Resoconto integrale - Südtiroler Landtag
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XIV. Legislaturperiode XIV legislatura WORTPROTOKOLL DER LANDTAGSSITZUNG RESOCONTO INTEGRALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE NR. 127 N. 127 vom 10.01.2012 del 10/01/2012 Präsident Vizepräsidentin Mauro Minniti DDr.in Julia Unterberger Presidente Vicepresidente WORTPROTOKOLL DER LANDTAGSSITZUNG RESOCONTO INTEGRALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE NR. 127 N. 127 vom 10.01.2012 del 10/01/2012 Inhaltsverzeichnis Indice Anfrage Nr. 2106/11 vom 3.10.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend Töll: Wer führt das E-Werk und wie steht’s mit der Umsetzung des Abkommens SEL-Ae vom 14. Dezember 2010? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 1 Interrogazione n. 2106/11, del 3.10.2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante la Tel: chi gestisce la centrale e a che punto è la realizzazione dell'accordo Sel-Ae del 14 dicembre 2010? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1 Anfrage Nr. 2122/11 vom 12.10.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello sbarba und Heiss, betreffend Zentrale für Fernüberwachung SEL: ein unnötiges und kostspeiliges Doppelstück? . . .Seite 2 Interrogazione n. 2122/11 del 12-10-2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante un entro di telecontrollo Sel: inutile dispendioso doppione? . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2 Anfrage Nr. 2148/11 vom 25.10.2011, eingebracht von den abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die Beteiligung des SEL an DELMI: bereits 2010 ein Wertverlust von 6.484.371 € (-3,5%) zu verzeichnen. Die Edisonaktien fallen nach dem EDF-Angebot. Wie viel wird von den 200 Millionen (zuzügl. Zinsen) übrig bleiben die das Land beigesteuert hat? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 4 Interrogazione n. 2148/11 del 25-10-2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante SEL in Delmi: già nel 2010 quota svalutata di € 6.484.371 (-3,5%). Intanto Edison crolla in borsa dopo l'offerta EDF. Quanto resterà dei 200 milioni (più interessi) finanziati dalla Provincia?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4 Aktuelle Fragestunde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 6 Interrogazioni su temi di attualità . . . . . . . . . . . pag. 6 Beschlussvorschlag: Ratifizierung des Beschlusses der Landesregierung vom 12. Dezember 2011, Nr. 1948: Verfassungsgerichtshof – Anfechtung von Art. 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183 (Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates (Stabilitätsgesetz 2012) . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 24 Proposta di deliberazione: ratifica della deliberazione della Giunta provinciale del 12 dicembre 2011, n. 1948: Corte Costituzionale – impugnazione dell’art. 32 della legge 12 novembre f2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24 Beschlussantrag Nr. 310/11 vom 19.4.2011, eingebracht von den Abgeordneten Leitner, Egger, Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend Maßnahmenpaket zur Entlastung der 'Melkkuh' Autofahrer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 40 Mozione n. 310/11 del 19.4.2011, presentata dai consiglieri Leitner, Egger, Mair, Sigmar Stocker e Tinkhauser, riguardante un pacchetto di misure per sgravare gli automobilisti tartassati . . . . . . . . pag. 40 Beschlussantrag Nr. 397/11 vom 11.11.2011, eingebracht vom Abgeordneten Urzì, betreffend Steuerhinterziehung", und Beschlussantrag Nr. 410/11 vom 16.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die Bekämpfung der Steuerhinterziehung . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 45 Mozione n. 397/11 dell'11.11.2911, presentata dal consigliere Urzì, concernente l'evasione fiscale, e Mozione n. 410/11 dell'16.12.2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, concernente la lotta contro l'evasione fiscale . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 45 Beschlussantrag Nr. 402/11 vom 1.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend die Liberalisierung von Diät- und glutenfreien Produkten . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 55 Mozione n. 402/11 dell'1.12.2011, presentata dal consigliere Vezzali, riguardante la liberalizzazione vendita dei prodotti dietoterapeutici/celiachia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 55 Beschlussantrag Nr. 412/11 vom 16.12.2011, eingebracht vom Abg. Seppi, betreffend: Gleiche Besteuerung der Gewinne aus Liegenschaften und beweglichen Gütern bzw. aus der Handels- und Gewerbetätigkeit der Kirche wie für die Bürger . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 61 Mozione n. 412/11 del il 16.12.2011, presentata dal consigliere Seppi, riguardante: anche la Chiesa con le sue proprietà mobili ed immobili e con le sue attività commerciali e produttive dovrebbe sottostare alle stesse impostazioni fiscali attribuite ad ogni cittadino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 Beschlussantrag Nr. 423/11 vom 16.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend SEL: erste Schritte eines 'neuen Beginns' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 67 Mozione n. 423/11 dell'16.12.2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante SEL: primi passi di un 'nuovo inizio' . . . . . . . . . . . . pag. 67 Beschlussantrag Nr. 226/10 vom 23.6.2010, (eingebracht von den Abgeordneten Egger, Leitner, Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend Altersarmut in Südtirol" (Fortsetzung) . . . . . .Seite 71 Mozione n. 226/10 del 23.6.2010, presentata dai consiglieri Egger, Leitner, Mair, Stocker Sigmar e Tinkhauser, riguardante anziani poveri in Alto Adige" (continuazione) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 70 Beschlussantrag Nr. 292/11 vom 31.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Heiss und Dello Sbarba, betreffend die Realisierung der Riggertalschleife" (Fortsetzung) . . . . . . . . . . Seite 71 Mozione n. 292/11 del 31.1.2011, presentata dai consiglieri Heiss e Dello Sbarba, concernente la realizzazione della bretella ferroviaria della Val di Riga" (continuazione) . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 71 1 Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti Ore 10.06 Uhr Namensaufruf - appello nominale PRESIDENTE: La seduta è aperta. Ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno il processo verbale della seduta precedente è messo a disposizione delle consigliere e dei consiglieri provinciali in forma cartacea. Su di esso possono essere presentate, per iscritto, richieste di rettifica alla Presidenza entro la fine della seduta. Qualora non dovesse pervenire alcuna richiesta di rettifica, il processo verbale si intende approvato. Copie del processo verbale sono a disposizione delle consigliere e dei consiglieri presso le collaboratrici e i collaboratori addetti alla stesura del processo verbale stesso (ultimo banco). Per la seduta odierna si è giustificato l'assessore Bizzo. Per quanto riguarda la trasmissione in internet delle sedute, poiché abbiamo ancora dei problemi tecnici, registreremo comunque le sedute di questa sessione, che saranno a disposizione quando si riuscirà a mettere su internet le immagini, in maniera che comunque rimangano in archivio. Ci sono tre interrogazioni presentate dal gruppo Verde indirizzate all'assessore Laimer alle quali non è stata data risposta entro il limite dei 60 giorni. Verranno quindi trattate adesso, con precedenza alle interrogazioni sui temi di attualità, ai sensi a quanto previsto dal regolamento interno. Interrogazione n. 2106/11, del 3.10.2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante la Tel: chi gestisce la centrale e a che punto è la realizzazione dell'accordo Sel-Ae del 14 dicembre 2010? Anfrage Nr. 2106/11 vom 3.10.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend Töll: Wer führt das E-Werk und wie steht’s mit der Umsetzung des Abkommens SEL-Ae vom 14. Dezember 2010? La parola al consigliere Dello Sbarba per la lettura dell'interrogazione. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Il 14 dicembre 2010 è stato firmato un accordo di massima tra l'azienda energetica provinciale SEL e l'Azienda Energetica dei comuni di Bolzano e Merano, dopo che a questa era stata sottratta la storica centrale di Tel, assegnata dalla Giunta provinciale alla "sua" SEL. L’accordo prevedeva la "fusione" della centrale di Tel con la centrale Hydros di Marlengo per dar vita a una nuova centrale che avrebbe superato la somma della potenza delle due precedenti (sarebbe stata realizzata una mega centrale da 386 milioni di kWh all'anno) e a cui avrebbe partecipato anche AE, che intanto – in via provvisoria – avrebbe continuato a gestire Tel. Oltre a questo, Sel e Ae avrebbero realizzato una nuova centrale a Bolzano Nord. Di tutto l’accordo, risulta per ora che solo un punto è stato realizzato: AE continua a gestire la centrale di Tel, che formalmente è assegnata tuttavia a Sel in base a precisi impegni ambientali e finanziari. Considerato questo, si interroga la Giunta provinciale per sapere: La Ae sta effettivamente continuando a gestire la centrale elettrica di Tel e fino a quando? Se sì, in base a quale atto giuridico e/o normativo delle pubbliche istituzioni, e/o in base a quale contratto con Sel? Se non esiste alcun atto di quelli ricordati al punto 2, in base a che cosa Ae continua attualmente a gestire Tel e come e quando si intende “sanare” la situazione dal punto di vista giuridico? Quali obblighi verso Sel sono posti a carico di Ae nella gestione della centrale di Tel? Chi (tra Ae e Sel) paga il canone annuo, il canone rivierasco e il sovraccanone? Chi (tra Ae e Sel) deve realizzare quanto previsto dal piano ambientale previsto dalla concessione e quali passi concreti ha fatto finora per realizzarlo? A che punto è la progettazione della nuova centrale e quali sono le sue principali caratteristiche? Quali sono i tempi della sua prevista realizzazione e messa in esercizio? Chi gestirà la nuova centrale e come verranno ripartiti tra Ae e Sel diritti (acquisizione e vendita dell’energia ecc…) e doveri (canoni, piani ambientali ecc…)? 2 L’articolo 3 della legge 4/2011 prevedeva, in caso di accorpamento delle concessioni, che “I disciplinari e i decreti di concessione delle singole concessioni accorpate vengono sostituiti da un unico disciplinare e da un unico decreto di concessione”. E’ cominciato il confronto sul nuovo disciplinare di concessione, a che punto è arrivato e quali soggetti sono stati finora coinvolti in questo confronto? Quale sarà il modello finanziario della gestione della nuova centrale? A che punto è il confronto tra Ae, Sel, Comuni e Provincia per la definizione degli accordi giuridici, finanziari e tecnici per la realizzazione della nuova centrale? Come intende la Provincia rispondere all’impugnazione da parte del governo dell’articolo 3 della legge provinciale “Misure di contenimento dell'inquinamento luminoso e altre disposizioni in materia di utilizzo di acque pubbliche, procedimento amministrativo e urbanistica”, che rendeva possibile l’”accorpamento di concessioni idroelettriche” ed era stato introdotto appositamente per il caso TelMarlengo? Se la Corte Costituzionale dovesse dichiarare illegittima la norma citata, la realizzazione della nuova centrale dovrebbe essere messa in gara con bando europeo, come prevede la L.P. nr. 7/2006, attualmente in vigore? Che cosa prevede l’accordo tra Sel e Ae, nel caso il progetto della nuova centrale risultante dall’accorpamento tra Tel e Marengo non venisse realizzato? Che cosa prevede l’accordo tra Sel e Ae del 14 dicembre 2010 nel caso il progetto della nuova centrale a Bolzano Nord non venisse realizzato? A che punto sono le procedure volte alla realizzazione della nuova centrale di Bolzano Nord? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Ich habe diese Anfrage noch nicht in schriftlicher Form beantwortet, und zwar nicht, weil ich nicht möchte. Wie Sie wissen, sind die Verwaltungsgremien und Gesellschafterorgane bei der SEL neu bestellt worden. Derzeit gibt es keinen Direktor. Ich habe diese Anfrage an den neuen Präsidenten der SEL weitergeleitet. Insgesamt geht es um 31 sehr detaillierte Fragen. Auf jeden Fall werde ich Ihnen die Antworten, sobald ich sie habe, in schriftlicher Form weiterleiten. Die Fragen sind so detailliert, dass es für den Präsidenten der SEL zeitlich nicht möglich war, eine schriftliche Antwort vorzubereiten. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Io capisco, assessore, che le domande sono 17, infatti questa è un'interrogazione con risposta scritta. Ovviamente però c'erano alcune questioni che sono note almeno alla Giunta provinciale e alla SEL fin dall'accordo. Le suggerisco, per esempio, anche un approfondimento. Se Lei è molto interessato a sapere nel caso salti la realizzazione della nuova centrale a Marlengo quali sono gli accordi fra SEL e AE, perché a me risulta che la SEL, similmente ad altri contratti, anche con AE si sia impegnata a pagare penali abbastanza salate se non si realizzano queste nuove centrali, tanto che addirittura ad AE economicamente converrebbe di più che l'accordo quasi saltasse per incassare le penali. Comunque io aspetterò la Sua risposta con curiosità. PRESIDENTE: Interrogazione n. 2122/11 del 12-10-2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante un entro di telecontrollo Sel: inutile dispendioso doppione? Anfrage Nr. 2122/11 vom 12.10.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello sbarba und Heiss, betreffend Zentrale für Fernüberwachung SEL: ein unnötiges und kostspeiliges Doppelstück? DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): La rete di distribuzione ex Enel, acquistata di recente dalla SEL Spa, è attualmente gestita dal centro di telecontrollo Enel di Udine. La Sel ha intenzione di portare il telecontrollo in provincia di Bolzano, e fin qui tutto bene: avere la gestione diretta della rete nelle proprie mani e sul proprio territorio è un passo avanti nella “sovranità energetica” del Sudtirolo. Quello che lascia dubbi è che la Sel voglia realizzare, a un costo certamente molto alto, una propria centrale di telecontrollo, quando l’Azienda Energetica ha inaugurato appena poche settimane fa, il 12 settembre 2011, un proprio centro di telecontrollo nuovo di zecca e all’avanguardia, in grado di gestire tutte le reti del territorio provinciale e addirittura dell’intera Regione Trentino – Alto Adige. In fatto di reti, come è noto, AE ha una lunga storia (è stata infatti storicamente la sola azienda provinciale ad avere una propria vasta rete di distribuzione) e dispone di esperienza e preziose 3 professionalità, mentre SEL parte da zero. Appare dunque più sensato che, invece di creare costosi doppioni (ricordiamoci che Sel non ha ancora distribuito alcun dividendo ai suoi soci pubblici), le due maggiori società pubbliche del settore elettrico della nostra provincia lavorino in sinergia. Tra Sel e Ae esistono già rapporti di collaborazione (vedi l’accordo stipulato nel dicembre 2010) che possono essere estesi alla gestione delle reti, oppure Sel potrebbe stipulare con Ae un contratto di servizio per il telecontrollo della rete ex Enel. Risulta che sull’argomento Ae abbia anche fatto qualche proposta, respinta da Sel che evidentemente vuole avere “tutto in casa”, a costo di una maggiore spesa di denaro che, in definitiva, è denaro pubblico. Risulta anche che, per realizzare tale centro di telecontrollo, Sel abbia preso – o stia per prendere – in leasing un edificio nella zona industriale di Bolzano. Si chiede: 1. E’ vero che la Sel Spa ha intenzione di realizzare un proprio centro di telecontrollo della rete in provincia di Bolzano? 2. Se sì, è vero che ha preso, o sta per prendere, in leasing un edificio nella zona industriale del capoluogo? Dove e a quale costo? 3. Quali costi totali sono previsti per la realizzazione di tale centro di telecontrollo? 4. Quali costi di gestione annui avrà tale centro? 5. La Provincia non ritiene che sarebbe più ragionevole e meno costosa una gestione in sinergia delle reti provinciali di distribuzione utilizzando il nuovo centro di telecontrollo di AE, che potrebbe lavorare anche per la rete SEL attraverso o un accordo tra le due società – nel quadro di una sempre maggiore integrazione delle società pubbliche del settore elettrico provinciale – o attraverso un contratto di servizio? 6. Se la Provincia ritiene che questa strada sia più ragionevole, quali passi intende fare – in proprio o attraverso i propri rappresentanti nel Cda Sel - per spingere Sel a muoversi in questa direzione? 7. Se invece anche la Provincia non condivide l’idea di utilizzare il centro di telecontrollo di Ae anche per la rete Sel, quali ne sono le ragioni? 8. E’ vero che Ae ha avanzato in passato una proposta a Sel per una gestione comune delle reti attraverso il proprio centro di telecontrollo e che Sel l’ha scartata? 9. Se sì, quali motivi sono stati portati da Sel? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Auch hier fällt die Antwort ähnlich aus wie jene vorher. Ich würde Sie schon einladen, sich mit solchen Fragen eventuell direkt an die Gesellschaft zu wenden. Das ist vielleicht auch der kürzere Weg. Hier geht es um technische Abwägungen innerhalb der Gesellschaft, die der Betrieb selbst zu bewerten hat. Dennoch werde ich Ihnen die entsprechenden Antworten zukommen lassen, aber erst zu einem späteren Zeitpunkt. Ich ersuche Sie nochmals um Verständnis dafür, dass ich die Antworten aufgrund dieser großen Umstrukturierung bis zum heutigen Tag nicht in schriftlicher Form liefern konnte. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Lei sa, assessore Laimer, che noi siamo convinti che la SEL sia un'azienda pubblica e che debba rispondere a questo Consiglio provinciale e naturalmente alla Giunta. Questa è una scelta strategica. Da qualche mese si dice, lo ha detto Lei, di far crescere insieme ciò che si può far crescere insieme. Questo del telecontrollo delle reti è un esempio di un'Azienda Elettrica di Bolzano e Merano che ha un centro efficientissimo di telecontrollo, ha tutto il know out, ha tutte le professionalità, invece la SEL si vuole costruire un doppione per avere un proprio telecontrollo. Capisco che la SEL voglia portare il telecontrollo a Bolzano e toglierlo dalle mani di chi oggi gestisce il telecontrollo, cioè l'Enel e l'Edison, quindi è giusto portare in casa per così dire il telecontrollo, che poi significa il comando quotidiano sulle reti, ma credo che sul piano della distribuzione per esempio possono essere avviate delle sinergie tra le aziende, tra le società elettriche pubbliche della nostra provincia, e credo che questa indicazione non sia una questione tecnica ma di indirizzo politico, a cui una società come la SEL, che è una società pubblica, dovrebbe rispondere sia al Consiglio provinciale che alla Giunta, e il Consiglio provinciale e la Giunta hanno il diritto di dare delle indicazioni precise su queste scelte. Quindi la nostra interrogazione era anche volta a sollecitare la Giunta provinciale di dare alla SEL l'indicazione di ricercare sinergie laddove è possibile con le altre società 4 pubbliche del territorio. Per quanto riguarda la distribuzione sono certo, perché ho parlato con tecnici del settore di entrambe le società, che queste sinergie sarebbero possibili. PRESIDENTE: Interrogazione n. 2148/11 del 25-10-2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante SEL in Delmi: già nel 2010 quota svalutata di € 6.484.371 (-3,5%). Intanto Edison crolla in borsa dopo l'offerta EDF. Quanto resterà dei 200 milioni (più interessi) finanziati dalla Provincia? Anfrage Nr. 2148/11 vom 25.10.2011, eingebracht von den abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die Beteiligung des SEL an DELMI: bereits 2010 ein Wertverlust von 6.484.371 € (-3,5%) zu verzeichnen. Die Edisonaktien fallen nach dem EDF-Angebot. Wie viel wird von den 200 Millionen (zuzügl. Zinsen) übrig bleiben die das Land beigesteuert hat? DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Nel momento in cui scriviamo questa interrogazione, lunedì 24 ottobre 2011, il titolo Edison sta crollando in borsa dopo che il colosso francese EDF ha fatto la sua proposta di rilevare il 50% “italiano” in DELMI a un prezzo che comporta comunque una forte svalutazione delle quote. In DELMI c’è anche il 10% che appartiene a SEL, che nel 2005 pagò 1,58 euro a quota. Oggi le azioni Edison hanno toccato alle ore 13, dopo che è stata resa nota l’offerta EDF, il minimo di 0,8385, pari a meno 47% rispetto al prezzo d’ingresso SEL. C’è tempo fino al 31 ottobre – stando ai patti tra i partner di Edison – per trovare un accordo con EDF, le previsioni per la quotazione Edison ci fanno attendere un ulteriore ribasso nei prossimi giorni (di fronte al rischio svalutazione chi ha azioni Edison scappa) e perciò il rischio di una drastica svalutazione della quota SEL è reale. SEL sta tentando affannosamente di uscire da DELMI ottenendo in cambio il 40% detenuto da Edison in Hydros, o almeno una sua parte. Sarebbe a questo punto una soluzione auspicabile, ma sarà interessante capire quanto alla fine tutta questa operazione sarà costata alla mano pubblica. Ma analizzando il bilancio consolidato dell’anno 2010 di SEL ci siamo accorti di qualcosa che nessuno finora sapeva: SEL ha già svalutato la sua partecipazione in DELMI, precisamente di € 6.484.371, pari a una perdita del 3,5%. Perdita che va ad erodere il finanziamento di 200 milioni concesso dalla Provincia nel 2005 e che dunque viene pagata da tutti noi contribuenti. Un motivo di più per chiedere le ragioni di questa svalutazione, e rifare i conti di tutta l’operazione. In attesa degli esiti dell’offerta EDF. Vediamo i fatti e le tappe della vicenda. Nel bilancio consolidato al 31.12.2010 della SEL Spa, alla voce “immobilizzazioni finanziarie”, la partecipazione di SEL in Delmi è iscritta al valore di € 178.606.120, con la spiegazione che “la partecipazione nella DELMI Spa è stata “svalutata per perdite durevoli di valore”. Ciò dipende dalla costante discesa delle quotazioni di Edison dal 2005 – anno di ingresso di SEL – ad oggi. Infatti, attraverso la quota del 10% Delmi, la SEL partecipa al 3,064% di Edison, poiché Delmi detiene il 50% di Transalpina di Energia, la quale a sua volta detiene il 61,28% di Edison Spa. L’ingresso di SEL in DELMI è stato interamente pagato con un finanziamento della Provincia di € 200 milioni nel 2005. Dei 200 milioni, 150 milioni furono reperiti attraverso un mutuo aggiudicato con gara europea. Da una cortese e sollecita risposta data ai sottoscritti dagli uffici competenti il 30 giugno 2009, risultava che – per quanto riguarda i 150 milioni di mutuo - dal 2006 al 2008 la Provincia aveva pagato solo gli interessi di circa 17.000.000 di € (anche questi prelevati dalle tasse dei cittadini), poiché nel contratto del mutuo è stato previsto un periodo triennale di pre-ammortamento. Dal 2009 la Provincia paga il vero e proprio ammortamento, in due rate semestrali, per complessivi 24 milioni all’anno (piano di gestione, capitoli 27100.00 e 27300.00). Fino al bilancio consolidato 2009, la quota in DELMI (acquistata col finanziamento provinciale di 200 milioni) era iscritta al bilancio SEL con un valore di € 185.088.371 e mantenuta tale con queste note esplicative: “I Prezzi di borsa di Edison Spa rilevati alla fine dell’esercizio risultano significativamente inferiori rispetto al valore contabile unitario della partecipazione riportata nel bilancio di Transalpina di Energia. Tale differenza, tuttavia, non è stata considerata una perdita durevole di valore e quindi non ha dato luogo alla svalutazione della partecipazione in Edison Spa”. Nel corso del 2010 invece la perdita di valore è stata giudicata e ridefinita “permanente” e fissata a meno € 6.484.371, con una svalutazione del 3,5%. 5 Oltre a questa perdita, va osservato che tra gli € 200 milioni finanziati dalla Provincia per l’operazione e gli € 185.088.371 messi a bilancio SEL fino al 2009, c’è evidentemente una differenza di € 14.913.428 che va spiegata: come sono stati impiegati questi soldi, concessi dalla Provincia (prelevandoli dalle tasse di tutti noi) a SEL per l’operazione DELMI? Tra le poste negative per l’ente pubblico vanno calcolati inoltre anche gli interessi complessivi che la Provincia avrà pagato a fine restituzione del mutuo. Tutto finanziato con denaro pubblico, alimentato dalle tasse dei cittadini. Avere un quadro preciso della situazione è importante poiché – come ci dicono i salti in Borsa del titolo EDISON - siamo alla concitata vigilia di importanti cambiamenti nell’assetto societario di Edison. Il prossimo 31 ottobre 2010 scade il “patto” col colosso francese EDF, che detiene sia il 50% di DELMI, sia il 19,36% di Edison e che si appresta a impadronirsi del controllo di Edison acquisendo anche il restante 50% di DELMI in mano ai partner italiani, tra cui SEL. Tuttora sono in corso trattative: c’è il rischio che, utilizzando il diritto riconosciutole dall’accordo tra i componenti di Transalpina di Energia, EDF faccia scattare un’opzione di acquisto della restante quota DELMI, i cui prezzi di mercato in questo momento sono di molto inferiori a quanto pagato all’ingresso. Per scongiurare questo, la cordata di soci capeggiata dalla lombarda A2A, di cui fa parte anche SEL, sta trattando l’uscita da DELMI o a un prezzo pattuito (meno dell’1,5 € ad azione dell’ingresso, ma più dello 0,85 € circa per azione del valore di mercato: EDF parla di circa 1,15-1,30 in tre anni), oppure in cambio di asset industriali attualmente in mano ad Edison che – come riporta il Sole 24 ore del 23 ottobre – potrebbero consistere “per Dolomiti energia (Tn) e Sel (Bz) in quote di minoranza nell'idroelettrico”. Per SEL l’interesse è ad acquisire il 40% che tuttora Edison detiene in Hydros. Così Hydros sarebbe al 100%, finalmente (è un esito che auspichiamo anche noi Verdi) “in mani sudtirolesi”. Ciò che si sta profilando, con la riapertura di borsa e la proposta avanzata da EDF oggi, lunedì 24 ot6tobre, sembra sia una soluzione mista: parte in acquisto di azioni (il cui valore è tutto da determinare, ma comunque inferiore al prezzo d’ingresso di SEL) e parte in asset. Per SEL bisognerà vedere se il valore riconosciuto al suo pacchetto azionario in DELMI, comunque svalutato, riuscirà a compensare l’auspicabile acquisizione del 40% di Edison in Hydros, oppure se sarà necessario un ulteriore conguaglio e quanto questo eventualmente (ancora) ci costerà. In attesa di questi sviluppi, e per poter meglio giudicare l’eventuale accordo con EDF in DELMI, è importante fare il punto su quanto finora è stato pagato dalla Provincia e su come è stato impiegato. Riassumendo, questi sono i dati: Finanziamento della Provincia nel 2005: € 200 milioni di cui € 150 milioni attraverso l’accensione di un mutuo a carico della stessa Provincia Interessi totali a carico della Provincia sul mutuo a fine ammortamento: da calcolare l’intero ammontare (€ 17 milioni fino al 2008). Valore iscritto fino al 2009 a bilancio SEL per quota in DELMI: € 185.088.371 (il finanziamento provinciale complessivo era di € 200 milioni: com’è stata impiegata la differenza di € 14.913.428?) Valore ridotto nel 2010 a bilancio SEL per quota in DELMI: € 178.606.120. Svalutazione 2010 della quota in DELMI: € 6.484.371, pari a meno 3,5% del valore della quota. Ipotesi valutazione quote Edison da parte di EDF: prezzo odierno minimo di mercato: 0,8385 = meno 47% del prezzo d’ingresso SEL; prezzo concordato a 1,15 = meno 27,2% del prezzo d’ingresso SEL; prezzo concordato a 1,30 = meno 17,7% del prezzo d’ingresso SEL; Si chiede: Com’è strutturato l’intero piano di restituzione del mutuo che la Provincia ha contratto nel 2005 per finanziare l’ingresso di SEL in DELMI? Si chiede di fornire le cifre annuali dal primo all’ultimo anno, distinguendo per ogni anno la parte di pagamento degli interessi da quella di restituzione del capitale. Al momento dell’estinzione del mutuo, quanto sarà costato questo mutuo complessivamente (capitale + interessi) alla Provincia? Del finanziamento di 200 milioni del 2005, sia i 50 milioni che i 150 milioni tramite mutuo confluirono tutti nell’operazione di acquisto del 10% in Delmi? 6 Se sì, perché (dall’inizio fino al 2009) il valore iscritto a Bilancio di SEL della partecipazione in Delmi è stato di “soli” 185.086.572 €? Come sono stati impiegati gli altri € 14.913.428? Se no, come sono stati in ogni caso impiegati questi € 14.913.428? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Sie wissen, dass das eine sehr komplexe Geschichte ist, die sich täglich ändert. Auch in diesen Tagen, Stunden und Wochen gibt es in diesem Bereich große Änderungen. Ich werde Ihnen die Antwort in schriftlicher Form zukommen lassen, sobald ich die Unterlagen von der Gesellschaft erhalten habe. Ich ersuche nochmals um Verständnis. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Assessore Laimer, è vero che le cose cambiano, purtroppo le ipotesi che c'erano in questa interrogazione per adesso si sono avverate in peggio. Qui per esempio noi parliamo di un prezzo politico delle azioni di DELMI che EDF avrebbe pagato tra 1,15 e 1,30, purtroppo sono state pagate 0,84, con un dimezzamento del valore. Vorrei sottolineare che non c'è da chiedere alla SEL, questa è responsabilità della Giunta provinciale. La Giunta provinciale ha dato alla SEL 200 milioni. Possibile che non abbia seguito, che Lei oggi non sappia dire dove sono questi 200 milioni, quanto valgono oggi, soprattutto, visto che la SEL a bilancio ha messo 186 milioni, i 14 milioni che mancano per arrivare ai 200 milioni dove li ha messi? Per cosa le ha impiegate? Queste cose non le deve chiedere al presidente Sparber che noi stimiamo, ma dovreste sapere già da anni, perché questo è un finanziamento del 2005. Prendiamo atto che l'assessore a questa domanda che riguarda la Provincia e non riguarda soltanto la SEL non risponde. L'avevamo invitata a cedere le proprie competenze, viste le inchieste in corso, ma non volevamo che le cedesse in questo modo. Vogliamo che finché Lei ricopre la carica di assessore, si assuma tutte le competenze e le responsabilità che Le spettano, cosa che non rispondendo alle nostre interrogazioni non succede. PRESIDENTE: Va bene. Punto 1) dell'ordine del giorno: "Interrogazioni su temi di attualità". Punkt 1 der Tagesordnung: "Aktuelle Fragestunde". L'interrogazione n. 1/1/12 non può essere trattata a causa dell'assenza dell'assessore Bizzo. Verrà fornita risposta scritta entro i prossimi cinque giorni. Interrogazione n. 3/1/12 del 5.12.2011, presentata dai consiglieri Klotz e Knoll, riguardante il progetto di ampliamento dell'aeroporto di Bolzano e costi. Prego di dare lettura dell'interrogazione. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Vor den letzten Landtagswahlen war man nach 18 Mediations- Sitzungen überein gekommen, die Landepiste am Bozner Flughafen nicht zu verlängern. Nun zeichnen sich Verlängerung der Piste um 130 Meter und Einrichtung von Sicherheitszonen – im Norden 300, im Süden 180m, ab. Sind die Flächen frei verfügbar oder müssen Gebäude abgerissen werden, wenn ja, welche in wessen Besitz und wie wird das entschädigt? Ohne Anpassung könnten Flugzeuge vom Typ Dash 8-400 nicht regelmäßig landen, das mache den Flughafen unattraktiv, heißt es. Wusste man das nicht schon im Laufe der Mediation vor den Wahlen, als man versprach, die Piste nicht zu verlängern? Wie viel kostet das alles, einschließlich „bürgerfreundlicher Tickets zu 199 Euro“? Wie garantiert man, dass sich die Sportfliegerei in dem Maß reduziert wie die Linienflüge zunehmen? Wie viele tägliche Starts und Landungen sind heute, wie viele sollen es werden? WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! In der Mediationssitzung wurden verschiedene Sachen ausgemacht. Grundsätzlich wurde vereinbart, die Piste nicht zu verlängern. Genauso wurde vereinbart, verschiedene Ausgleichsmaßnahmen in den anderen Gemeinden zu machen, wie beispielsweise Lärmschutzwände entlang der Autobahn und der Bahnlinie. Es wurde auch vereinbart, auf umweltfreundliche Energie zu setzen. Weiters wurde vereinbart, zwei bis drei weitere internationale Anbindungen anzugehen. Zu Frage Nr. 1. Es muss kein einziges Gebäude abgerissen werden, da es sich um rein landwirtschaftlichen Kulturgrund handelt, der teilweise schon im Besitz des Landes ist. 7 Die Anpassung an die Dash 8400 ist auch Teil der Mediation. Man möchte, dass die Dash 8400 benutzt wird, denn sie ist momentan das umweltfreundlichste Flugzeug. Um diese attraktiv zu gestalten und aufgrund der neuen Sicherheitsbestimmungen – die Anpassungen sind notwendig, weil die ENAC entsprechende Auflagen gemacht hat – würde sich die Flugbahn derart stark verkürzen, dass normale nicht mehr normal landen könnten. Man hat bereits Gespräche mit Fluggesellschaften aufgenommen, die aber nicht bereit sind, Bozen anzufliegen, wenn die Sicherheitsauflagen des Flughafens vollkommen eingehalten werden. Die baulichen bzw. Grundbefestigungsmaßnahmen sind natürlich noch nicht genau definiert. Ich kann Ihnen aber sagen, dass die Public-Service-Obligation der Strecke Rom-Bozen kostengünstige Tickets anbietet. So kann man beispielsweise weit unter 200 Euro nach Zypern oder zu gewissen Zeiten unter 400 Euro nach Amerika fliegen. Die Strecke Rom-Bozen kostet auf jeden Fall 1,3 Millionen Euro pro Jahr. Sie fragen, ob man garantieren kann, dass die Sportfliegerei reduziert wird. Garantie gibt es keine, aber es gibt Fakten. In Trient gibt es pro Jahr 40.000 Sportflüge, in Bozen gibt es insgesamt 15.000 Flüge, davon 2.500 Linienflüge. Die Sportfliegerei konnte in den letzten zehn Jahren sehr stark reduziert worden, und zwar weit mehr als Linienflüge dazugekommen sind. Zur letzten Frage. In der Mediation wurde vereinbart, zwei bis drei weitere internationale Anbindungen zu schaffen. Zur Zeit wird Rom vier Mal angeflogen, und zwar hin und retour. Wenn man Wien oder Frankfurt anfliegen wird, dann werden es wahrscheinlich zwei oder drei Flüge sein. Das würde bedeuten, dass man die Anzahl der Sportflüge um etwa weitere 2.500 bis 5.000 reduzieren müsste. Es ist also glaubhaft, dass wir durch die Besetzung der sogenannten Slots, das heißt der Mittellinien-Flüge, die Sportfliegerei weiter reduzieren können, was eine Reduzierung der Umweltbelastung für die Umgebung bedeuten würde. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich möchte eine Zusatzfrage stellen. Sie haben gesagt, dass es neue Sicherheitsbestimmungen gibt. Stimmt es, dass man in der Mediation dieses Thema ausgeklammert hat bzw. dazu kein Fachmann eingeladen worden ist? Die letzte Frage ist nicht klar beantwortet worden. Wie viele tägliche Starts und Landungen gibt es heute und wie viele sollen es in Zukunft werden? WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Zur Zusatzfrage. Bei der Mediation waren auch Sicherheitssachverständige dabei, beispielsweise auch der Direktor der ENAC Südtirol, Dr. Mussner. Beim "Runden Tisch" war auch mehrfach der Direktor der ENAC Rom dabei, der die Sicherheitsauflagen ganz genau erklärt hat. Das sind nicht politische, sondern physikalische Formeln. Die Aufgabe war ja, sämtliche Fragen zu klären, und ich kann Ihnen sagen, dass wirklich jede Frage technisch geklärt werden konnte. In Bezug auf die letzte Frage. Es gibt täglich vier Linienflüge. Die Sportfliegerei kann man nicht auf den Tag ummünzen, denn bei schlechtem Wetter sind weniger Sportflieger unterwegs als bei gutem Wetter. Jährlich gibt es 14.000 Sportflüge. Wenn wir zwei weitere internationale Anbindungen ausschreiben, dann wird es weitere zwei bis maximal vier Linienflüge pro Tag geben. PRESIDENTE: Interrogazione n. 4/01/12, del 5.12.2011 presentata dalla consigliera Artioli concernente MEMC - contributi provinciali. Prego di dare lettura dell'interrogazione. ARTIOLI (Lega Nord): Premesso che la MEMC ha da tempo avviato una ristrutturazione aziendale. Premesso che la stessa azienda aveva comunicato un rilancio anche occupazionale. Si interroga il Presidente e la Giunta: su quali siano stati i contributi erogati dalla Provincia negli ultimi 5 anni e per quali opere di risanamento aziendale. Se sussistano erogazioni di contributi della Provincia per lavori di ristrutturazione, di acquisto di macchinari e/o interventi a favore del mantenimento dei posti di lavoro. Se in eventuali lavori di ristrutturazione siano stati coinvolti artigiani e imprese locali. Se vi siano state gare d´appalto e se a fronte dei lavori eseguiti risultino pagate le spettanze alle succitate imprese. Se risulta alla Provincia che la MEMC abbia chiesto la cassa integrazione e per quanti dipendenti. Se la Provincia abbia notizie di quale sia il piano industriale della MEMC e come intenda procedere nel recupero dei contributi erogati, qualora si riscontrassero delle anomalie nel loro utilizzo da parte della MEMC. 8 WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Für Investitionen wurden insgesamt Beiträge von 632.850 Euro gegeben, und ich kann Ihnen das dann auch schriftlich nachliefern, Kollegin Artioli. Weiters wurde für Beratung und Weiterbildung ein Betrag von 2.638.090,55 Euro gegeben, und zwar laut Landesgesetz 4/1997 bzw. Landesgesetz 14/2006. Man muss nicht einen Entwicklungsplan vorlegen, um in den Genuss dieser Beiträge kommen zu können. Es ist auch nicht Voraussetzung, den Erhalt der Arbeitsplätze zu garantieren. Nachdem der Weltmarkt in diesem Bereich in weiten Bereichen zusammengebrochen ist, kann man ein Unternehmen nicht dazu zwingen, den Standort aufrecht zu erhalten. Das wäre nicht EU-konform. Somit können im Falle einer Betriebsauflassung bzw. Betriebsschließung oder Konkurs- oder Insolvenzanmeldung nicht die Beiträge zurückgefordert werden. Das ist nur in ganz wenigen Ausnahmefällen möglich, die im Gesetz vorgesehen sind. Zwar stagniert der Weltmarkt momentan in diesem Bereich bzw. orientiert sich neu, aber ich bin nicht der Meinung, dass es zu Auflassungen oder Schließungen von Betrieben kommen wird. Es gibt auch positive Signale, dass die MEMC die Arbeitsplätze weiterhin aufrecht erhält. ARTIOLI (Lega Nord): Replico. Chiedo all'assessore se può farmi avere le copie delle carte. Ci sono alcune regioni che sono riuscite a legare i contributi alla certezza che le aziende rimangano, per esempio in Piemonte hanno abbassato l'Irap e fanno controlli entro i tre anni successivi. In ogni caso loro hanno preso quasi 3,5 milioni di euro di contributi, di cui alcuni anche per ristrutturazione, mentre i nostri artigiani non sono stati pagati. Risulta che già 300 operai della MEMC sono in cassa integrazione, e Lei a questo non mi ha risposto purtroppo, e risulta che la ditta americana voglia andarsene dall'Alto Adige. Quindi oltre al danno anche la beffa: abbiamo dato loro 3,5 milioni di euro dell'Alto Adige per poi mettere la gente in cassa integrazione, e i contributi non li hanno usati per questa fabbrica, si sono portati questi soldi in America e i nostri artigiani non verranno pagati. Visto che c'è la crisi, forse la Giunta provinciale deve imparare a pensare a cosa fare nel caso in cui qualcuno approfitti dei contributi e, dopo grandi promesse, metta la gente in cassa integrazione. Per non parlare del fatto che abbiamo fatto loro una nuova linea elettrica, visto che loro consumavano un terzo dell'energia totale dell'Alto Adige, per poi non usarla. Se chiudono noi abbiamo investito per questa linea un sacco di soldi che non sono stati conteggiati, perciò non solo abbiamo speso 3,5 milioni di euro, ne abbiamo spesi molti di più per poi non avere nessun tipo di garanzie. Anche per il futuro bisogna ricordarsi che la filosofia americana è questa: se tu non guadagni te ne vai. Per il futuro bisogna trovare una nuova strategia politica per evitare di spendere i soldi in investimenti con gente che scappa. PRESIDENTE: Interrogazione n. 6/1/12 del 5.12.2012, presentata dal consigliere Egger, riguardante iniziative per dare nuovo lustro all'immagine della SEL S.p.A. di proprietà pubblica. Prego di dare lettura dell'interrogazione. EGGER (Die Freiheitlichen): Die Innsbrucker PR-Agentur „P8 Hofherr“ hatte letzthin, so berichten Südtiroler Medien, den Auftrag das angeschlagene Image der Landesenergiegesellschaft SEL AG aufzupolieren und die SEL-Führungsriege öffentlich in ein möglichst gutes Licht zu rücken. Obwohl die SEL bereits über eine fünfköpfige (!) Presseabteilung verfügt und obwohl, laut Medienberichten, zudem auch der frühere SVP-Generalsekretär Gallmetzer als externer Medienberater der Landesenergiegesellschaft fungiert, scheint auch noch die Beauftragung der österreichischen Agentur zur Image-Aufbesserung der SEL notwendig geworden zu sein. Und LR Laimer erklärt in den Medien (Neue Südtiroler TZ / Ausgabe vom 1.12.2011, Seite 3), dass die Agentur auf seine Weisung hin beauftragt wurde. An die Landesregierung ergehen in diesem Zusammenhang folgende Fragen: Wer hat die obengenannte PR-Agentur mit der Imagepflege der SEL beauftragt, wer übernimmt die Bezahlung derselben und wie hoch werden diese Kosten ausfallen? Welche jährlichen Kosten entstehen der SEL AG durch die hauseigene Presseabteilung und wie hoch war jeweils in den letzten 5 Jahren die Vergütung der SEL an Herrn Gallmetzer? Welchen Betrag hat die SEL AG in den letzten 5 Jahren insgesamt für Werbung und Imagepflege ausgegeben (bitte jährlichen Gesamtbetrag angeben)? