Dumbo - Liceo Classico Statale "Francesco Scaduto"
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Dumbo - Liceo Classico Statale "Francesco Scaduto"
Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe II C alunno/a Stefania Giannusa data…………………… 1. Il film 1.1. Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare. Componenti Titolo Altri titoli Regista Genere Musica Soggetto Sceneggiatura Informazioni Dumbo Dumbo l’elefante volante Walt Disney Animazione Ken Darby, Ned Washington, Oliver Wallace, Frank Churchill Harold Pearl, Helen Alberson Gorge Stallings, Webb Smith, Joe Rinaldi, Bill Peet, Dick Huemer, Joe Grant, Otto Englander, Aurelius Battaglia Scenografia Don Dagradi, Dick Kelsey, Ernie Nordli, Charles Payzant, Herbert Ryman, Terrell Stapp, Al Zinnen Zinnen, Kendall O’ Connor Data di produzione 1941 Durata 64 minuti Paese/i di produzione USA Produzione Walt Disney Pictures Distribuzione RKO Note particolari -Supervisione alla regia: Ben Sharpsteen -Regia sequenze: Norman Ferguson, W. Jackson, B. Roberts, J. Kinney , S. Amstrong - Animazione: V. Tytla, F. Moore, W. Kimball, J. Lounsbery, A. Rabbit, Wolfgang Reitherman 1 Premi Vince a Cannes nel 1947 il premio come miglior film d’animazione Premio Oscar 1941: -Miglior colonna sonora film commedia o musicale (premio) Frank Churchill -Miglior colonna sonora film commedia o musicale (premio) Oliver G. Wallace -Miglior canzone (nomination) Frank Churchill -Miglior canzone (nomination) Ned Washington 1.2– La sceneggiatura del film è originale oppure è tratta dalla letteratura o da qualche libro-inchiesta,saggio,biografia, ecc.? La sceneggiatura è originale. 2. La storia,la struttura narrativa e i personaggi .1 – Riassumi brevemente la storia che il film racconta, badando a indicare l’inizio ( la situazione iniziale e le condizioni che rendono possibile lo svolgimento delle vicende successive), lo svolgimento ( sintesi delle vicende principali attraverso le quali si passa dalla situazione iniziale a quella finale) e il finale ( come si concludono le vicende). a) Inizio L'arrivo di Dumbo, cucciolo di elefante, è atteso con ansia. Serve proprio un nuovo elefantino da aggiungere a quelli adulti del circo... Un bel giorno, una cicogna portò alla signora Jumbo, un'elefantessa che viveva in un circo, un grazioso elefantino. La mamma decise di chiamarlo Dumbo. Lo trovava molto bello, nonostante le enormi orecchie. "Come sono buffe!" ridevano le altre elefantesse, ma lei non se ne curava e coccolava il suo piccino. Anche alcuni ragazzi in visita al circo iniziarono a prendere in giro Dumbo: "Avete mai visto nulla di più buffo?" La signora Jumbo, arrabbiata, incominciò a cacciarli con la proboscide. I ragazzini urlavano e scappavano terrorizzati. "Legatela, è impazzita!" gridò il direttore del circo. L'elefantessa fu messa in isolamento in un carrozzone recante la scritta: "elefante pazzo"!, e così Dumbo rimase solo. Le elefantesse con le quali vive lo escludono totalmente per la sua diversità e per il comportamento di sua madre. b)svolgimento Dumbo era molto triste senza la sua mamma. Per fortuna strinse amicizia con un simpatico topolino di nome Timoteo. Un complicatissimo numero acrobatico degli elefanti venne compromesso dal piccolo a causa delle sue orecchie e così, per punizione, Dumbo venne trasformato in un clown! Il poverino, travestito e truccato, doveva saltare da un edificio in fiamme a mollo in una tinozza. Il pubblico rideva a crepapelle, ma Dumbo aveva tanta paura e piangeva. Una sera, Timoteo lo portò a trovare la mamma. Catene troppo corte, per giunta, e lei non arrivava alla finestrella che le 2 consentirebbe di vedere suo figlio. In una struggente sequenza la proboscide della Signora Jumbo sfiora quella di Dumbo, accarezza il volto del piccolo, solleva l'elefantino da terra e lo culla sulle note di "Bimbo Mio" scritta da Ned Washington e Frank Churchill, che lo colmò di amore e felicità. Tornando a casa, però, l'elefantino era triste. Timoteo allora lo consolò e lo invitò a bere dell’acqua di una tinozza che, però era stata miscelata, involontariamente, con dello champagne dai clown. Dopo aver bevuto i due cominciarono ad immaginare tanti elefanti che suonavano e ballavano e cominciarono a giocare e a ballare con loro, fino ad addormentarsi. La mattina dopo si svegliarono sopra un albero, qui incontrano uno stormo di corvi. Una rapida chiacchierata e il ramo si spezzò, lasciando precipitare Dumbo e Timoteo al suolo, fra le risate dei corvi. Una nuova umiliazione per Dumbo, ma Timoteo non ci sta e spiegò loro quali tremende cose aveva sopportato l'elefantino finora. Coglie nel segno, i corvi cambiarono atteggiamento e cercarono di rendersi utili. Si fece largo un'idea bizzarra: se quelle enormi orecchie servissero per volare? Altrimenti come spiegare il risveglio sopra un albero? Timoteo e i corvi decisero di provare a convincere Dumbo.... Questi diedero a Dumbo un piuma, dicendogli che aveva il potere di far volare. Dumbo non era molto convinto, ma afferrò la piuma con la proboscide, stese le orecchie e chiuse gli occhi. Quando li riaprì... sorpresa! Stava davvero volando! c)finale Decisero quindi che quella sera, al circo, Dumbo non sarebbe caduto nella tinozza, ma avrebbe volato, lasciando tutti a bocca aperta. Ma proprio sul più bello, la piuma gli sfuggì e Dumbo cominciò a precipitare. Timoteo allora gli gridò: "Apri quelle orecchie, la piuma magica era un pretesto... puoi volare, dico davvero! Fa' presto, ti prego..." Timoteo aveva ragione: l'elefantino cominciò a battere le orecchie come se fossero delle ali e riprese il volo. "Evviva!" esultò il topolino, mentre gli spettatori applaudivano nel vedere Dumbo che volteggiava in aria. Terrorizzò al suo passaggio il direttore del circo e, dopo essersi riempito la proboscide di noccioline, le sparò come se fosse un aereo da caccia, sulle antipaticissime elefantesse snob. Il successo fu enorme: Dumbo divenne l'attrazione del circo e una stella dello spettacolo. I giornali parlavano di lui e tutti accorrevano per poterlo vedere e applaudire. La signora Jumbo fu subito liberata e così riabbracciò il suo piccolo. Dal quel momento stettero sempre insieme e viaggiarono in un vagone riservato a Dumbo, l'elefantino volante. 