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COLLANA QUADERNI MIGRANTES Saggi, conferenze e riflessioni di Giovanni Graziano Tassello MIGRANTINNEN UND MIGRANTEN, VORBOTEN DER COMMUNIO Essays, Vorträge und Denkanstösse von Giovanni Graziano Tassello A cura di / Herausgegeben von Tobias Kessler, Luisa Deponti, Felicina Proserpio Studien- und Bildungszentrum für Migrationsfragen Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione Centre for Migration Research Centre d’Etudes et de Recherches pour l’Emigration 07 COLLANA QUADERNI MIGRANTES € 15,00 MIGRANTI, PROFETI DI COMUNIONE MIGRANTINNEN UND MIGRANTEN, VORBOTEN DER COMMUNIO Studien- und Bildungszentrum für Migrationsfragen CSERPE - Basel Das CSERPE versteht sich als interdisziplinäres und interkulturelles Begegnungs- und Dialogforum für VertreterInnen politischer und sozialer Institutionen, des universitären Bereichs, der Medien, verschiedenster Bildungseinrichtungen, der Zivilgesellschaft, religiöser Gemeinschaften und wohltätiger Organisationen. Die Vernetzungsarbeit unter den zahlreichen im Migrationsbereich tätigen Akteuren weist neue Wege im politischen, kulturellen, gesellschaftlichen und wirtschaftlichen Bereich mit Blick auf eine Gesellschaft, die in der Lage ist, allen Bevölkerungsgruppen Anerkennung und Bürgerrechte zu gewähren. In diesem Prozess der Förderung und Verwirklichung eines neuen und kreativen Zusammenlebens von Menschen verschiedener Herkunft, Kultur und Religion erweisen sich MigrantInnen und Flüchtlinge als aktive ProtagonistInnen und unverzichtbare GesprächspartnerInnen. Zu den Aktivitäten des CSERPE gehören Referate, Bildungsangebote, Organisation von Studientagen, Beiträge für Zeitungen und Fachzeitschriften, Publikationen und Studien. Das CSERPE gehört zum Netzwerk der Scalabrini-Studienzentren, das Zweigstellen in New York, Paris, Rom, São Paulo, Buenos Aires, Manila und Kapstadt besitzt. Die Forschungs- und Sensibilisierungsarbeit erfolgt in enger Zusammenarbeit mit diesem Netzwerk. Für Informationen: www.cserpe.org 07 MIGRANTI, PROFETI DI COMUNIONE Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione CSERPE - Basilea Lo CSERPE si propone come piattaforma di incontro e di dialogo interdisciplinare e interculturale per esponenti delle istituzioni politiche e sociali, del mondo accademico, dei media, delle più diverse agenzie formative, della società civile, delle comunità religiose e del volontariato. La ricerca di sinergie tra i molteplici attori impegnati in ambito migratorio favorisce l’individuazione di percorsi politici, culturali, sociali ed economici verso una società capace di dare riconoscimento e cittadinanza a tutte le sue componenti. In questo processo di promozione e di realizzazione di una nuova e creativa convivenza tra persone di diverse etnie, culture e religioni, i migranti e i rifugiati si rivelano protagonisti costruttivi e interlocutori indispensabili. Fanno parte delle attività dello CSERPE conferenze, corsi di formazione, organizzazione di giornate di studio e convegni, stesura di articoli per giornali e riviste scientifiche, pubblicazioni e ricerche. Lo CSERPE fa parte della Rete dei Centri di Studio Scalabriniani, presenti a New York, Parigi, Roma, San Paolo, Buenos Aires, Manila e Città del Capo. Il suo lavoro di ricerca e di sensibilizzazione si attua in collegamento con questa organizzazione. Per informazioni: www.cserpe.org Studien- und Bildungszentrum für Migrationsfragen Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione Centre for Migration Research Centre d’Etudes et de Recherches pour l’Emigration MIGRANTI, PROFETI DI COMUNIONE Saggi, conferenze e riflessioni di Giovanni Graziano Tassello MIGRANTINNEN UND MIGRANTEN, VORBOTEN DER COMMUNIO Essays, Vorträge und Denkanstösse von Giovanni Graziano Tassello A cura di / Herausgegeben von Tobias Kessler, Luisa Deponti, Felicina Proserpio COLLANA QUADERNI MIGRANTES 07 © Tau Editrice, 2015 Fraz. Pian di Porto, via Umbria, 148/7 - 06059 Todi (PG) Tel. 075 8980433 - Fax 075 8987110 www.editricetau.com - info@editricetau.com ISBN 978-88-6244-399-9 Proprietà letteraria riservata. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare. INDICE / INHALT Prefazione..................................................................................................................................................... pag.9 Arcivescovo Silvano M. Tomasi Vorwort................................................................................................................................................................ ” Erzbischof Silvano M. Tomasi 11 Introduzione.................................................................................................................................................. ” Tobias Kessler 13 Einleitung......................................................................................................................................................... ” Tobias Kessler 19 Saggi, conferenze e riflessioni di Giovanni Graziano Tassello Essays, Vorträge und Denkanstösse von Giovanni Graziano Tassello Teologia pastorale e migrazioni Pastoraltheologie und Migration Teologia pastorale e migrazioni..................................................................................................... ” Theologie und Migration. Ein paar Denkanstösse...................................................... ” Da chiesa per i migranti a chiesa migrante......................................................................... ” Von einer Kirche für Migranten und Menschen unterwegs zu einer Kirche unterwegs................................................................................................................... ” Les migrants, prophètes de la catholicité............................................................................. ” 97 123 Magistero ecclesiale e migrazioni Kirchliches Lehramt und Migration I documenti del magistero ecclesiale e le migrazioni................................................ ” Migranten als Rechtssubjekte. Die Weisungen des Heiligen Stuhls.............. ” 137 165 27 55 73 5 Chiesa di origine......................................................................................................................................... ” Chiesa di destinazione........................................................................................................................... ” Church’s social teaching on migration. Issues and challenges......................... ” La parrocchia in un mondo che cambia................................................................................ ” 179 185 193 211 Aspetti storici, culturali e politici delle migrazioni Historische, kulturelle und politische Aspekte der Migration L’impegno pastorale e sociale delle Missioni Cattoliche Italiane in Europa............................................................................................................................................................ ” La stampa cattolica di emigrazione in Europa................................................................ ” L’interculturalità: l’apporto di migranti e profughi nella storia....................... ” 229 249 281 Visione e spiritualità scalabriniana delle migrazioni Scalabrinianische Vision und Spiritualität der Migration Scalabrini e il fenomeno migratorio......................................................................................... ” Necessità di una spiritualità specifica: una provocazione per la vita consacrata scalabriniana............................................ ” For the love of migrants: the Scalabrinian tradition.................................................. ” Migranten als Mitarbeiter im Plan Gottes. Die prophetische Vision von G.B. Scalabrini.................................................................. ” Problèmes et chances de la migration aujourd’hui...................................................... ” La spiritualità eucaristica del beato Giovanni Battista Scalabrini.................. ” La virtù dell’accoglienza....................................................................................................................... ” 301 321 337 353 363 373 387 Biografia di Giovanni Graziano Tassello......................................................................... ” 395 Biographie von Giovanni Graziano Tassello............................................................... ” 397 Bibliografia di / Bibliographie von Giovanni Graziano Tassello.......................................................................................................... ” 399 6 Per facilitare la lettura, in alcuni dei testi qui presentati si fa uso per i sostantivi riferiti a persone solo della forma maschile, ma s’intende con essa anche il genere femminile. Aus Gründen der besseren Lesbarkeit wird teilweise auf die gleichzeitige Verwendung männlicher und weiblicher Sprachformen verzichtet. Sämtliche Personenbezeichnungen gelten gleichwohl für beiderlei Geschlecht. 7 PREFAZIONE Arcivescovo Silvano M. Tomasi, cs* I migranti e la chiesa hanno una lunga storia di mutuo rapporto. L’attenzione data dalla comunità cristiana ai rifugiati forzatamente sradicati dal loro paese, ai lavoratori migranti alla ricerca di una migliore posizione sociale, alle vittime del traffico di carne umana che aspirano alla liberazione, a quanti si trovano in un contesto sociale e culturale diverso, è una dimensione costante della missione della chiesa. L’appello di Papa Francesco alla solidarietà con i richiedenti asilo, alla compassione e alla generosità verso gli uomini, le donne e i bambini, stipati sulle carrette del mare, continua una secolare tradizione e la rafforza, chiedendo che il Mediterraneo non diventi un cimitero di migranti. Il Papa invita ad andare verso le periferie della società e del mondo, perché i poveri, i gruppi sociali più vulnerabili, le persone a rischio e quelle scartate da un’economia che idolatra solo il denaro incontrino una mano amica, uomini e donne coraggiosi che si facciano compagni di viaggio, che si rendano «vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati»1. Il mondo nel quale la chiesa esiste e al quale è inviata è complesso, dinamico, coinvolto in una rete di relazioni transnazionali che fanno di esso un villaggio globale e sono allo stesso tempo causa e conseguenza delle migrazioni. Il rapporto chiesa-migranti si è adattato all’evoluzione della storia ed è in questa prospettiva che occorre guardare al contributo della presente raccolta di studi prodotti da Giovanni Graziano Tassello, il quale, seguendo lo spirito e l’esempio * L’arcivescovo Silvano M. Tomasi, cs, Nunzio Apostolico, è l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazioni Internazionali a Ginevra. 1 Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 210. 9 Prefazione del vescovo Giovanni Battista Scalabrini, pioniere nella cura pastorale dei migranti, ne ha portato avanti le intuizioni e l’azione a loro protezione. In successione storica, l’enfasi delle modalità di attenzione della chiesa verso i migranti si è spostata da un primo momento di risposta all’esigenza della pratica religiosa nella propria lingua e nel proprio rito e alle necessità del primo adattamento con opere di assistenza sociale, ad una fase di accompagnamento verso l’integrazione ed infine ad una nuova visione dell’emigrazione come esperienza religiosa per l’individuo, per la comunità immigrata e per quella di accoglienza che, nel loro incontro, diventano soggetto di evangelizzazione e di innovazione pastorale. Sono momenti che in buona parte si sovrappongono, si sostengono e si completano reciprocamente. La preoccupazione di G.G. Tassello parte dalla necessità di collocare il fenomeno migratorio nella chiesa e nel contesto interpretativo che ne deriva, anche se questo lavoro non viene svolto in maniera sistematica, ma cogliendo l’occasione di incontri e di progetti editoriali, cui l’autore contribuisce con interventi mirati ed originali. G.G. Tassello analizza i documenti ufficiali della chiesa, ne coglie l’utilità pratica e ne propone adattamenti; documenta l’opera delle missioni monolinguistiche e apprezza le parrocchie multietniche; mette in rilievo gli aspetti sociali, spesso problematici, con cui si confrontano i migranti. Egli cerca il significato più profondo dello sradicamento che le migrazioni comportano in una spiritualità e in una lettura teologica, che aprono il cuore e la mente alla comprensione di una fraternità universale arricchita dalla diversità di doni che migranti e autoctoni condividono. I primi passi verso una comprensione cristiana dell’esperienza dei migranti sono stati fatti. Nel frattempo crescono le ricerche per una teologia sistematica delle migrazioni da parte di pastori e di studiosi dei vari continenti. Un punto di partenza comune è già acquisito: la dignità inerente ad ogni persona, dignità che esige il rispetto per i diritti umani fondamentali. Su tale base diventa possibile una relazione costruttiva con gli altri e con la trascendenza. L’esperienza di sradicamento dei migranti si trasforma in luogo teologico. Grazie ai vari articoli e alle intuizioni di G.G. Tassello è stata aperta una porta ed iniziato un cammino, che riconosce nei migranti dei protagonisti e nella loro esperienza una ricchezza per tutti, sollecitando la chiesa a completarne la comprensione teologica. 