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): In dieser recht turbulenten Zeit habe ich es damals für notwendig und richtig erachtet, eine professionelle Begleitung zu beanspruchen. Es 9 stimmt, dass die SEL eine Presseabteilung hat, aber Presse ist eine Geschichte, Medienarbeit im Sinne von Kommunikation eine andere. Ich habe damals diese PR-Agentur beauftragt, die von der Landesverwaltung bezahlt werden wird. Es stellt sich die Frage, ob es eine Fortsetzung des Auftrages geben wird, und dementsprechend wird über die Summe noch im Detail gesprochen werden müssen. Es dürften aber circa 20.000 Euro gewesen sein. Zu den Fragen Nr. 2 und Nr. 3 kann ich Ihnen nur eine Teilantwort geben, Herr Dr. Egger. Deshalb würde ich diese beiden Fragen in schriftlicher Form beantworten. Ich hoffe, dass Sie dafür Verständnis haben. EGGER (Die Freiheitlichen): Ich werde kurz replizieren. Vielen Dank für die Antwort, Herr Landesrat. Ich warte dann höflichst auf die schriftliche Beantwortung der Fragen Nr. 2 und Nr. 3. Die beste Werbung sind ein gutes Funktionieren der SEL und eine preisliche Entwicklung, die es den Bürgern ermöglicht, vom Strom, den die SEL laut Ihren Aussagen ja heimgeholt hat, zu profitieren. PRESIDENTE: All'interrogazione n. 14/1/12 del consigliere Pöder verrà fornita risposta scritta entro i prossimi 5 giorni, causa l'assenza dell'assessore Bizzo. Passiamo all'interrogazione n. 16/01/12 del 12.12.2011, presentata dai cons. Heiss e Dello Sbarba, riguardante il filo spinato nella natura è spesso una trappola mortale per gli animali. La Giunta provinciale intende risolvere questo problema? Prego di dare lettura dell'interrogazione. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Stacheldraht ist für Mensch und Tier eine Bedrohung. Dennoch ist diese Art der Umzäunung in Südtirol noch weit verbreitet. Dies muss nicht sein: Stacheldrahtzäune bzw. aufgelassene Umfriedungen im Wald, in Fluren und Almen sollten entfernt werden bzw. – falls nötig – durch ungefährliche Umzäunungen ersetzt werden. Dabei ist natürlich darauf zu achten, dass die Umzäunung gut sichtbar ist und dass sie keine Verletzungen verursacht. Der Abbau des Stacheldrahtzauns und seine ev. Ersetzung passiert leider nicht immer freiwillig. Deshalb wäre es angebracht, mittels einer rechtlichen Grundlage dem generellen Verbot von der Anbringung von Stacheldraht auch die Pflicht zur Ersetzung des Stacheldrahtes durch andere Möglichkeiten vorzuschreiben. Die Einhaltung dieses Gebotes muss natürlich dann auch regelmäßig überprüft werden. Dies wäre ein wichtiger Beitrag für den Menschen- und Tierschutz. Daher ergehen folgende Fragen an die Südtiroler Landesregierung: Gedenkt die Landesregierung in diesem Bereich tätig zu werden und den positivem Beispiel andernorts (z. B. Graubünden) zu folgen? Wie viele Laufmeter an Stacheldraht- Umzäunungen gibt es derzeit noch in Südtirol? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Herr Präsident, Kolleginnen und Kollegen! Das Verbot von Stacheldrahtzäunen wird in Südtirol von den Landschaftsplänen der Gemeinden geregelt. In den letzten Jahren sind diese Gemeinde für Gemeinde überarbeitet worden, wobei der letzte jener der Gemeinde St. Martin in Passeier war. Die alten, noch vorhandenen Stacheldrahtzäune müssen ausgetauscht worden. Ich kann Ihnen beispielsweise den Landschaftsplan der Gemeinde Deutschnofen zitieren, welchen wir am 13. Oktober 2008 beschlossen haben. Dort steht: "Nicht ortsübliche Umzäunungen, insbesondere die Verwendung von Stacheldraht, ist nicht gestattet. Bestehende Stacheldrahtzäune, die vor 1980 errichtet worden sind, sind bis Ende 2008 zu melden. Die Gemeinde kann verfügen, nicht gemeldete Stacheldrahtzäune auf Kosten der Besitzer abtragen zu lassen." Diese Formulierung gibt es in fast allen Landschaftsplänen, mit Ausnahme in jenem der Gemeinde Moos, deren Landschaftsplan noch nicht überarbeitet worden ist. In den restlichen 115 Gemeinden gibt es diesen Text. In den Gemeinden des Nationalparks Stilfser Joch gelten die Nationalpark-Bestimmungen. Insofern ist dieser Bereich schon geregelt. Die Frage Nr. 2 kann ich nicht beantworten, denn wir haben in der freien Landschaft nicht gemessen, wie viele Meter an Stacheldrahtzäunen es noch gibt. Auf jeden Fall dürften es sehr wenige sein. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Eine kurze Replik. Danke, Herr Landesrat, für die Ausführungen. Natürlich fällt das Stacheldrahtverbot und seine Durchführung in erster Linie in die Kompetenz der Gemeinden, aber es war auch so, dass die Landesverwaltung bis vor wenigen Jahren Beiträge für die Abnahme von Stacheldrahtumzäunungen gewährt hat. Im Sinne der Landschaftserhaltung, aber auch im Sinne des Tierschutzes wäre es schon wesentlich, diesem Thema eine stärkere Aufmerksamkeit zu geben und die relativ sanktionsarmen Landschaftspläne der Gemeinden durch eine Regelung zu unterstützen. Wir hoffen, dass dies in 10 Zukunft geschehen wird, denn wir erhalten immer wieder von Tierschützern entsprechende Hinweise auf diesen Gefahrenherd. Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Anfrage Nr. 18/01/12, vom 13.12.2011 eingebracht vom Abgeordneten Urzì, betreffend das Valgoi-Haus in Neumarkt. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): L'8 febbraio é prevista la sentenza di merito alla richiesta di sospensione delle procedure per le demolizione e ricostruzione di Casa Valgoi ad Egna. Forte è la mobilitazione popolare a difesa dell'immobile. L'amministrazione al contrario è determinata nel perseguire l'obiettivo della demolizione e ricostruzione. In questi mesi Futuro e Libertà ha tenuto un referendum spontaneo e a libera partecipazione (sulla strada pubblica) da parte dei passanti che hanno potuto esprimere il loro incondizionato giudizio rispetto il mantenimento o la ricostruzione dell'ex Municipio. Il risultato è stato incontrovertibile: la maggioranza assoluta dei cittadini dei diversi gruppi linguistici ha votato a favore del mantenimento della struttura. Tutto ciò premesso Si interroga Il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente per sapere se la Giunta provinciale non intenda intervenire per garantire la tutela di casa Valgoi (ex Municipio); quale sia il valore architettonico e storico che si attribuisce all'edificio e quali pronunciamenti ufficiali siano stati espressi dagli uffici provinciali a sostegno del mantenimento dell'edificio o del suo pregio storico/artistico/architettonico. KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): Lieber Kollege Urzì, der Landeskonservator hat niemals einen Antrag auf Unterschutzstellung dieses Gebäudes in Neumarkt gestellt. Das Gebäude hat eine sicherlich historische Bedeutung, nicht zuletzt wegen seiner langjährigen öffentlichen Nutzung, aber die architektonischen Elemente erlauben laut Aussage unserer Fachleute die direkte Unterschutzstellung nicht. Das Gebäude geht auf das 17. Jahrhundert zurück und hat kaum kunsthistorische Bedeutung. Allerdings hat der Abteilungsdirektor der Abteilung Denkmalpflege sehr wohl darauf hingewiesen, dass das Gebäude mit seiner Umgebung ensembleschutzwürdig wäre. Der Antrag, den der Abteilungsdirektor als Wunsch geäußert hatte, war jener in Richtung Ensembleschutz, der wiederum einzig und allein in die Zuständigkeit der Gemeindeverwaltung von Neumarkt fällt. Deshalb liegt es an der Gemeindeverwaltung, ein mögliches Ensembleschutzverfahren einzuleiten. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Replico. Ringrazio l'assessora, anche se in una situazione di questo tipo che ha portato ad uno stallo nei rapporti, perché non si è trovata ancora la strada opportuna da seguire, ci si aspetterebbe un intervento più diretto da parte dell'assessora per assumersi un impegno in una direzione o nell'altra. Certo è che la sensibilità a livello locale, il riferimento di questo bene che non può essere definito sotto tutela ma che è sicuramente un bene architettonico riconosciuto come tale e di pregio rispetto alla storia, all'identità del centro storico di Egna, è evidente. C'è stata una forte mobilitazione. Nei giorni scorsi anche il movimento giovanile del Suo stesso partito si è impegnato a tentare una strada di mediazione che passi attraverso la tutela del bene, quindi la sua conservazione, e la conservazione passa attraverso la non demolizione, mentre invece sappiamo come sia pendente presso il Tribunale di Giustizia Amministrativa una vertenza proprio per scongiurare l'intervento delle ruspe. In assenza di un pronunciamento favorevole alla tesi del mantenimento dell'opera, quindi la tesi dei ricorrenti, le ruspe opereranno, dopodiché non ci sarà tutela degli insiemi che tenga, il bene non ci sarà più, quindi ci troveremo a svolgere una riflessione su qualcosa che c'è stato e che non è più disponibile. Già nel passato i ritardi per gli interventi urgenti in materia di tutela dei beni architettonici hanno portato alla rimozione di questo patrimonio dal territorio e alla sua impossibilità nel riportarlo alla vita e al godimento del pubblico. Le rivolgo quindi l'appello di un intervento anche di ordine personale, alla vigilia del pronunciamento del TAR, per dare un'indicazione definitiva e chiara che possa essere anche di guida e di ispirazione per le decisioni che sicuramente anche il Comune è chiamato ad assolvere. 11 PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Anfrage Nr. 20/01/12 vom 16.12.2011, eingebracht vom abgeordneten Vezzali, betreffend Prüfung über die Kenntnis der Zweitsprache bei Aufnahmewettbewerben für das SASA-Personal. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Risulta allo scrivente che la SASA abbiano svolto almeno due concorsi per assunzione di personale che, pur in possesso di patentino di bilinguismo, sono stati sottoposti ad esame di seconda lingua Si interroga Il Presidente della Giunta e/o l’Assessore competente per sapere se il possesso del cd patentino di bilinguismo non sia più titolo sufficiente per concorrere a posti di lavoro pubblici o di aziende pubbliche e, in caso affermativo, quale sia la norma giuridica che lo consente. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Der Kollege Vezzali weiß, dass wir aufgrund der geltenden Bestimmungen darauf bestehen müssen, dass die Zweisprachigkeitsnachweise geliefert werden. Deshalb wird bei der Ausschreibung darauf Wert gelegt, dass der Zweisprachigkeitsnachweis beigelegt wird. Wenn die SASA bei der Personalaufnahme eine zusätzliche Prüfung macht, so darf diese nicht als eine zusätzliche Zweisprachigkeitsprüfung interpretiert werden. Es genügt die Zweisprachigkeitsprüfung. Nachdem aufgrund des jüngsten Urteiles vom 13. Dezember Nr. 2011 bestätigt worden ist, dass die SASA ein Privatbetrieb ist, kann die Führung ohne weiteres eine zusätzliche Voraussetzung vorsehen. Ich habe mich bei Direktor Dr. Felix Rampelotto erkundigt, der mir in einem Schreiben mitgeteilt hat, dass man eine zusätzliche Prüfung verlange, um festzustellen, ob die Grundbegriffe der Arbeit, die man verrichten muss, beherrscht werden. In Bezug auf die Benotung bzw. Punkte wird dies kaum bzw. unwesentlich bewertet. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Replico. Ringrazio il presidente per le informazioni che mi ha dato, anche se mi aspettavo una risposta in questo senso. La Sasa sarà privata o pubblica e cose di questo genere, però mi sorgono alcune domande. Alla SAD e alle Ferrovie per esempio che, pur essendo società che formalmente sono private, sono di fatto pubbliche, mi risulta che venga chiesto comunque il patentino. Ma al di là di questo, le informazioni che mi hanno dato sono che un candidato che ha sostenuto l'esame di seconda lingua, pur in possesso di tutti gli altri requisiti per ricoprire un posto di autista, quindi non può fare tante chiacchiere, anche perché mi pare ci sia scritto sul mezzo "non parlare al conducente", per cui sostanzialmente non dovrebbe parlare, non ha superato l'esame perché, pur in possesso del patentino, non ha superato l'esame in lingua tedesca. A mio avviso è un segnale pericoloso, perché se l'esame di seconda lingua in queste aziende che sono private per sentenza ma pubbliche come gestione e soprattutto come finanziamenti, non credo sia una cosa da sottovalutare. Auspico che da parte della Giunta provinciale ci sono un controllo maggiore e forse anche degli indirizzi maggiori a queste società, perché da una parte si sminuisce il valore del patentino e dall'altra parte si dà uno strumento in mano agli esaminatori dei concorsi per non ammettere a concorso soggetti poco simpatici. So per certo che una persona è ricorsa persino al TAR, non so se è la sentenza a cui faceva riferimento Lei prima, per cercare di ottenere il suo posto di lavoro. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 5/01/12 vom 5.12.2011, eingebracht von der Abgeordneten Artioli, betreffend Volkszählung. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. ARTIOLI (Lega Nord): Essendo comparso sul quotidiano Alto Adige nella sezione delle lettere il racconto di un lettore – del quale si allega il testo – in merito alle modalità con le quali stanno agendo i rilevatori. Premesso che ho già chiesto chiarimenti alla Giunta in merito. Premesso che il termine ultimo per il censimento è il 31 dicembre 2011. Considerato che alla data odierna risultano ancora intere vie della città di Bolzano non censite e neppure avvisate dai rilevatori. Si chiede al presidente e alla Giunta: ulteriori chiarimenti in merito all'andamento e alle modalità operative dei rilevatori per il censimento 2011 e si sollecita risposta scritta alla mia interrogazione su censimento e rilevatori depositata presso la segreteria del Consiglio provinciale a novembre c.a. Si chiede inoltre quali siano le conseguenze per quei cittadini che alla data del 31 dicembre 2011, si trovino ancora in attesa della visita di un rilevatore e non risultino censiti. 12 DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Ich weiß nicht, aber die Kollegin Artioli schreibt in Ihrer Anfrage "chiedo una risposta scritta". Hätte ich vielleicht auch die Möglichkeit, schriftlich zu antworten? Normalerweise ist mir der Wunsch der Landtagsabgeordneten heilig. Kollegin Artioli, Sie wissen genau, dass in Gemeinden mit mehr als 20.000 Einwohnern die entsprechenden Bögen bis Ende des Monats Jänner abgegeben werden können. Ich habe mich aufgrund dieser alarmierenden Anfrage sofort mit den zuständigen Abteilungen in Verbindung gesetzt, damit überprüft wird, ob Unregelmäßigkeiten vorliegen oder nicht. Man hat mir bestätigt, dass die Mitarbeiter von Seite der Hilfeleistenden sehr gut verlaufe und die Bögen zum Großteil rechtzeitig abgegeben worden seien. In Bozen gibt es 300 Sektionen, wobei nur in 2 Sektionen – 2006 und 2019 – die Daten noch nicht vorliegen. Wie gesagt, es besteht noch die Möglichkeit, die Bögen bis Ende des Monats Jänner abzugeben. Was die schriftliche Aufforderung anbelangt, muss ich sagen, dass die Bürger wiederholt dazu eingeladen worden sind, die Erhebungsbögen abzugeben. Sie wissen, dass zwei Erhebungen gemacht werden: einerseits die allgemeinen Erhebungen, andererseits die Sprachgruppenzugehörigkeitserklärung. Vielleicht wäre es besser, wenn diese in Zukunft abgegeben werden, aber in der Zwischenzeit ist es nun einmal so. Was die Volksgruppenerhebung anbelangt, sind Strafen vorgesehen, während das für die Sprachgruppenerhebung nicht gilt. ARTIOLI (Lega Nord): Faccio una domanda. Presidente, noi ci divertiamo sempre insieme, ma qui Le scrivo di mandarmi la risposta all'interrogazione scritta a cui Lei non ha ancora risposto per iscritto. Le ho chiesto di rispondermi all'interrogazione che Le ho già presentato in novembre. Volevo poi dirLe che i giornali e tantissime testimonianze che stanno arrivando a Bolzano dicono che i censori dicono alle persone che la parola "altro" è un errore di stampa, si mettono vicino alle persone anziché lasciarle sole in una stanza a decidere come vogliono censirsi, fanno fare a loro la crocetta su "italiano", "tedesco" o "ladino", e se una persona si rifiuta di farlo, gli attuali censori le dicono che deve farlo. Ci sono migliaia di testimonianza, la copia che ho allegato è una lettere firmata con nome e cognome apparsa sul quotidiano Alto Adige, e a noi tutti i giorni ci viene segnalata questa situazione. Le chiedo quindi come Lei possa dirmi che tutto sta funzionando a Bolzano? La prego poi in futuro di non venirmi a dire che non esistono i mistilingui, perché "altro" non si è dichiarato nessuno quando i censori vanno a dire che è un errore di stampa e che la persona deve dichiararsi "tedesco", "italiano" o "ladino". Oltre tutto queste buste dove vengono tenute? Chi le aprirà? Si rende conto che se io consegno il modulo vuoto al censore, lui una volta uscito di casa può segnare la crocetta dove vuole e la consegna in comune, perché magari non vuole storie, e viene fuori un censimento completamente sballato? Io Le chiedo come intende intervenire su questo argomento, perché la realtà dei fatti è che a questi censori non è stato insegnato niente e ci sono testimonianze di 20, 30 persone che a Bolzano possono testimoniare che non ha funzionato. Sono state date informazioni completamente scorrette! Secondo me questo censimento è da bloccare e da rifare! Quando io Le avevo chiesto per favore di mandare una lettera spiegando agli utenti come funzionava quest'anno la dichiarazione etnica anonima, Lei ha risposto che non serviva, bastavano due conferenze stampa Sue. Abbiamo visto i risultati con le Sue conferenze stampa: è un "casino". DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Kollegin Artioli, in der aktuellen Anfrage Nr. 45 wird genau auf dieses Thema eingegangen, und deshalb möchte ich nicht zwei Mal antworten. Sie können auf jeden Fall sicher sein, dass die Erhebungen voll im Sinne des Gesetzes erfolgen. Zu Ihnen werden wahrscheinlich diejenigen kommen, die die Wahrheit sagen, während meine Mitarbeiter wahrscheinlich die Unwahrheit sagen. Ich darf Ihnen jedenfalls versichern, dass die Privacy eingehalten wird und die notwendigen Erhebungen im Sinne der geltenden Gesetze gemacht werden. Ich glaube meinen Mitarbeitern, und deshalb bin ich davon überzeugt, dass die Volkszählung im Sinne der geltenden Gesetze durchgeführt wird. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 2/01/12 vom 5.12.2011, eingebracht von der Abgeordneten Stirner Brantsch, betreffend Übertrittsprüfungen nach Auslandsjahr. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. STIRNER BRANTSCH (SVP): Schüler profitieren von einem Auslandsjahr in vielfacher Hinsicht. Sie sammeln wichtige Erfahrung, erwerben Fremdsprachenkenntnisse, steigern ihre sozialen Kompetenzen und ihre Persönlichkeit, bzw. gewinnen an Selbständigkeit. In der Summe profitieren sie sowohl im privaten Bereich, aber auch in Sachen Beruf und Karriere. Kenntnisse und Fähigkeiten, die sie während eines Auslandsjahres erwerben, sind für den beruflichen Werdegang sehr wichtig, und gewinnen zunehmend an Bedeutung. Auch die Tatsache, dass 13 sie während eines Auslandsjahres mit unterschiedlichen Kulturen in Kontakt kommen, ist von Bedeutung. Dasselbe gilt für Schüler, die sich dafür entscheiden vor Ort ein Halbjahr bzw. Semester oder ein ganzes Schuljahr lang eine anderssprachige Schule zu besuchen. Fragen: Entspricht es der Wahrheit, dass die Schüler an manchen Schulen nach erfolgreicher Beendigung ihres Schuljahres an der Gastschule bei ihrer Wiederaufnahme in die Herkunftsschule in allen Fächern geprüft werden? Auch in jenen, welche an der Gastschule gelehrt wurden? Wäre es nicht sinnvoller, die Schüler in den ersten Monaten nach ihrer Rückkehr intensiv zu unterstützen, ihnen zur Seite zu stehen und von unsinnigen Übertrittsprüfungen abzusehen, welche den Besuch eines Schuljahres im Ausland nur erschweren, anstatt zu erleichtern? Was gedenkt die Landesregierung zu tun, um ein einheitliches Vorgehen an allen Schulen zu garantieren und es nicht der Entscheidung der einzelnen Schulen zu überlassen, die dann letztendlich völlig unterschiedliche Vorgangsweisen anwenden? KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): Liebe Kollegin Stirner, die Bewertung von Oberschülerinnen und Oberschülern, die ein Auslandsjahr absolvieren, ist vom Ministerium in Rundschreiben der Jahre 1997 und 1999 geregelt. Sie wissen ja, dass wir im Bildungsbereich keine primäre Kompetenz haben. Besagte Rundschreiben des Ministeriums sehen vor, dass die Lernerfolge der Jugendlichen im Ausland als Bildungsguthaben anerkannt werden und die Klassenräte je nachdem, welche Fälle oder Inhalte fehlen, eventuell Ergänzungsprüfungen vorsehen. Die Gesamtbewertung der Jugendlichen und ihre Zuweisung in die nächsthöhere Klasse erfolgt dann auf der Grundlage der Lernerfolge im Ausland und der allfälligen Ergänzungsprüfungen. Auch die Zuweisung des Schulguthabens für die staatliche Abschlussprüfung erfolgt unter Berücksichtigung der Lernerfolge im Ausland und der allfälligen Prüfungen. Unser Bildungsressort hat im Februar 2007 den Schulen empfohlen, all jene Jugendlichen der nächsthöheren Klasse zuzuweisen, deren Bildungserfolg nach dem Absolvieren des Auslandsjahres an der Herkunftsschule nicht grundsätzlich gefährdet ist, und allfällige Ergänzungsprüfungen bis Dezember des darauffolgenden Schuljahres durchzuführen. Auch ich habe solche Geschichten wie die vorher von Ihnen vorgetragene gehört, nämlich Abprüfen aller Fächer, und zwar im Sommer, aber unsere Empfehlung ist eine andere. Sie wissen, dass die Schulen eine gewisse Autonomie haben. Aufgrund der verschärften Bedingungen für die Versetzung an den Oberschulen – Ministerin Gelmini hat im Jahr 2007 eine positive Bewertung in allen Fächern, inklusive der Verhaltensnote, eingeführt, um in die nächste Klasse versetzt zu werden – haben wir im Schuljahr 2007/2008 empfohlen, von den Jugendlichen, die aus dem Ausland kommen, vor Unterrichtsbeginn eine Ergänzungsprüfung in jenen Fächern zu verlangen, die an der Herkunftsschule vorgesehen sind, im Auslandsland aber nicht belegt wurden. Man könnte ja immer noch sagen, dass das ein Bildungsguthaben ist. Jeder Jugendliche ist gereift, wenn er ein Jahr im Ausland war, und das wird meiner Meinung nach zu wenig anerkannt. Um aber mit den Zeugnissen und der staatlichen Abschlussprüfung in Ordnung zu sein, müssen jene Fächer, die es an der Auslandsschule nicht gegeben hat, eine Ergänzungsprüfung verlangen. Diese soll im Herbst stattfinden, damit wir auch mit den Terminen in Ordnung sind. Soviel zur momentan geltenden Regelung seitens der Bildungsressorts, die die Schulen dann in ihrem autonomen Rahmen durchführen. Ihre erste Aussage entspricht laut Rückfrage an den Schulen nicht der Wahrheit. Es ist nicht so, dass Jugendliche an manchen Schulen nach der Beendigung des Auslandsjahres bei der Wiederaufnahme in der Herkunftsschule in allen Fächern geprüft werden. Abschließend möchte ich noch auf die ausstehende Durchführungsverordnung zum Oberstufenreform-Gesetz des Südtiroler Landtages hinweisen, die diese Materie noch einmal zu regeln hat. Wir sind dabei, das zu erarbeiten, damit wir dann auch eine einheitliche Handhabe seitens der Schulen haben. Allerdings wehren sich diese mit ihren autonomen Kompetenzen. STIRNER BRANTSCH (SVP): Ich repliziere. Danke, Frau Landesrätin, für die Beantwortung meiner Fragen. Ich bin mir natürlich bewusst, dass nicht alle Fächer geprüft werden, aber ich finde es nicht angebracht, dass es manchmal wirklich der Willkür einzelner Klassenräte überlassen wird, was sie abprüfen. Ich hoffe stark, dass in der von Ihnen erwähnten Durchführungsverordnung klare Anweisungen enthalten sein werden, damit dieses Jahr im Ausland wirklich die Anerkennung findet, die es verdient. Die Ergänzungsprüfungen sollten nicht zu Beginn eines Schuljahres gemacht werden, denn man sollte den Schülern schon die nötige Zeit lassen und sie auch dabei 14 unterstützen. Sie sollen für den Mut, den sie aufbringen, indem sie ein Schuljahr im Ausland verbringen, nicht bestraft werden, sondern sollten eigentlich dazu motiviert werden, eine derartige Bildungsmöglichkeit in Anspruch zu nehmen. Ich würde Ihnen danken, wenn Sie mir die Unterlagen auch schriftlich aushändigen könnten. PRÄSIDENTIN: Die Anfrage Nr. 7/1/12 kann aufgrund der entschuldigten Abwesenheit des LR Bizzo nicht behandelt werden und wird innerhalb von 5 Tagen schriftlich beantwortet. Anfrage Nr. 12/01/12 vom 7.12.2011, (eingebracht von den Abgeordneten Klotz und Knoll, betreffend Bildungsurlaub für Amtsdirektor mit Doktorat. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Dr. Massimo Tomio, Amtdirektor des Verwaltungsamtes für Straßen ( Abt. 12. 7), besucht angeblich an der UNI Bozen einen Kurs für Ingenieurwesen und wolle dieses Studium mit dem Grund der Weiterbildung abschließen. Stimmt das? Falls ja: Wenn er schon einen Doktortitel hat, kann er dann noch einen Bildungsurlaub beanspruchen? Handelt es sich um eine bezahlte Freistellung für Fortbildung? Kann dies als solche anerkannt werden? Er sei untertags selten im Büro, dafür häufig aber am Abend. Werden diese Abendstunden als Überstunden gerechnet? Wenn ja, auf Grund welcher Bestimmung? WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Die Frage Nr. 1 wird verneint, denn der betroffene Bedienstete hat keinen Bildungsurlaub im Sinne der diesbezüglichen gesetzlichen Bestimmungen beansprucht. Im Falle von Herrn Dr. Massimo Tomio handelt es sich um einen bezahlten Sonderurlaub im Sinne der Bestimmungen des Artikels 18 Absatz 4 Buchstaben b) und c). Der Artikel 18 Absatz 4 Buchstabe b) des Bereichsvertrages vom 4.7.2002 sieht vor, dass das Personal für die Teilnahme an Aus- und Weiterbildungstätigkeiten bis zu 20 Arbeitstage pro Jahr bezahlten Sonderurlaubes beanspruchen kann, falls die Teilnahme an einer Weiterbildung zwar nicht verpflichtend, aber für die Verwaltung von Vorteil ist. Weiters übernimmt die Verwaltung die Hälfte der Ausgaben. Herr Massimo Tomio hat am 25.2.2011 laut dem genannten Artikel ein Ansuchen für die Teilnahme am Kurs "Energiesysteme – Teil des Bachelorstudiums in Logistik und Produktionsingenieurswesen" eingereicht, der im Zeitraum von Februar bis Juli 2011 an der Freien Universität Bozen stattgefunden hat. Die Teilnahme am Kurs wurde vom zuständigen Abteilungsdirektor Dr. Montagner ausreichend begründet und somit das Ansuchen unterschrieben. Im Jahr 2011 hat die Verwaltung für diese Teilnahme 90 Stunden bezahlten Sonderurlaub gewährt und die Hälfte der Spesen übernommen, was 91,46 Euro sind. Der Artikel 18 Absatz 4 Buchstabe c) des Bereichsvertrages vom 4.7.2002 sieht vor, dass das Personal für die Teilnahme an Aus- und Weiterbildungstätigkeiten bis zu 20 Arbeitstage pro Jahr bezahlten Sonderurlaubes beanspruchen kann. Die Verwaltung übernimmt keine weiteren Ausgaben. Zwei Ansuchen des Herrn Tomio wurden für die Teilnahme an den Kursen "Technisches Zeichnen" und "Methodisches Ingenieurwesen und Konstruktionslehre" – auch diese Kurse sind Teil des Bachelor-Studiums in Logistik und Produktionsingenieurwesen – eingereicht, die beide im Zeitraum von September 2011 bis Jänner 2012 an der Freien Universität Bozen stattfinden. Die Teilnahme an den Kursen wurde vom zuständigen Abteilungsdirektor Montagner begründet und das Ansuchen unterschrieben. Im Jahr 2011 hat die Verwaltung für die Teilnahme an diesen zwei Kursen weitere 62 Stunden Sonderurlaub gewährt. Für das Jahr 2012 ist kein Sonderurlaub gewährt worden. Die Landesverwaltung hat keine weiteren Kosten übernommen. Für alle drei Ansuchen wurden insgesamt 20 Tage 152 Stunden Sonderurlaub gewährt. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte eine Zusatzfrage und möchte den Landesrat fragen, ob er mir eine Kopie dieser Antwort aushändigen kann. Herr Landesrat, es handelt sich aber nicht um einen zusätzlichen Studientitel, der damit erworben wird oder? Es kommt auf die Auslegung an, das heißt, ob das Fortbildung ist oder ob jemand damit ein zweites Studium absolviert und somit einen zweiten Studientitel erwirbt. WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Wenn Sie mir diese Frage gleich gestellt hätten, dann hätte ich mich informieren können. Ich kann Ihnen jetzt nicht sagen, ob es sich um ein zweites Studium oder um eine Fortbildung handelt. Diese Antwort muss ich nachreichen. Auf jeden 15 Fall ist es der Landesverwaltung sehr wichtig, dass die eigenen Mitarbeiter weitergebildet werden, denn ein Doktortitel ist keine Garantie dafür, dass in spezifischen Bereichen … KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht) WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Gut, dann erklären Sie mir den Hintergrund und ich bereite eine schriftliche Antwort vor. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 15/01/12 vom 12.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend Memc Sinich – Stillegung – haben Land und Gemeinden sich übers Ohr hauen lassen – was ist mit Evonik? Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. PÖDER (BürgerUnion): Noch am 18. Oktober 2011 anlässlich der Einweihungsfeierlichkeiten für den neuen Betriebskomplex des Unternehmens Evonik auf dem Gelände der Memc in Sinich haben Landeshauptmann Luis Durnwalder und der Meraner Bürgermeister Günther Januth die Zusammenarbeit Memc in höchsten Tönen gelobt. Man habe die Memc in jeder Hinsicht unterstützt und auch die Memc und die Evonik hätten sich äußerst kooperativ gezeigt, so Durnwalder und Januth. War die geplante Stillegung des Werks nicht absehbar – hat die Landesregierung sich in irgendeiner Form die Erhaltung der Arbeitsplätze zusichern lassen? Was geschieht mit der Evonik? Gab bzw. gibt es Beiträge des Landes an Memc oder Evonik - wie hoch waren bzw. sind die Beiträge, 2010 bzw. 2011 in welcher Form auch immer? Erhalten Memc oder Evonik vergünstigten Strom von der SEL oder einer Tochtergesellschaft der SEL oder von den Etschwerken? Wer hat die neue Hochspannungsleitung von Lana bis zur Memc finanziert? Wie hoch ist der Anteil der Beschäftigten bei Memc oder Evonik, die ihren Hauptwohnsitz nicht in Südtirol haben? Welche Schritte wird das Land jetzt unternehmen? WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrte Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Die Frage betreffend die Hochspannungsleitung wird der Kollege Laimer beantworten. Bezüglich der Beiträge an die Firma EVONIC kann ich Ihnen eine Liste zukommen lassen, wenn Sie wollen, aber es sind noch keine Beiträge ausbezahlt worden. Der Anteil der Beschäftigten, die ihren Wohnsitz außerhalb Südtirols haben, beträgt bei der MEMC 5,2 Prozent und bei der EVONIC 33,3 Prozent. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 17/01/12 vom 12.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Heiss und Dello Sbarba, betreffend "Werden Trenitialia-Mitarbeiter nun auch außerhalb Südtirols bzw. mit auswärtigem Standort in Südtirol eingesetzt. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Unter Mitarbeitern von Trenitalia weckt die Nachricht große Besorgnis, dass innerhalb kurzer Frist Südtiroler Zugbegleiter bzw. -schaffner auch außerhalb des aktuellen Dienstbereichs eingesetzt werden. Dzt. fahren die Bediensteten zwischen Brenner und Verona bzw. von Innichen bis Mals; künftig aber sollen sie bis Mailand, Bologna und Triest Dienst leisten müssen. Im Gegenzug sollen dafür Schaffner und Zugbegleiter aus der Lombardei, aus Veneto, Friaul und der Emilia-Romagna auch auf Südtiroler Strecken eingesetzt werden. Dies hat arbeitsrechtlich die Folge, dass mit den längeren Strecken auch ausgedehntere Arbeitszeiten und Turnusdienste verbunden sind, autonomierechtlich birgt dies das Risiko, dass die Zahl der nicht zweisprachigen Schaffner zunehmen könnte. In jedem Fall erscheint eine vorbeugende Intervention der Landesregierung angebracht. Daher richten wir folgende Fragen an die Südtiroler Landesregierung: Ist bekannt, ob Trenitalia entsprechende Absichten der Verwendung auswärtiger Zugbegleiter in Südtirol und der Abordnung von Südtirolern in andere Provinzen hegt? Wird die Landesregierung die Garantie zweisprachiger Zugbegleitung in Südtirol sicherstellen? 16 DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Aufgrund der geltenden Bestimmungen ist es so, dass Südtiroler das Recht haben, in der lokalen Stammrolle zu sein und sie nur aufgrund gewisser Erfordernisse der Verwaltung, in diesem Fall der Zugverwaltung, nach außerhalb Südtirol versetzt werden können, und zwar wenn sie Weiterbildungsveranstaltungen besuchen wollen usw. Sie wissen, dass bei der Bahn ein entsprechender Turnusdienst versehen wird. Wenn Züge vom Brenner bis Bologna fahren, wird das Zugpersonal normalerweise nicht automatisch gewechselt. Ich habe mich aufgrund dieser Anfrage an den zuständigen Direktor gewandt, der mir in einem Schreiben, das ich Ihnen gerne aushändige, mitgeteilt hat, dass das Südtiroler Personal nur bis Bologna, also auf der direkten Strecke eingesetzt wird. Was auswärtiges Personal anbelangt, ist es so, dass immer Wert darauf gelegt wird, dass zweisprachiges Personal zur Verfügung steht. Dafür werden auch entsprechende Prüfungen durchgeführt, damit die Zweisprachigkeit in Südtirol gerantiert werden kann. Es werden maximal zehn Prozent eingesetzt, wobei bestätigt wird, dass dies maximal zweimal in der Woche der Fall ist, damit die Personen bei ihren Familien bleiben können, das heißt, dass sie nicht gezwungen sind, auswärts zu übernachten. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Landeshauptmann! Ich ersuche um die Aushändigung dieses Schreibens. Sie haben gesagt, dass das Risiko, dass nicht zweisprachiges Personal Verwendung findet, ausgeschlossen ist bzw. die über die Regionsgrenzen hinausfahrenden Mitarbeiter nicht über Gebühr beansprucht werden. Das ist relativ beruhigend, aber ganz ausgeschlossen kann es nach Ihren Auskünften auch nicht werden. Deshalb die Sorge der entsprechenden Mitarbeiter. PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 29/01/12, vom 22.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend unbenutzte Unterkünfte der Staatsdomäne. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Risulta allo scrivente che la SASA abbiano svolto almeno due concorsi per assunzione di personale che, pur in possesso di patentino di bilinguismo, sono stati sottoposti ad esame di seconda lingua Si interroga Il Presidente della Giunta e/o l’Assessore competente Per sapere se il possesso del cd patentino di bilinguismo non sia più titolo sufficiente per concorrere a posti di lavoro pubblici o di aziende pubbliche e, in caso affermativo, quale sia la norma giuridica che lo consente. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Kollege Vezzali, Sie wissen, dass es einen Gesetzesartikel gibt, der vorsieht, dass Liegenschaften, die das Militär zehn Jahre nicht mehr für institutionelle Aufgaben benötigt, kostenlos an das Land übergehen können. In den Jahren 1997/1998 sind insgesamt 3.500 Objekte an das Land übergegangen, darunter auch einige Militärareale, auf denen früher Wohnungen bestanden. Diese sind zum Teil an die Gemeinden weitergegeben, an die Anrainer verkauft oder den früheren Eigentümern zurückgegeben worden. Die wesentlichen Liegenschaften sind aber nicht übergegangen, weil sie noch nicht zehn Jahre ungenutzt waren. In der Zwischenzeit hat das Militär das natürlich verstanden. Deshalb haben wir mit dem Staat eine Vereinbarung getroffen. Wir wollten die Wohnungen, die das Wohnbauinstitut baut, nicht den hauptberuflichen Soldaten zur Verfügung stellen, nachdem innerhalb der Kasernen entsprechende Kubatur vorhanden war. Deshalb haben wir vereinbart, dass uns das Militär gewisse Liegenschaften abtritt, die nicht mehr für institutionelle Zwecke notwendig sind, und wir dafür innerhalb der Kasernen Wohnungen für die Berufssoldaten errichten. Zur Zeit werden in Meran Wohnungen für Berufssoldaten übergeben. 60 Wohnungen sind innerhalb der Militärareale in Bozen gebaut worden, die ebenfalls den Berufssoldaten zur Verfügung stehen. Auch in anderen Gebieten werden die Wohnungen saniert. Wir bekommen als Gegenleistung Grundstücke, die für den sozialen und geförderten Wohnbau oder für andere öffentliche Arbeiten zur Verfügung stehen. Ich glaube, dass dieses Abkommen im Interesse beider Parteien ist. Ich habe mich an das Regierungskommissariat gewandt, das mir aber leider keine genaue Aufstellung hat zukommen lassen. Sie wissen selber, dass es beim Militär gewisse Geheimnisse gibt und nicht immer mitgeteilt wird, wo genau wie viele Wohnungen vorhanden sind. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Replico. Ringrazio il presidente per queste informazioni che in parte già conoscevo, però la mia richiesta era rivolta soprattutto per quegli alloggi che a 17 tutt'oggi risultano inutilizzati e anche in uno stato di degrado notevole. Lo Stato non li assegna più in affitto ai suoi militari, perché non sono abitabili. Questo era l'oggetto della domanda: se oltre a questi protocolli … DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): (unterbricht) VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Lei dice che vengono demoliti e ricostruiti. Va bene. Se fosse così gentile da darmi quei dati, gliene Le sarei grato. PRÄSIDENTIN: Die Anfrage Nr. 8/1/12 kann aufgrund der entschuldigten Abwesenheit von Landesrat Bizzo nicht behandelt werden und wird innerhalb von 5 Tagen schriftlich beantwortet. Wir kommen zur Anfrage Nr. 19/01/12 vom 15.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend die Ermittlungen gegen Landesrat Laimer wegen Amtsmissbrauch: Hat der Landesrat den Landtag betrogen? Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. PÖDER (BürgerUnion): In der Anfrage Nr. 31/12/11 für die Aktuelle Fragestunde hatte ich Landesrat Michl Laimer unter anderem folgende Frage gestellt: „Entspricht es den Tatsachen, dass die Entscheidung der Landesregierung, die Konzession an die SEL und nicht an einen privaten Bewerber zu vergeben unter anderem auf der Tatsache beruht, dass der Landesrat der Landesregierung ein von einem leitenden Angestellten der SEL AG verfasstes Mehr-Punkte-Promemoria mit technischen Begründungen für die Vergabe der Konzession an die SEL vorgelegt hat? Wenn nicht, wer hat dieses Promemoria verfasst?“ Die schriftlichen Antwort des Landesrates vom 02.12.2011: „Ich habe die Punkte nach eingehendem Studium der Unterlagen selbst geschrieben und in der Sitzung der Landesregierung vorgetragen. Der Beschlusstext ist dann vom Rechtsamt verfasst worden.“ Laut Ermittlungsergebnissen der Staatsanwaltschaft liegen jedoch Beweise vor, dass der Inhalt des Promemorias größtenteils von leitenden Mitarbeitern der SEL-AG, einem Mitbewerber um die Konzession, verfasst wurde.“ Hat der Herr Landesrat den Landtag belogen – wenn ja, welche Konsequenzen sind daraus zu ziehen? Bleibt der Landesrat bei seiner Darstellung, dass er das Promemoria ausschließlich selbst verfasst hat? Hat der Landesrat oder einer seiner Mitarbeiter der SEL AG Informationen über Mitbewerber gegeben und Texte für das Promemoria eingeholt? Sieht der Herr Landesrat in diesem Fall nicht selbst den Tatbestand der illegalen Wettbewerbsabsprache und des Amtsmissbrauchs gegeben? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Frau Präsidentin, Kolleginnen und Kollegen! Immer, wenn es sich um delikate Punkte in der Landesregierung handelt, handhabe ich es so, dass ich auch einen Entwurf für das Protokoll verfasse. So habe ich es auch in diesem Fall getan, weil dieser Punkt sehr delikat und sehr komplex war. Es stimmt allerdings auch, dass ich im Vorfeld nicht nur die einzelnen Gutachten und Projekte studiert habe, sondern auch eine Stellungnahme von Seiten des Herrn Dr. Rainer eingeholt habe. Es stimmt auch, dass ich mir Textpassagen zu Eigen gemacht habe, die dann in meinen Text eingeflossen sind. Inhalte sollte man sich aber doch etwas näher anschauen, denn es geht bei diesen Textpassagen nicht um persönliche Wertungen, sondern um Feststellungen. Die vier Standortgemeinden Bozen, Ritten, Jenesien und Sarntal haben ihrerseits ein technisches Gutachten in Auftrag gegeben, um die verschiedenen Projekte zu vergleichen und zu bewerten. Am Ende haben zwei Gemeinden mit einem Punktesystem geantwortet und dem Projekt der Edison vier Punkte, jenem der ENEL vier Punkte, jenem der Etschwerke fünf Punkte, jenem der SEL neun Punkte und jenem der Eisackwerk GmbH drei Punkte gegeben. Das bedeutet, dass das Projekt der Eisackwerk GmbH an letzter und jenes der SEL an erster Stelle steht. Zwei andere Gemeinden haben eine andere Bewertung abgegeben, und zwar "ungenügend" für das Projekt der Eisackwerk GmbH und "genügend", "befriedigend" bis "gut" für die anderen Projekte. Das sind Feststellungen, die in meinen Text eingeflossen sind. Wenn der UVP-Beirat sagt, dass das Projekt der SEL die Auswirkungen des Eingriffs am besten kompensiert, hingegen beim EisackwerkProjekt schreibt, dass die Aussagen sehr vage und wenig konkret seien, … Schauen Sie her, Kollege Pöder. Das ist das Projekt der Eisackwerk GmbH, das acht Blätter umfasst. Es beinhaltet die Anfrage, den technischen Plan und den Umweltplan. Wenn Sie zu Hause ein Fenster austauschen, dann brauchen Sie sicher mehr Unterlagen als für ein Großkraftwerk dieser Dimension. Wenn dann gesagt wird, dass das Projekt der SEL weniger produzieren würde, obwohl ein zusätzliches EWerk beim Zulauf zwischengeschaltet würde, dann verstehen Sie, dass es merkwürdig ist, wenn in einem ab- 18 schließenden Bericht genau jenes Projekt, welches bei den Gemeinden und bei der UVP ganz hinten steht, auf einmal als Sieger hervorgeht. Stellen Sie sich vor, die Landesregierung hätte beschlossen, die Konzession der Eisackwerk GmBh zuzusprechen. Was würde dann wohl hier im Landtag – dann allerdings zu Recht - an Polemik entstanden sein? Man hätte gesagt: "Wie kann man bloß gegen die vier Gemeinden vorgehen, die ihrerseits ein technisches Gutachten in Auftrag gegeben haben? Wie kann man etwas gegen das Gutachten des UVP-Beirates beschließen?" Es ist meine Pflicht, der Landesregierung einen Bericht vorzulegen, in dem die Fehler, die gemacht worden sind, entsprechend richtiggestellt werden. Das hat die Landesregierung beschlossen. Danach hat das Rechtsamt die detaillierte Formulierung verfasst. Die Unterlagen sind ja keine Geheimakten, denn die Beschlüsse der Gemeinden und des Beirates sind öffentlich. Von einer illegalen Wettbewerbsabsprache kann keine Rede sein, denn der Abgabetermin war 2005. Die Gutachten sind verfasst worden. Ich habe kein Gutachten abgeändert! Die Landesregierung hat aus den Gutachten die richtigen Schlüsse gezogen und die Konzession demjenigen zugesprochen, der das beste Projekt vorgelegt hat. PÖDER (BürgerUnion): Danke, Herr Landesrat! Ich nehme Ihre Ausführungen zur Kenntnis. Fakt bleibt, dass das ganze Konstrukt recht unglücklich ist. Es hat auch dazu geführt, dass es Ermittlungen gibt und auch Sie unter einem beachtlichen öffentlichen Verdacht stehen. Das öffentliche Interesse ist das eine, das andere ist, dass der Eigentümer der SEL der Konzessionsvergeber ist. Dieses Konstrukt musste zwangsläufig zu einer Problematik führen. Dass wegen Wettbewerbsabsprache und Amtsmissbrauch ermittelt wird, ist angesichts der Vorgänge fast zwangsläufig. Die Staatsanwaltschaft wird sich schon ihr Bild gemacht haben. Sie sagen, dass alles immer im öffentlichen Interesse war. Das stimmt schon, aber die SEL steht unter dem Druck, Konzessionen zu erhalten, denn sonst drohen Strafzahlungen. Dass man Verträge abschließen konnte, liegt auch daran, dass man von vorneherein von der Landesregierung die Zusicherung bekommen hat, dass man die entsprechenden Konzessionen erhalten wird, auf Biegen und Brechen. Das war und ist nun einmal so! PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 22/01/12 vom 19.