mantenere alto lo spirito del samurai. Ultimata la parte istituzionale, che si è conclusa con un cocktail in piscina, la riunione tecnica, per la composizione delle poule e la registrazione degli atleti, si è svolta velocemente, anche perché in serata si attendevano gli arrivi di altre delegazioni, ultima in ordine cronologico il Banzai Cortina dell’amico Gianluca Accogli (in tardissima nottata), che fresca di titolo nazionale femminile cadetti a squadre della settimana precedente a Torino, non ha esitato a rimettersi in viaggio per l’altro capo della penisola, pur di onorare la manifestazione, confermando ancora una volta lo spirito di amicizia che lega i partecipanti alla manifestazione. La presenza di ben 13 squadre maschili ed otto femminili, ha quasi rimar- cato i numeri di sempre del torneo, che sono vicinissimi ad un campionato italiano di classe, con il pregio della partecipazione di ben 6 rappresentative regionali come Toscana, Liguria e Puglia da sempre presenti nella passate edizioni, e le rappresentative straniere. Assente la fortissima Francia e la Romania per problemi legati al budget, la Georgia per gli sviluppi politici del mese di Agosto, ma Spagna, Canarie, Belgio ed Inghilterra, non hanno voluto mancare all’appuntamento. Quest’ultima presente con una comitiva di circa trenta persone, a conferma che il torneo non è solo un evento sportivo fine a se stesso, ma un mezzo per ottimi scambi turistici e culturali, dove i partecipanti possono incontrarsi e relazionarsi reciprocamente. Dopo la fase eliminatoria del sabato, si qualificavano per la finale del giorno successivo ben otto squadre maschili e quattro femminili e precisamente la Sicilia (maschile e femminile), la Fiamma Yamato Veneto, Lazio (maschile e femminile), Puglia, Toscana (maschile e femminile), Inghilterra, Fiamma Sicilia e Liguria. Alla fine il Torneo è stato appannaggio della Sicilia nei maschi davanti alla Puglia ed alla Fiamma Sicilia a pari merito con il Lazio, mentre per le donne la Fiamma Yamato Veneto ha preceduto il Banzai Cortina del Lazio, dando vita ad una accesissima e bellissima finale, risolta all’ultimo secondo e con combattimenti tiratissimi, confermando ancora una volta l’alto livello tecnico raggiunto dalla manifestazione. A pari merito terze la Toscana e la Sicilia, seguiti dai quinti nei rispettivi gironi la Liguria e la Toscana nei maschi ed Inghilterra e Liguria nelle donne. Da menzionare il commissario di gara, l’internazionale pugliese Tonino Chyurlia che ha diretto egregiamente le operazioni e che con la sua presenza, ha onorato una profonda e sincera amicizia che lo lega all’organizzazione. Grande successo di pubblico, e delle autorità che hanno presenziato la domenica alla fase finale del torneo ed alla ricca premiazione, con in testa il sindaco di Capaci Benedetto Salvino, il consigliere nazionale federale della FIJLKAM settore lotta Salvatore Passafiume, il presidente regionale FIAMMA Vito Orlando il presidente regionale FIJLKAM Toti Pirrotta, e quello di settore Gianni Strazzeri e l’ex arbitro internazionale ed ex vicepresidente di settore Paolo Minissale. Si archivia così questa settima edizione del torneo, che va riscuotendo sempre più consensi a livello nazionale ed internazionale soprattutto, grazie alla fiducia che enti ed istituzioni concedono all’organizzazione della Judo Cokys Club che altro non è che la famiglia Cocheo, Giovanni, Francesco ed Ivan, che unitamente al presidente Giusy, riescono a coordinare perfettamente tutti i loro collaboratori. Appuntamento per tutti alla prossima edizione, la cui organizzazione è già partita. Giovanni Cocheo JUDO L’isola che non c’è Missione compiuta nel primo dei tre step che vede coinvolti gli istituti scolastici dove la società opera in ore curriculari e con progetti per la diffusione del judo a scuola, e questo era forse il più delicato dei tre per la giovane età dei partecipanti. Impegnati nel corso dell’anno scolastico, 50 bambini circa dai 4 ai 7 anni, che si accostavano per la prima volta alla pratica del judo, compito che lo staff della Judo Cokys Club ha organizzato e diretto sapientemente con i propri tecnici, in modo prevalentemente ludico, al fine di riscuotere la massima attenzione dei ragazzi. Allo stage di fine anno, svolto nello spazio all’aperto antistante il cortile scolastico, erano presenti emozionatissimi genitori e attentissimi progenitori dei ragazzi, spettatori accorti che durante l’oretta di evoluzioni dei loro beniamini, li hanno sempre incoraggiati con scroscianti applausi. Alla fine, consegna degli omaggi federali, che sono stati particolarmente graditissimi e messaggio perfettamente recepito, tanto da strappare l’impegno di collaborazione per il prossimo anno scolastico. Prossimi appuntamenti, dopo questo alla scuola materna-elementare “I’isola che non c’è”, negli istituti scolastici elementari “Alcide De Gasperi” di Capaci e “Laura Lanza” di Carini, dove i numeri sono decisamente maggiori, rispettivamente 450 ragazzi per circolo didattico. A dirigere lo stage il maestro Giovanni Cocheo con gli insegnanti tecnici Ivan e Francesco Cocheo, che hanno attivamente collaborato per la buona riuscita del progetto, presente l’intero staff della scuola diretta dal dr. Giovanni Cammarata. A fine corso, attraverso dei colorati disegni, i ragazzi hanno anche espresso ciò che li ha impressionati maggiormente durante il corso di judo. Giovanni Cocheo 30 Corsi di formazione Nazionali ed Internazionali per la qualifica di Istruttore, Maestro, Docente e Direttore Accademico della: WORLD ACADEMY PERSONAL DEFENCE - I corsi avranno una durata che dipende dai livelli da acquisire: 3 mesi per il conseguimento del diploma di “aspirante allenatore”; 5 mesi per il conseguimento del diploma di “allenatore”; 8 mesi per il conseguimento del diploma di “istruttore accademico di 1° livello”; 12 mesi per il conseguimento del diploma Nazionale di “maestro”; * * I CORSI SONO APERTI A TUTTE LE CINTURE BLU MARRONI E NERE DI OGNI STILE CHE SONO INTERESSATE ALL’ APPLICAZIONE DELLE ARTI MARZIALI ALLA DIFESA PERSONALE ED ALL’ INSEGNAMENTO DELLA DIFESA PERSONALE; I CORSI SI SVOLGERANNO NELLE SEDI E PALESTRE DELLA I.A.M.A.& D.A. E DELLA W.A.S.C.A. INTERNATIONAL A PESCARA, SILVI (TE) E RIETI. Si rilascia: - budopass Internazionale dell’ ente “ SPORT NAZIONALE – ENTE FIAMMA”; - iscrizione all’ albo internazionale della “ WORLD ACADEMY PERSONAL DEFENCE ”; - diploma dell’ accademia “ WORD ACADEMY PERSONAL DEFENCE” - borsa, maglietta e t-shirt dell’ accademia. Le lezioni saranno svolte dal Direttore Tecnico Internazionale (settore Arti Marziali) Shihan Alfredo Bassani (9° dan – Takemusu Ju Jutsu) e da altri Docenti Internazionali e tecnici Nazionali dell’ ente. “Shihan” Alfredo Bassani attualmente ricopre la carica di Direttore Tecnico Internazionale Generale dell’ ente “ Sport Nazionale – Ente Fiamma” (Ente Europeo) con sedi in: Roma , Venezia , Londra e in ex U.R.S.S.. Per informazioni rivolgersi alla segreteria della IAMA&DA al tel. 328.7167040. E-MAIL a s d - i a m a e d a @ l i b e r o. i t sito internet w w w. f i a m o e d a . co m rif. Wascainternational. Ju jutsu “SHIHAN” ALFREDO BASSANI AMBASCIATORE IN EX UNIONE SOVIETICA La bandiera italiana sventola al grande galà di Mosca , svoltosi a Simferopol (UA) nello STADIO LOCOMOTIVE nei giorni 05 e 06 di agosto 2008. Una grande manifestazione ed un grande gemellaggio sportivo fra tutti i paesi della ex unione sovietica. Il maestro Alfredo Bassani ospite d’onore, viene presentato a tutti i ministri della CULTURA E DELLO SPORT della ex unione sovietica . Sono intervenuti al grande evento: attori di teatro, attori di cinema, artisti, presidenti sportivi in rappresentazione delle grandi metropoli, direttori tecnici, giudici, arbitri, insieme ad una immensa coreografia di praticanti di arti marziali. Il maestro Bassani, in qualita’ di direttore tecnico internazionale generale dell’ente “sport nazionale “, ha partecipato con il suo discorso all’apertura ufficiale, insieme al ministro di Mosca, dell’ Ucraina, della Crimea e di tutti gli altri stati presenti. Riscuote scroscianti applausi e con grande rispetto ed emozione si accinge ad assistere agli inni ufficiali e nazionali di rito. Con grande umilta’ e determinazione il grande maestro Alfredo Bas- sani anche in veste di presidente internazionale della Wasca Italia, annuncia il progetto della grande ACCADEMIA INTERNAZIONALE DELLE ARTI MARZIALI in ex unione sovietica “LO SHIHAN” ALFREDO BASSANI è stato invitato dai direttori, maestri ucraini e russi , a ben 4 interviste televisive in diretta ed in prima fila su tutti gli sport di sua competenza; in questa occasione il noto maestro ha riscosso un gran successo unico nel suo genere. Le domande da parte dei giornalisti sono state numerose, interessanti ed hanno rivelato una grande volontà e disponibilità alla collaborazione reciproca e paritetica; alla fine delle interviste lo Shihan ha ufficializzato la data della costituzione accademica per le arti marziali, la danza ed il teatro tra l’Italia, l’Europa e tutti i Paesi dell’ ex U.R.S.S. A dicembre 2008 il presidente della lega marziale Ucraina Alexander Udovicenko in collaborazione con ministero Ucraino, ha invitato lo Shihan, con il suo team composto da numerosi maestri ed istruttori, a svolgere un mega - seminario in presenza di oltre 2000 atleti e maestri sullo stile da lui creato e denomi- ARTI MARZIALI nato: ju jutsu ryu . N.B. (creatore nel 1975 del ju jitsu squalo) Presente in tutte le occasioni , la grande e leggendaria Direttrice Accademica Internazionale dei settori danza e teatro: Tetyana Cociergnina. Con la sua esperienza, abilità di danzatrice e con l’ aiuto del team ucraino (direttori artistici e ballerini) rafforzeranno ed amplieranno con grande impegno e professionalità tutti i vari programmi per l’accademia internazionale della danza e teatro. S. Tosi Il Takemusu Ju Jutsu è un nuovo stile di Ju Jutsu creato dal M° Alfredo Bassani come sintesi di un’ esperienza di studio qua- rantennale in molti stili di Ju Jutsu classico, del judo, del karate e dell’ aikido. Oltre alla grande esperienza nel settore delle arti marziali Giapponesi e ad essere stato uno dei pionieri del Ju Jutsu nel Centro – Sud Italia nel lontano 1972, il M° Bassani, si è avvalso di consigli, scambi teorici e pratici di molti autorevoli personaggi del settore; vogliamo qui ricordarne solo alcuni. Il primo, maestro e padre, Carlo Alberto, abile ginnasta italiano degli anni ’50, e judoka di grandissima esperienza formatosi soprattutto in Giappone. Il suo secondo maestro e campione del mondo di Judo negli anni ’70 è stato il famoso Matsushita Masami. Quest’ ultimo è stato anche per molti anni allenatore della nazionale italiana di Judo. Ed infine è bene ricordare l’ amico e maestro M° Carlo Pellandra (8° dan di Aikido), da poco scomparso a causa di un male incurabile. Quest’ ultimo è vissuto per 30 anni in Giappone ed oltre ad aver stretto amicizia con i grandi dell’ aikido (M° Saito ed il M° Isoyama), ha lasciato al