N. 16 Venezuela - Italia. Storia attualità, futuro

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N. 16 Venezuela - Italia. Storia attualità, futuro
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Quaderni di Casa America
anno•VI numero•2
Venezuela - Italia
Storia, attualità, futuro
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Quaderni di Casa America
anno•VI numero•2
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Sommario
Prefazione
di Roberto Speciale
4
Il Venezuela
7
Investire in Venezuela: un mondo
di opportunità
dell’Istituto Nazionale di Statistica
50
9
Cámara de Comercio Venezolano
Jean Pietro Cattabriga
54
Missioni Sociali: le basi
per nuovi rapporti Stato-comunità
di Gladys Francisca Urbaneja Duran 11
Una vision del ambiente economico
de Venzuela y perspectivas 2013-2015
Efraín J. Velásquez
58
Il Venezuela e gli italiani
di Luigi Maccotta
Las cordenadas de una renovada relación
entre Venezuela e Italia
en el marco de la gestión universitaria
Angelo Musaio
62
La voce d’Italia e del venezuela
Marisa Bafile
65
Padiglione del Venezuela alla Biennale
di Venezia
Maylyn E. López e Patricia Vargas
67
Introduzione
di Julián Isaías Rodríguez Díaz
L’IILA e le iniziative culturali
Italia - Venezuela
di Giorgio Malfatti di Monte Tretto
Considerazioni sulla VI Conferenza
Italia-America Latina e Caraibi
di Donato Di Santo
16
18
20
Vespucci, Venezia e il Venezuela
di Julián Isaías Rodríguez Díaz
23
Venezuela 2013
di Fabio Porta
26
Il Sistema Venezuelano. Musica:
espressione sublime di armonia e bellezza
Maylyn E. López
71
La resistenza indigena
e la sua storia non ufficiale
di Julián Isaías Rodríguez Díaz
28
Il cacao venezuelano. Tradizione,
sapore ed aroma del popolo di Chuao
Edgar Gonzáles
75
Scoperta e conquista
di Gabriella Airaldi
33
Venezuela, un mondo di emozioni
da condividere
Héctor Abad
79
Monte Sacro: il giuramento
per la liberazione latinoamericana
di Julián Isaías Rodríguez Díaz
35
Gli italiani in Venezuela
di Anna Maria Lazzarino Del Grosso 38
La Costituzione Venezuelana
di Carlo Amirante
Mercosur: basta oro in cambio di specchi
di Maylyn E. López
44
47
SCHEDE
Fondazione Casa America
86
Giornate del Venezuela
89
Corsi di Lingua dell’Associazione
Amici di Casa America
90
Quaderni di Casa America
91
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4
Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Prefazione
RobeRto SpecIale
PRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA
Sono grato all’Ambasciata del Venezuela a Roma e all’Ambasciata del Venezuela alla FAO per aver accettato la
proposta di costruire assieme un numero della nostra rivista “Quaderni di
Casa America” sul Venezuela, un Paese
importante dell’America Latina, che
ha forti legami storici e attuali con
l’Italia. Non poteva mancare una
prima riflessione su questa realtà e
spero che a questo numero dei “Quaderni” segua l’organizzazione di alcune giornate a Genova, a Fondazione
Casa America, quale occasione per
una migliore conoscenza reciproca e
l’inizio di un dialogo.
Non c’è nulla di male ad essere d’accordo su alcune questioni e magari in disaccordo su altre: questo è il sale della
terra e comunque un ottimo esercizio di
democrazia, sempre.
Il Venezuela è un Paese affascinante – lo
dico anche per esperienza personale –
dal punto di vista paesaggistico, storico
e naturalistico. Merita quindi di essere
una meta turistica ancora più importante
di quanto lo sia già, soprattutto per gli
europei e gli italiani.
Spero che questo sia un obiettivo delle
autorità di quel Paese e dei tour operator
internazionali. Naturalmente perché
questo si realizzi è necessario, credo, migliorare le infrastrutture di accoglienza e
ridurre (ma questo è un obiettivo in sé,
non solo ai fini turistici) l’alto tasso di insicurezza e di violenza che si registra in
alcune parti del Paese.
Storicamente gli italiani hanno avuto ed
hanno una vasta e importante presenza
in Venezuela. Come dimostrano alcuni
articoli in questo numero dei “Quaderni”, da Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci ad oggi l’Italia si è
intrecciata fortemente con quella storia
ed è stata determinante nelle battaglie
per l’indipendenza, accanto a Simón Bolívar e nello sviluppo impetuoso di quella
economia nel secondo dopoguerra.
Comprendo benissimo ed apprezzo
l’impegno volto a valorizzare le culture
indigene e precolombiane e a tutelarle
anche costituzionalmente come fa, d’al-
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tra parte e giustamente, un numero crescente di Paesi latinoamericani. Credo
però che sia un errore - e l’ho detto apertamente in più occasioni - pensare di riscrivere completamente la storia ed
attribuire per esempio a Cristoforo Colombo, che è stato soprattutto un genio
marinaro ed un grande navigatore, la responsabilità della conquista e della colonizzazione, così come credo sia ingenuo
pensare che solo gli europei l’abbiano
praticata.
Abbattere la statua di Colombo, come è
stato fatto a Caracas alcuni anni fa, non
è utile, secondo me, alla valorizzazione
delle culture originarie e allo stesso
tempo non facilita i legami con gli europei e gli italiani: crea diffidenza, sospetto
e scarica sugli altri e sulla storia problemi
che sono nostri, ora.
Credo che sia necessario guardare avanti,
valorizzare tutto ciò che di positivo vi è
nella realtà di oggi e nel passato.
Il Venezuela, come sostengono diversi
autori di questo numero, seppure con
accenti diversi, ha un potenziale economico molto importante ed è sicuramente
positivo che si sia lavorato e si continui a
farlo per ridurre le diseguaglianze e la
povertà, per accrescere il tasso di scolarità
e estendere le prestazioni sanitarie, per
farne cioè un Paese moderno e socialmente giusto. Anche se in questo momento gli analisti sostengono che vi sia
una situazione economica più problematica – inflazione elevata, diminuzione
delle riserve valutarie, difficoltà di ap-
provvigionamento di divisa per le piccole
e medie imprese, carenza di alcuni generi
di prima necessità – ci si augura che queste difficoltà vengano affrontate e risolte
con decisione e spirito riformista. Le imprese italiane (e straniere) presenti in Venezuela possono continuare a dare un
contributo importante allo sviluppo se
vengono poste nella condizione di farlo
e se l’economia venezuelana riesce a diversificarsi maggiormente. Il petrolio e
l’energia sono una grandissima ricchezza
del Paese ma non si può rischiare, a mio
modesto avviso, che diventi totalizzante
– il 96% delle esportazioni –, emarginando altre produzioni e attività economiche. Il profitto che si ricava dai prodotti
petroliferi dipende in modo stringente
dallo scenario e dalle quotazioni internazionali, oltre che dalla capacità estrattiva
e di raffinazione, cioè dall’efficienza interna del sistema.
Ho letto con interesse l’articolo del prof.
Carlo Amirante sulla nuova Costituzione
venezuelana e ne ho condiviso lo spirito;
d’altra parte conosco il lavoro fatto recentemente dal prof. Eduardo RozoAcuña, intitolato“Il costituzionalismo in
vigore nei Paesi dell’America Latina”,
che contiene un ampio esame relativo
anche al Venezuela. In quella Costituzione vi sono acquisizioni innovative, in
materia di libertà religiosa, diritti civili e
sociali, sulla cultura, sulla società multietnica, sui popoli indigeni, che è bene che
i lettori europei ed italiani conoscano
meglio. Rozo-Acuña pone però due pro-
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
blemi, ed io con lui. Il primo: è stato giusto e necessario aumentare il mandato
presidenziale da 5 a 6 anni, rendere possibile la reiterazione di successivi mandati, non prevedere la maggioranza
assoluta e quindi il ballottaggio nell’elezione diretta del Presidente, ridurre ad
una sola Camera il potere legislativo di
un Paese a struttura federale? Secondo
problema. Non vi è, forse, un’estensione
troppo ampia del concetto di sicurezza
nazionale e un ruolo eccessivo attribuito
alla Forze Armate in un binomio molto
forte con il Presidente? Non c’è qualche
rischio in questa scelta, conoscendo la
storia dell’America Latina?
Penso che il consolidamento della democrazia sia un impegno universale, una
preoccupazione di tutti, che ha due aspetti
evidenti: la salvaguardia della sovranità
popolare, la crescita della partecipazione
dei cittadini ed assieme la predisposizione
di strumenti di garanzia, di bilanciamento
dei poteri, di equilibrio nella gestione delle
istituzioni fondamentali, di rispetto delle
opposizioni e della libertà di stampa che
sono una sicurezza per tutti, maggioranza
ed opposizioni, nelle fasi alterne che le
possono riguardare.
Credo che tutti questi argomenti e molti
altri che sono stati affrontati in alcuni articoli e in particolare nei contributi degli
Ambasciatori meritino un approfondimento, una conoscenza più puntuale, un
dialogo amichevole. Tra questi segnalo
con una particolare enfasi l’esperienza
importantissima del sistema di orchestre
musicali e il ruolo del maestro Abreu.
Sappiamo tutti che ciò che tiene unito
tanto un Paese quanto ogni più piccola
struttura sono la tolleranza e il rispetto,
la capacità di comprendere, anche non
accettandole, le ragioni degli altri.
È troppo presuntuoso pensare che da
una semplice fondazione culturale e da
alcune importanti Ambasciate possa scaturire un messaggio di ascolto e dialogo
valido anche per altri?
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Il Venezuela
CARATTERISTICHE
GEOGRAFICHE
Coordinate geografiche.
00º 38’ 53’’;12º 12’ 00’’
Latitudine Nord
59º 47’ 50’’;73º 22’ 38’’ longitudine ovest.
Limiti:
Nord, Nord-Est, Nord-Ovest
Mare territoriale della Repubblica Dominicana, Antille Olandesi, Porto Rico,
Isole Vergini, Martinica, Guadalupe, Trinidad e Tobago e Dominica.
Est
Repubblica Cooperativa di Guyana
Sud e Sud-Est
Repubblica Federale del Brasile
Ovest e Sud-Ovest
Repubblica di Colombia
Clima
Stagione secca che va da novembre ad
aprile e un’altra di pioggia da maggio
ad ottobre. Si possono osservare alcuni
fenomeni climatici ed atmosferici propri
della regione che alterano questi periodi. Le temperature medie variano da
1º a 9º C nelle zone desertiche, con massime di circa 38º C in Maracaibo e i Llanos
(pianure).
CARATTERISTICHE
DEMOGRAFICHE 2009:
Popolazione Totale: 28.946.101
Uomini: 14.409.401
Donne: 14.536.700
Densità ab/km2: 30,1
Popolazione Urbana: 88,8
Popolazione rurale: 11,2
Popolazione Indigena: 725.141
Popolazione al di sotto dei 15 anni:
8.569.701
Popolazione al di sopra dei 65 anni:
1.901.831
Aspettativa di vita alla nascita (media
degli anni di vita) 74,30
DATI GENERALI DEL PAESE
Nome Ufficiale: Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Superficie Geografica: 916.445 km² +
159.500 km². Zona Reclamata. Il Vene-
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
zuela non riconosce il Lodo Arbitrale di
Parigi del 1899 perché privo di fondamento. (Titolo III. Capitolo I Costituzione della Repubblica Bolivariana del
Venezuela)
Divisione Politico Territoriale:
23 Stati, 1 Distretto Capitale e Dependencias Federales composte da 311
isole, isolotti. (Titolo III. Capitolo I della
Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela)
Capitale: Caracas.
Lingua Ufficiale: Castigliano e tutte le
lingue dei popoli indigeni venezuelani
(Art. 9 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela)
Cittadinanza: Venezuelana, la quale
non si perde optando o acquistando
una seconda cittadinanza (Art. 34 della
Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela)
Analfabetismo: Sotto il 4%
Valuta: Bolívar Fuerte
Anno Fiscale: Gennaio-Dicembre
Religione: Esiste libertà di religione e
culto (Art. 59, della Costituzione della
Repubblica Bolivariana del Venezuela)
Costituzione Bolivariana: Prima e unica
nella storia nazionale la cui redazione fu
approvata dal popolo tramite voto universale nel Referéndum del 15 dicembre
1999 e fatto un emendamento nel 2009.
CARATTERISTICHE ECONOMICHE
Profilo Economico:
Le categorie sono distribuite principalmente nella seguente maniera:
Costruzione 7%, Agricoltura privata ristoranti e hotel privati e diverse attività
pubbliche 7%, Commercio e servizi
10%, Immobiliare, imprese e affitto
11%, Produzione di servizi del Governo
Centrale 12%, Petrolio 16% e Manifattura 17%.
Comportamento del PIL:
Crescita del 256.6% passando da 91.340
milioni di dollari nell’anno 2009, consolidando il Venezuela come la quarta
economia della Regione.
TIPO DI GOVERNO
Democratico, partecipativo, elettivo, decentrato, alternativo, responsabile, pluralista, e di mandato revocabile (Art. 6
della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela)
PRESIDENTE ATTUALE
Nicolás Maduro Moros
14 aprile 2013
Periodo presidenziale: 2013-2019
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Introduzione
JulIán ISaíaS RodRíguez díaz
AMBASCIATORE STRAORDINARIO E PLENIPOTENZIARIO DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA
DEL VENEZUELA PRESSO LA REPUBBLICA ITALIANA
Traduzione di Ciro Brescia
¡Mis huesos se quedan aquí!*
Il Venezuela è sempre stato aperto e
sempre sarà aperto al pensiero. All’arte,
al lavoro manuale e intellettuale, alle esperienze della storia e della vita. Al darsi
con il corpo e con l’anima di coloro che,
prima e dopo il processo indipendentista,
ci hanno offerto il loro incoraggiamento
e la loro forza per conquistare la nostra libertà politica. Allo stesso modo, il Paese
di oggi, la gente di oggi, è e sarà disposta
a dare tutta sé stessa, tutto ciò che ha e
tutto ciò che non ha, per la liberazione
economica, sociale, politica e culturale.
Il Venezuela non è più il paese colpito
da un tasso di povertà pari all’81%, che
si poneva l’obiettivo di privatizzare l’educazione, la salute, la telefonia, l’energia
elettrica, il petrolio, il ferro e altri beni e
servizi pubblici, che era disposto a svendersi ai privati, per indebolire lo Stato e
arricchire i proprietari dei mezzi di produzione e delle più grandi compagnie
internazionali.
*Le mie ossa riposeranno qui!
Fino al 1998 il Venezuela è stato un
paese scosso da proteste. I disoccupati,
i familiari dei leader popolari uccisi, gli
studenti brutalmente repressi, i contadini
senza terra, le donne senza opportunità
di lavoro sono stati i migliori protagonisti
delle battaglie che hanno reso possibile
la società odierna.
Con uno straordinario livello di coscienza
politica e sociale, hanno affrontato una
oligarchia, la sorella minore della grande
oligarchia internazionale, precorritrice
delle guerre di dominazione.
In Venezuela, siamo disposti a combattere
contro gli eccessivi profitti e privilegi che
hanno a lungo sfruttato le nostre risorse
minerali, vegetali, ambientali ed anche
umane, con le quali la Natura ha disegnato
i profili del nostro territorio.
Il Venezuela di oggi vanta un popolo
che ha imparato ad essere democraticamente protagonista, partecipativo,
nonché sovranamente degno. Un paese
in cui l’istruzione è un diritto per tutti,
con le scuole pubbliche e le università,
con le missioni per l’alfabetizzazione,
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
con i calcolatori e il software libero
nelle scuole pubbliche.
La salute in Venezuela è un sacro diritto
e non una merce; investendo nella scienza
e nella tecnologia in quanto strumenti
essenziali per il suo sviluppo e per la
sua sovranità. Forma la sua gente per
lavorare con i satelliti artificiali.
Il PIL venezuelano dopo il 2008 è cresciuto
per 13 trimestri consecutivi. Infatti, nel
2010 ha raggiunto l’1,8% di crescita rispetto
al 2009 e del 4,5% nel 2011 rispetto al
2010. Questa crescita non si è fermata, e
nel corso del primo trimestre del 2012 ha
sorpreso gli avversari del paese crescendo
del 5,6%. In Venezuela il PIL cresce a a
differenza di molti paesi europei, dove
l’economia è in recessione ed è caratterizzata da un’elevata disoccupazione.
Il Venezuela offre maggiore supporto
energetico all’America Latina rispetto
agli stessi Stati Uniti. Fornisce sovvenzioni per 8 miliardi e 800 milioni di
euro in energia, contro i 3 miliardi offerti
dagli USA. Intanto, da parte sua, PetroCaribe garantisce a 18 paesi dell’America
Latina e dei Caraibi, petrolio sovvenzionato al 40% o al 60% per il beneficio
di 90 milioni di persone.
Infine, il Venezuela ha la terza maggiore
comunità italiana in America Latina.
Questo è uno dei motivi per cui gli italiani non hanno bisogno del visto turistico per entrare in Venezuela.
Gli italiani hanno contribuito alla cultura
generale del nostro paese. Nella gastronomia, siamo dopo l’Italia il più
grande consumatore pro capite di pasta
nel mondo, e in America Latina siamo
al primo posto, prima dell’Argentina.
Le industrie di costruzione e di intrattenimento sono state notevolmente arricchite dalla moda, dall’architettura, dalla
musica, dal calcio, dal motociclismo e
dall’ingegneria italiana.
Negli anni successivi alla seconda guerra
mondiale più di trecentomila italiani giunsero in Venezuela, una buona parte di
loro si stabilì a Turén. Si stima oggi che
l’immigrazione italiana si attesti a un milione e trecentomila italo-venezuelani.
Abbandonarono tutto per lanciarsi drammaticamente all’avventura e alla speranza
di riconquistarsi la vita. Ci sono riusciti,
ed oggi è davvero ammirevole come la
loro forza d’animo, il loro coraggio ed il
loro ottimismo li ha spinti a costruirsi il
proprio destino, cosa che onora il nostro
paese oggi. Sono venuti con l’idea di
trionfare, di integrarsi nella nostra società
e ci sono riusciti. Per noi sono stati molto
importanti nella nostra storia recente,
grandi ed eroici; abbiamo potuto ascoltare,
in una colonia agricola, una nonna affermare tra le lacrime:
Amore, Italia con tutto su soldi nunca podrá pagare
el amore y el apoyo que nos dio Venezuela y su gente… aquí conseguimos la paz y el progreso para vivir
con dignidad… ¡Mis huesos se quedan aquí! ¡Gracias
Venezuela, te entrego mis hijos y mis nietos!**
** L’Italia con tutti i suoi soldi non potrà mai ripagarci
dell’amore e dell’appoggio che ci ha dato il Venezuela e
la sua gente... qui abbiamo trovato la pace ed il progresso per vivere degnamente. Grazie Venezuela, ti affido i miei figli e i miei nipoti!
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Missioni Sociali:
le basi per nuovi rapporti
Stato-comunità
gladyS FRancISca uRbaneJa duRan
AMBASCIATRICE RAPPRESENTANTE PERMANENTE DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA
DEL VENEZUELA PRESSO LA FAO E LE ALTRE ORGANIZZAZIONI
DELLE NAZIONI UNITE CON SEDE A ROMA
Il 5 luglio 1811 è, senza dubbio, una
pietra miliare della prima fase del nostro
processo di emancipazione della Capitania Generale del Venezuela dal Regno
di Spagna; è la data in cui si è raggiunta
in modo formale l’indipendenza nazionale che ha portato alla formazione
politica e territoriale di una nuova Repubblica nel continente americano.
Dopo questo grido di libertà, si è combattuta una sanguinosa guerra che ha
devastato il nostro Paese e decine di
migliaia di venezuelani per concludersi
definitivamente dodici anni dopo, il 24
luglio 1823, con la battaglia navale del
Lago di Maracaibo. Dopo la guerra il
nostro Paese si è ritrovato in un tale
stato di debolezza che a giudizio del
Libertador, Simón Bolívar, la prima indipendenza è stata“(...) l’unico vantaggio
che abbiamo acquisito a scapito di altri
(...)”. Eppure, ancora fino alla fine del
secolo scorso i venezuelani aspettavano
di vedere tradotti in fatti concreti i benefici sociali di quel processo d’indipendenza, che contro i propri scopi e
principi è stato deformato da un’oligarchia che ha detenuto il potere per
quasi 170 anni a partire dal 1830.
Quindi, prima di conseguire il bene, il
progresso e lo sviluppo nazionale, abbiamo subito nuove guerre, la fame, la
malnutrizione e l’analfabetismo, il tutto
accompagnato da un’iniqua distribuzione
della ricchezza derivante dalle tradizionali
esportazioni di prodotti agricoli come il
caffè e il cacao e, dagli inizi del XX secolo,
dall’estrazione di petrolio a vantaggio
quasi esclusivo delle multinazionali stabilitesi nel Paese e di una minoranza
della classe borghese nazionale, sotto il
riparo e la protezione dello Stato, che
hanno concorso al saccheggio del patrimonio di tutti i venezuelani.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Ma dopo la vittoria nelle elezioni del dicembre 1998 e la successiva ascesa alla
presidenza il 2 febbraio del 1999, il Comandante Hugo Chávez Frias, fedele
alla sua promessa elettorale, avvia un
processo di trasformazione dello Stato
e della società, attuando nei suoi primi
decreti la chiamata al popolo venezuelano
per la formazione di una Costituente
per fondare una nuova Repubblica. Così,
il 1999 segna la continuazione di questo
processo di liberazione e di emancipazione iniziato con la nostra prima indipendenza, ma troncato dagli interessi
divergenti dei vari governi che sono
emersi dopo il 1830. Così è nata la Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Si potrebbe dire, secondo le parole del
poeta francese Paul Éluard, autore del
famoso libro Libertà che “è possibile liberarsi di una cosa alla volta”. Invece,
l’audacia del progetto Libertà iniziato
dal Presidente Chávez ha avuto successo
perché ha osato bruciare le tappe, organizzando rapidamente la struttura
del nuovo Stato d’ispirazione socialista,
indipendente da altre potenze, con la
chiara visione di un mondo multipolare,
nonostante il sabotaggio e l’offensiva
continua di governi stranieri, istituzioni
e gruppi che rappresentano la reazione
nazionale e internazionale.
Nel 1999, anno in cui le trasformazioni
sono avviate, il Venezuela era in una situazione in cui una parte considerevole
della popolazione era una “legione” di
emarginati. Questo problema ha avuto
i suoi inizi dalla stessa colonia, e ha
raggiunto più del 70% dei suoi abitanti
alla fine del secolo scorso. Era una popolazione di analfabeti ed emarginati
che il processo rivoluzionario ha salvato
e incorporato alla vita produttiva grazie
alle politiche avanzate del governo bolivariano.
