Eugenio Barba - Comune di Bolzano

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Eugenio Barba - Comune di Bolzano
una rassegna promossa da/eine Aufführungsreihe von:
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà
AKADEMIE KUNST DER VIELFALT
Assessorato alla Cultura e alla Convivenza
Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben
in collaborazione con/in Zusammenarbeit mit:
“
“
“
“
Direzione Artistica / Art Direction:
Antonio Viganò - ACCADEMIA DELLE ARTI DELLA DIVERSITà Teatro La Ribalta
Facciamo Teatro.
Vendiamo ombre.
Attraverso queste ombre
ci inerpichiamo verso un mondo
diverso da quello
in cui ci è toccato vivere e morire.
Ombre che sono scale,
per noi
e per alcuni dei nostri spettatori.
Eugenio Barba
WIR MACHEN THEATER.
WIR VERKAUFEN SCHATTEN.
MIT DIESEN SCHATTEN
ERKLIMMEN WIR EINE WELT,
DIE ANDERS IST ALS JENE,
IN DER WIR LEBEN UND STERBEN MÜSSEN.
SCHATTEN,
DIE WIE TREPPEN SIND FÜR UNS SELBST
UND FÜR EINIGE VON DENEN,
DIE UNS BETRACHTEN.
Eugenio Barba
ARTE DELLA DIVERSITà
KUNST DER VIELFALT
Assessorato alla Cultura e alla Convivenza
Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben
Da tre anni con “Arte della Diversità” è attiva
a Bolzano un’esperienza artistica che ha modificato gli sguardi sulla tematica dell’inclusione
e della diversità. Molti gli spettacoli presentati
in questi anni, con tre opere teatrali prodotte
localmente. Una rassegna coraggiosa che ha
coinvolto in una stretta rete di collaborazione
e di sinergie enti e associazioni della nostra
città troppo spesso lontane tra loro. Una rassegna policentrica che porta in luoghi diversi e
decentrati le proprie proposte. Una rassegna
multiculturale che parla diverse lingue. Una
rassegna di successo che ormai ha consolidato,
attraverso il gradimento dei pubblici, il proprio progetto culturale.
Ma quale è il progetto culturale che è stato
fortemente condiviso dall’Assessorato alla
Cultura e alla Convivenza? La sfida è stata
semplice, ma mai scontata, quella del dialogo
per superare le “consuete” barriere, quelle tra
normalità e diversità, tra culture diverse, quelle tra centro e periferia, quelle tra interazione
e difesa dell’identità, il tutto attraverso la poesia del teatro e la leggerezza della danza,
con una proposta artistica di altissima qualità.
Ma quando sceglieremo di partecipare come
pubblico dobbiamo essere consapevoli che gli
spettacoli proposti ci interrogheranno, ci indagheranno, ci emozioneranno, ci faranno anche
ridere, ma sempre con linguaggi nuovi, mai
banali o consueti.
Un sincero ringraziamento va a tutte e tutti
coloro che si sono resi partecipi attivamente
nel percorso che ha portato alla realizzazione
quest’anno di un’edizione di “Arte della Diversità” davvero speciale, che vedrà coinvolti gli
enti culturali più importanti della città: il Teatro Stabile, il Kulturinstitut, il Teatro Cristallo e
la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium.
Una sinergia che guarda al futuro!
Grazie a Lebenshilfe & Teatro La Ribalta, genesi di questo progetto, ma un sincero e speciale ringraziamento va ad Antonio Viganò,
direttore artistico della rassegna, che la nostra
città è orgogliosa di aver adottato.
Patrizia Trincanato
Assessora alla Cultura e alla Convivenza
della Città di Bolzano
Seit drei Jahren gibt es in Bozen mit “Kunst
der Vielfalt” einen Theaterzyklus, der unseren Blick auf Themen rund um Anderssein
und Inklusion verändert hat. Zahlreich waren
die Aufführungen, drei die in Südtirol produzierten Stücke. Ein mutiger Zyklus, der von
Institutionen und Vereinen unserer Stadt, die
üblicherweise in keinem Nahverhältnis zueinander stehen, in enger Zusammenarbeit gemeinsam getragen wurde. Ein polyzentrischer
Zyklus, dessen Elemente in den verschiedensten Ortschaften des Landes zu bestaunen
waren. Ein multikultureller Zyklus, der mehrere Sprachen spricht. Ein erfolgreicher Zyklus,
der Jahr für Jahr Publikum anzieht und sich
als kulturelles Projekt etabliert hat.
Worin aber besteht dieses Projekt, das unser
Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben gerne und tatkräftig unterstützt? Die
Herausforderung ist einfach zu benennen,
aber keineswegs banal. Es geht um einen
Beitrag zur Förderung von Dialog zur Überwindung der “üblichen” Barrieren zwischen
Normalem und Anderem, zwischen unterschiedlichen Kulturen, zwischen Zentrum und
Peripherie, zwischen Kontaktaufnahme und
Wahrung der eigenen Identität. Alldies mittels der Poesie des Theaters und der Leichtigkeit des Tanzes, die sich beide mit dem Anspruch auf künstlerische Hochwertigkeit Raum
verschaffen. Wollen wir Publikum sein, dann
machen wir uns darauf gefasst, dass man uns
Fragen stellt, durchforscht und berührt, aber
auch zum Lachen bringt. Was immer es sei, es
geschieht nie auf platte Art oder in vorhersehbarer Weise.
Meine aufrichtige Anerkennung gilt allen, die
aktiv zur Verwirklichung dieser neuen und
besonderen Ausgabe von “Kunst der Vielfalt” beigetragen haben, insbesondere dem
Teatro Stabile, dem Kulturinstitut, dem Teatro
Cristallo und der Stiftung Stadttheater und
Konzerthaus Bozen. Eine zukunftsweisende
Synergie!
Großer Dank geht ferner an die Lebenshilfe
und das Teatro La Ribalta, die Urheber des
Projekts, allen voran Antonio Viganò, dem künstlerischen Leiter des Zyklus, den unsere Stadt
mit Stolz in ihre Reihen aufnehmen durfte.
Patrizia Trincanato
Stadträtin für Kultur und aktives
Zusammenleben der Stadt Bozen
Programma/Programm
12 Dicembre/12. Dezember 2012
28 Marzo/28. März 2013
Mezzanin THeater
ASCANIO CELESTINI
DAS PRINZIP STRUWWELPETER Waltherhaus
ore 20.00 Uhr
30 Gennaio/30. Jänner 2013
SAVERIO LA RUINA Scena Verticale
ITALIANESI
Teatro Comunale - Teatro Studio/Stadttheater, Studio
ore 20.30 Uhr
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico
TEATRO STABILE DELL’UMBRIA FABBRICA SRL
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
22 Febbraio/22. Februar 2013
Babilonia TeatrI & Amici di Luca
PINOCCHIO Il paese dei balocchi Teatro Comunale - Teatro Studio/Stadttheater, Studio
ore 20.30 Uhr
23 Febbraio/23. Februar 2013
Teatro delle Briciole
IL VIAGGIO ovvero Storia di due vecchi
Teatro Cristallo
ore 16.30 Uhr
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
Teatro Comunale - Sala Grande/Stadttheater, Grosseβ Haus
ore 20.30 Uhr
ALTRI PERCORSI 12 Aprile/12. April 2013
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
Teatro delle Albe
RUMORE DI ACQUE
Teatro Comunale - Teatro Studio/Stadttheater, Studio
ore 20.30 Uhr
Luglio/Juli 2013
Nuova produzione 2013 Neues Stück
Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, Teatro La Ribalta, Lebenshilfe
Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen, Teatro La Ribalta, Lebenshilfe
11 Ottobre /11. Oktober 2013
RASSEGNA TEATRO BLU
LIBERI TUTTI
in collaborazione con/in Zusammenarbeit mit:
JUNGES Schauspielhaus Zürich
BRÜDER
Waltherhaus
ore 20.00 Uhr
16 Marzo/16. März 2013
COMPAGNIA PIPPO DELBONO DOPO LA BATTAGLIA
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DI ROMA, THÉÂTRE DU ROND POINT - PARIS,
THÉÂTRE DE LA PLACE - LIEGE, THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE - RENNES
Teatro Comunale - Sala Grande/Stadttheater, Grosseβ Haus
ore 20.30 Uhr
info/prenotazioni
Infos/Vormerkungen
Lebenshilfe Onlus
T: 0471 062529
info@lebenshilfe.it
www.lebenshilfe.it
Siamo alla terza edizione con un bilancio di 37
spettacoli ospitati a Bolzano e in Provincia, due
nuove creazioni teatrali nate sul territorio ed
esportate in Italia e all’estero.
Una rassegna, uno sguardo sulla contemporaneità
dell’arte del teatro e della danza che in meno di
tre anni, è diventata un cartellone e un appuntamento di prestigio per la città di Bolzano, grazie
all’Assessorato alla Cultura e alla Convivenza del
Comune, lungimirante nel cogliere la stretta relazione tra l’arte scenica e i progetti di integrazione
sociale.
Un cartellone di nove spettacoli che, ognuno a
modo suo, ognuno con il suo stile, ognuno con la sua
personale poetica della scena, ci chiede, a noi, uomini e donne prima che spettatori, di assumere uno
sguardo nuovo, di cambiare prospettiva, di avvicinarci a quello che abbiamo vicino ma che non riusciamo più a vedere. A godere dello spiazzamento, della scoperta, del nuovo che ci viene incontro.
Nove spettacoli che affrontano temi e contenuti
importanti, con i linguaggi della contemporaneità,
che hanno il dono della leggerezza, non sono mai
noiosi, non sono pillole di sonnifero, ne tantomeno
audaci forme “intellettuali”: ci sarà l’occasione per
ridere, per riflettere, per emozionarsi e per scoprire nuove forme.
La rassegna “Arte della Diversità” è un progetto
culturale, di grande qualità, che dialoga con il
mondo del sociale, del disagio e della diversità
e che ci interroga sul senso che diamo alla nostra
“normalità”.
Il nostro rapporto con gli altri, e quindi anche con
noi stessi, oscilla costitutivamente fra paura e fascinazione. Diversità e paura della diversità. Lo
stesso Michel Foucault ha scritto una volta che ogni
società si può giudicare dal modo in cui organizza
e vive il rapporto con l’altro. Come se ogni società
avesse bisogno di costruirsi una realtà e un fantasma della diversità per costruire e mantenere
la propria identità. Come se non potessimo avere
un’identità senza mettere in atto qualche meccanismo di identificazione ed esclusione di coloro che
sono diversi da noi.
