Montefiascone, le criticità della Rocca dei Papi

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Montefiascone, le criticità della Rocca dei Papi
PRESENTA
n° 15 - Anno II
APRILE 2013
GRATIS
Caduta di materiali, infiltrazioni e fuochi artificiali
Montefiascone,
le criticità della
Rocca dei Papi
Tanti gli eventi che si svolgono al suo interno durante la stagione estiva
di Manzi, Berardi, De Santis
Un patrimonio storico di
grande valore, il simbolo di
un’intera città: la Rocca dei
Papi di Montefiascone, punto di riferimento di numerosi
eventi estivi. Eppure presenta anch’essa delle criticità,
documentate nell’inchiesta
che vi proponiamo, con interviste, foto e approfondimenti.
Dal Sindaco falisco Cimarello all’Est Film Festival fino al
“fantasma” del Castello.
Conservazione del territorio e
dell’identità, obiettivo comune:
non perdere la memoria
di Roberta de Vito
Beni culturali e loro preservazione. Tralasciare la cura delle nostre bellezze, ignorare
ciò che accade dove il nostro
sguardo non arriva, significa
cancellare un pezzo importante
della nostra identità.
Tuscia terra di Papi, di Imperatori, Signori, Santi e briganti.
Una terra splendida, dotata di
una natura prorompente, dove
la mano dell’uomo per secoli è
passata come una benedizione.
Il centro storico di Viterbo è
una perla rara, uno scorcio della città attraversato da tutte le
epoche. In ogni secolo manifestazioni di genio hanno originato straordinarie tracce che
giungono fino a noi, figli un po’
riluttanti di un passato in cui
quando si costruiva, lo si faceva
per stupire e conquistare l’osservatore. Perché la bellezza
senza gli occhi di chi la osserva
non ha modo di esistere.
Forse è proprio questo ciò che
è accaduto a Piazza del Gesù.
Sembra, come riporta Camilli,
che Carabinieri e Vigili abbiano trovato “gli arnesi del mestiere” di turisti anomali e saccheggiatori, senza che nessuno
si accorgesse di nulla. Se non
quando è troppo tardi. Perché
la voragine in piazza è diventata un monumento di disarmonia, ingoiando tutto il piacere dell’osservazione, dunque
dell’esperienza di bello. Come
dire “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. È cosi, i cunicoli
sotterranei non sono allo sguardo, ma come un relitto affiorano, e custodiscono le impronte
di una memoria lontana, che ci
definisce come donne e uomini
partecipanti alla vita di una città che evolve nel tempo. Ma è
probabile che questo cammino
si sia arrestato, dietro i colpi di
un “non amore” per ciò che si
ha la fortuna di possedere.
In termini differenti l’inchiesta
sulla Rocca dei Papi di Montefiascone ci mette di fronte ad un
altro aspetto della questione.
Conservare e curare un bene
pubblico. Il che non significa
“dello Stato”, bensì dei cittadini. La Rocca continuamente è
messa a disposizione dei cittadini. “tutte tutte le settimane
c’è sempre qualcosa. Anche più
di uno a settimana”, ci ha detto il Sindaco Cimarello riguardo agli eventi che si svolgono
nella Rocca. Un monumento
che contribuisce a formare l’identità profonda degli abitanti
falisci.
È sulle loro teste da secoli, la vivono e la sentono loro, non più
abitazione inespugnabile di “Signori”, ma parte del territorio.
Un mole indistruttibile.
Eppure il tempo avanza, e ora
è già domani. Lo scorrere del
tempo attacca i luoghi, logora i
ricordi. Custodire con sapienza,
recuperare, come fece Cesare
Brandi con la Viterbo post ’44,
ha un valore grandissimo per
ricordare chi siamo, per capire
come le relazioni interne a una
comunità si sono strutturate.
Lavorare per il
territorio: la mia
nuova sfida con
RadioGiornale
Con entusiasmo raccolgo il testimone, in corsa, perché RadioGiornale con slancio, da più di un
anno è sul territorio al servizio dei
cittadini. Ringrazio l’editore per
avermi offerto questa opportunità
e tutti i lettori che vorranno continuare a seguirci. Rinnovo la sfida,
accompagnata da una redazione
di giovani che, con passione, si impegnano nel dare un’informazione limpida, trasparente. Dai tanti
collaboratori che con competenza
supportano RG in questo cammino. L’obiettivo: lavorare per il territorio, con il territorio. Grazie per
avermi chiamata per condividere
un’esperienza ricca di stimoli.
Roberta de Vito
Una storia che va salvaguardata, un monumento
che va “curato”.
SPECIALE ROCCA DEI PAPI
La voragine che si è aperta a marzo sarebbe
stata causata dagli scavi clandestini
Viterbo, Piazza del Gesù:
sono stati i “tombaroli”?
I sotterranei vengono saccheggiati da mesi
e i reperti trasportati “altrove”
di Camilli e Piovino
Il crollo di Piazza del Gesù a Viterbo sarebbe stato causato dall’attività dei “tombaroli” che nottetempo saccheggiano i sotterranei. Una storia che
va avanti da mesi, se non da anni. Un patrimonio
derubato ai cittadini che invece potrebbe rappresentare un punto di riferimento per economia e
turismo. Cosa succede nella Viterbo underground?
Cosa succede ai reperti archeologici una volta scoperti? L’archeomafia e le sue filiere.
Pag. 4
News da Marta: storia di un uomo del passato
Svelato il mistero di Scrapante
A seguito di una lettera
arrivata in redazione, conosciamo meglio un personaggio quasi mitico. Un
filantropo, attento osservatore del suo tempo. Appassionato di Dante e Tasso al
punto di chiamare suoi figli
come i protagonisti delle
opere da lui amate.
Scrapante: un poeta d’altri tempi.
Pag. 5
RADIOCRONACA MONTEFIASCONE
I “Piccoli Burloni”
falisci celebrano la
Giornata Mondiale
del Teatro
Intervista alla preside, Paola
Bugiotti, e alla regista della
compagnia teatrale, Gianna
Scoponi.
di Giulia De Santis e Lavinia M. Saraca
Eyes Wide Ciak di Lavinia M. Saraca
Alla scoperta dei “siti archeologici” del cinema
Pinocchio e la Tuscia:
Love
story
consolidata
Spogliamo il famoso burattino dei
classici panni disneyani, per riscoprirlo sotto un altro
punto di vista.
Magari più vicino ai
nostri ricordi.
Pag. 7
Questo mese l’istituto comprensivo falisco “A.
Molinaro” ha aderito alla Giornata Mondiale
del Teatro. RG è entrato in scena cogliendo al
volo questo importante appuntamento con la
cultura e intervistando la dirigente dell’istituto, la dottoressa Paola Bugiotti e la regista della compagnia teatrale de “I Piccoli Burloni” che
ha contribuito alla buona resa della manifestazione, portando in scena uno spettacolo tratto
dalle opere del poeta falisco Giorgio Zerbini.
Pag. 6
SottoBanco di Gioacchino Congi
“Solite” aule, plessi
separati e “classi pollaio”
Lo “Stato” di salute
delle scuole
Una scuola sempre più in
crisi, non solo per i finanziamenti, ma anche per le condizioni in cui versano gli edifici. Aumentano le iscrizioni, ma la
situazione degli studenti non migliora.
Pag. 7
2 È il simbolo di un’identità storica che contraddistingue la coscienza popolare SPECIALE ROCCA DEI PAPI
Rocca dei Papi, un castello da salvaguardare
La struttura sembra presentare criticità in più punti, quali sono le cause?
di Cristian Manzi
La Rocca di Montefiascone, punto
di riferimento storico della città,
sito archeologico e attrattivo per il
turismo non gode di buona salute
e certamente non vive momenti
felici. Nell’area dell’enoteca, ad
esempio, grandi pietre cadono
in blocchi dal contrafforte a causa della friabilità della malta, che
cede stremata dalle intemperie. Il
tutto sembra sia aggravato dalla
mancanza di un adeguato sostegno strutturale di riempimento
dell’ambiente dell’enoteca provinciale, che un tempo conteneva
terra di riporto. I “piccoli” crolli e
le infiltrazioni d’acqua interessano
anche altre aree. Una tra le più
gravi è senza dubbio la situazione che vede coinvolta la parete in
corrispondenza della finestra della sala Innocenzo III, soprastante
l’entrata al cancello. Proprio durante il periodo natalizio, si sono
verificati distacchi di pietre, tanto
che tutta la parete presenta una
consistente sporgenza di almeno
una dozzina di blocchi. Per fare
fronte a questa situazione, l’Amministrazione comunale ha posizionato due transenne. E intanto
si avvicinano gli eventi culturali
della prossima stagione.
