Lo Scarpone Valsusino

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Lo Scarpone Valsusino
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO - n. 2 (Giugno), anno XXXIX
Lo Scarpone
Valsusino
PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE VAL SUSA
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LO SCARPONE VALSUSINO
Pubblicazione trimestrale
della Sezione A.N.A. Val Susa
Sommario
Editoriale
Giancarlo Sosello
Passato e futuro della nostra Associazione
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Mario Tonini
Una grande festa alpina. Un compleanno con i fiocchi
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Attualità
Mario Tonini
Che adunata! Piacenza abbraccia gli alpini della Valle di Susa.
Tre giorni di festa e tanti ricordi
Silvano Ollivier
A Piacenza in bicicletta
Mario Tonini
Generazioni di piacentini nelle truppe valsusine
Copertina:
Il nostro vessillo a Piacenza (realizzazione di D. Balbo)
Fondatore:
Franco Badò
Presidente:
Giancarlo Sosello
Direttore responsabile:
Claudio Rovere
Comitato di redazione:
Dario Balbo
Giorgio Blais
Elio Garnero
Valerio Olivero
Referente al Centro Studi:
Elio Garnero
Progetto grafico
Francesco Ballesio
Conduzione tecnica:
Valerio Olivero
Referente informatico e contatti con “L’Alpino”:
Dario Balbo
Direzione:
Susa, via Brunetta, 45
Tel. e Fax: 0122/33204
Sito internet:
www.anavalsusa.it
E-mail:
valsusa@ana.it
Fotocomposizione e stampa:
Tipolito Melli s.n.c., Borgone
Via Moncenisio, 11
Tel. 011/964.63.67 - Fax 011/964.60.88
E-mail:
tipolito@satnet.it
Autorizzazione del Tribunale di Torino
n. 2441 dell’8.10.1974.
Dario Balbo
Dove c’è un alpino c’è l’Italia e Piacenza non
ci dimenticherà facilmente
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Dario Balbo
La “Taurinense” è tornata a casa
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Mario Tonini
Giuseppe Rosatelli. Il marescialo dell’ordine e della solidarietà
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Dario Balbo
Nel ricordo del battaglione “Piemonte”
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Mario Tonini
Mompantero: un monumento all’alpinità
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Dario Balbo
Nuovo libro di Tonini
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Dario Balbo
Forma e sostanza, i nostri mezzi per trasmettere valori e tradizioni
Bruno Marietta
Raduno mortaisti della 133a compagnia mortai del btg. “Susa”
Cristina Mondani
Onoreficenze AMBIMA per fedeltà alla musica
Storia e cultura
Bruno De Gregorio - Adalberto Carlino
Ritorno alla Brunetta dopo oltre cent’anni
Laura Grisa
Gruppo di Sestriere
Dalla Sezione
Elio Garnero (l’angolo di)
Auschwitz fabbrica della morte
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Notiziario sezionale
Oblazioni pro Scarpone - Oblazioni c/c postale
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Avigliana
San Giorio - Novalesa
Chianocco - Chiomonte - Chiusa San Michele - Sant’Antonino
Gravere
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Nascite - Anniversari - Matrimonio - Lauree - Decessi
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Cronaca dai Gruppi
Anagrafe alpina
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Editoriale
Passato e futuro della nostra Associazione
Giancarlo Sosello
Grazie Presidente! E’ con queste semplici parole che voglio salutarti, dopo che hai retto la nostra Associazione per ben nove
anni, e ora lasci l’incarico. Grazie per la tua disponibilità.
Ricordo molte occasioni in cui ho potuto condividere con te il
lavoro associativo, che se tanto impegna è vero che tanto restituisce, e la tua amicizia ne è la dimostrazione. Ti sono grati gli alpini
della Valsusa che più volte hai incontrato. Ci siamo trovati a Oulx,
nella caserma “Assietta”, a Susa prima al forte della Brunetta poi
nella nostra sede sezionale. Ricordo la tua presenza a Exilles, in
occasione di uno dei nostri incontri più cari.
Da te, uomo generoso e umile, abbiamo sempre colto lo spirito
che deve animarci composto di coraggio, perseveranza, forza e
sconsiderato amore per il nostro Paese. In questi anni della tua
presidenza la nostra Associazione ha attraversato un lungo, e costante, cambiamento. La sospensione della leva obbligatoria aveva
creato sconcerto e apprensione negli iscritti ma tu avevi preso
mandato dicendo: “Togliere il punto interrogativo alla domanda:
A.N.A. quale futuro? E trasformare questo interrogativo in risposte positive”.
In tutta sincerità devo dirti ancora grazie perché questo tuo obbiettivo l’hai raggiunto. Con il tuo lavoro, silenzioso ma efficace,
hai saputo ricucire i rapporti con i vertici militari e riavviare un
percorso istituzionale che ha portato alla mini-naja. È bello vedere giovani ragazze e ragazzi che dopo un breve, ma intenso, periodo di prova sulle nostre belle montagne indossano il cappello
alpino. Grazie perché hai saputo rinsaldare, con un lungo e capillare “pellegrinaggio”, tutte le Sezioni d’Italia. Grazie perché hai
saputo risvegliare, e tenere sempre viva, la fiammella della solidarietà con i tanti progetti realizzati in questi anni.
Nei nove anni della tua presidenza la Sezione, che mi onoro di
presiedere, ha festeggiato tanti compleanni dei Gruppi e il suo novantesimo dalla fondazione. Tanti sono gli amici “andati avanti”,
ma anche tanti giovani hanno deciso di intraprendere un percorso
comune. Il peso degli avvenimenti e della nostra storia, una grande
responsabilità, è stato più lieve perché abbiamo sempre avuto la
consapevolezza di averti amico, guida e consigliere. In questo
mondo che troppo velocemente cambia, e non sempre in meglio,
poter avere un punto di riferimento saldo e sincero è stato per me,
e per noi della Valle, motivo di forza. Quando vorrai venirci a trovare le porte delle nostre “baite” saranno sempre aperte, spalancate! Caro Corrado accogli il mio abbraccio, il nostro abbraccio
dalla Val Susa!
Ed ora caro Sebastiano ti giunga caloroso il benvenuto della
nostra Sezione e l’augurio di un sereno e proficuo lavoro.
Ti spetta un compito sicuramente gravoso vista l’eredità che
Corrado Perona ti ha lasciato sia in termini quantitativi che qualitativi, ma soprattutto nel carisma del quale in nove anni il nostro
past president ha fatto sfoggio.
Nessuno credo ti chiederà di esser la fotocopia di Corrado, ma
siamo tutti convinti che in breve tempo avrai dato l’impronta del
tuo stile e della tua alpinità.
Il tuo profilo professionale ed il tuo impegno associativo sia
nella commissione grandi opere sia in quel gioiello che è la casa
per Luca sono un esauriente e straordinario biglietto da visita per
coloro, pochi credo, che non ti conoscevano. Io che ho avuto
modo di condividere con te l’esperienza del CDN ben sapevo
delle tue qualità e della tua signorilità.
Come detto l’impegno sarà arduo, gli ultimi tempi di Corrado
purtroppo hanno lasciato qualche strascico in alcune Sezioni, ma
siamo tutti certi che queste divergenze saranno da te appianate nel
nome del nostro comune amore e rispetto per il cappello alpino.
L’ampio margine con il quale hai conquistato la presidenza la
dice lunga sulla stima e la fiducia che i delegati riponevano in te
ed è stato un vero peccato che si fosse creata questa contrapposizione di candidati. Onore al merito alpinamente anche per Cesare
Lavizzari il tuo concorrente che siamo certi metterà a tua disposizione la sua ben nota passione.
Adesso inizia il tuo lavoro quindi zaino in spalla e coraggio…
“Alti come pini, forti come torri, uniti come catene” sono gli uomini della “Cadore” e tu che ben la conosci saprai di certo mettere in pratica quel motto glorioso. E quando il tuo zaino vorrà un
giorno riposarsi nel suo cammino nella nostra terra saremo tutti
pronti a darti la più festosa delle accoglienze.
Lo Scarpone
Valsusino
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Attualità
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Una grande festa alpina
Un compleanno con i fiocchi tricolori
di Mario Tonini
È il capogruppo Michele
Leone, raggiante e stanchissimo, che tira le somme dell’ottantesimo compleanno delle
penne nere del Gruppo “Rocca
Sella”. “Una grande festa per
tutto il paese, una bella soddisfazione. Un compleanno che
volevamo organizzare al meglio, e meglio non poteva riuscire. Vogliamo dedicare questo
momento a Giovanni Carena”.
Gli alpini hanno voluto ricordare il loro ex capogruppo,
classe 1933, mancato da poco.
Uomo e alpino semplice, sempre disponibile, un grande
amico per tutto il paese. Carena
con grande impegno, seppe
sempre portare avanti il Gruppo
per tanti anni. A dimostrazione
di ciò le penne nere ricordano il
giorno del suo ultimo viaggio:
parteciparono al suo funerale
vari rappresentanti dell'A.N.A.
Val Susa e numerosi gagliardetti
dei tanti alpini che lui amava
molto.
Veniamo alla cronaca delle
due giornate. Sabato sera la partecipazione è stata davvero importante. Nella sala del centro
sociale, il Gruppo, ha proposto
l’esibizione del Coro Alpino del
Gruppo di Collegno. Precisa e
puntuale l’esecuzione dei brani
del coro, più di trentacinque elementi, comandati a bacchetta da
una direttrice. Anche così le
donne stanno entrando nei ranghi alpini, e ben vengano!
In sala un pubblico divertito
che ha apprezzato il lungo repertorio musicale proposto.
Prima dell’esecuzione il sindaco
Mauro Carena, affezionato
amico degli alpini, ha donato
una targa ricordo.
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Lo Scarpone
Valsusino
Per la domenica si sperava in
un tempo clemente in questo
difficile aprile e le preghiere alpine hanno dato i loro frutti.
Uno splendido sole, e un caldo
estivo, hanno accompagnato la
magnifica giornata.
Dalla mattina un “esercito” di
alpini si è dato appuntamento
presso la sede per l’ammassamento e il rituale rinfresco di
prima colazione. Ordinati i
gruppi e i partecipanti è partita
la sfilata diretta al monumento
per gli Onori ai Caduti. Si sono
contati più di quaranta gagliardetti provenienti anche da fuori
valle.
Presente, naturalmente, il
vessillo sezionale accompagnato da tutta la presidenza e i
consiglieri della bassa valle.
Giancarlo Sosello, presidente
sezionale A.N.A., si è detto
“commosso e felice di guidare
una Sezione più che viva. In due
giorni abbiamo inaugurato il
monumento a Mompantero e
ora eccoci qui a far festa con gli
amici di Villar Dora. Tra poco
partirà l’organizzazione all’Adunata nazionale di Piacenza, poi Exilles e poi …”; è
un fiume in piena Sosello.
Nella chiesa di San Vincenzo
si è poi tenuta la Santa Messa
officiata dal nuovo parroco don
Luigi Cordola.
In tarda mattinata, con i primi
brontolii dello stomaco, è suonata la chiamata del rancio. Nel
cortile della sede del Gruppo è
stato allestito un pranzo cui
hanno partecipato ben 125
ospiti. Piatti da gustare, bicchieri da svuotare, chiacchiere,
ricordi e canzoni.
Un momento di gioia che
dura da ottant’anni e che proprio
non vuole finire. Ora gli alpini
di Villar Dora si concederanno
un po’ di riposo e poi di nuovo
zaino in spalla per la festa di San
Pancrazio. Tutto il paese è rimasto addobbato con tricolori e
cartoncini su cui c’è scritto
“Viva gli Alpini”. Provare per
credere.
Sopra: schieramento per l’omaggio a tutti i Caduti e sotto, sosta
al monumento all’alpino (foto D. Balbo).
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Attualità
Che Adunata! Piacenza abbraccia
gli alpini della Val Susa
Tre giorni di festa e tanti ricordi
di Mario Tonini
Alzabandiera in piazza Cavalli: l’86a Adunata nazionale ha inizio. Nella sfilata, passano i “nostri” (foto. D. Balbo).
Sono orgogliosi del loro
Corpo e guai a chiamarli “ex alpini”, è una grave offesa. Si è alpino a 20 anni e lo si è per tutta
la vita e con lo stesso spirito di
servizio ma anche con la stessa
goliardia che li ha contraddistinti durante la naja, si metteno
al servizio della nazione, anche
quando non si è in servizio effettivo tra le fila dell’Esercito.
È ben presente nella nostra
valle il grande contributo che gli
alpini, appartenenti ai vari
Gruppi, in più occasioni danno.
La Sezione si è presentata alla
grande all’Adunata nazionale.
Chi in macchina, chi in pullman, alcuni temerari in bicicletta; le penne nere hanno
raggiunto la città emiliana per la
consueta kermesse. In giro per
Piacenza li ho visti, per nulla
spaesati, e molto allegri, come
un gruppo di amici a gironzolare per le strade della città, alla
scoperta del posto migliore
dove mangiare o bere. Ho fatto
una capatina al quartier generale
dell’adunata, l’ex casa cantoniera ANAS.
L’atmosfera era quella di un
“caos ordinato” con gli addetti a
rispondere puntualmente ad
ogni richiesta circa i trasporti
ferroviari, le sistemazioni logistiche ed altre necessità anche
se non strettamente pertinenti
l’organizzazione.
È domenica e ci sono ancora
tanti piacentini che vengono a
richiedere le bandiere per l’addobbo dei loro balconi. Mi sposto in centro: fanno bella mostra
di sé, due megacisterne da oltre
15 mila litri, destinate a contenere birra. Poco più avanti, c’è
il villaggio dell’adunata che ha
preso forma, mi raccontano,
dopo dieci giorni di lavoro.
Ecco le nostre penne nere,
mischiate tra migliaia. Ho già le
prime sorprese: un alpino che
viene dalla lontana Sicilia è lì
che parla col capogruppo di
Bussoleno. Un comune denominatore che unisce Nord e Sud.
“Si è alpini per sempre e si è orgogliosi di esserlo” l’ho sentito
ripetere più volte nel corso dei
miei incontri per strada.
Arrivo fino ad una mega tensostruttura che ospita il villaggio animato da migliaia di
penne nere che mangiano, bevono e naturalmente cantano. È
l’ora dell’ammassamento e
della partenza per la sfilata,
sono passate le 14, i primi sono
partiti questa mattina alle otto
per sfilare davanti alle autorità!
