n. 1 dicembre 2014 - IPSSSS Severina De Lilla
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n. 1 dicembre 2014 - IPSSSS Severina De Lilla
INDICE La Buona scuola Comitato di redazione: Pag. 3-4 To improve my english: a full Pag. 4-5 immersion in Malta VISITA AL MEDIMEX edizione 2014 Le novità nel mondo della scuola Pag. 7 WE-Women for Expo EXPO 2015 : temi e curiosità Premio Nobel Malala l’adolescente che non ha paura. Una pagina di storia dimenticata: ritorna a Bari la VIDUA VIDUE La scelta giusta: l’Istituto De Lilla, una realtà ricca di iniziative e attività La tradizione di HALLOWEEN, divenuta ormai, anche un po’ italiana In Giacomo Leopardi e Francesco Renga, la consapevolezza del mal d’amore. I Ragazzi e la paura Pag. 9 Pag. 8 Pag. 10 docenti Pag. 1213 Gabriella Labbe (referente per la legalità/ambiente) Maria Soardi Pag. 14 Gli alunni: Pag. 15 - Classi: 1A -1B – 2B - 4A – 5A -5B Pag. 1617 Pag.22-23 “Bari senzatomica” L'orologio dell'apocalisse Pag. 2425 Come la tecnologia può mettere Pag. 26 in crisi le relazioni umane. NATALE Il Dirigente Scolastico: Pag. 11 IL MONDO " SENZATOMICA" Scuola e mondo del lavoro Hanno collaborato: - Prof.ssa Ester Gargano Pag.18-19 9 novembre 2014: grandi celebrazioni per ricordare i 25 anni dalla caduta del muro di Berlino Pag. 20Differenze tra handicap e 21 disabilità Per noi la felicità è ….. - Prof.ssa Maria Caravella - Prof.ssa Anna Di Pinto - Ass. Tecnico Vincenza Santoro Pag. 2628-29 Pag. 30 Alunni: Monica Bianco, Angela Careccia, Lucia Anelli, Paola Liberti, Maddalena Di Fronzo, Ivana Lepore, Annarita Peconio, Tania Roca, Silvia Savino, Vanessa Saponaro, Rita Caccavallo, Teresa Valerio, Rossana Natilla, Maria Genco, Alessia Vivace, Francesco Zonno, Alessia Chiarappa, Arianna Simeone, Chiara Lorusso, Sabrina Cellamare, Viviana Perulli, Auciello Martina, Casalini Francesca, Ceglie Stefania, Di Mario Paola, Perrucci Teresa, Johara Vitellaro, Valentina Zaccaro, Mariantonietta Colasuonno, Alessia De Filippis, Vanna Tisti, Alessia Quitadamo, Federica Attolico, Ilaria Cassano. Pag. 3132 2 Editoriale: La “Buona Scuola” “All’Italia serve una buona scuola perché l’istruzione è l’unica soluzione strutturale alla disoccupazione attraverso un meccanismo permanente di innovazione, sviluppo e qualità della democrazia”. Così si legge nelle prime pagine del piccolo manuale che il Ministero della pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha pubblicato e diffuso affinché tutte le componenti della Scuola, docenti, studenti e genitori siano pienamente consapevoli delle proposte innovative che l’attuale Governo intende realizzare come “un vero e proprio investimento di tutto il Paese su se stesso per tornare a crescere”. Il primo punto messo in discussione è che una buona scuola si fa con i docenti presenti nelle BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” aule con gli alunni già dal primo giorno di scuola. Si è finalmente capito che bisogna stabilizzare tutti quei docenti che già sono nella scuola ma che vengono nominati a tempo determinato ad anno scolastico già inoltrato. Si legge l’impegno del governo ad assumere tutti i vincitori di concorso e per un futuro prossimo un piano di assunzioni “per sostituire via via tra il 2016 e il 2019 colleghi che andranno in pensione”. Ma come saranno questi nuovi docenti? Non più un popolo di insegnanti che è rimasto nella “comfort zone” con il motto “si è sempre fatto così, rimanendo per decenni su sentieri che hanno portato la scuola e di conseguenza i cittadini italiani in uno stato di abbandono, demotivati senza aver dato loro una giusta forza propulsiva a far crescere il Paese”. I docenti del futuro saranno “una squadra sempre allenata con una formazione obbligatoria per una innovazione didattica confrontandosi quotidianamente con la modernità”. “La scuola deve diventare la vera risposta 3 strutturale alla disoccupazione giovanile collegandosi al mondo del lavoro e dell’impresa, affiancando al sapere, il saper fare”. I nuovi docenti dovranno “ampliare l’offerta formativa e svolgere le tante attività didattiche complementari alle lezioni in classe utili a contrastare anche la dispersione scolastica”. “Solo con i nuovi docenti si potrà realizzare un grande progetto di irrobustimento e rilancio della scuola italiana”. I concorsi che verranno banditi per le future assunzioni “permetteranno di selezionare una massa critica di migliaia di giovani preparati, sintonizzati sul mondo globale di oggi, che hanno scelto l’insegnamento e la scuola non per il posto fisso o perché lo vedono un lavoro meglio di tanti altri, ma perché credono nel valore della formazione ed hanno deciso di scommettere sul contributo che ciascuno di loro può dare per aiutare a crescere una nuova generazione di ragazzi che ridiano fiducia e futuro al nostro Paese”. Si potrebbe continuare ad esaminare i contenuti del manuale parlando di “nuova formazione”, di un nuovo concetto di “mobilità”, di un “nuovo modo di fare carriera per merito con il riconoscimento di crediti didattici, formativi e professionali” e di tanto altro ancora, ma queste 125 pagine che abbiamo letto e riletto ci fanno riflettere su cosa abbiamo fatto e come abbiamo vissuto i nostri lunghi anni di insegnamento nella scuola professionale italiana. Credo che quando si propone di creare una buona SCUOLA per dare più creatività ai giovani, non si possa rinnegare il lavoro svolto e l’impegno profuso, insieme a tanti, tantissimi colleghi con i quali abbiamo formato con cura ragazzi sani e pronti ad affrontare il mondo del lavoro. Ci vengono in mente i tanti progetti condivisi con i nostri alunni che hanno permesso di scoprire in loro delle capacità inaspettate, pertanto non troviamo giusto che oggi ci sia qualcuno che voglia far apparire la scuola, dove ancora lavoriamo con impegno e professionalità, una scuola del tutto decadente da dover essere rinverdita e rinnovata completamente. I manuali di riforme si