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SPED. IN ABB. POST. ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96 - FILIALE DI TERNI DALLE API ALLE ROSE bimestrale del Monastero di Santa Rita da Cascia n. 3 maggio-giugno 2011 Aut. Trib. Spoleto n. 9 del 26-06-1954 Iscritto al ROC con il n. 2460 Edizione italiana: anno LXXXVIII. Edizione inglese: anno XLX. Edizione francese: anno XLIX. Edizione spagnola: anno XXXIX. Edizione tedesca: anno XXXIX. In copertina: La rosa, simbolo di Santa Rita da Cascia. SOMMARIO 3 4 6 8 10 Editoriale del direttore Il genio femminile Attualità La nuova schiavitù Rita quotidiana Tempo per tutti Carità di Santa Rita Un lavoro di squadra Nel mondo Sara, militante di pace e di fede 12 14 18 20 22 Cascia Eventi Il risveglio di Rita Vieni alla festa di S. Rita! Fede di fatto Donne Agostiniane Rita, nelle parole di Papa Wojtyla San Vito dei Normanni, città devota Tracce di Rita Rita e la sua femminilità Agostiniani B. Maria Vergine della Grazia e i giovani La Badessa risponde Quando la forza viene meno PER SOSTENERE I PROGETTI DELLA CARITÀ DI SANTA RITA Posta: c/c postale nr. 5058 intestato a: Monastero S. Rita da Cascia Banca: IBAN IT27D0631538330000001001328 SWIFT: CRSPIT3S Direttore responsabile Pasquale Grossi Comitato di Redazione Sr. M. Giacomina Stuani (direttore editoriale), P. Mario De Santis, Roger Bergonzoli, Monica Guarriello (caporedattore) In redazione M. M. Natalina Todeschini, Sr. Maria Rosa Bernardinis, P. Angelo Lemme, P. Giuseppe Caruso, P. Remo Piccolomini, Fra Paolo Zecca, Cristina Siccardi Hanno collaborato a questo numero P. Luciano De Michieli, P. Rocco Ronzani, Marta Ferraro, Maria Chiara Albanese, Sr. Eugenia Bonetti, Egidia Patito, Sara Fumagalli, Lubna Ammoune, Giuseppe Peres, Loriana Vescovile, Alessandra Paoloni Progetto Grafico e Impaginazione Studio Pardini Apostoli Maggi www.pardiniapostolimaggi.it Monastero S. Rita - 06043 Cascia (PG) Tel. +39 0743 76221 - Fax +39 0743 76786 www.santaritadacascia.org monastero@santaritadacascia.org Finito di stampare nel mese di maggio 2011 dalla Tipolitografia Umbriagraf (Terni) SOSTIENI LA VOCE DI S. RITA DA CASCIA Cari amici lettori, anche la nostra Rivista subisce l’aumento delle tariffe postali. Grazie alla vostra generosità, da ben 88 anni, pubblichiamo “Dalle Api alle Rose” per dare voce agli insegnamenti che ci ha lasciato Santa Rita. Ma ora, senza le tariffe agevolate di cui godevano le testate religiose, possiamo solo sperare in un vostro piccolo gesto. Una vostra piccola donazione, scrivendo nella causale “abbonamento”, ci permetterà di continuare la missione iniziata dalla Beata Fasce, quando nel 1923 creò il 1° numero di questa Rivista, chiamandola “Dalle Api alle Rose”. Grazie di cuore, per quanto potrete fare. Siete sempre nelle nostre preghiere a Dio e alle Sorelle Santa Rita e Beata Maria Teresa Fasce. Sr. M. Giacomina Stuani, direttore editoriale Si ringrazia "Save the children" per la gentile concessione della foto. EDITORIALE DEL DIRETTORE Il genio femminile ally Zahran è morta all’età di 23 anni, in seguito alle percosse di alcuni agenti di sicurezza. È accaduto a Sohag, nell’Alto Egitto, il 28 gennaio scorso. Sally stava manifestando pacificamente per la libertà del suo popolo. La notizia, letta su Avvenire.it, colpisce la mia attenzione, mentre mi accingo a scrivere l’editoriale per questo numero di “Dalle Api alle Rose”, dedicato alla donna, perno della società e militante di fede. Il 22 maggio, festeggiamo con gioia la nostra amata S. Rita. Alla sua festa, quest’anno, vogliamo dare una chiave di lettura “diversa”, al femminile. Perché Rita, in tutto ciò che ha fatto, ha portato il valore aggiunto della sua femminilità di figlia, sposa, madre, vedova, consacrata. Maggio, mese mariano, poi, è particolarmente ricco di “donne preziose” per la Famiglia Agostiniana e per la Chiesa, prima fra tutte: la Beata Maria Vergine della Grazia, che ricorre l’8 maggio; e ancora: S. Monica, madre di S. Agostino, che in origine ricordavamo il 4 maggio (la data in sua memoria è stata spostata da Paolo VI al 27 agosto, il giorno prima della festa del figlio). Tre madri, perno della famiglia e della società e - insieme - tre donne militanti della fede. Tre esempi, che ci illuminano la strada. Ma che c’entra Sally Zahran (musulmana peraltro) in tutto questo? Provo a spiegarmi. Giovanni Paolo II, in una bellissima lettera alle donne, del 1995, parla del «molteplice contributo che la donna offre alla vita di intere società e nazioni. È un contributo di natura innanzitutto spirituale e culturale, ma anche socio-politica ed economica». Papa Wojtyla, beatificato il 1° maggio di quest’anno da Benedetto XVI, “rende giustizia” al ruolo della donna, attribuendole “quel qualcosa in più” che lui chiama «genio femminile». Cioè quell’«immensa disponibilità delle donne a spendersi nei rapporti umani, specialmente a vantaggio dei più deboli e indifesi. In tale opera esse realizzano una forma di maternità affettiva, culturale e spirituale, dal valore S veramente inestimabile, per l’incidenza che ha sullo sviluppo della persona e il futuro della società». Mi domando, a questo punto, quanto abbia pesato la presenza in piazza di Sally e delle altre donne egiziane, in rivolta contro il regime trentennale di Hosni Mubarak. Abbiamo ascoltato la voce di una rivoluzione che accomuna tutti: la rivendicazione della dignità umana. Proprio la presenza delle donne, hanno commentato gli analisti, ha dato forza alla rivoluzione, rendendola rappresentativa di tutta la società egiziana, non violenta. Il “genio femminile” ha reso la rivolta più “accettabile” agli occhi del mondo, quella parte di mondo che temeva una sollevazione di stampo islamico radicale. Insomma: anche in queste donne egiziane, ho visto quel genio femminile - mosso da Dio che è Amore, il Dio di tutti - presente, attuale, che pone le radici cristiane in Maria Vergine Santissima (genio femminile per eccellenza), nelle Sante Rita e Monica e che va (seguendo strade non sempre scontate) verso un’umanità più equa e giusta. «Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani» (Giovanni Paolo II). Sr. M. Giacomina Stuani 3 La nuova schiavitù di Sr. Eugenia Bonetti, Riconoscimento Internazionale S. Rita 2011 Missionaria della Consolata, classe 1939, Sr. Eugenia Bonetti ha vissuto in Africa per 24 anni. Dal ’93 è impegnata in Italia, nel centro Caritas di Torino, dove ha conosciuto il mondo della notte e della strada, incontrando le storie di schiavitù di tante donne portate in Italia con il miraggio di una vita confortevole, per trovarsi poi nelle maglie della criminalità. Dal 2000, lavora a Roma come responsabile dell’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) per coordinare il servizio di centinaia di religiose che operano sulle strade, nei centri ascolto, nei centri di detenzione ed espulsione e nelle case-famiglia per il recupero di tante giovani vite spezzate. Nel 2004, l’allora Presidente, Ciampi, la nomina Commendatore della Repubblica italiana, in riconoscimento della sua attività a favore delle donne vittime della tratta. Sr. Eugenia Bonetti insieme a giovani donne nigeriane. ladies parte dalla Nigeria per raggiungere la meta dei suoi sogni: l’Europa, dove pensa di lavorare per aiutare la famiglia; viaggia attraverso il deserto del Sahara perché priva di documenti; il viaggio è estenuante e soffre la sete, la fame, il caldo, la stanchezza e le malattie. Patricia, 