Gefährlicher Schrott in Stahlwerken
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Gefährlicher Schrott in Stahlwerken
Originalquelle: quiBrescia.it Mittwoch, 03.Oktober 2007 http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/2830/5/ Originaltext im Anhang auf italienisch und der Ermittlungsbescheid der Carabinieri Roma 3.10.2013 Freie Übersetzung aus dem italienischen Gefährlicher Schrott in Stahlwerken Fünf Unternehmen, von denen zwei in der Provinz Brescia liegen, sind betroffen von einer vorbeugenden Beschlagnahmung. 15 Personen wurden wegen illegalen Handelns von gefährlichen Abfällen in vier verschiedenen Städten gefunden. Dies ist Ergebnis einer abschließenden Ermittlungsphase der Polizei von Noe, die die Städte Brescia, Udine, Neapel und Caserta als auch einige größere Stahlindustrien unserer Provinz genauer untersucht hat. Die Vorgehensweise in den Betrieben wurde von der Polizei leicht ermittelt: Das „Mutter“unternehmen „Commet die Frattaminore“ aus Neapel verkaufte Stahlschrott aus Eisen aus der Autoverschrottung ohne jegliche Vorbehandlungen des Schrottes, das heißt, das keine Schadstoffe und gesundheitsgefährdende Stoffe eliminiert wurden. (ölige Flüssigkeiten, Reifen, Komponente, die PCB enthalten, Polychlorierte Biphenyle). Dieses Material, das als gefährlich eingestuft wird, wurde von der Firma Commet einfach mit einem falschen Code versehen und somit als harmlos eingestuft. Schrott kam auch aus anderen europäischen Ländern und somit erzielte diese illegale Organisation mehr als 10 Millionen Euro. Im Wesentlichen kamen die gefährlichen Abfälle nach Italien und wurden ohne jegliche spezielle Behandlung, da sie ja als nicht gefährlich ausgegeben wurden, in der Stahlindustrie verarbeitet. Der Vorteil für die Unternehmen, die diesen Abfall kauften, lag darin, dass er sehr preisgünstig war. Auch durch die Abfälle, die bei der Verarbeitung in der Stahlindustrie entstanden, kam es zu Verschmutzungen. Flaum und verschiedener Schlamm wurden dann ökotoxisch. Die Entsorgung wurde aber auf Deponien wegen des gefährlichen Materials nicht gestattet. Zweitens wurden die Unternehmer der Deponie „Faeco di Bedizzole“ in Brescia gefasst. In Kontext steht das Ungetüm, das Stahlwerk Feralpi aus Lonato der Familie Pasini, welches spezialisiert auf das Sammeln von Abfällen, Shreddern von Metall, Beseitigen der Abfallstoffe bei der Verarbeitung der Stahlindustrie, die ökotoxische Stoffe beinhalten, für die sie nicht autorisiert sind. Während der Untersuchungen wurde festgestellt, dass auch eine Vielzahl von Altfahrzeugen (ohne, dass vorher Präventionsmaßnahmen von Seiten einer autorisierten Agentur durchgeführt wurden) aus der Region Kampanien in den Arbeitsprozess „Ferriera Valsabbia di Odolo (350 Mitarbeiter), der zur Familie Brunori gehört, verwendet wurden. Einige Altfahrzeuge kamen auch in eine Abfallstätte für Eisen in einem Werk in Friuli zum Vorschein. Das Stahlwerk „Valsabbia“ wurde nun beschlagnahmt. Die Untersuchungen begannen im Jahr 2005, als das Militär aus Udine herausgefunden hatte, dass in den Deponien der Gesellschaft „La Siderurgia“ in San Giorgio di Nogaro gefährlicher Sondermüll ohne Autorisation genutzt wurde. Allmählich wurden die Verbindungen zu Commet bestätigt und akzeptiert und es wurde nachgewiesen, dass der Abfall, der in manchen Stahlindustrien genutzt wurde, aus den Verschrottungsanlagen der Automobilien aus Italien und dem Ausland kamen. Dies entsprach nicht den Anforderungen der Gesetze. Die Folge ist, dass die Fusseln, die in der Stahlindustrie grundlegend sind, in Wirklichkeit ein ökotoxischer Abfall sind (verursacht durch die Anwesenheit von polychlorierten Biphenyle). Sie wurden von der Deponie Faeco in Cascina Nuova Locatelli in Bedizzole aufgenommen, die nicht geeignet für die Entsorgung war. Jetzt hat die Polizei Waren in einem Wert von über 50 Millionen Euro beschlagnahmt. Der Sachverhalt wird von der Staatsanwaltschaft in Neapel ermittelt: es wurde auch gegen den Vorsitzenden von Faeco Giambattista Chiodi ermittelt, derjenige, der für die Qualität der Gesellschaft Bedizzole Cristina Mazzucchelli verantwortlich ist und Giovanni Battista Brunori, der Inhaber von Ferriera Valsabbia. Auf dem Personenverzeichnis stehen auch noch drei Offiziere aus der Kommune Frattaminore. Die vermuteten Reaktionen kommen von der Verwaltung für illegale Abfälle, aus falschem ideologischen Amtsmissbrauch und Betrug. quiBrescia - notizie e informazioni