possono scrivere, ma bisogna sapere che, per essere un buon insegnante bisogna, tra le tante parole dette, vivere la vita scolastica, conoscere i mille problemi e saper amare i giovani, saperli ascoltare, dare loro il buon esempio e trasmettere la consapevolezza di sé e la fiducia verso questa società che oggi non offre loro nulla in cui credere. Anna Di Pinto 4 PON C1-FSE-2014 To improve my english: a full immersion in Malta “E’ indispensabile conoscere le lingue straniere? Per i comuni cittadini significa potersi integrare meglio nel mondo globalizzato e comprenderne maggiormente le dinamiche. Al giorno d’oggi, le lingue straniere, sono di fondamentale importanza per la formazione culturale di ognuno di noi,. Nella società multietnica in cui ormai viviamo, che ogni giorno ci pone davanti un confronto con persone di altre nazionalità e cultura, non si può assolutamente rimanere ancorati alle proprie radici, nonostante esse siano importanti. Esponi l'importanza di questo percorso anche alla luce delle esperienze dei PON linguistici a cui hai partecipato, descrivendole e evidenziandone la validità sia sul piano formativo che umano”. Attualmente è diventata fondamentale la conoscenza delle lingue e in modo particolare della lingua inglese, che è quella più diffusa a livello internazionale. Conoscere una o più lingue significa BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” soprattutto ampliare la propria formazione ed essere disponibili ad una più efficace integrazione con nuove culture, oltre che essere agevolati nella ricerca delle nostre future professioni. Grazie ai progetti PON si ha la possibilità di viaggiare e di conoscere nuove realtà scolastiche. Siamo partite in quindici, con aspirazioni diverse, ma accomunate dalla stessa voglia di perfezionare il nostro inglese, e dalla curiosità di conoscere nuove realtà, e abbiamo scoperto che ci sono persone veramente eccezionali, come il nostro tutor Zack dotato di un grande spirito di responsabilità e serietà, che, pur essendo molto giovane (21 anni), è riuscito a preparare un gruppo con cinque livelli di partenza diversi, in modo eccellente consentendoci di superare l'esame finale. Tutto è iniziato così: domenica 28 settembre alle ore cinque ci siamo ritrovate all'aeroporto di Bari Palese con 5 le nostre docenti accompagnatrici che ci hanno guidato in modo efficace, aiutandoci nei momenti di difficoltà e non ci hanno fatto sentire la nostalgia di casa; perché all'inizio i dubbi sono stati tanti: potevamo farcela così a lungo (ben venti giorni!!!) lontano da casa? Dobbiamo ammettere che l'entusiasmo di ritrovarsi da “sole” con le nostre compagne di viaggio ci ha anche aiutato a superare tutte le difficoltà, comprese quella di dover imparare a gestire uno spazio in comune, come quello delle camere, con altre persone. Fin dal primo giorno si è creato un rapporto basato sulla fiducia creando una sintonia e un legame intenso, quasi “da sorelle”. ragazzi e ragazze provenienti da varie parti del mondo, dove abbiamo assaggiato uno spezzatino di coniglio alquanto disgustoso. Tappa mancata è stata Comino, perché dopo ben sette ore di navigazione, metà delle quali investite da pioggia e vento, siamo stati costrette a tornare indietro per le pessime condizioni atmosferiche che hanno impedito l'attracco del traghetto. In tutto questo Zack è sempre stato presente e in qualsiasi attività parlava sempre in inglese consentendoci di impostare bene la pronuncia e di imparare nuovi termini. All'inizio è stato un po' faticoso ma poi era così grande la voglia di imparare e soprattutto di farti capire, che siamo riuscite ad esprimerci. L'esperienza è stata molto interessante e, nonostante i nostri timori iniziali, del tutto positiva, fino al punto di considerarla come la più bella della nostra vita. Silvia Savino Ivana Lepore Quindi partenza verso Malta una volta espletate le procedure d'imbarco. Il Lunedì mattina alle ore sette le note della canzone “Bellezza, incanto e nostalgia” invadono la nostra stanza e ci invitano con dolcezza ad alzarci dai comodi letti del “George Hotel” per iniziare la nostra prima giornata a Malta. Piccola colazione e poi tutti in classe, all'ESE SCHOOL, e così tutti i giorni fino al drammatico venerdì 17 ottobre giorno del fatidico ed importantissimo esame Trinity. Non sono mancate tantissime altre attività come le visite a Medina, Valletta dove abbiamo apprezzato la bellezza della cattedrale di San Giovanni con alcune delle tele del Caravaggio. Non sono mancati i divertimenti come il bouling e i party all' “Havana”, una discoteca frequentata da 6 VISITA AL MEDIMEX edizione 2014 BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” categorizzato, perciò partecipa ad una battaglia per mandare avanti la musica live nel futuro. Si è dichiarato contrario alla musica illegale su You tube pur ritenendo Internet un mezzo meraviglioso per conoscere le novità di ogni giorno, continuando però a ritenerlo un mezzo Dopo vari inconvenienti dovuti al traffico e ai mezzi di trasporto pubblico, siamo arrivati all’entrata principale del Medimax di Bari, svoltosi presso il nuovo padiglione della Fiera del Levante. Ci siamo separati dalle altre scuole e ordinatamente ci siamo avviati all’ingresso della struttura, dove abbiamo formato una fila per entrare mostrando il biglietto al collaboratore incaricato. Una volta entrati, ci hanno fatto accomodare in un padiglione, con di fronte un palco, allestito con delle poltrone e un tavolino per l’ intervista al leader degli Afterhours, Manuel Agnelli. Egli si definisce un imprenditore nel campo della creatività, infatti sostiene che la cosa più importante per avere un ruolo nella società sia non essere critici davanti a novità che vengono proposte, soprattutto nel campo musicale. Per lui, il rock è l’ espressione della propria personalità ribelle, ma ammette che nel tempo questo stile si è distruttivo perché chiude la libertà artistica