Eugenio Barba - Comune di Bolzano
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Eugenio Barba - Comune di Bolzano
una rassegna promossa da/eine Aufführungsreihe von: ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà AKADEMIE KUNST DER VIELFALT Assessorato alla Cultura e alla Convivenza Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben in collaborazione con/in Zusammenarbeit mit: “ “ “ “ Direzione Artistica / Art Direction: Antonio Viganò - ACCADEMIA DELLE ARTI DELLA DIVERSITà Teatro La Ribalta Facciamo Teatro. Vendiamo ombre. Attraverso queste ombre ci inerpichiamo verso un mondo diverso da quello in cui ci è toccato vivere e morire. Ombre che sono scale, per noi e per alcuni dei nostri spettatori. Eugenio Barba WIR MACHEN THEATER. WIR VERKAUFEN SCHATTEN. MIT DIESEN SCHATTEN ERKLIMMEN WIR EINE WELT, DIE ANDERS IST ALS JENE, IN DER WIR LEBEN UND STERBEN MÜSSEN. SCHATTEN, DIE WIE TREPPEN SIND FÜR UNS SELBST UND FÜR EINIGE VON DENEN, DIE UNS BETRACHTEN. Eugenio Barba ARTE DELLA DIVERSITà KUNST DER VIELFALT Assessorato alla Cultura e alla Convivenza Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben Da tre anni con “Arte della Diversità” è attiva a Bolzano un’esperienza artistica che ha modificato gli sguardi sulla tematica dell’inclusione e della diversità. Molti gli spettacoli presentati in questi anni, con tre opere teatrali prodotte localmente. Una rassegna coraggiosa che ha coinvolto in una stretta rete di collaborazione e di sinergie enti e associazioni della nostra città troppo spesso lontane tra loro. Una rassegna policentrica che porta in luoghi diversi e decentrati le proprie proposte. Una rassegna multiculturale che parla diverse lingue. Una rassegna di successo che ormai ha consolidato, attraverso il gradimento dei pubblici, il proprio progetto culturale. Ma quale è il progetto culturale che è stato fortemente condiviso dall’Assessorato alla Cultura e alla Convivenza? La sfida è stata semplice, ma mai scontata, quella del dialogo per superare le “consuete” barriere, quelle tra normalità e diversità, tra culture diverse, quelle tra centro e periferia, quelle tra interazione e difesa dell’identità, il tutto attraverso la poesia del teatro e la leggerezza della danza, con una proposta artistica di altissima qualità. Ma quando sceglieremo di partecipare come pubblico dobbiamo essere consapevoli che gli spettacoli proposti ci interrogheranno, ci indagheranno, ci emozioneranno, ci faranno anche ridere, ma sempre con linguaggi nuovi, mai banali o consueti. Un sincero ringraziamento va a tutte e tutti coloro che si sono resi partecipi attivamente nel percorso che ha portato alla realizzazione quest’anno di un’edizione di “Arte della Diversità” davvero speciale, che vedrà coinvolti gli enti culturali più importanti della città: il Teatro Stabile, il Kulturinstitut, il Teatro Cristallo e la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium. Una sinergia che guarda al futuro! Grazie a Lebenshilfe & Teatro La Ribalta, genesi di questo progetto, ma un sincero e speciale ringraziamento va ad Antonio Viganò, direttore artistico della rassegna, che la nostra città è orgogliosa di aver adottato. Patrizia Trincanato Assessora alla Cultura e alla Convivenza della Città di Bolzano Seit drei Jahren gibt es in Bozen mit “Kunst der Vielfalt” einen Theaterzyklus, der unseren Blick auf Themen rund um Anderssein und Inklusion verändert hat. Zahlreich waren die Aufführungen, drei die in Südtirol produzierten Stücke. Ein mutiger Zyklus, der von Institutionen und Vereinen unserer Stadt, die üblicherweise in keinem Nahverhältnis zueinander stehen, in enger Zusammenarbeit gemeinsam getragen wurde. Ein polyzentrischer Zyklus, dessen Elemente in den verschiedensten Ortschaften des Landes zu bestaunen waren. Ein multikultureller Zyklus, der mehrere Sprachen spricht. Ein erfolgreicher Zyklus, der Jahr für Jahr Publikum anzieht und sich als kulturelles Projekt etabliert hat. Worin aber besteht dieses Projekt, das unser Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben gerne und tatkräftig unterstützt? Die Herausforderung ist einfach zu benennen, aber keineswegs banal. Es geht um einen Beitrag zur Förderung von Dialog zur Überwindung der “üblichen” Barrieren zwischen Normalem und Anderem, zwischen unterschiedlichen Kulturen, zwischen Zentrum und Peripherie, zwischen Kontaktaufnahme und Wahrung der eigenen Identität. Alldies mittels der Poesie des Theaters und der Leichtigkeit des Tanzes, die sich beide mit dem Anspruch auf künstlerische Hochwertigkeit Raum verschaffen. Wollen wir Publikum sein, dann machen wir uns darauf gefasst, dass man uns Fragen stellt, durchforscht und berührt, aber auch zum Lachen bringt. Was immer es sei, es geschieht nie auf platte Art oder in vorhersehbarer Weise. Meine aufrichtige Anerkennung gilt allen, die aktiv zur Verwirklichung dieser neuen und besonderen Ausgabe von “Kunst der Vielfalt” beigetragen haben, insbesondere dem Teatro Stabile, dem Kulturinstitut, dem Teatro Cristallo und der Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen. Eine zukunftsweisende Synergie! Großer Dank geht ferner an die Lebenshilfe und das Teatro La Ribalta, die Urheber des Projekts, allen voran Antonio Viganò, dem künstlerischen Leiter des Zyklus, den unsere Stadt mit Stolz in ihre Reihen aufnehmen durfte. Patrizia Trincanato Stadträtin für Kultur und aktives Zusammenleben der Stadt Bozen Programma/Programm 12 Dicembre/12. Dezember 2012 28 Marzo/28. März 2013 Mezzanin THeater ASCANIO CELESTINI DAS PRINZIP STRUWWELPETER Waltherhaus ore 20.00 Uhr 30 Gennaio/30. Jänner 2013 SAVERIO LA RUINA Scena Verticale ITALIANESI Teatro Comunale - Teatro Studio/Stadttheater, Studio ore 20.30 Uhr ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico TEATRO STABILE DELL’UMBRIA FABBRICA SRL ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ 22 Febbraio/22. Februar 2013 Babilonia TeatrI & Amici di Luca PINOCCHIO Il paese dei balocchi Teatro Comunale - Teatro Studio/Stadttheater, Studio ore 20.30 Uhr 23 Febbraio/23. Februar 2013 Teatro delle Briciole IL VIAGGIO ovvero Storia di due vecchi Teatro Cristallo ore 16.30 Uhr ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ Teatro Comunale - Sala Grande/Stadttheater, Grosseβ Haus ore 20.30 Uhr ALTRI PERCORSI 12 Aprile/12. April 2013 ARTE DELLA DIVERSITÀ Teatro delle Albe RUMORE DI ACQUE Teatro Comunale - Teatro Studio/Stadttheater, Studio ore 20.30 Uhr Luglio/Juli 2013 Nuova produzione 2013 Neues Stück Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, Teatro La Ribalta, Lebenshilfe Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen, Teatro La Ribalta, Lebenshilfe 11 Ottobre /11. Oktober 2013 RASSEGNA TEATRO BLU LIBERI TUTTI in collaborazione con/in Zusammenarbeit mit: JUNGES Schauspielhaus Zürich BRÜDER Waltherhaus ore 20.00 Uhr 16 Marzo/16. März 2013 COMPAGNIA PIPPO DELBONO DOPO LA BATTAGLIA EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DI ROMA, THÉÂTRE DU ROND POINT - PARIS, THÉÂTRE DE LA PLACE - LIEGE, THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE - RENNES Teatro Comunale - Sala Grande/Stadttheater, Grosseβ Haus ore 20.30 Uhr info/prenotazioni Infos/Vormerkungen Lebenshilfe Onlus T: 0471 062529 info@lebenshilfe.it www.lebenshilfe.it Siamo alla terza edizione con un bilancio di 37 spettacoli ospitati a Bolzano e in Provincia, due nuove creazioni teatrali nate sul territorio ed esportate in Italia e all’estero. Una rassegna, uno sguardo sulla contemporaneità dell’arte del teatro e della danza che in meno di tre anni, è diventata un cartellone e un appuntamento di prestigio per la città di Bolzano, grazie all’Assessorato alla Cultura e alla Convivenza del Comune, lungimirante nel cogliere la stretta relazione tra l’arte scenica e i progetti di integrazione sociale. Un cartellone di nove spettacoli che, ognuno a modo suo, ognuno con il suo stile, ognuno con la sua personale poetica della scena, ci chiede, a noi, uomini e donne prima che spettatori, di assumere uno sguardo nuovo, di cambiare prospettiva, di avvicinarci a quello che abbiamo vicino ma che non riusciamo più a vedere. A godere dello spiazzamento, della scoperta, del nuovo che ci viene incontro. Nove spettacoli che affrontano temi e contenuti importanti, con i linguaggi della contemporaneità, che hanno il dono della leggerezza, non sono mai noiosi, non sono pillole di sonnifero, ne tantomeno audaci forme “intellettuali”: ci sarà l’occasione per ridere, per riflettere, per emozionarsi e per scoprire nuove forme. La rassegna “Arte della Diversità” è un progetto culturale, di grande qualità, che dialoga con il mondo del sociale, del disagio e della diversità e che ci interroga sul senso che diamo alla nostra “normalità”. Il nostro rapporto con gli altri, e quindi anche con noi stessi, oscilla costitutivamente fra paura e fascinazione. Diversità e paura della diversità. Lo stesso Michel Foucault ha scritto una volta che ogni società si può giudicare dal modo in cui organizza e vive il rapporto con l’altro. Come se ogni società avesse bisogno di costruirsi una realtà e un fantasma della diversità per costruire e mantenere la propria identità. Come se non potessimo avere un’identità senza mettere in atto qualche meccanismo di identificazione ed