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stagione 2010-11, numero 3, 16 novembre 2010 in questo numero › La mia primavera di Praga › I Promessi sposi alla prova › Perthus › Oklahoma! Politeama Rossetti Sala Bartoli mar ★ 16 novembre mer 17 20.30 PRI I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA 20.30 A di Giovanni Testori drammaturgia di Sandro Lombardi e FedericoTiezzi regia di Federico Tiezzi Platea A-B 2★ Platea C - Gallerie 1★ Platea A-B € 29/€ 24 Platea C € 21/€ 17 Gallerie € 16/€ 13 Coppelia, Lo Schiaccianoci, We Will Rock You novembre gio 18 novembre ven 21.30 Ba1 21.00 Ba4 Coppelia, Lo Schiaccianoci, We Will Rock You 21.00 20.30 B 19 novembre 21.00 Ba2 20.30 C 20 novembre 21.00 Ba3 21 17.00 Ba5 sab dom 16.00 D novembre lun la mia primavera di praga di e con Jitka Frantova regia di Daniele Salvo Posto unico 2★ Biglietti Posto unico interi € 25 ridotti € 22 22 novembre mar ★ 23 novembre oklahoma ! di Rodgers & Hammerstein musiche di Richard Rodgers libretto e liriche di Oscar Hammerstein II regia di Julian Woolford coreografie originali di Agnes De Mille con Marti Webb, Mark Evans, Gemma Sutton Platea A-B-C 4★ Gallerie 3★ Loggione 1★ Platea A-B € 55/€ 52 Platea C € 50/€ 47 I Galleria € 43/€ 40 II Galleria € 38/€ 35 Logg. €16 mer 24 20.30 M 16.00 E 20.30 novembre gio 25 novembre 20.30 O 16.00 20.30 N 20.30 P ven 26 Le signorine di Wilko, The seven fingers “Traces” 21.00 Ba1 21.00 Ba4 Le signorine di Wilko, The seven fingers “Traces” 21.00 21.00 Ba2 novembre sab 27 21.00 Ba3 28 17.00 Ba5 novembre dom novembre lun perthus di Jean-Marie Besset traduzione di Anna D’Elia con Giampiero Cicciò, Annibale Pavone, Andrea Luini, Matteo Romoli regia di Giampiero Cicciò Posto unico 2★ Biglietti Posto unico interi € 25 ridotti € 22 29 novembre mar IL PRIMO ILLY NON SI SCORDA MAI. Un gusto unico. Note fiorite e fruttate di caramello, cioccolato, pane tostato e miele.Unasensazionefinaledolce,vellutata, sempreappagante.Indimenticabile. 20.30 M MATTHEW BOURNE’S SWAN LAKE 20.30 DAN musiche di Pyotr Ilyich Tchaikovskij coreografia e regia di Matthew Bourne scene e costumi di Lez Brotherston 20.30 O Platea A-B-C 4★ Gallerie 3★ Loggione 1★ Platea A-B € 60/€ 57 Platea C € 55/€ 52 I Galleria € 47/€ 44 II Galleria € 40/€ 37 Logg. €16 30 21.00 Ba1 1 21.00 Ba4 2 21.00 3 21.00 Ba2 4 dicembre 21.00 Ba3 5 17.00 Ba5 novembre mer 16.00 FAM 20.30 N 16.00 P 20.30 dicembre gio dicembre ven dicembre sab dom dicembre lun 20 novembre di Lars Norén traduzione di Annuska Palme Sanavio regia di Fausto Russo Alesi, elementi scenici di Marco Rossi con Fausto Russo Alesi Posto unico 2★ Biglietti Posto unico interi € 25 ridotti € 22 6 dicembre NoveeccellentitipidiArabicarendono unicoilgustodiillyinqualsiasiforma:grani, macinato, cialde, capsule, decaffeinato. Al baroacasa.Segustateillyconl’attenzione chesimerita,poiloriconoscetesempre. E quando lo riconoscete e ne diventate esperti,diventaunapassione.Persapernedi più:www.illy.com ca e´ Ros setti gustatevi la cena Largo Giorgio Gaber 2, Trieste - tel. 040 5700566 ap er a p anch to ran e zo! Le musiche dello spettacolo diretto da Daniele Salvo sono firmate dal triestino Marco Podda 1968 a Praga: c’è aria di libertà... L’attrice Jitka Frantova in scena alla Sala Bartoli in uno spettacolo che va oltre il reportage storico Esile, raffinata, ma forte di uno sguardo diretto, luminoso, aperto, pieno di carisma: uno sguardo proprio di quelle persone che possiedono una grande interiorità, una profonda esperienza e la generosità rara di condividere tali doni con gli altri, per arricchirli… È così Jitka Frantova, attrice praghese che ha attraversato nella propria vita momenti fondamentali e dolorosi della nostra storia recente. Con La mia primavera di Praga Jitka Frantova regala alla stagione altripercorsi un respiro d’Europa e un messaggio che è un’ipoteca di pace sul futuro di questa Europa che ci appartiene e nella quale dobbiamo riconoscerci tutti. Lo spettacolo ripercorre la “Primavera di Praga” – che a partire dal gennaio 1968 avviò il processo di liberalizzazione della Cecoslovacchia – e la “Rivoluzione di velluto” del 1989, che segnò la caduta definitiva del regime comunista cecoslovacco e concorse a ridefinire l’assetto politico internazionale del secolo scorso: lo fa con il rigore di un reportage storico ma è molto di più. C’è partecipazione, umanità, passione, sofferenza, gioia, nel racconto di Jitka Frantova, c’è un trascolorare variopinto di stati d’animo ed emozioni che soltanto chi ha vissuto quei momenti può 4 Giovedì 18 novembre ore 17.30 - Cafè Rossetti Jitka Frantova e Noemi Calzolari parlano dello spettacolo “La mia Primavera di Praga” - ingresso libero - restituire. E infatti la protagonista e autrice dello spettacolo è stata protagonista anche di quei complessi momenti storici e politici, al fianco di un uomo – suo marito, Jiri Pelikan – che ha rappresentato un importantissimo punto di riferimento per la Cecoslovacchia in quegli anni. Jiri Pelikan è stato un uomo politico di altissima levatura morale ed etica: ha combattuto contro l’invasione dei carri armati russi nel 1968, in prima linea con le armi del rigore intellettuale e della volontà. La politica ha sempre fatto parte della vita