L`agricoltura che guarda al futuro

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L`agricoltura che guarda al futuro
Foto Hamilton
FAI - Giardino Pantesco Donnafugata - Isola di Pantelleria - Trapani, Contrada Khamma
L’agricoltura
che guarda
al futuro
pag 2
Indice
Premessa di Giulia Maria Mozzoni Crespi pag 3
Sicurezza e consumi alimentari
pag 4
Politica Agricola Comune (PAC)
Il percorso verso un’agricoltura di qualità
Perdita di SAU
pag 5
Una difficile economia
pag 6
Agricoltura biologica e biodinamica
pag 6
La multifunzionalità
pag 7
Foto S. Gomarasca
Piano d’Azione Nazionale per l’uso
sostenibile dei prodotti fitosanitari
pag 8
Cosa minaccia l’agricoltura di qualità?
pag 9
Educare e sensibilizzare
pag 9
Il paesaggio con gusto
pag 10
Buone pratiche all’estero e in Italia
pag 12
Bibliografia
pag 15
pag 3
Premessa
La terra è coperta da un manto vivente.
Foreste, alberi, acque, prati, campagne lavorate: tutto questo rientra nell’agricoltura.
La nascita dell’agricoltura segna l’inizio di quello che noi chiamiamo “civiltà”.
Quando l’uomo, da cacciatore e raccoglitore di frutti soggetto a malattie, fame e freddo che viveva in
caverne e rifugi temporanei, si trasforma in agricoltore, iniziano a svilupparsi i primi insediamenti stabili,
le prime società umane, gli scambi, i commerci e la cultura. L’agricoltura è anche l’attività che ha
consentito all’uomo di modellare la natura, modificando un ambiente essenzialmente ostile e inospitale,
per renderlo alla produzione di cibo.
Sono tanti i valori e i vantaggi di una buona agricoltura, tra questi
n
Produrre cibo: possibilmente sano e vicino (la cosiddetta ‘filiera corta’). In Italia la metà dei cereali
(55% di grano tenero e 45% di grano duro) arrivano dall’estero, per cui abbisognano di conservanti.
Se viene aumentato il prezzo del carburante o bloccato l’arrivo dei trasporti via mare o via terra, che
cosa si mangia?
n
Fermare il dissesto idro-geologico: una buona gestione della terra, esercitata nel rispetto
dell’ambiente, può svolgere un ruolo importante.
n
Contenere gli incendi: se terre e boschi vengono curati è più facile contenerli.
n
Proteggere i corsi d’acqua: se mantenuti con cura si può stabilire la regolazione delle acque nelle
rogge, nei canali, nei torrenti e nei fiumi.
n
Tutelare la biodiversità: una buona agricoltura può favorire la flora e la fauna locali.
n
Tutelare l’identità: l’agricoltura in Italia è di antica tradizione, un esempio - in un certo senso archeologico, storico, di rara bellezza artistica.
n
Creare paesaggi unici: da sempre l’agricoltura è plasmatrice dei nostri paesaggi.
al NORD: i sistemi agrosilvopastorali della montagna alpina. La “piantata padana” era quel sistema di
filari a bordo campo che includeva specie arboree e viti, oltre che alberi da frutto, presenti dal periodo
etrusco ai primi del ‘900. Intorno a Cremona ai primi del ‘900 in campagna si potevano avere fino a 150
piante ad ettaro, più che in un bosco. Anche i “campi baulati”, erano sistemi per drenare le acque molto
antichi ed efficienti;
al CENTRO: le colture promiscue, fatte da vite, olivo e cereali assieme (uno dei più importanti esempi
mondiali di sostenibilità), l’alberata tosco-umbro-marchigiana, decritta da Emilio Sereni; i castagneti da
frutto;
al SUD: i pascoli, i mandorleti, i pistacchieti, i frassineti da manna, oltre ai frutteti. I muretti a secco
ovunque praticati nelle zone collinari.
n
Favorire il turismo: la bellezza dei nostri paesaggi e la qualità dei nostri prodotti agricoli sono una
grande attrazione turistica se promossi su scala nazionale con accurati studi.
n Far crescere l’occupazione:
agricoltura e turismo sono un motore per l’aumento di posti di lavoro stabili.