Si può dire che dopo che la nazione
venezuelana ha ripreso il controllo del
proprio destino, sotto la guida del presidente Hugo Chávez Frias si è dato il
via alla costruzione di alcuni strumenti
in grado di proteggere e blindare lo
Stato e la società come un “tutto” che
ha permesso di emanciparsi in modo
esemplare da molti anni di cattiva assistenza medica, di invisibilità dei più
deboli e di esproprio della nostra repubblica.
Fin dall’inizio il processo bolivariano
ha reso possibile l’integrazione tra i diversi settori politici e sociali che hanno
permesso di realizzare presto il desiderio
di avere più di una libertà alla volta. In
definitiva si è ottenuta la libertà: come
popolo ci siamo liberati dalla fame,
dalla povertà, dall’analfabetismo, come
popolo ci siamo liberati degli oneri che
impedivano l’accesso alle prestazioni
fondamentali che finora mancavano
alla maggioranza dei venezuelani.
Il Progetto Rivoluzione Bolivariano, o
l’albero delle tre radici ideato dal Comandante Hugo Chávez, ha avuto uno
dei suoi fondamenti nel pensiero di
Don Simón Rodríguez, maestro di Si-
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
món Bolívar. Questo illustre educatore,
noto anche come Samuel Robinson, ha
ideato un modello per il periodo postcoloniale basato su un’educazione popolare libera da pregiudizi e focalizzata
sui nostri bisogni e costumi, lasciando
da parte i sistemi stabiliti in Nord America o in Europa. A questo straordinario
filosofo è dovuta la massima adottata
per i posteri:“o inventiamo o sbagliamo”;
parole giustamente riprese dal Comandante Hugo Chávez, che ha detto che
per evitare errori è obbligatorio inventare
la nostra strada e i nostri modelli.
Dando seguito a questo concetto, le
Missioni Sociali sono state istituite dal
2002 come strumento innovativo di
coesione che ha rafforzato i legami tra
lo Stato e la società, attuando principi
di supporto che non solo rispondevano
alle esigenze più urgenti della popolazione disagiata del Paese, ma hanno
dato la possibilità allo Stato di recuperare
l’essenza della comunità d’impresa nazionale, l’organizzazione e la costruzione
del nuovo soggetto politico venezuelano,
com’è stato stabilito nella Costituzione
Bolivariana adottata dal popolo venezuelano nel 1999.
Grazie all’organizzazione, alla perseveranza, alla dedizione delle Missioni
Sociali, sostenute dalla Costituzione e
dal governo nazionale, la Repubblica
Bolivariana del Venezuela è stata dichiarata nel 2005 dall’UNESCO libera
dall’analfabetismo, mentre altre organizzazioni internazionali hanno evi-
denziato nelle loro relazioni globali le
conquiste del Paese, come ad esempio
il fatto che il coefficiente di Gini è diminuito e l’aumento dell’indice di sviluppo umano (IDH).
Inoltre l’Organizzazione delle Nazioni
Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura,
la FAO, organismo internazionale incaricato di fare le valutazioni dei progressi dei Paesi in materia di sicurezza
alimentare, durante la sua trentottesima
Conferenza tenutasi nel giugno 2013,
ha concesso al Venezuela un riconoscimento per aver raggiunto con un impegno eccezionale, prima del 2015, l’eliminazione della fame e della povertà,
seguendo le direttive dell’Obiettivo del
Vertice Mondiale del 1996 e il Millennium Development Goal numero uno,
l’OSM1.
Questo premio attribuito dalla FAO e ritirato dal nostro Presidente Nicolas Maduro, è stato possibile grazie alle Missioni
progettate e sviluppate dal Comandante
Supremo della Rivoluzione Bolivariana
Hugo Chávez. La Missione Mercal (mercato alimentare) è stata una delle prime
a essere creata, data l’urgenza di garantire
la sicurezza e la sovranità alimentare
degli abitanti del Paese. È stata la rete
delle Missioni a rendere possibile, in
modo accelerato, il superamento dei
limiti e delle carenze del popolo venezuelano. In questo modo, un lavoro svolto
con una chiara visione del futuro ha
consentito di poter raggiungere gli indici
globali e gli indicatori di prima nomina
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Caracas
e meritare riconoscimenti da parte d’istituti
internazionali come la FAO.
È importante richiamare l’attenzione sul
fatto che i dati di riferimento presi come
base, sia nel Vertice Mondiale della FAO
del 1996 sia nell’ambito degli Obiettivi
di Sviluppo del Millennio stabiliti nel
2000 dalle Nazioni Unite, sono quelli
rilevati nel periodo 1990-1992, con un
limite di tempo che è stato istituito nel
2015 per consentire ai Paesi di attuare
tutte le politiche socio-economiche necessarie per raggiungere - o nel migliore
dei casi superare, secondo le loro possibilità- questi traguardi di sviluppo fondamentali per l’esistenza umana.
Tuttavia la realtà socio-economica del
Venezuela per il 1998 era peggiore ri-
spetto a quella del 1990-1992. In sostanza, gli anni Novanta sono stati caratterizzati dall’applicazione delle politiche neoliberiste imposte dalle organizzazioni di Bretton Woods - la Banca
Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale - che hanno provocato la
privatizzazione e lo smantellamento
delle istituzioni statali e delle imprese,
la perdita di prestazioni sociali e l’impoverimento della salute e dell’istruzione, beni di per sé irraggiungibili per
i meno abbienti. Queste misure, insieme
ai prezzi più bassi del nostro principale
prodotto di esportazione, il petrolio, e
il calo delle riserve internazionali, hanno
portato tra gli altri effetti negativi l’aumento della malnutrizione di 2,3 milioni
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
di persone nel periodo 1990-1992, fino
ai 4,9 milioni per il periodo 1998-2000,
nonché una diminuzione della disponibilità di chilocalorie per persona al
giorno – parametro fondamentale di
un sano sviluppo della popolazione da 2.526 a 2.252 tra il 1992 e il 1999.
Nel complesso, nell’anno 1998, sette
famiglie su dieci sopravvivevano sulla
soglia della povertà in base al loro reddito, mentre la povertà estrema per
quell’anno era al 27%.
Con il lancio e lo sviluppo della rete nazionale MERCAL e in seguito della Produttrice e Distributrice Venezuelana di
Alimenti SA, PDVAL nel 2008, oggi i venezuelani sono alimentati meglio rispetto
a quattordici anni fa. Si è incrementata
la varietà di opzioni alimentari, aumentando in tal modo il consumo di cereali
e di proteine derivanti da prodotti a base
di carne, oltre a radici, tuberi, verdure e
frutta, come rilevato dall’Istituto Nazionale
di Statistica, INE. Grazie a queste iniziative
adesso in Venezuela la disponibilità di
energia è aumentata a oltre 2.800 chilocalorie per persona il giorno, quindi al di
sopra del requisito minimo della FAO di
2.700 chilocalorie il giorno.
Il crescente investimento dello Stato venezuelano nel sociale sta dando i suoi
frutti, e il risultato è la riduzione della
povertà al 21,2%, e della povertà estrema
al 6,0%, secondo i dati forniti dall’INE
nel 2012. Su questa base si prevede che
gli indici continueranno a diminuire,
con riduzioni stimate rispettivamente al
20% e 5% entro la fine del 2013.
C’è stato un grande impegno per invertire la situazione critica che ha minacciato la stabilità del Paese, e per
rendere possibili i livelli attuali, secondo
cui il governo nazionale si rende garante
del cibo necessario ai venezuelani, con
libero accesso a chi non può, e benefici
per le persone che hanno poco. Per ottenere il riconoscimento della FAO per
i successi eccezionali, raggiunti anni
prima della data prevista, si è pensato
innanzitutto all’impegno preso con il
popolo venezuelano, storicamente abbandonato dai precedenti governi. Il
Comandante Hugo Chávez ha sacrificato la sua vita a favore di un processo
d’invenzione illimitata, cui egli ha dedicato un grande sforzo per ridurre e
sradicare la povertà e l’esclusione. La
strategia fondamentale si è basata sulla
partecipazione popolare inquadrata all’interno delle Missioni Sociali; essenza
e parte fondamentale del grande Progetto Bolivariano che ha visto la sua
continuità con il presidente Nicolas
Maduro Moros.
In conclusione, è oggi propizio ricordare
le parole del famoso poeta venezuelano
Gustavo Pereira, che nella sua opera,
Tracce di Memoria, ha scritto “(...) se
non fosse per i sognatori, il mondo sarebbe uno spreco e una caverna tetra il
nostro letto. Se non fosse per i sognatori,
che senso avrebbe tutto questo (...) “.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Il Venezuela e gli italiani
luIgI maccotta
DIRETTORE CENTRALE PER I PAESI DELL’AMERICA LATINA - MINISTERO AFFARI ESTERI
Nella storia dell’emigrazione italiana
nelle Americhe il Venezuela occupa un
posto di rilievo. Il flusso più consistente
della nostra emigrazione verso quel
Paese si ha con la scoperta del petrolio
- motore dell’economia venezuelana nelle prime decadi del XX secolo. Ma
quelle terre, affacciate sul Mare dei Caraibi, erano già una destinazione conosciuta dagli italiani alla fine del secolo
XIX. Un nome per tutti, il romagnolo
Agostino Codazzi, geografo e cartografo, arruolatosi nell’esercito di liberazione di Simon Bolívar - nel quale è
arrivato al grado di Capo di Stato Maggiore - i cui resti riposano nel Pantheon
Nazionale a Caracas. Codazzi fu per il
Venezuela ciò che Garibaldi fu per
l’Uruguay, ovvero figure centrali nel
percorso storico delle nascenti repubbliche sudamericane.
Negli anni 40 e 50, agevolati da una politica di apertura all’immigrazione europea da parte del Presidente Pérez
Jimenez, circa 50.000 italiani hanno
scelto il Venezuela come terra d’emigrazione. Erano anni in cui l’economia italiana si riprendeva faticosamente dalla
distruzione della grande guerra. E,
come sempre succede nella dinamica
dei flussi migratori, vi è stata una congiunzione di fattori di espulsione e di
attrazione di mano d’opera nei due
Paesi che ha legato per sempre i due
popoli. Oggi circa un 5% della popolazione di quel Paese, ovvero circa un milione e mezzo di venezuelani, ha
almeno un ascendente proveniente
dall’Italia. Nei registri consolari sono
presenti 133.000 mila cittadini italiani e
italo-venezuelani. La comunità è molto
ben inserita in tutti gli ambiti della società venezuelana. Da un punto di vista
prettamente economico si può dire che
si trovi in una posizione perfino migliore rispetto ad altri Paesi del Sudamerica, come Argentina e Brasile, Paesi
in cui la collettività si inserisce mag-
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
giormente nelle fasce medie della popolazione.
Proprio a causa della sua posizione
economica privilegiata, la comunità italiana in Venezuela non ha sempre avuto
un rapporto facile con la rivoluzione
bolivariana portata avanti dal Presidente Hugo Chávez, giunto al potere
nel 1999, dopo anni di forte instabilità
politico-istituzionale. Pur condividendo
in gran parte lo spirito della rivoluzione, che è quello di una nation building, con un forte riscatto dei valori
nazionali, in alcuni momenti i rapporti
tra il potere politico e larghe fasce della
nostra collettività si sono incrinati. Nazionalizzazioni e occupazioni illegali di
terreni agricoli sono state le problematiche più sentite dai nostri connazionali. Ciononostante, un importante
momento di riconciliazione si è avuto
con la firma dell’Atto di Miraflores,
nell’agosto del 2005. Con tale iniziativa,
il Governo del Presidente Chávez ha
istituito un importante canale di dialogo con la nostra collettività.
Cerniera nei rapporti tra i due Paesi, la
collettività è da sempre particolarmente
apprezzata dai venezuelani per la grande
laboriosità per la quale è conosciuta. Dai
grandi imprenditori di successo ai piccoli
commerciali e artigiani emigrati gli italiani in Venezuela sono stati da sempre
identificati come “costruttori” del Paese
in cui hanno deciso di vivere e verso il
quale nutrono i più nobili sentimenti di
gratitudine e lealtà. La grande sfida ora,
per la nostra numerosa collettività e per
i suoi discendenti - ormai cittadini venezuelani a tutti gli effetti – è quella di trovare uno spazio proprio in quella che
può essere definita una seconda fase
della rivoluzione bolivariana, la economy
building, ovvero la necessità, per il Venezuela, di indirizzare le proprie scelte di
politica economica verso un contesto in
cui la ridistribuzione del reddito vada di
pari passo con un sistema produttivo efficiente, che permetta all’economia di
crescere al fine di costruire una società
più giusta e solidale, come idealizzata da
Bolívar.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
L’IILA e le iniziative culturali
Italia-Venezuela
gIoRgIo malFattI dI monte tRetto
SEGRETARIO GENERALE IILA
La Republica Bolivariana del Venezuela
è una nazione di estremo interesse per
l’Italia, non solo dal punto di vista strategico ed economico, ma anche per i
vincoli di sangue e le affinità culturali
che da sempre legano i due popoli.
Milioni d’ italiani, infatti, sono arrivati in
Venezuela in un momento molto difficile
per il nostro Paese e vi hanno trovato
una terra che li ha generosamente accolti,
aiutandoli a costruire una nuova esistenza
basata su nuove prospettive di vita che
Lago de Maracaibo. Estado Zulia. Venezuela
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
si sono presto concretizzate in migliori
posizioni di benessere sociale.
Gli italiani residenti in quella parte dell’America Latina hanno potuto raggiungere liberamente uno status economico-sociale di piena integrazione,
e nel contempo essi hanno contribuito
ad arricchire il Paese con la loro appassionata e specialistica forza lavoro, frutto
di ingegno e tradizioni culturali millenarie. Su questa base si sono impiantate,
via via nel tempo, quelle che oggi si
possono senza dubbio considerare le
ottime relazioni bilaterali tra Italia e
Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Dacchè negli anni si è sempre più sviluppata una grande complementarietà
tra Roma e Caracas, l’Italia oggi potrebbe
essere – a mio avviso – ancor più un alleato strategico di Caracas nel settore
dello sviluppo locale ed in particolare
in quello agricolo e turistico. Un partner
davvero importante, se non addirittura
privilegiato. E l’Istituto Italo-Latino
Americano potrebbe così costituire lo
strumento e il luogo d’eccezione per
tali sempre più forti rapporti di interscambio, di origine commerciale, eco-
nomica, culturale e complessivamente
umana.
La Repubblica Bolivariana del Venezuela,
del resto, è un convinto membro dell’IILA, fin dalla sua nascita, tutti i suoi
rappresentanti presso l’Istituto hanno
avuto un ruolo particolarmente attivo
ed hanno contribuito in maniera significativa al successo delle sue iniziative.
Presso l’IILA si sono svolte senza sosta
interessanti ed approfondite iniziative
culturali che hanno fatto conoscere
scrittori, artisti e musicisti venezuelani.
Dal punto di vista economico, poi, non
sono mancate approfondite country presentations ed iniziative mirate a far conoscere nel dettaglio i grandi passi
verso lo sviluppo economico e sociale
negli anni conquistato dal Paese.
In qualità di Segretario Generale dell’IILA non posso che compiacermi della
presenza attiva e sempre propositiva
della Repubblica Bolivariana del Venezuela, nell’attività quotidiana dell’Istituto,
augurandomi in futuro una sempre più
fattiva collaborazione proprio sulla base
di quelle radici profonde che la legano
all’Italia.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Considerazioni
sulla VI Conferenza
Italia-America Latina e Caraibi
donato dI Santo*
COORDINATORE DELLE CONFERENZE ITALIA-AMERICA LATINA
ED EX SOTTOSEGRETARIO AGLI AFFARI ESTERI
Forse l’aspetto più rilevante da sottolineare
per “presentare”, in maniera non burocratica, la VI Conferenza Italia-America
Latina e Caraibi (Roma, 12/13 dicembre
2013), è che essa, pur tra molte avversità
ed oggettive difficoltà …avrà effettivamente luogo. Questo lo considero un
vero successo collettivo da intestare alla
professionalità della struttura della Farnesina, alla collaborazione straordinaria
dell’IILA e delle rappresentanze latinoamericane in Italia, e alla caparbietà di
tante persone ed istituzioni che credono
in questo progetto e che, nei due anni
che separano la prossima dalla precedente
Conferenza, hanno realizzato più di un
centinaio di iniziative preparatorie, sparse
in tutta Italia (da Roma a Genova, da Firenze a Milano, da Perugia a Torino…), e
in alcuni paesi dell’America Latina.
Le motivazioni che avrebbero consigliato
di interrompere o, comunque, almeno
posticipare, laVI edizione c’erano, eccome!
La V Conferenza si era tenuta (era l’ottobre 2011), negli ultimi giorni di agonia
del governo Berlusconi, e per la prima
volta non vi aveva partecipato nessun
Presidente latinoamericano: il clima era
pesante, l’attenzione politica - nazionale
ed internazionale - spostata su ben altre
tematiche; e il Sottosegretario Scotti,
acuto articolatore della politica verso
l’America latina, meditava le dimissioni
dal governo per dissenso politico con
quanto stava succedendo (passo che poi
effettivamente diede, all’indomani della
V Conferenza). Anche se il dibattito della
V Conferenza fu molto positivo, di buon
livello e con un forte coinvolgimento di
ministri latinoamericani, la sensazione
era di indifferenza e disattenzione dell’Italia verso questi temi. Inoltre l’annosa
“vicenda Battisti” (…), complicava oggettivamente i rapporti con il Brasile.
*Il presente testo è stato ultimato il 26 settembre 2013 e, di conseguenza, non ha potuto tenere conto
dei successivi sviluppi che hanno interessato il Parlamento e il Governo italiano.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
L’avvento del “governo dei tecnici” che,
paradossalmente, avrebbe potuto contribuire a rianimare la situazione e le relazioni
con molti paesi - e con il Brasile in particolare - ponendo al centro l’agenda economica, non sortì (se non al suo crepuscolo), questo effetto. A ciò si deve, oggettivamente, aggiungere la delusione per
la mancata visita di Stato del Presidente
Napolitano in Argentina.
Infine una campagna elettorale anticipata,
per elezioni politiche i cui sorprendenti
risultati si sommavano alla complessa
fase istituzionale per l’elezione del Presidente della Repubblica e, infine, alla
nascita di un governo che, pur nella
vasta gamma di possibilità e definizioni
a cui la politica nazionale ci ha abituato,
risultava inedito.
Tutte queste congiunture, insieme agli
effetti devastanti di una crisi economica
e finanziaria che sta cambiando i connotati all’economia del nostro Paese e
alle basi stesse del suo apparato industriale, deponevano a favore di un disimpegno istituzionale da un esercizio,
quello delle nostre Conferenze, che rifugge dalla mera contingenza per guardare alla costruzione della prospettiva,
nell’ottica del sistema-paese.
A queste condizioni, decisamente sfavorevoli, hanno fatto da contro-bilanciamento, spostando l’ago sul quadrante positivo, i seguenti fattori:
La consapevolezza, diffusa tra i diplomatici
italiani, che ormai le nostre Conferenze
sono (anche) un vero e proprio “strumento
di politica estera”dell’Italia verso l’America
Latina, e che sarebbe stato sciocco - oltre
che errato - lasciarle cadere. Tant’è che si
programma per il 2014 una Conferenza
Italia-Africa: nel nostro piccolo abbiamo
fatto da apripista!
La parallela intuizione, largamente diffusa
tra le Ambasciate latinoamericane, di avere
“tra le mani” un formidabile strumento
per rapportarsi con il sistema-Italia.
Il sostegno che mai è mancato da parte
del mondo economico - imprenditoriale
e da parte delle strutture della società
civile: forse i due ambiti nei quali maggiormente è radicata la convinzione della
priorità e urgenza del rapporto tra il
nostro paese e quelli dell’America Latina.
La nascita di un governo, quello delle
“larghe intese” che, per la sua composizione bi-partisan, meglio di altri poteva
comprendere il carattere altrettanto bipartisan che sempre hanno avuto le
Conferenze Italia-America Latina. Esse
sono sopravvissute a tutti i cambiamenti
di governo che si sono succeduti fino
ad oggi. Governi di centro sinistra, poi
di centro destra, poi “tecnici” ed, infine,
di larghe intese: tutti hanno fatto proprio
e valorizzato questo strumento.
La lungimiranza istituzionale di alcuni
politici, in primis il Sottosegretario con
Delega per l’America Latina, Mario Giro,
che hanno colto il senso profondo di
tutto questo lavoro, le sue potenzialità,
ed hanno deciso di valorizzarlo e farlo
proprio. Inoltre è stato non solo confermato
bensì rafforzato il ruolo del coordinatore,
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
quale figura istituzionale non legata al
governo di turno. Giro è anche andato
oltre, convincendosi che, ormai, fosse
giunto il momento di avere una effettiva
pariteticità non solo nell’evento finale (i
due giorni che, ogni paio d’anni, riuniscono
i Ministri e rappresentanti latinoamericani),
ma in tutta la fase preparatoria e decisionale. In questo senso, attraverso la struttura
dell’IILA, si stanno coinvolgendo tutti i
20 paesi latinoamericani accreditati. Questo
è probabilmente il frutto politicamente
più rilevante.
Inoltre, ma questo sarà tema da affrontare
compiutamente in altra sede, la stessa
crisi dei vertici cosiddetti ”Ibero-americani”, ha portato la Spagna a proporre di
renderli biennali (come la nostra Conferenza), e di dare loro una struttura che
ha delle assonanze con quanto andiamo
facendo (pur con mezzi infinitamente
più scarsi), e con la storica realtà dell’IILA.
Nelle raccomandazioni di tre “saggi”, tra
i quali l’ex Presidente Lagos, dove peraltro
non abbondano le idee-guida, questi
sono i punti fermi. Ai quali va aggiunta
una velata critica verso lo strumento del
“vertice”, ormai inflazionato, poco efficiente e che, come sottoprodotto, secerne
uno snaturamento dei Ministeri degli
Esteri (las Cancillerias), spesso di fatto
declassati a servizio stampa e ufficio viaggi
per il protagonismo strabordante dei Presidenti.Volendo solo accennare una ricostruzione storica, già nel primo vertice
“Ibero-americano” del 1991 a Città del
Messico, si poteva intravvedere questa
impostazione. Non fu forse casuale che,
aggirando Itamaraty, un Fernando Collor
di Mello inseguito dall’impeachment, colse
l’invito di Felipe Gonzalez a partecipare
al vertice, per rafforzarsi America Latina
seppur in modo effimero - e godere di
una temporanea boccata di ossigeno.
Fatte queste premesse, per tornare all’oggi.
La prossima Conferenza Italia-America
Latina avrà al suo centro, insieme al
dialogo politico italo-latinoamericano,
anche le tematiche dello sviluppo territoriale (coesione sociale, inclusione produttiva e sostenibilità), dell’energia, e la
ricerca della competitività economica (attraverso l’innovazione, le nuove tecnologie,
le politiche pubbliche di promozione delle
piccole e medie imprese).
Vi parteciperanno sia Ministri degli Esteri
che Ministri economici di molti Paesi latinoamericani, i principali esponenti degli
organismi regionali (dalla CELAC all’OEA,
dal BID all’UNASUR, alla CAF …), e una
nutrita rappresentanza del governo, delle
istituzioni e della società civile italiana.
