Untitled - 6000 pagine su Savigliano
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I componenti del «Comitato Difesa Maira Savigliano», comitato spontaneo sorto a Savigliano (Cuneo) a seguito della decisione da parte dell’Aipo e dell’Amministrazione Comunale di canalizzare e cementificare il tratto urbano del corso del torrente Maira perché in pericolo di esondazione, espongono le loro ragioni (anche per conto dei firmatari di una pubblica petizione, i cui nominativi sono di seguiti riportati) circa la necessità di non effettuare gli inutili e dannosi lavori sul tratto urbano naturalizzato del Maira -così come previsto dal progetto-, prevedendo invece di intervenire nei luoghi (torrente Mellea e torrente Maira a monte del centro urbano) storicamente soggetti a pericolosi fenomeni di piena che nel corso dei secoli hanno più volte allagato quasi per intero Savigliano (il Comitato fa riferimento allo studio legale dell’avv. Tomaso Giraudo, piazza Cesare Battisti, 6, 12038 Savigliano, tel. 0172 715470, e-mail comitato.maira@libero.it, presso il quale è depositata l’intera documentazione relativa al caso). Sul sito web <http://www.saviglianocn.it/maira/maira.html> trovano collocazione tutti gli elementi che hanno caratterizzato, nel corso dell’anno, l’impegno civile e sociale del Comitato. Noi (e tantissimi altri) siamo contrari all’intervento Aschaffenburg (D) Elda Supertino, Pietro Supertino Asti Valter Bocchino, Aurelio Dibella, Andrea Rosso, Giovanni Barbero, Lucio Cuchietti, Alessandro Penna, Cesare Odarda, Fiorenzo Laiolo, Roberto Vercelli, Lena Trucci Barge Mauro Chiavassa, Antonio Lombardi, Andrea Fenoglio Beinasco Teresa Vaglio, Ivano Carboneri Beinette Emanuela Fissolo Benevagienna Silvio Aguzzi, Pier Giuseppe Barroero, Antonio Sanino, Antonio Sanino Borgo San Dalmazzo Marco Giletta, Giuliana Bigoni, Alessandro Qualich, Lucia Mogna, Fabrizio Giordanetto Boves Selena Taschera, Pablo Enrico Quaglia, Silvia Marabotto Bra Giuseppe Pavone, Luca Farinasso, Rosita Umbaca, Roberta Magliano, Roberto Pelizza, Stefania Boglione, Luisa Monchiero, Mauro Ferrero, Stefano Genre, Fabrizio Fissore, Mario Biglione, Antonella Cagna, Aldo Giaccardo, Cristina Torrero, Tiziana Magliano, Franco Asteggiano, Franco Pezzana, Maria Teresa Panero, Cristina Demoliner, Jeanmarie Vezza, Mauro Iacovelli, Manuela Magliano, Elena Restuccia, Flavio Sansoldo, Michele Chiesa, Franca Talamini, Giorgio Cirelli, Angela Mezza Bricherasio Federico Pellissone Buriasco Elda Sabena Buronzo Alessandro Tatti Busca Osvaldo Salomone, Massimo Demaria, Giorgio Rivoira, Pier Aldo Rinaudo, Michela Bassino, Irene Mondino, Cristian Giordano, Nicoletta De Lio, Tiziana Tallone, Maria Bongiovanni, Chiara Bongiovanni, Filippo Bongiovanni, Rosa Lucia Demaria, Marco Manfrinato, Manuela Girello, Roberto Armando, Ornella Roasio, Eliana Dalmasso, Laura Delfino, Danilo Ballatore, Fortunata Galastro, Verena Castelli, Anna Bodello, Adriano Cucco, Rinaldo Rebuffo, Alberto Pa- Per sostenere l’azione del Comitato di Difesa del Mai ra e contrastare il progetto d’intervento di canalizza zione e cementificazione del tratto urbano dello stesso corso d’acqua voluto dall’Aipo e dall’Amministrazione comunale è stata promossa una pubblica raccolta di firme che si è concretizzata in interventi saltuari e ca suali con «banchetto», da parte di un gruppo di volon tari, in alcuni luoghi pubblici saviglianesi, oltre all’ini ziativa militante compiuta da singoli in alcune città del circondario. I «banchetti» sono stati effettuati nei gior ni 3, 6, 10, 13, 17, 20, 24, 27, 28 e 31 maggio 2004. Il testo sottoscritto dai firmatari è il seguente: «Disap proviamo l’intervento di canalizzazione e cementifica zione del tratto urbano saviglianese del Maira. Ogni operazione di “messa in sicurezza” può concretizzarsi con un’azione di naturalizzazione del corso d’acqua, così come già avviene in altri luoghi, senza danni, nel rispetto della natura, dell’ambiente e del paesaggio». Come appare evidente dall’elenco che segue il proble ma non riveste esclusivamente carattere locale. La maggior parte dei firmatari, come logico, appartiene alla città di Savigliano, ma risulta massiccia la presa di posizione dei residenti nei Comuni che trovano col locazione sull’asta del Maira, in particolar modo quel li a valle di Savigliano, che leggono come pericoloso per la loro città l’intervento che a Savigliano prevede la canalizzazione -quindi l’accelerazione- dell’acqua, con conseguente esasperata sollecitazione delle difese naturali esistenti nei luoghi che trovano collocazione in aree antropizzate più a valle. L’elenco, ordinato per città di residenza, indica co munque un interesse diffuso per il problema della tute la ambientale del patrimonio legato alla presenza dei corsi d’acqua. Il fiume, così come appare evidente, non appartiene soltanto alle comunità toccate diretta mente dallo stesso, ma è un bene che va salvaguarda to a favore della globalità territoriale e dei suoi resi denti. Alcune località presenti (non piemontesi ed ad dirittura straniere), inusuali per una simile raccolta di firme, sono legate a nominativi di saviglianesi da tem po emigrati, che hanno voluto essere presenti nell’ap pello a favore della naturalezza del Maira. Airasca Luisa Conticello Alba Laura Boffa, Stefano Rivella, Anselma Simone, Andrea Brizio, Giovanni Carbone, Donatella Bordino Albinea Fabrizio Dolzani Alessandria Gian Paolo Picchio 2 rola, Gabriele Falco, Dario Barbero, Simona Giusiano, Silvana Negri, Francesca Chialossi Cagliari Marianna Melis Cairo Montenotte Tiziana Minetti Canosio Giuseppe Armando Caraglio Anna Grosso, Alessia Verra Caramagna Piemonte Giuseppe Piano, Emanuel Eufrasia, Maria Dogliani, Roberta Gallo, Alberto Lo Giudice Cardè Renato Nicola, Piero Strobino, Albina Nicolosi Carignano Pierpaolo Pautassi, Paolo Raveri, Assunta Cerutti, Laura Marocco Carmagnola Monica Bosco, Alessia Castellano, Arnaldo Polacchi, Giorgio Vaglio, Nana Arnaudo, Valerio Vaglio, Paolo Barbero, Umberto Bonino, Rocco Russo, Mauro Gerbino, Rosa Velci Florinca, Giovanna Navone, Mauro Ferrari, Susanna Calosso, Antonio Forneris, Luigi Berardo, Renata Colombo, Luciana Donna, Livio Dominici, Elena Visconti, Decimo Toni, Alberto Qullira, Rossana Pedroni, Matteo Simogni, Michela Brandino, Gabriella Cecchini, Elena Cauduro, Laura Valle, Antonietta D’Amato, Giovanni Bressa, Silvana Villa, Patrizia Farronato, Sara Borgese, Tiziana Dotta, Paola Costa, Fabio Satti, Maurizio Liberti, Piero Alberto, Valerio Grosso, Enrica Brugiafreddo, Tiziana Giombieri, Roberto Molinatti, Monica Favaro, Francesco Maccagno, Marcello Canonica, Patrizia Rossi, Massimo Ferazzan, Carla Grande, Enzo Marra, Daniela Racca, Maria Di Luca, Aurora Di Luca, Danilo D’Aniro, Maurizio Giro, Franca Manna, Adriana Borioli, Giulia Urzia, Luisa Donato, Irene Giraudo, Carla Betori, Maria Antonietta Becchis, Giovanni Perlo, Alberto Piero, Gabriella De Girolamo, Roberta Caporali, Marilena Vanzetti, Anna Borioli, Anna Monaco, Maria Remurri, Marco Berrini, Daniela Mussetti, Luciano Pellegrino, Serena Svely, Claudio Ardizzone, Giuseppina Porcu, Adriana Fumero, Francesco Casale, Nadia Paduele, Maria Luisa Piumetti, Patrizia Delmastro, Maria Ghia, Giovanni Bertelli, Barbara Caporale, Anna Catalano, Giuseppina Colla, Vittorio Menchini Carrù Piero Barale, Diego Barberis Cartignano Lucia Ugo, Paolo Bina Casale Monferrato Roberto Quirino Casalgrasso Tiziano Aiassa, Frida Tesio, Umberto Bonadonna Caselle Roberto Pidone Cavallerleone Claudio Taricco, Giovanni Cavaglià, Marcellino Peretti Cavallermaggiore Piera Bertola, Roberto Ciresi, Maria Gemma Rosso, Maria Anna Lautarlo, Viviana Lamberti, Maria Rosa Ghisu, Pasqualina Bagnasco, Maria Colombero, Luisa Riva, Pierfranco Gentile, Roberta Alessio, Elsa Gallo, Bruna Gallo, Mario Civalleri, Rosario Gerbasi, Fiorenza Bernocco, Luigi Marengo, Bruno Barbero, Gastone De Palo, Sergio Lovera, Giovanni Curiotto, Giuseppe Luciano, Francesco Bertoneglio, Maurizio Napoli, Monica Marenco, Gabriele Lingua, Ottavo Bellino, Mario Gallo, Teresina Fissore, Agostino Gaido, Stefano Gotta, Maria Soru, Renato Alessandria, Anna Curiotto, Alberto Spinelli, Patrizia Mulassano, Bruno Canavere, Laura Blosi, Pierino Peisino, Valerio Cigna, Laura Cosari, Vittorio Sportoletti, Pasqualina Bagnasco, Chiara Dellavalle, Rebecca Giraudo, Silvia Giorbergia, Graziano Gallo, Roberto Giobergia, Maria Bertino, Antonio Giobergia, Angioletta Lovera, Remo Gallo, Giancarlo Gallo, Mara Zorgniotti, Gianluca Lingua, Valeria Monge, Aldo Monge, Adalgisa Gonella, Roberto Moneta, Enrica Gentile, Elisa Marengo, Antonio Balangero, Gabriella Gentile, Annita Pestoni, Alfredo Moneta, Domenica Bersano, Elena Maria Oliva, Alida Tomatis, Manuela Rejnaud, Loredana Giarratana, Bruno Daniele, Piera Picco, Caterina Rossone, Francesco Canello, Emanuela Gonella, Dario Milano Centallo Carla Serra, Danilo Tortone, Franco Dutto, Lidia Masetta, Paola Mattiauda, Daniela Castorino, Emanuela Porretta, Mauro Bosio, Renato Bruno, Antonio Giraudo, Monica Cravero, Elio Sansoldo, Manuela Giraudi, Manuela Lerda, Simona Pizzolante, Adele Martinazzi Ceresole d’Alba Graziella Nota, Franca Vottero, Lucia Fasano Cervasca Sergio Centallio, Tersilla Vercellone, Giuseppe Sabena, Rosanna Salino, Armando Demaria Cervere Paolo Carena, Liliana Dotta Cherasco Antonella Chiera, Barbara Milanesio, Ester Seia Chieri Francesco Cherubini, Daniele Bordin, Francesco Martini Clavesana Gianni Bonino, Sandro Blasutto Corneliano d’Alba Gabriella Taricco Cortiglione Livio Bosio, Costigliole Saluzzo Simone Beoletto, Giancarlo Moi, Luisa Raballo, Roberta Ribè, Antonio Ferrero Cumiana Gianfranco Virga, Tiziana Leone Cuneo Giuseppe Villani, Moustafa Sambare, Claudio Revelli, Elisa Cerano, Mattia Nessi, Luisa Peano, Cristina Racca, Alessandra Giraudo, Nicoletta Blua, Silvana Della Rotonda, Giovanna Formento, Giovanna Mollo, Pierangelo Fissore, Guido Prato, Sara Rivarossa, Ilaria Bergese, Debora Cometto, Valentina Rosi, Luca Reverici, Daniele Dadone, Giuseppe Villani, Mauro Lamberti, Paolo Livingstone, Sonia Fracchia, Clementina 3 Tomatis, Pierpaolo Comba, Valter Paoletti, Margherita Gaviglio, Paolo Comollo, Margherita Racca, Aurora Balestrino, Ferdinando Rizzolio, Vladimiro Melis, Andrea Crosetti, Marisa Landra, Roberto Giuliano, Mauro Destefanis, Ivonne Caprino, Sergio Dutto, Marilena Giusiano, Franca Giordano, Gilberto Folco, Gilberto Ballatore, Roberto Barcellona, Valerio Racca, Ilaria Tronchin, Mirko Tosello, Ivano Barale, Italo Colesanti, Oscar Mina, Simone Bosio, Flavia Campogrande, Pieraldo Ferrua, Rosa Valentina Grosso, Pasquale Groppo, Gilberto Piumatto, Roberto Giraudo, Teresa Carelli, Luca Giordano, Loredana Renaudo, Gennaro Goletta, PierLuigi Bono, Fulvia Dutto, Alessandro Bertagnini, Rosanna Giussani, Serg i o Parola, Luca Bertola, Mara Forno, Bruno Botto, Daniela Rio, Monica Barberis, Sonia Sordello, Caterina Vissio, Lorena Dutto, Maricla Dutto, Sonia Dao, Patrizia Daniele, Emanuela Aimar, Sonia Vaccariello, Barbara Ferrando, Roberto Perotto, Francesca Ghio, Pino D’Agneli, Romina Cecchetto, Enrico Siccardi, Imelda Pellegrino, Salvatore Fonte, Maria Vittoria Ghilardi, Cristina Ferrero, Giuseppina Damilano, Caterina Damilano, Simona Cusilla, Mauro Arnaudo, Debora Colombini, Lorena Bergese, Corrado Ribero, Giuseppe Migliore, Gloria Revello, Roberta Capanna, Sabrina Triggiani Dogliani Donatella Galella, Claudia Banci, Fulvio Peira Dronero Carlo Bellardo, Maria Rosa Bertone, Luigi Ribero, Bruno Rosano Farigliano Ive Balsamo Faule Francesco Fumero, Bruno Tortone, Giovanni Biglia, Marco Boniforte, Maria Luisa Camusso, Giuseppe Scarafia, Maria Grazia Gerbino, Carla Alemanno Fossano Morena Rinaldi, Lidia Fissore, Emi Ambrogio, Maria Rocca, Osvaldo Riberi, Bruno Zorgniotti, Roberto Gastaldi, Maria Cavallera, Aldo Gastaldi, Barbara Gastaldi, Davide Gastaldi, Maurizio Dinicolantonio, Federica Brizio, Luigia Galante, Laura Gregorio, Gianfranco Morra, Santina Bellino, Antonio Ribè, Gilberto Trucco, Giorgio Segale, Renato Zavattero, Andrea Bertola, Patrizia Sampò, Thomas Ferlemann, Giuseppe Bertola, Aldo Scotta, Bruna Godano, Pina Floris, Guido Pasqua, Claudio Toselli, Claudia Nicotina, Marina Luison, Edmondo Tallone, Giovanni Piumatti, Flavio Moggio, Sabrina Marengo, Giancarlo Olivero, Armando Marengo, Caterina Borello, Luigi Degiovannini, Franca Pozzo, Caterina Tomatis, Carmelina Uragano, Miranda Origlia, Paolo Dao Geletta, Riccardo Ravera, Paola Oberto, Marco Delsoglia, Bernardo Tiberti, Maria Cordero, Giovanni Cordero, Maria Giordanengo, Iolanda Giraudo, Noemi Bergese, Luciano Paixao, Mauro Bergese, Simona Pia, Mauro Picco, Cristiana Gagino, Marina Aragno, Giuseppe Fissolo, Fiorella Bonassisa, Teresa Mussello, Andrea Cornaglia, Sara Cappa, Marcella Borghino, Giovanni Ferrero, Cristian Lovera, Massimo Rufini, Maria Risso, Antonio Paschetta, Elio Corino, Stefano Gemello, Nina Doudina, Cristian Re, Domenico Dallorto, Romina Mana, Patrizia Gallian, Riccardo Bernocco, Maria Rosano, Graziella Costamagna, Marco Sabatta, Elisa Biglio, Giuseppe Berardo, Emma Costamagna, Caroline Marenchino, Cristina Bosio, Eleonora Ravera, Giuseppe Ferrero, Maria Teresa Mellano, Maria Paola Sampò, Giuseppe Cravero, Andrea Totaro, Teresa Rinaudo, Clara Dalmasso, Mauro Mana, Laura Frascati, Erica Rocca, Patrizia Gazzera, Francesca Fissore, Manuela Giordano, Nadia Cavallo, Maria Rinaldi, Donatella Ochieppo, Mauro Giaccardi, Enrico Ferrero, Lorenzo Cragi, Roberto Capellaro, Giuseppe Liffredo, Alessandro Brizio, Rossella Ravera, Maddalena Dutto, Maddalena Vivalda, Giacomo Dalmasso, Wilma Degiovanni, Santina Fino, Maria Grazia Campana, Simona Ballario, Aldo Cerrato, Cristina Tealdi, Luisa Cera Frassino Silvana Garnero Garessio Valentina Salvatico, Giovanni Ribero, Anna Cravera Gassino Torinese Gianluca Lubraco Genola Marta Giobergia, Giovanni Sabena, Miranda Rosmino, Laura Borra, Alfredo Ghigliano, Ottavio Scarpino, Franca Vassallo, Ornella Paschetta, Renato Tranfa, Michele Bergese, Paola Fiorina, Antonio Garbero, Giovanna Baudino, Iva Mondino, Maria Giovanna Bagnis, Maria Franca Orni, Roberto Destefanis, Ornella Peirasso, Isabella Serra, Elda Sabena, Elio Cravero, Egidio Tavella, Mario Olivero, Anna Maria Vaira, Sergio Lissandro, Franca Califano, Nadia Audero Genova Vittorio Nappolini, Maria Buscaglia Giaveno Giovanna Stuardi, Angela Stuardi, Laura Damasio, Dario Chiarbonello, Paolo Galari Grottaferrata Sara Ghio, Beniamino Ghio Grugliasco Annalisa Albieri Imola Silvia Ghio, Italo Manni Lagnasco Giovanni Gagliardo, Adriano Giraudo, Gabriele Eandi, Romina Migliore La Loggia Alessia Lovo Lombriasco Marco Vassarotto, Patrizia Fiorina Manta Giuseppe Raspo, Pietro Gallo, Irene Mellano, Gianlorenzo Gonella, Mario Guasti, Silvia Perona, Luca Donna, Carla Oglietti, Enrica Olivero Marene Valerio Barello, Giuliano Repetto, Antonio Macrì, Mariangela Marengo, Donatella Bergesio, Claudia Racca, Giovanni Mina, Marco Daniele, Roberto Daniele, Margherita Biolatti, Pierantonio Mina, Milena Bollati, Mario Racca, Giuseppe Barbero, Denise Brizio, Diego Brizio, Daniela Boglione, Maria Teresa Aprà, Giancarlo Montaldo, Fabrizio Gramaglia, Franca Daniele, Giovanna Gianoglio, Mauro Raspo, Franchina Rainero, Sara Grassato, Maria Luisa 4 Bevilacqua, Maddalena Biga, Giovanni Goitre, Marco Astegiano, Indra Bertola, Sara Ambrassa, Igor Bertola, Giovenale Oberto, Luciana Testa, Piero Baudo, Paolina Cordero, Franco Levrone, Lidia Levrone, Marcella Ballario, Claudio Spinella Orbassano Carlo Rossetti Pagno Giorgio Pagliero Pavia Anna Gallo Peveragno Daniela Gastaldi Piasco Maria Luisa Pio, Pietro Barbero, Martina Mellano, Valentina Bonansea, Laura Barbero, Dario Margaria Pinerolo Eraldo Berger, Liliana Rasetti Piobesi Silvia Lisa Piossasco Carlo Rossi Piozzo Alessia Ravera Poirino Giorgia Becchis, Luca Almondo Pozzolo Formigaro Maurizio Krbavic Prien (D) Stefan Abel, Johannes Heyse Racconigi Isotta Tortone, Simonetta Sara, Patrizia Carlassare, Monica Luciano, Mario Brizio, Marisa Grande, Marianna Demichelis, Egidio Monchiero, Renato Bregliano, Eugenio Botto, Roberto Cardellino, Tomasino Ellena, Assunta Piovano, Marco Lo Schiavo, Roberto Palletta, Bric Jampad, Lucia Maccagno, Anna Rolando, Elena Longo, Lara Milanesio, Katia Audisio, Emma Rita Chistè, Elisabetta Fasano, Beatrice Chialvo, Domenico Brero, Margherita Mulassano, Maria Teresa Gazzera, Centro Video, Mariella Doglio, Giuseppe Cuntuliano, Ilaria Cavallotto, Giovanna Mulassano, Elisa Giordana, Adriano Minuto, Rosa Gabriella Barbero, Roberto Magri, Mariangela Sandri, Lina Alessio, Luca Redigato, Cinzia Franceschini, Mariangela Bo, Michele Greco, Maria Robiola, Bruno Grippa, Tania Umbaca, Beatrice Chialvo, Tiziana Allasia, Guido Raspo, Luciano Cornaglia, Laura Panero, Aldo Cerutti, Fabrizio Boglione, Marco Capello, Giuseppe Gastaldi, Giovanna Baravalle, Adriano Pettenuzzo, Renata Agosto, Sergio Beretta, Piero Gallo, Luciana Monasterolo, Noemi Grassato, Armando Di Leo, Mariella Raynero, Piera Dusso, Franco Bovile, Jessica Gazzera, Paola Teoma, Luciano Mondino, Carla Bono, Lucia Alladio, Caterina Rossone, Giovanna Porchietto, Ornella Fissore, Walter Parola, Mario Campagnaro, Fabio Campagnaro, Giulia Ainasi, Paolo Loggera, Patrizia Vincenzi, Enrica Brugiafreddo, Vincenza Germano, Pietro Bertolino, Patrizia Gualtieri, Anna Maria Ronco, Piergiorgio Marchisio, Anna Ornato, Maria Rosa Valfrè Soldano, Carlo Quiere, Rosella Calvo, Fabrio Cigna, Antonietta Tenore, Carla Mustat Revello Valentina Borgognone, Pietro Mario Salusso, Natalina Miretti, Gino Cravero, Denis Cravero, Anna Peirone, Emanuela Cravero, Rosanna Brandino, Alice Conte, Ivo Bianco, Erica Ambrogio, Franca Maero Marmora Roberto Tolosano, Natale Ellena Melle Osvaldo Berardo Merano Diego Ferrero Monastero di Vasco Ennio Lavino Monasterolo di Savigliano Antonio De Vito, Alessandra Devirgilio, Giuseppina Perlo, Michela Garello, Dario Perlo, Teresa Olivero, Nicola Mina, Antonella Audisio, Giuseppe Monge, Roberta Allasia, Ester Allasia, Antonia Raspo, Giuseppe Allasia, Elda Bertolotto, Rosanna Ponso, Mario Allasia, Manuela Allasia, Alberto Arese, Alessandro Allasia, Cecilia Arese, Fabrizio Monge, Elio Barale, Dario Barale, Silvia Bergese, Michela Mellano, Rolando Aita, Giovanni Fossa, Oddino Bosio, Luigina Strumia, Roberto Malberti, Dario Perlo, Romeo Aita, Giovanni Ponsi, Alberto Menghini, Enrico Arnolfo, Valeria Boglione, Giuseppe Paschetta, Agnese Alessio Moncalieri Mario Solaroli, Roberto Rebufello Monchiero Mario Bella Mondovì Paolo Tarolli, Claudia Gallo, Maria Carme Tomatis, Filippo Gallo, Maria Allena, Gilberto Giraudo, Carla Nocco Montà d’Alba Marco Tallano, Daniele Calorio Moretta Paola Cavigliasso, Gianni Villano, Ernesto Dossetto, Roberto Accastelli, Enrico Accastelli, Ivano Viscardi, Paola Bollino, Caterina Ravera, Antonella Abruzzo, Rosanna Galletto, Piero Lovisolo, Emanuela Borda Bossana, Maria Grazia Falqui, Antonella Lingua, Silvia Capello Morozzo Letizia Gastaldi Mougins (F) Alessandra Perlo Murello Emanuela Cavigliasso, Benedetto Tortone, Maria Botta, Giovanni Barbero, Federica Varetto, Marilena Tallone, Lorenzo Gastaldi, Domenica Cravero, Jolanda Miretti Napoli Bruno Uccella Narzole Marco Tealdi, Laura Gatti, Vincenzo Scalabrino Nichelino Bruno Fasano, Abderr Ahmane Norimberga (D) Katia Fiobel 5 Revigliasco Luigi Raspo Rifreddo Gianluca Cossale, Sandra Viso Rivalta Gian Battista Dusi Robilante Massimo Carletto Roddi d’Alba Sandro Pelassa Ruffia Alba Dalmasso, Elisa Bergese, Roberto Ferrari Saluzzo Carlo Muratelli, Simona Vlasici, Alberto Decostanzi, Emanuela Crotto, Alfredo Fina, Elisa Fornero, Corrado Fornero, Giuseppe Saglietto, Giovanni Rosso, Maurizio Allasia, Nicolao Dalmasso, Salvatore Panetta, Renato Ruffino, Raffaele Barbero, Emanuela Crotto, Carlo Ghetti, Gabriella Ferrero, Alberto Ficetti, Sabina Garnero, Albina Gazzera, Ilda Dotta, Paola Raimondi, Simona Rossetti, Maria Lamisani, Bianca Troia, Cristina Pignatta, Michele Pignatta, Aldo Babano, Roberto Bainotti, Caterina Biglione, Claudio Pigato, Irma Barbato, Rosa Iaculo, Pietro Devalle, Silvana Giusiano, Daniele Di Francesco, Claudia Abbà, Maria Reinaudo, Elio Blengino, Isabella Gabrielli, Laura Giordano, Giuseppina Formiglia, Roberto Manino, Paola Bovenzi, Veronica Gala, Manuela Destefanis, Nadia Cortese, Stefania Merlo, Floris Brevilliero, Irma Monasterolo, Antonio Botta, Salvatore Capello, Ilaria Agù, Maria Vittoria Peretti, Marinella Pasero, Liliana Berger, Dino Galfione, Livio Boriero, Roberta Fabre, Silvana Gallo, Marcella Audenino, Donatella Bergesio, Giuseppe Pizzordo, Federica Ghione, Roberta Maero, Elena Maero, Teresa Tuscano, Pascal Aubouin, Andrea Lillo, Emanuele Artale, Catia Tassone, Paolo Giordano, Lorenza Vivalda, Giorgio Fraire, Sabrina Refanelli, Daniela Pisanu, Fulvio Gallino, Graziano Abrate, Silvia Tesi, Maria Giustizia Diliberto, Daniele Baudracco, Rosa Peragine, Giovanni Sobrandi, Matilde Perlo, Roberto Crippa, Dino Cussino, Guido Ciabotto, Rosa Vella, Alessia Cordero, Marta Serra, Grazia Rimondotto, Marco Baudo, Felicita Buai, Bruno Sandri, Antonio Aimaretti, Maria Teresa Lingua, Luciano Rosella, Paola Chiaramello, Pietro Giordana, Rosa Bruna Piacenza, Pronino Caterina, Riccardo Conte, Giovanni Vaschetto, Laura Loccoro, Maria Quaglia, Modesto Boa, Paolo Rocca, Carola Noce, Barbara Audeno, Marina Guasco, Fiorella Silvestro, Stefania Buzzoni, Caterina Dossetto, Aurora Giordanino, Riccardo Endenini, Diamante Satto, Pierpaolo Maero, Marco Bisio, Lorenzo Casola, Renato Trucco, Graziella Ghigo, Micol Angelo, Roberta Cravero, Paola Arduino, Emanuela Calvini, Ileana Moine, Francesca Airasca, Lidia Quaranta, Serena Calamida, Alberto Carignano, Angela Borgognone, Denis Berardo, Chiara Demichelis, Marco Corrado, Monica Casu, Monica Collovati, Giovanni Fumero, Giuseppe Cagnetta, Sandro Ribero, Mario Emanuelli, Valerio Ponzo, Roberta Bori, Giorgio Feyles Sanfrè Antonella Ferrero, Giuseppe Valle, Graziella Alessandria, Agostino Pedussia Sanfront Vittorio Gianaria, Angelo Miretti, Luciano Billia, Re- nata Nicolino, Silvio Beltramo, Federico Damiano San Mauro Torinese Umberto Conti San Michele Mondovì Roberta Gammone Sanremo Massimiliano Giacone, Jessica Frontero Sant’Albano Stura Valerio Barbero, Carlo Scotto, Roberta Bergese, Claudia Tassone Santa Vittoria d’Alba Cosetta Elvesio, Maria Grazia Cornaglia, Franco Viale, Mafalda Valfrè Santena Moreno Masetti Sauze D’oux Paolo Dominici Savigliano Fabrizio Ricca, Roberta Delorenzi, Luisa Silvestro, Francesco Destefanis, Massimo Carignano, Maria Giovanna Gavotto, Guido Cerato, Daniela Tomatis, Claudio Introini, Ruggero Ruggeri, Enrico Villosio, Osvalda Pasotti, Sandra Flesia, Franco Tallone, Elisabetta Ghibaudo, Annamaria Tallone, Giuseppina Nyffenegger , Lucia Ambrogio, Anna Alfarone, Nestor Mochi, Guglielmo Jesos, Chiara Colombano, Valentina Tomaselli, Barbara Baldi, Massimo Matteini, Enrica Borga, Fabrizio Bordino, Sergio Tallone, Alessandro Altieri, Giorgia Schifino, Mauro Marian, Giuseppina Stagno, Francesca Simeti, Roberta Fissolo, Daniela Magavero, Katiuscia Delno, Walter Bertrando, Silvia Secci, Claudio Bergese, Riccardo Fiorito, Aldina Cangione, Luigi Russo, Pietro Zerbini, Diego Pettinotti, Valeria Arleri, Debora Pronello, Gino Cantarella, Massimo Arese, Silvano Lingua, Valerio Ghivarello, Maria Luisa Marengo, Antonio Zidda, Mauro Barbero, Maria Rosso, Graziella Levet, Giovanni Dogliatti, Pietro Destefanis, Valerio Pennicino, Teresa Morano, Andrea Giaccardi, Maria Luisa Bertolino, Maria Grazia Calcagno, Ester Cambiano, Maria Daniela Giachino, Orani Mei, Silvia Dellarossa, Martina Pettavino, Andrea Conte, Lorenzo Quirico, Sara Raviolo, Andrea Cagliero, Rosanna Cavallero, Maria Teresa Castelli, Luca Tesio, Valerio Allasia, Sara Ferrero, Charlotte Merlo, Laura Costadone, Valentino Racca, Samuele Cozzo, Vittorio Scavino, Luca Cugno, Barbara Greco, Aldo Gé, Bruna Sanino, Caterina Barra, Giovanni Sanino, Lidia Scioneri, Silvana Tortone, Eliana Panero, Margherita Vizio, Caterina Tibaldi, Salvatore Samperi, Barbara Gé, Gian Mario Ambrogio, Michele Migliore, Luca Migliore, Gianni Capoccetti, Caterina Giraudo, Aniello Atorino, Alda Barbero, Alesso Roccello, Giovanni Pignata, Monica Quaglia, Wall Street snc, Piero Pasquini, Enrico Brero, Paola Ricossa, Francesco Daniele, Massimo Cavallo, Adriano Socchi, Stefano Ferrero, Guido Giovannini, Pietro Rappazzo, Claudio