N. 16 Venezuela - Italia. Storia attualità, futuro
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N. 16 Venezuela - Italia. Storia attualità, futuro
Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 1 Quaderni di Casa America anno•VI numero•2 Venezuela - Italia Storia, attualità, futuro Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 2 Quaderni di Casa America anno•VI numero•2 Autorizzazione Tribunale di Genova: variazioni in corso di registrazione Abbonamento annuale ordinario € 50, abbonamento sostenitore € 100 Fondazione Casa America - Villa Rosazza, piazza Dinegro 3 Tel. 010 2518368 - Fax 010 2544101 info@casamerica.it www.casamerica.it Presidente: Roberto Speciale Consiglio d’amministrazione: Angelo Berlangieri, Giorgio Malfatti di Monte Tretto, Federico Massone, Luigi Merlo, Bernardino Osio, Piera Ponta, Victor Uckmar (vicepresidente) Coordinatore delle attività pro tempore: Carlotta Gualco Direttore Responsabile: Fabrizio De Ferrari Stampa: Essegraph Srl - Genova In copertina: Cascata del Salto Angel, Parco Nazionale Canaima, Stato Bolivar – Venezuela Progetto grafico: Elena Menichini Hanno collaborato: Alessandro Pagano e Erika Norando Referenze fotografiche: Ambasciata del Venezuela in Italia, Fondazione Casa America Realizzazione editoriale © De Ferrari Comunicazione S.r.l. 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López e Patricia Vargas 67 Introduzione di Julián Isaías Rodríguez Díaz L’IILA e le iniziative culturali Italia - Venezuela di Giorgio Malfatti di Monte Tretto Considerazioni sulla VI Conferenza Italia-America Latina e Caraibi di Donato Di Santo 16 18 20 Vespucci, Venezia e il Venezuela di Julián Isaías Rodríguez Díaz 23 Venezuela 2013 di Fabio Porta 26 Il Sistema Venezuelano. Musica: espressione sublime di armonia e bellezza Maylyn E. López 71 La resistenza indigena e la sua storia non ufficiale di Julián Isaías Rodríguez Díaz 28 Il cacao venezuelano. Tradizione, sapore ed aroma del popolo di Chuao Edgar Gonzáles 75 Scoperta e conquista di Gabriella Airaldi 33 Venezuela, un mondo di emozioni da condividere Héctor Abad 79 Monte Sacro: il giuramento per la liberazione latinoamericana di Julián Isaías Rodríguez Díaz 35 Gli italiani in Venezuela di Anna Maria Lazzarino Del Grosso 38 La Costituzione Venezuelana di Carlo Amirante Mercosur: basta oro in cambio di specchi di Maylyn E. López 44 47 SCHEDE Fondazione Casa America 86 Giornate del Venezuela 89 Corsi di Lingua dell’Associazione Amici di Casa America 90 Quaderni di Casa America 91 Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 4 4 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Prefazione RobeRto SpecIale PRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA Sono grato all’Ambasciata del Venezuela a Roma e all’Ambasciata del Venezuela alla FAO per aver accettato la proposta di costruire assieme un numero della nostra rivista “Quaderni di Casa America” sul Venezuela, un Paese importante dell’America Latina, che ha forti legami storici e attuali con l’Italia. Non poteva mancare una prima riflessione su questa realtà e spero che a questo numero dei “Quaderni” segua l’organizzazione di alcune giornate a Genova, a Fondazione Casa America, quale occasione per una migliore conoscenza reciproca e l’inizio di un dialogo. Non c’è nulla di male ad essere d’accordo su alcune questioni e magari in disaccordo su altre: questo è il sale della terra e comunque un ottimo esercizio di democrazia, sempre. Il Venezuela è un Paese affascinante – lo dico anche per esperienza personale – dal punto di vista paesaggistico, storico e naturalistico. Merita quindi di essere una meta turistica ancora più importante di quanto lo sia già, soprattutto per gli europei e gli italiani. Spero che questo sia un obiettivo delle autorità di quel Paese e dei tour operator internazionali. Naturalmente perché questo si realizzi è necessario, credo, migliorare le infrastrutture di accoglienza e ridurre (ma questo è un obiettivo in sé, non solo ai fini turistici) l’alto tasso di insicurezza e di violenza che si registra in alcune parti del Paese. Storicamente gli italiani hanno avuto ed hanno una vasta e importante presenza in Venezuela. Come dimostrano alcuni articoli in questo numero dei “Quaderni”, da Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci ad oggi l’Italia si è intrecciata fortemente con quella storia ed è stata determinante nelle battaglie per l’indipendenza, accanto a Simón Bolívar e nello sviluppo impetuoso di quella economia nel secondo dopoguerra. Comprendo benissimo ed apprezzo l’impegno volto a valorizzare le culture indigene e precolombiane e a tutelarle anche costituzionalmente come fa, d’al- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 5 Quaderni di Casa America 5 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO tra parte e giustamente, un numero crescente di Paesi latinoamericani. Credo però che sia un errore - e l’ho detto apertamente in più occasioni - pensare di riscrivere completamente la storia ed attribuire per esempio a Cristoforo Colombo, che è stato soprattutto un genio marinaro ed un grande navigatore, la responsabilità della conquista e della colonizzazione, così come credo sia ingenuo pensare che solo gli europei l’abbiano praticata. Abbattere la statua di Colombo, come è stato fatto a Caracas alcuni anni fa, non è utile, secondo me, alla valorizzazione delle culture originarie e allo stesso tempo non facilita i legami con gli europei e gli italiani: crea diffidenza, sospetto e scarica sugli altri e sulla storia problemi che sono nostri, ora. Credo che sia necessario guardare avanti, valorizzare tutto ciò che di positivo vi è nella realtà di oggi e nel passato. Il Venezuela, come sostengono diversi autori di questo numero, seppure con accenti diversi, ha un potenziale economico molto importante ed è sicuramente positivo che si sia lavorato e si continui a farlo per ridurre le diseguaglianze e la povertà, per accrescere il tasso di scolarità e estendere le prestazioni sanitarie, per farne cioè un Paese moderno e socialmente giusto. Anche se in questo momento gli analisti sostengono che vi sia una situazione economica più problematica – inflazione elevata, diminuzione delle riserve valutarie, difficoltà di ap- provvigionamento di divisa per le piccole e medie imprese, carenza di alcuni generi di prima necessità – ci si augura che queste difficoltà vengano affrontate e risolte con decisione e spirito riformista. Le imprese italiane (e straniere) presenti in Venezuela possono continuare a dare un contributo importante allo sviluppo se vengono poste nella condizione di farlo e se l’economia venezuelana riesce a diversificarsi maggiormente. Il petrolio e l’energia sono una grandissima ricchezza del Paese ma non si può rischiare, a mio modesto avviso, che diventi totalizzante – il 96% delle esportazioni –, emarginando altre produzioni e attività economiche. Il profitto che si ricava dai prodotti petroliferi dipende in modo stringente dallo scenario e dalle quotazioni internazionali, oltre che dalla capacità estrattiva e di raffinazione, cioè dall’efficienza interna del sistema. Ho letto con interesse l’articolo del prof. Carlo Amirante sulla nuova Costituzione venezuelana e ne ho condiviso lo spirito; d’altra parte conosco il lavoro fatto recentemente dal prof. Eduardo RozoAcuña, intitolato“Il costituzionalismo in vigore nei Paesi dell’America Latina”, che contiene un ampio esame relativo anche al Venezuela. In quella Costituzione vi sono acquisizioni innovative, in materia di libertà religiosa, diritti civili e sociali, sulla cultura, sulla società multietnica, sui popoli indigeni, che è bene che i lettori europei ed italiani conoscano meglio. Rozo-Acuña pone però due pro- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 6 6 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO blemi, ed io con lui. Il primo: è stato giusto e necessario aumentare il mandato presidenziale da 5 a 6 anni, rendere possibile la reiterazione di successivi mandati, non prevedere la maggioranza assoluta e quindi il ballottaggio nell’elezione diretta del Presidente, ridurre ad una sola Camera il potere legislativo di un Paese a struttura federale? Secondo problema. Non vi è, forse, un’estensione troppo ampia del concetto di sicurezza nazionale e un ruolo eccessivo attribuito alla Forze Armate in un binomio molto forte con il Presidente? Non c’è qualche rischio in questa scelta, conoscendo la storia dell’America Latina? Penso che il consolidamento della democrazia sia un impegno universale, una preoccupazione di tutti, che ha due aspetti evidenti: la salvaguardia della sovranità popolare, la crescita della partecipazione dei cittadini ed assieme la predisposizione di strumenti di garanzia, di bilanciamento dei poteri, di equilibrio nella gestione delle istituzioni fondamentali, di rispetto delle opposizioni e della libertà di stampa che sono una sicurezza per tutti, maggioranza ed opposizioni, nelle fasi alterne che le possono riguardare. Credo che tutti questi argomenti e molti altri che sono stati affrontati in alcuni articoli e in particolare nei contributi degli Ambasciatori meritino un approfondimento, una conoscenza più puntuale, un dialogo amichevole. Tra questi segnalo con una particolare enfasi l’esperienza importantissima del sistema di orchestre musicali e il ruolo del maestro Abreu. Sappiamo tutti che ciò che tiene unito tanto un Paese quanto ogni più piccola struttura sono la tolleranza e il rispetto, la capacità di comprendere, anche non accettandole, le ragioni degli altri. È troppo presuntuoso pensare che da una semplice fondazione culturale e da alcune importanti Ambasciate possa scaturire un messaggio di ascolto e dialogo valido anche per altri? Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 7 Quaderni di Casa America 7 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Il Venezuela CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE Coordinate geografiche. 00º 38’ 53’’;12º 12’ 00’’ Latitudine Nord 59º 47’ 50’’;73º 22’ 38’’ longitudine ovest. Limiti: Nord, Nord-Est, Nord-Ovest Mare territoriale della Repubblica Dominicana, Antille Olandesi, Porto Rico, Isole Vergini, Martinica, Guadalupe, Trinidad e Tobago e Dominica. Est Repubblica Cooperativa di Guyana Sud e Sud-Est Repubblica Federale del Brasile Ovest e Sud-Ovest Repubblica di Colombia Clima Stagione secca che va da novembre ad aprile e un’altra di pioggia da maggio ad ottobre. Si possono osservare alcuni fenomeni climatici ed atmosferici propri della regione che alterano questi periodi. Le temperature medie variano da 1º a 9º C nelle zone desertiche, con massime di circa 38º C in Maracaibo e i Llanos (pianure). CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE 2009: Popolazione Totale: 28.946.101 Uomini: 14.409.401 Donne: 14.536.700 Densità ab/km2: 30,1 Popolazione Urbana: 88,8 Popolazione rurale: 11,2 Popolazione Indigena: 725.141 Popolazione al di sotto dei 15 anni: 8.569.701 Popolazione al di sopra dei 65 anni: 1.901.831 Aspettativa di vita alla nascita (media degli anni di vita) 74,30 DATI GENERALI DEL PAESE Nome Ufficiale: Repubblica Bolivariana del Venezuela. Superficie Geografica: 916.445 km² + 159.500 km². Zona Reclamata. Il Vene- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 8 8 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO zuela non riconosce il Lodo Arbitrale di Parigi del 1899 perché privo di fondamento. (Titolo III. Capitolo I Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela) Divisione Politico Territoriale: 23 Stati, 1 Distretto Capitale e Dependencias Federales composte da 311 isole, isolotti. (Titolo III. Capitolo I della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela) Capitale: Caracas. Lingua Ufficiale: Castigliano e tutte le lingue dei popoli indigeni venezuelani (Art. 9 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela) Cittadinanza: Venezuelana, la quale non si perde optando o acquistando una seconda cittadinanza (Art. 34 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela) Analfabetismo: Sotto il 4% Valuta: Bolívar Fuerte Anno Fiscale: Gennaio-Dicembre Religione: Esiste libertà di religione e culto (Art. 59, della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela) Costituzione Bolivariana: Prima e unica nella storia nazionale la cui redazione fu approvata dal popolo tramite voto universale nel Referéndum del 15 dicembre 1999 e fatto un emendamento nel 2009. CARATTERISTICHE ECONOMICHE Profilo Economico: Le categorie sono distribuite principalmente nella seguente maniera: Costruzione 7%, Agricoltura privata ristoranti e hotel privati e diverse attività pubbliche 7%, Commercio e servizi 10%, Immobiliare, imprese e affitto 11%, Produzione di servizi del Governo Centrale 12%, Petrolio 16% e Manifattura 17%. Comportamento del PIL: Crescita del 256.6% passando da 91.340 milioni di dollari nell’anno 2009, consolidando il Venezuela come la quarta economia della Regione. TIPO DI GOVERNO Democratico, partecipativo, elettivo, decentrato, alternativo, responsabile, pluralista, e di mandato revocabile (Art. 6 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela) PRESIDENTE ATTUALE Nicolás Maduro Moros 14 aprile 2013 Periodo presidenziale: 2013-2019 Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 9 Quaderni di Casa America 9 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Introduzione JulIán ISaíaS RodRíguez díaz AMBASCIATORE STRAORDINARIO E PLENIPOTENZIARIO DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA PRESSO LA REPUBBLICA ITALIANA Traduzione di Ciro Brescia ¡Mis huesos se quedan aquí!* Il Venezuela è sempre stato aperto e sempre sarà aperto al pensiero. All’arte, al lavoro manuale e intellettuale, alle esperienze della storia e della vita. Al darsi con il corpo e con l’anima di coloro che, prima e dopo il processo indipendentista, ci hanno offerto il loro incoraggiamento e la loro forza per conquistare la nostra libertà politica. Allo stesso modo, il Paese di oggi, la gente di oggi, è e sarà disposta a dare tutta sé stessa, tutto ciò che ha e tutto ciò che non ha, per la liberazione economica, sociale, politica e culturale. Il Venezuela non è più il paese colpito da un tasso di povertà pari all’81%, che si poneva l’obiettivo di privatizzare l’educazione, la salute, la telefonia, l’energia elettrica, il petrolio, il ferro e altri beni e servizi pubblici, che era disposto a svendersi ai privati, per indebolire lo Stato e arricchire i proprietari dei mezzi di produzione e delle più grandi compagnie internazionali. *Le mie ossa riposeranno qui! Fino al 1998 il Venezuela è stato un paese scosso da proteste. I disoccupati, i familiari dei leader popolari uccisi, gli studenti brutalmente repressi, i contadini senza terra, le donne senza opportunità di lavoro sono stati i migliori protagonisti delle battaglie che hanno reso possibile la società odierna. Con uno straordinario livello di coscienza politica e sociale, hanno affrontato una oligarchia, la sorella minore della grande oligarchia internazionale, precorritrice delle guerre di dominazione. In Venezuela, siamo disposti a combattere contro gli eccessivi profitti e privilegi che hanno a lungo sfruttato le nostre risorse minerali, vegetali, ambientali ed anche umane, con le quali la Natura ha disegnato i profili del nostro territorio. Il Venezuela di oggi vanta un popolo che ha imparato ad essere democraticamente protagonista, partecipativo, nonché sovranamente degno. Un paese in cui l’istruzione è un diritto per tutti, con le scuole pubbliche e le università, con le missioni per l’alfabetizzazione, Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 10 10 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO con i calcolatori e il software libero nelle scuole pubbliche. La salute in Venezuela è un sacro diritto e non una merce; investendo nella scienza e nella tecnologia in quanto strumenti essenziali per il suo sviluppo e per la sua sovranità. Forma la sua gente per lavorare con i satelliti artificiali. Il PIL venezuelano dopo il 2008 è cresciuto per 13 trimestri consecutivi. Infatti, nel 2010 ha raggiunto l’1,8% di crescita rispetto al 2009 e del 4,5% nel 2011 rispetto al 2010. Questa crescita non si è fermata, e nel corso del primo trimestre del 2012 ha sorpreso gli avversari del paese crescendo del 5,6%. In Venezuela il PIL cresce a a differenza di molti paesi europei, dove l’economia è in recessione ed è caratterizzata da un’elevata disoccupazione. Il Venezuela offre maggiore supporto energetico all’America Latina rispetto agli stessi Stati Uniti. Fornisce sovvenzioni per 8 miliardi e 800 milioni di euro in energia, contro i 3 miliardi offerti dagli USA. Intanto, da parte sua, PetroCaribe garantisce a 18 paesi dell’America Latina e dei Caraibi, petrolio sovvenzionato al 40% o al 60% per il beneficio di 90 milioni di persone. Infine, il Venezuela ha la terza maggiore comunità italiana in America Latina. Questo è uno dei motivi per cui gli italiani non hanno bisogno del visto turistico per entrare in Venezuela. Gli italiani hanno contribuito alla cultura generale del nostro paese. Nella gastronomia, siamo dopo l’Italia il più grande consumatore pro capite di pasta nel mondo, e in America Latina siamo al primo posto, prima dell’Argentina. Le industrie di costruzione e di intrattenimento sono state notevolmente arricchite dalla moda, dall’architettura, dalla musica, dal calcio, dal motociclismo e dall’ingegneria italiana. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale più di trecentomila italiani giunsero in Venezuela, una buona parte di loro si stabilì a Turén. Si stima oggi che l’immigrazione italiana si attesti a un milione e trecentomila italo-venezuelani. Abbandonarono tutto per lanciarsi drammaticamente all’avventura e alla speranza di riconquistarsi la vita. Ci sono riusciti, ed oggi è davvero ammirevole come la loro forza d’animo, il loro coraggio ed il loro ottimismo li ha spinti a costruirsi il proprio destino, cosa che onora il nostro paese oggi. Sono venuti con l’idea di trionfare, di integrarsi nella nostra società e ci sono riusciti. Per noi sono stati molto importanti nella nostra storia recente, grandi ed eroici; abbiamo potuto ascoltare, in una colonia agricola, una nonna affermare tra le lacrime: Amore, Italia con tutto su soldi nunca podrá pagare el amore y el apoyo que nos dio Venezuela y su gente… aquí conseguimos la paz y el progreso para vivir con dignidad… ¡Mis huesos se quedan aquí! ¡Gracias Venezuela, te entrego mis hijos y mis nietos!** ** L’Italia con tutti i suoi soldi non potrà mai ripagarci dell’amore e dell’appoggio che ci ha dato il Venezuela e la sua gente... qui abbiamo trovato la pace ed il progresso per vivere degnamente. Grazie Venezuela, ti affido i miei figli e i miei nipoti! Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.56 Pagina 11 Quaderni di Casa America 11 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Missioni Sociali: le basi per nuovi rapporti Stato-comunità gladyS FRancISca uRbaneJa duRan AMBASCIATRICE RAPPRESENTANTE PERMANENTE DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA PRESSO LA FAO E LE ALTRE ORGANIZZAZIONI DELLE NAZIONI UNITE CON SEDE A ROMA Il 5 luglio 1811 è, senza dubbio, una pietra miliare della prima fase del nostro processo di emancipazione della Capitania Generale del Venezuela dal Regno di Spagna; è la data in cui si è raggiunta in modo formale l’indipendenza nazionale che ha portato alla formazione politica e territoriale di una nuova Repubblica nel continente americano. Dopo questo grido di libertà, si è combattuta una sanguinosa guerra che ha devastato il nostro Paese e decine di migliaia di venezuelani per concludersi definitivamente dodici anni dopo, il 24 luglio 1823, con la battaglia navale del Lago di Maracaibo. Dopo la guerra il nostro Paese si è ritrovato in un tale stato di debolezza che a giudizio del Libertador, Simón Bolívar, la prima indipendenza è stata“(...) l’unico vantaggio che abbiamo acquisito a scapito di altri (...)”. Eppure, ancora fino alla fine del secolo scorso i venezuelani aspettavano di vedere tradotti in fatti concreti i benefici sociali di quel processo d’indipendenza, che contro i propri scopi e principi è stato deformato da un’oligarchia che ha detenuto il potere per quasi 170 anni a partire dal 1830. Quindi, prima di conseguire il bene, il progresso e lo sviluppo nazionale, abbiamo subito nuove guerre, la fame, la malnutrizione e l’analfabetismo, il tutto accompagnato da un’iniqua distribuzione della ricchezza derivante dalle tradizionali esportazioni di prodotti agricoli come il caffè e il cacao e, dagli inizi del XX secolo, dall’estrazione di petrolio a vantaggio quasi esclusivo delle multinazionali stabilitesi nel Paese e di una minoranza della classe borghese nazionale, sotto il riparo e la protezione dello Stato, che hanno concorso al saccheggio del patrimonio di tutti i venezuelani. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 12 12 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Ma dopo la vittoria nelle elezioni del dicembre 1998 e la successiva ascesa alla presidenza il 2 febbraio del 1999, il Comandante Hugo Chávez Frias, fedele alla sua promessa elettorale, avvia un processo di trasformazione dello Stato e della società, attuando nei suoi primi decreti la chiamata al popolo venezuelano per la formazione di una Costituente per fondare una nuova Repubblica. Così, il 1999 segna la continuazione di questo processo di liberazione e di emancipazione iniziato con la nostra prima indipendenza, ma troncato dagli interessi divergenti dei vari governi che sono emersi dopo il 1830. Così è nata la Repubblica Bolivariana del Venezuela. Si potrebbe dire, secondo le parole del poeta francese Paul Éluard, autore del famoso libro Libertà che “è possibile liberarsi di una cosa alla volta”. Invece, l’audacia del progetto Libertà iniziato dal Presidente Chávez ha avuto successo perché ha osato bruciare le tappe, organizzando rapidamente la struttura del nuovo Stato d’ispirazione socialista, indipendente da altre potenze, con la chiara visione di un mondo multipolare, nonostante il sabotaggio e l’offensiva continua di governi stranieri, istituzioni e gruppi che rappresentano la reazione nazionale e internazionale. Nel 1999, anno in cui le trasformazioni sono avviate, il Venezuela era in una situazione in cui una parte considerevole della popolazione era una “legione” di emarginati. Questo problema ha avuto i suoi inizi dalla stessa colonia, e ha raggiunto più del 70% dei suoi abitanti alla fine del secolo scorso. Era una popolazione di analfabeti ed emarginati che il processo rivoluzionario ha salvato e incorporato alla vita produttiva grazie alle politiche avanzate del governo bolivariano. Si può dire che dopo che la nazione venezuelana ha ripreso il controllo del proprio destino, sotto la guida del presidente Hugo Chávez Frias si è dato il via alla costruzione di alcuni strumenti in grado di proteggere e blindare lo Stato e la società come un “tutto” che ha permesso di emanciparsi in modo esemplare da molti anni di cattiva assistenza medica, di invisibilità dei più deboli e di esproprio della nostra repubblica. Fin dall’inizio il processo bolivariano ha reso possibile l’integrazione tra i diversi settori politici e sociali che hanno permesso di realizzare presto il desiderio di avere più di una libertà alla volta. In definitiva si è ottenuta la libertà: come popolo ci siamo liberati dalla fame, dalla povertà, dall’analfabetismo, come popolo ci siamo liberati degli oneri che impedivano l’accesso alle prestazioni fondamentali che finora mancavano alla maggioranza dei venezuelani. Il Progetto Rivoluzione Bolivariano, o l’albero delle tre radici ideato dal Comandante Hugo Chávez, ha avuto uno dei suoi fondamenti nel pensiero di Don Simón Rodríguez, maestro di Si- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 13 Quaderni di Casa America 13 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO món Bolívar. Questo illustre educatore, noto anche come Samuel Robinson, ha ideato un modello per il periodo postcoloniale basato su un’educazione popolare libera da pregiudizi e focalizzata sui nostri bisogni e costumi, lasciando da parte i sistemi stabiliti in Nord America o in Europa. A questo straordinario filosofo è dovuta la massima adottata per i posteri:“o inventiamo o sbagliamo”; parole giustamente riprese dal Comandante Hugo Chávez, che ha detto che per evitare errori è obbligatorio inventare la nostra strada e i nostri modelli. Dando seguito a questo concetto, le Missioni Sociali sono state istituite dal 2002 come strumento innovativo di coesione che ha rafforzato i legami tra lo Stato e la società, attuando principi di supporto che non solo rispondevano alle esigenze più urgenti della popolazione disagiata del Paese, ma hanno dato la possibilità allo Stato di recuperare l’essenza della comunità d’impresa nazionale, l’organizzazione e la costruzione del nuovo soggetto politico venezuelano, com’è stato stabilito nella Costituzione Bolivariana adottata dal popolo venezuelano nel 1999. Grazie all’organizzazione, alla perseveranza, alla dedizione delle Missioni Sociali, sostenute dalla Costituzione e dal governo nazionale, la Repubblica Bolivariana del Venezuela è stata dichiarata nel 2005 dall’UNESCO libera dall’analfabetismo, mentre altre organizzazioni internazionali hanno evi- denziato nelle loro relazioni globali le conquiste del Paese, come ad esempio il fatto che il coefficiente di Gini è diminuito e l’aumento dell’indice di sviluppo umano (IDH). Inoltre l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, la FAO, organismo internazionale incaricato di fare le valutazioni dei progressi dei Paesi in materia di sicurezza alimentare, durante la sua trentottesima Conferenza tenutasi nel giugno 2013, ha concesso al Venezuela un riconoscimento per aver raggiunto con un impegno eccezionale, prima del 2015, l’eliminazione della fame e della povertà, seguendo le direttive dell’Obiettivo del Vertice Mondiale del 1996 e il Millennium Development Goal numero uno, l’OSM1. Questo premio attribuito dalla FAO e ritirato dal nostro Presidente Nicolas Maduro, è stato possibile grazie alle Missioni progettate e sviluppate dal Comandante Supremo della Rivoluzione Bolivariana Hugo Chávez. La Missione Mercal (mercato alimentare) è stata una delle prime a essere creata, data l’urgenza di garantire la sicurezza e la sovranità alimentare degli abitanti del Paese. È stata la rete delle Missioni a rendere possibile, in modo accelerato, il superamento dei limiti e delle carenze del popolo venezuelano. In questo modo, un lavoro svolto con una chiara visione del futuro ha consentito di poter raggiungere gli indici globali e gli indicatori di prima nomina Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 14 14 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Caracas e meritare riconoscimenti da parte d’istituti internazionali come la FAO. È importante richiamare l’attenzione sul fatto che i dati di riferimento presi come base, sia nel Vertice Mondiale della FAO del 1996 sia nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio stabiliti nel 2000 dalle Nazioni Unite, sono quelli rilevati nel periodo 1990-1992, con un limite di tempo che è stato istituito nel 2015 per consentire ai Paesi di attuare tutte le politiche socio-economiche necessarie per raggiungere - o nel migliore dei casi superare, secondo le loro possibilità- questi traguardi di sviluppo fondamentali per l’esistenza umana. Tuttavia la realtà socio-economica del Venezuela per il 1998 era peggiore ri- spetto a quella del 1990-1992. In sostanza, gli anni Novanta sono stati caratterizzati dall’applicazione delle politiche neoliberiste imposte dalle organizzazioni di Bretton Woods - la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale - che hanno provocato la privatizzazione e lo smantellamento delle istituzioni statali e delle imprese, la perdita di prestazioni sociali e l’impoverimento della salute e dell’istruzione, beni di per sé irraggiungibili per i meno abbienti. Queste misure, insieme ai prezzi più bassi del nostro principale prodotto di esportazione, il petrolio, e il calo delle riserve internazionali, hanno portato tra gli altri effetti negativi l’aumento della malnutrizione di 2,3 milioni Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 15 Quaderni di Casa America 15 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO di persone nel periodo 1990-1992, fino ai 4,9 milioni per il periodo 1998-2000, nonché una diminuzione della disponibilità di chilocalorie per persona al giorno – parametro fondamentale di un sano sviluppo della popolazione da 2.526 a 2.252 tra il 1992 e il 1999. Nel complesso, nell’anno 1998, sette famiglie su dieci sopravvivevano sulla soglia della povertà in base al loro reddito, mentre la povertà estrema per quell’anno era al 27%. Con il lancio e lo sviluppo della rete nazionale MERCAL e in seguito della Produttrice e Distributrice Venezuelana di Alimenti SA, PDVAL nel 2008, oggi i venezuelani sono alimentati meglio rispetto a quattordici anni fa. Si è incrementata la varietà di opzioni alimentari, aumentando in tal modo il consumo di cereali e di proteine derivanti da prodotti a base di carne, oltre a radici, tuberi, verdure e frutta, come rilevato dall’Istituto Nazionale di Statistica, INE. Grazie a queste iniziative adesso in Venezuela la disponibilità di energia è aumentata a oltre 2.800 chilocalorie per persona il giorno, quindi al di sopra del requisito minimo della FAO di 2.700 chilocalorie il giorno. Il crescente investimento dello Stato venezuelano nel sociale sta dando i suoi frutti, e il risultato è la riduzione della povertà al 21,2%, e della povertà estrema al 6,0%, secondo i dati forniti dall’INE nel 2012. Su questa base si prevede che gli indici continueranno a diminuire, con riduzioni stimate rispettivamente al 20% e 5% entro la fine del 2013. C’è stato un grande impegno per invertire la situazione critica che ha minacciato la stabilità del Paese, e per rendere possibili i livelli attuali, secondo cui il governo nazionale si rende garante del cibo necessario ai venezuelani, con libero accesso a chi non può, e benefici per le persone che hanno poco. Per ottenere il riconoscimento della FAO per i successi eccezionali, raggiunti anni prima della data prevista, si è pensato innanzitutto all’impegno preso con il popolo venezuelano, storicamente abbandonato dai precedenti governi. Il Comandante Hugo Chávez ha sacrificato la sua vita a favore di un processo d’invenzione illimitata, cui egli ha dedicato un grande sforzo per ridurre e sradicare la povertà e l’esclusione. La strategia fondamentale si è basata sulla partecipazione popolare inquadrata all’interno delle Missioni Sociali; essenza e parte fondamentale del grande Progetto Bolivariano che ha visto la sua continuità con il presidente Nicolas Maduro Moros. In conclusione, è oggi propizio ricordare le parole del famoso poeta venezuelano Gustavo Pereira, che nella sua opera, Tracce di Memoria, ha scritto “(...) se non fosse per i sognatori, il mondo sarebbe uno spreco e una caverna tetra il nostro letto. Se non fosse per i sognatori, che senso avrebbe tutto questo (...) “. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 16 16 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Il Venezuela e gli italiani luIgI maccotta DIRETTORE CENTRALE PER I PAESI DELL’AMERICA LATINA - MINISTERO AFFARI ESTERI Nella storia dell’emigrazione italiana nelle Americhe il Venezuela occupa un posto di rilievo. Il flusso più consistente della nostra emigrazione verso quel Paese si ha con la scoperta del petrolio - motore dell’economia venezuelana nelle prime decadi del XX secolo. Ma quelle terre, affacciate sul Mare dei Caraibi, erano già una destinazione conosciuta dagli italiani alla fine del secolo XIX. Un nome per tutti, il romagnolo Agostino Codazzi, geografo e cartografo, arruolatosi nell’esercito di liberazione di Simon Bolívar - nel quale è arrivato al grado di Capo di Stato Maggiore - i cui resti riposano nel Pantheon Nazionale a Caracas. Codazzi fu per il Venezuela ciò che Garibaldi fu per l’Uruguay, ovvero figure centrali nel percorso storico delle nascenti repubbliche sudamericane. Negli anni 40 e 50, agevolati da una politica di apertura all’immigrazione europea da parte del Presidente Pérez Jimenez, circa 50.000 italiani hanno scelto il Venezuela come terra d’emigrazione. Erano anni in cui l’economia italiana si riprendeva faticosamente dalla distruzione della grande guerra. E, come sempre succede nella dinamica dei flussi migratori, vi è stata una congiunzione di fattori di espulsione e di attrazione di mano d’opera nei due Paesi che ha legato per sempre i due popoli. Oggi circa un 5% della popolazione di quel Paese, ovvero circa un milione e mezzo di venezuelani, ha almeno un ascendente proveniente dall’Italia. Nei registri consolari sono presenti 133.000 mila cittadini italiani e italo-venezuelani. La comunità è molto ben inserita in tutti gli ambiti della società venezuelana. Da un punto di vista prettamente economico si può dire che si trovi in una posizione perfino migliore rispetto ad altri Paesi del Sudamerica, come Argentina e Brasile, Paesi in cui la collettività si inserisce mag- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 17 Quaderni di Casa America 17 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO giormente nelle fasce medie della popolazione. Proprio a causa della sua posizione economica privilegiata, la comunità italiana in Venezuela non ha sempre avuto un rapporto facile con la rivoluzione bolivariana portata avanti dal Presidente Hugo Chávez, giunto al potere nel 1999, dopo anni di forte instabilità politico-istituzionale. Pur condividendo in gran parte lo spirito della rivoluzione, che è quello di una nation building, con un forte riscatto dei valori nazionali, in alcuni momenti i rapporti tra il potere politico e larghe fasce della nostra collettività si sono incrinati. Nazionalizzazioni e occupazioni illegali di terreni agricoli sono state le problematiche più sentite dai nostri connazionali. Ciononostante, un importante momento di riconciliazione si è avuto con la firma dell’Atto di Miraflores, nell’agosto del 2005. Con tale iniziativa, il Governo del Presidente Chávez ha istituito un importante canale di dialogo con la nostra collettività. Cerniera nei rapporti tra i due Paesi, la collettività è da sempre particolarmente apprezzata dai venezuelani per la grande laboriosità per la quale è conosciuta. Dai grandi imprenditori di successo ai piccoli commerciali e artigiani emigrati gli italiani in Venezuela sono stati da sempre identificati come “costruttori” del Paese in cui hanno deciso di vivere e verso il quale nutrono i più nobili sentimenti di gratitudine e lealtà. La grande sfida ora, per la nostra numerosa collettività e per i suoi discendenti - ormai cittadini venezuelani a tutti gli effetti – è quella di trovare uno spazio proprio in quella che può essere definita una seconda fase della rivoluzione bolivariana, la economy building, ovvero la necessità, per il Venezuela, di indirizzare le proprie scelte di politica economica verso un contesto in cui la ridistribuzione del reddito vada di pari passo con un sistema produttivo efficiente, che permetta all’economia di crescere al fine di costruire una società più giusta e solidale, come idealizzata da Bolívar. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 18 18 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO L’IILA e le iniziative culturali Italia-Venezuela gIoRgIo malFattI dI monte tRetto SEGRETARIO GENERALE IILA La Republica Bolivariana del Venezuela è una nazione di estremo interesse per l’Italia, non solo dal punto di vista strategico ed economico, ma anche per i vincoli di sangue e le affinità culturali che da sempre legano i due popoli. Milioni d’ italiani, infatti, sono arrivati in Venezuela in un momento molto difficile per il nostro Paese e vi hanno trovato una terra che li ha generosamente accolti, aiutandoli a costruire una nuova esistenza basata su nuove prospettive di vita che Lago de Maracaibo. Estado Zulia. Venezuela Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 19 Quaderni di Casa America 19 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO si sono presto concretizzate in migliori posizioni di benessere sociale. Gli italiani residenti in quella parte dell’America Latina hanno potuto raggiungere liberamente uno status economico-sociale di piena integrazione, e nel contempo essi hanno contribuito ad arricchire il Paese con la loro appassionata e specialistica forza lavoro, frutto di ingegno e tradizioni culturali millenarie. Su questa base si sono impiantate, via via nel tempo, quelle che oggi si possono senza dubbio considerare le ottime relazioni bilaterali tra Italia e Repubblica Bolivariana del Venezuela. Dacchè negli anni si è sempre più sviluppata una grande complementarietà tra Roma e Caracas, l’Italia oggi potrebbe essere – a mio avviso – ancor più un alleato strategico di Caracas nel settore dello sviluppo locale ed in particolare in quello agricolo e turistico. Un partner davvero importante, se non addirittura privilegiato. E l’Istituto Italo-Latino Americano potrebbe così costituire lo strumento e il luogo d’eccezione per tali sempre più forti rapporti di interscambio, di origine commerciale, eco- nomica, culturale e complessivamente umana. La Repubblica Bolivariana del Venezuela, del resto, è un convinto membro dell’IILA, fin dalla sua nascita, tutti i suoi rappresentanti presso l’Istituto hanno avuto un ruolo particolarmente attivo ed hanno contribuito in maniera significativa al successo delle sue iniziative. Presso l’IILA si sono svolte senza sosta interessanti ed approfondite iniziative culturali che hanno fatto conoscere scrittori, artisti e musicisti venezuelani. Dal punto di vista economico, poi, non sono mancate approfondite country presentations ed iniziative mirate a far conoscere nel dettaglio i grandi passi verso lo sviluppo economico e sociale negli anni conquistato dal Paese. In qualità di Segretario Generale dell’IILA non posso che compiacermi della presenza attiva e sempre propositiva della Repubblica Bolivariana del Venezuela, nell’attività quotidiana dell’Istituto, augurandomi in futuro una sempre più fattiva collaborazione proprio sulla base di quelle radici profonde che la legano all’Italia. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 20 20 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Considerazioni sulla VI Conferenza Italia-America Latina e Caraibi donato dI Santo* COORDINATORE DELLE CONFERENZE ITALIA-AMERICA LATINA ED EX SOTTOSEGRETARIO AGLI AFFARI ESTERI Forse l’aspetto più rilevante da sottolineare per “presentare”, in maniera non burocratica, la VI Conferenza Italia-America Latina e Caraibi (Roma, 12/13 dicembre 2013), è che essa, pur tra molte avversità ed oggettive difficoltà …avrà effettivamente luogo. Questo lo considero un vero successo collettivo da intestare alla professionalità della struttura della Farnesina, alla collaborazione straordinaria dell’IILA e delle rappresentanze latinoamericane in Italia, e alla caparbietà di tante persone ed istituzioni che credono in questo progetto e che, nei due anni che separano la prossima dalla precedente Conferenza, hanno realizzato più di un centinaio di iniziative preparatorie, sparse in tutta Italia (da Roma a Genova, da Firenze a Milano, da Perugia a Torino…), e in alcuni paesi dell’America Latina. Le motivazioni che avrebbero consigliato di interrompere o, comunque, almeno posticipare, laVI edizione c’erano, eccome! La V Conferenza si era tenuta (era l’ottobre 2011), negli ultimi giorni di agonia del governo Berlusconi, e per la prima volta non vi aveva partecipato nessun Presidente latinoamericano: il clima era pesante, l’attenzione politica - nazionale ed internazionale - spostata su ben altre tematiche; e il Sottosegretario Scotti, acuto articolatore della politica verso l’America latina, meditava le dimissioni dal governo per dissenso politico con quanto stava succedendo (passo che poi effettivamente diede, all’indomani della V Conferenza). Anche se il dibattito della V Conferenza fu molto positivo, di buon livello e con un forte coinvolgimento di ministri latinoamericani, la sensazione era di indifferenza e disattenzione dell’Italia verso questi temi. Inoltre l’annosa “vicenda Battisti” (…), complicava oggettivamente i rapporti con il Brasile. *Il presente testo è stato ultimato il 26 settembre 2013 e, di conseguenza, non ha potuto tenere conto dei successivi sviluppi che hanno interessato il Parlamento e il Governo italiano. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 21 Quaderni di Casa America 21 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO L’avvento del “governo dei tecnici” che, paradossalmente, avrebbe potuto contribuire a rianimare la situazione e le relazioni con molti paesi - e con il Brasile in particolare - ponendo al centro l’agenda economica, non sortì (se non al suo crepuscolo), questo effetto. A ciò si deve, oggettivamente, aggiungere la delusione per la mancata visita di Stato del Presidente Napolitano in Argentina. Infine una campagna elettorale anticipata, per elezioni politiche i cui sorprendenti risultati si sommavano alla complessa fase istituzionale per l’elezione del Presidente della Repubblica e, infine, alla nascita di un governo che, pur nella vasta gamma di possibilità e definizioni a cui la politica nazionale ci ha abituato, risultava inedito. Tutte queste congiunture, insieme agli effetti devastanti di una crisi economica e finanziaria che sta cambiando i connotati all’economia del nostro Paese e alle basi stesse del suo apparato industriale, deponevano a favore di un disimpegno istituzionale da un esercizio, quello delle nostre Conferenze, che rifugge dalla mera contingenza per guardare alla costruzione della prospettiva, nell’ottica del sistema-paese. A queste condizioni, decisamente sfavorevoli, hanno fatto da contro-bilanciamento, spostando l’ago sul quadrante positivo, i seguenti fattori: La consapevolezza, diffusa tra i diplomatici italiani, che ormai le nostre Conferenze sono (anche) un vero e proprio “strumento di politica estera”dell’Italia verso l’America Latina, e che sarebbe stato sciocco - oltre che errato - lasciarle cadere. Tant’è che si programma per il 2014 una Conferenza Italia-Africa: nel nostro piccolo abbiamo fatto da apripista! La parallela intuizione, largamente diffusa tra le Ambasciate latinoamericane, di avere “tra le mani” un formidabile strumento per rapportarsi con il sistema-Italia. Il sostegno che mai è mancato da parte del mondo economico - imprenditoriale e da parte delle strutture della società civile: forse i due ambiti nei quali maggiormente è radicata la convinzione della priorità e urgenza del rapporto tra il nostro paese e quelli dell’America Latina. La nascita di un governo, quello delle “larghe intese” che, per la sua composizione bi-partisan, meglio di altri poteva comprendere il carattere altrettanto bipartisan che sempre hanno avuto le Conferenze Italia-America Latina. Esse sono sopravvissute a tutti i cambiamenti di governo che si sono succeduti fino ad oggi. Governi di centro sinistra, poi di centro destra, poi “tecnici” ed, infine, di larghe intese: tutti hanno fatto proprio e valorizzato questo strumento. La lungimiranza istituzionale di alcuni politici, in primis il Sottosegretario con Delega per l’America Latina, Mario Giro, che hanno colto il senso profondo di tutto questo lavoro, le sue potenzialità, ed hanno deciso di valorizzarlo e farlo proprio. Inoltre è stato non solo confermato bensì rafforzato il ruolo del coordinatore, Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 22 22 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO quale figura istituzionale non legata al governo di turno. Giro è anche andato oltre, convincendosi che, ormai, fosse giunto il momento di avere una effettiva pariteticità non solo nell’evento finale (i due giorni che, ogni paio d’anni, riuniscono i Ministri e rappresentanti latinoamericani), ma in tutta la fase preparatoria e decisionale. In questo senso, attraverso la struttura dell’IILA, si stanno coinvolgendo tutti i 20 paesi latinoamericani accreditati. Questo è probabilmente il frutto politicamente più rilevante. Inoltre, ma questo sarà tema da affrontare compiutamente in altra sede, la stessa crisi dei vertici cosiddetti ”Ibero-americani”, ha portato la Spagna a proporre di renderli biennali (come la nostra Conferenza), e di dare loro una struttura che ha delle assonanze con quanto andiamo facendo (pur con mezzi infinitamente più scarsi), e con la storica realtà dell’IILA. Nelle raccomandazioni di tre “saggi”, tra i quali l’ex Presidente Lagos, dove peraltro non abbondano le idee-guida, questi sono i punti fermi. Ai quali va aggiunta una velata critica verso lo strumento del “vertice”, ormai inflazionato, poco efficiente e che, come sottoprodotto, secerne uno snaturamento dei Ministeri degli Esteri (las Cancillerias), spesso di fatto declassati a servizio stampa e ufficio viaggi per il protagonismo strabordante dei Presidenti.Volendo solo accennare una ricostruzione storica, già nel primo vertice “Ibero-americano” del 1991 a Città del Messico, si poteva intravvedere questa impostazione. Non fu forse casuale che, aggirando Itamaraty, un Fernando Collor di Mello inseguito dall’impeachment, colse l’invito di Felipe Gonzalez a partecipare al vertice, per rafforzarsi America Latina seppur in modo effimero - e godere di una temporanea boccata di ossigeno. Fatte queste premesse, per tornare all’oggi. La prossima Conferenza Italia-America Latina avrà al suo centro, insieme al dialogo politico italo-latinoamericano, anche le tematiche dello sviluppo territoriale (coesione sociale, inclusione produttiva e sostenibilità), dell’energia, e la ricerca della competitività economica (attraverso l’innovazione, le nuove tecnologie, le politiche pubbliche di promozione delle piccole e medie imprese). Vi parteciperanno sia Ministri degli Esteri che Ministri economici di molti Paesi latinoamericani, i principali esponenti degli organismi regionali (dalla CELAC all’OEA, dal BID all’UNASUR, alla CAF …), e una nutrita rappresentanza del governo, delle istituzioni e della società civile italiana. La risposta dai Paesi latinoamericani, in particolare nella preparazione con spirito paritario della dichiarazione finale della Conferenza, è molto positiva e l’Istituto Italo-Latino Americano sta diventando (finalmente!) l’istituzione che, insieme alla Farnesina, coordina il lavoro e gestisce la fase preparatoria di questo evento. Sempre meno, quindi, un evento italiano “rivolto” all’America Latina, sempre più uno strumento di politica estera “italolatinoamericano”. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 23 Quaderni di Casa America 23 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Vespucci, Venezia e il Venezuela JulIán ISaíaS RodRíguez díaz Traduzione di Maria V. Tirinato Leggere un dipinto, un edificio, una scultura, una sera, un paesaggio, la spuma del mare, ugualmente è leggere. Leggere, a volte, può anche essere un’elezione. Interrompiamo qualcosa per guardare parole, scrutarle e trasformarle in idee. Sapevate che, talvolta, il testo che leggiamo è capace di leggere noi? Leggere, dal latino pango, vuol dire“patto”. Ma“patto” ha a che fare anche con pagus. Pagus è “villaggio” in latino. A proposito di patti e di villaggi voglio condividere con voi le differenze e gli accordi in mio possesso su Vespucci, Venezia e Venezuela. Vespucci,Venezia e Venezuela sono legati tra loro dal XV secolo, all’incirca dal 1499.Vespucci, Juan de la Cosa e Alonzo de Ojeda conversarono sul ponte di comando della nave su cui viaggiavano, un anno dopo quello in cui Colombo toccò l’estremo orientale del nostro continente. La nave si trovava esattamente di fronte alle coste di Maracaibo. Andrés Eloy Blanco (poeta venezuelano) ricorda la conversazione con questa strofa: … Y dijo don Alonzo, os juro compañeros Que en todas mis andanzas no vi cosas tan bellas La noche entre las aguas, cargada de luceros Y el pueblo suspendido contemplándose en ellas1 Amerigo Vespucci, in una lettera del 18 luglio 1500 indirizzata a Lorenzo de’Medici, suo protettore, racconta, a proposito della strofa citata e della conversazione cui si è accennato, di aver visto un “grandissimo paese con case sopra il mare, come Venezia”, e di aver osservato che quelle costruzioni“erano fatte con molta arte...”. 1 E disse don Alonzo, vi giuro compagni/ in tutte le mie erranze mai ne vidi tanto belle/ La notte fra le acque, cariche di stelle/E il popolo sospeso contemplarsi dentro quelle. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 24 24 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Un’altra lettera dello stesso Vespucci, del 4 settembre 1504, riassunse l’itinerario da lui percorso fino a quella data, e fu così che cominciò a formarsi la base documentaria delle mappe dell’epoca, compreso il planisfero di Waaldsemüller. È accertato che in nessuna di queste lettere, né in altri documenti, Vespucci si riferisce al Venezuela con un diminutivo, come alla “piccola Venezia”. Al contrario, si riferisce sempre alle palafitte come ad una “grandissima popolazione”2. Invece, è rigorosamente certo che Juan de la Cosa annotò nel suo mappamondo dell’anno 1500 la parola“Veneciuela” per identificare la linea del golfo che ancora si trova all’entrata del Lago di Maracaibo. Ma è altrettanto certo che nella sua Suma de Geografía, edita a Siviglia nel 1519, primo testo a stampa relativo al Nuovo Mondo, Martín Fernández de Enciso riferisce di aver parlato nel 1502 con Juan de la Cosa e Alonso de Ojeda. In questo libro si può leggere che all’ingresso del lago“...si trova un grande massiccio pianeggiante sulla cui sommità vi sono case di indios e che si chiama: Veniciuela...” Allo stesso modo ne parla Juan Botero nelle sue Relazioni Universali. Va rilevato che nessuno questi autori afferma che gli Spagnoli abbiano dato nome alcuno al “grande massiccio che si trova all’in2 In italiano nel testo. gresso del golfo e che ha in cima case di indios”. Inoltre, nel 1629 Antonio Vázques de Espinosa, sacerdote spagnolo che viaggiò per quasi tutto i continente nell’ultimo quarto del Cinquecento, scrive nel suo Compendio y Descripción de las Indias Occidentales che Veneciuela è un nome indigeno, della lingua naturale, che vuol dire “Acqua grande”. “Piccola Venezia”, dunque, poté ben essere la storia di un qualche discorso ufficiale pronunciato con voce di classe. Con accento da dominatori. Con una trovata da invasori. Può esser parte della pesante spada di metallo con la quale la conquista ammazzò uomini, donne e tradizioni. Poté essere quella croce di legno, eretta e assemblata in ogni dimensione, attraverso la quale i nostri indigeni, dissimulando, invocarono le loro vere divinità. Il dritto e il rovescio dei dizionari forgiati nell’industra culturale degli oppressori. La versione di una canzone di moda o di un videoclip. Il titolo del libro di qualche transfuga che pensò di piazzarlo nella vetrina di una libreria di lusso. Poté e può essere tutto questo. Certo è che abbiamo un nome con una storia reale e un altro virtuale, quest’ultimo con una storia facile e piccola. A tutti, agli uni e agli altri, siamo in dovere di ripetere che Veneciela è una parola indigena, aborigena, della zona dell’ingresso del Lago di Maracaibo, del 1500, proprio dell’etnia Añú o Pa- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 25 Quaderni di Casa America 25 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Laguna di Sinamaica. Venezuela raujana, degli abitanti della laguna di Sinamica, castiglianizzato successivamente nel termine “Venezuela”...e che, benché la lingua Añú sia quasi estinta e abbiamo ereditato non più che poche sue trascrizioni...le palafitte si trovano ancora là...ancora si costruiscono là. Il lago di Maracaibo (detto anche lago Zulia, in spagnolo: lago de Maracaibo; in lingua wayuu: Coquivacoa) è un vasto lago-estuario di acque, in parte salmastre, situato nella zona nord-occidentale del Venezuela. Se si accetta di definirlo un lago, sarebbe il più grande del Sud America, con un’estensione di 13.210 km², (altrimenti il più grande è il lago Titicaca). Le testimonianze geologiche mostrano che in passato era un vero lago e si stima che sia uno dei più antichi del pianeta Terra, con un’età di 20-36 milioni di anni. Nel mondo è il 23° lago per estensione. È in parte separato ed in parte collegato al mare del golfo del Venezuela dalla“barra del lago”, una barriera di isole sabbiose e calcaree (tra queste l’isola di Toas e l’isola di Zapara) e lagune con alberi di mangrovia, canali bassi e sabbiosi e bracci di mare stretti e poco profondi. Da questi si arriva in seguito ad una vasta baia (dove sbocca la laguna di Sinamaica). Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 26 26 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Venezuela 2013 FabIo poRta DEPUTATO ELETTO NELLA RIPARTIZIONE AMERICA MERIDIONALE DELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO – PRESIDENTE DEL COMITATO SUGLI ITALIANI NEL MONDO E LA PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE Quindici anni fa la vittoria di “Hugo Chávez”segnava una svolta storica non solo nella vita del Paese sudamericano ma dei futuri equilibri geo-politici di tutto il continente. Dopo anni di governi sempre più distanti dalle masse popolari, dominati da una partitocrazia corrotta e screditata, l’avvento del ‘colonnello’ (che già nel 1992 aveva provato con un golpe di militare ad arrivare al potere) coincide con il momento peggiore dei partiti politici tradizionali e con una crisi economica che aveva drammaticamente aumentato il divario tra ricchi e poveri in quello che probabilmente è ancora oggi il Paese più diviso e contraddittorio dell’intero Sudamerica. Non è possibile, per tante ragioni, esprimere oggi un giudizio compiuto sulla lunga esperienza ‘chavista’; anche perché, con la successione di Maduro alla Presidenza della Repubblica, siamo di fronte ad una sostanziale continuità con il regime precedente. Eppure tutti riconoscono che Maduro non è Chávez e che sarebbe forzato ri- tenere che negli anni a venire la “Repubblica Bolivariana del Venezuela”proseguirà in maniera serena e spedita sulle orme del percorso tracciato dal ‘comandante Chávez’. Ciò sia perché l’elezione di Maduro, indicato dallo stesso Chávez come suo successore, ha evidenziato ancora di più come il Venezuela sia un Paese spaccato in due, socialmente e politicamente, assegnando al giovane Capriles il difficile e delicato ruolo di leader di un’opposizione che si propone oggi come unica e forte alternativa al “chavismo”; sia per il fatto, altrettanto evidente, che Nicolàs Maduro non è Hugo Chávez, e che la sua leadership e il suo carisma non sono lontanamente comparabili a quelle del suo predecessore, che su tali caratteristiche aveva fondato e rafforzato negli anni il suo potere e il suo consenso. Da queste semplici considerazioni deriva un’amara conclusione: il Venezuela prossimo venturo continuerà ad essere attraversato da una costante fibrillazione sociale e politica ai limiti dello scontro aperto tra Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 27 Quaderni di Casa America 27 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO le opposte fazioni che si confrontano; una continua tensione che lascia sullo sfondo sia alcuni indubbi successi di Chávez in campo sociale (la riduzione della povertà ‘in primis’) che le drammatiche contraddizioni di un sistema economico ancora monocratico, fondato cioè integralmente sulla produzione di petrolio e costretto a importare qualsiasi genere di consumo. La grande collettività italiana residente in Venezuela, la terza in ordine di grandezza in Sudamerica e la più recente con riferimento al suo arrivo, soffre in maniera particolare gli effetti di tale instabilità. La mancanza di sicurezza (il Paese continua ad essere uno dei più violenti e pericolosi al mondo) unita ad una altrettanto forte assenza di garanzie stabili sulle proprietà dei beni acquisiti nel corso degli anni (terreni e fabbricati, in particolare) hanno accentuato la distanza delle componenti più vaste e tradizionali della nostra collettività storicamente insediatasi nella capitale, Caracas, e nelle città di Maracaibo, Maracay e Valencia. La speranza è che un parallelo sforzo dell’ala più pragmatica e dialogante del governo da una parte e, dall’altra, l’azione dell'opposizione guidata da Capriles possano stemperare le tensioni del Paese preparando così le prossime scadenze elettorali pacificamente e nel pieno rispetto delle regole democratiche e costituzionali. Tutto ciò mentre l’intero continente sarà nuovamente attraversato da una serie di importanti consultazioni elettorali, prime tra tutti le elezioni presidenziali brasiliane del 2014 e quelle argentine del 2015. A nessuno infatti sfugge ormai come il peso politico oltre che economico di questi tre Paesi sia sempre più determinante per le sorti del continente e dei suoi organismi multilaterali (Mercosul, Unasur, Alba…); basterà ricordare a tale proposito l’influenza indiscussa che le presidenze di Lula in Brasile, dei Kirchner in Argentina e di Chávez in Venezuela hanno avuto nella ri-configurazione del ruolo dell’America Latina nell’intero scenario mondiale. Quale nuovo “rintocco del destino”(usando l’espressione del giornalista e politologo, ex guerrigliero e poi nemico politico di Chávez, Teodoro Petkoff) si prepara a sentire il popolo venezuelano? Per quanto ci riguarda, lo dico come italiano e quindi come cittadino intrinsecamente interessato al continuo rafforzamento delle relazioni bilaterali e multilaterali dell’Italia con il Venezuela e tutti i Paesi della regione, la speranza è che questo grande e ricco Paese possa fare tesoro di quanto di buono è emerso dall’esperienza ‘bolivariana’ riuscendo a coniugarla con quel nuovo sentimento di partecipazione e rinnovamento politico e democratico che sembra emergere anche da una parte sempre maggiore di una classe media ‘illuminata’ (e soprattutto tra i giovani) consapevoli del fatto che la politica del muro contro muro porterebbe solo a una nuova catastrofe sociale ed economica. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 28 28 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO La resistenza indigena e la sua storia non ufficiale JulIán ISaíaS RodRíguez díaz* Traduzione di Ciro Brescia Per gli usurpatori della memoria gli ignoranti non fanno la storia, «la ricevono già fatta». Per loro, la dignità non è nulla di più che una catena di atti insensati e di mala fede. Colombo […] credette di essere arrivato in India. […] nonostante questo si dice che «siamo stati scoperti»; che «l’America fosse stata scoperta». Sembrava che volessero condannarci ad una identità distinta dalla nostra; negarci il diritto di essere noi stessi; mutilare la nostra propria identità. Fortunatamente Eduardo Galeano, che ci racconta questi eventi, si è trovato davanti questo manifesto assurdo ed incosciente della «storia ufficiale» affermando che ciò che davvero è accaduto è «un’altra scoperta»: l’America ha scoperto il capitalismo. [...] L’indipendenza della nostra America aborigena è ancora incompleta. Non si è ancora definitivamente rag- giunta. Su di lei si è scritto molto, sotto diversi aspetti e con differenti interpretazioni. La vera storia di tale indipendenza è stata distorta da parte di coloro che ci hanno colonizzato e da parte di coloro che ancora pretendono di colonizzarci. Devo affermare, in primo luogo, che la visione dei nostri popoli originari in nulla si identifica con la lettura della «storia ufficiale» e, in secondo luogo devo dire che a questa vecchia storia, raccontata e scritta da colonizzatori, mancano i capitoli che oggi stanno scrivendo i popoli americani e i nuovi processi sociali del nostro continente. [...] La nostra prima dimostrazione di indipendenza è stata quella di tutti gli americani, la bella, coerente, immutabile, forte e tenace «resistenza indigena», la resistenza dei nostri aborigeni e schiavi all’idea di progresso, portata in Europa durante e dopo la conquista. *Estratti del discorso pronunciato dall’ambasciatore Julián Isaías Rodríguez Díaz durante la celebrazione del giorno della“Resistencia Indígena”, Parigi, Ottobre, 2012. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 29 Quaderni di Casa America 29 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Questa idea di «progresso» ha distrutto, non solo gli esseri umani, ma la terra e l’acqua, i climi e le foreste, le montagne, i fiumi e i venti. La barbarie contro i nostri aborigeni ha prodotto uno dei più grandi olocausti dell’era moderna. Alcuni definiscono il contatto della Spagna con noi come «un incontro di due culture». (…) Può essere chiamato «meeting» un’invasione coloniale? Quelle di ieri, di oggi e di sempre? Questo «gioco» non è semplicemente il più grande genocidio commesso dall’Europa. La distruzione di antiche civiltà, che avevano scoperto il numero zero, mille anni prima che i matematici europei, che avevano calcolato l’età dell’universo, almeno 1500 anni prima che gli astronomi di questo tempo in cui viviamo, che conoscevano il buon senso e un senso di comunità, senza scopo di lucro, di proprietà o di proprietà privata. Questo è uno dei saccheggi più atroci e spietati della storia dell’umanità. Questa civiltà disfatta, demolita, lacerata, aveva scoperto che l’uomo è il tempo e che «per essere santi», il tempo non ha prezzo e non si può comprare né vendere. Nella «storia ufficiale» questa nobile resistenza indigena è stata cancellata, distrutta, rimossa quasi completamente. La conquista e la colonizzazione erano, per l’Europa, presumibilmente pacifiche, dove i diritti umani sono rispettati e dove ci ripetono continuamente che la colonizzazione è stata «accettata pacificamente» affinché con i loro crimini «ci suicidassimo tranquillamente, con calma e in pace». È fondamentale far notare la «resistenza indigena», perché è di innegabile, inconfutabile e indiscutibile utilità, capire con la conoscenza, la consapevolezza e la saggezza dei processi sociali in atto in Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Brasile, Argentina, Cuba e Venezuela esistenti, solo facendo riferimento ad alcuni Paesi. Questi processi significano semplicemente continuare la «resistenza indigena» con altri mezzi e in altri momenti. A un profeta Maya che ha parlato con gli dei, gli dissero così: «si libereranno le mani, i piedi e la faccia del mondo, ma quando si libererà la bocca non ci sarà un solo orecchio che non ascolterà». Le rivoluzioni americane hanno oggi come proposito riscattare questa parte della storia censurata. In questo senso, l’idea è di andare oltre l’«indipendenza politica» che è stata ottenuta contro la Spagna nel corso del XVII secolo. Ascoltateci, vi racconteremo la vera storia. L’Europa ha gareggiato per trovare i percorsi più diretti per raggiungere l’Asia. Ha trovato prima l’Africa e poi l’America. Per l’Europa, l’America era un continente sconosciuto, un pianeta sconosciuto che era al di là dove il mondo finisce. In quel pianeta ha trovato oro, argento, stagno e tutti i tipi di minerali. I nostri aborigeni avevano reso fertili i deserti e le catene Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 30 30 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO montuose. Ma gli stranieri sono venuti e hanno deciso di coltivare la terra con un sistema che l’ha violentata e ha spremuto gli uomini. Hanno cercato lo sfruttamento della manodopera a basso costo, il lavoro degli schiavi, ancora oggi, con la tecnologia moderna ed enormi latifondi sacrifica la natura e le persone. Inizialmente, a quel tempo sono stati utilizzati per fare ciò i nativi americani, ma sono riusciti a fuggire. Non tutti sono riusciti a fuggire in tempo e molti di loro sono stati decimati dalle malattie portate dall’Europa. Hanno fallito con gli aborigeni e ricorsero agli europei delle classi più basse del continente, operai e contadini con i quali stipularono accordi di servitù. Questi «schiavi bianchi» anch’essi fuggiti si ribellarono contro i conquistatori. Alla fine utilizzarono gli africani. Come si vede, non erano stati gli africani i primi schiavi. La storia ufficiale mente ad affermarlo o non lo racconta obiettivamente. In effetti, non vi è alcuna reale correlazione tra «schiavitù» e l’Africa, la «negritudine» e la sottomissione. Il termine schiavo deriva da «slavo», quelle prime popolazioni bianche durante il sesto e il settimo secolo furono sottomesse e ridotte a sudditanza dagli europei stessi. La cosiddetta «scoperta delle Indie Occidentali» non fu altro che la salvezza di quei rimanenti resti del feudalesimo in Europa. La cosa migliore da fare per cercare di evitare la scomparsa del feudalesimo europeo come modo di pro- duzione. L’America poi è servita a questa missione, o meglio a questa duplice missione. Ha servito l’idea di «progresso mercantile pre-capitalista», mentre, con le spade e le croci, è stata utilizzata per salvaguardare i rapporti di servitù affinché non scomparissero completamente nella storia d’Europa. Questo non lo racconta la storia ufficiale. Nel frattempo, cosa stava accadendo nell’America aborigena? Tre grandi civiltà avevano costruito un mosaico di nazioni avanzate con un’altra idea di «progresso» e «civiltà». Alcune delle città erano più grandi e più spettacolari di quelle europee. Gli Aztechi, Maya e Incas, il loro modo di vivere e la forte organizzazione civica, mostrano all’Europa invaditrice i notevoli progressi nel campo della giustizia sociale, della giustizia politica e della eguaglianza economica. Il denominatore comune di queste tre civiltà era una società equa dove si poteva distinguere il «vivere bene», questo è ora conosciuto come comfort. La purezza delle loro tradizioni e della vita, radicalmente comunitarie non gli permetteva di competere individualisticamente. Per loro «vivere bene» significava agire come una comunità e quindi vivere con ciò che si crede, vivere con quello che si sente e vivere in armonia con la natura e in reciprocità con essa. Questa filosofia si oppone all’«American way of life» della società capitalistica, uno sviluppo che disprezza la vita e adora gli oggetti. […] Sai cosa vuol Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 31 Quaderni di Casa America 31 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO dire vivere meglio? È una concezione lineare del «progresso capitalista» che intercorre tra la produzione e l’accumulo di ricchezza illimitata, costringendoci per tutto il tempo a competere, per avere di più, per gareggiare gli uni con gli altri, per cercare di essere migliori del nostro vicino e sottoporci ad un costante stato in cui passare l’eternità sopra gli altri esseri umani, senza nessun tipo di etica come se le persone valessero meno delle cose. In tale sistema sono perdonati il crimine e la tortura, ma non i reati contro il patrimonio. [...] Il continente «scoperto» è stato considerato «terra di nessuno», il che significava che l’indigeno non aveva diritto alla terra, alla sovranità e all’autodeterminazione. Le fondamenta di questo approccio si trovano nei sistemi di valori sviluppati durante il Medioevo, per quanto riguarda razza e religione. [...] Finito il bottino, i re europei sono diventati gli unici ad avere diritti sulla terra. Ma non solo sulla terra, ma soprattutto ciò che esiste su questa terra, gli animali, le foreste, città, cultura, arte, bellezza, natura e, naturalmente, gli esseri umani. La proprietà della terra è diventata una grazia, alla mercé del re e non un diritto della comunità. [...] Repressi e quasi estinti, gli aborigeni si rifugiarono nelle loro comunità e, in silenzio, elaborarono «la loro straordinaria cultura della resistenza». E lì, dove appaiono tra gli altri dispositivi ingegnosi, il sincretismo e la cultura mariana, intese entrambi a nascondere artificiosamente nelle chiese il «diritto alla resistenza e alla ribellione». Questa cultura della «resistenza», è stata alla base del fatto che in molte occasioni l’americano creolo, bianco o meticcio, non si sentisse del tutto europeo e desiderasse quindi sbarazzarsi di loro. [...] Inoltre, i nostri liberatori, la stragrande maggioranza sono stati formati in Europa, si sono abbeverati dell’Illuminismo francese e non del Popol Vuh. Dalla matrice ideologica di quest’ordine non completamente americano nascono le limitazioni della nostra debole emancipazione politica. Noi ci siamo liberati, come ha detto Miranda, politicamente, ma non mentalmente. Siamo diventati indipendenti dalle città europee, ma rimaniamo fedeli al pensiero eurocentrico e dagli imperi. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 32 32 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Se guardiamo ai nostri processi di indipendenza troviamo questi fatti: a) Lo Stato nazionale conquistato è stato essenzialmente europeo e non finito. b) Il modello fiscale dominatore ha rappresentato più le oligarchie che le classi popolari. c) Non si è risolto, con l’indipendenza la contraddizione tra l’idea americana di «progresso» e l’idea di progresso eurocentrico. d) È rimasta intatta la cultura della resistenza, ciò che noi chiamiamo in questo documento «Resistenza Indigena». e) L’emancipazione ha soddisfatto poche richieste popolari e ha favorito i privilegi della elite creola. f) Sono rimaste immutate le pratiche «nazionaliste» che hanno fatto tanto danno all’integrazione americana. g) La concezione razzista europea non è affatto scomparsa e non è stata per nulla presa in considerazione il metticiato e il multiculturalismo. [...] Cosa sarebbe accaduto, se l’indipendenza avesse seguito una sua logica culturale, naturale, nuestra-americana, e non quella ereditata dall’Europa o dal vitello d’oro degli americani? Aggiornando il nostro processo di pensiero potremmo chiederci che cosa sarebbe accaduto se avessimo permesso lo svi- luppo del nostro modello di società con i suoi errori e successi? Con la sua originalità? Con il nostro “inventiamo o sbagliamo” di Simón Rodríguez? [...] Siamo disposti, con il consenso dell’imperialismo o meno a costruire il nostro progetto di solidarietà sociale, complementarietà, giustizia, eguaglianza, senza esclusione, in pace, con la libertà, la sovranità e perfino con le elezioni. Non chiederemo il permesso questa volta. Noi costruiremo... e su questa strada stiamo andando...! [...] L’Indipendenza, a cui hanno aspirato i nostri aborigeni, non consiste nella mera espulsione del conquistatore. Volevano, e ancora vogliono, la propria “resistenza”, con o senza sincretismo. Vogliono i loro santi neri: Shango, Santa Barbara, Oschún e tutta la legione di nuovi dèi di cui parla Eduardo Galeano. Vogliono capire, non solo i conflitti di oggi, ma anche quelli che a causa dell’arrivo degli europei sono stati aggravati dal capitalismo, dal fascismo, dalla globalizzazione, dal mondialismo, dal neoliberismo e dall’imperialismo, con le loro teorie incomprensibili attraverso le quali il colonialismo si ricostruisce, si mimetizza ed impunemente si riproduce. [...] Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 33 Quaderni di Casa America 33 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Scoperta e conquista gabRIella aIRaldI PROFESSORE DELLA SCUOLA DI SCIENZE UMANISTICHE DELL'UNIVERSITÀ DI GENOVA Nel corso del suo terzo viaggio verso il Nuovo Mondo, dopo aver attraversato il golfo di Paría - il golfo delle perle - e la Boca del Dragón ed essere passato al largo dell’isola Margarita, all’inizio dell’agosto 1498, Cristoforo Colombo arriva alle foci dell’Orinoco, toccando, primo tra gli Europei, la terra che più tardi prenderà il nome italianizzante di Venezuela. Di quest’esperienza in una realtà, in cui per la prima volta sembra veramente aprirsi davanti a lui un “otro mundo”, questo genovese che appartiene a una stirpe famosa sul mare, che assai prima di lui ha offerto alla storia una lunga serie di ammiragli e “scopritori”, scrive : «Credo che questo luogo sia il Paradiso Terrestre, dove nessuno può giungere se non per volontà divina. Io credo che questa terra che le Vostre Altezze hanno ordinato di scoprire sia vastissima e che molte altre ne esistano a meridione, di cui mai si ebbe notizia […]». E’ difficile stabilire se il Pico Cristóbal Colón sia più alto del suo gemello il Pico Simon Bolívar, ma sembra che il primo - 5.775 metri - superi il secondo di circa un metro. Le due montagne appartengono a un Paese che il famoso libertador nato a Caracas, colui al quale l’America Latina deve sostanzialmente la sua emancipazione dall’Europa, ha voluto chiamare Colombia. Bolívar, infatti, non aveva alcuna remora nei confronti dell’europeo che, toccando per primo quegli spazi, aveva creato il cordone ombelicale attraverso il quale, nel corso del tempo, anche questa parte del mondo si sarebbe nutrita delle parole“libertà”e“democrazia”, alle quali hanno fatto riferimento tutte le sue rivoluzioni, in primo luogo la sua. Sembra dunque davvero paradossale che, proprio quando sembra prossimo a realizzarsi il grande sogno del Presidente della Gran Colombia, si voglia cancellare la memoria dell’uomo che egli stesso (e non solo lui) aveva scelto di celebrare. Bolívar è un guerriero, come lo sono tutti coloro che combattono per la libertà, per abbattere qualsiasi freno ideologico e politico alla libera espressione del- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 34 34 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Ex libris dell'artista Federica Fiorenzani dedicato a Fondazione Casa America l’uomo. Borghese illuminato, il libertador compie la sua formazione non soltanto in Spagna ma anche - assai significativamente - in Francia e in Italia. Diversamente da lui però oggi qualcuno non ricorda o non vuole ricordare che le radici della democrazia sono nate nell’Europa mediterranea; che affondano nella polis greca, nella Grecia classica da lui molto amata; che sono riprese e rafforzate dalla città-stato che ne è erede, il Comune italiano, la più antica rivoluzione politica europea nata nell’Europa medievale tra le Alpi e il Tevere; che sono fatte proprie dalle Rivoluzioni americana e francese; che infine sono disseminate nel mondo da Giuseppe Mazzini e da Giuseppe Garibaldi, figli ambedue della cultura di una città stato - Genova - fedele per tutta la sua storia ai valori fondanti del Comune, e cioè alla “libertà” e alla “repubblica”. Per non perdere il filo di questa storia, che lega Colombo e Bolívar in un nodo indissolubile, bisogna dunque risalire molto indietro nel tempo; arrivare alla formula politica ed economica scelta fin dal Mille dai genovesi per muovere tra Oriente e Occidente. Sarà forse il caso di ricordare che il primo Ammiraglio del Mare Oceano non è spagnolo, ma genovese e quindi figlio di un’ altra cultura; quella di una città-stato in cui come scrive lui stesso - si pensa che navigare sia “un’arte che induce chi la segue a desiderare di conoscere i segreti del mondo”? - Per questo la cultura genovese, una cultura di mercato e di libertà operativa, porta e porterà i genovesi e i liguri in tutte le parti del mondo. Ciò non implica che le sanguinose vicende di quegli anni lontani possano essere cancellate, ma bisogna pur ricordare chi è e da dove viene Cristoforo Colombo, simbolo di una storia in cui si riflette la multipolarità culturale di un’Europa, che lancia sulle vie del mondo i suoi uomini ma anche le sue idee. Quelle idee sulle quali ha camminato Bolívar e camminano ora i gruppi dirigenti politici latino- americani anche quelli che in nome di una nuova libertà ne hanno abbattuto o vogliono abbatterne le statue; dimenticando però che non solo e non sempre “Scoperta” vuol dire “Conquista”. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 35 Quaderni di Casa America 35 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Monte Sacro: il giuramento per la liberazione latinoamericana JulIán ISaíaS RodRíguez díaz* Traduzione di Fabrizio Verde Questo è un luogo che ha un significato storico non solo per il Venezuela. Ha un significato storico per l’Italia e, in qualche modo, per l’Europa. Roma era una società costituita fondamentalmente da patrizi e plebei. Tutti i diritti erano appannaggio dei patrizi. La plebe aveva appena il diritto di vivere o sopravvivere. Tuttavia, i plebei cominciarono ad organizzarsi e a comunicare tra loro; iniziarono a costruire un líder e for- giarono un líder, e una volta individuato, il líder li ha portati in questo luogo. I patrizi non avevano altra alternativa che reclutare gente comune per le guerre di Roma contro il mondo. Per vincere o per difendere Roma, quelli che andavano al fronte con l’esercito erano popolani. Per questo hanno dovuto sedersi e negoziare con i plebei. A partire dalle rivendicazioni proclamate in questo luogo, i plebei iniziarono a spingere per una società diversa, una società meno ingiusta. Si riunivano qui perché il fiume, in qualche modo, fungeva da barriera; il fiume serviva per cautelarsi quando erano riuniti e per evitare che l’arrivo dell’esercito di Roma li sottomettesse con la violenza, senza alcuna pietà. Ci fu un grande sciopero dei plebei e con esso fu conquistato da qui un tribuno della plebe che era allora il rappresentante del popolo dinanzi al Senato o di quello che potrebbe essere definito il parlamento *Discorso dell’Ambasciatore Julián Isaías Rodríguez durante la visita del presidente Nicolas Maduro in Italia. Roma 16 giugno 2013. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 36 36 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO romano; e conquistarono, insieme al tribuno, la sua immunità e l’immunità per il luogo in cui si sarebbero riuniti per designarlo, e il diritto a un’assemblea per sceglierlo, e inoltre un luogo dove riunirsi e incontrarsi. Sembrava impossibile in quell’epoca, contro un potere onnipotente come quella che detenevano i patrizi: denaro, esercito, e potere politico, che si potesse ottenere anche solo uno dei diritti rivendicati. Tutto fu possibile grazie all’unità, al consolidamento, alla fermezza, alla lotta, alla costanza. Così si riuscirono a conquistare i primi diritti. Accadde poi che quando questi primi diritti sono stati conquistati, in questo luogo, dove oggi è posizionata quella co- lonna, i plebei pagani collocarono una statua dedicata a Giove per rendere omaggio al loro dio per i risultati ottenuti. Da allora questo sito cominciò a essere chiamato Monte Sacro; monte sacro perché Giove si trovava adesso lì; sacro perché i pagani cominciarono a conquistare i loro primi diritti contro i patrizi. Queste lezioni non saranno dimenticate dal maestro del Libertador; per questo don Simón Rodríguez invita El Libertador a venire in Italia e lo invita a venire a Roma. Arrivato attraverso il nord, Bolívar assiste all’incoronazione di Napoleone e poi passa per Firenze. In seguito raggiunge Roma il 15 agosto. Potete immaginare il 15 agosto a Roma! Il caldo soffocante Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 37 Quaderni di Casa America 37 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO asfissiava Roma e stanco si adagiò su una colonna di marmo che era posizionata in uno di questi luoghi. Stanco e quasi soffocato dal calore El Libertador si sedette accanto al suo maestro. Cominciarono a parlare, per dimenticare la fatica e il sole che angustia questa piccola collina, e vi è un momento in cui El Libertador, quasi in delirio come quella che provò sul Chimborazo, inizia a raccontare la storia di Roma dove i plebei sono stati in grado di conquistare con grande sforzo i propri diritti. Alla fine, guardando un vasto orizzonte in cui non vi erano questi pini, con lo sguardo quasi perso, giura. Giura di fronte al suo maestro, al Dio dei loro padri, di ottenere la libertà del suo Paese. Questa storia è stata raccontata con emozione da Simón Rodríguez ad uno storico colombiano. In seguito nelle sue memorie che Bolívar narrò a O’Leary, ricorda questo passaggio che Simón Rodríguez ha raccontato allo storico colombiano. L’intera storia è vera. Su questa montagna Bolívar ha cominciato a essere El Libertador. In questo monte Bolívar cominciò a dare forma ai suoi sogni, dare contenuto alle azioni. Da una depressione straordinaria, causata dalla morte della moglie Maria Teresa Del Toro y Alayza, iniziò ad andare verso la gloria. Convertì tutta quella angustia, tutta quella depressione e quel dolore, in una carica eroica che termina poi nel 1825 nelle battaglie che sono state combattute, nel sud del continente latinoamericano. Da quelle battaglie, da questo giuramento, dai plebei romani arriva il comandante Chávez, ci consegna tutto il suo eroismo, ci dona la sua determinazione e il suo coraggio. Raccoglie i sogni del Libertador, li impugna e li sente arrivare, allo stesso modo in cui si sente questo nuovo inno della Spada di Bolívar in cammino per l’America Latina, El Libertador tramuta in spada questi sogni. Ma non solo per liberare il Venezuela, ma per liberare un intero continente. Così oggi, l’unicità delVenezuela e del continente americano, è che finalmente ha iniziato a trovare la propria identità, a sentirsi un continente solido; a sperimentarsi regione; a vivere un momento davvero storico, una congiuntura storica ed esprimerla. Per questo con Nicolás Maduro, il primo presidente operaio del Venezuela e terzo dell’America Latina, raccogliamo quanto seminato a quei tempi dai Romani e poi da Bolívar e infine dall’eterno Comandante Hugo Chávez. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 38 38 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Gli italiani in Venezuela anna maRIa lazzaRIno del gRoSSo PROFESSORE ORDINARIO DI STORIA DELLE DOTTRINE POLITCHE - UNIVERSITÀ DI GENOVA Sebbene fino alla metà del Novecento siano stati relativamente molto pochi in rapporto alla popolazione complessiva del territorio e al numero dei residenti provenienti da altri paesi europei, gli italiani, grazie a Colombo e Vespucci, primi scopritori del Venezuela e addirittura padri, a seguito della felice associazione paesaggistica del navigatore fiorentino, della futura denominazione dell’intero Paese, furono, a partire dai primi anni del XVI secolo, costantemente presenti sul suo territorio, distribuendosi capillarmente e per lo più spontaneamente in una varietà di regioni, talora anche molto impervie e isolate, e di insediamenti urbani e rurali. Con il loro impegno esercitato in molteplici settori lavorativi, imprenditoriali e professionali hanno, in ogni periodo della storia venezuelana, contribuito in maniera notevole e riconosciuta alla crescita economica e culturale del Paese, integrandovisi facilmente, anche attraverso la via del matrimonio con donne del luogo, e abbracciandone, dal momento della sua lotta di emanci- pazione in avanti, i valori politici repubblicani, ancor oggi simboleggiati dalla grande figura di Bolívar. Sia i caratteri generali di questo flusso sottile ma pieno di energia, simile a un rivolo d’acqua inesauribile, solo a tratti più ricco, che scende da una grande altezza e alla fine zampilla disperdendosi in mille direzioni, sia le sue componenti più minute, le gocce, potremmo dire insistendo con la metafora della cascatella, sono state oggetto, specie nella seconda metà del Novecento, di ricerche accuratissime e a tutto campo. Grazie ad esse disponiamo oggi di un quadro attendibile, significativo e naturalmente di grande interesse non solo scientifico-accademico, ma anche e soprattutto umano, di un fenomeno e di una vicenda che, come per gli altri Paesi del continente sudamericano dove assai maggiori furono la presenza e l’influenza italiana, rivela attraverso la mole straordinaria di dati raccolti dagli studiosi tutta la sua positività e fecondità sia per i destini dei suoi protagonisti e dei loro disce- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 39 Quaderni di Casa America 39 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO denti, sia per le località di accoglienza, che da quell’innesto di impegno lavorativo e trasmissione di saperi e culture innovativi hanno tratto occasione di sviluppo. Tra i lavori più impegnativi sull’argomento usciti nell’ultimo quarto del XX secolo, è doveroso raccomandare al lettore italiano il denso e completissimo volume del geografo cileno-venezuelano Pedro Cunill Grau, La presenza italiana in Venezuela, pubblicato nel 1996 nella meritoria collana della Fondazione Giovanni Agnelli “Popolazioni e culture italiane nel mondo”, che a propria volta fa spesso richiamo ai lavori di Marisa Vannini de Gerulewicz, e in particolare al suo imponente e prezioso volume del 1966 (riedito nel 1980), Italia y los Italianos en la historia y en la cultura de Venezuela (Caracas, Oficina Central de Información). Come è ben noto, il primo contatto tra i primi scopritori dell’odierno Venezuela, che toccarono rispettivamente le rive della penisola di Paria (Cristoforo Colombo, nell’agosto 1498), la laguna di Maracaibo e le coste della Guyana (Vespucci, 1499-1500), avviene all’insegna della stupefatta ammirazione per un mondo che al Genovese pare “altro”, fino a sublimarsi nell’immagine del Paradiso Terrestre, e che al Fiorentino si manifesta lucidamente come Mondo Nuovo, intensamente popolato da genti con le quali, pur nella loro diversità di costumi, si preoccupa con i suoi compagni di intrecciare rapporti “di amistà”, animati, a quanto sembra dai suoi scritti, più da un interesse scientifico e da una curiosità umanistica, che da un’arrière pensée di sfruttamento. Ciò non toglie che i primi italiani ad insediarsi sul territorio venezuelano, lo facciano, fin dai primi anni del Cinquecento, dapprima al seguito delle spedizioni spagnole, finalizzate alla raccolta e al commercio delle perle, e poi anche in proprio, con i metodi schiavistici e distruttivi tipici dei Conquistatori. La presenza genovese è attestata dall’architettura degli edifici di Nuova Cadice, la prima città sorta nell’isola di Cubagua e riconosciuta come tale da Carlo V nel 1528. Tra gli imprenditori di maggior fortuna in queste attività si segnalano Jacopo Castigione (Jacome de Castellón), figlio del mercante genovese Bernardo, socio di Jerónimo Grimaldi, ricordato anche come il costruttore della più antica fortezza del Venezuela, alla foce del fiume Cumaná (1523) e come colui che per primo ottenne l’appalto per lo sfruttamento delle saline di Araya, e Luigi Lampugnano, figlio di un conte milanese e in relazione con diversi mercanti senesi, alcuni dei quali lo coadiuvano in loco. Esauriti, anche a causa dell’introduzione della pesca a strascico, i banchi perliferi di Cubagua, questi imprenditori e gran parte della popolazione di Nuova Cadice, si trasferiscono, dopo il 1538 al Cabo de la Vela, nella lontana penisola di Guajira, dove erano stati individuati nuovi ricchi giacimenti di perle e dove è fondata la nuova città di Nuestra Señora de los Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 40 40 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Remedios. La nomina del mercante senese Marcelo Pechi ad alcalde della stessa è indice del peso sociale che vi rivestivano gli italiani. Questi ultimi entravano nella provincia attraverso la Spagna, dove specialmente i genovesi avevano significative colonie a Cadice e a Siviglia e dove si naturalizzavano; oppure vi penetravano illegalmente, godendo di una certa tolleranza delle autorità e finendo con l’acquisire il diritto di soggiorno legale attraverso una sorta di sanatoria in denaro, detta compensación, il matrimonio con donne creole o l’esercizio di un lavoro regolare. Le notizie che le loro lettere diffondevano in patria circa le risorse di quelle nuove terre e i rapporti favorevoli con le società locali stimolavano nuovi arrivi, non solo di individui dotati dei capitali per intraprendere traffici lucrosi, ma, come in altre parti dell’Impero spagnolo, anche di persone di più modesta origine, in cerca di fortuna: marinai, soldati, piccoli commercianti, artigiani, agricoltori, servitori, muratori e altri addetti all’edilizia ecc.. Nel corso del ‘500 alcuni italiani partecipano alla fondazione delle città che vanno sorgendo lungo le coste o in loro prossimità e vi si stanziano. Nel 1567, tra i 136 fondatori di Caracas vi sono tre italiani: il fabbro mastro Bernal, mastro Francisco Genovés e Augustín de Ancona, quest’ultimo impegnato nello sfruttamento di giacimenti auriferi, uomo assai rispettato e investito in seguito di cariche di rilievo nel Consiglio della città. Non va dimenticato il ruolo di ingeneri militari, come il romagnolo Bautista Antonelli, suo figlio Juan Bautista e suo fratello Cristóbal Roda Antonelli: ad essi si dovette la progettazione e la costruzione dell’innovativa fortezze di Araya, a protezione delle saline, realizzata durante gli anni ’20 e ’30 del Seicento. Significativa fu la presenza italiana anche nell’isola Margarita, centro commerciale importante tra la fine del XVI e il XVII secolo. Altre località di provenienza dell’immigrazione italiana di questo primo periodo sono Venezia, la Sicilia, Napoli. Gli arrivi si intensificano nel corso del ‘700, dopo il Trattato di Utrecht (1713), dai territori ex spagnoli della penisola passati all’Austria e al regno di Savoia. Si tratta di ingressi ancora illegali cui segue la consueta via verso la naturalizzazione, che non è necessaria per i figli nati sul suolo venezuelano, sudditi della Spagna a tutti gli effetti. Durante il periodo coloniale, e fino alla cacciata della Compagnia, nel 1767, un ruolo particolarmente importante nell’esplorazione e nella conoscenza del territorio e delle popolazioni venezuelani, come anche di diffusione di tecniche migliorative di coltivazione nel mondo indigeno, ebbero numerosi gesuiti di origine italiana, addentratisi per evangelizzare e fondare missioni lungo il corso dell’Orinoco e nelle regioni amazzoniche e andine. Il contributo conoscitivo più rilevante in materia venne dal padre Felipe Salvador Gilij (1721-1789), pro- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 41 Quaderni di Casa America 41 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Inaugurazione del restauro del monumento a Símon Bolivar a Quarto, Genova, il 27 aprile 2012. veniente dall’Umbria, autore di una fortunato e influente Saggio di storia americana, uscito tra il 1780 e il 1784 in 4 volumi. Grazie ai collegi da loro fondati a Mèrida e a Caracas e ai loro docenti la cultura italiana e classica penetrò fecondamente nei ceti alti della società. La fase più luminosa e feconda del rapporto rimasto per cinque secoli amichevole e costruttivo tra italiani e venezuelani può ben dirsi quella corrispondente alla lunga lotta per la conquista dell’indipendenza. Se non erano mancati gli italiani nell’esercito regio costituito in Venezuela nel corso del Settecento, alcuni dei quali giunti anche a gradi di comando, decisamente superiore è il numero di coloro che abbracciano con dedizione ed eroismo la causa dell’emancipazione repubblicana, non solo fra i già residenti nel paese, e ancor più, fra i figli di questi ultimi, ma anche accorrendo appositamente dal Vecchio Mondo per porsi al suo servizio. Se è noto il forte legame che sia Francisco de Miranda, sia Simon Bolívar avevano avuto con l’Italia e con la cultura e i miti della classicità romana negli anni precedenti l’inizio della guerra, spiccano, fra i fautori e gli ideologi della Rivoluzione, i nomi del deputato dell’Assemblea Costituente Juan Germán Roscio, di padre milanese, e del torinese (naturalizzato spagnolo) Francisco Isnardi, pioniere della colonizzazione agricola a Gúiria e segretario dell’Assemblea, in quanto estensori del testo della Dichiarazione di Indipendenza del 5 luglio 1811. Singolarmente nutrito, in rapporto alla limitatezza del numero di italiani presenti nel Paese, è l’elenco di coloro che divengono combattenti per la libertà del Venezuela, non di rado perdendo la vita nei combattimenti per mare e per terra. I nomi sono troppi per poter essere qui ricordati. Come sempre, fra loro abbondano i liguri o genovesi. Diversi sono marinai e alcuni di loro, forse un modello per il Garibaldi riograndese, si dedicano alla guerra di corsa. Sotto il comando di un corsaro francese troviamo anche il giovane Augustín Codazzi (1793-1859), nato a Lugo di Romagna, destinato a diventare un benemerito del Paese quale esploratore, geografo e cartografo. Tra i primi martiri italiani va ricordato il genovese Antonio Pareto, che militava nell’esercito comandato da Antonio Nicola Briceño, come quest’ultimo giustiziato crudelmente dai monarchici il 13 giugno 1813. Alcuni, finalmente instaurata e consolidata la Repubblica, faranno buone Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 42 42 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO carriere militari o pubbliche. Il fascino della figura di Bolívar e l’ammirazione per i risultati ottenuti dagli insorti