mario bava - Festival del Cinema Europeo
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mario bava - Festival del Cinema Europeo
organizzazione: Associazione Culturale Art Promotion con il sostegno di in collaborazione con New Philosophy and Life Style MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA Lecce Festival del Cinema Europeo managed by Cultural Association “Art Promotion” www.festivaldelcinemaeuropeo.com 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO CREDITI CREDITS DIRETTORE FESTIVAL FESTIVAL DIRECTOR Alberto La Monica PROGETTO GRAFICO FESTIVAL - WEBMASTER Alessandro Colazzo / sacò lab - www.sacolab.it DIRETTORE ARTISTICO ARTISTIC DIRECTOR Cristina Soldano SOCIAL NETWORK Cinzia Mappa - Scirocco Multimedia RESPONSABILE AMMINISTRAZIONE E DI PROGETTO ADMINISTRATION AND PROJECT MANAGER Roberta Vernice EDITORIA WEBSITE Valentina Sammarco COMITATO DI SELEZIONE SELECTION COMMITTEE Cristina Soldano, Luigi La Monica, Alberto La Monica CONSULENTE CONSULTANT Massimo Causo SELEZIONE PUGLIA SHOW PUGLIA SHOW SELECTOR Luigi La Monica OMAGGIO A MARIO BAVA Massimo Causo e Davide Di Giorgio - Curatori CINEMA EUROMEDITERRANEO: SETTIMANA DI CINEMA PALESTINESE Monica Maurer - Curatrice RESPONSABILE EVENTI, PERSONALE, RELAZIONI PUBBLICHE PUBLIC RELATIONS, EVENTS, STAFF COORDINATOR Titti Merenda LOGISTICA E PROMOZIONE EVENTI MUSICALI Giona Fontanarosa UFFICIO OSPITALITÀ HOSPITALITY OFFICE Elisa Reale, Roberta Vernice MOVIMENTO COPIE E MATERIALI Mario Muscogiuri CERIMONIALE Antonio Gigante UFFICIO STAMPA NAZIONALE ITALIAN PRESS OFFICE Giovanna Mazzarella & Cristina Scognamillo UFFICIO STAMPA PUGLIA LOCAL PRESS OFFICE Marianna Lotito COLLABORATORI Francesca Greco, Alessia Re, Giusy Ricciato TRADUZIONI SOTTOTITOLI FILM IN CONCORSO SUBTITLES TRANSLATIONS FILMS IN COMPETITION Lucia Fabbrizio RESPONSABILE CATALOGO FESTIVAL E EDITORIA WEB FESTIVAL CATALOGUE AND WEB EDITOR MANAGER Luigi La Monica 4 TRADUZIONE CATALOGO E WEBSITE Marianna Vecchione SOTTOTITOLI ELETTRONICI Dialoghi di Luce - Manlio Lapi ATTREZZATURE TECNICHE Gerry Service - Piero Loglisci ASSISTENZA AUDIO/VIDEO Soft Video Prod - Marc Van Put ALLESTIMENTI PUBBLICITARI E MOSTRE Eurokolor - Francesco Viola ALLESTIMENTO MOSTRE Beppe Ardito e Alberto Chironi Prof. Andrea Rollo - Coordinatore Interno Accademia di Belle Arti di Lecce, Mattia Corrado, Valeria Olindo, Camilla Solombrino, Anna Paola Turco, Salvatore Vantaggiato - Stagisti FOTOGRAFO Piero Giannuzzi REALIZZAZIONE PREMI E TARGHE Mikama Gioielli - Premio Ulivo d’Oro e Targhe Futuro Remoto Gioielli - Premio Mario Verdone Un ringraziamento particolare: I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE Per la RETROSPETTIVA Marcello Foti, Emiliano Morreale, Laura Argento Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale Per la MOSTRA FOTOGRAFICA Antonella Felicioni - Responsabile dell’Archivio Fotografico e Iconografico del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO Per la RETROSPETTIVA Marcello Foti, Emiliano Morreale, Laura Argento Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale Per la MOSTRA Andrea Gambetta, Massimiliano Di Liberto Solares Fondazione delle Arti - Parma Carmelo Grassi, Sante Levante - Teatro Pubblico Pugliese PREMIO EMIDIO GRECO Alberto Barbera e Jacopo Chessa - Centro Nazionale del Cortometraggio, Alessandro Greco I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIC Per la RETROSPETTIVA Luigi Lonigro, Bianca Giordano, Carlo Brancaleoni Rai Cinema PREMIO FIPRESCI - Klaus Eder, Segretario Generale OMAGGIO A MARIO BAVA Per la RETROSPETTIVA Gianluca Curti, Francesca Manno, Stefano Ricci Minerva Pictures & RaroVideo, Fulvio Lucisano - Italian International Film, Francesca Ansuini - Rai Teche, Angelo Draicchio, Antony Ettorre - Ripley’s Film Per la MOSTRA MANIFESTI Angelo Amoroso D’Aragona - Direttore Mediateca Regionale Pugliese Francesco Mercurio - Biblioteca Provinciale di Foggia Giuseppe Serra - Collezionista W IL PRIMO MAGGIO Luciana Castellina Paola Scarnati, Aurora Palandrani, Ugo Adilardi, Giandomenico Curi - Archivio Audiovisivo Movimento Operaio e Democratico Anna Caputo - Presidente Arci della Provincia di Lecce OMAGGIO A PIER PAOLO PASOLINI Alessandro Turco - Curatore STATI GENERALI DELLA COMMEDIA ITALIANA Marco Giusti - Curatore Domenico Monetti e Luca Pallanch - Cineteca Nazionale RASSEGNA FILM PREMIO LUX Doris Pack - Presidente Commissione Cultura Parlamento Europeo, Marisella Rossetti - Premio LUX TAVOLA ROTONDA: “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE” Alessandra Guarino - Scuola Nazionale di Cinema Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia SHORT MATTERS! Bettina Schwarz - European Film Academy VETRINA CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA Marcello Foti - Direttore Generale CSC, Caterina d’Amico - Preside Scuola Nazionale di Cinema, Laura Argento - Responsabile Diffusione Culturale della Cineteca Nazionale, Elisabetta Bruscolini e Barbara Dante - CSC PRODUCTION PUGLIA SHOW Jacopo Chessa - Centro Nazionale del Cortometraggio Vittorio Bonini - Augustus Color RICORDO DI ARNOLDO FOA’ Anna Procaccini Foà, Pamela Villoresi, Cosimo Damiano Damato, Rocco Capri Chiumarulo PREMIO MARIO VERDONE Carlo Verdone, Luca Verdone, Silvia Verdone PREMIO SNGCI - Laura Delli Colli, Presidente PREMIO CINEUROPA - Valerio Caruso, Direttore PREMIO OFFICINE LAB - Daniele Orazi, Officine Artistiche PREMIO CINECIBO - Donato Ciociola CINEMA E INDUSTRIA Sergio Toffetti - Direttore Archivio Nazionale Cinema d’Impresa, Anna Caputo - Presidente Arci Provincia Lecce PALESTINIAN CINEMA: DREAMS OF A NATION Monica Maurer - Curatrice FESTIVAL NEL CARCERE Salvatore Striano PATROCINI E COLLABORAZIONI PATRONAGES AND COLLABORATIONS Parlamento Europeo, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo - Direzione Generale Cinema, Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, Fondazione Apulia Film Commission, Teatro Pubblico Pugliese, Lecce 2019 - Città candidata Capitale Europea della Cultura, Comune di Lecce, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Provincia di Lecce, CCIAA Lecce, Missione Diplomatica Palestinese, Forum Austriaco di Cultura, Ambasciata di Francia, Ambasciata di Spagna, SNCCI, SNGCI, FIPRESCI, AIACE Nazionale, Augustus Color, CNC Centro Nazionale del Cortometraggio, Università del Salento, Officine Artistiche, AFIC, Vestas Hotels & Resorts, Futuro Remoto Gioielli, Azienda Vinicola Apollonio, Aziende Agricole Stasi, Maldarizzi. MEDIA PARTNERS Cinecittà News, Cineuropa, Radio Cinema, I Move Puglia Tv È un iniziativa inserita nel POIn Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” (FESR) 2007-2013, nell’ambito del Programma Strategico di Cooperazione territoriale Grecia-Italia 2007-2013 “I.C.E.” (Innovation, Culture and Creativity for a new Economy) insieme ad atri grandi eventi come La Notte della Taranta, Carnevale di Putignano, Medimex, Bifest, Focara di Novoli, nel Fondo FESR, Asse IV, Linea 4.1, Azione 4.1.2. 5 COMUNE DI LECCE Paolo Perrone - Sindaco, Luigi Coclite - Assessore al Turismo, Spettacoli ed Eventi, Nicola Elia Dirigente Servizio Cultura, Giovanni Piconte - Ufficio Turismo, Giuseppe Filippi Filippi - Responsabile comunicazione istituzionale LECCE 2019 - CITTÀ CANDIDATA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA Airan Berg - Direttore Artistico REGIONE PUGLIA Silvia Godelli - Assessore Mediterraneo, Cultura e Turismo al APULIA FILM COMMISSION Antonella Gaeta - Presidente Luigi De Luca - Vicepresidente Silvio Maselli - Direttore Cristina Piscitelli - EU projects TEATRO PUBBLICO PUGLIESE Carmelo Grassi - Presidente Sante Levante - Direttore Marica Riccardi - Amministrazione Simonetta Dellomonaco - Consulente MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO DIREZIONE GENERALE CINEMA Nicola Borrelli Direttore Generale per il Cinema PARLAMENTO EUROPEO Doris Pack - Presidente Commissione Cultura, Daniel Ractliffe - Ufficio d’informazione per l’Italia, Marisella Rossetti - Premio LUX CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA Stefano Rulli - Presidente, Marcello Foti - Direttore Generale, Emiliano Morreale - Conservatore Cineteca Nazionale, Caterina d’Amico Preside Scuola Nazionale di Cinema, Laura Argento - Responsabile Diffusione Culturale della Cineteca Nazionale, Domenico Monetti e Luca Pallanch - Cineteca Nazionale, Antonella Felicioni - Responsabile dell’Archivio Fotografico e Iconografico della Cineteca Nazionale 6 CSC PRODUCTION Elisabetta Bruscolini Direttore Generale Barbara Dante - Diffusione Festival PROVINCIA DI LECCE Antonio Gabellone - Presidente, Simona Manca - Vicepresidente e Assessore alla Cultura, Francesco Pacella - Assessore al Turismo e Marketing Territoriale, Antonio Rizzo Dirigente Servizio Turismo CCIAA Lecce Alfredo Prete - Presidente ACCADEMIA BELLE ARTI LECCE Antonio Tarentini - Presidente Claudio Delli Santi - Direttore MEDIATECA REGIONALE PUGLIESE Angelo Amoroso D’Aragona Direttore CASA CIRCONDARIALE DI LECCE Antonio Fullone - Direttore Rita Russo - Vicedirettrice MADE IN CARCERE Luciana Delle Donne FIPRESCI Klaus Eder - Segretario Generale ARCI Anna Caputo - Presidente Arci della Provincia di Lecce SNCCI Franco Montini - Presidente Antongiulio - Gruppo Puglia OFFICINE CANTELMO Marco Cataldo - Presidente Andrea Sanità - Vicepresidente SNGCI Laura Delli Colli - Presidente Romano Milani - Segretario Generale OFFICINE ARTISTICHE Daniele Orazi AIACE NAZIONALE Lia Furxhi - Presidente CENTRO NAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO Alberto Barbera - Presidente Jacopo Chessa - Direttore MISSIONE DIPLOMATICA PALESTINESE May Al-Kaileh - Ambasciatore FORUM AUSTRIACO DI CULTURA Christoph Meran - Direttore Hermine Aigner - Vicedirettrice AMBASCIATA DI FRANCIA Alix Davonneau Addetta per l’Audiovisivo AMBASCIATA DI SPAGNA Juan Maria Alzina Consigliere Culturale AAMOD Paola Scarnati, Aurora Palandrani, Ugo Adilardi, Giandomenico Curi UNIVERSITÀ DEL SALENTO Vincenzo Zara - Magnifico Rettore CINEUROPA Valerio Caruso - Direttore ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ Roberto Cicutto Amministratore Delegato Giancarlo Di Gregorio Direttore Attività Giornalistiche AUGUSTUS COLOR Vittorio Bonini - Direttore Generale RADIO CINEMA Alessandro Casanova - Direttore IMOVEPUGLIA.TV Francesca Angelozzi, Gianluca Lubelli VESTAS HOTELS & RESORTS Andrea Montinari FUTURO REMOTO GIOIELLI Gianni De Benedittis AZIENDA VINICOLA APOLLONIO Massimiliano Apollonio AZIENDE AGRICOLE STASI Sergio Stasi MALDARIZZI Automotive Group Francesco Maldarizzi 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO AFIC - ASSOCIAZIONE FESTIVAL ITALIANI DI CINEMA Nel complesso del sistema audiovisivo italiano, i festival rappresentano un soggetto fondamentale per la promozione, la conoscenza e la diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva, con un’attenzione particolare alle opere normalmente poco rappresentate nei circuiti commerciali come ad esempio il documentario, il film di ricerca, il cortometraggio. E devono diventare un sistema coordinato e riconosciuto dalle istituzioni pubbliche, dagli spettatori e dagli sponsor. Per questo motivo e per un concreto spirito di servizio è nata nel novembre 2004 l’Associazione Festival Italiani di Cinema (Afic). Gli associati fanno riferimento ai principi di mutualità e solidarietà che già hanno ispirato in Europa l’attività della Coordination Européenne des Festivals. Inoltre, accettando il regolamento, si impegnano a seguire una serie di indicazioni deontologiche tese a salvaguardare e rafforzare il loro ruolo. L’Afic nell’intento di promuovere il sistema festival nel suo insieme, rappresenta già oggi più di trenta manifestazioni cinematografiche e audiovisive italiane ed è concepita come strumento di coordinamento e reciproca informazione. Aderiscono all’Afic le manifestazioni culturali nel campo dell’audiovisivo caratterizzate dalle finalità di ricerca, originalità, promozione dei talenti e delle opere cinematografiche nazionali ed internazionali. L’Afic si impegna a tutelare e promuovere, presso tutte le sedi istituzionali, l’obiettivo primario dei festival associati. AFIC - ITALIAN FILM FESTIVAL ASSOCIATION Within the framework of the Italian audiovisual system, film festivals are fundamental in the promotion, awareness and diffusion of cinema and audiovisual culture, as they pay particular attention to work that is usually not represented by commercial circuits, such as, for example, documentaries, experimental films and short films. And they must become a system that is coordinated and recognized by public institutions, spectators and sponsors alike. For this reason, and in the explicit spirit of service, the Association of Italian Film Festivals (Afic) was fonde in November, 2004. The members follow the ideals of mutual assistance and solidarity that are the guiding principles of the Coordination Européenne des Festivals and, upon accepting the Association’s regulations, furthermore strive to adhere to a series of ethical indications aimed at safeguarding and reinforcing their role. In its objective to promote the entire festival system, the Afic already represents over thirty Italian film and audiovisual events and was conceived as an instrument of coordination and reciprocal exchange of information. The festivals that are part of the Afic are characterized by their search for the new, originality, and the promotion of talent and national and international films. Afic is committed to protecting and promoting, through all of its institutional branches, the primary objective of the member festivals. Associazione Festival Italiani di Cinema (Afic) www.aficfestival.it 7 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO Paolo PERRONE Antonio GABELLONE Sindaco di Lecce Mayor of Lecce Presidente della Provincia di Lecce Chairman of the Province of Lecce Ancora un traguardo per una macchina organizzativa che, nel corso di questi anni, ha influenzato positivamente l’attività culturale e cinematografica di Lecce; un ulteriore tassello per la nostra città che catalizza su di sé, ogni primavera, l’attenzione degli addetti ai lavori e dei cultori del cinema di tutta Italia. Il Festival, sempre fedele alla sua consolidata impostazione, si arricchisce di numerosi eventi collaterali che renderanno ancora più interessante la proposta dell’edizione numero quindici. Rappresentante indiscusso del fermento e della vivacità culturale che contraddistinguono la nostra terra, il Festival del Cinema Europeo valorizza Lecce, il Salento e le sue peculiarità. Contribuisce a lanciare i suoi talenti e trasforma il nostro territorio, per una settimana, nel palcoscenico nazionale della cinematografia italiana e internazionale. Un ringraziamento mi sembra doveroso, perciò, a tutti coloro che hanno lavorato sodo per giungere a festeggiare questo quindicesimo compleanno, mantenendo sempre vivi i valori e i presupposti con i quali questa avventura è iniziata. Siamo pronti a vivere le emozioni che i film candidati susciteranno in noi spettatori, ma soprattutto è pronta la nostra città: accoglieremo le personalità di caratura nazionale e internazionale che porteranno qui la loro esperienza professionale e che, ci auguriamo, godranno delle nostre bellezze del paesaggio e delle prelibatezze culinarie che da più parti ci invidiano. Un grosso in bocca al lupo al Festival del Cinema Europeo e a chi, in ogni parte e ruolo, vi ha lavorato. Si rinnova anche quest’anno una delle iniziative che meglio di tutte ha saputo dare senso e concretezza all’immagine non solo geografica di questo Salento immerso nel Mediterraneo, nei suoi sapori, nei suoi colori, nella sua millenaria tradizione culturale. Il Festival del Cinema Europeo è per questo una grande opportunità, per Lecce, che insegue il titolo di Capitale della Cultura Europea 2019, ma anche per l’intero Salento che concorre con il suo capoluogo in questo prestigioso obiettivo. Per il Festival parliamo oramai di una solida certezza, alla 15° edizione dimostra già di aver vinto la sua sfida, quella della continuità. È invece la qualità, del suo percorso culturale, a garantirne artisticamente una vita lunga e feconda. Una scommessa vinta dal Salento tutto, se la politica saprà continuare a cogliere le sfide che la cultura le lancia. Buon Festival a tutti! Once again a target for an organizational machine that, over recent years, has affected positively the cultural and film activity of Lecce; a further step for our city that attracts on its own, every spring, the attention of the experts and lovers of the cinema throughout Italy. The Festival, always faithful to its well-established approach, is now enriched with numerous side events that will make even more interesting the proposal of the fifteenth edition. As an undisputed representative of the cultural ferment and vitality which characterize our land, the European Film Festival highlights the city of Lecce, the Salento and its peculiarities. It contributes towards launching its own talents and turns our territory, for one week, into a national stage for the Italian and international cinematography. It seems only right to me to express my sincere thanks, therefore, to all those who have worked so hard to come to celebrate this fifteenth birthday, by keeping the values and the assumptions alive with which this adventure has started. We are ready to live the emotions that the nominated films will arouse in us as viewers, but above all our city is ready: we will welcome personalities of national and international profile who will bring here their professional experience and, we hope, they will enjoy the beauties of our landscape and the culinary delights that many people around the world envy us. I wish the very best of luck to the Film Festival and to those who, in all parts and roles, worked on this project. 8 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO This year as well one of the events that better than others has given sense and realism to the not only geographically image of this Salento, which is surrounded by the Mediterranean in its flavors, its colors, and in its ancient cultural tradition. The European Film Festival is for this reason a great opportunity for the city of Lecce that is pursuing the title of European Capital of Culture 2019, but for the whole Salento as well, which is competing with its capital city in this prestigious purpose. We can henceforth speak that the Festival is a strong certainty, which at the 15th edition shows that he has already overcome his challenge, that of the continuity. It is instead the quality of its own cultural history that ensures artistically its long and fruitful life. It is a gained challenge of the whole Salento, if the policy will be able to continue to meet the challenges that the culture is bringing into being. Great Festival to everyone! 9 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO Silvia GODELLI Cristina SOLDANO Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia Assessor to Mediterranean, Culture and Tourism of Apulia Regional Administration Direttore artistico Festival del Cinema Europeo - Artistic Director European Film Festival Il Festival del Cinema Europeo, giunto alla quindicesima edizione, esalta le singolarità della culture continentali, presentando produzioni connotate dai più elevati contenuti culturali nel panorama europeo del 2013-14; così come si fa, per l’affezionato pubblico, territorio di ri-appropriazione di autori fondamentali della cinematografia continentale, con gli omaggi a Marco Bellocchio e Danis Tanović, di celebrazione di straordinarie inventive visuali, con quello a Mario Bava, di intensi momenti di evocazione di figure d’eccellenza, con i ricordi di Pier Paolo Pasolini e Arnoldo Foà. La passione e la competenza degli organizzatori del Festival, apprezzate a livello nazionale e internazionale, permettono al Cinema di espandere lo sguardo oltre gli itinerari abituali per andare ad abbracciare, attraverso tutti gli altri appuntamenti della manifestazione salentina, le più variegate realtà della nostra società, cui la cultura può essere motore trainante verso un futuro più limpido. In particolar modo mi piace ricordare, a riguardo, l’impegno europeo a favore della “media literacy”, passaggio fondamentale dei nostri tempi. Il Festival del Cinema Europeo, esempio particolarmente importante all’interno delle rete dei festival di cinema, diventa oggi uno dei pilastri attorno ai quali costruire la candidatura della nostra meravigliosa città barocca a Capitale della Cultura Europea 2019. The European Film Festival, arrived at the fifteenth edition, highlights the singularities of the continental cultures, presenting productions characterized by the highest cultural contents on the European scenario throughout the 2013-2014; as well as it becomes, for the loyal audience, a territory for re-appropriation of fundamental authors within the continental film world, with tributes to Marco Bellocchio and Danis Tanović, by celebrating extraordinary and inventive visuals, with tribute to Mario Bava, and by experimenting intense moments of evocation of figures of excellence, with memories of Pasolini and Foà. The passion and expertise of the festival organizers, recognized on the national and international level, allow the cinema to expand its vision beyond the usual itineraries in order to embrace, through all the other appointments to be held during the Salentinian event, the most diversified realities of our society, in which culture can be a driving force towards a more clear future. In particular, I would like to point out, in that regard, the European commitment in favor of the “media literacy”, which is a key step of our times. The European Film Festival, as particularly important example within the network of Film Festivals, becomes now one of the pillars capable of creating the candidature of our beautiful Barocco city as European Capital of Culture in 2019. 10 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO Il XV° Festival del Cinema Europeo, mantenendo la sua linea editoriale, si ripresenta quale laboratorio di analisi del Pensiero Creativo, momento di gioco profondo nella comune ricerca di universalità. CONCORSO DI LUNGOMETRAGGI EUROPEI. Esperienze dell’ontologia della narrazione, i dieci film, alte espressioni della cinematografia del 2013-’14, raccontano la dimensione immateriale dell’animo. Ritraggono il calore e la delicatezza dei rapporti umani anche in zone dell’Europa dove i problemi sociali sono più pressanti, folgorano per gli imprevedibili percorsi di vita in una contemporaneità dall’urgente trasformazione qualitativa. Testimoniano, nelle differenti genesi, una comune poetica nel predominio del bello, dell’estetico, del compiuto ed un incredibile senso dello spazio. MARCO BELLOCCHIO PROTAGONISTA DEL CINEMA EUROPEO, Leone d’oro alla carriera. Retrospettiva di 26 film, selezionati con il regista, al fine di individuare un filo conduttore nell’evoluzione delle tematiche, in cui non sfuggono le costanti, e degli stili le cui diversità sono dettate dalla storie stesse. Figlio di un tempo percorso dal vento della rivoluzione, Bellocchio, nella sua realizzazione di uomo e di artista, s’interroga su un tempo storico particolarmente doloroso, vive l’istanza del cambiamento, che lo distacca dal suo passato e lo proietta verso l’oltre. Nella piena libertà del genio, si riserva di intervenire sulla storia dell’individuo e della società che egli legge nella concretezza della sua visione laica dell’esistenza e nel suo credo nei sentimenti. Lontano dagli stereotipi commerciali, rivendica l’arte e l’estetica che la rappresentazione cinematografica richiede, conferendo epicità ai racconti. Cinema originale, magma incandescente che dinamicamente rielabora la forza interna delle idee da cui scaturisce, sostenuto da un fervido lavoro sul montaggio delle immagini che, rimandando interminabilmente ad altre immagini, modificano la realtà stessa, così che segni teatrali e segni cinematografici si fondono poeticamente a cogliere l’essenzialità esistenziale. È urgrund, è innato senso civico, politica etica ed etica politica, che donano con empatia al cinema europeo coscienza sociale per l’alta valenza dei contenuti testuali e la bellezza di forma ed immagini, portatrici di valori e contributo alla formazione culturale e civile del cittadino. Il Festival lo onora con una Mostra di dipinti, disegni e story board e la presentazione del libro Marco Bellocchio. Morale e Bellezza a cura di Sergio Toffetti. PROTAGONISTA DEL CINEMA EUROPEO è il giovane DANIS TANOVIĆ. Fotografo di guerra, politicamente impegnato, elabora un proprio neorealismo, in cui la stessa esigenza estetica che, pur dipinge bellissimi affreschi, è superata dalla rabbia per la mancanza di formazione sociale forte, in presenza di strutture politiche e di potere che hanno tradito il loro compito. Cinema satirico, sferzante, ironico e crudele, malinconico e dolente, cinema universale che coglie l’essere e il nulla dell’uomo di oggi, la bellezza e la forza bruta di una umanità amletica. Urlo che si fa poesia dinanzi all’inferno che l’uomo, non perdonandosi, si costruisce. FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE, tavola rotonda che riunisce alcuni dei più importanti critici, registi e rappresentanti istituzionali europei e italiani; PREMIO LUX, SHORT MATTERS richiamano l’attenzione alla lettura profonda dell’arte filmica e completano la 11 conoscenza dell’arte del far cinema in Europa. PROTAGONISTA DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE. Je suis CLAUDE. In questo definirsi è la scelta etica de la fille qui se réfuse de faire du cinéma per resistere allo star system e vivere la vita reale e che, suo malgrado, diviene in poco tempo, lavorando con i grandi della cinematografia italiana, une interprète spontanée che comprende le regard du metteur en scène, ce qu’il veut et comment se transformer devant la caméra, pour devenir l’autre. Icona del cinema mondiale, musa ispiratrice che a l’aire d’une chatte que l’on peut caresser, mais c’est un guépard qui te dévore. La sua femminilità, il candore altero e lontano dell’infanzia nello sguardo di velluto catturano la scena teatrale e cinematografica, trasmettono la profonda passione della vita, che, maturata nel dolore non condiviso, si alimenta della sperimentazione insaziabile del vivere. J’étais vraiment la fille à la valise, toujours avec ma valise à la main. Solitudine e corrispondenza, allontanamento e avvicinamento, memoria del vissuto sono percorso di riformulazione, bisogno di armonia dell’anima per essere ESSENZA. Infiniti sono i fotogrammi che abitano la memoria del suo pubblico, sempre, però, e nei campi lunghi e anche quando ha lo sguardo basso, è archetipo femminile dell’autocoscienza, domina l’inquadratura, sta nell’esatta luce dell’istante irreversibile e puro. IL PREMIO MARIO VERDONE, la VETRINA DEL CENTRO SPERIMENTALE, il PREMIO EMIDIO GRECO, il PUGLIA SHOW pongono riflessioni sulle nuove frontiere della creatività più giovane ed emergente italiana. CINEMA EUROMEDITERRANEO: PALESTINA. Fiction, documentari, corti, di grande impatto emotivo, raccontano una speranza che non si spegne, la capacità del popolo palestinese, in specie il femminile, di ricostruire non solo i campi, ma la Palestina stessa, pur nella disperazione della distruzione, dell’involuzione economica e dell’isolamento. Il focus richiama al problema della responsabilità nella costruzione della pace, sollecita l’impegno di tutti i paesi a preservarla. CINEMA E REALTÀ impone una vita esaminata, la lotta all’errore etico della politica. Non solo denuncia, ma impegno del cittadino a riprendersi la vita, a foggiarla su misura del proprio valore, a scegliere l’altrove per autoaffermarsi, a guardare al carcere come luogo aperto alla realtà del fuori e del dopo, a rivolgersi alla famiglia e al medico quando il vizio annulla i giorni. OMAGGIO A MARIO BAVA. Ampia selezione dei suoi film nella ricorrenza del centenario della nascita. Mi avvoltolavo nelle pellicole e giocavo con il cianuro di potassio raccontava di sé Bava. Con un papà primo negli effetti speciali, ricopre giovanissimo tutte le mansioni possibili per la realizzazione filmica. Affascinato dalle gamme cromatiche irrealistiche, si definiva artigiano di un cinema, la cui grammatica è rappresentazione tridimensionale e demistificata della realtà. Profondo conoscitore della letteratura tardo romantica alle prese con tematiche quali la schizofrenia, la paranoia e tutte le altre angosce dell’uomo, dà vita al gotico italiano. PERCORSI PASOLINIANI. Il Vangelo Secondo Matera, mostra di foto che il giornalista e fotografo Notarangelo scattò, grazie ad espedienti ingegnosi, sul set de Il Vangelo secondo Matteo, e nei momenti di incontro del poeta con la gente dei Sassi. Proiezione in occasione del cinquantesimo anniversario del film che dettò a P.P. Pasolini, per il suo ateismo e il desiderio di raccontare la storia di Cristo, l’abbandono della narrazione classica, l’assunzione del cinema di poesia, dove protagonisti non sono le cose o i fatti, ma il magma stilistico, con molti zoom, falsi raccordi, e una tecnica simile a certi film di Godard. Presentazione del libro BARRICATE DI CARTA curato da Gianni Volpi e vetrina delle memorabili riviste Ombre Rosse e Cinema e Film tessono il ricordo del critico, garante del Festival, amico, il cui “talento cristallino” gli permetteva di attraversare con fulmineità le due porte del cinema. IO SONO IL TEATRO. ARNOLDO FOÀ RACCONTATO DA FOÀ, film del regista pugliese Cosimo Damiano Damato, è ricordo del poeta, attore regista, pittore, scultore, giornalista, voce del teatro italiano, scomparso recentemente. Letture di Pamela Villoresi e Rocco Capri Chiumarulo. La città prestigiosa che lo ospita e il pubblico eletto che lo onora fanno del Festival un evento nutrito dall’ambizione di un livello altissimo. A tutti coloro che amano l’ALTRO. 12 The 15th European Film Festival, continuing in its editorial line, presents itself again as a laboratory of analysis of the Creative Thinking, as a deep moment of play in the common search for universality. European Feature Films Competition. Experiences of ontology-driven narration, ten films, high expressions of the 2013-14 cinematography, evoke the immaterial dimension of the soul. They depict the warmth and delicacy of human relationships even in areas in Europe where social problems are more persistent, they strike for the unexpected paths of life in the contemporary world which seems to need an urgent qualitative transformation. They show, in the different creations, a common poetic in the dominance of the sense of beauty, of the aesthetics, of the fulfillment and an incredible sense of space. Marco Bellocchio Protagonist of the European Cinema, Golden Lion for Lifetime Achievement. A retrospective of 26 films, selected with the director, in order to identify a common thread in the evolution of the issues, in which the permanent features are present, and of styles whose diversities are dictated by the stories themselves. Born in a time that has suffered the wind of revolution, Bellocchio, in his development as a human being and as an artist, raises questions on a particularly painful time in history, he experiences the need of change, which detaches him from his past and projects him to farther off. In complete freedom of the genius, he reserves the right to intervene on the history of the individual and of the society that he reads in the concreteness of his secular vision of existence and in his belief in feelings. Far from the commercial clichés, he claims the art and the aesthetic that the cinematic representation requires, by giving an epic quality to the tales. Original cinema, incandescent magma that dynamically revises the internal strength of the ideas from which it springs, supported by a fervent work on the editing of the images, which endlessly refer back to other images, change the reality itself, so that the theatrical signs and the film signs are poetically blended together in order to seize the essential nature of existence. It’s urgrund (the basis), it’s innate civil sense, policy of ethics and political ethics, which give with empathy to the European Cinema a social consciousness for the high value of the textual contents and the beauty of form and images, as bearers of values and contribution to the cultural and civil training of the citizen. The Festival honors him with an Exhibition of paintings, drawings and story boards and the presentation of the book Marco Bellocchio. Morale e Bellezza edited by SergioToffetti. Protagonist of the European Film is the young Danis Tanović. A war photographer, politically committed he develops an own Neorealism, in which the same aesthetic requirement that, although it paints marvelous frescos, is overcome by the anger for the lack of a strong and social formation, in the presence of political and power structures that have betrayed their duty. A satirical, biting , ironic and inhuman, painful and melancholic, an universal cinema that captures the being and the nothingness of the man of today, the beauty and the brute force of an Hamletic humanity. A scream that becomes poetry over the hell that the same man builds not being able to forgive himself. Film Literacy , Accessibility and Audience Development in Europe, a round table that brings together some of the most important European and Italian critics, directors and representatives of institutions; Lux Prize , Short Matters focus on the function of the deep reading of the art of filming and complete the knowledge of the art of filmmaking in Europe. Protagonist of the Italian Cinema: Claudia Cardinale. Je suis CLAUDE (I’m Claudia). In this definition of herself it’s the ethical choice of the fille qui se réfuse de faire du cinéma (girl who refuses to do cinema) to resist the star system and to live the real life and who, in spite of herself, becomes in a short time, working with the great names of the Italian cinematography, une interprète spontanée (a spontaneous performer) who understands le regard du metteur en scène, ce qu’il veut, et comment se transformer devant la caméra, pour devenir l’autre (the eyes of the director, what he wants and how to change in front of the camera to become the other). An icon of the world cinema, a muse for inspiration who a l’aire d’une chatte que l’on peut caresser, mais c’est un guépard qui te dévore (looks like a cat that you can pet, but she is a cheetah that devours you). Her femininity, the proud and distant innocence of the childhood in the velvet eyes capture the theater and film scene, transmit the deep passion of 13 life, which, experienced in the not shared pain, is formed by the insatiable experimenting of live. J’étais vraiment la fille à la valise, toujours avec ma valise à la main (I was really the girl with the suitcase, every day with my suitcase). Loneliness and correspondence, approach and withdrawal, the memory of what was already experienced are the path of reformulation and need for harmony of the soul to be ESSENCE. Infinite are the frames that live in the memory of her audience, always, however, and in the long shots and even when with a downward gaze, she is the female archetype of self-consciousness; she dominates the image field, in the exact light of the irreversible and pure instant. The Mario Verdone Award, the showcase of the Centro Sperimentale, the Emidio Greco Award, the Puglia Show - Short Films Competition of Young Directors from Puglia, pose reflections on the new frontiers of the younger and emerging Italian creativity. Euro-Mediterranean Cinema: Palestine. Fictions, documentaries, shorts, of great emotional impact, tell a hope that doesn’t leave, the ability of the Palestinian people, especially of the women, to reconstruct not only the camps, but the same Palestine, even if in the despair of destruction, of economic decline and isolation. The focus refers to the problem of responsibility in peacebuilding; it solicits the commitment of all countries to preserve it. Cinema and Reality imposes an examined life, the fight against the ethical error of policy. It is not only complaint, but the commitment of citizens to live again, to show off it on customized own values, to choose the elsewhere for the self-assertion, to consider the prison as a place open to the reality of the outside and the after, to turn to the family and to the doctor when the defect nullifies the days. Tribute to Mario Bava. Large selection of some of his films on the anniversary of the centenary of his birth. I was used to wallow myself in the films and to play with the potassium cyanide - said Bava about himself. With a father who excelled at using special effects, from an early age he covered all the possible tasks for film making. Being fascinated by unrealistic ranges of color, he described himself as an artisan of cinema, whose grammar is a demystified and three-dimensional representation of reality. A great connoisseur of the late romantic literature dealing with issues such as schizophrenia, paranoia and all other man’s anguishes, he creates the Italian Gothic. Pasolinian Pathways. The Gospel According to Matera, an exhibition of photos that the journalist and photographer Notarangelo took, thanks to ingenious devices, on the set of The Gospel according to S. Matthew, and on the moments when the poet met the people of the “Sassi” city. Screening on the fiftieth anniversary of the film that imposed on P.P. Pasolini, for his atheism and desire to tell the story of Christ, the abandonment of the classical narration, the undertaking of the cinema of poetry, where the protagonists are not things or facts, but the stylistic magma, with a lot of zoom, false memories, and a technique similar to some films of Godard. Presentation of the book Barricate di carta edited by Gianni Volpi and showcase of memorable magazines Ombre Rosse e Cinema e Film weave the memory of the critic, a guarantor of the Festival, a friend , whose “crystalline talent” allowed him to cross with such lightning speed the two doors of the cinema.Io sono il teatro. Arnoldo Foà raccontato da Foà (Arnoldo Foà narrated by Foà) a film by the director, hailing from Puglia, Cosimo Damiano Damato, it is a memory of the poet, actor, director, painter, sculptor, journalist, voice of the Italian theater, who died recently. Readings by Pamela Villoresi and Rocco Capri Chiumarulo. The prestigious city that hosts it and the distinguished public that honors it make this Festival an event nourished by the ambition of the highest level. To all those who love the OTHER. 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO SOMMARIO INDEX PREMI E GIURIE 16 PREMIO VERDONE 133 GIURIA DEL CONCORSO 17 IL SUD È NIENTE 134 GIURIA FIPRESCI 22 SPAGHETTI STORY 135 GIURIA CINEUROPA 25 ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO 136 GIURIA PUGLIASHOW 28 FILM IN CONCORSO 31 CINEMA MEDITERRANEO: SETTIMANA CINEMA PALESTINESE 137 FOR THOSE WHO CAN TELL NO TALES 32 ALABAMA MONROE 36 BLIND DATES 40 BOBÔ 44 CONCRETE NIGHT 48 LETTER TO THE KING 52 LIFELONG 56 MACONDO 60 MIRACLE 64 ONE OF A KIND 68 SEPTEMBER 72 WINTER JOURNEY 76 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE 154 BIOGRAFIA 156 RETROSPETTIVA 160 CUNEMA E REALTÀ 170 VETRINA CSC 191 IL VANGELO SECONDO MATTEO 192 RASSEGNA CORTI CSC 193 EVENTO SPECIALE LOLA DUENAS 196 YO, TAMBIÉN 197 CINEMA ED EUROPA 198 TAVOLA ROTONDA 199 MIELE 200 80 THE SELFISH GIANT 201 BIOGRAFIA 82 SHORT MATTERS! 202 RETROSPETTIVA 84 PUGLIA SHOW 206 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO 94 IO SONO LI 211 BIOGRAFIA 96 RICORDO ARNOLDO FOÀ 212 RETROSPETTIVA 98 LIBRI 216 MOSTRE 218 CONCERTI 220 FESTIVAL NEL CARCERE 222 STATI GENERALI COMMEDIA 224 I PROTAGONISTI DEL CINEMA 14 OMAGGIO A MARIO BAVA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ 124 BIOGRAFIA 126 RETROSPETTIVA 128 15 13°15° FESTIVAL DELDEL FESTIVAL CINEMA EUROPEO CINEMA EUROPEO premio MARIO VERDONE 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO premio EMIDIO GRECO Paolo PERRONE Sindaco di Lecce - Mayor of Lecce Mi emoziona molto presentare, quest’anno, la tredicesima edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce. Quella 2012, infatti, è la quinta rassegna annuale che ho l’onore di presiedere come sindaco della città che la ospita; e, inutile dire, mi auguro che non sia anche l’ultima cui partecipo PREMIO MARIOEVERDONE QUINTA EDIZIONE come primo cittadino. come primo cittadino che molto crede e molto ha puntato sulla Cultura – di cuiILil FESTIVAL cinema è espressione fondamentale come motore propulsore economia e come DEL CINEMA EUROPEO, –INSIEME CON IL CENTRO diSPERIMENTALE DI ossatura su cui costruire un modello di sviluppo credibile, duraturo, alternativo a quelli, ITALIANI, distruttivi, CINEMATOGRAFIA E IL SINDACATO NAZIONALE GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI che abbiamo visto all’opera in realtà locali non così lontane da noi. Ecco perché ribadisco il mio PRESENTA LA QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO DEDICATO A MARIO VERDONE. totale, incrollabile sostegno a questo festival che, pur in assenza di contributi significativi diversi da quelli ottenuti dalsarà Comune di Lecce,durante ha avutoilil Festival merito dia collocare la nostra città tra le capitali Il Premio consegnato un giovane autore italiano che si del è cinemaparticolarmente internazionale. Econtraddistinto che sempre più,per ne sono certo, si confermerà rassegna prestigiosa – anzi, il suo talento nell’ultima stagione cinematografica “la” rassegna prestigiosa – di delun’opera panorama cinematografico nella realizzazione prima o seconda. pugliese. La selezione degli autori è proposta dal Festival del Cinema Europeo, dal Sindacato I’m very moved for introducing the thirteenth edition of the European Film Festival of Lecce. The 2012 Cinematografici Italiani e chair dal as Centro Sperimentale di edition Nazionale is, in fact, theGiornalisti fifth annual review that I have the honor to Mayor of the Town of Lecce. Cinematografia. Needless to say, I really hope it is not the last one. I am a Mayor who really believes and invested on Culture LA of which cinema is a crucial DA expression. cinema is a driving force of the economy and base GIURIA È COMPOSTA CARLO,The LUCA E SILVIA VERDONE. to build a reliable, long-lasting, alternative, model, different than the destructive ones that we have seen in local areas, not too far from us. This is why I confirm my full and abiding support to this Festival, that Gli autori trafunds i qualiapart sarà from sceltothe il vincitore della quinta del Premio even without great ones obtained by the edizione Municipality of Lecce,sono: has the merit to place our townDe among of International cinema. am certain that this Festival will always 1) Ciro Carothe percapitals SPAGHETTI STORY (2013), operaI prima; confirm itself as a prestigious one- actually, the most prestigious one of the Apulian movie scene. 2) Fabio Mollo per IL SUD È NIENTE (2013), opera prima; PREMIO EMIDIO GRECO SECONDA EDIZIONE IL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO INSIEME AL CENTRO NAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO E D’INTESA CON LA FAMIGLIA, HA ISTITUITO UN PREMIO IN MEMORIA DI EMIDIO GRECO CON L’INTENTO DI PREMIARE UN GIOVANE AUTORE ITALIANO (MASSIMO 35 ANNI) DISTINTOSI PER LA REALIZZAZIONE DI UN CORTOMETRAGGIO PRODOTTO NELL’ANNO PRECEDENTE ALL’EDIZIONE DEL FESTIVAL IN CORSO. Il Comitato di Selezione è composto da Jacopo Chessa (Direttore Centro Nazionale del Cortometraggio), Lia Furxhi (Presidente AIACE Nazionale) e Alberto La Monica (Direttore Festival del Cinema Europeo), la Giuria dalla Famiglia Greco. I cortometraggi finalisti, selezionati dal Centro Nazionale del Cortometraggio, sono: Cristina Picchi per ZIMA Simone Rovellini per C’EST LA VIE Alessandro Stevanon per AMERICA Michele Vannucci per NATI PER CORRERE 3) Matteo Oleotto per ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO (2013), opera prima. La prima edizione è stata vinta da Gabriele Mainetti con TIGER BOY La prima edizione è stata vinta da Susanna Nicchiarelli per COSMONAUTA La seconda da Aureliano Amadei per 20 SIGARETTE La terza da Andrea Segre per IO SONO LI La quarta da Claudio Giovannesi per ALÌ HA GLI OCCHI AZZURRI La targa del PREMIO MARIO VERDONE è ideata e realizzata da FuturoRemoto Gioielli 16 17 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO PREMI E GIURIE AWARDS AND JURIES ULIVO D’ORO GOLDEN OLIVE TREE CONCORSO DI LUNGOMETRAGGI EUROPEI IN ANTEPRIMA ITALIANA EUROPEAN FEATURE FILMS COMPETITION ON ITALIAN PREMIERE LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Ulivo d’Oro Golden Olive-Tree Jury città come Parigi, Montevideo e Ginevra. Ha ricevuto il premio “Ciutat de Barcelona” per il suo impegno nei confronti del settore artistico-culturale. Le sue precedenti attività includono partecipazioni in Giurie ai Festival del Film di Locarno, di San Sebastian e di Buenos Aires. Vengono inoltre assegnati The other awards are Premio 5.000€ 5.000€ Award Premio SNGCI per il Miglior Attore Europeo Best European Actor SNGCI Award Premio Giuria FIPRESCI Fipresci Jury Award GIURIA DEL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO JURY OF THE EUROPEAN FILM FESTIVAL Presidente: Luis Minarro Produttore, Regista Producer, Director Lou Castel Attore Actor Licia Eminenti Sceneggiatrice, Regista Screenplayer, Director Stefan Kitanov Direttore di Festival, Produttore, Distributore Festival Director, Producer, Distributor Jasmila Žbanić Regista Director GIURIA FIPRESCI FIPRESCI JURY Margarita Chapatte Gianlorenzo Franzi Tatiana Rosenstein GIURIA CINEUROPA CINEUROPA JURY Guillaume Calop Les Arcs European Film Festival General Manager Valerio Caruso Cineuropa Director Domenico La Porta Cineuropa Editor PREMI AWARDS Ulivo d’Oro al Miglior Film Golden Olive-Tree for the Best Film Premio per la Migliore Fotografia Best Photography Award Premio per la Migliore Sceneggiatura Best Screenplay Award Premio Speciale della Giuria Special Jury Award Premio Cineuropa Cineuropa Award Premio Officine Lab al Miglior Attore non Protagonista Best Supporting Actor Officine Lab Award Premio del Pubblico Lecce 2019 Lecce 2019 Audience Award PUGLIA SHOW CONCORSO DI CORTOMETRAGGI DI GIOVANI REGISTI PUGLIESI APULIAN YOUNG DIRECTORS SHORTS FILM COMPETITION GIURIA PUGLIA SHOW PUGLIA SHOW JURY Presidente: Bruno Torri Jacopo Chessa Catia Dottori PREMI AWARDS Premio CNC CNC Award Premio Augustus Color Augustus Color Award Premio 1.000€ offerto dalla Contessa Maria Josè Petruzzi di Pietroforte PREMIO CINECIBO Presidente Onorario: Michele Placido Ideatore: Donato Ciociola Premio Cinecibo al Miglior cortometraggio o lungometraggio in programma nella XV edizione del Festival Premio Cinecibo alla Carriera a Carlo Verdone 18 Luis MIÑARRO Nato a Barcellona, Luis Miñarro è considerato uno dei filmmaker più anticonformisti del panorama cinematografico europeo. Come produttore ha lavorato per 30 lungometraggi sorprendenti che hanno ricevuto più di 80 Premi. Nel 2010 a Cannes, il film Uncle Boonmee (Lo zio Boonomee)...del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, da lui coprodotto, ha vinto la Palma d’Oro. Ha delineato una linea produttiva in armonia con l’idea di cinema registi emergenti e autori prestigiosi come Manoel de Oliveira, Albert Serra, José Luis Guerin, Lisandro Alonso, Marc Recha, Javier Rebollo, ecc... La sua opera prima da regista Familystrip (2009), presentata a Karlovy Vary è stata seguita da Blow Horn. Dopo questi due documentari, quest’anno presenta il suo primo film di finzione Stella Cadente, proposto in anteprima al Festival Internazionale del Film di Rotterdam, e girato in parte in Puglia. Retrospettive del suo cinema hanno avuto luogo in Born in Barcelona, Luis Miñarro is considered one of the most representatives european maverick filmmakers. As producer, he has been involved in 30 unpredictable feature films receiving more than 80 prices, including Cannes 2010 Palme d’Or for his coproduction Uncle Boonmee… by Apichatpong Weerasethakul. Hi has established a coherent film line with new directors and prestigious auteurs like Manoel de Oliveira, Albert Serra, José Luis Guerin, Lisandro Alonso, Marc Recha, Javier Rebollo and others. His opera prima as director was Familystrip (2009) presented at Karlovy Vary, followed by Blow Horn, both documentaries. This year he has finished Stella Cadente fiction film premiered at Rotterdam FF, partly shooted in Puglia. Retrospectives of his work have been held in cities like Paris, Montevideo or Geneva. He has received the “Ciutat de Barcelona” distinction for his commitment to the Arts. Locarno, San Sebastian, Buenos Aires FF, have been part of his previous activities in a jury. 19 LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Ulivo d’Oro Golden Olive-Tree Jury LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Ulivo d’Oro Golden Olive-Tree Jury Sterminate Gruppo Zero (Nada) di Chabrol, in Elle a passé tant d’heures sous les sunlights et La Naissance de l’amour di Garrel). Ha realizzato con Bertrand Bonello Tiresia, con Nicolas Klotz La Question humaine, e con Joseph Morder El Cantor. Di recente ha recitato nel film spagnolo di Pere Vilà La Lapidation de Saint-Etienne. Ora è in una fase di ricerca che lo stimola a contaminare la pittura con sperimentazioni video. Lou CASTEL Lou Castel, nato nel 1943 da padre svedese (espatriato in Colombia) e da madre irlandese, ha una formazione cosmopolita: nasce a Bogotá, ma cresce tra la Jamaica, New York, Saint-Paul de Vence (Francia) e Stoccolma. Trasferitosi a Roma, frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia. Inizia la sua carriera interpretando il suo primo ruolo di protagonista nel film di Bellocchio, I pugni in tasca. Ritrova Bellocchio in Nel nome del padre e Gli occhi, la bocca. Protagonista tra il Cinema d’arte e d’essai e il popolare italiano, lavora con Liliana Cavani, in Francesco d’Assisi. Appare in Quien Sabe? di Damiano Damiani, in Requiescant di Carlo Lizzani e in Grazie Zia di Salvatore Samperi. Attivo militante del Partito dell’Unione dei Marxisti Leninisti, nel 1972 è espulso dall’Italia e allontanato dal suo lavoro e dalla carriera di attore. Ha lavorato anche per il cinema tedesco (in Attenzione alla puttana santa di Fassbinder, in L’amico americano e La lettera scarlatta di Wim Wenders) e francese (in 20 Lou Castel was born in 1943 of a Swedish father (who had immigrated to Colombia) and an Irish mother, and had a cosmopolitan education: he was Born in Bogota, and raised in Jamaica, New York, Saint- Paul de Vence ( France) and Stockholm. Then he moved to Rome, where he attended the Experimental Film Centre (Centro Sperimentale di Cinematografia). He started his acting career when he performed his first lead role in the film by Bellocchio, Fists in the Pockets. Then he worked with the same director on the film In the name of the Father and in The Eyes, the Mouth . Ranging from Italian Art movies and Essay films, and from Italian popular films, he worked in Francis of Assisi by Liliana Cavani. He featured in A Bullet for the General by Damiano Damiani, in Let Them Rest by Carlo Lizzani in Come Play with Me by Salvatore Samperi. He became a militant activist (joining the Union of Italian Communists Marxist – Leninist Group), and as result of which, he was expelled from Italy. This event interrupted his acting career. He worked in many films by German director (Beware of a Holy Whore by Fassbinder, The American Friend and The Scarlet Letter by Wim Wenders) and by French directors too (Nada by Chabrol, La Naissance de l’amour and Elle a passé tant d’heures sous les sunlights by Garrel). He performed in Tiresia by Bertrand Bonello, in Heartbeat Detector by Nicolas Klotz, and in El Cantor directed by Joseph Morder. Recently, he starred in the Spanish film Lapidation of Saint Etienne by Pere Vilà. Now he’s trying to experiment with art performances by combining painting and video techniques. di Venezia e vincitore della Coppa Volpi alla Miglior Attrice, e del Premio Bergman al Göteborg Film Festival). Prima di lavorare come esperta in sviluppo di sceneggiature, Eminenti è stata responsabile delle vendite internazionali per la Gemini Films, esperta lettrice per Arte France Cinema e project manager per Eurimages, il fondo di co-produzione europea, con cui continua a collaborare. Si è laureata in Lettere all’Università degli Studi di Firenze, ha collaborato ad Arezzo Wave, CineWave, Semaine Dada, Archaos Circus, e con la Bottega teatrale dell’Attore. Licia EMINENTI Licia Eminenti lavora come story editor, creative script advisor ed esperta in sviluppo di sceneggiature per numerose organizzazioni e Festival. Dal 2008 ad oggi ha collaborato allo sviluppo di circa trenta sceneggiature e condotto numerosi workshop di sceneggiatura e pitching in tutto il mondo. Il suo lavoro l’ha portata a partecipare al Festival del Film di Sarajevo, allo Script East in Polonia, al Festival del Cinema di Abu Dhabi, ai progetti di Maia Workshops a Bruxelles, del Moulin d’Andé di Emergence e Paris Cinema in Francia. Eminenti in qualità di esperta sceneggiatrice e regista ha scritto e diretto, lei stessa, tre cortometraggi: Intimisto (selezionato in competizione alla Biennale di Venezia e vincitore del premio della critica in Francia come Miglior Cortometraggio), La Petite Fille (selezionato alla Settimana della Critica al Festival di Cannes) e Fraternitas (presentato al Brest European short Film Festival). È stata co-sceneggiatrice del film Via Castellana Bandiera di Emma Dante (in concorso alla Biennale Licia Eminenti serves as a story editor, creative script advisor, and script development expert for numerous organizations and festivals. Since 2008, she has been involved with the development of thirty scripts and led numerous scriptwriting and pitching workshops around the world. Her work has taken her to the Sarajevo Film Festival, Script East in Poland, the Abu Dhabi Film Festival, Maia Workshops in Brussels, Moulin D’Andé Emergence and Paris Cinema in France. An accomplished screenwriter and director herself, Eminenti has written and directed three short films: Intimisto (Official Selection, Venice Film Festival, and winner of the Critic’s Award in France for Best Short) La Petite Fille (Selection, Week’s Critics, Cannes Film Festival) and Fraternitas (Brest’s European short Film Festival). She co-wrote Via Castellana Bandiera, by Emma Dante (Competition Venice Film Festival - Coppa Volpi/ Göteborg Film Festival -Bergman Award). Prior to her work in script development, Eminenti has worked as the International Sales Manager for Gemini Films, as an expert reader for Arte France Cinema and as Project Manager for Eurimages, the European co-production Fund with whom she continues her collaboration. A graduate of the University of Florence with a degree in Literature, she collaborated to Arezzo Wave, CineWave, Semaine Dada, Archaos Circus, and the Bottega teatrale dell’attore. 21 LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Ulivo d’Oro Golden Olive-Tree Jury LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Ulivo d’Oro Golden Olive-Tree Jury Michael Haneke, Francois Ozon, Fatih Akin, Lars von Trier, Aki Kaurismaki, Nuri Bilge Ceylan, Terry Gilliam, i fratelli Dardenne e Danis Tanovic. Dal 1997 al 2000, ha rappresentato il suo paese nel Consiglio di Amministrazione di Eurimages. Kitanov è stato membro della giuria di numerosi Festival: Venezia, Cannes, Karlovy Vary, Mosca, Wiesbaden, Francoforte e Salonicco; membro dell’European Film Academy e del Parlamento Europeo. Nel 2012 Kitanov ha ricevuto il Premio di Europa Cinemas come Miglior Imprenditore dell’anno. È fondatore e membro del gruppo musicale di fama internazionale The Festival Band. Stefan KITANOV Direttore di Festival, produttore, distributore ed esercente. Nel 1992 organizza il Cinema House, di cui è stato Direttore fino al 1999, il più importante cinema d’essai in Bulgaria. Nel 1997, fonda il Sofia IFF, considerato come il più importante Festival del Cinema in Bulgaria e uno degli eventi cinematografici più interessanti del Cinema dell’Europa centro-orientale, noto anche come CentEast Europa, e accreditato dalla FIAPF (Federazione int. delle associazioni di produzione cin.). Dal 2000 Kitanov ha prodotto e coprodotto più di 12 film, che hanno ricevuto premi nazionali e internazionali, tra i quali, il più acclamato è The World Is Big and Salvation Lurks around the Corner (2008) di Stephan Komandarev (candidato per il premio Oscar al film straniero, vincitore di più di 30 premi internazionali e venduto in più di 100 Paesi). Negli ultimi 10 anni, Kitanov ha distribuito in Bulgaria più di 50 film europei di registi come Wim Wenders, 22 Festival director, producer, distributor, exhibitor. From 1992 through 1999, he was director and programmer of the Cinema House, the most important art house cinema in Bulgaria. In 1997 he founded Sofia International Film Festival, considered as the leading film festival in Bulgaria and one of key film events in CentEast Europe, accredited by FIAPF. Since 2000 Kitanov has produced and co-produced more than 12 films which received national and international recognition most acclaimed of which is The World Is Big and Salvation Lurks around the Corner (2008) by Stephan Komandarev (shortlisted for Foreign Language Oscar, more than 30 international awards, sold in more than 100 territories). Over the last 10 years Kitanov has released in Bulgaria more than 50 European films by directors as Wim Wenders, Michael Haneke, Francois Ozon, Fatih Akin, Lars von Trier, Aki Kaurismaki, Nuri Bilge Ceylan, Terry Gilliam, Dardenne Brothers, Danis Tanovic. He was Bulgarian representative in the Board of Management of Eurimages (1997-2000). Kitanov was member of juries in Venice, Cannes, Karlovy Vary, Moscow, Wiesbaden, Frankfurt, Thessaloniki, European Film Academy and European Parliament. In 2012 Kitanov received the Award of Europa Cinemas for Best Entrepreneur of the year. He is a member of the European Film Academy and of the internationally acclaimed The Festival Band. un’associazione di artisti da lei fondata. Il suo quarto film, Love island, una commedia romantica scritta insieme all’autore bosniaco - americano Aleksandar Hemon, è attualmente in postproduzione. I film e le opere video di Jasmila sono stati presentati in dozzine di mostre d’arte in tutto il mondo presso Manifesta 3, la Biennale di Istanbul , il Fridericianum Museum di Kassel, la Swedish Contemporary Art Foundation, e il New Museum di New York... Jasmila ŽBANIC Nata a Sarajevo nel 1974, Jasmila si è diplomata all’Accademia di Arti Drammatiche della sua città, al dipartimento di regia teatrale e cinematografica. Prima di diventare regista, ha lavorato come marionettista nel teatro Bread and Puppet nel Vermont e come clown in un workshop di Lee Delong. Il suo primo lungometraggio Grbavica ha vinto nel 2006 l’Orso d’Oro alla Berlinale (così come il Premio della Giuria Ecumenica e il Premio per la Pace), il Gran Premio della Giuria all’AFI (American Film Institute) Fest, il Gran Premio Odissey della Commissione Europea ed è stato venduto in 40 territori con grande successo. On the Path, il secondo lungometraggio di Jasmila, è stato presentato in anteprima alla Berlinale 2010 in Concorso. Il film è stato distribuito su scala mondiale in 25 territori e ha vinto numerosi premi (il premio The German Cinema Award for Peace 2010, al Golden Apricot IFF di Yerevan – il Premio FIPRESCI, e la candidatura per la migliore attrice agli European Film Awards, ...). Tutti i suoi film sono stati prodotti grazie a Deblokada, Born in Sarajevo in 1974, Jasmila is a graduate of her native city’s Academy of Dramatic Arts, Theatre and Film Directing Department. Before filmmaking, she also worked as a puppeteer in the Vermont-based Bread and Puppet Theater and as a clown in a Lee Delong workshop. Her feature debut Grbavica won the 2006 Berlinale Golden Bear (as well as the Prize of the Ecumenical Jury and the Peace Prize), the AFI (American Film Institute) Fest Grand Jury Prize, Grand Prix Odyssey of the European Council and was sold to 40 territories with great success. On the Path, Jasmila’s second feature film, premiered at the 2010 Berlinale, in the Competition section. The film had worldwide distribution on 25 territories and won numerous awards (The German Cinema Award for Peace 2010, Golden Apricot IFF Yerevan – FIPRESCI Prize, Nomination – European Film Award for Best Actress...) All her films were produced through Deblokada, an artists’ association that she founded. Her fourth feature film, the romantic comedy Love island co-written with Bosnian-American author Aleksandar Hemon is currently in postproduction. Jasmila’s films and video works have been displayed at dozens of art exhibitions worldwide such as Manifesta 3, the Istanbul Biennial, Museum Fridericianum Kassel, Swedish Contemporary Art Foundation, New Museum in New York... filmografia scelta / selected filmography 2013 For Those Who Can Tell no Tales 2009 On the Path / Na Putu 2008 Participation (short, part of the omnibus Stories on Human Rights) 2007 Builder’s Diary (documentary) 2006 Grbavica 2004 Birthday (short, part of the omnibus Lost and Found) 2003 Images from the Corner (documentary) 23 LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Fipresci Fipresci Jury LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Fipresci Fipresci Jury dedicato al cinema La Claqueta, trasmesso a diffusione nazionale dalla stazione spagnola Radio Marca. Per questa ricopre il ruolo di corrispondente ordinario da tutti i principali festival spagnoli, e spesso negli ultimi 30 anni è all’estero per quelli internazionali, conferendo ai servizi il suo tocco di classe. È ospite fisso anche del programma condotto da Àlex Gorina, in onda per la radio catalana. Vanta una lunga carriera come esperto cinematografico negli spazi dedicati al cinema delle Radio spagnole, scrive articoli e collabora a diverse riviste cinematografiche spagnole, come Cine y Más e InterFilms. È stata per quattro anni cronista per l’agenzia di stampa Fax Press e collaboratrice del programma televisivo più seguito in Catalogna, Informatiu Cinema. Margarita CHAPATTE Margarita Chapatte lives in Barcelona and co-leads the veteran weekly radio film programme La Claqueta, broadcasted nationally by Radio Marca in Spain. She also is her regular correspondent at all major Spanish film festivals, and often travels abroad for offering her special touch in reporting on diverse international ones for the last 30 years. She regularly participates at Àlex Gorina’s leading film programme in Catalonia’s radio broadcast as well. Margarita has a long career as a film specialist at the Spanish radio sphere, and as writer and collaborator in diverse film magazines such as Cine y Más or InterFilms, apart for having been a staff writer member at press agency Fax Press for 4 years and a collaborator for the most popular cinema TV programme in Catalonia, Informatiu Cinema. Margarita Chapatte vive a Barcellona ed è co-conduttrice dello storico programma radiofonico settimanale 24 raccolte in Strade Perdute, dizionario in sette volumi con prefazione di Carlo Verdone e Pupi Avati. Tutte le sue ossessioni sono finite nel suo romanzo We Are The Dead e nei suoi 3 racconti che compongono Come in cielo, per i tipi della Arduino Sacco Editore. Ha una good wife ma si è perso nei labirinti di Lost: ancora non si è (ri)trovato. Gianlorenzo FRANZI Figlio della Calabria, nasce a Lamezia Terme il 6 luglio 1976: critico onnivoro e militante, preferisce il rumore del mare e il triangolo Allen - Argento - Verdone. Vive e si nutre di cinema che infiamma: si commuove con Lynch e Polanski, Nolan e Cronenberg, pugni in tasca e palombelle rosse, cari diari e viali del tramonto, ma è stato uno dei primi critici ad accorgersi (e a scrivere) in maniera teorica delle serie tv e della loro inesorabile conquista del grande schermo. Trova anche il tempo di fare l’avvocato, ma alla fine della giornata deve fare i conti con il suo tv-magazine di critica e informazione cinematografica, Buioinsala, da lui ideato dieci anni fa e in onda da allora ininterrottamente dalle sale del circuito TheSpace. Nel 2007 ha ideato la mostra di cinema Esordi D’autore - Ligeia D’argento, di cui è Direttore Artistico, ha lavorato per la Film Commission Calabria, e scrive (o ha scritto) per Film Tv e Nocturno Cinema, Teatro Contemporaneo e Cinema e Rivista del Cinematografo. Le sue schede (oltre 3.000 film) sono A Calabrian born, he was born in Lamezia Terme on July 6, 1976: being an omnivore and militant film critic, he prefers the sound of the sea and the triangle Allen - Argento - Verdone. He lives and breathes stirring cinema: he seems touched by Lynch and Polanski, Nolan and Cronenberg, fists in the pocket, red lobs, dear diaries and sunset boulevards. But he was one of the first film critics to become aware (and to write) in a theoretical way about television series and about their inexorable conquest of the big screen. He stills finds time to be a lawyer, but at the end of the day he has to deal with his cinematographic criticism and information TV -magazine, Buioinsala, that he personally created ten years ago and that since then is continuously broadcasted by the cinemas belonging to TheSpace circuit. In 2007, he conceived the Film Festival Esordi D’autore - Ligeia D’argento, of which he is the Artistic Director, he worked for the Film Commission Calabria, and is writing (or wrote) for Film Tv and Nocturno Cinema, Teatro Contemporaneo e Cinema and Rivista del Cinematografo. His film reviews (more than 3,000 movies) are collected in Strade Perdute, a dictionary in seven instalments, with a preface by Carlo Verdone and Pupi Avati. All his obsessions are expressed in his novel We Are The Dead and in his three stories that make up Come in cielo, published by Arduino Sacco Editore. He has a good wife but he got lost in the labyrinths of Lost: he has not yet (re)found himself. 