La risposta dai Paesi latinoamericani, in
particolare nella preparazione con spirito
paritario della dichiarazione finale della
Conferenza, è molto positiva e l’Istituto
Italo-Latino Americano sta diventando
(finalmente!) l’istituzione che, insieme
alla Farnesina, coordina il lavoro e gestisce
la fase preparatoria di questo evento.
Sempre meno, quindi, un evento italiano
“rivolto” all’America Latina, sempre più
uno strumento di politica estera “italolatinoamericano”.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Vespucci, Venezia
e il Venezuela
JulIán ISaíaS RodRíguez díaz
Traduzione di Maria V. Tirinato
Leggere un dipinto, un edificio, una
scultura, una sera, un paesaggio, la spuma del mare, ugualmente è leggere.
Leggere, a volte, può anche essere
un’elezione. Interrompiamo qualcosa
per guardare parole, scrutarle e trasformarle in idee.
Sapevate che, talvolta, il testo che leggiamo
è capace di leggere noi? Leggere, dal
latino pango, vuol dire“patto”. Ma“patto”
ha a che fare anche con pagus. Pagus è
“villaggio” in latino. A proposito di patti
e di villaggi voglio condividere con voi le
differenze e gli accordi in mio possesso
su Vespucci, Venezia e Venezuela.
Vespucci,Venezia e Venezuela sono legati
tra loro dal XV secolo, all’incirca dal
1499.Vespucci, Juan de la Cosa e Alonzo
de Ojeda conversarono sul ponte di comando della nave su cui viaggiavano,
un anno dopo quello in cui Colombo
toccò l’estremo orientale del nostro continente. La nave si trovava esattamente
di fronte alle coste di Maracaibo.
Andrés Eloy Blanco (poeta venezuelano)
ricorda la conversazione con questa
strofa:
… Y dijo don Alonzo, os juro compañeros
Que en todas mis andanzas no vi cosas tan bellas
La noche entre las aguas, cargada de luceros
Y el pueblo suspendido contemplándose en ellas1
Amerigo Vespucci, in una lettera del 18
luglio 1500 indirizzata a Lorenzo de’Medici, suo protettore, racconta, a proposito della strofa citata e della conversazione cui si è accennato, di aver
visto un “grandissimo paese con case
sopra il mare, come Venezia”, e di aver
osservato che quelle costruzioni“erano
fatte con molta arte...”.
1
E disse don Alonzo, vi giuro compagni/ in tutte le mie erranze mai ne vidi tanto belle/ La notte fra le acque, cariche
di stelle/E il popolo sospeso contemplarsi dentro quelle.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Un’altra lettera dello stesso Vespucci,
del 4 settembre 1504, riassunse l’itinerario da lui percorso fino a quella data,
e fu così che cominciò a formarsi la
base documentaria delle mappe dell’epoca, compreso il planisfero di Waaldsemüller.
È accertato che in nessuna di queste
lettere, né in altri documenti, Vespucci
si riferisce al Venezuela con un diminutivo, come alla “piccola Venezia”. Al
contrario, si riferisce sempre alle palafitte
come ad una “grandissima popolazione”2. Invece, è rigorosamente certo che
Juan de la Cosa annotò nel suo mappamondo dell’anno 1500 la parola“Veneciuela” per identificare la linea del
golfo che ancora si trova all’entrata del
Lago di Maracaibo.
Ma è altrettanto certo che nella sua
Suma de Geografía, edita a Siviglia nel
1519, primo testo a stampa relativo al
Nuovo Mondo, Martín Fernández de
Enciso riferisce di aver parlato nel 1502
con Juan de la Cosa e Alonso de Ojeda.
In questo libro si può leggere che all’ingresso del lago“...si trova un grande
massiccio pianeggiante sulla cui sommità
vi sono case di indios e che si chiama:
Veniciuela...”
Allo stesso modo ne parla Juan Botero
nelle sue Relazioni Universali. Va rilevato
che nessuno questi autori afferma che
gli Spagnoli abbiano dato nome alcuno
al “grande massiccio che si trova all’in2
In italiano nel testo.
gresso del golfo e che ha in cima case
di indios”.
Inoltre, nel 1629 Antonio Vázques de
Espinosa, sacerdote spagnolo che viaggiò
per quasi tutto i continente nell’ultimo
quarto del Cinquecento, scrive nel suo
Compendio y Descripción de las Indias
Occidentales che Veneciuela è un nome
indigeno, della lingua naturale, che vuol
dire “Acqua grande”.
“Piccola Venezia”, dunque, poté ben
essere la storia di un qualche discorso
ufficiale pronunciato con voce di classe.
Con accento da dominatori. Con una
trovata da invasori. Può esser parte
della pesante spada di metallo con la
quale la conquista ammazzò uomini,
donne e tradizioni. Poté essere quella
croce di legno, eretta e assemblata in
ogni dimensione, attraverso la quale i
nostri indigeni, dissimulando, invocarono
le loro vere divinità. Il dritto e il rovescio
dei dizionari forgiati nell’industra culturale degli oppressori. La versione di
una canzone di moda o di un videoclip.
Il titolo del libro di qualche transfuga
che pensò di piazzarlo nella vetrina di
una libreria di lusso. Poté e può essere
tutto questo.
Certo è che abbiamo un nome con una
storia reale e un altro virtuale, quest’ultimo con una storia facile e piccola.
A tutti, agli uni e agli altri, siamo in dovere di ripetere che Veneciela è una
parola indigena, aborigena, della zona
dell’ingresso del Lago di Maracaibo,
del 1500, proprio dell’etnia Añú o Pa-
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Laguna di Sinamaica. Venezuela
raujana, degli abitanti della laguna di
Sinamica, castiglianizzato successivamente nel termine “Venezuela”...e che,
benché la lingua Añú sia quasi estinta
e abbiamo ereditato non più che poche
sue trascrizioni...le palafitte si trovano
ancora là...ancora si costruiscono là.
Il lago di Maracaibo (detto anche lago
Zulia, in spagnolo: lago de Maracaibo;
in lingua wayuu: Coquivacoa) è un vasto
lago-estuario di acque, in parte salmastre,
situato nella zona nord-occidentale del
Venezuela. Se si accetta di definirlo un
lago, sarebbe il più grande del Sud America, con un’estensione di 13.210 km²,
(altrimenti il più grande è il lago Titicaca).
Le testimonianze geologiche mostrano
che in passato era un vero lago e si
stima che sia uno dei più antichi del
pianeta Terra, con un’età di 20-36 milioni
di anni. Nel mondo è il 23° lago per
estensione. È in parte separato ed in
parte collegato al mare del golfo del Venezuela dalla“barra del lago”, una barriera
di isole sabbiose e calcaree (tra queste
l’isola di Toas e l’isola di Zapara) e lagune
con alberi di mangrovia, canali bassi e
sabbiosi e bracci di mare stretti e poco
profondi. Da questi si arriva in seguito
ad una vasta baia (dove sbocca la laguna
di Sinamaica).
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Venezuela 2013
FabIo poRta
DEPUTATO ELETTO NELLA RIPARTIZIONE AMERICA MERIDIONALE DELLA CIRCOSCRIZIONE
ESTERO – PRESIDENTE DEL COMITATO SUGLI ITALIANI NEL MONDO E LA PROMOZIONE DEL
SISTEMA PAESE
Quindici anni fa la vittoria di “Hugo
Chávez”segnava una svolta storica non
solo nella vita del Paese sudamericano
ma dei futuri equilibri geo-politici di
tutto il continente.
Dopo anni di governi sempre più distanti
dalle masse popolari, dominati da una
partitocrazia corrotta e screditata, l’avvento
del ‘colonnello’ (che già nel 1992 aveva
provato con un golpe di militare ad arrivare
al potere) coincide con il momento peggiore dei partiti politici tradizionali e con
una crisi economica che aveva drammaticamente aumentato il divario tra ricchi
e poveri in quello che probabilmente è
ancora oggi il Paese più diviso e contraddittorio dell’intero Sudamerica.
Non è possibile, per tante ragioni, esprimere
oggi un giudizio compiuto sulla lunga
esperienza ‘chavista’; anche perché, con
la successione di Maduro alla Presidenza
della Repubblica, siamo di fronte ad una
sostanziale continuità con il regime precedente.
Eppure tutti riconoscono che Maduro
non è Chávez e che sarebbe forzato ri-
tenere che negli anni a venire la “Repubblica Bolivariana del Venezuela”proseguirà in maniera serena e spedita
sulle orme del percorso tracciato dal
‘comandante Chávez’.
Ciò sia perché l’elezione di Maduro, indicato dallo stesso Chávez come suo successore, ha evidenziato ancora di più come
il Venezuela sia un Paese spaccato in due,
socialmente e politicamente, assegnando
al giovane Capriles il difficile e delicato
ruolo di leader di un’opposizione che si
propone oggi come unica e forte alternativa
al “chavismo”; sia per il fatto, altrettanto
evidente, che Nicolàs Maduro non è Hugo
Chávez, e che la sua leadership e il suo
carisma non sono lontanamente comparabili a quelle del suo predecessore, che
su tali caratteristiche aveva fondato e rafforzato negli anni il suo potere e il suo
consenso.
Da queste semplici considerazioni deriva
un’amara conclusione: il Venezuela prossimo venturo continuerà ad essere attraversato da una costante fibrillazione sociale
e politica ai limiti dello scontro aperto tra
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
le opposte fazioni che si confrontano; una
continua tensione che lascia sullo sfondo
sia alcuni indubbi successi di Chávez in
campo sociale (la riduzione della povertà
‘in primis’) che le drammatiche contraddizioni di un sistema economico ancora
monocratico, fondato cioè integralmente
sulla produzione di petrolio e costretto a
importare qualsiasi genere di consumo.
La grande collettività italiana residente in
Venezuela, la terza in ordine di grandezza
in Sudamerica e la più recente con riferimento al suo arrivo, soffre in maniera
particolare gli effetti di tale instabilità.
La mancanza di sicurezza (il Paese continua
ad essere uno dei più violenti e pericolosi
al mondo) unita ad una altrettanto forte
assenza di garanzie stabili sulle proprietà
dei beni acquisiti nel corso degli anni
(terreni e fabbricati, in particolare) hanno
accentuato la distanza delle componenti
più vaste e tradizionali della nostra collettività storicamente insediatasi nella capitale, Caracas, e nelle città di Maracaibo,
Maracay e Valencia.
La speranza è che un parallelo sforzo
dell’ala più pragmatica e dialogante del
governo da una parte e, dall’altra, l’azione dell'opposizione guidata da Capriles
possano stemperare le tensioni del
Paese preparando così le prossime scadenze elettorali pacificamente e nel
pieno rispetto delle regole democratiche
e costituzionali.
Tutto ciò mentre l’intero continente sarà
nuovamente attraversato da una serie di
importanti consultazioni elettorali, prime
tra tutti le elezioni presidenziali brasiliane
del 2014 e quelle argentine del 2015. A
nessuno infatti sfugge ormai come il
peso politico oltre che economico di
questi tre Paesi sia sempre più determinante per le sorti del continente e dei
suoi organismi multilaterali (Mercosul,
Unasur, Alba…); basterà ricordare a tale
proposito l’influenza indiscussa che le
presidenze di Lula in Brasile, dei Kirchner
in Argentina e di Chávez in Venezuela
hanno avuto nella ri-configurazione del
ruolo dell’America Latina nell’intero scenario mondiale.
Quale nuovo “rintocco del destino”(usando
l’espressione del giornalista e politologo,
ex guerrigliero e poi nemico politico di
Chávez, Teodoro Petkoff) si prepara a
sentire il popolo venezuelano?
Per quanto ci riguarda, lo dico come
italiano e quindi come cittadino intrinsecamente interessato al continuo rafforzamento delle relazioni bilaterali e
multilaterali dell’Italia con il Venezuela
e tutti i Paesi della regione, la speranza
è che questo grande e ricco Paese possa
fare tesoro di quanto di buono è emerso
dall’esperienza ‘bolivariana’ riuscendo
a coniugarla con quel nuovo sentimento
di partecipazione e rinnovamento politico e democratico che sembra emergere anche da una parte sempre maggiore di una classe media ‘illuminata’ (e
soprattutto tra i giovani) consapevoli
del fatto che la politica del muro contro
muro porterebbe solo a una nuova catastrofe sociale ed economica.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
La resistenza indigena
e la sua storia non ufficiale
JulIán ISaíaS RodRíguez díaz*
Traduzione di Ciro Brescia
Per gli usurpatori della memoria gli
ignoranti non fanno la storia, «la ricevono già fatta». Per loro, la dignità non
è nulla di più che una catena di atti insensati e di mala fede. Colombo […]
credette di essere arrivato in India. […]
nonostante questo si dice che «siamo
stati scoperti»; che «l’America fosse
stata scoperta». Sembrava che volessero condannarci ad una identità distinta dalla nostra; negarci il diritto di
essere noi stessi; mutilare la nostra propria identità.
Fortunatamente Eduardo Galeano, che
ci racconta questi eventi, si è trovato
davanti questo manifesto assurdo ed
incosciente della «storia ufficiale» affermando che ciò che davvero è accaduto
è «un’altra scoperta»: l’America ha scoperto il capitalismo.
[...] L’indipendenza della nostra America aborigena è ancora incompleta.
Non si è ancora definitivamente rag-
giunta. Su di lei si è scritto molto, sotto
diversi aspetti e con differenti interpretazioni. La vera storia di tale indipendenza è stata distorta da parte di coloro
che ci hanno colonizzato e da parte di
coloro che ancora pretendono di colonizzarci. Devo affermare, in primo
luogo, che la visione dei nostri popoli
originari in nulla si identifica con la lettura della «storia ufficiale» e, in secondo luogo devo dire che a questa
vecchia storia, raccontata e scritta da
colonizzatori, mancano i capitoli che
oggi stanno scrivendo i popoli americani e i nuovi processi sociali del nostro
continente.
[...] La nostra prima dimostrazione di
indipendenza è stata quella di tutti gli
americani, la bella, coerente, immutabile, forte e tenace «resistenza indigena», la resistenza dei nostri aborigeni
e schiavi all’idea di progresso, portata
in Europa durante e dopo la conquista.
*Estratti del discorso pronunciato dall’ambasciatore Julián Isaías Rodríguez Díaz durante la celebrazione
del giorno della“Resistencia Indígena”, Parigi, Ottobre, 2012.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Questa idea di «progresso» ha distrutto, non solo gli esseri umani, ma la
terra e l’acqua, i climi e le foreste, le
montagne, i fiumi e i venti. La barbarie
contro i nostri aborigeni ha prodotto
uno dei più grandi olocausti dell’era
moderna.
Alcuni definiscono il contatto della
Spagna con noi come «un incontro di
due culture». (…) Può essere chiamato
«meeting» un’invasione coloniale?
Quelle di ieri, di oggi e di sempre?
Questo «gioco» non è semplicemente
il più grande genocidio commesso
dall’Europa. La distruzione di antiche
civiltà, che avevano scoperto il numero
zero, mille anni prima che i matematici
europei, che avevano calcolato l’età
dell’universo, almeno 1500 anni prima
che gli astronomi di questo tempo in
cui viviamo, che conoscevano il buon
senso e un senso di comunità, senza
scopo di lucro, di proprietà o di proprietà privata. Questo è uno dei saccheggi più atroci e spietati della storia
dell’umanità. Questa civiltà disfatta,
demolita, lacerata, aveva scoperto che
l’uomo è il tempo e che «per essere
santi», il tempo non ha prezzo e non si
può comprare né vendere.
Nella «storia ufficiale» questa nobile resistenza indigena è stata cancellata, distrutta, rimossa quasi completamente.
La conquista e la colonizzazione erano,
per l’Europa, presumibilmente pacifiche, dove i diritti umani sono rispettati
e dove ci ripetono continuamente che
la colonizzazione è stata «accettata pacificamente» affinché con i loro crimini
«ci suicidassimo tranquillamente, con
calma e in pace».
È fondamentale far notare la «resistenza indigena», perché è di innegabile, inconfutabile e indiscutibile utilità,
capire con la conoscenza, la consapevolezza e la saggezza dei processi sociali in atto in Bolivia, Ecuador,
Nicaragua, Brasile, Argentina, Cuba e
Venezuela esistenti, solo facendo riferimento ad alcuni Paesi. Questi processi
significano semplicemente continuare
la «resistenza indigena» con altri mezzi
e in altri momenti. A un profeta Maya
che ha parlato con gli dei, gli dissero
così: «si libereranno le mani, i piedi e la
faccia del mondo, ma quando si libererà la bocca non ci sarà un solo orecchio che non ascolterà».
Le rivoluzioni americane hanno oggi
come proposito riscattare questa parte
della storia censurata. In questo senso,
l’idea è di andare oltre l’«indipendenza
politica» che è stata ottenuta contro la
Spagna nel corso del XVII secolo. Ascoltateci, vi racconteremo la vera storia.
L’Europa ha gareggiato per trovare i percorsi più diretti per raggiungere l’Asia.
Ha trovato prima l’Africa e poi l’America.
Per l’Europa, l’America era un continente
sconosciuto, un pianeta sconosciuto che
era al di là dove il mondo finisce. In quel
pianeta ha trovato oro, argento, stagno e
tutti i tipi di minerali. I nostri aborigeni
avevano reso fertili i deserti e le catene
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
montuose. Ma gli stranieri sono venuti e
hanno deciso di coltivare la terra con un
sistema che l’ha violentata e ha spremuto gli uomini. Hanno cercato lo sfruttamento della manodopera a basso
costo, il lavoro degli schiavi, ancora oggi,
con la tecnologia moderna ed enormi latifondi sacrifica la natura e le persone.
Inizialmente, a quel tempo sono stati
utilizzati per fare ciò i nativi americani,
ma sono riusciti a fuggire. Non tutti
sono riusciti a fuggire in tempo e molti
di loro sono stati decimati dalle malattie portate dall’Europa. Hanno fallito
con gli aborigeni e ricorsero agli europei delle classi più basse del continente,
operai e contadini con i quali stipularono accordi di servitù. Questi «schiavi
bianchi» anch’essi fuggiti si ribellarono
contro i conquistatori. Alla fine utilizzarono gli africani. Come si vede, non
erano stati gli africani i primi schiavi.
La storia ufficiale mente ad affermarlo o
non lo racconta obiettivamente. In effetti,
non vi è alcuna reale correlazione tra
«schiavitù» e l’Africa, la «negritudine» e
la sottomissione. Il termine schiavo deriva da «slavo», quelle prime popolazioni
bianche durante il sesto e il settimo secolo furono sottomesse e ridotte a sudditanza dagli europei stessi.
La cosiddetta «scoperta delle Indie Occidentali» non fu altro che la salvezza
di quei rimanenti resti del feudalesimo
in Europa. La cosa migliore da fare per
cercare di evitare la scomparsa del feudalesimo europeo come modo di pro-
duzione. L’America poi è servita a questa missione, o meglio a questa duplice
missione. Ha servito l’idea di «progresso mercantile pre-capitalista»,
mentre, con le spade e le croci, è stata
utilizzata per salvaguardare i rapporti di
servitù affinché non scomparissero
completamente nella storia d’Europa.
Questo non lo racconta la storia ufficiale.
Nel frattempo, cosa stava accadendo
nell’America aborigena? Tre grandi civiltà avevano costruito un mosaico di nazioni avanzate con un’altra idea di
«progresso» e «civiltà». Alcune delle città
erano più grandi e più spettacolari di
quelle europee. Gli Aztechi, Maya e
Incas, il loro modo di vivere e la forte organizzazione civica, mostrano all’Europa
invaditrice i notevoli progressi nel campo
della giustizia sociale, della giustizia politica e della eguaglianza economica. Il
denominatore comune di queste tre civiltà era una società equa dove si poteva
distinguere il «vivere bene», questo è ora
conosciuto come comfort. La purezza
delle loro tradizioni e della vita, radicalmente comunitarie non gli permetteva di
competere individualisticamente. Per
loro «vivere bene» significava agire come
una comunità e quindi vivere con ciò che
si crede, vivere con quello che si sente e
vivere in armonia con la natura e in reciprocità con essa.
Questa filosofia si oppone all’«American way of life» della società capitalistica, uno sviluppo che disprezza la vita
e adora gli oggetti. […] Sai cosa vuol
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
dire vivere meglio? È una concezione
lineare del «progresso capitalista» che
intercorre tra la produzione e l’accumulo di ricchezza illimitata, costringendoci per tutto il tempo a competere, per
avere di più, per gareggiare gli uni con
gli altri, per cercare di essere migliori
del nostro vicino e sottoporci ad un costante stato in cui passare l’eternità
sopra gli altri esseri umani, senza nessun tipo di etica come se le persone valessero meno delle cose. In tale sistema
sono perdonati il crimine e la tortura,
ma non i reati contro il patrimonio.
[...] Il continente «scoperto» è stato considerato «terra di nessuno», il che significava che l’indigeno non aveva diritto
alla terra, alla sovranità e all’autodeterminazione. Le fondamenta di questo approccio si trovano nei sistemi di valori
sviluppati durante il Medioevo, per
quanto riguarda razza e religione. [...] Finito il bottino, i re europei sono diventati
gli unici ad avere diritti sulla terra. Ma
non solo sulla terra, ma soprattutto ciò
che esiste su questa terra, gli animali, le
foreste, città, cultura, arte, bellezza, natura e, naturalmente, gli esseri umani. La
proprietà della terra è diventata una grazia, alla mercé del re e non un diritto
della comunità.
[...] Repressi e quasi estinti, gli aborigeni si rifugiarono nelle loro comunità
e, in silenzio, elaborarono «la loro straordinaria cultura della resistenza». E lì,
dove appaiono tra gli altri dispositivi
ingegnosi, il sincretismo e la cultura
mariana, intese entrambi a nascondere
artificiosamente nelle chiese il «diritto
alla resistenza e alla ribellione». Questa
cultura della «resistenza», è stata alla
base del fatto che in molte occasioni
l’americano creolo, bianco o meticcio,
non si sentisse del tutto europeo e desiderasse quindi sbarazzarsi di loro. [...]
Inoltre, i nostri liberatori, la stragrande
maggioranza sono stati formati in Europa, si sono abbeverati dell’Illuminismo francese e non del Popol Vuh.
Dalla matrice ideologica di quest’ordine non completamente americano
nascono le limitazioni della nostra debole emancipazione politica. Noi ci
siamo liberati, come ha detto Miranda,
politicamente, ma non mentalmente.