latino-americani in buona parte del continente furono grandi tra i patrioti risorgimentali, e tra gli esuli delle diverse campagne di repressione dei loro moti alcuni scelsero il Venezuela come terra d’approdo, dove il successo della lotta risorgimentale non mancò in seguito di essere ricordato e celebrato anche nelle località più remote, magari anche solo con l’esecuzione di inni garibaldini. Tra i molti italiani che si segnalano nel corso del primo periodo della storia repubblicana del Venezuela è da ricordare il colonnello Carlos Castelli, nominato console del Regno di Sardegna a Caracas nel 1843; negli anni seguenti altri consolati o delegazioni consolari, affidati a residenti dalla solida posizione economica, sono istituiti negli altri porti abituali di sbarco, La Guaira, Maracaibo, Carúpano, Puerto Cabello, dove una parte minoritaria degli arrivati si insedia e impianta attività commerciali, artigianali o di servizio, mentre il resto si trasferisce in altre località più salubri o più redditizie nell’interno del paese. Emblematici imprenditori di successo sono Geronimo Astengo e il suo socio Antonio Delfino, che impiantano a La Guaira, nel 1860, una fortunata selleria, poi trasformata in fiorente azienda calzaturiera con sede principale a Caracas, passata nel 1890 al genovese Giuseppe Boccardo. Altra figura di successo, nel mondo del commercio di importazione-esportazione è l’ingegner Edoardo Riboli, nativo di Lavagna, attivo a Maracaibo tra la fine del secolo e il primo trentennio del ‘900. Sempre a Maracaibo acquista grande merito per il suo sapere e la sua opera innovativa nel campo della chirurgia e della clinica, il medico genovese Manuel Dagnino Dasori (1834-1901), divenuto docente universitario e insignito dell’Orden del Libertador nonché della medaglia al merito della Provincia di Maracaibo. Dell’ascesa ai livelli più alti della considerazione sociale dei figli degli immigrati italiani nati nel Paese dà testimonianza un altro medico, Luis Razetti, nato nel 1862 a Caracas da un commerciante genovese e da madre venezuelana. Lo si ricorda come il riformatore degli studi di medicina in Venezuela, esimio professore e rettore dell’Universidad Central, fondatore di importanti organismi scientifici, impegnato anche in una concreta lotta a varie piaghe sociali: tubercolosi, alcolismo, prostituzione, malattie veneree. Le sue spoglie sono custodite, dal 1982, nel Pantheon Nacional. Il fratello Ricardo fu un rinomato topografo e cartografo, impegnato nello studio della topografia della capitale. Nella storia economica e sociale del Venezuela repubblicano si distinguono nettamente due fasi storiche: l’era che precede il boom petrolifero, durata dal 1830 al 1926 e “l’età del petrolio”, che ha segnato un vertiginoso decollo dell’economia del paese. La cesura è significativa anche per Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 43 Quaderni di Casa America 43 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO quanto concerne la storia della presenza italiana che, per quanto intensificatasi molto gradualmente e in maniera intermittente nel corso del primo secolo di vita repubblicana (all’incirca quadruplicandosi e giungendo sulle 20.000 unità) e per quanto capace di incidere con efficacia e con sensibili risultati in termini di apporto innovativo e di influenza culturale in ogni ramo della vita economica, sociale e culturale del Paese, sempre accolta con favore dai governi e a volte stimolata dagli stessi, era rimasta sempre relativamente ridotta, distribuendosi in una molteplicità di centri dove si era rapidamente e facilmente integrata nella società locale. Il secondo periodo, grazie anche a più incisive politiche di promozione e sostegno sia da parte venezuelana che da parte italiana, registra invece flussi assai più consistenti, assumendo negli anni cinquanta del Novecento, secondo un’espressione utilizzata dallo stesso Cunill Grau, principale fonte, insieme al Dizionario storico-biografico dei Liguri in America Latina, di questa breve sintesi, i caratteri di un’immigrazione di massa nelle zone maggiormente interessate dall’estrazione dell’”oro nero” e dallo sviluppo conseguente. Contemporaneamente è cresciuto, anche nei discendenti degli immigrati, l’attaccamento alla propria origine italiana, non solo durante il ventennio fascista che naturalmente puntava sulla promozione dell’italianità nel mondo, ma anche nel dopoguerra, grazie alla attività dei circoli e delle associazioni italo-venezuelane e alla circolazione di periodici in lingua italiana, senza per questo deprimerne il senso di appartenenza alla società locale, in cui si sono fortemente radicati e in cui il successo italiano nell’imprenditoria maggiore è stato crescente. Gli studiosi sono concordi nel fissare agli anni ’90 la fine del flusso migratorio di grandi proporzioni dall’Italia al Venezuela, e i dati più recenti indicano un saldo negativo, essendo più i rientri in patria che gli arrivi: i nuovi immigrati, afferma G. Bernasconi in un articolo del 2011 apparso su “L’italiano LinguaDue” sono persone “in possesso di una solida preparazione tecnica professionale […] tecnici, quadri, manager e imprenditori, grandi investitori stranieri, i quali creano nuove imprese o stabiliscono nel paese succursali di importanti società e industrie italiane”. In ogni caso, prosegue l’autore del documentato saggio, gli italiani, che nel 2005 erano calcolati in poco meno di duecentomila, più almeno ottocentomila discendenti di immigrati in precedenza, costituiscono oggi la comunità straniera più importante del paese, una comunità perfettamente integrata e inserita nel contesto sociale, apprezzata e stimata. Gli italo-venezuelani nati nel paese sono considerati a tutti gli effetti cittadini venezuelani. Un discendente di famiglia corso-italiana, Jaime Lusinchi è stato Presidente della Repubblica dal 1984 al 1989. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 44 44 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO La Costituzione venezuelana caRlo amIRante DOCENTE DI DOTTRINA DELLO STATO. GIÀ TITOLARE DELLA SECONDA CATTEDRA DI DIRITTO COSTITUZIONALE PRESSO LA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" DI NAPOLI Traduzione di Ciro Brescia La Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela del 1999, assieme alla Costituzione Brasiliana del 1988, dell’Ecuador del 2008 e in una certa misura anche altre costituzioni dell’area, rappresenta una tappa fondamentale nel processo di liberazione dei popoli latinoamericani dalla subordinazione politica economica e culturale alle potenze occidentali e in particolari agli USA, che hanno sempre considerato l’area geopolitica che va dal Rio Bravo alla Terra del Fuoco “il cortile di casa”. Ciò che accomuna queste nuove costituzioni – e che ha meritato loro la definizione di Constituciones ciudadanas – è un’autentica rivoluzione copernicana: il protagonista del nuovo corso economico politico ed istituzionale non è più uno stato al di là e al di sopra della società e della sua complessa e conflittuale articolazione, ma il cittadino non solo come singolo individuo ma come centro attivo e propulsore delle nuove forme di organizzazione non solo economiche e politiche ma anche sociali e culturali. Tra le nuove Costituzioni quella venezuelana fin dalla sua nuova denominazione di ‘bolivariana’ indica gli obiettivi fondamentali della nuova repubblica, innanzitutto l’autonomia e l’indipendenza dai tradizionali rapporti di organizzazione di poteri continentali e mondiali, messo oggi in crisi dai processi della cosiddetta ‘globalizzazione’ e nello stesso tempo la proposta politica di cooperazione internazionale e solidale tra popoli e paesi del continente. Delle multiformi organizzazioni politico-economiche che trovano la loro legittimazione nella Costituzione Bolivariana, l’ALBA è certamente quella che propone in modo più deciso le linee di sviluppo alternative alle attuali forme di capitalismo finanziario e neoliberale. Un vero e proprio laboratorio politico istituzionale per il popolo venezuelano e per quei popoli latinoamericani legati ad esso da un vincolo di solidarietà economica e politica, non poteva certo limitarsi al semplice riconoscimento formale di quei diritti umani che mal- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 45 Quaderni di Casa America 45 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO grado la solenne dichiarazione dell’ONU del 1948, sono tanto esaltati quanto violati. Andando ben al di là della stessa Convenzione Interamericana sui Diritti dell’uomo, la Costituzione venezuelana dedica particolare attenzione ai diritti delle popolazioni indigene come soggetti di diritto riconosciuti e protetti, come base dell’eguaglianza tra le culture per il riconoscimento e lo sviluppo dell’identità etnica e culturale fondata sulla piena legittimità di valori, spiritualità e ritualità. La piena costituzionalizzazione di questi diritti rappresenta così la seria premessa politica di preservazione dell’ambiente sia naturale che storico indispensabile per la sopravvivenza dell’identità culturale dei popoli nativi. Ma anche sul piano squisitamente politico la Costituzione venezuelana si distingue per la sua innegabile originalità: il superamento dei tre tradizionali poteri, l’equilibrio e una corretta cooperazione istituzionale tra i quali raramente ha favorito il funzionamento di un sistema democratico e un effettivo ed ampio coinvolgimento del cittadino elettore, con la previsione di cinque poteri costituzionalmente garantiti. L’esigenza di individuare forme più efficaci di controllo e di “verifica dei poteri” sia presidenziali che parlamentari nella società complessa è dimostrata dalla circostanza che prima la stampa e poi la televisione sono stati definiti come quarto e quinto potere perché le sole in grado di assi- curare, malgrado l’esistenza di forti lobbies sia private che filogovernative, la formazione di un’opinione pubblica vigile e critica. In effetti, la Costituzione Bolivariana con la previsione di un Potere Cittadino (o Potere Morale) e di un Potere Elettorale, che sono le sue innovazioni più originali e significative, ha inteso giustapporre a un forte ed autorevole potere presidenziale il ruolo “protagonico” e determinante dei cittadini. L’innovazione rivoluzionaria consiste nella circostanza che i cittadini non solo hanno il diritto di eleggere i loro rappresentanti in una gamma ampia di istituzioni in cui si articola il sistema federale venezuelano ma anche di revocare gli eletti qualora essi non rispettino le regole e l’etica istituzionale del loro mandato. A sua volta il Consejo Nacional Electoral (CNE), nel quale sono presenti sia i rappresentanti della maggioranza che delle minoranze politiche, ha la fondamentale funzione di organizzare e monitorare tutti i procedimenti elettorali garantendone il corretto svolgimento. È avvenuto così che le delegazioni internazionali invitate in Venezuela - cosa che ha suscitato il particolare interesse della stampa internazionale in occasione del referendum revocatorio presidenziale del 2004 - per la prima volta in America Latina hanno avuto a disposizione i più ampi ed efficaci strumenti di controllo sia tecnici che istituzionali. Più in generale la Costituzione prevede numerosi istituti Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 46 46 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO di democrazia diretta che nel loro insieme realizzano possibilità di controllo politico e attivismo civico. Per quanto riguarda in particolare il settore economico, una serie di strumenti come il diritto di petizione e autogestione, cogestione e cooperazione di carattere solidaristico, si propongono di realizzare, con l’intermediazione del legislatore, quelle politiche culturali (ad esempio la lotta all’analfabetismo), sanitarie e alimentari che sono parte integrante di uno stato nuovo che intende combinare sviluppo economico e realizzazione di un efficace Stato Sociale in un’epoca in cui i paesi occidentali l’hanno abbandonato in favore di catastrofiche politiche finanziarie e neoliberali. Le numerose innovazioni della Costituzione Bolivariana hanno suscitato un vasto interesse tra gli studiosi di diritto comparato, anche al di là del continente latinoamericano e un vivace dibattito politico nel quale non sono mancate ovviamente le posizioni critiche. I critici sia della nuova Costituzione che della Rivoluzione Bolivariana dovrebbero avere l’onestà di riconoscere lo “stato dell’arte” delle relazioni politiche ed economiche esistenti in Venezuela prima del 1999, dominate da un’inestricabile sistema di corruzione istituzionalizzato e da un’opinione pubblica dominata da un oligarchico sistema multimediale nel quale forti lobbies straniere godevano di un’ampia e incontrastata egemonia. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 47 Quaderni di Casa America 47 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Mercosur: basta oro in cambio di specchi maylyn e. lópez AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA Traduzione di Ciro Brescia Il Mercosur è mercato, questo è vero. Ma è altrettanto vero che nel corso degli ultimi anni il Venezuela è stato artefice del processo di integrazione in senso pieno, cercando di garantire i paesi partecipanti non solo sul piano economico, ma anche su quello della cultura e dell’identità latinoamericana. Attualmente si sta facendo un enorme sforzo nella costruzione di un processo nel quale il pilastro commerciale conviva, con lo stesso grado di importanza, con i pilastri industriale, politico e sociale, finanziando lo sviluppo e il trasferimento di tecnologie, sempre nel completo rispetto dell’autodeterminazione dei nostri popoli. Con la piena inclusione del Venezuela nel Mercato Comune del Sud – Mercorsur – (31 luglio 2012) questo blocco regionale conta 270 milioni di abitanti, pari al 70% della popolazione sudamericana, con un PIL attorno ai 3,3 miliardi di dollari, vale a dire l’83% del PIL del continente sudamericano su un territorio di 12,8 milioni di chilometri quadrati. Il Venezuela possiede il quarto PIL dell’America del Sud ed è al quarto posto nel continente per popolazione. Il Mercosur passa ad essere pertanto la quinta economia del mondo. Il presidente Hugo Chávez Frías definí l’ingresso del Venezuela nel Mercosur come l’evento più importante degli ultimi cento anni. L’ingresso venezuelano aggiunge al Blocco 916.000 km quadrati, praticamente la somma dei territori di Germania e Francia, consolidando la sua giurisdizione e il controllo sulle maggiori riserve energetiche, minerarie, naturali e idriche del globo, e collocando questo organismo in una posizione centrale a livello geopolitico. Oggi il Mercosur conta sulle maggiori riserve petrolifere del mondo, contrapponendosi al Trattato del Libero Commercio, vera minaccia alla sovranità e allo sviluppo e all’autodeterminazione dei popoli dell’emisfero sudamericano, abortito già nel 2005 dai Paesi ad esso appartenenti. Celso Furtado nei suoi studi per la Cepal, nel 1950, presagiva che l’economia venezuelana aveva sin dagli anni Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 48 48 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Trenta il petrolio quale suo principale motore economico, e che questo avrebbe portato notevoli problemi allo sviluppo di altri settori. Oggi, l’incorporazione del paese nel Mercosur propizia la creazione di 240 mila posti di lavoro. Il governo venezuelano darà vita a un fondo di 500 milioni di dollari per quest’anno, con l’obiettivo di concedere crediti a imprese venezuelane pubbliche e private, perché migliorino le loro capacità produttive. Fra le principali critiche di alcuni analisti economici all’adesione del Venezuela al Mercosur, vi è il timore che il nuovo mercato e le sue tariffe preferenziali danneggino o debilitino l’industria nazionale. “Il Mercosur non è pericoloso, è laborioso”, ha affermato la segreteria del Venezuela per il Mercosur. Di fatto, lo Stato venezuelano sarà obbligato a proteggere i suoi industriali e a sviluppare politiche per riuscirvi, perché non permetterà che l’industria straniera mini quella nazionale. In questo modo, il Venezuela si integra nel Mercosur in piena fase di decollo industriale, con un peso geopolitico non indifferente, con lo sviluppo del Piano Siembra Petrolera, con la quantificazione e certificazione delle riserve e lo sviluppo della Fascia Petrolifera dell’Orinoco, con lo sviluppo petrolchimico dell’industria del fertilizzante, plastica e chimica, e con l’espansione, fra gli altri, del settore siderurgico. Al tempo stesso, il Venezuela punta alla grande forza produttiva dell’agricoltura familiare del Brasile, il quale possiede oggi un’agricoltura familiare che realizza l’85% dello sfruttamento agricolo e nella quale i contadini sono in gran parte proprietari della terra che lavorano. Il Brasile e l’Argentina costituiscono l’avanguardia latinoamericana nello sviluppo di parchi scientifici e tecnologici. Negli ultimi anni, il Mercosur ha creato il BIOTESUR, una piattaforma biotecnologica che ha l’obiettivo di fondare una visione comune di ampio respiro per lo sviluppo e l’applicazione delle nuove tecnologie nella regione. Il Mercosur si alleerà con la Cina, la Russia, l’India (BRICS) e con i mercati dell’Africa, oltre che con i mercati consolidati degli Stati Uniti e dei Paesi europei, aprendo prospettive globali e coinvolgendo milioni di persone attorno a un blocco geopolitico che rappresenta il 56% della crescita economica globale (mentre il G7 rappresenta il 9%). Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 49 Quaderni di Casa America 49 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Meglio restare sommersi nella catena del dominio coloniale? L’America Latina era stata destinata storicamente, dai cosiddetti Paesi centrali, a essere fornitrice di materie prime (grandi investimenti nazionali, scarsa creazione di impiego, bassi rendimenti e drammatiche conseguenze ambientali); dovevamo infatti importare prodotti finiti, fatti con le nostre materie prime. Il Latinoamerica punta a una cooperazione simmetrica come blocco economico e non solo, con i paesi del mondo. Oggi più che mai, Quetzacoatl avrebbe ben potuto affermare: basta oro in cambio di specchi. Il Mercato Comune del Sud – MERCOSUR – è composto dalla Repubblica Argentina, la Repubblica Federale del Brasile, la Repubblica del Paraguay (quest’ultimo è stato temporaneamente sospeso dopo il golpe perpetrato nel giugno scorso contro il presidente legittimo, Fernando Lugo), la Repubblica Orientale dell’Uruguay e la Repubblica Bolivariana del Venezuela. Il Mercosur è un processo di integrazione regionale creato nel 1991 come strumento per aiutare e facilitare l’integrazione delle economie dei paesi membri con il resto del mondo. Inizialmente l’obiettivo era quello di costituire un mercato comune, liberalizzando i quattro fattori produttivi interni al blocco: beni, capitali, persone e servizi. In seguito si propose di costruire un’unione doganale con la liberalizzazione del commercio interno, tariffe esterne comuni e una politica commerciale comune al blocco. Il Mercosur è anche un progetto politico, sociale e culturale che cerca di integrare i suoi cittadini e di rafforzare le capacità degli stati membri in ottica regionale. Ma ci sono anche la cultura, l’educazione, le politiche sociali, che devono fondarsi su una visione regionale, posto che le problematiche che colpiscono molti paesi s’inquadrano in una cornice altrettanto regionale. Insomma, il Mercosur è un progetto politico, civile e democratico. Un blocco regionale che punta allo sviluppo dei nostri paesi. Ingresso del Venezuela: 31 luglio 2012. Rafforza il blocco commerciale espandendolo, aprendo una porta preferenziale per lo scambio di beni, in un mercato che ospita 245 milioni di persone e offre un’ampia varietà di prodotti. Ingresso della Bolivia: La Bolivia ha proposto quest’anno il suo ingresso a pieno titolo nel Mercosur, con l’appoggio della Repubblica dell’Uruguay. Paesi associati: Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 50 50 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Investire in Venezuela: un mondo di opportunità IStItuto nazIonale dI StatIStIca Traduzione di Maria Elena Riccio Il nostro progetto politico e sociale è di rifondare il Venezuela. Il nostro obiettivo è quello di costruire, insieme al popolo, i valori come la vita, la libertà, la giustizia, l’uguaglianza, la solidarietà, la responsabilità sociale, l’etica, la democrazia, il pluralismo politico al fine di raggiungere il più alto grado di felicità possibile. Il governo bolivariano ha costruito un sistema di protezione sociale per la sua politica pubblica attraverso un’istituzione chiamata “Misión”. Si tratta di una strategia dinamica che punta a raggiungere uno Stato sociale efficace che garantisca i diritti sociali dei cittadini. Le Missioni hanno origine nel governo di Salvador Allende. Rappresentano l’integrazione e la solidarietà. Non fanno della salute, né dell’educazione e neppure dell’alimentazione oggetto di commercio. POLITICA SOCIALE 1.1. Uguaglianza sociale: il fattore umano è stato il soggetto e l’oggetto della nostra rivoluzione. Il coefficiente di Gini, che misura l’uguaglianza sociale, è passato da 0.498 nel 1998 a 0,394 nel 2012. Il Venezuela è il paese con meno disuguaglianza in America Latina. 1.2. Persone pensionate: tra il 1990 e il 1998 il numero dei pensionati era di 387.000. Durante il governo bolivariano questo numero è salito a 2.148.000 persone. 1.3. Speranza di vita alla nascita: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la speranza di vita nel 1998 era 72 anni. Ora è 74,3 anni. 1.4. Mortalità infantile: la mortalità infantile in Venezuela era del 21,36% ogni 1000 bambini. Durante il governo bolivariano è stata ridotta al 13,9%. 1.5. Indice di sviluppo umano: nell’anno 2012 secondo i dati dell’ONU il Venezuela ha raggiunto 0.771 nell’Indice di Sviluppo Umano e si trova al 71° posto tra 187 paesi. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 51 Quaderni di Casa America 51 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO 1.6. Tasso di disoccupazione: le politiche economico - sociali hanno contribuito a ridurre il tasso di disoccupazione, dal 16 % nel 1999 al 7,6% nel 2013. ha incrementato questo investimento da 363.720 dollari a 24.451.627 dollari. 1.7. I progressi in materia di istruzione: nel 2005 l’ Unesco ha dichiarato il Venezuela territorio libero dall’analfabetismo. Nel 2010 la stessa organizzazione aveva attribuito al paese 96 punti su una scala di 100 obiettivi raggiunti in materia d’istruzione e lo ha dichiarato al quinto posto tra i paesi con maggior numero di iscritti all’università (83%). POLITICA ECONOMICA: Gli investimenti, sia pubblici che privati, sono aumentati nel corso del primo trimestre del 2012. I dati pubblicati dalla Banca centrale (BCV) indicano che gli investimenti fissi lordi (capitale che misura il livello di investimento in ciascun paese) si attesta al 27,6%. È questo che ci ha permesso di consolidare la nostra posizione come la quarta potenza economica dell’America Latina. 