di ognuno di noi. Un caloroso applauso ha chiuso l’ intervista. Al Medimax è stata garantita anche la presenza di altri cantautori, tra i più importanti Rocco Hunt e J-ax. È stata una visita molto interessante che ci ha dato l’ opportunità di stare a contatto con il mondo della musica. Anna Rita Peconio 7 Le novità nel mondo della scuola BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” Dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 Milano ospiterà l’Esposizione Universale dal tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. I partecipanti saranno presenti da ogni parte del globo: come si può ben capire i temi che verranno trattati risultano particolarmente importanti per le future generazioni; i giovani potranno arricchire le proprie conoscenze sia a livello individuale che nel mondo della scuola o dell’Università, su argomenti legati alla salvaguardia del pianeta, alla salute ed al benessere psico-fisico. Si parlerà di cibo e acqua che devono essere garantiti all’intera umanità, di agricoltura, di ambiente di alimentazione e delle innovazioni tecnologiche e scientifiche connesse al tema. approfondimenti sui temi dell’educazione alimentare, ambiente e salute, di certo facendo riferimento in modo interdisciplinare ad altre discipline. Noi docenti siamo pienamente consapevoli che formando ed informando oggi i nostri ragazzi si pongono le premesse per un corretto regime alimentare, affinché essi adulti di domani, di sicuro saranno capaci di compiere le proprie scelte mirate a raggiungere un maggior benessere ed una migliore salute fisica e psichica ovvero per migliorare la loro qualità della vita. Anna Di Pinto Il nostro Istituto risulta, con il nuovo indirizzo socio-sanitario particolarmente interessato ai temi dell’EXPO, per cui si è ritenuto importante inserire nelle programmazioni di dipartimento di lettere, momenti di riflessione ed 8 WE-Women for Expo EXPO 2015 : temi e curiosità Nel nostro istituto già dal primo anno abbiamo trattato discipline che hanno sempre destato la nostra curiosità anche grazie alla partecipazione a progetti legati ai temi dell’ambiente. Nel percorso di studi del triennio tratterremo discipline che ci permetteranno di conoscere al meglio i temi legati alla salute ed al benessere psico-fisico. L’alimentazione moderna tipica dei paesi occidentali industrializzati è indicata oggi come una delle principali cause che provocano o facilitano l’aumentata frequenza di certe malattie, indicate appunto con il suggestivo termine di “malattie da benessere”. Noi ragazze siamo pienamente consapevoli che per porre rimedio a questa situazione occorre cambiare abitudini e stili di vita e soprattutto fare molte attenzione alla nostra alimentazione. Noi giovani impegniamo pochissimo tempo libero ad una buona e salutare attività fisica; siamo portati a trascorrere i nostri pomeriggi o BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” seguendo programmi televisivi o chattando con i nostri amici sgranocchiando continuamente cibo, pur consapevoli che una buona passeggiata ci aiuterebbe a star bene nel corpo e nella mente. Siamo attratte dalle immagini che le pubblicità e i mass-media ci impongono: bellezza, moda, benessere socio-economico, consumismo ma la realtà… è ben diversa. Nel nostro piccolo possiamo solo migliorare il nostro stile di vita con una buona alimentazione, un po’ di sano sport, e creare un progetto di vita per il nostro futuro. La nostra partecipazione ad eventuali iniziative legate ai temi dell’EXPO 2015, sarà particolarmente sentita. Lucia Anelli, Paola Liberti 9 Premio Nobel Malala l’adolescente che non ha paura. BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” indetto l’ I AM NOT MALALA DAY, il giorno di protesta contro Malala accusata di non rappresentare le usanze pakistane e di essere una marionetta nelle mani delle grandi potenze occidentali come U.S.A. Alla voce coraggio nel vocabolario dovrebbe apparire il nome di Malala Yousafzay premio Nobel per la pace 2014. Malala è il più giovane premio Nobel, a 17 anni si è guadagnata il prestigioso riconoscimento diventando simbolo di libertà e coraggio per tutto il genere femminile mondiale. Con il suo libro “Io sono Malala” denuncia senza un solo fremito di paura e senza traccia di rabbia la chiusura delle scuole pakistane alle ragazze dopo l’editto talebano relativo alla condizione femminile. Il diario tenuto sul blog della BBC diventato poi un libro, ha messo Malala nella condizione di essere aggredita da un commando di terroristi talebani che la colpì sull’autobus della scuola, sparando in mezzo alle compagne. Sopravissuta al terribile attentato, continua a incantare il pubblico con la sua voce, famoso rimane il suo discorso nel 2013 alle Nazioni Unite, a New York. Il libro è anche pieno di poesia: tra i racconti di guerre, attentati e governi Malala, narra la storia della regione in cui vive, della sua famiglia e dell’amore dei suoi genitori. Proprio l’andare a scuola, quel leggere, rende Malala capace di narrare così bene. Tra i suoi sogni c’è quello di un Islam, che convive in armonia con le altre religioni. E quando le scuole vengono chiuse dai talebani, è proprio in nome dell’Islam che Malala si solleva ribadendo che: “il corano dice che dovremmo ricercare la conoscenza”. Malala è un adolescente come tutti anche in un contesto così diverso, che è capace di diventare un modello che ci ricorda quanto i giovani, siano portatori di speranze. Alessandra Colaianni Oltre all’attentato, l’APPS, un’organizzazione che vanta il controllo di un cospicuo numero di scuole private ha 10 Una pagina di storia dimenticata: ritorna a Bari la VIDUA VIDUE BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” commissione consiliare Cultura del Comune di Bari ha deciso di ripristinare la festa per ricordare la coraggiosa resistenza della città alle incursioni e alla violenza saracena. Per ben 5 mesi Bari dovette subire l’assedio e