19 anni, lascia la famiglia per aiutare i sette fratellini ad andare a scuola; durante il viaggio è violentata e rimane incinta; per 6 mesi lavora sulla G strada per pagare il debito di 80 milioni di vecchie lire italiane contratto, senza saperlo, con l’organizzazione criminale; nessuno sa della sua gravidanza, tranne un gruppo di una “unità di strada” che la segue e la convince a lasciare la strada; viene accolta in una delle tante case famiglia gestite da religiose e accompagnata con amore, ed anche con fatica, ad accogliere il dono della vita. All’inizio degli anni ’80, migliaia di donne, provenienti 4 dai Paesi in via di sviluppo, emigrarono in Europa in cerca di lavoro e di una migliore qualità di vita. Molte di loro, clandestine, povere e vulnerabili, divennero preda di organizzazioni criminali, internazionali e transnazionali, connesse con l’industria del sesso. L’Italia non fu esente da tale fenomeno, anzi, divenne paese di “transito” e di “destinazione” per migliaia di giovani donne comprate e vendute come merce. La maggior parte di queste donne è ridotta in stato di schiavitù per l’uso e consumo di milioni di clienti italiani (90% cattolici). Per le ragazze dell’Est, il contatto e la gestione avviene quasi sempre tramite finti fidanzati che le assoggettano affettivamente, mentre per le L’Italia divenne paese di “transito” per migliaia di giovani donne ATTUALITÀ TRATTA DELLE DONNE 500mila sarebbero le donne e i minori che, ogni anno, circolano o transitano da una nazione all’altra dell’Europa, trafficati per l’industria del sesso o per sfruttamento lavorativo. 50-70mila sarebbe il numero delle vittime solo in Italia. Donne provenienti dall’Africa Orientale, dall’America Latina e dall’Europa dell’Est. Poiché si trovano in Italia senza documenti (sottratti dagli sfruttatori), e sono quindi clandestine, è difficile ottenere statistiche precise sul loro numero. 50-70mila € è il debito contratto, a sua insaputa, dalla donna costretta a prostituirsi. Per saldarlo, una ragazza africana deve sottoporsi a non meno di 4.000 prestazioni. Deve, poi, pagare le spese mensili: € 100 per il vitto, € 250 per l’alloggio, € 250 per la postazione di lavoro, oltre al vestiario, trasporto e necessità personali. (fonte: USMI) Nigeriane la gestione pratica delle vittime è affidata alle maman, - donne Nigeriane che quasi sempre sono passate da sfruttate a sfruttatrici. Costoro le addestrano al lavoro di strada, le controllano, assegnano il pezzo di marciapiede che sarà la loro postazione di lavoro, raccolgono i proventi, le puniscono in caso di ribellione e, soprattutto, le CHE NE PENSA AGOSTINO di P. Remo Piccolomini Santa Monica. Quale donna non vorrebbe sentirsi dire dal proprio figlio:“A lei debbo tutto ciò che sono (La felicità 1,6). I lettori sanno che sant’Agostino è il più grande Padre della Chiesa occidentale, tra i più grandi geni dell’umanità, che ha scritto una biblioteca di libri; pensate! Tutto ciò lo deve a sua madre, di cui Dio si è servito per donare ad Agostino mente profonda e cuore nobile. Monica, era una santa. Santi non ci si nasce ma ci si diventa. Oggi, tempo di crisi di “identità cristiana”, è d’obbligo ritrovarla per la salvezza della nostra società. Monica, donna forte nella pietà, esempio di ragazza, sposa, madre, vedova, e religiosa, può essere valida guida per la donna di oggi..Agostino così descrive sua Madre: “la Madre stretta al nostro fianco, muliebre nell’aspetto, virile nella fede, vegliarda nella pacatezza, materna nell’amore, cristiana nella pietà” (Conf.9,4,8)….”vedova casta e sobria, assidua nell’elemosina, devota e sottomessa ai tuoi santi; che non lasciava passare giornata senza recare l’offerta al tuo altare, che due volte al giorno, mattino e sera, senza fallo visitava la tua chiesa, e non per confabulare vanamente e chiacchierare come le altre vecchie, ma per udire le tue parole e farti udire le sue orazioni”(Conf. 5, 9,17). Giovanni Paolo II battezza una giovane donna nigeriana. assoggettano con cerimonie voodoo - riti di magia nera che esercitano sulle vittime una vera e propria violenza psicologica. La nuova schiavitù del XXI secolo tiene im- IN PAROLA a cura di P. Vittorino Grossi 5 prigionate tante persone, siano esse donne o minori sfruttati, trafficanti senza scrupolo e, ancor più, consumatori che, con la loro costante richiesta, sostengono questa catena. Fate quello che Lui vi dirà (Giovanni 2,5) Tempo per tutti intervista di Marta Ferraro Egidia Patito, con Mons. Enrico Nardi (salito al cielo nell’ottobre 2009), fondatore dell’OAMI. l prossimo 20 maggio, riceverà il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2011. Dolce, ma molto determinata nei suoi valori, Egidia Patito agisce, giorno dopo giorno, in modo attivo nella sua piccola realtà di Spoleto (Umbria), offrendo il suo tempo all’associazione Casa Famiglia OAMI (Opera Assistenza Malati Impediti), di cui è Presidente. Egidia organizza e collabora con i 40 volontari che vi prestano servizio, mettendo sempre al primo posto le esigenze dei disabili e non la loro disabilità. Attiva da sempre nel sociale, non dimentica mai la sua famiglia. Figlia, moglie e madre, riesce, non senza sforzi, ad avere tempo e attenzioni per tutti. I Buongiorno, signora Egidia, le ruberò solo poco tempo perché so che è prezioso, ma volevo chiacchierare un po’ con lei per presentarla ai nostri lettori. Come si svolge la sua giornata? La giornata comincia in casa, facendo quello che fanno tutte le donne: avvio la lavatrice, cucino, accudisco mio padre, poi vado nella sede dell’Associazione, dove sono responsabile interna della struttura e mi occupo di coordinare tutti i progetti che porto avanti con gli altri volontari, ed alla fine della giornata, prima di ritornare a casa, vado a fare la spesa. Che ruolo ha la sua famiglia in questa attività che lei svolge nell’associazione? La mia famiglia non è attivamente coinvolta nell’associazione, ma svolge un ruolo, comunque, molto importante. Mio marito per esempio mi aiuta in casa. Quando era più piccolina, mia figlia era un po’ gelosa del fatto che trascorressi del tempo fuori, ma poi crescendo ha imparato e capito l’importanza del rapporto con gli altri, di condividere le proprie energie e il proprio tempo con chi ne ha più bisogno. Che ruolo hanno avuto gli insegnamenti di Santa Rita nella sua vita? Santa Rita, una donna molto colpita dalla sofferenza, ma perseverante e volitiva. Mi sono ispirata spesso a lei. Ricordo che c’è stato un periodo in cui per l’associazione era un momento molto difficile e sono andata al Santuario. In quell’occasione ho avuto un colloquio molto toccante con la Madre Abbadessa e mi sono detta: 6 RITA QUOTIDIANA PREMIO INTERNAZIONALE SANTA RITA PRENDI E LEGGI Il fenomeno mariano «Quello che è certo è che il fenomeno mariano in Internet riveste una notevole importanza». Un’indagine sul culto di Maria nell’epoca di internet e del cellulare. Maria, in quanto Madre della Chiesa, è espressione delle relazioni quotidiane che intercorrono tra i partecipanti alla rete globale, ossia può essere considerata Madre dei fedeli che compongono quella particolare assemblea che si raduna online. (Tiziano Repetto, S.J., Il fenomeno mariano nei nuovi media, Ed. Divino Amore, 12 €) Sr. Eugenia Bonetti, Egidia Patito e Sara Fumagalli. Sono le tre donne che riceveranno il Riconoscimento Internazionale S. Rita, il prossimo 20 maggio, durante le celebrazioni per la tradizionale festa in onore della