Wortprotokoll

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Wortprotokoll
XIV. Legislaturperiode
XIV legislatura
WORTPROTOKOLL
DER LANDTAGSSITZUNG
RESOCONTO INTEGRALE
DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO
PROVINCIALE
NR. 91
N. 91
vom 06.04.2011
del 06/04/2011
Präsidentin
Vizepräsident
DDr.in Julia Unterberger
Mauro Minniti
Presidente
Vicepresidente
WORTPROTOKOLL
DER LANDTAGSSITZUNG
RESOCONTO INTEGRALE
DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO
PROVINCIALE
NR. 91
N. 91
vom 06.04.2011
del 06/04/2011
Inhaltsverzeichnis
Indice
Beschlussantrag Nr. 171/09 vom 23.10.2009,
eingebracht vom Abgeordneten Seppi, betreffend die
eindeutige Absage an die beabsichtigte Einführung
einer Stunde Islamunterricht an Südtiroler Schulen.
(Fortsetzung) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 1
Mozione n. 171/09 del 23.10.2009, presentata dal
consigliere
Seppi,
concernente:
Scongiurare
qualsiasi ipotesi di inserimento di un'ora settimanale
di religione islamica nelle scuole provinciali.
(continuazione). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1
Beschlussantrag Nr. 184/09 vom 18.12.2009,
eingebracht von den Abgeordneten Artioli und Pöder,
betreffend die Errichtung eines Auffanglagers im
Gebiet der Euroregion "Trentino - Tirol - Alto
Adige/Südtirol". . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 2
Mozione n. 184/09 del 18.12.2009, presentata dai
consiglieri Artioli e Pöder, concernente la reazione di
un CIE sul territorio dell'Euroregione "Trentino Tirolo Alto Adige/Südtirol". . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 2
Beschlussantrag Nr. 196/10 vom 5.2.2010,
eingebracht vom Abgeordneten Pardeller, betreffend
die Pendlerpauschale. . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 10
Mozione n. 196/10 del 5.2.2010, presentata dal
consigliere Pardeller, concernente
il contributo
forfettario per i pendolari. . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 10
Beschlussantrag Nr. 197/10 vom 8.2.2010,
eingebracht vom Abgeordneten Seppi, betreffend:
Abscheuliche Vergewaltigungen und Prostitution in
den Straßen der Stadt: diese Probleme können nur
dann gelöst werden, wenn sie ohne politische
Scheinheiligkeit durch eine Wiedereröffnung der
Freudenhäuser angegangen werden. . . . . . Seite 15
Mozione n. 197/10 dell'8.2.2010, presentata dal
consigliere Seppi riguardante: Abominevoli atti di
stupro e prostituzione nelle vie cittadine: questioni
risolvibili solo se affrontati senza ipocrisia e quindi
con la riapertura delle "case chiuse". . . . . . . .pag. 15
Beschlussvorschlag: Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung der
Ortsnamenfrage (Artikel 24 der Geschäftsordnung). .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 26
Proposta di deliberazione: Nomina di una
commissione
speciale
per
lo
studio
e
l’approfondimento della toponomastica (articolo 24
del regolamento interno. . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26
Beschlussvorschlag: Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung des
Sachbereiches des Erlernens der Zweitsprache in
Südtirol (Artikel 24 der Geschäftsordnung). . Seite 36
Proposta di deliberazione: Nomina di una commissione speciale per lo studio e l’approfondimento della
tematica relativa all’apprendimento della seconda
lingua in provincia di Bolzano (articolo 24 del regolamento interno). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 36
Beschlussantrag Nr. 201/10 vom 17.2.2010, eingebracht von den Abgeordneten Klotz und Knoll, betreffend Bahnverkehr Nord-Süd-Ost-Tirol. . . . . .Seite 42
Mozione n. 201/10 del 17.2.2010, presentata dai
consiglieri Klotz e Knoll, riguardante collegamenti ferroviari fra Tirolo del Nord, l'Alto Adige e il Tirolo
orientale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 43
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Vorsitz der Präsidentin | Presidenza della presidente: DDr.in Julia Unterberger
Ore 10.05 Uhr
Namensaufruf - appello nominale
PRÄSIDENTIN: Die Sitzung ist eröffnet.
Ich ersuche um die Verlesung des Protokolls der letzten Sitzung.
HOCHGRUBER KUENZER (Sekretärin - SVP) und STIRNER BRANTSCH (Sekretärin – SVP): Verlesen
das Sitzungsprotokoll | leggono il processo verbale
PRÄSIDENTIN: Wenn keine Einwände erhoben werden, so gilt das Protokoll als genehmigt.
Für die heutige Sitzung hat sich Landesrat Berger (ganztägig) entschuldigt.
Wir fahren mit der Behandlung der Tagesordnung fort.
Punkt 25 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 171/09 vom 23.10.2009, eingebracht vom Abgeordneten Seppi, betreffend die eindeutige Absage an die beabsichtigte Einführung einer Stunde Islamunterricht an Südtiroler Schulen." (Fortsetzung)
Punto 25) dell’ordine del giorno: "Mozione n. 171/09 del 23.10.2009, presentata dal consigliere Seppi,
concernente: Scongiurare qualsiasi ipotesi di inserimento di un'ora settimanale di religione islamica nelle
scuole provinciali." (continuazione)
Abgeordneter Dello Sbarba, Sie haben das Wort, bitte.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Stiamo discutendo la mozione presentata dal collega Seppi che titola "scongiurare qualsiasi ipotesi di inserimento di un'ora alla settimana di religione islamica nelle scuole provinciali". Noi voteremo contro questa mozione, perché riteniamo che si inventa un
problema per poi offrire una selezione, e lo si capisce anche dal testo della mozione. Essa dice che c'è una dichiarazione ai giornali della dott.ssa Minnei che lascerebbe intendere che servirebbe aprire, che non esclude, così ci
sembra di interpretare dalle interviste, ecc. Io non credo che noi possiamo in questo Consiglio provinciale fare
delle mozioni che si basano sulle interpretazioni di interviste, quindi sarebbe un'interpretazione al quadrato, perché
già sappiamo tutti che i giornali non riportano quello che diciamo ma già interpretano, poi se noi interpretiamo
l'interpretazione mi sembra un'operazione scorretta. Non credo che questa mozione sia una cosa seria, che ponga
un problema che esiste. Il problema non esiste, perché noi sappiamo che in provincia di Bolzano l'insegnamento
della religione, in particolare della religione cattolica, è super garantito, molto più che nel resto d'Italia. Sappiamo
che la Provincia di Bolzano su alcuni elementi si distacca anche dall'ultimo concordato. Faccio un esempio, ho
avuto tre figli, ne ho ancora una nelle scuole, quindi so come funziona l'insegnamento della religione cattolica. Nel
resto d'Italia c'è un'ora di insegnamento della religione, in provincia di Bolzano ce ne sono due, non solo ma nel
resto d'Italia le persone che vogliono avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica devono fare domanda,
invece in provincia di Bolzano l'insegnamento della religione è obbligatorio, salvo esclusione su richiesta volontaria. Più blindata di così, il doppio delle ore che nel resto del Paese, un rovesciamento della logica nel senso che
nel resto del Paese bisogna chiedere di seguire l'insegnamento religioso, mentre qui bisogna chiedere di essere
esonerati, si muore.
Teniamo conto anche, ho tirato da internet un documento della Commissione europea che paragona lo
status dell'insegnamento religioso nei vari paesi d'Europa. L'Italia è uno dei Pesi in cui l'insegnamento della religione cattolica è più blindato di tutti. Ci sono Paesi in cui si insegna la religione islamica, e sono il Belgio dove si
insegna la religione cattolica, ebraica, ortodossa, islamica e protestante, in Germania nei vari Länder, eccetto
Brema, vengono insegnate una qualsiasi delle religioni praticate sul territorio federale. Attualmente sono offerti
insegnamento buddisti, cristiani, ebraici e islamici. Nella cattolicissima Spagna con il concordato del 1979 si può
richiedere l'insegnamento della religione cattolica, protestante, ebraica e islamica. Questa è la situazione di alcuni
Pesi d'Europa. In Italia il problema non si pone, la priorità dell'insegnamento della religione cattolica è normato e
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ancorato al concordato. Qui tra l'altro è rafforzato dal doppio delle ore e dall'obbligatorietà, salvo non avvalersi,
mentre nel resto d'Italia bisogna chiedere di avvalersi per fare la religione cattolica. Quindi credo che il problema
non sussista.
C'è un problema però di riconoscimento della libertà anche della pratica religiosa, e c'è il problema dell'insegnamento delle religioni, della storia delle religioni a scuola. Mi risulta che nei programmi di insegnamento anche approvati dalla Curia questo ci sia, e c'è un problema di non lasciare alla clandestinità la pratica delle altre
religioni, perché questo crea delle situazioni chiuse che poi possono diventare pericolose. Io mi spiego così perché la Germania che ha una presenza di altre religioni molto forte, preferisce tirarla dentro la scuola la possibilità
di insegnamento di altre religioni, perché nella scuola questo insegnamento si fa in maniera trasparente e non
viene delegato ai ghetti separati e chiusi delle comunità separate. Teniamo conto di questi problemi, però ripeto, in
questo caso, per quanto riguarda l'Italia anche nel paragone con il resto d'Europa, il paragone non sussiste e non
sussiste soprattutto in provincia di Bolzano, dove l'insegnamento della religione cattolica è moltiplicato per due
rispetto a come viene praticato nel resto del Paese.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Vorrei presentare un emendamento.
PRÄSIDENTIN: Dann unterbrechen wir kurz die Behandlung dieses Beschlussantrages, damit der vom
Abgeordneten Seppi eingebrachte Änderungsantrage übersetzt und verteilt werden kann. Inzwischen fahren wir
mit dem nächsten Tagesordnungspunkt fort.
In der gestrigen Fraktionssprechersitzung wurde beschlossen, den Tagesordnungspunkt Nr. 26, Landesgesetzentwurf Nr. 15/09, auf die nächste Sitzungssession zu vertagen.
Der Abgeordnete Urzì hat beantragt, die Behandlung des Beschlussantrages Nr. 176/09 auf die nächste
Sitzungsfolge zu vertagen.
Weiters wurde in der gestrigen Fraktionssprechersitzung beschlossen, dass die folgenden Tagesordnungspunkte auf die nächste Sitzungssession vertagt werden: Punkt 28 der Tagesordnung, Landesgesetzentwurf Nr.
36/09, Punkt 29 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 178/09, und Punkt 30 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 183/09.
Wir kommen nun zu Punkt 31 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 184/09 vom 18.12.2009, eingebracht von den Abgeordneten Artioli und Pöder, betreffend die Errichtung eines Auffanglagers im Gebiet
der Euroregion "Trentino - Tirol - Alto Adige/Südtirol"."
Punto 31) dell’ordine del giorno: "Mozione n. 184/09 del 18.12.2009, presentata dai consiglieri Artioli e
Pöder, concernente la reazione di un CIE sul territorio dell'Euroregione "Trentino - Tirolo Alto
Adige/Südtirol"."
Ich verlese den von der Abgeordneten Artioli eingebrachten Ersetzungsantrag:
Die italienische Regierung hat neue Sicherheitsbestimmungen verabschiedet.
Besagte Bestimmungen entspringen der Zusammenarbeit zwischen den Mitgliedsstaaten der Europäischen Union bzw. über bilaterale Abkommen mit den Durchgangs- oder Herkunftsländern zahlreicher Einwanderer, die sich für Italien als ersten Hafen und Sprungbrett nach Nordeuropa entscheiden.
Es gibt zwar ein Recht auf politisches Asyl, das die Regierungen dazu verpflichtet, die Aufenthaltskosten des Antragstellers für die Dauer von sechs Monaten zur Gänze zu übernehmen, aber die
Abteilung für Öffentliche Sicherheit selbst rät davon ab, allzu oft auf diese Antragsform zurückzugreifen.
Im Kampf gegen die illegale Einwanderung wurden in Italien Bestimmungen eingeführt, die die illegale Einreise und den illegalen Aufenthalt im Land strafbar machen.
Das Gesetz Nr. 94/2009 sieht die Möglichkeit vor, illegale Einwanderer zur Identifizierung und anschließenden Ausweisung bis zu 180 Tage in Auffanglagern festzuhalten.
Unser Land wird als Grenzland zu Süd- und Mittel- bzw. Nordeuropa betrachtet.
In Südtirol gibt es zurzeit noch kein Auffanglager zur Identifizierung und anschließenden Ausweisung
von Einwanderern.
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Die derzeitige Situation auf Landesebene zeugt von der absoluten Wirkungslosigkeit der staatlichen
Maßnahmen und der Erfolglosigkeit der Anstrengungen von Justiz und Polizei.
Die Bürger fordern auch im Zusammenhang mit dem Thema Sicherheit Rechtmäßigkeit und die Gewissheit der Strafverfolgung. Dem widerspricht die Tatsache, dass wir einem "täglichen Straferlass"
gegenüberstehen, mit Verhaftungen, die in einem Zeitraum von sechs Monaten mindestens dreioder viermal für dasselbe Vergehen erfolgen.
Laut den Daten der Abteilung für Öffentliche Sicherheit werden 30 Prozent der Massendelikte von
illegalen Einwanderern begangen.
Etwa 60-70 % der illegalen Einwanderer kommen mit einem regulären Touristenvisum nach Italien
und bleiben nach Ablauf desselben im Land.
Die illegalen Einwanderer, die auf dem Schiffsweg nach Süditalien gelangen, stellen lediglich 10 %
der illegalen Einwanderung dar. Diese wurde unter anderem fast zur Gänze unterbunden, und zwar
dank den Abschiebungen, die in einer ersten Phase von der Regierung Prodi eingeführt und dann
von der derzeitigen Regierung unter Berlusconi über bilaterale Abkommen mit den Nachbarländern
wieder aktiviert wurden.
Laut Regierungsprogramm kann in jeder italienischen Region, und somit auch im Trentino und in
Südtirol, ein Auffanglager zur Identifizierung und anschließenden Ausweisung von illegalen Einwanderern errichtet werden.
Dabei obliegt es der Regierung und den zuständigen Ministerien, die Errichtung eines solchen Auffanglagers in den Regionen und autonomen Provinzen zu genehmigen.
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
- Verhandlungen mit den zuständigen Ministerien zu führen, um die Bereitschaft der italienischen
Regierung, ein solches Auffanglager in Südtirol zu errichten, in Erfahrung zu bringen;
- abzuwägen, ob das künftige neue Gefängnis in Bozen oder ein anderer verfügbarer Ort für den
Gewahrsam, die Identifizierung und Ausweisung ausländischer Staatsbürger ohne ordnungsgemäße Aufenthaltsgenehmigung benutzt werden könnte, die in Südtirol ausfindig gemacht und verhaftet wurden oder von der zuständigen Gerichtsbehörde in Südtirol wegen Verletzung der in Italien geltenden Einwanderungsgesetze verurteilt wurden.
---------Premesso che il Governo italiano ha promosso nuove norme sulla sicurezza;
considerato che dette normative rientrano anche in un quadro di collaborazione tra Stati membri dell'Unione Europea e, attraverso accordi bilaterali, con Paesi di transito o di provenienza di molti immigrati che scelgono l'Italia quale primo approdo e ponte per il loro arrivo nel nord Europa;
premesso che sussista il diritto all'asilo politico che impegna i Governi ad un'accoglienza a totale carico del Paese ospitante per una durata di sei mesi e che lo stesso Dipartimento di Pubblica Sicurezza suggerisce, però, di evitare un uso strumentale di queste richieste;
premesso che la lotta all'immigrazione clandestina ha introdotto in Italia norme che prevedono i reati
di ingresso e soggiorno illegale;
premesso che la legge n. 94/2009 prevede la possibilità di trattenere gli immigrati irregolari nei CIE
fino a 180 giorni, consentendone l´identificazione e la successiva espulsione;
premesso che la nostra Provincia è considerata zona di confine tra il sud e il centro nord Europa;
premesso che nella Provincia autonoma di Bolzano non esista, attualmente, un CIE;
premesso che l'attuale scenario provinciale rappresenta una situazione che registra l'assoluta inutilità
della risposta dello Stato e la vanificazione degli sforzi della magistratura e delle forze di polizia;
considerata la richiesta di legalità e certezza della pena che proviene dai cittadini anche in tema di
sicurezza e il contrastante dato di fatto che registra una situazione di vero e proprio "indulto quotidiano", con arresti che ricorrono per lo stesso reato almeno tre o quattro volte nell'arco di sei mesi;
considerato che secondo i dati del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, il trenta per cento dei reati di
criminalità diffusa sono commessi da immigrati clandestini;
considerato che il 60-70% della popolazione clandestina in Italia è rappresentata da chi entra con regolari visti turistici e poi rimane sul territorio;
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considerato che solo un 10% della clandestinità è rappresentata dagli sbarchi nel sud Italia, peraltro
quasi totalmente risolti con i respingimenti avviati in una prima fase dal Governo "Prodi" e
successivamente riattivati con accordi bilaterali nei Paesi confinanti, dall'attuale Governo Berlusconi;
premesso che la programmazione del Governo italiano preveda la possibilità di costruire un CIE in
ogni Regione italiana e nelle Provincie autonome di Trento e Bolzano;
premesso che è facoltà del Governo e dei Ministeri competenti, autorizzare la creazione di un CIE
nelle succitate Regioni e Provincie autonome.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
- a promuovere le trattative con i Ministeri competenti per verificare la disponibilità del Governo italiano alla creazione di un CIE sul territorio della Provincia autonoma di Bolzano;
- a effettuare una valutazione sull'impiego del futuro nuovo carcere di Bolzano, o altro luogo disponibile, da adibire anche parzialmente alle funzioni di custodia, identificazione ed espulsione, per
cittadini stranieri senza regolare permesso di soggiorno individuati e arrestati esclusivamente sul
territorio provinciale o condannati dall'autorità giudiziaria competente sul territorio provinciale per
la violazione delle leggi di immigrazione vigenti in Italia.
Abgeordnete Artioli, Sie haben das Wort zur Erläuterung.
ARTIOLI (Lega Nord): Vorrei spiegare un po' meglio la mozione perché forse c'è un malinteso. Noi abbiamo un problema in Alto Adige e cioè che quando i magistrati arrestano un clandestino, devono mandarlo a
Bologna al CIE che è sempre pieno, per cui non facciamo l'identificazione e l'espulsione. Viene dato solo un foglio
di via dalla Questura, il che vuol dire che uno che viene arrestato qui dopo un'ora è di nuovo libero, dato che noi
non possiamo fare l'espulsione non avendo il Centro di Identificazione ed Espulsione. Questo è successo con il
pakistano che ha ucciso 10 persone nel suo paese e qua è tornato libero, perché se non si identifica una persona
non si può sapere che cosa ha fatto.
La mia proposta è, siccome facciamo un carcere nuovo entro cinque anni, possiamo fare un'ala, come si fa
per le madri che hanno bambini nelle carceri, dove si fanno le identificazioni, il che non vuol dire che le persone
finiscono dentro una cella, bisogna fare un'ala per le identificazioni ma solo per quelli che vengono arrestati sul
nostro territorio. Non esiste che noi prendiamo uno del Veneto o della Lombardia e lo identifichiamo in Alto Adige.
Io dico, visto che nel giro di cinque anni creeremo una struttura nuova e non l'abbiamo previsto, che dovremmo
prevedere un'ala di identificazione ed espulsione in Alto Adige, perché noi siamo una zona di passaggio, quindi
anche noi abbiamo i clandestini. Basta parlare con i magistrati e la Questura. Se la mia mozione tecnicamente non
è giusta, sono disponibile sia a ritirarla che a modificarla, ma il concetto che io voglio è di identificazione l'ala di
CIE ma solo per gli arresti che vengono effettuati in Alto Adige. Non è che chiediamo di identificare qualcuno del
Veneto o della Lombardia. Siccome tutti dobbiamo guardare al futuro, sappiamo che arrivano questi tunisini, per
cui sappiamo benissimo cosa succederà in futuro, per cui chiediamo sicurezza per la nostra gente. Chiediamo di
poterli identificare e di poter far loro il figlio di via e farli rimpatriare.
Questo era il concetto a cui volevo arrivare, per una questione di sicurezza che ha già introdotto il governo
Prodi, non è una cosa che invento io o il ministro Maroni, è una legge che è stata inventata per identificare e far
rimpatriare chi ha avuto delle condanne. I magistrati di Bolzano dicono che nemmeno chiedono più di mandare i
clandestini a Bologna, perché sanno benissimo che non c'è posto e non viene fatta l'identificazione. Questo vuol
dire meno sicurezza per noi che siamo una terra di frontiera. Poi la mia massima disponibilità a modificare la mozione dal lato tecnico. Se volete posso chiedere di interrompere la trattazione della mozione, altrimenti votate contro e sapremo che da noi gli illegali girano a piede libero, però deve saperlo anche la popolazione che non troveremo una soluzione per il futuro, perché sappiamo che i clandestini non vengono né identificati né espulsi. Viene
dato loro solo un foglio di via e voi sapete che non serve assolutamente a niente, non vengono rimpatriati. È una
scelta di sicurezza quella che facciamo.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Verehrte anwesende Damen und Herren, liebe Frau Präsidentin! Ich verstehe die Kollegin Artioli wirklich nicht. Gestern hat sie sich in der Sendung "Pro und Contra" dafür
ausgesprochen, dass in Südtirol möglichst wenige Flüchtlinge und illegal Eingewanderte aufgenommen und ent-
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sprechend untergebracht werden. Wir haben immer die Meinung vertreten, dass wir bereits 13 dieser Auffanglager
haben und dass diese ausreichen müssten, um die Identität festzustellen und eventuell zu entscheiden, ob die
Personen zurückgeschickt werden, ob sie hier bleiben oder weitergeschickt werden. Wir sollten uns nicht noch
dafür bewerben, dass wir ein für diesen Zweck entsprechendes Auffanglager bekommen. Wie aus dem ersten
Punkt hervorgeht, sollten wir mit den zuständigen Ministerien verhandeln, damit wir ein solches Auffanglager bekämen. Ich glaube, dass das nicht in unserem Interesse ist. Wenn man nur die Identität feststellen muss, dann
kann man das auch in den bereits bestehenden Auffanglagern machen. Ich glaube nicht, dass unsere Bevölkerung dafür Verständnis hätte, dass von Rom oder Lampedusa sämtliche Menschen nach Bozen kommen, um
festzustellen, ob sie die entsprechenden Voraussetzungen haben oder nicht. Ich bin deshalb der Meinung, dass
wir mit diesem Beschlussantrag niemals einverstanden sein können. Heute Abend wird unser Vertreter in Rom
sagen, dass wir das nicht wollen. Ich sage aber auch, dass - menschlich gesehen - diesen Leuten geholfen werden muss! Es soll an Ort und Stelle, in Tunesien oder Ägypten, geholfen werden, aber man soll diese Personen
nicht nach Bozen bringen, um hier die Identität festzustellen. Dann werden wir Hunderte von Leuten herholen, nur
um festzustellen, ob sie die Voraussetzungen haben oder nicht. Wir können jetzt noch nicht sagen, ob wir das
Gefängnis, das wahrscheinlich erst in einigen Jahren fertig sein wird, als solches Auffanglager anerkennen, d.h.
diese Aufgabe übertragen und all diejenigen, die hier sind, dort unterbringen. Zuerst müssen wir einmal das Gefängnis bauen. Wir haben kein Interesse daran, Leute von außen hier her zu uns ins Gefängnis zu bringen, denn
dann müssten wir es dreimal so groß bauen. Wir sollten aber das Gefängnis an unsere Verhältnisse anpassen.
Wir wollen nicht mehr als 200, 250 Plätze vorsehen und wir wollen keine illegalen Einwanderer in Südtirol unterbringen. Vielleicht wäre das sogar eine Einladung, damit man möglichst viele Menschen hierher bringt, weil es sich
im Bozner Gefängnis besser lebt und die entsprechende Struktur vorhanden ist. Ich glaube, liebe Kollegin, entweder haben Sie sich das nicht gut überlebt oder sich nicht richtig ausgedrückt. Jedenfalls können wir den Beschlussantrag in dieser Form nicht akzeptieren, weil diese Struktur nichts anderes wäre als eine Einladung hier
herzukommen bzw. als Auffanglager dienen würde. Jetzt bereits zu sagen, dass im Bozner Gefängnis die illegalen
Einwanderer untergebracht werden können, nein, das wollen wir nicht! Deshalb ein entschiedenes Nein zu diesem
Beschlussantrag!
ARTIOLI (Lega Nord): Come al solito si dimostra che non ascolta, presidente Durnwalder, infatti aveva
quattro assessori attorno a Lei mentre io cercavo di spiegare la situazione. Ho spiegato che se dovessi aver
messo una frase sbagliata in lingua italiana, ero disponibile a cambiarla. Comunque il discorso era molto chiaro:
mai e poi mai prendere gente da fuori provincia, infatti è scritto "solo gente dell'Alto Adige" che viene fermata sul
nostro territorio, mai e poi mai tunisini di adesso. Siccome ci vuole un'ala a parte del carcere, perché servono sei
mesi per identificare una persona e se Lei si informa vedrà che i magistrati di Bolzano nemmeno fanno più le carte
per mandarli a Bologna, perché il centro di identificazione è talmente pieno che non li mandano. Nemmeno una
pattuglia va più giù, perciò noi ci teniamo qui i clandestini che scopriamo sul nostro territorio, come quel pakistano
che ha ucciso 10 persone nel suo paese e che serviva tranquillamente in un negozio di via Garibaldi, e chi se ne
frega se ci vende le banane, ma ha ammazzato 10 persone nel suo paese! È giusto che noi ci metteremo altri
cinque anni per fare il nuovo carcere, quello che io volevo dire, e sono sicura che Lei, presidente, ce la farà a farlo,
ma a quel punto pensiamo ad un'ala per quelli che vengono fermati sul nostro territorio. Lo sottolineo, solo quelli
fermati sul nostro territorio bisogna identificarli e buttarli fuori. Facciamo l'esempio, se io fermo un extracomunitario
senza documenti, illegale, che magari è scappato da una galera, siccome ci metto sei mesi a capire chi è, perché
non ha documenti, non so da dove viene, che cosa facciamo? Ce lo teniamo qui, poi andiamo a passeggio la sera,
abbiamo questo vicino che magari ci tira una coltellata, però a noi dà fastidio identificarli, e ce li teniamo qui. La
Questura rilascia loro un foglio con scritto che entro 15 giorni deve tornare a casa. Chiedo, secondo Lei, quella
persona torna a casa a piedi? Ma in quale film succede? Se non li metti su una nave o su un aereo quelli restano
qui! Con il CIE entro sei mesi viene identificato, e poi viene messo su una nave o su un aereo e scortato con la
polizia fino a casa sua. Qui non c'è il CIE, quindi non possiamo farlo. La mia idea era per una prospettiva futura, in
cui possiamo impiegarci 5 o 10 anni, però il problema diventerà sempre peggio. Le do ragione, presidente, mai
aprire un CIE dove facciamo venire gente dalla Lombardia o del Veneto! Io chiedo un'area dove identifichiamo
quelli che vengono fermati in Alto Adige, perché siamo una zona di passaggio. Lei sa che al Brennero vengono
fermati in continuazione, ma dopo un'ora sono di nuovo liberi con un foglio di via e restano sul territorio.
Io chiedo solo di vedere se si può trovare una soluzione per il futuro, però voi votate pure contro!
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URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Chiedo la votazione separata del primo
punto della parte impegnativa.
PRÄSIDENTIN: Wir stimmen also zuerst über den gesamten Beschlussantrag ab, ausgenommen Punkt 1
des beschließenden Teiles: mit 20 Nein-Stimmen und 2 Stimmenthaltungen abgelehnt.
Punkt 1 des beschließenden Teiles: mit 18 Nein-Stimmen und 6 Ja-Stimmen abgelehnt.
Somit ist Beschlussantrag Nr. 184/09 abgelehnt.
Wir kommen nun zurück zu Punkt 25 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 174/09. Ich verlese den vom
Abgeordneten Seppi eingebrachten Änderungsantrag: "Der verpflichtende Teil wird wie folgt ersetzt: "sich gegen
den Islamunterricht an den Schulen aller drei Sprachgruppen jeglicher Art und Stufe auszusprechen"."
"La parte impegnativa è così sostituita: "a dichiarare la propria contrarietà all'insegnamento della religione
islamica all'interno delle scuole di tutti e tre i gruppi linguistici e di qualsiasi ordine e grado"."
Abgeordneter Seppi, Sie haben das Wort zur Erläuterung.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): I quattro punti che caratterizzavano la mozione iniziale
nella parte impegnativa, benché li ritenga corretti, comprendevano un passaggio che è già stato approvato da
questo Consiglio, che è quello della presenza del crocifisso all'interno delle aule scolastiche. Ci sono già state due
votazioni, una in seguito ad un emendamento presentato da me alla legge di bilancio di quattro anni fa, e una
mozione presentata dalla collega Artioli qualche mese fa. Andava invece ribadito il concetto che scongiuri la possibilità, come già segnalato anche dal collega Dello Sbarba che voleva fare il discorso contro la mozione, ma l'ha
fatto a favore quando dice che c'è già in diversi Stati d'Europa questa abitudine, per me inconcepibile, di insegnare
altre religioni, compresa quella islamica, all'interno delle scuole è un prassi costituita. Noi questa ipotesi la vogliamo scongiurare, quindi essendo questo il titolo della mozione, ho deciso di eliminare i quattro punti previsti
inizialmente e sostituire la parte impegnativa con il seguente testo: "Si impegna la Giunta provinciale e il Consiglio
provinciale a dichiarare la propria contrarietà all'insegnamento della religione islamica all'interno delle scuole di
tutti e tre gruppi linguistici di qualsiasi ordine e grado". Con questo vorrei aver tolto un po' di confusione che ho
percepito nelle dichiarazioni che sono state fatte dai colleghi ieri, di cui ringrazio, perché è stato confuso l'insegnamento della religione con l'insegnamento della storia della religione, che è una cosa diversa. Andare a spiegare ai ragazzi all'interno delle scuole cosa è l'induismo, l'islamismo, l'ebraismo e le altre religioni è un conto, andare a fare lezioni di dottrina relativamente ad una religione è altra cosa. Quindi c'era confusione e c'era forse una
presa di posizione da parte mia che parte dal concetto di come io ho vissuto la scuola e di come erano i programmi di quando andavo a scuola io. Evidentemente non sono i programmi che ha seguito il collega Knoll che è
andato a scuola qualche anno dopo di me, ma al di là di questo ragionamento che coinvolge ogni tipo di situazione
attuale, quindi non si fa più riferimento al passato, ritengo che sia fondamentale proprio perché non accada ciò
che è accaduto in Spagna, in Belgio e specialmente in Germania, scongiurare questa ipotesi, perché non insegnare la storia dell'islam ma dedicare delle ore, seppure facoltative, allo studio della dottrina coranica è tutt'altra
cosa che uno studio relativo alla sua storia e alla sua espansione sui territori in cui l'islam è presente.