migliaia di baresi morirono in battaglia e stremati dalla fame. Torna dopo 46 anni di assenza la Vidua Vidue, tradizionale festa celebrativa della liberazione di Bari dall’assedio saraceno nel XI sec. La grande festa ha avuto inizio con tre spari di cannone sentiti da tutti i baresi che si sono assediati sulla Muraglia in una bella giornata di sole. La ricorrenza celebra la liberazione di Bari dall’assedio dei Turchi grazie all’aiuto dei Veneziani guidati dal Doge Pietro II Orseolo, che liberarono nel 1002 l’Adriatico dall’incubo dei Musulmani. La festa della liberazione di Bari è durata per nove secoli ma è stata cancellata nel 1968. A distanza di 46 anni la Le celebrazioni, che si terranno nei giorni 18-19 ottobre, manterranno vivo il legame tra la città di Bari e di Venezia ricordando le grandiose gesta di quella pagina di storia da tempo dimenticata. Le vie della nostra bella città e soprattutto la città vecchia hanno assistito all’arrivo di numerosi pulman provenienti da Venezia e tanti gentili visitatori hanno potuto ammirare la nostra città con i suoi monumenti, la sua tradizione e la sua ottima cucina che è stata ben apprezzata tra i vicoli della città vecchia nei tipici locali accompagnati dal profumo di ragù, sgagliozze, ormai conosciute in tutto il mondo, ed altre specialità. Anna Di Pinto 11 La scelta giusta: l’Istituto De Lilla, una realtà ricca di iniziative e attività “Hai deciso quale scuola scegliere dopo la scuola media? Quando inizi ?”, sono state le domande più frequenti che i miei coetanei mi hanno fatto durante tutta l’estate, ma il vero colpo di scena è stata la mia risposta ma soprattutto vedere le loro espressioni nel momento in cui dicevo che la scuola da me scelta era già iniziata a luglio. Si, proprio così! Tutti gli alunni di terza media, futuri studenti del’istituto “De Lilla” hanno avuto la fortuna di partecipare nei mesi estivi al progetto “E…STATE CON NOI” un gran progetto che ha visto tutti i partecipanti come protagonisti in attività di comunicazione, animazione e teatro. Per due giorni a settimana venivamo a scuola e partecipavamo a tutte le attività, rappresentate tramite diverse esibizioni il primo giorno di scuola di fronte ai genitori, agli alunni e a tutti gli insegnanti. Questo progetto ha permesso a tutti noi di integrarsi in questo “nuovo”istituto con tanto entusiasmo e gioia, senza vivere il timore del passaggio dalla scuola media BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” alla scuola superiore. Abbiamo avuto la possibilità, in questi mesi estivi, di conoscere bene la struttura, gli insegnanti che ci venivano a trovare, il Dirigente scolastico che ci accoglieva con un dolcissimo sorriso e soprattutto i nostri futuri compagni di classe. Ogni giorno che passavo in questo istituto, avevo sempre più conferma di aver fatto una scelta giusta, nonostante alla nostra età è davvero difficile comprendere quale, tra i tanti istituti superiori possa essere quello giusto. E’ stato bello conoscere nuova gente, nuovi compagni, una nuova realtà, conoscere una nuova scuola ricca di iniziative e attività, una scuola che ti fa sentire a casa, perché tutti quanti noi, accompagnati dal nostro caro prof. Rago, in questo bellissimo progetto, ci siamo sentiti abbracciati dal calore di una vera famiglia, si, perché non abbiamo scelto solo una scuola, ma abbiamo scelto una seconda famiglia, perché il De Lilla ora è la mia seconda casa. Federica Attolico, Ilaria Cassano 12 13 La tradizione di HALLOWEEN, divenuta ormai, anche un po’ italiana BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” Alessia Chiarappa Maria A. Colasuonno La parola Halloween ha un'origine anglosassone e probabilmente deriva da una contrazione dalla frase “All Hollows Eve” ovvero la notte di Ognissanti. Nell'Irlanda celtica questa notte coincideva con la fine dell'estate e i colori tipici che la rappresentavano erano l'arancio, per ricordare la mietitura e quindi la fine dell'estate ed il nero per simboleggiare l'imminente buio dell'inverno. E' per questo motivo che i colori che caratterizzano Halloween sono l'arancio ed il nero. C'è una leggenda che narra degli spiriti di persone morte durante l'anno che vagavano senza meta, tornando sulla terra la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo. Ovviamente i vivi non volevano essere posseduti! I contadini dei villaggi, perciò, rendevano le loro case fredde ed indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini, rendendo i loro corpi orribili mascherandosi da mostri e gironzolando tra le case per far scappare dalla paura tutti gli spiriti che incontravano. Le tradizioni che accompagnano la notte di Halloween sono due: ”Dolcetto e Scherzetto” che ha origini lontane, in cui si narra che il 1° novembre, i primi Cristiani vagavano di villaggio in villaggio elemosinando un po' di “pane d'anima”, un dolce di forma quadrata con l'uva passa. Più dolci ricevevano più preghiere promettevano per i parenti defunti dei donatori. La tradizione di Jack-o-lanteren invece deriva probabilmente dal folklore irlandese. Si racconta che un certo Jack ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero, sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo così tra i rami. Jack fece un patto con il diavolo disse che se non lo avesse più indotto in tentazione, lo avrebbe fatto scendere dall'albero. Quando Jack morì non lo fecero entrare nel paradiso a causa della cattiva condotta tenuta in vita, la leggenda però non finisce qui … non lo fecero nemmeno entrare nell'inferno perchè aveva ingannato il diavolo. Satana gli porse un piccolo tizzone d'inferno per illuminare la via nelle tremende tenebre che lo attorniavano. Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo di rapa e la pose all'interno. In origine erano usati i cavoli di rapa Rita Caccavallo ma poi si scoprì che le zucche erano più grosse e più facili da scavare dei cavoli di rapa. Ecco perchè ancora oggi Jack-o-lantern è una zucca intagliata dove all'interno è posata una lanterna. Monica Bianco 14 In Giacomo Leopardi e Francesco Renga, la consapevolezza del mal d’amore. BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” illusioni, per di più aggravati dalla dolore di perdersi e dalla consapevolezza di non ritrovarsi più per vivere piacevoli momenti insieme. Tutti pensano che la letteratura che si studia a scuola è una cosa vecchia, che non ha nulla a che fare con la quotidianità. Quest’anno che frequento la quinta superiore, ho fatto, alla luce della mia esperienza, una piacevole scoperta studiando Giacomo Leopardi. Ho messo a confronto una poesia di Leopardi che ci parla dell’amore, con i testi dei cantautori moderni che affrontano la stessa problematica. In particolar modo ho approfondito il testo della canzone di Francesco Renga intitolato “Vivendo Adesso”, dove Renga racconta una esperienza di operazione, causata da un illusione d’ amore. Un’analogia importante è che entrambi affrontano riflessioni molto pessimiste sull’amore. In entrambi gli autori, le speranze sono destinate a morire, ben presto sostituite dal dolore. Essi affermano anche che tutto ciò è caratterizzato da inganni e da Oggi giorno l’amore è spogliato della sua spiritualità, in quanto l’amore romantico è quasi scomparso del tutto a causa dell’uomo che non tende più ad evidenziare il suo romanticismo per paura di rendersi vulnerabile. L’unica cosa che in questi tempi rimane certa, è che amare qualcuno è diventato molto difficile. Viviamo in una società che non riflette più sui valori, aumentano sempre più separazioni e divorzi. Diversamente dal nostro tempo, nel passato, come nell’epoca di Leopardi, l’amore era invece definito un sentimento invincibile, impossibile da distruggere. Tania Roca 15 I Ragazzi e la paura “Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura muore una volta sola”. Questa è la citazione di un grande uomo vittima della mafia, per me molto significativa. Ascoltandola mi vien da pensare a quanto nella vita sia importante essere forti e coraggiosi e non lasciarsi abbattere dalla paura. La paura è un'emozione che tutti gli esseri umani provano in alcune circostanze della propria vita e che lascia tracce indelebili nella nostra mente, e che può generare grossi problemi di adattamento e portare a gravi problemi psicologici. Le paure BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” possono essere paragonate ad un campanello d'allarme, una reazione davanti ad un pericolo. Non bisogna lasciare che essa superi certi limiti, e che diventi invasiva. In effetti, in alcune circostanze, la paura finisce per diventare terrore, soprattutto quando pensiamo di non avere vie d'uscita. L'adolescenza è il periodo in cui questa viene più avvertita. Sentirsi inferiore ad altri, meno capaci, meno agili. Avere la sensazione di non essere all'altezza, di non riuscire nello studio o nel lavoro e di non saper gestire la propria vita o trovarsi di fronte a compiti molto “grandi”. Ecco le paure più frequenti ed evidenti negli adolescenti; quelle per cui un ragazzo non riesce a vivere la sua adolescenza liberamente godendosi gli anni più belli. Esistono anche paure a cui non si dà molta importanza e si possono sconfiggere facilmente; sono le più frequenti soprattutto nelle ragazze come: la paura del buio, degli insetti, degli aghi, dell'ospedale. Sono spesso sottovalutate, ma possono trasformarsi in vere e proprie 16 fobie che prendono il nome di Acenofobia, Entomofobia, Belonefobia e molte altre, e causano anche dei problemi di salute nel momento in cui si manifestano, come attacchi di panico, svenimenti, palpitazioni, sudore freddo. Io personalmente sono una ragazza molto ansiosa e molto spesso quest'ansia diventa paura. Le mie paure più grandi sono quella di non essere abbastanza importante per qualcuno, perdere le persone che amo, non riuscire ad avere una vita serena e come la desidero, in un futuro. Sono anche una ragazza molto timida, e la paura che la mia presenza disturbi chi mi sta intorno o di essere giudicata, porta a chiudermi in me stessa e a non socializzare con gli altri. Da pochi mesi, però, la mia vita è cambiata del tutto. Sto affrontando insieme alla mia famiglia una paura maggiore, che mi tormenta giorno e notte e di cui non riesco o forse non posso liberarmi. Purtroppo abbiamo scoperto che mio fratello, un ragazzino di quattordici anni, è affetto da una grave malattia: la leucemia. fargli sentire dolore, mi strazia il cuore. Se solo si potesse, prenderei ogni suo male e lo farei mio, sopporterei tutto solo per vederlo finalmente star bene. La vita mi sta insegnando ad essere forte e coraggiosa, e credo quindi che lasciarsi abbattere dalla paura non serva a niente “Non c'è speranza senza paura, ne paura senza speranza” Vanessa Saponaro Dire che ci è crollato il mondo addosso è dire poco. La paura che qualcosa possa andare storto durante il ciclo di chemioterapi a che sta affrontando, mi fa star male. Vederlo così e non poterlo aiutare senza 17 9 novembre 2014: grandi celebrazioni per ricordare i 25 anni dalla caduta del muro di Berlino Con 8000 palloncini bianchi Berlino ricorda la caduta di un muro che ha separato, diviso una città, un popolo che ha vissuto con grandi sofferenze e nel dolore per più di quarant’anni. Esso ha rappresentato il simbolo di una guerra fredda tra le due superpotenze degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica per affermare la propria supremazia, minacciando in questa rivalità più volte, di mettere a rischio la pace nel mondo. Al termine del 2° conflitto mondiale nel BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” 1945 a Posdam (località vicino Berlino) si riunirono tutti i rappresentanti dei paesi vincitori (tra questi ricordiamo il Presidente americano Harry S. Truman, il Segretario Generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica, Josef Stalin ed altri Grandi della