Siamo diventati indipendenti dalle città
europee, ma rimaniamo fedeli al pensiero eurocentrico e dagli imperi.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Se guardiamo ai nostri processi di indipendenza troviamo questi fatti:
a) Lo Stato nazionale conquistato è
stato essenzialmente europeo e non finito. b) Il modello fiscale dominatore
ha rappresentato più le oligarchie che
le classi popolari. c) Non si è risolto, con
l’indipendenza la contraddizione tra
l’idea americana di «progresso» e l’idea
di progresso eurocentrico. d) È rimasta
intatta la cultura della resistenza, ciò
che noi chiamiamo in questo documento «Resistenza Indigena». e)
L’emancipazione ha soddisfatto poche
richieste popolari e ha favorito i privilegi della elite creola. f) Sono rimaste
immutate le pratiche «nazionaliste»
che hanno fatto tanto danno all’integrazione americana. g) La concezione
razzista europea non è affatto scomparsa e non è stata per nulla presa in
considerazione il metticiato e il multiculturalismo.
[...] Cosa sarebbe accaduto, se l’indipendenza avesse seguito una sua logica
culturale, naturale, nuestra-americana, e
non quella ereditata dall’Europa o dal
vitello d’oro degli americani? Aggiornando il nostro processo di pensiero
potremmo chiederci che cosa sarebbe
accaduto se avessimo permesso lo svi-
luppo del nostro modello di società con
i suoi errori e successi? Con la sua originalità? Con il nostro “inventiamo o
sbagliamo” di Simón Rodríguez?
[...] Siamo disposti, con il consenso dell’imperialismo o meno a costruire il nostro
progetto di solidarietà sociale, complementarietà, giustizia, eguaglianza, senza
esclusione, in pace, con la libertà, la sovranità e perfino con le elezioni. Non chiederemo il permesso questa volta. Noi
costruiremo... e su questa strada stiamo
andando...!
[...] L’Indipendenza, a cui hanno aspirato i nostri aborigeni, non consiste
nella mera espulsione del conquistatore. Volevano, e ancora vogliono, la
propria “resistenza”, con o senza sincretismo. Vogliono i loro santi neri:
Shango, Santa Barbara, Oschún e tutta
la legione di nuovi dèi di cui parla
Eduardo Galeano. Vogliono capire, non
solo i conflitti di oggi, ma anche quelli
che a causa dell’arrivo degli europei
sono stati aggravati dal capitalismo, dal
fascismo, dalla globalizzazione, dal
mondialismo, dal neoliberismo e dall’imperialismo, con le loro teorie incomprensibili attraverso le quali il
colonialismo si ricostruisce, si mimetizza ed impunemente si riproduce. [...]
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Scoperta e conquista
gabRIella aIRaldI
PROFESSORE DELLA SCUOLA DI SCIENZE UMANISTICHE DELL'UNIVERSITÀ DI GENOVA
Nel corso del suo terzo viaggio verso il
Nuovo Mondo, dopo aver attraversato il
golfo di Paría - il golfo delle perle - e la
Boca del Dragón ed essere passato al
largo dell’isola Margarita, all’inizio dell’agosto 1498, Cristoforo Colombo arriva
alle foci dell’Orinoco, toccando, primo
tra gli Europei, la terra che più tardi
prenderà il nome italianizzante di Venezuela. Di quest’esperienza in una realtà,
in cui per la prima volta sembra veramente
aprirsi davanti a lui un “otro mundo”,
questo genovese che appartiene a una
stirpe famosa sul mare, che assai prima
di lui ha offerto alla storia una lunga
serie di ammiragli e “scopritori”, scrive :
«Credo che questo luogo sia il Paradiso
Terrestre, dove nessuno può giungere se
non per volontà divina. Io credo che
questa terra che le Vostre Altezze hanno
ordinato di scoprire sia vastissima e che
molte altre ne esistano a meridione, di
cui mai si ebbe notizia […]».
E’ difficile stabilire se il Pico Cristóbal
Colón sia più alto del suo gemello il
Pico Simon Bolívar, ma sembra che il
primo - 5.775 metri - superi il secondo
di circa un metro. Le due montagne
appartengono a un Paese che il famoso
libertador nato a Caracas, colui al quale
l’America Latina deve sostanzialmente
la sua emancipazione dall’Europa, ha
voluto chiamare Colombia. Bolívar, infatti, non aveva alcuna remora nei confronti dell’europeo che, toccando per
primo quegli spazi, aveva creato il cordone ombelicale attraverso il quale, nel
corso del tempo, anche questa parte
del mondo si sarebbe nutrita delle
parole“libertà”e“democrazia”, alle quali
hanno fatto riferimento tutte le sue rivoluzioni, in primo luogo la sua. Sembra
dunque davvero paradossale che, proprio
quando sembra prossimo a realizzarsi
il grande sogno del Presidente della
Gran Colombia, si voglia cancellare la
memoria dell’uomo che egli stesso (e
non solo lui) aveva scelto di celebrare.
Bolívar è un guerriero, come lo sono
tutti coloro che combattono per la libertà,
per abbattere qualsiasi freno ideologico
e politico alla libera espressione del-
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Ex libris dell'artista Federica Fiorenzani
dedicato a Fondazione Casa America
l’uomo. Borghese illuminato, il libertador
compie la sua formazione non soltanto
in Spagna ma anche - assai significativamente - in Francia e in Italia. Diversamente da lui però oggi qualcuno non
ricorda o non vuole ricordare che le
radici della democrazia sono nate nell’Europa mediterranea; che affondano
nella polis greca, nella Grecia classica
da lui molto amata; che sono riprese e
rafforzate dalla città-stato che ne è erede,
il Comune italiano, la più antica rivoluzione politica europea nata nell’Europa
medievale tra le Alpi e il Tevere; che
sono fatte proprie dalle Rivoluzioni americana e francese; che infine sono disseminate nel mondo da Giuseppe Mazzini e da Giuseppe Garibaldi, figli ambedue della cultura di una città stato -
Genova - fedele per tutta la sua storia
ai valori fondanti del Comune, e cioè
alla “libertà” e alla “repubblica”.
Per non perdere il filo di questa storia,
che lega Colombo e Bolívar in un nodo
indissolubile, bisogna dunque risalire
molto indietro nel tempo; arrivare alla
formula politica ed economica scelta fin
dal Mille dai genovesi per muovere tra
Oriente e Occidente. Sarà forse il caso
di ricordare che il primo Ammiraglio
del Mare Oceano non è spagnolo, ma
genovese e quindi figlio di un’ altra
cultura; quella di una città-stato in cui
come scrive lui stesso - si pensa che navigare sia “un’arte che induce chi la
segue a desiderare di conoscere i segreti
del mondo”? - Per questo la cultura genovese, una cultura di mercato e di
libertà operativa, porta e porterà i genovesi
e i liguri in tutte le parti del mondo.
Ciò non implica che le sanguinose vicende di quegli anni lontani possano
essere cancellate, ma bisogna pur ricordare chi è e da dove viene Cristoforo
Colombo, simbolo di una storia in cui
si riflette la multipolarità culturale di
un’Europa, che lancia sulle vie del
mondo i suoi uomini ma anche le sue
idee. Quelle idee sulle quali ha camminato Bolívar e camminano ora i
gruppi dirigenti politici latino- americani anche quelli che in nome di una
nuova libertà ne hanno abbattuto o
vogliono abbatterne le statue; dimenticando però che non solo e non sempre
“Scoperta” vuol dire “Conquista”.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Monte Sacro: il giuramento
per la liberazione
latinoamericana
JulIán ISaíaS RodRíguez díaz*
Traduzione di Fabrizio Verde
Questo è un luogo che ha un significato
storico non solo per il Venezuela. Ha
un significato storico per l’Italia e, in
qualche modo, per l’Europa.
Roma era una società costituita fondamentalmente da patrizi e plebei. Tutti i
diritti erano appannaggio dei patrizi. La
plebe aveva appena il diritto di vivere o
sopravvivere. Tuttavia, i plebei cominciarono ad organizzarsi e a comunicare tra
loro; iniziarono a costruire un líder e for-
giarono un líder, e una volta individuato,
il líder li ha portati in questo luogo.
I patrizi non avevano altra alternativa
che reclutare gente comune per le guerre
di Roma contro il mondo. Per vincere o
per difendere Roma, quelli che andavano
al fronte con l’esercito erano popolani.
Per questo hanno dovuto sedersi e negoziare con i plebei.
A partire dalle rivendicazioni proclamate
in questo luogo, i plebei iniziarono a
spingere per una società diversa, una
società meno ingiusta. Si riunivano qui
perché il fiume, in qualche modo, fungeva da barriera; il fiume serviva per
cautelarsi quando erano riuniti e per
evitare che l’arrivo dell’esercito di Roma
li sottomettesse con la violenza, senza
alcuna pietà.
Ci fu un grande sciopero dei plebei e
con esso fu conquistato da qui un tribuno
della plebe che era allora il rappresentante
del popolo dinanzi al Senato o di quello
che potrebbe essere definito il parlamento
*Discorso dell’Ambasciatore Julián Isaías Rodríguez durante la visita del presidente Nicolas Maduro
in Italia. Roma 16 giugno 2013.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
romano; e conquistarono, insieme al tribuno, la sua immunità e l’immunità per
il luogo in cui si sarebbero riuniti per
designarlo, e il diritto a un’assemblea
per sceglierlo, e inoltre un luogo dove
riunirsi e incontrarsi.
Sembrava impossibile in quell’epoca,
contro un potere onnipotente come
quella che detenevano i patrizi: denaro,
esercito, e potere politico, che si potesse
ottenere anche solo uno dei diritti rivendicati. Tutto fu possibile grazie all’unità, al consolidamento, alla fermezza,
alla lotta, alla costanza. Così si riuscirono
a conquistare i primi diritti.
Accadde poi che quando questi primi
diritti sono stati conquistati, in questo
luogo, dove oggi è posizionata quella co-
lonna, i plebei pagani collocarono una
statua dedicata a Giove per rendere omaggio al loro dio per i risultati ottenuti.
Da allora questo sito cominciò a essere
chiamato Monte Sacro; monte sacro
perché Giove si trovava adesso lì; sacro
perché i pagani cominciarono a conquistare i loro primi diritti contro i
patrizi. Queste lezioni non saranno dimenticate dal maestro del Libertador;
per questo don Simón Rodríguez invita
El Libertador a venire in Italia e lo invita
a venire a Roma.
Arrivato attraverso il nord, Bolívar assiste
all’incoronazione di Napoleone e poi
passa per Firenze. In seguito raggiunge
Roma il 15 agosto. Potete immaginare
il 15 agosto a Roma! Il caldo soffocante
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
asfissiava Roma e stanco si adagiò su
una colonna di marmo che era posizionata in uno di questi luoghi. Stanco
e quasi soffocato dal calore El Libertador
si sedette accanto al suo maestro.
Cominciarono a parlare, per dimenticare
la fatica e il sole che angustia questa
piccola collina, e vi è un momento in
cui El Libertador, quasi in delirio come
quella che provò sul Chimborazo, inizia
a raccontare la storia di Roma dove i
plebei sono stati in grado di conquistare
con grande sforzo i propri diritti.
Alla fine, guardando un vasto orizzonte
in cui non vi erano questi pini, con lo
sguardo quasi perso, giura. Giura di fronte
al suo maestro, al Dio dei loro padri, di
ottenere la libertà del suo Paese.
Questa storia è stata raccontata con
emozione da Simón Rodríguez ad uno
storico colombiano. In seguito nelle sue
memorie che Bolívar narrò a O’Leary,
ricorda questo passaggio che Simón
Rodríguez ha raccontato allo storico
colombiano.
L’intera storia è vera. Su questa montagna Bolívar ha cominciato a essere El
Libertador. In questo monte Bolívar cominciò a dare forma ai suoi sogni, dare
contenuto alle azioni. Da una depressione straordinaria, causata dalla morte
della moglie Maria Teresa Del Toro y
Alayza, iniziò ad andare verso la gloria.
Convertì tutta quella angustia, tutta quella
depressione e quel dolore, in una carica
eroica che termina poi nel 1825 nelle
battaglie che sono state combattute, nel
sud del continente latinoamericano.
Da quelle battaglie, da questo giuramento,
dai plebei romani arriva il comandante
Chávez, ci consegna tutto il suo eroismo,
ci dona la sua determinazione e il suo
coraggio. Raccoglie i sogni del Libertador,
li impugna e li sente arrivare, allo stesso
modo in cui si sente questo nuovo inno
della Spada di Bolívar in cammino per
l’America Latina, El Libertador tramuta
in spada questi sogni.
Ma non solo per liberare il Venezuela, ma
per liberare un intero continente. Così
oggi, l’unicità delVenezuela e del continente
americano, è che finalmente ha iniziato a
trovare la propria identità, a sentirsi un
continente solido; a sperimentarsi regione;
a vivere un momento davvero storico,
una congiuntura storica ed esprimerla.
Per questo con Nicolás Maduro, il primo
presidente operaio del Venezuela e terzo
dell’America Latina, raccogliamo quanto
seminato a quei tempi dai Romani e
poi da Bolívar e infine dall’eterno Comandante Hugo Chávez.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Gli italiani in Venezuela
anna maRIa lazzaRIno del gRoSSo
PROFESSORE ORDINARIO DI STORIA DELLE DOTTRINE POLITCHE - UNIVERSITÀ DI GENOVA
Sebbene fino alla metà del Novecento
siano stati relativamente molto pochi in
rapporto alla popolazione complessiva
del territorio e al numero dei residenti
provenienti da altri paesi europei, gli italiani, grazie a Colombo e Vespucci, primi
scopritori del Venezuela e addirittura
padri, a seguito della felice associazione
paesaggistica del navigatore fiorentino,
della futura denominazione dell’intero
Paese, furono, a partire dai primi anni
del XVI secolo, costantemente presenti
sul suo territorio, distribuendosi capillarmente e per lo più spontaneamente
in una varietà di regioni, talora anche
molto impervie e isolate, e di insediamenti
urbani e rurali. Con il loro impegno esercitato in molteplici settori lavorativi, imprenditoriali e professionali hanno, in
ogni periodo della storia venezuelana,
contribuito in maniera notevole e riconosciuta alla crescita economica e culturale
del Paese, integrandovisi facilmente,
anche attraverso la via del matrimonio
con donne del luogo, e abbracciandone,
dal momento della sua lotta di emanci-
pazione in avanti, i valori politici repubblicani, ancor oggi simboleggiati dalla
grande figura di Bolívar.
Sia i caratteri generali di questo flusso
sottile ma pieno di energia, simile a un
rivolo d’acqua inesauribile, solo a tratti
più ricco, che scende da una grande altezza e alla fine zampilla disperdendosi
in mille direzioni, sia le sue componenti
più minute, le gocce, potremmo dire
insistendo con la metafora della cascatella, sono state oggetto, specie nella
seconda metà del Novecento, di ricerche
accuratissime e a tutto campo. Grazie
ad esse disponiamo oggi di un quadro
attendibile, significativo e naturalmente
di grande interesse non solo scientifico-accademico, ma anche e soprattutto
umano, di un fenomeno e di una vicenda
che, come per gli altri Paesi del continente sudamericano dove assai maggiori
furono la presenza e l’influenza italiana,
rivela attraverso la mole straordinaria
di dati raccolti dagli studiosi tutta la
sua positività e fecondità sia per i destini
dei suoi protagonisti e dei loro disce-
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
denti, sia per le località di accoglienza,
che da quell’innesto di impegno lavorativo e trasmissione di saperi e culture
innovativi hanno tratto occasione di
sviluppo. Tra i lavori più impegnativi
sull’argomento usciti nell’ultimo quarto
del XX secolo, è doveroso raccomandare
al lettore italiano il denso e completissimo volume del geografo cileno-venezuelano Pedro Cunill Grau, La presenza
italiana in Venezuela, pubblicato nel
1996 nella meritoria collana della Fondazione Giovanni Agnelli “Popolazioni
e culture italiane nel mondo”, che a
propria volta fa spesso richiamo ai lavori
di Marisa Vannini de Gerulewicz, e in
particolare al suo imponente e prezioso
volume del 1966 (riedito nel 1980),
Italia y los Italianos en la historia y en la
cultura de Venezuela (Caracas, Oficina
Central de Información).
Come è ben noto, il primo contatto tra i
primi scopritori dell’odierno Venezuela,
che toccarono rispettivamente le rive
della penisola di Paria (Cristoforo Colombo, nell’agosto 1498), la laguna di
Maracaibo e le coste della Guyana (Vespucci, 1499-1500), avviene all’insegna
della stupefatta ammirazione per un
mondo che al Genovese pare “altro”,
fino a sublimarsi nell’immagine del Paradiso Terrestre, e che al Fiorentino si
manifesta lucidamente come Mondo
Nuovo, intensamente popolato da genti
con le quali, pur nella loro diversità di
costumi, si preoccupa con i suoi compagni
di intrecciare rapporti “di amistà”, animati,
a quanto sembra dai suoi scritti, più da
un interesse scientifico e da una curiosità
umanistica, che da un’arrière pensée di
sfruttamento. Ciò non toglie che i primi
italiani ad insediarsi sul territorio venezuelano, lo facciano, fin dai primi anni
del Cinquecento, dapprima al seguito
delle spedizioni spagnole, finalizzate alla
raccolta e al commercio delle perle, e
poi anche in proprio, con i metodi schiavistici e distruttivi tipici dei Conquistatori.
La presenza genovese è attestata dall’architettura degli edifici di Nuova Cadice,
la prima città sorta nell’isola di Cubagua
e riconosciuta come tale da Carlo V nel
1528. Tra gli imprenditori di maggior
fortuna in queste attività si segnalano
Jacopo Castigione (Jacome de Castellón),
figlio del mercante genovese Bernardo,
socio di Jerónimo Grimaldi, ricordato
anche come il costruttore della più antica
fortezza del Venezuela, alla foce del fiume
Cumaná (1523) e come colui che per
primo ottenne l’appalto per lo sfruttamento delle saline di Araya, e Luigi
Lampugnano, figlio di un conte milanese
e in relazione con diversi mercanti senesi,
alcuni dei quali lo coadiuvano in loco.
Esauriti, anche a causa dell’introduzione
della pesca a strascico, i banchi perliferi
di Cubagua, questi imprenditori e gran
parte della popolazione di Nuova Cadice,
si trasferiscono, dopo il 1538 al Cabo de
la Vela, nella lontana penisola di Guajira,
dove erano stati individuati nuovi ricchi
giacimenti di perle e dove è fondata la
nuova città di Nuestra Señora de los
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Remedios. La nomina del mercante senese Marcelo Pechi ad alcalde della stessa
è indice del peso sociale che vi rivestivano
gli italiani. Questi ultimi entravano nella
provincia attraverso la Spagna, dove specialmente i genovesi avevano significative
colonie a Cadice e a Siviglia e dove si
naturalizzavano; oppure vi penetravano
illegalmente, godendo di una certa tolleranza delle autorità e finendo con l’acquisire il diritto di soggiorno legale attraverso una sorta di sanatoria in denaro,
detta compensación, il matrimonio con
donne creole o l’esercizio di un lavoro
regolare. Le notizie che le loro lettere
diffondevano in patria circa le risorse di
quelle nuove terre e i rapporti favorevoli
con le società locali stimolavano nuovi
arrivi, non solo di individui dotati dei
capitali per intraprendere traffici lucrosi,
ma, come in altre parti dell’Impero spagnolo, anche di persone di più modesta
origine, in cerca di fortuna: marinai, soldati, piccoli commercianti, artigiani, agricoltori, servitori, muratori e altri addetti
all’edilizia ecc.. Nel corso del ‘500 alcuni
italiani partecipano alla fondazione delle
città che vanno sorgendo lungo le coste
o in loro prossimità e vi si stanziano.
Nel 1567, tra i 136 fondatori di Caracas
vi sono tre italiani: il fabbro mastro
Bernal, mastro Francisco Genovés e Augustín de Ancona, quest’ultimo impegnato nello sfruttamento di giacimenti
auriferi, uomo assai rispettato e investito
in seguito di cariche di rilievo nel Consiglio della città.
Non va dimenticato il ruolo di ingeneri
militari, come il romagnolo Bautista Antonelli, suo figlio Juan Bautista e suo
fratello Cristóbal Roda Antonelli: ad essi
si dovette la progettazione e la costruzione
dell’innovativa fortezze di Araya, a protezione delle saline, realizzata durante
gli anni ’20 e ’30 del Seicento.
Significativa fu la presenza italiana anche
nell’isola Margarita, centro commerciale
importante tra la fine del XVI e il XVII
secolo. Altre località di provenienza dell’immigrazione italiana di questo primo
periodo sono Venezia, la Sicilia, Napoli.
Gli arrivi si intensificano nel corso del
‘700, dopo il Trattato di Utrecht (1713),
dai territori ex spagnoli della penisola
passati all’Austria e al regno di Savoia.
Si tratta di ingressi ancora illegali cui
segue la consueta via verso la naturalizzazione, che non è necessaria per i figli
nati sul suolo venezuelano, sudditi della
Spagna a tutti gli effetti.
Durante il periodo coloniale, e fino alla
cacciata della Compagnia, nel 1767, un
ruolo particolarmente importante nell’esplorazione e nella conoscenza del
territorio e delle popolazioni venezuelani,
come anche di diffusione di tecniche
migliorative di coltivazione nel mondo
indigeno, ebbero numerosi gesuiti di
origine italiana, addentratisi per evangelizzare e fondare missioni lungo il
corso dell’Orinoco e nelle regioni amazzoniche e andine. Il contributo conoscitivo
più rilevante in materia venne dal padre
Felipe Salvador Gilij (1721-1789), pro-
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Inaugurazione del restauro del monumento a
Símon Bolivar a Quarto, Genova, il 27 aprile 2012.
veniente dall’Umbria, autore di una fortunato e influente Saggio di storia americana, uscito tra il 1780 e il 1784 in 4
volumi. Grazie ai collegi da loro fondati
a Mèrida e a Caracas e ai loro docenti la
cultura italiana e classica penetrò fecondamente nei ceti alti della società.