2.2– Analizza la struttura narrativa completando il seguente schema: ° TEMPO E AMBIENTE a) Periodo storico delle vicende narrate: La storia non è ambientata in un periodo storico ben preciso, poiché, essendo una favola, è al di fuori del tempo e dello spazio, divenendo sempre attuale. 3 b) Ambienti e luoghi principali: Il luogo principale dove sono raccontati i fatti è il circo con i suoi grandi tendoni rossi e bianchi e le sue variopinte gabbie-vagoni degli animali. Un altro luogo importante è il trenino che, prendendo vita, trasporta le stelle del circo da una tappa all’altra del loro tour. c) Arco di tempo in cui si sviluppa la storia: La storia si sviluppa nel giro di alcuni mesi (dall’arrivo del cucciolo di elefante fino a quando diviene una star del circo) ma i fatti principali e anche più intensi si susseguono nell’arco di 3-4 giorni. ° PERSONAGGI Protagonista: Dumbo è un piccolo elefantino, molto amato dalla mamma, ma non dalle altre elefantesse che disprezzano le sue eccessivamente lunghe e sproporzionate orecchie e lo deridono. Dumbo è un elefantino dall’aspetto dolce e mansueto, proprio di un cucciolo che ha ancora bisogno delle cure, dei consigli e delle avvertenze di una mamma. Ma il susseguirsi di sfavorevoli eventi lo costringono a rimanere privo della sua roccia di salvezza, la sua mamma, che per proteggerlo ha terrorizzato gli spettatori e per questo è stata chiusa dentro una gabbia, come tutti gli altri animali considerati pazzi. Ma Dumbo è ancora troppo piccolo per ribellarsi e rimane solo e triste ed anche quando stringe amicizia con il topo Timoteo mette in risalto la parte più timida e triste del suo carattere, sostituendo la proboscide della madre con la coda di Timoteo, facendone la sua ancora d’appoggio. Altri personaggi importanti: 1. La signora Jumbo La signora Jumbo rappresenta un po’ tutte le mamme che desiderano moltissimo il loro figlio e, una volta ottenuto tra le sue braccia, lo ama così com’è, proteggendolo a costo della propria vita, in questo caso a costo della propria libertà. Ma questo e altro! Cosa non farebbe una madre per il proprio figlio! La signora Jumbo con la sua cuffietta da notte sulla testa, che la fa sembrare più una nonna che una mamma, ha tutti gli atteggiamenti dolci, affettuosi, amorevoli e di protezione di una madre, ma ha anche la forza necessaria per sculacciare uno sciocco ragazzino che prende in giro Dumbo, e la capacità di non dar alcun peso ai discorsi futili delle altre vecchie comare, che più che elefantesse sembrano galline. 4 2. Il topo Timoteo Come in tutte le favole c’è sempre un aiutante che aiuta il protagonista a superare le difficoltà, un grillo parlante. Timoteo ha proprio questo compito; deve infondere coraggio a Dumbo che non è consapevole della sua capacità di volare, e deve tirarlo su, facendolo un po’ divertire. La figura di Timoteo è un colpo di genio perchè è una parodia della stereotipata avversione degli elefanti per i topi, infatti Dumbo è l’unico a non scappare alla sua vista ma si ci lega subito alla coda. Timoteo è un topo molto furbo e sa farsi temere, ma è intenerito dalla “piccola” e triste figura di Dumbo e incomincia a nutrire per lui un senso di protezione anche sul campo lavorativo divenendo il suo manager, condividendo con il mitico elefantino volante il successo. Come ogni grande amico Timoteo cerca di aiutare Dumbo, facendolo incontrare con la mamma, realizzando così il suo desiderio. 3. Significato globale del film 3.1 – Sapresti indicare brevemente qual è il messaggio più significativo del film? Un film sul tema della diversità che si sviluppa senza formalismi o compatimenti di sorta. L'esclusione dell'elefantino dalle grandi orecchie e la sua rivincita, giunta nel momento in cui segue una strada diversa da quella degli altri, sono storie che, in fondo, accadono tutti i giorni. Walt Disney, nel suo mondo di fantasia, di fatto racconta molte verità. Le fiabe e le favole sono nate per questo. Walt Disney le onora. Inoltre in un periodo di sconforto dell’umanità intera, dato dalla grande guerra, Dumbo riesce a riportare negli animi degli spettatori un esempio di intenso ed eterno amore, che sconfigge tutte le barriere che il mondo ci pone di davanti. Dumbo è la speranza di un amore che perdura anche durante le guerre ed è la certezza della profondità dell’amore, che vi è tra madre e figlio, e dell’amicizia, ma quella vera e sincera, che poco si cura dei giudizi dell’altra gente. 