A questo si è aggiunta l’abitudine,
da ormai molto tempo, di posizionare le cariche dei fuochi pirotecnici nel cortile interno agli scavi,
per celebrare la festa di Santa
Margherita. Le detonazioni delle
cariche potrebbero essere un altro agente negativo sulla tenuta
del monumento. Anche il cortile
interno presenta danni. Per esempio, nel
2003, quando furono
restaurate le pareti
di tutta l’area sud (la
zona che interessa la
torre del Pellegrino),
sarebbe venuto fuori
che lo strato di malta
che fungeva da copertura di sostegno ai
ruderi, a seguito delle
reiterate esplosioni,
si sia “sfarinato”. Sempre nel cortile interno, una parte massiccia
del basamento del portico sangallesco è rimasto senza riempimento a causa del gelo che lo ha
spaccato. Ma non è tutto. Anche
nell’area turistica della torre del
Pellegrino si sarebbero verificati
distacchi di piccoli ciottoli.
Facciamo quindi il punto della situazione: 1) Caduta di materiale
di fabbrica, 2) Infiltrazioni, 3) Fuochi artificiali. Ma quanto è sicura
questa Rocca? Questo castello
vanta oltre otto secoli di storia,
l’uomo moderno sta sfruttando
questo luogo in modo discutibile. Non sono i secoli o l’utilizzo a
rendere fragile una struttura del
genere, ma l’uso che se ne fa. Tanto è vero che la Rocca ha resistito
ai secoli, ma per quanto ancora?
Considerando anche il fatto che
il castello ha subito un massiccio
smantellamento nel XVII secolo.
Cosa che avrebbe potuto mettere
a dura prova la salute complessiva
del sito.
Alla luce di questi fatti, è necessario recuperare ciò che è in pericolo e non arrecare ancora pressioni. Questo monumento merita
di essere ancora il simbolo di una
gloriosa identità storica che contraddistingue la coscienza popolare. Sembra quasi che la memoria
collettiva abbia dimenticato l’importanza di tutto ciò che è antico
e che ci appartiene. Sta a noi tutti
il compito della valorizzazione e
della conservazione.
Le criticità della Rocca
La storia di un castello tutto da riscoprire. Un glorioso passato tra Chiesa e Impero
La Rocca e i Papi
Trentasei Papi tra Medioevo e Rinascimento e poi l’oblio del tempo
di Cristian Manzi
La storia della Rocca è legata indissolubilmente alla storia della
Santa Chiesa.
Qui i Pontefici hanno istituito il Patrimonio di San Pietro in Tuscia,
un vasto territorio che il palazzo
domina a perdita d’occhio, e vi
soggiornavano per lunghi periodi.
Era un rifugio nei momenti in cui
le vicende politiche lo richiedevano. Infatti, i 36 Papi che sono passati, qui hanno trovato protezione,
tra le possenti mura del castello,
che diverso dal concetto classico
medievale era impenetrabile: sia
per l’impervia posizione, sia per la
struttura con un sistema difensivo
a 6 torri. Nel periodo antecedente
l’anno 1000 il castello era costituito da una struttura lignea sorta
su un insediamento etrusco. Dopo
la distruzione del Borgo di San Flaviano avvenuta nel 1187, il nobile
dignitario normanno Ildebrandino,
che amministrava per conto di Bar-
barossa, fu costretto ad abbandonare la Rocca. E’ da quel momento
che si stabilì il dominio dei Papi illimitatamente fino alla parziale distruzione del castello avvenuta per
opera del cardinale veneziano Marcantonio Barbarico nel XVII secolo,
per la costruzione del Seminario
sottostante al castello. Della storia della Rocca ricordiamo in breve
il passaggio di grandi personaggi
come Carlo V, Martin Lutero, Santa
Brigida di Svezia, Antonio da Sangallo, I Borgia. Nel 1321 Giovanni XXII
vi ha fondato la propria zecca. Durante il periodo Avignonese (13091377) i papi impartivano
ordini politici e spirituali destinati a diffondersi in tutta
Europa. Attraverso i Rettori,
potenti cardinali guerrieri si
istituivano i parlamenti con
i nobili del patrimonio. Dalla
Rocca si muovevano gli eserciti e nel suo interno fervevano i lavori di costruzione
delle terrificanti catapulte.
Il XIV secolo fu il periodo più
importante, dove il castello
poteva ospitare un esercito di 20.000 soldati al tempo dei papi francesi e dei cardinali
spagnoli. Della Rocca rimangono
oggi le torri e i ruderi per secoli rimasti all’insulto degli uomini, che
per troppo tempo hanno coperto le
tracce di un glorioso passato.
Principali eventi Rocca dei Papi 2012-2013
9 settembre 2012
Sfilata di Moda “Moda Arte e Poesia”
29 settembre/27 ottobre
24 novembre 2012
18 novembre 2012
“ Incontri di fotografia”
Dicembre-Gennaio 2012
“ Incontrarsi in Tuscia”
21 marzo/21giugno 2012
“Primavera in Etruria”
24 maggio/1 giugno 2012
“Borghi e Paesaggi della Tuscia”
24 marzo 2013
“Viva Verdi” Omaggio a Verdi
29 marzo 2013
M. A. S. Musica Arte Spettacolo
6 aprile 2013
Concerto di musica classica
Duo Diaphonia
09 aprile 2013
Concerto Pasquetta e Concerto Folk
Associazione Enarmonia
13 aprile 2013
Seminario di Batteria
Associazione Enarmonia
14 aprile 2013
“Viva Verdi”
L’opera sullo schermo: RIGOLETTO
21 aprile 2013
“Viva Verdi
L’opera sullo shermo: IL TROVATORE
5 maggio 2013
“Viva Verdi”
L’opera sullo schermo: LA TRAVIATA
19 maggio 2013
Saggio finale allievi
Associazione Musicale Enarmonia
21-30 luglio 2013
Est Film Festival
Rassegna Cinematografica
“Circuito MTB Maremma Tosco Laziale”
Vaniel Maestosi e Glauco Almonte raccontano l’esperienza Est Film Festival alla Rocca
A tu per tu con gli organizzatori dell’Est Film Festival
Con Laura Morante 300 persone alla Rocca di Montefiascone
di Caterina Berardi
Est Film Festival, una manifestazione molto seguita che nel corso
degli anni è cresciuta, dando grandi soddisfazioni agli organizzatori
Vaniel Maestosi e Glauco Almonte
che a Montefiascone propongono
la loro idea di cinema, mettendo
a disposizione di tutti le loro competenze. Durante il periodo della
Manifestazione il centro falisco si
rianima, chiamando molti cinefili
anche dalla provincia. Parlando
con gli organizzatori ci siamo voluti togliere qualche curiosità circa
l’affluenza e i luoghi in cui si svolgono le proiezioni.
L’Est Film Festival è un momento di
grande aggregazione per gli appassionati di cinema, cosa vi aspettate per la prossima edizione?
In realtà la cosa più importante
l’abbiamo realizzata, il Festival
stesso e l’affluenza di persone è
una conferma importante - commenta Maestosi -, in un periodo
difficile come questo la difficoltà
risiede nel crescere ulteriormente, cosa che può avvenire solo
con ulteriori investimenti economici. Il Festival riesce a ottenere
finanziamenti da tutte le Istituzioni: Regione, Provincia e Comune.
Abbiamo partecipato ai bandi, e li
abbiamo vinti, con le nostre forze
e di tutti quelli che partecipano
con passione e dedizione.
A proposito di spettatori, in
quanti assistono alle proiezioni
alla Rocca dei Papi?
Si utilizza la Rocca dei Papi in caso
di condizioni meteo avverse. Con
Laura Morante, alla presentazione
serale, il castello papale ha fatto
un pieno di 300 persone, ma per
motivi di sicurezza legati a vari
fattori, non abbiamo più potuto
far entrare le persone. Per le altre
manifestazioni all’aperto il numero sale fino a 500 in una serata.
Il Festival non si esaurisce al periodo estivo. State facendo interventi creativi anche con i giovani.
Come?
Il Progetto scuole, una delle attività cui tenevamo di più. Proprio
per rendere il Festival una realtà
sempre presente, e non circoscritta al solito periodo estivo, per
integrarlo nella formazione culturale dei più giovani, ma non solo,
puntiamo anche ad avvicinare le
nuove e le vecchie generazioni.
Lo scopo del Progetto ha ambizioni anche diverse
Facciamo questo lavoro con i ragazzi, anche perché vogliamo incrementare la loro partecipazione
al Festival.
Gli studenti interessati a partecipare alla rassegna, elaborando
una tesina per l’esame di maturità, potranno partecipare al festival. Siamo stanchi di vedere tre
giovani durante le
proiezioni su un pubblico di 200 persone.
Ci auguriamo di vederne tanti, perché il
festival è per loro.