25 LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Fipresci Fipresci Jury LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Cineuropa Cineuropa Jury and Russia till China. As a film journalist, she conducts interviews with filmmakers such as Woody Allen, Coen Brothers or Brian De Palma. In addition she has worked in film production as a script supervisor and set-consultant. Tatiana ROSENSTEIN Tatiana Rosenstein è critico cinematografico e storica dell’arte. Dal 2001 è corrispondente della stampa tedesca ed internazionale. Ha pubblicato articoli in diverse lingue, per il gruppo RBI (Reed Business Information), una compagnia specializzata in comunicazione e per le testate giornalistiche del gruppo Condé Nast. I suoi articoli sono pubblicati e distribuiti in Europa, Russia, e persino in Cina. Come giornalista cinematografica ha intervistato molti registi, come per esempio Woody Allen, i fratelli Coen e Brian De Palma. Inoltre ha lavorato nella produzione cinematografica come segretaria di edizione e come consulente sui set. Dr. Tatiana Rosenstein, film critic and historian, has been reporting for German and International press since 2001. Her articles are published in several languages, in titles of RBI to Condé Nast, with their releases from Europe 26 Network (AWN.com). In 1998, back to France in Paris, he worked for 7 years at CANAL+ as the internet art director. In 2004, Guillaume sat up Chalet Pointu, a production and DVD publishing company. As of today, about 80 DVD of short films, documentaries and animation has been release through this qualitative and cinephile label. In 2009, Guillaume Calop founded together with Pierre-Emmanuel Fleurantin and Jérémy Zelnik, the first Les Arcs European Film Festival. Since then, he is the general manager of the festival. Guillaume CALOP Dopo aver lavorato all’ufficio film del Festival di Animazione di Annecy, Guillaume Calop si trasferisce a Los Angeles nel 1995 per partecipare alla nascita del sito internet Animation World Network (AWN. com). Nel 1998, torna in Francia, a Parigi, e lavora per Canal+ per 7 anni come direttore artistico di internet. Nel 2004, Guillaume fonda Chalet Pointu, una società di produzione e distribuzione di DVD. Finora, circa 80 DVD di corti, documentari e film di animazione sono stati distribuiti attraverso questa etichetta cinefila e di qualità. Nel 2009, Guillaume Calop fonda con PierreEmmanuel Fleurantin e Jérémy Zelnik, il Les Arcs European Film Festival. Da allora, è il Direttore Generale del Festival. After working at the film office for Annecy animation film festival, Guillaume Calop moved to Los Angeles in 1995 to participate to the set up the website Animation World 27 LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Cineuropa Cineuropa Jury LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Cineuropa Cineuropa Jury principalmente come giornalista... e come consulente internazionale di crowdfunding, di social media, di creazione di comunità e di strategie cross-mediali per il settore audiovisivo... e come insegnante/relatore... e come scrittore produttore di web series che sono in fase di elaborazione... ed è l’ideatore di Movie Hunters, una mobile app per smartphone che intende portare comunità di persone nelle sale cinematografiche di tutta Europa a vedere i film come un’esperienza di gamification (in uscita a inizio 2015). Valerio Caruso is director of the web site www.cineuropa. org, a portal about European cinema in four languages, offering news, data bases, services and promoting the European cinema in Europe and outside. Since 2011, he is Team Leader of the Euromed Audiovisual Programme, a cooperation instrument between Europe and the South Mediterranean countries financed by the European Union. From 2004 he is also project manager of the Euromedcafe site, dedicated to intercultural in the Euro-Mediterranean region. He organised four short film contests on intercultural dialogue. He writes articles for Cartoon, the European Association of Animation Films. Valerio CARUSO Valerio Caruso è direttore del sito web www.cineuropa. org, un portale europeo dedicato al cinema in quattro lingue che, con news, database e servizi, promuove il cinema europeo in Europa e all’estero. Dal 2011, è il team leader del Programma Euromed Audiovisual, uno strumento per la cooperazione audiovisiva tra l’Europa e i Paesi del Sud del Mediterraneo finanziato dall’Unione Europea. Dal 2004 è anche Project manager del sito Euromedcafe, dedicato al dialogo interculturale nella regione euromediterranea. Ha organizzato quattro concorsi di cortometraggi attinenti al dialogo interculturale. Scrive articoli per Cartoon, l’associazione europea dei film d’animazione. 98 28 Domenico LA PORTA Durante il giorno, il trentaseienne Domenico La Porta lavora in Belgio come giornalista cinematografico e come inviato e redattore per il portale europeo cofinanziato dedicato al cinema, Cineuropa.Org. Con più di 40.000 accessi giornalieri, Cineuropa dal 2002 promuove con successo l’industria cinematografica europea nel mondo. Mentre di sera, Domenico è co-conduttore del talk show sul cinema Cine Station in onda sul canale televisivo nazionale del Belgio RTBF, dove lavora come critico cinematografico. Di notte, è il fondatore e amministratore delegato della Kweb, una società che si occupa di Transmedia storytelling, di promozione cinematografica multipiattaforma, di strategie di crowd-marketing e di produzione dei media e audiovisiva. Questo nuovo banco di prova gli trasmette tutto l’entusiasmo necessario per l’inizio di un nuovo giorno. Domenico è stato in passato pompiere, avvocato, e consulente di marketing, oggi invece lavora During daytime, 36 years old Domenico La Porta is a film journalist based in Belgium working as an industry reporter and Editor of the EU co-financed press platform Cineuropa.Org. With more than 40,000 daily visitors, Cineuropa has been successfully promoting European film industry in the world since 2002. In the evening, Domenico is co-hosting the movie talk show Cine Station on Belgium’s national TV channel RTBF where he works as a film critic. At night, he’s the founder and managing director of Kweb, a company dealing with Transmedia storytelling, cross-platform movie promotion, crowd strategies, media and a/v production. This new experimenting ground fuels him with all the excitement needed to kickstart the next day. Formerly a fireman, a lawyer and a marketing consultant, Domenico is today mostly working as a journalist… and as an international consultant in crowdfunding, social media, community building and cross-media strategies for the audiovisual sector… and as a teacher / panelist… and as a writer/producer of a webseries currently in development… and as the conceptor of Movie Hunters, a mobile app for smartphones aiming at bringing communities of people in cinemas all over Europe to watch movies in a gamified experience (to be released early 2015). 29 LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Puglia Show Puglia Show Jury LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Puglia Show Puglia Show Jury Per l’enciclopedia Cinema & Film ha redatto tutte le “voci” concernenti il secondo dopoguerra del cinema latinoamericano e dell’industria e l’economia del cinema italiano. Ha insegnato all’Università di Roma 2, al Centro Sperimentale di Cinematografia e alla Nuova Università del Cinema e della Televisione. Attualmente, oltre a presiedere il S.N.C.C.I. e il Comitato Scientifico della “Fondazione Pesaro Nuovo Cinema”, dirige la rivista CineCritica, fa parte del Comitato Scientifico della Storia del Cinema Italiano, edita dal CSC e da Marsilio, di cui sono usciti i primi 8 volumi. Bruno TORRI Nato a Genova nel 1932; laureato in Economia e Commercio. Durante l’università dirige il Centro Universitario Cinematografico Genovese e inizia l’attività pubblicistica su Il Lavoro e Il Secolo XIX. Dal ‘60 al ‘63 è segretario generale della “Rassegna Int. del Cinema Latinoamericano”. Dal ‘64 a Roma, fonda con Lino Micciché la “Mostra Int. del Nuovo Cinema” di Pesaro, di cui è collaboratore fisso. Nel ‘68 è tra i fondatori dell’Unione Circoli Cinematografici dell’Arci, di cui è stato anche presidente. Caporedattore della rubrica televisiva Cinema Settanta (‘70-’71). Dal ‘72 al ‘93 è Direttore della programmazione di CinecittàLuce, per poi passare all’Istituto Luce, come Direttore Generale sino al ‘95. È tra i fondatori del Sindacato Critici Cinematografici (SNCCI). Ha fatto parte della Commissione Esperti della Mostra del Cinema di Venezia e delle Commissioni ministeriali per il cinema. Nel biennio 2000-2 è membro del C.d’A. della Scuola Nazionale. Collabora con articoli e saggi a numerosi giornali e riviste cinematografiche e culturali, e a volumi collettanei. Ha pubblicato i libri: Cinema italiano: dalla realtà alle metafore; Hollywood 1969-1979; Taviani; Il sentimento della forma; Nuovo Cinema (1965-2005). 30 Born in Genoa in 1932, he graduated in Economics. During the university, he directed the Cinematographic Centre of Genoa University and began his journalistic activity on Il Lavoro e Il Secolo XIX. From 1960 to 1963 he was secretarygeneral of the “Rassegna Int. del Cinema Latinoamericano”. Since 1964 in Rome, he founded together with Lino Micciché the “Mostra Int. del Nuovo Cinema” of Pesaro, and he is still a regular contributor. In ‘68 he was among the founders of the Unione Circoli Cinematografici Arci, of which he was also President. He was managing editor of the television column Cinema Settanta (‘70-’71). From ‘72 to ‘93 he was Program Director at CinecittàLuce and then General Director at Istituto Luce until ‘95. He was among the founders of the National Syndicate Cinematographic Critics (SNCCI). He was a member of the Expert Committee at the Film Festival in Venice and Ministerial Committees of cinema. In the period 2000-2 he was a member of the Board of Directors of the Scuola Nazionale. He contributed articles and essays to several film and culture newspapers and magazines, and to collective volumes. He published the following books: Cinema italiano: dalla realtà alle metafore; Hollywood 1969-1979; Taviani; Il sentimento della forma; Nuovo Cinema (1965-2005). For Cinema & Film encyclopaedia he wrote all the “entries” concerning Latin American cinema and the industry and economy of Italian cinema during the years after the Second World War. He was Professor at Roma 2 University, at the Experimental Centre of Cinematography and the New University of Cinema and Television. Nowadays, besides being President of S.N.C.C.I. and of Scientific Committee of the “Fondazione Pesaro Nuovo Cinema”, he is the editor of the magazine CineCritica, the member of the Scientific Committee of History of Italian Cinema, published by CSC and by Marsilio, the first 8 volumes of which have come out. he has published two books and several articles, as a teacher he served in the New Sorbonne University and worked with the National Film Archive of the Resistance. In 2010 he founded, with Andrea Spinelli, the film studio Prime Bande, in Turin. In 2011 he directed L’accordo, a documentary on the last working-class struggle in the Fiat Mirafiori plant and produced Torino Hardcore, on the Italian Punk scene of the 90s. From the beginning of 2014 he is director of the CNC - National Short Film Centre, which is a film archive and a promotion agency of Italian shorts. Jacopo CHESSA Jacopo Chessa (Torino, 1973) ha dedicato molti anni alla ricerca nel campo della storia del cinema, in particolare sugli anni Cinquanta e Sessanta nel cinema francese; ha pubblicato due libri e diversi articoli, insegnato all’Université de Paris III – Sorbonne nouvelle e collaborato con l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Nel 2010 ha fondato, con Andrea Spinelli, la casa di produzione Prime Bande, a Torino. Nel 2011 ha diretto L’accordo, documentario sull’ultima lotta operaia nello stabilimento di Fiat Mirafiori e prodotto Torino Hardcore, sulla scena punk italiana degli anni Novanta. Dall’inizio del 2014 è direttore del Centro Nazionale del Cortometraggio, cineteca e agenzia di promozione dei corti italiani. Jacopo Chessa (Turin, 1973) has dedicated many years to research in the field of history of cinema, in particular concerning the fifties and sixties in French cinema; 31 LE GIURIE DEL FESTIVAL FESTIVAL JURIES Giuria Puglia Show Puglia Show Jury 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO l’ultimo film di Carlo Lizzani Hotel Meina, cui segue una mostra a Los Angeles dei suoi bozzetti. Tante sono le sue firme come costumista, con Liliana Cavani, Leone Pompucci, Aureliano Amadei per 20 sigarette, e con Giacomo Battiato, Alessandro De Robilant, Marco Pontecorvo; molte sono le serie televisive, l’ultima: Un Matrimonio di Pupi Avati. Catia DOTTORI Costumista e scenografa, dopo gli studi a Genova, negli anni ‘70 si trasferisce a Roma, dove inizia la sua professione nel teatro d’avanguardia romano, firmando le scene e i costumi di Franziska con la regia di Giancarlo Nanni, che andrà poi al MoMa di New York. Dagli anni ‘80 e ‘90 lavora in pubblicità. Tra i molti lavori, firma scene e costumi di spot di prodotti giapponesi, con la partecipazione di Marcello Mastroianni. Firma anche scene e costumi del videoclip di Gianna Nannini girato da Michelangelo Antonioni. Nel cinema collabora al primo film di Lamberto Bava Macabro, e firma i film Ultrà e La scorta di Ricky Tognazzi. Collabora diverse volte con Pupi Avati e, per Il cuore grande delle ragazze, è candidata ai Nastri d’argento e vince il premio La chioma di Berenice. Lavora sui set di Ferzan Ozpetek ne Le fate ignoranti, La finestra di fronte e Cuore sacro, per il quale viene candidata ai David di Donatello. Riceve un’altra candidatura ai David per 32 A costume and set designer, after studying in Genoa, in the 1970s she moves to Rome, where she starts her profession in the Roman avant-garde theater, by signing the scenery and costumes of Franziska with direction by Giancarlo Nanni, that will be then on stage at the MoMa of New York. Since the 80s and 90s she has worked in advertising. Among the many works, she signs scenery and costumes of advertisements for Japanese products, with the participation of Marcello Mastroianni. She signs also scenery and costumes of the video clip of Gianna Nannini that is shot by Michelangelo Antonioni. In film she collaborates with the first film by Lamberto Bava Macabre, and signs the films Ultrà and The Escort by Ricky Tognazzi. She collaborates several times with Pupi Avati and, for The Big Heart of Girls, she is nominated for a Silver Ribbon and wins the Award “La chioma di Berenice”. She works on the sets of Ferzan Ozpetek in The Ignorant Fairies, Facing Windows and Sacred Heart, for which she is nominated for the David di Donatello Award. She receives another nomination for the David di Donatello Award fort the latest movie by Carlo Lizzani Hotel Meina, followed by an exhibition in Los Angeles of her stage sketches. Many works are signed by her as costume designer, with Liliana Cavani, Leo Pompucci, Aureliano Amadei for 20 Cigarettes, and with Giacomo Battiato, Alessandro De Robilant, Marco Pontecorvo; there are many television series she works for, the last one: Un matrimonio (A marriage) by Pupi Avati. CONCORSO DI FILM EUROPEI EUROPEAN FEATURE FILM COMPETITION FOR THOSE WHO CAN TELL NO TALES ALABAMA MONROE - UNA STORIA D’AMORE The Broken Circle Breakdown BLIND DATES შემთხვევითი აემნები BOBÔ CONCRETE NIGHT Betoniyö LETTER TO THE KING Brev Til Kongen LIFELONG Hayatboyu MACONDO MIRACLE Zázrak ONE OF A KIND Mon âme par toi guérie SEPTEMBER WINTER JOURNEY Зимний Путь 33 FILM DI APERTURA: BOSNIA & HERZEGOVINA 2013 – DCP 2k – colore - 75’ FOR THOSE WHO CAN TELL NO TALES 34 Regia Direction: Jasmila Žbanić Sceneggiatura Screenplay: Kym Vercoe, Jasmila Žbanić, Zoran Solomun Cinematografia Cinematography: Christine A. Maier Montaggio Editing: Yann Dedet (F.S.B.) Scenografia Set design: Željka Burić Costumi Costumes: Lejla Hodžić Interpreti Cast: Kym Vercoe, Boris Isaković, Simon McBurney, Branko Cvejić, Leon Lučev, Jasna Đuričić, Pamela Rabe, Damir Kustura, Saša Oručević, Suvad Veletanlić Produttori Producers: Damir Ibrahimović, Jasmila Žbanić Produzione Production: Deblokada Kranjčevićeva 43, 71000 Sarajevo T./F. +387 33 668 559 deblok@bih.net.ba www.deblokada.ba Doha Film Institute, The Post Republic World Sales: MPM Film (MOVIE Partners in Motion, www.mpmfilm.com) 35 BOSNIA & HERZEGOVINA - FOR THOSE WHO CAN TELL NO TALES la regista the director sinossi synopsis JASMILA ŽBANIĆ Kym, una turista australiana, decide di andare in viaggio in Bosnia. La sua guida la conduce a Višegrad, una piccola città immersa nella storia, al confine tra Bosnia e Serbia. Dopo una notte insonne nel “romantico” Hotel Vilina Vlas, Kym scopre cosa era successo in quel luogo durante la guerra. Non può più essere una comune turista e la sua vita non sarà più la stessa. Kym, an Australian tourist, decides to travel to Bosnia. Her guidebook leads her to Višegrad, a small town steeped in history, on the border of Bosnia and Serbia. After a night of insomnia in the ‘romantic’ Hotel Vilina Vlas, Kym discovers what happened there during the war. She can no longer be an ordinary tourist and her life will never be the same again. Nata a Sarajevo nel 1974, Jasmila si laurea nella sua città natale presso l’Academy of Dramatic Arts, in regia teatrale e cinematografica. Il suo primo film Grbavica ha vinto nel 2006 l’Orso d’oro alla Berlinale (oltre al Premio della Giuria Ecumenica e il Peace Prize), il Gran Premio della Giuria all’AFI (American Film Institute) Fest, il Grand Prix Odyssey del Consiglio europeo ed è stato venduto in 40 paesi con grande successo. Il secondo film di Jasmila, On The Path, è stato presentato in concorso alla Berlinale 2010, è stato distribuito in 25 paesi e ha vinto numerosi premi. Il suo quarto film, la commedia romantica Love Island scritto insieme all’autore bosniaco-americano Aleksandar Hemon è attualmente in post produzione. director’s statement nota di regia “Come in ogni dopoguerra, le persone che hanno condotto la guerra in Bosnia fanno ancora parte della polizia, delle istituzioni giudiziarie, formative e politiche. Queste persone proteggono i criminali di guerra e ne sono strettamente legate. Siamo stati avvisati del fatto che fare un film come questo sarebbe stato molto pericoloso e che non eravamo al sicuro a Višegrad. Ma il film doveva essere girato a Višegrad e abbiamo deciso di correre il rischio, facendo del nostro meglio per minimizzare i rischi. Per esempio, non abbiamo detto agli abitanti di Višegrad che tipo di film stavamo girando. Abbiamo fatto questa scelta per proteggerli da ogni spiacevole conseguenza. Il mio amico serbo si è presentato come il regista, per non attirare l’attenzione. Tutto ciò – il tema del film, poi l’atmosfera di Višegrad dove ad ogni passo si percepisce l’orrore dei crimini di guerra – ha reso difficile le riprese del film. Ogni notte venivo svegliata dagli incubi. Molte persone non vogliono che si parli di ciò che è successo a Višegrad. La pace nei paesi del dopo guerra è tutt’altro che romantica”. 36 “As in the aftermath of any war, the people who led the war in Bosnia are still part of the police, judiciary, educational institutions, and politics. These people protect war criminals and are closely connected. We were warned that making a film like this could be very dangerous and that we were not safe in Višegrad. But the film had to be shot in Višegrad and we decided to take that risk, while doing everything in our power to minimize the actual risk. For example, we did not tell the people from Višegrad what kind of film we were making. We made that choice so as to protect them from any unpleasant consequences. My friend from Serbia introduced himself as the film director, so that we would not attract attention. All of this – the topic of the film, and then the atmosphere of Višegrad where the horror of war crimes is felt at every step – made filming difficult. Every night I would wake up with nightmares. There are many people who do not want the Višegrad events to be talked about. Peace in postwar countries is anything but romantic”. filmografia/filmography 2003 Images From The Corner (doc) 2004 Birthday (short, part of the omnibus Lost and Found) 2006 Grbavica 2007 Builder’s Diary (doc) 2008 Participation (short, part of the omnibus Stories On Human Rights) 2009 Na Putu (On The Path) 2013 For Those Who Can Tell No Tales festival 2013 Toronto IFF 2013 San Sebastian IFF Born in Sarajevo in 1974, Jasmila is a graduate of her native city’s Academy of Dramatic Arts, Theatre and Film Directing Department. Her feature debut Grbavica won the 2006 Berlinale Golden Bear (as well as the Prize of the Ecumenical Jury and the Peace Prize), the AFI (American Film Institute) Fest Grand Jury Prize, Grand Prix Odyssey of the European Council and was sold to 40 territories with great success. On The Path, Jasmila’s second feature film, premiered at the 2010 Berlinale, in the Competition section and was distribution on 25 territories and won numerous awards. Her fourth feature film, the romantic comedy Love Island co-written with Bosnian-American author Aleksandar Hemon is currently in postproduction. 37 FILM DI CHIUSURA: BELGIUM 2012 – DCP – colore - 111’ ALABAMA MONROE UNA STORIA D’AMORE The Broken Circle Breakdown 38 Regia Direction: Felix Van Groeningen Sceneggiatura Screenplay: Carl Joos, Felix Van Groeningen Cinematografia Cinematography: Ruben Impens Montaggio Editing: Nico Leunen Scenografia Set design: Kurt Rigolle Colonna Sonora Originale Original Soundtrack: TBCB Band Costumi Costumes: Ann Lauwerys Interpreti Cast: Veerle Baetens, Johan Heldenbergh, Nell Cattrysse, Geert Van Rampelberg, Nils De Caster, Robbie Cleiren, Bert Huysentruyt, Jan Bijivoet Produttore Producer: Dirk Impens Produzione Production: Menuet, Topkapi Films Distribuzione Distribution: Satine Film 39 BELGIUM - ALABAMA MONROE - UNA STORIA D’AMORE The Broken Circle Breakdown sinossi synopsis FELIX VAN GROENINGEN Elise e Didier vivono una travolgente e appassionata storia d’amore, al ritmo della musica bluegrass. Elise gestisce uno studio di tatuaggi, sua grande passione. Per lei “c’è sempre qualcosa nella vita che valga la pena mettere sul proprio corpo”: ogni tatuaggio accompagna il suo cuore e le sue emozioni ed Elise lo sfoggia con orgoglio sul suo corpo delicato. Didier è invece da sempre innamorato dell’America, che identifica come la terra delle infinite opportunità. Per lui è un Paese per sognatori ma, soprattutto, la patria della sua amatissima musica bluegrass, “il country nella versione più pura”, che Didier interpreta suonando il banjo in un gruppo musicale. Ed è proprio questa comune passione per la musica ad esaltare l’unione di Elise e Didier: insieme si esibiscono in irresistibili performance dove ogni interpretazione trasuda amore, complicità e passione. A coronare questo cerchio perfetto di felicità è l’arrivo di Maybelle, la loro bellissima bambina… Elise and Didier live an overwhelming and passionate love story, with the rhythm of bluegrass music. Elise runs a tattoo studio, her great passion. For her, “there is always something in life that is worth putting on your body”: every tattoo is associated with her heart and emotions and Elise proudly flaunts it on her fragile body. Didier is instead always in love with America, which he identifies as a country of unlimited opportunities. For him it is a country for dreamers but, especially, the home for his much-loved bluegrass music, “the country music in its most pure version”, which Didier interprets playing the banjo in a band. And it is this shared passion for music that enhances the union of Elise and Didier: they perform together irresistible shows where any interpretation exudes love, complicity and passion. To realizing this perfect circle of happiness is the arrival of Maybelle, their beautiful daughter... Alabama Monroe - Una storia d’amore è il quarto lungometraggio di Felix Van Groeningen. Dopo la laurea al KASK film Academy di Ghent nel 2000, Felix Van Groeningen (1977) ha realizzato alcuni cortometraggi e scritto e diretto diverse opere teatrali. Nel 2009 il suo film, The Misfortunates, è stato presentato alla Quinzaine des realisateurs del Festival di Cannes ed è stato un successo di critica e pubblico. Alabama Monroe - Una storia d’amore segna anche la quarta collaborazione di Van Groeningen con il produttore Dirk Impens di Menuet Film. L’autorevole Variety ha indicato Felix Van Groeningen come uno dei “Dieci Registi da Tenere d’Occhio”. nota di regia “La struttura di Alabama Monroe - Una storia d’amore si è creata durante il montaggio. C’è sempre stata l’idea di alternare momenti diversi della vita di Didier ed Elise, ma il concetto della sceneggiatura era diverso da come è poi risultato alla fine del film. Questo accade con quasi tutti i miei film. Il mio montatore e collaboratore di lunga data, Nico Leunen, è un vero mago con questo tipo di storytelling, e i miei film ne hanno sempre beneficiato. Deduco che ciò dipenda dal fatto che i miei film non sono costruiti intorno alla storia ma seguono le emozioni. E ci sono sempre molti aspetti che funzionano diversamente sullo schermo rispetto a come appaiono sulla carta. Il mettere tutto in discussione durante la fase di montaggio è diventata, di conseguenza, una parte inevitabile del mio processo di realizzazione dei film”. filmografia/filmography 1999 Truth or dare (corto) 2000 50 CC (corto) 2001 Discoteque (multimedia theatre-performance) 2001 Bonjour Maman (corto) 2004 Steve + Sky director’s statement 40 il regista the director “The structure of The Broken Circle Breakdown was created during the editing. There has always been the idea to alternate different moments during the life of Didier and Elise, but the concept of the screenplay was different from what it has become then at the end of the film. This happens with almost all my films. My editor and long-time collaborator, Nico Leunen, is truly adept in this kind of storytelling, and my films have always benefited from it. I understand that this is due to the fact that my movies are not built around the story but they follow the emotions. And there are still many aspects that work differently on the screen compared to the way in which they appear on the paper. Bring into question everything during the editing phase has become, therefore, an inevitable part of my film making process”. 2007 Dagen zonder lief (With Friends Like These) 2009 De helaasheid der dingen (The Misfortunates) 2012 The Broken Circle Breakdown (Alabama Monroe - Una storia d’amore) premi e festival/ awards and festivals 2013 Berlinale -Panorama: Premio del Pubblico Audience Award 2013 Tribeca FF: Miglior Sceneggiatura, Miglior Attrice “The Broken Circle Breakdown is the fourth feature film by Felix van Groeningen. Since graduating from the Ghent film Academy KASK in 2000, Felix Van Groeningen (1977) has realized some short films and written and directed various theatrical plays. In 2009, his film, The Misfortunates, was presented at the Directors’ Fortnight section from the International Film Festival of Cannes and has been a huge success with the critics and the public. The Broken Circle Breakdown also marks the fourth collaboration of Van Groeningen with the producer Dirk Impens of Menuet Film. The distinguished Variety has identified Felix Van Groeningen as one of the “Ten Directors to Watch”. Best Screenplay, Best Actress 2013 European Film Awards: Miglior Attrice Best Actress 2013 Lux Prize: Film Vincitore Winner Film 2013 Satellite Awards: Miglior Film Straniero Best Foreign Language Film 2013 Palm Springs IFF: Miglior Film Straniero Best Foreign Language Film 2014 Oscar: candidato come Miglior Film Straniero nominated as Best Foreign Language Film 41 FILM IN CONCORSO: GEORGIA 2013 – DCP – colore - 98’ BLIND DATES შემთხვევითი აემნები 42 Regia Direction: Levan Koguashvili Sceneggiatura Screenplay: Boris Frumin, Levan Koguashvili in collaborazione con in collaboration with Andro Sakvarelidze Cinematografia Cinematography: Tato Kotetishvili Montaggio Editing: Nodar Nozadze Scenografia Set design: Kote Japharidze Musica Music: Iakob Bobokhidze, Otar Tevdoradze, Vakhtang Gogolashvili, Galaktion Tabidze Costumi Costumes: Tinatin Kvinikadze Interpreti Cast: Andro Sakvarelidze, Ia Sukhitashvili, Archil Kikodze, Vakhtang Chachanidze, Kakhi Kavsadze, Marina Kartsivadze, Marika Antadze, Sopho Gvritishvili, Jano Izoria, Marlen Egutia, Levan Glonti, Sopho Shakarishvili, Lida Dadiani, Liza Jorjadze, Irina Popiashvili, Avtandil Mikadze, Mamuka Maisuradze, Nino Kakabadze, Irakli Shioshvili, Marina Burduli, Ani Tsetskhladze, Keti Egutidze, Tsitso Gigauri, David Kiknadze Produttori Producers: Suliko Tsulukidze, Levan Koguashvili, Olena Yershova Produzione Production: Kino Iberica, Millimeter Film col supporto del with support of Georgian National Filmcenter con la partecipazione di with participation of Tato Film, Nebo Film, Barandov Studio 43 GEORGIA - BLIND DATES შემთხვევითი აემნები sinossi synopsis LEVAN KOGUASHVILI Sandro ha quarant’anni, insegna a Tbilisi e vive ancora con i suoi genitori. La madre lo incita continuamente a maturare e a sposarsi, ma Sandro non ha molta fortuna con le donne e, insieme al suo amico single Iva, tenta la fortuna sui siti di incontri. Dopo l’ennesimo appuntamento fallito, Sandro incontra Manana, una parrucchiera, e si innamora di lei. Però presto viene fuori che Manana è sposata e a suo marito Tengo sarà concessa la libertà vigilata. Nella speranza di poter parlare con Tengo da uomo a uomo, Sandro la accompagna in prigione, tenendosi inizialmente in disparte. Quando accidentalmente si chiude fuori dalla macchina, viene scoperto. A Tengo che si avvicina in aiuto, ignaro del fatto che lui sia innamorato di sua moglie, Sandro si presenta come autista part-time e Tengo gli offre un lavoro. Nella speranza di avere così un’occasione per parlare all’uomo, Sandro accetta... Sandro is a 40-year old Tbilisi teacher, who still lives with his parents. His mother constantly bugs him to grow up and get married, but Sandro has little luck with the women he and his single friend Iva look up on dating sites. After yet another unsuccessful date, Sandro meets hairdresser Manana and falls in love with her. However, Manana turns out to be married and her husband Tengo turns out to be released on probation. Hoping to talk to Tengo as man to man, Sandro accompanies Manana to the prison. Staying at a safe distance at first, he is soon spotted as he accidentally locks himself out of his car. Tengo comes to help – unsuspecting that Sandro is his wife’s love interest. Sandro introduces himself as a part – time car driver and Tengo offers him a job. Hoping that he will thus have a chance to talk to the man, Sandro agrees... Nato a Tbilisi nel 1973, Levan Koguashvili ha studiato produzione cinematografica all’Università di Tbilisi, e, scoppiata la guerra, ha iniziato a lavorare come giornalista. Tra il 1995 e il 1999, studia regia cinematografica presso l’Institute of Film (VGIK) a Mosca e nel 2007 si laurea alla Tisch School of the Arts, indirizzo cinematografico (Università di New York). Il suo corto, The Debt (2005), ha ricevuto diversi premi in festival internazionali ed è stato nella selezione ufficiale del Sundance FF nel 2006. I suoi documentari - Father and Son (2003) e The Women from Georgia (2008) – hanno anch’essi partecipato a molti festival e ricevuto diversi premi. Il suo primo film Street Days è stato presentato in anteprima al Rotterdam FF nel 2010 e molti critici lo hanno considerato l’inizio di una nuova tendenza del cinema georgiano moderno. Nel 2013 ha girato il suo secondo film Blind Dates. nota di regia Blind dates racconta storie di uomini quarantenni single che vivono ancora con i genitori, di rifugiati georgiani in fuga dalla guerra con la Russia, che difendono l’onore della famiglia, della gelosia di una ragazza nei confronti dell’insegnate preferito che si innamora di sua madre... Voglio mostrare il lato sentimentale, divertente e spesso strano della vita e ridere di esso. Ridere, ma non ridicolizzare. Ridicolizzare significa essere arroganti, freddi, laddove ridere aiuta ad avvicinarci ai personaggi, a identificarci con essi, e a capire e accettare i loro problemi. È importante il tono positivo e affettuoso del film. In Georgia, nonostante tutte le guerre, la miseria e i costanti problemi politici e sociali, la gente è cordiale. Ho vissuto questa realtà e voglio condividerla con gli altri. Credo che Blind dates sia importante perché, in un periodo di difficoltà e spesso di indifferenza, il “calore” delle relazioni umane aiuta. 44 il regista the director filmografia/filmography 2003 Father and Son (doc) 2005 The Debt (short) 2008 The Women from Georgia (doc) 2010 Street Days director’s statement Blind dates is about single men in their 40 still living with their parents, about Georgian refugees of war with Russia, defending family honor, about girl’s jealousy toward favorite teacher, who falls in love with her mom... I want to show sentimental, funny and often strange life and laugh about it. Laugh, but not to ridicule. To ridicule is to be arrogant, cold, whereas laughter helps us to get closer to the characters, to identify with them, to understand and accept their problems. The positive, warm tone of the film is important. In Georgia, despite all the wars, misery and constant political and social problems, the people are warm. I’ve experienced this reality and I want to share this with others. I think making Blind dates is important, because in our pragmatic and often cold times “warmth” of human relationships helps. 2013 Blind Dates premi e festival/ awards and festivals 2013 Toronto IFF 2013 Tokyo IFF 2013 Abu Dhabi IFF: Premio Speciale della Giuria Special Jury Award Born in Tbilisi in 1973, Levan Koguashvili studied Film Production at the University of Tbilisi, and, when a war broke out in Georgia, he started to work as a journalist. Between 1995 and 1999, he studied Film Directing at the Institute of Film (VGIK) in Moscow, and in 2007, he graduated from the Tisch School of the Art’s Graduate Film Program (New York Univ.). His short film The Debt (2005) won a number of awards at international film festivals, and was in the official selection of the 2006 Sundance FF. His documentaries – Father and Son (2003) and The Women from Georgia (2008) – have also taken part in many festivals, and have also been awarded prizes. His first feature Street Days, premiered at The Rotterdam FF in 2010, was regarded by many critics as the beginning of a new wave of the modern Georgian cinema. In 2013 Levan shot his second feature film Blind Dates. 45 FILM IN CONCORSO: PORTUGAL 2013 – DCP – colore - 80’ BOBÔ 46 Regia Direction: Inês Oliveira Sceneggiatura Screenplay: Rita Benis, Inês Oliveira Cinematografia Cinematography: Daniel Neves Montaggio Editing: Rui Mourão, Patrícia Saramago, Inês Oliveira Scenografia Set design: Maria José Branco, Nuno Gabriel Melo Costumi Costumes: Margarida Morins Interpreti Cast: Paula Garcia, Aissato Indjal, Luana Quadé, Bia Gomes, Ângelo Torres, Maria João Luís, Ricardo Aibéo Produttori Producers: Fernando Vendrell, Luís Alvarães Produzione Production: David & Golias Largo Adelino Amaro da Costa, nº8 – 3ºD, 1100-006 Lisboa (Portugal) T. +351 218882028 mail@david-golias.com 47 PORTUGAL - BOBÔ la regista the director sinossi synopsis INÊS OLIVEIRA Sofia vive da sola in un vecchio e polveroso appartamento di Lisbona, dove era cresciuta. Non esce mai, se non per andare a lavoro, e nessuno le fa mai visita – finché Mariama non appare alla sua porta dalla Guinea-Bissau. La madre di Sofia l’ha mandata per aiutarla a prendersi cura della casa, di se stessa e di suo figlio. Ma, a parte la presenza di Sofia, la casa sembra deserta. Poi arriva Bobô, la piccola sorella di Mariama, che riesce a far uscire Sofia dal suo guscio. Intanto, dietro il suo fermo sorriso, Mariama vive nel timore della nonna la quale pensa che sia suo dovere condurre Bobô attraverso un antico rito di passaggio. Ognuna a suo modo, Sofia e Mariama vanno avanti insieme confrontandosi con i propri demoni. Sofia lives alone in the dusty old Lisbon apartment where she grew up. She never goes out but to work and back. And no one ever visits – until Mariama arrives on her doorstep from Guinea-Bissau. Sofia’s mother has sent her to help take care of the house, Sofia and her son. But except for Sofia the house seems deserted. When Mariama’s young sister Bobô arrives, she begins to draw Sofia out of her shell. Meanwhile, behind her resolute smile, Mariama lives in fear of her grandmother, who sees it as her duty to take Bobô through an ancient rite of passage. Each in her own way, Sofia and Mariama come to move in league as they confront their demons. Nata a Lisbona nel 1976, ha studiato Arti figurative e Cinema. Il suo primo film da regista è stato il cortometraggio O Nome e o N.I.M. (2003), premiato come Migliore Corto al Vila do Conde FF (Portogallo), al Nouveaux Cinema et Nouveaux Medias (Montreal), al Santa Maria da Feira FF (Portogallo) e al Festival Premiers Plans (Francia). Il suo secondo film è stato il documentario Eating Your Heart Out - the Work of Rui Chafes and Vera Mantero (2005), presentato in anteprima in diversi festival quali DocLisboa, Vila do Conde e Centre Pompidou´s Videodanse. Nel 2008 ha diretto il suo primo lungometraggio Cinerama, prodotto da Paulo Branco. Il film è stato presentato in alcuni festival quali il São Paulo e Premiers Plans, prima di essere distribuito commercialmente nel 2010. Bobô (2013), prodotto da Fernando Vendrell, è il secondo lungometraggio di Inês Oliveira. 2003 O Nome e o N.I.M. (Names and Numbers, short) director’s statement nota di regia “Due donne si incontrano, Sofia e Mariama, e dal loro reciproco desiderio di proteggere un bambino, il film svela la sua storia. Sofia è una persona ancora turbata dai ricordi della sua infanzia e dalle responsabilità della sua “eredità”. La donna fa coscienziosamente tutto ciò che le viene chiesto di fare fino a quando non è costretta a rifiutarsi per salvare la piccola Bobô dalla mutilazione genitale. Paula Garcia e la giovane attrice Aissato Indjal, consapevoli delle rispettive esperienze e credenze, hanno fatto tanto per portare alla luce i loro personaggi. Abbiamo letto insieme i testi, li abbiamo provati e abbiamo passato del tempo facendo delle ricerche nella comunità della Guinea. Quando la macchina da presa ha iniziato a registrare, noi eravamo abbastanza pronte per iniziare a improvvisare. Bobô è senza dubbio un film con una forte prospettiva femminile, ma credo anche che affronti delle questioni universali sulla nostra mortalità e sul modo in cui forze esterne, fuori dal nostro controllo, possano minacciare la nostra sopravvivenza.” 48 filmografia/filmography “Two women meet, Sofia and Mariama, and from their mutual desire to protect a child the film unveils its story. Sofia is a person still troubled by the memories of her childhood and the responsibilities of her ‘inheritance’. She dutifully does what is expected of her till the moment she is forced to resist and save the young Bobô from female genital mutilation (FGM). The actors Paula Garcia and newcomer Aissato Indjal, informed by their own experiences and beliefs, did much to bring their own characters to life. Together we read texts, rehearsed and spent time researching among the Guinean community here. By the time cameras began rolling, we were confident enough to begin improvising. Bobô is without doubt a film from a strong female perspective, but I also think it tackles universal questions about our mortality, and the way external forces out of our control can threaten our very survival.” 2005 Eating Your Heart Out - the Work of Rui Chafes and Vera Mantero (doc) 2008 Cinerama 2013 Bobô premi e festival/ awards and festivals 2013 Toronto IFF - Discovery Programme 2013 IndieLisboa - Selezione Ufficiale Official Selection Born in Lisbon, 1976. Studied Fine Arts and Cinema. Her first film as a director was the short Names and Numbers (2003), Best Short Film award winner at Vila do Conde FF (Portugal), Nouveaux Cinema et Nouveaux Medias (Montreal), Santa Maria da Feira FF (Portugal) and Festival Premiers Plans (France). Her second film was the documentary Eating Your Heart Out - the Work of Rui Chafes and Vera Mantero (2005), premiered at several festivals such as DocLisboa, Vila do Conde and Centre Pompidou´s Videodanse. In 2008 she directed her first feature Cinerama, produced by Paulo Branco. The film was shown in festivals such as São Paulo and Premiers Plans, before being released commercially in 2010. Bobô (2013), produced by Fernando Vendrell, is Inês Oliveira ‘s second feature film. 49 FILM IN CONCORSO: FINLAND, SWEDEN, DENMARK 2013 – DCP – Colour and b&n - 96’ CONCRETE NIGHT Betoniyö 50 Regia Direction: Pirjo Honkasalo Sceneggiatura Screenplay: Pirjo Honkasalo, Pirkko Saisio dall’omonimo romanzo di adapted from the same novel by Pirkko Saisio Cinematografia Cinematography: Peter Flinckenberg F.S.C. Montaggio Editing: Niels Pagh Andersen Scenografia Set design: Pentti Valkeasuo Musica Music: Karl Frid, Pär Frid Costumi Costumes: Saija Siekkinen Interpreti Cast: Johannes Brotherus, Jari Virman, Juhan Ulfsak, Anneli Karppinen Produttori Producers: Misha Jaari, Mark Lwoff Produzione Production: Bufo Ltd International Sales: Film Republic Henry Rashid T. +44 78 35 999 112 xavier@filmrepublic.biz www.filmrepublic.biz 51 FINLAND, SWEDEN, DENMARK - CONCRETE NIGHT Betoniyö la regista the director sinossi synopsis PIRJO HONKASALO Concrete Night è un’odissea onirica nel corso di una notte attraverso la bella Helsinki. Il protagonista del film, Simo, è un ragazzo di 14 anni alla ricerca di un senso della propria esistenza e della capacità di proteggersi dall’ambiente circostante. Manca di una propria identità. Simo e suo fratello maggiore Ilkka sono figli di una madre single debole e imprevedibile. La loro casa caotica si trova nel cuore di un’autentica giungla a Helsinki. A Ilkka resta l’ultimo giorno di libertà prima di scontare la sua pena. La madre convince Simo a trascorrere l’ultima notte in compagnia del fratello. Durante il giorno e la notte trascorsi girando per Helsinki, i fratelli assistono a accadimenti che avrebbero preferito non vedere. Il fragile Simo non è pronto per giustificare ciò che vede o per deludere se stesso – vedendo le cose esattamente per quelle che sono. Quel mondo senza filtri gli sembra insopportabile. Concrete Night is a dream-like odyssey through beautiful Helsinki over the course of one night. The protagonist of the film is a 14-year-old boy named Simo who is still searching for a sense of self and the ability to protect himself from his surroundings. He lacks his own identity. Simo and his big brother Ilkka are the sons of a helpless and unpredictable single mother. Their chaotic home is located deep in the heart of a concrete jungle in Helsinki. Ilkka has one day of freedom left before starting his prison sentence. The mother persuades Simo to spend the last night with his brother. During the course of the day and night spent roaming around Helsinki, the brothers witness incidents they would rather not see. Vulnerable Simo is not equipped to justify what he sees or delude himself – seeing things accurately as they are. To him, the unfiltered world seems unbearable. Affermata regista, direttrice della fotografia e sceneggiatrice, ha vinto numerosi premi. Ha diretto diversi lungometraggi negli anni 70 e 80 insieme a Pekka Lehto, come Flame Top in concorso a Cannes nel 1980. Negli anni 90 ha proseguito da sola girando documentari, dirigendo il premiato The Trilogy of the Sacred and the Satanic (Mysterion, Tanjuska and the 7 Devils e Atman). Ha inoltre diretto The 3 Rooms of Melancholia. Il film è ancora uno dei documentari più premiati. È stata poi invitata in Giappone per dirigere un film a Tokyo dal titolo ITO – A Diary of an Urban Priest. Sono state fatte più di venti retrospettive sul suo lavoro in tutto il mondo, ha fatto parte di numerose giurie internazionali ed è attivamente impegnata in corsi professionali a livello internazionale. Con Concrete Night è tornata nuovamente al film di finzione. filmografia/filmography 1980 Flame Top 1983 250 Grams 1985 Da Capo 1991 Mysterion 1993 Tanjuska and the 7 Devils director’s statement nota di regia “Concrete Night non è un film sui massacri scolastici, sugli assassini di massa o sui fratelli ceceni a Boston. È un film su una giovane mente che è stata distrutta molto tempo prima che la misantropia onnicomprensiva potesse influire su di essa. È un film sulla metafisica delle coincidenze in un mondo in cui, accecati dalla nostra delirante onnipotenza, crediamo di poter controllare e dunque distruggere. Il protagonista del film, il quattordicenne Simo, rappresenta il lato fragile e sensibile che riflette tutti i segnali che lo circondano. Simo, incapace di distorcere ciò che vede o di cambiarlo in qualcosa di più piacevole, vede il mondo chiaramente, così com’è. La vita è insopportabile se vista senza filtri. Gli esseri umani non possono vivere in quel modo. Essere adulti significa costruire muri per proteggersi.” 52 “Concrete Night is not a film about school killings, mass murderers or the Chechen brothers in Boston. It’s a film about a young mind that was shattered long before the all-encompassing misanthropy may have got a hold of it. This is a film about the metaphysics of coincidences in a world which we, blinded by our delusional omnipotence, think we have control over and thus the ability to destroy. The protagonist of the film, 14-year-old Simo, is the fragile and sensitive surface reflecting all the rumblings that take place around him. Simo, lacking the ability to distort what he sees or change it to something more pleasing to him, sees the world accurately, just as it is. Life is unbearable when seen without a filter. Humans can’t live that way. Being an adult means building walls to protect one’s self.” 1996 Atman 1998 Fire-Eater 2004 The 3 Rooms of Melancholia 2009 ITO – A Diary of an Urban Priest 2013 Concrete Night premi e festival/ awards and festivals 2013 Toronto IFF -Master Series 2013 St. Petersburg IFF - Competition 2013 Warsaw IFF – Competition 2013 Thessaloniki IFF 2013 PÖFF – Tallinn Black Nights FF 2014 Rotterdam IFF 2014 Göteborg IFF - Dragon Award Competition She is a highly established director, cinematographer and screenwriter, who has won countless awards. She directed several feature films in the 1970’s and 80’s together with Pekka Lehto, e.g. Flame Top in Cannes competition 1980. In the 1990’s she continued alone and turned to feature documentaries, directing the prize winning The Trilogy of the Sacred and the Satanic (Mysterion, Tanjuska and the 7 Devils and Atman). She has also directed the stunningly beautiful The 3 Rooms of Melancholia. The film is still one of the most award winning feature documentaries ever. She was then invited to Japan to direct a film in Tokyo coming out with her film ITO – A Diary of an Urban Priest. She has had well over twenty retrospectives of her work worldwide, acted as a member of several international juries and is actively giving international master classes. With Concrete Night she is back to feature fiction again. 53 FILM IN CONCORSO: NORWAY 2014 – DCP 2k – colore - 75’ LETTER TO THE KING Brev Til Kongen 54 Regia Direction: Hisham Zaman Sceneggiatura Screenplay: Hisham Zaman, Mehmet Aktas Cinematografia Cinematography: Marius Matzow Gulbrandsen Montaggio Editing: Sverrir Kristjansson, Inger Lise Langfeldt, Arild Tryggestad Scenografia Set design: Aasmund Stemme Musica Music: David Reyes Suono Sound: Stephan von Hase Costumi Costume: Bente Ulvik Interpreti Cast: Alibag Salimi, Ivan Anderson, Nazmi Kirik, Hassan Demirci, Zheer Ahmed Qader, Amin Senatorzade, Raouf Saraj, Derin Kader, Aysha Gul Taghanah, Catherine Elisabeth Howells, Bodil Osvold, Kenan Özcar, Iselin D. Brandt Bestvold, Ilker Abay Produttori Producers: Alan R. Milligan, Hisham Zaman Produzione Production: Film Farms Nordre Tasken Gård Tasken 5, 1580 Rygge T. +47 9285 9197 info@film-farms.com 55 NORWAY - LETTER TO THE KING Brev Til Kongen il regista the director sinossi synopsis HISHAM ZAMAN Letter to the King descrive la storia di cinque persone che incontrano la Norvegia al di fuori del campo profughi. Hanno avuto il permesso di lasciare l’innevata terra di nessuno per una gita a Oslo, un gradito cambiamento all’interno di una vita monotona. Ma ben presto realizziamo che tutti viaggiano con uno scopo. Tutti e cinque si confronteranno con il proprio destino, scoprono la felicità, soffrono l’umiliazione, trovano l’amore e chiedono vendetta. Le cinque storie sono legate insieme da una lettera, scritta dall’83enne Mirza. Mirza la vuole consegnare personalmente al Re di Norvegia. Letter to the King portrays five peoples meeting with Norway outside the refugee camp. They are given permission to leave the snowy no mans land and travel to Oslo, a welcome change in an otherwise monotenous life. But we soon realise that all of them have a purpose with this trip. All five will be confronted by their destinies as they discover happinness, suffer humiliation, find love and seek revenge. The five stories are bound together by a letter, written by eighty-three year old Mirza. Mirza wants to personally hand the letter to the King of Norway. Si è laureato alla Norwegian Film School a Lillehammer nel 2004. Il suo cortometraggio The Bridge (2003), realizzato in collaborazione con i suoi colleghi universitari e finanziato privatamente, ha vinto il Norwegian Playwright’s Association’s Award come migliore sceneggiatura al Norwegian Short FF nel 2003, e il suo film di diploma The Roof (2004) è stato presentato e proiettato in vari festival internazionali. Senza dubbio il film della svolta è Bawke (2005) che ha riscosso successo nel circuito internazionale dei festival e ha ricevuto più di 40 premi nazionali e internazionali. Nel 2007 ha diretto un altro cortometraggio degno di nota,il dramma comico Winterland (2007), una storia affettuosa e spiritosa sulla diaspora di un rifugiato curdo. Nel 2013 Hisham Zaman ha lanciato il suo primo film Before Snowfall. filmografia/filmography 2003 Broen (The Bridge) director’s statement nota di regia “Il film è una storia inventata, ispirata alla realtà e a elementi autentici. Ho scritto la sceneggiatura con Mehmet Aktas, un curdo proveniente dalla Turchia che vive a Berlino. Ho inoltre scelto degli attori non professionisti dai quali ho appreso tanto, come fraseggiare e travestirsi per enfatizzare la sincerità. Avevo già lavorato con la maggior parte di essi (…) ci sono momenti drammatici, a volte una grande tensione tra i personaggi perché sono molto diversi: il più giovane ha 15 anni, il più anziano ne ha 83. La durezza, o piuttosto la tenacia, dei miei personaggi deriva dalle loro motivazioni. Alcuni di essi accettano le proprie vite così come sono, altri invece combattono le avversità, vada come vada. Ma nel mio film c’è anche leggerezza e umorismo: spesso nascono dall’assurdità delle situazioni. C’è anche tenerezza. Vorrei far riflettere lo spettatore sul nostro comportamento (…)”. 56 “The film is a fiction that is inspired by reality and authentic elements. I wrote the screenplay with Mehmet Aktaş, a Kurd from Turkey who lives in Berlin. I furthermore chose amateur actors from whom I borrowed a lot, such as phrasing and clothing, to emphasize the truthfulness. I had worked with most of them before. (…) there are dramatic moments, sometimes a great tension between the characters, because they are very different: the youngest is 15 years old, the oldest 83. The severity, or tenacity rather, of my characters comes from their motivations. Some of them accept their lives as they are, others would rather fight adversity. Come what may. But lightness and humour are also present in my film: they are often born from the absurdity of the situations. There is tenderness too. I would like to bring the spectator to think about our behaviour (…).” 2005 Bawke (Bawke) 2007 Vinterland (Winterland) 2009 De andre (The Other Ones) 2013 Før snøen faller (Before Snowfall) 2014 Brev til Kongen (Letter to the King) premi e festival/ awards and festivals 2014 Göteborg IFF: Dragon Award al Miglior Film Nordico to the Best Nordic Film 2014 Tromsø IFF Graduated from The Norwegian Film School at Lillehammer in 2004. His short film The Bridge (2003), made in collaboration with fellow students and financed privately, won The Norwegian Playwright’s Association’s Award for Best Screenplay at the Norwegian Short FF 2003, and his diploma film The Roof (2004) was invited to, and screened at, several international film festivals. Arguably his breakthrough film, Bawke (2005) became a hit on the international festival circuit, and has received more than 40 national and international awards. In 2007 he directed another noteworthy short film; the comedic drama Winterland (2007), a warm and humorous diaspora-story about a Kurdish refugee. In 2013 Hisham Zaman is releasing his debut feature film Before Snowfall. 57 FILM IN CONCORSO: TURKEY, GERMANY, THE NETHERLANDS 2014 – DCP – colore - 102’ LIFELONG Hayatboyu 58 Regia Direction: Asli Özge Sceneggiatura Screenplay: Asli Özge Cinematografia Cinematography: Emre Erkmen Montaggio Editing: Aslı Özge, Natali Barrey Scenografia Set Design: Yeşim Bakırküre Costumi Costumes: Nahide Büyükkaymakçi Interpreti Cast: Defne Halman, Hakan Çİmenser, Gİzem Akman, Onur Dİkmen Produttore Producer: Nadir Öperli Produzione Production: Bulut Film in co-production with Razor Film, Augustus Film, Kaliber Film, The Post Republic, Sodamedya Interactive World Sales: Films Boutique 59 TURKEY, GERMANY, THE NETHERLANDS: LIFELONG Hayatboyu sinossi synopsis ASLI ÖZGE Ela è un’artista stimata, Can è un architetto di successo. Vivono insieme in una casa elegante che Can aveva progettato per loro, in uno dei quartieri più prestigiosi di Istanbul. Sebbene non ci sia più molta passione nel loro rapporto, il rispetto e la stima reciproca mantengono salda la loro unione finché Ela non ascolta per caso una conversazione telefonica di Can…e la comoda vita di Ela viene rapidamente oscurata dalla diffidenza. Sebbene lei sia profondamente sconvolta, ha paura ad ammetterlo. Per un po’ di tempo la vera felicità e l’autostima hanno assunto un ruolo secondario rispetto alla comodità e alla sicurezza. Entrambi entrano in completa negazione. La loro disillusione, tuttavia, diventa evidente quando Ela sviluppa sintomi somatici, portando in superficie il suo sentirsi intrappolata. Il matrimonio sta arrivando al capolinea ed Ela è alle prese con una difficile decisione. Ela is a respected artist, Can is a successful architect. They live in a stylish house Can designed for them, in one of Istanbul’s most prestigious neighborhoods. Though the passion has mostly gone out of their relationship, mutual respect and admiration keep their union afloat. That is, until Ela overhears one of Can’s phone conversations... Ela’s cushy life is quickly overshadowed by mistrust. Though she is deeply shaken, she is afraid to acknowledge it. For a little while, true happiness and self-respect take a back seat to comfort and security. Both go into complete denial. Their disillusionment, however, becomes apparent when Ela develops somatic symptoms, bringing her feelings of entrapment to the surface. The marriage is teetering on the edge and Ela struggles with a huge decision. Aslı Özge è nata a Istanbul nel 1975 e vive a Berlino dal 2000. Il suo primo film Men on the Bridge (2009) è stato presentato ai Festival di Locarno e Toronto e ha vinto come Miglior Film ai Festival del Cinema di Istanbul, Adana, Ankara e Londra. Il film è stato distribuito in molti paesi compresi Germania, Regno Unito, Stati Uniti (Museo di Arte Moderna di New York), Olanda, Turchia ed è stato presentato in circa 40 festival. Di recente la regista ha terminato il suo secondo film Lifelong presentato al Panorama Special della Berlinale di quest’anno. Attualmente Özge sta preparando il suo nuovo film All of a Sudden presentato al Mercato di Co-produzione della 63esima edizione del Berlinale. nota di regia “(…) Mentre fornivo elementi sulle loro vite, anziché focalizzarmi su cosa mostravano agli altri e a se stessi, ho provato a focalizzarmi su ciò che stavano cercando di nascondere. Dei pianosequenza hanno permesso delle complesse messe in scena, che a loro volta hanno reso possibile al pubblico trascorrere più tempo con i personaggi, identificandosi maggiormente con i loro cambiamenti emotivi. In alcune scene questo viene amplificato con un indistinto e furtivo movimento di “zoom in” per osservare meglio i personaggi. In generale, a me non importa quanto abbia lavorato prima sul testo, ho la tendenza a cambiarlo mentre giro. Mi piace improvvisare adattandomi agli elementi di sorpresa, alle coincidenze e ai contrattempi durante le riprese. In questo senso credo che le scene lunghe diano maggiore spazio agli attori per recitare meglio”. filmografia/filmography 1996 Lıttle Frosh (short) 1997 Actually (short) 1998 3 etc (short) 1999 Quırck (short) 2000 Capıtal C (short) director’s statement 60 la regista the director “(...) While providing segments from their lives, instead of focusing on what they show to others and each other, I tried to focus on what they were trying to hide. Here, sequence shots allowed for complex mise-en-scenes, which in turn made it possible for the audience to spend more time with the characters, to identify more with their emotional changes. In some scenes, this is augmented by an indistinct, sneaky ‘zoom in’ movement to observe the characters better. Generally speaking, no matter how much I worked on the script beforehand, I have a tendency to change it in shooting. I like improvisations and adapting to surprise elements, coincidences and the unforeseen mishaps during filming. In this sense, I believe that long shots provide more room for the actors to perform better.” 2003 Bıraz Nİsan (Little Bit of April) 2005 Hesperos’un Çömezlerİ (Hesperos’ Apprentices, doc) 2009 Köprüdekİler (Men on the Bridge) 2013 Hayatboyu (Lifelong) In sviluppo In development All of a Sudden Asphyxia Aslı Özge was born in Istanbul in 1975 and has been living in Berlin since 2000. Her first theatrical feature Men on the Bridge (2009) premiered internationally at the Locarno and Toronto FF and won the Best Film awards at the Istanbul, Adana, Ankara and London FF. The film was released in several countries including Germany, the UK, USA (MoMA NYC), the Netherlands, and Turkey and has been shown at around 40 film festivals. She recently finished her second feature Lifelong, which is presented in Panorama Special at this year’s Berlinale. Özge is currently preparing her new film All of a Sudden which is presented in the CoProduction Market of 63rd Berlinale. premi e festival/ awards and festivals 2013 Berlinale - Panorama Special 2013 Paris Cinema 2013 Istanbul IFF: Miglior Regista, Fotografia Best Director, Cinematography 61 FILM IN CONCORSO: AUSTRIA 2014 – DCP – colore - 98’ MACONDO 62 Regia Direction: Sudabeh Mortezai Sceneggiatura Screenplay: Sudabeh Mortezai Cinematografia Cinematography: Klemens Hufnagl Montaggio Editing: Oliver Neumann Scenografia Set design: Julia Libiseller Suono Sound: Atanas Tcholakov Costumi Costumes: Carola Pizzini Interpreti Cast: Ramasan Minkailov, Aslan Elbiev, Kheda Gazieva, Rosa Minkailova, Iman Nasuhanowa, Askhab Umaev, Hamsat Nasuhanov, Champascha Sadulajev Produttori Producers: Oliver Neumann, Sabine Moser Produzione Production: FreibeuterFilm World Sales: Films Boutique 63 AUSTRIA- MACONDO la regista the director sinossi synopsis SUDABEH MORTEZAI Ramasan ha molte responsabilità per essere un bambino di 11 anni. Nella società tradizionale cecena è ora considerato l’uomo di casa, che deve prendersi cura della madre e delle due sorelline più piccole. Il suo mondo ruota attorno a Macondo, un difficile quartiere etnico nelle periferie industriali di Vienna. Ramasan parla il tedesco molto meglio della madre Aminat, e spesso le fa da interprete nelle questioni riguardanti la scuola e i servizi sociali. Aminat sta ancora cercando di superare la morte del marito, la fuga dalla Cecenia e di far quadrare i conti da madre single e straniera in una nuova società. Il confinato mondo di Ramasan viene sconvolto dall’arrivo di Isa, ex commilitone del padre, che si trasferisce in una residenza popolare. Questo incontro suscita l’interesse di Ramasan nei confronti del padre e cerca così la compagnia di Isa, ma lo straniero continua a non svelare nulla del passato. Pian paino Isa si apre e tra i due si crea un legame che aiuterà Ramasan ad affrontare e superare la sua peggior paura… Ramasan has a lot of responsibility for an 11-year-old. In traditional Chechen society, he is now considered the man of the house in charge of his mother and two younger sisters. His world is now centered in Macondo, a tough ethnic neighborhood in the industrial suburbs of Vienna. Ramasan speaks German much better than his mother Aminat, and he often translates for her regarding school and government welfare matters. Aminat is still coping with having lost her husband, fleeing Chechnya and trying to make ends meet as a single mother and foreigner in a new society. Ramasan’s confined world is disrupted when Isa, his father’s war buddy, moves into the low-income housing complex. This encounter awakens Ramasan’s interest in his father. He seeks Isa’s company, but the outsider remains secretive about the past. Isa gradually opens up and a bond evolves between them that helps young Ramasan face and overcome his worst fear... Nata nel 1968 a Ludwigsburg, in Germania, da genitori iraniani, Sudabeh cresce tra Tehran e Vienna. Nel 1994 ottiene il dottorato in studi sul teatro e cinema presso l’Università di Vienna. Dopo aver completato il programma di studi sul cinema, la TV e i media digitali dello spettacolo presso l’UCLA nel 2003, Sudabeh ha lavorato come aiuto regista e direttore di produzione e ha diretto diversi cortometraggi prima del suo film documentario Children of the Prophet. Nel 2007 è co-fondatore del FreibeuterFilm. Macondo è il suo primo film di finzione. “(…) L’infanzia è un momento importante dove tutto può ancora succedere. Quando arrivai in Austria, conoscevo già il tedesco, quindi non ebbi molti problemi di integrazione, come di solito accade quando ci si trasferisce in un nuovo paese, ma, nonostante siano trascorsi molti anni, ho ancora la sensazione di non essere accettata dalla maggior parte della popolazione. (…) Inoltre ho dovuto confrontarmi con qualcosa che riguarda molti bambini emigrati o in fuga da un paese: dover crescere troppo velocemente. I bambini imparano la lingua del paese ospitante più velocemente rispetto ai loro genitori traumatizzati e assumono il ruolo di intermediari. È un’opportunità, ma implica di conseguenza troppe responsabilità troppo presto, e per un bambino è un grosso peso. Gli psicologi chiamano questo fenomeno parentificazione.” 64 2006 Children of the Prophet (doc) 2009 Im Bazar der Geschlechter (In the Bazaar of Sexes, doc) 2014 Macondo premi e festival/ awards and festivals 2014 Berlinale – Concorso Competition 2014 Hong Kong IFF director’s statement nota di regia filmografia/filmography Born 1968 in Ludwigsburg, Germany, to Iranian parents, Sudabeh grew up in Tehran and Vienna. She received her MA in theater and film studies from the University of Vienna in 1994. After completing UCLA’s certificate program in Film, TV, and Digital Entertainment Media in 2003, Sudabeh worked as an assistant director and production manager and directed several short films before making her featurelength documentary Children of the Prophet. 2007 co-founder of FreibeuterFilm. Macondo is her fiction debut. “(...) Childhood is such an essential moment in time where so many possibilities still lie ahead. I already knew German when I came to Austria, so I didn’t have a lot of the integration problems one typically has in a new country, but for many years I still had the feeling of not being accepted by the majority of the population. (...) I was also interested in something that many children who have emigrated or fled from a country are confronted with: being forced to grow up too quickly. They learn the language of the host country faster than their often traumatized parents and assume the role of a go-between. It’s an opportunity, but as a result they have to take on too much responsibility too soon. That is a heavy burden for a child. Psychologists call this phenomenon parentification.” 65 FILM IN CONCORSO: SLOVAK REPUBLIC, CZECH REPUBLIC 2013 – DCP – colore - 78’ MIRACLE Zázrak 66 Regia Direction: Juraj Lehotský Sceneggiatura Screenplay: Juraj Lehotský, Marek Leščák Cinematografia Cinematography: Noro Hudec, ASK Montaggio Editing: Marek Šulík Scenografia Set design: Juraj Fábry Musica Music: Martin Burlas Costumi Costumes: Erika Gadus Interpreti Cast: Michaela Bendulová, Robert Roth, Venuša Kalejová, Lenka Habrunová, Kika Potočná, Žaneta Polhošová, Sandra Radičová, Dominika Kmeťová, Katarína Feldeková, Peter Slivovský, Ľudovít Kállay, Zuzana Struhárová Produttori Producers: Marko Škop, Ján Meliš, Petr Oukropec, Pavel Strnad Produzione Production: Artileria Drobného 23, 841 01 Bratislava, Slovak Republic T. +421 903 789 198 artileria@artileria.sk Negativ, Česká televize 67 SLOVAK REPUBLIC, CZECH REPUBLIC - MIRACLE Zázrak sinossi synopsis JURAJ LEHOTSKÝ Le ragazze hanno quattordici e quindici anni e hanno già fatto più esperienze rispetto alla maggior parte degli adulti. Hanno marinato la scuola, sono fuggite da casa, si sono prostituite, drogate, hanno vissuto per strada e hanno avuto fallimenti nella vita amorosa, nonostante siano ancora delle bambine. Le loro famiglie sono sgretolate e conducono delle vite sregolate. Ragazze come loro affollano i centri di rieducazione. Ela ha il viso di una bambina, ma il suo corpo è molto femminile nonostante l’età. La prima sera, successiva al suo ingresso in un centro rieducativo in cui l’ha portata la madre, deve salire su un palco improvvisato per partecipare alla cosiddetta confessione pubblica. Sappiamo che ha avuto un fidanzato trentenne Roby che incontrava regolarmente e col quale viveva quando è fuggita di casa. Ela lo ama, ma non le è concesso contattarlo, decide così di fuggire dal centro durante una festa di capodanno. The girls are fourteen and fifteen years old and have already experienced more than most adults. Truancy, escapes from home, prostitution, drugs, life on the streets and misguided loves, even though they are still children. They have incomplete families and botched up lives. Re-education centres are full of them. Ela has a child’s face, but her body is very feminine despite her age. The first evening after her mother drives her to the re-education centre, she has to stand on an impromptu stage where she is subjected to the so-called public confession. We learn that she had a thirty-year-old boyfriend Roby who she met regularly and lived with when she ran away from home. Ela loves him, but she is not allowed to contact him. She decides to run away from the centre during the New Year’s Eve disco. Juraj Lehotský (nato a Bratislava nel 1975) si è laureato in fotografia alla Higher Art and Crafts School (1994) e in regia di film documentari presso l’Academy of Performing Arts (2000), entrambe a Bratislava. Ha girato i documentari brevi The Quiet World of Jožka Baláž (1995), We’ll Perform, We’ll Graduate (1996), A Funeral Is Actually a Premiere (1997), Unwanted Children (1998), Twins (1999), I Didn’t Know I’d Love You So Much (2000) and Interview (2001). Il suo primo lungometraggio, il documentario Blind Loves (2008), presentato in anteprima nella sezione Directors’ Fortnight del Festival del Cinema di Cannes del 2009, è stato successivamente proiettato e premiato in diversi festival del cinema internazionali. Lo stesso anno, Karlovy Vary ha accettato il film nella sezione dei documentari in concorso. Miracle è il primo film del regista. nota di regia “Mi piace svelare nuove vite, altre vite e penso al loro scopo e cerco il loro valore. Per questo film mi sono ispirato a una ragazza che ho incontrato. Era solo una bambina e le era crollato addosso il mondo intero. La giovane ragazza non ha ancora smesso di essere una bambina e ha perso tutto ciò che amava – tutto ciò che faceva parte della sua infanzia, discoteche, sogni infantili e il suo primo amore. Sta iniziando a vivere una vita per la quale non è preparata…Volevo vedere la sua vita così come era…vivere la sua vita con il suo piccolo segreto…con assoluta semplicità e mediocrità… volevo esserle vicino…” 68 il regista the director filmografia/filmography 1995 Tichý svet Jožka Baláža (Silent world of Jozko Balaz, short) 1996 Budeme mať výkony, budeme mať diplomy (With Enough Effort We´ll Have Diplomas, short) 1997 Pohreb je vlastne premiéra (A Funeral is Actually a director’s statement “I like to reveal new lives, other lives and I think about their purpose and search for their value. The film was inspired by a girl that I met. She was just a child and her whole world had collapsed around her. The young girl has not yet stopped being a child and she loses everything she loved – whatever was a part of her childhood, discos, childhood dreams and her first love. She is starting to live a life she has not been prepared for… I wanted to see her life as it was... to live her life with her own little secret… in absolute simplicity and mediocrity… I wanted to be close to her…” Premiere, short) 1998 Nechcené deti (Unwanted Children, short) 1999 Dvojičky (Twins, short) 2000 Nevedel som, že ťa budem mať tak rád (I Wouldn´t Tell I would Love You so Much, short) 2001 Rozhovor (Interview, short) 1999-2008 Profiles of: Juraj Kukura, Martin Hollý, Milan Lasica, Miroslav Marcelli, Jozef Gertli Danglár, Ján Lehotský 2008 Slepé lásky (Blind loves, doc) 2013 Zázrak (Miracle) premi e festival/ awards and festivals 2013 Karlovy Vary FF – East of the West: Menzione Speciale Special Mention Juraj Lehotský (b. 1975, Bratislava) graduated in photography at the Higher Art and Crafts (1994) and in documentary film direction from the Academy of Performing Arts (2000), both in Bratislava . He shot the short documentaries The Quiet World of Jožka Baláž (1995), We’ll Perform, We’ll Graduate (1996), A Funeral Is Actually a Premiere (1997), Unwanted Children (1998), Twins (1999), I Didn’t Know I’d Love You So Much (2000) and Interview (2001). His first feature-length film, the documentary Blind Loves (2008), premiered in 2009 in the Directors’ Fortnight section of the Cannes IFF and was subsequently screened and awarded at a number of other international film festivals. That same year, Karlovy Vary accepted the film in its documentary competition. Miracle is the director’s feature debut. 