Va dunque tenuto presente che il tema Agricoltura è di primaria importanza poiché collega e
include tutti gli elementi sopra citati.
pag 4
1_SICUREZZA E SOVRANITÀ
ALIMENTARE: DALLA SCALA
GLOBALE A QUELLA LOCALE
Ogni anno nel mondo si perdono dai 5 ai 10
milioni di ettari di terra coltivata per problemi
relativi al degrado, mentre è cresciuto
significativamente negli ultimi dieci anni il
fenomeno del land grabbing, ovvero l’acquisizione
di terreni agricoli su larga scala nei paesi in via di
sviluppo, da parte di compagnie transnazionali,
di governi stranieri o di singoli soggetti privati.
Degrado, impermeabilizzazione dei suoli, colture
intensive impoveriscono grandi estensioni di
terreni fertili in tutto il pianeta. Il suolo e’ una
risorsa preziosa e non rinnovabile.
Foto S. Gomarasca
Il tema della sicurezza alimentare domina lo
scenario mondiale, nel quale è riconosciuto il
diritto a “tutte le persone, in ogni momento di
avere “accesso fisico, sociale ed economico ad
alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti necessari a
condurre una vita sana” (Fao, 1996). Per garantire
una risposta adeguata a questo vitale bisogno,
ogni Paese deve ritenere prioritaria la produzione
di cibo e, quindi, sostenere il mercato agricolo
interno.
In questo ambito si fa strada un secondo
concetto di grande attualità: la sovranità
alimentare, ovvero il diritto dei popoli di definire
le proprie politiche e strategie sostenibili
di produzione, distribuzione e consumo di
alimenti che garantiscano a tutti il diritto ad
un’alimentazione sana. Per questo diviene
fondamentale proteggere e regolamentare la
produzione agricola nazionale e il mercato locale,
anche al fine di ottenere risultati di sviluppo
sostenibile.
pag 5
POLITICA AGRICOLA
COMUNE (PAC)
Da oltre cinquant’anni l’Unione Europea ha
incentivato e finanziato le pratiche agricole nei
paesi membri attraverso la Politica Agricola Comune (PAC) che impegna oltre il 30% del
bilancio UE. Purtroppo attraverso questi fondi
sono state sostenute principalmente attività agricole intensive, che inquinano i suoli, le
acque e l’aria, mentre la buona agricoltura,
per esempio quella biologica e biodinamica,
è risultata penalizzata e marginalizzata. Nel
2013 la PAC sta per essere fortemente riformata
verso il riconoscimento del ruolo strategico
dell’agricoltura per il Bene Comune
(alimentazione, gestione dei territori, protezione
dell’ambiente). Il FAI - con LIPU, Legambiente,
Pro Natura, WWF, Italia Nostra, Touring Club
Italiano - si è unito alle associazioni AIAB,
Federbio, FIRAB, UPBio, Associazione Italiana
Agricoltura Biodinamica, SIEP e Slow Food per cercare di incidere nei contenuti della PAC per
promuovere modelli agricoli virtuosi in grado di
produrre maggiori benefici per la società;
cibo sano, tutela dell’ambiente e della
biodiversità, manutenzione del territorio,
salvaguardia del paesaggio, creando lavoro per
i giovani e per contribuire al superamento della
crisi economica.
2 RESPINGA i doppi pagamenti illegali
proposti dalla Commissione Agricoltura,
che consentirebbero di pagare due volte gli
agricoltori per le stesse attività;
3.REINTRODUCA l’obbligo per gli agricoltori del
rispetto delle normative europee in materia
di tutela dell’ambiente, sicurezza alimentare,
benessere animale e salute pubblica per
poter ricevere i finanziamenti comunitari,
attraverso la cosiddetta “condizionalità”.
4.SOSTENGA maggiormente l’agricoltura
biologica ed i sistemi agricoli di alto valore
naturale.
L’impegno del FAI per questi obiettivi ,
insieme alle altre Associazioni, proseguirà
anche in vista della fase conclusiva che si
avvierà ad Aprile con il trilogo, negoziato a
tre, fra Commissione, Parlamento e Consiglio
Europeo per la definitiva approvazione della
Riforma della PAC. Ma questo impegno dovrà
inoltre proseguire anche a livello nazionale
per la migliore applicazione della Pac e della
programmazione delle misure di Sviluppo
rurale nel nostro territorio.
