Dai 60 anni di alle griffe Gucci, Scervino, Cavalli, Ferragamo

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Dai 60 anni di alle griffe Gucci, Scervino, Cavalli, Ferragamo
Mensile delle eccellenze toscane
n.3 - giugno 2007
Euro 3,50
Euro 1,00*
TOSCANA
Copertina n3.indd 1
Mensile - n.3 - giugno 2007 Spedizione in A.P. art.1, L 46/04 - In abbinamento a 1,00 € (*più il prezzo de Il Giornale e Il Giornale della Toscana)
d’Ex Toscana n.3 - gi ug no 2007
NAUTICA
GLI YACHT PIÙ BELLI
DELL’ARCIPELAGO
REPORTAGE
In Libano con i parà
della Folgore
ENOLOGIA
Il Morellino da vino
di moda a prodotto garantito
PERSONAGGI
GIULIANO BAGNOLI
Da campione di tiro al piattello
a imprenditore golfista
ITINERARI
Sulla costa le antiche torri
sentinelle del mare
Questione di stile
Emilio Pucci
Dai 60 anni di
alle griffe Gucci, Scervino, Cavalli, Ferragamo
17-05-2007 11:06:22
Reportage
LIBANO
venticinque
anni dopo
A
di Sandro Addario
da Tibnine (Libano meridionale)
i posti di blocco all’ingresso delle
basi militari italiane nel Libano
meridionale un cartello indica lo
stato di allerta in corso. Attualmente è verde, il più basso. Situazione per il momento tranquilla quindi
nell’area di responsabilità del contingente
italiano composto da oltre 2400 militari
impegnati nella missione Unifil, per conto delle Nazioni Unite. Ma la guardia non
viene abbassata un attimo. È dall’agosto
2006 che il Consiglio di Sicurezza ha dato
il via all’operazione che vede coinvolti oltre 13.000 caschi blu provenienti da 30
nazioni, che hanno l’incarico di garantire
la pace nella tormentata zona sud del Li-
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bano, teatro di continui scontri tra le milizie del gruppo radicale sciita Hezbollah
e l’esercito israeliano. Una pace che dà finalmente respiro ad una popolazione che
ha negli occhi anni di guerra e sul cui territorio giacciono ancora decine di migliaia
di mine e bombe a grappolo inesplose,
rischio perenne per la popolazione e per
l’agricoltura della regione.
È la seconda volta, dopo le operazioni Libano 1 e Libano 2 degli anni 1982-1984,
che i militari italiani operano su questo
territorio in missione di peace-keeping.
Il generale Maurizio Fioravanti, comandante della Brigata paracadutisti Folgore
di Livorno, ha assunto con i suoi reparti
Da aprile la Brigata Paracadutisti “Folgore”di Livorno
guida il contingente italiano dei caschi blu Onu
operante ai confini con Israele. Siamo andati a trovarli
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Reportage
Italiani brava gente L’attività umanitaria svolta dai nostri soldati è molto apprezzata dalla popolazione locale
dal 22 aprile la guida del contingente italiano, subentrando alla Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” comandata dal
generale Paolo Gerometta. Ai suoi ordini
il 186° Reggimento Folgore di Siena e il
“Genova Cavalleria
(4°)” di Palmanova,
oltre all’indispensabile supporto dei reparti logistici e del Genio.
«Tornando in Libano
dopo ventitré anni e
mezzo – dice il generale Fioravanti – dove
avevo partecipato alla
forza multinazionale
comandata dal generale Angioni, posso
testimoniare come italiano (e questo mi fa
sentire veramente orgoglioso) che dovunque giro trovo la stessa accettazione e la
stessa allegria di bambini e grandi. Questi
ultimi non mancano mai di ricordare quello che gli italiani fecero a quel tempo per
il Libano. Tutto questo non è poco, perché
svolgere un mandato Onu con la gente che
ti accetta, ti sorride e ti considera quasi di
casa è veramente un’altra cosa».
Le pattuglie italiane controllano ventiquattr’ore su ventiquattro un territorio
grande quanto la provincia di Pistoia. Le
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La gente qui ricorda ancora con favore come
operarono nel 1982 i nostri militari, per
questo ci accetta e ci sorride
Comandanti
I generali Fioravanti (a sinistra)
e Gerometta al cambio di comando
del contingente italiano
La gente riscopre la propria terra
con le mappe del Geografico militare
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Fiorentini
L’aggiornamento delle mappe
da parte dei geografi dell’Igm
ltre 5000 carte geografiche aggiornate del Libano
meridionale sono già state distribuite alla popolazione
locale da parte del contingente militare italiano operante nella
missione Unifil. Molte sono date alle scuole e alle istituzioni locali.