M° Bassani utili conoscenze originali ed antiche che oggi sono difficilmente rintracciabili nelle moderne arti marziali. Il Takemusu Ju Jutsu (TJJ) rappresenta quindi un’ arte eclettica sintesi di tecniche moderne ed antiche, ricca di varietà nel combattimento a distanza, nel corpo a corpo e nella lotta a terra. Nel TJJ si osservano molte tipiche tecniche di Judo, le percussioni del karate e spesso la fluidità dell’ aikido. Un’ aspetto importante del TJJ è il susseguirsi logico e razionale delle tecniche che in alcuni casi non si esauriscono in pochi se condi ma proseguono (con continuità) fino al controllo o neutralizzazione completa dell’ aggressore. In quest’ arte vi sono anche altre tecniche, sia contundenti che di proiezione, che sortiscono i loro effetti in pochi attimi e come tali molto utili anche nelle applicazioni alla difesa personale. Lo studio del TJJ va quindi affrontato per livelli successivi iniziando dalle basi del Judo e del Karate per poi passare alla sintesi di esse ed arrivare infine alle tecniche proprie del Takemusu. Dal 4° dan in poi è anche previsto l’ uso di diverse armi (bokken, spada, ed altre). Molte lezioni vertono anche sullo studio delle strategie del combattimento sia da strada che agonistico. Docenti Accademici Internazionali: Giacomo Rinaldi 6° dan – Pompilio Attili 7° dan Italo Cirone 8° dan – Domenico Angelozzi 8° dan Istruttori Nazionali: Michelangelo Di Blasio - Gianluca Quintili - Laura Belloni – Roberto Fiore - Alessandro Visca - Daniele Sfamurri – Cristian Tosi – Riccardo Rossi - Nico Della Sciucca - Shihan: Prof. Alfredo Bassani 9° dan Ju Jitsu e Takemusu Ju Jutsu - Oscar arti marziali Abruzzo 2008 Direttore tecnico per l’ ente “Ente Fiamma – Sport Nazionale” - Direttore tecnico IAMA&DA Presidente della WASCA International Rappresentante per l’ Italia nell’ ex – URSS della WASCA International Membro della Commissione Tecnica Mondiale Ju Jutsu della WMSKPKAC JUDO - KARATE - JU JUTZU - LOTTA - AIKIDO- KICK BOXING VALE TUDO - MUAY THAI - YOGA - SHIATSU 33 ARTI MARZIALI Pancrazio - Italia prima classificata nel Pancrazio Athlima Italia prima classificata nel Pancrazio Athlima La Nazionale Italiana ha preso parte al 4° Campionato del Mondo di Pancrazio Athlima con 15 atleti classificandosi al 1° posto della classifica generale. Il Campionato Mondiale si è svolto nella città di Tirana (Albania) dal 18 al 20 settembre 2008 organizzato dalla FILA. Dopo due giorni di gara, tra gli atleti delle varie nazioni si era istaurato un bellissimo clima sportivo e di amicizia riconoscendo la superiorità dell’avversario. La Nazionale Italiana è stata elogiata da tutti, per la preparazione tecnica degli atleti e finalmente ha avuto il riconoscimento di Campione del Mondo che inseguiva fin dal 1° Campionato Mondiale del 2003. Gli atleti italiani hanno colto il frutto di tanti allenamenti, maggiormente durante il periodo estivo, mentre tutti erano in vacanza, loro erano impegnati con gli allenamenti resi ancora più faticosi dal caldo estivo. Gli atleti Italiani si sono piazzati in posti prestigiosi della classifica dei settori agonistici del Palesmata (difesa a due), Polydamas (difesa a quattro, uno contro tre armati), Pancrazio (combattimento totale). I risultati sono stati i seguenti: PALESMATA maschile: Perlageli Fabio, Leo Francesco – argento; femminile: Maraca Federica Quarta Cosima – oro; misto: Mazzotta Francesco, Maraca Federica – oro. POLYDAMAS Maschile: Puce Alessandro, Perlangeli Fabio, Leo Francesco, Dell’Anna Luigi argento; femminile:Maraca Federica, Quarta Cosima, Petolicchio Cristina, Ginetti Luisa - oro misto: Maraca Federica, Puce Alessandro, Leo Francesco Mazzotta Francesco - oro; PANCRAZIO maschile:, 66 Kg. Perlangeli Fabio, argento; 71 Kg. D’Eboli Pietro, oro; 83 Kg. Salvatore Amedeo, bronzo; 90 Kg. Marangi Francesco, bronzo; 100 Kg. Mazzotta Francesco, bronzo + 100 Kg. Rizzo Marco, oro. Femminile: 61 Kg. Petolicchio Cristina bronzo, 65 Kg. Pepe Daniela oro, 71 Kg. Ginetti Luisa argento, Sguazzo Antonietta oro, facente parte del gruppo sportivo dell’Esercito Italiano. La classifica generale delle Nazioni partecipanti è la seguente: 1° Italia, 2° Russia, 3° Francia a seguire America, Canada, Grecia, Portogallo, India, Kazakistan, Albania ecc. ecc.. La Nazionale Italiana ha preso parte per la prima volta anche ad un tipo di lotta insolito e sconosciuto dalla platea sportiva Italiana “il Beach Wrestling”. Questa tipo di lotta è di origine Turca ed ha le stesse regole della lotta che tutti conosciamo, solo che viene praticata sulla spiaggia a pantaloncini da bagno in un diametro di 6 metri, i combattimenti si svolgono solo con le tecniche in piedi. I due atleti Mazza Cosimo e Mazza Flavio che hanno rappresentato l’Italia sono della.Società Sportiva Fisioline di Torchiarolo (BR) . I due azzurri erano alla prima esperienza internazionale, non sono entrati in zona medaglia ma hanno intenzione di fare meglio nel prossimo Campionato. Sullo scenario internazionale la FIPA (Federazione Italiana Pancrazio Athlima) assume un’importanza sempre più rilevante, in quanto riconosciuta ufficialmente dalla FIJLKAM (federazione riconosciuta dal CONI) e dalla FILA (Fe- derazione Internazionale Olimpica della Lotta e Associate), in futuro si sperano degli ulteriori risvolti per la partecipazione del Pancrazio Athlima alle Olimpiadi. La Nazionale Italiana si è distinta nei campionati precedenti con ottimi risultati: 1° Campionato Mondiale anno 2003, 2a classificata; 1°Campionato Europeo anno 2004, 2°classificata; 2° Campionato Mondiale anno 2006, 3° classificata; 3° Campionato Mondiale anno 2007, 2°classificata Il Team Italiano è stata accompagnata dal Presidente Nazionale Italo Morello nonché Responsabile Tecnico Nazionale coadiuvato dal M° Pietro Amendola e dal M° Massimo Tario nonché Consigliere Nazionale e dall’Ufficiale di gara Mondiale Giancane Pompeo il quale è stato apprezzato da tutti per le sue capacità. Quest’anno per la FIPA e per il Presidente Morello è stato un anno prestigioso in quanto ha ricevuto l’incarico di Vice Presidente Mondiale WPAC (World Pangration Athlima Committee in seno alla FILA) inoltre responsabile Tecnico Mondiale. Il Pancrazio Athlima è divulgato in Italia dalla FIPA (Federazione Italiana Pancrazio Athlima), con sede a Brindisi in via Lucio Strabone 40. M° Italo Morello 34 Karate Kimono d’Oro Strepitoso il successo ottenuto dalla A.S.D. Shotokan Karate Sicilia che per il quindicesimo anno consecutivo ha riproposto alla cittadinanza tutta il Trofeo Kimono d’oro di Karate che si è svolto al Palaoreto di Palermo (Via S. Maria di Gesù) il 9 novembre 2008 ed al quale hanno preso parte oltre 450 atleti e 33 società provenienti da tutte le province della Sicilia ed oltre. Come per le precedenti edizioni, ancora una volta il CONI, la FIJLKAM e il CNS Fiamma, hanno mostrato particolare interesse nei confronti di questa manifestazione ritenendo la società organizzatrice idonea all’organizzazione di una manifestazione sportiva di così alto livello tecnico e riscontro da parte di società, atleti e pubblico. Anche le istituzioni non sono rimaste insensibili al richiamo della manifestazione e come già successo negli anni passati, la partecipazione del Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista della Provincia Regionale di Palermo e la Presidenza della Regione Siciliana, hanno elevato il tono della manifestazione, aumentandone peraltro l’indice di gradimento da parte della cittadinanza. A questa quindicesima edizione hanno presenziato diverse autorità sportive tra i quali il Presidente Regionale Fijlkam Rag. Salvatore Pirrotta e il Presidente Onorario Fijlkam M° Antonio Voccia. Assenti tutti gli altri. Il raduno dei concorrenti è avvenuto alle ore 8,30 presso il Palaoreto di Palermo alla presenza di oltre 1000 spettatori. A seguire, le operazioni di verifica e controllo atleti. La gara ha preso il via alle 9,30 per concludersi alle ore 17,30 sotto l’attento controllo degli Ufficiali di Gara. Il risultato più importate della giornata è stato quello ottenuto dalla società organizzatrice che, nella categoria più prestigiosa la Junior/Senior maschile cinture marroni/nere, ha piazzato tutti e tre i suoi atleti sul podio (A. Rizzuto 2° - A. Lo Cicero e R. Lo Cicero 3°) La manifestazione denominata “15° Trofeo Kimono d’oro” rappresenta la fase culminante di un’attività costante che impegna per un intero anno sportivo, sia gli atleti della società organizzatrice che quelli di tutte le società partecipanti; ma lo scopo principale di questa manifestazione è quello di incentivare e motivare gli sforzi e l’impegno di tutti quegli atleti che partecipano sempre più entusiasti e numerosi. L’organizzazione della manifestazione, oltre a possedere una chiara valenza sportiva, in quanto punto di riferimento ormai tradizionale del panorama karateistico siciliano e italiano, assolve anche un importante ruolo di promozione turistica con il coinvolgimento di oltre 1500 persone per tutta la durata della manifestazione tra atleti partecipanti, accompagnatori, tecnici, familiari e pubblico in genere. L’importanza di tale iniziativa non propone soltanto la diffusione della manifestazione sportiva che ha avuto in tutti questi anni sempre grande refluenza positiva per l’immagine della città, ma soprattutto la conoscenza di Palermo che non è soltanto sport ma anche cultura, divertimento, shopping, gastronomia. Insomma trascorrere a Palermo la propria vacanza o venire solo per una manifestazione sportiva è un’esperienza chi si ricorda a lungo con piacere. Osvaldo Lo Cicero I risultati: Bambini (gi) Fanciulli (gi) Fanciulli (ar/ve) 2) Zanghi Roberta 2) Rusu Neculai 2) Dizzia Davide Fanciulli (bl/ma) Ragazzi (gi/ar) Ragazzi (ve/bl/ma) 2) Panaria Giuseppe 2) Di Caro Angelo 2) Zanghi Giuseppe Esordienti A (gi/ar) Esordienti A (ve/bl) Esordienti A masch. (ma) 2) Alario Luigi 2) Triscari Carmelo 2) Vacirca Vincenzo 1) Zingales Gabriel 3) Zaccone Mistretta 1) Amato Francesca 3) Cicero Vincenzo 1) Lo Coco Gabriele 3) Russo Giovanni 1) Ortoleva Cristian 3) Freddoso Rebecca 1) Piccichè Chiara 3) Trombetta Emanuele 1) D’Amico Giovanni 3) Tomasi Sofia Esordienti A femm.(ma) Esordienti B (gi/ar) 1) Imburgia Nina 2) Lanza Corina 3) Madonia Ferraro 3) Salamone Miriam 1) El quadrassi Ivan 3) Antioco Francesco 1) Zaccone Francesco 3) Troia Giorgio 1) Di Bona Valerio 3) Mariondi Calogero 3) Meola Gabriele Esordienti B (ve/bl) 1) Cocuzza Paolo 1) Craparo Ignazio 3) Lancia Rosario 3) Corso Piermarco 2) La Russa Miriam 2) Armetta Silvia Esordienti B masch.(ma) Esordienti B femm.