CISV`Informa Marzo 2013
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CISV`Informa Marzo 2013
Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 In Questo umero 2 CAMPO BASE: LA GUERRA IN MALI Ma CISV alimenta la pace con Anna, Monica e Fabio 4 CAMPO BASE: LE RELAZIONI Nel mondo globalizzato tutti nella stessa pentola: oggi come ieri la fame degli altri e affar nostro 6 CAMPO BASE: LE TESTIMONIANZE L’entusiasmo dei giovani in servizio civile trascina i cisvini nel cuore dei progetti 8 DAL CAMPO BASE AL CAMPO BIMBI Contro la fame ... stiamo in CAMPAgNA 14 PRIMA_ERA GREEN FEST Buon Compleanno El Barrio! 15 8 MARZO: CISVestiamo Una festa delle donne per le donne senza diritti 2 Campo Base: la guerra in Mali Ma CISV alimenta la pace con Anna, Monica e Fabio Alberto Fascetto Anna Calavita Monica Del Sarto e Fabio Ricci Tra le belle relazioni e testimonianze del Campo Base, raccolte in due carrellate nelle prossime pagine (da 4 a 7), riserviamo qui uno spazio particolare a quella sulla guerra in Mali prendendo spunto dalla sintesi riportata all’assemblea da Alberto Fascetto, appena tornato in Italia con gli altri ragazzi del servizio civile. La situazione del Mali ci interpella particolarmente, intanto perché la nostra associazione è in questo paese dal 1988, (come non ricordare il primo progetto a Nyafunkè con AMRAD!) ma poi anche perché ci pone di fronte all’eterno dilemma di quale strada sia giusto scegliere tra l’implicita vocazione pacifista che ci contraddistingue, da un lato, e la volontà di schierarsi a fianco delle popolazioni vittime di violenza cieca, dall’altro. Forse la risposta più bella a questo dilemma la stanno dando, a nome di tutti, i nostri meravigliosi volontari Anna Calavita, Monica Del Sarto e Fabio Ricci, che non hanno abbandonato il paese, nonostante i rischi, rendendosi conto di come la propria presenza fosse ancora più importante per la popolazione locale in una situazione come questa (si veda l’articolo di Stefania Garini a pagina 11 e le belle interviste sul sito CISV all’indirizzo http://www.cisvto.org/eventi/malialimentare-pace). Gli episodi che hanno portato alla guerra conclamata, prendono le mosse nel primo trimestre dello scorso anno, con azioni di guerriglia compiute nel nord del paese dal MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione di Azawad – regione settentrionale del Mali) un gruppo di arabi Tuareg del nord, che da sempre rivendica l’indipendenza per la propria regione. la situazione di “assenza” dello stato nella vasta regione settentrionale offre il destro ad Amadou Sanogo per il colpo di stato. La notte tra il 21 e 22 marzo del 2012 viene ucciso il presidente Amadou Toumani Touré che era in carica dal 2002. Il capitano Sanogo si autoproclama leader del Comitato Nazionale per il ritorno alla democrazia e la restaurazione dello stato (CNRDRE), Sul fronte del nord si assiste frattanto ad una deriva islamista. Nel crogiolo di movimenti e gruppi ribelli prende il sopravvento Ansar alDine, letteralmente “difensori della fede”, un gruppo integralista che dichiara liberata la regione di Azawad, ed impone la Sharia. AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) e MUJAO (Movimento per l’Unità e la Jahad in Africa Occidentale), movimenti terroristi vicini ad Al Qaeda, finanziati con traffico di armi e droga, stringono un accordo con Ansar alDine. A questo punto si crea una spaccatura con MLNA che vuole uno stato del nord indipendente ma non islamista. In aprile Cheick Modibo Diarra, astrofisico e uomo d’affari, viene designato primo ministro di un governo di unità nazionale dal presidente ad interim Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 Dioncounda Traore, A maggio si assiste ad un tentativo di controcolpo di stato con leggero ferimento del presidente ed uccisione di alcuni manifestanti. La situazione di guerriglia nel nord genera i primi spostamenti di profughi che migrano nella regione centrale del paese o verso i paesi limitrofi. Il primo ministro chiede aiuto sia alla comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (CEESAO) che all’ONU. Nel novembre la situazione del paese viene discussa alle Nazioni Unite. Si perviene alle risoluzione 2071 la quale, preso atto della situazione, richiede esplicitamente che si crei un contingente di pace con leadership africana. L’Onu vuole evitare di essere percepito dalla popolazione locale come un altro “invasore”, il che diventerebbe terribilmente funzionale, in termini di immagine, alla strategia di Al-Qaeda e alleati. Lo stesso concetto viene ribadito dalla successiva risoluzione 2085. A dicembre il primo ministro Diarra si dimette per le pressioni di Sanogo. La comunità internazionale interpreta questo come il segnale definitivo di un paese allo sbando. A gennaio l’esercito francese interviene direttamente mandando i propri mezzi e 2500 soldati a Sevare e Mopti. L’aviazione francese bombarda alcune città ritenute sedi di jihadisti. Si decide di sostenere un intervento da terra con supporto esterno di UE, UK USA, Belgio Germania, Canada più svariati stati africani. Oggi, dopo settimane di intensi combattimenti che hanno consentito ai soldati maliani, francesi e africani di riprendere il controllo di Gao, Kidal e Tombouctu, inizia una nuova fase molto difficile perché tesa al ristabilimento della sicurezza in una zona estesa e ostile, per il cui completamento è stato più volte invocato il dispiegamento delle truppe africane con ruolo di leadership. Con la guerra che imperversa, l’emergenza profughi è diventata una priorità. Secondo l'UNHCR, le persone attualmente sfollate nel paese sarebbero più di 200 mila e l’elevato rischio di malattie contagiose, meningite, morbillo e colera si propaga a macchia d'olio. La guerra poi, ha incancrenito la già pesante situazione di emergenza alimentare caratterizzata da pressione demografica, desertificazione in espansione, diminuzione delle fonti d’acqua di superficie, cambiamenti climatici, conflitti tra agricoltori e allevatori per l’accaparramento delle terre. Per queste ragioni oggi la CISV ha deciso di sostenere in modo particolare il Mali con la campagna speciale “Mali: Alimentare la Pace” i cui migliori testimonial non potevano che essere i volontari stessi (vedere l’articolo a pag 11). Tutte le informazioni sulla campagna sono sul sito alla pagina http://www.cisvto.org/ cisvbd/campagnaMALI.html. 3 Le relazioni ...seguite da un pubblico attentissimo I ragazzi del Servizio Civile premiati dalla presidente Qualche scena ...dalla cena Folta la pattuglia dei più giovani Grande soddisfazione in cucina Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 4 Campo Base: le relazioni Nel modo globalizzato tutti nella stessa pentola: GIODA la presenza dei presidenti di LVIA e MLAL è segno di una amicizia profonda, che si sta traducendo progressivamente in una collaborazione sempre più intensa tra i tre organismi BOBBA Un fenomeno che incide sul GHI è l’accaparramento delle terre. Molte grandi imprese stanno in pratica espropriando i contadini per creare latifondi da utilizzare soprattutto nella produzione di vegetali per bio-carburanti ed, in secondo luogo, per l’agricoltura estensiva. La calorosa introduzione di Piera Gioda ha scaldato un poco gli intirizziti amici della CISV accorsi sabato 2 Febbraio alla Chiesa di San Giulio d’Orta per il Campo Base 2013. La presidente ha espresso soddisfazione per la presenza dei presidenti di LVIA e MLAL, segno di una amicizia e di una condivisione profonda, che si sta traducendo progressivamente in una collaborazione sempre più intensa tra i tre organismi. La sovranità alimentare, ha detto, non è un concetto nostro, è stato piuttosto importato: a noi della CISV, per esempio, lo hanno insegnato i SEM Terra del Brasile o l’Associazione contadina ROPPA dell’Africa