La mozione, così come è emendata, è chiara e si capisce cosa vogliamo esprimere, al di là di quanto può
aver detto la dirigente scolastica dottoressa Minnei un anno e mezzo fa o ciò che abbia in seguito fatto. Io non mi
sento così garantito così come il collega Dello Sbarba. Se siamo garantiti, meglio, ma se non lo fossimo meglio
cautelarsi, quindi meglio imporre subito un certo ragionamento e una certa questione che venga deliberata in un
certo modo. Questa è l'intenzione della mozione e anche dell'emendamento da me presentato.
TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura italiana e all' edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): Il problema non si pone nei termini in cui è stato proposto con la mozione,
perché l'insegnamento della religione si colloca nel quadro delle finalità della nostra scuola ed è previsto da normative che fanno riferimento anche al Concordato. La Repubblica italiana riconosce il valore della cultura religiosa, riconosce i principi del cattolicesimo come patrimonio storico del popolo italiano e l'insegnamento della
religione nel quadro della finalità della scuola. In particolare con la revisione del Concordato si è riconosciuto in
un'ottica di laicità di competenza il valore formativo della cultura religiosa e dei principi del cattolicesimo come
parte del patrimonio storico del popolo italiano. Questo non significa che nelle ore di religione non si debba prendere in considerazione lo studio e l'approfondimento delle varie forme del fenomeno religioso. È questo che nella
mozione non risulta chiaro. Vorrei citare la Conferenza episcopale italiana in una nota pastorale del 1991, in cui si
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dice esplicitamente: "La conoscenza delle fonti della religione cattolica, ossia la Bibbia, la tradizione viva della
Chiesa e del suo magistero con la centralità della persona e dell'opera salvifica di Gesù Cristo via via che dalla
scuola materna si giunge a quella superiore si integra e si arricchisce della conoscenza e del confronto con i valori
spirituali e morali che sono presenti in altre religioni o anche al di fuori di ogni religione, perché sono valori che
appartengono alla ricerca dell'uomo sul senso della vita e sugli interrogativi decisivi che l'accompagnano". Questa
non è l'opinione della Sovrintendente o dell'assessore di turno, ma è l'indicazione della Conferenza Episcopale
italiana, cioè si parte dalle basi della religione cristiano-cattolica, e questo è previsto, ma si allarga nelle nostre
scuole ad un confronto anche col fenomeno religioso. Ricordiamo anche il tema che l'ebraismo e la religione cristiana sono legate. Si può studiare l'uno senza l'altro? Così anche l'Islam in quanto religione monoteista che è
legata profondamente in termini storici e culturali, quindi l'insegnamento della religione oggi nelle nostre scuole è a
360 gradi, non è la catechesi, come è stato sottolineato anche da alcuni colleghi. Vi è un'attenta pianificazione da
parte dei nostri docenti, c'è un approccio scientifico e critico al fenomeno religioso nelle sue molteplici esperienze
storiche e anche una seria attenzione all'autocomprensione che ciascuna religione ha di sé, a partire da quelle più
rilevanti per la storia e per il tessuto culturale e spirituale del nostro Paese.
Quindi non si pone il problema dell'insegnamento dell'ora di religione musulmana che non esiste, però all'interno dell'ora di religione la comparazione con altre religioni è prevista, si fa ed è peraltro richiesta anche dalla
Conferenza Episcopale italiana. Per queste ragioni riteniamo che la mozione, anche così emendata, vada respinta.
PRÄSIDENTIN: Wir stimmen über den Beschlussantrag ab.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): È sempre accaduto in quest'aula che alla fine della replica ci sia la presa di posizione da parte del presentatore.
PRÄSIDENTIN: Entschuldigung! Sie haben das Wort zur Replik.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Finché si scusa mi sta bene, presidente, possiamo tutti
sbagliare, importante è non perseverare nell'errore.
Ho ascoltato con molta attenzione le osservazioni dei colleghi e dell'assessore competente che in effetti dà
una sua spiegazione a tutto ciò che è previsto in questa mozione. Al di là del fatto che il riferimento a ciò che disse
la dirigente scolastica che ho citato era una cosa di un anno e mezzo fa, per cui se le mozioni le discutiamo con
due anni di ritardo non è colpa mia, ma eliminando il ragionamento della dottoressa Minnei, entro in una certa
logica, che ha espresso in effetti in quest'aula, mantenendo la sua contrarietà, il collega Dello Sbarba ci dice che
negli stati della Comunità europea, non in Tunisia o in Marocco, ci sono ore facoltative non di storia delle religioni
o di approfondimento a cui fa riferimento la Cei, ma proprio di dottrina relativa a determinate religioni. Si studia il
Corano, l'ebraismo, l'induismo, si studiano a livello dottrinale altre religioni che non siano quella cristiano-cattolica,
a livello facoltativo naturalmente. Se questo problema oggi non sussiste, non significa che non debba sussistere
domani, e non significa assolutamente che una presa di posizione di intenzioni di quest'aula verso una assoluta
negatività ad una eventualità di questo tipo che, se oggi non c'è, potrebbe esserci domani, non vada presa in considerazione. Presentare una mozione non significa cambiare i destini del mondo e non significa nemmeno andare
ad influire su ciò che sta accadendo, ma può essere anche un intendimento che ha ragione di essere considerato
non per ciò che sta accadendo ma per il futuro. Quindi se nelle scuole in questo momento si fanno degli approfondimenti relativi allo studio di altre religioni, la cosa può starci bene o male. Certamente è giusto che i ragazzi sappiano che non esiste solo la nostra religione. Ma un conto è la storia delle religioni, un conto è la dottrina, e come
in altri stati europei sta accadendo, potrebbe un domani accadere anche da noi. Allora ho voluto esprimere una
volontà di intenti che in qualche modo dica che da noi in Alto Adige stabiliamo che ore facoltative dell'insegnamento del corano o della religione islamica non debbono esserci. Io avrei voluto in qualche modo allargare a tutte
le altre religioni, perché non ho nulla in particolare con l'islam, ma sono solamente a favore della religione cristiano-cattolica. Però, preso atto che oggi il problema grosso è l'Islam, nel senso che la maggioranza di immigrati
sono islamici, non vorrei che nella scuola di stato si inserisse questo insegnamento, fermo restando la mia ferma
convinzione che la Costituzione vada rispettata, che la libertà di culto esiste, ma libertà di religione e di culto non
significa dover inserire nelle scuole l'insegnamento di religioni che non sono nostre. Sono due cose assolutamente
diverse che, se vogliamo fare populismo, le possiamo anche citare, ma se vogliamo essere corretti nulla hanno
intenzionalmente da mettere in discussione per quanto riguarda la Carta costituzionale. Sono convinto che ognuno
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abbia il diritto di avere, di praticare la propria storia, la propria cultura anche religiosa. Ciò non significa che le
nostre scuole debbano in qualche modo andare ad insegnare quel tipo di dottrina. Quindi libertà non significa entrare nelle scuole magari in maniera pressante nei confronti dei nostri ragazzi, per cui sono due cose diverse,
vanno distinte- La libertà di religione è un conto, la libertà di insegnamento la decidiamo noi e non la decidono né
la Carta costituzionale, avendo noi autonomia in questo, e nemmeno altre situazioni parallele.
Ritengo che questa mozione abbia ragione di esistere, perché non possiamo aspettare che le cose accadano per fare le mozioni dopo. Quando costruiamo un incrocio fra due strade, non aspettiamo, per scrivere per
terra "stop", che succeda l'incidente. Le mozioni, le leggi si creano per evitare che accadano e magari si avesse
sempre, dal punto di vista politico, la lungimiranza di capire ciò che potrebbe accadere. Magari non accadrà mai,
ma se dovesse accadere quali sono le intenzioni reali di questa Giunta? Quella di inserire l'insegnamento del corano nelle scuole? Noi diciamo di no. Non servirà, perché nessuno lo vorrà fare? Meglio, ma se servisse si sappia
che questo Consiglio provinciale oggi si è impegnato in questo modo, e questo è un impegno che vale di fronte
agli elettori, di fronte alla nostra popolazione. Quindi non è accettabile, assessore, che Lei dica che il problema
non esiste, perché può anche darsi che oggi non esista. Ciò però non significa che una relazione di intenti, una
volontà espressa in un certo modo non vada esplicata anche in quest'aula, che fra il resto ha questo compito.
PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Abstimmung.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Chiedo di votare le premesse con voto palese e la parte
impegnativa con appello nominale.
PRÄSIDENTIN: Die Abgeordnete Klotz hat eine getrennte Abstimmung über den Beschlussantrag beantragt.
Wir stimmen zunächst über die Prämissen ab: mit 8 Ja-Stimmen, 2 Stimmenthaltungen und 17 Nein-Stimmen abgelehnt.
Wir stimmen nun namentlich über den beschließenden Teil, wie vom Abgeordneten Seppi abgeändert, ab.
Es ist die Nummer 29 gezogen:
THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Nein.
TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Ja.
TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura italiana e all' edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): No.
UNTERBERGER (SVP): Nein.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): No.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Sì.
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Nein.
ARTIOLI (Lega Nord): Sì.
BAUMGARTNER (SVP): Nein.
BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): (abwesend)
BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): No.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): (assente)
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DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Nein.
EGGER (Die Freiheitlichen): (abwesend)
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Nein.
HOCHGRUBER KUENZER (SVP): Nein.
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Nein.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ja.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ja.
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): (abwesend)
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ja.
MAIR (Die Freiheitlichen): Ja.
MINNITI (Il Popolo della Libertà): No.
MUNTER (SVP): (assente)
MUSSNER (Landesrat für Bauten, ladinische Schule und Kultur und Vermögensverwaltung – SVP):
Nein.
NOGGLER (SVP): Nein.
PARDELLER (SVP): Nein.
PICHLER ROLLE (SVP): Nein.
PÖDER (UFS): Ja.
SCHULER (SVP): Nein.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Sì.
STIRNER BRANTSCH (SVP): Nein.
STOCKER M. (SVP): Nein.
STOCKER S. (Die Freiheitlichen): Ja.
THALER ZELGER (SVP): Nein.
Ich verkünde das Abstimmungsergebnis: 30 abgegebene Stimmzettel, 10 Ja-Stimmen und 20 Nein-Stimmen. Beschlussantrag Nr. 171/09 ist abgelehnt.
Ich teile mit, dass in der gestrigen Fraktionssprechersitzung beschlossen wurde, Punkt 32 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 185/09, Punkt 33 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 190/10, und Punkt 34 der
Tagesordnung, Landesgesetzentwurf Nr. 31/09, auf die nächste Sitzungssession zu vertagen.
Punkt 35 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 191/10. Abgeordneter Seppi, bitte.
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SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Chiedo se può essere rinviata.
PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Somit ist auch Beschlussantrag Nr. 191/10 auf die nächste Sitzungsfolge vertagt.
Punkt 36 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 193/10. Abgeordneter Urzì, bitte.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Chiedo di rinviare la trattazione di tutte
le mie mozioni alla prossima sessione.
PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Somit werden Punkt 36 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 193/10,
Punkt 37 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr. 194/10, und Punkt 38 der Tagesordnung, Beschlussantrag Nr.
195/10, auf die nächste Sitzungssession vertagt.
Punkt 39 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 196/10 vom 5.2.2010, eingebracht vom Abgeordneten Pardeller, betreffend die Pendlerpauschale."
Punto 39) dell’ordine del giorno: "Mozione n. 196/10 del 5.2.2010, presentata dal consigliere Pardeller,
concernente il contributo forfettario per i pendolari."
Vorausgeschickt:
Es ist eine Tatsache, dass die allgemeine Wirtschaftskrise die finanziellen Probleme der weniger begüterten Schichten, im Besonderen der Arbeiterschaft, weiter erschwert hat und dass ein Ende dieser für viele Menschen auch in Südtirol sehr kritischen Lage vorerst nicht in Sicht ist.
Es ist weiters eine Tatsache, dass Löhne und Gehälter mit den Lebenshaltungskosten seit längerem
nicht mehr Schritt zu halten vermögen, weil die Wirtschaft sich außerstande oder nicht breit sieht, die
notwendigen Angleichungen vorzunehmen.
Es ist schließlich eine Tatsache, dass Tausende an Familien auch in Südtirol durch diese Umstände
zum härtesten Sparen gezwungen sind und jeden Cent dreimal umdrehen müssen, ehe sie ihn ausgeben, sofern sie gegen Ende des Monats überhaupt noch darüber verfügen.
Alle jene Arbeitnehmerinnen und Arbeitnehmer, die abseits der von der öffentlichen Hand betriebenen Verkehrsverbindungen wohnen und somit gezwungen sind, mit dem privaten Fahrzeug zum Arbeitsplatz zu gelangen, haben gegenüber den Personen, die an Verkehrslinien bzw. in den mit guten
Verbindungen ausgestatteten Dörfern und Städten wohnen, einen gravierenden Nachteil, der seitens
der Sozialpolitik nicht außer Acht gelassen werden darf.
In dieser Situation, die vom Land Südtirol bisher bezahlten Pendlerpauschalen, auch wenn es sich
durchwegs um kleinere Beträge handelt, ersatzlos streichen zu wollen, erscheint als eine Maßnahme, die weder sozialpolitisch noch menschlich vertretbar ist. Selbst wenn es sich, wie angedeutet,
um geringe Beträge handelt, so ist doch zu überlegen, dass bei Monatslöhnen und Gehältern um
1000 oder etwas weniger/mehr Euro handelt, jeder Euro weniger eine zusätzliche Belastung des
Budgets einer Familie oder auch eines Einzelnen bedeutet, jeder Euro mehr eine kleine Erleichterung darstellt, und diese Erleichterung sollte unseren Mitbürgerinnen und Mitbürgern und ihren Familien wirklich nicht versagt bleiben.
Es muss im Rahmen der Sozialpolitik einen Weg geben, um die Pendlerpauschalen in einer Art und
Weise auszuzahlen, dass die nun beklagte übertriebene Bürokratie vermieden und durch eine Praxis
schneller und unkomplizierter Erledigung ersetzt wird. Wenn jemand krank ist, zahlt der Betrieb ja
auch das Krankengeld und verrechnet es mit den Sozialabgaben der Betriebe. Warum sollte etwas
Ähnliches nicht auch mit dem Pendlergeld möglich sein?
Dies vorausgeschickt,
richtet
DER SÜDTIROLER LANDTAG
an die Südtiroler Landesregierung
die dringliche Aufforderung:
 Grundsätzlich von der angekündigten Streichung der Pendlerpauschale Abstand zu nehmen;
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
umgehend die Möglichkeit zu prüfen, dass die Betriebe die Auszahlung der Pendlerpauschale auf dem Lohn- und Gehaltszettel vorschießen und diese anschließend mit der Landesverwaltung verrechnen;
 allfällige andere Wege ins Auge zu fassen, um der betroffenen Arbeiterschaft die Kosten,
welche mit dem Transport zum Arbeitsplatz verbunden sind, abzunehmen bzw. zu erleichtern;
 alle Schritte zu unternehmen, um eine Lösung dieses Problems im Sinne der sozialen
Solidarität zu finden.
---------Premesse:
Nessuno può negare che la generale crisi economica abbia ulteriormente aggravato i problemi finanziari delle fasce meno abbienti, in particolare dei lavoratori, e che anche in Alto Adige non si intraveda ancora la fine di questa situazione alquanto critica.
Inoltre sta di fatto che da tempo i salari e gli stipendi non riescano più a stare al passo con il costo
della vita, perché l'economia non è in grado o non è disposta a provvedere ai necessari adeguamenti.
Infine un altro dato certo è che anche in Alto Adige a seguito di questa situazione migliaia di famiglie
sono costrette a tirare la cinghia e pesare ogni singolo centesimo, ammesso che arrivino alla fine del
mese con qualche soldo.
Le lavoratrici e i lavoratori che vivono lontani dalla rete di trasporto pubblico, per cui sono costretti a
recarsi al lavoro con un mezzo privato, si ritrovano in una situazione di pesante svantaggio rispetto a
chi vive in paesi o località con ottimi collegamenti e la politica sociale non può fare finta di niente.
Se questo è il quadro della situazione e anche se non stiamo parlando di grandi somme, il fatto di voler sopprimere, senza alcuna sostituzione, il contributo forfettario per i pendolari, sinora erogato dalla
Provincia, risulta una misura ingiustificabile, sia dal punto di vista della politica sociale, sia dal punto
di vista umano. Anche se, come già detto, si tratta di piccole somme, va comunque tenuto conto del
fatto che con stipendi o salari mensili di più o meno 1000 euro, ogni euro in meno va a gravare ulteriormente sul bilancio di una famiglia o di un singolo e ogni euro in più rappresenta un piccolo aiuto,
e noi non dovremmo davvero negare questo piccolo aiuto alle nostre concittadine e ai nostri concittadini e alle loro famiglie.
Nell'ambito della politica sociale deve esistere un modo per erogare il contributo forfettario ai pendolari, evitando la deprecata burocrazia eccessiva e sostituendola con una procedura rapida e facile da
svolgere. In caso di malattia, l'azienda paga l'indennità di malattia e poi ne tiene conto nel calcolo dei
contributi previdenziali. Per quale motivo qualcosa di simile non si dovrebbe poter fare con il contributo per i pendolari?
Ciò premesso,
IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
sollecita
la Giunta provinciale
a provvedere con urgenza a:
 soprassedere per principio all'annunciata soppressione del contributo forfettario per i pendolari;
 verificare quanto prima la possibilità che le aziende anticipino in busta paga il contributo forfettario per i pendolari e di seguito facciano i conti con l'amministrazione provinciale;
 valutare altre strade per farsi carico dei costi che devono assumersi i lavoratori e le lavoratrici che non hanno possibilità utilizzare i mezzi di trasporto pubblici per recarsi al lavoro ovvero per sgravarli/sgravarle da questo onere;
 fare il necessario, affinché si trovi una soluzione nel segno della solidarietà sociale.
Vorsitz des Vizepräsidenten | Presidenza del vicepresidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: La parola al consigliere Pardeller per l’illustrazione.
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PARDELLER (SVP): Berufspendler haben gegenüber anderen Arbeitnehmern, die in nächster Nähe eine
Arbeit finden, einen großen finanziellen Nachteil. Wir haben in der Landwirtschaft einen günstigen Treibstoff, damit
der Bauer sein Einkommen erwirtschaften kann und ihm noch etwas übrigbleibt. Bei den Arbeitnehmern haben wir
das nicht. So sind wir auf die allgemeine Unterstützung angewiesen, damit ein Berufspendler, der das öffentliche
Verkehrsmittel vielfach nicht nützen kann, weil die Arbeitszeit mit der Zeit, an der die Busse fahren, nicht übereinstimmt. Das belastet die Familien in Südtirol sehr. Manche Leute müssen sehr weit fahren, um den Arbeitsplatz zu
erreichen. Nicht jeder hat den Arbeitsplatz dort, wo er ihn mit dem Bus bzw. Zug erreichen kann. Ich frage mich
grundsätzlich, welchen Sinn die parlamentarische Tätigkeit in diesem Landtag hat, wenn man so lange auf die
Behandlung eines Beschlussantrages warten muss. Der Parlamentarier Zeller hat es gestern auf den Punkt gebracht: Man muss schneller sein als der Staat und wir sind oft sehr viel schneller als der Staat. Aber ich frage
mich, warum ich im Schnitt über ein Jahr lang darauf warten muss, bis meine Beschlussanträge zur Behandlung
kommen. Das ist ein Skandal! In der Zwischenzeit hat sich allerhand geregelt. Nur die Berufspendler sind auch mit
der neuen Regelung nicht gut davongekommen. Mein Vorschlag war damals dahingehend ausgerichtet, wie vielfach auch bei anderen Leistungen, dass der Arbeitgeber vorauszahlt und dann mit dem Nationalen Institut für
Sozialfürsorge oder mit der Krankenkasse verrechnet. So hätte man den Pendlern das Pendlergeld ausbezahlen
und dann mit der Landesregierung verrechnen können. Das wäre auch eine Möglichkeit, den Menschen entgegenzukommen. So muss der Mensch selbst in die Tasche greifen. Wir wissen alle, wie schwer es die Arbeitnehmer haben. Die Kaufkraft ist gesunken, das eine kommt zum anderen, es wird überall gezupft und gezockt und am
Ende des Monats bleibt für die Familie oft zu wenig übrig, um zu leben. Ich habe den Beschlussantrag rechtzeitig
eingebracht. Ich möchte nun die Äußerungen des Landesrates Widmann hören, wie man gedenkt, den Berufspendlern auch heute unter den neuen Umständen entgegenzukommen. Sowohl die Gewerkschaften als auch die
Arbeitnehmer in der Südtiroler Volkspartei haben protestiert. Es wäre ein wirklich brauchbarer Vorschlag gewesen,
den Menschen entgegen zu kommen. So bleibt sehr vieles auf der Strecke, weil die Stimme der Arbeiterschaft in
diesem Raum nicht gehört wird und weil Beschlussanträge über ein Jahr auf die Behandlung warten müssen. Ich
sage noch einmal, dass das ein untragbarer Zustand ist! In diesem Sinne erwarte ich mir jetzt eine Antwort von
Landesrat Widmann.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich habe eine Verständnisfrage: Was versteht der Einbringer des Beschlussantrages unter Pendlerpauschale? Ist das das Pendlergeld? In der Diskussion um die Erhöhung der Tarife
für Pendler haben wir auch die sogenannte Pendlerzulage für die arbeitende Bevölkerung zur Diskussion gestellt.
Da gibt es sehr hohe Auszahlungswartezeiten. Die Pendler bekommen erst jetzt die Auszahlung der Beiträge des
Jahres 2007 und teilweise des Jahres 2008. Die Auszahlungen sind also sehr stark im Verzug. Die Steuern müssen sofort bezahlt werden, aber wenn man etwas bekommen soll, dann muss man drei bis vier Jahre warten. Der
Landeshauptmann ist leider nicht da. Er posaunt immer durch das ganze Land herum, dass das Land keine
Schulden hätte. Ich behaupte das Gegenteil! Das Land hat sehr wohl Schulden, und zwar bei den Bürgern! Wenn
man den Bürgern die Beiträge nicht bezahlt, ist das so ähnlich, wie wenn man einen Lieferanten nicht bezahlt. Der
Lieferantenkredit ist natürlich der billigste! Diese Argumentation lasse ich so nicht gelten, obwohl die Beiträge
mittlerweile sehr bescheiden sind. Obwohl der Benzinpreis gestiegen ist, hat man die Quote, die man ausbezahlt,
nicht erhöht. Sie ist schon seit vielen Jahren immer gleich, obwohl die Treibstoffpreise stark gestiegen sind. Für
die betroffenen Leute sind diese Summen von entscheidender Bedeutung. Einem Politiker mögen sie bei einem
Gehalt von mindestens 6.200 oder 10.000 Euro klein erscheinen, aber für einen Arbeiter mit einem Einkommen
von 1.200 oder 1.300 Euro ist das viel Geld. Deshalb sollte man hier endlich der Verpflichtung nachkommen, die
Beiträge rechtzeitig auszuzahlen. Wir haben verlangt, dass sie im darauf folgenden Jahr ausbezahlt werden. Dass
man ein Jahr im Rückstand ist, ist verständlich. Man muss das ja mit dem Haushalt immer neu festlegen. Aber es
nicht nachzuvollziehen, dass man die Arbeiter vier Jahre lang auf diesen Beitrag warten lässt. Wie gesagt, die
Steuern dürfen sie ja auch sofort bezahlen. Ansonsten drohen hohe Strafen. Das ist einfach ungerecht. Im Zusammenhang mit der neuen Regelung haben wir bereits einen Beschlussantrag hinterlegt. Die Landesregierung
sollte diese drastische Erhöhung der Tarife überdenken. Man muss das ganze Beitrags- und Tarifsystem überdenken. Es versteht auch niemand, dass die Schüler das ganze Jahr lang durchs ganze Land gratis fahren können. Es ist sicherlich richtig, dass sie gratis zur Schule und wieder nach Hause fahren dürfen. Aber es muss nicht
sein, dass sie ganzjährlich eine Freikarte für das ganze Land erhalten. Wenn man sich das leisten kann, ist es in
Ordnung. Aber wenn man jetzt anfängt zu sparen, dann sollte man bitte dort sparen, wo es die Leute am meisten
trifft und wo es wirklich weh tut
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WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Verehrte Frau
Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Der Antrag des Kollegen Pardeller ist grundsätzlich gerechtfertigt, in
dem Sinn, dass wir uns sehr schwer damit tun, bereits im vornhinein die Anzahl der Ansuchen zu berechnen. Obwohl wir die Nutzungszahlen im öffentlichen Verkehr in den letzten fünf Jahren verdreifacht und teilweise sogar
vervierfacht haben - es gibt dreimal soviel Zugkilometer und fast doppelt soviel Buskilometer, weil mittlerweile in
jedem Dorf ein Zwei-Stunden-, Stunden- und manchmal sogar Halb-Stunden-Takt realisiert wurde -, ist es so,
dass die Pendleransuchen von 4.000 auf 9.800 angestiegen sind. Da wir immer am Anfang des Jahres das Budget festlegen und nicht wissen, wie viele Pendleransuchen übers Jahr gestellt werden, ist es sehr schwierig, ausreichend Geldmittel vorzusehen. Wir werden - das verspreche ich - in den nächsten drei Jahren versuchen, die
Wartezeiten für die Auszahlung der Beiträge zu verkürzen.
Was ich nicht unwidersprochen stehen lassen kann, sind die rein populistischen und demagogischen Aussagen des Kollegen Leitner. Ich habe Ihnen die entsprechenden Daten schon hundertmal geliefert. Wenn Sie Ihre
Aussagen einfach in den Raum schmeißen, könnten die Zuhörer meinen, Sie hätten Recht. Sie haben aber vergessen, die Zahlen zu nennen. Wenn Sie auch die jeweiligen Daten nennen würden, dann stimmt das einfach
nicht, was Sie sagen. Wir haben 3,3 Millionen Euro für das Pendlergeld bereitgestellt und werden diese Summe in
den nächsten Jahren leicht erhöhen. Früher haben wir dadurch, dass sämtliche SchülerInnen das gesamte Jahr
über für die Benützung der öffentlichen Verkehrsmittel gezahlt haben, 450.000 Euro eingenommen. Wenn man
berechnen würde, wie viel bei Fahrten in ihrer Freizeit eingenommen würde, wäre das ein Bruchteil. Das eine mit
dem anderen zu vergleichen, das heißt, dass man hier durch das Sparen bei den Freifahrten der Schüler die
Pendlerpauschalen bezahlen könnte, ist einfach falsch. Sie wissen das ganz genau und trotzdem behaupten Sie
es immer wieder öffentlich. Das ist einfach falsch! Wenn Sie sich die Unterlagen anschauen, die ich Ihnen geliefert
habe, dann geht daraus klar hervor, dass die SchülerInnen sehr wohl einen Beitrag leisten. Es ist richtig und eine
soziale Maßnahme, eine Hilfe für sämtliche Familien - was Sie ja auch oft verlangen - gute Maßnahmen für kinderreiche Familien zu treffen. Es ist so, dass alle Kinder und SchülerInnen bis zum Alter von 26 Jahren sämtliche
Verkehrsmittel vergünstigt nutzen können. Vor fünf Jahren haben 13.000 SchülerInnen jeden Tag die öffentlichen
Verkehrsmittel genutzt, um in die Schulen zu kommen. Mittlerweile sind es tagtäglich 51.000 SchülerInnen. Somit
gibt uns der Erfolg Recht, dass wir einerseits erzieherische Maßnahmen gesetzt haben, andererseits aber auch
soziale Maßnahmen getroffen haben, damit die Familien entlastet werden, vor allem dann, wenn sie mehrere Kinder haben. Sie sind die Zahler und Pendler von morgen, sobald sie ein Einkommen haben. Wenn wir dafür sorgen
würden, dass die SchülerInnen in ihrer Freizeit für die Benützung der öffentlichen Verkehrsmittel bezahlen müssen, dann wäre das zwar vordergründig ein Argument, könnte aber niemals die Bezahlung der Pendlerpauschalen
garantieren. Deshalb ist es einfach falsch, diese Aussagen so in den Raum zu stellen und damit wissentlich falsch
zu informieren.
Zurück zum Beschlussantrag des Kollegen Pardeller! Wenn Sie einverstanden sind, den zweiten Absatz zu
streichen, dann bin ich gerne bereit, alles zu tun, damit die PendlerInnen möglichst kostengünstig zur Arbeit fahren
können. Dies gilt natürlich vor allem für jene, die im Schichtbetrieb tätig sind, zu Baufirmen fahren usw., denen es
also nicht möglich ist, mit den öffentlichen Verkehrsmitteln zur Arbeit zu gelangen. Wir möchten in den nächsten
Jahren auch versuchen, die Wartezeiten für die Ausbezahlung der Beiträge zu reduzieren und - noch besser gemeinsam zu planen.