10 VORWORT Erzbischof Silvano M. Tomasi, cs* D ie MigrantInnen und die Kirche haben eine lange Geschichte wechselseitiger Beziehungen. Die Sorge der christlichen Gemeinde um die Flüchtlinge, die gewaltsam ihrer Heimat entrissen werden, um die ArbeitsmigrantInnen auf der Suche nach einer besseren sozialen Stellung, um die Opfer von Menschenhandel, die auf Befreiung hoffen, um jene, die sich in einer sozial und kulturell fremden Umgebung zurechtfinden müssen, ist fester Bestandteil der kirchlichen Sendung. Der Aufruf von Papst Franziskus zur Solidarität mit den Asylsuchenden, zum Mitgefühl und zur Spendenbereitschaft gegenüber auf Schrottfrachtern zusammengepferchten Männern, Frauen und Kindern, setzt eine jahrhundertealte Tradition fort und bekräftigt sie mit der Forderung, das Mittelmeer nicht zu einem Friedhof für MigrantInnen verkommen zu lassen. Der Papst lädt dazu ein, zu den Peripherien der Gesellschaft und der Welt aufzubrechen, damit die Armen, die verletzlichsten sozialen Gruppen, die Risikopersonen und die Opfer einer Ökonomie, die ausschliesslich dem Gott des Geldes frönt, eine helfende Hand finden mögen, mutige Männer und Frauen, die sie begleiten, die ihre Aufmerksamkeit den «neuen Formen von Armut und Hinfälligkeit […] widmen. Wir sind berufen, in ihnen den leidenden Christus zu erkennen und ihm nahe zu sein, auch wenn uns das augenscheinlich keine greifbaren und unmittelbaren Vorteile bringt»1. Die Welt, in der die Kirche lebt und zu der sie gesandt ist, ist komplex, dynamisch und eingebunden in ein Netzwerk transnationaler Beziehungen, die sie zu einem globalen Dorf werden lassen und die zugleich Ursache und Folge der Migrationen sind. Die Beziehung zwischen Kirche und MigrantInnen hat sich der Entwicklung der Geschichte angepasst. In dieser Perspektive gilt es, den Ertrag der vorliegenden Bei- * Erzbischof Silvano M. Tomasi, cs, Apostolischer Nuntius, ist ständiger Beobachter des Heiligen Stuhls bei den Vereinten Nationen und den anderen internationalen Organisationen in Genf. 1 Franziskus, Apostolische Exhortation Evangelii Gaudium, Nr. 210. 11 Vorwort tragssammlung von Giovanni Graziano Tassello zu würdigen, der, dem Geist und dem Beispiel des Bischofs und Pioniers der MigrantInnenseelsorge, Giovanni Battista Scalabrini, folgend, dessen Intuitionen und Initiativen zum Schutz der MigrantInnen vorangetrieben hat. Geschichtlich betrachtet hat sich der Fokus der kirchlichen Sorge für die MigrantInnen verlagert von einem ersten Moment der Befriedigung des Bedürfnisses der religiösen Praxis in der Muttersprache und im eigenen Ritus über die Notwendigkeit der Erstanpassung mit Hilfe sozialer Unterstützungsangebote hin zu einer Phase der Begleitung bei der Integration und schliesslich zu einer neuen Vision von Migration als religiöser Erfahrung des Einzelnen, der Einwanderer- und der Aufnahmegesellschaft, die in ihrer Begegnung zum Subjekt der Evangelisierung und der pastoralen Erneuerung werden. Die genannten Dimensionen überlagern einander grossteils, sie stützen und ergänzen sich gegenseitig. Das Anliegen von G.G. Tassello nimmt seinen Ausgang bei der Notwendigkeit, das Migrationsphänomen in der Kirche und im damit gegebenen Interpretationskontext zu verorten, wenngleich diese Arbeit nicht systematisch erfolgt, sondern die Gelegenheit von Begegnungen und Publikationen nützt, im Rahmen derer sich der Autor mit gezielten und originellen Beiträgen einbringt. G.G. Tassello anaylsiert die offiziellen kirchlichen Verlautbarungen, erschliesst ihren praktischen Nutzen und macht Verbesserungsvorschläge; er dokumentiert das Werk der muttersprachlichen Missionen und würdigt die multiethnischen Pfarreien; er unterstreicht die oftmals problematischen sozialen Aspekte, mit denen sich die MigrantInnen konfrontiert sehen. Er sucht nach der tieferen Bedeutung der Entwurzelung, die die Migrationen mit sich bringen, und er tut dies in einer Spiritualität und einer theologischen Interpretation, die Herz und Verstand öffnen für das Verständnis einer universellen Geschwisterlichkeit, die bereichert wird durch die verschiedenen Gaben, die MigrantInnen und Einheimische miteinander teilen. Die ersten Schritte zu einer christlichen Sichtweise der Erfahrung der MigrantInnen sind erfolgt. Inzwischen mehren sich die Forschungen von Seelsorgern und Wissenschaftlern der verschiedenen Kontinente mit Blick auf eine systematische Theologie der Migrationen. Ein gemeinsamer Ausgangspunkt ist erreicht: die jeder Person innewohnende Würde, die die Achtung der fundamentalen Menschenrechte verlangt. Auf dieser Grundlage wird eine konstruktive Beziehung zu den anderen und zur Transzendenz möglich. Die Entwurzelungserfahrung der MigrantInnen wird zu einem theologischen Ort. Dank der verschiedenen Beiträge und Intuitionen von G.G. Tassello wurde eine Tür geöffnet und ein Weg initiiert, der die MigrantInnen als ProtagonistInnen würdigt, in ihrer Erfahrung eine Bereicherung für alle erkennt und die Kirche anspornt, die theologische Interpretation zu vervollständigen. 12 INTRODUZIONE Tobias Kessler I l presente volume, che raccoglie testi di p. Giovanni Graziano Tassello è stato curato dai collaboratori del Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione (CSERPE). Con questa collezione intendiamo fornire una sintesi dell’opera e delle riflessioni di G.G. Tassello, che è stato direttore dello CSERPE dal 1998 fino alla sua scomparsa, il 24 marzo 2014. Il libro si rivolge in primo luogo ad un pubblico di lingua italiana e tedesca, ma intende raggiungere anche altri gruppi linguistici. Esso contiene perciò alcuni articoli in inglese e francese. I testi in italiano sono preceduti da un abstract in lingua tedesca, mentre quelli in tutte le altre lingue sono corredati di un abstract in lingua italiana. La lettura dei contributi a nostra disposizione ci ha suggerito, tenuto conto dell’approccio interdisciplinare di G.G. Tassello nei riguardi delle migrazioni, di raggruppare i testi scelti secondo diversi ambiti tematici che, come tali, danno già una prima panoramica delle principali questioni trattate dall’autore. Accanto ad alcuni saggi che prendono in esame il rapporto tra teologia pastorale e migrazione, si trovano testi in cui l’autore presenta ed analizza in modo approfondito i documenti magisteriali relativi ad un’adeguata pastorale per i migranti. Questa prospettiva si amplia, poi, grazie ad un marcato interesse per le interdipendenze e gli sviluppi storici, culturali e politici nell’ambito delle migrazioni. Notevole è pure l’impegno profuso da G.G. Tassello nella ricerca di una spiritualità dell’accoglienza, nella convinzione che in essa è possibile trovare la chiave per la riuscita di una convivenza nella diversità. L’ambito tematico Teologia pastorale e migrazioni rivela fin dall’inizio la scelta compiuta da G.G. Tassello di collocare le sue