Una piccola anticipazione della settima
edizione?
Possiamo dire che
faremo un bel concerto, precisamente
con un gruppo della
sezione giovani che ha partecipato a Sanremo.
Al di là di tutto, la formula vincente è di non dare nessuna anticipazione Est Film Festival è un contenitore vincente la nostra forza sta
tutta nell’enfasi della conferenza
stampa, che quest’anno si aggiorna al 9 luglio 2013.
I cronisti di RadioGiornale si recano dal sindaco Luciano
Cimarello per avere un quadro più esaustivo della situazione
Eventi alla Rocca dei Papi, tutti
all’insegna della sicurezza?
Scorrere del tempo al Castello falisco. Tante domande, per avere
delle risposte, che non sempre arrivano
di Giulia De Santis
e Caterina Berardi
Quanti eventi annualmente
ospita la Rocca dei Papi?
“Io non ho la palla di ve.. non
lo so… cioè sono decine, decine e decine, quanti sono…
cioè questo lo potete sapere
tramite l’ufficio cultura, o l’ufficio tecnico, poi sono diversi ad
essere interessati. Ogni mese
ci sono eventi, più di uno. Questo fine settimana ce ne sono
stati 3, dire quanti è impossibile rispondere. Settimanalmente.. tutte tutte le settimane c’è
sempre qualcosa. Anche più
di uno a settimana. Durante la
settimana è per diversi giorni
a settimana è occupata; poi
adesso riparte la Primavera in
Etruria, se prendete il calendario della Primavera in Etruria,
vedete che l’80% stanno lassù
... cioè dire quanti, onestamente è una risposta che non sono
capace di darla così, con un numero.”
Quant’è la capienza massima
dei saloni?
“La capienza… questa non è
una informazione da chiedere
al sindaco, scusate con tutta la
buona volontà, basta andare all’ufficio
tecnico e fatevi dire qual è
la capienza dal
punto di vista
della… io faccio il tecnico a
Capodimonte,
se mi chiedete
di una stanza
di Capodimonte, magari sì,
ma sapere quanto è grande…
mi sembra un po’… capito!
Esiste un responsabile della
sicurezza?
“Fa parte del patrimonio, per
cui il responsabile del patrimonio del Comune ha la responsabilità di tutto, di quello come
di altri immobili.”.
I saloni sono dotati di uscite di
sicurezza a norma?
“ Io ritengo che sia a norma,
se no non la potevamo usare..
però ripeto, queste informazioni… se volete informazioni
del genere, rivolgetevi all’ufficio tecnico, più che al Sindaco.
Se voi volete saper una cosa
del genere, bisogna che me lo
dite prima, così mi documen-
to, così perdiamo tempo tutti.
Entriamo in un campo che è
puramente gestionale che non
c’ha niente di politico. Voi sapete benissimo com’è divisa
l’attività di un Comune, dall’attività politica che è di indirizzo e l’attività gestionale, che
fa capo agli uffici, ai settori,
ai dipendenti ai funzionari, al
responsabile di settore. Non
vi posso dare una risposta su
queste cose”.
Fantasmi al Castello?
Un insolito abitante nella Rocca di Montefiascone:
Chi è?
Tornando alla nostra Rocca sembra proprio che anche qui, ce ne sia uno, ed
è stato anche fotografato
nel 2005 (a fianco). Tutto
cominciò, una mattina del
3 novembre 2009, quando nel salone Innocenzo
III completamente vuoto, la porta in legno della
torre, si chiuse violentemente da sola, e di colpo,
in un’area della stanza,
si abbassò la temperatura dell’ambiente; perché
questo accadimento?
Cosa successe il 3 novembre nei trascorsi storici
della Rocca? Forse, potrebbe essere in questa
data la chiave di queste
rare presenze che talvolta
si riaffacciano nella nostra quotidianità.
Proseguono le indagini e le teorie
formulate in questa rubrica sulla Rocca
dei Papi, monumento decaduto alla
ricerca del fascino perduto
Il mistero del
passaggio sotto
la torre
I cunicoli: tra storia, leggenda e mistero
Strani rumori, porte che sbattono all’improvviso e senza
spiegazione, una figura anonima che vaga nel cortile del
castello…
di Cristian Manzi
E’ ormai noto da secoli che in ogni
castello, convento, teatro o abitazione che si rispetti possa esserci
la probabilità di imbattersi in fenomeni paranormali, manifestabili a chiunque visiti quei luoghi,
specialmente se antichi. Dopo tutto, questo è il prezzo della storia!
In Inghilterra, ad esempio, non
esiste castello dove non abiti un
fantasma e che questi fenomeni
costituiscono una sorta di “marchio di fabbrica” di quei posti.
Non si capisce come abbia fatto
John Locke (1632-1704), ad essere tanto scettico a proposito di
fantasmi, tanto da trascorrere le
notti nei castelli di tutto il Regno
Unito, come prova che essi non
esistono. Vorremmo sapere se
Locke ci abbia dormito davvero…
bisognerebbe chiederglielo, ma
temiamo che sia ormai diventato
un fantasma anche lui.
SPECIALE ROCCA DEI PAPI 3
di Cristian Manzi
Continuiamo a interessarci ai
misteri che vedono come protagonista la nostra Rocca, e lo
faremo esaminando questa
volta la facciata del castello,
che guarda verso il lago: osservando attentamente, la base
delle pareti che mostrano le
tracce delle ormai demolite
arcate del XIV secolo, si scorLe feritoie nella parete esterna
gono due feritoie, e un passaggio che sembra ormai una
bilmente presidiata da arceri.
cavità naturale. Quella cavità è
Altro strano passaggio è quelin realtà la bocca di uno stretto
lo che si trova ai piedi della
cunicolo che conduce all’area
torre. L’ambiente mostra un
sepolcrale sottostante di epoca
accesso, stretto in salita, per
longobarda, in corrispondenza
entrare bisogna inginocchiarsi
del portico interno sangallee percorrere circa due metri
sco.
di corridoio. Una volta dentro,
Perché mai è stato costruito
le luci delle nostre lampade, ci
questo ingresso? A cosa dohanno rivelato immagini spetveva servire? In effetti, questo
trali, sconosciute. All’interno
angusto passaggio, sembra
dell’ambiente circa dieci metri
non avere alcuna spiegaziosopra di noi, si scorge il primo
ne logica, oggi e tantomeno
piano della scalinata della torallora, visto che nel periodo
re, che conduce ai piani supemedievale, quelle aree sepolriori. Puntando le lampade vercrali erano ormai dimenticate
so il soffitto vediamo emergere
da tempo e coperte
dai vari periodi delle
fasi di costruzione. Sicuramente, quando il
castello era intero, esisteva una struttura inglobata alle pareti che
doveva servire come
deposito e, scendeva
fino al livello, dove ora
vediamo questo foro.
Proprio sotto le finestre
degli appartamenti cinL’arco nei sotterranei del Castello
quecenteschi, si notano
due feritoie che semdal buio della storia, un’arcata
brano suggerirci decisamente,
che attraversa tutto il soffitto.
l’esistenza di altri ambienti del
Nella parete di fronte dove le
castello sconosciuti e che pomura fanno angolo, spunta un
trebbero essere localizzati, se
canale in coccio, ancora pervenisse condotta un’indagine
fettamente al suo posto. Era
archeologica mirata.
sicuramente una condotta per
La presenza di feritoie in quel
l’acqua di scarico. Tra il terreno
punto fa pensare a una postapolveroso di questo ambiente
zione difensiva, visto che, stianotiamo a terra, alcuni resti cemo parlando della parte più
ramici e detriti di intonaco. Forestrema della facciata, probase, scavando da qualche parte,
potremmo rintracciare
una porta che ci apra la
strada a quelle stanze
presunte, che sembrano essere indicate da
quelle feritoie. Forse,
questo luogo è stato
già anticamente modificato, e poi abbandonato, oppure adibito a
scopi diversi. Quel canale, certamente testimonia l’esistenza di un
Frammenti ceramici nei sotterranei del Castello semplice scarico, ma
resta il fatto, che questo misterioso antro ha
tutte le caratteristiche
per sembrare una via
di fuga, o un nascondiglio segreto.
Tipica
espressione
di un mondo difficile
ma allo stesso tempo
magico e affascinante come il tumultuoso
periodo che la storia
pone sotto il nome di
Feritoia nei sotterranei del Castello
medioevo.
4 Tra il Colle del Duomo, San Pellegrino e Via S. Lorenzo, un tesoro saccheggiato SPECIALE VITERBO SOTTERRANEA
Viterbo sotterranea, scavi clandestini e archeomafie
di Daniele Camilli
e Daniele Piovino
”Custode segreta” e saccheggiata, la realtà di tutti i giorni.