Cappellino, Carlo Paschetta, Liliana Ariaudo, Lucia Roata, Airaldi Maria, Maria Luisa Boaglio, Lucilla Salusso Boaglio, Giulio Battistino, Piertonio Ramonda, Maria Santoro, Francesco Mina, Giovanni Barbero, Santina Bellocchio, Guglielmo Tavella, Anna Bruno, Massimo Lingua, Egizio Bosio, Stefano Rubiolo, Francesca Gé, Giuseppe Cordero, Stefano Montavile, Maria Angela Brunetti, Alessandra Brugnolaro, Paola Berardo, An6 tonio Bianco, Bruna Quaglia, Teresa Gaido, Roberta Ambroggio, Andrea Ghigo, Stefania Arese, Maria G. Supertino, Serenella Iovino, Maurizio Valsania, Giampiero Facelli, Giancarla Piacenza, Enrico Gallo, Mario Franco, Susanna Morath, Piero Mantovani, Giuseppe Strumia, Elisa Saviano, Alessandra Fissolo, Bernardetta Giusiano, Martina Fissolo, Renato Bertola, Giuseppe Fissolo, Lucia Fino, Maria Luisa Fissolo, Elio Tealdi, Matteo Rabbia, Maria Iorda, Lucia Destefanis, Marino Mondino, Maria Ambrassa, Natalia Armani, Alda Daghero, Ivano Scavino, Cosetta Magliano, Marco Racca, Irma Busso, Riccardo De Marchi, Iginia Gullino, Tiziana De Marchi, Paolo Bag, Vittorio Monasterolo, Giovanni Negro, Oberto Mensa, Renato Lovera, Pietro Testa, Antonia Ternavasio, Guglielmo Bruciafreddo, Rosa Cobisi, Pierluigi Ferrero, Margherita Sacco, Maria Ilardi, Lia Gianoglio, Maria Stella, Osvaldo Scotta, Giorgio Marengo, Vittoria Secci, Luciano Blengino, Paolo Blengino, Margherita Lanfranco, Maria Russo, Franca Ternavasio, Piera Pollino, Simona Perri, Knadija Barkaovi, Vincenzo Figlioli, Teresa Zicca, Noemi Longhi, Mayat Kerarmi, Annamaria Tallone, Dervisci Koreta, Alberto Pio, Sandra Isoardi, Vittorio Ariaudo, Giovanna Daniele, Corrado Isaia, Carlo Angaramo, Antonio Angaramo, Pietro Chiappello, Maria De Marchi, Erminia Nicola, Giuseppa Novarina, Silvia Riccardi, Anna Maria Daniele, Francesco Roasio, Candido Franza, Roberto Bertaina, Eliana Colombo, Lucia Sandra Piumatti, Cecilia Faule, Lucia Magliano, Gloria Monasterolo, Caterina Paschetta, Adriano Gerbaldo, Elisa Cravero, Barbara Bosio, Maria Teresa Peano, Valeria Ceppa, Domenico Montalbano, Leonardo Sassi, Franco Giordanengo, Luigi Lanfranco, Lidia Torre, Giovanni Soragna, Anna Strazzanti, Francesco Gerbaldo, Francesco Cravarezza, Domenico Osella, Matilde Villa, Maria Furno, Massimo Cassina, Giovanni Cordasco, Maddalena Lamberti, Michele Frandino, Ivana Melonia, Michele Paschetta, Enrico Andreani, Federica Bonetto, Teresio Cravero, Aldo Governa, Maddalena Alloa Casale, Giorgetta Capello, Michele Capello, Antonia Giobergia, Franco Poponcini, Mario Donalisio, Mauro Giraudo, Adriano Gé, Bartolo Origlia, Elio Capello, Gemma Foglio, Alice Clark, Valeria Fuscà, Laura Capello, Giovanni Battista Ferrua, Domenico Allasia, Armando Vanotto, Valentina Giraudo, Maddalena Strumia, Livio Pairona, Ilaria Raspo, Antonio Testa, Micaela Ballario, Mera Shqipe, Anna Cavallo, Giuseppe Mazzola, Debora Cabra, Teresa Burdino, Guido Audisio, Giovanni Chiavassa, Renato Vivalda, Riccardo Bruno, Ilario Crepaldi, Mauro Miletti, Luigina Pietropaolo, Giuseppe Lisa, Nadia Borghino, Mariano Bonanno, Annamaria Mellano, Patrizia Fantino, Silvana Barbero, Carmelo Bilardo, Giuseppina Scarteddu, Maria Maddalena Piumatti, Amalio Olocco, Antonio Morello, Chiara Battaglia, Felicita Molena, Pierangela Bleu, Marco Bleu, Luca Bleu, Luciano Mogna, Alessandro Dominici, Delfina Genta Ricca, Calogero Vetro, Rocco Scaffidi, Remo Galfione, Carmela Tavella, Iolanda Gonella, Roberto Gindro, Eleonora Bori, Eliana Brugiafreddo, Renata Tallone, Luigi Aimar, Elisabetta Negri, Annalisa Mogna, Ezio Fissore, Monica Quirico, Emma Storino, Monica Couvert, Micaela Arnaldi, Cecilia Abello, Germano Ambrogio, Luciana Mosso, Chiara Mellano, Michelina Frossasco, Andrea Bono, Luca Massimino, Bruna Botta, Guido Fantino, Benedetta Roux, Elena Giacone, Teresa Testa, Severino Monge, Lorenzo Montani, Mario Calvo, Gianni Abbadessa, Alessandra Mattiuzzi, Federico Massimino, Francesco Roasio, Pasquale Eandi, Michelangelo Narbona, Silvio Fiorito, Matteo Nicolino, Valentino Sandrone, Elio Lai, Luigi Botta, Gemma Valla, Afabia Scarteddu, Francesca Tallone, Piera Marengo, Federica Oggero, Zaga Shelinaj, Piero Scarafia, Maddalena Bosio, Giacomo Fissolo, Secondo Cavallo, Maria Teresa Colombero, Teresa Galliano, Patrizio De Carli, Paola Fissolo, Deborah Rosso, Gianluca Cigna, Giada Baravalle, Secondo Marino, Sebastiano Sanino, Federico Ambrosino, Leopold Verdaet, Angiolini Biagi, Piero Rabbia, Angela Donalisio, Renato Donalisio, Domenico Mondino, Virginia Racca, Enrico Donalisio, Mario Mellano, Livio Predieri, Silvia Nyffenegger, Diego Gallo, Corrado Balangero, Wilma Janse, Giovenale Barbero, Bartolomeo Gribaudo, Pina D’alessandro, Barbara Figlioli, Chiara Figlioli, Giovanna Secci, Lidia Guerra, Lorella Caula, Pierluigi Paschetta, Luigina Dini Balestra, Anna Riccardi, Alberto Risso, Domenica Mana, Liliana Pignatta, Piero Campana, Franca Ariaudo, Janse Toos, Vilma Borgna, Giuseppe Liberti, Anna Costamagna, Pierpaolo Casale, Iolanda Dutto, Antonio Carle, Luigi Cantarella, Secondina Verrone, Giulio Tabasso, Orestina Agodino, Ada Basso, Anna Maria Valinotti, Mariarosa Giorgis, Marina Galeazzo, Elio Becchio, Franca Abà, Michele Milanesio, Remigio Saglietti, Gianluigi Brunetti, Davide Novarino, Michele Cavarero, Antonio Fissore, Vanda Russo, Elena Russo, Ornella Mora, Renato Peracchi, Luciana Torre, Mario Panero, Maria Semeraro, Giuseppe Brunod, Fabrizio Ambrosino, Paolo Dompè, Emilio Abbà, Aurelia Casale, Caterina Testa, Franca Testa, Cherubino Terrin, Maria Evangelista, Renata Baratelli, Giuseppina Gazzera, Maria Petitti, Mattea D’Agostaro, Claudia Filippi, Giovanni Bertola, Maria Stassi, Maria Colombo, Maria Lucia Locatelli, Silvia Bruno, Antonio Carezzana, Pietro Giobergia, Mina Michele, Luciano Bogliotti, Sergio Massimino, Maddalena Sabena, Anna Gianoglio, Valerio Perrucca, Francesco Fina, Antonio Mina, Antonio Botta, Ivana Segantini, Battista Marengo, Rosanna Gili, Piero Curti, Michele Zuccon, Vilma Gerbaudo, Beatrice Canelli, Bruno Trucco, Carlo Gili, Mauro Trucco, Caterina Scavino, Matteo Sorasio, Mario Barello, Enrico Allocco, Andrea Graneris, Luca Cossotti, Andrea Reynaudo, Elisa Audisio, Maurizio Campana, Federico Campana, Fabrizio Campana, Luca Racca, Franca Bellocchia, Piermario Allocco, Renato Allocco, Marco Caula, Carlo Tavella, Maria Grazia Fiorito, Anna Tavella, Corrado Caula, Federica Caula, Marina Bottello, Antonio Montanari, Giuliana Canale, Alberto Ambrogio,Veronica Varrone, Agnese Audisio, Michela Canale, Teresa Gastaldi, Antonella Bosio, Grazia Pianeda, Giuseppe Demichelis, Emilia Mezzafera, Maurizio Caruso, Patrizia Fantino, Silvio Brero, Elena Maglio, Nunzio Legato, Giuseppe Marra, Carmela Maglio, Maria Marra, Francesca Sabena, Maria Grazia Cerutti, Giovanna Locatelli, Alba Calogero, Mirella Allasia, Silvia Perlo, Nunzia Cravero, Marco Bosio, Carmine Da Col, Enrico Maero, Elsa Depetris, Clemente Mariani, Olga Sterpi, Christian Grassato, Marco Perrone, Stefano Rejnaud, Claudio Tomatis, Fabrizio Apollaro, Nadia Gallori, Gabriele Guerrini, Paolo Magliano, Rachele Rainero, Annalisa Abbadessa, Micol Cagno, Giuseppe Cigna, Gian Luca Serra, Luisa Sabena, Marcella Magliano, Luigi Parodi, Loredana Borella, Vilma Petitti, Maria Clara Savoia, Liliana Mondino, Giuseppe Donalisio, Simona Gili, Anna Rita Allasia, Giovanna Fea, Milena 7 Manni, Livia Blengino, Maria Colombo, Lucia Eandi, Francesco Mangano, Giovanni Mangano, Maria Enza Fiorito, Aldo Toma, Patrizia Berutti, Gianfranco Bertinotti, Andrea Garello, Imelda Musella, Irma Panero, Gino Morello, Marta Scaraffia, Quadi Rasa, Antonio Giaccardi, Gianfranco De Lama, Angelo Colombo, Rosanna Galfrè, Biagio Oliva, Jacopo Martini, Maria Calò, Nicola Losito, Vincenzo Toso, Bartolomeo Mattalia, Lucia Rosso, Claudia Ricca, Silvana Vivalda, Ester Vivalda, Giovanni Tallone, Vito Piacentino, Angelo Di Martino, Maria Cristina Bosio, Silvia Ferrua, Fernanda Ambroggio, Carla Oggero, Maria Parasciani, Natale Ghigo, Fulvio Berardo, Egilberto Pietropaoli, Silvana Tonelli, Cesare Roasio, Dante Cosentino, Margherita Cavarero, Roberto Pio, Maria Teresa Fruttero, Alessandro Gosio, Giovanni Giraudo, Ghelinos Gjovalin, Alessandra Saulo, Remo Becchio, Francesca Tortone, Domenica Conte, Giuseppina Barra, Giuseppe Audisio, Francesco Oddenino, Rosanna Spada, Maurizio Tardito, Matteo Tardito, Alfo Callieri, Virginia Pagliero, Ermelinda Panero, Matteo Vidotto, Davide Rimondotto, Sesto Rimondotto, Onorina Genti, Estelle Allegret, Gabriele Rimondotto, Claudia Martino, Giovanni Brugiafreddo, Luca Chiapello, Mirella Miretti, Michele Ballario, Claudia Monge, Domenica Bonamico, Renzo Perlo, Patrizia Lucca, Marina Donalisio, Domenico Madonia, Grazia Berg i n e t t i , Vittorina Ricca, Paolo Gerbaldo, Silvia Bottari, Federica Perlo, Corrado Salusso, Barbara Coraglia, Zaveria Racca, Laura Fissore, Cristina Leone, Maria Teresa Bertola, Barbara Vivalda, Giovanni Mana, Nadia Ingaramo, Marziano Mondino, Giovanni Mondino, Andrea Matteo Biolatti, Bruna Bongiovanni, Davide Giordana, Ignazio Perri, Rosa Crosetto, Maria Grazia Maccagno, Carmen Levrone, Renato Berardo, Orsola Rinaudo, Giorgia Pellegatti, Cinzia Allocco, Policarpo Monchiero, Alessandro Botta, Giovanni Mollea, Antonio Tomatis, Giovanni Gosmar, Mario Mollea, Cristian Nicolino, Germano Nicolino, Pietro Botta, Antonietta Frandino, Ada Fornasero, Giuseppe Cortassa, Giovanni Bertola, Caterina Busso, Margherita Ariaudo, Aldo Morano, Claudio Nasi, Manuela Milanesio, Giovanna Bonino, Vincenza Lo Gerfo, Vincenzo Gentina, Liliana Oggero, Gianluca Bertoglio, Nathalye Beccaria, Gianfrancesco Badino, Roberto Gallo, Maria Barberis, Fulvio Saulo, Piero Lanzetti, Maria Teresa Berardo, Teresio Berardo, Marisa Chiavazza, Rosa Barbero, Franca Tosi, Giovanna Gallo, Massano Liliana, Michela Isaia, Laura Masento, Elisa Spataro, Massimo Novellini, Giovanni Sabena, Adriano Quaglia, Valerio Gerbaudo, Luisa Rodari, Paulin Swuregi, Gianna Rivarossa, Emilio Aledda, Flavia Legato, Francarita Magliocco, Salvatore Piazza, Maria Bongiorno, Calogero Ferraro, Giovanni Cagnoli, Carlo Lingua, Carlo Bongiovanni, Giorg i o Alessio, Luca Perlo, Davide Marocco, Enrico Capello, Claudio Alessio, Lorenzo Bribriglia, Elisabetta Cesa, Olocco Maria Teresa, Giampiero Giordanengo, Elio Rabbia, Margherita Pagliero, Maria Tamagnone, Maria Bianco, Margherita Bianco, Silvana Dabbene, Gian Nicola Zabena, Patrizio Damerino, Giuliana Borgna, Vittorio Lo Russo, Francesco Baldo, Maria Claudia Chiavazza, Giacomo Gallo, Pierangelo Baretta, Andrea Sanino, Enrico Robutti, Sergio Predieri, Franca Gregorio, Giovenale Tesio, Francesco Cravero, Maria Dellarossa, Giuseppe Fundone, Caterina Ugliengo, Luisa Tuveri, Grazia Magnozzi, Enrico Saulo, Pietro Donalisio, Giancarla Franco, Albina Caula, Giuseppe Colombano, Salvatore Filomena, Ottavio Agodino, Angela Ratto, Mariangela Lovera, Lidia Quaglia, Domenica Stassi, Maddalena Silvestro, Cristiano Camoscini, Giovanna Volante, Mario Panuzzo, Tatiana Errore, Maria Genovese, Rinaldo Cigna, Danielle Jouglas, Giovanna Illecchiani, Elsa Rabbia, Enrico Testa, Emanuela Campi, Dario Ferrero, Maresa Aragno, Sergio Brero, Giovanni Scavino, Rosalia Palazzone, Antonio Apollaro, Garnero Pietro, Fulvio Crosetti, Luigi Garnero, Giovanni Bruno, Laura Badino, Maria Pagliero, Giuseppe Mellano, Concetta Chiaromonte, Maria Fortezza, Maria Clara Savoia, Vito Greco, Liliana Trucchi, Francesca Racca, Giacomo Arnolfo, Alison Drake, Alessandro Damassin, Stefano Perhauc, Bledar Hoxha, Gianluca Casale Alloa, Andrea Fiorito, Francesco Becchio, Francesca Dolce, Daniela Zolin, Alberto Zolin, Bartolomeo Panero, Dario Becchio, Marisa Villois, Dante Pasquinelli, Margherita Canelli, Giovanni Canelli, Domenica Gonella, Simona Pasquinelli, Fabio Ruffino, Andrea Sabena, Giovanni Estienne, Ivano Martini, Aldo Agnesetta, Francesco Gazzera, Sebastiano Barolo, Margherita Tomatis, Elisa Natalizio, Alessandra Beccaria, Irena Kerpaci, Piera Cavallero, Marina Appendino, Franca Occello, Maria Fissore, Maria Luisa Abrate, Maria Barbara Aimetta, Andreina Marenchino, Bruno Castelli, Margherita Tallone, Giovenale Tomatis, Maria Caterina Viglietti, Rina Onerda, Rina Filodjan, Rina Fanie, Rina Pavlo, Jlii Kerpaci, Costanzo Sobrà, Maddalena Allione, Liliana Foglio, Francesco Cravero, Massimo Gianoglio, Marinella Sarzotti, Graziella Sciortino, Mario Sciortino, Stefano Arnolfo, Giovanni Liggera, Gisella Fassi, Giuseppe Sciortino, Gerarda Maratea, Cesare Lupo, Mauro Marian, Laura Bauducco, Giovanni Manissero, Mario Barberis, Fabrizio Mantovani, Giovanni Bonino, Stefano Aimar, Giovanna Bergesio, Teresio Aimar, Tiziana Aimar, Annunziata Bloise, Daniele Scaglia, Ernesto Scaglia, Mariella Scioneri, Luciano Barra, Annamaria Cravero, Laura Scaglia, Maria Elena Terrasi, Giuseppe Aimar, Teresa Masento, Feli Vignolo, Attilio Tavella, Maria Teresa Rizzi, Sergio Rizzi, Claudio Taricco, Elsa Santin, Giancarlo Bertaina, Chiaffredo Demaria, Osvaldo Giri, Giovanni Bauducco, Giuliano Pianeda, Laura Sidoli, Giorgio Giraudo, Corradina Polacco, Ettore Bertone, Margherita Lovera, Giuseppe Lovera, Mario Marengo, Anna Maria Chiapale, Alessandra Gervasoni, Maria Teresa Bollati, Angiolina Olocco, Lorenzo Trombetta, Roberto Sbrizzio, Alessandra Sidoli, Simona Allasia, Antonio Napoletano, Marilena Gonella, Laura Fino, Roberta Paschetta, Luisa Sabena, Cosimo Mellano, Antonella Demarchi, Alessandro Trucco, Francesca Capello, Margherita Picco, Teresa Degiovanni, Monica Gribaudo, Maria Degiovanni, Claudia Tesio, Margherita Degiovanni, Orsola Paschetta, Fabrizio Busso, Alessandra Ghigo, Sandro Busso, Marilena Mellano, Maria Grazia Monasterolo, Danila Morino, Caterina Cravero, Luisa Gerbaldo, Roberta Mellano, Daniele Poma, Marialuisa Arese, Alessandra Narbona, Mariateresa Paciulli, Vanda Bonello, Caterina Stuardi, Luigi Bertero, Andrea Orusa, Giulia Orusa, Maria Grazia Allasia, Margherita Surace, Ferruccio Orusa, Claudia Varetto, Rosanna Caporgno, Valeria Allasia, Stefania Fatta, Giovanni Calvi, Emilia Oddone, Anna Sguerzo, Maria Grazia Ciriaco, Chiara Allasia, Piera Vivenzi, Tomaso Giraudo, Enrico Giraudo, Maria Teresa Barbero, Luigi Barbero, Vincenzo Barbero, Mario Fissore, Guido Bertinetti, Maria Dotta, Elena Dotta, Carla Dotta, Enrica Rivetti, Silvana Gobetti, Mario Rivetti, Giuseppe Ferrero, Giancarlo Galvagno, 8 franca, Giuseppe Giacosa, Paola Frossasco, Elvira Satto, Giuseppe Audisio, Margherita Quartararo, Alberto Risi, Chiara Diale, Luisa Sosso, Margherita Mordenti, Pier Franco Daniele, Gianmario Diaz, Enrica Miggiano, Nicola Risi, Domenica Gugliuzza, Giuseppe Alfieri, Francesco Gugliuzza, Nicolina Vacca, Angela Rosso, Renato Vigliani, Santina Marchetta, Marilena Audisio, Paola Piovano, Teresa Colonna, Irene Fortunato, Domenico Colonna, Irene Moramarco, Luca Bocchiola, Stefania Pasqua, Stefano Arnolfo, Luigia Cortese, Domenico Cortese, Concetta Fidole, Assunta Perri, Giuseppe Fortunato, Giovanni Locatelli, Maria Grosso, Giuseppe Monasterolo, Giorgia Cordero, Danilo Giuseppe Biga, Fiorenzo Prandi, Elverio Cavaliere, Nicola Clerici, Carmelo Bacchetta, Shpresa Sheling, Emanuele Cavaliere, Giuseppe Gianoglio, Luca Fea, Naim Kuka, Lorenzo Olocco, Claudio Burdisso, Marco Cesari, Giancarlo Gili, Sergio Correndo, Elio Frandino, Ernesto Chiapello, Luigi Macchiolo, Marco Francesetti, Pierpaolo Testa, Marco Gianoglio, Silvia Dabbene, Elisa Mina, Piergiorgio Gianoglio, Fabia Scartedda, Antonio Gianoglio, Giuseppe Allasia, Domenico Mina, Fabio Olocco, Davide Dalmasso, Ferruccio Lovera, Francesco Talarico, Giuseppe Testa, Valentina Aimo, Giuseppe Ramonda, Pierluigi Ferrero, Claudio Cuteri, Corrado Panero, Ercole Durando, Giovanni Testa, Giorgetta Cugno, Ferdinanda Aimo, Antonietta Gallo, Debora Dell’Orto, Aldo Pagliero, Romano Gandino, Ezio Battaglino, Silvana Borghino, Vincenzo Gianoglio, Filippo Borio, Roberto Cugno, Domenico Fassi, Simone Mogna, Sergio Monasterolo, Alfonso Meloni, Giovanni Garsi, Adriano Angelucci, Mirella Mandrile, Giuseppe Trabucco, Cesare Ardusso, Fabrizio Allasia, Mauro Zavattero, Francesco Ballatore, Giovanna Rosso, Elio Allocco, Maddalena Sola, Ines Perrone, Giuseppe Ferrero, Agostino Chiaravalloti, Elsa Garzoli, Mina Michelangelo, Vincenzo Bennici, Lidia Vito, Roberto Coda, Caterina Sereno, Giuseppe Patrone, Luigi Vassallo, Piero Serra, Francesco Cuzzilla, Mauro Bergese, Giacomo Becchio, Francesco Vignolo, Ivana Roggero, Vittoria Porracchia, Renato Buttarelli, Pietro Rainero, Paola Ferrero, Teresa Rubiolo, Concetta Falco, Rosaria Vacca, Bruno Martino, Andreina Robasto, Margherita Olivero, Caterina Costamagna, Luigi Demarchi, Michelangelo Ghiglione, Maria Casalis, Evelina Marino, Grazia Dutto, Adriano Cacciolati, Massimo Abbà, Gerardo Brugnolaro, Fabrizio Panero, Michele Borgese, Bruno Penna, Mariacristina Penna, Luciano Panero, Alessandro Daniele, Massimo Volta, Giorgia Fassi, Pino Galvagno, Maurizio Narbona, Bartolo Daniele, Dario Gari, Marco Orio, Elvira Jacob, Giovanni Giraudo, Francesco Burdisso, Giampiero Fissore, Claudia Donalisio, Alfio Anfossi, Claudio Balansino, Benvenuto Usai, Giovanni Ghietti, Vanna Carla Turtoro, Pietro Pomero, Clara Testa, Mohamed Tousrani, Roberto Massimino, Cosetta Bogliotti, Franco Dotta, Claudio Cosa, Enzo Perfumo, Alessandro Cosa, Mirella Allasia, Carlenrico Roco, Alberto Mina, Guido Lingua, Michele Pepe, Dante Cosentino, Enrico Barbero, Cristina Meia, Santina Lingua, Marco Meia, Maurizio Bergesio, Claudio Bogetti, Fabio Meia, Michele Boretto, Emma Segala, Mario Boretto, Luciano Gerbaudo, Luciana Brugiafreddo, Piero Maudo, Laura Cigna, Renato Roasio, Elio Paschetta, Alessandro Botta, Maria Antonietta Ferrero, Enrico Botta, Anna Maria Caseres, Daniela Ferusso, Maria Maida, Flavia Mana, Aldo Tomatis, Xu Zhookon, Elena Russo, Sophie Bonetto, Luciana Dellarossa, Elisabetta Strumia, Pietro Galvagno, Teresa Calvo, Romano Tortone, Sergio Gili, Mario Gili, Bernardo Solavaggione, Oddone Alladio, Stefano Arnolfo, Lorenzo Ghione, Guido Borge, Anna Rabbia, Alessandra Becchio, Serg i o Galletto, Fabio Sprugnoli, Nadia Bernardi, Massimo Doria, Sandro Mensa, Mirella Racca, Claudio Bonagemma, Paola Rosso, Anita Mina, Chiara Trabucco, Margherita Locatelli, Paola Vana, Marina Ternavasio, Fabio Volta, Massimo Gonella, Giovanni Veglia, Giovanni Decostanzi, Virginio Gallo, Renato Tealdi, Gianfranca Canaparo, Angela Gianti, Lorenzo Scavarda, Claudia Rosso, Antonio Perrone, Andrea Arese, Lucia Mina, Lorenzo Petitti, Andrea Fiorito, Carla Barbato, Bruno Giraudo, Pietro Franco, Barbara Bergamin, Arcangelo Paonne, Roberto Garetto, Giovanna Baudino, Giuseppe Sabena, Giuseppe Ferrero, Sara Calvo, Roberta Tomaselli, Sandro Fiorito, Domenico Daniele, Massimiliano Pavone, Donato Diani, Luciano Panero, Fabrizio Panero, Alberto Ivo, Laura Belmondo, Shelinaj Zoge, Massimo Massimino, Antonella Massimino, Carlo Givo, Margherita Ruffino, Antonio Massimino, Bruna Manassero, Martino Arnolfo, Elvira Bori, Giuseppina Lamberti, Bruno Inverni, Diego La Porta, Marinella Barge, Roberto Bigo, Paola Buzzi, Giacomo Allasia, Elisabetta Galliani, Enrico Gonella, Giuseppina Manassero, Mauro Giraudo, Denise Ravera, Elena Marchisio, Tiziana Aime, Katia Cacciatore, Tiziana Grosso, Maura Abrate, Miriam Barbero, Roberto Schellino, Tiziana Gastaldi, Clara Cagliero, Maria Vasile, Domenico Mana, Elsa Voloj, Piero Gullino, Maria Luisa Novaretti, Luisa Robasto, Maurizio Daniele, Liliana Cimiero, Mauro Becchio, Vilma Giletta, Roberto Lovera, Elda Devalle, Elena Cossotti, Antonino Scaffidi Muta, Roberto Botta, Domenica Mussi, Maddalena Tosco, Giovanni Tavella, Sandro Mantovani, Renata Cortassa, Alessandro Vitagliano, Emilia Di Santi, Costantino Scaffidi Muta, Irene Racca, Fabrizio Franco, Giuliano Zaccaria, Daniele Zaccaria, Domenico Zaccaria, Maria Rosa Borello, Giovanni Battista Borello, Agnese Lanzetti, Teresa Colonna, Piero Vinay, Stefania Nicolino, Valerio Oggero, Raffaele Caula, Laura Caula, Domenico Caula, Giuseppe Tribunella, Roberto Alesso, Rosaria De Rosa, Chiaffredo Alesso, Francesco Alesso, Rosalba Damiano, Paolo Franco, Simone Franco, Mauro Bergese, Giuseppe Franco, Margherita Franco, Pietro Franco, Mascia Minisini, Pietro Capasso, Mariangela Bruno, Larissa Minisini, Giuseppe Messidoro, Barbara Messidoro, Flavio Ambrassa, Barbara Angaramo, Monica Barale, Elena Gè, Luciana Marengo, Francesca Angeleri, Caterina Mazzone, Maria Rosaria Fotia, Ester Osella, Isella Michelin Salomon, Alessandra Tripolino, Sabrina Tortone, Silvia Galvagno, Bernardo Eandi, Marianna Allasia, Francesca Mina, Stefano Bosio, Giuseppe Mandrile, Maria Grazia Gallo, Andrea Villois, Claudio Chiappero, Eugenio Arese, Antonia Tortone, Simone Brunetti, Luciana Racca, Alessandro Brunetti, Livia Corrado, Valentina Trucco, Franca Monchiero, Maria Zenti, Natalina Rosano, Margherita Rosano, Maddalena Marengo, Remigio Priolo, Marcellina Gaido, Tiziana Airale, Mariarosa Giorg i s , Maria Grazia Cerutti, Maria Paonne, Francesco Castale, Olimpia Allasia, Maddalena Sola, Rita Fiandino, Maria Pia Bonavia, Teresa Bertolani, Silvia Borgarello, Renato Scavino, Guido Anzalone, Ivana Studiaro, Roberto Barale, Alberto Risso, Marisa Barra, Sergio Trossarello, Matteo Ambrogio, Anna Campana, Renato Marchetto, Gioachino Madonia, Maurizio Occelli, Giovanni Badino, Osvaldo Richelmi, Yvette Lan9 Alberti, Sara Grande, Stefania Casini, Sergio Ferrero, Marco Francesetti, Alessandra Francesetti, Manuela Milanesio, Carlo Formaggio, Teresa Vola, Laura Vola, Roberta Manzone, Maria Vola, Giuseppe Vitagliano, Giacomo Vola, Massimo Supertino, Nicola Vola, Michelina Saglietti, Silvio Saglietti, Irene Saglietti, Rosaria Fustacco, Paolo Vola, Francesca Sordella, Guido Sordella, Laura Saglietti, Liliana Rodà, Teresa Porrino, Santa Grappeggia, Maria Rosa Bruno, Livio Prato, Lucia Maero, Battista Alberti, Andreina Gandino, Alberto Barberis, Rosa Fagliano, Francesco Musella, Gianpaolo Negro, Marco Gerbaldo, Alfio Stellini, Silvio Supertino, Bartolomeo Bertoglio, Assunta Villois, Eleonora Mazzoni, Maura Colussi, Maria Teresa Gianoglio, Enrica Girard, Enzo Cantarella, Anna Paola Rosso, Roberto Formaggio, Maria Ghione, Giuseppina Reineri, Margherita Ellena, Anna Gastaldi, Alberto Strumia, Giovanna Isoardi, Rita Casu, Lucia Gramaglia, Renato Bracco, Claudio Cerato, Luigi Rosso, Salvatore Il Grande, Anna Brunod, Flavia Gandione, Caterina Olivero, Maria Maddalena Arese, Giovanni Montanaro, Marianna Boglione, Pietro Ternavasio, Fabrizio Ferrero, Patrizia Giai, Donato Ferrero, Sara Missenti, Emilio Missenti, Piera Specchio, Sergio Genna, Tommaso Cravero, Riccardo Giraudo, Angelo Vasserot, Carla Daniele, Alessandro Genna, Federica Gianoglio, Carmelo D’Andrea, Elvezio Cavaliere, Alberico Turtoro, Vanna Carla Turtoro, Emanuele Cavaliere, Giuseppe Racca, Cesare Arese, Carla Milano, Angela Arneodo, Elda Villosio, Giulio Comotto, Flauret Fabriana, Rita Ambrassa, Alessandra Taricco, Cristina Cottone, Irene Giacobbe, Silvia Nepote Fus, Massimo Aimo, Roberto Campana, Giovanna Montà, Chiara Cerutti, Valentina Mondino, Nivruti Bodino, Simona Flauret, Cristina Givo, Domenica Cravero, Alberto Ghia, Daniela Fraire, Fiorenza Bastino, Teresa Diana, Marco Gallo, Valentina Bergesio, Gianmaria Gentile, Matteo Chiari, Ermanno Allocco, Elena Carenza, Antonio Zavaglia, Alice Zavaglia, Betes Lingua, Cristina Rossi, Marina Pepino, Anita Bruno, Lucia Briatore, Silvia Brunetti, Gianluigi Brunetti, Angela Domina, Serafina Faillaci, Anita Giletta, Cristiana Massimino, Bruno Ghiotti, Alessandra Massimino, Maria Gianoglio, Irene Fortunato, Irma Ferrero, Alberto Rosso, Dayana Bergesio, Cristiana Pennetta, Fabio Olocco, Vincenzo Pallonetto, Domenico Raspo, Silvia Galletto, Fiorella Demarchi, Laura Tavella, Marco Taricco, Marco Sobrà, Francesco Vignolo, Battista Sobrà, Giovanni Battista Rocca, Stefani Vivenzi, Elisa Audisio, Anna Nirino, M a rgherita Ferrua, Maria Cravero, Mario Gè, Maddalena Franco, Giorgio Sattanino, Roberto Dedominici, Anna Dabbene, Gianluigi Bertinetti, Lorenzo Marengo, Angelo Illechiani, Monica Giordano, Edi Speranza, Roberto Parola, Rosanna Grossi, Laura Scaraffia, Giorgio Perottino, Delia Peverengo, Paolo Sanino, Claudio Sabena, Domenico Foti, Giuseppe Perottino, Cristina Taricco, Giovanni Perottino, Ferdinanda Brizio, Livio Tesio, Antonio Costamagna, Claudio Solavaggione, Giovanni Alberto, Antonio Alesso, Elso Vittone, Gianluca Bori, Elena Mellano, Sergio Rizzi, Alberto