Tutti agli ordini, con ordine,
davanti il labaro, il Presidente,
il Consiglio e i generali. Poi
ecco le autorità con fascia tricolore, da Meana con Perotto a
Chiomonte con Pinard passando
per Sestriere e Bussoleno; Susa
ha fatto il bis con Giovanni Baccarini e Salvatore Panaro. Poi la
Fanfara, e la loro musica, a se-
guire centinaia di camicie a quadri bianche e blu della Val Susa.
Il tempo passa veloce, la marcia tra due ali di folla festante è
indescrivibile. Tricolori, coriandoli, applausi, striscioni; è festa.
Ogni città regala sensazioni diverse e ogni adunata alla fine risulta particolare.
I piacentini si stanno dimostrando gentili e disponibili. Il
bello di questa manifestazione è
stata il vedere mille colori, incontrare persone, salutarsi senza
nemmeno conoscersi.
“Siamo stati accolti benissimo e i servizi sono stati ottimi.
La maggior parte del gruppo è
arrivato oggi e poi si è presentato all’ammassamento. Ma
tanti hanno invaso l’hinterland
con pulmini e camper dislocati
anche a una sessantina di chilometri dalla città. Tutto è andato
per il verso giusto, nonostante il
diluvio di venerdì” ha detto il presidente Giancarlo Sosello.
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Valsusino
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PIACENZA
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NZA
86ª Adunata
nazionale
Servizio fotografico D. Balbo e C. Ravetto
Attualità
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Dopo la sfilata c’è stato il
rompete le righe, ma tanti hanno
prolungato di qualche ora il soggiorno piacentino: “C’è chi riparte subito dopo la sfilata e chi
invece aspetta domani per avere
a disposizione il tempo di ritrovare tutti i vecchi amici che per
un motivo o per l’altro non si è
riusciti a incontrare” dice Dario
Balbo uno dei vicepresidenti. I
tempi supplementari di una
festa che tutti vorrebbero non finisse mai sono proseguiti sulla
via del ritorno. Asti è stata la
meta per la cena del ritorno, non
a caso perché candidata quale
città dell’adunata 2015.
Presenze Val Susa
a Piacenza
La Sezione si è presentata con
ben 505 unità. Oltre ai 462 alpini che hanno sfilato occorre
aggiungere 43 membri di Protezione Civile, che come è ben
noto sfilano ad aprire il Raggruppamento, distribuiti nelle
squadre “Assietta” con 3 elementi, “Orsiera” con 5, “Susa”
con 5, “Pirchiriano” con 6 ed i
nuclei “Rocciatori” con 1 persona e “Cinofili”, che è risultato il più numeroso con ben 23
persone.
A Piacenza
in bicicletta
Chissà perché quando si associano bicicletta e militari si
pensa subito ai bersaglieri. È per
sfatare questo mito che il luogotenente Giorgio Gambelli, che
penso che da quando è alpino
non abbia saltato una Adunata,
contatta la Sezione per proporre
di raggiungere Piacenza non già
con treno, auto o pullman, ma in
bicicletta. Giorgio a dire il vero
non è nuovo a queste improvvisazioni; già a Torino era andato
con un gruppo di alpini a piedi.
di Silvano Ollivier
Il primo a cogliere la provocazione è il capogruppo di
Oulx, Franco Bernard, che
piano piano coinvolge altri alpini.
Al giovedì mattina precedente l’adunata sono in sette a
presentarsi davanti al monumento in Susa a onorare i Caduti col Presidente sezionale
che deposita un mazzo di fiori.
Per l’occasione, la Sezione ha
fatto stampare una maglia da ciclista col disegno del cappello
alpino e una bici che utilizza
come ruote il logo sezionale.
Tutti in divisa quindi e con la
nappina e la penna sul casco,
partiamo per raggiungere Pianezza dove ci aspetta il gruppo
per il pranzo e da dove altri alpini si aggiungeranno. Ci seguono i pulmini guidati dai
pazienti Pierantonio e Felice.
Prima tappa: Castelnuovo
Don Bosco sul colle della omonima basilica. Alla sera l’incontro coi capigruppo della zona, la
cena, qualche coro alpino e poi
a dormire. Complice forse l’ottimo barbera, il rimbombo della
palestra gentilmente concessaci
da don Egidio, ci fa sembrare il
russare dei compagni “il rombo
dei cannon”.
Altra partenza; questa volta
all’alba, su e giù per le colline
astigiane (personalmente non ricordo le discese ma solo le salite). L’alpino Pierino, 79 anni,
tiene duro... qualcun altro meno.
Quando finalmente si attraversa
Asti e la strada si fa meno faticosa ecco arrivare la pioggia
che ci accompagnerà per oltre
due ore fino a Tortona. Sarà il
Gruppo locale ad ospitarci sia
per la cena che per dormire.
Generazioni
di piacentini
nelle truppe valsusine
di Mario Tonini
Erano piacentini, ma erano
chiamati con il soprannome “chi
mò”, espressione dialettale di
cui facevano, e fanno, uso frequente. Fino a leva della seconda guerra mondiale, nei
battaglioni e gruppi d’artiglieria
in valle le reclute arrivavano
dalle vallate appenniniche del
Trebbia, del Tidone, del Nure e
dell’Arda. In alcuni periodi,
quelli di guerra, arrivarono a essere anche la metà degli effettivi. Allora l’amalgama tra
piacentini e piemontesi era nel
periodo d’addestramento, molto
duro, nei campi estivi e invernali e in guerra. I piacentini si
sono sempre inseriti nelle
truppe alpine senza difficoltà,
hanno trovato qui uomini come
loro. Gente abituata alla fatica,
al sacrificio, alle dure condizioni ambientali e quando era il
caso all’allegria. Piacentini a
braccetto con i valsusini nelle
guerre d’Albania, in Grecia, in
Jugoslavia e in Russia. Piacentini che innamorati delle nostre
belle ragazze, s’innamorarono
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Lo Scarpone
Valsusino
Anche qui dopo lo scambio dei
gagliardetti, si canta fino a tardi.
Ultima tappa, la meno faticosa visto che siamo ormai nella
pianura padana, ma bisogna tirare! Il Presidente ci aspetta in
piazza Cavalli a Piacenza per
mezzogiorno. Foto di rito e poi
tutti nei campeggi a sistemarsi
per la festa del sabato sera e la
sfilata della domenica. Un’occhiata al contakilometri: segna
290. Che peccato: è finita, e
proprio come a naja, ti resta il
ricordo di aver conosciuto delle
persone magnifiche ed aver trascorso delle ore faticose, ma
belle; e proprio perché faticose,
ancora più belle; proprio come
a naja!
Ed ecco i nomi dei coraggiosi
valsusini: Giorgio Gambelli,
Franco Bernard, Sivano Ollivier, Renzo Blandino, Fabrizio
Macario, Fabio Quiriti ed il veterano sempre giovane Pierino
Longo. Ci perdonino gli amici
di Pianezza che ci hanno accompagnato, ma ci sfuggono i
loro nomi. Di supporto con i
mezzi messi gentilmente a disposizione dalla signora Tiziana
Nasi Pierantonio Martin e Felice Angelini.
anche della nostra valle. I vecchi segusini ricorderanno, ad
esempio, Clemente Bergonzi
che arrivato come sarto militare
intraprese, poi, il commercio
con successo. Arrivarono i congedi e il ritorno a casa non
spezzò il legame con la valle
della Dora Riparia. In questa
storia, in questi sentimenti, si è
svolta l’86ª Adunata Nazionale
degli Alpini. Oramai, son passati settant’anni, tra le schiere
associative sono sfilati i nipoti
di quei valsusini e di quei piacentini che combatterono a
fianco. Il Presidente sezionale di
Piacenza, padrone di casa, ha
dichiarato per l’occasione:
“Siamo orgogliosi di ospitare
qui da noi l’Adunata nazionale,
siamo ancora più felici perché
riabbracceremo amici che con i
nostri padri hanno visto la sofferenza delle guerre. La valle di
Susa è stata anche la nostra patria e così seguitiamo a sentirla.
Saluto con referenza e commozione i valsusini, vi attendiamo
a braccia aperte!”.
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Attualità
Dove c’è un alpino c’è l’Italia
e Piacenza non ci dimenticherà facilmente
di Dario Balbo
Della cronaca avrete già ampiamente letto nelle note di
Mario Tonini. Invece io preferirei partire dal lunedì successivo
quando in Sezione arriva da Piacenza questa mail diretta a tutti
gli alpini piemontesi.
“Cari alpini, veci e bocia, chi
vi scrive è una giovane piacentina che ha passato gli ultimi tre
giorni insieme a voi in mezzo
alle strade della (mia) città. Inutile dirvi che stamattina, la città
si è alzata più sola: tutto era più
triste e, purtroppo, è ritornato
ad essere tutto silenzioso e melanconico. Abbiamo passato tre
giorni tra persone vere e genuine come voi, abbracciando i
vostri valori e il vostro profondo
senso dell'onore. Grazie a voi,
abbiamo imparato che, standovi
insieme, si impara la vita e si diventa più uomini (come diceva
uno striscione durante la sfilata), ci si arricchisce moralmente e umanamente.
Mi sento in dovere di ringraziarvi di cuore e con sincero affetto perché ho capito che,
nonostante vari "incidenti di
percorso", l'Italia è fatta di
gente perbene; se questa fosse
consegnata nelle vostre mani e
gestita dalla vostra testa, saremmo di sicuro una terra molto
meno martoriata. Avete lasciato
una città più bella e pulita in
tutti i sensi, ma mi spiace solo
che non siate più in mezzo a
noi: solo qualche alpino, ancora stamattina, stava agli angoli delle nostre strade
prontamente fermato dai passanti per qualche chiacchierata
e qualche foto, ma niente più.
Tornate nella nostra città; spero
che vi siate sentiti accolti dalla
nostra "emilianità" e che vi
siate sentiti, anche se per poco,
a casa vostra. Tornate coi vostri
cappelli e vedrete che non potrete fare un passo senza essere
fermati dall'entusiasmo ed interesse dei piacentini che avete
fatto crescere come popolo italiano e comunità locale. Siete
brava gente (ho visitato la vostra regione anni fa insieme ad
un gruppo di altri turisti, e
siamo tutti rimasti colpiti dalla
vostra aperta cordialità: ci fermavate per la strada per scambiare due parole con noi perché
vedevate che non eravamo della
vostra zona) con il cuore in
mano e la fierezza negli occhi
nel vero senso della parola, e vi
meritate tutto l'affetto che io e
gli altri abbiamo provato e continuiamo a nutrire nei vostri riguardi.
La dignità italiana cresce
grazie a voi che fate i fatti e non
le parole.
Un abbraccio e grazie ancora per averci insegnato che
tutti possiamo essere come voi,
basta volerlo e sentirlo nel profondo.
Un ammirato abbraccio e un
bacio affettuoso. Elena B.”
Cosa dire di più? Per l’ennesima volta gli alpini con la loro
simpatia sono riusciti a riscaldare e trasformare una città. Al
mio arrivo a Piacenza, alle 6,30
del venerdì, percorrendo le
strade che portavano al centro
echeggiavano già, o forse meglio dire ancora, le note non
certo ordinate di qualche canto
alpino. Era comunque bello,
quasi un ritorno a casa anche se
Piacenza non era la mia di casa.
Ma quando si scopre che gente
come Gianfranco Chiappo
spende ogni anno migliaia di
euro per raggiungere la sede
dell’adunata dalla Colombia e
con lui tanti altri dall’Australia,
dal Canada, dal Sud Africa e
così via ci si sente piccoli pic-
coli. Questi sono gli alpini, questi siamo noi.
Ogni anno quindi si ripete
questo straordinario effetto terapeutico urbano di rivitalizzazione delle città. Ci saranno
sempre coloro che storcono il
naso, ma quando ci si sente dire,
ci si sente pregati di ritornare
vuol dire di essere stati considerati ospiti graditi come ne davano testimonianza i piacentini
che riempivano con noi piazza
dei Cavalli, piazza del Duomo e
i giardini trasformati in colorati
dormitori e cucine da campo. E
poi la cittadella degli alpini e le
vie dove il flusso pedonale rischiava di travolgere il colorato
mercato di merci varie i cui venditori non disdegnavano certo di
farsi fotografare spesso con il
cappello sul capo. Integrazione
a tutto tondo, allegria e tolleranza salvo per i frequenti borseggiatori che rovinano con le
loro imprese l’atmosfera della
festa. Passione, calore, dedizione, solidarietà, che gli emiliani hanno potuto apprezzare
da vicino ai tempi del terremoto,
sono il biglietto da visita che
presentiamo bussando umilmente alle porte delle città che
chiedono di ospitarci. Biglietti
con su scritto Vajont, Friuli,
Abruzzi, Emilia, una casa per
Luca e con tante altre opere che
non troverebbero spazio a sufficienza. E da buoni invitati quali
siamo, educati, non veniamo
mai a mani vuote ed oggi quale
riconoscenza per l’ospitalità
ecco 50.000 euro donati al “Progetto vita” finalizzato alla dotazione di defibrillatori nelle
scuole e altri 15.000 all’associazione “Oltre l’autismo”, più
tutte le ore impegnate dalla Protezione civile che da inizio maggio ha contribuito a sistemare
panchine, pulire sottopassi e riqualificare cinque aree verdi cittadine “Interventi straordinari”
come li ha definiti il sindaco
Dosi sottolineando la speranza
che la città tenga fede all’impegno di mantenere le aree come
riconsegnate dagli alpini.
“Dove c’è un alpino, c’è l’Italia” ricordava Perona nel suo ultimo coinvolgente discorso in
una Adunata, e nessuno potrà
mai negare la veridicità di tale
affermazione. Mai, se non nelle
nostre adunate, il tricolore è così
applaudito quando sale e così
commovente quando ammaina,
e mai inno nazionale è cantato
con così tanto rispetto.