(ma) Cadetti (gi/ar) 2) Caldarella Gianni 2) Greco Antonino 1) Torre Kim William 1) Masnata Chiara 3) Petta Daniele 3) Ventimiglia Giovanna 3) Gulotta Giovanni 3) Cutrona Francesco 2) Candiano Veronica 1) Bruccoleri Antonino 3) Ferraro Denise Cadetti masch. (ma/ne) Cadetti femm. (ma/ne) Ju/Se (gi/ar) 2) Scibona Vincenzo 2) Bufera Vincenzo 1) Occhipinti Giuseppe 1) Di Graziano Carla 2) Glorioso Rosaria 1) Castronovo Vincenzo 3) Beninati Alessandro 3) La Corte Emanuela 3) Grasso Letizia Ju/Se (ve/bl) Ju/Se femm. (ma/ne) 3) Sciolino Antonio 1) Lena Francesco 2) Madonna Raffaele 3) Di Lorenzo Giorgia Ju/Se masch. (ma/ne) 1) Papa Antonino 2) Rizzuto Antonino 3) Lo Cicero Alessio 3) Lo Cicero Roberto 1) Mirabella Alessia 2) Masnata Roberta 3) Forzinetti Ornella 3) Gallà Eleonora ARTI MARZIALI Lo Shotokan è uno stile di Karate trai più conosciuti e praticati nel mondo. La sua creazione viene comunemente attribuita al Maestro Gichin Funakoshi, anche se le posizioni e le tecniche che lo caratterizzano sono più simili al tipo di Karate praticato dal Maestro Yoshitaka Funakoshi, figlio di Gichin. Ad onor del vero, però, lo Shotokan fu definitivamente creato e codificato da un gruppo di istruttori, allievi del Maestro Funakoshi, che fondarono una loro organizzazione, la Japan Karate Association, al cui vertice fu posto il Maestro Nakayama. Da allora c’è stato un proliferare in tutto il mondo di altre sigle di Federazioni ed Associazioni nelle quali si pratica il Karate Shotokan. La caratteristica di questo stile è data dalle posizioni basse e dalla potenza che viene espressa durante l’esecuzione delle tecniche.Queste peculiarità vengono esaltate nei KATA dove emergono, in maniera molto più accentuata rispetto al combattimento ( KUMITE ), le differenze trai vari stili di Karate. Infatti possiamo notare come venga enfatizzato il lavoro delle anche e delle caviglie; questo perché uno dei principi fondamentali dello Shotokan è quello secondo cui è necessario avere sempre il tallone del piede posteriore a contatto con il suolo e che eserciti così pressione durante l’esecuzione della tecnica. Questa forza che si va a produrre viene trasmessa, attraverso una catena cinetica, alle anche affinché ogni tecnica possa essere tirata sfruttando la forza di tutto il corpo. Per capire bene questo concetto si deve tener presente che, nella filosofia e nella medicina orientali, l’energia vitale ( c’iai – ki – prana ) viene immagazzinata in una zona del corpo, il tanden, in giapponese, che si trova due o tre centimetri sotto l’ombelico. Una volta assimilato questo concetto è facile capire che, andando a concentrare l’attenzione, in ogni tecnica, su questa zona del corpo, il movimento stesso andrà ad acquistare una forza ed un’energia del tutto inusuale. E’ questa ricerca continua del provare ad eseguire la “tecnica perfetta” che caratterizza il terzo sistema di allenamento del Karate, il Kihon, in cui attraverso numerose ripetizioni di una tecnica si tende non solo al miglioramento fisico, ma soprattutto allo sviluppo di una profonda conoscenza della tecnica stessa. A proposito della conoscenza della tecnica ci sarebbe ancora tanto da dire ed è sicuramente un argomento che tratterò nei prossimi articoli. M° Maurizio Ruggiano Il Maestro Maurizio Ruggiano (Coordinatore Tecnico Karate Shotokan - Regione Campania) ed i suoi Samurai del Dojo NITEN RYU di Napoli 36 ARTI MARZIALI IL KOBUDO A NAPOLI Si è tenuto sabato 29 novembre, presso la Polisportiva Rosso Maniero Nunziatella un’interessante stage di kobudo tenuto dal Maestro Luca Raucci. L’evento, aperto a tutti i marzialisti, ha permesso ai partecipanti di avvicinarsi a quest’antica disciplina sotto la guida di un sensei di alto livello, 5° Dan e Coordinatore Tecnico per il settore Kobudo della SJJA&MAA, nonché consigliere del Direttivo Accademico. Com’è noto, le armi tradizionali usate nel Kobudo provengono direttamente dagli attrezzi utilizzati nella vita quotidiana da artigiani, contadini e pescatori dell’arcipelago di Okinawa, all’occorrenza trasformati in efficaci strumenti di difesa. Fino al secolo scorso, lo sviluppo e l’insegnamento di questa disciplina procedevano in maniera estremamente frazionata, con validi maestri esperti nell’utilizzo chi di una chi di due della molte armi presenti in questa vasta arte marziale, che custodivano i propri insegnamenti per tutta la vita, spesso lasciandoli morire insieme a loro. Un’essenziale riorganizzazione di questo grande patrimonio marziale è dovuta a Shinko Matayoshi e al suo successore Shinpo i quali hanno arrestato il lento declino di questa disciplina ed hanno codificato il kobudo che è arrivato fino a noi, con 21 armi tradizionali suddivise in varie categorie. Durante le due ore di stage, il maestro Raucci ha illustrato i fondamenti dell’utilizzo del jo (bastone da 130cm) attraverso la spiegazione di kata e tecniche di base. Impossibile non sottolineare la grande passione per l’insegnamento del M° Raucci che pur avendo compiuto 60 anni il giorno stesso dello stage, ha seguito personalmente i molti giovanissimi partecipanti intervenuti, con la pazienza e la disponibilità che da sempre lo hanno contrassegnato. Il M° Rosario Carraffa entra in Accademia La SJJA&MAA, sbarca in Sicilia, precisa- mente a Palermo con la kick boxing ed il krav maga. Infatti è entrato in Accademia, il M° Rosario Carraffa, cintura nera 4° Dan di kick boxing e cintura nera 3° Livello di krav maga, ottenendo la nomina di coordinatore per la Regione Sicilia per la kick boxing e coordinatore per Palermo e Provincia per il krav maga. Il M° Carraffa, conoscitore delle varie arti marziali, dei vari sport da combattimento e dei diversi sistemi di difesa personale è anche giornalista di settore, operatore di sicurezza-body gard, preparatore atletico ed istruttore di body building-fitnesscardiofitness. Docente di numerosi corsi sportivi Francesco Malvano SJJA&MAA The International Martial Arts Academy www.sjja-maa.org info@sjja-maa.org e non, ama insegnare e far crescere sempre più atleti, per lui l’attività fisica costante non deve essere considerata un lusso, ma una necessità primaria per il benessere della persona. Il suo motto è: “tutto ciò che non uccide fortifica”. Insegna ormai da diversi anni a bambini, ragazzi ed adulti, presso la Roy Team Palestre di Palermo. Per tutti coloro che praticano kick boxing e krav maga della Sicilia che vorranno sapere come poter entrare in Accademia potranno inviare un’e-mail a: sjja-maasicilia@email. it oppure info@royteam.com. Vediamo ritratto nella foto, il M° Rosario Carraffa con alcuni suoi allievi. 37 EQUITAZIONE EquiEtologia: un nuovo modo di vivere il cavallo (segue dal numero precedente) Passando al mondo del cavallo, posso dire con franchezza che il sistema di addestramento naturale è stato sempre utilizzato, anche Senofonte nel suo famoso trattato, “L’arte della Cavalleria”, già nel 380 A.C., descrive in maniera minuziosa come montare un cavallo e come addestrarlo, con toni evidenti al sistema naturale, quello che noi oggi chiamiamo sistema “etologico”. Nessuno ha inventato o scoperto “l’acqua calda”, ha solo preso dei sistemi antichi come l’uomo e li ha fatti propri creando un grosso giro di affari. L’uomo con l’evoluzione e con l’avvento della tecnologia, ha dimenticato come addestrare i cavalli con naturalezza, inventando, in questo caso ci sta bene, sistemi coercitivi inutili e pericolosi sia per l’uomo che per il cavallo, innescando il lui solo paure, che prima o poi si ritorceranno contro l’uomo. Una volta, mentre mi trovavo in un centro ippico, un uomo, che si spacciava come esperto addestratore (da premettere che la sua prima professione è il maestro di sci), mi ha detto, in riferimento ad un cavallo un po’ più allegro, “... adesso gli insegno io un po’ di matematica a questa bestia!” Immaginate come mi sia sentito a sentire quelle parole, tra l’altro dette davanti ad un probabile cliente. Ecco che, a mio avviso, dovrebbe essere questa persona ad imparare un po’ di “matematica”. Comunque sia, non siamo qui a giudicare gli altri, ma è bene che sappiate che nel mondo del cavallo, “tutti sanno tutto” del cavallo, ed avvolte far capire loro qualcosa di diverso, risulta davvero difficile, forse impossibile. Ritornando al mondo del cavallo, iniziamo a capire come è fatto il suo modo di pensare quindi il suo modo di essere. Prima regola fondamentale, è quella di ricordarsi sempre che non esiste piena fiducia del cavallo nei confronti dell’uomo, non esiste. Dispiace dirlo, ma è la realtà. Tutto dipende dal fatto che l’uomo è un carnivoro, mentre il cavallo è un erbivoro. L’uomo mangia il cavallo. Il cavallo ha conosciuto l’uomo, come la preda conosce il suo carnefice. Non basta dire”io sono vegetariano”, oppure “io non mangio carne di cavallo”, rimane sempre il fatto che l’uomo “puzza” di Carnivoro, anche gli occhi dell’uomo, sono tipici di quelli di un predatore. Lo schema seguente ci fa capire meglio le differenze, anche banali, tra l’uomo e il cavallo. Il fatto che il cavallo non ha la concezione del futuro, dipende dalla sua natura di erbivoro. Infatti in natura il cavallo non ha bisogno di progettare per mangiare, deve soltanto abbassare la testa per potersi nutrire. Ecco perché un cavallo con la testa bassa è un cavallo tranquillo ed affidabile, mentre un cavallo con l’incollatura ben arcata e prominente, anche se è bella da vedere, è semplicemente un artifizio umano, quindi non naturale. E’ grazie alla sua trasposizione al passato che il cavallo riesce a sopravvivere senza problemi. Tutti i carnivori, per poter mangiare devono progettare, quindi hanno un concezione del futuro ben marcata. Spesso si trovano in branco per poter catturare la preda, progettano e studiano, quindi mangiano. Il concetto principale che si trova nella mente del cavallo, è quello del passato. Ossia, vive in base alle sue esperienze, che possono essere positive e negative. Alcune esperienze, sono innate nel cavallo, ovvero nascono dei ricordi insieme a lui nel momento in cui viene alla luce. Fraser, noto etologo, scrive in un suo trattato sui cavalli intitolato “Il comportamento del Cavallo”, afferma che molti suoi comportamenti sono innati, in quanto risultato dell’evoluzione. Molti suoi comportamenti, tipo il modo di curare il proprio corpo, o lo scappare al rumore, o ancora l’istinto alla riproduzione. In natura, il cavallo non conosce niente, ma riesce a riconoscere tutto, dato che ad ogni esperienza si associano ricordi che rimangono a vita. Molti altri ancora, vengono insegnati all’interno di un branco, tramandati dal cavallo più anziano. Ed è grazie all’esperienza di quest’ ultimo ed al suo modo di comportarsi nel branco, che permette agli studiosi di comportamento, di capire quali sono i metodi comunicativi e come vengono attuati. Dicevamo che la mente del cavallo, associale sue esperienza a positività e negatività. Immaginate il suo cervello, come un grosso schedario con tanti cassetti, all’interno dei Segue 38 quali, il cavallo mette dentro le sue esperienze associandole ad un segno positivo o negativo. Durante la sua vita, non fa altro che aprire il “cassetto” relativo a quella determinata esperienze e controllare se è una cosa buona o cattiva. Per natura, il cavallo non è un soggetto solitario, ma ama vivere in branco più o meno numeroso, ed ecco il perché avvolte tenere un cavallo in solitudine, rischiamo di farlo ammalare di solitudine, al punto tale da lasciarsi morire di stenti. Molti consigliano, in casi in