Garetto, Enrico Caula, Maria Pia Volpengo, Bruna Novarino, Silvano Pignata, Francesca Cavaglià, Maria Gabriella Asparaggio, Laura Peretti, Simonetta Biava, Nicola Conte, Maria Rosa Fiorito, Mario Fiorito, Silvia Fiorito, Margherita Fruttero, Giovanni Fiorito, Paola Gulino, Debora De Vries, Chiara Allocco, Anna Fiorito, Sara Fiorito, Antonio Ferrero, Cinzia Agostino, Caterina Gilli, Davide Rattalino, Mauro Strumia, Assunta Busso, Renato Depetris, Lucia Bertola, Fatima Gallo, Giacomo Cavaglià, Natala Giovenco, Dadeluccia Perrone, Virginia Melchio, Giovanni Bruno, Giorgia Bernardi, Ornella Volta, Sandra Tesio, Antonio Racca, Rita Fraire, Maddalena Falco, Teresa Baudracco, Silvio Mina, Nadia Bruno, Nadia Frezza, Manuela Ramello, Giuseppe Rappazzo, Rosanna Rappazzo, Erminia Franza, Alberto Amari, Luciana Barbero, Clara Quaglia, Michele Eandi, Aldo Tomatis, Valerio Ferrero, Anna Maria Bosio, Loreanna Darò, Giuseppe Sola, Roberto Sola, Matteo Giachino, Gabriella Astre, Silvio Giachino, Margherita Isaia, Giovanni Fissore, Elisabetta Panero, Francesco Mina, Milena Giuliano, Francesco Fissore, Laura Fissore, Matteo Ingaramo, Marta Bossolasco, Marianna Ghigo, Giovanni Becchio, Emilio Bosio, Adriano Cavallo, Vincenzo Ponti, Irma Agodino, Maria Umbaca, Alessandra Trossarello, Raffaele Trombin, Ubaldo Rosso, Anna Manassero, Domenica Bonamico, Paola Rocca, Sara Giachino, Silvio Sgruna, Giuseppe Rubiolo, Giacomo Bosio, Mario Baravalle, Assunta Berardo, Ines Curletto, Alessio Raspo, Maria Rizzato, Teresa Daniele, Chiaffredo Lovera, Anna Conte, Marcella Trombin, Maddalena Pelissero, Giuseppina Sabena, Guido Allione, Michele Allione, Alessandro Deideri, Virginia Barbero, , Serena Barale, Elena Mellano, Mirosa Allione, Maddalena Arese, Franca Tosi, Giorgio Fiorito, Roberta Fissore, Margherita Ramonda, Lucia Fiorito, Chiara Lottario, Giovanni Arese, Laura Garello, Catterina Barra, Viviana Cabra, Maria Cobisi, Maria Luisa Bossolasco, Giovanni Miretti, Maria Gemma Ciriaco, Erika Cirasino, Albertina Fiorito, Annamaria Fiorito, Francesca Mollea, Caterina Sandrone, Monica Davicco, Rita Allione, Giorgio Burdisso, Laura Quaglia, Pietro Gerbaldo, Alessandra Amari, Emanuela Amari, Teresa Silvestro, Claudio Amari, Antonio Fiorito, Gabriella Mana, Mauro Dutto, Teresina Villois, Maddalena Sabena, Anna Gianoglio, Valerio Perrucca, Francesco Fina, Antonio Mina, Antonio Botta, Ivana Segantini, Battista Marengo, Rosanna Gili, Piero Curti, Michele Zuccon, Vilma Gerbaudo, Beatrice Canelli, Bruno Trucco, , Carlo Gili, Mauro Trucco, Bruna Longanizzi, Caterina Scavino, Matteo Sorasio, Mario Barello, Silvio Trossarello, Annalisa Gerbaldo, Lidia Galli, Anna Bosio, Mario Revelli, Sara Locci, Giovanni Rosa, Maurizio Celemont, Franco Tivano, Antonio Stassi, Daniele Filomena, Luigi Merlo, Anna Maria D’Orazio, Alesso Roccello, Carlo Paschetta, Giovanni Pignata, Monica Quaglia, Giuseppe Caglieris, Pierangelo Gobino, Claudio Cappellino, Pietro Rappazzo, Guido Giovannini, Stefano Ferrero, Adriano Socchi, Massimo Cavallo, Wall Street snc, Francesco Daniele, Paola Ricossa, Piero Pasquini, Enrico Brero, Benedetta Botta, Paola Andreis, Giorgia Banchio, Paola Robbione, Daniela Rubiolo, Federica Testa, Elisabetta Corsi, Monica Bravo, Roberto Bertaina, Tiziana Cardetta, Chiara Saimandi, Ferruccio Ruffa, Giampaolo Bertaina, Giorgio Borge, Giovanni Sabena, Bruno Gerbaudo, Pietro Ferrero, Pier Luigi Delfino, Federico Campana, Giovanni Biancotti, Antonio Picco, Claudio Introini, Roberto Barale, Adriana Ferrero, Adriana Aquadro, Alessandro Cugno, Stefano Cugno, Paolo Ravera, Andrea Abrate, Ermes Cuzzilla, Gioele Bracco, Giulia Giocosa, Chiara Allasia, Federica Sito, Roberto Furno, Adriana Bosio, Cinzia Grande, Rina Bosio, Enrico Bosio, Giovanna Grande, Ines Giraudi, Pierpaolo Grande, Noemi Grande, Maria Clara Panero, Elisa Alberti, Paolo Mondino, Lucia Maero, Battista 10 Ghiotti, Chiara Giolitti, Claudia Trucco, Vilma Botta, Giulio Colombero, Andrea Gerbaldo, Assunta Mellano, Matteo Culasso, Graziella Giordano, Roberto Agueli, Sergio Gay, Alberto Guaraldo, Silvia Piumatti, Emiliano Guaraldo, Federico Botta Savona Gabriella Reghellin Scarnafigi Elisa Vaglienti, Valentina Bongiovanni, Piera Perona, Fabio Stenco, Maurizia Argentini, Federica Parola, Baldassarre Tavella, Battista Sabena, Caterina Galvagno, Sabina Vignolo Settimo Torinese Paolo Mondino, Dionisia Saver Sommariva Bosco Alfonso Cipolla, Maria Assunta Galetto Stoccarda (D) Paul Friederike, Paul Woy-d Maria Cristina Cordasco, Vincenza Cobisi, Luca Brunetti, Camillo Brunetti, Matteo Allocco, Pieraldo Fiorito, Angela Gulino, Mario Gianoglio, Anna Gianoglio, Maria Bonavia, Giorgio Gianoglio, Sergio Gianoglio, Flavia Arlorio, Pietro Gianoglio, Giovanni Gianoglio, Liliana Davico, Serica Iotti, Vanda Alerino, Maddalena Oggero, Giuseppe Botta, Maddalena Sabena, Mariella Bruno, Mauro Garbarino, Maria Pacella, Rosa Fernanda Baldracco, Mattia Delmastro, Giovanni Crosetto, Samuele Ghione, Massimo Masento, Marco Ghione, Enrico Giacone, Monica Lamberti, Bruno Messidoro, Catherine Dao, Giovanni Bertola, Maria Rosso, Davide Manigrassi, Sara Tortone, Monica Berardo, Andrea Ghione, Lucia Gallo, Olga Racca, Anna Maria Bocchi, Bruno Zucchini, Angelo Ferrero, Mirosa Alasia, Mario Battistino, Marco Giovenale, Denise Cocordano, Riccardo Faule, Bruna Guerra, Luciano Arese, Michele Martino, Bruno Devecchi, Pietro Bertoglio, Rossella Arese, Gaetano Montalbano, Loredana Filippi, Silvio Chiavazza, Adriana Leoncini, Paola Cavallotto, Bernardino Dotta, Catterina Rinaldi, Alessandra Supertino, Piergiorgio Martina, Rosa Dotta, Massimo Martina, Anna Trossarello, Vittoria Pagliero, Marcella Tallone, Franco Gonella, Francesca Fissore, Pina Cambiano, Francesco Supertino, Filippo Avena, Rosanna Galfrè, Silvia Pepè Sciarria, Alessandro Astegiano, Rinuccia Surace, Patrizia Ferrero, Davide Astegiano, Enrico Garzino, Giuseppe Astegiano, Tiziana Maccagno, Alberto Giordana, Liliana Sabena, Sergio Allasia, Giovanni Ricca, Patrizia Racca, Stefano Capello, Giuseppe Fiorito, Nadia Martini, Lorenzo Camarda, Giorgio Agnelli, Gianluigi Orio, Ezio Bagnis, Maria Grazia Rossi, Gianpiero Botta, Alessandra Balestra, Maria Teresa Robasto, Domenico Alerino, Vanda Delzanno, Enzo Alerino, Aldo Scotta, Liliana Arese, Claudio Mina, Ettore Allocco, Gilbert Cochet, Giuseppe Paciulli, Giuseppe Donapai, Sara Ambrassa, Franco Ambrassa, Franca Lissandro, Diego Socchi, Simona Ingaramo, Francesca Ingaramo, Enrico Lamberti, Adriana De Angelis, Adriano Socchi, Giovanni Ingaramo, Piera Brugiafreddo, Francesco Ingaramo, Irma Abrate, Annalisa Ingaramo, Domenica Burdisso, Aldo Leandro, Stella Ghibaudo, Felice Bonetti, Francesca Riggi, Samantha Alloa, Matteo Ricca, Katrina Kosnaci, Michael Corda, Luis Frangaj, Chiara Meirone, Franceska Jaku, Daniela Margaria, Deborah Martelli, Ruggero Filannino, Luca Aimo, Angelo Rolfo, Amelio Pierano, Emilio Gosmar, Adelaide Gerbaldo, Giovanni Massasso, Peranna Martini, Livio Berardo, Gian Paolo Giacone, Paola Gen, Bartolomeo Ardusso, Victhor Dianu, Moles Odoro, Luciano Gerbaudo, Bartolomeo Restivo, Teresa Fiorito, Giuseppe Bono, Adriano Marino, Antonio Papandrea, Giulio Francesetti, Maria Strumia, Donatella Rabbia, Enrico Audisio, Enrico Carle, Gian Paolo Serra, Fabio Carena, Joania Zhang, Piero Patrito, Lucia Rittatore, Mauro Zavattero, Elena Sarti, Grazia Sarti, Lorenzina Testa, Simone Perlo, Francesco Perlo, Elide Sacco, Francesco Filippi, Giuseppe Zavattero, Silvia Patrito, Lidia Levrone, Giuseppe Ricca, Guido Cordasco, Giuseppe Barberis, Irma Ternavasio, Sergio Botta, Giovanni Rosa, Silvio Gallo, Maria Ingaramo, Michele Capello, Piero Peretti, Eva Shkreli, Alessandro Testa, Antonio Marengo, Romano Ferrero, Giovenale Rubiolo, Mauro Ferrero, Franco Calosso, Giovanni Bossolasco, Silvia Torreani, Maurizio Ambrassa, Massimiliano Pavone, Luca Brundu, Ruben Monge, Maria Antonietta Abà, Lidio Gazzano, Monica Beltrando, Stefano Allocco, Bruno Torino Maria Russo, Rocco Lemma, Bruno Gardosio, Davide Gragnaniello, Carlotta Salza Saletti, Tess Edelman, Renzo Maschio, Alberto Finzi, Bruno Brarda, Maria Grazia Padovano, Luca Mellano, Damiano Allegri, Salvatore Lobue, Alberto Vay, Tina Albano, Alberto Quaglia, Roberto Quaglia, Andrea Peruccio, Claudio Tortone, Anna Bersani, Sergio Favero Longo, Marisa Villa, Enzo Ghignone, Simona Ferrero, Alesssandra Nardini, Alessia Menduina Torre Pellice Monique Jourdan Trana Giovanni Vaglio Trinità Cristina Costamagna Valgioie Gabriele Trabia Valgrana Michela Isoardi, Claudio Fiabane Venaria Massimiliano Caprarella Venasca Anna Maria Giusiano Verzuolo Rinaldo Migliore, Francesca Costamagna, Giulio Gabrielli, Sonia Bernardi, Valentina Briatti, Marianna Barale, Silvana Aimar, Cristiana Barra, Guglielmo Manfredi Vezza d’Alba Francesco Battaglino Vezzano Sul Crostolo Ugo Sidoli Vicoforte Mondovì Fulvia Beccaria, Cristina Beccaro Villafalletto Gianni Diglaudi, Silvia Colombano, Mirella Casale, Michela Sacchetto, Elda Casale, Giuseppe Sacchetto, Pierangela Rivoira, Giuseppe Brero, Giulia Sacchetto, Ermanno Bressy, Antonio Risso, Giovanni Iunia Villafranca Piemonte Giorgio Bressi 11 Villastellone Giacomo Ravera Villanova Mondovì Sara Longo Villanova Solaro Maura Dragone, Giovanni Cornaglia, Silvano Battisti, Sara Angaramo Villar San Costanzo Tullio Grisantemo, Luisa Giordano Vinovo Silvana Oddenino, Gianpiero Griffa, Marco Griffa Vottignasco Ezio Raspo Chiediamo non si distrugga un ambiente fluviale che appartiene all’intera comunità La sensazione che i lavori di «messa in sicurezza» del Maira, nel tratto che attraversa Savigliano, costituissero una trasformazione epocale del paesaggio cittadino, e che quindi riguardassero da vicino tutti i saviglianesi e non solo l’Amministrazione in carica e l’Aipo che li avevano voluti, è nata poco a poco. Le informazioni sul progetto sono giunte tardi, tardissimo, quasi fuori tempo limite, alla vigilia dell’inizio dei lavori, e sono state generiche, vaghe e parziali. Nessuno ha capito esattamente quanto si stesse prospettando. Ci è voluto quasi un lustro! L’intervento sin da subito è stato venduto come una conseguenza inevitabile di una disastrata e codificata situazione del corso d’acqua che una legge nazionale imponeva di modificare, intervenendo pesantemente nei modi e nei tempi decisi da autorità esterne. La sensibilità di alcuni cittadini ha percepito dapprima in modo quasi istintivo che si andavano a toccare equilibri eco-ambientali che avevano retto alla prova dei secoli -e dei quali stavamo e stiamo godendo gli indubbi benefici- tutto ciò senza che nessuno avesse fornito una spiegazione convincente sulla necessità di farlo. Dapprima è stato un passa parola tra amici. Tanti i dubbi, più che legittimi, sull’operazione. Poi, con i primi approcci progettuali, con l’approfondimento del problema, con la graduale presa di coscienza e il lungo lavoro di documentazione, sono cresciuti e si sono rafforzati i dubbi iniziali di pochi e, poco alla volta, si è concretizzata l’opportunità di rendere partecipe al problema l’intera comunità saviglianese e provinciale. Ad essere contestato, con grande convinzione, il progetto di canalizzazione e cementificazione del tratto più amato del torrente Maira, un corso d’acqua che è stato all’origine della città e che alla città ha sempre offerto occasioni di lavoro, di divertimento e di socializzazione, accontentando i desideri di natura e di ecologia che sono via via cresciuti e che appartengono oggi alla coscienza dei più e significano il punto di partenza per un futuro più sano, equilibrato e migliore. È nato in questo modo il «Comitato Difesa Maira Savigliano», un comitato spontaneo composto da rappresentanti di ogni classe sociale, di ogni colorazione politica -dall’estrema sinistra all’estrema destra- uniti da un unico elemento comune: l’amore per il fiume cittadino -come conseguenza dei ricordi e delle emozioni che questo evoca in ciascuno di loro- e la ferma convinzione che mai e poi mai i lavori imposti sul corso d’acqua potranno essere utili alla città e sortire un effetto positivo sulla devastante prospettiva di vedere completamente trasformato un ambiente naturale che così è da millenni. Mai il Maira è uscito dagli argini nel tratto cittadino. La documentazione storica è eloquente. Altre acque e per altre vie hanno periodicamente allagato alcuni quartieri: quelle del Mellea, l’altro torrente di Savigliano, e talvolta anche quelle del Maira, ma in zona diversa da quella oggetto del previsto intervento. La pesante, brutale ed arrogante prospettiva di contenimento del Maira che ignora ogni rispetto della naturalità delle sue rive, in contrasto con l’orientamento ormai accettato ed applicato in tutti i paesi europei in ossequio ad una direttiva comunitaria disattesa finora dall’Italia, non può non avere un’altra spiegazione. Non è difficile mettere in relazione le opere di costrizione del fiume con le fasce fluviali di rispetto -imposte per Legge- che limitano gli interventi edificatori a ridosso del corso d’acqua. Fiume ingabbiato, limiti edificatori decaduti e quindi via libera a costruire fin sugli argini (così come si condanna ovunque quando le acque invadono i quartieri e fanno vittime o arrecano danni), naturalmente nel rispetto formale di una Legge che lo concede ma nell’oltraggio sostanziale alla natura, con la prevalenza degli interessi di pochi, pochissimi, per quanto legittimi, sulla sensibilità e sul patrimonio paesaggistico di molti. La solita storia. In estrema sintesi e con altrettanta chiarezza. Il Maira transita per circa duemilacinquecento metri in area antropizzata. Un tratto naturalizzato, ricco di vegetazione e di fauna, organizzato in tre decenni dall’uomo (Amministrazione comunale, Enti pubblici, associazioni e privati) con sentieri e parchi. Un tratto che la storia e gli archivi documentano -senza alcun dubbio- non aver mai (in settecento anni e più) esondato o creato problemi alla città ed alla popolazione. Quattro ponti, il più vecchio dei quali esiste da duecento anni ed è sopravvissuto agli uomini e ai ghiribizzi del torrente, indicano con esattezza quant’acqua è transitata, anche nel corso di piene eccezionali, sotto di essi. Adesso si scopre -non si conosce bene in base a quali teorie- che le piene duecentennali potrebbero essere molto più invasive di quanto non lo sono mai state e mettere di conseguenza a repentaglio la città ed i cittadini. Non si tiene conto che la storia e gli archivi hanno indicato altri luoghi ed altri corsi d’acqua come seriamente pericolosi per l’area antropizzata. Si vuole a tutti i costi intervenire. L’Aipo e l’Amministrazione Comunale sono pronti -il progetto è definitivo ed i lavori appaltati ormai da oltre un anno- a canalizzare e cementificare, con sponde da Polesine, l’intero tratto urbano del Maira. Il «Comitato Difesa Maira Savigliano» -che non ha finalità politiche e tanto meno speculative- si oppone con tutta la sua forza. A seguire la documentazione sull’intervento, la lettura del caso e la presa di posizione dei molti cittadini che non apprezzano. Sul sito web <http://www.saviglianocn.it/maira/maira.html> trova ospitalità la vetrina abbastanza completa del profondo disagio di chi disapprova l’intervento di canalizzazione e cementificazione del Maira a Savigliano. 12 L’acqua, l’Europa, l’Italia, il Piemonte, Savigliano ed il cittadino Seppure in modo succinto si cerca di ricostruire, qui di seguito, con la finalità di inquadrare l’argomento dal punto di vista legislativo, la normativa che riguarda l’«acqua», sotto i diversi aspetti, soprattutto alla luce del ruolo che debbono assumere i cittadini nelle scelte di gestione del territorio e della partecipazione cui gli stes si sono chiamati per legge ma che, per scelte autoritaristiche e di insensibilità, vengono costantemente esclusi e le leggi troppo sovente disattese. • La legge numero 183 del 1989 Per la prima volta con la legge n. 183 del 1989, «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo», si affronta il problema prendendo in considerazione «la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico [...]» (art. 1). La stessa legge istituisce le Autorità di Bacino per i bacini idrografici di rilievo nazionale, organismi misti, costituiti da Stato e Regioni, operante in conformità agli obiettivi della legge, sui bacini idrografici, considerati come sistemi unitari (art. 12). Il Maira a Savigliano rientra nella competenza dell’Autorità di Bacino del Po. • Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (Pai) Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del Po, Pai, è lo strumento giuridico con cui l’autorità di Bacino del Po, attraverso il suo organo decisionale, il Comitato Istituzionale, disciplina le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio del bacino del Po, attraverso l’individuazione delle linee generali di assetto idraulico ed idrogeologico. Obiettivo del Pai è «garantire al territorio del bacino del fiume Po un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici ed ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aree fluviali ad utilizzi ricreativi» (comma 3, art.1. delle Norme di attuazione). Il confronto dei contenuti del Pai (condizioni di rischio e normativa) con i contenuti degli strumenti urbanistici (Piani regolatori comunali e territoriali) degli Enti chiamati in Conferenza (Comuni, Comunità montane e Province) dovrebbe portare ad un processo di accettazione e condivisione del Pai in ambito locale. • Imposizione o Condivisione? Anche i materia di acque, le decisioni sono prese in nome di un potere che fa valere l’esercizio della propria autorità in via gerarchica ignorando la partecipazione collettiva al processo decisionale, in chiaro contrasto con applicazione dei principi della Direttiva Ce 2000/60. • La direttiva 2000/60 Ce Varrà la pena dilungarsi per tentare di cogliere lo spirito di questa norma Europea che l’Italia non ha ancora recepito. La Direttiva quadro 2000/60/Ce che istituisce un sistema uniforme per l’azione comunitaria delle acque è stata approvata il 23 ottobre del 2000. A partire da tale data sono stati concessi tre anni agli Stati membri per il suo recepimento e proprio il 22 dicembre 2003 tale termine è scaduto. Sebbene lo Stato italiano non abbia ancora provveduto al suo corretto recepimento, si ritiene possibile una rapida definizione in tal senso essendo la Direttiva 2000/60/Ce, comunque, inserita tra le direttive in via di recepimento all’interno della legge comunitaria 2003. Ricordiamo tuttavia che pur non essendo direttamente applicabili le direttive possono, ciononostante, presentare una o più clausole o paragrafi direttamente applicabili senza necessitare del recepimento. È questo il caso di alcune tra le previsioni della direttiva «acque», ovvero quelle che più restrittivamente individuano misure tecniche di immediata attuazione. In particolare, la Direttiva comunitaria stabilisce le condizioni per la protezione di tutti i corpi d’acqua -superficiali, sotterranei, di transizione e costieri- obbligando gli Stati membri a prevenire ulteriori forme di deterioramento, migliorando e ristabilendo la qualità degli ecosistemi acquatici. L’obiettivo finale consiste nel raggiungimento di un buono stato ecologico (comprendente lo stato biologico, fisico-chimico e idromorfologico) e chimico (inteso come rispetto degli standard introdotti dalle varie Direttive comunitarie in tema di sostanze tossiche) di tutti i corpi idrici entro il 2015. Affinché l’obiettivo venga raggiunto la Direttiva stabilisce quindi obblighi procedurali che costituiscono il mezzo o i meccanismi (per esempio: analisi, caratterizzazione, monitoraggio) mediante i quali le autorità competenti valuteranno la situazione dei Distretti Idrografici e definiranno le misure d’intervento nei piani di gestione di bacino che dovranno garantire, appunto, il raggiungimento del buono stato ecologico degli ecosistemi acquatici. In particolare per quanto riguarda la realizzazione di nuove opere l’articolo 4 (obiettivi ambientali a) per le acque superficiali, b) per le acque sotterranee, c) per le aree protette) al paragrafo 7 pur introducendo deroghe agli obiettivi ambientali fissati, prevede, a carico degli Stati membri, l’onere della prova che ricorrano tutte le condizioni previste al fine di non infrangere la norma (art. 4.7, 4.8 e 4.9). Per favorire la corretta comprensione e attuazione della Direttiva sono state redatte numerose linee guida su vari aspetti tecnici dirimenti e sulle migliori pratiche attualmente disponibili a livello comunitario. Tra queste, quella nota come «Economics and the Environment. The implementation challenge of the Water Framework Directive» introduce un test (allegato IV.II (a)) per verificare che le deroghe previste non violino nessuna delle condizioni enunciate all’articolo 4.7. La metodologia presentata si sviluppa in sette fasi: 1) identificazione e caratterizzazione del nuovo intervento/attività; 2) stima degli impatti conseguenti; 3) identificazione delle misure di mitigazione (art. 4.7a); 4) identificazione degli impatti su altri corpi d’acqua a scala più ampia (art. 4.8); 5) valutazione delle motivazioni che inducono il nuovo intervento/attività (art. 4.7c); 6) confronto dei benefici indotti dal nuovo intervento/attività con i benefici derivanti dall’evitare il 13 deterioramento delle condizioni del corpo d’acqua (art. 4.7c); 7) confronto con alternative sviluppate per rispondere agli stessi obiettivi (art. 4.7d). È bene comunque tenere presente che l’articolo 4 non può essere estrapolato dal contesto e considerato in modo isolato rispetto alle altre norme della Direttiva e alle altre Linee Guida correlate come, ad esempio «Guidance for the analysis of Pressures and Impacts», «Guidance on Public Participation» e «Wetland Horizontal Guidance». In particolare richiamiamo qui l’articolo 5 (Caratteristiche del distretto idrografico, esame dell’impatto ambientale delle attività umane e analisi economica dell’utilizzo idrico), l’articolo 6 (Registro delle aree protette), l’articolo 13 (Piani di gestione dei bacini idrografici) e l’articolo 14 (Informazione e consultazione pubblica) dai quali non è possibile prescindere. Aspetto importante non è infatti soltanto il rispetto delle scadenze per le quali obbligatoriamente è previsto, ad esempio, entro il 22 dicembre 2004 il completamento del registro delle aree protette -intendendo per aree protette tutte quelle previste da varie direttive, tra cui la Direttiva Habitat, Uccelli, Nitrati, Trattamento rifiuti urbani e Pesci di acqua dolce- ma anche il perseguimento di un approccio olistico che trova attuazione nella «integrazione» delle varie componenti all’interno dei piani di gestione a scala non solo di bacino idrografico ma addirittura di Distretto idrografico. Ciò comporta l’integrazione degli obiettivi ambientali unendo aspetti qualitativi, ecologici e quantitativi; integrazione di tutte le risorse idriche, dalle acque superficiali a quelle sotterranee, alle zone umide, agli ambienti costieri; integrazioni delle varie forme d’uso della risorsa acqua in una politica complessiva che consideri le differenti funzioni (uso potabile, svago, produttivo, ecc.) e valori (ambientale, sociale, economico); integrazione di diverse discipline che debbono essere in grado di dialogare fra loro condividendo dati ed esperienze secondo il più avanzato approccio multidisciplinare; integrazione delle diverse forme di gestione finalizzate, ad esempio, alla prevenzione delle inondazioni o degli impatti dovuti a siccità; integrazione dei diversi portatori d’interessi promuovendo la trasparenza, la diffusione della informazione e il coinvolgimento del pubblico nello sviluppo dei piani di bacino. In questo quadro complesso s’inseriscono gli allegati della Direttiva che introducono importanti specifiche tecniche le quali costituiscono, a tutti gli effetti, standard di riferimento e strumento di attuazione di vari articoli. È il caso ad esempio dell’allegato VII che indica chiaramente le informazioni che un piano di gestione di bacino idrografico deve riportare secondo quanto previsto dall’articolo 13 indipendentemente dall’esistenza o meno di piani stralcio. Così recita infatti l’articolo 13.5: «I piani di gestione dei bacini idrografici possono essere integrati da programmi e piani di gestione più dettagliati per sotto-bacini, settori, problematiche