Il teatro può allenarci al confronto e alla scoperta, quindi diventare una grande palestra per l’accettazione dell’altro in quanto tale. Il teatro come
viaggio verso e dentro l’alterità, come scoperta,
esplorazione e confronto. Un viaggio dentro la diversità, a partire dalla propria, e dunque anche un
viaggio verso e dentro sé stessi, o più esattamente
come “lavoro su di sé”. Un teatro d’arte che interroga i temi sociali dei nostri tempi, che indaga dentro
le nostre inquietudini e paure, anche con leggerezza e raffinata poesia, mai banale o scontato, con
linguaggi, forme ed estetiche nuove, che rinnovano
e arricchiscono il più antico strumento che l’uomo ha
scelto per riflettere e interrogarsi.
Il teatro appunto.
Vogliamo fare nostro un concetto di teatro di un
grande maestro del ‘900:
“Perché ci occupiamo di arte? Per abbattere le frontiere dei nostri limiti, riempire il
nostro vuoto - realizzare noi stessi. Non è questo il punto di arrivo
ma è piuttosto un processo mediante il quale quello
che è tenebre in noi, lentamente diventa luce. Nella lotta con la nostra personale verità, nello sforzo
per liberarci della maschera che ci è imposta dalla
vita, il teatro, con la sua corporea percettività, mi è
sempre parso un luogo di provocazione, capace di
sfidare se stesso ed il pubblico, violando le immagini,
i sentimenti e i giudizi stereotipati e comunemente
accettati.“ J. Grotowski
Per fare questo lavoro, questo cartellone di proposte, abbiamo messo in rete, fatto partnership e
creato sinergie con strutture e istituzioni differenti
che hanno accettato di “contaminarsi” e di offrire
ai loro spettatori delle originali creazioni teatrali
che ci raccontano “come l’arte incontra la diversità
e come la diversità è capace di farsi arte”.
Questa rassegna è così il frutto maturo di un nuovo
modo di concepire e praticare la politica culturale
e deve dividersi il merito con la Fondazione Teatro
Comunale e Auditorium di Bolzano, con il Teatro
Stabile di Bolzano, il Kulturinstitut e il Teatro Cristallo.
Offriamo spettacoli di teatro e danza, in lingua
italiana e in lingua tedesca, per pubblici diversi,
dai bambini agli adulti, che abbiamo trovato tra
le migliori produzioni delle ultime stagioni teatrali
nazionali ed estere. Spettacoli e artisti di grande
originalità e prestigio come lo sono Pippo Del Bono
e la sua compagnia, gli austriaci del Mezzanin
Theater, Ascanio Celestini e Marco Martinelli, il
gruppo Babilonia Teatri con gli attori della Casa
dei Risvegli di Bologna. Per continuare con Saverio
La Ruina e il Teatro delle Briciole e concludere, in
autunno, ospitando lo Schauspielhaus di Zurigo con
il quale metto in scena lo spettacolo “Brüder”, riallestimento con attori di lingua tedesca dello spettacolo “Fratelli”, un grande successo del Teatro La
Ribalta.
L’evento principale della rassegna, che rinnova la
sua vocazione di sostegno alla creazione che coinvolge artisti residenti in Alto Adige, sarà la presentazione, nel Festival “Bolzano Danza”, di un nuovo
spettacolo della Compagnia Teatro La Ribalta &
Lebenshilfe, in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano che, dopo
il successo del “Minotauro”, si presenta al pubblico
con una nuova sfida.
Questa nuova edizione di “Arte della Diversità”
è, a mio parere, una bellissima edizione, fatta di
incontri importanti, sorprendenti, originali e innovativi. Approfittatene!
Antonio Viganò, direttore artistico
Mit einem Rückblick auf 37 Aufführungen in Bozen
und anderen Ortschaften des Landes bzw. zwei neuen Theaterproduktionen, die hierzulande entstanden
und dann auch in anderen Provinzen Italiens und im
Ausland präsentiert wurden, startet “Kunst der Vielfalt” in die dritte Ausgabe.
Mit diesem Festival werfen wir einen Blick auf zeitgenössisches Theater und zeitgenössischen Tanz.
Dank dem Assessorat für Kulturwesen und aktives
Zusammenleben ist die Visitenkarte der Stadt Bozen um ein Element reicher. Mit Weitsicht wurden die
szenischen Künste mit Inklusionsprojekten verknüpft,
wurde eine Beziehung hergestellt zwischen Kultur
und Sozialem.
Das Programm umfasst neun Stücke, jedes für sich
einzigartig in Stil und Poetik. Und genauso in der
Art und Weise, wie es uns Betrachter anspornt, neue
Sichtweisen zu erproben, Perspektivenwechsel zu
vollziehen und uns dem zu nähern, was zwar schon
nahe ist, sich unserem Blick aber entzieht. Alle Stücke zeigen uns, jedes auf unverwechselbare Weise,
etwas Neues und laden uns ein, zu Entdeckungsreisen
aufzubrechen.
Das Programm umfasst neun Stücke, die sich bedeutsamer Themen annehmen. Sie bedienen sich
zeitgenössischer Ausdrucksformen, die weit entfernt
sind von der Schwere kühner und kühler Verstandesspiele. Mannigfach werden die Gelegenheiten sein
zu lachen, nachzudenken, Gefühle zu spüren und
neue Formen zu erfahren.
Das Festival “Kunst der Vielfalt” ist ein qualitativ
hochwertiges Kulturprojekt, das mit der Welt des
Unbehagens und der Vielfalt dialogiert und uns herausfordert, unsere “Normalität” zu verstehen und zu
hinterfragen.
Unsere Beziehung zum Anderen und folglich auch zu
uns selbst schwankt ihrer Natur nach zwischen Furcht
und Attraktion. Anderssein und die Angst davor.
Der Philosoph Michel Foucault sagte einmal, dass
die Beurteilung einer Gesellschaft davon abhängt,
wie sie mit dem Anderen umgeht. Es ist, als ob jede
Gesellschaft für sich selbst ein Bild des Anderen
konstruieren müsste, um eine eigene Identität aufzubauen und zu bewahren. Es ist, als ob uns ohne
Mechanismen zur Identifikation und zur Ausgrenzung
des Anderen keine eigene Identität möglich wäre.
Das Theater kann uns zu Auseinandersetzung und Entdeckung anspornen. Es kann zu einem Übungsplatz
werden, auf dem wir die Akzeptanz des Anderen
lernen. Es kann sich zu einer Forschungsreise in die
Richtung des Anderen entwickeln. Da das eigene
Anderssein als Ausgangspunkt dient, lädt es auch
ein zu einer Reise zu sich selbst und folglich auch
zur “Arbeit an sich selbst”. Es greift soziale Themen
auf, konfrontiert uns mit unserer Unruhe und unseren
Befürchtungen, ist leicht und subtil, niemals banal
und abgedroschen. Es ist von Mal zu Mal neu und
bleibt dabei immer der älteste Weg, den der
Mensch gegangen ist, um zu reflektieren und sich
selbst zu hinterfragen.
Wir wollen uns den Theaterbegriff eines großen
Meisters des vergangenen Jahrhunderts zu eigen
machen: “Warum betreiben wir Kunst? Um unsere
Schranken zu durchbrechen und unsere Leere zu füllen.
Um uns zu verwirklichen. Dies ist kein Ziel, sondern ein
Prozess, in dessen Verlauf alles in uns, was im Dunkeln
liegt, mit Licht erfüllt wird. Im Kampf mit unserer persönlichen Wahrheit, in unserer Anstrengung, uns von
der Maske zu befreien, die uns das Leben aufsetzt,
war es immer das Theater mit seiner Körperlichkeit,
das mir als ursprünglicher Ort der Provokation erschien, in der Lage, sich selbst und das Publikum herauszufordern, mit allen Stereotypen und Vorurteilen
brechend, die Menschen miteinander verbinden.” (J. Grotowski)
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà
Um das Programm zu erstellen, haben wir uns vernetzt, sind wir Partnerschaften eingegangen und
haben Synergien geschaffen. Unterschiedliche Einrichtungen und Institutionen waren bereit, sich zu
“vermischen”, um gemeinsam ihrem Publikum hochwertiges Theater zu präsentieren, das fortfahren
wird, uns zu erzählen, “wie Kunst der Vielfalt begegnet und wie sich Vielfalt in der Kunst ausdrückt”.
Dieses Festival ist somit die reife Frucht einer neuen Art und Weise, Kulturpolitik zu begreifen und zu
betreiben. Dieses Verdienst teilt die Politik mit der
Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen, dem
Teatro Stabile, dem Kulturinstitut und dem Teatro
Cristallo.
Zu sehen sein werden Theater- und Tanzstücke in italienischer wie in deutscher Sprache. Jeder Einzelne
wird auf seine Rechnung kommen, ob Erwachsener
oder Kind. Jedes einzelne Stück gehört zu den besten in- bzw. ausländischen Produktionen der letzten
Jahre. Unsere Gäste sind keine geringeren als Pippo
del Bono und sein Ensemble, das Mezzanin Theater
aus Österreich, Ascanio Celestini und Marco Martinelli, das Ensemble Babilonia Teatri mit den Schauspielerinnen und Schauspielern der Casa dei Risvegli
aus Bologna, Saverio La Ruina und das Teatro delle
Briciole sowie, last but not least, das Schauspielhaus
Zürich, mit dem ich persönlich das Stück “Brüder” inszenieren werde, eine deutsche Version von “Fratelli”,
einem großen Erfolg des Teatro La Ribalta.
Als Hauptevent des Festivals, in das jährlich auch
Lokales eingebaut werden soll, möge das in Zusammenarbeit mit der Stiftung Stadttheater und
Konzerthaus Bozen im Rahmen von “Tanz Bozen”
aufzuführende neue Theaterstück von Teatro La Ribalta & Lebenshilfe gelten. Nach dem Riesenerfolg
von “Minotaurus” wird sich die Gruppe einer neuen
Herausforderung stellen.
Diese neue Ausgabe von “Kunst der Vielfalt” wird
meines Erachtens eine sehr schöne Ausgabe mit
bedeutsamen, überraschenden, originellen und zukunftsweisenden Begegnungen sein. Wir freuen uns
auf Ihren Besuch!