“Tornate ancora” mi son sentito dire quando ancora domenica sera giravo per Piacenza,
mentre piazza dei Cavalli si rianimava per l’ammainabandiera
e per il passaggio della stecca a
Pordenone. “Grazie alpini, siete
stati fantastici”. Ho ringraziato
a mia volta con un misto di orgoglio e commozione. E mentre
passeggiavo, rivedendo il film
di questa bellissima tre giorni,
mi tornavano alla mente le parole che solo il giorno prima
avevo sentito pronunciare da
Florian Kronbichler, giornalista
di Bolzano premiato quale giornalista dell’anno: “Per la convivenza in Alto Adige e Bolzano
in particolare ha fatto più l’adunata degli alpini di quanto abbiano prodotto convegni e
politica in più di cinquant’anni
di parole o meglio dire chiacchiere”. Resistiamo così, difendiamo e rispettiamo i nostri
valori, restiamo una grande famiglia, sana, fiera, giustamente
umile ma attenta a tutto ciò che
ci ruota intorno, solidale. Dopo
tre giorni di baldoria che non
potremmo certo dire silenziosa,
se tutti ci rivogliono a casa loro
il nostro rumore non deve certo
esser stato così fastidioso. Anzi.
Lo Scarpone
Valsusino
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Attualità
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I reparti in armi schierati in piazza Castello, alla presenza delle autorità, hanno ricevuto il saluto della città (foto D. Balbo).
La “Taurinense” è tornata a casa
di Dario Balbo
ticolarmente gratificante, che
dalla collettività con la quale i
reparti si confrontavano giornalmente nelle attività di aiuto e
ricostruzione.
Salutati il 3 settembre scorso
nella cerimonia tenutasi nella
caserma “Monte Grappa”, Torino ha voluto offrire il bentornato in uno dei salotti buoni
della città, quella Piazza Castello che già tante altre volte ha
fatto da scenario a manifestazioni alpine.
Purtroppo l’inclemenza del
tempo ha guastato in parte la solennità dell’evento ma non ha
spaventato i tantissimi vessilli e
gagliardetti presenti con il labaro nazionale più le centinaia
di spettatori che incuranti della
pioggia assistevano dietro le
transenne.
Presenti alla cerimonia le più
alte autorità politiche regionali
e cittadine, Roberto Cota e Piero
Fassino, il procuratore Gianfranco Caselli e in rappresentanza dell’esercito il gen.
Claudio Graziano, Capo di
Stato Maggiore dell’Esercito e,
a detta sua per motivi di leggi e
regolamenti, ex-alpino, affermazione che coglie impreparata
la maggior parte degli astanti.
Nel suo discorso però il gen.
Graziano non poteva certo dimenticare il suo passato di
grande comandante che vent’anni prima guidava il “Susa”
in Mozambico in una delle
prime missioni internazionali
caratterizzata dalla presenza
nelle file di soldati di leva. Il
tempo poi, sottolineava il generale, avrebbe condotto i nostri
soldati in Bosnia, Kossovo e ora
Afghanistan.
Il gen. Dario Ranieri rivolgeva invece parole di congratulazione e di ringraziamento per i
suoi uomini, per la loro preparazione, disponibilità e spirito di
sacrificio, non dimenticando
l’unica vittima di questa missione, Tiziano Chierotti caporale del 2°, caduto in una
sparatoria nei pressi di Herat.
Si mormora che potrebbe essere l’ultima missione, non resta
che la speranza che anche Tiziano sia l’ultima vittima, ma la
decisione della fine delle missioni dovrebbe coincidere con la
raggiunta efficienza e maturità
dell’esercito afghano e non
certo dai comportamenti umorali, opportunistici e demagogici
di politici in cerca di consensi e
notorietà.
Nutrita la presenza valsusina
alla cerimonia.
Il colonnello Pivetta durante la rievocazione della battaglia per la
conquista di Monte Marrone (foto D. Balbo).
Mercoledì 10 aprile, un Sergio Pivetta in grande forma, preciso, determinato e commosso
ha voluto percorrere nell’annuale incontro commemorativo,
la storia e le imprese del btg.
“Piemonte” che, insieme con il
btg. “Monte Granero”, costituì
il primo tassello alpino del ricostituito esercito italiano dopo l’8
settembre. Un battaglione formato nella quasi totalità da piemontesi che reduci da vari fronti
si ritrovarono nel sud dell’Italia
nei giorni dell’armistizio.
Le vicende del btg. “Piemonte” si allacciano all’avanzata degli americani cui si
opponevano reparti tedeschi agguerriti e con il dente avvelenato con l’esercito italiano.
Lungo il percorso dell’avanzata si ergeva però una montagna dal profilo inquietante, sia
per le difficoltà alpinistiche che
per la funzione difensiva che
veniva sfruttata dall’esercito tedesco: il Monte Marrone. Una
montagna dominante la valle
del Volturno, di meno di 2000
metri. Così la mattina del 31
marzo 1944, smentendo la convinzione che fosse impresa impossibile, gli alpini del
“Piemonte” raggiunsero la
vetta. Una impresa alpinistica
simile alla ben più nota conquista del Monte Nero della Prima
guerra mondiale ma ugualmente
determinante, di cui a ragione, il
nostro Sergio Pivetta ne ha motivo di orgoglio e noi con lui.
La “Taurinense” è rientrata
dalla sua quinta missione in
terra afghana. Un impegno
svolto in un momento particolarmente importante e delicato
quale quello della transizione
delle responsabilità tra le forze
internazionali facenti parte dell’ISAf e l’esercito afghano.
Al comando del gen. Dario
Ranieri 1200 sono stati gli alpini impegnati, inquadrati nei
reggimenti alpini 2°, 3° e 9°,
nel 1° di artiglieria da montagna
e nel 32° Genio guastatori più
varie rappresentanze che vanno
dal “Nizza” cavalleria al nucleo
elicotteristi.
Nulla è stato facile in Afghanistan ma ormai gli alpini hanno
raggiunto standard operativi di
prim’ordine ampiamente apprezzati sia da chi con loro ha
collaborato che, e questo è par-
Nel ricordo del battaglione “Piemonte”
di Dario Balbo
Scarpone
10 Lo Valsusino
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Giuseppe Rosatelli
di Mario Tonini
Ha posato lo zaino a terra un grande personaggio della nostra Sezione e della storia
delle Truppe Alpine italiane. Il maresciallo
Giuseppe Rosatelli è stato accompagnato
per la sua ultima parata da un picchetto
d’onore. Il giorno del suo funerale, celebrato
nella sua parrocchia di Torino, c’erano tanti
amici che rappresentavano la sua vita densa
di dedizione, rispetto e lavoro.
Conobbi il maresciallo facendo ricerche
qualche anno fa e da allora ci affezionammo
telefonandoci con una certa frequenza.
Scrissi di lui molte volte, vorrei riportare
una sua biografia che tanto gli piacque, è il
mio modo per salutarlo.
In casa sua tutto è al suo posto. Il cappello
alpino, le fotografie della famiglia, i ricordi
trovano spazio tra le librerie e i mobili. E’ il
suo mondo pieno d’ordine. Ordine; non c’è
altra parola per descrivere Rosatelli. Ordine
nella vita, nei pensieri, nell’agire. Ordine
d’idee e carattere. Grazie a lui, e alla sua infinita memoria, ho riscoperto che le guerre
lontane, raccontate da un protagonista, sono
immediatamente più vicine. Nato nel 1914
descrivendomi alcune foto degli anni ’30 le
commenta con così tanti particolari che
sembra, le abbiamo scattate ieri. Di ogni fotografia ricorda i luoghi e i nomi delle persone fotografate, la loro provenienza e la
loro storia. Ho provato sorpresa, e imbarazzo, a dovere segnare così tanti dati. Tutto
cominciò nel 1932. A Roma, dove lui abitava, fu un’estate afosa. I ragazzi eccitati dal
regime sognavano terre lontane, grandiose
conquiste e il sabato assieme al papà partecipavano, erano obbligati, alle manifestazioni fasciste. Mussolini era al massimo del
consenso e al “popolino romano”, e non
solo, aveva portato grandi benefici come le
gite, le vacanze al mare, la scuola; una vita
migliore di prima. Da lì parte l’intervista.
Come mai un ragazzo romano è diventato
alpino gli chiedo? “Avevo raggiunto i diciotto anni e per avere un lavoro sicuro decisi di arruolarmi in cavalleria, dopo le visite
di rito aspettai fiducioso, sognando cavalcate nel verde e quelle magnifiche cariche
che vedevamo al cinematografo” mi risponde. Poi la delusione, “Abile e arruolato
ma non in cavalleria perché mi fu detto che
non avrebbero trovato un cavallo così robusto da potermi sostenere”. Rosatelli è uomo
alto un metro e novanta e da giovane, a vederlo in foto, era un “marcantonio”. “Mi
mandarono a Torino negli alpini. Giunsi nel
capoluogo in una giornata di nebbia e camminai dalla stazione oltre la Gran Madre,
dove c’era la caserma Rubatto al di là del
Po”. Iniziò il periodo di esercitazioni in
montagna con istruzioni su roccia, l’uso
degli sci, le lunghe marce in quota. “Mi trasferirono a Exilles come sergente, poi a Bardonecchia nelle casermette all’imbocco
della Valle della Rho e Oulx. Oltre alle
marce c’era il trasporto da Oulx a Exilles
delle salmerie tutti i giorni. A piedi” ricorda
Rosatelli. Sembra di vederlo questo ragazzone addestrato in montagna in lunghi mesi
camminare su e giù per la Valle, con una
preparazione alpinistica, vestito con la divisa pesante che riparava l’intenso freddo,
pronto a usare armi efficaci in alta quota.
Nel 1936 fu chiamato alla prima prova in
armi. Dove? In Africa. Nell’inesplicabile, e
il più delle volte incomprensibile, decisione
degli stati maggiori ecco gli alpini buttati
nella sabbia. “Fummo inquadrati nel contingente mandato nella guerra coloniale africana con la stessa attrezzatura e vestiario
che usavamo in montagna. Partimmo da Napoli e sbarcammo a Massaua e da lì prendemmo la direzione di Amba Radam”
racconta, “Appiedati e con lo zaino. Ricordo
che mancava l’acqua e le borracce erano subito vuote. La marcia era difficoltosa e l’acqua divenne un miraggio. In quelle
condizioni arrivammo allo scontro contro
l’agguerrita e organizzata armata del ras
Maughietà. Furono giorni di cruento combattimento e a fatica conquistammo la strada
verso Dessiè. Improvvisamente ricevemmo
l’ordine di fermarci e attendere”. Aspettare
cosa? Che il maresciallo Badoglio con le
truppe della Milizia fascista, trasportate in
camion, entrasse trionfale in città. E diavolo,
Mussolini voleva ben una conquista fascista, anzi un impero fascista, e l’ottenne; gli
alpini potevano attendere gli onori. Per Rosatelli dopo il rientro in patria fu un periodo
tranquillo nuovamente tra i monti. Ecco una
nuova guerra. Mussolini, seccato delle continue e travolgenti vittorie tedesche, quando
ormai la svastica stava sventolando sull’Arc
du Trionphe, dichiarò guerra alla Francia.
“Era giugno e indossavamo la divisa estiva,
eravamo tra lo Chaberton e il Pian del Colle
Attualità
Il maresciallo dell’ordine e della solidarietà
e si mise a nevicare. Nulla era stato predisposto per svolgere operazioni offensive. Ci
trovammo in alta montagna in pessime condizioni di tempo, nevicava, c’era la nebbia e
la temperatura scese improvvisamente. Insomma un disastro. Combattemmo ma i
francesi erano meglio organizzati e molti
uomini si congelarono mani e piedi” ricorda
Rosatelli scollando le spalle. Dopo la resa
firmata dalla Francia, separatamente alla
Germania in spregio al governo italiano, gli
alpini furono mandati a Domodossola per
controllare la frontiera. L’avventura militare
non si fermò così, anzi.
“Nel 1942 partimmo per la Croazia, e
addio Italia nuovamente. Facevamo rastrellamenti e scorte ai convogli e ai rifornimenti. Il nemico era ovunque, colpiva e
fuggiva di sorpresa. Ricordo decine di ragazzi colpiti così all’improvviso, poi arrivò
l’8 settembre”. L’armistizio firmato l’8 settembre del 1943, in gran segreto, da Badoglio cambiava le carte in tavola. I tedeschi
da alleati a nemici e gli americani da nuovi
amici. I giocatori però non erano stati avvertiti. Così gli alpini si trovarono, da un
giorno all’altro, a riorganizzarsi. “Che follia ieri alleati oggi nemici” dice Rosatelli
“eravamo alle Bocche di Cattaro e fummo
mandati a liberare il porto occupato dalle
truppe tedesche per poter far ritorno in Italia. Non fu semplice ma liberammo la banchina e le fortificazioni che la difendevano”.
La speranza di tornare a casa era dunque diventata realtà. Nulla affatto, sulle navi dirette a Bari salirono i fanti e gli alpini
rimasero lì a veder le navi prendere il largo.
“Fummo fatti prigionieri dai tedeschi e immediatamente deportati. Fummo sottoposti
a inaudite sofferenze” ricorda Rosatelli, a
cui è cambiata improvvisamente l’espressione degli occhi “facemmo lavori di fortificazione e trattati per tutto l’inverno in
modo disumano. Lavoravamo tutto il giorno
e il posto era misero. I miei alpini morivano
di fame e fatica”. Furono gli americani a salvare la vita ai prigionieri liberandoli nel
1945 e assistendoli fino al loro rimpatrio.
L’attività di Rosatelli riprese come maresciallo, dopo la guerra, negli uffici del Reggimento. Ufficiali superiori, soldati di leva,
tutti hanno combattuto contro la sua implacabile pignoleria, il suo ordine e la sua superiore intransigenza verso le regole.
Arrivato al congedo, sprigionò la sua volontà di ricordare gli uomini caduti in
guerra. Prima a Exilles con la costruzione
della Cappella votiva e la fontana, poi a Torino con il rifacimento del parco della rimembranza. Uomo tutto d’un pezzo
partecipa alle manifestazioni appuntando
alla giacca la medaglia a cavaliere della repubblica, quella d’oro da combattente,
quella di reduce, quella della guerra in
Africa, quella della guerra in Francia.
Come? Nel giusto ordine.
Lo Scarpone
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Attualità
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L’intervento del capogruppo Ezio Durbiano volto a ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile l’opera (foto D. Balbo).
Mompantero: un monumento all’alpinità
Grande folla all’inaugurazione sabato 13 aprile
di Mario Tonini
Dopo tanto freddo e pioggia,
ci volevano gli alpini a far sbocciare la primavera. Con un bel
sole e il cielo terso è stata una
mattinata calda, non solo di
temperatura, quella vissuta nel
paese sotto il Rocciamelone.