PRÄSIDENTIN: Abgeordneter Leitner, Sie haben das Wort in persönlicher Angelegenheit.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Herr Landesrat, Sie können mich kritisieren solange sie wollen, aber ich
lasse mich nicht beleidigen und ich lasse mich auch nicht der Lüge bezichtigen! Sagen Sie mir, wo ich eine falsche
Zahl genannt habe! Ich habe keine genannt! Ich habe nur gesagt …
WIDMANN (SVP): (unterbricht)
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich habe eine Frage gestellt. Sie sollten endlich auch einmal die Güte haben, sich die Zeit nehmen zuzuhören und nicht gleichzeitig zehn andere Sachen tun. Sie mögen ein mobiler Landesrat sein, aber Ihre Gedanken scheinen auch sehr mobil zu sein, da sie sich außerhalb des Landtages bewegen. Wie gesagt, wenn man diese Regelung überdenkt, so sollte man beispielsweise auch darüber nachdenken,
ob es notwendig ist, dass die Schüler das ganze Jahr über gratis fahren, oder ob man das nicht nur auf die Strecke von Zuhause in die Schule und zurück vorsehen sollte. Nichts mehr und nichts weniger! Meine Kritik liegt
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darin, dass die Arbeitnehmer derzeit große Probleme haben und dass Ihnen die Landesregierung das Geld nicht
zahlt, das sie ihnen schuldig ist. Das habe ich behauptet und dazu stehe ich. Das haben Sie mir vor wenigen Tagen auch schriftlich bestätigt. Es ist ganz typisch für Ihr Verhalten, dass Sie sich jetzt umdrehen, damit man Ihre
Schamesröte nicht sieht. Sie sollten die Courage haben, demjenigen, der mit Ihnen spricht, ins Gesicht zu
schauen. Das ist die Politik der Landesregierung! Da macht man große Dekrete und senkt dann den Kopf. Was
soll denn das? Ich beschränke mich auf sachliche Kritik. Jetzt werden die Beiträge der Jahre 2007 und 2008 ausbezahlt, so haben Sie mir geantwortet. Darüber regen sich die Leute auf. Im Übrigen empfehle ich Ihnen den heutigen Leserbrief zu lesen, der auf Seite 5 in der Tageszeitung "Dolomiten" steht. Darin wird meine Kritik von einem
Fahrgast voll inhaltlich bestätigt. Eine Pensionistin sagt, dass sie es nicht richtig findet, dass die Arbeitnehmer
bzw. die Pendler, welche auch die Steuern zahlen - andere fahren ja gratis -, keinen Sitzplatz bekommen usw.
Schauen Sie sich die Kritik anderer Leute an und versuchen Sie nicht mit persönlichen Beleidigungen abzulenken!
PRÄSIDENTIN: Landesrat Widmann, Sie haben das Wort in persönlicher Angelegenheit.
WIDMANN (SVP): Ich möchte noch einmal festhalten, dass ich Sie weder beleidigt habe noch sonst etwas.
Ich habe Sie nur gebeten - ich habe Ihnen sehr gut zugehört -, die vielen schriftlichen Unterlagen, die ich Ihnen
ausgehändigt habe, auch zu lesen. Ich bin der Annahme vorausgeeilt, dass Sie sämtliche Unterlagen gelesen
haben und somit auch die Zahlen kennen, das heißt, dass Sie wissen, wie viel wir für die Schüler eingenommen
haben und wie viel die Pendlerpauschalen ausmachen. Danach haben Sie sehr oft gefragt. Sie haben die schriftlichen Unterlagen bekommen, haben hier aber so getan, als ob man die Pendlerpauschalen bezahlen könnte, wenn
wir die Kinder bzw. SchülerInnen bei der Benützung der öffentlichen Verkehrsmittel teilweise bezahlen ließen.
Wenn Sie sich die Unterlagen, die ich Ihnen geliefert habe, durchgelesen hätten, wüssten Sie ganz genau, dass
das nicht stimmt. Ein Teil von 450.000 Euro ist weniger als 450.000 Euro und es fehlen uns einige Millionen Euro.
Somit kann man mit 100.000 Euro niemals einige Millionen Euro aufholen. Sie haben gesagt, dass, wenn auch die
SchülerInnen beim Gebrauch der öffentlichen Verkehrsmittel in ihrer Freizeit bezahlen würden, wir die Pendlerpauschalen bezahlen könnten. Das ist faktisch falsch!
PRÄSIDENTIN: Abgeordneter Pardeller, Sie haben das Wort zur Replik.
PARDELLER (SVP): Danke, Frau Präsident! Ich erkenne natürlich an, dass für die Pendler allerhand getan
worden ist. Sowohl die Situation im Zusammenhang mit den Zügen als auch jene im Zusammenhang mit den
Bussen ist verbessert worden. Man hat im öffentlichen Nahverkehr große Leistungen erbracht. Das muss man
anerkennen. Dass all das viel Geld kostet und das Land auch bereit ist, viel Geld dafür auszugeben, erkenne ich
ebenso an. Mir geht es aber in erster Linie um jene Personen, die die öffentlichen Verkehrsmittel nicht nutzen
können. Denken wir an die vielen Bar- und Handwerksbetreiber, an viele Betriebe, die nicht neben der Straße
angesiedelt sind, und auch Personen im Außendienst usw. Die Baustellen sind ja weit verzweigt, sodass man mit
den Bussen nicht hinfahren kann. Es gibt verschiedene Berufe, die den öffentlichen Nahverkehr nicht nutzen können und enorme Fahrtspesen haben. Diese fressen einen Teil ihres Gehaltes auf. Das müssen wir zur Kenntnis
nehmen.
Was die Streichung von Absatz 2 anbelangt, bin ich damit einverstanden, unter der Voraussetzung, dass
Sie sich dafür einsetzen, diesen Sachverhalt zu prüfen und die Parlamentarier in Rom einzuspannen. Dr. Zeller
hat uns gestern dargelegt, was wir alles tun könnten. Jetzt sage ich ihm, was er alles tun könnte. Man könnte auf
dem Modell F24, auf dem der Unternehmer dem Arbeiter die Steuern abzieht, von den Steuern weniger abziehen
und dafür die Pendlerzulage auszahlen. Das wäre ohne Weiteres möglich. Es bräuchte nur eine Konvention zwischen Staat und Land, da die Steuern ja zu 100 Prozent an den Staat gehen, während 90 Prozent davon das
Land bekommt. Dann müsste es doch möglich sein, dass der Unternehmer das von diesen 90 Prozent Steuern,
die der Arbeitnehmer bei seiner dicken Lohnsteuer entrichtet, abziehen kann. Das wäre eine Rationalisierung bzw.
eine Beschleunigung. Man würde viel weniger Bürokratie schaffen und der Arbeitnehmer bekäme monatlich eine
Pendlerpauschale ausbezahlt. Der Arbeitgeber weiß genau, woher der Arbeitnehmer kommt und wohin er fährt,
das heißt auch, ob er laut Kriterien Anrecht darauf hat oder nicht. Das wäre eine gute Sache, die ich mir wünsche.
In Anbetracht der schwierigen Situation, das heißt, dass es diesbezüglich ein Abkommen zwischen Staat
und Land bräuchte, bin ich vorerst damit einverstanden, die Parlamentarier mit der Angelegenheit zu befassen.
Man kann nicht sagen, dass der Landtag nichts tut. Wir tun sehr viel, aber wir kommen in vielen Bereichen nicht
weiter, weil man uns nicht lässt. Die Parlamentarier sind auch dazu da, uns zu unterstützen, wenn wir entspre-
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chende Anliegen haben. In diesem Sinne bin ich bereit, Absatz 2 zu streichen. Ich erwarte mir, dass Sie diesen
Umstand - wie versprochen - überprüfen und mit den Parlamentariern absprechen, ob das eine Möglichkeit wäre.
Damit würde man den Menschen sehr helfen.
PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Abstimmung. Abgeordneter Urzì, bitte.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Chiedo comunque la votazione separata dei tre punti della parte impegnativa.
PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Dann stimmen wir getrennt über den Beschlussantrag ab.
Wir beginnen mit der Abstimmung über die Prämissen: mit 2 Stimmenthaltungen und dem Rest Ja-Stimmen
genehmigt.
Absatz 1 des beschließenden Teils: einstimmig genehmigt.
Absatz 2 des beschließenden Teils wurde gestrichen.
Absatz 3 des beschließenden Teils: einstimmig genehmigt.
Absatz 4 des beschließenden Teils: mit 1 Stimmenthaltung und dem Rest Ja-Stimmen genehmigt. Somit ist
Beschlussantrag Nr. 196/10 - wie vom Abgeordneten Pardeller abgeändert - genehmigt.
Punkt 40 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 197/10 vom 8.2.2010, eingebracht vom Abgeordneten Seppi, betreffend: Abscheuliche Vergewaltigungen und Prostitution in den Straßen der Stadt: diese
Probleme können nur dann gelöst werden, wenn sie ohne politische Scheinheiligkeit durch eine Wiedereröffnung der Freudenhäuser angegangen werden."
Punto 40) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 197/10 dell'8.2.2010, presentata dal consigliere Seppi riguardante: Abominevoli atti di stupro e prostituzione nelle vie cittadine: questioni risolvibili solo se affrontati senza ipocrisia e quindi con la riapertura delle "case chiuse"."
Abscheuliche Vergewaltigungen und Prostitution in den Straßen der Stadt: diese Probleme können
nur dann gelöst werden, wenn sie ohne politische Scheinheiligkeit durch eine Wiedereröffnung der
Freudenhäuser angegangen werden
Die politische Lösung der Probleme unserer Gesellschaft kann nicht mit verlogenen Interpretationen
oder scheinheiligen Überlegungen angegangen werden, sondern einzig und allein anhand einer ehrlichen, wenn auch manchmal unbequemen und menschlich unangenehmen Analyse der Situation
erfolgen: Tragische Vorfälle wie jener in Meran dürfen sich nicht wiederholen!
In diesen Bereich fällt die seit Jahren andauernde Problematik der Prostitution, ein Phänomen, das
auch in unserer Provinz immer stärker auftritt und nie unter dem politisch-institutionellen Aspekt angegangen wurde, obwohl sowohl die Ansässigen als auch die Bürger im allgemeinen einen immer
stärkeren Druck in diese Richtung ausüben. Von diesem Problem ist immer mehr auch unsere Stadt
betroffen, wo die verabscheuenswerte Ausbeutung der Prostituierten und der illegalen Einwanderer
einen fruchtbaren Boden für die Kriminalität darstellt. Ganze Stadtviertel leiden unter diesem Problem, der Verkehr wird behindert, die öffentliche Ruhe gestört und auch die Sicherheit der ansässigen
Bürger ist ernsthaft gefährdet.
Dieser sogenannte Sex-Markt auf den Straßen, der leider auch im übrigen Italien allgemein verbreitet
ist, muss dringend durch eindeutige und zuverlässige Bestimmungen geregelt werden, da man ansonsten leider nicht in der Lage ist, ihn einzudämmen und anderweitig in den Griff zu bekommen,
obwohl bereits anerkennenswerte Bemühungen in diese Richtung unternommen wurden.
Eindeutige Regeln also, die uns zu zwei grundlegenden Anregungen veranlassen:
Den Ordnungskräften muss die Möglichkeit gegeben werden, die Prostituierten auf den Straßen zu verhaften, womit dem Problem vom gesetzgeberischen Gesichtspunkt ein glaubhafter
Riegel vorgeschoben werden kann. Dies wäre durch eine Abänderung des Strafgesetzbuches
möglich, worin endlich auch die Prostitution und nicht nur die Ausbeutung derselben als
Straftat angesehen werden muss.
Um das zu erreichen, ist es jedoch auch erforderlich, die Prostitution durch einschlägige Gesetze zu regeln und wieder Bordelle einzurichten, also vom Staat kontrollierte Orte der Begegnung für "Sex gegen Bezahlung", wodurch auch den Prostituierten ein weitgehender
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Schutz geboten wird, deren physische, soziale, gesundheitliche und sozialversicherungsmäßige Sicherheit absolut gewährleistet werden muss.
Wenn es auch vom menschlichen Gesichtspunkt äußerst bitter ist, sind wird leider gezwungen, diese
unangenehmen, jedoch unvermeidlichen Schritte zu unternehmen, da es unmöglich ist, das schwierige Problem auf eine andere Weise zu lösen. Im übrigen gelten für den Markt der Prostitution, ein
althergebrachtes und nie gelöstes Phänomen, die Regeln des Marktes: nimmt die Anzahl der Strichmädchen zu, so geschieht dies unweigerlich aufgrund einer erhöhten Nachfrage, weshalb es scheinheilig und unverantwortlich wäre, dem nicht Rechnung zu tragen, indem man nach Lösungen suchen
muss, die - wenn auch menschlich schwierig und scheinbar menschenverachtend - auf politischer
Ebene stattfinden müssen.
Dieser Verantwortung können wir uns nicht entziehen: Nur wenn wir das Problem in all seiner Tragweite angehen und die direkten und indirekten sozialen Folgen nicht außer Acht lassen, können wir
versuchen, eine möglichst angemessene Lösung zu finden.
Die Südtiroler Landesregierung
wird verpflichtet,
die Zentralregierung aufzufordern, mit neuen Gesetzen und Regeln alle Probleme rund um die
Prostitution in Angriff zu nehmen und mit entsprechenden einschlägigen Gesetzesbestimmungen das Phänomen der Prostitution in unseren Städten und alle damit direkt und indirekt zusammenhängenden Straftaten einzudämmen und möglichst aus der Welt zu schaffen;
zur Kenntnis zu nehmen, dass tragische Vorfälle wie eine Vergewaltigung durch das
Vorhandensein von legalisierten und vom Staat auch in gesundheitlicher Hinsicht kontrollierten Freudenhäusern zumindest teilweise verhindert werden könnten. Die zunehmend steigende Anzahl von Männern "von auswärts" bzw. Männern, die fern ihrer Familien und ihrer
Frauen leben, birgt die Gefahr weiterer Vergewaltigungen, der absolut entgegengetreten werden muss;
die Zentralregierung aufzufordern, einschlägige Bestimmungen zu erlassen und die Prostitution nur in Räumen und an Orten zuzulassen, die unter direkter Überwachung der öffentlichen
Verwaltungen stehen, so dass jeder strafrechtlich verfolgt werden kann, der besagter Tätigkeit
anderswo nachgeht;
die Zentralregierung aufzufordern, jene Prostituierten sozial, wirtschaftlich und sozialversicherungsmäßig abzusichern, die besagter Tätigkeit erwiesenermaßen freiwillig innerhalb dieser
legalisierten und von den öffentlichen Verwaltungen kontrollierten Einrichtungen nachgehen.
---------Abominevoli atti di stupro e prostituzione nelle vie cittadine: questioni risolvibili solo se affrontati
senza ipocrisia e quindi con la riapertura delle "case chiuse"
La soluzione politica dei problemi della nostra società non può essere affrontata con false interpretazioni o con ragionamenti ammantati di ipocrisia ma solamente con l'analisi serena, anche se a volte
scomoda e umanamente gravosa, della situazione: fatti gravissimi, come quello accaduto a Merano,
non debbono ripetersi!
In quest'ottica si inserisce l'annosa problematica relativa alla prostituzione; fenomeno sempre più
grave anche nella nostra provincia e mai correttamente affrontato sotto il profilo politico-istituzionale,
malgrado sollecitazioni in questo senso giungano sempre più pressanti sia dai residenti che dalla società civile. Detta problematica, coinvolge sempre più anche la nostra città che vede la criminalità
prosperare nell'abominevole sfruttamento delle prostitute e della immigrazione clandestina; che pesa
su interi rioni intasando il traffico, creando problemi alla quiete pubblica, ponendo in serio rischio anche la sicurezza dei residenti.
Questo cosiddetto "mercato del sesso", praticato sulle strade e nelle vie, e del resto riscontrabile in
un contesto generalizzato purtroppo anche a livello nazionale, ha bisogno di essere regolamentato
con urgenza da norme certe e affidabili visto che, purtroppo, non si riesce altrimenti ad arginarlo e a
diversamente risolverlo, malgrado gli apprezzabili sforzi in questa direzione sviluppati.
Regole certe quindi che non possono esimerci da due fondamentali riscontri:
porre le forze dell'ordine nella possibilità di agire arrestando le prostitute che operano sulle
strade e quindi creare un credibile freno al fenomeno da un punto di vista legislativo. Ciò è
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fattibile con modifiche al codice penale che considerino finalmente anche la prostituzione, e
non solo lo sfruttamento, come un reato penale;
per giungere a questa determinazione è però parimenti necessario regolamentare con apposite leggi, la prostituzione, riaprendo le cosiddette "case chiuse": luoghi di incontro "per sesso
a pagamento" vigilati e regolamentati dallo Stato, che diano ampie garanzie alle operatrici del
settore la cui sicurezza fisica, socio-sanitaria e previdenziale, va assolutamente garantita.
È con l'evidente amarezza umana dovuta alla impossibilità pratica di affrontare in altri termini la difficile questione che ci poniamo politicamente nelle spiacevoli, ma parimenti inevitabili, condizioni di cui
sopra. Del resto, il mercato della prostituzione, fenomeno antico e mai risolto, risponde alle regole di
mercato; se aumenta il numero delle prostitute sulle strade è evidente che in crescita è anche la domanda e quindi sarebbe ipocrita e irresponsabile non prenderne doverosamente atto cercando soluzioni che, anche se umanamente difficili e apparentemente incivili, non possono essere politicamente
eluse.
Ciò è dovuto al senso di responsabilità dal quale non possiamo comunque estraniarci: solamente affrontandolo in tutta la sua gravità e non trascurando le sue implicazioni sociali, dirette ed indirette,
potremmo tentare di garantire una potenzialmente adeguata soluzione.
Si impegna
la Giunta provinciale
a sollecitare il Governo nazionale affinché con nuove leggi e regole si giunga ad affrontare
tutte le problematiche relative alla prostituzione e quindi, con adeguati e consoni dispositivi legislativi, ad arginare e a possibilmente risolvere il fenomeno del meretricio nelle nostre città e
tutti i reati ad esso direttamente e indirettamente collegati;
a prendere atto che fatti gravissimi come lo stupro potrebbero essere in parte evitati con la
presenza delle case chiuse, legalizzate e controllate dallo Stato anche sotto il profilo sanitario.
La sempre più alta presenza di uomini "che giungono da fuori" e comunque di persone lontane dalle loro famiglie e dalle loro mogli è un potenziale pericolo per altri stupri che va assolutamente evitato;
a sollecitare il Governo nazionale a regolamentare la prostituzione rendendola legalizzata solo
in locali e luoghi posti sotto la diretta sorveglianza delle pubbliche amministrazioni e quindi
rendendo penalmente perseguibile chiunque svolgesse questo tipo di attività al di fuori di questi luoghi;
a sollecitare il Governo nazionale nella tutela sociale, economica e previdenziale delle prostitute che, per accertata e quindi verificata, libera scelta professionale, dovessero prestare la
loro opera all'interno di queste strutture legalizzate e controllate dalle pubbliche amministrazioni.
Abgeordneter Seppi, Sie haben das Wort zur Erläuterung.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Ci sono delle questioni che nascono attorno a delle mozioni che sono state partorite dalla nostra mente un anno e mezzo prima e quindi fanno sempre riferimento a dei
fatti di cronaca. Parliamo qui del febbraio 2010 quando ci fu un grandissimo atto di violenza criminale con stupro a
Merano e partì lo spunto per questa mozione. Ma lasciamo stare gli spunti, parliamo di fatti concreti che sono
questi. I fatti concreti sono la realtà nella quale viviamo che non può essere assolutamente elusa e non considerata nelle sue forme anche più drammatiche. La prostituzione è un'attività vecchia come il mondo. Qualcuno in
Italia ha pensato, perché era più portato all'idealità che alla razionalità, in passato che chiudere le case chiuse
significasse eliminare la prostituzione, era il 1956 se non sbaglio. Ci fu poi un altro atto di follia di quella natura
quando si decisero di chiudere i manicomi, non c'entra niente con la prostituzione, pensando che chiudendoli si
eliminassero i matti che adesso girano per le strade. Il problema va affrontato nei termini reali. Abbiamo le strade
intasate, situazioni di sfruttamento mostruose, abbiamo una criminalità organizzata sempre più apprezzata in questo tipo di attività con importazione di ragazze che provengono da paesi extracomunitari, che vengono messe a
fare le prostitute, magari contro la loro volontà, per andare ad ingrassare qualche persona. Penso che vada detta
la parola fine a questa tematica, ma bisogna affrontarla senza ipocrisie. Ricordo delle riunioni su questo tema nelle
quali delle signore di sinistra dicevano: dobbiamo convincere gli uomini a non andare a prostitute e dobbiamo
convincere le donne a non dover vendersi. Discorsi vecchi come il mondo che facevano parte ancora delle para-
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bole di Gesù Cristo, ma sono passati 2000 anni e la situazione non è cambiata. Evidentemente è un mercato che
fiorisce, e non può non fiorire in un'ottica in cui sempre più stranieri sono presenti sul nostro territorio, quindi lontano da casa e dalle loro famiglie, e quindi magari anche l'esigenza di rivolgersi a determinate situazioni aumenta.
Quindi il fenomeno è in serio incremento. Dobbiamo porre la parola fine, dobbiamo cercare di regolamentare il
fenomeno della prostituzione legalizzandola all'interno di "case chiuse", come si definivano una volta, in cui esiste
una stretta sorveglianza sanitaria. Una stretta sorveglianza sui frequentatori, in cui esiste anche una stretta sorveglianza sull'età anagrafica di chi quel mestiere lo fa per scelta e non per obbligo, perché abbiamo in questi ultimi
tempi, sia a livello nazionale ma specialmente locale, delle situazioni aberranti in cui addirittura c'erano, così risulta
dai giornali, poi lo verificherà la magistratura, delle persone che andavano a cercare delle minorenni, perché deviati dal punto di vista sessuale. Eppure esiste anche questo tipo di prostituzione. È una cosa che ci pone nelle
condizioni di considerare che se vogliamo anche eliminare la prostituzione dalle strade, ed apro anche un altro
argomento, bisogna fare in modo che la prostituzione sulle strade venga considerata reato. Ma come si fa a considerare reato la vendita del proprio corpo, dal momento che questa cosa si può fare ed è sancita dai diritti dell'uomo anche da parte dell'ONU? Lo si può fare solo rendendo questa cosa legale all'interno di determinate strutture. Allora quando lo fai al di fuori di queste strutture non sei colpevole dal punto di vista penale e giuridico perché
lo fai, perché lo puoi fare, ma lo puoi fare solo lì e in nessun'altra parte, quindi ti arresto ed elimino la prostituzione
dalle strade. Ma se non si aprono le case chiuse non si può fare. Non si può avere la certezza sanitaria. Vorrei che
l'assessore Theiner mi potesse dire quanti malati stiamo curando negli ospedali della provincia di Bolzano che
hanno preso malattie riconducibili all'aver frequentato degli ambienti della prostituzione, cose che non sarebbero
accaduto all'interno delle case chiuse, perché ovviamente le ragazze che fanno questo mestiere sono sanitariamente controllate e garantite, come è garantita la loro incolumità fisica, come è garantito il fatto che non possono
succedere degli atti che siano inconsulti.
È terminato il mio tempo. Sull'ordine dei lavori dico al presidente del Consiglio che non è accettabile, e
chiedo che la presidenza del Consiglio faccia qualcosa, che i giornali continuino a scrivere che ci sono dei politici a
livello provinciale che sarebbero forse coinvolti nella questione delle due marocchine. Siccome, tolti coloro che
hanno abitudini sessuali diverse da quelle etero in quest'aula, tolte le donne che effettivamente assieme alle prostitute marocchine minorenni non ci vanno, rimaniamo 6 o 7 e siccome io non centro per niente, non voglio che
qualcuno lo pensi. Sarebbe anche il caso che la presidenza del Consiglio scrivesse ai giornali dicendo che o la
giornalista dice i nomi di questi consiglieri o stia zitta, perché il circolo è talmente ristretto che è troppo facile sparare nel mucchio. Se dicessero "un residente nel comune di Laives", sono 30 mila persone, però qui dentro, tolte
le donne e coloro che hanno abitudini sessuali diverse dall'eterismo evidentemente rimaniamo molto pochi.
Vorsitz des Vizepräsidenten | Presidenza del vicepresidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: Ha chiesto di intervenire la consigliera Unterberger, ne ha facoltà.
UNTERBERGER (SVP): In diesem letzten Punkt kann ich Ihnen sogar Recht geben. Es ist äußerst unfair,
wenn die Zeitungen dauernd Gerüchte streuen und von Politikern sprechen, ohne deren Namen zu nennen. Natürlich kann ich das als Landtagspräsidentin nicht untersagen. Ich kann den Medien keine Vorschriften machen,
aber die männlichen Politiker könnten sich beispielsweise überlegen, eine Verleumdungsklage gegen die betreffenden Zeitungen einzubringen. Ansonsten, Kollege Seppi, kann ich Ihnen in wenigen Punkten Recht geben. Ich
finde, dass Ihr Antrag auf absolut falschen Prämissen fußt und voller Widersprüche ist. Was ich ziemlich schlimm
finde, ist, dass Sie die Freudenhäuser und die Prostitution mit der Vergewaltigung in Zusammenhang bringen.
Damit sagen Sie sozusagen, dass die armen Männer von Natur aus so gemacht sind und sich nicht beherrschen
können. Wenn man Ihnen keinen Ort gäbe, wo sie ihre Triebe ausleben können, dann müssten sie Frauen vergewaltigen. Also, diese Aussage bzw. diese Botschaft ist extrem gestrig, vorgestrig und frauenfeindlich. Ich wehre
mich wirklich in aller Form gegen einen solchen Ansatz.
Aber es gibt noch weitere Punkte, die in Ihrem Antrag nicht stimmen. In einem Absatz sagen Sie zwar, dass
man nicht nur die Ausbeutung der Prostitution verbieten müsste, sondern auch die Prostitution selbst, während Sie
im nächsten Absatz für die Wiedereinführung der Freudenhäuser plädieren. Das ist ein absoluter rechtlicher Widerspruch. Das Gesetz von 1958 hatte zur Ausrichtung, die Ausbeutung der Prostitution zu verbieten. Man wollte
dadurch die Prostituierten selbst schützen, ihnen ihre Freiräume lassen und ihnen die Möglichkeit geben, sich zu
prostituieren, wo sie wollen, auch in Wohnungen. Es ist nicht so, dass die Prostitution in Wohnungen verboten ist,
wie es immer wieder dargestellt wird. Die Ausrichtung des Gesetzes ist, dass keiner daran mitverdienen darf.
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Niemand darf ein Haus eröffnen, wo er diese Prostituierten bezahlt und vielleicht den großen Anteil an ihrem Lohn
abkassiert. Das ist verboten und deswegen sind auch die Freudenhäuser verboten. Die Freudenhäuser waren
sozusagen der Ort der Ausbeutung der Prostituierten, wobei auch noch der Staat mitverdient hat. Jede Prostituierte, die will, kann sich in ihrer eigenen Wohnungen prostituieren. Das ist nicht verboten. Das haben wir jetzt alle
mit diesem lokalen Rubygate mitbekommen. Das einzige, was in dieser aktuellen Sache verboten ist, ist, dass
Minderjährige mit im Spiel waren. Alles andere ist völlig legal und hat auch in Wohnungen stattgefunden.
Der nächste Irrtum ist, dass man meint, es würde einen Zusammenhang zwischen Straßenstrich und Freudenhäusern geben. Sie können sich wahrscheinlich ausmalen, dass da eine ganz andere Klientel am Werk ist. So
wie der Notar, der jetzt in den Ermittlungen verwickelt ist, wahrscheinlich nicht zur Straßenprostituierten gehen
wird, kann sich ein Arbeiter, der nicht viel verdient und auf den Straßenstrich geht, kein Bordell leisten. Deswegen
weiß man aus der Erfahrung von anderen Ländern, dass, obwohl Freudenhäuser vorhanden sind, der Straßenstrich noch ganz gleich da ist, weil die Nachfrage ganz eine andere ist. Deswegen ist auch die Kombination dieser
beiden Sachen nicht zielführend. Das eine Problem löst das andere nicht.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Herr Präsident! Kollegin Unterberger hat den
Sachverhalt vollkommen korrekt dargestellt. Die Wiedereinführung von Freudenhäusern würde nicht dazu führen,
dass der Straßenstrich verschwinden würde, sondern es würde einen offizialisierten Markt und zugleich einen
Schwarzmarkt geben, der weiter floriert. Man muss sich das nur in Deutschland und in Österreich ansehen, wo die
Freudenhäuser erlaubt sind und wo zugleich auch der Straßenstrich voll funktioniert. Ich glaube nicht, dass sich
da, Kollege Seppi, Wesentliches ändern würde. Die "Legge Merlin" von 1958 hat hier wirklich einen richtigen Ansatz gewählt. Sie hat vor allem die Zuhälterei verfolgt und versucht, diese Ausbeutung bzw. diesen "Circulus vitiosus" zu sprengen. Das ist nach wie vor das Thema. Kollege Seppi, ich betone natürlich, dass die Prostitution das
älteste Gewerbe der Welt ist. Wir werden es immer haben. Die Evidenz spricht dafür, aber wir als Angehörige
einer Mitte-Links-Partei müssen auch ein wenig blauäugig sein. Das heißt, dass man die Dinge auch verbessern
kann. Ich glaube schon, dass es nicht naturnotwendig ist, dass sich die Prostitution in alle Ewigkeit hinziehen
muss. Es gibt gesellschaftlichen Fortschritt, man kann es kaum glauben. Wir haben zum Beispiel die Demokratie
gewonnen und so sollte man auch imstande sein, die Prostitution ein Stück weit zurückzudrängen. In Italien ist
dies allerdings schwierig, nachdem dort die Freudenhäuser inzwischen gewissermaßen auf allerhöchster Ebene
abgesegnet sind. Dort fungiert sozusagen der "Palazzo Grazioli" als Ort der Prostitution und aus dem Grund liegt
der Antrag von Kollegen Seppi ganz auf der Linie unseres Ministerpräsidenten, dessen Prozess heute leider zum
Scheitern verurteilt wird. Aber leider Gottes ist der Generaltrend in diesem Land auf deiner Seite. Das muss sich
ändern, Kollege Seppi, bevor wir den Straßenstrich abschaffen.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Herr Präsident! Es ist interessant: Sobald das Thema ein bisschen
schlüpfriger wird, hat man hier im Landtag offensichtlich die ungeteilte Aufmerksamkeit. Es ist doch ein Thema,
über das man einmal sprechen sollte, denn es ist nun mal eine Tatsache. Wir brauchen nur durch Bozen gehen.
Wenn jemand abends mal in Bozen im Cineplexx war und dort am Bozner Boden in Kampill auf dem Weg ist - in
Meran und in Sinich hatten wir das Thema …
PICHLER ROLLE (SVP): Jetzt musst du Innsbruck auch nennen!
