Estate - Casa de Italia
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Estate - Casa de Italia
Rivista della Società Dante Alighieri Comitato di Guadalajara Anno 44 Numero 300-62 Giugno 2012 Divulgazione gratuita Estate Storia • Cultura • Attualità • Cinema • Gastronomia • Viaggi • Moda • Libri • Musica Ambasciata d’Italia in Messico Ambasciatore Roberto Spinelli Av. Las Palmas 1994 Col. Lomas de Chapultepec México, D.F. 11000 Tel. (55) 5596 3655 Fax. (55) 5596 7710 Società Dante Alighieri Sede Centrale Presidente Ambasciatore Dott. Bruno Bottai Piazza Firenze, 27 Roma, Italia 00186 Tel. +39 (06) 6873694 Casa de Italia, A.C. La Dante a Guadalajara Presidente Piero Mistretta Direttrice responsabile della rivista Sabrina Nigra Garibaldi 1849 Tel. (33) 3616 5088 (33) 3615 9744 societadante@gmail.com www.casadeitalia.com Dante Alighieri di Guadalajara Redazione Conchita Agnesi Sabrina Nigra Adriana Camarena Jaime Lubin Francesco Zampini Maryloly Esteban Karla Lomelí Lizette Rivera Franco Zampini Tesoriere Pablo Guerra Progetto grafico Taller del Asombro 3825 3495 tallerdelasombro@gmail.com www.tallerdelasombro.com Con l’adesione alla D.A. partecipiamo disinteressatamente all’opera di tutela e diffusione della lingua e cultura italiana. Rubrica Passeggiare Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor più viaggiatori che non hanno i loro sentieri. Gustave Flaubert, Lettera a Louise Colet, 1847 Questo é il tema centrale di Parole per il numero estivo. In un paese come l’Italia l’arrivo della bella stagione porta con se molti significati. L’estate trasmette libertà, è il tempo di scoprire persone e cose sconosciute, di uscire dalla routine quotidiana, di divertirsi in modo spensierato con gli amici ed anche l’epoca degli amori estivi al mare. Le giornate si allungano, c’è il sole e nasce la voglia uscire, di stare fuori all’aria aperta con gli amici e la famiglia. Le serate estive ispirano dolcezza e fare, anche solo, una semplice passeggiata di sera con un gelato ha un sapore speciale. Passeggiare significa entrare in contatto con se stessi, ma anche aprirsi al mondo e utilizzare tutti i nostri sensi. Non mi resta che dire ‘Buona passeggiata a tutti’! La Direttrice La Casa de Italia presenta la rivista in forma elettronica, qui si trova informazione in più, link a diversi video, siti web, il sito: www.issuu.com/casadeitalia 3 Storia Dal peregrinare alla passeggiata sociale come cambia la maniera di camminare: dal senso sacro al profano. ✒ Sabrina Nigra How many roads must a man walk down, before you call him a man? Bob Dylan Tracciare la storia del ‘‘camminare’’ è un’impresa molto complessa. Esistono molti tipi di camminate e l’uomo ha attribuito a questo semplice gesto significati culturali diversi lungo la storia, di tipo spirituale, sovversivo e anche artistico. Per esempio nella scuola peripatetica, che fu una delle grandi scuole filosofiche greche, fondata da Aristotele, gli alunni e il maestro passeggiavano insieme. Aristotele aveva l’abitudine di insegnare e tenere i suoi discorsi camminando avanti e indietro. Il camminare era legato all’apprendimento, al conoscere se stessi, alla riflessione. Un’ accezione molto simile a quello che secoli successivi i poeti romantici e surrealisti daranno alle passeggiate. Il poeta inglese di età romantica William Wordsworth, camminava 4 e componeva versi, prestando attenzione a fenomeni semplici e a volte trascurati. Nell’epoca medievale nel mondo cristiano si diffonde il pellegrinaggio verso Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela e con esso cambia il significato del camminare, acquisendo un senso spirituale di espiazione. Alla fine dell’800 nasce il mondo moderno, le città cambiano, vengono creati