Santa che culmineranno il 22 maggio 2011, giorno della festa di Santa Rita (cfr. calendario eventi pag. 13). Presenta l’evento, Rosario Carello, giornalista e conduttore della trasmissione Rai, “A Sua immagine”. Alle ore 21.00, inizierà la conferenza stampa durante la quale saranno date le motivazioni per il Riconoscimento conferito alle tre donne che si sono contraddistinte per il loro operato, sulla via degli insegnamenti ritiani. Sr. Eugenia Bonetti (ha scritto un articolo a pagg. 4-5 di questo numero) riceverà il premio per il coraggio e la forza interiore che ha avuto nell’aiutare tante giovani donne a uscire dal giro della prostituzione; Egidia Patito (intervistata in queste pagine), invece, si è distinta per la sua devozione ai più deboli, in particolar modo ai disabili, senza mai tralasciare l’amore offerto alla famiglia. Sara Fumagalli (intervistata a pagg. 10-11 di questo numero), come Santa Rita, testimonia l’impegno nella maggior parte della propria vita di portare la pace in quei luoghi dove regna la guerra. Egidia, insieme ai membri dell’OAMI. “Anche se non riceverò niente, ho ricevuto già tanto”. Oggi, sono ancora grata a quelle parole che scambiai con la Madre che mi diedero tanta forza per non abbandonare. Per i nostri disabili organizziamo dei corsi di catechesi, recitiamo la Novena di Santa Rita ed abbiamo anche cominciato a pregare per i 15 Giovedì di Santa Rita, affinché anche loro siano più vicini a Dio e imparino da questa Santa. Come ha accolto la notizia di aver ricevuto il Riconoscimento Internazionale Santa Rita? Ho pianto per l’emozione e poi mi sono detta: ci sarà sicuramente qualcuno che lo merita più di me. ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER Se desideri ricevere le preghiere di Santa Rita o saperne di più in tempo reale delle opere di carità del Monastero S. Rita, invia un’email con il tuo nome e cognome a newsletter@santaritadacascia.org 7 Tutti i progetti, in Italia e nel mondo, che il Monastero sostiene nel nome della Santa. Su questo numero: come gli operatori si prendono cura delle Apette e dei Millefiori del Progetto Alveare di S. Rita, a Cascia. Il percorso educativo personalizzato e la collaborazione con i servizi pubblici. Un lavoro di squadra di Sr. M. Natalina Todeschini, Badessa Monastero S. Rita e Apette e i Millefiori sono accuditi nella Casa dell’Alveare di Cascia, con tutto il nostro amore! Ogni giorno, 17 operatori, con ruoli e mansioni diversificate, si occupano della buona gestione di questo progetto, con l’obiettivo di sostenere bambine e bambini disagiati, molti dei quali orfani di uno dei due genitori e che non avrebbero la possibilità di costruirsi un futuro lontano dalla povertà. L’amore e la dedizione sono alla base di questo lavoro di squadra, che ci consente di personalizzare le attività in base alle reali esigenze dei piccoli: dall’educazione e l’istruzione nel doposcuola, ai rapporti con i servizi sociali e con il servizio sanitario del territorio, fino a quelli, altrettanto preziosi, con gli insegnanti delle scuole, i quali collaborano con noi per colmare i deficit scolastici dei ragazzi, ogni volta che ce n’è bisogno. È importante sapere che gli operatori e le L operatrici aggiungono sempre tanto amore alla loro professionalità! Sono laici che, insieme al cappellano e alle monache, si occupano all’unisono sia delle Apette (sono chiamate così, in ricordo della Beata Madre Teresa Fasce, le bambine che vivono in Alveare) che dei Millefiori (ovvero le bambine e i bambini assistiti dall’Alveare di giorno e che, di sera, fanno rientro a casa, dalle loro famiglie). In particolare, abbiamo 7 educatori che, coordinati dalla direttrice, Bernardetta Salciarini, sviluppano percorsi didattici individuali, con il supporto delle famiglie stesse, indispensabili per la crescita dei loro figli. Tutti e 61, tra Apette e Millefiori, sono scrupolo- Apette e Millefiori, sono seguiti nello svolgimento dei compiti di scuola 8 samente seguiti nello svolgimento dei compiti di scuola, ma non solo. Gli operatori, infatti, si prendono cura dei piccoli nel loro percorso catechistico; in particolare, nella preparazione dei momenti religiosi più importanti dell’anno, come: l’Avvento, il Natale, la Quaresima, la Pasqua, i 15 Giovedì di Santa Rita, fino alla festa della Santa, il 22 maggio, che vede la partecipazione entusiastica di tutta la comunità! Momenti davvero importanti, di crescita e di condivisione, grazie ai quali i bambini imparano a conoscere e accogliere la figura di Cristo, speranza del mondo. Educazione, istruzione e catechismo sono affiancati ad altre iniziative ricreative, come il laboratorio teatrale o quello “dei piccoli lavori”, dove i bimbi esprimono la loro fantasia, nella creazione di oggetti molto belli. Oltre che a divertirsi, i giovani scoprono e sviluppano, così, quelle attitudini nascoste che servono ad aumentare la loro autostima, imparando ad avere fiducia nelle loro immense capacità! CARITÀ DI SANTA RITA DENTRO L’ALVEARE SOSTIENI CON NOI IL PROGETTO ALVEARE 10 € 20 50 è il costo di una settimana di mensa per una delle ragazze in difficoltà. € E consentono di comprare un libro di testo per una ragazza che ha bisogno. assicurano un’ora di sostegno pedagogico alle giovani seguite nel doposcuola. € ra l’alba del 4 settembre 2006 e la Famiglia Agostiniana celebrava la solennità della Madre della Consolazione, patrona dell’Ordine, quando il tocco della campana del Monastero annunciava la morte di sr. M. Tarcisia Chiatti. Nata a Castelbellino (Ancona) il 3 febbraio 1929, sr. M. Tarcisia trascorse la giovinezza a Terni, dove si trasferì con la famiglia. Frequentando la Parrocchia Agostiniana di S. Pietro, fu animatrice fervida di ogni attività e presidente dell’Azione Cattolica, con il suo essere Suora Agostiniana e figlia di S. Rita. I Fratelli di sr. M. 100€ garantiscono una visita medica specialistica ad una giovane che ne ha bisogno. 200€ ci permettono di acquistare un kit di materiale didattico completo per una ragazza. L’Alveare è una struttura che vive unicamente grazie alle offerte di persone che rendono concreta la loro devozione, attraverso l’aiuto ai più deboli. L’Alveare, infatti, non riceve sovvenzioni pubbliche di alcun tipo. Per sostenere le Apette e i Millefiori, basta una donazione, anche piccola, tramite: posta c/c nr. 5058 intestato a: Monastero S. Rita da Cascia - banca IBAN IT27D0631538330000001001328 SWIFT CRSPIT3S specificando nella causale “Alveare” Tarcisia, Mario, Flora e Ivonne, hanno istituito in sua memoria un premio annuale, da assegnare a un’Apetta che si è distinta nella BONTÀ. In particolare, il Premio della Bontà 2010, è stato assegnato all’Apetta Claudia Raponi (foto sopra). Claudia ha saputo instaurare un rapporto di fraterna amicizia e serena convivenza nel gruppo dell’Alveare, ha frequentato la scuola in modo serio e responsabile, intraprendendo un cammino di fede nei valori della Vita, dell’Amore e della Solidarietà Cristiana. Il nostro augurio a Claudia è quello di continuare a vivere con generosità e bontà la sua vita, di instaurare sempre e ovunque un rapporto di fraterna amicizia e di continuare, nella sua giovane età, a scoprire i valori del Vangelo. AI NOSTRI SOSTENITORI GRAZIE, a tutti quelli che ci sostengono, per la fiducia che ci date! Continueremo a impegnarci perché ogni giorno crediamo un po’ di più che tutto può cambiare! Le Apette e i Millefiori 9 Un tè (virtuale) con Sara Fumagalli, terza