3.2 – Prova ad indicare quali sono i temi che il film affronta, aiutandoti con quelli proposti e aggiungendone eventualmente degli altri: x l’amore □ la guerra □ la giustizia □ la giovinezza □ la vecchiaia x l’incomprensione □ il desiderio di successo □ il destino □ la natura □ l’ambizione personale □ la violenza x la famiglia □ il futuro □ le istituzioni sociali □ il lavoro x l’amicizia x discriminazione 4. Giudizio personale 4.1 – Spiega se e perché ti è piaciuto il film (o non ti è piaciuto) tenendo conto del modo in cui è stato realizzato (interesse per la storia narrata, fotografia,costumi,musica ecc..) Devo ammettere che avevo un ricordo di Dumbo non molto bello, da piccola non era il mio film d’animazione Disney preferito, e non mi piaceva perché era molto scuro e triste, ma, dopo averlo rivisto tanti anni dopo, l’ho rivalutato. Senza dubbio rimane sempre una storia, anche se a lieto fine, triste, che porta lo spettatore a versare lacrime, anche a chi, come me, poco si commuove davanti ad un film. Ma penso sia normale piangere vedendo questo film, e soprattutto la scena della ninna-nanna, nella quale Dumbo può finalmente rincontrare la mamma, perché proprio questa scena è una tempesta di dolcezza, felicità, amore, tanto che lo spettatore ne viene spiazzato ed essendo preso alla sprovvista ne “subisce” i suoi effetti, aprendo completamente le barriere del proprio cuore. E’ questo il 5 motivo per il quale questo film d’animazione mi piace, oltre per il fatto che è sempre straordinaria la bravura di Walt Disney e del suo staff. 4.2 – A tuo parere,è un film adatto ai ragazzi della tua età? Motiva la risposta. Alla luce di ciò che ho già detto, penso che questo film sia da una parte destinato ai bambini, ma lo è ancor di più ai grandi. Da piccoli si vede come un qualsiasi altro cartone, ma da grande si presta più attenzione alle parole, ai sentimenti, comprendendo meglio il valore intrinseco del film ed apprezzandolo molto di più. Inoltre, come tutte le favole non ha età e può essere adatto a tutti, dai piccoli agli over – cento, soprattutto se, come questa favola di Dumbo, tratta argomenti ancora oggi molto attuali e sentiti. 5. Il Linguaggio del cinema 5.1 Riconosci se il narratore è □ Interno__________ x esterno__________ □ assente 5.2 Il ritmo del montaggio è Lento rapido x alternato 5.3 Considera gli effetti di luce e l’uso del colore. Rivestono particolare importanza? Quali scene ne risultano poste in evidenza? Gli effetti di luce che rivestono maggiore importanza sono quelli notturni, che si possono notare soprattutto nei primi minuti del film, dove tutte le scene risultano illuminate dalla luce della luna, e le danze degli elefanti rosa, i quali sonno irradiati e vestiti di sola luce colorata che rende profonda e variopinta la scena. 5.4 Prendi in esame la colonna sonora e in particolare: -la funzione del commento musicale: La musica è un elemento importante che accompagna la storia nel suo svolgersi durante tutto il film. Dalla ninna-nanna, al jazz, come quello intonato dai corvi, al salsa e al merenghe, la musica segna e scandisce i ritmi della storia e ci immerge in essa, “bombardandoci” di emozioni e infondendoci tenerezza ed energia, ma anche felicità, quella felicità che nasce nei cuori dei bambini che sentono il famosissimo ritornello circense che inonda le strade quando giunge il circo nelle nostre città. -gli effetti sonori: Non vi sono molti effetti sonori particolari, tranne in alcune scene dove è simulato il rumore del fuoco, e le urla delle persone e i barriti degli elefanti imbizzarriti e i ruggiti degli altri animali, naturalmente registrati durante il doppiaggio. 6 5.5 Rintraccia le scene in cui gli effetti sonori,musicali e di luce e colore sono complementari e funzionali ad ottenere particolari risultati: La scena dove avviene la più perfetta fusione tra musica, luce e colore è quella degli “Elefanti Rosa”, dove sono le immagini che seguono la musica nel suo evolversi e mutarsi in vari ritmi e non il contrario. Le immagini degli elefanti, che alla fine si riducono in semplici linee colorate proiettate su un fondale nero, sono in funzione della stessa musica che le guida con le sue note, conducendole in conturbanti e sfrenate danze, dando un effetto finale spettacolare. 5.6 Parla della sequenza , a tuo avviso, importante e/o particolarmente significativa, indimenticabile… La scena senza dubbio più bella e intensa di significato è quella dell’incontro tra Dumbo e la signora Jumbo che, anche se divisa dal proprio cucciolo dalle grate del vagone, riesce ad accarezzarlo e cullarlo con la sua lunga proboscide, infondendogli tutto il suo amore e la sua forza, per poi lasciarlo andare dopo un lungo abbraccio e con la tristezza nel cuore, propria di una mamma che vede allontanare il suo tanto desiderato figlio. E’ una scena d’amore che raramente riusciamo a vedere nei film moderni, un amore puro, forte ed indistruttibile, che sta per sparire non solo nelle sale cinematografiche ma anche nel mondo. 6 Storia del cinema 6.1 Chi è il regista? Aggiungi altre informazioni e la filmografia essenziale Supervisione alla regia: Ben Sharpsteen Biografia: Nel 1959 ha vinto 2 Oscar per la produzione di "Artico selvaggio" e di "Ama Girls". Ha debuttato nella regia nel 1918 con "Dr. Jekyll and Mr. Zip". Ha poi diretto "Topolino meccanico" (1935), "Pinocchio" (1940), "Dumbo, l'elefante volante" (1941), solo per citarne alcuni. E' stato anche produttore. Filmografia: 1937 Bianca neve e i sette nani(motatore) 1948 Dumbo (regia) 1940 Fantasia (regia) 1940 Pinocchio (regia) 7 Regia: Walt Disney: Biografia e Filmografia Il 5 Dicembre del 1901, nasce a Chicago il quarto figlio di Elias Disney e Flora Call. Dopo Herbert, Raymond e Roy Oliver, è Walter Elias Disney Junior a venire al mondo. Nel 1903 nasce sua sorella Ruth Flora. Non