Antonio Viganò, künstlerischer Leiter
Bereits zum dritten Mal organisieren das Teatro La Ribalta und die Lebenshilfe die Initiative “Kunst der Vielfalt”. Die Lebenshilfe als sozialer Verband will mit dieser Initiative dazu
beitragen, dass wir uns mit Neugier dem öffnen, was wir individuell oder als Gemeinschaft
als anders erleben. Unreflektierte Bilder in unseren Köpfen tragen dazu bei, dass uns das
Andere Angst macht und dass wir es abwerten. Vorurteile und unangenommene Teile unseres
Selbst nähren diese Bilder, die es zu hinterfragen gilt. Auch Menschen mit Beeinträchtigung
sind davon betroffen. Sie berichten, wie ihre Umgebung die Beeinträchtigung als vordergründiges, negativ konnotiertes Merkmal ihrer Person erlebt, das alle anderen Eigenschaften in
den Hintergrund drängt. Wenn es uns gelingt, diese Bilder durch neue zu ersetzen, ebnen wir
den Weg für ein gleichberechtigtes Miteinander, ein Ziel, das sich die Lebenshilfe seit ihrer
Gründung gesteckt hat.
Wolfgang Obwexer, Geschäftsleiter der Lebenshilfe
Per la terza volta ormai il Teatro La Ribalta e la Lebenshilfe organizzano la rassegna “Arte
della Diversità”. La Lebenshilfe come associazione sociale, con questo impegno, intende incoraggiare tutti i concittadini ad aprirsi con vivace curiosità verso tutto ciò che appare diverso
dal consueto. Immagini e idee non sottoposte alla riflessione possono avere l’effetto che il
diverso ci impaurisca fino a essere deprezzato. Pregiudizi e il respingimento di certi aspetti considerati negativi della propria personalità favoriscono atteggiamenti emarginanti. Di
questo fatto risentono anche persone con handicap. Queste ci riferiscono come altre persone
vedano un handicap come un fattore negativo e dominante. Se riusciremo a sostituire queste
immagini e idee convenzionali con delle nuove, contribuiremo allo sviluppo di una coesistenza
basata sul principio delle pari opportunità. Un obiettivo che la Lebenshilfe si pone sin dalla
sua fondazione.
Wolfgang Obwexer, direttore della Lebenshilfe
12 Dicembre 2012
Mezzanin TheatER
DAS PRINZIP STRUWWELPETER
Waltherhaus
ore 20.00
Leggere, oggi, il libro per bambini “Struwwelpeter” rischia di essere addirittura pericoloso senza
un lavoro di contestualizzazione, di ambientazione storica, tanto va a scontrarsi con quelli che
sono i nostri pilastri educativi. È però un classico della cosiddetta pedagogia nera e, se letto
come un esempio di altissima poesia, varca ogni
limite fino a diventare un’opera senza tempo.
Appunto un classico. Si presenta dunque come un
libro educativo e al contempo sovversivo fino a
elevare l’egocentrismo radicale a traguardo.
Incita all’anarchia in modo creativo anche se rasenta l’elogio dell’avventatezza. Racconta di un
mondo nel quale non solo non c’è rispetto delle
regole ma addirittura disprezzo per tutte le possibili, anche nefaste, conseguenze.
Ovviamente non tutti sono concordi sull’attualità
dello “Struwwelpeter”, anche se da oltre 150
anni è un classico della letteratura d’infanzia. È
giudicato infatti eccessivamente drastico e drammatico anche se, è bene ricordarlo, siamo in un
mondo dove bisogna indossare gli occhiali della pedagogia nera per riuscire a leggere bene
ogni passaggio.
Hanspeter Horner e Martina Kolbinger-Reiner
del Mezzanin Theater di Graz sono comunque
riusciti a portare in scena, nella loro ultima versione, uno spettacolo in cui la decrittazione dominante è la leggerezza anche nell’affrontare scene drammatiche, fino a farle risultare rilassate.
DAS PRINZIP STRUWWELPETER
In questo “Struwwelpeter” i bambini sono sempre imbronciati, scontrosi, ma, sotto sotto, curiosi di fare nuove esperienze anche se col tratto
anarchico di rifiutare qualsiasi regola. Dalla piromane Paulinchen a Kasper in perenne sciopero
della fame, fino a Philipp l’iperattivo e a Konrad
con suo pollice perennemente in bocca. Nel testo
del 1845 vengono puniti per i loro modi di fare
con morsi e amputazioni. Vengono disprezzati e
lasciati addirittura morire, vittime delle loro distrazioni. Storie pesanti che ci parlano di genitori
che lasciano i figli da soli e che rimangono indifferenti di fronte ai loro disagi.
Mazzanin Theater è in grado di presentare, con
veloci cambi di scena e il ricorso a un umorismo
macabro, anche questa pazzia in modo brillante.
Si gioca tutto passando dai brividi di terrore a
scoppi di risate, sempre in bilico tra umorismo e
paura. Così alla fine lo spettatore arriva a domandarsi quale sia il comportamento più disturbato: quello dei bambini o quello degli adulti?
Arriva ad accettare che Philipp possa muoversi
come una marionetta e Paulinchen giocare col
fuoco fino alla sua amara fine.
Lo spettacolo, pensato per ragazzi dai 14 anni
in avanti, risulta di soddisfazione anche per un
pubblico adulto. Per la originalità è stato insignito del premio di “best OFF styria Festival” oltre
che del premio “Theaterlandpreis 2012”.
concetto e regia: Hanspeter Horner
concetto, regia e dramma: Martina Kolbinger-Reiner
musica presentata dal vivo di Anton Berman
dramma: Verena Kiegerl
KumEina, dramma: Mario Garzaner, Annegret Janisch, Erwin Slepcevic, Renate Fast
iconografia: Johanna Reiner, Johannes Hoffmann
film: Stefan Schmid
danza: Yukie Koji
12. Dezember 2012
Mezzanin TheaTER
DAS PRINZIP STRUWWELPETER
Waltherhaus
20.00 Uhr
Die Vorgehensweise des Kinderbuchs “Der
Struwwelpeter” passt scheinbar nicht zu heutigen
liberalen Erziehungskonzepten.
Als Hohes Lied der Grenzüberschreitung gelesen
aber ist dieser Klassiker der Schwarzen Pädagogik zeitlos, ein subversives Lehrbuch für radikalen
Eigensinn, kreativen Regelverstoß und tollkühne
Konsequenzverachtung.
In Kooperation mit nationalen und internationalen Künstler/inne/n aus unterschiedlichen Kunstsparten präsentiert das Mezzanin Theater eine
Collage aus frei bearbeiteten Episoden des
“Struwwelpeter”.
Der “Struwwelpeter” ist seit mehr als 150 Jahren
ein Klassiker der Kinderliteratur. Nicht alle sind
froh über seine Langlebigkeit. Allzu drastisch sehen viele die Mittel der Schwarzen Pädagogik
ins Bild gesetzt. Hanspeter Horner und Martina
Kolbinger-Reiner vom Grazer Mezzanin Theater
gehen in ihrer jüngsten Produktion “Das Prinzip
Struwwelpeter” mit den Geschichten des polarisierenden Werkes ganz unverkrampft um.
Entstanden ist eine Inszenierung, die wohl niemanden unberührt lassen wird.
Aufmüpfig, experimentierfreudig sind sie, ignorieren alle Gebote, die Kinder im Hoffmann’schen
“Struwwelpeter”: Paulinchen, die Zündlerin; Kasper im Hungerstreik; Philipp, der Zappelige;
Konrad, der Daumen-Fetischist. In der Vorlage
von 1845 müssen sie mit Bissen ins Bein, ihrem
Daumen, Spott und Hohn oder gar ihrem Leben
bezahlen. Es sind schlimme Geschichten, die hier
DAS PRINZIP STRUWWELPETER
festgehalten wurden. Schlimme Geschichten auch
von Erwachsenen, die ihre Kinder alleine lassen,
ihnen gleichgültig gegenüberstehen, Geschichten
von schießwütigen Jägern, Daumenabschneidern
und einigen anderen.
Die neun gruseligen Text-Bild-Abfolgen mit erbarmungslosen, überzogenen Bestrafungen, die
ans Existenzielle gehen, haben Kolbinger-Reiner
und Horner dazu angeregt, einige Geschehnisse aus neuen Blickwinkeln differenzierter zu betrachten. Die daraus entstandene Bühnenfassung
spielt in mehreren lose zusammenhängenden
szenischen Episoden die Qualitäten der grotesksurreal anmutenden Vorlage brilliant aus. Dabei
machen sie im raschen Szenenwechsel mit grotesken Überspitzungen und viel makabrem Humor den wortwörtlichen Wahn-Sinn zur Methode.
Bis der Schauder ins Lachen übergeht und das
Lachen wieder in der Kehle steckenbleibt. Dem
Zuseher stellt sich die Frage, welches Verhalten
gestört ist, das der Kinder oder das der Erwachsenen, oder auch, warum eigentlich der Suppenkaspar seine Suppe nicht essen will. Und er darf
sich darüber freuen, dass der Zappel-Philipp endlich einmal aus vollem Herzen zappeln darf und
das Paulinchen bis zum bitteren Ende zündeln.
Angelegt ist die Produktion laut Programm für
junges Publikum (ab 14 Jahre). Das Stück ist Träger des Theaterlandpreises 2012 und wurde ausgezeichnet als die beste Produktion der Freien
Theater beim “best OFF styria Festival”.
Konzept und Regie: Hanspeter Horner
Konzept, Regie, Schauspiel: Martina Kolbinger-Reiner
Musik-Performance: Anton Berman
Schauspiel: Verena Kiegerl
KumEina, Schauspiel: Mario Garzaner, Annegret Janisch, Erwin Slepcevic, Renate Fast
Bildende Kunst: Johanna Reiner, Johannes Hoffmann
Film: Stefan Schmid
Tanz: Yukie Koji
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA DIVERSITÀ
ALTRI PERCORSI
KUNST
DER VIELFALT
La stagione “Altri Percorsi” è una finestra aperta sul teatro contemporaneo di ricerca, una
rassegna che da anni offre allo spettatore il valore dell’incontro con i nuovi linguaggi, con i
giovani, con le nuove drammaturgie e le possibili contaminazioni, ospitando quanto di meglio
si produce in Italia in questo settore.
La rassegna “Arte della Diversità” è una finestra aperta sul teatro che si interroga sui temi
della diversità e dell’alterità, su come l’arte del teatro racconta la diversità e come la diversità è capace di farsi arte in teatro.
Le due rassegne in questa stagione 2012/2013 si incontrano, si mescolano, per offrire agli
spettatori le creazioni teatrali, autentiche eccellenze nel panorama italiano ed europeo, che
più di altri hanno saputo coniugare all’innovazione della scena, l’incontro con la vita umana,
nelle sue accezioni più grandi. Una stagione con grandi interpreti, con una grande umanità,
che ribadisce il valore insostituibile del teatro anche in senso sociale e inclusivo.
