AREA 120 - Architetti nell`Altotevere Libera Associazione

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AREA 120 - Architetti nell`Altotevere Libera Associazione
rivista di architettura e arti del progetto gennaio/febbraio 2012
120
Italia € 12,00 Canada CAD 39.95/Germany € 24.80/UK GBP 19.50/Greece € 22.00/Portugal € 22.00/Spain € 22.00/Switzerland CHF 30,00/USA $ 40.95/Belgium € 22,00
Rivista Bimestrale/Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Bologna
Motta Architettura
Beirut
Nabil Gholam
109 architectes with Youssef Tohme
Machado and Silvetti Associates
L.E.FT
BLANKPAGE
Gustafson Porter
Bernard Khoury
Youssef Tohme
Steven Holl Architects
Jean Nouvel
Herzog & de Meuron
interiors
SOMA
design
.PSLAB
photography
Edoardo Delille
design
focus
open/
closed
essay
II Paolo Giardiello
VI Alfonso Morone
VIII
X
XI
XII
XIII
XIV
XVI
XVIII
XX
XXI
object
Essential, design r&s Scrigno/Scrigno
Luxor, design Giuseppe Bavuso/Rimadesio
L16, design Piero Lissoni/Lualdi
Syntesis® Luce, design r&d Eclisse/Eclisse
Monolite RM, design r&d Bauxt/Bauxt
project
Porte in acciaio corten/Auroport
Varion4/Internorm
Sistemacciaio/Secco Sistemi
Sistema Top 72 KAB/Finstral
Sistemi per facciata FW 60+SG/Schüco
XXII review
factory
XXIX G.D. Dorigo
II
design focus essay
vedere il dettaglio invisibile
to see the invisible detail
text by Paolo Giardiello
La
porta, nella
ricerca di un linguaggio
dell’architettura, col suo dettaglio
tecnico della cornice, e quindi di un
componente nato per celare la congiunzione
di tre materiali distinti – muro, controtelaio
e telaio – rappresenta una tradizionale modalità
del fare basata sul dissimulare, con un elemento
estraneo, il punto di attacco più difficile.
The door, in the research of an architectural
language, with the technical aspects of its frame,
and thus a part that serves to conceal the union
of three different materials – wall, sub-frame
and frame – represents a traditional
approach based on dissimulating
the most difficult junction by means
of an extraneous element.
Chi ha cominciato a lavorare professionalmente negli anni ’80
si ricorderà di quanto, alcuni comuni componenti per l’edilizia,
fossero inadeguati alle aspettative dei progettisti che dovevano
ricorrere a sperimentazioni artigianali per risolvere taluni nodi,
dal valore non solo tecnico bensì linguistico ed estetico, fondamentali
nella definizione del senso dell’interno architettonico.
È negli anni ’90 che il mercato comincia a proporre su larga scala
soluzioni innovative per problemi ordinari, come ad esempio sistemi
per porte scorrevoli a scomparsa, dotate di una cassa metallica
in continuità con le pareti, oppure porte “invisibili” dal telaio in
alluminio molto sottile; costruendo così una reale alternativa all’uso
banale di controtelai, telai, coprifilo, binari e cassonetti.
La porta, nella ricerca di un linguaggio dell’architettura, col suo
dettaglio tecnico della cornice, e quindi di un componente nato
per celare la congiunzione di tre materiali distinti – muro, controtelaio
e telaio – rappresenta una tradizionale modalità del fare basata sul
dissimulare, con un elemento estraneo, il punto di attacco più difficile.
Storicamente infatti, la soluzione per mettere in relazione due parti
dai comportamenti diversi, è quella di cancellare il punto dolente
e di proporre alla vista un nuovo componente – la mostra per la
porta, il battiscopa per il pavimento, il gessolino per il soffitto,
il salvaspigolo per un angolo di un mobile o di un rivestimento –
il cui disegno, evidente e spesso ricco, lo assolve dall’essere un pezzo
aggiunto per mettere in ombra un attacco di complessa risoluzione.
Nodo tecnologico di incontro non solo tra materiali diversi ma
anche tra professionalità distinte, tra artigiani da coordinare e far
collaborare in cantiere.
Tutto questo finalmente sparisce nella contemporaneità con elementi
sempre più innovativi che, nel nome dell’essenzialità della forma,
rendono, in maniera sofisticata, “non visibile” tale punto di contatto
tra parti mobili e fisse, tra materiali e funzioni differenti.
La ricerca architettonica, tuttavia, di fronte a tale problema –
come detto sia tecnico che di linguaggio espressivo – ha provato
a rispondere non solo con soluzioni atte a non evidenziare tali punti
di frizione, ma anche con modalità tese a mostrare tutte le parti
partecipanti al processo costruttivo cercando, nella giustapposizione
dei diversi elementi, una chiarezza espressiva, onesta e palese, tale
da divenire, essa stessa, forma del dettaglio.
Rimanendo nell’ambito del problema dell’attacco tra la porta e la
parete, c’è chi, nel nome della tettonica, della costruzione capace
di divenire forma espressiva, ha lasciato in vista tutte le parti in gioco,
palesandole, e rendendo la stratificazione un motivo decorativo.
Mi riferisco a quella tradizione del moderno dove, la ricerca
di un linguaggio scaturente dall’onestà dei processi costruttivi,
ha sperimentato nel tempo soluzioni del tutto innovative. Esemplare
è in tal senso la scuola scandinava dove – dalla generazione di
Asplund, Lewerentz, Aalto, passando a quella di Fehn, Utzon, Pietilä,
fino ai contemporanei Hølmebakk, Hille, Jensen & Skodvin – l’onestà
tettonica e l’essenzialità dei materiali naturali usati come struttura
e non come rivestimento, hanno definito un modo di pensare
ed intendere l’architettura più che un semplice metodo operativo.
Proprio gli infissi, sia interni che esterni, sono lo specchio più evidente
di tale ragionamento sulla costruzione. Gli elementi “a perdere”,
quelli cioè destinati a non essere lasciati a vista, vengono eliminati,
quelli a contatto con l’uomo invece vengono esaltati, ed i distacchi
tra sistemi diversi vengono enfatizzati e sottolineati. La porta che
troviamo in Lewerentz come in Fehn e come ancora in Hille, nasce
dalla giustapposizione di un telaio in legno avente lo stesso spessore
della muratura in mattoni o in cemento e di un filo di neoprene
o di silicone nero a creare un giunto elastico, nel punto più delicato,
tra materiali che si comportano diversamente. Ancora più estreme
sono le finestre (fisse) dove il solo vetro, sorretto da pinze metalliche,
è sovrapposto alla muratura senza telaio alcuno e distanziato da un
sottile strato di neoprene.
Tali dettagli diventano il manifesto di un intento culturale.
Quello della riduzione e della semplificazione dei passaggi strutturali,
quello dell’uso dell’indispensabile e della chiarezza costruttiva che
diventa onestà espressiva.
Pertanto, a fronte del mercato dell’edilizia che offre soluzioni sempre
più sofisticate e di qualità, è responsabilità del progettista scegliere
le tecnologie adeguate a corroborare l’idea di architettura che
intende proporre. La scelta del “non vedere” equivale a quella del
“mostrare” purché ogni parte della costruzione sia coerente all’intento
che si desidera comunicare. La tecnologia, in definitiva, rappresenta
il mezzo e non il fine della narrazione architettonica.
Those who have begun to work professionally in the Eighties will
remember to what extent some ordinary building elements failed
to meet the expectations of architects, who had to resort to makeshift
devices to solve certain nodes that were not only of a technical but
also linguistic and aesthetic character, and that were essential to the
definition of the sense of an interior architecture.
In the Nineties the market began to offer, on a large scale, innovative
solutions to ordinary problems as for instance systems for sliding doors
that disappear into the wall, equipped with a metal casing built into
the wall, or “invisible” doors with a very thin aluminium frame, thus
providing a real alternative to the banal use of sub-frames, frames,
finishing list, tracks and casing.
The door, in the research of an architectural language, with the
technical aspects of its frame, and thus a part that serves to conceal
the union of three different materials – wall, sub-frame and frame –
represents a traditional approach based on dissimulating the most
difficult junction by means of an extraneous element.
In fact, the traditional solution where it is necessary to join two parts
that behave differently is to cancel the tricky point and to cover it with
a new element – the facing in case of a door, the skirting board in
that of the floor, decorative plasterwork for ceilings, corner protections
for the corner of a furniture item or a veneer – whose conspicuous
and often lavish design makes up for the fact that it is an addition,
aimed at concealing a junction that it is difficult to solve.
A technological junction, not just between different materials, but also
between different fields of expertise, between craftsmen who have
to be coordinated and made to cooperate at a building site.
IV
design focus essay
Sigurd Lewerentz, Chiesa di S. Marco,
Bjoerkhagen, Svezia 1956-60.
Sigurd Lewerentz, Church of St. Mark,
Bjoerkhagen, Sweden1956-60.
All this has finally disappeared today, thanks to increasingly
innovative materials that, in the name of essential forms, adopt
sophisticated means to “conceal” the junction between mobile and
fixed parts, between different materials and functions.
However, architectural research, faced with this problem – which is,
as I observed, a matter of both technique and expressive language
– has tried to solve it not just with solutions that serve to highlight
these points of friction, but also with methods aimed at displaying
all the parts involved in the constructive process, seeking to give the
juxtaposition of the elements an expressive, honest and evident clarity
and making this very quality the essence of the design.
To remain on the subject of the problem of the junction between
door and wall, there are some who, in the name of tectonics and
of construction as expressive form choose to leave all the parts
involved in view, accentuating them and making the stratification
a decorative motif.
I am referring to the modernist tradition where the pursuit of a
language based on the honesty of the building processes has resulted
in many years of experimentation with completely innovative solutions.
In this sense the Scandinavian school is exemplary; here – from
the generation of Asplund, Lewerentz, Aalto, via that of Fehn, Utzon
and Pietilä to the contemporary one of Hølmebakk, Hille, Jensen
& Skodvin – the tectonic honesty and the essentiality of the natural
materials used as structure and not as facing have resulted in a way
to ideate and understand architecture rather than a mere modus
operandi.
Precisely casings, both interior and exterior, are the most evident proof
of this way to conceive constructions. Elements that are not meant
to be left in view are eliminated, while those that can be touched and
managed are exalted. The materials used to separate different systems
are emphasized and accentuated.
The doors found in the architectures of both Lewerentz and Fehn,
and also in those by Hille, are made by juxtaposing a wooden frame
with the same thickness as the brick or concrete wall, with a thin layer
of neoprene or black silicone that forms an elastic joint in the most
critical point between materials that behave differently. The design
of the windows (which are fixed) is carried to even greater extremes:
the glass, supported by metal clamps, is simply superimposed on the
masonry without any frame, separated from the wall by a thin layer
of neoprene.
These details become the manifesto of a cultural intent: to reduce
and simplify the structural passages, to use only the indispensable
minimum of elements and to achieve a constructive clarity that
becomes expressive clarity.
In the face of a building market that offers more and more
sophisticated and high-quality solutions, it is therefore the
responsibility of the architect to choose the technologies suited
to corroborate the idea of architecture he aims to propose. Whether
he chooses to “conceal” rather than to “show” is indifferent, provided
every part of the construction is coherent with the intent he wishes
to communicate. In the final analysis, technology is the means and
not the end of the architectural narration.
VI
design focus essay
serramenti, cancelli e paure
doors, gates and fears
text by Alfonso Morone
Nonostante
le nostre città,
almeno nei paesi
avanzati, siano le più sicure
nella storia dell’uomo, la paura,
e l’ossessione per la sicurezza,
dominano la nostra vita quotidiana.
Even if our cities are,
at least in developed countries,
the safest in the history
of Mankind, our daily lives
are dominated by
an obsession
for security.
Peter Pin, R. Bunnit, and Didoo
Railings, Sweet Dreams Security series,
Matthias Megyeri, 2003.
Serramenti e chiusure assolvono un compito indispensabile nell’arte
del costruire. L’idea stessa di riparo, con cui si identifica l’atto primario
dell’abitare, è simultaneamente legata alla necessità di porre uno
schermo alle intemperie, ma anche a quella di evitare intrusioni
nel recinto domestico. Questa seconda necessità, almeno da un punto
di vista simbolico, oggi ha decisamente preso il sopravvento.
Nonostante le nostre città, almeno nei paesi avanzati, siano le più
sicure nella storia dell’uomo, la paura, e l’ossessione per la sicurezza,
dominano la nostra vita quotidiana.
Tutte le abitazioni sono dotate di porte blindate, e sempre di più
di allarmi elettronici. Ogni giardino è circondato da alti muri di cinta
o da cancellate invalicabili. Il perimetro delle proprietà private tende
ad essere assimilato ad un limite sacrale ed inviolabile. Il paesaggista
e storico dell’architettura Charles Jencks definisce questa dinamica del
paesaggio urbano come wallification, “murificazione”. Il caso limite
di questo fenomeno in ascesa, è la realizzazione di comunità chiuse
dentro cancelli perimetrali che le isolano, separandole materialmente
dal resto della città.
Negli Stati Uniti oggi decine di milioni di persone, vittime delle loro
paure e della fomentazione di sentimenti di insicurezza collettiva,
vivono recluse nelle cosiddette gated comunities, sobborghi residenziali
blindati, protetti da reticoli di telecamere e guardiani armati.
Questi sono i sintomi più evidenti di una regressione patologica della
città, dove alla cosmopolis, la città aperta di ieri, sta seguendo la
claustropolis, dominata dai segni fisici della chiusura e dell’esclusione.