i grandi boulevard e le vie del centro delle principali città europee. In queste vie cominciano ad apparire i primi negozi lussuosi, i caffè, le pasticcerie con le loro vetrine eleganti e i lussureggianti giardini. Passeggiare per le vie del centro significa per le classi ricche, affermare il proprio status sociale, valore che tuttora sussiste con la passeggiata sociale del sabato o della domenica pomeriggio. Infine, vorrei ricordare che negli anni 60 camminare, acquisisce una sfumatura di contestazione politica. Sono gli anni delle manifestazioni studentesche anche in Italia, e i giovani dimostrano la loro l’insofferenza verso le generazioni adulte accusate di essere portatrici di una mentalità chiusa e repressiva. Il Camino di Santiago si può fare ancora oggi… troverete più informazione se date un click sul camminante della pagina 3. 5 Gastronomia La forchetta di Leonardo II ✒ Jaime Lubin, Traduzione: Adriana Camarena Il momento fortunato, l’epoca meravigliosa, il secolo bagnato in sangue e guerra. Nel autunno del 1502 quando Leonardo Da Vinci, Niccolò Machiavelli e Cesare Borgia viaggiavano insieme per la Romagna pianificando ed eseguendo le strategie per una delle campagne militari più incerte dell’epoca, l’invenzione politica moderna, la sconfinata creatività di Leonardo e la forza di Cesare Borgia sono stati il condimento ideale per sperimentare la migliore cucina di campagna che potrebbe immaginare l’arte della guerra. Con il potere di Borgia, la loquacità di Machiavelli e la cucina di Leonardo, sicuramente il Rinascimento si è nutrito di molte cose più che coniglio arrostito e verdure occasionali. Cesare Borgia era accompagnato, non solo, da suoi capitani e guerreri ma anche da due uomini saggi che insieme alla lunga compagnia di aiutanti di camera, cuochi, e altri impiegati hanno sistemato la cucina dell'improvvisazione e la pianificazione curata. È chiaro che dalla coltelleria, dai servizi da tavola, dai bicchieri fino i tavoli nelle tende non avevano rivalità nemmeno tra i banchetti che si potevano organizzare nei castelli presi da Cesare Borgia a cui invitava con squisita diplomazia sue prossime vittime. Un consiglio che ha dato Leonardo a Cesare fu che l’invitato prossimo ad essere ammazzato era conveniente farlo sedere a capo tavola, a proposito degli inconvenienti proprie di un evento del genere. Ah, e ha anche inventato i tovaglioli, per non continuare ad utilizzare conigli vivi per pulirsi le mani. 6 Cultura Cliccate sulla foto per sentire come suona questa storia … Periplo ✒ Il Capitano Traduzione: Adriana Camarena Lo sguardo del Cardinale Cornaro mi ha attraversato come se fosse una daga di Toledo, quella sera di febbraio del 1652 quando mi ha chiesto di cantare. Il mio nome non importa, soltanto posso dire che ho fatto uno dei compiti più rischiosi che poteva essere dato ad un uomo. Il mio passato era piuttosto scuro, sapevo sfuggire da qualsiasi situazione. Molto tempo ho servito come collegamento segreto tra il doge di Venezia e il Sacro Collegio Cardinalizio. C’èra un non-so-ché di cose che si tesseva di parole non dette, di ombre, di sangue. Da Venezia sono uscito da solo e a piedi, sapevo che venivo vigilato da vicino da altri così invisibili come me e che avevano la missione di confermare immediatamente qualsiasi incidente. Nel mio zaino portavo una frase scritta che unicamente dovevo ripetere di fronte e quasi in segreto al Cavaliere quando l'avrei incontrato a Santa Maria della Vittoria. Il ritmo dei miei passi aveva senso allora. Fin da bambino conoscevo la canzone, la cantavo nelle feste e la danzavo particolarmente nelle notti di luna piena. Estasi di Santa Teresa Gian Lorenzo Bernini, 1647-1952 Capella Cornaro Santa Maria della