Una grande folla si è radunata
fin dal mattino nel piazzale davanti al Santuario. Presenti il
vessillo della Sezione Val Susa,
moltissimi gagliardetti dei
Gruppi della Valle e non solo, la
rappresentanza delle Armi e di
tante associazioni civili, tutti a
onorare e ricordare i Caduti di
tutti le guerre.
Visibilmente commosso il capogruppo, artefice e promotore
della costruzione del monumento, Ezio Durbiano scortato
dai suoi soci, pochi ma duri
come le pietre del Rocciamelone, nella loro giornata di festa.
La mattinata è iniziata con la
celebrazione della Santa Messa
da parte del parroco don Remigio Borello (avendo alle spalle
decine di feste alpine ad Exilles
Scarpone
12 Lo Valsusino
è oramai alpino “ad honorem”)
che ha ricordato la storia degli
alpini di Mompantero, e della
Valle, che fin dal 1899 legarono
la loro storia a quella della Madonna del Rocciamelone con la
deposizione della statua in vetta.
Di grande effetto e ricco il
“parterre du roi” con la presenza
del presidente sezionale A.N.A.
Giancarlo Sosello, del generale
Giorgio Blais, del capitano dei
Carabinieri Stefano Mazzanti e
del tenente Bertoli della “Taurinense”, rientrato da pochi giorni
dalla missione in Afghanistan.
Presenti anche le istituzioni civili, fasce tricolori di Mompantero con il sindaco Favro, di
Venaus con il dottor Graffi e il
sindaco Gemma Amprino Giorio di Susa.
Dopo la breve sfilata dal Santuario al luogo commemorativo,
ecco l’inaugurazione del monumento. Prima il taglio del nastro
tricolore, e prima dei discorsi
ufficiali, è stata deposta una corona di fiori ai piedi della scul-
tura. Ha preso la parola il sindaco del paesino montano Piera
Favro, poi il presidente Giancarlo Sosello ha ringraziato il
gruppo A.N.A. di Mompantero
che con tenacia e perseveranza
è riuscito in questa “impresa”
che raccoglie l’elogio e il ringraziamento di tutti gli alpini in
congedo che continuano la loro
opera di ricordo e lavoro nella
comunità valsusina.
A fianco della roccia con
l’aquila è poi salito il capogruppo Durbiano che ha brevemente ricordato il percorso della
costruzione del monumento.
“Avevamo intenzione di costruire questo monumento da
anni, ma con tutta la burocrazia
che c’è, siamo riusciti solo
adesso” ha esordito Durbiano “e
devo ringraziare quanti hanno
permesso la buona riuscita dell’opera. Giuseppe Ferraris, alpino di Cesana, che ha donato la
pietra, poi la ditta Favro e per il
calcestruzzo la ditta Faure. Il
capo cantiere mastro Martinazzo
e quanti hanno collaborato con
lavoro e materiale.
Ringrazio anche il Comune
che ha concesso l’area della costruzione”, poi il capogruppo ha
terminato salutando i presenti e
augurandosi che questa aquila
possa diventare simbolo per le
future generazioni.
A conclusione della breve,
ma toccante, manifestazione
sulle note della Fanfara A.N.A.
Valsusa si è cantato l’inno d’Italia. Sulle note della marcia alpina “Trentasold” il maestro
Danilo Bellando, e i suoi musici, hanno poi accompagnato
molti “veci” e, qualche, “bocia”
presso i locali del Ristorante
“Rocciamelone” per l’aperitivo.
“In memoria di tutti i Caduti”
c’è scritto sulla pietra alla base
di quella che fu una fortezza
inespugnabile per tutto il Settecento, un monito e un augurio
che gli alpini offrono ad una comunità che troppo velocemente
contesta, dimentica e cancella.
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Attualità
Forma e sostanza, i nostri mezzi
per trasmettere valori e tradizioni
di Dario Balbo
Il tavolo di presidenza con, da sinistra, il vicepresidente vicario Crugnola, il direttore de L’Alpino, Bruno Fasani e il comandante del
Centro di addestramento alpino durante l’intervento del presidente Perona a chiusura dei lavori (foto D. Balbo).
Non fatevi ingannare dal titolo che può sembrare scontato,
ma, a detta di molti, sarebbe servito molto più tempo per sviluppare la complessità del tema
che si snoda dall’aspetto se vogliamo “filosofico” della sostanza a quello più “tecnico”
della forma. Per condensare il
tutto in modo semplice e diretto
potremmo dire: cosa scrivere
sui nostri giornali e come presentare gli argomenti sulla carta
in modo accattivante, pulito ed
ordinato.
A spiegare il tutto a quasi ottanta testate alpine durante i lavori del 17° C.I.S.A, convegno
itinerante della stampa alpina a
Mondovì, tre esperti altamente
qualificati: due in campo tecnico-comunicativo, Francesca
Massai e Luca Calzolari, ed il
terzo, Stefano Fontana, scrittore
e giornalista
Sull’aspetto tecnico le argo-
mentazioni esposte, interessanti
e condivisibili, ci hanno fatto
maturare la convinzione che il
nostro giornale è in linea con le
regole di comunicazione scritta
e di costruzione grafica e con
qualche piccola innovazione potrebbe ancora migliorare.
Le difficoltà sono invece tutte
nella sostanza e qui ahimè la filosofia la fa da padrone.
I fatti e gli avvenimenti, la sostanza, sembrano la stessa cosa
ma non lo sono, essendo due
entità differenti da cogliere con
attenzione, osservando ed ascoltando per poter raccontare gli
uni senza separarli necessariamente dagli altri.
I fatti e le opinioni e anche
qui due binari separati su cui
scorre la verità. Ma gli alpini
devono o meno essere un movimento di opinione? E quando
dovessimo diventarlo, sino a
dove spingerci?
Non è nostra intenzione andare oltre queste notazioni di
carattere generale, perché tutti
coloro che collaborano con sacrificio e passione alla nascita
trimestralmente di queste pagine sanno perfettamente, seppur con qualche perdonabile
limite, cosa raccontare con la
sincerità che Perona ha chiamato “dello scarpone”. Sincerità e semplicità, memoria,
ideali e amicizia sono i veri valori che si cerca di trasmettere
nelle pagine che timidamente si
affacciano nelle vostre case.
Certamente raccontare del
Monte Nero o della ritirata di
Russia non è come raccontare
della solita polentata estiva, ma
è bello credere, anche con presunzione, che quelle convivialità vivono grazie a coloro che
con la loro storia, il sacrificio e
le imprese ci permettono di ricordarli tramite il pesante far-
dello del cappello che portiamo
sulla testa. Ecco quindi che la
polenta, il fatto, ci prende per
mano a raccontare l’avvenimento che sta dietro, quale può
essere la disgrazia del Picreaux
o i caduti in qualche lontana
guerra.
Noi alpini non vogliamo essere portatori di verità assolute,
ma ora che inesorabilmente le
nostre fila si assottigliano dovremo con i nostri fatti, con le
nostre opere e con i nostri scritti
difendere la memoria e gli ideali
che ci accompagnano per diventare, in quanto uomini del
presente, i difensori e i cantori
degli uomini della nostra memoria. Ogni nostro fatto dovrà
essere sempre il figlio di un avvenimento e non solo fine a se
stesso. Solo quando riusciremo
a percepire da un occhio lo
sguardo che trasmette avremo
raggiunto il nostro scopo.
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Valsusino
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Attualità
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Nuovo libro di Tonini Raduno mortaisti
di Dario Balbo
della 133a cp. mortai
battaglione “Susa”
di Bruno Marietta
È stato presentato a Susa, nella mistica atmosfera della chiesa di
San Francesco, l’ultimo libro di Mario Tonini.
Un libro tematico, piacevole, scorrevole, garbato e talvolta spiritoso, ricco di curiosità. Un libro che scorre lungo quasi 150 anni di
storia attraverso vicende belliche e giorni di pace, attraverso sentimenti, paure e grandezze, attraverso capitoli puramente tecnici sulle
armi, sulle divise e sulle fortificazioni.
Mario Tonini sostiene che il suo più che un libro è un intento, ovvero la speranza di offrire una storia degli alpini piemontesi a quanti
hanno perso la memoria o vogliono ritrovarla
Un altro di quei libri che non deve mancare nella biblioteca di
ognuno di noi accanto alla storia degli alpini della valle e alla storia
del grande don Trappo.
Un grazie quindi al buon Mario che ancora una volta ha saputo cogliere nel segno e immaginiamo che la sua vulcanica energia sia già
all’opera per sorprenderci con qualche altra bella storia.
Forse, ora che ostenta un brillante cappello da geniere alpino, si
sentirà ulteriormente motivato e già il presidente Sosello gli ha lanciato l’invito-provocazione per qualcosa che possa nuovamente stupire in occasione del raduno di Raggruppamento del 2016 a Susa.
Serata bellissima ed alpina quindi quella del 1° giugno, con pubblico attento ed entusiasta nel sentire dalla viva voce dell’autore
brani tratti dal libro.
Non poteva certo mancare la parte musicale ad allietare la serata,
e chi meglio della nostra fanfara poteva fare da contorno alla serata.
Una fanfara in gran spolvero nel percorso di avvicinamento al
grande concerto del 15 giugno ad Exilles, tradizionale appuntamento
di apertura per la nostra annuale festa sezionale. Due grandi mezzi
quindi in scena a Susa nello trasmettere emozioni: la parola e la musica. Due mezzi che ancora altre volte si accompagneranno nella
promozione di questo libro a cui auguriamo il successo che si merita.
Ci scusiamo con Mario se lo spazio dedicato appare ridotto, ma lui
sa benissimo che i tempi dei giornali sono quelli che sono e purtroppo al momento in cui scriviamo queste brevi note lo Scarpone è
già praticamente chiuso.
Scarpone
14 Lo Valsusino
Si è svolto il 19 maggio a Rubiana il 23° raduno dei mortaisti
della 133ª cp. mortai del btg.
“Susa”, ospiti del locale Gruppo
alpini.
Per noi mortaisti è stata una
novità in quanto il nostro raduno si è sempre svolto nel pinerolese essendo Pinerolo la
sede del battaglione “Susa”.
Con piacere abbiamo accettato
l’invito degli alpini di Rubiana,
Sezione Val Susa, in quanto in
valle ci sono tantissimi mortaisti
e questa nostra festa, ben riuscita grazie alla collaborazione
del capogruppo Remo Blandino
e dei suoi alpini, è stata l’occasione per farci conoscere.
Alla manifestazione erano
presenti il vessillo della Sezione
di Torino, portato dallo scrivente alpino mortaista e scortato
dal consigliere sezionale Domenico Allais, il vessillo della Sezione Val Susa e quello della
Sezione di Pinerolo, 28 gagliardetti di Gruppo, il Gonfalone
del Comune di Rubiana, dell’A.V.I.S. e del Soccorso Antincendio
Boschivo
della
Protezione Civile, autorità civili
e militari e circa duecento tra alpini e simpatizzanti.
Dopo la colazione alpina
presso la sede degli alpini di
Rubiana si è svolta la cerimonia
dell’alzabandiera e la resa degli
Onori al monumento degli alpini con la deposizione di una
corona e a seguire si sono tenute
le allocuzioni del capogruppo
Blandino, del Sindaco, del rappresentante dei mortaisti e del
consigliere sezionale della Val
Susa, Giovanni Baro che hanno
portato i rispettivi saluti ai partecipanti al raduno. Si è poi formato il corteo ed è iniziata la
sfilata, accompagnata dalle note
della Banda musicale di Rubiana, lungo le vie del paese
verso il Cimitero, dove sono
stati deposti omaggi floreali al
monumento ai Caduti di tutte le
guerre.
Riformatosi il corteo ci siamo
diretti alla piazza del Comune
dove è stata deposta una seconda corona al monumento ai
Caduti e a seguire la Santa
Messa celebrata nella chiesa
parrocchiale.
Al termine è stato servito il
rancio alpino presso la sede del
Gruppo di Rubiana.
La festa dei mortaisti si è poi
conclusa con la consegna di una
targa ricordo a tutti i partecipanti al pranzo e agli alfieri con
un arrivederci a tutti al prossimo
anno per il 24° raduno dei mortaisti della 133ª cp. mortai del
btg. “Susa” “La Nobile”.
Decorazioni del gen. Riccardo Ghirardi e Onori ai Caduti.
Onorificenze AMBIMA Ritorno alla Brunetta
per fedeltà alla musica dopo oltre cent’anni
Sabato 4 maggio, nello splendido scenario di Villa Remmert, a
Ciriè, durante la cerimonia per la consegna delle onorificenze ANBIMA ai benemeriti, è stato consegnato il distintivo ai musici che
hanno compiuto 25, 50 e 60 anni di carriera musicale. Onorificenze
che intendono essere il riconoscimento per la gratificazione a coloro
che, attraverso l'impegno volontario e gratuito, hanno in questi anni
sostenuto e sviluppato il patrimonio culturale e sociale della Musica
Popolare Piemontese.
In questa occasione, alcuni musici della Fanfara A.N.A. Val Susa
hanno ricevuto il distintivo d'argento:
Fiorenzo Combetto - Danilo Bellando - Elso Berno - Terenzio
Chaulet - Francesco Giraldo - Vittorio Guglielmetto - Mario Jannon
- Luigi Marre - Raffaello Pellissero - Mauro Sibille.
Un sincero e affettuoso ringraziamento ai premiati che, con assiduità e volontariamente, si sono impegnati e hanno contribuito a
mantenere in vita la nostra fanfara! Il nostro grazie è rivolto però
anche a tutti gli altri musici che, con il loro impegno e costante presenza, da anni ci accompagnano.
La musica dà gioia: non solo a chi la ascolta, anche a chi la "produce". Chi suona sta bene e fa star bene. Ancora un grazie a tutti e
che questo possa essere un incentivo per chi, da poco tempo, si è accostato alla musica.