1.ASSICURI l’adozione delle migliori pratiche
agricole per la tutela dell’ambiente da parte
di tutti gli agricoltori che beneficiano dei
pagamenti diretti della PAC (il cosiddetto
“greening”), includendo anche le aziende
sotto ai 10 ettari;
Foto S. Gomarasca
Insieme hanno chiesto ai Parlamentari Europei
ed al Consiglio Europeo di votare per una vera riforma della Politica Agricola Comune che:
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2_IL PERCORSO VERSO
UN’AGRICOLTURA DI QUALITà
Dal comparto agricolo italiano ci giungono
negli ultimi anni continui messaggi di allarme.
L’avanzare delle città e delle infrastrutture
cancella o compromette gravemente i suoli
fertili; l’abbandono di molte pratiche agricole,
soprattutto in montagna, lascia i territori al
dissesto idrogeologico; la crisi economica si
ripercuote pesantemente sul settore mettendone
a rischio la sopravvivenza. In particolare :
Perdita di SAU
Secondo i dati ISTAT dell’ultimo censimento
agricolo del 2010, negli ultimi dieci anni sono stati
persi oltre 12 milioni di ettari di superficie agricola
utilizzata (SAU), tenendo presente che negli ultimi
40 anni (1970 – 2010) vi è stata una riduzione
della superficie agricola utilizzata pari quasi a 4,6
milioni di ettari.
Dal 1920 ad oggi, sono quasi 10.000.000 gli ettari
persi. Se ne perdono più di 110.000 all’anno per
abbandono. Il bosco aumenta di 75.000 ettari,
mentre l’urbanizzazione avanza a ritmo crescente.
Una difficile economia
Secondo i dati ISTAT, sono oltre 209.000 le
aziende agricole con bestiame destinato alla
vendita. Sono inclusi i capi vivi destinati alla
vendita e quelli i cui prodotti (carne, latte, uova,
lana ecc..) sono commercializzati. Mentre le
aziende agricole senza bestiame sono oltre 1,4
milioni. Secondo Coldiretti, il numero dei lavoratori
agricoli è intorno alle 1.281.000 ULA (unità
lavorative annue a tempo pieno).
Dai dati elaborati da Confagricoltura sulla base
dei dati Istat, si evince che le aziende agricole
con meno di 20 ettari sono diminuite di 785 mila
unità circa negli ultimi dieci anni: corrisponde ad
un calo del 35% circa. Quelle con più di 20 ettari
invece sono aumentate di oltre 10 mila unità
(+6,8%). Oggi le aziende superiori a 20 ettari sono
diventate il 10% del totale (erano il 6,3%).
Quelle con meno di 20 ettari sono il 90%. Però
il 10% delle aziende con più di 20 ettari gestisce
ormai il 65,6% della Sau (8,4 milioni di ettari su
12,9 milioni). Il 90% delle aziende con meno di 20
ettari gestisce poco più di un terzo (il 34,4%) della
Sau (4,4 milioni di ettari).
Inoltre il reddito per ciascun addetto
dell’agricoltura italiana è sceso dal 2005
perdendo circa il 12%. Mentre nella media UE
europea, il reddito agricolo è aumentato rispetto al
2005 (+19% in UE 27 e +6,7% per l’UE 15). L’Italia
nel 2011 è però in ripresa rispetto al 2010.
Agricoltura biologica e biodinamica
L’agricoltura biologica è un metodo di
coltivazione che ammette solo l’impiego di
sostanze naturali escludendo l’utilizzo di sostanze
di sintesi chimica, come concimi, diserbanti,
pesticidi e anticrittogamici.
Per salvaguardare la fertilità di un terreno si usano
materiali organici, come compost o letami.
Per difendere le colture si interviene con tecniche
di coltivazione appropriate:
n la rotazione delle colture, non coltivando
appositamente lo stesso tipo di pianta nello
stesso terreno, per ostacolare l’ambientarsi dei
parassiti.
n Piantumazione di siepi e alberi intercalari, che
abbelliscono il paesaggio e fungono da barriera
fisica rispetto ad inquinamenti esterni.
n La consociazione, ovvero la coltivazione in
parallelo di piante sgradite le une ai parassiti
delle altre.
n La creazione di uno strato di humus nel
terreno, al fine di frenare l’evaporazione di
acqua e la perdita di anidride carbonica.
n Aratura poco profonda, al fine di evitare
mescolamenti degli strati in profondità ed il
compattamento del suolo, che deve rimanere
soffice, per permettere alle radici di penetrare
in profondità.
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n
In caso di necessità, si utilizzano fertilizzanti
naturali, come farina di roccia e fosforite
o estratti di piante, al fine di correggere la
struttura e le caratteristiche chimiche del
terreno.