è però a Chicago che Walt cresce; la sua famiglia, infatti, si trasferisce a Marceline, nel Missouri. Qui Walt vive la sua infanzia in un mondo rurale il che non significa che passa le giornate a giocare nei campi ma, al contrario, che deve lavorare duramente. L'infanzia dorata che Disney amava citare nelle sue opere nasceva forse più dai suoi sogni che dai suoi ricordi. Nell'Autunno del 1909 Herbert e Raymond lasciarono la fattoria, col risultato di aumentare il carico di lavoro di Roy e Walt. Quello stesso Inverno, una febbre tifoide colpì papà Disney, convincendolo a vendere la fattoria e a trasferirsi. Ora i Disney vivevano a Kansas City. Walt era forse libero di giocare per le strade adesso? Forse! Il piccolo però, accompagnato da Roy, doveva alzarsi a notte fonda perchè Elias, suo padre, aveva ottenuto l'appalto per la consegna di due giornali: il Morning Times e l' Evening and Sunday Star, e qualcuno doveva pur consegnarli. La biografia di Walt Disney comprende qualche pisolino agli angoli delle strade; minuti rubati al lavoro per prepararsi alla giornata di scuola. Eh già, perché dopo aver consegnato tutti i giornali, si doveva andare a scuola. Nel 1919 Walt non era più un bambino, si era allontanato dalle imposizioni paterne al punto da aver lavorato fuori dalle varie imprese avviate e terminate da suo padre. Il giovane Walt si era anche arruolato per la guerra, la prima guerra mondiale, contro il parere di papà, anche se di fatto non combattè mai. Ormai era un uomo a sé stante, non Figura 1solo il figlio di Elias. Nel '19, si diceva, lavorò per un mese alla Pressmann-Rubin, una agenzia pubblicitaria. È qui che conobbe un certo Ubbe Ert Iwerks, uno straordinario disegnatore. Allora nessuno lo sapeva, ma Walt e Ub avevano un appuntamento con la storia. In seguito Walt trovò lavoro presso la Kansas City Ad che si occupava di animazione, anche se ad un livello inferiore rispetto ai cartoni prodotti a New York in quegli anni. Si trattava in sostanza di immagini ritagliate su carta. Walt vedeva in questo una sorta di magia, ne era affascinato. Ottenne in prestito dalla società una vecchia cinepresa con la quale fece degli esperimenti in un garage. Il genio Disney Ubbe Ert Iwerks iniziava a prendere forma. I risultati che ottenne insieme a Ub Iwerks erano più che incoraggianti. Walt e Ub lavoravano insieme alla Kansas City Ad e poi anche nel loro garage, ma è in quest'ultimo luogo che facevano meglio. Nei primi anni venti, grazie al denaro dell'onnipresente Roy, aprirono un studio tutto loro e tentarono diverse cose. Impossibile non citare almeno i Laugh-o-Grams (in cui si diede prova di grande inventiva e di capacità narrativa), la serie delle Alice Comedies (in cui Disney mise una bimba vera in un mondo creato sui tavoli da disegno) e Oswald The Lucky Rabbit, (oggi ritenuto una sorta di anello di congiunzione tra Felix The Cat di Otto Messmer e il celeberrimo Topolino). Trovarono un distributore nella Universal. Furono i loro primi successi. Per un po' di tempo le cose funzionarono. Ma un successo è una cosa, e il MITO è un'altra. Una serie di circostanze sfortunate mandò tutto all'aria e Walt era di nuovo spiantato. La Universal era di proprietà di una donna: Margareth Winkler. La signorina in 8 questione aveva un modo di gestire gli affari che consentiva a Disney e Iwerks di ritenersi soddisfatti; discreti guadagni e la certezza di una simpatia personale. In quel breve periodo Walt e Ub assunsero diverse persone, alcuni amici che lavoravano nel campo dell'animazione e qualche persona nuova. Avevano uno studio di animazione! Quando la Winkler prese marito le cose cambiarono brutalmente. La Universal divenne di fatto del suo sposo, Charles Mintz, il quale ritenne opportuno ridurre i pagamenti e trattare tutti con pugno di ferro. I creatori di Oswald erano alle strette. A nulla valsero le discussioni che ne seguirono: legalmente Oswald apparteneva alla Universal e, quel che è peggio Mintz aveva intrappolato Disney. La produzione dei cartoni avveniva grazie ad un gruppo di animatori che Walt e Ub pagavano col denaro portato dai cartoni stessi, una volta tagliati i pagamenti non fu difficile per Mintz sottrarre forza lavoro a Disney. I soli a rifiutare di tradire Walt furono gli amici degli esordi: Les Clark, Johhny Cannon, Hamilton Lusky e, naturalmente Ub. Nel campo lavorativo Walt affrontava la defezione dei suoi ragazzi. Il contratto con Mintz prevedeva la realizzazione di altri short prima della sua conclusione, quindi i traditori erano tenuti a restare con Disney e Iwerks per ancora qualche tempo. Durante l'orario di lavoro, tutto era normale (salvo una certa elettricità nell'aria, si presume), ma quando tutti se ne andavano a casa, il lavoro diventava frenetico per Walt, Ub e i fedelissimi. Avevano deciso di reagire al ricatto, cercarono di creare un personaggio tutto loro. Scoprirono che bastava accorciare le orecchie di Oswald, trasformargli la coda e ritoccare qualcosa qua e là per avere...... un TOPO. Walt era grande nell'ideare gag e situazioni interessanti, Ub realizzò tutto su carta al ritmo impensabile di 700 disegni al giorno. Se si pensa che ciò avveniva solo nel dopolavoro, allora è una specie di miracolo. Quel miracolo fu intitolato "Plane Crazy". Il protagonista era un certo Mickey Mouse. Per la verità il ruolo principale, secondo Walt, sarebbe dovuto andare a "Mortimer Mouse" che altri non era se non lo stesso Mickey. Lillian, la moglie, obiettò che il nome scelto non era poi granché; troppo