La fase più luminosa e feconda del rapporto rimasto per cinque secoli amichevole e costruttivo tra italiani e venezuelani
può ben dirsi quella corrispondente alla
lunga lotta per la conquista dell’indipendenza. Se non erano mancati gli italiani nell’esercito regio costituito in Venezuela nel corso del Settecento, alcuni
dei quali giunti anche a gradi di comando,
decisamente superiore è il numero di
coloro che abbracciano con dedizione
ed eroismo la causa dell’emancipazione
repubblicana, non solo fra i già residenti
nel paese, e ancor più, fra i figli di questi
ultimi, ma anche accorrendo appositamente dal Vecchio Mondo per porsi al
suo servizio. Se è noto il forte legame
che sia Francisco de Miranda, sia Simon
Bolívar avevano avuto con l’Italia e con
la cultura e i miti della classicità romana
negli anni precedenti l’inizio della guerra,
spiccano, fra i fautori e gli ideologi della
Rivoluzione, i nomi del deputato dell’Assemblea Costituente Juan Germán
Roscio, di padre milanese, e del torinese
(naturalizzato spagnolo) Francisco Isnardi,
pioniere della colonizzazione agricola a
Gúiria e segretario dell’Assemblea, in
quanto estensori del testo della Dichiarazione di Indipendenza del 5 luglio
1811. Singolarmente nutrito, in rapporto
alla limitatezza del numero di italiani
presenti nel Paese, è l’elenco di coloro
che divengono combattenti per la libertà
del Venezuela, non di rado perdendo la
vita nei combattimenti per mare e per
terra. I nomi sono troppi per poter essere
qui ricordati. Come sempre, fra loro abbondano i liguri o genovesi. Diversi sono
marinai e alcuni di loro, forse un modello
per il Garibaldi riograndese, si dedicano
alla guerra di corsa. Sotto il comando di
un corsaro francese troviamo anche il
giovane Augustín Codazzi (1793-1859),
nato a Lugo di Romagna, destinato a
diventare un benemerito del Paese quale
esploratore, geografo e cartografo. Tra i
primi martiri italiani va ricordato il genovese Antonio Pareto, che militava nell’esercito comandato da Antonio Nicola
Briceño, come quest’ultimo giustiziato
crudelmente dai monarchici il 13 giugno
1813. Alcuni, finalmente instaurata e
consolidata la Repubblica, faranno buone
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
carriere militari o pubbliche. Il fascino
della figura di Bolívar e l’ammirazione
per i risultati ottenuti dagli insorti latino-americani in buona parte del continente furono grandi tra i patrioti risorgimentali, e tra gli esuli delle diverse
campagne di repressione dei loro moti
alcuni scelsero il Venezuela come terra
d’approdo, dove il successo della lotta
risorgimentale non mancò in seguito di
essere ricordato e celebrato anche nelle
località più remote, magari anche solo
con l’esecuzione di inni garibaldini.
Tra i molti italiani che si segnalano nel
corso del primo periodo della storia repubblicana del Venezuela è da ricordare
il colonnello Carlos Castelli, nominato
console del Regno di Sardegna a Caracas
nel 1843; negli anni seguenti altri consolati
o delegazioni consolari, affidati a residenti
dalla solida posizione economica, sono
istituiti negli altri porti abituali di sbarco,
La Guaira, Maracaibo, Carúpano, Puerto
Cabello, dove una parte minoritaria degli
arrivati si insedia e impianta attività
commerciali, artigianali o di servizio,
mentre il resto si trasferisce in altre
località più salubri o più redditizie nell’interno del paese. Emblematici imprenditori di successo sono Geronimo
Astengo e il suo socio Antonio Delfino,
che impiantano a La Guaira, nel 1860,
una fortunata selleria, poi trasformata
in fiorente azienda calzaturiera con sede
principale a Caracas, passata nel 1890 al
genovese Giuseppe Boccardo. Altra figura
di successo, nel mondo del commercio
di importazione-esportazione è l’ingegner
Edoardo Riboli, nativo di Lavagna, attivo
a Maracaibo tra la fine del secolo e il
primo trentennio del ‘900. Sempre a Maracaibo acquista grande merito per il
suo sapere e la sua opera innovativa nel
campo della chirurgia e della clinica, il
medico genovese Manuel Dagnino Dasori (1834-1901), divenuto docente universitario e insignito dell’Orden del Libertador nonché della medaglia al merito
della Provincia di Maracaibo. Dell’ascesa
ai livelli più alti della considerazione sociale dei figli degli immigrati italiani nati
nel Paese dà testimonianza un altro medico, Luis Razetti, nato nel 1862 a Caracas
da un commerciante genovese e da madre venezuelana. Lo si ricorda come il
riformatore degli studi di medicina in
Venezuela, esimio professore e rettore
dell’Universidad Central, fondatore di
importanti organismi scientifici, impegnato anche in una concreta lotta a varie
piaghe sociali: tubercolosi, alcolismo,
prostituzione, malattie veneree. Le sue
spoglie sono custodite, dal 1982, nel
Pantheon Nacional. Il fratello Ricardo
fu un rinomato topografo e cartografo,
impegnato nello studio della topografia
della capitale.
Nella storia economica e sociale del Venezuela repubblicano si distinguono nettamente due fasi storiche: l’era che precede
il boom petrolifero, durata dal 1830 al
1926 e “l’età del petrolio”, che ha segnato
un vertiginoso decollo dell’economia del
paese. La cesura è significativa anche per
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
quanto concerne la storia della presenza
italiana che, per quanto intensificatasi
molto gradualmente e in maniera intermittente nel corso del primo secolo di
vita repubblicana (all’incirca quadruplicandosi e giungendo sulle 20.000 unità)
e per quanto capace di incidere con efficacia e con sensibili risultati in termini di
apporto innovativo e di influenza culturale
in ogni ramo della vita economica, sociale
e culturale del Paese, sempre accolta con
favore dai governi e a volte stimolata
dagli stessi, era rimasta sempre relativamente ridotta, distribuendosi in una molteplicità di centri dove si era rapidamente
e facilmente integrata nella società locale.
Il secondo periodo, grazie anche a più
incisive politiche di promozione e sostegno
sia da parte venezuelana che da parte
italiana, registra invece flussi assai più
consistenti, assumendo negli anni cinquanta del Novecento, secondo un’espressione utilizzata dallo stesso Cunill Grau,
principale fonte, insieme al Dizionario
storico-biografico dei Liguri in America
Latina, di questa breve sintesi, i caratteri
di un’immigrazione di massa nelle zone
maggiormente interessate dall’estrazione
dell’”oro nero” e dallo sviluppo conseguente. Contemporaneamente è cresciuto,
anche nei discendenti degli immigrati,
l’attaccamento alla propria origine italiana,
non solo durante il ventennio fascista
che naturalmente puntava sulla promozione dell’italianità nel mondo, ma anche
nel dopoguerra, grazie alla attività dei
circoli e delle associazioni italo-venezuelane e alla circolazione di periodici in
lingua italiana, senza per questo deprimerne il senso di appartenenza alla società
locale, in cui si sono fortemente radicati
e in cui il successo italiano nell’imprenditoria maggiore è stato crescente.
Gli studiosi sono concordi nel fissare
agli anni ’90 la fine del flusso migratorio
di grandi proporzioni dall’Italia al Venezuela, e i dati più recenti indicano un
saldo negativo, essendo più i rientri in
patria che gli arrivi: i nuovi immigrati,
afferma G. Bernasconi in un articolo
del 2011 apparso su “L’italiano LinguaDue” sono persone “in possesso di una
solida preparazione tecnica professionale
[…] tecnici, quadri, manager e imprenditori, grandi investitori stranieri, i quali
creano nuove imprese o stabiliscono
nel paese succursali di importanti società
e industrie italiane”. In ogni caso, prosegue l’autore del documentato saggio,
gli italiani, che nel 2005 erano calcolati
in poco meno di duecentomila, più almeno ottocentomila discendenti di immigrati in precedenza, costituiscono
oggi la comunità straniera più importante
del paese, una comunità perfettamente
integrata e inserita nel contesto sociale,
apprezzata e stimata. Gli italo-venezuelani nati nel paese sono considerati
a tutti gli effetti cittadini venezuelani.
Un discendente di famiglia corso-italiana,
Jaime Lusinchi è stato Presidente della
Repubblica dal 1984 al 1989.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
La Costituzione venezuelana
caRlo amIRante
DOCENTE DI DOTTRINA DELLO STATO. GIÀ TITOLARE DELLA SECONDA CATTEDRA DI DIRITTO
COSTITUZIONALE PRESSO LA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
DI NAPOLI "FEDERICO II" DI NAPOLI
Traduzione di Ciro Brescia
La Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela del 1999, assieme
alla Costituzione Brasiliana del 1988,
dell’Ecuador del 2008 e in una certa
misura anche altre costituzioni dell’area,
rappresenta una tappa fondamentale
nel processo di liberazione dei popoli
latinoamericani dalla subordinazione
politica economica e culturale alle potenze occidentali e in particolari agli
USA, che hanno sempre considerato
l’area geopolitica che va dal Rio Bravo
alla Terra del Fuoco “il cortile di casa”.
Ciò che accomuna queste nuove costituzioni – e che ha meritato loro la definizione di Constituciones ciudadanas
– è un’autentica rivoluzione copernicana:
il protagonista del nuovo corso economico politico ed istituzionale non è più
uno stato al di là e al di sopra della società e della sua complessa e conflittuale
articolazione, ma il cittadino non solo
come singolo individuo ma come centro
attivo e propulsore delle nuove forme
di organizzazione non solo economiche
e politiche ma anche sociali e culturali.
Tra le nuove Costituzioni quella venezuelana fin dalla sua nuova denominazione di ‘bolivariana’ indica gli obiettivi
fondamentali della nuova repubblica,
innanzitutto l’autonomia e l’indipendenza dai tradizionali rapporti di organizzazione di poteri continentali e mondiali, messo oggi in crisi dai processi
della cosiddetta ‘globalizzazione’ e nello
stesso tempo la proposta politica di
cooperazione internazionale e solidale
tra popoli e paesi del continente. Delle
multiformi organizzazioni politico-economiche che trovano la loro legittimazione nella Costituzione Bolivariana,
l’ALBA è certamente quella che propone
in modo più deciso le linee di sviluppo
alternative alle attuali forme di capitalismo finanziario e neoliberale.
Un vero e proprio laboratorio politico
istituzionale per il popolo venezuelano
e per quei popoli latinoamericani legati
ad esso da un vincolo di solidarietà
economica e politica, non poteva certo
limitarsi al semplice riconoscimento
formale di quei diritti umani che mal-
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
grado la solenne dichiarazione dell’ONU
del 1948, sono tanto esaltati quanto
violati. Andando ben al di là della stessa
Convenzione Interamericana sui Diritti
dell’uomo, la Costituzione venezuelana
dedica particolare attenzione ai diritti
delle popolazioni indigene come soggetti
di diritto riconosciuti e protetti, come
base dell’eguaglianza tra le culture per
il riconoscimento e lo sviluppo dell’identità etnica e culturale fondata sulla
piena legittimità di valori, spiritualità e
ritualità.
La piena costituzionalizzazione di questi
diritti rappresenta così la seria premessa
politica di preservazione dell’ambiente
sia naturale che storico indispensabile
per la sopravvivenza dell’identità culturale dei popoli nativi.
Ma anche sul piano squisitamente politico la Costituzione venezuelana si distingue per la sua innegabile originalità:
il superamento dei tre tradizionali poteri,
l’equilibrio e una corretta cooperazione
istituzionale tra i quali raramente ha
favorito il funzionamento di un sistema
democratico e un effettivo ed ampio
coinvolgimento del cittadino elettore,
con la previsione di cinque poteri costituzionalmente garantiti. L’esigenza
di individuare forme più efficaci di controllo e di “verifica dei poteri” sia presidenziali che parlamentari nella società
complessa è dimostrata dalla circostanza
che prima la stampa e poi la televisione
sono stati definiti come quarto e quinto
potere perché le sole in grado di assi-
curare, malgrado l’esistenza di forti lobbies sia private che filogovernative, la
formazione di un’opinione pubblica vigile e critica.
In effetti, la Costituzione Bolivariana
con la previsione di un Potere Cittadino
(o Potere Morale) e di un Potere Elettorale, che sono le sue innovazioni più
originali e significative, ha inteso giustapporre a un forte ed autorevole potere
presidenziale il ruolo “protagonico” e
determinante dei cittadini. L’innovazione
rivoluzionaria consiste nella circostanza
che i cittadini non solo hanno il diritto
di eleggere i loro rappresentanti in una
gamma ampia di istituzioni in cui si articola il sistema federale venezuelano
ma anche di revocare gli eletti qualora
essi non rispettino le regole e l’etica
istituzionale del loro mandato. A sua
volta il Consejo Nacional Electoral (CNE),
nel quale sono presenti sia i rappresentanti della maggioranza che delle minoranze politiche, ha la fondamentale
funzione di organizzare e monitorare
tutti i procedimenti elettorali garantendone il corretto svolgimento. È avvenuto
così che le delegazioni internazionali
invitate in Venezuela - cosa che ha suscitato il particolare interesse della stampa
internazionale in occasione del referendum revocatorio presidenziale del 2004
- per la prima volta in America Latina
hanno avuto a disposizione i più ampi
ed efficaci strumenti di controllo sia
tecnici che istituzionali. Più in generale
la Costituzione prevede numerosi istituti
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
di democrazia diretta che nel loro insieme
realizzano possibilità di controllo politico
e attivismo civico. Per quanto riguarda
in particolare il settore economico, una
serie di strumenti come il diritto di petizione e autogestione, cogestione e
cooperazione di carattere solidaristico,
si propongono di realizzare, con l’intermediazione del legislatore, quelle politiche culturali (ad esempio la lotta all’analfabetismo), sanitarie e alimentari
che sono parte integrante di uno stato
nuovo che intende combinare sviluppo
economico e realizzazione di un efficace
Stato Sociale in un’epoca in cui i paesi
occidentali l’hanno abbandonato in favore di catastrofiche politiche finanziarie
e neoliberali.
Le numerose innovazioni della Costituzione Bolivariana hanno suscitato un
vasto interesse tra gli studiosi di diritto
comparato, anche al di là del continente
latinoamericano e un vivace dibattito
politico nel quale non sono mancate
ovviamente le posizioni critiche. I critici
sia della nuova Costituzione che della
Rivoluzione Bolivariana dovrebbero avere l’onestà di riconoscere lo “stato dell’arte” delle relazioni politiche ed economiche esistenti in Venezuela prima
del 1999, dominate da un’inestricabile
sistema di corruzione istituzionalizzato
e da un’opinione pubblica dominata
da un oligarchico sistema multimediale
nel quale forti lobbies straniere godevano
di un’ampia e incontrastata egemonia.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Mercosur: basta oro
in cambio di specchi
maylyn e. lópez
AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA
Traduzione di Ciro Brescia
Il Mercosur è mercato, questo è vero.
Ma è altrettanto vero che nel corso degli
ultimi anni il Venezuela è stato artefice
del processo di integrazione in senso
pieno, cercando di garantire i paesi partecipanti non solo sul piano economico,
ma anche su quello della cultura e dell’identità latinoamericana. Attualmente
si sta facendo un enorme sforzo nella
costruzione di un processo nel quale il
pilastro commerciale conviva, con lo
stesso grado di importanza, con i pilastri
industriale, politico e sociale, finanziando
lo sviluppo e il trasferimento di tecnologie,
sempre nel completo rispetto dell’autodeterminazione dei nostri popoli.
Con la piena inclusione del Venezuela
nel Mercato Comune del Sud – Mercorsur – (31 luglio 2012) questo blocco
regionale conta 270 milioni di abitanti,
pari al 70% della popolazione sudamericana, con un PIL attorno ai 3,3
miliardi di dollari, vale a dire l’83% del
PIL del continente sudamericano su
un territorio di 12,8 milioni di chilometri
quadrati. Il Venezuela possiede il quarto
PIL dell’America del Sud ed è al quarto
posto nel continente per popolazione.
Il Mercosur passa ad essere pertanto la
quinta economia del mondo.
Il presidente Hugo Chávez Frías definí
l’ingresso del Venezuela nel Mercosur
come l’evento più importante degli ultimi
cento anni. L’ingresso venezuelano aggiunge al Blocco 916.000 km quadrati,
praticamente la somma dei territori di
Germania e Francia, consolidando la
sua giurisdizione e il controllo sulle maggiori riserve energetiche, minerarie, naturali e idriche del globo, e collocando
questo organismo in una posizione centrale a livello geopolitico. Oggi il Mercosur
conta sulle maggiori riserve petrolifere
del mondo, contrapponendosi al Trattato
del Libero Commercio, vera minaccia
alla sovranità e allo sviluppo e all’autodeterminazione dei popoli dell’emisfero
sudamericano, abortito già nel 2005 dai
Paesi ad esso appartenenti.
Celso Furtado nei suoi studi per la
Cepal, nel 1950, presagiva che l’economia venezuelana aveva sin dagli anni
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Trenta il petrolio quale suo principale
motore economico, e che questo avrebbe
portato notevoli problemi allo sviluppo
di altri settori. Oggi, l’incorporazione
del paese nel Mercosur propizia la creazione di 240 mila posti di lavoro. Il governo venezuelano darà vita a un fondo
di 500 milioni di dollari per quest’anno,
con l’obiettivo di concedere crediti a
imprese venezuelane pubbliche e private, perché migliorino le loro capacità
produttive.
Fra le principali critiche di alcuni analisti
economici all’adesione del Venezuela
al Mercosur, vi è il timore che il nuovo
mercato e le sue tariffe preferenziali
danneggino o debilitino l’industria nazionale. “Il Mercosur non è pericoloso,
è laborioso”, ha affermato la segreteria
del Venezuela per il Mercosur. Di fatto,
lo Stato venezuelano sarà obbligato a
proteggere i suoi industriali e a sviluppare politiche per riuscirvi, perché non
permetterà che l’industria straniera mini
quella nazionale.
In questo modo, il Venezuela si integra
nel Mercosur in piena fase di decollo
industriale, con un peso geopolitico
non indifferente, con lo sviluppo del
Piano Siembra Petrolera, con la quantificazione e certificazione delle riserve e
lo sviluppo della Fascia Petrolifera dell’Orinoco, con lo sviluppo petrolchimico
dell’industria del fertilizzante, plastica
e chimica, e con l’espansione, fra gli
altri, del settore siderurgico.
Al tempo stesso, il Venezuela punta alla
grande forza produttiva dell’agricoltura
familiare del Brasile, il quale possiede
oggi un’agricoltura familiare che realizza
l’85% dello sfruttamento agricolo e
nella quale i contadini sono in gran
parte proprietari della terra che lavorano.
Il Brasile e l’Argentina costituiscono
l’avanguardia latinoamericana nello sviluppo di parchi scientifici e tecnologici.
Negli ultimi anni, il Mercosur ha creato
il BIOTESUR, una piattaforma biotecnologica che ha l’obiettivo di fondare
una visione comune di ampio respiro
per lo sviluppo e l’applicazione delle
nuove tecnologie nella regione.
Il Mercosur si alleerà con la Cina, la
Russia, l’India (BRICS) e con i mercati
dell’Africa, oltre che con i mercati consolidati degli Stati Uniti e dei Paesi europei, aprendo prospettive globali e
coinvolgendo milioni di persone attorno
a un blocco geopolitico che rappresenta
il 56% della crescita economica globale
(mentre il G7 rappresenta il 9%).
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Meglio restare sommersi nella catena
del dominio coloniale? L’America Latina
era stata destinata storicamente, dai
cosiddetti Paesi centrali, a essere fornitrice di materie prime (grandi investimenti nazionali, scarsa creazione di impiego, bassi rendimenti e drammatiche
conseguenze ambientali); dovevamo
infatti importare prodotti finiti, fatti con
le nostre materie prime. Il Latinoamerica
punta a una cooperazione simmetrica
come blocco economico e non solo,
con i paesi del mondo.
Oggi più che mai, Quetzacoatl avrebbe
ben potuto affermare: basta oro in cambio di specchi.
Il Mercato Comune del Sud – MERCOSUR – è composto dalla Repubblica
Argentina, la Repubblica Federale del Brasile, la Repubblica del Paraguay (quest’ultimo è stato temporaneamente sospeso dopo il golpe perpetrato nel giugno
scorso contro il presidente legittimo, Fernando Lugo), la Repubblica Orientale
dell’Uruguay e la Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Il Mercosur è un processo di integrazione regionale creato nel 1991 come
strumento per aiutare e facilitare l’integrazione delle economie dei paesi membri
con il resto del mondo. Inizialmente l’obiettivo era quello di costituire un mercato
comune, liberalizzando i quattro fattori produttivi interni al blocco: beni, capitali,
persone e servizi. In seguito si propose di costruire un’unione doganale con la liberalizzazione del commercio interno, tariffe esterne comuni e una politica commerciale comune al blocco. Il Mercosur è anche un progetto politico, sociale e
culturale che cerca di integrare i suoi cittadini e di rafforzare le capacità degli stati
membri in ottica regionale. Ma ci sono anche la cultura, l’educazione, le politiche
sociali, che devono fondarsi su una visione regionale, posto che le problematiche
che colpiscono molti paesi s’inquadrano in una cornice altrettanto regionale. Insomma, il Mercosur è un progetto politico, civile e democratico. Un blocco
regionale che punta allo sviluppo dei nostri paesi.
Ingresso del Venezuela: 31 luglio 2012. Rafforza il blocco commerciale espandendolo, aprendo una porta preferenziale per lo scambio di beni, in un mercato
che ospita 245 milioni di persone e offre un’ampia varietà di prodotti.
Ingresso della Bolivia: La Bolivia ha proposto quest’anno il suo ingresso a
pieno titolo nel Mercosur, con l’appoggio della Repubblica dell’Uruguay.
Paesi associati: Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Investire in Venezuela:
un mondo di opportunità
IStItuto nazIonale dI StatIStIca
Traduzione di Maria Elena Riccio
Il nostro progetto politico e sociale è di
rifondare il Venezuela. Il nostro obiettivo
è quello di costruire, insieme al popolo,
i valori come la vita, la libertà, la giustizia,
l’uguaglianza, la solidarietà, la responsabilità sociale, l’etica, la democrazia, il
pluralismo politico al fine di raggiungere
il più alto grado di felicità possibile.
Il governo bolivariano ha costruito un
sistema di protezione sociale per la sua
politica pubblica attraverso un’istituzione
chiamata “Misión”. Si tratta di una
strategia dinamica che punta a raggiungere uno Stato sociale efficace che
garantisca i diritti sociali dei cittadini.
Le Missioni hanno origine nel governo
di Salvador Allende. Rappresentano
l’integrazione e la solidarietà. Non fanno
della salute, né dell’educazione e neppure dell’alimentazione oggetto di commercio.
POLITICA SOCIALE
1.1. Uguaglianza sociale: il fattore umano
è stato il soggetto e l’oggetto della
nostra rivoluzione. Il coefficiente di
Gini, che misura l’uguaglianza sociale,
è passato da 0.498 nel 1998 a 0,394 nel
2012. Il Venezuela è il paese con meno
disuguaglianza in America Latina.
1.2. Persone pensionate: tra il 1990 e il
1998 il numero dei pensionati era di
387.000. Durante il governo bolivariano
questo numero è salito a 2.148.000 persone.
1.3. Speranza di vita alla nascita: secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità,
la speranza di vita nel 1998 era 72 anni.
Ora è 74,3 anni.
1.4. Mortalità infantile: la mortalità infantile in Venezuela era del 21,36% ogni
1000 bambini. Durante il governo bolivariano è stata ridotta al 13,9%.
1.5. Indice di sviluppo umano: nell’anno
2012 secondo i dati dell’ONU il Venezuela ha raggiunto 0.771 nell’Indice di
Sviluppo Umano e si trova al 71° posto
tra 187 paesi.
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Quaderni di Casa America
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
1.6. Tasso di disoccupazione: le politiche
economico - sociali hanno contribuito
a ridurre il tasso di disoccupazione, dal
16 % nel 1999 al 7,6% nel 2013.
ha incrementato questo investimento
da 363.720 dollari a 24.451.627 dollari.