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich komme noch dazu, keine Sorge, und zwar nicht, weil ich persönliche Erfahrungen in Innsbruck gesammelt hätte, sondern weil es mir aufgefallen ist. Es ist nun mal eine Tatsache,
dass es diesen Straßenstrich nicht nur in Südtirol, sondern in vielen Orten in Italien, am Meer, auch in Rimini und
Riccione gibt. Mir fällt jedoch auf - hier muss ich Kollegen Hans Heiss widersprechen -, dass es den Straßenstrich
in anderen Ländern in nicht so ausgeprägter Form gibt. Ich kenne in Innsbruck beispielsweise keine Straße, wo
der Straßenstrich dermaßen floriert, wie das beispielsweise in Bozen in Kampill der Fall ist. Ich denke, dass die
Freudenhäuser - der Begriff dafür ist vielleicht etwas komisch - sehr wohl ein Grund dafür sein könnte. Hier widerspreche ich auch der Aussage von Julia Unterberger, die gesagt hat, dass das ein soziales Phänomen ist. In
Deutschland gibt es beispielsweise für alle Kategorien Freudenhäuser, von Nobelpuffs bis hin zu Puffs für Harz-IVEmpfänger. Von daher sind die Freudenhäuser nicht nur für noble oder gutbetuchte Klientel geeignet. In Innsbruck
gibt es interessanterweise ein Freudenhaus, das einen eigenen Shuttle-Dienst für Südtiroler anbietet. Wenn man
mit vier oder fünf Personen dort hinfährt, bekommt man das Geld fürs Taxi rückerstattet. Aber das sei nur nebenbei erwähnt!
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Kollege Seppi, ich habe ein Problem mit der Formulierung des letzten Absatzes im beschließenden Teil,
wenn es heißt: "die Zentralregierung aufzufordern, jene Prostituierten sozial, wirtschaftlich und sozialversicherungsmäßig abzusichern, die besagter Tätigkeit erwiesenermaßen freiwillig innerhalb dieser legalisierten und von
den öffentlichen Verwaltungen kontrollierten Einrichtungen nachgehen." Donato Seppi, sei mir nicht böse, aber ich
kenne keine einzige Frau oder kein einziges Mädchen, das zur Berufsberatung gegangen ist und sich dort freiwillig
für den Beruf Prostituierte entschieden hat! Ich denke, dass diejenige, die Prostituierte wird, in 99,9 Prozent der
Fälle dies aus einem bestimmten Grund tut. Meistens steckt ein finanzieller Grund dahinter, aber man geht diesem
Beruf bestimmt nicht gerne freiwillig nach. Deswegen würde ich dir anraten, die Worte "erwiesenermaßen freiwillig" aus dem letzten Absatz zu streichen. Es geht hier darum, dass diese Leute sozialversichert werden, wenn sie
…
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): (interrompe)
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich sage ja 99,9 Prozent der Fälle, die meisten nicht!
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): (interrompe)
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Vielleicht kennst du andere Leute als ich, das mag schon sein! In
meinem Bekanntenkreis gibt es niemanden, der dieser Tätigkeit freiwillig nachgeht.
Ich denke, dass dieses Problem sehr wohl auch unter dem Sozialaspekt zu betrachten ist, sprich, dass
diese Damen - es sind inzwischen nicht nur mehr Damen, sondern es gibt ja auch Männer und alles zwischendrin,
die sich prostituieren - sehr wohl ein Sozialversicherungsproblem haben. Ich denke, dass hier sehr wohl auch eine
Sozialversicherung gefunden werden müsste. Ich persönlich bin nicht prinzipiell gegen diese Freudenhäuser,
wenn dort all diese Dinge miteinfließen könnten. Wenn jemand sich auf der Straße freiwillig prostituiert und das als
Beruf hat, schaut er sozialversicherungsmäßig durch die Finger. Von den Hygienebestimmungen reden wir schon
gar nicht. Deswegen denke ich, dass eine Gesetzesänderung in Italien in der Form sicherlich nicht schlecht wäre
und - ich komme zum Schluss - wenn man etwas Derartiges in geregeltem Ambiente legalisieren würde. Aber es
ist auch eine Tatsache, dass man damit die Prostitution in den Wohnungen oder auf der Straße sicher nicht verhindern wird.
MAIR (Die Freiheitlichen): Herr Präsident! Ich finde an diesem Thema nichts Schlüpfriges, im Gegenteil,
ich finde es gut, dass im Landtag immer wieder die Möglichkeit besteht, über die Wiedereröffnung der Freudenhäuser zu diskutieren, auch wenn es selbstverständlich kontroverse Diskussionen gibt. Mich stört ein bisschen die
Scheinheiligkeit, mit der man diesem Thema begegnet. Wenn wir die Gesellschaft vor allem hier in Südtirol ansehen, dann sehen wir, dass innerhalb der Gesellschaft - und da spielen soziale Schichten keine Rolle - kreuz und
quer "geschnackselt" wird, um es einmal so zu sagen. Da gibt es Beziehungen, die nach außen den Schein wahren zu funktionieren und eine heile Welt darstellen, bei denen die Frauen Affären haben, die Männer Affären haben usw. Aber sobald es darum geht, dass Männer zu Prostituierten gehen, dann ist es ein riesiges Problem. Ich
hoffe und wünsche mir, dass es die Prostitution, sofern sie legal und freiwillig ist und kein Menschenhandel und
keine Ausbeutung stattfindet, auch in Zukunft nach wie vor gibt, da ich sehr wohl der Meinung bin, dass die Prostituierten einen positiven Dienst in der Gesellschaft leisten können. Ich stimme der Kollegin Unterberger zu, wenn
sie kritisiert, dass der Einbringer die Wiedereröffnung der Freudenhäuser mit der Vergewaltigung in Zusammenhang bringt. Das lehne ich natürlich auch ab, da es Vergewaltigungen auch dort gibt, wo Prostitution mehr als
legal ist und Freudenhäuser für alle Gesellschaftsschichten bestehen. Ich sehe es nicht so sehr nur unter dem
Aspekt Frauenfeindlichkeit, sondern drehe den Spieß um und sage: Nicht jeder Mann, der zu Prostituierten geht,
ist gleichzeitig auch ein potentieller Vergewaltiger. Also, das kann man auch so sehen.
Ich finde, dass das Thema sehr scheinheilig behandelt wird, wenn man sich die gesamtstaatliche Situation
ansieht. Wir haben einen Regierungschef, der nur mit seinem Sexualleben und schon lange nicht mehr mit politischen Inhalten Schlagzeilen macht. Man sieht, dass Italien mit diesem Thema nicht umgehen kann. Auch diese
Scheinheiligkeit, die da dahintersteckt - kein Angriff auf die Italiener -, ist Ausdruck der italienischen Gesellschaft
oder der italienischen Politik. Denken wir nur an die Zeit, als Cicciolina im Parlament gesessen hat - ich glaube,
eine bekanntere Prostituierte hatte Italien nie auf dem Markt - und dann gleichzeitig aber legale Freudenhäuser für
die Gesellschaft verboten wurden. Das ist für mich absolut krank. Ich weise die Aussage zurück, dass es ein soziales Problem wäre, dass sich ein Anwalt oder die besser Verdienenden Puffs leisten können, während der nor-
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male Arbeiter den Straßenstrich konsultieren muss. Das glaube ich nicht! In erster Linie müsste es dem Gesetzgeber darum gehen, die Frauen zu schützen. Dass man den Straßenstrich nicht völlig bekämpfen kann, ist klar.
Das zeigen auch Beispiele aus anderen Ländern, aber es wäre eine Eindämmung. Ich habe das Glück Südtiroler
Prostituierte zu kennen, die diesen Beruf seit eh und je ausüben und mittlerweile auch dafür sind, dass es legale
Einrichtungen gibt, in denen der Zuhälter ausgeschaltet wird. Die Frauen könnten sich vielleicht sozusagen in
Genossenschaften zusammenschließen und alles selbst bestimmen. Aber sie sollten diesen geschützten Raum
haben und ärztlichen Kontrollen unterliegen. Es sollte auch kontrolliert werden, welche Kundenklientel das Lokal ich komme gleich zum Schluss - besucht, dass Schwerbetrunkene beispielsweise nicht mehr hineinkommen usw.
Also, ich kann dem durchaus etwas Positives abgewinnen, wenn man das Ganze legalisiert und die Puffs wieder
öffentlich zulassen würde.
PRESIDENTE: Comunico all'aula che alle ore 12 avremmo dovuto interrompere la discussione su questo
tema per riprendere nel pomeriggio. Se va bene a tutti direi di concludere questo punto, proseguire con i punti
istituzionali e nel pomeriggio riprendere secondo lo schema normale. Non vedo obiezioni, do quindi la parola al
consigliere Urzì, prego.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): È sempre un tema delicato, peraltro già
affrontato nel passato su iniziativa di altri colleghi che hanno legittimamente posto il dibattito al centro delle valutazioni di questo Consiglio che non ha una potestà legislativa di intervento diretto ma può sollecitare gli organismi
competenti ad intervenire. In un certo qual modo il documento adeguato avrebbe potuto essere il documento voto,
la sollecitazione al Governo e al Parlamento ad intervenire con un'azione legislativa di un certo tipo in una certa e
determinata direzione. Ma rimane il merito della questione di cui stiamo discutendo. A prescindere dalle premesse,
mi piace sempre concentrarmi, ogni volta che si discute di mozioni, sulla parte impegnativa e sulle volontà che il
documento sottintende. Il documento si appella alle istituzioni nazionali e di governo affinché si assumano l'onere
di avviare una riforma legislativa che permetta di garantire la riproposizione in forma aggiornata e corretta a seconda dell'evoluzione dei tempi di una legislazione che garantisca la tenuta di quelle che nel passato venivano
definite le case chiuse. Si propone una regolamentazione del settore, anche se in linee assolutamente generali,
quindi senza intervenire nel merito della disciplina esatta che questo tipo di legislazione dovrebbe avere, quale
tipo di limite dovrebbe indicare, quale tipo di contenuto dovrebbe sviluppare, ma definisce il quadro generale sostenendo la necessità della legalizzazione del meretricio all'interno di luoghi definiti per legge, legalizzati e posti
sotto la diretta sorveglianza delle pubbliche amministrazioni. Quindi, aggiunge la mozione "rendendo penalmente
perseguibile chiunque svolgesse questo tipo di attività al di fuori di questi luoghi". Questo è un passaggio pesante,
pregnante della volontà del presentatore che contraddistingue questa iniziativa rispetto ad altre del passato, non
solo legalizzazione del mercato, ma anche divieto di questo tipo di mercato al di fuori dei luoghi dedicati. Se vogliamo giudicare il merito, sicuramente il nostro Paese ha il dovere morale, politico e sociale di intervenire su questa materia, perché il degrado a cui sono state sottoposte aree del nostro Paese, delle periferie delle grandi città è
evidente a tutti e non basta da sola la legislazione attuale che prevede la prostituzione come esercizio regolare e
legittimo, ma censura e condanna solamente lo sfruttamento della prostituzione. C'è bisogno di abbinare esigenze
diverse, quelle sociali per garantire un ordine del nostro territorio, quelle sanitarie per garantire un'adeguata tutela
nei confronti di chi esercita questo tipo di forma e una tutela anche a prevenzione dello sfruttamento della prostituzione, e poi una funzione anche legale e anche finanziaria-economica per garantire, attraverso una normalizzazione e legalizzazione del settore, un interesse anche dello Stato nel percepire i tributi conseguenti.
Questo è un pacchetto di misure da considerare attentamente, quindi il mio voto sarà positivo nello spirito
della mozione, fermo restando la necessità di una migliore articolazione del pensiero per definire bene i limiti e le
prospettive del percorso indicato.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Sull'ordine dei lavori. Prendendo atto delle osservazioni
poste dalle colleghe che sono intervenute, e mi voglio anche scusare sul riferimento allo stupro, ma non l'avete
interpretato o, meglio, io non mi sono fatto capire. Non è che giustifichi lo stupro in una situazione in cui esistono
le case chiuse, è però vero che certe persone la cui caratterialità è molto più debole di quella di qualcun altro,
giunte all'estremo di determinate conseguenze di carattere ormonale, possono arrivare a compiere degli atti criminali che non avrebbero magari fatto se avessero avuto la possibilità di una valvola di sfogo all'interno delle case
chiuse. Chiedo al presidente di prendere atto che il titolo di questa mozione viene così cambiato, le parole: "Abominevoli atti di stupro" vengono eliminate, per cui la mozione titola: "Prostituzione nelle vie cittadine. Questioni
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risolvibili solo se affrontati senza ipocrisia". Poi la prima parte che fa riferimento alla questione dello stupro fino alle
parole "in quest'ottica" viene eliminata. Quindi la mozione inizia con le parole: "L'annosa problematica relativa alla
prostituzione" ecc. Quindi il discorso relativo allo stupro di Merano è stato eliminato accontentando coloro che
pensavano che fosse un paragone che non ci stava.
Ringrazio il collega Knoll per la sua osservazione e sono disposto ad abrogare l'ultimo punto della parte impegnativa in cui si dice: "a sollecitare il governo nazionale nella tutela sociale, economica e previdenziale delle
prostitute". Lo possiamo anche togliere perché è un problema ovvio nel senso che se accade ciò che è previsto da
questa mozione, questa è una conseguenza logica. Secondo me è una libera scelta, ma non ha importanza, non
voglio entrare nel merito del fatto che se una persona fa la prostituta lo faccia per libera scelta o meno perché,
collega Knoll, a questo punto anche una che va a pulire i bagni non lo fa per libera scelta, perché se fosse figlia di
Onassis non lo farebbe! Nella vita non esistono libere scelte quando si va a lavorare, tutti starebbero ben volentieri
a fare il bunga bunga a casa, magari con delle ragazze maggiorenni, se per libera scelta non fossimo obbligati a
guadagnarci il pane. Comunque per farLa contento, tanto non cambierebbe niente, cancello l'ultimo periodo della
parte impegnativa.
PRESIDENTE: Consigliere Seppi, il secondo periodo, quello dove Lei stralcia "in quest'ottica si inserisce" e
poi inizia dall'"annosa problematica relativa alla prostituzione" manca il verbo, dovremo mettere "è un fenomeno
sempre più grave".
La parola all'assessore Theiner per la replica.
THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Sehr geehrter Herr Präsident, geschätzte Kolleginnen und Kollegen! Lieber Kollege Donato Seppi, ich gebe dir absolut Recht, wenn du
sagst, dass man entsprechende Erfahrung haben müsste, um darüber zu reden. Ich kann diese - so muss ich
gestehen - nicht vorweisen. Kollege Seppi, wenn du im Beschlussantrag - so hat er ursprünglich gelautet schreibst: "Abscheuliche Vergewaltigungen und Prostitution in den Straßen der Stadt: diese Probleme können nur
dann gelöst werden, wenn sie ohne politische Scheinheiligkeit durch eine Wiedereröffnung der Freudenhäuser
angegangen werden.", dann glaube ich natürlich, dass das Thema selbst sehr ernst ist und uns alle betrifft. Man
soll nicht den Anschein erwecken, als wäre das nur ein Thema für eine bestimmte Gruppe von Menschen. Das
Problem Prostitution betrifft die ganze Gesellschaft und involviert uns alle. Wenn wir nicht Scheinheiligkeit vorschieben wollen, dann müssen wir auch zur Kenntnis nehmen, dass die Straßenprostitution durch die Eröffnung
von Freudenhäusern sicherlich nicht verschwinden wird. In allen Ländern, wo es legalisierte Freudenhäuser gibt,
kommt auch die Straßenprostitution vor. In all diesen Ländern gibt es auch erhebliche Probleme gesundheitlicher
Natur bzw. hygienisch-sanitärer Natur im Zusammenhang mit der Prostitution. Deshalb ist es richtig, dass man
hier offen darüber diskutiert.
Ich fühle mich nicht in der Lage, diesen Beschlussantrag zu genehmigen. Kollege Seppi, ich bin aber sehr
gerne bereit, dass wir uns offen mit dieser Thematik auseinandersetzen und fragen: Welche Probleme sind damit
verbunden? Wir wissen, dass zum Beispiel die Straßenprostitution - wie es hier auch ausgeführt wurde - nicht
unbedingt eine freie Entscheidung der einzelnen Frauen oder zunehmend auch der Männer ist. Dahinter stecken
meist regelrecht organisierte Banden, die verschiedenste Formen der Prostitution überall in Europa, auch in unserem Land, organisieren. Deshalb ist es richtig, dass man das Thema nach verschiedensten Aspekten angeht. Aber
ich finde es nicht richtig, dass wir diesen Beschlussantrag genehmigen. Wenn beispielsweise gefragt wird, was wir
als Landesverwaltung konkret tun, so möchte ich zur Kenntnis bringen, dass wir ein Projekt haben, das vielleicht
viele nicht kennen, welches aber doch auch schon öfters im Rahmen der Aktuellen Fragestunde erörtert wurde.
Ich spreche vom Projekt "Alba", welches ich in diesem Zusammenhang ganz bewusst anführen möchte. Dieses
Projekt wurde aus dem Blickwinkel des Schutzes der Frauen und der sozio-beruflichen Wiedereingliederung jener
Prostituierten, die ihren Lebensstil ändern möchten, angegangen. In diesem Sinne hat das Ressort für Sozialwesen praktisch im Jahr 2003 ein Projekt zur Bekämpfung der Ausnutzung der Prostitution aktiviert. Das Projekt wird
auf Landesebene koordiniert und im Sinne der Netzwerksarbeit mit anderen öffentlichen Körperschaften und privaten Trägern der Sozialdienste geführt. Das Projekt koordiniert sich weiters mit nationalen Netzen, welche ähnliche Maßnahmen umsetzen. Die Fortführung des Projektes im Land Südtirol ist so wichtig, dass es auch das "Dipartimento per le pari Opportunità", Präsidium des Ministerrates in Rom, in den letzten Jahren trotz knapper werdender Ressourcen mitfinanziert hat. Allein seit Juni 2005 bis Juli 2011 wurden immerhin 264.000 Euro in dieses
Projekt investiert. Diese Finanzierung deckt die Gesamtkosten des ganzen Projektes nicht. Die fehlende Summe
wird durch die Abteilung Sozialwesen abgedeckt. Andere wichtige Finanzmittel kommen über den Europäischen
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Sozialfonds herein. Die positive Bilanz des Projektes "Alba" der vergangenen Jahre ist bis September 2010 bestätigt. Das bedeutet also, dass die Frauen, welche ihren bisherigen Lebensstil als Prostituierte ändern möchten,
effektiv Selbstständigkeit und eigene Würde, eine geeignete Arbeit und somit auch einen besseren Lebensstandard erlangen können.
Kollege Seppi, es ist absolut richtig, dass man das Thema, welches du aufgeworfen hast, ohne falsche
Scheu angeht und offen darüber diskutiert. Ich bin auch sehr gerne bereit, das ganze Thema unter verschiedensten Gesichtspunkten, sprich unter den Gesichtspunkten der öffentlichen Sicherheit, aber durchaus auch unter
Hygiene- und sanitären Gesichtspunkten, aufzurollen und offen darüber zu sprechen. Aber ich sehe mich nicht in
der Lage, diesem Beschlussantrag zuzustimmen, aus der vollen Überzeugung, dass durch die Wiedereröffnung
der Freudenhäuser der Straßenstrich nicht verschwinden würde.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Vi faccio un ragionamento semplice. Dopo l'apertura
delle case chiuse non si risolverebbe il problema della prostituzione sulle strade. Non è vero, si limiterebbe, ma
sarebbe come dire che dopo l'apertura della carceri non si è fermato il furto. Sarebbe come dire che dopo l'aborto
legale non si è fermato l'aborto clandestino. Dopo l'apertura delle case chiuse non si risolve il problema della prostituzione. È vero, ma diventerebbe reato prostituirsi al di fuori delle case chiuse. La prostituzione non è reato fino
a che non vengono poste delle regole in cui nella regolamentazione si può fare quel mestiere. Sarebbe come dire,
è reato vendere pane? Non è reato ma se io il pane lo vendo al di fuori di un negozio in cui sono garantite le
norme igienico-sanitarie, in cui c'è una licenzia del commercio e tutte le regole che ci sono, è vietato vendere il
pane. Il concetto è che se io voglio poter arrestare una prostituta che è su una strada pubblica, lo posso fare solo
nel momento che ho regolamentato la prostituzione che non è un reato in un modo diverso, quindi in una casa
chiusa. Allora la prostituzione al di fuori della casa chiusa diventa un reato, e non solo più l'adescamento che è
reato, che è difficile da dimostrare come l'avvocato presidente sa, oppure lo sfruttamento è reato. Ma se io dico
che la prostituzione si può fare ma solo lì, chi lo fa in maniera diversa commette un reato e lo arresto. Su questi
temi non c'è nessuno che mi possa contraddire, perché la realtà è una sola, la legge è una sola.
Ringrazio l'assessore che mi concede di parlare di questa cosa, anche perché casca in un momento particolare. Se ci sono quelle del progetto "Alba" che hanno deciso di smettere di fare le prostitute e vogliono cercarsi
un lavoro, dovremmo anche pubblicizzarla questa cosa, perché tutte quelle donne che non riescono a trovare un
lavoro, facciamo finta che siano prostitute, ve le mandiamo lì e trovate loro un lavoro! Se tutte quelle che fanno le
prostitute vogliono cambiare lavoro, e riconosco che sia una bella cosa da parte del Suo assessorato, le aiutate a
cambiare lavoro, ci sono anche quelle che il lavoro non lo vogliono cambiare e vogliono continuare a fare le prostitute, con tutto il rispetto per la loro scelta, ma non vogliono farlo. Poste nelle condizioni di poter essere violentate, di poter subire violenze fisiche, sfruttamento, la violenza e tutto quello che può accadere sulla strada, lo vogliono fare in un ambiente che garantisca loro determinate cose, che garantisca loro che ci non vada un ubriaco
che non sta neanche in piedi a cercarle, che garantisca loro che vadano persone che si comportano in un certo
modo, altrimenti arriva uno che ti prende e ti butta giù dalla finestra perché pretendono anche che uno si lavi, non
dico dove, prima di fare certe cose, ecc. Se è vero che c'è il progetto "Alba" per salvare le prostitute che vogliono
smettere, è altrettanto vero che vanno rispettate anche quelle che vogliono continuare a farlo, magari nel momento in cui raggiungono la maggiore età. Le case chiuse sono un problema serio che va affrontato e non va solo
discusso, collega Theiner, come fanno i comunisti. Dobbiamo convincere le donne a non prostituirsi e gli uomini
ad arrangiarsi da soli, perché con le prostitute non si va. Sono 100 anni che si dicono queste cose, ma in effetti
non è così, quindi bisogna rendersene conto. Il problema va discusso e risolto definitivamente. La mozione è stata
emendata come mi avete chiesto, perché certi riferimenti andavano eliminati, quindi non vedo perché non debba
essere votata. Chiederei anche in questo caso, con la vostra gentilezza, la votazione per appello nominale.
PRESIDENTE: Passiamo alla votazione.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich ersuche um getrennte Abstimmung!
PRESIDENTE: Va bene. La consigliera Klotz chiede la votazione separata del punto 1. Va votata anche
quella per appello nominale? No.
Metto in votazione la mozione con le modifiche richieste dal consigliere Seppi, ovvero nel titolo vengono
cancellate le parole "Abominevoli atti di stupro"; nel testo in lingua tedesca vengono cancellate le parole "Abscheuliche Vergewaltigungen und"; viene poi cancellato il primo comma delle premesse; nel secondo comma
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vengono cancellate le parole "In quest'ottica si inserisce", nel testo di lingua tedesca "In diesen Bereich fällt", e la
frase inizia con "L'annosa problematica relativa alla prostituzione è un fenomeno" ecc. Nel testo di lingua tedesca
inizierà: "Die seit Jahren andauernde Problematik der Prostitution ist ein Phänomen," ecc. Viene poi stralciato
l'ultimo punto della parte impegnativa.
Ha chiesto la parola il consigliere Urzì sull'ordine dei lavori, prego.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Chiedo la votazione separata anche
del secondo punto della parte impegnativa.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Il primo punto della parte impegnativa di fatto comprende tutto. Lo leggo: "A sollecitare il governo nazionale affinché con nuove leggi e regole si giunga ad affrontare
tutte le problematiche relative alla prostituzione e quindi, con adeguati e consoni dispositivi legislativi, ad arginare
e a possibilmente risolvere il fenomeno del meretricio nelle nostre città e tutti i reati ad esso direttamente e indirettamente collegati". Se siete d'accordo stralcio gli altri punti della parte impegnativa.
PRESIDENTE: Non deve essere d'accordo l'aula, basta sia d'accordo Lei, consigliere. Allora votiamo le
premesse e poi il primo punto della parte deliberativa, perché gli altri punti sono stralciati. La votazione per appello
nominale verrà fatta per il punto 1 della parte impegnativa.
Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle, prego.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich ersuche um eine Unterbrechung der Sitzung für Beratungen innerhalb der
SVP-Fraktion. Danke!
PRESIDENTE: Va bene, accolgo la richiesta e sospendo la seduta fino alle ore 15.
ORE 12.27 UHR
---------ORE 15.03 UHR
Namensaufruf - appello nominale
PRÄSIDENTIN: Die Sitzung ist eröffnet.
Wir stimmen jetzt über den Beschlussantrag Nr. 197/10 - wie vom Abgeordneten Seppi abgeändert - ab.
Abgeordneter Egger, Sie haben das Wort zum Fortgang der Arbeiten.
EGGER (Die Freiheitlichen): Frau Präsidentin! Wenn wir den ersten Absatz des beschließenden Teils abstimmen, dann möge man sich diesen bitte in Ruhe durchlesen, denn, wenn ich das richtig verstehe, dann würden
wir beschließen, dass Rom aufgefordert wird, das Phänomen der Prostitution möglichst aus der Welt zu schaffen.
Das wäre ein völliger Unfug!
PRÄSIDENTIN: Abgeordneter Egger, ich gebe Ihnen völlig Recht. Es ist aber eine inhaltliche Frage und der
Abgeordnete Seppi hat natürlich das Recht, diesen beschließenden Teil seines Beschlussantrages zur Abstimmung zu bringen. Sie haben natürlich das Recht, dagegen zu stimmen.
Wir stimmen nun über die Prämissen ab: mit 9 Stimmenthaltungen, 1 Ja-Stimme und 20 Nein-Stimmen abgelehnt.
Wir stimmen nun über den beschließenden Teil ab. Der Abgeordnete Seppi und zwei weitere Abgeordnete
haben die namentliche Abstimmung beantragt. Es ist die Nummer 9 gezogen worden:
HOCHGRUBER KUENZER (SVP): Nein.
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Nein.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ja.
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KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ja.
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Nein.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ja.
MAIR (Die Freiheitlichen): Ja.
MINNITI (Il Popolo della Libertà): Astenuto.
MUNTER (SVP): Nein.
MUSSNER (Landesrat für Bauten, ladinische Schule und Kultur und Vermögensverwaltung – SVP):
Nein.
NOGGLER (SVP): Nein.
PARDELLER (SVP): Nein.
PICHLER ROLLE (SVP): Nein.
PÖDER (UFS): Enthalten.
SCHULER (SVP): Nein.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Sì.
STIRNER BRANTSCH (SVP): Nein.
STOCKER M. (SVP): Nein.
STOCKER S. (Die Freiheitlichen): Ja.
THALER ZELGER (SVP): Nein.
THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Nein.
TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Ja.
TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura italiana e all' edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): No.
UNTERBERGER (SVP): Nein.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sì.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Sì.
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): (abwesend)
ARTIOLI (Lega Nord): Sì.
BAUMGARTNER (SVP): Nein.
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BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): (abwesend)
BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): No.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): No.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Nein.
EGGER (Die Freiheitlichen): Enthalten.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Nein.
PRÄSIDENTIN: Ich gebe das Abstimmungsergebnis bekannt: mit 3 Stimmenthaltungen, 10 Ja-Stimmen
und 20 Nein-Stimmen ist der beschließende Teil abgelehnt. Somit ist Beschlussantrag Nr. 197/10 abgelehnt.
Wie vom Kollegium der Fraktionssprecher beschlossen, kommen wir nun zur Behandlung des Tagesordnungspunktes 3, und zwar zur Namhaftmachung eines Mitgliedes im Verwaltungsrat der Laimburg, das vom
Landtag entsandt wird. Diesbezüglich möchte ich Sie darauf aufmerksam machen, dass im Sinne des Gleichstellungsgesetzes, und zwar der kombinierten Artikel 2 Absatz 1a, Artikel 10 Absatz 5 und Artikel 38 Absatz 4, vom
Landtag eine Frau benannt werden muss. Ich ersuche um Vorschläge! Abgeordneter Pichler Rolle, Sie haben das
Wort zum Fortgang der Arbeiten.
PICHLER ROLLE (SVP): Frau Präsidentin, ich ersuche Sie um Vertagung dieses Tagesordnungspunktes
auf die nächste Sitzungsfolge!
PRÄSIDENTIN: In Ordnung.
Punkt 4 der Tagesordnung: "Beschlussvorschlag: Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung der Ortsnamenfrage (Artikel 24 der Geschäftsordnung)."
Punto 4) dell'ordine del giorno: "Proposta di deliberazione: Nomina di una commissione speciale per
lo studio e l’approfondimento della toponomastica (articolo 24 del regolamento interno)."
Wie Ihnen bekannt ist, haben die Abgeordneten Urzì und Vezzali mit Schreiben vom 2. März im Sinne von
Artikel 24 der Geschäftsordnung die Errichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung der Ortsnamensfrage beantragt. Auf der Grundlage dieses Antrages und der darin enthaltenen Vorgaben ist vom Rechtsamt der Ihnen vorliegende Beschlussvorschlag ausgearbeitet worden. Der Beschlussvorschlag wird nach den für
die Behandlung von Beschlussanträgen geltenden Regeln behandelt, das heißt zuerst verlesen und dann kann er
vom Einbringer 5 Minuten lang erläutert werden. Jeder von Ihnen kann dazu 3 Minuten Stellung nehmen, während
der Landesregierung 10 Minuten für die Replik zustehen. Ich ersuche um die Verlesung des Beschlussvorschlages.
Sehr geehrte Frau Präsidentin,
gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung des Südtiroler Landtages ersuchen wir Sie um die Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung der Ortsnamenfrage und beantragen,
dass der gegenständliche Antrag als institutioneller Punkt auf die Tagesordnung des Landtages gesetzt wird.
Bei der Ausarbeitung der Prämissen und des beschließenden Teiles des Beschlussvorschlages sollten folgende Hinweise zum Inhalt berücksichtigt werden.
Begründung:
Der Südtiroler Landtag ist laut Autonomiestatut für die Ortsnamenfrage zuständig.
Dieses Thema ist auf politischer, aber auch auf gesellschaftlicher, kultureller und wissenschaftlicher
Ebene Gegenstand einer breiten Debatte.
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Es besteht der durchgängige und abgestimmte Wunsch, vor der Behandlung im Landtag eines entsprechenden Gesetzentwurfs zur Neuordnung dieser Materie alle positiven Energien zur Ermittlung
einer Lösung zu bündeln, die den größtmöglichen Konsens auf sich vereint.