Francia e dell’Inghilterra) per decidere la spartizione della Germania. E così anche Berlino fu divisa nella parte ovest governata dalla BRD (Repubblica Federale della Germania) e la parte est governata dalla DDR (Repubblica Democratica Tedesca). La politica del tutto diversa attuata dai due governi vide uno sviluppo ed una ripresa economica sempre più avanzata nella Berlino occidentale, e ciò convinse sempre più i berlinesi dell’est a voler passare a vivere sotto il governo federale ad ovest per una prospettiva di vita migliore. Questo continuo esodo verso l’occidente spinse il governo della DDR ad innalzare nell’estate del 1961 un muro insuperabile lungo 43 km che separò definitivamente 18 la città e la popolazione, impedendone il passaggio pena la morte. Per un lungo periodo durato più di quarant’anni la città ha vissuto una realtà terribile ma il popolo non ha mai popolo tedesco e Berlino fu così di nuovo unita. La riunificazione è stata festeggiata il 3 ottobre 1990: l’intera Germania è passata alla Repubblica Federale Tedesca oggi governata dalla Cancelliera Angela Merkel, cittadina di Berlino est, che ha voluto celebrare tale manifestazione con grandi eventi per ricordare un periodo della storia da non dimenticare. Anna Di Pinto accettato tale separazione. Tanti sono stati i tentativi di superare il filo spinato all’estremità del muro e tanti hanno perso la vita sotto i colpi dei soldati dell’Est, ma alla fine dopo tanti accordi diplomatici e l’intervento di grandi uomini come il Santo Papa Giovanni Paolo II, il 9 novembre 1989 il muro fu abbattuto con la grande partecipazione dell’intero 19 BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” Differenze tra handicap e disabilità - - Partiamo dall’etimologia della parola handicap. L'origine del nome sembra che derivi da un gioco d’azzardo con monete che erano estratte a sorte con la mano (ingl. hand) da un cappello (ingl. cap) che le conteneva (ingl. in). Traducendo la parola intera, si deduce la seguente descrizione: “mano nel cappello”. Si trattava probabilmente di un tipo di lotteria in cui si assegna uno svantaggio al concorrente ritenuto superiore o un vantaggio a quello ritenuto inferiore: da qui l'idea di svantaggio che connoterà poi il termine in tutti i suoi ambiti d'uso. psicologica, fisiologica o anatomica e rappresenta l'estensione di uno stato patologico. Se tale disfunzione è congenita si parla di minorazione; disabilità, ovvero qualsiasi limitazione della capacità di agire, naturale conseguenza ad uno stato di minorazione/menomazione; handicap, svantaggio vissuto da una persona a seguito di disabilità o minorazione/menomazione. Questo significa che mentre la disabilità viene intesa come lo svantaggio che la persona presenta a livello personale, l'handicap rappresenta lo svantaggio sociale della persona con disabilità. L'ICIDH prevede la sequenza: Menomazione--->Disabilità--->Handicap, che, tuttavia, non è automatica, in quanto l'handicap può essere diretta conseguenza di una menomazione, senza La classificazione ICIDH (International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) del 1980 dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) distingueva tra: - menomazione intesa come perdita o anormalità a carico di una struttura o una funzione 20 la mediazione dello stato di disabilità. Tale classificazione negli anni ha mostrato una serie di limitazioni. Infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 22 maggio 2002, ha approvato una nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della disabilità e della Salute denominata ICF: i tre termini portanti della precedente versione (menomazione, disabilità, handicap) sono stati sostituiti da: funzioni e strutture corporee, attività, partecipazione. Questa nuova classificazione cerca di porre in primo piano le capacità del singolo e le sue possibilità di partecipazione sociale. La persona disabile è un individuo. Con una propria identità. Con una propria connotazione. Con delle caratteristiche proprie. Lui ha sempre saputo non solo di essere portatore di una disabilità, ma anche di essere innanzitutto una persona. E’ il fattore sociale che trasforma la disabilità in handicap. In seguito all’approvazione dell’ICF nel 2002, il termine <<handicap>> è stato accantonato ed è stato sostituito dalla locuzione <<persona che sperimenta difficoltà nella partecipazione sociale>>. Non portatore di difficoltà, ma portatore di sogni, di speranze, di una certa capacità di comprendere, di attitudine per alcuni giochi, di simpatia, di sorrisi, di affetto, portatore di una difficoltà spesso invalidante. E qui c’è già un’indicazione metodologica dell’ICF: non puoi partire dal negativo, poiché se fai questo, non potrai che lavorare sul vuoto: non si lavora su un materiale che non c’è. Occorre partire dal positivo facendo leva su ciò che c’è, enfatizzando le aree di efficienza. E’ necessario focalizzare l’attenzione sui seguenti interrogativi: possiede buone capacità tattili, olfattive, linguistiche ecc.? Come faccio a sfruttare questi aspetti positivi per ridurre le conseguenze della sua cecità? Come faccio a ridurre le conseguenze della sua sordità? La sordità è una menomazione invisibile anche perché il non udente, come tutti i disabili tende a nascondere la propria menomazione: può approvare con un cenno del capo, pur non avendo compreso quasi nulla di tutto ciò che si è detto. Per questo spesso evita la gente. Per questo sceglie la solitudine. Maria Soardi 21 IL MONDO " SENZATOMICA" Il 24 novembre 2014, con le mie compagne di classe ci siamo recate insieme ad altre scolaresche dell’Istituto De Lilla a visitare la mostra "Senzatomica", presso la Sala Murat in piazza del Ferrarese intorno L’argomento trattato è stato quello della SICUREZZA, principalmente quella degli essere umani, che comincia proprio dai bisogni primari, come ad esempio: dal cibo, dall'acqua, dall'aria possibilmente non inquinata, senza