cui il cavallo è solo, tenere una capretta di compagnia, il che non guasterebbe. Il cavallo non vive nelle grotte, è stato l’uomo a rilegarlo dentro un box per preservarlo dal freddo o dal caldo torrido, dal vento e dalla pioggia. Normalmente il cavallo ama stare all’aria aperta ed odia i luoghi chiusi, spiegato il motivo per cui si fa fatica, inizialmente, ad insegnare al cavallo a salire sul van o sul trailer. Si è notato, che in natura, i cavalli, osservano una rigida gerarchia, partendo dal più forte al più debole, seguendo dei parametri di tipo piramidale e concentrico. In cima a tutto ed al centro di tutto, gioca il suo ruolo importante lo Stallone ALFA, il quale vigile e regna su tutto il branco. Accanto allo stallone, perché non è da solo a governare, c’è la Giumenta ALFA, che governa insieme a lui. Tra i due, però, esiste una notevole differenza. In realtà chi comanda è la giumenta e non lo stallone, mentre in realtà egli si occupa della sicurezza dell’intero branco. Potremmo paragonare i loro ruoli al nostro sistema giudiziario, ovvero la giumenta ha il compito di fare le leggi del branco, mentre lo stallone, con la sua forza fisica, fa rispettare le regole. Entrambi hanno il pieno e completo controllo su tutto il branco. ALFA si nasce e non si diventa, egli ha il miglior bagaglio genetico di tutto il branco, è predisposto alla procreazione. Durante il periodo degli amori, si accoppia sempre con la giumenta ALFA, per poi permettersi delle “scappatelle” con le altre giumente del branco, le quali, spesso non sono ben viste dalla giumenta ALFA, che non sdegna ad attaccare le altre fattrici per allontanarle. Capita, avvolte che lo Stallone dia il consenso agli altri maschi del branco di potersi accoppiare con le altre giumente, ma è loro vietato in maniera categorica di accoppiarsi con la Giumenta ALFA. Solitamente solo i figli nati dall’accoppiamento tra ALFA, può nascere il futuro ALFA. Lo Stallone è dominante, in quanto mette in atto un “Codice” per poter comuni- care con gli altri cavalli. Questo codice è stato codificato, ed oggi possiamo diventare anche noi degli ALFA e quindi dominare su di loro senza utilizzare mezzi coercitivi strani. E’ importante diventare ALFA anche perché il branco lo difende. Infatti lo Stallone ALFA, è un individuo concentrico, e l’aspirazione dei componenti del branco è quello di stare vicino ad ALFA in quanto protettore e difensore, ed soggetto che da sicurezza. Man mano che ci si allontana da ALFA, i componenti del branco sono meno protetti e più soggetti ad essere sacrificati ai predatori. Quelli che ho chiamato nello schema “sfigati”, non sono dei cavalli particolarmente sfortunati, ma sono quei soggetti che, in base al loro status, sono prossimi ad essere sacrificati. Solitamente in basso ed ai margini della gerarchia, sono i soggetti anziani, i puledri con difetti fisici, gli altri solitamente sono difesi dalla giumenta, e i cavalli che a seguito di incidenti sono di impiccio al branco. E’ una società con regole molto dure, in quanto il sacrificio del singolo, permette la sopravvivenza del gruppo. Per poter diminuire la percentuale di diffidenza che il cavallo ha nei nostri confronti, è necessario, a mio avviso, capire meglio come si comporta nella sua vita naturale, così facendo, possiamo riempire i cassetti della sua memoria solo con esperienze positive. S.M. EQUITAZIONE LETTIERA BIOLOGICA PERMANENTE Ogni cavaliere sa quale sia l’importanza della lettiera per il proprio cavallo. La lettiera deve, innanzi tutto, avere una superficie comoda e morbida sulla quale poter riposare e contemporaneamente avere igiene e pulizia, non deve avere appetibilità e avere una giusta umidità da trasmettere allo zoccolo rendendolo sano, elastico e idratato. Ma cos’è la Lettiera Biologica Permanente? La Lettiera Biologica Permanente sfrutta l’attività di alcuni microrganismi vivi per eliminare o ridurre sensibilmente gli inconvenienti che si hanno in una lettiera permanente, quali, il cattivo odore d’orine e feci. Noi siamo abituati a pensare che microrganismi, tipo i batteri e i funghi, siano tutti pericolosi per il cavallo; fortunatamente non è così, anzi è l’esatto contrario. L’uomo e gli animali, vivono grazie alla presenza ed ad un rapporto di simbiosi con i microrganismi. Se ciò non fosse essi andrebbero incontro a gravi disturbi metabolici che li condurrebbero alla morte. I microrganismi sono, infatti, presenti, svolgendo un’attività metabolica in tutte le parti esterne e nelle cavità che hanno comunicazione con l’esterno. I microrganismi (batteri, funghi e lieviti) oltre a stabilire un’attività metabolica, svolgono una specifica azione d’inibizione verso eventuali microrganismi patogeni impedendo eventuali patologie. I microrganismi non sono solo sull’epidermide e nelle cavità esterne del corpo ma sono in tutto l’ambiente che ci circonda. Nel terreno, per esempio, essi svolgono un’azione di mineralizzazione e d’umificazione della sostanza organica. In altre parole, nel nostro caso, s’instaura un ciclo biologico naturale che trasforma la lettiera in terra. Tutto questo è naturale e sano. L’uso di microrganismi specifici e selezionati permette di accelerare questa trasformazione, evitando che altri microrganismi indesiderati prendano il sopravvento instaurando reazioni biologiche sgradevoli che producono odori e putrefazioni dannose per il cavallo. L’uso degli enzimi permette quest’accelerazio- ne. Le miscele di questi microrganismi si possono avere in due forme diverse: in polvere e in soluzione acquosa. Il preferire una forma all’altra dipende da cosa stiamo facendo. Se dobbiamo creare una nuova Lettiera Biologica Permanente è da preferire la forma liquida, in quanto, essendo i microrganismi più attivi, riescono a penetrare meglio nella lettiera secca e con scarsa umidità. Se invece abbiamo una lettiera già efficiente è da preferire la forma in polvere, perché i microrganismi si mantengono più a lungo. Come si realizza una Lettiera Biologica Permanente. Per ottenere una Lettiera Biologica Permanente al massimo della sua funzionalità occorre circa un mese. Come materiale si può usare: lolla di riso, truciolo, paglia. Si inizia formando lo strato della lettiera con 4/5 sacchi di materiale per un box di 3x3, di seguito, giornalmente, si toglie il grosso ed il fradicio arieggiando il materiale in modo da ossigenare la lettiera stessa. A questo punto: 1). Si arieggia il materiale ammucchiandolo sulle pareti 2). Si bagnano le pareti, il pavimento ed il materiale con 200 ml. di soluzione al 10% enzimatica 3). Si spargono 200 gr. di polvere mischiandola molto bene con il materiale e pareggiando la lettiera 4). Sul materiale pareggiato si spargono altri 100 gr. di polvere e si aggiunge un sacco di materiale 5). Ogni giorno si tolgono le feci, si pareggia la lettiera lavorando solo sulla superficie e senza scoprire la parte sottostante. Dopo 4 giorni si spargono altri 150 gr. di polvere sui punti su cui il cavallo orina di più e si ricopre con il materiale asciutto accumulato sulle pareti 6). Aggiungere mezzo sacco di materiale 7). All’ottavo giorno si ripete l’operazione con 150 gr. di polvere aggiungendo mezzo sacco di materiale 8). Al 12° giorno si aggiungono 150 gr. di polvere e mezzo sacco di materiale. Così al 16° giorno e al 20° giorno. Da questo momento la riuscita della lettiera dipende dall’altezza che deve essere di almeno 25 cm. calpestati. Conclusioni La creazione di una Lettiera Biologica Permanente porta notevoli vantaggi, sia per il cavallo che nella conduzione della scuderia stesa. Il cavallo riposerà in un ambiente certamente più sano, in cui correrà meno rischi relativamente al marciume del fettone e per il tarlo dello zoccolo. Inoltre sarà sempre con la giusta umidità ed idratazione dello zoccolo, traducendosi in maggiore elasticità e minore rischio di setole e rotture meccaniche dello zoccolo. La Lettiera Biologica Permanente, inoltre, porta ad un notevole risparmio di materiale e di tempo di manutenzione. Maurizio Menegazzi 40 Allevatori a Verona Dall’Amore per i Cavalli, dal deside- rio di vederli sempre al nostro fianco in nome di un antico patto che sancì la profonda amicizia fondata sulla non violenza e sul “rispetto” reciproco, ha preso forma in seno alla più grande espressione fieristica europea, quale Fieracavalli Verona 2008, il Progetto di “Salvaguardia boschiva, Addestramento non violento, passione e rispetto per la Natura e per l’Ambiente” coniugati per la prima volta grazie alla collaborazione tra NaturalIter, Sport Nazionale, l’Associazione Regionale Allevatori d’Abruzzo (sez. dell’Aquila), nonchè l’AnacaiTpr, per l’ambizioso “sogno comune” di inserire il “cavallo agricolo italiano” nel Progetto di lavoro di Protezione Civile come “animale da tiro socialmente utile”, al fine di dare risalto alla razza tipica delle nostre terre non più soltanto in termini di “animale zootecnico da morfologia”, ma anche e soprattutto in termini di animale da “affezione”, approfittando della particolare propensione dei soggetti all’addestramento e per la naturale adattabilità degli stessi agli “attacchi”. Impagabile la disponibilità di tutti i membri delle Associazioni Allevatori delle regioni Abruzzo e Lazio verso lo staff di Sport Nazionale nel mettere a disposizione la massima professionalità ed i propri soggetti TPR, già addestrati al Tiro, come Tatiana Sab, di proprietà di Sandro Gentili, socio attivo sia di CNSF sia dell’Associazione Allevatori del Lazio. Interessante l’adesione di diversi ragazzi/e “under 15” della Provincia dell’Aquila, che partecipano attivamente all’attività allevatoriale e di addestramento finalizzato al lavoro di Protezione Civile con animali da tiro e soma, con una passione abbastanza insolita che lascerebbe ben sperare per il fu- turo nonostante l’attuale paesaggio culturale e sociale non propriamente confortante. I miei ringraziamenti più sinceri vanno al Direttore dell’ANACAITPR, Dr. Giuseppe Pigozzi per la massima disponibilità mostrata nel “Progetto Attacchi” per la Salvaguardia Boschiva; e a Piero Salvemme, Responsabile del Settore Equini dell’ARA Abruzzo, per il supporto organizzativo costante nella formazione di unità equestri da tiro e dei relativi conduttori. Inutile nascondere la soddisfazione nel vedere che il Progetto sta decollando e che tante sono le forze coinvolte, tutte orientate verso il fine comune di chi la natura la ama davvero: è proprio agli allevatori che va il mio invito affinché sempre numerosi si attivino e portino avanti i propri soggetti non solo al fine di migliorare la razza ma anche e soprattutto di valorizzare un cavallo generoso, duttile, morfologicamente rassicurante che da sempre lavora a contatto con l’uomo dimostrando sempre grande fierezza, coraggio e volontà di collaborare. Dott.ssa Annalisa Parisi EQUITAZIONE Cavalli inutili D “ edicato a chi non ha voce per parlare, ma ha occhi per comunicare tutto quello che di importante c’ è da capire” Inizia così “Cavalli inutili ? Pascolo o macello : la necessità di una scelta