occidentale. Questo concetto è nato dalla constatazione dei fallimenti ripetuti dei vari interventi compiuti per sradicare la fame. Nonostante la produzione di cibo aumentasse, anche la popolazione malnutrita o sottonutrita aumentava. Si è capito che nulla può cambiare se l’organizzazione della produzione e della distribuzione continua a marginalizzare i piccoli produttori che pure sono quelli che permettono alla maggioranza delle persone nel mondo di sfamarsi. In fondo questo concetto, declinato in chiave locale è quello che ha portato anche da noi a privilegiare negli ultimi anni l’approvvigionamento di cibi genuini, e la filiera corta. Emanuele Durante, presidente della settima Circoscrizione di Torino ha poi portato all’assemblea un saluto istituzionale. Nel primo intervento, Sandro Bobba, presidente LVIA, ha illustrato uno studio curato da ISPI e Link2007 sull’indice globale della fame 2012 (GHI) che è stato presentato a ottobre dello scorso anno a Torino e a Milano. Il GHI insiste su tre indicatori: percentuale di bambini denutriti, percentuale di popolazione che non ha accesso ad una adeguata quantità di calorie, tasso di mortalità infantile. Secondo gli standard internazionali si considera il livello di 1800 calorie al giorno come la soglia al di sotto della quale si parla di denutrizione. Un indice minore di 5 è considerato basso, la gravità poi aumenta progressivamente e, al di sopra di 30, indica una situazione estremamente allarmante. Se si osservano le mappe del GHI si può constatare che mentre a livello globale l’indice è in calo, avendo complessivamente un punteggio inferiore a 15, vi sono aree del pianeta in cui il GHI supera i 20. Molti paesi, soprattutto nell’Asia meridionale e nell’Africa subsahariana hanno indici elevati: Haiti, Eritrea, Burundi hanno situazioni molto allarmanti, l’India e molti paesi dell’Africa sub-sahariana presentato una situazione allarmante. Complessivamente sono 20 i paesi con situazione di allarme alimentare più o meno grave e, se si tolgono Timor Est, Haiti e Yemen, si tratta di nazioni africane, Bobba ha poi illustrato alcuni risultati che dimostrerebbero come l’aumento del PIL incida favorevolmente sulla Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 riduzione dell’GHI anche se si osservano casi in controtendenza come quello dell’India tra il 1996 ed il 2001. I fattori che incidono sulla sicurezza alimentare, di natura economica, ambientale e sociale, sono molteplici. Tra di essi: le politiche energetiche e agricole dei vari paesi, la crescita demografica e l’inurbamento. La migrazione verso le megalopoli innesca una ridotta produttività alimentare poiché le terre vengono abbandonate e nello stesso tempo si determina un maggior onere per i trasporti. Altro aspetto negativo è legato al degrado del suolo, soprattutto in Africa sub-sahariana, Centro America e SudEst asiatico, dovuto a cause climatiche ma anche a tecniche agricole sbagliate. Questo problema poi si lega alla deforestazione poiché i contadini disperati cercano altre terre coltivabili bruciando aree di foresta. Un fenomeno che incide sul GHI con un forte risvolto sociale è il Land Grabbing o, in italiano, accaparramento delle terre. Molte grandi imprese stanno in pratica espropriando i contadini per creare latifondi da utilizzare soprattutto nella produzione di vegetali per biocarburanti ed, in secondo luogo, per l’agricoltura estensiva. Si tratta di un fenomeno molto grave perché il piccolo appezzamento è in pratica l’unica possibilità di sostentamento familiare per molte persone in tantissimi paesi del Sud del mondo che hanno una economia sostanzialmente rurale. La questione fame quindi ha cause molto datate e quando si parla di emergenza si compie per lo meno un errore semantico. Non si tratta in realtà di un fenomeno improvviso come un terremoto o una inondazione ma di un fenomeno sistemico. Pensiamo al Sahel: se consideriamo il trend di produzione alimentare degli ultimi 5 anni si osserva una costante diminuzione che per di più va confrontata con una popolazione in aumento. Per far fronte a questa situazione ultimamente è stato coniato il termine di Resilienza mutuato dalla tecnologia dei materiali, che rappresenterebbe l’insieme delle strategie messe in campo per attrezzare le popolazioni a sopportare shock alimentari, come quello degli ultimi anni, con misure strutturali. Se ci pensiamo bene è esattamente quello che fanno le nostre associazioni che hanno sempre lavorato per progetti di medio termine e non sulle emergenze. C’e infine da considerare l’accesso ad acqua ed energia, che hanno questi paesi. La difficoltà a procurarsi energia è di nuovo motivo di impulso al disboscamento. I poveri si procurano legna per scaldarsi e cucinare, è a basso costo monetario anche se il costo ambientale, di salute e di tempo è insostenibile. La sicurezza alimentare dunque si determina rimovendo le cause dei problemi inerenti i tre fattori sinergicamente interagenti di Terra, Acqua ed Energia -> continua a pag 5 5 oggi come ieri, la fame degli altri è affar nostro -> segue da pag 4 Mario Lonardi, presidente MLAL ha relazionato sul tema di come garantire la sicurezza alimentare in un contesto come quello descritto da Bobba in cui terra, acqua ed energia, in molte aree del pianeta, scarseggiano. La sovranità alimentare è un concetto più stringente della sicurezza alimentare: esige il diritto ad un cibo rispettoso della cultura di ogni popolo e prodotto autonomamente in territori dove vengano rispettati i criteri di coltivazione a garanzia della bio-diversità. La sicurezza alimentare, che si “limita” a chiedere il diritto per ogni uomo alla fruizione di un cibo sufficiente, è stata seriamente minata dal fatto di concepire gli alimenti come commodities, cioè beni utilizzabili per la speculazione finanziaria. Durante le crisi alimentari del 2006-2008 e 2010-2011 in Africa subsahariana, il vertiginoso aumento dei prezzi dei cereali si deve addebitare a tale fenomeno. Quei paesi infatti hanno una importazione di alimenti maggiore degli aiuti internazionali ricevuti. Manca una governance politica che impedisca ai poveri di pagare, con la loro stessa vita, le manovre degli speculatori. Un elemento dirompente in questa partita è costituito dall’emergere, in alcuni paesi, di nuovi regimi alimentari. I cosiddetti BRICS, in particolare la Cina mostrano un aumento straordinario del consumo di carne il che corrisponde, per un verso, ad una richiesta di molti più cereali per l’alimentazione degli animali e, contestualmente, a un impulso su fenomeni devastanti dal punto di vista ecologico come l’effetto serra. Si sa infatti che una delle cause principali di aumento della concentrazione di metano nell’atmosfera è da imputare all’allevamento intensivo dei bovini. Ma anche le attività agricole in sé hanno una incidenza non trascurabile sui gas ad effetto serra. Più che la quantità assolute, ciò che spaventa è il trend di crescita del consumo di carne in considerazione dell’enorme popolazione di queste aree. C’è poi da considerare l’effetto del trasporto soprattutto per la CO2. Il problema è che l’effetto serra innesca un circolo vizioso dal momento che, con l’aumento della temperatura media globale, diminuisce la produttività dei terreni. La riduzione di capacità produttiva di mais e riso incide in particolare su paesi gia in crisi, In Africa questo effetto è eclatante soprattutto perché si lega alla carenza di acqua. Nella gestione finanziaria dei prodotti agricoli è entrato prepotentemente il tema dei biocarburanti che richiedono enormi estensioni coltivate per produrre etanolo (canna) e biodiesel (olio di semi). In Europa molti terreni sono stati adibiti a coltivazioni per il mais da insilare insieme alle deiezioni animali per la produzione di a bio-gas. In