Vittoria, Roma. Passando per Bologna ho conosciuto don Soglia, gesuita incaricato delle udienze del Santo Ufficio, lui mi ha dato un crocifisso strano. Sono partito subito per arrivare a Roma calcolando cinque giorni di buon passo. Nevicava e il freddo mi ha preso quella sera, non potevo fermarmi, ma con il crocifisso nelle mani mi sono addormentato in una grotta. Quando mi sono svegliato ricordavo lo sguardo del Cardinale Cornaro. Avevo mangiato appena un pezzo di pane e un po’ di formaggio e dopo un cammino faticosissimo riuscivo a vedere lo splendore di Roma allo stesso tempo che sentivo un galoppo frettoloso che mi giungeva. Non ho saputo più niente. Come trasportato da un incantesimo dello stesso Fierabras mi trovavo a Santa Maria della Vittoria guardando il Cavaliere davanti al quale ho recitato: “Me l’ha fatta annamurà la cammenatura e lu parlà”. Senza dire una parola ha detto di entrare a due napoletani, eravamo già in quattro, velocemente gli hanno consegnato 120,000 scudi italiani come pagamento per la bellissima Capella Cornaro e a me mi hanno portato subito fino a Livorno per imbarcarmi verso Siviglia e da lì fino la Nuova Spagna. Il mio mestiere di marinaro non mi aveva lasciato e insieme al crocifisso dell’abate Soglia passavo tranquillamente le terribili tormente atlantiche, di fronte ai pirati inglesi ed olandesi. Credevo di arrivare a porto, credevo di andare in carrozza verso il centro della Nuova Spagna. Credevo che quelli erano 7 i giorni per cominciare altri compiti fino a quando ho scoperto che il crocifisso era cavo, lì una piccola pergamena dove c’erano scritte le parole che ho detto al Cavaliere. In quel momento il fuoco mi circondava, e da allora vi osservo, adesso sono diventato legno scolpito nelle pale d’altare di Santa Clara a Querétaro, e il tempo non trascorre mai attraverso la mia anima quando ho scoperto che il mio spirito è un albero che sempre germoglia, come oggi in questa calda estate tre secoli e mezzo dopo. Fate che il vostro spirito avventuroso vi porti sempre ad andare avanti per scoprire il mondo che vi circonda con le sue stranezze e le sue meraviglie. Scoprirlo significherà, per voi, amarlo. Kahlil Gibran 8 Attualità Una sera come tante ✒ Maryloly Pérez Esteban Una sera come tante, in una Roma finalmente libera dalla pioggia e il caldo, a bordo del tram n.1, basta qualche minuto per aver ben chiaro tutto quello che ti manca, quello che assolutamente non vorresti e soprattutto quello che hai e che forse apprezzi troppo poco. Scendi dal tram, mentre la tua mente vola, passeggiare e camminare per le strade di Roma poco a poco cominciano a riempire il tuo cuore, sei uno straniero: godendo, imparando, sognando una città mai vista. I tuoi cinque sensi stanno per esplodere dall’emozione: la vista, l’olfatto, il gusto, il tatto, l’udito. Oggi vivi una realtà, non un sogno come quello che hai sognato dopo aver guardato le immagini sul tuo libro preferito fin da quando eri bambina. Oggi davanti a te, trovi la Fontana di Trevi con la sua bellezza, migliaia di turisti intorno, che godono di questo capolavoro barocco. Come te, anche loro sognano di gettare la sua moneta per tornare a Roma, son quasi 3,000 euro quelli che si gettano ogni giorno nella fontana, ma il valore non è economico, se lo vediamo dal punto da vista della quantità dei sogni lì gettati, bagnate dalle acqua rumorose. Guardandoti intorno pensi, non sono mica l’unica a sognare, siamo tanti a sognare con gli occhi aperti a passi sicuri a conquistarli. Non dimenticherò mai quella serata a Roma, sognando e vivendo si capisce con certezza, che le belle persone continuano ancora a sognare. Moda Estate di mini gonne e molti colori. Pepe Jeans, primavera-estate 2012 9 ✒ Sabrina Nigra In un paese come l’Italia in cui le stagioni, nonostante l’effetto serra, sono ancora ben definite, l’arrivo dell’estate è realmente qualcosa di speciale! Quando arriva l’estate non si vede l’ora di svestirsi, si fa il cambio di stagione nell’armadio e i cappotti vengono temporaneamente accantonati per lasciare spazio ad abiti più freschi. Le braccia e le gambe tornano finalmente alla luce! L’estate, per un italiano, è sinonimo di caldo, sole e mare. Tutti gli italiani, grandi e piccini, attendono con ansia questo momento, perché in estate tutti gli italiani andiamo in vacanza. I telegiornali, ogni anno, annunciano il grande ‘esodo estivo’; gli italiani fuggono dalle città per andare al mare. Intanto su tutte le riviste femminili, e maschili, si parla della famigerata e temutissima ‘prova costume’. In Primavera inizia la preparazione per arrivare in forma all'appuntamento con il bikini. Quali sono le nuove tendenze per l’estate 2012? Quest’anno la moda ci riporta agli anni sessanta e all’epoca in cui Mary Quant lanciò la minigonna. Quindi anche se le giornate si allungano, nella moda tutto si ‘accorcia’, i must di quest’estate sono la minigonna e le gambe scoperte. Per quel che riguarda i colori sulle passerelle predominano le tinte forti, i colori eccentrici e per gli amanti degli anni novanta tornano di moda i colori neon. Mentre per i maschietti la moda primavera-estate 2012 impone uno stile essenziale, un look semplice e leggero, ma indiscutibilmente sofisticato e sobrio. Pantaloni con cavallo abbassato e linee morbide, colori dai toni ghiacciaci e camicie chiare. 10 Viaggi Due immagini di Montenapoleone Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina. Sant’Agostino ✒ Jaime Lubin & Adriana Camarena Tutto comincia in un angolo, alzo la vista dal libro e guardo il nome della strada: Via Manzoni. Torno al libro. 'I promessi sposi' di Alessandro Manzoni. Sono in piedi accanto all'entrata di una veranda bellissima che ostenta un cartello: “Don Lisander Ristorante”. È lo stesso Alessandro, lo scrittore. E chi ci riceve con lo spirito per una meravigliosa cena dopo aver passeggiato tutta la serata in Via Montenapoleone, l’altra strada. Lì siamo stati presenti alla paserella delle novità di Giorgio Armani, lui stesso ci da il benvenuto. Tutto rosso, nero e bianco. Le modelle camminavano tra la gente e sui tavoli c’erano uve, vino rosso e formaggi bianchi. Tema giusto per la chiacchiera della cena in cui il gentilissimo cameriere ha servito a me e mia moglie una bottiglia di Valpolicella e una bistecca ai ferri: cucina eccezionale di Don Lisander. Il giorno dopo continuiamo a godere Via Montenapoleone, uno dei punti del cammino, l’altro: la Galleria Vittori Emmanuele II per girare sopra Tauro ed avere buona fortuna. Milano sotto la nebbia, grigia quasi argentea si apre appena esco dalla Metrò e, io senza sapere, cammino verso Via Manzoni, attraverso la soglia della Galleria Vittorio Emmanuele II e trovo Leonardo che mi fa pensare come il Rinascimento fonde l’eternità insieme all’essere umano. Continuo a camminare e davanti a me appare la manifestazione contemporanea dell’idea della permanenza italiana. All’improvviso alzo gli occhi e vedo “Via Montenapoleone”, mi è sembrato strano il nome all’inizio e poi mi rendo conto dove sto, vedo il Caffè Armani, una boutique Chanel. Torno un po’ indietro e trovo Peck, una "delicatessen" straordinaria che completa il banchetto per i sensi. Cammino, cammino, entro nel bar e chiedo un caffè, scrivo qualche riga sul mio quaderno… giro la pagina e mi salta una frase: 11 “Ma i veri viaggiatori partono per partire, ; cuori leggeri, s’allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perché, sempre dicono: Andiamo! Il Viaggio, Charles Baudelaire Una bella passeggiata non finisce mai perché il mondo si conosce passo a passo. Di qua e di là si aprono i tesori più preziosi delle città, le strade, la vita. Camminiamo. 