Paul Virilio, per completare la comprensione di questa dinamica
sociale che investe la sfera urbana come quella domestica, nella Città
Panico, introduce un nuovo concetto di frontiera. Nell’osservare la
continua accelerazione delle reti e dei mezzi di comunicazione, Virilio
nota che se ai tempi di Cesare, “la più grande gloria dell’Impero
era di fare delle proprie frontiere un vasto deserto” oggi, invece,
“il deserto in questione non si situa più in periferia – lungo il limes –
ma intra muros, ovvero nel centro delle metropoli”.
Le bombe dei kamikaze non uccidono più soltanto alla periferia
dell’impero, in terre a noi lontane come l’Iraq, o Israele, ma al centro
delle nostre città, e le ondate migratorie riportano sotto casa una
povertà atavica che sembrava essere scomparsa dai nostri orizzonti.
Il confine planetario che segna la spaccatura tra i popoli del mondo,
che divide il pianeta tra nord e sud, attraversa adesso il cuore delle
città e cinge le nostre stesse abitazioni.
In questa realtà la paura è diventata una specie di costante sfondo
emotivo dell’esistenza individuale, alimentato principalmente dai
media, dalle leggende metropolitane, da cronache e racconti e solo
in minima parte da esperienze personali.
Ma il design, come elaborazione culturale che si esprime attraverso
il progetto, come può misurarsi con questa irrazionale emotività
collettiva? Probabilmente, più che attraverso la generazione di
soluzioni tecniche parziali, come nuovi sistemi di difesa, la soluzione
è portare il design, cioè il prodotto, a misurarsi sullo stesso terreno
che genera la paura. Il terreno della comunicazione, della produzione
di immagini, e della emotività.
Proprio il sentimento della paura, nella carrellata di oggetti
che possono ricavarsi dall’attività di Sweet Dreams Security del
designer inglese, di origini ungheresi, Matthias Megyeri, subisce
un ridimensionamento in cui l’angoscia, più che un grido di terrore,
strappa, un sorriso ironico e tutto sommato tranquillizzante.
Si tratta di cancellate, filo spinato, terminali acuminati da inserire nella
cresta di muri di cinta, che al contrario degli originali, producono
risposte funzionali e leggere ai disagi che la modernità produce
convulsamente.
Questi oggetti si pongono come modelli per una nuova e paradossale
iconicità della paura, amichevole e disarmante, rispetto al montante
sentimento del terrore collettivo.
Casings and locks perform an indispensable duty in the art of
building. The very idea of shelter, associated with the primary act
of living, is linked to the necessity of erecting a barrier against
inclement weather, but also to that of avoiding intrusions into the
domestic enclosure. This necessity, secondary at least in symbolic
terms, has today decidedly gotten the upper hand.
Even if our cities are, at least in developed countries, the safest in
the history of Mankind, our daily lives are dominated by an obsession
for security. All our dwellings are protected by armoured doors,
and increasingly frequently by electronic alarms. Every garden is
surrounded by tall walls or insurmountable gates. The outer walls of
private homes tend to be assimilated to a sacred and inviolable limit.
The landscape architect and historian Charles Jencks defines this
dynamic of the urban landscape as wallification. The more extreme
cases of this phenomenon, which is on the increase, are the creation
of communities protected by walls that isolate them and separate them
materially from the rest of the city.
In the United States today tens of millions of persons, victims of their
fears and instigation of feelings of collective insecurity, live as recluses
in so-called gated communities, residential suburbs protected by
networks of surveillance cameras and armed guards.
These are the most evident symptoms of a pathological regression of the
city; the cosmopolis, the open city of the past, is being replaced by the
claustropolis dominated by the physical signs of closure and exclusion.
To fully understand this social dynamic which concerns both the urban
sphere and the domestic one, Paul Virilio introduces a new concept
of frontier in his City of Panic. Observing the continuous acceleration
of networks and means of communication, Virilio points out that
whether, at the time of Cesar, “the greatest glory of the Empire was
to make its frontiers a vast desert”, today, on the contrary, “this desert
is no longer found on the outskirts – along the limes – but intra muros
or in the centre of the metropolises”.
Kamikaze bombs no longer kill only on the borders of the empire,
in countries far from us like Iraq or Israel, but in the middle of
our cities, and the migratory waves bring an atavistic poverty,
that seemed to have disappeared from our horizons, right to our
doorsteps. The planetary border that separates the world population,
dividing the planet into north and south, now passes through the heart
of our cities, surrounding our very homes.
In this reality fear has become a kind of constant emotional backdrop
of individual existence, principally fostered by the media, by
metropolitan legends, chronicles and stories, and only to a minimal
extent by personal experiences.
But how can design, as cultural elaboration that expresses itself
through planning, deal with this irrational collective emotionality?
Rather than by developing partial technical solutions, the answer
is probably to make design, or in other words the product, measure
swords with the very territory where fear is instigated: the stage
of communication, of the production of images and emotionality.
It is precisely the feeling of fear that is cut down to size when one
observes a selection of the objects created as part of the Sweet
Dreams Security project of Matthias Megyeri, a Hungarian-born British
designer. Rather than inspiring fear, the anxiety associated with these
designs elicits an ironic and all things considered reassuring smile.
It is a matter of gates, razor wire, spikes to install on top of fences
that, unlike the originals, provide functional and subtle solutions
to the discomforts that modernity so convulsively produces.
These objects represent models for a new and paradoxical ironic
quality of friendly and disarming fear, as an antidote to the escalating
collective feeling of fear.
VIII
design focus object
essential r&s scrigno
azienda Scrigno
anno realizzazione prodotto 2011
tipologia battente, scorrevole, Dual
materiale vetro temperato o pannello tamburato
dimensioni anta singola 800x2100mm,
anta doppia 1600x2100mm, Dual 1400x2100mm
firm Scrigno
year of realization 2011
types swing, sliding, Dual
material tempered glass or veneered panel
dimensions single door 800x2100mm,
double door 1600x2100mm, Dual 1400x2100mm
Assenza assoluta di stipiti e cornici coprifilo, perfetta linearità
delle superfici, leggerezza delle ante e dei componenti: proprio
l’essenzialità è la caratteristica che meglio identifica Essential,
il marchio di porte e controtelai ideati da Scrigno, col Sistema PortaParete. Il design della collezione prevede infatti l’assenza di qualsiasi
elementi esterno, riducendo al minimo la parte di finitura fuori muro
per garantire la perfetta complanarità con la superficie del muro.
Sia fisicamente che visivamente, la parete si presenta libera da stipiti
e da altre finiture, lasciando alle aperture tra un ambiente e l’altro
la massima continuità e fluidità. Ciò permette inoltre la massima
libertà ai progettisti per definire le soluzioni d’arredo.
La collezione Essential si compone di porte a battente, scorrevoli
e Dual. Brevetto esclusivo Scrigno, Essential Dual è il controtelaio nato
dall’evoluzione di Essential e Granluce. Un prodotto innovativo,
un unico cassonetto, che consente di contenere al suo interno due
porte in vetro scorrevoli a scomparsa collegate tra loro da un sistema
di trascinamento.
Absolutely no door jamb or casing, perfectly linear surfaces,
lightweight doors and components: simplicity is the key to Essential,
a brand of doors and door frames by Scrigno featuring its Door-Wall
System. The collection is designed without any external elements,
reducing the part of the finish emerging from the wall to a minimum
to ensure that the door surface is perfectly level with the wall.
The wall is physically and visually free of door jambs and
other finishes, ensuring the utmost continuity and fluidity between
spaces and leaving architects the utmost freedom to come up with
furnishing solutions.
The Essential collection includes swing doors, sliding doors and Dual
doors. An exclusive Scrigno patent, Essential Dual is a door frame
which evolved out of Essential and Granluce, an innovative product,
a single box permitting mounting of two embedded sliding glass doors
connected by a tracking system.
staffa di giunzione
traverso
Pf
Pf
Pf
rete metallica
mascherina di copertura
distanziali
Hi
H
Li
Li
L
Li
L
Una
presenza
importante pur
in uno spessore ridotto:
Essential Dual è utilizzabile
in una normale parete
con spessore di 10,5cm.
An important presence even
in a reduced space:
Essential Dual can be used
in a ordinary wall
10,5cm thick.
Pf
Si
Pf
Si
Pf
Si
Disegni tecnici della struttura
e del telaio di Essential, Essential
doppio ed Essential Dual.
Technical drawings of Essential,
Essential doppio and Essential Dual
frames.
L
Hi
H
Hi
H
kit carrello
X
design focus object
luxor giuseppe bavuso
azienda Rimadesio
anno realizzazione prodotto 2011
tipologia battente, scorrevole
materiale stipite in vetro laccato o alluminio
dimensioni 2100x590/690/790mm e su misura
firm Rimadesio
year of realization 2011
types swing, sliding
material lacquered glass or aluminium door jamb
dimensions 2100x590/690/790mm and custom-made
Qualità tecnologica ed estetica esclusiva per confermare il ruolo della
porta come elemento caratterizzante di nuove e inedite soluzioni
di interior design: Luxor è la porta complanare con stipite in vetro
laccato o in alluminio disegnata da Giuseppe Bavuso per Rimadesio.
All’interno di un design essenziale e rigoroso, la maniglia diventa
uno dei tratti distintivi della collezione. Una forma primaria di grandi
dimensioni che nell’estetica generale della porta diventa un raffinato
richiamo, grazie all’inserto in vetro dello stesso colore del pannello.
Una soluzione originale, ma come sempre attenta ai dettagli,
come dimostra anche la definizione del nottolino di chiusura o,
in alternativa, la versione con chiave. Luxor è disponibile nell’intera
gamma dei vetri laccati Ecolorsystem (il sistema di codificazione di
colori ecologici) con telaio in alluminio, o nell’esclusiva versione “white
look” in vetro laccato bianco latte e telaio in alluminio laccato bianco.
La collezione è completata dalla versione scorrevole a scomparsa
ed è prevista nelle dimensioni standard con quattro larghezze, oltre
alla possibilità di realizzazione su misura in altezza e in larghezza.
Quality, technology and exclusive aesthetics confirm the door’s role
as the element characterising unusual new interior design solutions:
Luxor is a flush door with a lacquered glass or aluminium jamb
designed by Giuseppe Bavuso for Rimadesio. The handle is one
of the key elements of its simple, rigorous design, a large primary
shape that becomes a refined detail in the overall aesthetic of the door,
with a glass insert in the same colour as the panel; an original solution
demonstrating the usual attention to detail, as demonstrated
by the definition of the locking pawl or the alternative key version.
Luxor is available in the entire range of Ecolorsystem lacquered glasses
(a coding system for ecological colours) with an aluminium frame,
or the exclusive “white look” version made of milk-white lacquered
glass with a white lacquered aluminium frame.
The collection is completed with an embedded sliding version,
is available in standard dimensions with four different widths, and
can also be constructed to customised heights and widths.
L16 piero lissoni
azienda Lualdi
anno realizzazione prodotto 2011
tipologia battente
dimensioni 600/700/800/900x2100mm, spessore 16mm
finiture rovere (sbiancato, moka e grigio), termo wood, noce
canaletto; laccato lucido e opaco nei colori di serie o a richiesta
firm Lualdi
year of realization 2011
types swing
dimensions 600/700/800/900x2100mm, thickness 16mm
finishes oak (bleached, mocha and grey), thermo wood, black
walnut; glossy and matt lacquered in standard or custom colours
Solo 16mm di spessore per la nuova collezione di porte L16,
disegnata da Piero Lissoni e presentata allo scorso Made Expo.
Straordinariamente sottile, la porta è pensata per ridurre al massimo
gli ingombri, superando lo scoglio progettuale legato alle dimensionali
tradizionali di questo elemento. L’anta a battente di L16 rimanda
all’immagine di un foglio di carta, una pagina nitida, una superficie
intatta ripulita di ogni segno, perfettamente uniforme. Un diaframma in
grado di separare gli ambienti con una fisicità leggera e un movimento
fluido, ma anche un vero e proprio elemento architettonico in grado di
caratterizzare e definire lo spazio, grazie al risalto di essenze e colori.
Ideale sia in ambito residenziale, sia contract, L16 di Lualdi permette la
massima personalizzazione e un’estrema flessibilità d’uso. Disponibile
in un ampio numero di essenze e colori, può essere realizzata anche
con pannelli laterali e superiore asimmetrici, con o senza traverso.
Una linearità enfatizzata anche dalla maniglia Pomm, sempre
disegnata da Piero Lissoni, una rivisitazione del classico pomello
dall’estrema pulizia formale, dotata di una micro serratura magnetica.
The new L16 door collection designed by Piero Lissoni and presented
at the last Made Expo is only 16mm thick. This extraordinarily thin
door is designed to minimise bulk, overcoming the hurdle in design
normally caused by the dimensions of the door. The L16 swing door
looks like a piece of paper, a page in a book: a perfectly clean,
uniform surface without any marks. A diaphragm separating spaces
with light physicality and fluid motion, but also a true architectural
element characterising and defining space with different types of
wood and colours. Perfect in both residential and contract settings,
Lualdi’s L16 permits maximum customisation and extreme flexibility.
Available in a wide range of woods and colours, it can also be made
with asymmetric side and top panels, with or without crosspieces.
Its linearity is underlined by the Pomm handle, also designed by Piero
Lissoni: a new version of the classic doorknob characterised by very
clean form, with a tiny magnetic lock.
Essenziale,
leggera,
extrasottile: L16
disegna la parete come
un quadro colorato, si apre
come una lama per tagliare
la superficie.
Essential, light, ultra thin,
L16 defines the wall as
a coloured painting
and opens like a blade
cutting the surface.