Viterbo, di Papi andati e “tombaroli” che ne scavano le viscere. Viterbo è a nord di Roma,
un’ottantina di chilometri dalla
Capitale. Nel cuore della Tuscia
attraversata da etruschi, romani e longobardi. Nei secoli dei
secoli. Storia, arte e archeologia. Patrimonio per alcuni, “petrolio” per altri. Il ventre di una
città nottetempo saccheggiata.
Ogni notte e chissà da quanto
tempo. Cunicoli che corrono
sotto i piedi dei suoi abitanti.
Meta invisibile e sotterranea.
Un’intensa attività di scavi clandestini che caratterizzano i sotterranei viterbesi. Almeno una
trentina quelli testimoniati. Tra
il colle del Duomo e i suoi due
millenni di storia. Una zona
che si affaccia sull’antichissima Valle di Faul e dove sorge il duecentesco Palazzo dei
Papi e la cattedrale della città.
Pale, guanti, torce, setacci, secchi, pezzi di ceramiche e muri
sfondati per far prima e creare nuove vie d’accesso. Non
strumenti da campeggio, ma
da scavo. Scavi recenti con accanto bottiglie di birra, lattine
di Coca Cola e sigarette per dissetarsi ed allentare la tensione.
re un piatto del ‘300
potrebbe significare
mettersi in tasca dai
60mila euro in su.
Un labirinto underground affascinante
e incredibile. Forse
c’è pure una mappa
e questa è magari finita nelle mani sbagliate. Una ricchezza
che invece d’essere
tutelata viene ogni
Cisterna medievale e scavo clandestino
notte violentata. In
pieno centro e alla
Una via dei topi che si inabissa
portata di tutti. Con pareti che
a decine di metri di profondità.
a forza di scavare e spicconaArriva fin sotto le piazze storire vengono giù e avvallamenti
che cittadine e il Palazzo della
che si formano in superficie.
Provincia. Fin dentro l’OspedaGli ultimi tre - chissà se dipenle Vecchio, una struttura che
dono dagli scavi clandestini - a
fino a qualche anno fa ospitava
Piazza della Repubblica, Piazza
malati e reparti. Centinaia di
delle Erbe e Piazza del Gesù.
metri in linea d’aria e la posLadri d’opere d’arte comunque
sibilità di avere accesso anche
attenti e scaltri. Sono probabilall’interno di abitazioni privamente loro le siringhe dissete, associando magari oggetti
minate lungo uno dei cunicoli
antichi a valori decisamente
di Viterbo. Un modo come un
più moderni. E nella Viterbo
altro per allontanare i curiosi.
sotterranea c’è di tutto. FontaUna questione privata e il mone ed archi medioevali, vie di
nito “perdete ogni speranza
fuga, acquedotti romani, pozzi
oh voi che entrate”. Che fine
etruschi, rifugi antiaereo delfanno i reperti archeologici
la Seconda guerra mondiale,
saccheggiati nei sotterranei di
tombe etrusche, butti e carretViterbo? La risposta è probati dell’immondizia di 50anni fa.
bilmente una: archeomafia.
Graffiti, vecchi impianti della
Il tombarolo non è più quello
luce e torce. Persino un forno
di una volta, ma - come spiega
affrescato degli anni ‘30. Trova-
Tsao Cevoli dell’Osservatorio
Internazionale Archeomafie
di Napoli “complessi traffici parte integrante di traffici che
“presuppongono necessariamente una rete criminale ben
strutturata: solo le organizzazioni criminali di stampo mafioso dispongono di un controllo capillare del territorio e
di una rete internazionale abbastanza ampia e ramificata da
essere in grado di gestire tutto
il lungo e complesso iter che va
dal furto e dallo scavo clandestino all’esportazione illegale
delle opere, sfruttando gli stessi sistemi e canali dei traffici
delle armi, della droga e degli
esseri umani”. “Come spiegano
gli inquirenti - aggiunge invece
Legambiente nell’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Ambiente e Legalità “Rosario Livatino” - il sistema con cui si ricava denaro dalle opere rubate è
“semplice”. I pezzi rari e di alto
valore, facilmente identificabili, una volta sottratti vengono
allontanati al più presto dal
punto in cui è avvenuto il furto
o vengono nascosti. A volte per
anni. Se poi i ladri non trovano
acquirenti diretti (collezionisti
privati), si rivolgono allora ad
un mercato diverso. Quello appunto dei ladri professionisti,
legati a un circuito di distribu-
zione su scala internazionale,
che provvedono anche alla falsificazione dei documenti”. Tra
il 2008 e il 2010, nel viterbese
sono stati sottratti illecitamente 148 beni culturali. Inoltre,
secondo i dati forniti dal Comandante della Tenenza di Tarquinia del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di
Viterbo, Tenente De Gregorio,
dal 2000 al 2009 sono stati recuperati 500 reperti archeologici, 35mila frammenti di vasellame, 2 dipinti e 3 sculture.
Non solo boss mafiosi con il
pallino delle opere d’arte, ma
anche un mezzo raffinato per
riciclare denaro sporco.
Carotaggio nei sotterranei
di Viterbo
Vigili del Fuoco e Carabinieri avrebbero trovato uno scavo clandestino “aperto”
Piazza del Gesù, un crollo dovuto ai “tombaroli”?
Sarebbe stato rilevato anche un arco medievale con una frattura al centro
di Daniele Camilli
Archeomafie, l’ultimo “lavoretto”. Recente e di nuovo
in pieno centro. Pare infatti
che il crollo della pavimentazione in Piazza del Gesù a
Viterbo non sia dovuto solo
al passaggio di un camion
non autorizzato, ma anche
a una serie di scavi clandestini realizzati proprio all’altezza della voragine che si è
aperta il 5 marzo 2013.
Secondo alcune fonti, i Vigili
del Fuoco - una volta scesi
nel “buco” - avrebbero notato un’intensa attività di
scavo clandestino in prossimità del crollo.
Un’attività che, l’indomani,
sarebbe stata testimoniata
anche dai Carabinieri di Viterbo giunti sul posto per i
rilievi del caso. Vigili e Carabinieri avrebbero anche
riportato in superficie frammenti di ceramica, guanti,
picconi e secchi utilizzati dai
tombaroli.
Non solo, ma proprio in
prossimità dello scavo, sarebbe stato individuato anche un arco medievale che
presenterebbe una frattura
molto evidente.
Cosa che avrebbe fatto pensare alla possibilità di un
suo prossimo cedimento.
A poche decine di centimetri dalla superficie di Piazza
del Gesù.
La voragine di Piazza del Gesù a Viterbo
La filiera delle archeomafie. Dallo scavo clandestino al riciclaggio?
Sotterranei e case d’asta, come escono i reperti dalla Tuscia
di Daniele Camilli
Come escono i reperti archeologici dalla Tuscia? Portarli
fuori dalla provincia di Viterbo – come ci ha spiegato un
“tombarolo” - non è poi così
difficile. Basta avere un luogo
dove farlo transitare e il contatto con il mercante giusto
che paga lo “scavatore” provvedendo poi a mettere il tutto
a disposizione dell’acquirente.
Come fa quest’ultimo a sapere
che non si tratta di una bufala? Innanzitutto è di solito un
esperto d’arte, ma a scanso di
equivoci il tombarolo stesso,
appena estratto il reperto dal
terreno o mentre lo sta estraendo, ha l’incarico di fotografarlo garantendo così l’au-
tenticità del pezzo. Pezzi che
devono essere consegnati intatti o possibili di ricostruzione
fedele. Sarà poi il mercante ad
occuparsi di restaurarlo e farlo
uscire dal Paese. Come? Il porto di Civitavecchia oppure utilizzando roulotte, caravan e camion trasporto merci. Dipende
dalla destinazione, ma in tutte
e due i casi si seguono piste e
complicità già battute per il
traffico di armi, stupefacenti
ed esseri umani. L’obiettivo,
prima ancora che avvenga lo
scambio mercante-acquirente,
è comunque quello di raggiungere depositi d’arte collocati
preferibilmente in paradisi fiscali che non necessariamente
si trovano oltre oceano. Un sistema che pare sia organizzato
fin nei minimi dettagli dove talvolta le mafie non si limitano a
fare da supporto logistico, ma
intervengono addirittura in veste di intermediario tra tombarolo e acquirente. Soprattutto
quando si tratta di riciclare denaro sporco. Proventi derivanti
da traffici illeciti. In che modo?