altri casi i terreni agricoli sono sottratti al loro naturale utilizzo per le installazioni fotovoltaiche. Il tema dell’acqua ha forti risvolti politici come ha dimostrato il referendum italiano sull’acqua bene comune. Si dovrebbe partire dal presupposto che l’acqua, oltre ad essere un bene primario, è anche indivisibile in quanto rientra in un ciclo che interessa, per estensione, l’intero pianeta. Se siamo nati in un territorio con acqua in abbondanza non è certo per merito nostro. Si dovrebbe quindi definire una policy internazionale con un prelievo fiscale dai territori che hanno molta acqua a favole di coloro che hanno difficoltà ad accedervi (ad esempio per i costi di estrazione). L’ultimo tema che ha a che fare con la sicurezza alimentare è l’energia. Dobbiamo segnalare in positivo l’impulso che ha avuto negli ultimi anni lo sfruttamento delle risorse rinnovabili che per esempio, in Italia, ha raggiunto il 25%. Il problema non è tanto l’energia in sé ma l’accesso all’energia. Oggi ad esempio in Africa c’è un consumo procapite pari al 6% della media mondiale. In questo scenario molto complesso e preoccupante noi abbiamo precise responsabilità e possiamo fare molto, a livello individuale e collettivo, per cambiare. Ad esempio rifiutando la logica delle commodities, la falsa scelta ecologica dei bio-carburanti, incentivando i piccoli produttori locali e impegnandoci per la salvaguardia della bio-diversità con piccole azioni quotidiane o con scelte politiche congruenti. Franco Sburlati, responsabile della Campagna CISV “Siamo tutti nella stessa pentola” ha preso la parola per ultimo citando innanzitutto un proverbio “ogni giorno è un viaggio e dopo ogni giorno ci sarà un altro viaggio fino a che arriveremo ad un grande viaggio che faremo tutti insieme”. Questo nostro progetto, ha detto, è stato pensato proprio come un viaggio dove ogni giorno incontriamo altre persone. Ma è anche una pentola cioè un crogiuolo dove ognuno con le sue caratteristiche si mescola con gli altri fino a poterci riconoscere come un unico, proprio come nella trasformazione degli ingredienti in un buon piatto. Si tratta innanzitutto di comprendere i nostri compagni di viaggio, dando particolare spazio ai più giovani, ai ragazzi. Quando prendiamo un caffè dobbiamo avere la consapevolezza del peso di sfruttamento, di fatica, di impatto ecologico che c’è in quella tazzina, ma questo non ci deve ricacciare in una visione neo-rurale del mondo. Vogliamo partire dalle situazioni che conosciamo, e qui ci è d’aiuto la lunga esperienza dei progetti sostenuti dalle nostre associazioni, per trovare modi di operare che allarghino il cerchio, in modo che le nostre scelte possano diventare le scelte che coinvolgono e appassionano molte altre persone agli stessi temi che noi abbiamo nel cuore. a cura di Paul Marteau Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 LONARDI Il diritto per ogni uomo alla fruizione di un cibo sufficiente, è stato seriamente minato dal fatto di concepire gli alimenti come commodities, cioè beni utilizzabili per la speculazione finanziaria SBURLATI Vogliamo trovare modi di operare che allarghino il cerchio, in modo che le nostre scelte possano diventare le scelte che coinvolgono e appassionano molte altre persone agli stessi temi che noi abbiamo nel cuore 6 Campo Base: le testimonianze L’entusiasmo dei giovani in servizio civile ... GUATEMALA Importante è la collaborazione nell’ambito della “Defensoria de la Mujer Ixil” un progetto che lavora per la difesa delle donne e contro la violenza di genere VENEZUELA La Bibliomula è una iniziativa con alto valore simbolico. La mula è sempre stata per antonomasia, l’emblema del lavoro e soprattutto di quello fisico, pesante. Ora, portando libri in villaggi remoti dove vengono allestiti laboratori di lettura e scrittura, si è trasformata in una eccezionale rappresentazione della cultura per tutti BRASILE Una importante iniziativa è “Semeando agroecologia” che sostiene i contadini intenzionati ad abbandonare l’utilizzo intensivo di pesticidi, offrendo loro strumenti e conoscenze per diventare bio-agricoltori Il momento più coinvolgente del Campo Base è stato senza dubbio quello della variegata ed appassionata testimonianza che i giovani ragazzi del servizio civile hanno reso ai presenti. Con belle presentazioni, colorate, animate e pimpanti, tracimanti entusiasmo e freschezza, e con una partecipazione emotiva palpabile, i giovani cisvini hanno riportato gli echi del lavoro compiuto, a fianco dei volontari, in sette paesi di America Latina e Africa in cui la nostra associazione opera. E’ stata una bella occasione per fare una carrellata “motivazionale”, utile a riconoscere il senso del nostro “fare” ed anche a riaccendere la speranza troppe volte offuscata dalle difficoltà che stiamo incontrando. Il viaggio attraverso i “nostri” due continenti ha preso la mosse dal Guatemala Francesca Rosa ha parlato anche a nome del compagno di servizio Giacomo Cantini che non è potuto intervenire. Ha subito messo in evidenza la notizia importante relativa all’inizio del processo a Rios Montt, ex presidente del Guatemala, accusato di genocidio nei confronti delle popolazioni indigene. In realtà, ha osservato, lo scenario complessivo del paese è ben lungi dal rendere giustizia alle vittime dato che il potere resta in mano alle stesse oligarchie: l’attuale presidente Peres Molina è un ex generale dell’esercito, in servizio con Montt. Il paese soffre di problemi strutturali incancreniti dagli appetiti di grandi compagnie multinazionali attratte dalle potenzialità di sfruttamento idroelettrico e minerario. Molte delle attività CISV si svolgono nel comune di Nebaj, nel territorio della popolazione indigena Ixil. Importante è la collaborazione nell’ambito della “Defensoria de la Mujer Ixil” un progetto che lavora per la difesa delle donne e contro la violenza di genere. Soltanto nel periodo da maggio a gennaio il centro ha registrato più di 300 casi di maltrattamento. Un’altra attività e la trasmissione radiofonica “Pelando Papas” dove la donne, pelando le patate, raccontano le proprie esperienze. Per le donne vittime di violenza, si mette in campo un piano terapeutico in linea con le tradizioni Maya. Degna di nota è stata la solidarietà offerta alla comunità di Barillas in un periodo in cui la popolazione è stata fatta oggetto di violenze favorite dalla legge marziale. Tra le forme di protesta, da citare per originalità la batucada Ixil, una specie di marcia musicale eseguita, con un grande corteo, contestualmente all’esibizione di altri gruppi in giro per il mondo. Infine degne di racconto la festa organizzata durante l’estate per l’arrivo dei tre viaggiatori italiani dell’Ape Maya e la giornata internazionale contro la violenza sulle donne celebrata il 25 novembre. Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 I “viaggiatori seduti” di San Giulio d’Orta sono quindi arrivati in Venezuela. Federica Sanna e Domenico Mariella hanno illustrato il loro lavoro a Merida, città posta a 1660 m di altitudine. E’ una zona relativamente tranquilla rispetto al resto del paese. La attività CISV si articolano in tre segmenti principali, il progetto di rafforzamento della società civile, la Bibliomula e il Giardino della speranza. Il rafforzamento della società civile viene perseguito applicando la metodologia delineata da Paulo Freire (imparare facendo) costituita da momenti didattici che includono lezioni ma anche e soprattutto molte attività. La Bibliomula è una iniziativa con alto valore simbolico. La mula è sempre stata per antonomasia, l’emblema del lavoro e soprattutto di quello fisico, pesante. Ora, portando libri in villaggi remoti dove vengono allestiti laboratori di lettura e scrittura, si è trasformata in una eccezionale rappresentazione della cultura per tutti. Il Giardino della speranza è un progetto di educazione per i bambini fatto in collaborazione con altre associazioni tra cui la Fundacion Don Bosco. Si definiscono percorsi personalizzati per i bambini che rimangono nella struttura l’intera settimana e tornano a casa nel fine settimana . Il progetto consta di attività di appoggio scolastico, di corsi di arte e creatività e di iniziative sportive. Linda Malaguti e Nadia Correale ci hanno portato in Brasile, ultima tappa del viaggio in Latino-America. Il loro lavoro si è svolto presso il progetto che CISV sostiene da molti anni nella Baixada Fluminense, la regione che rappresenta la sconfinata area metropolitana di Rio de Janeiro. E’ un distretto sostanzialmente agricolo che resiste, sebbene circondato da una urbanizzazione che procede a ritmo selvaggio, Un filone di attività mira al miglioramento della capacità di gestione delle cooperative. Un'altra iniziativa è “Semeando agroecologia” che sostiene i contadini intenzionati ad abbandonare l’utilizzo intensivo di pesticidi, offrendo loro strumenti e conoscenze per diventare bioagricoltori. Tra l’altro questo progetto include un mercatino dell’agricoltura tradizionale dove i contadini possono vendere direttamente i propri prodotti. Infine vi è un sostegno a un gruppo di donne in una attività di trasformazione alimentare. Sul versante culturale si lavora con gli animatori del Museo vivo do São Bento, all’interno del quale esistono ambienti di aggregazione dove si ritrovano gruppi di donne artigiane e di giovani per esprimere la propria creatività, per imparare a salvaguardare il patrimonio artisticoculturale ma anche per fare memoria delle tradizioni del passato. -> continua a pag 7 7 … trascina i cisvini nel cuore dei progetti -> segue da pag 6 Ed ecco i nostri viaggiatori in poltrona raggiungere il Senegal accompagnati nel volo transoceanico da Marta Mosca e Mariluce Ojan. La loro attività si è svolta a Louga, storica sede di attività della CISV in Senegal. Il lavoro ha riguardato vari ambiti. Innanzitutto il settore turismo responsabile che si muove perseguendo criteri di giustizia economica e sociale e riconoscendo il ruolo centrale delle comunità locali. Per i turisti la zona offre varie attrazioni, alcuni parchi e il famoso festival di folclore e percussioni FESFOP. Per migliorare l’attrattività del parco di Djoudj si sono svolti lavori di miglioramento della strutture ricettive, rimboschimento, attività di segnalazione dei percorsi, monitoraggio di uccelli e sensibilizzazione ambientale Presso l’atelier Batik di Lougà il lavoro mira a facilitare le attività delle donne consentendo ad esse di integrare il reddito e di migliorare così anche lo status delle proprie famiglie. Nell’ambito della cooperazione decentrata si lavora molto sulla formazione con le associazioni di contadini nell’ottica di un miglioramento della loro professionalità ma anche per garantire la qualità dei prodotti attraverso sementi certificate. Mariluce si è soffermata sul settore della difesa dei diritti che ha seguito più da vicino. In particolare è stato citato il progetto CHYAO rivolto alla protezione dei minori che parte dalla constatazione di operare in un contesto in cui il 40% dei minori lavora. Gli assi del progetto pongono al centro, come concettiguida, prevenzione, protezione e inclusione, e sono 1) sensibilizzazione della comunità, 2) promozione di attività economiche, 3) sostegno scolastico e supporto alle famiglie.. Altro progetto è stato il Teatro Forum per la realizzazione di uno spettacolo sui giovani lavoratori. CHYAO sostiene anche un centro polivalente con una scuola materna per 33 bambini che vivono in famiglie a basso reddito, aiutando nel contempo le mamme in attività di miglioramento del reddito. Altre attività vengono svolte nell’ambito del Progetto Famiglia Multietnica: l’elettrificazione della scuola di Keur Serigne ed il gemellaggio tra questa scuola e la scuola Rinascita - Livi di Milano i cui bambini hanno dialogato con i loro coetanei africani tramite Skype. Nella scuola sono anche stati organizzati corsi di rinforzo per affrontare l’esame attraverso il quale si accede alla scuola media. Con Valentina Baraldi e Carlotta Fassiotti, gli amici del campo base hanno fatto rotta verso il Benin. Qui sono state illustrate le attività di protezione dell’infanzia, differenziazione dei rifiuti, uguaglianza di genere e, da quest’anno, turismo responsabile. La CISV deve affrontare il gravissimo problema della tratta e del matrimonio forzato (nel caso delle bambine) dei minori. In questo progetto, dove CISV è partner della ONG locale Action Plus, si lavora sia nell’ottica della prevenzione sia per l’accoglienza dei bambini. Al Centre Vignon di Adjohoun i ragazzi vengono formati con corsi professionali di panetteria, saponificazione, preparazione di conserve. Recentemente è anche partito un nuovo progetto di sensibilizzazione e protezione per le donne e le bambine. Dopo il Benin Elena Gariboldi e Alice Cabrio ci hanno accompagnati in Burkina Faso. Il primo intervento illustrato è stato quello a favore dei ragazzi di strada, ben 1400 a Ouagadogou. Questi bambini di strada conoscono malattie, dipendenze, sfruttamento, violenze fisiche e psicologiche. Dal 2008 l’associazione AJER-FS ha iniziato una serie di interventi per migliorare le condizioni di vita dei bambini. La CISV è entrata in contatto con AJER-FS grazie ai registi torinesi De Serio, autori del film Bakroman. Il progetto di AJER-FS ha identificato 45 siti in 4 zone della città. Sono stati individuati 16 referenti di sito, persone della società civile sensibili ai problemi dei bambini, che hanno un ruolo di supervisione. Una equipe di animatori lavora con i ragazzi di vari siti aiutandoli in attività espressive a vario livello. Un progetto molto importante è quello per gli atti di nascita, fondamentali per garantire una dignità giuridica ai ragazzi, In Burkina si lavora anche nel sud-ovest del paese in ambito agricolo. La CISV fornisce un appoggio tecnico (fornitura di sementi e concimi) e offre garanzie per la fornitura di microcredito ai contadini. Un servizio importantissimo è quello di warrantage che consiste nel rendere disponibili ai produttori spazi per lo stoccaggio del prodotto in modo da poterlo rivendere alle condizioni migliori anziché essere costretti a venderlo alla fine del raccolto quando i prezzi sono più bassi. Cecile Michel e Alberto Fascetto hanno accompagnato i nostri viaggiatori in Mali, termine del viaggio transcontinentale CISV. Il racconto di Alberto ha illustrato con grande chiarezza lo scenario del conflitto (a Pag. 2). Cecile invece ha parlato dei progetti in questo paese, molto difficile oggi, a maggior ragione, per la guerra, ma anche prima, per via dei ben noti problemi strutturali: siccità, desertificazione, conflitti tra agricoltori e allevatori sulle terre utilizzabili. In particolare si è soffermata su un tipo di intervento molto originale che cerca di trovare vie negoziali affinché gli allevatori siano sostenuti ma, nello stesso tempo, sottoscrivano convenzioni per non danneggiare gli agricoltori in modo da perseguire un modello di concertazione benefico per tutti. a cura di Paul Hammer Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 SENEGAL Presso l’atelier Batik di Lougà il lavoro mira a facilitare le attività delle donne consentendo ad esse di migliorare lo status delle proprie famiglie BENIN Al Centre Vignon di Adjohoun i ragazzi vengono formati con corsi professionali di panetteria, saponificazione, preparazione di conserve BURKINA FASO Un servizio importantissimo è quello di warrantage che consiste nel rendere disponibili ai produttori spazi per lo stoccaggio del prodotto in modo da poterlo rivendere alle condizioni migliori MALI Un intervento