1.7. I progressi in materia di istruzione:
nel 2005 l’ Unesco ha dichiarato il Venezuela territorio libero dall’analfabetismo. Nel 2010 la stessa organizzazione
aveva attribuito al paese 96 punti su
una scala di 100 obiettivi raggiunti in
materia d’istruzione e lo ha dichiarato
al quinto posto tra i paesi con maggior
numero di iscritti all’università (83%).
POLITICA ECONOMICA:
Gli investimenti, sia pubblici che privati,
sono aumentati nel corso del primo
trimestre del 2012. I dati pubblicati dalla
Banca centrale (BCV) indicano che gli
investimenti fissi lordi (capitale che misura il livello di investimento in ciascun
paese) si attesta al 27,6%. È questo che
ci ha permesso di consolidare la nostra
posizione come la quarta potenza economica dell’America Latina.
1.8. Progressi nello sport: aumento
d’impianti sportivi. Il governo bolivariano
1. ECONOMIA
1.1 Le nostre riserve internazionali
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
sono aumentate di 14.849 milioni di
dollari nel 1998 a 29.980 milioni di
dollari nel 2012.
1.2 La crescita economica del Venezuela
è dovuta ai settori edile e finanziario,
nonché all’espansione della spesa pubblica.
I settori edile e finanziario sono cresciuti
del 29,6% e del 27,7% rispettivamente
nel 2012. Dal 48,8% nel 1998, la spesa
pubblica si è ridotta al 23,6% nel 2012.
governi precedenti costruirono soltanto
45,5 chilometri di linea ferroviaria. Il
Piano Nazionale delle Ferrovie prevede
la realizzazione di 13.665 chilometri di
ferrovie nel Paese.
2. PROGRESSI
NEL SETTORE COSTRUZIONI
2.2 Il sistema di trasporto chiamato
Metro prevedeva solo due linee attive
a Caracas fino al 1983. Il governo Bolivariano ha costruito altre due linee e
ha portato i mezzi di trasporto di massa
in altre città: 1 - Valencia (1.400.000
abitanti ) 2 - Maracaibo (1.700.000 abitanti).
2.1 Si distinguono: ferrovie, metro, metro-cable e filobus. Tra il 1958 e il 1998, i
2.3. Il metro-cable è la soluzione per i
settori popolari con redditi più bassi.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Attualmente a Caracas funziona come
una funivia. Il tratto ha una lunghezza
di 2,1 km ed è previsto il suo ampliamento a 2,5 km di più con quattro carrozze e con una capacità di 230 passeggeri.
2.4 Dal 2007 è in funzione il filobus di
Mérida. Il suo tratto è lungo 18,2 km. Il
filobus è il primo sistema di trasporto
di massa costruito in America Latina in
una città con meno di 500.000 abitanti.
3. OPPORTUNITÀ
DI INVESTIMENTO
Settore Elettrico: il governo ha investito
14.500 milioni di dollari nel settore dell’energia elettrica. Il 35% proviene da
centrali termoelettriche. Attualmente il
Paese ha una capacità installata che
genera 25.000 MW e una capacità operativa di 20.300 M. Nel 2013 si prevede
un investimento di 1.667 milioni di dollari del settore elettrico nazionale.
3.1 Turismo: il turismo è visto come
una delle principali attività economiche
che diversificano la nostra economia.
Dal 2010 il numero di turisti che arrivano
nel Paese sono aumentati considere-
volmente. Il primo obiettivo è quello di
arrivare a un milione di turisti l’anno.
Il contributo del turismo alla nostra
economia deve essere 9%, la media
mondiale. Siamo al 3,4%. È necessario
investire nella costruzione di alberghi,
centri ricreativi, centri congressuali, servizi, promuovere l’ecoturismo, le infrastrutture, la formazione e la sensibilizzazione del paese in questo ambito.
L’attuale quadro giuridico consente e
incoraggia gli investimenti nel turismo.
3.2 Miniere e metallurgia: produzione
di alluminio, ferro e cemento, infrastrutture di trasporto e di distribuzione.
3.3 Informazione e comunicazione: sviluppo di software, produzione di contenuti
digitali, servizi di telecomunicazioni.
3.4 Industria agroalimentare : costruzione e ammodernamento di impianti
agro-alimentari, sistemi di irrigazione,
canali di commercializzazione in collaborazione col governo.
3.5 Industria chimica: petrolchimica di
base, materie termoplastiche, fertilizzanti.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Cámara de Comercio
Venezolano
Jean pIetRo cattabRIga
SEGRETARIO GENERALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALO-VENEZUELANA
La Cámara de Comercio Venezolano
Italiana (CAVENIT) fue fundada en Caracas en el año 1954. Se constituye
como Asociación Civil libre y electiva
sin fines de lucro según la ley vigente
venezolana.
La Cámara opera con el fin de desarrollar
prevalentemente actividades a favor del
intercambio comercial entre Venezuela
e Italia, asistencia a los operadores económicos de ambos países, además de
la participación en proyectos de responsabilidad social para la comunidad
venezolana.
CAVENIT está reconocida por el Gobierno Italiano desde el 8 de Junio de
1972. Es miembro de la Asociación de
Cámaras de Comercio Italianas en el
Exterior (Assocamerestero), con sede
en Roma, que coordina 76 Cámaras
Italianas que operan en 50 países del
mundo con 1.350 directores, 140 oficinas,
600 empleados y cuenta con más de
24.000 empresas afiliadas, conformando
una red de información única en el
mundo con más de 300.000 contactos
de negocios al año.
Pertenece también a Fedeuropa, la Federación de Cámaras Binacionales Europeas presentes en Venezuela, formada
por 11 cámaras Binacionales.
Las actividades más relevantes que realiza la Cámara Venezolana Italiana se
enmarcan en sectores específicos que
son estratégicos para Venezuela como
son, Energía, Petróleo, Infraestructuras,
Agroindustrial, Maquinarias, realizando
durante el año mas de 100 eventos,
como seminarios, foros, workshops,
participación a ferias en Italia y Venezuela
y apoyando a los empresarios en sus
solicitudes de los varios servicios de
apoyo que ofrece la Càmara.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Una vision del ambiente
economico de Venezuela
y perspectivas 2013-2015
eFRaín J. Velázquez*
Resumen Ejecutivo
Venezuela ha mostrado resultados macroeconómicos positivos. Dichos resultados fueron generados por la instrumentación de una política fiscal expansiva
financiada con ingentes ingresos petroleros. Ello ha estimulado el consumo y,
consecuentemente, crecimiento. Sin embargo, esta estrategia ha generado un
desbalance entre la demanda y la oferta
de bienes y servicios, inflación y escasez.
Durante el período 2013-2015, se espera
que la economía de Venezuela debe mostrar crecimiento económico positivo (pero
más lento) con alta inflación.
1. Entorno Económico y Comercio
con Italia
La economía de Venezuela depende
fundamentalmente del sector petrolero.
De hecho, ese sector representó 96,1%
de las exportaciones totales, 41,9% de
los ingresos fiscales y 10,9% del producto
interno bruto (PIB) total en el 2012.
Debido a un contexto internacional que
generó precios altos del petróleo, la
administración Chávez instrumentó una
estrategia fiscal expansiva que generó
crecimiento económico positivo determinado esencialmente por el comportamiento del consumo pero con inflación. Esta última estuvo contenida por
los controles de precios, las importaciones masivas y la sobrevaluación del
tipo de cambio.
En 2012, la economía venezolana mostró
un crecimiento relevante (5,6%) producto del incremento del consumo
(6,9%) y la inversión total (23,3%). El
gasto fiscal del Gobierno Central aumentó 7,2%, se estimuló la demanda
(6,9%) cuando la oferta interna se man-
* Efraín J. Velázquez es Economista de la Universidad Católica Andrés Bello y Northwestern
University. Socio-Director de la firma de consultoría económica internacional Azpurua, GarcíaPalacios & Velázquez que asesora a las principales compañías multinacionales que operan en
Venezuela. Además, el Dr. Velázquez es actualmente Presidente del Consejo de Economía Nacional
de Venezuela. Asesor de la Camara de Comercio Venezolano Italiana.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
tuvo desfasada (5,6%). Esa brecha interna (entre la oferta y la demanda) requirió un aumento de las importaciones
(24,4%) e hizo que la inflación cerrara
en 20,1%. Los sectores que se beneficiaron de este diseño de política económica fueron esencialmente comercio
(9,1%), transporte (6,6%), servicios
(5,6%) y banca (33,5%).
En el ámbito externo, Venezuela tuvo
un superávit en cuenta corriente de
US$ 11,0 millardos y un superávit comercial de US$ 38,0 millardos debido a
que las exportaciones e importaciones
totales fueron US$ 97,3 y 59,3 millardos,
respectivamente. Las exportaciones fueron consecuencia de los altos precios
del petróleo de Venezuela (US$/barril
103,5 en 2012). Las importaciones totales, por otra parte, aumentaron significativamente.
En este contexto, el intercambio comercial con Italia mostró la misma tendencia. El superávit comercial para Italia
(o el déficit comercial para Venezuela),
de hecho, alcanzó US$ 1,2 millardos
(€ 0,9 millardos) en 2012 cuando solo
llegó a US$ 0,5 millardos (€ 0,4 millardos) en 2011. Ello fue el resultado de
crecientes importaciones de Venezuela
provenientes de Italia (o las exportaciones de Italia hacia Venezuela) las
cuales llegaron a US$ 1,5 millardos (€
1,1 millardos) en 2012 (cuando fueron
US$ 0,9 millardos - € 0,6 millardos en
2011) y exportaciones de Venezuela
hacia Italia (o las importaciones de
Italia provenientes de Venezuela) que
alcanzaron US$ 0,3 millardos (€ 0,2
millardos) en 2012 (cuando representaron US$ 0,4 millardos - € 0,3 millardos
en 2011).
Por último, las reservas internaciones
en el Banco Central cerraron en US$
29,9 millardos (con reservas operativas
líquidas de aproximadamente US$ 3,2
millardos, el resto mayormente oro). El
sistema de cambio dual permaneció
invariable durante 2012 con un tipo de
cambio oficial de Bs/US$ 4,30 y otro
complementario (SITME) de Bs/US$
5,30. Sin embargo, este sistema dual
sólo pudo financiar 59,9% de las importaciones totales en 2012 y provocó
una depreciación relevante (84,3%) en
el tipo de cambio paralelo (ilegal) y
condujo al colapso del sistema cambiario
en Febrero 2013.
Durante el 1er. Semestre de 2013, la
dinámica económica ha mantenido su
tendencia positiva (pero a un menor
ritmo 1,6%) liderizada por el comportamiento del consumo el cual continúa
siendo estimulado por el gasto fiscal
expansivo. De hecho, el comercio (representativo de la demanda interna)
creció 3,6% cuando la actividad industrial
(representativa de la oferta local) solo
aumentó 0,5%. Este desbalance entre
la demanda y la oferta de bienes y servicios generó una importante necesidad
de importaciones y, al mismo tiempo,
una aceleración de la inflación (45,4%
anualizada en Agosto 2013 cuando fue
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
20,1% en Diciembre 2012) y un aumento
de la escasez (hasta 19,2% en Agosto
2013).
En Febrero de este año, las autoridades
económicas anunciaron la fijación del
tipo de cambio oficial en Bs/US$ 6,30
(devaluación de 46,5%) y la eliminación
del mecanismo SITME. En Marzo de
este año, se anunció un nuevo sistema
de subasta de divisas (SICAD) que no
ha sido capaz de sustituir SITME y ha
contribuido a mantener el tipo de cambio paralelo muy alto. Esto representa
una depreciación del tipo de cambio
de 153,2% desde el 28 de Diciembre
de 2012.
En ese ambiente, el superávit en cuenta
corriente de Venezuela se redujo a solo
US$ 3,3 millardos (cuando llegó a US$
9,4 millardos en el 1S12). El superávit
comercial, por su parte, mostró la misma
tendencia ya que cayó a US$ 17,1 millardos debido a que las exportaciones
e importaciones totales fueron US$ 44,6
y 27,5 millardos, respectivamente (cuando fueron US$ 49,4 y 26,8 millardos en
el 1S12). El comportamiento de las exportaciones fue consecuencia de la reducción en los volúmenes de exportación
de petróleo. Las importaciones totales,
sin embargo, mantuvieron su dinamismo. Las reservas internaciones en el
Banco Central, por su parte, se redujeron
a US$ 22,4 millardos al 24 de Septiembre
(con muy bajas reservas operativas líquidas de aproximadamente US$ 1,7
millardos) que están afectando la di-
námica del comercio internacional.
Los cambios en las condiciones económicas de Venezuela afectaron el intercambio comercial con Italia. Durante
el 1S13, el superávit comercial para
Italia (o el déficit comercial para Venezuela) llegó a US$ 0,4 millardos (€ 0,3
millardos) cuando fue US$ 0,5 millardos
(€ 0,4 millardos) en el 1S12. Ello fue el
resultado de caídas tanto en las importaciones de Venezuela provenientes de
Italia (o las exportaciones de Italia hacia
Venezuela) como en las exportaciones
de Venezuela hacia Italia (o las importaciones de Italia provenientes de Venezuela), siendo más importante la reducción de las primeras que de las segundas.
2. Potencial Económico y Comercial
A pesar de las características del escenario económico actual, Venezuela tiene
un inmenso potencial económico. Las
inversiones requeridas en el sector energético (incluyendo petróleo, gas y electricidad) anticipan un ambiente económico positivo en el futuro próximo.
Adicionalmente, las nuevas relaciones
regionales y el acuerdo con China mejorarán el contexto económico de Venezuela.
Con relación al sector petrolero, el Plan
Siembra Petrolera 2005 define la política
petrolera de Venezuela hasta el 2030,
incluyendo los proyectos de la Faja del
Orinoco y la exploración del Gas Natural.
Se espera que la producción petrolera
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
y de gas aumente hasta 5,8 MBD (de
3,0 MBD) y 11,5 MPC (de 6,3 MPC),
respectivamente. Ello requerirá inversiones de US$ 48,0 millardos en los
próximos 6 años.
En el sector eléctrico, la demanda local
está creciendo más rápido que la oferta
potencial. Ello implica una inversión
anual de US$ 9,0 millardos para mantener el ritmo con la tendencia de la
demanda actual. Dichas inversiones estarán dirigidas a generación y distribución. Sin embargo, inversiones en transmisión también son necesarias.
Adicionalmente, Venezuela fue recientemente aceptada como miembro formal
de MERCOSUR (31 de Julio de 2012).
Esto mejorará las relaciones comerciales
de Venezuela y el flujo de bienes y servicios entre los países miembros (principalmente Brasil y Argentina) y otros
países, como: Chile, México, Israel, Egipto y Sudáfrica. En esencia, todos los
miembros de MERCOSUR tendrán que
instrumentar políticas comerciales coordinadas para incrementar el comercio
regional.
Venezuela, por otra parte, ha firmado
acuerdos bilaterales con Colombia, Perú,
Bolivia y Ecuador (antiguos socios de
la Comunidad Andina de Nacionales).
En el caso del acuerdo con Colombia,
dicho acuerdo comenzó el 19 de Octubre
de 2012 con libre comercio para 91%
de los productos.
En este nuevo marco internacional, el
potencial económico de Venezuela puede
alcanzarse. Los sectores beneficiados
serán comercio, transporte y servicios
como consecuencia del desarrollo de
los proyectos energéticos y las crecientes
relaciones comerciales.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Las coordenadas de una
renovada relación entre
Venezuela e Italia en el marco
de la gestión universitaria
angelo muSaIo
CAPO SERVIZIO - SERVIZIO SUPPORTO ALLE STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA
Este artículo quiere representar el estado
de la actual cooperación entre Venezuela
y la Universidad de Génova, a nivel de
gestión universitaria, con especial referencia a los proyectos conjuntos realizados en el marco del programa ALFA,
patrocinado por la Comisión Europea.
La Universidad de Génova y la Universidad Simón Bolívar de Venezuela,
por medio del Servicio de Soporte para
las Estrategias Internacionales, participan
en el proyecto“Towards Sustainable Financial Management of Universities in
Latin America – SUMA” que es financiado en el marco del programa ALFA.
Ese programa pretende crear estrategias
de conocimiento que permitan la sostenibilidad financiera de las Universidades en América Latina.
Durante la última década, en efecto, Latinoamérica experimentó dramáticos
cambios económicos y financieros que
afectan al gasto del sector público en
educación. La región asigna menos importancia a los presupuestos gubernamentales para la educación superior en
comparación con otras regiones. En menos de una década, las tasas de matrícula
han aumentado enormemente, y por lo
tanto las IES enfrentan la necesidad de
diversificar sus fuentes de financiación
para apoyar sus actividades misionales
y adaptarse al entorno competitivo.
Miembros del consorcio, ademàs de las
Universidad de Génova y de la Universidad Simón Bolívar de Venezuela,
son: Universidad Industrial de Santander, Colombia (coordinador del proyecto); Universidad Nacional del Litoral,
Argentina; Universidad Mayor de San
Francisco Xavier de Chuquisaca, Bolivia;
Pontificia Universidad Católica de Río
de Janeiro, Brasil; Universidad Viña del
Mar, Chile; Instituto Tecnológico de
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Costa Rica, Costa Rica; Universidad de
La Habana, Cuba; Universidad Central
de Ecuador, Ecuador; Universidad de
El Salvador, El Salvador; Universidad
del Valle de Guatemala; Universidad
Nacional de Honduras; Instituto Tecnológico y de Estudios Superiores de
Monterrey, Mèjico; Universidad Nacional
de Ingeniería, Nicaragua; Universidad
Católica Santa María La Antigua, Panamà; Universidad Nacional del Este,
Paraguay; Pontificia Universidad Católica
Perú; Universidad ORT Uruguay; Universidad de Alicante, España; FH Joanneum Gesellschaft mbH, Austria; Universitaet des Saarlandes, Alemania.
SUMA se dirige a personal de las IES,
estudiantes y sociedad que disfrutaran
de un sistema de educación superior
más sostenible y equitativo, entidades
gubernamentales responsables de formular políticas de Educación Superior,
al sector empresarial y a los líderes y
gestores financieros de las IES de los
18 países de Latinoamérica que participan del proyecto.
El objetivo de este proyecto, por lo
tanto, es de promover la modernización
de prácticas de gestión financiera y estrategias de diversificación de ingresos
en Instituciones de Educación Superior
(IES) de Latinoamérica, mejorar las capacidades humanas, organizativas y
técnicas de las IES de Latinoamérica
para aumentar la eficiencia en la gestión
financiera y, por fin, promover la integración regional a través de la creación
de una red de gestores financieros.
La implementación de las actividades
està clasificada en 3 fases principales:
1) estudios y sistematización de experiencia a nivel regional; 2) capacidad y
consolidación a travès del desarrollo de
materiales de formación; 3) networking
y difusión; el objetivo en esta fase es difundir todos los resultados alcanzados
en las fases anteriores a otros IES y a los
actores políticos y gubernamentales de
la región. Al mismo tiempo, se establecieron las bases para la creación de una
red regional de gestores financieros, con
el objetivo de dar continuidad al proyecto
y ampliar la red de los socios.
Un momento muy importante para la
determinación de las coordenadas de
una renovada relación entre la Universidad
de Génova, Venezuela y las demàs universidades latinoamericanas fue la reciente
Conferencia final de divulgaciòn.
La conferencia, llevada a cabo los días
31 de julio y 1 de agosto de 2013 en
San José, Costa Rica, tuvo como objetivo
lo de promover un diálogo supranacional
para la administración y sostenibilidad
financiera de la educación superior.
El evento se dirigiò a los tomadores de
decisiones de Instituciones de Educación
Superior, líderes y gestores financieros
de las IES, gestores de fondos internacionales y stakeholders latinoamericanos
y europeos.
Los temas y subtemas tratados fueron
esencialmente tres, es decir: 1) Eficiencia
y eficacia en la gestión financiera de las
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
IES; 2) Diversas fuentes de financiamiento
de las Instituciones de Educación Superior;
3) Los sistemas de información como
apoyo a la gestión financiera; se subrayò
la importancia de los diseños de sistemas
de información financiera y de sistemas
inteligentes o expertos como apoyo a la
gestión, asì como el desarrollo de instrumentos de información integrada para
la toma de decisiones.
En esta fase final del proyecto, las universidades socias están implementando
medidas para garantizar la sostenibilidad
a medio y largo plazo de la iniciativa
SUMA, entre las cuales recordamos la
Red de Expertos.
Esa red se creò en la plataforma LINKEDIN, la cual se utiliza mucho a nivel
profesional para darse a conocer como
profesional en su ámbito, para estar en
contacto con otros profesionales, y para
hacer grupos y compartir en novedades,
eventos, trabajos etc. de interés común.
En el Grupo SUMA (el link es el siguiente:
http://www.linkedin.com/groups/SUMANetwork-Gesti%C3%B3n-Financiera-Sustentable-Universidades-4859742?trk=myg_ugrp_ovr) se registraron todos
los socios para publicar noticias breves,
iniciar debates, compartir publicaciones
que considerasen de interés.
Se promoviò tambièn el registro de los
expertos considerados interesantes de
otras universidades y organizaciones. La
creaciòn de esa red fue un requisito para
el cumplimiento del desarrollo del sitio
web para la red y la creaciòn de bases de
datos de expertos. La visibilidad dada
por la herramienta risultò ùtil tanto a
nivel personal como a nivel profesional.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
La voce d’Italia del Venezuela
maRISa baFIle
CAPOREDATTRICE EUROPA DE “LA VOCE D’ITALIA”
La Voce d’Italia, oggi uno dei pochi quotidiani italiani nel mondo, è nata nel
lontano 1950 grazie alla tenacia di un
giovane giornalista, Gaetano Bafile che,
arrivato in Venezuela con un viaggio
premio de Il Messaggero, giornale in cui
lavorava, decise di restarci per dare informazione e sostegno alle migliaia di
emigranti italiani che sbarcavano quotidianamente nel porto di La Guaira.
I primi anni furono difficili ed entusiasmanti. Bafile li condivise con l’avvocato
Attilio Cecchini e il sacerdote Padre Ernesto Scanagatta, tre persone unite da
sogni e valori maturati nella Resistenza.
Il Venezuela era un paese politicamente
molto instabile, governi militari si alternavano con quelli civili e il Partito Comunista lavorava nella clandestinità. La
Voce d’Italia doveva uscire nel 1949 ma,
quando Bafile andò negli uffici governativi
per sbrigare le pratiche burocratiche necessarie all’avvio del giornale gli fu negata
l’autorizzazione dal momento che qualcuno lo aveva accusato di essere comunista. Un’accusa pericolosa in quegli anni
e in quel Paese. Fu un umile operaio
campano, che stava realizzando un lavoro
presso la casa dell’allora Presidente Delgado Chalbod, che riuscì a fargli ottenere
l’ambito permesso.
Era già il 1950. Fu un successo fin dal
primo numero.
Gli italiani aspettavano il loro giornale
con grande ansia e gli strilloni che lo
vendevano per strada restavano immediatamente senza copie. Soprattutto
quelli che battevano il porto e la piazza
Bolìvar dove si svolgevano concerti all’aperto o proiezioni di film il cui pubblico in gran parte era italiano.