Basta acquistare un qualunque
oggetto con denaro sporco e
venderlo direttamente in aste
pubbliche ottenendo in cambio un assegno firmato e certificato da una casa d’asta straniera. In particolare quelle che
hanno il pregio di mantenere
l’anonimato di chi vende e di
chi invece compra. Laddove
infine si volesse ulteriormente
speculare sul bene piazzato in
casa d’asta, pare sia necessario dotarsi di un prestanome
che al momento della compravendita faccia crescere artificialmente le quotazioni dei
reperti a cifre elevatissime per
poi acquistarli con altro denaro sporco e metterli legalmente sul mercato in attesa di un
nuovo acquirente che se li porterà a casa a partire dal prezzo
fissato in casa d’asta. Chissà,
magari proprio un museo. Con
tanto di fotografie, certificati e
recensioni su riviste d’arte che
ne garantiscono autenticità e
bellezza.
I sotterranei di Viterbo
Una lettera giunta in redazione allo scadere dello scorso numero, è stata pubblicata con la
promessa di una ampia ed esauriente risposta. Dato l’argomento, e l’interesse generale che
ne può scaturire per tutti i Martani, e per la Tuscia, la sede naturale per questa risposta è
proprio la nostra rubrica, che oggi le viene interamente dedicata.
RADIOCRONACA MARTA
Chi è “Scrapante”?
Ogni volta che leggevo questa parola, mi chiedevo il suo significato. Casualmente sono venuta a sapere che Scrapante
era un personaggio vissuto a Marta. Era una persona dotta
che metteva il suo sapere a disposizione di quanti (analfabeti) volessero parlare e scrivere correttamente. Se si voleva fare un reclamo scritto al Sindaco, c’era Scrapante! E
non era cosa da poco sapere di avere qualcuno che poteva
mettere nero su bianco le tue considerazioni. La questione
mi ha incuriosito, mi viene pertanto di chiedere a Giacomo
ed Emanuele Carioti, che so essere parenti di Scrapante, se
possono descrivere meglio le esperienze passate di questo
misterioso ma intenso personaggio. Sono nata a Marta e
sarei orgogliosa di saperne di più su Scrapante, se le lettere
da lui inviate hanno mai avuto un seguito. Sapere qualcosa
in più su un uomo che alla fine era un po’ il Radiogiornale
dei tempi nostri. La voce dei cittadini!
Grazie.
Federica Ciripicchio
Cara Federica,
la lettera che hai scritto a Radiogiornale suscita una grande
opportunità: quella di fornire, per la prima volta, un esauriente ritratto di un personaggio che appartiene alla nostra
storia, di cui tutti –tranne forse i più giovani- hanno memoria, ma di cui si sono forse dimenticati i contorni di personalità e di ambiente.
“Scrapante” era il soprannome di Antonio De Grossi, sposato
con Anna Governatori (“Nonna Nanna”). Ebbero tanti figli:
Fallerina, Nagrato, Gennardo, Feranda, Ermellina, Chimelia,
Artemia, Negrina. La grande famiglia abitò prima in una casa
in Castello; poi, mentre i figli via via si sposarono, Antonio ed
Anna si trasferirono in via Amalasunta.
Antonio De Grossi non era dotto: aveva la sua cultura: autentica, popolare, coltivata insieme al quotidiano duro lavoro,
e perciò profonda e radicata nell’anima. Contadino, senza
istruzione, imparò da solo a leggere e a scrivere, si appassionò da autodidatta alle letture di Chiesa e alla lingua latina,
poi alla lettura dei poemi classici -principalmente la “Divina
Commedia” e la “Gerusalemme Liberata”- di cui declamava
e portava a memoria cospicui
canti.
Da questa passione trasse,
come è evidente, anche i nomi
dei suoi figli.
Antonio De Grossi partecipò
alla guerra 15/18. Si comportò
eroicamente prendendo il coAntonio De Grossi, nel mando del suo plotone rimaritratto fotografico scat- sto senza guida per l’uccisione
tato negli anni ’60 dal degli ufficiali, e portandolo a
nipote Giacomo, oggi sopraffare il nemico. Tornò con
altissima decorazione al
immagine simbolo del una
Valore Militare. Assunse per
Premio Scrapante.
moltissimi anni la guida della
Associazione Combattenti e
Reduci, che all’epoca era una delle istituzioni più considerate, e punto di riferimento ad ampio raggio sia per le esigenze
dei reduci sia per quelle dei familiari: vale a dire, per quasi
l’intera comunità paesana.
Franco Califano:
il rimpianto di un
concerto in riva al lago
di Emanuele Carioti
Nel Natale 2007 Franco Califano (con cui ho
sempre avuto un bellissimo rapporto professionale e di amicizia) venne da me intervistato
per il primo numero della nuova edizione di
“Scrapante”. In quella circostanza, raccontò il
suo amore inappagato per la Tuscia e per la
zona del nostro Lago, ed espresse la speranza di poter fare un concerto proprio sulle sue
sponde, a Marta. Una speranza che, negli anni
successivi, si è cercato in ogni modo di appagare. Le persone del posto con cui se ne parlò
erano tutte entusiaste dell’idea: come si sa,
Califano era amato per la sua vicinanza al cuore popolare, per la sua spontaneità, per la sua
semplicità, ancor di più che per la indiscutibile
grandezza del suo talento. Purtroppo, è mancata la giusta collaborazione e disponibilità
da parte di chi poteva disporre delle minime
risorse necessarie: un paio di giorni di ospitalità, una macchina per l’andata e il ritorno, un
minimo rimborso spese per le attrezzature e
un paio di collaboratori.
Ho avuto il triste privilegio di incontrare
Franco Califano pochi giorni prima della sua
morte, e di fare con lui l’ultima sua intervista
televisiva. Nel “fuori onda”, ci siamo lasciati
In prima fila in ogni pubblica
circostanza, si assunse più
volte l’onere di portare avanti
rivendicazioni di giustizia sociale, sia per conto dell’intera collettività sia nel semplice
interesse di singoli bisognosi
di sostegno e tutela.
Nel 1968, come previsto per i
reduci viventi nel cinquantenario della fine della “Grande
Guerra”, fu insignito del titolo di “Cavaliere dell’Ordine di
Vittorio Veneto”.
Per la tenacia irriducibile con
cui portava avanti ogni cosa
gli fosse affidata nel pubblico
Il primo numero della pri- interesse –sia da un singolo
ma edizione del giornale richiedente, sia dalla intera
“Scrapante”, ottobre 1973. comunità, ad iniziare dagli
interessi legittimi dei reduci,
della prima come (trent’anni
dopo) della seconda guerra mondiale-, nonché per il piglio
orgoglioso con cui esprimeva lo spirito eroico di tutti i compaesani che avevano combattuto e che si erano in grande
parte immolati nei conflitti, gli venne spontaneamente attribuito dalla popolazione il
soprannome di “Scrapante”,
probabile contrazione di
“Sacripante” (per la focosa
vitalità) ma ancor più derivante dalla alterazione di
“crapatosta” (per sottolineare la difficoltà di domarlo
nelle battaglie di principio).
Nato il 10 agosto 1889, Antonio De Grossi è morto
il 4 febbraio 1973, e
riposa in una piccola
e semplice tomba –
come semplice fu la
sua vita- nel cimitero
di Marta, accanto a
sua moglie Anna e al
piccolo Nagrato.
Uno dei suoi nipoti,
Giacomo Carioti –figlio
di Ermellina De Grossi
e di Pasquale Carioti- volle assumere alla
morte di suo nonno
Antonio De Grossi lo
pseudonimo di “Scrapante” come “nom de
plume” nel giornalismo e nelle iniziative
culturali, sia in ambito
locale che nazionale.
Il primo numero della più recen- Nel 1974 ha fondato il
te edizione del giornale “Scra- giornale intitolato appunto “Scrapante” con
pante”, dicembre 2007.
il quale ha animato e
con il rinnovato appuntamento a Marta, che
sia io che Califano attendevamo con crescente entusiasmo. Chissà, forse avremmo potuto
riuscirci quest’anno… avevo anche in animo di
proporlo per il Premio Scrapante, come personalità nazionale e internazionale coerente
con i valori del premio… ma non abbiamo fatto in tempo. Il Califfo se ne è andato prima
di veder realizzato questo bel sogno in riva al
Lago. Con l’amichevole ricordo, resta una vena
di rimpianto per una presenza, ed un memorabile concerto, che non potremo avere più…
Nell’immagine: l’intervista a Franco Califano
pubblicata sul numero di Scrapante del dicembre 2007, in cui Califano anticipa il suo
proposito di venire a cantare in riva al Lago.