di Brescia e provincia. Home Appuntamenti Venerdì, 13 febbraio 2009 05:42:12 cerca nel sito... Cinema Locali e ristoranti Page 1 of 2 BREVI BIANCA Nuovo Eden, provini di selezione il 17 febbraio Anche Rovato per Ambiente Rottami pericolosi nell'acciaieria mercoledì 03 ottobre 2007 OPINIONI Commenti Lettere a quiBrescia ARCHIVIO Caso Caffaro Verso il voto del 2008 Elezioni: il voto 2008 Fotogallery Visti su Youtube UTILE E FUTILE Benessere In cucina Luce & Gas Locali e ristoranti SANITÀ Ospedali e cliniche Orari farmacie Aziende sanitarie CULTURA Libri Musicisti bresciani Musei Teatro Mostre Artisti bresciani Università CITTÀ E NATURA Viaggiare Passeggiate Brescia da scoprire (red.) Cinque aziende, due delle quali bresciane, sono state oggetto di sequestro preventivo, mentre 15 persone sono indagate per traffico di rifiuti pericolosi in quattro diverse città. Si tratta delle fasi conclusive di un'operazione dei carabinieri del Noe che ha interessato Brescia, Udine, Napoli e Caserta e ha coinvolto alcuni grossi nomi dell'industria siderurgica della nostra provincia. Il meccanismo scoperto dai carabinieri era semplice: un'azienda campana, la Commet di Frattaminore (Napoli), vendeva alle acciaierie rottame di ferro proveniente dalle autodemolizioni senza alcun trattamento preventivo che ne eliminasse i numerosi elementi inquinanti o pericolosi per la salute (liquidi oleosi, pneumatici, componenti che contengono Pcb, cioè policloro bifenile). Questo materiale, classificato come pericoloso, veniva gestito dalla ditta Commet semplicemente assegnandogli un codice falso che lo "declassificava". Il rottame arrivava anche da altri paesi europei e il giro d'affari illegale dell'organizzazione è risultato superiore ai 10 milioni di euro. In sostanza i rifuti pericolosi viaggiavano per l'Italia e venivano usati senza trattamento nei forni delle acciaierie perché formalmente erano diventati "non pericolosi". Il vantaggio per gli imprenditori che li acquistavano era il prezzo molto conveniente. Anche gli scarti della lavorazione siderurgica effettuata con il rottame inquinato, cioè fluff e fanghi vari, risultavano quindi ecotossici, ma venivano inviati per lo smaltimento a discariche non autorizzate per il trattamento di materiale pericoloso. Secondo gli investigatori la discarica sequestrata a Brescia, la Faeco di Bedizzole appartenente al colosso siderurgico Feralpi di Lonato della famiglia Pasini e specializzata nella raccolta degli scarti da frantumazione dei metalli, smaltiva residui della lavorazione siderurgica contenenti sostanze eco-tossiche, per le quali non è autorizzata. Nel corso dell'inchiesta è emerso anche che i rottami provenienti da alcune autodemolizioni della Campania venivano utilizzati (senza trattamento preventivo da parte di un'azienda autorizzata) nel ciclo produttivo della Ferriera Valsabbia di Odolo (350 lavoratori) specializzata in tondino per cemento armato e appartenente alla famiglia Brunori, oppure finivano in un impianto di rifiuti ferrosi in Friuli. Anche l'azienda siderurgica valsabbina è stata posta sotto sequestro. Le indagini sono iniziate nel 2005 quando i militari di Udine hanno scoperto che negli impianti della società La Siderurgica, situata a San Giorgio di Nogaro, venivano smaltiti senza autorizzazione anche rifiuti speciali pericolosi. Successivamente sono stati accertati i collegamenti con la Commet ed è stato provato che i rottami utilizzati in alcuni forni siderurgici e derivanti dalla demolizione di auto provenienti dall'Italia e dall'estero non erano conformi ai parametri imposti dalla legge. Di conseguenza anche il fluff, scarto fondamentale nel processo produttivo della siderurgia, era in realtà un rifiuto ecotossico (a causa dell'elevata presenza di policloro bifenile), ma veniva smaltito presso la discarica Faeco in località Cascina Nuova Locatelli di Bedizzole, che non era idonea per lo smaltimento. Ora i carabinieri hanno posto sotto sequestro beni per un valore di 50 milioni di euro. L'indagine è coordinata per competanza dalla procura di Napoli: sono indagati anche il presidente della Faeco Giambattista Chiodi, la responsabile della qualità della società di Bedizzole Cristina Mazzucchelli e Giovanni Battista Brunori titolare della Ferriera Valsabbia. Nell'elenco figuranto pure tre funzionari del comune di Frattaminore. I reati ipotizzati vanno dalla gestione non autorizzata al traffico illecito di rifiuti, dal falso ideologico all'abuso