sdolcinato, troppo da signorino. Perché non provare il più sbarazzino Mickey? Quale che fosse il suo nome, a quel tempo nessuno lo conosceva, quindi non fu facile trovare un distributore che, come a suo tempo la Winkler, avesse fiducia in quei due anonimi animatori. Anzi, fu impossibile. Urgeva una soluzione. Tutto ciò accadeva a metà del 1928, a quel tempo l'industria del cinema era sconvolta da una grande novità: il sonoro. Ecco l'idea giusta: Mickey avrebbe parlato! Un altro periodo di intensa attività e il prosciugamento di tutte le sostanze del loro piccolo studio portò Disney e Iwerks al loro appuntamento con la storia. Il 18 Novembre del 1928 al Colony Theater di New York era previsto un film di guerra, al termine un piccolo short animato avrebbe concluso la serata. Fu un successo straordinario, la gente non parlava d'altro, i giornali ne riportarono la notizia in prima pagina. MICKEY MOUSE SPEAK!, TOPOLINO PARLA! Il 18 Novembre del 1928 è preso spesso come punto di partenza nella biografia di Disney, non a torto. Quello è il momento in cui tra tutti gli studios di animazione grandi e piccoli, uno si erge sugli altri e il mondo lo vede. Il Disney che resta nelle pagine d'oro del libro di Hollywood nasce qui. Il nuovo distributore dei film Disney era Pat Powers, un tipo losco in verità, ma comunque un distributore. Grazie a lui, all'amico di sempre Ub, e a Carl Stalling, che si occupava delle musiche degli short, si riesumarono ben due cartoni nati muti (il "Plane Crazy" già citato e "Galopping Gaucho" creato sperando di venderlo al posto del primo) e li si riempì di musica. Al pubblico piacquero. Inoltre si produssero altri cartoon del topo, nacque addirittura una serie nuova, quella delle leggendarie "Silly Simphonies", che darà grandi 9 soddisfazioni a Disney. Ma arriva una grande delusione per Walt: Powers riesce a convincere Ub a lavorare per lui, la sua diabolica idea era di lasciarlo in realtà al suo posto, in cambio però di un contratto che avrebbe legato Disney e tutti i suoi prodotti al nome di Pat Powers. Disney non accettò, quando lo aveva fatto con Oswald si era visto chiudere la porta del successo. Ub lo lasciò. Ub il grande disegnatore, Ub l'animatore straordinario, Ub l'amico, lo aveva tradito. In realtà Ub non aveva fatto altro che lasciare un lavoro per uno che riteneva migliore, tra l'altro Powers gli promise che i cartoni che avrebbe realizzato avrebbero portato la sua firma, cosa che con Disney non succedeva. Per Walt era invece solo un tradimento. Quando Ub lasciò Walt lo studio era già in crescita. Col suo selezionato gruppo di persone Disney produceva spesso opere memorabili. Certe Silly Simphonies sono godibilissime ancora oggi. Sul piano tecnico si cercava sempre l'ultimo ritrovato. Se Steamboat Willie era stato il primo cartoon sonoro, va a "Fiori e Alberi" del 1932 la palma di primo cartoon a colori. La sfida de "I Tre Porcellini" era nel creare personaggi simili nell'aspetto ma diversi di carattere. Questo film fu un enorme successo e la celebre canzone di Stalling è uno dei classicissimi della musica disneyana. "Il Vecchio Mulino" del 1937 propone una "carrellata" mozzafiato merito di una nuova colossale macchina da ripresa: la Multiplane Camera, che consentirà poi effetti tridimensionali già in "Biancaneve e i Sette Nani" e soprattutto in "Pinocchio". Sensazionale in quest'ultimo la sequenza d'apertura. Ma con Pinocchio siamo già nel 1940. Va anche ricordato che durante la lavorazione di "Pinocchio" ci fu un grande ritorno alla Disney: Ub Iwerks si rifece vivo. Non ci è dato sapere cosa sarebbe successo se non avesse mai lasciato Walt, sappiamo che avendolo lasciato rientrò come valente tecnico, non come amico di vecchia data di Disney. Era un dipendente, adesso. Gli fu affidato il reparto per lo sviluppo delle nuove tecnologie. Fece un lavoro egregio iniziando proprio dalla Multiplane Camera. Ma la coppia Walt e Ub non esisteva più. Peccato. Non furono solo creature disegnate ad allietare il terzo decennio del secolo nella vita di Walt: il 19 Dicembre 1933, sua moglie Lillian diede alla luce Diane Marie, prima figlia di Disney, giunta a otto anni dal matrimonio. A questo punto una curiosità: il 31 Dicembre 1936 arrivò la seconda figlia di Walt e Lillian, Sharon Mae, ma non fu Lillian a metterla al mondo. La piccola fu adottata e la cosa non venne rivelata per molto tempo. Complice il fatto che Lillian non aveva praticamente vita pubblica, nessuno si accorse che non era stata incinta prima dell'arrivo della bimba. Ancora oggi, in realtà, non c'è certezza assoluta sull'adozione o sulla reale maternità di Lillian. Dopo il successo straordinario di "Biancaneve", lo storico Studio di Hiperion Avenue fu lasciato in favore di una nuova, modernissima costruzione a Burbank. Era la prova concreta che Disney ce l'aveva fatta. Nell'Autunno del 1939 ebbe luogo l'inaugurazione. Non solo notizie liete, purtroppo. Sul finire del 1938, il 29 Novembre, nella casa che Walt aveva scelto e acquistato per i suoi genitori, fu trovata morta Flora Call Disney: sua madre. Le circostanze reali non furono mai davvero chiarite. Si trattò probabilmente di un incidente, ma l'ipotesi di un suicidio non fu mai del tutto smantellata. Il primo lungometraggio d'animazione fu un enorme successo, il secondo aveva tutte le carte per esserlo, ma non tutto filò liscio. Ancora una volta Walt non ammetteva compromessi e i costi passavano sempre in secondo piano, "Pinocchio" doveva essere straordinario. In effetti lo