L’ultima intervista televisiva con Franco Califano, per il Telegiornaledi T9, si può vedere a questo link: http://www.youtube.com/
watch?v=xp0wugXWF2M
http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Califano
Post it
portato avanti importanti iniziative di salvaguardia civile e
culturale della Tuscia. La testata è stata ripresa a Marta –grazie al determinante stimolo e supporto di un gruppo di volonterosi, e, in primis, da Renzo De Grossi- dal 2007 al 2009,
ed ora vive nel sito www.scrapante.it , in attesa di possibili future regolari edizioni. Per l’uscita del primo numero di
questa nuova serie del giornale venne chiesto al poeta Domenico Sacco di interpretare in un acrostico la personalità di
Scrapante, che doveva coincidere con la vocazione del giornale e con lo spirito del popolo Martano. Il poeta ci riusc’
magistralmente, con questi versi: “Soprannome
che fu d’eroe nostrano /
Conserviamo qual simbolo
ed emblema / Rivendicando spirito balzano / Acuto,
tosto, e che giammai non
trema / Pronto ad ogni
confronto tal giornale /
Ambisce farlo in modo inAutografo di Scrapante in una telligente / Nel tutelare il
delle ultime lettere scritte bene generale / Tenace nel
al nipote per far perorare suo impegno forte, ardenal Ministero la causa di un te / E dando voce alla più
schietta gente.”
reduce.
La “Pagina di Scrapante” è presente da molti anni sulla
“Voce” di Montefiascone, mentre “Veduta Scrapante” è la
rubrica dedicata a Marta su Radiogiornale. Nel 2012 ha fondato il “Premio
Scrapante”, la
cui prima edizione si è svolta
nella sala Consiliare del Comune di Marta
il 25 agosto
2012. In questa circostanza
sono state attribuite le prime
“Pergamene
Il frontespizio del “Premio Scrapante”
Martane”
a
cittadini Martani di particolare esempio, mentre la speciale targa “Premio
Scrapante” –una riproduzione in lastra di zinco con la tecnica
del dagherrotipo di un antico ritratto di Antonio De Grossi,
che simboleggia visivamente i valori della semplicità, della
sobrietà, e della dignità cui è ispirato il Premio- è andata a
cinque personaggi non martani che hanno espresso particolari meriti nei confronti della Tuscia, sempre ispirati ai fondamentali richiami etici dell’iniziativa.
E’ ora in progetto la seconda edizione si svolgerà nel 2013:
conservando il “focus” su Marta e sulla Tuscia, dovrebbe essere estesa a livello nazionale ed internazionale, allo scopo
di affermare, attraverso la attribuzione anche a persone non
martane, il patrimonio morale di semplicità e di dignità del
nostro popolo, che vorremmo condiviso ovunque e da tutti:
in quest’ottica il Premio ne vuole essere riferimento e testimonianza.
Qui si conclude il racconto sulla storia di Scrapante, e sulle
iniziative ispirate alla sua memoria: grazie ai sentimenti e ai
valori, condivisi dal popolo di Marta e della Tuscia, che ancor
oggi sa ispirare.
di Giacomo Carioti
Dopo le rapine a Montefiascone e a
Marta: cosa aspettiamo a mettere dieci
telecamere?
Poco tempo fa, subito dopo le clamorose rapine di Montefiascone, avvenute in
pieno giorno nella gioielleria Pallini del Corso e in una banca del centro, sottolineai
come i rapinatori avessero operato con una audacia ed una sicurezza assolute,
addirittura dileguandosi in auto in un contesto che al momento prevedeva nelle
vicinanze la presenza consueta delle forze dell’ordine, beffando ed eludendo ogni
possibile intervento. Di quegli eventi non si è avuta al momento alcuna traccia,
nonostante le scarne descrizioni testimoniali sulle persone e sulle auto sgusciate
sotto gli occhi di molti. A seguito di quegli eventi indicai agli amministratori locali
come la sicurezza non dovesse e non potesse essere più garantita da deterrenti
“umani”, ma che dovesse essere sostenuta da un semplice e quanto mai economico (almeno visti i soldi pubblici che si sperperano in miriadi di iniziative non sempre
di effettivo utile ritorno) di sorveglianza elettronica. Per controllare efficacemente
il territorio urbano di una cittadina come Montefiascone sarebbero sufficienti una
decina di telecamere, strategicamente collocate: sicuramente al loro occhio non
potrebbero sfuggire movimenti di persone e di automezzi collegati ad eventi delittuosi, con valore determinante ai fini delle indagini, oltre che, ovviamente, come
deterrente. La prima volta che avanzammo questa richiesta, sulle labbra di qualcuno si abbozzò un sorrisino di commiserazione… Ora c’è stata questa clamorosa
ennesima rapina alla argenteria Fucini a Marta: nessuno ha visto niente! …ma se
ci fossero state telecamere nella piazza e sulle poche vie di accesso e di fuga del
paese (4 o 5, non di più), oggi sapremmo con certezza come è avvenuto lo scasso,
con quali mezzi e da parte di chi. Conclusione: spendiamo meglio i soldi pubblici,
privilegiando la sicurezza.
6 Montefiascone. Piedibus, esempio di senso civico, al servizio di grandi e piccini,
organizza incontri di solidarietà e ora anche il Baratto di Momenti, occasioni di
condivisione di ciò che si ha e di ciò che si è
RADIOCRONACA MONTEFIASCONE
Cosa hanno in comune il Piedibus e Lupo Lucio della Melevisione?
Bruno Tognolini, vincitore del Premio Andersen, il Nobel della letteratura per ragazzi, ospite di Piedibus
di Isabella Christina Felline
Fervono i preparativi all’interno
del Piedibus di Montefiascone.
E questa volta non per la Festa
di Primavera Piedibus o per
qualche Colazione Piedibus, ma
per ben due ghiotte occasioni:
Il 28 aprile ci sarà il primo Gemellaggio e Raduno con gli altri
Piedibus della provincia, una
grande festa all’aperto per adulti e piccoli.
L’altra ghiotta occasione è che
l’8 maggio il Piedibus ospiterà il
poeta Bruno Tognolini, vincitore
del Premio Andersen, il Nobel
della letteratura per Ragazzi, l’e-
rede di Gianni Rodari, pubblicato e tradotto in numerosi paesi,
autore dei testi della Melevisione e dell’Albero Azzurro, del film
in cartone animato La gabbianella e il gatto e di tanti libri e
parole che hanno fatto crescere
i nostri ragazzi e persino alcuni
di noi genitori.
Cresciuto in tre anni e insignito del titolo di Esempio di Alto
Senso Civico, interpellato come
esempio per la costituzione del
neonato Piedibus di Viterbo, il
Piedibus di Montefiascone è diventato da tempo anche Scambio di Braccia, cioè solidarietà
tra i partecipanti e ora persino
Baratto di Momenti: cioè preziose occasioni di condivisione di ciò che si ha e di ciò che
si è: si invitano scrittori, poeti,
scienziati, artisti e artigiani e
si scambia il loro mestiere e la
loro arte con le competenze dei
componenti del Piedibus, senza
denaro, ma col baratto. Il cachet
di Tognolini? L’ospitalità nelle
case delle famiglie Piedibus,
olio, vino, aceti aromatici, dolci,
una pianta, un libro, pasta, conserve varie fatte dalle famiglie
Piedibus, origami, rime e tanto
altro, il tutto amorevolmente disposto in una cassapanca
in legno realizzata dal giovane
nonno del Piedibus: cose che
non si vendono, cose che non si
comprano.
Quando il Piedibus ha proposto
il Baratto di Momenti l’anima di
poeta di Tognolini si è incuriosita ed emozionata per ciò che fa
questo gruppo di persone; così
nonostante la sua agenda sia
strapiena di impegni in giro per
l’Italia, ha risposto con parole
sagge e profonde per dire che
avrebbe accettato eccezionalmente il curioso invito.
La mattina dell’8 maggio il Piedibus donerà un incontro di
Tognolini a una classe campione della scuola elementare di
Montefiascone: un esclusiva del
Piedibus alla scuola.
Montefiascone: “Piccoli burloni” in scena
in occasione della Giornata mondiale del teatro
Teatro di scena all’Istituto “A. Molinaro”
La Preside “Istituiremo dei laboratori teatrali all’interno della scuola”
di Giulia De Santis
e Lavinia M.Saraca
In occasione della Giornata
Mondiale del Teatro del 27 marzo abbiamo incontrato la Preside dell’Istituto comprensivo “A.
Molinaro”, promotrice di una
particolare iniziativa che ha avuto per protagonisti dei piccoli
attori nella scuola elementare
“A. Molinaro”. Con la promotrice
dell’evento abbiamo conosciuto
anche Gianna Scoponi, regista
di una delle compagnie di teatro
amatoriale presenti sul territorio.
Iniziamo col chiedere informazioni sull’evento in sé.