La Voce d’Italia è cresciuta e si è evoluta
con la nostra Collettività. Ne ha seguito e
sostenuto battaglie importanti in difesa
delle persone e dei loro diritti. Ha sempre
favorito l’integrazione considerando ugualmente dannosi l’isolamento e l’assimilazione. Come diceva sempre Bafile, un
giornale, anche piccolissimo, può diventare
importante per il modo come incide sulla
realtà dei suoi lettori di riferimento. Il
grande pregio de La Voce d’Italia è quello
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
di aver avuto al timone un grande professionista ma soprattutto una persona
con valori etici profondi. E così, a prescindere dalla linea editoriale che è sempre
stata di centrosinistra, è diventato il giornale
di tutti, una tribuna aperta in cui ciascuno
ha potuto esprimere le proprie opinioni.
Nel 1999 La Voce d’Italia diventa quotidiano dopo essere stato a lungo bisettimanale e sigla un accordo con il
Corriere della Sera. I due giornali usciranno insieme per qualche anno.
Nel 2008 è scomparso il direttore fondatore Gaetano Bafile e la direzione de
La Voce d’Italia è stata assunta da suo
figlio Mauro, laureato in Giornalismo
con Master in Economia.
Sarebbe davvero troppo lungo descrivere
ora le tante campagne portate avanti
da La Voce d’Italia per difendere i diritti
dei nostri emigrati. Conviene invece
soffermarsi un attimo sulle ragioni che
rendono importante un giornale di emigrazione. Il pericolo dell’assimilazione
nel mondo dell’emigrazione è sempre
dietro l’angolo, vuoi perché si percepisce
la necessità di sciogliersi e mimetizzarsi
all’interno di una società che non guarda
con occhi troppo favorevoli gli immigrati,
vuoi perché i paesi di accoglienza sono
invece tanto simili da rendere molto
semplice la strada del radicamento.
Tanto più facile è per le nuove generazioni che nascono e vivono lontane
dall’Italia.
Si rischia così di perdere quel valore aggiunto che ha ogni emigrato, una doppia
lingua e una doppia cultura. Un giornale
come La Voce d’Italia che fa dell’integrazione il suo cavallo di battaglia contribuisce
a mantenere vive le due culture, a dare
un’identità e un orgoglio di appartenenza
ad una collettività, a creare vincoli di solidarietà ed unione tra persone che hanno
una stessa storia. Le sue pagine sono
inoltre la testimonianza storica, l’unica,
di un percorso costruito con il lavoro,
l’impegno, i successi e le frustrazioni di
quelle centinaia di migliaia di donne e
uomini che hanno cercato altrove ciò
che l’Italia non era in grado di garantire.
Le comunità senza un serio organo di
stampa che le rappresenti, purtroppo,
sono collettività mute e senza storia.
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Quaderni di Casa America
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Padiglione del Venezuela
alla Biennale di Venezia
maylyn lópez e patRIcIa VaRgaS
AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA
Traduzione di Maria Elena Riccio
Breve Storia della Biennale
Padiglione del Venezuela 1954-1956
Carlo Scarpa.
Il Venezuela è stato il primo paese sudamericano a fare un padiglione nazionale alla Biennale. Il merito di questa
iniziativa si deve fondamentalmente al
pittore e architetto Garziano Gasparini
(venezuelano naturalizzato di origine
veneziana) che propose al governo di
partecipare a questa manifestazione
che a quel tempo era già riconosciuta
come un’importante mostra di arte
visiva a livello internazionale.
A causa dell’impossibilità che Carlo Raul
Villanueva (celebre architetto venezuelano) si occupasse del progetto, in quanto
era già impegnato nella costruzione della
città universitaria di Caracas (UCV) Gasparini convinse la Presidenza della Repubblica ad affidare nel 1953 il progetto
del padiglione al suo primo professore
di disegno architettonico Carlo Scarpa.
Fu così che Gasparini venne inviato a
Venezia e insieme al geniale architetto
percorsero i giardini della biennale e
scelsero il piccolo spazio rimasto tra il
padiglione della Svizzera e quello dell’Unione sovietica.
Il progetto di Scarpa venne approvato
nel gennaio del 1954. L’edificio venne
inaugurato i primi di ottobre ancora
incompleto: il padiglione venne ultimato
definitivamente nel 1956.
Caratteristiche del padiglione
Le principali caratteristiche spaziali e
volumetriche dell’edificio, furono progettate da Scarpa sfruttando intelligentemente il piccolo spazio condizionato
dagli alberi che limitavano l’area rimasta
tra il padiglione della Svizzera e quello
dell’URSS.
Il progetto presentato da Scarpa descrive
il padiglione articolato in tre sale: slittate
una rispetto all’altra di forma sobria,
due di queste elevate in altezza
Carlo Scarpa riesce ad incorporare allo
spazio chiuso e raccolto, il cielo e la
natura circostante come fossero grandi
quadri viventi. Allo stesso modo riuscì
ad incorporare all’interno della sala
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
maggiore il cielo perturbato attraverso
la tinta blu plumbea del soffitto. Nella
sala minore invece il giallo intenso richiama il sole pomeridiano.
Questo edificio di Scarpa è un capolavoro dell’architettura espositiva. Sfortunatamente subito dopo la sua inaugurazione ha cominciato a subire furti
di “soliti ignoti”con l’asportazione della
copertura in piombo, del basso rilievo
in metallo raffigurante la mappa del
Venezuela, del pannello girevole, delle
panchine per le sculture.
La proposta della Repubblica Bolivariana del Venezuela alla 55° Biennale di Venezia
Un’estetica della sovversione
Il Venezuela ha inaugurato a maggio 2013
il suo Padiglione alla 55° Biennale di Venezia, conosciuto anche come “il gioiello
dei Giardini”, con la proposta“Arte urbana.
Un’estetica della sovversione“.
La Delegazione Venezuelana, composta
dall’ambasciatore Julian Isaias Rodriguez
Diaz, l’ambasciatrice del Venezuela presso la FAO Gladys Urbanjea e la Missione
Diplomatica venezuelana presente in
Italia hanno inaugurato lo spazio espositivo venezuelano. Nel suo discorso
l’ambasciatore Rodriguez ha sottolineato
“Caracas è la sesta città più grande al
mondo con il maggior numero di arte
urbana. Questa mostra mira a riconoscere una realtà pubblica, collettiva, sociale, artistica che attualmente contri-
buisce a dare identità culturale urbana,
multirazziale, eterogenea ad un’intera
scena artistica attraverso la quale si
esprimono e comunicano la maggior
parte delle nostre città venezuelane”.
Questo progetto espositivo, curato dal
maestro Juan Calzadilla, noto ricercatore,
poeta e artista venezuelano, ci conduce
in una metropoli piena di colori, musica,
giovani e creatività. Le opere esposte,
realizzate da un gruppo di venezuelani,
mostrano attraverso immagini, documentari visivi, gigantografie e mappe
2D un museo a cielo aperto che cattura
lo spettatore e lo trasporta in una città
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
attiva, viva e reale in modo originale e
con connotati sociali.
Il maestro Calzadilla afferma che con
questo progetto crolla il mito di voler
portare a Venezia l’artista più in auge
nel panorama nazionale del momento.
“Viene elevata a categoria di Arte Contemporanea una realtà e un fenomeno
culturale di carattere locale e internazionale che rimanda, in campo artistico,
non solo alla nobilitazione e reinterpretazione dello spazio urbano che si
espande in modo incontrollabile giorno
dopo giorno, ma dimensiona anche le
condizioni che potrebbero portarci alla
nascita di un grande immaginario museo
della città del XXI secolo “.
La terrazza del padiglione accoglie i visitatori con un grande murale. Una riproduzione di graffiti tradizionali in stile
old school (vecchia scuola) insieme alle
reinterpretazioni di elementi relativi alla
nostra identità. La parola “Patamuna”
che significa sovranità in lingua pemon,
simboleggia la presenza delle culture indigene nel nostro essere venezuelani.
Sulla parete accanto si apprezza un
tipo di calligrafia propria della tradizione
di graffiti 3D contenente la parola“Abyayala”originaria della cultura Kuna che
rimanda alla grandezza del Sud America.
Nell’antisala del Padiglione un murale
di Simón Bolívar in occhiali da sole
esprime quanto sia attuale il suo pensiero
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
tra i giovani non solo venezuelani, riappropriandosi in questo modo di codici
popolari, portandoli negli spazi pubblici
e al tempo stesso riaffermando i valori
nazionali.
La Sala Maggiore propone un percorso
di tipo digitale del museo aperto che è
la città e le diverse modalità di vedere
quello spazio secondo i cambiamenti
naturali della luce accompagnati da hip
hop, musica creola e l’atmosfera tipica
delle città.
La Sala Minore proietta la combinazione
di graffiti tradizionali. Una proposta di
varietà e movimenti di animazione 2D
che induce lo spettatore a contemplare
il graffiti in una maniera diversa piena
di luci e colore.
Il gruppo venezuelano che partecipa alla
55° Biennale di Venezia comprende il
curatore Juan Calzadilla, il Commissario
Edgar Ernesto Gonzalez, i museografi
Pedro Sanz e Clemente Martinez e ricercatori: Zuleiva Vivas, Felix Hernandez,
Francisco Ardiles e Carolina Sanz.
Critici d’arte, stampa e pubblico in ge-
nerale hanno definito il padiglione venezuelano una proposta originale che
offre una reale opportunità a centinaia
di giovani che da diverse città esprimono
attraverso la street art i problemi, al
vissuto e alle speranze di un mondo
che necessariamente deve dare spazio
a questo mestiere .
Il tema centrale della 55° Biennale di
Arte di Venezia è “Il Palazzo Enciclopedico”, definito dal curatore Massimiliano Gioni una mostra sulle ossessioni e il potere rinnovatore dell’immaginazione. La Biennale resterà aperta
fino al 24 novembre 2013.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Il Sistema Venezuelano.
Musica: espressione sublime
di armonia e bellezza
maylyn e. lópez
AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA
Traduzione di Maria V. Tirinato
“Mostriamo ai nostri figli la bellezza
della musica e la musica rivelerà ai
nostri figli la bellezza della vita.”
José Antonio Abreu
José Antonio Abreu è l’ideatore e creatore del Sistema che in Venezuela ha
dato origine in trent’anni a circa 400
orchestre sparse su tutto il territorio
nazionale, inserendo nel mondo della
musica centinaia di migliaia di giovani
e aiutandoli nella maggioranza dei casi
a riscattarsi da un futuro di degrado e
violenza. È considerato ormai un genio,
e un visionario. Un’opera, la sua, che
dal Venezuela si diffonde rapidamente
in tutto il mondo, tant’è che è stato
candidato – ed è uno dei candidati più
accreditati - al Premio Nobel per la
Pace 2012, il cui vincitore sarà annunciato
prossimamente, nonché si numerosi
premi e riconoscimenti internazionali.
Ma qual è la concezione dell’orchestra
di José Antonio Abreu? Quale il metodo
che concepisce l’insegnamento solo attraverso il collettivo e non più il singolo
individuo? Per il maestro venezuelano
l’orchestra è una comunità che ha come
caratteristica essenziale ed esclusiva, ed
essa sola ha questa caratteristica, di essere l’unica che si costituisce con l’obbiettivo essenziale di unire persone al
suo interno. Perciò, chi fa parte di un’orchestra inizia a vivere quella che viene
chiamata concertazione, cioè la filosofia
del gruppo che si riconosce come interdipendente, dove ognuno è responsabile di tutti e tutti sono responsabili
di ciascuno. Ma perché riunirsi? Per
generare bellezza. Chiunque, suonando,
generi bellezza e armonia musicale, inizia a conoscere dentro di sé l’armonia
essenziale: l’armonia umana. Ciò che
solo la musica può comunicare all’essere
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
A sinistra il Maestro Abreu
umano, è la rivelazione che trasforma,
sublima e sviluppa dall’interno lo spirito
dell’uomo.
Più che una rivelazione una filosofia,
che semina valori come la disciplina, lo
stare insieme, l’onestà e la solidarietà.
Per tantissimi venezuelani il maestro
Abreu è un padre, una guida motivata,
esigente e piena di saggezza. Ma quali
sono i confini della musica? Oggi verifichiamo che non ci sono limiti quando
si tratta di cultura e di musica.
Nel 1970 Abreu riunì intorno a sé undici
ragazzini e pazientemente insegnò loro
a suonare musica cameristica e sinfonica.
Aveva già in mente quel sistema mondiale che oggi, fortemente supportato
dal governo del presidente Hugo Chávez
Frías, è sotto gli occhi di tutti. Oggi,
solo in Venezuela, 350.000 ragazzi studiano e vivono attraverso la speranza
che la musica può donare. Dagli Stati
Uniti alla Nuova Zelanda il Sistema si
va estendendo a macchia d’olio.
Ora è la volta dell’Italia, dove iniziano
a sbocciare piccoli nuclei e dove Federcultura, sotto la spinta di Roberto Grossi,
provvederà alla promozione e al coordinamento del Sistema, presieduto dallo
stesso Antonio Abreu e dal Maestro
Claudio Abbado.
Un elogio all’Italia quello di José Antonio
Abreu, ospite al Ravello Festival in occasione del debutto dell’Orchestra Giovanile
di Caracas, e dove il Maestro venezuelano
ha ricevuto il Premio “Ravello ai valori
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
sociali della Cultura”, alla sua prima edizione, il giorno 15 settembre 2012.
Abreu, insieme al presidente del Comitato
per il Sistema di Orchestre in Italia, Roberto Grossi, ha annunciato l’imminente
formazione di una orchestra di giovani
italiani e venezuelani. “Non c’è nulla di
più importante per il nostro progetto di
espansione internazionale della collaborazione con l’Italia. Non dimentichiamo
che l’Italia ha nella sua storia il primo
esperimento musicale con persone disadattate. Fu Vivaldi, a Venezia, a dare
vita all’orchestra della Pietà, la prima
giovanile della storia, e la prima formazione musicale femminile”.
E per il 2015 l’intero Sistema sarà all’Expo di Milano per celebrare l’accordo
permanente di cooperazione e interscambio durante un’intera settimana.
Investimenti in Educazione
in Venezuela
10 % del PIL nazionale
Sistema delle Orchestre
del Venezuela
285 nuclei di insegnamento musicale
1500 cori a livello nazionale
400 Orchestre Sinfoniche in tutto il
paese
350.000 bambini e bambine nel Sistema
Nazionale di Orchestre
Riconoscimenti al Maestro José Antonio Abreu
1993 Premio Internazionale di Musica
IMC-UNESCO
1995 Ambasciatore in Missione Speciale
per lo sviluppo di una Rete Globale di
Orchestre Giovanili e Infantili e Cori
1998 Ambasciatori di Buona Volontà
per l’Unesco
2001 Premio Right Livelihood Award
2004 World Culture Open Creative
Arts Award
2007 Ordine del Sole Nascente, Gran
Cordone in Giappone
2008 Premio Glenn Gould in Canada
2008 Premio Internazionale Puccini in
Italia
2008 Membro onorario della Royal Philarmonic Society nel Regno Unito
2008 Membro onorario della Società
della Beethoven-Haus in Germania
2008 Premio Príncipe delle Asturie per
le Arti. Spagna
2009 Premio Cristal del Forum Economico Mondiale
2009 Polar Music Prize, riconosciuto
dalla Reale Accademia Svedese di Musica
2010 Premio Erasmus. Ollanda
2012 Dottorato honoris causa dall’Istituto
di Educazione dell’Università di Londra
2012 Premio “Città di Ravello ai Valori
Sociali della Cultura”
Premio Città di Ravello
Il Maestro José Antonio Abreu, durante
la consegna del Premio Città di Ravello,
ha dichiarato: “Ricevere questo premio
costituisce un esimio onore per la grandezza dell’impegno etico e umano che
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
esso rappresenta. Dedico il premio a
tutti gli educatori pieni di abnegazione,
che con ammirevole solidarietà e fede
ferma mi hanno accompagnato nella
costruzione del Sistema Nazionale di
Orchestre e Cori Giovanili e Infantili
del Venezuela. Siamo riusciti a restituire
la dignità, attraverso la musica, a migliaia
di bambini a rischio nelle strade, a bambini delle scuole, bambini con differenti
disabilità e anche ai giovani reclusi che
apprendono l’arte della musica mentre
guardano con ansia al loro reinserimento
nella comunità, attraverso la musica.
Il Sistema nel mondo
In più di 25 paesi sono stati creati programmi di educazione musicale che se-
guono il modello venezuelano: Argentina,
Australia, Austria, Bolivia, Brasile, Canada,
Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa
Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Scozia,
Stati Uniti, Guatemala, Honduras, Inghilterra, Italia, Giamaica, India, Messico,
Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Portogallo, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Trinidad e Tobago, Uruguay.
Il Sistema ha ispirato l’OEA nella promozione, fra l’altro, dell’Orchestra Giovanile delle Americhe, del Programma
di Orchestre per i Giovani a Rischio
nei Caraibi nel 2009, e della Sinfonica
Giovanile Iberoamericana.
Fonte. Fesnojiv- Venezuela
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Il cacao venezuelano.
Tradizione, sapore ed aroma
del popolo di Chuao
edgaR gonzáleS
AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA
Traduzione di Francesca Ciaralli
“Quando diciamo cioccolata, diciamo
pure cacao, certamente, e quando diciamo
cioccolata diciamo prima di tutto la gente
che coltiva il cacao, la gente che ha
l’esperienza accumulata da più di 500
anni nella produzione del cacao, solo
che adesso veniamo con un progetto
che non è per niente schiavista ma liberatore….”
Hugo Chávez Frias
Presidente della Repubblica Bolivariana
del Venezuela
22/05/2004
Un frutto dell’America tropicale
È stato comprovato che da sempre l’albero del cacao è nato e cresciuto in
terre venezuelane. Il suo frutto è stato
coltivato e utilizzato dalle comunità in-
digene dai tempi precolombiani come
alimento e per fini religiosi nei culti ai
loro dei. Molti scienziati affermano che
l’origine dell’albero del cacao si trova
nell’America del Sud, nella conca del
fiume Orinoco o del fiume Amazonas
e da lì iniziò ad estendersi fino al sudest
del Messico. Quello che ha avuto inizio
ai tempi della colonia è stato la sua
commercializzazione, diventando un
prodotto molto richiesto nei mercati
europei, americani e asiatici.
Il suo impiego in diverse applicazioni è
stato un contributo dell’indigeno venezuelano alla cultura d’Occidente. Il
Cacao di Chuao, è stato considerato
per secoli come il migliore del mondo
ed il preferito nelle formule dei maestri
produttori di cioccolata delle grandi
metropoli per il suo aroma ed il suo
gusto speciale.
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
La coltivazione del Cacao
in Venezuela
Dalla fine del XVI secolo, le piantagioni
si sono estese per tutta la costa di Caracas nelle antiche Hacienda di cacao e
che in questo momento sono centri di
coltivazione ecologica.
Nel XVII secolo, il Venezuela era diventato a essere il primo Paese produttore di cacao al mondo. Così si sono
creati “i grandi cacao”, una classe mercantile ed agricola che ha spinto l’economia venezuelana fino ai successi indipendentisti. Considerando l’importanza che avevano i produttori di cacao,
è nata l’abitudine di chiamare quelli
che erano benestanti e si vantavano di
fortuna, “gran cacao”.
Il cacao venezuelano si ricava dall’albero
del tipo criollo che ha eccellenti qualità
aromatiche. Da lì derivano le varietà chiamate “Maracaibo”, “Chuao” e “Coroni”,
che si vendono a un prezzo più alto per
essere cacao d’altissima qualità. Questo
genere rappresenta il 5% del totale di
grani di cacao coltivati mondialmente.
D’altro canto il 95% della richiesta internazionale è coperta dalla produzione dei
Paesi africani, asiatici e latinoamericani
siti dentro la linea equatoriale.
Il cacao di Chuao deve la sua qualità al
fatto che le sue caratteristiche chimiche,
fisiche e organiche sono solo possibili
nell’altitudine, temperatura, umidità e
clima propri di quel sito esatto delle coste
del Venezuela: se prendiamo un seme del
cacao di Chuao, e lo seminiamo in un
altro posto del Paese, il frutto non avrà la
stessa qualità per quanto riguarda l’aroma
ed il gusto. Esistono altre piantagioni distribuite in tutto il Paese, Oriente (Sucre
ed il Delta); Centro (Mirando e Aragua) e
Occidente (Barinas, Zulia, e Tachira).
Prima dell’arrivo del petrolio nell’economia venezuelana, il cacao venezuelano
faceva il giro del mondo conquistando
con il suo aroma e la sua qualità i più
esigenti consumatori di questo prodotto
originario dell’Amazzonia Venezuelana”.
La comunità di Chuao,
una caso unico al mondo
Uno degli usi più conosciuti del cacao è
come materia prima per l’elaborazione
della cioccolata, però in pochi sanno che
dietro questa golosità, forse la più ambita
e richiesta nel mondo, si trova un nobile
frutto di solchi profondi.
Il popolo di Chuao grazie al suo isolamento geografico, ha saputo mantenere
la sua cosmogonia e modo di fare, riprodurre e dare significato alla vita. È
una comunità discendente dagli schiavi
africani che lavoravano la coltivazione
del cacao e sono orgogliosi delle loro
origini afro-venezuelano.
Nell’attività di coltivazione e raccolta
della vendemmia del cacao partecipa
tutto il popolo come attività collettiva,
famiglie e vicini di casa sono attori nell’essiccazione dei chicchi di cacao nel
colore dei chicchi e nelle condizioni
climatiche per eseguire questo lavoro.
L’Hacienda Chuao presenta una testi-
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
monianza eccezionale e unica, integrando la produzione del cacao con festività e tradizioni religiose all’interno
di un ambiente dall’architettura incontaminata che l’hanno fatto conoscere a
livello mondiale per il suo famoso cacao.
Chuao, è un riassunto della storia coloniale del Venezuela.
Quest’ambiente naturalistico facilita
la conservazione della diversità biologica delle piantagioni di cacao cha
hanno un alto valore genetico. Il cacao
Crollo è riconosciuto per la sua qualità
e la Hacienda Chuao è il luogo più
noto per la sua conservazione “in situ”.
Immerso in questo mondo magico, si
proteggono le tradizioni culturali uniche
della costa caraibica sudamericana.
Il tangibile ed Intangibile
della Cultura del Cacao di Chuao
Uno dei valori più noti di questa zona
geografica del centro del Paese, è la so-
pravivenza della cultura viva, di radici
profonde, manifestata tramite la musica
e la danza con cui la popolazione locale
accompagna le sue principali festività.
Nell’hacienda cacaotera di Chuao esiste
una delle popolazioni con una grande
ricchezza culturale nelle manifestazioni
della cultura tangibile e intangibile basata
nelle sue tradizioni che risalgono all’epoca
della Colonia più di 430 anni fa.
