Organizzazione: Comune di Sanremo Centro Studi e Ricerche per
Transcription
Organizzazione: Comune di Sanremo Centro Studi e Ricerche per
Organizzazione: Comune di Sanremo Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo CRA-FSO Sanremo Scuola Agraria Parco di Monza Associazione Direttori e Tecnici Pubblici Giardini SIA-Società Italiana Arboricoltura Consorzio Il Cammino Redazione: Claudio Littardi Marcello Semeria Elisa Giaccardi Fotografie: Matteo Littardi Michele Guelfi Elisa Giaccardi Grafica e stampa: Grafiche AMADEO Edito da: Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo C.so Cavallotti, 113 18038 Sanremo (Im) tel/fax 0184 541623 www.sanremopalme.org centrostudipalme@live.it Proprietà letteraria riservata ISBN: 978 88 905899 0 4 DIES PALMARUM GIORNATE DI STUDIO DEDICATE ALLE PALME La Biennale Europea delle Palme – Dies Palmarum è un meeting a carattere europeo che richiama a Sanremo ricercatori, esperti e professionisti del settore per discutere e approfondire aspetti scientifici e non solo relativi le palme. Ideato e organizzato dal Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo, l’appuntamento è atteso nel panorama internazionale, grazie alle tematiche e agli approfondimenti proposti, a cui enti, istituzioni, amministrazioni e il Servizio fitosanitario nazionale guardano con profonda attenzione, collaborando in sinergia per la salvaguardia delle palme. Giunto quest’anno alla VI edizione, l’appuntamento riconferma la dimensione internazionale e si propone di aggiornare le attuali conoscenze sulle palme affrontando aspetti ecologico-colturali, botanici, e fitopatologici. In dodici anni sono stati approfonditi temi di attualità che hanno interessato la biologia di queste piante, ma anche la conoscenza e l’approfondimento di nozioni di biomeccanica e ricerche sulla valutazione di stabilità. I giorni dedicati alle palme si affiancano alla formazione per gli addetti alla potatura e gestione delle palme, a cui oggi partecipano tecnici e giardinieri provenienti dall’area mediterranea e non solo, a testimonianza del ruolo che rivestono le palme nel paesaggio e nell’economia. La passione e la sensibilità che ciascun ricercatore, studioso, tecnico e botanico pone nell’indagine e nell’approfondimento di ogni aspetto delle palme ha spinto il Centro Studi e Ricerche per le Palme ad istituire un’onorificenza da assegnare, proprio in occasione dei Dies Palmarum, ad illustri personaggi del mondo della ricerca e della botanica che hanno legato il loro lavoro al mondo delle palme. Comitato Organizzativo: Claudio LITTARDI Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo Carlo PASINI CRA - FSO Sanremo Mauro Giorgio MARIOTTI DIPTERIS Università di Genova Jean-Christophe PINTAUD IRD Montpellier Robert CASTELLANA Progetto Phoenix Sanremo Bernabé MOYA SANCHEZ Departamento de Árbores Monumentales Diputación de Valencia José PLUMED SANCHO Jardín Botánico de la Universítat de Valencia Aziz ELHOUMAIZI Departement of Biology Oujda Gian Luigi NARIO CIA Albenga e Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo Marcello SEMERIA Comune di Sanremo 4 “La Biennale delle palme è nata e cresciuta a Sanremo diventando in questi anni un punto di riferimento a livello europeo prima e mediterraneo oggi. Per tre giorni Sanremo diventa la capitale delle palme e ospita il meglio dell’intellighenzia europea che approfondirà il tema legato al Punteruolo rosso, il temibile parassita che sta flagellando le coste dei litorali mediterranei mettendo a rischio il patrimonio palmicolo. “Oltre il Punteruolo rosso…” è un titolo avveniristico, ma che si propone come riflessione seria e approfondita sulla reale efficacia delle tecniche di lotta finora adottate, lo stato della ricerca scientifica sulla biologia dell’insetto e l’ipotesi di scenari futuri che non necessariamente escludano le palme dai nostri giardini. Saranno affrontati argomenti di nicchia, non solo riservati tuttavia ai tecnici che si occupano di giardini e verde, ma anche ai privati cittadini proprietari di esemplari e che sarebbe opportuno si avvicinassero al problema per affrontarlo in sicurezza e in modo corretto. Personalmente sono doppiamente soddisfatto e orgoglioso dell’evento: ho creduto in esso fin dalle origini. Il convegno sarà un momento scientifico di estrema importanza anche per la nostra città, capitale delle palme. Tra i motivi che hanno determinato il successo e l’affermazione di Dies Palmarum, sono certo ci sia il prestigio dei relatori e l’attenzione che la platea convenuta ha saputo ogni volta porre ai temi proposti. Dopo tre giorni di contributi e di novità scientifiche, accolgo con piacere la pubblicazione degli atti, testimonianza di impegno e di dedizione per un tema oggi più che mai di grande attualità. Assessore ai Servizi Sociali e Verde Pubblico Comune di Sanremo Gianni Berrino 5 Anche per questa VI edizione della Biennale Europea dedicata alle Palme si prospettano giorni di grande interesse scientifico, che apporteranno approfondimenti, contributi e magari anche novità alla conoscenza delle palme. I momenti di riflessione e confronto come quelli offerti dai Dies Palmarum, sono per noi tutti una possibilità concreta per osservare da vicino lo stato di salute delle nostre palme e apprendere quali sistemi e metodi applicare per la salvaguardia di un patrimonio oggi più che mai minacciato. Personalmente non riesco a immaginare Sanremo senza palme, Corso Imperatrice senza canariensis o dattilifere! ‘…oltre il Punteruolo rosso’, tema di questo sesto appuntamento, si propone il proseguimento dell’indagine alla ricerca di soluzioni e tecniche in grado di arrestare l’infestazione di parassiti. Confido che dai contributi di Voi tutti, dalle ricerche che vi impegnano quotidianamente, si possano estrapolare tecniche e miglioramenti da applicare nella lotta contro il Punteruolo rosso. Ringrazio, infine, il Servizio Beni Ambientali per l’impegno profuso alla realizzazione di questo importante evento che proclama ancora una volta Sanremo come capitale europea delle palme. Dirigente Settore Lavori Pubblici e Beni Ambientali Comune di Sanremo Gian Paolo Trucchi A dare l’avvio ai lavori sarà il Progetto DIPROPALM, finalizzato alla difesa nei confronti del Punteruolo rosso, che presenterà i risultati di due anni di attività e di esperienze fatte nelle 4 unità di ricerca impegnate nel progetto ministeriale. Il secondo giorno saranno invece affrontati argomenti prettamente tecnici e di biomeccanica legati al VPA (Visual Palm Assessment) per la valutazione di stabilità delle palme. Saranno presentati aspetti ancora poco conosciuti, tra i quali spiccano l’approfondimento dell’indagine visiva attraverso l’esame strumentale con tomografia sonica e il ‘naso elettronico’ per l’individuazione precoce delle infestazioni del fitofago attraverso gli odori emessi dalla palma. Chiuderanno i lavori del meeting le ricerche relative il Progetto Phoenix, presentato durante la scorsa Biennale tenutasi nel marzo del 2008, che mira a monitorare e salvaguardare il patrimonio delle palme dattilifere. I maggiori centri di ricerca europei e africani, impegnati nella codifica dei geni delle palme dattilifere, presenteranno i primi risultati delle indagini per la codifica del genoma delle palme. Abbiamo riunito a Sanremo 55 studiosi e richiamato oltre 300 interessati: ci sono grandi novità che lasciano ben sperare per il futuro! Grazie a tutti fin d’ora per la fiducia che avete riservato al Centro Studi e Ricerche per le Palme e per la collaborazione che ci permette, uniti, di affrontare un problema divenuto ormai emergenza. La Biennale Europea delle Palme non esisterebbe se il Comune di Sanremo non avesse creduto nei progetti e nei temi affrontati in questi dodici anni. L’Amministrazione e il Settore Beni Ambientali hanno sempre sostenuto la manifestazione e il successo, che oggi incorona i Dies Palmarum tra i principali eventi del settore, è senz’altro la soddisfazione più appagante. Presidente Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo Claudio Littardi 6 VI BIENNALE EUROPEA DELLE PALME DIES PALMARUM ‘OLTRE IL PUNTERUOLO ROSSO…’ PROGRAMMA GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE 2010 APERTURA SEGRETERIA Maurizio ZOCCARATO Gianni BERRINO Giampaolo TRUCCHI Claudio LITTARDI Francesco FERRINI Maurizio DESANTIS Antonio CONSOLINO Raffaele GRIFFO Marcello STORACE Sindaco di Sanremo Assessore al Verde Pubblico Comune di Sanremo Saluto Autorità Dirigente Settore LL.PP. Comune di Sanremo Servizio Beni Ambientali Comune di Sanremo Presidente SIA - Italy Saluto inaugurale Dirigente COSVIR XI Servizio Fitosanitario Mipaaf - Italy La normativa fitosanitaria sul Punteruolo rosso Ministero della Salute Dipartimento di Sanità Pubblica, veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti - Italy Procedure autorizzative dei prodotti fitosanitari utilizzati per la lotta al Punteruolo rosso per la difesa delle palme Coordinatore Gruppo di lavoro palme del Servizio Fitosanitario Nazionale - Italy Diffusione del Rhynchophorus ferrugineus in Italia e linee guida per l’adozione delle misure fitosanitarie Dirigente Servizio Fitosanitario Regione Liguria - Italy La situazione del Punteruolo rosso in Liguria PROGETTO “DIPROPALM” Carlo PASINI Santi LONGO Valeria FRANCARDI Claudia BENVENUTI Direttore CRA-FSO Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali Sanremo - Italy Presentazione Progetto DIPROPALM Dipartimento Scienze e Tecnologie Fitosanitarie (DISTEF) Università degli Studi di Catania - Italy Monitoraggio, biologia e lotta al Punteruolo rosso delle palme CRA - Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze - Italy Distribuzione spaziale delle infestazioni di Rhynchophorus ferrugineus in Italia. Importanza della georeferenziazione delle palme in regioni a rischio di introduzione e diffusione del curculionide CRA - Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze - Italy Diete modificate ed alternative per l’allevamento per Rhynchophorus ferrugineus 7 Pietro RUMINE Mauro SACCO Emilio CAPRIO Oreste TRIGGIANI Gabriella LOVERDE Giuseppe LA MANTIA Maria DEL PINO BARAJA BOU Nikos THYMAKIS Oscar DEMBILIO Elena LLACER Maria Nevina DORE CRA - Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze - Italy Valutazione dell’entomopatogenicità di isolati di Beauveria bassana e Metarhizium anisopliae su stadi diversi di sviluppo di Rhynchophorus ferrugineus CRA-FSO Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali Sanremo - Italy Prove di semi-campo e di laboratorio condotte a Sanremo per la lotta contro il Rincoforo Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria Filippo Silvestri – Università Federico II di Napoli - Italy Possibilità applicative dell’endoterapia e delle microonde per il controllo del Rincoforo rosso delle palme DiBCA Sez. Entomologia e Zoologia - Facoltà di Agraria Università di BARI - Italy Utilizzo di EPN nel controllo di Rhynchophorus ferrugineus Università degli Studi di Palermo - Dip. SENFIMIZO Sez. Entomologia, Acarologia e Zoologia - Italy Comune di Palermo - Servizio Giardini Lotta e prevenzione del Punteruolo rosso a Palermo Jefa del Servicio de Inspección Fitosanitario Valencia - Spain Piano di prevenzione e controllo del Rhynchophorus ferrugineus nella Comunidad Valenciana Agronomist Landscape Consultant - Greece The dispersal of the RPW in Greece. History-Problems-Efforts-Strategy-Solutions Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias, IVIA - Spain Adattamento del curculionide Rhynchophorus ferrugineus ai palmeti dell’area mediterranea Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias, IVIA - Spain Diversi sistemi di lotta a difesa dal Rhynchophorus ferrugineus confrontati dalla Unità di entomologia agraria UJI-IVIA in Spagna Ales (Or) La palma nella religiosità popolare della Sardegna: intrecci e misteri VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010 GESTIONE DELLE PALME E BIODIVERSITÀ Bernabé MOYA SANCHEZ J. PLUMED SANCHO 8 Direttore del Departamento de Árbores Monumentales Diputación de Valencia - Spain Tecnico specialista in arboricoltura - Jardín Botánico de la Universítat de Valencia - Spain Palme e monocotiledoni monumentali PRESENTAZIONE PROGETTO PALM I.S. (PALME IN SICUREZZA) Fabrizio CINELLI C. LITTARDI Arianna LA ROCCA L. CORNARA C. LITTARDI Carmelo FRUSCIONE Letizia POZZI G. VILLA Pierre RAIMBAULT G. MORELLI Robert BIGEL Celine VIDAL Valentin LOBIS Biagio SCANNIELLO Juan Antonio ÁVALOS MASO A. SOTO Sergio BALDUINOTTI F. PARODI Università degli Studi di Pisa - Italy Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy Valutazione di stabilità delle palme - Introduzione al metodo VPA Università di Genova DIPTERIS - Polo Botanico Hanbury - Italy Anatomical changes in palms stem produced by various agents Studio Verde s.a.s Torino - Italy Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy Contributo al VPA strumentale Demetra Società Cooperativa Sociale Onlus e Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy Contributo alla individuazione precoce delle infestazioni di Punteruolo rosso Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy Studio Progetto Verde Ferrara VPA Tomografia sonica e prove di trazione Agrobio TECH - Expert Conseil en Arboriculture Ornementale Nice - France Tomographie sur les palmiers Service Régional de la Protection des Végétaux - France La réglementation adopté en France contre la menace du Charançon rouge Studio Tecnico Valentin Lobis Merano - Italy Contributo al VPA strumentale: tomografia di conducibilità elettrica Responsabile Verde Pubblico Comune di Salerno - Italy Salerno qualche anno dopo. Considerazioni su prevenzione e lotta al Punteruolo rosso Instituto Agroforestal Mediterráneo, Universidad Politécnica de Valencia Estudio de la influencia del color en las capturas de adultos de Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera: Dryophthoridae) mediante la utilización de trampas Responsabili Verde Pubblico Comune di Bordighera - Italy Tolleranza zero al Punteruolo rosso Rita Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde - Servizio Controllo DIDOMENICANTONIO “Specie Infestanti” Roma - Italy L’emergenza romana Alejandro DEALTUBE Idebio, España Resultados de eficacia de nematodos quitosano contra Rhynchophorus ferrugineus realizados por differentes centros de investigacion 9 SABATO 20 NOVEMBRE 2010 GENETICA ED ETNOBOTANICA SESSIONE GENETICA James TREGEAR IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier - France Sexual diversification in the palm family Joel MALEK Genomics Core Laboratory - Weill Cornell Medical College - Qatar The date palm genome Milvia Luisa RACCHI B. GSHERA Dipartimento Biotecnologie Agrarie Sez. Genetica Università di Firenze - Italy Istituto della Palma e Ulivo di Tripoli Caratterizzazione molecolare di provenienze libiche di palma da datteri Frédérique ABERLENC-BERTOSSI IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier - France A. DAHER, H. ADAM, Processus cellulaires liés à l’unisexualisation des fleurs N. CHABRILLANGE, de palmier dattier M. COLLIN, J TREGEAR, M. NABIL Marco BALLARDINI E. CHERIF, K CASTILLO, A. MERCURI, C. LITTARDI, J.C. PINTAUD, CRA-FSO Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali Sanremo - Italy Validation of a new set of SSR markers for genetic variability studies in the genus Phoenix L. F. ABERLENC-BERTOSSI Karina CASTILLO J.C. PINTAUD, E. CHERIF, S. ZEHDI, M. BALLARDINI, I MOUGENOT, F. ABERLENC-BERTOSSI IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier - France Mise au point d’une nouvelle clé d’identification des cultivars de palmier dattier à l’aide de marqueurs microsatellites Alain RIVAL E JALIGOT, T BEULE, F ABERLENC-BERTOSSI, P. ILBERT, F. RICHAUD, F. TREGEAR Cirad - (Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement) Montpellier - France Innovation and scaling-up in micropropagation: lessons from the oil palm experience Nadia BOUGUEDOURA LRZA - Université des Sciences et de la technologie Houari BoumedièneAlgeria Le palmier dattier en Algérie - état des lieux et perspectives Salwa ZEHDI 10 Université El Manar - Tunisia Diversité génétique du palmier dattier en Tunisie SESSIONE ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA René LECOUSTRE M. BENSALAH, MA ELHOUMAIZI, C. LITTARDI Robert CASTELLANA J.C PINTAUD, C. LITTARDI René LECOUSTRE, H. REY, J. DAUZAT UMR AMAP - CIRAD BIOS Montpellier - France (réseau MOCAF) La modélisation : vers un nouveau standard descriptif de Phoenix dactylifera (restitution du projet MOCAF Phoenix) Réseau Phoenix / MOCAF - Italy Etude phénologique d’une population italienne de Phoenix dactylifera UMR AMAP - CIRAD BIOS Montpellier - France (réseau MOCAF) 35 ans de l’aventure de la modélisation des processus biologiques: de la fécondité du Coffea robusta à l’étude des peuplements forestiers naturels et plantés Pedro SOSA HENRIQUEZ Department of Biology University of Las Palmas de Gran Canaria MÁ GONZÁLEZ-PÉREZ, Canary Islands - Spain I. SARO, A NARANJO, Current state, threats and perspectives of Phoenix canariensis M. MÁRQUEZ, in the Canary Islands M. DÍAZ-BERTRANA, E. FRANQUIZ Laura CORNARA DIPTERIS - Università degli Studi di Genova - Polo Botanico Hanbury - Italy A. LA ROCCA, A review of ethnobotanical uses of Chamaerops humilis L. C. LITTARDI, in the Mediterranean Basin. R. CASTELLANA, M.G. MARIOTTI Malika BENNACEUR Université d’Oran Es-Sénia-Faculté des Sciences A. BENKHALIFA Département de Biologie - Algeria L’impact culturel et social lié au palmier dattier chez les sociétés oasiennes SESSIONE PALMETI MARGINALI E URBANI Lina GRACIA VICENTE Investigadores independientes C. ORTIZ MAYORDOMO Criterios para la evaluacion patrimonial en el palmeral de Elche y su adaptacion educativa Paolo VEZIANO Phoenix project - Italy R. CASTELLANA Il cambiamento del paesaggio attraverso l’iconografia: l’esempio del palmeto storico di Bordighera Alessandro CARASSALE LabStArT AM - Italy Il commercio delle palme di Sanremo e Bordighera e il “privilegio” della famiglia Bresca Muriel GROSBALTHAZARD Centro di Bioarcheolgia del C.N.R.S. – IRD Montpellier - France C. NEWTON, S. IVORRA, Phoenix dactylifera and P. sylvestris sampling in North-WesternJ.C. PINTAUD, J.F. TERRAL India: Investigations in their complex relationships Mohamed BENSALAH Institut des Regions Arides El Fjé Medenine - Tunisia (réseau MOCAF) Caractéristiques culturales d’une palmeraie naturelle de Tunisie : palmeraie de Kerkenah Mohamed Aziz University Mohamed 1st Faculty of Sciences Department of Biology ELHOUMAIZI Morocco (réseau MOCAF) Caractéristiques culturales de la palmeraie de Marrakech 11 “LAVORARE” INSIEME PER UN VERDE SOSTENIBILE DAL PUNTO DI VISTA TECNICO, ECONOMICO E AMBIENTALE: APERTURA LAVORI VI BIENNALE EUROPEA DELLE PALME DIES PALMARUM Innanzitutto vorrei dare il benvenuto a tutti coloro che sono presenti a questo convegno che si tiene con cadenza biennale e che è diventato ormai un appuntamento di rilevanza mondiale. Porto i saluti della Società Italiana di Arboricoltura che ho l’onore di presiedere ed anche della International Society of Arboriculture del cui Board faccio parte dallo scorso maggio, quando è cambiato tutto l’assetto societario ed il Board è stato portato da 46 a 15 membri eletti dai soci. La Società Italiana di Arboricoltura si è da sempre impegnata, non solo con i propri soci rivieraschi e con quelli del Sud, nella gestione del patrimonio delle palme italiano che, purtroppo, sta vivendo un periodo molto delicato per non dire tragico, che lascerà un segno indelebile nel tipico paesaggio delle nostre zone litoranee e nelle aree meridionali più miti. Paesaggio che non sempre è affidato a mani professionali, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ecco perché ho sentito il dovere scrivere una lettera al programma Striscia la notizia. La risposta è stata immediata e devo ringraziarli della loro presenza, perché credo e spero che questo dia visibilità ancor maggiore al nostro settore e contribuisca alla diffusione della professionalità. Infatti, come accade spesso quando si parla di gestione del verde ornamentale, non sempre vengono interpellati i professionisti rischiando, in tal modo, di banalizzare un problema che rischia di diventare, se non lo è già, una vera e propria catastrofe ambientale non solo per il nostro Paese. Una catastrofe che forse è stata inizialmente sottovalutata, a dispetto degli allarmi lanciati dagli esperti del settore ed chiaro che, al momento attuale, bisogna far tutto per difendere le piante non ancora attaccate e favorire, con incentivi e contributi, il controllo delle piante poste nelle proprietà private e quelle nelle aree marginali incolte o intorno ad edifici abbandonati. Forse dovremmo diventare consapevoli che una battaglia generalizzata nei luoghi dove il Rhynchophorus è conclamato, è probabilmente persa, e che si dovrebbero concentrare gli sforzi e le risorse nei luoghi dove non è ancora arrivato, con un monitoraggio assiduo e tolleranza zero, eliminando i focolai il più presto possibile. In questo modo si potrebbe rallentare l’espansione dell’insetto in attesa che la ricerca individui qualche sistema efficace. Purtroppo nel nostro Paese la cultura del verde urbano, soprattutto pubblico non è molto curata e con la diminuzione delle risorse destinate alla cura delle aree verdi, la situazione è anche peggiorata e, in alcuni casi, si presenta alquanto critica. Non si tiene infatti nella dovuta considerazione che il verde urbano è un autentico servizio pubblico, al pari degli acquedotti, delle scuole, delle fognature, delle strade: essenziale alla vita degli uomini, al loro equilibrio, al gioco ed alla attività sportiva di giovani e adulti, al riposo degli anziani, alla ricreazione di massa, all’impiego del tempo libero. Per questo e per la sua decisiva funzione contro l’inquinamento atmosferico, il verde si presenta come una garanzia essenziale per la salute pubblica. Per queste ragioni la sua cura dovrebbe essere affidata a professionisti e non al primo venuto, solo perché 12 costa meno. In Europa esistono due programmi di certificazione denominati European Tree Worker ed European Tree Technician che richiedono un esame teorico e pratico per essere superati e che devono essere ripetuti ad intervalli regolari. Purtroppo sono ancora pochi gli arboricoltori certificati in Italia se ci poniamo a confronto con gli altri paesi europei per non parlare degli Stati Uniti. In ogni caso è a queste persone che ci si dovrebbe rivolgere quando si interviene su esseri viventi come gli alberi. Questo non solo nel caso del Punteruolo Rosso, ma anche per evitare interventi tecnicamente errati e deleteri per le piante come i tagli sconsiderati ai quali sono spesso sottoposte le nostre alberature che non solo minano la vitalità delle piante e ne deturpano l’aspetto estetico, ma anche perché economicamente non convenienti come emerge da ricerche condotte sull’argomento. La necessità di scelte corrette su come gestire i nostri alberi è fondamentale in un periodo in cui è ancora più evidente la natura “strutturale” delle criticità nella pianificazione, realizzazione e gestione del verde urbano e della cura degli alberi nello specifico. L’ottenimento di risultati richiede, comunque, un più forte impegno di coesione, di responsabilizzazione e di orientamento da parte dei cittadini e delle pubbliche Amministrazioni, poiché non c’è dubbio che ciò costituisce, soprattutto in una fase critica come quella attuale, un pressante richiamo alla necessità di “lavorare” insieme per un verde sostenibile dal punto di vista tecnico, economico e ambientale. Nel fare questo è bene guardarsi dall’uniformità, dal conformismo o, peggio ancora, dal dogmatismo. In una società come la nostra la ragione non deve mai addormentarsi, né rinunciare a interrogarsi e ad interrogare. In caso contrario il verde urbano non cresce e non si evolve. Vorrei terminare parafrasando Rutherford (padre della fisica nucleare e precursore della teoria orbitale dell’atomo): quando finiscono i soldi bisogna cominciare a pensare. È proprio in periodi di crisi come questo che le scarse risorse finanziare possono e devono stimolare lo sviluppo di nuove strategie e di idee innovative per la città per farle realmente “verdi”. Francesco FERRINI Presidente SIA 13 LA NORMATIVA FITOSANITARIA SUL PUNTERUOLO ROSSO Maurizio DESANTIS, D. MORELLI1 1 Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - COSVIR XI – Servizio fitosanitario centrale Maurizio DESANTIS 14 Il Rhynchophorus ferrugineus conosciuto con il nome di Punteruolo rosso delle palme, è un coleottero Curculionide originario dell’Asia sudorientale e Melanesia. Nel 2005 l’insetto ha fatto la sua comparsa in Italia, probabilmente in seguito all’importazione di piante dall’Egitto. Sul territorio nazionale è presente in 11 regioni (Liguria, Marche, Molise Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) e costituisce una grave minaccia per le palme, in particolare nel sud Italia, dove queste sono impiantate per scopi ornamentali ed hanno un’elevata importanza dal punto di vista culturale, paesaggistico ed ambientale. Il R. ferrugineus è in grado di attaccare numerose Arecaceae o Palmae (Phoenix canariensis, Phoenix dactylifera, Phoenix sylvestris, Washingtonia sp., Livistona decipiens, Areca catechu, Arenga pinnata, Borassus flabellifer, Caryota maxima, Caryota cumingii, Corypha elata, Corypha gebanga,Elaeis guineensis, Metroxylon sagu, Roystonea regia, Sabal umbraculifera, Trachycarpus fortunei, Cocos nucifera), anche se la maggior parte delle segnalazioni di infestazione in Italia si riferiscono ad esemplari del genere Phoenix. Considerato che il punteruolo rosso è stato ritrovato oltre che in Spagna ed in Italia, anche in Francia e Grecia, la Commissione UE, nel 2007, ha adottato la decisione 2007/365/CE del 25 maggio 2007, che stabilisce le misure d’emergenza per impedire l’introduzione e la diffusione nella Comunità di Rhynchophorus ferrugineus. Detta decisione, è stata recepita con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del 9 novembre 2007 “Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus (Olivier). Recepimento decisione della Commissione 2007/365/CE”. Dai controlli ufficiali annuali è emerso che l’organismo specifico ha infestato specie vegetali appartenenti alla famiglia delle palme che non erano inserite nella lista dei vegetali sensibili della decisione 2007/365/ CE. Di conseguenza, è stato necessario includere tali specie nell’elenco dei vegetali sensibili di cui alla decisione 2007/365/CE affinché le misure di emergenza fissate da tale atto siano applicate anche a esse. Inoltre, dalle missioni effettuate dalla Commissione UE negli Stati membri e da ulteriori informazioni sui nuovi metodi di controllo, contenimento ed eliminazione dell’organismo nocivo, ricevute dalla Commissione da parte di un gruppo di esperti negli ultimi due anni, è emerso che i risultati dell’applicazione della decisione 2007/365/CE non sono completamente soddisfacenti per quanto riguarda le misure da adottare nei casi in cui è identificato l’organismo specifico. PROCEDURE AUTORIZZATIVE DEI PRODOTTI FITOSANITARI UTILIZZATI PER LA LOTTA AL PUNTERUOLO ROSSO PER LA DIFESA DELLE PALME Antonio CONSOLINO Ministero della salute Dipartimento di Sanità Pubblica, veterinaria, nutrizione e sicurezza degli alimenti Il Rhynchophorus ferrugineus, conosciuto con il nome di Punteruolo rosso delle palme, è un coleottero Curculionide; le sue infestazioni assumono i connotati di una vera e propria emergenza fitosanitaria provocando estese morie di palme. A cinque anni dalle prime segnalazioni permane la difficoltà della sua lotta derivante soprattutto dalla scarsissima disponibilità di prodotti fitosanitari insetticidi per l’impiego del verde pubblico e privato. L’attacco del punteruolo può colpire le palme situate in campo, in aree urbane o nei vivai. Il Ministero della Salute, per contrastare tale emergenza, ha rilasciato la prima autorizzazione eccezionale per un periodo di 120 giorni, ai sensi dell’art.8, comma 3, del D.Lgs 194/95, con Decreto Dirigenziale 1° marzo 2008 ed ha inoltre chiarito formalmente, con nota n. 21398 del 15 luglio 2008, che i prodotti fitosanitari autorizzati che riportavano in etichetta la voce “verde urbano” potevano essere utilizzati sia per il settore pubblico che privato. Le autorizzazioni sono state poi prorogate per ulteriori 120 giorni con successivo Decreto Dirigenziale 30 giugno 2008. Successivamente le Regioni ed i Comuni hanno segnalato nuovamente per l’anno 2009 la necessità e l’urgenza di poter disporre dei prodotti già autorizzati per i trattamenti delle palme ed il Ministero della Salute, acquisito il parere favorevole da parte della Commissione Consultiva dei Prodotti Fitosanitari, con Decreto Dirigenziale 26 giugno 2009, ha rilasciato la nuova autorizzazione eccezionale sottolineando però l’importanza di procedere alla valutazione dell’efficacia dei trattamenti effettuati. Infatti per l’anno 2010 il Ministero della Salute ha provveduto a rilasciare la nuova autorizzazione eccezionale, con Decreto Dirigenziale 26 giugno 2010 solo per una serie di prodotti fitosanitari, sulla base di un elenco trasmesso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che ha tenuto conto dell’efficacia dei trattamenti effettuati nel corso dell’anno precedente. Per le modalità di presentazione delle successive autorizzazioni eccezionali è possibile consultare la Linea Guida del 7 giugno 2010 disponibile sul portale del Ministero all’indirizzo sito http://www.salute.gov.it/. Questa Amministrazione continua a rendersi prontamente disponibile per poter procedere al rilascio di autorizzazioni eccezionali di prodotti fitosanitari ed eventuali richieste di registrazioni definitive necessarie per contrastare questa emergenza e tutelare il patrimonio artistico ed ambientale rappresentato dalle palme. A tal proposito è possibile consultare il sito http://www.salute.gov.it/fitosanitari per vedere che tipo di istanza occorre presentare al Ministero della salute. Antonio CONSOLINO 15 DEL RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS IN ITALIA E LINEE GUIDA PER L’ADOZIONE DELLE MISURE FITOSANITARIE DIFFUSIONE Raffaele GRIFFO Servizio Fitosanitario Regione Campania - Coordinatore nazionale gruppo di lavoro palme Raffaele GRIFFO 16 Come è noto il Rhynchophorus ferrugineus (Olivier, 1790), conosciuto comunemente come Punteruolo rosso della palma o delle palme, è originario del sud est asiatico ed è stato descritto per la prima volta in India nel 1891, dopo circa 100 anni è arrivato sulle sponde del bacino del mediterraneo con la prima segnalazione del 1992 in Egitto. L’anno successivo è stato segnalato in Spagna dove è rimasto confinato per diversi anni prima di espandersi in tutti i Paesi del mediterraneo - tabella 1. Nel 2008 l’insetto ha oltrepassato l’oceano Atlantico con la prima segnalazione ad Aruba, nelle Antille Olandesi. Nel 2010 è stato segnalato a Laguna Beach, nell’area dell’Orange in California. L’introduzione del R. ferrugineus negli Stati Uniti è avvenuta pur avendo l’APHIS (Animal and Plant Health Inspection Service), Organizzazione la cui efficacia ed efficienza è internazionalmente riconosciuta, adottato particolari misure di protezione. Con questa segnalazione è confermato il grosso rischio di diffondere l’insetto sulle lunghe distanze con la movimentazione di piante sensibili del tutto asintomatiche. In Italia il R. ferrugineus è stato segnalato per la prima volta nel 2004 su alcune palme ubicate in un vivaio del pistoiese (Toscana). Queste piante furono immediatamente distrutte e da quel momento non sono state più riportate segnalazioni ufficiali in Toscana. Nel 2005 l’insetto è stato segnalato, quasi in contemporanea, in Sicilia e in Campania. Negli anni successivi si è rapidamente diffuso in tutto il territorio nazionale dove c’è la presenza, più o meno diffusa, di Phoenix canariensis. Le Regioni che per prime si sono trovate a fronteggiare questa emergenza sono state anche quelle in cui l’insetto si è diffuso più rapidamente con la conseguente rapida morte di migliaia di piante i cui valori ufficiali, forniti dai rispettivi Servizi fitosanitari regionali, sono riportati in tabella 2. Tali dati sono probabilmente sottodimensionati rispetto alle piante realmente compromesse in quanto, pur vigendo l’obbligo di comunicare ai Servizi fitosanitari competenti la presenza di piante attaccate dall’insetto o semplicemente il sospetto dell’attacco, le segnalazioni da parte dei proprietari molte volte non sono state effettuate per non essere assoggettati alle misure ufficiali dell’abbattimento, della distruzione o semplicemente dei trattamenti, preferendo interventi fai da tè, meno costosi ma poco curanti del pericolo di diffusione dell’insetto. Tali comportamenti irresponsabili hanno contribuito, sopratutto nelle prime fasi, alla diffusione dell’insetto. Il Punteruolo rosso è stato accertato nel nostro paese principalmente sulle Phoenix canariensis mentre solo occasionalmente sono stati rilevate infestazioni su Phoenix dactylifera, Washingtonia spp, Brahea armata, Butia capitata, Chamaerops humilis, Howea fosteriana, Jubaea spp. Molte di queste specie non rientravano tra quelle che, in bibliografia, erano riportate come piante ospiti per cui con l’ufficializzazione delle nuove segnalazioni, l’Unione Europea ha aggiornato la specifica lista e ha reso obbligatorio anche per queste i controlli fitosanitari biennali prima di poterle commercializzare con il Passaporto delle piante: Decisione della commissione 2007/365/CE; Decisione della commissione 2008/776/CE; Decisione della commissione 2010/467/CE. Quest’ultima Decisione ha introdotto, tra l’altro, due concetti innovativi: il “Piano d’azione nazionale” e le “zone di contenimento”. Quando si rilevano indizi della presenza dell’organismo nocivo nel territorio di uno Stato membro, questo ha l’obbligo di elaborare e attuare dei “Piani d’azione”, individuando le azioni e le misure fitosanitarie che i Servizi fitosanitari regionali sono tenuti ad adottare al fine di eliminare il R. ferrugineus nelle “zone infestate” e di contenerlo, nel breve periodo, nelle “zone di contenimento”. Quest’ultimo concetto è il secondo aspetto innovativo. Per la prima volta l’Unione Europea, nell’adottare delle “Misure fitosanitarie di emergenza” che contengono sempre l’obbligo di adottare tutta una serie di azioni di eradicazione, prende coscienza che per questo specifico organismo nocivo quando in una determinata area non è stato possibile negli ultimi 3 anni eliminare l’insetto e non è prevedibile l’eliminazione in un ulteriore periodo di un anno si punta in quella zona sul contenimento, mantenendo l’eliminazione come obiettivo di più lungo termine. Il Servizio fitosanitario nazionale, costituito dal Servizio fitosanitario centrale (Mipaaf) e dai diversi Servizi fitosanitari regionali, dopo aver predisposto la trasposizione nell’ordinamento giuridico nazionale della normativa comunitaria ha in fase avanzata di elaborazione il predetto “Piano d’azione nazionale”. Esso è elaborato tenendo conto che, allo stato attuale, una corretta strategia di difesa si deve basare su una gestione integrata di più misure fitosanitarie (IPM), la cui scelta dipende molte volte dalle specifiche circostanze ambientali. Le misure fitosanitarie sono state definite tenendo conto degli “Orientamenti sui programmi di eliminazione degli organismi nocivi” - ISPM n. 9 della FAO e l’“Impiego di misure integrate in un approccio sistematico alla gestione dei rischi relativi agli organismi nocivi” - ISPM n. 14 della FAO. Il Piano sarà aggiornato allorquando saranno acquisite maggiori informazioni o nuove tecniche per la gestione dell’emergenza fitosanitaria Il Piano stesso intende delineare un percorso di azioni da integrarsi in una strategia che affronti in modo organico il problema nei Figura 1 17 suoi aspetti tecnico-scientifici e normativi la cui schematizzazione è riportata in figura 1. ASPETTI SALIENTI DEL PIANO D’AZIONE NAZIONALE Obbligo comunicazioni I proprietari o detentori a qualsiasi titolo di vegetali sensibili che sospettino o accertino la comparsa dell’organismo nocivo in aree ritenute indenni, compreso le zone cuscinetto, sono obbligati a darne immediata comunicazione al Servizio fitosanitario competente per territorio che dispone specifici accertamenti fitosanitari per confermare o meno la presenza dell’organismo nocivo e per valutare le misure fitosanitarie più opportune nell’ambito di uno specifico Piano d’azione regionale, o in mancanza, nell’ambito del Piano d’azione nazionale. Misure relative al monitoraggio Nelle zone infestate da meno di tre anni, nelle zone cuscinetto e nelle zone indenni, i Servizi fitosanitari regionali, eseguono annualmente indagini ufficiali per rilevare l’eventuale presenza dell’organismo nocivo o determinare eventuali indizi di infestazione dei vegetali sensibili attraverso ispezioni sistematiche, con la collaborazione delle amministrazioni comunali per quanto di loro competenza e se del caso con altri soggetti pubblici o privati. Il monitoraggio è basato principalmente su osservazioni visive, avvalendosi eventualmente anche di piattaforme aeree o binocoli. Vanno ricercati i primi stadi dell’infestazione, per cui occorre porre particolare attenzione alle foglie, le quali prima di assumere il classico aspetto ad ombrello, con collasso delle foglie centrali, quasi sempre mostrano specifici sintomi, spesso visibili anche da terra. Misure preventive da attuare in tutte le zone Sulla base delle esperienze maturate risulta necessario adottare strategie preventive e di tipo protettivo per impedire infestazioni su nuove palme. Un’efficace strategia di difesa prevede: · l’attuazione di pratiche agronomiche che consentano di minimizzare ferite o lesioni alla palma; · l’adozione di accorgimenti tecnici preventivi che evitino o limitino Tabella 1 - Diffusione nel l’insediamento dell’organismo nocivo. mediterraneo I trattamenti insetticidi preventivi sono da articolare come di seguito 2009 Albania specificato: 2006 Cipro a) nelle zone indenni i trattamenti possono anche essere omessi o ri1992 Egitto 2006 Francia dotti nel numero; 1999 Giordania b) nelle zone infestate si distinguono tre periodi per effettuare i tratta2006 Grecia 1999 Israele menti: 2004 Italia 2009 Libya i) periodo primaverile: 1 marzo - 30 giugno con 3/4 applicazioni; 2007 Malta ii) nel periodo estivo: 1 luglio al 31 agosto, in linea generale, non si effet2008 Marocco 2008 Portogallo tua alcuna applicazione insetticida sopratutto nelle zone turistiche; 2007 Siria iii) nel periodo autunnale: dal 1 settembre al 15 novembre 3/4 appli1993 Spagna 2005 Turchia cazioni come nel periodo primaverile. 