XII
design focus object
syntesis® luce r&d eclisse
azienda Eclisse
anno realizzazione prodotto 2011
tipologia scorrevole
materiale alluminio e acciaio galvanizzato
dimensioni larghezza minima 600mm, altezza massima 2700mm
firm Eclisse
year of realization 2011
tipologia sliding
material aluminum and galvanized steel
dimensions minimum width 600mm, maximum height 2700mm
Scorrevole, minimale e anche high-tech grazie alla possibilità di
inserire cablaggi: Syntesis® Luce racchiude in un unico prodotto
la perfezione estetica di Syntesis® Line e la funzionalità di Luce.
Un innovativo controtelaio per una o due ante scorrevoli speculari,
che racchiude in sé una molteplicità di funzioni e prestazioni. Perfetta
combinazione di estetica e praticità, Syntesis® Luce si integra al meglio
con la parete, nascondendo la porta alla vista, ed è predisposto per
l’inserimento di cablaggi elettrici, direttamente sulla parete dove è
alloggiato il controtelaio. Grazie alla tecnologia Luce è possibile infatti
applicare fino a 10 scatole elettriche (5 da un lato e 5 dall’altro),
punti luce, comandi on/off o dimmer, prese. Particolari accorgimenti
costruttivi, come profili a struttura integrata (i montanti verticali, la
traversa superiore e il montante di battuta preintonacati o da stuccare),
consentono di ottenere una perfetta omogeneità della finitura e di
realizzare configurazioni progettuali personalizzate e di sicuro impatto
estetico. Syntesis® Luce è disponibile sia per versione intonaco che
cartongesso per uno spessore della parete finita pari a 150mm.
Sliding, minimal, high-tech with potential for wiring: Syntesis® Luce
sums up all the aesthetic perfection of the Syntesis® Line and the
practicality of Luce. An innovative door frame for one or two sliding
doors in a mirror arrangement offering a multitude of functions
and services. The perfect combination of aesthetics and practicality,
Syntesis® Luce fits into the wall in the best possible way, concealing
the door from view, and permits electrical wires to be mounted directly
on the wall containing the frame. Luce technology permits application
of up to ten electrical boxes (five on each side), light spots,
on/off or dimmer controls and electrical sockets. Special features
of its construction such as integrated profiles (vertical uprights,
the upper crosspiece and the door jamb either pre-plastered or
to be plastered) create a perfectly homogeneous finish and permit
customised design configurations with a definite aesthetic impact.
Syntesis® Luce is available for installation on plaster or plasterboard
walls up to 150mm thick when finished.
Tecnologia
nascosta in
dettagli invisibili:
Syntesis® Luce associa
eleganza estetica a nuove
funzionalità.
Tecnology concealed
in invisible details:
Syntesis® Luce combines
aesthetic elegance
and new functions.
monolite rm r&d bauxt
azienda Bauxt
anno realizzazione prodotto 2011
tipologia battente
materiale telaio e struttura in acciaio, pannello in MDF
(verniciato effetto muro, in essenza, laccato lucido o opaco)
dimensioni 2000x800mm e su misura fino a 2400x1000mm
firm Bauxt
year of realization 2011
tipologia swing
material still frame, MDF panel (wall painted effect, wooden,
glossy or mat lacquered)
dimensions 2000x800mm and custom-made max 2400x1000mm
Tecnologia, sicurezza e un perfetto mimetismo delle forme: Monolite
RM è la prima blindata complanare con cerniere a scomparsa che
permette un’apertura completa a 180 gradi.
La porta è perfettamente inserita nel muro, in linea con la parete
senza l’utilizzo di alcun coprifilo e senza nessuna parte di alluminio
in vista. Essenzialità spinta all’estremo per un elemento che scompare
totalmente alla vista, grazie alla possibilità di personalizzare
il pannello con la stessa intonacatura del muro, o al contrario emerge
con spiccata personalità attraverso il contrasto cromatico con
la superficie. Il sistema brevettato di cerniere a scomparsa Rondò,
utilizzato per le porte Monolite RM, garantisce facilità di installazione
e il perfetto posizionamento grazie alla registrabilità delle cerniere sui
tre assi (altezza, larghezza e spessore).
Estetica e prestazioni eccellenti come richiesto a una porta blindata:
antieffrazione Classe 3; isolamento acustico fino a 44dB; trasmittanza
termica (UD=base) 2,00 W/m2K; tenuta al carico del vento 5C
(su scala da 0 a 5C); permeabilità all’aria 4 (su scala da 0 a 4).
Technology, safety and perfectly camouflaged forms: Monolite RM
is the first flush reinforced door with embedded hinges permitting
complete opening to 180 degrees.
The door is perfectly aligned with the wall, without any door jamb
or any aluminium parts in view. Simplicity is taken to an extreme
to create an element that either disappears entirely from view, as the
panel can be customised with the same finish as the wall, or stands
out from it with a bold personality in a colour contrasting with the wall
surface. Rondò’s patented embedded hinge system, used in Monolite
RM doors, guarantees easy installation and perfect positioning by
permitting adjustment of the hinges along three axes (height, width
and thickness).
All the outstanding aesthetics and performance required of a
reinforced door: anti-intrusion class 3; acoustic insulation up to 44dB;
thermal transmittance (UD=basic) 2.00 W/m2K; wind seal 5C
(on a scale of 0 to 5C); permeability to air 4 (on a scale of 0 to 4).
XIV
design focus project
porte in acciaio corten auroport
progetto Centrale elettrica Winnebach
luogo Villetta (BZ)
progetto architettonico Studio Monovolume architecture + design
anno di realizzazione 2009
project Winnebach power plant
location Villetta (BZ)
architectural design Studio Monovolume architecture + design
year of realization 2009
Uno spazio limitato sul rio Vena presso l’abitato di Villetta (sul territorio
comunale di Vandoies), ad un’altezza di ca. 800m s.l.m: è qui che
sorge la nuova centrale idroelettrica Winnebach, progettata dallo
Studio Monovolume architecture + design. Il fabbricato centrale,
che si sviluppa su due livelli ed è in parte incassato nel pendio per
far fronte allo spazio ridotto disponibile, rimanda all’immagine di
una vera roccia, un grande masso che spunta dal terreno scosceso.
Un’impressione rafforzata ulteriormente dal ridotto impiego di materiali
(cemento, vetro ed acciaio nelle sue forme naturali), ma soprattutto
dalle venature e variazioni di colore che attraversano tutto l’edificio.
Le fenditure che solcano l’involucro sono determinate da fasci
di luce provenienti da lastre di vetro float stratificate e guide di acciaio
corten inserite nel cemento. In alcuni casi le vetrate consentono
di osservare la sala macchine anche dall’esterno. Le uniche variazioni
di colore presenti, oltre al verde delle finestre, vengono rappresentate
per mezzo di porte in corten posizionate a filo delle pareti esterne.
Proprio la realizzazione delle porte ad opera di Auroport ha richiesto
particolare accortezza tecnica, perché le superfici sulle quali sono
state montate erano inclinate di 6° verso l’esterno e i vani nel muro per
l’inserimento avevano tutti i lati inclinati e non perpendicolari tra loro.
A small area on the Rio Vena in the village of Villetta (in the
municipality of Vandoies) at an elevation of about 800m above sea
level hosts the new Winnebach hydroelectric plant designed by Studio
Monovolume architecture + design. The central building, on two levels
set partly into the slope of the land because of the small amount of
space available, looks like a big mass of rock emerging from the rocky
soil. The impression is further reinforced by use of a small number of
materials (cement, glass and steel in its natural forms) and above all
by the veins and variations in colour running throughout the entire
building.
The building’s cladding is interrupted by slits of light from stratified float
glass panels and corten steel guides fit into the cement. In some cases
the windows make it possible to see the inside of the engine room from
outside. The only variations in colour other than the green windows are
corten doors placed flush with the external walls. Auroport made the
doors with special technical features because the surfaces on which
they are assembled are inclined 6° outwards and the holes in the wall
for mounting them are inclined on all sides, not perpendicular to one
another.
Per l’ingresso principale è stato
sviluppato un portone a due
ante apribili a battente che per
compensare le inclinazioni adotta
un sistema di apertura a bilico
con perno disassato. Dimensioni
della porta 5000x4300mm.
The main entrance has two swing
doors pivoting on an offset pin
to compensate the inclinations.
Door’s size 5000x4300mm.
XX
design focus project
sistema top 72 kab finstral
progetto villa unifamiliare
luogo Omegna (VB)
progetto architettonico Arch. Fabrizio Bianchetti
anno di realizzazione 2011
project single-family home
location Omegna (VB)
architectural design Architect Fabrizio Bianchetti
year of realization 2011
Tre “scatole” parzialmente sovrapposte l’una all’altra, quasi a formare
dei “gradini” che si arrampicano sul fianco della montagna per poter
ammirare lo splendido panorama del lago d’Orta: è il concept di un
villa unifamiliare a Omegna progettata dall’Arch. Fabrizio Bianchetti.
Essenzialità e rigore caratterizzano i volumi, con il piano terra
prevalentemente murato, che va ad “inserirsi” nella montagna.
I due piani superiori della villa sono invece per la maggior parte
finestrati (pareti vetrate e porte scorrevoli). Il primo livello è uno
spazio aggettante e ricava dalla finestra continua una sensazione
di leggerezza che “spinge” la casa verso la natura. All’ultimo livello,
uno spazio dedicato allo studio, l’ampia finestratura garantisce
un’assoluta continuità tra interno ed esterno. La scelta dei serramenti
ha acquisito un’importanza fondamentale sia dal punto di vista
estetico che prestazionale. Sono stati utilizzati serramenti Sistema Top
72 KAB di Finstral a giunto aperto, con telaio di 72mm e rivestimento
esterno in alluminio, che presentano elevate caratteristiche in termini
di isolamento termoacustico.
Three “boxes”, partly on top of one another, almost forming
a set of “steps” climbing up the mountainside to enable the splendid
landscape of Lake Orta to be admired: this is the concept of a
detached house in Omegna designed by architect Fabrizio Bianchetti.
Plainness and rigour characterise the volumes, with the ground floor
mainly walled in, “inserted” into the mountain. The upper two storeys
of the house, on the other hand, are mainly windowed (glazed walls
and sliding doors). The first level is a protruding area with
a continuous window that provides a feeling of lightness that “pushes”
the house towards the nature. On the top level, there is a dedicated
study area with large windows that guarantee absolute continuity
between indoors and outdoors. The choice of the window and door
frames acquired great importance both from the point of view
of appearance and from that of performance. Windows of the Top
72 KAB System by Finstral with open joints were used, with 72mm
frames and lined externally with aluminium. They have high-level
characteristics in terms of heat and sound insulation.
sistemi per facciata fw 60+sg schüco
progetto Salewa Headquarters
luogo Bolzano
progetto architettonico CZA Cino Zucchi Architetti
e Park Associati
anno di realizzazione 2011
project Salewa Headquarters
location Bolzano
architectural design CZA Cino Zucchi Architetti
and Park Associati
year of realization 2011
Dinamismo, sviluppo tecnologico, capacità di ricerca continua: sono
i tratti distintivi dell’attività di Salewa, leader europeo nel settore
dell’abbigliamento tecnico da montagna, ma anche le linee del
progetto della nuova sede di Bolzano, affidato allo studio di architettura
Cino Zucchi Architetti e Park Associati. La nuova sede si propone come
polo di attrazione per la città rispondendo al duplice bisogno di nuovi
spazi lavorativi da un lato e di aree per l’interazione sociale dall’altro.
I volumi degli uffici e della palestra di roccia (la più grande in italia)
dialogano tra loro e con le montagne circostanti abbracciando lo
spazio verde centrale, mentre il magazzino è trattato come una grande
topografia artificiale. I sistemi Schüco FW 60+SG sono stati impiegati
per la realizzazione delle facciate vetrate. Questa facciata strutturale
riesce a creare un importante effetto estetico grazie all’utilizzo di
profili portanti visibili solo dall’interno. Dall’esterno sono visibili solo
le superfici vetrate caratterizzate dai giunti sottili. Grazie alla speciale
giunzione dei bordi, e possibile realizzare anche vetri isolanti con
intercapedine con gas e ottenere cosi ottimi valori isolamento termico.
Dynamism, technological development, a capacity for continuous
research: these are the distinguishing features of the activity of Salewa,
the European leader in the field of technical clothes, but they are also
the lines of the project for the new headquarters in Bolzano, entrusted
to the Cino Zucchi Architetti and Park Associati firm of architects. The
new headquarters will be a pole of attraction for the city, meeting the
dual need for new work areas on the one hand and for social interaction
on the other. The volumes of the office spaces and of the rock-climbing
gym dialogue with one another and with the surrounding mountains,
embracing the central green area, while the stores are treated like a
large artificial topography. Schüco FW 60+SG façade systems were
used to create the glazed façades. This structural façade is able to create
an important aesthetic effect thanks to the use of load-bearing sections
that can be seen only from the inside. From the outside, only the glazed
surfaces characterised by thin joints are visible. Thanks to the system for
joining the edges, it is possible to create insulating glazing with air gaps
filled with gas so as to achieve excellent heat-insulating values.
XXII
design focus review
Ice Onda Ring Barausse
design Massimo Bellunato
Una superficie tattile, una finitura
fortemente materica che “riscalda”
l’aspetto algido determinato dalla
tonalità fredda: Ice Onda è la
nuovissima proposta in frassino laccato
bianco stampato e spazzolato.
Per contrasto l’anta è montata sul nuovo
telaio in alluminio lucido RING. Estetica
e funzionalità. Ice Onda monta cerniere
TProgramm Pyramid (brevetto Barausse)
che ne rendono possibile la reversibilità.