donna alla quale andrà il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2011. Coordinatrice dell’Associazione Umanitaria Padana Onlus, la sua vita è segnata dalla riscoperta della fede, dopo un viaggio a Medjugorje nel 2003, e da un’instancabile opera di pace, che l’avvicina a Santa Rita e che la porta a realizzare progetti di sviluppo nei luoghi del mondo afflitti dal conflitto e dalla povertà. Sara, militante di pace e di fede intervista di Maria Chiara Albanese ara, spesso, ci dimentichiamo delle difficoltà di chi è vicino a noi. Lei, attraverso l’Onlus di cui è coordinatrice, opera tanto in zone lontane del mondo come in Italia. Perché? Il messaggio di Medjugorje non chiede affatto una risposta che deve essere “internazionale”, anzi. È inutile tentare di costruire la pace in zone disperse, se contestualmente non siamo capaci, o almeno tentiamo, di farlo con chi ci sta vicino. Come diceva San Giovanni, come puoi amare Dio che non vedi, se non ami il tuo prossimo che vedi? S Sara Fumagalli, in visita all'ospizio per anziani e disabili in Kosovo. Iraq, Nassiriya. Inaugurazione di una scuola per infermiere. Santa Rita è stata esempio concreto di cosa voglia dire essere portatori di amore e pace. Un messaggio valido ancora oggi?Sant’Agostino diceva: “Parlate con le opere, anziché con la lingua!”. Quindi, mi ritrovo appieno in questa definizione. 10 Quanto è difficile portare la pace, rispettando le diversità che s’incontrano? Rispondo con un esempio: è come nell’amicizia, che per me si fonda sulle diversità. Non si deve fingere di essere quello che non si è, o peggio, imporre all’altro di essere come tu vuoi. NEL MONDO Nord Sri Lanka. Sara, con le orfane dello tsunami e di guerra. La mia missione è nelle mani del Signore Un rispetto che nasce dalla consapevolezza della propria identità, rispettando l’identità dell’altro e stabilendo delle regole di reciprocità. L’essere donna è stato mai un ostacolo nella sua attività, oppure un valore aggiunto? No! Ho lavorato spesso in zone difficili, dove le donne sono minoranza e non godono delle libertà che noi viviamo in Europa, ma non ho mai vissuto discriminazioni per l’essere donna. Nei suoi anni di impegno sul campo, ha mai desiderato “gettare la spugna”? Lo scoraggiamento si manifesta in molti modi e forme diverse. C’è quello che nasce dalle difficoltà e dagli ostacoli che si incontrano. Ad esempio, la morte violenta del ministro pakistano per le minoranze, Shahbaz Bhatti, con il quale stavamo portando avanti un progetto per i cristiani in Pakistan, ci ha provato fortemente. Questo è un tipo di scoraggiamento che si vince con la fede, affidandosi alla Provviden- za. In fondo la mia missione è nelle mani del Signore. Poi, c’è lo scoraggiamento che nasce dall’indifferenza, soprattutto quella di casa nostra. Questo si vince, guardando alla nostra stessa indifferenza, a quando noi siamo stati sordi alla sofferenza di qualcun altro. Quando uno osserva più se stesso, e lotta per cambiare se stesso, ecco che si smette di giudicare gli altri. VELINA O VELATA, È SOLO QUESTIONE DI STOFFA? di Lubna Ammoune a donna musulmana è più libera della donna occidentale». Ahimè, questa è la tesi di fondo che ho sentito ad alcune conferenze sulla donna musulmana, messa spesso in contrapposizione con quella occidentale. Passa l’idea che la donna non musulmana sia prigioniera se mette troppo in mostra il suo corpo. Si crea così una sorta di parallelismo tra l’ipervelata (“troppo velata”, ndr) e la velina. Entrambe sono veline, cambia solo qualche centimetro di stoffa. Ma un pregiudizio non può essere combattuto e abbattuto creando un nuovo pregiudizio. Ho imparato che è solo affrontando di petto questi pregiudizi che si possono realmente smorzare e attenuare i più diffusi preconcetti. Non solo perché gli estremi opposti che vengono dipinti e quasi decantati sono una piccola componente dell’universo femminile, ma anche perché in questo modo si snatura l’essenza del discorso. Qual è dunque il modo migliore per parlare della donna? Parlare delle donne. Al plurale. Secondo: che termini usare tra libera, moderna o emancipata? Forse partendo dalle parole di una scrittrice contemporanea che, senza contare i centimetri di abbigliamento, suggerisce questo: «La donna emancipata non è la moderna bambolina che si trucca e indossa abiti di cattivo gusto. La donna emancipata è una persona che crede di essere umana tanto quanto un uomo. La donna emancipata non insiste sulla sua libertà, così come non ne abusa». (Lubna Ammoune, 20 anni, milanese di origine siriana. Scrive per Yalla Italia, l’inserto mensile del magazine “Vita” da cui è stato preso questo estratto - pag. 23, nr. 23. Yalla Italia è un progetto che punta a dare voce al processo d’identità delle seconde generazioni, i figli degli immigrati che, insieme ai figli degli italiani d’origine, fanno crescere il Paese) «L 11 Il risveglio di Rita APPUNTAMENTI a cura di Fra Paolo Zecca Cascia (PG), 15 febbraio Ex voto Yves Klein Il 15 febbraio è rientrata in Monastero l’opera di Yves Klein, che lo stesso artista donò di persona come ex voto a S. Rita nel 1961 e venuta alla luce solo nel 1979. Nel corso dei lavori per predisporre il presbiterio a ricevere l’opera del Manzù, l’architetto Scrimieri aveva richiesto alle monache del Monastero dell’oro. Le religiose, ignorando la natura di quello strano contenitore che conservava al suo interno, appunto, dell’oro, glielo consegnarono. Lo scultore Armando Marrocco, che a quel tempo lavorava ad alcune opere per il Santuario, capì immediatamente che quel contenitore era un’opera dall’inconfondibile attribuzione, cioè di Klein. Marrocco informò immediatamente il biografo di Klein, Pierre Restany, che venne a Cascia e convenne che l’opera era di Klein, riconoscendole grande valore spirituale, oltre che artistico. Oggi Yves Klein è considerato uno degli artisti più influenti del XX secolo. Oltre che al Centre Pompidou di Parigi, le monache del Monastero di S. Rita recentemente hanno dato in prestito l’opera dell’artista a due musei statunitensi, l’ Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, che si trova a Washington, dove l’opera è stata esposta dal 20 maggio al 12 settembre 2011, e il Walker Art Center di Minneapolis, che ha esposto l’ex voto dal 23 ottobre al 13 febbraio. di P. Mario De Santis, Rettore Basilica S. Rita entre il silenzio ancora avvolgeva i tortuosi tornanti della Valnerina e l’inverno casciano era a metà del suo corso, tu, o Rita ridestavi, dal lungo “letargo santuariale”, i tuoi amati devoti, chiamandoli a te, risalendo e zigzagando quei tornanti rimasti a lungo silenziosi, accompagnati solo dal gradevole sussurrio dei fiumi Nera e Corno. Mi piace introdurre in questo modo la “Primavera di Rita”, con il risveglio di una Valle addormentata e silenziosa. È questa l’atmosfera contemplativa della Cascia invernale, che conosce il suo risveglio a partire dai primi giorni di febbraio con l’inizio del pio esercizio dei 15 Giovedì di S. Rita, che conducono alle solenni celebrazioni del maggio ritiano. In questo profondo silenzio, Rita non ha mai cessato il dialogo con i suoi molti devoti sparsi in ogni angolo della terra, raggiungendoli spiritualmente e parlando loro con il suo cuore di madre, di sposa, di vedova, di consacrata, risvegliando in loro una fede mai del tutto sopita, che ritorna ad incendiarsi con il risveglio della primavera, olezzante di quelle rose che sono il simbolo del profumo della