di ALTRI PERCORSI: “LA MIA PRIMAvERA DI PRAGA” Jitka Frantova, le ha prospettato scenari inattesi, ha cambiato inavvertitamente il corso della sua esistenza. Con il marito ha condiviso la lotta, le ostilità subite, il duro destino dell’esilio che li ha condotti in Italia. E anche da qui, ormai lontani dall’amata Praga, hanno proseguito nel loro impegno per il ripristino della democrazia in Cecoslovacchia. Contemporaneamente, anche nel nostro Paese, l’attrice si è affermata con decisione, al punto di essere molto premiata e ricercata, capace di recitare in ceco, italiano e tedesco: una vera anima europea. I suoi ricordi sulla scena affiorano lentamente dal passato e diventano teatro, narrazione, autobiografia di due persone che sono testimoni della tormentata storia ceca: e come nella vita, sulla scena si affastellano parole, immagini proiettate, talvolta documenta- ristiche altre private e inedite, suoni, musiche... Sono le tessere di un racconto pregno di valori di libertà, rispetto e impegno civile, un racconto rivolto alle nuove generazioni, che di questi eventi non sanno più di quanto si trova nei libri di storia, ma anche a chi può riandare con la memoria a quel periodo lacerante e ricordare gli appelli, le notizie date dai media, le speranze e le paure che quanto accadeva nell’Europa orientale suscitava qui... Ad accompagnare le emozioni che Jitka Frantova creerà in palcoscenico, ci saranno le belle musiche originali composte dal Maestro Marco Podda, un apprezzato e colto artista triestino il cui lavoro lo Stabile ospita con particolare soddisfazione. Lo spettacolo ha ottenuto numerosi riconoscimenti, fra cui l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i beni e le attività culturali, dell’Ambasciata Ceca e dell’Ambasciata Slovacca.. (i.lu.) La mia primavera di Praga abbonamento altri percorsi Politeama Rossetti Sala Bartoli dal 16/11 al 21/11/2010 durata 1h senza intervallo La mia Primavera di Praga di e con .................................Jitka Frantova regia.........................................Daniele Salvo musiche originali ...................Marco Podda scene ................................ Barbara Tomada costumi.........................................Mario Pisu luci ........................................Christian Sorci elaborazione immagini video .................................. Giandomenico Musu assistente scenografa ............................................Melissa Fasolino una produzione .......................... “Fahrenheit 451 Teatro” Lars Norén 20 Novembre dal 30 novembre al 5 dicembre 2010 Politeama Rossetti - Trieste, Sala Bartoli 5 Il capolavoro manzoniano diventa uno specchio in cui riflettere la tribolata contemporaneità Si prova a teatralizzare il Manzoni Federico Tiezzi firma la regia del testo di Giovanni Testori, uno dei grandi drammaturghi del Novecento «Ci sono testi che riaffiorano alla memoria come parole dimenticate» dice Federico Tiezzi de I promessi sposi alla prova di Giovanni Testori, testo che porta in scena sotto gli sguardi pieni d’attesa degli appassionati di teatro e dell’opera di questo grande scrittore del Novecento. «È un ritorno alla giovinezza – sottolinea il regista a proposito dell’opera originaria da cui s’avvia la reinvenzione testoriana – letto sui banchi di scuola, e poi più e più volte nel corso degli snodi cruciali della vita, ho finito così per affezionarmi ad alcune figure (Fra’ Cristoforo, l’Innominato, la Monaca di Monza), che, più di “personaggi” son diventati per me luoghi del pensiero. Ecco allora che Testori mi ha offerto l’opportuna chiave di lettura e di regia dell’originale manzoniano: Promessi sposi sì, ma alla prova». E in questo “alla prova” si condensa il cuore di una linea fondamentale per la messinscena di Tiezzi: Giovanni Testori infatti, già famoso per le sue reinvenzioni shakespeariane, segnate fin dal titolo da una deformazione linguistica forte (Ambleto, Macbetto), qui appone al titolo manzoniano soltanto la specificazione “alla prova”. Ciò ha un senso rilevante: innanzitutto ci indica che il romanzo viene spinto nel territorio del teatro, in secondo luogo segnala 6 che nel testo l’autore “verifica”, mette alla prova, le proprie passioni umane e culturali, la propria vita, la propria opera. Nelle mani di Tiezzi dunque, e nel luogo assoluto della “verifica” – il palcoscenico – i Promessi sposi divengono “lezione e monito”, si prova la “tenuta” del romanzo quale strumento dell’espressione del punto di vista di Testori. Egli desiderava infatti fare del capolavoro manzoniano lo specchio in cui riflettere i suoi anni “tribolatissimi” e a ben guardare, i nostri non sono affatto da meno in quanto a tribolazioni... PROSA: “I PROMESSI SPOSI ALLA PROvA” Proprio questo desiderio di aprire gli occhi sulla realtà guida Testori nell’individuazione dei nuclei narrativi del romanzo e nella loro ricomposizione scenica e morale. «È un testo – evidenzia Tiezzi – a cui bisogna fare l’orecchio: raccoglie l’eredità del romanzo ma lo costringe, allo stesso tempo, a funzionare come lo specchio di un radar, capace di cogliere l’eco del nostro anche recente passato e insieme, ma di più, il bagliore, il pispiglio, il balbettio, il riflesso, ecco, il riflesso