Dall’agricoltura biologica deriva un risparmio
energetico con l’utilizzo e la produzione di energie
rinnovabili.
La multifunzionalità
La multifunzionalità nelle aziende agricole è
nata per necessità. Le aziende agricole hanno
diversificato i propri servizi: ospitalità, ristorazione,
vendita diretta, attività didattiche ecc.
Le zone agricole si stanno così trasformando da
zone produttive a zone di consumo che sviluppano
funzioni sociali, ricreative e gestionali.
L’agriturismo, ad esempio, diffonde la sensibilità
all’acquisto di prodotti sani e biologici attraverso
la vendita diretta e la ristorazione.
La vendita diretta ha sostenuto il consumo di
prodotti di prossimità: la “filiera corta”, grazie
alla quale i prodotti sono immessi sul mercato
direttamente dal contadino, evitando ogni tipo
di passaggio, di distribuzione e conservazione; il
cittadino può essere, così, informato sul prodotto
e sul metodo di produzione. E inoltre i prodotti
sono freschi, non importati ma realmente italiani,
e diventano un vantaggio per la salute del
singolo e per la terra che, in questo modo, viene
mantenuta sana anche per le generazioni future.
Foto S. Gomarasca
L’agricoltura biodinamica è un metodo di coltura
a contatto diretto con la vita della terra, che esalta
l’utilizzo di materiale vegetale come fertilizzante al
posto di fertilizzanti chimici e sintetici.
Il controllo sulle coltivazioni biodinamiche viene
esercitato dalla Demeter Associazione Italia e
Demeter International.
L’agricoltura biodinamica presuppone un grosso
uso di manodopera, pertanto determina anche un
aumento dei posti di lavoro.
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PIANO DI AZIONE NAZIONALE
PER L’USO SOSTENIBILE DEI
PRODOTTI FITOSANITARI
Foto S. Gomarasca
Un ampio schieramento di associazioni ha
risposto alla consultazione pubblica indetta
dal Ministero delle Politiche Agricole,
dell’Ambiente e della Salute sul Piano d’Azione
Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei
prodotti fitosanitari. Il FAI, insieme con AIAB, Associazione per
l’Agricoltura Biodinamica, Firab, FederbioUpBio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mdc,
Pro Natura-Federazione Nazionale, SIEP, Slow
Food Italia, TCI, Unaapi, WWF, ha chiesto che
il PAN esprima molta più determinazione nel
perseguire obiettivi di sostenibilità e salubrità
della produzione agroalimentare e della
gestione delle risorse naturali.
Sette sono le richieste principali:
1.Definire obiettivi strategici e quantitativi da
perseguire attraverso il prossimo periodo di
programmazione della PAC.
2.Rendere evidente la priorità della difesa della
salute di tutti i cittadini.
3.Evitare l’uso dei fitofarmaci nelle aree non
agricole (rete viaria, ferroviaria, parchi pubblici
etc..) a tutela degli spazi fruiti dai cittadini.
4.Ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci per
tutelare gli ambienti acquatici e la salubrità
dell’acqua potabile.
5.Tutelare le produzioni biologiche e
biodinamiche.
6.Tutelare la biodiversità e favorire la
conversione al biologico nelle aree protette.
7.Investire strategicamente in Ricerca e
Monitoraggio
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n
n
n
n
n
Alluvioni: straripamenti di piene causate
da urbanizzazione selvaggia, costruzione
di strade a mezza costa sulla montagna,
costruzione di muri negli alvei dei fiumi e una
cattiva gestione delle acque (torrenti, canali,
scoli, fiumi).
Incendi: causati dai pastori poichè il bosco,
aumentato più del doppio nell’ultimo
secolo, ha divorato il pascolo; causati dalle
costruzioni di strade e autostrade da parte
di speculatori che segmentano i campi con
l’intenzione di costruire sul terreno bruciato
(per ora il divieto di costruzione è decennale,
ma andrebbe portato a 20 anni).
Uso indiscriminato di pannelli solari e
biomasse installate senza pianificazione.
Impiego di letame e liquami per generare
biogas, anzichè per fecondare la terra.
Uso indiscriminato di monocolture, diserbi,
pesticidi, sali minerali, crittogamici (cfr. box
PAN): causa di dilavamento e corrosione
dei terreni che alla lunga distruggono
microrganismi, funghi, batteri nel terreno e
richiedono grande impiego di acqua (il 70% è
usata per l’agricoltura).
n
n
Impiego di sementi geneticamente modificati
(il permesso all’impiego è attualmente in
discussione nella UE).