esclusione di coloro che sono diversi da noi. Il teatro può allenarci al confronto e alla scoperta, quindi diventare una grande palestra per l’accettazione dell’altro in quanto tale. Il teatro come viaggio verso e dentro l’alterità, come scoperta, esplorazione e confronto. Un viaggio dentro la diversità, a partire dalla propria, e dunque anche un viaggio verso e dentro sé stessi, o più esattamente come “lavoro su di sé”. Un teatro d’arte che interroga i temi sociali dei nostri tempi, che indaga dentro le nostre inquietudini e paure, anche con leggerezza e raffinata poesia, mai banale o scontato, con linguaggi, forme ed estetiche nuove, che rinnovano e arricchiscono il più antico strumento che l’uomo ha scelto per riflettere e interrogarsi. Il teatro appunto. Vogliamo fare nostro un concetto di teatro di un grande maestro del ‘900: “Perché ci occupiamo di arte? Per abbattere le frontiere dei nostri limiti, riempire il nostro vuoto - realizzare noi stessi. Non è questo il punto di arrivo ma è piuttosto un processo mediante il quale quello che è tenebre in noi, lentamente diventa luce. Nella lotta con la nostra personale verità, nello sforzo per liberarci della maschera che ci è imposta dalla vita, il teatro, con la sua corporea percettività, mi è sempre parso un luogo di provocazione, capace di sfidare se stesso ed il pubblico, violando le immagini, i sentimenti e i giudizi stereotipati e comunemente accettati.“ J. Grotowski Per fare questo lavoro, questo cartellone di proposte, abbiamo messo in rete, fatto partnership e creato sinergie con strutture e istituzioni differenti che hanno accettato di “contaminarsi” e di offrire ai loro spettatori delle originali creazioni teatrali che ci raccontano “come l’arte incontra la diversità e come la diversità è capace di farsi arte”. Questa rassegna è così il frutto maturo di un nuovo modo di concepire e praticare la politica culturale e deve dividersi il merito con la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano, con il Teatro Stabile di Bolzano, il Kulturinstitut e il Teatro Cristallo. Offriamo spettacoli di teatro e danza, in lingua italiana e in lingua tedesca, per pubblici diversi, dai bambini agli adulti, che abbiamo trovato tra le migliori produzioni delle ultime stagioni teatrali nazionali ed estere. Spettacoli e artisti di grande originalità e prestigio come lo sono Pippo Del Bono e la sua compagnia, gli austriaci del Mezzanin Theater, Ascanio Celestini e Marco Martinelli, il gruppo Babilonia Teatri con gli attori della Casa dei Risvegli di Bologna. Per continuare con Saverio La Ruina e il Teatro delle Briciole e concludere, in autunno, ospitando lo Schauspielhaus di Zurigo con il quale metto in scena lo spettacolo “Brüder”, riallestimento con attori di lingua tedesca dello spettacolo “Fratelli”, un grande successo del Teatro La Ribalta. L’evento principale della rassegna, che rinnova la sua vocazione di sostegno alla creazione che coinvolge artisti residenti in Alto Adige, sarà la presentazione, nel Festival “Bolzano Danza”, di un nuovo spettacolo della Compagnia Teatro La Ribalta & Lebenshilfe, in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano che, dopo il successo del “Minotauro”, si presenta al pubblico con una nuova sfida. Questa nuova edizione di “Arte della Diversità” è, a mio parere, una bellissima edizione, fatta di incontri importanti, sorprendenti, originali e innovativi. Approfittatene! Antonio Viganò, direttore artistico Mit einem Rückblick auf 37 Aufführungen in Bozen und anderen Ortschaften des Landes bzw. zwei neuen Theaterproduktionen, die hierzulande entstanden und dann auch in anderen Provinzen Italiens und im Ausland präsentiert wurden, startet “Kunst der Vielfalt” in die dritte Ausgabe. Mit diesem Festival werfen wir einen Blick auf zeitgenössisches Theater und zeitgenössischen Tanz. Dank dem Assessorat für Kulturwesen und aktives Zusammenleben ist die Visitenkarte der Stadt Bozen um ein Element reicher. Mit Weitsicht wurden die szenischen Künste mit Inklusionsprojekten verknüpft, wurde eine Beziehung hergestellt zwischen Kultur und Sozialem. Das Programm umfasst neun Stücke, jedes für sich einzigartig in Stil und Poetik. Und genauso in der Art und Weise, wie es uns Betrachter anspornt, neue Sichtweisen zu erproben, Perspektivenwechsel zu vollziehen und uns dem zu nähern, was zwar schon nahe ist, sich unserem Blick aber entzieht. Alle Stücke zeigen uns, jedes auf unverwechselbare Weise, etwas Neues und laden uns ein, zu Entdeckungsreisen aufzubrechen. Das Programm umfasst neun Stücke, die sich bedeutsamer Themen annehmen. Sie bedienen sich zeitgenössischer Ausdrucksformen, die weit entfernt sind von der Schwere kühner und kühler Verstandesspiele. Mannigfach werden die Gelegenheiten sein zu lachen, nachzudenken, Gefühle zu spüren und neue Formen zu erfahren. Das Festival “Kunst der Vielfalt” ist ein qualitativ hochwertiges Kulturprojekt, das mit der Welt des Unbehagens und der Vielfalt dialogiert und uns herausfordert, unsere “Normalität” zu verstehen und zu hinterfragen. Unsere Beziehung zum Anderen und folglich auch zu uns selbst schwankt ihrer Natur nach zwischen Furcht und Attraktion. Anderssein und die Angst davor. Der Philosoph Michel Foucault sagte einmal, dass die Beurteilung einer Gesellschaft davon abhängt, wie sie mit dem Anderen umgeht. Es ist, als ob jede Gesellschaft für sich selbst ein Bild des Anderen konstruieren müsste, um eine eigene Identität aufzubauen und zu bewahren. Es ist, als ob uns ohne Mechanismen zur Identifikation und zur Ausgrenzung des Anderen keine eigene Identität möglich wäre. Das Theater kann uns zu Auseinandersetzung und Entdeckung anspornen. Es kann zu einem Übungsplatz werden, auf dem wir die Akzeptanz des Anderen lernen. Es kann sich zu einer Forschungsreise in die Richtung des Anderen entwickeln. Da das eigene Anderssein als Ausgangspunkt dient, lädt es auch ein zu einer Reise zu sich selbst und folglich auch zur “Arbeit an sich selbst”. Es greift soziale Themen auf, konfrontiert uns mit unserer Unruhe und unseren Befürchtungen, ist leicht und subtil, niemals banal und abgedroschen. Es ist von Mal zu Mal neu und bleibt dabei immer der älteste Weg, den der Mensch gegangen ist, um zu reflektieren und sich selbst zu hinterfragen. Wir wollen uns den Theaterbegriff eines großen Meisters des vergangenen Jahrhunderts zu eigen machen: “Warum betreiben wir Kunst? Um unsere Schranken zu durchbrechen und unsere Leere zu füllen. Um uns zu verwirklichen. Dies ist kein Ziel, sondern ein Prozess, in dessen Verlauf alles in uns, was im Dunkeln liegt, mit Licht erfüllt wird. Im Kampf mit unserer persönlichen Wahrheit, in unserer Anstrengung, uns von der Maske zu befreien, die uns das Leben aufsetzt, war es immer das Theater mit seiner Körperlichkeit, das mir als ursprünglicher Ort der Provokation erschien, in der Lage, sich selbst und das Publikum herauszufordern, mit allen Stereotypen und Vorurteilen brechend, die Menschen miteinander verbinden.” (J. Grotowski) ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà Um das Programm zu erstellen, haben wir uns vernetzt, sind wir Partnerschaften eingegangen und haben Synergien geschaffen. Unterschiedliche Einrichtungen und Institutionen waren bereit, sich zu “vermischen”, um gemeinsam ihrem Publikum hochwertiges Theater zu präsentieren, das fortfahren wird, uns zu erzählen, “wie Kunst der Vielfalt begegnet und wie sich Vielfalt in der Kunst ausdrückt”. Dieses Festival ist somit die reife Frucht einer neuen Art und Weise, Kulturpolitik zu begreifen und zu betreiben. Dieses Verdienst teilt die Politik mit der Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen, dem Teatro Stabile, dem Kulturinstitut und dem Teatro Cristallo. Zu sehen sein werden Theater- und Tanzstücke in italienischer wie in deutscher Sprache. Jeder Einzelne wird auf seine Rechnung kommen, ob Erwachsener oder Kind. Jedes einzelne Stück gehört zu den besten in- bzw. ausländischen Produktionen der letzten Jahre. Unsere Gäste sind keine geringeren als Pippo del Bono und sein Ensemble, das Mezzanin Theater aus Österreich, Ascanio Celestini und Marco Martinelli, das Ensemble Babilonia Teatri mit den Schauspielerinnen und Schauspielern der Casa dei Risvegli aus Bologna, Saverio La Ruina und das Teatro delle Briciole sowie, last but not least, das Schauspielhaus Zürich, mit dem ich persönlich das Stück “Brüder” inszenieren werde, eine deutsche Version von “Fratelli”, einem großen Erfolg des Teatro La Ribalta. Als Hauptevent des Festivals, in das jährlich auch Lokales eingebaut werden soll, möge das in Zusammenarbeit mit der Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen im Rahmen von “Tanz Bozen” aufzuführende neue Theaterstück von Teatro La Ribalta & Lebenshilfe gelten. Nach dem Riesenerfolg von “Minotaurus” wird sich die Gruppe einer neuen Herausforderung stellen. Diese neue Ausgabe von “Kunst der Vielfalt” wird meines Erachtens eine sehr schöne Ausgabe mit bedeutsamen, überraschenden, originellen und zukunftsweisenden Begegnungen sein. Wir freuen uns auf Ihren Besuch! Antonio Viganò, künstlerischer Leiter Bereits zum dritten Mal organisieren das Teatro La Ribalta und die Lebenshilfe die Initiative “Kunst der Vielfalt”. Die Lebenshilfe als sozialer Verband