“La Giornata Mondiale del Teatro nasce a Vienna nel 1961, diffondendosi anche nelle scuole
– ci spiega la dottoressa Bugiotti
– grazie a un protocollo di intesa tra il MIUR e le associazioni
di teatro amatoriali. La mia volontà di adesione – continua la
Preside - nasce dall’amore verso
qualsiasi forma d’arte, ma anche
e soprattutto dalla presenza nel
nostro Istituto di alunni e insegnanti che, al di fuori dell’ambito
scolastico, coltivano la passione
per il teatro. Un esempio è proprio la compagnia teatrale dei
“Piccoli Burloni”. La promotrice
dell’iniziativa non poteva fare
tutto da sola “è per questo che
ho chiesto - ci racconta - a Gianna, la regista, di celebrare questa giornata portando in scena lo
spettacolo di questi giovanissimi
attori che ormai da quattro anni
calcano i palcoscenici della provincia”.
Domandiamo alla Preside se ritiene che il teatro sia una forma
d’arte da rivalutare. “Sicuramente – prosegue Bugiotti – è molto
più semplice, e spesso economico, portare proprio figlio al cinema piuttosto che a teatro. Inol-
tre, la diffusione del
3D sta rimpiazzando
il fascino del palcoscenico e del contatto
diretto con il pubblico. Personalmente,
preferisco di gran lunga il teatro, al cinema
sei spettatore passivo
mentre nel corso di
una rappresentazione teatrale il pubblico
partecipa attivamente.”. Chiediamo conferma circa una sua
volontà di istituire un
progetto di laboratorio teatrale all’interno
della scuola.
“All’interno del mio
istituto ho insegnanti abili, competenti e
sensibili verso questa
straordinaria forma
d’arte che è il teatro.
La mia idea, che qui vi anticipo, è
quella di affidare loro il compito
di realizzare una vera e propria
stagione teatrale con i nostri
alunni, coinvolgendo anche gli
adulti. Fare del teatro una materia curriculare sarebbe il mio
intento, ritenendolo un’attività
sia formativa che socializzante”.
Passiamo la parola alla regista
della compagnia de “I Piccoli
Burloni”, Gianna Scoponi, che ha
aderito all’iniziativa portando in
scena, presso l’Istituto “A. Molinaro”, uno spettacolo tratto dalle opere del poeta falisco Giorgio Zerbini insieme ai suoi attori,
alunni tra i nove e i dodici anni.
La domanda che più ci incuriosisce, a questo punto, riguarda
l’approccio dei bambini al teatro.
“Vedere ogni volta la passione che i più piccoli mettono in
quest’arte – afferma la regista
I piccoli burloni
– mi commuove. Il loro entusiasmo non accenna mai a calare, sebbene il teatro richieda
disciplina e studio intenso. Da
questi bambini pretendo molto
e mi aspetto tanto, e fino a ora
ho ricevuto solo soddisfazioni.
Sono pienamente d’accordo con
la volontà di istituire un laboratorio teatrale nella scuola perché pienamente convinta degli
effetti positivi che avrebbe sugli
alunni, dal punto di vista della
loro formazione, della sensibilizzazione verso l’arte e della massima espressione delle capacità
di ognuno di loro”.
Nel prossimo futuro speriamo di
poter ammirare sul palcoscenico
i piccoli attori, ma anche i più
grandi per sperimentare a avvicinarsi a una pratica antica come
il teatro.
Il pomeriggio terrà un incontro riservato ai bambini delle famiglie
del Piedibus: un’esperienza unica, dove la ricchezza della condivisione e dell’empatia umana va
oltre il denaro.
Bruno Tognolini sul suo sito
(www.brunotognolini.it) ha inserito il link nel calendario della sua
tournée, insieme alla nostra “Distinta di pagamento in Baratto”.
Il Piedibus di Montefiascone è
censito in www.piedibus.it e ha
una pagina Facebook: Piedibus
Montefiascone.
Bruno Tognolini
I ragazzi (grandi e piccoli) del Piedibus di Montefiascone
Ritorna la Kermesse di
Forza Creativa per il 2013
di Paola Nencioni (Segretario Forza Creativa)
Torna “Borghi e Paesaggi della Tuscia”, la mostra/concorso
organizzata
dall’associazione
Forza Creativa realizzata in collaborazione con l’Assessorato al
Turismo della Provincia e l’Assessorato ai Servizi Sociali del
Comune di Montefiascone, che
hanno riscontrato nell’iniziativa
di Forza Creativa, un’ampia valenza culturale, tale da conferire
prestigio alla Tuscia ed avvicinare i giovani, sia alla conoscenza
del territorio, sia alle problematiche di categorie sociali
svantaggiate, in
quanto l’evento
è finalizzato alla
beneficenza.
La mostra allestita presso gli
ambienti della
Rocca dei Papi,
si terrà nei fine
settimana dal
24 maggio al 1
giugno e presenterà
oltre
100 fotografie
artistiche. L’obiettivo è la valorizzazione dei
prodotti tipici locali e rendere
Forza Creativa catalizzatore culturale. Il concorso, la cui scadenza per la presentazione delle
opere è il 10 maggio 2013, è rivolto a tutti i cittadini maggiori
di 16 anni. La giuria, composta
da delegati degli Enti organizzatori, si riunirà il giorno finale
per scegliere le immagini fotografiche più apprezzate, relative
a ogni sezione, a cui assegnare
i premi.
“È stato il buon esito della prima
edizione che ci è servito da incoraggiamento per organizzarne
una seconda - dichiara il Presidente dell’Associazione Fabio
Notazio - ricca di tematiche (Colore nel Folclore - Animali e Natura - Città e Paesaggi - Still life e
Hdr) e di altri eventi all’interno
di essa, per spingere la promozione turistica di questo stupendo paese dell’Alta Tuscia”.
Tra le iniziative in programma, il
24 e 31 maggio, le scuole della
provincia visiteranno gli ambienti della Rocca dei Papi, attraverso le spiegazioni della dott.ssa
Valentina Berneschi e dell’archeologa Francesca Mancarella.
Sabato 25 maggio, l’Associazione promuoverà un Incontro Enogastronomico, che verterà sulla
degustazione di Vini locali, ampie produzioni casearie del Caseificio “Alta Tuscia Formaggi”,
diversi assaggi di pesce prodotti
dall’azienda “Santa Marta”, tutto
in un contesto culturale basato
sulla valorizzazione dei nostri
prodotti tipici, dove si relazioneranno Il Presidente Nazionale della FareAmbiente Vincenzo
Pepe, l’Assessore al Turismo della provincia Andrea Danti e la
Dott.ssa Valentina Berneschi
dell’Università della Tuscia. Domenica 26 maggio, una sfilata di
Moda estiva presentata dall’attrice Georgia Viero, con abiti
della boutique Brand di Montefiascone e un rinfresco offerto
dal Ristorante Stuzzico. Sabato
1 Giugno, ci sarà la cerimonia
di premiazione del Concorso
con un buffet organizzato dalla
Pasticceria Ranucci. Tutti gli appuntamenti saranno a ingresso
libero. Il bando per partecipare al concorso e il programma
completo degli eventi sono scaricabili dal sito internet di Forza
Creativa (www.forza-creativa.it).
LAGOnìa
7
di Osservatorio Lago di Bolsena
Tutela del lago di Bolsena. Cobalb: “Sospesi i servizi di
depurazione dalla fine di aprile”
Ancora in stallo la lunga trattativa tra Talete e Cobalb, cosa ne sarà della salvaguardia della biodiversità del lago?
I mesi scorsi hanno rilevato la
precarietà della tutela del nostro
Lago. Ci siamo resi conto che
persino le funzioni basilari della sua protezione – il controllo
del suo livello e lo smaltimento
corretto delle acque reflue del
bacino – ormai non sono più garantite.
Causa i recenti cambiamenti dei
vertici della Regione, e una gestione non sempre felice.
Recapitoliamo: da alcuni anni il
livello del Lago mostra escursioni incontrollate - spesso è troppo
alto, l’estate scorsa era bassissimo.
Le acque alte negli ultimi mesi
hanno causato danni a coste
e strutture; inoltre, i serbatoi
di accumulo di alcune stazioni
del collettore circumlacuale si
stanno allagando e le pompe,
costrette a lavorare in continuo,
riversano liquami nel Lago.
Per molti, tra cui il sindaco di
Bolsena Paolo Dottarelli, le responsabilità sono chiare: “da
quando la competenza è passata all’ARDIS, la situazione è andata nel pallone”. Però, ci sono
voluti più di due anni di istanze,
lettere, colloqui, discussioni,
due anni d’impegno insistente di
associazioni e amministrazioni
prima che l’ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo)
si accorgesse che qualcosa non
andava.
Dopo gli energici interventi dei
sindaci durante una riunione a
Bolsena ci sono segnali positivi:
nomina di un nuovo responsabile della gestione del livello, promessa di totale trasparenza sulla
gestione del livello, apertura delle paratoie sul fiume Marta per
fare defluire l’acqua. Contiamo
che questo problema possa trovare una soluzione intelligente,
condivisa e durevole.