sua santità. Ma la “primavera di Rita” pullula di altre olezzanti gemme, quale la Peregrinatio Reliquiae di S. Rita (il pellegrinaggio della reliquia della Santa nelle Parrocchie che la richiedono, ndr) , un’esperienza nata qualche anno fa e che sta sempre più riscuotendo, dal Nord al Sud d’Italia, un grande successo tra le comunità parrocchiali in cui Rita è amata, pregata e invocata. Il Gemellaggio e il Premio Internazionale di S. Rita rappresentano i due avvenimenti nel segno del messaggio di Pace e di Fede di Rita, della sua solerte e fattiva carità e solidarietà. Chi salirà a Cascia nel mese a lei dedicato per godere celebrazioni liturgiche e folklore popolare, sarà coinvolto in un cammino di fede e di speranza, alla luce di quei miracoli dell’amore che solo Rita sa donare a coloro che si fanno guidare dallo Spirito Santo. M Roma, 1 maggio Beatificazione Giovanni Paolo II Il 14 gennaio il Santo Padre Benedetto XVI ha firmato il decreto che consentirà la Beatificazione di Giovanni Paolo II. La Beatificazione del Papa polacco avviene, dunque, ad appena sei anni dalla sua morte, il 2 aprile 2005. Fu proprio il 13 maggio 2005, che Benedetto XVI, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, annunciò la propria decisione di consentire l’apertura immediata della causa di Beatificazione per Giovanni Paolo II. 12 CASCIA EVENTI Madrid (Spagna), 16-21 agosto Giornata Mondiale della Gioventù Il tema scelto per questa XXVI Giornata è “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Tante, le iniziative per questi sei giorni: concerti, spettacoli, mostre e molto altro. www.gmg2011.it eucaristica presieduta dal Cardinale Paolo Sardi. Il collegamento inizia alle ore 10.00. La diretta può essere ascoltata, in Umbria, sulle frequenze 92.000 e 97.200 (Perugia, Foligno, Assisi, Todi, Città di Castello); 105.200 e 91.900 (Spoleto, Todi, Assisi, Foligno); 97.100 (Orvieto); 105.300 (Terni); 96.900 (Cascia e Norcia). I devoti della Santa che vivono fuori dall’Umbria - in Italia o all’estero - possono ascoltare il servizio su www.umbriaradio.it. Festa di S. Rita 2011: Umbria Radio trasmette in diretta la messa del 22 maggio Il 22 maggio, festa di S. Rita, Umbria Radio trasmette in diretta da Cascia la concelebrazione VIENI ALLA FESTA DI S. RITA! Cascia (PG), 12- 20 maggio Novena di S. Rita Il 12 maggio inizierà la Novena di S. Rita, che ci preparerà alla Festa del 22. Parteciperanno alla Novena, come di consueto, tutti i paesi della nostra Diocesi di Spoleto-Norcia. Il programma delle celebrazioni sarà il seguente (tutti i giorni): ore 15.30, accoglienza dei pellegrini; ore 16.00, confessioni; ore 17.00, visita guidata in Monastero; ore 18.00, S. Messa; a conclusione, preghiera all’interno della Cappella contenente il corpo di S. Rita. Cascia (PG), 15 maggio Processione dello Stendardo Alle ore 21.00, inizia la Processione dello Stendardo, che rievoca il momento in cui S. Rita lascia Roccaporena e viene a Cascia, nel Monastero di S. Maria Maddalena. Lo Stendardo Processionale raffigura questo episodio. È la processione antica (dal 1614) della domenica che precede la Festa di S. Rita, la processione ufficiale del popolo di Cascia che ringrazia la sua grande Santa insieme ai Pellegrini. Cascia (PG), 20-21-22 maggio - Festa di S. Rita 20 maggio Sr. Eugenia Bonetti, Egidia Patito e Sara Fumagalli riceveranno il Riconoscimento Internazionale S. Rita 2011, in quanto la loro testimonianza di vita si avvicina molto a quella di S. Rita. A questo proposito, alle ore 21.00, avverrà la consueta conferenza stampa, per presentare la vita di queste donne. A condurre l’evento, sarà Rosario Carello, giornalista conduttore della trasmissione A Sua immagine, in onda su Rai 1. 21 maggio ore 16.30 La Famiglia Agostiniana si ritroverà riunita per la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da P. Robert Prevost, Priore Generale dell’Ordine Agostiniano; ore 17.30 Riconoscimento Internazionale S. Rita 2011, a seguire: Solenne Celebrazione del Transito di S. Rita, che ricorda il passaggio della nostra Santa dalla vita Terrena a quella del Paradiso, presieduto dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons. Renato Boccardo; 13 ore 21.30 Arrivo della Fiaccola proveniente da S. Vito dei Normanni. 22 maggio Le Ss. Messe avranno inizio alle ore 5.00 con il suono festoso di tutte le campane di Cascia, proseguendo poi alle ore 6.00 / 7.00 / 8.00 / 9.00. ore 10.15 Arrivo del Corteo storico sul Sagrato della Basilica; ore 11.00 Inizio del Pontificale presieduto dal Card. Paolo Sardi; a conclusione, benedizione delle rose e Supplica alla Santa; ore 18.00 Ultima Celebrazione Eucaristica per i Benefattori del Santuario. Donne Agostiniane a cura delle Consorelle ita ci viene descritta benissimo nelle ormai famose parole del Prefazio della Messa votiva del 22 maggio: La sua forza vitale era l’amore e da questa venne guidata nei vari stati della sua vita…. Di Monica, abbiamo le bellissime parole del figlio Agostino nel Libro Nono delle Confessioni: Era, poi, la serva dei tuoi servi. Chiunque di loro la conosceva, trovava in lei motivo per lodarti, onorarti e amarti grandemente [Signore], avvertendo la tua presenza nel suo cuore dalla testimonianza dei frutti di una condotta santa. Due donne che in Dio hanno trovato la bellezza di un incontro d’Amore e che hanno camminato in un continuo esercizio di questo Amore. R La felicità della loro vita non è dipesa dal buon andamento delle loro rispettive vite. Quante lacrime hanno versato entrambe per la conversione dei mariti e dei figli! Ma “la felicità della vita è il godimento della verità, cioè il godimento di te, che sei la verità, o Dio, mia luce, salvezza del mio volto, Dio mio” (Agostino, Confessioni, X, 23,33). Il primato assoluto di Dio Amore ha motivato e deciso la loro reciproca essenza di donna, figlia, sposa, madre, vedova. Potremmo azzardare l’accostamento anche nella con- S. Monica, madre naturale di S. Agostino, e S. Rita, figlia spirituale dello stesso Agostino, cosa possono avere in comune pur avendo vissuto a un secolo di distanza l’una dall’altra? L’amore alla Verità, che lo stesso Agostino ci ha consegnato come ordo amoris, cioè una vita vissuta sulla base dell’amore. sacrazione, perché Monica, pur non essendo consacrata come stato di vita, lo era nella sua profonda vita interiore. Ancora il figlio ce lo dice: C’era anche mia madre [nelle discussioni filosofiche].Ne avevo già notato, a causa della lunga convivenza e di una continua attenzione, le belle doti e l’anima ardente per le cose di Dio (De Ordine 2,1,1). Queste due donne ci mostrano la strada per conoscere il Signore e incontrarLo in quell’incontro che cambia l’esistenza: ascolto della Parola, obbedienza alla volontà di Quale sarà il tuo progetto? CORSO DI ORIENTAMENTO VOCAZIONALE FEMMINILE 16-21 agosto “Vocazione è AMORE …” A cura delle Monache e dei Religiosi agostiniani (presso l’Alveare S. Rita) Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a: Sr. M. Giacomina Stuani O.S.A. Tel. 0743.76221 – Fax 0743.76786 E-mail: monastero@santaritadacascia.org Cara amica, questo spazio è dedicato a te. Per te, che ancora stai cercando di comprendere il bellissimo progetto che Dio Padre ha pensato, sì, proprio per te, perché tu sei preziosa ai Suoi occhi. Dio è Amore, che ci rimette in piedi quando abbassiamo le nostre difese e ci abbandoniamo. A volte abbiamo bisogno di ritrovare la voglia di camminare, il gusto di percorrere