18 Misure di risanamento Gli interventi di risanamento, il cui esito non è mai garantito a priori per l’impossibilità di comprendere con un esame visivo il grado dell’infestazione, si basano su una strategia che integra diversi sistemi di lotta e si articolano in trattamenti: - meccanici - dendrochirurgia/potatura energica - insetticidi (chimici, biologici, fisici, ecc.). Nelle misure di risanamento la dendrochirurgia rappresenta il principale sistema di lotta, va effettuata da personale specializzato e consiste nella graduale asportazione dei tessuti infestati fino alla completa rimozione dell’insetto (adulti, larve, pupe e uova). Misura ufficiale dell’abbattimento Quando la palma è palesemente compromessa è obbligatorio l’abbattimento con relativa distruzione dei tessuti infestati. I proprietari o conduttori a qualsiasi titolo delle piante da abbattere comunicano al Servizio fitosanitario regionale la data di inizio delle operazioni di abbattimento le quali vanno effettuate quanto prima possibile. Collaborazioni Per la buona riuscita dell’applicazione delle predette misure fitosanitarie occorre la più ampia collaborazione tra i tecnici dei Servizi di sviluppo agricolo, dei Comuni per la fase di monitoraggio e divulgazione; dei privati, delle Amministrazioni Provinciali per l’attuazione delle misure fitosanitarie; degli operatori del verde, degli ordini professionali; delle Camere di commercio, ecc.. Formazione e Informazione I Servizi fitosanitari regionali promuovono con la collaborazione degli Enti territoriali azioni di: - informazione sulla normativa vigente e sullo stato delle infestazioni a livello regionale; - formazione e aggiornamento per i tecnici e gli operatori del settore; - divulgazione delle buone pratiche per evitare l’introduzione e la diffusione del R. ferrugineus con particolare riferimento alla individuazione dei sintomi iniziali, alle operazioni di pulizia, prevenzione e cura; - promozione di iniziative di collaborazione tra Comuni, ditte di manutenzione del verde per la corretta applicazione delle misure di profilassi; REGIONE Anno prima 2004 2005 2006 2007 segnalazione - promozione di iniziative per stimoAbruzzo 2007 30 lare nuove opportunità d’attività ecoCalabria 2007 6 Campania 2005 8 241 5069 nomiche derivanti dalla adozione di Lazio 2006 30 120 Liguria 2007 3 sistemi di triturazione/compostagMarche 2007 20 gio/trattamento termico, per lo smalPuglia 2006 34 725 Sardegna 2007 30 timento di materiale vegetale. Sicilia 2005 73 120 4811 Molise Basilicata Toscana ITALIA 2007 2010 2004 2004 3 3 81 425 10814 Tabella 2 - Punteruolo rosso in Italia (*) il 2010 è riferito a mese di febbraio e solo per alcune Regioni 2008 2009 2010(*) TOTALI 120 35 4272 204 21 63 867 418 7506 22 13528 350 200 3421 713 87 439 2579 309 6464 97 1 14660 500 241 13011 1067 111 522 4205 757 18974 119 1 3 39511 19 LA SITUAZIONE DEL PUNTERUOLO ROSSO IN LIGURIA Marcello STORACE Dirigente Servizio Fitosanitario Regione Liguria Marcello STORACE 2006 Aprile: preparato un poster descrittivo del parassita poi diffuso a tutti i comuni costieri della Liguria. Giugno: personale del servizio fitosanitario regionale inizia a partecipare ad incontri del “gruppo palme” per la predisposizione del decreto di lotta obbligatoria e delle linee guida d’intervento. 2007 Aprile: messa in essere una rete di monitoraggio presso diversi comuni regionali. Poste le trappole per la cattura del Rhynchophorus ferrugineus. 16 agosto: prima cattura di un adulto in una trappola dei giardini Winter di Bordighera Ottobre: prima palma riscontrata infestata a Bordighera 2008 Aprile: Prima zonizzazione del territorio regionale mediante decreto del dirigente N. 924 DEL 09/04/2008 Si amplia la rete di monitoraggio. Agosto-Settembre: primi focolai d’infestazioni ad Alassio ed abbattimenti d’esemplari di Phoenix canariensis e pertanto si ricorre alla seconda zonizzazione del territorio regionale con decreto del dirigente n. 3540 del 27/11/2008 2009 Febbraio: la regione svolge a Genova un convegno inerente il parassita. Agosto-Dicembre: si allargano le infestazioni di Bordighera, ma soprattutto quella d’Alassio. Prima pianta riscontrata infestata ad Albenga e Laigueglia. Si svolge ad Alassio un corso teorico - pratico inerenti la lotta al punteruolo rosso delle palme organizzato dalla Regione Liguria. 2010 Gennaio: primi focolai a Sanremo. Febbraio: terza zonizzazione del territorio regionale Mediante decreto del dirigente n. 170 del 05/02/2010 Agosto: prima pianta riscontrata infestata ad Andora. 20 PROGETTO DIPROPALM 18 NOVEMBRE 2010 21 Progetto DIPROPALM DIPROPALM - PROGETTO FINALIZZATO “DIFESA NEI CONFRONTI DEL PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME, RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS ” (D.M. 684/7303/08) Carlo PASINI CRA-Unità di ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali, Sanremo Carlo PASINI Il Progetto in breve Il progetto DIPROPALM, finanziato dal MiPAAF con un contributo pari a Euro 381.898,44, avrà scadenza il 31 marzo del 2011. Il progetto è nato per attuare della sperimentazione volta alla ricerca di mezzi di lotta nei confronti del Punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus, fitofago che nell’area mediterranea sta attaccando soprattutto le palme appartenenti alla specie Phoenix canariensis, provocando gravi danni anche in molte zone d’Italia. Allo svolgimento del programma contribuiscono quattro Unità Operative: 1)CRA - Unità di ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali, Sanremo (CRA-FSO) (Dott. Carlo Pasini, Dott. Mauro Sacco, Dott.ssa Benedetta Cangelosi), con la collaborazione del Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo (Dott. Claudio Littardi); 2)CRA - Centro di ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia, sede ex ISZA, Firenze (CRA-ABP) (Dott.ssa Valeria Francardi, dott. Pietro Rumine, Dott.ssa Claudia Benvenuti), con la collaborazione esterna del Prof. Alberto Alma, Istituto di Entomologia Generale e Applicata presso il DiVAPRA della Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Torino, e del Prof. Oreste Triggiani, Sezione di Entomologia Forestale, Di.B.C.A. Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Bari; 3)Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie (DiSTEF), Università degli Studi di Catania (Prof. Santi Longo, Dott. Pompeo Summa); 4)Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria Filippo Silvestri - Università di Napoli Federico II (Prof. Emilio Caprio). Nell’ambito del progetto, di durata triennale, sono state individuate tre linee strategiche da sviluppare, di seguito riportate. a) Distribuzione geografica. La prima tematica consiste nell’accertare la distribuzione e la diffusione sul territorio delle palme infestate nel- 22 Progetto DIPROPALM le varie regioni italiane e la sequenza temporale degli avvistamenti del Rincoforo. Questo lavoro propedeutico è essenziale per comprendere appieno la gravità del problema e dove intervenire in modo tempestivo a livello locale e nazionale. I rilevamenti consentiranno di valutare le posizioni dei focolai e di formulare previsioni sull’espansione del Rincoforo. Il fine di quest’attività consiste nella redazione di elaborati cartografici e la definizione di mappe di rischio da mettere a disposizione delle competenti autorità in materia fitosanitaria. b)Biologia e diagnosi. Una seconda linea del progetto è costituita da specifiche indagini mirate a caratterizzare le popolazioni del fitofago e a definire in modo inequivocabile il ciclo della specie nei nostri ecosistemi, nei quali le peculiari condizioni climatiche potrebbero svolgere un’importante funzione sulla sua durata. Oltre a questi approfondimenti, si propone di indagare su vari metodi di diagnosi e di monitoraggio. Si tratta di sistemi che possono aiutare durante le ispezioni a riconoscere precocemente le palme infestate da quelle sane, in assenza di sintomi visivi. Saranno attuate analisi biochimiche per l’individuazione e la caratterizzazione di specifici metaboliti prodotti dalla pianta in risposta all’attività trofica del Rincoforo. Un altro metodo di diagnosi si baserà sull’impiego di particolari razze di cani per scoprire tempestivamente tracce del curculionide nella pianta ospite. Pare, infatti, che cani appositamente addestrati siano in grado di sviluppare eccezionali capacità olfattive e uditive, utili per questo insolito tipo di “caccia”. c) Difesa. L’ultima linea, quella più consistente, riguarda l’impiego di vari mezzi di lotta diretta. Per quanto riguarda i trattamenti, le ricerche programmate su piante in serra, in pieno campo e in laboratorio, hanno lo scopo di valutare l’efficacia di diversi principi di sintesi e di origine naturale. A tal fine, specifici fitofarmaci sono applicati con iniezioni endoterapiche allo stipite e per bagnatura del substrato. Un altro aspetto che è in corso di studio riguarda la lotta biologica. Il lavoro è preceduto da prove di laboratorio per selezionare gli agenti di controllo biologico più promettenti. L’intento è di valutare tutta la loro potenzialità, in vista di una loro pratica utilizzazione. Il progetto DIPROPALM ha avuto ufficialmente inizio il 12 marzo 2008, ma le attività sperimentali sono iniziate, di fatto, alla fine dello stesso anno. Le quattro Unità si sono riunite, in questo biennio, a cadenza annuale per confrontarsi sulle metodologie adottate e per commentare i risultati parziali ottenuti. Emerge che le ricerche si stanno sviluppando secondo quanto era stato concordato in fase di elaborazione del programma. 23 Progetto DIPROPALM MONITORAGGIO, BIOLOGIA E LOTTA AL PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME Prof. Santi LONGO Ordinario di Entomologia agraria - Università degli Studi di Catania Prof. Santi LONGO 24 Nel 2005 sono state ufficialmente segnalate, in Sicilia, le prime gravi infestazioni di Punteruolo rosso, Rhynchophorus ferrugineus (Oliv.), su Palme delle Canarie in alcuni centri urbani della provincia di Catania e sono state avviate le prime indagini sul curculionide originario della Melanesia che, in circa un secolo, ha raggiunto il Bacino Mediterraneo, la Georgia, le Antille Olandesi e recentemente la California. Considerata la gravità del problema, di concerto con i Servizi Fitosanitari regionali, sono state fornite alle Amministrazioni interessate, indicazioni per la tempestiva eliminazione dei primi focolai d’infestazione; il relativo piano d’intervento è stato parzialmente attivato dalla Regione Siciliana solo nel 2007. Nell’ambito del progetto di ricerca regionale FITOPALMINTRO, finanziato nel 2008, e del DIPROPALM, attivato nel 2009, il DISTEF ha condotto indagini e ricerche finalizzate all’acquisizione degli elementi conoscitivi essenziali per la messa a punto di adeguate misure di controllo demografico dell’insetto, relative ai seguenti aspetti: 1) diffusione in Sicilia e messa a punto di idonei sistemi di monitoraggio. Capillari ispezioni visive hanno consentito di accertare la presenza di palme infestate in 8 province siciliane, nelle quali, attualmente, sono oltre 50.000 le piante attaccate contro le circa 20.000 ufficialmente segnalate e le quasi 19.000 eliminate soprattutto dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali. La quasi totalità delle palme interessate sono Phoenix canariensis, ma gravi sono anche le infestazioni su specie poco diffuse quali Jubaea chilensis e Sabal sp., mentre sporadici sono ancora gli attacchi alle Washingtonie, alle Palme da datteri e alle Palme nane coltivate (in press. su Palms marzo 2011). A supporto delle ispezioni visive, in 31 delle 52 località siciliane monitorate, sono state istallate 67 trappole di vario tipo, innescate con il feromone sintetico di aggregazione (rhynchophorol) disponibile in commercio, per la cattura degli adulti. L’aggiunta di acetato di etile e di melasso al feromone ha migliorato notevolmente il potere di attrazione e di cattura delle trappole. Le osservazioni visive e le catture registrate nella Sicilia orientale da maggio 2006 a ottobre 2010 (3.750 maschi e 7.061 femmine), hanno consentito di accertare che gli adulti di Rincoforo sono attivi nel corso dell’intero anno con brevi interruzioni dei voli nei periodi in cui le temperature superano i 34°C o sono inferiori a 20°C. Inoltre, le trappole, che hanno catturato in prevalenza femmine (65%), il 90% delle quali fecondate, hanno rilevato la presenza di adulti anche a quote superiori a 1000 m s.l.m. in un sito distante oltre 5 Km dalle palme infestate più vicine. Il monitoraggio visivo dell’infestazione presenta notevoli difficoltà in Progetto DIPROPALM relazione alla specie di palma e alla sua altezza e non sempre fornisce indicazioni tempestive, soprattutto se gli operatori non sono stati adeguatamente addestrati. Per le palme di notevole altezza, è necessario disporre di costose pedane elevatrici e occorre eseguire dei saggi per avere la certezza della presenza di stadi biologici attivi del Punteruolo. Molto spesso, soprattutto nelle palme non accessibili, la presenza del fitofago viene notata tardivamente, quando le larve hanno già compromesso la pianta. Al fine di accertare tempestivamente la presenza dell’insetto nelle palme, sono state sperimentate, con risultati non del tutto soddisfacenti (Suma & Longo in prep.), tecniche diagnostiche basate sull’impiego di: a) una microcamera wireless (risoluzione PAL di 628x582 pixel) montata su asta telescopica e connessa a un computer portatile dotato di ingresso video; b) due modelli di termocamere, (ThermaCAMTM P65 e ThermaVisionTM, a diversa sensibilità, in grado di intercettare variazioni termiche comprese tra 0,08°C e 30ºC), messe a disposizione dalla FLIR Systems Inc. Per il monitoraggio video-endoscopico sono state impiegati: c) un fibroscopio (serie IF5D4X1) e un videoscopio industriale (serie IPLEX FX) messi a disposizione dal settore Industrial Endoscopy della Olympus Italia. Inoltre sono state avviate indagini atte a verificare l’efficacia dell’olfatto di cani (2 di razza golden retriever e 2 rottweiler) appositamente addestrati in un ombraio, su alcune Phoenix canariensis, Chamaerops. humilis, Washingthonia filifera e Sabal sp. sia sane che appositamente infestate con larve e/o adulti del Rincoforo. Il tempo di esecuzione della singola prova è variato da 30 a 60 secondi circa; successivamente, le stesse attività sono state svolte su numerose palme poste in un piazzale, in due diversi vivai e in un viale del centro urbano di Catania; in questi nuovi ambienti, presumibilmente a causa degli spazi più ampi e di varie interferenze, soprattutto olfattive, i tempi di esecuzione sono stati più lunghi, ma l’individuazione delle palme infestate è stata effettuata, quasi sempre correttamente, dai 4 cani impiegati, con modalità segnaletiche differenti. 2) Caratterizzazione morfologica. L’esame morfometrico degli adulti prelevati dalle 67 trappole e dalle oltre 1000 palme ispezionate in 52 località siciliane, e di quelli raccolti direttamente, o inviati da colleghi dalla Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Puglia e Sardegna, nonché dalla Spagna, da Malta, da Israele e dalla Malesia (per un totale di 12.163 maschi e 14.825 femmine) ha consentito di acquisire importanti informazioni sul biotipo invasivo del Rincoforo diffuso nei nostri ambienti. Il corpo degli esemplari misura in media 31,8 (min. 17 e max. 40) mm nei maschi e 33,8 (min 13,5 e max. 43) mm nelle femmine. Sul pronoto sono state individuate 20 tipologie differenti di macchie, con maggiore frequenza di quella con 7 macchie (71%). 3) Biologia ed etologia. Per lo studio della biologia dell’insetto, soprattutto riguardo al numero di generazioni annue, nonché per fornire materiale alle u.o. del DIPROPALM che ne hanno fatto richiesta, è stato attivato e messo a punto un allevamento del curculionide nell’in25 Progetto DIPROPALM settario del DISTEF; il materiale di partenza (larve, pupe e adulti) è stato prelevato da palme delle Canarie, da datteri, da Washingtonie e da Sabal. La durata dei vari stadi biologici è variabile; in laboratorio, a temperatura ambiente, le larve alimentate con porzioni di palma hanno raggiunto la maturità mediamente in 100 + 5 giorni, dopo avere effettuato 5 mute; la durata dello stadio pupale è stata di 28 + 3 giorni, gli adulti sono vissuti fino a 210 giorni i maschi e 188 le femmine. Queste hanno deposto in media 170 (min 32, max 212) uova dal 50% delle quali sono nate larve. Di norma più femmine depongono nella medesima palma, essendo stato riscontrato un numero medio di 280 esemplari per pianta e in qualche caso di oltre 700 unità. In laboratorio, gli esemplari alimentati con mele o con banane hanno completato tre cicli in due anni. In ombraio, da luglio a ottobre 2010, un ciclo si è completato in 108 + 7 giorni a spese di Palme delle Canarie allevate in fitocella. 4) Studio dei fattori biotici di mortalità naturale e dei simbionti. L’incidenza dei fattori di mortalità naturale è stata rilevata su larve, pupe e adulti prelevati principalmente da palme delle Canarie e dai pochi esemplari di Phoenix dactylifera, Howea forsteriana, Washingtonia, Eritea armata e Jubea chilensis, tagliate in Sicilia. Nelle camere pupali, è stata rilevata una mortalità media delle larve e degli adulti del 3% contro il 10% delle pupe. Ampiamente diffuso è l’acaro Centrouropoda almerodai Wisn. & Hir. che infesta dal 57 al 95% degli adulti e, talvolta, anche le larve e le pupe del Punteruolo a spese delle quali, oltre che degli adulti morti, riesce a completare lo sviluppo. Le deutoninfe dell’acaro si localizzano sotto le elitre e si lasciano trasportare dagli adulti per colonizzare nuove palme. La durata della vita degli adulti di R. ferrugineus infestati è più breve di quelli non infestati (in press. su Italian Journal of Zoology); inoltre, sul corpo degli adulti, è spesso presente l’acaro foretico Uroboovella marginata (Koch). Occasionale, e di scarso rilievo, è l’attività di insetti entomofagi rappresentati dal Dermattero Anisolabidide Euborellia annulipes (Lucas) e dal Coleottero Carabide Laemostenus complanatus Dejean, che predano poche uova, nonché quella di altri occasionali predatori di pupe e adulti (ratto nero, colombo e gazza). I funghi entomopatogeni Metarhizium anisopliae (Metsch) Sorokin e Beauveria bassiana (Bals.) Vuil., ampiamente diffusi anche nel nostro Paese, non riescono a provocare epizoozie in grado di ridurre significativamente le popolazioni del Punteruolo pur causando, in qualche caso, mortalità di adulti, larve e pupe variabili dal 5 al 70%. 5) Interventi microbiologici e con principi attivi di sintesi. Sono stati effettuati trattamenti sia con nematodi entomopatogeni disponibili in commercio, sia con alcuni dei prodotti commerciali, di volta in volta, autorizzati dal Ministero della Salute. In particolare sono stati esaminati gli effetti delle applicazioni degli insetticidi a base di abamectina + azadiractina (Vertimec 10% + Oikos 25 plus 2%) somministrati, nel maggio del 2009, per endoterapia, dai tecnici del Comune di Catania su 632 palme delle Canarie del centro urbano, il 70% delle quali 26 Progetto DIPROPALM sono attualmente morte. Inoltre, in ombraio, 12 giovani palme delle Canarie sono state artificialmente infestate con 12 larve del curculionide, e nel giugno 2009, 9 di tali palme sono state trattate con la medesima tecnica endoterapica. Dopo 50 giorni dall’intervento, nelle palme testimoni è stata rilevata una mortalità larvale del 26% contro il 43% di quelle trattate. Nel 2008, in un parco privato delle pendici etnee, da 9 palme delle Canarie, con sintomi iniziali d’infestazione, sono state eliminate le parti attaccate, è stato ripulito lo stipite ed è stato effettuato un trattamento insetticida con clothianidin seguito dalla copertura con mastice. Le 3 palme cui sono stati successivamente somministrati 3 trattamenti insetticidi per anno sono attualmente ancora in buone condizioni vegetative, mentre le 3 palme trattate una sola volta sono morte dopo 6 mesi e le 3 testimoni non trattate sono morte nel giro di 4 mesi dall’intervento di ripulitura. Non è stato possibile esaminare tutti gli esemplari di Rincoforo presenti in 2 palme delle Canarie (una già morta e una infestata ma ancora viva), presenti in una piazza di Catania e trattate nel corso di una prova dimostrativa effettuata, nel maggio 2010, con l’impiego di macchinari in grado di generare microonde. Nella palma già morta il giorno successivo all’intervento sono stati raccolti 3 adulti vivi e 12 morti, oltre a 15 larve e 7 morte; mentre l’altra palma è morta dopo un mese dal trattamento. Il metodo, in relazione ai costi diretti e indiretti, può rappresentare una possibile alternativa all’immediato abbattimento e triturazione in quanto in grado di eliminare gli stadi vitali presenti nelle palme ormai morte. Formulati commerciali di nematodi entomopatogeni sono stati saggiati nel centro urbano di Catania su 50 palme con segni più o meno evidenti d’infestazione. Il 12 giugno 2009 e il 17 luglio 2009, la chioma di tutte le palme è stata bagnata con acqua e sono state costituite e poste a confronto le seguenti 5 tesi ciascuna costituita da 10 palme ognuna delle quali è stata trattata rispettivamente con 5 litri di acqua contenente: a) 25 milioni di nematodi (Steinernema carpocapsae, con l’aggiunta di 500 cc di chitosano; b) 10 milioni di nematodi (Steinernema carpocapsae) (Nemopak Sc Palme della Bioplanet di Cesena) con l’aggiunta di 500 cc di chitosano; c) 25 milioni di nematodi (Steinernema feltiae); d) 10 milioni di nematodi (Steinernema feltiae) (Optinem cydia della Agrifutur di Brescia); e) palme trattate con acqua. Dall’esame degli adulti, larve e pupe del Rincoforo, prelevati dalle varie tesi, dopo due mesi dal secondo trattamento, non è stata rilevata la presenza di esemplari con segni evidenti di presenza di nematodi; attualmente tutte le palme testimoni e le 10 della tesi c) sono morte; mentre sono ancora vive 4 palme delle tesi a); nonché 2 della tesi b) e 1 della tesi d). I risultati complessivamente conseguiti dagli interventi curativi non sono stati risolutivi e ritenuti poco soddisfacenti sotto l’aspetto ecologico, tossicologico ed economico; pertanto, in relazione alla futura disponibilità di fondi e di formulati commerciali autorizzati, si prevede di proseguire le indagini per verificarne l’efficacia. 27 Progetto DIPROPALM DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE INFESTAZIONI DI RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS IN ITALIA. IMPORTANZA DELLA GEOREFERENZIAZIONE DELLE PALME IN REGIONI A RISCHIO DI INTRODUZIONE E DIFFUSIONE DEL CURCULIONIDE Valeria FRANCARDI Valeria FRANCARDI, C. BENVENUTI, J. DE SILVA, L. MARZIALI, L. MARINELLI1 1 C.R.A. - Centro per la ricerca in AgroBiologia e Pedologia (ABP) Firenze In Italia numerose sono le opere artistiche, letterarie e botaniche che, nei secoli, hanno testimoniato la presenza di palme esotiche in parchi, giardini, orti botanici e ville. L’acclimatazione di specie diverse, frutto di lavoro scientifico e di una grande passione da parte di botanici e di appassionati ha consentito, in particolare a partire dal XIX secolo, una straordinaria diffusione di queste palme come elemento decorativo dominante di parchi pubblici e privati e promosso il loro massiccio impiego nelle località turistiche della Riviera italiana. Anche nel nord Italia, nelle zone dei grandi Laghi dove l’inverno è più mite numerose sono le palme che vegetano in parchi storici o variamente inserite nell’arredo urbano, pubblico e privato. Fra le specie esotiche le palme appartenenti ai generi Butia, Brhea, Erhythea, Jubaea, Livingstonia, Phoenix, Sabal, Trachycarpus e Washingtonia, sono state ampiamente impiegate a scopo ornamentale ma la Phoenix canariensis, introdotta nel 1864, è quella che ha avuto la maggiore diffusione negli ultimi decenni per la sua adattabilità a diverse condizioni ambientali e per la resistenza al freddo. Le palme sono ampiamente diffuse nel territorio, in particolare nel centro-sud, in Sicilia, Sardegna e, nel nord Italia, in Liguria. Tutte queste palme insieme alla Chamerops humilis, unica palma spontanea nei nostri ambienti, sono citate fra le specie sensibili all’attacco del Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) ma, al momento, gli attacchi del punteruolo rosso in Italia interessano, essenzialmente la P. canariensis negli ambienti dove maggiore è la sua presenza sia lungo la costa che nell’entroterra. In quest’ambito le regioni maggiormente interessate dagli attacchi del curculionide sono la Sicilia, la Campania e il Lazio dove il fitofago rappresenta una vera e propria emergenza fitosanitaria in continua espansione seguite da Puglia , Basilicata, Molise, Marche, Abruzzo e Liguria dove i focolai, seppure più localizzati sul territorio, stanno aumentando di numero. In Sardegna la distribuzione dei focolai rimane, al momento più circoscritta (Dati forniti dai Servizi Fitosanitari regionali). In particolare in queste ultime regioni e in quelle dove 28 Progetto DIPROPALM ancora non si sono registrati attacchi alle palme la realizzazione di mappe con la distribuzione, meglio se georeferenziata, delle palme può offrire ai servizi ftosanitari regionali un valido strumento di pronta individuazione delle aree a maggiore rischio di introduzione o di diffusione di focolai d’infestazione in cui concentrare le azioni di monitoraggio, prevenzione e lotta. In quest’ottica nell’ambito del Progetto DIPROPALM e grazie alla collaborazione dei Servizi Fitosanitari e delle amministrazioni comunali, si è proceduto alla georeferenziazione delle palme in aree pubbliche a maggiore densità di queste e dei principali vivai che le commercializzano in Toscana, regione ad alto rischio d’introduzione del R. ferrugineus e dove, a parte la prima segnalazione nel 2004 di una pianta attaccata in un vivaio non si sono ancora registrati dei focolai di attacco del punteruolo. Il rilevamento, iniziato nel 2008, nel comune di Massa è proseguito fino al 2010 lungo tutta la costa tirrenica fino ad Orbetello ed è stato effettuato con GPS60csx Garmin. I waypoint sono stati riferiti in parte a singole palme, in parte a gruppi in aiuole o piazze e in parte a filari, con un waypoint d’inizio e uno di fine (in presenza di viali e viali a mare), registrando sempre il numero e le specie in essi comprese. In questi ultimi casi la posizione delle singole piante non è perfettamente corrispondente a quella reale ma comunque interna all’area georeferenziata. Successivamente i dati sono stati elaborati in ambiente GIS (ARCGIS 9.3) al fine di ottenere cartografie relative alla distribuzione delle palme sul territorio sia a livello di singole unità o gruppi diversamente distributi sia per classi di densità. Scale diverse di rappresentazione cartografica permettono una visione immediata più generale e/o sempre più dettagliata, a seconda delle esigenze, della presenza ed importanza delle palme sul territorio fino a individuare nel dettaglio il loro posizionamento a livello locale. Ciò consente in caso di segnalazione di focolai la rapida individuazione delle aree a maggiore rischio di diffusione e dove concentrare l’azione di monitoraggio e controllo dell’infestazione di R. ferrugineus in relazione alla maggiore o minore presenza delle piante ospiti. 29 Progetto DIPROPALM DIETE MODIFICATE ED ALTERNATIVE PER L’ALLEVAMENTO DEL RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS Claudia BENVENUTI1, V. FRANCARDI1 1 C.R.A. - Centro per la ricerca in AgroBiologia e Pedologia (ABP) Firenze Claudia BENVENUTI 30 Introduzione L’allevamento in laboratorio di Rhynchophorus ferrugineus Olivier (RPW) su diete naturali o artificiali può rappresentare un problema fuori dai Paesi di origine in quanto alcuni componenti delle diete possono essere reperiti con difficoltà e/o essere troppo costosi. Pertanto sono stati condotti studi per l’allevamento del Rincoforo delle palme su diete artificiali già formulate da altri Autori ma nelle quali sono stati sostituiti alcuni ingredienti con altri ritenuti ugualmente idonei a sostenere lo sviluppo del curculionide. Lo scopo è stato quello formulare diete più economiche e pratiche da utilizzare in allevamenti massali del R. ferrugineus. Materiali e metodi Sono state messe a punto quattro diete i cui ingredienti di base sono stati patate, grano saraceno e carote per la Dieta 1, miele e fiocchi d’avena per la Dieta 2, fiocchi d’avena, farina di cocco e miele per la Dieta 3. Come Dieta 4 è stato impiegato una muosse di mela commerciale (Melinda®). La composizione della Dieta 1 è analoga a quella riportata da EL-SEBAY et al. (2003) sostituendo ai cereali impiegati dall’Autore il grano saraceno mentre nella Dieta 2, simile a quella proposta da KAAKEH (2005), la melassa è stata sostituita con miele millefiori. Le Diete1, 2 e 3 sono state integrate con l’aggiunta sia di vitamine che di conservanti e antibiotici. Per la sperimentazione sono state utilizzate 20 larve per ogni dieta testata ottenute da uova di adulti provenienti dalla Sicilia. La prova è stata condotta in una stanza climatizzata a temperatura 24±2°C, 70±5% umidità, fotoperiodo 12:12 (N:D). Alla fine del periodo di accrescimento ogni larva è stata trasferita in una scatola di plastica (5x10 cm), su torba e fibre di cocco sterilizzate, mantenute umide, per favorire la formazione della camera pupale. L’allevamento degli adulti sfarfallati, provenienti da larve alimentate sulla stessa dieta, è stato condotto su spicchi di mela e cotone imbevuto di acqua e miele in opportune scatole di plastica. Per ogni dieta sono stati calcolati i principali parametri biologici. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad analisi statistica mediante l’uso del programma SPSS. Risultati e discussione Il tempo medio di sviluppo larvale, il peso medio delle larve mature, la mortalità larvale e la fecondità delle femmine sono risultati significativamente differenti fra la Dieta 1, Dieta 2 e Dieta 4 mentre per quanto riguarda la resa in adulti, la durata media di una generazione, la mortalità pupale, la vita media delle femmine e la fertilità delle uova non si Progetto DIPROPALM sono evidenziate differenze fra le suddette diete. La Dieta 3 ha registrato il 100% di mortalità larvale. La Dieta 1 è risultata essere la migliore per lo sviluppo pre-immaginale e la fecondità delle femmine. Tuttavia EL-SEBAY et al. (2003) ha ottenuto un periodo più breve di sviluppo larvale e un maggior peso delle larve mature, probabilmente grazie ad un maggior apporto di componenti nutritivi derivati da cereali diversi. La Dieta 2 utilizzando il miele millefiori al posto della melassa non ha registrato parametri vitali soddisfacenti come quelli ottenuti da KAAKEH (2005). E possibile che il più complesso apporto in proteine, carboidrati e sali minerali della melassa abbia consentito di ottenere parametri biologici tempo di sviluppo medio larvale e tempi di durata di una generazione più brevi e un maggior numero di uova per femmina. La Dieta 3 composta da farina di cocco, avena e miele, come principali ingredienti, non è risultata idonea alla sviluppo larvale del curculionide, probabilmente a causa dell’impiego di farina di cocco essiccata invece che di un prodotto fresco e di miele invece che di melassa per quanto sopra osservato. La Dieta 4 ha ottenuto il più lungo periodo medio di sviluppo larvale, il minor peso medio delle larve mature e la maggiore percentuale di mortalità delle pupe. Questi risultati sono da attribuirsi all’impoverimento del valore nutritivo derivante dai trattamenti fisici verosimilmente subìti dalla mousse di mele per rendere stabile il prodotto commerciale. Conclusioni La Dieta 1, composta da una base di carote, patate e grano saraceno, ha ottenuto i risultati più soddisfacenti in merito al tempo medio di crescita larvale, alla percentuale di mortalità sia larvale che pupale e alla fecondità delle femmine, risultando un substrato idoneo ed economico per l’ allevamento in lab. di R. ferrugineus. Bibliografia EL-SEBAY Y., ABD EL-LATTEF M.K., MAKHLOUF T.M., 2003 – Laboratory rearing of red palm weevil, Rhynchopohorus ferrugineus Oliv. (Coleoptera: Curculionidae) on artificial diet. - Egyptian Journal of Agricultural Research, 81 (2): 551- 554. VALERIA FRANCARDI, CLAUDIA BENVENUTI, 2010 - Artificial diets for the rearing of Rhynchophorus ferrugineus Olivier. Redia, XCIII: In Press. KAAKEH W., 2005 – Longevity, fecundity, and fertility of the red palm weeevil, Rhynchopohorus ferrugineus Olivier (Coleoptera: Curculionidae) on natural and artificial diets. - Emir. J. Agric. Sci., 17 (1): 23-33. Ringraziamenti Gli Autori ringraziano vivamente il Prof. Santi Longo dell’Università di Catania per l’invio di esemplari di R. ferrugineus. 