69 FILM IN CONCORSO: FRANCE 2013 – DCP – colore e b&n - 124’ ONE OF A KIND Mon âme par toi guérie 70 Regia Direction: François Dupeyron Sceneggiatura Screenplay: François Dupeyron from his novel dal suo romanzo Chacun pour soi, Dieu s’en fout Cinematografia Cinematography: Yves Angelo Montaggio Editing: Dominique Faysse Suono Sound: François Maurel, Armelle Mahé Costumi Costumes: Catherine Bouchard Interpreti Cast: Grégory Gadebois, Céline Sallette, Jean-Pierre Darroussin, Marie Payen, Philippe Rebbot, Marie Pratali, Agathe Dronne, Nathalie Boutefeu, Stephan Wojtowicz, Anthony Paliotti Produttore Producer: Paulo Branco Produzione Production: Alfama Films World Sales: Kinology 71 FRANCE - ONE OF A KIND Mon âme par toi guérie il regista the director sinossi synopsis FRANÇOIS DUPEYRON Fredi ha perso la madre… Lei gli ha dato un dono. Lui non ne vuole sentir parlare ma è costretto e obbligato a riconoscere il fatto che le sue mani guariscono… Si domanda. Da dove proviene questo dono? Non importa, lo accetta… Fredi lost his mother... She gave him a gift. He doesn’t want to hear about it but he’s compelled and forced to recognize that his hands heal... He wonders. Where does this gift come from? Never mind, he accepts it… nota di regia director’s statement “(…) Lavorare con questa nuova generazione di attori è assolutamente incredibile per persone come me, perché sono giovani, di talento e hanno capito tutto – senza necessariamente esprimerlo come faccio io. Sono un po’ come i bambini di due o tre anni che sanno istintivamente comporre un numero di telefono e scrivere al computer. Con loro è immediato. Mentre mi ci sono voluti trent’anni per arrivarci. Loro sono pieni di vita e creatività, quindi non dobbiamo limitarli. (…) Nei crediti, non scrivo “Cinematografia di…” bensì “Filmato da…”. Con lui è una discussione tra due registi. Non parlo a un direttore della fotografia. È la nostra storia. Una volta che ho proceduto con la prima sistemazione degli attori, Yves prende la macchina da presa e inizia a filmare, senza che io debba sistemare la luce o capire esattamente cosa stia per fare. Come me quando scrivo. Lui è favoloso, quindi lo lascio fare e spesso proprio a partire da questo preciso momento noi tutti facciamo centro. (…)” “(...) Working with this new generation of actors is absolutely amazing for people like me because they’re young, talented and they’ve understood everything without necessarily expressing it like me. They are a bit like two or three years-old children who instinctively know how to dial on a phone or type on a computer. With them, it’s immediate. Whereas it took me thirty years to get there. They are full of life and creativity so we have to avoid putting them in restricted boxes. (…) In the credits, I don’t put “Cinematography by…” but “Filmed by…”. It’s a discussion between two directors with him. I don’t speak to a cinematographer. It’s our story. Once I have proceeded to the first implementation with the actors, Yves takes the camera and starts to film, without me having to adjust the light or knowing what he is exactly going to do. Like me when I write. He’s fabulous, so I let him do and it’s often from this very precise moment that we all find our marks. (...)” Regista, sceneggiatore, scrittore e produttore, è nato a Tartas, in Aquitania, nel 1950 e si è diplomato in regia all’IDEHC. Cofondatore del collettivo di cinema militante Cinélutte, si fa notare con i corti La Nuit du hibou e Lamento vincendo il César nelle categorie documentario e finzione. Nel ‘88 gira il suo primo lungo Drôle d’endroit pour une rencontre, con la coppia Deneuve e Depardieu, candidato ai César come miglior opera prima. Dopo Un coeur qui bat, La Machine e C’est quoi la vie? con Eric Caravaca, è in concorso a Cannes con La Chambre des officiers. Gira la piéce di Eric-Emmanuel Schmitt Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran, poi Inguelezi, sull’immigrazione clandestina, Aide-toi, le ciel t’aidera e Trésor. filmografia/filmography 1988 Lamento 1988 Drôle d’endroit pour une rencontre (Strange Place for an Encounter) 1991 Un coeur qui bat (A Beating Heart) 1994 La machine (The Machine) 1999 C’est quoi la vie? (What’s Life?) 2001 La chambre des officiers (The Officer’s Ward) 2003 Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran (Monsieur Ibrahim) 2003 Inguélézi 2008 Aide-toi le ciel t’aidera (With a Little Help from Myself) 2009 Trésor 2013 Mon âme par toi guérie (One of a Kind) premi e festival/ awards and festivals Director, scriptwriter, writer and producer, he was born in Tartas, in Aquitaine, in 1950 and graduated in direction from the IDHEC. Co-founder of the collective of Cinélutte militant cinema, he became famous with the shorts La Nuit du hibou and Lamento winning the César Award respectively for best short documentary film and best short fiction film. In 1988 he shoots his first feature film Drôle d’endroit pour une rencontre, with the couple Deneuve and Depardieu, nominated at the César Awards for best debut film. After Un coeur qui bat, La Machine and C’est quoi la vie? with Eric Caravaca, he competed at Cannes Film Festival with La Chambre des officiers. He shoots Eric-Emmanuel Schmitt’s piece Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran, then Inguelezi, about illegal immigration, Aide-toi, le ciel t’aidera and Trésor. 2013 San Sebastian IFF – Concorso Competition 2013 Tokyo IFF 2013 Morelia IFF 2014 Palm Springs IFF 2014 Ecrans d’hiver – Institut Français de Vilnius 2014 Semaine du cinéma français – Institut Français de Rabat 2014 COLCOA – Los Angeles 72 73 FILM IN CONCORSO: GREECE, GERMANY 2013 – DCP – colore - 105’ SEPTEMBER 74 Regia Direction: Penny Panayotopoulou Sceneggiatura Screenplay: Kallia Papadaki, Penny Panayotopoulou Cinematografia Cinematography: Giorgos Michelis Montaggio Editing: Petar Markovic Scenografia Set design: Lili Kendaka Musica Music: Giorgos Zachariou Interpreti Cast: Kora Karvouni, Maria Skoula, Nikos Diamantis Produttori Producers: Penny Panayotopoulou, Thanassis Karathanos Produzione Production: Penny Panayotopoulou Productions 75 GREECE, GERMANY - SEPTEMBER il regista the director sinossi synopsis PENNY PANAYOTOPOULOU Anna, trentenne e taciturna, vive in un piccolo appartamento con il suo cane Manu, che per lei è tutto. Dopo un doloroso incidente che sconvolge la sua vita attentamente protetta e appartata, la donna solitaria si lega a Sofia e alla sua famiglia, una donna felicemente sposata e madre di due figli. I tentativi di Anna di comunicare il suo dolore e la sua solitudine pian piano aumentano sfociando in un’ossessionata richiesta di continuo affetto e accettazione. Taciturn thirtysomething Anna lives in a small flat with her dog Manu, who means everything to her. After a distressing incident which disrupts her carefully guarded, secluded life, the solitary woman attaches herself to Sofia and her family, a happily married woman and mother of two children. Anna’s attempts to communicate her pain and loneliness gradually grow into the obsession of an individual persistently demanding love and acceptance. nota di regia director’s statement “Avendo lavorato per diversi anni su documentari antropocentrici e creativi, ho imparato che le persone, mentre narrano le loro storie, raccontano anche un’altra storia, della quale non sono spesso coscienti. E molto spesso, l’altra storia è quella più importante. Questo è ciò che cerco di ottenere quando leggo un libro, scrivo un copione, preparo un film. Cerco di collocare degli spiragli nella storia, i luoghi in cui arriva la luce e illumina ciò che non viene detto. Ed è ciò che ho cercato di fare in September. I personaggi di September testano i loro limiti, i loro confini psicologici perseverando nell’amore, nella fede e nell’appartenenza. Il film è sull’“educazione sentimentale” di alcune persone – sull’educazione sentimentale di Anna. L’obiettivo è sempre la gioia di vivere. E la vita sgorga da ogni piccola cosa, da ogni piccolo angolo”. “Having worked for years on anthropocentric, creative documentaries, I learnt that people, whilst narrating their stories, also recount another story, one they are often not conscious of. And more often than not, that other story is the more important one. This is what I try to achieve when reading a book, writing a script, preparing for a film. I try to locate the cracks in the story, the places where the light comes in and shines on what is not said. That’s what I tried to do in September. Characters in September test their limits, their psychological boundaries by trying out perseverance in love, faith and belonging. The film is about some people’s “sentimental education” – about Anna’s sentimental education. The goal is always the joy of life. And life is gushing from every little thing, from every little corner.” La regista, produttrice, scrittrice. Nata ad Atene, ha studiato legge e scienze politiche all’Università di Atene. Successivamente si è trasferita a Londra dove si è laureata in regia cinematografica presso il Polytechnic of Central London (Università di Westminster). I suoi cortometraggi hanno vinto molti premi e hanno partecipato a diversi festival internazionali. Il suo film debutto, Hard Goodbyes: My Father, presentato in anteprima alla 55esima edizione del Festival del Cinema di Locarno, ha vinto il Pardo d’oro per il Migliore Attore e ha segnato l’inizio di un’acclamata carriera internazionale. Il film ha ricevuto diversi premi nei festival di tutto il mondo ed è stato distribuito in molti paesi quali, tra gli altri, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Giappone e la Germania. Da allora, ha scritto, diretto e prodotto numerosi documentari creativi. September è il suo secondo film. filmografia/filmography 1985 And if you Hear from my Louise (short) 76 1990 Still Life (short) 1988 Eldorado (short) 1996 Like Rain Like Hail (medium) 2002 Hard Goodbyes: My Father 2013 September premi e festival/ awards and festivals 2013 Karlovy Vary IFF – Concorso Competition 2013 Toronto IFF 2013 Athens FF 2013 Hamburg FF 2013 Reykjavik IFF 2013 Mediterranean FF of Montpellier 2014 Mons International Love FF 2014 Belgrade FF Director, Producer, Writer. Born in Athens, she studied law and political sciences at the University of Athens. She then moved to London, where she received her BA in film directing from Polytechnic of Central London (Univ. of Westminster). Her short films have won many awards and participated in international festivals. Her debut film, Hard Goodbyes: My Father, premiered at 55th Locarno FF, won the Golden Leopard for Best Actor and set out for an acclaimed international career. The film received several prizes in festivals around the world and has been theatrically released in many countries world wide among others US, UK, Japan, Germany. Since then she has been writing directing and producing a number of creative documentaries. September is her second feature film. 77 FILM IN CONCORSO: RUSSIA 2013 – DCP – colore - 90’ WINTER JOURNEY Зимний Путь 78 Regia Direction: Sergei Taramaev, Liubov Lvova Sceneggiatura Screenplay: Sergei Taramaev, Liubov Lvova Cinematografia Cinematography: Mikhail Krichman Montaggio Editing: Egor Kirpichev Scenografia Set design: Natalya Zimina Interpreti Cast: Evgeny Tkachuk, Aleksei Frandetti, Vladimir Mishukov, Dmitry Mukhamadeev, Andrei Tsymbalov, Aleksandr Alekseevsky, Igor Voinorovsky, Valery Tkachuk, Sergei Dorofeev, Natalya Pavlenkova Produttore Producer: Dmitry Glukhov Produzione Production: Mika Film 79 RUSSIA - WINTER JOURNEY Зимний Путь i registi the directors sinossi synopsis SERGEI TARAMAEV e LIUBOV LVOVA Ispirato a Winterreise, il ciclo vocale tragico di Schubert, il film parla della storia di Eric, un talentuoso cantante di 21 anni, studente del Conservatorio di Mosca. È solo, fragile e vulnerabile. Ci ricorda i personaggi romantici del passato come Artur Rembo, Kurt Cobain, Michael Fassbinder. La storia si svolge in 3 giorni, prima di un importante concorso canoro. Durante un viaggio in autobus, Eric incontra Lyokha, un ragazzo di provincia di 23 anni che cattura l’attenzione di Eric con il suo comportamento eccentrico, aggressivo e audace causato, come Eric scoprirà successivamente, dalla disperazione dovuta alla sua fatale malattia. I due opposti si scontrano e sono attratti l’uno dall’altro. Lyokha si caccia nei guai con la polizia e i criminali e chiede aiuto al suo nuovo amico. Eric è sopraffatto da improvvise emozioni a lui sconosciute e da sentimenti che non riesce a rifiutare. Questo rapporto conduce Eric al suo ultimo viaggio invernale. Inspired by Winterreise, Schubert tragic vocal cycle, the film tells the story of Eric, a 21-year-old talented singer student at the Moscow Conservatory. He is lonely, fragile and vulnerable. He reminds us of romantics of the past like Artur Rembo, Kurt Cobain, Michael Fassbinder. The story unfolds over 3 days before an important vocal competition. During a bus ride Eric meets Lyokha, a 23-year-old provincial guy who attracts Eric’s attention by his eccentric, aggressive and valiant behavior, caused, as Eric finds out later, by his desperation due to his fatal sickness. Two opposites collide and are attracted to each other. Lyokha gets himself into real trouble with police and criminals. He turns to his new friend for help. Eric, overwhelmed by sudden unknown emotions and feelings cannot refuse. This relationship leads Eric to his last winter journey. Sergey Taramaev è regista, sceneggiatore e attore. Nato l’8 ottobre del 1958, laureato alla Russian University of Theatre Arts (GITIS), ha lavorato come attore nei migliori teatri di Mosca, è artista onorario in Russia. Luba Lvova è regista, sceneggiatrice, attrice e pianista. Nata a Mosca, si è laureata alla Russian University of Theatre Arts (GITIS), e ha recitato in teatro. Sono una straordinaria coppia sposata, dedita all’arte. Sergey Taramaev is a director, scriptwiter, actor. Born on October, 8, 1958. Graduated from Russian University of Theatre Arts (GITIS), worked as an actor in best Moscow theatres, he is Honorary Artist of Russia. Luba Lvova is director, scriptwriter, actress, pianist. She was born in Moscow, Graduated from The Russian University of Theatre Arts (GITIS), Acted in theatre. They are an extraordinary married couple, dedicated to Art. director’s statement nota di regia “Questo film parla della completa solitudine. Abbiamo scritto questa sceneggiatura perché ci sentiamo come il nostro personaggio principale. La solitudine di un sognatore romantico è sconfinata. Lui desidera fortemente la perfezione, ma sa che la perfezione non può essere mai raggiunta. “Sono arrivato come uno straniero, e come uno straniero vado via” – queste parole aprono il ciclo di canzoni di Schubert Winter Journey, il pezzo che canta il nostro eroe. Non c’è giustizia, non c’è felicità in questo mondo. La vita è effimera e illusoria; ed è proprio questo senso di inafferrabilità che induce l’artista alla creazione, a legarlo a tutti i grandi artisti, a tutti i martiri che si sono fatti guidare dall’ispirazione che sono arrivati prima di lui e che verranno dopo di lui; sempre soli”. “This is a film about utter loneliness. We wrote this screenplay because we feel just like our central character. The loneliness of a romantic dreamer is boundless. He longs for perfection, but knows perfection can never be attained. “As a stranger I arrived, as a stranger I depart” – these words open Schubert’s song cycle Winter Journey, the piece our hero sings. There is no justice, no happiness in this world. Life is fleeting and illusory; and it is this very sense of unattainability that drives the artist to create, that links him to all great creators, all martyrs to the cause of inspiration who came before him and who will come after him; always alone”. filmografia/filmography 2013 Зимний Путь (Winter Journey) premi e festival/ awards and festivals 2013 Window to Europe FF: Miglior Attore Best Actor, Premio Associazione della Critica Russian Guild of Film Critics Award 2013 Russian FF, London: Gran Premio Leone di Londra Grand Prix London Lion 2013 Gteborg IFF – Focus Russia 2013 Sputnik FF, Warsaw: Premio Speciale Special Prize 2013 Stalker Human Rights IFF, Moscow: Miglior Film Best Film 2013 Moscow Film Critics Guild Award “White Elefant”: Miglior Debutto Best Debut, Evgeny Tkachuk Miglior Attore Best Actor 80 135 81 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO CLAUDIA CARDINALE OMAGGIO IL BELL’ ANTONIO LA VIACCIA LA RAGAZZA CON LA VALIGIA IL GATTOPARDO LA RAGAZZA DI BUBE GLI INDIFFERENTI VAGHE STELLE DELL’ORSA IL GIORNO DELLA CIVETTA C’ERA UNA VOLTA IL WEST CLARETTA 83 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE Claudia Cardinale biografia Claudia Cardinale biography PAOLO PERRONE Italiana, di lingua francese, nata e cresciuta in Tunisia da una famiglia benestante di origine siciliana, Claudia Cardinale inizia a recitare sin dai tempi del liceo. Notata nell’inquadratura che le dedica René Vautier nel suo documentario Anneaux d’or, viene chiamata dal regista Jacques Baratier nel cast del film franco-tunisino I giorni dell’amore (1958). Nello stesso periodo vince un concorso di bellezza organizzato per la Settimana del Cinema Italiano a Tunisi, che la premia con un viaggio alla Mostra del Cinema di Venezia, dove le viene offerta la possibilità di iscriversi al Centro Sperimentale. Superata qualche difficoltà con la lingua italiana, viene messa sotto contratto dalla Vides di Franco Cristaldi, che la fa esordire nel cinema italiano con Mario Monicelli in I soliti ignoti (1958). Il primo ruolo da protagonista arriva con Pietro Germi, in Un maledetto imbroglio (1959) dal “Pasticciaccio” di Gadda. Nel 1960 lavora con autori come Mauro Bolognini (Il bell’Antonio), Citto Maselli (I delfini), Luchino Visconti (Rocco e i suoi fratelli). L’anno successivo Bolognini la chiama accanto a Jean Paul Belmondo in La Viaccia, mentre Valerio Zurlini le offre il suo primo ruolo importante in La ragazza con la valigia, che le vale un David di Donatello Speciale. Nel 1962 è di nuovo con Bolognini in Senilità. La consacrazione definitiva arriva nel 1963, quando, accanto a Burt Lancaster e Alain Delon, interpreta Angelica in Il gattopardo di Luchino Visconti. Nello stesso anno vince il suo primo Nastro d’Argento, interpretando per Luigi Comencini La ragazza di Bube, mentre Fellini le affida il ruolo di Claudia in 8 e ½ e Citto Maselli la chiama in Gli indifferenti. Sulla scia di questi successi debutta ad Hollywood, diretta da Blake Edwards in La pantera rosa (1963), cui faranno seguito, tra gli altri, Il circo e la sua grande avventura di Henry Hathaway (1964) con John Wayne e Rita Hayworth, e I professionisti (1966) di Richard Brooks. In Italia Visconti la vuole da protagonista in Vaghe stelle dell’Orsa (1964) ed è al fianco di Ugo Tognazzi ne Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli (1964). Nel 1967, anno in cui sposa il produttore Franco Cristaldi, interpreta il ruolo della moglie disperata in Il giorno della civetta di Damiano Damiani, che le vale il secondo David. Nel 1968 è nel capolavoro western di Sergio Leone C’era una volta il West, mentre l’anno successivo la troviamo accanto a Nino Manfredi in Nell’anno del Signore di Luigi Magni e in Le avventure di Gerard di Jerzy Skolimowsky. Nel 1971 conquista il suo terzo David, recitando accanto a Alberto Sordi in Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata di Luigi Zampa. Dopo aver interpretato per Marco Ferreri L’udienza (1972), nel 1974 interpreta I guappi, primo film per Pasquale Squitieri, che diventerà suo compagno l’anno successivo e con il quale interpreterà, tra gli altri, anche Il prefetto di ferro (1977), Corleone (1978) e L’arma (1978), che le vale il premio come Miglior Attrice al Festival di Belgrado. Dopo una serie di commedie, la troviamo tra gli interpreti del Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli (1976) e in Si salvi chi vuole di Roberto Faenza (1980). Nel 1982 ottiene il secondo Nastro d’Argento, come Attrice Non Protagonista, per La pelle di Liliana Cavani. È poi accanto a Klaus Kinski sull’avventuroso set del Fitzcarraldo di Werner Herzog (1982) e prende parte alla trasposizione del pirandelliano Enrico IV (1984) a opera di Marco Bellocchio. Nel 1984 torna a lavorare per Pasquale Squitieri in Claretta, nel ruolo dell’amante del Duce che le vale il Premio Pasinetti alla Mostra di Venezia, il Globo d’Oro e il suo terzo Nastro d’Argento. Trasferitasi a vivere in Francia, Claudia Cardinale viene onorata con riconoscimenti alla carriera come il Leone d’Oro nel 1993, il David nel 1997, il Nastro d’argento europeo nel 2000, l’Orso d’Oro nel 2002 e il Pardo d’Oro a Locarno nel 2011. Per il suo impegno in difesa dei diritti delle donne, nel 2000 è stata nominata “Ambasciatrice di Buona Volontà” dell’ Unesco. 84 Italian, French speaking, born and raised in Tunisia from a wealthy family of Sicilian origin, Claudia Cardinale begins acting since the times of High School. Noticed in the frame that René Vautier dedicated to her in his documentary Anneaux d’or, she is called by the director Jacques Baratier in the cast of the French- Tunisian film Goha (1958). At the same time she wins a beauty contest organized for the Week of the Italian Cinema in Tunis, for which she conquests a trip to the Venice Film Festival, where she is offered the opportunity to enroll at the Experimental Film Center. Overcome some difficulties with the Italian language, she is put under contract by Vides of Franco Cristaldi, who lets her to debut in the Italian cinema with Mario Monicelli in Big Deal on Madonna Street (1958). Her first starring role arrives with Pietro Germi, in The Facts of Murder (1959) from the novel Pasticciaccio by Gadda. In 1960, she works with authors such as Mauro Bolognini (Bell’ Antonio), Citto Maselli (The Dauphins), Luchino Visconti (Rocco and His Brothers). The following year Bolognini calls her to work next to Jean Paul Belmondo in The Lovemakers, while Valerio Zurlini offers to Claudia her first important role in Girl with a suitcase, for which she wins the Special David di Donatello. In 1962 she is again with Bolognini in Careless. The final consecration arrives in 1963 when, together with Burt Lancaster and Alain Delon, she plays Angelica in The Leopard by Luchino Visconti. In the same year she wins her first Silver Ribbon, playing for Luigi Comencini in Bebo’s Girl, while Fellini gives her the role of Claudia in 8 ½ and Citto Maselli calls her in Time of Indifference. In the wake of these successes she debuts in Hollywood, directed by Blake Edwards in The Pink Panther (1963), which will be followed by, among the others, Circus World by Henry Hathaway (1964) with John Wayne and Rita Hayworth, and The professionals (1966) by Richard Brooks. In Italy Visconti wants her as protagonist in Sandra (1964) and she works together with Ugo Tognazzi in The Magnificent Cuckold by Antonio Pietrangeli (1964). In 1967, the year when she marries the producer Franco Cristaldi, she plays the role of the desperate wife in The day of the Owl by Damiano Damiani, for which she wins her second David. In 1968 she works in the westerns masterpiece of Sergio Leone, One upon a time in the West, and the following year we find her playing next to Nino Manfredi in The Conspirators by Luigi Magni and The Adventures of Gerard by Jerzy Skolimowsky. In 1971, she gains her third David by acting with Alberto Sordi in A Girl in Australia by Luigi Zampa. After playing for Marco Ferreri in The Audience (1972) in 1974 she interprets Blood Brothers, the first film by Pasquale Squitieri, who will become her partner the following year and with whom she will play, among the others, also The Iron Prefect (1977), Father of the Godfather (1978) and The Gun (1978), for which she earns her Best Actress Award at the Festival in Belgrade. After a series of comedies, we find Claudia among the interpreters of Jesus of Nazareth by Franco Zeffirelli (1976) and in Si salvi chi vuole by Roberto Faenza (1980). In 1982 she wins the second Silver Ribbon as Supporting Actress for The skin by Liliana Cavani. Then she is also next to Klaus Kinski on the adventurous set of Fitzcarraldo by Werner Herzog (1982) and takes part in the transposition of Pirandello’s Henry IV (1984) with the work by Marco Bellocchio. In 1984 she works again for Pasquale Squitieri in Claretta, in the role of the Duce’s mistress for which she wins the Pasinetti Award at the Venice Film Festival, the Golden Globe and her third Silver Ribbon. Moving to France, Claudia Cardinale is honored with Lifetime Achievement Awards like the Golden Lion in 1993, the David in 1997, the European Silver Ribbon in 2000, the Golden Bear in 2002 and the Golden Leopard at Locarno in 2011. Due to her commitment for the Defense of Women’s Rights, in 2000 she is appointed as a UNESCO “Goodwill Ambassador”. 85 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE IL BELL’ ANTONIO LA VIACCIA The Lovemakers Bell’Antonio Italia, Francia - 1960 – 35mm – b&n - 105’ 86 Italia, Francia - 1961 – 35mm – b&n - 103’ Regia Direction: Mauro Bolognini Sceneggiatura Screenplay: Pier Paolo Pasolini, Gino Visentini, Mauro Bolognini dal romanzo omonimo di based on the same novel by Vitaliano Brancati Fotografia Photography: Armando Nannuzzi Montaggio Editing: Nino Baragli Scenografia Set design: Carlo Egidi Musica Music: Piero Piccioni Costumi Costumes: Piero Tosi Interpreti Cast: Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Pierre Brasseur, Rina Morelli, Tomas Milian, Fulvia Mammi, Patrizia Bini, Anna Arena, Maria Luisa Crescenzi, Jole Fierro, Cesarina Gheraldi, Alice Sandro, Guido Celano, Gina Mattarolo, Nazzareno D’Aquilio, Ugo Torrente, Enzo Tiribelli, Rino Giusti, Maurizio Conti, Nino Camarda, Anna Glori, Salvatore Fazio Produttori Producers: Cino Del Duca, Alfredo Bini Produzione Production: Arco Film, Lyre Cinematographique sinossi Antonio Magnano, giovanotto bellissimo ed affascinante, cui vengono attribuite numerose avventure sentimentali, dopo aver vissuto parecchi anni a Roma, ritorna alla casa paterna a Catania. Il padre gli ha combinato un incontro con una bella fanciulla, Barbara Puglisi, che, qualche tempo dopo, il giovane chiede in moglie. All’apparenza il matrimonio va benissimo, ma ben presto viene sciolto per l’impossibilità di Antonio di assolvere ai doveri coniugali. Il padre, disperato e costernato, per salvare l’onore del casato, prende a frequentare una casa di piacere, e, una sera, muore tra le braccia di una prostituta... synopsis Antonio Magnano, a beautiful and charming young man, to whom numerous love affairs are assigned, after having lived for a number of years in Rome, returns to his father’s home in Catania. His father has arranged a meeting with a beautiful girl, Barbara Puglisi, who, only some time after, is sought in marriage by the young man. Apparently the marriage is perfect, but soon it is dissolved due to the inability of Antonio to meet the conjugal duties. His father, desperate and dismayed, to save the honor of the family, starts attending a pleasure house, and, one evening, he dies in the arms of a prostitute... nota critica “(...) Bolognini si dimostra ancora una volta un magnifico creatore di atmosfere e narratore altamente suggestivo. Protagonista, scavato ed intenso, Marcello Mastroianni, forse alla sua migliore prova cinematografica. Claudia Cardinale dà a Barbara prima la dolcezza e poi la durezza necessarie (...)”. (Guglielmo Biraghi, Il Messaggero) “(...) Claudia Cardinale, nelle vesti di Barbara, ha un’intensità di mimica, una grazia acerba, un fascino così sapiente da lasciar sperare favorevolmente per il suo futuro d’attrice; (...)”. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo) critical note “(...) Bolognini once again proves to be a magnificent creator of atmosphere and a highly suggestive narrator. The protagonist, gaunt and intense, is Marcello Mastroianni, perhaps at his best film experience. Claudia Cardinale gives Barbara first the necessary sweetness and then the necessary hardness (...)”. (Guglielmo Biraghi, Il Messaggero) “(...) Claudia Cardinale, in the role of Barbara, shows an intensity in her facial expression, an immature grace, a charm so wise to give favorably hope for her future as an actress; (...)”. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo) Regia Direction: Mauro Bolognini Sceneggiatura Screenplay: Vasco Pratolini, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa based on the novel dal romanzo L’eredità di by Mario Pratesi Fotografia Photography: Leonida Barboni Montaggio Editing: Nino Baragli Scenografia Set design: Flavio Mogherini Musica Music: Piero Piccioni Costumi Costumes: Bice Brichetto Interpreti Cast: Jean-Paul Belmondo, Claudia Cardinale, sinossi Dopo la morte del nonno Amerigo Monti, stanco di fare il contadino, si trasferisce a Firenze per lavorare nella bottega dello zio vinaio. In una casa chiusa conosce Bianca, una prostituta, e se ne innamora. Per poterla vedere più spesso diventa cliente fisso del casino; Arrigo ruba dei quattrini allo zio che, accortosene, lo caccia. Il ragazzo torna alla “viaccia” ma il padre, venuto a conoscenza della cosa, lo riaccompagna a Firenze. Amerigo non viene ripreso nella bottega dello zio, e continua a frequentare Bianca. Andando a zonzo nella città conosce alcuni anarchici e vorrebbe seguire il gruppo, ma l’amore per Bianca lo trattiene a Firenze... nota critica “(...) Da L’eredità (1889) di Mario Pratesi _ grazie anche a una sceneggiatura ben calibrata (Pratolini, Festa Campanile e Franciosa) _ un Bolognini in gran forma ha tratto un film bellissimo, quasi come Casco d’oro, se non fosse per un sovrappiù di preziosismo crepuscolare. Stupenda fotografia di L. Barboni e una smagliante Cardinale”. (Il Morandini) Pietro Germi, Romolo Valli, Paul Frankeur, Gabriella Pallotta, Gina Sammarco, Paola Pitagora, Marcella Valeri, Emma Baron, Claudio Biava, Franco Balducci, Nando Angelini, Gianna Giachetti, Rosita Di Vera Cruz, Olimpia Cavalli, Dolly Samperi Produttori Producers: Alfredo Bini, Lionello Santi, Goffredo Lombardo Produzione Production: Arco Film, Galatea, Titanus, Société Genérale de Cinématographie synopsis After the death of his grandfather, Amerigo Monti who is tired to be a peasant moves to Florence to work in the workshop of his uncle, a vintner. In a brothel he meets Bianca, a prostitute, and falls in love with her. To see her more often he becomes a regular customer of the brothel; Arrigo steals some money from his uncle who having understood it, sends him away. The boy returns to the family farm, the “viaccia”, but when his father heard about this, he leads him back to Florence. Amerigo is not accepted in the workshop of his uncle, and continues to attend Bianca. Strolling around the city he meets some anarchists and would like to follow the group, but his love for Bianca keeps him in Florence... critical note “(...) From the novel L’eredità (1889) by Mario Pratesi _ thanks also to a well-balanced screenplay (Pratolini, Festa Campanile and Franciosa) _ Bolognini, in splendid form, has drawn a beautiful film, almost comparable to Golden Helmet, were it not for a surplus of preciousness twilight. Splendid photography of L. Barboni and a flourishing Cardinale”. (Il Morandini) premi awards premi e festival awards and festivals 1960 Locarno FF: Vela d’oro Golden Sail 1961 Nastri d’argento Silver Ribbons: candidato come Miglior Attore, Fotografia in b&n Nominations as Best Actor, Cinematography in b&w 1961 Cannes FF – Concorso Competition 1962 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Scenografia, Costumi Best Set design, Costumes 87 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE LA RAGAZZA CON LA VALIGIA IL GATTOPARDO Girl with a Suitcase Italia, Francia - 1961 – 35mm – b&n - 103’ The Leopard RESTAURO A CURA DI “CINETECA DI BOLOGNA” E “CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA-CINETECA NAZIONALE”, IN COLLABORAZIONE CON “THE FILM FOUNDATION”,“PATHÉ”,“FONDATION JÉRÔME SEYDOUX-PATHÉ”, “TWENTIETH CENTURY FOX”, CON LA SUPERVISIONE DEL DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA DEL FILM GIUSEPPE ROTUNNO, IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI PER IL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA. Italia, Francia - 1961 – 35mm – b&n - 103’ Regia Direction: Valerio Zurlini Sceneggiatura Screenplay: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Giuseppe Patroni Griffi Fotografia Photography: Tino Santoni Montaggio Editing: Mario Serandrei Scenografia Set design: Flavio Mogherini Musica Music: Mario Nascimbene Costumi Costumes: Gaia Romanini Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Jacques Perrin, Romolo Valli, Corrado Pani, Renato Baldini, Luciana Angiolillo, Riccardo Garrone, Gian Maria Volonté, Elsa Albani, Enzo Garinei, Ciccio Barbi, Nadia Bianchi, Edda Soligo, Angela Portaluri Produttori Producers: Maurizio Lodi Fè Produzione Production: Titanus, S.G.C. sinossi Aida Zapponi è una graziosa ballerina che ha creduto alle false promesse amorose di un giovane borghese. Quest’ultimo, stancatosene, la abbandona con una scusa. La ragazza a conoscenza del suo indirizzo, si reca presso di lui per chiedere spiegazioni. Giunta alla villa, Aida si ritrova davanti il fratello minore Lorenzo, incaricato di liberarsene. Ma Lorenzo, adolescente sensibile e un po’ ingenuo, prende a cuore le sorti della fanciulla e si dà da fare per esserle d’aiuto... synopsis Aida Zapponi is a graceful dancer, who believed in the false love promises of a young bourgeois. The latter, being tired of her, abandons the girl with an excuse. The girl knowing his address goes to him to ask for explanations. Arrived at the villa, Aida finds herself in front of the younger brother Lorenzo, who was responsible to get rid of her. But Lorenzo, a sensitive and somewhat naïve teenager, takes the girl’s fate to heart and makes efforts to help her... nota critica “(...) Il vero valore del film è, prima, nella invenzione e nella costruzione dei due caratteri principali (…) e quindi nella rivelazione degli attori cui i due personaggi sono affidati. Claudia Cardinale e, ancor meglio, forse, Jacques Perrin. (…) Il carattere di Aida, se si vuole, al cospetto di Lorenzo è meno nuovo - almeno sullo schermo – ma ugualmente vero. Vibrante e generosa, istintiva e instabile, credula e leggermente volgare, afferrabile eppure “vietata”. (…) La stelletta per locali da spiaggia è plasticamente composta dal regista e impersonata con naturale calore, con accenti a volte sorprendenti, da Claudia Cardinale: attrice, forse, dalle possibilità non eccezionali né di grande varietà, qui indubbiamente al suo primo personaggio reso con vitalità felice e compiuta evidenza drammatica”. (Mario Verdone, Bianco e Nero) critical note ““(...) The real value of the film is, first of all, the invention and construction of the two main characters (...) and then the revelation of the actors to which the two characters are assigned. Claudia Cardinale and, even better, perhaps, Jacques Perrin. (...) The character of Aida, faced with Lorenzo is less new - at least on the screen - but equally true. Vibrant and generous, instinctive and unstable, credulous and somewhat vulgar, graspable but “prohibited”. (...) The little Star for the places on the beach is plastically conceived by the director and embodied with natural warmness, with inflections sometimes surprising, by Claudia Cardinale: an actress, perhaps neither with exceptional chances, nor of great variety, who here undoubtedly at her first character, performed with happy vitality and accomplished dramatic evidence”. (Mario Verdone, Bianco e Nero) premi e festival awards and festivals 1961 Cannes FF – Concorso Competition 1961 David di Donatello: David Speciale a Special David to Claudia Cardinale 88 Regia Direction: Luchino Visconti Sceneggiatura Screenplay: Suso Cecchi d’Amico, Enrico Medioli, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Luchino Visconti Autore letterario Literary author: Giuseppe Tomasi di Lampedusa Fotografia Cinematography: Giuseppe Rotunno Montaggio Editing: Mario Serandrei Scenografia Art direction: Mario Garbuglia Musica Music: Nino Rota Costumi Costumes: Piero Tosi Interpreti Cast: Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Romolo Valli, Lucilla Morlacchi, Ottavia Piccolo, Pierre Clémenti, Carlo Valenzano, Anna Maria Bottini, Terence Hill, Serge Reggiani, Brock Fuller, Ivo Garrani, Giuliano Gemma Produttore Producer: Goffredo Lombardo Produzione Production: Titanus, S.N. Pathé Cinema, S.C.G. sinossi 1860, Garibaldi con le sue camicie rosse invade la Sicilia. Nonostante lo sconvolgimento politico, l’aristocratico Don Fabrizio, Principe di Salina compie egualmente con la sua famiglia il viaggio annuale verso la residenza di campagna di Donnafugata. Qui il Principe viene a sapere da Padre Pirrone che Concetta, sua figlia, si è innamorata di Tancredi il nipote prediletto di Don Fabrizio. Ma le speranze di Concetta sfioriscono rapidamente quando appare la figlia del Sindaco, Angelica Sedara. Don Fabrizio si rende conto che questo connubio tra la nuova borghesia e la declinante aristocrazia è uno dei mutamenti che deve essere accettato. nota critica “ (…) In realtà Il Gattopardo è il film più serio, più equilibrato, più misurato, più fuso e più accurato anche se non il più estroso di Visconti. Il quale ha trovato in Burt Lancaster un impareggiabile interprete. (…) Quanto a Claudia Cardinale, Visconti ha colto nel segno facendone una bellezza isolana proterva, acre, un po’ bestiale, al limite della volgarità, senza dubbio autoritaria ed ambiziosa (...)”. (Alberto Moravia, L’Espresso) synopsis In the 1860s, Garibaldi invaded Sicily together with his Redshirts. Despite political upheaval, Don Fabrizio, Prince of Salina, decided to go to Donnafugata country mansion, as usual. Here the Prince found out about his daughter Concetta, falling in love with Tancredi, his dearest nephew. Don Fabrizio realised that the new bourgeoisie and declining aristocracy union, cannot be avoided. This union was consecrated during the sumptuous ball when the Prince went away musing on the new events meaning compelling him to assess his past experiences. critical note “ (…) In reality The Leopard is the most serious, balanced, measured, blend and accurate film, even if it isn’t the most imaginative by Visconti, who recognized Burt Lancaster an incomparable performer. (...) Regarding Claudia Cardinale, Visconti has got it right, by boosting her island arrogant beauty, bitter, a little bestial, on the verge of vulgarity, however authoritarian and ambitious (...)”. (Alberto Moravia, L’Espresso) premi e festival awards and festivals 1963 Festival di Cannes: Palma d’oro Golden Palm 1963 David di Donatello: Miglior Produttore Best Producer 1964 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Fotografia, Miglior Scenografia Best Photography, Best Screenplay 89 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE LA RAGAZZA DI BUBE GLI INDIFFERENTI Time of Indifference Bebo’s Girl Italia, Francia - 1963 – 35mm – b&n - 106’ Italia, Francia - 1963 – 35mm – b&n - 115’ Regia Direction: Luigi Comencini Sceneggiatura Screenplay: Marcello Fondato, Luigi Comencini dal romanzo omonimo di based on the novel of the same name by Carlo Cassola Fotografia Photography: Gianni Di Venanzo Montaggio Editing: Nino Baragli Scenografia Set design: Piero Gherardi Musica Music: Carlo Rustichelli Interpreti Cast: Claudia Cardinale, George Chakiris, Marc Michel, Dany Paris, Monique Vita, Carla Calò, Emilio Esposito, Mario Lupi, Pier Luigi Catocci, Ugo Chiti, Bruno Scipioni, Giampiero Becherelli Produttore Producer: Franco Cristaldi Produzione Production: Vides Cinematografica, Lux Film, Ultra, Société Cinématografique de France Regia Direction: Francesco Maselli Sceneggiatura Screenplay: Suso Cecchi d’Amico, Francesco Maselli Fotografia Photography: Gianni Di Venanzo Montaggio Editing: Ruggero Mastroianni Scenografia Set design: Luigi Scaccianoce Musica Music: Giovanni Fusco Costumi Costumes: Marcel Escoffier sinossi In Toscana, nell’immediato dopoguerra, Mara, una ragazza di campagna, conosce Bube, un giovane partigiano alla faticosa ricerca di un inserimento nella società che va costruendosi coll’avvento della pace. Gli incontri tra i due giovani sono fuggevoli, ma ciò non toglie che la ragazza si senta ormai legata a Bube. Implicato in un assassinio politico, il ragazzo è costretto a fuggire e a rinunciare per il momento ai suoi propositi matrimoniali. La ragazza lo segue anche quando, ricercato dai carabinieri, il giovane deve nascondersi in attesa che i suoi compagni di partito organizzino la sua fuga all’estero. Giunge il momento di separarsi. synopsis In Tuscany, in the immediate post-war period, Mara, a country girl, meets Bebo, a young partisan who is hardly looking for a full part in society which is developing with the arrival of peace. The meetings between the two young people are fleeting, despite the girl feels by now linked to Bebo. Being involved in a political assassination, the boy is forced to flee and to give up for the moment his marriage proposals. The girl follows him even when, wanted by the police, the young man has to hide while he is waiting for his fellow party members to organize his flight abroad. The time comes to separate oneself. sinossi Storia del fallimento d’una famiglia borghese romana, gli Ardengo, un tempo ricchi ma ormai in dissesto. Sul loro patrimonio ha messo progressivamente le mani Leo Merumeci, un uomo deciso e privo di scrupoli che, stanco della relazione con la matura vedova Ardengo, diventa l’amante della figlia di lei, Carla, una ragazza smaniosa di evadere dalle ristrettezze in cui ormai vive. Michele, fratello di Carla, scopre la relazione tra i due e pensa che Carla sia ricattata da Michele, mentre la sorella lo informa di essere invece consenziente. Michele vorrebbe difendere l’onore della famiglia... synopsis The story of the collapse of a bourgeois family from Rome, the Ardengo, who used to be rich but by now failed. On their estate has progressively laid his hands Leo Merumeci, a determined and unscrupulous man who being tired of the relationship with the mature Ardengo widow becomes the lover of her daughter, Carla, a girl who is eager to escape from the straitened circumstances in which she lives. Michele, Carla’s brother, discovers their relationship and thinks that Carla is blackmailed by Michele, while his sister informs him instead of being agreeable. Michele would like to defend the family’s honor... critical note “(...) Here we can say that Claudia Cardinale has exceeded all limits. (...) The character of Mara seems to us one of the most convincing roles that we had the privilege to meet in the Italian cinema over the last decades, and Claudia Cardinale takes the opportunity from it in order to definitively demonstrate her dramatic temperament: her stammering defense for her boyfriend (...) deserves to be preserved in an ideal anthology of our actors (...)”. (Callisto Cosulich, ABC) nota critica “(...) Gli indifferenti risulta forse la più accettabile traduzione cinematografica di un’opera di Moravia ed è al tempo stesso un film che si salda con coerenza ai precedenti di Maselli, regista che ha sempre mirato a raffigurare criticamente la borghesia italiana. Ne Gli indifferenti Maselli ha perduto in fervore polemico quello che ha acquistato in maturità narrativa. (…) dal punto di vista formale è un film di prim’ordine, grazie all’elaborato contributo di un operatore come Gianni Di Venanzo (la cui fotografia insiste sui toni scuri e densi), di uno scenografo come Luigi Scaccianoce (...)”. (Gian Carlo Castello, Il Punto) critical note “(...) Time of Indifference is perhaps the most acceptable cinematographic translation of one of Moravia’s work and is at the same time a film that is coherently united with the previous works of Maselli, a director who has always aimed to critically portray the Italian bourgeoisie. In Time of Indifference Maselli has lost its polemical fervor by gaining instead a narrative maturity. (...) from a formal point of view it is a first-rate film, thanks to the elaborate input of an operator such as Gianni Di Venanzo (whose photograph has a special focus on dark and dense tones), and of a set designer such as Luigi Scaccianoce (...)”. (Gian Carlo Castello, Il Punto) nota critica “(...) qui si può dire che la Cardinale ha varcato il Rubicone. (...) Il personaggio di Mara ci sembra uno dei ruoli più convincenti che ci sia capitato di incontrare nel cinema italiano degli ultimi anni, e Claudia Cardinale vi coglie l’occasione per dimostrare definitivamente il suo temperamento drammatico: la sua balbettante difesa del fidanzato (…) merita di essere conservato in una ideale antologia dei nostri attori (...)”. (Callisto Cosulich, ABC) Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Rod Steiger, Shelley Winters, Tomas Milian, Paulette Goddard, Consalvo Dell’Arti, Adriana Facchetti, Aurelio Marconi, Bruno Scipioni Produttore Producer: Franco Cristaldi Produzione Production: Vides Cinematografica, Lux Film, Ultra, Société Cinématografique de France premi awards 1961 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Attrice Best Actress 1964 David di Donatello: Miglior Produttore Best Producer 90 premi e festival awards and festivals 1964 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Scenografia Best Set Design 1965 Mar del Plata FF: Miglior Film Best Film 91 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE VAGHE STELLE DELL’ORSA IL GIORNO DELLA CIVETTA The Day of the Owl Sandra Italia - 1964 – 35mm – b&n - 100’ Italia, Francia - 1968 – 35mm – colore - 112’ Regia Direction: Luchino Visconti Sceneggiatura Screenplay: Suso Cecchi d’Amico, Enrico Medioli, Luchino Visconti Fotografia Photography: Armando Nannuzzi Montaggio Editing: Mario Serandrei Scenografia Set design: Mario Garbuglia Musica Music: Cesar Franck Costumi Costumes: Bice Brichetto Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Jean Sorel, Michael Craig, Renzo Ricci, Fred Williams, Marie Bell, Amalia Troiani, Vittorio Manfrino, Renato Moretti, Giovanni Rovini, Paola Pescini, Isacco Politi, Ferdinando Scarfiotti Produttori Producers: Franco Cristaldi Produzione Production: Vides sinossi Dopo anni di assenza, Sandra Luzzatti torna a Volterra, sua città natale. È con lei Andrew, il marito, curioso di conoscere l’ambiente in cui la moglie ha vissuto la sua giovinezza. A casa trovano Gianni, il fratello di Sandra, che da tempo vive in modo disordinato e sogna di diventare famoso grazie al romanzo autobiografico che sta scrivendo. La madre di Sandra e Gianni, invece, è da anni confinata in clinica a causa di un grave equilibrio psichico, accudita dal suo secondo marito, l’avvocato Gilardini. Ben presto Andrew capisce che l’intera famiglia Luzzatti è ossessionata dal ricordo del padre, un illustre scienziato ebreo deportato dai nazisti e morto in un campo di concentramento. Sandra e Gianni da sempre incolpano della sua morte il patrigno, al tempo amante della madre, accusandolo di delazione... synopsis After an absence of many years, Sandra Luzzatti returns to Volterra, her native city. Together with her, her husband, interested to know the environment in which his wife has lived her youth. At home they find Gianni, Sandra’s brother, who has for a long time lived in a disorderly way and dreams of becoming famous thanks to the auto-biographical novel that he is writing. The mother of Sandra and Gianni, instead, has for year been confined to the clinic because of a severe alteration of her mental balance, being cared for by her second husband, the lawyer Gilardini. Soon Andrew understands that the whole Luzzatti family is obsessed by the memory of his father, a distinguished Jewish scientist deported by the Nazis and died in a concentration camp. Sandra and Gianni always blame for his death the stepfather, at the time the mother’s lover, accusing him for spying... nota critica “(...) La maestria con cui Luchino Visconti ha tenuto il racconto sul filo di un enigma insolubile è da ammirarsi non come un virtuosismo tecnico, ma come un mezzo artisticamente valido per esprimere con suggestivo vigore il dramma che si scatena nell’animo dei protagonisti. Specialmente vera è parsa la figura di Sandra, impersonata con spontanea naturalezza da Claudia Cardinale: il personaggio di moderna Elettra è una tappa importante nella carriera di questa attrice. (...)” (F. Fasolo, Stampa Sera) critical note “(...)The skill with which Luchino Visconti kept the story on the edge of an insoluble enigma is not to be admired as a technical virtuosity, but as an artistically valid means to express with impressive force the drama that rages in the minds of the protagonists. Especially true appeared the figure of Sandra, played by Claudia Cardinale with natural spontaneity: the character of a modern Electra is an important step in the career of this actress. (...)” (F. Fasolo, Stampa Sera) Regia Direction: Damiano Damiani Sceneggiatura Screenplay: Damiano Damiani, Ugo Pirro dal romanzo omonimo di from the novel of the same name by Leonardo Sciascia Fotografia Photography: Tonino Delli Colli Montaggio Editing: Nino Baragli Scenografia Set design: Sergio Canevari Musica Music: Giovanni Fusco Costumi Costumes: Marilù Carteny Interpreti Cast: Franco Nero, Claudia Cardinale, Lee J. Cobb, Tano Cimarosa, Nehemiah Persoff, Serge Reggiani, Fred Coplan, Gianni Pallavicino, Laura De Marchi, Brizio Montinaro, Giuseppe Lauricella, Vincenzo Norvese, Vincenzo Falanga, Ennio Balbo, Ugo D’Alessio, Lino Coletta Produttori Producers: Ermanno Donati, Luigi Carpentieri Produzione Production: Panda Cinematografica, Les Films Corona sinossi Un modesto imprenditore edile, Colasberna, viene ucciso a colpi di lupara; all’assassinio assiste per caso Nicolosi, marito di una giovane e bella donna, che poi scompare misteriosamente. Parrinieddu, confidente dei carabinieri, fa intuire al capitano Bellodi, che conduce le indagini, che Rosa Nicolosi sa più di quanto dica. nota critica “(...) I pregi maggiori del film stanno, oltre che nella serietà del discorso, nella scarna ed efficace realizzazione, basata su un ritmo costante e nervoso, su un impianto narrativo e strutturale coerente e controllato, su una fotografia accurata e talvolta molto bella e funzionale. Franco Nero, che è alla sua prima prova impegnativa, se la cava abbastanza, (…) ottima prova di Lee J. Cobb, di Serge Reggiani, ma specialmente di Claudia Cardinale. Il giorno della civetta ci fa riscoprire una Cardinale che non vedevamo dai tempi de La ragazza con la valigia e de La ragazza di Bube: tesa, selvaggia, dignitosa e vile ad un tempo; simbolo delle tante vedove e madri e orfane siciliane, chiuse in un dolore da non raccontare, da nascondere come una colpa. (...)” (Don Claudio Sorgi, L’Osservatore Romano) synopsis A modest building contractor, Colasberna, is shot to death with a sawn-off shotgun; witnessed the assassination by accident Nicolosi, the husband of a beautiful young woman, who then mysteriously disappears. Parrinieddu, an informer of the police, allows the captain Bellodi, who is leading the investigation, to guess that Rosa Nicolosi knows more than she says. critical note “(...) The greatest merits of the film are, as well as the seriousness of the speech, the concise and effective realization, based on a constant and nervous rhythm, a consistent and controlled narrative and operational structure, an accurate and sometimes very beautiful and functional photography. Franco Nero, at his first challenging performance, is doing just fine enough, (...) a very good performance of Lee J. Cobb, Serge Reggiani, but especially of Claudia Cardinale. The Day of the Owl makes us rediscover Claudia Cardinale, as we have not seen since Girl with a Suitcase and Bebo’s Girl: tense, wild, dignified and vile at the same time; symbol of the many Sicilian widows and mothers and orphans, wrapped up in their grief not to tell, but to hide as a fault. (...)” (Don Claudio Sorgi, L’Osservatore Romano)Splendid photography of L. Barboni and a flourishing Cardinale”. (Il Morandini) premi awards premi e festival awards and festivals 92 1965 Mostra di Venezia: Leone d’oro, Premio Cinema Nuovo Golden Lion, New Cinema Award 1966 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Fotografia in b&n Best Cinematography, B/W 1968 David di Donatello: Migliore Regia, Attrice, Attore, Produttori, Targa d’oro A Damiano Damiani Best Direction, Actress, Actor, Producer, Golden Plate to Damiano Damiani 1969 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Produttori Best Producers 93 I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE C’ERA UNA VOLTA IL WEST CLARETTA Claretta Petacci Once Upon a Time in the West Italia - 1968 – 35mm – colore - 167’ Regia Direction: Sergio Leone Soggetto Script: Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Sergio Leone Sceneggiatura Screenplay: Sergio Donati, Sergio Leone Fotografia Photography: Tonino Delli Colli Montaggio Editing: Nino Baragli Scenografia Set design: Carlo Simi Musica Music: Ennio Morricone Costumi Costumes: Carlo Simi Interpreti Cast: Henry Fonda, Claudia Cardinale, Jason sinossi In una sperduta stazione del West tre scagnozzi aspettano pazientemente l’arrivo di un treno. Ne scende un pistolero che, una volta informato che sono là al posto di Frank, li fa fuori. Intanto a Flagstone arriva da New Orleans, all’insaputa dei più, la bella sposina Jill, in viaggio verso la fattoria di Brett McBain. Però, giunta alla proprietà, trova il marito e i figli di primo letto di lui massacrati. Incolpato dell’omicidio è Cheyenne, noto fuorilegge della zona, che però, estraneo ai fatti, non tarda a farsi vivo... nota critica “(...)Frayling sostiene che l’opera di Leone dovrebbe essere considerata nel contesto del ‘cinema critico’, prodotto da registi come Chabrol, Bertolucci e Pasolini, alla fine del 1960 e nei primi anni 70. Soprattutto in C’era una volta il West, Leone evoca consapevolmente i temi, i personaggi e le scenografie del Western americano, separando questi elementi dalla loro base ideologica e storica, al fine di considerare gli aspetti della storia di frontiera e della mitologia che i prodotti di Hollywood avevano eluso o ignorato. (...) Leone aveva un profondo coivolgimento emotivo ed intellettuale nelle mitologie cinematografiche che esplorava, malgrado queste mitologie fossero ormai compromesse e divenute banali. (...)”. (Dan Edwards, Senseofcinema.com) Italia - 1984 – 35mm – colore - 127’ Robards, Charles Bronson, Gabriele Ferzetti, Paolo Stoppa, Woody Strode, Jack Elam, Keenan Wynn, Frank Wolff, Lionel Stander, Marco Zuanelli, Aldo Berti, Claudio Mancini, Luigi Ciavarro, Enzo Santaniello, Dino Mele, Simonetta Santaniello, Renato Pinciroli, Benito Stefanelli Produttori Producers: Bino Cicogna Produzione Production: Rafran Cinematografica, San Marco Films synopsis In a remote station of the West three henchmen are waiting patiently for the arrival of a train. Comes down from it a gunman who, once informed that they are there as substitute for Frank, kills them. Meanwhile in Flagstone arrives from New Orleans, without the knowledge of the most, the beautiful bride, Jill, traveling to the farm of Brett McBain. Moreover, arrived to the property, she finds the husband and the children from his first marriage massacred. Accused of this murder was Cheyenne, a wellknown outlaws in the area, who however, uninvolved soon appears ... critical note “(...) Frayling argues that Leone’s work should be considered in the context of the ‘critical cinema’ produced by filmmakers such as Chabrol, Bertolucci and Pasolini in the late 1960s and early ’70s. Especially in Once Upon a Time in the West, Leone self-consciously evokes the themes, characters and settings of the American Western, divorcing these elements from their ideological and historical base in order to consider aspects of frontier history and mythology that Hollywood studio products had evaded or ignored. (…) Leone has a profound emotional and intellectual investment in the cinematic mythologies he explores, however compromised and clichéd these mythologies may have become. (...)”. (Dan Edwards, Senseofcinema.com) premi awards 1969 David di Donatello: Miglior Produttore Best Producer 2009 National Film Preservation Board, USA: National Film Registry 94 Regia Direction: Pasquale Squitieri Sceneggiatura Screenplay: Pasquale Squitieri, Arrigo Petacco Fotografia Photography: Eugenio Bentivoglio Montaggio Editing: Mauro Bonanni Scenografia Set design: Nicola Losito Musica Music: Gerard Schurmann Costumi Costumes: Ezio Altieri Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Giuliano Gemma, Catherine Spaak, Miriam Petacci, Nancy Brilli, Philippe Lemaire, Caterina Boratto, Raffaele Curi, Fernando Briamo, Lorenzo Piani, Angela Goodwin, Mario Granato, Maria Mercader Produttore Producer: Giacomo Pezzali Produzione Production: Trans World Film, Rai Radiotelevisione Italiana Rete 2 sinossi Una giornalista italiana sta facendo delle ricerche sulla vita di Claretta Petacci, amante di Benito Mussolini, e, avendo poco materiale a disposizione, contatta la sorella più piccola, Miriam, alias Miriam di San Servolo, ex attrice degli anni quaranta, per avere un’intervista. Miriam Petacci si rivela molto disponibile a concedere informazioni, racconta del periodo del carcere a Novara e confida come nacque il legame sentimentale tra la sorella e il Duce, che la abbagliò con la sua personalità... synopsis An Italian journalist is doing some researches on the life of Claretta Petacci, Benito Mussolini’s mistress, and, having little available material, she contacts her younger sister, Miriam, also known as Miriam di San Servolo, a former actress of the 1940s, to have an interview. Miriam Petacci, showing willingness to provide information, tells about the period spent in prison in Novara and confides how the sentimental ties was born between her sister and the Duce, who dazzled her with his personality... nota critica “(...) Squitieri fa scorrere il film per oltre due ore, ponendo quasi costantemente al centro dell’azione la figura di Claretta, con cornici e circostanze plausibili (…), ma senza mai negarsi la libertà di un’invenzione aggressiva, secondo il suo gusto di far cinema. E allora il personaggio che ne scaturisce ha profili densi e frastagliati, e si muove entro gli spazi di un carattere esuberante e deciso, con pieghe coraggiose e romantiche.(...) Claudia Cardinale, nella figura di Claretta, ferma e rotonda, mai abbandonata ai facili trasporti emotivi, travasa la sua piena maturità espressiva, con acute e pure sommesse motivazioni umane. Una parte da ricordare. (…)” (Claudio Trionfera, Il Tempo) critical note “(...) Squitieri passes the film for more than two hours, bringing almost constantly at the center of action the figure of Claretta, with frames and plausible circumstances (...), but without ever denying himself the freedom of an aggressive invention, according to his taste in film making. And then the character that emerges has dense and jagged profiles, and moves within the space of an exuberant and decided nature, with courageous and romantic tendencies. (...) Claudia Cardinale, in the role of Claretta, firm and well-rounded, never abandoned to easy emotional enthusiasms, transmits her full expressive maturity, with acute and subdued human motivations as well. A role to be remembered. (…)” (Claudio Trionfera, Il Tempo) premi e festival awards and festivals 1984 Mostar di Venezia – Concorso: Premio Pasinetti a Pasinetti Award to Claudia Cardinale 1985 Golden Globes, Italia: Miglior Attrice Best Actress 1985 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Attrice Best Actress 95 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO MARCO BELLOCCHIO OMAGGIO LA COLPA E LA PENA GINEPRO FATTO UOMO I PUGNI IN TASCA LA CINA È VICINA DISCUTIAMO DISCUTIAMO IL POPOLO CALABRESE HA RIALZATO LA TESTA VIVA IL PRIMO MAGGIO ROSSO E PROLETARIO NEL NOME DEL PADRE MATTI DA SLEGARE MARCIA TRIONFALE IL GABBIANO SALTO NEL VUOTO ENRICO IV DIAVOLO IN CORPO LA VISIONE DEL SABBA LA CONDANNA IL SOGNO DELLA FARFALLA IL PRINCIPE DI HOMBURG LA BALIA L’ORA DI RELIGIONE BUONGIORNO, NOTTE IL REGISTA DI MATRIMONI VINCERE SORELLE MAI BELLA ADDORMENTATA 97 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO Marco Bellocchio biografia Marco Bellocchio biography PAOLO PERRONE Nato a Piacenza nel 1939, cresce a Bobbio e compie gli studi in scuole religiose, dedicandosi anche alla pittura (userà alcuni suoi lavori ne L’ora di religione). Nel ‘59 viene ammesso al Centro Sperimentale di Roma. Qui entra in contatto con alcuni dei suoi futuri collaboratori, come Sandro Franchina, Silvano Agosti, Enzo Doria, Alberto Maramma, Giuseppe Lanci e Giantito Burchiellaro, e gira i corti La colpa e la pena (1961) e Ginepro fatto uomo (1962). Diplomatosi, nel ‘62 si trasferisce a Londra, dove si iscrive alla Slide School of Fine Arts, si laurea con una tesi sul lavoro con gli attori di Antonioni e Bresson, e scrive il soggetto de I pugni in tasca (1965). Il film di debutto gli vale la Vela d’argento al Festival di Locarno e l’attenzione della critica internazionale. Diventa il film simbolo di una gioventù che vuole ribellarsi all’ipocrisia e al conformismo dell’ordine famigliare. Due anni dopo gira la commedia politica La Cina è vicina, che gli vale, nel 1968 a Venezia, il Gran Premio della Giuria. Entra nei gruppi studenteschi extraparlamentari di sinistra dell’UCI, girando per questo i documentari Il popolo calabrese ha rialzato la testa (1969) e Viva il 1° maggio rosso e proletario (1969). Negli anni Settanta il suo occhio ribelle, senza lasciare la famiglia che resta il suo bersaglio preferito, guarda dentro altre istituzioni per denunciarne violenze, soprusi e ingiustizie: un collegio cattolico (Nel nome del padre, 1972), un manicomio (Matti da slegare – Nessuno e tutti, 1975) e la vita militare (Marcia trionfale, 1976). Salto nel vuoto (1979), presentato in concorso a Cannes, vale ad entrambi i protagonisti, Michel Piccoli e Anouk Aimée, la Palma per l’interpretazione ed a lui il David di Donatello. Nel 1982 torna in famiglia per raccontare la tragedia privata Gli occhi, la bocca con protagonista Lou Castel, cui fa seguito nel 1984, per la Rai, una rivisitazione della commedia di Pirandello Enrico IV , con Marcello Mastroianni nel ruolo del “pazzo” e Claudia Cardinale in quello di Matilde. Una molto più libera interpretazione è quella del romanzo di Raymond Radyguet per Diavolo in corpo (1986), presentato alla Quinzaine des Réalizatuers di Cannes: grande scandalo e grande successo mondiale. Da questo film inizia una “collaborazione” con lo psichiatra Massimo Fagioli che lo vede impegnato in: La visione del Sabba (1988); La condanna (1991), scritto con lo stesso psichiatra, presentato alla Berlinale e premiato con l’Orso d’argento; Il sogno della farfalla (1994), su soggetto e sceneggiatura di Fagioli. Nel 1996 gira Il principe di Homburg (1997) da Heinrich von Kleist, in concorso a Cannes. Nel ‘97 inizia a tenere un gruppo di lavoro estivo a Bobbio, Fare Cinema; un’esperienza, questa, che sboccerà in diversi cortometraggi “girati in casa”, alcuni dei quali saranno base di realizzazione per Sorelle mai (2010), film libero dagli schemi produttivi, che, presentato fuori concorso a Venezia, ha suscitato l’entusiasmo della critica. Torna a lavorare da Pirandello con La balia (1999), in competizione a Cannes, con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi e Maya Sansa, che impone quest’ultima all’attenzione internazionale. È di nuovo in concorso sulla Croisette nel 2002 con l’originale e riuscitissimo affresco della falsa religiosità italica L’ora di religione, premiato dalla Giuria Ecumenica, che vale a Sergio Castellitto l’European Film Award ed a Piera Degli Esposti il David. Torna poi a Venezia, ed a lavorare con Maya Sansa, nel personale omaggio ad Aldo Moro (Roberto Herlitzka) Buongiorno, notte (2003), che gli vale, tra gli altri, l’Osella alla sceneggiatura in Laguna ed il premio della Fipresci agli European Film Awards. Il regista di matrimoni (2006), con Sergio Catellitto, è in Un Certain Regard a Cannes e vince i Nastri d’argento per il soggetto ed il montaggio. Vincere (2009), melodramma sulla vicenda della prima moglie del dittatore Mussolini con Filippo Timi e Giovanna Mezzogiorno, in concorso a Cannes, ottiene, tra gli altri, quattro Nastri d’argento e ben otto David di Donatello, compreso quello per la Regia. Nel 2011 gli viene tributato il doveroso omaggio del Leone d’Oro alla Carriera. È nuovamente al Lido l’anno successivo con Bella addormentata (2012), ritratto della società italiana attorno al caso Englaro, in cui s’è avvalso di uno strepitoso cast corale. Nominato Presidente della Cineteca di Bologna, Bellocchio è attualmente protagonista di omaggi al MoMa di New York e al XV festival del Cinema Europeo di Lecce. 