o categorie di acque al fine di affrontare aspetti particolari della gestione idrica. L’attuazione di tali misure non esenta gli Stati membri dagli obblighi loro imposti dal resto della presente direttiva». Altro riferimento importante sono gli allegati II e III che intendono fornire specifiche tecniche all’articolo 5 (Caratteristiche del distretto idrografico, esame dell’impatto ambientale delle attività umane e analisi economica dell’utilizzo idrico) che afferma l’obbligo, entro il 22 dicembre 2004, della predisposizione di un’analisi economica del Distretto, un esame dell’impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterrane e un’analisi economica dell’utilizzo idrico. È cosi che l’allegato II, al punto 1.4, individua le pressioni per le quali gli Stati membri sono obbligati a raccogliere e tenere aggiornate le informazioni sul tipo e la grandezza delle pressioni antropiche significative. Fra queste: - stima e individuazione dell’inquinamento significativo da fonte puntuale; - stima e individuazione delle estrazioni significative di acqua per usi urbani, industriali, agricoli e di altro tipo ecc.; - stima e individuazione dell’impatto delle regolazioni significative del flusso idrico, compresi trasferimenti e deviazione delle acque, sulle caratteristiche complessive del flusso e sugli equilibri idrici - individuazioni delle alterazioni morfologiche significative dei corpi idrici; - stima e individuazione di altri impatti antropici significativi sullo stato delle acque superficiali; - stima dei modelli di utilizzazione del suolo, compresa l’individuazione delle principali aree urbane, industriali e agricole, nonché -ove pertinente- delle zone di pesca e delle foreste. Un primo importante momento di verifica scade il 22 marzo 2005, data entro la quale gli Stati membri sono chiamati a presentare alla Commissione Europea (art. 15) relazioni sintetiche delle analisi richieste a norma del già citato articolo 5 e dei programmi di monitoraggio di cui all’articolo 8 (Monitoraggio dello stato delle acque superficiali, dello stato delle acque sotterranee e delle aree (protette). Fra i documenti da presentare ne segnaliamo solo alcuni: la mappa con i corpi idrici a rischio di non raggiungere gli obiettivi della direttiva, la tavola con l’indicazione dei principali fattori di pressione, le metodologie applicate e l’indicazione percentuale d’incertezza. E poiché, appunto, l’introduzione della Direttiva 2000/60/Ce comporta un radicale cambiamento nella gestione dei corpi idrici sancendo il principio dell’importanza della prevenzione e della loro migliore ed efficiente gestione ordinaria, anche le possibili deroghe introdotte dall’articolo 4.7 richiedono che venga condotta una approfondita analisi come parte integrante del piano di bacino e che la stessa sia oggetto di discussione e confronto con i vari portatori d’interessi -tra cui i cittadini e le organizzazioni non governative- addirittura nella fase di preparazione, prima che il piano venga licenziato come definitivo (art. 14). È, dunque, responsabilità degli Stati membri in primis e, a seguire, della autorità competenti attuare, da subito, quelle misure che sono oggi disponibili e, a tutti gli effetti, ritenute gli standard di gestione più elevati, applicando il principio, sancito dalla Direttiva, della preminenza della prevenzione ed efficiente gestione ordinaria rispetto alle azioni straordinarie con cui si continuano a giustificare interventi distruttivi degli equilibri ecologici dei corsi d’acqua. A ciò si aggiunga che dal 22 dicembre 2003 il rispetto della Direttiva che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acqua, non è più un opzione bensì un obbligo o forse, meglio, un segno di civiltà al quale non ci si può e non ci si deve sottrarre. Pena il discredito internazionale e l’apertura della ennesima procedura d’infrazione in materia ambientale a carico del nostro paese da parte della Corte di Giustizia Europea. 14 • Gli strumenti locali di governo delle acque Un breve cenno per richiamare l’attenzione sul fatto che anche le amministrazioni locali hanno sentito il bisogno di darsi degli strumenti di normativa sulle acque. Ne riportiamo di seguito, succintamente, i contenuti e le caratteristiche. • Il Piano Regionale della Tutela delle Acque (Pta) La Regione Piemonte si è dotata altresì del Piano Tutela delle Acque (Pta) con Deliberazione della Giunta Regionale 20 settembre 2004, n. 23-13437. • Il Piano Territoriale Provinciale Anche l’Amministrazione Provinciale si è data uno strumento di governo ambientale con il Piano Territoriale Provinciale. Il Piano Territoriale lancia numerose importanti iniziative con la promozione dei Progetti di Valorizzazione Ambientale (Pva). • Partecipazione del cittadino e pianificazione nel settore idrico La partecipazione dei cittadini e dell’autorità locale al governo del proprio territorio appare assolutamente insufficiente nella attuale normativa vigente nel nostro Paese mentre le iniziative sopranazionali mettono l’accento sull’importanza del governo locale del territorio. In Italia, il tema della partecipazione è stato considerato finora in modo senz’altro inadeguato. Tutta la legislazione che si è succeduta ha attribuito allo Stato poteri sempre più grandi. Il Piano di Bacino Pai è lo strumento, teoricamente onnipotente prescelto, potendo prevedere ogni tipo di prescrizione, il quale va a sovrapporsi a qualunque altro strumento di governo del territorio. Il Piano Pai è concepito come uno strumento essenzialmente «tecnocratico», adottato dalla competente autorità pubblica -Autorità di Bacino- in forza del potere riconosciutole dalla legge. Si da per scontato che l’Autorità di Bacino sia non solo in grado di riconoscere le azioni ottimali, ma anche di attuarle. Nella maggior parte dei casi, i Piani mantengono un profilo e un’ambizione relativamente bassa, prevedendo soprattutto misure di tipo tradizionale (infrastrutture) standard per tutti i tipi di intervento che si avvalgono quasi sempre di formule tecniche, difficilmente in grado di fare i conti con la complessità dei sistemi territoriali reali. Questo potere formalmente assoluto, o quasi, si scontra nella realtà con molteplici vincoli, che si originano: - Dal fatto che la formazione del concetto di «interesse generale» è filtrata e mediata attraverso l’influenza dei gruppi di pressione, i quali, nel contesto tradizionale, interagiscono con la pubblica amministrazione; - Dal fatto che la crescente complessità scientifica e tecnologica della materia finisce per «segregare» la discussione entro ambiti tecnici e professionali sempre più specialistici i quali condizionano con le proprie dinamiche e le proprie culture il quadro di riferimento delle politiche; - Dal fatto che il soggetto pubblico non possiede informazioni cruciali che sono invece patrimonio delle persone che sono attivamente coinvolte nel progetto (in inglese «Stakeholders») e la cui soddisfazione influenza direttamente il successo del progetto stesso; - Dal fatto che, in misura crescente, le risorse necessarie all’attivazione delle politiche non sono detenute dallo Stato ma da soggetti in possesso di autonomia decisionale e di diritti soggettivi incoercibili (o coercibili solo a prezzo di elevati risarcimenti); - Dal fatto che molti soggetti sono in grado di esercitare un «potere negativo» sull’azione, impedendone il verificarsi pur senza avere il potere necessario per imporre decisioni alternative: è un tipico caso di «tirannia dello status quo»; - Dal fatto che in molte situazioni la soluzione più efficiente richiede di incidere in modo specifico e differenziato su determinati settori e singoli soggetti, anziché attraverso misure «erga omnes»; ciò richiederebbe tuttavia la possibilità di una politica fortemente discrezionale, il cui costo sia allocato in modo equo all’interno dell’intera comunità. • Conferenze di programma: timido accenno di partecipazione Si è visto come il ventaglio delle forme di partecipazione sia, almeno in teoria, molto ampio ma come venga sistematicamente mortificato nella pratica perché nel nostro ordinamento continua a farla da padrone la modalità di pianificazione comando/controllo calata dall’alto dalla legge n. 183/89 attraverso l’Autorità di Bacino. Un primo timido segnale di apertura alle istituzioni locali viene dalla legge n. 365/2000 che prevede l’espressione di parere obbligatorio delle istituzioni locali nelle Conferenze di programma, promosse dalle Regioni di riferimento a scala provinciale, con i rispettivi Comuni; ma si tratta di una partecipazione poco più che formale. Permane la preclusione all’approccio integrato tra autorità centrale e istituzioni locali nonostante che queste ultime si siano date una serie di strumenti operativi (Piani territoriali Regionali e Provinciali, Piano Tutela Acque e a livello comunale gli strumenti urbanistici quali i Piani Regolatori), strumenti mai tenuti in considerazione e di fatto inutili perché scavalcati dalle disposizioni dell’autorità centrale che detiene il potere legislativo. Viene così sistematicamente disatteso il principio di sussidiarietà raccomandato dalla direttiva Ce 60/2000: «le decisioni dovrebbero essere adottate al livello più vicino possibile ai luoghi di utilizzo effettivo o di degrado delle acque» (preambolo Direttiva n. 13). • L’ultima nata: Legge n. 308 del 15 dicembre 2004 (ancora una volta la partecipazione è negata) La necessità di razionalizzare una gran mole di norme in materia di ambiente è alla base della Legge n. 308 del 15 dicembre 2004, «legge delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione», entrata in vigore l’11 gennaio 2005, ultima normativa in ordine di tempo in materia ambientale ad occuparsi tra il resto di tutela delle acque e di gestione delle risorse idriche (art. 1, comma 1, lettera b). Per merito del Wwf, sono stati divulgati e resi pubblici gli schemi provvisori dei Decreti Legislativi di attuazione della n. 308 presentati dal Ministero dell’Ambiente il 12 settembre 2005. Ancora una volta la delusione è grande. I D. Lgs di attuazione della n. 308 pongono pesantemente mano al coacervo dell’ intera produzione norma15 tiva in materia di gestione idrica e tutela delle acque degli ultimi 15 anni con l’abrogazione delle leggi principali, (la n. 183/89, sulla difesa del suolo e tutela delle acque; la n. 36/94, sui servizi idrici, cosiddetta Galli; i D. Lgs 152/99, sulla gestione e tutela delle acque; il primo art. della n. 267/99, in attuazione del D. Lgs 180/99, cosiddetto Sarno, e pure la n. 319/76, cosiddetta Merli, già abrogata dal D. Lgs 152/99, art. 63), ma non definiscono esplicitamente un nuovo quadro di riferimento e pur dichiarando esplicitamente di recepire la Direttiva quadro comunitaria sulle acque Ce 2000/60 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, vincolante per tutti gli Stati membri dell’Unione europea, la disattende clamorosamente per quel che riguarda un suo punto fondamentale, la partecipazione dei cittadini alla gestione delle acque, espropriando i poteri delle Regioni e indebolendo le Autorità di bacino, cambiandone la natura fino a configurare un mandato pressoché in bianco al Governo, e sollevando più di un dubbio di incostituzionalità. • Le imposizioni fatte a Savigliano e la nascita del Comitato Si è visto come gli strumenti di gestione partecipativa locale in tema di governo delle acque a livello regionale, provinciale e locale non manchino, e come questi debbano armonizzarsi con la direttiva Europea Ce 60/2000 che tutti i Paesi comunitari hanno l’obbligo di recepire al fine di conseguire una uniformità di comportamento nella gestione del vitale problema delle risorse idriche-ambientali, ma come, anche nell’ultima legge in materia, la n. 308 del 2004 l’autorità centrale riservi a se ogni decisione. Vi sono decisioni così importanti per la comunità amministrata che richiedono un’informazione completa e sincera ed un lavoro di consultazione per giungere ad una decisione il più possibile condivisa. Questa sensibilità è mancata all’Amministrazione in carica a Savigliano. La mancata partecipazione ad un progetto che avrebbe comunque modificato profondamente e irreversibilmente l’aspetto della città è stata vissuta come una decisione imposta da Enti esterni in accordo con la civica Amministrazione, come un atto di imperio insopportabile, ed ha dato vita da parte di numerosi cittadini, di ogni categoria sociale e di ogni schieramento politico, alla nascita del Comitato Difesa Maira Savigliano. Un po’ di storia del provvedimento, così come vissuto dai saviglianesi L’iter di un provvedimento, comprensivo degli atti uffficiali e delle circostanze -non secondarie- che ne caratte rizzano la conoscenza e l’informazione fornita alla cittadinanza (soprattutto per un argomento come quello trat tato) sono fondamentali per la comprensione, da un lato, del valore e del significato del provvedimento stesso e dall’altro del tipo di rapporto che intercorre tra chi -Ente ed Amministrazione pubblica- promuove ed impone il provvedimento e chi -popolazione e soggetti passivi- riceve o subisce il provvedimento stesso (senza mai averlo richiesto). Qui di seguito si cerca di ripercorrere -seppure non senza difficoltà a causa di un’informazione che è mancata o che è stata sempre particolarmente modesta ed anche poco esplicita- la storia, ufficiale ed ufficiosa, dell’imposizione di un provvedimento poco chiaro, arrogante ed ai più ancora oggi sconosciuto. • Il Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) viene adottato dall’Autorità di Bacino con deliberazione n. 1/99 dell’11 maggio 1999. Codifica la situazione idrografica del Maira, stabilisce la delimitazione delle Fasce fluviali, segnala la necessità di intervenire, per quanto riguarda il tratto Busca-Savigliano, con «l’adeguamento e/o nuova realizzazione di arginature locali per il contenimento dei livelli di piena con tempi di ritorno di 200 anni: in corrispondenza di Vottignasco, Solere e Savigliano», con l’«adeguamento e/o nuova realizzazione di difese spondali a carattere sporadico», e per quanto riguarda il tratto Savigliano-Cavallermaggiore, con la «realizzazione di rilevati arginali, a sviluppo locale a difesa diretta degli insediamenti urbani» e con il «recupero della funzionalità delle aree golenali e dell’alveo». La cartografia allegata indica le zone a rischio: una esterna alla città di Savigliano, a monte della stessa, interessante l’area di Becco d’Ania e più precisamente il territorio sul quale insiste la piscina comunale, e l’altra in sponda sinistra, tratto urbano, per una fascia che si origina più o meno alla metà della sezione tra i ponti per Saluzzo e per Monasterolo e si spinge, incuneandosi, lungo il lato destro di via San Giacomo ed interessa alcuni insediamenti (residenziali, ma anche edilizia destinata a ristorazione ed albergo) di antica ma anche di recente e recentissima edificazione. • Il Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) viene depositato ed inviato a tutti i Comuni interessati, i quali hanno l’opportunità di presentare osservazioni, inviare proposte ed aggiungere documentazione, anche cartografica, sino al 2 novembre 1999. • L’organo che per Legge è competente alla discussione ed alla presentazione delle osservazioni è il Consiglio comunale. Che non viene informato dell’evoluzione che interessa Savigliano e non è chiamato in causa per deliberare in materia. Anche la competente Commissione non viene coinvolta nell’operazione, così come la Conferenza dei capigruppo viene lasciata all’oscuro. Alla stessa stregua sono i Gruppi consiliari (sicuramente quelli di minoranza) che non vengono minimamente informati. • La Giunta comunale il 2 novembre 1999 (cioè l’ultimo giorno utile per le osservazioni) presenta un’osservazione al Pai, rendendo il provvedimento immediatamente eseguibile. Chiede di inserire negli interventi di protezione anche quelli relativi al tratto urbano del Mellea, precisando che ogni intervento dovrà tener conto di un nuovo tracciato di circonvallazione, in fase di studio preliminare (del quale viene allegato estratto cartografico). Riconoscendo forse l’illegittimità della propria Deliberazione, la Giunta precisa che «provvederà all’invio di specifico atto deliberativo del Consiglio Comunale, nella prima riunione utile, inerente la osservazione in oggetto». • Il Consiglio Comunale viene chiamato a deliberare in proposito il giorno 26 novembre 1999. È la prima volta che l’argomento delle Fasce fluviali viene portato in discussione all’assemblea consiliare. Nel corso della seduta stessa viene dato l’annuncio che quattro giorni dopo ai Consiglieri Comunali verrà presentato il Piano di Assetto Idrogeologico e il Piano Stralcio Fasce Fluviali. • Il giorno 30 novembre 1999 il presidente della Commissione Urbanistica organizza un incontro col geologo 16 Gian Mario Asselle sul tema «Illustrazione progetto Piano Stralcio Fasce Fluviali e Piano Assetto Idrogeologico». • Nel Consiglio Comunale del 20 aprile 2001 il Consigliere Antonio Giaccardi presenta un’interrogazione relativa agli edifici ubicati in zone a forte rischio idrogeologico pe sapere se sono state effettuate le valutazioni di rischio e se sono state previste le misure di allerta. Nella risposta l’Assessore Morello fa presente che la questione è normata e che sono «in corso le progettazioni delle opere di difesa. Di questo molto probabilmente il Consiglio Comunale, o comunque le articolazioni del Consiglio Comunale stesso, saranno debitamente informate nel momento stesso in cui l’Amministrazione e il Sindaco in particolare, sarà informata sull’evoluzione di questo discorso» (dal Processo verbale del Consiglio del 20 aprile 2001). • Il giorno 28 giugno 2001 viene convocato un incontro (forse organizzato dal Magistrato del Po?) con l’ingegner Livio Martina dello «Studio Associato Polithema» (al quale il 3 maggio 2001 l’Amministrazione comunale aveva inviato i dati relativi alle piene duecentennali e cinquecentennali del torrente Maira). • Il 10 luglio 2002 la II Commissione Consiliare viene convocata con all’Ordine del giorno l’argomento «Modifiche fasce di rispetto invasi idrici». • Siccome l’argomento risulta essere molto poco trasparente ed anche confuso (nessuno sa dare spiegazioni ed addirittura si prospetta l’ipotesi che in caso di necessità le acque del Maira possano essere indirizzate verso il Mellea [che è proprio il corso d’acqua che ha da sempre problemi] affinché esse defluiscano tramite l’alveo di quest’ultimo) ed i chiarimenti verbali non sono sufficienti, il Consigliere Comunale Luigi Botta, dopo oltre un anno dall’approvazione della Variante al Piano Regolatore che codifica le Fasce Fluviali, in data 7 settembre 2002, presenta un’interrogazione (la n. 489). Nella stessa, partendo dal presupposto che la popolazione è totalmente all’oscuro dell’ipotetico intervento che si va programmando per il tratto urbano del Maira, il Consigliere Comunale chiede di conoscere quando è previsto l’intervento, quale tratto del Maira interesserà, quale sarà l’impatto ambientale, quale sarà la trasformazione dell’area e come si colloca l’Amministrazione di fronte ad un simile intervento imposto, tale da stravolgere una realtà territoriale consolidata da secoli. Anche il Consigliere Antonio Giaccardi, nell’occasione del medesimo Consiglio Comunale, presenta un’interrogazione nella quale chiede a che punto si trova l’iter progettuale per il Maira impegnando la Giunta ad informare sollecitamente la cittadinanza. Nella risposta l’Assessore Lorenzo Morello ripercorre l’iter legislativo. Non entra nel merito, se non in modo superficiale, dell’intervento che si dovrà effettuare sul Maira. • Nel Consiglio Comunale del 18 settembre 2002 Luigi Botta presenta una Mozione che impegna il «Sindaco e la Giunta ad impedire che siano altri ad occuparsi della gestione del territorio saviglianese e, pur nel rispetto delle esigenze geologiche e di “messa in sicurezza” del corso d’acqua, sia l’Amministrazione attuale a programmare -anche rivedendo ed alterando gli strumenti urbanistici in vigore- la trasformazione che la città sarà chiamata a subire a seguito dell’intervento sul Maira, studiando e proponendo soluzioni consone alla città che possano interpretarsi ed attuarsi in contemporanea ai lavori eseguiti sulle sponde del fiume». La mozione viene approvata all’unanimità ma l’ordinativo finale subisce un emendamento da parte della maggioranza. In pratica si impegnano «il Sindaco e la Giunta a continuare a svolgere un ruolo attivo nella gestione della salvaguardia del territorio saviglianese rispettando le esigenze geologiche e di messa in sicurezza del corso d’acqua studiando ... ecc., ecc.». • La Giunta Comunale di Savigliano organizza il giorno 31 gennaio 2005, presso il cinema-teatro Aurora, un incontro con la popolazione sul tema: «Presentazione del Progetto delle opere di sistemazione delle sponde del torrente Maira nel concentrico di Savigliano», Partecipano il Sindaco, la Giunta, oltre al progettista ing. Livio Martina. L’intervento viene introdotto e spiegato dall’Assessore Lorenzo Morello, che si avvale, in ciò, della proiezione di immagini grafiche e fotografiche contenute in un cd. Il progettista, invece, risponde soltanto ad alcune domande poste dal pubblico. • L’11 febbraio 2005 il Consigliere Comunale Luigi Botta presenta un’interrogazione per conoscere se «il progetto di intervento previsto sul tratto urbano del Maira ha ottenuto dagli organi competenti la verifica relativa alle valutazioni di impatto ambientale, così come previsto dalla Legge». L’Assessore competente demanda all’Aipo la risposta. Essa porta la data del 22 aprile 2005 (prot. 8064/2005) ed è firmata dall’ing. Francesco Cerchia: «... i lavori di sistemazione idraulica del torrente Maira in oggetto rientrano in un Piano d’interventi straordinario finalizzato alla realizzazione di opere urgenti per la messa in sicurezza di centri abitati e infrastrutture pubbliche e private interessate dalla peina che ha interessato il bacino del Po piemontese nell’autunno del 2000. Detto Pieno straordinario, redatto ai sensi delle Ordinanze di Protezione Civile n° 3090/2000 e 3095/2000, è stato comunicato al Ministero dell’Interno - Dipartimento della Protezione Civile; lo specifico intervento è inoltre inserito negli elenchi della legge 183/89 nell’annualità 2001. Il progetto relativo all’intervento in oggetto è stato presentato alla Conferenza dei Servizi, istituita ai sensi dell’Ordinanza di Protezione Civile n° 3090/2000, che, con verbale n° 12 del 10/12/2001 lo ha approvato e autorizzato in via definitiva». • «Risulta essere purtroppo molto chiara la posizione dell’Amministrazione Comunale sul problema riguardante il Torrente Maira. Non è invece chiara la posizione che si vuole prendere sul vero problema dei Torrenti saviglianesi: il Mellea!». Così l’attacco dell’interrogazione che il Consigliere Comunale Claudio Bonetto presenta al Consiglio del 14 febbraio 2005 per testimoniare le tante lamentele che gli giungono dalla popolazione e che non riguardano il Maira, corso d’acqua che non ha mai creato problemi per il quale si prevede una massiccia cementificazione e canalizzazione, ma il Mellea, la vera spina nel fianco di Savigliano che esonda ad ogni piena ed è un pericolo costante per la città. La risposta dell’Assessore Lorenzo Morello può essere sintetizzata in una sua frase tratta dal Verbale della seduta, frase che anticipa l’ammissione di un’esondazione pressocché decennale del Mellea: «La competenza [...] è esclusivamente del Magistrato del Po che non lascia margini di discrezionalità ai comuni e che segue linee di intervento previste dal Pai, laddove ci sono dei piani stralci, laddove non ci sono 17 segue le proprie metodologie». • Siccome il Consiglio Comunale non ha ancor mai affrontato l’argomento con un Ordine del giorno proprio e l’intervento sul Maira potrebbe avviarsi entro breve (visto che l’appalto dei lavori è stato assegnato dall’Aipo nel mese di novembre 2004), la maggioranza consiliare sottopone alla discussione del Consiglio una Mozione che viene sottoscritta e presentata (in data 8 febbraio 2005) dai Capigruppo dei Ds, di Rifondazione comunista, della Margherita e di Forza Italia. Essa, sostanzialmente, sostiene la linea di condotta dell’Aipo e dell’Amministrazione comunale in merito alla «messa in