31 Progetto DIPROPALM VALUTAZIONE DELL’ENTOMOPATOGENICITÀ DI ISOLATI DI BEAUVERIA BASSIANA E METARHIZIUM ANISOPLIAE SU STADI DIVERSI DI SVILUPPO DI RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS Pietro RUMINE, V. FRANCARDI, C. BENVENUTI, G.P. BARZANTI (1) Pietro RUMINE (1) CRA – ABP, Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia Firenze Le piante e gli equilibri ambientali Le piante, come tutti gli altri esseri viventi, sono organismi in “equilibrio dinamico”. Il loro ciclo vitale risulta caratterizzato dalle fasi della giovinezza, maturità e vecchiaia durante le quali possono essere soggette a fenomeni di sofferenza e malattia determinate da un ampio numero di fattori, biotici e abiotici. A carico delle piante o in simbiosi con esse vivono e compiono la propria attività innumerevoli comunità di microrganismi e di organismi animali che, in condizioni di equilibrio o di relativa “stabilità” dell’ambiente, partecipano ai cicli della sostanza organica senza dar luogo ad evidenti fenomeni patologici. Ma organismi nocivi introdotti repentinamente o già presenti da tempo ma resi più aggressivi a causa della diminuzione delle difese delle piante (a seguito, per esempio, di stati di stress) possono divenire devastanti dando luogo a vere e proprie epidemie. Spesso, inoltre, l’accresciuta pericolosità dei numerosi agenti di danno può essere messa in relazione alla collocazione di specie o varietà vegetali in areali non propriamente adatti in relazione alle loro caratteristiche genetiche. Si creano così delle condizioni di “squilibrio” biologico per rimediare al quale viene richiesto un certo lasso di tempo. Il fenomeno, poco evidente nel caso di piante isolate, diviene assai più appariscente nel momento in cui estendiamo le nostre osservazioni dall’esemplare singolo ai popolamenti urbani fino alle più estese formazioni boschive e forestali che connotano e diversificano il territorio. Si può assistere, in taluni casi, al deturpamento di intere aree con vere e proprie trasformazioni del paesaggio. Neppure le Palme sono escluse da queste realtà. La difesa fitoiatrica e la difesa microbiologica L’attacco alle piante da parte dei fitofagi è causa in tutto il mondo di ingenti perdite di prodotto nel più ampio significato del termine: alimentare, agro-industriale, ambientale, paesaggistico. A livello globale, e in particolare nel nostro mondo occidentale, il modo di intendere la difesa fitoiatrica è andato, opportunamente, modificandosi in misura decisiva negli ultimi decenni. Allo stato attuale, essa non è più mirata all’annientamento delle popolazioni dei fitofagi ma viene più giustamente inquadrata nell’ottica di un loro contenimento entro soglie di tollerabilità, il che consente, se non altro, un minor turbamento degli 32 Progetto DIPROPALM equilibri ambientali. Il concetto di impatto sull’ambiente ha assunto dignità pari o addirittura superiore a quello dell’efficacia stessa degli interventi. Di pari passo, la coscienza dell’esistenza in natura di microrganismi dotati di proprietà entomopatogene ha consentito negli anni lo studio e l’approfondimento della tematica della difesa microbiologica delle piante da numerosi agenti di danno. I funghi entomopatogeni sono micromiceti che possiedono la capacità di aggredire direttamente gli insetti e pertanto rivestono un ruolo fondamentale nella regolazione degli equilibri esistenti in natura. Essi sono presenti nei più svariati habitat, principalmente il terreno ed i vari substrati organici. La corretta utilizzazione di alcuni di tali microrganismi consente il controllo di infestazioni con buona efficacia. Non solo. Gli interventi di tipo microbiologico hanno lo scopo di riequilibrare, a favore del microrganismo entomopatogeno, i livelli precedentemente “squilibrati” a favore del fitofago. Tutto ciò comporta, inevitabilmente, un congruo periodo di assestamento né più né meno di quanto accade con l’immissione nell’ambiente di insetti parassitoidi nell’ambito della più tradizionale lotta biologica. Le Palme e il “Rincoforo” Rhynchophorus ferrugineus Olivier è ormai infeudato stabilmente alle Palme ornamentali anche nei nostri areali. Le misure di controllo, purtroppo, sono a tutt’oggi parziali e va considerato inevitabile il ricorso a metodologie di lotta integrate che prevedano cioè, in sinergia e complementarietà, l’utilizzo di sistemi agronomici, colturali, biologici e, solo se inevitabili, chimici. Da parte nostra, ove le condizioni lo consentano, viene proposta la difesa microbiologica finalizzata al ristabilimento di equilibri “scombinati” a seguito dell’introduzione accidentale del coleottero anche nel nostro Paese. A tale scopo sono state eseguite numerose sperimentazioni, tuttora in atto, che vengono di seguito sinteticamente esposte. Sottolineo che le applicazioni pratiche che si prospettano possono comprendere diverse modalità fra le quali si ricorda, oltre alla “classica” distribuzione di sospensioni fungine conidiche direttamente sull’insetto o sulle piante, l’immissione dei microrganismi all’interno delle popolazioni del coleottero attraverso l’attività di “veicolamento” da parte del fitofago stesso. In tale ottica è in studio presso il nostro laboratorio l’impiego di specifiche trappole attrattive per la cattura temporanea e successivo rilascio di esemplari adulti “contaminati” verso le comunità delle Palme. Materiali e metodi Dopo prove preliminari per la selezione dei migliori isolati da impiegare nel controllo di larve e adulti del fitofago, nel 2009 e 2010 la nostra attività di ricerca nell’ambito del Progetto DIPROPALM è consistita nel saggiare in laboratorio la capacità “insetticida” di due ceppi autoctoni di Beauveria bassiana e Metarhizium anisopliae isolati da esemplari 33 Progetto DIPROPALM adulti di “Rincoforo” di provenienza dal Centro e Sud Italia. I “trattamenti” sono stati fatti con due diverse modalità: contatto diretto su colonie fungine cresciute su mezzo agarizzato e contatto su cariossidi di cereali inoculate. A quest’ultimo riguardo la sperimentazione ha avuto lo scopo di saggiare la possibilità di controllo di R. ferrugineus tramite la diffusione dei microrganismi entomopatogeni all’interno delle popolazioni dell’insetto. Gli individui trattati sono stati posti singolarmente in contenitori di polietilene e alimentati con porzioni di mela. Nel caso degli adulti l’alimentazione è stata integrata mediante somministrazione di una soluzione di acqua e miele. Le prove sono state svolte in ambiente controllato a temperatura di 27°C e 45-60% di umidità. La prova è stata considerata conclusa a 28 giorni dall’inoculazione. Gli adulti morti sono stai posti in camera umida a temperatura ambiente per verificare la presenza dell’agente patogeno impiegato. I dati di mortalità sono stati sottoposti ad analisi di sopravvivenza secondo il metodo di Kaplan-Mayer. Risultati Nelle sperimentazioni su larve, il ceppo di B. bassiana ha determinato una mortalità superiore al 50% degli individui mentre il ceppo di M. anisopliae ha causato la morte in misura variabile dal 60 al 100% degli esemplari. Le prove su adulti, invece, hanno messo in evidenza che il ceppo di B. bassiana è risultato meno efficace rispetto ai risultati sulle larve fermandosi su valori del 20-30% mentre il ceppo di M. anisopliae è stato in grado di indurre la morte del 53-85% dei fitofagi. I livelli di mortalità nelle tesi testimoni sono risultati del 13%-20% su larve e del 7%-10% su adulti. L’analisi statistica effettuata ha messo in evidenza valori significativamente diversi di mortalità del curculionide in relazione ai ceppi fungini. Le prove di infezione di adulti del fitofago in laboratorio mediante utilizzo di cariossidi di cereali colonizzate da M. anisopliae, poste all’interno di prototipi di trappole, hanno fatto registrare livelli di mortalità prossimi al 100% degli individui. Conclusioni Il rinvenimento di un ceppo autoctono di M. anisopliae particolarmente attivo su larve e adulti di Rhynchophorus ferrugineus consente di valutare positivamente l’applicazione della lotta microbiologica anche nei confronti di questa avversità. Lo studio di metodologie idonee per il controllo del fitofago con l’impiego di funghi entomopatogeni può dunque svolgere un ruolo importante. Va comunque tenuto sempre presente che tale sistema di difesa, finalizzato al riequilibrio ambientale, può richiedere tempi non brevi che non sempre corrispondono alle nostre aspettative di voler vedere risolto “istantaneamente” un problema complesso come quello di cui si tratta. 34 Progetto DIPROPALM PROVE DI SEMI-CAMPO E DI LABORATORIO CONDOTTE A SANREMO PER LA LOTTA CONTRO IL RINCOFORO Mauro SACCO1, B. CANGELOSI1, E. ARATO1, C. PASINI1, C. LITTARDI2 1 CRA – Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie ornamentali Sanremo 2 Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo Mauro SACCO Il progetto “DIPROPALM”, che prevede un’attività di ricerca per lo studio del ciclo biologico e delle caratteristiche principali del punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier), del suo monitoraggio e, collateralmente, prove di lotta contro questo pericoloso fitofago, ha preso avvio formalmente dal 2008. L’attività di ricerca vera e propria, che viene svolta da quattro Unità Operative, dislocate rispettivamente a Catania, Napoli, Firenze e Sanremo, ha potuto però avere inizio soltanto nel 2009. Presso l’Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie ornamentali di Sanremo (CRA-FSO), l’attività sperimentale è stata preceduta dalla costruzione di una struttura in maglie piuttosto fini di acciaio, con doppia porta, collocata all’interno di una serra nel Parco comunale di Villa Ormond, a Sanremo, di circa 150 m2, costruita allo scopo di mettervi le palme utilizzate per le prove di endoterapia, e realizzata in modo tale da prevenire eventuali fuoriuscite dell’insetto. Tale struttura, come anche l’attività sperimentale inerente al progetto, è stata allestita con la collaborazione del Centro Studi e Ricerche per le Palme. Nella primavera del 2009 è stata impostata la prima prova di endoterapia, realizzata su venti palme di Phoenix canariensis, in vaso, alte circa 4 m e del diametro di circa 50-60 cm. Sono stati provati i seguenti principi attivi: azadiractina, abamectina e clothianidin. In più, una delle tesi era costituita da una miscela di azadiractina + abamectina. La quinta tesi era il testimone, trattato con sola acqua distillata. Ogni tesi era ripetuta quattro volte. Le larve di Rincoforo usate per questa prova sono state cortesemente fornite dal Prof. Santi Longo, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie fitosanitarie dell’Università di Catania. Le larve, appartenenti prevalentemente alle ultime età di sviluppo, sono state inserite nelle palme in prova il 20 maggio 2009, nella misura di sette larve per palma. Le larve sono state inserite nelle piante dopo aver praticato con un trapano, alla base delle foglie, rispettivamente 7 fori per palma, utilizzando, per favorire la penetrazione delle larve stesse nelle foglie, altrettante provette di vetro del diametro di circa 17 mm. Le provette, con ognuna una larva, sono state lasciate nel foro praticato per alcuni giorni, fino a quando le larve non fossero penetrate completamente 35 Progetto DIPROPALM nella pianta. I trattamenti di endoterapia sono stati effettuati il 4 giugno 2009, da una ditta specializzata di Milano, la “DEMETRA”, secondo un protocollo sperimentale che comportava l’immissione di mezzo litro di soluzione (o sospensione) in acqua demineralizzata per palma, usando i seguenti dosaggi: Adina 10 (azadiractina all’1%) : 80 ml/l; Dynamec EC (abamectina all’1,84%) : 100 ml/l Adina 10 + Dynamec EC : 70 ml/l + 80 ml/l; Dantop 50 WG (clothianidin al 50%) : 5 g/l Per favorire l’assorbimento delle soluzioni di prodotti nelle palme, è stata usata una pressione di 1-1,5 atm.. A conclusione della prova di endoterapia, all’incirca a metà giugno, è stato effettuato un rilievo completo di tutte le forme, (larve o pupe), di Rincoforo, presenti nelle palme, procedendo alla distruzione totale delle 20 palme in prova, ricercando quindi ogni forma, larvale o pupale, precedentemente inserita nelle piante come larva viva, e rilevando, come osservazione finale, se, dopo circa 10 giorni dal trattamento, fosse ancora viva, o morta in seguito al trattamento stesso, o eventualmente morta per altre cause. Fermo restando il fatto che nessun prodotto ha dato risultati soddisfacenti, il Dantopo 50 WG si è dimostrato il principio attivo più efficace, seguito dall’abamectina, mentre nella tesi di sola azadiractina nessuna forma è risultata morta in seguito al trattamento. Terminato il rilievo, tutti i ceppi delle palme sono stati sottoposti a triturazione, unitamente al materiale vegetale rimasto. L’attività del “DIPROPALM” presso l’Unità di Ricerca di Sanremo è proseguita, nel 2009, con alcune prove condotte in laboratorio verso la fine dell’autunno, nell’ambito delle quali è stato saggiato l’effetto sulle larve di Rincoforo di alcuni prodotti di origine naturale, del gruppo delle saponine, unitamente all’azadiractina e a due insetticidi di sintesi, il clothianidin e l’imidacloprid. Sono state sperimentate, su un campione di 7 larve per tesi, l’escina, che è una saponina ottenuta dall’ippocastano, e un’altra saponina, estratta dalla corteccia di Quillaja saponaria, oltre all’azadiractina e ai due insetticidi di sintesi sopra menzionati. Tutti i prodotti sono stati provati a due diversi dosaggi, e la saponina estratta dalla corteccia di Q. saponaria a tre diversi dosaggi. Tale attività è stata realizzata in due successive prove di laboratorio, che si sono concluse entro la seconda decade di dicembre del 2009. I risultati sono stati buoni per il clothianidin e l’imidacloprid, nel senso che con questi due principi attivi si è ottenuta una mortalità totale delle larve in tempi rapidi, mentre con i prodotti di origine naturale la mortalità è stata solo parziale e, soprattutto, è stato richiesto un tempo mediamente di quasi una settimana per poter ottenere il decesso delle larve, che, per ricerche di laboratorio, è da considerarsi un periodo eccessivamente lungo. Nella primavera 2010 sono state nuovamente acquistate 15 piante di P. 36 Progetto DIPROPALM canariensis, per effettuare una prova di lotta per bagnatura del substrato. Sono stati saggiati l’Actara 25 WG (thiamethoxam al 25%), senza e con fosfito di K, e il clothianidin in due diverse formulazioni, Dantop 50 WG e Clothianidin 20 SC, ambedue con fosfito di K. La quinta tesi era il testimone, trattato con sola acqua. Ogni tesi era ripetuta tre volte. I trattamenti sono stati effettuati il 24 maggio 2010, usando 2 l di sospensione per palma. Il rilievo finale è stato effettuato tra l’8 e il 10 giugno, con le stesse modalità con cui era stato condotto il rilievo della prova di endoterapia conclusa nel giugno dell’anno precedente. In più, sono stati prelevati due campioni di tessuto vegetale per tesi, per fare effettuare l’analisi dei residui dei principi attivi somministrati, analisi che è stata fatta eseguire anche sulle larve, sia vive che morte, allo scopo di constatare se, e in che misura, i principi attivi fossero stati assorbiti dai tessuti delle palme in prova e fossero stati assunti dalle larve. Il prodotto che ha conseguito la migliore efficacia, comunque insoddisfacente, è stato il Dantop 50 WG, seguito dall’Actara 25 WG. Il risultato fornito dall’Actara non è sostanzialmente cambiato in presenza, o meno, di fosfito di K. L’analisi dei residui ha messo in evidenza come i principi attivi somministrati sono effettivamente penetrati nei tessuti vegetali, segnatamente alla base delle foglie, dove era stato effettuato il prelievo e dove erano inizialmente anche localizzate le larve. Tra l’altro nelle tesi dove è stato dato il thiamethoxam è risultata la presenza, oltre che di thiamethoxam, anche di clothianidin, essendo quest’ultimo un metabolita di thiamethoxam. Nell’autunno del 2010 è stata infine condotta, su altre 20 nuove piante di P. canariensis, una seconda prova di endoterapia, che al momento attuale non è ancora conclusa. Lo schema sperimentale, con cinque tesi e quattro ripetizioni, e la modalità di esecuzione dei trattamenti, sono rimasti uguali a quelli della prova di endoterapia già effettuata nel 2009. Cambiano i prodotti usati e, inoltre, è stato aggiunto fosfito di K in tutte le tesi, ad eccezione di una. Gli insetticidi sperimentati sono: il Kohinor plus, che è una miscela di imidacloprid + ciflutrin, senza fosfito di K; l’imidacloprid + fosfito di K; il clothianidin + fosfito di K, nella formulazione di Clothianidin 20 SC; il thiamethoxam + fosfito di K. La quinta tesi era ovviamente il testimone trattato con sola acqua. 37 Progetto DIPROPALM PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME: TECNICHE DI LOTTA A CONFRONTO Emilio CAPRIO1, R. MASSA2, M. D. MIGLIORE3, G. PANARIELLO3, D. PINCHERA2, R. GRIFFO4 1 DEZA - Facoltà di Agraria - Università di Napoli “Federico II”, 2Dip. Scienze Fisiche Università di Napoli “Federico II”, 3“DAEIMI” - Facoltà di Ingegneria - Università di Cassino, 4Servizio fitosanitario - Regione Campania Emilio CAPRIO A supporto delle misure fitosanitarie per il contenimento di Rhynchophorus ferrugineus (Olivier, 1790) sono stati avviati sia in ambito nazionale che regionale diversi programmi di ricerca con l’obiettivo di definire strategie utili per ostacolare la sua diffusione oppure tentare, ove possibile, il recupero delle piante infestate. In particolare le metodologie di contrasto possono essere, a larghe linee, contraddistinte in chimiche, biologiche e fisiche. A tal proposito è stata attivata una sperimentazione tesa a valutare la capacità di traslocazione nella palma Phoenix canariensis dell’abamectina, dell’azadiractina e clothianidin con applicazioni endoterapiche secondo due metodi (Porcelli e Arbocap). La prova è stata impostata prevedendo le somministrazioni di agrofarmaci nel periodo primaverile e nell’estate 2010, in modo da valutare la cinetica dei prodotti in diverse fasi vegetative di piante asintomatiche. Tale prova è il proseguimento di quella effettuata nel 2009 (inverno-estate) relativa al solo metodo Porcelli. I risultati preliminari rilevano che le due diverse applicazioni fondamentalmente non mostrano differenze statisticamente significative relativamente alle medie delle sostanze attive (con l’eccezione dell’abamectina nel periodo primaverile i cui valori sono risultati lievemente più alti con l’applicazione Porcelli), sebbene la cinetica di traslocazione sia diversa. Da un’analisi globale si evince, inoltre, che non tutte le piante rispondono in modo uniforme nel senso che in alcune di esse non si osserva traccia di sostanze attive e che la traslocazione è funzione dello stato idrico della pianta, più bassa nei periodi caldi. Nell’ambito di nuove strategie di controllo del Rhynchophorus ferrugineus, anche in virtù delle ultime direttive della UE che chiedono agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per incentivare una difesa fitosanitaria a basso apporto di agrofarmaci, è stato attivato uno studio di laboratorio e di campo che ha previsto l’utilizzazione delle microonde. Queste devono la loro efficienza alla capacità di riscaldare un “materiale” in modo differenziale e selettivo in base alle caratteristiche elettromagnetiche dei materiali coinvolti nel processo. Dalla caratterizzazione elettromagnetica dei tessuti della palma, delle larve ed adulti del punteruolo, effettuata mediante la tecnica del cavo coassiale troncato, 38 Progetto DIPROPALM si è evidenziato che l’interazione della palma con le microonde coinvolge soprattutto gli strati più esterni inducendo incrementi termici che possono risultare letali per l’insetto preservando al contempo la vitalità della palma. Trattamenti a microonde effettuati su palme di piccole dimensioni opportunamente infestate da larve di punteruolo hanno confermato tale risultato. Inoltre quali prime esperienze sull’uso delle microonde nella lotta al Punteruolo rosso si riportano i dati di diverse prove effettuate con la macchina “Ecopalm Ring ®”, svolte nel mese di dicembre 2008 nel Comune di Aversa (Ce), in un sito in cui erano presenti 4 piante di Phoenix canariensis, di cui una altamente infestata, un’altra con inizi di attacco e le altre due asintomatiche. Tutte le palme oggetto della prova avevano simili dimensioni ed un’altezza di 10 m. I risultati preliminari ci sembrano incoraggianti per proseguire la sperimentazione con la messa a punto di accurati protocolli che permettano di stimare, per ciascuna tipologia di palma, il tempo di esposizione e la potenza irradiata in modo da rendere i trattamenti ottimali senza danneggiare la pianta. 39 Progetto DIPROPALM VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DI SPECIE E ISOLATI AUTOCTONI E COMMERCIALI DI STEINERNEMA E HETERORHABDITIS SU RHYNCOPHORUS FERRUGINEUS (OLIVIER, 1790) (COLEOPTERA CURCULIONIDAE) Oreste TRIGGIANI, E. TARASCO Dipartimento di Biologia e Chimica Agro-forestale e Ambientale (DiBCA), Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Rhyncophorus ferrugineus considerata la specie più dannosa per le palme nel Bacino del Mediterraneo soprattutto Phoenix canariensis (Chabaud) (EPP/EPPO 2008), si è diffusa in Italia a partire dal 2004, provocando gravi danni . Esso è riportato nella liste A2 dell’EPPO per gli organismi da quarantena. L’insetto è di difficile controllo e l’utilizzo di fitofarmaci sia come prevenzione dal suo attacco sia a difesa di piante già attaccate, deve essere ripetuto nel tempo con pericolo di inquinamento ambientale (Ferry e Gomez, 2002). Le restrizioni sull’impiego di molti fitofarmaci spinge prepotentemente verso il controllo con prodotti alternativi tra cui i nematodi entomopatogeni (EPN) anche per la carenza di adeguate strategie, particolarmente per gli insetti che vivono in ambienti criptici quali le palme (Deseö, 1982, Triggiani 1983, Triggiani e Tarasco 2002, Curto et al. 2003, Georgis e Manweiler, 1994, Tarasco e Triggiani 2006, Nardi et al., 2009). I nematodi entomopatogeni (EPN) penetrano nel corpo degli esapodi attraverso la bocca, l’ano e gli stigmi o anche attraverso la cuticola e a contatto con l’emolinfa, scaricano i loro batteri simbionti (Tailliez et al., 2006) che uccidono l’ospite trasformando i tessuti in alimento per i nematodi. I risultati delle prove con EPN sono spesso contraddittorie, pertanto in questo lavoro si è inteso testare diverse specie e isolati di nematodi autoctoni e commerciali su larve e adulti di R. ferrugineus per accertare, in laboratorio, quali stadi del fitofago fossero più sensibili al complesso EPN-batteri sì da individuare quelli più adatti ad essere utilizzati in campo. Si è inoltre voluto accertare se gli EPN fossero in grado di riprodursi nel Rincoforo dando origine a successive generazioni. 40 Progetto DIPROPALM LOTTA E PREVENZIONE DEL PUNTERUOLO ROSSO A PALERMO G. LA MANTIA1, G. SAURO2, C. CALDARELLA3, A. SPATAFORA2, D. MUSACCHIA1, G. LO VERDE3 1 Comune di Palermo Settore Verde e Territorio, Osservatorio Malattie Piante di Palermo Servizio Fitosanitario Regione Sicilia, 3 Dip. SENFIMIZO Università degli Studi di Palermo 2 Giuseppe LA MANTIA A distanza di oltre quattro anni dalla prima infestazione di Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) a Palermo (marzo 2006), la rapida diffusione del curculionide ha portato alla morte oltre 7300 palme delle canarie. Le attività finalizzate alla riduzione della consistenza numerica della popolazione (monitoraggio, ricerche sulla biologia e sulle tecniche di controllo, adozione di corretti metodi di abbattimento), svolte grazie ad una efficace sinergia tra il Comune di Palermo, l’Osservatorio per le Malattie delle Piante e l’Università di Palermo, non sono bastate ad evitare questo disastro ecologico. Dall’esame delle mappe di distribuzione delle palme infestate realizzate nei due anni successivi alla prima segnalazione, è stato possibile individuare due originari focolai d’infestazione posti in zone della città diametralmente opposte lungo l’asse est-ovest. Nonostante gli abbattimenti siano stati operati tempestivamente in tutte e due le aree coinvolte, l’espansione delle infestazioni ha avuto uno sviluppo diverso concentrandosi quasi esclusivamente ad est, probabilmente a causa di piante infestate e non segnalate proprio in quella direzione. Ciò indica chiaramente che un attento monitoraggio e l’immediato abbattimento delle palme infestate, anche se di difficile applicazione, possono senz’altro contenere l’espandersi dell’infestazione quando essa si trova nel suo stadio iniziale. Fondamentale importanza riveste, quindi, la formazione di personale specializzato nell’individuazione precoce dell’infestazione. Tra gli interventi di controllo, il risanamento meccanico è stato applicato fino ad oggi su un centinaio di palme. Anche in questo caso, presupposto fondamentale per il buon esito dell’intervento è l’individuazione precoce dell’infestazione. Un intervento ben eseguito garantisce l’eliminazione di tutti gli stadi del punteruolo. Quasi tutte le palme così trattate hanno mostrato evidenti segni di ripresa. Tuttavia, le palme sottoposte a dendrochirurgia possono essere nuovamente infestate, come avvenuto per circa 90 delle palme risanate. Per tali motivi questa tecnica viene attualmente usata solo per il recupero di palme di particolare valore storico-paesaggistico. Limitatamente ai periodi in cui il Ministero della Salute ha autorizzato in via eccezionale e provvisoria l’utilizzo di alcuni prodotti commerciali Gabriella LO VERDE 41 Progetto DIPROPALM per il controllo del punteruolo, sono stati effettuati, con ottimi risultati, trattamenti per aspersione su palme di particolare valore ubicate in alcune ville storiche. Prove di endoterapia, invece, hanno dato risultati poco soddisfacenti sia sul piano dell’efficacia dei prodotti saggiati che della fitotossicità riscontrata. Tuttavia, da tali prove sono stati ricavati dati utili per avviare una sperimentazione in laboratorio, tutt’ora in corso, di alcuni principi attivi. Prove di lotta biologica sono state effettuate utilizzando nematodi entomopatogeni (Steinernema carpocapsae), con risultati alquanto deludenti (livello massimo di parassitizzazione 11%), da imputare probabilmente alle alte temperature registrate durante i trattamenti. Infine, il Comune di Palermo ha aderito e dato la propria collaborazione all’iniziativa “adotta una trappola” promossa dalla Facoltà di Agraria di Palermo e finanziata dalla Presidenza della Regione Siciliana, per effettuare la cattura massale e al contempo sensibilizzare la cittadinanza. L’abbattimento e un corretto smaltimento delle porzioni di stipite contenenti gli stadi del punteruolo rosso attraverso la loro triturazione rappresenta ancora oggi il metodo più efficace per limitare l’ulteriore espandersi delle infestazioni, così come il monitoraggio e la diagnosi precoce rimangono gli elementi fondamentali per qualsiasi intervento di recupero/abbattimento delle palme infestate. I risultati delle attività svolte non hanno finora consentito di mettere a punto una strategia integrata di lotta attuabile nel contesto normativo nazionale, tuttavia hanno gettato le basi per ulteriori approfondimenti e nuove linee di ricerca indispensabili se si vuole evitare la totale perdita dell’inestimabile patrimonio palmicolo che da secoli caratterizza la realtà paesaggistica e monumentale della città di Palermo. 42 Progetto DIPROPALM PLAN DE PREVENCIÓN Y CONTROL DEL RHYNCOPHORUS FERRUGINEUS EN LA COMUNIDAD VALENCIANA Maria DEL PINO BARAJA BOU Jefa del Servicio de Inspección fitosanitaria Conselleria de Agricultura, Pesca y Alimentación Valencia Rhynchophorus ferrugineus, se detectó por primera vez en la Comunitat Valenciana en el año 2004, en el término municipal de Olocau (Valencia). Hasta el año 2005 no se detectó en la provincia de Alicante, en San Vicente del Raspeig. A partir de ese año se fue extendiendo por distintas zonas de nuestra Comunitat, debido a la introducción de palmáceas procedentes de países donde la plaga estaba presente. Actualmente se encuentra por casi toda la zona litoral mediterránea. Ya en el año 2003, debido a la aparición de la plaga Paysandisia archon (Lepidoptera: Castniidae), la Conselleria de Agricultura publicó el Decreto 131/2003, de 11 de julio, del Consell, por el que se establecía un Plan de protección integral fitosanitario para los palmerales de relevancia histórica, económica, social y cultural de la Comunitat Valenciana. Con la detección de R. ferrugineus, en el año 2004, se publicó la Orden de 24 de febrero de 2004, por la que se declaraba la existencia oficial de la plaga en la Comuniatat Valenciana y se calificaba de utilidad pública su lucha. Un mes después, mediante el Decreto 131/2003, de 11 de julio, del Consell, se amplió la protección, a determinados palmerales de relevancia histórica, económica, social y cultural de la Comunitat Valenciana, y se especificaron las medidas preventivas de cuarentena para la introducción de palmáceas en esos términos municipales. En el año 2007, se modificó el ordenamiento jurídico para la lucha contra esta plaga, al publicarse la Decisión de la Comisión 2007/365/CE, de 25 de mayo, por la que se adoptaban medidas de emergencia para evitar la introducción y propagación en la Comunidad Europea de R. ferrugineus. Dicha Decisión se transpuso al ordenamiento jurídico español mediante la Orden ARM/605/2009, por la que se establecieron medidas específicas para la aplicación de la Decisión de la Comisión 2007/ 365/CE, además de otras medidas especiales de protección para los palmerales de Elche, Orihuela y Alicante. El 8 de enero de 2010, se publicó la Orden de 22 de diciembre de 2009, por la que se ampliaron las medidas fitosanitarias obligatorias para el control y erradicación de la plaga Rhynchophorus ferrugineus. En el año 2007, de acuerdo con la Decisión de la Comisión, se establecieron las zonas demarcadas, que comprenden una zona infestada en la que se ha confirmado la presencia del organismo, así como una zona tampón cuyo perímetro esté a una distancia mínima de 10 km de la zona afectada. Las principales líneas de actuación que la CAPA está desarrollando en las zonas demarcadas son: Maria DEL PINO BARAJA BOU 43 Progetto DIPROPALM 1 - Control a productores de palmáceas Todos los productores de palmáceas están obligados a inscribirse en el Registro de productores de plantas de vivero y en el Registro de productores, comerciantes e importadores de vegetales. Tienen, además, la obligación de cumplir con las medidas preventivas y de lucha establecidas, mantener en buen estado fitosanitario sus cultivos y comunicar la aparición o la sospecha de la presencia de la plaga. Asimismo todas las palmáceas deben realizar las cuarentenas especificadas en las distintas legislaciones y circular con el preceptivo pasaporte fitosanitario. Para poder autorizar el pasaporte fitosanitario, por parte de la Administración Autonómica se realizan: - Controles iniciales con la finalidad de verificar la situación de las parcelas y sectorizar el vivero. En cada uno de los sectores se hace un inventario y catálogo de las palmáceas en producción. - Controles trimestrales, cuyo objeto es revisar el estado fitosanitario de las plantaciones, la realización de los tratamientos fitosanitarios preceptivos y los movimientos de las palmáceas. Cuando no se detecta la plaga se hace entrega de los preceptivos pasaportes fitosanitarios que deben acompañar a las palmáceas en su movimiento dentro de la Unión Europea. Dichos controles se deben realizar durante al menos dos años antes de autorizar la comercialización de las mismas, en cumplimiento de la Decisión de la Comisión 2007/ 365/CE. - Control de parcelas inmovilizadas por presencia de la plaga. En el caso de que se detecte R. ferrugineus en una parcela de producción, ésta es inmovilizada por un periodo de dos años consecutivos, durante los cuales es obligatorio la realización de tratamientos cada tres meses. Si durante este periodo no se observan síntomas de la plaga, se levanta la inmovilización. - Control de parcelas con palmáceas procedentes de terceros países donde la plaga está presente. Una vez que las palmáceas, han estado controladas durante un año en su país de origen, y entran en la Unión Europea, es obligatorio que pasen una cuarentena de un año, en un lugar bajo protección física y sean inspeccionadas cada tres meses, antes de autorizar su movimiento. 2 - Protección de palmerales históricos Los palmerales históricos están protegidos por la legislación vigente, frente a la entrada de palmáceas, mediante el establecimiento de un periodo de cuarentena obligatorio, mínimo de un año, previo a la introducción de estas en su ámbito de influencia (Orden, de 22 de diciembre de 2009, de la Conselleria de Agricultura, Pesca y Alimentación). También se prohibe la entrada de palmáceas cuyo diámetro de la base sea mayor de 5 cm, en un radio de protección de 5 km alrededor del centro de cada palmeral (Orden ARM/605/2009). Se ha establecido un sistema de vigilancia intensiva en el que colaboran las distintas administraciones. La inspección de los Palmerales corresponde a los ayuntamientos y la de los alrededores de los mismos a la Administración Autonómica. En caso de encontrar palmeras afectadas se procede a su eliminación inmediata. Asimismo, se ha instalado una red de trampeo en la periferia de los palmerales de Elx y Orihuela. 44 Progetto DIPROPALM 3 - Plan de prevención y control por las corporaciones locales. La Orden, de 22 de diciembre de 2009, de la Conselleria de Agricultura establece que todas aquellas corporaciones locales que lo deseen podrán establecer un plan de prevención y control de las palmáceas que se encuentran en su término municipal. Dicho Plan debe incluir: el censado de las palmeras de titularidad pública, la designación de un coordinador del plan y el establecimiento de las siguientes medidas: - Tratamientos fitosanitarios preventivos con medios de defensa autorizados por MARM. - Poda de las hojas secas. - Vigilancia de las palmáceas para la detección precoz de la plaga. - Pasaporte Fitosanitario obligatorio para nuevos ajardinamientos. - Retirada de ejemplares infestados o de las partes de los mismos afectadas. - Instalación de redes de trampeo, bajo control oficial. 4 - Otras actuaciones Recomendaciones a particulares Los propietarios particulares de palmáceas, deberán en el caso de observar síntomas de la presencia de la plaga, ponerse en contacto con la Conselleria de Agricultura, Pesca y Alimentación, bien a través del teléfono de atención de avisos (900 53 20 00), o bien a través de los ayuntamientos que hayan puesto en marcha un plan de prevención y control. La Conselleria efectuará la retirada de los ejemplares infestados o de las partes afectadas de los mismos. Adicionalmente se dará a cada propietario las recomendaciones de tratamientos y medidas culturales que en su caso, sean más adecuadas para evitar la reincidencia del ataque de la plaga. Autorización a empresas La Conselleria de Agricultura autorizará a empresas para efectuar trabajos de destrucción, limpieza, poda ó tratamientos de palmáceas, siempre que demuestren disponer de la cualificación técnica y los medios adecuados, para este cometido. Dichas empresas deberán participar en los programas de formación desarrollados por la Conselleria y dirigidos a su personal técnico. 