Uno dei più grandi pericoli è l’abbandono,
soprattutto in terreni impervi e montani.
Educare e sensibilizzare
Educare e sensibilizzare alla tutela del
paesaggio è il cuore della missione del FAI:
cosa possiamo fare per conoscere e quindi
sostenere l’agricoltura?
n Imparare a conoscere la tipicità e la qualità
dell’agricoltura nei propri dintorni.
n Organizzare visite in aziende agricole, stalle
e pascoli e passeggiate biodinamiche.
n Ampliare le conoscenze dei tipi di erbe
presenti in natura: spontanee, commestibili,
medicinali, aromatiche.
n Ampliare la conoscenza dei tipi di frutti
presenti in natura, anche non commestibili:
locali, antichi, selvatici.
n Organizzare seminari incentrati sulle varie
fasi del germogliare, fiorire, fruttificare; sul
consumo consapevole e sostenibile.
n Favorire la creazione di orti e frutteti.
Foto S. Gomarasca
Cosa minaccia l’agricoltura di qualità?
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IL PAESAGGIO CON GUSTO
Da anni il FAI è impegnato a sostenere le
azioni di tutela del Parco Agricolo Sud Milano
e intende promuovere un modello di sviluppo
capace di garantire tutela ambientale e
vitalità economica del territorio, radicandone
l’agricoltura.
Con i suoi 47 mila ettari, il Parco Agricolo Sud
Milano è una delle cinture verdi metropolitane
più estese d’Europa, con abbazie millenarie,
numerose cascine, mulini e borghi storici
intatti. Un patrimonio unico che testimonia
la fruttuosa integrazione tra realtà produttive
e storia del territorio. Anche in vista di
Expo2015, che avrà come tema “Nutrire il
pianeta, Energia per la vita”, è fondamentale
che i cittadini diventino consapevoli del ruolo
strategico svolto dal Parco come “modello”
europeo di parco agricolo, ma anche dei gravi
pericoli che su di esso incombono.
Dalla convinzione che la qualità dell’agricoltura
periurbana sia uno dei cardini per lo sviluppo
sostenibile dell’area metropolitana milanese
e che la ricostruzione di un rapporto tra città
e campagna sia vantaggioso per tutta la
società, nasce “Il Paesaggio con gusto” un
progetto promosso dal FAI con il contributo
di Fondazione Cariplo. La sostenibilità
economica delle aziende agricole del Parco
Agricolo Sud Milano può essere favorita
dalla diffusione di uno stile di vita basato sul
consumo consapevole.
Lo sviluppo di nuove forme di solidarietà tra
cittadini e produttori agricoli è premessa
fondamentale per la tutela e la valorizzazione
dell’agricoltura e del paesaggio rurale.
Il paesaggio con gusto
dal produttore al consumatore responsabile
Scopri il Parco Agricolo Sud Milano
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Con il contributo di
Lo stemma micro si utilizza dai 9 ai 5 mm di larghezza di base dello scudo
Cresce in questi anni la fruizione delle aree
rurali periurbane da parte degli abitanti delle
città, non solo per svago, tempo libero e sport,
ma anche come palestra di apprendimento
(con visite guidate di scuole ad aziende
agricole, musei della cultura contadina,
agriturismi ecc.).
In particolare, nell’ultimo decennio è cresciuto
l’interesse dei consumatori per i cibi sani ed
ecologici, quindi per i prodotti dell’agricoltura
di prossimità, e la gita in campagna è
diventata anche l’occasione per acquistare gli
alimenti direttamente dai produttori.
Le aziende agricole del Parco conservano un
elevato patrimonio di saperi e conoscenze,
tecniche e specializzazioni e, nonostante
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Il paesaggio con gusto
dal produttore al consumatore responsabile
Il paesaggio con gusto
dal produttore
al consumatore responsabile
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Lo stemma micro si utilizza dai 9 ai 5 mm di larghezza di base dello scudo
vedano spesso diminuire la propria forza
produttiva, i piccoli produttori mostrano
vitalità economica, a fronte degli scarsi
incentivi pubblici e delle difficoltà in cui
versano, cercando sempre più di appoggiarsi
a nuovi canali di scambio. L’incontro tra
domanda e offerta favorisce un consumatore
sempre più attento e responsabile e induce
le imprese a migliorare la qualità del prodotto
o dei servizi offerti.