Cristina
Abbiamo ricevuto dalla Cristina questa notizia e non potevamo
certo ignorarla visto l’affetto e la simpatia che tutta la Sezione porta
per donne e uomini della nostra fanfara citata ovviamente sempre
quale fiore all’occhiello della Sezione. Sapere che molti nostri “fanfaroni” abbiamo ricevuto questo riconoscimento non può che farci
un immenso piacere conoscendo la passione che pervade tutti i componenti, ma soprattutto il sacrificio costante profuso per studiare e
migliorare giorno dopo giorno la qualità dell’insieme.
Spesso noi attenti e modesti spettatori ci limitiamo a considerare
l’attimo del concerto, l’incedere della marcia al ritmo della musica
e colpevolmente dimentichiamo invece le ore dedicate allo studio,
alla limatura delle imperfezioni, alla valorizzazione di ogni singolo
strumento.
Ci fa indubbiamente piacere vedere tra i premiati i due assi portanti dell’istituzione, il presidente Combetto ed il maestro Bellando,
il braccio e la mente di questo nostro fiore all’occhiello. Al primo il
merito della ricostruzione e della guida, non senza difficoltà, di questa meravigliosa macchina, ed al secondo il merito di averla portata
con la sua competenza e pignoleria a livelli di qualità che tutti ci invidiano.
Quando i lettori dello Scarpone leggeranno queste righe i nostri
musici avranno superato brillantemente anche l’esame dell’Adunata
di Piacenza e l’abbraccio di Exilles e tutti noi avremo provato il solito brivido di passione e amore sulle note del “33” ed l’orgoglio
della piemontesità con il biglietto da visita ben conosciuto della
“Marcia dei coscritti”.
Come Cristina vogliamo congratularci e ringraziare oltre a Fiorenzo e Danilo già citati, Elso, Terenzio, Francesco, Vittorio, Mario,
Luigi, Raffaello e Mauro con la speranza di salutare nei prossimi
anni tutti gli altri “fanfaroni” che di mano in mano dovessero raggiungere l’ambito traguardo raggiunto attraverso l’amore per la musica e, perché no, attraverso la fedeltà alla nostra di fanfara. E se
amore e fedeltà portano, come nella vita, qualche baruffa o mugugno pace, vorrà dire che l’unione si rinforzerà.
Sia dedicato a tutti voi, giovani o meno giovani, premiati o non
premiati, donne o uomini, l’orgoglio di vedervi sfilare davanti a noi
ed il piacere immenso di applaudirvi per la vostra bravura.
La nostra fanfara
cerca giovani musici.
Aiutateci nella ricerca
di Bruno De Gregorio e Adalberto Cartino
La fotografia, scattata a Susa
presumibilmente
nell'anno
1896, ritrae Nicola De Gregorio, classe 1862, “Furiere Maggiore del Reggimento Alpini”
(come risulta dall'annotazione
apposta dallo stesso sulla fotografia) con la moglie Angela e
le figlie Ada, Maria ed Emma.
Durante il periodo di permanenza in servizio a Susa protrattosi fino a circa l'inizio della
Prima guerra mondiale, Nicola
De Gregorio e la sua famiglia
vissero nell'allora Forte della
Brunetta, in un alloggio situato
a fianco dell'attuale Sede della
Protezione Civile sopra l'attuale
Sede della Sezione A.N.A. Val
Susa.
In quel periodo, i coniugi De
Gregorio ebbero, in quello
stesso alloggio, altri cinque
figli; Ugo, morto combattendo
valorosamente sul Carso nel
1917, durante la Prima guerra
mondiale, Giulia, Bianca, Vittoria ed Arturo.
Quest'ultimo, classe 1906,
combatté in Albania nel Corpo
dei Bersaglieri durante la Seconda guerra mondiale, raggiungendo successivamente il
grado di generale; sposato alla
signora Lidia Vasti, ebbe due
figli, il più giovane dei quali,
Bruno, classe 1938, prestò il
servizio militare col grado di
sottotenente di complemento
presso il 1° reggimento artiglieria da montagna, gruppo
“Aosta”, di stanza a Saluzzo,
negli anni 1964-65.
La più giovane delle figlie,
Vittoria, classe 1904, andò
sposa nel 1922 all'aiutante di
battaglia dell'Arma di Cavalleria, Cesare Carlino (classe
1891), di stanza alla Scuola di
Applicazione di Pinerolo, poi
Squadrone Palafrenieri di Torino, combattente, ferito e decorato nel corso della Prima
guerra mondiale.
Dal matrimonio di Vittoria
con Cesare Carlino nacquero tre
figli, di cui il più giovane, Adalberto, classe 1940, prestò anch'egli servizio militare, da
agosto 1962 ad agosto 1963, in
qualità di sottotenente di complemento, presso la 7ª batteria
del gruppo “Pinerolo” di stanza
alla caserma “Cascino” di Susa,
esattamente a cento anni dalla
nascita del nonno, a trent'anni
dalla sua morte ed a pochi passi
dall'abitazione in cui erano vis-
suti i nonni ed erano nati gli zii
e la propria madre.
Durante la ferma il sottotenente Carlino fu alle dirette dipendenze dell'allora Comandante
di batteria, capitano Egidio Toniutti e sotto il Comando di
gruppo dell'allora maggiore Giuseppe Gatti, entrambi poi assurti
al grado di generale.
Nicola De Gregorio, terminato il servizio attivo, si ritirò a
Trana (Torino) dove morì nel
1932.
I nipoti Bruno De Gregorio
ed Adalberto Carlino, iscritti
oggi rispettivamente ai Gruppi
A.N.A. di Milano Centro e di
Trana sono grati al Presidente
ed a tutti i membri del Consiglio
direttivo della Sezione A.N.A.
Val Susa per acconsentire che
questa fotografia dopo oltre
cento anni torni alla casa d'origine della Brunetta, tra le immagini storiche che adornano le
pareti della loro splendida sede,
come modesto ma sentito
omaggio al Corpo degli Alpini,
alla sua storia, alla città di Susa,
alla stessa Sede A.N.A. Val Susa
ed in ricordo dei propri nonni,
zii e genitori, così tanto legati a
questa città.
Lo Scarpone
Valsusino
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Storia
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Storia e cultura
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SESTRIERE
Alcuni soci del Gruppo che conta in totale 75 iscritti tra alpini ed amici.
Gruppo
di
Il Gruppo A.N.A. di Sestriere
si è costituito nel 1964.
Negli anni precedenti apparteneva alla Sezione A.N.A. di
Torino.
Subito i soci programmarono
di iniziare il loro cammino assieme con un ricordo agli alpini
“andati avanti”, dedicando loro
un monumento in frazione
Champlas du Col, realizzato
con il Comune e inaugurato il
12 luglio dello stesso anno.
Sotto la guida del capogruppo
Emilio Milano, la settantina di
iscritti presenziò, con entusiasmo e giusto orgoglio, a questa
importante cerimonia, unitamente a numerosi altri intervenuti.
L’opera, ideata dal geometra
Bruno Strazzabosco, rappresenta una piramide di roccia che
si eleva da una fontana a base
quadrata, costituita da pietre di
tinta rossastra e verdognola,
sulla cui cima spicca un’aquila
in bronzo, dono del capogruppo.
L’autore è lo scultore Campi.
La giornata di festa ebbe inizio con la sfilata per le vie del
paese. In testa al corteo, la fanfara di Forno, a cui seguivano il
Scarpone
16 Lo Valsusino
gonfaloniere del Comune di Sestriere e molti gagliardetti dei
Gruppi della nostra Valle e della
Val Chisone e il Gruppo A.N.A.
locale, sotto la guida del capogruppo Emilio Milano.
Tra le autorità civili e militari,
ricordiamo il colonnello Lino
Ponzinibio, medaglia d’oro al
valore militare.
Da queste colonne, vogliamo
ricordarlo, come uno degli alpini di cui la “Sezione A.N.A.
Val Susa” va fiera, riportando la
motivazione legata alla decorazione assegnatagli: “Più volte
decorato, volontario di guerra
sul fronte orientale sebbene invalido per ferita riportata in precedenti campagne, al Comando
di una Compagnia Alpini, dava
ripetute prove di ardimento.
Colpito da principio di congelamento, rifiutava il ricovero per
restare con i suoi Alpini. Durante un aspro combattimento,
caduto il Comandante di battaglione lo sostituiva e valorosamente guidava i suoi uomini in
ripetuti contrassalti che respingevano l’avversario. Durante il
tormentoso ripiegamento, d’iniziativa accorreva in aiuto del-
di Laura Grisa
l’avanguardia improvvisamente
attaccata: ferito da due pallottole alla gamba destra, sanguinante, continuava alla testa dei
suoi Alpini a contrassaltare l’avversario finché lo volgeva in
fuga.
In una ultima azione, nuovamente ferito, persisteva nella disperata lotta, finchè, sopraffatto
veniva catturato. In prigionia,
nonostante le sofferenze per i
postumi di ferita, una grave infermità e le continue vessazioni,
era fulgido esempio di virile
contegno e fedeltà al puro
ideale della Patria”. (Fronte
Russo, settembre 1942/4 ottobre 1946).
Ritorniamo ora alla cerimonia suddetta.
Oltre a questo valoroso eroe,
capitano del 1° reggimento alpini, brigata “Mondovì”, Divisione “Cuneense”, presenziarono
all’inaugurazione anche il cappellano, don Rinaldo Trappo
(medaglia d’argento), figura a
tutti nota in Valle e oltre, che
commentò i vari punti in programma, suscitando emozioni e
ricordi in tanti soci, soprattutto al
momento della benedizione del-
l’opera e alla deposizione delle
corone di alloro, nonchè all’omelia della Messa, celebrata
dal parroco di Sestriere.
In quell’occasione venne
pure benedetto il nuovo gagliardetto, madrina Mirella Lantelme, di Sestriere Borgata.
Presero poi la parola il vicesindaco Possetto che diede il
benvenuto a tutti i presenti ed
ebbe parole di elogio per l’importante iniziativa, realizzata da
questi alpini.
Seguirono poi gli interventi
del presidente “Sezione A.N.A.
di Torino”, l’ingegnere Fanci
che pronunciò il discorso ufficiale e quello dell’ex-comandante del battaglione “Susa”,
gen. Lucarelli, presidente onorario della sezione A.N.A. della
nostra Valle.
Gli alpini, i loro familiari e
amici consumarono poi il
pranzo e al termine delle portate
si portarono sulla piazza del
nuovo monumento per trascorrere in allegria ed amicizia il restante pomeriggio, rievocando
lontani eventi, intercalandoli a
suggestivi e conosciuti canti del
repertorio alpino.
L’anno seguente il Gruppo
ospitò il primo Raduno regionale delle “penne nere”.
Annualmente gli alpini di Sestriere si ritrovano in qualche
punto dei monti che li circondano per trascorrere una giornata distensiva all’aria aperta, a
contatto con la natura e le bellezze d’alta quota, dove organizzano pranzi tipici del mondo
contadino con vivande genuine
e gustose.
Occasioni anche per ricordare
coloro che già “sono andati
avanti”, per rievocare i bei
tempi della giovinezza, e, per i
giovani, per parlare di progetti
futuri.
Di solito, la località è l’invitante pianoro di Monterotta.
Qui, nella prima domenica di
agosto le locali “penne nere” si
danno appuntamento, all’ombra
di svettanti pini, con numerosi
amici, familiari e villeggianti.
Dopo la Messa, celebrata da
parroco don Gaetano Bellissima
per gli alpini defunti, segue il
“rancio alpino” a base di polenta e spezzatino, menu preparato in loco dal Gruppo che si è
dotato di una capace cucina militare da campo.
In questa occasione vengono
consegnate targhe e onorificenze varie.
Memorabile la festa del 1992
– anno della ricorrenza del 70°
di fondazione della ”Sezione
A.N.A. Val Susa” – e pure 70°
anniversario della posa della
prima pietra della locale cappella Regina Pacis.
Una festa che si è protratta
per due giorni, con vari momenti significativi e suggestivi.
Tra questi, l’abbraccio commosso – dopo trent’anni – di
due commilitoni, Giuseppe
Russo di Sestriere e il bergamasco Vittorio Allieri.
Entrambi militari a Treviso,
quest’ultimo fece da padrino al
Russo che ricevette la Cresima
proprio durante il servizio in
quella città.
L’incontro, tanto desiderato,
fu possibile tramite il vivo interessamento dell’allora capogruppo locale Carlo Piffer.
I due giorni di festa furono allietati dalla Fanfara Alpina di
Cambiano, da danze con orchestra e da una gara di bocce, dedicata a “Tranquillo Pozza”.
Per i suoi 35 anni dedicati con
solerzia, entusiasmo e competenza alla Sezione, in veste di
Presidente, venne consegnato,
con sentita riconoscenza, una
targa con medaglia d’oro a
Franco Badò.
Le targhe-ricordo – che vengono consegnate annualmente
ai soci più anziani – in quell’oc-
Storia e cultura
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L’attuale capogruppo Massimo Poncet.
casione andarono a Maggiorino
Marcellin, Natale Beraud, Giuseppe Guiot Chiquet, tutti di Sestriere e a Costantino Prin Abeil
di Cesana.
Il Gruppo, durante l’anno organizza o collabora nei momenti di intrattenimento per i
turisti, con vin brulè, goffri e
altro e si presta nella realizzazione di diverse iniziative messe
in atto dal paese.
I capigruppo che si sono susseguiti dal 1964 ad oggi, sono:
Emilio Milano, dal 1964 al
1973; Bruno Strazzabosco, dal
1974 al 1991; Carlo Piffer, dal
1992 al 1997; Francesco Calabrò, dal 1998 ad oggi.
Il Gruppo attuale è così composto: capogruppo: Massimo
Poncet; vice capogruppo: Ivan
Piffer; segretario: Stefano Lantelme; alfiere: Adriano Beraud;
consiglieri: Lorenzo Bonech,
Diego Cordara, Max Falco, Tiziano Girardi, Dario Manzon.
I soci sono 60, gli amici,15.
Il socio più anziano è: Silvio
Bert, classe 1925.
A sinistra: il monumento ai Caduti alpini a Champlas du Col.
Sotto: organizzatori e atleti partecipanti al campionato.