Le tradizioni e le manifestazioni collettive
si mantengono e la maggior parte di
esse sono strettamente legate al ciclo di
coltivazione del cacao. Cosi, le tre vendemmie dell’anno hanno nomi collegati
a festività religiose: la pascuera, a novembre e dicembre, la cuaresmera nelle
date vicino pascua e finalmente la sanjuanera che sarebbe la vendemmia grande
di cacao durante la stagione della pioggia,
il cui nome deriva dalla coincidenza con
le festività di San Giovanni Batista nei
mesi di giugno-luglio.
Le tradizioni Vive di Chuao
L’immaginario di una comunità il cui
centro è il cacao ricrea l’energia della
fertilità. È per questo che tutti i suoi festeggiamenti e manifestazioni tradizionali di carattere sociale sono impregnati
di quel sentimento mistico-religioso,
che tramite la fede cerca di ricevere le
benedizioni della natura, rappresentate
nell’aumento delle vendemmie e il numero di frutti delle piantagioni di cacao.
In ognuna di loro il frutto è presente
come un elemento di rito e offertorio:
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Quaderni di Casa America
VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Veglia della Croce di Maggio, Corpus
Christi Diablos danzantes de Chuao,
Festa di San Giovanni Bautista.
Lo sviluppo endogeno
del cacao in Venezuela
Il Governo Bolivariano ha sviluppato
programmi e politiche per la creazione
di nuclei endogeni dedicati alla ricerca,
coltivazione ed elaborazione di questo
prodotto nazionale. Con l’obiettivo di
arrivare a produrre il 50% dell’esportazione mondiale, diventando grandi concorrenti, con un chicco di cacao Criollo
di eccellente qualità.
Per accomunare gli sforzi e rinforzare la
genetica e la varietà del cacao criollo, il
Consiglio nazionale di Ricerche Scientifiche e Tecnologiche della Repubblica Bolivariana del Venezuela (CONICIT), ha
preso contatto con i principali centri di ri-
cerca scientifica e tecnologica delle regioni
strategiche produttrici di cacao dove si sta
implementando il programma di sviluppo
endogeno sostenibile “Agenda Cacao”.
L’industria nazionale del cacao conta
con diciotto imprese e una capacità di
produzione di 15.000 tn/l’anno, il quale
rappresenta la metà del rendimento
della media mondiale. Da questa produzione il 69,4% è commercializzato
nel mercato internazionale, il 30% è
destinato all’industria nazionale e la
percentuale rimanente è processata dall’industria manifatturiera artigianale del
Paese. Tutto il cacao che esporta il Venezuela è considerato cacao aromatizzato d’altissima qualità, per questo il
Governo ha sviluppato politiche focalizzate a recuperare l’immagine ed il
protagonismo di questo prezioso e desiderato frutto dell’America tropicale.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Venezuela
un mondo di emozioni
da condividere
hÉctoR abad
AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA
Conosci il Venezuela: porta d’ingresso
alle bellezze uniche ed esuberanti del
continente sudamericano, il Venezuela
si mostra come un paradiso tropicale
dalle virtù infinite che abbagliano gli
amanti della natura, mescolando montagne, foreste, pianure, spiagge e deserti,
in una tela dai mille colori illuminata
dalla flora e dalla fauna che annunciano
una primavera eterna. Con una posizione
geografica privilegiata che affascina tutti
gli sguardi, il Venezuela è un capolavoro
della natura. Grazie al contributo del
Ministero del Potere Popolare per il Turismo (Mintur), il Governo Bolivariano
fa diventare realtà i sogni dei viaggiatori
locali e stranieri, grazie al lavoro effettuato
da Venezolana de Turismo (Venetur),
l’operatore turistico più grande del Paese,
che offre la più grande quantità di hotel
e di servizi, situati in zone strategiche
vicino alle principali attrazioni naturali
ed urbane del Paese.
Il Venezuela è un paese dalle multiple
sfaccettature, caraibico, andino, atlantico
e amazzonico, - grande per estensione
il doppio dell’Italia, è un paese che
offre una varietà infinita di colori.
A differenza di quanto si crede, il Venezuela ha una rete di infrastrutture e
servizi ben sviluppata, e strutture alberghiere di diverso livello. Un numero
in crescita costante, grazie al supporto
degli enti turistici e del governo Bolivariano del Venezuela, che facilita gli
investimenti da parte di operatori nazionali e internazionali, cercando di coprire al 100% la domanda turistica.
Tra le nicchie di mercato in voga, il
turismo d’avventura e di spiaggia è forse
quello più amato dagli italiani, soprattutto
tra i giovani, favorito dalla fantasiosa
orografia del territorio venezuelano: dalla
Selva Orinoquia alla Cordillera delle
Ande, dai fiumi paludosi alle savane,
senza dimenticare i 43 parchi nazionali
e i 21 monumenti naturali, che occupano
complessivamente il 45% del territorio.
Le Sentinelle del Mondo perduto.
Con un’altezza di circa un chilometro,
il Salto Angel, (Kerepakupai-Merú), è
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
la cascata più alta del mondo, e corona
le giungle che coprono una delle più
antiche formazioni geologiche del pianeta. Contemplarlo allenta le redini
della fantasia. Si tratta di un frammento
di vita, protetta da imponenti Tepuyes,
che guardano verso il cielo con grande
orgoglio, affrontando quelli che si immergono nelle loro radici, per ammirare
quello che a malapena si riesce a capire:
il segreto delle nostre origini. Canaima
National Park è una delle sentinelle
più preziose del mondo perduto, dove
il tempo perde il diritto di essere, di
fronte alla maestosità che diffonde verso
ogni punto cardinale.
Un corallo da sogno: divertimento
dentro e fuori dall’acqua.
Situato tra Anzoátegui e lo Sato Sucre,
il Parco Nazionale di Mochima è tra le
maggiori riserve di biodiversità che si
trovano in Venezuela. Oltre l’80% delle
sue acque provengono dal Mar dei Caraibi; ospita numerose specie che possono essere ammirate dagli amanti della
pesca subacquea. Potrebbe definirsi
come il sito preferito di numerose specie
di tartarughe e uccelli, per la nidificazione
e l’alimentazione. Con le sue acque
turchesi e la sabbia calda, Mochima
possiede un magnifico gruppo di isole
e spiagge, naturalmente colorate dalle
barriere coralline che emergono all’interno delle sue acque, conferendo magnifici colori alle sabbie multicolori di
alcune delle sue spiagge. Sole, delfini,
balene e acque generose. Tutto questo
è Mochima.
Sogno Blu un ricordo che rimane
nell’anima.
Grazie alla sua grande varietà di specie
di terra e di mare che convivono nel
suo ecosistema, Los Roques è una delle
mete preferite del mondo dei turisti
che amano la biodiversità e l’ecologia.
Tutte le sue isole, le insenature e le
spiagge di sabbia bianca, possiedono il
fascino del Mar dei Caraibi e la semplicità
della perfezione. Le varie sfumature di
blu turchese emergono dalle sue acque,
come una tavolozza dai colori vivaci,
facendo di questa avventura un’esperienza indimenticabile. Questo paradiso
si trova in Venezuela, il suo nome è Los
Roques.
Un regalo sublime della natura squisita bontà del Mar dei Caraibi.
Situato tra le città di Tucacas e Chichiriviche, nel nord-est del Venezuela,
nello Stato Falcòn, il Parco Nazionale
di Morrocoy è uno dei più bei siti che
ci offre la natura. Acque cristalline,
spiagge bianche, animali selvatici e
una vasta gamma di barriere coralline
si mescolano in un’equazione perfetta,
una squisita bontà del Mar dei Caraibi.
Gustare un cocktail di gamberi e aragoste in riva al mare in uno dei suoi
isolotti vergini, o imparare a conoscere
questo paradiso al centro del Venezuela,
è una memoria che non dovrebbe
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Laguna di Mucubaji: Cordigliera delle Ande. Stato di Merida. Venezuela
Pianura venezuelana. Stato di Apure
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
mancare nella collezione dei viaggi indimenticabili. Vivete l’esperienza di
questo meraviglioso viaggio attraverso
un vero e proprio paradiso tropicale.
Piuttosto che una spiaggia, è una bellissima avventura.
La costa dello Stato Sucre, offre un
menu vario di spiagge, di cui due in
particolare rubano il respiro dei propri
visitatori: Playa Medina e Playa Pui
Pui. Ancorata nella penisola di Paria,
offre ai suoi visitatori bellissime foreste
pluviali, splendidi percorsi lungo le
strade tortuose, modeste case con i
fiori nei giardini, ed un popolo geloso
della sua terra ma generoso di condividerla con chi la visita. Uomini e
donne di carnagione color cacao, e acque minerali provenienti dall’interno
delle sue terre, terra di benedizioni.
Tanto divertimento tutto il giorno.
Un’ isola che possiede tutto. Situata a
nord-est del Venezuela, questà, isola
paradisiaca dei Caraibi offre ai visitatori
numerose alternative per l’intrattenimento e il tempo libero. Circondata da
spiagge bellissime, l’Isola Margarita può
trasformare le vostre vacanze in un’esperienza unica. Al Mercato di Conejero, è
possibile acquistare artigianato tipico e
degustare i migliori piatti della regione,
tra piccoli e pittoreschi chioschi gestiti
dai residenti locali sempre disponibili e
disinvolti. Se siete amanti dello shopping, Santiago Mariño e via 4 de Mayo
Playa Manzanillo: Margarita.
Stato di Nueva Esparta. Venezuela
a Porlamar, sono tra le diverse alternative
per chi cerca quel dettaglio speciale ai
prezzi di un porto libero. L’Isola di
Coche, Playa Zaragoza a Pedro Gonzàles,
Playa el Yaque, sono alcune delle meraviglie naturali disponibili per voi nella
perla dei Caraibi.
Per maggiori informazioni potete contattare: l’Ambasciata della Repubblica
Bolivariana del Venezuea presso la Repubblica Italiana, ai seguenti recapiti;
tel 068079797, Fax. 068084410 Email:
embaveit@ambavene.it pag web:
www.ambavene.it
MINTUR Ministero del Potere Popolare
per il Turismo, Dott. Gerard Gonzalez,
Direttore Generale per la Cooperazione
Nazionale ed Internazionale, ai seguenti
recapiti: + 0058 -(212) 20848980 2084828 www.mintur.gob.ve
In Venezuela troverete
• La più alta cascata del mondo: Salto
Ángel o Kerepakupai-Merù
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Campamento Parakaupa. Laguna di Canaima. Parco Nazionale di Canaima. Venezuela.
Arcipelago di Los Roques. Venezuela. Mare dei Caraibi.
Conformato da 50 isole coralline e piu di 200 banchi di sabbia di origine coralline.
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Riva del fiume Orinoco il secondo più grande del continente. Venezuela
Sarisariñama.
Stato di Amazonas. Venezuela
Salto Aponguao.
Parco Nazionale di Canaima. Venezuela
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proibito dalla legge, la richiesta di
questi oggetti mette a repentaglio la
sopravvivenza delle specie.
Salto del Angel: Parco Nazionale di Canaima.
Venezuela
• Il lago più grande del Sudamerica:
quello di Maracaibo
• Il terzo fiume più lungo del Sudamerica: l’Orinoco
• La funivia più alta e lunga del mondo:
quella di Mérida
• Le rocce più antiche del pianeta: il
Massiccio della Guiana
• 43 Parchi Nazionali e 21 Monumenti
Naturali
• Fosa di Orocual: Il deposito fossilifero
più grande del mondo situato in un
giacimento di asfalto.
Raccomandazioni per i visitanti
• Evitate di disturbare la vita degli indigeni
e l’ecosistema, esigendo queste condizioni alla vostra guida o tour operator.
• Non comperate artigianato che contenga parti di animali quali piume,
becchi, artigli o pelli. Oltre ad essere
Il Venezuela è un paese dall’enorme
potenziale turistico. Pochi paesi del continente e del mondo possono offrire
questa diversità di paesaggi e destinazioni (spiagge, montagne, pianure, foreste, dune, vette innevate), un clima
gradevole e una posizione geografica
privilegiata. Inoltre, il paese caraibico
offre il sapore di una ricca gastronomia
locale (bisogna assaggiare almeno le
arepas, le empanadas, i tequeños, le
hallacas, il pan de jamón, l’asado negro
e il pabellón, piatto nazionale), il ritmo
e l’allegria di musica e danze tradizionali,
dal joropo ai tambores, una storia civile
fatta di gesta indipendentiste, leggende
popolari e costumi di un popolo ospitale
e multietnico. Visita il Venezuela, conoscerlo è la tua meta.
Playa Aragua. Stato di Aragua.
Mare dei Caraibi. Venezuela
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Fondazione Casa America
un ponte tra le culture
latino-americane e italiana
La Fondazione Casa America, sotto la
guida del presidente Roberto Speciale,
svolge dal 2000 un’intensa attività di
approfondimento, scambio culturale e
ricerca sui temi storici, artistici, politici,
economici, sociali, scientifici e di attualità
che uniscono l’Italia all’America Latina.
Per fare questo la Fondazione organizza,
presso la propria sede di Villa Rosazza,
o in altri siti di Genova e d’Italia, settimane e giornate culturali dedicate a
specifici temi o singoli paesi, recital
musicali, mostre fotografiche, pittura e
di altre forme artistiche, incontri con
personalità della cultura, della politica,
delle realtà sociali ed economiche dell’America Latina, convegni e studi sull’emigrazione italiana e su quella più
recente proveniente da numerosi paesi
latinoamericani. Queste non sono che
alcune delle occasioni di conoscenza e
approfondimento offerte dai programmi
della Fondazione Casa America. Al contempo Fondazione Casa America svolge
anche ricerche su tematiche di attualità.
Tutto ciò avvalendosi della collaborazione
del suo Comitato Scientifico, composto
da professori universitari ed esperti che
con il loro contributo di conoscenze e
proposte coadiuvano la Fondazione
nella progettazione e nello svolgimento
della attività.
Recentemente la Fondazione Casa America ha collaborato, con diversi altri soggetti, all’organizzazione della manifestazione “Cile quarant’anni dopo” che
per tutto il mese di settembre ha animato, con diverse iniziative, la città di
Genova. Casa America, in particolare,
ha ospitato la conferenza stampa di
Carolina Tohá, Sindaco di Santiago del
Cile e figlia di uno stretto collaboratore
di Salvador Allende, e la mostra fotografica a di murales dell’artista cileno
Eduardo“Mono”Carrasco“Salvador Allende: un hombre, un pueblo”. L’11 ottobre
si è poi tenuto a Villa Rosazza un incontro pubblico sull’attuale situazione
del Cile con l’ambasciatore cileno Oscar
Godoy Arcaya, l’ex Sottosegretario agli
Esteri Donato Di Santo e il senatore cileno José AntonioViera-Gallo.
A settembre, dal 17 al 19, Casa America
ha organizzato le Giornate del Costa
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Rica, tre giorni di incontri, conferenze,
svolte in collaborazione con l’Ambasciata
di questo Paese e di diverse istituzioni
pubbliche genovesi: la Camera di Commercio, l’Autorità Portuale e l’Università.
Fondazione Casa America, in collaborazione con l’Ambasciata del Venezuela
a Roma e l’Ambasciata venezuelana
presso la FAO, organizzerà, dal 6 all’8
novembre, presso la sede di Fondazione
Casa America alcune giornate culturali
con conferenze, proiezioni di film e
una mostra fotografica.
Membri del Consiglio d’Amministrazione: On. Roberto Speciale; amb.
Giorgio Malfatti di Monte Tretto, Segretario Generale IILA Istituto Italo-Latino Americano; Federico Massone,
LPL Italia; Luigi Merlo, Presidente Autorità Portuale di Genova; Angelo Berlangieri, Regione Liguria; amb. Bernardino Osio; Piera Ponta, Confindustria Genova, Provincia di Genova; prof.
Victor Uckmar, Presidente Società Italia-Argentina.
Cariche statutarie Presidente: Roberto
Speciale, Vicepresidente: Victor Uckmar
Membri del Comitato Scientifico: Per
l’Università di Genova: Giacomo Deferrari, rettore; Gabriella Airaldi, Storia
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Medioevale, Facoltà di Lettere e Filosofia;
Alberto Capacci, Geografia Politica ed
Economica, Facoltà di Scienze Politiche;
Giuliano Carlini, Sociologia dei Rapporti interculturali, Facoltà di Scienze
Politiche; Paolo Comanducci, preside
Facoltà di Giurisprudenza; Pier Luigi
Crovetto, Letteratura e Cultura Spagnola, Facoltà di Lingue e Letterature
Straniere; Amina Di Munno, Letteratura Portoghese, Facoltà di Lingue e
Letterature straniere; Anna Maria Lazzarino Del Grosso, Storia delle Dottrine
Politiche, Facoltà di Scienze Politiche;
Adele Maiello, Storia Contemporanea,
Facoltà di Scienze Politiche; Augusta
Molinari, Storia Contemporanea, Facoltà di Scienze della Formazione; Franco Praussello, Economia Internazionale,
Facoltà di Scienze Politiche; Giancarlo
Rolla, Diritto Costituzionale, Facoltà
di Giurisprudenza; Giovanna Rosso
del Brenna, Archeologia Industriale,
Facoltà di Lettere e Filosofia; Franco
Sborgi, Storia dell’Arte Contemporanea,
Facoltà di Lettere e Filosofia; Francesco
Surdich, Storia delle Esplorazioni e
delle Scoperte Geografiche, Facoltà di
Lettere e Filosofia Chiara Vangelista,
Storia dell’America Latina, Facoltà di
Lingue e Letterature Straniere.
Marco Cipolloni, Lingue e Letterature
Ispanoamericane - Università di Modena e Reggio Emilia; Federico Di
Roberto, Consigliere diplomatico Regione Liguria; Marco Ferrari, giorna-
lista; Maurizio Gidoni, Confitarma
Fedarlinea per la Ricerca; Danilo Manera, Letteratura Spagnola Contemporanea e Cultura Spagnola, Università
di Milano; Felice Migone, Presidente
Associazione dei Liguri nel Mondo;
Sandro Pellegrini, storico; Agostino
Petrillo, Sociologia Generale, Politecnico di Milano; Mario Sartor, Storia
dell’Arte Latinoamericana Facoltà di
Lettere e Filosofia, Università di Udine;
Giovanni Rainisio, Circolo Manuel
Belgrano di Imperia José Luis RhiSausi, Direttore esecutivo del CeSPI
(Centro Studi di Politica Internazionale)
di Roma; Carlo Secchi, Direttore ISLA
di Milano; Pietro Tarallo, giornalista;
Maddalena Tirabassi, Direttore scientifico AltreItalie, Direttore Centro Altreitalie; Andrea Torre, Direttore Centro
Studi Medì - Migrazioni nel Mediterraneo; Gian Carlo Torre, storico e collezionista dell’ex libris.
Carlotta Gualco, coordinatore delle
attività
Il senatore a vita Paolo Emilio Taviani
(1912 - 2001) studioso e conoscitore
dell’America Latina, esperto su Cristoforo Colombo è stato Presidente Onorario della Fondazione Casa America.
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VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO
Giornate del Venezuela
6 NOVEMBRE – ORE 11,00
PRESSO UNIVERSITÀ DI GENOVA
(VIA BALBI, 5)
La nuova Costituzione del Venezuela
MERCOLEDÌ
- saluto delle Autorità e delle Istituzioni
- introduzione
Paolo Comanducci, preside della Scuola
di Scienze Sociali, Università di Genova
- ne parlano
Carlo Amirante, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli;
Eduardo Rozo Acuña, ex rettore dell’Università di Urbino e autore del libro
Le Costituzioni dell’America Latina
- Saranno presenti gli Ambasciatori Julian
Rodriguez e Gadys Urbaneja, Roberto
Speciale, presidente Fondazione Casa
America, e il professor Giancarlo Rolla,
ordinario di diritto costituzionale
6 NOVEMBRE – ORE 17,00
FONDAZIONE CASA AMERICA
MERCOLEDÌ
PRESSO
- Inaugurazione della mostra fotografica
e presentazione della rivista “Quaderni
di Casa America”, dedicate al Venezuela
Roberto Speciale, presidente Fondazione
Casa America; Julian Rodriguez Diaz,
ambasciatore del Venezuela in Italia
Conferenza di Gladys Urbaneja Duran,
Ambasciatrice delVenezuela presso la FAO
7 NOVEMBRE ORE 17,00
PRESSO FONDAZIONE CASA AMERICA
- incontro pubblico
Presenza italiana in Venezuela
da Colombo, Bolívar ai giorni nostri
GIOVEDÌ
- intervengono
Gabriella Airaldi, Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università
di Genova
Francesco Surdich, Dipartimento di
Antichità, Filosofia e Storia dell’Università di Genova
Franco Sborgi, Dipartimento di Italianistica, Arti e Spettacolo dell’Università
di Genova
VENERDÌ
LA
8
NOVEMBRE MATTINA PRESSO
CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA
- Incontro tra l’Ambasciata del Venezuela,
la Camera di Commercio e le aziende liguri
venerdì 8 pomeriggio presso Fondazione Casa America
Ambiente, cultura e turismo
- Proiezione di filmati turistici sul Venezuela e di un film storico venezuelano
- saluto delle Autorità e delle Istituzioni
Pietro Tarallo, giornalista e autore di
numerose guide turistiche
Mauro Giorgio Mariotti, Polo botanico
Hanbury dell’Università di Genova
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Corsi di lingua
dell’Associazione
Amici di Casa America
L’Associazione Amici di Casa America organizza corsi di spagnolo, portoghese e inglese tenuti da docenti madrelingua laureati che utilizzano il metodo comunicativo.
I corsi collettivi suddivisi in vari livelli sono offerti a gruppi di massimo 12 persone
e hanno inizio nel mese di ottobre e febbraio e terminano a giugno di ogni anno
prevedendo moduli di 30 o 60 ore.
lIngua Spagnola
(4 livelli: principiante – intermedio – avanzato – conversazione e cultura)
lIngua poRtogheSe
(3 livelli: principiante – intermedio – avanzato)
lIngua IngleSe
(livello principiante)
Inoltre l’Associazione organizza corsi di italiano per stranieri suddivisi in moduli
mensili e ripetibili della durata di 12 ore ciascuno.
Sono previsti anche:
Corsi individuali di spagnolo e portoghese
Corsi presso le aziende e le scuole di spagnolo e portoghese
Corsi di preparazione ai diplomi D.E.L.E.
Servizio traduzioni e interpretariato (italiano – spagnolo – portoghese)
Accesso riservato ai soci alla biblioteca e alla videoteca con servizio prestito
per tutte le informazioni potete rivolgervi alla segreteria della Associazione Amici di
Casa America, aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 presso Villa Rosazza, sede
della Fondazione Casa America o telefonando allo 010 2518972 - 010 2518368.
associazione@casamerica.it - www.casamerica.it
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America dedicata a singoli paesi o temi di riflessione che uniscono l’Italia all’America Latina.
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Fax 010 2544101
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FINITO DI STAMPARE
NEL MESE DI NOVEMBRE
2013