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend welche Energie für die Memc. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Dopo un incontro con la dirigenza della Memc di Sinigo, l’assessore Bizzo ha emesso il seguente comunicato: “Uno dei fattori-chiave riguarda la bolletta energetica e la possibilità di aprire l'Alto Adige all'importazione di energia dal resto d'Europa, dove i prezzi praticati sono sensibilmente ridotti. La Provincia - ha assicurato l'assessore Roberto Bizzo - si impegna non solo a cercare soluzioni locali, ma anche ad accelerare le trattative per la creazione di un collegamento con la rete austriaca che spezzerebbe la situazione di monopolio sul mercato e consentirebbe non solo alla Memc, ma a molte altre aziende altoatesine, di abbattere il costo dell'energia". Alcune cose sono sorprendenti ed esigono un chiarimento Si chiede: 1. Da dove verrebbe l’energia importata e in particolare, si tratterebbe in tutto i in parte di energia nucleare a basso prezzo? 2. Chi è che in Alto Adige ha creato quello che l’assessore ha chiamato “situazione di monopolio sul mercato” che andrebbe spezzato? Ciò significa che la Giunta vuole portare in Alto Adige concorrenti che toglierebbero clienti alle società energetiche locali, visto che si parla di forniture di questa energia importata anche a “molte altre aziende altoatesine”? 3. Che c’entra questa strategia di importazione di energia con la proclamata linea della Provincia di favorire l’autosufficienza e indipendenza energetica liberando l’Alto Adige dalla dipendenza dall’estero? 4. Visto che l’Alto Adige circa 6.000 GWh all’anno e ne consuma la metà, non ci sarebbe la possibilità di favorire un accordo tra produttori locali e Memc per le forniture dell’energia necessaria? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Prinzipiell glaube ich, dass sich die MEMC in ihrer Strategie einfach verschätzt hat. Sie ist zwar ein Weltkonzern und es ist sicher so, dass der Strompreis eine nicht unerhebliche Rolle spielt, aber die Weltmarktsituation und vor allem der chinesische Markt haben die MEMC wohl vor diese neue Situation gestellt. Das ist meine persönliche Einschätzung. Nun zu den einzelnen Fragen. Meiner Information nach bezieht die MEMC seit Beginn dieses Jahres den Strom vom Unternehmen Innovatio. Mir ist nicht bekannt, woher diese Gesellschaft den Strom bezieht. 19 Zu den Fragen Nr. 2 und Nr. 3. Im Energiesektor gibt es keine Monopolstellung mehr. In der Produktion hat es sie nie gegeben und seit einigen Jahren gibt es sie auch nicht mehr im Verbrauchsbereich. In Südtirol wollen wir vor allem erneuerbare Energie produzieren und auch verteilen. Bis Ende 2011 hat die SEL den Strom für die MEMC geliefert. Trotz gestiegener Strompreise am Markt verlangte die MEMC einen Preisnachlass von 15 Prozent für das heurige Jahr, was für die SEL nicht machbar ist. Die MEMC ist mit mehr als 600 Mllionen Kilowattstunden der größte Stromkunde des Landes. In den Betrieb führt eine Hochspannungsleitung hinein. Auch die Etschwerke, die von der MEMC die Wärme für das Fernheizwerk bezogen haben, haben sich außerstande gefühlt, zu diesen Bedingungen ein Preisangebot für die Lieferung des Stroms machen zu können. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Grazie per questi dati interessanti. Chiederei all'assessore Laimer di spiegare all'assessore Bizzo come stanno le cose, perché io mi sono preoccupato per le affermazioni fatte dall'assessore, perché io sono per difendere i posti di lavoro dei lavoratori ecc., però dichiararsi d'accordo al fatto che l'ente pubblico debba favorire l'importazione di energia a basso prezzo, che è certamente energia nucleare, su questo non c'è dubbio, sul nostro territorio, credo che non sia corretto. Bisogna parlare con i lavoratori e dire loro la verità, cioè che la Provincia è per la difesa assoluta del loro posto di lavoro, ma non è per cedere a tutte le pretese che un'azienda per propri interessi economici porta avanti. Anch'io sapevo che fino al 2011 la SEL forniva energia. Credo che forse un percorso per forniture di energia a prezzi favorevoli poteva essere studiato. Infine faccio presente che noi tutti a Bolzano riceviamo le bollette e assieme riceviamo anche il mix di energia. La maggior parte dei clienti, a parte coloro che fanno contratti speciali come la SEL, per esempio che offre di energia verde certificata, lo devono sapere. Nonostante i proclami sull'autarchia energetica sudtirolese, sul fatto dell'energia rinnovabile che produciamo, i clienti altoatesini ricevono il mix nazionale di energia: 1,4% di nucleare, 78% di fossile e 25% di rinnovabile, dove i clienti privati, le famiglie con fascia protetta di energia rinnovabile che costa di più ne ricevono di meno e ricevono più energia fossile. La questione per l'energia rinnovabile del Sudtirolo deve essere discussa in maniera sincera e con verità. Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti PRESIDENTE: Interrogazione n. 24/01/12, del 21.12.2011, presentata dai consiglieri Klotz e Knoll, concernente il collegamento delle zone sciistiche "Monte Elmo" e "Croda Rossa". Prego di dare lettura dell'interrogazione. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Der Gemeinderat Sexten befasst sich am 28. Dezember 2011 erneut mit dem Gesuch der Sextner Dolomiten AG, die Verbindung der Skigebiete „Helm“ und „Rotwand“ in den Bauleitplan der Gemeinde einzutragen. Das vorgelegte Änderungsprojekt unterscheidet sich in forstlich-hydrogeologischer Hinsicht kaum vom Hauptprojekt. Es geht immer noch um Erdbewegungen von über 150.000 m³, wie es das ursprüngliche Projekt vorsieht, womit der natürliche Waldboden für immer zerstört wird,. Gegen die Eintragung der Verbindung in den Fachplan für Aufstiegsanlagen und Skipisten bzw. in den Bauleitplan der Gemeinde Sexten durch die Landesregierung behängt ein Rekurs vor dem Verwaltungsgericht. Ist es rechtlich möglich, ein Abänderungsprojekt zu behandeln bzw. zu genehmigen, solange das normale Genehmigungsverfahren für das eingereichte Projekt im Gang ist? Darf die Gemeindeverwaltung dem Entscheid des Verwaltungsgerichts vorgreifen, indem sie den Abschluss des laufenden Verfahrens nicht abwartet, sondern ihn sie zu beeinflussen versucht? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Herr Präsident, Kolleginnen und Kollegen! Zur Frage, ob es möglich ist, ein Abänderungsprojekt zu behandeln, solange das normale Genehmigungsverfahren für das eingereichte Projekt im Gange ist, ist zu sagen, dass das verwaltungsrechtliche Genehmigungsverfahren hinsichtlich des Projektes der Sextner Dolomiten AG zur Verbindung der Skigebiete Helm - Rotwand mit Beschluss der Landesregierung vom 7. Juni 2010, Nr. 963 – das ist der Fachplan - und mit Beschluss Nr. 1316 vom 26. Juli 2010 – das ist die UVP – bereits zur Gänze abgeschlossen ist. In Bezug auf die soeben genannten Beschlüsse behängt derzeit ein Verfahren vor dem Verwaltungsgerichtshof, welches noch nicht entschieden ist. Demzufolge steht es dem Projektbetreiber frei, auch vor Abschluss des Gerichtsverfahrens ein Varianteprojekt einzubringen, welches aus der Sicht der Betreibergesellschaft eine umwelttechnische Verbesserung 20 des ursprünglichen Projektes darstellt. UVP-pflichtige Projekte dürfen nachträglich in jedem Fall hinsichtlich ihrer Umweltverträglichkeit verbessert werden. Der Artikel 15 Absatz 14 des Landesgesetzes Nr. 2 aus dem Jahr 2007 sieht diesbezüglich weiters vor, dass umweltrelevante Varianteprojekte zu bereits genehmigten UVP-pflichtigen Projekten, deren Realisierung noch nicht abgeschlossen ist, zunächst der zuständigen Gemeinde vorzulegen sind, die sie der Umweltagentur weiterleitet, wobei der Umweltbeirat innerhalb von 60 Tagen zu den voraussichtlichen Auswirkungen auf die Umwelt des Varianteprojektes Stellung zu nehmen hat. Die Landesregierung entscheidet innerhalb von 30 Tagen ab Erhalt des Gutachtens des Umweltbeirates, ob das endgültige oder Ausführungsprojekt oder das Varianteprojekt zu genehmigen oder einer neuen UVP zu unterziehen ist. Diese Fristen sind noch nicht verstrichen, und deshalb kann ich Ihnen noch nicht sagen, was herauskommen wird. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich möchte eine Zusatzfrage stellen, und zwar betreffend meine letzte Frage. Es geht ja um das erste Projekt, das in Teilen durch Beschlüsse der Landesregierung genehmigt worden ist, gegen die aber Rekurs beim Verwaltungsgericht eingebracht worden ist. Darf die Gemeindeverwaltung in diesem Fall vorgreifen? Das Verwaltungsgericht befasst sich ja mit dem Hauptprojekt. Damit greift sie ja in dieses Verfahren ein. Dann wäre die Befassung des Verwaltungsgerichtes immer relativ, wenn der Gemeinderat inzwischen dieses und jenes abändern könnte. Dann braucht es den Verwaltungsgerichtshof ja eigentlich gar nicht. Ist das juridisch überhaupt möglich? Nach dieser Logik müsste ja wieder Rekurs gemacht werden, und dann kommt man ja zu keinem Abschluss. LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Der Projektwerber könnte das Projekt ja zurückziehen. Dann wäre der Prozess hinfällig. Er kann aber eine Variante bei der Gemeinde einreichen, die von der Gemeinde behandelt werden muss. In diesem Fall hat die Gemeinde die Variante genehmigt. Rechtlich gesehen ist das in Ordnung. Ich gebe Ihnen Recht, wenn Sie sagen, dass es nicht oft vorgekommen ist, aber im Zuge dieses Verfahrens hat man vielleicht versucht, die prozessrechtliche Situation durch eine Variante zu verbessern. Ich interpretiere das jedenfalls so. PRESIDENTE: Interrogazione n. 33/01/12 del 23.12.2011, presentata dai consiglieri Schuler e Noggler, concernente l'affidamento della gestione del bar presso l'aeroporto da parte dell'ente gestore ADB Airport S.p.A. Prego di dare lettura dell'interrogazione. SCHULER (SVP): Es wird vorausgeschickt, dass die Flughafenbetreibergesellschaft ABD Airport AG Eigentümerin eines Gastgewerbebetriebes in unmittelbarer Nähe des Flughafens Bozen ist, dessen Führung mittels Vereinbarung an die Ehefrau des Direktors der Gesellschaft ABD Airport AG, Herrn Mirko Kopfsguter für 40 Jahre übergeben wurde. Dieser unkonventionelle Sachverhalt wirft folgende Fragen auf, die an die Landesregierung und an den zuständigen Landesrat gerichtet werden: Ist die Landesregierung in Kenntnis darüber, dass die Gesellschaft ABD Airport AG mit der Ehefrau des Direktors der Gesellschaft ABD Airport AG eine Vereinbarung zur Führung des Gastgewerbebetriebes, der an der Zufahrt zum Flughafen Bozen liegt, mit einer Laufzeit von 40 Jahren abgeschlossen hat? Welches öffentliche Auswahlverfahren wurde zur Vergabe der Führung des genannten Gastgewerbebetriebes angewandt und mit welcher Begründung wird diese auf 40 Jahre vergeben? Welche vertraglichen Vereinbarungen wurden nachweislich für den Fall getroffen, dass die Betreiberin die Gastgewerbetätigkeit nicht mehr selbst ausübt? Welches monatliche/jährliche Entgelt muss von der Betreiberin des Gastgewerbebetriebes nach dessen Umbau an die Flughafenbetreibergesellschaft ABD Airport AG laut abgeschlossener Vereinbarung entrichtet werden? Was gedenkt die Landesregierung zu unternehmen? WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Der Sachverhalt ist nicht komisch. Wenn Sie besser recherchiert hätten, dann wären Sie relativ schnell draufgekommen, dass Frau Niederstätter Helene im Jahr 1978 das Fertighaus inklusive Errichtung, Maschinen und Zubehör für einen Beitrag von 28.000.000 Lire erworben und fortan selbständig, ohne Unterbrechung und mit allen notwendigen Lizenzen als öffentliches Gastgewerbe betrie- 21 ben hat. Frau Niederstätter macht das also seit mehr als 30 Jahren. Dieser Gastbetrieb befindet sich etwa 200 Meter vor dem Flughafen und ist im Prinzip der Treff des Aero-Clubs und der Flugbegeisterten. Mit dem Flughafen hat er im Prinzip nichts zu tun, denn im Flughafengebäude befindet sich eine andere Gastronomie. Ich weiß nicht, wer Sie über diese Sache informiert hat. Am 1.6.2003, also 25 Jahre danach, hat Herr Mirko Kopfsguter den Posten des Generaldirektors des Flughafens bekommen. Im Jahr 2005 hat Frau Niederstätter, mittlerweile die Ehefrau des Herrn Kopfsguter, eine Ersitzungsklage gegen die Gemeinde Bozen eingebracht. Mit dem Akt "Republik 211.960" des Generalsekretärs der autonomen Provinz Bozen ist die Bauparzelle im Rahmen eines Flughafentauschverfahrens, mit welchem einige jahrzehntelange offene Positionen im Flughafen geregelt wurden, vom vorigen Eigentümer, der Gemeinde Bozen, im Ist-Zustand, inklusive aller Rechte und Pflichten, an die ABD übergegangen. Mit dem Schätzgutachten des Landes wurde der Vorkaufswert der Bauparzelle, inklusive Gebäude, auf 100.000 Euro und der Konzessionswert für 30 Jahre auf 80.000 Euro festgelegt. Mit Beschluss des Verwaltungsrates der ABD wurde dessen Präsident im Jahr 2007 beauftragt, mit Frau Niederstätter eine langfristige Konzession – Miete und Pacht – zu verhandeln. Das Gebäude gehört schließlich ihr. Mit Vertrag vom 19.12.2007 hat sich Frau Niederstätter dazu verpflichtet, die Ersitzungsklage zurückziehen. Mit demselben Vertrag wurden die Bedingungen für die Langzeitmiete geregelt. Nun zu den einzelnen Fragen. Der Abriss und Wiederaufbau war notwendig, um den geltenden Vorschriften Rechnung zu tragen. Die Baukonzession und sämtliche Genehmigungen laufen auf den Namen der Frau Helene Niederstätter. Sie hat als Bauherrin auch sämtliche Kosten getragen. Die Arbeiten sind demnach von der ABD weder ausgeschrieben, noch vergeben worden. Ihre Informationen entbehren also jeglicher Grundlage. Der Vertrag mit Frau Niederstätter entspringt der Regelung eines bereits bestehenden Rechtsverhältnisses, in das die ABD durch den Eigentumserwerb der Liegenschaft nachträglich eingetreten ist. Wir sind weder in Kenntnis von Unregelmäßigkeiten, noch davon, dass es eine diesbezügliche Eingabe bei der Staatsanwaltschaft geben soll. Es ist uns allerdings bekannt, dass die von der Gemeinde Bozen mit der Baukonzession geforderten Gutachten und Genehmigungen keine Genehmigung der Zollbehörde vorsehen, was sich im Nachhinein als Fehler entpuppte, der mit einer Verwaltungsstrafe, bearbeitet von der Finanzwache und ausgestellt von der Zollverwaltung Bozen, saniert wurde. Auch diese Kosten wurden ausschließlich von Frau Niederstätter bezahlt. Demnach verfügt Frau Niederstätter über alle notwendigen Unbedenklichkeitserklärungen von ENAC und Zoll, welche im Rahmen des Genehmigungsverfahrens der Bauvariante erstellt worden sind. Die Bar im Flughafengebäude ist etwas ganz anderes. Wenn wir vier Flüge pro Tag haben, ist es natürlich sehr schwierig, jemanden für die Führung der Bar zu finden. Deshalb haben wir Probleme gehabt. Nach der Sanierung des Flughafengebäudes haben wir die Bar wieder genau wie vorher ausgeschrieben, wobei die Ausschreibung leer ausgegangen ist. Jetzt haben wir versucht, die Zeiten zu reduzieren, denn eine Bar am Flughafen sollte schon dauernd offen sein. Deshalb bin ich davon überzeugt, dass wir wieder einen Barbetrieb bekommen werden. SCHULER (SVP): Danke für die Antwort. Ich möchte Sie ersuchen, mir diese auch schriftlich auszuhändigen, denn die Informationen sind doch ziemlich umfangreich. Ich möchte mir vorbehalten, noch einmal nachzufragen. PRESIDENTE: Interrogazione n. 9/01/12 del 9.12.2011, presentata dal consigliere Leitner, concernente la distribuzione di energia elettrica. Prego di dare lettura dell'interrogazione. LEITNER (Die Freiheitlichen): Während sich in den vergangenen Jahren Land und Gemeinden auf die Stromproduktion und auf die Konzessionen der Kraftwerke konzentrierten, richtet sich nun das Augenmerk auf die Stromverteilung. Diesbezüglich stehen im verschiedenen Gemeinden Beschlussfassungen bevor, was einer grundsätzlichen Information im Vorfeld bedarf. An die Landesregierung werden folgende Fragen gerichtet: Welche Rolle spielt die Landesenergiegesellschaft SEL bei den Vorbereitungen zur Übernahme des Verteilernetzes, das die ENEL abgeben muss? Welche Haltung nimmt dazu der Gemeindeverband ein? Welche Gemeinden bzw. Bezirksgemeinschaften haben ihr Interesse für eine Übernahme des Stromnetzes bekundet? Welche Schritte plant die Landesregierung im Zusammenhang mit der Stromverteilung? 22 Gibt es entsprechende Kostenschätzungen und einen vorgeschriebenen Zeitplan für die Umsetzung dieser Maßnahme? (Wer hat die Kostenschätzungen gemacht und wie schauen sie aus) LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Ich teile nicht ganz Ihre Prämissen, dass es mehr um die Verteilung geht, denn das Interesse an der Produktion ist nach wie vor sehr groß. Auf jeden Fall gibt es auch ein Interesse an der Verteilung. Die SEL ist hundertprozentige Eigentümerin der Tochtergesellschaft SELNET, die das ENEL-Netz gekauft hat, und zwar aufgrund einer Durchführungsbestimmung aus dem Jahr 1977. In derselben steht, dass das Netz bei der Erstanwendung an eine Körperschaft übergeht und in der Folge die Gemeinden den Rechtsanspruch haben, das Netz auf ihrem Gemeindegebiet zu erwerben. Mit der Verteilung sind natürlich auch Pflichten verbunden. Die SEL hat also über die Tochtergesellschaft SELNET die Aufgabe, die zweite Phase zu begleiten und zu gewährleisten, dass die Übertragung an die interessierten Gemeinden erfolgen kann. Der Gemeindenverband seinerseits hat eine Arbeitseingruppe, die diesen Bereich betreut. Im Wesentlichen sind es aber die einzelnen Gemeinden, die sich hier als Akteure einbringen. Die Bezirksgemeinschaften haben keinen Rechtstitel, die Leitungen zu erwerben, sondern nur die Gemeinden. Wir haben den Gemeinden bis zum 31.12.2011 den Termin gesetzt, die entsprechenden Anträge zu stellen. Sie erinnern sich daran, dass wir mit dem Finanzgesetz des letzten Jahres einen Artikel genehmigt haben, in welchem wir festgeschrieben haben, dass die Gemeinden diesen Dienst auch an Genossenschaften übertragen können. Aufgrund dieser neuen Situation haben wir den Termin für diese Gesuche zur Übernahme der Leitungen auf Mitte Juni dieses Jahres verschoben. Trotzdem gibt es einige Gemeinden, die bereits Anträge gestellt haben, vor allem Gemeinden aus dem Vinschgau. Man wird dann sehen, welche Gemeinden die Umsetzung konkret betreiben wollen. Ich möchte auch in Erinnerung rufen, dass die SELNET das Eigentum der Leitungen hat, nicht aber die Kunden, denn das ist per Gesetz getrennt. Die Kunden werden von der SEL betreut. Zur letzten Frage. Es geht bei der SELNET um die Sicherheit der Versorgung, um saubere und günstige Versorgung. Allein für die Sicherheit der Versorgung sind im letzten Jahr circa 20 Millionen Euro investiert worden. Das Netz ist vor allem im ländlichen Raum stark zu verstärken. Es braucht aber auch weiterhin die Kooperation mit der Terna, denn die Hochspannung ist das Rückgrat der Versorgung schlechthin. Deshalb braucht es hier unbedingt einen Vertrag. LEITNER (Die Freiheitlichen): In Bezug auf die Terna würden mich die entsprechenden Kosten interessieren. Für die Gemeinden ist es natürlich eine große Herausforderung … LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): (unterbricht) LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich habe eigentlich auf die Replik optiert, aber jetzt muss ich doch eine Zusatzfrage stellen. Welche Kosten stehen hier ins Haus? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Natürlich ist bei der Übernahme des Netzes durch die SELNET ein Kaufpreis bezahlt worden, und zwar 79.000.000 Euro. Der wird jetzt auf Gemeindeebene heruntergebrochen. PRESIDENTE: Interrogazione n. 21/01/12 del 16.12.2011, presentata dal consigliere Pöder, concernente la SEL spa: limitazione degli stipendi dei dirigenti. Prego di dare lettura dell'interrogazione. PÖDER (BürgerUnion): 1. Wir die vom Landtag im Oktober 2009 geforderte Begrenzung der Managergehälter in Landesgesellschaften auf die künftige Führungsspitze der SEL AG angewandt - wenn ja auf welche Funktionen? 2. Wie hoch werden die Entlohnungen der neuen Verwaltungsrats- und Überwachungsratsmitglieder der SEL AG sein - wie hoch das Gehalt des Direktors bzw. Vizedirektors? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Die Landesregierung hat die Vergütungen für Inhouse-Gesellschaften definiert, wobei zu sagen ist, dass die SEL keine Inhouse-Gesellschaft ist. Zu Frage Nr. 2. Der Präsident bekommt ein Brutto-Jahresgehalt von 54.000 Euro, der Vizepräsident ein solches von 27.000 Euro und die Mitglieder des Verwaltungsrates bekommen jeweils 6.000 Euro. Der Präsident 23 des Überwachungsrates bekommt ein Brutto-Jahresgehalt von 12.000 Euro und die anderen beiden Mitglieder jeweils 8.000 Euro. Das sind dieselben Beträge, die die Vorgänger bekommen haben. Bezüglich des Direktors möchte ich sagen, dass jetzt die Suche nach einem neuen Direktor beginnt. Dann wird es auch entsprechende Verhandlungen in Bezug auf die Vergütung geben. Es muss auch noch definiert werden, ob die technische Führung zweigeteilt wird, das heißt, ob es einen Direktor und einen Vizedirektor geben wird. Das wird sich in den nächsten Wochen verwaltungsintern, das heißt innerhalb der Gesellschaft klären. PÖDER (BürgerUnion): Danke, Herr Landesrat! Im Prinzip ist es so, dass der Landtag die Begrenzung der Managergehälter für alle Landesgesellschaften mit mehrheitlicher Landesbeteiligung beschlossen hat. Natürlich gehört auch die SEL AG dazu. Ich weiß schon, dass die Landesregierung einen sehr restriktiven Beschluss gefasst hat, der im Prinzip nicht dem entspricht, was der Landtag damals gefordert hat. In diesem Sinne müssten auch bei der SEL Begrenzungen vorgenommen werden. Herr Präsident, eine Bitte. In Bezug auf die Anfrage Nr. 19 hat Landesrat Widmann erklärt, dass Landesrat Laimer die zwei Fragen, die ihn betreffen, beantworten würde. LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): (unterbricht) PÖDER (BürgerUnion): Wer hat die Leitung von Lana bis zur MEMC bezahlt? LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Die MEMC. PÖDER (BürgerUnion): Danke! PRESIDENTE: A causa dell'assenza giustificata dell'assessore Bizzo, l'interrogazione n. 23/1/12 non può essere trattata e pertanto verrà fornita risposta scritta entro i prossimi 5 giorni. Passiamo all'interrogazione n. 31/01/12 del 22.12.2011, presentata dai consiglieri Klotz e Knoll, concernente le spese sostenute per il monumento alla vittoria e il bassorilievo del duce a Bolzano. Prego di dare lettura dell'interrogazione. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Am „Siegesdenkmal“ finden immer noch Renovierungsarbeiten statt, und das „Duce- Relief“ am Finanzgebäude in Bozen wir weiterhin Nacht für Nacht festlich angestrahlt, damit es ja jeder sieht und bestaunt! Warum werden die Renovierungsarbeiten am „Siegesdenkmal“ fortgesetzt, und wie viel wird das Ganze gekostet haben, wenn es fertig ist? Wird sich die Landesregierung beim Staat erkundigen, wie er solche Ausgaben angesichts der prekären finanziellen Situation und angesichts der Tatsache, dass beispielsweise in Pompeji einzigartige Kulturdenkmäler aus Geldmangel dem Verfall preisgegeben werden, rechtfertigt? Warum wird das „Duce- Relief“ immer noch angestrahlt? Wie viel kostet diese nächtliche Anstrahlung im Jahr, und wie rechtfertigt die Gemeinde Bozen diese Ausgabe? KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): Liebe Frau Klotz, das Siegesdenkmal in Bozen und das Alpini-Denkmal in Bruneck fallen nach wie vor in die ausschließliche Kompetenz des Staates und seiner peripheren Organe. Es entzieht sich deshalb unserer Kenntnis, wie viel die Restaurierung des Monumentes letztendlich gekostet hat. Ich weiß bloß, dass für dieses Doku-Zentrum gut 800.000 Euro zur Verfügung gestellt werden. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht) KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche Kultur und Berufsbildung – SVP): Ich kann natürlich den Versuch unternehmen, den neuen Kulturminister diese zugegebenermaßen provokante Frage zu stellen, aber ob ich darauf eine Antwort bekommen werde, weiß ich nicht. 24 Warum die Beleuchtung des Gerichtsplatzes und damit auch das Reliefs immer noch stattfindet, weiß ich auch nicht. Es entzieht sich auch meinem Verständnis, warum so etwas nachts beleuchtet wird. Das fällt in die Kompetenz der Stadtgemeinde Bozen, und ich kann Ihnen nicht sagen, wie viel das kostet. Da müssten Sie den Bozner Bürgermeister oder die Stadtverwaltung fragen. Jedenfalls teile ich Ihr Unverständnis darüber, dass Geld für diese nächtliche Beleuchtung ausgegeben wird. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Frau Landesrätin, wie schnöselig Sie das hier abhandeln, zeigt Ihre ganze Einstellung … KASSLATTER MUR (SVP): (unterbricht) KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Nein, ich habe diese Anfrage am 22. Dezember eingebracht, und wenn Sie diese wirklich ernst nehmen würden, dann hätten Sie sie genauer gelesen. Ich bin wirklich erbost! Was glauben Sie, warum ich meine Fragen so formuliere? Weil ich das Trottele bin und nicht verstehe, dass immer noch der Staat zuständig ist! Sie hätten die Zeit gehabt, sich zu erkundigen! Was ist hier provokant? Das ist die Normalität! Das zeigt Ihr Denkverhalten auf, nämlich, dass Sie das nicht ernst nehmen und mit Oberflächlichkeit drüberfahren, so, wie Sie sich für das sogenannte Dokumentationszentrum einspannen lassen! Sie geben sich dafür her, dass dieses Denkmal für den Faschismus zu einem Kulturdenkmal wird! Wenn Sie die Sache interessiert, dann hätten Sie bei der Gemeinde nachfragen können. Als Kulturlandesrätin müsste Sie das schon interessieren! Es ist nicht die Anstrahlung des Gerichtsplatzes, und auch daran sieht man, wie wenig Sie den Sachen nachgehen! Fahren Sie einmal nachts hinaus und schauen Sie hin! Ich muss Sie nur an Ihre Aussage erinnern: "Wenn das Siegesdenkmal so bleibt wie jetzt, dann sollte es abgetragen werden." Und jetzt geben Sie sich dafür her, dass es zu einem Kulturdenkmal wird! PRESIDENTE: A questo punto sono scaduti i 120 minuti dedicati alla trattazione delle interrogazioni su temi di attualità. Alle interrogazioni non trattate verrà fornita risposta scritta entro i prossimi cinque giorni. La conferenza dei capigruppo ha deciso all'unanimità di rinviare il punto 2 dell'ordine del giorno, il disegno di legge provinciale n. 104/11 e trattarlo in maniera congiunta con tutti i disegni di legge, due dei quali sono già all'ordine del giorno ai punti n. 13 e 119, più un terzo dovrebbe essere licenziato dalla commissione legislativa competente il 19 gennaio prossimo. Questo tema verrà discusso o a febbraio o a marzo. Punto 3) dell'ordine del giorno: "Proposta di deliberazione: ratifica della deliberazione della Giunta provinciale del 12 dicembre 2011, n. 1948: Corte Costituzionale – impugnazione dell’art. 32 della legge 12 novembre f2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012)." Punkt 3 der Tagesordnung: "Beschlussvorschlag: Ratifizierung des Beschlusses der Landesregierung vom 12. Dezember 2011, Nr. 1948: Verfassungsgerichtshof – Anfechtung von Art. 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183 (Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates (Stabilitätsgesetz 2012)." Prego di dare lettura della deliberazione della Giunta provinciale. TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Im ordentlichen Beiblatt Nr. 234/L zum Gesetzesanzeiger der Republik Nr. 265 vom 14. November 2011 wurde das Gesetz vom 12. November 2011, Nr. 183 (Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates (Stabilitätsgesetz 2012) veröffentlicht. Artikel 32 dieses Gesetzes diktiert die Regeln für den internen Stabilitätspakt für die Regionen und die autonomen Provinzen von Trient und Bozen und setzt für jede Region und autonome Provinz das Ausmaß der Einsparung, das im Sinne der Gesetzesdekrete Nr. 98/2011 und Nr. 138/2011 zu erreichen ist, fest. Die Regelung des Beitrags dieser Körperschaften an den Zielen der öffentlichen Finanzen wird als wesentlicher Grundsatz der Koordinierung der öffentlichen Finanzen im Sinne von Artikel 117 Absatz 3 und Artikel 119 Absatz 2 der Verfassung (Absatz 1) qualifiziert. 25 Was die Quantifizierung des Beitrags, die Arten der Ausgaben, die berücksichtigt werden, und deren Anrechnung angeht, ist die Regelung getrennt nach Regionen mit Normalstatut (Absätze 2-9) und nach Regionen mit Sonderstatut und autonomen Provinzen (Absätze 10-13 und 15). Was die anderen Aspekte des Pakts – wie Monitoring der Pflichten (Absätze 17-20), Strafen bei Nichterfüllung (Absätze 21-25) sowie alle anderen Aspekte - angeht, ist eine einheitliche Regelung vorgesehen. Absatz 10 legt für jede Region mit Sonderstatut und für die beiden autonomen Provinzen ihren zusätzlichen Beitrag an den öffentlichen Finanzen fest, wobei für den Bereich der Gesetzesdekrete Nr. 98/2011 und Nr. 138/2010 insgesamt 2.000 Millionen Euro vorgesehen werden. So wie für die Regionen mit Normalstatut auch, wurde für das Jahr 2012 der Gesamtbetrag um die Quote bezüglich der „Robin Tax“ (370 Millionen Euro für die Regionen mit Sonderstatut) reduziert wird. Alle Körperschaften müssen somit das programmatische Ziel von 2011 reduzieren oder, was die Region Trentino Südtirol und die autonomen Provinzen von Trient und Bozen betrifft, den Saldo verbessern, und zwar um jene Beträge, die in der entsprechenden Tabelle angegeben sind. Mit den Absätzen 11, 12 und 13 wird für die Regionen mit Sonderstatut die Regelung bezüglich der vorhergehenden Haushaltsjahre („vereinbarter“ Stabilitätspakt) bestätigt. Die Durchführung dieser Bestimmungen hat unter Beachtung der Autonomiestatute und entsprechenden Durchführungsbestimmungen zu erfolgen (Absatz 14). In Absatz 11 wird bestätigt, dass ein Einvernehmen zwischen jeder einzelnen Körperschaft und dem Ministerium, das innerhalb 31. Dezember eines jeden vorhergehenden Jahres herzustellen ist, notwendig ist, um die Gesamthöhe der Auslagen und der Zahlungen festzulegen, damit das bereits festgelegte Ausmaß der Beteiligung an den Zielen der öffentlichen Finanzen eingehalten wird. Sollte das Einvernehmen – aus welchem Grund auch immer - nicht innerhalb der festgesetzten Fristen hergestellt werden, findet die für die Regionen mit Normalstatut festgelegte Regelung Anwendung. Insbesondere was die Region Trentino Südtirol und die autonomen Provinzen von Trient und Bozen betrifft, enthält Absatz 12 eine getrennte Regelung für deren Stabilitätspakt. Es wird vorgesehen, dass die Einsparungsziele in Bezug auf den programmatischen Saldo, anstatt auf das Gesamtausmaß der Ausgaben, berechnet werden. Für den Rest gilt die Regelung für die anderen Regionen mit Sonderstatut. Absatz 13 sieht außerdem vor, dass jene Regionen mit Sonderstatut und die autonomen Provinzen, die ausschließlich die Befugnisse auf dem Gebiet der Lokalfinanzen ausüben, die Regelung für den Stabilitätspakt der örtlichen Körperschaften auf ihrem Gebiet erlassen. Unternehmen die Regionen bzw. Provinzen nichts, so finden die allgemeinen Regeln für die örtlichen Körperschaften Anwendung. Absatz 17 regelt - ab 2013 - den s.g. „integrierten regionalen Pakt“, der es den einzelnen Regionen und den autonomen Provinzen ermöglicht, mit dem Staat die Modalitäten für das Erreichen der eigenen Ziele, mit Ausnahme der Gesundheitskomponente, und jene der örtlichen Körperschaften auf ihrem Gebiet, nach Abschluss des Abkommens mit dem Rat der Gemeinden, zu vereinbaren. Werden die vereinbarten Ziele insgesamt nicht eingehalten, so müssen die Regionen und autonomen Provinzen im folgenden Jahr mehr beitragen. Dieser höhere Beitrag entspricht der Differenz zwischen dem Gesamtziel und dem Gesamtresultat. Die Absätze von 18 bis 21 enthalten die Fristen und die Modalitäten für das Monitoring der Pakts für die Regionen und die autonomen Provinzen. Die Regionen und die autonomen Provinzen müssen alle drei Monate dem Wirtschafts- und Finanzministerium, Informationen über den Verlauf der Kompetenz- und der Kassengebarung liefern. Zwecks Prüfung des Pakts müssen sie außerdem die entsprechende Bescheinigung übermittelt. Die unterlassene Übermittlung der Bescheinigung kommt einer Nichteinhaltung des Pakts gleich und wird gleich wie die Nichtbeachtung der Einsparungsziele bestraft. Die verspätete Übermittlung der Bestätigung, sofern sie die Einhaltung des Pakts bescheinigt, wird mit dem Verbot, Personal aufzunehmen, bestraft. Die technischen Modalitäten des Monitoring und der Bescheinigung werden vom Wirtschafts- und Finanzminister, nach Anhören der Staat-Regionen-Konferenz, festgelegt. Die Absätze von 22 bis 26 sehen die Strafregelung für die Körperschaften, die den internen Stabilitätspakt nicht einhalten, vor. 26 Absatz 22 verweist auf die Aufzählung der von Artikel 7 des gesetzesvertretenden Dekrets vom 6. September 2011, Nr. 149 (Straf- und Belohnungsmechanismen bezüglich den Regionen, Provinzen und Gemeinden in Durchführung der Delegierung zur Umsetzung des Steuerföderalismus) vorgesehenen Strafen. Absatz 26, hingegen, verfügt die Nichtigkeit aller Akten, die von den Regionen und den autonomen Provinzen in Umgehung des Pakts gesetzt werden. Der 6. Titel des Autonomiestatuts erkennt der Region Trentino Südtirol und den autonomen Provinzen von Trient und Bozen eine besondere Finanzautonomie zu. Mit der Vereinbarung von Mailand aus dem Jahre 2009 haben die Region Trentino-Südtirol und die autonomen Provinzen von Trient und Bozen mit der Regierung die Änderung des VI. Abschnittes des Autonomiestatuts, welcher eben die Finanz-bestimmungen enthält, gemäß dem von Artikel 104 desselben Statuts vorgesehenen, verstärkten Verfahren vereinbart. Dieses Einvernehmen hat laut Artikel 2 Absätze von 106 bis 126 des Gesetzes vom 23. Dezember 2009, Nr. 191 (Finanzgesetz 2010) zu einem neuen System der Beziehungen zum Staat im Bereich Finanzen, auch in Durchführung des Umgestaltungsprozesses in Richtung Föderalismus auf der Grundlage des Gesetzes vom 5. Mai 2009, Nr. 42 (Delegierung der Regierung auf dem Gebiet des Steuerföderalismus, in Durchführung von Artikel 119 der Verfassung), geführt. In Absatz 106 wird ausdrücklich darauf hingewiesen, dass die Bestimmungen in den Absätzen 107 bis 125 im Sinne und für die Wirkungen des Artikels 104 des Autonomiestatuts genehmigt sind, weshalb die die besagten statutarischen Maßstäbe und die dazu erlassenen Bestimmungen berücksichtigt werden müssen. Der statutarische Rahmen auf dem Gebiet der Finanzen ist unter anderem dadurch charakterisiert, dass ausdrücklich vorgesehen wird, dass sich die Region und die autonomen Provinzen an der Verwirklichung der Ausgleichs- und Solidaritätsgrundsätze sowie zur Erfüllung der finanziellen Verpflichtungen, die von der gemeinschaftlichen Ordnung, vom internen Stabilitätspakt und von anderen, in staatlichen Vorschriften vorgesehenen Maßnahmen zur Koordinierung der öffentlichen Finanzen herrühren, beitragen. Es wird ausdrücklich vorgesehen, dass in der Provinz nur die Bestimmungen über die Verwirklichung der Ziele des Finanzausgleichs und der Solidarität sowie über die Einhaltung der Verpflichtungen aus dem internen Stabilitätspakt, die vom Autonomiestatut vorgesehen sind, Anwendung finden und nicht auch die staatlichen Bestimmungen über die Verwirklichung dieser Ziele, so das die für die Regionen und anderen Körperschaften des restlichen Staatsgebietes vorgesehenen Maßnahmen keine Anwendung finden. Artikel 79 des Autonomiestatuts, der die Grenzen und die Modalitäten dieses Beitrags definiert, besagt nämlich Folgendes: „(1) Die Region und die Provinzen tragen zur Verwirklichung der Ziele des Finanzausgleichs und der Solidarität und zur Ausübung der davon abgeleiteten Rechte und Pflichten sowie zur Erfüllung der finanziellen Verpflichtungen, die von der gemeinschaftlichen Ordnung, vom internen Stabilitätspakt und von anderen, in staatlichen Vorschriften vorgesehenen Maßnahmen zur Koordinierung der öffentlichen Finanzen herrühren, bei: a) mit der vorgenommenen Abschaffung des Ersatzbetrages für die Mehrwertssteuer auf die Einfuhr und der Zuweisungen aus staatlichen Sektorengesetzen, b) mit der vorgenommenen Abschaffung des nach Artikel 78 zustehenden Betrags, c) mit dem weiteren finanziellen Beitrag zum Ausgleich der öffentlichen Finanzen durch die Übernahme der finanziellen Verpflichtungen aus der Ausübung von staatlichen Funktionen, auch der delegierten, die im Einvernehmen mit dem Ministerium für Wirtschaft und Finanzen festgelegt werden, sowie ab dem Jahre 2010 mit der Finanzierung von Initiativen und Projekten, die auch angrenzende Gebiete einbeziehen, durch jede Provinz mit insgesamt 100 Millionen Euro jährlich. Die Übernahme der Kosten von 100 Millionen jährlich gilt auch dann, wenn die Kosten für die Maßnahmen in den angrenzenden Gebieten für ein bestimmtes Jahr weniger als insgesamt 40 Millionen Euro betragen, d) mit den in Absatz 3 bestimmten Modalitäten der Koordinierung der öffentlichen Finanzen. (2) Die Maßnahmen laut Absatz 1 können nur mit dem Verfahren laut Artikel 104 geändert werden und bis zur allfälligen Änderung bilden sie den Beitrag zur Erreichung der Ziele der öffentlichen Finanzen laut Absatz 1. 27 (3) Um den Beitrag zur Erreichung der Ziele der öffentlichen Finanzen zu gewährleisten, vereinbaren die Region und die autonomen Provinzen mit dem Minister für Wirtschaft und Finanzen die aus dem internen Stabilitätspakt erwachsenden Verpflichtungen, unter Bezugnahme auf die im jeweiligen Zeitraum zu erreichenden Haushaltsergebnisse. Unbeschadet der allgemeinen Ziele der öffentlichen Finanzen, steht es den Provinzen zu, die aus dem internen Stabilitätspakt resultierenden Verpflichtungen festzulegen und die Koordinierungsbefugnisse gegenüber den örtlichen Körperschaften, den eigenen Anstalten und sonstigen instrumentalen Einrichtungen, den Sanitätsbetrieben, den nicht staatlichen Universitäten laut Artikel 17 Absatz 120 des Gesetzes vom 15. Mai 1997, Nr. 127 , den Handels- Industrie und Landwirtschaftskammern und den anderen Körperschaften oder Einrichtungen mit regional oder provinzial geregelter institutionellen Ordnung, die von der Region bzw. der jeweiligen Provinz auf ordentlichem Wege finanziert werden, wahrzunehmen. Die für die Regionen und die anderen Körperschaften im restlichen Staatsgebiet ergriffenen Maßnahmen finden keine Anwendung. Ab dem Jahre 2010 werden die Ziele des internen Stabilitätspakts, auch unter Berücksichtigung der positiven Effekte in Bezug auf die Nettoverschuldung, die sich aus der Anwendung dieses Artikels und der entsprechenden Durchführungsbestimmungen ergeben, festgesetzt. Die Provinzen wachen über die Erreichung der Ziele der öffentlichen Finanzen seitens der Körperschaften, Anstalten und anderen Einrichtungen laut diesem Absatz und üben über diese auch die nachträgliche Gebarungskontrolle aus, wobei sie der zuständigen Sektion des Rechnungshofes über die entsprechenden Ergebnisse berichten. (4) Die staatlichen Bestimmungen über die Verwirklichung der Ziele des Finanzausgleichs und der Solidarität sowie über die Einhaltung der Verpflichtungen aus dem internen Stabilitätspakt finden bezüglich der Region und der autonomen Provinzen keine Anwendung und sind auf jeden Fall durch die Bestimmungen dieses Artikels ersetzt. Die Region und die autonomen Provinzen sorgen für die Koordinierung der öffentlichen Finanzen, wie sie in einschlägigen gesetzlichen Bestimmungen des Staates vorgesehen sind, indem sie die eigene Gesetzgebung den Grundsätzen anpassen, die die von den Artikeln 4 und 5 gesetzten Grenzen darstellen.