d'ufficio e alla truffa. Storie bresciane NOMI E CARICHE Commenti (3) Politica http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/2830/5/ VI SEGNALIAMO "La guerra negli occhi" fino a sabato in San Cristo Al Sociale "L’agente segreto" di Conrad Qui trovi gli altri appuntamenti (e segnali i tuoi) BREVI DI NERA Rapina al Bancomat: egiziano in manette Manerba: chiede di usare il bagno, ma è BREVI POLITICA Lista Cittadini per la circoscrizione: "Abusivi i manifesti della Lega Nord" Congresso provinciale della Dc di Pizza COMMENTI Bene, mi auguro allora che l'inosse... leggi tutto Complimenti alla redazione. In un p... leggi tutto Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa ... leggi tutto :cry Molgora ha ragione e anche tu ... leggi tutto Cavalli è un asino (avrebbe detto ... leggi tutto Fa piacere vedere che l'unica scuol... leggi tutto :cry Paroli rischia molto con il do... leggi tutto :zzz Sono d'accordo con Molgora che... 13.02.2009 quiBrescia - notizie e informazioni di Brescia e provincia. Page 2 of 2 leggi tutto Associazioni Professioni 1. 04-10-2007 18:58 LINK Tutti sanno il perchè in Campania,diventata in centocinquantanni di Italianità,il \"luogo delizioso\" della monnezza e dei rifiuri più o meno tossici, si organizzano grandi manifestazioni contro Inceneritori e discariche locali, Si vuole vendere a Nord e a Nord si fiutano \"affari sporchi\" come quelli descritti nel redazionale di QUIBRESCIA,a scapito dell\'ambiente locale e della salute dei Cittadini. Tutto viene succhiato per far soldi.Certo: a Sud è colpa \"di mafiosi e camorristi\" ed a Nord è colpa di \"colleganza\" che porta colletto e calzoni alla maniera del \"Bel padrù con le bele braghe bianche...\", senza naturalmente far parte,ufficialmente, di strane Congreghe parallele allo Stato. Schmidl60 ha mille ragioni: l\'ARPA che fa? Li protegge tutti?. Una risposta,Signori miei!...una risposta!..mentre la Lombardia scivola lungo il piano inclinato del disastro ambientale. Istituzioni Sindacati lavoratori Sindacati imprenditori Link bresciani Pagine personali Caro Schmidl60, sia serio lei e par... leggi tutto Per cortesia Davide siamo seri, non... leggi tutto Registrato Aziende (alfabetico) Aziende (genere) CERCA Cerca Contattaci SYNDICATION cerritelli REGISTRATI QUI Username 2. 03-10-2007 23:19 Ancora una volta si ripropone il problema della necessità di controlli più stringenti sull'attività siderurgica poichè pratiche come quelle scoperte significano emissioni nocive nell'ambiente e danni alla salute dei cittadini. Quello che fa rabbia è la latitanza dell'ARPA in questo settore, come denunciato anche in interpellanze in consiglio regionale e come possono appurare i cittadini che cercano di segnalare fumi od odori nauseabondi in prossimità di alcuni insediamneti siderurgici senza mai riuscire ad ottenere verifiche od interventi incisivi Registrato Scrivi a quiBrescia.it (Fax: 030 5106888) c Ricordami d e f g Entra Password dimenticata? Nessun account? Registrati schmidl60 3. 03-10-2007 23:19 Post Editore Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata. Le foto prese da internet che appaiono su quiBrescia.it sono considerate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori sono contrari alla pubblicazione, basta che lo segnalino alla redazione. Password Cerca Ancora una volta si ripropone il problema della necessità di controlli piuù stringenti sull'attività siderurgica poichè pratiche come quelle scoperte significano emissioni nocive nell'ambiente e danni alla salute dei cittadini. Quello che fa rabbia è la latitanza dell'ARPA in questo settore, come denunciato anche in interpellanze in consiglio regionale e come possono appurare i cittadini che cercano di segnalare fumi od odori nauseabondi in prossimità di alcuni insediamneti sideraurgici senza mai riuscire ad ottenere verifiche od interventi incisivi Registrato schmidl60 Powered by AkoComment Tweaked Special Edition v.1.4.6 AkoComment © Copyright 2004 by Arthur Konze - www.mamboportal.com All right reserved 15 Hotel a Brescia Alberghi a Brescia online. Con foto e descrizioni dettagliate. Booking.com/Hotel-Brescia Il Dentista Costa Troppo? In Ungheria No! Sconti sull'Hotel e Trasporto, Scopri come sul Sito. www.Dentista.Rosengarten.hu/ Catania Brescia Vola da Catania verso Brescia: Scegli subito tra le tante offerte! www.Viaggiare.it/Catania-Brescia http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/2830/5/ 13.02.2009