Un esempio di collaborazione concreta e possibile tra realtà teatrali apparentemente distanti che tuttavia condividono il desiderio di far incontrare pubblici diversi ma certamente curiosi
e aperti a nuove esperienze ricche di linguaggi e contenuti da esplorare.
Die Reihe “Altri Percorsi” wirft einen erkundenden Blick auf das zeitgenössische Theatergeschehen. Sie bietet seit Jahren dem Zuschauer die Möglichkeit, neue Ausdrucksweisen, Dramaturgien und Verschmelzungen der jungen Künstlergeneration kennen zu lernen, indem sie das
Beste aller italienischen Produktionen auswählt und einlädt.
Der Zyklus “Kunst der Vielfalt” wirft einen erkundenden Blick auf Theater, das sich mit Anderssein und Vielfalt auseinandersetzt und aufzeigt, wie Kunst Vielfalt erzählen und Vielfalt sich
künstlerisch ausdrücken kann.
In der Saison 2012/2013 kommt es nun zu einer Überlagerung der beiden Festivals, die sich
miteinander vermischen, um dem Publikum Stücke von hohem nationalen wie internationalen
Niveau zu präsentieren, die unter dem Aspekt der Inszenierung höchst innovativ und unter
inhaltlichen Aspekten außergewöhnlich aussagekräftig sind. Eine Theaterreihe mit großen
Schauspielern und von tiefster Menschlichkeit, an der man die Unaustauschbarkeit des Theaters auch in seiner sozialen Bedeutung erkennt.
“Altri Percorsi – Kunst der Vielfalt” macht außerdem anschaulich, wie konstruktiv die Zusammenarbeit einander an und für sich nicht immer nahe stehender Gruppen sein kann, die sich
zusammenfinden, um gemeinsam ein vielschichtiges Publikum an ein und demselben Ort zu
versammeln, das bereit ist, sich mit Neugierde neuen Themen, Formen und Ausdrucksweisen
zu öffnen.
Marco Bernardi, Teatro Stabile Bolzano
Antonio Viganò, Akademie kunst der vielfalt/Teatro La Ribalta
Marco Bernardi, Teatro Stabile Bolzano
Antonio Viganò, Accademia arte della diversità/Teatro La Ribalta
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà
30 Gennaio 2013
SAVERIO LA RUINA Scena Verticale
ITALIANESI
Teatro Comunale, Teatro Studio
ore 20.30
“Italianese”, ovvero “italiano” in Albania, “albanese” in Italia. È uno dei monologhi di maggior
successo della passata stagione.
Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di
storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della
seconda guerra mondiale migliaia di soldati e
civili italiani rimangono intrappolati in Albania
con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a
vivere in un clima di terrore e oggetto di periodiche e violente persecuzioni.
Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del
regime, la maggior parte viene condannata e
poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini però,
sono trattenuti e internati in campi di prigionia
per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime,
sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia
rimangono quarant’anni, dimenticati. Riconosciuti
come profughi dallo Stato italiano, i prigionieri
arrivano nel Belpaese in 365 nel 1991, dopo
la caduta del regime. Convinti di essere accolti
come eroi, sono paradossalmente condannati a
essere italiani in Albania e albanesi in Italia.
Saverio La Ruina, profondo e raffinato autore
oltre che attore calabrese, veste i panni di Toni-
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
no, un sarto di famiglia italiana, nato nel 1951
in Albania e per questo cresciuto in prigionia: i
suoi sono quarant’anni vissuti nel mito del padre
e dell’Italia.
Con la compagnia Scena Verticale da lui fondata nel 1992 assieme a Dario De Luca, che negli
anni si è rivelata una delle più interessanti realtà teatrali nazionali, La Ruina affronta il suo
terzo monologo rivelandosi ancora una volta un
narratore eccellente, discreto ma efficacissimo
nel porgere le parole al suo pubblico in un tono
sommesso, dosando sapientemente silenzi e gesti. Maglioncino dimesso, pantaloni démodé, una
sedia in uno spazio per il resto immensamente
vuoto: non gli serve altro per far agire l’urgenza
del racconto, la potenza della lingua che riverbera un calabrese aspro e dolcissimo. Il suo Tonino, come già le due straordinarie figure femminili
dei precedenti spettacoli “Disonorata” e “La Borto”, è la voce di un sorprendente atlante degli
umiliati e offesi.
Quello di La Ruina, che la critica ha paragonato
a Eduardo De Filippo per la capacità di condurre passo passo lo spettatore dentro l’anima di
un personaggio, è un racconto di dislocazione,
di sradicamento continuo e impenitente in cui il
protagonista è straniero ovunque, vittima di un
eterno ritorno a un’origine che non lo riconosce.
ITALIANESI
di e con Saverio La Ruina
musiche originali eseguite dal vivo da Roberto Cherillo
disegno luci: Dario De Luca
30. Jänner 2013
ALTRI PERCORSI
SAVERIO LA RUINA Scena Verticale
KUNST
DER
VIELFALT
ITALIANESI
Stadttheater, Studio
20.30 Uhr
“Italianese”, zusammengesetzt aus “italiano” und
“albanese”. Italiener in Albanien und Albaner
in Italien. Das Stück ist einer der erfolgreichsten
Monologe der vergangenen Saison.
Kein Geschichtsbuch erwähnt jene leise Tragödie,
die sich bis vor gar nicht allzu langer Zeit vor unserer Tür ereignete. Am Ende des zweiten Weltkriegs saßen Tausende von italienischen Soldaten
in Albanien in der Falle. Unter dem gerade errichteten diktatorischen Regime lebten sie in einem Klima des Terrors und waren immer wieder
gewaltsamen Repressionen ausgesetzt.
Subversiver Betätigungen angeklagt, wurden die
meisten von ihnen verurteilt und anschließend in
ihr Heimatland abgeschoben. Frauen und Kinder aber wurden in Lagern festgehalten, allein
aufgrund ihrer Schuld, Partnerinnen, Söhne und
Töchter von Italienern zu sein. Sie lebten in von
Stacheldraht umzäunten Barackenlagern, wurden von der Geheimpolizei des Regimes beaufsichtigt, Verhören unterzogen, zu täglichen
Appellen aufgerufen und gefoltert und hatten
Zwangsarbeiten zu verrichten. In diesen Gefangegenlagern lebten sie vierzig Jahre lang. In
ihrer Heimat wurden sie vergessen. Vom italienischen Staat als Flüchtlinge eingestuft, betraten
sie, 365 an der Zahl, nach dem Fall des Regimes
im Jahre 1991 italienischen Boden. Wer dachte,
als Held begrüßt und gefeiert zu werden, wurde bitter enttäuscht. Wie er in Albanien Italiener
war, so war er nun in Italien Albaner.
ITALIANESI
von und mit Saverio La Ruina
Livemusik: Roberto Cherillo
Beleuchtung: Dario De Luca
Wir sehen Saverio La Ruina, Schauspieler aus
Kalabrien und tiefgründiger Autor, in der Rolle
von Tonino, einem Schneider italienischer Herkunft, der 1951 in Albanien geboren wurde und
deshalb in Gefangenschaft aufwuchs. All die
Jahre über begleiteten ihn Gedanken an seinen
Vater und sein Heimatland Italien.
Mit dem 1992 von ihm selbst gemeinsam mit
Dario De Luca gegründeten, italienweit heute
sehr renommierten Ensemble Scena Verticale
präsentiert uns La Ruina seinen dritten Monolog.
Er erweist sich einmal mehr als exzellenter Erzähler, behutsam, leise, aber treffsicher in seinen
Ausführungen und in der Wahl des Verhältnisses
zwischen Worten, Gesten und Stille.
Der Erzähler trägt einen verschlissenen Pullover
und Hosen aus vergangenen Zeiten. Mit Ausnahme eines Stuhls ist die Bühne vollkommen
leer. Nichts anderes benötigt er, um seinen Geschichten Tiefe zu verleihen. Die Rede ist kräftig, der kalabrische Akzent ebenso rau wie zart.
Tonino verkörpert, wie schon die beiden überragenden weiblichen Gestalten in den Stücken
“Disonorata” und “La Borto”, Erniedrigung und
Demütigung.
“Italianesi” wurde von der Kritik für seine Art und
Weise, wie es den Betrachter Schritt für Schritt
an die Seele eines Menschen heranführt, mit dem
Werk von Edoardo De Filippo verglichen. Es handelt von Heimatlosigkeit, Entwurzelung und Fremdsein: dort, hier und überall.
22 Febbraio 2013
Babilonia TeatrI & Amici di Luca
PINOCCHIO Il paese dei balocchi
Teatro Comunale, Teatro Studio
ore 20.30
Raccontare, fotografare, fermare delle schegge di
realtà per portarle sul palcoscenico ed essere specchio del mondo in cui viviamo è sempre stato il proposito della giovane compagnia Babilonia Teatri
capitanata da Valeria Raimondi e Enrico Castellani
sin dal 2005, anno della sua fondazione.
Ed è quello che i corrosivi ragazzi veronesi vogliono
continuare a fare. Il loro teatro si è sempre nutrito
del mondo e ha sempre cercato di esprimere con
cinismo e affetto l’indignazione e la rabbia nei confronti di una società malata, con la matura consapevolezza di non essere immuni alle contraddizioni che
incarnano sul palco. Una carriera fulminante quella della Babilonia Teatri, che nel giro di 7 anni ha
saputo conquistarsi due volte il “Premio Ubu” nella
categoria novità italiana / ricerca drammaturgica,
oltre al “Premio Scenario” vinto con “Made in Italy”,
spettacolo presentato a Bolzano nella rassegna “Altri Percorsi / Giovani” della stagione 2010/2011.
“La nostra volontà è quella di formulare delle domande per condividerle con il pubblico, per smascherare un certo perbenismo, per non uniformarsi
sempre e comunque al pensiero dominante. Il nostro
intento è gettare uno sguardo divergente su alcune
questioni che sentiamo brucianti”, afferma Valeria
Raimondi. Dal razzismo al lavoro, dalla violenza
dilagante alla desertificazione culturale, per giungere allo straordinario percorso di risveglio alla
vita intrapreso da coloro che sono usciti dal coma.
È il caso del nuovo progetto intitolato “Pinocchio –
Il paese dei balocchi”, che la compagnia veronese
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
sta realizzando in collaborazione con l’Associazione
Amici di Luca, fondatrice della Casa dei Risvegli di
Bologna, centro innovativo di riabilitazione e di ricerca dedicato a giovani e adulti con esiti di coma
e stato vegetativo.