responsabile” il libro di Roberta Revello che sarà presentato ufficialmente a Fiera Cavalli di Verona venerdì 7 novembre alle ore 13:00 nella Sala Horse Lounge Riders Club (sala VIP) nel padiglione 7B. Seguirà un aperitivo ed alle ore 15,00 presso la Sala Vivaldi si svolgerà un Convegno aperto a tutti, avente per tema : Il benessere del cavallo . Roberta Revello, nata a Cesenatico nel 1971. attualmente vive in Sardegna. Laureata in scienze politiche scrive collaborando con diverse riviste. Questa sua passione per la scrittura si ac- compagna a quella per la natura e per gli animali, il rapporto con i quali ha segnato profondamente la sua vita. Vegetariana e convinta ecologista perché rispettare ogni forma di vita, il cui fascino non finisce mai di sorprendere, significa amare e salvaguardare il pianeta sul quale viviamo. A.P. Questa pubblicazione vuole essere un messaggio dedicato ai cavalli negletti e maltrattati, dando voce alla loro muta richiesta di aiuto. Partendo dalla storia e dalle origini del cavallo vengono esaminate le leggi attualmente vigenti tenendo presente purtroppo che la normativa europea che entrerà in vigore nel 2009 definisce gli equini, siano essi cavalli, asini, bardotti, muli, ALIMENTO, ed è formulata per favorire gli allevamenti e la movimentazione degli stessi verso i luoghi di macellazione. Questo “libro denuncia” elenca invece come ci si dovrebbe relazionare con questo animale, superando le modalità di prepotenza e sfruttamento con le quali da sempre l’uomo si rapporta con questa e altre specie di viventi. Alla presentazione del libro, in rappresentanza dell’ Associazione Vegetariana Italiana onlus, interverrà il dott. Riccardo Trepidi. Scuole d’Equitazione Regionali Nella logica di divulgare maggiormente l’equitazione e permetterne la facilitazione d’accesso ad una più ampia utenza, sono state istituite le SER (Scuola d’Equitazione Regionale), che possono essere costituite presso tutti i Centri Ippici che ne fanno richiesta. Requisiti minimi: - 1 recinto 20x40; - 1 tondino; - 10 cavalli; - 5 box disponibili; - 1 aula adeguata con supporti audio/video -o in convenzione con struttura ricettiva locale-; - servizio foresteria per almeno 10 persone -o in convenzione con struttura ricettiva locale-; - disporre di connessione internet funzionante). Questi Centri ippici saranno sede esclusiva dei corsi di formazione organizzati da Sport Nazionale e/o dalle associazioni in partnership. La richiesta va inoltrata al Fiduciario regionale che, verificati i requisiti minimi, la inoltra alla Segreteria Generale di Sport Nazionale per l’omologazione. Per informazioni: 041 2621679 42 LE NOVITÀ ! Il Dipartimento Equitazione è la prima struttura di Sport Nazionale ad avviare la regionalizzazione organizzativa di una delle 52 discipline sportive del Centro. La fase è ancora sperimentale e sarà soggetta a future variazioni, nell’intento di offrire sempre più e migliori servizi agli associati e agli affiliati, nell’ottica di creare proficue sinergie tra popolazione locale e le nostre associazioni poste nel territorio. Siamo convinti che la funzione istituzionale di ogni nostro associato travalichi la disciplina per la quale è preposto e si debba integrare con il luogo nel quale opera e si faccia promotore della cultura, delle tradizioni, delle specificità e delle necessità della popolazione che vi risiede. Così facendo si attuano i dettami della nostra Carta Deontologica, ci si rinnova e si affrontano con maggiori possibilità di successo le difficoltà dell’improvvisa emergenza economica che attanaglia il mondo intero. Il dipartimento equitazione è così strutturato: - Commissione Tecnica Nazionale Attività Equestri - Formatori - Fiduciari Regionali - Scuole d’Equitazione Regionali - Agriturismi - Centri ippici/Associazioni - Quadri Tecnici - Brevetti - Soci - Patente - Passaporto Sportivo Ognuna di queste figure ha la propria funzione e non può invadere le competenze altrui. L’organizzazione tecnica è nazionale, per uniformarla su tutto il territorio affinché sia aumentata la professionalità di ciascuno mentre l’operatività è regionale per avvicinare gli addetti alle singole realtà locali. - Commissione Tecnica Nazionale Attività Equestri. È presieduta da un fiduciario proposto dal presidente nazionale e nominato dalla Giunta Esecutiva del C.N.S.Fiamma – Sport Na- zionale. È composta da tanti componenti, quante sono gli ambiti del dipartimento. I componenti sono nominati dal presidente nazionale, su indicazione del presidente CTN.K Attualmente i settori sono: Settore Cognome Nome telefono mail Formazione Segreteria Generale 0412621679 info@sportnazionale.it Convenzioni Scroccaro Patrizia 3470426500 patrizia@sportnazionale.it EDA Agnesio Claudio 3471166480 info@sportnazionale.it Volteggio Bassi Davide 3384580758 horsemandavid@libero.it Veterinaria Loperfido Francesco 3391029949 loperfido.francesco@libero.it Protezione Civile Parisi Annalisa 3288310252 annalisaparisi@tele2.it Agriturismi Rinaldi Angelo 3474948432 m.lamagni1@virgilio.it Rievocazione Storica Lana Salvatore 3200696566 salvatorelana@libero.it Attacchi Leggero Adriano 3472739380 sfrancisca@inwind.it Mascalcia Montemurro Emanuele 3394544719 giuseppedimarzio@gmail.com Asini Ivaldi Luigi Cesare 3486541769 info@ivaldi.com Equitazione Naturale Menegazzi Maurizio 3475243944 ptl@aruba.it Comportamentista Bajona Elena 3471715852 elena.bajona@animantia.it - Formatori. Sono le uniche figure preposte all’insegnamento nei nostri corsi di formazione. Il Centro, attraverso stage e aggiornamenti periodici, provvederà ad implementarne il numero e le loro competenze. Possono accedere alla qualifica di formatori tutte le Guide di Equiturismo e di Equitazione da Campagna. Qualità richieste per i docenti sono la predisposizione all’insegnamento e la disponibilità di tempo. Il loro impiego avviene essenzialmente nella regione di residenza, contribuendo così a contenere i costi logistici organizzativi dei corsi. Essi rappresentano l’emanazione del Centro e devono, oltre alle materie tecniche per le quali sono preposti, divulgare tra i corsisti la cultura di appartenenza ad uno dei maggiori e più importanti enti sportivi italiani. - Fiduciari Regionali. Sono nominati dal presidente nazionale. Assolvono il compito di promotori ed organizzatori degli eventi sul territorio regionale, incentivando il numero delle iniziative e la loro realizzazione attraverso i centri ippici affiliati. Rappresentano il Dipartimento all’interno dei Comitati Regionali dell’Ente, danno il loro benestare alla costituzione delle Scuole d’Equitazione Regionali (SER) , assegnano ad una o l’altra SER il compito d’istituire i corsi formativi avendo l’accortezza di rendere tutte partecipi a questa crescita professionale ed evitando sovrapposizione di corsi. Operano in sinergia con i colleghi delle regioni limitrofe per reperire sinergie e opportunità. Presiedono i corsi di formazione e curano l’aggiornamento dei Tecnici. EQUITAZIONE Ruolo Fiduciario Regionale Regione Cognome Nome telefono mail Abruzzo Parisi Annalisa 3288310252 annalisaparisi@tele2.it “ “ Basilicata Barbaro Michele 3382583161 michele.barbaro@tin.it “ “ Calabria Pugliese Fortunato 3473464329 cilap@libero.it “ “ Campania Maturi Donatella 3479170891 drmaturi@virgilio.it “ “ E. Romagna Azubel Diego 3477165299 info@scuderiesantandrea.it “ “ Friuli V.G Gargottich Alessandro 3491467475 friuli@sportnazionale.it “ “ Lazio Iacovelli Achille 3472712792 a.iacovelli@mclink.it “ “ Liguria Coregli Vanessa 3481132540 Fax 0107092132 ladyjb@libero.it “ “ Lombardia Lamagni Mariangela 3474948432 m.lamagni1@virgilio.it “ “ Marche Olori Massimo 3296219546 massimo.olori@libero.it “ “ Molise Maturi Francesco 3479170890 francesco.maturi@alice.it “ “ Piemonte Sussetto Luca 3489147698 lemasche@libero.it “ “ Puglia Lana Salvatore 3200696566 salvatorelana@libero.it “ “ Sardegna Marongiu Domenico 3477726102 trad.popolari@tiscali.it “ “ Sicilia Roggio Mario 3288299842 marioroggio@aiasaugusta.it “ “ Toscana Muscia Raimondo 3402300999 rai_ann@tiscali.it “ “ Trentino A.A. Querini Silvano 3383363800 querinisrl@libero.it “ “ Umbria Garognoli Marino 3480130268 m.garognoli@montone.org “ “ Valle d’ Aosta Barrovecchio Alberto 3472213766 eldorado8@libero.it “ “ Veneto Menegazzi Maurizio 3475243944 ptl@aruba.it - Scuole d’Equitazione Regionali. Nella logica di divulgare maggiormente l’equitazione e permetterne la facilitazione d’accesso ad una più ampia utenza, sono state istituite le SER (Scuola d’Equitazione Regionale), che possono essere costituite presso tutti i Centri Ippici che ne fanno richiesta. Requisiti minimi richiesi: - 1 recinto 20x40; - 1 tondino; - 10 cavalli; - 5 box disponibili; - 1 aula adeguata con supporti audio/video -o in convenzione con struttura ricettiva locale-; - servizio foresteria per almeno 10 persone -o in convenzione con struttura ricettiva locale-; - disporre di connessione internet funzionante). Questi Centri ippici saranno sede dei corsi di formazione organizzati da Sport Nazionale e/o dalle associazioni in partnership. La richiesta va sottoposta al Fiduciario regionale che, verificati i requisiti minimi, la inoltra alla Segreteria Generale di Sport Nazionale per l’omologazione. - Agriturismi. È consentito a queste aziende di avvalersi, senza alcuna discriminazione, di tutti i servizi forniti dal Centro ai propri affiliati. Usufruiscono quindi delle coperture assicurative, dell’attività formativa, dell’assistenza amministrativa, possono divenire SER. Inoltre si avvalgono della funzione turistica e della promozione agro-alimentare ed eno-gastronomiche, avviate dal settore ludico-ricreativo dell’Ente. Al pari delle associazioni dispongono di propri tecnici: Agritec, che svolgono specifiche mansioni di accompagnatore e istruttore d’equitazione. - Centri ippici/Associazioni. Appartengono a questa categoria tutte le associazioni, regolarmente costituite con proprio statuto che operano nell’equitazione. Possono essere anche associazioni affiliate alla Fise o a primarie organizzazioni equestri, purché non in diretta concorrenza con Sport Nazionale. Godono di tutti i vantaggi previsti per qualsiasi associazione affiliata, possono –avendone i requisiti- divenire SER e quindi ospitare i corsi di formazione del Centro. Partecipano attivamente alla vita associativa del Centro. Devono disporre di propri Quadri Tecnici, riconosciuti da Sport Nazionale. 