5 - Investigación. Se está fomentando el desarrollo de proyectos de investigación, en colaboración con organismos científicos, tales como: - La Unidad Asociada UJI-IVIA-CIB/CSIC, con el proyecto “Detección y control del picudo rojo de las palmeras, Rhynchophorus ferrugineus”. - El Centro de Ecología Química Agrícola, de la Universidad Politécnica de Valencia, con el proyecto “Aplicación de atrayentes y trampas para captura de adultos de la plaga”. - El grupo de investigación de Entomología, del Instituto Agroforestal del Mediterráneo, del Universidad Politécnica de Valencia, con el proyecto “Atracción cromática de la plaga y comportamiento de adultos en campo”. - La Universidad de Alicante, con el proyecto “Control biológico mediante hongos entomopatógenos” - Esta prevista la próxima incorporación de la Estación Phoenix con el proyecto “Técnicas de control integrado de R. ferrugineus”. 45 Progetto DIPROPALM THE DISPERSAL OF THE RPW IN GREECE. HISTORY -PROBLEMS-EFFORTS-STRATEGY SOLUTIONS Nikos THYMAKIS Agronomist, Chair Person of GREEKPALMSOCIETY, Kifissia Flower Show Horticultural Consultant, Antonis Tritsis Environmental Awarness Park Consultant-Green PR and Consultin, ex Secretary of “Green Committee” of Geothechnical Chamber of Greece Nikos THYMAKIS History An incursion that presumably began with the palm trees of doubtful quality and origins that were imported as part of projects for the 2004 Olympic Games in Athens first became apparent in November 2005. The problem has since spread throughout Greece, affecting both palms in gardens and those produced in local nurseries. Distribution R. ferrugineus has been found for first time in Greece in Hersonissos (Heraklion district, Crete) infesting Phoenix canariensis, on November 11th, 2005. Afterwards, R. ferrugineus has been found in Malia, Gouves, Elouda, Agios Nikolaos, Sitia (Crete), in Rhodos island, in Oropos, Kalamos Kifissia, Acharnai, Kapandriti, Glyfada, Voula, Varkiza, Saronida and Ellinikon (Attiki), in Dilesi (Voiotia), in Killini and Palouki Amaliados (Ilia), in Neapolis (Lakonia), in Zakynthos, in Preveza, in Chalkis (Evia) in Atalanti (Phthiotida), in Chalkidiki (Makedonia) and in island of Paros (Cyclades) infesting mainly P. canariensis. The gravest threat posed by the insect is to the unique palm forest of Vai, which is listed in the Natura 2000 network and contains the last significant population of the Cretan date palm, Phoenix theophrasti Greuter, a native of Crete. The Cretan Date Palm is a National Symbol of Greek rare Flora. GREEKPALMSOCIETY organization, founded for the reason to emerge Greek authorities to save this vulnerable species and expand it to local public gardens and ancient monuments landscapes, near water. RPW AND PHOENIX THEOPHRASTI In laboratory experimentation in Benaki Phytopathological Institute the susceptibility of the native Greek palm tree Phoenix theophrasti in R. ferrugineus was proved. Unfortunatelly, we found RPW in Phoenix theophrasti offshoots in Gournes (Heraklion) last year. Problems In a few words: LACK OF ENVIRONMENTAL AWARNESS FROM AUTHORITIES, NO RESPECT TO PALMS, NO STRATEGY, NO “MASTER PLAN”. Efforts Scientists abroad are conducting research into ways of combating the 46 Progetto DIPROPALM insect by means of microorganisms that kill insects (nematodes, fungus and viruses as biological enemies). Such research until 2007 was in its infancy in Greece. We know very well that from the time that RPW appeared in our territory, we have big problem. So, after a lot of study and research, from 2007 until today, with our own money and efforts, we start to use the methods of preventing or managing the problem: PHEROMONE TRAPS NETWORK, TREE SURGERY (specialized on Palms), ENTOMOPATHOGENIC NEMATODES, ENDOTHERAPIA, INJECTIONS, MICROWAVES, PESTICIDES Laws The directives from E.U where the only kind of laws or orders that the Ministry of Agriculture send to local authorities and public. Also, we had a “decision” which was really a permission of using specified pesticides for certain periods every year, since 2009(!) (186845-2/7/2010). Most recent, the Prefectures of Attica and Creta, send an order that “if the phytosanitary inspector is not present, no one could destroy a suspectible or infected palm” (3281-12/7/2010). Strategy “L’ union fait la force”! A complex of all methods, with programmes and experiments throughout the infested and suspectible areas could be a first step. This is a very good opportunity for a MASTER PLAN combined from Ministries of Agriculture and Environment and maybe the Ministry of Tourism. This MASTER PLAN must have the following parts: - Phytosanitary control with help from gis (“pontikakos” method, patented). - Mechanical methods (destruction of infested palms, tree surgery) - Pheromone traps network - Biological control with etomopathogenic nematodes - No other import/export for at least 3 years to make greece “free rpw region” - Control and apply the natura 2000 network for palm grove vai - Expand plantations of phoenix theophrasti to save the species in places that greekpalmsociety propose - Change of landscape and garden design “attitude”-encouraging mediterranean biodiversity. a whole new landscape approach. - A law frame for palm management and places of destruction and burry (palm “cemeteries”) Solutions All the above “strategy” is a proposal of the scientists of “Green Committee” of Geothechnical Chamber of Greece, which includes personalities from public authorities, freelancers, palm specialists and entomologists. We strongly believe that this is a political - government decision and we hope that with this presentation to this conference, we will “push” to this direction. 47 Progetto DIPROPALM Acknowledgements The author thanks Dr. Dimitris Kontodimas (BPI, Athens). Entomologist, for all his help from the very first moment of all these years effort. References: Greuter W. (1968) “Le dattier de Theophraste, specialite cretoise”, US. GENEVE, p. 14-16 Kontodimas D.C., Economou D., Thymakis N., Menti Ch. and Anagnou-Veroniki M., (2006), “New serious pest of palm trees, the coleopterous Rhynchophorus ferrugineus Olivier” AGRICULTURE-CROP &ANIMAL HUSBANDRY, Vol 1/2006, Athens, p. 54-57 Kontodimas D.C., Milonas P.G., Vassiliou V., Thymakis N. and Economou D., (2006), “The occurrence of Rhynchophorus ferrugineus Olivier in Greece and Cyprus and the risk against the native greek palm tree Phoenix theophrasti Greuter”, ENTOMOLOGIA HELLENICA, Vol 16, Athens, p. 11-15 Thymakis N. , (2003) “The Cretan Date Palm”(Phoenix theophrasti Greuter), The Mediterranean Gardener magazine, Vol 32, MGS editions, Peania, p. 32-34 Thymakis N. , (2003) “The use of palms in Greece” The Mediterranean Gardener magazine, Vol 33, MGS editions, Peania, p. 54-55 Thymakis N, Georgi N.J, Sarikou S., (2005), “The growth of Palms under sheltered Mediterranean conditions” , PALMS, IPS Vol49(4) , Lawrence Kansas, p. 189-194 Thymakis N, (2009) “Phoenix theophrasti Greuter”, RED DATA BOOK OF GREECE, VOL II, Patras, p. 256-258 48 Progetto DIPROPALM PARÁMETROS BIO-ECOLÓGICOS DEL PICUDO ROJO DE LAS PALMERAS (RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS) (COLEOPTERA: CURCULIONIDAE) EN CONDICIONES DE CLIMA MEDITERRÁNEO Oscar DEMBILIOa1, E. LLÁCERa1, J. JACASa2 a Unitat Associada d’Entomologia Agrícola Universitat Jaume I (UJI) Institut Valencià d’Investigacions Agràries (IVIA) 1 IVIA; Departament de Protecció Vegetal i Biotecnologia Montcada 2 UJI Departament de Ciències Agràries i del Medi Natural Castelló de la Plana Oscar DEMBILIO El objetivo del presente trabajo fue establecer el ciclo biológico de Rhynchophorus ferrugineus bajo condiciones naturales de infestación sobre palmera canaria y en condiciones de clima Mediterráneo. Para ello, mensualmente a lo largo de todo un año, se infestaron 12 palmeras de 6 años con 16 larvas neonatas cada una. Periódicamente estas palmeras se cortaron y de ellas se extrajeron todas las formas vivas de su interior. Una vez en laboratorio, se realizaron diversas medidas de las cápsulas cefálicas de las larvas, así como de su peso, con el fin de determinar el estadio larvario correspondiente. Con estos datos y los del registro térmico, combinados con los umbrales de desarrollo, se determinó la integral térmica de esta especie. Además, se cuantificó la mortalidad preimaginal natural en las distintas épocas del año. Palabras clave: Integral térmica, estadios larvarios, umbral de desarrollo. 49 Progetto DIPROPALM DIVERSOS SISTEMAS DE CONTROL CONTRA RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS ENSAYADOS POR LA UNIDAD ASOCIADA DE ENTOMOLOGÍA AGRARIA UJI-IVIA EN ESPAÑA Elena LLACERa1, O. DEMBILIOa1, J. JACASa2 Elena LLACER a Unitat Associada d’Entomologia Agrícola Universitat Jaume I (UJI) -Institut Valencià d’Investigacions Agràries (IVIA) 1 IVIA; Departament de Protecció Vegetal i Biotecnologia Montcada 2 UJI Departament de Ciències Agràries i del Medi Natural Castelló de la Plana Rynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera, Curculionidae) es actualmente la plaga más dañina para las palmeras. Esta plaga, que se desarrolla durante todo su ciclo en la parte interna de la planta, es capaz de infestar un amplio rango de especies palmáceas aunque, en la Cuenca Mediterránea, destaca sobre todo por sus ataques a la palmera canaria (Phoenix canariensis) y, en segundo lugar, a la palmera datilera (Phoenix dactylifera). Su difícil detección, unido al uso ornamental de las palmeras atacadas, hace que las tareas de control de la plaga se vean muy dificultadas. Desde 2006, la Unidad Asociada de Entomología Agraria “Universitat Jaume I - Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias” ha estado desarrollando actividades de investigación y divulgación con el objetivo de mejorar la difícil situación provocada por esta terrible plaga. En primer lugar se pusieron a punto instalaciones de seguridad donde poder realizar ensayos con palmeras adultas y se puso en marcha una cría de R. ferrugineus sobre dieta artificial para poder disponer de individuos para realizar las investigaciones. Posteriormente se comenzó con la realización de ensayos de tratamientos, químicos y biológicos, compatibles con el uso ornamental de las palmeras, entre los que se incluye un método de cuarentena mediante fumigación con fosfuro de aluminio, el cual permitiría garantizar que las palmeras tratadas estuvieran libres de infestación. Nuestras investigaciones van principalmente dirigidas a tratamientos para prevenir la entrada del picudo en la palmera o curar las palmeras con infestación incipiente. Recientemente hemos puesto de manifiesto la efectividad de varios tratamientos: la aplicación de Steinernema carpocapsae en una formulación con quitosano, de imidacloprid aplicado en el riego, y de una pintura insecticida en formulación micro-encapsulada. Además se esta trabajando con entomopatógenos, más concretamente se están realizando diversos ensayos, en colaboración con la Universidad de Córdoba, con una cepa del hongo Beauveria bassiana aislada sobre R. ferrugineus de campo, la cual ha mostrado una gran virulencia contra todos los estados de desarrollo de la plaga. En la Unidad Asociada de Entomología UJI-IVIA seguimos trabajando para conseguir mejorar los sistemas de aplicación de los diferentes productos ensayados y para evaluar nuevos métodos de control con el objetivo final de lograr preservar un patrimonio tan valioso como son las palmeras. 50 Progetto DIPROPALM LA PALMA NELLA RELIGIOSITÀ POPOLARE DELLA SARDEGNA: INTRECCI E MISTERI Maria Nevina DORE, Don I. ORRÚ Ales (OR), Italia Maria Nevina DORE Partendo dal concetto di cultura popolare, intesa come il complesso delle attività e dei prodotti intellettuali e manuali dell’uomo in società, l’obiettivo della raccolta e dell’esposizione dei manufatti in palma, è stato quello di: far conoscere la religiosità popolare della Sardegna, attraverso la rappresentazione dei simboli delle virtù e dei vizi dell’uomo, propri della cultura popolare sarda. La mostra qui esposta accoglie un centinaio di manufatti intrecciati tutti in Sardegna, con rami e foglie recise di: chamaerops humilis, palma dactylifera e canariensis. L’esposizione presenta diverse tipologie d’intrecci, in base al destinatario, alle tecniche d’intreccio, alla simbologia che rappresentano: Sa Pramma - Palmetta dei fedeli, intrecciata con la tecnica ad incrocio e ad avvolgimento; Su Passiu - Palma del celebrante; palma per il vescovo intrecciata con la tecnica a incrocio tubolare; Palma per le autorità, intrecciata con la tecnica a raggiera bi frontale; Palma a intreccio diagonale con motivi particolari a cornetti o Palme Intrecciate a incrocio diagonale e raggiera con doratura; Intrecci a incrocio diagonale e a treccia, a incrocio diagonale bifrontale a cornetti, con riccioli, amuleti e simboli sacri; Palme con croci; Palme con motivi floreali; palme con la tecnica a mazzetti raccolti a ghirlanda; con immagini sacre, ondulati e raccolti con noci e stelle; Palme lavorate a treccia a tre foglie. Don Ignazio ORRÚ 51 GESTIONE PALME E BIODIVERSITÀ 19 NOVEMBRE 2010 Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ 54 Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ LAS PALMERAS Y LOS ARBOLES MONUMENTALES DE EUROPA Jose PLUMED SANCHO1, J. MOYA SANCHEZ2, B. MOYA SANCHEZ3 1 Técnico Especialista en Arboricultura del Jardín Botánico de Valencia, Licenciado en Ciencias Ambientales e Ingeniero Técnico Agrícola Técnico del Departamento de Árboles Monumentales de la Diputación de Valencia, 3Botánico, Director del Departamento de Árboles Monumentales de la Diputación de Valencia 2 José Europa es un continente con una gran diversidad arbórea debido a sus PLUMED SANCHO condiciones medioambientales y a la mezcla cultural que lo caracteriza. Esto ha facilitado la presencia de paisajes singulares, así como de árboles y palmeras monumentales distribuidos por toda su geografía. Grupos y ejemplares botánicos que por sus características excepcionales, presentan un gran valor e interés local y monumental, formando parte de nuestro más preciado patrimonio ambiental y cultural, lo que implica que sea de interés público su protección y conservación. Viven en plazas, bosques, jardines, campos de cultivo, edificios emblemáticos, invernaderos o parques naturales; poseen valores científicos, históricos, económicos, culturales, paisajísticos o simbólicos, y son el centro de Bernabé leyendas y tradiciones. Estos árboles y palmeras, en muchos casos con MOYA SANCHEZ nombre propio, forman parte de nuestras más profundas raíces y por tanto deberían estar debidamente protegidos por ley y recibir los cuidados necesarios que permitan su continuidad en el tiempo. De otro lado, la mayoría de las monocotiledoneas arbóreas como yucas, beaucarneas, dragos y palmeras, todavía lo tienen peor, pues ni siquiera tienen el estatus de los árboles y por lo tanto, muy pocas adquieren un reconocimiento explícito, exceptuando muy pocos ejemplares en el mundo, como el drago de Icod de los Vinos en Tenerife, la palmera Goethe en Pisa, la palmera Imperial de Elche, o la Carcasa del Jardín Botánico de Valencia. Sin embargo Europa todavía conserva un patrimonio muy importante, tanto natural, como histórico de este tipo de plantas. Dos especies de palmeras crecen de forma natural en el continente europeo, el Chamaerops humilis, en la parte más cálida de la cuenca del mediterráneo occidental y la Phoenix canariensis, en las Islas Canarias, otras dos se encuentran en continua discusión, la Phoenix dactylifera en el sudeste de la península Ibérica o la Phoenix theophrasti en la isla de Creta y Turquía. También la Dracaena drago es endémica de las Islas Canarias. Pero aunque estas son las palmeras sobre las que tenemos una mayor responsabilidad, no son las únicas. En el sur de Europa viven varias decenas de miles de palmeras que pertenecen a más de 100 especies distintas de todo el mundo. Las encontramos especialmente en las ciudades costeras, crecen en jardines públicos y residencias privadas, tanto del mar Mediterráneo, como del océano Atlántico, e incluso algunas especies más resistentes al frío en ciudades del interior con climas más continentales. 55 Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ En la actualidad, tanto los bosques de: Chamaerops humilis, Phoenix canariensis, Phoenix dactylifera, o Phoenix theophrasti, como las palmeras singulares que habitan en Europa, pasan por un momento crítico y muy delicado, podríamos añadir a esta lista a Dracaena drago. Las causas de este deterioro son graves y numerosas, como: la transformación y destrucción de sus hábitats naturales, la actividad agrícola o ganadera, el desarrollo urbanístico, el aprovechamiento de sus troncos y yemas, los incendios, el arranque, trasplante o tala, la mala gestión o el ataque de plagas y enfermedades como el picudo rojo, la paisandisia, la diocalandra, la podredumbre rosa o el fusarium, que están mermando considerablemente este delicado patrimonio, siendo importante para su continuidad que se adopten medidas encaminadas a su protección y puesta en valor. Este patrimonio reclama nuestra especial atención, ya que de una parte nos singulariza con respecto a otras regiones y países, además de que algunos de ellos ya han demostrado el papel esencial que pueden jugar de cara al desarrollo, también económico, de las zonas en donde se encuentran, sirva como ejemplo el Drago de Icod para las Islas Canarias. Es necesario proteger y recuperar estos paisajes e individuos, no solo porque son el distintivo de estas tierras, sino porque también forman parte de nuestra cultura, nacidas o llegados aquí desde hace miles de años nos han enriquecido sobremanera en el pasado y también lo podrán hacer en un futuro sostenible. Debemos por tanto asegurarles un apoyo real, permanente, y con el mismo nivel de recursos económicos y científicos, que el destinado al patrimonio arquitectónico o artístico. No obstante, según estudios que hemos realizado durante los últimos 20 años, sobre todo en la Comunidad Valenciana, pero que se pueden extrapolar al resto de Europa, sabemos que el 80 % de los árboles y palmeras que tenían el reconocimiento de monumentales a principios del siglo XX han desaparecido. En aquellos lugares donde la población humana ha aumentado o su actividad se ha transformado, son los lugares donde más ejemplares monumentales se han perdido, y con ellos también una información genética irrecuperable, hábitats insustituibles, parte de nuestra historia y un patrimonio irremplazable. Es preciso y urgente proteger, investigar, conservar y promover este patrimonio natural y cultural único y vivo de Europa. Sería muy triste que desaparecieran los patriarcas de nuestros bosques y jardines, sin que hubiéramos hecho todo lo que está en nuestras manos para conservarlos. Las líneas de trabajo fundamentales pasan por 1. Crearles un marco jurídico de protección legal 2. Catalogar los ejemplares 3. Administrarles una gestión y una tutela técnica y científica real 4. Destinarles una dotación económica constante y estable 5. Valorizarlos y darlos a conocer. A lo largo de todo el territorio español y en la Comunidad Valenciana, que agrupa a las provincias de Alicante, Castellón y Valencia, hasta 56 Gestione delle PALME E BIODIVERSITÀ hace unos años los olivos y las palmeras monumentales desaparecían a miles, sobre todo destinados al sector de la jardinería. Por esto y durante más de 20 años, trabajamos para desarrollar una ley que protegiera al mayor número de árboles y palmeras en nuestra comunidad. La Ley 4/ 2006 de la Generalitat Valenciana, de Patrimonio Arbóreo Monumental, fue finalmente aprobada por unanimidad de toda la cámara. Y nuestra decisiva aportación y el reconocimiento a nuestra labor, por parte de los grupos políticos y del gobierno valenciano, quedo recogida en el acta de la sesión parlamentaria celebrada el 10 de Mayo. Esta es una de las leyes de protección de árboles monumentales más abierta, participativa y conservacionista, de cuantas existen. Cuenta con un procedimiento especifico llamado de protección genérica, articulo 4. En el que se dice expresamente, “Se declararan protegidos genéricamente, sin necesidad de resolución singularizada, los ejemplares de cualquier especie arbórea existente en la Comunidad Valenciana que igualen o superen uno o más de los siguientes parámetros”: 350 años de edad; 30 m de altura; 25 m de diámetro de copa; 6 m de perímetro de tronco; 12 m de estipe para las distintas especies de palmeras, excepto para el género Washingtonia, que es de 18 m. Por poner dos ejemplos, gracias a esta ley la Comunidad Valenciana es en la actualidad el territorio con más olivos protegidos de Europa y del mundo, ya que según las estimaciones de las asociaciones agrarias serian más de 4000 el número de olivos directamente protegidos por esta ley. El otro caso serian las palmeras que, según estimaciones de la propia Consellería, en la actualidad y sin terminar el censo podrían sobrepasar las 2000. Otra iniciativa jurídica para proteger a estos árboles y palmeras monumentales, pasa por la aprobación de Ordenanzas Municipales de protección de arbolado de interés local. En nuestro país ya son muchos los municipios que están protegiendo sus árboles más emblemáticos y su cultura. Esta acción esta llevándose a cabo con la participación de la Fundación Félix Rodríguez de la Fuente y el Observatorio Nacional de Árboles Monumentales. La ordenanza se puede descargar desde la página Web: http://www.felixrodriguezdelafuente.com/ http://www.ruralnaturaleza.com/ Creemos que este es el camino a seguir para proteger de una forma efectiva el mayor número posible de palmeras y árboles monumentales, animándoles a que intenten promulgar en sus países, regiones o municipios, iniciativas similares a esta, de forma que entre todos intentemos proteger este legado histórico, cultural y botánico tan valioso. 57 PROGETTO PALM I.S. (PALME IN SICUREZZA) 19 NOVEMBRE 2010 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) 60 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) VALUTAZIONE DI STABILITÀ DELLE PALME INTRODUZIONE AL METODO VPA Fabrizio CINELLI1, C. LITTARDI2 Università di Pisa Department of Fruit Science and Plant Protection of Woody Species ‘G. Scaramuzzi’, Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo, Italy 1 Università di Pisa, 2Centro Studi e Ricerche sulle Palme - Sanremo, Italy La gestione delle palme in ambito urbano richiede una sempre maggiore attenzione verso quei fenomeni di schianto improvviso che possono causare danni a cose e, nei casi più sfortunati, coinvolgere anche persone. Una gestione responsabile del patrimonio arboreo deve quindi saper tenere conto del valore storico, ornamentale e paesaggistico che spesso lega le palme ai luoghi ma, allo stesso tempo, garantire la sicurezza dei cittadini. Proprio per soddisfare queste esigenze sono state intraprese una serie di ricerche e osservazioni mirate alla definizione di una metodologia di valutazione della propensione al cedimento da applicare alle palme. L’indagine su proprietà e comportamento biomeccanico delle palme è stata intrapresa da ricercatori italiani e spagnoli del Centro Studi e Ricerche per le Palme già dal 1999. Una prima serie d’osservazioni è stata presentata in occasione di Dies Palmarum - Giornate tecniche 2001: “La valutazione della stabilità delle palme - oltre il metodo” (Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo e SIA Italia). Nel corso di diversi anni sono state effettuate osservazioni in campo e in laboratorio. Sono state eseguite anche operazioni con l’esercizio di trazioni oltre il limite di schianto pratiche per individuare il limite teorico di resistenza dello stipite di diverse specie alla frattura. In questo contesto è stata avviata una importante collaborazione con il “laboratorio dell’albero”, gruppo di lavoro nato nell’ambito del Centro Interdipartimentale “Laboratorio del Paesaggio” dell’Università di Pisa. Nel 2010, a questo primo contributo, sono seguite ulteriori collaborazioni da parte di università, centri di ricerca e arboricoltori professionisti e, da questa compartecipazione sinergica, è nato il progetto PALM I.S. (Palme in sicurezza). Il progetto PALM I.S. ha l’obiettivo di portare un contributo all’evoluzione del metodo VPA (Visual Palm Assessment) rivolto all’indagine fitostatica delle palme. Un aspetto fondamentale per l’applicazione del metodo VPA è l’individuazione di parametri di riferimento visivi che possano definire a stabilire l’appartenenza ad una classe di propensione al cedimento di una palma in presenza di lesioni, malformazioni, processi degenerativi, restringimenti, cavità dello stipite e danni radicali. Un primo approccio per lo sviluppo del metodo prevede una accurata osservazione della morfologia della palma in tutti suoi aspetti, cercando di individuare quelle manifestazioni che possano ricondurre ad anomalie tali da alterare il fattore naturale di sicurezza. Ci troviamo in presenza di una monocotiledone arborea, che non presenta attività cambiale, non consente di fare riferimento alla casistica del “linguaggio dell’albero” utilizzata durante l’applicazione del metodo VTA. Pertanto i criteri scelti per definire la propensione al cedimento di una palma in presenza di malformazioni o lesioni strutturali, saranno diversi. Occorre decodificare un differente linguaggio, tipico di una struttura biomeccanica diversa. Fabrizio CINELLI Claudio LITTARDI 61 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) ANATOMICAL CHANGES IN PALM STEM PRODUCED BY VARIOUS AGENTS Arianna LA ROCCA1, C. LITTARDI2, M. G. MARIOTTI1, L. CORNARA1 1 Università degli Studi di Genova, Dip.Te.Ris., Polo Botanico Hanbury Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo 2 Arianna LA ROCCA Palms are commonly used as ornamental plants in temperate regions throughout the word and are frequent along the Italian coasts. Due to their location in the immediate proximity of people, buildings, vehicles etc., the monitoring of the health state and mechanical stability of these plants appear to be an important topic to reduce risk situations. The present study concerns the morphology and the anatomical changes of the stem of some specimens of Phoenix canariensis, collected from several cultivated plants located in Western Liguria (Sanremo), in response to various biotic and abiotic agents. Damages produced by insects and animal feeding, cancer, pests, cold weather, mechanical injures and other factors often weaken the palms and destroy their tissues, severely reducing water conduction in the trunk. Thereafter, primary or secondary plant pathogens often attack weakened palms through damaged tissue. While the defense mechanisms of trees against wounding have been extensively investigated, little information exists about wound responses in monocotyledons and the well-known term “compartimentalization” appears therefore not adequate for the defense system of palms (Shigo, 1994). Anatomical variations in the palm stem can be observed at different height (apex, intermediate portion, and base) and, for each part, between the peripheral and central zones. In our study, we compared the characteristics of damaged tissues as regards to healthy portions. Many anatomical and histological specimens were analysed and observed with stereo, optical, and scanning electron microscope, using different techniques and image analysis. Our observations on P. canariensis showed different cellular reactions around wounded tissues, acting as a protective mechanism against physical damage. The studied material consisted of two palm stem showing decay, wound rots or mechanical injuries in the apical or intermediate portion of the trunk. Wound reactions are mostly associated with darkening of the affected tissue which has negative influence on the mechanical resistance of the stem. 62 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) Slime fills up metaxylem and protoxylem vessels; these gels were identified by staining with Ruthenium red, indicating that they are acidic and in part pectinaceous substances. In addition, the Mayer’s tannic acid–ferric chloride test confirmed the presence of mucilages. Phenolic compounds were accumulated in vessels, parenchyma and fibres, as demonstrated by green blue staining whit TBO. Similar reaction in response to wounds was previously showed also by Weiner & Liese (1995) in the stem of the Roystonea regia. Our observations also showed that parenchyma cells surrounding the wounded zone become lignified, thus walling off the damage. This mechanism is very similar to the sclerosis of superficial ground tissue that replaces superficial protective tissues in palms with columnar stems (Tomlinson, 1961, 1990). Parenchyma cells appear subdivided by septa, thus forming a chambered parenchyma. Subdivision is achieved by the formation of a primary wall-like layer, similarly to those referred by Schmitt & Liese (1993) in some hardwoods after mechanical injury. Weakened palms are affected by primary or secondary plant pathogens, such as fungi (Advaskaveg et al., 1990). We observed that vascular tissue was generally more decayed than the surrounding fibers. As a result, phloem cells were susceptible to decay, and fungal hyphes filled the lumina of the metaxylem. Our data provide new information on the anatomic features of the palm stem, in particular concerning the wound response. References Advaskaveg J.E., Blanchette R.A., Gilbertson R.L., 1990. Decay of date palm wood by white-rot and brown-rot fungi. Can. J. Bot. 69: 615-629. Schmitt U., Liese W., 1993. Response of xylem parenchyma by suberization in some hardwoods after mechanical injury. Trees 8:23-30. Shigo A.L., 1994. Tree anatomy. Shigo and Tree Assoc., Durbam. Tomlinson P. B., 1961. Anatomy of the Monocotyledons. Vol. II: Palmae. Oxford at the Clarendon press. Tomlinson P. B., 1990. The structural biology of palms. Oxford University Press, Oxford, UK. Weiner G., Liese W., 1995. Wound response in the stem of the royal palm. IAWA Journal 16 (4): 433-442. 63 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) CONTRIBUTO AL VPA STRUMENTALE Carmelo FRUSCIONE Studio Verde SAS Torino, Italy in collaborazione con Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo, Italy Carmelo FRUSCIONE Il contributo di Studio Verde Torino alla ricerca in atto si basa sull’esperienza acquisita negli ultimi anni nell’utilizzo del tomografo ad impulsi sonici sulle palme ed in particolare sulle palme del genere Phoenix. Questa esperienza è maturata soprattutto con diverse prove strumentali eseguite nel 2006 e nel 2007 nella città di Catania ed in alcune località della provincia di Catania (Aci Bonaccorsi) e nel 2009 a Genova con l’analisi completa delle palme del Porto Antico. In tutto sono state eseguite circa 300 tomografie. Il confronto costante con la densitometria ottenuta da penetrometro modello resi b 400, porta a preferire in generale il risultato strumentale della tomografia, più affidabile, raffinato e preciso nel distinguere, all’interno della palma, le aree a differente densità. Come tale il tomografo è risultato indiscutibilmente uno strumento migliore per la diagnosi e/o la quantificazione delle anomalie strutturali indotte da infezioni fungine (Thielaviopsis, Gliocladium) o da infestazioni già affermate di Rhynchophorus ferrugineus. Mentre i sondaggi densitometrici con penetrometro diventano significativi solo quando i processi degradativi di matrice fungina all’interno della palma sono già molto intensi e diffusi, le tomografie soniche riescono a cogliere i decadimenti interni quando hanno dimensioni ancora limitate e quando la loro intensità non è ancora accentuata. La tomografia è dunque attualmente il migliore strumento per la diagnosi precoce delle anomalie strutturali nelle palme. Sulla base di questa conclusione, i risultati delle tomografie che Studio Verde eseguirà in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche per le palme di Sanremo, potranno essere interpretati ai fini di una migliore definizione delle caratteristiche strutturali della palme. E queste caratteristiche strutturali, nonchè i difetti e le anomalie esterne sullo stipite che troveranno un riscontro significativo con le tomografie, potranno a tutti gli effetti diventare elementi di riferimento di univoca interpretazione nel V.P.A. In sostanza si mira a costruire un patrimonio conoscitivo simile a quello già affermato ed ampiamente riconosciuto nella metodologia V.T.A., applicabile in quanto tale solo alle dicotiledoni, poiché basato sull’accrescimento secondario del tessuto legnoso. Il problema attuale del VPA è che manca una base teorica completa e 64 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) certa di riferimento come invece ha il VTA (le descrizioni e gli studi biomeccanici di Matteck, associate agli studi condotti da Shigo). Manca una completa ed univoca descrizione e codificazione delle corrispondenze tra anomalie o irregolarità di forma dello stipite (restringimenti, rigonfiamenti) e la struttura interna del tessuto della palma; manca la codificazione della corrispondenza tra determinate strutture talvolta visibili lungo lo stipite (radici avventizie) e la variazione di densità o struttura del tessuto interno della palma. La ricerca a cui partecipano Studio Verde sas di Torino e il Centro Studi per le Palme di Sanremo intende appunto porre le basi per colmare questo vuoto teorico sul comportamento meccanico delle palme e sulla valutazione della loro resistenza alle sollecitazioni esterne. La prima parte del nostro contributo alla ricerca è consistita nell’esecuzione di una serie di tomografie su n. 3 esemplari di Phoenix dactylifera notoriamente sane, situate su un viale del lungo mare di Sanremo. Per ciascuna delle sezioni di stipite da sondare internamente, sono stati applicati due modelli di tomografo sonico, tra i più comuni in commercio: il tomografo Arbotom e il tomografo Picus. Entrambi funzionano con il medesimo principio e modo di propagazione dell’onda sonica, ma sono dotati di elementi costitutivi e software leggermente differenti. Su ognuna delle tre palme è stata eseguita una tomografia per ogni metro di stipite a partire da un’altezza di 50 cm da terra fino alla base della corona, in modo da rilevare tutte le variazioni di densità più significative (su palma sana) in funzione della leva crescente (distanza da terra). La palma cresce in altezza e non in diametro, dunque la risposta compensativa alla leva crescente e alla maggiore esposizione ad oscillazione deve in qualche modo essere correlata con una variazione di resistenza del tessuto, che sia maggiore rigidità, differente densità e/o maggiore resistenza a trazione. Sono inoltre state eseguite delle tomografie a distanze intermedie ogniqualvolta si fosse in presenza di palesi restringimenti (o strozzature) dello stipite. Il restringimento costituisce una delle più comuni “anomalie” o “irregolarità di forma” sullo stipite delle palme: dovendo comunque essere rispettato l’assioma della tensione costante, il restringimento di sezione deve in qualche modo essere compensato da un “irrobustimento” meccanico del tessuto interno. In ogni sezione sottoposta a tomografia sono stati eseguiti n. 2 sondaggi densitometrici con resi modello B 400, reciprocamente ortogonali e radiali rispetto al centro della: essendo le tre palme campione tutte di diametro contenuto entro i 50 centimetri, le due densitometrie sono sufficienti a restituire un dato completo, da confrontare successivamente con le corrispondenti tomografie. In tutto sono state eseguite: n. 7 tomografie sulla prima palma, n. 9 tomografie sulla seconda palma, n. 8 tomografie sulla terza palma. Ognuna di esse è stata fatta con entrambi i modelli di tomografo. Le tomografie potranno essere confrontate tra di loro sulla base della differente distribuzione delle tonalità di colore dell’immagine. Oppure, 65 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) per confronti più raffinati, non apprezzabili con i colori, potranno essere valutati i valori di velocità, espressi in m/s ottenuti con ogni misurazione e memorizzati su tabella parallelamente alle immagini. L’obiettivo finale è definire le differenze di interpretazione delle tomografie, per ognuno dei due modelli di tomografo sonico, in relazione a: • Altezza da terra e variazione del momento flettente • Maggiore o minore vicinanza rispetto alla corona fogliare e al picciolo • Presenza di irregolarità della sezione di stipite, quali ad esempio: restringimenti, radici avventizie Previo unione e confronto delle nostre analisi con quelle di laboratorio, volte a misurare composizione e resistenze meccaniche delle varie sezioni tomografate sulle palme abbattute, il lavoro di ricerca continuerà nei prossimi mesi con la ripetizione delle stesse procedure, su: - esemplari di palma che presentano difetti macroscopici - 66 esemplari di palma già giudicati instabili o comunque prossime all’abbattimento per problemi di deterioramento diffuso. Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) SPERIMENTAZIONE IN CAMPO PER LA MESSA A PUNTO DI UN METODO DI DIAGNOSI PRECOCE DELLA PRESENZA DI PUNTERUOLO ROSSO MEDIANTE ANALISI SENSORIALE. UTILIZZO DEL NASO ELETTRONICO COME STRUMENTO DIAGNOSTICO Letizia POZZI, G. VILLA - Coop. DEMETRA Le problematiche di gestione delle Palme, da qualche anno a questa parte, si sono complicate a causa anche di ospiti inaspettati che, una volta introdotti sul nostro territorio, hanno trovato un ambiente ideale e stanno determinando gravi danni al nostro patrimonio vegetale. Sebbene la gravità dei fenomeno, sia ben conosciuta, il più delle volte, per mancanza di fondi o personale o addirittura per superficialità di valutazione, la situazione rischia di precipitare e di trasformarsi in una catastrofe ambientale di proporzioni non valutabili. E’ il caso, infatti, del coleottero curculionide, il Rhynchophorus ferrugineus Oliv., originario dell’Asia, che si sta diffondendo ad una velocità superiore ad ogni previsione provocando la morte di tutte le palme colpite. Purtroppo al momento attuale, tutti i metodi di lotta possibili: chimici, biologici e agronomici sono ancora applicabili a livello sperimentale, tale è la velocità di propagazione dell’infestazione che al momento attuale possiamo solo cercare di individuare precocemente le piante colpite e a secondo del punto di infestazione e della gravità del danno, tentare di intervenire con qualche metodo di lotta sperimentale o distruggere immediatamente e totalmente tutto il materiale infestato per creare una sorta di cordone sanitario al fine di rallentare l’avanzata del parassita. L’analizzatore sensoriale consiste in un’unità di campionamento dei gas, una serie di sensori ed un computer per i calcoli e le valutazioni finali. I sensori sono sensibili ad un’ampia gamma di gas ed il meccanismo di reazione si basa su uno scambio di ossigeno tra le molecole volatili ed il film metallico, che provoca uno scambio di resistenza registrato e correlato ai composti adsorbiti. Le prove sperimentali sono state condotte in due diverse tipologie di ambiente: * Ambiente semicontrollato all’interno della serra sperimentale del Centro Studi e Ricerche per le Palme a Sanremo; * Prova di campo su Phoenix canariensis dislocate in diversi punti del Comune di Salerno ed ubicate in diversi contesti (filari stradali, rotatorie, parchi). Per quanto riguarda la prima prova è stata predisposta la serra con 20 soggetti di Phoenix canariensis coetanee ed in ottimo stato di salute. Sono stati eseguiti campionamenti prima dell’infezione artificiale con punteruolo rosso e successivamente a tre settimana di distanza dalla stessa. Il prelievo è stato effettuato con l’utilizzo di una pompa a polmone che Letizia POZZI 67 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) ha permesso di aspirare dei campioni di aria atmosferica in prossimità della corona fogliare dei soggetti arborei. Principale vantaggio di questo modello di pompa è la totale assenza di contatto tra la pompa ed il gas da analizzare, grazie a ciò il gas da analizzare non viene in alcun modo contaminato. La pompa a membrana aspira l’aria dall’interno della pompa e la scarica all’esterno creando una depressione all’interno del tubo: la depressione stessa causa il riempimento del sacchetto. Successivamente i campioni, raccolti in sacchetti di materiale plastico brevettato per l’emissione nulla di molecole volatili, sono stati sottoposti ad analisi strumentale. Le impronte volatili ottenute dai campionamenti sulle palme sane (in Campionamento su palma, naso elettronico utilizzato (Pen3) ed analisi strumentale su campione di aria verde) e infettate (in rosso) sono state messe a confronto: gli ottimi risultati ottenuti (grafico 1) mostrano come il naso elettronico sia in grado di discriminare le stesse palme in funzione della presenza o meno del rincoforo. Il bouquet di molecole volatili prodotto dalla palma sana è diverso e discriminabile dal naso elettronico rispetto a quello prodotto dalla stessa palma dopo l’infezione. Tale differenza può essere dovuta alla reazione della palma all’attacco, alla presenza dell’insetto e/o all’interazione degli stessi. Per quanto riguarda la prova compiuta in ambiente urbano, su Phoenix canariensis ubicate in diversi contesti all’interno del Comune di Salerno sono stati selezionati dei soggetti in funzione del livello di infestazione presumibile dal quadro sintomatologico: * Infestazione assente; * Infestazione media; * Infestazione alta. La disponibilità di informazioni riguardanti lo stato di salute delle palme provenienti da un censimento quali-quantitativo e georeferenziato del patrimonio palmizio della Città, ha agevolato notevolmente la selezione dei soggetti da introdurre nel piano sperimentale. La prima categoria riguarda prelievi su Grafico 1 - Analisi PCA dei campioni soggetti giovani di altezza inferioottenuti (nero = verde - grigio = rosso) 68 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) re a 3 metri e in apparente ottimo stato di salute; le altre due riguardano invece campionamenti su soggetti in cui sono presenti i classici sintomi della malattia: è stata fatta una gradualizzazione per valutare la capacità di discriminazione dello stato di avanzamento della patologia. I soggetti scelti per la classe di infestazione media presentavano rosure sulle lamine delle foglie dell’anno o su foglie degli anni precedenti; quelli appartenenti alla classe in fase alta, erano gravemente compromessi dalla presenza dell’insetto in quanto le larve avevano già colpito il meristema centrale con conseguente collasso della corona fogliare; alcuni prelievi sono stati compiuti su piante morte nella stagione precedente (infestazione massima). La metodologia di campionamento seguita è analoga a quella già descritta, per i prelievi sui soggetti di altezza maggiore è stato messo a punto un metodo di aspirazione tramite un’asta telescopica di 2.5 metri alla quale è stato fissato un tubo in materiale plastico brevettato per l’emissione nulla di molecole volatili collegato a terra con la pompa. Per la pulizia del tubo è stato effettuato un ciclo di aspirazione a vuoto sul soggetto stesso da analizzare prima dell’effettivo campionamento. Come si evince dal grafico le diverse classi di infestazione (grafico 2 assente in verde, media in blu e alta in rosso) vengono tra loro discriminate. Il bouquet di molecole volatili riscontrato su palme sane è diverso da quello campionato in prossimità di palme su cui è presente l’insetto. Lo strumento è in grado di evidenziare tale differenza e di separare in modo significativo l’impronta volatile di palme sane da quelle malate. La sovrapposizione esistente tra le classi di infestazione media, massima e alta è dovuta ad un fattore comune, è ipotizzabile che si tratti della componente derivata dall’odore prodotto dall’interazione insetto-palma. Grafico 2 - Analisi PCA dei campioni ottenuti Uno dei campioni prelevato da palma asintomatica è risultato essere in sovrapposizione con la nuvola di punti derivante dai campioni malati, a 6 mesi di distanza il soggetto è stato eliminato per la presenza dell’infestazione da rincoforo, confermando la diagnosi del naso elettronico. I risultati ottenuti da queste prime sperimentazioni sono molto incoraggianti: lo strumento si è dimostrato potenzialmente in grado di essere adottato per la diagnosi della presenza di attacchi di R.ferrugineus, la ricerca deve proseguire per confermare ed esplorare la potenzialità della tecnica che potrebbe fornire un valido ausilio nel monitoraggio massale delle palme in vivaio e per la tempestiva eradicazione di possibili focolai in nuove aree di attacco. L’utilizzo dello strumento svincolerebbero la diagnosi dall’oggettività ed esperienza dell’operatore per l’individuazione dei sintomi visivi e la renderebbero possibile anche su piante ancora asintomatiche (è da stabilire quindi la soglia di rilevazione dello strumento ossia la capacità di individuare la presenza del rincoforo sin dalle primissime fasi di attacco). 69 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) V.P.A. (VISUAL PALMS ASSESSMENT), TOMOGRAFIA SONICA E PROVE DI TRAZIONE: PROTOCOLLO PER LA DEFINIZIONE DI UN MODELLO DI FUNZIONAMENTO MECCANICO DELLE PALME, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A PHOENIX DACTYLIFERA L. Pierre Raimbault1, Giovanni Morelli2, Leonardo Cristofori2 Pierre RAIMBAULT 1 Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo - Italy, 2Studio Progetto Verde Ferrara L’esame visuale rappresenta il fondamento di ogni protocollo diagnostico per lo studio degli esemplari arborei, sia in ordine alla loro fisiologia che, più specificamente, in funzione della loro stabilità. Quando inserito nel processo analitico noto come V.T.A. (Visual Trees Assessment), tale esame visuale può essere integrato da approfondimenti di natura strumentale (martello ad impulsi sonici, penetrometro, frattometro). Più recentemente, anche la tomografia sonica e le prove a trazione (S.I.M., Static Integrated Method) sono divenute un utile corollario diagnostico strumentale all’approccio analitico esteriore. In ragione della sua riconosciuta validità applicativa, negli ultimi anni l’esame visuale è stato esteso anche allo studio delle palme. Tuttavia, questo passaggio applicativo, che ha dato origine al cosiddetto V.P.A. (Visual Palms Assessment), non può ancora dirsi concettualmente compiuto in quanto, di fatto, prescinde da ogni distinzione fisiologica ed anatomica tra gli alberi in senso stretto e le palme propriamente dette (fig.1). Fig. 1 La valutazione di stabilità delle palme. Alla luce di quanto sopra proposto, la descrizione di un modello meccanico delle palme, siano esse sane o danneggiate, basato sulla loro peculiare fisio - morfologia e sui possibili processi riparativi messi in atto da questi vegetali può dunque rappresentare la chiave di volta per la futura definizione di un protocollo diagnostico visuale. Assai più complesso, invece, appare l’utilizzo di strumenti diagnostici per l’approfondimento di eventuali difetti strutturali. In effetti, al di là degli oggettivi limiti di funzionamento degli strumenti stessi (ad esempio diametri dello stipite troppo esigui per l’impiego dei tomografi sonici), di fronte ad un individuo che si spezza in corrispondenza di una zona strutturalmente integra, cioè al di sopra della porzione evidentemente menomata, sorge il dubbio di quale sia la porzione anatomica 70 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) passibile di approfondimento. Si pensi poi all’eventuale applicazione del protocollo S.I.M.: se lo stipite danneggiato, di fatto, è costituito da una successione di sotto-unità meccaniche, dove andranno posizionati gli strumenti? Inoltre, nell’interpretazione dei tracciati penetrometrici o dei grafici tomografici, quale ruolo deve essere attribuito alla peculiare anatomia dello stipite ed in che modo l’interazione tra quest’ultima ed il principio di funzionamento dei diversi strumenti può interferire con la comprensione dei referti (ad esempio, nel caso di tomografia sonica, effetti di risonanza indotti dalla presenza di fasi conduttori rigidi dispersi nell’elastica matrice parenchimatica)? Infine, quale può essere il più corretto approccio prognostico di fronte ad eventuali anomalie strutturali di cui non conosciamo la possibile correzione morfogenetica secondaria. Questi quesiti, in pratica, rendono oggi inutilizzabili i diversi strumenti per fini prettamente diagnostici. Proposta di un protocollo di studio e conclusioni. Evidentemente, per quanto sopra esposto, il problema della stabilita delle palme non può certo dirsi risolto. I modelli meccanici sinteticamente descritti non sono che l’abbozzo di un processo di comprensione delle palme, basato sui risultati di alcune ricerche, recentemente portate a nostra conoscenza, sull’osservazione empirica di diversi esemplari e sulla rilettura critica di studi legati alla meccanica di altre specie vegetali. In questo senso, dovranno essere proseguite le ricerche anatomiche, istologiche morfogenetiche e morfologiche, sia in laboratorio che in campo, tanto in termini applicativi che bibliografici. Da dove partire, dunque, per decifrare il codice strutturale delle palme e pervenire ad un compiuto VPA? Innanzitutto sarà indispensabile procedere all’approfondimento dei temi che attengono alla costruzione, alla funzionalità ed alle successive modifiche della struttura permanente: • Funzionamento del meristema, organizzazione primaria del tronco e relazione tra questi e le condizioni edafiche e climatiche. • Collegamento tra alimentazione del meristema, funzionamento di quest’ultimo e variabilità nel numero di centri generatori. • Raccordo tra foglie e fusto, numero di fasci e dislocazione di questi ultimi al di sotto della chioma. Collegamento tra fasci riconducibili a foglie sovrapposte. • Redistribuzione delle riserve alla caduta delle foglie e meccanismi di ispessimento della parete e del parenchima. • Gradiente di densità del legno nel fusto e gradiente temporale di umidità nel fusto. • Riorganizzazione dei fasci al variare del numero di centri generatori. • Inserzione delle radici e rapporto con i fasci vascolari. Definizione 71 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) della continuità vascolare tra foglie e radici. • Presenza di aggregati cellulari (cellule compagne) che conferiscono plasticità al numero alla distribuzione ed alla funzionalità dei vasi. In questa fase di studio, come anticipato, non è ancora possibile utilizzare il tomografo e le prove a trazione come strumenti diagnostici per definire la stabilità delle palme, bensì come mezzi per analizzarne dettagliatamente la struttura. Solo in un secondo tempo, in accordo con il consueto metodo comparativo, sarà infatti possibile procedere alla corretta interpretazione dei referti. A questo scopo sarà dunque indispensabile integrare l’esame visivo ed i conseguenti approfondimenti strumentali con l’abbattimento e la dissezione di alcune palme in ogni loro parte. Nella pratica, si propone dunque di articolare un protocollo sperimentale di studio di singole palme nel modo seguente: • Esame visivo dettagliato della palma. • Esame tomografico a diverse altezze, con particolare attenzione a zone caratterizzate da anomalie morfologiche. • Prove a trazione con posizionamento di elastometro a diverse altezze, possibilmente nelle stesse zone già sottoposte a tomografia. • Scopertura dell’apparato radicale con sistema a pressione d’aria e successivo esame visivo. • Taglio progressivo delle radici ed esecuzione di diverse prove a trazione a diversi stadi di danneggiamento dell’apparato radicale. • Abbattimento della palma con sezionamento trasversale delle zone sottoposte ad approfondimento strumentale con successivo esame visivo. • Individuazione di un tratto del fusto da sottoporre a numerose sezioni trasversali ravvicinate con successivo esame visivo. • Individuazione di un tratto del fusto da sottoporre a sezione longitudinale con successivo esame visivo. • Esame visivo e sezione del meristema e delle basi fogliari. • Studio della distribuzione delle riserve in glucidi nelle diverse sezioni ed alla base delle foglie. Un secondo passo riguarda lo studio della distribuzione dei carichi nella struttura delle palme per individuare i gradienti di sollecitazione sia longitudinali che trasversali con particolare riferimento all’inserzione al suolo. Per una più compiuta comprensione dell’autosostentemento delle palme sarà infine opportuno concentrare l’attenzione su specie arboree che, come il Pinus pinea, per le loro strategie di accrescimento e per la loro anatomia presentano un comportamento meccanico intermedio tra quello degli alberi propriamente detti e le palme stesse. Solo al termine di questo complesso ed affascinante processo di conoscenza potrà dirsi fondato il corpus concettuale del V.P.A. 72 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) TOMOGRAPHIE ACOUSTIQUE ET PALMIERS 1 Robert BIGEL , C. LITTARDI2, M. SEMERIA2, F. BOERI2, 1 Société Agrobio TECH Nice, 2Servizio Beni Ambientali Comune di Sanremo La tomographie permet, grâce à la mesure de la vitesse de transmission d’un impact dans les tissus d’apprécier leur densité, donc leurs qualités biomécaniques. La mesure effectuée sur un palmier Phoenix canariensis, nous a permis de constater une importante accentuation de la densité des tissus au niveau d’une importante nécrose sur le stipe, témoignant ainsi d’une réaction du palmier à la modification de sa biomécanique. Chez les arbres et palmiers, la tomographie acoustique permet une détection des différences de densité des tissus sur un plan de mesure. Une serie de mesures sur un palmier présentant des lésions a permis de noter une importante variabilité de la densité des tissus. Deux mesures ont été effectuées: au niveau de la nécrose et au-dessus de la nécrose (à 20 cm environ). Le matériel: un tomographe de type «Picus» avec un logiciel de traitement Expert Q71, des capteurs et des transmetteurs. Queques élements concernant le principe de la tomographie acoustique: on positionne, sur le tour du plan de mesure, des clous destinés à transmettre l’impact dans les tissus internes du palmier. Cet impact se diffuse dans les tissus avec une vitesse de propagation qui est dépendante de la densité. V Er / p ”Er étant le module de Young radial ” ( constante d’élasticité de l’axe radial)” (Bucur 1984 - Sandoz 1989, 1990, 1991, 1995)”p étant la densité des tissus. De fait, la vitesse est presque constante dans les tissus sains, pour les arbres, pour une même essence dans une même station, et pour les palmiers elle varie aussi selon la hauteur de la mesure sur le stipe. Cette vitesse, dépendante du module de Young, est proprotionnelle à la qualité des tissus et de ses propriétés élastiques. Dans le cas du Phoenix canarienis étudié, la nécrose du stipe est caratérisée sur les tissus externes par modification de la struture du périderme et un discret rétricissement du diamètre du stipe. Les mesures effectuées au-dessus de la plaie permettent au système «picus» de restituer les tomogrammes. Robert BIGEL 73 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) Le tomogramme en couleur peut induire, lors de sa lecture, une accentuation marquée de la densité des tissus lors des sauts de couleur. La lecture en niveau de gris permet de mieux restituer, visuellement, les variations de densité. L’analyse de la moyenne des mesures nous permet de noter que la vitesse maximum est de 954 m/s. Effectuée au niveau de nécrose des tissus, les vitesses de propagation de l’onde sont nettement plus élevée avec un maximum de 1201 m/s. Cette augmentation significative de la vitesse permet de constater une augmentation de la densité des tissu donc une modification importante des cellules. Une traction a été exercée au niveau sur le stipe jusqu’à la rupture. Le basculement a été obtenu avec une traction d’une tonne quatre cent cinquante kilogrammes. Ce basculement a été permis par la déchirure des tissus à la base du stipe. L’observation de la coupe et des axes de mesure permet constater que: · l’axe de 3 vers 6 traverse une petite nécrose mais affiche une vitesse supérieure au maximu des vitesses de la mesure pércédente, · l’axe de 2 vers 6 qui traverse une zone nécrosée, sur la moitié du parcours, affiche aussi une vitesse moyenne supérieure au maximum mesuré sur un tronçon presque sain. Ces constats effectués révèlent une importante modification de la densité des tissus au niveau d’une nécrose du palmier, d’une perte des qualités biomécaniques. Comme l’arbre, le palmier est capable de s’adapter et de compenser une lésions des tissus, mais quels en sont les mécanismes et les limites ? 74 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) LA RÉGLEMENTATION ADOPTÉE EN FRANCE POUR ENCADRER LA LUTTE CONTRE LE CHARANÇON ROUGE DU PALMIER EN ESPACES VERTS Céline VIDAL Responsable de l’antenne d’inspection phytosanitaire de Hyères Service Régional de l’Alimentation en charge des dossier relatifs à la Protection des Végétaux Direction Régionale de l’Alimentation, de l’Agriculture et de la Forêt Ministère de l’Agriculture, France Céline VIDAL Rhynchophorus ferrugineus est un organisme de quarantaine pour l’Union Européenne depuis 2007. Des mesures d’urgences ont été définies par la décision de la commission 2007/365/CE. Cette décision prévoit, outre des mesures de protection pour le commerce du palmier, que les végétaux soient issus de la production dans le marché commun ou de l’importation de pays tiers, que des mesures de surveillance et d’éradication de l’organisme soient mises en place en espaces verts dans les zones contaminées. Un texte règlementaire adopté en juillet 2010 précise les modalités de mise en oeuvre de la surveillance et de l’éradication (arrêté du 21 juillet 2010 relatif à la lutte contre le charançon rouge du palmier). Les grands axes sont : - la surveillance mensuelle, par observation visuelle au coeur des palmiers situés dans un rayon de 200 m autour d’un palmier contaminé, - le traitement préventif des palmiers situés dans un rayon de 100 m autour d’un palmier contaminé, - l’éradication de l’insecte par élimination mécanique selon un protocole qui prévoit la destruction des tissus infestés du végétal. Le texte prévoit également que les entreprises qui interviennent dans les opérations de surveillance, de traitement ou d’éradication des foyers aient suivi une formation spécifique. Ces opérations sont coordonnées au niveau régional par les Fédérations Régionales de Défense contre les Organismes Nuisibles. 75 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) TOMOGRAFIA SONICA E TOMOGRAFIA ELETTRICA SU PALME Valentin LOBIS1, G. LOGIUDICE in collaborazione con Argus Electronic Srl2 1 Studio Lobis Merano, Italy, 2Argus electronic Rostock, Germany Valentin LOBIS Per l’indagine strumentale di stabilità degli alberi vengono utilizzati oltre al dendro-densimetro elettronico del legno e la prova di trazione (SIM) dell’albero anche la tomografia sonica (TS). Quest’ultima misura il tempo di percorrenza delle onde sonore nel legno prodotte da impulso meccanico (martello), cfr. fig. 1. Porzioni di legno sano trasmettono meglio le onde sonore rispetto alle porzioni di legno danneggiato da marciumi, cavità, ecc. I limiti della TS sono l’informazione ‘solo’ bidimensionale, l’influenza negativa sul risultato di fessure radiali ed anulari nel legno, l’uso critico per alberi piccoli (d <40 cm) e l’applicazione limitata sul legno secco. Figura 1: Il principio di funzionamento della tomografia sonica Figura 2: I limiti della tomografia sonica come (p. es. fessure anulari e radiali nel cilindro legnoso) La tomografia elettrica (TE) invece misura la resistenza elettrica del legno. La misurazione prevede l’applicazione di una tensione elettrica su due sensori (chiodi), dai quali si sviluppa un campo elettrico che viene rilevato da un’apparecchiatura e riportato in un tomogramma, cfr. fig. 3. La resistenza elettrica del legno dipende principalmente dal contenuto di acqua nei tessuti, dalla temFigura 3: Il principio di tomografia elettrica Interpretazione della TE: peratura, dalla strut- Anello blu all‘esterno: tura cellulare e dal alburno a conducibilità alta contenuto ionico - Centro rosso: Resistenza nell’apoplasto. elettrica più alta nel durame La TE identifica i difetti oltre la sezione indagata, quindi i dati visualizzati nel tomogramma elettrico scaturiscono da un indagine tridimensionale mentre i tomo76 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) grammi sonici si ottengono dai dati di un indagine bidimensionale. Per interpretare i dati della TE occorre conoscere la distribuzione normale della resistenza elettrica per ogni pianta indagata. Finora sono stati descritti 3 tipi principali di distribuzione della resistenza elettrica in caso di legno sano, cfr. fig. 4. Figura 4: I tipi principali di distribuzione della resistenza elettrica in caso di legno sano di diversi alberi - Anello esterno blu: alta conducibilità dell’alburno - Centro rosso: Resistenza elettrica più alta nel durame - P. es. Faggio, Tiglio, Pino, Acero. - Anello esterno rosso/blu: Alburno con capacità conduttiva differenti - Centro blu: Durame con alta conducibilità, probabilmente dovuta alle sostanze chimiche - P. es. Sequoia, Casuarina. - Anello esterno blu: alburno con conducibilità alta. - Anello rosso: Resistenza più alta nella porzione esterna del durame - Centro blu: alta conducibilità per le sostanze chimiche immagazzinate - P. es. Quercia. Sx: indagine TS - Buona trasmissione del suono Dx: indagine TE - Rispecchiato dal tomogramma elettrico Figura 5: Esempio di TE effettuata su stipite (d = 78 cm) di Phoenix canariensis a 120 cm da terra Risultato: Buone condizioni del tessuto nello stipite La tomografia elettrica, inoltre, è in grado di distinguere tra il legno di alburno ed il legno del durame. Questa caratteristica specifica è molto utile per l’interpretazione dei dati quando si combina la tomografia elettrica con la tomografia sonica. Le due metodologie possono essere utilizzate sia per l’indagine di stabilità delle specie arboree che per le diagnosi sulle palme. Per l’interpretazione dei tomogrammi sia della TS che della TE devono essere a disposizione per il confronto i tomogrammi di una pianta sana della stessa specie. L’utilizzo della TS da sola nelle palme spesso non è interpretabile. Finora nell’applicazione della TE manca l’esperienza pratica su palme. Inoltre bisogna tener conto che la densità del legno nello stipite delle palme non è omogenea nella sezione radiale e neppure nella sezione verticale. Per cui, ogni specie di palma avrà un specifico tomogramma di TE. Figura 6: Esempio di TE e TS su Elaeis guineensis con infezione di Ganoderma spp. effettuata a 40 cm da terra su stipite con 68 cm di diametro Sx: tomogramma di TE, centro: tomogramma di TS, Dx: sezione dello stipite. TE colore blu: La porzione del tessuto infettato possiede una conducibilità elettrica più alta TS colore blu e fucsia. Ridotta velocità del suono nella porzione interessata dall’infezione fungina 77 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) SALERNO QUALCHE ANNO DOPO. CONSIDERAZIONI SU PREVENZIONE E LOTTA AL PUNTERUOLO ROSSO Biagio SCANNIELLO Responsabile Verde Pubblico Comune di Salerno – Italy Biagio SCANNIELLO Lo scorso mese di gennaio, in questa stessa struttura, con sensibile rammarico, ammettemmo lo sconforto che ispirava l’azione di lotta al punteruolo rosso. Tant’è che affermammo la necessità, ormai inevitabilmente manifestatasi, di guardare oltre il Punteruolo Rosso. Ammettemmo con ragione dei fatti e con tristezza, che a Salerno, si stava pensando al dopo “punteruolo rosso”, in una visione paesaggistica che non comprende più le palme, soprattutto in quelle aeree che vedono da circa sessanta anni la presenza di Phoenix canariensis, in modo massiccio e quasi monoculturale. Oggi il tema e il filo conduttore di questo incontro riprende quel tema e ci spinge a ragionare di aspetti incentrati in questa ottica e visione della realtà. Il “Punteruolo Rosso” sta vincendo la sua battaglia nei confronti dei tanti, che più o meno, professionalmente e onestamente si sono impegnati in questo scontro. Non vi sono dati scientifici che ci possono confortare e tanto meno si registrano atteggiamenti diversi rispetto al passato. Personalmente avevo salutato positivamente i servizi televisivi di “Striscia la notizia” sul nostro nemico comune, le interviste più lunghe e articolate sono state ridimensionate e cucite nella visione di un filone che tende a contrapporre chi sta lavorando seriamente sul punteruolo rosso e chi invece sostiene che sia invincibile. Ho trovato anche poco accorto e sensibile il porre un sottofondo di risate, nella descrizione di questo dramma che colpisce uno dei patrimoni botanici più importanti del Mediterraneo. Tuttavia penso possano essere utilmente considerate le trasmissioni che hanno trattato l’argomento, se non altro per far comprendere, a un vasto pubblico e a istituzioni ancora lontane dal problema, di quanto sia grave questo dramma che in pochi e in poche città è realmente vissuto e sofferto. Prima di passare alla disamina di alcune questioni che, non hanno molto di scientifico, intendo proporre alla vostra considerazione alcuni dati relativi alla realtà nella quale sono professionalmente impegnato. La mia città, Salerno, ha censito un patrimonio di palme, Phoenix canariensis e dactylifere, di circa 2500 unità. Allo stato attuale quelle abbattute per attacchi irreversibili del Rhynchophorus Ferrugineus, sono circa 700, vale a 78 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) dire all’incirca il 28% del patrimonio censito. La mia città, ha predisposto un progetto di emergenza fitosanitaria, sin dal 2008, finanziato al 70% dalla Regione Campania, ottenendo un finanziamento triennale di circa €. 600.000,00 su un impegno complessivo di circa €. 900.000,00. Il progetto strutturato sulla scorta di valutazioni di prospettiva, nel triennio e su previsioni che non potevano ragionare di dati di assoluta affidabilità, prevedeva 120 abbattimenti il primo anno 110 il secondo anno e 100 il terzo anno. Purtroppo l’evoluzione dell’emergenza ha avuto sviluppi ben più gravi e, nonostante due perizie di variante, da contenere entro i limiti imposti dalla normativa regionale, allo stato attuale e non si è ancora concluso il terzo anno di progetto, le palme abbattute sono gia 700 contro le 350 autorizzate dal progetto. Partendo da questi dati, ci siamo posti delle domande e, anche nel servizio su Striscia, abbiamo sottolineato come vi sia la necessità di intervenire sugli aspetti della sicurezza, non potevamo lasciare in piedi delle palme che rappresentano un grave pericolo per la pubblica incolumità, quindi ritengo senza alcuna remora, che gli abbattimenti andavano fatti e anche quelli che ancora verranno vanno fatti. La prima domanda da porsi, con quali soldi si faranno gli abbattimenti fuori progetto? A questa domanda abbiamo dovuta trovare subito una risposta e quindi per prima cosa abbiamo proceduto a rastrellare, sacrificando voci del bilancio destinate ad altri interventi sul verde cittadino, tutto ciò che era possibile impegnare da destinare agli abbattimenti. In questi giorni, quindi, l’amministrazione ha messo a disposizione, non solo la previsione di bilancio, che comprende anche i fondi regionali, ma anche una somma aggiuntiva per far fronte alle eccedenze di abbattimenti che, comunque, non saranno tutti coperti. Pertanto occorrerà pensare ad impegni e provvedimenti anche sul prossimo esercizio finanziario. Alla luce di tanto, appare del tutto chiaro che i danni del Punteruolo Rosso, ancorché colpire in modo significativo il patrimonio palmizio delle nostre città, rischia di creare, a ricaduta, seri danni anche alle gestioni economiche del verde e quindi a farne scadere la qualità e la consistenza. Da ciò alcune considerazioni che, per quanto mi riguarda, possono esimersi dal dato scientifico. La platea dei relatori, a questo straordinario e valido appuntamento e di dimensioni tali che può fare a meno del mio contributo che non raggiungerebbe quello dei prestigiosi ospiti. Tuttavia la mia riflessione intende incentrarsi su aspetti più propriamente pratico-politici di questa lotta al curculionide. Gli aspetti affrontati dai progetti di emergenza fitosanitaria, non so se altre Regioni hanno fatto la stessa cosa che in Campania, hanno un effetto limitato nel tempo, ovvero 3 anni come si è detto, e non affrontano gli aspetti di proiezione negli anni successivi. Bisogna discutere su questo primo dato. Credo che questo, invece, valga per tutte le amministrazioni, le risorse economiche disponibili nei bilanci comunali, sono assolutamente esigue e tutte da verificare in re79 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) lazione ai singoli patrimoni delle città. Vi sono ad esempio piccoli paesi, con bilanci strutturati in modo esiguo, che hanno invece grossi patrimoni di palme e che quindi l’oscillazione di alcune decine di migliaia di euro possono creare problemi di tenuta economica. Tuttavia in questi paesi, come nelle grosse città, resta valido e immutabile l’esigenza della tutela della sicurezza per ognuno dei cittadini e per la tranquillità dei responsabili municipali preposti a tale funzione. Riflettendo ho immaginato lo scenario nel bacino del Mediterraneo e constatato che, solo Italia, Francia, Grecia e Spagna, della comunità Europea vivono questa pesante situazione, mi è venuto da pensare che forse il peso, dell’intera comunità, non è tale da far considerare come grave questa emergenza. Lo scorso anno la comunità Europea, nell’ambito delle sue indagini sulle spese effettuate dai paesi comunitari ha fatto visita anche in Campania, ma l’accertamento non era sul come si spendono i soldi per la lotta al punteruolo, quanto per un generale e standardizzato controllo sulle spese per gli interventi fitosanitari. L’ispettore belga o quello tedesco, poco erano dentro le questioni del punteruolo rosso, ma questo non deve stupire. Probabilmente, e credo che questa sia una delle sedi più autorevoli in Europa, è necessario esercitare pressioni politiche perché l’emergenza punteruolo sia l’emergenza dell’intera Europa e non solo delle nazioni che direttamente si confrontano col problema. Per altro se ragioniamo del Paese Europa, credo che la perdita di quote significative di patrimonio botanico e paesaggistico sia un problema dell’intero Paese Europa e non solo di una quota di esso. Ugualmente ritengo che, la stessa politica del Ministero delle politiche agricole e dell’Ambiente in Italia, debbano affrontare seriamente questo aspetto e non relegarlo a mera competenza dei paesi e delle Città interessate dal fenomeno. La ragione è sempre la stessa, ovvero che a perdere quote di paesaggio e di patrimonio è l’intera nazione e non una parte di essa. Oltretutto, come gia riferito, i bilanci municipali sono gia in pessime condizioni di salute, sembrano anch’essi attaccati dal Punteruolo Rosso, e quindi non in condizione di reggere alla straordinarietà dell’evento. Una vera e propria calamità naturale. Non parliamo, è vero, di mais o di barbabietole o di grano, ma pur sempre di aspetti caratterizzanti del nostro paesaggio e della nostra storia paesaggistica, comunque un patrimonio produttore di reddito turistico, non meno importante di altri redditi. Ritengo ancora che questa realtà, perché di quello si tratta, di fronte alla quale ci ha posto il punteruolo rosso, impone anche la riflessione di riconsiderare alcuni importanti aspetti del verde pubblico. Primo tra tutti la elaborazione dei piani del verde delle nostre città, che non possono non considerare questa grave emergenza i cui termini non è semplice ipotizzare. Dunque la necessità di disciplinare i nuovi impianti e di relazionarli a condizioni e fatti che ormai si sono verificati e che potrebbero ripetersi. Inoltre occorre tener presente, anche se ciò 80 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) ha una valenza più generale, la necessità di rifuggire dalle tentazioni di impianti monoculturali che non assicurano la stabilità ai nostri paesaggi e rischiano di aprire crisi fitosanitarie ogni qualvolta un insetto o un patogeno si affaccia sul nostro territorio. Assumere dunque come dato che la biodiversità botanica è garanzia di stabilità e tutela del paesaggio. Su questo campo occorre sconfiggere le tendenze “modaiole” che spesso s’impossessano delle menti e delle culture dei nostri amministratori e cittadini e di certi professionisti che continuano a considerare l’albero e, più in generale, il verde, come esclusivi elementi di arredo. Purtroppo sempre più spesso, una tarata, sub cultura del verde, considera la presenza, sulle aiuole, di prati di plastica, con assoluta non curanza del ruolo essenziale che ha il verde, quello vero, nella qualità della vita delle nostre città. La scusa è sempre la stessa. I costi. Il punteruolo ci ha insegnato che anche questa scusante è forviante, in quanto poi, solo in fasi di crisi come questa ci rendiamo conto quanti costi occorre affrontare per mettere in sicurezza il nostro patrimonio e di quanti soldi si ha bisogno per rimpiazzarlo. Infine e concludo. Vorrei sottolineare che nella mia città, abbiamo attivato e ci siamo sottoposti a tutte le soluzioni proposte per sconfiggere il Punteruolo, nessuna ha funzionato in assoluto. Trattiamo le nostre palme sin dal 2007. Non ci siamo risparmiati. Non abbiamo nulla da rimproverarci e, per quanto non siamo capaci di leggere e capire di spagnolo, ci dispiace che qualcuno voglia far credere di essere depositario di un metodo certo o di una verità incontrovertibile. Abbiamo il dovere civico di esprimere onestà intellettuale e scientifica riconoscendo che nulla ci può dare certezza di lotta a questo evento così drammatico e che il confronto con la salute e la sicurezza dei cittadini è tutt’altra cosa. Allo stesso modo abbiamo il dovere di riconoscere ad istituzioni come il Centro Ricerche e Studi per le Palme, al comune di Sanremo, a persone serie ed oneste come Claudio Littardi, se non il merito di aver sconfitto il punteruolo, certamente il merito di aver affrontato questo aspetto con onestà e competenza. 