Beschließender Teil:
1.
Gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung des Südtiroler Landtags wird eine Sonderkommission unter dem Vorsitz der Landtagspräsidentin eingerichtet, die die Arbeiten leitet und koordiniert, aber nicht stimmberechtigt ist.
2.
Die Sonderkommission setzt sich über die Landtagspräsidentin hinaus aus einem Mitglied pro
Landtagsfraktion zusammen, das von jeder Fraktion innerhalb einer von der Landtagspräsidentin festgelegten Frist namhaft zu machen ist.
3.
In ihrer ersten Sitzung wählen die Mitglieder der Sonderkommission eine/n stellvertretende/n
Vorsitzende/n, der/die einer anderen Sprachgruppe angehört als jener des/der Vorsitzenden,
und einen Schriftführer/eine Schriftführerin.
4.
Für jede Entscheidung, über die in der Kommission abgestimmt wird, verfügt jedes Mitglied
über so viele Stimmen wie seine Fraktion Mitglieder hat.
5.
Für all jene Aspekte, die nicht durch den vorliegenden Beschluss geregelt werden, kommen
für die Sonderkommission die Bestimmungen der Geschäftsordnung über die Funktionsweise
der Gesetzgebungskommissionen zur Anwendung.
6.
Die Sonderkommission hat die Aufgabe:
a) die Ortsnamenfrage (insbesondere in Südtirol, aber auch im Vergleich zu anderen Gebieten)
in rechtlicher, wissenschaftlicher und historischer Hinsicht zu beleuchten und zu vertiefen.
Dies kann auch über Anhörungen oder Unterlagensammlungen und unter Berücksichtigung
der Vorschläge der Kommissionsmitglieder erfolgen;
b) bis spätestens Juni 2011 dem Landtag einen Schlussbericht vorzulegen, dem die
gesammelten Unterlagen und die Sitzungsprotokolle beiliegen.
---------Gentile presidente,
ai sensi dell'articolo 24 del regolamento interno del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
chiediamo l'istituzione di una commissione speciale per lo studio e l'approfondimento della toponomastica pregandoLa di iscrivere con la massima sollecitudine la richiesta in oggetto come punto
"istituzionale" all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio.
Nella stesura delle premesse e dell'impegnativa della proposta di deliberazione si dovrebbe tenere
conto delle seguenti indicazioni di ordine contenutistico-testuale.
Motivazione:
Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano esercita ai sensi dello Statuto di autonomia la propria competenza in materia di toponomastica.
La stessa materia è oggetto di un'ampia discussione politica ma anche a livello sociale, culturale e
scientifico.
È emersa una ampia e condivisa esigenza di coinvolgere, alla vigilia della discussione in Consiglio
provinciale di una norma di riordino della materia, tutte le energie positive che vogliano contribuire
alla individuazione di una soluzione, la più ampiamente condivisa.
Parte impegnativa:
1.
Ai sensi dell'articolo 24 del regolamento interno del Consiglio provinciale viene istituita una
commissione speciale presieduta dalla presidente del Consiglio provinciale che ne dirige e
coordina i lavori, senza diritto di voto;
2.
la commissione speciale è composta oltre che dalla presidente del Consiglio provinciale anche da un componente per ogni gruppo consiliare provinciale da designarsi da parte di ogni
gruppo entro una data indicata dalla presidente;
3.
nella sua prima seduta la commissione speciale elegge un/a vicepresidente, di gruppo linguistico diverso da quello del presidente, e un segretario/una segretaria della Commissione;
4.
per tutte le decisioni assunte mediante votazione dalla commissione ogni singolo componente
dispone di tanti voti quanti sono i componenti del rispettivo gruppo consiliare provinciale;
5.
per quanto non disciplinato dalla presente deliberazione si applicano alla commissione speciale le disposizioni del regolamento interno sul funzionamento delle commissioni legislative.
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6.
La commissione speciale ha il compito
di esaminare e approfondire anche attraverso audizioni o raccolta di documentazione, tenendo conto delle proposte avanzate dai componenti della commissione, la tematica della
toponomastica (con particolare riferimento a quella della provincia di Bolzano ma anche nella comparazione con altre realtà) nei suoi profili giuridici, scientifici, storici;
b) di presentare entro giugno 2011 al Consiglio provinciale una relazione sull'esito dei lavori
con allegata la documentazione raccolta e i resoconti verbali delle sedute.
a)
Beschluss des Südtiroler Landtages vom .. .. 2011
"Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung der Ortsnamenfrage"
Mit Schreiben vom 2. März 2011 haben die Landtagsabgeordneten Alessandro Urzì und Maurizio
Vezzali gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung die Landtagspräsidentin um die Einrichtung einer
Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung der Ortsnamenfrage ersucht.
Der Antrag wurde von beiden Landtagsabgeordneten wie folgt begründet: "Der Südtiroler Landtag ist
laut Autonomiestatut für die Ortsnamenfrage zuständig. Dieses Thema ist auf politischer, aber auch
gesellschaftlicher, kultureller und wissenschaftlicher Ebene Gegenstand einer breiten Debatte. Es
besteht der durchgängige und abgestimmte Wunsch, vor der Behandlung im Landtag eines entsprechenden Gesetzentwurfs zur Neuordnung dieser Materie alle positiven Energien zur Ermittlung einer
Lösung zu bündeln, die den größtmöglichen Konsens auf sich vereint."
In eben diesem Antrag führen die beiden Landtagsabgeordneten im Detail die Zusammensetzung
und die Wahl der Mitglieder an, die spezifische Aufgabe dieser Sonderkommission, die von der
Landtagspräsidentin geleitet wird, den Termin, bis zu dem die Kommission ihre Arbeit abzuschließen
hat, sowie den Verweis auf die Bestimmungen der Geschäftsordnung des Landtages über die Funktionsweise der Gesetzgebungskommissionen für die Abwicklung der Sitzungen der Sonderkommission.
All dies bildet den beschließenden Teil des vorliegenden Beschlusses. In Ermangelung weiterer Bestimmungen der Geschäftsordnung zum Thema Sonderkommissionen und in Anwendung der organisatorischen Autonomie des Südtiroler Landtages
sowie unter Berücksichtigung der entsprechenden Debatte und
gemäß Artikel 24 Absatz 1 der Geschäftsordnung
beschließt
der Südtiroler Landtag
in der Sitzung vom ....4.2011 mit ... Stimmen Folgendes:
1. Gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung wird eine Sonderkommission unter dem Vorsitz der
Landtagspräsidentin eingerichtet.
2. Die Sonderkommission setzt sich über die Landtagspräsidentin hinaus aus einem Mitglied pro
Landtagsfraktion zusammen, das von jeder Fraktion innerhalb einer von der Landtagspräsidentin
festgelegten Frist namhaft zu machen ist.
3. In ihrer ersten Sitzung wählen die Mitglieder der Sonderkommission eine/n stellvertretende/n Vorsitzende/n, der/die einer anderen Sprachgruppe angehört als jener der Landtagspräsidentin, und einen Schriftführer/eine Schriftführerin.
4. Für jede Entscheidung, über die in der Kommission abgestimmt wird, verfügt jedes Mitglied über
so viele Stimmen wie seine Fraktion Mitglieder hat.
5. Für all jene Aspekte, die nicht durch den vorliegenden Beschluss geregelt werden, kommen für die
Sonderkommission die Bestimmungen der Geschäftsordnung über die Funktionsweise der Gesetzgebungskommissionen zur Anwendung.
6. Die Sonderkommission hat die Aufgabe:
a) die Materie der Ortsnamen (insbesondere Südtirols, aber auch im Vergleich zu anderen Gebieten)
in rechtlicher, wissenschaftlicher und historischer Hinsicht zu beleuchten und zu vertiefen. Dies kann
auch über Anhörungen oder Unterlagensammlungen und unter Berücksichtigung der Vorschläge der
Kommissionsmitglieder erfolgen;
b) bis spätestens Juni 2011 dem Landtag einen Schlussbericht vorzulegen, dem die gesammelten
Unterlagen und die Sitzungsprotokolle beiliegen.
----------
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Deliberazione del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano del .. .. 2011
"Nomina di una commissione speciale per lo studio e l'approfondimento della toponomastica"
Vista la lettera di data 2 marzo 2011, con la quale i consiglieri provinciali Alessandro Urzì e Maurizio
Vezzali hanno richiesto ai sensi dell'articolo 24 del regolamento interno alla Presidente del Consiglio
provinciale la nomina di una commissione speciale per lo studio e l'approfondimento della toponomastica;
preso atto della motivazione di tale richiesta, con la quale i due consiglieri provinciali hanno addotto
quanto segue: "Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano esercita ai sensi dello Statuto di
Autonomia la propria competenza in materia di toponomastica. La stessa materia è oggetto di
un'ampia discussione politica, ma anche a livello sociale, culturale e scientifico. È emersa un'ampia e
condivisa esigenza di coinvolgere, alla vigilia della discussione in Consiglio provinciale di una norma
di riordino della materia, tutte le energie positive che vogliano contribuire all'individuazione di una
soluzione, la più ampiamente condivisa.";
constatato che nella stessa richiesta i due consiglieri provinciali hanno dettagliatamente indicato le
modalità di composizione e di elezione dei componenti, il compito specifico dell'istituenda commissione speciale che verrà presieduta dalla presidente del Consiglio provinciale, il termine entro il quale
essa dovrà concludere i propri lavori nonché il rinvio alle disposizioni del regolamento interno sul
funzionamento delle commissioni legislative per quanto riguarda la disciplina delle sue sedute;
stabilito che tutto questo viene a formare il contenuto del dispositivo della presente deliberazione, in
assenza di ulteriori disposizioni del regolamento interno in materia di commissioni speciali e in applicazione dell'autonomia organizzativa del Consiglio provinciale;
sentito il relativo dibattito;
visto l'articolo 24, comma 1, del regolamento interno;
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
delibera
nella seduta del ..../4/2011 con ... voti:
1. Ai sensi dell'articolo 24 del regolamento interno viene istituita una commissione speciale presieduta dalla presidente del Consiglio provinciale.
2. La commissione speciale è composta oltre che dalla presidente del Consiglio provinciale anche da
un componente per ogni gruppo consiliare provinciale da designarsi da parte di ogni gruppo entro
una data indicata dalla stessa presidente.
3. Nella sua prima seduta la commissione speciale elegge un/a vicepresidente appartenente a un
gruppo linguistico diverso da quello della presidente del Consiglio provinciale e un segretario/una
segretaria della commissione.
4. Per tutte le decisioni assunte mediante votazione della commissione ogni singolo componente
dispone di tanti voti quanti sono i componenti del rispettivo gruppo consiliare.
5. Per quanto non disciplinato dalla presente deliberazione si applicano alla commissione speciale le
disposizioni del regolamento interno sul funzionamento delle commissioni legislative.
6. La commissione speciale ha il compito:
a) di esaminare e approfondire, anche attraverso audizioni o raccolta di documentazione, e tenendo
conto delle proposte avanzate dai componenti della commissione, la tematica della toponomastica
(con particolare riferimento a quella della provincia di Bolzano, ma anche nella comparazione con
altre realtà) nei suoi profili giuridici, scientifici e storici;
b) di presentare entro giugno 2011 al Consiglio provinciale una relazione sull'esito dei lavori con allegata la documentazione raccolta e i resoconti verbali delle sedute.
Abgeordneter Urzì, Sie haben das Wort für die Erläuterung.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Insieme al collega Vezzali abbiamo
presentato questa richiesta di istituzione di una commissione speciale ai sensi dell'art. 24 del regolamento interno
del Consiglio provinciale. La proposta è chiara di per sé. Ci tenevo solo a rilevare un aspetto centrale. Questa
proposta esprime la volontà di aprire il Consiglio ad una più ampia riflessione non tra le forze politiche qui rappresentate, non ci si vuole sostituire alle commissioni legislative o all'aula stessa, ma una riflessione aperta verso le
espressioni della società scientifica del mondo culturale e giuridico, che possono contribuire ad ampliare i nostri
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orizzonti per quanto attiene la complessa tematica della toponomastica che attiene ad una specifica competenza
del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano. Questo è un dato che noi intendiamo rilevare, quindi il Consiglio provinciale di Bolzano non solo ha la piena competenza ma il pieno dovere – e questo lo sollecitiamo già da
anni ormai – ad intervenire con una propria iniziativa legislativa per disciplinare, regolamentare la materia. Vorremmo che tutto ciò potesse accadere a compimento di un percorso di approfondimento sul piano culturale, scientifico e giuridico che possa articolarsi in un ruolo che siano rappresentate tutte le espressioni politiche di questo
Consiglio. Ecco perché i compiti della commissione sono stati individuati, mi permetto di ribadire questo sunto in
modo da rendere chiaro il senso di questa iniziativa, nell'obiettivo di esaminare e approfondire, anche attraverso
audizioni o raccolta di documentazione, tenendo conto delle proposte avanzate dai componenti della commissione, la tematica della toponomastica, con particolare riferimento a quella della provincia di Bolzano, ma anche
nella comparazione con altre realtà, e nei suoi profili giuridici, scientifici e storici. Quindi raccolta di documentazione, apertura a fonti che servono ad ampliare la competenza di ciascuno di noi nell'assunzione della responsabilità, la competenza di questo comune, con l'intenzione di concludere questo percorso entro il giugno 2011 con una
relazione che deve raccogliere quanto prodotto non in termini di deliberazione da parte della commissione ma in
termini di raccolta di atti, documenti e contributi.
Ci tengo a ribadire ancora che lo spirito non deve essere inteso come quello di un organo che decide e assume una posizione, ma di un organo che si affianca al Consiglio provinciale nel produrre una riflessione ampia
che poi sosterrà il Consiglio provinciale nella scelta delle opzioni ragionevoli e opportune per dare finalmente ampia regolamentazione come nel diritto e nel dovere di questa nostra autonomia al complesso e ormai insoluto fino
ad oggi tema della toponomastica. Quindi una iniziativa positiva che intende far partecipare tutti ad una riflessione
collettiva, che intende aprire questo Consiglio a più fonti, che intende quindi offrire un'opportunità in più a questo
Consiglio di operare una scelta con piena consapevolezza.
PRÄSIDENTIN: Abgeordneter Dello Sbarba, Sie haben das Wort zum Fortgang der Arbeiten.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ho notato nelle due proposte che
nella prima, che stiamo discutendo adesso, siamo chiamati ad eleggere una commissione che ha una presidente
già definita nella presidenza del Consiglio, mentre nella seconda la commissione si elegge il presidente e il vicepresidente. Vorrei chiedere perché questa differenza.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Nel presentare le due proposte sulle
due diverse commissioni, quella di cui stiamo discutendo adesso e quella successiva che attiene invece il tema
dell'apprendimento della seconda lingua, si è tenuto conto di un quadro ben preciso. Nel caso della toponomastica
si è ritenuto, per una questione puramente istituzionale, e quindi confermando il valore istituzionale di questa
commissione, di attribuire anche nella proposta alla presidente del Consiglio il compito di direttore dell'organizzazione del lavoro di raccolta delle informazioni, senza attribuirle peraltro nessun tipo di ruolo specifico e politico,
perché vorrei che fosse chiaro che questa commissione nelle nostre intenzioni non ha e non vuole avere un ruolo
politico di nessun tipo ma semplicemente di ausilio e di strumento come ho spiegato nelle premesse.
L'altra commissione avrà invece una forma di elezione al suo interno di un presidente anche per evitare di
sovraccaricare eccessivamente di due mesi di lavoro una istituzione come la presidenza di tutta una serie di compiti. Credo sia opportuno quindi che nell'altro caso possa essere indicato il presidente attraverso la normale fase di
valutazione interna.
PRÄSIDENTIN: Abgeordneter Leitner, Sie haben das Wort zum Beschlussvorschlag.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Danke, Frau Präsident! Die Freiheitliche Landtagsfraktion spricht sich gegen die Einsetzung dieser Sonderkommission aus, und zwar aus zwei Gründen. In Meritum braucht es zur Toponomastik sicherlich keine zusätzliche Kommission. Es gibt eine Gesetzgebungskommission, die jederzeit auch
Anhörungen mit Fachleuten vornehmen kann. Ich erinnere daran, dass in der Vergangenheit - ich weiß nicht wie
viele - Tagungen, Symposien, Drucksorten usw. zur Toponomastik veröffentlicht worden sind. Das einzige, was
man neu hinzufügen könnte, wäre vielleicht die jüngst vorgeschlagene Lösung aus Kärnten. Ich kenne sonst keinen neuen Vorschlag. Ich denke auch, dass hier nichts Neues eingebracht werden wird. Der zweite Grund unserer
Ablehnung besteht darin, dass dieser Vorschlag auf einem politischen Kuhhandel im Zusammenhang mit der Wahl
der Landtagspräsidentin beruht. Wir erinnern uns daran, dass damals bei der Abstimmung zwei Kollegen im Saal
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geblieben sind. Diejenigen verlangen jetzt die Einsetzung einer Sonderkommission, weil sie die Mehrheit bei der
Wahl der Präsidentin garantiert haben. Dies war ihre freie Entscheidung, so wie es ihre freie Entscheidung ist, die
Einsetzung einer Kommission zu verlangen. Wir machen da jedenfalls nicht mit, weil wir - erstens - keinen Sinn
darin sehen und - zweitens - diesen politischen Kuhhandel nicht mitgetragen haben.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich möchte nach der Wortmeldung des Kollegen Leitner darauf verweisen, dass
der Antrag an die Mehrheitsfraktion Südtiroler Volkspartei, eine Gesprächsrunde einzurichten, nicht nur von zwei
Abgeordneten, sondern von allen italienischen Abgeordneten gestellt worden ist.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Es waren zwei!
PICHLER ROLLE (SVP): Ich meine den Antrag, dass man sich zu diesem Thema noch einmal zusammensetzt, dass man noch einmal versucht, einen Dialog herzustellen. Es geht nicht darum, dass wir jetzt neue Kenntnisse und neue Dokumente sichten müssten, sondern es geht einzig und allein darum, ob wir in der Lage sind, im
Dialog eine Lösung herbeizuführen. Sie wissen, dass wir einen Gesetzentwurf eingebracht haben. Der Gesetzentwurf liegt im Landtag auf. Wir wollen, dass der Gesetzentwurf zur Behandlung gelangt. Wir sind darum ersucht
worden, einen Gesprächstisch einzurichten, an dem alle Fraktionen teilnehmen sollten. Das kann nicht nur eine
Frage sein, ob jetzt die italienischen Abgeordneten mit der Südtiroler Volkspartei reden, sondern ich fände es
überaus wichtig und gut, dass alle im Landtag vertretenen Parteien bei diesem Dialog dabei sind. Das ist aus meiner Sicht sehr sehr wichtig, vor allem im Vorfeld der möglichen Behandlung des entsprechenden Gesetzentwurfes.
Wir hoffen, dass es rasch dazu kommt. Dieser Gesetzentwurf versucht, ein komplexes Thema, das Jahrzehnte alt
ist, im breitest möglichen Einvernehmen abzuschließen. Ob das möglich sein wird, weiß ich nicht, aber wir sollten
es zumindest versuchen. Wenn jemand ersucht, dies im Rahmen einer Gesprächsrunde zu machen - und es ist
kein inoffizieller, sondern ein offizieller Tisch -, bei der ein Termin genannt wird, dann glaube ich, dass dies kein
Kuhhandel ist. Es handelt sich um einen vernünftigen Schritt, um diese so komplexe Materie noch einmal aus
verschiedenen Gesichtspunkten betrachten zu können.
MAIR (Die Freiheitlichen): Ich finde es immer wieder bemerkenswert - um nicht zu sagen -, skandalös,
dass man hier versucht, die Abgeordneten der Opposition für blöd zu verkaufen. Dass der Antrag von allen italienischen Abgeordneten mitgetragen wird, sehe ich hier nicht. Ich kann nur zwei Unterschriften auf diesen uns vorliegenden Dokumenten erkennen. Es könnte vielleicht sein, dass die Südtiroler Volkspartei in den Tagen, bevor
die Wahl der Landtagspräsidentin stattgefunden hat, mit dem PD ein mündliches Abkommen getroffen hat. Irgendwo hat man etwas läuten hören, dass sich der PD das gewünscht habe, damit die beiden Abgeordneten Urzì
und Vezzali im Saal bleiben. Man hat dann versucht, es so hinzubiegen, dass Sie es als Erfolg verkaufen können.
Ich frage mich wirklich - wenn in einer Gesetzgebungskommission, in der fünf Parteien vertreten sind, nichts weitergeht -, was dann diese neue Kommission bringen soll, in der alle sitzen? Kollege Leitner hat vorhin bereits gesagt, dass es nichts Neues gibt. Die Meinungen und Positionen sind eigentlich alle klar. Mir kommt vor, dass der
politische Wille fehlt. Den werden wir auch in einer Kommission, in der alle vertreten sind, nicht herbeizwingen
können. Ich bin sehr wohl dafür, dass man Gespräche führt. Diese kann man aber auch außerhalb dieser Kommission führen. Aber ich wehre mich dagegen, dass dies jetzt sozusagen als "politischer Erfolg", der in Wahrheit
keiner ist, verkauft werden soll, und zwar nur deshalb, weil Ihr damals die Anwesenheit dieser zwei Abgeordneten
bei der Wahl der Landtagspräsidentin gebraucht habt. Ihr wollt euch praktisch reinwaschen, weil es überall heißt,
dass die Kollegin Unterberger von Urzì's Gnaden zur Präsidentin gewählt wurde. Das ist natürlich ein Schönheitsfehler, der weder ihr noch der Partei politisch gut tut. Infolgedessen versucht man jetzt diese Kommission einzurichten, missbraucht den Landtag für irgendeinen politischen Kuhhandel, wie ihn Kollege Leitner richtig benannt
hat. Das hat meiner Meinung nach absolut keinen Sinn. Dasselbe passiert in Südtirol immer wieder bei Themen,
bei denen die Partei nicht weiß, was sie wollen darf bzw. was sie will: Man bildet Arbeitsgruppen. So geschehen
auch beim Flughafen. Da hat es Mediationen und Zig-Dinge gegeben. Ich glaube, dass die Meinung des Volkes
ganz eindeutig ist. Ihr wüsstet längst, was zu tun wäre. Nun soll wieder eine Arbeitsgruppe eingesetzt werden.
Was soll diese bringen? Wir sind dafür verantwortlich, nach Lösungen zu suchen und diese auch zu finden. Dafür
werden wir bezahlt und nicht etwa dafür, immer wieder neue Kommissionen und Arbeitsgruppen einzusetzen.
Diese haben nämlich nur das einzige Ziel, dass man nichts will. Ich bin überzeugt davon, dass man auch anderweitig Gespräche suchen kann. Aber ich wehre mich dagegen, uns hier für blöd zu verkaufen. Ich gestehe den
beiden Kollegen zu, dass sie die Tonlage gewechselt haben, was die Toponomastik anbelangt. Ich unterstelle
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ihnen nicht, dass Sie nicht an einer Lösung interessiert sind, aber dazu braucht es keine Kommission. Sie müssen
ihr Gesicht jetzt natürlich wahren, da sie damals bei der Wahl der Landtagspräsidentin im Saal geblieben sind. Ich
werde bei der bevorstehenden Abstimmung wieder den Saal verlassen und nicht daran teilnehmen, denn damit
würde ich die Präsidentschaft zementieren, die wir so vehement bekämpft haben. Da mache ich ganz sicher nicht
mit, das ist eine Frechheit!
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Frau Präsidentin! Es wird nicht nur die Opposition für dumm verkauft,
sondern man belügt sich hier sogar selbst! Ich kann mich nur darüber wundern, dass das den eigenen SVP-Leuten so verkauft wird und dass das von euren Leuten so geschluckt wird, Elmar! Du kannst mir echt nicht erzählen,
dass du diesen Blödsinn von irgendwelchen Kommissionen glaubst! Seit wann will die SVP das ToponomastikProblem im Landtag lösen? Ich glaube, da war ich noch nicht einmal auf der Welt! Seitdem redet die SVP - dann
war ich vielleicht schon 5 Jahre auf der Welt - davon, von Legislatur zu Legislatur, kurz vor den Wahlen wird wieder versprochen, dass spätestens in der nächsten Legislatur das Toponomastik-Problem gelöst werde. Habt Ihr in
diesen 25 Jahren nicht die Zeit gehabt, Arbeitsgruppen zu bilden und Gesprächsrunden über die ToponomastikFrage zu führen? Nach 25 Jahren leeren Versprechungen hier im Landtag fällt euch jetzt ein, eine Sonderkommission zu bilden. Wer soll euch das noch glauben? Das könnt Ihr nicht einmal selbst glauben! Wenn hier steht - das
finde ich eigentlich eine Frechheit -, dass es der durchgängige und abgestimmte Wunsch ist, eine solche Kommission einzurichten, dann frage ich mich wirklich: von wem denn? Wo ist hier durchgängig dieser Wunsch vorhanden? Haben wir diesen Wunsch geäußert? Haben die Freiheitlichen diesen Wunsch geäußert? Haben die Grünen
diesen Wunsch geäußert? Wer hat denn dafür gestimmt? Wir nicht, Sie nicht und Sie auch nicht! Ihr belügt hier
die Leute und verkauft das als Wahrheit, ja sogar noch als Erfolg! Man fragt sich schon, was manchmal in euren
Köpfen vorgeht! Ich denke, wir haben genug Zeit gehabt, über die Toponomastik zu reden. Landeshauptmann
Durnwalder hat zumindest Vorschläge gebracht. Diese müssen mir nicht gefallen, ich teile sie auch nicht in allen
Punkten, aber es sind zumindest Vorschläge! Aber jetzt herzugehen und so zu tun, als bräuchten wir uns alle nur
an einen Tisch zu setzen und über das Toponomastik-Problem zu reden, dann hätten wir eine Lösung gefunden,
wer soll uns denn das in diesem Land noch bitte glauben? Das ist doch lächerlich! Wofür brauchen wir denn noch
die Gesetzgebungskommissionen? Sind diese überflüssig? Wir sollten nun plötzlich die Arbeiten der Gesetzgebungskommissionen mit einer Sonderkommission übernehmen. Wofür denn bitte?! Ich möchte auch einmal anmahnen, was das in Zukunft bedeuten würde, wenn hier jeder jedes Mal, wenn die SVP irgendetwas braucht, sich
irgendwelche Sonderverhandlungen zu irgendwelchen Sonderkommissionen herausschindet. Wir verlangen eine
Sonderkommission zur Selbstbestimmung, die Grünen eine Sonderkommission zum Brennerbasistunnel, die Freiheitlichen zur Einwanderung. Ist das euer Ziel? Wo soll der Landtag landen? Ich weiß nicht, was in euren Köpfen
vorgeht! Wir werden das sicher nicht unterstützen.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Vorrei chiarire una cosa. Sono convinto che la commissione abbia una sua ragione d'essere, anche perché qualcuno ha chiesto che ci sia una discussione aperta in
merito alla toponomastica che vada al di là anche di quelli che potevano essere i lavori della commissione legislativa, ma sicuramente non ha chiesto una commissione nella quale colui che rappresenta la SVP da solo conta più
di tutti gli altri messi assieme, perché la differenza fra una commissione legislativa e questa è che il rappresentante della SVP rappresenta 18 voti. È giusto, democrazia è questa, ma è inutile che ci mettiamo a discutere con
chi ha 18 coltelli a disposizione e noi neanche un temperino.
Ciò detto, ho un problema morale ed etico. Il collega Pichler Rolle ha detto che questa commissione è stata
chiesta da qualcuno, o meglio, è stata chiesta un'apertura di un tavolo in cui cercare di trovare assieme delle risposte al problema della legge sulla toponomastica nella quale ci sarebbero stati tutti i componenti di madrelingua
italiana, anche i componenti di maggioranza. Poi magari avrebbe aperto anche un tavolo assieme ai partiti di lingua tedesca per trovare una soluzione comune. Allora se la proposta di queste due commissioni in questo momento dipendono esclusivamente da quella promessa che Lei fece, collega Pichler Rolle, quella volta a noi dei
gruppi italiani che avrebbe voluto riunire attorno ad un tavolo della toponomastica, ci sto, ma se invece è il prezzo
di un meretricio politico a cui abbiamo assistito nel mercanteggiamento che ha portato all'elezione della collega
Unterberger, allora ce lo deve dire chiaramente. Io Le chiedo ufficialmente di rispondermi: queste due commissioni
sono frutto di una promessa che Lei ha maturato quando ce la fece, o sono frutto di un meretricio politico? Se è il
primo cosa, ci sto e sono compartecipe, altrimenti no, perché eticamente e moralmente io non faccio patti di meretricio politico con nessuno, ma specialmente non mi posso fare forte di un patto di amicizia, di un patto stretto su
una parola d'onore con tutte le opposizioni, e sono forte di questo patto, perché altrimenti i due che entrarono in
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aula non entrarono tutti, non avrebbero avuto di chiedere assolutamente nulla. Forte di questo patto tradito vengo
e chiedo delle cose che oggi farebbero parte di un pagamento di un meretricio politico. Allora io non ci sto, perché
non sono d'accordo con questi sistemi. Prima di essere un politico, prima di rappresentare chi rappresento in quest'aula rappresento me stesso, e sono un uomo che non si dimentica mai di essere un uomo. E voi che mi conoscete da tanti anni mi conoscete benissimo. La mia parola non è mai stata in discussione. Se ho stretto una parola
con qualcuno, se ho stretto una parola con le opposizioni, e non mi interessa se le idee della collega Klotz sono
diverse dalle mie, perché la mia parola d'onore, se vale, vale con la consigliera Klotz come con chiunque, anzi,
con la collega Klotz più che con qualcun altro perché sono convinto che se lei mi dà la sua, essa verrà mantenuta... Se io, facendomi forte di questo, tradisco questa alleanza, e solo perché c'è un'alleanza sono forte, e la
tradisco per andare a chiedere qualcosa, qualsiasi cosa sia, anche la più giusta del mondo come potrebbero essere giuste queste due commissioni, è comunque frutto di un meretricio politico al quale non sono disposto ad
essere complice. Ecco perché chiedo al capogruppo della SVP una risposta precisa: sono frutto di un meretricio
politico o sono frutto di una promessa? Ma se non sono frutto di un meretricio politico, per quale motivo i due signori hanno fatto quello che hanno fatto? Questa risposta devono darla loro, non io!