44 Per i Centri Ippici di nuova costituzione, la deroga alla norma di possedere al 342/2000 (consultabile al seguente link: http://www.parlamento.it/leggi/ questo termine il presidente del circolo ippico deve provvedere a far formare Tecnici/Istruttori/Ufficiali di Gara che svolgono la loro attività attraverso proprio interno è ammessa per un periodo non superiore ad anni uno. Entro dei propri associati. Nel frattempo la copertura tecnica è offerta dal Fiduciario Regionale o da altro Tecnico. - Quadri Tecnici. I Quadri Tecnici di Sport Nazionale sono così composti: Settore Equitazione di Base Tecnico di Equiturismo, Tecnico di Equitazione di Campagna di 1° livello Tecnico di Equitazione di Campagna di 2° livello Settore Turismo Ambientale Accompagnatore di Equiturismo Guida di Equiturismo 00342l.htm ) che stabilisce e ribadisce in modo inequivocabile che per i soli Associazioni Sportive Dilettantistiche possono avvalersi dei benefici fiscali derivanti (per esempio di dover dichiarare solo la parte eccedente i 7.500 euro annui, derivanti dai rimborsi spese o emolumenti). Ulteriore legittimità ad operare è sancito dalla L.R. n. 61 del 01/10/2002 art. 8-3° comma sancisce che nelle palestre, nelle sale ginniche e nelle strutture sportive aperte al pubblico (quindi anche i circoli ippici) dietro pagamento di corrispettivi a qualsiasi titolo, anche sotto forma di quote sociali di adesione, i corsi finalizzati al miglioramento dell’efficienza fisica devono essere svolti con la presenza di un istruttore qualificato o di un istruttore specifico di disciplina. Del medesimo tenore è la L.R. (Puglia) del 04/12/’6 n. 33 art. 10 (consultabile al seguente sito: http://www.regione.puglia.it/burp_doc/pdf/ xxxvii/N161suppl_06_12_06.pdf ), la L.R. (Emilia R.) del 25/02/2000 n. 13 art. 10) e anche dell’Abruzzo... Equitazione per Diversamente Abili (E.D.A.) - Soci. Tecnico EDA di 1° Liv. –emessa dallo stesso centro ippico o agriturismo-, possono svolgere le funzio- Operatore E.D.A. Tecnico EDA di 2 Liv. Tecnico EDA di 3 Liv. Istruttore E.D.A. Settore Attacchi da Lavoro Operatore Tecnico di Base per Attacchi da Lavoro Tecnico di Attacchi da Lavoro di 1° Liv. Tecnico di Attacchi da Lavoto di 2° Liv. Settore Mascalcia Tecnico di Mascalcia di 1° livello Tecnico di Mascalcia di 2° livello Tecnico di Mascalcia di 3° livello Tecnico di Mascalcia di 4° livello Settore Ippiatrico Assistente Ippiatra di 1° livello Assistente Ippiatra di 2° livello Settore Equitazione Naturale e Comportamento Equino Operato d’Eqiitazione Naturale Comportamentista Equino Settore Asino Operatore di Attività Assistita con l’Asino Accompagnatore Turistico Ambientale Someggiato Settore Agriturismo Sono le persone che, in possesso della patente/tessera associativa dell’Ente ni indicate nella tessera e ad usufruire dei servizi e dell’assistenza prevista per ogni socio. La qualifica di socio è regolamentata dallo Statuto e dal Regolamento Organico del Centro. Ogni socio deve attenersi alle disposizioni ivi indicate, adottare i principi elencati nella Carta Deontologica dei Valori e operare per lo sviluppo della disciplina sportiva praticata e di Sport Nazionale. Anche i fruitori dei servizi agrituristici, è un socio. - Patente. Autorizzazione a montare A1 Tutti i centri affiliati e tutti i quadri tecnici sono tenuti obbligatoriamente a rilasciare la patente A1 (unitamente alla Tessera Sociale) a chiunque partecipi ad una qualunque attività equestre in seno al nostro Ente. Il costo della suddetta patente sarà relativo all’opzione assicurativa scelta (Combinazione 3 oppure combinazioni superiori) che consentirà di aumentare il massimale di assicurazione infortunio. Per il rilascio è richiesto il certificato medico. Pur nel rispetto delle vigenti normative e nell’obbligatorietà assicurativa per ogni persona che svolge attività sportiva, sono esonerati dalla produzione della certificazione medica, le persone che frequentano temporaneamente il centro e per le quali va emessa la copertura assicurativa temporanea. Tale autorizzazione certifica: • L’appartenenza ad un centro/associazione. • La partecipazione, del possessore, ad un corso di avviamento; • Dà diritto al possessore di usufruire dell’assicurazione prevista e depositata nella segreteria del centro di appartenenza, in base all’opzione scelta. Operatore Agritec Abilitazione a montare A2 - Brevetti. nico di Equiturismo, previa la frequenza ad un corso pratico/teorico della Qualificano i nostri Quadri Tecnici a svolgere le mansioni per le quali sono stati brevettati. Il loro costo annuo è di 65 euro (100 euro complessivi se in possesso di più brevetti). Periodicamente è necessario provvedere alla partecipazione di corsi di aggiornamento. I nostri titoli sono validi ai sensi e per gli effetti dell’art.37 “m” Legge Viene rilasciata dall’Accompagnatore di T.E, dalla Guida di T.E. o dal Tecdurata minima di 40 ore che certifichi, come suo scopo finale, la buona conoscenza e scioltezza alle 3 andature. E’ obbligatorio il possesso del certificato medico. Il costo della suddetta patente sarà relativo alla combinazione assicurativa scelta. Tale autorizzazione: EQUITAZIONE • Certifica l’appartenenza ad un centro/associazione. • Da diritto al possessore di usufruire dell’assicurazione prevista e depositata nella segreteria del centro di appartenenza. • Certifica la capacità Tecnica di montare alle tre andature con scioltezza ed equilibrio • Certifica conoscenze di base di ippologia e tecnica equestre teorica. Abilitazione a montare A3 Viene rilasciata, previo esame comunicato al Fiduciario Reg.le, trascorsi almeno 3 mesi di possesso della patente A2 durante i quali è previsto obbligatoriamente: • Frequentare un Corso di Turismo Equestre di 50 ore con il rilascio del relativo attestato; • Aver effettuato almeno n° 2 trekking (*) di almeno 2 giorni. con il rilascio del relativo attestato; • Frequentare un Corso Specialistico di 50 ore con il rilascio del relativo attestato; • Esame Teorico-Pratico (con il Fiduciario Reg.le o suo delegato e il Tecnico o Accompagnatore che presenta i candidati). (*) Il trekking per essere valido deve essere stato preventivamente comunicato alla Commissione Tecnica Naz.le. Tale autorizzazione: • Certifica l’appartenenza ad un centro/associazione. • Da diritto al possessore di usufruire dell’assicurazione prevista e depositata nella segreteria del centro di appartenenza. • Certifica la capacità di montare alle tre andature, in campagna, con scioltezza ed equilibrio • Certifica di saper affrontare con sicurezza difficoltà naturali. • Certifica di saper gestire autonomamente il proprio cavallo durante dei Trekking • Certifica di avere conoscenze approfondite di ippologia e tecnica equestre teorica. • Certifica il possesso di un brevetto di specialità. - Passaporto Sportivo. Ogni tesserato deve possedere il Passaporto Sportivo. È il suo curriculum, di- mostrabile a tutti, in qualsiasi momento. Viene rilasciato dal circolo di appartenenza. Il Passaporto è la sintesi della tua professionalità, mostralo con orgoglio perché vi è racchiusa la storia delle esperienze, delle attività praticate e dei risultati da te conseguiti. I tuoi successi personali, con certificazione originale, sono il miglior lasciapassa- re per chi pratica sport. Portalo sempre con te e non dimenticarti di farlo vidima- re dall’organizzatore di ogni manifestazione sportiva o di evento che partecipi, diverrà lo scrigno ideale, dove racchiudi i tuoi tesori. Portalo sempre con te, soprattutto quando pratichi l’attività sportiva o ricreati- va, darai maggiore valenza alle tue competenze, e potrai esibirlo dimostrando la padronanza dei requisiti che ti verranno richiesti. In mezzo a tanti, tu sarai uno dei pochi a possederlo, e farai parte di una comunità speciale. Ti servirà anche per crescere all’interno della nostra Organizzazione L’attività della rievocazione storica Il cavallo è stato fondamentale nella storia dell’uomo, la sua presenza nelle rievocazioni storiche è oggi di grande impatto ed importanza, tuttavia quasi sempre, il rievocatore a cavallo, ancor più del rievocatore “appiedato” (in genere più attento e fedele alla ricostruzione storica), non ha ben chiare le caratteristiche basilari dell’epoca rappresentata, cadendo in una serie di falsi storici ed affidando alla spettacolarità delle acrobazie compiute l’oneroso compito di rimediare alle mancanze ricostruttive avute. Esiste invece, almeno a partire dal XIV sec., un ampia letteratura sull’argomento, si tratta solo di iniziare a seguire un percorso un po’ più rigoroso o se vogliamo, virtuoso, che ci porti ad una fedeltà sempre maggiore, senza per questo rinunciare all’impatto spettacolare dei nostri interventi. Potremmo riassumere questo concetto nel termine inglese “educainment” neologismo che abbina le parole education (educazione) ed entertainment (intrattenimento). Educazione quindi attraverso l’intrattenimento, ma anche intrattenimento attraverso l’educazione. Oggi più che mai questo è richiesto al rievocatore, e questo è l’elemento discriminante sul quale l’organizzatore di un evento rievocativo potrà basare le sue scelte. Non più quindi solo stuntman ed abili cascatori, ma anche educatori storici. A coloro che intendo avvicinarsi a questo settore con professionalità, in base alla propria attività di provenienza, occorrerà pertanto colmare uno o l’altro aspetto, arricchendo le proprie conoscenze storiche se si è 46 abili acrobati, o le proprie abilità acrobatiche se si è dei meri conoscitori di ciò che è stato. Il tutto, per meglio comprendere come veicolare oggi questo messaggio, in un connubio che, come già detto, deve sposare la spettacolarità alla veridicità, ottenendo un prodotto di crescente qualità per intrattenimento e promozione storica. Nasce da qui l’idea di una rubrica continuativa su Sport Nazionale, che sia dedicata alla rievocazione storica a cavallo e che possa essere un punto di riferimento per quanti, in maniera più o meno continuativa, approdano in questo settore. Una rubrica dedicata a chi vorrebbe intraprendere una attività legata all’equitazione storica e spettacolare, intendendo per tale attività, la ricostruzione di tornei, giostre, palii, sfilate e di tutti quegli avvenimenti che prevedano la presenza di cavalli e cavalieri. È questa la prima fra le attività curate dal neo costituito settore “Equitazione Storica e Spettacolare” in seno al Dipartimento di Equitazione di Sport Nazionale. Fra le attività alle quali questo settore si dedicherà grande spazio sarà infatti dato alla ricerca; fra gli obiettivi, valutare quanto oggi è possibile riprendere dalle antiche tradizioni equestri ed inserire nei tre contesti di promozione storica, spettacolo ed agonismo, che fin dal XIII sec. erano già insiti e ben delineati nell’ambito delle varie attività a cavallo. Chiaramente un azione degna di attenzione in tal senso, non può oggi essere avulsa dal panorama internazionale e diversi sono i partner internazionali con i quali si lavorerà per un progetto comune, che condivida obbiettivi comuni. Giostre e Tornei: fra elementi di guerra, sport e spettacolo Cominciamo col dire che sul piano fenomenologico uno “scontro” può avvenire tra coppie di duellanti o fra due gruppi contrapposti; può prevedere l’uso di un solo tipo di arma (lancia o spada) o di più tipi insieme o in momenti diversi; può esser condotto da cavalieri, o da gente a piedi, o da entrambi. Anche il livello di pericolosità degli scontri è programmato: in quelli nei quali il contenuto giudiziario prevale, o ci si scontra per la conquista di un territorio, è previsto il combattimento ad oltranza (cioè fino all’esaurimento delle forze di uno dei due