81 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) ESTUDIO DE LA INFLUENCIA DEL COLOR EN LAS CAPTURAS DE ADULTOS DE RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS (OLIVIER) (COLEOPTERA: DRYOPHTHORIDAE) MEDIANTE LA UTILIZACIÓN DE TRAMPAS Juan Antonio ÁVALOS1, A. SOTO2 Juan Antonio ÁVALOS 1 Técnico medio de laboratorio en la Unidad de Entomología Agroforestal del Dpto de Ecosistemas Agroforestales, 2Instituto Agroforestal Mediterráneo Universidad Politécnica de Valencia, España El picudo rojo de la palmera, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera: Dryophthoridae), es actualmente la plaga más perjudicial para las palmáceas en la cuenca mediterránea. A lo largo de los últimos años se han llevado a cabo numerosos estudios para mejorar la eficacia de su control pero, a pesar de ello, el manejo de este insecto sigue siendo muy costoso y dificultoso. Es por ello que se requiere perfeccionar las técnicas existentes y seguir desarrollando nuevas estrategias de control. El objetivo de este trabajo ha sido mejorar la eficacia de las trampas de captura que se usan actualmente tanto para monitorizar como para realizar capturas masivas de adultos de esta plaga. Para ello, hemos realizado diversos ensayos modificando el color externo de las trampas y comparando la diferente atracción cromática de cada color probado sobre los adultos de R. ferrugineus. Entre los resultados que hemos obtenido, observamos que las trampas de color negro son las que registran mayor número de capturas, seguidas por las de color rojo. Las trampas con los colores amarillo, azul y blanco obtienen un número inferior de capturas. STUDY OF THE INFLUENCE OF COLOR IN ADULT CATCHES OF RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS (OLIVIER) (COLEOPTERA: DRYOPHTHORIDAE) BY USING TRAPS The red palm weevil, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera: Dryophthoridae), is nowadays the most damaging pest for palm trees in the Mediterranean basin. During the last years there have been numerous studies about the effectiveness of their control but, despite this, the management of this insect is still very expensive and difficult. This is why we need to enhance present techniques and develop new control strategies. The aim of this work has been to improve the efficiency of capture traps used currently for both activities, monitoring and trapping for adults of this pest. To do this, we performed several tests by changing the external color of the traps and comparing the different chromatic attraction for each color tested on R. ferrugineus adults. Among the results we have obtained, we note that the black color traps are showing the greatest number of catches, followed by red color. Traps with yellow, blue and white color get fewer catches. 82 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) BORDIGHERA: TOLLERANZA ZERO AL PUNTERUOLO ROSSO Sergio BALDUINOTTI1, F. PARODI1 1 Comune di Bordighera (Im) Settore Tecnico Servizio Manutenzione e Giardini Dall’ottobre 2007, data del ritrovamento della prima palma infestata, ad oggi a Bordighera si sono rilevate complessivamente n.84 Phoenix Canariensis colpite: n. 3 nel 2007, n. 3 nel 2008, n. 30 nel 2009 e sino ai primi giorni di novembre 2010 n. 48. Di questi: n. 71 esemplari di proprietà privata e n. 13 di proprietà comunale. A seguito delle prime infestazioni, con l’Ordinanza Sindacale n.4142 del 13 febbraio 2008, è iniziata da parte del Comune di Bordighera una campagna di informazione sulle normative emesse dalle Autorità competenti e di sensibilizzazione sulla gravità del problema, rivolta a tutti i cittadini, i quali vengono chiamati ad intervenire direttamente per ogni necessità sulle palme di loro proprietà. Il 9 Aprile 2008, con Decreto del Dirigente del Servizio Fitosanitario Regionale n.924 a Bordighera viene dichiarata l’emergenza fitosanitaria. Per i primi due anni i focolai rimasero limitati nella zona est della città, ma dal 2009 si verificò l’espandersi delle infestazioni verso ovest, quindi verso il centro cittadino; in oggi si è ormai accertata la presenza del punteruolo rosso su buona parte del territorio comunale. Convinti nel principio che la prevenzione, la diagnosi precoce e l’intervento tempestivo rimangono gli unici metodi efficaci per limitare i danni causati dal Rincoforo, a Bordighera è stata adottata la strategia della “Tolleranza Zero”: tale strategia (che pare abbia creato negli ultimi tempi alcune incomprensioni mediatiche) consiste semplicemente nello sforzo compiuto dal Comune di Bordighera, attraverso l’impegno del Servizio Giardini, il supporto tecnico del Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo, e la supervisione del Servizio Fitosanitario Regionale, nella costante ricerca ed individuazione di ogni sintomo di infestazione, in primo luogo mediante il controllo del territorio. Una volta accertata la presenza di un focolaio, nel più breve tempo possibile vengono attuati i provvedimenti atti all’eliminazione del parassita. Quindi “Tolleranza zero” - in futuro non useremo più questo termine - significa che non viene tollerata l’immobilità ma ci si impegna costantemente ad intervenire tempestivamente, non vengono lasciate situazioni “in sospeso”, sia per quanto riguarda palme di proprietà comunale, sia per quelle di proprietà privata - e qui dobbiamo senz’altro ringraziare la sensibilità e lo spirito di collaborazione dei nostri concittadini in relazione agli interventi effettuati nel 2010. Sulla base delle esperienze dirette acquisite negli anni precedenti, e grazie alla partecipazione a corsi specialistici istituiti dalla Regione Liguria, Sergio BALDUINOTTI 83 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) quest’anno è in corso di sperimentazione sul campo la tecnica della dendrochirurgia; infatti, in accordo con il Servizio Fitosanitario Regionale - e con il proprietario in caso di palma privata -, ogniqualvolta occorre intervenire su un focolaio si procede per gradi. La scolpitura del capitello avviene procedendo all’eliminazione del tessuto infestato in modo graduale, sino a raggiungere le parti ancora sane; a quel punto si cerca di valutare l’opportunità del tentativo di conservazione della palma o la necessità del suo abbattimento: nel caso risulti opportuno il tentativo di conservazione si procede con l’installazione di un impianto idraulico per l’esecuzione di periodici trattamenti antiparassitari in quota, sull’occhio e con la fasciatura dell’apice dello stipite con reti antinsetto, al fine di prevenire nuovi attacchi od eventuali fuoriuscite di parassiti non eliminati dalla dendrochirurgia. Con l’adozione di questo protocollo operativo, sul totale di n. 48 palme colpite in quest’anno, per n.12 di queste è stato tentato il risanamento attraverso la dendrochirurgia; ogni palma colpita viene censita, schedata e ne vengono seguiti gli sviluppi al fine di poter valutare i risultati nel prossimo futuro. Ad oggi l’analisi di queste sperimentazioni lascia sperare in diversi risultati positivi, ma anche alcuni fallimenti, per cui siamo in attesa di poter stilare un bilancio attendibile di quanto fatto sin’ora, bilancio che ovviamente dovrà essere sottoposto alla valutazione ed all’approvazione delle Autorità competenti. Nel frattempo il Comune di Bordighera continuerà a portare avanti ogni azione volta alla salvaguardia del patrimonio palmicolo cittadino, cercando di mantenere prioritaria la strategia della tempestività nei confronti del Punteruolo rosso, mediante costante controllo del territorio e monitoraggi sistematici: è infatti importante sottolineare che sin’ora l’impegno applicato da chi opera sul campo ha permesso che dal momento della scoperta di una nuova palma infestata, i tempi d’intervento siano molto brevi: nello spazio di 3/4 giorni si riesce ad ottenere che anche nel caso di proprietà privata, il proprietario provveda a quanto necessario, nel rispetto delle normative. Nel caso di palme comunali i tempi risultano ulteriormente ridotti, anche grazie alla tempestività del Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo con cui si collabora da ormai quattro anni. Tutti questi sforzi hanno permesso sino ad ora di ottenere l’importante risultato di far coincidere - in un breve lasso di tempo - il numero delle infestazioni di volta in volta rinvenute ed il numero di interventi effettuati. 84 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) EMERGENZA PUNTERUOLO ROSSO A ROMA Rita DI DOMENICANTONIO1, C. ROSSI1 1 Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde - servizio controllo ‘specie infestanti’ Comune di Roma Rita DI DOMENICANTONIO Il fenomeno dell’infestazione di Rhynchoforus ferrugineus, detto “Punteruolo rosso delle palme”, nel territorio del Comune di Roma, risale al Novembre 2006, quando sono stati segnalati svariati casi di attacco del coleottero a carico di diversi esemplari di palme, quasi esclusivamente appartenenti al genere Phoenix; le aree maggiormente interessate dal fenomeno, sono state quelle ove il patrimonio palmicolo era più ricco, e cioè il “litorale”, coincidente col Municipio XIII, ed il Municipio I, ove è maggiore la concentrazione di palme “pubbliche” impiantate nelle Ville Storiche della città; delle ca. 4200 palme pubbliche, il genere più rappresentato è proprio la Phoenix, e la specie più colpita, risulta essere stata la Canariensis. Attualmente il coleottero è diffuso su tutto il territorio Comunale, con un grado di infestazione che ha raggiunto dimensioni tali da rappresentare una vera emergenza ambientale, per l’inarrestabile moria di palme, di elevato valore storico paesaggistico. Il ritardo con cui sono state poste in atto le misure di prevenzione della diffusione dell’infestazione, soprattutto in ordine agli interventi di abbattimento e smaltimento delle palme infestate, in sinergia con gli elevati costi, ha indubbiamente aggravato la situazione e, unitamente alle segnalazioni tardive delle singole infestioni in ambito privato, ha fatto si che, ad oggi, su tutto il territorio comunale è presente il punteruolo. Il servizio “Controllo Specie Infestanti” dell’Assessorato alla Tutela Ambientale e del Verde di “Roma Capitale”, per contrastare il coleottero ha messo in atto, non una strategia unica ma, un’azione sinergica di diverse metodologie: · Ha emesso un’apposita Ordinanza Sindacale (la n.66 del 2 Marzo 2010), onde dare maggiore pubblicità alle norme che impongono, a tutti i possessori di palme, di mettere in atto idonee misure di profilassi e controllo, finalizzando il tutto alla salvaguardia del paesaggio, oltre ad aver avviato un censimento delle palme in ambito privato tramite la diffusione di una scheda ove indicare i dati della palma, al fine di una geolocalizzazione del fenomeno. · Nel mese di agosto u.s. ha avviato un progetto di monitoraggio e profilassi per il contenimento dell’infestazione in collaborazione con 85 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) l’Osservatorio Fitosanitario della Regione Lazio, l’ENEA e la società BIBLION (che ha svolto l’attività per il Comune di Roma a titolo gratuito), con il posizionamento di trappole chemiotropiche attivate con feromone di aggregazione e acetato di etile, per la cattura massale dell’insetto sul territorio comunale, prediligendo le Ville storiche, il Bioparco, il Roseto Comunale, il Campidoglio, il litorale, con l’obiettivo di limitare il livello dell’infestazione. Le trappole sono state collocate sulle aree verdi, effettuando una copertura uniforme (ca. 200 m tra loro) all’interno delle aree confinate (Ville e Parchi), ed a distanze variabili (50/100 m) dalle palme, ove presenti. Le trappole sono state geolocalizzate per poterne analizzare i dati tramite un Sistema Informativo Territoriale; numerosi problemi sono stati riscontrati durante i controlli, effettuati con cadenza quindicinale, in ordine alle manomissioni e/o furti delle trappole o dei loro componenti: nel periodo agosto/ottobre, ben il 34% è stato il tasso di trappole rubate, che unito ad una media del 19% delle manomesse, ha limitato tantissimo la potenzialità dell’attività svolta. Sono stati catturati 7515 coleotteri di cui 5120 femmine, con una media di catture per trappola/ciclo, di 5 esemplari. E’ in fase di studio la realizzazione di un albo di ditte qualificate, da accreditare presso l’Amministrazione, al fine di certificare al cittadino, proprietario di una palma infestata, che queste hanno i requisiti per poter effettuare il servizio di abbattimento e smaltimento a norma di legge e che hanno aderito ad un prezziario “trasparente”. Non è tanto, rispetto alla diffusione reale del fenomeno, ma è pur sempre un passo avanti. 86 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) RESULTADOS DE EFICACIA DE NEMATODOS QUITOSANO CONTRA RHYNCHOPHORUS FERRUGINEUS REALIZADOS POR DIFFERENTES CENTROS DE INVESTIGACION Alejandro DE ALTUBE Idebio, España Durante los meses de Junio-Agosto del 2007, se llevaron a cabo ensayos de campo curativos y preventivos en Phoenix canariensis contra R. ferrugineus, en el Instituto Valenciano de investigaciones Agrarias (IVIA). Las pruebas se llevaron a cabo en invernaderos de seguridad, con temperaturas superiores a 42ºC, en un verano especialmente caluroso. Se evaluó la eficacia del nematodo entomopatógeno Steinernema carpocapsae en una solución de quitosano (Biorend R®). Las eficacias obtenidas fueron del 80% como curativo y del 98% como preventivo, utilizando dosis de 3,6 x106 (DJ)+5.5c.c. quitosano/palmera. (P. canariensis de 4 años, ø= ±50 cm; h= ±50 cm.). 1. Llacer et al, (2009). La Estación Phoenix (Elche), durante los meses de Mayo y Junio 2008, realizó ensayos para estudiar la persistencia de los nematodos en soluciones de quitosano en P. dactylifera. También se evaluó la eficacia curativa y preventiva de esta mezcla. Aunque la población de nematodos disminuyó con el tiempo, fue posible detectar nematodos vivos después de 21 días en las palmeras y se obtuvieron eficacias entre 66100% cuando se uso como preventivo y del 83% cuando se uso como curativo, con dosis de 2.5x106 (DJ)+5.5 c.c. quitosano/palmera. (P. dactylifera ø= 25-50 cm; h= ±50cm.). 2. Gomez Vives et al (2008) La Universidad de Barcelona junto con Sanidad Vegetal de la Generalitat Cataluña, realizó 3 tratamientos en P. canariensis de 109 años, con fuerte ataque de picudo, para evaluar la evolución de la población de R.. ferrugineus. Estas palmeras fueron tratadas cada 35-40 días, con S. carpocapsae+quitosano. El ensayo se llevó a cabo, desde Enero hasta Junio del 2008. Para evaluar la eficacia, las palmeras fueron cortadas 12 meses después del último tratamiento recibido y diseccionadas en el laboratorio. Se detecto una importante disminución en la población de picudo según aumentaba el número de tratamientos con nematodos. Con un solo tratamiento la eficacia fue del 32%, con dos tratamientos 64%, y después de tres tratamientos 92%. Con dosis de 10x106 (DJ)+100 c.c. quitosano/ palmera. 3. Sarto, V. (2009) Resultados obtenidos por el IFAPA (Instituto Andaluz de Investigación) presentados en “Expoagro” de Almeria, 2008 y en la “I Conferencia internacional sobre Phoenix canariensis”en Gran Canaria, 2009, mostraron que la eficacia en primavera de los nematodos sin quitosano solo llegó hasta el 43%, mientras que con quitosano, se obtuvieron nuevamente eficacias del 80% en P.canariensis, usando dosis similares a los casos anteriores. Tapia G, (2008) (datos sin publicar) Alejandro DE ALTUBE 87 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) El instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias (I.V.I.A.) llevo a cabo experimentos de campo, desde Diciembre de 2007 hasta Enero de 2009 en un vivero de P. canariensis nursery located in a R. canariensis situado en un foco de infestación de R. ferrugineus -infested area nearferrugineus cerca de la ciudad de Algemesí, España (Lat.:39 º 19' 36 “ N; Long.: 00º 43' 77” W, alt.: 18 m). Phoenix canariensis palms were 6-8 years old. Las palmeras, Phoenix canariensis, tenían entre 6-8 años de edad. (ø= 0,5 m de diámetro y h=1,7m).An area of 750 m Palms exhibiting typical symptoms of Se realizaron aplicaciones mensuales de 5x106 S. carpocapsae+ 50 ml quitosano y se evaluó la eficacia del producto después de un año. Las palmeras control no recibieron ningún tratamiento. Los tratamientos 168 significantly reduced the mean number of immature stages of R. redujeron significativamente el número medio de R. ferrugineus per palm ferrugineus por palmera and resulted in increased palm survival compared to the untreated control (Table 2). y resultó en un aumento de la supervivencia de las palmeras en comparación con el control. La eficacia fue del 99%. 4. Dembilio et al (2010) Las eficacias obtenidas son muy elevadas, especialmente cuando se compara con productos químicos, plaguicidas utilizados contra esta plaga. 7, 27-29 5-8. Kaakeh W (2006), Azam and Razvi (2001) Hernandez-Marante et al (2003) El-Sebaey (2004)Our results contrast with the inconsistent results. Además estos resultados contrastan con los 240 OD (10 ml perresultados inconsistentes obtained by Abbas et al. obtenidos por Abbas et al. (2001) (9),when using entomopathogenic nematodes in date palms. cuando utilizaron los nematodos entomopatógenos en palmeras datileras. One important difference between Abbas et al. Una diferencia importante entre Abbas et al experiments and those reported here y los experimentos que presentamos is the use of chitosan as an adjuvant es el uso de quitosano como coadyuvante. Chitosan is presumed to protect nematodes from El Quitosano protege a los nematodos de environmental conditions and therefore increase and stabilize efficacy as compared to las condiciones ambientales adversas y por tanto, aumenta y estabiliza la eficacia de los nematodos, en comparación con formulaciones de nematodos que se aplican sin ella. 4. Dembilio et al (2010) Our results confirm that S. También se evaluó durante los meses de verano, la eficacia de nematodos+quitosano contra Paysandisia archon en Chamaerops humilis. La Universidad Politécnica de Valencia desarrolló estudios de laboratorio y pruebas en semicampo contra esta plaga. Las eficacias fueron del 80% con dosis de 0,3x106 (DJ)/palmito y del 100% con dosis de 1x106(DJ)/palmito. (Soto, A. 2009) (datos sin publicar), (presentados en Dies Palmarum, 2008) Todos estos resultados desarrollados por diferentes grupos de investigación, han sido presentados en el XII congreso: “Future research and development in the use of microbial agents and nematodos for biolo88 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) gical insect control”. 10. Martínez de Altube et al, (2009) Biorend R®, (Nematodos entomopatógenos+Quitosano) fue el producto evaluado en todas las pruebas. Los nematodos son organismo de control biológico y el quitosano es un producto orgánico, que activa mecanismos de defensa en las plantas, aumenta la lignificación, promueve el desarrollo de raíces y protege a los nematodos. 11. Ati Barka et al (2004) , 12. Hadwinger, L.A and Loschke (1981) El uso conjunto de nematodos entompatógenos mas quitosano está patentado. 13. Martínez Peña A (2002) Desde hace 2 años, lugares de toda el área Mediterránea como el Jardines botánico de Valencia, el de Blanes, el Palmeral de Elche, y Ayuntamientos de Valencia, Xátiva, Marbella, Espartinas, Mataró, Barcelona, Palma de Mallorca…están siendo tratados con BiorendR® Palmeras. También internacionalmente en Francia, Portugal y Grecia. Como ejemplos, mostramos los resultados del Ayuntamiento de Espartinas en Sevilla y el Ayuntamiento de Silves en Portugal. AYUNTAMIENTO DE ESPARTINAS, Sevilla, ESPAÑA. Cuando en noviembre del 2007 aparecen palmeras afectadas en la zona del Aljarafe, la Junta de Andalucía se limita a la tala de palmeras o tratamientos químicos. El Ayuntamiento de Espartinas se decantó por la lucha biológica (nematodos+quitosano) Motivos que determinaron al ayuntamiento de Espartinas a decantarse por la lucha biológica en 2008: - No tenían constancia de estudios contrastados que asegurasen mejores resultados con tratamientos químicos en pulverización. - Creen que los tratamientos químicos introducidos en palmeras con taladro pueden provocar otras enfermedades en tronco. - El Ayuntamiento de Espartinas no utiliza pesticidas en parques y áreas verdes públicas y además consideran que el uso de productos químicos, puede eliminar depredadores naturales del insecto. Comienza a tratar las palmeras afectadas con nematodos + quitosano en febrero de 2008. Comienza a tratar preventivamente (nematodos + quitosano) todas las palmeras ejemplares* del municipio (públicas y aquellas privadas que sus propietarios mostraron interés). *entendiendo por ejemplares aquellas palmeras de mas de 6-8 m. de altura. El incremento de palmeras afectadas ha ido aumentado debido a las infecciones de municipios colindantes y se espera que continúen apareCenso de palmeras de espartinas Palmeras ejemplares tratadas 89 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) ciendo nuevos focos, ya que no se realizan tratamientos preventivos a las 910 P. canariensis, ni a las 2.531 ejemplares que hay en el municipio. Las primeras palmeras afectadas, tras 6 meses de tratamiento presentan síntomas de salubridad y vigorosidad espectacular. Hasta la fecha (Agosto de 2010) no ha habido ninguna palmera muerta en el municipio. PROBLEMÁTICA ACTUAL DE ESPARTINAS La mayoría de los municipios colindantes no han realizado control de la plaga o han comenzado tarde o han realizado tratamientos químicos, bien por pulverización o inyección). Se ha empezado a detectar en los límites del municipio palmeras infectadas. Localmente no se puede combatir al picudo.Es necesario actuar a todos los niveles geográficos y administrativos. ESPARTINAS LIFE Por el éxito obtenido en el control del picudo Espartinas ha solicitado un Proyecto Life Europeo que abarca a la mancomunidad de Ayuntamientos del Aljarafe (mas de 12) con un patrimonio vegetal superior a 40.000 palmeras, utilizando el mismo protocolo que el realizado hasta ahora. AYUNTAMIENTO DE SILVES, PORTUGAL En Portugal se comenzó a tratar con Nematodos+ quitosano, en Febrero del 2009. En este tiempo se han realizado mas de 7.000 tratamientos. Manteniendo una media de 2.000 palmeras tratadas por mes, a través de empresas que han formado asesorado y supervisado a las empresas de jardinería que realizan tratamientos. Estos tratamientos se han realizado mayoritariamente en los meses de Febrero a Noviembre, cada 30 días. Es decir, en épocas de verano o mayor temperatura y alargando las frecuencias de los tratamientos en invierno a 45- 50 días, como se hace también en España. En algunos casos de palmeras muy atacadas, al comenzar los tratamientos, se realizaron labores de saneamiento o dendrocirugia. Los resultados han sido totalmente satisfactorios y la eficacia superior al 98%, como en los ensayos anteriormente presentados. Área total de Silves: 679 km2 Hab: 36.165 Área de Intervención 50 ha. Personal: 30 Jardineros y 1 Técnico superior. P. canariensis: 256 Washingtonia robusta: 82 P. dactylifera 42 Otros ejemplares 36 Particulares: ±200 ejemplares Hasta Marzo del 2009, el Ayuntamiento de Silves, utilizaba distintos productos químicos, bien pulverizados o inyectados, y obtuvieron unos resultados de 25 palmeras muertas. Cambiando entonces su estrategia al control biológico, con tratamientos mensuales durante todo el año con nematodos+ quitosano, no teniendo ninguna baja desde ese momento (Febrero 2009) hasta la actualidad. 90 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) QUANTUM PALMA Luigi VANTANGOLI Freebioenergy Faenza, Italia Luigi VANTANGOLI Freebioenergy è una giovane azienda italiana, che ha come scopo lo studio e la divulgazione della bioenergia per migliorare la qualità del benessere biofisico e dell’ambiente. La missione che persegue ha assunto il nome di “Proge3o Quantum” perché vi è utilizzo di fisica quantistica. Freebioenergy ha realizzato da circa un anno un primo dispositivo, denominato Quantum Acqua, che migliora notevolmente le caratteristiche dell’acqua e dell’ambiente circostante. Da diversi mesi, dietro specifiche richieste pervenuteci, abbiamo concentrato le nuove ricerche sul grave problema derivato dall’infestazione delle piante Aracaceae (Palme) da parte del coleottero parassita Rhynchophorus Ferrugineus (Olivier), meglio conosciuto come “Punteruolo Rosso”. IL PUNTERUOLO ROSSO Il punteruolo rosso è della specie dei coleotteri originaria della Melanesia e dell’Asia meridionale (India, Indonesia, Bangladesh) e ormai diffuso in buona parte dell’Asia, Oceania, Medio Oriente ed Egitto. Per la popolazione dei Latmul, della Papua Nuova Guinea, costituisce un importante elemento della dieta alimentare. Fino agli anni ’70 il Rhynchophorus ferrugineus era ritenuto un parassita circoscritto alla fascia orientale e tropicale. Successivamente, durante gli anni ’80 e ’90 sono arrivate segnalazioni di devastanti infestazioni nelle coltivazioni di palme da datteri di Pakistan, Arabia saudita, Emirati Arabi, Iran, Iraq, Israele, Egitto, Malta, Marocco, ecc. L’insetto è comparso per la prima volta in Europa e precisamente in Spagna in Andalusia e Valencia, poi si è diffuso in Italia (prima segnalazione del 2004 in Toscana, poi diffusione in Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Liguria), Spagna, Francia, Grecia, Cipro e Turchia, con l’importazione di piante adulte infestate dal parassita. Sono segnalati gravi danni nei palmeti da dattero egiziani, dei Paesi Nordafricani e della penisola arabica. In circa venti anni il punteruolo rosso è passato dal continente indiano alle Isole Canarie e si è diffuso nella maggior parte dei paesi del bacino mediterraneo. La sua area di espansione si è quindi propagata per oltre 8.000 km verso ovest, partendo dal lontano sud est asiatico. 91 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) SPECIE INFESTATE Le specie di Aracaceae più attaccate dal parassita sono le più diffuse palme ornamentali del Mediterraneo, la Phoenix canariensis (soprattutto gli esemplari maschi, quelli che non fanno datteri) e Phoenix dactylifera, ma anche specie di interesse economico quali la palma da cocco (Cocos nucifera) e la palma da olio (Elaeis guineensis). Altre specie su cui sono stati segnalati attacchi sono la Washingtonia, Areca catechu, Arenga pinnata, Borassus flabellifer, Calamus merillii, Caryota maxima, Caryota cumingii, Corypha gebanga, Corypha elata, Livistona decipiens, Metroxylon sagu, Oreodoxa regia, Phoenix sylvestris, Sabal umbraculifera, Trachycarpus fortunei. Il Rhynchophorus ferrugineus è un parassita da quarantena inserito nella lista A2 dell’EPPO (Organizzazione europea per la protezione delle piante) e per il quale esiste in Italia il decreto di lotta obbligatoria (Decr. 9.11.2007, GU n. 37 del 13.2.2008). Ciò significa che è obbligatorio per tutti i cittadini contrastare l’insediamento e la diffusione di tale parassita. Si raccomanda di informare il Servizio Fitosanitario Regionale della presenza di palme con sintomatologia sospetta. LA SOLUZIONE AL PROBLEMA: il Quantum Palma Considerata la gravità della situazione, sia a livello nazionale che in tutti i Paesi dove è diffusa la coltivazione di piante aracaceae da ornamento e dattero, abbiamo coinvolto nella ricerca uno staff di tecnici esperti in Agronomia, Biologia, radiestesia e radionica, per trovare una soluzione che, nel pieno rispetto dell’etica, rispondesse ai seguenti requisiti: soluzione completamente bioecologica, senza uso di chimica e veleni tossici, tutela della salute dei cittadini e dei consumatori dei frutti della palma, soluzione del problema nel rispetto di ogni forma di vita, anche quella del parassita, durata del sistema di almeno due anni. LO STUDIO DEGLI ESPERTI La nostra ricerca ha scoperto che, generalmente, sia le piante aracaceae che sono in buona salute sia il Rhynchophorus ferrugineus, emanano frequenze magnetiche di segno plus (+). Nel magnetismo, come ben noto, due poli dello stesso segno si respingono. In questa situazione il parassita non infesta la palma e ne resta anzi distante, perché respinto. La palma che invece si indebolisce, oltre ad aumentare in modo anomalo la temperatura apicale (dai due gradi di differenza che si riscontrano solitamente con la parte mediana del tronco si arriva anche a cinqueotto gradi), tende a cambiare polarità portandosi verso il segno minus (), attraendo in questo modo il parassita. Due segni opposti, infatti, si attraggono. Questo spiega perché l’insetto non passa necessariamente da una pianta a quella vicina ma capita che migri su altri esemplari, distanti anche centinaia di metri da quello precedentemente infestato. LA REALIZZAZIONE DEL DISPOSITIVO QUANTUM PALMA Le frequenze trovate sono state precaricate nel dispositivo e sono mirate ad irrobustire la pianta, mantenendola ad elevato segno plus (+). Lo 92 Progetto PALM I.S. - (Palme In Sicurezza) studio ha portato alla realizzazione di un dispositivo, il Quantum Palma che, operando a livello frequenziale su un piano di energie sottili magnetiche e in fisica quantistica, è in grado di mantenere la giusta polarità magnetica della pianta, impedendo così al parassita di avvicinarla per infestarla. Tutto questo avviene in un raggio d’azione predeterminato. Il dispositivo, come anche il noto Quantum Acqua, è alimentato solo da energia naturale, definita in geobiologia come radiazioni magnetiche telluriche, non utilizza quindi né alimentazione elettrica né batterie di alcun genere. Non ha nessuna contraddizione per gli esseri viventi, compreso lo stesso Punteruolo Rosso. Quantum Palma provvede a riequilibrare l’ambiente su cui opera, cioè per 60 metri di raggio in ogni direzione, ripolarizza in natura i due antagonisti, integrando anche con frequenze omeopatiche enzimi utili alla crescita della pianta e procurando l’allontanamento del parassita oltre il raggio d’azione. Ripetiamo che le frequenze impiegate non sono nocive per le piante, gli insetti, le persone e tutti gli animali in genere. E’ la filosofia di base del Proge3o Quantum, per la quale ogni frequenza studiata ed emessa dai dispositivi Quantum è in perfetto equilibrio con la natura e rispetta l’ecosistema. Siamo quindi a proporci a Enti Pubblici, Istituzioni, Aziende e Privati che vogliono impegnarsi seriamente nel collaborare, per mettere a punto un protocollo di lavoro e controllo che possa evidenziare i risultati conseguiti nell’impegno di ricerca durato mesi e con la partecipazione di esperti. Freebioenergy è disponibile ad affrontare esperienze comuni e a seguire un modello di percorso indicato sulla base dei risultati. Nel caso il soggetto interessato decida di attivare la fase sperimentale, Freebioenergy mette a disposizione i dispositivi richiesti ad un prezzo particolarmente agevolato, che copre solo i costi di ricerca e produzione. Questa disponibilità rimarrà invariata per un periodo di tre mesi dall’attivazione della sperimentazione. 93 GENETICA ED ETNOBOTANICA 20 NOVEMBRE 2010 SESSIONE GENETICA GENETICA ED ETNOBOTANICA 96 Sessione - GENETICA SEXUAL DIVERSIFICATION IN THE PALM FAMILY James W. TREGEAR, H. ADAM, F. ABERLENC-BERTOSSI, N. CHABRILLANGE, M. COLLIN, A. DAHER, J.C. PINTAUD IRD (Institut de Recherche pour le développement) Montpellier, France James W. TREGEAR The term “diclinous” is used to describe plants that produce distinct male and female flowers. Dicliny is common in the palm family, within which it accounts for about 85% of species. In contrast, only about 10% of flowering plants as a whole display this character. The majority of palms are monoecious (separate male and female flowers on same plant) and a smaller but significant group of species are dioecious (single sex male or female plants). Palms are thought to have arisen from an ancestor producing hermaphrodite flowers and are an interesting subject to investigate the evolution of sexual dimorphism (morphological differences between male and female flowers or inflorescences), since monoecy and dioecy have arisen independently a number of times in the family. In some species, such as oil palm, sex determination may be affected by environmental conditions. The aim of this talk is to present an overview of sexual dimorphism in palms and describe how current research aims to obtain a better understanding of sex determination in the Arecaceae, which include many economically important species. 