“ Artikel 83 des Autonomiestatuts, so wie er mit dem Gesetz vom 23. Dezember 2009, Nr. 191, im Sinne von Artikel 104 des Autonomiestatuts geändert wurde, sieht außerdem vor, dass die Region und die Provinzen die eigene Gesetzgebung der staatlichen Gesetzgebung auf dem Sachgebiet Harmonisierung der öffentlichen Haushalte anpassen. Laut Artikel 16 des gesetzesvertretenden Dekrets vom 16. März 1992, Nr. 268, „Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für TrentinoSüdtirol über das Finanzwesen auf regionaler und provinzialer Ebene“, steht es den autonomen Provinzen zu, Bestimmungen auf dem Sachgebiet der Haushalte, der Rechnungslegungen, der Vermögens-verwaltung und der Verträge derselben und der von diesen abhängigen Körperschaften und Anstalten zu erlassen. Und schließlich werden laut Artikel 75 des Autonomiestatuts den autonomen Provinzen die in ihrem Gebiet eingehobenen Anteile am Ertrag der Steuereinnahmen des Staates zu (Register- und Stempelsteuern sowie der Gebühren für staatliche Konzessionen, Steuer auf den Verbrauch von Tabakwaren, Mehrwertsteuer, Akzise auf Benzin, auf das als Kraftstoff verwendete Gasöl und auf das als Kraftstoff verwendete Flüssiggas sowie Akzisen auf andere energetische Produkte, die dort konsumiert werden) und auf jeden Fall neun Zehntel aller anderen direkten oder indirekten, wie immer benannten Einnahmen aus Staatssteuern, die nicht bereits angeführt wurden, zuerkannt. Die Durchführungsbestimmungen zum Autonomiestatut regeln genau jene Fälle, in denen die Erträge dem Staatshaushalt vorbehalten sind (Artikel 9, 10 und 10bis des Gv.D. Nr. 268/1992). Es ist offensichtlich, dass Artikel 32 die Gesamtheit der Bestimmungen ändert, die im Jahre 2009 von der Region Trentino-Südtirol und den autonomen Provinzen von Trient und Bozen mit der Regierung vereinbart wurden, um ihren Beitrag an den Zielsetzungen der öffentlichen Finanzen und um die Umsetzung des s.g. Steuerföderalismus zu definieren. Diese staatliche Bestimmung, die noch dazu in einem ordentlichen Gesetz und somit in einer ordentlicher Rechtsquelle enthalten sind, bringen substantielle Änderungen von Bestimmungen des Autonomiestatus, von Durchführungsbestimmungen und von Bestimmungen des Statuts auf dem Gebiet der Finanzen mit sich, ohne dass die paritätischen Verfahren - wie sie von den Artikeln 103, 104 und 107 des Autonomiestatus vorgesehen sind – eingehalten wurden, wodurch die entsprechenden Parameter verletzt werden. 28 Sicherlich können mit dieser Bestimmung, eben weil es sich um eine ordentliche Rechtsquelle handelt, die auf keinem Einvernehmen basiert, nicht ranghöhere Rechtsquellen, so wie es die Bestimmungen, die im Sinne der Artikel 104 und 107 des Autonomiestatuts erlassen wurden, geändert werden. Und eine staatliche Regelung, welche die unverzügliche und direkte Anwendung von staatlichen Bestimmungen vorsieht, verletzt auch Artikel 107 des Autonomiestatuts und den Grundsatz der loyalen Zusammenarbeit, da dadurch die Landesordnung einseitig durch den Staat geändert wird. Diese Bestimmung verändert nicht nur die Höhe der Beteiligung der Autonomen Provinz Bozen zum Ausgleich der öffentlichen nationalen Finanzen, sondern verletzt auf jeden Fall den 6. Titel des Autonomiestatuts, und insbesondere Artikel 79, sowie Artikel 104 Absatz 1 desselben Autonomiestatuts, eben weil dieser keinerlei Einvernehmen oder Abkommen zwischen der Regierung und dem Land vorausgegangen ist. Artikel 104 des Autonomiestatutes besagt nämlich, dass die die Bestimmungen des VI. Abschnittes des Autonomiestatuts nur auf einvernehmlichen Antrag der Regierung und, je nach Zuständigkeit, der Region oder der beiden Provinzen mit einfachem Staatsgesetz abgeändert werden können (siehe Urteil des Verfassungsgerichtshofes Nr. 133/2010). Eine Änderung ist auch nicht mit der Behauptung, die Regelung des Beitrags der Regionen und der autonomen Provinzen an den Zielen der öffentlichen Finanzen würde einen wesentlichen Grundsatz der Koordinierung der öffentlichen Finanzen im Sinne von Artikel 117 Absatz 3 und Artikel 119 Absatz 2 der Verfassung darstellen, zu rechtfertigen. Der Verfassungsgerichtshof hat nämlich zum einen geklärt, dass nur jene Bestimmungen, die tatsächlich wesentliche Grundsätze der Koordinierung der öffentlichen Finanzen darstellen, auch für die lokalen Autonomien verbindlich sind (anfänglich mit Urteil Nr. 169/2007 und letzthin mit Urteil Nr. 229/2011), und zum anderen, dass die vom Gesetzgeber vorgenommene Qualifizierung nicht verbindlich ist, wenn die Bestimmungen in der Substanz nicht den erklärten Charakter aufweisen (Urteil Nr. 354/19944 und vorhergehende, die in diesem genannt werden; Urteil Nr. 482/1995). Artikel 32 verletzt für jenen Teil, in welchem vorgesehen ist, dass die allgemeine Regelung auch in der Autonomen Provinz Bozen direkt und sofort Anwendung finden, sollte kein Einvernehmen – aus welchem Grund auch immer - innerhalb der festgesetzten Fristen hergestellt werden, die Artikel 79 und 83 des Autonomiestatuts, so wie sie gemäß dem Verfahren laut Artikel 104 des Autonomiestatuts geändert wurden, sowie Artikel 2 des gesetzesvertretenden Dekrets Nr. 266/1992, insbesondere was die weitere Anwendung der Landesordnung angeht; dies in Zusammenhang mit Artikel 16 des gesetzesvertretenden Dekrets Nr. 268/1992. Die Relevanz dieser Bestimmungen als Parameter für ein Verfassungsmäßigkeits-verfahren ist von der einschlägigen Rechtsprechung des Verfassungsgerichts-hofes anerkannt worden. Dieser vertritt die Auffassung, dass auch die Durchführungs-bestimmungen zum Statut (im konkreten Fall, gesetzesvertretendes Dekret Nr. 268/1992) so wie die Bestimmungen des Statuts selbst, und auch jene Bestimmungen, die gemäß dem besonderen Verfahren laut Artikel 104 zur Änderung und Ergänzung des 6. Titels des Statuts erlassen wurden, als Parameter herangezogen werden können (für alle, Urteil Nr. 263/2005, welches in Punkt 4 der Rechtserwägungen auf die Urteil Nr. 36, Nr. 356 und Nr. 366 aus dem Jahre 1992, Nr. 165/1994, Nr. 458/1995, Nr. 520/2000, Nr. 334 und Nr. 419 aus dem Jahre 2001, sowie Nr. 28 und Nr. 267 aus dem Jahre 2003 verweist). Was die Beziehungen zwischen staatlichen Gesetzgebungsakten und Landesgesetzen auf Sachgebieten von Landeszuständigkeit angeht, sieht Artikel 2 des gesetzesvertretenden Dekrets vom 16. März 1992, Nr. 266, „Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für Trentino-Südtirol über die Beziehung zwischen staatlichen Gesetzgebungsakten und Regional- und Landesgesetzen sowie über die staatliche Ausrichtungs- und Koordinierungsbefugnis“, für die autonomen Provinzen nicht die unmittelbare Anwendbarkeit staatlicher Bestimmungen, sondern nur die Verpflichtung vor, die Gesetzgebung den Grundsätzen und Bestimmungen, die die in den Artikeln 4 und 5 des Sonderstatutes angeführten Grenzen darstellen (somit für die Sachgebiete von ausschließlicher Gesetzgebungsbefugnis, die grundlegenden Bestimmungen der wirtschaftlich-sozialen Reformen, und für die Sachgebiete von konkurrierender Gesetzgebungsbefugnis, die Bestimmungen, die als Grundsätze gelten), innerhalb von sechs Monate nach Veröffentlichung des Gesetzgebungsakt des Staates im Gesetzblatt der Republik oder innerhalb der darin festgelegten längeren Frist 29 anzupassen. Die Durchführungsbestimmung sieht vor, dass bis dahin die bestehenden Gesetzesbestimmungen des Landes weiterhin Anwendung finden. Im Spezifischen sind die Gesetzgebungs-befugnisse und die entsprechenden Verwaltungsbefugnisse auf die Zuständigkeiten auf dem Sachgebiet Ordnung der Landesämter und des zugeordneten Personals (Artikel 8 Punkt 1) und auf die vom 6. Titel des Autonomiestatus, insbesondere Artikel 83, sowie entsprechende Durchführungsbestimmungen (Gv.D. vom 16. März 1992, Nr. 268, insbesondere Artikel 16) zuerkannte Finanzautonomie zurückzuführen. Für substantielle Aspekte sind auch die konkurrierenden Gesetzgebungsbefugnisse auf dem Sachgebiet der Lokalfinanzen (Artikel 80 und 81 des Autonomiestatuts) in Bezug auf die Buchhaltung der Lokalkörperschaften sowie jene auf dem Sachgebiet Hygiene und Gesundheit (Artikel 9 Punkt 10), mit der vollständigen Finanzierung des Gesundheits-wesens zu Lasten des Landeshaushalts was die Gesundheitskörperschaften betrifft von Bedeutung (Verfassungsgerichtshof, Urteil Nr. 341/2009, Punkt 6 der Rechtserwägungen). Was die Phase der fehlenden, fristgerechten Anpassung der besagten Verfahren angeht, verletzt die vorgesehene sofortige und direkte Anwendung der staatlichen Bestimmungen die statutarische Ordnung auch unter einem anderen Gesichtspunkt. In der statutarischen Ordnung ist keine Frist für den Erlass von „gestärkten Gesetzen“ im Sinne von Artikel 104 des Autonomiestatuts vorgesehen, die für die Änderung des derzeit gültigen Artikels 79 des Autonomiestatuts notwendig wäre. Das besondere paritätische Verfahren verlangt ein vorheriges Einvernehmen, das aufgrund seiner Natur nicht durch Fristen bedingt oder unterworfen werden kann, insbesondere dann, wenn es einseitig von einem ordentlichen Staatsgesetz vorgesehen wird. Somit verletzt diese Regelung die statutarische Ordnung, da ohne ein Einvernehmen herzustellen, detallierte Regeln, die unter bestimmten Bedingungen sofort anwendbar sind, aufgestellt werden; dies in Verletzung der Artikel 103, 104 und 107 des Autonomiestatuts (Verfassungsgerichtshof, Urteil Nr. 133/2010). Auch was die Strafen wegen nicht Einhaltung des internen Stabilitätspakts für die Provinzen und die örtlichen Körperschaften ihres Territoriums angeht, kann ein ordentliches Staatsgesetz nicht einseitig deren Inhalt definieren. Für die örtlichen Körperschaften ist diese Regelung auch mit den Bestimmungen des Artikels 79 Absatz 3 des Autonomiestatuts unvereinbar. Dieser behält es den Provinzen vor, für die eigenen örtlichen Körperschaften die aus dem internen Stabilitätspakt resultierenden Verpflichtungen festzulegen und die Koordinierungsbefugnisse gegenüber diesen auszuüben; dies in Bezug auf die statutarische Zuständigkeit der Provinz auf dem Sachgebiet der Lokalfinanzen (Artikel 80 und 81, sowie entsprechende Durchführungsbestimmungen laut gesetzesvertretendem Dekret vom 16. März 1992, Nr. 268, insbesondere Artikel 17 und 18). Und angesichts der Besonderheit der gegenständlichen Bestimmungen besteht Gefahr, dass damit die Forderung der staatlichen Verwaltung legitimiert werden könnte, Mehreinnahmen steuerlicher Natur, die auf Landesebene eingenommen werden, der Staatskasse vorzubehalten, obwohl Absatz 14 in den Regionen mit Sonderstatut und den autonomen Provinzen die Einhaltung des Autonomiestatuts und der entsprechenden Durchführungsbestimmungen sicherstellt. Auf jeden Fall sind Bestimmungen einfacher Gesetze, die einseitig Bestimmungen, die paritätisch im Sinne der Artikel 103, 104 und 107 des Autonomiestatuts ausgearbeitet wurden, verletzend. Da die besagte Bestimmung somit die Finanzautonomie des Landes und die Grundsätze der Vernünftigkeit und der loyalen Zusammenarbeit verletzen, ist es notwendig, sie vor dem Verfassungsgerichtshof anzufechten und sich aufgrund der Dringlichkeit der Befugnis laut Artikel 54 Absatz 1 Ziffer 7) des Dekrets des Präsidenten der Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, zu bedienen. Dies vorausgeschickt und gestützt auf Artikel 127 Absatz 2 der Verfassung, ersetzt durch Artikel 8 des Verfassungsgesetzes Nr. 3/2001, Artikel 10 des Verfassungsgesetzes Nr. 3/2001, Artikel 98 des Dekrets des Präsidenten der Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, und die Artikel 31, 32, 34 und 36 des Gesetzes vom 11. März 1953, Nr. 87, beschließt DIE LANDESREGIERUNG mit Stimmeneinhelligkeit, die in gesetzlich vorgeschriebener Form zum Ausdruck gebracht wird: 30 Artikel 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183 (Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates (Stabilitätsgesetz 2012) vor dem Verfassungsgerichtshof anzufechten; dies wegen Verletzung: der Artikel 8 Nr. 1), 9 Nr. 10) und 16 des Autonomiestatuts für Trentino Südtirol, im mit Dekret des Präsidenten der Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, genehmigten Text in geltender Fassung, des 6. Titels des Autonomiestatuts, insbesondere Artikel 75, 79, 80, 81 und 83, der Artikel 103, 104 und 107 des Autonomiestatuts, der entsprechenden Durchführungs-bestimmungen, unter anderem des D.P.R. 15. Juli 1988, Nr. 305 (Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für die Region Trentino-Südtirol für die Errichtung der Kontrollsektionen des Rechnungshofes von Trient und von Bozen und für das ihnen zugeteilte Personal); des gesetzesvertretenden Dekrets vom 16. März 1992, Nr. 266 (Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für Trentino-Südtirol über die Beziehung zwischen staatlichen Gesetzgebungs-akten und Regional- und Landesgesetzen sowie über die staatliche Ausrichtungsund Koordinierungsbefugnis), insbesondere Artikel 2; gesetzesvertretenden Dekrets vom 16. März 1992, Nr. 268 (Durchführungs-bestimmungen zum Sonderstatut für Trentino-Südtirol über das Finanzwesen auf regionaler und provinzialer Ebene), insbesondere Artikel 9, 10, 10bis und 16, des Artikels 2 Absatz 106 des Gesetzes vom 23. Dezember 2009, Nr. 191, der Grundsätze der Vernünftigkeit und loyalen Zusammenarbeit, mit der Vertretung und Verteidigung der Autonomen Provinz Bozen im entsprechenden Verfahren Prof. RA Dr. Roland Riz, aus Bozen, und Prof. RA Dr. Giuseppe Franco Ferrari aus Pavia zu betrauen und das Domizil bei Letzterem in 00186 Rom, Via di Ripetta 142, zu erwählen, und den Landeshauptmann zu ermächtigen, diesen Verteidigern die nötigen Vollmachten zu erteilen, eine beglaubigte Kopie des gegenständlichen Beschlusses der Präsidentin des Südtiroler Landtages zu übermitteln, damit dieser in der ersten darauf folgenden Sitzung dem Landtag zur Ratifizierung im Sinne und für die Wirkungen von Artikel 54 Absatz 1 Ziffer 7) des Dekrets des Präsidenten der Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, vorgelegt wird. ---------Nel Supplemento Ordinario n. 234/L alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 265 del 14 novembre 2011, è stata pubblicata la legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012). L'articolo 32 di tale legge detta le regole del patto di stabilità interno per le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e definisce, per ciascuna regione e provincia autonoma, la misura del risparmio da conseguire in conformità a quanto stabilito dai decreti legge n. 98 del 2011 e n. 138 del 2011. La disciplina del contributo di tali enti agli obiettivi di finanza pubblica viene qualificato come principio fondamentale di coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione (comma 1). La disciplina è dettata separatamente per le regioni a statuto ordinario (commi 2-9) e per le regioni a statuto speciale e le due province autonome (commi 10-13 e 15) quanto alla quantificazione del contributo, alla tipologie di spese considerate e alle modalità di computo delle stesse; mentre è comune a tutte le regioni la disciplina concernente altri aspetti del patto tra cui il monitoraggio degli adempimenti (commi 17-20) e le sanzioni previste in caso di inadempienza (commi 21-25) e tutti gli altri aspetti. Il comma 10 determina per ciascuna regione a statuto speciale e ciascuna provincia autonoma il contributo aggiuntivo di finanza pubblica determinato complessivamente per il comparto dai decreti legge n. 98 del 2011 e n. 138 del 2011 in 2.000 milioni di euro. Come nel caso delle regioni a statuto ordinario, per il 2012 l'importo complessivo è stato diminuito della quota relativa alla “Robin Tax” (fissata per le regioni a statuto speciale in 370 milioni di euro). Ciascun ente dovrà quindi ridurre l'obiettivo programmatico del 2011 o migliorare il proprio saldo, nel caso della Regione Trentino Alto Adige e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, dell'importo indicato nella relativa tabella. I commi 11, 12 e 13 confermano per le regioni a statuto speciale la disciplina dei precedenti esercizi finanziari, concernente il patto di stabilità 'concordato'. 31 L'attuazione di queste disposizioni deve avvenire nel rispetto dei rispettivi statuti speciali e delle relative norme di attuazione (comma 14). Il comma 11 conferma la necessità della definizione dell'intesa tra ciascun ente e il Ministero – da raggiungere entro il 31 dicembre di ciascun anno precedente - per determinare il livello complessivo delle spese e dei pagamenti, in modo tale che venga rispetta la misura del concorso agli obiettivi di finanza pubblica già determinato. Viene confermata l’applicazione della disciplina stabilita per le regioni a statuto ordinario qualora – per qualsiasi causa – l’intesa non sia raggiunta entro il termine definito. In particolare, quanto alla Regione Trentino Alto Adige e le province autonome di Trento e di Bolzano, il comma 12 disciplina separatamente il loro patto di stabilità, prevedendo che gli obiettivi di risparmio sono calcolati in riferimento al saldo programmatico, anziché sul complesso delle spese; per il resto la disciplina ricalca quella comune alle altre regioni a statuto speciale. Il comma 13 dispone che le regioni a statuto speciale e le province autonome che esercitano in via esclusiva le funzioni in materia di finanza locale, definiscono la disciplina del patto di stabilità per gli enti locali dei rispettivi territori e che, qualora le regioni o le province non provvedano, si applicano le regole generali per gli enti locali. Il comma 17 disciplina, a decorrere dal 2013, il c.d. "patto regionale integrato" che consentirà alle singole regioni e alle province autonome di concordare con lo Stato le modalità di raggiungimento dei propri obiettivi, esclusa la componente sanitaria, e quelli degli enti locali del proprio territorio, previo accordo concluso in sede di Consiglio delle autonomie locali. In caso di mancato rispetto degli obiettivi complessivi concordati, le regioni e le province autonome rispondono attraverso un maggior concorso delle stesse, nell'anno successivo, in misura pari alla differenza tra l'obiettivo complessivo e il risultato complessivo conseguito. I commi da 18 a 21 riguardano termini e modalità del monitoraggio del patto per le Regioni e per le Province autonome. Le regioni e le province autonome hanno l’obbligo di trasmettere al Ministero dell’economia e delle finanze, con cadenza trimestrale, le informazioni relative agli andamenti della gestione di competenza e di quella di cassa. Ai fini della verifica del Patto, inoltre, hanno l’obbligo di inviare la relativa certificazione. La mancata trasmissione della certificazione costituisce inadempimento del Patto ed è sanzionata al pari del mancato rispetto dell’obiettivo di risparmio. Qualora invece la certificazione sia trasmessa in ritardo ma attesti il rispetto del Patto, si applica la sola sanzione del divieto di assunzione di personale. Le modalità tecniche del monitoraggio e della certificazione sono definite dal Ministero dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-Regioni. I commi da 22 a 26 disciplinano il sistema sanzionatorio per gli enti inadempienti al patto di stabilità interno. Il comma 22 rinvia all'elenco di sanzioni previste dall'articolo 7 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, recante meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni in attuazione della delega per l'attuazione del federalismo fiscale. Il comma 26, invece, dispone la nullità degli atti degli atti elusivi del patto posti in essere dalle Regioni e dalle Province autonome. Il Titolo VI dello Statuto speciale di autonomia riconosce alla Regione Trentino Alto Adige ed alle Province autonome di Trento e Bolzano una particolare autonomia di carattere finanziario. Con l’Accordo di Milano del 2009, la Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome di Trento e di Bolzano hanno concordato con il Governo la modificazione del Titolo VI dello Statuto di autonomia, recante appunto le disposizioni di carattere finanziario, secondo la procedura rinforzata prevista dall’articolo 104 dello Statuto medesimo. La predetta intesa ha, quindi, portato, ai sensi dell’articolo 2, commi da 106 a 126, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2009), ad un nuovo sistema di relazioni finanziarie con lo Stato, anche in attuazione del processo di riforma in senso federalista contenuto nella legge 5 maggio 2009, n. 42 (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione). Il comma 106 ricorda espressamente che le disposizioni recate dai commi da 107 a 125 sono approvate ai sensi e per gli effetti del predetto articolo 104 dello Statuto speciale, per cui vanno rispettati i predetti parametri statutari e le relative norme interposte. 32 Il quadro statutario in materia finanziaria si caratterizza, tra l’altro, per la previsione espressa di una disposizione volta a disciplinare il concorso della regione e delle province autonome al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà, nonché all’assolvimento degli obblighi di carattere finanziario posti dall’ordinamento comunitario, dal patto di stabilità interno e dalle altre misure di coordinamento della finanza pubblica stabilite dalla normativa statale. È previsto espressamente che nella provincia trovano applicazione le sole disposizioni sull’attuazione degli obiettivi di perequazione e di solidarietà nonché quelle relative al rispetto degli obblighi derivanti dal patto di stabilità interno previste dallo Statuto speciale e non altre definite dalla legge dello Stato, per cui non si applicano le misure adottate per le regioni e per gli altri enti nel restante territorio nazionale. Invero, l’articolo 79 dello Statuto, che definisce i termini e le modalità di tale concorso, così dispone: “(1) La regione e le province concorrono al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà e all’esercizio dei diritti e doveri dagli stessi derivanti nonché all’assolvimento degli obblighi di carattere finanziario posti dall’ordinamento comunitario, dal patto di stabilità interno e dalle altre misure di coordinamento della finanza pubblica stabilite dalla normativa statale: a) con l’intervenuta soppressione della somma sostitutiva dell’imposta sul valore aggiunto all’importazione e delle assegnazioni a valere su leggi statali di settore; b) con l’intervenuta soppressione della somma spettante ai sensi dell’articolo 78; c) con il concorso finanziario ulteriore al riequilibrio della finanza pubblica mediante l’assunzione di oneri relativi all’esercizio di funzioni statali, anche delegate, definite d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze, nonché con il finanziamento di iniziative e di progetti, relativi anche ai territori confinanti, complessivamente in misura pari a 100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2010 per ciascuna provincia. L’assunzione di oneri opera comunque nell’importo di 100 milioni annui anche se gli interventi nei territori confinanti risultino per un determinato anno di un importo inferiore ai 40 milioni di euro complessivi; d) con le modalità di coordinamento della finanza pubblica definite al comma 3. (2) Le misure di cui al comma 1 possono essere modificate esclusivamente con la procedura prevista dall’articolo 104 e fino alla loro eventuale modificazione costituiscono il concorso agli obiettivi di finanza pubblica di cui al comma 1. (3) Al fine di assicurare il concorso agli obiettivi di finanza pubblica, la regione e le province concordano con il Ministro dell’economia e delle finanze gli obblighi relativi al patto di stabilità interno con riferimento ai saldi di bilancio da conseguire in ciascun periodo. Fermi restando gli obiettivi complessivi di finanza pubblica, spetta alle province stabilire gli obblighi relativi al patto di stabilità interno e provvedere alle funzioni di coordinamento con riferimento agli enti locali, ai propri enti e organismi strumentali, alle aziende sanitarie, alle università non statali di cui all’articolo 17, comma 120, della legge 15 maggio 1997, n. 127 , alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e agli altri enti o organismi ad ordinamento regionale o provinciale finanziati dalle stesse in via ordinaria. Non si applicano le misure adottate per le regioni e per gli altri enti nel restante territorio nazionale. A decorrere dall’anno 2010, gli obiettivi del patto di stabilità interno sono determinati tenendo conto anche degli effetti positivi in termini di indebitamento netto derivanti dall’applicazione delle disposizioni recate dal presente articolo e dalle relative norme di attuazione. Le province vigilano sul raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica da parte degli enti di cui al presente comma ed esercitano sugli stessi il controllo successivo sulla gestione dando notizia degli esiti alla competente sezione della Corte dei conti. (4) Le disposizioni statali relative all’attuazione degli obiettivi di perequazione e di solidarietà, nonché al rispetto degli obblighi derivanti dal patto di stabilità interno, non trovano applicazione con riferimento alla regione e alle province e sono in ogni caso sostituite da quanto previsto dal presente articolo. La regione e le province provvedono alle finalità di coordinamento della finanza pubblica contenute in specifiche disposizioni legislative dello Stato, adeguando la propria legislazione ai principi costituenti limiti ai sensi degli articoli 4 e 5.” Nello Statuto speciale l’articolo 83, come modificato dalla legge 23 dicembre 2009, n. 191, ai sensi dell’articolo 104 dello Statuto speciale, prevede inoltre che la regione e le province adeguano la propria normativa alla legislazione dello Stato in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici. Nella normativa di attuazione statutaria alle province autonome è attribuita la potestà di emanare norme in 33 materia di bilanci, di rendiconti, di amministrazione del patrimonio e di contratti delle medesime e degli enti da esse dipendenti (articolo 16 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 recante “Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino – Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale”). Ed, infine, l’articolo 75 dello Statuto attribuisce alle Province autonome le quote di gettito delle entrate tributarie dello Stato indicate dallo Statuto e percette nei rispettivi territori (imposte di registro e di bollo, tasse di concessione governativa, imposte sul consumo dei tabacchi, imposta sul valore aggiunto, accisa sulla benzina sugli oli da gas per autotrazione e sui gas petroliferi liquefatti per autotrazione e le accise sui prodotti energetici), ed, in ogni caso, i nove decimi di tutte le entrate tributarie erariali, dirette o indirette, comunque denominate, ulteriori rispetto a quelle sopra elencate. La normativa di attuazione statutaria disciplina tassativamente le ipotesi di riserva del gettito all’erario (articoli 9, 10 e 10bis del decreto legislativo n. 268 del 1992). È evidente che l’arti 32 introduce modificazioni nel complesso delle disposizioni concordate con il Governo dalla Regione Trentino – Alto Adige e dalle Province autonome nel 2009 al fine di definire il loro concorso agli obiettivi di finanza pubblica e per realizzare il processo di attuazione del c.d. federalismo fiscale. Le disposizioni statali contenute nell’articolo 32 di una legge ordinaria e, quindi, in una fonte legislativa ordinaria, comportano la sostanziale modifica di norme dello Statuto speciale, di norme di attuazione statutaria, ovvero di norme autorizzate dallo Statuto in materia finanziaria, senza l’osservanza delle procedure paritetiche prescritte dagli articoli 103, 104, e 107 dello Statuto, con conseguente violazione dei predetti parametri. Sicuramente con tale disposizione, in quanto appunto fonte normativa ordinaria, non fondata su di un’intesa, non è abilitata a modificare fonti sovraordinate, costituite dalle norme emanate ai sensi degli articoli 104 e 107 dello Statuto speciale. E la previsione di una disciplina statale immediatamente e direttamente applicabile si pone altresì in contrasto con l’articolo 107 dello Statuto speciale e con il principio di leale collaborazione, in quanto determina una modificazione unilaterale da parte dello Stato dell’ordinamento provinciale. Questa disposizione non solo modifica la misura del concorso della Provincia autonoma di Bolzano al riequilibrio della finanza pubblica nazionale, ma si pone in ogni caso in contrasto con il Titolo VI dello Statuto speciale e relative norme di attuazione, ed in particolare con l’articolo 79, comma 2, nonchè con l’articolo 104, comma 1, del medesimo Statuto speciale, proprio perché non è stata preceduta da alcuna forma preventiva di intesa o di accordo del Governo con questa Provincia. Infatti, l’articolo 104 dello Statuto prevede che le norme del Titolo VI dello Statuto speciale possono essere modificate con legge ordinaria dello Stato, solo su concorde richiesta del Governo e, per quanto di rispettiva competenza, della Regione o delle due Province (cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 133 del 2010). Una modifica non può nemmeno essere giustificata con l’asserzione che il contributo delle Regioni e delle Province autonome agli obiettivi di finanza pubblica costituirebbe principio fondamentale di coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione. A riguardo la Corte Costituzionale ha chiarito, da un lato, che solo le norme effettivamente costituenti principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica sono vincolanti anche per le autonomie speciali (a partire dalla sentenza n. 169 del 2007, e da ultimo nella sentenza n. 229 del 2011), e dall’altro lato, che la qualificazione operata dal legislatore non è in sé vincolante qualora le norme, nella sostanza, non rivestano il carattere dichiarato (sentenza n. 354 del 1994, e precedenti ivi richiamate; sentenza n. 482 del 1995). L’articolo 32, nella parte in cui prevede l’immediata e diretta applicazione anche nella Provincia autonoma di Bolzano della disciplina generale, qualora – per qualsiasi causa – l’intesa non dovesse essere raggiunta entro il termine definito, si pone in contrasto con gli articoli 79 e 83 dello Statuto speciale di autonomia, come modificati secondo la procedura dell’articolo 104 dello Statuto, e con l’articolo 2 del decreto legislativo n. 266 del 1992, con particolare riferimento alla continuità assicurata all’ordinamento provinciale, in combinato disposto con l’articolo 16 del decreto legislativo n. 268 del 1992. La rilevanza delle predette norme come parametri del giudizio di legittimità costituzionale è riconosciuta dalla consolidata giurisprudenza costituzionale, la quale ha ritenuto che, al pari delle norme statutarie, anche le norme di attuazione dello statuto speciale (come, nella 34 specie, il decreto legislativo n. 268 del 1992), nonché quelle, adottate con lo speciale procedimento previsto dall'articolo 104, di modifica o di integrazione del titolo VI dello Statuto, possono essere utilizzate come parametro del giudizio di costituzionalità (per tutte sentenza n. 263 del 2005, che al punto 4 del considerato in diritto, richiama le sentenze n. 36, n. 356 e n. 366 del 1992, n. 165 del 1994, n. 458 del 1995, n. 520 del 2000, n. 334 e n. 419 del 2001 e n. 28 e n. 267 del 2003). In vero nelle materie attribuite alla competenza delle province autonome l’articolo 2 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266, recante “Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino– Alto Adige/Südtirol concernenti il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonché la potestà statale di indirizzo e coordinamento”, nel disciplinare il rapporto tra i due ordinamenti, prevede a carico delle province autonome non l’applicazione diretta delle fonti statali, bensì semplicemente un onere di adeguamento della propria legislazione, nel termine di sei mesi dalla pubblicazione o nel più ampio termine stabilito, alle norme statali costituenti limiti ai sensi degli articoli 4 e 5 dello Statuto speciale e pertanto, nelle materie di competenza esclusiva, alle disposizioni qualificabili norme fondamentali delle riforme economiche e sociali, e nelle materie di competenza concorrente alle disposizioni qualificabili principi; lo stesso articolo 2 dispone espressamente che nel frattempo restano applicabili le norme provinciali preesistenti e vigenti. Nella predetta disposizione il termine è fissato per l’adozione della legislazione di adeguamento ordinaria. Nello specifico la potestà legislativa e la correlativa potestà provinciali possono essere ricondotti alla competenza in materia di ordinamento degli uffici e del personale (articolo 8, n. 1) ed alla autonomia finanziaria riconosciuta dal titolo VI dello Statuto speciale, in particolare l’articolo 83, e dalle relative norme di attuazione (D.Lgs. 16 marzo 1992, n. 268, in particolare articolo 16). Per gli aspetti sostanziali rilevano altresì la competenza concorrente in materia di finanza locale (articoli 80 e 81 dello Statuto speciale) in relazione alla contabilità degli enti locali, e quella in materia di igiene e sanità (articolo 9, n. 10), con il finanziamento integrale del settore sanitario a carico del bilancio provinciale, per quanto attiene gli enti sanitari (Corte costituzionale sentenza n. 341 del 2009, punto 6 del considerando in diritto). Per quanto attiene alla fase della mancata conclusione in termini delle nominate procedure, con la prevista applicazione immediata e diretta della normativa statale, è ravvisabile un contrasto con l’ordinamento statutario anche per altro profilo. Nell’ordinamento statutario, infatti, non è previsto alcun termine per l’emanazione delle “leggi rinforzate” ai sensi dell’articolo 104 dello Statuto di autonomia, che sarebbero necessarie per modificare l’attuale articolo 79 dello Statuto di autonomia. La peculiare procedura paritetica presuppone una necessaria preventiva intesa, che per sua natura non può essere condizionata e subordinata ad alcun termine, specie se stabilito unilateralmente in una norma ordinaria statale. Pertanto, la predetta disciplina è lesiva dell’assetto statuario in quanto definisce in assenza del prescritto accordo, regole di dettaglio immediatamente applicabili, in violazione dei citati articoli 103, 104 e 107 dello Statuto speciale (Corte costituzionale, sentenza n. 133 del 2010. Anche per quanto attiene la definizione delle sanzioni derivanti dal mancato rispetto del patto di stabilità interno per la provincia e per gli enti locali del suo territorio, non può la legge ordinaria dello Stato definire unilateralmente il loro contenuto. Per gli enti locali tale disciplina è altresì incompatibile con le previsioni del predetto articolo 79, comma 3, dello Statuto di autonomia che attribuisce alla provincia autonoma il potere di definire gli obblighi relativi al patto di stabilità interno per i propri enti locali e le relative funzioni di coordinamento, in relazione alla competenza statutaria spettante alla provincia stessa in materia di finanza locale (articolo 80 e 81, e relativa norma di attuazione statutaria di cui al decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268, in particolare articoli 17 e 18). Rilevato il carattere di specialità della norma in questione, si pone il rischio che questo possa legittimare la richiesta delle Amministrazioni statali di riservare all’Erario le maggiori entrate di natura tributaria percette nel territorio provinciale, nonostante il comma 14 faccia salvo, nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome, il rispetto dello Statuto speciale e delle relative norme di attuazione. Ne consegue in ogni caso la lesività di disposizioni di legge ordinaria che modifichino unilateralmente le norme definite pariteticamente ai sensi degli articoli 103, 104, e 107 dello Statuto speciale. 35 Essendo la predetta disposizione, quindi, lesiva dell’autonomia finanziaria provinciale nonché dei principi di ragionevolezza e della leale collaborazione, si rende necessario impugnare la stessa innanzi alla Corte Costituzionale e, stante l’urgenza, di avvalersi del potere di cui all’articolo 54, comma 1, cifra 7), del D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670. Ciò premesso e visti l’articolo 127, secondo comma, della Costituzione, come sostituito dall’articolo 8 della legge costituzionale n. 3 del 2001, l’articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, l’articolo 98 del D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, nonché gli articoli 31, 32, 34 e 36 della legge 11 marzo 1953, n. 87, LA GIUNTA PROVINCIALE delibera a voti unanimi espressi nei modi di legge: di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale l’articolo 32 della legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012), per violazione: degli articoli 8, n. 1), 9, n. 10), e 16 dello Statuto speciale per il Trentino Alto Adige/Südtirol nel testo approvato con D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, e successive modifiche; del Titolo VI dello Statuto speciale di autonomia, in particolare articoli 75, 79, 80, 81 und 83; degli articoli 103, 104 e 107 dello Statuto speciale di autonomia; delle relative norme di attuazione, tra le quali d.P.R. 15 luglio 1988, n. 305 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per la regione Trentino – Alto Adige per l’istituzione delle sezioni di controllo della Corte dei conti di Trento e di Bolzano e per il personale ad esso addetto); decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonché la potestà statale di indirizzo e coordinamento), in particolare articolo 2; il decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale), in particolare articoli 9, 10, 10bis; e 16; dell’articolo 2, comma 106, della legge 23 dicembre 2009, n. 191; dei principi di ragionevolezza e di leale collaborazione; di affidare la rappresentanza e la difesa della Provincia autonoma di Bolzano nel relativo giudizio, al Prof. Avv. Roland Riz, di Bolzano, ed al Prof. Avv. Giuseppe Franco Ferrari di Pavia e di eleggere domicilio presso lo studio di quest’ultimo in 00186 Roma, Via di Ripetta n. 142, autorizzando il Presidente della Provincia a rilasciare ai medesimi le occorrenti procure; di trasmettere copia autenticata della presente deliberazione alla Presidente del Consiglio provinciale, affinché venga sottoposta per la ratifica al Consiglio stesso nella prima seduta successiva, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 54, comma 1, cifra 7), del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670. PRESIDENTE: Proseguiamo oggi pomeriggio. La seduta è sospesa fino alle ore 15. ORE 13.00 UHR ---------ORE 15.05 UHR Appello nominale - Namensaufruf PRESIDENTE: Riprendiamo la seduta. In prosecuzione del punto 3) dell'ordine del giorno do lettura della proposta di deliberazione concernente la ratifica della deliberazione della Giunta provinciale del 12 dicembre 2011, n. 1948. Vista ed esaminata la deliberazione della Giunta provinciale n. 1948 del 12 dicembre 2011, adottata in via d’urgenza ai sensi dell’art. 54, numero 7, dello Statuto di autonomia, avente per oggetto: Corte Costituzionale – impugnazione dell'art. 32 della legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012) visti gli artt. 54, numero 7, e 98 dello Statuto di autonomia; visto l'art. 32 della legge 12 novembre 2011, n. 183; 36 ritenuti validi tutti i motivi addotti a sostegno dell’impugnazione; visti l’art. 127 della Costituzione, l’art. 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 e l’art. 32 della legge 11 marzo 1953, n. 87; visto l’art. 84 del Regolamento interno del Consiglio provinciale; ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano delibera 1. di ratificare ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 54, numero 7, e all’art. 98 dello Statuto di autonomia l’operato della Giunta provinciale, così come posto con la deliberazione citata nelle premesse. ---------Nach Einsichtnahme in den Beschluss der Landesregierung Nr. 1948 vom 12. Dezember 2011, der im Dringlichkeitswege im Sinne des Art. 54 Ziffer 7 des Autonomiestatutes gefasst wurde und folgendes zum Inhalt hat: Verfassungsgerichtshof – Anfechtung von Art. 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183 (Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates (Stabilitätsgesetz 2012) nach Einsichtnahme in Art. 54 Ziffer 7 und Art. 98 des Autonomiestatutes; nach Einsichtnahme in Art. 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183, angesichts der Stichhaltigkeit der für die Anfechtung angeführten Gründe; nach Einsichtnahme in Art. 127 der Verfassung, in Art. 10 des Verfassungsgesetzes vom 18. Oktober 2001, Nr. 3 und in Art. 32 des Gesetzes vom 11. März 1953, Nr. 87; nach Einsichtnahme in Art. 84 der Geschäftsordnung des Südtiroler Landtages; dies vorausgeschickt, beschließt der Südtiroler Landtag im Sinne und für die Wirkungen gemäß Art. 54 Ziffer 7 und Art. 98 des Autonomiestatutes die Vorgangsweise der Landesregierung zu ratifizieren, wie sie aus dem in den Prämissen erwähnten Beschluss ersichtlich ist. Chi chiede la parola? Consigliera Klotz, prego. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte einige Fragen in Zusammenhang mit dieser Anfechtung. Es geht also um die Mehreinnahmen steuerlicher Natur, die dann in die Staatskasse fließen sollen. Die Mehrwertsteuer wird ja um 21 Prozent erhöht, und man spricht davon, dass sie bis September auf 23 Prozent erhöht werden könnte. Um welche anderen Mehreinnahmen handelt es sich dabei? Auch möchte ich fragen, ob es sich um die berühmten 320 Millionen Euro für das Jahr 2011 und um die 365 Millionen Euro für das Jahr 2012 handelt. Wir lesen immer wieder vom Einvernehmen. Wir haben in den letzten Tagen immer wieder gehört, dass Landeshauptmann Durnwalder froh sei, dass ihn Ministerpräsident Monti nun doch innerhalb des Monats Jänner anhören wolle. Herr Landeshauptmann, Hand aufs Herz. Monti kann es sich ja einfach machen und sagen: "Was wollen Sie? Wir haben ja miteinander gesprochen. Es ist nun einmal im 'nationalen' Interesse bzw. eine besondere Situation." Auf die Ausrichtungs- und Koordinierungsbefugnis wird ja auch wieder hingewiesen. Wir wissen, dass das der Bewegungsspielraum der sogenannten Autonomie ist. Wenn Monti bei seiner Haltung bleibt und sagt, dass das notwendig und im "nationalen" Interesse sei, dann wird es der Landeshauptmann wahrscheinlich so drehen und sagen: "Immerhin habe ich mit Monti sprechen können. Wir müssen uns beteiligen, da der Staat Italien verschuldet ist und es nicht fair wäre, wenn nicht auch wir uns beteiligen würden." Und dann wäre das Einvernehmen hergestellt! Sie haben ja schon den Wind aus den Segeln genommen, indem Sie gesagt haben, dass es auf ein paar Millionen Euro nicht ankommen würde. Sollte der Verfassungsgerichtshof sagen, dass sich Südtirol daran halten müsse, dann - so haben Sie angekündigt - wollen Sie nach Österreich gehen. Mit welcher Forderung? Was muss noch passieren, damit Sie endlich die Schiene einer moralischen und gerechten Lösung legen? DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Innanzitutto una domanda al presidente Durnwalder. I risparmi che qui ci vengono imposti, 356 milioni per il 2013, 301 milioni per il 2012, sono aggiuntivi ai 100 milioni dell'Accordo di Milano? Ho l'impressione di sì. Certo è un sacrificio notevole per la nostra autonomia. 