è, ma ciò non ne garantì il successo. In America il film piacque, ma i costi spropositati ne facevano la pellicola più costosa della storia. Durante la produzione si contava, ovviamente, su una distribuzione su scala mondiale, ma l'uscita nel Febbraio 1940 la rese impossibile. Il mondo era in guerra, la gente aveva altro 10 a cui pensare. Il 13 Novembre 1940 uscì anche "Fantasia" e fu il disastro totale. Tutto ciò che a Disney pareva geniale durante la lavorazione non piacque né al pubblico né alla critica. Ancora una volta è bene ricordare che un cartoon è carissimo in produzione e che se anche i cinema si riempiono di gente, ci vuole tempo per rientrare dei costi. "Fantasia" ha un mare di effetti speciali, un'orchestra sinfonica, un migliaio di persone che ci hanno lavorato. Uno sproposito in termini economici. In più Disney aveva voluto e ottenuto dai suoi tecnici (Ub in testa) un innovativo sistema sonoro. Hanno inventato il suono stereofonico. Gran cosa, ma chi se ne sarebbe accorto se le sale non erano attrezzate? Walt cercò degli accordi per le installazioni, ma alla fine le spese furono tutte a carico della Walt Disney Production, il che aumentò il deficit. Questo avveniva mentre i dipendenti erano irrequieti. Il tempo avrebbe dato ragione a Walt, il suo folle progetto di unire immagini e musica in un concerto creò dapprima uno dei momenti più difficili della storia Disney, poi uno dei suoi capolavori assoluti. Disney precorreva i tempi. Lo straordinario lavoro degli artisti che crearono "Biancaneve", "Fantasia" e tutti i prodotti della "Factory" di Walt era uno dei vanti dell'azienda, ma i loro nomi sparivano sotto la sigla "Walt Disney Presents" all'inizio dei film. Lo stipendio di un animatore, di un inchiostratore o di chiunque desse un contributo alla nascita di una pellicola era molto basso. Questo era motivo di discussioni all'interno degli Studios. Le voci che arrivavano all'orecchio di Disney non erano ascoltate. Secondo lui tutto andava bene così come era. Successe però che le voci si coalizzarono, cominciarono ad avere dei volti, dei nomi. I sindacati entrarono nel regno di Walt trovando terreno fertile. Si era alla guerra. Ci furono azioni di disturbo alla prima di "Pinocchio" e ancora di più a quella di "Fantasia". Dopo anni di parole si passava ai fatti. Il 28 Maggio 1941 la Disney affrontò lo sciopero che avrebbe cambiato la sua storia e, secondo alcuni, quella dell'animazione in genere. Furono giorni bui. Disney perse più volte la calma in pubblico. Davanti ai cancelli degli Studi di Burbank c'erano centinaia di persone con i picchetti, molte più di quelle che lavoravano per Walt. La faccenda era grossa. Gli scioperanti chiedevano cose legittime come la presenza ufficiale e libera di un sindacato nell'azienda, aumenti salariali, riconoscimenti per il lavoro, impossibilità di licenziare a piacimento, etc... Walt riteneva che i dipendenti fossero una vera e propria famiglia. Allora perché lasciare che una famiglia fosse regolata dall'esterno? Quindi di sindacati neanche a parlarne, e senza sindacati tutto il resto non esisteva. Non se ne veniva a capo. Alla fine, grazie a Roy Disney, lo Studio cedette e lasciò da parte le sue posizioni più dure, scendendo a patti con gli scioperanti. Walt era stato diplomaticamente allontanato dalla California e quindi non potè opporsi alla firma di Roy. Il 9 Settembre lo sciopero finì. Walt era profondamente deluso e amareggiato per la "perdita" dello Studio. Secondo alcuni critici non raggiunse più le vette artistiche di "Biancaneve", "Pinocchio" e "Fantasia". Nel 1940 Disney era diventato informatore ufficiale dell'FBI. Conosceva da anni J. Edgar Hoover che la dirigeva e quell'anno strinse con lui un accordo. Si dice che questa fu un'arma con cui Disney si vendicò degli scioperanti. Si era aperta la guerra ai comunisti e l'accusa di un informatore ufficiale poteva stroncare una carriera. Fu davvero così? O è una voce di chi non amava Disney? Mistero! Ad un anno da dimenticare sul piano lavorativo, Walt dovette aggiungere anche un lutto: nel 1941 suo padre venne a mancare mentre lui era lontano. "Pinocchio" non rientrò delle spese, "Fantasia" meno che mai, in più lo sciopero e il lutto familiare. Povero grande Walt Disney. Negli anni a seguire la vita artistica e privata di Walter Elias Disney si assestò. Negli anni quaranta si produssero diversi classici e anche qualche semi-sconosciuto film d'animazione di lunga durata. Se "I 11 Racconti Dello Zio Tom" è splendido, "Musica Maestro" e "Lo Scrigno Delle Sette Perle" sono prodotti piuttosto ordinari. "Bambi" è un capolavoro, ma ci sono voluti anni prima che iniziasse a guadagnare qualcosa. Alcuni prodotti furono dettati dalle circostanze. Era in atto la seconda guerra mondiale quando il governo americano chiese a Walt di realizzare qualcosa volto a cercare simpatie nell'America del Sud (offrendosi di pagarne i costi); è la genesi di "Saludos Amigos" e "I Tre Caballeros". Ma il più grande e rivitalizzante successo dai tempi di "Biancaneve" arrivò nel 1950 con "Cenerentola". Un'altra favola classica, ancora tanta musica splendida. Un film ispirato. Il 1950 è anche l'anno di una svolta importante, dato che esce "L'Isola del Tesoro" il primo film interamente girato dal vivo, senza nessuna sequenza in animazione. Una pazzia! Ma di nuovo ebbe ragione lui. "Alice nel Paese Delle Meraviglie" e "Peter Pan" ebbero un riscontro limitato (in relazione ai costi). Così anche "Lilli e il Vagabondo". "Lilli e il Vagabondo " uscì nel 1955, un anno fondamentale nella storia della Disney non solo per questo film. Il 17 Luglio 1955 prese vita un altro dei cosiddetti deliranti sogni di Walt: fin da quando le sue figlie erano bambine e lui le accompagnava nei parchi, Walt iniziò ad immaginare un luogo dove i bambini potessero giocare, i grandi tornare bambini, dove tutto fosse pulito e perfetto. Tutto questo era già nei suoi film, ma non era possibile creare un posto così? Negli anni '50 Disney cedette alle lusinghe della TV, che aveva sempre respinto, per finanziare quell'idea. Si mise di nuovo contro tutto e tutti per rischiare di buttare tutto all'aria. Roy non voleva, le banche non volevano. Ma lui voleva e niente poteva fermarlo. Nel 1955 aprì finalmente "Disneyland" ad Anaheim in California. La più grande fonte di guadagno degli studi fin dalla sua nascita. Disney era pazzo? Forse sì, ma alla fine aveva ragione lui. Il 1959 è l'anno de "La Bella Addormentata nel Bosco", un insieme fascinoso di elementi classici quali re, regine, principi, principesse, fate, streghe e draghi. Uno dei personaggi cattivi più affascinanti di tutta la storia Disney, un'entusiasmante sequenza finale, animazioni ormai perfette, ottimi momenti musicali tratti dichiaratamente da Tchaikowsky. Il più fiabesco dei film Disney fu un fiasco totale. La strada percorsa è quella di "Fantasia": un film costosissimo e poca gente interessata a vederlo. Siamo arrivati agli anni sessanta. Disney ormai non seguiva più con troppa attenzione le produzioni animate, gli interessava di più occuparsi di Disneyland dato che non era mai terminata. Un film non si può toccare una volta uscito nelle sale, un parco, invece si lascia continuamente modificare, si possono aggiungere o togliere attrazioni in ogni momento. C'è sempre da fare.In questi anni Walt è finalmente ricco. Lui non aveva mai cercato la ricchezza, ma una oculata gestione dei guadagni del parco si tramutò in denaro sonante. L'azienda era libera dalle banche per la prima volta da anni. Il suo allontanamento a favore del parco non l'aveva fermata. Era il successo? No, era la sconfitta! Walt cominciava a credersi quasi di troppo. Lo Studio che aveva creato dal nulla con Ub e Roy non aveva più bisogno di lui. Il parco era il suo divertimento, ma il lavoro a cui aveva dedicato la vita era un altro.Gli Studi produssero film che a Walt non piacevano e che invece guadagnavano. Era inconcepibile. "La Carica dei 101" e "La Spada Nella Roccia" erano a detta di Walt solo abbozzi, i disegni erano troppo semplici, ma uscirono così. E piacquero. Walt sentiva il bisogno di dimostrare a chi aveva seguito i film degli esordi che lui era ancora Walt Disney, sentiva il bisogno di creare qualcosa che conquistasse le nuove generazioni. Sentiva il bisogno di dimostrare a sè stesso chi era. A quel tempo era in corso una lunga trattativa con Pamela Lyndon Travers, autrice di una serie di libri per l'infanzia con protagonista una 12 tata volante. Walt Disney si recò di persona dalla Travers per sbloccare le trattative. Ci riuscì. Questo successo lo rivitalizzò facendolo tornare quello di un tempo. Walt tornò a dirigere tutti gli stadi produttivi con un entusiasmo che non provava da anni. Mise parola sulla sceneggiatura, sul cast, sulle musiche, persino sugli arredamenti che sarebbero apparsi nel film. Stava nascendo "Mary Poppins", una cartolina del mondo di Walt. Fu Walt stesso a pretendere che la magica governante avesse il volto di Julie Andrews. La Andrews in un primo momento rifiutò preferendo il ruolo di Eliza Dolittle in "My Fair Lady". Il caso volle che quella parte venisse invece affidata, a sorpresa, a Audrey Hepburn. Julie Andrews divenne allora Mary Poppins. Secondo alcuni, in questo film c'è tanto di Disney, delle sue emozioni, dei suoi ricordi. Ma quello che interessa al pubblico dei fan di Walt è che "Mary Poppins" fu non solo un grande successo, ma il più grande successo che la Disney avesse mai conosciuto. Tutto quello che Disney intendeva dimostrare con questo film, lo dimostrò. Era sempre lui, era sempre grande. "Mary Poppins" uscì il 28 Ottobre 1964. L'anno seguente si mise in produzione un film d'animazione tratto dal romanzo di Rudyard Kipling "Il Libro della Giungla". Disney non lo seguì granchè, di nuovo tornò a pensare che il suo Studio, ormai, camminava da solo. Tornò all'idea dei parchi a tema pensando di crearne un secondo ad Orlando in Florida e ne pose in effetti le basi, ma il tempo stringeva. Purtroppo. Nel 1965 si cominciò a lavorare al "Libro della Giungla" e al parco di "Walt Disney World". Disney presenziava ancora con piacere alle cerimonie che si organizzavano in suo onore, ma ormai erano per lui una fatica enorme. Il fisico era debilitato. Nel 1966 una serie di esami rivelò la presenza di noduli nei polmoni. Il 7 Novembre Walt Disney venne ricoverato al Saint Joseph Hospital, che si trova proprio davanti ai suoi Studios. Gli venne asportato un polmone. Non si poteva fare di più. Walt tornò a casa, ma a fine mese un grave malore lo riportò in ospedale. Dalla sua stanza poteva vedere gli edifici della "Walt Disney Production", il centro del suo impero. Roy Disney aveva dato disposizioni perché si lasciassero le luci accese di notte, così che Walt vedesse il simbolo di tutta la sua vita. Si fece così anche la sera del 14 Dicembre. La mattina del 15 Dicembre 1966, un collasso cardiocircolatorio pose fine alle sofferenze e ai sogni di Walter Elias Disney Junior, in arte Walt Disney. In tutto il mondo si diede grande risonanza alla notizia. Si ricorda spesso il commento del governatore della California, il futuro presidente Ronald Reagan: "Da oggi il mondo è più povero". 