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich bin Mitglied der ersten Gesetzgebungskommission, in der wir
letzthin drei Tage anberaumt hatten, um den Gesetzentwurf der Südtiroler Volkspartei zu behandeln. Wir sind
nicht einmal bis Artikel 1 gekommen, weil wir mit den Artikeln 01, 02, 03 zu kämpfen hatten, was natürlich das
gute Recht eines jeden Abgeordneten ist. Lieber Elmar, Mitglied der ersten Gesetzgebungskommission, du wirst
mir wohl nicht glauben, dass ich dir abnehme, du hättest auch nur den Schimmer einer Hoffnung, dass sich mit
diesem Runden Tisch etwas an der Situation ändert, es sei denn, es ist von euch so gedacht, in der Angelegenheit noch einmal einen Kompromiss vom x-ten Kompromiss zu machen und das schön zu tarnen. Wenn das der
Fall sein sollte, dann weiß ich nicht, wo Ihr volkstumspolitisch landen werdet, wenn Ihr wirklich noch einmal einen
Abstrich bzw. einen Kompromiss von dem machen wollt, was ohnehin schon die freiwillige Übernahme bzw. Annahme des allergrößten Teils der Tolomei-Namen bedeutet. Ihr habt es bei x-Gelegenheiten, "Fitto-Treffen" usw.,
gesagt: Es geht darum, die Flurnamen, die Höfenamen und die Namen kleinerer Hängeberge zu belassen, wie sie
sind. Es läuft ja darauf bereits hinaus. Was wollt Ihr denn dann noch für Abstriche machen? Hier stellt Ihr euch
kein gutes Zeugnis, was die Glaubwürdigkeit anbelangt. Niemand nimmt euch ab, dass Ihr selber daran glaubt, es
könne hier zu einem Kompromiss kommen, nach dem, was sich in der Gesetzgebungskommission abgespielt hat.
Ihr werdet doch nicht allen Ernstes denken, dass der Abgeordnete Urzì von seiner Position abgeht! Er wird alles
tun, damit nicht ein einziger Tolomei-Name gestrichen wird. Wenn Alessandro Urzì ehrlich ist, dann wird er das
auch offen zugeben. Dasselbe gilt für Donato Seppi, der diesen Handel aber nicht mitgemacht hat, weil - jetzt
kommt die zweite Blamage bzw. die zweite Ungeheuerlichkeit - er tatsächlich mit einer Personalentscheidung bzw.
einem Justamentstandpunkt verknüpft ist. Die SVP muss zeigen, dass nur sie bestimmt, wer Landtagspräsident
werden soll. Auch das ist kein Zeichen von demokratischer Einstellung und von dem Wunsch, den Landtag wirklich aufzuwerten. Man tauscht die Volkstumspolitik, in diesem Fall die Toponomastik - was die Erlernung der
Zweitsprache anbelangt, werde ich dann auch noch etwas erklären -, um den Justamentstandpunkt bei der Besetzung von Posten durchzusetzen. Tiefer geht's wirklich nicht! All das geschieht unter dem "Mantele", dass wir noch
weiter verhandeln. Damit gesteht man zu, dass das Gesetz zur Toponomastik in dieser Legislatur nicht mehr zur
Behandlung kommen bzw. im Landtag verabschiedet werden wird. Das wisst Ihr genauso gut wie ich!
PICHLER ROLLE (SVP): Frau Präsidentin! Der Vorschlag, den die Südtiroler Volkspartei gemacht hat,
stützt sich im Wesentlichen auf den Vorschlag, den der Landeshauptmann in der vergangenen Legislaturperiode
lanciert hatte und der jetzt noch einmal in einen Gesetzentwurf eingeflossen ist. Wir glauben, dass dieser Gesetzentwurf ein guter Ansatz ist, um das Problem ein Stück weit zu lösen. Man wird in der heutigen Situation sicherlich
nicht alles mit einem einzigen Federstrich lösen können. Wir werden akzeptieren müssen, dass Namen, die von
Ettore Tolomei erfunden, nachempfunden und eingeführt worden sind, aufrecht bleiben werden. Die italienischen
Kollegen werden hoffentlich einlenken und sehen, dass nicht alle Tolomei-Namen bleiben können. Der Dialog ist
allemal zielführender, als zu sagen, dass bei diesem Dialog sowieso nichts herauskommt. Ich möchte an jene
Episode erinnern, die den Sommer des vergangenen Jahres gekennzeichnet hatte. Das ist auf die Nichttätigkeit
des Landtages zurückzuführen. Der Landtag war über Jahrzehnte hinweg nicht in der Lage, dieses Problem zu
lösen. Daraufhin hat ein eifriger Gemeinderat die Staatsanwaltschaft eingeschaltet. Ein eifriger Minister hat geglaubt, dass er, zusätzlich zu den Ermittlungen der Staatsanwaltschaft, auch noch als Mitglied der römischen Regierung intervenieren müsse, vor allem im Bezug auf die Anliegen der Vertreter des Alpenvereins. Das Ganze
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gipfelte in einem verbalen Schlagabtausch, der, sinngemäß, von Seiten des Landeshauptmannes lautete: "Mir ist
dieser römische Einwand wurscht". Mit der Aussage des Ministers: "Dann schicke ich das Militär, um die Schilder
auszutauschen", erreichte die Eskalation ihren Höhepunkt. Was hat man danach getan? Beide Seiten haben erkannt, dass man auf diese Art nicht weitermachen kann. Man kann nicht einerseits damit drohen, das Militär zu
schicken, und andererseits so tun, als ob alles, was Regierungen und Parlamente beschließen, völlig egal sei.
Somit ist man zum Schluss gekommen, dass wir uns zusammensetzen müssen, um einen Kompromiss für die
Beschilderung der Wege zu finden. Angeblich - so hört man - ist dieser Kompromiss in Reichweite. Man hat sich
unter den Vereinen - ich denke jetzt an den Alpenverein, CAI und dergleichen mehr - darauf verständigt, dass
möglicherweise eine Lösung herauskommt. Wieviel Zeit ist vergangen, 6 Monate? Offensichtlich waren die Praktiker, sprich Landeshauptmann, Minister und Alpenvereine, in der Lage, in 5 Monaten eine Lösung zu finden. Man
wird dann sehen, wie diese Lösung ausschaut. Eva Klotz, du wirst dich daran gewöhnen müssen, dass es in diesem Land Kompromisse gibt. Deine politische Haltung in Ehren. Du stehst dafür ein, dass der Geschichte immer
Rechnung getragen werden muss, dass die Wahrheit nur eine einzige ist, dass die Gefühle eins sind und dass es
immer nur eine Richtung gibt. Ich sehe das anders: Ich glaube, dass, wenn drei Volksgruppen auf einem Territorium zusammenleben, dann nicht zu 100 Prozent die eine oder die andere Seite Recht bekommen kann, sondern
dass es einen Dialog geben muss. Deswegen setzen wir weiter auf diesen Dialog. Wenn wir zu einem unverdächtigen Zeitpunkt gefragt worden sind, ob wir unseren Gesetzentwurf nicht unmittelbar in die Aula bringen und bitte
nicht mit der Brechstange vorgehen könnten …
ABGEORDNETE: (unterbrechen)
PICHLER ROLLE (SVP): Kollegin Klotz, Kollege Knoll, ich gestehe alles zu, nur nicht Belehrungen! Ich
habe gesagt, dass wir zu einem unverdächtigen Zeitpunkt von den italienischen Abgeordneten ersucht worden
sind, die Behandlung unseres Gesetzentwurfes auszusetzen. Fragen Sie die italienischen Kollegen, Kollege Dello
Sbarba, Kollege Seppi, Kollege Vezzali, Kollege Tommasini und Kollege Bizzo! Gut, dann hätten wir einmal klargestellt, dass wir ersucht worden sind, die Behandlung unseres Gesetzentwurfes auszusetzen. Dann kommt die
Frage von Kollegen Seppi, nämlich, ob wir ihn nur ausgesetzt haben, weil wir danach gefragt worden sind, oder ob
wir ihn deshalb ausgesetzt haben, weil wir unter Druck standen und dies von zwei Abgeordneten gefordert wurde.
Die Frage ist an mich persönlich gerichtet. Für mich persönlich kann ich sagen, dass ich keine Gespräche und
keine Verhandlungen geführt habe, eine Sonderkommission eingesetzt wird oder nicht. Ich habe weder mit Kollege Urzì noch mit Kollege Vezzali darüber gesprochen. Ich bin aber sehr offen, Kollege Seppi, es wird diesbezüglich sicherlich auch Gespräche gegeben haben, die politischer Natur waren. Da muss man sich nicht verstecken.
Wir sind deshalb in diese Situation geraten, weil Sie de facto mit einem Boykott gedroht hatten, weil Mauer gegen
Mauer stand. In diesem Fall geht es um die Einsetzung der Sonderkommission, die die Arbeiten bis zum Juni
abschließen soll. In dieser Sonderkommission wird abermals nach einer Lösung in der Toponomastik-Frage gesucht und dazu stehen wir.
EGGER (Die Freiheitlichen): Vielen Dank, Frau Präsidentin! Mit der Einsetzung dieser Sonderkommission
fließen zum ersten Mal sozusagen die politischen Silberlinge, die für das Dableiben der beiden italienischen Kollegen in der Aula im Zusammenhang mit der Wahl der Landtagspräsidentin vereinbart wurden. Damals wurde zwischen der politischen Mehrheit und den beiden Kollegen - man hat es auch im Fernsehen gesehen, wie Ihr euch
ins Hinterzimmer verzogen habt - der Preis vereinbart, wenn sie hier im Saal bleiben. Jetzt fließt der Preis. Jetzt
wird das umgesetzt, was damals vereinbart wurde. Diese Sonderkommission und dann auch die nächste sind die
Silberlinge, die jetzt fließen. Es sind sehr wenige Silberlinge, man ist günstig zum Abschluss gekommen. Es tut mir
Leid für die beiden italienischen Kollegen, das sagen zu müssen. Heute soll dieser politische Kuhhandel institutionalisiert werden. Das heißt, dass dieser Kuhhandel jetzt ins Plenum kommt und hier auch umgesetzt wird. Er wird
in die Institution Landtag gebracht und somit auch offiziell gemacht. Ein trauriger politischer Kuhhandel wird jetzt
im Landtag hoch offiziell institutionalisiert. Die Freiheitliche Fraktion - ich natürlich auch - war damals gegen diesen
Kuhhandel. Es würde natürlich kein Mensch verstehen, wenn wir jetzt - nachdem wir damals diesen Kuhhandel
nicht akzeptiert und immer kritisiert haben - schön brav in dieser Kommission mitarbeiten würden. Das wäre ja
geradezu absurd! Dann würden wir ja auch zu jenen gehören, die sich mit irgendwelchen Silberlingen hier auszahlen lassen. Es entspricht vollkommen meiner Meinung - wie es bereits mein Fraktionssprecher Kollege Leitner
angekündigt hat -, dass wir in dieser wirklich auf unwürdige Art und Weise entstandenen Kommission - ich möchte
das so verstanden wissen - nicht mitarbeiten. Es wundert mich schon, wie es der Fraktionssprecher der SVP
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Pichler Rolle versucht hier darzustellen, dass man darüber reden muss. Ihr seid damals von diesen beiden italienischen Kollegen politisch erpresst worden. Ihr habt diese Erpressung geschluckt und jetzt verkaufst du das als
schönes großes Reden, lieber Kollege Pichler Rolle! Sag den Leuten einfach die Wahrheit! Das ganze Land hat
verstanden, wie es damals gelaufen ist. Unwürdiger geht es wirklich nicht! Da meine ich jetzt beide Seiten, auch
die beiden italienischen Kollegen!
ARTIOLI (Lega Nord): Ringrazio il collega Pichler Rolle per il discorso che ha fatto, perché credo sia giusto
dire che ci sono diverse sensibilità in quest'aula ed è vero che noi ci siamo incontrati in Regione, lo possono confermare anche i colleghi Dello Sbarba, Seppi e Tommasini, per parlare di toponomastica in una saletta a parte,
perché questo era il nostro desiderio. Capisco che voi siate gruppi grandi con la possibilità di avere vostri rappresentanti in tutte le commissioni, ma ci sono gruppi piccoli che non hanno questa possibilità, a cui piacerebbe essere coinvolti e non leggere tutto solo dai giornali. Se siamo tutti i capigruppo in una commissione, possiamo dialogare. Credo che il dialogo abbia sempre portato cose positive e non negative. La collega Klotz dice che è impossibile trovare un accordo, non è vero. Si possono trovare degli accordi, si può dialogare e sono felice che ci sia la
seconda commissione sulla scuola, perché sinceramente leggere dai giornali che l'assessore Tommasini si incontra con la consigliera Stirner per decidere cosa fare mi dispiace. Invece con la commissione possiamo parlarne e
vedere cosa possiamo fare per i nostri figli. Per esempio i miei sono monolingui ma io desidero siano plurilingui, e
parlandone troveremo delle soluzioni.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): È un po' una situazione spiacevole,
perché come ha riconosciuto il collega Pichler Rolle, si accavallano elementi diversi. Vediamo ciascuno di noi che
contributo può dare alla verità. È vero che in tempi anteriori alla elezione alla collega Unterberger i colleghi italiani
del Consiglio provinciale si sono riuniti, io ci stavo anche un po' a disagio perché, come sapete, non ci riteniamo
gruppo di lingua italiana, e abbiamo chiesto alla SVP un rinvio della trattazione in aula della legge e l'apertura di
un confronto. Questo l'avevamo chiesto anche prima come gruppo Verde, quindi con il completo accordo con il
collega Heiss. E' vero, e questo ci impedisce di votare a favore di questa proposta, che la forma con cui questa
richiesta si è incanalata, ha avuto come elemento decisivo il fatto che due colleghi sono rimasti in aula, hanno
garantito il numero legale e c'è stata una trattativa ben chiara. Questo l'ha ammesso anche il collega Pichler Rolle.
Per questo noi, non avendo condiviso questa cosa e non condividendo gli elementi di etica politica che ci sono
dietro questo tipo di trattativa, non voteremo a favore di questa commissione. Però è vero anche che non mi devo
tirar dietro sempre le storie pregresse e devo anche dare un giudizio sul fatto se può funzionare o no l'istituzione di
una commissione. Noi non lo sappiamo, saremo osservatori di questa cosa, scettici, vedremo se questa commissione porterà frutti. Avremmo preferito per esempio che questa commissione fosse completamente libera da quel
"mercato delle vacche" che si è detto, e questo si poteva fare con una cosa sola. Noi eravamo in otto colleghi di
lingua italiana a chiedere alla SVP questo rinvio e l'apertura del tavolo di confronto. Non si capisce perché questa
mozione non poteva essere sottoscritta da tutti. L'avete sottoscritta voi, perché c'era un patto politico preciso e lo
volete anche evidenziare. Questo è inutile negarlo.
Io e il collega Heiss ci asterremo sul voto di questa e l'altra commissione per segnalare il nostro dissenso
etico-politico su come questa commissione è messa in piedi e per segnalare il fatto che comunque vedremo e
daremo il nostro contributo su come questa commissione potrà svilupparsi, perché comunque poi parte un lavoro
che ha una sua autonomia rispetto al passato.
PRÄSIDENTIN: Abgeordneter Seppi, Sie haben das Wort zum Fortgang der Arbeiten.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Sull'ordine dei lavori prendo atto della risposta datami
dal collega Pichler Rolle, il quale dice che se non ci fosse stato questo mercanteggiamento, che a me sta benissimo onestamente... Se l'opposizione mercanteggia con la maggioranza per ottenere qualcosa, non fa altro che il
suo dovere, il problema è quando lo fa forte del tradimento fatto, assieme ad altri dell'opposizione. Allora non mi
sta più bene, perché è frutto di un tradimento. Di conseguenza, siccome non mi sento traditore e non lo sono mai
stato nella mia vita, volevo chiarirlo, lascio che i traditori si sposino tra di loro. Io l'8 settembre stavo dall'altra parte.
PRÄSIDENTIN: Abgeordneter Seppi, Sie sprechen nicht zum Fortgang der Arbeiten. Landeshauptmann
Durnwalder, Sie haben das Wort, bitte.
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DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Verehrte Frau Präsidentin, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Ich verstehe die Aufregung nicht, denn letzten Endes ist es das Recht einer jeden Partei, den Antrag zu stellen, eine Sonderkommission einzurichten. Es besteht auch die Möglichkeit, dass die Präsidentin sagt, sie wäre
dafür. Wie oft haben wir Kommissionen eingerichtet, wie oft haben wir den Antrag gestellt - erst gestern -, dass
Kommissionen angehört werden? Wie oft ist es im Südtiroler Landtag der Fall, dass jemand ersucht, einen bestimmten Tagesordnungspunkt nicht in der laufenden, sondern in der nächsten Sitzungsperiode zu behandeln.
Das ist ganz normal. Es entspricht voll und ganz der Praxis in diesem Landtag, dass man zu diesem oder jenem
Thema eine Kommission einrichtet. Wenn Sie nachschauen, wie viele solcher Kommissionen in den vergangenen
Jahren eingerichtet wurden, dann werden Sie feststellen, dass es eine ganze Menge waren. Jeder hat das Recht,
dafür oder dagegen zu stimmen. Welche Kommissionen zu welchem Thema eingerichtet werden, diese Entscheidung obliegt dann dem Landtag. Ich bin froh, dass zumindest eine Öffnung stattfindet, über das Thema Toponomastik zu diskutieren. Bisher waren die zwei Positionen so, dass die einen der Meinung waren, jede einzelne Tolomei-Erfindung müsse aufrecht bleiben, und die anderen sich dafür stark gemacht haben, dass es überhaupt
keine italienischen von Tolomei erfundenen Namen mehr geben darf. Damit kommen wir sicher nicht durch. Wir
werden miteinander reden müssen, wenn wir ein Thema von dieser politischen Tragweite behandeln wollen. Später wird divers darüber diskutiert. Das ist auch verständlich, wenn man die beiden Positionen in diesem Landtag
kennt. Wir haben noch zwei Sitzungsperioden, eine im Mai und eine im Juni. Das bedeutet, dass bereits innerhalb
Juni der Bericht vorgelegt werden muss. Wenn auch nur eine ganz kleine Hoffnung besteht, dass wir miteinander
diskutieren und einen Kompromiss finden können, dann haben wir alle nur gewonnen. Deswegen ist es selbstverständlich, dass ein Abgeordneter bzw. eine politische Gruppierung den Antrag auf Einrichtung einer Kommission
stellen kann. Wir können dann dafür oder dagegen stimmen. Ich werde dafür stimmen, weil ich froh darüber bin,
dass wir überhaupt über dieses Thema konkret diskutieren.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Ringrazio il presidente della Giunta
provinciale per aver chiarito alcune questioni di ordine fondamentale per inquadrare esattamente il valore morale,
se si vuole dare anche questo tipo di accezione ad un passo nella direzione della maggiore relazione, comprensione reciproca e approfondimento su una materia complessa. Quando c'è un nodo, questo va affrontato con il
ragionamento e l'apertura degli orizzonti.
Voglio aggiungere solo una cosa, rileggendo la parte che attiene i compiti della commissione speciale, vediamo che sono quelli di esaminare e approfondire, anche attraverso audizioni o raccolta di documentazione, tenendo conto delle proposte avanzate dai componenti della commissione, la tematica della toponomastica nei suoi
profili giuridici, scientifici, storici. Questo passaggio è di una chiarezza assoluta. Non ci saranno deliberazioni politiche, scelte, ci saranno occasioni di ragionamento che nella commissione legislativa non hanno potuto svolgersi
coinvolgendo tutte le parti politiche. Questo è un gesto di attenzione, di rispetto verso tutti i gruppi politici, oltre che
di tutti i gruppi linguistici. Non è un luogo dove si deciderà e si sceglierà, perché il luogo deputato alle decisioni su
una legge è il Consiglio provinciale, come lo è stato precedentemente la commissione legislativa. Si auspica che
questo sia un momento di ragionamento che coinvolga tutti e la buona volontà di tutti, lo spirito di responsabilità di
tutti. A chi fa altro tipo di battaglie, che sono un po' di retroguardia o che arrivano solamente fino alla punta del
proprio naso senza guardare ad una visione più ampia e complessiva, non intendo nemmeno replicare.
PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Abstimmung.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Beschlussfähigkeit, bitte!
PRÄSIDENTIN: Die Abgeordnete Klotz hat die Feststellung der Beschlussfähigkeit beantragt. Ich ersuche
einen der Präsidialsekretäre zu zählen: mit 21 Ja-Stimmen, 6 Nein-Stimmen und 5 Stimmenthaltungen ist der
Beschlussvorschlag genehmigt.
Punkt 5 der Tagesordnung: "Beschlussvorschlag: Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung des Sachbereiches des Erlernens der Zweitsprache in Südtirol (Artikel 24 der Geschäftsordnung)."
Punto 5) dell'ordine del giorno: "Proposta di deliberazione: Nomina di una commissione speciale per
lo studio e l’approfondimento della tematica relativa all’apprendimento della seconda lingua in provincia
di Bolzano (articolo 24 del regolamento interno)."
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Sehr geehrte Frau Landtagspräsidentin,
gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung des Südtiroler Landtages ersuchen wir Sie um die Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung des Sachbereichs des Erlernens der
Zweitsprache in Südtirol und beantragen, dass der gegenständliche Antrag als institutioneller Punkt
auf die Tagesordnung der Sitzungsfolge des Landtages im April gesetzt wird.
Bei der Ausarbeitung der Prämissen und des beschließenden Teiles des Beschlussvorschlags sollten folgende Hinweise zum Inhalt berücksichtigt werden.
Begründung:
Das Erfordernis, dass die jungen Generationen die Zweitsprache gut beherrschen, wird nicht nur auf
politischer, sondern auch auf gesellschaftlicher, kultureller und wissenschaftlicher Ebene breit diskutiert. Dabei ist nach wie vor größter Wert auf die perfekte Beherrschung der Muttersprache zu legen.
Es besteht der durchgängige und abgestimmte Wunsch, alle positiven Energien, die einen Beitrag
leisten wollen, zur Vertiefung der Debatte zu bündeln.
Beschließender Teil:
1.
Gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung des Südtiroler Landtags wird eine Sonderkommission eingerichtet.
2.
Die Sonderkommission setzt sich aus einem Mitglied pro Landtagsfraktion zusammen, das
von jeder Fraktion innerhalb einer von der Landtagspräsidentin festgelegten Frist namhaft zu
machen ist.
3.
In ihrer ersten Sitzung wählen die Mitglieder der Sonderkommission einen Vorsitzenden/eine
Vorsitzende und seinen/ihre Stellvertreter/in, der/die einer anderen Sprachgruppe angehört
als jener des/der Vorsitzenden, und einen Schriftführer/eine Schriftführerin.
4.
Für jede Entscheidung, über die in der Kommission abgestimmt wird, verfügt jedes Mitglied
über so viele Stimmen wie seine Fraktion Mitglieder hat.
5.
Für all jene Aspekte, die nicht durch den vorliegenden Beschluss geregelt werden, kommen
für die Sonderkommission die Bestimmungen der Geschäftsordnung über die Funktionsweise
der Gesetzgebungskommissionen zur Anwendung.
6.
Die Sonderkommission hat die Aufgabe:
a) die Materie des Erlernens der Zweitsprache (insbesondere in Südtirol, aber auch im Vergleich zu anderen Gebieten) in rechtlicher, wissenschaftlicher und historischer Hinsicht zu
beleuchten und zu vertiefen. Dies kann auch über Anhörungen oder Unterlagensammlungen
und unter Berücksichtigung der Vorschläge der Kommissionsmitglieder erfolgen;
b) bis spätestens Juni 2011 dem Landtag einen Schlussbericht vorzulegen, dem die gesammelten Unterlagen und die Sitzungsprotokolle beiliegen.
---------Gentile presidente,
ai sensi dell'articolo 24 del regolamento interno del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
chiediamo l'istituzione di una commissione speciale per lo studio e l'approfondimento della tematica
relativa all'apprendimento della seconda lingua in provincia di Bolzano pregandoLa di iscrivere la richiesta in oggetto come punto “istituzionale” all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio per il mese
di aprile.
Nella stesura delle premesse e dell'impegnativa della proposta di deliberazione si dovrebbe tenere
conto delle seguenti indicazioni di ordine contenutistico-testuale.
Motivazione:
L'esigenza di un ampio radicamento della competenza, da parte delle giovani generazioni, nella conoscenza della seconda lingua, ferma restando la primaria necessità di una piena educazione alla
conoscenza della madrelingua, costituisce un elemento di ampio dibattito non solo a livello politico
ma anche sociale, culturale e scientifico.
È emersa una ampia e condivisa esigenza di coinvolgere tutte le energie positive che vogliano contribuire all'approfondimento della discussione.
Parte impegnativa:
1.
Ai sensi dell'articolo 24 del regolamento interno del Consiglio provinciale viene istituita una
commissione speciale;
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2.
3.
4.
5.
6.
la commissione speciale è composta da un componente per ogni gruppo consiliare provinciale
da designarsi da parte di ogni gruppo entro una data indicata dalla presidente;
nella sua prima seduta la commissione speciale elegge un/a presidente e un/a vicepresidente,
di gruppo linguistico diverso da quello della presidente, e un segretario/una segretaria della
commissione;
per tutte le decisioni assunte mediante votazione dalla commissione ogni singolo componente
dispone di tanti voti quanti sono i componenti del rispettivo gruppo consiliare provinciale;
per quanto non disciplinato dalla presente deliberazione si applicano alla commissione speciale le disposizioni del regolamento interno sul funzionamento delle commissioni legislative.
La commissione speciale ha il compito
a) di esaminare e approfondire anche attraverso audizioni o raccolta di documentazione, tenendo conto delle proposte avanzate dai componenti della commissione, la tematica dell'apprendimento della seconda lingua (con particolare riferimento alla situazione della provincia
di Bolzano ma anche nella comparazione con altre realtà), nei suoi profili giuridici, scientifici,
e didattici;
b) di presentare entro giugno 2011 al Consiglio provinciale una relazione sull'esito dei lavori
con allegata la documentazione raccolta e i resoconti verbali delle sedute.
Beschluss des Südtiroler Landtages vom .. .. 2011
Einrichtung einer Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung des Sachbereiches des Erlernens der Zweitsprache in Südtirol
Mit Schreiben vom 2. März 2011 haben die Landtagsabgeordneten Alessandro Urzì und Maurizio
Vezzali gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung die Landtagspräsidentin um die Einrichtung einer
Sonderkommission zur Erörterung und Vertiefung des Sachbereiches des Erlernens der Zweitsprache in Südtirol ersucht.
Der Antrag wurde von beiden Landtagsabgeordneten wie folgt begründet: "Das Erfordernis, dass die
jungen Generationen die Zweitsprache gut beherrschen, wird nicht nur auf politischer, sondern auch
auf gesellschaftlicher, kultureller und wissenschaftlicher Ebene breit diskutiert. Dabei ist nach wie vor
größter Wert auf die perfekte Beherrschung der Muttersprache zu legen. Es besteht der durchgängige und abgestimmte Wunsch, alle positiven Energien, die einen Beitrag leisten wollen, zur Vertiefung der Debatte zu bündeln."
In eben diesem Antrag führen die beiden Landtagsabgeordneten im Detail die Zusammensetzung
und die Wahl der Mitglieder an, die spezifische Aufgabe dieser Sonderkommission, den Termin, bis
zu dem die Kommission ihre Arbeit abzuschließen hat sowie den Verweis auf die Bestimmungen der
Geschäftsordnung des Landtages über die Funktionsweise der Gesetzgebungskommissionen für die
Abwicklung der Sitzungen der Sonderkommission.
All dies bildet den beschließenden Teil des vorliegenden Beschlusses. In Ermangelung weiterer Bestimmungen der Geschäftsordnung zum Thema Sonderkommissionen und in Anwendung der organisatorischen Autonomie des Südtiroler Landtages;
unter Berücksichtigung der entsprechenden Debatte und
gemäß Artikel 24 Absatz 1 der Geschäftsordnung
beschließt
der Südtiroler Landtag
in der Sitzung vom /4/2011 mit Stimmen Folgendes:
1. Gemäß Artikel 24 der Geschäftsordnung wird eine Sonderkommission eingerichtet.
2. Die Sonderkommission setzt sich aus einem Mitglied pro Landtagsfraktion zusammen, das von jeder Fraktion innerhalb einer von der Landtagspräsidentin festgelegten Frist namhaft zu machen ist.
3. In ihrer ersten Sitzung wählen die Mitglieder der Sonderkommission einen Vorsitzenden/eine Vorsitzende und seinen/ihre Stellvertreter/in, der/die einer anderen Sprachgruppe angehört als jener
des/der Vorsitzenden, und einen Schriftführer/eine Schriftführerin.
4. Für jede Entscheidung, über die in der Kommission abgestimmt wird, verfügt jedes Mitglied über
so viele Stimmen wie seine Fraktion Mitglieder hat.
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5. Für all jene Aspekte, die nicht durch den vorliegenden Beschluss geregelt werden, kommen für die
Sonderkommission die Bestimmungen der Geschäftsordnung über die Funktionsweise der Gesetzgebungskommissionen zur Anwendung.
6. Die Sonderkommission hat die Aufgabe:
a) die Materie des Erlernens der Zweitsprache (insbesondere in Südtirol, aber auch im Vergleich zu
anderen Gebieten) in rechtlicher, wissenschaftlicher und historischer Hinsicht zu beleuchten und zu
vertiefen. Dies kann auch über Anhörungen oder Unterlagensammlungen und unter Berücksichtigung der Vorschläge der Kommissionsmitglieder erfolgen.
b) bis spätestens Juni 2011 dem Landtag einen Schlussbericht vorzulegen, dem die gesammelten
Unterlagen und die Sitzungsprotokolle beiliegen.