will mit dieser Initiative dazu beitragen, dass wir uns mit Neugier dem öffnen, was wir individuell oder als Gemeinschaft als anders erleben. Unreflektierte Bilder in unseren Köpfen tragen dazu bei, dass uns das Andere Angst macht und dass wir es abwerten. Vorurteile und unangenommene Teile unseres Selbst nähren diese Bilder, die es zu hinterfragen gilt. Auch Menschen mit Beeinträchtigung sind davon betroffen. Sie berichten, wie ihre Umgebung die Beeinträchtigung als vordergründiges, negativ konnotiertes Merkmal ihrer Person erlebt, das alle anderen Eigenschaften in den Hintergrund drängt. Wenn es uns gelingt, diese Bilder durch neue zu ersetzen, ebnen wir den Weg für ein gleichberechtigtes Miteinander, ein Ziel, das sich die Lebenshilfe seit ihrer Gründung gesteckt hat. Wolfgang Obwexer, Geschäftsleiter der Lebenshilfe Per la terza volta ormai il Teatro La Ribalta e la Lebenshilfe organizzano la rassegna “Arte della Diversità”. La Lebenshilfe come associazione sociale, con questo impegno, intende incoraggiare tutti i concittadini ad aprirsi con vivace curiosità verso tutto ciò che appare diverso dal consueto. Immagini e idee non sottoposte alla riflessione possono avere l’effetto che il diverso ci impaurisca fino a essere deprezzato. Pregiudizi e il respingimento di certi aspetti considerati negativi della propria personalità favoriscono atteggiamenti emarginanti. Di questo fatto risentono anche persone con handicap. Queste ci riferiscono come altre persone vedano un handicap come un fattore negativo e dominante. Se riusciremo a sostituire queste immagini e idee convenzionali con delle nuove, contribuiremo allo sviluppo di una coesistenza basata sul principio delle pari opportunità. Un obiettivo che la Lebenshilfe si pone sin dalla sua fondazione. Wolfgang Obwexer, direttore della Lebenshilfe 12 Dicembre 2012 Mezzanin TheatER DAS PRINZIP STRUWWELPETER Waltherhaus ore 20.00 Leggere, oggi, il libro per bambini “Struwwelpeter” rischia di essere addirittura pericoloso senza un lavoro di contestualizzazione, di ambientazione storica, tanto va a scontrarsi con quelli che sono i nostri pilastri educativi. È però un classico della cosiddetta pedagogia nera e, se letto come un esempio di altissima poesia, varca ogni limite fino a diventare un’opera senza tempo. Appunto un classico. Si presenta dunque come un libro educativo e al contempo sovversivo fino a elevare l’egocentrismo radicale a traguardo. Incita all’anarchia in modo creativo anche se rasenta l’elogio dell’avventatezza. Racconta di un mondo nel quale non solo non c’è rispetto delle regole ma addirittura disprezzo per tutte le possibili, anche nefaste, conseguenze. Ovviamente non tutti sono concordi sull’attualità dello “Struwwelpeter”, anche se da oltre 150 anni è un classico della letteratura d’infanzia. È giudicato infatti eccessivamente drastico e drammatico anche se, è bene ricordarlo, siamo in un mondo dove bisogna indossare gli occhiali della pedagogia nera per riuscire a leggere bene ogni passaggio. Hanspeter Horner e Martina Kolbinger-Reiner del Mezzanin Theater di Graz sono comunque riusciti a portare in scena, nella loro ultima versione, uno spettacolo in cui la decrittazione dominante è la leggerezza anche nell’affrontare scene drammatiche, fino a farle risultare rilassate. DAS PRINZIP STRUWWELPETER In questo “Struwwelpeter” i bambini sono sempre imbronciati, scontrosi, ma, sotto sotto, curiosi di fare nuove esperienze anche se col tratto anarchico di rifiutare qualsiasi regola. Dalla piromane Paulinchen a Kasper in perenne sciopero della fame, fino a Philipp l’iperattivo e a Konrad con suo pollice perennemente in bocca. Nel testo del 1845 vengono puniti per i loro modi di fare con morsi e amputazioni. Vengono disprezzati e lasciati addirittura morire, vittime delle loro distrazioni. Storie pesanti che ci parlano di genitori che lasciano i figli da soli e che rimangono indifferenti di fronte ai loro disagi. Mazzanin Theater è in grado di presentare, con veloci cambi di scena e il ricorso a un umorismo macabro, anche questa pazzia in modo brillante. Si gioca tutto passando dai brividi di terrore a scoppi di risate, sempre in bilico tra umorismo e paura. Così alla fine lo spettatore arriva a domandarsi quale sia il comportamento più disturbato: quello dei bambini o quello degli adulti? Arriva ad accettare che Philipp possa muoversi come una marionetta e Paulinchen giocare col fuoco fino alla sua amara fine. Lo spettacolo, pensato per ragazzi dai 14 anni in avanti, risulta di soddisfazione anche per un pubblico adulto. Per la originalità è stato insignito del premio di “best OFF styria Festival” oltre che del premio “Theaterlandpreis 2012”. concetto e regia: Hanspeter Horner concetto, regia e dramma: Martina Kolbinger-Reiner musica presentata dal vivo di Anton Berman dramma: Verena Kiegerl KumEina, dramma: Mario Garzaner, Annegret Janisch, Erwin Slepcevic, Renate Fast iconografia: Johanna Reiner, Johannes Hoffmann film: Stefan Schmid danza: Yukie Koji 12. Dezember 2012 Mezzanin TheaTER DAS PRINZIP STRUWWELPETER Waltherhaus 20.00 Uhr Die Vorgehensweise des Kinderbuchs “Der Struwwelpeter” passt scheinbar nicht zu heutigen liberalen Erziehungskonzepten. Als Hohes Lied der Grenzüberschreitung gelesen aber ist dieser Klassiker der Schwarzen Pädagogik zeitlos, ein subversives Lehrbuch für radikalen Eigensinn, kreativen Regelverstoß und tollkühne Konsequenzverachtung. In Kooperation mit nationalen und internationalen Künstler/inne/n aus unterschiedlichen Kunstsparten präsentiert das Mezzanin Theater eine Collage aus frei bearbeiteten Episoden des “Struwwelpeter”. Der “Struwwelpeter” ist seit mehr als 150 Jahren ein Klassiker der Kinderliteratur. Nicht alle sind froh über seine Langlebigkeit. Allzu drastisch sehen viele die Mittel der Schwarzen Pädagogik ins Bild gesetzt. Hanspeter Horner und Martina Kolbinger-Reiner vom Grazer Mezzanin Theater gehen in ihrer jüngsten Produktion “Das Prinzip Struwwelpeter” mit den Geschichten des polarisierenden Werkes ganz unverkrampft um. Entstanden ist eine Inszenierung, die wohl niemanden unberührt lassen wird. Aufmüpfig, experimentierfreudig sind sie, ignorieren alle Gebote, die Kinder im Hoffmann’schen “Struwwelpeter”: Paulinchen, die Zündlerin; Kasper im Hungerstreik; Philipp, der Zappelige; Konrad, der Daumen-Fetischist. In der Vorlage von 1845 müssen sie mit Bissen ins Bein, ihrem Daumen, Spott und Hohn oder gar ihrem Leben bezahlen. Es sind schlimme Geschichten, die hier DAS PRINZIP STRUWWELPETER festgehalten wurden. Schlimme Geschichten auch von Erwachsenen, die ihre Kinder alleine lassen, ihnen gleichgültig gegenüberstehen, Geschichten von schießwütigen Jägern, Daumenabschneidern und einigen anderen. Die neun gruseligen Text-Bild-Abfolgen mit erbarmungslosen, überzogenen Bestrafungen, die ans Existenzielle gehen, haben Kolbinger-Reiner und Horner dazu angeregt, einige Geschehnisse aus neuen Blickwinkeln differenzierter zu betrachten. Die daraus entstandene Bühnenfassung spielt in mehreren lose zusammenhängenden szenischen Episoden die Qualitäten der grotesksurreal anmutenden Vorlage brilliant aus. Dabei machen sie im raschen Szenenwechsel mit grotesken Überspitzungen und viel makabrem Humor den wortwörtlichen Wahn-Sinn zur Methode. Bis der Schauder ins Lachen übergeht und das Lachen wieder in der Kehle steckenbleibt. Dem Zuseher stellt sich die Frage, welches Verhalten gestört ist, das der Kinder oder das der Erwachsenen, oder auch, warum eigentlich der Suppenkaspar seine Suppe nicht essen will. Und er darf sich darüber freuen, dass der Zappel-Philipp endlich einmal aus vollem Herzen zappeln darf und das Paulinchen bis zum bitteren Ende zündeln. Angelegt ist die Produktion laut Programm für junges Publikum (ab 14 Jahre). Das Stück ist Träger des Theaterlandpreises 2012 und wurde ausgezeichnet als die beste Produktion der Freien Theater beim “best OFF styria Festival”. Konzept und Regie: Hanspeter Horner Konzept, Regie, Schauspiel: Martina Kolbinger-Reiner Musik-Performance: Anton Berman Schauspiel: Verena Kiegerl KumEina, Schauspiel: Mario Garzaner, Annegret Janisch, Erwin Slepcevic, Renate Fast Bildende Kunst: Johanna Reiner, Johannes Hoffmann Film: Stefan Schmid Tanz: Yukie Koji ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ ALTRI PERCORSI KUNST DER VIELFALT La stagione “Altri Percorsi” è una finestra aperta sul teatro contemporaneo di ricerca, una rassegna che da anni offre allo spettatore il valore dell’incontro con i nuovi linguaggi, con i giovani, con le nuove drammaturgie e le possibili contaminazioni, ospitando quanto di meglio si produce in Italia in questo settore. La rassegna “Arte della Diversità” è una finestra aperta sul teatro che si interroga sui temi della diversità e dell’alterità, su come l’arte del teatro racconta la diversità e come la diversità è capace di farsi arte in teatro. Le due rassegne in questa stagione 2012/2013 si incontrano, si mescolano, per offrire agli spettatori le creazioni teatrali, autentiche eccellenze nel panorama italiano ed europeo, che più di altri hanno saputo coniugare all’innovazione della scena, l’incontro con la vita umana, nelle sue accezioni più grandi. Una stagione con grandi interpreti, con una grande umanità, che ribadisce il