tralasciare ovviamente il rispetto reciproco. SICUREZZA è anche opportunità e forza per esprimere il nostro potenziale. “MA LA SICUREZZA DELLL'ESSERE UMANO E’ UN BAMBINO CHE NON MUORE, UNA MALATTTIA CHE NON SI DIFFONDE, UN LAVORO CHE NON VIENE TOLTO. BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” LA SICUREZZA DELLL'ESSERE UMANO NON è QUALCOSA CHE HA A CHE FARE CON LE ARMI, E’ QUALCOSA CHE HA A CHE FARE CON LA VITA E LA DIGNITA' DELL'ESSERE UMANO”. Le armi nucleari sono più distruttive della guerra e sono al vertice di una piramide di violenza. La sicurezza della vita umana si deve basare sul rispetto delle persone e non per avvalorare la potenza del singolo Stato. Le armi di distruzione di massa sono: le armi nucleari, le armi biologiche e le armi chimiche. Le conseguenze irreparabili di un’ esplosione atomica possono essere impulsi elettromagnetici e la ricaduta radioattiva. La sicurezza degli esseri umani incomincia dal renderli liberi dalla paura e dalle privazioni. I conflitti armati distruggono fabbriche, case, scuole, imprigionandole nella privazione e nel bisogno. La guerra uccide le persone e distrugge la fiducia, bloccando anche lo sviluppo di un Paese per generazioni. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, dei 56,8 milioni di persone che muoiono ogni anno, 17,6 milioni muoiono per denutrizione. Il 95% sono le persone che vivono nei paesi meno avanzati . 22 Essi sono: ”LA PACE NON PUO’ ESSERE OTTENUTA ATTRAVERSO LA VIOLENZA,LA SI PUO’ RAGGIUNGERE SOLO GRAZIE ALLA RECIPROCA COMPRENSIONE” Nel 2005 nel famoso rapporto del Segretario Generale Kofi Annan sono stati indicati otto obiettivi da raggiungere detti “OBIETTIVI DEL MILLENNIO” per assicurare in futuro “Libertà del bisogno,della paura e la libertà di vivere con dignità” non far -radicare la povertà e la fame fornire un’istruzione di base a tutti promuovere l’uguaglianza dei sessi ridurre la mortalità infantile migliorare la salute delle madri combattere malaria, HIV/AIDS e altre malattie assicurare la sostenibilità ambientale creare una collaborazione per lo sviluppo nel mondo “UNA PACE CHE DURI NEL TEMPO DIPENDE DALL’ISTRUZIONE, UN DIALOGO SINCERO RICHIEDE CORAGGIO E FORZA, LAVORARE PER LA PACE RICHIEDE CORAGGIO, DETERMINAZIONE E UN GRANDE IDEALE. SOLO ATTRAVERSO CIO’ CHE FACCIAMO DIMOSTRIAMO CHI SIAMO, ED IN FINE NON DOBBIAMO SENTIRCI SCONFITTI DALLA SENSAZIONE DI IMPOTENZA”. La frase che mi ha maggiormente colpito è stata: Tutto ciò mi ha fatto APRIRE GLI OCCHI SUL MONDO E SULL’ARGOMENTO DELLA SICUREZZA DI NOI ESSERI UMANI. Angela Careccia 23 “BARI SENZATOMICA” 1. L'OROLOGIO DELL'APOCALISSE BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” L'orologio dell'Apocalisse ha particolarmente coinvolto le alunne per il suo significato simbolico: ogni azione volta all'ampliamento degli arsenali nucleari, come ogni situazione di crisi o di conflitto anche nel nostro mondo di L’orologio dell’Apocalisse è un orologio simbolico creato dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago nel 1947, in cui la mezzanotte simboleggia la fine del mondo causata da una guerra atomica. Le classi II A, III C, V C, V B accompagnate dalle prof.sse Serio, De Toma, Manco, Menolascina, Labbe, Aceto e De Letteris il giorno 25/11/2014 hanno visitato la mostra “Bari Senzatomica” mostra dedicata al disarmo nucleare e ad aumentare la sensibilità della gente per avere entro il 2015 una convenzione internazionale per l'abolizione delle armi nucleari. relazioni, non fanno altro che ridurre il tempo che ci resta fino alla mezzanotte: attualmente siamo a poco più di sei minuti dalla catastrofe. Per poter incrementare il varco temporale che ci separa dalla fine di tutto è necessario partire da un cambiamento radicale della visione del mondo: da una cultura della paura a una cultura della fiducia reciproca; perché la sicurezza umana nasce dal riconoscere 24 l’interconnessione delle persone, dal potersi sentire liberi dalla paura e dalle privazioni: povertà e violenza sono infatti connesse tra loro. Per poter arrivare ad una nostra autorealizzazione, dobbiamo poter basare la nostra vita su una cultura di pace, che non vuol dire semplicemente assenza di guerra, ma assenza di violenza. La violenza si respira purtroppo nella nostra vita quotidiana: piccoli attriti, violenza domestica, abusi, crimini, conflitti tra comunità. A ciò si aggiungono l’indifferenza e l’apatia con le quali guardiamo alla sofferenza degli altri. Le guerre e la corsa agli armamenti - in particolare alle armi nucleari – rappresentano solo la punta di un iceberg, il lato evidente di una realtà che ci circonda, basata su una cultura della violenza. Nella nostra costituzione, ma anche in quelle di altri stati, si afferma che l'essere umano ha diritto ad essere felice; ma non è il destino che decide della nostra felicità: a noi viene data soltanto la materia prima con cui operare. I nostri cuori modificano questa materia, usandola a loro piacimento. Per trovare la felicità occorre avere uno spirito indomabile, capace di sopportare qualsiasi avversità. “Qualsiasi difficoltà si manifesti, sforzatevi con tenacia e pazienza. Mantenendo la speranza nel cuore, è importante comprendere il tempo, creare il tempo e attendere il tempo in cui raccoglierete il frutto dei vostri sforzi. Arriverà sicuramente il tempo della vittoria”.