98 Born in Piacenza in 1939 and grown in Bobbio, he attended religious schools, devoting himself on painting as well (he will use some of his work in My mother’s Smile). In 1959 he entered the Experimental film Center in Rome. Here he came in contact with some of his future collaborators, such as Sandro Franchina, Silvano Agosti, Enzo Doria, Alberto Maramma, Giuseppe Lanci and Giantito Burchiellaro, and shot the shorts The guilt and punishment/ La colpa e la pena (1961) and Juniper made man/ Ginepro fatto uomo ( 1962). After graduating in 1962, he moved to London, where he enrolled at the Slide School of Fine Arts, graduating with a thesis concerning the work carried out with the actors of Antonioni and Bresson, and he wrote the script of Fists in the Pocket (1965). His debut film won the Silver Sail at the Film Festival Locarno and drew the attention of international critics. This film becomes a symbol for a youth that wants to rebel against the hypocrisy and the conformism of the family’s order. Two years later he directed the political comedy China Is Near, which won, in 1968 at Venice, the Grand Jury Prize. He joined the extra parliamentary students groups of the Left of UCI, directing for this reason the documentaries The Calabrian People Have Raised Their Heads Again/Il popolo calabrese ha rialzato la testa (1969) and Long Live the Red and Proletariat May 1 /Viva il 1° maggio rosso e proletario (1969). In the seventies he turned his eye to rebellion without moving far from the family that remains his favorite target, by peering other institutions to denounce violence, abuse and injustices: a Catholic college (In the Name of the Father, 1972), an insane asylum (Fit to Be Untied Anyone and Everyone, 1975) and the military live (Victory March, 1976). Leap in the Dark (1979), in competition at Cannes, allows both protagonists, Michel Piccoli and Anouk Aimée, to win the Palm for their performance and allows him to win the David di Donatello Award. In 1982 he once again dealt with the issue of familial relations to tell the private tragedy private in The Eyes, The Mouth, with Lou Castel as the protagonist. This film was followed in 1984 for the Rai, by a review of the play by Pirandello Henry IV, with Marcello Mastroianni in the role of the “crazy” and Claudia Cardinal in that of Matilda. A much more liberating interpretation is that for Devil in the Flesh (1986) adapted from the novel by Raymond Radyguet and presented at Directors’ Fortnight at Cannes: a great scandal and a worldwide success. It is with this movie that he started a “collaboration” with the psychiatrist Massimo Fagioli that involved him in: The vision of the Sabbath (1988); The conviction (1991), which was written with the same psychiatrist and presented at the Berlinale, and won the Silver Bear; The Dream of the Butterfly (1994), based on the script and screenplay of Fagioli. In 1996 he directed The Prince of Homburg (1997) by Heinrich von Kleist, in competition at Cannes. In 1997, he started holding a summer working group in Bobbio, called Fare Cinema; an experience, this, that produced several short films “shot at home”, some of which have been the basis of the making of Sorelle Mai (2010), a film free of the production schemes, which presented, out of competition, at Venice, has attracted the attention of critics. Again from a novel by Pirandello, The Nanny (1999), in competition at Cannes, with Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi and Maya Sansa, who gained the international attention. He was again in competition at Cannes in 2002 for the Croisette jury Prize with the original and highly successful representation on the false Italian religiosity My Mother’s Smile, awarded by the Ecumenical Jury , which allowed Sergio Castellitto to win the European Film Award and Piera Degli Esposti to win the David Award. Later he returned to Venice, where he started working with Maya Sansa, to a personal tribute to Aldo Moro (Roberto Herlitzka) Good Morning, Night (2003), which won, among the others, the Osella Award for Best Screenpaly at Venice and the FIPRESCI prize at the European Film Awards. The Wedding Director (2006), with Sergio Catellitto, was at Cannes in the Un Certain Regard section and won the Silver Ribbons for Best Script and Film Editing. Vincere (2009), a melodrama based on the story of the first wife of the dictator Mussolini with Giovanna Mezzogiorno and Filippo Timi, in competition at Cannes, which received, among the others, four Silver Ribbons and as many as eight David di Donatello Awards, including the Award for Best Direction. In 2011 he was the recipient of the Golden Lion Career Award. The following year he was once again at Venice with Dormant Beauty (2012), a portrait of the Italian society around the Englaro case, in which we has made use of a magnificent ensemble cast. Appointed as Chairman of the Cineteca of Bologna, Bellocchio is currently the protagonist and honored with special tributes at the MoMA of New York and at the XV European Film Festival of Lecce. 99 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO LA COLPA E LA PENA GINEPRO FATTO UOMO The Guilt And Punishment Juniper Made Man Italia - 1961 – 35mm – b&n - 12’ Italia - 1962 – 35mm – b&n - 43’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Cesare Fontana Interpreti Cast: Alberto Maravalle, Stefano Satta Flores, sinossi Un giovane attende all’esterno di un edificio l’arrivo del gruppo, accarezzando un gattino. Arrivate delle macchine, ne scendono diversi individui, che lo precedono all’interno. Il ragazzo una volta entrato, inizia a parlare con il capo, cercando di dare spiegazioni a proposito di una nottata passata con la compagna dell’interlocutore... nota critica “(...) Bellocchio mette in luce la sua attenzione per le psicologie complesse e talora contorte, per la condizione di gregario, per la contraddittorietà dell’animo umano, per il rapporto amore/odio che si istituisce tra chi comanda e chi obbedisce. Tutti argomenti che verranno trattati e approfonditi in seguito diventando centrali in opere come Marcia trionfale, Nel nome del padre, Salto nel vuoto ad esempio. Ma sono anche i piccoli segni a dare il senso dell’inizio di un cammino”. (Giancarlo Zappoli, Le forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio) Maria Pia Vaccarezza Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia synopsis A young man is waiting outside of the building for the group’s arrival, stroking a kitten. When some cars arrived, got out from it different individuals, who precede him inside. One the boy is inside, he starts talking with his boss, trying to give him explanations about a night spent with the girlfriend of the interlocutor... critical note “(...) Bellocchio highlights his special attention to complex and sometimes intricate psychologies, due to the contradictory of the human soul, to the love-hate relationship that is established between those who command and those who obey. All issues that will be hereafter discussed and examined in depth, by becoming central to the works such as Victory March, In the Name of the Father, A Leap in the Dark, for example. But also small signs can give a sense to the beginning of a path”. (Giancarlo Zappoli, Le forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio) nota: Saggio del 1° anno del corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia Essay of the first year film direction course at the Italian National film school 100 Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Ettore De Tomasi Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro Interpreti Cast: Kerstin Wartel, Stefano Satta Flores, Paolo Graziosi, Ettore Toscano, Francesco Crescimone Produttore Producer: Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia sinossi Ginepro, leader del movimento studentesco di sinistra all’università La Sapienza, ha nella sua cerchia, oltre a Gabriella, la sua ragazza, Igor, il suo braccio destro, e Bandini, un giovane introverso che gira sempre accompagnato dalla sua cinepresa amatoriale. Quest’ultimo riprendendolo di nascosto mira a soffiargli la ragazza e distruggerne la figura. synopsis Juniper, is a leader of the Left student movement at the University La Sapienza, in his entourage are included, in addition to Gabriella, his girlfriend, Igor, his right hand, and Bandini, an introvert young who always goes around with his amateur camera. This latter, by shooting him in secret, aims to take him away his girlfriend and destroy his figure. nota critica “(...) Il saggio di regia per il secondo anno di corso è già un film d’autore vero e proprio. Per di più il mediometraggio si presenta come uno sviluppo vero e proprio del precedente La colpa e la pena. (…) è chiaro che dopo Ginepro fatto uomo il gioco di Bellocchio si svolge tutto a carte scoperte. Il cinema stesso, sembra dirci, è un’arma, l’arma più forte di una realtà nascosta e indicibile posta dietro la patina del reale. Se vuole, anche la macchina da presa non parla, ma si comporta e ferisce, si atteggia e comunica antinomicamente con i suoi atti, meglio che con le sue parole, proprio come un essere umano, attingendo tramite le espressioni visive a una “perturbazione dolorosa, più forte di ogni istanza moderatrice del volere”, “alle oscillazioni e ai pretesti da una zona profonda, inespiabile, di celate verità”, “a uno strazio che è senza confessioni”. (...)” (Luca Mazzei, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) critical note “(...) This essay on directing for the second year of the course is already a fully-fledged art film. The medium-length film further presents itself as a real development of the previous The guilt and punishment. (...) It is clear that after Juniper Made Man Bellocchio puts all his cards on the table. The film itself, appears to say to us, is a weapon, the stronger weapon of a hidden and indescribable reality behind the semblance of reality. If it wants, also the camera doesn’t speak, but behaves like and wounds, acts and communicates in total opposition with his actions, better than with his words, just as a human being, by drawing through visual expressions on a “painful disturbance, stronger than any moderating request of will”, “on fluctuations and reasons from a deep zone, not possible to expiate, of hidden truths”, “on an agony without confessions”. (...)” (Luca Mazzei, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) nota: Saggio di diploma del corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia Final essay of the film direction course at the Italian National film school 101 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO I PUGNI IN TASCA LA CINA È VICINA Fists in the Pocket China is near Italia - 1965 – 35mm – b/n - 107’ Italia - 1967 – 35mm – b/n - 95’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Alberto Marrama Montaggio Editing: Silvano Agosti Scenografia Set design: Gisella Longo Musica Music: Ennio Morricone Costumi Costumes: Rosa Sala Interpreti Cast: Lou Castel, Paola Pitagora, Marino Masé, Pierluigi Troglio, Irene Agnelli, Jeannie McNeil, Liliana Geraci, Gianni Schicchi, Stefania Troglio, Mauro Martini, Alfredo Filippazzi, Celestina Bellocchio, Gianfranco Cella, Tino Mulinari, Lella Bertante, Sandra Bergamini Produttore Producer: Enzo Doria Produzione Production: Doria Cinematografica sinossi In una decadente villa della montagna piacentina vive una famiglia borghese la cui direzione è affidata, più che alla madre cieca, al maggiore dei quattro figli, l’avvocato Augusto, che, fidanzato da tempo ad una ragazza di città, attende con ansia il momento di abbandonare la casa per formare una propria famiglia nel capoluogo. Nella casa vivono: Leone, il più giovane dei fratelli, epilettico ed incapace di ragionare; Giulia, la quale, anche se apparentemente più normale, è a sua volta malata e psicologicamente ferma ad una preadolescenza che la lega morbosamente a Sandro. synopsis In a decadent villa setting in the mountain area of Piacenza lives a bourgeois family whose direction is entrusted, rather than to the blind mother, to the eldest of four children, the lawyer Augustus, who, engaged for quite some time to a city girl, looks forward to leaving the house in order to create his own family in the capital. In the house are living: Leone, the youngest of the brothers, who suffers from epilepsy and is incapable of reasoning; Giulia, who, though apparently normal, is in her turn ill and still psychologically lives in a pre-adolescence phase which morbidly links her to Sandro. nota critica “(…) Marco Bellocchio ha dato fondo in questo suo I pugni in tasca a tutto ciò che di solito costituisce il mondo della giovinezza. In questo film c’è di tutto, davvero: odio e amore della famiglia, ambiguità dei rapporti fraterni, attrazione verso la morte, entusiasmo per la vita, volontà astratta di azione, furore impotente, malinconia morbosa, violenza profanatoria e infine, a sfondo di tutto questo, il senso cupo e fatale di una provincia senza speranza. Questa complessa e torbida materia non è però espressa in maniera crepuscolare come quasi sempre avviene nel cinema e nella letteratura italiana, bensì è affrontata, caso raro, drammaticamente. (...) Con Alessandro ha inventato un personaggio molto bello e, specie nel cinema italiano, molto nuovo. (...)” (Alberto Moravia, Al cinema) premi e festival awards and festivals: 1965 Festival di Locarno – Concorso: Vela d’Argento Silver Sail 1965 Rio de Janeiro FF: Premio Cinema Novo 102 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO critical note “(...) Marco Bellocchio has given rise in his Fists in the pocket to all which usually constitutes the world of youth. In this movie there is everything , truly: family’s hate and love, ambiguity in fraternal relations , attraction to death, enthusiasm about life, abstract action’s will , impotent anger , morbid melancholy, profanation violence and finally, as background for all of this, the dark and fatal sense of a hopeless Province. This complex and turbid matter, however, is not expressed in a hazy manner as it is almost always in the Italian cinema and literature, but rather it is handled, rare case, in a dramatic way. (...). He has invented with Alessandro a very nice character, and especially within the Italian cinema, very new. (...)” (Alberto Moravia, Al cinema) Cinema Novo Award 1966 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Miglior Soggetto Best Original Story Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Elda Tattoli Fotografia Photography: Tonino Delli Colli Montaggio Editing: Roberto Perpignani Scenografia Set design: Ugo Novello Musica Music: Ennio Morricone Interpreti Cast: Glauco Mauri, Elda Tattoli, Paolo Graziosi, Daniela Surina, Pierluigi Aprà, Alessandro Haber, Claudio Trionfi, Laura De Marchi, Mimma Biscardi, Claudio Tura, Giuliano Todeschini, Claudio Cassinelli, Renato Jalenti Produttore Producer: Franco Cristaldi Produzione Production: Vides sinossi La famiglia Gordini Malvezzi, ereditiera, per discendenza nobiliare, di pingui possedimenti terrieri, è composta da Vittorio, professore di scuola media superiore, più erudito che colto, debole di carattere e trasformista in politica, dalla sorella Elena, arcigna amministratrice del patrimonio familiare, tenace zitella ma assidua frequentatrice di uomini di ogni tipo, e dal fratello Camillo, studente in un collegio di preti, acceso sostenitore d’idee estremiste che proclama apertamente con slogan murali. Ricevuta l’assicurazione di divenire assessore, il capo della famiglia Gordini Malvezzi accetta di presentarsi candidato nelle liste socialiste. Come proprio factotum Vittorio assume Carlo, un proletario con il diploma di ragioniere e molti sogni ambiziosi... synopsis The Gordini Malvezzi family, heiress, for a noble lineage, of huge estates, is made up of Vittorio, a secondary school professor, more erudite than cultured, with a weak character and a transformist from a political point of view, his sister Elena, a grim administrator of the family property, a tenacious spinster but who regularly indulges in any kind of men, and the brother Camillo, a college of priests student, an ardent supporter of extremist ideas that he openly proclaims with wall slogans. Being sure to become an assessor, the head of the Gordini Malvezzi family agrees to stand as a candidate in the socialist lists. As his own personal factotum, Vittorio hires Carlo, a proletarian with the diploma of accounting and many ambitious dreams… nota critica “(…) l’opera seconda allarga l’orizzonte d’indagine all’ambito sociale della contrapposizione di classe. (…) tutto il meccanismo narrativo prende corpo in un saporito gioco delle coppie, con unioni che si formano e si dissolvono seguendo un percorso solo apparentemente capriccioso, in realtà limpidamente geometrico, secondo un modello speculare dove ogni azione si piega prima di tutto all’esigenza utilitaristica dei singoli personaggi (…). Più incline a una machinerie settecentesca alla Choderlos de Laclos che a un classico meccanismo da commedia alla Germi, La Cina è vicina solo all’inizio sembra volersi porre in sintonia con certe sperimentazioni linguistiche tipiche della nouvelle vague (...)” (Giovanni Spagnoletti, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) critical note “(…) the second feature extends the horizon of investigation to the social aspect of the class contrast. (...) The whole narrative mechanism is expressed in a stimulating game involving couples, with the formation and dissolution of unions following an apparently capricious path, in reality clearly geometric, according to a mirror mode where every action first of all has to deal with the utilitarian requirement of the single characters (...). More inclined to an eighteenth century machinerie in the way of Choderlos de Laclos than to a classic comedy mechanism in the way of Germ, China is near only at the beginning seems to want to be put in line with certain linguistic experimentations typical of the New Wave (...)” (Giovanni Spagnoletti, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) premi e festival awards and festivals: 1967 Mostra di Venezia – Concorso Competition: Premio Speciale della Giuria Special Jury Prize, Premio FIPRESCI Prize 1968 Nastri d’argento Silver Ribbons: Migliore Fotografia in Bianco e Nero, Soggetto Originale Best CinematographyB/W, Original Story 103 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO DISCUTIAMO, DISCUTIAMO IL POPOLO CALABRESE HA RIALZATO LA TESTA Let’s Discuss (V episodio di AMORE E RABBIA Fifth episode from LOVE AND ANGER) The Calabrian People Have Raised Their Heads Again Italia, Francia – 1969 – 35mm – colore - 24’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Elda Tattoli Fotografia Photography: Aiace Parolin Montaggio Editing: Marco Bellocchio, Elda Tattolii Scenografia Set design: Mimmo Scavia Interpreti Cast: Marco Bellocchio, Sergio Elia, Roberto Marigliano, Dino Audino, Ivo Micheli, Daniele Marfori, Michele Santoro, Patrizia Cavalli, Ilda Bartoloni, Mimmo Raffaele, Gianloreto Carbone, Marco Visalberghi, Claudia Mancina, Stefania Jaconis, Silvana Mazzocchi, Enzo Tarquini Produttore Producer: Marco Bellocchio, Elda Tattoli, Carlo Lizzani Produzione Production: Castoro Film, Anouchka Film sinossi In un’aula universitaria fa irruzione una brigata di studenti contestatori che interrompe la lezione su Benedetto Croce, fra le proteste degli altri studenti, quelli borghesi che vogliono proseguire la didattica. Il professore tenta di riportare la calma, invitando tutti alla discussione... synopsis Into a university classroom irrupts a brigade of protesting students who interrupts the lesson upon Benedetto Croce, among the protests of the other students, those bourgeois who want to continue the teaching activity. The professor tries to ease the tension, by encouraging all to discuss... nota critica “(...) Davanti a una macchina da presa persino anonima, gli studenti danno libero sfogo alla natura spettacolistica del Sessantotto. L’etnografo Bellocchio, insomma, non filma il Sessantotto, ma lo spettacolo del Sessantotto. Che è doppio. Il Sessantotto, infatti, dà spettacolo due volte: nelle manifestazioni esteriori di burla, mascheramento e dissacrazione, e in qualità di sacra rappresentazione capace di riprodurre, dall’interno stesso della comunità, il rito di fondazione e mutazione. Di fronte a tale natura (…) l’autore tace, fa l’etnografo e si ritira. Un etnografo che tuttavia, sotto una barba da fiera e senza pathos eccessivo, se la sa ridere ancora”. (Flavio De Bernardinis, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) critical note (...) In front of a camera even anonymously, the students give free rein to the vivacity nature to spectacle of the Sixtyeight movement. As an ethnographer, Bellocchio therefore, doesnt film the Sixty-eight movement, but the show of this movement, which is double. The sixty-eight movement, in fact, spectacles twice: in the outward manifestations as a prank, masking and desecration, and as a sacred representation capable of reproducing, from within the community itself, the rite of the foundation and mutation. Faced with such a nature (...) the author stays silent, acts as an ethnographer and retreats. An ethnographer who, under his imposing beard and without excessive pathos, still knows how to laugh”. (Flavio De Bernardinis, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) 104 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO Italia – 1969 – 16mm – b&n - 60’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Fotografia Photography: Dimitri Nicolau, Ivan Stoinov Produzione Production: Servire il popolo sinossi Documentario realizzato in Calabria, nella cittadina di Paola, sulle lotte per l’occupazione delle case popolari. Prodotto dall’associazione marxisti leninisti italiani. Una descrizione delle azioni di lotta e una serie di interviste che offrono uno spaccato della società urbana del sud. Fra i partecipanti al comizio finale si riconosce Aldo Brandirali, leader dell’Unione Comunisti Italiani (marxistileninisti). synopsis A documentary realized in Calabria, in the town of Paola, on the struggles for the occupation of social housing. Produced by the Italian Marxist-Leninist association. A description of the fight actions and a series of interviews that offer an insight into the south urban society. Among the participants at the final meeting of the election campaign there is Aldo Brandirali, a leader of the Union of the Italian Communists (Marxist- Leninist). nota critica “In questo film la consapevolezza politica di operai e contadini è costruita soprattutto in montaggio; più dello sconforto sociale e del disperato fatalismo - aspetti considerati decadenti - si voleva dare un’idea del popolo sfruttato e sofferente, ma attivo, ottimista, rivoluzionario. Tutti i discorsi disfattisti vennero mutilati - ricorda Bellocchio - conservando per esempio quei punti in cui l’intervistato si scagliava contro i politicanti, i partiti, i parlamentari, in cui manifestava un odio attivo contro i suoi sfruttatori”. (Marco Bertozzi, Storia del documentario italiano) critical note “In this film, the political awareness of workers and peasants is built mainly in editing, rather than on social dejection and desperate fatalism - aspects that are considered decadent – it was intended “to give an idea about the exploited and suffering people, but active, optimistic and revolutionary. All the defeatists talk were mutilated - as Bellocchio notes - for example by keeping those fragments in which the interviewee was hurling himself against politicians, political parties, parliamentarians, in which he expressed an active hate against its exploiters”. (Marco Bertozzi, Storia del documentario italiano) 105 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO VIVA IL 1˚MAGGIO ROSSO E PROLETARIO Long Live the Red and Proletariat May 1 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO NEL NOME DEL PADRE In the name of the Father Italia – 1969 – 16mm – b&n e colore - 26’ Italia - 1971 – 35mm – colore – 1 Regia Direction: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Dimitri Nicolau Produzione Production: Unione Comunisti Italiani Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Franco Di Giacomo Montaggio Editing: Franco Arcalli Scenografia Set design: Amedeo Fago Musica Music: Nicola Piovani Costumi Costumes: Enrico Job Interpreti Cast: Yves Beneyton, Renato Scarpa, Laura Betti, Aldo Sassi, Lou Castel, Piero Vida, Gérard Boucaron, Marco Romizi, Edoardo Torricella, Livio Galassi, Christian Aligny, Rossano Jalenti, Ghigo Alberani, Tino Maestroni, Gisella Burinato, Luisa Di Gaetano, Claudio Besestri, Orazio Stracuzzi, Gianni Schicchi, Marino Cenna, Simone Carella, Guerrino Crivello Produttore Producer: Franco Cristaldi Produzione Production: Vides Cinematografica sinossi La fragorosa sequenza di un canto penitenziale e le immagini d’ambiente collocano la vicenda in un collegio di lusso, anno scolastico 1958-1959. Vi è rinchiuso Angelo Transeunti per aver restituito a suo padre calci e schiaffi e pesantissimi insulti. Il personaggio resta coerente in ogni circostanza: teorizzatore del superuomo, hitleriano in sedicesimo, strumentalizza i compagni, fa espellere il vile prefetto Diotaiuti, induce un compagno a uccidere la madre isterica e seccatrice; mentre un altro si suicida, mette a soqquadro il collegio; mascherato da cane si aggira per i locali portando a spalla il cadavere di un sacerdote... nota critica “(...) Ogni inquadratura sembra fuoriuscire da un quadro della pittura rinascimentale tedesca e configurarsi come un’Allegoria di Dürer: un collegio che sembra un manicomio diviso per classi sociali; figure grottesche dal nome emblematico (Corazza, Diotaiuti, Salvatore); un giovane borghese che cammina a testa alta e coi pugni in tasca e che istiga alla rivoluzione. Bellocchio trasfigura figure e icone della cultura cattolica attraverso l’impeto della cultura tedesca moderna, presente a più riprese sotto varie figurazioni (da Goethe a Nietzsche, da Brecht all’iconografia nazista), e dall’accostamento costruisce un progetto politico aggressivo (...), ma fallimentare, destinato a fare della “lezione” di Transeunti una rivoluzione per folli. (...)” (Edoardo Becattini, Mymovies.it) synopsis The loud sequence of a penitential singing and images of the environment place the story in a luxury boarding school, school year 1958-1959. There was closed in Angelo Transeunti for having returned to his father kicks and slaps and extremely heavy insults. The character remains consistent with all circumstances: a theoretician of the Superman, a Hitlerian rough copy, he exploits his companions, expels the mean prefect Diotaiuti, induces one of his companions to kill his hysterical and scold mother; while another commits suicide, he turns the boarding school upside down; dressed up as a dog he goes around the place carrying on his shoulders the corpse of a priest... sinossi Breve documentario realizzato sulle contromanifestazioni organizzate dall’Unione Comunisti Italiani a Milano e Roma in occasione della Festa dei Lavoratori. Diviso in tre parti: nella prima si documenta il dibattito politico in seno all’Unione, nella seconda e nella terza le manifestazioni milanese e romana. nota critica “Con l’occasione di una celebrazione specifica come quella del Primo maggio che consente un’organizzazione preventiva, Bellocchio coordina il lavoro di numerosi operatori. Ne nasce un film a colori molto più attento all’impatto spettacolare e molto più “raffinato” dal punto di vista estetico. Bellocchio è consapevole di essere chiamato a dare enfasi a quello che costituisce un punto di forza dell’UCI, cioè alla capacità di organizzare manifestazioni in grado di colpire anche dal punto di vista visivo lo spettatore esterno e su questo fa leva. Ottenendo però una resa che risulta soprattutto esteriore.” (Giancarlo Zappoli, Le forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio, Lindau 2004) synopsis A short documentary realized on the counterdemonstrations that were organized by the Union of the Italian Communists in Milan and Rome on the occasion of the Labor Day on May 1st. It is divided into three parts: in the first it is documented the political debate within the Union, in the second and third the demonstrations which took place in Milan and Rome. critical note “On the occasion of the specific celebration such as the May Day which enables a prearranged organization, Bellocchio coordinates the work of many operators. The result is a color film which pays much more attention to the spectacular impact and is much more “refined” from the aesthetic point of view. Bellocchio is aware of being called upon to give emphasis to what is one of the strong points of UCI, that is, to the ability to organize demonstrations that are able to affect also from a visual point of view the external viewer and he relies on this. Obtaining however a performance which is mostly exterior.” (Giancarlo Zappoli, Le forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio, Lindau 2004) critical note “(...) Every shot seems to come out from a picture of the German Renaissance painting and to configure itself as the Dürer’s Allegorical painting: a boarding school that looks like a mental hospital divided into social classes; grotesque figures with emblematic names (Corazza, Diotaiuti, Salvatore); a young bourgeois who walks with his head held high and with his fists in the pockets and who instigates revolution. Bellocchio transfigures figures and icons of the Catholic culture through the impetus of the modern German culture, which is present on several occasions in the form of various figurations (from Goethe to Nietzsche, from Brecht to the Nazi iconography), and by the combination he builds an aggressive political project (...), but failing and intended to make the “lesson” of Transeunti a revolution for lunatics. (...)” (Edoardo Becattini, Mymovies.it) festival: 1971 New York FF 106 107 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO MATTI DA SLEGARE MARCIA TRIONFALE Fit To Be Untied Victory March Italia - 1975 16mm – colore e b&n - 140’ Italia, Francia, Germania - 1976 35mm – colore – 125’ Regia Direction: Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia Fotografia Photography: Dimitri Nicolau Montaggio Editing: Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia Musica Music: Nicola Piovani Fonico Sound technician: Reo Ugolinelli Con With: Paolo Notari, Angelo Massari, Marco Cattani Produttore Producer: Francesco Giovalè Produzione Production: 1 Marzo Cinematografica sinossi Anni addietro lo psichiatra Franco Basaglia aveva indicato un obiettivo determinato da perseguire nella cura delle malattie mentali e del disadattamento: svuotare lentamente i manicomi, da lui considerati i ghetti dell’emarginazione ed evitare nuovi ricoveri con un lavoro di prevenzione nei quartieri, nelle fabbriche, nelle scuole. Per documentare questa tesi, il film in due parti, muove dalle Tre storie di Paolo, Angelo e Marco, raccontandone la difficile situazione sociale, per poi documentare, con una serie di testimonianze, l’inserimento nel lavoro di alcuni ex degenti di ambo i sessi od il rifiuto del ritorno alla realtà esterna da parte di altri. Una galleria di ritratti che si conclude con una sequenza di una festa all’ospedale di Colorno. synopsis Years ago, the psychiatrist Franco Basaglia, determined a specific objective to be pursued in the treatment of mental illnesses and maladjustment: closing slowly the mental hospitals, which he considered the ghettoes of exclusion and avoiding new hospitalizations with a preventive work within neighborhoods, factories and schools. To document this theory, the two-part film, moves from Three stories of Paolo, Angelo and Marco, by introducing their difficult social situation, and then documents, with a number of testimonies, the integration in the work of some ex in-patients of both genders or the refusal by others to return to the external reality. A collection of portraits ending with a sequence of a party which took place at the Hospital Colorno. nota critica “Uno dei pochi esempi davvero convincenti di cinema militante italiano, capace di sviscerare il tema della “pazzia” con un’analisi reale che si giova degli apporti e delle lotte degli antipsichiatri e delle esperienze di recupero con gli operai emiliani.” (Paolo Mereghetti , Dizionario dei film) “(...) Non ha pretese scientifiche. Non è, in senso stretto, nemmeno un’inchiesta, ma piuttosto una testimonianza e una denuncia. La tesi è racchiusa nel titolo (...) Il film conta e vale come atto di amore e di rispetto per l’uomo che, anche quando è “diverso” e malato in modo sconvolgente (catatonici, mongoloidi, paranoici, schizofrenici) è sempre preso sul serio. La finale festa danzante è un grande momento di cinema.” (Il Morandini) critical note “Is one of the few and very convincing examples within the Italian militant cinema, capable of going deeply into the issue of “madness” with a real analysis that takes advantage of contributions and struggles of the anti-psychiatrists and of recovery experiences with the Emilian workers”. (Paolo Mereghetti, Dizionario dei film) “(...) It hasn’t scientific claims. It is not, in the strict sense, even an investigation, but rather a testimony and a complaint. The theory is contained in the title (...) The film counts and is an act of love and respect for man who, even when he is “different” and sick in a shocking way (catatonic, mongoloid, paranoid, schizophrenic) he is always taken seriously. The final dance party is a great moment of cinema”. (Il Morandini) premi e festival awards and festivals: 1975 Berlinale – Forum: Premio FIPRESCI Award, Premio OCIC Award (presentato nella versione lunga “Nessuno o tutti” presented on the long version “Nessuno o tutti”) 1975 Mostra di Venezia 1975 Nyon FF 108 Regia Direction: Marco Bellocchio Soggetto Treatment: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Sergio Bazzini, Peter Berling Fotografia Photography: Franco Di Giacomo Montaggio Editing: Sergio Montanari Scenografia Set design: Amedeo Fago Musiche Musics: Nicola Piovani, dirette da Gianfranco Plenizio. Costumi Costumes: Mario Carlini Interpreti Cast: Michele Placido, Franco Nero, Miou-Miou, Patrick Dewaere, Nino Bignamini, Alessandro Haber, Piero Vida, Ekkehardt Belle, Flavio Andreini, Gisela Hahn, Vittorio Fanfoni Produttore Producer: Silvio Clementelli Produzione Production: Clesi Cinematografica, Renn Productions, Agence Mediterraneenne de Location de Film, Lisa Film Gmbh Distribuzione Distribution: Cineriz - Mgm Home Entertainment (Gli Scudi) sinossi Il soldato Paolo Passeri, laureato in lettere, nonostante le diverse domande inoltrate per entrare nell’Accademia Ufficiali, è costretto ad adempiere i dodici mesi di leva nella caserma reggiana “Setvago”, diretta dal capitano Asciutto. Il giovanotto, timido e distinto per natura, si trova a disagio con istruttori, caporali e sergenti dalla voce tonante, nonché con il branco di anziani che in breve lo fanno oggetto di ogni scherzo possibile. Il capitano Asciutto, a sua volta, si trova alle prese con una galoppante nevrosi dovuta, oltre alla sua concezione della vita militare, secondo la quale dovrebbe trasformare delle bambole in “uomini veri”, anche ai capricci e vizi della giovane moglie Rosanna... synopsis The soldier Paolo Passeri, with aLetters degree, in spite of the several applications sent to enter the Academy Officers, is forced to perform the twelve months of military service in ‘Setvago’ Reggian barracks, directed by captain Asciutto. The young man, shy and distinguished by nature, feels uneasy with the instructors, corporals and sergeants with loud voice, as well as with the gang of the seniors who in a short time make him the object of any possible joke. Captain Asciutto in his turn, comes to grips with a galloping neurosis due, not only to his military conception, which should turn dolls into ‘true men’, but also to the whims and vices of his young wife Rossana... nota critica “(...) È importante che Bellocchio, scrivendo il film e realizzandone la messinscena, non prenda partito per nessuno dei protagonisti, contento di frugarli dall’interno e di assumerli come elementi di un dibattito sulla realtà in generale. Ciò conferma che l’opera si definisce nella sua dialettica psicologica molto più che nella demistificazione del militarismo. Marcia trionfale è anche un’analisi della ideologia bellicosa che spesso continua a guidare la vita di caserma, ma è soprattutto una drammatizzazione del rapporto fra autorità e obbedienza, della sfida tra forti e deboli che è sottintesa in ogni “Signorsì”. È il ritratto incrociato, ambientato in caserma per sovrappiù di espressività, di due nevrosi in cui si esprimono la voluttà di autodistruggersi attraverso il rifiuto della carità e l’urgenza di affermare la propria libertà divorando ogni immagine paterna. (...)” (Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera) premi awards: 1976 David di Donatello: Premio Speciale a Special Award to Michele Placido critical note “(...) It is important that Bellocchio, as he writes the film and realizes its staging, doesn’t take the side of any of his protagonists, being pleased to look them from the inside and to consider them as part of a debate about reality in general. This confirms that the work is defined in its dialectical psychology much more than in the demystification of militarism. Victory March is also an analysis of the bellicose ideology that often continues to lead the life on the military barracks, but it is mostly a dramatization of the relationship between authority and obedience, of the challenge between the strong and the weak which is implied in every “Yes, sir.” It is the cross portrait, set in the military barracks due to surplus of expressiveness, of two neuroses in which there are expressed the pleasure of selfdestruction, through the charity’s rejection, and the urgency to assert one’s freedom by destroying each father figure. (...)” (Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera) 1976 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Attore Best Actor 109 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO IL GABBIANO I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO SALTO NEL VUOTO The Seagull Leap in the Dark Italia, Francia - 1980 35mm – colore – 120’ Italia - 1977 – 35mm – colore - 132’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Lù Leone Broggi, Marco Bellocchio Fotografia Photography: Tonino Nardi Montaggio Editing: Silvano Agosti Scenografia Set design: Amedeo Fago Musica Music: Nicola Piovani Costumi Costumes: Gabriella Pescucci Interpreti Cast: Laura Betti, Giulio Brogi, Pamela Villoresi, Remo Girone, Gisella Burinato, Antonio Piovanelli, Mattia Pinoli, Clara Colosimo, Remo Remotti, Gaetano Campisi Produttori Producers: Lu’ Leone , Roberto Levi, Enzo Porcelli Produzione Production: RAI - Tv Italtelevision sinossi Kostantin, giovane scrittore che vive in campagna, è incapace di soddisfare le sue ambizioni artistiche e di conquistare l’amore di Nina, una giovane aspirante attrice. Irina, sua madre, è un’attrice famosa ed il sua amante uno scrittore alla moda! Chi sceglierà Nina: il giovane talento o seguirà a Mosca lo scrittore di successo? Cosa sceglierà Kostantin: il compromesso o la morte? synopsis Konstantin, a young writer who lives in the countryside, is unable to satisfy his artistic ambitions and to win the love of Nina, a young aspiring actress. Irina, his mother is a famous actress and her lover a popular writer! Who will Nina choose: the young talent or will she follow the successful writer to Moscow? What will Konstantin choose: the compromise or death? nota critica “Bellocchio si avvicina al testo di Čechov per addentrarsi negli abissi silenziosi ed oscuri che scuotono l’anima e per indagare sul ruolo dell’artista, continuamente condannato ad inseguire e a perdersi nell’arte stessa, costretto a discendere nell’impervio e doloroso territorio al limite tra l’integrità e il compromesso.(...) La costruzione per sottrazione de Il gabbiano, in cui Čechov elimina dalla scena l’evidenza del gesto e toglie rilevanza all’intreccio per riuscire a penetrare profondamente nel mondo intimo e nell’inconscio dei suoi personaggi, che dialogano tra loro e con lo spettatore in un ininterrotto e passivo monologo interiore, amplificando a dismisura il vuoto e la distanza che li soffoca, viene estremizzato dallo sguardo cinematografico adottato da Bellocchio grazie alla scelta formale di isolare i personaggi che popolano la scena ritraendoli rinchiusi in un fitto susseguirsi di primi piani, grazie all’immobilità dei corpi, annullati nella loro esteriorità per dare spazio all’azione interiore, scolpita nella gestualità nervosa dei volti. (...)” (Francesca Bea, Sentieri Selvaggi) critical note “Bellocchio gets close to the Čechov’s text in order to get inside the silent and dark abysses that move the soul and to investigate the role of the artist, continually doomed to do with and to get lost in the art itself and forced to stoop to an incomprehensible and agonizing area at the limit between integrity and compromise. (...) The construction by subtraction of The seagull, where Čechov removes from the scene the gesture’s obviousness and gives less emphasis to the storyline in order to be able to penetrate deeply into the intimate world and unconscious of his characters, who interact with each other and with the viewer in a continuous and passive interior monologue, by enhancing excessively the vacuum and the distance suffocating them, is taken to the extreme by the cinematographic look of Bellocchio, thanks to the formal choices to isolate the characters on stage by portraying them closed in a thick succession of close-ups, thanks to the immobility of the bodies, deprived of their exteriority in order to give space to the inner action, which is imprinted into the nervous gestural expressiveness of their faces. (...)” (Francesca Bea, Sentieri Selvaggi) 110 Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio in collaborazione con in collaboration with Vincenzo Cerami, Piero Natoli Fotografia Photography: Giuseppe Lanci Montaggio Editing: Roberto Perpignani Scenografia Set design: Amedeo Fago, Andrea Crisanti Musica Music: Nicola Piovani Costumi Costumes: Lia Francesca Morandini Interpreti Cast: Michel Piccoli, Anouk Aimée, Michele Placido, Gisella Burinato, Anna Orso, Antonio Piovanelli, Pier Giorgio Bellocchio, Adriana Pecorelli, Paolo Ciampi, Francesca Maria De Monti, Giampaolo Saccarola Produttori Producers: Silvio e Anna Maria Clementelli, Enzo Porcelli Produzione Production: Clesi Cinematografica, Odyssia, Rai Radiotelevisione Italiana, Mk 2, Film 66 sinossi Marta Ponticelli ha fatto da madre e da sorella al fratello Mauro e ora, con la visione della vecchiaia davanti agli occhi e l’animo vuoto, mostra notevoli scompensi psichici. Mauro, che fa il giudice, ha paura che Marta impazzisca e si tolga la vita. D’altra parte, a sua volta ampiamente complessato per la vita solitaria e per le esperienze drammatiche del suo lavoro, non riesce ad influire positivamente sulla sorella. Un giorno, quasi senza premeditazione, Mauro fa conoscere a Marta un suo imputato, Giovanni Sciabola, attore stravagante che si trova spesso a compiere azioni al di fuori della legalità. La conoscenza diviene amicizia e Marta, messe in disparte le crisi abituali, esce sempre più spesso. Il giudice si sente tradito dalla sorella, diventa geloso, anche se non ne è cosciente. synopsis Marta Ponticelli acted like a mother and a sister to her brother Mauro and now, being afraid of her old age and feeling anhedonic, becomes disturbed showing serious psychological deficit. Mauro, who is a judge, is afraid Marta will go insane and commit suicide. On the other hand, in turn, he is full of complexes, because of his solitary life and his terrible working experiences. Therefore, he can’t influence her sister positively. One day, almost without design, Mauro introduces to Marta an accused man named Giovanni Sciabola, a bizarre character who often acts beyond the sense of legality. They became friends, and Marta, setting aside her usual crisis, goes out always more frequently. Mauro feels betrayed by her sister, and becomes jealous, although he isn’t aware of these feelings. nota critica “(...) 6° film narrativo di M. Bellocchio, e idealmente apparentato con I pugni in tasca (1965), scritto con Piero Natoli e Vincenzo Cerami, rivela nel suo autore una maturità stilistica che si manifesta nella capacità di passare dal registro naturalistico a quello espressionistico di trasfigurazione della realtà: limpido ed esplicito, ma anche carico di una profonda ambiguità metaforica. Sorretto da collaboratori di prim’ordine, ha nei due francesi, due interpreti in ammirevole sintonia.” (Il Morandini) critical note “(...) the 6th narrative film by M. Bellocchio, in theory compared to Fists in the Pocket (1965), and written with the collaboration of Piero Natoli and Vincenzo Cerami, reflects the author’s stylistic maturity, which is expressed in his ability to move from a naturalistic to an expressionistic stylistic attitude by dealing with the reality’s transfiguration: clear and explicit, but also full of a deep metaphorical ambiguity. The author is supported by an excellent team, and by two French performers, working on the same wave length.” (Il Morandini) premi e festival awards and festivals: 1980 Cannes FF – Concorso Competition: Miglior Attore, Attrice Best Actor, Actress 1980 David di Donatello: Miglior Regia Best Director 111 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO ENRICO IV I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO DIAVOLO IN CORPO Henry IV The Devil in the Flesh Italia - 1984 – 35mm – colore - 85’ Italia - 1986 – 35mm – colore - 115’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio con la collaborazione di in collaboration with Tonino Guerra, dall’opera omonima di based on the of the same play by Luigi Pirandello Fotografia Photography: Giuseppe Lanci Montaggio Editing: Mirco Garrone Scenografia Set design: Giancarlo Basili, Leonardo Scarpa Musica Music: Astor Piazzolla Costumi Costumes: Lina Nerli Taviani Interpreti Cast: Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Leopoldo Trieste, Paolo Bonacelli, Latou Chardons, Luciano Bartoli, Gianfelice Imparato, Claudio Spadaro, Giuseppe Cederna, Giacomo Bertozzi, Fabrizio Macciantelli, Gianluigi Sedda, Maria Loos, Luciano Branchi Produttori Producers: Enzo Porcelli Produzione Production: Odyssia, Rai - Radiotelevisione Italiana Rete 2 sinossi Nel corso di una festosa cavalcata in maschera, un giovane subisce una grave caduta provocata dal Barone Belcredi, suo rivale in amore. Impazzito per il colpo, il giovane assume l’identità di Enrico IV di Germania, di cui indossa il costume al momento dell’incidente e, rinnegando il presente, si allontana dalla donna che respinge il suo amore e dagli amici che si fanno beffe di lui per rinchiudersi in un castello con un piccolo gruppo di servitori. synopsis During a festive and masked horse ride, a young man suffers a serious fall caused by the Baron Belcredi, his rival in love. Gone insane for the blow, the young man assumes the identity of Henry IV of Germany, of whom he was wearing the costume at the time of the incident, and denying the present, he turns away from the woman who rejects his love and from his friends who are making a fool on him to retreat in a castle with a small group of servants. nota critica “(...) Ben stilizzato in una visualità sobria, essenziale - la bella fotografia è di Giuseppe Lanci -, Enrico IV si avvale anche delle insinuanti, preziose intrusioni musicali di Astor Piazzolla. L’esito globale, anche grazie alla formidabile prova di Mastroianni attorniato da degni comprimari come la Cardinale, Bonacelli e Trieste, è un’opera di lineare, nobile semplicità dove, se pure Pirandello appare soltanto un punto di riferimento abbastanza generico, la favola bizzarra prevarica forse la più rigorosa, severa moralità dell’apologo originario. (…)” (Sauro Borelli, L’Unità) critical note “Well-stylized in a sober, essential image- the beautiful photography is of Giuseppe Lanci -, Henry IV also uses the insinuating and precious music intrusions of Astor Piazzolla. The overall result, thanks also to the formidable performance of Mastroianni surrounded by worthy supporting actors such as Cardinale, Bonacelli and Trieste, is a work of linear and noble simplicity where, although Pirandello is only a fairly generic point of reference, the bizarre tale oversteps perhaps the most rigorous and strict morality of the original parable. (…)” (Sauro Borelli, L’Unità) Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Ennio De Concini Fotografia Photography: Giuseppe Lanci Montaggio Editing: Mirco Garrone Scenografia Set design: Andrea Crisanti Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Lina Nerli Taviani Interpreti Cast: Maruschka Detmers, Federico Pitzalis, Anita Laurenzi, Riccardo de Torrebruna, Giacomo Pulcini, Alberto Di Stasio, Catherine Diamant, Anna Orso, Claudio Botosso, Lidia Broccolino, Stefano Abbati, Claudio Picariello, Pietro Sanavio, Brunella Casolari, Luciano D’Amico, Lorenzo D’Avanzo, Raffaele De Nuccio, Roberto Tozzi, Maria Toesca, Claudio Spadaro, Oreste Rotundo, Riccardo Plati, Alessandro Partexano, Marco Maggioni, Claudio Lorimer, Doris Gean Foster, Francesco Firpo, Viviana Fedeli, Germano Basile Produttore Producer: Leo Pescarolo Produzione Production: L.P. Film, Istituto Luce, Ital Noleggio Cin.Co, Film Sextile, Aj Film, Fr3 sinossi Una pazza di colore, che erra sui tetti di Roma minacciando il suicidio, attira l’attenzione di una classe di liceo da una parte e di una bella e nevrotica ragazza borghese dall’altra, Giulia, da cui subito è colpito Andrea, uno dei liceali, che scavalca la finestra dell’aula e la insegue col suo motorino, mentre si allontana su una Maserati. Accompagnata da un giovane prete, Giulia sosta a un punto del ponte sul Tevere dove è caduto il padre, vittima delle brigate rosse, e si reca poi a un processo contro i brigatisti, prodigando segnali d’intesa e d’affetto a un pentito, cui è promessa sposa... synopsis A crazy woman of color wandering on one of the rooftop of Rome, trying to commit suicide, draws on the one hand the attention of a high school class and of Giulia, a beautiful and schizophrenic bourgeois girl, on the other. Andrea, a high school student, who is immediately charmed by her, bypasses the classroom window and follows her with his scooter, while she is moving away in a Maserati. Giulia, together with a priest, stands near one of the Tiber bridges, where her father was assassinated by members of the Red Brigades. Then she goes to the trial against them, where she shows affection and harmony towards a collaborator with justice, to whom she’s engaged… nota critica “(...) il regista racconta un destabilizzante sogno di libertà, una ribellione contro i padri e contro le regole, la cui eroina – come il suo creatore – si rivolta contro ogni forma di autorità, attaccando il potere dei padri attraverso l’alleanza coi figli (…). un film visionario ed affascinante, la cui vera colpa è stata di andare a raccontare questa fuga dalla normalità borghese con un entusiasmo quasi eccessivo, tanto è evidente la diversità dei due amanti da tutto ciò che li circonda, ma che ben descrive il disagio di una generazione ignota ed incomprensibile (ai più). (...)” (Fabrizio Natalini, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) premi e festival awards and festivals: 1984 Cannes FF – in Concorso in Competition 1984 Golden Globes, Italia: Miglior Attore Best Actor 112 1985 Nastri d’argento Silver ribbons: Leopoldo Trieste Miglior Attore non Protagonista Best Supporting Actor premi e festival awards and festivals: 1986 Cannes FF – Quinzane des Réalizateurs 1986 Nastri d’argento Silver Ribbons: Federico Pitzalis critical note “(...) Bellocchio tells about a subversive dream of freedom, a revolt against fathers and rules, whose heroine - as its creator - rise up against each form of authority by attacking the father’s power through the sons’ alliance (…). a visionary and fascinating film, whose fault is the narration, with an excessive enthusiasm, about this break from bourgeois normality. The difference between the two lovers and the circumstances is so obvious, but highlights well the uneasiness of an unknown and mysterious generation (to most people). (...)” (Fabrizio Natalini, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) candidato come Miglior Attore Esordiente nominated as Best New Actor 113 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO LA VISIONE DEL SABBA I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO LA CONDANNA The conviction The Vision of the Sabbath Italia - 1987 – 35mm – colore - 105’ Italia - 1990 – 35mm – colore - 92’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Francesca Pirani Fotografia Photography: Giuseppe Lanci Montaggio Editing: Mirco Garrone Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Silvana Fusacchia Interpreti Cast: Daniel Ezralow, Béatrice Dalle, Corinne Touzet, Jacques Weber, Omero Antonutti, Raffaella Rossellini, Roberta Lena, Renata Leoni, Stefano Abbati Produttori Producers: Achille Manzotti Produzione Production: Gruppo Bema, Reteitalia, Cinemax sinossi David, un giovane psichiatra, è incaricato di esaminare in qualità di perito prima del processo Maddalena, una ragazza isterica accusata di aver ucciso un cacciatore. Lei afferma di essere una strega nata nel 1630, accusata all’epoca di aver commercio con il Maligno, desiderosa di essere violentata per essere “liberata” dalla verginità e poi torturata, condannata e bruciata da aguzzini e inquisitori. Il fascino di Maddalena è potente e lo psichiatra ne viene travolto... synopsis David, is a young psychiatrist, and as an expert shall analyze Maddalena, a young hysterical girl, who’s on trial for murdering a hunter. She claims she was born in 1630 and that she’s a witch. At that time she was accused of acting on behalf of the devil. Maddalena wants to be raped because she doesn’t’ want to be a virgin anymore. Finally, she is tortured, condemned, and burned alive by the inquisitors and torturers. Maddalena is strongly charming and her beauty completely overwhelmed the psychiatric… nota critica “(...) Maddalena (...) non porta con sé il mistero della creatura proveniente da secoli oscuri e non è la reincarnazione di una figura simbolica ritornata a scuotere le menti, a misurare la repressione dell’oggi. La strega è un’immagine dietro la quale vive un’esperienza, un corpo che dialoga con le resistenze, le interpretazioni, le classificazioni dei vari dottori della legge. (…) Lo psichiatra viene posseduto dalla strega, è attratto da un sensualità fagocitante ed è altresì dominato da una personalità che non può trattenere entro i limiti della classificazione patologica. Il film è costruito su trapassi “inspiegabili”, immediati, tra la realtà e la proiezione immaginari del passato di Maddalena; in questa altalena i personaggi non cambiano, oggi come allora l’eccentricità viene punita dalla legge, oggi come allora l’irrazionale agita le profondità dell’essere.” (Angelo Signorelli, Cineforum n. 273) critical note “(...) Maddalena (...) isn’t the reincarnation of a symbolic figure coming from dark ages that shakes up our minds and evaluates the today repressions. The witch is an image that reflects an experience, a body that deals with resistances and analysis of various academics. (…) The psychiatric is bewitched and overcome by her strong sensuality, by a personality that he can’t hold back. There are “inexplicable” passages, between reality and unreal events of the woman’s past, but characters don’t change. Now as then, the eccentricity is punished by law and irrationality shakes up the depths of humans.” (Angelo Signorelli, Cineforum n. 273) Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Massimo Fagioli, Marco Bellocchio Fotografia Photography: Giuseppe Lanci Montaggio Editing: Mirco Garrone Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Stefania Benelli Interpreti Cast: Vittorio Mezzogiorno, Andrzej Seweryn, Claire Nebout, Grazyna Szapolowska, Paolo Graziosi, Maria Schneider, Claudio Emeri Produttori Producers: Pietro Valsecchi Produzione Production: Cineuropa 92, Istituto Luce, Banfilm sinossi Sandra, dopo la visita ad un Museo, rimane chiusa nell’edificio e qui a sera, fra statue e quadri, l’architetto Colaianni le capita alle spalle, le fa da guida e poi la violenta. La ragazza presenta una denuncia per violenza carnale. Al processo, Colaianni respinge l’accusa: a suo dire, l’orgasmo provocato in Sandra, raggiunto in una fase di pressochè totale incoscienza, dona al rapporto sessuale tutta la bellezza desiderabile. Durante la propria deposizione, la ragazza ammette che consensualmente cedette allo sconosciuto che ebbe ampiamente a soddisfarla. Il Pubblico Ministero Malatesta, ottenuta la condanna del violentatore a due anni (pochi, come presto gli rimprovera il suo superiore), entra però in crisi familiare... synopsis Sandra becomes trapped inside a museum after closing time, and finds between statues and paintings, the architect Colaianni, who is intend to guide her and then to rape her. Subsequently, the girl denounces him for rape. In the courtroom, Colaianni rejects the accusation: according to him, Sandra experiences an orgasm in a state of almost total unconsciousness and this kind of pleasure makes the sexual relationship beautiful and desirable. Sandra during the statement of facts, admits that the seduction was consciousness and consensual, and that she has derived pleasure from the encounter. The prosecutor Malatesta, finally sentenced the rapist to two years in prison (too short time, according to his superior), however the judge’s position and family is put into crisis… nota critica “(...) lo stacco di montaggio che ci porta dal castello al tribunale comporta qualcosa di più di un semplice spostamento spazio-temporale del racconto. Esso produce uno spostamento di dimensioni: dall’inconscio al conscio, dalla visione alla veduta, dal sacro al profano, dal mito alla realtà, dalla poesia alla prosa. Bellocchio abbandona la fantasia di un inconscio libero ed abnorme per dedicarsi alla coscienza lacerata nella ordinaria quotidianità, regolata dalle norme sociali, da una conformità alla legge che si rivela mortifera e devitalizzante. (...)” (Stefania Parigi, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) critical note “(...) the narrative assembly lapse, moving from the castle to the courtroom, involves something more than a simple narrative spatio-temporal movement. It produces a dimensional shift: from the unconsciousness to the conscious, from a scene to a detailed view, from the sacred to the profane aspect, from myth to reality, from poetry to prose. Bellocchio gives up the idea of a free and abnormal unconscious and deals with the suffering conscience in the everyday life which, regulated by social norms, becomes deadly and devitalizing. (...)” (Stefania Parigi, Marco Bellocchio, Il cinema e i film) premi e festival awards and festivals: 1991 Berlinale – Concorso Competition: Premio Speciale della Giuria Special Jury Prize 1991 Golden Globes, Italia: Miglior Film Best Film 114 115 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO IL SOGNO DELLA FARFALLA IL PRINCIPE DI HOMBURG The Butterfly’s Dream The Prince of Homburg Italia, Svizzera, Francia 1994 – 35mm – colore – 100’ Italia - 1997 – 35mm – colore - 89’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Massimo Fagioli Fotografia Photography: Yorgos Arvanitis Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Amedeo Fago Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Lia Francesca Morandini Interpreti Cast: Thierry Blanc, Simona Cavallari, Nathalie Boutefeu, Bibi Andersson, Roberto Herlitzka, Henry Arnold, Michael Seyfried, Anita Laurenzi, Carla Cassola, Ketty Fusco, Sergio Graziani, Giusi Frallonardo, Viviana Natale, Consuelo Ciatti, Aleka Paisi, Patrizia Punzo, Antonio Pennarella Produzione Production: Filmalbatros, Rai - Radiotelevisione Italiana, Waka Film, Pierre Grise Productions in associazione con in association with Istituto Luce, S.S.R., R.T.S.I., Happy Valley Films Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio dall’omonimo lavoro teatrale di based on the play by Heinrich Von Kleist Fotografia Photography: Giuseppe Lanci Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Francesca Sartori Interpreti Cast: Andrea Di Stefano, Barbora Bobulova, Toni Bertorelli, Anita Laurenzi, Diego Ribon, Bruno Corazzari, Federico Scribani, Italo Dall’Orto, Gianluigi Fogacci, Fabio Camilli, Pierfrancesco Favino Produttori Producers: Marco Bellocchio, Pier Giorgio Bellocchio Produzione Production: Filmalbatros sinossi Massimo è un ragazzo che non parla perché a quattordici anni ha rinunciato al linguaggio normale. Massimo parla soltanto quando recita, ed ha una splendida voce, ma fuori dal teatro vive e si rappresenta nel silenzio. Un giorno, un regista che lo vede interpretare il Principe di Homburg rimane così affascinato dalla sua interpretazione che gli vuole proporre un grande ruolo. Non ottenendo risposta, il regista si rivolge al padre di Massimo, professore universitario e insigne archeologo che lo informa della scelta del figlio e gli offre anche una possibile spiegazione: una delusione d’amore ... Il regista cambia idea: ora vuol fare uno spettacolo su Massimo, farne un grande personaggio, interpretato da lui stesso. Chiede alla madre di Massimo di scrivere il testo. Dapprima lei esita, poi accetta... synopsis Massimo, at the age of fourteen, decides to cease speaking in order to give the usual language up. He speaks only when he acts. He has a lovely voice, but out of the theater he lives in silence. One day, a director who sees him acting the Prince of Homburg, is so fascinated by his performance, that he wants to propose to him a big role. The director getting no response turns to Massimo’s father, a university professor and a prominent archaeologist, who updates him about the son’s choice. The father tries to explain: Massimo suffered a romantic setback…The director changes his mind: he wants to realize a performance about Massimo, a great character performed by himself. The director asks Massimo’s mother to write the story. At first she hesitates, and then she accepts. sinossi Il principe di Homburg lancia la sua cavalleria in battaglia anzitempo, trasgredendo gli ordini ricevuti. Nonostante la vittoria conseguita, l’errore gli costa la condanna a morte. Natalia, innamorata di lui, cerca di intercedere presso il Grande Elettore che dapprima si mostra irremovibile ma, poi, di fronte alle insistenze della ragazza, fa chiamare a sé il principe e gli comunica di volergli offrire la grazia. A questo punto, è però il principe a rifiutare in nome del rispetto totale del codice d’onore. Quando arriva il giorno dell’esecuzione, Homburg, pronto alla morte, viene ugualmente salvato contro il suo volere e reintegrato al suo posto. synopsis The Prince of Homburg disobeys the received orders and leads early his cavalry charge in battle. Despite the achieved victory, he’s sentenced to death. Natalia, fallen in love with him, tries to intercede with the Grand Elector, who at first is inflexible, but, then, facing the harassing girl, he calls the Prince, saying that he will forgive him and grant clemency. At this point, however, Homburg refuses this offer and prepares to die, believing that this death will celebrate the sacred law of war that he violated. When the Prince is brought to be executed and is ready to die, he is still set free against his will, and reinstated to his post. nota critica “(...) Bellocchio sembra condividere l’atteggiamento di Massimo, proposto dalla sceneggiatura di Fagioli, che tende a sottrarsi al ricatto della violenza delle parole e delle azioni. Riconoscendo in definitiva che per escludere i propri assassini pulsionali oggi non è più necessario uccidere la madre o il fratello, forse basta sottrarsi all’agone (affettivo o politico) non condannando a morte l’avversario e salvaguardando nel contempo la propria integrità fisica e psichica, chiudendo la porta a un dialogo impossibile tra sordi.” (Gabriele Veggetti, Le forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio) premi e festival awards and festivals: 1994 Chicago IFF 1994 Gramado FF: Miglior Fotografia Best Cinematography 116 critical note “(...) Bellocchio seems to share the approach of Massimo, proposed on the screenplay by Fagioli, which avoids the blackmail of the words and actions’ violence. He recognizes that, to keep out one’s own killer impetus, today is no longer necessary to kill your mother or brother. Maybe it’s sufficient to avoid the dispute (emotional or political), by not condemning to death the rival, and simultaneously by safeguarding one’s own mental and physical integrity. Especially, by avoiding the socalled “dialogue of the deaf”.” (Gabriele Veggetti, Le forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio) nota critica “Fedele al testo di Kleist e ai suoi motivi di fondo con rigore quasi maniacale (tolti alcuni tagli), è il film più bressoniano di Bellocchio, leggibile anche in chiave psicoanalitica, identificando nell’Elettore il Super-ego, l’Io nella capacità di mediazione di Natalia, l’Es nell’irrequieta nobiltà del Principe. Spostata l’azione nel primo Ottocento, calandola in un paesaggio notturno e lunare, il regista ha smorzato con puntiglio il teatralismo d’origine e raffreddato la dimensione romantica. Contrariamente a Gabriele Lavia nella sua maldestra trasposizione del 1984, ha lavorato su Kleist, non da Kleist.” (Il Morandini) premi e festival awards and festivals: 1997 Cannes – Concorso Competition 1997 Golden Globes, Italy: Miglior Film Best Film 1997 David di Donatello: candidato come Miglior critical note “Accurately adapted to the play by Kleist and to its purposes, this is the most Bressonian of all Bellocchio’s films. It’s comprehensible even in a psychoanalytic key, by identifying the Grand Elector with the Superego, the ego with the mediation ability of Natalia, the Id with the troubled nobility of the Prince. Bellocchio sets the action at beginning of the Nineteenth Century, in a lunar landscape, by weakening the original theatrical and the romantic aspects. Contrary to the clunky transposition by Gabriele Lavia in 1984, Bellocchio’s work is a cinematic exploration of Kleist.” (Il Morandini) Fotografia, Musica nominated as Best Photography, Music 1998 Nastri d’Argento Silver Ribbons: candidato come Miglior Sceneggiatura, Fotografia, Scenografia nominated as Best Screenplay, Cinematography, Production Design 117 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO LA BALIA I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO L’ORA DI RELIGIONE The Nanny My mother’s smile Italia - 1999 – 35mm – colore - 106’ Italia - 2002– 35mm – colore - 103’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Daniela Ceselli dall’omonima novella di from the novel by Luigi Pirandello Fotografia Photography: Giuseppe Lanci Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Marco Dentici Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Sergio Ballo Interpreti Cast: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Maya Sansa, Jacqueline Lustig, Pier Giorgio Bellocchio, Michele Placido, Gisella Burinato, Elda Alvigini, Fabio Camilli, Eleonora Danco, Letizia Bellocchio Produttori Producers: Pier Giorgio Bellocchio Produzione Production: Filmalbatros, Istituto Luce, con la collaborazione di in collaboration with RAI Radiotelevisione Italiana sinossi Roma, primi anni del Novecento. Il professor Ennio Mori, un medico affermato che si occupa di malattie mentali, e la moglie Vittoria hanno un bambino. Il parto è molto difficile, e l’avvenimento mette ben presto in crisi il rapporto tra marito e moglie. Il neonato non si attacca al seno della madre e Vittoria comincia a sentire una sorta di distacco dal figlio, che si traduce in una sostanziale mancanza d’amore. Mori si decide allora a prendere una balia e la scelta cade su Annetta, una ragazza siciliana fiera e volitiva, sposata con un uomo agli arresti per motivi politici... synopsis Rome, at the beginning of the Twentieth Century. The successful Dr. Ennio Mori, who deals with mental diseases, and his wife Vittoria have a child. The childbirth is very difficult, and causes them distress. His wife is unable to feed her baby and to establish a relationship with him. This sort of detachment is a substantial lack of love. Mori decides to select a wet nurse, a proud and feisty Sicilian girl, Annetta, who is married with a man under arrest for political reasons. In a short time... critical note “Bellocchio deals with madness, that isn’t revolutionary, but it’s rather an imploding and widespread mental illnesses (…) he puts strikingly into play the issues, apparently distant, of motherhood and writing. In this film, where the breastfeeding becomes meaningful and important, with which the relationship dynamics are activated and exposed without pedantry, writing is just emerging as a “natural”, and cultural need. The illiterate nurse is the character, who expresses the modernity in Pirandello, and subject to reinterpretation by preserving his essence (...)” (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it) nota critica “Bellocchio torna così ad occuparsi della pazzia ma non più di quella dirompente e “rivoluzionaria” bensì di quella implosa ben più diffusa. (…) mette in gioco con forza i temi, apparentemente distanti, della maternità e della scrittura. In un film in cui la suzione del latte dal seno materno si fa suono significante e in cui le dinamiche di relazione innescate da questo atto vengono esposte senza pedanteria, è la scrittura ad emergere come bisogno “naturale” e culturale al contempo. La balia analfabeta diviene personaggio in cui si coglie la modernità di un Pirandello che può essere sottoposto a rilettura conservandone lo spirito.