A tactile surface, a highly material finish
that “warms up” its otherwise cool
appearance caused by its cold colour:
Ice Onda is the very new proposal
made of white-painted printed and
brushed ash wood. By contrast, the
leaf is mounted on the new polished
aluminium RING frame. Aesthetic and
functional. Ice Onda has TProgramm
Pyramid hinges (patented by Barausse),
making reversibility possible.
Barausse spa
via Parmesana, 27 – 36010 Monticello Conte Otto (VI)
tel 0444 900000 – fax 0444 900019
www.barausse.com – info@barausse.com
Trait Next Ei30 Filo Muro Albed
design Massimo Luca
Trait Next EI30 filomuro è la nuova
porta battente filo muro con stipite
invisibile, certificata per resistere al
fuoco e omologata per l’abbattimento
acustico, predisposta anche per
aperture elettrificate collegate a
controlli remoti (lettori badge, chiusure
centralizzate…). Grazie all’ottimo
assorbimento acustico (pari a 31dB),
è ideale per l’utilizzo in strutture
alberghiere e aperte al pubblico.
Trait Next EI30 is the new leaf-door
mounted flush with the wall and
with an invisible jamb, certified for
fire-resistance and type-approved for
noise-proofing. It also has provisions for
electrified opening connected to remote
systems (badge readers, centralised
locking systems, etc.). Thanks to its
excellent sound-absorbing properties
(equal to 31dB), it is ideal for use in
hotels and facilities open to the public.
Albed - Delmonte srl
via San Martino – 20054 Nova Milanese (MI)
tel 0362 367112 – fax 0362 450586
www.albed.it – info@albed.it
Intake dnd® di Martinelli
Evoluce Dilà by Effebiquattro
design Andrea Morgante
Un monolite, la cui purezza e integrità
generata dalla massa solida del
parallelepipedo viene dolcemente
deformata dalla pressione fisica della
mano: Morgante ha plasmato Intake,
interpretando il concetto convenzionale
di maniglia. Il riferimento è a Intakes,
ovvero prese d’aria, gli apparati che,
in modo anonimo e affascinante, sono
plasmati dall’efficienza armonica della
fluidodinamica.
dnd® di Martinelli spa
loc. Piani di Mura, 2 – 25070 Casto (BS)
tel 0365 899113
www.dndmaniglie.it
A monolith, the purity and integrity
of which, generated by the solid mass
of the parallelepiped, are deformed
gently by the physical pressure of the
hand: Morgante has shaped Intake,
interpreting the conventional concept
of the handle. The reference is
to Intakes, the devices that, in an
anonymous and fascinating manner,
are shaped by the harmonious
efficiency of fluid dynamics.
Pulizia delle forme e lucentezza
del cristallo caratterizzano Evoluce,
la porta che presenta nell’anta una
fascia in cristallo stratificato opaco,
disponibile nei colori bianco e verde.
Il telaio telescopico consente un notevole
miglioramento della flessibilità. Le nuove
finiture in frassino sono a poro aperto
per esaltare la naturalezza del legno.
È proposta anche nella versione Evoluce
1 con anta vetrata e cristallo stratificato.
Effebiquattro spa
viale Edison, 47 – 20831 Seregno (MI)
tel 0362 27771
www.effebiquattro.it
The plainness of the shapes and the
shine of glass characterise Evoluce, the
door that contains in its leaf an opaque
stratified crystal strip, available in white
or green. The telescopic frame enables
a considerable improvement in terms
of flexibility. The new ash-wood finishes
are of the open-pore type to exalt
the naturalness of the wood. It is also
available in the Evoluce 1 version with
a glazed leaf and stratified crystal.
SC70 Capoferri
I serramenti per grandi specchiature
SC70, in legno lamellare a incastri
(brevettato Capoferri), hanno spessore
70mm e sono predisposti per
il montaggio delle vetrate isolanti.
Sono forniti con guida in ottone con
possibilità di scelta fra acciaio inox
e bronzo a filo pavimento. Il sistema, la
ferramenta e le cerniere sono progettate
e costruite interamente dall’azienda con
materiali e tecnologie d’avanguardia.
SC70 frames for large windows are
made of fitted laminated wood (patented
by Capoferri). They are 70mm thick and
have provisions for mounting insulating
glazing. They are supplied with brass
guides and it is possible to choose
between stainless steel and bronze flush
with the floor. The system, the hardware
and the hinges are designed and
made entirely in house using advanced
materials and technology.
Capoferri Serramenti spa
via Cividini 20 – 24060 Adrara S. Martino (BG)
tel 035 934074 – fax 035 934052
www.capoferri.it – info@capoferri.it
Plana Bertolotto Porte
Plana è un sistema di ante scorrevoli
sospese, con telaio in alluminio
e tamponamenti in vetro o con pannelli
ciechi in legno con finitura sintetica
antigraffio che riproduce il colore,
la venatura e il poro del legno.
Possono essere lisci o con traversi
orizzontali. I profili hanno sezioni
di tre differenti tipologie e misure: Luxor,
elegante ed esclusivo; Medium, sottile
e discreto; Minimal, pratico e deciso.
Plana is a system of suspended sliding
leaves with aluminium frames and
glass in-fills or wooden blind panels
with a synthetic scratchproof finish that
reproduces the colour, the grain
and the pores of wood. They can be
smooth or have horizontal cross-pieces.
The sections are of three different types
and sizes: Luxor, elegant and exclusive;
Medium, slim and discreet; Minimal,
practical and determined.
Bertolotto Porte spa
circonvallazione G. Giolitti, 43/45 – 12030 Torre San Giorgio (CN)
tel 0172 912811 – fax 0172 912800
www.bertolotto.com
Exit FerreroLegno
Una porta essenziale ma sofisticata
nei dettagli, nella quale le venature
corrono orizzontali a circondare l’anta
senza interruzioni: la collezione Exit
si arricchisce di una nuova finitura,
la verniciatura lucida al poliestere
su legno che coniuga lucidità
ed eleganza. Il lucido poliestere
è applicato sui modelli Exit ed Exit
vetro, per le finiture noce canaletto
e noce moro.
A plain door but sophisticated
in its details, on which the grain runs
horizontally, surrounding the leaf
without breaks. The Exit collection has
been enriched with a new finish, glossy
polyester paint on wood that combines
shine and elegance. Glossy polyester
paint is applied to the Exit and Exit
Glass models for the canaletto walnut
and dark walnut versions.
FerreroLegno
s.s. 28 del Colle di Nava, 26 – 12060 Magliano Alpi (CN)
tel 0174 622411 – fax 0174 622430
www.ferrolegnoporte.it
Absolute Evo Ermetika
Absolute è il controtelaio senza finiture
esterne che si inserisce perfettamente
nella parete liberandola da stipiti
e cornici coprifilo. È ideale per chi
progetta soluzioni abitative minimali,
orientate al design essenziale,
rispondendo al desiderio di sobrietà e
semplicità. È disponibile sia in versione
intonaco che in versione cartongesso.
Absolute doppio è la versione a doppia
anta del controtelaio.
Ermetika srl
via Trani, 126 – 70051 Barletta (BT)
tel 0883 535781 – fax 0883 532164
www.ermetika.it
Absolute is the sub-frame without
external finishes that fits perfectly
into the wall, freeing it from jambs
and casings. It is ideal for designers
of minimal solutions for the home
featuring plain design, in accordance
with the wish for sobriety and simplicity.
It is available in a plastered or a
plasterboard version. Absolute Double
is the double-leaved version of the
sub-frame.
XXIV design focus review
Lignatec Finstral
L’emozione del legno e l’affidabilità
di una tecnologia esclusiva: il sistema
finestre e porte-finestre Lignatec
si caratterizza per la combinazione
legno-PVC e legno-PVC-alluminio.
Il legno, con cui è realizzato
il lato interno dell’infisso, conferisce
all’ambiente un’atmosfera confortevole
e accogliente, mentre il profilo
in PVC sul lato esterno offre un’elevata
protezione dagli agenti atmosferici.
The emotion of wood and the reliability
of an exclusive technology: the Lignatec
window and French window system
is characterised by the wood-PVC and
wood-PVC-aluminium combinations.
The wood, used for the interior side of
the frame, gives the room a comfortable
and welcoming atmosphere, while
the PVC section on the outside provides
a high degree of protection against the
weather.
Finstral spa
via Gasters, 1 – 39054 Auna di Sotto/Renon (BZ)
tel 0471 296611
www.finstral.com – finstral@finstral.com
Libera Gruppo Door2000
All’interno della collezione Libera,
Stikla è un sistema con piena libertà
dimensionale, ispirato alle linee
dell’architettura moderna e composto
da profili in alluminio satinato o rivestito
in essenza, ante in vetro temperato
o stratificato. Le porte battenti hanno
cassa reversibile, regolazione
telescopica per adattarsi a muri di ogni
spessore, anta a filo complanare e la
possibilità di apertura a 180 gradi.
In the Libera collection, Stikla is a
system providing absolute dimensional
freedom, inspired by the lines of modern
architecture and consisting of satin-finish
or wood-covered aluminium sections
and tempered or stratified glazing.
The side-hung leaves have reversible
cases, telescopic adjustment so as to
adapt to walls of any thickness, leaves
on the same plane and the possibility
of opening up to 180 degrees.
Gruppo Door2000
via Galoppat, 120/F – 33087 Pasiano (PN)
tel 0434 628739 – fax 0434 604614
www.gruppodoor.it – info@gruppodoor.it
Porte bi-color Hörmann
15 nuovi soluzioni per porte d’ingresso
in alluminio, in grado di offrire una
varietà di accattivanti soluzioni per
gli amanti del colore: i nuovi motivi
bi-color Hörmann, dalle linee morbide
o squadrate, consentono in sostanza
di combinare tra loro tutti i colori
RAL e offrono così la possibilità di
creare inediti look coordinati tra porta
d’ingresso, murature e serramenti,
anche già esistenti.
15 new solutions for aluminium
entrance doors, able to offer a variety
of attractive solutions for people
who love colour: the new two-colour
patterns by Hörmann, featuring soft
or squared lines, enable, basically,
all the RAL colours to be combined
with one another so as to enable the
creation of original co-ordinated looks
for the entrance door, the walls and the
frames, including existing ones.
Hörmann Italia srl
via G. Di Vittorio, 62 – 38015 Lavis (TN)
tel 0461 244444 – fax 0461 241557
www.hormann.it – info@hormann.it
Flux Jado by Reguitti
design Doit & Beit
Superficie liscia e piatta, impugnatura A smooth and flat surface, a wide
larga e sottile, angoli arrotondati
but slim grip, rounded off angles
e spigoli smussati che assicurano
and smoothed edges that ensure
un’eccellente piacevolezza al tatto: an excellent pleasant feeling to the
Flux è un oggetto di puro design
touch: Flux is a design object with
con uno stile contemporaneo e con a contemporary style and with a soft
una morbida geometria, nella quale shape, in which the unusual attachment
l’inusuale attaccatura e l’impugnatura and the grip form a cleverly shaped
sono un unico blocco sapientemente single block. It received a special
plasmato. Ha ricevuto la menzione mention in the framework of the 2011
speciale del Red Dot Design 2011. Red Dot Design award.
Jado by Reguitti spa
z.i. località Fondi – 25071 Agnosine (BS)
tel 0365 896053 – fax 0365 896137
www.jado-hardware.com – info@jatec-srl.it
Hoppe Quadro Rapidoplus Hoppe
È l’evoluzione dell’affermata tecnica
di fissaggio Quadro Rapido: con
Hoppe Quadro Rapidoplus, non solo
le maniglie ma anche le rosette
vengono montate facilmente senza
la necessità di utensili per il fissaggio,
di viti o brugole. Le rosette in acciaio,
dello spessore di soli 2mm, sono
disponibili sia in versione tonda che
rettangolare e in diverse soluzioni
tecniche.
This is the evolution of the renowned
Quadro Rapido fixing system: with
Hoppe Quadro Rapidoplus, not only
the handles but also the washers are
mounted easily with no need for special
fixing tools, screws or Allen wrenches.
The steel washers, only 2mm thick,
are available both in the round and
in the square version, and with different
technical solutions.
Hoppe spa
via del Giovo, 16 – 39010 S. Martino i. P. (BZ)
tel 0473 640111 – fax 0473 641359
www.hoppe.com – info.it@hoppe.com
Inside Henry Glass
La prima porta tuttovetro incassata,
in cui la lastra sembra scendere dal
soffitto come una cascata. La tecnologia
dello scorrimento viene minimizzata,
la sua presenza è resa impercettibile da
una struttura in alluminio completamente
incassata all’interno del controsoffitto
in cartongesso. I vetri delle ante, a filo
lucido, possono essere incassate con
attacco a parete o a soffitto e possono
essere montate con mono o birotaia.
The first flush-mounted all-grass door, in
which the glass seems to descend from
the ceiling like a waterfall. The sliding
technology is minimized, its presence
being made imperceptible thanks to
an aluminium structure that is contained
inside the plasterboard false ceiling.
The glazing of the leaves, with polished
edges, can be flush-mounted, attached
to a wall or the ceiling, and can be
mounted on a single rail or on two rails.
Henry Glass srl
via Portobuffolè 46 A/B – 31040 Mansuè (TV)
tel 0422 209411 – fax 0422 209494
www.henryglass.it – info@henryglass.it
Alamaro Manital
Vivacità McDoor
design Mario Mazzer
design Nome designer
Piatta e molto pulita sul fronte, dove
si disegna la figura dell’alamaro,
e tondeggiante sul retro e nella
parte terminale dell’impugnatura,
quasi sferica: la maniglia Alamaro,
dall’aspetto elegante e leggero,
ma allo stesso tempo comodo
e piacevole al tatto, è tra i vincitori
del Good Design 2011 nella categoria
“Hardware”.