molto originale cerca di trovare vie negoziali affinché gli allevatori siano sostenuti ma, nello stesso tempo, sottoscrivano convenzioni per non danneggiare gli agricoltori 8 Dal Campo Base al Campo Bimbi Contro la fame... stiamo in CAMPAgNA! Ci apprestiamo a scoprire tante cose interessanti nella pentola CISV, aiutati come al solito da giochi divertenti ed esperienze pratiche alla scoperta dei gusti del mondo E’ già ora di scrivere in agenda le date del Campo Bimbi 2013 che accoglierà i piccoli cisvini e altri amici giusto al termine di un faticoso anno scolastico. Dopo il Campo Base, anche il Campo Bimbi quest’anno si inserisce nel filone della campagna "Siamo tutti nella stessa pentola". Con i ragazzi ragioneremo sul concetto di filiera, presentato come la sequenza dei passi elementari relativi a produzione, trasformazione, distribuzione e commercializzazione degli alimenti, per poi passare ad affrontare il discorso dell'agricol- Chiesa e Missione di Dio Incontro di riflessione per i 50 anni dall'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II Venerdì 22 marzo ore 18, CISV Corso Chieri 121/6, Torino Come Servizio di Comunità CISV continuiamo la riflessione sui grandi temi del Concilio Vaticano II a 50 anni dalla sua apertura. Ripartiamo dagli stimoli che ci hanno offerto lo scorso ottobre Mons. Bettazzi e Padre Vavassori, ricordandoci il respiro universale che ha avuto, la nuova visione di Chiesa che ha proposto, la centralità della Parola, la ridefinizione del rapporto tra Chiesa e mondo. Proseguiamo approfondendo il tema della missione della Chiesa e di come questa possa essere al servizio della missione di Dio, partendo dalle intuizioni e dalle acquisizioni che il Concilio offre alla riflessione comune. Redazione Paolo Martella I contributi di informazione, riflessione e critica, così come foto e disegni, sono sempre graditi. Possono essere lasciati al CISV o spediti tramite e-mail agli indirizzi: promozione@cisvto.org pmartell@alice.it Il prossimo numero verrà chiuso in redazione nella 1a settimana di maggio Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 tura sostenibile ed arrivare infine al nocciolo del tema: la sovranità alimentare con i suoi molteplici risvolti sociali e culturali accresciuti dalla interdipendenza Nord-Sud. Dunque ci apprestiamo a scoprire tante cose interessanti nella pentola CISV, aiutati, come al solito, da giochi divertenti ed esperienze pratiche alla scoperta dei gusti del mondo. Il Campo si svolgerà presso il Castello di Albiano d’Ivrea, sede della fraternità CISV, da giovedì 13 giugno (con arrivo del ragazzi alle 18) e si chiuderà domenica 16 al pomeriggio. 9 Verso l’Assemblea di Bilancio Una roadroad-map per proiettarci al di là della crisi Con il bilancio preventivo 2012, presentato nell'assemblea di aprile scorso, abbiamo potuto prendere atto del difficile periodo che CISV sta attraversando in termini di sostenibilità economica e operativa. Di fronte a questo scenario si è cercato da un lato di predisporre una prima serie di misure di risposta immediata e dall'altro di avviare una riflessione che rivedesse in profondità il nostro modo di operare e individuasse nuove piste di lavoro da sviluppare nel futuro. La nostra attività non si è fermata: sono stati mantenuti gli impegni assunti con i nostri finanziatori e con i nostri partner e beneficiari, sono stati attivati gli ammortizzatori sociali previsti nei momenti di crisi (cassa integrazione in deroga), è aumentato l'impegno a concorrere ai bandi che venivano pubblicati, con sacrificio e generosità le persone si sono dedicate con ancora maggiore convinzione e impegno al lavoro da svolgere. A livello nazionale si è partecipato a una serie di incontri formativi organizzati da FOCSIV sul quadro della cooperazione allo sviluppo a livello europeo e si sono avviati intensi contatti con alcune ONG alla ricerca di un'alleanza forte. La raccolta fondi proveniente dai piccoli donatori è stata particolarmente curata e i risultati di fine anno, anche se non ancora ufficiali, ci portano a dire che sono stati superati gli obiettivi indicati nel bilancio preventivo 2012. Le attività finalizzate all'avvio di un cambiamento, che permettesse di prospettare scenari futuri verso cui indirizzarsi per superare l'attuale momento di difficoltà, sono state svolte con una metodologia che ha privilegiato un approccio di processo, supportato da una consulenza esterna. Si sono avuti momenti individuali basati su colloqui personali che hanno coinvolti tutti i lavoratori, in modo da poter raccogliere vissuti, esperienze e difficoltà del momento. Sono state avviate attività di counselling alla presidenza e infine sono stati attivati due sottogruppi di lavoro, uno ristretto e focalizzato a delineare le prospettive di cambiamento, il secondo che recuperasse in forma condivisa le riflessioni e le considerazioni di chi non partecipava al primo. Le attività si sono svolte nel corso dei mesi finali del 2012 e con l'inizio del nuovo anno si è potuto condividere in modo plenario il lavoro fatto. Il problema non risiede nella cosiddetta mission di CISV, che rimane quella che noi tutti conosciamo, come descritta nel nostro statuto e come riproposta nella carta dei principi del 2009: gli elementi di identità, la cultura di cui siamo portatori e le motivazioni che ci animano sono profondi, sentiti e condivisi al nostro interno. CISV è comunità, è territorio, è cooperazione allo sviluppo, è educazione alla mondialità, è informazione. Ciò che è diventato inadeguato è la capacità di raccogliere fondi per le attività che intendiamo svolgere: i finanziatori istituzionali, finora principalmente di natura pubblica, hanno drasticamente ridotto o addirittura azzerato la loro capacità di contribuzione per le attività di cooperazione allo sviluppo, altri stanno indirizzandosi verso politiche che portano a marginalizzare e escludere realtà come le nostre; la nostra capacità di intercettare risorse di natura privata ha mantenuto buone performance ma non è riuscita ad allargare sufficientemente il raggio dei possibili interlocutori. I costi di struttura sono quindi sovradimensionati rispetto al volume di attività, diventando insostenibili e pregiudizievoli per la durata nel tempo di CISV. Definito il problema, il lavoro si è concentrato a individuare, a partire da ciò che siamo, da ciò che facciamo e da ciò che ci caratterizza, i nostri punti di forza e i nostri punti di debolezza per arrivare a definire le opportunità da cogliere su cui fare leva per un processo di cambiamento capace di superare la criticità dell'attuale fase. Sono emerse diverse opportunità: • ricercare con forza un'alleanza forte e significativa con altre ONG, • ampliare numericamente la cerchia associativa, • attivare iniziative nell'ambito del “social business”, inteso come capacità di coprogettare con imprese private interventi in ambito sociale, • perseguire le opportunità che il web offre, • acquisire partenariati più stabili e meno occasionali a livello europeo, • costruire un impegno a favore delle nuove povertà in Italia, • promuovere cultura, educazione e formazione su nuovi stili di vita. Tra queste opportunità, ne sono state individuate due (la cooperazione internazionale e l'impresa sociale) che costituiscono gli ambiti all'interno dei quali ricercare le esperienze di successo e di innovazione a cui riferirsi e rispetto ai quali occorre individuare i bisogni formativi e i momenti di aggiornamento specifici a cui fare ricorso. Terminata questa seconda fase si passerà alla definizione della fattibilità delle soluzioni individuate e quindi alla loro concretizzazione. La prossima assemblea di bilancio, prevista per il 21 aprile, sarà il momento in cui fare il punto della situazione e dare avvio alla fase terminale del