valore insostituibile del teatro anche in senso sociale e inclusivo. Un esempio di collaborazione concreta e possibile tra realtà teatrali apparentemente distanti che tuttavia condividono il desiderio di far incontrare pubblici diversi ma certamente curiosi e aperti a nuove esperienze ricche di linguaggi e contenuti da esplorare. Die Reihe “Altri Percorsi” wirft einen erkundenden Blick auf das zeitgenössische Theatergeschehen. Sie bietet seit Jahren dem Zuschauer die Möglichkeit, neue Ausdrucksweisen, Dramaturgien und Verschmelzungen der jungen Künstlergeneration kennen zu lernen, indem sie das Beste aller italienischen Produktionen auswählt und einlädt. Der Zyklus “Kunst der Vielfalt” wirft einen erkundenden Blick auf Theater, das sich mit Anderssein und Vielfalt auseinandersetzt und aufzeigt, wie Kunst Vielfalt erzählen und Vielfalt sich künstlerisch ausdrücken kann. In der Saison 2012/2013 kommt es nun zu einer Überlagerung der beiden Festivals, die sich miteinander vermischen, um dem Publikum Stücke von hohem nationalen wie internationalen Niveau zu präsentieren, die unter dem Aspekt der Inszenierung höchst innovativ und unter inhaltlichen Aspekten außergewöhnlich aussagekräftig sind. Eine Theaterreihe mit großen Schauspielern und von tiefster Menschlichkeit, an der man die Unaustauschbarkeit des Theaters auch in seiner sozialen Bedeutung erkennt. “Altri Percorsi – Kunst der Vielfalt” macht außerdem anschaulich, wie konstruktiv die Zusammenarbeit einander an und für sich nicht immer nahe stehender Gruppen sein kann, die sich zusammenfinden, um gemeinsam ein vielschichtiges Publikum an ein und demselben Ort zu versammeln, das bereit ist, sich mit Neugierde neuen Themen, Formen und Ausdrucksweisen zu öffnen. Marco Bernardi, Teatro Stabile Bolzano Antonio Viganò, Akademie kunst der vielfalt/Teatro La Ribalta Marco Bernardi, Teatro Stabile Bolzano Antonio Viganò, Accademia arte della diversità/Teatro La Ribalta ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà 30 Gennaio 2013 SAVERIO LA RUINA Scena Verticale ITALIANESI Teatro Comunale, Teatro Studio ore 20.30 “Italianese”, ovvero “italiano” in Albania, “albanese” in Italia. È uno dei monologhi di maggior successo della passata stagione. Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della seconda guerra mondiale migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e oggetto di periodiche e violente persecuzioni. Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime, la maggior parte viene condannata e poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini però, sono trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati. Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, i prigionieri arrivano nel Belpaese in 365 nel 1991, dopo la caduta del regime. Convinti di essere accolti come eroi, sono paradossalmente condannati a essere italiani in Albania e albanesi in Italia. Saverio La Ruina, profondo e raffinato autore oltre che attore calabrese, veste i panni di Toni- ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ no, un sarto di famiglia italiana, nato nel 1951 in Albania e per questo cresciuto in prigionia: i suoi sono quarant’anni vissuti nel mito del padre e dell’Italia. Con la compagnia Scena Verticale da lui fondata nel 1992 assieme a Dario De Luca, che negli anni si è rivelata una delle più interessanti realtà teatrali nazionali, La Ruina affronta il suo terzo monologo rivelandosi ancora una volta un narratore eccellente, discreto ma efficacissimo nel porgere le parole al suo pubblico in un tono sommesso, dosando sapientemente silenzi e gesti. Maglioncino dimesso, pantaloni démodé, una sedia in uno spazio per il resto immensamente vuoto: non gli serve altro per far agire l’urgenza del racconto, la potenza della lingua che riverbera un calabrese aspro e dolcissimo. Il suo Tonino, come già le due straordinarie figure femminili dei precedenti spettacoli “Disonorata” e “La Borto”, è la voce di un sorprendente atlante degli umiliati e offesi. Quello di La Ruina, che la critica ha paragonato a Eduardo De Filippo per la capacità di condurre passo passo lo spettatore dentro l’anima di un personaggio, è un racconto di dislocazione, di sradicamento continuo e impenitente in cui il protagonista è straniero ovunque, vittima di un eterno ritorno a un’origine che non lo riconosce. ITALIANESI di e con Saverio La Ruina musiche originali eseguite dal vivo da Roberto Cherillo disegno luci: Dario De Luca 30. Jänner 2013 ALTRI PERCORSI SAVERIO LA RUINA Scena Verticale KUNST DER VIELFALT ITALIANESI Stadttheater, Studio 20.30 Uhr “Italianese”, zusammengesetzt aus “italiano” und “albanese”. Italiener in Albanien und Albaner in Italien. Das Stück ist einer der erfolgreichsten Monologe der vergangenen Saison. Kein Geschichtsbuch erwähnt jene leise Tragödie, die sich bis vor gar nicht allzu langer Zeit vor unserer Tür ereignete. Am Ende des zweiten Weltkriegs saßen Tausende von italienischen Soldaten in Albanien in der Falle. Unter dem gerade errichteten diktatorischen Regime lebten sie in einem Klima des Terrors und waren immer wieder gewaltsamen Repressionen ausgesetzt. Subversiver Betätigungen angeklagt, wurden die meisten von ihnen verurteilt und anschließend in ihr Heimatland abgeschoben. Frauen und Kinder aber wurden in Lagern festgehalten, allein aufgrund ihrer Schuld, Partnerinnen, Söhne und Töchter von Italienern zu sein. Sie lebten in von Stacheldraht umzäunten Barackenlagern, wurden von der Geheimpolizei des Regimes beaufsichtigt, Verhören unterzogen, zu täglichen Appellen aufgerufen und gefoltert und hatten Zwangsarbeiten zu verrichten. In diesen Gefangegenlagern lebten sie vierzig Jahre lang. In ihrer Heimat wurden sie vergessen. Vom italienischen Staat als Flüchtlinge eingestuft, betraten sie, 365 an der Zahl, nach dem Fall des Regimes im Jahre 1991 italienischen Boden. Wer dachte, als Held begrüßt und gefeiert zu werden, wurde bitter enttäuscht. Wie er in Albanien Italiener war, so war er nun in Italien Albaner. ITALIANESI von und mit Saverio La Ruina Livemusik: Roberto Cherillo Beleuchtung: Dario De Luca Wir sehen Saverio La Ruina, Schauspieler aus Kalabrien und tiefgründiger Autor, in der Rolle von Tonino, einem Schneider italienischer Herkunft, der 1951 in Albanien geboren wurde und deshalb in Gefangenschaft aufwuchs. All die Jahre über begleiteten ihn Gedanken an seinen Vater und sein Heimatland Italien. Mit dem 1992 von ihm selbst gemeinsam mit Dario De Luca gegründeten, italienweit heute sehr renommierten Ensemble Scena Verticale präsentiert uns La Ruina seinen dritten Monolog. Er erweist sich einmal mehr als exzellenter Erzähler, behutsam, leise, aber treffsicher in seinen Ausführungen und in der Wahl des Verhältnisses zwischen Worten, Gesten und Stille. Der Erzähler trägt einen verschlissenen Pullover und Hosen aus vergangenen Zeiten. Mit Ausnahme eines Stuhls ist die Bühne vollkommen leer. Nichts anderes benötigt er, um seinen Geschichten Tiefe zu verleihen. Die Rede ist kräftig, der kalabrische Akzent ebenso rau wie zart. Tonino verkörpert, wie schon die beiden überragenden weiblichen Gestalten in den Stücken “Disonorata” und “La Borto”, Erniedrigung und Demütigung. “Italianesi” wurde von der Kritik für seine Art und Weise, wie es den Betrachter Schritt für Schritt an die Seele eines Menschen heranführt, mit dem Werk von Edoardo De Filippo verglichen. Es handelt von Heimatlosigkeit, Entwurzelung und Fremdsein: dort, hier und überall. 22 Febbraio 2013 Babilonia TeatrI & Amici di Luca PINOCCHIO Il paese dei balocchi Teatro Comunale, Teatro Studio ore 20.30 Raccontare, fotografare, fermare delle schegge di realtà per portarle sul palcoscenico ed essere specchio del mondo in cui viviamo è sempre stato il proposito della giovane compagnia Babilonia Teatri capitanata da Valeria Raimondi e Enrico Castellani sin dal 2005, anno della sua fondazione. Ed è quello che i corrosivi ragazzi veronesi vogliono continuare a fare. Il loro teatro si è sempre nutrito del mondo e ha sempre cercato di esprimere con cinismo e affetto l’indignazione e la rabbia nei confronti di una società malata, con la matura consapevolezza di non essere immuni alle contraddizioni che incarnano sul palco. Una carriera fulminante quella della Babilonia Teatri, che nel giro di 7 anni ha saputo conquistarsi due volte il “Premio Ubu” nella categoria novità italiana / ricerca drammaturgica, oltre al “Premio Scenario” vinto con “Made in Italy”, spettacolo presentato a Bolzano nella rassegna “Altri Percorsi / Giovani” della stagione 2010/2011. “La nostra volontà è quella di formulare delle domande per condividerle con il pubblico, per smascherare un certo perbenismo, per non uniformarsi sempre e comunque al pensiero dominante. Il nostro intento è gettare uno sguardo divergente su alcune questioni che sentiamo brucianti”, afferma Valeria Raimondi. Dal razzismo al lavoro, dalla violenza dilagante alla desertificazione culturale, per giungere allo straordinario percorso di risveglio alla vita intrapreso da coloro che sono usciti dal coma. È il caso del nuovo progetto intitolato “Pinocchio – Il paese dei balocchi”, che la compagnia veronese ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ sta realizzando in collaborazione con l’Associazione Amici