“Pinocchio” di Collodi, la fiaba per antonomasia, è
l’opera da cui il loro lavoro teatrale prenderà ispirazione e spunto. Un’opera popolare, che permette
di parlare a tutti, bambini e adulti. Una storia che
fonde fantastico e ragione, dovere e gioco, timore
e coraggio, che permetterà alle due compagnie di
tracciare il racconto di un mondo dove spesso la
realtà supera la fantasia.
Un incontro, un dialogo che inizia ponendo come
sempre dei quesiti semplici, immediati, diretti, che
sfidano le convenzioni, rompono le regole, mettono
a nudo le singole umanità: chi è oggi il burattino dal
lungo naso? Chi Lucignolo? Chi il grillo parlante? Viviamo veramente nel paese dei balocchi? Una performance che coinvolgerà gli attori della compagnia teatrale Amici di Luca, tutte persone con esiti
di coma che hanno intrapreso da tempo un percorso
terapeutico, e artisti di Babilonia Teatri.
Uno spettacolo che acquista un senso profondo,
dove la vita irrompe sulla scena con tutta la sua forza senza essere mediata dalla finzione. Dove l’attore / non attore mette in gioco il suo vissuto, la sua
inconsapevolezza, la sua sincerità, dove non sono
la perizia e la tecnica a essere determinanti, ma
la verità delle vite e dei corpi che parlano da soli.
PINOCCHIO Il paese dei balocchi
di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
con Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli e Luca Scotton
22. Februar 2013
ALTRI PERCORSI
Babilonia TeatrI & Amici di Luca
KUNST
DER
VIELFALT
PINOCCHIO Il paese dei balocchi
Stadttheater, Studio
20.30 Uhr
Erzählen, abbilden und Wirklichkeitsausschnitte
festhalten, um auf der Bühne unsere Welt zu spiegeln:
dies ist und war von jeher das Anliegen des jungen
Theaterensembles Babilonia Teatri, seit dem Gründungsjahr 2005 geleitet von Valeria Raimondi und
Enrico Castellani.
Genau damit will die ätzende Mannschaft aus Verona
fortfahren. Ihr Theater war stets den Ereignissen auf
unserem Planeten zugewandt und versuchte immer,
einerseits mit Zynismus, andererseits mit Wohlwollen,
der eigenen Empörung, der eigenen Wut gegenüber
den Krankheiten unserer Gesellschaft Ausdruck zu
verleihen. Die Gruppe tat und tut dies mit dem reifen Bewusstsein, keineswegs immun zu sein gegenüber
äußeren Einflüssen und die Widersprüche der Gesellschaft selbst zu verkörpern.
Babilonia Teatri machte eine fulminante Karriere. In
den sieben Jahren seines Wirkens gewann das Ensemble zwei Male den Preis “Ubu” in der Kategorie der
Neuproduktionen sowie den Preis “Scenario” mit dem
Stück “Made in Italy”, das in der Saison 2010/2011
im Rahmen des Zyklus “Altri Percorsi / Giovani” in Bozen aufgeführt wurde.
“Wir wollen”, so Valeria Raimondi, “Fragen stellen,
deren Berechtigung dem Publikum einleuchtet, um sodann aufzuzeigen, dass die gängigsten Antworten auf
diese Fragen häufig nicht die besten sind. Wir wollen
auf wichtige Fragen des Lebens einen unvoreingenommenen Blick werfen.” Die Rede ist von Fragen, die
den Rassismus in der Arbeitswelt, die sich ausbreitende Gewalt und die kulturelle Verwüstung betreffen.
Hoffnung verbreitet, wer aus dem Koma erwacht und
seinen eigenen, nicht vorgegebenen Weg geht.
Dieses Versprechen erfüllen will “Pinocchio – Il paese
dei balocchi”. Das Stück ist eine gemeinsame Produktion
der Theatergruppe aus Verona und dem Verein Amici di
Luca, Gründer der Casa dei Risvegli in Bologna, einem
innovativen Forschungs- und Rehabilitationszentrum für
Jugendliche und Erwachsene mit Komaerfahrungen.
Collodis “Pinocchio”, die Fabel par excellence, bildet
den Ausgangspunkt des Stücks. In “Pinocchio” ist es jedem erlaubt zu sprechen, Kindern wie Erwachsenen.
Die Geschichte verbindet Fantastisches und Reales,
Pflicht und Spiel, Furcht und Mut. Sie bietet den Stoff,
mit dem die beiden Theatergruppen eine Welt errichten, in der die Realität häufig gegen die Fantasie
die Oberhand behält.
Es beginnt ein Dialog, der bei den einfachsten, unmittelbarsten und naheliegendsten Dingen ansetzt
und sodann Konventionen, Regeln und Normen in Frage stellt. Die Folge ist Entlarvung. Wer ist heute die
Marionette mit der langen Nase? Wer Kerzendocht?
Wer die Sprechende Grille? Leben wir wirklich in
Playland? Schauspielerinnen und Schauspieler der
Theatergruppe Amici di Luca, Personen mit Komaerfahrungen, sowie Künstlerinnen und Künstler des
Ensembles Babilonia Teatri werden vor den Augen des
Publikums nach Antworten auf diese Fragen suchen.
Das Stück ist von außerordentlicher Tiefe. Das Leben
betritt die Bühne mit all seiner Härte und verdrängt
die Fiktion. Der Darsteller/Mensch stellt sich hin mit
seinem Erlebten, seiner Ahnungslosigkeit und seiner
Authentizität. Nicht Können, nicht Technik ist entscheidend. Das eigene Leben und der eigene Körper zeigen das Wahre unmittelbar.
PINOCCHIO Il paese dei balocchi
von Valeria Raimondi und Enrico Castellani
mit Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli und Luca Scotton
23 Febbraio 2013
Teatro delle Briciole
IL VIAGGIO ovvero Storia di due vecchi
Teatro Cristallo
ore 16.30
Lo spettacolo, omaggio alla poetica di Tonino
Guerra, racconta la storia di Rico e Zaira, due
ottantenni che decidono di fare a piedi quel
viaggio di nozze fino al mare, rimandato dal
giorno del loro matrimonio. Durante il cammino
IL VIAGGIO
di e con Beatrice Baruffini e Agnese Scotti
voce fuori campo: Davide Doro
disegni: Matteo Salsi
realizzazione scene: Teatro delle Briciole
disegno luci: Paolo Gamper
musiche e suoni: Dario Andreoli
tecnico: Dario Alberici
RASSEGNA TEATRO BLU
LIBERI TUTTI
i ricordi si confondono con gli incontri e la realtà
con la fantasia perché gli occhi dei due anziani
rivelano una straordinaria capacità di guardare
le cose, apprezzandole nella loro pienezza.
23. Februar 2013
Teatro delle Briciole
IL VIAGGIO ovvero Storia di due vecchi
Teatro Cristallo
16.30 Uhr
Das Stück ist eine Ehrerbietung an die Poetik
von Tonino Guerra und erzählt die Geschichte
von Rico und Zaira. Die beiden 80-Jährigen
beschließen, ihre seit ihrer Eheschließung immer
wieder aufgeschobene Hochzeitsreise nachzuholen, und brechen zu Fuß Richtung Meer auf.
IL VIAGGIO
von und mit Beatrice Baruffini e Agnese Scotti
Hintergrundstimme: Davide Doro
Entwürfe: Matteo Salsi
Inszenierung: Teatro delle Briciole
Beleuchtung: Paolo Gamper
Musik und Ton: Dario Andreoli
Technik: Dario Alberici
RASSEGNA TEATRO BLU
LIBERI TUTTI
Während des Gehens vermengen sich Erinnerungen mit Begegnungen und Realität mit Fantasie.
Denn die beiden Senioren offenbaren eine außergewöhnliche Beobachtungsfähigkeit, gepaart
mit einer umfassend würdigenden Haltung gegenüber allem Geschehen.
16 Marzo 2013
COMPAGNIA PIPPO DELBONO
DOPO LA BATTAGLIA
Teatro Comunale, Sala Grande
ore 20.30
Torna nella stagione dello Stabile Pippo Delbono, autore, attore e regista ligure, apprezzato
in tutto il mondo per i suoi spettacoli poetici e
visionari che portano alla ribalta le persone e la
loro umanità in tutte le loro sfaccettature.
Gli spettacoli di Delbono, rappresentati in più di
cinquanta paesi del mondo, non sono messe in
scena di testi teatrali, ma creazioni totali, realizzate con un nucleo stabile di attori. Tra essi,
alcune persone provenienti da situazioni sociali
di emarginazione, che hanno consolidato il loro
lavoro all’interno della compagnia e sono tuttora parte centrale della sua poetica e della sua
esperienza teatrale.
“Dopo la battaglia” è il nuovo lavoro di Delbono,
creato con il suo gruppo teatrale e con la collaborazione di due grandi artisti, la danzatrice
Marigia Maggipinto, storica componente della
compagnia di Pina Bausch, e Alexander Balanescu, compositore e virtuoso del violino, qui autore
della colonna sonora. Uno spettacolo che, sull’eco
di poeti quali Antonin Artaud, Franz Kafka, Alda
Merini, Pier Paolo Pasolini, Walt Whitman, Rainer
Maria Rilke, si mostra in tutta la sua forza suggestiva, oltrepassando i confini del teatro.
una produzione:
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DI ROMA, THÉÂTRE DU ROND POINT - PARIS,
THÉÂTRE DE LA PLACE - LIEGE, THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE - RENNES
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
Un viaggio visionario che si snoda in una sequenza di quadri, a dare voce e corpo a una
drammaturgia che ci mostra la verità della follia.
Senza falsi pudori.
“Dopo la battaglia” è una composizione che
spalanca le porte del nostro buio esistenziale,
sfocia in flusso continuo, trapassando lo spazio.
Trova il ritmo proprio della danza e della musica, cerca nelle parole e nei versi l’accordo di
emozioni e linguaggi, trasfigurando il dolore del
presente nella fede nel futuro.
Uno spettacolo che si rivela un manifesto contro
gli ottusi pregiudizi sugli emarginati della società: sono loro la verità autentica, i portatori di
quell’amore puro che può salvare i “normali”,
spenti a fuoco lento dal cinismo della quotidianità.
Rumore e silenzio sono in alternanza continua: gli
attori irrompono continuamente nell’inatteso, in
una situazione di perenne metamorfosi, proprio
come la musica, che intreccia le note di Giuseppe
Verdi, Niccolò Paganini e Petar Iljic Cajkovski alle
composizioni originali di Alexander Balanescu.
“Dopo la battaglia” è vincitore del “Premio Ubu
2011”.