del nostro futuro. È una dram- maturgia discontinua: montagne russe che partono da un attacco tratto di peso da Pirandello, in cui la lingua italiana “odierna” funziona da collante fra l’altezza manzoniana e il “basso” dei numeri della “prova in atto” che sa di music hall e circo». Fra tutti questi diversi registri si muovono gli attori: gli attori della finzione, scalcagnati con il loro capocomico che incontreremo all’alzarsi del sipario, su un palcoscenico di fortuna in un quartiere periferico di Milano, mentre s’ingegnano a mettere in scena il romanzo manzoniano. E gli attori veri, che invece fanno palpitare di emozioni questo allestimento, tutti interessanti, singolari, sorprendenti nella loro espressività. Si tratta del nucleo centrale della Compagnia Sandro Lombardi a cui per l’occasione si sono integrati altri nomi. Un cast prezioso e composito, guidato dalla mano colta di Tiezzi e in cui compaiono i nomi di Francesco Colella, Marion D’Amburgo, Iaia Forte, Sandro Lombardi, Alessandro Schiavo, Caterina Simonelli, Massimo Verdastro e Debora Zuin. Assieme danno vita a uno spettacolo che è anche modo per fare omaggio, tramite un caposaldo della cultura, alla ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. (i.lu.) I Promessi Sposi alla prova abbonamento prosa Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 17/11 al 21/11/2010 durata 2h e 30’ con intervallo di ........................................ Giovanni Testori drammaturgia di..........Sandro Lombardi .............................................. Federico Tiezzi scene ...............................Pier Paolo Bisleri costumi.............................. Giovanna Buzzi luci ........................................... Gianni Pollini regia di ................................ Federico Tiezzi il maestro......................Sandro Lombardi L’attore che fa Renzo . Francesco Colella L’attrice che fa Lucia .............. Debora Zuin L’attrice che fa Agnese .......................................Marion D’Amburgo L’attrice che fa Perpetua .........................................Caterina Simonelli L’attore che fa Egidio .Alessandro Schiavo L’attore che fa Don Rodrigo .........................................Massimo verdastro L’attrice che fa Gertrude............. Iaia Forte Compagnia Sandro Lombardi I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA di Giovanni Testori drammaturgia di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi regia di Federico Tiezzi dal 1° al 5 dicembre 2010, Politeama Rossetti - Trieste, Sala Assicurazioni Generali 7 Lo spettacolo affronta le diverse prospettive di vita di genitori e figli e gli inevitabili scontri che ne derivano Perthus Nell’interiorità degli adolescenti... Il francese Jean Marie Besset utilizza un’ironia amara e trascinante per raccontare una storia universale Quanto varrà il sorriso di un figlio, la sua confidenza, l’essere accanto a lui per asciugare le lacrime di un suo turbamento? Quanto varrà condividere con lui l’ansia per un’interrogazione, commentare assieme un incontro sportivo, offrirgli qualche suggerimento prezioso per chi con la vita inizia appena a “fare a pugni”? I padri di Paul e Jean Luois – i giovanissimi protagonisti di Perthus – non sanno nulla di tutto ciò. Probabilmente non se ne interessano, così presi, come sono, dalle ambizioni delle loro carriere, dall’impegno sfrenato ad accumulare denaro. Se messi davanti alle esigenze dei figli diventano addirittura goffi, bugiardi… non hanno peso nella loro evoluzione verso l’età adulta e perciò, nella pièce sono invisibili. Nemmeno le madri dei due ragazzi si pongono il problema di scandagliare la complessa interiorità degli adolescenti. Paul e Jean Luois, sono una “loro proprietà” e rappresentano forse l’ultima opportunità per le due donne di rivalersi delle rispettive frustrazioni: sono figli “prodigio”, figli “gioiello”, da plasmare secondo i loro schemi. Il loro futuro va pianificato perché possano dare alle mamme tutte quelle gratificazioni che come mogli e donne non hanno ottenuto: le loro potenzialità vanno incensate, le fragilità, semplicemente 8 ALTRI PERCORSI: “PERTHUS” rifiutate. In ciò le due donne sono l’una lo specchio dell’altra: fanno conoscenza e nasce fra loro un legame di amicizia, fiducia, di reciprocità: stesse infelicità e stessi obiettivi... E che ne è, in tutto questo, dei due ragazzi? Sono compagni di liceo, si conoscono, anzi si “ri-conoscono” e assieme tentano incerti, gracili e appassionati di affacciarsi all’età adulta. Paul è appassionato di letteratura e di teatro, Jean-Louis è un giovane ammaliante e misterioso alunno dell’ultimo anno: la loro immediata amicizia, fatta di grande complicità ed esclusività, presto si trasforma. Paul si scopre innamorato di Jean-Louis, con tutta l’irruenza della sua età adolescenziale. Nemmeno a questo punto però le due madri si piegheranno alla vita, e anzi, opprimeranno i ragazzi pur di non lasciarli distrarre dai loro progetti d’affermazione. Sarà dunque scontrandosi con i perentori dettami materni che Paul e Jean-Luis proveranno a integrarsi in una collettività dove l’uniformità e l’anestesia delle pulsioni appaiono come antidoti contro l’emarginazione. Soffocando e allenando