sicurezza» del Maira, esprimendo parere favorevole affinché vengano realizzati i lavori, ed individua nella Conferenza dei capigruppo, nelle Commissioni e nelle Consulte gli organismi delegati a verificare le eventuali opportunità di modifica del progetto. Discussa nel corso del Consiglio comunale del 14 febbraio 2005 la Mozione viene votata in forma palese. Questi i risultati: presenti in aula: 19; astenuti: 2 (Ghione Guido e Racca Marco), votanti: 17; voti favorevoli: 16 (Comina Aldo, Cifani Elisabetta, Daniele Mario, Daniele Giacomo, Matinata Francesco, Priora Francesca, Ravera Chiara, Bonino Carmine, Rinaudo Fulvio, Piola Gianpiero, Mana Alberto, Mondino Sergio, Buttieri Marco, Origlia Renato, Bonetto Claudio, Emanuelli Enrico); voti contrari: 1 (Botta Luigi). • Nel corso del medesimo Consiglio comunale del 14 febbraio 2005 anche il Consigliere Luigi Botta porta in discussione una Mozione (presentata in data 11 febbraio 2005) riguardante i lavori da effettuarsi sul Maira. Premettendo il fatto che gran parte della popolazione, Enti, Associazioni, ecc., nonostante l’argomento sia da circa due mesi sulla bocca di tutti, non sono a conoscenza del progetto di «messa in sicurezza» e che lo stesso è in contrasto con le tendenze attuali di naturalizzazione dei corsi d’acqua e potrebbe causare gravi danni all’ambiente ed al territorio cittadino, chiede «la sospensione del progetto così come al momento conosciuto», invitando il Sindaco «ad istituire un’apposita commissione rappresentativa dell’Amministrazione e della cittadinanza che dovrà rivedere e discutere con il progettista l’intero intervento tenendo conto che le priorità dovranno essere quelle della salvaguardia dell’ambiente e non gli interessi esclusivamente economici». La Mozione viene votata in forma palese. Questi i risultati: presenti in aula: 21; astenuti: 6 (Emanuelli Enrico, Bonetto Claudio, Buttieri Marco, Origlia Renato, Racca Marco, Ghione Guido); votanti: 13; voti favorevoli: 1 (Botta); voti contrari: 12 (Comina Aldo, Mondino Sergio, Mana Alberto, Ravera Chiara, Priora Francesca, Daniele Mario, Matinata Francesco, Daniele Giacomo, Cifani Elisabetta, Rinaudo Fulvio, Piola Gianpiero, Bonino Carmine). • Il Consiglio Comunale di Cavallerleone, preoccupato delle conseguenze che potrebbero toccare al proprio territorio qualora il Maira a Savigliano venisse canalizzato e cementificato e conseguentemente dovesse acquistare velocità, a conoscenza del fatto che il progetto non è stato messo a disposizione della popolazione, men che mai dei Comuni toccati dal corso d’acqua a valle di Savigliano e che lo stesso è in contrasto con le scelte naturalistiche di «messa in sicurezza» adottate ormai dai consolidati interventi effettuati in Europa ed altrove, chiede «formalmente al Comune di Savigliano la sospensione della realizzazione del predetto progetto e la costituzione di un tavolo di concertazione e coordinamento degli interventi con i rappresentanti di tutti i Comuni interessati (Savigliano, Cavallermaggiore, Cavallerleone e Racconigi), delle Associazioni di categoria e dei cittadini», promuovendo la nomina di «un proprio tecnico al fine di realizzare uno studio sulle precise conseguenze che, tenendo conto dello stato dei luoghi, avrebbe la realizzazione del progetto in questione». L’Ordine del giorno viene approvato all’unanimità nel corso del Consiglio Comunale del 17 febbraio 2005 e trasmesso alle Amministrazioni di competenza. • Per la prima volta, nel corso della sua seduta del giorno 17 febbraio 2005, la Consulta ecologica pone all’Ordine del giorno l’argomento «Esame del progetto relativo alla messa in sicurezza del torrente Maira». • È il 21 febbraio 2005 quando presso il Comune di Savigliano si svolge un incontro sulla qualità ed entità dei lavori da effettuarsi sul Maira al quale prendono parte, oltre al direttore dell’Aipo ing. Pier Vincenzo Telesca ed al progettista dei lavori ing. Livio Martina, il Sindaco della città, alcuni Assessori e soltanto quattro dei sette Capigruppo presenti in Consiglio Comunale. I tre assenti risultano tali non per loro scelta ma perché non vengono invitati. Gli stessi sono invece chiamati a prendere parte, in qualità di uditori, alla successiva «conferenza stampa» che illustra l’incontro. Alla luce di ciò in data 29 febbraio il Consigliere Comunale Luigi Botta presenta un’interrogazione per «conoscere chi ha organizzato l’incontro, chi ha provveduto agli inviti e chi ha compiuto la scelta di “tagliar fuori” tre dei sette capigruppo presenti in Consiglio comunale. Chi ha pensato che l’argomento potesse interessare solo qualcuno e potesse invece essere, per qualcun altro, oggetto di una semplice relazione, quasi come se si trattasse di cosa di poco conto. Chiede poi anche di sapere se a nessuno è venuto in mente -vista la disponibilità dell’ing. Telesca [...] di incontrare i saviglianesi in una pubblica circostanza- di rendere aperto e trasparente l’incontro, concedendo alla cittadinanza l’opportunità di apprendere in prima persona -senza mediazione alcuna- notizie relative ad un argomento che sta molto a cuore». • Il 2 marzo 2005 (prot. n. 6476) il Consigliere Comunale Luigi Botta, nel quadro dell’espletamento del proprio mandato, chiede all’Amministrazione Comunale che gli venga rilasciata copia semplice del seguente documento amministrativo: «Cd comprensivo di progetti, foto elaborate, simulazioni, slide di testo, utilizzato dalla Giunta municipale per la presentazione al Cinema Aurora del progetto di “messa in sicurezza” del Maira (in parte già trasmesso ai giornali locali per la sua pubblicazione)». • In data 11 aprile 2005 il Consigliere Comunale Luigi Botta presenta un’interrogazione nella quale chiede se non esistano conflitti -o, comunque, incongruenze da «compartimento stagno»- tra i lavori che si vorrebbero effettuare sul Maira e «l’affidamento di uno studio sul bacino del Torrente Maira e del Torrente Mellea» che l’Amministrazione Provinciale di Cuneo, a conclusione di gara d’appalto, ha affidato a società specializzata di Padova in data 10 giugno 2004. • È del 28 aprile 2005 la lettera con la quale il Consigliere Comunale Luigi Botta si rivolge al Sindaco ed al 18 Presidente del Consiglio per conoscere il motivo per cui, a distanza di quasi due mesi, la sua richiesta di accesso ai documenti relativa al cd di presentazione dei lavori da farsi sul Maira non è ancora stata soddisfatta. • L’Assessore ai Lavori Pubblici Lorenzo Morello in data 11 maggio 2005 (prot. n. 15121) segnala al Consigliere Luigi Botta che «le Sue richieste di documenti inerenti le opere di difesa spondale [...] sono state soddisfatte con la consegna del progetto». Ritiene di non dover consegnare copia del cd richiesto il 2 marzo perché trattasi di relazione «realizzata a livello personale dall’assessore, utilizzando testi, fotografie, ecc. di produzione personale». • Portano tutte le data del 20 maggio 2005 le richieste di accesso agli atti, con rilascio di copia, che 41 cittadini presentano all’Amministrazione Comunale (protocollo dal n. 18855 al n. 18897) per ottenere la consegna del «supporto magnetico (cd) utilizzato dalla Giunta Comunale per la presentazione del Progetto di messa in sicurezza del Maira nel corso dell’incontro con la popolazione tenutosi il 31 gennaio 2005». • Il giorno 12 luglio 2005 il Comitato Difesa Maira Savigliano organizza un incontro dibattito sul tema «Il Maira a Savigliano - quale futuro per i nostri fiumi?», al quale assicurano la loro partecipazione il dott. Andrea Agapito Ludovici, referente acqua del Wwf Italia, e l’ing. Francesco Cerchia, dirigente dell’Aipo. L’ing. Cerchia non si presenta. • Il Sindaco di Savigliano in data 18 luglio 2005 (prot. n. 22240) invia risposta fotocopia a tutti i 41 cittadini che avevano richiesto copia semplice del cd utilizzato dall’Assessore Lorenzo Morello per illustrare il 31 gennaio 2005 il progetto di intervento sul Maira. Precisa che il cd «è stato realizzato a supporto di una relazione che aveva come obiettivo l’illustrazione del progetto relativo ai lavori sul Maira. [...] Il tutto è stato realizzato a livello personale dall’assessore Morello e lo stesso non è parte integrante del procedimento amministrativo. Quindi, per il cd in oggetto non solo non è esercitabile il diritto di accesso, ma nemmeno è configurabile un tale diritto». • In data 25 luglio 2005 il saviglianese Massimo Massimino invia lettera al Prefetto di Cuneo segnalando quelle che ritiene le «motivazioni pretestuose» in base alle quali l’Amministrazione locale non ha consegnato -e chi ne ha fatto richiesta- il cd utilizzato per la presentazione dei lavori sul Maira. • È ormai consolidata a livello internazionale l’ipotesi che ogni intervento sui corsi d’acqua, anche teso a ristabilire un equilibrio di portata e di sviluppo, debba nascere dal presupposto di un recupero di quei valori ambientali e naturali che il tempo, l’azione e gli interessi degli uomini hanno in qualche modo cancellato. Esattamente il contrario di quanto si è stabilito di attuare a Savigliano nel tratto del corso urbano del Maira. Le teorie e gli aspetti legislativi che riguardano l’argomento -oltre, naturalmente, alle attuazioni pratiche- sono anche codificate da leggi europee e sono oggetto di una ricca pubblicistica specializzata che si confronta in dibattiti e convegni internazionali. Siccome ad Udine, il 17 e 18 novembre 2005, si tiene un convegno sul tema «Dalla Direttiva Quadro Acqua alla gestione integrata del rischio alluvionale - Esperienze in Europa» al quale partecipano 45 relatori in rappresentanza di Ue, Unesco, Germania, Francia, Svizzera, Croazia, Olanda e naturalmente Italia, oltre a rappresentanti di numerose Università, Associazioni naturalistiche mondiali, Enti ed Istituti scientifici, Amministrazioni regionali, provinciali e comunali, il Consigliere Comunale Luigi Botta presenta un’interrogazione in data 14 novembre 2005 nella quale invita l’Amministrazione Comunale saviglianese a prendervi parte cercando, proprio nelle tematiche trattate, una soluzione naturale al problema Maira, soluzione che non possa poi risultare conflittuale con il futuro sviluppo della città di Savigliano. • Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale organizzano per il 20 dicembre 2005, presso la sala di Santa Chiara, un incontro sul tema «Proposte di modifica del progetto per le opere di difesa spondale sul torrente Maira» al quale, così viene indicato, «partecipano i responsabili dell’Aipo». L’incontro viene invece rinviato perché il dirigente dell’Aipo fa conoscere di non intervenire. Sono solo 49 le lettere sull’argomento protocollate in otto anni (dal 1997 al 2004) Le azioni complesse di una pubblica Amministrazione si «misurano» anche attraverso la qualità e la quantità degli interventi ufficiali che la stessa registra. Di norma ad ogni operazione articolata e complessa, che richie de trasformazioni importanti e coinvolgimenti multipli, corrisponde una documentazione capillare ed abbon dante, che testimonia i passaggi effettuati e le sofferte argomentazioni che hanno portato alla decisione. Per con tro, di fronte ad interventi modesti ed esigui, che poco coinvolgono la popolazione e la trasformazione del luogo, la documentazione agli atti appare quasi impercettibile e di routine, dichiarando di fatto la scarsa importanza dell’argomento considerato. Il caso degli interventi previsti sul corso del torrente Maira -che nascono dal presupposto di un totale stravol gimento dell’ambiente fluviale consolidato e che comportano una spesa che globalmente raggiunge e supera lo stesso Bilancio annuale della città-, interventi che sono indicati come epocali, dovrebbe fornire un numero ele vato di riscontri ufficiali, tanto qualitativamente quanto quantitativamente. Un riscontro obiettivo degli inter venti effettuati e dell’operatività concretizzatasi è forse impossibile, ma un utile contributo alla comprensione del fenomeno e dell’interesse destato dallo stesso si può riscontrare attraverso un controllo fedele di quanto sia transitato, in ingresso ed in uscita, attraverso l’Ufficio protocollo, che rappresenta il luogo materiale ove è pos sibile «misurare» in concreto il materiale prodotto e attraverso l’Ufficio stesso destinato per l’uso e la conser vazione all’Archivio comunale. La pratica relativa all’intervento sul Maira nasce a metà degli anni Novanta ed il protocollo informatico, al quale è possibile accedere utilizzando criteri di ricerca prestabiliti, si rende operativo a part i re dall’inizio del 1997. La ricerca in oggetto viene effettuata indagando il Registro giornaliero sul movimento in arrivo e partenza della corrispondenza che viene inquadrata sotto il titolo «Piano Stralcio Fasce Fluviali», che è appunto quello che comprende il progetto relativo all’intervento sul Maira. 19 In otto anni di documentazione (dal 1997 citato al 2004) appaiono transitate al Protocollo soltanto numero 49 pratiche, delle quali 35 in entrata e 14 in uscita. Così nel dettaglio: • 1997 - Sono complessivamente 3 le pratiche, tutte in arrivo (due riguardanti la trasmissione del Piano stesso, da parte della Regione Piemonte, ed una, come osservazione, da parte della Coldiretti locale); • 1998 - Sono complessivamente 5 le pratiche in arrivo (4 inviate dalla Regione Piemonte e riguardanti il Piano, l’errata corrige, gli elaborati e la pubblicazione degli stessi, ed una della Coldiretti provinciale avente come argomento un corso di formazione) e 5 le pratiche in partenza (2 inviate a privati e riguardanti l’applicazione del Piano, una alla Regione con comunicazione di avvenuta pubblicazione, una ad alcuni Comuni con segnalazione di un convegno, ed infine una allo studio di Geologia Asselle con trasmissione di preventivo); • 1999 - Sono complessivamente 7 le pratiche, tutte in arrivo (3 da parte dello Studio Asselle -aventi per argomento l’adeguamento del Piano Regolatore Generale e l’onorario per la consulenza-, una da parte di privato riguardante la realizzazione di area verde e parcheggio-, una della Coldiretti provinciale -relativa ad osservazioni-, una a testa da parte dell’Autorità di Bacino e della Regione Piemonte -entrambe riguardanti la pubblicazione del Piano Stralcio Fasce Fluviali-); • 2000 - Sono complessivamente 5 le pratiche in arrivo (3 dello Studio Asselle -relative alle parcelle ed agli elaborati del Piano-, una dell’Istituto per Geometri -richiesta di visione del Piano- ed una dell’Autorità di Bacino risposte a quesiti-) ed una sola in partenza (alla Regione Piemonte -con richiesta di dati di livello e portata alle sezioni di riferimento del corso d’acqua); • 2001 - Sono complessivamente 12 le pratiche in arrivo (delle quali 6 in relazione ad un esposto presentato in Regione, 2 da privato cittadino -con richiesta di visione di documenti-, 2 dallo Studio Ponzo -con trasmissione di elaborati e richiesta di parcella-, e 2 della Regione Piemonte -trasmissione di planimetria e convocazione Conferenza programmatica-) e 8 le pratiche in partenza (delle quali 3 in relazione ad un esposto presentato in Regione, 2 allo Studio Tau per conferimento incarico di progettazione, una allo Studio Polithema -per trasmissione dati-, una a privato -mancato accoglimento richiesta presa visione di documenti-, e una alla Regione Piemonte -richiesta dati-); • 2002 - Sono complessivamente 3 le pratiche, tutte in arrivo (delle quali 2 dello Studio Ponzo per invio fatturazione ed una della Technical Design con offerta di elaborazioni grafiche); • 2003 - Nessuna pratica protocollata; • 2004 - Nessuna pratica protocollata. Questa è la documentazione che compare agli atti dell’Ufficio protocollo e che riguarda 8 anni di pratiche rela tive ad un progetto di massiccio e stravolgente intervento su un ambiente urbano -quello legato alle Fasce flu viali del Maira- ampiamente consolidato da decenni e decenni di inattività del corso d’acqua -e di secoli di reci proco rispetto tra il fiume e la popolazione- e codificato addirittura dalla creazione di un percorso, di un sen tiero e di un parco sulle sponde dello stesso. Evidentemente, essendo modestissima la documentazione epistola re a protocollo chiamata a testimoniare l’intensità dell’intervento e la sofferenza nel prendere una così impor tante decisione, ciò significa che il lavoro compiuto ed i contatti tra le diverse parti debbono considerarsi avve nuti esclusivamente -anche se non documentati- a viva voce o telefonicamente. Ma nell’autunno del 2000 il Maira, nonostante le Ordinanze di Protezione Civile, non è esondato! Tra le molte incertezze che caratterizzano l’intera procedura relativa alla «messa in sicurezza» del tratto urbano del Maira a Savigliano con la sua canalizzazione e cementificazione vi è quella dell’avvio della pratica relativa. Non si capisce, cioè, se a sollecitare l’intervento sia stata l’Amministrazione Comunale oppure se le condizioni per promuovere una massiccia rilettura della situazione di scorrimento del Maira in Savigliano siano state sollecitate e promosse in modo autonomo da quegli Enti nazionali o regionali chiamati per Legge ad occuparsi della tutela del suolo. E cioè l’Autorità di Bacino, l’Aipo (ex magistrato del Po) o la Regione, nello specifico quella piemontese. L’Aipo, con propria comunicazione al Comune di Savigliano (prot. n. 8064/2005 del 22 aprile 2005 a firma ing. Francesco Cerchia), informa «che i lavori di sistemazione idraulica del torrente Maira rientrano in un Piano d’interventi straordinario finalizzato alla realizzazione di opere urgenti per la messa in sicurezza di centri abitati e infrastrutture pubbliche e private interessate dalla piena che ha interessato il bacino del Po piemontese nell’autunno 2000». E più precisamente che «detto Piano straordinario, redatto ai sensi delle Ordinanze di Protezione Civile n° 3090/2000 e 3095/2000, è stato comunicato al Ministero dell’Interno - Dipartimento della Protezione Civile; lo specifico intervento è inoltre inserito negli elenchi della legge 183/89 nell’annualità 2001». Un primo elemento, nella comunicazione dell’Aipo, appare chiaro. I lavori sul Maira a Savigliano rientrano nel «Piano straordinario» conseguente alla piena che ha condizionato il bacino del Po piemontese nell’autunno 2000. E che tale «Piano» trova conforto, perché ne è conseguenza, nelle Ordinanze di Protezione Civile n. 3090 e 3095, rispettivamente del 18 ottobre e del 23 novembre 2000. La prima Ordinanza, la n. 3090, riguarda gli «Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi alluvionali ed ai dissesti idrogeologici che dal 13 ottobre 2000 hanno colpito il territorio della regione autonoma Valle D’Aosta e delle regioni Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna». Considera le situazioni di forte degrado per le quali risulta «urgente porre in essere ogni utile intervento per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate, la ripresa delle attività produttive e il 20 ripristino delle infrastrutture» alla luce dei Decreti del Presidente del Consiglio del 16 e 18 ottobre 2000 coi quali vengono dichiarate le emergenze nelle regioni fatte oggetti da pericolosi e disastrosi eventi alluvionali. Considera di conseguenza l’organizzazione dei soccorsi da parte dei Prefetti, il rientro degli sfollati alle proprie abitazioni, le circostanze di aiuto immediato ai colpiti dal fenomeno e le agevolazioni future destinate a privati cittadini e ad aziende danneggiati dagli eventi presi in esame. La seconda Ordinanza, la n. 3095, riguarda le «Ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile in conseguenza degli eventi alluvionali dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2000 ed altre misure di protezione civile» ed allarga anche alle regioni Campania, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana e Puglia, oltre le già citate, i provvedimenti (che subiscono alcune modificazioni soprattutto nei finanziamenti), in subordine alle Ordinanze n. 3092 e 3093, che riguardano le calamità che hanno colpito il territorio in conseguenza ai dissesti idrogeologici dei mesi precedenti. Le Ordinanze non lasciano dubbi di interpretazione: riguardano disposizioni urgenti e mirano soprattutto -anche sui tempi tecnici di intervento, che sono sempre ridottissimi ed addirittura resi immediati da scadenze settimanali- a lenire i danni di un evento eccezionale che ha colpito numerose regioni italiane. La prima domanda che si impone, la più spontanea, è sicuramente la seguente: ma cosa c’entrano Savigliano ed il tratto urbano del Maira coi provvedimenti urgenti conseguenti alle Ordinanze n. 3090 e 3095? Apparentemente, ma anche nel concreto, proprio nulla. Il Maira nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2000 non è esondato, non ha invaso città o agglomerati edificati rurali, non ha imposto ad alcuno di sfollare; insomma: non ha creato problemi. Ma non li ha creati neppure nel 1999, neanche nel 1998 e così pure nel 1997. Nel 1996, quando l’altro corso d’acqua saviglianese, il Mellea, è esondato invadendo lunghi tratti di campagna ed un quartiere urbano, il Maira nel percorso urbano si è limitato ad erodere -senza causare danni a persone o beni- un brevissimo tratto di sponda, logica conseguenza di un lavoro di consolidamento effettuato in modo non proprio ortodosso alcuni anni prima sul lato opposto ed un centinaio di metri più a monte. Non ha commesso guai rilevanti neppure nel 1995 e, così di seguito, nel 1994, nel 1993, nel 1992 e in anni precedenti, indietro a memoria d’uomo e a documentazione d’archivio. In pratica il tratto urbano del Maira, così come rilevato dalle fonti manoscritte dell’Archivio Storico, non ha mai rotto gli argini, a partire dal 1364 ad oggi. Diversa, invece, la situazione del Mellea, che ripetutamente ha invaso, anche quasi per intero, il centro di Savigliano. Conclusioni: appellandosi alle Ordinanze della Protezione Civile n. 3090 e 3095 si impongono lavori di canalizzazione e cementificazione del Maira, individuando nel tratto urbano -proprio quello che non ha mai creato problemi- il luogo ove stravolgere una situazione naturale del corso d’acqua che appare consolidata da decenni e che non abbisogna di alcun intervento massiccio ma, semmai, di una semplice riordinata dell’alveo. In grandissima contraddizione il Piano di Assetto Idrogeologico Il Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) rappresenta lo strumento che consolida e unifica la pianificazione di bacino per l’assetto idrogeologico, coordinando le determinazioni assunte in precedenza con i Piani stralcio delle Fasce Fluviali e il Piano straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato. La sua approvazione con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il 24 maggio 2001, completa un lungo iter già concretizzatosi con la Deliberazione del Comitato Istituzionale n. 18 del 26 aprile 2001. I contenuti del Piano si articolano in interventi strutturali (opere), relativi all’assetto di progetto delle aste fluviali, dei nodi idraulici critici e dei versanti e interventi e misure non strutturali (norme di uso del suolo e regole di comportamento). La parte normativa regolamenta le condizioni di uso del suolo secondo criteri di compatibilità con le situazioni a rischio e detta disposizioni per la programmazione dell’attuazione del Piano stesso. L’apparato normativo del Piano è rappresentato dalle Norme di attuazione, che contengono indirizzi e prescrizioni e dalle Direttive di piano. Nelle «Linee generali di assetto idrogeologico e quadro degli interventi nel Bacino del Maira», contenute nel «Progetto di Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico» a cura dell’Autorità di Bacino del fiume Po, vengono anche affrontate le questioni relative al territorio saviglianese in riferimento al transito del torrente Maira. Affrontando l’argomento dell’«Assetto morfologico e idraulico» nelle sue caratteristiche generali (21.1.5.1, pg. 197), si definisce il Maira, nel suo tratto tra Busca e Savigliano, con alveo ad «andamento sinuoso, con sezione ancora piuttosto incisa, ma non più incassata come nel tratto precedente, e larghezza variabile con continuità. Le opere di difesa spondale e di stabilizzazione del fondo alveo sono sporadiche, complessivamente in discreto stato di conservazione». Nel tratto tra Savigliano e Cavallermaggiore l’alveo viene definito come «monocursale, generalmente sinuoso» che «si sviluppa