37 Noi voteremo a favore di questa impugnazione, perché i patti non si violano. Anche se un Governo ha fretta di rendere provvedimenti, le norme dell'autonomia le norme dell'autonomia vanno rispettate. L'autonomia è disposta a contribuire al risanamento del bilancio pubblico ecc., però a certi patti. Alla collega Klotz vorrei dire che il primo Ministro Monti non applica tanto l'interesse nazionale, è il commissario europeo, questa è la verità. Anche uno stato libero del Sudtirolo starebbe dentro i parametri dell'Unione Europea e quindi ho l'impressione che le cose cambierebbero poco. Infine voglio dire che sono abbastanza d'accordo con quanto dichiarato dal giornalista Gian Antonio Stella sul giornale "Tageszeitung" di oggi. Noi dobbiamo difendere assolutamente l'autonomia come modello politico di pacificazione, di autogoverno, però dobbiamo fare un check up su come utilizziamo i nostri denari, perché è chiaro che la prospettiva dei prossimi anni non è più quella delle "vacche grasse" in tutta Europa, è quella delle vacche magre e anche per noi si impone una riduzione dei mezzi a disposizione. Nei tempi delle vacche grasse noi ci siamo concessi qualche lusso che a questo punto va rivisto. Solo così possiamo difendere efficacemente la nostra autonomia, cioè difendendo il succo democratico che rappresenta la nostra autonomia proponendoci anche come modello virtuoso anche per quanto riguarda un uso più oculato. Noi abbiamo fatto un uso efficiente ecc., a volte però ci sono degli sprechi che vanno corretti, proprio per dare capacità di durata al nostro bilancio pubblico nella prospettiva che si apre in tutta Europa, da Atene, a Madrid, a Londra, a Berlino, a Roma e a Bolzano e che non sarà più quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. LEITNER (Die Freiheitlichen): Wir stimmen selbstverständlich für diesen Beschlussvorschlag. Bei dieser Gelegenheit möchte ich anmerken, dass es natürlich schwer ist, über klare Zahlen zu reden. Wie viele Mittel uns dann bis zum Schluss genommen werden, wird man erst sehen. Klar ist, dass Monti nichts anderes macht, als die EU zu vertreten. Den Haushalt dieses Staates hat nicht das römische Parlament gemacht, sondern er wurde zwischen der Europäischen Union, der Europäischen Zentralbank und der Internationalen Währungsunion ausgehandelt. Bei dieser Gelegenheit erinnere ich mich an etwas, was der ehemalige Senator Karl Tinzl einmal gesagt hat: "Es ist nichts ungerechter, als Ungleiches gleich zu behandeln." Aber jetzt werden scheinbar alle gleich behandelt. Diese defensive Haltung, die man grundsätzlich gegenüber der nächsthöheren Institution einnimmt, gefällt mir ganz und gar nicht. Ich weiß natürlich, welche Möglichkeiten man hat, und der Gang vor den Verfassungsgerichtshof ist sicher eine mögliche Variante, wenngleich ich bedenken geben möchte, dass sich der Verfassungsgerichtshof in Italien immer öfter an die Stelle des Parlamentes setzt. Schlussendlich entscheidet der Verfassungsgerichtshof über Gesetze und schafft neues Recht. Wenn man von der Losung von Montesquieu der drei Gewalten – Gesetzgebung, Exekutive und Gerichtsbarkeit – ausgeht, so haben wir diese in Südtirol nicht. Diese Einschränkung von oben war von Beginn an ein Makel der Autonomie, aber daran hat man wahrscheinlich nicht gedacht, weil man sich an Österreich orientiert hat. Dort hat der Verfassungsgerichtshof eine ganze andere Funktion als in Italien. Auch der Europäische Verfassungsgerichtshof bestimmt die Politik in der Europäischen Union wesentlich mit. Zum Gespräch des Landeshauptmannes mit Ministerpräsident Monti. Ich sage, dass Monti noch lange nicht über dem Berg ist. Da wird noch einiges auf uns zukommen, aber dieses Gewinsel, das man jetzt an den Tag legt, ist nicht glaubwürdig. Wenn man nur dann nach Wien rennt, wenn sie uns die Gelder kürzen, dann ist das nicht glaubwürdig! Da wird wieder das System Südtirol offenkundig, das heißt, man macht alles nur am Geld fest und andere Dinge zählen nicht. Dann kommen die Leute wie der Journalist Stella und halten uns den Spiegel vor. Ich weiß nicht, ob er die moralische Autorität dazu hat, aber einiges, was er sagt, ist sicher richtig. PICHLER ROLLE (SVP): Dem Beschluss stimmen wir natürlich zu und stärken damit dem Landeshauptmann den Rücken für die Gespräche, die es hoffentlich in Rom geben wird. Es geht nicht darum, wie der Kollege Leitner gesagt hat, dass man jetzt herumwinselt, weil es nur ums Geld geht. Es geht auch nicht darum, was der Kollege Dello Sbarba gesagt hat, nämlich, dass wir auch einen Beitrag dazu leisten müssen, um zu sparen. Es geht um einen fairen Vergleich. Natürlich ist auch Südtirol gefordert, wenn es darum geht, einen konkreten Beitrag zu leisten, aber die Kompetenzen dürfen dabei nicht verletzt werden. Es geht nicht um die Frage, ob wir Gelder zur Verfügung gestellt bekommen, die unsere Leute erwirtschaften und die wir einfach beliebig ausgeben können, sondern es geht ganz einfach darum festzustellen, dass Land Südtirol in den letzten Jahren eine Reihe von Zuständigkeiten übernommen hat. Anhand dieser können wir auch ganz klar das Leistungsgefälle aufzeigen. Vor allem können wir aufzeigen, wie man öffentliches Geld zielgerecht und gut einsetzen kann. Denken wir an das Paradebeispiel der Staatsstraßen. Die ANAS hatte ihr Budget zur Verfügung, und wir wissen, wie die ANAS die Staatsstraßen gewartet hat. Wir wissen auch, wie die Staatsstraßen, die an das Land übergegangen sind, heute 38 ausschauen. Dasselbe gilt für die Schulen, für die Krankenhäuser, für den öffentlichen Dienst generell. Das ist die Wahrnehmung von autonomen Zuständigkeiten. Selbstverständlich werden wir zunächst das Gespräch mit Rom suchen. Wir werden sagen, dass diese Gelder in enger Verbindung mit der Selbstverwaltung stehen. Wir brauchen diese Gelder, damit wir Kompetenzen ausüben können, die andere Regionen in dieser Form nicht haben. Ich bin sehr wohl, dass man hier Gleiches mit Gleichem vergleicht. Wenn verschiedene Journalisten in diesen Tagen immer wieder oberflächlich sagen, dass Südtirol diese Gelder bekomme, dann müssen sie auch sagen, welche Kompetenzen wir wahrnehmen und welche Kompetenzen andere Regionen wahrnehmen. Es muss auch gesagt werden, wo diese Gelder landen. Wenn in Südtirol Gelder für einen Schulbau verwendet werden, dann steht die Schule spätestens nach zwei, drei Jahren. Wenn dies in Süditalien geschieht, dann steht die Schule auch nach einem Jahrzehnt noch nicht. Natürlich müssen auch wir unseren Beitrag leisten, aber alles mit Maß und Ziel. Wir hoffen sehr, dass der Staat seinen Verpflichtungen nachkommt. ARTIOLI (Lega Nord): Voterò a favore di questa impugnazione. L'unica cosa che non riesco a capire è come mai prima avevamo un Peterlini, Zeller e Brugger che ci hanno detto quanto era fantastico Monti, perché appena insediato ha detto che le autonomie speciali sono importanti, per poi fare il contrario, perché cerca di svuotarle. Ricordo perfettamente gli articoli di giornale. Per fortuna il presidente Durnwalder non ha mai cantato vittoria con gli altri, è stato lungimirante non fidandosi e dovrà adesso a Roma cercare di salvare capra e cavoli per non farsi portare via tutto. I suoi colonnelli invece erano contentissimi, addirittura anche al Senato volevano votare a favore di Monti. Siamo contenti che si faccia questa impugnazione, perché la cosa giusta è quella che è stata fatta nell'Accordo di Milano, cioè fare in modo di avere più competenze e non togliere soldi. Adesso ci ritroviamo davanti ad un Monti che ci vuole togliere tutto senza giustificazione. Non sono d'accordo e voterò a favore. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sono convinto che sempre, quando si affrontano tematiche tanto delicate che attengono la qualità stessa del rapporto fra l'autonomia locale e il livello centrale nazionale, si ha il dovere di avere l'accortezza e la giusta sensibilità, perché le dichiarazioni possono talvolta essere anche armi improprie che finiscono per dare un senso diverso e anche negativo ad azioni pur giuste. Se è giusto, collega Pichler Rolle, rivendicare il buon diritto dell'autonomia locale a garantire le prerogative che le sono concesse, e questa è la parte corretta e doverosa con cui siamo in piena sintonia, è sbagliato sconfinare poi in una demagogia spicciola che non voglio attribuire a Lei ma che nell'ambito della maggioranza spesso emerge, che poi mette in discussione tutto, anche la quota di responsabilità che spetta alla Provincia autonoma di Bolzano in rapporto ad un momento di straordinaria delicatezza a livello nazionale e di impegno delle istituzioni tutte in una manovra di risanamento dei conti dello Stato, che ha radici lontane e antiche ma che dobbiamo assumerci, in termini di responsabilità, anche noi,perché altrimenti non saremmo parte di un meccanismo virtuoso che tende a rafforzare indirettamente la nostra autonomia. Essa è tanto più forte quanto è maggiormente inserita in un sistema stabile e rispetto a questo abbiamo il dovere di assumerci responsabilità. Luci ed ombre, no alla demagogia, ma quando vengo cercato stamattina da un giornalista il quale mi dice che il presidente Durnwalder dice di non esagerare a scrivere articoli su di noi o a fare iniziative di diverso genere a livello istituzionale o anche semplicemente mediatico, altrimenti andiamo a Vienna a lamentarci e piangere, qui sta il fulcro del problema: la mancanza di consapevolezza di un momento delicato che impone nervi saldi da parte di tutti, soprattutto a livello istituzionale. Presidente Durnwalder, quale tipo di messaggio lanciamo all'opinione pubblica, ai nostri giovani quando affermiamo che siamo pronti a scaldare colla, ad agitare le armi per che cosa? Per distogliere l'attenzione rispetto un momento serio, delicatissimo rispetto al quale vanno messi in campo gli strumenti della democrazia, della capacità della giusta contrattazione fra il livello centrale e locale, per rivendicare i diritti di tutti, per lo Stato ad avere una finanza sana per garantirgli una stabilità da cui dipenda forza e stabilità anche della nostra autonomia, e per la nostra autonomia il diritto di rivendicare le proprie prerogative che sono fonte sicuramente di un nostro benessere ma che dipendono da un contesto più generale. L'autoreferenzialità non ci porterà mai da nessuna parte, tanto meno a Vienna. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Ich möchte zunächst sagen, dass wir uns dessen bewusst sind, dass sich zur Zeit europäische Länder in gewissen Schwierigkeiten befindet. Das gilt für Spanien, aber auch für Frankreich, wenngleich immer so getan wird, wie wenn Frankreich weiß Gott wie "gesund" wäre. Das gilt aber auch für Portugal, Griechenland und Italien. Wir haben in letzter Zeit über unsere Verhältnisse gelebt und haben mehr ausgegeben, als wir zur Verfügung 39 gehabt haben. Wenn wir unseren Nachkommen eine gute Zukunft sichern wollen, dann müssen wir mehr sparen. Wir müssen versuchen, den Schuldenberg abzutragen. Wenn wir das nicht tun, dann wäre das verantwortungslos. Wir sind also dafür, wenn gesagt wird, dass alle ihren Beitrag leisten müssen, aber man darf hier nicht Ungleiches gleich behandeln. Wir haben in Bezug auf den Stabilitätspakt immer verantwortungsbewusst gehandelt. Sie wissen, dass die Neuverschuldung aufgrund der entsprechenden EU-Richtlinie nicht mehr als drei Prozent betragen sollte. Sie wissen, dass die Verschuldung eines Staates nicht mehr als 60 Prozent des Bruttoinlandsproduktes betragen sollte. Das haben wir alles eingehalten. Wir haben kaum Verschuldung. Wenn wir die Rückstände usw. hernehmen, dann sind es an die 80 Millionen Euro. Wenn wir auch die Bürgschaften berücksichtigen, die hoffentlich nicht zum Tragen kommen, dann sind es 400 Millionen Euro. Wir haben auch keine Neuverschuldung. Deshalb kann uns der Staat hinsichtlich des Stabilitätspaktes nicht gleich behandeln wir andere. Er muss zur Kenntnis nehmen, dass wir unsere Hausaufgaben gemacht haben. Natürlich müssen auch wir entsprechende Garantien für die Zukunft geben, aber der Staat kann nicht das, was er auf Staatsebene anwendet, auch bei uns geltend machen. Das wäre nicht richtig! Wir entziehen uns bestimmt nicht der Verantwortung, und wir sind damit einverstanden, dass wir mithelfen müssen, die Schulden abzutragen, allerdings unter Berücksichtigung unserer Verhältnisse und unserer Politik. Wir wissen auch, dass jetzt eine Umschuldung kommt, bei der die Einnahmen höher sein werden. Es sollen ja neue Steuern eingeführt bzw. Steuerprozentsätze erhöht werden. Der Staat kann nicht einerseits 120 Millionen Euro verlangen und auf der anderen Seite sagen, dass die Steuererhöhungen zu Gunsten des Staates gehen. Beides geht nicht! Wir sind bereit, das eine und andere zu machen. Wir gehören bestimmt nicht zur Kategorie, die sagt: "Alle anderen müssen sparen, wir aber nicht!" Wir haben von Beginn an gesagt, dass wir bereit sind, unseren Beitrag zu leisten, aber man muss unsere speziellen Verhältnisse berücksichtigen. Wenn Sie sagen, dass sich alles auf das Treffen mit Monti beschränken würde, so muss ich Ihnen sagen, dass das mit dem überhaupt nichts zu tun hat. Wir wollen, dass das sogenannte Mailänder Abkommen eingehalten wird. Es handelt sich dabei ja um ein Abkommen zwischen dem Land Südtirol und dem Staat, das von zwei römischen Ministern und dem Unterfertigten unterschrieben worden ist. Deshalb hat es entsprechende Rechtskraft. Das Mailänder Abkommen muss eingehalten werden, denn sonst brauchen wir nicht mit dem Staat zu verhandeln. Im Mailänder Abkommen steht, dass es, sollte eine Änderung in Bezug auf die Finanzausstattung des Landes vorgenommen werden, ein Einvernehmen braucht. Mich interessiert nicht so sehr das Treffen mit Monti, sondern mich interessiert, dass das Mailänder Abkommen eingehalten wird. Es muss also das Einvernehmen hergestellt werden, und beim Treffen mit Monti werden wir auch über vieles andere reden. Hier geht es ja nicht nur um Geld. Denken Sie nur daran, dass wir vor zwei Jahren auf 500 Millionen Euro verzichtet haben. Wenn wir die 90 Prozent bekommen und deshalb auf die Sektorengesetze verzichten, dann ist das auch nicht ein großer Verzicht. Das haben wir eingesehen und deshalb haben wir unsere Zustimmung gegeben, aber es kann nicht sein, dass es immer dieselben sind, die zahlen müssen. Sie wissen, dass in dieser "manovra fiscale" auch die gesamte Thematik der Liberalisierung enthalten ist. Das betrifft unsere Zuständigkeiten im Bereich der Urbanistik, … ABGEORDNETE: (unterbrechen) DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Bei der Aussprache wird es um das gehen! Da werden wir nicht nur über das, sondern auch über andere Dinge gehen. Denken Sie nur daran, was im letzten Bereich alles geschehen ist, im Bereich des Umweltschutzes, der Arbeitssicherheit, der Durchführungsbestimmungen, die versprochen worden sind und jetzt nicht weitergehen. Denken Sie an die Durchführungsbestimmung betreffend den Stilfser Joch Nationalpark, die Finanzen usw. Über all das müssen wir reden! Wir gehen nicht deshalb nach Österreich oder klagen den italienischen Staat an, weil es hier um einige Millionen Euro gehen würde. Nachdem es aber um wesentliche Dinge, was unsere Zuständigkeiten anbelangt, geht, müssen wir sagen: "Staat, so nicht!" Ich habe den Eindruck, dass man uns zur Zeit nicht richtig ernst nimmt. Deshalb ist es richtig, dass wir die Einhaltung der Verträge verlangen. Kollege Dello Sbarba, das, was Stella zur Zeit macht, ist falsch, denn er geht her und wirft alles in den gleichen Topf. Er macht Stimmung gegen uns, indem er fragt, warum die Südtiroler eine besondere Autonomie haben sollten. Er sagt aber nicht, dass wir Zuständigkeiten haben, die andere nicht haben. Unsere Autonomie ist aufgrund internationaler Verträge abgesichert. Es gibt dann Regionen mit Sonderstatut, die die Verfassung auf ihrer Seite haben. Dann gibt es die Regionen mit Normalstatut, und das muss man den Leuten auch sagen. Stella soll auch in Bezug auf die Gehälter die Wahrheit sagen! Ich habe wirklich den Eindruck, dass es zur Zeit eine allge- 40 meine Hetze gegen die Autonomie gibt, und dagegen müssen wir uns wehren. Deshalb hat die Landesregierung beschlossen, diese Bestimmungen anzufechten. PRESIDENTE: Metto in votazione la proposta di deliberazione: approvata con 25 voti favorevoli e 3 astensioni. Punto 4) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 310/11 del 19.4.2011, presentata dai consiglieri Leitner, Egger, Mair, Sigmar Stocker e Tinkhauser, riguardante un pacchetto di misure per sgravare gli automobilisti tartassati." Punkt 4 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 310/11 vom 19.4.2011, eingebracht von den Abgeordneten Leitner, Egger, Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend Maßnahmenpaket zur Entlastung der 'Melkkuh' Autofahrer." Nel marzo 2011 l'aumento delle accise su benzina e gasolio e i prezzi esorbitanti imposti dalle compagnie petrolifere hanno fatto salire il prezzo dei carburanti ai massimi storici, arrivando a superare di molto il record del luglio 2008. Nonostante attualmente il prezzo di un barile di greggio sia persino sceso a meno di 100 $, le multinazionali del petrolio continuano a spennare i loro clienti adducendo la debole scusa della crisi libica e rimandando al terremoto catastrofico che ha colpito il Giappone. In alcuni distributori il prezzo per un litro di benzina super ha toccato 1,62 euro (3.150 lire). Riempire un serbatoio di 70 litri è quindi arrivato a costare 113,40 euro, il che equivale a 220.000 di vecchie lire! A ciò si aggiunge che agli automobilisti viene venduto a prezzo rialzato del carburante pagato meno e stoccato molto tempo prima dell'inizio dell'anno e in questo modo l'aumento delle accise è ancora una volta usato per salassare chi fa benzina. L'aumento delle accise porta maggiori entrate non solo nelle casse dello Stato ma anche in quelle della Provincia. E i numerosi pendolari altoatesini sono particolarmente colpiti da questi aumenti. A molti di loro, che fanno sempre più fatica a pagare il viaggio per raggiungere il posto di lavoro, questo rischia di creare seri problemi. Che molti non abbiano l'alternativa dei mezzi pubblici è cosa sufficientemente nota. Rispetto all'anno scorso, con l'aumento delle accise e con il prezzo dei carburanti al massimo storico, una famiglia di pendolari deve in media sostenere maggiori spese per 400 euro circa. Si impone quindi un aumento del contributo forfettario per i pendolari e pertanto si invita la politica altoatesina a dare un chiaro segnale in questo senso. Proprio i pendolari non hanno alcun modo di sottrarsi alla crescente pressione finanziaria. A parte l'onere insostenibile per gli automobilisti, i pendolari e le famiglie, anche le organizzazioni di volontariato iniziano a preoccuparsi. Gli attuali prezzi mettono in seria difficoltà anche le organizzazioni di pronto soccorso e i vigili del fuoco, che percorrono molti chilometri al servizio della collettività. Un sostegno finanziario a favore di chi si trova in questa situazione è facilmente introducibile ridistribuendo adeguatamente ovvero congelando determinati stanziamenti di bilancio oppure attingendo alle maggiori entrate del bilancio 2010. Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano invita la Giunta provinciale a intervenire presso il Governo per chiedere una riduzione delle accise su benzina e gasolio, ad aumentare del 30% (in modo analogo all'aumento del prezzo dei carburanti) il contributo forfettario per i pendolari, a provvedere a un aumento del contributo chilometrico adeguato agli attuali prezzi dei carburanti. ---------Die Anhebung der Mineralölsteuer und die Wucherpreise der Ölkonzerne führten im März 2011 zu den bisher höchsten Spritpreisen und haben das Rekordhoch vom Juli 2008 nunmehr weit übertroffen. Obwohl der Preis für ein Fass Rohöl derzeit sogar unter 100 $ gesunken ist, zocken die Ölmultis ihre Kunden wieter ungeniert ab. Dies mit der fadenscheinigen Ausrede der Libyenkrise und dem Verweis auf die Erdbebenkatastrophe in Japan. Der Höchstpreis an manchen Tankstellen betrug für Eurosuper 1,62 € (rund 3.150 Lire). Die Befüllung eines 70 Liter Tanks kostet somit bereits 113,40 €, das sind in der alten Währung rund 220.000 Lire! Dazu kommt noch, dass man den 41 Autofahrern billigeren Sprit, der lange vor dem Jahreswechsel eingelagert wurde, zu weit überhöhten Preisen verkauft und so die Anhebung der MÖSt noch einmal über Gebühr zur Abzocke der Tankkunden ausnützt. Die Erhöhung der MÖSt. bringt nicht nur dem Staat, sondern auch dem Land erhebliche Mehreinnahmen. Besonders betroffen durch den Spritpreiswahnsinn sind die vielen Südtiroler Pendler. Viele von ihnen sind in ihrer Existenz massiv bedroht und können sich die Fahrt zu ihrem Arbeitsplatz kaum noch leisten. Dass die öffentlichen Verkehrsmittel keine Alternative für viele Betroffenen darstellen, ist hinreichend bekannt. Eine durchschnittliche Pendlerfamilie ist durch die Erhöhung der MÖSt und den Höchststand der Spritpreise bereits mit rund 400 € Mehrkosten gegenüber dem Vorjahr belastet. Die Erhöhung der Pendlerpauschale (Pendlerzulage) ist ein Gebot der Stunde und die Südtiroler Politik ist daher gefordert, hier ein deutliches Zeichen der Unterstützung zu setzen. Gerade die Pendler haben keine Möglichkeit, dem wachsenden finanziellen Druck zu entkommen. Neben der nicht tragbaren Belastung der Autofahrer, Pendler und Familien entstehen auch Sorgen bei den Freiwilligenorganisationen. Die herrschenden Spritpreise gefährden auch die Rettungsorganisationen und Feuerwehren, welche im Jahr mehr Kilometer im Dienste der Allgemeinheit zurücklegen. Eine finanzielle Unterstützung für die Betroffenen lässt sich einfach aus der sinnvollen Umschichtung bzw. dem Einfrieren bestimmter Haushaltsposten bzw. aus den Mehreinnahmen des Haushalts 2010 erreichen. Dies vorausgeschickt, fordert der Südtiroler Landtag die Landesregierung auf, bei der römischen Regierung auf eine Reduzierung der Mineralölsteuer zu drängen, die Pendlerpauschale (die Pendlerzulage) um 30 % (analog der Treibstoffpreiserhöhung) zu erhöhen, eine den herrschenden Spritpreisen angepasste Erhöhung des amtlichen Kilometergeldes durchzuführen. Prima di dare la parola al consigliere Leitner preciso che tratteremo i punti destinati all'opposizione fino alle ore 19 di domani. Dalle ore 10 di giovedì prossimo tratteremo i punti della maggioranza. La parola al consigliere Leitner, prego. LEITNER (Die Freiheitlichen): Danke, Herr Präsident! Ich schicke voraus, dass die Zahlen, die im Beschlussantrag enthalten sind, natürlich nicht mehr aktuell sind. In der Zwischenzeit sind die Treibstoffpreise ja exorbitant gestiegen. Superbenzin habe ich schon für 1,80 Euro pro Liter gesehen, und zwar nicht bei Aldi, sondern an der Tankstelle. Wir haben mittlerweile ein Ausmaß erreicht, das wirklich weh tut. Die Autofahrer werden vom Staat als "Melkkuh" angesehen und sollen bis zum Letzten ausgepresst werden. Natürlich wird man mir jetzt sagen, dass es da wenige Möglichkeiten gebe, etwas zu tun. Es wurde ja die Maßnahme verabschiedet, dass das verbilligte Tanken in grenznahen Regionen ausgedehnt werden soll. Wenn man schon diese Ermäßigung macht, dann sollte diese für das ganze Land gelten, denn ich sehe nicht ein, wieso der Bürger in Toblach billiger tanken soll als der Bürger in Kaltern oder in Eppan. Ich weiß, dass man damit verhindern möchte, dass die Bürger nach Österreich oder in die Schweiz zum Tanken fahren. Ich habe im vergangenen Jahr einmal nachgefragt, wie sich diese Maßnahme ausgewirkt hat bzw. wie viele Personen von dieser Ermäßigung Gebrauch gemacht haben. Das Pustertal macht von dieser Maßnahme nur wenig Gebrauch bzw. es waren 1.909 Bürger, die angesucht haben, um verbilligt tanken zu können. Im Vinschgau und Wipptal waren es hingegen jeweils mehr als 4.600 Personen. Wenn es sich also nicht auszahlen würde, dann würden sie es nicht machen. Es ist ja bekannt, wie diese Ermäßigung zustande kommt. Das Land übernimmt 90 Prozent der Preisdifferenz, und ich bin der Meinung, dass alle diese Maßnahme nützen können sollten. Das Land kassiert ja bei der Mineralölsteuer entsprechend mit, und das waren in vergangenen Jahren ungefähr 150 Millionen Euro jährlich, was nicht gerade wenig ist. Ein weiteres Problem ist die sogenannte Pendlerzulage oder Pendlerpauschale, die schon lange nicht mehr angehoben worden ist und verzögert ausgezahlt wird. Herr Landeshauptmann, Sie sagen immer, dass das Land keine Schulden habe, aber ich bezeichne die nicht ausgezahlten Beiträge als Schulden gegenüber den Bürgern. Entweder man schafft die Pendlerpauschale ab oder man erhöht die entsprechenden Mittel, damit die Leute nicht 42 so lange warten müssen, denn nach drei Jahren hat das Geld nicht mehr den Wert wie zu dem Zeitpunkt, als man darum angesucht hat. Das gilt auch für das amtliche Kilometergeld, das schon seit langem nicht mehr angepasst worden ist. Derzeit scheint es nirgends einen großen Spielraum zu geben, um den Bürgern irgendwie entgegenzukommen, aber die Politik muss entscheiden, wo sie Schwerpunkte setzt. Beim Autofahrer tut man sich natürlich leicht, denn über die Mineralölsteuern und die anderen Steuern, die auf dem Benzinpreis lasten, lässt sich gut abkassieren. Wenn man heute voll tankt, dann gibt man 50 Euro nur für Steuern ab. Dazu kommen die sogenannten Akzisen, wo wir noch für den Abessinienkrieg von 1935, für die Suez-Krise von 1956, für die Vajont-Katastrophe von 1963, für die Überschwemmung von Florenz, für die Erdbebenhilfe für Belice usw. zahlen. Wie gesagt, es wird heißen, dass das Zuständigkeit des Staates sei, und deshalb ist es höchste Zeit, diesem Staat einmal Tschüss zu sagen. Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger PRÄSIDENTIN: Das Wort hat Abgeordneter Seppi, bitte. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): I colleghi presentano un documento sicuramente condivisibile. Abbiamo tutti la preoccupazione per l'aumento dei costi dei carburanti, delle accise, per cui per l'aumento sia della benzina che del gasolio come del gas alle pompe distributrici, e conseguentemente per i problemi relativi alla categoria dei lavoratori che hanno la necessità dell'uso dell'automobile per recarsi al lavoro, dato che non sempre si possono usare i mezzi pubblici. Chi fa i turni alle Acciaierie, alla Lancia o nel settore della panificazione per esempio non ha la possibilità di raggiungere il posto di lavoro con i mezzi pubblici, per cui questi pendolari vanno tenuti in una considerazione diversa da coloro che vanno sul posto di lavoro con la macchina che, essendo serviti da mezzi pubblici con gli orari che coincidono, possono farne a meno. Ci sarebbero da fare quindi delle distinzioni, ma in linea di massima il concetto è giusto, ma secondo me va aggiunto un quarto punto che è quello del gasolio da riscaldamento. Per diversi mesi all'anno le nostre famiglie spendono centinaia di euro per il riscaldamento. Persone che hanno lo stesso stipendio che nel resto d'Italia, pensiamo ad esempio ad un ferroviere che abita in Sicilia dove scalda due giorni all'anno, noi scaldiamo per almeno 5, 6 mesi, nelle valli anche 6, 7 mesi, ritengo che debba esserci un aiuto ben più serio di quello che c'è oggi. Il riscaldamento è un bisogno assoluto. Su una mozione di questo tipo si potrebbe obiettare che è vero per i pendolari, è vero per chi lavora, è vero anche che devono esserci delle diminuzioni sui costi della benzina, ma è altrettanto vero che qualcuno la macchina la può anche usare per divertimento. Certo è che il gasolio per il riscaldamento, che ha delle cifre spaventose, fa parte dei bisogni veri delle famiglie, per cui oggi noi siamo sopra ad 1,15 euro al litro per il gasolio, si arriva anche a pagare 1,40 euro al litro, ci vogliono 6.000 euro per fare un pieno in una cisterna da 4.000 litri, e forse per una famiglia di 4 persone dura un inverno. Sono quattro stipendi. Lì bisogna intervenire pesantemente. Adesso abbiamo già una riduzione dell'accise sul costo del gasolio per riscaldamento, che paghiamo 1,35 euro al litro, ma è comunque troppo e una soluzione va ricercata, perché non possiamo procedere oltre con una regolamentazione che davanti ad un bisogno di necessità assoluta come quello del riscaldamento noi si continui a far pagare alla nostra gente il corrispettivo di 4 - 5 stipendi di un operaio per fare un pieno in una caldaia. Credo che questa sia una cosa fondamentale, quindi chiedo ai colleghi presentatori di fare un'aggiunta. Chiaramente sulla mozione sono d'accordo. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Auch wir unterstützen diesen Beschlussantrag, obwohl die Auswirkungen wahrscheinlich nicht so groß sein werden, dass es die Konsumenten beim nächsten Tanken auch spüren werden. Ich denke aber, dass es notwendig ist, hier etwas zu machen. Viele sind nun einmal auf ihr Auto angewiesen, um zur Arbeit zu kommen, und wenn die Löhne nicht im selben Ausmaß steigen wie die Benzinpreise, dann wird man am Ende des Monats ein Problem haben. Man braucht sich nur die Realität anschauen. Ich habe mein Auto gestern in Innsbruck mit 1,30 Euro pro Liter betankt. In Südtirol sind wir bei 1,80 Euro. Das sind, wenn wir einen durchschnittlichen Tank hernehmen, fast 30 Euro Unterschied. Ich würde jedem raten, sich einmal anzuschauen, was in Innsbruck abgeht. Ich rede nicht nur vom sogenannten Einkaufstourismus, sondern meine auch diejenigen, die ihr Auto mit Benzinkanistern voll machen, ganz abgesehen davon, dass es verboten und auch gefährlich ist. Es ist schon notwendig, einmal darüber nachzudenken, welche Auswirkungen das auf die öffentliche Sicherheit hat. In diesem Zusammenhang hätte ich eine ganz konkrete Frage. Vor zwei Monaten wurde ein Beschlussantrag unserer Fraktion betreffend die Einführung eines Spritpreis-Rechners mehrheitlich angenommen. Hat die Landesregierung diesbezüglich schon etwas unternommen bzw. bis wann kann dieser Spritpreis-Rechner 43 umgesetzt werden? Die Benzinpreise richten sich ja nicht nur nach den Tankstellenbetreibern, sondern sind an die Mineralölkonzerne gekoppelt, denen in Südtirol sehr viele Tankstellen gehören. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Die "Melkkuh" Autofahrer hat viele Gesichter. Es gibt natürlich die Autofahrer, die ihr Auto brauchen, um zur Arbeit zu kommen, und somit durch die aktuell stark gestiegenen Benzinpreise massiv abgestraft werden. Das ist natürlich nicht in Ordnung, aber das ist nur ein Teilaspekt des Ganzen, Kollege Leitner. Vielmehr ist es häufig so, dass nicht die "Melkkuh" Autofahrer das Problem ist, sondern die "Heilige Kuh" Auto insgesamt. Es gibt nach wie vor zahlreiche Zeitgenossen, die mit ihrer Karre sinnlos durch die Gegend fahren und ihre Kinder mit dem Auto zur Schule bringen, obwohl sie nur 200 Meter entfernt wohnen. Es ist bei weitem nicht so, dass die Schäden und Kosten für die Allgemeinheit, die durch Autos, Straßenbau usw. verursacht werden, von den Autofahrern selber abgegolten werden. Hier sind wir noch weit von einer Kostenwahrheit entfernt. Natürlich ist dieser Preisanstieg schmerzlich und auch sozial ungerecht, aber er kann vielleicht auch dazu anregen, die öffentlichen Verkehrsmittel in Anspruch zu nehmen. Die aktuelle "Melkkuh" sind weniger die Autofahrer, sondern vielmehr die Pendler, die die öffentlichen Verkehrsmittel benützen und in einem Monat ungefähr das Doppelte zahlen müssen. Die haben nicht diesen Zuspruch wie die Autofahrer, wenngleich die Freiheitlichen in dieser Hinsicht schon einiges unternommen haben. Das muss man der Redlichkeit halber anerkennen, aber ich denke, dass man mit dem Begriff "Melkkuh" vorsichtig sein muss, denn das ist ein zweischneidiges Schwert. Gerade in den letzten Jahren hat die Anzahl der teuren und fetten Autos europaweit stark zugenommen, und daran sieht man, dass die Ressourcen in vielfacher Hinsicht in die falsche Richtung gehen. Viele Leute, die sich ein teures Auto leisten, könnten mit einem wesentlich günstigeren Fahrzeug über die Runden kommen und wesentlich weniger Geld verpulvern. Deshalb halten wir diesen Beschlussantrag nur für die Lösung eines Teilproblems, insgesamt ist es aber der falsche Ansatz. Der aktuelle Spritpreis sollte vielmehr Anregung sein, über unser Verkehrsverhalten und über die öffentlichen Verkehrsmittel verstärkt nachzudenken. EGGER (Die Freiheitlichen): Ich habe eine kurze und präzise Frage an den Herrn Landesrat. Sie wissen, dass Sie mit der Auszahlung der sogenannten Pendlerpauschale hoffnungslos in Verzug sind. Meines Wissens wurde im Jahr 2011 erst ein Teil jener Beiträge ausbezahlt, die das Jahr 2008 betreffen. Man ist also in etwa drei Jahre im Rückstand, und mein Kollege Leitner hat bereits gesagt, dass verspätet ausgezahlte Beiträge reduzierte Beiträge sind. Haben Sie es geschafft, Herr Landesrat Widmann, im aktuellen Haushalt die entsprechenden Mittel vorzusehen, so wie Sie es eigentlich auch versprochen haben, sodass die Rückstände aufgearbeitet werden können? Ich ersuche um eine konkrete Antwort. WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrte Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Wir haben eine Reduzierung des Benzinpreises vorgesehen, die sich halbjährlich automatisch den Gegebenheiten anpasst. Aufgrund der aktuellen Erhöhungen haben wir nicht den Ablauf der Frist der sechs Monate abgewartet, sondern haben die großen Differenzen abgefangen und für Grenzgebiete mit einer Entfernung von bis zu 25 Kilometern die Benzinpreise an die Preise in Österreich und in der Schweiz angepasst. Das ist eine sinnvolle Maßnahme, die den Bürgern entgegenkommt. Weiters hat mich die Landesregierung beauftragt zu überprüfen, ob man diese sogenannten "fasce" erweitern könnte. In einem Monat wird das entsprechende Ergebnis vorliegen. Ihr Vorschlag, die römische Regierung zu einer Reduzierung der Mineralölsteuer zu drängen, ist ein sehr frommer Wunsch. Sie wissen ganz genau, dass wir eher Steuererhöhungen als Steuerreduzierungen zu erwarten haben. Deshalb ist das eine Utopie. Zur Pendlerpauschale. Ich weiß nicht, ob Sie wissen, wie diese berechnet wird. Wenn Sie die Formel kennen würden, dann wüssten Sie auch, dass der Benzinpreis nur ein Teil davon ist. Vor zehn Jahren hat ein Golf etwa 50 Prozent mehr verbraucht als heutzutage. Deshalb ist es nicht korrekt zu sagen, dass die Pendlerpauschale um zehn Prozent erhöht werden muss, wenn der Benzinpreis um zehn Prozent erhöht wird. Dem diesbezüglichen Vorschlag kann also nicht stattgegeben werden. Zur spezifischen Frage des Kollegen Egger Folgendes. Wir haben versucht, das etwas aufzustocken, aber ich habe nie gesagt, dass wir 2011 bzw. 2012 schon voll im Rahmen sein werden. Wir haben etwa verdreifachte Anträge um die Pendlerpauschale, obwohl wir die Kilometer auf der Bahnlinie verdreifacht und die Busse verdoppelt haben. Sogar einige Gewerkschafter haben gesagt, dass hier ein Schwindel vorliegen müsse, und wir sind zur Zeit dabei, das zu prüfen, denn die Pendlerpauschale soll gerecht ausbezahlt werden. Wir werden sicher aufholen, aber sicher nicht in der Form, dass bereits im Jahr 2012 44 sämtliche Beiträge ausbezahlt werden können. Momentan liegen Gesuche im Wert von etwa 11 Millionen Euro auf. Wir haben in den letzten zehn Jahren hunderte Millionen von Euro in das öffentliche Verkehrsnetz investiert. Wir haben mehr als 16 neue und moderne Züge angekauft; wir haben die Zahlen im Pustertal verdoppelt, im Vinschgau verdreifacht und auf der Rittner Bahn verfünffacht. Da ist also schon einiges getan worden. Wir fahren in Südtirol immer noch billiger als in irgendeiner anderen Region Italiens. Es ist also richtig, dass wir es so belassen. Wir werden diesem Beschlussantrag also nicht zustimmen. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht) WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): In Bezug auf die Einführung eines Spritpreis-Rechners sind wir in Kontakt mit dem österreichischen Ministerium. Wir sind zur Zeit dabei, das Computerprogramm anzuschauen und zu überprüfen, ob man es adaptieren kann oder nicht. LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich nehme die Antworten des Landesrates zur Kenntnis. Ich mit allem einverstanden, was dazu dient, die Bürger zu entlasten. Kollege Heiss, ich möchte nicht jene fördern, die mit ihren Autos wild durchs Land fahren, aber ich glaube, dass diese Zeiten vorbei sind. Die Pendler sind ein wesentlicher Bestandteil dieses Beschlussantrages, und ich anerkenne die Anstrengungen des Landes im Bereich des öffentlichen Personennahverkehrs. Wir haben Unterschriften dahingehend gesammelt, dass die Mehrbelastungen für die Pendler nicht so hoch ausfallen sollen, wie sie ursprünglich geplant waren. Ich zitiere bei dieser Gelegenheit eine ironische Bemerkung der Sonntagszeitung "Zett": "Südtirol verlangt den Doppelpass. Es bekommt den Südtirolpass zu doppelten Spesen für die Pendler." Kollege Seppi, Dein Anliegen ist natürlich mehr als berechtigt, aber ich habe mich in diesem Beschlussantrag lediglich auf die Autofahrer konzentriert. Ich würde also anregen, dazu einen eigenen Beschlussantrag einzubringen. Wir haben diese Entwicklung in den letzten Jahren immer wieder thematisiert und genau beobachtet, wie sich die Pendlerzulage entwickelt und sich diese Ermäßigung bei den Treibstoffpreisen ausgewirkt hat. Herr Landesrat, Sie waren vorher nicht da, als ich gesagt habe, dass es ungerecht ist, dass nur die Bürger einiger Gemeinden Südtirols in den Genuss des verbilligten Tankens kommen. Das ist der Versuch, die Leute, die dort wohnen, nicht dazu bewegen, nach Österreich oder in die Schweiz zum Tanken zu fahren, aber was sagen Sie jenen Leuten, die nicht in diesen Gemeinden wohnen? Warum gibt es nur in zwei Südtiroler Städten ein Fahrverbot? Verpesten die Autos anderswo nicht auch die Umwelt? Das ist auch ein soziales Problem. Ich verstehe Ihre Argumentation, aber der Otto-Normal-Verbraucher versteht sie nicht. Nicht jeder kann sich ein neues Auto leisten, das die Normen einhält, die heute vorgegeben sind. Es ist Aufgabe der Politik, ausgewogene Maßnahmen zu treffen. Bei diesem Beschlussantrag geht es darum, die steuerlich hoch belasteten Bürger zu entlasten bzw. ihnen einen Ausgleich zu geben. Frau Präsidentin, ich ersuche um eine getrennte Abstimmung über die Prämissen und die einzelnen Punkte des beschließenden Teiles des Beschlussantrages. PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Wir stimmen zunächst über die Prämissen ab: mit 18 Nein-Stimmen, 7 Ja-Stimmen und 3 Enthaltungen abgelehnt. Wir stimmen über Punkt 1 des verpflichtenden Teiles des Beschlussantrages ab: mit 19 Nein-Stimmen und 8 Ja-Stimmen abgelehnt. Wir stimmen über Punkt 2 des verpflichtenden Teiles des Beschlussantrages ab: mit 16 Nein-Stimmen, 11 Ja-Stimmen und 2 Enthaltungen abgelehnt. Wir stimmen über Punkt 3 des verpflichtenden Teiles des Beschlussantrages ab: mit 18 Nein-Stimmen und 10 Ja-Stimmen abgelehnt. Somit ist der Beschlussantrag in seiner Gesamtheit abgelehnt. Wir kommen zu Punkt 5 der Tagesordnung. Herr Abgeordneter Dello Sbarba, Sie haben das Wort zum Fortgang der Arbeiten. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Noi abbiamo una mozione analoga. Chiedo se il collega Urzì è d'accordo di trattarla congiuntamente. 45 URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Va bene. Però chiedo che venga distribuito il testo della mozione dei colleghi, perché non è nella documentazione allegata, quindi è importante che si inizi la discussione avendo avuto il tempo per lo meno di recuperare le informazioni legate al documento dei colleghi. PRÄSIDENTIN: Wir lassen ihn sofort verteilen. Punkt 5 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 397/11 vom 11.11.2011, eingebracht vom Abgeordneten Urzì, betreffend Steuerhinterziehung", und Punkt 188 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 410/11 vom 16.