12 Cinema Il Sorpasso ✒ Maryloly Pérez Esteban Il Sorpasso appunto, non é soltanto un film, é un simbolo, un modo di dire forse! L'Italia che in quegli anni voleva fare il Sorpasso… Roma 1968, Ferragosto, la città è deserta. Bruno Cortona (Vittorio Gassman), quarantenne vigoroso ma inconcludente, é amante della guida sportiva e delle belle donne, vaga alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di un telefono pubblico. Lo accoglie in casa lo studente di legge Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), rimasto in città per preparare gli esami. I due, sulla spinta dell'esuberanza e invadenza, intraprendono un viaggio in auto che li porterà verso mete occasionali sempre più distanti da Roma. Il giovane Mariani sarà più volte sul punto di abbandonare la sua cittá, ma sia il caso sia una certa inconfessabile attrazione, lo riporteranno sempre sui suoi passi, in un percorso quasi di formazione alla vita che riguarderà il distacco dai miti adolescenziali, l'amore ed i rapporti sociali, sino alla conclusione tragica durante un sorpasso avventato a causa del quale il giovane studente perderà la vita. che non gli piace ma non riesce a rifiutarlo per poi soccombere. Qualche parola in più sui simboli che intorno alla strada si raccolgono, è la via Aurelia il percorso lungo il quale la vicenda si snoda, l'arteria che esce da Roma e si dirige verso le riviere di Fregene e dell'alto Lazio. È questa la strada che più di altre nel corso degli anni Sessanta ha rappresentato un mito collettivo verso la vacanza, l'evasione, il benessere. Forse ci sembra che il rapporto tra i due con tutta la portata di significati sia una delle cose migliori del film,il giovane ne è a tratti quasi schiacciato, nauseato poi attratto scopre un mondo La Via Aurelia ha rappresentato una sintesi dell'immaginario sociale. Il suo percorso, partendo dal centro della città, attraversava dapprima i quartieri borghesi della capitale in crescita, sorti a ridosso del centro storico, sfiorava le borgate popolari fatiscenti e correndo velocemente tra le ultime contrade agricole della bonifica laziale, raggiungeva le spiagge della riviera o i piccoli centri di Fregene, Santa Marinella e via via su sino a Capalbio, tra un fiorire di urbanizzazioni selvagge ed abusive. La civiltà che i protagonisti incontrano nel loro viaggio è quindi davvero uno spaccato trasversale di quella società romana che collettivamente si metteva in moto ogni domenica per celebrare il rito della festa, tra soste agli autogrill, lunghe code d'automobili. Reggista: Dino Risi Anno: 1962 13 Cliccate sopra per trovare una piccola scena di questo film … 14 Sapore e sapere Il Bove ✒ Franco Zampini Ricordo perfettamente quell’esame per cui mi ero preparato quasi alla perfezione. Sapevo tutto tranne una poesia: Il bove. Delle dieci poesie era l’unica che non avevo imparato a memoria ed è stata proprio il “t’amo o pio bove” che mi fece passare un brutto momento. Poi me la sono studiata ed imparata tanto bene che ancor oggi la ricordo quasi perfettamente, cosa strana, le altre invece sono rimaste nei vaghi ricordi. Non sarà difficile per gli alunni riconoscere le espressioni che sono derivate al poeta dal Bove di Giosuè Carducci. Ogni volta in cui si osserva il bue suscita il nostro affetto, ci infonde un senso di forza e di tranquillità; sia quando è immobile come una statua, sia quando si lascia aggiogare all’arato (ormai d’altri tempi). Il bove è sempre paziente. Quando da giovinetto lo incitavo, esso rispondeva con un lento