di Luca, fondatrice della Casa dei Risvegli di Bologna, centro innovativo di riabilitazione e di ricerca dedicato a giovani e adulti con esiti di coma e stato vegetativo. “Pinocchio” di Collodi, la fiaba per antonomasia, è l’opera da cui il loro lavoro teatrale prenderà ispirazione e spunto. Un’opera popolare, che permette di parlare a tutti, bambini e adulti. Una storia che fonde fantastico e ragione, dovere e gioco, timore e coraggio, che permetterà alle due compagnie di tracciare il racconto di un mondo dove spesso la realtà supera la fantasia. Un incontro, un dialogo che inizia ponendo come sempre dei quesiti semplici, immediati, diretti, che sfidano le convenzioni, rompono le regole, mettono a nudo le singole umanità: chi è oggi il burattino dal lungo naso? Chi Lucignolo? Chi il grillo parlante? Viviamo veramente nel paese dei balocchi? Una performance che coinvolgerà gli attori della compagnia teatrale Amici di Luca, tutte persone con esiti di coma che hanno intrapreso da tempo un percorso terapeutico, e artisti di Babilonia Teatri. Uno spettacolo che acquista un senso profondo, dove la vita irrompe sulla scena con tutta la sua forza senza essere mediata dalla finzione. Dove l’attore / non attore mette in gioco il suo vissuto, la sua inconsapevolezza, la sua sincerità, dove non sono la perizia e la tecnica a essere determinanti, ma la verità delle vite e dei corpi che parlano da soli. PINOCCHIO Il paese dei balocchi di Valeria Raimondi e Enrico Castellani con Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli e Luca Scotton 22. Februar 2013 ALTRI PERCORSI Babilonia TeatrI & Amici di Luca KUNST DER VIELFALT PINOCCHIO Il paese dei balocchi Stadttheater, Studio 20.30 Uhr Erzählen, abbilden und Wirklichkeitsausschnitte festhalten, um auf der Bühne unsere Welt zu spiegeln: dies ist und war von jeher das Anliegen des jungen Theaterensembles Babilonia Teatri, seit dem Gründungsjahr 2005 geleitet von Valeria Raimondi und Enrico Castellani. Genau damit will die ätzende Mannschaft aus Verona fortfahren. Ihr Theater war stets den Ereignissen auf unserem Planeten zugewandt und versuchte immer, einerseits mit Zynismus, andererseits mit Wohlwollen, der eigenen Empörung, der eigenen Wut gegenüber den Krankheiten unserer Gesellschaft Ausdruck zu verleihen. Die Gruppe tat und tut dies mit dem reifen Bewusstsein, keineswegs immun zu sein gegenüber äußeren Einflüssen und die Widersprüche der Gesellschaft selbst zu verkörpern. Babilonia Teatri machte eine fulminante Karriere. In den sieben Jahren seines Wirkens gewann das Ensemble zwei Male den Preis “Ubu” in der Kategorie der Neuproduktionen sowie den Preis “Scenario” mit dem Stück “Made in Italy”, das in der Saison 2010/2011 im Rahmen des Zyklus “Altri Percorsi / Giovani” in Bozen aufgeführt wurde. “Wir wollen”, so Valeria Raimondi, “Fragen stellen, deren Berechtigung dem Publikum einleuchtet, um sodann aufzuzeigen, dass die gängigsten Antworten auf diese Fragen häufig nicht die besten sind. Wir wollen auf wichtige Fragen des Lebens einen unvoreingenommenen Blick werfen.” Die Rede ist von Fragen, die den Rassismus in der Arbeitswelt, die sich ausbreitende Gewalt und die kulturelle Verwüstung betreffen. Hoffnung verbreitet, wer aus dem Koma erwacht und seinen eigenen, nicht vorgegebenen Weg geht. Dieses Versprechen erfüllen will “Pinocchio – Il paese dei balocchi”. Das Stück ist eine gemeinsame Produktion der Theatergruppe aus Verona und dem Verein Amici di Luca, Gründer der Casa dei Risvegli in Bologna, einem innovativen Forschungs- und Rehabilitationszentrum für Jugendliche und Erwachsene mit Komaerfahrungen. Collodis “Pinocchio”, die Fabel par excellence, bildet den Ausgangspunkt des Stücks. In “Pinocchio” ist es jedem erlaubt zu sprechen, Kindern wie Erwachsenen. Die Geschichte verbindet Fantastisches und Reales, Pflicht und Spiel, Furcht und Mut. Sie bietet den Stoff, mit dem die beiden Theatergruppen eine Welt errichten, in der die Realität häufig gegen die Fantasie die Oberhand behält. Es beginnt ein Dialog, der bei den einfachsten, unmittelbarsten und naheliegendsten Dingen ansetzt und sodann Konventionen, Regeln und Normen in Frage stellt. Die Folge ist Entlarvung. Wer ist heute die Marionette mit der langen Nase? Wer Kerzendocht? Wer die Sprechende Grille? Leben wir wirklich in Playland? Schauspielerinnen und Schauspieler der Theatergruppe Amici di Luca, Personen mit Komaerfahrungen, sowie Künstlerinnen und Künstler des Ensembles Babilonia Teatri werden vor den Augen des Publikums nach Antworten auf diese Fragen suchen. Das Stück ist von außerordentlicher Tiefe. Das Leben betritt die Bühne mit all seiner Härte und verdrängt die Fiktion. Der Darsteller/Mensch stellt sich hin mit seinem Erlebten, seiner Ahnungslosigkeit und seiner Authentizität. Nicht Können, nicht Technik ist entscheidend. Das eigene Leben und der eigene Körper zeigen das Wahre unmittelbar. PINOCCHIO Il paese dei balocchi von Valeria Raimondi und Enrico Castellani mit Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli und Luca Scotton 23 Febbraio 2013 Teatro delle Briciole IL VIAGGIO ovvero Storia di due vecchi Teatro Cristallo ore 16.30 Lo spettacolo, omaggio alla poetica di Tonino Guerra, racconta la storia di Rico e Zaira, due ottantenni che decidono di fare a piedi quel viaggio di nozze fino al mare, rimandato dal giorno del loro matrimonio. Durante il cammino IL VIAGGIO di e con Beatrice Baruffini e Agnese Scotti voce fuori campo: Davide Doro disegni: Matteo Salsi realizzazione scene: Teatro delle Briciole disegno luci: Paolo Gamper musiche e suoni: Dario Andreoli tecnico: Dario Alberici RASSEGNA TEATRO BLU LIBERI TUTTI i ricordi si confondono con gli incontri e la realtà con la fantasia perché gli occhi dei due anziani rivelano una straordinaria capacità di guardare le cose, apprezzandole nella loro pienezza. 23. Februar 2013 Teatro delle Briciole IL VIAGGIO ovvero Storia di due vecchi Teatro Cristallo 16.30 Uhr Das Stück ist eine Ehrerbietung an die Poetik von Tonino Guerra und erzählt die Geschichte von Rico und Zaira. Die beiden 80-Jährigen beschließen, ihre seit ihrer Eheschließung immer wieder aufgeschobene Hochzeitsreise nachzuholen, und brechen zu Fuß Richtung Meer auf. IL VIAGGIO von und mit Beatrice Baruffini e Agnese Scotti Hintergrundstimme: Davide Doro Entwürfe: Matteo Salsi Inszenierung: Teatro delle Briciole Beleuchtung: Paolo Gamper Musik und Ton: Dario Andreoli Technik: Dario Alberici RASSEGNA TEATRO BLU LIBERI TUTTI Während des Gehens vermengen sich Erinnerungen mit Begegnungen und Realität mit Fantasie. Denn die beiden Senioren offenbaren eine außergewöhnliche Beobachtungsfähigkeit, gepaart mit einer umfassend würdigenden Haltung gegenüber allem Geschehen. 16 Marzo 2013 COMPAGNIA PIPPO DELBONO DOPO LA BATTAGLIA Teatro Comunale, Sala Grande ore 20.30 Torna nella stagione dello Stabile Pippo Delbono, autore, attore e regista ligure, apprezzato in tutto il mondo per i suoi spettacoli poetici e visionari che portano alla ribalta le persone e la loro umanità in tutte le loro sfaccettature. Gli spettacoli di Delbono, rappresentati in più di cinquanta paesi del mondo, non sono messe in scena di testi teatrali, ma creazioni totali, realizzate con un nucleo stabile di attori. Tra essi, alcune persone provenienti da situazioni sociali di emarginazione, che hanno consolidato il loro lavoro all’interno della compagnia e sono tuttora parte centrale della sua poetica e della sua esperienza teatrale. “Dopo la battaglia” è il nuovo lavoro di Delbono, creato con il suo gruppo teatrale e con la collaborazione di due grandi artisti, la danzatrice Marigia Maggipinto, storica componente della compagnia di Pina Bausch, e Alexander Balanescu, compositore e virtuoso del violino, qui autore della colonna sonora. Uno spettacolo che, sull’eco di poeti quali Antonin Artaud, Franz Kafka, Alda Merini, Pier Paolo Pasolini, Walt Whitman, Rainer Maria Rilke, si mostra in tutta la sua forza suggestiva, oltrepassando i confini del teatro. una produzione: EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DI ROMA, THÉÂTRE DU ROND POINT - PARIS, THÉÂTRE DE LA PLACE - LIEGE, THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE - RENNES ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ Un viaggio visionario che si snoda in una sequenza di quadri, a dare voce e corpo a una drammaturgia che ci mostra la verità della follia. Senza falsi pudori. “Dopo la battaglia” è una composizione che spalanca le porte del nostro buio esistenziale, sfocia in flusso continuo, trapassando lo spazio. Trova il ritmo proprio della danza e della musica, cerca nelle parole e nei versi l’accordo di emozioni e linguaggi, trasfigurando il dolore del presente nella fede nel futuro. Uno spettacolo che si rivela un manifesto contro gli ottusi pregiudizi sugli emarginati della società: sono loro la verità autentica, i portatori di quell’amore puro che può salvare i “normali”, spenti a fuoco lento dal cinismo della quotidianità. Rumore e silenzio sono in alternanza continua: gli attori irrompono continuamente nell’inatteso, in una situazione di perenne metamorfosi, proprio come la musica, che intreccia le note di Giuseppe Verdi, Niccolò Paganini e Petar Iljic Cajkovski alle composizioni originali