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Biancaneve e i Sette Nani Pinocchio Fantasia Dumbo Bambi Saludos Amigos I tre Caballeros Musica Maestro Bongo e i Tre Avventurieri 13 10. Lo Scrigno delle Sette Perle 11. Le Avventure di Ichaboad & Mister Toad 12. Cenerentola 13. Alice nel Paese delle Meraviglie 14. Le Avventure di Peter Pan 15. Lilli e il Vagabondo 16. La Bella Addormentata nel Bosco 17. La Carica dei 101 18. La Spada nella Roccia 19. Il Libro della Giungla 20. Gli Aristogatti 21. Robin Hood 22. Le Avventure di Winnie Pooh 23. Le Avventure di Bianca e Bernie 24. Red e Toby Nemiciamici 25. Taron e la Pentola Magica 26. Basil, l'Investigatopo 27. Oliver & Company 28. La Sirenetta 29. Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri 30. La Bella e la Bestia 31. Aladdin 32. Il Re Leone 33. Pocahontas 34. Il Gobbo di Notre Dame 35. Hercules 36. Mulan 37. Tarzan 38. Fantasia 2000 39. Le Follie dell'Imperatore 40. Atlantis - L'Impero Perduto 41. Lilo & Stitch 42. Il Pianeta del Tesoro 43. Koda, Fratello Orso 44. Mucche alla Riscossa Sono state escluse le pellicole in "scrittura mista", nel caso in cui la parte in animazione sia ristretta a qualche minuto. Questo significa mietere subito vittime eccellenti, dato che il capolavoro "Mary Poppins" non rientrerebbe nella lista così come "Pomi d'Ottone e Manici di Scopa". Inoltre, chi segue Disney sa che negli anni '40 la sua produzione si è molto diversificata e, forse, non è corretto definire "Classici" prodotti semi-sconosciuti come "Il Drago Riluttante", che è una serie di cartoni brevi uniti da sequenze filmate. Una volta escluso, però, dovremmo fare lo stesso con "Saludos Amigos" e "I tre Caballeros" che, invece, sono a pieno diritto nella lista pur essendo anch'essi film a episodi. Questo concetto aiuta la compilazione fino agli anni novanta, ma poi si riapre la discussione. In quel periodo torna un certo caos nella numerazione con "Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta". Un film d'animazione, ma non si tratta di un "Classico". Perché? Intanto perché i personaggi sono praticamente tutti già esistenti da molto prima del film, poi, più in generale, guardando il prodotto è chiaro che gli obiettivi, le tecniche e 14 perfino il target di pubblico lo differenzia dai film d'animazione storici della Walt Disney Company. Probabilmente va considerato come l'anello di congiunzione tra la serie TV (Duck Tales) e il mondo dei Classici con la "C" maiuscola. Nel 1994, con "Il Ritorno di Jafar" usciva il primo film d'animazione realizzato esclusivamente per l'Home Video. Un Classico? No! E nemmeno vuole esserlo. L'abitudine di creare sequel in videocassetta e DVD aggiunge titoli su titoli alla filmografia Disney, ma nessuna pagina nuova al libro dei Classici."Toy Story" aprì nel 1995 una nuova frontiera dell'animazione, ma tanto diversa da quella classica da meritare una definizione specifica: animazione digitale. La computer grafica di "Toy Story" e "Dinosauri" è diversa dall'animazione come l'animazione è diversa dai film con attori. Semplicemente un altro genere. Un ultimo piccolo appunto riguarda "Winnie Pooh", entrato a far parte dei Classici col film del 1977 mai uscito nei cinema italiani ed europei, creato inoltre unendo alcuni "special" già esistenti.Difficile dire se sia davvero un Classico, ma ormai è accettato come tale. 6.2 Aggiungi informazioni sul contesto produttivo e/o autoriale, e altre notizie sul film Nel 1941, alla vigilia dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, e appena dopo la chiusura dello sciopero allo studio Disney, un piccolo elefante in grado di volare, diede alla Factory disneyana una boccata di ossigeno. Dopo gli esigui incassi di "Pinocchio" e "Fantasia", finalmente un lungometraggio animato dal successo fulmineo. Dumbo fu realizzato in buona parte durante lo sciopero dagli artisti che non vi avevano aderito e, per la prima volta, in buona parte senza Walt. La parte creativa dell'opera fu lasciata agli sceneggiatori, agli animatori e all'intero staff, mentre Disney si occupava della presentazione e distribuzione. Walt effettuò in quel periodo alcuni viaggi diplomatici in Sud America e il ritorno agli Studi era dominato dallo sciopero. Il suo staff ebbe quindi poche occasioni di comunicazione con lui, ma questo non impedì al lavoro di progredire. L'assenza di Walt si sente nel film per la mancanza di scene tecnicamente avanzate ("Biancaneve", "Pinocchio" e "Fantasia" avevano segnato tre passi avanti nella tecnica) e per la ripetizione, a detta dei critici, di cose già fatte. Dumbo si muove forse con la stessa goffaggine di Pinocchio, il topolino che lo accudisce sembra una riedizione del Grillo Parlante, gli elefanti rosa riprendono l'astrattismo di "Fantasia" e cose di questo genere. Il pubblico, di contro, si divertì un mondo alla sequenza degli elefanti rosa che Dumbo vede dopo aver bevuto champagne, e si commosse fino alle lacrime nel vedere Dumbo e sua madre, divisi dalle sbarre di ferro, che si toccano con le loro proboscidi.Anche grazie ad un investimento relativamente ridotto, "Dumbo" fu un grande successo. Anche se in qualche modo va considerato un film di secondo piano, di fatto convive a pieno titolo nel Pantheon dell'animazione accanto a "Biancaneve e i Sette Nani", non fosse altro che per le emozioni che sa regalare. 15