Lo Scarpone
Valsusino
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Dalla Sezione
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L’angolo di Elio Garnero
Auschwitz
Fabbrica della morte
Nello scorso febbraio sono stato invitato da un caro amico alpino, iscritto ad un Gruppo di una Sezione a noi vicina, e mio collega perché impegnato come il sottoscritto nel progetto del Centro
Studi dell’A.N.A. con sede a Milano. Avrei dovuto fare da supporto ad un intervento in una scuola media con la partecipazione
di alcuni studenti della prima liceo dello stesso istituto. Questo su
consenso del preside e di alcuni professori che, come gli studenti,
si erano resi disponibili ad incontrarci per sapere qualcosa di più sul
mondo degli alpini. Prima di accettare mi informai quale fosse l’argomento specifico da illustrare e discutere poiché sono convinto
che non si può continuare ad esporre ai nostri giovani luoghi e fatti
della Grande guerra perché più gloriosa e perché vinta. Mi confermarono che essendo recenti le varie celebrazioni per la Shoah, l’argomento da trattare sarebbe stato appunto quel tragico evento della
fase finale della Seconda guerra mondiale. Accettai volentieri perché mi ritenni sufficientemente preparato per fare da supporto agli
amici alpini che mi avevano coinvolto. Accettai anche perché Auschwitz, Birkenau, Mathausen ed altri lager nazifascisti tedeschi li
avevo visitati più volte e mi ritenevo abbastanza documentato.
Al primo contatto con questi studenti ho subito notato quanto
fosse difficile spiegare e far capire loro quei tragici eventi, poiché
quel tempo, tempo della guerra tra il bene ed il male, tra la democrazia e la dittatura, non l’hanno vissuto ma solo recepito limitandosi ad assistere in TV a tragici e talvolta sadici documentari,
oppure con qualche accenno a scuola magari con informazioni superficiali talvolta distorte. Con questi studenti mi sono soffermato
particolarmente su Auschwitz dove nessuno poteva immaginare
che si potesse arrivare a creare quell’universo incentrato sulla fabbrica della morte.
Non è stato necessario evidenziare i vari orrendi particolari dello
sterminio poiché, chi più chi meno ne era già informato o per sentito dire o tramite TV come accennato precedentemente. Alcuni
di questi studenti prima dell’incontro si erano certamente documentati, quindi ne scaturirono domande intelligenti che coinvolsero tutti i partecipanti. Visto che si è detto e scritto che nessuno
poteva immaginare che i nazitedeschi arrivassero a tanto, uno studente mi chiede: “Gli alleati che il 7 agosto 1944 ed il 20 dello
stesso mese si scatenarono a bombardare sull’impianto petrolchimico di Monowitz (quel terribile Auschwitz III descritto da Primo
Levi con il suo libro “Se questo è un uomo”) erano al corrente che
in quei lager erano prigionieri migliaia di ebrei e tanti militari e
civili ritenuti nemici del regime per fasulle accuse di tradimento?
Erano al corrente che con i loro bombardamenti avrebbero ucciso
centinaia di prigionieri incolpevoli?”.
I piloti certamente ignoravano che nell’area colpita erano sistemati sei impianti di sterminio riservati agli ultimi deportati ebrei
Scarpone
18 Lo Valsusino
che vi erano mandati da tutta l’Europa occupata: due camere a gas
con fosse di cremazione per la consunzione dei corpi chiamate bunker 1 e bunker 2 più quattro camere a gas con forni crematori. Evidente che nelle stesse strutture finivano anche i prigionieri non
ebrei, ed a questo punto parliamo degli alleati che forse ignoravano, ma il dubbio rimane. Sapevano gli alleati che i tedeschi sterminavano gli ebrei, gli omosessuali, i testimoni di Geova, gli
zingari, gli handicappati, innocenti cittadini tedeschi accusati di
disfattismo? Non c’è risposta, ma pensando di aiutare a capire ho
preso spunto da un’intervista che Primo Levi rilasciò appunto ad
Auschwitz nel 1982. Ho voluto leggerla ritenendo potesse essere
utile per aiutare quei giovani studenti a capire e meditare. In quell’occasione viene detto a Levi, “Oggi mangeremo in un ristorante
di Auschwitz”, risposta, “Non so se mangerò, mi sembra quasi una
profanazione”. D’altra parte Auschwitz era ed è una città dove ci
sono ristoranti, cinema ecc. ecc. “Adesso come allora parallelamente al lager esiste una Auschwitz civile” continua Levi “allora
la gente era diffidente verso di noi, eravamo degli stranieri, non ci
capivano, avevamo addosso quell’uniforme da forzati che per loro
era terrificante. Non volevano parlarci, solo qualcuno aveva pietà
di noi, quelli con cui siamo riusciti ad intenderci. E’ molto importante intendersi. Fra l’uomo che si fa capire e l’uomo che non sa capire, uno si salva l’altro no”.
E’ in queste lucide parole di Primo Levi il senso della presunzione assassina dei nazitedeschi, e, forse la spiegazione del negazionismo della Shoah da parte di pseudo storici di fatto complici
dello sterminio di sei milioni di ebrei.
Notiziario sezionale
17 marzo - Sant'Antonino Ritrovo annuale. Presenti: vicepresidente vicario Garnero,
consigliere Arcidiacono ed exconsiglieri Bonome e Bosco.
19 marzo - Susa - Santa Messa
in Cattedrale officiata dal
cappellano militare don
Mauro. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Bartolotti,
consiglieri Baro, Amprimo, Foglia, Sacco ed alfiere Gallina.
4 aprile - Torino - Piazza Castello - Rientro Taurinense
dall'Afghanistan. Presenti:
presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e Bartolotti, consiglieri
Anselmetto,
Baro,
Amprimo, Foglia, Sacco ed alfiere Gallina.
8 aprile - Susa - Consiglio sezionale. C.D.S. al completo.
13 aprile - Mompantero Inaugurazione monumento
all'alpino. Presenti: presidente
Sosello, vice Garnero, Bartolotti
e Balbo, consiglieri Amprimo,
Anselmetto, Foglia, Garnier,
Giors, Olivero, Sacco, alfiere
Gallina e revisore dei conti nazionale Botteselle.
14 aprile - Villar Dora - 80° di
fondazione del Gruppo. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Garnero, consiglieri
Anselmetto, Baro, Calliero ed
Olivero con alfiere Gallina.
17 aprile - Susa - Funerali di
monsignor Laterza. Presenti:
vicepresidente Bartolotti, consiglieri Amprimo, Baro, Sacco ed
alfiere Gallina.
20 aprile - Vicoforte (Mondovì) - Riunione responsabili
Protezione Civile A.N.A. del
1° Raggruppamento. Presenti:
presidente Sosello e coordina-
tore P.C. Parisio.
20/21 aprile - Vicoforte (Mondovì) - 17° CISA - Convegno
itinerante della stampa alpina. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e
Garnero e consigliere Olivero.
25 aprile - Festa della Liberazione. Presidente e consiglieri
impegnati nelle aree di loro
competenza.
28 aprile - Asti - Inaugurazione nuova sede sezionale.
Presenti: vicepresidente vicario
Garnero e consiglieri Amprimo
ed Anselmetto.
3 maggio - Torino - Funerali
del maresciallo Rosatelli. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo, Bartolotti e
Garnero, consiglieri Amprimo,
Baro, Bert, revisore dei conti
nazionale Botteselle ed alfiere
Gallina.
6 maggio - Susa - Consiglio sezionale. C.D.S. al completo.
11/12 maggio - Piacenza - 86a
Adunata Nazionale. Presenti:
presidente Sosello, vicepresidenti e consiglieri al completo.
505 alpini della nostra Sezione
hanno partecipato alla sfilata.
19 maggio - Milano - Assemblea Nazionale dei Delegati ed
elezione nuovo Presidente e di
alcuni componenti il C.D.N.
Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Garnero, consiglieri Foglia, Demuti ed il
capogruppo di Cesana, Ferraris.
1° giugno - Casumaro (Cento)
- Inaugurazione scuola. Presenti: vessillo sezionale e gagliardetto di Avigliana, scortati
dal capogruppo Giovanardi.
1° giugno - Sant'Ambrogio Premiazione lavori delle
scuole dell’infanzia e primaria. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e
Garnero, consiglieri Amprimo,
Anselmetto, Baro e Bert.
1° giugno - Susa - Presentazione libro di Tonini. Presenti:
presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e Bartolotti, consiglieri Arcidiacono, Foglia,
Olivero e Sacco.
2 giugno - Susa - Festa della
Repubblica. Presenti: vessillo
sezionale scortato dal presidente
Sosello e vicepresidente Bartolotti.
2 giugno - Collegno - 90° di
fondazione. Presenti: vessillo
sezionale scortato dai consiglieri Bert e Demuti.
3 giugno - Susa - Consiglio sezionale. C.D.S. Al completo.
Oblazioni pro Scarpone
La famiglia di Luciano Pesando - Gruppo di Susa
Gruppo di Borgone
La famiglia in memoria di Angelo Cossa Gruppo di Gravere
Gruppo di Cesana
Piero Fiorina - Gruppo di Bruzolo
Silvio Gillo - Gruppo di Bruzolo
Stefano Olivero - Gruppo di Bruzolo
Valerio Olivero - Gruppo di Bruzolo
Nello Parolari - Gruppo di Bruzolo
Giorgio Pozzallo - Gruppo di Bruzolo
Renzo Rocci - Gruppo di Bruzolo
Emilio Schiari - Gruppo di Bruzolo
Luigi Serminato - Gruppo di Bruzolo
Angelo Borgis - Gruppo di Bruzolo
Clorinda Cevrero - Gruppo di Bruzolo
Maria Paola Vighetto - Gruppo di Bruzolo
Gruppo di Bruzolo
Isabella Davì - Gruppo di S. Giorio
In memoria di Renzo Bar - Gruppo di S. Giorio
In memoria di Luigi Re - Gruppo di S. Giorio
Gruppo di Almese
La figlia Franca in ricordo di Secondino Natta - Oulx
Sig.ra Germana Bosio in memoria del marito Elio Gruppo di Almese
Pierina Deyme ricordando Pierluigi e Libero Gruppo di Exilles
Gruppo di Sant'Antonino
N.N.
Bosio Efisia in memoria del marito Ferdinando
Rucchione – Gruppo di Avigliana
In memoria di Michelina Negro
consorte di Bruno Tabarelli - Gruppo di Rubiana
€ 25,00
€ 150,00
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
10,00
105,00
5,00
10,00
5,00
10,00
10,00
10,00
10,00
20,00
6,00
20,00
10,00
10,00
100,00
20,00
20,00
20,00
130,00
70,00
50,00
€ 20,00
€ 100,00
€
4,00
€
50,00
€ 100,00
Totale
€ 1100,00
Gen. Blais Giorgio - Susa
Gen. Telmon Luigi – Vigo di Fassa
Reviglietti Vitaliano - San Giorio di Susa
Gruppo ANA Trana
Crespi Giuseppe - Torino
Parisio Iolanda - Bussoleno
Quirico Pierino – Sant’Ambrogio
Morinatto Pier Angelo - Villar Dora
€ 50,00
€ 30,00
€
5,00
€ 20,00
€ 20,00
€ 40,00
€ 10,00
€ 50,00
Oblazioni conto corr. post.
Totale
Sezione di Asti
Inaugurazione nuova sede
€ 225,00
Una domenica di sole ci ha accolti ad Asti il 28 aprile. Eravamo
in tanti, molte decine di gagliardetti e molti vessilli sezionali. D'altronde l'appuntamento era importante, a dimostrarlo anche la pre-
senza del Presidente nazionale Corrado Perona ed un nutrito numero
di consiglieri nazionali.
L'inaugurazione di una nuova sede è sempre importante poiché
sta a dimostrare il grande lavoro profuso per la realizzazione di tale
opera ed il notevole sforzo economico che ne hanno permesso la costruzione.
Gli alpini della Sezione di Asti ne vadano orgogliosi perché hanno
coronato un sogno eccezionale: una costruzione straordinaria sorta
nello splendido scenario di un verde parco attiguo al centro della
città. Non sto a riportare i vari particolari della manifestazione, sfilata, Santa Messa, e discorsi vari, ma faccio presente che il nostro
vessillo era presente scortato dal vice presidente vicario Garnero e
dai consiglieri Amprimo ed Anselmetto.
Gruppo di Avigliana
Conferma per Giovanardi
Il 24 marzo appuntamento importante per il Gruppo chiamato al
rinnovo del Consiglio per il triennio 2013-2015
L’esito del voto ha prodotto i seguenti risultati: capogruppo Ezio
Giovanardi con Elio Garnero e Guido Rosa Brusin quali vice capigruppo, tesoriere Sivio Barella, segretario Franco Oddenino con
Renzo Gallo in qualità di vicesegretario e consiglieri Antonio Bonù,
Mauro Casati, Cesare Grisa, Rino Massola, Giovanni Periale, Silvio
Raimondo ed Emiliano Rey, revisori dei conti rispettivamente Pierangelo Bonaveri, Giuliano Tavan e Luigi Castaldo.
Al nuovo Consiglio i più fervidi auguri di buon lavoro.
Nella stessa giornata il Gruppo ha festeggiato l'incontro annuale
con i soci.
Si è iniziato con la posa di una corona d'alloro al monumento ai
Caduti di tutte le guerre attiguo a piazza Conte Rosso alla presenza
del presidente Sosello, del sindaco Patrizio, di alcune autorità locali
e di molti alpini aviglianesi. E' seguita la Santa Messa celebrata da
don Ugo nella splendida chiesa di San Giovanni. Successivamente
tutti al ristorante della Cappella ai Bertassi, dove i ritardatari prima
del pranzo hanno avuto la possibilità di esprimere il loro parere per
le elezioni del nuovo Direttivo.
Durante il pranzo è stata conferita una targa di riconoscimento da
parte dell'intero Gruppo al maggiore alpino Claudio Mollea, nostro
socio, per essere stato insignito, su Decreto del Presidente della Repubblica, dell'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine “al Merito della
Repubblica” per le attività svolte nel campo lavorativo, militare e
del sociale in genere.
Anche in un giorno di festa non potevamo abbandonare chi è in
difficoltà, quindi, a fine pranzo, con un'improvvisata colletta abbiamo raccolto una ragguardevole quanto imprevedibile somma che
abbiamo devoluto a favore di un alpino valsusino in gravi difficoltà.
e.g.
Alpini e canoe.
Sensibilità e disponibilità alpina
Da circa due anni un rilevante numero di soci del Gruppo è impegnato, due o tre volte l'anno a provvedere per mantenere accessibile un'area sulla sponda del lago Grande dirimpettaia al Santuario.