riflessioni nel punto di incontro 13 Migranti, profeti di comunione tra teoria e prassi. Esprime bene questa prospettiva l’assioma formulato da Kurt Lewin, secondo il quale «non esiste niente di più pratico di una buona teoria». Di fronte alla crescita del pluralismo dovuto alle migrazioni all’interno delle chiese locali, G.G. Tassello s’interroga circa i possibili impulsi teologici utili a rinnovare la prassi: non si accontenta di deplorare la mancanza di approcci teologici pertinenti e si mette alla ricerca di vie possibili per la formulazione di una teologia delle migrazioni. Come punto di partenza sceglie un’ecclesiologia trinitaria, visto che nella Trinità scorge il modello originario della chiesa, nella quale l’unità e la diversità sono in armonia tra di loro, senza concorrenze. Partendo dalla svolta ecclesiologica del Concilio Vaticano II, G.G. Tassello opta per il superamento dell’eurocentrismo e della monoetnicità a favore di una riscoperta del vero significato di cattolicità1: proprio nella sua universalità la chiesa si rivela come cattolica. Nei suoi testi, l’autore critica l’atteggiamento di molte chiese locali che riducono il migrante a mero oggetto sul quale riversare il proprio know-how professionale e caritativo, privandolo della sua dignità di soggetto. Con Lidio Tomasi egli arriva ad affermare persino che non è la chiesa a salvare i migranti, ma i migranti la chiesa. G.G. Tassello, pertanto, indica come scopo ultimo della pastorale migratoria quello di aiutare le chiese locali ad aprirsi alla grazia di cui i migranti sono portatori. Secondo l’autore le migrazioni hanno una funzione pedagogica all’interno del piano salvifico: esse trasformano le chiese locali in laboratori di cattolicità. Per questo è importante rispettare e promuovere le diversità a prescindere dal mantenimento o meno delle cosiddette missiones cum cura animarum. Nella misura in cui la chiesa locale si apre a questa dinamica, essa riscopre se stessa come chiesa pellegrina e cioè come chiesa migrante. G.G. Tassello dedica molta attenzione ai documenti magisteriali sulla pastorale migratoria. Ripercorrendo la storia della riflessione e della prassi della chiesa di fronte alle migrazioni e alle diversità culturali, egli sottolinea l’atteggiamento 1 La chiesa di Gesù Cristo fu denominata fin dagli inizi chiesa cattolica. In effetti, questo attributo si riferisce in primo luogo alla natura universale della chiesa di Gesù Cristo, che si riconosce come chiesa onnicomprensiva e aperta a tutti. Quest’autocomprensione ha a che fare soprattutto con la fede nella risurrezione di Gesù Cristo, il cui significato salvifico universale venne ben presto considerato dai cristiani un fatto indubitabile. Proprio in questo significato universale l’attributo cattolica è entrato poi anche nelle due fondamentali varianti della professione di fede cristiana, cioè in quella niceno-costantinopolitana e in quella apostolica. È solo a partire dalla Riforma protestante che l’aggettivo cattolica viene utilizzato in modo piuttosto improprio per una delle confessioni cristiane. Il discorso teologico, tuttavia, non può esimersi, proprio in seguito ai processi di globalizzazione, dal riproporre il tema della cattolicità cristiana nel suo significato originario e, quindi, nella sua portata fondamentale in vista della creazione di un mondo più unito. 14 Introduzione tipicamente cristiano dell’accoglienza dello straniero. Le riflessioni del magistero ecclesiale sulle migrazioni s’intensificano nel contesto dell’industrializzazione e della modernizzazione, le quali portano ad una vera esplosione dei movimenti migratori. In questa circostanza la chiesa stessa vive in un processo di continuo apprendimento. Il percorso storico della pastorale migratoria passa da un’iniziale focalizzazione sulle norme giuridiche riguardanti le competenze e le responsabilità nei confronti dei migranti ad un approccio assistenzialistico, per approdare poi ad un approfondimento teologico che mira a scorgere, nei movimenti migratori planetari, le impronte del piano salvifico, accentuando, al tempo stesso, il ruolo della società e della chiesa di accoglienza. Questo sviluppo è accompagnato da una riflessione sui migranti come soggetti di diritti. Partendo dal diritto personale all’emigrazione, che si evince dalla dichiarazione universale dei diritti umani, G.G. Tassello mostra l’impegno della chiesa per il riconoscimento di quei diritti che derivano dalla libertà di movimento. I pronunciamenti relativi a tale questione si basano su una concezione antropologica che abbraccia tutte le dimensioni dell’esistenza umana e che, nello stesso tempo, è orientata alla giustizia come base di una convivenza pacifica. Oltre alla sua approfondita conoscenza dei documenti riguardanti esplicitamente la pastorale migratoria, G.G. Tassello si dimostra esperto anche nell’ambito della dottrina sociale della chiesa in riferimento alle migrazioni. Punto di partenza di questa dottrina è la destinazione universale dei beni della terra che, dati gli squilibri globali nella distribuzione delle risorse, esige una più stretta collaborazione internazionale, in modo da permettere uno sviluppo giusto ed integrale. Pur riconoscendo il diritto degli stati di regolamentare i flussi migratori, la chiesa insiste anzitutto, anche in questo contesto, sul rispetto dei diritti umani. Accanto a tali principi generali, G.G. Tassello si sofferma pure sui diritti di alcune categorie speciali, come quella dei rifugiati o dei lavoratori migranti. In questo ambito, egli prende decisamente posizione contro una percezione alquanto diffusa che porta a considerare i migranti unicamente come problema. I migranti sono soggetti con una dignità loro propria e contribuiscono in modo sostanziale allo sviluppo e al benessere sia dei paesi di provenienza che di quelli di accoglienza. Come sfide da affrontare, l’autore individua le questioni riguardanti la libertà religiosa, la fratellanza universale, la lotta alle migrazioni forzate ecc. Altri temi di grande importanza per G.G. Tassello sono la documentazione e l’interpretazione dello sviluppo storico del lavoro delle missioni di altra madre lingua. Se dai dibattiti delle chiese locali sulla pastorale migratoria si ricava spesso 15 Migranti, profeti di comunione l’impressione che non sia cambiato quasi nulla dall’arrivo dei primi migranti nel secondo dopoguerra fino ad oggi, dalle ricerche e dalle riflessioni dell’autore emerge un quadro alquanto diverso. La prima fase della storia delle missioni si contraddistingue chiaramente per il prevalere della diaconia e della denuncia di fronte ai bisogni sociali dei migranti. Più tardi, nel contesto dei ricongiungimenti famigliari, le missioni hanno avuto l’esigenza di