nell’ambito di un letto definito da due terrazzi pressoché continui, con sezione in parte irregolare e in parte incisa. A monte dell’abitato di Cavallermaggiore vi è la confluenza del torrente Mellea». In riferimento ai «Fenomeni di erosione spondale» (21.1.5.2, pg. 198) si fa presente che «paleoforme sono presenti lungo tutto il torrente e in particolare nel tratto a monte del ponte ferroviario Saluzzo-Savigliano, dove appaiono legate alla recente trasformazione monocursale del corso d’acqua». A proposito della «Tendenza evolutiva del fondo alveo» (21.1.5.3, pg. 198) le «Linee generali» definiscono che nel tratto del Maira inferiore all’abitato di Busca «si manifesta una tendenza alla canalizzazione molto marcata rispetto alle condizioni precedenti, dovuta a un abbassamento generalizzato del profilo di fondo, testimoniato anche dalla trasformazione in golene stabili di ampi settori di barra laterale. Tale abbassamento è controllato da soglie di fondo in corrispondenza di tutte le opere di attraversamento». A proposito della pericolosità (21.2.3, pg. 200) si afferma che «sono soggetti a pericolo da esondazione i Comuni di pianura attraversati dal Maira e dal Mellea-Grana, già a prtire dal Villafalletto fino alla confluenza in Po». Trattando invece degli «Squilibri sul corso d’acqua principale e nei territori di fondovalle» (21.4.1, pg. 201) si osserva che «nel tratto di asta a valle di Busca gli squilibri connessi al rischio di esondazione per piene gravose (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni), riguardano prevalentemente porzioni di territorio a scarsa densità infra21 strutturale e abitativa ma anche, più o meno marginalmente, alcune zone urbane; in particolare gli abitati di Villafalletto, Vottignasco, Solere, Savigliano, Cavallermaggiore, alcune aree marginali di Cavallerleone e limitate aree urbane di Racconigi», sottolineando poi che «la concomitanza delle piene del Grana-Mellea rende vulnerabili molte aree comprese tra i due corsi d’acqua, in particolare in corrispondenza dei centri di Vottignasco e Savigliano e, in misura più ridotta, di Racconigi», e ancora che «le piene del Maira e del Mellea, corsi d’acqua che delimitano l’abitato di Savigliano, costituiscono un pericolo per gli insediamenti ubicati in prossimità degli stessi, in particolare nell’area a sud del capoluogo». Per quanto riguarda le «Linee di intervento strutturali» (21.5.1.3, pg. 204) il «Progetto di Piano» per il tratto Busca-Savigliano segnala che «la fascia B [esondazione] è prevalentemente individuata dal limite delle aree naturalmente inondabili per la piena di riferimento; essa si attsta sui rilevati arginali di progetto in corrispondenza degli abitati di Vottignasco, Solere e Savigliano. L’assetto di progetto dell’alveo è definito in modo identico al tratto precedente e gli interventi strutturali da realizzare sono di seguito indicati: a) adeguamento e/o nuova realizzazione di arginature locali per il contenimento dei livelli di piena con tempo di ritorno di 200 anni: in corrispondenza di Vottignasco, Solere e Savigliano; b) adeguamento e/o nuova realizzazione di difese spondali a carattere sporadico». Per il tratto Savigliano-Cavallermaggiore fa presente che «gli interventi strutturali da realizzare sono rivolti a opere integrate di sistemazione dell’intero tronco, finalizzate alla sicurezza idraulica di Savigliano e Cavallermaggiore, nei confronti delle piene del Maira e del Mellea. Gli interventi individuati sono costituiti da: a) realizzazione di rilevati rginali, a sviluppo locale a difesa diretta degli insediamenti urbani; b) recupero della funzionalità delle aree golenali e dell’alveo; c) regimazione idraulica del nodo di confluenza del Grana-Mellea in Maira». La cartografia allegata (6. Cartografia di Piano. Tav. 8-1), che riguarda l’intero percorso del Po con i suoi affluenti e sub-affluenti, appare approssimativa e non contribuisce in alcun modo a documentare visivamente quanto asserito nella parte strutturale e programmatica del «Piano». Dalla lettura della stessa appare evidente, in primo luogo, come secondo l’estensore l’unico pericolo per Savigliano riguardi il Maira. La sua fase di esondazione, che si avvia a monte della città, originandosi praticamente a Busca, si concretizza in tutta la sua drammaticità nel territorio a Sud dell’area antropizzata. La difesa di Savigliano viene prevista con la creazione di ripari nel tratto urbano (su entrambi i lati del Maira), ed anche oltre, e con la formazione di una grande diga di forma semicircolare (che da Becco d’Ania si inoltra in borgo Marene), a monte della città, destinata a trasferire sul Mellea le acque esondate del Maira. Una banalità inaccettabile che non può avere riscontro né storico e tanto meno sul territorio. Peccato che ad esondare e ad essere pericoloso sia proprio il Mellea, il quale per proprio conto, senza nulla ricevere dal Maira, è in condizioni di invadere con le proprie acque, ormai in modo secolare, buona parte del tessuto urbano saviglianese. Sempre la cartografia dimostra una scarsissima conoscenza del territorio, che nel tratto urbano del Maira si traduce in una rappresentazione banalizzata ed errata del transito del corso d’acqua e dei suoi rapporti con la viabilità che circonda la città. La circonvallazione, che in realtà transita in destra orografica ostacolando in modo naturale la possibilità dell’acqua di esondare in area urbanizzata, viene rappresentata in sinistra orografica, mentre l’andamento viabile, così come indicato in cartografia, impone la presenza di ponti sul Maira che in realtà non esistono. Un’incredibile approssimazione che dimostra la leggerezza e la superficialità con la quale si affronta l’argomento. Più rispondente alla realtà, invece, l’allegato al Pai relativo alle «perimetrazioni RME -Aree a rischio molto elevato (RME267/1999)», che appare comunque in evidentissimo conflitto con la tav. 8-1 della Cartografia di Piano. Qui si indicano, nel tratto cosiddetto urbano del Maira, i due luoghi ove il corso d’acqua, in condizioni di piena duecentennale, potrebbe uscire dal proprio alveo. Il primo compare in destra orografica tra il ponte della ferrovia ed il ponte della circonvallazione per Saluzzo e Costigliole Saluzzo. Il tracciato in rosso indica con estrema chiarezza che il Maira, in caso di esondazione, potrebbe riappropriarsi di quell’area golenale sulla quale l’Amministrazione comunale ha a suo tempo costruito la piscina pubblica. Nessuna altra zona, a Sud della città, correrebbe rischi (che non sarebbero comunque eliminati, perché notoriamente e storicamente è il Mellea ad invadere per intero con le proprie acque le aree Sud ed Est di Savigliano!). Il secondo, invece, rientra in area antropizzata, in sinistra orografica. Prende origine più o meno a metà tra il ponte di Saluzzo e quello di Monasterolo di Savigliano ed interessa una sottilissima striscia di terreno forzatamente condizionata dalla strada per Monasterolo. In questo tratto insistono alcuni edifici costruiti -anche in tempi non recentissimi- a ridosso dell’alveo. Dopo il ponte l’area soggetta ad esondazione si concretizza in un lungo corridoio che affianca la strada di San Giacomo -lato Maira, in sponda orografica sinistra del torrente- e si spinge fin quasi all’altezza della cascina Brun. Territorio in parte antropizzato ma di origine golenale, che la storia indica come soggetto, nel corso dei secoli, ad essere sovente interessato dall’uscita dell’acqua dall’alveo del torrente. Un progetto che necessita o meno della «Valutazione di Impatto Ambientale»? Appare evidente come la Legge, stabilendo le «Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione», intenda tutelare il patrimonio dei luoghi da azioni ed interventi destinati, nell’immediato o nel tempo, a creare conflittualità e soprattutto a danneggiare elementi naturali e paesaggistici (legati alla presenza dell’uomo, degli animali ed alle trasformazioni che il tempo ha consolidato, oltre, naturalmente, al mantenimento di una salubrità che sta alla base del vivere civile) dei quali i nostri luoghi possono e debbono andare fieri ed ai quali non possono certo rinunciare. È particolarmente esplicita e non lascia dubbi: l’impatto ambientale viene definito come «l’insieme degli effetti, diretti ed indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, singoli e cumulativi, positivi e negativi, che la realizzazione di opere o interventi comporta sull’ambiente inteso come insieme complesso di sistemi naturali e antropici». È chiaro, alla luce di ciò, che ogni intervento destinato a trasformare, positivamente o negativamente, massicciamente o modestamente, uno stato di 22 fatto esistente, debba essere analizzato e considerato da quegli organismi tecnici stabiliti dalla Legge, che sono costituiti dalle autorità delle diverse componenti ambientali interessate, supportati da persone competenti in particolari settori tecnico-scientifici, anche mediante l’utilizzo del patrimonio di conoscenze acquisite nello svolgimento dei compiti di istituto. La definizione che ne dà la Legge Regionale n. 40 del 14 dicembre 1998 non concede il minimo dubbio. Lo studio di impatto ambientale -così recita all’art. 3, capo 1/c- è «l’insieme coordinato degli studi e delle analisi ambientali, volto ad individuare e valutare, attraverso approfondimenti progressivi, gli impatti specifici e complessivi delle diverse alternative, per definire la soluzione progettuale e localizzativa ritenuta più compatibile con l’ambiente, nonché i possibili interventi di mitigazione e compensazione ambientale». La Valutazione di Impatto Ambientale, sempre secondo la Legge, ha quale elemento ispiratore il principio «di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e della qualità della vita». Il caso dell’intervento che si prospetta sul Maira a Savigliano, destinato ad essere canalizzato e cementificato per circa chilometri 2,5 nel suo tratto urbano -ad oggi naturalizzato-, non può non rientrare, secondo le logiche che le disposizioni impongono tra le casistiche destinate al rispetto richiesto dalla Legge, nell’ottica di essere considerato come soggetto ad una valutazione così come intesa dalla normativa. È chiaro che in deroga alla Legge esistano possibilità di intervento che sono escluse dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. In primo luogo, come previsto dall’art. 4 capo 6 delle medesime «Disposizioni» sulla compatibilità ambientale, i casi in cui i progetti non ricadano in aree protette o ritenute degne di essere sottoposte ad una conservazione o ad una tutela ambientale. In secondo gli interventi disposti in via d’urgenza, destinati a salvaguardare l’incolumità delle persone e dei luoghi, soprattutto nelle circostanze di calamità naturali che richiedano l’emergenza e che siano normate dalla Legge (la n. 225 del 24 febbraio 1992) che istituisce e regolamenta il Servizio Nazionale di Protezione Civile. In terzo gli interventi previsti dal Piano dell’Autorità di Bacino del Po, che vengono redatti ai sensi della Legge n. 183 del 18 maggio 1989 («Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo»), integrata e modificata dai successivi Decreti. Tale Legge, all’art. 17 capo 1/i, precisa che «la valutazione preventiva [...] dell’impatto ambientale [...] deve essere contenuta e perseguita come finalità nel “Piano di bacino”». Non si conosce, perché risposte in tal senso non si sono avute (l’Arpa, ad esempio, non è stata interpellata, l’Assessore saviglianese competente non ha saputo o voluto dare risposta, l’Aipo è stato generico e non specifico), se il progetto di «messa in sicurezza» del Maira a Savigliano -che prevede la cementificazione e canalizzazione del suo tratto urbano con la distruzione totale di un ambiente naturale creatosi in decine e decine di anninecessiti o meno della Via (Valutazione di Impatto Ambientale). Stando alla comunicazione dell’Aipo (lettera prot. n. 8064/2005 del 22 aprile 2005) par di intendere che l’intervento saviglianese, facendo parte di un «Piano di interventi straordinario finalizzato alla realizzazione di opere urgenti» rientri tra le possibilità di deroga che la Legge prevede. Deroghe che, si ricorda, presuppongono l’urgenza e l’emergenza di fronte a calamità naturali i cui danni sono presenti e rilevanti. Sembra intendere, sempre dalla medesima comunicazione, che sia sufficiente, in tal senso, la Conferenza dei Servizi che si è tenuta il 10 dicembre 2001 e che ha appunto approvato (insieme al consolidamento di una strada a Castel Boglione e ai lavori di sistemazione di un versante a monte a Piedimulera) il progetto di intervento sul Maira a Savigliano. Tutto ciò non può non sollevare alcuni seri dubbi. Che la distruzione totale dell’ambiente che caratterizza 2,5 chilometri di ambiente fluviale urbano e la sua sostituzione con massicciate, muri in cemento e gabbionate allineante come canali debba essere considerata non invasiva e non devastante e pertanto esclusa dalla Valutazione di Impatto Ambientale è quanto meno un fatto inconsueto ed assurdo. Il danno arrecato sull’ambiente vegetale (sono oltre il migliaio gli alberi che costeggiano il corso d’acqua e che l’intervento abbatterebbe), sull’ecosistema faunistico (si tratta di uno dei pochi luoghi della pianura ove sopravvivono e sono stanziali le trote marmorate, mentre la vegetazione ospita comunemente animali -scoiattoli, lepri, ecc.- ed uccelli -aironi, garzette, gallinelle, martin pescatore, rapaci diurni e notturni, microfauna volatile tipica del sottobosco, ecc.-) e sulla convivenza con l’uomo (la presenza umana è consueta, praticamente quotidiana, tramite un sentiero ed un parco appositamente realizzati che verrebbero in buona parte cancellati) sarebbe irreversibile e segnerebbe per sempre, anche visivamente ed urbanisticamente (visto che la città si sviluppa tutt’intorno), un’area alla quale i saviglianesi sono particolarmente e storicamente legati. Che si possa immaginare che la mancata Valutazione di Impatto Ambientale possa rientrare nelle deroghe disposte per via d’urgenza e per la salvaguardia dell’incolumità pubblica, ancor di più. Non si comprende quale urgenza possa sussistere e quale incolumità possa e debba essere salvaguardata. L’urgenza non esiste: seppure il progetto rientri tra quelli finanziati dall’Ordinanza del 2000 conseguente ai danni arrecati dalle piene in numerose regioni italiane, Savigliano ed il Maira (per il Mellea il discorso è diverso!) non sono stati minimamente toccati da tale fenomeno e pertanto non si comprende come la «messa in sicurezza» del torrente possa essere rientrata in tale provvedimento. Non solo. Il tratto urbano del Maira non ha mai creato problemi, non è mai esondato ed ha mantenuto, nel corso dei secoli, un buon rapporto con la popolazione. Addirittura a partire da quasi tre decenni la pubblica Amministrazione, con propria scelta ed investimenti in denaro -ha acquistato terreni privati destinandoli al pubblico-, ha stabilito di trasformare tale fascia di corso d’acqua con relative pertinenze, insieme alla superiore più a monte, in «Parco fluviale», ha deciso di proteggerla con l’impegno a naturalizzarla e renderla fruibile in modo funzionale e stabile al cittadino. Un’operazione che si è realizzata all’insegna della salvaguardia e del rispetto dell’ambiente, che ha coinvolto nel tempo e costantemente -ormai da cinque lustri- l’associazionismo, il volontariato, la popolazione e che si è codificata con l’ufficializzazione di un sentiero che ormai percorre quasi per intero il corso del Maira. Caduta l’urgenza della salvaguardia, caduta la pericolosità del corso d’acqua, venuta meno la necessità di intervenire con quella sollecitudine che solo il rientro degli sfollati e la risistemazione dei luoghi allagati richiede (dalle Ordinanze di Protezione Civile n° 3090/2000 e 3095/2000 sono comunque trascorsi 5 anni e nulla si è visto perché nulla era successo), quale motivo rimane per non considerare utile, qualora si voglia intervenire a tutti i 23 costi e si pensi che l’acqua sia col tempo obbligata a crescere -con cadenza duecentennale- a tal punto da essere trattenuta soltanto da alti muraglioni e massicciate, la necessità di procedere alla Valutazione di Impatto Ambientale? Per il «Piano di emergenza» della Protezione Civile il tratto urbano del Maira non è pericoloso Se un problema è evidente e la sua soluzione deve essere urgente e pressante, tale problema deve esistere per tutti. Il Maira -secondo quanto sostenuto da Aipo ed Amministrazione Comunale- è pericoloso e corre il rischio di esondare nel suo tratto urbano mettendo in serio pericolo l’agglomerato urbano ed i cittadini. Questo è quanto si è sostenuto e si sostiene a livello istituzionale e per sopperirvi si sono creati i presupposti per l’intervento massiccio di «messa in sicurezza» dello stesso con l’opera di canalizzazione e cementificazione di due chilometri e mezzo del percorso cittadino del corso d’acqua. Ma proprio così non è, per tutti. Sembra infatti essere di diversa opinione un’appendice molto importante dell’Amministrazione Comunale, quella stessa appendice che è chiamata a far fronte, in caso di necessità, agli interventi immediati di salvaguardia e di tutela della popolazione e del patrimonio pubblico e privato cittadino, e cioè la Protezione Civile (la Protezione Civile non fa parte dell’Amministrazione Comunale, ma rappresenta invece un Ente esterno, coordinato dai Vigili Urbani -che hanno la responsabilità appunto della Protezione Civile cittadina con delega ricevuta direttamente dal Sindaco, che della salute pubblica è il responsabile-). Nel «Piano di emergenza» del Comune di Savigliano, approvato con Deliberazione consiliare unanime numero 51 del 28 novembre 2002, nell’indagare tutti gli scenari di rischio che interessano la città (sismico, da inquinamento, da incendi, da trasporti, aeroportuale, ecc.), si tratta anche del rischio iderogeologico e si esaminano i punti critici che interessano, in particolar modo, il corso del Varaita, quello del Maira e quello del Mellea. Introducendo l’argomento, il «Piano» sottolinea che «i progressi compiuti a livello di studio, oltre alle analisi condotte dall’autorità di bacino -piano stralcio fasce fluviali-, hanno consentito di delimitare le aree soggette ad esondazione e di pervenire al censimento di tutti gli insediamenti a rischio (novembre 2000), per cui occorre fissare i criteri operativi per l’attivazione dei provvedimenti di evacuazione da dette aree, anche sulla base delle esplicite prescrizioni contenute nella legge n. 267 del 03/08/1998 (legge Sarno)». Passando poi ad esaminare i singoli corsi d’acqua, in riferimento al Maira, il «Piano» entra nel merito delle caratteristiche dell’alveo e dei luoghi soggetti ad ipotetici rischi causati da piene duecentennali, rilevando tanto le consistenze del danno quanto le peculiarità di incidenza sulle aree antropizzate. A monte di Savigliano, a partire dal confine con Vottignasco sino alle prime case del centro abitato, le fasce di esondazione sono molto ampie ed interessano marginalmente una frazione e numerosissimi nuclei abitati. Per quanto riguarda il percorso cittadino del Maira il «Piano», invece, precisa quanto segue: «Nel tratto urbano fra il ponte della ferrovia e il ponte di via Monasterolo, sono rilevabili numerosi fenomeni di erosione, con esondazioni aventi altezze di oltre un metro, contenute dalla presenza del rilevato stradale». A seguire, a valle, nel tratto compreso tra il limite urbano ed il confine con Cavallermaggiore, il pericolo di esondazione e di danneggiamento di aree antropizzate torna ad essere evidente e segnalato con ampie possibilità di danneggiamenti. In cartografia la situazione si evidenzia con ancor maggiore chiarezza. L’area di esondazione è indicata col colore giallo ed occupa per ampi tratti, con continuità lungo il corso, l’intero andamento del Maira a monte di Savigliano. In tali spazi gli edifici da evacuare in caso di piena duecentennale risultano essere 60 (sessanta) per un totale di 180 (centoottanta) residenti (i dati sono tratti dagli elenchi dei «Residenti a rischio di esondazione» allegati al «Piano di emergenza»). Nel tratto urbano l’area di esondazione si riduce, si limita all’alveo -o poco più- del Maira ed è contenuta da un lato dalla strada circonvallazione e dall’altro dall’andamento di via Monasterolo e di via Sanità. Superato il ponte di Monasterolo (quindi fuori centro abitato, sul lato Nord della città) la fascia di esondazione duecentennale indicata col colore giallo torna ad ampliarsi e ad occupare ampi spazi di territorio, contenuta soltanto da via san Giacomo e dalla strada regionale per Cavallermaggiore. In questo tratto i fabbricati censiti in area esondabile sono 21 (ventuno) mentre il numero di persone soggette ad essere evacuate in caso di piena è di 65 (sessantacinque). Dal «Piano di emergenza» del Comune di Savigliano appare evidente che non un solo edificio del centro abitato, di qua e di là dal Maira, corre il rischio di esondazione e non una sola persona debba essere evacuata in caso di piena duecentennale. Anche la mappa del territorio riferita al Maira «con indicazione dei punti critici a rischio di esondazione» non descrive una sola circostanza rischiosa a ridosso del centro urbano e nell’esame dei luoghi, affrontato dal punto 5 al punto 10 della relazione, segnala esclusivamente situazioni a Nord ed a Sud di Savigliano. Com’è possibile che un documento così importante come il «Piano di emergenza» redatto dal Comune di Savigliano vada in grande e totale conflitto con le motivazioni -sostenute da Aipo e dallo stesso Comune di Savigliano- che promuovono l’intervento di «messa in sicurezza» del tratto urbano del Maira con la sua canalizzazione e cementificazione? La contraddizione è stridente. O l’uno o l’altro è errato. Se ne deduce pertanto che l’Amministrazione comunale o ha mentito in occasione della stesura ed approvazione del «Piano di emergenza» -circostanza assai grave perché si prenderebbe gioco dell’incolumità dei cittadini- oppure ha mentito quando ha stabilito l’urgenza e la necessità della cementificazione e canalizzazione del tratto urbano del Maira. Per il «Piano Territoriale Provinciale» il tratto urbano del Maira è stabile e sicuro Anche la lettura del «Piano Territoriale Provinciale» (approvato con deliberazione n. 52 del 5 settembre 2005 dal Consiglio Provinciale di Cuneo) conferma nel suo complesso i dubbi circa la necessità di intervenire a Savigliano 24 con la canalizzazione e la cementificazione del tratto urbano del Maira al fine di porre in sicurezza la città dall’ipotesi di eventi di piena con tempi di ritorno di 200 anni. Nel «Piano» non emerge alcun dato preoccupante relativo a tale tratto del Maira. Anzi, semmai, vengono confermate le condizioni di assoluta sicurezza proprio della sezione considerata, mentre sono evidenziati alcuni elementi anche gravemente negativi riconducibili al tratto a monte del medesimo Maira e l’intero corso saviglianese del Mellea. Nelle sue pagine il «Piano» considera la partecipazione agli indirizzi ed alle strategie da parte della popolazione uno degli elementi destinati ad assumere un ruolo di tutto rilievo, proprio per il coinvolgimento che la cittadinanza deve avere nel ruolo della gestione del territorio. E indica, siccome la ritiene insufficiente, come tale partecipazione debba crescere per misurarsi con gli organismi di governo e di programmazione territoriale ai diversi livelli. A proposito di indirizzi generali si scrive nella «Struttura normativa» con particolare riferimento alla gestione del territorio fluviale. Ai punti 2.1, 2.4 e 4.2, argomentando in riferimento ai beni soggetti alla disciplina paesistica, ai laghi ed ai corsi d’acqua, si sollecita l’intervento per «Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat, dei paesaggi, della qualità dei suoli e delle risorse idriche». Al punto 5.2 il riferimento è alla tutela, al recupero ed alla valorizzazione ambientale del territorio, considerati sotto tutti gli aspetti, compresa l’opera di sensibilizzazione. Nel capitolo «Gli obiettivi, le strategie e i progetti» si scrive di Savigliano al punto A.8.2, quando si sostiene la necessità di «Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale». A livello generale, invece, al punto D.7, si considera la «Tutela, valorizzazione e qualificazione paesistica degli