processo. La Presidenza Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 Le attività finalizzate all'avvio di un cambiamento, che permettesse di prospettare scenari futuri verso cui indirizzarsi per superare l'attuale momento di difficoltà, sono state svolte con una metodologia che ha privilegiato un approccio di processo, supportato da una consulenza esterna Tra tutte le opportunità identificate, ne sono state individuate due (la cooperazione internazionale e l'impresa sociale) che costituiscono gli ambiti all'interno dei quali ricercare le esperienze di successo e di innovazione a cui riferirsi e rispetto ai quali occorre individuare i bisogni formativi e i momenti di aggiornamento specifici a cui fare ricorso 10 Triduo Pasquale Tre giornate di profonda condivisione In occasione del Triduo Pasquale 2013 la Fraternità CISV di Sassi organizza tre giornate di spiritualità e lavoro che desidera condividere con altri amici in cammino. La proposta è di condividere momenti di lavoro e preghiera nelle giornate di giovedì 28, venerdì 29 e sabato 30 marzo. Vivrà con noi il Triduo Pasquale la comunità R/S del gruppo scout Torino 19. N.B.: il consueto appuntamento della Comunità CISV del giovedì santo ad Albiano con la cena ebraica quest'anno si svolgerà a Sassi. Segue il programma dettagliato del Triduo: GIOVEDI' 28 18:00 Santa Messa "in Cena Domini" 19:30 Cena ebraica SABATO 30 9:00 Lodi 10:00 - 12:00 Lavoro 12:00 Sesta 13:00 Pranzo 15:00 Nona (organizzata per coinvolgere anche i più piccoli) 15:30 - 18:00 Lavoro 18:00 Vespri. I momenti di lavoro che condivideremo saranno prevalentemente legati alla cura dell’ambiente e della terra che ci circonda quindi vi consigliamo un abbigliamento adeguato e un paio di guanti da lavoro. Per poter organizzare al meglio i momenti di lavoro, di preghiera e i pasti vi preghiamo di farci sapere a quali di questi intendete partecipare preferibilmente scrivendo all'indirizzo andrea.dibi@gmail.com (oppure telefonando al numero 0115172290 in orario serale) entro il giorno 25 marzo 2013. Per partecipare ai costi della preparazione dei pasti chi lo desidera potrà fare una offerta libera. VENERDI' 29 9:00 Lodi 10:00 - 12:00 Lavoro 12:00 Sesta 13:00 Pranzo 15:00 Nona (organizzata per coinvolgere anche i più piccoli) A presto e, per chi non avremo modo di in15:30 - 18:00 Lavoro contrare in questo periodo, 18:00 Vespri Buona Quaresima e Buona Pasqua. 21:00 Compieta La Fraternità di Sassi Arrivederci Pino! “La morte dei giusti è preziosa ai tuoi occhi, Signore” abbiamo ripetuto con il salmo durante la celebrazione dell'eucarestia per il funerale di Pino Meo, fondatore e volontario del CCM, che il 28 gennaio ha concluso la sua esistenza terrena: e quel ritornello era veramente appropriato alla circostanza! L'amore per la giustizia, la scelta dei poveri e degli ultimi, la donazione generosissima della propria professionalità, la delicatezza e l'umiltà con cui si è sempre avvicinato ai suoi pazienti in tanti paesi africani: tutto questo è emerso affettuosamente dalle tante voci sudsudanesi, etiopi, keniote, italiane che si sono avvicendate per dire un ultimo “grazie!” a Pino, per condividere con i famigliari e con gli altri amici tutto il dolore per la sua scomparsa ma anche per ricevere un incoraggiamento in più a continuare quello che Pino ci ha insegnato. Grazie al libro da lui pubblicato l'anno scorso “Africa malata” potremo ancora confrontarci con le sue scelte, il suo impegno, il suo rigore professionale, lasciandoci accompagnare dal suo sorriso vivace e rassicurante, che metteva tutti a proprio agio comunicando grande simpatia e bontà. Rosina Rondelli Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 11 Mali: Con i nostri volontari Per contrastare l’emergenza alimentare L’intervento europeo apre nuove speranze per una rapida risoluzione del conflitto nel paese africano, ma per tornare alla normalità occorre ristabilire la capacità dei maliani di governarsi in piena autonomia. La voce di due giovani torinesi che stanno condividendo inquietudini e attese della popolazione. in forma Lo scorso 11 gennaio la Francia ha deciso di intervenire militarmente in Mali, teatro del sanguinoso conflitto esploso un anno fa nel nord del paese, con un bilancio a oggi di migliaia di vittime e almeno 400 mila profughi, diretti verso gli altri Stati del Sahel o verso le aree interne non ancora toccate dagli scontri. In seguito al fallimento del dialogo con le milizie ribelli, la Francia ha accolto l’invito del governo maliano di scendere in campo schierando aviazione e artiglieria per contrastare l’avanzata dei commandos integralisti islamici, molto mobili sul territorio ma relativamente poco armati. Ma come sta reagendo la popolazione civile? «Al momento le truppe straniere sembrano ben accette alla gente, almeno per quanto riguarda l’80% degli abitanti, preoccupati dell’arrivo dal nord delle truppe ribelli. Solo una piccola parte della popolazione è ostile all’intervento francese, visto come un tentativo di salvaguardare i propri interessi nel paese africano» spiega Monica Del Sarto, giovane cooperante della CISV di Torino (www.cisvto.org) che vive e lavora a Bamako. Monica si trova in Mali da 2 anni (ma è in Africa da 10) insieme al marito Fabio Ricci, che coordina i progetti di sviluppo CISV rivolti a combattere la povertà e a promuovere la sovranità alimentare nell’area saheliana. «C’è una sorta di amore-odio tra Francia e Mali, com’è normale che sia tra madre patria ed ex colonia», racconta Fabio, «i maliani in realtà non avrebbero voluto l’intervento europeo, ma si rendono conto che senza appoggi esterni non c’è possibilità di sbloccare la situazione». Monica e Fabio, con alle spalle una lunga esperienza di cooperazione in Senegal, Burundi e Niger, sono arrivati in Mali per svolgere un’attività di potenziamento del settore agro-zootecnico, «di importanza vitale per un’economia a vocazione pastorale come quella maliana, ma che ora è in forte crisi per la degradazione delle risorse naturali e, ovviamente, per gli scontri armati» spiega Fabio. Lui e Monica hanno però scelto, malgrado le difficoltà, di restare nel paese in guerra e mantenere il loro impegno accanto alla gente. «Oggi il nostro compito è restare a fianco dei 20.000 allevatori e agricoltori maliani con cui stiamo realizzando attività di formazione e di gestione dei settori produttivi. Però più che gli aspetti tecnici, in questo momento è importante la nostra presenza in quanto tale: i nostri partner maliani si sentono sostenuti vedendo che restiamo con loro e ne condividiamo la situazione quotidiana, anche a costo di correre qualche rischio» dice Fabio. «Per ora la guerra sembra toccare poco le popolazioni civili», spiega Monica, «ma l’atmosfera è comunque tesa e un po’ dovunque è aumentata la vigilanza armata per il timore di attentati terroristici. Le autorità non ci permettono più di uscire dalla capitale, per il rischio di rapimenti, e questo un po’ ci limita visto che parte del nostro lavoro si svolge a Mopti. Ma il personale locale di Mopti continua a operare nella normalità e noi siamo costantemente in contatto con loro». La Regione di Mopti si trova al confine con il Burkina Faso, paese che condivide con il Mali circa 1.200 km di frontiera ed è tra le principali mete di affluenza dei rifugiati maliani. Adesso l’intervento internazionale lascia sperare in una rapida soluzione del conflitto. Ma è importante, sottolineano i due cooperanti, «che venga ristabilita la capacità dei maliani di autogovernarsi, in modo da poter presto avere nuove elezioni davvero libere». « Il settore agro-zootecnico e di importanza vitale per un’economia a vocazione pastorale come quella maliana, ma che ora è in forte crisi per la degradazione delle risorse naturali e, ovviamente, per gli scontri armati » FABIO «Per ora la guerra sembra toccare poco le popolazioni civili ma l’atmosfera è comunque tesa e, un po’ dovunque, è aumentata la vigilanza armata per il timore di attentati terroristici. Le autorità non ci permettono più di uscire dalla capitale, per il rischio di rapimenti, e questo un po’ ci limita visto che parte del nostro lavoro si svolge a Mopti. Ma il personale locale di Mopti continua a operare nella normalità e noi siamo costantemente in Stefania Garini contatto con loro» MONICA ANCHE TU PUOI FARE LA TUA PARTE PER SOSTENERE IL DIRITTO AL CIBO IN MALI: dona on line da www.retedeldono.it oppure da www.cisvto.org cc postale n. 26032102 cc bancario Banca Etica IBAN IT25 K 05018 01000 000000110668 CAUSALE: CIBO PER IL MALI Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 12 A proposito di Acqua Abbiamo scelto di organizzare un webinar in vista della Giornata Mondiale dell'Acqua, il 22 marzo 2013, per contribuire a diffondere la consapevolezza dei nostri consumi idrici, riassunti nel termine “Impronta idrica”, notevolmente appesantiti dall'acqua virtuale, quella porzione di acqua necessaria per produrre i beni di cui ci serviamo Giornata Mondiale dell’Acqua 2013 Per essere al passo con i tempi, Triciclo e Volontari per lo Sviluppo ci invitano il 18 marzo dalle 18 alle 20 a prendere parte al webinar “Acqua virtuale: quanta ne usiamo ogni giorno?” (possiamo iscriverci collegandoci sia col sito di Triciclo www.triciclo. ideasolidale.org che di Volontari per lo sviluppo). Cosa è un webinar? E' una conferenza via web nella quale però i partecipanti possono interagire dal proprio computer. Tale iniziativa, sostenuta anche dal Centro Servizi Idea Solidale, è la conclusione del corso di formazione “Confluenze” organizzato nel 2012 da Triciclo in collaborazione con CISV, CCM, LVIA, Agesci, ACLI, ENGIM. Tra gli obiettivi del corso erano presenti anche la realizzazione di un gioco sull'acqua virtuale e la sua diffusione presso Gruppi Scout, scuole, associazioni: questo aspetto è stato curato in particolare da Chiara e Sabina del CCM, che compariranno anche nel webinar per illustrarci il gioco in oggetto. Abbiamo scelto questo strumento in vista della Giornata Mondiale dell'Acqua, il 22 marzo 2013, per contribuire a diffondere la consapevolezza dei volumi dei nostri consumi idrici, riassunti nel termine “Impronta idrica”, notevolmente appesantiti dall'acqua virtuale, cioè da tutta quella porzione di acqua necessaria per produrre i beni di cui ci serviamo, specialmente i cibi che consumiamo, ma non solo. Il tema scelto dall'ONU per il 2013 è: ”Acqua e cooperazione internazionale”, unendo quindi l'impegno per il riconoscimento effettivo di un diritto fondamentale come quello che riguarda l'acqua, con una visione strategica che vada ben al di là del nostro territorio. Rosina Rondelli Si scrive acqua, si legge democrazia La trasformazione di SMAT da SpA (società di diritto privato) a società consortile (di diritto pubblico) è subordinata a una verifica dei costi e benefici sui piani fiscale, patrimoniale, giuridico ed economico, che dovrà avvenire entro 90 giorni Sul sito di TRICICLO abbiamo riservato uno spazio per le “Buone notizie” che martedì 5 marzo ha segnalato il comunicato stampa del Comune di Torino annunciante: “La SMAT potrebbe diventare una società sperimentale consortile”. C'è ancora il condizionale “potrebbe”, in quanto la trasformazione di SMAT da SpA (società di diritto privato) a società consortile (di diritto pubblico) è subordinata a una verifica dei costi e benefici sui piani fiscale, patrimoniale, giuridico ed economico, che dovrà avvenire entro 90 giorni, secondo quanto introdotto da un emendamento firmato dal capogruppo del PD, Stefano Lo Russo e previa la verifica di sostenibilità del piano d’ambito dell’Ato e dei piani di investimento adottati dall’azienda, come indicato da un emendamento primo firmatario Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia). Ma il Comitato Acqua Pubblica continuerà ad incalzare il Consiglio Comunale. Il Comune di Torino è arrivato ad approvare tale documento in seguito alla presentazione di una delibera di iniziativa popolare da parte del Comitato Acqua Pubblica Torino che, nel 2010 già aveva raccolto le firme di 12000 cittadini per modificare gli Statuti del Comune e della Provincia, inserendo in essi i prinicipi che l'acqua non è una merce e che la sua gestione deve essere effettuata da entità pubbliche. Una successiva raccolta di firme ha portato avanti una delibera di iniziativa popolare che, utilizzando gli strumenti della democrazia diretta, chiede ai Consigli Comunale e Provinciale di Torino di far uscire SMAT dalle logiche della gestione privatistica proprie della sua natura di società per azioni, riportandola Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 nell'alveo del diritto pubblico con la trasformazione in azienda speciale consortile, cioè pubblica e partecipata dai cittadini. Questo lungo cammino di impegno democratico aveva preso nuovo vigore con l'inaspettato successo della partecipazione popolare al referendum del 2011 sulla pubblicizzazione della gestione idrica che, per il notevole coinvolgimento - prima, durante e dopo – di tanti soggetti diversi (cittadini, amministratori, rappresentanti delle istituzioni) non può più essere letta soltanto in termini di manifestazione di sfiducia da parte dei cittadini verso le istituzioni e di crisi delle procedure della democrazia rappresentativa, bensì può indicare “... la volontà di “svolgere una funzione di supplenza nei confronti dei tradizionali canali di partecipazione politica , partiti in primis, per chiedere una riassunzione di responsabilità da parte delle istituzioni pubbliche e spazi di effettivo coinvolgimento dei cittadini” (Emanuele Fantini, La mobilitazione in Italia per l'acqua pubblica: economia morale e acqua virtuale – In “L'acqua che mangiamo” Edizioni Ambiente 2013) Altri referendum, purtroppo, sono rimasti lettera morta, colpevolmente ignorati o raggirati dai parlamentari, come quello che avrebbe voluto abolire il finanziamento pubblico ai partiti. Quello che voleva impedire la privatizzazione dell'acqua in Italia, già nel suo stesso risultato e per le azioni che poi ne sono seguite su tutto il territorio nazionale, dimostra che finalmente i cittadini non sono più disposti a lasciare inascoltate le loro richieste e proposte. Rosina Rondelli 13 Festa nella Chiesa Evviva! E’ Francesco, argentino, il nuovo Papa La Chiesa ha un nuovo papa, per la prima volta latinoamericano, per la prima volta gesuita, per la prima volta col nome emblematico di Francesco, Mercoledì sera, al momento del “gaudioso annuncio” da parte dell’emozionato protodiacono Jean Louis Tauran, grande è stata la commozione che abbiamo condiviso di fronte agli schermi televisivi con milioni di cristiani in tutto il mondo. Si è subito fatto notare lo spirito di grande essenzialità con cui Jeorge Bergoglio è salito sul soglio di Petro: il suo salutare la folla dei fedeli con un colloquiale “Buona Sera”, il suo invito a pregare insieme con semplicità in luogo della proclamazione di elaborati discorsi programmatici. Tutti hanno sottolineato l’estrema sobrietà della persona, anche evidenziata da elementi come la croce di ferro, di grande impatto simbolico, che fanno ben sperare relativamente al profondo rinnovamento, invocato da tanti, per la Chiesa come istituzione. Secondo il giornalista argentino Horatio Verbitsky il nuovo papa avrebbe tenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti della dittatura militare in Argentina, in particolare relativamente all’arresto di due confratelli presi di mira dal regime. Rispetto a questa accusa, molto autorevoli sono state le smentite. Il connazionale Perez Esquivel, premio Nobel per la pace nel 