investire maggiormente negli ambiti della formazione e della cura d’anime. La crescita della seconda e terza generazione così come il sempre più evidente carattere multiculturale del contesto sociale ed ecclesiale hanno condotto poi a sempre nuovi interrogativi e compiti per la pastorale migratoria in loco. Descrivendo questi sviluppi, G.G. Tassello non si limita a menzionare i meriti dei missionari, ma riporta anche gli insuccessi e le sconfitte. Nell’insieme risulta chiaro che il vivere tra due mondi, che caratterizza il quotidiano dei migranti, riguarda anche coloro che hanno deciso di accompagnare queste persone e di farsi portavoce dei loro bisogni. I missionari dei migranti devono guadagnarsi con fatica la stima, la simpatia e l’appoggio e si vedono non di rado esposti a strumentalizzazioni e sopraffazioni. Nel corso dei decenni, con grande impegno e fantasia essi reagiscono alle tante sfide: in convegni organizzati appositamente s’incontrano per riflettere insieme circa le misure pastorali da prendere; nello stesso tempo, si sforzano di creare una fitta rete di bollettini per informare e formare i loro connazionali2; fondano asili per bambini e scuole bilingui, realizzano inchieste e si servono di studi sociologici; offrono corsi biblici e teologici. Questo lungo cammino porta via via a mettere in luce che per la chiesa il fenomeno migratorio non è riducibile ad un mero problema sociale. La presenza dei migranti suscita piuttosto una seria questione ecclesiologica: si tratta della questione di una cattolicità vissuta e sperimentabile nel contesto di un crescente pluralismo. Questa cattolicità può essere approfondita e realizzata soltanto insieme. A tale scopo è necessario liberare i migranti dal ruolo di destinatari di gesti autocompiacenti di carità, per riconoscerli e valorizzarli come soggetti attivi della missione ecclesiale. In questo contesto, G.G. Tassello si rivolge con un appello ai collaboratori della Caritas, invitandoli a contrapporre alla prospettiva riduttivo-assistenzialistica un’immagine positiva dei migranti come risorsa, sostenendoli nella loro aspirazione ad una crescente emancipazione ed autonomia. G.G. Tassello documenta le tante e coraggiose iniziative nell’ambito della stampa da parte dei missionari, che in alcuni casi hanno messo a repentaglio la loro stessa vita, come è accaduto a mons. Torricella, assassinato nel gennaio 1944 a causa del suo impegno come giornalista, cf. La stampa cattolica di emigrazione in Europa, in «Studi Emigrazione», XLVI, 175, 2009, pp. 623–652, qui: pp. 249-280. 2 16 Introduzione G.G. Tassello dedica buona parte delle sue riflessioni alla ricerca di una spiritualità capace di rispondere al pluralismo portato dalle migrazioni in ambito sociale ed ecclesiale, partendo da un atteggiamento propositivo di fede. Come membro della congregazione dei Missionari Scalabriniani, senza escludere altre fonti, attinge anzitutto agli impulsi e alle convinzioni del fondatore Giovanni Battista Scalabrini3. Con le sue riflessioni, l’autore si rivolge sia ai membri della sua congregazione sia a tutti coloro che sono migranti oppure si occupano delle migrazioni e cercano delle risposte nella loro fede. Alla ricerca di una più profonda spiritualità nel contesto delle migrazioni G.G. Tassello trova un impulso importante nella pluralizzazione e diversificazione interna della stessa congregazione scalabriniana. Mentre i confratelli più anziani provengono soprattutto dall’Italia e dal Brasile, le nuove leve arrivano prevalentemente dall’Asia e dall’Africa. Questo fatto non solo incide sulle possibili presenze missionarie, ma esige, nello stesso tempo, una crescente capacità di vivere il carisma trasmesso dal fondatore all’interno dell’istituto, prima ancora di testimoniarlo all’esterno. Scalabrini, infatti, vedeva nelle migrazioni non soltanto un fenomeno sociale. Egli vi scorgeva un segno del piano salvifico di Dio che consiste nel formare dei tanti popoli un unico popolo. Qui si trova, secondo G.G. Tassello, lo specifico della prospettiva scalabriniana sulle migrazioni, che va approfondita in una fedeltà creativa alle radici. In questo contesto egli si interroga circa le implicazioni ecclesiologiche dei movimenti migratori globali e conclude che il dialogo trinitario contrassegnato da unità e diversità dovrebbe essere il modello di ogni relazione tra persone. La comunione nella diversità, che ne risulta e nella quale tutti si scoprono figli dell’unico Padre, è anticipata nell’Eucaristia e da questa trae nutrimento e forza, come già affermava Scalabrini. Infine, G.G. Tassello si sofferma su tre virtù che dovrebbero contraddistinguere gli scalabriniani e le scalabriniane nel loro servizio: l’accoglienza, l’itineranza e la comunione nella diversità. Sono, inoltre, espressioni della spiritualità scalabriniana anche la valorizzazione delle diversità; la capacità di costruire ponti fra persone Il beato Giovanni Battista Scalabrini (1839–1905) fu vescovo di Piacenza. Durante le sue visite pastorali alle parrocchie della sua diocesi, egli prese coscienza della situazione drammatica dei suoi connazionali: «o rubare o emigrare» erano per tanti le uniche alternative. Per questo Scalabrini cercò molteplici possibilità per sostenere ed accompagnare i migranti nel loro difficile cammino. A questo scopo fondò nel 1887 la congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani) e nel 1895 la congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo (Scalabriniane), di cui sono co-fondatori p. Giuseppe Marchetti e la beata Assunta Marchetti. Nel 1961 a Solothurn (CH) è sorto nella Famiglia Scalabriniana un terzo istituto di vita consacrata, l’istituto secolare delle Missionarie Secolari Scalabriniane. La visione profetica di Scalabrini ha affascinato nel tempo anche numerosi laici che in tanti modi diversi collaborano a servizio di un mondo più accogliente per tutti. 3 17 Migranti, profeti di comunione di diversa provenienza, lingua e cultura; l’impegno per una chiesa veramente cattolica (cioè universale); la disponibilità a lasciare posizioni sicure per raggiungere le persone nelle periferie ecclesiali e sociali; la convinzione che nel fenomeno globale delle migrazioni si rivela il piano salvifico di Dio e che, per questo, le migrazioni, nonostante tutte le difficoltà, rappresentano anzitutto un’opportunità. Il titolo del libro Migranti, profeti di comunione ricalca una visione cara a G.G. Tassello che vedeva nei migranti e nella loro ricerca di patria e di accoglienza l’anticipazione di un mondo nuovo di comunione a immagine della Santissima Trinità, nel quale nessuno si debba sentire escluso. Con la pubblicazione di questi testi4 di G.G. Tassello ci auguriamo di poter dare un apporto riguardo al tema della relazione fra chiesa e migrazioni nelle sue svariate sfaccettature. Ma soprattutto ci auguriamo di essere riusciti a indicare le implicazioni ecclesiologiche delle migrazioni globali, mettendole a disposizione per ulteriori approfondimenti e riflessioni. I testi di questo volume sono stati in parte leggermente riveduti e corretti per quanto riguarda le traduzioni, le note a piè pagina, così come eventuali refusi, mentre il contenuto è rimasto inalterato. 