Con il loro intervento hanno trasformato una piccola foresta in una
oasi accogliente dove è stato possibile sistemare delle canoe polinesiane a disposizione di vari gruppi che fanno sport e stanno insieme all'aria aperta.
Per la verità, all'inizio anche il sottoscritto era un po' scettico. Cosa
c'entrano gli alpini con le canoe?
Ho dovuto ricredermi poiché oltre al gruppo di giovani che si allena su queste canoe e che partecipa a gare nazionali ed internazionali, si sono aggiunti ragazzi disabili; alcuni di loro fanno parte della
squadra agonistica e gli altri invece escono con le canoe per fare
moto e stare insieme in massima integrazione con i ragazzi normodotati. La signora Eliana, promotrice, diligente ed accurata organizzatrice ha ideato due nuovi progetti: il primo “Le Donne in Rosa”
che copia il progetto “in barca fianco a fianco“ nato nel 1996 in Canada, promosso da un gruppo di medici specializzato in medicina
sportiva e fisiologia dell'allenamento. Donne sopravvissute al tuLo Scarpone
Valsusino
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Cronaca dai Gruppi
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Cronaca dai Gruppi
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more al seno hanno iniziato a pagaiare ed hanno raggiunto un benessere fisico unito a quel senso di cameratismo, solidarietà e perché no, divertimento. Quindi anche ad Avigliana ha avuto inizio il
progetto “Le Donne in Rosa” e le donne della Val Susa che già hanno
aderito sostengono che tale attività le aiuta a superare la solitudine
che il cancro crea, ed a condividere la propria esperienza con gli
altri.
Il secondo progetto s'intitola “mamme e nonne”. Già molte
mamme e nonne over 55 della valle si trovano due volte alla settimana a pagaiare insieme, un modo per staccarsi dalla vita monotona
casalinga e distrarsi facendo dello sport.
L'obiettivo che si è imposto il Gruppo alpini aviglianese è quello
di mantenere disponibile ed accessibile quest'area riservata alle
canoe per poter permettere la realizzazione e la prosecuzione di tali
progetti ritenuti essenziali per il benessere di chi è stato meno fortunato di noi.
Informo che questo terreno è situato in via Monginevro 28 ad Avigliana sulla sponda del lago Grande, e chi fosse interessato a tali iniziative può rivolgersi direttamente alla signora Eliana Reggiori, cell.
3472663131.
e.g.
Riconoscimento a Sandro Salvaia,
voce del Gruppo
Organizzata per un incontro dei componenti del nuovo Direttivo
con una cenetta presso “Mami”, ristorante gestito dalla signora
Wilma grande estimatrice di tutti gli alpini e dal baffuto marito Rudy
nostro socio alpino. E' stata l'occasione per conferire una semplice
targa di riconoscimento al nostro grande alpino Sandro Salvaia che
da anni, sia nei momenti di gioia, sia in quelli tristi ha dato voce alla
nostra “Preghiera”.
Tutto il Gruppo ha voluto ribadire a Sandro un grazie vero e sincero riconoscendo in lui da sempre amicizia, passione, serietà ed alpinità vera.
e.g.
Alpini e aggregati
hanno ripulito la sponda
del Lago Grande
Sabato 6 aprile i nostri soci hanno risposto in molti all'appello lanciato dall'amministrazione comunale per ripulire l'area della sponda
del lago nei pressi del Santuario invasa dalla incolta vegetazione e
dai rovi che con gli anni avevano ricoperto l'intera scarpata.
I “nostri” erano una quindicina, e non li elenco poiché tutti noi
sappiamo chi erano i “soliti noti”. Mi informano che sono pure intervenuti volontari della Protezione Civile, CAI ed ecovolontari, ma
consapevole della capacità e della disponibilità dei nostri iscritti mi
viene da pensare che come sempre siano stati determinanti per la
buona riuscita di tale evento.
Elio Garnero
legno non immaginavo in un’opera simile. Peccato tenerla nascosta, per cui bisognava piazzarla al più presto valorizzando il tutto
con una cerimonia.
Detto fatto, il vice capogruppo Fabio Tomassone pensa alla posa
e il 25 aprile dopo la commemorazione dell’anniversario della Liberazione tenuta in piazza 5 Martiri, approfittando della disponibilità della filarmonica “Concordia”, della presenza del Sindaco, delle
varie Associazioni e di un buon numero di sangioriesi, al suono del
“33” raggiungiamo la nostra sede per lo scoprimento dell’opera.
Un piccolo omaggio ai due autori, le note della filarmonica, i ringraziamenti di rito e un lauto rinfresco.
Una breve cerimonia, semplice come siamo noi alpini ma ricca di
significati. Ad esempio i due scultori non sono alpini (un fante e un
marinaio) ne soci aggregati, ma sono nostri grandi estimatori segno
che il consenso esterno di cui godono gli alpini spesso è superiore al
consenso interno.
p.g.m.
Gruppo di Novalesa
Festa di Sant’Eldrado
Gruppo di San Giorio
Un gradito omaggio
Qualche tempo fa Danilo Garda transitando davanti alla nostra
sede mi fa notare che era un po' spoglia.
“Ci starebbe bene una scritta in legno, se volete posso pensare io
a qualcosa.”
Naturalmente dico che può fare come vuole, ben sapendo che gli
fa piacere. Passano pochi giorni e a casa si presenta Walter Tomassone, mio cugino, chiedendomi in prestito un cappello alpino come
modello per un lavoro. Ne ho due.
Sceglie quello più nuovo di mio figlio Giorgio, con lo stemma del
6° (mininaia a San Candido nel 2009).
Non collego i due fatti se non quando vengo avvertito che nel magazzino comunale è pronta un’insegna per la sede del Gruppo e la
vedo. Pur sapendo della bravura di Danilo e Walter nel lavorare il
Scarpone
20 Lo Valsusino
È il 17 marzo e come ogni anno la comunità di Novalesa celebra
la Festa di Sant'Eldrado, copatrono del paese con S. Stefano, con
una splendida processione che si snoda lungo i verdi prati che separano la chiesa parrocchiale dal Monastero Abbaziale dei Santi Pietro e Andrea, eretto sulla rocca che domina la valle. In questa
occasione gli alpini locali vengono chiamati in causa per il trasporto
della cassa reliquario di S. Eldrado, una preziosa reliquia rivestita totalmente di lamine d'argento riccamente scolpite di immagini sacre.
E' una tradizione che si ripete ormai da moltissimi anni e vede la
partecipazione della quasi totalità della popolazione novalicense e di
parecchi fedeli dei paesi limitrofi.
Quest'anno la cerimonia ha avuto come corollario una fitta nevi-
cata che però non ha intaccato l'ardore degli alpini, anzi ne ha accentuato la suggestione. Nell'omelia il priore dell'abbazia ha ricordato la figura di S. Eldrado abate attivo nella crescita del monastero,
ma ha anche ringraziato gli alpini per l'alto senso di generosità dimostrato in tale occasione. Bravi alpini anche in campo religioso
avete saputo distinguervi per l'alto senso del dovere.
Giovanni Baro
Gruppo di Chianocco
Nozze di diamante
Tempo di festa per le penne nere di Chianocco. L’occasione per ritrovarsi e stappare una bottiglia, di quelle buone, è stata un anniversario di matrimonio. Capita poche volte di partecipare le proprie
felicitazioni per due sposi giunti alle “nozze di diamante”, un connubio celebrato ben sessanta anni fa.
Chi sono i due fortunati protagonisti? Amabile Didero, ottantanove anni, e sua moglie Pierina Schiari di cui, si sa, non si può sapere l’età, hanno voluto festeggiare insieme agli alpini. Tanto per
dare un senso al tempo trascorso da quel lontano 1953, basta pensare
che il giorno del loro matrimonio il papa era Pio XII e il Presidente
della Repubblica Luigi Einaudi.
assegna. Alla prematura scomparsa di Paolo, Adelaide cade in un
profondo senso di depressione, essendo mancata la figura che per
lei rappresentava la vita.
Dopo anni di silenzio e malattia, ha raggiunto l’amato marito.
A nome del Gruppo e della Sezione tutta porgiamo le condoglianze ai figli e relative famiglie.
Silvano Ollivier
Gruppo di Chiusa San Michele
Gli alpini e le uova
della solidarietà
Per il secondo anno il Gruppo ha proposto e dato vita all'iniziativa
"Cerco un uovo per amico".
Nata sotto l'alto patrocinio della Presidenza della Repubblica, a
cui aderiscono tutte le forze armate, la vendita di uova ha visto protagonista le penne nere della Chiusa.
La vendita delle uova di Pasqua, a domicilio su richiesta, ha avuto
il fine di raccogliere fondi in favore dell'Associazione Italiana per la
lotta al neuroblastoma, che opera presso l'ospedale Gaslini di Genova.
Il neuroblastoma è un tumore che colpisce i bambini da zero a
dieci anni e necessita ancora di studio per poter essere sconfitto.
Il capogruppo Vittorio Amprimo ha detto: “Dobbiamo ringraziare
quanti hanno creduto nell’iniziativa e ci hanno accompagnato economicamente in questa raccolta. I chiusini si sono rivelati ancora
una volta sensibili e grandi di cuore”.
Per gli alpini non c’è sosta e dopo questa lodevole iniziativa benefica è pronto il programma per la gita del 28 aprile che avrà per
meta il filatoio Rosso di Caraglio.
Mario Tonini
Gruppo di Sant’Antonino
Sabato 13 aprile gli alpini del Gruppo, al quale il buon Amabile è
socio fin dal suo congedo, hanno organizzato una festa a cui si sono
uniti parenti e amici di famiglia. A brindare erano anche presenti il
presidente sezionale Giancarlo Sosello e il presidente della Fanfara
A.N.A Val Susa Fiorenzo Combetto. Il capogruppo Danilo Favro ha
aperto i festeggiamenti, e anche la prima bottiglia, dicendo: “Auguri
ai nostri due per l’importate traguardo. A loro giungano i calorosi
auguri da parte del Gruppo che si sente un po’ parte della famiglia
Didero”.
Mario Tonini
Emilio Richiero
anziano del Gruppo 2013
Gruppo di Chiomonte
È mancata Adelaide Loqui,
vedova di Paolo Giuliano
Chi frequenta il nostro Gruppo o la Sezione da tanti anni non può
non ricordare con un certo affetto il ten. Paolo Giuliano, per diversi
anni nostro capogruppo e per due mandati Presidente sezionale.
Giunto a Susa per il servizio militare nel 1957, conosce e sposa
Adelaide Loqui di Chiomonte. Per tutta la vita Adelaide, che pure ha
un carattere forte, si appoggia al pacato marito Paolo e ne asseconda
tutte le sue passioni. È lei a convincerlo ad assumere la guida del
Gruppo alpini, ed è sempre lei che lo asseconda nella candidatura
alla presidenza della Sezione.
Per tutto questo tempo Paolo condividerà con lei le soddisfazioni
alpine, le responsabilità e le amarezze che purtroppo a volte il ruolo
Come da tradizione il Gruppo A.N.A. ha organizzato, anche quest’anno il pranzo sociale con la premiazione di alcuni alpini.
L’onore del riconoscimento quale anziano del Gruppo è toccato in
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Valsusino
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Cronaca dai Gruppi
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Anagrafe alpina
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questa occasione all’alpino Emilio Richiero che, nell’immagine scattata presso la struttura “Casa Amica” di Chiomonte, vediamo con il
capogruppo Michele Franco e il nipote Diego Martoglio.
Da queste pagine giungano al caro Emilio i saluti dell’intero
Gruppo.
Il Gruppo A.N.A. di Sant’Antonino ringrazia per la
preziosa collaborazione tutti coloro che hanno partecipato alla sua iniziativa a favore del socio a cui si è
incendiata l’abitazione
Gruppo di Gravere
Festa di Primavera
Sabato 4 maggio si è svolta in sede l’ormai tradizionale Festa di
Primavera. La manifestazione è iniziata con il ritrovo dei soci presso
la sede accolti da uno stuzzicante rinfresco in una gradevole giornata
di sole. Oltre 30 i commensali tra cui numerose signore.
Si è trascorsa una giornata veramente alpina in amicizia e cordialità con la promessa di ritrovarci presto.
ROCCIAMELONE
Domenica 28 luglio avrà luogo l’annuale
pellegrinaggio sezionale sulla vetta.
Nascite
Gruppo di Buttigliera Alta
Lo scorso mese di marzo, il nostro socio Ivan Bonavero e la sig.ra
Ketti, hanno regalato al piccolo
Denis la sorellina Diamante. Il
Gruppo si riunisce per porgere ai
genitori e alla nonna Renata (madrina del gagliardetto), le più vive
congratulazioni.
Gruppo di Novalesa
L'8 marzo u.s è nato Davide,
figlio di Emanuele Di Blasi, nostro
socio alpino e di Marianna Gallucci.
Il Gruppo partecipa al lieto evento
augurando ai genitori un mare di felicità, ai nonni tanto affetto e al
nascituro un'immensa fortuna.
Gruppo di San Giorio
L’alpino Valerio Pognant Gros è
nonno per la terza volta. E’ arrivato
Massimo per la gioia dei giovani
genitori e della sorellina che aiuta
già la mamma a spingere la carrozzina.
Dal Gruppo auguri al piccolo
scarponcino e a tutti i familiari in
particolare all’arzilla nonna bis
Malvina.
Gruppo di Venaus
È arrivato Tommaso Bailo, dei
neo genitori Alessandra ed Alessandro. Vivissime felicitazioni a loro, a
nonno Clemente, alla bisnonna
Paola ed allo zio Ernesto da parte di
tutto il Gruppo.
Gruppo di Bruzolo
Il socio Mrco Barbon e signora
Elisa Vinassa, il 13 aprile scorso
sono stati allietati dalla nascita del
loro secondo genito Federico.
Felicitazioni vivissime ai genitori
e auguroni al neonato per un sereno
futuro.
Gruppo di Chiusa San Michele
È nata Arianna Framarin nipote
del nostro socio Mario Allais. Auguri a mamma Giorgia e a papà
Marco e ai neo nonni da parte del
Gruppo.
Anniversari
Gruppo di Sant’Antonino
Il 4 maggio scorso il nostro socio
Rolando Renato e signora Rita
hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio. Il Gruppo
vi augura tanta felicità.