DOPO LA BATTAGLIA
scritto e diretto da Pippo Delbono
scene: Claude Santerre
musiche originali: Alexander Balanescu
con Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Bobò, Chris Clad, Pippo Delbono, Ilaria Distante,
Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Marigia Maggipinto, Julia Morawietz,
Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella
16. März 2013
ALTRI PERCORSI
COMPAGNIA PIPPO DELBONO
KUNST
DER
VIELFALT
DOPO LA BATTAGLIA
Stadttheater, Grosseβ Haus
20.30 Uhr
Wir freuen uns auf das Wiedersehen mit Pippo
Delbono, dem Schriftsteller, Schauspieler und Regisseur aus Ligurien, der für seine poetischen und
visionsträchtigen Stücke, in denen die Menschen mit
ihrer Menschlichkeit in all ihren Nuancen im Rampenlicht stehen, weltweite Anerkennung genießt.
Die Stücke von Delbono, bis heute in mehr als
50 Ländern der Erde aufgeführt, sind nicht bloß
Inszenierungen von Theatertexten, sondern Kreationen von äußerster Vielschichtigkeit. Zum festen Kern des Ensembles gehören auch Menschen,
die auf Ausgrenzungserfahrungen zurückgreifen
können und mittlerweile einen dauerhaften Platz
im Ensemble gefunden haben.
“Dopo la battaglia” nennt sich das neue Werk
von Delbono, kreiert mit seinem Ensemble und
in Zusammenarbeit mit zwei großen Künstlern,
der Tänzerin Marigia Maggipinto, legendäres
Mitglied der Gruppe von Pina Bausch, und dem
Geigenvirtuosen Alexander Balanescu, diesmal
Komponist des Soundtracks. Ein Stück, das auf
den Spuren von Dichtern wie Antonin Artaud,
Franz Kafka, Alda Merini, Pier Paolo Pasolini,
Walt Whitman und Rainer Maria Rilke seinen
ganzen Zauber entwickelt und dabei die Grenzen des Theaters sprengt.
Eine visionäre Reise, auf der sich Sequenzen von
eine Produktion von:
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DI ROMA, THÉÂTRE DU ROND POINT - PARIS,
THÉÂTRE DE LA PLACE - LIEGE THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE - RENNES
Bildern aneinanderreihen, um sich zu einem Ganzen zusammenzufügen, das ohne falsches Schamgefühl das Wesen des Wahnsinns offenbart.
“Dopo la battaglia” ist ein Werk, das die Tore
unserer existenziellen Finsternis öffnet und, den
Raum durchdringend, in einen ewigen Fluss eintaucht. Es erschließt den Rhythmus von Tanz und
Musik, sucht in den Worten und in den Versen den
Einklang von Gefühl und Ausdruck und verwandelt dabei den Schmerz über die Gegenwart in
Vertrauen in die Zukunft.
Das Stück ist eine Kampfansage gegen alle Vorurteile, denen ausgegrenzte Menschen begegnen. Denn am Ende sind es diese Menschen, die
die Wahrheit verkörpern und von jener Liebe erfüllt sind, die die “Normalen” dem Zynismus der
Alltäglichkeit entreißt.
Lautes und Stilles lösen einander unentwegt
ab. Alle einzelnen Situationen sind in ständiger
Veränderung begriffen. Die Figuren stürmen ein
ums andere Mal ins Unerwartete, so wie die Musik, jenes Ineinander von Noten von Giuseppe
Verdi, Niccolò Paganini und Petar Iljic Cajkovski
und den Kompositionen von Alexander Balanescu.
“Dopo la battaglia” ist Gewinner des Preises
“Ubu 2011”.
DOPO LA BATTAGLIA
Buch und Regie: Pippo Delbono
Inszenierung: Claude Santerre
Musik: Alexander Balanescu
mit Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Bobò, Chris Clad, Pippo Delbono, Ilaria Distante,
Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Marigia Maggipinto, Julia Morawietz,
Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella
28 Marzo 2013
ASCANIO CELESTINI TEATRO STABILE DELL’UMBRIA FABBRICA SRL
LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico
Teatro Comunale, Sala Grande
ore 20.30
“Mi interessano le storie personali perché tracciano una rete di prospettive diverse attraverso una
questione che non può essere letta come un evento
unico. Mi interessano perché sono quelle che hanno
trovato una possibilità per raccontare all’esterno
una vicenda che rischia costantemente di rimanere
una questione privata o un problema scientifico.
E poi le storie mi interessano perché trasformano
l’immagine personale in immaginario collettivo”.
Affabulatore, vertiginoso e poetico narratore del
nostro passato, ma allo stesso tempo acuto e tagliente fustigatore dell’oggi in teatro e in televisione, Ascanio Celestini torna a Bolzano dopo il successo nel 2008 di “Appunti per un film sulla lotta
di classe” per presentare quello che a buon diritto
si può definire un suo spettacolo di culto. “La pecora nera – Elogio funebre del manicomio elettrico”
è un appassionante monologo nato da un lungo
lavoro sul campo, che il “narr-attore” romano ha
condotto con il suo abituale metodo antropologico, per raccogliere testimonianze di quanti hanno
lavorato, vissuto, patito il manicomio. Celestini ha
percorso l’Italia per incontrare non solo i “poveri
matti” come lui stesso li definisce affettuosamente,
ma anche i “malatini” e soprattutto gli infermieri o i medici più o meno militanti a favore della
riforma.
“È proprio nella complessità di questo presente
dove si sovrappongono la memoria del manicomio, la questione medico-psichiatrica, la terapia
LA PECORA NERA
Elogio funebre del manicomio elettrico
di e con Ascanio Celestini
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
con i farmaci e la contenzione fisica, che si va a
inserire il mio lavoro. Un lavoro di indagine nella
memoria del presente come luogo di sedimentazione di storie diverse”, afferma.
Divertente, affascinante e surreale, il magma narrativo di Celestini, vestito in abito nero e seduto su
una sedia striminzita, restituisce la freschezza del
racconto e l’imprecisione dello sguardo soggettivo,
la meraviglia dell’immaginazione e la concretezza
delle paure che accompagnano il viaggio intrapreso da molti malati. Ecco allora che la narrazione tratteggia un mondo diverso e appartato come
quello dell’istituto, dove può succedere di tutto, e
dove Nicola, il protagonista della storia, ricorda
e sogna. A tratti Celestini lascia i panni asettici
del narratore per immedesimarsi e dar voce ai
suoi personaggi: con toni, gesti, sorrisi spinge lo
spettatore sin dentro l’istituto che accoglie Nicola,
ragazzino disagiato e forse troppo solo.
Ricordi, racconti, sogni e fantasie, frammenti di
vite vissute e di quotidianità apparentemente
banali, si mescolano in maniera indissolubile tra
loro. “La memoria è un atto del presente”, sostiene Celestini. “Esiste nella nostra quotidianità e ne
costituisce una parte importante, proprio perché
filtrata dall’oggi”.
Dalla pièce, è nato anche un film che Celestini ha
diretto e interpretato assieme a Giorgio Tirabassi
e Maia Sansa, presentato nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia del 2010.
28. März 2013
ALTRI PERCORSI
ASCANIO CELESTINI TEATRO STABILE DELL’UMBRIA FABBRICA SRL
KUNST
DER
VIELFALT
LA PECORA NERA Elogio funebre del manicomio elettrico
Stadttheater, Grosseβ Haus
20.30 Uhr
“Mich interessieren die persönlichen Geschichten,
weil sie ein Netz unterschiedlicher Sichtweisen von
Ereignissen knüpfen, die immer mehr als eine einzige Beschreibung zulassen. Sie interessieren mich,
weil gerade durch sie Möglichkeiten entstehen,
Begebenheiten zu erzählen, die ständig Gefahr
laufen, zu bloßen Privatangelegenheiten oder rein
wissenschaftlichen Daten zu verkommen. Und nicht
zuletzt deshalb, weil sie im Erzähltwerden von individuellem in kollektiven Besitz übergehen.”
Ascanio Celestini, Erzähler schwindelerregender
Geschichten wie scharfsinniger Zeitkritiker sowohl
auf der Bühne als auch im Fernsehen, kehrt nach
dem großen Erfolg seiner “Appunti per un film sulla lotta di classe” aus dem Jahr 2008 nach Bozen
zurück, um uns ein Stück mit Kultstatus zu präsentieren. “La pecora nera – Elogio funebre del manicomio
elettrico” ist ein hinreißender Monolog des römischen
Schauspielers, entworfen nach langer beobachtender und auf die Menschen zentrierter Arbeit an realen Schauplätzen. Ergebnis war eine Sammlung von
Zeugnissen, abgegeben von Menschen, die in der
Anstalt arbeiteten, lebten und litten.
Celestini durchreiste Italien, um Begegnungen zu erleben. Nicht nur mit den, wie er sie liebevoll nennt,
“armen Irren”, sondern auch mit den zahlreichen Halbpatienten und vor allem jenen Pflegern und Ärzten, die
sich manchmal mehr und manchmal weniger aktiv für
die Reform ausgesprochen und eingesetzt hatten.
“Gerade in der Komplexität dieser Gegenwart”, so
erläutert er, “in der einander die Erinnerungen an die
LA PECORA NERA
Elogio funebre del manicomio elettrico
von und mit Ascanio Celestini
Anstaltsmauern, an die farmakologischen Therapien
und an die Zwangsjacken überlagern, setzt meine
Arbeit an. Ich verstehe mein Stück als Resultat von
Ermittlungen im Gedächtnis von heute, einem Ort, in
den allerlei Geschichten hineinsickern.”
Unterhaltsam, faszinierend, surreal ist Celestinis Mixtur. Komplett in schwarz gekleidet und auf einem
winzigen Stuhl sitzend führt uns der Erzähler mit
seiner ganzen Vitalität hin zu subjektiven Sichtweisen, wundersamen Gedankenwelten und hautnahen
Ängsten, die das Dasein zahlreicher Patienten kennzeichneten. Skizziert wird das bunte Treiben einer
andersartigen, von der normalen abgesonderten
Welt, in der Nicola, die erzählende Figur, sich erinnert und träumt. Zuweilen verlässt Celestini die keimfreie Erzählerrolle, um in die Haut anderer Figuren zu
schlüpfen und diesen zur Sprache zu verhelfen. Mit
Lauten, gestisch und mimisch zerrt er den Betrachter
mit hinein in jene Anstalt, die den kleinen, armseligen
und einsamen Nicola beherbergt.