4 18 EINLEITUNG Tobias Kessler D ie vorliegende Kompilation verschiedener Texte von P. Giovanni Graziano Tassello wurde von den MitarbeiterInnen des Studien- und Bildungszentrums für Migrationsfragen (CSERPE) zusammengestellt. Es war unser Anliegen, anhand dieser Sammlung einen Einblick zu geben in das Lebenswerk und die Denkanstösse von G.G. Tassello, der das CSERPE von 1998 bis zu seinem Heimgang am 24. März 2014 geleitet hat. Das vorliegende Buch richtet sich primär an ein deutsch- bzw. italienischsprachiges Publikum, wobei auch andere Sprachgruppen mit im Blick sind. So enthält die Textsammlung auch Beiträge auf Englisch und Französisch. Den Texten in italienischer Sprache ist jeweils ein Abstract auf Deutsch vorangestellt, während den Texten in den übrigen Sprachen ein italienisches Abstract vorausgeht. Die Lektüre der uns zur Verfügung stehenden Beiträge legte es nahe, die ausgewählten Texte entsprechend der interdisziplinären Herangehensweise von G.G. Tassello nach verschiedenen Themenbereichen zur gruppieren, die als solche bereits einen ersten Überblick ermöglichen über die zentralen Fragestellungen, mit denen sich der Autor beschäftigte. Neben zahlreichen Abhandlungen zum Verhältnis von Pastoraltheologie und Migration findet sich eine eingehende Auseinandersetzung mit lehramtlichen Dokumenten zu den Fragen einer angemessenen MigrantInnenseelsorge. Dieses Panorama wird erweitert durch ein dezidiertes Interesse an historischen, kulturellen und politischen Zusammenhängen und Entwicklungen in diesem Bereich. Bemerkenswert sind darüber hinaus die Anstrengungen, die G.G. Tassello der Suche nach einer Spiritualität der Gastfreundschaft (spiritualità 19 Migrantinnen und Migranten, Vorboten der Communio dell’accoglienza)1 widmete in der Überzeugung, dass hier der Schlüssel für ein gelingendes Zusammenleben in Vielfalt liege. Der Themenbereich Pastoraltheologie und Migration offenbart von Anfang an die von G.G. Tassello selbstgewählte Verortung an der Schnittstelle zwischen Theorie und Praxis. Das von Kurt Lewin geprägte Axiom «es gibt nichts Praktischeres als eine gute Theorie» passt gut zu seinen Überzeugungen. Angesichts der Pluralisierung der Ortskirchen durch Migration fragt G.G. Tassello nach möglichen theologischen Impulsen mit Blick auf eine neue Praxis. Er belässt es nicht dabei, das Fehlen einschlägiger theologischer Ansätze zu beklagen, sondern sucht selbst nach geeigneten Wegen zur Formulierung einer Theologie der Migration und wählt als Ausgangspunkt hierfür eine trinitarische Ekklesiologie, weil er in der Dreieinigkeit Gottes das Urbild einer Kirche sieht, in der Einheit und Vielfalt konkurrenzfrei miteinander harmonieren. Ausgehend von der ekklesiologischen Wende des Zweiten Vatikanischen Konzils optiert G.G. Tassello für die Überwindung von Eurozentrismus und Monoethnizität zugunsten der Wiederentdeckung der eigentlichen Bedeutung von Katholizität2. Gerade in ihrer Universalität erweist sich die Kirche als allumfassend und damit als katholisch. In seinen Texten kritisiert der Autor die Haltung zahlreicher Ortskirchen, die in den MigrantInnen lediglich das Objekt ihrer professionell-fürsorgenden Zuwendung sehen und sie dadurch ihrer Würde als Subjekte berauben. Mit Lidio Tomasi geht er sogar so weit, zu behaupten, dass nicht die Kirche die MigrantInnen, sondern die MigrantInnen die Kirche retten. So sieht er die letzte Bestimmung der MigrantInnenseelsorge darin, dass sich die Ortskirche durch die ZuwandererInnen für die Gnade öffnet, deren Träger 1 Der Ausdruck Gastfreundschaft gibt den Begriff der accoglienza nur begrenzt wieder. Tatsächlich bezeichnet accoglienza eine Haltung gegenüber dem Nächsten, die in einer grundsätzlichen Offenheit besteht und sich sowohl im Zu- und Hinhören als auch in tätiger Nächstenliebe äussert und die vor diesem Hintergrund wenigstens implizit die Bereitschaft einschliesst, sich selbst durch die Begegnung mit dem anderen verändern zu lassen. 2 Die Kirche Jesu Christi wurde seit ihren Anfängen als katholische Kirche bezeichnet. Tatsächlich bezieht sich dieses Attribut zuallererst auf das universelle Wesen der Kirche Jesu Christi, die sich als allgemeine, allumfassende Kirche versteht, die für alle offen ist. Dieses Selbstverständnis hat vor allem mit dem Glauben an die Auferstehung Jesu Christi zu tun, deren universelle Heilsbedeutung für die ChristInnen schon sehr früh ausser Zweifel stand. Eben in dieser universellen Bedeutung ist die Bezeichnung katholisch denn auch in die beiden zentralen Varianten des christlichen Glaubensbekenntnisses, nämlich das nicäno-konstantonopolitanische sowie das apostolische eingegangen. Erst seit der Reformation wird das Adjektiv katholisch in eher unpassender Weise für eine der Konfessionen verwendet. Der theologische Diskurs kann aber gerade im Zug der Globalisierungsprozesse nicht umhin, christliche Katholizität in ihrer ursprünglichen Bedeutung und damit in ihrer Tragweite für die eine Welt erneut zum Thema zu machen. 20 Einleitung sie sind. Innerhalb von Gottes Heilsplan haben die Migrationen in den Augen von G.G. Tassello einen pädagogischen Sinn: sie machen die Ortskirchen zu Werkstätten der Katholizität. So gilt es auch unabhängig vom Fortbestand der sogenannten missiones cum cura animarum die Vielfalt zu erhalten und zu fördern. Indem sich die Ortskirche auf diese Dynamik einlässt, entdeckt sie sich schliesslich selbst als pilgernde bzw. migrierende Kirche wieder. Grosse Aufmerksamkeit widmet G.G. Tassello den lehramtlichen Dokumenten zur MigrantInnenpastoral. Eindrücklich zeichnet er die Geschichte der kirchlichen Auseinandersetzung mit Migration und kultureller Vielfalt nach und unterstreicht dabei die typisch christliche Haltung der accoglienza3 gegenüber dem Fremden. Zu einer Verdichtung der kirchlichen Lehre in Bezug auf Migration kommt es im Kontext der Industrialisierung und Modernisierung, die zu einer wahren Explosion der Migrationsbewegungen führen. Die Kirche erscheint dabei selbst als Lernende. Der Weg der MigrantInnenseelsorge führt von einem anfänglichen Schwerpunkt auf den rechtlichen Regelungen der Zuständigkeiten über eine assistenzialistische Herangehensweise zu einem zunehmend theologisch fundierten Ansatz, der in den weltweiten Migrationsbewegungen die