Gruppo di Chiusa San Michele
Domenica 5 maggio scorso,
giorno della festa degli anniversari
Scarpone
22 Lo Valsusino
di matrimonio, alcuni nostri soci
alpini e aggregati hanno rinnovato
la promessa matrimoniale.
Riccardo e Rosy Cantore,
Domenico e Ilva Usseglio, Enzo e
Maria Celeste Pellissier hanno festeggiato 45 anni di matrimonio,
Franco e Anna Bugnone, Vittorio e
Donatella Amprimo hanno festeggiato 40 anni, Silvio e Sabrina
Tabone hanno festeggiato le nozze
d’argento.
A loro giungano da parte del
Gruppo, gli auguri di ancora una
lunga e felice vita insieme.
Gruppo di Bruzolo
Il 17 maggio scorso, il socio
alpino Luigi Serminato (Gino) e
consorte Anna Gontero, hanno raggiunto il prestigioso traguardo di
sessant'anni di vita coniugale.
Congratulandoci con loro, esprimiamo vivissime felicitazioni augurandogli nel contempo un sereno
prosieguo per il conseguimento di
nuovi traguardi.
Gruppo di Sant’Ambrogio
Nozze d’oro nel Gruppo, infatti il
16 giugno 2013 il nostro socio Elio
Bronzino festeggia con la sua gen-
tile signora Immacolata Secondo, i
cinquant’anni di matrimonio.
Alla coppia, giungano i più fervidi auguri per l’ambito traguardo
raggiunto, con l’auspicio di trovarli
sempre così attivi come ora per la
vita del nostro Gruppo.
Matrimoni
Gruppo di Avigliana
Il 6 aprile scorso la dott.ssa Giada
Giorda si è unita in matrimonio con
il signor Lorenzo Marengo. Al papà
di Giada, Roberto, nostro socio
alpino, ai novelli sposi ed a tutti i familiari vadano le felicitazioni e gli
auguri dell'intero Gruppo.
Laurea
Gruppo di Sant’Antonino
Il 20 marzo 2013 la nostra socia
Pettigiani Veronica ha conseguito la
laurea in scienze della mediazione
in russo ed inglese.
Alla neo laureata le congratulazioni da parte di tutto il Gruppo
con l’augurio sincero per l’accademia militare.
Protezione Civile
I più vivi complimenti a Valentina
Cubito volontaria della Protezione
Civile Squadra “Susa” prima e del
Nucleo “Rocciatori” dopo, per il
conseguimento, il 26 marzo 2013,
della laurea in infermieristica con la
tesi: “Leggere lo sguardo: comprendere i bisogni del bambino con problemi comunicativi”.
Decessi
Gruppo di Avigliana
Il 9 marzo scorso abbiamo accompagnato nell'ultimo viaggio il
socio, amico degli alpini Gildo
Brunatti che ricordiamo sempre presente alle nostre manifestazioni
anche in rappresentanza dell'ANPI,
per il suo passato quale combattente
tra le file partigiane. Tutto il Gruppo
esprime le più sentite condoglianze
alla famiglia, ed in particolare alla
nipote Lidia.
Il 24 marzo scorso si è spento il
socio amico degli alpini Eugenio
Panicco, classe 1925.
Alla moglie Bruna ed al cognato,
nostro vice capogruppo Elio Garnero, vadano le nostre più sentite
condoglianze.
Il 1° maggio scorso è mancata la
signora Carnino Delfina vedova
Falchero, alla venerabile età di 97
anni (classe 1916), mamma di Aldo,
socio alpino della Sezione Val Susa,
di Marilena e di Giuliana iscritta fra
gli amici del nostro Gruppo.
Tutti gli alpini ed aggregati
aviglianesi porgono sentite condoglianze all'intera famiglia.
Gruppo di Borgone
Il 31 maggio è mancata la signora
Caterina Fava ved. Bosco, ma per
tutti la signora Rina, mamma del
nostro capogruppo Michele.
Persona spontanea, schietta e
dalla profonda saggezza, era nel
cuore di un grandissimo numero di
persone grazie alle sue grandi doti
di simpatia ed umanità, che le suggerivano sempre una parola di conforto e di aiuto per chiunque.
Dal Gruppo giungano a tutta la
famiglia le più affettuose condoglianze.
Gruppo di Buttigliera Alta
Il socio Luigi Boero, ex combattente, è “andato avanti”. Era il più
anziano degli iscritti al nostro
Gruppo e rivestiva la carica di presidente dei combattenti buttiglieresi.
Formuliamo le più sentite condoglianze a tutti i familiari.
Il 23 maggio u.s. in un tragico incidente ha perso la vita il socio Walter David, che lascia l’anziana
mamma Orsolina, la quale tramite
nostro, formula il più sentito
ringraziamento a tutti i Gruppi che
hanno partecipato alle esequie.
Gruppo di Chianocco
Sabato 11 maggio è mancata la
signora Iolanda Lazzaretti, suocera
del nostro tesserato Elio Re. Al nostro amico Elio e alla famiglia il
Gruppo porge le più sentite condoglianze.
Gruppo di Chiomonte
Il Gruppo ha perso uno degli
alpini più anziani. Giorgio Jacob,
classe 1928, alpino e alpinista per
molti anni presidente del Club
Alpino di Chiomonte. Alla famiglia
il Gruppo porge sentite condoglianze.
Gruppo di Condove
È mancato il papà del socio Giovanni Suppo. Il signor Germano
aveva 93 anni ed era un mutilato di
guerra. Ricopriva anche l’incarico
di fiduciario dell’ANMIG, sezione
di Susa.
Al figlio e alla moglie Giuseppina Canuto – ex sindaco di Condove – e a tutti i familiari,
rinnoviamo le nostre fraterne condoglianze.
Sempre disponibile e preciso, fu
per tanto tempo capogruppo degli
alpini.
Ben tredici gagliardetti onorarono la sua dipartita. Lascia un
vuoto difficilmente colmabile. Alla
moglie, ai figli, a tutti i familiari
vadano le fraterne condoglianze del
Gruppo.
Gruppo di Gravere
Sabato 9 marzo è andato avanti
l’alpino Angelo Cossa. Tanti erano
i suoi impegni, tutti meritori e si
rischia di tralasciarne qualcuno.
A Gravere era presente in tutte le
associazioni. Per tanti anni fu eletto
in consiglio comunale.
Gruppo di Novalesa
Gruppo di Foresto
È deceduta recentemente la signora Carlotta Bonino ved. Richiero
(Lina) sorella del socio e consigliere
del Gruppo Giovanni Bonino. Al
caro Giovanni ed ai familiari tutti, il
Gruppo esprime sentite condoglianze.
Gruppo di Meana
Un'altra grave perdita per il
Gruppo. E’ infatti andato avanti il
socio Rodolfo Bergero.
Classe 1923, ha fatto parte del
battaglione “Exilles” fino al 1943
quando aderì alla formazione partigiana "Stellina" fino alla fine del 2°
conflitto mondiale. Tornato a casa si
è dedicato al lavoro e alla famiglia
senza mai trascurare il sociale ed il
volontariato. Ha fatto parte per anni
del consiglio comunale di Meana ,
della squadra A.I.B., della Protezione civile. Del Gruppo A.N.A. è
stato per decenni l'alfiere e membro
del Consiglio direttivo. Infine è
stato nominato sottotenente degli
alpini e Cavaliere della Repubblica
per me-riti acquisiti durante la
guerra di li-berazione. Ma noi siamo
certi che Rodolfo vorrebbe essere ricordato non per i suoi innumerevoli
titoli ma per la sua onestà, la sua serietà, la sua bontà espressa in ogni
occasione. Pochi uomini hanno saputo dare così tanto senza chiedere
mai nulla, sempre in prima fila per
lavorare ed aiutare gli altri, sempre
in disparte quando era ora di mettersi in mostra con una generosità e
disponibilità da tutti riconosciuta.
La terra ha perso un grande
uomo ma il cielo si è certamente arricchito di un'anima bella.
Ai familiari vada il cordoglio di
tutti gli alpini di Meana nella certezza che il dolore per la perdita di
Rodolfo è mitigato dalla consapevolezza di aver avuto il privilegio di
vivere accanto ad una persona eccezionale.
A Marco ed al fratello Paolo vadano
le condoglianze di tutto il Gruppo.
Il 21 marzo è mancato il socio
alpino Sergio Luigi Gontero da
lunga data socio del nostro Gruppo.
Alla gentil consorte e ai familiari
giungano le più sentite condoglianze da tutto il Gruppo.
Gruppo di Oulx
Il giorno 8 aprile è andato avanti
Giovanni Chalier, classe 1926, giovane partigiano e poi stimato commerciante. Medaglia d’oro A.V.I.S.
è stato per molti anni attivo ed entusiasta consigliere del Gruppo. Ai
figli Paola e Bruno, alpino, entrambi
nostri iscritti ed alla moglie Palmira
Chareun vadano le più sentite condoglianze di tutto il Gruppo.
Gruppo di Rubiana
Il Gruppo porge sentite condoglianze al socio alpino Danilo
Bonavero ed ai familiari per la
scomparsa del papà socio alpino
Franco.
Il nostro socio alpino Valerio
Giorda è "andato avanti" in giovane
età. Il Gruppo porge sentite condoglianze alla moglie Alda ed ai
figli Alex e Paolo.
L’alpino Giuseppe Peytavin
Berge è andato avanti. Classe 1922
e alpino del btg. “Exilles” dimostrò
velocemente, nel periodo di addestramento a Bousson,
le sue
notevoli qualità sia di sciatore che
di rocciatore tanto da diventarne
istruttore. Partecipò alle campagne
in Jugoslavia e Montenero dove,
causa le operazioni alleate nel mare
Adriatico, non potè più rientrare
dopo una breve licenza per gravi
motivi di famiglia.
Iniziò così da Bari la sua risalita
verso il nord che lo vide in Molise
nella veste di istruttore di roccia per
le truppe alleate. E fu proprio in
Molise che conobbe la sua futura
moglie, che la sposò e dove nacque
il suo primo figlio. Finalmente e non
senza infinite peripezie, riuscì finalmente a risalire sino al suo amato
Clots dove iniziò a guerra finita il
suo periodo lavorativo in ferrovia.
Purtroppo la sua precaria salute
gli impedì di scendere a Susa per il
ritiro del diploma-ricordo conferitogli in occasione del nostro 90°.
Alla famiglia vadano le più sentite
condoglianze di tutto il Gruppo.
Il giorno 30 marzo è mancata la
signora Angela Sandrone, mamma
del socio alpino Marco Paulissich.
Il Gruppo porge sentite condoglianze al socio alpino Bruno
Tabarelli, ai figli ed ai familiari per
la scomparsa della moglie Michelina.
Sentite condoglianze al socio
alpino Luca Giorda ed ai familiari
per la scomparsa del papà Aldo.
Gruppo di San Giorio
Giovedì 21 marzo troppo presto
è andato avanti l’alpino Bar Renzo,
classe 1948. Il Gruppo lo ricorda
con rimpianto e partecipa al cordoglio della famiglia.
Gruppo di Vaie
Angelo Picco ci ha lasciati all’età
di 76 anni.
Iniziò il servizio militare con il
CAR a Bra e successivamente fu
trasferito a Susa nell’artiglieria
alpina. Al termine del servizio militare non esitò a presentarsi all’allora capogruppo Amerigo Rosa
Rosso per aderire al Gruppo A.N.A.
Svolse la sua attività lavorativa
prima come muratore, successivamente entrò in Magnadine a Sant’Antonino per concludere presso la
FIAT di Ferriera.
Proprio grazie alla sua esperienza
di muratore non fece mancare il suo
contributo personale nel restauro del
pilone di Margara nel 2003.
Il Gruppo si stringe accanto alla
moglie Antonietta ed al figlio Doriano facendo giungere, tramite
queste righe, le sentite condoglianze
e l’affetto più profondo.
Pasquale Valsania, nostro socio
alpino ha terminato il viaggio terreno all’età di 78 anni.
Nativo di San Damiano d’Asti
prestò il servizio militare nel
battaglione “Susa”.
Sposatosi con Anna Maria
Borello si trasferì dapprima a
Chiusa San Michele dove si iscrisse
come socio al locale Gruppo per poi
trasferirsi a Vaie e qui trasferire la
sua appartenenza al Gruppo locale.
Di carattere riservato, si dimostrava molto affabile e schietto
nei rapporti diretti e se ci si trovava
in casa sua non faceva mai mancare
un ottimo bicchiere di barbera
proveniente dai luoghi natii.
Alla moglie Anna Maria ed alla
figlia Nadia giungano le sincere
condoglianze e l’amicizia del
Gruppo.
Gruppo di Villar Dora
Nel mese di aprile è mancata la
signora Velia Gentile in Marchetti,
mamma del nostro vicesindaco e
caro socio alpino Attilio Marchetti.
A lui e ai suoi familiari, le più
sentite condoglianze da parte di
tutto il Gruppo.
Gruppo di Venaus
Il 22 aprile è scomparsa Isabella
Marcellino, ved Caffo, mamma del
socio Siro.
A lui ed alla sua famiglia vanno
le più sentite condoglianze da parte
di tutto il Gruppo.
Condoglianze al socio Biagio
Balenario per la perdita della
mamma, Angela Centofante.
Gruppo di Villar Focchiardo
L'11 maggio scorso è mancata la
signora Bruna Olga Girardi ved.
Casale, di anni 88, suocera dell'amico Aldo Pognant. Il Gruppo porge
sentite condoglianze.
Sezione Val Susa
Il Presidente ed il Consiglio direttivo partecipano al dolore di
Michele Bosco, per anni consigliere
sezionale, e della sua famiglia per la
perdita della mamma Caterina Fava.
La Sezione partecipa al cordoglio
della famiglia per la scomparsa di
don Piero Laterza spesso officiante
la S.Messa sia sulla vetta del Rocciamelone in occasione dei nostre
salite-pellegrinaggio nonché durante la festa sezionale di Exilles.
Lo Scarpone
Valsusino
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Gravere: Certosa di Madonna della Losa.
Conserva affreschi risalenti al XIII-XIV secolo, raffiguranti i santi Benedetto e Basilio: meta di pellegrini era, ed è tuttora,
oggetto di devozione per un’antica opera
lignea risalente al periodo degli affreschi,
composta dalla statua della Vergine Addolorata.