ambienti fluviali» (con particolare riferimento all’ambiente, alle riserve, al suolo, alla flora, alla fauna, all’habitat, ecc.), e ai punti E.3 ed E.5 vengono presi in esame il risanamento e la riabilitazione ambientale dei corsi d’acqua e la qualificazione del patrimonio bio-vegetazionale. Argomenti questi, che seppure esaminati nell’ottica provinciale, riguardano direttamente anche Savigliano. La cartografia allegata -quella, tanto per intenderci, che riguarda l’«Inventario degli elementi per la definizione del rischio ambientale», che è quella che ci può interessare- è più che eloquente. La legenda stabilisce che il colore giallo intenso riguardi le «aree inondabili per eventi di piena con tempi di ritorno inferiori a 50 anni» ed il giallo paglierino quelle con un ritorno superiore ai 50 anni. La città di Savigliano viene quasi per intero a trovarsi occupata da una stesura uniforme di colore giallo intenso, quindi con fenomeno di esondazione ed inondazione inferiore ai 50 anni. Lo spartiacque territoriale risulta essere proprio il corso del torrente Maira. Che nel suo lato ad Est (quindi quello maggiormente edificato) appare interessato, per la quasi totalità dell’area antropizzata, al fenomeno dell’allagamento, mentre sul lato ad Ovest, invece, risulta ben lontano da ogni genere di pericolo. A determinare il fenomeno dell’inondazione della città è soprattutto il Mellea, che già a partire dalla città di Genola si allarga in maniera evidente occupando per intero le campagne circostanti. In prossimità della periferia di Savigliano raccoglie le acque dal Maira esondate circa tre chilometri a monte della città, che vanno ad ingrossare il fenomeno rendendolo attivo per tutto il tratto urbano ed oltre, seppure con minore intensità, sino a Cavallermaggiore, quando il Mellea confluisce nel Maira e fornisce nuovi spunti per ingrossarsi ed andare ad occupare le parti basse anche di questa cittadina. Appare chiaro come il tratto urbano del Maira non crei problemi. Anzi, trovandosi lo stesso affiancato dalla vecchia circonvallazione cittadina costruita su terrapieno e massicciata rialzati, risulta essere l’elemento di confine che oltre ad impedire l’esondazione del Maira crea i presupposti che le acque dei due torrenti non abbiano a fondersi, con danni ancor maggiori, proprio nel loro percorso urbano. In otto secoli di esondazioni ed erosioni il Maira ha sempre risparmiato la città L’indagine sul campo è importante ma non sicuramente esaustiva. Solo attraverso la documentazione d’archi vio è possibile ripercorrere la storia di un torrente, di un canale, di una bealera ed il rapporto che gli stessi hanno avuto, nel corso dei secoli, con un territorio, con una città e con la gente che abita la città. Individuare, cioè, i punti deboli del paese, quelli che possono essere stati soggetti ad anomalie e trasformazioni causate diret tamente od indirettamente dai corsi d’acqua. Per approfondire l’argomento è stato scandagliato quanto, in tempi storici e in epoche più recenti, ha codificato l’evoluzione dell’acqua in Savigliano. Indagando a 360 gradi, nel tentativo di raccogliere il maggior numero di notizie utili ad una mappatura completa e ragionata del fenome no. I libri sono stati uno spunto importante, perché coprono un arco temporale sufficientemente lungo. Anche i periodici locali sono stati utili. Sulle loro pagine, grazie ad una informazione non mediata, è stato possibile rac cogliere i segnali ed i sentimenti della gente. Un contribuito fondamentale è però stato fornito dalla documen tazione conservata negli Archivi comunali, quello storico e quello corrente. Sono state esaminate decine e deci ne di migliaia di pratiche, di relazioni, di sopralluoghi, di cause, di segnalazioni, di progetti, di esposti, di deli berazioni, contenuti in oltre cento faldoni, che rappresentano la «memoria» di quanto e come la città, nel bene o nel male, si trovi intimamente legata ai suoi corsi d’acqua. Lo studio, nel suo complesso, ha dato origine addirittura alla pubblicazione di un volume (Luigi Botta, «Savigliano città d’acqua», edizioni Cristoforo Beggiami, Savigliano, 2005, pgg. 192, 11 illustrazioni d’epoca e contemporeanee) nel quale viene ripercorsa, esclusivamente attraverso i documenti, la storia del fenomeno del l’acqua a Savigliano legata al transitare sul territorio di torrenti, canali, bealere, ecc. L’impostazione è crono logica -a partire dal 1364 al 1996 (data dell’ultima esondazione del Mellea)- e documenta quanto l’ufficialità dell’Archivio storico comunale ha tramandato, consolidando la tesi che sostiene che il tratto urbano del Maira non ha mai creato problemi alla città: semmai i problemi (i più gravi) li ha causati il Mellea ed i tratti del Maira a monte e a valle di Savigliano. Dalla disamina del materiale si è costruito l’elenco che segue. Annotando meticolosamente, nei casi che i docu menti hanno segnalato come drammatici -soprattutto esondazioni, con danni a beni pubblici e privati-, gli ele 25 menti utili a ricostruire una mappatura ragionata dei disastri compiuti in Savigliano dai corsi d’acqua. In primo luogo si sono considerate le circostanze rilevate senza l’indicazione della località del danno. Quindi si è prov veduto ad elencare i singoli corsi d’acqua, suddividendoli in tre tratti fondamentali, quello a monte della città, quello urbano e quello a valle della stessa. In corrispondenza di ogni tratto si è poi evidenziata la località del l’avvenuta sciagura -in rigoroso ordinamento consequenziale, da monte a valle- facendovi seguire l’anno in cui la stessa si è verificata. • Territorio di Savigliano senza indicazione di luogo: 1377, 1404, 1437, 1682, 1706 • Maira senza indicazione di luogo: 1454, 1539, 1723, 1799, 1957 • Maira a monte della città: regione Pratagrande (1709, 1715, 1726, 1768, 1810, 1811, 1832, 1838, 1843, 1846, 1881, 1896), regione Tetti Chiamba (1900, 1977), cascina Ciauletti (1900), regione San Salvatore (1801), regione Solere e Solerette (1478, 1729, 1778, 1797, 1801, 1900, 1949, 1957, 1960), regione Sanità (1896, 1900, 1948), regione Cassullo (1949), regione Becco d’Ania (1364, 1422, 1449, 1727, 1797, 1798, 1852, 1890, 1900, 1960, 1974, 1978), cascina Imperiala (1797, 1798), area Ferrovia per Saluzzo (1898), regione Mellonera (1896, 1945, 1948) • Maira tratto urbano: regione Consolata (1871, 1896, 1948), chiesa Madonnina di Macra (1948), via Monasterolo (1864, 1896, 1949, 1996) • Maira a valle della città: regione San Giovanni e San Giacomo (1368, 1417, 1421, 1422, 1712, 1762, 1771, 1800, 1811, 1832, 1839, 1875, 1896, 1900, 1949, 1950), via Torino (1896), regione San Ciriaco (1728, 1782, 1896), cascina Peschiera (1900) • Mellea senza indicazione di luogo: 1454, 1539, 1707, 1723, 1799, 1890 • Mellea a monte della città: frazione Levaldigi (1726, 1761, 1768, 1778, 1797, 1811, 1818, 1842, 1846, 1858, 1862, 1893, 1896, 1949, 1996), santuario del Mattione (1779, 1800), regione Tetti Vigna (1752, 1792, 1810, 1832, 1846, 1858, 1893, 1896, 1900, 1949), cascina Bajotta (1714, 1896, 1900), frazione Suniglia (1705, 1708, 1792, 1896, 1900), cascine Frassinetto (1845), cascina Porte Rosse (1945), regione Braidabella (1893, 1900, 1945, 1949, 1960), cascina Ceresetta (1900), cascina Brusavigna (1900), cascina Teitona (1900) • Mellea tratto urbano: regione Pensè (1421, 1458, 1466, 1705, 1714, 1716, 1732, 1733, 1759, 1760, 1783, 1896, 1897, 1898, 1900, 1910, 1945, 1948, 1949, 1981, 1991, 1996), regione Sussina (1896), area Ferrovia per Cuneo (1898, 1945, 1948, 1949), borgo Pieve (1896, 1945, 1948, 1949, 1981, 1996), via Coloira (1705, 1777, 1841, 1846, 1860, 1900, 1996), borgo Marene (1466, 1841, 1846, 1893, 1896, 1945, 1948, 1949, 1981, 1996), centro cittadino, sino a corso Roma (1945, 1948), via Alba (1896, 1945, 1949, 1996), cascina San Lazzaro (1900), stazione ferroviaria e Società Snos (1896, 1945, 1948, 1949) • Mellea a valle della città: regione Raviagna (1549, 1715, 1837, 1900, 1949), frazione Santa Rosalia (1900, 1949) • Varaita senza indicazione di luogo: 1708, 1890, 1957 • Varaita frazione Cavallotta (1900), cascina Varaita (1900), frazione Maresco (1726), frazione Rigrasso (1728, 1842) • Rio Chiaretto senza indicazione di luogo: 1368, 1411, 1707, 1708, 1945, 1948, 1949 • Rio Chiaretto frazione Suniglia: 1839, 1882 • Bealera Toirane regione Consolata: 1755, 1847, 1962 • Bealera del Molino senza indicazione di luogo: 1772, 1900 La mappatura presentata appare sufficientemente chiara ma alcune delucidazione si ritengono necessarie. A livello generale. Il Maira appare un corso d’acqua particolarmente attivo e pericoloso a monte e a valle della città. Le esonda zioni in regione Pratagrande hanno ripetutamente costituito un pericolo grandissimo per la città (raggiungen do addirittura il territorio di Monasterolo di Savigliano) e più volte hanno lanciato evidenti segnali di un’atti vità tesa a creare un nuovo alveo ad Ovest del presente. Gli allagamenti in regione Becco d’Ania (molte volte 26 rinforzati dalla presenza del Rio Chiaretto) hanno sovente causato problemi ai quartieri Sud di Savigliano. Le rotture in zona San Giacomo e San Ciriaco hanno danneggiato a lungo l’economia agricola del territorio Nord della città mettendo più volte in serio pericolo la strada di Torino. Il tratto urbano appare privo di fenomeni preoccupanti. Le piene danneggiano i ponti (soprattutto alla Consolata) e sono segnali di erosioni, anche forti (via Monasterolo), quasi sempre conseguenti ad interventi non appropriati compiuti sulla sponda opposta. Il Mellea, tendenzialmente, risulta essere molto più pericoloso. Già a Levaldigi (con Mattione e Tetti Vigna) la storia è fatta di tante, tantissime esondazioni con allagamenti del centro abitato e continui danneggiamenti od abbattimenti del ponte per Vottignasco. L’avvicinarsi a Savigliano non è certamente da meno. Ogni qualvolta il torrente ha rotto gli argini a Frassinetto, a Porte Rosse, a Braidabella (nel 1949 ha danneggiato 5 chilometri di sponde), alla Ceresetta e a Brusavigna, l’acqua ha puntato dritto su Savigliano allagando, nei casi meno dram matici, il tratto Sud della città (via Suniglia e borgo Pieve). Quando invece il Mellea è uscito dal proprio corso al Pensè, o peggio, a ridosso della Ferrovia, in borgo Pieve, in via Coloira o addirittura in borgo Marene, la furia delle acque si è spinta sino in corso Roma (nel 1949 per oltre mezzo metro), danneggiando tutti i pieni terra ed i negozi, la Stazione ferroviaria e la sede della Società Nazionale delle Officine di Savigliano (ora Alstom). A valle della città gli sfondamenti dell’argine sinistro hanno accerchiato la città da via Raviagna. Il Varaita, seppure tendenzialmente privo di argini e con un corso soggetto ad espandersi, non ha provocato pro blemi al centro cittadino trovandosi in area territoriale periferica. Tra i corsi minori solo il Rio Chiaretto, se associato al Maira od al Mellea -viaggia per un lungo tratto paral lelo ai due- ha creato problemi alla città ed all’area residenziale a Sud di essa. Un «Parco fluviale» del Maira previsto dal Piano Regolatore Il tratto di fiume tra il ponte della ferrovia per Saluzzo e il ponte per Monasterolo di Savigliano comprende due fasce vegetali spondali, parte spontanee e parte di impianto. Si tratta di un vero e proprio giardino naturale che attraversa la città ed ha sempre costituito un importante polmone verde di rilevante valore ambientale ed estetico. Le presenze arboree e cespugliose sono quelle tipiche delle aree fluviali del territorio, con prevalenza di salici, ontani, gaggie, pioppi neri ed ibridi, frassini, sambuchi, pioppi bianchi, aceri, farnie, noci. Gli impianti artificiali comprendono abeti rossi, cedri, fichi, platani, ciliegi ed essenze arbustive. Nel complesso, le presenze arboree di apprezzabili dimensioni ammontano a circa 2.000 esemplari, compresi quelli in alveo nella zona antistante il parco Pertini. Alcuni di questi sono stati abbattuti per il passaggio delle ruspe proprio recentemente. Gli interventi previsti dal progetto Aipo importeranno la sparizione di almeno la metà di tale complesso arboreo, riducendo di colpo i benefici che la sua presenza forniva alla salubrità dell’aria cittadina ed impoverendo in modo radicale l’ambiente naturale che costituiva. La ripercussione sarà altrettanto grave sull’intiero sistema del biotopo fiume; verrà non solo sconvolto il letto durante i lavori ma sarà snaturato il rapporto fra corso d’acqua e sponde, creatosi negli ultimi decenni. La previsione di continua manutenzione (vedi livellamento con ruspe) del letto fluviale, importerà lo stravolgimento della fauna e della flora esistenti, provocandone in tempi brevi l’alterazione o la sparizione. Le acque del Maira nel tratto interessato sono considerate eccezionalmente pure (categoria A) in quanto risorgive poco a monte e prive di significativi inquinamenti. Non per nulla vive una popolazione di trota marmorata (trutta marmoratus) che, per la sua rarità, costituisce un eccezionale patrimonio naturalistico degno della massima tutela, essendo uno dei pochi endemismi della zona. La fauna macrobentonica comprende 12 unità sistematiche con indice biotico pari a 7 e classe di qualità biologica pari a 3. Il popolamento ittico comprende 15 specie e la zona è classificata come trota marmorata/temolo. Fra le presenze più note, oltre le trote, il luccio, i barbi, l’anguilla, i cobiti, la sanguinerola, l’alborella, il vairone, la lampreda, il ghiozzo e altri. La presenza di tanta vita acquatica e di vegetazione spondale favorisce una multiforme frequentazione dell’avifauna, variabile con le stagioni. Sono comunque abitualmente presenti specie legate a tale ambiente come l’airone cenerino, la garzetta, il raro airone bianco, il germano reale, l’alzavole, il martin pescatore, l’usignolo di fiume. Altre presenze, più comuni, sono quelle del colombaccio, della tortora del collare, del picchio verde e rosso maggiore, del merlo, dell’usignolo, della ghiandaia, della gazza e di altre specie che frequentano ormai i nostri centri abitati ed usano dissetarsi nel fiume. Le fasce spondali ospitano lo scoiattolo, la minilepre e –in due località- la faina. Rapaci notturni frequentatori del tratto urbano sono il gufo, l’allocco e la civetta. Alterando le sponde del corso d’acqua ed impoverendo la vegetazione, sicuramente vi sarebbe una diminuzione di tali presenze, con riflesso negativo sul patrimonio naturalistico di cui finora hanno goduto i Saviglianesi proprio nel luogo ove, circa trent’anni orsono, fu creato il Parco fluviale del Maira, tuttora esistente nel nostro Piano Regolatore Generale. Un sondaggio: l’86,50 per cento è contrario all’intervento Su iniziativa del periodico locale «Corriere di Savigliano» il sito web che si occupa di informazione cittadina <http://www.savianet.it> promuove un sondaggio per conoscere quale sentimento anima la popolazione di fronte al progetto di canalizzazione e cementificazione del Maira proposto ed imposto dall’Aipo e dall’Amministrazione comunale. Il sito «Savianet» chiede ai propri lettori di intervenire segnalando se sono favorevoli o contrari «alla decisione di intervenire sul tratto urbano del Maira». E chiede loro, anche, di commentare in apposito spazio la scelta del «si» o del «no». Il sondaggio viene avviato il giorno 17 febbraio 2005 e si conclude il giorno 1 marzo dello stesso anno. Danno la loro adesione 326 persone. In numero di 42 (12,88 per cento) sono favorevoli all’intervento mentre la stragrande maggioranza, ben 282 (86,50 per cento), si dichiarano contrarie all’opera di «messa in sicurezza», così come prevista, del Maira. Sono 2 (lo 0,61 per cento) le persone 27 che aderiscono al sondaggio ma non esprimono giudizi. Ad ogni voto corrisponde un giudizio, che risulta positivo o negativo a seconda della scelta effettuata. L’intera documentazione raccolta a proposito (che in parte è stata all’epoca del sondaggio pubblicata sul «Corriere di Savigliano») è disponibile per la consultazione sul sito <http://www.saviglianocn.it/maira/archivio/maira.sondaggio.html>. 73 mail di protesta da tutta Italia Con un passa parola che si è concretizzato nell’arco di un paio di settimane, è circolato ufficiosamente in internet un invito a documentarsi sul progetto di canalizzazione e cementificazione del Maira a Savigliano e ad inviare tramite e-mail un appello al Sindaco della città (<protocollo@comune.savigliano.cn.it>) ed all’Aipo (<ufficioto@agenziapo.it>) affinché tale progetto non avesse mai a concretizzarsi. L’iniziativa, che ha visto autorevoli prese di posizione, ha coinvolto a livello nazionale associazioni di tutela del patrimonio (Wwf, Lipu, Lega Ambiente, Italia Nostra, ma anche Università ed altri Enti di carattere locale) e privati cittadini. Mai banali i commenti e le lettere inviati agli Amministratori. L’ufficio protocollo del Comune di Savigliano, a richiesta, ne ha consegnati 73 in totale, provenienti da tutta Italia. Il testo è fedelmente riportato sul sito web < http://www.saviglianocn.it/maira/archivio/maira.proteste.mail.html>. Sono 244 le cartoline di protesta Il Comitato Difesa Maira Savigliano nell’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli aspetti negativi legati al preventivato intervento di cementificazione e canalizzazione del Maira ha distribuito tra la popolazione saviglianese una serie di sei cartoline in bianco e nero raffiguranti aspetti diversi -estivi, primaverili ed invernali- del corso del Maira nel suo tratto urbano (riprodotte in <http://www.saviglianocn.it/maira/archivio/maira.cartoline.html>). Due le finalità che tale iniziativa si è posta: coinvolgere le persone destinatarie delle cartoline e promuovere un’azione di protesta diretta nei confronti dell’Amministrazione comunale. Ai mittenti il compito di sollecitare il Sindaco, con scritte, frasi, indicazioni e proposte, a rivedere il progetto il questione. Ufficialmente le cartoline giunte al protocollo del Comune di Savigliano sono state 244. I commenti su di esse riportate sono tutti fedelmente riproposti sul sito < http://www.saviglianocn.it/maira/archivio/maira.proteste.cartoline.html>. 397 articoli in un anno, più di uno al giorno L’importanza di un argomento pubblico si misura il più delle volte dall’interesse che esso suscita tra la popo lazione e dalla rispondenza che lo stesso riceve dagli organi di informazione, vera «cartina di tornasole» che documentano nel tempo e nelle testimonianze lo spirito, il sentimento e le eventuali conflittualità che via via maturano intorno all’argomento oggetto del l’interesse. Il caso dei lavori di canalizzazione e ce mentificazione del Maira imposti dall’Aipo e dal l’Amministrazione comunale è emblematico. L’iter burocratico si avvia nel 1996 e comincia ufficialmente a concretizzarsi, a livello locale, nel 1999. Nonostante l’intervento previsto sia massiccio e ponga onestamen te il problema di un impatto sull’ambiente naturale e sulla città, l’argomento viene praticamente ignorato dagli organi di informazione, locali e non. Rare e modestissime notiziole -non più di due o tre nell’arco di un lustro- segnano la storia di questo provvedimen to e documentano l’intenzione dell’Amministrazione comunale, chiara e non questionabile, di lasciare la popolazione all’oscuro di quanto si sta poco alla volta delineando e programmando. Il fatto stesso che anche il Consiglio comunale non venga informato sull’argo mento rappresenta il segnale più tangibile del modo poco trasparente e poco coinvolgente con cui la que stione viene affrontata. Soltanto a partire da metà dicembre 2004, grazie alla sensibilità di privati cittadini, l’opinione pubblica viene informata del progetto e della scarsa trasparen za con la quale, sino a tal momento, il progetto stesso è stato gestito. Dall’inizio della pratica, da quando cioè è iniziata ad intercorrere la prima corrispondenza ufficiale tra Comune e gli Enti preposti, sono trascorsi sette od otto anni, o forse più. Con la nascita dell’ap posito Comitato l’interesse cresce, la popolazione 28 viene coinvolta e fatta oggetto di attiva partecipazione e di conseguenza gli organi di informazione sono costretti a fornire i necessari ed indispensabili rag guagli sull’argomento. La documentazione che segue è relativa a quanto carta stampata quotidiana e periodica, oltreché pagi ne internet- il Comitato ha individuato, raccolto e messo a disposizione degli interessati. Più d’un artico lo al giorno, per l’anno di riferimento. L’elenco appa re, comunque, fortemente carente. Non sempre è stato possibile seguire gli spazi che la stampa quotidiana e periodica hanno dedicato all’argomento, così come non trovano citazione gli interventi -che sono stati numerosissimi- effettuati dall’emittenza radiofonica e televisiva regionale. Il dato, comunque, appare evidente, e l’interesse anche. Il dibattito sull’argomento -così come appare dalla rassegna stampa che segue- si è sviluppato in modo consistente e nel complesso quasi per intero a senso unico. A fronte della quasi totalità di prese di posizione contrarie all’intervento, sono modesti e numericamente limitati gli articoli a sostegno dell’ini ziativa. Segno evidente dello scarso favore con il quale è stato recepito il progetto di canalizzazione e cemen tificazione del tratto urbano del Maira. [1] «Salviamo il Maira», in «TargatoCn», 15 dicembre 2004 [2] «”Murate” le sponde del Maira», in «Il Saviglianese», 16 dicembre 2004 [3] Luigi Botta, «Il fiume è amico», in «Il Saviglianese», 16 dicembre 2004 [4] Aldo Gè, «L’intervento non s’ha da fare!», in «Il Saviglianese», 16 dicembre 2004 [5] Circolo Allende, «Anche Rifondazione (che è in Giunta) è critica», in «Il Saviglianese», 16 dicembre 2004 [6] «Il Maira a Savigliano», in «TargatoCn», 21 di- [38] Luca Martini, «Il Comune nomini un perito di parte», in «Il Saviglianese», 13 gennaio 2005 [39] «Sul Maira andiamo avanti», in «Corriere di Savigliano», 13 gennaio 2005 [40] g. t., «Botta: “Rifondazione è sotto ricatto”», in «Corriere di Savigliano», 13 gennaio 2005 [41] Corrado Galletto, «Le sponde del Maira devono essere sicure», in «Corriere di Savigliano», 13 gennaio 2005 [42] Piero Strobino, «Il Maira a Savigliano sta rischiando grosso: il parere dei Verdi della Provincia», in «Corriere di Saluzzo», 14 gennaio 2005 [43] Piero Bertoglio, «No al cemento lungo il Maira», in «La Stampa», 15 gennaio 2005 [44] Giovanni Perottino, «Savigliano: 5 milioni di euro gettati a fiume?», in «Pmnet», 15 gennaio 2005 [45] Giuseppe Brunod, «Savigliano: “no” secco per cementificare il Maira», in «Pmnet», 16 gennaio 2005 [46] «Riunione del Comitato Difesa Maira», in «TargatoCn», 18 gennaio 2005 [47] Piero Bertoglio, «Indispensabili i lavori sui fiumi», in «La Stampa», 19 gennaio 2005 [48] «Maira: Giunta sotto accusa», in «Savianet», 19 gennaio 2005 [49] Fiorenzo Panero, «Distruggere il Maira?», in «Piemonte Paese», 20 gennaio 2005 [50] «I “ribelli” del Maira», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [51] Liliana Cimiero, «È nato il comitato Maira», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [52] Guido Martini, «Presto un incontro pubblico», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [53] «La prossima riunione», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [54] «La protesta sul web», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [55] Guido Ghione, «Maira: anche Ghione vuole “concertare”», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [56] Antonio Maria Giaccardi, «Supplica al Compagno M», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [57] Fiorenzo Panero, «Il Comitato è trasversale», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [58] Luigi Botta, «Che senso ha la canalizzazione?», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [59] Germana Fissolo, «La natura non è poi così nemica», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [60] Antonio Alasia, «Incanalate il Maira!», in «Il Saviglianese», 20 gennaio 2005 [61] «Maira: giunta sotto accusa», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 [62] Piero Bertoglio, «È nato il Comitato in difesa del fiume Maira», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 [63] «Il problema è il Mellea», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 [64] p. b., «La giunta: “Lavori sui due fiumi”», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 [65] «Rivedere il progetto», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 [66] Silvio Tavella, «Cavallermaggiore deve dire la sua sulla questione Maira», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 [67] Enrico Testa, «Non è in questo modo che si risolve il problema dei fiumi!», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 [68] Fulvio D’Alessandro, «Spero che sulla sicurezza dei fiumi il sindaco non si faccia influenzare da comitati vari o urlatori dell’ultima ora», in «Corriere di Savigliano», 20 gennaio 2005 cembre 2004 [7] Luigi Botta, «Perché distruggere un fiume che ci è “amico”?», in «Corriere di Savigliano», 23 dicembre 2004 [8] Rifondazione Comunista, «La giunta precedente non ha consultato i saviglianesi», in «Corriere di Savigliano», 23 dicembre 2004 [9] Fiorenzo Panero, «Giù le mani dal Maira: un comitato di difesa», in «Corriere di Savigliano», 23 dicembre 2004 [10] Liliana Cimiero, «Morello: “Il Maira è pericoloso”», in «Il Saviglianese», 23 dicembre 2004 [11] Fiorenzo Panero, «Non cemento, ma buon senso», in «Il Saviglianese», 23 dicembre 2004 [12] Guido Chiesa, «Sponde del Maira: un po’ di chiarezza», in «Il Saviglianese», 23 dicembre 2004 [13] Luigi Botta, «Non sono lo scemo del villaggio», in «Il Saviglianese», 23 dicembre 2004 [14] Antonio Maria Giaccardi, «Quod non fecerunt barbari fecerunt Dssini», in «Destra Cuneese», gennaio 2005 [15] «”Grande muraglia” sul Maira? No!», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [16] Gian Paolo Garassino, «Chi “abbaia alla Luna” sul Maira?», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [17] «Argini: nasce il comitato del “no”», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [18] Luigi Botta, «L’amore di Botta per il Maira», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [19] Valter Paoletti, «I pescatori contro le barriere», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [20] Piero Strobino, «I Verdi contro il progetto», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [21] Forza Nuova, «Tangenziale e Maira», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [22] Luca Martini, «Maira, andremo a mollo noi?», in «Il Saviglianese», 6 gennaio 2005 [23] Aldo Gè, «Le perplessità di Gè sull’imbrigliatura del Maira», in «Corriere di Savigliano», 6 gennaio 2005 [24] Circolo Salvator Allende, «Diamo vita ad un comitato per salvare il Maira», in «Corriere di Savigliano», 6 gennaio 2005 [25] Forza Nuova, «Cementificazioni e vecchia politica», in «Corriere di Savigliano», 6 gennaio 2005 [26] «”Sul Maira andremo avanti”», in «Savianet», 12 gennaio 2005 [27] «Primo dissenso in Giunta», in «Il Saviglianese», 13 gennaio 2005 [28] Guido Martini, «Rifondazione da una sponda all’altra», in «Il Saviglianese», 13 gennaio 2005 [29] Liliana Cimiero, «I parchi fluviali hanno le ore contate», in «Il Saviglianese», 13 gennaio 2005 [30] gipo, «Sponde del torrente: idea alternativa», in «Il Saviglianese», 13 gennaio 2005 [31] «Savigliano in movimento», in «Il Saviglianese», 13 gennaio 2005 [32] A. 