(...)” (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it) premi e festival awards and festivals: 1999 Cannes – Concorso Competition 1999 Golden Globes, Italia: Maya Sansa Miglior Attrice Rivelazione Best Breakthrough Actress, Miglior Fotografia Best Cinematography 118 2000 David di Donatello: Miglior Costumista Best Costume Design Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Pasquale Mari Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Marco Dentici Musica Music: Riccardo Giagni Costumi Costumes: Sergio Ballo Interpreti Cast: Sergio Castellitto, Jacqueline Lustig, Chiara Conti, Alberto Mondini, Gianni Schicchi, Maurizio Donadoni, Gigio Alberti, Bruno Cariello, Renzo Rossi, Piera Degli Esposti, Donato Placido, Gianfelice Imparato, Pietro De Silva, Toni Bertorelli Produttori Producers: Marco Bellocchio, Sergio Pelone Produzione Production: Filmalbatros, Rai Cinemafiction, Telepiu’ sinossi Un uomo maturo che vive nel centro di Roma, un giorno scopre che tutta la sua famiglia, ex moglie compresa, ha organizzato a sua insaputa il processo di beatificazione di sua madre. Perplesso, Ernesto si aggira nei meandri di un parentado e di conoscenze che all’improvviso riscopre papaline e conformiste, costretto suo malgrado a riaprire i conti con un passato che, nel suo convinto e quieto ateismo, pensava di aver superato. Riscopre sul suo volto, ogni tanto, quel sorriso aleggiante che tutti, urtati, gli rimproverano e che lui riconosce come eredità sgradita, vagamente indifferente e sacrificale, di quella madre che non ha mai condiviso… synopsis A grown man living in the center of Rome, one day finds out that his all family has organized the beatification practices of his mother. Doubtful, Ernesto hangs around the meanders of relatives and people known that he discovers to be close to the Pope and conformist , he is forced to watch back to a past that he thought had gone, with his convinced and quiet atheism. He rediscovers on his face, that hovering smile that everyone reproaches and that he recognizes as an unwanted heritage of that mother he never shared… nota critica “(…) forse la Chiesa non c’è. Forse la Chiesa cattolica è soltanto l’espressione, il simbolo del Grande Riflusso, del ritorno italiano al conformismo cinico, dei buoni sentimenti usati ipocritamente per il peggio, della rinascita di culti, personaggi e devozioni insopportabili; forse è l’emblema d’un regresso sociopolitico soffocante, angusto, della resurrezione d’autorità e santificazione di genitori punitivi che parevano esser stati eliminati dalla ribellione filiale. (...) Sergio Castellitto è un grande protagonista. Lo stile del regista gli fa attraversare dilemmi ed eventi molto concretamente ma come in una confusione che allude al presente (...) la sua bravura ce lo fa sentire simile, amico, fratello.” (Lietta Tornabuoni, La Stampa) premi e festival awards and festivals: 2002 Festival di Cannes: Premio della Giuria Ecumenical Ecumenical Jury Prize 2002 Nastri d’argento Silver ribbons: Regista del Miglior Film, Miglior Soggetto, Attore, Suono Director of the Best Film, Best Subject, Actor, Sound critical note “(…) maybe the Church is not there. Maybe the Catholic Church is only the expression, the symbol of the Great Reflux, of the Italian return of the cynical conventionality, of good feelings hypocritically used for the worst, of the rebirth of cults, characters and unbearable devotions. Maybe it is the sign of an oppressive sociopolitical regression, resurrection of authority and blessing of punishing parents that seemed to be eliminated by the sons rebellion. (...) Sergio Castellitto is a great protagonist. The director’s style enables him to go through dilemmas and events very concretely with a confusion referred to the present (...) his skill makes him look as a brother, as a friend.” (Lietta Tornabuoni, La Stampa) 2002 European Film Awards: Miglior Attore Best Actor 2002 Globi d’oro Golden globes: Miglior Film, Miglior Attore Best Actor 2003 David di Donatello: Miglior Attrice non Protagonista Best Supporting Actress (Piera Degli Esposti) 119 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO BUONGIORNO, NOTTE IL REGISTA DI MATRIMONI Good Morning, Night The wedding director Italia, Francia - 2006 - 35mm – colore - 107’ Italia - 2003 – 35mm – colore - 110’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, in collaborazione con in collaboration with Daniela Ceselli da Il prigioniero di from Il prigioniero by Anna Laura Braghetti, Paola Tavella Fotografia Photography: Pasquale Mari Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Marco Dentici Musica Music: Riccardo Giagni Costumi Costumes: Sergio Ballo Interpreti Cast: Maya Sansa, Luigi Lo Cascio, Giovanni Calcagno, Roberto Herlitzka, Paolo Briguglia, Pier Giorgio Bellocchio Produttori Producers: Marco Bellocchio, Sergio Pelone Produzione Production: Filmalbatros, Rai Cinema, Sky sinossi Chiara, giovane terrorista appartenente alla lotta armata, è coinvolta nel sequestro Moro. Attraverso il suo sguardo prende corpo il complesso mondo degli “anni di piombo”, disperatamente fiducioso nell’avvento della rivoluzione e intrappolato nei rituali della clandestinità. Di contro è chiamata a vivere la normalità del quotidiano con i suoi ritmi di sempre: un ufficio, un lavoro, dei colleghi e un ragazzo che sembra leggerla nel profondo, più di quanto lei stessa riesca a fare. Aggrappata a quel filo di emozioni che l’ideologia e la lotta di classe recidono continuamente, si scoprirà in conflitto con i suoi compagni e sempre più a disagio nel suo ruolo di combattente... synopsis Chiara is a young terrorist belonging to the Red Brigade and involved in the kidnapping of Aldo Moro. Through her vision, the complex world of the “Years of Lead” takes form. She believes in the coming of the revolution, but feels imprisoned because of her clandestine life. On the other hand, she lives a normal everyday life: she has a job, colleagues and a boy-friend who seems to read her soul, more than she could ever do. Despite her revolutionary spirit, she shows feelings, that the ideology and the class struggle continuously sever. Chiara starts having some conflicts with her comrades, feeling uncomfortable as a soldier.... nota critica “(...) Bellocchio cerca il confronto con un’idea di padre da odiare/amare, uccidere/salvare, negare/riconoscere: quella porticina ricavata nella libreria - piccola, bassa, che costringe Chiara e gli altri carcerieri a inchinarsi prima di accedere all’antro che custodisce le spoglie del padre - è il doppiofondo di una casa in cui si celebra il rito familiare di un funerale dovuto. E poi c’è l’altra porta, quella d’ingresso, diaframma che smista la soggettività di una famiglia fittizia ma associativa, in cui il padre è ostaggio ma anche ormeggio, dalla confusione dissociativa di una comunità che il padre lo ha smarrito... (...)” (Massimo Causo, Sentieri Selvaggi) premi e festival awards and festivals: 2003 Mostra di Venezia – Concorso: Osella d’Oro alla Sceneggiatura Golden Osella for the screenplay, Premio Pasinetti al Miglior Attore e alla Miglior Attrice Pasinetti Award to the Best Actor and Best Actress, Leoncino d’Oro Little Golden Lion, Premio ‘CinemAvvenire’ Award 120 critical note “(...) Bellocchio compares the idea of a father to hate/love, to kill/ save, to deny/recognize: that little and low door, constructed in the bookcase - that forces Chiara and the other prisoners to stoop before entering the hovel that safeguards the father’s body - it’s the false bottom of a house where proper funeral rites are celebrated. And then, the entry door, a kind of barrier that divides the image of a fictitious but cohesive family, where the father is an hostage and an anchorage too, from a dissociative confusion of a family that lost his father…(...)” (Massimo Causo, Sentieri Selvaggi) 2003 European Film Award: Premio FIPRESCI Award 2004 Golden Globes, Italia: Miglior Attrice Best Actress 2004 David di Donatello Awards: Roberto Herlitzka come Miglior Attore non Protagonista as Best Supporting Actor 2004 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Roberto Herlitzka come Miglior Attore as Best Actor Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Pasquale Mari Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Marco Dentici Musica Music: Riccardo Giagni Costumi Costumes: Sergio Ballo Interpreti Cast: Sergio Castellitto, Donatella Finocchiaro, Sami Frey, Gianni Cavina, Maurizio Donadoni, Bruno Cariello, Simona Nobili, Claudia Zanella, Corinne Castelli, Silvia Ajelli, Aurora Peres, Giacomo Guernieri Produttori Producers: Marco Bellocchio, Sergio Pelone Produzione Production: Filmalbatros, Rai Cinema, Dania Film, Surf Film, Filmtel, con il sostegno del with the support of Mibac sinossi Un regista, Franco Elica, è messo in crisi dal matrimonio della figlia con un fervente cattolico e dalla necessità di dover girare ancora una volta una versione de I promessi sposi. Decide così di partire per la Sicilia alla ricerca dell’ispirazione che sembra aver perso. Lì ritrova un suo amico di vecchia data, anche lui regista, che si spaccia per morto nella speranza di raggiungere la fama che finora gli è stata negata. Incontra anche un uomo che vive realizzando le riprese dei matrimoni. Conosce anche il principe Gravina di Palagonia, un nobile spiantato che gli propone di dirigere le riprese del matrimonio della figlia Bona... synopsis A director, Franco Elica, goes into crisis by the fact that his daughter has married a fervent catholic and by the need of having to shoot once again a version of The Betrothed. So he decides to go to Sicily in the research of the inspiration which seems like he has lost. There he finds his longtime friend, who is also a director and who is passing himself off as a dead person in the hope to become famous, which has so far been denied to him. He also meets a man who lives by shooting wedding films. He also knows the Prince Gravina of Palagonia, a penniless aristocrat who offers him the opportunity to shoot the wedding of his daughter Bona... critical note “(…) In the face of the patchworks of The wedding director it is precisely the anxiety to point it in a direction, which could dismantle the allusive scenes, the outstanding threads, the images with double or triple keys: the pendulum, constantly in motion between the sublime and ridicule, must concern the film itself – or even the cinema – rather than the game of the interpretations. The sensitivity of the Piacenza author (never so close to Buñuel or Ferreri) is expressed, in short, in the form of style and the plot, which seems to be very specious, works as an exquisite initiatory tale which transforms continuously times, bodies and places. Furthermore, dreams are not a substitute for reality, but another and deeper reality to which it is equally painful and pleasant abandoning oneself without hesitation. (…)” (Valerio Caprara, Il Mattino) nota critica “(…) Di fronte agli intarsi de Il regista di matrimoni è proprio l’ansia d’incanalarlo in una direzione che rischia di smontare le scene allusive, i fili in sospeso, le immagini a doppia o tripla chiave: il pendolo sempre in moto tra il sublime e il ridicolo deve giocoforza riguardare il film stesso - se non addirittura il cinema - anziché il gioco delle interpretazioni. La sensibilità dell’autore piacentino (mai così vicino a Buñuel o a Ferreri) si esprime, insomma, in forma di stile e la trama, che sembrerebbe assai pretestuosa, funziona come una squisita favola iniziatica che trasfigura senza sosta tempi, corpi e luoghi. Del resto i sogni non sono un surrogato della realtà, bensì un’altra e più profonda realtà alla quale è in parti uguali doloroso e piacevole abbandonarsi senza remore. (…)” (Valerio Caprara, Il Mattino) premi e festival awards and festivals: 2006 Cannes FF – Un Certain Regard 2006 Globi d’oro: Miglior Film, Fotografia, Attrice Rivelazione (Donatella Finocchiaro) Best Film, Cinematography, Revelation Actress (Donatella Finocchiaro) 2006 Taormina IFF: Miglior Produttore, Fotografia Best Producer, Cinematography 2007 Nastri d’argento: Miglior Soggetto, Montaggio Best Script, Editing 121 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO VINCERE I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO SORELLE MAI Vincere Italia, Francia - 2009 35mm – colore - 128’ Italia - 2010 – 35mm – colore - 105’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Daniela Ceselli Fotografia Photography: Daniele Ciprì Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Marco Dentici Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Sergio Ballo Effetti Effects: Paola Trisoglio, Stefano Marinoni Interpreti Cast: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi, Michela Cescon, Pier Giorgio Bellocchio, Corrado Invernizzi, Paolo Pierobon, Bruno Cariello, Francesca Picozza, Simona Nobili, Vanessa Scalera, Giovanna Mori, Patrizia Bettini, Silvia Ferretti, Corinne Castelli, Fabrizio Costella Produttori Producers: Mario Gianani Produzione Production: Offside, Rai Cinema, Celluloid Dreams Productions in collaborazione con in collaboration with Istituto Luce sinossi Benito Mussolini è alla direzione dell’Avanti! quando incontra Ida Dalser a Milano. Antimonarchico e anticlericale Mussolini è un ardente agitatore socialista impegnato a guidare le folle verso un futuro di emancipazione sociale. In realtà la Dalser lo aveva già fuggevolmente incontrato a Trento e ne era rimasta folgorata. Ida crede fortemente nelle sue idee: Mussolini è il suo eroe. Per lui vende tutto: appartamento, salone di bellezza, mobilio, gioielli. Allo scoppio della guerra Benito Mussolini si arruola e scompare dalla vita della donna. synopsis Benito Mussolini is the director of the Avanti! when he meets Ida Dalser in Milan. Anti-monarchist and anti-clerical, Mussolini is an ardent socialist agitator. He is active to lead the masses towards future social emancipation. In fact, Ida Dalser had already met him fleetingly in Trento. She believes fervently in his ideas: Mussolini is her hero. For him, Ida sells everything, her apartment, her beauty salon, her furniture, her jewellery. On the outbreak of the war, Mussolini enlists in the army and disappears from Ida’s life. nota critica “(...) il massiccio uso del repertorio è l’anima profonda del film. Il filmati d’epoca diventano l’inconscio dei personaggio, i sogni selvaggi di lui, gli incubi repressivi di lei. Francesca Calvelli ha fatto un lavoro degno di Dziga Vertov: di tanto in tanto i filmati Luce vengono ristrutturati per comporre una verità inedita, nello stile delle Kinopravde della vecchia Urss. Vincere vola alto: è una riflessione su tutte le forme di potere che azzerano l’individuo - né Mussolini è stato l’unico dittatore bigamo della storia, anzi, sembra essere una malattia professionale!” (Alberto Crespi, L’Unità) critical note “(...) the substantial use of the repertory is the deep soul of the film. Old films become the unconscious of the character, in this particular case, it’s about his wild dreams and her oppressive nightmares. Francesca Calvelli has done an excellent work, worthy of Dziga Vertov: occasionally the films of the Luce Institute are reorganized to promote the concept of the Russian Kinopravde or film-truth. Vincere flies high: it is a reflection on power, in all its forms, that can nullify each person - Mussolini wasn’t the only bigamist dictator in the course of history, indeed it seems to be an occupational disease!” (Alberto Crespi, L’Unità) premi e festival awards and festivals 2009 Cannes IFF– Concorso Competition 2009 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Migliore Attrice, Fotografia, Montaggio, Scenografia Best Actress, Cinematography, Editing, Production Design 2010 David di Donatello: Miglior Regista, Fotografia, Scenografia, Costumi, Trucco, Acconciature, Montaggio ed Effetti Speciali Visivi Best Director, Photography, Production Design, Costumes, Make-up, Hair Design, Editing and Visual Effects 2010 Uruguay IFF: Premio Speciale della Giuria Special Jury Award 122 Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio Fotografia Photography: Marco Sgorbati, Gian Paolo Conti, in collaborazione con in collaboration with William Santero, Matteo Fago Montaggio Editing: Francesca Calvelli, in collaborazione con in collaboration with Claudio Misantoni, Stefano Mariotti Scenografia Set design: G. Maria Sforza Fogliani Costumi Costumes: Francesca Calvelli Interpreti Cast: Pier Giorgio Bellocchio, Elena Bellocchio, Donatella Finocchiaro, Letizia Bellocchio, Maria Luisa Bellocchio, Gianni Schicchi, Alba Rohrwacher, Valentina Bardi, Silvia Ferretti, Irene Baratta, Alberto Bellocchio, Anna Bianchi Produzione Production: Kavac, Fare Cinema, Provincia di Piacenza, Comune di Bobbio, Rai Cinema sinossi Elena vive con le zie a Bobbio perché sua madre fa l’attrice ed è costretta a spostarsi di continuo. Ma la bambina non è sola. Suo zio Pier Giorgio la adora e sua madre non l’ha abbandonata: appena le è possibile torna per trascorrere del tempo con lei. Un giorno, però, Sara arriva con una novità. Vuole portare Elena con sé a Milano. È arrivato il momento in cui la bambina dovrà lasciare il paese, la sua casa natale e separarsi dalle zie, forse definitivamente... synopsis Elena lives with her aunts in Bobbio because her mother is an actress and is forced to continually move. But the child is not alone. Her uncle Pier Giorgio adores her and her mother has not abandoned her: as soon as possible she returns to spend some time with her. One day, however, Sara arrives and has got some news. She wants to take Elena along to Milan. The time has come for the child to leave her country, her birthplace and her aunts, perhaps forever... nota critica “Nasce dall’esperienza del regista alla scuola Fare cinema di Bobbio, dai seminari a cui partecipano attori, attrici, giovani talenti di regia. (…) Ma Sorelle mai, (...) non è un “documentario”: è una ricerca, un viaggio nell’immaginario tra passato e presente, nel salotto buono apparecchiato per il pranzo, appare il “fantôme” di Lou Castel, il giovane “nauseato” dei Pugni in tasca. Insieme a altre fantasmagorie bellocchiane, il melodramma, Verdi, il teatro, la dolcezza melanconica dell’uomo in frac che si dissolve nelle acque del fiume”. (Cristina Piccino, Il Manifesto) critical note “On the basis of the experience gained by the director in the school Fare cinema in Bobbio, in seminars involving actors, actresses, talented young directors. (...) But Sorelle Mai, (...) is not a “documentary”: is a quest, an imaginary trip of past and present, in the well-set up for lunch parlor, it appears the “fantôme” of Lou Castel, the “sick” young who performed in Fists in the Pocket. Along with all other Bellocchio’s phantasmagoria stories, the melodrama, Verdi, the theater, the melancholy sweetness of a man in a tails that is dissolved in the waters of the river”. (Cristina Piccino, Il Manifesto) premi e festival awards and festivals 2010 Mostra di Venezia – Fuori Concorso Out of Competition 2011 Nastri d’Argento Silver Ribbons: candidato come Miglior Regista, Montaggio nominated as Best Director, Editing 2011 David di Donatello: candidato come Regista del Miglior Film, Attrice, Montaggio nominated as Director of Best Film, Actress, Editing 2011 Moscow FF 2011 New Horizon FF, Poland 2011 São Paulo IFF 123 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO BELLA ADDORMENTATA Dormant beauty Italia, Francia - 2012 35mm – colore - 110’ Regia Direction: Marco Bellocchio Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli Fotografia Photography: Daniele Ciprì Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Marco Dentici Musica Music: Carlo Crivelli Costumi Costumes: Sergio Ballo Interpreti Cast: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gian Marco Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi Produttori Producers: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz Produzione Production: Cattleya, Rai Cinema in collaborazione con in collaboration with Friuli Venezia Giulia Film Commission, Babe Film sinossi Tutto si svolge, in vari luoghi d’Italia, in sei giorni, gli ultimi di Eluana Englaro. Personaggi di fantasia dalle diverse fedi e ideologie le cui storie si collegano emotivamente a quella vicenda, in una riflessione esistenziale sul perché della vita e della speranza malgrado tutto. Un senatore deve scegliere se votare o meno per una legge contro la sua coscienza o non votarla, mentre sua figlia Maria, manifesta davanti alla clinica dove è ricoverata Eluana. Roberto, con il fratello, è schierato nell’opposto fronte laico. Una grande attrice cerca nella fede e nel miracolo la guarigione della figlia, da anni in coma irreversibile. La disperata Rossa vuole morire... synopsis Everything takes place in different Italian locations during six days, the last in the life of Eluana Englaro. There are many fancy characters following different faiths and ideologies, whose stories are emotionally connected to that event. The film is a reflection about existential issues, concerning life and hope. A senator has to choose whether to vote or not for a law. Meanwhile, his daughter Maria is protesting in front of the clinic, where Eluana is hospitalized. Roberto, with his younger brother, is on the opposite laical front. A famed actress waits her daughter’s awakening from a coma. The hopeless Rossa wants to commit suicide... nota critica “Su un argomento incandescente e passionale come il caso Englaro, Bellocchio ha fatto invece un film che si sforza di ragionare. (...) L’idea vincente mi è sembrata quella di sbriciolare le contrapposizioni ideologiche per mettere in ognuno dei personaggi un po’ di quelle “ragioni” e di quei “torti”. Così che lo spettatore si ritrova sullo schermo le tante tessere di un mosaico che deve ricostruire, mentre sullo sfondo un perfetto utilizzo del materiale di repertorio si incarica di ricordare la realtà di quei giorni. Un’operazione, questa, che lascia anche molto spazio alla forza creativa del regista (...)”. (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera) critical note “Dealing with a passionate topic, as the case of Englaro is, Bellocchio doesn’t offer easy answers. It’s just an attempt to let people think. (...) My challenge is to annihilate the ideological oppositions, to put each of the characters in a situation of being “right” and “wrong”. In this way, the viewer can find on the screen the many tiles to rebuild the mosaic. Instead, in the background, the perfect use of the archive material lets to remember the real situation of those days. This allows the director to express his creative power (...)”. (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera) premi e festival awards and festivals 2012 Mostra del Cinema di Venezia – Concorso: Premio Brian Award a Brian Award to Marco Bellocchio, Premio Marcello Mastroianni a Marcello Mastroianni Award to Fabrizio Falco 2012 So Paulo IFF: Premio della Critica Critics Award 2013 David di Donatello Awards: Maya Sansa come Miglior Attrice non Protagonista as Best Supporting Actress 2013 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Nastro Speciale Special Silver Ribbon to Toni Servillo 124 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO DANIS TANOVIC OMAGGIO NO MAN’S LAND HELL TRIAGE CIRKUS COLUMBIA AN EPISODE IN THE LIFE OF AN IRON PICKER 127 128 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ Danis Tanovic biografia Danis Tanovic biografy Danis Tanović, nato nel 1969 a Zenica, in Bosnia-Erzegovina (nell’allora Jugoslavia), è cresciuto a Sarajevo. Dopo aver ottenuto il diploma in ingegneria civile, ha studiato pianoforte al Conservatorio dell’Università e cinema alla Academy of Performing Arts. A causa della guerra e dell’assedio della città è costretto a interrompere gli studi: messosi al seguito dell’esercito bosniaco come reporter di guerra, gira molto materiale durante missioni pericolose. Questi materiali, ripresi da lui e dai suoi colleghi, troveranno ampio utilizzo non solo nei notiziari di tutto il mondo, ma anche nei film sulla guerra bosniaca. Nel 1994, Tanović emigra in Belgio per continuare a studiare cinema al INSAS (Institut National Supérieur des Arts du Spectacle et des Techniques de Diffusion de la Fédération Wallonie-Bruxelles), dove inizia a girare cortometraggi e documentari, tra cui sono da ricordare L’aube (1996) e Beudenje (1999), quest’ultimo, successivo agli studi, gli vale un premio al Festival Cinéma du Réel. Il suo lungometraggio d’esordio, una tragicommedia sulla guerra in madrepatria, No Man’s Land (2001) è in concorso al Festival di Cannes, dove si aggiudica il premio per la Migliore Sceneggiatura, replicato dal European Film Award; in seguito il film gira per i festival di tutto il mondo divenendo uno degli esordi più premiati della storia del cinema ed si aggiudica, tra gli altri, anche Golden Globe ed Oscar come Miglior Film in Lingua Straniera. Nel 2002 partecipa al progetto collettivo sulle guerre del mondo 11’09’’01 - September 11, che prevede 11 episodi, della durata di 11 minuti, girati da 11 registi di chiara fama (gli altri erano: Youssef Chahine, Amos Gitai, Alejandro González Iñárritu, Shôhei Imamura, Claude Lelouch, Ken Loach, Samira Makhmalbaf, Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Sean Penn). La pellicola, presentata fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, viene premiata dall’Unesco. Ha affiancato Claude Lelouche nella ricostruzione del cinema Ariana a Kabul in Afghanistan. Nel 2005 accetta di girare L’enfer, la sceneggiatura della seconda parte di una trilogia scritta dal compianto Krzystof Kieslowski. Il film, una rivisitazione in chiave moderna della Medea di Euripide, ha un cast stellare che vede tra gli interpreti Emmanuelle Beart, Karin Viard, Marie Gillain, Guillame Canet, Jacques Gamblin, Jacques Perrin, Carole Bouquet e Jean Rochefort. Nel 2008 è tra i fondatori del partito liberal socialista Naša stranka (Il nostro partito), una formazione nata con l’intento di rompere il dominio delle formazioni nazionalistiche in Bosnia Erzegovina. Del 2009 è Triage, che apre il concorso del Festival del Cinema di Roma, con Colin Farrel, Paz Vega e Christopher Lee, sui traumi postbellici di un fotoreporter. Torna a girare nella sua lingua in madrepatria nel 2010 con Cirkus Columbia, presentato alle Giornate degli Autori a Venezia, un film tra dramma e commedia ambientato nel periodo tra la caduta del comunismo e la guerra; l’anno dopo il corto Prtljag (Baggage), presentato al Clermont-Ferrand ISFF. Il suo ultimo lavoro Epizoda u životu berača željeza (An Episode in the Life of an Iron Picker), vale a lui il Gran Premio della Giuria e una Menzione Speciale della Giuria Ecumenica e a Nazif Mujić l’Orso d’argento come Miglior Attore alla Berlinale 2013. Danis Tanović è sposato con una francese, ha cinque figli ed ha preso anche la cittadinanza belga. Danis Tanović, born in 1969 in Zenica, in Bosnia-Herzegovina (in the former Yugoslavia), was raised in Sarajevo. After completing a graduate degree in Civil Engineering, he studied piano at the University of Sarajevo Music Conservatory and cinema at the Academy of Performing Arts in Sarajevo. Because of the war and the siege of the city he is forced to stop his studies: having followed the Army of Bosnia-Herzegovina as a war reporter, he started shooting a lot of material during dangerous missions. These materials, shot by him and his colleagues, will be widely used not only in news reports from all over the world, but also in films about the Bosnian war. In 1994, Tanović emigrates to Belgium to continue studying cinema at INSAS film school (Institut National Supérieur des Arts du Spectacle et des Techniques de Diffusion de la Fédération Wallonie-Bruxelles), where he starts shooting short films and documentary films, between which to remember L’aube (1996) and Beudenje (1999), the latter, subsequent to studies, won a Prize at the Festival Cinéma du Réel (Cinema of the Real). His feature debut, a tragicomedy about the war of his homeland, No Man’s Land (2001) is selected in Competition at the Cannes Film Festival, where it won the Award for Best Screenplay, repeated at the European Film Awards; hereafter the film is featured at film Festivals everywhere, becoming one of the most awarded film debuts in the history of cinema and wins numerous awards, including the Golden Globe and the Oscar for Best Foreign Language Film. In 2002 he is involved in the collective project about world wars 11’09’’01 - September 11, which is composed of 11 episodes of 11 minutes, shot by 11 renowned filmmakers ( the others were: Youssef Chahine, Amos Gitai, Alejandro González Iñárritu, Shôhei Imamura, Claude Lelouch, Ken Loach, Samira Makhmalbaf, Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Sean Penn). The film, presented in the non-competing Section at the Venice Film Festival, received the UNESCO Award. He worked with Claude Lelouche for the reconstruction of the Kabul’s Cinema Ariana in Afghanistan. In 2005, he agrees to shoot L’enfer, based on the screenplay of the second instalment of a trilogy written by the late Krzysztof Kieslowski. The film is a reinterpretation in a modern key of the Euripides’ Medea, featuring an all-star cast including performers such as Emmanuelle Beart, Karin Viard, Marie Gillain, Guillaume Canet, Jacques Gamblin, Jacques Perrin, Carole Bouquet and Jean Rochefort. In 2008 he was one of the founders of the social liberal party Naša stranka (Our Party), founded with the aim to break the dominance of nationalist parties in Bosnia-Herzegovina. His 2009 Triage, opens the competition Section of the International Rome Film Festival, starring Colin Farrell, Paz Vega and Christopher Lee, and deals with the post-war trauma of a photojournalist. He turned back to shooting in his language and in his motherland in 2010 with Cirkus Columbia, shown at the Venice Days Auteur Section, a film between drama and comedy set in the period between the fall of communism and the war; one year after the short Prtljag (Baggage), presented at the Clermont-Ferrand ISFF. His latest project Epizoda u životu berača željeza (An Episode in the Life of an Iron Picker), won the Grand Jury Prize and the Special Mention of the Ecumenical Jury and Nazif Mujic won the Silver Bear Best Actor Award at the Berlinale 2013. Danis Tanović married a French woman, has five children and also holds Belgian citizenship. 129 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ NO MAN’S LAND L’ENFER Nikogaršnje ozemlje The hell Bosnia-Erzegovina - 2001 35mm – colore - 98’ Francia, Italia, Belgio, Giappone - 2005 35mm – colore - 98’ Regia Direction: Danis Tanović Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović Fotografia Photography: Walther Van Den Ende Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Duško Milavec Musica Music: Danis Tanović Costumi Costumes: Zvonka Makuc Interpreti Cast: Branko Djurić, Rene Bitorajac, Filip Šovagović, George Siatidis, Serge Henri Valcke, Kathrin Cartlidge, Simon Callow, Alain Eloy, Sascha Kremer, Tanja Ribič, Branko Završan, Mustafa Nadarević, Djuro Utješanović, Mirza Tanović, Bora Stjepanović, Almir Kurt Produttori Producers: Frédérique Dumas-Zaj, Marc Baschet, Cédomir Kolar Produzione Production: Casablanca, in coproduzione con in coproduction with Noé Productions, Man’s Film Productions, Judy Couniham Films Limited, Studio Maj, Fabrica Cinema sinossi Due soldati, uno bosniaco e uno serbo, sono intrappolati in una trincea abbandonata nella zona neutrale. Mentre litigano per stabilire di chi sia la colpa della guerra, si rendono conto di avere conosciuto a casa la stessa ragazza. La scoperta di una “mina balzante” innescata e posta sotto un soldato ferito li pone in una situazione di stallo e di forte tensione, che è sfruttata dai media occidentali. Mentre le truppe di “peacekeeping” dell’ONU guidate da un ufficiale incompetente, Simon Callow, assistono impotenti. synopsis A Bosnian and a Serbian soldier are trapped in an abandoned trench in a neutral zone. As they squabble about whose fault the war is, they realise that they have both known the same girl back home. The discovery of a fully primed “spring mine” positioned under an injured soldier puts them in a tense stand off, which the western media exploits, whilst the UN’s “peacekeeping forces” led by incompetent army officer Simon Callow, are powerless to intervene. nota critica “(...) Il film è emozionante per due grandi motivi: per la semplicità della storia (Tanović non s’impantana nel cercare di presentarci una storia epica) e per l’apertura mentale di Tanović. Riesce a raccontare una situazione sconvolgente con umanità e assurdità - e a esprimere in un quadro più ampio le conoscenze intime. In questo modo riusciamo a comprendere maggiormente la psicologia e la realtà specifica di quella guerra, la sua singolare follia. (...)” (Mick LaSalle, Chronicle Movie Critic) critical note “(...) The film is exciting in two big ways: its simplicity of story (Tanović does not get bogged down trying to give us an epic history) and the breadth of Tanović’s vision. He takes a compelling situation and renders it with humanity and absurdity -- and also with inside knowledge of the bigger picture. We come away with a new understanding of the specific psychology and reality of that war, its singular madness. (...)” (Mick LaSalle, Chronicle Movie Critic) premi principali e festival main awards and festivals 2001 Cannes FF – Competition: Miglior Sceneggiatura Best Screenplay 2001 European Film Awards: Miglior Sceneggiatura Best Screenplay 2002 Oscar: Miglior Film Straniero Best Foreign Language Film 130 Regia Direction: Danis Tanović Sceneggiatura Screenplay: Krzysztof Kieslowski, Krzysztof Piesiewicz Fotografia Photography: Laurent Dailland Montaggio Editing: Francesca Calvelli Scenografia Set design: Aline Bonetto Musica Music: Dusko Segvic, Danis Tanović Costumi Costumes: Caroline De Vivaise Interpreti Cast: Emmanuelle Beart, Karin Viard, Marie Gillain, Carole Bouquet, Guillaume Canet, Jacques Gamblin, Jacques Perrin, Miki Manojlovic, Maryam D’abo, Gaëlle Bona, Dominique Reymond, Jean Rochefort Produttori Producers: Marc Baschet, Cédomir Kolar Produzione Production: Asap Films sinossi Sophie, Céline e Anne sono tre sorelle che portano sulle spalle il peso di una tragedia familiare che ha segnato la loro infanzia e che non sono riuscite a dimenticare. Negli anni Ottanta il loro padre, un insegnante finito in prigione, quando torna in libertà viene rifiutato decisamente dalla loro madre che gli impedisce di vedere le tre giovani figlie che ha chiuso nella loro stanza. Poi, dopo uno scontro violento con la moglie che cade in terra esanime, si getta dalla finestra. Ormai adulte, le tre sorelle si sono allontanate tra di loro e hanno costruito ognuna una propria vita. synopsis The three sisters, Sophie, Céline and Anne, shoulder the burden of a family tragedy that has marked their childhood and that they have not been able to forget. In the eighties, their father, a teacher who was sent to prison, when he regained his freedom is decidedly rejected by their mother who has tried to prevent him from seeing his three young daughters that she closed into their room. Then, after a violent confrontation with his wife, who lifeless falls to the ground, he threw himself out the window. Now adults, the three sisters have moved away from each other and each one has built her own life. nota critica “L’ultima eredità giuntaci dal compianto Krzysztof Kieslowski è stata il progetto di una trilogia - Paradiso, Purgatorio e Inferno - pensato in collaborazione con Krzysztof Piesiewicz, che ha portato a termine le tre sceneggiature. (...) La dimensione della tragedia classica euripidea ci fa comprendere che siamo tutti figli di Medea: uccisi nello spirito dalla rabbia dei genitori, o da una vendetta, o forse soltanto per un capriccio, e condannati a vivere la nostra stessa vita da adulti come spettri di agnelli sacrificali, con il peso di un’angoscia emotiva che un giorno potrà essere scaricata solo dalla crudeltà sui nostri figli. E così l’inferno va avanti. Non è facile vedere questo film, anche se è presentato e interpretato in modo brillante - ed è all’altezza di Kieslowski. Come sarà il Purgatorio?” (Peter Bradshaw, The Guardian) critical note “The late Krzysztof Kieslowski’s last testament was an idea for a projected trilogy - Heaven, Purgatory and Hell - devised jointly with Krzysztof Piesiewicz, who has written the three finished screenplays. (...) The classical, Euripidean dimension comes in realising that we are all Medea’s children: murdered in spirit by an adult’s anger, or revenge, or perhaps just whim, and condemned to live our own grownup lives as undead sacrificial lambs with cargoes of emotional anguish that will one day be discharged only by cruelty to our own children. And so the hell goes on. This film is far from an easy watch, but brilliantly presented and played - and a worthy addition to the Kieslowski canon. What will Purgatory be like?” (Peter Bradshaw, The Guardian) festival 2005 São Paulo IFF – Concorso Competition 131 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ TRIAGE CIRKUS COLUMBIA Bosnia-Erzegovina, Francia, Gran Bretagna, Germania, Slovenia, Belgio 2010 – 35mm – colore - 113’ Irlanda, Francia, Spagna - 2009 35mm – colore - 96’ Regia Direction: Danis Tanović Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović dall’omonimo romanzo from the novel by di Scott Anderson Fotografia Photography: Seamus Deasy Montaggio Editing: Francesca Calvelli, Gareth Young Scenografia Set design: Derek Wallace Musica Music: Lucio Dodoy Interpreti Cast: Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee, Kelly Reilly, Jamie Sives, Branko Djuric Produttori Producers: Alan Moloney, Cedomir Kolar, Marc Baschet Produzione Production: Asap Films, Parallel Films, Tornasol Films, Castafiore Films sinossi Mark e David sono dei fotografi di guerra che riprendono le immagini belliche del Kurdistan. Mark è molto ambizioso e vuole seguire ancora il conflitto per alcuni giorni in cerca dell’inquadratura perfetta, ma David ne ha avuto abbastanza dello sporco, della mancanza di speranze e della violenza, tanto da tornare a casa dalla moglie incinta Diane. Mark, ferito gravemente, finisce in un ospedale locale nelle caverne di Harir, dove in precedenza era stato testimone e aveva registrato il dottor Talzani che giocava a fare Dio. Quando Mark torna ferito e insanguinato a casa rimane scioccato alla scoperta che David non è tornato. synopsis Mark and David are two war photojournalists, who shoot images of war in Kurdistan. Mark is very ambitious and he still wants to follow out the conflict for a few days, looking for the perfect snapshot. But David has had enough of dirty, hopelessness and violence, so that he wants to go home to his pregnant wife Diane. During the war, Mark is seriously injured, and ends up in the local hospital in the Harir Block. Here he was previously a witness and recorded Dr. Talzani, while he was playing God. When Mark injured and bloodied, returns home, he is shocked after discovering that David has not returned. nota critica “Tanović non si avvale dell’espediente lacrimoso. Tutto nella sua persuasiva narrazione è asciutto. Prive di retorica sono le scene delle conseguenze di una guerra, con qui poveri esseri che ci vengono presentati senza apparente pietà, le parole del medico, l’atteggiamento serio dello psichiatra e, infine, quel gesto affettuoso tra i due sposi che chiude una testimonianza dalla decisa fermezza pacifista.” (Francesco Bolzoni, Avvenire) festival 2009 Roma FF – in Concorso in Competition 132 critical note “Tanović uses a straightforward persuasive, but not tearful writing. The scenes of the war’s consequences have not rhetorical aspects. Poor people, the words and attitude of the doctor, the serious attitude of the psychiatrist are presented without apparent piety and, finally, the endearment between the couple is the evidence of a strong pacifist tendency.” (Francesco Bolzoni, Avvenire) Regia Direction: Danis Tanović Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović, Ivica Đikić dall’omonimo romanzo di from the novel by Ivica Đikić Fotografia Photography: Walther Vanden Ende Montaggio Editing: Petar Marković Scenografia Set design: Dušan Milavec, Sanda Popovac Costumi Costumes: Jasna Hadžiahmetović Bekrić Interpreti Cast: Miki Manojlović, Mira Furlan, Boris Ler, Jelena Stupljanin, Milan Štrljić, Mario Knezović, Svetislav Goncić, Almir Mehić, Mirza Tanović, Miralem Zubčević Produttori Producers: Čedomir Kolar, Amra Bakšić Čamo, Marc Bachet, Mirsad Purivatra Produzione Production: 2006, A.S.A.P Films, Autonomous, Studio Maj, Razor Film, Man’s Film Productions, Art & Popcorn in collaborazione con in collaboration with Canal+, Rai Cinema, Bhrt, Eurimages sinossi Bosnia ed Erzegovina, 1991. Il comunismo è caduto e Divko Buntic torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania, arriva con la sua Mercedes rosso fiammante accompagnato dalla giovane e sexy fidanzata Azra, il gatto nero fortunato Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi. Divko riesce a sfrattare la moglie abbandonata Lucija e il loro figlio ventenne Martin. Sistematosi nella sua vecchia casa, Divko tenta un avvicinamento con Martin, il figlio che non aveva mai conosciuto. Invita il giovane a vivere con lui e la sua futura moglie Azra. Quando Lucija lo scopre, s’infuria temendo che suo figlio l’abbandoni per il padre... Mentre le nubi della guerra si addensano, sentimenti profondi e lealtà saranno messi alla prova dalla decisione più difficile di tutte… synopsis Bosnia and Herzegovina, 1991. With the fall of communism, Divko Buntic comes back to his hometown, to take his family home back. After twenty years of exile in Germany, he arrives together with his sexy young girlfriend Azra, his lucky black cat Bonny and with plenty of Mark, in his flaming red Mercedes. Divko finds out the right way to evict his abandoned wife Lucija and their twenty year old son Martin. When he comes to settle in his old home, Divko tries to get close to Martin, the son he never knew. He asks the boy to live with him and with his future wife Azra. When Lucija finds out this, she is very angry, fearing that her son can leave her to live with his father…As the clouds of war are gathering, deep feelings and loyalty are put to the test by one of the most difficult decision… nota critica “(...) Grazie anche a un cast di tutto rispetto, su cui spicca la consueta verve attoriale di Miki Manojlović (Divko, tornato in patria dopo venti anni di esilio fuori dal paese a reclamare la sua casa di famiglia, gettando così in strada la ex moglie e il figlio, e ostentare i suoi nuovi status symbol, compresa la giovane e bella compagna incontrata in Germania), anche questo film fonde con sapienza narrativa e travolgente senso tragicomico i due piani, quello privato e quello sociale e politico (...).” (Sergio Di Giorgi, Cinecriticaweb) “ (…) Tanović sa raccontare come pochi altri il dramma di persone vicine all’abisso.” (Giorgio Carbone, Libero) critical note “(...) Thanks to a good cast, among which the excellent actor Miki Manojlović (Divko, who returns to his own country, after twenty years of exile, to demand his family home, by reducing his ex-wife and son to rack and ruin. He shows off his new status symbol, including his young and beautiful partner), this movie is an overall view of a private and a social and political aspect, of a narrative and an overwhelming tragicomic sense (...).” (Sergio Di Giorgi, Cinecriticaweb) “(...) Tanović, is one of few people, who knows how to tell the drama of people close to the abyss.” (Giorgio Carbone, Libero) premi e festival awards and festivals 2010 Mostra di Venezia – Giornate degli Autori: Premio Cinemavvenire Cinemavvenire Award 2010 Sarajevo FF: Premio del Pubblico Audience Award 2010 Antalya Golden Orange FF: Miglior Film Straniero Best Foreign Language Film 133 I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ EPIZODA U ŽIVOTU BERACA ŽELJEZA 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO PREMIO MARIO VERDONE An Episode in the Life of an Iron Picker Bosnia-Herzegovina, France, Slovenia 2013 – DCP – colore - 77’ Regia Direction: Danis Tanović Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović Fotografia Photography: Erol Zubčević Montaggio Editing: Timur Makarević Suono Sound: Samir Fočo Interpreti Cast: Senada Alimanović, Nazif Mujić, Sandra Mujić, Šemsa Mujić Produttori Producers: Amra Bakšić Čamo, Čedomir Kolar Produzione Production: PRO.BA, Asap Films, E-motion film/ Vertigo sinossi Senada ha 31 anni e vive in un vecchio quartiere Rom di Poljice nella Bosnia centrale, con il suo partner Nazif e le sue due figlie. Lei è incinta di circa cinque mesi del suo terzo figlio. Poiché non ha l’assicurazione medica, non va dal medico - non ha i soldi per farsi visitare. Un giorno comincia a sanguinare ed è costretta a recarsi alla clinica di Lukavac. Dopo un’ecografia, un medico della clinica arriva alla conclusione che Senada deve ricoverarsi urgentemente all’ospedale della città di Tuzla per un intervento chirurgico d’urgenza. Tuttavia un operatore dà a Nasif e Senada il numero del conto bancario dell’ospedale con la richiesta di pagamento di 500€. Non hanno soldi, ma le regole sono chiare. Pertanto, Senada senza assicurazione medica e il denaro, torna a casa. Nazif per dieci giorni cerca di prendersi cura di Senada nel miglior modo possibile. synopsis Senada is 31 and she lives in old Roma neighborhood Poljice in central Bosnia with her partner Nazif and two daughters. She is pregnant with her third child for approximately five months. Since she does not have health insurance, she do not go to the doctor’s – she does not have the money for the appointments. When she starts bleeding, she had to go to the Lukavac Health Center. After an ultrasound scan, a doctor in the Health Center concludes that Senada must urgently go to the City Hospital in Tuzla for an emergency surgery. But in the Hospital Nasif and Senada are given a number of the hospital’s bank account with the request for payment of 500€. They have no money, but the rules are rules. Without a health insurance card and money, Senada returns home. For 10 days, Nazif is trying to save Senda’s life the best he can. nota critica “(...) Il metodo di Tanović segue la “Black Wave” jugoslava della fine degli anni sessanta e le produzioni di Želimir Žilnik, Dušan Makavejev e Živojin Pavlović, che in quel periodo furono i vincitori dei principali premi della Berlinale. Il regista racconta una storia attuale, con questioni sociali delicate, utilizzando canali giusti e specifici, proprio come usavano fare quei registi, e anche se è consapevole di questo fatto, non è certo stata sua intenzione emulare i vecchi maestri. Finora questo è probabilmente il suo film di maggiore successo (...)” (Vladan Petkovic, Cineuropa.org) critical note “(...) Tanović’s approach follows the Yugoslav Black Wave of the late 1960s and the works of Želimir Žilnik, Dušan Makavejev and Živojin Pavlović who were winning the main Berlinale awards at the time. The director tells a contemporary story of burning social issues using the exact right channels, just like those filmmakers used to do, and although he must have been aware of this fact, it was certainly not his intention just to emulate the old masters. This is arguably Tanović’s most successful film to date (...)” (Vladan Petkovic, Cineuropa.org) FABIO MOLLO per IL SUD È NIENTE | 2013 | opera prima CIRO DE CARO per SPAGHETTI STORY | 2013 | opera prima MATTEO OLEOTTO per ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO | 2013 | opera prima premi e festival awards and festivals 2013 Berlinale – Concorso Competition: Gran Premio della Giuria, Orso d’argento al Miglior Attore, Menzione Speciale della Giuria Ecumenica Jury Grand Prix, Silver Bear to Best Actor, Prize of the Ecumenical Jury - Special Mention 2013 Istambul FF: Premio Speciale della Giuria Special Prize of the Jury 134 135 PREMIO MARIO VERDONE IL SUD È NIENTE South is Nothing Italia, Francia - 2013 – DCP – colore - 90’ Regia Direction: Fabio Mollo Sceneggiatura Screenplay: Fabio Mollo, Josella Porto Cinematografia Cinematography: Debora Vrizzi Montaggio Editing: Filippo Montemurro Scenografia Set design: Giovanna Cirianni Musica Music: Giorgio Giampà Costumi Costumes: Andrea Cavalletto SPAGHETTI STORY Italia - 2013 – DCP – colore - 82’ Interpreti Cast: Miriam Karlkvist, Vinicio Marchioni, Valentina Lodovini, Andrea Bellisario, Alessandra Costanzo, Giorgio Musumeci Produttori Producers: Jean Denis Le Dinahet, Sébastien Msika Produzione Production: B24 Film, Madakai in collaborazione con in collaboration with RaiCinema sinossi Grazia ha 17 anni e vive a Reggio Calabria. Quando era piccola, suo fratello Pietro è emigrato in Germania senza fare più ritorno. Suo padre le ha detto che era morto e non ha mai voluto parlarne. Una notte, dopo un litigio con il padre, Grazia entra in mare e vede una figura umana, in cui riconosce il fratello. Quella stessa notte Grazia decide di iniziare a cercarlo, scontrandosi con il silenzio a cui il padre ha sempre obbedito. synopsis Grace is 17 years old and lives in Reggio Calabria. When she was a child, her brother Pietro emigrated to Germany without coming back. Her father told her that he was dead and he has never wanted to talk about it. One night, after a fight with her father, Grazia enters into the sea, and sees a human figure, in which she recognizes her brother. That night, Grace decides to start looking for him, breaking the rule of silence to which her father has always obeyed. nota di regia “Il Sud è niente racconta un legame che va oltre il tempo e la realtà stessa. È la storia di una giovane donna e della sua lotta per riprendersi la propria vita. È raccontata con profondo realismo, ma allo stesso tempo con uno sguardo molto intimo, così intimo da diventare magico. Ci sono ancora delle parti della nostra società dove il silenzio è l’arma più violenta alla quale tutti si sottomettono. È una questione di scelta di vita, un modo per sopravvivere, un credo collettivo, le conseguenze di una specie di tradizione purtroppo oramai radicata. L’omertà ha conseguenze sulla vita sociale della gente ma anche sulla loro vita privata ed emotiva. Il Sud è niente è la storia di un Sud che è più emozionale che geografico.(...)”. director’s statement “South is nothing tells about a bond that goes beyond time and reality itself. It is the story of a young woman and her struggle to take the controls of her life again. It is told with profound realism, but at the same time with a very intimate outlook, so intimate that it becomes magical. There are still parts of our society where silence is the most violent weapon to which all are submitting. It’s a question of life-choice, a way to survive, a collective belief, the consequences of a kind of tradition which is unfortunately by now deep-rooted. The code of silence has effects on the social life of ordinary people but also on their private and emotional life. South is Nothing is the story of a South that is more emotional than geographical. (...)”. premi e festival/ awards and festivals 2010 Torino IFF - Torino Film Lab: Production Award 2011 Cannes - Cinefundation 2011 Berlinale - Talent Project Market 2013 Toronto IFF – Discovery 2013 Festival di Roma – Alice nella Città: Premio Taodue Miglior Produttore Emergente Taodue Award Best Emerging Producer 2014 Berlinale - Generation 136 PREMIO MARIO VERDONE Regia Direction: Ciro De Caro Sceneggiatura Screenplay: Ciro De Caro, Rossella D’Andrea Cinematografia Cinematography: Davide Manca Montaggio Editing: Alessandro Cerquetti Musica Music: Francesco D’Andrea Interpreti Cast: Valerio Di Benedetto, Cristian Di Sante, Sara Tosti, Rossella D’Andrea, Deng Xueyng, Tsang Wei Min, Giancarlo Fares, Claudia Vismara, Piersandro Buzzanca, Marisa Scoccia Produttori Producers: Pier Francesco Aiello, Andrea De Liberato, Ciro De Caro Produzione Production: PFA Films, Enjoy Movies sinossi Valerio è un bravo attore, ma si arrangia con lavori parttime nell’attesa di poter vivere del proprio lavoro. Il suo amico Scheggia vive ancora con la nonna, ma sa già come crearsi “una posizione”. Sua sorella Giovanna lavora come massoterapista, ma sogna di diventare chef di cucina cinese. Serena è ancora studentessa, ma già vorrebbe costruire una famiglia con Valerio. Valerio, Scheggia, Serena e Giovanna sembrano avere le idee chiare su chi sono e cosa vogliono, ma di fatto restano ingabbiati nei loro schemi mentali in cui ognuno di loro giudica l’altro ma è cieco di fronte alle proprie esigenze e potenzialità. Poi, ad ognuno si presenta quella che sembra l’opportunità della vita. E quando un giorno la giovane Mei Mei entra a far parte delle loro vite, tutto è costretto a cambiare rapidamente. synopsis Valerio is a good actor, but manages with part-time jobs waiting to be able to live of his own job. His friend Scheggia lives still with his grandmother, but he already knows how to create “a position”. His sister Giovanna works as a massage therapist, but dreams of becoming a chef of Chinese cuisine. Serena is still a student, but already wants to build a family with Valerio. Valerio, Scheggia, Serena and Giovanna seem to have clear ideas about who they are and what they want, but in fact they are trapped in their mental patterns in which each of them judges the other but is blind in respect of his needs and potentials. Then, for each of one appears what seems to be their life’s chance. And when one day the young Mei Mei becomes to be part of their lives, everything is forced to change rapidly. note di regia “Spaghetti Story è un film low-budget. Anzi, quasi nobudget. Rappresenta la mia generazione non solo nella la storia, ma anche nel modo in cui è stato realizzato. È un film molto semplice, girato con l’attrezzatura che poteva entrare nel bagagliaio di un’auto (...) Ne deriva che l’uso quasi esclusivo di un solo campo, della macchina a mano, di pochissimi primi piani e di molti tagli interni (funzionali, ma perfetti per come intendevo raccontare la storia) si rivela essere non, semplicemente, un’esigenza imposta dalla povertà dei mezzi, bensì una scelta funzionale e, direi, necessaria al racconto di questa particolare storia”. director’s statement “Spaghetti Story is a low-budget film. Indeed, almost nobudget. It represents my generation not only in the story that it tells, but also in the way in which it was made. It’s a very simple film, shot with the equipment that could get into the boot of a car (...)It follows that the almost exclusive use of only one field, of the hand camera, of very few closeups and many internal cuts (functional, but perfect for how I intended to tell the story) turns out to be not simply, a requirement imposed by the poverty of means, but rather a functional choice, and I would say, necessary for the telling of this particular story”. premi e festival/ awards and festivals 2013 RIFF, Roma – Concorso Main Competition 2013 Krakow Off Plus Camera IFF 2013 Moscow IFF - Concorso Main Competition 2013 Reykjavik IFF - Concorso Main Competition 2013 Festival delle Quattro Giornate, Napoli - Concorso Main Competition 2013 Hong Kong Cine Italiano! Italian Film Week 2013 San Marino IFF - Concorso Main Competition: Premio al Miglior Regista Best Director Award 2013 Festival Nino Manfredi - Fuori Concorso Out Of Competition 2014 Dhaka IFF - Cinema Of The World 2014 Los Angeles Italia - Special Screening 2014 Festival delle Cerase - Concorso Main Competition 2014 Festival Opere Prime / Cinema Giovani, Cinecircolo Romano Concorso Main Competition 2014 Paris Italian Film Festival -Terra di Cinema - Concorso MainCompetition 2014 Cinema Italia, Festival del cinema italiano, Israele 137 PREMIO MARIO VERDONE ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO Zoran, My Nephew the Idiot Italia, Slovenia - 2013 – DCP – colore - 106’ Regia Direction: Matteo Oleotto Sceneggiatura Screenplay: Daniela Gambaro, Pier Paolo Piciarelli, Matteo Oleotto, Marco Pettenello Cinematografia Cinematography: Ferran Paredes Rubio Montaggio Editing: Giuseppe Trepiccione Scenografia Set design: Vasja Kokelj, Anton Špacapan Vončina Musica Music: Antonio Gramentieri con Sacri Cuori Costumi Costumes: Emil Cerar Interpreti Cast: Giuseppe Battiston, Teco Celio, Roberto Citran, Riccardo Maranzana, Rok Prašnikar, Marjuta Slamič, Jan Cvitokovic, Ariella Reggio Produttore Producer: Igor Prinčič Produzione Production: Transmedia, Staragara in associazione con Arch Production sinossi Paolo, quarant’anni, inaffidabile e dedito al piacere del buon vino, vive in un piccolo paesino vicino a Gorizia. Trascina le sue giornate nell’osteria del paese e si ostina in un infantile stalking ai danni dell’ex-moglie. Un giorno, inaspettatamente, si palesa suo nipote Zoran, uno strano sedicenne cresciuto sui monti della Slovenia. Paolo dovrà prendersi cura del ragazzino e ne scoprirà una dote bizzarra: è un vero fenomeno a lanciare le freccette. Questa per Paolo è l’occasione giusta per prendersi una rivincita nei confronti del mondo. Ma sarà tutto così facile? synopsis Paolo, forty years old, unreliable and devoted to the pleasure of good wine, lives in a small village near Gorizia. He spends his days in the local osteria and persists in a childish stalking against his former wife. One day, unexpectedly, appears his nephew Zoran, a strange sixteen year old boy who grew up on the Slovenian mountains. Paolo will be committed in taking care of the boy and will discover one of his bizarre gifts: he is a real phenomenon in playing darts. This is for Paolo, the right occasion to get his revenge against the world. But will it be all so easy? note di regia “L’idea nasce dal voler raccontare un territorio, il mio territorio. A questo ho aggiunto l’idea di raccontare un personaggio (Paolo Bressan) che fosse la summa di tante persone che ho incontrato nella mia vita. Amo i perdenti. Hanno un’anima che mi affascina e mi attrae. Infine Zoran, un ragazzino che incontrai durante un’esperienza di lavoro all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Gorizia. Lo ricordo timido e introverso. Tutti lo chiamavano “lo scemo”. Io in lui vedevo una luce speciale. Questo è Zoran, il mio nipote scemo.” director’s statement “The idea comes from the desire to tell about a territory, my territory. To this I added the idea to describe a character (Paolo Bressan) who was the result of so many people I have met in my life. I love the losers. They have a soul which fascinates and attracts me. Lastly, Zoran, a boy I met during a work experience within a former psychiatric hospital in Gorizia. I remember him as shy and introverted boy. Everyone called him “the idiot”. I saw in him a special light. This is Zoran, my Nephew the Idiot”. premi e festival/ awards and festivals 2013 Mostra di Venezia - Settimana Internazionale della Critica International Critic’s Week: Premio del pubblico Prize of the Public, Premio Schermi di Qualità Prize, Premio FEDIC Award, Menzione Speciale a Special Mention to Giuseppe Battiston 2013 Bratislava IFF – Concorso Opere Prime e Seconde Competition of First and Second Feature Films 2013 Thessaloniki IFF - Open Horizons 2013 Mannheim-Heidelberg IFF – Panorama 2013 Lubliana IFF – Perspectives Prospettive 2013 So Paulo IFF – Concorso Nuovi Registi New Directors Competition 138 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO CINEMA EUROMEDITERRANEO SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK FILM AL QODS FEE YOM AKHAR Rana’s Wedding (Il Matrimonio di Rana) TICKET TO JERUSALEM Un biglietto per Gerusalemme ATASH Thirst (La sete) MILH HADHA AL-BAHR Salt of This Sea (Il Sale di Questo Mare) AL-MOR WA AL RUMMAN Pomegranates and Myrr (Melograni e Mirra) THE TIME THAT REMAINS Il Tempo che ci rimane DOCUMENTARI FERTILE MEMORY La memoria fertile HAI MISH EISHI This is not Living (Questo non è Vivere) FRONTIERS OF DREAMS AND FEARS Frontiere dei Sogni e delle Paure JENIN JENIN WOMEN IN STRUGGLE Donne in Lotta THE IRON WALL Il muro di ferro CORTOMETRAGGI KA’EK ON THE SIDEWALK Ka’ek sul marciapiede A BOY CALLED MOHAMED DEBRIS Macerie STRANGER IN MY HOME, JERUSALEM Estraneo a casa mia, Gerusalemme (10’) NATION ESTATE CONTRO IL FEMMINICIDIO 135 139 CINEMA EUROMEDITERRANEO SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE CINEMA EUROMEDITERRANEO PALESTINIAN FILM WEEK LA PALESTINA ATTRAVERSO IL CINEMA KNOWING PALESTINE THROUGH CINEMA È importante che una città ricca di storia mediterranea come Lecce apra il suo sguardo su una parte del “Mare Nostrum”, ormai quasi invisibile, dimenticata, spesso cancellata dai grandi network televisivi e dalla stampa internazionale. Parliamo della Palestina, almeno di quell’area che dopo decenni di occupazione militare non è ancora uno Stato. Inserire in questa edizione del Festival del Cinema Europeo una Rassegna del Cinema Palestinese è prima di un fatto culturale, un gesto di solidarietà. Ma è anche un ulteriore riconoscimento, da parte di un Festival Europeo della vitalità, della ricchezza della cinematografia palestinese. Come si potrà vedere dalla selezione di films, documentari e cortometraggi, il cinema palestinese non è più quello solo militante, ma si apre, a partire degli anni ‘80, a una nuova fase dando un volto più umano, più quotidiano, più immaginativo della società in Cisgiordania e Gaza, occupati da Israele nel ‘67 senza, tuttavia, allontanarsi da una dimensione legata al dramma della Palestina. In quegli anni era, infatti, maturata una generazione di registi palestinesi formatasi in esilio, il più importante dei quali è, senza dubbio, Michel Khleifi, che ha studiato in Belgio. Basti ricordare il suo lungometraggio La Memoria Fertile (1980) sulla condizione femminile nella società palestinese, che fu il primo film girato interamente all’interno della “linea verde” dei territori occupati. Nozze in Galilea (1987) di Khleifi, sulle umilianti condizioni di vita sotto occupazione militare, fu il primo film palestinese di successo internazionale (Premio FIPRESCI a Cannes) ed aprì così la possibilità ad investimenti europei nella nascente cinematografia. Khleifi allora osservò: “Noi facciamo un cinema terzo: né hollywoodiano, né d’autore nel senso de l’art pour l’art (l’arte per l’arte), ma una ricerca, un lavoro estetico sull’immagine stessa, con un filo narrativo libero” - e prodotto in modo indipendente. Su questa onda si sono inseriti, con successo sul piano internazionale, anche autori come Rashid Masharawi con Haifa e Ticket to Jerusalem, Hani Abu Assad con Il matrimonio di Rana, Annemarie Jacir con Sale di questo mare e Elia Suleiman con Cronaca di una sparizione e Intervento Divino. Nel corso degli anni ‘90 si è affacciata una nuova generazione di cineasti, nata e cresciuta nella Palestina occupata. A differenza del cinema della diaspora, questa generazione mette al centro spesso la persona, la sua soggettività psicologica, sociale e culturale - nel contesto della occupazione militare - ma sviluppa anche accenni critici nei confronti della società palestinese stessa. Tra i registi della “seconda generazione” vi sono Tawfik Abu Wael, Nizar Hassan, Abdel Salam Shehade, Najwa Najjar, Alia Arasoughly, Azza el-Hassan e Sobhi al Zubaidi - per citarne solo alcuni. Nei loro films spesso realtà e finzione, documentario e film a soggetto si intrecciano in una combinazione di sensibilità poetica ed analisi cruda della realtà sociale e politica. Sullo sfondo rimane una sfida coraggiosa contro la violenta ed illegale occupazione della terra palestinese con la costruzione del Muro e con le drammatiche condizioni di vita a Gaza, che il nuovo cinema palestinese denuncia, cosciente dell’importanza del cinema come elemento di resistenza pacifica e culturale. It is important that a city rich in Mediterranean history such as Lecce opens an eye on an area of the “Mare Nostrum”, by now almost invisible, forgotten, often erased by the major television networks and the international press. Let’s talk about Palestine, at least about that area that after decades of military occupation is not yet a State. Inserting in this edition of the European Film Festival a retrospective on Palestinian cinema is first of all a cultural phenomenon, a sign of solidarity. But it is also a further recognition by a European Festival of the vitality and richness of the Palestinian cinema. As it will be seen from the selected films, documentaries and short films, the Palestinian cinema is no longer only a militant cinema, but it enters, since the ‘80s, in a new phase by giving a more human, ordinary, and imaginative face to the society of the West Bank and Gaza, occupied by Israel in 1967 without, however, moving away from a dimension linked to the tragedy of Palestine. In those years, in fact, grow up a generation of Palestinian filmmakers formed during the exile period, the most important among them is undoubtedly, Michel Khleifi, who studied in Belgium. It is enough to recall his feature film Fertile Memory (1980) on the status of women in the Palestinian society, which was the first film shot entirely within the “Green Line” of the occupied territories. Wedding in Galilee (1987) by Khleifi, on the shameful living conditions under military occupation, was the first Palestinian film of internationally success (FIPRESCI Prize at Cannes) and thus opened up the possibility to European investments for the nascent cinematography. Khleifi then observed: “We make a third kind of cinema, neither a Hollywood-style cinema nor art cinema in the sense of art for art’s sake, but a research, an aesthetic work on the image with a free narrative thread” - and produced independently. On this wave are included, with internationally success, authors such as Rashid Masharawi in Haifa and Ticket to Jerusalem, Hani Abu Assad in Rana’s Wedding, Annemarie Jacir in Salt of this Sea and Elia Suleiman in Chronicle of a Disappearance and Divine Intervention. During the ‘90s appeared a new generation of filmmakers, born and raised in the occupied Palestine. Unlike the diaspora cinema, this generation often focuses on the individual person, on his psychological, social and cultural subjectivity - in the context of military occupation - but also develops critical observations in respect of the Palestinian society itself. Among the “second generation” directors, there are Tawfik Abu Wael, Nizar Hassan, Abdel Salam Shehade, Najwa Najjar, Alia Arasoughly, Azza el-Hassan and Sobhi al Zubaidi - to name but a few. In their films often reality and fiction, documentary and feature films are woven into a combination of poetic sensibility and rough analysis of the social and political reality. Behind this, remains the courageous challenge against the violent and illegal occupation of the Palestinian land with the construction of the Wall and the dramatic living