1.8. Progressi nello sport: aumento d’impianti sportivi. Il governo bolivariano 1. ECONOMIA 1.1 Le nostre riserve internazionali Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 52 52 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO sono aumentate di 14.849 milioni di dollari nel 1998 a 29.980 milioni di dollari nel 2012. 1.2 La crescita economica del Venezuela è dovuta ai settori edile e finanziario, nonché all’espansione della spesa pubblica. I settori edile e finanziario sono cresciuti del 29,6% e del 27,7% rispettivamente nel 2012. Dal 48,8% nel 1998, la spesa pubblica si è ridotta al 23,6% nel 2012. governi precedenti costruirono soltanto 45,5 chilometri di linea ferroviaria. Il Piano Nazionale delle Ferrovie prevede la realizzazione di 13.665 chilometri di ferrovie nel Paese. 2. PROGRESSI NEL SETTORE COSTRUZIONI 2.2 Il sistema di trasporto chiamato Metro prevedeva solo due linee attive a Caracas fino al 1983. Il governo Bolivariano ha costruito altre due linee e ha portato i mezzi di trasporto di massa in altre città: 1 - Valencia (1.400.000 abitanti ) 2 - Maracaibo (1.700.000 abitanti). 2.1 Si distinguono: ferrovie, metro, metro-cable e filobus. Tra il 1958 e il 1998, i 2.3. Il metro-cable è la soluzione per i settori popolari con redditi più bassi. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 53 Quaderni di Casa America 53 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Attualmente a Caracas funziona come una funivia. Il tratto ha una lunghezza di 2,1 km ed è previsto il suo ampliamento a 2,5 km di più con quattro carrozze e con una capacità di 230 passeggeri. 2.4 Dal 2007 è in funzione il filobus di Mérida. Il suo tratto è lungo 18,2 km. Il filobus è il primo sistema di trasporto di massa costruito in America Latina in una città con meno di 500.000 abitanti. 3. OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO Settore Elettrico: il governo ha investito 14.500 milioni di dollari nel settore dell’energia elettrica. Il 35% proviene da centrali termoelettriche. Attualmente il Paese ha una capacità installata che genera 25.000 MW e una capacità operativa di 20.300 M. Nel 2013 si prevede un investimento di 1.667 milioni di dollari del settore elettrico nazionale. 3.1 Turismo: il turismo è visto come una delle principali attività economiche che diversificano la nostra economia. Dal 2010 il numero di turisti che arrivano nel Paese sono aumentati considere- volmente. Il primo obiettivo è quello di arrivare a un milione di turisti l’anno. Il contributo del turismo alla nostra economia deve essere 9%, la media mondiale. Siamo al 3,4%. È necessario investire nella costruzione di alberghi, centri ricreativi, centri congressuali, servizi, promuovere l’ecoturismo, le infrastrutture, la formazione e la sensibilizzazione del paese in questo ambito. L’attuale quadro giuridico consente e incoraggia gli investimenti nel turismo. 3.2 Miniere e metallurgia: produzione di alluminio, ferro e cemento, infrastrutture di trasporto e di distribuzione. 3.3 Informazione e comunicazione: sviluppo di software, produzione di contenuti digitali, servizi di telecomunicazioni. 3.4 Industria agroalimentare : costruzione e ammodernamento di impianti agro-alimentari, sistemi di irrigazione, canali di commercializzazione in collaborazione col governo. 3.5 Industria chimica: petrolchimica di base, materie termoplastiche, fertilizzanti. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 54 54 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Cámara de Comercio Venezolano Jean pIetRo cattabRIga SEGRETARIO GENERALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALO-VENEZUELANA La Cámara de Comercio Venezolano Italiana (CAVENIT) fue fundada en Caracas en el año 1954. Se constituye como Asociación Civil libre y electiva sin fines de lucro según la ley vigente venezolana. La Cámara opera con el fin de desarrollar prevalentemente actividades a favor del intercambio comercial entre Venezuela e Italia, asistencia a los operadores económicos de ambos países, además de la participación en proyectos de responsabilidad social para la comunidad venezolana. CAVENIT está reconocida por el Gobierno Italiano desde el 8 de Junio de 1972. Es miembro de la Asociación de Cámaras de Comercio Italianas en el Exterior (Assocamerestero), con sede en Roma, que coordina 76 Cámaras Italianas que operan en 50 países del mundo con 1.350 directores, 140 oficinas, 600 empleados y cuenta con más de 24.000 empresas afiliadas, conformando una red de información única en el mundo con más de 300.000 contactos de negocios al año. Pertenece también a Fedeuropa, la Federación de Cámaras Binacionales Europeas presentes en Venezuela, formada por 11 cámaras Binacionales. Las actividades más relevantes que realiza la Cámara Venezolana Italiana se enmarcan en sectores específicos que son estratégicos para Venezuela como son, Energía, Petróleo, Infraestructuras, Agroindustrial, Maquinarias, realizando durante el año mas de 100 eventos, como seminarios, foros, workshops, participación a ferias en Italia y Venezuela y apoyando a los empresarios en sus solicitudes de los varios servicios de apoyo que ofrece la Càmara. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 55 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO 55 Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 56 56 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 57 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO 57 Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 58 58 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Una vision del ambiente economico de Venezuela y perspectivas 2013-2015 eFRaín J. Velázquez* Resumen Ejecutivo Venezuela ha mostrado resultados macroeconómicos positivos. Dichos resultados fueron generados por la instrumentación de una política fiscal expansiva financiada con ingentes ingresos petroleros. Ello ha estimulado el consumo y, consecuentemente, crecimiento. Sin embargo, esta estrategia ha generado un desbalance entre la demanda y la oferta de bienes y servicios, inflación y escasez. Durante el período 2013-2015, se espera que la economía de Venezuela debe mostrar crecimiento económico positivo (pero más lento) con alta inflación. 1. Entorno Económico y Comercio con Italia La economía de Venezuela depende fundamentalmente del sector petrolero. De hecho, ese sector representó 96,1% de las exportaciones totales, 41,9% de los ingresos fiscales y 10,9% del producto interno bruto (PIB) total en el 2012. Debido a un contexto internacional que generó precios altos del petróleo, la administración Chávez instrumentó una estrategia fiscal expansiva que generó crecimiento económico positivo determinado esencialmente por el comportamiento del consumo pero con inflación. Esta última estuvo contenida por los controles de precios, las importaciones masivas y la sobrevaluación del tipo de cambio. En 2012, la economía venezolana mostró un crecimiento relevante (5,6%) producto del incremento del consumo (6,9%) y la inversión total (23,3%). El gasto fiscal del Gobierno Central aumentó 7,2%, se estimuló la demanda (6,9%) cuando la oferta interna se man- * Efraín J. Velázquez es Economista de la Universidad Católica Andrés Bello y Northwestern University. Socio-Director de la firma de consultoría económica internacional Azpurua, GarcíaPalacios & Velázquez que asesora a las principales compañías multinacionales que operan en Venezuela. Además, el Dr. Velázquez es actualmente Presidente del Consejo de Economía Nacional de Venezuela. Asesor de la Camara de Comercio Venezolano Italiana. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 59 Quaderni di Casa America 59 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO tuvo desfasada (5,6%). Esa brecha interna (entre la oferta y la demanda) requirió un aumento de las importaciones (24,4%) e hizo que la inflación cerrara en 20,1%. Los sectores que se beneficiaron de este diseño de política económica fueron esencialmente comercio (9,1%), transporte (6,6%), servicios (5,6%) y banca (33,5%). En el ámbito externo, Venezuela tuvo un superávit en cuenta corriente de US$ 11,0 millardos y un superávit comercial de US$ 38,0 millardos debido a que las exportaciones e importaciones totales fueron US$ 97,3 y 59,3 millardos, respectivamente. Las exportaciones fueron consecuencia de los altos precios del petróleo de Venezuela (US$/barril 103,5 en 2012). Las importaciones totales, por otra parte, aumentaron significativamente. En este contexto, el intercambio comercial con Italia mostró la misma tendencia. El superávit comercial para Italia (o el déficit comercial para Venezuela), de hecho, alcanzó US$ 1,2 millardos (€ 0,9 millardos) en 2012 cuando solo llegó a US$ 0,5 millardos (€ 0,4 millardos) en 2011. Ello fue el resultado de crecientes importaciones de Venezuela provenientes de Italia (o las exportaciones de Italia hacia Venezuela) las cuales llegaron a US$ 1,5 millardos (€ 1,1 millardos) en 2012 (cuando fueron US$ 0,9 millardos - € 0,6 millardos en 2011) y exportaciones de Venezuela hacia Italia (o las importaciones de Italia provenientes de Venezuela) que alcanzaron US$ 0,3 millardos (€ 0,2 millardos) en 2012 (cuando representaron US$ 0,4 millardos - € 0,3 millardos en 2011). Por último, las reservas internaciones en el Banco Central cerraron en US$ 29,9 millardos (con reservas operativas líquidas de aproximadamente US$ 3,2 millardos, el resto mayormente oro). El sistema de cambio dual permaneció invariable durante 2012 con un tipo de cambio oficial de Bs/US$ 4,30 y otro complementario (SITME) de Bs/US$ 5,30. Sin embargo, este sistema dual sólo pudo financiar 59,9% de las importaciones totales en 2012 y provocó una depreciación relevante (84,3%) en el tipo de cambio paralelo (ilegal) y condujo al colapso del sistema cambiario en Febrero 2013. Durante el 1er. Semestre de 2013, la dinámica económica ha mantenido su tendencia positiva (pero a un menor ritmo 1,6%) liderizada por el comportamiento del consumo el cual continúa siendo estimulado por el gasto fiscal expansivo. De hecho, el comercio (representativo de la demanda interna) creció 3,6% cuando la actividad industrial (representativa de la oferta local) solo aumentó 0,5%. Este desbalance entre la demanda y la oferta de bienes y servicios generó una importante necesidad de importaciones y, al mismo tiempo, una aceleración de la inflación (45,4% anualizada en Agosto 2013 cuando fue Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 60 60 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO 20,1% en Diciembre 2012) y un aumento de la escasez (hasta 19,2% en Agosto 2013). En Febrero de este año, las autoridades económicas anunciaron la fijación del tipo de cambio oficial en Bs/US$ 6,30 (devaluación de 46,5%) y la eliminación del mecanismo SITME. En Marzo de este año, se anunció un nuevo sistema de subasta de divisas (SICAD) que no ha sido capaz de sustituir SITME y ha contribuido a mantener el tipo de cambio paralelo muy alto. Esto representa una depreciación del tipo de cambio de 153,2% desde el 28 de Diciembre de 2012. En ese ambiente, el superávit en cuenta corriente de Venezuela se redujo a solo US$ 3,3 millardos (cuando llegó a US$ 9,4 millardos en el 1S12). El superávit comercial, por su parte, mostró la misma tendencia ya que cayó a US$ 17,1 millardos debido a que las exportaciones e importaciones totales fueron US$ 44,6 y 27,5 millardos, respectivamente (cuando fueron US$ 49,4 y 26,8 millardos en el 1S12). El comportamiento de las exportaciones fue consecuencia de la reducción en los volúmenes de exportación de petróleo. Las importaciones totales, sin embargo, mantuvieron su dinamismo. Las reservas internaciones en el Banco Central, por su parte, se redujeron a US$ 22,4 millardos al 24 de Septiembre (con muy bajas reservas operativas líquidas de aproximadamente US$ 1,7 millardos) que están afectando la di- námica del comercio internacional. Los cambios en las condiciones económicas de Venezuela afectaron el intercambio comercial con Italia. Durante el 1S13, el superávit comercial para Italia (o el déficit comercial para Venezuela) llegó a US$ 0,4 millardos (€ 0,3 millardos) cuando fue US$ 0,5 millardos (€ 0,4 millardos) en el 1S12. Ello fue el resultado de caídas tanto en las importaciones de Venezuela provenientes de Italia (o las exportaciones de Italia hacia Venezuela) como en las exportaciones de Venezuela hacia Italia (o las importaciones de Italia provenientes de Venezuela), siendo más importante la reducción de las primeras que de las segundas. 2. Potencial Económico y Comercial A pesar de las características del escenario económico actual, Venezuela tiene un inmenso potencial económico. Las inversiones requeridas en el sector energético (incluyendo petróleo, gas y electricidad) anticipan un ambiente económico positivo en el futuro próximo. Adicionalmente, las nuevas relaciones regionales y el acuerdo con China mejorarán el contexto económico de Venezuela. Con relación al sector petrolero, el Plan Siembra Petrolera 2005 define la política petrolera de Venezuela hasta el 2030, incluyendo los proyectos de la Faja del Orinoco y la exploración del Gas Natural. Se espera que la producción petrolera Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 61 Quaderni di Casa America 61 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO y de gas aumente hasta 5,8 MBD (de 3,0 MBD) y 11,5 MPC (de 6,3 MPC), respectivamente. Ello requerirá inversiones de US$ 48,0 millardos en los próximos 6 años. En el sector eléctrico, la demanda local está creciendo más rápido que la oferta potencial. Ello implica una inversión anual de US$ 9,0 millardos para mantener el ritmo con la tendencia de la demanda actual. Dichas inversiones estarán dirigidas a generación y distribución. Sin embargo, inversiones en transmisión también son necesarias. Adicionalmente, Venezuela fue recientemente aceptada como miembro formal de MERCOSUR (31 de Julio de 2012). Esto mejorará las relaciones comerciales de Venezuela y el flujo de bienes y servicios entre los países miembros (principalmente Brasil y Argentina) y otros países, como: Chile, México, Israel, Egipto y Sudáfrica. En esencia, todos los miembros de MERCOSUR tendrán que instrumentar políticas comerciales coordinadas para incrementar el comercio regional. Venezuela, por otra parte, ha firmado acuerdos bilaterales con Colombia, Perú, Bolivia y Ecuador (antiguos socios de la Comunidad Andina de Nacionales). En el caso del acuerdo con Colombia, dicho acuerdo comenzó el 19 de Octubre de 2012 con libre comercio para 91% de los productos. En este nuevo marco internacional, el potencial económico de Venezuela puede alcanzarse. Los sectores beneficiados serán comercio, transporte y servicios como consecuencia del desarrollo de los proyectos energéticos y las crecientes relaciones comerciales. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 62 62 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Las coordenadas de una renovada relación entre Venezuela e Italia en el marco de la gestión universitaria angelo muSaIo CAPO SERVIZIO - SERVIZIO SUPPORTO ALLE STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA Este artículo quiere representar el estado de la actual cooperación entre Venezuela y la Universidad de Génova, a nivel de gestión universitaria, con especial referencia a los proyectos conjuntos realizados en el marco del programa ALFA, patrocinado por la Comisión Europea. La Universidad de Génova y la Universidad Simón Bolívar de Venezuela, por medio del Servicio de Soporte para las Estrategias Internacionales, participan en el proyecto“Towards Sustainable Financial Management of Universities in Latin America – SUMA” que es financiado en el marco del programa ALFA. Ese programa pretende crear estrategias de conocimiento que permitan la sostenibilidad financiera de las Universidades en América Latina. Durante la última década, en efecto, Latinoamérica experimentó dramáticos cambios económicos y financieros que afectan al gasto del sector público en educación. La región asigna menos importancia a los presupuestos gubernamentales para la educación superior en comparación con otras regiones. En menos de una década, las tasas de matrícula han aumentado enormemente, y por lo tanto las IES enfrentan la necesidad de diversificar sus fuentes de financiación para apoyar sus actividades misionales y adaptarse al entorno competitivo. Miembros del consorcio, ademàs de las Universidad de Génova y de la Universidad Simón Bolívar de Venezuela, son: Universidad Industrial de Santander, Colombia (coordinador del proyecto); Universidad Nacional del Litoral, Argentina; Universidad Mayor de San Francisco Xavier de Chuquisaca, Bolivia; Pontificia Universidad Católica de Río de Janeiro, Brasil; Universidad Viña del Mar, Chile; Instituto Tecnológico de Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 63 Quaderni di Casa America 63 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Costa Rica, Costa Rica; Universidad de La Habana, Cuba; Universidad Central de Ecuador, Ecuador; Universidad de El Salvador, El Salvador; Universidad del Valle de Guatemala; Universidad Nacional de Honduras; Instituto Tecnológico y de Estudios Superiores de Monterrey, Mèjico; Universidad Nacional de Ingeniería, Nicaragua; Universidad Católica Santa María La Antigua, Panamà; Universidad Nacional del Este, Paraguay; Pontificia Universidad Católica Perú; Universidad ORT Uruguay; Universidad de Alicante, España; FH Joanneum Gesellschaft mbH, Austria; Universitaet des Saarlandes, Alemania. SUMA se dirige a personal de las IES, estudiantes y sociedad que disfrutaran de un sistema de educación superior más sostenible y equitativo, entidades gubernamentales responsables de formular políticas de Educación Superior, al sector empresarial y a los líderes y gestores financieros de las IES de los 18 países de Latinoamérica que participan del proyecto. El objetivo de este proyecto, por lo tanto, es de promover la modernización de prácticas de gestión financiera y estrategias de diversificación de ingresos en Instituciones de Educación Superior (IES) de Latinoamérica, mejorar las capacidades humanas, organizativas y técnicas de las IES de Latinoamérica para aumentar la eficiencia en la gestión financiera y, por fin, promover la integración regional a través de la creación de una red de gestores financieros. La implementación de las actividades està clasificada en 3 fases principales: 1) estudios y sistematización de experiencia a nivel regional; 2) capacidad y consolidación a travès del desarrollo de materiales de formación; 3) networking y difusión; el objetivo en esta fase es difundir todos los resultados alcanzados en las fases anteriores a otros IES y a los actores políticos y gubernamentales de la región. Al mismo tiempo, se establecieron las bases para la creación de una red regional de gestores financieros, con el objetivo de dar continuidad al proyecto y ampliar la red de los socios. Un momento muy importante para la determinación de las coordenadas de una renovada relación entre la Universidad de Génova, Venezuela y las demàs universidades latinoamericanas fue la reciente Conferencia final de divulgaciòn. La conferencia, llevada a cabo los días 31 de julio y 1 de agosto de 2013 en San José, Costa Rica, tuvo como objetivo lo de promover un diálogo supranacional para la administración y sostenibilidad financiera de la educación superior. El evento se dirigiò a los tomadores de decisiones de Instituciones de Educación Superior, líderes y gestores financieros de las IES, gestores de fondos internacionales y stakeholders latinoamericanos y europeos. Los temas y subtemas tratados fueron esencialmente tres, es decir: 1) Eficiencia y eficacia en la gestión financiera de las Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 64 64 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO IES; 2) Diversas fuentes de financiamiento de las Instituciones de Educación Superior; 3) Los sistemas de información como apoyo a la gestión financiera; se subrayò la importancia de los diseños de sistemas de información financiera y de sistemas inteligentes o expertos como apoyo a la gestión, asì como el desarrollo de instrumentos de información integrada para la toma de decisiones. En esta fase final del proyecto, las universidades socias están implementando medidas para garantizar la sostenibilidad a medio y largo plazo de la iniciativa SUMA, entre las cuales recordamos la Red de Expertos. Esa red se creò en la plataforma LINKEDIN, la cual se utiliza mucho a nivel profesional para darse a conocer como profesional en su ámbito, para estar en contacto con otros profesionales, y para hacer grupos y compartir en novedades, eventos, trabajos etc. de interés común. En el Grupo SUMA (el link es el siguiente: http://www.linkedin.com/groups/SUMANetwork-Gesti%C3%B3n-Financiera-Sustentable-Universidades-4859742?trk=myg_ugrp_ovr) se registraron todos los socios para publicar noticias breves, iniciar debates, compartir publicaciones que considerasen de interés. Se promoviò tambièn el registro de los expertos considerados interesantes de otras universidades y organizaciones. La creaciòn de esa red fue un requisito para el cumplimiento del desarrollo del sitio web para la red y la creaciòn de bases de datos de expertos. La visibilidad dada por la herramienta risultò ùtil tanto a nivel personal como a nivel profesional. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 65 Quaderni di Casa America 65 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO La voce d’Italia del Venezuela maRISa baFIle CAPOREDATTRICE EUROPA DE “LA VOCE D’ITALIA” La Voce d’Italia, oggi uno dei pochi quotidiani italiani nel mondo, è nata nel lontano 1950 grazie alla tenacia di un giovane giornalista, Gaetano Bafile che, arrivato in Venezuela con un viaggio premio de Il Messaggero, giornale in cui lavorava, decise di restarci per dare informazione e sostegno alle migliaia di emigranti italiani che sbarcavano quotidianamente nel porto di La Guaira. I primi anni furono difficili ed entusiasmanti. Bafile li condivise con l’avvocato Attilio Cecchini e il sacerdote Padre Ernesto Scanagatta, tre persone unite da sogni e valori maturati nella Resistenza. Il Venezuela era un paese politicamente molto instabile, governi militari si alternavano con quelli civili e il Partito Comunista lavorava nella clandestinità. La Voce d’Italia doveva uscire nel 1949 ma, quando Bafile andò negli uffici governativi per sbrigare le pratiche burocratiche necessarie all’avvio del giornale gli fu negata l’autorizzazione dal momento che qualcuno lo aveva accusato di essere comunista. Un’accusa pericolosa in quegli anni e in quel Paese. Fu un umile operaio campano, che stava realizzando un lavoro presso la casa dell’allora Presidente Delgado Chalbod, che riuscì a fargli ottenere l’ambito permesso. Era già il 1950. Fu un successo fin dal primo numero. Gli italiani aspettavano il loro giornale con grande ansia e gli strilloni che lo vendevano per strada restavano immediatamente senza copie. Soprattutto quelli che battevano il porto e la piazza Bolìvar dove si svolgevano concerti all’aperto o proiezioni di film il cui pubblico in gran parte era italiano. La Voce d’Italia è cresciuta e si è evoluta con la nostra Collettività. Ne ha seguito e sostenuto battaglie importanti in difesa delle persone e dei loro diritti. Ha sempre favorito l’integrazione considerando ugualmente dannosi l’isolamento e l’assimilazione. Come diceva sempre Bafile, un giornale, anche piccolissimo, può diventare importante per il modo come incide sulla realtà dei suoi lettori di riferimento. Il grande pregio de La Voce d’Italia è quello Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 66 66 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO di aver avuto al timone un grande professionista ma soprattutto una persona con valori etici profondi. E così, a prescindere dalla linea editoriale che è sempre stata di centrosinistra, è diventato il giornale di tutti, una tribuna aperta in cui ciascuno ha potuto esprimere le proprie opinioni. Nel 1999 La Voce d’Italia diventa quotidiano dopo essere stato a lungo bisettimanale e sigla un accordo con il Corriere della Sera. I due giornali usciranno insieme per qualche anno. Nel 2008 è scomparso il direttore fondatore Gaetano Bafile e la direzione de La Voce d’Italia è stata assunta da suo figlio Mauro, laureato in Giornalismo con Master in Economia. Sarebbe davvero troppo lungo descrivere ora le tante campagne portate avanti da La Voce d’Italia per difendere i diritti dei nostri emigrati. Conviene invece soffermarsi un attimo sulle ragioni che rendono importante un giornale di emigrazione. Il pericolo dell’assimilazione nel mondo dell’emigrazione è sempre dietro l’angolo, vuoi perché si percepisce la necessità di sciogliersi e mimetizzarsi all’interno di una società che non guarda con occhi troppo favorevoli gli immigrati, vuoi perché i paesi di accoglienza sono invece tanto simili da rendere molto semplice la strada del radicamento. Tanto più facile è per le nuove generazioni che nascono e vivono lontane dall’Italia. Si rischia così di perdere quel valore aggiunto che ha ogni emigrato, una doppia lingua e una doppia cultura. Un giornale come La Voce d’Italia che fa dell’integrazione il suo cavallo di battaglia contribuisce a mantenere vive le due culture, a dare un’identità e un orgoglio di appartenenza ad una collettività, a creare vincoli di solidarietà ed unione tra persone che hanno una stessa storia. Le sue pagine sono inoltre la testimonianza storica, l’unica, di un percorso costruito con il lavoro, l’impegno, i successi e le frustrazioni di quelle centinaia di migliaia di donne e uomini che hanno cercato altrove ciò che l’Italia non era in grado di garantire. Le comunità senza un serio organo di stampa che le rappresenti, purtroppo, sono collettività mute e senza storia. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 67 Quaderni di Casa America 67 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Padiglione del Venezuela alla Biennale di Venezia maylyn lópez e patRIcIa VaRgaS AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA Traduzione di Maria Elena Riccio Breve Storia della Biennale Padiglione del Venezuela 1954-1956 Carlo Scarpa. Il Venezuela è stato il primo paese sudamericano a fare un padiglione nazionale alla Biennale. Il merito di questa iniziativa si deve fondamentalmente al pittore e architetto Garziano Gasparini (venezuelano naturalizzato di origine veneziana) che propose al governo di partecipare a questa manifestazione che a quel tempo era già riconosciuta come un’importante mostra di arte visiva a livello internazionale. A causa dell’impossibilità che Carlo Raul Villanueva (celebre architetto venezuelano) si occupasse del progetto, in quanto era già impegnato nella costruzione della città universitaria di Caracas (UCV) Gasparini convinse la Presidenza della Repubblica ad affidare nel 1953 il progetto del padiglione al suo primo professore di disegno architettonico Carlo Scarpa. Fu così che Gasparini venne inviato a Venezia e insieme al geniale architetto percorsero i giardini della biennale e scelsero il piccolo spazio rimasto tra il padiglione della Svizzera e quello dell’Unione sovietica. Il progetto di Scarpa venne approvato nel gennaio del 1954. L’edificio venne inaugurato i primi di ottobre ancora incompleto: il padiglione venne ultimato definitivamente nel 1956. Caratteristiche del padiglione Le principali caratteristiche spaziali e volumetriche dell’edificio, furono progettate da Scarpa sfruttando intelligentemente il piccolo spazio condizionato dagli alberi che limitavano l’area rimasta tra il padiglione della Svizzera e quello dell’URSS. Il progetto presentato da Scarpa descrive il padiglione articolato in tre sale: slittate una rispetto all’altra di forma sobria, due di queste elevate in altezza Carlo Scarpa riesce ad incorporare allo spazio chiuso e raccolto, il cielo e la natura circostante come fossero grandi quadri viventi. Allo stesso modo riuscì ad incorporare all’interno della sala Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 68 68 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO maggiore il cielo perturbato attraverso la tinta blu plumbea del soffitto. Nella sala minore invece il giallo intenso richiama il sole pomeridiano. Questo edificio di Scarpa è un capolavoro dell’architettura espositiva. Sfortunatamente subito dopo la sua inaugurazione ha cominciato a subire furti di “soliti ignoti”con l’asportazione della copertura in piombo, del basso rilievo in metallo raffigurante la mappa del Venezuela, del pannello girevole, delle panchine per le sculture. La proposta della Repubblica Bolivariana del Venezuela alla 55° Biennale di Venezia Un’estetica della sovversione Il Venezuela ha inaugurato a maggio 2013 il suo Padiglione alla 55° Biennale di Venezia, conosciuto anche come “il gioiello dei Giardini”, con la proposta“Arte urbana. Un’estetica della sovversione“. La Delegazione Venezuelana, composta dall’ambasciatore Julian Isaias Rodriguez Diaz, l’ambasciatrice del Venezuela presso la FAO Gladys Urbanjea e la Missione Diplomatica venezuelana presente in Italia hanno inaugurato lo spazio espositivo venezuelano. Nel suo discorso l’ambasciatore Rodriguez ha sottolineato “Caracas è la sesta città più grande al mondo con il maggior numero di arte urbana. Questa mostra mira a riconoscere una realtà pubblica, collettiva, sociale, artistica che attualmente contri- buisce a dare identità culturale urbana, multirazziale, eterogenea ad un’intera scena artistica attraverso la quale si esprimono e comunicano la maggior parte delle nostre città venezuelane”. Questo progetto espositivo, curato dal maestro Juan Calzadilla, noto ricercatore, poeta e artista venezuelano, ci conduce in una metropoli piena di colori, musica, giovani e creatività. Le opere esposte, realizzate da un gruppo di venezuelani, mostrano attraverso immagini, documentari visivi, gigantografie e mappe 2D un museo a cielo aperto che cattura lo spettatore e lo trasporta in una città Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 69 Quaderni di Casa America 69 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO attiva, viva e reale in modo originale e con connotati sociali. Il maestro Calzadilla afferma che con questo progetto crolla il mito di voler portare a Venezia l’artista più in auge nel panorama nazionale del momento. “Viene elevata a categoria di Arte Contemporanea una realtà e un fenomeno culturale di carattere locale e internazionale che rimanda, in campo artistico, non solo alla nobilitazione e reinterpretazione dello spazio urbano che si espande in modo incontrollabile giorno dopo giorno, ma dimensiona anche le condizioni che potrebbero portarci alla nascita di un grande immaginario museo della città del XXI secolo “. La terrazza del padiglione accoglie i visitatori con un grande murale. Una riproduzione di graffiti tradizionali in stile old school (vecchia scuola) insieme alle reinterpretazioni di elementi relativi alla nostra identità. La parola “Patamuna” che significa sovranità in lingua pemon, simboleggia la presenza delle culture indigene nel nostro essere venezuelani. Sulla parete accanto si apprezza un tipo di calligrafia propria della tradizione di graffiti 3D contenente la parola“Abyayala”originaria della cultura Kuna che rimanda alla grandezza del Sud America. Nell’antisala del Padiglione un murale di Simón Bolívar in occhiali da sole esprime quanto sia attuale il suo pensiero Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 70 70 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO tra i giovani non solo venezuelani, riappropriandosi in questo modo di codici popolari, portandoli negli spazi pubblici e al tempo stesso riaffermando i valori nazionali. La Sala Maggiore propone un percorso di tipo digitale del museo aperto che è la città e le diverse modalità di vedere quello spazio secondo i cambiamenti naturali della luce accompagnati da hip hop, musica creola e l’atmosfera tipica delle città. La Sala Minore proietta la combinazione di graffiti tradizionali. Una proposta di varietà e movimenti di animazione 2D che induce lo spettatore a contemplare il graffiti in una maniera diversa piena di luci e colore. Il gruppo venezuelano che partecipa alla 55° Biennale di Venezia comprende il curatore Juan Calzadilla, il Commissario Edgar Ernesto Gonzalez, i museografi Pedro Sanz e Clemente Martinez e ricercatori: Zuleiva Vivas, Felix Hernandez, Francisco Ardiles e Carolina Sanz. Critici d’arte, stampa e pubblico in ge- nerale hanno definito il padiglione venezuelano una proposta originale che offre una reale opportunità a centinaia di giovani che da diverse città esprimono attraverso la street art i problemi, al vissuto e alle speranze di un mondo che necessariamente deve dare spazio a questo mestiere . Il tema centrale della 55° Biennale di Arte di Venezia è “Il Palazzo Enciclopedico”, definito dal curatore Massimiliano Gioni una mostra sulle ossessioni e il potere rinnovatore dell’immaginazione. La Biennale resterà aperta fino al 24 novembre 2013. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 71 Quaderni di Casa America 71 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Il Sistema Venezuelano. Musica: espressione sublime di armonia e bellezza maylyn e. lópez AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA Traduzione di Maria V. Tirinato “Mostriamo ai nostri figli la bellezza della musica e la musica rivelerà ai nostri figli la bellezza della vita.” José Antonio Abreu José Antonio Abreu è l’ideatore e creatore del Sistema che in Venezuela ha dato origine in trent’anni a circa 400 orchestre sparse su tutto il territorio nazionale, inserendo nel mondo della musica centinaia di migliaia di giovani e aiutandoli nella maggioranza dei casi a riscattarsi da un futuro di degrado e violenza. È considerato ormai un genio, e un visionario. Un’opera, la sua, che dal Venezuela si diffonde rapidamente in tutto il mondo, tant’è che è stato candidato – ed è uno dei candidati più accreditati - al Premio Nobel per la Pace 2012, il cui vincitore sarà annunciato prossimamente, nonché si numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Ma qual è la concezione dell’orchestra di José Antonio Abreu? Quale il metodo che concepisce l’insegnamento solo attraverso il collettivo e non più il singolo individuo? Per il maestro venezuelano l’orchestra è una comunità che ha come caratteristica essenziale ed esclusiva, ed essa sola ha questa caratteristica, di essere l’unica che si costituisce con l’obbiettivo essenziale di unire persone al suo interno. Perciò, chi fa parte di un’orchestra inizia a vivere quella che viene chiamata concertazione, cioè la filosofia del gruppo che si riconosce come interdipendente, dove ognuno è responsabile di tutti e tutti sono responsabili di ciascuno. Ma perché riunirsi? Per generare bellezza. Chiunque, suonando, generi bellezza e armonia musicale, inizia a conoscere dentro di sé l’armonia essenziale: l’armonia umana. Ciò che solo la musica può comunicare all’essere Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 72 72 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO A sinistra il Maestro Abreu umano, è la rivelazione che trasforma, sublima e sviluppa dall’interno lo spirito dell’uomo. Più che una rivelazione una filosofia, che semina valori come la disciplina, lo stare insieme, l’onestà e la solidarietà. Per tantissimi venezuelani il maestro Abreu è un padre, una guida motivata, esigente e piena di saggezza. Ma quali sono i confini della musica? Oggi verifichiamo che non ci sono limiti quando si tratta di cultura e di musica. Nel 1970 Abreu riunì intorno a sé undici ragazzini e pazientemente insegnò loro a suonare musica cameristica e sinfonica. Aveva già in mente quel sistema mondiale che oggi, fortemente supportato dal governo del presidente Hugo Chávez Frías, è sotto gli occhi di tutti. Oggi, solo in Venezuela, 350.000 ragazzi studiano e vivono attraverso la speranza che la musica può donare. Dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda il Sistema si va estendendo a macchia d’olio. Ora è la volta dell’Italia, dove iniziano a sbocciare piccoli nuclei e dove Federcultura, sotto la spinta di Roberto Grossi, provvederà alla promozione e al coordinamento del Sistema, presieduto dallo stesso Antonio Abreu e dal Maestro Claudio Abbado. Un elogio all’Italia quello di José Antonio Abreu, ospite al Ravello Festival in occasione del debutto dell’Orchestra Giovanile di Caracas, e dove il Maestro venezuelano ha ricevuto il Premio “Ravello ai valori Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 73 Quaderni di Casa America 73 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO sociali della Cultura”, alla sua prima edizione, il giorno 15 settembre 2012. Abreu, insieme al presidente del Comitato per il Sistema di Orchestre in Italia, Roberto Grossi, ha annunciato l’imminente formazione di una orchestra di giovani italiani e venezuelani. “Non c’è nulla di più importante per il nostro progetto di espansione internazionale della collaborazione con l’Italia. Non dimentichiamo che l’Italia ha nella sua storia il primo esperimento musicale con persone disadattate. Fu Vivaldi, a Venezia, a dare vita all’orchestra della Pietà, la prima giovanile della storia, e la prima formazione musicale femminile”. E per il 2015 l’intero Sistema sarà all’Expo di Milano per celebrare l’accordo permanente di cooperazione e interscambio durante un’intera settimana. Investimenti in Educazione in Venezuela 10 % del PIL nazionale Sistema delle Orchestre del Venezuela 285 nuclei di insegnamento musicale 1500 cori a livello nazionale 400 Orchestre Sinfoniche in tutto il paese 350.000 bambini e bambine nel Sistema Nazionale di Orchestre Riconoscimenti al Maestro José Antonio Abreu 1993 Premio Internazionale di Musica IMC-UNESCO 1995 Ambasciatore in Missione Speciale per lo sviluppo di una Rete Globale di Orchestre Giovanili e Infantili e Cori 1998 Ambasciatori di Buona Volontà per l’Unesco 2001 Premio Right Livelihood Award 2004 World Culture Open Creative Arts Award 2007 Ordine del Sole Nascente, Gran Cordone in Giappone 2008 Premio Glenn Gould in Canada 2008 Premio Internazionale Puccini in Italia 2008 Membro onorario della Royal Philarmonic Society nel Regno Unito 2008 Membro onorario della Società della Beethoven-Haus in Germania 2008 Premio Príncipe delle Asturie per le Arti. Spagna 2009 Premio Cristal del Forum Economico Mondiale 2009 Polar Music Prize, riconosciuto dalla Reale Accademia Svedese di Musica 2010 Premio Erasmus. Ollanda 2012 Dottorato honoris causa dall’Istituto di Educazione dell’Università di Londra 2012 Premio “Città di Ravello ai Valori Sociali della Cultura” Premio Città di Ravello Il Maestro José Antonio Abreu, durante la consegna del Premio Città di Ravello, ha dichiarato: “Ricevere questo premio costituisce un esimio onore per la grandezza dell’impegno etico e umano che Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 74 74 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO esso rappresenta. Dedico il premio a tutti gli educatori pieni di abnegazione, che con ammirevole solidarietà e fede ferma mi hanno accompagnato nella costruzione del Sistema Nazionale di Orchestre e Cori Giovanili e Infantili del Venezuela. Siamo riusciti a restituire la dignità, attraverso la musica, a migliaia di bambini a rischio nelle strade, a bambini delle scuole, bambini con differenti disabilità e anche ai giovani reclusi che apprendono l’arte della musica mentre guardano con ansia al loro reinserimento nella comunità, attraverso la musica. Il Sistema nel mondo In più di 25 paesi sono stati creati programmi di educazione musicale che se- guono il modello venezuelano: Argentina, Australia, Austria, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Scozia, Stati Uniti, Guatemala, Honduras, Inghilterra, Italia, Giamaica, India, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Portogallo, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Trinidad e Tobago, Uruguay. Il Sistema ha ispirato l’OEA nella promozione, fra l’altro, dell’Orchestra Giovanile delle Americhe, del Programma di Orchestre per i Giovani a Rischio nei Caraibi nel 2009, e della Sinfonica Giovanile Iberoamericana. Fonte. Fesnojiv- Venezuela Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 75 Quaderni di Casa America 75 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Il cacao venezuelano. Tradizione, sapore ed aroma del popolo di Chuao edgaR gonzáleS AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA Traduzione di Francesca Ciaralli “Quando diciamo cioccolata, diciamo pure cacao, certamente, e quando diciamo cioccolata diciamo prima di tutto la gente che coltiva il cacao, la gente che ha l’esperienza accumulata da più di 500 anni nella produzione del cacao, solo che adesso veniamo con un progetto che non è per niente schiavista ma liberatore….” Hugo Chávez Frias Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela 22/05/2004 Un frutto dell’America tropicale È stato comprovato che da sempre l’albero del cacao è nato e cresciuto in terre venezuelane. Il suo frutto è stato coltivato e utilizzato dalle comunità in- digene dai tempi precolombiani come alimento e per fini religiosi nei culti ai loro dei. Molti scienziati affermano che l’origine dell’albero del cacao si trova nell’America del Sud, nella conca del fiume Orinoco o del fiume Amazonas e da lì iniziò ad estendersi fino al sudest del Messico. Quello che ha avuto inizio ai tempi della colonia è stato la sua commercializzazione, diventando un prodotto molto richiesto nei mercati europei, americani e asiatici. Il suo impiego in diverse applicazioni è stato un contributo dell’indigeno venezuelano alla cultura d’Occidente. Il Cacao di Chuao, è stato considerato per secoli come il migliore del mondo ed il preferito nelle formule dei maestri produttori di cioccolata delle grandi metropoli per il suo aroma ed il suo gusto speciale. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 76 76 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO La coltivazione del Cacao in Venezuela Dalla fine del XVI secolo, le piantagioni si sono estese per tutta la costa di Caracas nelle antiche Hacienda di cacao e che in questo momento sono centri di coltivazione ecologica. Nel XVII secolo, il Venezuela era diventato a essere il primo Paese produttore di cacao al mondo. Così si sono creati “i grandi cacao”, una classe mercantile ed agricola che ha spinto l’economia venezuelana fino ai successi indipendentisti. Considerando l’importanza che avevano i produttori di cacao, è nata l’abitudine di chiamare quelli che erano benestanti e si vantavano di fortuna, “gran cacao”. Il cacao venezuelano si ricava dall’albero del tipo criollo che ha eccellenti qualità aromatiche. Da lì derivano le varietà chiamate “Maracaibo”, “Chuao” e “Coroni”, che si vendono a un prezzo più alto per essere cacao d’altissima qualità. Questo genere rappresenta il 5% del totale di grani di cacao coltivati mondialmente. D’altro canto il 95% della richiesta internazionale è coperta dalla produzione dei Paesi africani, asiatici e latinoamericani siti dentro la linea equatoriale. Il cacao di Chuao deve la sua qualità al fatto che le sue caratteristiche chimiche, fisiche e organiche sono solo possibili nell’altitudine, temperatura, umidità e clima propri di quel sito esatto delle coste del Venezuela: se prendiamo un seme del cacao di Chuao, e lo seminiamo in un altro posto del Paese, il frutto non avrà la stessa qualità per quanto riguarda l’aroma ed il gusto. Esistono altre piantagioni distribuite in tutto il Paese, Oriente (Sucre ed il Delta); Centro (Mirando e Aragua) e Occidente (Barinas, Zulia, e Tachira). Prima dell’arrivo del petrolio nell’economia venezuelana, il cacao venezuelano faceva il giro del mondo conquistando con il suo aroma e la sua qualità i più esigenti consumatori di questo prodotto originario dell’Amazzonia Venezuelana”. La comunità di Chuao, una caso unico al mondo Uno degli usi più conosciuti del cacao è come materia prima per l’elaborazione della cioccolata, però in pochi sanno che dietro questa golosità, forse la più ambita e richiesta nel mondo, si trova un nobile frutto di solchi profondi. Il popolo di Chuao grazie al suo isolamento geografico, ha saputo mantenere la sua cosmogonia e modo di fare, riprodurre e dare significato alla vita. È una comunità discendente dagli schiavi africani che lavoravano la coltivazione del cacao e sono orgogliosi delle loro origini afro-venezuelano. Nell’attività di coltivazione e raccolta della vendemmia del cacao partecipa tutto il popolo come attività collettiva, famiglie e vicini di casa sono attori nell’essiccazione dei chicchi di cacao nel colore dei chicchi e nelle condizioni climatiche per eseguire questo lavoro. L’Hacienda Chuao presenta una testi- Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 77 Quaderni di Casa America 77 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO monianza eccezionale e unica, integrando la produzione del cacao con festività e tradizioni religiose all’interno di un ambiente dall’architettura incontaminata che l’hanno fatto conoscere a livello mondiale per il suo famoso cacao. Chuao, è un riassunto della storia coloniale del Venezuela. Quest’ambiente naturalistico facilita la conservazione della diversità biologica delle piantagioni di cacao cha hanno un alto valore genetico. Il cacao Crollo è riconosciuto per la sua qualità e la Hacienda Chuao è il luogo più noto per la sua conservazione “in situ”. Immerso in questo mondo magico, si proteggono le tradizioni culturali uniche della costa caraibica sudamericana. Il tangibile ed Intangibile della Cultura del Cacao di Chuao Uno dei valori più noti di questa zona geografica del centro del Paese, è la so- pravivenza della cultura viva, di radici profonde, manifestata tramite la musica e la danza con cui la popolazione locale accompagna le sue principali festività. Nell’hacienda cacaotera di Chuao esiste una delle popolazioni con una grande ricchezza culturale nelle manifestazioni della cultura tangibile e intangibile basata nelle sue tradizioni che risalgono all’epoca della Colonia più di 430 anni fa. Le tradizioni e le manifestazioni collettive si mantengono e la maggior parte di esse sono strettamente legate al ciclo di coltivazione del cacao. Cosi, le tre vendemmie dell’anno hanno nomi collegati a festività religiose: la pascuera, a novembre e dicembre, la cuaresmera nelle date vicino pascua e finalmente la sanjuanera che sarebbe la vendemmia grande di cacao durante la stagione della pioggia, il cui nome deriva dalla coincidenza con le festività di San Giovanni Batista nei mesi di giugno-luglio. Le tradizioni Vive di Chuao L’immaginario di una comunità il cui centro è il cacao ricrea l’energia della fertilità. È per questo che tutti i suoi festeggiamenti e manifestazioni tradizionali di carattere sociale sono impregnati di quel sentimento mistico-religioso, che tramite la fede cerca di ricevere le benedizioni della natura, rappresentate nell’aumento delle vendemmie e il numero di frutti delle piantagioni di cacao. In ognuna di loro il frutto è presente come un elemento di rito e offertorio: Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 78 78 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Veglia della Croce di Maggio, Corpus Christi Diablos danzantes de Chuao, Festa di San Giovanni Bautista. Lo sviluppo endogeno del cacao in Venezuela Il Governo Bolivariano ha sviluppato programmi e politiche per la creazione di nuclei endogeni dedicati alla ricerca, coltivazione ed elaborazione di questo prodotto nazionale. Con l’obiettivo di arrivare a produrre il 50% dell’esportazione mondiale, diventando grandi concorrenti, con un chicco di cacao Criollo di eccellente qualità. Per accomunare gli sforzi e rinforzare la genetica e la varietà del cacao criollo, il Consiglio nazionale di Ricerche Scientifiche e Tecnologiche della Repubblica Bolivariana del Venezuela (CONICIT), ha preso contatto con i principali centri di ri- cerca scientifica e tecnologica delle regioni strategiche produttrici di cacao dove si sta implementando il programma di sviluppo endogeno sostenibile “Agenda Cacao”. L’industria nazionale del cacao conta con diciotto imprese e una capacità di produzione di 15.000 tn/l’anno, il quale rappresenta la metà del rendimento della media mondiale. Da questa produzione il 69,4% è commercializzato nel mercato internazionale, il 30% è destinato all’industria nazionale e la percentuale rimanente è processata dall’industria manifatturiera artigianale del Paese. Tutto il cacao che esporta il Venezuela è considerato cacao aromatizzato d’altissima qualità, per questo il Governo ha sviluppato politiche focalizzate a recuperare l’immagine ed il protagonismo di questo prezioso e desiderato frutto dell’America tropicale. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 79 Quaderni di Casa America 79 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Venezuela un mondo di emozioni da condividere hÉctoR abad AMBASCIATA DEL VENEZUELA IN ITALIA Conosci il Venezuela: porta d’ingresso alle bellezze uniche ed esuberanti del continente sudamericano, il Venezuela si mostra come un paradiso tropicale dalle virtù infinite che abbagliano gli amanti della natura, mescolando montagne, foreste, pianure, spiagge e deserti, in una tela dai mille colori illuminata dalla flora e dalla fauna che annunciano una primavera eterna. Con una posizione geografica privilegiata che affascina tutti gli sguardi, il Venezuela è un capolavoro della natura. Grazie al contributo del Ministero del Potere Popolare per il Turismo (Mintur), il Governo Bolivariano fa diventare realtà i sogni dei viaggiatori locali e stranieri, grazie al lavoro effettuato da Venezolana de Turismo (Venetur), l’operatore turistico più grande del Paese, che offre la più grande quantità di hotel e di servizi, situati in zone strategiche vicino alle principali attrazioni naturali ed urbane del Paese. Il Venezuela è un paese dalle multiple sfaccettature, caraibico, andino, atlantico e amazzonico, - grande per estensione il doppio dell’Italia, è un paese che offre una varietà infinita di colori. A differenza di quanto si crede, il Venezuela ha una rete di infrastrutture e servizi ben sviluppata, e strutture alberghiere di diverso livello. Un numero in crescita costante, grazie al supporto degli enti turistici e del governo Bolivariano del Venezuela, che facilita gli investimenti da parte di operatori nazionali e internazionali, cercando di coprire al 100% la domanda turistica. Tra le nicchie di mercato in voga, il turismo d’avventura e di spiaggia è forse quello più amato dagli italiani, soprattutto tra i giovani, favorito dalla fantasiosa orografia del territorio venezuelano: dalla Selva Orinoquia alla Cordillera delle Ande, dai fiumi paludosi alle savane, senza dimenticare i 43 parchi nazionali e i 21 monumenti naturali, che occupano complessivamente il 45% del territorio. Le Sentinelle del Mondo perduto. Con un’altezza di circa un chilometro, il Salto Angel, (Kerepakupai-Merú), è Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 80 80 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO la cascata più alta del mondo, e corona le giungle che coprono una delle più antiche formazioni geologiche del pianeta. Contemplarlo allenta le redini della fantasia. Si tratta di un frammento di vita, protetta da imponenti Tepuyes, che guardano verso il cielo con grande orgoglio, affrontando quelli che si immergono nelle loro radici, per ammirare quello che a malapena si riesce a capire: il segreto delle nostre origini. Canaima National Park è una delle sentinelle più preziose del mondo perduto, dove il tempo perde il diritto di essere, di fronte alla maestosità che diffonde verso ogni punto cardinale. Un corallo da sogno: divertimento dentro e fuori dall’acqua. Situato tra Anzoátegui e lo Sato Sucre, il Parco Nazionale di Mochima è tra le maggiori riserve di biodiversità che si trovano in Venezuela. Oltre l’80% delle sue acque provengono dal Mar dei Caraibi; ospita numerose specie che possono essere ammirate dagli amanti della pesca subacquea. Potrebbe definirsi come il sito preferito di numerose specie di tartarughe e uccelli, per la nidificazione e l’alimentazione. Con le sue acque turchesi e la sabbia calda, Mochima possiede un magnifico gruppo di isole e spiagge, naturalmente colorate dalle barriere coralline che emergono all’interno delle sue acque, conferendo magnifici colori alle sabbie multicolori di alcune delle sue spiagge. Sole, delfini, balene e acque generose. Tutto questo è Mochima. Sogno Blu un ricordo che rimane nell’anima. Grazie alla sua grande varietà di specie di terra e di mare che convivono nel suo ecosistema, Los Roques è una delle mete preferite del mondo dei turisti che amano la biodiversità e l’ecologia. Tutte le sue isole, le insenature e le spiagge di sabbia bianca, possiedono il fascino del Mar dei Caraibi e la semplicità della perfezione. Le varie sfumature di blu turchese emergono dalle sue acque, come una tavolozza dai colori vivaci, facendo di questa avventura un’esperienza indimenticabile. Questo paradiso si trova in Venezuela, il suo nome è Los Roques. Un regalo sublime della natura squisita bontà del Mar dei Caraibi. Situato tra le città di Tucacas e Chichiriviche, nel nord-est del Venezuela, nello Stato Falcòn, il Parco Nazionale di Morrocoy è uno dei più bei siti che ci offre la natura. Acque cristalline, spiagge bianche, animali selvatici e una vasta gamma di barriere coralline si mescolano in un’equazione perfetta, una squisita bontà del Mar dei Caraibi. Gustare un cocktail di gamberi e aragoste in riva al mare in uno dei suoi isolotti vergini, o imparare a conoscere questo paradiso al centro del Venezuela, è una memoria che non dovrebbe Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 81 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Laguna di Mucubaji: Cordigliera delle Ande. Stato di Merida. Venezuela Pianura venezuelana. Stato di Apure 81 Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 82 82 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO mancare nella collezione dei viaggi indimenticabili. Vivete l’esperienza di questo meraviglioso viaggio attraverso un vero e proprio paradiso tropicale. Piuttosto che una spiaggia, è una bellissima avventura. La costa dello Stato Sucre, offre un menu vario di spiagge, di cui due in particolare rubano il respiro dei propri visitatori: Playa Medina e Playa Pui Pui. Ancorata nella penisola di Paria, offre ai suoi visitatori bellissime foreste pluviali, splendidi percorsi lungo le strade tortuose, modeste case con i fiori nei giardini, ed un popolo geloso della sua terra ma generoso di condividerla con chi la visita. Uomini e donne di carnagione color cacao, e acque minerali provenienti dall’interno delle sue terre, terra di benedizioni. Tanto divertimento tutto il giorno. Un’ isola che possiede tutto. Situata a nord-est del Venezuela, questà, isola paradisiaca dei Caraibi offre ai visitatori numerose alternative per l’intrattenimento e il tempo libero. Circondata da spiagge bellissime, l’Isola Margarita può trasformare le vostre vacanze in un’esperienza unica. Al Mercato di Conejero, è possibile acquistare artigianato tipico e degustare i migliori piatti della regione, tra piccoli e pittoreschi chioschi gestiti dai residenti locali sempre disponibili e disinvolti. Se siete amanti dello shopping, Santiago Mariño e via 4 de Mayo Playa Manzanillo: Margarita. Stato di Nueva Esparta. Venezuela a Porlamar, sono tra le diverse alternative per chi cerca quel dettaglio speciale ai prezzi di un porto libero. L’Isola di Coche, Playa Zaragoza a Pedro Gonzàles, Playa el Yaque, sono alcune delle meraviglie naturali disponibili per voi nella perla dei Caraibi. Per maggiori informazioni potete contattare: l’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuea presso la Repubblica Italiana, ai seguenti recapiti; tel 068079797, Fax. 068084410 Email: embaveit@ambavene.it pag web: www.ambavene.it MINTUR Ministero del Potere Popolare per il Turismo, Dott. Gerard Gonzalez, Direttore Generale per la Cooperazione Nazionale ed Internazionale, ai seguenti recapiti: + 0058 -(212) 20848980 2084828 www.mintur.gob.ve In Venezuela troverete • La più alta cascata del mondo: Salto Ángel o Kerepakupai-Merù Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 83 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Campamento Parakaupa. Laguna di Canaima. Parco Nazionale di Canaima. Venezuela. Arcipelago di Los Roques. Venezuela. Mare dei Caraibi. Conformato da 50 isole coralline e piu di 200 banchi di sabbia di origine coralline. 83 Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 84 84 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Riva del fiume Orinoco il secondo più grande del continente. Venezuela Sarisariñama. Stato di Amazonas. Venezuela Salto Aponguao. Parco Nazionale di Canaima. Venezuela Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 85 Quaderni di Casa America 85 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO proibito dalla legge, la richiesta di questi oggetti mette a repentaglio la sopravvivenza delle specie. Salto del Angel: Parco Nazionale di Canaima. Venezuela • Il lago più grande del Sudamerica: quello di Maracaibo • Il terzo fiume più lungo del Sudamerica: l’Orinoco • La funivia più alta e lunga del mondo: quella di Mérida • Le rocce più antiche del pianeta: il Massiccio della Guiana • 43 Parchi Nazionali e 21 Monumenti Naturali • Fosa di Orocual: Il deposito fossilifero più grande del mondo situato in un giacimento di asfalto. Raccomandazioni per i visitanti • Evitate di disturbare la vita degli indigeni e l’ecosistema, esigendo queste condizioni alla vostra guida o tour operator. • Non comperate artigianato che contenga parti di animali quali piume, becchi, artigli o pelli. Oltre ad essere Il Venezuela è un paese dall’enorme potenziale turistico. Pochi paesi del continente e del mondo possono offrire questa diversità di paesaggi e destinazioni (spiagge, montagne, pianure, foreste, dune, vette innevate), un clima gradevole e una posizione geografica privilegiata. Inoltre, il paese caraibico offre il sapore di una ricca gastronomia locale (bisogna assaggiare almeno le arepas, le empanadas, i tequeños, le hallacas, il pan de jamón, l’asado negro e il pabellón, piatto nazionale), il ritmo e l’allegria di musica e danze tradizionali, dal joropo ai tambores, una storia civile fatta di gesta indipendentiste, leggende popolari e costumi di un popolo ospitale e multietnico. Visita il Venezuela, conoscerlo è la tua meta. Playa Aragua. Stato di Aragua. Mare dei Caraibi. Venezuela Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 86 86 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Fondazione Casa America un ponte tra le culture latino-americane e italiana La Fondazione Casa America, sotto la guida del presidente Roberto Speciale, svolge dal 2000 un’intensa attività di approfondimento, scambio culturale e ricerca sui temi storici, artistici, politici, economici, sociali, scientifici e di attualità che uniscono l’Italia all’America Latina. Per fare questo la Fondazione organizza, presso la propria sede di Villa Rosazza, o in altri siti di Genova e d’Italia, settimane e giornate culturali dedicate a specifici temi o singoli paesi, recital musicali, mostre fotografiche, pittura e di altre forme artistiche, incontri con personalità della cultura, della politica, delle realtà sociali ed economiche dell’America Latina, convegni e studi sull’emigrazione italiana e su quella più recente proveniente da numerosi paesi latinoamericani. Queste non sono che alcune delle occasioni di conoscenza e approfondimento offerte dai programmi della Fondazione Casa America. Al contempo Fondazione Casa America svolge anche ricerche su tematiche di attualità. Tutto ciò avvalendosi della collaborazione del suo Comitato Scientifico, composto da professori universitari ed esperti che con il loro contributo di conoscenze e proposte coadiuvano la Fondazione nella progettazione e nello svolgimento della attività. Recentemente la Fondazione Casa America ha collaborato, con diversi altri soggetti, all’organizzazione della manifestazione “Cile quarant’anni dopo” che per tutto il mese di settembre ha animato, con diverse iniziative, la città di Genova. Casa America, in particolare, ha ospitato la conferenza stampa di Carolina Tohá, Sindaco di Santiago del Cile e figlia di uno stretto collaboratore di Salvador Allende, e la mostra fotografica a di murales dell’artista cileno Eduardo“Mono”Carrasco“Salvador Allende: un hombre, un pueblo”. L’11 ottobre si è poi tenuto a Villa Rosazza un incontro pubblico sull’attuale situazione del Cile con l’ambasciatore cileno Oscar Godoy Arcaya, l’ex Sottosegretario agli Esteri Donato Di Santo e il senatore cileno José AntonioViera-Gallo. A settembre, dal 17 al 19, Casa America ha organizzato le Giornate del Costa Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 87 Quaderni di Casa America 87 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Rica, tre giorni di incontri, conferenze, svolte in collaborazione con l’Ambasciata di questo Paese e di diverse istituzioni pubbliche genovesi: la Camera di Commercio, l’Autorità Portuale e l’Università. Fondazione Casa America, in collaborazione con l’Ambasciata del Venezuela a Roma e l’Ambasciata venezuelana presso la FAO, organizzerà, dal 6 all’8 novembre, presso la sede di Fondazione Casa America alcune giornate culturali con conferenze, proiezioni di film e una mostra fotografica. Membri del Consiglio d’Amministrazione: On. Roberto Speciale; amb. Giorgio Malfatti di Monte Tretto, Segretario Generale IILA Istituto Italo-Latino Americano; Federico Massone, LPL Italia; Luigi Merlo, Presidente Autorità Portuale di Genova; Angelo Berlangieri, Regione Liguria; amb. Bernardino Osio; Piera Ponta, Confindustria Genova, Provincia di Genova; prof. Victor Uckmar, Presidente Società Italia-Argentina. Cariche statutarie Presidente: Roberto Speciale, Vicepresidente: Victor Uckmar Membri del Comitato Scientifico: Per l’Università di Genova: Giacomo Deferrari, rettore; Gabriella Airaldi, Storia Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 88 88 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Medioevale, Facoltà di Lettere e Filosofia; Alberto Capacci, Geografia Politica ed Economica, Facoltà di Scienze Politiche; Giuliano Carlini, Sociologia dei Rapporti interculturali, Facoltà di Scienze Politiche; Paolo Comanducci, preside Facoltà di Giurisprudenza; Pier Luigi Crovetto, Letteratura e Cultura Spagnola, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere; Amina Di Munno, Letteratura Portoghese, Facoltà di Lingue e Letterature straniere; Anna Maria Lazzarino Del Grosso, Storia delle Dottrine Politiche, Facoltà di Scienze Politiche; Adele Maiello, Storia Contemporanea, Facoltà di Scienze Politiche; Augusta Molinari, Storia Contemporanea, Facoltà di Scienze della Formazione; Franco Praussello, Economia Internazionale, Facoltà di Scienze Politiche; Giancarlo Rolla, Diritto Costituzionale, Facoltà di Giurisprudenza; Giovanna Rosso del Brenna, Archeologia Industriale, Facoltà di Lettere e Filosofia; Franco Sborgi, Storia dell’Arte Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia; Francesco Surdich, Storia delle Esplorazioni e delle Scoperte Geografiche, Facoltà di Lettere e Filosofia Chiara Vangelista, Storia dell’America Latina, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Marco Cipolloni, Lingue e Letterature Ispanoamericane - Università di Modena e Reggio Emilia; Federico Di Roberto, Consigliere diplomatico Regione Liguria; Marco Ferrari, giorna- lista; Maurizio Gidoni, Confitarma Fedarlinea per la Ricerca; Danilo Manera, Letteratura Spagnola Contemporanea e Cultura Spagnola, Università di Milano; Felice Migone, Presidente Associazione dei Liguri nel Mondo; Sandro Pellegrini, storico; Agostino Petrillo, Sociologia Generale, Politecnico di Milano; Mario Sartor, Storia dell’Arte Latinoamericana Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Udine; Giovanni Rainisio, Circolo Manuel Belgrano di Imperia José Luis RhiSausi, Direttore esecutivo del CeSPI (Centro Studi di Politica Internazionale) di Roma; Carlo Secchi, Direttore ISLA di Milano; Pietro Tarallo, giornalista; Maddalena Tirabassi, Direttore scientifico AltreItalie, Direttore Centro Altreitalie; Andrea Torre, Direttore Centro Studi Medì - Migrazioni nel Mediterraneo; Gian Carlo Torre, storico e collezionista dell’ex libris. Carlotta Gualco, coordinatore delle attività Il senatore a vita Paolo Emilio Taviani (1912 - 2001) studioso e conoscitore dell’America Latina, esperto su Cristoforo Colombo è stato Presidente Onorario della Fondazione Casa America. Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 89 Quaderni di Casa America 89 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Giornate del Venezuela 6 NOVEMBRE – ORE 11,00 PRESSO UNIVERSITÀ DI GENOVA (VIA BALBI, 5) La nuova Costituzione del Venezuela MERCOLEDÌ - saluto delle Autorità e delle Istituzioni - introduzione Paolo Comanducci, preside della Scuola di Scienze Sociali, Università di Genova - ne parlano Carlo Amirante, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli; Eduardo Rozo Acuña, ex rettore dell’Università di Urbino e autore del libro Le Costituzioni dell’America Latina - Saranno presenti gli Ambasciatori Julian Rodriguez e Gadys Urbaneja, Roberto Speciale, presidente Fondazione Casa America, e il professor Giancarlo Rolla, ordinario di diritto costituzionale 6 NOVEMBRE – ORE 17,00 FONDAZIONE CASA AMERICA MERCOLEDÌ PRESSO - Inaugurazione della mostra fotografica e presentazione della rivista “Quaderni di Casa America”, dedicate al Venezuela Roberto Speciale, presidente Fondazione Casa America; Julian Rodriguez Diaz, ambasciatore del Venezuela in Italia Conferenza di Gladys Urbaneja Duran, Ambasciatrice delVenezuela presso la FAO 7 NOVEMBRE ORE 17,00 PRESSO FONDAZIONE CASA AMERICA - incontro pubblico Presenza italiana in Venezuela da Colombo, Bolívar ai giorni nostri GIOVEDÌ - intervengono Gabriella Airaldi, Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università di Genova Francesco Surdich, Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università di Genova Franco Sborgi, Dipartimento di Italianistica, Arti e Spettacolo dell’Università di Genova VENERDÌ LA 8 NOVEMBRE MATTINA PRESSO CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA - Incontro tra l’Ambasciata del Venezuela, la Camera di Commercio e le aziende liguri venerdì 8 pomeriggio presso Fondazione Casa America Ambiente, cultura e turismo - Proiezione di filmati turistici sul Venezuela e di un film storico venezuelano - saluto delle Autorità e delle Istituzioni Pietro Tarallo, giornalista e autore di numerose guide turistiche Mauro Giorgio Mariotti, Polo botanico Hanbury dell’Università di Genova Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 90 90 Quaderni di Casa America VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Corsi di lingua dell’Associazione Amici di Casa America L’Associazione Amici di Casa America organizza corsi di spagnolo, portoghese e inglese tenuti da docenti madrelingua laureati che utilizzano il metodo comunicativo. I corsi collettivi suddivisi in vari livelli sono offerti a gruppi di massimo 12 persone e hanno inizio nel mese di ottobre e febbraio e terminano a giugno di ogni anno prevedendo moduli di 30 o 60 ore. lIngua Spagnola (4 livelli: principiante – intermedio – avanzato – conversazione e cultura) lIngua poRtogheSe (3 livelli: principiante – intermedio – avanzato) lIngua IngleSe (livello principiante) Inoltre l’Associazione organizza corsi di italiano per stranieri suddivisi in moduli mensili e ripetibili della durata di 12 ore ciascuno. Sono previsti anche: Corsi individuali di spagnolo e portoghese Corsi presso le aziende e le scuole di spagnolo e portoghese Corsi di preparazione ai diplomi D.E.L.E. Servizio traduzioni e interpretariato (italiano – spagnolo – portoghese) Accesso riservato ai soci alla biblioteca e alla videoteca con servizio prestito per tutte le informazioni potete rivolgervi alla segreteria della Associazione Amici di Casa America, aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 presso Villa Rosazza, sede della Fondazione Casa America o telefonando allo 010 2518972 - 010 2518368. associazione@casamerica.it - www.casamerica.it Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 91 Quaderni di Casa America 91 VENEZUELA - ITALIA. STORIA, ATTUALITÀ, FUTURO Abbonarsi alla rivista Quaderni di Casa America Caro lettore, Le chiediamo di sottoscrivere uno o più abbonamenti alla rivista Quaderni di Casa America. Ogni contributo ci è indispensabile per dare continuità alla nostra pubblicazione. La Fondazione Casa America pubblica dal 2008 la collana Quaderni di Casa America dedicata a singoli paesi o temi di riflessione che uniscono l’Italia all’America Latina. tIpologIe dI abbonamento - Abbonamento annuale 50 euro - Abbonamento annuale sostenitore 100 euro modalItà: - Pagamento diretto presso la sede della Fondazione Villa Rosazza – Piazza Dinegro 3 - Bonifico bancario sul conto corrente 15190.80 intestato a Fondazione Casa America IBAN It40o0617501402000001519080 presso Banca Carige. In caso di bonifico, si prega di comunicare via mail info@casamerica.it o telefono 010 2518368 nome e cognome dell’abbonato e indirizzo presso il quale si vuole ricevere la pubblicazione InSeRzIonI pubblIcItaRIe Per informazioni si prega di contattare Fondazione Casa America, Villa Rosazza, piazza Dinegro 3 Tel. 010 2518368 Fax 010 2544101 info@casamerica.it Quaderni Casa America 2/13_Layout 1 24/10/13 09.57 Pagina 92 FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI NOVEMBRE 2013