1980, esclude che vi siano stati legami tra il nuovo papa ed il regime Videla aggiungendo: “Io so per certo che molti sacerdoti che chiesero alla giunta militare la liberazione dei prigionieri non furono mai ascoltati”. Leonardo Boff osserva. “Bergoglio ha sempre preso la posizione dei poveri e degli oppressi anche nel suo stile di vita: è una persona semplice che si sposta in autobus, che vive in un piccolo appartamento, cucina da solo. Viene dal popolo e lo si vede anche nella sua azione pastorale. Il nuovo papa parla del debito che tutti abbiamo verso i poveri perché la diseguaglianza è frutto di una società anti-etica e anti-umana”. Infine Jorge Ithurburu, presidente dell’Associazione 24 marzo, storica organizzazione di parte civile nei processi contro i militari argentini in Italia, distingue: “Una cosa è la responsabilità della Chiesa cattolica come organizzazione, altra quella dei singoli. Bergoglio all'epoca non era neanche vescovo e di sue responsabilità individuali non c'è traccia”. Carissimi Amiche ed Amici, sono ormai tre anni che Ferruccio ha concluso la sua esistenza terrena e domenica 17 marzo, alle 10,30, nella parrocchia di Reaglie, pregheremo in suo suffragio celebrando una eucarestia. Sono sicura che, ovunque vi troviate quella mattina, vorrete unirvi a noi col pensiero, per ringraziare insieme il Signore del grande dono che ci ha concesso facendoci godere della sua bontà e generosità, della sua cultura e del suo affettuoso sorriso. Sorriso che continua ad incoraggiarci in questi tempi così indecifrabili e faticosi. Rosina UN BEBE’ BEATO! La Comunità abbraccia Roberta Beato compiacendosi per la nascita della piccola Paolo Martella Arianna. Un sorriso che non abbiamo dimenticato Come Comunità ci sentiamo profondamente partecipi con questo ricordo del compianto Ferruccio Fantini inviato da sua moglie Rosina Rondelli. Tutti hanno sottolineato l’estrema sobrietà della persona, anche evidenziata da elementi come la croce di ferro, di grande impatto simbolico, che fanno ben sperare relativamente al profondo rinnovamento, invocato da tanti, per la Chiesa come istituzione 14 A tutti i soci, collaboratori e amici della CISV Convocazione dell’Assemblea Ordinaria Domenica 21 Aprile 2013, ore 9,30 - 16,00 CISV Città dei Ragazzi (SASSI) Strada del Traforo del Pino 67, Torino Nel corso dell’Assemblea i soci saranno chiamati a rinnovare le cariche elettive della CISV per il prossimo Triennio. NON MANCATE! Carissimi, Programma della giornata: è tempo di bilanci: la comunità CISV è invitata a riunirsi per valutare i tre anni di lavoro del Consiglio, che è giunto alla fine del suo mandato, ed insieme ad analizzare e approvare il bilancio consuntivo 2012 e preventivo 2013. Come recita una bellissima canzone di un poeta cileno resa celebre da Mercedes Sosa “Cambia todo cambia”: “Kcambiano le cose superficiali, cambiano quelle nel profondo, cambia il clima con gli anni, cambia il pascolo il pastore. Cambia il modo di pensar, cambia tutto in questo mondo. Così come tutto cambia, che io cambi non è strano.. Però non cambia il mio amore per quanto lontano mi trovi, né il ricordo né il dolore della mia terra e del mio popolo. E ciò che è cambiato ieriK dovrà cambiare domani.” 9,30 Preghiera animata dal Servizio di Comunità 9,45 Presentazione del lavoro svolto nel triennio e disegno del necessario e possibile cambiamento 10,15 Dibattito 11,00 Analisi del bilancio consuntivo 2012 a cura del Tesoriere; dibattito e approvazione da parte dell’assemblea 12,00 Presentazione e approvazione bilancio preventivo 2013 13,00 Pranzo condiviso 14,00 Presentazione dei candidati 14,30 Operazioni di voto 16,00 Proclamazione degli eletti e conclusione. Buon Compleanno El Barrio ! El Barrio, la struttura che ospita da molto tempo la sede CISV per educazione alla mondialità, protagonismo giovanile e co-sviluppo, ha compiuto 10 anni. Tre giorni di festa (dal 1° al 3 marzo scorsi) hanno celebrato questa importante ricorrenza che, in un atmosfera un po' festival e un po' sagra di paese, ha alternato mercatini di produttori agricoli e artigiani, concerti, dj set, laboratori manuali, tavole rotonde, musica, cibo e vino... Tra i tanti eventi del programma, sabato 2 marzo si è svolto il mercatino dei giovani agricoltori, appuntamento pensato all’interno della campagna su diritto al cibo e sovranità alimentare “Siamo tutti nella stessa pentola”.. Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 15 8 marzo: CISVestiamo Una festa delle donne per le donne senza diritti Sfilare è roba da donne? Certo, per questo l’appuntamento annuale con abiti e accessori per tutti gli stili, vintage, d’epoca e di oggi, sulla passerella dell’Hiroshima Mon Amour, quest’anno è stato l’8 marzo, per sostenere i progetti a favore dei diritti delle donne. Ma come non sottolineare anche il forte messaggio ecologico nell’ottica del riciclaggio e del riuso? Gli abiti, indossati da modelle e modelli inaspettati sono andati all’asta presentati da dei battitori d’eccezione, i Mammuth, che hanno condotto la manifestazione tra freddure e battute scottanti. La serata si è poi accesa con il BACIAMI STÜPIDA PARTY, la festa itinerante di Torino, a gestione totalmente femminile. Ottimo il risultato in termini di raccolta fondi. Grazie anche all’impegno dei 40 volontari che hanno supportati lo staff della CISV nella preparazione e realizzazione, l’iniziativa è stata organizzata un modo impeccabile e ha fruttato circa 3000 € che andranno a sostenere i progetti Cisv per i diritti delle donne in Senegal, Guatemala e Haiti. Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013 16 4 Una finestra aperta sul mondo 8 MARZO. Una finestra aperta sull’altra metà del mondo Marocco, donne ad altre latitudini Il racconto di una viaggiatrice, che grazie al Cefa, ha conosciuto un Marocco non da turista, ma paese vivo di donne che lavorano e si impegnano per il loro paese. Donne che vengono alfabetizzate, donne a teatro. Un viaggio fuori dall’ordinario, per un ordinaria turista occidentale Una donna tra i pastori Dal Cisv arriva la storia di Anna, veterinaria da 4 anni in Senegal, si sposta in bus, ama l’Africa, è occidentale solo di nascita. Anna, grazie alla sua attività con l'ong, promuove lo sviluppo e il benessere delle popolazioni rurali, facendo la spola tra il Mali - oggi in guerra – il Niger, il Senegal e il Burkina Faso. Uganda, 1919-enne eletta al Parlamento Proscovia Alengot Oromait eletta lo scorso settembre al parlamento ugandese, è la più giovane eletta in Africa. La sua nomina fra congratulazioni e polemiche. Riabilitazione al femminile in Sudan "Università delle Donne”; è il primo college in Sudan ad ammettere studenti di sesso femminile. Da qualche anno l’OVCI ha attivato al suo interno un corso di fisioterapia, che aiuta anche le donne a prendere fiducia in se stesse. “L’università mi ha fatto scoprire che ho il diritto di avere delle opinioni” dichiara Sharez Abdul Mareim Sharif Iraq | A 10 anni dalla caduta di Saddam ancora soprusi e violenze Sono passati 10 anni dall'invasione dell'Iraq, volta a "portare la democrazia" da parte degli Usa contro il regime di Saddam Hussein. Amnesty International diffonde un rapporto nel quale si evidenzia che il paese resta intrappolato in un orribile ciclo di abusi, tra i quali attacchi contro la popolazione civile, tortura nei confronti dei detenuti, violenze e processi irregolari. Land grabbing | Si mobilitano i Coldplay La band britannica, promotrice della campagna “Coltiva” di Oxfam, lancia un progetto: un video fatto dai propri fan, sulla musica di una delle loro canzoni più famose “In my place”, per denunciare il fenomeno del land grabbing. Gli articoli completi si trovano sul sito di volontari per lo Sviluppo: http://www.volontariperlosviluppo.it/ Anno XIII, Numero 4, Marzo 2013