girar del capo, con una lunga e paziente occhaiata. Nel suo occhio, dolce e severo, ad un tempo, si rispecchia grande e silenziosa la verde distesa dei campi. I buoi, anni che furono, sono stati i miei più cari amici e compagni dell’infanzia. T'amo, o pio bove; e mite un sentimento Di vigore e di pace al cor m'infondi, O che solenne come un monumento Tu guardi i campi liberi e fecondi, 0 che al giogo inchinandoti contento L'agil opra de l'uom grave secondi: Ei t'esorta e ti punge, e tu co 'l lento Giro de' pazienti occhi rispondi. Da la larga narice umida e nera Fuma il tuo spirto, e come un inno lieto Il mugghio nel sereno aer si perde; E del grave occhio glauco entro l'austera Dolcezza si rispecchia ampio e quieto Il divino del pian silenzio verde. 15 Parole, parole , parole… No tengo miedo (io non ho paura) Niccolo Ammaniti El Pozo Gabriele Salvatores Italian Cafe Putumayo In una calda estate degli anni 70, in un piccolo paesino al Sud d’Italia, un drammatico avvenimento viene raccontato da un bambino che per caso scopre un spaventoso e terribile segreto che coinvolge tutti gli adulti del villaggio, anche i suoi genitori. La storia raccontata da Niccolo Ammaniti in “Io non ho paura” portata al grande schermo in modo magnifico da Gabriele Salvatores, in un tráiler che ci porta a un’estate che cambierà la forma in cui un bambino vede il mondo e le persone che gli sono sempre state intorno. Canzoni italiane di swing, jazz e boogiewoogie degli anni 50 e 60 e anche contemporanee, interpretate da artisti vari tra i quali Giorgio Conte, Renato Carossone e Gianmaria Testa. Editorial Anagrama Spagnolo 232 pagine $345 Formato DVD Anno 2006 $ 64 Anno 2005 $164 Se lui fosse partito, io sarei partita con lui ✒ Ari Aguirre Era il 1959, quando l'ho visto per la prima volta. Lui era fuori da una fabbrica nella Germania dell'est, e io ero là per vacanze con le mie amiche. Noi venivano dal ovest della Germania, da una piccola città vicino alla Francia. Dopo averlo visto, ho deciso di tornare ogni fine settimana. Non avevamo niente in comune, per questo lui mi piaceva così tanto. Lui lavorava in quella fabbrica tessile ed io appartenevo ad una famiglia ricca sfondata. Lui era dell'est ed io dell'ovest. A lui piaceva tantissimo la letteratura, io mi interessavo tantissimo della moda. Due anni dopo, continuavamo a stare insieme, ma nessuno al ovest lo sapeva. Ero innamorata cotta. Fino al giorno in cui la Germania è stata ufficialmente divisa. Io sapevo che non era il miglior momento per trovare il mio amore, ma è soltanto successo così. Ci stavamo tutti due a est, quando questo è successo. Lui mi ha detto che era impossibile restare là e che non poteva neanche ritornare a casa sua. Era il 1961 ed erano tempi molti difficili. Io avevo paura; paura della guerra, paura della divisione, paura di Racconti Racconto scritto partendo della fotografia di Robert Doisneau provando ad immaginare una storia prima, durante e dopo l'immagine. Livello Avanzato II. partire, paura di restare. Ma sopratutto, io avevo paura di perderlo. Io gli avevo detto che non volevo partire per la Svizzera, ed lui mi ha detto che allora sarebbe ritornato a prendermi appena fosse stato tutto pronto per abitare insieme in Svizzera. Così io sarei potuta stare un po' di più con la mia famiglia e i miei amici. Lui era appena partito dal mio appartamento con le sue valigie, quando sono uscita correndo, e gli ho detto che se lui fosse partito, io sarei partita con lui. Quel bacio è stato il bacio più appassionato che qualcuno mi abbia dato. In questo momento siamo in treno verso a una nuova vita insieme. Io, lui ed il nostro amore. Non so cosa succederà, dove abiteremo, cosa faremo. Ma con lui, non ho paura del futuro.