Flat and very plain in front, where
the shape of the frog is designed,
and rounded on the rear and on the
end part of the grip, almost spherical.
The Alamaro handle, featuring an
elegant and light appearance but at
the same time comfortable and pleasant
to the touch, is one of the winners of
the 2011 Good Design award in the
“Hardware” category.
Manital srl
via delle Quadre, 3 – 25085 Gavardo (BS)
tel 0365 3307 – fax 0365 376384
www.manital.com – info@manital.com
Soluzioni nate per osare, “pungere”,
far vibrare ogni ambiente: Ortica,
disponibile in duplice versione laccata
verde e laccata giallo, entrambe
in cristallo temperato con laccature
su un lato; Senape, una riproposizione
delle fortunate versioni in ciliegio
e rovere caratterizzata da un tranciato
a raggiera di rovere e con la novità
della fine laccatura bianca a poro
aperto.
Solutions born to be daring, to “sting”,
to make every environment vibrate:
Ortica, available in two versions
(painted green and painted yellow),
both made of tempered glass painted
on one side; Senape is a remake
of the successful versions made
of cherry wood and oak characterised
by oak spokes and with the innovation
of the fine white paintwork that leaves
the pores open.
McDoor - Gruppo SinCo
via Rui, 19 – z.i. Prà de Risi – 33080 Zoppola (PN)
tel 0434 974041
www.sincosrl.com – info@sincosrl.com
XXVI design focus review
Blindasonno Okey
design Simone Micheli
Porta blindata per interni nata per
rispondere all’esigenza di sicurezza
e protezione durante il sonno.
Dal lato interno l’apertura e chiusura
dei chiavistelli è azionata dalla
rotazione della maniglia che funziona
quindi come dispositivo antipanico.
Anta e telaio sono complanari e la
porta può dunque essere inserita in una
boiserie. La si può rivestire da ambo
i lati, esattamente come le porte interne.
Safety door for interiors created in
order to meet the need for safety and
protection during sleep. On the inside,
opening and closing of the bolts are
controlled by turning the handle that
therefore acts as a panic-preventing
device. The leaf and frame are on the
same plane, so that the door can be
included in boiserie. It can be lined
on both sides, just like the interior doors
of the residence.
Okey srl
via Molino Roero, 8 – 12100 Madonna dell’Olmo (CN)
tel 0171 413348 – fax 0171 413526
www.okeyporte.it – okey@okeyporte.it
Tekno Oikos
design Adriani & Rossi
Una nuova generazione di porte
blindate che abbina agli imprescindibili
standard di sicurezza una elevata
ricercatezza estetica: nella collezione
Tekno spariscono infatti le cerniere
a vista. È proposta in svariate essenze
legno, 9 laccati, 9 laccati a poro
aperto, 9 laccati spazzolati, più laccati
RAL, 9 versioni in vetro laccato,
11 in gres porcellanato, 6 in ecopelle,
acciaio, specchio e pietra acrilica.
A new generation of security doors that
combines unwaivable safety standards
with great aesthetic refinement.
In the Tekno collection, visible hinges
disappear. It is available in various
species of wood, 9 of which painted, 9
painted with open pores, 9 painted and
brushed in RAL colours, 9 versions made
of painted glass, 11 made of vitrified
stoneware, 6 made of imitation leather,
steel, mirror surfaces or acrylic stone.
Oikos Venezia srl
via della Tecnica, 6 – 30020 Gruaro (VE)
tel 0421 7671
www.oikos.it – oikos@oikos.it
Eternity Maxi Pavanello Serramenti
Pavanello Serramenti, presenta
la Serie Eternity Maxi, l’infisso in
grado di ottenere interessanti valori
prestazionali, sia dal punto di vista
termico che da quello acustico.
Un prodotto che unisce all’avanzata
tecnologia per l’isolamento termico
anche la solidità della durata nel
tempo. È realizzato in alluminio sablé
nero con soluzione di complanarità tra
anta, telaio e ferramenta a scomparsa.
Pavanello Serramenti presents the
Eternity Maxi range of fixtures able
to achieve interesting performance
levels in terms of both sound and
heat-proofing. This product combines
advanced heat-insulation technology
with the solidity of durability. It is made
of black sanded aluminium, with the
leaf, the frame and the concealed
hardware all on the same plane.
Pavanello Serramenti srl
viale del lavoro, 13 – 45100 Rovigo
tel 0425 474515 – fax 0425 404269
www.pavanelloserramenti.it – info@pavanelloserramenti.it
Eco100® Rubner Porte
Nascono dalla combinazione di legno
e sughero le porte ecologiche, a basso
consumo energetico e antieffrazione
ECO100®. L’abbinamento di questi
due materiali naturali garantisce ottime
prestazioni in termini di sostenibilità
e risparmio energetico. Il sughero,
in particolare, è un isolante eccezionale
dotato di ottime caratteristiche molte
delle quali comuni anche al legno.
ECO100® ecological and burglarproof doors featuring low energy
consumption are the result of a
combination of wood and cork.
The union of these two natural materials
guarantees excellent performance
in terms of sustainability and energy
saving. Cork, in particular, is an
excellent insulating material with very
good characteristics, many of which
it has in common with wood.
Rubner Porte spa
z.a. 10 – 39030 Chienes (BZ)
tel 0474 563222 – fax 0474 563100
www.tueren.rubner.com – info@tueren.rubner.com
g.d. dorigo
“Vogliamo essere autosufficienti, non dipendere da altri e gestire al nostro
interno tutte le fasi più importanti, perché solo avendo sotto controllo tutto
il processo possiamo intervenire continuamente per migliorarlo“.
Così Gianmaria Dorigo, figlio del fondatore Guido Dorigo, ci descrive la sua
azienda. Punto di riferimento nel settore delle porte per la riconosciuta qualità
delle soluzioni più tradizionali, ma anche per la capacità di rinnovarsi
continuamente alla ricerca di sistemi dal design essenziale e contemporaneo,
G.D. Dorigo propone una gamma di soluzioni infinita, sia per il residenziale
che per il pubblico, sia per il privato che per il contract. Nel solco di una
tradizione che fa rima con eccellenza artigiana e rispetto dell’ambiente,
ma guardando al futuro attraverso idee concrete e progetti realizzabili.
Per migliorare e migliorarsi senza stravolgere la propria essenza.
“We want to be self-sufficient, not to depend on anyone else, to handle all
the most important phases in production in-house, because only if we keep
the entire process under control we can continue improving it.“
This is how Gianmaria Dorigo, son of founder Guido Dorigo, describes his
company. A landmark in doors, widely acknowledged for the quality of its
most traditional solutions and its ability to continue renewing itself in search
of new systems characterised by minimal contemporary design,
G.D. Dorigo offers an infinite range of solutions for residential, public and
private buildings and the contract industry. Following in the footsteps of a
tradition of outstanding craftsmanship and respect for the environment while
continuing to look forward into the future through concrete ideas and feasible
projects. To improve its products and itself, without altering its essence.
XXX
design focus factory
g.d. dorigo
sistemi di chiusura
closing systems
text by Davide Cattaneo
photo by Ferdinando Sacco
Capacità di ricerca e di innovazione continua, ottimizzazione e
controllo di ogni fase del processo produttivo, volontà di diversificare
la proposta mantenendo ben presente la propria identità, i propri
tratti distintivi: G.D. Dorigo amplia ogni anno la collezione di porte
e sistemi di chiusura sviluppando nuovi modelli e indagando nuove
tipologie, senza mai dimenticare da dove nasce un buon progetto,
quali sono le condizioni essenziali per industrializzare un idea, per
dar forma a un pensiero. In questo senso si può leggere la crescita
continua dell’azienda, dalla produzione e commercializzazione di
porte classiche, tradizionali con il marchio G.D. Dorigo, alle prime
collezioni di design nel 2005: un’innovazione a 360° che non
si riduce a una rivisitazione estetica dei modelli e all’adeguamento
alle tendenze dell’architettura contemporanea, ma si concentra anche
e soprattutto sugli aspetti tecnologici, sulle soluzioni intelligenti, sulla
volontà di migliorare continuamente le performance di un elemento
all’apparenza semplice, ma in realtà piuttosto complesso.
Dalla selezione dei materiali e dal loro corretto impiego al
perfezionamento dei meccanismi di apertura-chiusura, dalla
precisione della battuta all’evoluzione dei carrelli per porte scorrevoli
per garantire un movimento fluido e continuo. Ogni dettaglio
è studiato per migliorare il funzionamento del sistema di chiusura,
per renderlo sicuro, per garantire la perfetta planarità con le superfici
nel quale è inserito, per aumentarne la resistenza al fuoco o garantire
un buon livello di isolamento acustico.
La grande attenzione ai materiali e alle loro caratteristiche intrinseche
nasce da una tradizione che ha visto G.D. Dorigo protagonista della
tecnica dell’intarsio, evolutasi nel tempo dalle decorazioni di stile
più classico per arrivare a disegni più essenziali e contemporanei.
Un’evoluzione nel quale occorre preservare abilità e competenze,
perché la perfetta realizzazione delle giunzioni si può ottenere
solo attraverso una grande sapienza nell’utilizzo e nella selezione
dei tranciati.
L’azienda nasce infatti nel 1975 come falegnameria e ancor oggi il
legno è senza dubbio il grande protagonista all’interno dell’articolato
complesso produttivo di Pieve di Soligo. La fornitura di abete,
proveniente da foreste certificate FSC, viene continuamente controllata
per garantire la migliore qualità della materia prima che andrà
a comporre la struttura della porta. Le tavole di abete di dimensioni
diverse arrivano in azienda e vengono immediatamente controllate
per accedere al magazzino materie prime. Verranno da qui avviate
al forno di essicazione (vi rimarranno per una settimana circa) per
una delle operazioni più importanti dell’intero processo. Una corretta
essicazione, con livelli di temperatura e umidità controllati, è infatti
indispensabile per preservare nel tempo le caratteristiche
del materiale, per garantirne resistenza, durata e integrità.
I tavolati essiccati vengono trasferiti alla segheria per le operazioni
di dimensionamento. Verranno sezionati nelle misura corretta
per preparare i profili che serviranno per comporre il telaio della
porta. È in questa prima fase che vengono eliminate le imperfezioni
strutturali più evidenti. La lunghezza corretta dei profili (definita dalle
indicazioni del progetto) si ottiene, se non è sufficiente un pezzo
unico, tramite la realizzazione di un giunto a pettine che consente
di saldare con forza le estremità di due profili diversi. Una volta
assemblato, il telaio ospiterà il nido d’ape che costituisce il riempitivo
della porta tamburata e verrà poi coperto sui due lati con due fogli
di mdf da 4mm.
Il pannello così assemblato deve essere bordato sui lati attraverso una
linea automatizzata (sul quale vengono caricate bobine di bordi
di materiale, altezza e colore differente) che effettua la squadratura
e la bordatura lungo tutto il perimetro.
Una volta completato il pannello può essere destinato alle operazioni
di finitura. Le porte laccate costituiscono oggi la gran parte della
produzione (con una preferenza per i colori chiari e una laccatura
opaca, meno “invadente“ e più discreta rispetto allla laccatura
lucida). G.D. Dorigo dispone di una doppia linea di verniciatura,
oltre a una camera di verniciatura a spruzzo nella quale vengono
effettuate le operazioni manuali o i quantitativi minimi.
Al termine della verniciatura i pannelli vengono lasciati asciugare
prima di essere forati e attrezzati per alloggiare maniglie, serrature
e accessori. Anche in questo caso grande attenzione è dedicata
ai dettagli. Tutte le porte G.D. Dorigo, della serie design, montano
tre cerniere registrabili e guarnizioni a memoria per una perfetta
battuta dell’anta.
Le porte passano poi alla fase di collaudo e controllo finale, prima
dell’imballo automatico e della preparazione degli ordini completi
per la spedizione.
Accanto al legno, anche la lavorazione dei metalli, a partire dalla
progettazione delle matrici necessarie per ottenere i componenti
di ogni nuovo modello, fino alla sua realizzazione. Ciò consente
all’azienda di poter disporre di tutti i componenti necessari al
completamento della porta e di poter sperimentare nuove idee
di trasformazione delle parti metalliche. Un processo snello
e affidabile che ha consentito all’azienda di brevettare negli ultimi
anni nuovi sistemi di stipiti e di profili.
L’esperienza maturata nella lavorazione dei metalli ha consentito
all’azienda di differenziare la propria produzione definendo un
articolato sistema di attrezzatura della cabina armadio. Pratika
Collection è una soluzione intelligente che attraverso pochi elementi
modulari consente di soddisfare qualsiasi esigenza di spazio.
È costituita da montanti verticali a pressione Up&Down che tramite
una semplice regolazione in altezza possono essere posizionati tra
pavimento e soffitto e ospitare ripiani, barre, cassetti o contenitori
di diverso tipo. Accanto alla lavorazione del metallo non occorre
dimenticare l’ampio utilizzo del vetro (l’evoluzione tecnologica
di questo materiale ha permesso di realizzare modelli di porte
tutto-vetro molto richiesti nei progetti d’arredo) e l’impiego di materiali
inediti come il vero cuoio, utilizzato con sapienza artigianale per
rivestire i pannelli della collezione Eterea. L’attività dell’azienda non
si esaurisce nella definizione dell’elemento porta, ma continua con
lo sviluppo di soluzioni complementari che possano facilitare l’attività
dell’installatore, accorgimenti progettuali specifici che agevolano la
posa in opera, l’inserimento nel vano, la perfetta adesione
Una tradizione di oltre 30 anni
nel settore delle porte in legno
è il segno distintivo di G.D.