conditions in Gaza, that the new Palestinian cinema complaints, being aware of the importance of cinema as an element of peaceful and cultural resistance. Monica Maurer - Curator Monica Maurer - Curatrice 140 141 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK AL QODS FEE YOM AKHAR RANA’S WEDDING IL MATRIMONIO DI RANA Palestina, Olanda, Emirati Arabi Uniti - 2002 DVD – colore - 86’ Regia Direction: Hany Abu-Assad Sceneggiatura Screenplay: Liana Bad, Ihab Lamey Cinematografia Cinematography: Brigit Hillenius Montaggio Editing: Denise Janzee Musica Music: Mariecke van der Linden, Bashar Abd Rabbou Costumi Costumes: Hamada Atallah Interpreti Cast: Clara Khoury, Khalifa Natour, Ismael Dabbag, Walid Abed Elsalam, Zuher Fahoum, Bushra Karaman, Georgina Asfour, Manal Awad, Nasrin Buqa’i, Houda Imam, Sami Metwasi Produttori Producers: Bero Beyer, George Ibrahim Produzione Production: Augustus Film, Palestinian Film Foundation sinossi Anche conosciuto come Jerusalem, Another Day - uno dei primi film palestinesi ad essere arrivato a Cannes (nel 2002). Girato a Jerusalem Est (parte araba), a Ramallah e in molti checkpoints lungo il percorso tra le de città, Racconta, con suspense, la storia della giovane Rana che deve decidere sul corso della sua vita in poche ore. Suo padre ha deciso di emigrare in Egitto perché non è più in grado di mantenere la famiglia nella situazione caotica ed opprimente in patria. Mette la figlia davanti alla scelta di sposare un uomo considerato un “buon partito”, oppure di seguirlo in Egitto per continuare gli studi sotto il suo controllo autoritario. Rana però è innamorata di Khalil che dirige un teatro a Gerusalemme e così scappa di casa all’alba e comincia la sua corsa, contro il tempo e contro i checkpoints, per raggiungere il suo amato Khalil, sposarlo subito, e mettere il padre davanti al fatto compiuto... synopsis Also known as Jerusalem, Another Day - one of the first Palestinian films which is arrived at Cannes (in 2002). Shot in east Jerusalem (the Arab part), in Ramallah and in many checkpoints along the path between these two towns. It tells, by means of suspense, the story of the young Rana, who has to decide on the course of her life within a few hours. Her father has decided to emigrate to Egypt because he is no longer able to work for his family’s survival due to the chaotic and oppressive situation existing in their homeland. He provides his daughter with two choices, either to marry a man who is considered a “good match”, or to follow him to Egypt to continue her studies under his authoritarian control. Rana, however, is in love with Khalil who leads a theater in Jerusalem, and so she runs away from home at dawn and begins her race against time and against the checkpoints, to reach her beloved Khalil and to marry him immediately, by presenting the father with a fait accompli... il regista: HANY ABU-ASSAD Hany Aby-Assad è nato a Nazareth, ha studiato in Olanda e ha cominciato la sua carriera cinematografica inizio anni ‘90, quando ha deciso di abbandonare la sua formazione di ingegnere aeronautico e di fare cinema. Ha fatto una serie di corti e documentari, ma solo con Rana’s Wedding, filmato all’inizio della seconda Intifada, ha ricevuto notorietà internazionale, consolidatasi poi con Ford Transit (2003) e Paradise Now (2005). Il suo ultimo film Omar gli è valso il Premio Speciale della Giuria a Cannes – Un Certain Regard nel 2013, ed era in cinquina agli Oscar 2014 come il Miglior Film in Lingua Straniera. the director: HANY ABU-ASSAD Hany Aby-Assad was born in Nazareth, he studied in the Netherlands and started his film career at the beginning of ‘90s, when he decided to abandon his training as an aeronautical engineer and to start film making. He realized a number of short films and documentaries, but only with Rana’s Wedding, shot at the beginning of the Second Intifada, he has achieved international acclaim, which has then been consolidated with Ford Transit (2003) and Paradise Now (2005). His latest film Omar won the Special Jury Prize at Cannes - Un Certain Regard in 2013, and was one of the five nominees at the Oscar 2014 as the Best Foreign Language Film. premi e festival/ awards and festivals 2002 Cannes FF – Semaine de la Critique 2002 Marrakech FF: Miglior Attrice Best Actress 2002 Mediterranean FF, Cologne: Gran Premio, Miglior Attrice Gran Prize, Best Actress 2002 Montpellier Mediterranean FF: Antigone d’oro Golden Antigone 2003 Haifa IFF: Golden Anchor Award 2003 Human Rights Watch FF: Primo Premio First Prize 142 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK TICKET TO JERUSALEM UN BIGLIETTO PER GERUSALEMME sinossi Jaber e Sana vivono in un campo profughi vicino a Ramallah. Jaber sta portando avanti - per la gioia di tutti -un Cinemobile. Sana lavora per la Mezzaluna Rossa. Per la crescente tensione e i sempre più asfissianti checkpoints, Jaber non riesce più ad arrivare in posti, dove prima proiettava films per la gente. Sfidando tutto e tutti si fa convincere a proiettare un film in una scuola della città vecchia di Gerusalemme. Il regista Rashid Masharaw considera il suo film una “fiction documentaristica - che permette uno sguardo ravvicinato sulla vita quotidiana nella Palestina Occupata e sulla creatività della popolazione che trovare sempre nuove forme di resistenza civile”. il regista: RASHID MASHARAW Nato nel 1962 in un campo profughi, Masharawi è uno dei pochi Cineasti che già dagli anni ‘80 e ‘90 hanno descritto le durissime condizioni di vita nei campi. Nel suo primo film Travel Document (1986) parla di un problema cardine dei Palestinesi, partendo dalla propria esperienza: l’impossibilità di ottenere un documento di viaggio, riconosciuto sul piano internazionale. Nel 1996 ha fondato il Cinema Production & Distribution Center a Ramallah per incentivare la produzione di films nella Westbank occupata dal ‘67.Vive a Ramallah. Coopera come consigliere audio-visivo con la Arafat Foundation. Palestina - 2002 – DVD – colore - 85’ Regia Direction: Rashid Masharawi Sceneggiatura Screenplay: Rashid Masharawi Camera: Baudouin Koenig Montaggio Editing: Nestor Sanz, Jan Hendriks Suono Sound: Hanna Abu Sada Scenografia Set design: Ala’ Abu Ghoush, Barbra Wijnveld Musica Music: Samir Jubran Interpreti Cast: Ghassan Abbas, Areen Omary Produttore Producer: Areen Omary Produzione Production: Argus-Fim,Silkroad Prod., Cinema Prod.Center Palestine synopsis Jaber and Sana live in a refugee camp near Ramallah. Jaber is carrying out - to the delight of all-a Cinemobile. Sana works for the Red Crescent. For the growing tension and the increasingly asphyxiating check-points, Jaber no longer is able to reach places, where he once was screening films for people. Defying everything and everyone he is persuaded to show a film at a school in the old city of Jerusalem. The director Rashid Masharaw considers his film a “documentary fiction - that allows a close look at the daily life in the Occupied Palestine and at the creativity of all the population of finding always new forms of civil resistance”. the director: RASHID MASHARAW Born in 1962 in a refugee camp, Masharawi is one of the few Filmmakers, who since the 80s and 90s have described the extremely hard living conditions in the camps. In his first movie Travel Document (1986) he talks about a cornerstone problem of Palestinians, starting from his own experience: the inability to obtain an internationally recognized travel document. In 1996 he founded the Cinema Production & Distribution Center in Ramallah in order to encourage the production of films in the West Bank area occupied since 1967. He lives in Ramallah. He cooperates as an audio-visual advisor with the Arafat Foundation. premi e festival/ awards and festivals 2002 Cairo IFF: Premio Speciale della Giuria Special Jury Prize 2002 Cinema Mediterranéen, Bruxelles: Gran Premio Grand Prix 2002 Festival International du Film d’Amiens: Premio Speciale Prix Special 143 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK ATASH MILH HADHA AL-BAHR THIRST LA SETE Palestina - 2004 – DVD – colore - 109’ Regia Direction: Tawfik Abu Wael Sceneggiatura Screenplay: Tawfik Abu Wael Cinematografia Cinematography: Asaf Sudri Montaggio Editing: Galit Shaked-Shaul Scenografia Set design: Boaz Katzenelson Musica Music: Wissam M.Gibran Interpreti Cast: Hussein Yassin Mahajne, Amal Bweerat, Roba Blal, Jamila Abu Hussein, Ahamed Abed Elrani Produttore Producer: Avi Kleinberger Produzione Production: Momento! sinossi È la storia di Abu Shukri e della sua famiglia che da 10 anni vivono in una valle abbandonata, isolati dal mondo e lontano dal villaggio natale. Sopravvivono fabbricando carbone dagli alberi che trovano nella valle. Solo il padrepadrone e il figlio hanno contatto con il “mondo esterno”, il padre per vendere il carbone al villaggio vicino, mentre il figlio fugge regolarmente per andare a scuola. Al contempo madre e figlia lavorano senza tregua alla fumigazione della legna. Un giorno Abu Shukri decide di canalizzare una sorgente vicina, per portare così l’acqua potabile a casa. Sarà questo il punto di svolta, che porterà il destino della famiglia al suo tragico epilogo - quando ilo scorrere dell’acqua risveglia in loro un insopprimibile istinto di libertà e porta alla luce il dramma familiare che aveva costretto Abu Shukri ad abbandonare il villaggio tanti anni prima, trascinando con sé la sua famiglia. synopsis It is the story of Abu Shukri and his family who have been living for ten years in an abandoned valley, isolated from the world and away from their home village. They survive by manufacturing coal from the trees that they find in the valley. Only the Master Father and his son have contact with the “outside world”, the father to sell the coal to the neighboring village, while his son runs away regularly to go to school. At the same time the mother and her daughter are carrying out tirelessly the fumigation of wood. One day Abu Shukri decides to channel a nearby spring, in order to take thus drinking water back home. This will be the turning point that will bring the fate of the family to its tragic end – when the flowing of water awakens in them an irrepressible instinct of freedom and brings to light the family drama that forced Abu Shukri to leave the village so many years earlier, taking with him his family. il regista: TAWFIK ABU WAEL Tawfik Abu Wael nasce nel 1976 a Umm El-Fahem, la seconda città palestinese in Israele, situata sulla “green line”- cioè i confini d’Israele prima della guerra del ‘67. Tawfik lo ha abbandonato per studiare cinema a Tel Aviv, per poi insegnare drammaturgia alla scuola Hassan Arafe a Jaffa. Ha iniziato la sua carriera cinematografica con sei documentari e dei cortometraggi, tra cui Diary of a male whore premiato in diversi Festival. Atash è la sua opera prima. the director: TAWFIK ABU WAEL Tawfik Abu Wael was born in 1976 in Umm El-Fahem, the second Palestinian city in Israel, located on the “Green Line” - that is, the borders of Israel before the war of 1967. Tawfik abandoned this place to study cinema in Tel Aviv, and then to teach dramaturgy at the Arafe Hassan School in Jaffa. He started his film career with six documentaries and some short films, including Diary of a male whore, awarded in several Festival. Thirst is his first work. premi e festival/ awards and festivals 2004 Cannes FF - Semaine de la Critique: Premio FIPRESCI Award 2004 Jerusalem FF: Premio Wolgin per il miglior lungometraggio israeliano Wolgin Award for Best Israeli 144 Feature Film 2004 Paris Biennal of Arab Cinema: Premio Speciale della Giuria Special Prize of the Jury 2004 Israeli Film Academy: candidato come Miglior Regia nominated as Best Director SALT OF THIS SEA IL SALE DI QUESTO MARE sinossi Soraya (interpretata dalla poetessa Suheir Hammad) figlia di Palestinesi emigrati nei Stati Uniti, è cresciuta a Brooklyn. Dopo la morte del padre va alla ricerca delle proprie radici nella sua terra d’origine in Palestina. Arrivata a Ramallah, cerca di recuperare i risparmi dei nonni, cacciati nel ‘48, congelati in una locale banca britannica. Non ci riesce e decide di restare perché quel denaro le appartiene. Per mantenersi, lavora in un ristorante, dove incontra Emad (Saleh Bakri), un uomo che al contrario della protagonista vuole emigrare da una terra senza futuro a causa dell’occupazione militare. I due elaborano un piano ai danni della banca che ha come conseguenza una fuga che li porterà a godere di momenti di libertà e d’incanto. il regista: ANNEMARIE JACIR Nasce nel 1972 in Arabia Saudita da genitori di Betlemme. Studia cinema negli Stati Uniti alla Columbia University. Dal 1994 lavora come regista independente. Dal 2002 è impegnata nel progetto “Dream of a Nation”. I suoi films (A Post -Oslo History,1998 / 200 Years of American Ideology, 2000 / An Explanation, 2005 / Like 20 Impossibles, 2003, ed altri sono stati proiettati, tra altri, anche ai Festival di Cannes, Venezia, Locarno. Il suo ultimo film Lama Shuftuk (Da quando ti ho visto) era al Forum della Berlinale 2013. premi e festival/ awards and festivals 2008 Oscar: candidato palestinese al Miglior Film Straniero Palestinian candidate for Best Foreign Language Film 2008 Cannes FF – Un Certain Regard 2008 CineFan Festival of Asian and Arab Cinema: Premio Speciale della Giuria, Premio Fipresci Special Jury Prize, Palestina - 2008 – DVD – colore - 104’ Regia Direction: Annemarie Jacir Sceneggiatura Screenplay: Annemarie Jacir Cinematografia Cinematography: Benoit Chamaillard Montaggio Editing: Michèle Hubinon Musica Music: Kamran Rastegar Interpreti Cast: Saleh Bakri, Suheir Hammad Produttore Producer: Ossama Bawardi Produzione Production: Philistine Films synopsis Soraya (played by the poet Suheir Hammad) daughter of Palestinians who have emigrated to the United States, grew up in Brooklyn. After her father’s death, she is in search of her own roots in Palestine, her homeland. Arrived in Ramallah, she tries to recover part of the savings of her grandparents, who were ejected in 1948, blocked in a British local bank. She fails to do that and decides to stay because that money belongs to her. To survive she works in a restaurant, where she meets Emad (Saleh Bakri), a man who unlike the protagonist wants to emigrate from a land without future due to the military occupation. The two young people establish a plan against the bank that has as its consequence a flight which will lead them to enjoy moments of freedom and enchantment. the director: ANNEMARIE JACIR She was born in 1972 in Saudi Arabia of parents coming from Bethlehem. She studies film at Columbia University in the United States. Since 1994 she works as an independent director. Since 2002 she is involved in the project “Dream of a Nation”. Her films (A Post-Oslo History, 1998 / 200 Years of American Ideology, 2000 / An Explanation, 2005 / Like 20 Impossibles, 2003, and others have been broadcasted, among others, also at the Festivals of Cannes, Venice and Locarno. Her latest film Lama Shuftuk (When I saw you) was at the Berlinale Forum in 2013. Fipresci Prize 2008 Cartagine FF: Premio Randa Chahal Randa Chahal Prize 2008 Dubai IFF: Miglior Sceneggiatura Best Screenplay 2009 Sguardi Altrove, Milano: Miglior Film Best Film 2009 Tribeca FF – Selezione Ufficiale Official Selection 145 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK AL-MOR WA AL RUMMAN POMEGRANATES AND MYRR MELOGRANI E MIRRA Palestina - 2008 – DVD – colore - 95’ Regia Direction: Najwa Najjar Sceneggiatura Screenplay: Najwa Najjar Cinematografia Cinematography: Valentina Caniglia Montaggio Editing: Sotira Kyriacou, Bettina Böhler Musica Music: Mychael Danna, Amritha Vaz Interpreti Cast: Yasmine al Massr, Ali Suliman, Ashraf Farah, Hiam Abbas Produttore Producer: Hani E. Kort Produzione Production: Ustura Film, Rif Film, ZDF/Arte sinossi Najwa Najjar apre il suo primo lungometraggio col gioioso matrimonio di Kamar, indomita ballerina dallo spirito libero, di Gerusalemme e Zaid, che cura gli uliveti della famiglia nella Westbank, la cui esistenza è a rischio per un nuovo insediamento israeliano. Zaid viene arrestato durante una disputa per la terra contesa. Kamar rimane sola con i suoceri nella casa in campagna ed è in conflitto tra l’essere la moglie rispettosa di un prigioniero politico e continuare a sviluppare la sua arte nella danza. Mentre la famiglia di Zaid lotta per la sua liberazione dalla prigione e contro la confisca della loro terra, Kamar lotta contro l’attrazione per un nuovo istruttore di danza, Kais, appena arrivato dal Libano, dove la sua famiglia si è rifiugiata nel ‘48. synopsis Najwa Najjar starts his first feature film with the joyful marriage of Kamar, an untamed and free-spirited dancer from Jerusalem and Zaid, who cares for the family’s olive groves in the West Bank area, whose existence is at risk for a new Israeli settlement. Zaid is arrested during a dispute for the contended land. Kamar remains alone with her parents in-laws in the country house and is in conflict between being the respectful wife of a political prisoner and continuing to develop her art in dancing. While the family of Zaid fights for his release from prison and against the confiscation of their land, Kamar fights against the attraction for a new dance instructor, Kais who is just arrived from Lebanon, where his family found refuge in 1948. il regista: NAJWA NAJJAR Najwa Najjar, palestinese cresciuta in Giordania, si è laureata in scienze politiche ed economiche negli Stati Uniti, dove ha fatto anche un master in film e video produzione. Ha cominciato la sua carriera cinematografica nel 1999 con diversi documentari {Na’im and Wadee (‘99), A Boy called Mohammad, Jewel of Oblivion (2001), Yasmine’s Song (2006)}, per i quali ha ottenuto una serie di riconoscimenti internazionali. Nel 2008 scrive e dirige il primo lungometraggio di finzione. Attualmente sta finendo il secondo Eyes of a Thief (coprodotto da Palestina, Algeria, Islanda e Francia) per il quale ha avuto il sostegno del Sundance Script Lab, della Dubai Film Connection e del Jordan Film Fund. Vive a Ramallah. the director: NAJWA NAJJAR Najwa Najjar, a Palestinian grew up in Jordan, obtained a University degree in Economics and Political Science in the United States, where she took also a master’s degree in film and video production. She began her film career in 1999 with several documentaries {Na’im and Wadee (‘99), A Boy called Mohammad, Jewel of Oblivion (2001), Yasmine’s Song (2006)}, for which she has received a number of international awards. In 2008 she wrote and directed her first fictional future film. She is currently finishing her second fictional future film Eyes of a Thief (co-produced by Palestine, Algeria, Iceland and France), for which she had the support of the Sundance Script Lab, of the Dubai Film Connection and of the Jordan Film Fund. She lives in Ramallah. premi e festival/ awards and festivals 2008 San Sebastian IFF: Premio Cinema in Motion Cinema in Motion Award 2009 Fribourg IFF – Concorso Competition 2009 Muscat FF: Premio Golden Dagger per la Miglior Fotografia Golden Dagger to Best Cinematography 2009 Doha Tribeca Film Festival: Premio per il Miglior Film Arabo Best Arab Film 146 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK THE TIME THAT REMAINS IL TEMPO CHE CI RIMANE Palestina - 2009 – DVD – colore - 109’ Regia Direction: Elia Suleiman Sceneggiatura Screenplay: Elia Suleiman Cinematografia Cinematography: Marc-André Batigne Montaggio Editing: Véronique Lange Scenografia Set design: Sharif Waked Costumi Costumes: Judy Shrewsbury Interpreti Cast: Elia Suleiman, Saleh Bakri, Samar Qudha Tanus, Leila Mouammar, Shafika Bajjali, Ziad Bakri Produttore Producer: Michael Gentile Produzione Production: The Film, Nazira Films, Artemis, BiM, France 3, RTBF, Belgacom sinossi Il tempo che ci rimane è il terzo film di una trilogia. Ispirato ai diari del padre, il regista Elia Suleiman (che interpreta se stesso) ricostruisce in quattro episodi la saga della sua famiglia a Nazareth. Il nonno sottoscrive la capitolazione della città, mentre il padre è combattente della resistenza. La seconda parte si svolge nel’70: Elia frequenta una scuola israeliana, il padre Fouad va a pesca e la madre tiene contatti epistolari con i membri della famiglia rifugiati in Giordania. La terza parte si svolge intorno al 1980: Elia ormai un giovane uomo taciturno vive ancora in famiglia, nella stessa casa di sempre. Il padre è stato operato al cuore ed è prossimo alla morte. La madre continua scrivere lettere ai parenti profughi. Elia è stato denunciato e deve lasciare immediatamente il paese. Nell’ultima parte, ambientata nell’ oggi, il regista ritorna a casa per visitare la madre malata. Trova Nazareth molto cambiata... synopsis The Time that Remains is the third film in a trilogy. Inspired by the diaries of his father, the director Elia Suleiman (playing himself) in four episodes reconstructs the saga of his family in Nazareth. His grandfather subscribes to the capitulation of the city, while his father is a resistance fighter. The second part takes place in 1970: Elia attends an Israeli school, his father Fouad goes fishing and his mother has epistolary contacts with the members of the family who have fled to Jordan. The third part takes place around the year 1980: Elia is by now a taciturn young man who still lives with his family, in the same house as ever. His father has had a heart surgery and is close to death. His mother continues writing letters to her displaced relatives. Elia has been denounced and must leave the country immediately. In the last part, set in today’s world, the director returns home to visit his sick mother. He finds Nazareth very changed... il regista: ELIA SULEIMAN Suleiman è nato nel 1960 a Nazareth. Abbandonati gli studi, comincia nel 1982 girare l’Europa e approda infine a New York dove lavora come ricercatore presso l’”Institute for Middle East Peace and Development”. Esordisce come regista con Introduzione alla fine di un argomento (1981) un video di montaggio sulla rappresentazione dell’arabo nei media americani, riprenderà il tema nel suo episodio del film collettivo La Guerra del Golfo... e dopo ? (1996). Realizza il suo primo lungometraggio Cronaca di una sparizione, presentato alla Mostra di Venezia. Il secondo lungometraggio Intervento Divino vince il Premio della Giuria a Cannes nel 2002 e viene distribuito internazionalmente. the director: ELIA SULEIMAN Suleiman was born in 1960 in Nazareth. Having abandoned his studies, he begins going around Europe in 1982 and finally arrives in New York where he works as a researcher at the Institute for Middle East Peace and Development. He made his debut as a director with Introduction to the End of an Argument (1981), a video editing on the portrayal of Arabs in American media; he will resume the issue in his episode of the collective film The Gulf War... and after? (1996). He realizes his first feature film Chronicle of a disappearance, presented at the Venice Film Festival. The second feature film Divine Intervention wins the Jury Prize at Cannes in 2002, and is internationally distributed. premi e festival/ awards and festivals 2009 Cannes FF – Concorso Competition 2009 Asia Pacific Screen Awards: Gran Premio della Giuria Jury’s Grand Prize 2009 Mar del Plata FF: Miglior Regia Best Direction 2009 Toronto IFF – Concorso Competition 147 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK FERTILE MEMORY HAI MISH EISHI LA MEMORIA FERTILE sinossi Primo lungometraggio filmato in Palestina (all’interno della “linea verde”) questo film pluripremiato è diventato pietra miliare della cinematografia palestinese. La memoria fertile è una commistione di fiction e documentario, che racconta la storia di due donne molto diverse: Farah Hatoum, una vedova 50-enne operaia di Nazareth, e la scrittrice Sahar Khalifeh, che vive divorziata con la figlia nella Westbank, a Ramallah, occupata dal ‘67. Khleifi osserva entrambe le donne molto da vicino, nella loro vita di ogni giorno e dipinge così un quadro della condizione femminile nella società palestinese e della vita sotto occupazione e di donne in una società dominata dagli uomini. Senza retorica politica segue le emozioni,la quotidianità pesante di una vita “miracolo dell’impotenza” come dice Sahar. La storia, la realtà, il futuro, le contraddizioni della Palestina, si rispecchiano nei ritratti di queste due donne, l’intellettuale e l’operaia - ambedue condividono la stessa lotta per la libertà e la dignità. il regista: MICHEL KHLEIFI Michel Khleifi (nato nel 1950 a Nazareth) è sceneggiatore, regista e produttore palestinese. È emigrato da Israele nel 1970 e ora risiede in Belgio. Lì, ha studiato regia televisiva e teatrale presso l’Institut National Supérieur des Arts du Spectacle (INSAS). Dopo la laurea all’INSAS di Bruxelles, ha lavorato per la televisione belga, prima di procedere alla realizzazione dei propri film. Ha diretto e prodotto diversi documentari e lungometraggi e ha ricevuto vari premi importanti tra cui il Premio della Critica Internazionale al Festival di Cannes, la Conchiglia d’Oro al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián e il premio André Cavens nel 1987 per il film Nozze in Galilea. Michel Khleifi ora è docente all’INSAS. Palestina, Olanda, Belgio - 1980 – DVD – colore - 104’ Regia Direction: Michel Khleifi Cinematografia Cinematography: Yves van der Meeren, Marc André Batigue Montaggio Editing: Moufida Tlatli Con With: Farah Hatoum, Sahar Khalifeh Produttori Producers: Michel & Georges Khleifi Produzione Production: Marisa Film2 synopsis First feature film shot in Palestine (inside the “Green Line”), this multi award-winning film has become a cornerstone of the Palestinian film. Fertile Memory is a mixture of fiction and documentary, which tells the story of two very different women: Farah Hatoum, a 50 -year-old widow and a worker of Nazareth, and the writer Sahar Khalifeh, who divorced lives with her daughter in the West Bank area, in Ramallah, occupied since 1967. Khleifi observes very closely both women, in their everyday life and thus paints a picture of the women conditions in the Palestinian society, of the life under occupation and of women in a society ruled by men. Without political rhetoric following the emotions, the heavy everyday life of a life which is a “miracle of the impotence” as Sahar says. The story , the reality, the future, the contradictions of Palestine, are reflected in the portraits of these two women, the intellectual woman and the worker woman – both share the same fight for freedom and dignity. the director: MICHEL KHLEIFI Michel Khleifi (born 1950 in Nazareth) is a Palestinian film writer, director and producer. He emigrated from Israel in 1970 and now resides in Belgium. There, he studied television and theatre directing at the Institut National Supérieur des Arts du Spectacle (INSAS). After graduating from INSAS, he worked in Belgium television before turning to making his own films. He has directed and produced several documentary and feature films and received several prestigious awards including the International Critics’ Prize at the Cannes Film Festival, the Golden Shell at San Sebastián International Film Festival and the André Cavens Award in 1987 for his film Wedding in Galilee. Michel Khleifi currently teaches at INSAS. THIS IS NOT LIVING QUESTO NON È VIVERE sinossi Al fine di esplorare i temi della pace e della guerra, con estremo coraggio e rischiando la vita, la regista ha intervistato alcune donne palestinesi, donne comuni, che vivono in una epoca straordinaria. Si tratta di ritratti di otto donne che cercano di vivere nonostante la guerra. Raccontano di come percepiscono se stesse nella guerra e la guerra stessa. Parlano di come cercano di affrontare la paura e la morte dando forme e contenuto alle loro vite. Questo malgrado che in ogni momento un missile possa abbattersi sulle loro case. In questa situazione drammatica sentono di perdere la propria identità, il senso di direzione, la voglia di vivere, in una patria smembrata con le famiglie decimate. il regista: ALIA ARASOUGLY Alia Arasougly, è sociologa della cultura, teorica di cinema, produttrice e regista. Ha lavorato in veste di Consulente per i Media per il programma di sviluppo delle Nazione Unite in Palestina. Hai Mish Eishi (Questo non è vivere) è stato presentato in anteprima mondiale al Festival Internazionale del Cinema delle Donne di Torino. Attualmente dirige il Film Festival delle Donne di Shashat in Palestina. Palestina - 2001 – DVD – colore - 42’ Regia Direction: Alia Arasougly Cinematografia Cinematography: Magdi Banuora Montaggio Editing: Tareq Eid Suono Sound: Iyyad Asi Musica Music: Said Murad Produttore Producer: Alia Arasougly synopsis In order to explore the themes of peace and war, with great courage and risking her live, the filmmaker interviewed some Palestinian women, ordinary women, who live in an extraordinary time. These are portraits of eight women who seek to live in spite of the war. They tell of how they perceive themselves in the midst of war and the war itself. They talk about how they try to face fear and death, by giving their lives shapes and content. And this in spite of the fact that at any times a missile could strike their houses. In this dramatic situation they feel they are losing their own identity, their sense of direction, the desire of living, in a dismembered homeland with decimated families. the director: ALIA ARASOUGLY Alia Arasougly is a sociologist of culture, a film theorist, a producer and a director. She has worked as a Media Consultant for the United Nations Development Programme in Palestine. Hai Mish Eishi (This is not living) was presented in its world premiere at the International Women’s Film Festival in Turin. Currently she is the director of the Shashat Women’s Film Festival in Palestine. festival 2001 Festival Internazionale del Cinema delle Donne, Torino International Women’s FF, Turin 148 149 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK FRONTIERS OF DREAMS AND FEARS FRONTIERE DEI SOGNI E DELLE PAURE Palestina, USA - 2001 – DVD – colore - 56’ Regia Direction: Mai Masri Cinematografia Cinematography: Fouad Sulaiman, Husain Nassar, Jimmy Michel Montaggio Editing: Michèle Tian Musica Music: Anouar Brahim Produttore Producer: Mai Masri in coproduzione con in coproduction with Independent Telivision Service sinossi Il film racconta la storia di due giovane ragazze palestinese: Mona dal campo rifugiati di Shatila a Beirut, e Manar dal campo di Dheisha presso Betlemme. Vivendo in due campi diversi, l’uno caratterizzato dalle condizione d’estrema marginalizzazione, l’altro dall’oppressione militare ed economica israeliana, le due giovani comunicano tra loro a dispetto delle barriere che le separano. Il film descrive la loro vita e i loro sogni traverso lo scambio epistolare via email che culminerà nel loro drammatico incontro sul confine tra Israele e Libano. synopsis The film tells the story of two young Palestinian girls: Mona from the Shatila refugee camp in Beirut, and Manar from the Dheisha refugee camp in Bethlehem. Living in two different camps, one characterized by the conditions of extreme marginalization, the other by the Israeli military and economic oppression, the two young girls communicate with each other in spite of the barriers that separate them. The film describes their lives and their dreams through the correspondence via email that will culminate in their dramatic meeting on the Israeli-Lebanese border. il regista: MAI MASRI Originaria di Nablus (Palestina), è cresciuta a Beirut. Con il regista Jean Shamoon ha fondato la Noor production. Tra i tanti film da segnalare: Children of Fire (1990), Children of Shatila (1998), e 33 Days (2007). the director: MAI MASRI She is a native Nablus (Palestine) and was raised in Beirut. With the director Jean Shamoon she founded the Noor production. Among the many movies, the following are worthy of note: Children of Fire (1990), Children of Shatila (1998) and 33 Days (2007). premi e festival/ awards and festivals 2001 Earth Vision Tokyo IFF: Premio Eccellenza Excellence Prize 2001 Ismailia IFF: Primo Premio First Prize 2001 Beirut IFF: Premio Speciale della Giuria Special Jury Award 2001 Associazione Critici Cinematografici Egiziani Egyptian Film Critics Association: Migliore Film Arabo Best Arab Film 2001 Associazione Documentaristi Egiziani Egyptian Documentary Film-makers Association: Migliore Documentario Best Documentary Film 150 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK JENIN JENIN sinossi Durante l’“Operazione Defensive Shield” nel Aprile 2002 l’IDF (l’esercito Israeliano) ha invaso Jenin sigillandone il campo, per non far uscire la popolazione stremata e non far entrare la stampa, né le organizzazioni dei Diritti Umani, né Amnesty International e neanche l’ONU che denunciava “crimini contro l ‘Umanità”. Il campo è stato raso al suolo. Il famoso attore e cineasta palestinese Mohamed Bakri è stato tra i primi di entrare nella Jenin distrutta - per raccogliere le testimonianza degli abitanti. Ne esce un documentario - senza commento - di fortissimo impatto. “Una testimonianza di dignità e forza umana” come lo definisce Ali Abunimah fondatore di Electronic Intifada. Bakri è stato accusato di aver danneggiato con il film l’immagine dell’IDF. il regista: MOHAMMED BAKRI Nato in Galilea nel 1953, è diventato l’ icona del cinema palestinese. Esordì come attore nel cinema (viene dal teatro!) in Hanna K. di Costa Gavras (1983), seguito da Oltre le sbarre (1984) di Uri Barabash. Nel ‘85 ha lavorato con Amos Gitai, e nel ‘91 con Eran Riklis. Il primo ruolo in un film palestinese in Il racconto dei tre diamanti di Michel Khleifi (‘95). È stato poi protagonista di Haifa (‘95) di Rachid Masharawi e Via Lattea di Ali Nassar (‘97) -seguono tanti altri, anche italiani come Private di Saverio Costanzo e La masseria delle allodole dei Fratelli Taviani. Come regista esordisce nel ‘98 con 1948 sulla Nakba, la catastrofe della cacciata dei Palestinesi dalla propria terra. Dopo Jenin Jenin, Da quando te ne sei andato (2006). Palestina - 2002 – DVD – colore - 54’ Regia Direction: Mohammed Bakri Sceneggiatura Screenplay: Mohammed Bakri Montaggio Editing: Leandro Pantanella Produttore Producer: Iyad Taher Samoudi synopsis During “Operation Defensive Shield” in April 2002, the IDF (the Israeli defense forces) invaded Jenin by sealing the refugee camp, for not allowing the exhausted population to get out and for not allowing the press to get into, nor the Human Rights organizations and Amnesty International and not even the UN, denouncing the “crimes against Humanity”. The camp was burned to the ground. The famous Palestinian actor and film director Mohamed Bakri was among the first to enter the destroyed city of Jenin- to collect the stories of the inhabitants. The result is a documentary - without comment –with a very powerful impact. “A testimony of human dignity and force” as described it Ali Abunimah, the founder of Electronic Intifada. Bakri was accused of having damaged the image of the IDF with the film. the director: MOHAMMED BAKRI Born in Galilee in 1953, he has become the icon of the Palestinian cinema. He began as a movie actor (he was first a theater performer!) in Hanna K. by Costa Gavras (1983), followed by Beyond the Walls (1984) by Uri Barabash. In 1985 he worked with Amos Gitai, and in 1991 with Eran Riklis. His first role in a Palestinian film in Tale of the three diamonds by Michel Khleifi (‘95). He was then protagonist in Haifa (‘95) by Rachid Masharawi and in The Milky Way by Ali Nassar (‘97) -follow many others, as well as Italian film as Private by Saverio Costanzo and The Lark Farm by the Taviani brothers. He debuted as a direcotr in ‘98 with 1948 concerning the Nakba, the catastrophe occurred when Palestinians were expelled from their homes. Later, Jenin Jenin, Since You Left (2006). premi e festival/ awards and festivals 2002 Cartagine IFF: Miglior Film Best Film 2002 Festival of Mediterranean Documentary: Premio Internazionale International Prize 151 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK WOMEN IN STRUGGLE DONNE IN LOTTA Palestina, Belgio, Spagna - 2004 – DVD – colore - 56’ Regia Direction: Buthina Canaan Khoury Sceneggiatura Screenplay: Buthina Canaan Khoury Cinematografia Cinematography: Buthina Canaan Khoury Montaggio Editing: Saed Andoni Musica Music: Wassim Kassis Produttore Producer: Buthina Canaan Khoury Produzione Production: MAJD Production Company in coprododuzione con in co-production with Lichtpunt, Medea sinossi Il documentario narra le lotte di donne palestinesi, exdetenute politiche, durante la prigionia nelle carceri israeliane, analizzandone le conseguenze sulla loro vita attuale e futura. 4 donne che, sottratte al ruolo di sorelle, madri e mogli diventano in carcere protagoniste della lotta di liberazione per l’indipendenza della Palestina; raccontano la difficoltà di vivere la quotidianità e di integrarsi nella vita sociale e politica palestinese, perché nonostante la fine della detenzione esse sono costrette ad affrontare giorno dopo giorno la “prigione” che continuano a portarsi dentro. synopsis The documentary tells of the struggles of Palestinian women, ex- political prisoners, during their imprisonment in Israeli prisons, by analyzing the impact on their present and future life. 4 women who, deprived of their role of sisters, mothers and wives become in the prison protagonists of the struggle for freedom for the independence of Palestine; they describe the difficulties of living the everyday life and integrating into the Palestinian political and social life, because despite the end of detention they are forced day after day to deal with the “prison” that they keep on bringing into themselves. il regista: BUTHINA CANAAN KHOURY Buthina Canaan Khoury, originaria di Betlemme, ha studiato regia e fotografia al MassART di Boston. È stata la prima cineasta e produttrice donna del suo paese. Ha lavorato per anni come camerawoman, producer e coordinatrice di eventi speciali in Medio Oriente par la EBU (European Broadcasting Union). Nel 2000 ha fondato la casa di produzione MAJD a Ramallah, con la quale ha prodotto Women in Struggle (2004), che ha avuto riconoscimenti in molti festival, poi Maria’s Grotto sull’uxoricidio (Silver Muhr al Dubai IFF nel 2007) e Taste the Revolution (2008). the director: BUTHINA CANAAN KHOURY Buthina Canaan Khoury, hailing from Bethlehem, studied directing and photography at MassART of Boston. She was the first woman filmmaker and producer of his country. She worked for years as a camerawoman, producer and coordinator for special events in the Middle East for the EBU (European Broadcasting Union). In 2000 she founded the film production company MAJD in Ramallah, with which she produced Women in Struggle (2004), which won awards in many Festivals, then Maria’s Grotto on the uxoricide (Silver Muhr at the Dubai IFF in 2007) and Taste the Revolution (2008). SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK THE IRON WALL IL MURO DI FERRO sinossi Il documentario di Alatar illustra le conseguenze della presenza degli insediamenti dei coloni israeliani e del Muro sulla vita quotidiana in Palestina, dando voce ad analisti politici e attivisti per i diritti civili, sia Palestinesi che Israeliani. Inizialmente il processo di pace era basato su una semplice formula: Terra in cambio di Pace, una soluzione che prevedeva due stati per due popoli. Ma la crescente presenza degli insediamenti e del Muro (di Apartheid) sono la prova dell’impossibilità di una tale soluzione. The Iron Wall ripercorre le tappe della colonizzazione Israeliana dei Territori Palestinesi in cui la costruzione del Muro non è che la fine di un progetto di pulizia etnica iniziata negli anni ‘20. il regista: MOHAMMED ALATAR Mohamed Alatar (noto anche per Jerusalem-East Side Story, 2007), filmaker e attivista dei Diritti Civili proveniente da Jenin (nel Westbank, in Palestina), è stato direttore di “Palestinians for Peace and Democracy”. Nel 2002 è stato candidato al “Martin-Luther-King Award for Humanity”. Nel 2006 ha partecipato alla Selezione Ufficiale dell’Al Jazeera Film &TV Festival con The Iron Wall. Palestina - 2006 – DVD – colore - 52’ Regia Direction: Mohammed Alatar Camera: Khaldun Eid, Ahmad Abbas, Tahrir Fahreddin Montaggio Editing: A. R. Zahran, Mohamed Nagere Produzione Production: Palestinian Agricultural Relief Comittees For Peace and Democracy (PARC), Palestinians for Peace and Democracy synopsis The documentary by Alatar illustrates the consequences of the presence of the Israeli settlements and of the Wall on daily life in Palestine, giving voice to political analysts and civil rights activists, both Palestinians and Israelis. Initially, the peace process was made on a simple formula: the exchange of Land for Peace, a solution that consisted of two states for two peoples. But the growing presence of the settlements and of the Wall (of Apartheid) demonstrates the impossibility of such a solution. The Iron Wall retraces the steps of the Israeli colonization of the Palestinian Territories in which the construction of the Wall is nothing else than the end of a project of ethnic cleansing started in the ‘20s. the director: MOHAMMED ALATAR Mohamed Alatar (also known for Jerusalem-East Side Story, 2007), filmmaker and Civil Rights activist coming from Jenin (in the West Bank area, in Palestine), was the founding editorin-chief of “Palestinians for Peace and Democracy.” In 2002 he was nominated for the “Martin-Luther-King Award for Humanity”. In 2006 he took part in the Official Selection at the Al Jazeera Film & TV Festival with The Iron Wall. premi e festival/ awards and festivals 2006 Al-Jazeera Film and TV Festival – Selezione Ufficiale Official Selection 152 153 SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK KA’EK ON THE SIDEWALK KA’EK SUL MARCIAPIEDE carriola, come portantino. Ha dovuto lasciare la scuola. Racconta le storie di sua madre, di sua nonna, e si crea una vita immaginaria, dove ci sia una speranza, che gli faccia dimenticare la durissima realtà del campo. Palestina - 2001 – DVD – colore – 26’ Regia Direction: Ismael Habbash Sceneggiatura Screenplay: Ismael Habbash da un racconto di based on the novel by Ghassan Kanafani Camera: Ihab Abu al-Assal Montaggio Editing: Nada El Yaseer, Rabab Haj Yahia Interpreti Cast: Mohamed Bakri, Ahmed Abu Sal’oom, Samer Abu Esha Produttore Producer: Kareem Ghonaim Produzione Production: Betlehem 2000, Nawaya sinossi / synopsis Hamid fa il lustrascarpe all’alba e vende Ka’ek (ciambelle) la notte; nel frattempo va anche a scuola, con scarso profitto. Un giorno lustra le scarpe al Maestro, che all’indomani non mostra nessuna sorpresa nel vedere Hamid tra i banchi; ma la curiosità aumenta di giorno in giorno e si crea un rapporto speciale tra loro basato su un sentimento comune di appartenenza ad una nazione al di là da venire. Hamid is a shoe shiner at dawn and sells Ka’ek (donuts) at night; meanwhile he goes to school as well, with low profit. One day, he is shining the shoes of his Teacher, who in the aftermath is not surprised to see Hamid in the classroom; but curiosity is increasing day by day and a special relationship between them is created, based on a shared sense of belonging to a nation still far from becoming a reality. DEBRIS MACERIE Palestina - 2002 – DVD – b&n e colore – 18’ Regia Direction: Abdel Salam Shehada Cinematografia Cinematography: Ashraf Ali Montaggio Editing: Maher Abu Quta Suono Sound: Mahmoud el Bayed Musica Music: Monem Adwan Produttore Producer: Qassem Ali Produzione Production: Institute of Modern Media Production – Al Quds University, Ramattan Studios Regia Direction: Najwa Najjar Sceneggiatura Screenplay: Najwa Najjar sinossi / synopsis Bulldozers israeliani distruggono la casa di una famiglia contadina ed il loro uliveto, per fare posto alla costruzione di nuovi insediamenti. Fahmi Saleh e sua moglie avevano dato a molti alberi d’ulivo dei nomi, i nomi dei loro figli. In Debris (Macerie) Shehada non solo racconta la storia di una famiglia a cui viene distrutta la base dell’esistenza, ma anche con quale dignità -malgrado l’impotenza e la continua umiliazione- loro continuano a restare ed a lavorare la loro terra. sinossi / synopsis La regista ha incontrato e osservato un ragazzo, Mohamed - poco più di un bambino del campo profughi di Qalandia, vicino ai checkpoints che assediano Ramallah. Migliaia di Palestinesi passano di là ogni giorno, per tentare di andare da Gerusalemme a Ramallah o passare dai Territori Occupati ad Israele, tutti carichi di pacchi; Mohamed lavora, con una Israeli bulldozers destroy the house of a peasant family and their olive grove-to make way for the construction of new settlements. Fahmi Saleh and his wife had given to many olive trees the names, the names of their children. In Debris Shehada not only tells the story of a family to whom the basis of existence is destroyed, but also with what dignity-despite the impotence and the constant humiliation-they continue to remain and work their land. A BOY CALLED MOHAMED UN RAGAZZO CHIAMATO MOHAMED Palestina - 2002 – DVD – colore – 10’ 154 The director has met and observed a boy, Mohamed – little more than a child living in the refugee camp of Qalandia, near the checkpoints that besiege Ramallah. Thousands of Palestinians pass by there every day, trying to go from Jerusalem to Ramallah or to pass through the Occupied Territories in Israel, all loaded with parcels; therefore Mohamed works with a hand-cart, as a porter. He had to leave school – tells the stories of his mother, his grandmother, and creates an imaginary life, where there is a hope, which makes him forget the harsh reality within the camp. SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK STRANGER IN MY HOME, JERUSALEM ESTRANEO A CASA MIA, GERUSALEMME una “soluzione verticale” per uno Stato Palestinese: in un grattacielo. Ogni città ha un piano con le icone dei loro simboli. È stato mostrato a Londra, New York, Parigi, Madrid, Berlino, ed è stato premiato nel 2013 a Oberhausen (Festival Internazionale di Cortometraggi). Palestina – 2007 – DVD – colore – 10’ (frammento) Nation Estate by the well-known artist and filmmaker (Happy Days, 2006 / Space Exodus, 2009) Larissa Sansour is a science-fiction short concerning the deadlock in the Middle East and explores a “vertical solution” for a Palestinian statehood: in a skyscraper. Every city has a floor with icons of their symbols. It has been shown in London, New York, Paris, Madrid, Berlin, and was awarded in 2013 in Oberhausen (International Short Film Festival). Regia Direction: Sahera Dirbas Cinematografia Cinematography: Jameel Kadamani Montaggio Editing: Omar Awad Musica Music: Yousef Makhoul Produttore Producer: Nahed Dirbas Produzione Production: Sahera Production sinossi / synopsis Estraneo a casa mia, Gerusalemme. Si tratta di un film documentario girato per i 40 anni dalla Guerra dei Sei Giorni 1967 ma che è legato strettamente anche agli eventi della Nakba (Catastrofe, 1948). Ne sono protagonisti palestinesi, profughi nella loro stessa città, che tornano a visitare le loro case, da dove furono cacciati via dalle truppe israeliane nel 1948. Stranger in my home, Jerusalem. It is a documentary film shot for the 40 years since the 1967 Six Day War, but which is strictly associated with the events of the Nakba (Calamity of 1948). The protagonists are Palestinians, refugees in their own city, who return to visit their homes, from where they were banished by Israeli forces in 1948. NATION ESTATE Palestina – 2012 – DVD – colore – 9’ Regia Direction: Larissa Sansour Camera: Soren Lind Montaggio Editing: William Dybeck Sorenson Musica Music: Aida Nadeem Produttori Producers: William D.Sorensen, Morten R.Frederiksen Produzione Production: AFAC & Redeyefilm DVD per gentile concessione di courtesy of MEC-Film (Irit Neidhardt) Berlin sinossi / synopsis Nation Estate della nota artista e cineasta (Happy Days, 2006 / Space Exodus, 2009) Larissa Sansour è un corto sci-fiction sullo stallo in Medioriente ed esplora CONTRO IL FEMMINICIDIO Palestina - 2013 – DVD – colore – 5’ Regia Direction: Sahera Dirbas Sceneggiatura Screenplay: Carla Pagano, Anna Rita Ronzoni Cinematografia Cinematography: Khalil Saadeh, Mohammed Labadneh, Shams Gharaeb Montaggio Editing: Asma Bakri Produttore Producer: Sahera Dirbas Produzione Production: Cooperazione Italiana allo Sviluppo a Gerusalemme the Italian Development Cooperation in Jerusalem, nell’ambito del programma as part of the Programme WELOD Women’s Empowerment and Local Development sinossi / synopsis Nel video-documentario le donne Palestinesi denunciano il femminicidio di 27 donne nel corso del 2013 e rivolgono un appello alla società per porre fine a questa violenza omicida ed alla cultura misogina che ne è alla base. La loro protesta muta davanti al Consiglio Legislativo Palestinese chiede l’impegno di tutta la società affinché questi crimini vengano prevenuti sul piano culturale e puniti sul quello legislativo. In the video documentary the Palestinian women denounce the femicide of 27 women in 2013 and they issue an appeal to the society to put an end to this murderous violence and to the misogynist culture on which it is based. Their silent protest in front of the Palestinian Legislative Council asks for the commitment of the whole society to ensure that these crimes are prevented with cultural actions and punished with legislative actions. 155 OMAGGIO MARIO BAVA 98 LA MASCHERA DEL DEMONIO LA FRUSTA E IL CORPO I TRE VOLTI DELLA PAURA SEI DONNE PER L’ASSASSINO TERRORE NELLO SPAZIO OPERAZIONE PAURA REAZIONE A CATENA LISA E IL DIAVOLO LA VENERE D’ILLE MARIO BAVA: OPERAZIONE PAURA 157 OMAGGIO OMAGGIO Mario Bava biografia Mario Bava biography Mario Bava nasce a Sanremo, il 31 luglio 1914, figlio di Eugenio, pioniere del cinema, inventore, titolista e operatore: trascorre l’infanzia nella bottega del padre (“nel senso di “Bottega” dei pittori del Rinascimento” come da sue parole) dove impara anche l’arte dei “trucchi”, destinata a sfociare nel suo talento per gli effetti speciali. L’interesse per la pittura getta invece le basi per i disegni che realizzerà anni dopo per le scene dei suoi film, oggi considerati tra i primi storyboard italiani. L’esordio professionale avviene nel 1939, come aiuto operatore del direttore della fotografia Massimo Terzano per il film Il socio invisibile, di Roberto Roberti (alias Vincenzo Leone, padre del più celebre Sergio). Come operatore, Bava lavora anche per Francesco De Robertis e Roberto Rossellini in Uomini sul fondo e La nave bianca. Nel dopoguerra, si distingue come direttore della fotografia, fra gli altri, per Mario Monicelli o Steno - di lui dirà Lucio Fulci, aiuto dello stesso Steno, “Bravissimo, velocissimo, un grande operatore, con noi ha fatto sette o otto film”. Di particolare importanza resta la collaborazione con Riccardo Freda, con cui gira (non accreditato) parte de I vampiri, primo film horror italiano. Siamo nel 1957 e, negli stessi anni, Bava si ritaglia anche uno spazio importante nel peplum, realizzando la fotografia, gli effetti e parte della regia (ancora non accreditato) de Le fatiche di Ercole e Ercole e la regina di Lidia, di Pietro Francisci (dirà Riccardo Freda “Agli inizi lui faceva i film e Francisci si prendeva i complimenti”). L’esordio alla regia ufficiale è dunque inevitabile e avviene nel 1960, con La maschera del Demonio, che diventa il manifesto estetico dell’horror italiano, ottenendo un clamoroso successo all’estero, suggellato dalla rivista Positif, che gli dedica la copertina. Non va altrettanto bene in patria, dove il film non brilla particolarmente, inaugurando un rapporto difficile tanto con il pubblico, quanto – e soprattutto – con la critica, che tenderà sempre a sottovalutare il suo lavoro, complice pure la tendenza del regista a smitizzare in modo feroce il proprio operato. Nel 1962 dirige La ragazza che sapeva troppo, prima incursione nel thriller destinata a culminare due anni dopo in Sei donne per l’assassino, modello definitivo per il “giallo all’italiana” che sarà poi portato al successo da Dario Argento. Nel 1965, ai generi prediletti dall’autore si unisce anche la fantascienza, con Terrore nello spazio, che anticipa alcune trovate di Alien e viene ricordato come il miglior esempio tricolore del filone. L’horror resta in ogni caso il genere di riferimento: La frusta e il corpo, del 1963, fa scandalo per l’unione di perversione sadomaso e atmosfere gotiche alla Hammer (nel cast c’è Christopher Lee), mentre Operazione paura, del 1966, introduce il personaggio della spettrale bambina bianca con il pallone, destinato a essere ripreso nel 1968 da Federico Fellini nell’episodio Toby Dammit del film collettivo Tre passi nel delirio (“È la stessa del mio film, tale e quale... L’ho detto a Giulietta Masina e lei ha alzato le spalle con un sorriso e mi ha detto, sai com’è Federico...”) e nel 2002 da William Malone per il più modesto Paura.Com. Gli anni settanta segnano una nuova tappa con l’innovativo Reazione a catena, che stabilisce definitivamente la materia anti realistica e provocatoria del suo thriller, destinata a essere ripresa in America nel sottogenere slasher (Venerdì 13 di Sean Cunningham ne riprende alcune invenzioni visive). Sfortunatamente, il finire di carriera è segnato dalla mancata uscita di Lisa e il Diavolo (rimontato dal produttore e trasformato in un clone de L’esorcista) e del noir Cani arrabbiati. L’ultimo lavoro per la televisione, La Venere d’Ille, è firmato insieme al figlio Lamberto, che poi diventerà un apprezzato regista di genere. Il 1980 segna il passaggio di testimone con Dario Argento, attraverso il lavoro agli effetti speciali di Inferno. La scomparsa, il 25 aprile dello stesso anno, prelude alla riscoperta critica e all’acclamazione dei colleghi d’oltreoceano, come Joe Dante, Tim Burton, Quentin Tarantino, John Carpenter e Martin Scorsese. 158 Mario Bava was born on July 31, 1974 in Sanremo. He is the son of Eugene, a cinema pioneer, an inventor, a headline writer and an operator: he spent his childhood in his fathers’ workshop (“in the sense of “Workshop” of the Renaissance painters” as in his words) where he also learned the art of “effects”, which will result in his talent as a special effects artist. His interest in painting instead lays the basis for the paintings that he will realize in the following years for the scenes of his films, which are now considered among the first Italian storyboards. His professional debut takes place in 1939, working as an assistant to the cinematographer Massimo Terzano for the film Il socio invisibile, by Roberto Roberti (also known as Vincenzo Leone, father of the most well-known Sergio). As an operator, Bava also works for Francesco De Robertis and Roberto Rossellini in S.O.S. Submarine and The White Ship. After the war, he distinguished himself as a cinematographer working for, amongst others, Mario Monicelli and Steno - to him will refer Lucio Fulci, an assistant of the same Steno, “He is very accomplished, very fast, a great operator, he worked with us in seven or eight movies”. Of particular importance is the collaboration with Riccardo Freda, with whom he shot (uncredited) a part of The Vampires, the first Italian horror film. We are in 1957 and, in the same year, Bava carves out an important role for the peplum film, by realizing its photography, the effects and part of the direction (yet uncredited) of Hercules and Hercules Unchained, by Pietro Francisci (Riccardo Freda will say “In the early years he made the film and Francisci was being complimented”). The official directorial debut is therefore inevitable and occurs in 1960, with Black Sunday, which becomes the aesthetic manifesto of the Italian horror, enjoying a considerable success abroad, sealed by the magazine Positif, which dedicated to him the cover. The film doesn’t well in his country, where it isn’t particularly brilliant, initiating a difficult relationship both with the public, and – and especially - with the film rating that will always tend to underestimate his work, also due to the tendency of the director to demystify ferociously his work. In 1962 he directed The Evil Eye, his early adventure with the thriller genre, until culminating two years later in Blood and Black Lace, the final model for the “spaghetti thriller” which will be then led to success by Dario Argento. In 1965, the author’s favorite genres are also joined with the science fiction, with Planet of the Vampires, which anticipates some bright ideas of Alien and is remembered as the best Italian example of this current. The horror is in any case his reference genre: The Whip and the Body, 1963, caused a scandal for having combined the sadomasochistic perversion with gothic atmospheres in the manner of Hammer (starring Christopher Lee), while 1966 Kill, Baby, Kill, introduces the character of the spectral white girl with the ball, which was intended to be used in 1968 by Federico Fellini in the segment Toby Dammit of the omnibus film Spirits of the Dead (“She is the same in my film, exactly the same ... I said it to Giulietta Masina who shrugging and smiling told me, you know Frederico ...”) and in 2002 by William Malone for the most modest FeardotCom. The Seventies marked a new stage with the innovative Twitch of the Death Nerve, which finally established the antirealistic and provocative nature of his thriller, which was intended to be used in America in the slasher subgenre (Friday the 13th by Sean Cunningham upholds some of its visual inventions). Unfortunately, the end of his career is marked by the non- release of Lisa and the Devil (reassembled by the producer and re-edited into an Exorcistclone) and of the noir Rabid Dogs. His last work for television, The Venus of Ille, was signed together with his son Lamberto, who later became an appreciated horror film director on his own. 1980 marks the passing the baton on to Dario Argento, through his special effects work in Inferno. His death on April 25 of that year is the starting point of a critical revival and acclamation from his overseas colleagues, such as Joe Dante, Tim Burton, Quentin Tarantino, John Carpenter and Martin Scorsese. 159 OMAGGIO: MARIO BAVA Il cinema di Mario Bava TRIBUTE: MARIO BAVA di Davide Di Giorgio 100 anni dalla nascita e quasi 35 dalla sua scomparsa iscrivono Mario Bava nel periodo più fecondo del cinema italiano, quello che va all’incirca dagli anni Cinquanta ai Settanta, di cui il regista sanremese fu protagonista eppure estraneo: la sua figura si accompagna infatti a quella dei grandi nomi della cinematografia tricolore, da Roberto Rossellini, Mario Monicelli e Steno (per cui fu operatore e direttore della fotografia), ai vari Federico Fellini o Dario Argento, fino ai colleghi americani, Ridley Scott, Tim Burton, Martin Scorsese e i tanti che dalle sue opere registiche hanno ripreso più di qualche intuizione formale. Pur con simili caratteristiche di caposcuola, però, il suo resta un cinema tutto sommato sepolto e considerato solo in riferimento a se stesso: che di per sé non è un male, se è vero che Bava perseguiva un percorso assolutamente personale anche all’interno dei generi popolari dove pure operava. È sufficiente osservare anche solo una sequenza dei suoi film per rendersi conto di uno sguardo davvero originale e pregnante nella capacità di mettere in scena autentici universi figurativi, anche staccati dalla storia che di volta in volta viene narrata (spesso con poco interesse e convinzione). La formazione pittorica e l’amore per il disegno ci consegnano infatti un regista capace di elevare lo stile a contenuto, tracciando geometrie e spazi in continua ridefinizione, all’interno di un percorso che sempre più tende all’astrattismo: dalla compattezza de La maschera del demonio (folgorante esordio del 1960), via via sino alla girandola vorticosa di omicidi che compongono il più tardo Reazione a catena (del 1971), Bava inventa mondi in cui far letteralmente sparire i suoi personaggi, imprigionati in griglie visive fatte di ombre, forme che si rigenerano in modo sempre nuovo, dove persino le “sgrammaticature” portate dall’uso eccessivo di zoom e fuori fuoco assumono un valore espressivo particolare nel dare forma a uno spazio magmatico, cangiante, eppure sempre incredibilmente fisico. La predilezione per il corpo, visto come icona attorno alla quale far ruotare l’arazzo visivo delle sue innumerevoli invenzioni, è l’altra grande novità, in anticipo rispetto alle poetiche dell’horror anni Ottanta: un corpo spesso vilipeso (si pensi alle crudeli morti delle modelle in Sei donne per l’assassino), spossessato del proprio sé (in Terrore nello spazio), ma che pure ancora freme del desiderio di essere carne (il morboso La frusta e il corpo), pur non potendo che confondersi con l’inane e bellissima immobilità dei manichini (il poco visto Lisa e il Diavolo). È per questo che il suo ci appare anche come un cinema capace di riflettere un malinconico ideale di bellezza, di caducità da afferrare ed elevare a potenza: certo, c’è grande divertimento nella messinscena di queste cadute (si pensi al finale-sberleffo de I tre volti della paura che smaschera la finzione del set), tanto che qualcuno ha mosso altrove paragoni con la minestra Campbell di Andy Warhol, dove la forma si fa contenuto ma anche critica, in una dialettica di complicità e presa di distanza dall’oggetto narrato. Raffinatezza e banalità sono in effetti le due facce del cinema baviano, colto eppure popolare, carico di un sincero affetto verso i mondi che tende a costruire, sebbene poi anche molto duro e spietato nei confronti dei personaggi (dichiaratamente poco amati) e senza la voglia innata di accondiscendere particolarmente alle aspettative dello spettatore (che magari si troverà a cercare di far quadrare i conti in storie pensate per non collimare nei dettagli). È uno dei motivi per cui il suo cinema appare così moderno pur nella classicità degli schemi, e riesce a fluire in modo estremamente generoso e spontaneo tra i linguaggi: la fantascienza di Terrore nello spazio ha già il sapore dell’horror, mentre il gotico di Operazione paura affonda a piene mani nel puro surrealismo, attraverso cui esprimere il “reale funzionamento del pensiero”. L’occasione di strappare dall’oblio, dai ricordi o dalle sporadiche visioni casalinghe i suoi lavori per riconsegnarli al grande schermo è dunque l’atto di più generosa stima che possiamo tributargli. 