[D. Ikeda] . Gabriella Labbe 25 Come la tecnologia può mettere in crisi le relazioni umane. In quest’ultimo secolo, l’uomo ha compiuto numerose scoperte in campo scientifico, medico e tecnologico che hanno contribuito al benessere e alla qualità della vita. Essa contribuisce molto all’incremento di numerose attività di produzione in tutti i campi. L’uomo crede così di migliorare la propria vita senza rendersi conto che la tecnologia agisce anche contro di lui. La società entra in crisi, i valori tradizionali vengono abbandonati adottarne di nuovi, legati alle scoperte tecniche che ormai dominano la mentalità dell’uomo non è sempre positivo. Non bisogna però dimenticare che grazie ad alle scoperte tecnologiche l’uomo ha compiuto numerosi progressi in campo medico facendo scoperte che fino a qualche decennio fa sembravano impossibili; ma il cattivo uso di queste, rischia di cambiare radicalmente anche i modi di pensare dell’uomo che ormai si avvale di mezzi tecnologici per risolvere i propri problemi penalizzando la creatività. I-pod, computer, consolle, video giochi, cellulari ecc.. stanno ormai prendendo il sopravvento su quella che prima poteva BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” definirsi una” vita sociale”; stanno cambiando i nostri rapporti e il modo di relazionarci con gli altri. Il dilemma è che non si tratta di oggetti indispensabili per la nostra vita, infatti qualche anno fa si viveva tranquillamente anche senza, mentre oggi non possiamo farne a meno. I giovani non sanno più camminare senza portare le cuffie nelle orecchie, le donne non sanno più lavare i panni senza una lavatrice e i bambini vengono piazzati davanti alla tv pur di non doverli “sopportare”. Questi “oggetti” sono riusciti a passare per bisogni primari pari al cibo, vestiti e valori! Il settore tecnologico risulta oggi l’unico a non essere stato toccato dalla crisi a danno di adolescenti e bambini che crescono in maniera errata sostituendo le macchine ai propri cervelli dimenticando che sono l’arma più potente che possediamo. Tuttavia non si potrà mai sostituire una sana chiacchierata con un amico con un apparecchio tecnologico! Maddalena Di Fronzo 26 Che cos'è la felicità? Che domanda difficile. Eppure dovrebbe essere la più facile. Invece no, ci devo pensare. La felicità è l'amicizia, i libri, la musica, i croissant alla nutella... Tutto questo potrebbe sembrare la felicità, oppure no? Forse la felicità è sopravvalutata. La felicità è semplicemente quel dettaglio che rende la giornata meno deprimente. Essere felici è, essere se stessi, piacersi e volersi bene. E se non è tutto questo? Per quanto mi riguarda io non avrei bisogno di tanto per essere felice. Eppure se mi chiedessero "che cos'è la felicità?" non lo saprei. Crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose … La felicità non è quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi sempre alla prova. Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole ma preziose. La felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che ti allargano il cuore. Rita Caccavallo, Teresa Valerio, Rossana Natilla, Maria Genco e Alessia Vivace. La felicità è quando ti svegli la mattina e fai colazione con la tua famiglia. La felicità è quando stai tutto il giorno con gli amici. La felicità è quando giochi una partita di calcio, segnando un goal al 90°. La felicità è quando veni elogiato da tante ragazze. La felicità è quando stai male e gli amici ti consolano. La felicità è quando sei in discoteca e non pensi a niente. La felicità è quando ti regalano il motore. Francesco Zonno 27 La felicità è un’emozione positiva che ti fa battere il cuore, è anche un atteggiamento ottimista nei confronti della vita . La felicità è anche gioia, generosità,fedeltà,amicizia e amore. Per noi la felicità è un qualcosa che va condiviso con chi ti vuole bene. Non sempre siamo felici perché la vita è fatta da buoni e cattivi momenti. Essere felici vuol dire sprigionare libertà e serenità per qualcosa che è successo,che si aspettava da tempo e che finalmente si è avverato. Il desiderio in comune a tutte le età, è di avere una vita felice insieme ad una persona che ci capisce. La felicità è quella che tutti desiderano perché mantiene alta la nostra speranza di avere una vita migliore. Quando noi adolescenti siamo tristi ascoltiamo la musica per sentirci meglio. La felicità non viene così per caso bisogna impegnarsi per trovarla, ma alla fine chi si è impegnato davvero riesce ad essere felice. Alessia Chiarappa,Arianna Simeone,Chiara Lorusso,Sabrina Cellamare,Viviana Perulli. Sono felice perché… nella vita ho sempre cercato istintivamente la mia felicità. Sono felice perché… ci sono, perché posso vedere, perché mi emoziono, perché amo. Sono felice perché… sei quello che scegli di essere , e mi accetti per quello che sono; Sono felice perché… riesci a sentirmi da lontano, anche se non ascolti la mia voce ; Sono felice perché… ho ricevuto un regalo prezioso , la tua vera e sincera amicizia. Auciello Martina; Bianco Monica; Casalini Francesca; Ceglie Stefania; Di Mario Paola; Perrucci Teresa 28 La felicità è quando ti alzi, vai in cucina e trovi un enorme barattolo di nutella che ti dice “IO SONO QUI, PRENDIMI”. La felicità è quando sei stanca, entri in camera e vedi il letto. La felicità è quando hai fame, apri il forno e trovi la lasagna della nonna. La felicità è quando stai camminando e trovi un portafoglio, lo apri e dentro ci sono 100 €. La felicità è quando sai, che il tuo ex è non è felice con un’altra. La felicità è quando è sciopero a scuola. La felicità è quando il tuo ragazzo ti regala un anello di diamante. La felicità è quando la tua squadra del cuore fa goal. La felicità è quando vedi Brad Pitt. La felicità è quando ti regalano una Gold. La felicità è quando riesci ad arrivare in tempo alla fermata, mentre il pullman sta arrivando. La felicità è quando arriva pasqua e ti regalano l’uovo della Kinder. La felicità è quando ti regalano regalo la borsa di Fendi. La felicità è quando tuo padre ti regala il Liberty 125. QUESTA E’ LA FELICITA’! … Johara Vitellaro, Francesco Zonno, Valentina Zaccaro, Mariantonietta Colasuonno, Alessia De Filippis, Vanna Tisti, Alessia Quitadamo Coordinamento Maria Caravella 29 Scuola e mondo del lavoro BARI Anno XI Numero 14 IPSSSS “DE LILLA” Presso il nostro Istituto a partire da settembre 2014 sono attivi n. 5 corsi finanziati dalla Regione Puglia di Operatore Socio Sanitario 30 JOARA VITELLARO Monica Bianco 31 CHIARA LORUSSO VALENTINA ZACCARO 32