Dall’altra parte, la protezione del
Lago dalle acque reflue del comprensorio non era mai stata così
a rischio. Cosa ne sarà del sistema gestito finora dal COBALB?
Il quadro generale: depuratori
privi di funzionalità, San Lorenzo
Nuovo e Grotte di Castro versano i liquami nei fossi, smaltimento dell’anello circumlacuale
molto ridotto e insufficiente per
accogliere le acque reflue nella
stagione estiva, niente scorte di
pompe e altro materiale, 2,5 milioni € di debito, senza fondi per
pagare i fornitori che ormai non
fanno più credito, in corso i primi
pignoramenti.
Da anni COBALB e Talete sono
ingaggiati in una battaglia, a risentirne l’ambiente e il personale COBALB che con grande impegno e ingegno ha saputo assicurare una minima funzionalità del
sistema. In una lettera del 3 aprile, il direttore del COBALB costata l’impossibilità di adempiere i
doveri di mandato; durante una
conferenza stampa a Bolsena, il
15 aprile, ha annunciato la sospensione dei servizi di depurazione dalla fine di aprile.
I fondi stanziati per il risanamen-
to del sistema circumlacuale
dopo la petizione Salvalago, quasi 4 milioni di Euro, sono rimasti
bloccati dalle dimissioni della
giunta Polverini. Talete continua
a trattenere i fondi che riceve dai
comuni e dalla Regione.
L’unica strada percorribile
nell’immediato sembra la richiesta di uno stanziamento “tampone” di urgenza: di una piccola
parte dei fondi per arginare l’inquinamento delle acque balneabili durante l’estate.
Sul canale YouTube di
RadioGiornale puoi
vedere l’estratto della
conferenza stampa dei
vertici COBALB del 15 Aprile
a Bolsena
SottoBanco di Gioacchino Congi
Scuola, edilizia “precaria”? Le “tecnologie” non bastano
Sono già stati stanziati 223 milioni di fondi per la scuola privata nel 2013
Ma se le nostre scuole sono fatiscenti e qualche calcinaccio si dovesse staccare,
ci dobbiamo riparare con i tablet?
La situazione nelle scuole della Tuscia è critica. E’ questo il
quadro che si presenta a chi
entra in uno dei nostri istituti.
Gli studenti cambiano, le generazioni si susseguono, ma le
aule sono le stesse dei nostri
padri e dei nostri nonni.
Nel nostro territorio è in continuo aumento il numero degli studenti che si iscrivono
negli istituti pubblici superiori
e le strutture scolastiche non
riescono a sostenere tale richiesta. Per questo motivo
sempre più si trovano costretti
a “decentrarsi” in sedi distaccate come accade nella città di
Viterbo dove il Liceo ginnasio
Mariano Buratti e il Liceo scientifico Paolo Ruffini si sono ritrovati “ospiti” all’interno delle
strutture di piazza Dante.
Tale forzata divisone dei corsi
in diversi plessi distaccati provoca un altro fenomeno. Le cosiddette “classi pollaio”.
Un fenomeno sempre più diffuso che vede il sovraffollamento delle aule.
La comunità scolastica, così divisa, vive una forte crisi. Il problema non riguarda solo l’edificio in sé, ma a mancare sono
anche gli spazi necessari all’apprendimento come laboratori,
palestre, aule multimediali.
Le cause di tale problematica
sono da attribuire a un Ministero
sempre più volto all’innovazione
tecnologica e sempre meno attento
alle problematiche
dell’edilizia?
A
testimoniare
quanto detto ricordiamo la proposta
del Ministro Profumo di dotare tutti
gli studenti di un tablet. Tale proposta
è stata rafforzata da
Eyes Wide Ciak di Lavinia M. Saraca
La marionetta più “strapazzata” dal cinema si esibisce nell’Alto Lazio
La Tuscia: “Il Paese dei Pinocchi”
Comencini, Sironi e gli altri che hanno reso omaggio alla fiaba
di Collodi
“Tu chi sei?” esclamò il burattino
sorpreso “sono la tua coscienza, il
Grillo Parlante!”. Tralasciamo ogni
possibile riferimento politico, e immergiamoci in una delle favole più
conosciute al mondo.
Il nostro eroe è il protagonista del
romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo
Lorenzini, detto Collodi.
La maggior parte dei bambini conoscono le sue avventure grazie al cartone animato del 1940 firmato Walt
Disney, oggi incluso nell’elenco del-
le opere filmiche da preservare.
Particolarmente fortunata e di successo è stata la trasposizione cinematografica del regista L. Comencini, trasmessa dalla Rai in cinque
puntate nel 1972. Lo sceneggiato
è stato girato soprattutto nel Lazio,
tra la provincia di Roma e quella di
Viterbo, in particolare Farnese è
stato scelto come “paese di Geppetto”, e le Saline di Tarquinia il
luogo dove Pinocchio frequenta la
scuola, incontra Lucignolo e ritrova
la fata turchina creduta morta. La
uno spot pubblicitario Porta
a scuola i tuoi sogni il quale è
stato girato in una scuola privata di Milano mostrando computer su ogni banco e cortili attrezzati per le attività sportive.
Un Ministero “generoso”
nell’elargire fondi alla scuola
paritaria. Sono già stati stanziate 223 milioni di fondi per la
scuola privata nel 2013.
A riprova che, ancora una vol-
ta, la Costituzione italiana non è che uno “canovaccio”. Difatti, la stessa,
spiega a chiare lettere:
“Enti e privati hanno il
diritto di istituire scuole
ed istituti di educazione,
senza oneri per lo Stato”
(Articolo 33, comma 3)
bellezza dei paesaggi nostrani ben
si adattava allo stile poetico e malinconico dell’opera.
“Lo sceneggiato presenta un cast
perfettamente azzeccato, nonostante la partecipazione di alcuni
attori che ricoprono in genere ruoli
comici, come Nino Manfredi (Geppetto) o Franco & Ciccio (Il Gatto e
la Volpe)” - rivela il critico cinematografico P. Merenghetti - “il Pinocchio di Comencini è una
riduzione più realistica
del libro, a lieve discapito
della componente fantastica.”
Ma non è tutto. Nel 2009
la Tuscia torna a ospitare
le avventure del famoso
burattino. Il regista Alberto Sironi dirige una miniserie di due puntate, ambientata quasi interamente a Civita di Bagnoregio,
con una puntatina anche
alla zona archeologica di Sutri. Il Pinocchio di Sironi non raggiunge lo
stesso spessore artistico di quello di
Comencini, ma riscontra un discreto successo tra il pubblico.
Nel corso degli anni, molti autori si
sono ispirati a questo personaggio,
adattandolo a diverse forme d’arte,
partendo dal fumetto, passando
per il teatro, fino ad approdare nelle sale cinematografiche. Nota è la
trasposizione
di Roberto Benigni del 2002,
che purtroppo
è stata un flop
sia al botteghino, sia per la
critica.
Ma chi è in
realtà il burattino, la mario-
Come possiamo risolvere la situazione?
In un periodo di crisi
dove tutti gli enti locali rispondono dicendo
che i soldi “non ci sono”
forse una soluzione
c’è. Non sarebbe più
proficuo investire su
degli interventi di manutenzione ordinaria
delle scuole e monitorare costantemente il
loro stato “di salute”?
Questi sono i sogni che
portiamo nella nostra
scuola ogni giorno.
Per segnalazioni scrivete a:
sottobanco@radiogiornale.info
netta, che voleva diventare un bambino vero? Calvino definisce Pinocchio vero “picaro” (orfano furfante)
della letteratura italiana, mentre
Pierotti ha una visione “religiosa”
del personaggio, considerandolo
un possibile riferimento alla Crocefissione, rappresentata dallo stesso
“legno” della marionetta.
Dal passato passiamo al presente.
Attendiamo infatti il ritorno di Pinocchio, con l’ultima trasposizione
cinematografica del romanzo di
Collodi, firmata Enzo D’Alò, con la
colonna sonora di Lucio Dalla, composta prima di lasciarci.
E aspettiamo, con curiosità, la versione Dark del nostro burattino
(come vuole l’ultima moda del cinema americano) di Guillermo del
Toro, ancora in fase di lavorazione.
Nino Manfredi e Andrea Balestri nel “Pinocchio”
di Comencini (1971)
CONCORSO RG 2012
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Dalla Grecia quasi al collasso, al Venezuela di Chavez,
dall’arsenico nell’acqua della
Tuscia, alle voragini viterbesi.
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alla Cultura su Montefiascone
che esce dal circuito “Città del
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Mario Trapè sull’ultimo Consiglio Comunale, in cui sono state prese importanti decisioni
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