Oggi l’offerta sembra aver incontrato
una nuova domanda: la messa in rete di
consumatori sempre più consapevoli e
responsabili è stata capace di attivare una
filiera locale basata soprattutto sullo scambio
diretto, dove il metodo produttivo e la qualità
Scopri il Parco Agricolo Sud Milano
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Lo stemma micro si utilizza dai 9 ai 5 mm di larghezza di base dello scudo
del prodotto acquistano un peso maggiore.
Dal capoluogo lombardo sta infatti maturando
una crescente richiesta di agricoltura di
prossimità, di prodotti freschi, tipici e di
qualità: proprio sulla filiera del latte si
intende – attraverso il progetto – sostenere
sia un miglioramento delle performance
ambientali da parte delle imprese agricole sia
l’importanza di un consumo più responsabile,
che porti il consumatore a conoscere, oltre al
prodotto e alla sua filiera, anche il contesto
territoriale in cui le imprese vivono e lavorano.
pag 12
BUONE PRATICHE ALL’ESTERO
E IN ITALIA
nDottenfelderhof
Azienda modello a marchio Demeter, comunità
agricola sostenuta da 140 imprenditori/
consumatori, impiega 125 collaboratori. Si estende
su 160 ettari, dei quali 105 seminativi, 49 prati
permanenti, 4 frutticoltura 2 di superficie orticola,
130 di pascoli. Inoltre comprende 88 capi di
bestiame; laboratori di trasformazione, caseificio,
mulino, panetteria con forno a legna e pasticceria.
Dal 1974 è attiva la Scuola di Agricoltura: vi si
accede con titolo di studio in agraria. Promuove
ricerca nella selezione di cereali, semi e ortive,
protezione animali, formazione nell’ambito
ambientale per bambini e adulti.
Dove: Bad Vilbel (Frankfurt) - Germania
Foto S. Gomarasca
nSEKEM
Modello di impresa economico-sociale. Nata nel
1977 con 70 ettari di deserto oggi trasformati
con il metodo biodinamico in campi rigogliosi
e fertili. Vi lavorano 2000 persone in sei
imprese economiche: orticoltura, allevamento
bestiame, cereali e cotone, erbe officinali,
laboratori di trasformazione prodotti alimentari,
abbigliamento e prodotti farmaceutici.
Sono comprese anche le scuole: dall’asilo
al liceo, avviamento professionale, corsi di
alfabetizzazione per adulti. Ambulatorio medico
e assistenza sanitaria alle popolazioni limitrofe.
Dove: Cairo-Belbeis Desert Road ( Il Cairo) - Egitto
nAlce Nero & Melizia
Gruppo nato negli anni ‘60 per avviare una
nuova modalità di agricoltura e di allevamento,
divenuto sinonimo e garanzia di alimenti
biologici, genuini e di alta qualità, produce pasta,
cereali, pomodoro, miele, succhi di frutta, olio
extravergine, cioccolato e tanto altro. È presente
in 14 paesi: produce, trasforma e distribuisce
direttamente i propri prodotti in Italia. Nel
2011 ha inglobato tre aziende per produzioni
ortofrutticole e per ampliare la filiera della pasta.
Dove: Monterenzio (Bologna)
nCASCINA ISOLA MARIA
Azienda agricola e agrituristica nel Parco
Agricolo Sud Milano. 40 ettari di colture
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foraggere e cerealicole, allevamento di bovine
Frisone, produzione di formaggi. Dall’agricoltura
convenzionale, nel 1980 è passata a quella
integrata e nel 2009 alla biologica. Fa parte del
Consorzio “Terre d’acqua”, sistema di imprese
agricole e agrituristiche . Dal 2004 anche B&B.
Dove: Albairate (Milano)
nTenuta di Valgiano
Nata nel 1994, parte di una tenuta tipicamente
toscana che risale al 1400 i cui terreni sono
stati nel tempo erosi dall’urbanizzazione che
ha lasciato liberi solo quelli collinari. Dal 1997
azienda biologica, oggi biodinamica. 60 ettari
complessivi, di cui 28 vigneto, 8 uliveto, bosco
e campi per gli animali. Produzioni commerciali:
vino (che garantisce il sostentamento
economico all’azienda), olio, cereali, miele,
animali (polli, maiali, ecc.). Gestita da tre soci
con l’obiettivo di ricreare il concetto di “fattoria”
con produzioni agricole, animali, mantenendo
salde le tradizioni locali.