l’anima alla finzione, per immergersi miseramente in una realtà piatta e omologata, il nostro futuro questo il monito di Besset - è votato ad una condizione di ineluttabile scontentezza. L’analisi vera e attuale di Jean Marie Besset si ambienta in un piccolo centro del sud della Francia, ma potrebbe trovare un tessuto simile in qualsiasi città: viene tradotta nella commedia attraverso un’ironia amara e trascinante, disincanto e partecipazione. Sono le acute armi di Besset, versatile autore appena cinquantenne che si divide fra gli Stati Uniti e la Francia, dove le sue opere sono molto rappresentate e premiate. Addirittura nove volte candidato al prestigioso Premio Molière, apprezzatissimo autore e adattatore, vive il teatro in modo anche molto concreto e diretto: si è infatti impegnato spesso come attore e regista e dirige a Montpellier il Théatre des Treize Vents. Sul palcoscenico della Sala Bartoli la drammaturgia di questo sensibile autore francese giunge grazie a Giampiero Cicciò regista e interprete – assieme ad altri tre giovani e validi attori – dell’allestimento coprodotto dal Teatro Vittorio Emanuele di Noto e da Taormina Arte 2009. di Ilaria Lucari abbonamento altri percorsi Politeama Rossetti Sala Bartoli dal 23/11 al 28/11/2010 durata 1h 30’ senza intervallo di .................................... Jean Marie Besset traduzione di............................ Anna D’Elia regia di ...........................Giampiero Cicciò con Irene ...............................Giampiero Cicciò Marianne .........................Annibale Pavone Paul ...........................................Andrea Luini Jean-Luis ............................. Matteo Romoli produzione ................................Fondazione Teatro vittorio Emanuele di Noto in coproduzione con Taormina Arte 2009 dal 10 al 12 dicembre 2010 Politeama Rossetti - Trieste, Sala Assicurazioni Generali 9 La compagnia è guidata dalla star del West End Marti Webb e dai giovani Mark Evans e Gemma Sutton Oklahoma! Al Rossetti dal 24 al 28 novembre la nuova produzione inglese del capolavoro di Rodgers & Hammerstein abbonamento musical Politeama Rossetti Sala Assicurazioni Generali dal 24/11 al 28/11/2010 durata 2h e 50’ con intervallo “Oklahoma”, alle origini del musical Possiede tutto quanto si addice a un grande musical, la bellissima edizione di Oklahoma! in scena al Teatro Stabile: un cast straordinario capitanato dalla star londinese Marti Webb, una colonna sonora piena di energia e di arie note, un libretto accattivante che sullo sfondo delle rivalità fra fattori e cowboy in una terra ancora molto selvaggia ci fa appassionare alle storie d’amore e alle scaramucce di gelosia dei giovani protagonisti... E se ciò non bastasse potremmo menzionare ancora coreografie e balletti da togliere il fiato (Oklahoma ne contiene uno “da record”, addirittura della durata di 15 minuti, che chiude nel segno del più puro entusiasmo il primo atto dello spettacolo), una varietà e una ricchezza di costumi che è ormai rara, e poi una scenografia poetica e mutevole in cui non mancano carri, casette, steccati, colorati e romantici tramonti... La produzione per l’UK Tour di Martin Dodd che firma l’allestimento originale inglese, ospite a Trieste in esclusiva per l’Italia, ha fatto dunque le cose “in grande”... E non poteva essere diversamente per un musical che già di suo è un evento: Oklahoma nasce nel 1943, il suo debutto a Broadway è salutato da un tale successo che – fatto mai accaduto fino ad allora – supera le 2.200 repliche consecutive. Esito che 10 MUSICAL: “OKLAHOMA!” si è puntualmente ripetuto per le riprese negli Stati Uniti come pure nel West End. Il musical trae ispirazione da Green Grow the Lilacs, una commedia di Lynn Riggs basata sulla vita dei colonizzatori dei territori indiani dell’Oklahoma. Su questo soggetto hanno lavorato Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II, i celeberrimi creatori di The sound of Music (Tutti insieme appassionatamente), ma anche di South Pacific, Carousel e The King and I, e la loro firma è già sigillo di garanzia: musica, libretto e liriche si fondono in un unicum suggestivo e armonioso, tale che Oklahoma! va ricordato, da un certo punto di vista, come un momento fondante e rivoluzionario. È infatti il primo spettacolo nella storia del musical in cui le canzoni ed i balletti sono perfettamente integrati nella trama. Inoltre i due autori scelsero per il cast – a differenza di quanto accadeva tradizionalmente – dei veri e propri cantanti che sapessero anche recitare (e non il contrario) e ciò a sottolineare la bellezza – oltre che la complessità – delle canzoni: melodie che ognuno riconoscerà, come Oh What a Beautiful Mornin’, The Surrey With the Fringe On Top, People Will Say We’re in Love, Many a New Day, I Cain’t Say No. Una meravigliosa varietà connota anche le core- musica di ...........................................................................................Richard Rodgers libretto e liriche di .............................................................Oscar Hammerstein II basato su ............................................ “Green Grow the Lilacs” di Lynn Riggs danze originali di.................................................................................Agnes De Mille supervisore musicale ...................................................................... Gareth Williams coreografie ............................................................................................Chris Hocking production manager ..................................................................................Andy Batty scene .................................................................................................... Julian Woolford costumi ..............................................................................................Elisabeth Dennis luci ............................................................................................................... David Howe suono ........................................................................................................ Glen Beckley regista assistente ............................................................................... Damian Sandys regista residente ...................................................................................... Lewis Butler dance captain....................................................................................... Adam Philpott fight director ..........................................................................................Lewis Penfold coach dialettale ....................................................................................... Daron Oram assistente light designer .................................................................... Neville Milsom regia di ......................................................................................................Julian Woolford produzione......Martin Dodd for UK Productions Ltd by arrangement with ...................Josef Weinberger Limited on behalf of R&H Theatricals of New York ografie originali firmate Agnes De Mille (allora al suo debutto nel musical a Broadway): esprimono eccezionale ricchezza, acrobazia, vitalità e incantano il pubblico con pericolosi salti, numeri d’abilità dei cowboy e l’eleganza e giocosità dei balli delle ragazze. La trama è particolarmente incline a un’evoluzione scenica ricca di musiche e coreografie: l’avventurosa e romantica storia d’amore fra la giovane Laurey Williams e il cowboy Curly McLain si svolge infatti soprattutto durante un ballo particolarmente turbinoso. La produzione inglese ha selezionato accuratamente il cast che darà vita a Oklahoma!: la simpatica zia Aunt Eller – personaggio carismatico che veglia sulla felicità dei protagonisti – sarà interpretata da Marti Webb una vera star del West End londinese (per lei, straordinaria Evita nell’edizione londinese, Andrew Lloyd Webber ha scritto il musical Tell Me on a Sunday), il fascinoso Curly sarà Mark Evans, che sfoggia anch’egli esperienze professionali di primo livello e che è uno dei volti noti della BBC, e non sarà da meno Gemma Sutton nel ruolo di Laurey, né gli altri numerosissimi interpreti tutti eccellenti nel ballo nella recitazione e nel canto. (i.lu.) cast (in ordine di apparizione) Aunt Eller ......................... Marti Webb Curly ..................................Mark Evans Laurey ....................... Gemma Sutton Ike Skidmore ....... Stephen Whitson Slim ......................................... Leon Kay Will Parker ................ Joseph Pitcher Cord Elam ................. Sebastian Rose Jess ........................................Ben Dixon Mike ........................ Daniel Mackinlay Fred ..............................Chris Gardner Joe ................................Adam Philpott Tom ................................. Lewis Butler Chalmers .......................... Ste Clough Sam....................................Ben Palmer Jud Fry ........................Pete Gallagher Ado Annie Carnes ..Michelle Crook Ali Hakim ....................... vas Costanti Gertie Cummings ... Beth Angharad Ellen ............................ Katie Mchardy Kate ..............Alexandra Gottschall Sylvie .......................... Michelle White Armina ............Alexandra Grierson Aggie ......................... Stephanie Bron Andrew Carnes ............Chris Howell direttore musicale e tastiere ........................................................ Gareth Williams direttore musicale assistente/tastiere 2 Robert Cousins, tastiere 3 Mike Horth, fiati Jennie Chilton, tromba Andrew Dallimore, basso Mat Heighway, batteria Dave Currie company stage manager Maria Baker, deputy stage manager Becky Spiller, assist. stage manager William Tse, Pete Harbottle, Rachel Williams, sound operators Glen Beckley, Mat Williams chief electrician Ian Jardine deputy electrician Sarah Mackenzie stage electrician Martin Hoddinott wardrobe mistress Laura Bradbury wardrobe deputy Gemma Hanson understudies: Aunt Eller Alexandra Grierson, Curly Ben Palmer/Chris Gardner, Laurey Stephanie Bron/Alexandra Gottschall, Will Parker Ste Clough, Chris Gardner, Jud Fry Stephen Whitson, Ado Annie Carnes Beth Angharad/Alexandra Gottschall, Ali Hakim Leon Kay, Swing Michelle White altri ruoli interpretati da membri della compagnia sopratitoli italiani Maddalena Battilana, Diana Burgio, Maristella Notaristefano le curiosità di “Oklahoma!” › La produzione originale di Oklahoma! ha debuttato al St. James Theatre di New York il 31 marzo 1943, mentre su New York imperversava una tormenta di neve. Il prezzo del biglietto era di 4,80 dollari. › Lo spettacolo è rimasto in scena a Broadway per più di cinque anni, polverizzando i record di tenitura precedenti. Fino al 1961 è stato lo spettacolo con la più lunga tenitura a Broadway. › Nel corso delle repliche in tempo di guerra, sono state organizzate numerose recite straordinarie gratuite per le forze armate: a tutte le repliche potevano assistere gratuitamente nell’ultima fila di platea i soldati in divisa. “OKLAHOMA!”: la sinossi ATTO PRIMO La vicenda è ambientata nelle sconfinate pianure dei territori indiani destinati a diventare lo Stato dell’Oklahoma. Siamo nell’estate del 1907. Il cowboy Curly McLain passeggia nel cortile della fattoria di Laurey Williams, dove la Zia Eller è intenta a mescolare il latte per preparare del burro (Oh, What a Beautiful Mornin’). Arriva Laurey, e i due cominciano a scherzare e a prendersi in giro, sotto gli occhi attenti della zia. › Al momento della chiusura a Broadway Oklahoma! era stato replicato per 2212 volte ed era stato visto da 4 milioni e mezzo di spettatori. › Oklahoma! ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra i quali un Premio Pulitzer (1944), due Oscar (1955), un Tony Award speciale (1993) ed è stato inserito nella Grammy Awards Hall of Fame (1976). › Il tour americano dello spettacolo mantiene tuttora un record imbattuto: è proseguito per 10 anni e mezzo. Il tour è iniziato il 15 ottobre 1943 a New Haven e si è concluso a Philadelphia il 1° maggio 1954. Lo spettacolo è stato rappresentato in 250 città ed è stato visto da oltre 10 milioni di spettatori. › Lo spettacolo è stato rappresentato in tutto il mondo ed è stato tradotto in una dozzina di lingue. La produzione originale a Londra ha debuttato al Theatre Royal di Drury Lane il 29 aprile 1947 ed è rimasto in scena per oltre tre anni. › Oklahoma! è l’unica canzone tratta da un musical a essere divenuta l’inno ufficiale di uno Stato. Il 6 Maggio 1953 il parlamento dell’Oklahoma ha deliberato ufficilamente l’adozione della canzone quale proprio inno. › Oklahoma! è l’unico spettacolo di Broadway ad essere stato commemorato su un francobollo degli Stati Uniti, emesso il 31 marzo 1993 dallo Stato dell’Oklahoma, in occasione del 50° anniversario del debutto a Broadway. › Nel revival dello spettacolo al National Theatre di Londra nel 1988, il ruolo di Curly è stato interpretato da un allora semisconosciuto Hugh Jackman. Curly racconta a Laurey del ballo di beneficenza, nel quale sarebbero stati messi all’asta dei cesti da picnic preparati dalle ragazze del luogo per raccogliere fondi da destinare alla costruzione di un nuovo edificio scolastico. Gli uomini che vincevano un cesto avrebbero mangiato con la ragazza che lo aveva preparato. Curly chiede a Laurey di accompagnarla al ballo, ma lei rifiuta. Curly cerca allora di persuaderla dicendole che sarebbe andato a prenderla con la più bella carrozza che si poteva immaginare (The Surrey With The Fringe On Top): Laurey non gli crede, è convinta che lui si sia inventato tutta questa storia per conquistarla, ma non sa che in realtà Curly ha veramente preso a nolo la carrozza. Arrivano nel frattempo gli amici di Curly, i cowboy Will Parker e Ike, e raccontano delle meraviglie di Kansas City, la nuova sfavillante città dove è possibile trovare tutte le ultime più moderne invenzioni (Kansas City). Will Parker ha comprato di tutto, spendendo anche i 50 dollari vinti alla fiera e che avrebbe dovuto destinare al il suo matrimonio con la giovane Ado Annie. Arriva improvvisamente il corpulento e accigliato taglialegna Jud Fry: MUSICAL: “OKLAHOMA!” anche lui aveva messo gli occhi su Laurey e le aveva chiesto di accompagnarlo al ballo. Pur avendo paura di lui, Laurey aveva accettato il suo invito per ingelosire Curly. Il giovane cowboy è infuriato per quello che crede essere un tradimento da parte di Laurey. Mentre discute con la zia Eller sulle abitudini di vita di Jud, arriva alla fattoria il venditore ambulante Ali Akim, accompagnato da Ado Annie. Mentre il suo fidanzato Will Parker era a Kansas City, Ado Annie confessa a Laurey di essersi invaghita dell’imbonitore persiano, e di essere in realtà innamorata di tutti e due i suoi pretendenti (I Can’t Say No). Ali Akim consiglia a Laurey di comprare dei sali speciali che, una volta annusati, aiutano a rendere tutte le cose più comprensibili. Laurey è infatti confusa sui suoi sentimenti per Curly, ma quando scopre che sta flirtando con Gertie, una ragazzina dalla risata fastidiosissima, esprime chiaramente a tutti che può vivere tranquillamente senza pensare a lui (Many a New Day). Il padre di Ado Annie, Andrew Carnes, scopre la figlia assieme ad Ali Hakim. Dopo averla interrogata approfonditamente, costringe il venditore ambulante a sposarla. Ali Hakim sostiene che è un vero e proprio scandalo che si venga costretti a tanto per una scappatella... (It’s a Scandal! It’s a Outrage!). Mancano poche ore al ballo, e Curly cerca di dissuadere Laurey ad andarci con Jud. In tutta risposta, Laurey cerca di convicere Curly (e se