la strada con Gesù a fianco, di sentirci parte di una sinfonia splendida, amati e attesi da Qualcuno, perché il mondo con il suo frastuono ci disorienta. Ti aspettiamo per comprendere nel tuo cuore che cosa è Lui per te e per condividere con noi la preghiera... Donne di pace e del perdono, ci insegnano a ricercare Dio Dio, profonda preghiera. Il loro sì alla Verità è stato un sì orante, offerente, obbediente, gioioso e spesso anche sofferente. Il loro messaggio ci trasmette i valori autentici del Vangelo. Entrambe hanno frequentato la scuola della Croce, sono penetrate in questo che è il mistero d’amore più grande di Dio, lo hanno guardato con lo sguardo del cuore, lì dove nel silenzio si ascolta e nel silenzio si risponde. Donne di pace e del perdono, ci insegnano e ci aiutano a non dimenticare questo mondo ferito dal dolore e dall’odio, a non essere indifferenti, a ricercare Dio come principio e fine di ogni nostra azione. “La donna è la protezione e quasi la dimora di altre anime, che in lei possono svilupparsi… La sua anima deve perciò essere ampia ed aperta a tutta l’umanità… Nulla di ciò che è umano le deve essere estraneo”. In queste parole di una grande Santa del XX secolo, S. Teresa Benedetta della Croce - Edith Stein, possiamo riconoscere anche Rita e Monica, due donne che si fanno nostre compagne di viaggio verso il traguardo della santità. SORRIDONO ALLA VITA S. Agostino e la madre S. Monica (dipinto di A. Scheffer. Parigi, Louvre). Invia le foto dei tuoi piccoli a monastero@santaritadacascia.org con il consenso alla pubblicazione di entrambi i genitori. FEDE DI FATTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1. Aurora Saba, Olbia (SS) - Italia 2. Iker, Aitor, Uxue e Ander Rama, Vizcaya (Bilbao) Spagna 3. Rebecca Fernandes, Mumbay - India 4. Anna Pia De Biase, Aversa (CE) - Italia 5. Mattia Mulé, Agrigento - Italia 6.Valentina e Maria Pia Costamagna, San Guillermo Argentina 7. Asia Rita, Alissia, Gillian e Megan Benson, Sant’Antonino - Svizzera 8. Marika Mosconi 9. Kathrin Vocaturi - Svizzera 10. Ginevra Marsili, Montecosaro (MC) - Italia 11. Aurelie e Corentin Detienne, Valais - Svizzera 12. Lorenzo Gregori, Roma - Italia 15 adicata profondamente nell’amore di Cristo, Rita trovò nella sua fede incrollabile la forza per essere in ogni circostanza donna di pace. R 28 ottobre 1982. Le Apette incontrano Giovanni Paolo II. Ma qual è il messaggio che questa Santa ci trasmette? È un messaggio che emerge dalla sua vita: umiltà ed obbedienza sono state la via sulla quale Rita ha camminato verso un’assimilazio- ne sempre più perfetta al Crocifisso. La stigmata che brilla sulla sua fronte è l’autenticazione della sua maturità cristiana. Sulla Croce con Gesù, ella si è in certo modo laureata in quell’amore, che aveva già conosciuto ed espresso in modo eroico tra le mura di casa e nella partecipazione alle vicende della sua città. Seguendo la spiritualità di sant’Agostino, si fece discepola del Crocifisso ed “esperta nel soffrire”, imparò a capire le pene del cuore umano. La Santa di Cascia appartiene alla grande schiera delle donne cristiane che hanno avuto significativa incidenza sulla vita della Chiesa, come anche su quella della società (Lett. ap. Mulieris dignitatem, 27). Rita ha bene interpretato il “genio femminile”: l’ha vissuto intensamente sia nella maternità fisica che in quella spirituale. La sua lezione si concentra su questi elementi tipici di spiritualità: l’offerta del perdono e l’accettazione della sofferenza, non già per una forma di passiva rassegnazione […], ma per la forza di quell’amore verso Cristo che proprio nell’episodio della coronazione ha subìto, con le altre umiliazioni, un’atroce parodia della sua regalità ( Insegnamenti V/1 [1982], 874). 16 Invia le foto dei tuoi piccoli a monastero@santaritadacascia.org con il consenso alla pubblicazione di entrambi i genitori. Vi presentiamo questo estratto del messaggio del Papa Giovanni Paolo II, pronunciato in occasione del pellegrinaggio giubilare dei devoti di Santa Rita da Cascia, il 20 maggio 2000. In quell’occasione, le spoglie mortali di S. Rita furono trasportate a Roma. SORRIDONO ALLA VITA Rita, nelle parole di Papa Wojtyla 13 14 15 16 17 18 13. Isabella Taddei 14. Alessia Lazzarini, Venezia Italia 15. Michela Conti, Calcinato (BS) - Italia 16. Giulia Mura, Nuoro - Italia 17. Alessandro Robustini, Bologna - Italia 18. Andrea Veronese, Villata (VC) - Italia FEDE DI FATTO Giuseppe Peres, priore della Confraternita S. Rita di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, composta da circa 100 persone, racconta l’esperienza della loro fede e le iniziative in nome della Santa. Chiunque desideri saperne di più o è interessato ad associarsi al gruppo ritiano, che fa parte della Pia Unione Primaria S. Rita, può rivolgersi alla responsabile della Pia Unione, Alessandra Paoloni, scrivendo a piaunione@santaritadacascia.org San Vito dei Normanni, città devota di Giuseppe Peres al 5 al 7 maggio ha luogo il Gemellaggio annuale, che vede come protagoniste Cascia e una località italiana o estera che ha in sé un forte legame con Santa Rita. La località scelta per quest’anno è la nostra ridente cittadina, San Vito dei Normanni. Situata in provincia di Brindisi, San Vito dei Normanni nutre una forte devozione verso la nostra Santa, da sempre. La delegazione casciana, con a capo il sindaco Gino Emili, il 5 maggio è accolta dalla nostra comunità in forma ufficiale, alla presenza del nostro sindaco, Alberto Magli. Con grande gioia da parte della nostra Confraternita, noi tutti partecipiamo e sentiamo con profonda devozione l’importanza religiosa e spirituale dell’evento. Il Gemellaggio si conclude a Cascia nei giorni della festa di Rita, quando una delegazione proveniente da San Vito dei Normanni si ritroverà nella cittadina umbra. Già l’anno scorso, dal 16 al 24 ottobre 2010, la nostra comunità ha avuto il privilegio di accogliere la Reliquia insigne di S. Rita (nella foto). Si tratta di un frammento del suo osso, incastonato all’interno di una rosa d’oro. Grazie alla Peregrinatio Reliquiae (pellegrinaggio della reliquia, ndr), abbiamo potuto raccoglierci in preghiera attorno alla Reliquia. La D città tutta è stata più che contenta e, in Parrocchia, era un via vai di fedeli. Siamo riusciti in questo bel progetto, grazie alla testardaggine e all’insistenza di Arcangelo Carrone, nostro ex priore, consigliere della Pia Unione, vero e proprio “gancio” - come dice Padre Mario De Santis (Rettore della Basilica S. Rita, ndr) – che ha voluto fortemente questo collegamento spirituale tra Cascia e San Vito dei Normanni, tra la Basilica di Santa Rita e la nostra Parrocchia. A tutto questo, aggiungiamo anche la nostra viva partecipazione all’Incontro nazionale della Pia Unione Santa Rita, che si è tenuto a Cascia dal 9 al 10 aprile. Un anno speciale, cara Santa Rita, Santa degli Impossibili. Grazie! Se fai parte di una confraternita o di un'associazione devota a S. Rita e vuoi condividere con i lettori di “Dalle Api alle Rose” la vostra esperienza, mandaci la tua testimonianza con le foto del tuo gruppo a redazione@santaritadacascia.org. Per raccontare le vostre iniziative in nome della Santa. 