Dove: Capannori (Lucca)
nAzienda agricola Cefalicchio
Azienda biodinamica agrituristica: 105 ettari
di terreni collinari tipicamente mediterranei,
produce vino e olio. La casa padronale è
trasformata in albergo con piscina e ristorante
SlowFood. Sede di corsi sull’agricoltura e
l’ambiente, incontri culturali con grande
richiamo locale. Biodinamica dal 1992,
l’obiettivo aziendale è stato quello di realizzare
una struttura produttiva e sostenibile,
armonicamente inserita nell’ambiente.
Dove: Canosa di Puglia (Barletta - Andria - Trani)
nAzienda agricola Araba Fenice
Ai piedi delle colline del Monte Linas, 2 ettari
con produzioni di altissima qualità, seguendo il
metodo biodinamico, di aloe arborescens, miele,
erbe aromatiche, galline, cavalli.
Dove: Vallermosa (Cagliari)
nCOOPERATIVA AGRICOLA LA COLLINA
Azienda agricola e didattica, nasce nel 1975
da un gruppo di giovani di Reggio Emilia che
credono nella possibilità di unire vita, lavoro
e accoglienza del disagio sociale. Biologica
dal 1985 e biodinamica dal ’96: 45 ettari di
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terreno per cereali, foraggi, vite, allevamento di
bovini e suini. La Cooperativa commercializza i
propri prodotti trasformati e lavorati da piccole
aziende artigiane, anch’esse con certificazione
biologica. L’azienda tiene corsi, campi estivi per
bambini, eventi culturali.
Dove: Reggio Emilia
nCOOPERATIVA AGRICOLA AGRILATINA
230 ettari situati a sud di Roma, all’interno del
Parco del Circeo e vicino al mare. Costituita
nel 1985, dal 1987 ha adottato il metodo
biodinamico. Ha una delle più grandi serre
fredde a cielo aperto (200.000 mq) del mondo;
100 alveari per l’impollinazione e il miele. È uno
dei più importanti esportatori di prodotti bio con
produzioni di ortofrutta, bovini, cereali, foraggi,
apicoltura.
Dove: Sabaudia (Latina)
nCASCINA GAGGIOLI
Tipica cascina a corte quadrata della fertile
pianura lombarda, all’interno del Parco
Agricolo Sud Milano, ha una storia antica
e si estende su 44 ettari, completamente
irrigui. Allevamento di bovini razza Limousine,
iscritti al Libro Genealogico della Limousine
Italiana. La stalla è iscritta al Consorzio Carne
Bovina Documentata. Intorno al nucleo
aziendale, campi coltivati secondo il metodo
dell’agricoltura biologica, con produzioni di
foraggi per il bestiame, riso, grano, mais da
polenta. Offre uno spaccio aziendale e attività
agrituristica.
Dove: Milano
nCASCINE ORSINE
L’azienda col marchio della rana, è una realtà
a totale produzione biodinamica dal 1976. Si
estende con 650 ettari nel Parco del Ticino tra
Bereguardo e il fiume. Circa 300 sono coltivati,
mentre la fascia lungo il Ticino è mantenuta a
bosco e a lanche, oasi di rifugio di molte specie
animali. Grande cura è posta nella gestione del
paesaggio: siepi lungo le strade, viali alberati,
scorci di bosco accolgono il visitatore. In
azienda lavorano una ventina di persone, più
due addetti all’orto. Il bestiame conta circa 400
capi, di cui 200 bovini adulti da latte, 120 da
carne e bovini giovani in allevamento. Oltre alla
produzione alimentare, l’azienda confeziona
e distribuisce i suoi prodotti sul mercato e
anche attraverso un negozio situato all’interno
dell’azienda. Inoltre, organizza e ospita Seminari
e Corsi sull’agricoltura e salute. È composta
da una molteplicità di specie coltivate con
conseguente rotazione delle colture (all’opposto
della monocultura); accurata lavorazione del
terreno unitamente ad un ampio utilizzo del
sovescio (concimazione verde) per migliorare la
struttura e la fertilità del suolo. La concimazione
è eseguita unicamente con il letame e impostata
sulla stabulazione libera con conseguente buona
salute del bestiame.
Dove: Bereguardo (Pavia)
nNUOVA CASENOVOLE SOCIETÀ AGRICOLA
A.R.L.
1.100 di bosco e 400 ettari di terreni agricoli
tra cereali, olivicoltura, viticoltura e zootecnia.