97 GENETICA ED ETNOBOTANICA SEQUENCING AND COMPARATIVE ANALYSIS OF THE DATE PALM GENOME Joel A. MALEK1,5,E.K. AL-DOUS1, B. GEORGE1, E. K. AL-AZWANI1, Y.M. SALAMEH1, M. Y. AL-JABER1, H. WANG2, S. CHALUVADI2, A. C. PONTAROLI2, J. DEBARRY2, I. J. SAIE3, K.M. SULIMAN-ELMEER3, J. OHLROGGE4, V. ARONDEL5, R. R. KRUEGGER6, J. L. BENNETZEN2 Joel A. MALEK 1 Genomics Core and 5Department of Genetic Medicine, Weill Cornell Medical College in Qatar, Doha, Qatar, 2Department of Genetics, University of Georgia, Athens, Georgia, USA, 3Botanical Texture Planting Laboratory Section, Department of Agricultural and Water Research, Ministry of Environment, Doha, Qatar, 4Department of Plant Biology, Michigan State University, East Lansing, MI, USA, 5Laboratoire de Biogenèse Membranaire, CNRS UMR 5200 Case 92, Université V. Segalen Bordeaux 2, Bordeaux, France, 6USDA-ARS National Clonal Germplasm Repository for Citrus & Dates, University of California, Riverside, California, USA Despite Date Palm’s economic and cultural importance, relatively little is known about the date palm genome. To aid in the development of genetic resources for this important plant we de novo sequenced and assembled the genome of a female ‘Khalas’ Date Palm using Next Generation Sequencing Technology. The genome assembly spans ~380Mbp of mainly gene rich regions. We have detected over 28,000 genes and over 3.5 million polymorphic sites. We further sequenced the genomes of Deglet Noor, Medjool and their Backcrossed males to assist the identification of male/female specific regions. Results of inter-variety and inter-gender comparisons are presented. 98 Sessione - GENETICA GENETIC CHARACTERIZATION OF LIBYAN DATE PALM GERMOPLASM OF AL JUFRAH OASIS USING MICROSATELLITE MARKERS Milvia Luisa RACCHI1, A. BOVE1, B. GSHERA2 1 Dept of Agricultural Biotechnology sections of Genetics, University of Florence, 2 Department of Plant Protection, El Fatah University Faculty of Agriculture, Tripoli, Libya Milvia Luisa RACCHI Fourteen microsatellite (SSR) loci of Phenix dactylifera were used to determine the genetic diversity of date-palm germoplasm of Al Jufrah oasis (Libya). These molecular markers were used to estimate genetic diversity among accessions and to examine their genetic relationships. A high level of polymorphism was detected across 18 accessions from four localities within the oasis. The totality of local date-palms accessions were univocally and easily identified confirming SSR as an effective method for clonal fingerprinting and cultivar identification. Research supported by IAO.MAE project “Libya-Miglioramento e valorizzazione della Palma da dattero nelle oasi di Al Jufrah” 99 GENETICA ED ETNOBOTANICA CELL CYCLE ARREST CHARACTERIZES THE TRANSITION FROM A BISEXUAL FLORAL BUD TO A UNISEXUAL FLOWER IN PHOENIX DACTYLIFERA Frederique ABERLENC-BERTOSSI1, A. DAHER2, H. ADAM1, N. CHABRILLANGE1, M. COLLIN1, J. W.TREGEAR1, N. MOHAMED2 Frederique ABERLENC BERTOSSI 1 IRD/CIRAD Palm Developmental Biology Group, UMR DIAPC Montpellier (France) ISV/CERD Djibouti (Tunisie) 2 Phoenix dactylifera (date palm) is a dioecious species for which the mechanisms involved in the sex determination and the development of unisexual flowers are as yet unknown. Fossils of Phoenix flowers displaying strong floral dimorphism have been recovered from sediments dating from around 50 million years ago, suggesting that dioecy is an ancient character in the Phoenix genus. Currently, there is no way to distinguish between male and female plants prior to the first flowering which occurs 5 to 8 years after planting. The earliest sex-related difference in flower bud development is observed at an otherwise ‘bisexual’ stage, at which the number of cells in the gynoecium of pistillate flowers is higher than in their staminate counterparts. Cells of the non-functional staminode and pistillode organs exhibit nuclear integrity although accumulation of histone H4 gene transcripts is observed to cease after the bisexual stage. No chromatin condensation is associated with the observed cell cycle arrest. The developmental arrest of sterile sex organs and the subsequent unisexuality of date palm flowers is associated with an increase in DNA methylation and may result from a cessation of cell division and precocious cell differentiation rather than from cell death. The reversible and non-destructive character of these processes probably explains the phenomenon of floral reversion observed in planta or in vitro. These data form a useful starting point to study the processes controlling sex differentiation and determination in the date palm. 100 Sessione - GENETICA VALIDATION OF A NEW SET OF SSR MARKERS FOR GENETIC VARIABILITY STUDIES IN THE GENUS PHOENIX L. Marco BALLARDINI1, E. CHERIF2, K. CASTILLO3, A. MERCURI1, C. LITTARDI4, J. C. PINTAUD3, S. SANTONI5, F. ABERLENC-BERTOSSI3 1 CRA-FSO Research Unit for Floricolture and Ornamental Species Sanremo (IM), Italy, 2 Laboratoire de Génétique Moléculaire, Immunologie & Biotechnologie, Faculté des Sciences de Tunis, Campus Universitaire, Tunisia, 3 Institut de Recherche pour le Développement (IRD), Montpellier France, 4 Centro Studi e Ricerche per le Palme Sanremo (IM), Italy, 5 Institut National de la Recherche Agronomique (INRA) Montpellier, France Marco BALLARDINI A need to establish a standard set of molecular markers to discriminate among Phoenix dactylifera L. (Arecaceae, Coryphoideae) cultivars and, more in general, among Phoenix species, arised over the years. Various authors applied dinucleotidic nuclear simple sequence repeat (SSR) loci. In our study, 48 trinucleotidic nuclear SSR loci, identified in silico by examining P. dactylifera cv Khalas draft genome (GenBank, NCBI), were investigated for allelic polymorphism, with the aim of increasing the number of reliable markers. PCR products were analyzed with ABI 3130xl Genetic Analyzer, while allele size was assigned through GeneMapper v3.7 software. A first analyses on 8 P. dactylifera genotypes showed that only 33 loci out of 48 were correctly amplified (16 resulted to be polymorphic). The results of the following validation step, performed on 5 Phoenix spp. and one hybrid genotypes, allowed us to focus on 9 loci in particular, that resulted to be polymorphic both in P. dactylifera and within the genus Phoenix. The final screening concerned 120 genotypes encompassing 6 Phoenix species and 16 putative hybrids, as well as some Chamerops humilis as outgroup. Preliminary results are presented and discussed. 101 GENETICA ED ETNOBOTANICA PHOENIXDB : A DATABASE FOR DATE PALM IDENTIFICATION BASED ON SSR MARKERS Karina CASTILLO PEREZ1, J. C. PINTAUD1, C. TRANCHANT1, E. CHERIF2, I. MOUGENOT3, F. ABERLENC-BERTOSSI1. 1 Institut de Recherche pour le Développement (IRD)\Montpellier, France. Laboratoire de Génétique Moléculaire, Immunologie & Biotechnologie, Faculté des Sciences de Tunis, Tunisie. 3 Laboratoire d’Informatique, de Robotique et de Microélectronique de Montpellier (LIRMM) Montpellier, France. 2 Karina CASTILLO PEREZ PhoenixDB is a new tool for date palm identification based on an optimized microsatellite markers set and a web interface. The objective is to develop a complete set of tools allowing standardization of identification procedures at international level. The “PhoenixDB “ has three components : - An identification key developed using a set of optimized SSR markers revealing high polymorphism. - A reference library consisting of genotype informations based on the SSR identification key of individuals covering the genetic diversity of the species. - A web interface and bioinformatic tools able to characterize unknown genotypes by comparison with the data of the reference library. All the data will be easily available for the scientific community. This new SSR-based identification key of Phoenix dactylifera will allow accurate and reliable cultivar identification. This tool will be useful for the management of date palm genetic resources and preservation of diversity of the species. 102 Sessione - GENETICA INNOVATION AND SCALING-UP IN MICROPROPAGATION: LESSONS FROM THE OIL PALM EXPERIENCE Alain RIVAL, E. JALIGOT, T. BEULE, F. ABERLENC-BERTOSSI, P. ILBERT, F. RICHAUD, J. TREGEAR Palm Development Group Cirad -IRD - UMR DIAPC Montpellier, France In the mid-seventies, the first results obtained by the strategy of reciprocal recurrent selection (RRS) of oil palm (Elaeis guineensis Jacq) and the emergence of the methods of cloning by in vitro culture led to the development of a technique of micropropagation through somatic embryogenesis which was tested initially in Côte d’Ivoire, then in Malaysia and Indonesia. This work established the utility of clonal micropropagation which was found to enable the production of high yielding clones. In addition, this development phase highlighted the difficulties related to scaling-up in relation to, on the one hand, mass production required to meet the needs of planters and, on the other hand, the genetic fidelity of the regenerated plant material. These two concerns led us to look further into the underlying mechanisms involved in somatic embryogenesis and the somaclonal variation events induced by the regeneration techniques. The development of a regeneration protocol based on the use of embryogenic suspensions has generated a method which allows production on a large scale of single somatic embryos. This method is now widely used for commercial micropropagation and it is currently field tested by several companies. In order to tackle the problem of the mantled flowering abnormality which is induced during the oil palm micropropagation process we have carried out studies of gene expression in tissue cultures as a means of establishing an early clonal conformity testing procedure. More, our studies on genomic DNA methylation changes induced by tissue culture suggest that the latter may play a key role in the determination of the mantled abnormality. We demonstrated, by the use of two complementary methods for evaluating methylation rates at the genome-wide level, that there is a highly significant DNA hypomethylation in leaves of abnormal regenerants and calli, compared to their normal counterparts. New investigations are now aimed at elucidating the mechanisms and/or sequences through which epigenetic misregulation could provoke the onset of the mantled phenotype in oil palm. Our experience in oil palm micropropagation revealed the pivotal importance of the pilot stage in the identification of both biological and technological bottlenecks for the large scale production. Once transformed in adequate questions to research, the identified problems are able to stimulate innovation and improve our knowledge on the biology and physiology of palms. Alain RIVAL 103 GENETICA ED ETNOBOTANICA LE PALMIER DATTIER EN ALGÉRIE : ÉTAT DES LIEUX ET PERSPECTIVES Nadia BOUGHEDOURA LRZA - Université des Sciences et de la technologie Houari Boumediène, Algérie Nadia BOUGHEDOURA L’Algérie est un pays traditionnellement phoenicicole. La palmeraie algérienne est dispersée en plusieurs oasis réparties d’Est en Ouest sous les monts de l’Atlas Saharien. Avec 17 millions d’individus, elle se situe au 5ème rang mondial. Une grande diversité variétale caractérise ce patrimoine phoenicicole en particulier à l’Ouest où les cultivars servent surtout à la consommation locale et où se situe le principal cultivar résistant au Bayoud Takerboucht. A l’Est et au centre prédominent quelques cultivars dont la Deglet Nour, datte mondialement appréciée et qui se ce fait constitue presque la moitié du patrimoine phoenicicole de ces régions. Le palmier dattier en Algérie est soumis à de nombreuses contraintes biotiques et abiotiques. Les travaux de recherche menés par notre équipe ainsi que par des chercheurs appartenant à d’autres institutions de recherche sont réalisés dans un but de préservation et d’amélioration de cette espèce vitale pour nos régions arides sur le plan socio-économique mais aussi écologique. 104 Sessione - GENETICA DIVERSITÉ GÉNÉTIQUE DU PALMIER DATTIER EN TUNISIE Salwa ZEHDI1, E CHÉRIF1, S. DAKHLAOUI DKHIL1, S. RHOUMA1 A. OULD MOHAMED SALEM2, J.C. PINTAUD3, M. TRIFI1 1 Laboratoire de génétique moléculaire, immunologie et biotechnologie, Faculté des Sciences de Tunis, Campus Universitaire, Tunisie, 2Faculté des sciences et techniques. Laboratoire de Biotechnologies, Mauritanie 3 IRD (Institut de Recherche pour le Développement), UMR DGPC/DYNADIV, Montpellier France Salwa ZEHDI Résumé La phoéniciculture tunisienne, localisées essentiellement dans les oasis du sud du pays, est caractérisée par une richesse considérable. Cependant, elle est particulièrement menacée par une érosion génétique due à une tendance vers la culture monovariétale. La conservation de cette diversité et son évaluation constituent un préalable nécessaire au maintien des grandes potentialités adaptatives de cette espèce. Ainsi, en l’absence de marqueurs morphologiques stables et indépendants des conditions environnementales, l’utilisation de marqueurs moléculaires permettant l’identification variétale et l’exploration de la diversité génétique, est d’un apport considérable dans la préservation de cette espèce. Dans cette optique, notre intérêt a porté sur la mise à profit des possibilités offertes par différents marqueurs moléculaires pour examiner le polymorphisme chez cette espèce. Pour ce faire, nous avons utilisé une collection d’accessions tunisiennes de dattier provenant de trois régions oasiennes: Tozeur, Kébili et Gabès de palmier dattier. La présente étude relate la structuration génotypique du palmier dattier dans les trois oasis grâce aux données issus des marqueurs moléculaires identifiés précédemment. Il en ressort que les palmeraies tunisiennes sont caractérisées par une importante diversité qui varie selon l’origine géographique des accessions. Ces résultats sont discutés dans une perspective de promouvoir la phoéniciculture tunisienne. 105 GENETICA ED ETNOBOTANICA 20 NOVEMBRE 2010 SESSIONE ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA GENETICA ED ETNOBOTANICA 108 Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA LA MODÉLISATION : VERS UN NOUVEAU STANDARD DESCRIPTIF DE PHOENIX DACTYLIFERA. (RESTITUTION DES TRAVAUX DU RÉSEAU MOCAF EN 2009-2010) René LECOUSTRE Ingénieur de Recherches - AMAP CIRAD/BIOS Coordinateur du réseau MOCAF Phoenix René LECOUSTRE A l’issue des premiers travaux réalisés en Tunisie sur la modélisation de Phoenix dactylifera en 1991 un premier projet de réseau de recherches sur cette plante majeure des zones arides chaudes a été envisagé et soutenu par Vincent Dollé et René Lecoustre. Suite aux travaux réalisés au Maroc entre 1998 et 2002 par Mohammed Aziz Elhoumaizi, nous avons à nouveau relancé cette idée de réseau d’échange de compétences et d’expérimentations autour de l’architecture de ce palmier, cette démarche n’a pas été prise en considération par les bailleurs de fonds. L’appel à projets Euroméditerranée 3+3 a retenu, en 2009, le projet de constitution du réseau MOCAF pour 3 années civiles. Le réseau en cours est un préambule pour la formulation et l’actualisation des méthodes d’observation de la croissance, de l’architecture et de la floraison de Phoenix dactylifera. Il permettra de faire la preuve qu’une telle mutualisation des méthodologies, des lieux d’expérimentation et d’observation est non seulement possible, mais apporte une véritable synergie qui ne peut qu’améliorer l’efficacité des travaux. Les équipes impliquées dans ce projet pourront ensemble ou chacune de leur côté valoriser cette première expérience en proposant ces recherches dans d’autres possibilités de financement en s’appuyant sur les premiers résultats des travaux. Les acquis en cette fin d’année 2010 (16 mois d’activité réels), sont la mise au point de logiciels de modélisation et de simulation de la croissance et de l’architecture du palmier dattier grâce à la standardisation des mesures descriptives du palmier et de la palme. Les perspectives d’ici la fin de ces 3 premières années sont l’approche de la modélisation des caractéristiques florales et la modélisation des agro-systèmes et des paysages de palmeraies dattières. La participation de l’Italie à ce réseau apporte une base européenne déterminante dans la mise au point des méthodes par les chercheurs de AMAP grâce à la proximité du site de Bordighera - Sanremo. 109 GENETICA ED ETNOBOTANICA PHÉNOLOGIE DU PALMIER DATTIER: CARACTÉRISATION DU CYCLE REPRODUCTEUR AU NIVEAU POPULATIONNEL SUR UN ÉCHANTILLON ITALIEN DE PHŒNIX DACTYLIFERA Robert CASTELLANA1, J. C. PINTAUD2, C. LITTARDI3 1 Robert CASTELLANA CRP-France,, 2IRD-France, 3CSRP-Italia C’est la première fois que l’on procède à une observation du cycle de vie du palmier-dattier à une latitude aussi septentrionale. La palmeraie historique de Sanremo-Bordighera représente en effet la limite nord de l’expansion du palmier-dattier. Au delà de son apport à la connaissance du site historique, le but de cette étude vise aussi à mettre en place un protocole applicable sur d’autres palmeraies. La création d’un site-pilote, et la mise en ligne des résultats de cette recherche sur le site internet du Centro Studi e Ricerche per le Palme, sont au centre de ce projet. Un second protocole d’observations vient ainsi d’être mis en place sur le site de Sanremo-Bordighera. Il repose sur une observation plus fine, établie sur la base d’un échantillon sélectionné au double point de vue génétique et phénologique. Une campagne similaire a aussi été mise en œuvre sur un échantillon équivalent en Afrique sub-saharienne (Djibouti). D’autres études comparatives sont en projet au Maghreb. Les enjeux sont économiques, le palmier-dattier étant une ressource alimentaire fondamentale pour des millions de personnes dans ces régions. La modélisation de la croissance du palmier-dattier est l’un des outils qui devraient contribuer à prolonger cette recherche comparative. La palmeraie historique de Sanremo-Bordighera pourrait permettre l’expérimentation des protocoles avant leur validation dans les régions de production fruitière. La présentation du site et de ses ressources fera l’objet de la conclusion de cette communication: http://www.sanremopalme.org 110 Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA 35 ANS DE L’AVENTURE DE LA MODÉLISATION DES PROCESSUS BIOLOGIQUES : DE LA FÉCONDITÉ DU COFFEA ROBUSTA À L’ÉTUDE DES PEUPLEMENTS FORESTIERS NATUREL SET PLANTÉS Hervé REY, R. LECOUSTRE, J. DAUZAT AMAP CIRAD/BIOS Membre du réseau MOCAF Phoenix Dans les années 1970, à une époque où les statistiques appliquées aux sciences agronomiques se cantonnaient à travailler sur des productions à l’hectare et des blocs de traitement statistiques des essais génétiques et de fumure, alors même que les études biologiques et génétiques se penchaient plus sur l’intimité de la cellule, un chercheur s’est intéressé au fonctionnement des fleurs de Coffea robusta puis des bourgeons de la même plante. La rencontre de cet agronome avec le professeur Francis Hallé et de ses collaborateurs, l’apport scientifique et technique d’autres partenaires ont abouti à la création de AMAP dans les années 1980. Ce petit atelier de recherches du CIRAD (2 chercheurs et 2 étudiants en 1986) est devenu une UMR regroupant près de 60 chercheurs du CIRAD, de l’INRA, du CNRS, de l’IRD, de l’U Montpellier II. Les recherches accordent une place centrale à la description, l’analyse et la modélisation de la structure, de la dynamique de développement et de la diversité des plantes et des peuplements végétaux. Elles privilégient les approches génériques, communes à l’ensemble des plantes, annuelles ou pérennes, actuelles ou fossiles, sauvages ou cultivées, tempérées, méditerranéennes ou tropicales. Elles concernent la mesure, la représentation, l’analyse et le traitement des données, la simulation informatique, l’organisation et la gestion des connaissances. Les applications sont très variées, depuis l’agronomie, la botanique, la défense des cultures aux simulations de paysages pour les besoins des aménageurs, du cinéma, des jeux vidéo en passant par des applications forestières, médicales ou industrielles. 111 GENETICA ED ETNOBOTANICA CURRENT STATE, THREATS AND PERSPECTIVES OF PHOENIX CANARIENSIS IN THE CANARY ISLANDS Pedro A. SOSA1, M.Á. GONZÁLEZ-PÉREZ, I. SARO1, A. NARANJO2, M. MÁRQUEZ3, M. DÍAZ-BERTRANA4, E. FRANQIZ5 1 Pedro A. SOSA Department of Biology University of Las Palmas de Gran Canaria Canary Islands Spain, Department of Geography University of Las Palmas de Gran Canari. Canary Islands Spain. 3Environmental Unit Consejería de Medio Ambiente Cabildo de Gran Canaria Canary Islands Spain, 4GESPLAN Gobierno de Canarias Canary Islands Spain, 5Tajalague Asociación para la defensa de la Palmera Canaria Canary Islands Spain. 2 Phoenix canariensis Hort. ex-Chab. is an endemic palm species from the Canary Islands with a pronounced sexual dimorphism. It is widely distributed, forming natural palm populations in each island of the archipelago. These populations are catalogued as priority habitats by Nature 2000 of the European Union. In spite of the importance of the species, there are few scientific studies of the genetics, ecology, reproductive biology or phytopathology of P. canariensis, which are needed for the management and conservation of this genetic resource in the Canaries. In addition, the massive introduction of the date palm to the Canarian archipelago has generated a strong introgression within the gene pool of Phoenix canariensis in the archipelago. Also, P. canariensis is an economically important species because in some islands palm honey is produced from the sap (known as guarapo). We present a complete and up to date picture of the current state of the natural populations of Phoenix canariensis in the Canary Islands, providing information about current research lines in Phoenix canariensis, as well as describing future prospects for the establishment of guidelines for action in a management plan for these populations. 112 Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA A REVIEW OF ETHNOBOTANICAL USES OF CHAMAEROPS HUMILIS L. IN THE MEDITERRANEAN BASIN 1 Laura CORNARA, 1A. LA ROCCA, 2C. LITTARDI, 3 R. CASTELLANA, 1M.G.MARIOTTI 1 Università degli Studi di Genova, Dip.Te.Ris.- Polo Botanico Hanbury, Italy, 2 CSRP-Italia, 3CRP-France Chamaerops humilis L., European Fan Palm or dwarf-palm, is one of only two palms native to Europe, togheter with Phoenix theophrasti Greuter, the Cretan date palm, native to the eastern Mediterranean region. Today C. humilis is spread and common through the western Mediterranean Basin, however, good evidence from fossil record, literature data and artistic-archaeological findings show that formerly this palm also grew in the eastern part of the Mediterranean Basin (Friedrich et al. 1977; Friedrich, 1978). Nowadays the presence of this species is mainly related to its ornamental value, but since ancient times many different uses of this palm have been reported, in particular for crafts (Theophrastus, IV sec a.C.) and for alimentary purposes (Cicerone, Verrine, about 70 a.C.). Various traditional uses of this palm were still very common during the XIX sec. and at the beginning of XX sec., particularly in Sicily and Sardinia, Spain and North Africa (Cusa, 1873; Lo Forte, 1929). Our review on ethnobotany of C. humilis in the Mediterranen basin show that it is still used for craft (about 52 %), food (24%) and medicine (12%). The plant is mainly used for basket weaving and other handmade craft objects, such as brooms, brushes, chair seats, hats, mats, ropes and fans. In addition, the use as food of palm-hearts, seedlings, roots and dates is also common in small villages of Sardinia and North Africa. In several regions of North Africa the medicinal properties of this palm, mainly diuretic ones, are also well known. Our data suggest that the exploitation of the dwarf palm since long ago, could have had a role in the reduction of its range in the eastern part of the Mediterranean Basin. It is therefore important to safeguard spontaneous populations, which can still be found along the European coasts. In addition, thanks to its ability to colonize semi-arid and rocky coastal zones, where hostile conditions preclude the establishment to many plant species, C. humilis may contribute to reduce desertification processes. Laura CORNARA References Friedrich W.L., Pichler H. and Kussmaul S., 1977. Quaternary pyroclastics from Santorini, Greece, and their significance for the Mediterranean palaeoclimate. Bull. geol. Soc. Denmark, 26: 27-39. Friedrich, W.L. 1978. Thera and the Aegean World II. Papers and Proceedings of the Second International Scientific Congress, Santorini, Greece, August 1978. 113 GENETICA ED ETNOBOTANICA Pages: 109 - 128, Geological Institute, Aarhus University, 8000 Aarhus C, Denmark. Lo Forte G., 1929. La Botanica pittoresca. Casa - Ed. Sonzonio, Milano. Cusa S., 1873. Il libro intorno alle palme. http://www.comune.palermo.it/archivio_biografico_comunale/archivio.htm 114 Sessione - ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA L’IMPACT CULTUREL ET SOCIAL LIÉ AU PALMIER DATTIER CHEZ LES SOCIÉTÉS OASIENNES Malika BENNACEUR1,2, A. BENKHALIFA3 1 Université d’Oran Es-Sénia-Faculté des Sciences-Département de Biologie Oran, Algérie 2 Laboratoire de recherches sur les zones arides-USTHB, Alger-Algérie 3 Ecole Normale Supérieur El-Ibrahimi Kouba, Département des sciences naturelles, Alger-Algérie Malika BENNACEUR L’oasis au Sahara constitue un agro-écosystème complexe. Son fonctionnement et sa pérennité dépendent totalement de l’intervention de l’homme et des rapports socio-économiques entre les sociétés. Le palmier dattier est l’élément structurant de l’oasis, c’est la plante fruitière qui s’adapte le mieux au milieu extrêmement aride. Il valorise au mieux les ressources rares comme l’eau et autour de laquelle l’homme organise sa vie sociale et économique au Sahara. C’est ainsi que le palmier dattier, nourricier et protecteur, sert à la construction d’habitat : son stipe et ses feuilles fournissent les matériaux de construction des maisons (portes, poutres, charpentes) et des clôtures. De la base du tronc à la pointe des palmes, tout est recyclé et transformé en objets familiers (chaise, lit, éventail, tapis, couscoussier, panier, etc.). Plus de cent usages sont énumérés ou décrits dans les coutumes et pratiques oasiennes. La production du palmier comme “ arbre de vie ” permet et favorise les systèmes d’échanges pour des produits de première nécessité (thé, sucre, céréales, laine, viandes, etc.) entre des communautés différentes. L’artisanat induit par les sous produits du palmier dattier a eu pour effet de maintenir une diversité variétale dans les palmeraies traditionnelles et de créer ainsi une dynamique dans une économie locale et de favoriser une production artistique (tableaux, sculpture, etc.). Le palmier dattier est porteur de symboles multiples, il est évident qu’il soit aussi sacré et vénéré par les religions. Depuis fort longtemps, la médecine traditionnelle a utilisé différentes préparations de dattes comme remèdes contre certaines pathologies telles que celles liées à l’appareil digestif, urinaire, ophtalmique, etc. et comme produits cosmétiques. L’utilisation du pollen dans le traitement de la stérilité chez les hommes et l’augmentation du lait chez la femme allaitante lui confère un symbole de fécondité. Par ailleurs, le palmier dattier fait l’objet d’une culture locale à travers des contes, des proverbes, des citations, des chants et des récits autour des pratiques culturales (plantation, pollinisation, récolte de dattes). Les biotechnologies modernes pourraient ouvrir des perspectives nouvelles pour l’exploitation du palmier dattier visant à l’identification de nouvelles molécules bioactives destinées à l’industrie pharmaceutique, cosmétique et agroalimentaire et éventuellement dans la production de sucre et du bioéthanol. 115 GENETICA ED ETNOBOTANICA 20 NOVEMBRE 2010 SESSIONE PALMETI MARGINALI URBANI GENETICA ED ETNOBOTANICA 118 Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI CRITERIOS PARA LA EVALUACIÓN PATRIMONIAL EN EL PALMERAL DE ELCHE Y SU ADAPTACIÓN EDUCATIVA Carlos Ortiz MAYORDOMO, L. GRACIA I VICENTE, IES M. HERNANDEZ, IES S. MARCO Conselleria de Educación. Generalitat Valenciana. España El Palmeral de Elche constituye un enclave milenario situado al sur de la Comunidad Valenciana, único en España y en Europa, poseedor de un gran valor histórico, económico y cultural. Su zona más antigua está catalogada como Patrimonio de la Humanidad y fue incluida en la Lista de Patrimonio Mundial de la UNESCO en el año 2000 como bien de carácter cultural. Fue catalogado como lugar, aunque hoy lo sería como Paisaje Cultural. Existen seis criterios UNESCO de valor aplicables a bienes culturales, además del imprescindible de autenticidad estructural y funcional. Los aplicados en el Palmeral son los siguientes: · Criterio (ii): Los palmerales de Elche constituyen un ejemplo destacado de transferencia de un paisaje típico de una cultura y de un continente a otro, en este caso de África del Norte a Europa. · Criterio (v): El palmeral es un rasgo característico del paisaje de África del Norte, importado en Europa bajo la ocupación árabe de una gran parte de la Península Ibérica, y que ha sobrevivido hasta hoy. El antiguo sistema de regadío, que sigue en funcionamiento, tiene un interés particular. Se resaltan como valores la transferencia intercultural de un paisaje productivo, su pervivencia en un ámbito geográfico y cultural diferente del original y el funcionamiento de un sistema de riego milenario. Los compromisos inherentes a la distinción implican la conservación y protección del bien para su transmisión íntegra a las generaciones futuras y la difusión educativa de su relevancia (UNESCO 1972). El palmeral se encuentra desde hace decenios en una fase de decadencia, como consecuencia de los cambios socioeconómicos relacionados con las nuevas exigencias económicas. A principios del siglo XXI la agricultura ha pasado a ser una actividad marginal en la zona histórica, como en tantos otros paisajes culturales. Los cultivos históricos son frecuentemente sostenibles (criterio de valor), aportan diversidad biológica y paisajística y en muchos casos belleza (aspectos de valor). La necesidad de producción de alimentos para la subsistencia los ha mantenido vivos en muchos casos hasta nuestros días, pero en la actualidad su productividad agraria y su rendimiento económico son menores que en los cultivos intensivos. Esos paisajes culturales, que precisan de una acción humana constructiva permanente en interacción recíproca con el medio, están siendo abandonados, destruidos o desvirtuados en los países desarrollados, y frecuentemente quedan inmersos en una trama urbana. Los huertos son las unidades agrícolas productivas funcionales tradi119 GENETICA ED ETNOBOTANICA cionales características en el campo de Elche. Presentan una estructura artificial típica en retícula vinculada a los canales de riego, lejos de la idea turística de “bosque”. Para proteger el palmeral hay que mantener los huertos y su sistema de regadío incluso con preferencia a las palmeras individuales, más protegidas por normativa. El Ayuntamiento de Elche realizó un censo en 1998, contabilizando un total de 181.138 palmeras. Ese proceso era necesario para la protección, de acuerdo con lo establecido en la Ley 1/1986 G.V. y el Decreto 133/1986 G.V. de tutela del Palmeral de Elche. Para las formaciones de palmeras ilicitanas, las escalas de estudio posibles son al menos las que se exponen a continuación, de menor a mayor extensión superficial · Ejemplares individuales de palmera. Incluye las palmeras ejemplares · Formaciones de poca extensión que no forman huerto, tales como alineaciones o pequeñas agrupaciones de palmeras. · Huertos individuales, explotaciones agrarias tradicionales funcionales, que constituyen las unidades paisajísticas básicas más lógicas para el estudio, la evaluación y la gestión. · Zonas o manchas de palmeral continuas extensas. · Partidas rurales. Perspectiva general de todo el término municipal. La escala más razonable para seleccionar la unidad paisajística deriva de dar preferencia a la valoración de las estructuras productivas más características del palmeral y a su estado de conservación: huertos y alineaciones de palmeras. A escala territorial más amplia puede ser útil el nivel de partida rural, por su delimitación clara y la disponibilidad de datos estadísticos. La perspectiva general, utilizada para establecer criterios de evaluación patrimonial útiles, incluso en otros enclaves similares se resume en unos pocos objetivos, de los que deriva una metodología apropiada: · Conocer el estado del medio físico y humano relacionado con el palmeral. · Establecer un diagnóstico sobre su evolución y situación actual. · Proponer un modelo idealizado con el que contrastar la realidad. · Proponer indicadores útiles para comparar la realidad con el modelo propuesto. · Aportar instrumentos útiles para la gestión adecuada del Paisaje Cultural. Para la evaluación se ha seguido un método mixto, compaginando el criterio de subjetividad compartida en grupo de expertos con el indirecto desagregado en componentes e integrado en un indicador final. La evaluación integral es un proceso complejo que necesariamente debería considerar un sistema configurado como mínimo sobre tres ejes para la valoración en un instante dado: 120 Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI · Calidad del entorno físico: estado ambiental y patrimonial del paisaje como entidad física en un momento dado. Es el ámbito desarrollado en la presente aportación. · Eje socioeconómico: valoración ambiental y económica de las diferentes opciones y de las preferencias y expectativas sociales sobre el uso del espacio considerado. · Eje de autenticidad-fragilidad: autenticidad estructural (materiales, formas, medidas, aspecto…) y funcional (usos, gestión, patrimonio intangible…), integridad, capacidad de absorción de impactos. Hemos propuesto una metodología para la valoración física del paisaje a escala de huerto desarrollando un índice de calidad integrado cuyo valor máximo es de 100 puntos, construido en torno a tres núcleos principales, cuyos componentes pueden ser expresados a diferentes niveles de carga cuantitativa. Varios de estos aspectos están relacionados con el criterio de autenticidad en su doble vertiente de estructural y funcional, aunque no son una medida directa de la misma. El objetivo es llegar a un sistema de rangos para cada variable que dé por acumulación sumativa un número indicativo del valor patrimonial total de cada huerto. Los tres núcleos de la evaluación de estado físico de los huertos son: 1. Características de la población de palmeras. Con un valor máximo del 35% sobre el total: · Densidad superficial de palmeras. 10 · Edad de las palmeras, medida como altura media. 10 · Renovación de la población: proporción entre palmeras jóvenes y adultas. 10 · Estado vegetativo de las palmeras. 10 2. Configuración tradicional del huerto. Con un valor máximo del 35% sobre el total: · Estado, estructura y tamaño de la retícula periférica de palmeras en los bancales. 15 · Estado y disponibilidad del riego tradicional. 10 · Uso de los bancales interiores del huerto. 10 3. Factores complementarios relevantes. Con un valor máximo del 30% sobre el total: · Singularidades. 10 · Ausencia de impactos internos. 10 · Calidad del entorno externo. 