160 Mario Bava’s cinema by Davide Di Giorgio 100 years after his birth and after almost 35 years since his death include Mario Bava in the most productive period of the Italian cinema, that goes from the fifties to the seventies, in which the Sanremo director was the protagonist yet extraneous: his figure is in fact associated with that of the great names of the Italian cinema, from Roberto Rossellini, Mario Monicelli and Steno (for which he was an operator and a director of photography), to the various Federico Fellini or Dario Argento, up to his American colleagues, Ridley Scott, Tim Burton, Martin Scorsese and up to the many who from his directing works have taken up more than just a formal intuition. Despite these similar characteristics defining him as founder, however, his cinema remains after all a hidden cinema which is considered only related to itself: which is not in itself an evil, if it is true that Bava was pursuing a very personal path also within the popular genres where he used to work as well. It is sufficient to observe only a sequence of his films to realize his very original look and his full and special ability of putting on authentic figurative universes, even detached from the story which from time to time is told (often with little interest and conviction). His painting studies and love for drawing in fact present us a director who is capable of strengthening the style to content, by tracing geometries and spaces through continuous redefinition, within a path that is tending more and more to abstraction: from the cohesiveness of Black Sunday (scintillating debut in 1960), and so on till the swirling windmill of murders that make up the later Twitch of the Death Nerve (1971), Bava creates kind of worlds in which he literally make his characters disappear, imprisoned in shadows visual grids, forms that regenerate in a manner always new, where even the “grammatical mistakes” caused by the overuse of the zoom and out of focus acquire a particular expressive value in shaping a magmatic and changing space, yet always incredibly physical. The predilection for the body, seen as an icon around which can rotate the visual patch of his many inventions, is the other big news, prior to the eighties horror poetic: a body which often is vilified (just think of the cruel deaths of the models in Blood and Black Lace), dispossessed of one’s self (in Planet of the Vampires), but which still intensely wants to be flesh (the morbid in The Whip and the Body), although he cannot but to be confused with that inane and beautiful immobility of the mannequins (the little-watched Lisa and the Devil). That’s why his cinema appears to us as a cinema capable of reflecting a melancholy ideal of beauty, of transience to grasp and raise to a power: it is sure that, there is great fun in the putting up these falls (just think of the final grimace in Black Sabbath that discovers the fiction of the set), so much that someone has moved elsewhere comparisons with Andy Warhol’s Campbell’s Soup, where form becomes content but also criticism, in a dialectic of complicity and in keeping its distance from the narrated subject. Sophistication and banality are in fact two sides of the cinema according to Bava, cultured and however popular, full of a sincere affection for the worlds that he is trying to build, although even then it is very hard and ruthless towards the characters (openly unloved) and without the innate desire to agree particularly to the expectations of the viewer (who maybe will try to make ends meet in the planned stories not to converge in the details). It’s one of the key reasons why his movie looks so modern even in the classical patterns, and is able to flow in an extremely generous and spontaneous way between various languages: science-fiction in Planet of the Vampires already has the flavor of horror, while gothic in Kill, Baby, Kill, fully sinks in the pure Surrealism, through which it can express the “real functioning of thought”. The opportunity to tear away its work from oblivion, memories or from sporadic housewives’ visions in order to return them to the big screen is, therefore, the most generous and highly valued act that we can bestow on him. 161 OMAGGIO: MARIO BAVA OMAGGIO: MARIO BAVA LA MASCHERA DEL DEMONIO LA FRUSTA E IL CORPO Black Sunday The Whip and the Body Italia - 1960 – 35mm – b/n - 87’ Regia Direction: Mario Bava Sceneggiatura Screenplay: Ennio De Concini, Mario Serandrei, da based on the short story Il Vij di by Nikolaj Gogol Fotografia Photography: Mario Bava Montaggio Editing: Mario Serandrei Scenografia Set design: Giorgio Giovannini sinossi Nella Moldavia del XVII secolo, la strega Asa Vajda è condannata a morte dal fratello inquisitore, insieme al suo amante Igor Yavutich: come marchio d’infamia, sul volto le viene inchiodata la maschera del demonio. Prima di morire, la strega lancia la sua maledizione che colpirà l’intera stirpe dei Vajda nei secoli a venire. Due secoli dopo, il medico Kruvajan e il giovane collega Andrej Gorobek, in viaggio nelle stesse zone, riportano in vita la strega senza volerlo. Per attuare la sua vendetta, Asa resuscita Yavutich e tenta con il suo aiuto di impossessarsi del corpo di Katja, sua discendente che le assomiglia come una goccia d’acqua. Ma Andrej, innamoratosi della ragazza, tenterà di fermare il piano della strega. nota critica “Bava crea un mondo meraviglioso dalle leggi autonome, ispirandosi a Gogol non tanto per la storia quanto per dettagli suggestivi, capaci di creare un’atmosfera sui generis (…). Accanto all’ambiguità e alle evocazioni allusive, La maschera del Demonio è anche un film che rappresenta il fantastico e l’orrore con la massima concretezza corporea (…). Ma l’esibizione del sangue non cerca mai lo shock fine a se stesso, sostenuta com’è da una poetica precisa: l’orrore è ambivalente e ha sempre una terribile bellezza, attrae e respinge come Asa”. (Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano, Marzo-Aprile 1995) 162 Italia, Francia - 1963 35mm – colore - 88’ Musica Music: Roberto Nicolosi Costumi Costumes: Tina Loriedo Grani Interpreti Cast: Barbara Steele, John Richardson, Andrea Checchi, Ivo Garrani, Arturo Dominici Produttore Producer: Massimo De Rita Produzione Production: Galatea, Jolly Film synopsis In seventeenth-century Moldavia, witch Asa Vajda is put to death by her own brother, an inquisitor, together with her lover Igor Yavutich: as a black mark, the mask of Satan is hammered into her face. Before dying, the witch puts a curse on the entire Vajda’s descendants throughout the centuries. Two centuries later, the doctor Kruvajan and his young colleague Andrej Gorobek, traveling through those areas, without being aware, bring back to life the witch. To put into effects his revenge, Asa resuscitates Yavutich and tries with his help to take possession of the body of her descendant Katya. They are as like as two peas in a pod. But Andrej, who fell in love with the girl, tries to stop the witch’s plan. critical note “Bava creates a wonderful world whose laws are independent, by drawing inspiration from Gogol not so much for its story but as for its striking details, which are able to create a sui generis atmosphere (…). Besides ambiguity and allusive evocations, Black Sunday is also a film that represents the fantastic and the horror with a great tangible concreteness (…). But within the blood performance, shock is never an end in itself, supported as it is by a precise poetics: horror vision is ambivalent and is always a terrible beauty, able to attract and repel, as Asa did”. (Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano, Marzo-Aprile 1995) Regia Direction: John M. Old (Mario Bava) Sceneggiatura Screenplay: Julian Berry (Ernesto Gastaldi), Robert Hugo (Ugo Guerra), Martin Hardy (Luciano Martino) Fotografia Photography: David Hamilton (Ubaldo Terzano) Montaggio Editing: Rob King (Roberto Cinquini) Scenografia Set design: Dick Grey (Ottavio Scotti) Musica Music: Jim Murphy (Carlo Rustichelli) Costumi Costumes: Peg Fax (Anna Maria Palleri) Interpreti Cast: Christopher Lee, Daliah Lavi, Tony Kendall, Isli Oberon (Daniela Galli), Harriet White, Dean Ardow (Gustavo De Nardo) Produttore Producer: Tom Rhodes (Federico Magnaghi) Produzione Production: Francinor-PIP, Leone Film, Vox Film sinossi Il crudele barone Kurt Menliff torna al castello di famiglia, dove ritrova la bella Nevenka, cui era legato un tempo da un rapporto sadico: lui la colpiva con la sua frusta, accendendo così il desiderio. Ma il rinnovo di quel morboso legame è destinato a essere interrotto quando una mano misteriosa uccide nottetempo Kurt. Nelle notti seguenti, però, Nevenka continua a percepire la presenza di Kurt, che torna a manifestarsi nel castello e ad agitare la sua frusta, mentre i parenti muoiono assassinati misteriosamente. È solo un trucco o il barone è effettivamente tornato per vendicarsi di chi lo ha ucciso e per perpetuare il legame di amore e violenza con Nevenka, superando anche la morte? synopsis The cruel Baron Kurt Menliff returns to his familial castle, where he meets again the beautiful Nevenka, to whom he was once tied by a sadistic relationship: he used to whip her, firing up in this way the passion. But the renewal of that morbid bond is intended to be interrupted when a mysterious hand kills Kurt overnight. On the following nights, however, Nevenka continues to perceive the presence of Kurt, whose ghost returns in the castle and continues to shake his whip, while their relatives die mysteriously murdered. Is this just a gimmick or has the Baron essentially returned to revenge against those who killed him and to perpetuate the love and violence bond with Nevenka, going even beyond death? nota critica “Evidente è in questo film l’irruzione dell’erotico e il fascino della morte (…), come pure la trasgressione alle regole del genere, rappresentata dall’uccisione, in una delle prime sequenze del film, della figura ‘mitica’ di Cristopher Lee, ridotto in seguito a una sola breve apparizione. Ma preme soprattutto sottolineare l’ambiguità della narrazione che mina alla base la ricerca di una coerenza interna che aveva caratterizzato fino ad allora il cinema fantastico, tendendo alla creazione di un cinema in cui oggettivo e soggettivo si confondono inestricabilmente”. (Teo Mora, Storia del cinema dell’orrore vol. 2, Fanucci editore, Roma, 1978/2002) critical note “In this film is evident the irruption of the erotic and the fascinating theme of the death (…), as well as the transgression of rules of the genre itself, represented by the killing, in one of the first sequences, of the “legendary” figure of Christopher Lee, who had henceforth only one brief appearance. But it is necessary above all to underline the ambiguity of the story which undermines the search for an interior coherence that had characterized up to that time the fantastic cinema, by tending to create a kind of cinema in which objective and subjective are inextricably mixed up”. (Teo Mora, Storia del cinema dell’orrore vol. 2, Fanucci editore, Roma, 1978/2002) 135 163 OMAGGIO: MARIO BAVA OMAGGIO: MARIO BAVA I TRE VOLTI DELLA PAURA SEI DONNE PER L’ASSASSINO Black Sabbath Blood and Black Lace Italia - 1963 – 35mm – colore - 92’ Regia Direction: Mario Bava Sceneggiatura Screenplay: Marcello Fondato, Alberto Bevilacqua, Mario Bava (libero adattamento da tre racconti di free adaptation based on three storie by Čechov, Tolstòj, Maupassant) Fotografia Photography: Ubaldo Terzano Montaggio Editing: Mario Serandrei Scenografia Set design: Riccardo Dominici 164 Italia, Francia, Germania - 1964 35mm – colore - 88’ Musica Music: Roberto Nicolosi Costumi Costumes: Tina Grani Interpreti Cast: Michèle Mercier, Lydia Alfonsi, Boris Karloff, Suzy Andersen, Mark Damon, Jacqueline Pierreux Produttore Producer: Salvatore Billitteri, Paolo Mercuri Produzione Production: Emmepi Cinematografica, Lyre Cinematographique, Galatea sinossi Film a episodi, presentati da Boris Karloff. Nel primo, Il telefono, la giovane Rosy è sola in casa, perseguitata da un maniaco telefonico e chiede aiuto all’amica Mary. Nel secondo, I Wurdalak, Wladimiro D’urfé durante il suo viaggio si ferma presso la famiglia dell’anziano Gorka, intento a cacciare i Wurdalak, ovvero i vampiri che infestano la zona. Ma l’uomo è stato morso e l’intera famiglia ne farà le spese. Nel terzo, La goccia d’acqua, l’infermiera miss Chester viene chiamata a vegliare su una paziente deceduta. La donna ne approfitta per rubarle un anello, ma lo spirito della defunta, o forse solo la suggestione, arrivano a tormentarla. synopsis This film is centered on three episodes which are introduced by Boris Karloff. In the first, The Telephone, the young Rosy is at home alone, and threatened by telephone by a maniac and asks for help her friend Mary. In the second, The Wurdalak, Wladimiro D’urfé during his trip stops at the aged Gorka’s family, with the intention of hunting The Wurdalak, or rather the vampires infesting the area. But the man was bitten and the whole family will suffer most. In the third, The Drop of Water, the nurse Miss Chester is called to keep vigil over a passed away patient. The woman takes the opportunity to steal her ring, but the spirit of the deceased, or maybe just the suggestion, have begun to torment her. nota critica “Bava è esemplare nel costruire le atmosfere servendosi della luce e dei colori (un blu cobalto dipinge le apparizioni dei vampiri), lasciando sapientemente montare le attese per sferrare il colpo con misurata maestria. Boris Karloff offre un’interpretazione memorabile, sulla sua maschera spaventosa è leggibile il trascorrere di emozioni tra loro opposte: da vecchio nonno affettuoso a belva assetata di sangue. L’attore settantasettenne (…) non si limita a pescare tra i tanti personaggi del suo repertorio un mostro di routine (…), ma sembra anzi estremamente divertito e felice di (…) recitare in un film tratto da Tolstòj, lui che un nome russo s’era dato”. (Daniela Catelli, Ciak si trema, Theoria, Roma-Napoli, 1996) critical note Bava leads by example when building atmospheres by using light and colors (cobalt blue is used to depict the apparitions of the Vampires), allowing wisely the expectations to increase in order to deliver the fatal blow with moderate masterly skills. Boris Karloff gives us a memorable performance, on his terrible mask the passage of his opposing emotions, is readable: from an old loving grandfather to a bloodthirsty beast. The seventy-seven year old actor (...) doesnt confine itself to fish among the many characters of his repertoire a routine monster (...), but he seems rather highly amused and happy (...) to act in a film based on Tolstòj, he who bestowed upon himself a Russian name. (Daniela Catelli, Ciak si trema, Theoria, Roma-Napoli, 1996) Regia Direction: Mario Bava Sceneggiatura Screenplay: Marcello Fondato, Giuseppe Barilla, Mario Bava Fotografia Photography: Ubaldo Terzano Montaggio Editing: Mario Serandrei Scenografia Set design: Arrigo Breschi Musica Music: Carlo Rustichelli Costumi Costumes: Tina Grani Interpreti Cast: Eva Bartok, Cameron Mitchell, Thomas Reiner, Arianna Gorini, Mary Arden Produttori Producers: Massimo Patrizi, Alfredo Mirabile Produzione Production: Emmepi Cinematografica, Les Productions Georges de Beauregard, Top Films, Monachia Films sinossi Nell’atelier d’alta moda Christian viene ritrovato il cadavere di una modella, strangolata da un misterioso assassino con cappello e volto coperto. L’ispettore Silvestri della polizia inizia a indagare, ma i misteri ben presto si moltiplicano fra le quattro mura: tutti sembrano avere qualcosa da nascondere e intanto gli omicidi delle modelle continuano, in modi sempre più violenti. I principali sospettati, però, sembrano avere alibi di ferro e la soluzione dell’enigma si fa sempre più intricata... synopsis In the Christian haute couture atelier was found the body of a model, strangled by a mysterious and masked murderer wearing a hat. The police inspector Silvestri starts investigating, but the mysteries soon multiply within the four walls: everyone seems to have something to hide and meanwhile the murders of the models continue in increasingly violent ways. The main suspects, however, seem to have cast-iron alibis and the solution of the riddle is becoming progressively complex... nota critica “L’anomala ambientazione della vicenda - di lì a poco destinata a trovare nel primissimo Argento il più fedele adepto – agevola, come conseguenza, la costruzione di una galleria di caratteri difficilmente così nevrotici, ambigui e avidi di potere e ricchezza. Un po’ thriller e un po’ poliziesco, Sei donne per l’assassino esplicita una visione del mondo amara e pessimista che Bava non esiterà a riproporre nei lavori successivi. Un mondo in preda al caos in cui i cattivi vincono e i buoni – sempre che ne esistano ancora – soccombono. L’atelier, i suoi manichini, i tendaggi e gli ornamenti dai colori incredibilmente saturi, si limitano ad incrementare l’intensità di una suspense che solo le accorte soggettive e gli studiatissimi movimenti di macchina (marchio di fabbrica baviano) sono in grado di creare”. (Marco Minniti, Cineteca di Bologna)) critical note “The anomalous story’s setting- shortly after destined to be used by Argento at the start, the most faithful follower - facilitates, as a result, the creation of a collection of characters who are unlikely so neurotic, ambiguous and greedy for power and wealth. But rather thriller and rather crime, Blood and Black Lace illustrates a bitter and pessimistic view of the world that Bava will not hesitate to suggest again in his subsequent works. In a world in total chaos where the bad ones win and the good ones – provided that they still exist - succumb. The atelier, its mannequins, curtains and ornaments with their incredibly saturated colors, just increase the intensity of a suspense that only the cautious point of view shots and the extremely researched camera movements (Bava’s trademark) are able to create”. (Marco Minniti, Cineteca di Bologna) 135 165 OMAGGIO: MARIO BAVA OMAGGIO: MARIO BAVA TERRORE NELLO SPAZIO OPERAZIONE PAURA Planet of the Vampires Kill, Baby, Kill! Italia, Spagna - 1965 35mm – colore - 86’ 166 Italia - 1966 – 35mm – colore - 85’ Regia Direction: Mario Bava Sceneggiatura Screenplay: Alberto Bevilacqua, Callisto Cosulich, Antonio Roman, Mario Bava, Rafael J. Salvia, I. B. Melchior based on tratto da Una notte di 21 ore di by Renato Pestriniero Fotografia Photography: Antonio Rinaldi Montaggio Editing: Romana Fortini, Antonio Gimeno Scenografia Set design: Giorgio Giovannini Musica Music: Gino Marinuzzi Jr. Costumi Costumes: Gabriele Mayer Interpreti Cast: Barry Sullivan, Norma Bengell, Angel Aranda, Evi Marandi Produttore Producer: Fulvio Lucisano Produzione Production: Italian International Film, Castilla Cooperativa Cinematografica sinossi Le astronavi Argos e Galyot vengono catturate dalla forza gravitazionale del pianeta Aura e sono così costrette all’atterraggio. La comunicazione fra le due navi si interrompe e quando gli uomini della Argos raggiungono i compagni della Galyot li trovano morti, come se si fossero uccisi a vicenda. Una strana forza ostile sembra infatti agire sul pianeta: indagando, si individua quindi una terza nave spaziale, al cui interno giacciono soltanto scheletri mostruosi e giganteschi. synopsis Two spaceships, Argos and Galyot, are captured by the gravitational force of the planet Aura and thus they are obligated to land. The communication between the two spaceships fails and the crew members of Argos try to reach the team-mate of Galyot. On their arrival the crew members are found dead, as if they had killed each other. In fact, an unknown and hostile force seems to act on the planet: while exploring, therefore a third spaceship is identified, within which lie only giant and horrific skeletons. nota critica “Con una stupefacente modernità di sguardo, Bava anticipa inconsapevolmente la fantascienza “adulta” del cinema americano degli anni Settanta: a questo proposito è illuminante, e del resto assai citata, la scena del ritrovamento su un’astronave degli scheletri di esseri sconosciuti, che non può non aver influenzato un’analoga sequenza di Alien di Ridley Scott. Bava esibisce una straordinaria fluidità e mobilità dei movimenti della mdp: lente panoramiche e calibratissimi travelling conferiscono un tocco inconfondibile alla pellicola, per non parlare del più generico, e arcinoto, (ab)uso dello zoom. Ciò che forse non è ancora stato messo nel giusto rilievo è invece l’utilizzo estraniante del sonoro: suoni elettronici e rumori ambientali producono infatti un effetto ipnotico di elevata suggestione”. (Marco Bertolino, Genealogia del delitto, Nocturno-Cinemabis, Milano 2004) critical note “With an amazing modern look, Bava unwittingly anticipates the “grownup” science- fiction of the seventies American cinema: about this it is illuminating, and after all frequently mentioned, the scene of the discovery on a spaceship of unknown beings’ skeletons, which couldn’t but influenced a similar sequence in Alien by Ridley Scott. Bava performs an extraordinary fluidity and mobility of the camera’s movements: panoramic lens and very precisely calibrated travelling, add a unique touch to the film, not to forget the more generic and very well known, (ab) use of the zoom. What perhaps has not yet been rightly emphasized is, instead, the alienating use of sound: electronic sounds and ambient noise, in fact, can produce a hypnotic effect of great awesomeness”. (Marco Bertolino, Genealogia del delitto, Nocturno-Cinemabis, Milano 2004) Regia Direction: Mario Bava Sceneggiatura Screenplay: Romano Migliorini, Roberto Natale, Mario Bava Fotografia Photography: Antonio Rinaldi Montaggio Editing: Romana Fortini Scenografia Set design: Sandro Dell’Orco Musica Music: Carlo Rustichelli Costumi Costumes: Tina Grani Interpreti Cast: Giacomo Rossi Stuart, Erika Blanc, Fabienne Dalì, Piero Lulli, Max Lawrence (Luciano Catenacci) Produttori Producers: Nando Pisani, Luciano Catenacci Produzione Production: F. U. L. Film sinossi In un villaggio tedesco, una donna si uccide lanciandosi nel vuoto senza apparente ragione. Il dottor Paul Esway, di passaggio nella zona, viene coinvolto nell’indagine e si scontra con gli abitanti del villaggio, che attribuiscono quanto è accaduto allo spirito di un’antica maledizione, che ha le fattezze di una sinistra bambina bianca con un pallone. Paul non vuole lasciarsi suggestionare e ha fiducia in una soluzione scientifica dell’enigma, ma resterà coinvolto nella spirale di terrore generata dalla diabolica bambina. synopsis In a German village, a woman kills herself by jumping into the void for no apparent reason. Dr. Paul Esway, passing by that area, is involved in the investigation and argues with the inhabitants of the village, who attribute what has happened to the spirit of an ancient curse, by looking like some sort of a white menacing child with a ball. Paul does not want to let him be influenced and has confidence in a scientific solution of the riddle, but he will be involved in the spiral of terror which is created by the diabolic child. nota critica “Bava mantiene in sospeso le spiegazioni, (…) l’ambiguità si mantiene, il ritorno all’ordine viene negato. È questa ambiguità allora a mantenere intatto il fascino del film, la possibilità per lo spettatore di perdersi letteralmente negli spazi puramente cinematografici del film (...). È proprio Melissa, volto (più che corpo) di bambina dagli occhi sbarrati, portatrice di morte e di terrore (ripresa esplicitamente con furbizia e con affetto, come si sa, da Fellini nel suo Toby Dammit), a simboleggiare ancora una volta lo scarto beffardo che Bava opera nella logica dell’orrore: non l’informe o la deformità si pongono ad immagine del male (...), ma proprio l’apparente innocenza e purezza dell’infanzia”. (Daniele Dottorini, Mario Bava: Il rosso segno dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013) critical note “Bava keeps the explanations suspended, (...) the ambiguity is kept and the return to order is denied. It is this ambiguity then that doesn’t change the appeal of the film, the possibility for the viewer to literally get lost in the purely cinematic spaces of the film (...). It is just Melissa, with a young face (rather than the body) and staring eyes, a bearer of death and terror (openly used in a craftier and affectionate way, as is known, by Fellini in his Toby Dammit), that symbolizes once again the mocking rejection that Bava is used to do within the logic of horror films: it is not the shapelessness or the deformity that arise as image of the evil (...), but just the apparent innocence and the purity of childhood”. (Daniele Dottorini, Mario Bava: Il rosso segno dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013) 135 167 OMAGGIO: MARIO BAVA OMAGGIO: MARIO BAVA REAZIONE A CATENA / ECOLOGIA DEL DELITTO LISA E IL DIAVOLO Twitch of the Death Nerve Lisa and the Devil Italia, Spagna, Germania - 1972 35mm – colore - 95’ Italia - 1971 – 35mm – colore - 84’ Regia Direction: Mario Bava Sceneggiatura Screenplay: Filippo Ottoni, Joseph McLee (Giuseppe Zaccariello), Mario Bava (da un soggetto di based on a script by Dardano Sacchetti, Franco Barberi) Fotografia Photography: Mario Bava Montaggio Editing: Carlo Reali sinossi L’omicidio della contessa Federica Donati, anziana e costretta su una sedia a rotelle, innesca una girandola di uccisioni che hanno come sfondo una baia dove si muovono diversi personaggi: una coppia di amanti, un pescatore, un entomologo, una donna che legge i tarocchi, alcuni giovani in vacanza, una famigliola con due bambine. Le morti, sempre più cruente, non sembrano avere un apparente motivo, ma in realtà nascondono biechi motivi economici, dal momento che il posto è soggetto a una grande speculazione edilizia. nota critica “Reazione a catena è uno dei film più complessi e affascinanti di Bava proprio per l’intreccio di intenzioni alte e pratiche basse, serietà metafisica e ironia sdrammatizzante, bellezza formale e grand-guignol. Ogni omicidio (in tutto sono tredici) è al tempo stesso gratuito, alla luce delle convenzioni di una narrazione classica, e giustificato da una legge biologica immanente: “l’ecologia del delitto” del titolo si può intendere sia come un meccanismo di difesa della natura, che distrugge gli speculatori che vogliono minacciarla, che come enunciazione di una legge istintiva del più forte. (…) All’assunto moralistico si accompagna così una vena sarcastica. La stessa moltiplicazione impazzita di omicidi (“reazione a catena”) non può essere presa troppo seriosamente”. (Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano, Marzo-Aprile 1995) 168 Scenografia Set design: Sergio Canevari Musica Music: Stelvio Cipriani Interpreti Cast: Claudine Auger, Luigi Pistilli, Claudio Volonté, Laura Betti, Leopoldo Trieste Produttore Producer: Giuseppe Zaccariello Produzione Production: Nuova Linea Cinematografica synopsis The murder of Countess Federica Donati, an elderly wheelchair bound woman, activates a whirlwind of killings that have as a background a bay where different characters get around: a pair of lovers, a fisherman, an entomologist, a tarot reader woman, some young people on vacation, a family with two little girls. Deaths, always more cruel, do not seem to have an obvious reason, but actually they conceal sinister economic reasons, since the place is subject to a great property speculation. critical note “Twitch of the Death Nerve is one of the most complex and fascinating Bava’s films since its plot of high intentions and low practices, metaphysical seriousness and playing down irony, formal beauty and Grand Guignol. Every kind of murder (thirteen in total) is at the same time free of charge, in the light of the conventions of a classical narration, and justified by a biological immanent law: the Italian title “l’ecologia del crimine (The Ecology of crime)” can be conceived either as a defense mechanism of the nature, which destroys the speculators who want to threaten it, or as a statement of an instinctive law of the strongest. (...) Its moralistic approach is thus combined with a sarcastic streak. The same crazy multiplication of murders (“chain reaction”) shouldn’t be too seriously considered”. (Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano, MarzoAprile 1995) Regia Direction: Mario Bava Sceneggiatura Screenplay: Mario Bava, Alfred Leone Fotografia Photography: Cecilio Paniagua Montaggio Editing: Carlo Reali Scenografia Set design: Nedo Azzini Musica Music: Carlo Savina Interpreti Cast: Elke Sommer, Telly Savalas, Alessio Orano, Alida Valli, Gabriele Tinti, Sylva Koscina Produttore Producer: Alfred Leone Produzione Production: Euro America Productions, Tecisa, Roxy Film sinossi Lisa, turista americana, si trova in vacanza a Toledo, in Spagna, dove osserva un affresco che ritrae il diavolo. Subito dopo, la donna si imbatte in un misterioso individuo, il cui viso è identico a quello dell’affresco. Disorientata e costretta a fermarsi per la notte in una villa isolata, dopo che l’auto su cui viaggiava è rimasta in panne, Lisa ritroverà l’uomo, che si rivelerà essere il maggiordomo della casa, abitata da bizzarri personaggi, in una continua girandola di doppi fra vivi, morti e macabri manichini. E se fosse tutto un sogno? synopsis Lisa, an American tourist, is on vacation in Toledo, in Spain, where she is observing a fresco portraying the devil. Soon after, she encounters a mysterious man, whose face is similar to that portrayed in the fresco. Confused and forced to spend the night in a detached villa, after the car in which she had been travelling has broken down, Lisa meets the man again, who turns out to be the butler of the villa, which is inhabited by bizarre characters, in a continuous whirlwind of double between in live, dead and macabre mannequins. And what if it was all a dream? nota critica “Lisa e il diavolo è sicuramente uno dei capolavori della filmografia di Mario Bava. Un’opera cupa e visionaria dove l’orrore (...) è solo questione di atmosfere visive, contrappunti sonori e geniali invenzioni scenografiche; mentre una trama intessuta di sdoppiamenti di personalità e fughe oniriche diviene sempre più aerea e rarefatta. Ma Lisa e il diavolo è anche il film che lega, indissolubilmente seppur indirettamente (è bene ricordare che mancano riferimenti espliciti…), la poetica di Bava all’esperienza letteraria di un grande scrittore dell’Ottocento: il reverendo Charles Ludwidge Dodgson, meglio noto con lo pseudonimo di Lewis Carroll, autore di opere come Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e Al di là dello specchio (1871)”. (Guglielmo Siniscalchi, Mario Bava: Il rosso segno dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013) critical note “Lisa and the Devil is definitely one of the masterpieces of Mario Bava’s filmography. A gloomy and visionary work where the horror (...) it is only a matter of visual atmospheres, sound counterpoints and brilliant setting inventions; while a plot, interwoven of split personality and oneiric escapes, becomes more and more rarefied and aerial. But Lisa and the Devil is also the film that connects, inextricably even though indirectly (it should be mentioned that still lack explicit references ...), the Bava’s poetics to the literary experience of a great writer of the nineteenth century: the deacon Charles Dodgson Ludwidge, better known by his pen name, Lewis Carroll, author of works such as Alice in Wonderland (1865) and Through the LookingGlass (1871)”. (Guglielmo Siniscalchi, Mario Bava: Il rosso segno dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013) 135 169 OMAGGIO: MARIO BAVA OMAGGIO: MARIO BAVA LA VENERE D’ILLE MARIO BAVA: OPERAZIONE PAURA The Venus of Ille Italia - 1978 – 16mm – colore - 60’ Regia Direction: Mario Bava, Lamberto Bava Sceneggiatura Screenplay: Lamberto Bava, Cesare Garboli, dal racconto di based on the story by Prosper Mérimée Fotografia Photography: Nino Celeste Montaggio Editing: Fernanda Papa Scenografia Set design: Alessandro Dell’Orco sinossi A Roussillon, all’inizio del XIX secolo, la scoperta nei terreni del signor De Perolade di una statua greca del I secolo a.C. raffigurante Venere coincide con l’arrivo dell’esperto d’arte Mathieux, proveniente da Parigi. Mathieux, attratto sia dalla statua sia dalla ricchissima Clara, promessa sposa di Alfonso, figlio del signor De Perolade, passa le giornate disegnando la statua e cercando di realizzare un ritratto alla ragazza. Dopo le nozze tra Alfonso e Clara, la statua, invaghitasi del giovane sposo, finirà però per ucciderlo. nota critica “Mediometraggio per la serie tv I giochi del diavolo, La Venere è un’operazione di buona fattura, asciutta al punto giusto per consentire al suo autore una rapida esibizione riassuntiva delle proprie idiosincrasie in un medium che ha dei limiti diversi rispetto al grande schermo, limiti “prosaici”, all’interno dei quali egli non fatica affatto a restare. (…) Gli attori sono al servizio dell’idolo, il quale diventa finalmente protagonista dell’opera da ogni punto di vista, dopo esserlo stato sotto il profilo formale un po’ in tutto il cinema di Bava. L’idolatria, inoltre, ci inquieta con una sorvegliatissima economia di mezzi, senza l’ausilio di effetti speciali che, nel caso di una statua semovente, avrebbero semmai mosso al riso e ridicolizzato il film”. (Gianfranco Galliano, Genealogia del delitto, NocturnoCinemabis, Milano 2004) 170 Italia - 2004 – 35mm – colore & b/n - 53’ Musica Music: Ubaldo Continiello Costumi Costumes: Sandro Bellomia Interpreti Cast: Daria Nicolodi, Marc Porel, Fausto Di Bella, Mario Maranzana, Adriana Innocenti, Diana De Curtis Produttori Producers: Franca Franco, Carlo Tuzii Produzione Production: Pont Royal Film TV, Rai TV synopsis In Roussillon, in the early nineteenth century, the discovery on the estate of Mr. De Perolade of a Greek statue of the first century BC depicting Venus coincides with the arrival of the art expert Mathieux, coming from Paris. Mathieux, both attracted by the statue and by the very rich Clara, betrothed to Alfonso, Mr. De Perolade’s son, spends his days drawing the statue and trying to paint a picture of the girl. After the wedding between Alfonso and Clara, the statue fallen in love with the young bridegroom, will end up however killing him. critical note Medium-length film for the TV mini-series I giochi del diavolo, The Venus is an operation of good workmanship, sober at the right level in order to let his author to develop a quick summary performance of his idiosyncrasies in a medium-length film which has different limits compared to the big screen, “prosaic” limits, within which he doesnt struggle to stick to them. (...) The actors are at the service of the idol, who finally becomes the protagonist of the work from all points of view, after having formally been it for a while in the whole Bava films. The idolatry, furthermore, worries us with a heavily guarded economy of means and without the aid of special effects which, in the case of a selfpropelled statue, would if anything have made laugh and ridiculed the film. (Gianfranco Galliano, Genealogia del delitto, NocturnoCinemabis, Milano 2004) Regia Direction: Gabriele Acerbo, Roberto Pisoni Sceneggiatura Screenplay: Gabriele Acerbo, Roberto Pisoni Fotografia Photography: Luca Brovelli Montaggio Editing: Carlotta Giorgi, Davide Sanson Interpreti Cast: Lamberto Bava, Roy Bava, Dario Argento, Quentin Tarantino, John Landis, Joe Dante, Mario Monicelli Produttore Producer: Emanuela Zigiotto Produzione Production: Sky Cinema sinossi Il documentario ripercorre la carriera del grande maestro e pioniere del genere horror attraverso materiali d’archivio, i ricordi dei familiari (il figlio Lamberto e il nipote Roy), le testimonianze esclusive di autori stranieri che hanno amato e più volte citato i suoi film (Roger Corman, Roman Coppola, Quentin Tarantino), dei suoi attori (John Phillip Law, Barbara Steele, Elke Sommer), dei tecnici, registi, produttori e sceneggiatori che hanno lavorato con lui (Carlo Rambaldi, Alberto Bevilacqua, Dario Argento, Mario Monicelli, Massimo De Rita, Alfredo Leone) e di storici del cinema (Tim Lucas, Callisto Cosulich). synopsis This documentary traces the career of the great master and pioneer of the horror genre through archive materials, familiar memories (his son Lamberto and his grandchild Roy), exclusive interviews of foreign authors who have loved and often mentioned his films (Roger Corman, Roman Coppola, Quentin Tarantino), and of his actors (John Phillip Law, Barbara Steele, Elke Sommer), technicians, directors, producers and script writers who have worked with him (Carlo Rambaldi, Alberto Bevilacqua, Dario Argento, Mario Monicelli, Massimo De Rita, Alfredo Leone) and of film historians (Tim Lucas, Callisto Cosulich). nota critica “Finalmente un documentario sul cinema ben fatto, competente, appassionato, (…) indispensabile per affrontare un discorso critico su Mario Bava (...). Un documentario in cui alcuni grandi registi americani, da Joe Dante a Quentin Tarantino, da Roger Corman a Tim Burton, da John Landis a Martin Scorsese, non solo riconoscono il magistero di Bava ma discutono di tecnica cinematografica, di soluzioni linguistiche, di zoom, di effetti speciali, di bottega rinascimentale. (…) La parte più sorprendente del filmato è proprio questa: dimostrare quanto Bava fosse bravo a usare la macchina da presa, a creare effetti con quattro soldi, a ricavare il massimo da ogni singola inquadratura. Un eroe del cinema, secondo Tarantino”. (Aldo Grasso, Il Corriere della Sera, 22 aprile 2004) critical note “Finally a well done documentary about film, competent, enthusiastic, (...) essential to deal with a critical discourse on Mario Bava (...). A documentary in which some of the great American directors, from Joe Dante to Quentin Tarantino, from Roger Corman to Tim Burton, from John Landis to Martin Scorsese, they not only recognize the eminence of Bava but discuss about cinematographic technique, language solutions, zoom, special effects, renaissance workshop. (...) The most amazing part of the movie is precisely that: to show how good was Bava at using the movie camera, at creating effects with little money, at making the best use of every single shot. A hero of the film, according to Tarantino”. (Aldo Grasso, Il Corriere della Sera, 22 aprile 2004) 135 171 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO CINEMA & REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI A SELECTION OF DOCUMENTARIES BUONGIORNO TARANTO di Paolo Pisanelli di Francesco Crispino ÇAPULCU: VOCI DA GEZI A cura di workshop by Daniele Segre È LA MIA PRIMA VOLTA! di Alessandro Piva di Benedetta Argentieri, Claudio Casazza, Carlo Prevosti, Duccio Servi, Stefano Zoja di Claudio Serughetti EMERGENCY EXIT di Brunella Filì IL CARATTERE ITALIANO di Angelo Bozzolini L’APPRODO DELLE ANIME MIGRANTI di Simone Salvemini NELLA CASA DI BORGO SAN NICOLA di Caterina Gerardi SBARRE SITUAZIONE - UNA FESTA LUNGA DIECI ANNI VIVIAMO IN UN INCANTESIMO di Giuliano Capani ZEROPER - rimettersi in gioco di Francesco Russo WORKING CLASS HEROES di Giandomenico Curi GRANDIOSA MANIFESTAZIONE DEL PRIMO MAGGIO 1913 A CORATO INDETTA DALLA LEGHE OPERAIE di Cataldo Balducci CINEMA E INDUSTRIA CINEMA AND INDUSTRY ACCIAIO FRA GLI ULIVI QUATTRO VOLTE BRINDISI BUON LAVORO SUD TARANTO OGGI GELA ANTICA E NUOVA I QUATTRO ELEMENTI di Giovanni Paolucci di Giovanni Cecchinato di Giuseppe Ferrara BUONGIORNO TARANTO QUADRI ESPANSI - LA FORMAZIONE NEL CINEMA ITALIANO C’ERA UNA VOLTA IL PROSSIMAMENTE di Fabio Micolano CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI di Giovanni Cecchinato di Marco Zavattini di Corrado Punzi Italia - 2014 - bluray - colore - 85’ Regia Direction: Paolo Pisanelli Sceneggiatura Screenplay: Paolo Pisanelli, Pinangelo Marino Cinematografia Cinematography: Paolo Pisanelli Montaggio Editing: Matteo Gherardini Suono Sound: Marco Cataldo Filmakers: Francesco Baccaro, Luigi Ferrucci Musica Music: Invidia Project, Donatello Pisanello, Admir Shkurtaj, fH projex, Daniel Bacalov Con With: Michele Riondino, Erika Grillo, Paola Leone, Lara Esposito, Mirko Miglietta, Tommaso Presicce, Cataldo Ranieri, Grazia Parisi, Mary Calderone, Donatello Pisanello, Angelo Cannata, Emanuele Spataro, la Banda della Città Vecchia Produttori Producers: Paolo Pisanelli, Sergio Quarta Produzione Production: Big Sur, Ass. Cult. OfficinaVisioni con il sostegno di with the support of Apulia Film Commission in collaborazione con in collaboration with Produzioni dal basso sinossi Le rabbie e i sogni degli abitanti sono raccontati dalla cronaca di una radio web nomade e coinvolgente, un cine-occhio digitale che scandisce il ritmo del film e insegue gli eventi che accadono ai confini della realtà, tra rumori alienanti, odori irrespirabili e improvvise rivelazioni delle bellezze del territorio. Il film è un viaggio sur-reale ritmato da esplosioni di bellezza sommersa e ipnotici tramonti sul lungomare. Cosa pensano e cosa fanno le persone che vivono tra polveri rosse e nere in questa città pregiata e sfregiata della Magna Grecia, dimenticata per anni dalla politica e depredata da speculazioni criminali, costretta ora a rompere il silenzio tragico sulle proprie malattie per scegliere tra salute e lavoro? È una scelta cruciale, che potrebbe anche resuscitare la politica, intesa come res publica: cosa di tutti. synopsis The rages and dreams of the inhabitants are told through the chronicle of a nomad and engaging web radio, a digital cine-eye that marks the rhythm of the film and follows the events that occur at the borders of reality, between alienating sounds, unbreathable odors and sudden revelations of the territory’s beauties. The film is a surreal journey marked out by explosions of submerged beauty and hypnotic sunsets along the sea front. What are thinking and doing people who live between red and black dusts in this precious and scarred city of the Magna Grecia, forgotten for years by policy and exploited by criminal speculations, forced now to break the tragic silence over their own diseases to choose between health and work? It is a crucial choice, which could also revive the policy, defined as res publica: suitable for all. nota di regia “Raccontare le storie di questa città bellissima e disperata è una sfida che non riguarda solo il mio percorso cinematografico, ma il tentativo di attivare una comunicazione più profonda attraverso un videoblog e una radioweb, luoghi di narrazione e di confronto sociale aperti alla città come spazi da abitare. Quella di Taranto è una storia che riguarda tutti: è lo specchio del degrado di un’Italia in crisi esistenziale che dopo aver puntato sul processo di industrializzazione di un Mezzogiorno prevalentemente rurale, ora si trova incagliata nei conflitti aperti tra industria e ambiente, tra identità e alienazione, tra salute e lavoro”. director’s statement “Telling the stories of this beautiful and desperate city is a challenge that affects not only my cinematic path, but the attempt to enable a deeper communication through a video blog and a Radio Web, which are spaces of narration and social conflict, opened to the city as living spaces. The story of Taranto is a story that concerns everybody: it is the mirror of the degradation of a part of Italy that lives an existential crisis, which after having focused on the process of industrialization of a predominantly rural South, is now got stuck in open conflicts between industry and environment, between identity and alienation, between health and work”. festival 2014 Bif&st – Concorso Documentari Documentaries Competition 172 173 CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI ÇAPULCU: VOCI DA GEZI ÇAPULCU: VOICES FROM GEZI PARK CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI Italia, Turchia - 2014 – Bluray – colore - 60’ Regia Direction: Benedetta Argentieri, Claudio Casazza, Carlo Prevosti, Duccio Servi, Stefano Zoja Video: Claudio Casazza, Duccio Servi, Stefano Zoja Montaggio Editing: Carlo Prevosti Suono Sound: Duccio Servi Con With: Andrew Gardner, Aras Zaracol, Asli Ergun, Burcu Oztoprak, Ceren Aral, Burcu Çiçek Şahinli, Deniz Galip, Deniz Şiar Bozkut, Deniz Zerin, Didem Vlik Moore, Erdem, Fabio Rosa, Keren Makatin, Pelin Tan, Selen Göbelez Produzione Production: Insolito Cinema, Chapuling Film C’ERA UNA VOLTA IL PROSSIMAMENTE ONCE UPON A TIME - COMING ATTRACTIONS sinossi Il film è un’istantanea su quanto abbiamo visto e su quanto ci e stato raccontato. Le voci: studenti, avvocati, architetti, giornalisti, attivisti; giovani e meno giovani; ricchi e poveri; incazzosi e gioiosi; coraggiosi e spaventati. Le immagini: l’occupazione pacifica di Gezi Park, la gioia nell’opporsi a una scelta assurda; la violenza della repressione, lo sbigottimento nell’essere “violentati”; l’invenzione della protesta silenziosa, la moltitudine di piazza Taksim. Le ragioni: la gentrifcazione di Istanbul, un’islamizzazione che vieta il consumo di alcolici la sera, la limitazione alle liberta individuali, un potere sempre piu sordo, la censura che ha provato a nascondere la protesta. La pluralita dei manifestanti, diversissimi tra loro, uniti in un’inaspettata alleanza contro gli abusi del potere. synopsis The film is a snapshot of what we have seen and what we have been told. Voices from: students, lawyers, architects, journalists, activists; young and old; rich and poor; some were angry and joyful; some were brave and frightened. Images: the peaceful occupation of Gezi Park, the joy in opposing what it was an absurd choice; the violence of the repression, the dismay in being “raped”; the idea of a symbolic silent protest, the multitude of people in Taksim square. The reasons: the gentrification of Istanbul, the Islamization which prohibits the consumption of alcohol in the evening, the limitation of individual freedom, a power always more indifferent, the censorship that tried to hide the protest. The plurality of the protesters, different from each other, united in an unexpected alliance against abuses of power. sinossi Nel mondo del cinema il termine “prossimamente” una volta indicava quelli che oggi chiamiamo “trailer”, “presentazioni”, o più volgarmente “pezzi”, “spezzoni”, “provini”. L’oggetto di questa mutevole denominazione è anch’esso cambiato, col tempo, nel linguaggio e nella durata, così come si sono evolute le tecnologie con cui è stato realizzato. Il documentario C’era una volta il prossimamente ripercorre le tappe evolutive di questa forma di comunicazione a metà tra lo spot pubblicitario e il film stesso che rappresenta. Ma anche dei suoi creatori, i cosiddetti “traileristi”, considerati per troppo tempo semplici artigiani della settima arte, eppure figure importantissime per il destino di un film e registi loro stessi nella realizzazione di piccoli capolavori di montaggio e titolistiche. nota di regia “Istanbul, Turchia, Europa, Mondo. Il film vuole raccontare quanto sta succedendo a Istanbul attraverso le voci di chi è sceso in piazza, di chi si è ribellato, di chi si è sentito in mezzo a una potenziale rivoluzione, di chi ha costruito le barricate, di chi è stato colpito dai lacrimogeni, di chi è stato picchiato dalla polizia, di chi ha avuto paura a manifestare, di chi ha documentato la protesta e le violenze subite, di chi ha protestato attraverso i social media, di chi non è sceso in piazza, di chi non si è accorto o non ha voluto accorgersi. Le voci dei protagonisti si alterneranno e si sovrapporranno alle immagini filmate. Il risultato sarà un caleidoscopio di storie personali e collettive che ben rappresenta cosa sta succedendo”. director’s statement “Istanbul, Turkey, Europe, the World. The film wants to tell what is happening in Istanbul through the voices of those who took to the streets, those who rebelled, those who felt of being part of a potential revolution, those who built the barricades, those who were hit by tear gas, those who were beaten by the police, those who were not afraid to demonstrate, those who documented the protest and the violence suffered, those who protested through social media, those who didn’t take to the streets, those who were not aware or did not want to become aware. The voices of the protagonists will take turns and overlap with the film images. The result will be a kaleidoscope of personal and collective stories that well represents what is happening”. nota di regia “Dopo aver reso omaggio al regista Florestano Vancini, ho voluto porre l’attenzione su un “oggetto cinematografico” popolare, importante, eppure spesso ignorato: il trailer, o “prossimamente” come si chiamava una volta. Tutto nasce dal mio incontro con il più grande realizzatore di presentazioni in Italia, Miro Grisanti, corresponsabile, nella sua lunga carriera, del destino commerciale di migliaia di film. Anche dall’abilità seduttiva del trailerista, attraverso un montaggio incisivo, una battuta fulminante o una titolistica particolare, si gioca infatti la partita degli incassi di una pellicola”. Italia - 2014 – Formato di proiezione – colore e b&n - 67’ Regia Direction: Fabio Micolano Soggetto Story: Fabio Micolano Cinematografia Cinematography: Fabio Micolano Montaggio Editing: Fabio Micolano Musica Music: Fabrizio Gatti Con With: Renzo Arbore, Pupi Avati, Alessandro Calosci, Oscar Cosulich, Luigi Cozzi, Alessandro D’Alatri, Aurelio De Laurentiis, Steve Della Casa, Bruno Di Marino, Marco Giusti, Miro Grisanti, Enrico Lucherini, Franco Montini, Italo Moscati, Maurizio Nichetti, Neri Parenti, Marco Risi, Viridiana Rotondi, Tatti Sanguineti, Ettore Scola, Mario Sesti, Giuseppe Tornatore, Carlo Vanzina, Enrico Vanzina, Walter Veltroni, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Paolo Virzì Postproduzione Audio Audio Postproduction: Stefano Di Fiore Animazione e Titoli Animation & Titles: Federica Grigoletto synopsis Coming Attractions: an expression referring to future events but also the term which was once used to describe what we now call film trailers, film previews, or more commonly just trailers or previews or rather the film in a nutshell made to get the public’s attention and persuade them to go to the cinema. Like the term used to describe them, trailers too have changed over time in the language they use as well as their length as has the technology with which they are made. The documentary, Once Upon a Time - Coming Attractions, retraces the various steps in the evolution of this communication form halfway between a commercial and the film itself it represents. But also of its creators, the trailer designers who for too long have been considered simple artisans of the seventh art despite playing such a key role in a film’s success and being directors in their own right creating mini works of art with their editing and title design. director’s statement “After trying to do justice to someone like the director Florestano Vancini, this time I have drawn people’s attention to a form of communication which despite being popular, has never been analysed and to a profession most people are oblivious to: that of film trailers and the people who make them, trailer designers. It all started when I met Miro Grisanti, an amazing man in his eighties, well known to those in the trade but completely unknown to cinema-goers. And yet often so much of a film’s fate depends on him and his ability to grab the public’s attention with his sharp editing, a striking line or special graphics. The keys to creating a blockbuster lie in his hands”. festival 2014 Sguardi Altrove FF -Diritti Umani 2014 Thessaloniki Doc Fest -Diritti Umani Human Rights 174 175 CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI È LA MIA PRIMA VOLTA! IT’S MY FIRST TIME! Italia - 2014 – Formato di proiezione – colore - 74’ Regia Direction: Claudio Serughetti Sceneggiatura Screenplay: Claudio Serughetti Cinematografia Cinematography: Mario Pantoni, Stefano De Concilio Montaggio Editing: Elisabetta Abrami Musica Music: Claudio Serughetti, Marco Locurcio Interpreti Cast: Emanuel Caserio, Eleonora Mancini, Cinzia Mascoli, Gianni Pellegrino, Anna Ferraioli Ravel Intervistati : Francesco Barbato, Mattia Calise, Carlo Freccero, Don Andrea Gallo, Beppe Grillo, Giulia Innocenzi, Giorgia Meloni, Vittorio Sgarbi, Jean-Léonard Touadi Produttore Producer: The coproducers Produzione Production: Marvin Film info@marvinfilm.com - Via Teulada, 71 - T. 06 375 11 460 L’opera d’arte Il Sogno degli Italiani è di Antonio Garullo e Mario Ottocento The work of art Il Sogno degli Italiani (The Italian’s Dream) is by Antonio Garullo and Mario Ottocento sinossi Nicolò, poco più che ventenne, è alla vigilia della sua prima volta. Quest’anno è chiamato a votare, sa di avere una grande responsabilità e non vuole sbagliare. E come in una sorta di iniziazione sessuale, vuole arrivare al “lieto evento” preparato. Questo mockumentary, vuole raccontare la sua ossessiva ricerca e le emozioni di un ex adolescente che è sul punto di diventare un cittadino. synopsis Nicolò is 19, he is on the eve of his “first time”. This year he is called to vote and he doesn’t want to make a mistake. And as a sort of sexual initiation, he wants to get to the “happy event” prepared. This mockumentary wants to shows the approach, the research for information, the emotions of an ex- teenager on the way to become a citizen. nota di regia “Vorrei anch’io premettere che “l’Italia è il paese che amo…” ma subito vengo gelato da altri sinistri echi: Tira una brutta aria. L’Italia è un paese senza speranza, dove dominano corruzione, clientelismo, poteri oscuri, gerontocrazia, malaffare… È un paese a cui si è rubato il futuro, di almeno due generazioni… Questo disgraziato paese, spolpato dalla sua corrotta classe dirigente, lo continuo però ad amare, non chiedetemi però, perché? Il film, un finto documentario, cerca o meglio auspica, una sorta di pedagogia al voto. Prima di votare, bisogna sapere, o no?” 176 CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI director’s statement “I would like also to point out that “Italy is the country that I love...” but immediately other sinister echoes chilled my enthusiasm: Tension is high. Italy is a country where there is no hope, where prevail corruption, favoritism, murky powers, gerontocracy, criminal groups ... It is a country whose future has been stolen, at least of two generations ... This unfortunate country, stripped back by its corrupt ruling class, however, I still love it, but do not ask me, why? The film, a fake documentary, tries or better hopes for, a kind of pedagogy to the vote. Before voting, it is important to know, isn’t it?” EMERGENCY EXIT YOUNG ITALIANS ABROAD sinossi Anna, Mauro, Milena e gli altri non si conoscono, ma hanno qualcosa in comune: han lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero e scommettere sull’opportunità di un futuro migliore. Un futuro che, restando in Italia, sembra difficile immaginare. Un’intera generazione sta sanguinando fuori dai nostri confini. Non solo cervelli, ma anche ragazzi ‘normali’,cittadini dimezzati, divisi fra una vita con maggiori possibilità e il senso di mancanza e frustrazione che ogni esilio, per quanto volontario, comporta. Il film racconta cosa fanno, pensano e sognano i giovani italiani all’estero; se resteranno o torneranno; se andar via è l’uscita di emergenza per cambiare il proprio precario avvenire. Un viaggio da Vienna a Parigi, Tenerife, Bergen, Londra e New York; storie di ordinaria separazione, un solo racconto: quello di una generazione dimenticata, che ha ancora qualcosa da dire al suo paese d’origine. nota di regia “Il film nasce dall’urgenza di un approfondimento non generico sulla diaspora e le sue conseguenze, ascoltando i diretti interessati, sul posto, dando loro voce. Cos’è successo all’Italia? È così difficile immaginare un futuro qui? Parigi, Londra, New York: poli d’attrazione dove ricomporre i pezzi di una realtà professionale e culturale in conflitto con le proprie aspirazioni e meriti; giovani esistenze in esilio, alla ricerca di un’identità generazionale smarrita fra i problemi di un paese economicamente e civilmente fermo. Recuperare queste voci lontane è un punto necessario da cui far partire una riflessione sincera sui nostri anni e su quelli che verranno”. Italia, USA - 2014 – Formato di proiezione – colore - 66’ Regia Direction: Brunella Filì Soggetto Story : Brunella Filì Cinematografia Cinematography: Brunella Filì, Simone Danieli, Piero Cocozza, Daniele Raspanti Montaggio Editing: Enrico Giovannone, Brunella Filì Compositore della colonna sonora originale: Gioacchino Balistreri Sound Designer: Rodolfo Mongitore Digital Effects e Color Correction: Giulio Bruno Con With: Bill Emmott (voce narrante voice), Patrizia Pierazzo, Chiara Capraro, Mauro Gargano, Milena Maselli, Nicola Cataldo, Anna Binetti, Marco Lanza, Camilla Bonetti, Walter Calvaresi, Martina Zipoli, Alessia Gatti, Andra Lodovichetti, Chiara Bernasconi, Matteo Rignanese Produttore Producer: Brunella Filì Produttrice Esecutiva Executive Producer: Beth Di Santo Produzione Production: OffiCinema DOC s.r.l.s. synopsis Anna, Mauro, Milena and others do not know each other, but they have something in common: they left Italy to go abroad and to bet on the possibility for a better future. A future that, continuing to live in Italy, seems difficult to imagine. An entire generation is bleeding out of area. Not only brains, but also ‘normal’ young people, halved citizens, divided between a life with greater opportunities and a sense of dearth and frustration that all kind of exile, even though voluntary, involves. The film tells what young Italians abroad do, think and dream; whether they will remain or return home; whether moving away is the emergency exit to change one’s precarious future. A trip from Vienna to Paris, Tenerife, Bergen, London and New York; stories of ordinary separation, a single story: the story of a forgotten generation, which still has something to say to his country of origin. director’s statement “The film is the result of the urgent need for a not generic in-depth analysis on the diaspora and its consequences, listening to those directly involved, on the spot, and by giving them a voice. What happened to Italy? Is it so hard to imagine a future here? Paris, London, New York: poles of attraction where it’s possible to reorganize the pieces of a professional and cultural reality which are in conflict with one’s own aspirations and merits; young people in exile, looking for a generational identity lost between the problems of a country which is economically and civilly stationary. Recovering these faraway voices is a necessary step from which to start a sincere reflection on our and future years”. festival 2012 Italian DOC Screenings, Firenze – Forum di Coproduzione Coproduction Forum 2014 Madrid IFF – Selezione Ufficiale Official Selection 177 CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI IL CARATTERE ITALIANO THE ITALIAN CHARACTER CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI Germania - 2013 – DCP – colore - 100’ Regia Direction: Angelo Bozzolini Sceneggiatura Screenplay: Angelo Bozzolini Cinematografia Cinematography: Lorenzo Scurati Montaggio Editing: Paolo Turla Fonico di presa diretta Sound mixer: Davide Pesola Interpreti Cast: Antonio Pappano, L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Yuri Temirkanov, James Conlon, Valery Gergiev, Daniel Harding, Janine Jansen, Lisa Batiashvili, Evgeny Kissin, Denis Matsuev, Stefano Bollani, Lang Lang Produttore Producer: Alessandro Melazzini Produzione Production: Alpenway, con il sostegno di with the support of Eni, in collaborazione con in collaboration with RAI3 – Radiotelevisione Italiana, Accademia Nazionale di Santa Cecilia sinossi Il Carattere Italiano è la storia di una delle orchestre più blasonate nel mondo, arricchita dagli inserti di repertorio degli ultimi trent’anni con i grandi direttori che hanno occupato il podio più prestigioso di Roma. Oggi quella postazione è di Sir Antonio Pappano, un angloamericano di origini beneventane che a Roma, sul podio dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, ha ritrovato una parte essenziale delle sue origini italiane. Il documentario mostra come si progetta e costruisce una grande esecuzione, come evolve il suono dalla prima prova sino all’applauso finale nelle sale gremite... Attraverso le vicende individuali dei componenti dell’Orchestra e del suo Direttore, ripresi anche nei loro luoghi d’origine, Il Carattere Italiano ci rende spettatori di un mondo affascinante e solitamente nascosto. synopsis The Italian character is the story of one of the most renowned orchestras in the world, enriched by archive material of the last thirty years with the great conductors who have performed on the most prestigious rostrum in Rome. Today this post belongs to Sir Antonio Pappano, an Anglo-American with Beneventian origins, who in Rome conducting on the rostrum of the Orchestra Nazionale di Santa Cecilia rediscovered an essential part of his Italian origins. The documentary shows the planning and the structure of a great performance, how the sound evolves from the first rehearsal to the final applause of the packed music halls... Through the individual stories of the members of the Orchestra and of its conductor, who are also filmed in their places of origin, The Italian character makes us spectators of a fascinating and usually hidden world. nota di regia “Da romano, città la cui cultura è per me croce e delizia e che indubbiamente mi fonda, sono riuscito a ottenere la benevolenza dell’Accademia di Santa Cecilia e realizzare così il mio sogno, raccontare attraverso l’Orchestra dell’Accademia certi aspetti del fare musica nel nostro Paese: com’è il suono italiano? Come si veicola un’idea che nasce dalla partitura e plasma la performance? Cosa fa un Direttore d’Orchestra? Cosa abita l’inconscio del performer? L’Orchestra e i suoi Professori, raccontati prima, durante e dopo la mera performance, inquadrati come metafora di uno spirito nazionale, il Caratttere del mio Paese, sono l’oggetto della mia osservazione”. director’s statement “As a citizen of Rome, a city whose culture is for me both a blessing and a curse and that undoubtedly has been my place of origin, I managed to obtain the favor of the Accademia di Santa Cecilia, and thereby to realize my dream, to tell through the Orchestra of the Academy some aspects of doing music in our country: how is the Italian sound? How is an idea conveyed that comes from the score and that forms the performance? What do Orchestra conductors do? What is in the unconscious of the performer? The Orchestra and its Professors, told before, during and after the mere performance, contextualized as a metaphor for a national spirit, and the Character of my country are the subject of my observation”. festival 2013 Vancouver IFF 2013 Hof IFF 2013 Roma IFF 2014 Palm Springs IFF 2014 Salt Spring Documentary FF 2014 Bolzano Cinema 2014 Worldfest Houston 178 L’APPRODO DELLE ANIME MIGRANTI THE LANDING sinossi Otranto, estate 2011. Il relitto della motovedetta albanese Kater I Rades, in cui 81 persone persero la vita nel marzo del 1997, riprende il suo viaggio per divenire un’opera d’arte in ricordo di tutti i migranti morti in mare. Uno scultore greco, uno scrittore italiano ed una intera comunità accettano la sfida contro il tempo per raccontare questa vicenda dolorosa ma necessaria: perché storia, memoria e fratellanza tra i popoli non lascino spazio al naufragio sociale. nota di regia “La parabola della Kater I Rades, al solo pensiero, continua a suscitare in me un miscuglio di sentimenti ed emozioni contrastanti. Dolore, pietà, speranza, illusione, ma innanzitutto pudore. Perché ci vuole molto pudore, e una smisurata delicatezza per parlare di una vicenda così complessa. Di sicuro c’è il tentativo di portare all’attenzione pubblica una inadeguatezza di alcune nostre istituzioni nell’affrontare l’attuale flusso di migranti nel mar Mediterraneo. Spero di essere stato all’altezza. Me lo continuo a domandare”. Italia - 2013 – Formato di proiezione – colore - 28’ Regia Direction: Simone Salvemini Soggetto, Sceneggiatura, Riprese Story, Screenplay & Shoots: Simone Salvemini Montaggio Editing: Maria Rosaria Furio, Simone Salvemini Colonna Sonora Soundtrack: Valerio Daniele Musiche Originali Original Musics: Valerio Daniele, Paola Petrosillo Fonico Sound Technician: Sebastien Gonzalez Interpreti Cast: Costas Varotsos, Alessandro Leogrande, Luigi Ratclif, Goffredo Fofi, Victoria Leonidou, Arta Ngucaj, Arben Beqiraj, Rami Farah, Sandra Lorenzi, Mohamed Ziada, Dusica Ivetic, Raffaela Zizzari Direttore di Produzione Producer: Emanuela Mola Produzione Production: La Kinebottega, con il sostegno di with the support of Apulia Film Commission, Comune di Otranto, Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, in collaborazione con in collaboration with Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Albania Film Commission synopsis Otranto, summer 2011. The wreck of the Albanian guard ship Kater I Rades, in which 81 people died on March 1997, restarts its journey to become an artwork in memory of all immigrants died in the sea. A Greek sculptor, an Italian writer and a whole community accept the challenge against time to tell this painful but necessary story: because history, memory and brotherhood among peoples can leave no possibility for social failure. director’s statement “The parable of the Kater I Rades, only thinking about it, continues to cause in me a mixture of opposing feelings and emotions. Pain, pity, hope, illusion, but first of all discretion. Because a great deal of discretion and an immense sensitivity are necessary to face a so complex story. There is certainly the attempt to bring to the public’s attention a certain inadequacy of some of our institutions in dealing with the current stream of migrants in the Mediterranean Sea. I hope I have been up to it. I continue to ask myself”. premi e festival/ awards and festivals 2013 Tirana IFF - Short Documentary Competition: Menzione Speciale della Giuria Special Mention of the Jury 2013 Thessaloniki IFF -Art Projection Program 179 CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI NELLA CASA DI BORGO SAN NICOLA con le donne, nel carcere THE BORGO S. NICOLA PENITENTIARY with women, in prison Italia - 2008 – Formato di proiezione – colore - 62’ Regia Direction: Caterina Gerardi Cinematografia Cinematography: Caterina Gerardi Montaggio Editing: Caterina Gerardi Musica Music: Meredith Monki Interviste di Interviews by: Caterina Gerardi, Sandra del Bene, Rosamaria Francavilla Filmato autoprodotto Pensa MultiMedia, Lecce sinossi Girato nel carcere femminile di Lecce, questo lavoro - senza prevenzioni e senza indulgenze, attraverso interviste ed incontri – indaga la vita, le considerazioni, le aspettative e le nostalgie di un gruppo di donne detenute in regime di Alta Sicurezza. Caterina Gerardi sostiene che “il carcere non è per le donne”. synopsis Shot in the women’s prison of Lecce, this work - without bias and without indulgences, through interviews and meetings explores the personal life, considerations, expectations and the nostalgia of a group of imprisoned women under the system of Maximum Security. Caterina Gerardi claims that “prison is not a place for women”. nota di regia “Nella Casa di Borgo San Nicola racconta le storie di alcune detenute del circuito di Alta Sicurezza del carcere di Lecce. In questa sezione vengono recluse donne accusate di essere parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso. All’inizio il progetto era stato presentato, illustrato e discusso in più incontri con tutte le donne recluse. Alla fine però le maggiori adesioni sono arrivate dalle detenute dell’Alta Sicurezza, con le quali il film è stato realizzato. Le protagoniste del film sono donne in media piuttosto giovani, grintose, alcune con un buon livello di scolarizzazione, quasi tutte con figli. Il film riporta anche le parole di altre due donne: quelle forti, efficaci e convincenti di Silvia Baraldini, ex detenuta politica negli Stati Uniti, registrate da me durante un dibattito pubblico e quelle della dott.ssa Anna Rosaria Piccinni all’epoca direttrice del carcere che, coraggiosamente, ha permesso e facilitato la realizzazione del film”. director’s statement “In the Borgo S. Nicola Penitentiary tells the stories of some imprisoned women of the Maximum Security unit of the prison of Lecce. In this section are imprisoned women who are accused of being part of mafia-related criminal organizations. At the beginning the project was presented, illustrated and discussed during several meetings with all the women inmates. In the end, however, the great number of subscriptions came from the imprisoned women of the Maximum Security unit, with whom the film has been made. The protagonists of the film are women on average all quite young, gutsy, some of them with a good level of schooling and almost all of them with children. The film also reproduces the words of two other women: those strong, efficient and convincing of Silvia Baraldini, a former political prisoner in the United States, which I have recorded during a public debate and those of Dr. Anna Rosaria Piccinni, who at the time was the director of the prison and who courageously allowed and facilitated the making of the film”. premi e festival/ awards and festivals 2008 Cinema Indipendente delle Donne IF – Documenti Documents: 2° Premio 2nd Prize 180 180 QUADRI ESPANSI LA FORMAZIONE NEL CINEMA ITALIANO EXPANDING THE FRAMES BEYOND FILMMAKING EDUCATION IN ITALY Italia - 2013 – Bluray – colore - 55’ Regia Direction: Francesco Crispino Sceneggiatura Screenplay: Francesco Crispino Cinematografia Cinematography: Raoul Torresi Montaggio Editing: Francesco Crispino, Raoul Torresi Interpreti Cast: Francesca Amitrano, Alessandro Borrelli, Alida Cappellini, Martina Cestrilli, Stefano Chierchiè, Sabrina Chiocchio, Giorgio Conti, Ivan Cotroneo, Roberto De Angelis, Cinzia De Mauri, Roberto Diamanti, Bruno Di Luia, Valerio Frezza, Claudio Giovannesi, Alberto Leotti, Davide Manca, Stefano Marino, Gilberto Martinelli, Ugo Menegatti, Piero Messina, Angelo Mignogna, Massimo Millozzi, Simona Paggi, Mauro Uzzeo Organizzazione Organization: Alessandra Chiocchio, Raffaele Rizzuto Produzione Production: Cavadaliga s.r.l., Centro Produzione Audiovisivi Università di Roma Tre sinossi Quadri Espansi è un’indagine documentaria su come si formano i quadri del nostro cinema e mette al centro una galassia esistenziale in cui scuole professionali, famiglie e la gavetta plasmano le identità e le aspirazioni delle diverse figure professionali. Un magmatico percorso che tocca e unisce diverse generazioni ma anche differenti attitudini verso il cinema e la (sua) formazione. Materiali che, talvolta con amara ironia, ci mostrano un quadro fratturato della situazione cinematografica italiana. Ciò che era, ma soprattutto ciò che è (diventato) il cinema italiano in un coro di voci che incrociano testimonialità e ricerca. synopsis Expanding The Frames is a documentary investigation of how are the frames formed in our cinema and focuses an existential galaxy in which vocational schools, families and the ground up shape the identities and aspirations of different professional figures. A magmatic path that involves and connects different generations, but also different attitudes towards the cinema and (its) training. Materials that sometimes with bitter irony show us a fractured frame of the Italian cinema situation. What used to be, but above all what is (has become) now the Italian cinema in a cacophony of voices which meet statements and research. nota di regia “Dopo una prima riflessione di natura strettamente terminologica (Che cosa significa “quadri”? Cosa si intende esattamente per “cinema espanso”? Esiste un concetto univoco di “Formazione”?), ciò che mi ha guidato nella realizzazione è stata l’immagine di una frattura. Quella che emergeva dalla distanza tra ideale e reale nelle parole degli intervistati, tra la pellicola e il digitale e che, a mio avviso, connota gran parte del cinema italiano contemporaneo. Una frattura che ho cercato di tradurre nel rapporto tra i corpi e lo sfondo in cui agiscono, tra la testimonianza e l’astrazione del documento, tra l’immagine e il suono”. director’s statement “After a first reflection of a strictly terminological nature (What does “frames” mean? What exactly is meant by “expanded cinema”? Is there an unambiguous concept of “Training”?), what has guided me in the realization was the image of a fracture. The image that emerged from the distance between ideal and real in the words of the interviewees, between the film and the digital, and that, in my opinion, mainly characterizes the contemporary Italian cinema. A fracture that I tried to translate into the relationship among the bodies and the background in which they operate, among the testimony and the abstraction of the document and among the image and the sound”. premi e festival/ award