stessa) che, nonostante l’opinione comune, lei in realtà non lo ama (People Will Say We’re In Love). Ferito dal suo rifiuto, Curly va all’affumicatoio, dove Jud vive, e gli suggerisce di impiccarsi: così tutti finalmente si accorgerebbero della sua esistenza (Pore Jud is Daid). Il loro discorso si trasforma in un confronto di malaugurio, allarmante ma nello stesso tempo innocuo. Dopo la partenza di Curly, Ju è ancora più intenzionato ad avere Laurey, poiché egli è stanco di vivere da solo (Lonely Room). Confusa fra i suoi sentimenti per Curly e la paura di Jud, Laurey decide di provare la pozione di sali profumati che ha acquistato da Ali Hakim e che le rivelerà il suo vero amore. Laurey spera così di lasciarsi alle spalle i suoi sogni d’amore e di seguire l’uomo che ama (Out of My Dreams) e si addormenta sotto l’influenza della pozione (Dream Ballet). All’inzio sogna la sua vita dopo il matrimonio con Curly. Ma il sogno diventa un incubo quando Jud uccide Curly, e lei non riesce a sfuggirgli, confusa dai suoi desideri. Il sogno le fa comprendere che Curly è l’uomo giusto per lei, ma è troppo tardi per cambiare idea sul fatto di andare al ballo con Jud; lui è venuto a prenderla, e vanno insieme alla festa. ATTO SECONDO La festa inizia e tutti ballano al suono delle musiche folk: la rivalità tra i contadini e i cowboy sui recinti e sull’utilizzazione dell’acqua sta però creando una certa tensione. Entrambe le fazioni sono ferme sul loro punto di vista, mentre la zia Eller tenta, riuscendovi, di farli riappacificare (The Farmer and the Cowman). Laurey rimane sconvolta quando vede arrivare Curly assieme alla sciocca Gertie Cummings. La vendita all’asta incomincia in maniera spensierata ma la tensione cresce quando viene battuto il cesto di Laurey: Jud ha messo insieme tutti i suoi guadagni di mesi e mesi per avere la possibilità di aggiudicarselo. Curly è così determinato nel controbattere Jud che vende quanto ha di più prezioso: la sella, il cavallo ed anche la pistola; senza questi oggetti, Curly non potrà più fare il cowboy e dovrà divenire un contadino. Curly batte Jud e vince il cesto. Will offre 50 dollari per il cesto di Ado Annie nelle speranze di poterla avere in moglie, ma spendendoli in questo modo, non avrebbe più i soldi necessari ad ottenere, dal padre di Ado Annie il consenso a sposare la ragazza. Disperato, nel timore di aver perso Ado Annie, il venditore ambulante offre 51 dollari e si aggiuduca il cesto. A questo punto Will può avvicinarsi ad Andrew Carnes con i suoi 50 dollari e richiedere Ado Annie come sua sposa. Più tardi, Will ed Annie palesano le proprie differenze di vedute, e Annie promette di non flirtare più con altri uomini (All Er Nuthin’). Jud esprime a Laurey i suoi sentimenti per lei. Quando lei ammette che non li ricambia, lui la minaccia. Lei allora lo licenzia dal suo impiego di manovale, e gli ordina di lasciare immediatamente la sua proprietà. Jud, prima di partire, minaccia pesantemente Laurey. Impaurita dal suo comportamento, scoppia in lacrime e invoca l’arrivo di Curly. Appena lo vede, gli dice di aver appena licenziato Jud e di essere preoccupata delle sue reazioni. Curly, vedendo che Laurey si è rivolta a lui per essere consigliata e protetta, la rassicura e si propone di sposarla e lei finalmente accetta (People Will Say We’re In Love - Ripresa). Tre settimane più tardi, Jud riappare, stanco, ubriaco e minaccioso, alla festa di matrimonio di Curly e Laurey. Egli attacca Curly con un coltello.: Curly schiva un fendente, Jud cade sul suo stesso coltello e muore. Su richiesta della zia Eller, gli invitati al matrimonio decidono di testimoniare in favore di Curly. Il giudice, padre di Ado Annie, dichiara il verdetto: “non colpevole!” e tutti fanno festa (Oklahoma!) celebrando l’imminente indipendenza del territorio. Dopo una grande festa, Curly e Laurey partono per la luna di miele su una carrozza con dei festoni. 13 i numeri musicali ATTO PRIMO Orchestra OVERTURE Scena 1 - Di fronte alla fattoria di Laurey OH WHAT A BEAUTIFUL MORNIN’ Curly THE SURREY WITH THE FRINGE ON TOP Curly, Laurey & Aunt Eller KANSAS CITY Will, Aunt Eller & Ensemble maschile Ado Annie I CAIN’T SAY NO MANY A NEW DAY Laurey & Ensemble femminile IT’S A SCANDAL! IT’S A OUTRAGE! Ali Hakim & Ensemble PEOPLE WILL SAY WE’RE IN LOVE Curly & Laurey Scena 2 - L’affumicatoio Curly & Jud PORE JUD IS DAID Jud LONELY ROOM Scena 3 - Un boschetto nella fattoria di Laurey OUT OF MY DREAMS Laurey e le ragazze Orchestra DREAM BALLET ATTO SECONDO Orchestra ENTR’ACTE Scena 1 - Il ranch di Skidmore THE FARMER AND THE COWMAN Andrew Carnes, Aunt Eller, Curly, Will, Ado Annie, Slim & Ensemble Scena 2 - Il fienile ALL ER NUTHIN’ Will & Ado Annie Scena 3 - Il ranch di Skidmore PEOPLE WILL SAY WE’RE IN LOVE Curly & Laurey (REPRISE) Scena 4 - Il fienile Scena 5 OKLAHOMA Curly, Laurey, Aunt Eller & Ensemble FINALE ULTIMO (OH WHAT A BEAUTIFUL MORNIN’ & PEOPLE WILL SAY WE’RE IN LOVE) la Compagnia news Presentata al Cafè Rossetti l’edizione italiana di “Flashdance” L’amministratore delegato di Stage Entertainment Italia Salabè a Trieste Si è tenuta al Café Rossetti la conferenza stampa di presentazione del musical Flashdance che dopo il debutto a Milano