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die Bekämpfung der Steuerhinterziehung". Punto 5) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 397/11 dell'11.11.2911, presentata dal consigliere Urzì, concernente l'evasione fiscale", e Punto 188) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 410/11 dell'16.12.2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, concernente la lotta contro l'evasione fiscale". Beschlussantrag Nr. 397/11 Wann werden sich die autonomen Provinzen Bozen und Trient endlich direkt am Kampf gegen die Steuerhinterziehung beteiligen, entsprechend ihrer Verpflichtung, die sie dem Staat gegenüber mit der Unterzeichnung des berühmten Mailänder Abkommens eingegangen sind? Diese ist bis dato weitgehend unerfüllt geblieben. Es fehlen die Durchführungsbestimmungen und dieser Verzug bedingt steuerliche Mindereinnahmen und operationale Schwierigkeiten bei der Feststellung von Steuerhinterziehung, die den öffentlichen Finanzen zum Schaden gereicht, wodurch indirekt notwendige Geldmittel abhanden kommen. Aus den Zahlen von 2009 geht hervor, dass laut den Steuerfahndungsbehörden allein in Südtirol über 106 Millionen Euro, genauer gesagt 106.194.000 Euro, hinterzogen wurden. Dabei ist ein Vergleich mit dem Trentino aufschlussreich: Im selben Zeitraum wurden hier 70 Millionen Euro hinterzogen. Im Vergleich zur Gesamtsumme, die in Italien am Fiskus vorbei kassiert wurde, beträgt die Steuerhinterziehung in Südtirol 0,40 % und 0,27 % im Trentino. Daher ist die Blockade in der Zwölferkommission umgehend zu lösen, um den Kampf gegen die Steuerhinterzieher, die eine mittlerweile bekannte institutionelle Werbung zu Recht als gesellschaftliche Parasiten tituliert, zu verstärken. Ich hoffe darauf, dass ein Antrag auf Aufforderung an die Vertragsparteien genehmigt wird, damit der Rahmen der zweckdienlichen Maßnahmen und der Verantwortlichkeiten der Gebietskörperschaften und Provinzen im Zusammenhang mit der direkten Steuerfahndung abgesteckt wird. Aus diesen Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag, die Landesregierung, die zuständigen Stellen aufzufordern, rasch die entsprechende Durchführungsbestimmung zum Mailänder Abkommen zu verabschieden, um den Kampf gegen die Steuerhinterziehung mit verstärkten Mitteln zu führen. ---------Ma quando sarà possibile impegnare le Province autonome di Bolzano e Trento direttamente nella lotta all'evasione fiscale, così come le stesse Province si erano impegnate a fare con lo Stato approvando il celebre accordo di Milano? Esso è rimasto però per larga parte inevaso. Mancano le norme di attuazione e questo ritardo procura minori entrate tributarie e difficoltà operative nell'accertamento dell'evasione, che danneggiano l'erario pubblico e indirettamente sottraggono risorse utili. Dai dati del 2009 risulta che l'accertamento di evasione fiscale da parte degli organi di polizia tributaria nell'ambito della sola provincia di Bolzano sia stato di oltre 106 milioni di euro, 106 milioni, 194 mila euro per l'esattezza. Interessante il raffronto con il Trentino: l'evasione accertata nello stesso periodo è stata di 70 milioni di euro. 46 Rispetto all'ammontare dell'evasione fiscale nazionale abbiamo toccato la soglia accertata dello 0,40% per l'Alto Adige e dello 0,27% per il Trentino. Perciò si rende necessario sbloccare urgentemente la situazione in sede di Commissione dei dodici per rendere ancora più incisiva la lotta agli evasori che una ormai celebre pubblicità istituzionale giustamente qualifica come parassiti della società. Intendo auspicare che venga approvata una richiesta di sollecito alle parti perché si definisca il quadro delle misure utili e delle responsabilità anche degli enti locali nonché delle stesse Province sul fronte dell'accertamento diretto dell'evasione. Tutto ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a sollecitare presso le sedi competenti la rapida definizione della norma di attuazione in esecuzione dell'Accordo di Milano nella parte che attiene al potenziamento della lotta all'evasione fiscale. Beschlussantrag Nr. 410/11 Die neue Regierung Monti hat ein sehr strenges Sparpaket verabschiedet, das vor allem die Renten, das Eigenheim und die Kaufkraft der Arbeitnehmerinnen und Arbeitnehmer trifft. Das Sparpaket wurde als conditio sine qua non dargestellt, um die Eurozone vor einer Reihe von Bankrotterklärungen der Mitgliedsstaaten zu retten. Auch den autonomen Regionen und Provinzen wird ein beachtliches Opfer abverlangt. All dies wäre nicht notwendig, wenn alle ihre Steuern zahlen würden. Die katastrophale Lage der öffentlichen Kassen in Italien ist vordergründig auf das schwerwiegende Phänomen der Steuerhinterziehung zurückzuführen. Am 16. November hat der Präsident des Rechnungshofs Luigi Giampaolino dem Haushaltsausschuss des Senats mitgeteilt, dass die Steuerhinterziehung mittlerweile 18 % des BIP beträgt, also ca. 350 Milliarden Euro pro Jahr. Dies entspricht Mindereinnahmen in Höhe von mehr als 150 Milliarden Euro pro Jahr. Die Steuerlast liegt zwar nominal bei 43,8 %, steigt aber aufgrund der Erhebung zusätzlicher Steuern durch die Gebietskörperschaften, die die staatlichen Kürzungen ausgleichen sollen, und konzentriert sich auf jene, die die Steuern an der Quelle zahlen, also Arbeitnehmer und Rentner, die 95 % des Einkommenssteueraufkommens generieren. Aus diesem Grund ist der Einsatz der Institutionen bei der Bekämpfung der Steuerhinterziehung wesentlich. Südtirol verfügt über sämtliche rechtliche Voraussetzungen, um dem nachzukommen. Artikel 82 des Autonomiestatuts legt fest, dass die Region und die Provinzen bei der Ermittlung der staatlichen Einkommenssteuer der Personen mit Steuerwohnsitz in den entsprechenden Gebieten zusammenarbeiten, wobei den staatlichen Finanzämtern sämtliche Hinweise mitzuteilen sind. Diese sind wiederum dazu angehalten, den entsprechenden Landesregierungen von den auf der Grundlage dieser Hinweise getroffenen Maßnahmen zu berichten. Mit Staatsgesetz Nr. 42/2009 über den Steuerföderalismus wurde den Regionen, autonomen Provinzen und Gemeinden eine größere und einschneidendere Rolle bei der Bekämpfung der Steuerhinterziehung zugewiesen. Zu diesem Zweck werden spezifische Formen der gegenseitigen Informationsergänzung für die Regionen, Gebietskörperschaften und den Staat eingeführt, um die Hinterziehung von staatlichen, regionalen und kommunalen Steuern zu bekämpfen. Im Laufe des Jahres 2010 bzw. 2011 haben zahlreiche Regionen, so die Toskana, Piemont, Abruzzen, Apulien, Emilia Romagna, Kampanien und das Veneto sowie hunderte Gemeinden und Provinzhauptstädte Abkommen mit dem Finanzamt und Grundsatzvereinbarungen mit dem regionalen Kommando der Finanzpolizei abgeschlossen und "Arbeitskreise gegen die Steuerhinterziehung" eingerichtet, an denen Fachleute der genannten Körperschaften teilnehmen, um die Aktion zu koordinieren, Datenbanken abzugleichen und gezielte Rasterfahndungen vorzunehmen. Schließlich wurde mit den Gemeinden eine "Vereinbarung über die Beteiligung an der Steuerermittlung" unterzeichnet, mit der sich die Gemeinden am "Pakt gegen die Steuerhinterziehung" beteiligen. 47 Es wäre paradox, wenn gerade Südtirol, das über weit mehr Selbstverwaltungsbefugnisse als viele der genannten Regionen verfügt, bei diesem so wichtigen Engagement für die Steuergerechtigkeit ins Hintertreffen geriete. Südtirol ist gegen die Steuerhinterziehung nämlich nicht immun. Auf der Grundlage der vom Finanzlandesrat erhaltenen Angaben haben die Gewerkschaften kürzlich in einem Bericht festgehalten, dass das Aufkommen der Körperschaftssteuer merklich abgenommen hat, das Südtiroler Bruttoinlandsprodukt hingegen stark angezogen hat. Diese Kluft zwischen dem sinkenden Aufkommen der Körperschaftssteuer und dem Anstieg des BIP beweist, dass die Steuerhinterziehung auch bei uns zunimmt. Der Südtiroler Landtag hat am 16. Dezember 2010 einen Beschlussantrag genehmigt, der das Land dazu verpflichtet, alle erforderlichen Maßnahmen zu setzen, um im Jahre 2011 einen Landespakt gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung abzuschließen, der über Abkommen und Vereinbarungen das Finanzamt, die Finanzpolizei, die Gemeinden und alle Körperschaften und Einrichtungen miteinbezieht, die in der Lage sind, einen effizienten Kampf gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung zu führen, damit die Bemessungsgrundlage erweitert wird, zusätzliche Finanzmittel für den öffentlichen Haushalt eingetrieben werden, die Schwarzarbeit bekämpft und den Unternehmen bei ihrer Tätigkeit die unerlässliche Gleichbehandlung zugesichert werden kann. Ein Jahr nach dieser bedeutsamen Entscheidung, jetzt da das Jahr 2011 zu Ende geht, wurde dieser Pakt noch nicht geschlossen, obwohl Schritte in die richtige Richtung unternommen wurden, in Erwartung einer neuen Durchführungsbestimmung, auch zu Artikel 82 des Statuts. Angesichts der drakonischen Maßnahmen der Regierung Monti ist keine Zeit mehr zu verlieren und dieser auch ethische Kampf für die Steuergerechtigkeit umgehend aufzunehmen, denn wenn alle zahlen, zahlen alle weniger. Unbeschadet zukünftiger Durchführungsbestimmungen zum Statut hindert das Land Südtirol nichts daran, sich für einen Pakt gegen die Steuerhinterziehung stark zu machen, wie er in dem vor einem Jahr genehmigten Beschlussantrag vorgesehen war. Aus diesen Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, innerhalb des ersten Halbjahres 2012 einen Landespakt gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung abzuschließen, der über Abkommen und Vereinbarungen das Finanzamt, die Finanzpolizei, die Gemeinden und alle Körperschaften und Einrichtungen miteinbezieht, die in der Lage sind, einen effizienten Kampf gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung zu führen, gemäß den Vorgaben des Beschlussantrages Nr. 30, der am 16. Dezember 2010 vom Südtiroler Landtag genehmigt wurde; jedenfalls in diesem ersten Halbjahr den Landtag über die vom Land umgesetzten Maßnahmen gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung und über die entsprechenden Ergebnisse in Kenntnis zu setzen. ---------Il nuovo governo Monti ha varato un pacchetto di misure di austerità molto severo, che colpisce soprattutto le pensioni, la casa e il potere di acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti. Tale pacchetto è stato presentato come indispensabile per salvare l'area dell'euro da una catena di bancarotte degli stati membri. Anche alle autonomie speciali è stato chiesto un sacrificio considerevole. Tutto ciò non sarebbe necessario se tutti quelli che devono pagare le tasse le pagassero effettivamente. Il disastro dei conti pubblici in Italia è soprattutto dovuto al grave fenomeno dell'evasione fiscale. Il 16 novembre scorso il Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino ha riferito in Commissione Bilancio al Senato che l'evasione fiscale ha raggiunto un livello pari al 18% del PIL, cioè circa 350 miliardi di euro all'anno. E questo significa mancati introiti per oltre 150 miliardi di euro all'anno. Ciò fa aumentare la pressione fiscale che nominalmente è del 43,8% (ma cresce a causa delle tasse locali che gli enti saranno costretti a porre per rimediare ai forti tagli dei trasferimenti statali) ed è 48 concentrata su coloro che pagano le tasse alla fonte, cioè lavoratori dipendenti e pensionati, da cui deriva il 95% del gettito dell'Irpef. È fondamentale dunque l'impegno delle istituzioni nella lotta all'evasione fiscale. La nostra Provincia dispone di tutti i presupposti giuridici necessari per questo. L'articolo 82 dello Statuto di autonomia prevede che "la Regione e le Province collaborano all'accertamento delle imposte erariali sui redditi dei soggetti con domicilio fiscale nei rispettivi territori" fornendo ogni dato agli uffici finanziari dello Stato i quali poi "sono tenuti a riferire alle rispettive Giunte i provvedimenti adottati in base alle indicazioni dalle stesse ricevute". La legge statale n. 42/2009 sul federalismo fiscale ha attribuito a Regioni, Province autonome e comuni un nuovo e più incisivo ruolo nell'azione di contrasto all'evasione fiscale, prevedendo "adeguate forme di reciproca integrazione delle basi informative di cui dispongono le Regioni, gli enti locali e lo Stato per le attività di contrasto dell'evasione dei tributi erariali, regionali e degli enti locali". Nel corso del 2010 e del 2011 molte regioni italiane – Toscana, Piemonte, Abruzzo, Puglia, Emilia Romagna, Campania, Veneto, oltre a centinaia di comuni e capoluoghi di provincia – hanno sottoscritto convenzioni con l'Agenzia delle Entrate e protocolli d'intesa con il Comando Regionale della Guardia di Finanza e hanno istituito "Tavoli Operativi antievasione" composto da tecnici degli enti sopra detti, con lo scopo di coordinare l'azione, condividere e scambiare banche dati, decidere verifiche mirate e incrociate. Infine, è stata sottoscritta con i comuni un' "Intesa per la partecipazione all'attività di accertamento dei tributi" tramite la quale i comuni stessi entrano nel "patto antievasione". Sarebbe paradossale che la nostra Provincia, dotata di ben più ampia autonomia di molte delle regioni citate, restasse indietro in questo importante impegno per la giustizia fiscale. L'Alto Adige infatti non è immune dal fenomeno dell'evasione fiscale. In un loro documento recente, i sindacati hanno osservato che – proprio in base ai dati forniti dall'assessore provinciale alle finanze – emerge che il gettito dell'Ires è diminuito sensibilmente, a fronte di un forte incremento del prodotto interno lordo provinciale. Questa forbice tra il gettito calante dell'imposta sul reddito di impresa e la crescita del PIL dimostra che l'evasione fiscale sta aumentando anche da noi. Il Consiglio provinciale, in data 16 dicembre 2010, ha approvato un ordine del giorno nel quale si impegnava la Provincia "a compiere tutti i passi necessari per arrivare a stipulare entro l'anno 2011 un patto provinciale per il contrasto dell'elusione e dell'evasione fiscale che coinvolga, con intese e convenzioni, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di Finanza, i Comuni e tutti quegli enti e istituzioni utili al fine di promuovere un'efficace lotta contro l'elusione e l'evasione fiscale, allargare la base imponibile, recuperare risorse per il bilancio pubblico, combattere il lavoro nero e irregolare e garantire alle imprese l'indispensabile parità di condizioni nella loro attività economica". A un anno da questo importante pronunciamento, mentre il 2011 volge al termine, tale "patto" non è stato ancora concluso, anche se si sono fatti passi nella giusta direzione nell'attesa di una nuova norma di attuazione che riguarda anche l'articolo 82 dello Statuto. Di fronte alle draconiane misure del governo Monti, tuttavia, non si può però lasciar passare altro tempo per una battaglia – anche etica – per la giustizia fiscale, per "pagare tutti per pagare ciascuno di meno". Al di là di quanto verrà concordato sulla nuova norma statutaria, nulla impedisce alla Provincia di farsi promotrice di un patto contro l'evasione fiscale come quello approvato nell'Ordine del Giorno di un anno fa. Per questo motivo, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a stipulare entro i primi sei mesi del 2012 un patto provinciale per il contrasto dell'elusione e dell'evasione fiscale che coinvolga, con intese e convenzioni, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di Finanza, i Comuni e tutti quegli enti e istituzioni utili al fine di promuovere un'efficace lotta contro l'elusione e l'evasione fiscale, secondo quanto già previsto dall'ordine del giorno n. 30 approvato il 16 dicembre 2010 da questo Consiglio provinciale; a riferire comunque entro sei mesi in Consiglio provinciale sulle misure messe in campo dalla Provincia per combattere l'evasione e l'elusione fiscale e i risultati ottenuti. 49 Herr Abgeordneter Urzì, Sie haben das Wort für die Erläuterung Ihres Beschlussantrages. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sapevamo che il tema fosse di straordinaria attualità, ma che fosse poi di così straordinaria attualità probabilmente nessuno avrebbe potuto immaginarselo. Che cosa è accaduto? Non che sia stata scoperto un fenomeno, è accaduto che in queste ultime settimane si è affermata in maniera significativa anche a livello mediatico la consapevolezza dell'esistenza di questo fenomeno, ma soprattutto della usa drammaticità il termini di peso e di conseguenze sul piano delle finanze disponibili e sul piano anche delle politiche che le autorità devono mettere in atto per far fronte alle minori entrate che derivano dall'elusione o evasione fiscale. Questo documento che abbiamo presentato segue un dibattito che già questo Consiglio aveva affrontato. I colleghi del gruppo Verde che hanno presentato un diverso ma analogo documento sostanzialmente si inseriscono in questo medesimo filone, e questo è un segnale di un'attenzione viva delle forze politiche verso un tema di straordinaria delicatezza e importanza che va considerato. Sono partito da una considerazione molto banale, ossia la presa d'atto dei numeri, i quali dimostrano come esista un "tesoretto", per usare un'espressione forse troppo allegra, disponibile e che noi abbiamo il dovere di rimettere nella disponibilità delle amministrazioni pubbliche. Questo può avvenire attraverso un'azione che deve essere stimolata anche sul piano politico, così come sta avvenendo in maniera significativa e lodevole a livello nazionale, anche dalle forze politiche. Ci sono dei dati che ho voluto raccogliere in questa mozione che riguardano il 2009 ma che sono significativi, perché gli organi di polizia tributaria nell'ambito della sola provincia di Bolzano hanno accertato una evasione fiscale di 106.194.000 euro. Interessante anche il confronto con la provincia di Trento dove l'elusione fiscale nello stesso periodo sommava a 70 milioni di euro. Abbiamo toccato una soglia dello 0,40% in Alto Adige rispetto al monte complessivo dell'evasione fiscale a livello nazionale. La Provincia autonoma di Bolzano ha di per se oggi già strumenti validi sui quali poter investire le proprie energie. Sono stati meglio definiti in una proiezione futura nell'Accordo di Milano, che però ha il dovere di essere recepito e tradotto in norme che lo attuino e che ne garantiscano la piena applicazione. Nello schema di norma di attuazione che attualmente è fermo in commissione dei dodici, quindi che è stato già elaborato, ed è stato già frutto di una intensa contrattazione fra livello locale, autonomia e livello nazionale, si prevede la costituzione, a proposito di quanto poi ritroviamo nel documento dei colleghi del gruppo Verde, di commissioni apposite che siano paritetiche, con il compito di proporre principi e criteri delle attività di verifiche e controllo nella stesura delle intese fra il Ministero della Provincia di Trento e di Bolzano per definire le modalità di partecipazione delle province alle attività di accertamento. È prevista la promozione dell'intesa raggiunta e anche la coordinazione dell'attività dei soggetti che operano nel territorio. Possiamo individuare due filoni: l'intervento diretto o anche il passaggio attraverso una norma che definisca per il futuro compiti e funzioni, ruoli e responsabilità ma che soprattutto stabilisca una road map che sia attuabile e garantisca l'avvio di un'operazione politica che tenda a rendere chiaro e concreto anche in Alto Adige il concetto che evadere fiscalmente costituisce reato. Queste sono risorse che devono essere restituite ai cittadini. Esiste un dovere di ordine morale prima che politico che attende ciascuno di noi. Io auspico che possa essere recepito un principio chiarissimo, ossia che Il Consiglio provinciale impegni la Giunta provinciale a sollecitare… Rafforzata quindi dall'intesa del Consiglio, la Giunta provinciale avrebbe lo strumento e la forza per presentarsi nella contrattazione con il livello nazionale per sollecitare la rapida definizione delle norme di attuazione in esecuzione dell'Accordo di Milano. Questa è una mozione che riguarda l'evasione fiscale, quindi il focus è legato all'evasione fiscale, ma ciò non esclude che esso possa essere allargato sul complesso di misure già previste dall'Accordo di Milano e che necessitano in una loro parte anche della traduzione in norme di attuazione. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Sul principio generale le due mozioni sono identiche. Noi abbiamo una crisi fiscale dello Stato, un deficit notevole fa discutere l'Europa, e contemporaneamente abbiamo una pressione fiscale su un'area di cittadini molto forte, 43-44% di pressione fiscale media, una delle più alte d'Europa che naturalmente ha effetti repressivi per l'economia e i redditi dei lavoratori, e abbiamo una delle evasioni fiscali più alte d'Europa, un'evasione fiscale che non si ferma a Salorno ma che comporta anche delle conseguenze per noi, esiste anche da noi come i rapporti annuali della Guardia di Finanza hanno dimostrato. Tanto per dare un'idea, se l'Italia riuscisse a recuperare il 50% dell'evasione fiscale, questo equivarrebbe a 90 miliardi di euro che sarebbero tre volte la finanziaria "lacrime e sangue" di Monti su cui discute tutta l'Italia e su cui noi prima discutevamo rispetto ai sacrifici che sono richiesti all'autonomia. Quindi la centralità della lotta all'evasione fiscale è un compito chiaro, morale, etico per una pubblica amministrazione. 50 Quello su cui un po' ci differenziamo dalla mozione del collega Urzì è che noi riteniamo che la Provincia possa muovere passi anche senza la nuova norma di attuazione, la quale darebbe dignità costituzionale a tutto il rapporto fiscale tra la Provincia autonoma di Bolzano e lo Stato italiano, ma esistono già norme, leggi, la Costituzione, lo Statuto di autonomia che ha un articolo specifico su questo, la finanziaria dello Stato di un paio di anni fa, a cui richiamarsi per fare quello che questo Consiglio provinciale con l'appoggio della maggioranza dei voti aveva già deciso il 16 dicembre 2010, cioè di arrivare a quel patto antievasione che coinvolga le istituzioni, la Provincia, i comuni, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di finanza, che preveda innanzitutto il confronto di dati e lo scambio di informazioni, la collaborazione fra queste istituzioni in modo da elaborare un vero e proprio piano d'azione contro l'evasione fiscale. E questo patto contro l'evasione fiscale può essere un atto che nell'emergenza economica, della finanza pubblica e anche della finanza provinciale in cui siamo, perché ricordiamoci che ogni euro recuperato all'evasione fiscale è un euro recuperato anche al bilancio provinciale, in questa fase di emergenza attui immediatamente uno strumento efficace per portare alla luce i redditi e le ricchezze e tassarle per quanto meritano da un lato e dall'altro anche per sostenere il nostro bilancio pubblico. Noi avevamo approvato nel dicembre 2010 un ordine del giorno di cui non è seguita l'attuazione, e io credo che il richiamo all'attendere la norma di attuazione sia un richiamo che è volto più a perdere tempo che non un richiamo reale, perché è vero: la norma d'attuazione è un aiuto, un coronamento costituzionale, normativo a questa operazione contro l'evasione fiscale, ma è vero anche che esistono già un'abbondanza di norme, dallo Statuto di autonomia fino alla finanziaria del Governo nazionale, che consentono alla Provincia autonoma già di andare avanti e di fare dei passi in questa direzione. Noi chiediamo che la Provincia, certo in attesa della norma di attuazione, si attivi però immediatamente e chiediamo che comunque entro sei mesi la Giunta provinciale venga a riferire in Consiglio provinciale quali sono state le misure messe in campo contro l'evasione fiscale. Quindi abbiamo chiesto due cose: stipulare il patto antievasione che nel dicembre 2010 avevamo detto doveva essere stipulato entro il 2011. L'anno è passato e la Giunta non l'ha fatto. Quindi diamo alla Giunta altri sei mesi per farlo e riferire poi alla fine di questi sei mesi in Consiglio che cosa è stato fatto, quali difficoltà ci sono state e che cosa è stato raggiunto. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Liebe Kollegen, so verständlich der Wunsch ist und so sehr es mit den Gesetzen konform geht, dass die Steuern natürlich bezahlt werden müssen, so sehr können wir uns auch sicher sein, dass die Steuerhinterziehung in den nächsten Jahren eher noch zunehmen wird. Man muss hier einfach einmal auch unterschieden. Hier tut man meiner Meinung nach ein bisschen so, als ob Südtirol ein Paradies für Steuerhinterziehung wäre. Es wird diese schwarzen Schafe geben, und wenn wir uns den Fall Cortina anschauen, dann müsste Monti eigentlich nichts anderes machen als neue Steuerkontrollen durchzuführen. Einen Tag nach diesen Steuerkontrollen in Cortina sind die Umsätze in den Geschäften ja um 400 Prozent gestiegen. Das muss man sich einmal auf der Zunge zergehen lassen. Im Zuge der Berichterstattung über Cortina wurde auch ein Bericht über Besitzer von Jachten in Italien veröffentlicht. Dabei ist herausgekommen, dass zwei Drittel aller Italiener, die eine Jacht besitzen, bei der Steuerbehörde offensichtlich als besitzlos aufscheinen. Das sind die Fälle, die es zu ahnden gilt, und nicht das, was in Südtirol immer wieder geschieht. Ich erinnere an den Fall in Meran, wo ein Gast einen Kaffee bestellt und die Kellnerin aus Versehen zwei Kaffees gebracht hat. Den Kaffee, den sie zu viel gemacht hatte, hat sie dann irgendeinem anderen Gast geschenkt, was ein Finanzbeamter zufällig gesehen hat. Daraufhin wurde im Grunde genommen das ganze Lokal umgedreht und die gute Frau mit hohen Strafen belegt. Das kann doch nicht der Sinn einer gerechten Steuerpolitik sein! Wenn man mitbekommt, wie hierzulande Steuerkontrollen ablaufen, dann hat das nichts mehr mit Rechtsstaatlichkeit zu tun. Es ist im Grunde genommen ein Überfall, wenn plötzlich Beamte mit der Maschinenpistole in ein Geschäft oder Hotel kommen und von allen die Steuerbelege haben wollen. In keinem zivilisierten Land gibt es derartige Steuerkontrollen! In anderen Ländern werden auch Steuern bezahlt, vielleicht sogar mehr als in Italien. PICHLER ROLLE (SVP): (unterbricht) KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Mein lieber Kollege Pichler Rolle, dann hast Du wahrscheinlich noch keine Steuerkontrolle mitgemacht. Bei uns sind sie gekommen, mit der Maschinenpistole! PICHLER ROLLE (SVP): (unterbricht) 51 KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich war selbst bei einer Steuerkontrolle dabei. Du kannst Dich ja einmal einladen lassen und schauen, wie es in anderen zivilisierten Ländern zugeht, aber das steht jetzt nicht zur Diskussion. Es geht hier darum, ob und in welcher Form Steuerkontrollen durchgeführt werden. Wir werden uns der Stimme enthalten, weil wir der Meinung sind, dass die Steuerkontrollen in Südtirol an der Realität vorbeigehen, denn die Mehrheit der Südtiroler bezahlt brav ihre Steuern. Im Zuge der Finanzautonomie wird es sicher auch einen Einfluss auf die Steuermoral der Bürger haben. Wenn die Bürger sehen und wissen, was mit ihren Steuergeldern gemacht wird, dann wird die Moral, Steuern zu zahlen, sicher höher sein. Jetzt aber Regelungen zu treffen, um die Südtiroler mit Steuerfahndungen zu beglücken, halte ich für den verkehrten Weg. EGGER (Die Freiheitlichen): Ich schließe mich den Worten meines Vorredners an. Es ist natürlich weit verfehlt, hier allgemein in eine Panik auszubrechen und sozusagen alles und jeden zu verdächtigen und der Steuerhinterziehung zu beschuldigen. Ich bin felsenfest davon überzeugt, dass in Südtirol eine weitaus höhere Steuermoral besteht als im gesamten Rest Italiens, wenngleich natürlich gesagt werden muss, dass Steuerhinterziehung beileibe kein Kavaliersdelikt ist. Ein bisschen ironisch, lieber Kollege Dello Sbarba, muss ich schon auch sein. Ich bin zutiefst beruhigt, wenn ich lese, dass 2010 und 2011 in der Toskana, im Piemont, in den Abruzzen, in Apulien, in Kampanien usw. Arbeitskreise eingesetzt wurden. Das beruhigt mich total. Also, von diesen Arbeitskreisen können wir uns jetzt erhoffen, dass alles geregelt wird. Nichts wird geregelt werden, Kollege Dello Sbarba! Im Staat Italien wird in Bezug auf die Steuerhinterziehung nichts geregelt werden! Wir haben in Italien nicht nur das Problem der Steuerhinterziehung. Wir haben ein zweites großes Grundübel, das es in Südtirol Gott sei Dank noch nicht gibt, nämlich das organisierte Verbrechen. ABGEORDNETER: (unterbricht) EGGER (Die Freiheitlichen): Es mag seine Fühler nach Mitteleuropa und somit auch nach uns ausgestreckt haben. Die Ausmaße, die das organisierte Verbrechen - die Mafia, die Ndrangheta, die Camorra usw. -, angenommen hat, sind ein weiteres Grundübel im Staate Italien, und solange man nicht imstande ist, das zu bekämpfen, wird alles andere Makulatur und ein blauäugiges Gefasel bleiben. Also, dieses Paktgefasel interessiert mich in keinster Weise. Wenn man sich die "Quattroruote", eine seriöse Autozeitung, anschaut, so steht dort, dass die Kaufleute im Süden Italiens den sogenannten "pizzo", also eine Schutzgebühr zahlen müssen, damit ihnen nicht die Bude abgebrannt wird. Laut "Quattroruote" bezahlen auch die Bewohner süditalienischer Städte, die das Auto am Straßenrand parken, dieses Schutzgeld von 50 Euro im Monat an das organisierte Verbrechen. Das sind Gelder, die wennschon die öffentliche Hand kassieren müsste, weil ja das Auto auf öffentlichem Grund steht. Aber nicht nur das: Im Krankenhaus Neapel bezahlt man neben der öffentlichen Parkgebühr zusätzlich drei Euro als "pizzo". Soweit sind wir in diesem Stiefelstaat, und deshalb ist ein Los von diesem Staat das einzige, was uns in dieser Angelegenheit wirklich weiterhelfen wird. PICHLER ROLLE (SVP): Zunächst ein Wort zum Kollegen Knoll, der die Vorgangsweise der italienischen Steuerbehörden kritisiert und gemeint hat, dass so etwas in anderen zivilisierten Ländern nicht vorkommen würde. Auch in Deutschland und Österreich gibt es solche Kontrollen von Seiten der Steuerfahndung bzw. Steuerpolizei. Das sind nicht immer nur die freundlichen Beamten, sondern es gibt auch … KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht) PICHLER ROLLE (SVP): Wenn Sie sich das Beispiel von Prof. Reinhold Würth anschauen oder Sie sich informieren, welche Möglichkeiten der Steuerfahndung es in Österreich gibt, so wird dort ähnlich vorgegangen. Wenn Sie in Deutschland Steuern hinterziehen, so wird das einem Banküberfall gleichgestellt und Sie kommen nicht mit einer Strafe davon, sondern wandern ins Gefängnis. Spätestens seit dem Fall des Vaters von Steffi Graf wissen wir das alle. Es gibt auch noch andere Prominente, die sich weder freikaufen, noch einen sogenannten "condono" leisten konnten, sondern direkt ins Gefängnis gewandert sind. Die Arbeitnehmer können ja die Steuern nicht umgehen, es sei denn mit Schwarzarbeit. Sie müssen ihre Steuern bezahlen, und deshalb sollte das Land Südtirol in aller Form die Zuständigkeit für die Agentur der Einnahmen reklamieren. Ich behaupte auch, dass wir in Südtirol ein hohes Aufkommen an Finanzpolizei haben, das gegenüber der Bevölkerung unverhältnismäßig ist. Es rührt aus einer Zeit her, als es noch Grenzkontrollen gegeben hat. Ich verstehe, dass sich die Leute hier wohlfühlen, aber es kann nicht sein, dass unsere Unternehmen und Betriebe in der 52 Regel viel häufiger kontrolliert werden als im staatlichen Durchschnitt. Unternehmer sagen mittlerweile, dass sie ihren Sitz nach Rom oder Mailand verlegen, da die Wahrscheinlichkeit, dort kontrolliert zu werden, viel geringer sei als hier in Südtirol. Wie gesagt, unsere politische Einstellung als Südtiroler Volkspartei ist sehr klar. Jene, die Steuern hinterziehen, nehmen der Allgemeinheit einen Teil des erwirtschafteten Reichtums und Wohlstandes weg, und das können wir nicht dulden. Deshalb sollten wir die Zuständigkeiten verlangen und alles mit rechtem Maß und Ziel betreiben können. Dafür sehe ich nur einen Weg, Herr Landeshauptmann. Nachdem wir 90 Prozent der Steuern behalten können, sollten wir auch die Steuerhoheit bekommen. Ich weiß, dass das eine delikate Angelegenheit ist, aber wenn Sie das noch vollenden könnten, dann wären ihnen alle sehr dankbar. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): In persönlicher Angelegenheit. Kollege Pichler Rolle, ich habe den Unterschied zwischen einer Steuerprüfung und einer Steuerfahndung erklärt. In zivilisierten Ländern gibt es eine Steuerprüfung. Natürlich gibt es dort auch Steuerfahndungen, die aber auf einen konkreten Verdacht hin erfolgen. Bei uns erfolgt eine Steuerprüfung in der gleichen Überfallsmanier wie eine Steuerfahndung, und das habe ich kritisiert. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): In tema di tributi e di fisco sono d'accordo che tutti debbano fare il loro dovere e pagare le tasse che ognuno deve. Sono d'accordo però anche con quello che dice il collega Pichler Rolle, cioè che in questa provincia non credo che ci sia una diseducazione eccessiva nel non pagare le tasse. È chiaro che c'è un certo numero di persone che cerca di pagare meno allo Stato. In questo periodo di crisi economica sicuramente qualcuno ricorre al mancato pagamento di qualche tassa, perché magari non ce la fa e cerca di fare il furbo, ma sostanzialmente gli uffici finanziari credo funzionino abbastanza bene. Per quanto riguarda il diverbio fra i collega Knoll e Pichler Rolle, non sono così addentro, però a me risulta che in Germania ci sia soprattutto un maggiore collegamento fra contribuente e l'amministrazione finanziaria, per cui non entrano subito col mitra nella ditta, vanno prima un paio di volte a verificare, ad aiutare, a guidare. Segnalano, però so che convocano anche le persone. Inizialmente non hanno un rapporto molto duro come lo ha la Guardia di finanza da noi che appena entra nell'attività, porta via libri contabili e quindi si è bloccati con l'attività per qualche mese. Il collega Dello Sbarba chiede un accordo con gli uffici finanziari che preveda la possibilità di avere non tanto dei controlli quanto un dialogo maggiore con il contribuente in modo che si possa aiutare lo stesso facendo delle verifiche tecniche in modo da correggere in corso d'opera, e questo lo trovo molto positivo. Collega Egger, sono d'accordo che nel sud Italia c'è una maggiore evasione fiscale. Devo anche dire che sono tre anni che vado in ferie molto a sud e non ho trovato uno che non abbia rilasciato lo scontrino fiscale. È anche vero che a noi questa situazione incide in misura minima,proprio perché il 90% delle nostre tasse rimane qua, quindi quello che non pagano al sud su di noi incide poco. Per quanto riguarda i debiti dello Stato, vorrei dire che lo Stato adesso inizia a chiederli a noi, perché fino adesso forse ci ha lasciato qualcosa in più di quello che doveva. Sottolineo "forse", altrimenti si scaldano gli animi. Sicuramente un sì acché tutti paghino le giuste imposte, sicuramente un sì ad una maggiore sinergia fra gli uffici finanziari dello Stato e gli uffici provinciali e regionali, che possa portare ad un maggior dialogo con il contribuente. La norma di attuazione che chiede il collega Urzì comporta poi lo stravolgimento del sistema fiscale in generale, anche se siamo nell'ottica del federalismo fiscale. Vediamo come verrà attuato questo federalismo fiscale, però io sono favorevole al principio che tutti devono pagare, che ci sia un maggior dialogo, più che maggior controllo, in questo senso fra i vari uffici statali e provinciali. Quindi mi asterrò su entrambe le mozioni perché mi sembra che vadano in una direzione molto più invasiva. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sull'ordine dei lavori. Chiedo che nel testo in lingua tedesca nel secondo paragrafo nella parte delle premesse la parola "Staatsfinanzen" sia sostituita con la parola "öffentlichen Finanzen", perché la mia intenzione era quella di fare riferimento alle finanze pubbliche e non alle finanze dello Stato. Ci tengo che fosse precisato, perché questa è la mia intenzione. PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Wir nehmen diese sprachliche Korrektur vor. Herr Abgeordneter Leitner, bitte. LEITNER (Die Freiheitlichen): Danke, Frau Präsidentin! Über Steuermoral zu reden, ist natürlich eine gewagte Geschichte, denn keiner zahlt gerne Steuern. Wir haben in der Vergangenheit ein Beispiel gehabt, nämlich 53 jenes von Ministerpräsident Berlusconi, der gemeint hat, dass man ein Drittel der Steuern hinterziehen müsse, um überleben zu können. Das haben einige natürlich wörtlich genommen und sich möglicherweise auch daran gehalten. Ich bin selbstverständlich dafür, dass die zuständigen Stellen einschreiten und auch kontrollieren. Ich möchte daran erinnern, dass der Südtiroler Landtag einen Begehrensantrag genehmigt hat, mit welchem gefordert wurde, dass Finanzkontrollen lediglich auf Voranmeldung stattfinden und nicht überfallsartig. Ich weiß, dass es besser geworden ist. Ich habe vor Weihnachten selber eine Finanzkontrolle gehabt und muss sagen, dass sich die Beamten regulär angemeldet haben. Ich habe die Finanzkontrolle wahrscheinlich deshalb bekommen, weil die Landesregierung oder irgendwelche SVP-Politiker geglaubt haben, dass ich irgendwelche ungesetzlichen Gelder über die "Laurin-Stiftung" erhalten habe. Ich bin froh, dem Landtag verkünden zu können, dass ich vollkommen rechtsmäßig gehandelt habe, aber ich muss, wie gesagt, auch sagen, dass die Finanzer sehr freundlich waren. Offensichtlich hat sich auch im Verhalten der Beamten etwas geändert, weil wir hier im Landtag einen entsprechenden Begehrensantrag genehmigt haben. Ob das deshalb so ist, weiß ich nicht, aber vielleicht wollte man mir gegenüber so vorgehen. Ich kann nicht für andere reden, aber nun zurück zur Sache selber. Ich glaube, dass wir als Politiker die Verpflichtung haben, für Recht zu sorgen. Ich darf in diesem Zusammenhang den Papst zitieren, der im Deutschen Bundestag Folgendes gesagt hat: "Die Politik muss mühen, um gerecht zu sein und so die Grundvoraussetzung für Frieden zu schaffen." Das gilt überall, auch bei den Steuern. Es hat einmal einen Papst gegeben, der Steuerhinterziehung als Sünde bezeichnet hat. Wenn jeder in Italien die Steuern bezahlen würde, dann wäre in Italien sehr viel Geld da, denn wenn es stimmt, dass mehr als 20 Prozent der Steuern hinterzogen werden, dann könnten wir uns, wenn dem nicht so wäre, die ganzen derzeitigen Spar- bzw. Strafpakete sparen. TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): In Vergleich zu früher hat sich an den Finanzkontrollen sicher etwas geändert. Früher sind Finanzkontrollen noch mit Maschinengewehren von statten gegangen, und davon habe ich in den letzten Jahren nichts mehr gehört. Wenn wir in unserem Betrieb eine Finanzkontrolle bekommen, so muss ich sagen, dass sich die Finanzbeamten auch bemühen, Deutsch zu sprechen. Man kann also nicht sagen, dass hier überfallartig vorgegangen würde. Eine Bemerkung zum Beschlussantrag der Grünen. Also, liebe Kollegen der Grünen, alle haben mitbekommen, dass wir alle von der Wirtschaftkrise erfasst worden sind. Auch deshalb ist die Körperschaftssteuer zurückgegangen und nicht nur, weil es Steuerhinterziehung gibt. Ich darf darauf verweisen, dass es die sogenannten Sektorenstudien gibt, die den verschiedenen Branchen ganz genau vorschreiben, was sie verdienen müssen, um nicht solchen Steuerkontrollen ausgesetzt zu sein. Ich kann Euch sehr viele Beispiele nennen. Hoteliers, die ihr Hotel rund um den Kronplatz herum haben, wird vorgerechnet, dass sie so und soviel an Steuern zu bezahlen hätten. Die sagen sich dann, dass sie zahlen, damit sie von den Kontrollen verschont bleiben. Ich warne davor, einen Landespakt zwischen Finanzamt, Finanzpolizei, Land und Gemeinden aufzubauen, denn damit würde man nichts anderes fördern als reines Denunziantentum. Die Gemeinden sehen vielleicht das große Hotel, aber nicht den Schuldenberg, der dahinter steht. Deshalb warne ich vor einer solchen Maßnahme. Wir haben bereits die Möglichkeit, Steuerkontrollen durchzuführen. Das größte Übel der Steuerhinterziehung ist die hohe Steuerbelastung. Je höher die Steuerbelastung ist, desto mehr hinterziehen die Menschen. Studien besagen, dass der Mensch bereit ist, bis zur 30 Prozent an Steuern zu zahlen, aber alles, was darüber hinausgeht, verleitet zu einer Steuerhinterziehung. Ich werde diesen Beschlussanträgen nicht zustimmen, weil ich weiß, wie es in der Realität zugeht. Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti PRESIDENTE: La parola al consigliere Heiss, prego. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Präsident! Lieber Kollege Tinkhauser, auch ich weiß, wie es in der Realität zugeht. Ich bin selber Mitbesitzer eines Betriebes und weiß, wie schwierig es ist, wenn ein Branchenrichtwert über einen Betrieb verhängt ist, davon wegzukommen und die Finanz davon zu überzeugen, dass man 100.000 Euro weniger zahlen könnte, weil man diese Gewinne effektiv nicht realisiert hat. Da haben wir schon einen gemeinsamen Standpunkt. Das ändert aber nichts daran, dass unsere Anmerkung, dass die Körperschaftssteuern im Jahr 2010 nicht angestiegen, sondern sogar gesunken sind, während die Umsatzziffern der großen Unternehmen in Südtirol sehr stark gestiegen sind, richtig ist. Die großen Betriebe haben ungefähr 800 Millionen Euro mehr Umsatz erzielt, wobei die Körperschaftssteuer gesunken ist. Das ist schon ein merkwürdiges Phänomen, dem man nachgehen sollte! Du hast auch Recht, Kollege Tinkhauser, 54 wenn Du sagst, dass der hohe Steuerdruck ein Grund für Steuerhinterziehung ist. Man muss auch sagen, dass der Staat aufgrund der Ineffizienz seiner Leistungen als Feind gesehen wird, weshalb keine Steuern bezahlt werden. Die Steuerhinterziehung ist in Italien und auch in Südtirol ein extrem starkes Phänomen, das man nicht in Abrede stellen kann. Dieses Phänomen wird zum Teil systematisch betrieben, und die Finanzpolizei hat im vergangenen Jahr für Südtirol eine Hinterziehung der Mehrwertsteuer in einer Größenordnung von etwa 490 Millionen Euro festgestellt. Das ist keine Kleinigkeit! Unser Land ist in vielerlei Hinsicht nicht so sauber, wie wir immer tun. Es gibt sehr viele Kategorien, die sorgfältig und genau ihre Steuern zahlen. Das gilt auch für die Arbeitnehmer, wenngleich natürlich auch hier Schwarzarbeit vorkommt. In jedem Fall ist die Steuermoral auch bei uns nicht durchgehend lupen- und astrein. Das ist nicht die Aufforderung zur Bildung eines Denunziantenrings, sondern die Aufforderung, darauf hinzuweisen, dass uns die Steuermittel zu 90 Prozent zu Gute kommen. Es muss so sein, dass der Staat seine Leistungs- und Einsparungsfähigkeit unter Beweis stellt. Dann wird auch das Steueraufkommen wachsen. Ich glaube, dass die Form des Steuerpaktes in Angriff genommen werden sollte. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte zwei Fragen an den Landeshauptmann. Vor einigen Jahren wurde auf eine Anfrage geantwortet, dass in Südtirol 3-mal mehr Steuerkontrollen durchgeführt würden als in anderen Regionen Italiens. Haben Sie diesbezüglich aktuellere Daten? Bereits im Jahr 2004 hat der Landtag einen Beschlussantrag genehmigt, wonach man massiv daran arbeiten solle, die Steuerhoheit zu erhalten. Was hat man in diese Richtung unternommen? Was hat man in Rom bisher erreicht? Innerhalb der letzten zehn Jahre hat sich diesbezüglich gar nichts getan. Deshalb frage ich mich, wie Sie die sogenannte Vollautonomie erreichen wollen. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Damen und Herren! Wir alle sind für Steuergerechtigkeit und wären froh, wenn wir die Steuerhoheit hätten. Wir bemühen uns immer wieder, die Steuerhoheit zu erreichen. Zu einer Vollautonomie gehört selbstverständlich auch die Steuerhoheit. Deshalb haben wir uns bemüht, in das sogenannte Mailänder Abkommen diesbezüglich einen kleinen Schritt hineinzubringen. Immerhin haben wir die Möglichkeit, bei der Steuerfahndung bzw. bei der Auswahl der einzelnen Steuerobjekte mitreden zu können. Das gilt auch für die Art und Weise der Kontrollen. Es muss ein entsprechendes jährliches Abkommen zwischen dem zuständigen Ministerium und den autonomen Provinzen Trient und Bozen getroffen werden. Nun, das Mailänder Abkommen ist aber praktisch erst dann wirksam, wenn die entsprechende Durchführungsbestimmung verabschiedet wird. Wir haben also nichts dagegen, den Beschlussantrag des Kollegen Urzì anzunehmen. Die Landesregierung soll verpflichtet werden, weiterhin alles zu tun, damit diese Durchführungsbestimmung endlich verabschiedet wird. Die Durchführungsbestimmung muss aber mehr als den Kampf gegen die Steuerhinterziehung beinhalten. Da gibt es eine ganze Reihe von Dingen, die hineinkommen müssen. Dem einleitenden Teil des Beschlussantrages können wir nicht zustimmen, weil ich nicht weiß, ob die dort genannten Zahlen stimmen oder nicht. Mit dem Teil "… verpflichtet der Südtiroler Landtag, die zuständigen Stellen aufzufordern, rasch die entsprechende Durchführungsbestimmung zum Mailänder Abkommen zu verabschieden, auch um den Kampf gegen die Steuerhinterziehung zu verstärken" sind wir hingegen einverstanden. Mit dieser Abänderung können wir den Beschlussantrag des Kollegen Urzì genehmigen, jenen der Kollegen der Grünen hingegen nicht. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): I termini delle questioni sono emersi con grande chiarezza nel corso del dibattito, ma è stato chiaro anche l'intervento del presidente Durnwalder. La mozione che ho presentato rafforza la posizione della Giunta provinciale in una contrattazione che ritengo debba evolversi positivamente in una norma che recepisca i principi fondamentali di giustizia, di equità a cui deve corrispondere sempre l'azione dell'amministrazione pubblica. Ho presentato un emendamento per aggiungere la parola "anche" che rende più completo il senso della parte impegnativa. Detto questo, concludo facendo riferimento ai dati contenuti nella parte delle premesse. Sono dati che in ampia parte sono stati forniti dall'assessore alle finanze Roberto Bizzo, quindi sono dati che ritengo certificati. Questo lo dovevo dire ai fini della chiarezza per quanto riguarda il nostro ruolo in quest'aula. Non sono numeri a caso. Questi dati rafforzano l'idea che ci sia il bisogno di un'azione che sia politica ma anche delle diverse istituzioni impegnate sul fronte della legalità e dell'equità per garantire il recupero di risorse che possono essere messe a disposizione dell'interesse pubblico. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): La nostra mozione in effetti non è automaticamente collegata a quella del collega Urzì, che è molto più soft. La nostra rimanda ad una norma di 55 attuazione importante, ma non è la condizione "sine qua non" la Provincia non possa far niente sul fronte dell'evasione fiscale. La nostra mozione chiedeva di attuare, dando altri sei mesi alla Giunta provinciale, una decisione di questo Consiglio provinciale del dicembre 2010. Il termine era entro l'anno 2011, ma la Giunta non ha fatto niente entro quel termine. Rimane comunque valida quella decisione, perché non vuol dire che non sia impegnata a fare, anche se in ritardo, quello che quella mozione indicava. Colleghi Egger e Tinkhauser, non indicava la costruzione di una società tipo quella dell'ex DDR dove tutti spiavaqno tutti, ma indicava l'istituzione di un tavolo di lavoro tra le diverse istituzioni, Comuni, Provincia, società elettriche, società del gas, Guardia di finanza ecc. per incrociare i dati, perché per esempio per quanto riguarda gli immobili, i comuni hanno una visione che potrebbe portare agli affitti in nero. Se si confrontano le utenze attive, i contratti registrati ecc. si può trovare che ci sono delle abitazioni con dentro delle persone, che però vengono presentate come vuote. Qui non si intende un appello a "denuncia il tuo vicino", si intende una collaborazione fra istituzioni in modo tale che attraverso l'incrocio dei dati si possa infittire quella rete che è in grado di prendere l'evasore fiscale con più facilità. La nostra mozione si riferisce ad una decisione di questo Consiglio del dicembre 2010. Capisco che in questo momento per la nostra mozione non c'è una maggioranza, e non vorrei l'eventuale bocciatura annullasse la decisione del 2010 che per me rimane valida e a cui noi Verdi continueremo a fare riferimento per sollecitare la Giunta ad applicarla come dovrebbe, almeno applicarla con tanto zelo quanto la collega Kasslatter Mur ha detto a tutti gli insegnanti e i sindacati che lei è costretta ad applicare la questione della settimana di cinque giorni. Vorrei che come lei ha difeso il suo impegno verso il Consiglio provinciale per quella mozione, anche il presidente Durnwalder e l'assessore alle finanze difendessero o prendessero sul serio l'impegno della mozione. Vedo che l'assessora Kasslatter non mi ha capito - assessora, La sto citando come esempio positivo - lo rispiego, vorrei che tutti gli assessori prendessero sul serio le mozioni di questo Consiglio provinciale come Lei ha preso sul serio la mozione riferita alla settimana su cinque giorni. Noi avevamo una mozione sulla lotta all'evasione fiscale che la Giunta provinciale non ha attuato, diversamente da Lei. Questo volevo dire. Noi continueremo a sollecitare la Giunta provinciale a rispettare quell'impegno che è stato preso da questo Consiglio, per cui chiedo di non votare la nostra mozione e di sospenderla. Vedremo nel futuro se si crea un orientamento più favorevole. PRESIDENTE: La mozione n. 410/11 è sospesa. Metto in votazione la mozione n. 397/11 per parti separate come richiesto dal consigliere Urzì, con l'emendamento che lo stesso ha proposto, che dice: "Nella parte impegnativa dopo le parole "Accordo di Milano" è aggiunta la parola "anche". "Im verpflichtenden Teil ist nach den Wörtern "zu verabschieden," das Wort "auch" eingefügt. Metto in votazione le premesse: respinte con 16 voti contrari, 5 voti favorevoli e 7 astensioni. Metto in votazione la parte impegnativa: approvata con 3 astensioni e i restanti voti favorevoli. Punto 6) all'ordine del giorno: "Mozione n. 402/11 dell'1.12.2011, presentata dal consigliere Vezzali, riguardante la liberalizzazione vendita dei prodotti dietoterapeutici/celiachia". Punkt 6 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 402/11 vom 1.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend die Liberalisierung von Diät- und glutenfreien Produkten". Il dato a livello mondiale ci dice che l'incidenza della malattia celiaca è di circa l''1,5% della popolazione, a cui però bisogna aggiungere il 7-8% di persone sensibili al glutine, una cifra davvero consistente. In Italia, come evidenziato dal prof. Dobrilla sui media in questi giorni, sono circa 120.000 le persone affette da celiachia, il cui riscontro non è più solo circoscritto all'età infantile; inoltre, il numero di persone che presenta i marcatori della celiachia è raddoppiato negli ultimi dieci anni. A queste persone sono inoltre da aggiungere coloro che sono affetti dal morbo senza saperlo che, sempre secondo quanto riferisce il prof. Dobrilla, sono almeno 5 volte tanto. Questi soggetti sono costretti quindi a seguire una particolare dieta, a base di prodotti senza glutine, i quali hanno costi non indifferenti e comunque superiori ai prezzi dei prodotti "normali". Per questo motivo, i celiaci beneficiano di un – peraltro modesto – contributo pubblico che si aggira all'incirca a 140 euro mensili per l'adulto, attraverso un sistema, peraltro ormai vetusto e facilmente superabile con gli attuali strumenti che offre la tecnologia. 56 La vendita al pubblico è sostanzialmente libera, ma il contributo che i celiaci ricevono è spendibile unicamente in farmacia. Non è possibile per tali soggetti spendere il contributo ricevuto, in altri esercizi commerciali. Ciò comporta da una parte una limitazione alla libertà di scelta, costringendo il beneficiario a spendere necessariamente il contributo solo in farmacia, e dall'altra questo monopolio di fatto, consentendo di mantenere relativamente alto il prezzo dei prodotti, riducendo il potenziale di spesa del contributo pubblico, peraltro non esaustivo delle esigenze alimentari del soggetto. La liberalizzazione della vendita dei prodotti senza glutine attraverso la spendibilità del contributo pubblico anche in esercizi diversi dalle farmacie, porterebbe sicuro beneficio ai celiaci che, con il medesimo importo ricevuto, avrebbero la possibilità di acquistarne un quantitativo maggiore. Basti pensare che per esempio, mezzo chilo di farina in farmacia viene venduta intorno a circa euro 3,80 mentre, la stessa di marca identica, venduta al supermercato al costo circa di euro 2,80; mezzo chilo di pasta la si trova in farmacia al costo di circa euro 3,80 a fronte di euro circa 2,20 al supermercato. Considerato che, l'approvvigionamento e il consumo degli alimenti senza glutine rappresentano un atto essenziale nella vita quotidiana del celiaco, molte regioni tra cui la Regione Veneto, la Provincia di Trento, la Regione Toscana, la Regione Lazio, e altre, hanno promosso la semplificazione dei percorsi assistenziali finalizzati all'erogazione degli alimenti senza glutine, con l'obiettivo della loro ottimizzazione e di una sempre maggiore integrazione sociale delle persone affette da celiachia, prevedendo la dispensazione dei prodotti, oltre che presso le farmacie, anche da parte delle parafarmacie e, in generale degli esercizi commerciali in possesso dei requisiti professionali per l'esercizio dell'attività di vendita di prodotti appartenenti al settore merceologico alimentare. Il Veneto, con delibera n. 2712 del 16 novembre 2010 (BUR 90 del 07/12/2010) ha approvato l'erogazione dei prodotti senza glutine anche presso gli esercizi commerciali; la Provincia di Trento con legge provinciale n. 8 del 3 giugno 2011 ha promosso questo tipo di intervento, prevedendo la distribuzione dei prodotti senza glutine non più solo in farmacia ma anche nella grande distribuzione. Peraltro, nelle reti di vendita puramente commerciali, si è riscontrato che spesso difetta un'esatta informazione del fenomeno celiaco. In particolare, non è sufficientemente diffusa la necessità della separazione dei prodotti con glutine da quelli senza, necessità dovuta al pericolo di contaminazione. Il celiaco infatti rischia di soffrire per il semplice fatto, apparentemente banale, che su uno scaffale sia posto un prodotto con glutine di fianco ad uno senza: si pensi a un sacchetto di farina con e senza glutine. Facilissimo che vengano a contatto, e il prodotto senza glutine verrebbe contaminato ponendo il celiaco che lo acquista in grave pericolo. Si rende necessario quindi intervenire anche a livello di sensibilizzazione verso i commercianti che volessero vendere tali prodotti, anche prevedendo che i prodotti gluten free vengano separati dagli altri, riservando appositi scaffali o parti del negozio, ben distinte e separate dagli altri prodotti. La liberalizzazione della spendibilità del contributo pubblico in esercizi commerciali diversi dalle farmacie, potrebbe essere facilitata dalla recente introduzione del tesserino sanitario – carta provinciale dei servizi. Infatti, sarebbe sufficiente abilitare l'utilizzo della carta dei servizi presso i commercianti, ai fini della attribuzione/sottrazione dell'importo della "spesa" del celiaco dal contributo a lui spettante. I dati dei soggetti beneficiari sono già in possesso della Provincia, così come gli importi ad ognuno spettante. Il meccanismo di funzionamento è simile a quello del bancomat, con l'unica differenza che non verrebbe erogato denaro contante ma unicamente gestita una contabilità riferibile esattamente a quel soggetto. Tutto ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a predisporre un piano per la liberalizzazione della spendibilità del contributo assegnato ai soggetti celiaci anche ad esercizi diversi dalle farmacie; a disporre che i prodotti senza glutine siano immagazzinati in maniera rigorosamente separata dai prodotti con glutine, siano essi scaffali al pubblico, magazzini interni, mezzi di trasporto o in ogni dove; 57 predispone un sistema informatico che consenta ai celiaci di "spendere" il contributo pubblico anche negli esercizi commerciali diversi dalle farmacie, per il tramite della tessera sanitaria – carta provinciale dei servizi, o altro strumento ritenuto idoneo allo scopo. ---------Weltweit sind ca. 1,5 % der Bevölkerung von Zöliakie betroffen, wobei man aber auch jene 7-8 % hinzuzählen muss, die empfindlich auf Gluten reagieren, also insgesamt eine recht beachtliche Zahl. aut den von Prof. Dobrilla kürzlich in den Medien gemachten Aussagen leiden in Italien rund 120.000 Personen an Zöliakie und diese Krankheit beschränkt sich nicht nur mehr auf das Kindesalter. Außerdem hat sich die Zahl der Menschen, die Zöliakie-Marker aufweisen, in den letzten zehn Jahren verdoppelt. Zu diesen Menschen sind außerdem jene hinzuzählen, die von dieser Krankheit betroffen sind, aber es nicht wissen. Nach Auskunft von Prof. Dobrilla sind es mindestens fünfmal so viele. Diese Menschen sind gezwungen, eine besondere Diät zu befolgen, d.h. glutenfreie Produkte zu verzehren, deren Kosten nicht vernachlässigbar sind bzw. die jedenfalls teurer sind, als herkömmliche Produkte. Aus diesem Grund haben Zöliakie-Patienten Anspruch auf einen, wenn auch geringen, Zuschuss der öffentlichen Hand von ca. 140 Euro pro Monat für Erwachsene, der über ein mittlerweile veraltetes System ausbezahlt wird. Dieses Problem ließe sich mit den neuen technologischen Hilfsmitteln sehr einfach lösen. Der Detailverkauf ist grundsätzlich frei, aber der Zuschuss, den die Zöliakie-Patienten erhalten, kann nur in der Apotheke ausgegeben werden und nicht etwa in anderen Handelsbetrieben. Dies bedingt einerseits eine Einschränkung der Entscheidungsfreiheit, da die Begünstigten den Zuschuss zwingend in einer Apotheke ausgeben müssen, und andererseits wird dadurch ein de-factoMonopol geschaffen, mithilfe dessen die Preise der Produkte relativ hoch gehalten werden und das Kaufpotenzial des öffentlichen Zuschusses, der den Nahrungsmittelbedarf des Begünstigten ohnehin nicht deckt, weiter eingeschränkt wird. Die Liberalisierung des Verkaufs glutenfreier Produkte durch die Festlegung, dass der Zuschuss auch in anderen Handelsbetrieben als der Apotheke ausgegeben werden kann, wäre für die ZöliakiePatienten sicher von Vorteil, da sie mit derselben Summe mehr Produkte einkaufen könnten. Ein halbes Kilo Mehl kostet in der Apotheke zum Beispiel um die 3,80 Euro, während im Supermarkt dieselbe Marke um ca. 2,80 Euro erhältlich ist. Ein halbes Kilo Nudeln kostet in der Apotheke ca. 3,80 Euro, im Supermarkt hingegen ca. 2,20 Euro. Da die Versorgung mit und der Konsum von glutenfreien Nahrungsmitteln im Alltag eines ZöliakiePatienten etwas Wesentliches ist, haben zahlreiche Regionen, wie das Veneto, das Trentino, die Toskana, Latium und andere die Vereinfachung und Optimierung der Bezuschussung von glutenfreien Nahrungsmitteln veranlasst, um die Menschen, die unter Zöliakie leiden, dadurch immer besser in die Gesellschaft zu integrieren, indem die Zuschüsse für diese Produkte nicht nur in den Apotheken, sondern auch in den Drogerien bzw. allgemein in allen Handelsbetrieben, die zum Lebensmittelverkauf befugt sind, eingelöst werden können. Das Veneto hat mit Beschluss Nr. 2712 vom 16. November 2010 (Amtsbl. 90 vom 07.12.2010) die Verfügbarkeit glutenfreier Produkte auch in den Handelsbetrieben veranlasst. Die Provinz Trient hat diese Maßnahme im Rahmen des Landesgesetzes Nr. 8 vom 3. Juni 2011 umgesetzt. Glutenfreie Produkte sind ab jetzt nicht mehr nur in der Apotheke, sondern auch im Lebensmitteleinzelhandel erhältlich. Dabei wurde unter anderem festgestellt, dass rein handelsorientierte Verkaufsnetze häufig keine genauen Informationen über die Zöliakie anbieten. Insbesondere ist die Trennung von glutenfreien und glutenhaltigen Nahrungsmitteln, die erforderlich ist, um eine Kontamination zu vermeiden, oft unzureichend. Für einen Zöliakiekranken kann schon der scheinbar banale Grund, dass ein glutenhaltiges und ein glutenfreies Produkt nebeneinander im selben Regal stehen, gefährlich sein: Man denke zum Beispiel an eine Packung Mehl mit bzw. ohne Gluten. Das glutenfreie Produkt kann ohne weiteres kontaminiert werden und somit eine große Gefahr für den Zöliakiekranken, der es kauft, darstellen. Somit müsste man auch die Kaufleute, die solche Produkte in ihr Sortiment aufnehmen möchten, dafür sensibilisieren, damit sie die glutenfreien Produkte von den anderen getrennt aufbewahren, in eigenen Regalen oder separaten Räumlichkeiten des Geschäfts. 58 Die Liberalisierung des Zuschusses, damit dieser nicht nur in der Apotheke, sondern auch in den Handelsbetrieben eingelöst werden kann, könnte durch die jüngste Einführung der Gesundheitsbzw. der Bürgerkarte erleichtert werden. Man müsste die Bürgerkarte lediglich so programmieren, dass bei einem Einkauf in den Handelsbetrieben die entsprechende Summe einfach vom Zuschuss abgezogen wird. Das Land verfügt ohnehin schon über die Daten der Begünstigten, genauso wie über die jeweils zustehenden Summen der Zuschüsse. Die Funktionsweise entspricht jener eines Geldautomaten, mit dem einzigen Unterschied, dass in diesem Fall kein Bargeld ausgegeben wird, sondern lediglich die Buchhaltung der jeweiligen Person geführt wird. Aus diesen Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, einen Plan für die Liberalisierung der Zuschüsse für Zöliakiekranke auszuarbeiten, damit diese nicht nur in Apotheken, sondern auch in sonstigen Handelsbetrieben eingelöst werden können; zu veranlassen, dass glutenfreie Produkte streng getrennt von glutenhaltigen Produkten aufbewahrt werden, und zwar in den Verkaufsregalen, in den betriebsinternen Lagerräumen, auf den Transportmitteln oder sonst wo; ein EDV-System umzusetzen, das es den Zöliakiekranken ermöglicht, ihren Zuschuss über die Gesundheits- bzw. Bürgerkarte oder sonst wie nicht nur in den Apotheken, sondern auch in den Handelsbetrieben auszugeben. La parola al consigliere Vezzali per l'illustrazione. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): So di tediare questo Consiglio con la materia della celiachia, ma credo sia una cosa necessaria e mi sta molto a cuore, per questo insisto. Si tratta di modificare il sistema della spendibilità dei contributi che ricevono i celiaci per poterli spendere anche in esercizi diversi dalle farmacie. Fino ad ora i contributi possono essere spesi mediante l'emissione di 12 talloncini adesivi, uno per mese, unicamente in farmacia. I prodotti in farmacia costano un po' più che sul libero mercato. Questi prodotti sono già di per se più cari rispetto ai prodotti con glutine, quindi questa liberalizzazione, come l'ho chiamata, anche se non è una liberalizzazione vera è propria, è solo la libertà di poter spendere questi contributi anche nei supermercati o in altri esercizi commerciali, comporta per il celiaco un vantaggio, perché con lo stesso contributo, per cui a costo zero per la Provincia, riesce ad ottenere qualche pacco di pasta in più, e in questo periodo di crisi sicuramente non fa male. Tra l'altro questa spendibilità può essere realizzata mediante l'adozione di tessere magnetiche o quant'altro. Io ho ipotizzato il tesserino sanitario, perché ho visto che la Provincia riesce a collegarsi al Catasto, alla situazione personale delle persone, ma un tesserino magnetico diverso va comunque bene. In questo senso Vi chiedo di votare questa mozione proprio perché è a costo zero per la Provincia, perché non viene erogato un euro in più a queste persone ma viene consentito loro di poter spendere il medesimo denaro in altri esercizi che hanno sicuramente i prezzi più bassi, e su 3,80 euro un euro di differenza è molto. Quelli che ho indicato sono prezzi medi che ho ricavato da informazioni, e voi capite che se risparmio un euro a confezione, ogni tre confezioni ne compro una in più, sempre con gli stessi soldi che mi eroga la Provincia. URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Siamo in tempo di liberalizzazioni, quindi credo che in questo senso si debba recepire l'invito che viene dal collega nel senso più ampio, facendo in modo che questo processo garantisca anche una vendita maggiore, quindi l'attivazione del meccanismo della concorrenza che garantisca anche la possibilità per l'utente finale di poter recuperare il prodotto dove costa di meno e in una rete di vendita più ampia, se si libera questo meccanismo della spendibilità del contributo svincolandolo dalla rete delle farmacie. Non voglio aggiungere altro, perché mi pare un principio a costo zero che mi pare la pena recepire e costituirebbe un indirizzo di straordinario interesse. C'è un altro aspetto che ha attirato la mia attenzione, e riguarda il punto n. 2, quando si dispone che i prodotti senza glutine siano immagazzinati in maniera rigorosamente separata dagli altri prodotti, e si fa anche un'elencazione dei luoghi, cioè degli scaffali della merce riservata al pubblico piuttosto che nei magazzini interni, nei mezzi di trasporto e in ogni dove. Penso che questa sia la parte più impegnativa di tutta la mozione, ma sono convinto che sia forse la parte più importante, perché dal rispetto rigoroso di questo tipo di procedura deriva poi la 59 salute dell'utente finale che ha il bisogno dell'utilizzo di un determinato prodotto che non deve essere sottoposto in alcun modo a contaminazione. Non ero informato personalmente della questione fin tanto che non ho avuto occasione di esserlo da testimoni che vivono questa situazione. Presumo che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica non sia assolutamente nella consapevolezza di questo fenomeno e di questo rischio che è straordinariamente grande sul piano della salute, anche in considerazione dell'individuazione della contaminazione, perché spesso la manifestazione è priva di sintomi. Tutto questo produce anche una particolare apprensione, un'attenzione costante del tempo da parte del consumatore particolare. Auspico che ci sia da parte dell'istituzione la piena consapevolezza di questo particolare aspetto che impone una politica nuova, e anche un approccio mentale diverso rispetto a quello che abbiamo avuto fino ad oggi. È possibile questo? Bisogna avere anche il coraggio della sfida, e io spero che la Provincia autonoma possa raccoglierla qui oggi. LEITNER (Die Freiheitlichen): Wir haben uns mit dieser Materie bereits des Öfteren befasst. Ich darf daran erinnern, dass ich bereits im Jahr 2004 einen Beschlussantrag zu diesem Thema eingereicht habe. Damals hat mir Landesrat Theiner gesagt, dass die Landesregierung bereits entsprechende Vorkehrungen getroffen habe. Bei einer späteren Diskussion hat der Landesrat dann gesagt, dass der Bedarf nicht so groß sei, weshalb es wieder eingestellt worden sei. Es ist eine Tatsache, dass die Menschen, die davon betroffen sind, ein Problem haben. Wenn die Problematik nicht zufriedenstellend gelöst wird, dann wird es immer wieder Fragen geben. Nachdem man diese Produkte nur in den Apotheken bekommt, sind sie natürlich viel teurer. Wir haben früher auch einmal über die Baby-Nahrung gesprochen, die in Italien früher nur in den Apotheken gekauft werden konnte. In Österreich bekam man sie auch in jedem Supermarkt. Wenn es sich um ein Nahrungsmittel handelt, dann hat dieses in der Apotheke eigentlich nichts zu suchen und gehört in die Lebensmittelgeschäfte. Nachdem es zahlenmäßig aber nicht so sehr ins Gewicht fällt, wird aber niemand ein großes Interesse daran haben. Schauen wir, was uns der Landesrat diesbezüglich sagen wird. Das Anliegen ist sicher berechtigt. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Ricordo che qualche anno fa facemmo un incontro con l'assessore Theiner e i rappresentanti di un'associazione di genitori di questi ragazzi su questa tematica. Qualcosa in altro ambito nei confronti dei celiaci è stata fatta, questa cosa è ancora da fare. Penso che ci sia una situazione che non è accettabile, e cioè il fatto che la Regione Veneto abbia approvato l'erogazione dei prodotti senza glutine anche presso gli esercizi commerciali, e fatto ancora più grave che l'abbia già fatto la Provincia di Trento, dato che è sempre la provincia di Trento che corre dietro a noi. È ben una cosa strana che noi corriamo dietro alla Provincia di Trento, però a volte capita, e quando capita noi non solo dobbiamo raggiungere Trento, ma anche sorpassarlo. Quindi andrei anche oltre a quello che propone in maniera limpida il collega Vezzali, al quale va tutta la convergenza politica su questa mozione, ma vorrei anche aggiungere che 140 euro, anche se spendibili in esercizi commerciali diversi dalle farmacie, sono pochi. Sono una cifra incommensurabilmente poca per poter in qualche modo giustificare una presa di posizione di questo tipo. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un regime normale, ma avendo parlato con quell'associazione di cui parlavo prima, mi spiegavano che quando in una famiglia c'è una persona con questi problemi, se va in ferie 20 giorni in un albergo deve andare a cercare l'albergo che fornisca questi cibi con la massima garanzia, perché è un rischio per la salute enorme se ciò non accade, e questi non ti fanno pagare come gli altri. Con la scusa che i cibi senza glutine costano molto di più ti fanno pagare quel "molto di più" con una esponenziale moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il costo per la gestione di questo tipo di malattia all'interno della famiglia è quindi molto più grande dei 140 euro che sono forse la differenza di costo della farina e della pasta, ma a questi costi se ne aggiungono degli altri che qui ha fatto bene il collega a non inserirli, perché non possiamo chiedere tutto in un colpo, ma anche questo va preso in considerazione, cioè 140 euro sono pochi, e di conseguenza questo tipo di richiesta va accettata, assessore. Dobbiamo prenderne atto, magari facendo una legge o in qualsiasi altra maniera che Lei ritiene più opportuna per raggiungere lo scopo che tutti ci prefiggiamo. Quando si ha la sfortuna di avere delle malattie all'interno di una famiglia, almeno cerchiamo di alleviare il problema economico! KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Es handelt sich hier um ein Thema, das es sicher wert ist, eingehender behandelt zu werden. Ich habe mich selber schon mehrfach mit dieser Thematik auseinandergesetzt. Der Punkt 2 ist sicher der bedeutendere in diesem Beschlussantrag. Er sieht vor, zu veranlassen, dass glutenfreie Produkte streng getrennt von glutenhaltigen Produkten aufbewahrt werden, und zwar in den Verkaufsregalen, in den betriebsinternen Lagerräumen, auf den Transportmitteln usw. Hier beginnt das Problem, Kollege Vezzali. 60 Wenn wir uns die Realität anschauen, so ist dieser Pool an Konsumenten sehr gering, vor allem in der Peripherie. Dort wird es uns sicher nicht gelingen, in jedem Lebensmittelgeschäft glutenfreie Produkte zu vermarkten. Es wäre auch vom Sicherheitsaspekt her nicht unbedingt ratsam, denn diese Lebensmittel bedürfen eines speziellen Umgangs. Ich habe vor kurzem über ein recht interessantes Projekt in Deutschland gelesen. Im medizinischen Bereich ist man heute mit der Problematik konfrontiert, dass die Leute diese Produkte nicht mehr nur im Geschäft kaufen, sondern teilweise über das Internet bestellen. Leider ist es dann oft so, dass Firmen damit Schindluder betreiben und Produkte als glutenfrei verkaufen, obwohl sie es gar nicht sind. In Deutschland gibt es ein Projekt, mit welchem man versucht, diese Produkte von einer zentralen Stelle aus in einem gewissen Umfeld eines Landes zu vermarkten. Es gibt also eine Anlaufstelle, die von öffentlicher Seite gefördert wird, die Produkte von vertrauenswürdigen Herstellern einkauft und weiterverteilt. Das ist nicht unbedingt der schlechtere Weg, denn wenn wir es den Lebensmittelgeschäften selber überlassen, diese Dinge einzukaufen, dann können wir nicht kontrollieren, was hier effektiv in den Regalen steht. Ich weiß also nicht, ob es sinnvoll ist, jeden ein bisschen zu fördern. Es wäre also wirklich zu überlegen, ob man ein solches Modell nicht auch für Südtirol andenken könnte. THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, geschätzte Kolleginnen und Kollegen! Ich möchte mich zunächst für die konstruktiven Redebeiträge bedanken. Es ist in der Tat so, dass wir versuchen, mit direkt Betroffenen, Interessensverbänden usw. Lösungen zu finden, was aber sehr schwierig ist, weil die Personen verstreut im ganzen Land wohnen. Es ist auch schwierig, Stützpunkte zu finden, an denen sich das wirtschaftlich lohnt. Es gibt also Schwierigkeiten, die uns aber nicht davon abhalten, weiterhin nach konstruktiven Lösungen zu suchen. Kollege Knoll, ich werde mich später noch mit Ihnen austauschen. Ich möchte Ihrem Tipp gerne nachgehen und werde auch überprüfen, ob das auch in Südtirol anwendbar wäre. Ich möchte jetzt nicht alles rekapitulieren, sondern sagen, was sich in den letzten Monaten diesbezüglich getan hat. Die "Federfarma Bozen" uns hat mit Schreiben vom 27. September 2011 mitgeteilt, dass sie vorhabe, eine Software-Lizenz anzukaufen und dem Sanitätsbetrieb zur Verfügung zu stellen, mit welcher unter anderem auch die glutenfreien Produkte laut nationalem Register des Gesundheitsministeriums verwaltet werden könnten. Diese Software soll anfangs nur in den Apotheken installiert werden, danach aber auch in allen anderen Handelsbetrieben, gegen Bezahlung eines jährlichen Abonnements an die "Federfarma Bozen". Die Aktivierung der Software und somit auch die Verteilung der glutenfreien Produkte wird, wie beantragt, über die Gesundheitskarte erfolgen. Die Punkte 1 und 3 des Beschlussantrages des beschließenden Teiles des Beschlussantrages können wir genehmigen, während der Punkt 2 nicht angenommen werden kann. Das würde nämlich zu weit gehen, und außerdem ist es nicht Aufgabe der Landesregierung, Verordnungen zur Lagerung von Nahrungsmitteln ohne Gluten zu erlassen. Ich werde den Landtag in dieser Angelegenheit auf jeden Fall weiterhin informieren und freue mich über den Hinweis, den ich vom Kollegen Knoll bekommen habe. Danke auch dem Kollegen Vezzali für diesen Beschlussantrag. VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Ringrazio l'assessore e i colleghi. Fino a quando non ho cominciato ad occuparmi del problema devo dire che non ne conoscevo nemmeno l'esistenza della celiachia, poi l'ho scoperta e ogni giorni se ne sa sempre di più, però vedo che i colleghi sono molto ferrati, conoscono bene la problematica. Ringrazio il collega Knoll del suggerimento che ha fornito, immagino che lo farà l'amministrazione provinciale. Volevo fare una precisazione al collega Urzì: è vero, il punto importante riguarda dell'immagazzinaggio dei prodotti in maniera separata per evitare contaminazioni, che è un dei problemi della celiachia, però è vero che quasi sempre questi prodotti viaggiano incellofanati e protetti bene, però questo è un problema che mi ero posto, perché se fosse stato accettato il punto sulla liberazione, nei supermercati mettere un pacco di farina senza glutine vicino ad un pacco di farina con glutine non avrebbe molto senso. Per questo chiedevo di valutare questo problema. Adesso l'assessore ci ha detto che non è pertinenza della Provincia, però immagino che si possa fare. Ringrazio anche il collega Seppi che è intervenuto con decisione. Se non sbaglio il contributo che viene dato ai celiaci è fissato per un tetto massimo dallo Stato e la Provincia può oscillare. È vero che Trento ha già fatto una legge, però fino a quel momento era molto più indietro rispetto a Bolzano. La legge è del giugno 2011 e la Provincia di Bolzano, per stessa ammissione del presidente dell'associazione trentina, era presa come esempio, perché anche se non c'è una legge, anzi preannuncio che depositerò presto un disegno di legge al riguardo, la legge trentina serviva proprio per sanare un vuoto che avevano per quanto riguarda la parte informativa della ce- 61 liachia. Non c'erano corsi come invece sono stati fatti per il personale sanitario, per gli addetti alle mense pubbliche ecc. , in provincia di Bolzano, quindi pur non essendoci una normativa, c'era una situazione di fatto più avanzata rispetto al Trentino. Però questo non significa che non posiamo andare ancora più avanti noi. In questo senso ringrazio l'assessore per la disponibilità dimostratami in questi mesi. Nonostante avesse respinto qualche mozione, forse a malincuore, è sempre stato molto attento al problema. Questa cosa del software mi coglie un po' di sorpresa, ne avevo già sentito parlare, spero solo che non si traduca in un costo aggiuntivo per i celiaci ma porti effettivamente un contributo al risparmio sull'acquisto di prodotti celiaci negli esercizi al di fuori delle farmacie. PRESIDENTE: Metto in votazione le premesse e i punti 1 e 3 della mozione, come richiesto dall'assessore Theiner: approvati all'unanimità. Metto in votazione il punto 2 della parte impegnativa: respinto con 11 voti contrari, 7 voti favorevoli e 2 astensioni. Il punto n. 7 viene rinviato per l'assenza dell'assessore Bizzo. Punto 8) all'ordine del giorno: "Mozione n. 412/11 del il 16.12.2011, presentata dal consigliere Seppi, riguardante: anche la Chiesa con le sue proprietà mobili ed immobili e con le sue attività commerciali e produttive dovrebbe sottostare alle stesse impostazioni fiscali attribuite ad ogni cittadino". Punkt 8 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 412/11 vom 16.12.2011, eingebracht vom Abg. Seppi, betreffend: Gleiche Besteuerung der Gewinne aus Liegenschaften und beweglichen Gütern bzw. aus der Handels- und Gewerbetätigkeit der Kirche wie für die Bürger". Anche la Chiesa quando con le sue proprietà mobili e immobili e con le sue attività commerciali e produttive ottiene utili dovrebbe sottostare alle stesse imposizioni fiscali attribuite a ogni cittadino. Vivere un momento di estrema gravità socio-economica e politica che, al di la di ogni strumentale affermazione contraria, costituisce una pesante problematica europea, impone e imporrà sacrifici a tutti. Non è certamente mancata la sensibilità sul tema espressa sia dalla massima carica della CEI, il Cardinale Bagnasco, sia dal Vescovo di Bolzano: si tratta ora di trasformare in fatti concreti le dichiarazioni fino a qui espresse. Infatti non poteva mancare un segnale di solidarietà da parte delle cariche ecclesiastiche preso atto che la forma e la sostanza delle rinunce a cui saranno chiamati tutti gli italiani risultano quasi estreme ed esprimeranno conseguenze economiche davvero gravi per le famiglie e per le classi sociali meno abbienti. Situazioni talmente difficili e indecifrabili che hanno visto sciogliersi come neve al sole la politica a favore dell'economia e la democrazia a favore del sistema bancario europeo e delle borse internazionali, uniche padrone incontrastate del nostro aberrante sistema. In questa nuova e pesante logica non possiamo trascurare una questione che ritengo di notevole rilevanza. Non solo politica ma anche etica e morale: perché la Chiesa non partecipa a rimpinguare le casse dello Stato nella stessa forma e sostanza a cui sarà chiamato ogni cittadino quando produttore di reddito? Che sia esclusa da ogni tassazione in ogni sua attività anche quando questa produce reddito ed entra in concorrenza con i privati costretti alla severa osservanza di ogni forma di fiscalità diventa davvero ragione per una serena riflessione. Sia chiaro che nessuno intenderebbe proporre l'applicazione di nuove forme di ICI, o se si preferisce IMU, agli edifici destinati al culto e a tutto ciò che ad esso risulta collegato. Ma che alberghi e ristoranti aperti al pubblico, negozi con attività commerciali, edifici affittati con profitto a terzi come alloggi, come uffici, luoghi di ristorazione e quant'altro sia indubbiamente atto a costituire una fonte di reddito non trascurabile continuino a essere esentati dal pagamento di tributi stona parecchio, specialmente in questi difficili momenti e potrebbe considerarsi una concessione che non ha più ragione di esistere, ammesso che la abbia avuta in passato. Certo, una operazione decisionale di questo tipo che imporrebbe fra il resto l'abrogazione di normative in essere appartenenti anche al ventennio fascista, presume coraggio politico. Ci auguriamo che qualcuno, animato da un vero senso di giustizia sociale, trovi la forza e lo spunto per addivenire alla soluzione di questo problema in un parlamento oramai svuotato da ogni proposta ideologica e quindi più idoneo a trovare il bandolo di una matassa persa negli annali della democrazia rappresentativa. Nel dettaglio questa è l'attuale 62 legislazione in merito: ICI Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 L'articolo 7 esenta sia i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto, purché compatibile con le disposizioni degli articoli 8 e 19 della Costituzione, e le loro pertinenze, che i fabbricati di proprietà della Santa Sede indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato lateranense, sottoscritto l'11 febbraio 1929 e reso esecutivo con legge 27 maggio 1929, n. 810. L'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, prevede che "L'esenzione disposta dall'articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, si intende applicabile alle attività indicate nella medesima lettera che non abbiano esclusivamente natura commerciale." L'articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, indica, tra i soggetti esenti dall'imposta, anche quelli indicati dall'articolo 16 della legge 20 maggio 1985, n. 222 (Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi) che include anche le "b) attività diverse da quelle di religione o di culto, quelle di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura e, in ogni caso, le attività commerciali o a scopo di lucro". IRES L'articolo 6 del D.P.R. n. 601/1973 prevede una riduzione alla metà dell'imposta dovuta per gli enti ecclesiastici. Imposta di registro Decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346 L'articolo 3 esenta dall'imposta di registro, tra l'altro, gli enti di beneficienza e istruzione. Considerato che l'articolo 12 del regio decreto 289/1930 equipara, a tutti gli effetti tributari, il fine di culto o di religione ai fini di beneficenza e di istruzione, tutti gli enti di culto (e di ogni culto) sono esentati dall'imposta di registro. L'equiparazione è inoltre prevista anche espressamente nell'articolo 29 della legge n. 810/1929 (il Trattato Lateranense dell'11 febbraio 1929 è stato reso esecutivo in Italia con la legge 27 maggio 1929, n. 810) e dall'articolo 7 della legge 25 marzo 1985, n. 121, di modifica del Trattato Lateranense. Tuttavia nei casi in cui gli enti di culto ricevano beni attraverso donazioni o per successione devono essere corrisposte sia l'imposta di successione che quella di donazione. Altre agevolazioni tributarie D.P.R. 29 settembre 1973, n. 601, sulla Disciplina delle agevolazioni tributarie In base all'articolo 2 del D.P.R. il reddito dei fabbricati di proprietà della Santa Sede è esente dall'imposta locale sui redditi e dall'imposta sul reddito delle persone giuridiche. In base all'articolo 3 del D.P.R. le retribuzioni di qualsiasi natura, le pensioni e le indennità di fine rapporto, corrisposte dalla Santa Sede, dagli altri enti centrali della Chiesa cattolica e dagli enti gestiti direttamente dalla Santa Sede ai propri dignitari, impiegati e salariati, ancorché non stabili, sono esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche e dall'imposta locale sui redditi. (La medesima disposizione è prevista dall'articolo 17 del Trattato Lateranense). In ogni caso, in base all'articolo 6 del D.P.R., a partire dall'anno di imposta 1993 l'imposta sul reddito delle persone giuridiche è ridotta alla metà nei confronti degli enti il cui fine è equiparato per legge ai fini di beneficenza o di istruzione (per l'equiparazione vedi l'articolo 12 del regio decreto n. 289/ 1930). Infine, l'articolo 16 del Trattato Lateranense prevede che "Gli immobili indicati nei tre articoli precedenti, nonché quelli adibiti a sedi dei seguenti Istituti pontifici, Università Gregoriana, Istituto Biblico, Orientale, Archeologico, Seminario Russo, Collegio Lombardo, i due palazzi di Sant'Apollinare e la Casa degli esercizi per il Clero di San Giovanni e Paolo (Allegato III, 1, 1-bis, 2, 6, 7, 8), non saranno mai assoggettati a vincoli o a espropriazioni per causa di pubblica utilità, se non 63 previo accordo con la Santa Sede e saranno esenti da tributi sia ordinari che straordinari tanto verso lo Stato quanto verso qualsiasi altro ente." Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a sollecitare il Governo nazionale ad abrogare ogni forma di agevolazione ed esenzione fiscale nei confronti delle fonti di reddito accreditate alla Chiesa e relative alle proprietà mobili e immobili in suo possesso, alle attività produttive e commerciali da essa svolte anche tramite terzi, con particolare attenzione a operazioni che producono concorrenzialità con privati e con aziende obbligati a rispondere fiscalmente di ogni loro entrata. ---------Die derzeitige extreme sozio-ökonomische und politische Lage ist eine Herausforderung für ganz Europa und jedwede gegenteilige Behauptung ist nur eigennützig. Sowohl der Vorsitzende der Italienischen Bischofskonferenz Kardinal Bagnasco als auch der Bischof von Bozen haben das notwendige Verständnis für diese Situation zum Ausdruck gebracht. Nun geht es aber darum, die bisherigen Erklärungen in die Tat umzusetzen. Es bedarf nämlich auch eines Zeichens der Solidarität der Kirchenspitze, da die Form und der Inhalt der Entbehrungen, die alle Italiener auf sich nehmen müssen, fast extrem sind und gravierende finanzielle Folgen für die Familien und einkommensschwache Haushalte haben werden. Die Lage ist derart schwierig und verworren, dass die politischen Maßnahmen für die Wirtschaft und die Demokratie wie Schnee in der Sonne zugunsten des europäischen Bankensystems und der internationalen Finanzmärkte dahingeschmolzen sind, die die einzigen unbestrittenen Herrscher über unser abwegiges System sind. In dieser neuartigen und schwerwiegenden Situation dürfen wir einen Sachverhalt nicht außer Acht lassen, den ich für überaus relevant halte. Dieser Sachverhalt ist nicht nur politischer, sondern auch ethischer und moralischer Art: Weshalb trägt sich die Kirche nicht dazu bei, die angeschlagenen Staatskassen in der selben Form zu füllen, wie dies von jedem Bürger verlangt wird, der ein Einkommen generiert? Die Tatsache, dass die Tätigkeiten der Kirche nicht besteuert werden, selbst wenn diese Einkünfte generieren und mit privaten Rechtssubjekten konkurrieren, die sämtliche steuerlichen Vorgaben beachten müssen, bietet Anlass, diesen Sachverhalt in Frage zu stellen. Dabei möchte ich gleich vorwegnehmen, dass niemand auch nur daran denkt, die Gebäude für die Religionsausübung und sonstige, damit zusammenhängende Tätigkeiten der kommunalen Immobiliensteuer zu unterziehen. Aber die Tatsache, dass öffentlich zugängliche Hotels und Restaurants, Handelsbetriebe und Gebäude, die gegen Entgelt als Unterkünfte, Büros, Gaststätten und dergleichen vermietet werden, zwar eine nicht unbedeutende Einnahmequelle darstellen und trotzdem keiner Besteuerung unterzogen werden, ist eindeutig unstimmig, besonders in dieser so schwierigen Zeit. Dies könnte man als ein Zugeständnis betrachten, das keine Daseinsberechtigung mehr hat, wobei fraglich ist, ob es je eine solche hatte. Selbstverständlich setzt eine solche Entscheidung, die unter anderem die Abschaffung von Bestimmungen erfordert, die teilweise auch auf den Faschismus zurückgehen, politische Courage voraus. Wir wünschen uns, dass jemand, angetrieben von einem echten Sinn für soziale Gerechtigkeit, die Kraft und die Gelegenheit findet, dieses Problem in einem Parlament anzugehen, das mittlerweile keine ideologischen Vorschläge mehr zu bieten hat und vielleicht gerade deshalb besser dazu geeignet ist, das Ende dieses Knäuels zu finden, das in den Annalen der repräsentativen Demokratie verloren gegangen ist. Im Detail sehen die geltenden Bestimmungen derzeit Folgendes vor: Kommunale Immobiliensteuer Gesetzesvertretendes Dekret Nr. 504 vom 30. Dezember 1992 Die Steuerbefreiung laut Artikel 7 betrifft sowohl jene Gebäude, die ausschließlich der Religionsausübung dienen, und die dazugehörigen Räumlichkeiten, sofern vereinbar mit den Artikeln 8 und 19 der Verfassung, als auch die Gebäude des Heiligen Stuhls, die unter Artikel 13, 14, 15 und 16 des am 11. Februar 1929 unterzeichneten und mit Gesetz Nr. 810 vom 27. Mai 1929 umgesetzten Lateranvertrags erwähnt sind. 64 Artikel 2-bis des Gesetzesdekrets Nr. 203 vom 30. September 2005 schreibt Folgendes vor: "Die Steuerbefreiuung gemäß Artikel 7 Absatz 1 Buchstabe i) des gesetzesvertretenden Dekrets vom 30. Dezember 1992, Nr. 504, gilt für alle Tätigkeiten, die unter ebendiesem Buchstaben angeführt sind und keine reine Handelstätigkeiten darstellen." Artikel 7 Absatz 1 Buchstabe i) des gesetzesvertretenden Dekrets Nr. 504 vom 30. Dezember 1992 führt unter den steuerbefreiten Rechtssubjekten auch jene an, die unter Artikel 14 des Gesetzes Nr. 222 vom 20 Mai 1985 (Bestimmungen über kirchliche Einrichtungen und Güter in Italien und über die Entlohnung des katholischen Klerus im Dienste der Diözesen) angegeben sind. Darunter auch der Buchstabe "b) andere Tätigkeiten als jene im Zusammenhang mit Religion und Glauben, Tätigkeiten der Fürsorge und Wohlfahrt, Bildung, Ausbildung und Kultur und jedenfalls Handelstätigkeiten oder profitorientierte Tätigkeiten". Körperschaftssteuer Artikel 6 des DPR NR. 601/1973 reduziert die von kirchlichen Einrichtungen geschuldete Steuer um die Hälfte. Registergebühr Gesetzesvertretendes Dekret Nr. 346 vom 31. Oktober 1990 Artikel 3 befreit unter anderem Wohlfahrts- und Bildungseinrichtungen von der Registergebühr. In Anbetracht der Tatsache, dass Artikel 12 des königlichen Dekrets 289/1930 Religions- und Glaubenszwecke mit Wohlfahrts- und Bildungszwecken steuerrechtlich gleichstellt, sind alle Glaubenseinrichtungen (jeder Glaubensrichtung) von der Registergebühr befreit. Diese Gleichstellung ist außerdem auch ausdrücklich unter Artikel 29 des Gesetzes Nr. 810/1929 (der Lateranvertrag vom 11. Februar 1929 wurde in Italien mit dem Gesetz Nr. 810 vom 27. Mai 1929 umgesetzt) und unter Artikel 7 des Gesetzes Nr. 121 vom 25. März 1985, das den Lateranvertrag abändert, vorgesehen. Für Güter, die die Glaubenseinrichtungen über Schenkung oder Vererbung erhalten, sind jedoch sowohl die Erbschaftssteuer als auch die Schenkungssteuer zu entrichten. Sonstige Steuererleichterungen Dekret des Präsidenten der Republik Nr. 601 über die Steuererleichterungen vom 29. September 1973 Auf der Grundlage von Artikel 2 des DPR sind die Einkünfte aus den Gebäuden, die Eigentum des Heiligen Stuhls sind, von der Gewerbesteuer und der Körperschaftssteuer befreit. Auf der Grundlage von Artikel 3 des DPR sind Zuwendungen jeglicher Art, die Pensionen und Abfertigungen, die vom Heiligen Stuhl und von anderen Zentralstellen der katholischen Kirche und den unmittelbar vom Heiligen Stuhl geleiteten Anstalten an die Würdenträger, Beamten und Angestellten, auch wenn sie noch nicht definitiv festgelegt sind, von der Einkommenssteuer und der Gewerbesteuer befreit. (Dieselbe Bestimmung ist unter Artikel 17 des Lateranvertrags enthalten). Jedenfalls wurde die Körperschaftssteuer auf der Grundlage von Artikel 6 des DPR ab dem Steuerjahr 1993 für jene Einrichtungen um die Hälfte gekürzt, die Wohlfahrts- oder Bildungszwecken verfolgen (zum Thema der Gleichstellung siehe Artikel 12 des königlichen Dekrets Nr. 289/1930). Schließlich schreibt Artikel 16 des Lateranvertrags Folgendes vor: "Die in den drei vorstehenden Artikeln genannten Immobilien sowie diejenigen, in denen sich folgende päpstliche Anstalten befinden: die Gregorianische Universität, das Bibelinstitut, das Orientalische Institut, das Archäologische Institut, das Russische Seminar, das Lombardische Kolleg, die beiden Paläste von Sant'Apollinare und das Exerzitienhaus für Geistliche von San Giovanni e Paolo (Anl. III, 1, 1-bis , 2, 6, 7, 8), werden niemals irgendwelchen Beschränkungen oder Enteignungen aus Gründen des öffentlichen Interesses unterliegen, außer nach vorheriger Vereinbarung mit dem Heiligen Stuhl. Auch sind sie von ordentlichen wie außerordentlichen Abgaben sowohl an den Staat als auch an irgend eine andere Stelle frei." Aus diesen Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, 65 die italienische Regierung aufzufordern, jede Form der Steuererleichterung und -befreiung für Einkünfte der Kirche aus Liegenschaften und unbeweglichen Gütern, die sich in ihrem Eigentum befinden, sowie aus den kirchlichen Handels- und Gewerbetätigkeiten abzuschaffen, auch wenn sie über Dritte erfolgen und insbesondere wenn diese in Konkurrenz mit Privatpersonen und unternehmen stehen, die auf ihre Einkünfte Steuern zahlen. La parola al consigliere Seppi per l'illustrazione. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Il documento mi sembra molto eloquente. Noi riteniamo opportuno che anche la Chiesa, per le proprietà che le producono reddito, debba pagare le tasse come qualsiasi altra azienda privata o cittadino che sia residente in questa Repubblica. Nessuno di noi vuole tassare quelle proprietà che sono luoghi di culto o accessori ai luoghi di culto come gli oratori o le canoniche, ma nel momento in cui in via Alto Adige c'è un'immobile del Clero che è affittato ad aziende private che pagano affitto, e come Regione non paghiamo neanche poco, c'è una produzione di reddito chiaro che va tassato nello stesso identico modo come se la proprietà fosse di un qualunque altro residente in Italia. Questo ritengo sia doveroso nel momento in cui sono richiesti sacrifici da parte di tutti, ma non solo usando demagogia, lo ritengo doveroso a prescindere, cioè non voglio nemmeno dire che questa mia proposta nasce dal fatto che se i sacrifici devono farli tutti, devono farli a maggior ragione quelli che hanno redditi, lo dico a prescindere dal fatto che siamo in un periodo di crisi. Non è giusto che possa esserci un albergo di proprietà della Chiesa o delle sue varie strutture collaterali che venga affittato nel periodo estivo per ipotesi nelle nostre località di montagna, mi riferisco ad un posto molto vicino a casa mia, dove c'è una produzione di reddito che entra in concorrenzialità con albergatori privati che pagano le tasse, pagano i contributi, pagano tutto ciò che va pagato, e loro sono esenti da tutta questa tassazione. Di conseguenza non c'è nemmeno un rispetto delle regole di mercato quando si è sul libero mercato. Ho cercato con questa mozione di relazionare ai colleghi dove ci sono queste esenzioni e le leggi che prevedono queste esenzioni. E mi voglio rifare a ciò che ha detto il presidente della Cei, il cardinale Bagnasco, che ha in qualche modo anche avvallato il vescovo di Bolzano, mons. Muser. È giusto che si porti avanti un ragionamento per far pagare le tasse anche a chi in effetti fino ad oggi non le ha mai pagate, o per lo meno non le ha mai pagate dopo i Patti lateranensi. Ribadisco che sono tasse che devono essere imposte su proprietà che producono reddito, su proprietà che rendono soldi alla Chiesa la quale deve pagare come chiunque altro. Penso anche all'esenzione su tasse collaterali che non sono l'Irpef, come l'Ires per esempio, cioè la Chiesa non paga nessuna tassa di registro sui beni, a meno che questi non siano beni attraverso donazioni o per successione. Faccio fatica a capire come siano beni per successione all'interno della Chiesa nel momento in cui normalmente i preti non hanno figli. Al di là di questo sono tasse che devono essere corrisposte solamente in quel caso. Va aggiunto che nessuno ha mai pagato l'Ici sui beni della Chiesa che producono reddito, non sicuramente le chiese, le canoniche e gli oratori, è ovvio, nessuno vuole tassare ciò che non rende, ma ciò che rende, ciò che crea profitto, ciò che è posto sul libero mercato per fruttare le proprietà immobiliari a qualsiasi titolo acquisite dalla Chiesa deve essere tassato nello stesso modo come lo è per qualsiasi altro cittadino. Io sono convinto di questo, ma non lo dico con acredine, anzi, perché ritengo che la dignità che la Chiesa ha sempre dimostrato debba anche manifestarsi in questo, nell'essere compartecipe con i confratelli che pagano le tasse, nell'essere anche lei nelle condizioni di dire che anche lei ha fatto il suo dovere. Oggi le cose non stanno così. Ho elencato le leggi che prevedono questo tipo di benefit, e ritengo che queste devono essere riviste e ripensate. Sollecito questo Consiglio a mandare la sua convinzione su questo concetto al Governo nazionale. Adesso faccio un intervento sull'ordine dei lavori. Per distrazione ho scritto "si impegna il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano", ho sbagliato doveva essere scritto: " Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale". Consideratelo corretto, è una svista. Per quanto riguarda la questione in essere penso che questa assemblea non possa far altro che accogliere ciò che ho proposto, perché ritengo dia nuova dignità anche alle proprietà e alle possibilità economiche della Chiesa cristiano-cattolica e di qualsiasi altra Chiesa. PRESIDENTE: La modifica che Lei ha indicato verrà apportata. La parola al consigliere Heiss, prego. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Präsident! Kollege Seppi, ich bin in einer grundsätzlichen Aussage mit Dir nicht einverstanden. Der Bischof von Bozen ist nicht der Bischof von Bo- 66 zen, sondern der Bischof von Bozen/Brixen. Das muss klargestellt werden, wenngleich ich liberaler Laizist bin. Ich bestehe wirklich auf diesem traditionellen Titel. Für den Rest des Beschlussantrages bin ich mit Dir absolut einverstanden. Auch ich glaube, dass diese kommerziellen Tätigkeiten, die über die rein religiös-sozialen Zwecke hinausgehen, durchaus besteuert werden sollten. Ich würde nicht ganz so weit gehen wie Du, das heißt diese radikale Gleichstellung einführen, aber im Großen und Ganzen hast Du vollkommen Recht. Da genügt ein einfaches Beispiel. Herr Landeshauptmann, wissen Sie, wie viele Liegenschaften die Diözesankirchen, Pfarreien, Klöster, geistlichen Körperschaften in der Stadt Brixen besitzen? In der Altstadt Brixen sind es immerhin ein Drittel der Liegenschaften, die der Kirche gehören. Wissen Sie auch, wie viel die kirchlichen Anstalten in den letzen Jahren an ICI gezahlt haben? 100.000 Euro, was ungefähr der Betrag ist, den ein größerer Gastbetrieb künftig an IMU zu zahlen haben wird. Deshalb ist es notwendig, hier eine gewisse Gleichstellung anzustreben, da die kommerziellen Tätigkeiten neben den verdienstvollen, humanitären, kultischen und religiösen Aktivitäten ausgebreitet sind. Man denke nur daran, dass in einer Stadt wie Brixen das St.Josefs-Missionshaus für die Universität verwendet wird. Das Land zahlt dafür jährlich 110.000 Euro. Ich möchte damit nur sagen, dass es hier wirklich die Notwendigkeit gibt, ein wenig Steuergerechtigkeit herzustellen. Das Grundanliegen des Kollegen Seppi ist gerecht, und deshalb stimmen wir in diesem Fall – wahrscheinlich einer der wenigen Fälle – mit dem Kollegen Seppi völlig überein. PICHLER ROLLE (SVP): Ich bin mit diesem Beschlussantrag in dieser Form nicht einverstanden. Ich denke, dass die Beziehungen zwischen dem Staat und der Kirche geregelt sind. Zur Zeit wird ja auch über die IMU und über deren Anwendung geredet, und hier hat es ja auch Erklärungen des Vorsitzenden der Bischofskonferenz gegeben. Deshalb denke ich, dass der Südtiroler Landtag nicht diese Forderung an Rom stellen sollte. Diskutieren wir über die Tatsache, dass Flugbenzin nicht besteuert wird oder über andere Tatsachen, die für bestimmte Kategorien enorme Vorteile schaffen. Wenn wir ernsthaft darüber diskutieren wollen, welche Dinge von einer Steuer befreit werden sollen, dann kann man über sehr viel diskutieren, aber nicht unbedingt über die Kirche. Die Kirche ist sicher nicht gewinnorientiert und mir ist auch nicht bekannt, dass der Bischof ein Jahressalär in der Höhe von jenem des Präsidenten der Sparkasse usw. einstecken würde. Mir ist auch nicht bekannt, dass die Monsignori oder Priester üppig bezahlt würden. Die Kirche erfüllt eine sehr wichtige Aufgabe. Natürlich wird es in dem einen und anderen Bereich eine Regelung brauchen. Ich persönlich werde diesem Beschlussantrag also nicht zustimmen. DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Ich muss sagen, dass ich, rechtlich gesehen, nicht genau weiß, ob das, was ich jetzt sage, stimmt. Meiner Meinung nach handelt es sich hier um ein internationales Abkommen zwischen dem Vatikan und dem italienischen Staat. Auf jeden Fall gibt es ein Abkommen zwischen der Kirche und dem Staat. Wir haben also gar keine Möglichkeit, hier etwas zu tun. Außerdem ist es so, dass das sowieso nur der Staat regeln kann, wenngleich im Beschlussantrag steht, dass wir beim Staat intervenieren sollen. Nachdem erst vor kurzem eine Neuregelung dieser Angelegenheit vorgenommen wurde, wäre es verfrüht, wenn wir jetzt intervenieren und sagen würden, dass es hier eine Änderung braucht. Ich bin davon überzeugt, dass in Bezug auf die kommerzielle Tätigkeit wahrscheinlich eine Änderung kommen wird. Im Übrigen muss man auch sagen, dass die Kirche insgesamt nicht gewinnorientiert ist, wenngleich sie Eigentum und Einkünfte hat. Es wäre also nicht richtig, wenn der Südtiroler Landtag hergehen und sagen würde, dass auf diesem Gebiet eine Änderung vorgenommen werden soll. Deshalb werden wir gegen diesen Beschlussantrag stimmen. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Ci vuole coraggio per votare certe cose, presidente, e quindi è altrettanto chiaro che benché certi concetti non si può fare altro che condividerli, perché sono convinto che le cose stiano così, una cosa è condividerli, altra cosa è assumersi politicamente la responsabilità. In questo onestamente La capisco. Vede, presidente, quel ragionamento che al di là dell'espressione di questa mozione sta alla base di ogni logica in quest'aula è: noi vogliamo l'autonomia su tutto, ma nel momento in cui tocchiamo un problema delicato che crea una sollecitazione al Governo, noi non siamo il Governo, decide Roma. Io non ho mica preteso che decidessimo noi! Io ho solamente chiesto di sollecitare Roma a trovare una soluzione ad un problema che è incomprensibile nel 2012 e non mi voglio nemmeno agganciare alla demagogia del fatto che siamo in un periodo di crisi, che tutti dobbiamo dare il nostro contributo, quindi lo devono dare anche loro. Non centra niente, lo devono dare a prescindere, perché se si hanno dei beni che creano reddito, chiunque paga le tasse, quindi le devono pagare 67 anche loro. Il presidente dice che non hanno scopo di lucro, io non lo so, lo dice Lei, io ne prendo atto, obiettivamente però se non hanno scopo di lucro, possono mettere in un registro le entrate da una parte come fa ogni azienda e le uscite dall'altra. Il risultato finale sarà il lucro. Se non ci sarà lucro, faranno a meno di pagare le tasse. Ma essere addirittura esentati da pagare qualsiasi tipo di bilancio quando hanno le proprietà miliardarie, come hanno nella nostra provincia così come in tutto il resto d'Italia, ritengo sia inaccettabile. Ribadisco ancora che non esiste nessuna legge internazionale, e questa è una bugia, che prevede che la Chiesa, ma non solo quella cristiano-cattolica, non paghi le tasse dove c'è reddito in altri stati d'Europa. Non è vero, questo è solo un accordo nazionale, in Germania per esempio se ci sono proprietà che producono reddito, va presentata la denuncia dei redditi e vanno pagate le tasse. Possiamo comunque pensare che abbiamo mandato sollecitazioni da questa assemblea addirittura al governo europeo se volevamo farlo. Adesso non possiamo dire che non vogliamo essere noi i primi. Perché no? Perché non siamo d'accordo o perché non vogliamo farci vedere essere contro la Chiesa, perché ci fa perdere qualche centinaia di migliaia di voti? Non vogliamo essere d'accordo perché siamo convintamente contrari o perché non ci conviene? In questa discussione è emerso il totale "paraculismo" di una classe politica incapace di votare sulla ragione per questioni di convenienza. Io la penso in questo modo, si è capito benissimo, presidente, come Lei la pensa, che è esattamente il contrario di quanto ha detto: le tasse dovrebbero pagarle ma non possiamo farlo, altrimenti perdiamo i voti. Io a questo gioco non ci sto, anche perché dai preti di voti ne prendo pochi, credo in Gesù Cristo ma sul resto ci metto un punto di domanda, quindi ritengo che in questo Stato, e arriveremo anche ai contadini che producono mele, chiunque abbia un reddito o delle proprietà che fanno reddito ha l'obbligo di pagare le tasse come chiunque altro, di dare trasparenza ai propri bilanci e dare in pasto al popolo ciò che è giusto. Noi abbiamo adesso una regolamentazione che obbliga noi ad avere una denuncia sui redditi pubblicata su internet. Io voglio sapere cosa dichiara il collega Urzì? Vado a vederlo su internet, voglio vedere cosa hanno i preti? Non si sa da nessuna parte, nemmeno al Tavolare e al Catasto. La Chiesa merita tutto il rispetto, sono convinto che faccia del bene, ma sono altrettanto convinto che chi in questa Repubblica ha dei guadagni, deve pagare le tasse a prescindere dalle ragioni che la mettono nelle condizioni legislative di essere esentati da un dovere che riguarda qualunque cittadino su questo territorio nazionale. PRESIDENTE: Metto in votazione la mozione: respinta con 19 voti contrari, 7 voti favorevoli e 3 astensioni. Punto 9) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 423/11 dell'16.12.2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante SEL: primi passi di un 'nuovo inizio'. Punkt 9 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 423/11 vom 16.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend SEL: erste Schritte eines 'neuen Beginns'. Dopo la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della SEL Spa è forte l'attesa di un "nuovo inizio" nella politica energetica della nostra provincia. Fin dai primi passi vanno fatte precise scelte di massima trasparenza, sussidiarietà e cooperazione con i Comuni e le comunità comprensoriali. Per questo motivo, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale a seguire i seguenti indirizzi e a dare indicazione ai propri rappresentanti nel Cda della Sel Spa affinché la società energetica faccia altrettanto: La Provincia e la SEL riconoscono e favoriscono il diritto di accesso dei consiglieri e delle consigliere provinciali affermato dalla sentenza n. 00001/ 2011 del TRGA Sezione autonoma della Provincia di Bolzano e in via definitiva dalla sentenza n. 02434/2011 del Consiglio di Stato e rinunciano a qualsiasi atto che possa mettere in discussione tale diritto, ritirando il ricorso attualmente pendente di fronte alla Corte di Cassazione. La Provincia, la SEL e le società da essa controllate riconoscono che le concessioni inferiori ai 3.000 KW di potenza sono riservate all'iniziativa dei Comuni e delle Comunità comprensoriali, nelle forme che questi riterranno più opportune. Per questo la SEL e le società ad essa controllate non parteciperanno più all'assegnazione di concessioni inferiori ai 3.000 KW di potenza e cederanno progressivamente a prezzo di costo ai Comuni che si dichiarino interessati le partecipazioni detenute in centrali di potenza inferiore ai 3.000 KW. 68 La Provincia, la SEL e le società da essa controllate affrontano le prossime scadenze che riguardano le centrali Hydros (trattativa con Edison sulla cessione della sua partecipazione e gare per le grandi concessioni idroelettriche in scadenza) di concerto con i Comuni, riconoscendo loro un ruolo fondamentale. La Provincia e la SEL favoriscono l'acquisizione da parte dei Comuni che lo desiderano e nelle forme che liberamente scelgano della rete di distribuzione e dei relativi impianti; tale acquisizione sarà sostenuta finanziariamente anche con un contributo della Provincia, le cui modalità e la cui entità saranno stabilite d'intesa con il Consiglio dei Comuni. Entro maggio 2012 la Giunta provinciale e il presidente e il vicepresidente della SEL riferiranno in Consiglio provinciale sulle strategie di politica energetica che la Provincia e la SEL dovranno seguire in futuro. Seguirà un dibattito in cui ogni consigliera e consigliere potrà prendere la parola. ---------Nach der Ernennung des neuen Verwaltungsrats der SEL AG ist die Erwartungshaltung für einen "neuen Beginn" in der Energiepolitik unseres Landes groß. Von Anfang an sind gezielte Entscheidungen zu treffen, die von höchster Transparenz, Subsidiarität und Kooperation mit den Gemeinden und Bezirksgemeinschaften geprägt sind. Aus diesen Gründen verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, sich an folgende Richtlinien zu halten und ihre Vertreter im Verwaltungsrat der SEL AG anzuweisen dafür zu sorgen, dass auch die Energiegesellschaft sich daran hält: Das Land und die SEL anerkennen und unterstützen das Zugangsrecht der Landtagsabgeordneten, das durch das Urteil Nr. 00001/2011 des Verwaltungsgerichts, Autonome Sektion für die Provinz Bozen, und endgültig vom Urteil Nr. 02434/2011 des Staatsrates bekräftigt wurde, und verzichten auf jeglichen Schritt, der dieses Recht in Frage stellen könnte, indem sie den zurzeit vor dem Kassationsgericht behängenden Rekurs zurückziehen. Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften erkennen an, dass die Konzessionen für Anlagen mit einer Leistung bis zu 3.000 KW den Gemeinden und den Bezirksgemeinschaften vorbehalten sind, und zwar in der Form, die diese für am geeignetsten erachten. Aus diesem Grund beteiligen sich die SEL und ihre Tochtergesellschaften nicht mehr an der Konzessionsvergabe für Anlagen mit einer Leistung bis zu 3.000 KW und geben ihre Beteiligungen an Kraftwerken mit einer Leistung bis zu 3.000 KW fortlaufend an die daran interessierten Gemeinden ab. Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften beziehen bei den anstehenden Verfallsfristen im Zusammenhang mit den Kraftwerken der Hydros (Verhandlungen mit der Edison über die Abtretung ihrer Beteiligung und Ausschreibung der auslaufenden großen Wasserkraftkonzessionen) die Gemeinden mit ein und erkennen diesen eine grundlegende Rolle zu. Das Land und die SEL fördern die Erwerbung des Verteilungsnetzes und der entsprechenden Anlagen durch die Gemeinden, die dies wünschen und die die jeweilige Form nach Gutdünken wählen können; diese Erwerbung wird finanziell durch einen Landesbeitrag unterstützt, wobei die Einzelheiten und das Ausmaß desselben im Einvernehmen mit dem Rat der Gemeinden festgelegt werden Innerhalb Mai 2012 werden die Landesregierung sowie der Präsident und der Vizepräsident der SEL im Landtag über die energiepolitischen Strategien berichten, die das Land und die SEL in Zukunft verfolgen werden. In der anschließenden Debatte werden alle Abgeordneten die Möglichkeit haben, das Wort zu ergreifen. Prima di dare la parola al consigliere Dello Sbarba comunico che nel testo in lingua tedesca c'è stato un errore di traduzione: al punto 1 anziché "Verwaltungsgerichtshof" bisogna scrivere "Kassationsgericht". La parola al consigliere Dello Sbarba per l'illustrazione. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Questa mozione è piuttosto importante, perché cerca di affrontare la questione della vicenda SEL e della vicenda energetica della nostra provincia, cercando di guardare avanti oltre la situazione attuale. Cerca quindi di delineare alcuni principi su cui muoversi per 69 il futuro. Nessuno ha ricette in tasca, la questione è molto complessa, però proprio per questo ci sembra importante fissare alcune certezze soprattutto nella divisione dei ruoli, dei compiti, del metodo di operare della nuova SEL e tutti noi speriamo che davvero l'elezione del nuovo consiglio di amministrazione della SEL S.p.a. definisca e segni un nuovo inizio, fissare per questo nuovo inizio alcuni principi fondamentali a noi sembra importante. Per questo abbiamo presentato questa mozione che mette al primo punto il tema della trasparenza e poi della cooperazione tra Provincia, Comuni e Comunità comprensoriali, cioè del riconoscimento che sulla politica energetica provinciale è indispensabile un nuovo confronto fra le istituzioni della nostra autonomia per definire dei ruoli precisi. Per noi i ruoli precisi sono in prospettiva quello che la Provincia non si occupa della produzione e della distribuzione ma si occupa della definizione di chiare regole uguali per tutti e di dare le concessioni, di incassare i vari tributi che sono collegati alle concessioni, di stabilire le condizioni di queste concessioni e che invece sul piano operativo devono stare i Comuni e le Comunità comprensoriali. Ma questa è la prospettiva futura. Nell'immediato ci sembra importante definire alcuni primi passi. Il primo passo è quello di affermare, come Consiglio e anche come Giunta, quindi come Provincia e quindi come incarico ai nostri membri del consiglio di amministrazione della SEL, che il diritto di accesso dei consiglieri provinciali agli atti, ai documenti fondamentali di un'azienda pubblica come la SEL S.p.A., questo diritto riconosciuto da una sentenza del TAR e da una sentenza del Consiglio di Stato, viene riconosciuto fondamentale da questo Consiglio e viene difeso, non viene ostacolato. In questo senso si propone che la Provincia ritiri la propria adesione al ricorso della SEL S.p.A. presso la Cassazione e che dia indicazione ai propri rappresentanti della SEL di ritirare il ricorso alla Cassazione che è in udienza il 31 gennaio. Io ho letto le dichiarazioni sull'ultimo numero del giornale "FF" del nuovo presidente Sparber. Lui ha detto che deve sapere se la SEL è un'azienda che può tenere un segreto nei propri rapporti contrattuali con l'Enel, Edison o altri, ma il ricorso non verte su questo, verte solo sul tentativo di dimostrare che il Consiglio di Stato non era competente e quindi ha solo lo scopo di annullare il diritto di accesso dei consiglieri e consigliere. Anche se dovesse ottenere ragione, cosa che non credo, la SEL non ottiene il fatto che non c'è un diritto di accesso, ottiene solo il fatto che ci sarà un altro tribunale che decide. Questo è un attacco ad un diritto sancito e sacrosanto di questo Consiglio, di ciascuno dei suoi membri, che non può non essere sostenuto dalla Provincia. Questo primo punto della mozione è quindi fondamentale, anche perché c'è una scadenza ravvicinata. Gli altri punti riguardano, il punto 2, una divisione di compiti tra SEL e Comuni, società comunali nel senso che le piccole e medie concessioni, quelle sotto i 3.000 kw di potenza, vanno lasciate ai Comuni e la SEL si deve ritirare da quelle che ci sono e non deve più chiederne altre. Con il terzo punto si chiede che le prossime scadenze che riguardano Hydros vengano affrontate di concerto con i comuni, riconoscendo loro un ruolo fondamentale. Alcune centrali Hydros sono in alcune valli molto attive e i comuni sono interessati ad esse. Il quarto punto dice che la Provincia e la SEL favoriscano l'acquisizione della rete da parte dei comuni che la vogliano e li sostengano anche finanziariamente in questa acquisizione, altrimenti diventa difficile portarla avanti. Il quinto punto chiede di fissare un appuntamento nel maggio 2010, data indicativa, in cui il presidente e vicepresidente nuovi della SEL vengono invitati in questo Consiglio per un'audizione e un confronto sulle prospettive future della SEL. PICHLER ROLLE (SVP): Ich denke, dass wir, so erforderlich rasches Handeln in dieser Frage auch sein mag, sorgfältig prüfen sollten, wie die künftige Ausrichtung der Energiepolitik in Südtirol ausschauen soll. Deshalb möchte ich den Kollegen Dello Sbarba ersuchen, die Abstimmung über die Punkte 2 bis 5 des beschließenden Teiles des Beschlussantrages vorerst auszusetzen oder die erwähnten Punkte. Dafür sollte man die Zeit in Anspruch nehmen. Sonst können wir solchen Vorschlägen auf gar keinen Fall zustimmen. Es wäre wichtig, sich Zeit für die Debatte zu nehmen. In Bezug auf Punkt 1 des beschließenden Teiles des Beschlussantrages sind wir damit einverstanden, das zu tun, was wir immer schon gesagt haben, nämlich die größtmögliche Transparenz an den Tag zu legen. Die Akten sollen einsehbar sein. In der Tat gibt es auch ein Problem in der Definition der Gesellschaften. Dieses Problem ist aber zu einem Gutteil von den italienischen Regierungen und vom römischen Parlament verursacht worden. Man hat die öffentlichen Gesellschaften in den letzten zehn, fünfzehn Jahren immer wieder in eine neue Rolle hineingedrängt. Zunächst waren es Kapitalgesellschaften, dann Dienstleistungsgesellschaften, dann gemeindeeigene Betriebe usw. Mittlerweile ist hier sehr viel aus dem Ruder gelaufen. Der neue Präsident der SEL mag also durchaus Recht haben, wenn er sagt, dass er selbst gerne wissen würde, was die SEL ist. Allerdings ist auch dazu zu sagen, dass zwei Gerichte entschieden und der Südtiroler Landtag mittlerweile Akteneinsicht ge- 70 nommen hat. Ob Sie, werte Kollegen der Grünen, das Urteil der Gerichte respektiert haben, weiß ich nicht. Es hat ja geheißen, dass man mit diesen Informationen sorgsam und vertraulich umgehen sollte. Sie haben Ihre Sorgfaltspflicht so gehandhabt, dass Sie prompt jede mögliche Schwachstelle ausgeleuchtet und auf Ihre Art und Weise interpretiert haben. Damit wollen Sie letztendlich logischerweise auch politisch punkten. Wir sind jedenfalls froh, dass wir diesen Betrieb führen können. Wie gesagt, zu Punkt 1 gibt es eine grundsätzliche Zustimmung unsererseits, weil wir glauben, dass diese Akteneinsicht wichtig ist. Wenn schon, dann müsste man diese Frage aber auf höherer Ebene regeln. Wenn man der Ansicht ist, dass im Land Südtirol das Gesetz der Transparenz und Offenlegung gilt, dann ist das in Ordnung und die Akten müssen offengelegt werden. Wenn man bestimmte Einschränkungen vornehmen möchte, dann muss man das statutarisch festlegen. EGGER (Die Freiheitlichen): Der Fraktionssprecher der SVP hat angekündigt, dass Punkt 1 durchgehen wird, während die anderen Punkte nicht genehmigt werden. Das wird die Grünen Kollegen dazu bewegen, auch über diese Punkte abstimmen zu lassen oder sie zurückzuziehen. Ich würde natürlich gerne über alle fünf Punkte abstimmen. Ich würde auch allen fünf Punkten zustimmen. Wir alle sind daran interessiert, in diese Verträge Einsicht nehmen zu können, wissend, dass es manchmal für Unternehmen von Nachteil sein kann, wenn gewisse, im Vertrauen festgelegte Details öffentlich werden. Ich würde in die Verträge gerne Einsicht nehmen und würde dann beurteilen, ob es richtig oder falsch ist, den Inhalt an die Öffentlichkeit zu bringen. Ich würde auch gerne über Punkt 2 abstimmen, den ich auch befürworte, wenngleich ich sagen muss, dass das die Kollegen Heiss und Dello Sbarba nicht ganz klar formuliert haben. Hier geht es um die Beteiligung der Gemeinden oder der SEL an Kraftwerken bis 3.000 Kilowatt. Es steht nicht, ob diese Beteiligung gratis abzutreten wäre oder ob die Gemeinden zu bezahlen haben. Ich wäre auf jeden Fall für eine kostenlose Abtretung. Nachdem es der SEL aufgrund großen politischen Druckes gelungen ist, Anteile und Quoten an diversen Gesellschaften zu erlangen, möge man die Gemeinden im Nachhinein nicht auch noch zur Kasse bitten. Auch über die Punkte 3, 4 und 5 würde ich gerne abstimmen. Das gilt insbesondere für den Punkt 5, denn die Neuausrichtung der SEL sollte auch hier im Südtiroler Landtag zur Sprache kommen. Die Verantwortlichen sollten uns darüber berichten und wir alle sollten das Recht haben, dazu Stellung zu nehmen. PRESIDENTE: Prima di dare la parola all'assessore Laimer, vorrei sentire il consigliere Dello Sbarba per quanto riguarda la proposta fatta dal consigliere Pichler Rolle, prego. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Il collega Pichler Rolle dice che sui punti dal due in poi, che riguardano la politica energetica, c'è bisogno di un approfondimento da parte della maggioranza e quindi si chiede più tempo per riflettere, e che invece sul punto 1 c'è un accordo. Noi abbiamo nessuna intenzione di fare questioni di principio, ci interessa portare avanti un confronto positivo. Quindi la mia proposta è questa: io ho già preparato, in base alle cose che ho sentito, una bozza di emendamento sostitutivo dell'intera mozione che riporta praticamente in votazione solo il punto 1. Per quanto riguarda il resto del testo, mi riservo già da subito di presentare una nuova mozione che possa andare in votazione a febbraio con gli altri punti. Chiedo quindi con un emendamento sostitutivo di votare il punto 1, e lo consegno adesso al segretario generale. Per quanto riguarda gli altri punti, avremo tempo di discuterne a febbraio con una mozione specifica che presentiamo subito. Forse possiamo continuare il dibattito su questo emendamento sostitutivo domani mattina come primo punto. PRESIDENTE: Lei può depositare questo emendamento, così possiamo farlo tradurre, e domani mattina alle 10 riprendiamo la discussione con la replica dell'assessore e la successiva votazione. Sospendiamo quindi la trattazione della mozione n. 423/11. Il punto n. 10, mozione n. 426/11, non può essere trattato in quanto non sono trascorsi ancora sei mesi dall'esame dell'ordine del giorno n. 26 al disegno di legge finanziario, che aveva lo stesso contenuto e che è stato respinto il 15 dicembre 2011. Mi risulta comunque che i consiglieri Klotz e Knoll abbiano già avanzato una richiesta scritta per la convocazione ad una audizione dei rappresentanti della commissione dei sei e dei dodici in Consiglio provinciale. Punto 11) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 226/10 del 23.6.2010, presentata dai consiglieri Egger, Leitner, Mair, Stocker Sigmar e Tinkhauser, riguardante anziani poveri in Alto Adige" (continuazione). 71 Punkt 11 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 226/10 vom 23.6.2010, (eingebracht von den Abgeordneten Egger, Leitner, Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend Altersarmut in Südtirol" (Fortsetzung). Ricordo che l'esame della mozione era stato rinviato in data 13 luglio 2011 dopo la lettura della stessa. La parola al consigliere Egger, prego. EGGER (Die Freiheitlichen): Herr Präsident, ich ziehe diesen Beschlussantrag zurück, da ich ihn überarbeiten und neu vorlegen möchte. PRESIDENTE: Va bene. La mozione è ritirata. Punto 12) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 292/11 del 31.1.2011, presentata dai consiglieri Heiss e Dello Sbarba, concernente la realizzazione della bretella ferroviaria della Val di Riga" (continuazione). Punkt 12 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 292/11 vom 31.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Heiss und Dello Sbarba, betreffend die Realisierung der Riggertalschleife" (Fortsetzung). Ricordo che l'esame della mozione era stato rinviato, su richiesta del primo firmatario consigliere Heiss, dopo la presa di posizione dell'assessore Widmann il 4 ottobre 2011. La parola al consigliere Heiss, prego. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Präsident! Natürlich ist es etwas merkwürdig, wenn man jetzt in einem Abstand von drei Monaten replizieren soll. Natürlich haben wir den Beschlussantrag damals auf eigenen Wunsch zurückgestellt, aber wir wollten die weitere Entwicklung im Bereich des öffentlichen Verkehrs abwarten. Diese Entwicklungen haben eigentlich wenig Neues ergeben und die Frage der Riggerstalschleife ist weiterhin eines der wichtigsten Probleme für den öffentlichen Nahverkehr in Südtirol. Landesrat Widmann ist nicht im Saal, vielleicht könnte man ihn hereinrufen. PRESIDENTE: L'assessore Widmann ha già espresso la sua posizione sulla mozione. Resta da fare solo la Sua replica, consigliere. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Landesrat Widmann, es geht um den Beschlussantrag zur Riggertalschleife. Die Diskussion darüber ist schon längst abgeführt worden. Die Realisierung der Riggertalschleife wäre für den öffentlichen Nahverkehr in Südtirol grundlegend. Die Verbindung des Pustertales mit Bozen würde durch diese Riggertalschleife wesentlich gewinnen. Damit würde die Pustertaler Straße entlastet und die Vertaktung innerhalb Südtirols grundlegend erleichtert. Aufgrund des Anstieges der Treibstoffpreise wäre dieser Schritt natürlich wesentlich. Während die Pustertaler Straße ständig durch die Genehmigung von neuen Bauabschnitten – unlängst die Umfahrung von Percha in einer Größenordnung von 59 Millionen Euro – gefördert wird, wäre es zielführender, wenn die Riggerstalschleife in der Größenordnung von 25 bis 30 Millionen Euro einen entschiedenen Anschub erfahren würde. Die Begründung ist mehr als klar. Landesrat Widmann ist eher zögerlich und wird diesem Beschlussantrag mit wesentlichen Vorbehalten gegenüberstehen. Ich denke aber, dass wir ihn jetzt einfach zur Abstimmung bringen werden, so nach dem Motto "Getretener Quark wird breit, nicht stark". Ich ersuche die Kolleginnen und Kollegen, dafür zu stimmen. WIDMANN (SVP): (unterbricht) HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Herr Präsident, ich würde Sie ersuchen, die Abstimmung auf morgen zu vertragen. Bis dann finden wir vielleicht eine Formulierung, die passen könnte. PRESIDENTE: Sospendiamo la mozione fino a domani mattina. Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle, prego. PICHLER ROLLE (SVP): Herr Präsident, es hätte wenig Sinn, noch mit der Behandlung eines weiteren Beschlussantrages zu beginnen. Ich würde also vorschlagen, die Sitzung für heute zu schließen. 72 PRESIDENTE: Se nessuno si oppone accolgo la richiesta. Prima di chiudere l’odierna seduta Vi comunico che in ordine al processo verbale della seduta precedente, messo a disposizione all’inizio dell’odierna seduta, non sono state presentate durante la seduta richieste di rettifica, per cui lo stesso, ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno, si intende approvato. La seduta è chiusa. Ore 18.42 Uhr Es haben folgende Abgeordnete gesprochen: Sono intervenuti i seguenti consiglieri/le seguenti consigliere: ARTIOLI (7, 11, 37) DELLO SBARBA (1, 2, 3, 5, 18, 36, 44, 49, 54, 68, 70) DURNWALDER (10, 11, 12, 15, 16, 38, 39, 54, 66) EGGER (8, 43, 50, 51, 69, 70) HEISS (8, 9, 15, 42, 53, 65, 71) KASSLATTER MUR (10, 12, 23) KLOTZ (6, 13, 14, 19, 23, 36, 53) KNOLL (42, 50, 51, 59) LAIMER (2, 3, 5, 8, 9, 17, 18, 19, 20, 21, 22) LEITNER (21, 22, 36, 41, 43, 52, 58) PICHLER ROLLE (37, 51, 65, 69, 71) PÖDER (14, 16, 17, 22) SCHULER (20, 21) SEPPI (41, 59, 64, 66) STIRNER BRANTSCH (12, 13) THEINER (59) TINKHAUSER (24, 53) URZÌ (9, 10, 38, 44, 48, 52, 54, 58) VEZZALI (10, 11, 16, 51, 58, 60) WIDMANN (6, 7, 13, 14, 15, 20, 43)