contendenti, o anche al decesso o del maggior numero degli individui coinvolti). È comunque solitamente documentato, dal XIII secolo in poi, il crescere dell’uso del combattimento ad armi “cortesi”, cioè spuntate o non affilate. Elementi irrinunciabili di qualunque battaglia simulata sono: la scelta e la eventuale delimitazione tramite steccato EQUITAZIONE di un campo, nel quale valgono regole specifiche; l’adozione di una normativa e la scelta di un “maestro di campo” che la faccia rispettare; la codificazione di una serie di elementi spettacolari nell’abbigliamento dei partecipanti e nella cornice del gioco. In questo contesto una funzione sempre più importante, dal Trecento in poi, è riservata all’araldica e all’emblematica: in origine forse tecniche atte a riconoscere il combattente, poi sempre più elaborati sistemi di segni volti a distinguerne i programmi, le identità etico-culturali, i messaggi allegorico-politici. Il carattere agonistico-spettacolare di giostre e tornei e pertanto ben delineato già dalle origini e ne favorì l’inserimento negli intrattenimenti indetti sia in occasione di avvenimenti connessi con la loro identità guerresca, quali celebrazioni di vittorie o investiture di cavalieri, sia in concomitanza con ricorrenze gioiose concernenti la famiglia del Principe (nozze e battesimi) o la visita nella città di personaggi illustri. In entrambi i casi l’omaggio, vuoi ai vincitori, vuoi alla casa regnante o al visitatore di riguardo, era evidenziato dalla posizione preminente che questi personaggi, raccolti in un palco d’onore appositamente predisposto e addobbato, occupavano tra il pubblico. Quanto alle armature si nota, tra XII e XVII secolo, lo stesso processo teso a divaricare la distanza tra quelle da guerra e quelle da battaglia simulata. A partire dal Cinquecento, con l’ormai completa armatura “a piastre”, l’uso dello scudo diventa pleonastico e tende a scomparire dallo scontro quando non viene comunque mantenuto, in dimensioni molto ridotte, come supporto dell’insegna araldica, a sua volta però molto più presente nel cimiero (sull’elmo). Tendono anche a scomparire le difese da gamba, anche perché con tale accorgimento si vuol sottolineare che l’area da colpire, nella figura del giostrante, è esclusivamente quella toracica. Infine, un indirizzo tecnico-stilistico inaugurato nel Trecento ma che giunge al suo acme nel Cinquecento introduce nell’armamento difensivo (specie nella “corazza”, cioè nel sistema di difesa toracico-dorsale, e nel cimiero, che tende a trasformarsi in cresta) una serie di elementi archeologico-antichizzanti, di citazioni desunte dall’armamento greco-romano. Ne risulta uno stile sincretistico nuovo, che comporta soluzioni funzionali ed estetiche talora bizzarre, talora di alto effetto spettacolare. Da quanto detto è emerso quindi che: Il carattere “spettacolare” delle attività a cavallo non è ricercato solo oggi, ma precoce nell’evoluzione degli scontri a cavallo; Il carattere “sportivo” degli scontri a cavallo (al quale oggi, almeno in Italia, non è dedicata molta attenzione), è anch’esso precoce nell’evoluzione degli scontri, camminando di pari passo con quello “spettacolare”; Il carattere “storico rievocativo” non è appannaggio solo dei nostri giorni. Affermazioni queste che ci devono invitare ad un opportuno equilibrio fra i vari elementi, calibrato di volta in volta in base all’epoca ed al contesto rappresentato. M° Salvatore Lana Maestro d’Armi Settore Equitazione Storica e Spettacolare 47 SCHERMA Triestina di nascita, una “mula” nata il primo settembre del 1979, Margherita Granbassi è un’appassionata schermitrice ita- liana. Specializzata nel fioretto, ha recentemente conquistato due medaglie di bronzo olimpiche a Pechino 2008. Cresce nell’Associazione Sport Udinese, sotto la guida del Maestro Andrea Magro; dal 2001 è invece in forza nel gruppo sportivo dei Carabinieri e allenata da Giulio Tomassini. Nelle categorie giovanili ha vinto 3 titoli nazionali Under20, un argento ai Mondiali Cadetti e un argento ai Mondiali Giovani e per 2 volte si è aggiudicata la classifica finale della Coppa del Mondo Giovani. A livello senior individuale si è affermata vincendo la Coppa del Mondo 2005, dopo il 10° posto ai Mondiali 2003 e alla XXVIII Olimpiade. Tra le vittorie a squadre: le Universiadi 1999 (argento nel 2001), l’Europeo 2001 e il Mondiale 2004 e più recentemente 2005 ha conquistato il primo posto nel Campionato Europeo a squadre. Raggiunge nel Ranking mondiale il primo posto il 16 maggio 2005. Al campionato mondiale di scherma 2006 svoltosi a Torino si è laureata campionessa mondiale di fioretto femminile, battendo dapprima in semifinale Giovanna Trillini, poi in finale Valentina Vezzali. Nel 2007 ottiene le medaglie di bronzo (individuale ed a squadre) ai Campionati Europei di Gand ed il secondo posto e quindi la medaglia d’Argento al Mondiale di San Pietroburgo 2007 nuovamente contro Valentina Vezzali. L’11 agosto 2008 si è qualificata per le semifinali di fioretto individuale dei giochi della XXIX Olimpiade; eliminata dalla Vezzali, ha conquistato nella finale per il 3° posto la medaglia di bronzo sconfiggendo per 15 a 12 l’altra italiana Giovanna Trillini. Il 16 agosto sempre nell’ambito di Pechino 2008 vince il bronzo anche nella gara a squadre. Nell’autunno del 2008, ex abrupto, intraprende la carriera giornalistica, entrando a far parte dell’edizione 2008-2009 della trasmissione Anno Zero su Rai Due al fianco di Michele Santoro, prendendo il posto di Beatrice Borromeo. A seguito di questa partecipazione, e a causa del fatto che i Carabinieri non le concedono l’aspettativa fino a giugno 2009 da lei richiesta, il 15 ottobre 2008, Margherita si congeda dall’Arma. Il Medagliere OLIMPIADI Atene 2004: 10a individuale Pechino 2008: 3° individuale e 3° gara a squadre CAMPIONATI DEL MONDO Lisbona 2002: 22a individuale, 7a a squadre L’Havana 2003: 10a individuale, 4a a squadre New York 2004: oro a squadre Lipsia 2005: 17a individuale, 7a a squadre Torino 2006: oro individuale, argento a squadre CAMPIONATI DEL MONDO GIOVANI Puerto de la Cruz Tenerife 1997: bronzo a squadre Valencia Venezuela 1998: argento a squadre Keszthely 1999: argento individuale, bronzo a squadre CAMPIONATI DEL MONDO CADETTI Parigi 1995: argento individuale CAMPIONATI EUROPEI Coblenza 2001: oro a squadre Mosca 2002: 6a a squadre Copenhagen 2004: 9a individuale, bronzo a squadre Zalaegerszeg 2005: 18a individuale, oro a squadre UNIVERSIADI Palma de Mallorca 1999: oro a squadre Pechino 2001: argento a squadre Izmir 2005: argento individuale, oro a squadre COPPA DEL MONDO 2002-2003: 14a (12a San Pietroburgo, 41a Torino, 7a Atene, 14a Salisburgo, 12a Budapest, 12a Parigi, 34a Lipsia, 19a Buenos Aires, 18a New York, 3a L’Havana) 2003-2004: 9a (7a Aqaba, 6a Como, 10a Salisburgo, 19a Seoul, 6a Shangai, 11a Atene, 6a Fukui, 3a San Pietroburgo, 7a Marsiglia, 9a Lipsia, 33a Budapest, 17a New York, 5a L’Havana) 2004-2005: 1a (1a Seoul, 9a Shangai, 3a Tokyo, 3a San Pietroburgo, 9a Danzica, 5a Salisburgo, 9a Budapest, 9a Las Vegas) 2005-2006: 7a (9a Seoul, 13a Shangai, 3a Tokyo, 9a Salisburgo, 6a San Pietroburgo, 21a Lipsia, 19a Danzica, 12a Marsiglia, 10a Las Vegas, 12 a L’Havana, 1a Torino) 2006-2007: 6a Salisburgo, 11a Danzica, 18a San Pietroburgo, 9a Marsiglia, 1a Seoul, 3a Shangai, 9a Tokyo, 9a L’Havana, 3a Las Vegas CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI 2000: bronzo individuale, bronzo a squadre 2001: 6a individuale 2002: 6a individuale 2003: 27a individuale, argento a squadre 2004: bronzo individuale, oro a squadre 2005: argento individuale 2006: bronzo individuale 48 NOTIZIE FLASH Villaggio Italia: incontro con i campioni di Pechino 2008 “Villaggio Italia”, realizzata dall’associazione di volontariato Andromeda Regione Veneto onlus di Padova dal 17 al 27 settembre 2008, è stato un progetto che ha consentito la creazione di “ un salotto urbano” che ha visto la partecipazione di numerose personalità politiche ed istituzionali che si sono confrontate su varie tematiche locali e nazionali, fra le quali la lotta contro la droga e contro gli spacciatori sempre più numerosi nella nostra città. L’evento è stato volutamente realizzato vicino alla famigerata via Anelli per aiutare i cittadini padovani a riappropriarsi di un rione oramai da tempo soggetto a degrado e delinquenza causati principalmente dalla presenza di immigrati clandestini. Non poteva mancare all’interno di questo significativo momento sociale la testimonianza di coloro che vivono seguendo sani stili di vita e praticando, dunque, attività sportiva a livello agonistico. Sabato 20 settembre “Villaggio Italia” ha, così, presentato alcuni medagliati delle ultime olimpiadi di Pechino 2008, fra i quali ricordiamo Chiara Cainero, oro nel tiro a volo, Andrea Minguzzi, oro nella lotta Greco -Romana , Andrea Facchin bronzo nella canoa, Simone Raineri argento nel canottaggio, Margherita Granbassi, 2 bronzi nel fioretto. La serata, moderata dal giornalista Dimitri Canello del Corriere della Sera, ha visto un positivo dibattito e confronto fra alcuni dei migliori rappresentanti dello sport italiano ed il pubblico, fra i quali vi erano tanti giovani appartenenti alle polisportive cittadine e provinciali. Il messaggio dei campioni è stato molto chiaro : qualsiasi obiettivo di vita che ognuno si propone di raggiungere necessita di impegno, fatica, determinazione, costanza. Solo così si ottengono importanti traguardi e soddisfazioni che possono maggiormente rinforzare la propria personalità e autostima. La serata ha rispettato l’obiettivo di “Villaggio Italia”mettendo in risalto il concetto che, anche nello sport, la droga è solo un aiuto ingannevole e non concreto e che il suo uso causa nel tempo, non solo peggioramento nelle prestazioni, ma danneggia irrimediabilmente la psiche, senza risultati veramente concreti. Infatti molta parte del dibattito è ruotata intorno al concetto di doping e di droga e quindi del tentativo, in atto, nel mondo sportivo degli ultimi anni di cambiare e spesso mutare a proprio favore le performances sportive. E così, Andromeda ha potuto ancora una volta rimanere fedele alla sua visione programmatica che ruota intorno alla sicurezza, che non è solo quella data dalla tranquillità nelle nostre città e quindi dalla prevenzione delle cause sociali dei crimini, ma anche l’esaltazione di una vita sana e piena di valori, in questo caso sportivi. L’essenza dello sport, infatti, è quella di competere, in maniera spesso anche dura – questo il messaggio dei campioni olimpionici. Ma il traguardo della vittoria non deve mai diventare foriero di danni né fisici né mentali, soprattutto oggi, in una società basata sull’apparenza e sul relativismo più spietato. Concludendo non possiamo che ringraziare doverosamente questi campioni glorie per tutti gli italiani e per la nostra nazione. Ass. Andromeda 49 NOTIZIE FLASH Scherma e Teatro il 14 e 15 Febbraio interessante stage in Puglia Un importante master class sul duello scenico si terrà in Puglia ad Oria (BR) il 14 e 15 FERRARA 7 / 8 FEBBRAIO 2009 “FESTA IN FIERA” LA FIERA PER TUTTI Per l’ingresso ridotto ritagliate l’inserzione e presentatelo alla cassa Febbraio prossimo. Fra i docenti Ran Arthur Braun, di origini israeliane, uno dei maggiori coreografi europei. Recentemente ha pubblicato il volume “L’arte scenica del combattimento”, in collaborazione con il M° Antonio Merendoni. Ran, formatosi alla prestigiosa scuola di Tony Wolf, coreografo di combattimento per la trilogia cinematografica “Il Signore degli Anelli”, è il principale fondatore della Scuola Brancaleoni, centro internazionale per il combattimento teatrale e storico ed organizza seminari internazionali dedicati alle diverse sfumature dell’arte scenica del combattimento. A promuovere la Master Class, il Maestro d’Arme Salvatore Lana che sull’argomento dichiara: Rappresentare adeguatamente un duello sulla scena di un teatro, o sul set cinematografico, è cosa assai difficile e che richiede un allenamento specifico da parte degli attori che partecipano alla coreografia. Perfetta sincronia dei movimenti e ritmo scenico devono formare un connubio ben riuscito affinché il duello risulti realistico ed avvincente. I dettagli storici devono poi essere ricostruiti filologicamente con scrupolosità ed attenzione ai particolari, attingendo a fonti attendibili ed all’esperienza di chi conosce l’evoluzione della scherma nelle diverse epoche. È questo il ruolo della figura del Maestro d’Armi nel teatro e nel cinema, settori che sovente ricorrono alla rappresentazione del duello d’onore, o di altro genere di confronto schermistico tra due avversari. Ogni scena di duello richiede un lungo lavoro di preparazione quanto all’ambientazione ed alla scelta di un corredo di armi ed abbigliamento adeguati all’epoca ed al contesto storico e geografico, ma soprattutto richiede un perfetto interscambio tra gli attori, avversari nella finzione scenica, ma indispensabilmente partners affiatati nella coreografia schermistica. La scissione tra l’istintualità nel portare l’arma e nell’interpretazione dell’antagonismo tra i rivali da un lato, ed il prodursi di un ritmo scenico nell’ambito di una coreografia prestabilita dall’altro, è la cifra principale del lavoro del maestro che si applica ad insegnare agli attori. Le difficoltà iniziali si superano col progredire della confidenza con l’arma da parte dell’attore, confidenza che non può darsi che attraverso l’esercizio schermistico in se stesso. L’acquisizione dei fondamentali tecnici è infatti la base indispensabile per il realismo dei movimenti e, naturalmente, per l’esecuzione in sicurezza della coreografia. Solo dopo aver imparato a portare l’arma, l’attore sarà in grado di concepire il rischio che deriva dal suo maneggio, benché strumento di finzione scenica reso inoffensivo. L’arma è intrinsecamente pericolosa ed imparare a conoscerne il feedback è il primo passo verso la capacità di interpretare un duellante, insieme naturalmente all’acquisizione degli altri fondamentali tecnico-schermistici relativi alla correttezza della postura, sia statica che dinamica. Come si è detto è lo studio dell’epoca storica a fornire i limiti di libertà espressiva e scenografica, ed il confronto con i trattati (o, se disponibili, le illustrazioni dell’epoca) è solo il punto di partenza per una riproduzione approfondita della scherma dell’epoca sotto la guida di un maestro esperto. Per informazioni contattare il M° Lana al 320/0696566 o tramite mail a puglia@sportnazionale.it 04 50 LE SOCIETA’ CI Palermo Pechino Nel mese di settembre il M° Bruno Marmeni è stato ospite d’onore ai Giochi Paralimpici, invito fatto dal Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, Sir Philip Craven. Durante i Giochi vi sono state delle conviviali organizzate dai vari Comitati Paralimpici Nazionali. Il maestro Carmeni è stato ospite del Comitato Paralimpico Cinese e della Federazione Sport non Vedenti Cinese. In questa occasione ha ricevuto un ennesimo riconoscimento. Nella riproduzione in oro vi sono dodici atlete sorde ed alcune non vedenti che si sono allineate a rappresentare una sola persona come una divinità dalle 24 braccia. A consegnare tale riconoscimento è stata la signora Chai Ling. Questo ennesimo riconoscimento ottenuto dalla delegazione che ha conquistato il maggior numero di medaglie, sia ai Giochi Olimpici che Paralimpici, attesta la stima internazionale della quale gode il maestro Carmeni. Salerno Si è svolta il 3 Dicembre a Salerno presso la sala “G. Bottiglieri” di Palazzo Sant’Agostino, la cerimonia di consegna delle Benemerenze Sportive del C. O. N. I. del 2008. L’evento è stato promosso dal Comitato Provinciale del C. O. N. I. di Salerno presenziato da Guglielmo Talento. Tra i vincitori delle Benemerenze Sportive spicca il nome del Presidente Regionale della Campania C. N. S. Fiamma Sport Nazionale Dr. Vincenzo Mancuso “Distintivo di Bronzo” nella categoria Cittadini. Un uomo che ha saputo distinguersi nello Sport, oltre che per l’impegno e la passione, anche per i valori di lealtà, rispetto e correttezza. Come da tradizione a fine anno il C.O.N.I. Provinciale premia gli atleti, dirigenti, tecnici, cittadini, ufficiali di gara ed associazioni spor- tive che si sono distinti nel 2008. Inoltre è un occasione importante per incontrarsi e scambiarsi gli auguri tra tutti gli attori dello sport. Tantissime le autorità presenti in sala che sono state coinvolte nella consegna dei vari premi. Pescara Acquisizione di diploma istruttore e di patente internazionale istruttore danza classica, moderna, jazz e folkloristica formazione coreografica teatro ginnastica aerobica e generale. I corsi e stages si svolgeranno nel fine settimana e saranno suddivisi in 1°, 2° e 3° livello; La durata dei corsi è di 2, 4 o 6 mesi a seconda del livello scelto; Lo svolgimento dei corsi avrà luogo presso le seguenti sedi: palestra “I.A.M.A.& D.A.” in Via S.Stefano n° 5 – Silvi Marina (TE) e palestra “W.A.S.C.A. International” in Via Renato Berardinucci 103/1 – Pescara; L’inizio dei corsi è fissato con inizio il 24 Gennaio 2009 ore 10.00 presso la palestra “I.A.M.A.& D.A.” di Silvi Marina (TE) in Via S.Stefano n° 5. La Direzione Tecnica Internazionale è stata affidata alla pluri-campionessa TETIANA SHCHUKINA COCIERGNINA, operante in Italia già da diversi anni, proveniente dalla famosa Filarmonica Ucraina (fucina dei più grandi ballerini del mondo), nonchè vincitrice del grande Festival della Danza in ex Unione Sovietica nel 1985.Tutti gli interessati potranno richiedere informazioni dettagliate sulla durata dei corsi, i costi ed i requisiti necessari di partecipazione, contattando la Segreteria al n° 328/7167040 (responsabile associazione I.A.M.A.&.D.A.).Coloro che supereranno gli esami finali riceveranno il pass internazionale ed il diploma internazionale con certificazione europea. Venerdì 10 ottobre 2008 presso la Palestra di Atletica Pesante di Palermo, si concluso il secondo corso di Difesa Personale per il Corpo di Polizia Municipale di Palermo. Provenienti da svariati reparti del Comando, gli operatori della Polizia Municipale si sono ritrovati ogni giorno, per un periodo di 10 giorni per complessive 60 ore di studio teorico-pratico sulla difesa personale, a seguire le lezioni dei docenti anch’essi appartenenti al Corpo di Polizia Municipale. Diritto Penale, Psicologia Applicata, e tantissima pratica sono stati gli argomenti e il risultato è stato straordinario sia per la costanza mostrata dai partecipanti che per gli sforzi fisici profusi specialmente per coloro i quali che da molto tempo non praticavano attività motoria. 32 i partecipanti a questo secondo corso (29 settembre - 10ottobre 2008) che hanno acquisito gli elementi base di 1° livello che prevede il metodo M.G.A. (Metodo Globale Autodifesa) integrate da alcune tecniche specifiche per la difesa dell’arma e l’ammanettamento e come per il corso precedente, anche questo secondo appuntamento ha riscontrato un forte interesse da parte di tutti i partecipanti. Nella giornata di chiusura gli operatori della Polizia Municipale hanno dato un saggio di ciò che avevano appreso durante il corso guadagnandosi un meritato plauso, cedendo di fatto il testimone ad altri 34 colleghi che da lunedì 13 ottobre daranno vita al terzo corso di Difesa Personale. San Vito Lo Capo (TP) Una bellissima giornata estiva ha tenuto a battesimo la prima edizione del Triathlon Sprint San Vito Lo Capo “ Memorial Roberto Miceli “sulla distanza di 750m nuoto, 20 km bici e 5 km corsa, organizzato dal Triathlon Team Trapani e dall’Hotel Mediterraneo in collaborazione con l’ Associazione Operatori Turistici Sanvitesi e il Centro Nazionale Sportivo Fiamma . A scrivere il primo nome nell’albo d’ oro dei vincitori un atleta pre- 04 SCRIVONO stigioso di caratura internazionale del C.S. Carabinieri, Giuseppe Ferraro campione mondiale nel 2007, che si è aggiudicato la gara nel tempo di 58’12” precedendo nell’ordine Vincenzo Dolce dell’Iron Team Palermo, Enrico Vinciguerra e Davide Caragliano del Cus Catania, Martino Goretti Canottieri Irno; migliore dei Trapanesi Vincenzo Bua ventiduesimo. In campo femminile una straordinaria Flavia Fernandes, Brasiliana di buon livello, dell’Iron Team Palermo in 1h06’35”, addirittura decima assoluta, ha staccato nettamente Maria Grazia Prestigiacomo dell’Atletica Mondello e Giusi Sanfilippo del Sport Estreme Catania. La manifestazione, valida per il campionato regionale giovani ed Age-Group e campionato regionale Fiamma, ha visto assegnare i titoli a Noemi Sercia fra le allieve e Federica Cerniglaro fra le cadette del Triathlon Team Trapani, a Igor Palisano (allievi) e Salvatore Levantino (cadetti) della Sport Virtus e Riccardo Guglielmino del GS Sicilia Triathlon fra gli Junior. Angela Li Destri (Sport Estreme CT), Maria Grazia Prestigiacomo (Atletica Mondello), Giusi Sanfilippo (Sport Estreme CT), Gabriella Mazza (Multisport CT), Matteo Giammona (Sport Virus), Giovanni Giordano (Iron Team Pa), Francesco Borrello (Siracusa Triathlon), Matteo Campo (Triathlon Team TP), Vito Siracusa (Triathlon Team TP), Nicolo’ Badagliacco (Nadir Palermo), Daniele Enriquez (Sport Virtus), Enrico Vinciguerra (Cus Catania), Vincenzo Dolce (Iron Team Pa) si sono aggiudicati i titoli regionali age-group. In apertura si è disputata la finale del circuito Tri-Kids Isole Cup che ha visto vincere nei cuccioli Luigi Stabile del Triteam Tp e Maria Colaianni dell’Atletica Mondello, negli esordienti Andrea Cernigliaro del Triteam Tp e Federica Buscaino dell’Aquarius Nuoto Tp, nei ragazzi Alessio Costa dell’Atletica Mondello e Martina Tartaglia dell’Aquarius Nuoto Tp. Molto apprezzato da tutti i triathleti ed accompagnatori il ristoro finale a base principalmente di Cous Cous, nota pietanza locale, messo magistralmente a disposizione dalla Famiglia Miceli, promotore dell’evento, a cui va un doveroso ringraziamento per aver dato la possibilita’ di far conoscere questa meravigliosa disciplina e questo angolo incantevole della nostra Provincia con il suo splendido mare.