---------Deliberazione del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano del .. .. 2011
"Nomina di una commissione speciale per lo studio e l’approfondimento della tematica relativa
all’apprendimento della seconda lingua in provincia di Bolzano"
Vista la lettera di data 2 marzo 2011, con la quale i consiglieri provinciali Alessandro Urzì e Maurizio
Vezzali hanno richiesto ai sensi dell’articolo 24 del regolamento interno alla Presidente del Consiglio
provinciale la nomina di una commissione speciale per lo studio e l’approfondimento della tematica
relativa all’apprendimento della seconda lingua in provincia di Bolzano";
preso atto della motivazione di tale richiesta, con la quale i due consiglieri provinciali hanno addotto
quanto segue: "L’esigenza di un ampio radicamento della competenza, da parte delle giovani
generazioni, nella conoscenza della seconda lingua, ferma restando la primaria necessità di una
piena educazione alla conoscenza della madrelingua, costituisce un elemento di ampio dibattito non
solo a livello politico ma anche sociale, culturale e scientifico. È emersa un’ampia e condivisa esigenza di coinvolgere tutte le energie positive che vogliano contribuire all’approfondimento della discussione.";
constatato che nella stessa richiesta i due consiglieri provinciali hanno dettagliatamente indicato le
modalità di composizione e di elezione dei componenti, il compito specifico dell’istituenda commissione speciale, il termine entro il quale essa dovrà concludere i propri lavori nonché il rinvio alle disposizioni del regolamento interno sul funzionamento delle commissioni legislative per quanto riguarda la disciplina delle sue sedute;
stabilito che tutto questo viene a formare il contenuto del dispositivo della presente deliberazione, in
assenza di ulteriori disposizioni del regolamento interno in materia di commissioni speciali e in applicazione dell’autonomia organizzativa del Consiglio provinciale;
sentito il relativo dibattito;
visto l’articolo 24, comma 1, del regolamento interno;
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
delibera
nella seduta del /4/2011 con voti:
1. Ai sensi dell’articolo 24 del regolamento interno viene istituita una commissione speciale.
2. La commissione speciale è composta da un componente per ogni gruppo consiliare provinciale da
designarsi da parte di ogni gruppo entro una data indicata dalla presidente del Consiglio provinciale.
3. Nella sua prima seduta la commissione speciale elegge un/a presidente e un/a vicepresidente, appartenente a un gruppo linguistico diverso da quello del/della presidente, e un segretario/una segretaria della commissione.
4. Per tutte le decisioni assunte mediante votazione della commissione ogni singolo componente
dispone di tanti voti quanti sono i componenti del rispettivo gruppo consiliare.
5. Per quanto non disciplinato dalla presente deliberazione si applicano alla commissione speciale le
disposizioni del regolamento interno sul funzionamento delle commissioni legislative.
6. La commissione speciale ha il compito:
a) di esaminare e approfondire, anche attraverso audizioni o raccolta di documentazione, e tenendo
conto delle proposte avanzate dai componenti della commissione, la tematica dell’apprendimento
della seconda lingua (con particolare riferimento alla situazione della provincia di Bolzano, ma anche
nella comparazione con altre realtà) nei suoi profili giuridici, scientifici e storici;
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b) di presentare entro giugno 2011 al Consiglio provinciale una relazione sull’esito dei lavori con allegata la documentazione raccolta e i resoconti verbali delle sedute.
Abgeordneter Urzì, Sie haben das Wort zur Erläuterung.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Con questa seconda richiesta di costituzione di una commissione speciale si intende approfondire lo studio sulla tematica relativa all'apprendimento
della seconda lingua in provincia di Bolzano. È del tutto inutile che si rilevi ancora una volta in aula la valenza
strategica della competenza delle diverse lingue da parte della nostra comunità in provincia di Bolzano e quindi
l'impegno che la nostra istituzione in primis, così come la nostra intera società, ha nel favorire un fruttuoso sviluppo delle politiche che tendono ad affermare questo tipo di consapevolezza.
Intendo solo riferirmi alle motivazioni che hanno impegnato il sottoscritto e il collega Maurizio Vezzali nella
proposizione di questa richiesta. La motivazione fondamentale è quella dell'esigenza di questo ampio radicamento
della competenza da parte delle giovani generazioni nella conoscenza della seconda lingua, ferma restando la
primaria necessità di una piena educazione alla conoscenza della madrelingua. Questo è un aspetto che ci teniamo a sottolineare, tante volte nelle pieghe del dibattito è affiorato questo tema, quanto siano compatibili gli
sforzi compiuti dal mondo della scuola, dal mondo della politica, della società nel favorire la conoscenza della
seconda lingua, e quanto sia compatibile tutto ciò con la profonda garanzia della competenza primaria del cittadino, dello studente, dell'alunno nella propria madrelingua. Questo è un aspetto fondamentale che mi preme assolutamente sottolineare.
Abbiamo fatto riferimento alla necessità di una condivisa esigenza di coinvolgere tutte le energie positive
che vogliono contribuire all'approfondimento della discussione e anche in questo caso, come nel precedente caso,
i compiti della commissione sono quelli di esaminare e approfondire, anche attraverso audizioni o raccolta di documentazione, tenendo conto delle proposte avanzate dai componenti della commissione, la tematica dell'apprendimento della seconda lingua con particolare riferimento alla situazione della provincia di Bolzano ma anche nella
comparazione con altre realtà che vivono il loro carattere plurilingue nei suoi profili giuridici, scientifici e didattici.
Mi preme rilevare ancora una volta, in modo da evitare lo svolgimento di un dibattito come nel caso della richiesta
precedente che è andato indubbiamente oltre il tema, nel senso che ha toccato l'aspetto che riguardava le decisioni politiche, questa commissione, così come la precedente, non ha intenzione di prevedere momenti di voto, di
deliberazioni, assunzioni di decisioni riguardo metodi di didattica o quant'altro, ma semplicemente quello di raccogliere idee, permettere un confronto ampio fra le diverse posizioni in modo da creare un clima positivo per articolare nelle sedi competenti le giuste politiche che la gente giustamente si attende da noi sulle tematiche che attengono il migliore apprendimento della seconda lingua.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Auch diese Maßnahme trägt ganz eindeutig den Makel der Scheinaktivität bzw. das Ergebnis eines politischen Kuhhandels zu sein, wie schon Riccardo Dello Sbarba gesagt hat.
Sonst würde man nicht ausgerechnet diesen beiden Abgeordneten das "Verdienst" lassen, dies angeregt zu haben. Es ist ganz offensichtlich, dass es der Preis für einen Kuhhandel gewesen ist, um Personalpolitik zu betreiben bzw. um einen Posten zu besetzen. Frau Artioli, ich habe nicht mehr in persönlicher Angelegenheit geredet,
weil ich wusste, dass noch die Gelegenheit zu einer Wortmeldung kommt. Du unterstellst mir, ich möchte unsere
jungen Leute "monolingui" haben. Was hast du von meiner politischen Aktivität, von unserer Tätigkeit verstanden?! Glaubst du, dass man in der heutigen Zeit noch "monolingui" sein kann? Unsere Botschaft ist von Alters her,
so viele Sprachen als möglich so gut als möglich zu beherrschen. Dies sollte aber niemals in einer Art und Weise
geschehen, dass nicht die perfekte Zweisprachigkeit, sondern die doppelte Halbsprachigkeit herauskommt, Elena
Artioli!
ARTIOLI (Lega Nord): (interrompe)
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Nein, das sage ich jetzt nicht! Bitte, Elena, es sind viele Leute, die
glauben, Sprache ist nicht nur eine Angelegenheit … Frau Präsidentin, ich ersuche Sie, mir die Redezeit gutzuschreiben, die ich hier wartend verliere!
Kollegin Artioli, Sprache ist nicht nur Mittel der Verständigung, Sprache ist Schlüssel zur Kultur, Sprache ist
Selbstsicherheit, Sprache ist die Ausdrucksform seines Seins. Wer glaubt, dass dieses Thema innerhalb von zwei
Monaten - Landeshauptmann Durnwalder hat es ja gesagt - in wissenschaftlicher, rechtlicher und historischer
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Hinsicht beleuchtet und vertieft wird, und zwar über Anhörungen, Unterlagensammlungen, die Berücksichtigung
von Vorschlägen von Kommissionsmitgliedern? Das sind Dinge, die man in den letzten zehn Jahren intensiv betrieben hat. Denken Sie an die vielen Broschüren, Versammlungen usw. Erst vorgestern hat es in Brixen wieder
eine große Tagung zu diesem Thema gegeben. "Einsprachigkeit ist heilbar", lautete der Titel, so, als wäre es eine
schwere Krankheit. Man will uns hier wieder einmal für dumm verkaufen! Ihr braucht nur die Ergebnisse dieser
Tagungen anzuschauen. Ihr könnt euch jederzeit mit Wissenschaftlern unterhalten. Was soll der Landtag in diesen
zwei Monaten Neues herausfinden? All das ist wirklich reine Scheinaktivität, eben die Einlösung eines Versprechens. Ich muss jedoch langsam feststellen, dass die Kollegen Urzì und Vezzali eigentlich nicht so viel gewonnen
haben. Was soll denn herausschauen, außer, dass Ihr euer Gesicht ein bisschen wahren könnt? Der Abgeordnete
Vezzali lacht, er ist wenigstens ehrlich! Ihr wisst, dass uns das hier wirklich keinen Schritt weiter bringt. Das sind
Ergebnisse, die wir laufend mit den Medien, Zeitungen und Tagungen hereinbekommen.
EGGER (Die Freiheitlichen): Es fließt zum zweiten Mal der politische Silberling, dieser Kuhhandel wird
zum zweiten Mal in die Institution Landtag hereingebracht. Erlauben Sie mir, geschätzte Kolleginnen und Kollegen, eine vielleicht etwas kühne, aber doch nicht so absurde Prognose, wie die Arbeiten in beiden Kommission
verlaufen werden. Bis zum 18. oder 20. Mai, jedenfalls bis zu den anstehenden Wahlen des neuen Präsidenten
und der neuen Vizepräsidentin des Südtiroler Landtages, so wie es aussieht, wird man Jubelmeldungen vernehmen. Es wird zielstrebig gearbeitet und alles ist wunderbar, damit alle 24 Abgeordneten bei der Abstimmung brav
im Saal bleiben. So kann ich es mir jetzt schon bildlich vorstellen. Sobald es dann hart auf hart geht, wenn das
Ende des Monats Juni naht, wird’s ans Eingemachte gehen. Dann werden die Fetzen fliegen und man wird sich in
dieser Kommission gegenseitig die Haare ausreißen. Ich wünsche euch allen viel Freude in dieser Kommission!
Was es der Südtiroler Volkspartei politisch bringt, frage ich mich natürlich schon sehr, aber das ist euer Problem!
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Die Toponomastik und die Schule sind sicherlich mit die heikelsten
Themen der politischen Agenda in Südtirol. Es hat eigentlich nur noch eine Sonderkommission zu den faschistischen Relikten gefehlt. Ich habe mich gewundert, dass Sie dazu noch keine Sonderkommission eingefordert haben. Dann hätten wir alles hübsch beieinander. Genau, da haben wir den Bondi-Brief! Man braucht es eigentlich
nicht mehr kommentieren, es ist zur Genüge gesagt worden. Ich möchte hier nur zwei Dinge bemerken. Zum einen das, was den Angriff der Kollegin Artioli anbelangt: Wir rühmen uns auch nicht damit, zweisprachig aufgewachsen zu sein. Wir behaupten nicht von uns, zweisprachig zu sein. Ich habe eine Muttersprache und habe inzwischen vier andere Sprachen dazugelernt. Du sagst immer, dass du gemischtsprachig bist. Wenn das das Ergebnis ist, dann haben wir unsere Bedenken. Das ist der einzige Punkt. Ich denke, dass das zulässig ist. Du bist
selbst am Beginn dieser Legislatur hier aufgetreten und hast gesagt, wie gut du Deutsch lernen möchtest. Das ist
auch etwas Positives. Das ist nichts Negatives. Ich behaupte nicht von mir, dass ich gut Italienisch sprechen kann.
Aber du bist selbst das beste Beispiel dafür, was passiert, wenn man halbsprachig aufwächst. Deswegen sage
ich, dass das das Ergebnis ist, welches wir uns für Südtirol nicht wünschen. Man kann hier natürlich meckern so
viel man will. Ich möchte hier nur eine Episode herausziehen, und zwar ein Treffen …
ARTIOLI (Lega Nord): (interrompe)
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Man sollte solche Worte nicht in den Mund nehmen, Kollegin Artioli,
und überhaupt nicht eine Frau! Wir hatten einmal die Kollegen - die Fraktionssprecher werden sich noch daran
erinnern - des Hessischen Landtages bei uns zu Besuch. Das Treffen fand im Repräsentationssaal des Landtages
statt. Ein Thema war die gemischtsprachige Schule, worüber kontrovers diskutiert wurde. Man hat auch versucht,
es so zu verkaufen, dass es in der heutigen Zeit notwendig wäre usw. Das Thema wurde dann abgeschlossen und
man hat dann über steuerrechtliche Dinge gesprochen. Einige unserer Kollegen - ich brauche nicht zu sagen, um
wen es sich handelt - hatten dann angefangen, von IVA und derartigen Dingen zu sprechen. Ein Kollege des Hessischen Landtages hat daraufhin ganz zurecht gemeint: Glauben Sie wirklich, dass sich Ihre Sprachkenntnisse
verbessern werden, wenn wir jetzt schon einen Teil von dem, was Sie sagen, nicht mehr verstehen? Wir sollten
einmal darüber nachdenken, wie es jetzt schon um die Deutschkenntnisse der Südtiroler bestellt ist. Es geht nicht
darum, dass man den Südtirolern nicht gönnt, Italienisch zu lernen oder meinetwegen vier, fünf andere Weltsprachen dazuzulernen. Aber es hat damit zu tun, dass wir unsere Jugend später einmal um ihre Arbeitsplätze betrügen, wenn wir sie nicht mit einer korrekten Hochsprache in die Welt hinauslassen, denn das ist die Realität! Geht
bitte an die Universitäten, schaut euch an, wie es den Südtirolern an den Universitäten in Deutschland geht! In
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Österreich mag es vielleicht noch ein bisschen leichter gehandhabt werden, weil man dort ein bisschen ein salopperes Deutsch spricht. Aber wenn man in die Welt hinausgeht und dort nicht verstanden wird, weil man ein "Kribus-Krabus-Misch-Masch-Südtirolerisch" spricht, welches Englisch, Deutsch und Italienisch enthält, dann werden
unsere Jugendlichen darunter zu leiden haben. Das ist leider die Realität. Es schaut sowieso nichts dabei heraus.
Aber deswegen immer wieder so eine unsägliche Diskussion anzufangen und so zu tun, als ob eine perfekte Verwendung der Muttersprache etwas Schlechtes wäre - so wird es den Leuten nämlich verkauft -, ist nicht richtig.
Eltern müssen heute fast schon ein schlechtes Gewissen haben, wenn sie dagegen sind, dass ihre Kinder gemischtsprachig aufwachsen, weil Einsprachigkeit ja heilbar ist. Es muss schon eine Krankheit sein, wenn man
primär einsprachig ist und dann meinetwegen noch fünf andere Sprachen perfekt beherrscht. Aber wenn man in
der eigenen Sprache gut gesattelt ist, dann ist das fast schon etwas Krankhaftes. So wird es den Leuten draußen
verkauft. Unabhängig von den ganzen Polemiken, ich würde jedem hier im Saal wirklich einmal anraten, darüber
nachzudenken und im alltäglichen Gebrauch vielleicht auch ein bisschen zu beobachten, wie die Leute in Südtirol
reden. Man sollte - wie man so schön sagt - "dem Volk aufs Maul schauen". Dann wird man feststellen, wie es um
die Deutschkenntnisse unserer SüdtirolerInnen nicht immer, aber sehr oft bestellt ist.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Gerade deswegen, weil wir in Südtirol sowohl in unserer Muttersprache als auch in Bezug auf die anderen
Sprachen großen Nachholbedarf haben, sollte man über dieses Thema reden. Es muss nicht sein, dass man in
dieser Sonderkommission zum Schluss kommt, dass wir die Zweisprachigkeit in dieser oder jener Form erlernen
sollten. Es ist ja nicht gesagt, dass wir Artikel 19 abändern sollen. Sie kennen sowohl meine als auch die Meinung
der Südtiroler Volkspartei. Darüber werden wir in dieser Kommission nicht reden müssen. Aber es ist nun mal so,
dass jeder einzelne Kollege bzw. jede einzelne Kollegin seine bzw. ihre eigene Meinung vorbringen kann. Gerade
deshalb ist es notwendig, dass wir darüber diskutieren. Wir müssen einiges ändern bzw. darauf aufmerksam machen, dass es in diesem oder jenem Bereich nicht so rosig ist, wie man es vielfach hinstellt. Nun wissen Sie ganz
genau - das haben Sie, Kollege Egger, gesagt -, dass bis heute schon eine ganze Menge von Tagungen in diesem Zusammenhang stattgefunden haben. Das ist richtig, aber warum sollten wir nicht auch einmal im Landtag
darüber diskutieren? Warum sollte nicht auch einmal eine Kommission, die ja gewünscht ist, die Möglichkeit haben, über diese Thematik zu reden? Wir wissen nicht, was dabei herauskommt. Wir wissen auch nicht, ob bei den
ganzen Tagungen, die teilweise teuer bezahlt werden müssen, ein positives Ergebnis herauskommt. Aber wenn
wir wissen, dass es in diesem Bereich Nachholbedarf gibt, und wenn wir wissen, dass es ungelöste Probleme in
diesem Zusammenhang gibt, dann lassen Sie uns doch darüber diskutieren! Wir sollten froh sein, dass sich alle
Parteien an einen Tisch setzen, um gemeinsam darüber zu diskutieren. Wenn nichts herauskommt, dann haben
wir es wenigstens versucht. Wenn jeder mit Überzeugung und gutem Willen an die Sache herangeht und jeweils
Lösungsvorschläge bringt, dann bin ich davon überzeugt, dass sich der Versuch lohnt. Deswegen bin ich hundertprozentig für die Einsetzung dieser Kommission!
PRÄSIDENTIN: Wir stimmen über den Beschlussvorschlag ab.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Beschlussfähigkeit, bitte!
PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Ich ersuche einen der Präsidialsekretäre zu zählen: mit 20 Ja-Stimmen,
7 Nein-Stimmen und 3 Stimmenthaltungen ist auch dieser Beschlussvorschlag genehmigt
Die Behandlung des Beschlussantrages Nr. 199/10 ist, wie im Fraktionssprecherkollegium beschlossen, auf
die nächste Sitzungssession vertagt.
Beschlussantrag Nr. 200/10. Abgeordneter Pardeller, bitte.
PARDELLER (SVP): Ich ersuche um Vertagung auf die Sitzungssession im Mai!
PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Somit ist auch Beschlussantrag Nr. 200/10 auf die nächste Sitzungsfolge vertagt.
Punkt 43 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 201/10 vom 17.2.2010, eingebracht von den Abgeordneten Klotz und Knoll, betreffend Bahnverkehr Nord-Süd-Ost-Tirol."
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Punto 43) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 201/10 del 17.2.2010, presentata dai consiglieri Klotz e
Knoll, riguardante collegamenti ferroviari fra Tirolo del Nord, l'Alto Adige e il Tirolo orientale."
Bahnverkehr Nord-Süd-Ost-Tirol
Mit Inkrafttreten des Zugfahrplanes für das Jahr 2010 ab 13.12.2009 haben sich die Zugverbindungen zwischen Nord- und Südtirol weiter verschlechtert. Auf der wichtigen Verbindung Innsbruck-Bozen fehlen vor allem Tagesrandverbindungen, die den gegenseitigen Besuch von Veranstaltungen
usw. in den beiden Landeshauptstädten ermöglichen würden.
Auf der Brennerstrecke bestehen derzeit an Werktagen (außer Samstag) von Innsbruck nach Bozen
zwischen 5.22 und 19.52 Uhr insgesamt 16 Zugverbindungen mit Regionalzügen, die ein Umsteigen
am Brenner bzw. in zwei Fällen auch in Franzensfeste erfordern. An Samstagen sind es 15 Verbindungen, an Sonn- und Feiertagen 14 Verbindungen, wobei an diesen Tagen der letzte Zug bereits
um 18.52 Uhr in Innsbruck abfährt. Von Bozen nach Innsbruck ist die Situation ähnlich mit dem
leichten Vorteil, dass der letzte Zug Richtung Innsbruck etwas später, nämlich um 21.32 Uhr abfährt.
Das Umsteigen am Brenner, bei dem in nur sechs Minuten eine längere Strecke zu Fuß zurückgelegt
werden muss, ist für Reisende mit Behinderung, mit Kindern oder Gepäck eine unzumutbare Belastung. Gleichzeitig zeigt die knappe Umsteigezeit, dass es fahrplanmäßig ohne weiteres möglich
wäre, die Regionalzüge durchgehend zwischen Innsbruck und Bozen verkehren zu lassen.
Nachdem die italienische Bahngesellschaft Trenitalia bis auf einen Nachtzug sämtliche durchgehende Züge auf der Brennerroute eingestellt hat, betreiben nun ÖBB und DB gemeinsam mit LeNord
täglich fünf EC-Züge in beide Richtungen auf dieser Strecke. Die EC sind von Innsbruck nach Bozen
zwischen 9.27 und 17.27 Uhr unterwegs, von Bozen nach Innsbruck zwischen 8.43 und 16.43 Uhr;
damit sind sie weit entfernt von einer Funktion als Tagesrandverbindung.
Im Widerspruch zu der von der EU verfügten Liberalisierung des Schienenverkehrs unternimmt Trenitalia alles, um die Züge von ÖBB-DB zu sabotieren. Trenitalia weigert sich, diese EC-Züge in ihren
Fahrplänen aufscheinen zu lassen und an ihren Schaltern Fahrkarten für diese Züge zu verkaufen.
Zudem wird am Brenner auf der Fahrt Richtung Bozen ein Halt von 18 Minuten erzwungen, während
in Richtung Innsbruck ein Halt von fünf Minuten genügt.
Um 23.05 Uhr fährt noch ein EuroNight Zug von Trenitalia von Innsbruck über den Brenner. Wegen
der notwendigen Vormerkung und des stolzen Preises von 34 Euro für die einfache Fahrt InnsbruckBozen (mit dem EC kostet die Fahrt im Sonderangebot 19 Euro, mit den Regionalzügen bei vollem
Fahrpreis 16,50 Euro, mit der Südtiroler Wertkarte 12,78 Euro) kommt dieser Zug für Tagesreisende
allerdings kaum in Frage.
Noch ungünstiger ist die Zugverbindung mit Osttirol. Von Bozen nach Lienz und umgekehrt gibt es
an Werktagen neun Verbindungen, die ein ein- bis zweimaliges Umsteigen erfordern, wobei der
letzte Zug von Bozen Richtung Lienz um 18 Uhr abfährt, von Lienz Richtung Bozen um 18.19 Uhr.
Von Innsbruck nach Lienz gibt es werktags zwei durchgehende Züge, drei weitere Verbindungen, bei
denen man zwei bzw. drei Mal umsteigen muss, und sechs Möglichkeiten, die Strecke in Kombination von Zug und Bus zu bewältigen, bei jeweils sehr langen Fahrzeiten. Der letzte Zug von Innsbruck nach Lienz fährt um 18.01 Uhr ab, von Lienz in Richtung Innsbruck um 17.28 Uhr.
Auf der Brennerstrecke Innsbruck-Bozen müssten also echte Tagesrandverbindungen, vor allem am
Abend, geschaffen und die Regionalzüge durchgehend zwischen Innsbruck und Bozen ohne Umsteigen am Brenner geführt werden! Zwischen Innsbruck und Lienz sowie Bozen-Lienz sind ebenfalls
Tagesrandverbindungen, durchgehende Züge sowie eine Verdichtung des Fahrplanes notwendig.
Sämtliche Bahnverbindungen zwischen den getrennten Landesteilen Tirols leiden darunter, dass es
kein einheitliches Tarifsystem gibt, und der Fahrgast sich nur mit größter Mühe einen Überblick über
die tatsächlichen Kosten einer Fahrt verschaffen kann. Das gleiche gilt für die bestehenden Fahrpläne, die nach Landesteilen getrennt, unübersichtlich, unvollständig und oft sogar widersprüchlich
sind. Um die Benutzung der Bahn im Verkehr zwischen den Landesteilen zu fördern, wäre es unbedingt notwendig, ein einheitliches Tarifsystem für ganz Tirol zu schaffen und einen ganz Tirol umfassenden Fahrplan zu erstellen.
Daher
verpflichtet
DER SÜDTIROLER LANDTAG
die Landesregierung,
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alles zu tun, damit sämtliche Möglichkeiten ausgeschöpft werden, den Bahnverkehr zwischen den Tiroler Landesteilen im Sinne der oben dargelegten Erfordernisse zu verbessern und die Benutzung
der Bahn auf den erwähnten Strecken durch Einführung eines einheitlichen Tarifsystems zu fördern.
---------Collegamenti ferroviari fra il Tirolo del Nord, l'Alto Adige e il Tirolo orientale
Con l'entrata in vigore il 13-12-2009 dell'orario ferroviario per il 2010 i collegamenti fra il Tirolo del
Nord e l'Alto Adige sono ulteriormente peggiorati. Per l'importante collegamento Innsbruck-Bolzano
mancano soprattutto i treni in orari marginali che consentirebbero una reciproca visita dei due capoluoghi nonché di assistere a iniziative nelle due città.
Attualmente nei giorni feriali (escluso il sabato) sulla linea del Brennero da Innsbruck a Bolzano, tra
le ore 5.22 e le ore 19.52, circolano complessivamente 16 treni regionali, con un cambio di treno al
Brennero e, in due casi, con un ulteriore cambio a Fortezza. Di sabato i treni sono 15, di domenica e
nei giorni festivi 14, con l'ultimo treno utile in partenza da Innsbruck alle ore 18.52. Da Bolzano a Innsbruck la situazione è analoga, con il piccolo vantaggio che l'ultimo treno utile per Innsbruck parte
un po' più tardi, alle ore 21.32. Il cambio treno al Brennero, dove in soli sei minuti si deve percorrere
a piedi un tratto di strada non proprio brevissimo, è improponibile ai viaggiatori e alle viaggiatrici disabili, con bambini o con bagagli. Del resto il poco tempo per la coincidenza dimostra che per quanto
riguarda l'orario dei treni sarebbe senz'altro possibile far circolare i treni regionali fra Innsbruck e Bolzano senza bisogno di cambio.
Visto che la società ferroviaria italiana Trenitalia, a parte un treno notturno, ha soppresso tutti i treni
diretti sulla linea del Brennero, ora sono ÖBB e DB assieme a LeNord a proporre giornalmente cinque collegamenti EC in entrambe le direzioni. Gli EC da Innsbruck a Bolzano viaggiano fra le ore
9.27 e le ore 17.27, da Bolzano a Innsbruck fra le ore 8.43 e le ore 16.43 e quindi siamo lontani dall'assicurare il collegamento in orari marginali.
In contrasto con la liberalizzazione del trasporto ferroviario disposta dall'UE, Trenitalia fa di tutto per
boicottare i treni di ÖBB-DB. Trenitalia si rifiuta di inserire questi treni EC nei suoi orari e di vendere i
biglietti nei suoi sportelli. Inoltre al Brennero, viaggiando in direzione di Bolzano, viene imposta una
sosta di 18 minuti, mentre in direzione di Innsbruck basta una sosta di 5 minuti.
Resta un treno Euro Night di Trenitalia che parte da Innsbruck alle ore 23.05 e passa dal Brennero.
Per via della prenotazione obbligatoria e del prezzo del biglietto non proprio economico di 34 euro
per la corsa semplice Innsbruck-Bolzano (con l'offerta speciale il biglietto EC costa 19 euro, con i
treni regionali a prezzo pieno 16,50 euro e con la carta valori del trasporto integrato Alto Adige 12,78
euro) questo treno non è interessante per i pendolari.
Ancora più disagevoli sono i collegamenti con il Tirolo orientale. Da Bolzano a Lienz e viceversa nei
giorni feriali ci sono nove collegamenti, con uno o due cambi, e con l'ultimo treno utile da Bolzano
per Lienz alle ore 18.00 e da Lienz a Bolzano alle ore 18.19. Da Innsbruck a Lienz nei giorni lavorativi ci sono solo due treni diretti, tre altri treni con due o tre cambi, e sei possibilità di fare il viaggio
con una combinazione fra treno e autobus, con lunghissimi tempi di percorrenza. L'ultimo treno da
Innsbruck per Lienz parte alle ore 18.01 e da Lienz per Innsbruck alle ore 17.28.
Sulla linea del Brennero tra Innsbruck e Bolzano andrebbero quindi creati veri collegamenti in orari
marginali, soprattutto la sera, e i treni regionali dovrebbero essere diretti, senza costringere i viaggiatori a cambiare al Brennero! Inoltre tra Innsbruck e Lienz, così come fra Bolzano e Lienz, ci vorrebbero anche collegamenti in orari marginali, treni diretti e un maggior numero di treni circolanti
sulla linea.
Tutti i collegamenti ferroviari fra le varie parti della regione Tirolo sono condizionati dal fatto che non
esiste un sistema tariffario unico e l'utente riesce solo con grande sforzo ad avere una visione d'insieme dei costi effettivi di un viaggio. La stessa cosa vale per gli orari esistenti, suddivisi per le varie
parti della regione Tirolo, per niente chiari, incompleti e spesso persino in contrasto tra di loro. Onde
agevolare l'utilizzo del treno per spostarsi fra le varie parti del Tirolo è assolutamente necessario creare un sistema tariffario unico e predisporre un orario comprendente tutto il Tirolo.
Per questo motivo,
IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
impegna
la Giunta provinciale
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a fare tutto il possibile per sfruttare ogni opportunità ai fini di migliorare il collegamento ferroviario fra
le varie parti del Tirolo nel senso delle esigenze suesposte e di incentivare l'utilizzo del treno sulle
tratte succitate, introducendo un sistema tariffario unico.
Abgeordnete Klotz, Sie haben das Wort für die Erläuterung.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Der Beschlussantrag ist vor mehr als einem Jahr eingebracht worden.
Er hat aber immer noch dieselbe Aktualität. In der Zwischenzeit hat man von Seiten der italienischen Behörde
sogar alles getan, um zu verhindern, dass diese sechs Züge von ÖBB-DB-LeNord nicht mehr innerhalb Südtirol
halten dürfen. Das ist jetzt abgewandt worden, aber noch nicht endgültig. Wir hören, dass inzwischen der Europäische Kommissar damit befasst ist, zu prüfen, ob das den EU-Normen entspricht. Insofern sehen wir eine Verschlechterung der Situation.