Erinnerungen, Erzählungen, Träume und Fantasien,
alles Fragmente aus dem Leben und einer scheinbar
banalen Alltäglichkeit, vermengen sich untrennbar
miteinander. “Die Erinnerung”, so Celestini, “ereignet sich in der Gegenwart. Sie ist ein bedeutsamer
Teil unseres Alltags, gerade weil sie vom Heute
durchdrungen ist.”
Das Stück wurde unter der Leitung von Ascanio Celestini in Zusammenarbeit mit Giorgio Tirabassi und
Maia Sansa auch verfilmt. Der Film kam bei der
Biennale von Venedig im Jahr 2010 zur Vorführung.
12 Aprile 2013
Teatro delle Albe
RUMORE DI ACQUE CON IL PATROCINIO DI AMNESTY INTERNATIONAL
Teatro Comunale, Teatro Studio
ore 20.30
Un isolotto in mezzo al mare, poco più di uno scoglio vulcanico che neppure appare sulle carte.
In questa penombra, confinato in uno spazio ristretto, si trova l’ufficio di un losco generale, demoniaco ma allo stesso tempo sottomesso, che
prende gli ordini da un fantomatico Ministero degli Inferni. È qui che il sadico contabile in uniforme
svolge il suo quotidiano compito di catalogare e
“archiviare” i morti dispersi nelle traversate del
Mediterraneo.
Non è un monologo, quello che Marco Martinelli ed
Ermanna Montanari, storici fondatori del Teatro delle Albe, hanno costruito attorno alla tragedia delle
migrazioni clandestine; è piuttosto un poemetto in
versi, che si snoda tra lo sproloquio paradossale e
tragicomico del funzionario, magistralmente interpretato da Alessandro Renda, e le calde musiche
eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso.
“Rumore di acque” è uno spettacolo che riesce a
farci rivivere tante piccole storie di uomini e donne che muoiono prima di poter vedere realizzato
il sogno di un futuro migliore. Indigna, coinvolge e
sconvolge proprio perché sono le invettive sadicociniche di un burocrate gallonato e ossessionato
dai numeri a raccontarcele. Un paradosso, una
prospettiva “altra”, spesso rovesciata, con cui
guardare la realtà che da sempre è la cifra stilistica della compagnia ravennate, profonda, irriverente e raffinata.
L’essere mostruoso è piegato su un ammasso di
ALTRI PERCORSI
ARTE
DELLA
DIVERSITÀ
carte, davanti a una pila di fogli pieni di numeri
trascritti malamente; li guarda, li mette in ordine,
ma la salsedine li ha consumati, sono illeggibili, di
scatto li butta a terra, esasperato.
La contabilità e la burocrazia sono gli unici strumenti per sopportare l’orrore, per non pensarci.
“Pensavamo a Gheddafi, tra noi lo chiamavamo
il Gheddafi”, ammette Martinelli, descrivendo le
prime fasi di creazione dello spettacolo che ha
debuttato nel 2010. “Poi invece … troppo facile pigliarsela con lui, con quel dittatore furbo e
sanguinario. Certo, colpevole lo è, e tanto, ma
noi? Io? Siamo innocenti noi? Di tutte quelle tragedie che avvengono altrove, lontano dalla mia
casetta, posso ritenermi non responsabile? Quel
generale acido e nevrotico, quel funzionario che ne
ha le scatole piene di star lì a contare numeri e morti
e metterli in fila, pure mal pagato da quelli delle
capitali, quel ragionierino mefistotelico e sarcastico,
quello spettatore impotente davanti ai telegiornali,
quello, proprio quello, siamo noi. Sono io.”
I lavori del Teatro delle Albe, premiati in tutto il
mondo, ampliano i confini del teatro coinvolgendo in prima persona uomini e territori tradizionalmente esclusi dai circuiti culturali. “Rumore di
acque” è la seconda tappa del trittico “RavennaMazara 2010”. Tre opere che in maniera differente prendono Mazara del Vallo come simbolico
luogo di frontiera e punto di partenza per un affresco sull’oggi.
RUMORE DI ACQUE
di Marco Martinelli
ideazione: Marco Martinelli, Ermanna Montanari
regia: Marco Martinelli
musiche originali eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso
spazio, luci, costumi: Ermanna Montanari, Enrico Isola
con Alessandro Renda
12. April 2013
ALTRI PERCORSI
Teatro delle Albe
KUNST
DER
VIELFALT
RUMORE DI ACQUE UNTER DER SCHIRMHERRSCHAFT VON AMNESTY INTERNATIONAL
Stadttheater, Studio
20.30 Uhr
Ein Inselchen mitten im Meer, kaum größer als ein Felsbrocken aus Vulkangestein, den keine Seekarte abbildet.
Im Halbschatten liegt das höchst ungeräumige Büro
eines zwielichtigen, dämonischen und zugleich unterwürfigen Generals, der die Befehle eines unsichtbaren Ministers empfängt. Der uniformierte General
erfüllt seine tägliche Pflicht, die während der Überquerungen des Mittelmeers über Bord Gespülten zu
katalogisieren und zu “archivieren”, und entpuppt
sich dabei als sadistischer Buchhalter.
Es ist kein Monolog, den Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, legendäre Gründer des Teatro
delle Albe, geschrieben haben, um die Schicksalsschläge zu thematisieren, die so viele illegale
Einwanderer erleiden. Vielmehr handelt es sich
um ein kleines Versepos, das jenes tragikomische
Geschwafel des Funktionärs, meisterhaft dargestellt von Alessandro Renda, verdichtet und sich von
erwärmender Musik, live gespielt von den Fratelli
Mancuso, begleiten lässt.
“Rumore di acque” ist ein Stück, dem es gelingt, die
vielen kleinen Geschichten jener Männer und Frauen wiederzuerleben, die ums Leben kommen, noch
bevor sie sich ihren Traum von einer besseren Welt
erfüllen können. Es fesselt und erschüttert gerade
deshalb, weil die Geschichten von einem zynischen
Zahlenfetischisten erzählt werden. Wir erleben, wie
so oft bei dieser tiefgründigen und subtilen Theatergruppe aus Ravenna, den trockenen, verqueren und
pietätlosen Blick eines Unbeteiligten.
Der monströse Verwalter sitzt vor unseren Augen,
gebeugt vor einem Stapel vollgekritzelter Unterla-
gen. Er prüft und ordnet sie, aber das Meersalz hat
die Papiere unleserlich gemacht. Mit einer ruckartigen Bewegung wirft er sie genervt zu Boden.
Verwaltung, Bürokratie und geordnete Formulare sind die einzigen Mittel, um dem Grauen zu
entkommen und nicht an die sich abspielenden
Tragödien denken zu müssen.
“Wer uns hier vorschwebte”, gesteht Martinelli,
“war Gaddafi, zumindest während der ersten Phase der Arbeit an diesem Stück, mit dem wir im Jahr
2010 debütierten. Bald aber erkannten wir, dass
wir es uns damit zu leicht machten. Natürlich hat
dieser gerissene und blutrünstige Diktator große
Schuld auf sich geladen. Doch wie steht es mit
uns? Wie unschuldig sind wir selbst? Kann ich mich
angesichts menschlicher Tragödien, die sich in der
Ferne abspielen, unschuldig wähnen? Jener missmutige, neurotische General, jener seiner schlecht
bezahlten ewigen Zählerei und Ordnerei der Ertrunkenen überdrüssige Funktionär, jener machtlose
Konsument von Fernsehnachrichten, genau jene Figur spiegelt uns selbst, mich selbst.”
Die weltweit mit Preisen ausgezeichneten Arbeiten des Teatro delle Albe erweitern die Grenzen
des Theaters, indem sie Menschen und Gebiete mit
einbeziehen, die traditionell außerhalb des kulturellen Lebens stehen. “Rumore di acque” ist die
zweite Etappe des Dreiteilers “Ravenna-Mazara
2010”. Drei Werke, die, jedes auf seine Weise,
Mazara del Vallo als symbolischen Grenzort sowie
als Ort des Starts in die Betrachtung der Gegenwart wählen.
RUMORE DI ACQUE
von Marco Martinelli
Idee: Marco Martinelli, Ermanna Montanari
Regie: Marco Martinelli
Live-Musik der Fratelli Mancuso
Raumausstattung, Beleuchtung, Kostüme: Ermanna Montanari, Enrico Isola
mit Alessandro Renda
Luglio 2013
CITTADINANZE - titolo provvisorio Nuova produzione 2013
Fondazione Teatro Comunale e Auditorium,
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà/Teatro La Ribalta, Lebenshilfe
Cast in via di definizione
Coreografia: Julie Stanzak - Regia: Antonio Viganò
Teatro Comunale
Dopo lo spettacolo “Minotauro” co-prodotto
con il Festival BolzanoDanza 2011, che è stato
un bel successo di pubblico, con una tournee in
Italia e all’estero e premiato dalla Fondazione
CRT di Torino, con il PREMIO MY DREAM come
migliore creazione teatrale dell’anno 2012 di
teatro-intergrazione, il teatro la ribalta - in
collaborazione con la Lebenshilfe - si ripropone di produrre un nuovo allestimento per il suo
cartellone 2013.
Vogliamo dare stabilità a questa straordinaria esperienza che crediamo possa divenire, se
trova sostegno, un’ “eccellenza” culturale per
questo territorio.
La scommessa sulla quale spendiamo tutte le
nostre risorse ed energie, è quella far nascere
quella che abbiamo chiamato “ ACCADEMIA
delle ARTI della Diversità”, primo esperimento
in Italia, di una Compagnia cosidetta “integrata”, che lavora a tempo pieno e in forma professionale.
Crediamo di avere tutte le credenziali e le
possibilità, grazie agli spettacoli “Impronte
dell’Anima” e “Minotauro”, di portare sulla scena Italiana ed Estera, una esperienza che riesce a modificare, attraverso le arti del teatro
e della danza, gli sguardi dello spettatore sul
tema della diversità. Noi non facciamo della
nostra arte un’esibizione di abilità e di tecniche
acquisite ma un susseguirsi di domande sui pensieri, sui modi e sulle forme del nostro mondo.
l’Accademia delle differenze è un atto politico che nasce dalle diversità materiali e spirituali delle nostre coscienze. Il teatro delle
differenze è un’etica artistica dell’esistenza,
un atto pericoloso e nutritivo, una forma per
esporsi, per assumere una nuova cittadinanza. L’Accademia delle Arti della diversità è
dare parola a chi non ce l’ha, amare il rischio,
avere la responsabilità dell’azione comune.
La nuova creazione 2013 esplora, indaga,
scava, si interroga sul concetto di “cittadinanza”, tema che la Comunità Europea ha
scelto per l’anno 2013.