di Alexander Balanescu. “Dopo la battaglia” è vincitore del “Premio Ubu 2011”. DOPO LA BATTAGLIA scritto e diretto da Pippo Delbono scene: Claude Santerre musiche originali: Alexander Balanescu con Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Bobò, Chris Clad, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Marigia Maggipinto, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella 16. März 2013 ALTRI PERCORSI COMPAGNIA PIPPO DELBONO KUNST DER VIELFALT DOPO LA BATTAGLIA Stadttheater, Grosseβ Haus 20.30 Uhr Wir freuen uns auf das Wiedersehen mit Pippo Delbono, dem Schriftsteller, Schauspieler und Regisseur aus Ligurien, der für seine poetischen und visionsträchtigen Stücke, in denen die Menschen mit ihrer Menschlichkeit in all ihren Nuancen im Rampenlicht stehen, weltweite Anerkennung genießt. Die Stücke von Delbono, bis heute in mehr als 50 Ländern der Erde aufgeführt, sind nicht bloß Inszenierungen von Theatertexten, sondern Kreationen von äußerster Vielschichtigkeit. Zum festen Kern des Ensembles gehören auch Menschen, die auf Ausgrenzungserfahrungen zurückgreifen können und mittlerweile einen dauerhaften Platz im Ensemble gefunden haben. “Dopo la battaglia” nennt sich das neue Werk von Delbono, kreiert mit seinem Ensemble und in Zusammenarbeit mit zwei großen Künstlern, der Tänzerin Marigia Maggipinto, legendäres Mitglied der Gruppe von Pina Bausch, und dem Geigenvirtuosen Alexander Balanescu, diesmal Komponist des Soundtracks. Ein Stück, das auf den Spuren von Dichtern wie Antonin Artaud, Franz Kafka, Alda Merini, Pier Paolo Pasolini, Walt Whitman und Rainer Maria Rilke seinen ganzen Zauber entwickelt und dabei die Grenzen des Theaters sprengt. Eine visionäre Reise, auf der sich Sequenzen von eine Produktion von: EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DI ROMA, THÉÂTRE DU ROND POINT - PARIS, THÉÂTRE DE LA PLACE - LIEGE THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE - RENNES Bildern aneinanderreihen, um sich zu einem Ganzen zusammenzufügen, das ohne falsches Schamgefühl das Wesen des Wahnsinns offenbart. “Dopo la battaglia” ist ein Werk, das die Tore unserer existenziellen Finsternis öffnet und, den Raum durchdringend, in einen ewigen Fluss eintaucht. Es erschließt den Rhythmus von Tanz und Musik, sucht in den Worten und in den Versen den Einklang von Gefühl und Ausdruck und verwandelt dabei den Schmerz über die Gegenwart in Vertrauen in die Zukunft. Das Stück ist eine Kampfansage gegen alle Vorurteile, denen ausgegrenzte Menschen begegnen. Denn am Ende sind es diese Menschen, die die Wahrheit verkörpern und von jener Liebe erfüllt sind, die die “Normalen” dem Zynismus der Alltäglichkeit entreißt. Lautes und Stilles lösen einander unentwegt ab. Alle einzelnen Situationen sind in ständiger Veränderung begriffen. Die Figuren stürmen ein ums andere Mal ins Unerwartete, so wie die Musik, jenes Ineinander von Noten von Giuseppe Verdi, Niccolò Paganini und Petar Iljic Cajkovski und den Kompositionen von Alexander Balanescu. “Dopo la battaglia” ist Gewinner des Preises “Ubu 2011”. DOPO LA BATTAGLIA Buch und Regie: Pippo Delbono Inszenierung: Claude Santerre Musik: Alexander Balanescu mit Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Bobò, Chris Clad, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Marigia Maggipinto, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella 28 Marzo 2013 ASCANIO CELESTINI TEATRO STABILE DELL’UMBRIA FABBRICA SRL LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico Teatro Comunale, Sala Grande ore 20.30 “Mi interessano le storie personali perché tracciano una rete di prospettive diverse attraverso una questione che non può essere letta come un evento unico. Mi interessano perché sono quelle che hanno trovato una possibilità per raccontare all’esterno una vicenda che rischia costantemente di rimanere una questione privata o un problema scientifico. E poi le storie mi interessano perché trasformano l’immagine personale in immaginario collettivo”. Affabulatore, vertiginoso e poetico narratore del nostro passato, ma allo stesso tempo acuto e tagliente fustigatore dell’oggi in teatro e in televisione, Ascanio Celestini torna a Bolzano dopo il successo nel 2008 di “Appunti per un film sulla lotta di classe” per presentare quello che a buon diritto si può definire un suo spettacolo di culto. “La pecora nera – Elogio funebre del manicomio elettrico” è un appassionante monologo nato da un lungo lavoro sul campo, che il “narr-attore” romano ha condotto con il suo abituale metodo antropologico, per raccogliere testimonianze di quanti hanno lavorato, vissuto, patito il manicomio. Celestini ha percorso l’Italia per incontrare non solo i “poveri matti” come lui stesso li definisce affettuosamente, ma anche i “malatini” e soprattutto gli infermieri o i medici più o meno militanti a favore della riforma. “È proprio nella complessità di questo presente dove si sovrappongono la memoria del manicomio, la questione medico-psichiatrica, la terapia LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico di e con Ascanio Celestini ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ con i farmaci e la contenzione fisica, che si va a inserire il mio lavoro. Un lavoro di indagine nella memoria del presente come luogo di sedimentazione di storie diverse”, afferma. Divertente, affascinante e surreale, il magma narrativo di Celestini, vestito in abito nero e seduto su una sedia striminzita, restituisce la freschezza del racconto e l’imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell’immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano il viaggio intrapreso da molti malati. Ecco allora che la narrazione tratteggia un mondo diverso e appartato come quello dell’istituto, dove può succedere di tutto, e dove Nicola, il protagonista della storia, ricorda e sogna. A tratti Celestini lascia i panni asettici del narratore per immedesimarsi e dar voce ai suoi personaggi: con toni, gesti, sorrisi spinge lo spettatore sin dentro l’istituto che accoglie Nicola, ragazzino disagiato e forse troppo solo. Ricordi, racconti, sogni e fantasie, frammenti di vite vissute e di quotidianità apparentemente banali, si mescolano in maniera indissolubile tra loro. “La memoria è un atto del presente”, sostiene Celestini. “Esiste nella nostra quotidianità e ne costituisce una parte importante, proprio perché filtrata dall’oggi”. Dalla pièce, è nato anche un film che Celestini ha diretto e interpretato assieme a Giorgio Tirabassi e Maia Sansa, presentato nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia del 2010. 28. März 2013 ALTRI PERCORSI ASCANIO CELESTINI TEATRO STABILE DELL’UMBRIA FABBRICA SRL KUNST DER VIELFALT LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico Stadttheater, Grosseβ Haus 20.30 Uhr “Mich interessieren die persönlichen Geschichten, weil sie ein Netz unterschiedlicher Sichtweisen von Ereignissen knüpfen, die immer mehr als eine einzige Beschreibung zulassen. Sie interessieren mich, weil gerade durch sie Möglichkeiten entstehen, Begebenheiten zu erzählen, die ständig Gefahr laufen, zu bloßen Privatangelegenheiten oder rein wissenschaftlichen Daten zu verkommen. Und nicht zuletzt deshalb, weil sie im Erzähltwerden von individuellem in kollektiven Besitz übergehen.” Ascanio Celestini, Erzähler schwindelerregender Geschichten wie scharfsinniger Zeitkritiker sowohl auf der Bühne als auch im Fernsehen, kehrt nach dem großen Erfolg seiner “Appunti per un film sulla lotta di classe” aus dem Jahr 2008 nach Bozen zurück, um uns ein Stück mit Kultstatus zu präsentieren. “La pecora nera – Elogio funebre del manicomio elettrico” ist ein hinreißender Monolog des römischen Schauspielers, entworfen nach langer beobachtender und auf die Menschen zentrierter Arbeit an realen Schauplätzen. Ergebnis war eine Sammlung von Zeugnissen, abgegeben von Menschen, die in der Anstalt arbeiteten, lebten und litten. Celestini durchreiste Italien, um Begegnungen zu erleben. Nicht nur mit den, wie er sie liebevoll nennt, “armen Irren”, sondern auch mit den zahlreichen Halbpatienten und vor allem jenen Pflegern und Ärzten, die sich manchmal mehr und manchmal weniger aktiv für die Reform ausgesprochen und eingesetzt hatten. “Gerade in der Komplexität dieser Gegenwart”, so erläutert er, “in der einander die Erinnerungen an die LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico von und mit Ascanio Celestini Anstaltsmauern, an die farmakologischen Therapien und an die Zwangsjacken überlagern, setzt meine Arbeit an. Ich verstehe mein Stück als Resultat von Ermittlungen im Gedächtnis von heute, einem Ort, in den allerlei Geschichten hineinsickern.” Unterhaltsam, faszinierend, surreal ist Celestinis Mixtur. Komplett in schwarz gekleidet und auf einem winzigen Stuhl sitzend führt uns der Erzähler mit seiner ganzen Vitalität hin zu subjektiven Sichtweisen, wundersamen Gedankenwelten und hautnahen Ängsten, die das Dasein zahlreicher Patienten kennzeichneten. Skizziert wird das bunte Treiben einer andersartigen, von der normalen abgesonderten Welt, in der Nicola, die erzählende Figur, sich erinnert und träumt. Zuweilen verlässt Celestini die keimfreie Erzählerrolle, um in die Haut anderer Figuren zu schlüpfen und diesen zur Sprache zu verhelfen. Mit Lauten, gestisch und mimisch zerrt er den Betrachter mit hinein in jene Anstalt, die den kleinen, armseligen und einsamen Nicola beherbergt. Erinnerungen, Erzählungen, Träume und Fantasien, alles Fragmente aus dem Leben und einer scheinbar banalen Alltäglichkeit, vermengen sich untrennbar miteinander. “Die Erinnerung”, so Celestini, “ereignet sich in der Gegenwart. Sie ist ein bedeutsamer Teil unseres Alltags, gerade weil sie vom Heute durchdrungen ist.” Das Stück wurde unter der Leitung von Ascanio Celestini in Zusammenarbeit mit Giorgio Tirabassi und Maia Sansa auch verfilmt. Der Film kam bei der Biennale von Venedig im Jahr 2010 zur Vorführung. 