17 Cercando la fede nell’esperienza ritiana, vi proponiamo tracce di vita e insegnamenti, passando per i “simboli” e i luoghi dove la Santa ha lasciato un segno della sua mistica presenza, visibile ancora oggi negli occhi dei tanti fedeli che ne ripercorrono il cammino. Rita e la sua femminilità di P. Giuseppe Caruso immagine di Rita a cui siamo abituati, quella ripetuta infinite volte nelle immagini della devozione, ce la rappresentano come una monaca, con il crocifisso tra le mani e la fronte segnata dalla stigmata della spina. Si tratta di un’immagine che dice qualcosa di Rita ma, al tempo stesso, tace molto di lei. Per esempio, non ci parla della lunga esperienza che Rita ha vissuto come moglie e madre di famiglia, come donna, inserita a pieno titolo nella società dei suoi tempi. Per un lungo tratto di tempo, la vita di Rita è stata del tutto simile a quella di tanti, di tutti. Ma anche in quell’apparente ordinarietà, possiamo pensarlo, è passato qualcosa di straordinario. Forse oggi abbiamo una visione distorta della famiglia, e abbastanza “schizofrenica”: le famiglie ci appaiono o eccessivamente idealizzate, come quelle di certe pubblicità, o terribilmente in crisi, luoghi di oppressione o di violenza domestica: pitture contrarie e, forse, ugualmente unilaterali. Le famiglie, invece, oggi come in passato, sono luoghi in cui si sta insieme, e insieme si cresce, imparando, giorno dopo giorno, a venirsi incontro, a cedere se è opportuno, e a essere intransigenti quando è necessario. Credo che Rita abbia vissuto così il suo impegno familiare, sostenendo Paolo, suo marito, nelle fatiche del duro lavoro; allo stesso modo si deve essere posta come punto di riferimento sicuro per i suoi figli. In quella quotidianità, sempre simile a se stessa, Rita è stata per i suoi cari un segno dell’amore e della presenza di Dio, e in quella famiglia, nelle persone a lei legate da vincoli d’affetto e di sangue, ha visto il segno dell’amore di Dio per lei. Ma una famiglia non è mai, non può mai essere chiusa in se stessa: dalla solidarietà familiare è immediato il passaggio a quelle so- L’ 18 LA PREGHIERA ciale. Possiamo allora immaginare la casa di Rita come un luogo accogliente, dove le donne di Roccaporena e di Cascia potevano facilmente fermarsi per scambiare due chiacchiere e per ricevere una buona parola; una stanza ombreggiata dove i figli di Rita e gli altri ragazzi potevano trovare un sorso d’acqua fresca nell’intervallo dei loro giochi; una dispensa generosa dove non mancava mai un po’ di pane per il mendicante affamato. La casa di Rita, un posto apparentemente anonimo, ma intriso della sua femminilità, diventava il segno concreto di un modo diverso di vivere, alla luce del Vangelo, la relazione tra le persone. TESTIMONIANZA DI RITA GIACALONE VOGHERA (PAVIA, ITALIA) Mia mamma [Teresa], ormai da parecchi anni, soffriva di artrosi ad entrambe le ginocchia con interessamenti alle cartilagini, alle rotule e, nell’ultimo periodo, le si erano formate delle calcificazioni ossee; tutto questo non le permetteva più di camminare normalmente e, molto spesso, le ginocchia non la reggevano e cadeva per terra. Dopo infinite visite e vari esami, nel mese di ottobre [2010] siamo stati da un bravo professore, il quale, appena ha visto i referti e le lastre effettuate, ha dato subito parere ormai scontato: l’operazione con l’innesto di protesi ad entrambe le ginocchia. Mia madre, appena sentito ciò, è stata presa dallo sconforto più totale per mille paure; lei, che ha un’enorme venerazione e fede nell’amata Santa le ha chiesto piangendo la grazia di guarirla senza sottoporsi all’intervento, di poter finalmente camminare come tutti. Ebbene, la notte seguente la visita, mamma ha sognato Santa Rita che la invitava a camminare insieme a lei dicendole che era guarita... mia madre si è svegliata di colpo piangendo e si era accorta davvero che poteva camminare leggera e senza dolore e così fece, camminando come una bambina la prima volta! Nemmeno io credevo ai miei occhi, saltellava, correva e faceva movimenti che solo due giorni prima non poteva nemmeno sognarsi di fare, bloccata dal dolore. Per questo motivo, ringraziamo di cuore l’intercessione di Santa Rita, che ha aiutato più di una volta mia madre, la quale non fa altro che ringraziarla ogni giorno e a tutti la proclama a gran voce: “Grande donna, grande madre e la più grande Santa!”. Cara Santa Rita, non farci mai mancare la tua protezione sulla nostra famiglia. Preghiera della sposa O gloriosa S. Rita, tu per obbedienza ai genitori ti assoggettasti allo stato coniugale, e ti dimostrasti vero modello di sposa cristiana. Eccomi ai tuoi piedi per aprirti il mio cuore, bisognoso dell’aiuto di Dio e della tua protezione. Tu, che soffristi nella vita matrimoniale, ottienimi dal Signore la forza necessaria per mantenermi fedele a Dio e al mio sposo. Prenditi cura delle nostre persone, santifica il nostro lavoro, benedici ogni nostra impresa, perché tutto torni a gloria di Dio e a nostro comune vantaggio. Nulla mai turbi la nostra concordia. Sia prospera la nostra casa, o S. Rita; l’assistano gli angeli della pace, l’abbandoni ogni maligna discordia, vi regni sovrana la carità, e non venga mai meno quell’amore che unisce due cuori, che lega due anime redente dal Sangue purissimo di Gesù. Presenta, o S. Rita, questa preghiera al Signore, e fa’ che un giorno io e il mio compagno veniamo a lodare Dio in Paradiso. Amen (da Insegnaci a Pregare. Pregare insieme a S. Rita, a cura di P. Giustino Casciano OSA, Ed. Monastero S. Rita, 1996) 19 GRAZIA RICEVUTA TRACCE DI RITA L’8 maggio, la Famiglia Agostiniana festeggia la Beata Maria Vergine della Grazia, che ci ha donato come “grazia” proprio suo figlio, il Salvatore. Un dono che crea i presupposti di un forte legame soprattutto tra i giovani e la Madre del Signore. B. Maria Vergine della Grazia e i giovani di P. Vittorino Grossi e P. Rocco Ronzani ant’Agostino scrivendo il libro La dottrina cristiana, dedicato alla lettura e all’annunzio del messaggio biblico nelle comunità cristiane, rilevava come ai giovani bisogna parlare con un linguaggio adeguato. Riannodare le speranze della gioventù alla beata Vergine Maria, la Madre del Signore, non è oggi così difficile. Nella Chiesa, infatti, come avviene in ogni casa, la donna tiene insieme i fili della vita familiare, ne costituisce la grazia di cui godono tutti i componenti e, grazie alla donna, si realizza quel tessuto relazionale con Dio e i propri simili che è il succo della vita. La Madre della Grazia, il primo titolo mariano venerato nell’Ordine agostiniano, indica, in tale delicata operazione relazionale, l’aiuto e l’esempio dell’amore di Gesù, che Maria ci ha donato come “grazia”. La parola “grazia” indica in Gesù salvatore il dono di tutto il bene che si può desiderare, come recitava la teologia agosti- detta, madre della Grazia, regina dei cieli, madre del re degli angeli”. La devozione a questo titolo si è subito sviluppata in alcune antifone, preghiere e inni sempre raccomandati dalle Costituzioni agostiniane come la Benedicta tu - appena ricordata - che si recitava o cantava alla sera e l’Ave Regina coelorum, Mater regis angelorum da cantarsi a S Egli è la “grazia che guarisce” metà del giorno. Nel 1284 il capitolo generale di Orvieto stabilì di onorare la Madonna della Grazia e la raccomandazione è ripetuta nelle Costituzioni di Girolamo Seripando (1551) e fino ai tempi più recenti. Nel 1806, per interessamento del venerabile vescovo agostiniano Menochio, l’ordine ottenne di celebrare la Messa e l’Ufficio propri. Anche oggi sono dedicate a Maria, sotto questo bel titolo, alcune circoscrizioni e molte chiese dell’ordine. La festa, come ogni festa della Chiesa, celebra