Spuren von Gottes Heilsplan zu erkunden sucht und zugleich einen besonderen Akzent auf die Rolle der Aufnahmegesellschaft und -kirche legt. Diese Entwicklung wird begleitet von einer Reflexion über die MigrantInnen als Rechtssubjekte. Ausgehend vom persönlichen Recht auf Auswanderung, wie es aus der Universalen Erklärung der Menschenrechte hervorgeht, zeigt G.G. Tassello das Bemühen der Kirche um die Anerkennung jener Rechte, die aus der Freiheit zur Ortsveränderung folgen. Die entsprechenden Verlautbarungen gründen auf einem Menschenbild, das alle Dimensionen menschlicher Existenz umfasst und zugleich an Gerechtigkeit als Grundlage friedvollen Zusammenlebens orientiert ist. Jenseits der explizit für die MigrantInnenseelsorge verfassten Dokumente erweist sich G.G. Tassello auch als Experte mit Blick auf die Soziallehre der Kirche für diesen Bereich. Ausgangspunkt dieser Lehre ist die universelle Bestimmung der Güter, die angesichts weltweiter Ungleichverteilung eine engere internationale Zusammenarbeit notwendig macht, um eine umfassende und gerechte Entwicklung zu ermöglichen. Wenngleich die Kirche das Recht der Staaten auf eine Steuerung der Zuwanderung anerkennt, so legt sie doch ein besonderes Augenmerk darauf, dass auch in diesem Zusammenhang die Menschenrechte gewahrt bleiben. Neben diesen allgemeinen Prinzipien nimmt G.G. Tassello auch die Rechte besonderer Kategorien wie die der 3 Vgl. Fussnote 1. 21 Migrantinnen und Migranten, Vorboten der Communio Flüchtlinge oder der ArbeitsmigrantInnen in den Blick. Dabei wehrt er sich entschieden gegen eine verbreitete, einseitige Wahrnehmung der ZuwandererInnen als Problem. MigrantInnen sind Subjekte mit eigener Würde und tragen wesentlich zur Entwicklung und zum Wohlstand der Aufnahme- sowie der Herkunftsländer bei. Als Herausforderungen benennt G.G. Tassello etwa die Fragenkomplexe der Religionsfreiheit, der universellen Geschwisterlichkeit, der Bekämpfung von Zwangsmigration uvm. Auch die Dokumentation und Interpretation der geschichtlichen Entwicklung der Arbeit der sogenannten Missionen hat bei G.G. Tassello einen hohen Stellenwert. Gewinnt man in den ortskirchlichen Debatten zur MigrantInnenpastoral häufig den Eindruck, es habe sich von den Anfängen bis heute kaum etwas verändert, ergeben die Recherchen und Reflexionen des Autors hier ein anderes Bild. Die Anfangsphase war eindeutig von diakonischer Fürsorge und Anwaltschaft angesichts der sozialen Nöte der MigrantInnen geprägt. Im Zuge der Familienzusammenführungen sahen sich die Missionen herausgefordert, die Bereiche der Bildung und der Seelsorge auf- bzw. auszubauen. Das Heranwachsen der zweiten und dritten Generation sowie die zunehmend multikulturelle Prägung des gesellschaftlichen und kirchlichen Umfeldes führten zu immer neuen Fragestellungen und Aufgabenfeldern in der MigrantInnenseelsorge vor Ort. G.G. Tassello schildert diese Entwicklungen eindrücklich. Er bleibt dabei keineswegs bei den Verdiensten der Seelsorgenden stehen, sondern beleuchtet auch Niederlagen und Misserfolge. Insgesamt wird deutlich: Das Leben zwischen zwei Welten, das den Alltag der MigrantInnen prägt, betrifft auch jene, die sich auf die Fahne geschrieben haben, für diese Menschen da zu sein und sich für ihre Belange einzusetzen. Die MigrantInnenseelsorger und -seelsorgerinnen müssen sich Achtung, Sympathie und Unterstützung hart erkämpfen und sehen sich oftmals Instrumentalisierungen und Bevormundungen ausgesetzt. Mit viel Phantasie und Engagement reagieren sie auf die zahlreichen Herausforderungen. In eigens dafür organisierten Zusammenkünften beraten sie über das gemeinsame Vorgehen. Sie schaffen ein dichtes Netz an Mitteilungsblättern zum Zweck der Information und Bildung ihrer Landsleute.4 Sie gründen Kindergärten und bilinguale Schulen, führen Umfragen durch und konsultieren soziologische Untersuchungen. Sie veranstalten Bibelseminare und theologische Fortbildungen. Dieser Eindrucksvoll dokumentiert G.G. Tassello die zahlreichen und mutigen Initiativen der Missionare im Bereich der Druckmedien, die durch den Mord an Mons. Torricella im Januar 1944 sogar einen Blutzeugen hervorgebracht haben, vgl. La stampa cattolica di emigrazione in Europa, in «Studi Emigrazione», XLVI, 175, 2009, S. 623–652, hier: 631. 4 22 Einleitung lange Weg führt nach und nach zur Erkenntnis, dass sich Migration für die Kirche keinesfalls auf ein rein soziales Problem reduzieren lässt. Die Präsenz der ZuwandererInnen impliziert vielmehr eine ernste ekklesiologische Frage: Es geht um das Thema einer gelebten und erfahrbaren Katholizität angesichts wachsender Vielfalt. Diese Katholizität kann nur gemeinsam erkundet und umgesetzt werden. Dazu ist es notwendig, die ZuwandererInnen aus der Rolle der AdressatInnen selbstgefälliger Hilfeleistungen zu befreien und sie als aktive Subjekte kirchlicher Sendung zu entdecken und zu würdigen. In diesem Zusammenhang appelliert G.G. Tassello an die MitarbeiterInnen der Caritas, indem er sie einlädt, der reduktiv-assistenzialistischen Sichtweise auf MigrantInnen als Bedürftige ein positives Bild auf ZuwandererInnen als Ressource entgegenzusetzen und sie bei ihrem Streben nach Gleichberechtigung und Selbstbestimmung zu unterstützen. Einen beachtlichen Teil seiner Reflexion widmet G.G. Tassello der Suche nach einer Spiritualität, die in der Lage ist, der migrationsbedingten Pluralisierung von Kirche und Gesellschaft aus einer positiven Glaubenshaltung heraus zu begegnen. Als Mitglied der Kongregation der Scalabrini-Missionare greift er dazu vor allem auf die Denkanstösse und Überzeugungen des Ordensgründers Giovanni Battista Scalabrini5 zurück, ohne andere Quellen auszuschliessen. Mit seinen Überlegungen richtet er sich sowohl nach innen an die Mitglieder der scalabrinianischen Ordensgemeinschaft als auch nach aussen an all jene, die entweder selbst MigrantInnen sind oder sich mit Migration beschäftigen und dabei eine Antwort aus dem Glauben suchen. Ein wichtiger Anstoss für diese Suche nach mehr Spiritualität im Kontext von Migration liegt in der internen Pluralisierung und Diversifizierung der Ordensgemeinschaft selbst. Während die älteren Mitbrüder vor allem aus Italien und Brasilien stammen, kommen immer mehr neue Mitglieder aus Asien und Afrika. Dieser Umstand hat nicht nur Konsequenzen für die grundsätzlich denkbaren Einsatzmöglichkeiten. Er verlangt mehr und mehr die Fähigkeit, das durch den Ordensgründer Giovanni Battista Scalabrini (1839–1905) war Bischof von Piacenza/Italien. Bei den Pastoralbesuchen in den Pfarreien seiner Diözese wurde ihm die Tragik der Situation seiner Landsleute bewusst: «Stehlen oder auswandern» lautete die Alternative für viele. Scalabrini suchte daher nach Möglichkeiten, den MigrantInnen auf ihrem steinigen Weg beizustehen und sie zu begleiten. Zu diesem Zweck gründete er 1887 die Kongregation der Missionare vom Hl. Karl (Scalabrinianer) sowie 1895 gemeinsam mit den Mitbegründern P. Giuseppe Marchetti und der seligen Assunta Marchetti die Kongregation der Schwestern vom Hl. Karl (Scalabrinianerinnen). 