12 Aprile 2013 Teatro delle Albe RUMORE DI ACQUE CON IL PATROCINIO DI AMNESTY INTERNATIONAL Teatro Comunale, Teatro Studio ore 20.30 Un isolotto in mezzo al mare, poco più di uno scoglio vulcanico che neppure appare sulle carte. In questa penombra, confinato in uno spazio ristretto, si trova l’ufficio di un losco generale, demoniaco ma allo stesso tempo sottomesso, che prende gli ordini da un fantomatico Ministero degli Inferni. È qui che il sadico contabile in uniforme svolge il suo quotidiano compito di catalogare e “archiviare” i morti dispersi nelle traversate del Mediterraneo. Non è un monologo, quello che Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, storici fondatori del Teatro delle Albe, hanno costruito attorno alla tragedia delle migrazioni clandestine; è piuttosto un poemetto in versi, che si snoda tra lo sproloquio paradossale e tragicomico del funzionario, magistralmente interpretato da Alessandro Renda, e le calde musiche eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso. “Rumore di acque” è uno spettacolo che riesce a farci rivivere tante piccole storie di uomini e donne che muoiono prima di poter vedere realizzato il sogno di un futuro migliore. Indigna, coinvolge e sconvolge proprio perché sono le invettive sadicociniche di un burocrate gallonato e ossessionato dai numeri a raccontarcele. Un paradosso, una prospettiva “altra”, spesso rovesciata, con cui guardare la realtà che da sempre è la cifra stilistica della compagnia ravennate, profonda, irriverente e raffinata. L’essere mostruoso è piegato su un ammasso di ALTRI PERCORSI ARTE DELLA DIVERSITÀ carte, davanti a una pila di fogli pieni di numeri trascritti malamente; li guarda, li mette in ordine, ma la salsedine li ha consumati, sono illeggibili, di scatto li butta a terra, esasperato. La contabilità e la burocrazia sono gli unici strumenti per sopportare l’orrore, per non pensarci. “Pensavamo a Gheddafi, tra noi lo chiamavamo il Gheddafi”, ammette Martinelli, descrivendo le prime fasi di creazione dello spettacolo che ha debuttato nel 2010. “Poi invece … troppo facile pigliarsela con lui, con quel dittatore furbo e sanguinario. Certo, colpevole lo è, e tanto, ma noi? Io? Siamo innocenti noi? Di tutte quelle tragedie che avvengono altrove, lontano dalla mia casetta, posso ritenermi non responsabile? Quel generale acido e nevrotico, quel funzionario che ne ha le scatole piene di star lì a contare numeri e morti e metterli in fila, pure mal pagato da quelli delle capitali, quel ragionierino mefistotelico e sarcastico, quello spettatore impotente davanti ai telegiornali, quello, proprio quello, siamo noi. Sono io.” I lavori del Teatro delle Albe, premiati in tutto il mondo, ampliano i confini del teatro coinvolgendo in prima persona uomini e territori tradizionalmente esclusi dai circuiti culturali. “Rumore di acque” è la seconda tappa del trittico “RavennaMazara 2010”. Tre opere che in maniera differente prendono Mazara del Vallo come simbolico luogo di frontiera e punto di partenza per un affresco sull’oggi. RUMORE DI ACQUE di Marco Martinelli ideazione: Marco Martinelli, Ermanna Montanari regia: Marco Martinelli musiche originali eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso spazio, luci, costumi: Ermanna Montanari, Enrico Isola con Alessandro Renda 12. April 2013 ALTRI PERCORSI Teatro delle Albe KUNST DER VIELFALT RUMORE DI ACQUE UNTER DER SCHIRMHERRSCHAFT VON AMNESTY INTERNATIONAL Stadttheater, Studio 20.30 Uhr Ein Inselchen mitten im Meer, kaum größer als ein Felsbrocken aus Vulkangestein, den keine Seekarte abbildet. Im Halbschatten liegt das höchst ungeräumige Büro eines zwielichtigen, dämonischen und zugleich unterwürfigen Generals, der die Befehle eines unsichtbaren Ministers empfängt. Der uniformierte General erfüllt seine tägliche Pflicht, die während der Überquerungen des Mittelmeers über Bord Gespülten zu katalogisieren und zu “archivieren”, und entpuppt sich dabei als sadistischer Buchhalter. Es ist kein Monolog, den Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, legendäre Gründer des Teatro delle Albe, geschrieben haben, um die Schicksalsschläge zu thematisieren, die so viele illegale Einwanderer erleiden. Vielmehr handelt es sich um ein kleines Versepos, das jenes tragikomische Geschwafel des Funktionärs, meisterhaft dargestellt von Alessandro Renda, verdichtet und sich von erwärmender Musik, live gespielt von den Fratelli Mancuso, begleiten lässt. “Rumore di acque” ist ein Stück, dem es gelingt, die vielen kleinen Geschichten jener Männer und Frauen wiederzuerleben, die ums Leben kommen, noch bevor sie sich ihren Traum von einer besseren Welt erfüllen können. Es fesselt und erschüttert gerade deshalb, weil die Geschichten von einem zynischen Zahlenfetischisten erzählt werden. Wir erleben, wie so oft bei dieser tiefgründigen und subtilen Theatergruppe aus Ravenna, den trockenen, verqueren und pietätlosen Blick eines Unbeteiligten. Der monströse Verwalter sitzt vor unseren Augen, gebeugt vor einem Stapel vollgekritzelter Unterla- gen. Er prüft und ordnet sie, aber das Meersalz hat die Papiere unleserlich gemacht. Mit einer ruckartigen Bewegung wirft er sie genervt zu Boden. Verwaltung, Bürokratie und geordnete Formulare sind die einzigen Mittel, um dem Grauen zu entkommen und nicht an die sich abspielenden Tragödien denken zu müssen. “Wer uns hier vorschwebte”, gesteht Martinelli, “war Gaddafi, zumindest während der ersten Phase der Arbeit an diesem Stück, mit dem wir im Jahr 2010 debütierten. Bald aber erkannten wir, dass wir es uns damit zu leicht machten. Natürlich hat dieser gerissene und blutrünstige Diktator große Schuld auf sich geladen. Doch wie steht es mit uns? Wie unschuldig sind wir selbst? Kann ich mich angesichts menschlicher Tragödien, die sich in der Ferne abspielen, unschuldig wähnen? Jener missmutige, neurotische General, jener seiner schlecht bezahlten ewigen Zählerei und Ordnerei der Ertrunkenen überdrüssige Funktionär, jener machtlose Konsument von Fernsehnachrichten, genau jene Figur spiegelt uns selbst, mich selbst.” Die weltweit mit Preisen ausgezeichneten Arbeiten des Teatro delle Albe erweitern die Grenzen des Theaters, indem sie Menschen und Gebiete mit einbeziehen, die traditionell außerhalb des kulturellen Lebens stehen. “Rumore di acque” ist die zweite Etappe des Dreiteilers “Ravenna-Mazara 2010”. Drei Werke, die, jedes auf seine Weise, Mazara del Vallo als symbolischen Grenzort sowie als Ort des Starts in die Betrachtung der Gegenwart wählen. RUMORE DI ACQUE von Marco Martinelli Idee: Marco Martinelli, Ermanna Montanari Regie: Marco Martinelli Live-Musik der Fratelli Mancuso Raumausstattung, Beleuchtung, Kostüme: Ermanna Montanari, Enrico Isola mit Alessandro Renda Luglio 2013 CITTADINANZE - titolo provvisorio Nuova produzione 2013 Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà/Teatro La Ribalta, Lebenshilfe Cast in via di definizione Coreografia: Julie Stanzak - Regia: Antonio Viganò Teatro Comunale Dopo lo spettacolo “Minotauro” co-prodotto con il Festival BolzanoDanza 2011, che è stato un bel successo di pubblico, con una tournee in Italia e all’estero e premiato dalla Fondazione CRT di Torino, con il PREMIO MY DREAM come migliore creazione teatrale dell’anno 2012 di teatro-intergrazione, il teatro la ribalta - in collaborazione con la Lebenshilfe - si ripropone di produrre un nuovo allestimento per il suo cartellone 2013. Vogliamo dare stabilità a questa straordinaria esperienza che crediamo possa divenire, se trova sostegno, un’ “eccellenza” culturale per questo territorio. La scommessa sulla quale spendiamo tutte le nostre risorse ed energie, è quella far nascere quella che abbiamo chiamato “ ACCADEMIA delle ARTI della Diversità”, primo esperimento in Italia, di una Compagnia cosidetta “integrata”, che lavora a tempo pieno e in forma professionale. Crediamo di avere tutte le credenziali e le possibilità, grazie agli spettacoli “Impronte dell’Anima” e “Minotauro”, di portare sulla scena Italiana ed Estera, una esperienza che riesce a modificare, attraverso le arti del teatro e della danza, gli sguardi dello spettatore sul tema della diversità. Noi non facciamo della nostra arte un’esibizione di abilità e di tecniche acquisite ma un susseguirsi di domande sui pensieri, sui modi e sulle forme del nostro mondo. l’Accademia delle differenze è un atto politico che nasce dalle diversità materiali e spirituali delle nostre coscienze. Il teatro delle differenze è un’etica artistica dell’esistenza, un atto pericoloso e nutritivo, una forma per esporsi, per assumere una nuova cittadinanza. L’Accademia delle Arti della diversità è dare parola a chi non ce l’ha, amare il rischio, avere la responsabilità dell’azione comune. La nuova creazione 2013 esplora, indaga, scava, si interroga sul concetto di “cittadinanza”, tema che la Comunità Europea ha scelto per l’anno 2013. Per far bene questo lavoro, per non renderlo un’attività ne ricreativa ne terapeutica e per sfuggire dal pietismo e dal consolatorio, facciamo incontrare questi “attori sociali” con altissime professionalità Internazionali, come lo sono Julie Anne Stanzak - coreografa delllo spettacolo “Minotauro” e danzatrice storica del Tanz Theater di Wuppertal e Serge Koulibaly, danzatore e coreografo della Compagnia Faso Dance e grande interprete nella Compagnia di Danza di Alain Platel. In futuro vogliamo incontrarci con tanti altri grandi artisti che condividono questo sguardo. 