Dorigo, azienda certificata
UNI EN ISO 9001:2008 che
nel 1975 iniziava la sua attività
artigianale evolutasi dal 1981
su scala industriale.
In questi anni di esperienza la
filosofia è sempre stata quella
di affinare capacità di ricerca,
innovazione e progettazione
per soddisfare le richieste del
cliente accostando ai modelli
tradizionali soluzioni in linea
con le tendenze stilistiche
dell’arredo contemporaneo.
G.D. Dorigo ha così intrapreso
un viaggio nel mondo del
design che ha portato alla
realizzazione di numerose
collezioni. Non solo porte
in legno, ma soluzioni che
proiettano l’azienda nel mondo
dell’arredo utilizzando materiali
moderni e sistemi leggeri ed
eleganti adatti a ogni ambiente
della casa.
More than 30 years of tradition
in wooden doors is the
distinguishing mark of G.D.
Dorigo, which was UNI EN ISO
9001:2008 certified in 1975
and began evolving on an
industrial scale in 1981.
Over these years of experience
the company has refined its
talent for research, innovation
and design to meet its
customers’ requirements,
combining traditional styles
with solutions in line with
the stylistic trends of today’s
interiors. G.D. Dorigo has
undertaken a voyage through
the world of design leading
to creation of numerous
collections; not just wooden
doors, but solutions taking
the company into the world
of interior décor, using modern
materials and lightweight,
elegant systems suitable for
every room in the home.
G.D. Dorigo spa
via G. Pascoli, 23
31053 Pieve di Soligo (TV)
tel 0438 840153
fax 0438 82268
www.gd-dorigo.com – info@gd-dorigo.com
XXXII design focus factory
al supporto e la planarità delle superfici, ancor più importante
nel caso di porte scorrevoli o raso muro.
La grande flessibilità dell’azienda consente un’infinita possibilità
di personalizzazione da parte del cliente, che può ottenere
qualsivoglia colore del pannello porta ma anche riprodurre immagini,
disegni, suggestioni e motivi grafici. Una possibilità ancor più
importante, se si pensa alla diffusione sempre maggiore di elementi
dal design minimale, dalla presenza eterea, quasi invisibili.
Sintesi perfetta tra uno stile minimalista spinto all’estremo e utilizzo
di materiali pregiati Eterea Collection è proprio la proposta per chi
cerca una soluzione raso muro: la totale assenza di stipiti e coprifili
permette alla porta di apparire e scomparire elegantemente dalla
parete in cui è inserita. Sarà possibile nasconderla completamente
nella parete nel caso venga rasata e dipinta della stessa tonalità
del muro, oppure può essere valorizzata nel caso venga realizzata
in piallacci di legno, vero cuoio o con laccature opache o lucide
poliestere. La divisione Ricerca di G.D. Dorigo ha messo a punto
uno stipite brevettato realizzato nella versione cartongesso per pareti
da 10 e 12,5 oppure intonaco con l’utilizzo di un controtelaio
da murare sul quale andrà ancorato, a cantiere ultimato, lo stipite.
Dall’esperienza e creatività di Giugiaro Design e dalla collaborazione
durata oltre tredici mesi con l’azienda, nasce IKI Collection,
un progetto dai contenuti estetici rivoluzionari che concentra la
raffinatezza e l’eleganza della tradizione orientale in segni grafici
nitidi e intensi, di straordinario rigore formale. Uno dei tratti distintivi
della collezione è l’utilizzo importante dell’alluminio che si presenta
nella sua lucentezza naturale accanto al legno o ai laccati creando
un felice abbinamento di colori e materiali.
Luce è invece il nuovo sistema di porte scorrevoli di grandi
dimensioni, ideali sia per grandi spazi come la zona giorno, sia
per cabine-armadio. Le configurazioni sviluppate prevedono l’utilizzo
di profili in alluminio nelle finiture argento lucido, opaco o laccato
Ral, in abbinamento a quattro tipologie di vetro intercambiabili,
o a pannelli in legno che possono richiamare le finiture delle porte
interne.
Infine le porte con abbattimento acustico 30-40 db e/o
EI tagliafuoco, che rappresentano la prova evidente della sensibilità
e dell’attenzione dell’azienda verso la normativa e le sue
declinazioni. Le porte sono tutte dotate di certificazione di resistenza
al fuoco e conformi alla norma UNI che stabilisce i criteri di
classificazione degli elementi mobili o fissi di chiusura delle aperture
in pareti di compartimentazione. La vera sfida affrontata e vinta
da G.D. Dorigo nel settore delle tagliafuoco è quella di avere gli
stessi parametri di sicurezza utilizzando stipiti a filo, chiudiporta
e cerniere a scomparsa, rendendo così la porta elegante e “alla
moda“, oltre che funzionale.
The distinguishing features of G.D. Dorigo are a talent for ongoing
research and innovation, optimisation and control of all stages
in the production process and a desire to diversify its range while
maintaining its identity. The company adds to its collection of doors
and latches every year, coming up with new models and studying
new types without ever forgetting how a good design is born, what
the essential conditions are for producing an idea on an industrial
scale and giving form to a thought. This is one way of interpreting
the company’s ongoing growth, from production and sale of classic
doors under the G.D. Dorigo brand to the first design collections
in 2005: all-round innovation which is never reduced to a simple
aesthetic reworking of styles or adaptation to trends in contemporary
architecture but is also and above all focused on technological
aspects, intelligent solutions, and the desire to continue improving the
performance of an element which looks simple but is in actual fact
quite complex.
From selection and correct use of materials to fine tuning of opening
and closing mechanisms, from precise closing to the evolution of
carriages ensuring fluid, continuous motion of sliding doors: every
detail is designed to improve the functioning of the closing system,
to make it safe, to guarantee that it is perfectly flush with the surface
on which it is mounted to improve fire resistance and guarantee good
acoustic insulation.
The company’s focus on materials and their intrinsic properties
is the result of a tradition that has seen G.D. Dorigo lead the way
in the technique of inlay, which has evolved over time from a classic
decorative style to simple contemporary designs, preserving skill and
ability, because perfect creation of joints can only be obtained with
skilful use and selection of veneers.
The company was established as a carpentry workshop in 1975, and
wood is still the most important material used in its productive complex
in Pieve di Soligo. Supplies of fir wood from FSC certified forests are
continually inspected to guarantee use of top quality materials in the
door structure. Fir boards of different sizes are delivered and inspected
before storing them in the raw materials warehouse. From here they
are sent to the drying oven (where they will stay for about a week)
for one of the most critical operations in the entire process.
Proper drying with controlled temperature and moisture levels
Dai tavolati in abete al telaio
della porta: tutto il processo viene
rigorosamente controllato negli
stabilimenti dell’azienda.
From the fir-wood panelling to the
door frame: all the manufacturing
is severely checked in the factory
of the company.
XXXIV design focus factory
is essential to preserve the characteristics of the material over time,
to guarantee its strength, durability and integrity.
The dried boards are then sent to the sawmill for sizing. Here they
are cut to the correct size for preparation of the profiles used to make
up the door frame. It is at this early stage that obvious structural flaws
are eliminated. The right profile length (according to the indications
appearing in the plan) is obtained, if a single piece is not sufficient,
with finger joints permitting strong joining of the two ends of different
sections. The assembled frame will contain the honeycomb structure
that fills in the double-panelled door, covered with a sheet of 4mm
mdf on either side.
The panel thus assembled is trimmed on the edges on an automated
line (on which reels of edge trimming material of different
measurements and colours are mounted) which squares off the panel
and trims all around its edges.
The completed panel may then be sent on for finishing. Most doors are
now lacquered (with a preference for light colours and matt lacquer,
which is less “invasive“ and more discrete than a glossy finish).
G.D. Dorigo has a double painting line and a spray painting chamber
for manual operations or painting of small numbers of door panels.
After painting the panels are left to dry before being perforated
and fitted for handles, locks and accessories. Here too the company
dedicates a lot of attention to details. All G.D.Dorigo doors in the
Design series have three adjustable hinges and seals memory for
perfect closure.
Doors then go on to testing and final inspection, followed by automatic
packaging and preparation of complete orders for shipping.
G.D. Dorigo works with metal as well as wood, particularly aluminium
profiles, which are made in-house on the basis of templates specially
prepared to create the components required for complete production
each new door model. This allows the company to obtain all the
components it requires to complete a door in-house, leaving plenty
of room for experimentation with new ideas for transformation of metal
parts, in a streamlined, dependable process that has allowed the
company to patent new door jamb and casing systems in recent years.
G.D. Dorigo’s experience working with metals has allowed the
company to differentiate its production and come up with
a complex system of wardrobe fittings. The Pratika Collection
is an intelligent solution made up of just a few modular elements
to meet all requirements for the organisation of space. It includes
Up&Down uprights which can be easily adjusted to any height
between the ceiling and the floor and fitted with shelves, bars, drawers
or containers of various kinds.
As well as metal, the company also makes widespread use of glass
(technological evolution of this material has permitted creation
of all-glass doors, very popular in today’s home furnishing projects)
and use of unusual materials such as real leather, used with expert
craftsmanship to cover the panels in the Eterea collection.
The company not only makes doors but continues to develop
complementary solutions to make the installer’s job easier, special design
features which facilitate installation, fitting into the opening, perfect
adherence to the substrate and flatness of the surfaces, an even more
important consideration in the case of sliding or flush-mounted doors.
The company’s great flexibility permits an infinite range of
customisation, so that customers can have door panels in any colour
or even reproduce images, designs and evocative patterns and
graphic motifs. This possibility is even more important in view of the
increasing popularity of elements characterised by minimal design,
with an ethereal, almost invisible presence.
The perfect synthesis of minimalist style taken to an extreme and use
of top quality materials, the Eterea Collection is the perfect flush door
solution: the total absence of door jambs and casings allows the door
Luce + Pratika Collection: scorrevole
in luce a quattro ante. All’interno,
sistema di montanti autoportanti
in alluminio, piani in PVC Bianco;
Lux Collection, porta EI 30 tagliafuoco
ed insonorizzata 40 db certificata
laccata Shine Amaranto RAL3013.
Nella pagina a fianco: Eterea
Collection, porta laccata sfondo
bianco con stampa digitale
personalizzata; Iki Collection: porta
rivestita in legno Rovere Ghiaccio
e intarsi in Palissandro.
Luce + Pratika Collection, four panel
sliding door. Inside, freestanding
aluminium uprights, White PVC
shelves; Lux Collection, EI 30 certified
fireproof and 40 db soundproof
door, lacquered with Shine Amaranth
RAL3013.
On left: Eterea Collection, lacquered
door with customised digital print
against white background; Iki
Collection: door covered with Rovere
Ghiaccio (Ice Oak) wood with
rosewood inlay.
to stand out with elegance or disappear into the wall in which it is
installed. It may be hidden completely in the wall if smoothed over
and painted the same colour as the wall, or it can be made to stand
out, covered with wood veneer, real leather or matt or glossy polyester
lacquer. G.D. Dorigo’s research division has perfected a patented door
jamb made of plasterboard for 10 to 12.5mm thick walls
or plaster with a frame for assembly in the wall to which the door jamb
is anchored after completion of construction.
G.D. Dorigo established a partnership with Giugiaro Design more than
thirteen months ago, allowing it to draw on the company’s experience
and creativity to create the IKI Collection, a project with revolutionary
aesthetic content concentrating the refinement and elegance of the
oriental tradition in clear, bold graphic signs of extraordinary formal
rigour. One of the collection’s distinguishing features is prominent
use of aluminium, with its natural shine contrasting with the wood or
lacquer to create a highly successful blend of colours and materials.
Luce is a new system for large sliding doors perfect for the living
room or the wardrobe. The configurations developed involve use
of aluminium sections with a glossy, opaque or Ral lacquered finish,
in combination with four different types of interchangeable glass
or wooden panels recalling the finish on the inside doors.
Lastly, 30 to 40 db soundproof and EI fireproof doors offer clear
evidence of the company’s awareness of the importance of today’s
building regulations. The doors all have fire resistance certification
and meet the requirements of UNI standards establishing the criteria
for classification of moveable and fixed elements closing openings in
dividing walls. The true challenge G.D. Dorigo has faced in fire doors
is obtaining the same safety parameters with flush door jambs, invisible
hinges and latches, for doors which are elegant and “fashionable“
as well as functional.