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inizieranno così come sono stati progettati, ai Saviglianesi non resterà che prendere coscienza della loro oppressiva imponenza e del disastroso impatto ambientale arrecato alla città e al torrente, direttamente dal vivo, in corso d’opera e a «frittata fatta», poiché in precedenza non sono stati sufficientemente informati né sulla loro reale consistenza né sulla loro necessità. Per comprendere appieno le dimensioni dell’o pera, interpretando le linee del progetto, si prova ad illustrare i tratti salienti del faraonico intervento rimar cando alcuni aspetti che si considerano più significativamente negativi. • Diventerà un canale con le sponde rialzate L’alveo del torrente verrà completamente allargato e spianato per quanto possibile, sino a quasi raddoppiarne la larghezza attuale, con l’unica limitazione in corrispondenza dei ponti dove si adeguerà alla loro massima larghezza. L’Amministrazione ha sempre minimizzato, parlando di «messa in sicurezza» della città con la realizzazione di una nuova e continua arginatura lungo il tratto cittadino del Maira. Quando ai cittadini saviglianesi si parla loro genericamente di argini, questi possono solo essere immaginati e paragonati a quelli che ben si conoscono, già presenti ed apprezzati nel consolidamento di alcuni tratti di sponda del Maira e del Mellea, argini da alto Piemonte e non da basso Polesine. In questo caso, però, gli argini non si limiteranno a contenere il torrente nelle sue attuali sponde naturali, ma saranno sopraelevati per un’altezza media di metri 2,00 rispetto al piano di campagna, con punte massime di m. 3,00 in corrispondenza del sentiero Tortone (sez. 8) e di m. 2,25 in corrispondenza di via Sanità (sez. 25). Nel tratto più centrale e più in vista, a valle del ponte di Saluzzo, saranno in pareti verticali di cemento e raggiungeranno l’altezza massima di circa m. 8,00 dal fondo dell’alveo. Per la restante maggior parte saranno in gabbioni di pietre sovrapposti in modo quasi verticale e, per il tratto a monte della piscina, saranno in terrapieno a forma trapezoidale avente base larga m. 16 e sommità di m. 4,5. La quota superiore di tutte le arginature sovrasterà in altezza e per lunghi tratti il livello dell’asfalto delle strade che fiancheggiano il torrente, raggiungendo le seguenti quote: - rispetto all’asfalto di via Sanità: + m. 2,00 poco prima dell’incrocio con via Consolata (dove sono in costruzione nuove abitazioni sulla sponda sinistra del torrente); + m. 2,00 dal complesso artigianale Martoglio & Lentini; + m. 1,30 in prossimità del granatino Borio; + m. 2,23 rispetto al prato erboso di Parco Pertini (in corrispondenza della sez. 25); - rispetto all’asfalto di via Monasterolo: + m. 0,80 all’incrocio con via Lega Lombarda (sez. 34); + m. 1,28 davanti alla concessionaria Ghia (sez. 36); - rispetto all’asfalto di via Bisalta: + m. 1,27 davanti alla carrozzeria Scioneri (sez. 19); + m. 1,37 all’incrocio con via Macra (sez. 23); + m. 0,79 in prossimità della cappella della Madonnina (sez. 26). Per quanto descritto è ovvio che non si tratti di opere di arginatura ma di canalizzazione. È facilmente prevedibile che l’impatto ambientale dell’intervento sarà devastante ancorché il progetto suggerisca di far crescere l’erbetta sui gabbioni e rampicanti sui muraglioni verticali (nota: l’acqua li sradicherebbe; meglio si adatterebbero arbusti ... piangenti (sic!), che spiovano dalla cima dei muri). 35 • Le portate del Maira (reali e presunte) Le ipotetiche portate d’acqua di progetto, calcolate solo teoricamente con formule empiriche di piovosità e senza raffronto con ricerche storiche, sono sicuramente sovradimensionate prevedendo piene duecentennali con portate di 640 mc./sec. e cinquecentennali con portate di 850 mc./sec. Poiché i progettisti hanno valutato, e questa volta su dati reali e concreti raccolti in loco, che gli attuali argini del torrente possono contenere solo 350 mc./sec. senza esondare e poiché il Maira, storicamente, non è mai esondato nel suo tratto urbano, ciò vuol dire che da centinaia di anni in Savigliano non è mai arrivata nessuna gigantesca piena e comunque che queste, se ci sono state, non hanno mai superato i 350 mc./sec. di portata. Non si comprende perché d’ora in poi siano da prevedersi portate così pessimistiche, quando un coro di scienziati e la stessa Nasa preannunciano unanimemente allarmanti scenari di siccità, desertificazione e scioglimento di ghiacciai. Come si può arrivare ad ipotizzare delle piene catastrofiche con portate due o tre volte superiori a quelle che storicamente ha sempre ben sopportato il Maira? Anche la prudenza richiede un limite umano! In egual misura, se non a maggior ragione, dovremmo paventare e difenderci da straordinarie nevicate di vari metri (che le testimonianze storiche invece documentano, con gravi e gravissimi danni agli edifici della città) che richiederebbero la messa in sicurezza dei tetti di scuole, edifici pubblici e privati; da vesuviane colate laviche, da maremoti, cicloni, meteoriti ecc. L’uomo non ha difesa contro eventi naturali così catastrofici come il «Diluvio Universale». Anche l’intervento sul Maira non potrà essere di alcuna utilità nel proteggerci da così ciclopici eventi meteorologici, in quanto già si sarebbe scatenato il finimondo anche fuori dal torrente. L’intervento sul Maira ha il solo scopo di poter continuare a costruire allegramente lungo il fiume sottraendogli spazio e snaturalizzandolo. • I ponti del Maira Gli estensori del progetto dichiarano che tutti gli attuali ponti «... non sono idonei» (anche quello di Saluzzo, che è tale da poco meno di 200 anni) a consentire il passaggio delle portate di acqua in progetto (pgg. 26 e 27 della relazione idraulica)! Rimarcano addirittura che in caso di piene cinquecentennali (che nessuno esclude possano verificarsi anche domani) «... potrebbero creare notevole ostacolo al deflusso» delle acque. Relativamente al ponte della ferrovia per Saluzzo (che esiste da circa 150 anni), i progettisti precisano ancora che la sua limitata capacità funziona da «... sezione di controllo» che non permetterebbe il deflusso di più di 600 mc./sec. e che un maggior afflusso d’acqua inonderebbe le campagne a monte! Loro -i progettisti- non osano dirlo apertamente, ma lo si deve comunque precisare: in tal caso il ponte potrebbe facilmente crollare e creare una incontenibile mortale ondata di piena! E allora? Si incomincia col creare, subito dopo, un canale con alti argini sopraelevati e della portata da 640 a 850 mc./sec. di acqua, quando già dal primo ponte non riescono a passarne più di 600 mc./sec. e quando anche i restanti ponti non sono idonei a permetterne il deflusso! Nel caso di piene straordinarie i ponti, già nelle loro attuali dimensioni, ed a maggior ragione qualora le loro arcate venissero intasate da grovigli di alberi, potrebbero dar luogo a forti tracimazioni e/o intasamento dell’alveo a seguito di un loro possibile crollo. L’acqua fuoriuscita non potrebbe più rientrare in alveo a causa degli alti argini sopraelevati ed impetuosamente invaderebbe la città con ben maggior pericolo di danni materiali e dell’incolumità dei cittadini. A questo altissimo rischio l’Aipo e l’Amministrazione comunale sottopongono i cittadini solo perché preventivamente non hanno ancora provveduto ad assicurarsi il finanziamento per i ponti ed ostinatamente vogliono, da subito, iniziare i lavori per il canale solo perché già in parte finanziati. È vero che Savigliano è in provincia di Cuneo, ma questa volta si esagera, e non è accettabile! Si sospenda tutto e, trovati i soldi per i ponti, se proprio necessario ed indispensabile, si inizino contemporaneamente i lavori. In caso contrario, l’Aipo e la Giunta se ne assumano fin d’ora, almeno teoricamente, le loro responsabilità, in quanto nel caso di future, remote calamità (causate anche dalla futura mancata manutenzione o sostituzione dei ripari distrutti o danneggiati), tra 50 o 100 anni, non ci sarà più nessuno che ne risponderà. • Il limite riduttivo e campanilistico dell’opera La «messa in sicurezza» di Savigliano si limita al tratto urbano della città senza estendersi alla regimazione dei due torrenti che l’attraversano a monte e a valle della stessa. Dai dati progettuali si rileva che l’attuale massima portata del Maira è di 350 mc./sec. mentre quella del Mellea è di 150 mc./sec. Poiché i due torrenti si congiungono a valle della città, ciò significa che, sino ad ora, a Cavallermaggiore e Racconigi non sono mai pervenute ondate di piena con portate superiori a 500 metri cubi al secondo. Il progetto per i lavori saviglianesi è finalizzato a far attraversare in sicurezza la città dai due torrenti con portate rispettivamente di 640 mc./sec. per il Maira e di 600 mc./sec. per il Mellea, per un totale di 1.240 mc./sec. in occasione di piene duecentennali e di 850 mc./sec. più 660 mc./sec., per un totale di 1.510 mc./sec., in occasione di piene cinquecentennali. Quindi pari al doppio ed al triplo della quantità di acqua che mai sia transitata a valle di Savigliano. Dio salvi ... Cavallermaggiore e Racconigi! Questo progetto è solo teorico ed inutile perché tali quantità di acqua non potranno mai essere contenute negli alvei attuali dei due torrenti nei loro corsi a monte della città e già comincerebbero ad esondare a Busca e a Caraglio, quindi non solo a valle, ben a monte della città di Savigliano. Il progetto serve solo a fornire un paravento di legalità alla possibilità di poter continuare a costruire ostinatamente lungo il corso dei fiumi sottraendo a questi lo spazio vitale. Incautamente si trasformano i torrenti in canali artificiali più veloci ed irruenti, con la conseguenza di metterli artificialmente in condizioni di poter creare futuri e maggiori danni al «nemico» uomo. • L’incompletezza dello studio progettuale, dei finanziamenti e dell’informazione Di tutto il complessivo progetto di intervento di «messa in sicurezza» di Savigliano dal Maira, Mellea e Varaita viene illustrato al cittadino solamente una minima parte, la meno urgente e necessaria a proteggere la città. Dell’insieme progettuale e della sua realistica possibilità di finanziamento, per essere realizzato, non si sa niente! 36 Precise domande in tal senso -rivolte al Sindaco dal «Comitato Difesa Maira Savigliano» con lettera aperta a «Il Saviglianese» del 19 maggio 2005- non hanno avuto risposta. Niente è trapelato dal Palazzo. Questo, probabilmente, perché l’Amministrazione non è ancora arrivata a concretizzare il complessivo e definitivo progetto né tanto meno a reperire i necessari finanziamenti. Giustamente, se non si sa di quanti soldi si può disporre, è arduo portare a termine un progetto. È quindi incomprensibile che l’Amministrazione si ostini a voler iniziare, da subito, i lavori in questo tratto limitato, lavori inutili e dannosi se non eseguiti contemporaneamente al resto dell’opera, lavori dal costo probabilmente triplo di quanto già finanziato, e senza sapere se, come e quando, potranno arrivare ulteriori finanziamenti. Tanto meno con i tempi che corrono! Il forte rischio è che l’intervento si fermi alla canalizzazione del Maira, senza concreta efficacia nella protezione della città e che in fine rimanga per sempre in brutta vista come una ennesima opera incompiuta secondo il costume italiano. Perché la Giunta e l’Aipo, prima di voler informare la cittadinanza circa le insignificanti varianti apportate al progetto originario dell’intervento sul Maira, non presentano il complessivo progetto di difesa idrica di Savigliano che si intende realizzare sempre che questo già esista- e sulla sua reale necessità? • L’analisi dei costi Per tutto il mega intervento di «messa in sicurezza» della città sono oggi disponibili solamente (si fa per dire) ! 9.648.000. Il primo lotto dei lavori sul Maira costerà ! 4.648.000 e consentirà di realizzare 2.942 metri lineari di arginature al costo medio di ! 1.530 al metro lineare. Con i restanti ! 5.000.000 si dovrà provvedere al completamento del secondo lotto di arginatura del tratto urbano del Maira per i residui metri lineari 1.200 circa che, al costo di ! 1.530 al metro lineare, comporterà una spesa di circa ! 2.000.000. È imminente il rifacimento del ponte per Monasterolo, improrogabile perché non più idoneo a smaltire il traffico. Il progetto è già esecutivo ed il suo costo è preventivato in ! 1.500.000. Per la concreta «messa in sicurezza» di Savigliano dai lati in cui è più esposta alle esondazioni e cioè per le difese dal Mellea e, a monte della città, da entrambi i torrenti, rimangono solo ! 1.500.000. E si dovrà ancora provvedere: - al rifacimento del ponte sulla strada per Saluzzo, del ponte della ferrovia, della pedanca della Consolata, tutto sul Maira; -alla difesa a monte della ferrovia sul Maira, con una lunga arginatura a separazione delle acque di esondazione tra Maira e Mellea, per circa 2.600 metri (contrariamente dall’ipotesi del primo progetto, poi accantonato, che prevedeva -presupponendo un’assoluta mancanza di conoscenza della realtà locale- che le acque del Maira potessero immettersi in caso di necessità nel Mellea); - alla realizzazione delle paratoie di intercettazione del rio Chiaretto; - alla realizzazione degli argini a destra e sinistra del Mellea nel tratto urbano, per circa 5.200 metri lineari; - alla realizzazione degli argini del Mellea a difesa di Tetti Vigna, per circa 850 metri lineari; - alla realizzazione degli argini a difesa di Levaldigi, per circa 1.250 metri lineari; - alla realizzazione di almeno due ponti sul Mellea ed al rifacimento della presa del canale ex Ferroviaria; - alla ricalibratura dell’alveo del Mellea ed al suo ribassamento nel tratto urbano. Ricapitolando: con i soldi attualmente disponibili -! 9.648.000- si potrà solo realizzare la canalizzazione urbana del Maira per una lunghezza di circa 4.000 metri lineari di arginature, un ponte, più un probabile secondo ponte. Per non rendere vana la devastazione del Maira, al fine di una reale messa in sicurezza della città che non abbia il solo scopo di rendere edificabili i terreni nelle immediate vicinanze delle sue sponde, servono ancora 10.000 metri lineari di argini (più del doppio di quanti realizzati), più vari ponti, ecc., e conseguentemente un finanziamento almeno doppio dell’attuale, stimabile presumibilmente in circa ! 20.000.000. Nessun amministratore nel privato, alla stregua di qualunque buon padre di famiglia, ardirebbe iniziare la costruzione della propria casa sulla base di una pianificazione finanziaria così incerta e lacunosa. • Possibili controindicazioni al progetto di difesa del Maira così come previsto - Nel caso di piogge eccezionali che effettivamente provocassero le portate di progetto, il letto del torrente, che fortunatamente ancora non è del tutto canalizzato, non li conterrebbe e già esonderebbe più chilometri a monte di Savigliano, espandendosi ai lati del fiume e nella campagna circostante. In corrispondenza della città l’acqua rimasta nell’alveo del torrente sarebbe comunque in quantità molto minore. L’acqua fuoruscita a monte e corrente a lato degli argini sarebbe impedita a rientrare nel letto a causa dell’altezza degli argini stessi, causando un maggior livello di allagamento nelle zone Consolata, Vernetta, Mellonera, via Monasterolo, via San Giacomo e Centro, immettendosi in area urbana dai lati Sud e Sud-Est della città. - Nel caso che l’acqua potesse mantenersi nel letto del torrente alle massime quantità ipotizzate, i ponti, già dichiarati non idonei a permettere il libero passaggio dell’acqua, potrebbero, nel caso di ostruzione dei loro archi a causa di grovigli di alberi, fare effetto diga, con relativa tracimazione, oppure crollare, con effetto Vajont, e con le loro macerie contribuire ad ostruire il canale. La tracimazione non potrebbe più rientrare nell’alveo a causa degli alti argini; l’irruenza dell’acqua potrebbe creare danni ancora più gravi e l’intenzione salvifica del progetto potrebbe trasformarsi in malefica. - Ed ancora, qualora tutta l’acqua defluisse nel canale realizzato nel Maira al massimo livello degli argini, visti gli stretti collegamenti tra il letto del corso d’acqua e la rete idrica urbana preesistente all’urbanizzazione (fossi e canali) ed opera dell’uomo (acque bianche, fognature, ecc.), per effetto dei vasi comunicanti la falda acquifera urbana si solleverebbe di molti metri permeando e zampillando dal sottosuolo e creando forte rigurgito dalle fognature con tombini che potrebbero saltare come tappi di spumante e canali urbani, per la maggior parte coperti e intubati, che rigurgiterebbero sicuramente dappertutto arrivando addirittura ad esplodere. • Un modesto consiglio Si lasci perdere questo esagerato progetto e ci si limiti, rispettando la preesistenza e la naturalità acquisita del 37 luogo, a ripulire periodicamente il letto del fiume e a consolidare le sponde di volta in volta dove necessario. Nel caso di calamità così eccezionali il torrente strariperà blandamente e lentamente per tutto il suo corso -come ha sempre fatto da che il territorio saviglianese è solcato da tre importanti alvei di scorrimento, cioè dall’origine della sua storia- senza alti livelli d’acqua; la popolazione, preavvisata dalla Protezione civile già allertata e ben informata da una fitta rete di sensori ed informazioni distribuite lungo il corso d’acqua, potrà far fronte all’emergenza senza danni particolari e senza perdita di vite umane (perdite che vengono invece messe in conto, ritenute determinanti e ripetutamente ricordate per giustificare l’intervento: mai, prima d’oggi, la storia della città ha documentato un solo ferito, per cause alluvionali, dovuto al passaggio sul territorio di tre corsi d’acqua!). Passata la piena -calamità eccezionale o meno-, per altri cinquecento anni i saviglienesi potranno continuare a godere del fiume Maira -come hanno sempre fatto- senza preventivamente essersi fortificati contro di esso come contro un ipotetico nemico che non è mai stato loro ostile. Solo un intervento necessario, razionale e condiviso La superficialità e l’approssimazione con cui si affronta questo progetto, unito alla scarsa, parziale e frammentaria risposta alla richiesta di documentazione e spiegazioni fatta a più riprese dal Comitato all’Amministrazione comunale e sempre elusa, preoccupano fortemente. La pervicacia nel voler proseguire a tutti i costi nella realizzazione di un’opera che cambierà i connotati al paesaggio cittadino, con lavori di cementificazione e canalizzazione unicamente nel tratto urbano del Maira, tralasciando sin da subito di prendere in considerazione interventi a monte ed a valle, dove il pericolo e la frequenza delle esondazioni è reale e ampiamente documentato, danno origine forti dubbi che la vera motivazione che spinge l’Amministrazione sia unicamente quella di mettere Savigliano «in sicurezza». Se poi si aggiunge che l’emergenza maggiore è costituita dal Mellea e che quindi la priorità dei lavori di «messa in sicurezza» della città dovrebbe iniziare da quest’ultimo, l’intero progetto appare sempre più fumoso e poco chiaro. Il Comitato, e con lui più circa 3.500 cittadini che ne hanno condiviso l’azione, chiede dunque che l’intero progetto idraulico di messa in sicurezza della città di Savigliano venga completamente rivisto alla luce delle reali necessità e con una visione globale che ponga mano in tempi certi e in sequenza logica alla rimozione e neutralizzazione dei fattori di rischio idraulico della città, iniziando da quelli più pericolosi, e che si faccia questo con la certezza dei finanziamenti in modo da non lasciare l’opera incompiuta come troppo spesso accade in questo Paese. Inoltre, trattandosi di lavori epocali per la città, la popolazione cittadina deve essere tenuta al corrente dell’opera, e soprattutto rendersi conto di come cambierà a cose fatte il paesaggio urbano. L’amministrazione deve sentire tutte le istanze: cittadini, associazioni naturalistiche ed altre espressioni della società civile e dare origine ad un progetto per quanto possibile condiviso. Ci si rende conto della difficoltà e del lavoro che tale atteggiamento comporta, ma si crede non vi sia altra strada praticabile. Il pensare che Enti esterni e le stesse Amministrazioni locali possano imporre dall’alto opere di grandi modificazioni del territorio senza suscitare reazioni della popolazione è oggi francamente impensabile, non solo a Savigliano e in Italia ma in tutta Europa. In tema di gestione delle acque poi la direttiva Cee N. 60/2000, non recepita dall’Italia e per questo sanzionabile dalla Comunità, attribuisce alla partecipazione del cittadino un ruolo assolutamente centrale nel processo decisionale. Essa sancisce la fine di un modello decisionale di tipo «tecnocratico», dall’alto in basso, e pone le basi per la responsabilizzazione, a vari livelli, degli attori sociali nella definizione e nella messa in opera della politica idrica. Tutto ciò è stato clamorosamente disatteso dall’Aipo e dalla civica Amministrazione, come appare evidente dalla abbondante e minuziosa documentazione raccolta in più di un anno di intenso lavoro, ricerca ed attenzione al problema del Maira a Savigliano, che si è prodotto nelle pagine precedenti. Grazie per l’attenzione che si vorrà prestare. 38
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