Per far bene questo lavoro, per non renderlo
un’attività ne ricreativa ne terapeutica e per
sfuggire dal pietismo e dal consolatorio, facciamo incontrare questi “attori sociali” con altissime professionalità Internazionali, come lo
sono Julie Anne Stanzak - coreografa delllo
spettacolo “Minotauro” e danzatrice storica del
Tanz Theater di Wuppertal e Serge Koulibaly,
danzatore e coreografo della Compagnia
Faso Dance e grande interprete nella Compagnia di Danza di Alain Platel. In futuro vogliamo incontrarci con tanti altri grandi artisti che
condividono questo sguardo.
11 Ottobre 2013
11.Oktober 2013
JUNGES Schauspielhaus Zürich
in collaborazione con:
BRÜDER
Waltherhaus
ore 20.00
Il gioco, forse, è la cosa più importante del
mondo. I bambini hanno bisogno del gioco per
crescere, gli adolescenti giocano per affacciarsi alla vita, gli adulti per provare a sognare a
occhi aperti o, semplicemente, per comunicare.
È proprio la necessità di comunicare che spinge
due fratelli che vivono in un appartamento nel
cuore di una città a inventare una serie di giochi,
storie, gesti. Perché non si parlano? Si parlano,
eccome. Ma la lingua di uno dei due sembra ingarbugliata. Egli ha un modo di fare e di comportarsi del tutto suo. È certo che non può essere
lasciato solo perché da solo non ce la farebbe.
Egli ha bisogno del fratello sano e il fratello sano
vuole aiutare il fratello malato. Farebbe di tutto per lui. Da tempo registra i suoi gesti, i suoi
movimenti, le sue bizzarrie perché non può sopportare l’idea che suo fratello possa nascondere
linguaggi che egli non riesce a comprendere. Per
aiutarlo non ha altra strada che tentare si scoprire la logica di ciò che fa e di ciò che dice. Non si
rassegnerà mai, sarebbe un’offesa alla propria
intelligenza.
JUNGES Schauspielhaus Zürich
in Zusammenarbeit mit:
BRÜDER
Waltherhaus
20.00 Uhr
Del resto il loro rapporto è così stretto che anche
lui, in fondo, ha bisogno del fratello malato. Ha
scoperto, per esempio, che quando questi entra
in una storia, sembra felice. E allora, via, a raccontare storie. Ma le storie, purtroppo, si interrompono, si spezzano, perdono il capo e la coda
e allora si entra nel mondo delle piccole cose
quotidiane, nelle certezze degli oggetti presenti.
La vita nell’appartamento porta a stabilire delle relazioni che sembrano quasi piccoli rituali o,
volendo, un gioco.
Lo spettacolo racconta la storia del rapporto
tra i due fratelli. Il linguaggio è semplice, poetico, intensamente emotivo: movimenti danzati,
brani di storie conosciute, gesti come espressione
di desideri e scambi di intenzioni. L’omonimo libro di Carmelo Samonà, “Fratelli”, ci ha spinti a
compiere un viaggio nel mondo delle relazioni
umane, a esplorare zone non ancora conosciute ma che pure ci appartengono da sempre. Un
viaggio sui sentieri che portano a cercare l’altro,
il diverso, senza stancarci mai. A cercarlo, anche
se ci sembra già di averlo trovato.
BRÜDER
di Carmelo Samonà, Remo Rostagno, Antonio Viganò, Michele Fiocchi
regia: Antonio Viganò
Das Spiel ist vielleicht die wichtigste Sache auf
der Welt. Kinder brauchen es, um zu wachsen,
Jugendliche spielen, um das Leben kennen zu
lernen, und Erwachsene, um zu versuchen, mit
offenen Augen zu träumen, oder einfach, um zu
kommunizieren.
Gerade die Notwendigkeit zu kommunizieren ist
es, die zwei Brüder, die sich eine Wohnung inmitten einer Stadt teilen, dazu bringt, eine Reihe
von Spielen, Geschichten und Handlungen zu erfinden. Warum sprechen sie nicht miteinander?
Sie tun es sehr wohl! Aber die Sprache von einem
der beiden erscheint wirr. Sein Verhalten und seine Handlungen sind merkwürdig. Man kann ihn
nicht alleine lassen, denn allein würde er es nicht
schaffen. Er braucht seinen gesunden Bruder, und
der gesunde Bruder will dem kranken Bruder
helfen. Er würde für ihn alles tun. Seit langem beobachtet er seine Handlungen, seine Bewegungen und seine bizarren Eigenheiten, weil er die
Vorstellung nicht erträgt, dass sein Bruder eine
Sprache besitzt, die er nicht zu verstehen vermag. Um ihm zu helfen, bleibt ihm nur der Versuch, die Logik dessen zu ergründen, was sein
Bruder tut und sagt. Er gibt niemals auf, denn Aufgeben wäre eine Beleidigung seiner Intelligenz.
Die Beziehung ist außerdem so eng, dass auch er
im Grunde seinen kranken Bruder braucht. Er hat
zum Beispiel entdeckt, dass sein Bruder glücklich wirkt, wenn er in einer Geschichte versinkt.
Also los! Erzählen wir uns Geschichten! Leider
aber unterbrechen und zerschlagen sich diese
Geschichten und verlieren den Faden. So geht
man über zu den kleinen alltäglichen Dingen, die
Sicherheit geben. Das gemeinsame Leben in der
Wohnung wird zu einem Ort, an dem Beziehung
wächst, mit all ihren kleinen Ritualen, ähnlich einem Spiel.
Das Stück erzählt die Geschichte der Beziehung
zwischen zwei Brüdern. Die Sprache ist einfach,
poetisch und reich an Gefühlen, angereichert
durch tänzerische Bewegungen, Zitate und ausdrucksstarke Gesten. Das gleichnamige Buch
von Carmelo Samonà, „Fratelli“, hat uns zu dieser Reise in die Welt der zwischenmenschlichen
Beziehungen angespornt, in der es viele unbekannte und doch von jeher ureigene Gebiete
gibt. Eine Reise auf Pfaden, auf denen man das
Andere, das Andersartige suchen will, ohne sich
je beirren zu lassen. Auch wenn uns scheint, es
bereits gefunden zu haben.
BRÜDER
von Carmelo Samonà, Remo Rostagno, Antonio Viganò, Michele Fiocchi
Regie: Antonio Viganò
Lebenshilfe ONLUS …
… ist ein sozialer und nicht-gewinnorientierter Verband, der Menschen mit Beeinträchtigung in allen Lebenslagen in ihrem Bestreben
nach einem selbstbestimmten Leben unterstützt. Die Lebenshilfe führt Einrichtungen und
bietet soziale Dienstleistungen verschiedenster Art in ganz Südtirol an. Inklusion, Chancengleichheit und Selbstbestimmung sind die
zentralen Werte, denen sich der Verband
dabei verpflichtet sieht. Die Einrichtungen
und Dienstleistungen für Menschen mit Beeinträchtigung sind jeweils einem von vier
Lebensbereichen zugeordnet:
* Bereich “Arbeit”: Arbeitsverbund in Schlan ders, Hotel Masatsch in Oberplanitzing,
Café Prossliner in Auer, Tagesstätte für Menschen mit Autismus in Bruneck, Kunstwerkstatt
Akzent in Bruneck.
* Bereich “Wohnen”: Wohngemeinschaften in
Schlanders.
* Bereich “Freizeit” (Angebote und Programme in ganz Südtirol): Urlaube, Freizeitklubs,
Sport, Erlebniswochenenden, Theaterwerkstatt, Musikgruppe Tun na Kata, Therapeutisches Reiten, Musikpädagogische Werkstatt,
Sexualpädagogische Beratung.
* Bereich “Persönliche Mobile Dienste”:
Begleitdienst (in ganz Südtirol), Lebenshilfe
Mobil (in Brixen und in Sterzing).
Nähere Informationen finden Sie auf unserer
Homepage: www.lebenshilfe.it
… è un’associazione sociale e senza scopo
di lucro che affianca persone con handicap
in tutte le loro situazioni di vita e nel loro
intento di trovare soluzioni per vivere una
vita autodeterminata. La Lebenshilfe gestisce
strutture e offre diversi servizi in tutta la provincia, riconoscendo come valori fondamentali inclusione, pari opportunità e autodeterminazione. Ogni struttura e ogni servizio fa
parte di un settore che corrisponde a una di
quattro diverse sfere di vita:
* settore “Lavoro”: comunità lavorativa a
Silandro, hotel Masatsch a Pianizza di Sopra, caffè Prossliner a Ora, centro diurno
per persone con autismo a Brunico, laboratorio artistico Accento a Brunico.
* settore “Abitare”: comunità abitative
a Silandro.
* settore “Tempo libero” (offerte e programmi in tutto l’Alto Adige): vacanze, club per il
tempo libero, sport, fine settimana ricreativi,
laboratorio teatrale, complesso musicale Tun
na Kata, equitazione terapeutica, laboratorio musicale pedagogico, consulenza di pedagogia sessuale.
* settore “Servizi Personali e di Mobilità”:
servizio di accompagnamento (in tutto l’Alto
Adige), Lebenshilfe Mobile (a Bressanone e
a Vipiteno).
Per ulteriori informazioni La invitiamo a visitare il
nostro sito: www.lebenshilfe.it
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà
ARTE DELLA DIVERSITà 2012.13 - 3a edizione
direzione artistica: Antonio Viganò
direzione generale: Wolfgang Obwexer
direzione organizzativa e biglietteria: Barbara Rottensteiner
amministrazione: Petra Bisaglia
direzione tecnica : Enrico Peco
traduzioni dei testi originali: Dietmar Dissertori, Luigino Scaggiante
logistica e ospitalità: Paola Guerra
grafica: Lalla Pellegrino - studio23esimo.it
KUNST DER VIELFALT 2012.13 - 3. Ausgabe
künstlerische Leitung: Antonio Viganò
Intendanz: Wolfgang Obwexer
Organisation und Kartenverkauf: Barbara Rottensteiner
Verwaltung: Petra Bisaglia
technische Leitung: Enrico Peco
Übersetzungen der Originaltexte: Dietmar Dissertori, Luigino Scaggiante
Logistik: Paola Guerra
Grafik: Lalla Pellegrino - studio23esimo.it
accademia arte della diversità
cooperativa sociale o.n.l.u.s
- teatro la ribalta /akademie kunst der vielfalt - la ribalta theater
corso libertà 50 - 39100 bolzano
associazione lebenshilfe onlus
/ landesverband lebenshilfe onlus
galileo-galilei-str. 4c - 39100 bozen