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editor
Beirut
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Davide Cattaneo
Isotta Cortesi
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Paolo Giardiello
Maura Manzelle
Alessandro Massarente
Efisio Pitzalis
Giovanni Polazzi
Gennaro Postiglione
120
area n°120 anno XXIII
2012 gennaio/febbraio
rivista bimestrale
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Tribunale di Milano
n. 306 del 1981 08 08
R.O.C. n° 6553
del 10 dicembre 2001
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(conv. 27/02/2004 n°46)
art.1 comma 1, DCB Bologna
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presentazione/introduction
2
Beirut: a city in continuous metamorphosis
text by Laura Andreini
6
cronologia
editoriale/editorial
8
An aesthetic of tension
Alessandro Scarnato
letture critiche/critical lectures
20
Beirut, city of clusters
Charbel Maskineh
30
Urban management and future of a city
interview to Nadim Abourizk
36
A short story of Beirut‘s public spaces
Christine Mady
40
“Beirut Central District”:
reconstruction as development
direttore editoriale Business
Media: Mattia Losi
Beirut Reborn. The Adventure of Solidère
interview to Angus Gavin
Beyond Solidère.
interview to Robert Saliba
Il Sole 24 ORE spa
Archaeology and preservation
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sede legale: Via Monte Rosa, 91
20149 Milano
presidente:
Urban vision for a new society
interview to Maroun El-Daccache
proprietario ed editore:
Giancarlo Cerutti
amministratore delegato:
56
Donatella Treu
Urban and metropolitan area: a city of cities
The Reconstruction of Dahiye
interview to Mona Fawaz
Zokak el-Blat: a neighborhood of contrasts
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Bourj-Hammoud district
Diran Harmandayan
scenari di architettura/
68
Nabil Gholam
Platinum Tower
74
109 architects with Youssef Tohme
USJ Campus de l’innovation et du Sport
82
Machado and Silvetti Associates
Suliman S. Olayan School of Business
88
L.E.FT
Beirut Exhibition Center
94
BLANKPAGE
Pier 7 Club
100
Gustafson Porter
Shoreline walk/Zeytouneh Square
106
Bernard Khoury
Plot # 183
Plot # 893
Beyond war fetishism
a dialogue with Bernard Khoury
124
Youssef Tohme
S-Project
T-Project
136
Steven Holl Architects
Beirut Marina & Town Quay
144
Jean Nouvel
The landmark
150
Herzog & de Meuron
Beirut terraces
interni/interiors
156
SOMA
Koukjian jewelry
design
160
Original lighting products
interview to .PSLAB
fotografia/photography
168
Edoardo Delille
Beirut multidentity
176
Beirut bibliographical journey
itinerario contemporaneo/contemporary
178
itinerary Beirut itinerary
186
esiti concorsi/competitions
192
recensioni mostre e libri/
exhibition and book reviews
198
new media
Beirut
2
a city in continuous metamorphosis
La Beirut di oggi è una città ancestrale e
contemporanea nello stesso tempo. Metaforicamente
le parti in cui è suddivisa appaiono come placche
tettoniche che si scontrano le une contro le altre
senza riuscire a fondersi, galleggiando in un magma
privo di integrazioni o relazioni tra le parti; tuttavia
Beirut è innegabilmente una città iper moderna,
multietnica e multireligiosa dove le diversità
costituiscono il basso continuo della vita quotidiana,
l‘essenza stessa di un luogo dove si sovrappongono
innumerevoli caratteri insediativi, sociali, politici
e religiosi. In un quadro tanto ricco di contrasti
e contraddizioni la capitale del Libano è, anche
a causa di una storia tanto travagliata
e controversa, uno straordinario laboratorio
evolutivo dove la “biodiversità“ non ha nulla di
congenito o di pacifico, risultando, piuttosto, come
la naturale conseguenza di un susseguirsi antico ed
instancabile di dominazioni, conflitti, distruzioni.
Tale conflittualità non può in ogni caso essere
liquidata con superficiale distacco o un‘appassionata
condanna di una catarsi ritenuta da molti inevitabile,
mostrandosi, piuttosto, quale opportunità che riflette
una costante propensione a costruire e ricostruire
– purtroppo caoticamente ed in modo disorganico
– oltre una evidente gioia di vivere che traspare,
assieme alle tracce delle pallottole e degli scontri,
da ogni muro o finestra della città. Evidentemente
Beirut possiede nel proprio patrimonio genetico
straordinari e invincibili anticorpi che le consentono
di rigenerarsi e riproporsi nel tempo come uno dei
principali teatri politico-finanziari per l‘intera area
medio orientale riuscendo a resistere alle profonde
mutazioni, ma forse sarebbe meglio definirle
“amputazioni“, di brani interi di un corpo
urbano che continua a resistere ad invasioni, guerre
civili, bombardamenti, incendi e devastazioni di
ogni genere. Per la comunità scientifica e più in
generale per ogni studioso dei “fatti urbani“, Beirut
rappresenta il testo ideale su cui misurare l‘effetto
di strategie di trasformazione urbana, il valore ed il
ruolo ordinatore del masterplan rispetto alla rigida
strumentazione del piano o dei piani; ma anche
il luogo in cui possiamo valutare con unanime
condivisione quanto sia necessario ed indispensabile
per il governo del territorio porre in atto strategie di
regolamentazione dell‘iniziativa privata.
In effetti anche l‘esperienza di Solidère, società
incaricata di ricostruire il “central discrit” ed
una parte importante del waterfront, se non può
non essere considerata che positivamente per la
straordinaria rapidità di azione, è unanimemente
criticata per l‘inevitabile condizionamento che le
deriva per l‘effetto combinato della necessaria
flessibilità operativa con le enormi pressioni
The present-day Beirut is an
ancestral yet contemporary
city. Metaphorically speaking,
the parts into which it is
divided appear as tectonic
plates that clash against one
another without ever merging,
that float in a magma without
integrations or relations
between the parts; but it
cannot be denied that Beirut
is a hypermodern, multiethnic
and multi-faith city where
difference forms the constant
basis of everyday life, the
very essence of a place where
countless urban, social, political
and religious characters are
superimposed. In a scenario
characterized by great
contrasts and contradictions
the capital of Lebanon is, also
due to its extremely tormented
and controversial history, an
extraordinary evolutionary
laboratory. There is nothing
congenital or pacific in its
“biodiversity”; rather, it is
the natural consequence of
an age-old and never-ending
succession of dominations,
conflicts and destructions.
This state of conflict may in
no case be dismissed with
superficial detachment or a
passionate condemnation of a
catharsis that many deem to be
inevitable. Rather, it represents
an opportunity that reflects
a tireless inclination to build
and rebuild – unfortunately
chaotically and inorganically
– as well as an evident joie
de vivre which emanates,
among the scars left by bullets
and battles, from every wall
and window in the city. Beirut
evidently has extraordinary
and invincible antidotes in its
genetic heredity, that enable it
to regenerate itself and return
to the stage as one of the
main political and financial
stages in the whole Middle
Eastern areas, succeeding
in withstanding the profound
mutations – but perhaps
we should rather call them
“amputations” – of whole parts
of an urban body that continues
to resist invasions, civil wars
and bombardments, fires and
devastations of every kind.
To the scientific community
and, more in general, to
every scholar studying “urban
facts”, Beirut represents the
ideal narrative on which to
measure the effect of urban
Pietro Savorelli
speculative che gravano sulle singole aree in
modo tanto pressante da condizionare la strategia
complessiva dell‘intervento – a titolo indicativo
possiamo citare il fatto che degli oltre 1500 edifici
censiti come di rilevanza storico architettonica ne
sono stati realmente conservati meno di un quinto, gli
altri sono stati cancellati negli anni dalla lista e dalla
memoria dei cittadini di Beirut come denunciano
molti intellettuali che hanno dato vita, sui social
network, al gruppo “save Beirut heritage”. Si tratta
in ogni caso di una esperienza di estremo interesse
perché ha liberato l‘area dal peso e dai vincoli delle
diverse proprietà dei suoli riunendole sotto un unico
soggetto in grado di agire con estrema incisività e
libertà, una libertà che evidentemente pone sul tavolo
questioni di carattere etico-operativo.
Tuttavia la ricercata esclusività nella ricostruzione
del centro, l‘attesa per una nuova immagine urbana
che caratterizzasse il “centro” del “centro di tre
continenti” ha autorizzato gli investitori privati a
promuovere progetti internazionali globalizzanti in
grado di riaffermare l‘idea di Beirut come la “Parigi
d‘oriente” attraverso edifici iconici cui sono stati
invitati a partecipare, dopo l‘esperienza del nuovo
“Souk” di Rafael Moneo, i “soliti noti”: Zaha Hadid,
Jean Nouvel o Norman Foster che conferiscono
valore (immobiliare) e fama all‘operazione prima
ancora di essere costruiti. Con ciò talvolta sono
esclusi dai “giochi” i migliori architetti libanesi,
alcuni di comprovata bravura e intelligenza come
dimostrano le opere di questo numero.
Laura Andreini
transformation strategies, the
value and ordering effect of
master plans as compared to
the rigid instruments as plan
or plans; but it also the place
where we may appreciate
and unanimously agree on the
necessity and indispensability,
for territorial government,
of implementing strategies
regulating private initiatives.
In fact, while the experience
of Solidère, a company
entrusted with the rebuilding
of the “central district” and an
important part of the waterfront,
cannot be seen in anything
but a positive light due to
the extraordinary rapidity of
its operations, it has been
unanimously criticized for the
inevitable influence it has been
subject to, due to the combined
effect of a necessary operative
flexibility and the enormous
speculative pressure the single
areas have been exposed to,
and that has been sufficiently
intense to condition the overall
strategy of the project – we
may indicatively mention the
fact that of the more than
1500 buildings classified as
of historical and architectural
value, less than one fifth have
actually been preserved, as
the others have over the years
been removed from the list and
from the memory of Beirutians,
as denunciated by the many
intellectuals who have created
the “Save Beirut Heritage”
group in the social networks.
It is in any case a matter
of an extremely interesting
experience, because it has
freed the area from the burden
and restrictions of a complex
structure of land ownership,
uniting it under a single entity
capable of acting with great
efficiency and freedom; a
freedom which clearly poses
questions of an ethical and
operational kind.
However, the studied
exclusiveness of the
reconstruction of the centre and
the expectations linked to the
new urban image that would
distinguish the “centre” of the
“centre of three continents”
has permitted private investors
to promote globalizing
international projects capable
of reasserting the idea of
Beirut as “Paris of the Middle
East” through iconic buildings,
inviting, after the experience
of the new “Souk” designed
by Rafael Moneo, the “usual
celebrities” to participate in
the project: Zaha Hadid, Jean
Nouvel or Foster who add
(real estate) value and fame to
the operation even before the
buildings are actually erected.
This has sometimes resulted in
the exclusion from the “games”
of the best Lebanese architects,
some of them of proven
capability and intelligence, as
demonstrated by the works of
this issue.
Pietro Savorelli
4
5 scenari di architettura architectural scenario
Suliman S. Olayan school of business
Machado and Silvetti Associates
project name: Suliman S. Olayan
School of Business
tipology: university
design and managing architect:
Machado and Silvetti Associates
project team: Rodolfo Machado,
Jorge Silvetti, Michael Yusem,
Edwin Goodell, Markus Elkatsha
design team: Steven Poon, Jose
Ribera, Makoto Abe, Seiee Kim,
Stephen Lee, Roberto de Oliveira
Castro, Rami el Samahy, Nik Nedev,
John Clegg, James Gresalfi,
Ted Touloukian, Mark Pasnik
landscape architect:
Richard Burck Associates
client: American University of Beirut
location: Beirut, Lebanon
date of completion: 2009
total size: 12.540 sqm
building size: 6.038 sqm
parking size: 6.500 sqm
budget: $17 million
photos by Fares Jammal,
Clement Tannouri
Fares Jammal
82
www.machado-silvetti.com
Fares Jammal
Fares Jammal
84
Scelto nell’ambito di una gara internazionale ad
invito, il progetto per la Olayan School of Business
è frutto di un’attenzione particolare verso la funzione
dell’edificio, verso il concetto di produzione
e trasmissione del sapere, verso la qualità della
vita all’interno, le peculiarità della scuola, la sua
personalità e le persone che la vivono. Un ampio
ovale verde, collocato strategicamente sull’asse
della scalinata esistente, diventerà uno degli accessi
primari al mare, fungendo anche da collegamento
con lo spiazzo percorribile a pian terreno, costituito
da quattro corti. Queste si raccolgono intorno ad uno
spazio al centro dell’edificio, che ha le caratteristiche
di una corte triangolare aperta. Poroso e trasparente,
questo piano dell’edificio favorisce la collegialità,
ospita l’atrio della scuola, l’auditorium, la caffetteria
e la terrazza, nonché alcune strutture destinate agli
studenti, come le cassette della posta e tutta una
serie di spazi sociali. Per permettere una maggiore
intelligibilità dell’edificio e facilitare l’orientamento,
tutte le strutture destinate agli studenti che frequentano
il primo livello del corso di studi si collocano
al secondo piano, mentre il terzo è dedicato
agli studenti delle lauree specialistiche e master
(MBA), le aree destinate ai programmi di executive
education occupano il quarto piano, così come
l’ufficio del rettore, che si colloca nell’angolo.
La corte interna triangolare funge da raccordo tra i tre
livelli, ognuno dei quali gode di un affaccio sul cortile,
dando il proprio contributo alla caratterizzazione
dello spazio. L’immagine dell’edificio si rifà alla
tradizione locale a cui si applica una visione
contemporanea. La facciata sporgente, realizzata
con blocchi prefabbricati ricrea la sensazione di
calore data dalla pietra calcarea locale, presente nel
campus; le aperture sull’involucro/schermo richiamano
i mashrabiya in legno, tipici di questa regione.
La configurazione della facciata non è casuale
ma pensata per soddisfare le diverse esigenze di
maggiore o minore luce e visibilità degli ambienti
interni. Le aperture sull’involucro esterno sono più
strette ai piani inferiori, per permettere una maggiore
ombreggiatura all’interno delle classi;
vanno invece allargandosi verso i piani alti
dell’edificio per permettere agli uffici di avere affacci
migliori sul Mediterraneo.
Selected in an international
invited competition, the
Olayan School of Business
results from focused attention
on its program, the production
and the transmission of
knowledge, the quality of its
interior life, and the specific
particularities of the school,
its personality, and its people.
The building includes, first,
a large green oval carefully
located on the axis of existing
steps that will become
a major access to the sea,
connecting students from the
Faculty of Engineering and
Architecture, and beyond to
the Corniche’s elevated edge.