10 De acuerdo con los fines declarados por la UNESCO y por otros organismos supranacionales en convenios internacionales (Recomendaciones UNESCO de 1972, Convenio Europeo del Paisaje de 2000, etc.), la difusión de los valores históricos entre la población es una obligación 121 GENETICA ED ETNOBOTANICA de primer orden para los gestores del patrimonio, tanto más si éste tiene una proyección mundial, lo que implica el desarrollo permanente de una acción educativa. En la actualidad el palmeral histórico de Elche ha quedado inmerso en un entorno urbano como paisaje agrario relicto, con lo que la transmisión cultural intergeneracional natural y la formación en el saber hacer y en sus usos y valores históricos se ha visto severamente limitada. A partir de los criterios de autenticidad descritos y de la metodología propuesta, hemos elaborado estrategias y materiales enfocados a su difusión a diferentes niveles. En el ámbito de la educación formal hemos desarrollado actividades dirigidas a profesores a través de centros específicos de formación (03402150@edu.gva.es) con los siguientes objetivos: · Difundir entre los docentes los valores reconocidos por la UNESCO en el Palmeral de Elche. · Identificar y conocer conceptos patrimoniales, ambientales y paisajísticos en el Palmeral histórico. · Aplicar técnicas de valoración paisajística en el Patrimonio Mundial. · Conocer aplicaciones didácticas sobre paisajismo en el Patrimonio Mundial. Hemos elaborado materiales para diferentes niveles educativos, poniendo en práctica estrategias procedimentales propias de la metodología de análisis y valoración del paisaje. Los objetivos en cada etapa son: En el nivel de primaria (hasta 12 años), identificar, comprender y establecer relaciones afectivas con el patrimonio. Para ello se ha elaborado un cuaderno de campo adaptado a la visita de un huerto patrimonial. En él, a través de dos personajes significativos, un niño fenicio y una niña musulmana, se introduce al alumno en el origen, organización y usos del palmeral. También se ha redactado un texto de apoyo dirigido a los profesores que complementa el cuaderno del alumno. Respecto a la educación secundaria (de 12 a 16 años), describir el paisaje de un modo más riguroso, para lo que se utilizan elementos sistematizados en formato de matrices, en las que se ordenan y estructuran los aspectos patrimoniales principales que los alumnos han de saber identificar en este paisaje. Deben “saber ver”. Para etapas superiores, aprender a valorar de un modo cuantitativo, o como mínimo ordinal, los diferentes elementos que conforman el patrimonio mediante técnicas adaptadas a la realidad concreta del Palmeral de Elche. El alumnado ha de manejar índices y cuantificar la aportación de cada elemento al valor patrimonial global, integrando finalmente las valoraciones parciales, a la vez que adquirir una perspectiva general. 122 Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI IL CAMBIAMENTO DEL PAESAGGIO ATTRAVERSO L’ICONOGRAFIA: L’ESEMPIO DEL PALMETO STORICO DI BORDIGHERA Paolo VEZIANO1, R. CASTELLANA2 1 Phoenix project - Italy, 2CRP-France Paolo VEZIANO L’objet de cette recherche s’inscrit dans les travaux concernant le statut du document iconographique comme source d’infomation historique. Le sujet étudié, relatif à l’histoire des évolutions du paysage, s’appuie sur une importante collecte d’images qui couvre environ deux siècles. Les documents rassemblés à ce jour ont été mis en relation avec d’autres sources d’information: * les sources historiques traditionnelles * le recueil de témoignages issus de la tradition orale * le recueil de témoignages matériels. L’analyse de ces documents a fait par ailleurs appel à des collaborations interdisciplinaires, histoire, archéologie, botanique, agronomie, écologie et biologie. Les premiers résultats de cette approche originale apportent des éléments nouveaux pour la connaissance du site étudié, par rapport aux sources historiques traditionnelles. Ils ouvrent aussi de riches perspectives pour des études ultérieures. La modélisation paysagère sera l’un des axes principaux des recherches futures. A côté des thèmes déjà mentionnés, elle devrait aussi permettre de projeter les évolutions prochaines du paysage, et d’ouvrir des options aux gestionnaires du site, propriétaires privés et pouvoirs publics. 123 GENETICA ED ETNOBOTANICA IL COMMERCIO DELLE PALME DI SANREMO E BORDIGHERA E IL “PRIVILEGIO” DELLA FAMIGLIA BRESCA Alessandro CARASSALE Asso Lab StArT AM (Associazione Laboratorio Studi Storici Archeologia Architettura Arte Archivistica Territorio Transfrontaliero Alpi Marittime) Alessandro CARASSALE La presenza delle palme nell’estremo Ponente ligure rappresenta, a partire dal tardo Medioevo, uno dei tratti originali del paesaggio agrario di questo lembo periferico della regione. La loro coltivazione e progressiva diffusione, oltre che per la mitezza del clima, va messa in stretta relazione ad una indubbia valenza economica: le foglie, infatti, erano richieste sia dalle comunità ebraiche per la “Festa dei Tabernacoli o delle Capanne”, che si celebra in autunno, sia dai cattolici, per il rito della domenica che precede la Pasqua. Un commercio che ha riguardato prima Sanremo, dove le piante caratterizzavano i siti della Foce e di Pian di Poma, e poi, dal Settecento, Bordighera, capace di sfruttare un crescente disinteresse dei Matuziani nei confronti di questa piccola fonte di guadagno. Un discorso a parte merita la famiglia Bresca, la quale godeva del privilegio di donare le foglie al Papa e al Vaticano in occasione della Settimana Santa. L’origine di tale concessione da sempre è fatta risalire al “contributo” che tale Capitan Benedetto ebbe nel favorire l’innalzamento dell’obelisco di Piazza San Pietro, a Roma, nel 1586. Pur mancando un atto risalente al periodo in questione che parli della “leggendaria” vicenda, nei secoli successivi non sono pochi i documenti rinvenuti negli archivi che confermano tale diritto, goduto fino alla morte (avvenuta in Genova) di Vittorio Amedeo, discendente in linea diretta: privo di eredi maschi, gli unici a cui l’onore può essere trasmesso, la tradizione si è interrotta. 124 Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI PHOENIX DACTYLIFERA AND PHOENIX SYLVESTRIS SAMPLING IN NORTH-WEST INDIA: INVESTIGATION IN THEIR COMPLEX RELATIONSHIPS Muriel GROS-BALTHAZARD1,2, C. NEWTON1,3, S. IVORRA1, J. C. PINTAUD2, J.F. TERRAL1 1 CBAE (Centre de Bio-Archéologie et d’Ecologie), UMR5059 CNRS / UM2 / EPHE, Equipe Ressources Biologiques, Sociétés, Biodiversité, Institut de Botanique (Université Montpellier 2) Montpellier, France, 2IRD (Institut de Recherche pour le Développement), UMR DIA-PC Montpellier, France, 3Department of Archaeology, University of Nottingham, University Park, Nottingham , UK Muriel GROS-BALTHAZARD The cultivated date palm (Phoenix dactylifera) and the wild Phoenix sylvestris occur in sympatry in Pakistan and North-Western India. Their morphological proximity and the occurrence of hybrids suggest a close affinity within the genus Phoenix confirmed by recent genetic studies. Nevertheless, their phylogenetic relationships are still dubious. Besides, Phoenix sylvestris has often been regarded as the wild progenitor of the cultivated date palm. A microsatellite study has discarded this hypothesis, suggesting however a possible occurrence of hybridisation events during the expansion of date palm cultivation. A sampling campaign was carried out in Gujarat and Rajasthan (India) leading to the collection of seeds and leaflets of a hundred individuals from both species. It also allowed us to observe cultivation practices, thereby confirming several characteristics of the Indian “traditional” mode of cultivation: · Artificial pollination is practiced, but the multiplication of date palms is done by seed, without the practice of cloning. This explains the lack of cultivated varieties, bar those introduced from the Persian Gulf. · The onset of the rainy season following a monsoonal pattern during the period of ripening of the fruit has encouraged the selection (within the population of seedlings) of individuals whose fruit are edible at the earliest stage of maturation. · In exceptional circumstances, pollen from Phoenix sylvestris may be used to pollinate cultivated Phoenix dactylifera. The subsequent seed morphometric and genetic studies carried out on the sampled material should promote the understanding of the past and present relationships between the cultivated date palm and the wild Phoenix sylvestris. 125 GENETICA ED ETNOBOTANICA CARACTÉRISTIQUES CULTURALES D’UNE PALMERAIE NATURELLE DE TUNISIE : PALMERAIE DE KERKENNAH Mohamed BEN SALAH Chercheur Laboratoire d’Aridologie et Cultures Oasiennes Institut des Régions Arides, Tunisie Mohamed BEN SALAH L’ancienneté du palmier comme les autres productions agricoles est indiscutable que les îles Kerkennah. Certains auteurs émettent l’hypothèse que c’étaient bien les carthaginois qui sont à l’origine de l’introduction des pratiques agricoles comme la culture de l’olivier et certaines pratiques culinaires comme l’usage des dattes, raisins et figues sèches dans les mets divers des îles. La palmeraie de Kerkennah, même si elle n’est pas une palmeraie cultivée comme celles des oasis littorales plus au sud, renferme une grande richesse génétique. Des types variétaux adaptés à différents usages : dattes à consommer fraiches ou conservées et les sous produits (comme les palmes très recherchées pour la pêche traditionnelle et aussi les troncs et bases de rachis foliaires utilisés en construction) sont abondants. La palmerai a subit la fin du siècle derniers tout types de pressions : abondons, salinisation des sols, abattage exagéré pour la reconversion urbaine des terres agricoles et la sur exploitation. Un regain d’intérêt est tout autant remarqué ces dernières décennies. Des travaux actuels de sélection font ressortir des tètes de clones intéressants. Ce papier présente l’état de la palmeraie et les usages et émet des recommandations pour sa conservation et valorisation. 126 Sessione - PALMETI MARGINALI E URBANI RÉHABILITATION ET VALORISATION DE LA PALMERAIE DE MARRAKECH Mohamed Aziz ELHOUMAIZI1, A. MEDDICH2 1 Faculté des sciences, Département de Biologie, Université Mohammed Premier Oujda, Maroc 2 Responsable technique du projet Sauvegarde de la Palmeraie Wilaya de Marrakech Commune urbaine de Marrakech, Maroc Plantée sous la dynastie des Almoravides, la Palmeraie de Marrakech constitue une richesse naturelle intéressante et un patrimoine touristique diversifié. La Ville de Marrakech a été classée deux fois comme patrimoine oral international de l’humanité et patrimoine universel de l’humanité. La surface de la Palmeraie a connu une régression importante. Elle a passé de 16 000 hectares en 1929 à 7 700 hectares en 1990. En 1990, près de 90 hectares de la palmeraie étaient construits. En 2003, 499 hectares sont construits dans ce site emblématique de la ville ocre, soit une perte de plus de 19% de la surface en 14 ans. Dans la quasi-totalité des jardins de la palmeraie de Marrakech; les palmiers ont été délaissés et les techniques culturales sont peu pratiquées au niveau de la fertilisation, de la protection des régimes, de la pollinisation et de l’irrigation. La palmeraie de Marrakech revêt un aspect très particulier de forêt ou l’on pratique encore la cueillette des dattes. Afin de réhabiliter cette Palmeraie, un programme de Sauvegarde et de Développement de la Palmeraie de Marrakech a été lancé sur une durée de 10 ans par la Fondation Mohammed VI pour la Protection de l’Environnement Maître d’ouvrage du Projet au niveau National. Le programme dont ces objectifs est de planter près de 430 000 jeunes palmiers et d’entretenir plus 100 000 palmiers existants. Dans le cadre de ce projet 386 761 plants dattiers ont été plantés à ce jour ainsi que la culture et plantation de 39 540 rejets de palmiers sélectionnés et des variétés précoces issues de la culture in vitro notamment Boufegouss, Aguelide, Ahardane et Barhee ainsi que des variétés tardives de Mejhool. De même 72 184 palmiers dattiers ont été entretenus. Plusieurs autres actions sont en cours de développement pour mieux valoriser la Palmeraie de Marrakech telles que la conduite des essais de compostage de plusieurs types de déchets verts de la ville, pour leur transformation en compost valorisable en Agriculture afin d’améliorer la croissance du palmier dattier. De même, l’acheminement des eaux usées traitées au degré 3 sont en cours de réalisation; ce qui permettra sans doute une économie des eaux d’arrosage de cet écosystème hautement apprécié. Mohamed Aziz ELHOUMAIZI 127 128 CAVALIERI DELLE PALME 129 Cavalieri delle Palme Momento tradizionale all’interno della Biennale Europea, la nomina dei Cavalieri è un rito molto atteso dagli addetti al settore. Voluto dal Centro Studi e Ricerche per le Palme, il riconoscimento viene assegnato per meriti acquisiti a quanti si sono distinti per ricerca, passione e devozione nell’approfondimento del patrimonio palmicolo. Il piatto in argento con l’effigie del Centro Studi e Ricerche per le Palme è stato assegnato per la VI Biennale a Biagio Scannello del Comune di Salerno, James Tregear e Frédérique Aberlenc-Bertossi dell’Institut de Recherche pour le développement di Montpellier. Per la prima volta dell’istituzione del riconoscimento, il Centro studi e Ricerche per le Palme ha deciso di assegnare la nomina ad una donna, Frédérique Aberlenc-Bertossi, ricercatrice particolarmente attiva nel campo della ricerca sulla variabilità genetica della palma dattilifera, con il Progetto MERSI, che vede impegnati molti paesi europei, tra cui anche l’Italia con il CRA-FSO di Sanremo e lo stesso Centro studi e Ricerche per le Palme, e africani. Claudio Littardi, Presidente del Centro Studi e Ricerche per le Palme, ha inoltre assegnato un riconoscimento alla memoria di Mokhtar Trifi, ricercatore tunisino grande uomo di scienza che ha dedicato la vita allo studio delle palme. A ritirare la targa in suo onore è stata la collega Salwa Zehdi dell’Université El Manar che consegnerà alla famiglia di Trifi, prematuramente scomparso poco prima della VI Biennale, l’attestazione di stima voluta dall’Associazione e dai gruppi di ricerca ad essa legati. Inaspettato è giunto anche il riconoscimento per l’Assessore Gianni Berrino, per “l’aver creduto fin dalla sua nascita ai Dies Palmarum, per il sostegno morale e l’attenzione che ha saputo riservare alla Biennale delle Palme, ma soprattutto per la sensibilità e la passione che ha impiegato per il patrimonio ambientale di Sanremo”. I nomi dei tre Cavalieri saranno inseriti nel prezioso volume di fibra di palma conservato presso il Comune di Sanremo. Da sinistra: G. Berrino, C. Littardi e i Cavalieri delle Palme 2010 J.W. Tregear, F. Aberlenc-Bertossi e B. Scanniello 130 Cavalieri delle Palme Il Volume in fibra di palma 131 Cavalieri delle Palme I Cavalieri delle Palme 2010 132 Cavalieri delle Palme DIES PALMARUM 2010 133 Dies Palmarum 2010 Palafiori Sanremo Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea 134 Dies Palmarum 2010 Tavolo dei relatori La platea del Palafiori 135 Dies Palmarum 2010 Particolare della sala Ninfea 136 Dies Palmarum 2010 POTATURA DELLE PALME BIOLOGIA, ECOLOGIA E TECNICHE DI RISALITA 137 Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita L’Accademia delle Palme diploma 30 nuovi potatori Nell’ambito della VI Biennale Europea delle Palme, si è tenuto presso Villa Nobel dal 15 al 17 novembre, il corso di formazione ‘Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita’. Primo impegno della settimana dedicata alle palme, il corso ha registrato grande interesse, come testimonia la partecipazione di 30 iscritti provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Belgio, Brasile e Ucraina, tra cui spicca una nutrita componente femminile. ‘Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita’ è stato organizzato dall’Accademia delle Palme che ha sede a Sanremo, un istituto creato appositamente per formare operatori tecnici e appassionati proponendo percorsi didattici di alto livello, e dalla Scuola Agraria del Parco di Monza. Dopo due giorni di teoria in aula, alla presenza del Dott. Claudio Littardi, Presidente del Centro Studi e Ricerche per le Palme, del Dott. José Plumed Sancho, specialista in arboricoltura presso il Jardín Botánico de la Universítat de Valencia, del Dott. Bernabé Moya Sanchez, e del Dott. José Moya Sanchez, rispettivamente direttore e agronomo del Departe- L’istruttore J. Plumed Sancho insegna i primi passi con la “bicicletta” 138 Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita mento de Árbores Monumentales Diputación de Valencia, gli allievi hanno affrontato la parte pratica presso i giardini di Villa Ormond, apprendendo le principali tecniche di potatura con il metodo della “risalita in bicicletta”. La Bicicletta delle palme permette la risalita su superficie, consentendo di lavorare in sicurezza e comodità sulle palme di qualsiasi dimensione e altezza. Essa permette un’agevole progressione lungo lo stipite della palma, al quale l’operatore si assicura attraverso un imbrago in vita che abbraccia il tronco, mentre ai piedi calza una sorta di ramponi, non chiodati, che cingono il medesimo fusto all’altezza delle ginocchia, agevolandolo in tutta sicurezza nell’ascesa. Grazie all’attrezzatura messa a disposizione dal Consorzio Il Cammino di Sanremo, da anni attivo nel settore ambientale, e alla presenza di giardinieri esperti in potatura, gli allievi di ‘Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita’ si sono cimentati anche in una simulazione di soccorso in caso di caduta. I primi esemplari della Bicicletta delle palme sono giunti in Italia nel 1998. L’anno successivo, tra i primi, il Centro Studi e Ricerche per le Palme organizzò il I° ‘Corso di Tecnica con risalita su bicicletta’, formando così sul territorio, tecnici competenti e abili nella potatura di specie arboree di grandi dimensioni, tra cui le palme. Da allora l’Accademia delle Palme ha diplomato decine di tecnici provenienti da tutt’Italia, e da alcuni anni, anche dai paesi costieri dell’area mediterranea. Ai 30 allievi è stato rilasciato un attestato, riconoscimento che permetterà loro di poter operare in sicurezza e con nozioni biologiche ed ecologiche più precise. Corretta postura e prove di risalita 139 Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita I partecipanti al corso in ordine sparso: Beretta Andrea, Batai Eno, Bogdan Bilous, Chiappa Piero, Cima Piero, Gimelli Vittorio, Grilli Juri, Martinez Pena Alejandro, Martinez De Altube Ma Del Mar, Middioni Gaetano, Nomikou Maria, Nomikou Maria, Petronzi Francesco, Roggero Mauro, Sapia Danilo, Scotto Giuseppe, Skenteridis Pavlos, Tsampouraki Elpida, Varela Kalliopi. Al centro in prima fila, da sinistra: C. Littardi, J. Moya Sanchez, J. Plumed Sancho. 140 Potatura delle palme – Biologia, ecologia e tecniche di risalita FOGLIE DI PALME INTRECCIATE NELLA TRADIZIONE RELIGIOSA MEDITERRANEA 141 Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea Intreccio tradizionale sardo (coll. Nevina Dore e D. Ignazio Orrù) 142 Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea Palma intrecciata nella tradizione cristiana in Oristano (coll. Nevina Dore e D. Ignazio Orrù) 143 Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea Laura Cornara a lezioni di intreccio con Henriqueta Verdu Gomez Esempi di intreccio 144 Foglie di palme intrecciate nella tradizione religiosa mediterranea APPENDICE DICHIARAZIONE PER LA SAVAGUARDIA DELLE PALME 145 A conclusione di Dies Palmarum 2008, un gruppo di esperti italiani, francesi e spagnoli ha redatto la Dichiarazione per la Salvaguardia delle palme. La Carta riconosce alle palme il ruolo di ‘esseri viventi’ e le pone al centro dell’attenzione del mondo scientifico e non solo, riservando loro il diritto alla salvaguardia, al rispetto e alla dignità che meritano. Gli esperti evidenziavano i danni e i rischi legati al commercio indiscriminato di palme sradicate dal loro habitat naturale per soddisfare le richieste di un’urbanizzazione spesso sfrenata. Allo stesso tempo la diffusione sempre maggiore di patogeni e fitofagi che giungono d’oltre mare, non può essere contrastata proponendo una serie di interventi definiti ‘curativi’ al di fuori delle prescrizioni dei Servizi fitosanitari e non confermati da comprovata sperimentazione scientifica. Il documento redatto nella primavera del 2008 si rivela sempre più attuale ed è confermato dalla recente ricerca, come è emerso durante la VI Biennale Europea delle Palme. 146 DIES PALMARUM 2008 DA SANREMO UNA DICHIARAZIONE PER LA SALVAGUARDIA DELLE PALME A Sanremo, dal 12 al 14 marzo 2008, si è svolta la V° Biennale Europea delle Palme, “Dies Palmarum”. L’evento, organizzato dal Centro Studi e Ricerche per le Palme e dal Comune di Sanremo, ha avuto come tema “ le palme del Mediterraneo e la minaccia dei nuovi predatori”. L’appuntamento ha riunito esperti internazionali provenienti da tutto il mondo, ricercatori universitari, fitopatologi del settore ornamentale, amministratori, entomologi, biologi, botanici, funzionari dei servizi fitosanitrari, associazioni professionali e amatoriali, vivaisti e rappresentanti di aziende per la produzione di agrofarmaci. E’ stata una preziosa occasione per esaminare la situazione, proporre azioni e suggerire strategie e raccomandazioni su come affrontare le gravissime emergenze che hanno colpito, e che stanno decimando, le palme d’Europa e di molte altre parti del mondo. La grave situazione in cui versano le palme è la conseguenza della introduzione, negli ultimi anni, di nuove e terribili piaghe, come il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus Olivier, la Paysandisia Paysandisia archon Burmeister, la diocalandra (Diocalandra frumenti Fabricius e il Fusarium oxysporum f.sp. albedinis, f.sp. canariensis E’ a rischio l’intero patrimonio di palme dell’Europa, sia sotto il profilo naturale che culturale, turistico ed economico. La minaccia riguarda tutto il patrimonio naturale, ecologico e della biodiversità, tanto biologica come genetica, che formano le popolazioni naturali delle palme. In modo particolare le palme nane del sud Europa, le palme delle Canarie, nella loro area naturale d’origine, i palmeti storici formati dalle palme da datteri come quello di Elche, dichiarato patrimonio dell’umanità, e del palmeto di Bordighera in Italia, i palmeti di Creta in Grecia, come le collezioni botaniche di Arecaceae raccolte nei giardini botanici di tutt’Europa e in modo più rappresentativo nel bacino del Mediterraneo (Valencia, Barcellona, Palermo, Catania, Villa Thuret, Napoli, Salerno, Roma, ect.). Nello stesso tempo sono a rischio le palme dei parchi e giardini che popolano prevalentemente la zona costiera mediterranea più caratteristica, come la Costa Azzurra francese, la Riviera italiana, spagnola e greca. Molte di queste piante crescono in ambienti urbani per cui come con147 seguenza del loro attacco da parte dei parassiti, sono oggetto di trattamenti chimici spesso incontrollati, tanto che le ripercussioni sulla salute pubblica potrebbero rappresentare un grave pericolo per la sicurezza dei cittadini. Dobbiamo approfondire rapidamente le conoscenze e valutare anche le ripercussioni sulla qualità e la sicurezza dei prodotti e degli alimenti ottenuti soprattutto dalle palme da dattero, sia per l’alimentazione umana che animale. Come risposta a questa dolorosa situazione è stata elaborata questa “Dichiarazione di Sanremo per la salvaguardia delle palme” 1) Dichiariamo che tutti questi agenti patogeni hanno provocato una situazione critica per la conservazione di tutte le palme d’Europa e degli altri continenti. Attualmente si quantificano in decine di migliaia gli individui morti di diverse specie di palme solo in Europa (Italia, Francia, Grecia, Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Malta, Cipro), così come in Medio Oriente, Asia, Oceania e Africa. In Egitto, secondo le cifre disponibili, si aggira intorno a 500.000 il numero delle palme da datteri infestate, morte e distrutte, solo a causa del Punteruolo rosso. In funzione della espansione e dell’avanzamento della piaga e delle infestazioni rilevate negli ultimi anni, potremmo prevedere un incremento dei danni alle palme nel continente europeo durante i prossimi anni, quantificabile in diverse centinaia di migliaia le palme che si perderanno. 2) Si prende atto che tutti questi agenti patogeni sono stati introdotti in Europa, inizialmente, attraverso l’importazione di palme provenienti da altri continenti, successivamente alla movimentazione di palme e materiale infestato, per finire alle capacità proprie di espansione e diffusione di patogeni a seguito del loro avvenuto adattamento. Dobbiamo sapere che l’introduzione dei patogeni non è stata accidentale, casuale o conseguenza del cambiamento climatico. Per il Punteruolo rosso, in origine, sono state le palme da datteri adulte importate prevalentemente dal nord Africa, e precisamente dall’Egitto. Per la paysandisia le palme importate soprattutto dei generi Butia e Trithrinax, insieme ad altre, provenienti dal Sud America. Per la diocalandra le palme di alcune specie del genere Areca, Borassus, Cocos, Elaeis, Nypa e Phoenix, insieme ad altre provenienti da India, Indonesia, Isole Canarie, Isole Salomone, Penisola malaisica, Australia, Nuova Guinea, Sri Lanka, Tanzania e Tailandia. Per il Fusarium prevalentemente le palme da datteri provenienti dal Nord Africa occidentale. 3) Le iniziative legislative che sono state recentemente introdotte, tanto in ambiente europeo 2007/365 CE, come nelle singole nazioni (Italia, Decreto del 9 novembre 2007, Spagna ORDEN APA/381/ 2004 e quelle delle Comunità autonome, non hanno dato i risultati 148 attesi, però sono decreti di lotta obbligatoria, per cui è richiesta una rigida applicazione da parte delle autorità preposte. In modo particolare esse prevedono la segnalazione obbligatoria dei focolai, la delimitazione delle aree colpite, i metodi complementari di eradicazione e controllo, la lotta obbligatoria, i tanti controlli e la diffusione delle informazioni. Da come possiamo valutare l’estensione delle piaga in Europa, possiamo affermare che non esistono delle zone veramente indenni da questa infestazione, e pertanto chiediamo che siano da questo momento osservati almeno il blocco totale delle importazioni e vietata la movimentazione incontrollata delle palme. 4) La grande diffusione di tutti questi fitofagi e infestazioni, che si è verificata negli ultimi anni, ha dimostrato l’inefficacia e l’insuccesso delle prescrizioni legislative, dei regolamenti e dei controlli fitosanitari, in quanto non hanno consentito di individuare in modo reale ed efficace le palme infestate. Naturalmente bisogna migliorare la cooperazione fra gli stati dei territori infestati, il coordinamento delle attività e l’uniformità di tutta la legislazione europea, dichiarando la lotta obbligatoria, per tutti i paesi e non solo per alcuni, nello stesso tempo è indispensabile potenziare gli aspetti legislativi con risorse umane e finanziarie adeguate, soprattutto per quelle destinate alla ricerca e all’approfondimento scientifico. Al riguardo bisogna aggiungere che non vi è ancora una sufficiente conoscenza approfondita ed esaustiva sulla biologia delle specie patogene interessate e sul loro adattamento alle nostre latitudini (ciclo biologico, comportamento, etc.) così come nelle loro zone naturali d’origine (ecologia, habitat, antagonisti naturali,…) 5) Lotta integrata e organizzazione. Tutto quanto esposto in precedenza evidenzia la difficoltà e l’incertezza sull’applicazione e l’efficacia dei mezzi e dei rimedi chimici, agro-meccanici (dendrochirurgia), biologici e biotecnologici, tanto curativi quanto preventivi, ovviamente basati su fondamenti scientifici. Nonostante alcuni prodotti chimici siano stati autorizzati per l’impiego sulle palme contro il “Punteruolo rosso” sul territorio nazionale, i trattamenti di natura chimica e biologica fino ad oggi effettuati sembrano aver dimostrato una minor efficacia in fase esecutiva. Non risulta nemmeno possibile escludere che alcuni di questi prodotti possano provocare danni alla salute pubblica. Al momento vi sono diversi studi in corso, ed interventi di difesa ancora in fase di sperimentazione, mentre i risultati per ora ottenuti appaiono ancora poco soddisfacenti. Per quanto riguarda l’endoterapia, tecnica che pur presenta un minore impatto ambientale, si tratta di una forma di intervento che prevede la perforazione dello stipite e che da parte delle stesse aziende produttrici dei prodotti chimici, non è stata dimostrata in maniera certa l’entità della loro efficacia sulle palme, tanto 149 che non possono ancora contare sull’avvallo pieno della comunità scientifica, (occorre approfondire il meccanismo di assorbimento, di traslocazione, il matabolismo, l’efficacia, la persistenza, la citotossicità e gli eventuali effetti secondari nei confronti della palma e dell’ecosistema, etc.). Quello che sappiamo è che i danni causati dalle applicazioni, comprendenti varie perforazioni nello stipite per una profondità da 15 a 35 cm, mediante punta di trapano, e le stesse necessariamente rinnovate, potrebbero recare pregiudizio per la biomeccanica ed influire col tempo, sulla stabilità delle palme. Le palme non hanno cambio anulare, per cui non possono riparare i danni subiti e le fibre di sostegno in parte danneggiate con le perforazioni, potrebbero unitamente ad altre forme di lesioni già frequentemente presenti in modo più o meno grave, incrementare sia pure come effetto complementare il rischio di rottura dello stipite con la caduta del capitello per diminuita resistenza biomeccanica. Questa tecnica d’intervento, seppure prevista come applicazione sperimentale anche sulle palme, dovrebbe considerarsi ancora nelle regole della “sperimentazione” e non dovrebbe offrirsi come rimedio e preventivo, curativo sicuro o regola di controllo generale, almeno finché i dati sperimentali e la comunità scientifica non lo dimostreranno pienamente, tanto da venire accettata ovunque in forma ufficiale. Per il momento si sconsiglia su piante sane, qualunque trattamento chimico o meccanico che possa causare squilibrio o danni alla salute della palma. Si è anche constatato che il Punteruolo rosso può attaccare le palme in tutte le sue parti, cominciando dalla corona (foglie, infiorescenze e infruttescenze, spate, germoglio apicale) e, soprattutto nei casi più gravi, anche lo stipite. La lotta integrata deve quindi essere applicata in forma organizzata e nel rispetto della legalità. Al riguardo sono gli organismi ufficiali che, attraverso i Servizi Fitosanitari, stabiliscono in ogni paese le operazioni da eseguire nel rispetto della legge, coordinando i mezzi e i metodi di lotta. E’ obbligatoria la denuncia e l’abbattimento delle palme infestate e la loro distruzione. La cura effettuata con qualsiasi mezzo (endoterapia, dendrochirurgia meccanica, aspersione in chioma, etc.) anche integrati opportunamente tra di loro, dovrà essere comunque prescritta e controllata dai Servizi Fitosanitari regionali competenti per territorio. Le iniziative personali ed imprenditoriali non devono esistere in questi casi, se non debitamente autorizzate dalle autorità di controllo ed accettate dalla comunità scientifica, per scongiurare di fare cadere il problema nella trappola degli interessi commerciali., purtroppo frequentemente innescata. 6) Rispetto ai trattamenti e alle tecniche di mantenimento delle palme, come la potatura, bisogna assolutamente evitare il taglio delle foglie verdi, incluso il picciolo e le infiorescenze e le infruttescen150 ze. Le foglie e i resti delle infiorescenze e infruttescenze si dovrebbero eliminare solo quando completamente morte, nel periodo invernale e con la preventiva disinfezione degli strumenti, nonché quella successiva sulle eventuali lesioni provocate. Allo stesso tempo si dovrà evitare l’uso di ramponi per risalire sulle palme, in quanto causano danni irreparabili allo stipite e sono punti di trasmissione di molte forme patologiche. 7) Le specie di palme che attualmente vengono indicate come sensibili dalla bibliografia per aver subito attacchi dal patogeno e infestazioni sono: da parte di Rhynchophorus ferrugineus Olivier: Chamaerops humilis L., Cocos nucifera L., Elaeis guineensis N. J. Jacuin., Phoenix canariensis Hort. Ex Chabaud, Phoenix dactylifera L., Phoenix reclinata Jacquin., Phoenix roebelenii J.O’Brien., Trachycarpus fortunei (W. J. Hooker) H.S. Wendland., Washingtonia filifera (Lindl. Ex André) Wendl., Washingtonia robusta Wendl., Livistona ssp. da parte di Paysandisia archon Burmeister: Brahea ssp, Butia capitata (Mart.) Becc., Butia Yatay (Mart.) Becc., Chamaerops humilis L., Livistona ssp, Phoenix canariensis Hort. ex Chabaud, Phoenix dactylifera L., Phoenix roebelenii J.O’Brien., Sabal ssp, Trachycarpus fortunei (W. J. Hooker) H.S. Wendland., Trithrinax campestris (Burmeister) Drude & Grisebach ex Grisebach, Washingtonia filifera (Lindl. Ex André) Wendl., Washingtonia robusta Wendl. da parte di Diocalandra frumenti Fabricius : Areca ssp, Cocos nucifera L., Elaeis guineensis N. J. Jacquin., Nypa fruticans Wurmb., Phoenix canariensis Hort. Ex Chabaud., Phoenix dactylifera L. da parte di Fusarium oxysporum, f.sp. albedinis: Phoenix dactylifera L. da parte di Fusarium oxysporum f.sp. canariensis: Phoenix canariensis Hort. ex Chabaud. 8) E’ necessario e imprescindibile la cooperazione e la coordinazione di tutti gli sforzi, ricerche e sperimentazioni a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. Così come la creazione immediata di una commissione che rappresenti tutti gli attori principali, rappresentanti politici europei, nazionali, regionali e locali. Ricercatori e tecnici, imprese, gestori, associazioni, etc. E’ fondamentale destinare risorse economiche sufficienti per la ricerca, eradicazione, controllo, formazione, informazione, contenimento del danno, etc. in quanto tutte le azioni individuali o applicate localmente, non hanno dato risultati positivi significativi. 151 9) Bisogna informare e diffondere alla popolazione con ogni mezzo, con la massima rapidità possibile e fino all’auspicabile normalizzazione della situazione, tutto quanto oggi conosciuto, sui rischi, sulle azioni svolte e da svolgere e sui risultati che si vanno ottenendo. Si deve inoltre consigliare di piantare palme a partire dai semi. La situazione riproduce con straordinaria similitudine il caso della formica argentina (Iridomyrmex humilis Mayr), verificatosi in Europa al principio del secolo scorso, con le devastazioni e le conseguenze che tutti conosciamo. Le indicazioni fornite hanno come obiettivo la salvaguardia e la conservazione delle palme, dei suoi paesaggi e della sua cultura in tutt’Europa. Per questo ne proponiamo la diffusione a tutti gli organi d’informazione, affinché tecnici, amministratori e cittadini ne vengano a conoscenza ed operino tutti per la salvaguardia del grande patrimonio di palme ancora presente. I prossimi cinque anni saranno decisivi per cui è necessario mantenere attiva l’informazione ed operare intensamente. Sanremo, giugno 2008 . Centro Studi e Ricerche per le Palme - Sanremo Claudio Littardi, Biologia ed Ecologia Vegetale - Italia Bernabé Moya, Botánico - España José Plumed, Técnico especialista en Arboricultura - España Prof. Francis Hallé, Botaniste - France Robert Bigel, Expert en arboriculture - France Antonia Soto, Entomóloga – España Mariano Sanchez, Ingeniero Técnico Agrícola - España José Moya, Ingeniero Técnico Agrícola - España 152