sarà in scena allo Stabile dal 26 gennaio al 6 febbraio. Si tratta di una produzione del colosso Stage Entertainment (che ha già al proprio attivo l’edizione italiana de La Bella e la Bestia): l’arrivo a Trieste di Flashdance sigla diretto da Antonio Calenda Particolare attenzione alle produzioni e alle ospitalità internazionali Quattro pagine sul Messaggero Il quotidiano romano ha dedicato un servizio speciale al Teatro Stabile Giovedì 4 novembre il quotidiano nazionale Il Messaggero ha dedicato al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia uno speciale molto ampio, curato dalla redazione spettacoli. Si è trattato di un’uscita molto significativa, una vetrina che ha dato conto dell’attività del Teatro nella sua completezza. I critici e i giornalisti de Il Messaggero infatti si sono soffermati non solo sui risultati d’incassi e affluenza che lo Stabile realizza in sede (e che lo impongono ormai da anni all’attenzione nazionale), ma anche sulla sua ricca attività di produzione e sull’articolata proposta riservata al pubblico di Trieste e della regione. Uno spazio particolare hanno ricevuto gli spettacoli di produzione in tournée nazionale, Edipo Re con Franco Branciaroli in questi giorni in scena proprio a Roma al Teatro Argentina e La casa di Ramallah con Giorgio Albertazzi, ospite del Piccolo di Milano, mentre altrettanto interesse hanno suscitato i futuri progetti dello Stabile e il minuzioso lavoro sviluppato nel campo del musical, che permette oggi di ospitare spettacoli in esclusiva nazionale e grandi produzioni originali inglesi e americane. Il debutto di “Traces” ritarda di un giorno La compagnia canadese arriva il 5 gennaio Ecco a voi la nuova Sala Bartoli! La Sala Bartoli ha finalmente le sue nuove poltroncine! Aumentare la comodità nella accogliente sala del ridotto – ormai divenuta per lo Stabile lo scrigno da cui scaturiscono importanti riflessioni (grazie a un cartellone tutto dedicato alla drammaturgia contemporanea) e nuove creazioni (molto spesso ospita le prove degli spettacoli di produzione) – era fra i progetti che lo Stabile accarezzava da tempo. Il pubblico sempre numeroso del cartellone altripercorsi può dunque godere da quest’anno di posti e turni fissi e – a partire dallo spettacolo La mia Primavera di Praga – di sedute molto più confortevoli e, com’è nello spirito della Sala, abbastanza fantasiose… 1881 - 2011 2011: Nuova Grafica, Formato Tabloid, un Anniversario Storico www.ilpiccolo.it IL ROSSETTI NEWS Per motivi legati al calendario del Teatro, viene modificata la programmazione dello spettacolo Traces della compagnia canadese “The seven fingers”: il debutto non avverrà - come annunciato - il 4 gennaio ma il giorno successivo, il 5 alle ore 20.30. Le repliche si succederanno il 6 gennaio alle 16 e alle 20.30, il 7 gennaio solo in replica serale, e sabato Un confort migliore con le nuove poltroncine IL NUOVO PICCOLO COMPIE 130 ANNI 14 l’inizio di una collaborazione fra lo Stabile e Stage, come ha specificato l’amministratore delegato Barbara Salabé: ciò conferma il ruolo importante di Trieste nel panorama del musical. L’atteso Flashdance, i cui biglietti sono già in prevendita, vedrà protagonista Simona Samarelli che il pubblico ha ammirato quale Ulla in The Producers. Periodico del Teatro Stabile del Friuli venezia Giulia redazione Largo Giorgio Gaber, 1 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it info@ilrossetti.it Anno XIX - numero 197 16 novembre 2010 Aut.Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 stampa Stella Arti Grafiche,Trieste direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari Greta Petronio 8 gennaio nuovamente in doppia recita. La prevendita si aprirà il 23 novembre: data da annotare perché lo spettacolo è fra quelli da non perdere. Adatto a tutte le fasce d’età, è una performance di pura energia acrobatica urbana, poetica, esplosiva, sorprendente, piena di musica e virtuosismi di corpi in movimento. Dagli strumenti per acrobati allo skateboard tutto è utile a mettere in luce le capacità di presa del rischio degli artisti. Fondata nel 2002, la compagnia percorre il mondo riscuotendo successo: da Londra a Seul, da New York a Parigi. A Riccardo Berdini il Massimini 2009 Cerimonia di premiazione alla Bartoli il 26/11 La Commissione giudicatrice del Premio Nazionale “Sandro Massimini” ha deliberato all’unanimità di assegnare il riconoscimento per il 2009, dodicesima edizione, all’artista triestino Riccardo Simone Berdini, ormai divenuto un beniamino per gli appassionati di musical. Il pubblico dello Stabile lo ha sicuramente apprezzato molto nel recente Musical StarTs al Castello di San Giusto ma molti sono i ruoli che ha sostenuto, fra tutti quello di Pinocchio nell’omonimo musical della Rancia. 15 la cultura, Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni. La Fondazione lo crede da sempre. quasi un processo di “geminazione” Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più. La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo. Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione). Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri. La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale. il colore del benessere sociale