la grazia, il dono di Dio per quel recupero relazionale di cui nessuno può essere privo e tanto pressante nel tempo giovanile. Da qui l’attenzione ai giovani, che non sono una terra di emozioni allo sbando, ma una terra emotiva chiamata nell’entusiasmo e nella pazienza quotidiana a costruire il proprio tessuto relazionale. E qui la devozione alla Madonna della Grazia si trasforma in educazione, aiutando le giovani generazioni a costruirsi con la grazia e ad essere “grazia” per gli altri. La parola “grazia” indica in Gesù salvatore il dono niana del medioevo: Egli è la “grazia che guarisce” che ridona la salute completa all’uomo di ogni tempo. L’iconografia, molto semplice, presenta Maria che mostra e dona la grazia, cioè il bambino Gesù salvatore, e la liturgia, soprattutto la sera, prima di andare al riposo, la salutava con le dolci espressioni di lode, ringraziamento e affidamento: “Tu sei bene20 AGOSTINIANI MADRE FASCE L’ESEMPIO TRASCINA di Sr. Maria Rosa Bernardinis Ho ricevuto questa confidenza da Sr. Michelina, che ha vissuto con la Beata Teresa Fasce dodici anni. Spero non se ne dispiaccia, se svelo questa sua confidenza, ora che vive nella beata pace del Paradiso, insieme a Madre Teresa. Sr. Michelina entra in monastero nel 1935, a 22 anni. È una ragazza alta e robusta. Tre anni dopo, la B. Fasce inizia quel miracolo della carità che è l’Alveare (cfr. pagg 8-9 di questo numero, ndr) e, in breve tempo, un’ala del monastero viene adibita ad accogliere le orfanelle, con l’impegno economico che ne consegue. Durante la guerra, mentre procedono anche i lavori della costruzione della Basilica in onore di S. Rita, la Comunità si trova davanti a una scelta: rimandare a casa le bambine per la difficoltà economica che comincia a farsi sentire o continuare a portare avanti l’opera iniziata, privandosi loro di qualcosa? Madre Teresa, con la Comunità, scelgono la seconda, fidandosi della Provvidenza. Dopo qualche tempo di rinunce, viene a fare visita a Sr. Michelina la sua mamma che, vedendola deperita, chiede alla Madre Fasce di poterla portare a casa per un po’, affinché si riprenda. Ma quando la B. Teresa si rivolge alla monaca, per conoscere i suoi desideri, Sr. Michelina rifiuta 21 l’offerta, spiegando di voler restare con la Madre e tutta la Comunità perché la scelta comune del sacrificio fa parte della sua donazione al Signore. È proprio vero, come dice il proverbio: l’esempio trascina. LA BADESSA RISPONDE Quando la forza viene meno Se desideri condividere con noi le tue speranze o i tuoi timori, i tuoi dubbi o la tua felicità, scrivi a monastero@santaritadacascia.org, specificando di autorizzarci alla pubblicazione della lettera. Madre M. Natalina risponderà a tutti, sulla Rivista o in forma privata. Sono una donna di 45 anni. Ho due bambini, R., di 14 anni, ed E., 8 anni, e dopo 15 anni di matrimonio sono rimasta vedova da quasi due anni. Mio marito è deceduto improvvisamente il 28 febbraio 2009. La mia vita è cambiata totalmente, ho dovuto affrontare e affronto questo grande dolore ogni giorno e sono andata avanti perché ho tanta fede e ricorro all’intercessione della mia amica S. Rita. È tanto difficile, perché ci sono giorni in cui mi scoraggio, la mia forza viene meno e comincio ad aver paura di non farcela, di non avere la forza di crescere i miei bambini che sono rimasti senza il suo papà. Anche loro, come me cercano di superare questo grande dolore. Desidero avere dei consigli per continuare a vivere in questo stato di vita. (Rita) Carissima Rita, ti ho sempre raggiunta con la preghiera, insieme alla mia Comunità. Ti abbiamo messo nel cuore di S. Rita perché ti guidi nel tuo delicato compito di madre, lei che ha vissuto il tuo stesso dolore, trovandosi sola con due figli da educare e crescere. Anche S. Rita ha provato il tuo stesso smarrimento e la tua paura. Tuttavia non si è chiusa nella sua sofferenza, ma grazie alla fede ha trovato la forza di accettare il misterioso disegno di Dio e ai piedi del Crocifisso ha attinto la forza di non arrendersi di fronte alle difficoltà. A Lui consegnò i suoi figli perché li guidasse sulla via della vita perché vedeva in loro desideri di morte e di vendetta. Non avere paura! Non sei sola! Metti Gesù al centro della tua famiglia, nei tuoi dubbi ricorri a Lui. Non permettere che lo scoraggiamento abiti il tuo cuore, ma metti te stessa nel Suo Cuore perché ti consoli, ti guidi, ti illumini e ti doni ogni giorno la forza di compiere la Sua volontà. Prega per i tuoi figli e continua ad affidarli alla materna protezione di Maria e di S. Rita. La tua fede e la tua dedizione ti otterranno dal Signore ciò di cui hai bisogno per crescere bene Riccardo ed Emmanuel. Anche tuo marito, dal Cielo, è sempre presente per sostenerti insieme a loro. Il dolore rimane un mistero, ma non dimenticare che Dio, nel suo agire, è sempre mosso dall’amore. Spesso un grande dolore ci riporta più vicino al Signore e ci converte, e convertirsi significa vivere di Dio e in Lui trovare la fonte della nostra gioia e della nostra speranza. La nostra preghiera di Sorelle ti seguirà sempre. 22 Bomboniere solidali di Santa Rita. Fatte per Amore. ! Codice A - Rosa - portachiavi Le Bomboniere solidali di Santa Rita sono un prodotto di artigianato realizzato dal Monastero Santa Rita da Cascia, per sostenere i progetti di carità in favore dei più bisognosi, come sempre, in modo concreto e diretto. Da oggi puoi unire, alla gioia della tua festa, un sentimento che ci rende tutti parte della stessa famiglia: l’amore per la solidarietà. Codice B - Cuore Per richiedere le Bomboniere solidali, basta compilare il modulo d'ordine e inviarlo insieme alla ricevuta di avvenuto versamento, tramite • fax 0743.750179 • e-mail bomboniere@santaritadacascia.org • posta Monastero S. Rita da Cascia - 06043 Cascia (PG) Al momento è possibile fare ordini solo per l’Italia. Per informazioni sulle Bomboniere solidali: tel. 0743.750941 cognome nome indirizzo cap città tel. provincia cell. e-mail note (specificare l’indirizzo di consegna solo se diverso da quello indicato sopra) Data cerimonia Con la presente, si richiede l’invio delle seguenti Bomboniere Solidali (ordine minimo 10 pezzi) Codice Descrizione Quantità A Rosa - portachiavi Cuore B Contributo unitario 6€ 5€ Spese di spedizione TOTALE COMPLESSIVO TOTALE 10 € Battesimo Comunione Cresima Matrimonio Nozze d’argento Laurea Modalità di versamento: posta: c/c postale nr. 5058 - intestato a: Monastero S. Rita da Cascia banca: IBAN IT27D0631538330000001001328 Specificando nella causale “Bomboniere” Data Firma La sua prima maestra sarà la tua generosità. Sostieni l’Alveare di Santa Rita, aiuta una bambina a diventare grande. C’è un posto, nel Monastero di Santa Rita da Cascia, dove da più di 70 anni si perpetua un piccolo miracolo. È l’Alveare di Santa Rita, casa, scuola, famiglia per bambine in difficoltà economica e sociale. Circondate dall’amore delle Monache e sostenute dalla generosità dei benefattori, le Apette ritrovano qui la serenità e la speranza di potersi costruire un futuro. Tante sono le bambine che, tra le mura dell’Alveare, sono diventate grandi. Tante sono quelle che ancora hanno bisogno del nostro aiuto. Nel nome di Santa Rita, sostieni il suo Alveare con una donazione sul conto corrente postale 5058 oppure sul conto bancario IBAN IT27D0631538330000001001328 SWIFT CRSPIT3S causale “Alveare”. Tel. +39 0743 76221 monastero@santaritadacascia.org www.santaritadacascia.org