1961 ist in Solothurn ein drittes Institut des geweihten Lebens in der Scalabrini-Familie entstanden, das Scalabrini-Säkularinstitut. Scalabrinis prophetische Vision hat mit der Zeit auch zahlreiche Laien fasziniert, die auf sehr unterschiedliche Weise ihren Beitrag leisten für eine Welt, in der alle gleichermassen willkommen sind. 5 23 Migrantinnen und Migranten, Vorboten der Communio vermittelte Charisma nicht nur nach aussen zu tragen, sondern es auch intern untereinander konkret zu leben. Scalabrini sah in der Migration nicht nur ein soziales Phänomen. Er sah darin auch ein Zeichen von Gottes Heilsplan, der darin besteht, die vielen Völkern zu einem Volk zusammen zu führen. Hier liegt für G.G. Tassello das Spezifikum der scalabrinianischen Perspektive auf Migration, die es im Sinne einer kreativen Treue zu den Wurzeln weiterzuentwickeln gilt. In diesem Rahmen fragt er nach den ekklesiologischen Implikationen der globalisierten Wanderungsbewegungen und kommt zu dem Schluss, dass der von Einheit und Verschiedenheit geprägte innertrinitarische Dialog das Modell jeglicher Beziehung sein sollte. Die daraus resultierende Gemeinschaft in der Verschiedenheit, in der sich alle als Töchter und Söhne des einen Vaters entdecken, wird – so bereits Scalabrini – in der Eucharistie antizipiert und durch diese genährt und vorangetrieben. Schliesslich erwähnt G.G. Tassello drei Tugenden, die die Scalabrinianer und Scalabrinianerinnen bei ihrem Dienst auszeichnen sollten: accoglienza (welcoming), Unterwegssein bzw. Pilgerschaft (itinerancy, exodus) sowie Gemeinschaft in der Verschiedenheit (communion in diversity). Zur scalabrinianischen Spiritualität zählen ausserdem: die Wertschätzung der Unterschiede; die Fähigkeit, Brücken zu bauen zwischen Menschen verschiedener Herkunft, Sprache und Kultur; der Einsatz für eine wahrhaft katholische (d.h. universale) Kirche; die Bereitschaft, die gesellschaftliche und kirchliche Mitte zu verlassen, um die Menschen am Rande aufzusuchen; die Überzeugung, dass sich im Phänomen weltweiter Migration der Heilsplan Gottes offenbart und Migration somit trotz aller Schwierigkeiten vor allem eine Chance darstellt. Der Titel des Buches Migrantinnen und Migranten, Vorboten der Communio zeichnet ein Bild nach, das G.G. Tassello sehr am Herzen lag. So sah er in den MigrantInnen und in ihrer Suche nach Heimat und accoglienza den Inbegriff der Ankündigung einer neuen Welt der Communio nach dem Vorbild der Heiligsten Dreieinigkeit, in der sich niemand mehr ausgeschlossen fühlen muss. Mit der Publikation dieser Texte6 von G.G. Tassello hoffen wir, einen Beitrag leisten zu können zur Frage der Verhältnisbestimmung zwischen Kirche und Migration in ihren zahlreichen Facetten. Insbesondere wünschen wir uns, dass es hiermit gelungen ist, die ekklesiologischen Implikationen globaler Migration aufzuzeigen und für weitere vertiefende Reflexionen verfügbar zu machen. Die Texte in diesem Band wurden zum Teil leicht überarbeitet in Bezug auf Übersetzung, Fussnoten sowie Rechtschreibfehler. Der Inhalt blieb unangetastet. 6 24 COLLANA QUADERNI MIGRANTES Saggi, conferenze e riflessioni di Giovanni Graziano Tassello MIGRANTINNEN UND MIGRANTEN, VORBOTEN DER COMMUNIO Essays, Vorträge und Denkanstösse von Giovanni Graziano Tassello A cura di / Herausgegeben von Tobias Kessler, Luisa Deponti, Felicina Proserpio Studien- und Bildungszentrum für Migrationsfragen Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione Centre for Migration Research Centre d’Etudes et de Recherches pour l’Emigration 07 COLLANA QUADERNI MIGRANTES € 15,00 MIGRANTI, PROFETI DI COMUNIONE MIGRANTINNEN UND MIGRANTEN, VORBOTEN DER COMMUNIO Studien- und Bildungszentrum für Migrationsfragen CSERPE - Basel Das CSERPE versteht sich als interdisziplinäres und interkulturelles Begegnungs- und Dialogforum für VertreterInnen politischer und sozialer Institutionen, des universitären Bereichs, der Medien, verschiedenster Bildungseinrichtungen, der Zivilgesellschaft, religiöser Gemeinschaften und wohltätiger Organisationen. Die Vernetzungsarbeit unter den zahlreichen im Migrationsbereich tätigen Akteuren weist neue Wege im politischen, kulturellen, gesellschaftlichen und wirtschaftlichen Bereich mit Blick auf eine Gesellschaft, die in der Lage ist, allen Bevölkerungsgruppen Anerkennung und Bürgerrechte zu gewähren. In diesem Prozess der Förderung und Verwirklichung eines neuen und kreativen Zusammenlebens von Menschen verschiedener Herkunft, Kultur und Religion erweisen sich MigrantInnen und Flüchtlinge als aktive ProtagonistInnen und unverzichtbare GesprächspartnerInnen. Zu den Aktivitäten des CSERPE gehören Referate, Bildungsangebote, Organisation von Studientagen, Beiträge für Zeitungen und Fachzeitschriften, Publikationen und Studien. Das CSERPE gehört zum Netzwerk der Scalabrini-Studienzentren, das Zweigstellen in New York, Paris, Rom, São Paulo, Buenos Aires, Manila und Kapstadt besitzt. Die Forschungs- und Sensibilisierungsarbeit erfolgt in enger Zusammenarbeit mit diesem Netzwerk. Für Informationen: www.cserpe.org 07 MIGRANTI, PROFETI DI COMUNIONE Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione CSERPE - Basilea Lo CSERPE si propone come piattaforma di incontro e di dialogo interdisciplinare e interculturale per esponenti delle istituzioni politiche e sociali, del mondo accademico, dei media, delle più diverse agenzie formative, della società civile, delle comunità religiose e del volontariato. La ricerca di sinergie tra i molteplici attori impegnati in ambito migratorio favorisce l’individuazione di percorsi politici, culturali, sociali ed economici verso una società capace di dare riconoscimento e cittadinanza a tutte le sue componenti. In questo processo di promozione e di realizzazione di una nuova e creativa convivenza tra persone di diverse etnie, culture e religioni, i migranti e i rifugiati si rivelano protagonisti costruttivi e interlocutori indispensabili. Fanno parte delle attività dello CSERPE conferenze, corsi di formazione, organizzazione di giornate di studio e convegni, stesura di articoli per giornali e riviste scientifiche, pubblicazioni e ricerche. Lo CSERPE fa parte della Rete dei Centri di Studio Scalabriniani, presenti a New York, Parigi, Roma, San Paolo, Buenos Aires, Manila e Città del Capo. Il suo lavoro di ricerca e di sensibilizzazione si attua in collegamento con questa organizzazione. Per informazioni: www.cserpe.org