Second, the design creates an
L-shaped four-story building
with a traversable ground
plane consisting of four
enclosed pieces. These are
grouped around the School’s
central space, a triangular
open courtyard. Porous and
transparent, this floor promotes
collegiality, containing the
school’s lobby, auditorium,
café and terrace, as well as
student facilities, mailboxes,
and related social programs.
To clarify way-finding and
the building’s legibility, the
undergraduate education
facilities are located on
the second floor, graduate
education, the MBA program,
on the third, and the Executive
Education program on the
fourth floor, which also
contains the Dean’s Office
in its corner. The triangular
courtyard joins these three
levels, and each overlooks the
space, enriching it with their
different lives.
The image of the building is
one of vernacular precedent
and contemporary vision.
The “hanging” façade, made
of pre-cast blocks replicates
the warmth of the local Forni
limestone present in the
campus, while the openings
of the screen-like skin recall the
wooden mashrabiya that are
characteristic of the region.
The facade is arranged in
deliberate patterns that relate
to the varying needs for light
and view within the interior
programs. The openings in the
screen are tighter on the lower
floors to provide shading
for classrooms, and become
larger towards the top of the
building to capture views
of the Mediterranean
from faculty offices.
cross section
0
2
5
Clement Tannouri
86
Clement Tannouri
Clement Tannouri
level 2
level 3
0
2
5
contemporary itinerary: Beirut
01.
02.
03.
04.
05.
06.
07.
Banque du Liban, Addor & Julliard
Ministère du Tourisme, Assem Salam
Liberty Tower Andre Wogenscky and Maurice Hindieh
Sabbagh Centre , Alvar Aalto and Alfred Roth
Immeuble Saroulla, Karl Chayer, Wassek Adib
Cinema Hamra, George Rayes & Theo Canaan
Immeuble du Horse shoe, Wassek Adib, Karl Chayer,
F. Gotthelf, Bahije Makdissi
08. Immeuble Strand, Dar al Handasah consulting
and Engineers
09. Immeuble Makdessi I, Karl Chayer, Wassek Adib,
Fritz Gotthelf
10. Immeuble Mobil Oil, Antoine Tabet, Louis Tabet
11. Inter-design Building, Khalil Elias Khoury,
Georges Elias Khoury
12. Centre Gefinor, Victor Gruen, Assem Salam
13. Hotel Vendome Minet El Hosn, Rodolphe Elias
14. Maison de l’Artisan, J. Aractiingi, J.N. Conan,
P. Neema, J. Nassar
15. Hotel S. Georges, Antoine Tabet
16. Hotel Phoenicia Intercontinental, Edward Durell
17. Hotel Holiday In, Andre Wogenscky and Maurice Hindieh
18. Centre Saint Charles Actuel Centre Expo
Beirut, André Wogenscky, Maurice Hindie
19. Murr Tower
20. Chambre de Commerce et d’Industrie de Beyrouth,
Amin Bizri, Pierre Neema, Jacques Aractingi
21. Immeuble Arida, Georges Rayes and Théo Kanaan
22. Centre Concorde, J. Aractiingi, J.N. Conan, P. Neema,
J. Nassar
23. Collège protestant français, Michael Ecochard,
Claude Lecœur
edited by Charbel Maskineh, Nicola Santini
24. Shell Tower, Karol Schayer, Bahij Makdissi,
Wassek Abid
25. Chams Building, Joseph Philippe Karam
26. Immeuble Ghandour, Karl Schayer,
Wassek Adib bahije Makdissi
27. Immeuble Majdalani, Nadim Majdalani
28. Hotel Carlton, Karl Schayer, Wassek Adib,
Joseph Philippe Karam
29. Siège de Télé Liban, Willy Sednaoui
30. Centre culturel russe, Rahif Fayed, Jade Tabet
31. Lycée Français (Le Grand Lycée),
Michael Ecochard, Claude Lecœur
32. Immeuble La Gondole, Tallet El Khayat
33. Radio City Centre (The Egg), Joseph Philippe Karam
34. Centre Lazarieh, André Leconte
35. Immeuble Pan Am, Georges Rayes, Théo Kanaan
36. Immeuble Starco, Georges Addor, Dominique Julliard
37. Siège de la British Bank, Pierre El Khoury
38. Gare et Parking, Taxi et Bus Charles Helou, Habib Salameh
39. Electricité du Liban (EDL), Pierre Neema, Joseph Nassar,
Jacques Aractingi
40. Collège de la Sagesse, Antoine Tabet
41. Centre Sofil, Skidmore Pierre Neema
42. Immeuble Boutros, George Rayes
43. Extension du Musée Sursok, Grégoire Sérof
44. Immeuble Chammas, Pierre El Khoury
45. Immeuble de la SNA, Antoine Romanos
46. Immeuble Caporal & Moretti, Gregoire Serof
47. Faculté des Sciences de l’università Libanese,
Andre Wogenscky and Maurice Hindieh
48. Bâtiment de l’Ecole Superieure d’ingénieurs
de Beyrouth (ESIB), Habib Salameh
27
26
25
28
23
al
hu
sse
in
madame curie
abdallah el ma
shnouk
cleo
patra
08
emile edde (leon)
hamra
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09
31
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30
ve
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07 06
makdissi
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03
04
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22
05
soura
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12
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cleme
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B
21
02
32
banque du liban
01
n
13
20
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18
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19
ce
b
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36
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17
16
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clemenceau
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15
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33
34
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35
37
bab
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mir majid
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houry
14
john ke
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C
44
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42
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39
lou
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fakhreddine
syria
02
A
project
typology
architect
realization
address
A
Banque du Liban
public
Addor & Julliard
1962
Hamra
05
realization
address
project
typology
architect
realization
address
A
Ministère du Tourisme
public
Assem Salam
1958
Hamra,
Rue Banque du Liban
06
A
project
typology
architect
03
A
Immeuble Saroulla
public
Karl Chayer,
Wassek Adib
1961
Hamra, Rue Hamra
project
typology
architect
Cinema Hamra
public
George Rayes
& Theo Canaan
realization 1958
address
Hamra, Rue Hamra
04
A
project
typology
architect
Liberty Tower
mixed use
Andre Wogenscky
and Maurice Hindieh
realization 1974 - 1980
address
Hamra, Rue de Rome
project
typology
architect
07
08
A
project
Immeuble du Horse
shoe
typology mixed use
architect Wassek Adib,
Karl Chayer,
F. Gotthelf,
Bahije Makdissi
realization 1958
address
Hamra, Rue Hamra
Sabbagh Centre
mixed use
Alvar Aalto and
Alfred Roth
realization 1970
address
Hamra, Rue de Rome
A
project
typology
architect
Immeuble Strand
mixed use
Dar al Handasah
consulting
and Engineers
realization 1963
address
Hamra, Rue Hamra
180 itinerario contemporaneo: beirut contemporary itinerary: beirut
01
09
A
10
A
12
11
A
A
project
typology
architect
Immeuble Makdessi I
mixed use
Karl Chayer,
Wassek Adib,
Fritz Gotthelf
realization 1954
address
Hamra, Bahije Makdissi
project
typology
architect
Immeuble Mobil Oil
offices
Antoine Tabet,
Louis Tabet
realization 1959
address
Hamra, Rue Souraty
project
typology
architect
Inter-design Building
mixed use
Khalil Elias Khoury,
Georges Elias Khoury
realization 1971
address
Hamra, Rue de Rome,
project
typology
architect
13
14
15
16
A
project
typology
architect
Hotel Vendome
hotel
Minet El Hosn,
Rodolphe Elias
realization 1965
address
Ain el Mreissé
A
project
typology
architect
Maison de l’Artisan
public
J. Aractiingi,
J.N. Conan,
P. Neema, J. Nassar
realization 1963
address
Ain el Mreissé
A
A
project
typology
architect
realization
address
Centre Gefinor
offices
Victor Gruen,
Assem Salam
realization 1970
address
Clemenceau
Hotel S. Georges
hotel
Antoine Tabet
1933
Ain El Mreissé
project
Hotel Phoenicia
Intercontinental
typology hotel
architect Edward Durell
realization 1961
address
Baie de Zeitouneh,
Ein el Mreissé
A
project
typology
architect
Hotel Holiday In
hotel
Andre Wogenscky
and Maurice Hindieh
realization 1974
address
Ein el Mreissé,
Rue Fakhereddine
21
A
project
typology
architect
Immeuble Arida
residential
Georges Rayes and
Théo Kanaan
realization 1950
address
Sanayeh,
rue Ahmed Mokhtara
18
19
C
A
project
typology
architect
realization
address
A
Centre Saint Charles
Actuel Centre Expo
Beirut
public
André Wogenscky,
Maurice Hindie
1968-1974
Ein el Mreissé,
Rue Fakhereddine
22
B
project
typology
architect
Centre Concorde
public
J. Aractiingi,
J.N. Conan,
P. Neema, J. Nassar
realization 1965
address
Verdun,
Rue Madame Curie
project
Murr Tower
typology offices (unfinished)
architect anonymous
realization 1975
address
Zokak El Blat,
Ring Fouad Shehab
20
A
project
typology
architect
realization
address
23
B
project
Collège protestant
français
typology educational
architect Michael Ecochard,
Claude Lecœur
realization 1965
address
Koraitem,
Rue Madame Curie
Chambre de Commerce
et d’Industrie
de Beyrouth
public
Amin Bizri,
Pierre Neema,
Jacques Aractingi
1967
Sanayeh, Rue Justinien
182 itinerario contemporaneo: beirut contemporary itinerary: beirut
17
24
B
project
typology
architect
realization
address
Shell Tower
mixed use
Karol Schayer,
Bahij Makdissi,
Wassek Abid
1959
Raouché,
Avenue General
De Gaulle
25
26
B
project
typology
architect
realization
address
B
Chams Building
residential
Joseph Philippe Karam
1960
Raouché,
Avenue Général
De Gaulle
29
B
project
typology
architect
realization
address
B
project
typology
architect
Immeuble Ghandour
residential
Karl Schayer,
Wassek Adib bahije
Makdissi
realization 1959
address
Raouché,
Avenue General
De Gaulle
project
typology
architect
realization
address
30
31
B
Siège de Télé Liban
office
Willy Sednaoui
1959
Tallet El Khayat,
Rue El Rachidine
project
typology
architect
realization
address
28
27
B
Immeuble Majdalani
residential
Nadim Majdalani
1957
Raouché,
Avenue General
De Gaulle
B
Centre culturel russe
educational
Rahif Fayad, Jade Tabet
1979
Rue Verdun
project
Lycée Français
(Le Grand Lycée)
typology educational
architect Michael Ecochard,
Claude Lecœur
realization 1959
address
Rue Beni Assaf
project
typology
architect
realization
address
Hotel Carlton
hotel
Karl Schayer,
Wassek Adib,
Joseph Philippe Karam
1957
Raouché,
Avenue Generale
De Gaulle
32
B
project
typology
architect
realization
address
Immeuble La Gondole
residential
Tallet El Khayat
1962
Tallet El Khayat,
Boulevard Saeb Salam
33
34
C
C
project
Radio City Centre
(The Egg)
typology public
architect Joseph Philippe Karam
realization 1965
address
Bachoura, Boulevard
Bechara El Khoury
project
typology
architect
realization
address
37
38
C
project
typology
architect
realization
address
35
C
Centre Lazarieh
mixed use
André Leconte
1953
Etoile, Rue Emir Béchir
C
Siège de la British Bank
financial
Pierre El Khoury
1966
Bab Idriss
project
typology
architect
realization
address
C
project
typology
architect
Immeuble Pan Am
mixed use
Georges Rayes,
Théo Kanaan
realization 1955
address
Place Riad el Solh
project
typology
architect
39
40
C
Gare et Parking,
Taxi et Bus Station
Charles Helou
public
Habib Salameh
1971
Rmeil,
Avenue Charles Helou
36
project
typology
architect
Electricité du Liban (EDL)
public
Pierre Neema,
Joseph Nassar,
Jacques Aractingi
realization 1966
address
Rmeil, Rue de l’Armeni Mar Mikhael
Immeuble Starco
mixed use
Georges Addor,
Dominique Julliard
realization 1957
address
Minet El Hosn-Selim
Yassine Street
C
project
typology
architect
realization
address
Collège de la Sagesse
educational
Antoine Tabet
1937
Ashraffieh,
Rue de la Sagesse
42
C
project
typology
architect
realization
address
C
Centre Sofil
mixed use
Skidmore Pierre Neema
1974 – 1984
Ashraffieh-Rue SKS
45
project
typology
architect
realization
address
C
Immeuble Boutros
residential
George Rayes
1969
Ashraffieh,
Quartier Sursock,
Rue Sursok
46
C
project
typology
architect
realization
address
43
D
Immeuble de la SNA
offices
Antoine Romanos
1970
Tabaris,
Place Gebran Tueini
project
Immeuble Caporal
& Moretti
typology public
architect Gregoire Serof
realization 1982
address
Corniche El Nahr,
Avenue Pierre Gemayel
44
C
project
Extension du Musée
Sursok
typology public
architect Grégoire Sérof
realization 1974
address
Ashraffieh,
Quartier Sursock,
Rue Sursok
project
typology
architect
realization
address
47
48
D
project
Faculté des Sciences
de l’università Libanese
typology educational
architect Andre Wogenscky
and Maurice Hindieh
realization 1968
address
Chouaifat
Immeuble Chammas
offices
Pierre El Khoury
1971
Ashrafieh,
Rue Saint Nicolas
D
project
Bâtiment de l’Ecole
Superieure
d’ingénieurs
de Beyrouth
(ESIB)
typology educational
architect Habib Salameh
realization 1969 – 1972
address
Mar Roukoz
185 itinerario contemporaneo: beirut contemporary itinerary: beirut
41