La loro realizzazione – e il costante aggiornamento
sulla base delle informazioni ottenute sul terreno - è
curata dai tecnici dell’Istituto Geografico Militare di
Firenze, presenti in Libano come in tutti gli altri teatri
operativi all’estero dove sono impegnate le nostre
forze armate.
È la prima volta, dopo circa 60 anni, che la gente
può disporre di una mappa della regione, dove sono
indicate tra l’altro le zone disseminate da mine e
bombe a grappolo inesplose, come pure le aree che
sono già state bonificate. Un aiuto fondamentale per la rinascita
civile e sociale di quella terra, che può così tornare a guardare con
ottimismo verso l’agricoltura, sua unica risorsa economica.
Le forze in missione
Tripoli
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Beirut
Tiro
Operativi
strade, specie quelle piccole di campagna,
sono impregnate del penetrante profumo
delle coltivazioni di agrumi mentre a pochi passi rovine e case distrutte (anche se in rapida fase di
ricostruzione) testimoniano
l’impronta della guerra. A
nord c’è il fiume Litani, esile
corso d’acqua che separa il
Libano centro settentrionale
dalla zona dove per 60 anni
è mancata la presenza dello
Stato. Con la conseguenza
che la gente ha accettato e continua ad
accettare chi le ha fornito una casa e un
lavoro, a cominciare dagli Hezbollah, che
Naqoura
Quel parà molto “marziale”
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l miglior consiglio è quello di essergli amico. Non solo perché è un toscano simpatico e alla mano, ma anche perché è istruttore di arti marziali presso il centro sportivo militare della Brigata Paracadutisti Folgore di
Livorno. Il tenente colonnello Claudio Vanini (nella foto) è ora in Libano,
impegnato con il contingente militare italiano nella missione Unifil delle
Nazioni Unite. Tra i compiti che l’Onu
ha assegnato alla forza multinazionale di
pace presente nel Libano meridionale, c’è
anche quella di assistere e coadiuvare le
Forze Armate Libanesi (Laf) nel ristabilire
sicurezza e condizioni di pace in quella
terra a pochi chilometri dal confine con
Israele. Appena si è saputo dell’arrivo di
Vanini, da parte delle Laf c’è stato subito
molto interesse a conoscere le specialità
sportive che il maestro – 6° Dan di Karatè e 4° Dan di Aikido – potrebbe
insegnare ai “colleghi” libanesi. Una specialità, quella delle arti marziali,
che Vanini ha perfezionato in Toscana anche grazie ad un’istruttrice d’eccezione: la giapponese Keiko Wakabayashi, un’attiva signora di 76 anni che
divide la sua vita tra il Giappone e Cecina. Quest’ultima in Italia prepara
gli atleti della Folgore che partecipano ai campionati nazionali militari
di arti marziali ma al tempo stesso collabora con gli istruttori dei parà al
perfezionamento delle tecniche di difesa personale.
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Una veduta della
base italiana e un
momento di una
ricognizione su
un blindato con i
colori dell’Onu.
A destra la sala
operativa del
comando Italbatt2
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Il maggior contributo al contingente di pace
delle Nazioni Unite in Libano – denominato
UNIFIL – è dato dall’Italia con circa 2500
militari su un totale di 13.000 provenienti da
30 nazioni.
Dopo lo sbarco dei marò del “San Marco” e
dei Lagunari della “Serenissima” nello scorso agosto nella zona di Tiro, il completamento del contingente è stato assicurato dalla
Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli”.
A questa, il 22 aprile 2007, è subentrata la
Brigata Paracadutisti “Folgore” di Livorno.
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ora puntano a rafforzarsi come formazione politica, nonostante che nel mezzo della
loro bandiera gialla continui a campeggiare un mitra, simbolo della lotta armata. A
sud c’è il munitissimo e controllatissimo
confine con Israele, il cui esercito e la cui
intelligence sono impegnati a non tollerare
altri attacchi da nord dopo quelli, sanguinosi, della scorsa estate. Ai quali fu risposto
con una pesante rappresaglia che arrivò
fino a Beirut, danneggiando aeroporto ed
vie di comunicazione con la Siria, presunto canale di rifornimento di armi per gli
Hezbollah. «Nostro compito – conclude il
generale Fioravanti – è quello di stare in
mezzo alla gente, facendosi vedere e facendosi ben volere. Rispettando gli abitanti
sempre con la giusta fermezza anche per
essere credibili nello svolgimento del mandato che abbiamo avuto dall’Onu».
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