L’azienda si trova tra Siena e Grosseto, lungo
il corso del fiume Ombrone. Circa il 50% della
superficie è a vincolo Venatorio A.F.V., dove
è vietata la caccia. È ben mantenuto il lago
aziendale di una superficie di 6 ettari per un
contenuto di circa 500.000 metri cubi di acqua
con flora e fauna selvaggia. Piano colturale
standard: 150 ettari di cereali grano duro
, 150 ettari di foraggere annuali, 50 ettari
di foraggere poliennali, 20 ettari di oliveto
specializzato (circa 5000 piante), 30 ettari
di oleaginose-mais. Zootecnia: allevamento
di bovini da carne linea vacca-vitello di razza
Limousine. Commercializzazione: trasformatori,
distribuzione specializzata, diretta. Impianti:
Frantoio oleario x molitura di olive. Impianti
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fotovoltaici a terra: n. 2 potenza 1 Mw cadauno.
Impianto fotovoltaico integrato su tetti centro
aziendale, potenza 210 kW.
Dove: Civitella Paganico (Grosseto)
nAzienda agricola biologica Nico
4 ettari di terreni collinari e 3 ettari di campi
in pianura di produzione orticola. L’azienda
è inserita nella lista delle aziende agricole
biologiche e biodinamiche di wwoof italia
(www.wwoof.it) organizzazione internazionale
che avvicina i viaggiatori che hanno voglia
di imparare e lavorare nelle aziende agricole
rispettose di tecniche di agricoltura naturale.
Nell’azienda lavorano persone provenienti da
situazioni di disagio mentale che trovano un
nuovo equilibrio nel lavoro agricolo.
Dove: Orbicciano - Camaiore (Lucca)
nG.A.S. al Naturale
È un Gruppo d’Acquisto Solidale, nato nel 2005
a Milano da un piccolo gruppo di collaboratori
per fare la spesa direttamente dai produttori.
Come tutte le esperienze di consumo critico,
intende affermare che insieme si può migliorare
la qualità della vita e modificare anche
quelle abitudini consolidate. Da qui l’idea
di realizzare eventi, degustazioni, serate a
tema, confronti, gite, dibattiti, corsi di cucina,
attività di denuncia sociale, rendendolo in poco
tempo una rete di diffusione e formazione.
L’obbiettivo: far aderire sempre più persone e
organizzazioni. Oggi conta su 170 collaboratori
e 20 organizzatori e altrettanti produttori.
Dove: Milano
nAZIENDA AGRICOLA SAN MICHELE S.P.A.
“O.P.”
L’azienda agricola , con sede legale a Milano,
è situata alle porte del Gargano. Gestisce
direttamente un’area di produzione di oltre
2000 ettari. Da anni nel mercato mondiale
come produttore ed esportatore di prodotti
ortofrutticoli, l’azienda è dotata delle maggiori
certificazioni in ambito internazionale per
rispondere alle esigenze di qualità e sicurezza
alimentare. Dispone di circa 150 ettari per la
produzione biologica di verdure, certificata
anche Bio-Suisse. Altre tre aziende fanno parte
della società: una in Sicilia con produzione
di uva italia e red globe, pomodoro cherry e
ramato, zucchine, peperoni, melanzane; una a
Salerno di circa 45 ettari con la produzione di
rucola selvatica ed insalatine; una nel foggiano
con una produzione di circa 30 ettari di spinaci
normali e baby. Oggi la San Michele è una
azienda all’avanguardia “Prime Quality”.
Dove: Poggio Imperiale (Foggia); Andria
(Bari).
Indicazioni bibliografiche
Rachel Carson: “Primavera Silenziosa” 1962 –
Fondatrice dell’ecologismo moderno.
Wendell Berry: “Mangiare è un atto agricolo”,
“Manifesto… impazzito” Contadino e
intellettuale del Kentucky, 1965
Fritz Schumacher: “Piccolo è bello”, 1973 –
Bestseller, ritenuto uno dei libri più influenti
degli ultimi 50 anni dal Times.
John Seymour: “The Complete Book of selfsufficiency”, 1976 - “Per una vita migliore,
ovvero il libro dell’autosufficienza”
Giannozzo Pucci: filosofo ed editore,
fondatore della collana “I Quaderni di
Ontignano” edita da LEF, la stessa che
pubblicò i libri di Don Milani.
Jan Douwe Van Der Ploeg: olandese e
ricercatore-sociologo rurale. “I NUOVI
CONTADINI, le campagne e le risposte
alla globalizzazione” - 2009