An den Möglichkeiten hat sich im Grunde genommen nichts geändert. Am Vormittag dürfte noch eine
Möglichkeit auf der Strecke von Bozen nach Innsbruck dazugekommen sein. Aber wenn man alles genau durchsieht, gibt es zwar ein Angebot der ÖBB von Innsbruck ab 19.52 Uhr, der Zug verkehrt aber nicht täglich. Die Verbindungen zwischen Bozen und Lienz sind gleich geblieben. Ich nehme an, dass niemand Lust hat, den Zug, der
in Bozen um 19.00 Uhr abfährt und 12 Stunden 25 Minuten lang bis Lienz unterwegs ist, zu nehmen. Das dürfte
wohl für niemanden eine Alternative sein. Dasselbe gilt für den Zug, der um 20.00 Uhr in Bozen startet und über
Innsbruck und dem Millstätter See 11 Stunden und 25 Minuten lang bis Lienz unterwegs ist. Es ist wahrscheinlich
keine Alternative, so lange unterwegs zu sein, um von Bozen nach Lienz zu kommen. In diesem Fall wird wohl
jeder das eigene Auto nehmen. Soweit zu den Abfahrtszeiten.
Herr Landesrat Widmann, Sie wissen genau, dass es nur wenige Züge gibt, die von Bozen nach Lienz
und wieder zurück fahren, bei denen man nur einmal umsteigen muss. Man muss meistens zweimal, und zwar in
Franzensfeste und in Innichen, manchmal sogar dreimal umsteigen. Das ist tatsächlich eine Erschwernis sondersgleichen. Was aber besonders skandalös bzw. ein Problem für all diejenigen ist, die mit dem Zug fahren
möchten, ist die Tatsache, dass es an Fahrkartenschaltern in Südtirol keine Karten für diese ÖBB-DB-LeNordZüge gibt. Ebenso ist ungeheuerlich, dass diese Züge nicht auf den Fahrplänen aufscheinen. Man muss in ein
bestimmtes Reisebüro in Bozen, nämlich ins "Via-Vai", gehen, um die Abfahrtszeiten dieser Züge zu erfahren und
entsprechende Fahrkarten dafür zu lösen. Wenn ein Tourist oder auch ein Einheimischer diesen Zug benützen
will, muss er dies natürlich früh genug vorher wissen und sich vorher die Fahrkarte beschaffen. Wenn jemand
beispielsweise mit dem Zug von Bozen nach Innsbruck fahren möchte und das nicht einen Tag oder zwei Tage
vorher weiß oder einen Zug verpasst hat und diesen entsprechenden Zug nützen möchte, weiß er weder die Abfahrtszeit noch kann er eine Fahrkarte lösen. Das ist ungeheuerlich in einem Zeitalter, in dem technisch sonst so
viel möglich ist. Auch die Tatsache, dass die Züge, die von Innsbruck nach Bozen fahren, 18 Minuten lang am
Brenner halten, ist nicht nachvollziehbar. Umgekehrt, also von Bozen nach Innsbruck, ist die Situation etwas besser, da es dort bei nicht allen Zügen diese lange Aufenthaltszeit gibt. Außerdem möchte ich noch auf das Angebot
des Euro-Night-Zuges um 23.05 Uhr verweisen, bei dem eine einfache Fahrt 34 Euro kostet und somit auch für
viele keine wirkliche Alternative darstellt. Ich ersuche die Kolleginnen und Kollegen, den vorliegenden Beschlussantrag zu unterstützen, zumal ja auch der Dreier-Landtag kürzlich, gerade was das einheitliche Tarif-System anbelangt, beschlossen hat, in diese Richtung tätig zu werden.
Vorsitz des Vizepräsidenten | Presidenza del vicepresidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: Ha chiesto di intervenire il consigliere Heiss, ne ha facoltà.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Präsident! Wir unterstützen diesen
Beschlussantrag. Es ist keine Frage, dass der Personennahverkehr in Südtirol deutlich zugelegt hat. Das ist anerkennenswert. Umso auffälliger ist es deswegen, wenn das Ganze grenzüberschreitend nach wie vor schlecht
funktioniert, zum Teil sogar schlechter funktioniert als früher, weil bestimmte internationale Züge ausgefallen sind
bzw. jetzt durch die ÖBB-DB-LeNord-Züge ersetzt werden. Der Versuch, diese LeNord-Züge nur mehr in den
Start- und Zielbahnhöfen in Italien halten zu lassen, ist aufgrund eines massiven Einspruchs der Schienenregulierungsbehörde gegen diesen Versuch - Gott sei Dank - gescheitert. Zumindest das hat funktioniert. Aber - wie
schon Kollegin Klotz gesagt hat - die Unmöglichkeit, hier Tickets zu erwerben, bis auf das eine Reisebüro in Bozen und bis auf die Möglichkeit, die Tickets im Zug selber zu erwerben, ist wirklich außergewöhnlich. Das ist völlig
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lächerlich. Natürlich kann man im Zug sitzen und warten, bis der Schaffner kommt. Da zahlt man natürlich eine
Stange, das ist natürlich auch eine Möglichkeit. Jedenfalls wäre es zielführend, wenn das Schienensystem grenzüberschreitend verbessert würde. Es würde auch Sinn machen, eine entsprechende Betreibergesellschaft zwischen den Provinzen Trient, Bozen und dem Bundesland Tirol zu institutionalisieren, um das Ganze in Schwung
zu bringen. Das wäre keine sonderlich große Aufgabe und das würde wesentlich dazu beitragen, die Verkehrsverbindungen dies- und jenseits des Brenners, aber auch dies- und jenseits des Toblacher Feldes bzw. Innichen zu
verbessern. Da besteht noch sehr viel Handlungsbedarf, um den Personennahverkehr auf diesem Wege grenzüberschreitend gerade in diesen Grenzbereichen entlang der Strecken 50-80 Kilometer in Schwung zu bringen.
Auffallend ist auch, wenn man mit der Bahn von Deutschland nach Österreich fährt, dass der Aufenthalt in Kufstein jeweils 2 Minuten beträgt, während es am Brenner satte 18 Minuten sind. Das ist ein System, das wir seit
ewigen Zeiten kennen. Die Landesregierung hat im Binnenverkehr sehr vieles unternommen. Es wäre aber wirklich zielführend, als nächsten Schritt diese einheitliche Gesellschaft zu errichten, um dann diesen Verkehr auf
neuer Grundlage in Schwung zu bringen.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Herr Präsident! Es gibt eine Zeit vor dem Brennerbasistunnel, der sicherlich all diese Probleme lösen wird. Wir müssen aber auch daran denken, was bis dahin geschieht. Viele werden das hier im Landtag nicht tun, aber es wäre vielleicht einmal an der Zeit, mit dem Zug von Bozen nach Innsbruck oder Lienz zu fahren, um zu sehen, wie die Realität ausschaut und welches die Schwierigkeiten sind. Es ist
den Menschen nicht zu erklären, warum man heute am Brenner für 20 Minuten stillsteht, um die Lok zu wechseln,
nur deshalb, weil man plötzlich von einem Stromsystem ins andere wechseln muss und weil man auch nicht will,
dass die Loks, die wechseln können, nicht auf italienischen Schienen fahren. Das kann man den Menschen nicht
erzählen! Ich denke, in Zeiten der Mobilität und in der es keine Grenzen mehr geben soll, mutet es doch ein wenig
sonderbar an, dass diese Grenzen für den Zug offensichtlich noch da sind. Ich selbst habe dieses Zugdebakel
sehr oft erlebt, wenn ich als Student nach Innsbruck gefahren bin. Man steht plötzlich am Brenner still und es
heißt, dass die Lok, die weiterfahren soll, kaputt sei und der nächste Zug, der vom Brenner Richtung Bozen fährt,
in zwei Stunden abfahren würde. So steht man oben am Brenner für zwei Stunden, teilweise darf man nicht einmal
in den Zugabteilungen drinnen bleiben, weil diese versperrt werden. Dann kann man im Winter zwei Stunden am
Bahnhof Brenner verbringen, wo nicht einmal mehr eine Bar offen hat. Das ist nicht gerade kundenfreundlich. Dies
zum einen.
Vom Rollmaterial reden wir besser nicht. Sie erinnern sich daran, dass vor einigen Jahren in Bozen Züge
aus dem Verkehr gezogen werden mussten, weil sie mit Ungeziefer verseucht waren. In diesen Zügen befanden
sich Läuse und Zecken. Wenn man sich - das ist manchmal ganz interessant - die Plaketten dieser Garnituren
anschaut, sieht man die Jahreszahl, wann sie auf die Schiene geschickt worden sind. Dann wundert es einen
doch, was hier in Südtirol so an Oldtimern herumfährt, was auch nichts mehr mit modernen Anforderungen zu tun
hat. Wir haben Züge, in denen im Winter die Heizung und im Sommer die Klimaanlage nicht funktioniert. Es fehlen
Steckdosen für den Computer, was vor allem für Pendler oder Studenten wichtig wäre. Etwas, was sicherlich auch
ein sehr großes Problem darstellt, ist das fehlende Tarifsystem. Das heißt, wenn jemand am Brenner ankommt
und weiterfahren möchte, muss er schnell aus dem Zug aussteigen und, wenn er Pech hat, die Treppen runter
und die Treppen wieder hinauf rennen, um dort an einem dieser zwei grünen Kästen das Ticket abzustempeln,
was natürlich in diesem Moment alle Studenten gleichzeitig tun müssen. Danach darf man wieder zum Zug rennen, was für ältere Leute teilweise undenkbar ist. All diese Probleme müssen gelöst werden, wobei sie eigentlich
relativ einfach zu lösen wären.
Anmahnen möchte ich auch noch die Verbindungen, die man gerade im Pustertal jetzt schon herstellen
könnte. Hier laste ich es doch der Landesregierung ein bisschen an, dass sie nicht daran gedacht hat, diese FlirtZüge von Anfang an bis Lienz durchfahren zu lassen. Was macht es denn für einen Sinn, dass ein Zug nur bis
Innichen fährt? Nichts gegen Innichen, aber wieso sieht man gerade Innichen als Umsteigebahnhof vor? Niemand,
der durchs Pustertal fährt, außer natürlich jene Leute, die dort wohnen, will nach Innichen. Warum kann man nicht
durchgehende Züge von Innsbruck bis Lienz, von Bozen bis Lienz und umgekehrt einführen? Dasselbe gilt auch
für den Reschen, was ich hier schon einmal zum Gegenstand einer Anfrage gemacht hatte.
Ich komme zum Schluss und möchte daran erinnern, was der Dreier-Landtag letztes Jahr in Mezzocorona
mehrheitlich, auch mit Stimmen der SVP, beschlossen hat. Es handelt sich um Beschluss Nr. 13, welcher in Punkt
1 vorsieht, ein einheitliches Tarifsystem zwischen Nord-, Süd- und Osttirol zu schaffen. Ich denke, es würde der
Landesregierung gut anstehen, wenn diese Beschlüsse auch umgesetzt würden.
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PICHLER ROLLE (SVP): Zunächst einmal die Feststellung, dass alle drei Vorredner ihre Stellungnahme in
sehr gutem Deutsch vorgebracht haben. Nachdem es vorhin darum gegangen ist, ob wir SüdtirolerInnen in der
Lage sind, einigermaßen vernünftiges Deutsch zu sprechen, stelle ich allen Vorrednern ein gutes Zeugnis aus. Ich
habe mir vorhin überlegt, dass die Schwaben Rainer Brüderle und Günther Oettinger auch bundesweit Karriere
mit ihrer dialektalen Einfärbung machen. Sie sprechen alles außer Hochdeutsch und sind auch noch stolz darauf.
Wir sollten es natürlich nicht so übertreiben.
Herr Landesrat, lieber Thomas, du hast ohnehin Herkules-Aufgaben zu bewältigen. Man muss jetzt vorausschicken, wie der öffentliche Personennahverkehr noch vor einigen Jahren in Südtirol ausgesehen hat. Im Bereich
der Busse und Züge ist an ÖBMV-Maßnahmen sehr viel geleistet worden, vor allem in Bezug auf das einheitliche
Tarifsystem und im Zusammenhang mit dem bekannten und bewährten Südtirol-Takt. Das ist alles sehr gut, aber
vielleicht sollte man die Anregungen, die von diesem Antrag der Kollegen Klotz und Knoll ausgehen, aufgreifen.
Bei Themen, die sachpolitischer Natur sind, legen die Kollegen Klotz und Knoll einen bestimmten Pragmatismus
und Hausverstand an den Tag, wenn es nicht gerade ein Thema ist, das sozusagen irgendwo tiefer verwurzelt ist,
wo sie dann etwas durchgerüttelt und aufgewühlt werden. Die Frage ist, ob wir uns nicht bemühen könnten,
eventuell - ich weiß nicht, ob das überhaupt möglich ist - … Kollege Baumgartner, nur ganz kurz, ich rede gerade
mit dem Landesrat, ansonsten kann ich mich ja setzen und Sie reden weiter.
Soviel ich mich erinnern kann, hat es einmal die Möglichkeit gegeben, mit dem Abo auch die städtischen
Transport- und Verkehrsmittel in Innsbruck zu benutzen. Vielleicht kann man das immer noch, aber ich glaube,
dass dies eingestellt wurde. Ich bin mir nicht mehr ganz sicher. Ich weiß nur, dass es diesen Versuch bereits einmal gegeben hat. Es wäre natürlich eine tolle Sache, wenn man das auf regionaler Ebene, also südlich und nördlich, ein wenig miteinbinden könnte. Ich glaube, dass unser Landesrat und seine MitarbeiterInnen im Ressort Mobilität besser arbeiten und es besser in den Griff bekommen könnten als die staatlichen Dienste. Selbstverständlich müsste es dafür eine entsprechende Entschädigung geben. Der Landesrat wird sagen, dass wir dafür anständig Geld hinblättern müssten. Trotzdem sollten wir jede Chance des Ausbaus nutzen und voll und ganz auf den
ÖBMV setzen. Ich bin prinzipiell mit dem Herzen für den Antrag. Wenn jedoch sachpolitische Zwänge dagegen
sprechen, werden wir dem Landesrat folgen.
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Herr Präsident,
werte Kolleginnen und Kollegen! Zuerst einmal, Kollege Pichler Rolle, vielen Dank für das Lob! Ich glaube, dass in
den letzten Jahren im Bereich des grenzüberschreitenden Personennahverkehrs wirklich viel getan worden ist. Ich
möchte jetzt auf die einzelnen Punkte eingehen.
Als SVP haben wir alles getan, damit die internationalen Verbindungen wieder hergestellt werden. Ich sage
bewusst "als SVP", weil es wirklich ein exzellentes Zusammenspiel auf EU-Ebene, auf römischer Ebene, aber
auch auf regionaler Ebene gegeben hat. Ich möchte die Arbeit meiner Kolleginnen und Kollegen hervorheben, da
sie erreicht haben, dass die entsprechenden Züge wieder halten. Ich bin der Meinung, dass wir das auch langfristig erreichen können. Es handelt sich hier um einen persönlichen Kleinkrieg zwischen dem italienischen Eisenbahn-Chef Moretti und einzelnen Personen in der DB. In Österreich dürfen wir nicht mit Cargo-Zügen fahren, sodass man alles tut, dass die Österreicher bei uns nicht mit ihren Zügen fahren. Aus persönlicher Sicht ist dieses
Verhalten vielleicht verständlich. Für uns ist dies natürlich nicht verständlich, denn die Leidtragenden sind die
Menschen in Südtirol und in den anderen Regionen Italiens, aber auch die Bewohner nördlich des Brenners. Ich
sage, dass das so nicht hingenommen werden kann. Deshalb werden wir uns stets dafür einsetzen, dass diese
Dienste aufrecht bleiben. Im Zweifelsfall sollte Herr Moretti die Dienste selbst anbieten, aber nein, zuerst streicht
er uns die eigenen Dienste. Wir haben es nach langem Kämpfen wieder erreicht, dass ein Zug, der von Rimini
nach Rom gefahren ist, mittlerweile täglich von Bozen startet und Rom in etwa 4 Stunden und 20 Minuten erreicht.
Dieser Dienst ist recht gut, aber natürlich nicht genügend. Wir versuchen, eine zwei- bis dreistündige internationale Verbindung über sehr gute Züge von München bis Verona und dann weiter nach Rom aufrecht zu erhalten.
Wenn das gelingt, werden Sie sich im positiven Sinn darüber wundern, dass wir ab dem zweiten Wochenende in
diesem Dezember 2011 einen Zug bekommen, der europa- und weltweit seinesgleichen sucht. Ich habe das
Glück gehabt, in der ersten Klasse eines solchen Zuges mitzufahren. Dies können sich vielleicht nicht alle leisten,
aber die anderen Klassen sind in etwa gleich. Ich musste feststellen, dass ich in meinem Wohnzimmer nicht so gut
sitze wie in der ersten Klasse dieses Zuges. Natürlich ist damit wieder eine gewisse Angst verbunden, denn gegen
einen solchen Zug kann man in Italien nicht gegenhalten. Es gibt keine vergleichbaren Züge in Italien. Zudem
wäre das Ziel von München nach Bologna mit Knotenpunkt Schnellzug Mailand-Rom. Dieser Zug würde natürlich
nicht in jedem Bahnhof in Südtirol halten, sehr wohl aber in Sterzing, Brixen und Bozen, womöglich auch in Klau-
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sen und Franzensfeste, aber das ist noch Verhandlungssache. Wie gesagt, sicher anhalten würde der Zug in
Sterzing, Brixen und Bozen und vielleicht noch in zwei, drei anderen Knotenpunkten. Es handelt sich um einen
Schnellzug, sodass es auch Sinn macht, dass er nicht überall hält.
Weiters haben wir in Zusammenarbeit mit dem Land Tirol ein gemeinsames Fahrprogramm ausgearbeitet,
mit dem wir schon längst in der Lage gewesen wären, nach Lienz "durchzubinden", wie es im technischen Jargon
heißt, und zwar im zwei-Stunden-Takt. Auf verschiedensten Ebenen wurde angeboten, dass wir nach Lienz fahren. ÖBB und Tirol würden uns die Differenz oder auch nur unseren Betrag bezahlen. Wir können mit der Vinschger-Bahn oder dem Flirt-Zug für 10 Euro fahren, während ÖBB und DB momentan um 13 bis 15 Euro je Kilometer
fahren. Somit würde sich das Bundesland Tirol damit sogar etwas ersparen.
Zum Zweiten haben wir gemeinsam mit dem Landeshauptmann eine Vereinbarung getroffen, welche damals noch vom ehemaligen Tiroler Landeshauptmann Herwig van Staa unterschrieben wurde. Es wurde eine
zweistündige gegenseitige Durchbindung, eventuell über eine gemeinsame Gesellschaft, und vieles mehr von
Innsbruck nach Bozen, eventuell auch bis Verona, vorgesehen. Es wurde dann jedoch von Seiten der Tiroler Landesregierung entschieden, diese Geldmittel in das Inntal zu investieren und nicht in die grenzüberschreitenden
Verbindungen. Ich kann das anhand von Protokollen, Briefen usw. belegen. Diese Meinungsänderung tut mit natürlich sehr leid, zumal eine Zugverbindung von Nord- und Osttirol über Südtirol, eventuell auch mit einer Anbindung an Verona, und zurück, im vier-Stunden-Takt, einen zwei-Stunden-Takt bedeuten und vollauf genügen
würde. Trotzdem ist es uns gelungen, die Anbindungen zu verbessern. Sie haben nur die negativen Beispiele
geschildert, die ich natürlich auch unterstreiche. Ich gebe Ihnen Recht, wenn Sie darauf hinweisen, dass es diese
Probleme gibt. Andererseits muss man auch feststellen, dass es vier Anbindungen nach Innsbruck und genauso
vier von Innsbruck und umgekehrt nach Lienz mit relativ geringen Wartezeiten gibt. Das heißt, dass wir ein Basisangebot haben, welches auch genützt wird. Ich möchte Sie auch daran erinnern, dass wir den Busdienst - es handelt sich um einen der ersten Busse, den wir eingeführt haben - nach Sillian aufrecht erhalten haben. Viele Leute
arbeiten vor allem in touristischen Hochsaison-Zeiten im Hochpustertal in Sillian. Der angesprochene Busdienst
wurde von den Betreibern der Postbusse und der ÖBB angezweifelt und es wurde beantragt, ihn einzustellen. Wir
haben diesen Busdienst nicht eingestellt, weil wir der Meinung sind, dass dieser grenzüberschreitende Verkehr vor
allem für die Pendler dort sehr wohl Sinn macht. Obwohl die Grenze nicht mehr sichtbar sein mag, hätten wir uns
etwas mehr Verständnis unserer Brüder und Schwestern in Osttirol erwartet.
Abschließend stelle ich fest, dass Sie etwas verlangen, was eigentlich keinen Sinn macht. Ich schildere Ihnen nun, warum dies der Fall ist. Ich fange zunächst damit an, was ich unterstreiche: Das Tarifsystem muss verbessert werden. Frau Klotz, da haben Sie vollkommen Recht! Ab 1. Januar 2012 soll das neue Contactless-System gelten: Es wird eingebucht, wenn man in regionale Züge einsteigt, und ausgebucht, wenn man wieder aussteigt. Dasselbe gilt für die Busse. Es ist durchlässig für sämtliche momentanen Ticket-Systeme, die es weltweit
gibt, es ist mit drei Chips versehen und somit auch für den Parkplatz in Innsbruck verwendbar. Keinen Sinn ergibt
die Forderung nach einem einheitlichen Tarifsystem. Einerseits gibt es einen Aufschrei, wenn wir ankündigen,
unsere Tarife zu erhöhen, wobei ich bemerken möchte, dass wir europaweit mit Abstand die niedrigsten Tarife im
öffentlichen Personennahverkehr haben. 0,18 Euro beträgt derzeit der billigste Abo-Tarif von Auer nach Bozen. In
Zukunft wird eine Fahrt von Auer nach Bozen 38 Cent kosten. In Österreich würden Sie in etwa das Zwei- bis
Dreifache davon bezahlen. Sie unterstützen diejenigen, die sagen, dass es bei uns viel zu teuer wird. Das kann
man so nicht hinnehmen. Wir bräuchten verbilligte Pendler-Abos usw. Auf der anderen Seite sagen Sie, dass wir
eine Tarifangleichung an Nord- und Osttirol vornehmen sollten. Das bedeutet, dass Sie eine weitere zwei- bis
dreihundertprozentige Anhebung verlangen. Ich möchte noch einen Vergleich machen. Bei uns kostet das Ticket
von Bozen bis Brenner - das sind 90 Kilometer - ein Drittel von dem, was man vom Brenner bis Innsbruck bezahlt.
Wir haben ausgerechnet, dass, wenn wir nur die Studenten zu unseren Preisen von Innsbruck nach Brenner fahren ließen, wir dem Land Tirol bzw. der ÖBB 3,6 Millionen Euro jährlich bezahlen müssten. Jeder, der vernünftig
öffentliches Geld verwaltet, muss da einfach feststellen, dass wir das Geld anderweitig besser investieren können.
Ich muss noch dazusagen, dass wir über die guten Verhältnisse mit unseren Nachbarn in Innsbruck erreicht haben, dass unsere Studenten als einzige - von den Stipendien und vielem mehr einmal abgesehen - in Österreich
zum Studententarif Österreichs fahren können. Das bedeutet, dass sie auf allen öffentlichen Verkehrsmitteln des
Bundeslandes Tirol, aber auch Österreichs um 50 Prozent billiger fahren können. Das war schon früher so und gilt
immer noch. Trotzdem kostet eine Fahrt von Innsbruck bis Brenner verbilligt 6,60 Euro, während man bei uns für
eine Fahrt von Bozen bis Brenner etwa 2 Euro bezahlt. Anhand unserer Hochrechnung von 3,6 Millionen Euro
müssen Sie eine Tarifangleichung in Österreich beantragen, und nicht bei uns! Selbst wenn wir die Tarife bei uns
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noch einmal um 100 Prozent erhöhen würden, würden wir immer noch um 100 Prozent unter den Tarifen von
Nord- und Osttirol liegen, und das kann es nicht sein.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Im Sinne dieser Ausführungen und um eine Zustimmung dieses Beschlussantrages zu erreichen, Herr Präsident, ersuche ich Sie, über den letzten Halbsatz getrennt abstimmen zu
lassen. Im beschließenden Teil sollte folgender Passus gestrichen werden: "und die Benutzung der Bahn auf den
erwähnten Strecken durch Einführung eines einheitlichen Tarifsystems zu fördern." Somit würde folgender Passus
aufrecht bleiben: "Daher verpflichtet der Südtiroler Landtag die Landesregierung, alles zu tun, damit sämtliche
Möglichkeiten ausgeschöpft werden, den Bahnverkehr zwischen den Tiroler Landesteilen im Sinne der oben dargelegten Erfordernisse zu verbessern." Herr Präsident, wir könnten auch noch das Wort "weiterhin" einfügen.
Herr Landesrat, wir haben Ihre Ausführungen sehr aufmerksam verfolgt. Sie haben gesagt, dass es alle
möglichen Anstrengungen gegeben hat. Sie haben in Aussicht gestellt, dass es ab Dezember 2011 einen ganz
tollen Zug geben wird. All das ist in Ordnung, nur müssen wir an die Tausenden von Pendlern denken, denen es
darum geht, Sicherheit zu haben. Sie müssen wissen, ob sie die angeführten Züge auch nutzen können. In diesem Bereich gibt es wirklich noch viel zu verbessern. Es ist zwar schön, wenn es dann einen so tollen "Wohnzimmer-Zug" geben wird, aber denken wir an die Tausenden von Menschen, die nicht wissen, welche Anbindungen
sie haben, weil auf den Fahrplänen der Trenitalia die ÖBB-DB-LeNord-Züge nicht aufscheinen! Denken wir daran,
dass diese Zugverbindungen an keinem der Fahrkartenschalter der Bahnhöfe angeboten werden. Man sollte auf
"Gut-Glück" - ein Danke an den Kollegen Heiss, der mir das bestätigt - in den Zug einsteigen, obwohl man keine
Ahnung hat, wie viel man dafür bezahlen muss. Mir ist das auch einmal passiert, dass ich in einen solchen Zug
eingestiegen bin. Der Kontrolleur ist dann nicht gekommen, was natürlich Glücksache war, aber natürlich nicht
immer so sein sollte. Wenn man den Zug benützt, sollte man auch dafür bezahlen. Das sind keine Zustände in
einem Zeitalter, in dem technisch so vieles möglich ist.
Dass die Anbindungen nach Lienz verbessert werden sollen, Herr Landesrat Widmann, ist auch möglich.
Ich hoffe, dass aus Ihren Versprechen lauter Wahrheiten bzw. Tatsachen werden und dass das nicht bis Dezember 2011 bzw. bis 1. Jänner 2012 dauert. Man sollte bereits ab April 2011 die nötige Sicherheit haben, was die
Benutzbarkeit der Züge der ÖBB, DB und LeNord anbelangt. In diesem Sinne hoffen wir, dass in dieser leidigen
Sache etwas weitergeht.
PRESIDENTE: Passiamo alla votazione della mozione n. 201/10, così come modificata dalla consigliera
Klotz. Si stralciano quindi nella parte impegnativa le parole da: “e di incentivare…” fino a “tariffario unico”, e si
aggiungono la parole “ulteriormente” dopo la parola “migliorare”.
Im beschließenden Teil werden die Worte von "und die Benutzung" bis "fördern" gestrichen und es wird das
Wort "weiterhin" nach den Worten "dargelegten Erfordernisse" eingefügt.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich beantrage die Feststellung der Beschlussfähigkeit.
PRESIDENTE: Va bene. Quindi chiedo a uno dei segretari questori di contare: la mozione approvata all'unanimità.
Adesso dovremmo trattare il punto n. 44 all'ordine del giorno, una mozione dei consiglieri Dello Sbarba e
Heiss. Il collega Dello Sbarba non è presente in aula, il consigliere Heiss chiede di rinviarlo.
Possiamo fare la mozione n. 203 del consigliere Pöder, che potrebbe essere associata ai punti n. 55 e 56
dell'ordine del giorno, che sono due voti presentati dai colleghi del gruppo Verde e dalla SVP. Il regolamento non
prevede per forza di cose una discussione accorpata, in quanto prevede comunque che ci sia, in caso di mozioni,
ordini del giorno o disegni di legge similari l'accorpamento della discussione. Però non vedendo una disposizione
che esclude la possibilità di discutere insieme mozioni e voti laddove il tema è lo stesso, proporrei di fare una discussione unica, dopodiché faremo due votazioni, una relativa alla mozione e una relativa al voto primo presentato, quello del gruppo della SVP. Se i presentatori sono d'accordo con questa impostazione, procediamo in questo modo. Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle, prego.
PICHLER ROLLE (SVP): Danke, Herr Präsident! Ich denke, dass es sinnvoll wäre, den Versuch zu unternehmen, die Behandlung dieser inhaltsgleichen Anträge zusammenzulegen. In zwei Fällen würde ich einen Begehrensantrag an die römische Regierung für besser erachten. Das Verkehrsprotokoll ist ein aktuelles Thema,
aber inhaltlich stimmt es überein. Ich denke, dass sich die drei Einbringer auf einen gemeinsamen Antrag einigen
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könnten. Deshalb würde ich vorschlagen, dass wir diese Themen bei der nächsten Sitzungssession behandeln.
Herr Präsident, es ergibt sich zudem auch das Problem, dass wir jetzt zwar einige Beschlussanträge abgearbeitet
haben, dies ist aber - wie immer - in einer sehr sprunghaften Reihenfolge geschehen ist. Kollege Urzì hat die Aussetzung all seiner auf der Tagesordnung stehenden Punkte beantragt. Zwecks einer Vorbereitung wäre es vielleicht auch besser, wir würden das nächste Mal mit der Behandlung der Beschlussanträge fortfahren. Wenn niemand etwas dagegen hat, möchte ich vorschlagen, die Arbeiten für heute zu beenden.
PRESIDENTE: Se non ci sono obiezioni, accolgo la richiesta e chiudo la seduta.
La seduta è tolta.
ORE 17.06 UHR
Es haben folgende Abgeordnete gesprochen:
Sono intervenuti i seguenti consiglieri/le seguenti consigliere:
ARTIOLI (4, 5, 35)
DELLO SBARBA (1, 30, 35)
DURNWALDER (4, 36, 42)
EGGER (24, 34, 41)
HEISS (19, 45)
KLOTZ (33, 40, 45)
KNOLL (19, 20, 32, 41, 46)
LEITNER (12, 13, 30)
MAIR (20, 31)
PARDELLER (12, 14, 42)
PICHLER ROLLE (24, 26, 31, 33, 34, 47, 49)
SEPPI (2, 6, 7, 8, 9, 10, 17, 21, 23, 24, 32, 35)
THEINER (22)
TOMMASINI (6)
UNTERBERGER (18)
URZÌ (10,21, 24, 29, 30, 36, 40)
WIDMANN (14, 47)