11 Ottobre 2013 11.Oktober 2013 JUNGES Schauspielhaus Zürich in collaborazione con: BRÜDER Waltherhaus ore 20.00 Il gioco, forse, è la cosa più importante del mondo. I bambini hanno bisogno del gioco per crescere, gli adolescenti giocano per affacciarsi alla vita, gli adulti per provare a sognare a occhi aperti o, semplicemente, per comunicare. È proprio la necessità di comunicare che spinge due fratelli che vivono in un appartamento nel cuore di una città a inventare una serie di giochi, storie, gesti. Perché non si parlano? Si parlano, eccome. Ma la lingua di uno dei due sembra ingarbugliata. Egli ha un modo di fare e di comportarsi del tutto suo. È certo che non può essere lasciato solo perché da solo non ce la farebbe. Egli ha bisogno del fratello sano e il fratello sano vuole aiutare il fratello malato. Farebbe di tutto per lui. Da tempo registra i suoi gesti, i suoi movimenti, le sue bizzarrie perché non può sopportare l’idea che suo fratello possa nascondere linguaggi che egli non riesce a comprendere. Per aiutarlo non ha altra strada che tentare si scoprire la logica di ciò che fa e di ciò che dice. Non si rassegnerà mai, sarebbe un’offesa alla propria intelligenza. JUNGES Schauspielhaus Zürich in Zusammenarbeit mit: BRÜDER Waltherhaus 20.00 Uhr Del resto il loro rapporto è così stretto che anche lui, in fondo, ha bisogno del fratello malato. Ha scoperto, per esempio, che quando questi entra in una storia, sembra felice. E allora, via, a raccontare storie. Ma le storie, purtroppo, si interrompono, si spezzano, perdono il capo e la coda e allora si entra nel mondo delle piccole cose quotidiane, nelle certezze degli oggetti presenti. La vita nell’appartamento porta a stabilire delle relazioni che sembrano quasi piccoli rituali o, volendo, un gioco. Lo spettacolo racconta la storia del rapporto tra i due fratelli. Il linguaggio è semplice, poetico, intensamente emotivo: movimenti danzati, brani di storie conosciute, gesti come espressione di desideri e scambi di intenzioni. L’omonimo libro di Carmelo Samonà, “Fratelli”, ci ha spinti a compiere un viaggio nel mondo delle relazioni umane, a esplorare zone non ancora conosciute ma che pure ci appartengono da sempre. Un viaggio sui sentieri che portano a cercare l’altro, il diverso, senza stancarci mai. A cercarlo, anche se ci sembra già di averlo trovato. BRÜDER di Carmelo Samonà, Remo Rostagno, Antonio Viganò, Michele Fiocchi regia: Antonio Viganò Das Spiel ist vielleicht die wichtigste Sache auf der Welt. Kinder brauchen es, um zu wachsen, Jugendliche spielen, um das Leben kennen zu lernen, und Erwachsene, um zu versuchen, mit offenen Augen zu träumen, oder einfach, um zu kommunizieren. Gerade die Notwendigkeit zu kommunizieren ist es, die zwei Brüder, die sich eine Wohnung inmitten einer Stadt teilen, dazu bringt, eine Reihe von Spielen, Geschichten und Handlungen zu erfinden. Warum sprechen sie nicht miteinander? Sie tun es sehr wohl! Aber die Sprache von einem der beiden erscheint wirr. Sein Verhalten und seine Handlungen sind merkwürdig. Man kann ihn nicht alleine lassen, denn allein würde er es nicht schaffen. Er braucht seinen gesunden Bruder, und der gesunde Bruder will dem kranken Bruder helfen. Er würde für ihn alles tun. Seit langem beobachtet er seine Handlungen, seine Bewegungen und seine bizarren Eigenheiten, weil er die Vorstellung nicht erträgt, dass sein Bruder eine Sprache besitzt, die er nicht zu verstehen vermag. Um ihm zu helfen, bleibt ihm nur der Versuch, die Logik dessen zu ergründen, was sein Bruder tut und sagt. Er gibt niemals auf, denn Aufgeben wäre eine Beleidigung seiner Intelligenz. Die Beziehung ist außerdem so eng, dass auch er im Grunde seinen kranken Bruder braucht. Er hat zum Beispiel entdeckt, dass sein Bruder glücklich wirkt, wenn er in einer Geschichte versinkt. Also los! Erzählen wir uns Geschichten! Leider aber unterbrechen und zerschlagen sich diese Geschichten und verlieren den Faden. So geht man über zu den kleinen alltäglichen Dingen, die Sicherheit geben. Das gemeinsame Leben in der Wohnung wird zu einem Ort, an dem Beziehung wächst, mit all ihren kleinen Ritualen, ähnlich einem Spiel. Das Stück erzählt die Geschichte der Beziehung zwischen zwei Brüdern. Die Sprache ist einfach, poetisch und reich an Gefühlen, angereichert durch tänzerische Bewegungen, Zitate und ausdrucksstarke Gesten. Das gleichnamige Buch von Carmelo Samonà, „Fratelli“, hat uns zu dieser Reise in die Welt der zwischenmenschlichen Beziehungen angespornt, in der es viele unbekannte und doch von jeher ureigene Gebiete gibt. Eine Reise auf Pfaden, auf denen man das Andere, das Andersartige suchen will, ohne sich je beirren zu lassen. Auch wenn uns scheint, es bereits gefunden zu haben. BRÜDER von Carmelo Samonà, Remo Rostagno, Antonio Viganò, Michele Fiocchi Regie: Antonio Viganò Lebenshilfe ONLUS … … ist ein sozialer und nicht-gewinnorientierter Verband, der Menschen mit Beeinträchtigung in allen Lebenslagen in ihrem Bestreben nach einem selbstbestimmten Leben unterstützt. Die Lebenshilfe führt Einrichtungen und bietet soziale Dienstleistungen verschiedenster Art in ganz Südtirol an. Inklusion, Chancengleichheit und Selbstbestimmung sind die zentralen Werte, denen sich der Verband dabei verpflichtet sieht. Die Einrichtungen und Dienstleistungen für Menschen mit Beeinträchtigung sind jeweils einem von vier Lebensbereichen zugeordnet: * Bereich “Arbeit”: Arbeitsverbund in Schlan ders, Hotel Masatsch in Oberplanitzing, Café Prossliner in Auer, Tagesstätte für Menschen mit Autismus in Bruneck, Kunstwerkstatt Akzent in Bruneck. * Bereich “Wohnen”: Wohngemeinschaften in Schlanders. * Bereich “Freizeit” (Angebote und Programme in ganz Südtirol): Urlaube, Freizeitklubs, Sport, Erlebniswochenenden, Theaterwerkstatt, Musikgruppe Tun na Kata, Therapeutisches Reiten, Musikpädagogische Werkstatt, Sexualpädagogische Beratung. * Bereich “Persönliche Mobile Dienste”: Begleitdienst (in ganz Südtirol), Lebenshilfe Mobil (in Brixen und in Sterzing). Nähere Informationen finden Sie auf unserer Homepage: www.lebenshilfe.it … è un’associazione sociale e senza scopo di lucro che affianca persone con handicap in tutte le loro situazioni di vita e nel loro intento di trovare soluzioni per vivere una vita autodeterminata. La Lebenshilfe gestisce strutture e offre diversi servizi in tutta la provincia, riconoscendo come valori fondamentali inclusione, pari opportunità e autodeterminazione. Ogni struttura e ogni servizio fa parte di un settore che corrisponde a una di quattro diverse sfere di vita: * settore “Lavoro”: comunità lavorativa a Silandro, hotel Masatsch a Pianizza di Sopra, caffè Prossliner a Ora, centro diurno per persone con autismo a Brunico, laboratorio artistico Accento a Brunico. * settore “Abitare”: comunità abitative a Silandro. * settore “Tempo libero” (offerte e programmi in tutto l’Alto Adige): vacanze, club per il tempo libero, sport, fine settimana ricreativi, laboratorio teatrale, complesso musicale Tun na Kata, equitazione terapeutica, laboratorio musicale pedagogico, consulenza di pedagogia sessuale. * settore “Servizi Personali e di Mobilità”: servizio di accompagnamento (in tutto l’Alto Adige), Lebenshilfe Mobile (a Bressanone e a Vipiteno). Per ulteriori informazioni La invitiamo a visitare il nostro sito: www.lebenshilfe.it ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà ARTE DELLA DIVERSITà 2012.13 - 3a edizione direzione artistica: Antonio Viganò direzione generale: Wolfgang Obwexer direzione organizzativa e biglietteria: Barbara Rottensteiner amministrazione: Petra Bisaglia direzione tecnica : Enrico Peco traduzioni dei testi originali: Dietmar Dissertori, Luigino Scaggiante logistica e ospitalità: Paola Guerra grafica: Lalla Pellegrino - studio23esimo.it KUNST DER VIELFALT 2012.13 - 3. Ausgabe künstlerische Leitung: Antonio Viganò Intendanz: Wolfgang Obwexer Organisation und Kartenverkauf: Barbara Rottensteiner Verwaltung: Petra Bisaglia technische Leitung: Enrico Peco Übersetzungen der Originaltexte: Dietmar Dissertori, Luigino Scaggiante Logistik: Paola Guerra Grafik: Lalla Pellegrino - studio23esimo.it accademia arte della diversità cooperativa sociale o.n.l.u.s - teatro la ribalta /akademie kunst der vielfalt - la ribalta theater corso libertà 50 - 39100 bolzano associazione lebenshilfe onlus / landesverband lebenshilfe onlus galileo-galilei-str. 4c - 39100 bozen