and festival 2013 Visual Fest Roma: Premio della Giuria Jury Prize 181 CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI SBARRE BARS Anteprima nazionale / National Preview sinossi Il Centro Sperimentale di Cinematografia nel luglio 2013 ha realizzato un laboratorio didattico curato da Daniele Segre con gli allievi dei corsi di regia, sceneggiatura, suono e montaggio. Un’esperienza professionale importante, umanamente straordinaria, che ha permesso la realizzazione di Sbarre, un film documentario che ha come protagonisti le detenute, i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria che raccontano in modo naturale la quotidianità della loro vita in carcere: dal giorno del loro arrivo alle difficoltà di convivenza in una situazione di grave sovraffollamento - chiusi per 22 ore in celle minuscole da dividere in tre detenuti - alla carenza di personale di sorveglianza, ai turni stressanti degli agenti, da soli a sorvegliare sezioni di 60/70 detenuti. nota di regia “Sbarre si propone di far uscire dalle mura del penitenziario i racconti, i volti e le voci di una sofferenza e vuole porsi come contributo ad una riflessione necessaria affinché le condizioni di vita nelle carceri italiane possano raggiungere i livelli di civiltà richiesti con grande urgenza dall’Unione Europea. Il documentario è stato realizzato grazie alla disponibilità del Ministero della Giustizia, del Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Regione Toscana e del Direttore del Nuovo Complesso Penitenziario di Firenze Sollicciano”. Italia - 2014 – bluray – colore - 51’ A cura di workshop by Daniele Segre Laboratorio didattico realizzato dagli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia dei corsi di: made by students attending Centro Sperimentale di Cinematografia courses: Regia Directing: Bo Ming Jiang, Lorenzo Caproni, Francesca Mazzoleni, Renato Muro, Ekaterina Volkova Sceneggiatuta Scriptwriting: Davide Bertoli, Michela Straniero, Elisa Dondi, Elettra Pierantoni Suono Sound: Federico Cabula, Marco Falloni, Matteo Lugara, Michelangelo Marchese Montaggio Editing: Elisabetta Abrami, Francesco Fabbri, Giuseppe Giudice Girato nel Nuovo Complesso Penitenziario di Firenze Sollicciano (25-28 luglio 2013) shot in Sollicciano District Penititentiary, Florence (July 25-28, 2013) Prodotto da Produced by: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, in collaborazione con with the participation of Rai Cinema synopsis In July 2013 Centro Sperimentale di Cinematografia made a workshop supervised by Daniele Segre with students of directing, scriptwriting, sound and editing courses. An extraordinary and important human and professional experience that made Sbarre possible. Protagonists are prisoners, women and men, prison guards telling in a natural way their everyday life in prison: starting from the day of arrival to their life together worsen by overcrowding difficulties – 22 hours closed in very small cells shared by three prisoners – to the lack of security staff and the highpressure duties of each guard keeping under surveillance 60/70 prisoners. director’s statement “Sbarre aims to represent stories, faces and voices of a Suffering and wants to promote a necessary debate in order living conditions in Italian prisons achieve those levels of civilization European Union requires with urgency. The documentary was made thanks to the Italian Ministry of Justice, the Superintendent of Prison Administration, Tuscany and the Director of Sollicciano District Penititentiary, Florence”. SITUAZIONE - UNA FESTA LUNGA DIECI ANNI SITUATION - A PARTY LASTING 10 YEARS sinossi Odissea nello spazio, I viaggi di Ulisse, Made in China, Thriller... dal 2002 feste a tema, musica elettronica, scenari spettacolari e tantissima gente. In una realtà meridionale di contadini, processioni, madri che lavorano e gente perbene, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera un gruppo di giovani si cimenta in una via crucis del divertimento, nella quale ceri e statue di santi diventano giostre e ballerine. Questo rave legale della provincia pugliese chiamato Farfly, sempre più affollato anno dopo anno, è un rito che richiama il legame dei nostri nonni con pizziche e mazurke delle feste patronali: ritrovarsi per costruire l’album fotografico di una nuova famiglia allargata, la propria identità di reduci delle realtà paesane a rischio di estinzione. nota di regia “Dieci anni fa ho conosciuto un gruppo di ragazzi dei dintorni di Bari che organizzava feste a tema in location rurali, con scenografie improvvisate. Dieci anni dopo sono tornato a vedere cosa è successo a questi ragazzi. Sono cresciuti, invecchiati, ma in tanti sono ancora lì. Anche le festicciole sono cresciute, diventando business; le semplici ambientazioni evolute in imponenti scenografie. Ne è scaturito un film che per me è il tentativo di raccontare il mondo del divertimento, la ricerca di affermazione personale per questi uomini bambini, tra radici contadine e pulsioni metropolitane”. Italia - 2014 – DCP – colore - 70’ Regia Direction: Alessandro Piva Musiche Originali Original Musics: Andrea Farri, Giuliano Scarola Cinematografia Cinematography: Alessandro Piva, Luciano M. Toriello, Johannes Nakajima Montaggio Editing: Luciano M. Toriello, Alessandro Piva, Johannes Nakajima Montaggio del Suono Sound Editing: Theo Francocci, Renato Minichelli Color Correction: Andrea Ferrante Produzione Production: Seminal Film synopsis A Space Odyssey, The travels of Ulysses, Made in China, Thriller…since 2002 theme parties, electronic music, spectacular sceneries and a lot of people. In a southern reality of farmers, processions, working mothers and respectable people, from Friday afternoon to Sunday evening, a group of young organizes a kind of Way of the Cross of fun, in which candles and statues of saints become rides and dancers. This legal rave of the province of Puglia, which is called Farfly, more and more crowded year after year, is a ritual that recalls the link of our grandparents with “pizzica” and mazurkas of the patron festivals: meeting together to build the photo album of a new extended family, our identity as survivors of the country realities that are at risk of extinction. director’s statement “Ten years ago I met a group of young people of the beyond area of Bari who was organizing theme parties in rural locations, with improvised scenography. Ten years later, I went back to see what has happened to these young people. They have grown and become older, but many of them are still there. Even the small parties have grown, becoming a business; the simple settings have evolved into impressive scenography. The resulting film is for me an attempt to tell the world of fun, the search for personal affirmation for these men-children, between country roots and metropolitan impulses”. festival 2014 Bifest – Evento Speciale Special Event 182 183 CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI VIVIAMO IN UN INCANTESIMO WE ARE LIVING IN A SPELL CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI Italia - 2014 – Bluray – colore - 25’ Regia Direction: Giuliano Capani Sceneggiatura Screenplay: Giuliano Capani, in collaborazione con in collaboration with Anna Stomeo Cinematografia Cinematography: Giuliano Capani Montaggio Editing: Giuliano Capani Scenografia Set design: Jenne Marasco Musica Music: effetti sonori auto composti self composed sound effects Interpreti Cast: Micaela Sapienza, Enrico Messina Poesie recitate da Peotry performed by: Antonio Minelli Produzione Production: Giuliano Capani sinossi Il film, nella forma del docufiction, trae ispirazione dal potere evocativo della poesia di Vittorio Bodini. I paesaggi dell’animo in un Sud universale che conserva gelosamente i segni di un passato e che pesa sulle coscienze delle cose e delle persone cristallizzandosi in quegli oggetti del pensiero bodiniano che caratterizzano il suo immaginario poetico. Possiamo vedere tra alcuni dei suoi componimenti poetici un Sud del Sud che non è un luogo geografico, ma un topos della condizione umana senza spazio e senza tempo. synopsis The film, in the form of docu-fiction, is inspired by the evocative power of Vittorio Bodini’s poetry. The landscapes of the human soul in a universal South that jealously treasures the signs of a past, which lies heavy on consciences of the people and things, by crystallizing itself into those objects of Bodini’s line of thought that characterize his poetic imagination. We can see between some of his poetic compositions a southern South that is not a geographical place, but a topos of the human condition without space and time. nota di regia “Viviamo in un incantesimo costituisce una sperimentazione di “trans-codificare” nel linguaggio audiovisivo alcuni dei più significativi momenti del percorso letterario e poetico dell’autore. Sono presenti testimonianze inedite di alcune persone più vicine al poeta: la moglie Antonella, la sorella Margherita, l’amico pittore Lino Suppressa, Donato Valli”. director’s statement “We are living in a spell constitutes an experimentation of “trans-codifying” in the audiovisual language some of the most significant moments of the author’s poetic and literary journey. There are unpublished testimonies of some people who are closest to the poet: his wife Antonella, his sister Margaret, his friend the painter Lino Suppressa, Donato Valli”. ZEROPER Rimettersi in gioco ZEROPER - getting back into the game Italia - 2013 – Formato di proiezione – colore - 52’ Regia Direction: Francesco Russo Sceneggiatura Screenplay: Francesco Russo Cinematografia Cinematography: Francesco Russo Montaggio Editing: Valeria Fabris Riprese Shots: Ludovico Piccolo Suono Sound: Salvatore Frisina Musica Music: Free Music Archive Interpreti Cast: Dr. Rolando De Luca, Dr. Maurizio Fiasco, Pierangelo Rossi, Marco La Ferla, Carla Camporese, Massimo Olivieri, Maurizio Marconi, Clara Paschini, Dario Bencic, Silvia Rizzo, Maria Bacci Produzione Production: Indimage Film, Animado Film sinossi Un volume d’affari tale da collocarlo al terzo posto dopo aziende come Eni e Fiat. Un business annuo sedici volte superiore a quello di Las Vegas. Leggi di mercato e istituzioni che ne hanno agevolato, invece che arginarla, la diffusione indiscriminata. Questo è oggi il gioco d’azzardo in Italia. Che fare, dunque, per controllare il numero sempre crescente di giocatori compulsivi? Come intervenire sulle nuove forme di dipendenza patologica che tocca oggi tassi epidemiologici? L’idea di questo documentario si sviluppa proprio intorno a queste domande, ma vuole anche raccontare la significativa esperienza di A.GIT.A., che dal 2000 a Campoformido (UD) opera nella prevenzione e nella cura del gioco d’azzardo patologico: questo lavoro è dedicato a quanti sono passati di lì. synopsis A turnover such that it is placed it in third place after companies such as Eni and Fiat. An annual business that is sixteen times higher than the annual business of Las Vegas. Market laws and institutions that have facilitated, rather than stem it, the indiscriminate spread. This is nowadays the gambling in Italy. And so what is to be done, to control the ever increasing number of compulsive gamblers? How to intervene on new forms of pathological addiction that reaches epidemiological rates today? The idea for this documentary precisely develops around these questions, but also wants to tell the significant experience of A.GIT.A., which since 2000 in Campoformido (UD) works on prevention and treatment of pathological gambling: this work is dedicated to those who passed through there. nota di regia “All’interno di A.GIT.A. donne, uomini e ragazzi con storie divergenti e parallele, sono accomunati dal sentimento di coloro ai quali viene sottratta una parte fondamentale dell’esistenza: la dignità. Sono però persone che, lavorando fianco a fianco con i loro familiari, trovano la forza di “rimettersi in gioco” nella vita di tutti i giorni, senza doversi più nascondere dietro il paravento della vergogna. Credo sia importante lanciare un messaggio positivo, far conoscere il più possibile non solo gli allarmanti dati sul fenomeno, ormai sotto gli occhi di tutti, ma anche gli spazi e i modi per contrastarlo” director’s statement “Within A.GIT.A. women, men and young people with divergent and parallel stories share the feeling of those who are being deprived of a fundamental part of life: the dignity. However these are people who, working side by side with their families, can find the strength to “get back into the game” in daily life, without having no more to hide under the cover of shame. I think it’s important for us to send out a positive message, to make known as much as possible not only the alarming data on the phenomenon, that are now clear for all to see, but also the spaces and the ways to combat it”. Anteprima nazionale / National Preview 184 185 VIVA IL PRIMO MAGGIO RASSEGNA DI DOCUMENTARI WORKING CLASS HEROES Camminando e cantando La canzone del primo maggio Walking and singing the May Day song VIVA IL PRIMO MAGGIO PROGRAMMA DI FILM SUL TEMA DELLA FESTA DEI LAVORATORI GRANDIOSA MANIFESTAZIONE DEL PRIMO MAGGIO 1913 A CORATO INDETTA DALLA LEGHE OPERAIE GREAT EVENT OF THE MAY DAY 1913 IN CORATO CONVENED BY THE WORKER’S PARTIES sinossi Le riprese partono con una panoramica del paese realizzata da un punto di vista d’eccezione, il campanile della Chiesa Matrice. Subito dopo le immagini passano a documentare l’enorme affluenza di cittadini per le strade di Corato durante la festa dei lavoratori, il 1° Maggio di quell’anno. 186 1913 – DVD – b&n - 10’ Regia Direction: Cataldo Balducci Produttore Producer: Cataldo Balducci Produzione Production: Gestione di Cinematografi in Provincia di Bari, Turrita Film synopsis Shootings start with an overview of the country carried out from an exceptional point of view, the bell tower of the Mother Church. Immediately after, the pictures document the huge influx of people along the streets of Corato during the International Worker’s Day, on the 1st of May of that year. sinossi Un viaggio (decisamente poco ortodosso) dentro il tema del lavoro e del primo maggio, accompagnato dalla presenza, strabica e incostante, della macchina da presa, a partire da Sortie d’usine dei fratelli Lumière, sulla quale Harun Farocki ha poi costruito una sua teoria che riguarda appunto il rapporto tra la fabbrica (cioè sfruttamento e alienazione) e il cinema (divertimento, consumo, spettacolo). Ed è il cinema, insieme alla canzone, che ha creato i suoi working class heroes, gli eroi della classe operaia di cui parla Lennon, ma anche Springsteen, Cocker, Strummer, Bragg, i Gang e via elencando. Al centro del film rimane tuttavia lo zoccolo duro del cinema documentaristico, le immagini che, anche grazie al lavoro di documentazione dell’AAMOD, per anni hanno accompagnato il grande fiume del popolo del primo maggio, camminando, cantando, rivendicando un altro mondo possibile. nota di regia “È un film documentario esclusivamente di montaggio, che non utilizza nemmeno un fotogramma di girato. Quindi un film prima di tutto ecologico (nel senso di un’ecologia del visivo), che lavora solo su immagini d’archivio («il mondo è già filmato, si tratta solo di trasformarlo», diceva Débord). E insieme un cinema di riciclo, secondo la formula ormai largamente sperimentata del found footage film. Cioè “metraggio ritrovato”. Da una parte i materiali provenienti da disparate pratiche audiovisive (dai cinegiornali ai film hollywoodiani); dall’altra i modi specifici con cui queste immagini sono rivisitate, sovrapposte, stratificate. In poche parole creare un nuovo cinema, partendo dai repertori d’archivio del passato, e agendo nella direzione di un riposizionamento semantico capace di suscitare nuove visioni. Parlando di documentario, vuol dire, prima di tutto, che il cinema è il mondo, non la sua rappresentazione; e poi che bisogna ogni volta ribaltare la logica delle immagini dominanti, svelarne il contesto illusorio, normificato, mercificato”. premi e festival/ awards and festivals Anno manifestazione -sezione: premi Italia - 2014 – Formato di proiezione – colore e b&n – 40/45’ Regia Direction: Giandomenico Curi Sceneggiatura Screenplay: Giandomenico Curi Montaggio Editing: Milena Fiore Voci Fuoricampo Voice-Over: Donatella Allegro, Giandomenico Curi Produzione Production: AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) synopsis A journey (highly unorthodox) into the working and the May Day topics, accompanied by the presence, cross-eyed and sporadic, of the camera, starting with Exiting the Factory by the Lumière brothers, on which Harun Farocki has then built his own theory, concerning precisely the relationship between the factory (i.e. the exploitation and alienation) and the cinema (entertainment, consumption, show business). And it is the cinema, together with the song, that has created its working class heroes, the heroes of the working class, of which Lennon speaks, but also Springsteen, Cocker, Strummer, Bragg, the Gang and so on. At the center of the film remains however the hard-core of the documentary film, the images that, thanks to the documentation work of AAMOD, for many years have accompanied the great stream of the May Day people, walking, singing and claiming another possible world. director’s statement “It is a documentary film realized exclusively with editing work, which does not use even a frame of the footage. Thus, first of all an ecological movie (in the sense of an ecology of the field of view), which works only on archive images (“the world is already a film, it is only a matter of transforming it”, said Débord). And at the same time a recycling film, according to the formula now widely experienced of the found footage film. That is “the use of footage as a found object”. On the one hand, the materials deriving from disparate audiovisual practices (from the newsreels to the Hollywood films); on the other side, the specific ways in which these images are revisited, overlaid and layered. In other words, it is the possibility of creating a new cinema, starting from the archive materials of the past, and acting in the direction of a semantic repositioning able to raise up new visions. Talking about documentary, this means that, first of all, the cinema is the world and not its representation; and that every time it is necessary to reverse the logic of the dominant images, to reveal its illusory, stigmatized and commercialized context”. 187 CINEMA E INDUSTRIA CINEMA AND INDUSTRY VERSO SUD: IL CINEMA RACCONTA GLI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI HEADING SOUTH: THE CINEMA FOCUSING ON INDUSTRIAL SETTLEMENTS Il cinema d’impresa ha rappresentato per tutto il Novecento un settore importante della politica industriale, e ha portato alla produzione di migliaia di documenti filmati che affrontano tutti gli aspetti della vita aziendale, dalle opere sociali alle fasi della produzione alla pubblicità. Questo patrimonio d’immagini, oggi in buona parte conservato dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa d’Ivrea, consente di ripercorrere l’evoluzione della produzione industriale, dei rapporti sociali, dell’economia e del lavoro in Italia. A questi film – che spesso riemergono dagli archivi dopo decenni di oblio – noi guardiamo come a una sorta di finestra su un mondo le cui tracce sono progressivamente cancellate dalle sue stesse logiche interne di trasformazione rapida e continua. Sono immagini che ci mostrano non soltanto l’organizzazione della produzione, le macchine, i processi di lavorazione, ma mettono spesso in primo piano gli uomini, mostrandone - attraverso il movimento delle mani, le posizioni del corpo, le espressioni del volto – il loro modo di guardare al loro lavoro. Si dipana così sotto i nostri occhi il “secolo fordista”, precariamente inciso su pellicole che sempre più spesso hanno bisogno di radicali restauri per potersi conservare ancora, e che istituiscono non una sola tradizione di riferimento, ma esprimono le diverse memorie dell’impresa e del lavoro che si sono sedimentate e spesso contrapposte attraverso il Novecento. Dagli archivi d’impresa continuano a uscire opere inattese, inedite o ormai dimenticate, che dimostrano l’importanza del cinema industriale non soltanto come documento storico, ma come parte integrante di una storia generale del cinema italiano, evidenziando una fitta trama di relazioni. Alle capacità dell’impresa di utilizzare le risorse del “settore cinema” per una moderna politica industriale, corrisponde infatti la disponibilità di cineasti e intellettuali a dialogare con la fabbrica, trasferendo spesso, in lavori realizzati su commissione, la passione e la tecnica del “grande cinema”. Verso Sud: il cinema racconta gli insediamenti industriali illustra un periodo della storia imprenditoriale e sociale del nostro paese caratterizzata dalla fiducia nella trasformazione del mondo attraverso l’industria. Fiducia in un progresso senza limiti e condizioni, che avrebbe consentito, al tempo stesso, di aumentare la base produttiva, e di migliorare immediatamente le condizioni di vita di ogni singola persona, come dimostra, ad esempio Buon lavoro Sud di Giovanni Cecchinato, che segue il passaggio dalle stentate occupazioni tradizionali (pescatore, barbiere, contadino, emigrante) ai nuovi mestieri garantiti dal progresso industriale. Certo oggi stona per la nostra sensibilità la mancanza di ogni preoccupazione ambientale, totalmente assente, ad esempio, anche nel commento di Leonardo Sciascia in Gela antica e nuova. Ma, come osserva Giorgio Bocca: “Ci fu un tempo in cui alcune delle cose che oggi ci sembrano terribili, ci sembravano bellissime. Ignorarlo significa non capire una parte della nostra storia recente”. The industry film represented during the Twentieth century an important sector of the industrial policy, and led to the production of thousands of documentaries that deal with all aspects of the company life, from the social works to the production’s stages and advertising. This heritage of images, which is now in large part preserved by the National Industry Film Archive in Ivrea, allows tracing the evolution of the industrial production, social relationships and Italian economy and job. We consider these movies - that often re-emerge from the archives after decades of oblivion – as an overlooking window to a world whose traces have been gradually removed by its own internal logic of a rapid and continuous transformation. These images show us not only the organization of production, the machines and the processing operations, but often highlight the importance of people, by showing - through the movement of the hands, bodily positions, and facial expressions - their way of looking at their work. It is thus unfolding before us the “Fordism century”, which is precariously recorded on films that more often need deep restoration work in order to be still conserved, and that establish neither a unique reference tradition, but they express the various memories of the company and work which are deposited and often directly opposed during the Twentieth century. From the industry film archives, are still been released unexpected, unseen or already forgotten works, which show how important the industrial cinema is, not only as a historical document, but as an integral part in the general history of the Italian cinema, by highlighting a dense plot of relationships. To the company’s ability to use the resources of the “film industry” for a modern industrial policy, corresponds in fact the availability of filmmakers and intellectuals to dialogue with the factory, often by moving, in realized on committee works, the passion and the technique of the “great cinema”. Heading south: the cinema focusing on industrial settlements describes a period of the entrepreneurial and social history of our country, characterized by trust in the world transformation through the industry. Trust in infinite and without conditions progress, which would have allowed, at the same time, to increase the production base, and immediately to improve the living conditions of every single person, as shown, for example, in Good Work South by Giovanni Cecchinato, who follows the transition from the struggling traditional occupations (a fisherman, a barber, a farmer, an emigrant) to the new ones which are guaranteed by the industrial progress. It is certain that today, for our sensibilities, clashes the lack of any concern for the status of the environment, totally absent, for example, also in the comment of Leonardo Sciascia in Gela Ancient and New. But, according to Giorgio Bocca: “There was a time when some of the things that today appear to us terrible, they seemed to us wonderful. Ignoring this, means failing to understand a part of our recent history”. Sergio Toffetti Head of the Industrial Cinema National Archive Sergio Toffetti Direttore Archivio Nazionale Cinema d’Impresa 188 189 CINEMA E INDUSTRIA ACCIAIO FRA GLI ULIVI Steel Among The Olive Groves BUON LAVORO SUD Good Work South GELA ANTICA E NUOVA Gela Ancient and New QUATTRO VOLTE BRINDISI Four Times Larger Than Brindisi Italia - 1962 – dvd – colore - 21’ Italia - 1969 – dvd – colore - 16’ Italia - 1964 – dvd – colore - 31’ Italia - 1964 – dvd – colore - 31’ Regia Direction: Giovanni Paolucci Fotografia Photography: Luigi Baldi, Fulvio Testi, Giuseppe Acquari, Cesare Colò Musica Music: Valentino Bucchi Produzione Production: Italsider Regia Direction: Giovanni Cecchinato Fotografia Photography: Luciano Milesi, Vincenzo Paradiso Musica Music: Luigi Giudici Versi e Voce Verses and Voice: Renzo Barbera Produzione Production: Gruppo Cinema Montecatini Regia Direction: Giuseppe Ferrara Sceneggiatura Screenplay: Leonardo Sciascia Produzione Production: Eni Regia Direction: Giovanni Cecchinato Fotografia Photography: Luciano Milesi, Vincenzo Paradiso Produzione Production: Gruppo Cinema Montecatini sinossi / synopsis Il film illustra la nascita del tubificio di Taranto, primo elemento del centro siderurgico che l’Italsider costruì nel Mezzogiorno d’Italia. Attraverso un’efficace documentazione retrospettiva lo stabilimento prende forma e da scheletrica struttura di metallo si trasforma in un immenso edificio di acciaio e di vetro, ove, all’interno, vengono collocati grandiosi macchinari. Sono quindi descritte dettagliatamente le varie fasi della lavorazione dall’arrivo delle lamiere al prodotto finito. The film shows the birth of the pipe mill in Taranto, the first element of the steel mill that Italsider built in Southern Italy. Through an effective retrospective documentation the plant takes shape and from a skeletal metal structure changes into a huge steel and glass building, where, inside, the huge machines are situated. The various processing stages are then described in detail, from the arrival of the steel sheets to the finished product. 190 CINEMA E INDUSTRIA sinossi / synopsis Cecchinato, uno dei maggiori rappresentanti del documentario industriale, registra le trasformazioni introdotte dall’arrivo della grande industria. Il film si articola in tre parti: un’indagine sulle condizioni di vita e di lavoro del paese attraverso varie figure: il pescatore, il barbiere, il contadino e l’emigrante. Nella seconda parte ritroviamo l’epica della fondazione di una nuova industria, le cui strutture vengono esplicitamente accostate alle svettanti colonne dei tempi classici. Nel finale, tutti i mestieri della tradizione hanno trovato un corrispettivo in fabbrica, dal vetturino che è diventato autista al barbiere divenuto infermiere d’officina. Cecchinato, one of the leading representatives of the industry documentary, records the transformations introduced by the arrival of large corporations. The film is divided into three parts: a survey on living and working conditions of the country through various figures: a fisherman, a barber, a farmer and an emigrant. In the second part we find the epic of the creation of a new industry, whose structures are explicitly compared with the soaring columns of classical times. In the film’s final, all the traditional crafts have found an equivalent in the factory, from the coachman who became a chauffeur to the barber who became a workshop assistant. sinossi / synopsis I ritrovamenti di petrolio in Sicilia inducono l’Eni, in sintonia con la politica di intervento nel meridione, a costruire un grande stabilimento petrolchimico a Gela. Sono gli anni di quell’imponente flusso migratorio che dal meridione del Paese raggiunge le grandi città del nord, dando vita ad una profonda trasformazione culturale ed economica come mai prima di allora l’Italia aveva vissuto. Accanto a straordinari risultati di crescita economica, questo processo produce anche inevitabili contraddizioni negli assetti sociali nuovi, diversi che va determinando. E il clima che avvolge il documentario, che lo muove. Un’ispirazione forte, costante, - anche nel testo, scritto da Leonardo Sciascia - che consente al regista Giuseppe Ferrara di raccontare la costruzione dello stabilimento dell’Eni cogliendo, con grande sensibilità, il tema della necessità dello sviluppo industriale, e, insieme, la forte volontà di una cultura che non vuole perdere le sue radici, e sembra saper integrare il futuro nelle modalità narrative del passato, come dimostra il cantastorie Ciccio Busacca “rappresentando” in piazza le nuove opportunità offerte dall’arrivo del petrolio. sinossi / synopsis La Montecatini ha costruito a Brindisi uno stabilimento petrolchimico grande quattro volte la città stessa. Il filmato descrive lo sviluppo ed il funzionamento degli impianti che arrivarono a produrre 700.000 tonnellate di materie plastiche ed altri prodotti derivanti dal petrolio. La “città di ferro e foco” cantata da Sandro Tuminelli prende vita sotto gli occhi dei ragazzi che nel cambiamento improvviso del paesaggio vedono una possibilità di sviluppo per la loro terra. Montecatini has built a petrochemical plant in Brindisi, four times larger than the city itself. The movie describes the development and operation of the plants capable of producing 700,000 tons of plastics articles and other oil revenues products. The song “città di ferro e foco” by Sandro Tuminelli comes to life under the eyes of the boys who see the sudden change of the landscape as a development opportunity of their land. The oil findings in Sicily lead Eni, in line with the policy action in the South of Italy, to build a large petrochemical plant in Gela. These are the years of the impressive flow of migrants which from the south of the country reaches the big cities of the north, establishing a profound cultural and economic transformation as never before had Italy lived. Apart from the extraordinary results of economic growth, this process also produces inevitable contradictions in the new and different social arrangements, which it is determining. And the atmosphere surrounding the documentary, which moves it. A strong, constant inspiration - even in the text, written by Leonardo Sciascia - which allows the director Giuseppe Ferrara to describe the construction of the Eni plant getting, with great sensitivity, the issue of the need for the industrial development, and together, the strong desire of a culture that doesn’t want to lose its roots, and that seems to be able to integrate the future in the narrative modes of the past, as evidenced by the storyteller Ciccio Busacca by “representing” in the streets the new opportunities provided from the arrival of oil. 191 CINEMA INDUSTRIALE TARANTO OGGI In Today’s Taranto I QUATTRO ELEMENTI The Four Elements Italia - 1972 – dvd – colore - 18’ Italia - 2014 – dvd – colore - 24’ Regia Direction: Marco Zavattini Sceneggiatura Screenplay: Pietro Gentilucci Fotografia Photography: Claudio Racca, Federico Zanni Voce Voice: Riccardo Cucciolla Produzione Production: Italsider Regia Direction: Corrado Punzi Soggetto e Sceneggiatura Story & Screenplay: Corrado Punzi, Marta Vignola Cinematografia Cinematography: Corrado Punzi Montaggio Editing: Corrado Punzi Produzione Production: Arci Comitato Territoriale di Lecce, Muud Film sinossi / synopsis Il film documenta i cambiamenti culturali e sociali avvenuti nella città di Taranto a seguito della costruzione del centro siderurgico Italsider. Il polo industriale, nato nella città ionica nel 1960 all’interno del piano delle nuove politiche di sviluppo del Mezzogiorno, è diventato il più grande impianto siderurgico italiano. Un centro all’avanguardia che ha generato ricchezza e benessere in tutta la regione. The film documents the cultural and social changes that happened in the city of Taranto following the construction of the Italsider steel mill. The industrial center, born in 1960 in the Ionian city within the new development policies action plan of the Southern Italy, has become the largest Italian steel plant. A pioneering center, which produced wealth and prosperity throughout the region. sinossi / synopsis Acqua, Aria, Terra e Fuoco. Quattro elementi affidati al racconto di quattro personaggi che si muovono all’interno di una città: Taranto. Storie soggettive che trasmettono la complessità di una terra, rabbiosa e sognante, che non vuole rassegnarsi ad un destino mortifero. Sguardi di confine su un futuro che è lontano dal mito della società industriale e dal linguaggio che lo narra. Una città in movimento che esprime con la voce dei suoi abitanti il bisogno di costruire nuovi modelli sociali, culturali e di sviluppo. Water, Air, Earth and Fire. Four elements assigned to the story of four individuals who move within a city: Taranto. Subjective stories that convey the complexity of a land, angry and dreamy, which does not want to resign itself to a deadly fate. A delimited look directed toward a future that is far from the myth of the industrial society and from the language which narrates it. A city on the move, that expresses with the voice of its inhabitants the need to build new social, cultural and development models. 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO vetrina CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA FILM RESTAURATO A CURA DELLA CINETECA NAZIONALE IL VANGELO SECONDO MATTEO THE GOSPEL ACCORDING TO ST. MATTHEW di Pier Paolo Pasolini CORTOMETRAGGI E SAGGI DI DIPLOMA DEGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA ALYS - ALYS POROROCA - POROROCA di Sante Sabbatini di Martina Di Tommaso CLORO - CHLORINE TIERRA FÉRTIL - FERTILE LAND di Laura Plebani di Daniel Mejía LA CARNA TRIST. - WICKED FLESH UNA STORIA VERA - A TRUE STORY di Marisa Vallone di Adriano Candiago NATI PER CORRERE - BORN TO RUN UNDICI.. DODICI - ELEVEN.. TWELVE di Michele Vannucci di Marta Corradi NON SONO NESSUNO - THEY ARE NOBODY di Francesco Segré 192 193 IL VANGELO SECONDO MATTEO THE GOSPEL ACCORDING TO ST. MATTHEW Italia, Francia - 1964 – 35mm – b&n – 137’ Regia Direction: Pier Paolo Pasolini Sceneggiatura Screenplay: Pier Paolo Pasolini dal Vangelo di Matteo Cinematografia Cinematography: Tonino Delli Colli Montaggio Editing: Nino Baragli Scenografia Set design: Luigi Scaccianoce Coordinamento Musicale Music: Luís Enriquez Bacalov IL VANGELO SECONDO MATTEO è un restauro della Cineteca Nazionale con Mediaset Cinema Forever (2003-2004) Costumi Costumes: Danilo Donati Interpreti Cast: Enrique Irazoqui, Margherita Caruso, Susanna Pasolini, Marcello Morante, Mario Socrate, Settimio Di Porto Produttore Producer: Alfredo Bini Produzione Production: Arco Film, Lux De France sinossi synopsis Il film è una riproposizione molto fedele del Vangelo secondo Matteo. Si ripercorrono quindi le tappe della vita di Gesù Cristo: la nascita, Erode, il battesimo di Giovan Battista fino ad arrivare alla morte e alla resurrezione. “Avrei potuto demistificare la reale situazione storica, i rapporti fra Pilato e Erode, avrei potuto demistificare la figura di Cristo mitizzata dal Romanticismo, dal cattolicesimo e dalla Controriforma, demistificare tutto, ma poi, come avrei potuto demistificare il problema della morte? Il problema che non posso demistificare è quel tanto di profondamente irrazionale, e quindi in qualche modo religioso, che è nel mistero del mondo. Quello non è demistificabile”. (P. P. Pasolini) The film is a very closely reinterpretation of the Gospel according to St. Matthew. It deals with the steps of Jesus Christ’s life: the nativity, Herod, the baptism of John the Baptist, up to his death and resurrection. “I could demystify the real historical situation, the relations between Pilate and Herod, I could demystify the figure of Christ mythologized by Romanticism, Catholicism and the Counter-Reformation, everything, but then, how could I demystify the issue of death? The problem I can’t demystify is that deeply irrational element, and therefore somehow religious, which is inside the mystery of the world. That is not possible to demystify”. (P. P. Pasolini) the director: PIER PAOLO PASOLINI il regista: PIER PAOLO PASOLINI Poeta, scrittore, regista e attore, grande genio intellettuale italiano ha iniziato a lavorare come sceneggiatore collaborando con M. Soldati, F. Fellini, M. Bolognini, F. Rosi... Ha esordito da regista con Accattone (1961) vincendo il Karlovy Vary FF, poi Mamma Roma (1962) La ricotta (1963). È premiato a Venezia con Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci e uccellini (1966) a Cannes, Teorema (1968) a Venezia. Dopo Porcile e Medea, la “trilogia della vita” raccoglie l’Orso d’argento con Il decameron (1971), quello d’oro con I racconti di Canterbury (1972), il Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes con Il fiore delle mille e una notte (1974). Della programmata “trilogia della morte” è uscito, dopo il suo assassinio, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975). premi e festival/ awards and festivals 1964 Mostra di Venezia: Premio Speciale della Giuria, Premi Ocic, Fipresci, Federazione Italiana Cineforum, Grifone D’oro Special Jury Prize, Prizes Ocic, Fipresci, Cineforum Italian Federation, Golden Griffin 194 A poet, a writer, a director and an actor, a great Italian intellectual genius who began working as a screenwriter in collaboration with M. Soldati, F. Fellini, M. Bolognini, F. Rosi ... He made his debut as a director with Accattone (1961) by winning the Karlovy Vary FF, then Mamma Roma (1962) and La ricotta/Curd Cheese (1963). He was awarded in Venice with The Gospel According to St. Matthew, The Hawks and the Sparrows (1966) at Cannes, Teorema (1968) at Venice. After Pigsty and Medea, the “trilogy of life”, he obtained the Silver Bear with The Decameron (1971), the Golden Bear with The Canterbury Tales (1972), and the Grand Special Jury Prize at Cannes with Arabian Nights (1974). Of the planned “death trilogy”, after his assassination, was released Salò or the 120 days of Sodom (1975). ALYS CLORO LA CARNA TRIST. ALYS CHLORINE WICKED FLESH 2013 – blu-ray – colore – 11’45” 2012 – blu-ray – colore – 11’27” 2013 – blu-ray – colore – 20’ Regia Direction: Sante Sabbatini Soggetto e sceneggiatura Story & screenplay: Valentina Strada Fotografia Cinematography: Luca Gennari Montaggio Editing: Antonio Toscano Suono Sound: Jacopo Pineschi Montaggio del suono Sound editor: Francesco Lucarelli Scenografia Set designer: Gianni Coletti Costumi Costume designer: Francesca Apostolico Organizzazione Line Producers: Monica De Santis Interpreti Cast: Alice Vicario, Mario Grossi, Matteo Vignati Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema Regia Direction: Laura Plebani Soggetto e sceneggiatura Story & screenplay: Laura Plebani, Dario Bonamin, Eleonora Cimpanelli, Marta Pallagrosi Fotografia Cinematography: Sammy Paravan Montaggio Editing: Andrea Campajola Musica Music: Andrea Campajola Suono Sound: Paolo Spigno Sound Designer: Eric Guerrino Nardin Scenografia Set design: Laura Inglese Costumi Costume designer: Chiara Baglioni Organizzazione Line Producers: Laura Tosti Interpreti Cast: Chiara Romano, Futura Grassi Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, con il supporto di with support of Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo Regia Direction: Marisa Vallone Sceneggiatura Screenplay: Marisa Vallone con with Federico Gnesini Fotografia Cinematography: Fabio Paolucci Montaggio Editing: Marcello Saurino Musica Music: Mariano Paternoster Suono Sound: Vincenzo Santo Montaggio del suono Sound editing: Matteo Pagliarosi Scenografia Set designer: Bianca Pezzati Costumi Costume designer: Santina Cardile Organizzatori Line producers: Ersilia Gagliardi Interpreti Actors: Maria Stella Cassano, Franco Ferrante, Pinuccio Sinisi, Tiziana Schiavarelli Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production con il supporto with the support of Apulia Film Commission sinossi / synopsis Ad un essere sintetico di nome Alys vengono trapiantati gli occhi di uno degli ultimi esseri umani presenti sulla terra. Alys inizia a sentire un cambiamento. Gli occhi le conferiscono visioni e memorie estranee. A synthetic being called “Alys” is given the eyes of one of the last humans on earth. This brings about a change in her as she starts having strange visions and memories. This leads her to question her purpose. She will never be the same again. sinossi / synopsis Lo spogliatoio di una piscina. Chiara e Futura sembrano due gocce d’acqua: stesso costume paillettato da sincronette, stesso ombretto sulle palpebre che copre i loro occhi ancora da adolescenti. Ma quella che stanno per affrontare non è una gara come tante, stanno crescendo e quella piscina inizia a essere troppo piccola per tutte e due. The locker room of a swimming pool. Chiara and Futura are like two peas in a pod: they wear the same costume, the same eyeshadow on their adolescent faces. What they are about to face is no normal competition. They’re growing up and the pool isn’t big enough for the both of them. sinossi / synopsis Puglia, estate 1956. Lucia è riuscita incredibilmente a convincere suo padre Michele, fervente comunista, a confessarsi sul letto di morte. Non c’è più tempo, bisogna chiamare il prete! In una campagna arcaica e riarsa dal sole si consuma così il viaggio che porterà Lucia sempre più lontano dalle sue certezze e soprattutto dal padre morente. Apulia, Southern Italy, Summer 1956. Lucia has finally convinced her father Michele, a passionate communist, to ask for a confession on his deathbed. Time is running out, Lucia must find a priest. In a sunburnt and archaic countryside, a journey unfolds that will take Lucia far from her convictions and especially from her dying father. 1965 Nastri d’argento: Miglior Regista, Fotografia in b/n, Costumi Best Director, Cinematography b/w, Costumes 1967 National Board of Review, USA: Top Foreign Films 1968 Jussi Awards: Miglior Regista Straniero Best Foreign Director 195 CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CSC PRODUCTION CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CINETECA NAZIONALE VETRINA CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA NON SONO NESSUNO POROROCA TIERRA FÉRTIL UNA STORIA VERA UNDICI.. DODICI BORN TO RUN THEY ARE NOBODY POROROCA FERTILE LAND A TRUE STORY ELEVEN.. TWELVE 2012 – blu-ray – colore – 22’ 2013 – blu-ray – colore – 14’56” 2013 – blu-ray – colore – 16’12” 2012 – blu-ray – colore – 12’38” 2013 – blu-ray – colore – 18’11” 2013 – blu-ray – colore – 11’53” Regia Direction: Michele Vannucci Soggetto e sceneggiatura Story & screenplay: Carlo Cuppari, Marta Pallagrosi, Michele Vannucci Fotografia Cinematography: Giovanni Corsi Montaggio Editing: Francesco Di Stefano Musica Music: Teho Teardo Suono Sound: Giacomo Corzani Sound designer: Michele Mazzucco Scenografia Set designer: Valeria Di Claudio Costumi Costume designer: Irene Amantini, Chiara Baglioni Organizzatori Line producers: Irene Abrescia Interpreti Cast: Alessandro Borghi, Mirko Frezza, Roberta Mattei, Maria Roveran Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production con il supporto with the support of Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo Regia Direction: Francesco Segré Soggetto Story: Federico Gnesini, Francesco Segré Sceneggiatura Screenplay: Federico Gnesini Fotografia Cinematography: Carmen Bianca Tofeni Montaggio Editing: Alberto Rigno Musica Music: Lorenzo Tomio Suono Sound: Paolo Giuliani Montaggio del suono Sound editing: Francesco Lucarelli Scenografia Set designer: Gianni Coletti Costumi Costume designer: Valentina Fucci Organizzazione Line Producers: Francesca Sorce Interpreti Cast: Nicola Nocella, Fabio De Caro, Antonio Buonanno Produzione Production: CCentro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema Regia Direction: Martina Di Tommaso Soggetto e sceneggiatura Story & screenplay: Martina Di Tommaso Fotografia Cinematography: Francesco Argenziano Montaggio Editing: Matteo Vieille Musica Music: Francesco Motta Suono Sound: Paolo Giuliani Montaggio del suono Sound editing: Francesco Lucarelli Scenografia Set design: Bianca Pezzati Costumi Costume designer: Francesca Apostolico Organizzazione Line Producers: Francesco Perrini Interpreti Cast: Marco De Vivo, Marina Savino, Gianluca Cesale, Anita Kravos, Agnese Nano Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema Regia Direction: Daniel Mejía Soggetto e sceneggiatura Story & screenplay: Francesca De Lisi, Luca Giordano, Daniel Mejía Fotografia Cinematography: Giulia Ducci Montaggio Editing: Sara Petracca Musica Music: Alessandro Grazian Suono Sound: Diego Gomez Montaggio del suono Sound editor: Valeria Cocuzza Scenografia Set designer: Camilo Barreto Costumi Costume designer: Camilo Barreto Organizzazione Line Producers: Lisa Riccardi Interpreti Cast: Andres Fernando Nieto, David Esteban Delgado, Juan Jose Cardenas, Sebastian Contreras Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production Regia Direction: Adriano Candiago Soggetto e sceneggiatura Story & screenplay: Luca Ravenna Fotografia Cinematography: Juan Sebastian Florez Montaggio Editing: Giuseppe Tornatore Suono Sound: Giuliano Marcaccini Montaggio del suono Sound editing: Matteo Pagliarosi Scenografia Set designer: Rocco Ceraolo Costumi Costume designer: Santina Cardile Organizzazione Line Producers: Sara Calvanico, Antonio Basso Interpreti Cast: Giancarlo Giannini, Mario Pietramala, Matteo Leoni, Valentina Di Sarno Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema Regia Direction: Marta Corradi Soggetto e sceneggiatura Story & screenplay: Marta Corradi, Giulia Moriggi Fotografia Cinematography: Marcello Bezzi Montaggio Editing: Daria Giovannetti Musica Music: Lorenzo Tomio Suono Sound: Fabio Conca Montaggio del suono Sound editing: Matteo Pagliarosi Scenografia Set designer: Rocco Ceraolo Costumi Costume designer: Valentina Fucci Organizzatori Line producers: Laura Petruccelli, Lisa Riccardi Interpreti Actors: Agustina Risotto Interlandi, Stefano Venturi Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema sinossi / synopsis Padre e figlio in sella alle loro Harley per l’ultimo viaggio insieme. Per Alessandro è arrivato il momento di una scelta tra il padre Mirko e la sua ragazza Sofia. Non si possono amare due persone allo stesso modo anche se uno dei due, da solo, non basta. Se sei nato per correre, non puoi tornare indietro. Father and son riding their Harleys on their last trip together. For Alessandro it’s time to make a choice between his father and his girlfriend. You can’t love two different people in the same way even if only one of them isn’t enough. If you are born to run, you can’t go back. 196 sinossi / synopsis Ispirato a fatti realmente accaduti. In una Napoli notturna e disperata, il turno in ambulanza di tre paramedici si consuma senza sorprese. Sangue e sofferenza sono sempre degli altri finché una chiamata imprevista non li espone al pericolo in prima persona, portandoli a rischiare la loro stessa vita. Inspired by actual events, in a frantic Naples, the night shift of three paramedics goes slowly by, deadly dull as ever. Blood and suffering always belonging to the “Nobodies”… but an unexpected call is going to jeopardize their lives. sinossi / synopsis Una giornata scorre come un fiume, dalla corrente affiorano tre vite che, sfiorandosi soltanto, si condizionano l’un l’altra. Ognuna raggiunge la propria Pororoca, un’onda travolgente, un punto di rottura con la sofferenza e la sopportazione. One day flowing like a river. Into the stream, three lives approach and shape each other, nearly touching themselves. Each reaches for its own Pororoca, an overwhelming wave, the point of no return for pain and sufferance. sinossi / synopsis Guillermo ha 10 anni e la sua unica preoccupazione è giocare con i suoi amici. Un giorno in mezzo alla foresta trova un moribondo, non un uomo qualsiasi bensì un miliziano d’un gruppo armato illegale. Così Guillermo e i suoi amici dovranno decidere se prendere parte alla guerra aiutando il nemico e rischiando la vita o semplicemente aiutare un altro essere umano. Guillermo is 10 years old and spends his days playing with his friends. Everything changes one day, when they find a dying man, a member of an insurgent group in the middle of the forest. Guillermo and his friends must decide whether to take part in the war by helping the “enemy” and putting their own lives at stake or simply saving the life of a fellow human being. sinossi / synopsis Mattia frequenta un corso intensivo di sceneggiatura. Il suo sogno è di diventare un giorno “un narratore per immagini”. Durante il corso conosce Vera, una trentenne aspirante attrice, aspirante autrice, aspirante regista. Mattia non si masturba da ventiquattro ore e Vera lo punzecchia come un orsetto con un alveare zeppo di miele. Questi due fattori creeranno i presupposti ideali per dare vita a una storia, una storia Vera. A raccontarla ci penserà Giancarlo Giannini, Mattia non può, la sua voce è troppo nasale. Mattia attends an intensive course in screenwriting. His dream is to become “a storyteller in pictures” one day. During the course Mattia knows Vera, a thirty year old aspiring actress, aspiring author, aspiring filmmaker. Mattia hasn’t masturbate for twenty-four hours and Vera teases him like a teddy bear with a hive full of honey. These two factors will create the ideal conditions to set up a story, a true story. Giancarlo Giannini will tell us about this story, not Mattia, he can’t, he’s got a pretty nasal voice. sinossi / synopsis Aurora non parla, lei guarda, sembra osservare, ma non vuole vedere. Vive con Carlo, un amore in bilico sul filo degli anni che li separano, tanti. Vivono una storia d’amore parallela al resto del mondo. E quando questa loro realtà crolla, Aurora è costretta a vedere ma non è ancora pronta a comunicare. Aurora does not talk, she looks at, she seems to watch closely, but she does not want to see. She is living a troubling romance with Carlo, due to their age gap. Their love story is a love story apart from the rest of the world. And when their reality collapses, Aurora is forced to see but she is not yet ready to communicate. 197 CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CSC PRODUCTION CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CSC PRODUCTION NATI PER CORRERE EVENTO SPECIALE EVENTO ESPECIALE YO, TAMBIÉN Me, Too Spagna - 2009 - 35mm - colore - 103’ Regia Direction: Álvaro Pastor, Antonio Naharro Sceneggiatura Screenplay: Álvaro Pastor, Antonio Naharro Cinematografia Cinematography: Alfonso Postigo Montaggio Editing: Nino Martínez Sosa Scenografia Set design: Inés Aparicio Musica Music: Guille Milkyway Costumi Costumes: Fernando García Interpreti Cast: Lola Dueñas, Pablo Pineda, Antonio Naharro, Isabel García Lorca, Pedro Álvarez Ossorio, Consuelo Trujillo Produttore Producer: Manuel Gómez Cardeña, Julio Medem, Koldo Zuazua Produzione Production: Alicia Produce, Promico Imagen sinossi Il trentaquattrenne Daniel è il primo europeo con sindrome di Down che ha conseguito un diploma all’università. Inizia a lavorare nei servizi sociali a Siviglia, dove conosce Laura, una collega dallo spirito libero. Diventano subito amici, attirando l’attenzione dei colleghi e delle rispettive famiglie. Il loro rapporto unico diventa problematico quando Daniel si innamora di lei. Ma questi spiriti ribelli non vogliono sottostare alle regole e scoprono l’amicizia e l’amore mai conosciuti prima. synopsis Thirty-four-year-old Daniel is the first European with Down syndrome to have graduated from university. He starts a social services job in Seville, where he meets free-spirited co-worker Laura. They become fast friends, drawing the attention of both their co-workers and families. Their unique relationship becomes problematic when Daniel falls in love with her. But these rebellious souls refuse to bend to the rules and they find friendship and love as they have never known. LOLA DUEÑAS Figlia dell’attore Nicolás Dueñas e dell’agente artistica María Navarro, ha studiato recitazione al Teatro de La Abadía con José Luis Gómez. Il debutto cinematografico arriva nel 1998 con Mensaka di Salvador García Ruiz, che le vale il premio come Miglior Attrice al Festival Spagnolo di Tolosa. Diventa presto conosciuta in Spagna con film come Las razones de mis amigos (2000) di Gerardo Herrero, Piedras (2002) di Ramón Salazar, Días de fútbol (2003) di David Serrano, Fuori menù (Fuera de carta, 2008) e la serie tv Policías, en el corazón de la calle. Il riconoscimento internazionale arriva con Mare dentro (2004) di Alejandro Amenábar e Volver (2005) di Pedro Almodóvar, che l’ha diretta anche in Parla con lei (2002), Gli abbracci spezzati (2009) e Gli amanti passeggeri (2013). Premiata a Cannes, con tutto il cast femminile per Volver, ha ottenuto ben due Goya per Mare dentro e Yo, también. Recentemente ha lavorato anche con Luis Miarro per Stella Cadente, girato tra Barcellona e la Puglia. LOLA DUEÑAS She is the daughter of the actor Nicolás Dueñas and of the art agent María Navarro. She studied acting at the Teatro de la Abadía with José Luis Gómez. Her film debut came in 1998 with Mensaka by Salvador García Ruiz, for which she won the Best Actress Award at the Spanish Festival of Toulouse. Soon she became known in Spain with films such like Las razones de mis amigos (2000) by Gerardo Herrero, Piedras (2002) by Ramón Salazar, Días de fútbol (2003 ) by David Serrano, Chef’s Special (Fuera de carta, 2008) and with the TV series Policías, en el corazón de la calle. The international recognition came with The Sea Inside (2004) by Alejandro Amenábar and Volver (2005) by Pedro Almodóvar, who directed her also in Hable con ella (2002), Broken Embraces (2009) and I’m so excited (2013). Awarded at Cannes, with all the female cast for Volver, she got two Goya Awards for The Sea Inside and Yo, también (Mee Too). Recently she has also worked with Luis Miñarro in Falling Star, which was shot between Barcelona and Puglia. premi awards 2009 San Sebastian: Miglior Attore, Miglior Attrice / Best Actress (Lola Dueñas), Best Actor (Pablo Pineda) 2010 Goya Awards: Miglior Attrice, Canzone Originale /Best Actress (Lola Dueñas), Best Original Song to Yo, también by Guille Milkyway 2010 Sundance Festival - World Cinema 2010 Rotterdam FF: Premio del Pubblico Audience Award 199 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO CINEMA ED EUROPA TAVOLA ROTONDA “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE” TAVOLA ROTONDA TAVOLA ROTONDA ROUND-TABLE “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE” PREMIO LUX Venerdì 2 Maggio, 2014 Friday 2nd May, 2014 Lecce, Italy Castello Carlo V, Sala Pignatelli h.10:00 In collaborazione con il Parlamento Europeo, la Tavola rotonda “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE”, vedrà la partecipazione di critici, esperti e rappresentanti di alcune fra le maggiori Film Heritage Institutions che affronteranno il quadro dei più recenti studi europei sulla Film Literacy e la funzione di importanti dispositivi pedagogici che da anni sperimentano la formazione del pubblico giovane e promuovono l’accesso al patrimonio cinematografico europeo. Il Premio LUX è il riconoscimento con il quale il Parlamento Europeo premia il cinema europeo con l’obiettivo di avvicinare l’Europa e i suoi cittadini attraverso il cinema, dando una maggiore visibilità ai film dell’Unione Europea. The objective of the LUX Prize is to illuminate the public debate on European integration and to facilitate the diffusion of European films in the European Union. In cooperation with the European Parliament, the roundtable “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE” will see the participation of critics, experts and representatives of some of the most important Film Heritage Institutions that will discuss the framework of latest reports and studies on Film Literacy and the role of relevant pedagogical dispositifs experimenting young audience development and promoting access to European Film Heritage. MIELE di Valeria Golino ALABAMA MONROE - UNA STORIA D’AMORE di Felix Van Groeningen THE SELFISH GIANT di Clio Barnard Cristina Soldano, Festival Artistic Director CORTOMETRAGGI Alberto La Monica, Festival Director Paolo Perrone, Mayor of Lecce Airan Berg, Artistic Coordinator Lecce 2019, European Capital of Culture Candidate City Doris Pack, President of the Cultural Commission of the European Parliament Nathalie Bourgeois, Direttrice del Servizio Pedagogico della Cinémathèque Française Mark Reid, Head of Education del British Film Institut Silvano Marseglia, Association Européenne Des Enseignants, European President Simone Moraldi, Film Literacy expert – Fil.Co.Spe – Roma Tre Alessandra Guarino Roundtable Moderator, Scuola Nazionale di Cinema - Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia SHORT MATTERS! RASSEGNA DEI CORTOMETRAGGI CANDIDATI ALL’EUROPEAN FILM AWARD BEST SHORT FILM 2013 DELL’ EUROPEAN FILM ACADEMY 200 201 PREMIO LUX MIELE PREMIO LUX HONEY Italia/Francia - 2013 – DCP – colore - 96’ Regia Direction: Valeria Golino Sceneggiatura Screenplay: Francesca Marciano, Valeria Golino, Valia Santella from the novel dal romanzo A nome tuo di by Mauro Covacich Cinematografia Cinematography: Gergely Pohrnok Montaggio Editing: Giogiò Franchini Scenografia Set design: Paolo Bonfini Costumi Costumes: Maria Rita Barbera Interpreti Cast: Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio sinossi Miele racconta la storia di Irene, una ragazza di trent’anni che ha deciso di aiutare le persone che soffrono: malati terminali che vogliono abbreviare l’agonia, persone le cui sofferenze intaccano la dignità di essere umano. Un giorno a richiedere il suo servizio è un settantenne in buona salute, che ritiene semplicemente di aver vissuto abbastanza. L’incontro metterà in discussione le convinzioni di Irene e la coinvolgerà in un dialogo serrato lungo il quale la relazione tra i due sembrerà infittirsi di sottintesi e ambiguità affettive. nota di regia “Il mio film non vuole essere né provocatorio né contro, non ha una posizione definitiva, cerca di porsi delle domande. È un argomento tabù in Italia, ma più per le istituzioni che per le persone. Personalmente, penso che ogni essere umano abbia il diritto di decidere della propria vita, del proprio corpo e anche della propria fine. Ma ognuno ha la propria storia personale, e quello che volevo fare era proprio addentrarmi in questi dubbi. Irene si fa pagare per fare quello che fa, e ci tenevo che fosse così, perché per lei è un lavoro, non volevo che fosse una scelta ideologica”. Regno Unito - 2013 – DCP – colore - 93’ Marchioni, Iaia Forte, Roberto De Francesco, Barbara Ronchi, Massimiliano Iacolucci, Claudio Guain, Elena Callegari, Teresa Acerbis, Jacopo Crovella, Valeria Bilello, Gianluca De Gennaro Produttori Producers: Riccardo Scamarcio, Viola Prestieri Produzione Production: Buena Onda con with Rai Cinema in coproduzione con in co-production with Les Films Des Tournelles, Cité Films synopsis Honey tells the story of Irene, a thirty year-old girl, who decided to help suffering people: terminally ill patients who want to shorten their agony, people whose sufferings undermine the dignity of the human being. One day, who needs her service, is a seventy year- old man in good health, who simply considers he has lived enough. The meeting will bring Irene’s own beliefs into discussion and involve her in a close dialogue along which their relationship will seem like increasing of allusions and emotional ambiguity. director’s statement “My film is not seeking to provoke or to be against, it has no definitive position, it just tries to ask certain questions. The topic is taboo in Italy, but more in terms of institutions than people. Personally, I think that every human being should be able to decide what to do with their own life, their own body and their own end. But everyone has their own personal story and what I wanted to do was insert myself in these doubts. Irene is paid to do what she does, and she wanted it to be like that, because for her it is a job, I didn’t want it to be an ideological choice”. premi awards 2013 Cannes FF – Un Certain Regard: Menzione Speciale della Giuria Ecumenica Ecumenical Jury’s Special Mention 2013 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Regista Esordiente, Attrice, Sonoro in Presa Diretta Best Emerging Director, Actress, Sound 2013 Globi d’oro Golden Globes, Italia: Miglior Esordio, Attrice Best First Feature, Best Actress 2013 Premio Internazionale Sergio Amidei International Prize: Valeria Golino 2013 Ljubljana FF – Prospettive Perspectives: Premio Kingfisher Kingfisher Award 2013 Stockholm FF – Concorso Competition: Miglior Attrice Best Actress 2013 Eurasia FF – Competizione Internazionale International Competition: Miglior Attore Best Actor 2013 Haifa IFF - Concorso Competition: Menzione Speciale per il Debutto Special Mention for First Feature 202 THE SELFISH GIANT Regia Direction: Clio Barnard Sceneggiatura Screenplay: Clio Barnard Cinematografia Cinematography: Mike Eley Montaggio Editing: Nick Fenton Scenografia Set design: Helen Scott Musica Music: Harry Escott Interpreti Cast: Sean Gilder, Siobhan sinossi Una favola contemporanea sul quattordicenne Arbor e il suo migliore amico Swifty, outsiders a scuola e poco integrati nella loro comunità. Un giorno incontrano Kitten che di mestiere fa il rottamatore. I due ragazzi, provvisti di un cavallo e di un carretto, iniziano a raccogliere metallo per lui. Swifty è contento di lavorare con un cavallo mentre Arbor, desideroso di guadagnare dei soldi e fare buona impressione su Kitten, diventa sempre più avaro e ostile. L’amicizia tra i due ragazzi inizierà a vacillare, fino a quando un tragico evento non cambierà le loro vite per sempre. nota di regia “Il film si basa sull’osservazione delle vite di adolescenti che crescono a Bradford in una comunità socioeconomicamente marginale, e racconta le conseguenze dell’adozione dell’avidità come ideologia politica (il capitalismo). Kitten ha adottato questa ideologia e Arbor lo emula. Il film parla di come i valori reali si perdano quando l’avidità viene vista come virtù e non come vizio. La gente su cui il film si focalizza sono bambini, vittime dell’ideologia: bambini accusati, esclusi e criminalizzati”. Finneran, Lorraine Ashbourne, Steve Evets, Elliott Tittensor, Conner Chapman, Shaun Thomas Produttore Producer: Tracy O’Riordan Produzione Production: Moonspun Films, BFI, Film4 synopsis A contemporary fable about 13-year-old Arbor and his best friend Swifty. Excluded from school and outsiders in their own community, the boys meet Kitten, a local scrap dealer, and begin collecting scrap metal for him using a horse and cart. Swifty has a natural gift with horses and Arbor has a business brain and a way with words – they make a good team. But when Arbor begins to emulate Kitten by becoming greedy and exploitative, tensions build, leading to a tragic event which transforms them all irrevocably. director’s statement “The film is based on observation of the lives of teenage boys growing up in a socio-economically marginalised community in Bradford. The film looks at the consequences of adopting greed as a political ideology (capitalism). Kitten has adopted this ideology and Arbor emulates him. It’s about what of real value gets lost when greed is seen as a virtue not a vice. The people on which the film turns the spotlight are the children who are the victims of this ideology - children who are often blamed, excluded and criminalised”. premi awards 2013 Cannes FF – Quinzaine des Réalizateurs: Label Europa Cinemas 2013 Ghent IFF: Grand Prix 2013 British Indipendent Film Awards: Miglior Contributo Tecnico Best Technical Achievement 2013 Hamptons IFF: Stella Marina d’Oro al Film Narrativo Golden Starfish Award to Narrative Feature, Premio Speciale della Giuria a Special Jury Prize to Conner Chapman 2013 Stockholm FF: Cavallo di Bronzo al Miglior Film Bronze Horse to Best Film 2013 London FF: Encomio della Giuria a Jury Commendation to Conner Chapman & Shaun Thomas come Migliori Esordienti Britannici as Best British Newcomer 2014 London Critics Circle Film Awards: Film Britannico dell’Anno British Film of the Year, Miglior Giovane Attore Britannico Young British Performer of the Year to Conner Chapman 203 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO SHORT MATTERS! SHORT MATTERS! È LA RASSEGNA DEDICATA AI CORTOMETRAGGI ORGANIZZATA DALL’EUROPEAN FILM ACADEMY, CHE PRESENTA I CORTI CANDIDATI AGLI EUROPEAN FILM AWARDS A UNA SERIE DI FESTIVAL E ISTITUZIONI DI TUTTA EUROPA E NON SOLO. LA RASSEGNA GIUNGE DA VARIE REGIONI D’EUROPA - BELGIO, BULGARIA, FRANCIA, GERMANIA, IRLANDA, PALESTINA, PORTOGALLO, RUSSIA, SPAGNA, PAESI BASSI, REGNO UNITO E UCRAINA. IL PROGRAMMA SHORT MATTERS 2014! CHE PROPONE I CORTOMETRAGGI CANDIDATI AGLI EUROPEAN FILM AWARDS 2013, È UNA RASSEGNA VARIEGATA DEL NUOVO CINEMA EUROPEO CONTEMPORANEO. I 2.900 MEMBRI DELL’EUROPEAN FILM ACADEMY HANNO SELEZIONATO COME VINCITORE ASSOLUTO DOOD VAN EEN SCHADUW (DEATH OF A SHADOW) DEL REGISTA BELGA TOM VAN AVERMAET, CHE È STATO PRESENTATO ALLA CERIMONIA DI PREMIAZIONE DELLA 26° EDIZIONE DEGLI EUROPEAN FILM AWARDS A BERLINO, CHE SI È SVOLTA DURANTE IL PRIMO FINE SETTIMANA DEL MESE DI DICEMBRE DEL 2013. L’INIZIATIVA DEDICATA AI CORTI È ORGANIZZATA DALL’EUROPEAN FILM ACADEMY IN COOPERAZIONE CON UNA SERIE DI FILM FESTIVAL DI TUTTO IL CONTINENTE EUROPEO. IN OGNUNO DI QUESTI FESTIVAL, UNA GIURIA INDIPENDENTE NOMINA UNO DEI CORTOMETRAGGI EUROPEI IN CONCORSO COME CANDIDATO NELLA CATEGORIA CORTOMETRAGGI DEGLI EUROPEAN FILM AWARDS. PER PARTECIPARE ALL’INIZIATIVA, I CORTOMETRAGGI DEVONO ESSERE SELEZIONATI NELLA SEZIONE CONCORSO DI ALCUNI DEI FESTIVAL PARTNER: SHORT MATTERS! IS THE EUROPEAN FILM ACADEMY’S SHORT FILM TOUR WHICH BRINGS THE SHORT FILMS NOMINATED FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS TO A SERIES OF FILM FESTIVALS AND INSTITUTIONS ACROSS EUROPE AND BEYOND. COMING FROM VARIOUS REGIONS OF EUROPE – BELGIUM, BULGARIA, FRANCE, GERMANY, IRELAND, PALESTINE, PORTUGAL, RUSSIA, RUSSIA, SPAIN, THE NETHERLANDS, UK AND UKRAINE – THE 2014 SHORT MATTERS! PROGRAMME FEATURING THE SHORT FILMS NOMINATED FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS 2013 IS A MANIFOLD PANORAMA OF YOUNG CONTEMPORARY EUROPEAN FILMMAKING. THE 2,900 MEMBERS OF THE EUROPEAN FILM ACADEMY SELECTED DOOD VAN EEN SCHADUW (DEATH OF A SHADOW) BY BELGIAN FILMMAKER TOM VAN AVERMAET AS THE OVERALL WINNER, WHICH WAS PRESENTED AT THE 26TH EUROPEAN FILM AWARDS CEREMONY IN BERLIN ON THE FIRST WEEKEND OF DECEMBER 2013. THE SHORT FILM INITIATIVE IS ORGANISED BY THE EUROPEAN FILM ACADEMY IN CO-OPERATION WITH A SERIES OF FILM FESTIVALS THROUGHOUT THE CONTINENT. AT EACH OF THESE FESTIVALS, AN INDEPENDENT JURY PRESENTS ONE OF THE EUROPEAN SHORT FILMS IN COMPETITION WITH A NOMINATION IN THE SHORT FILM CATEGORY OF THE EUROPEAN FILM AWARDS. IN ORDER TO BE CONSIDERED FOR THE SHORT FILM INITIATIVE, SHORT FILMS HAVE TO BE SELECTED FOR THE COMPETITION SECTION OF ANY OF THESE PARTNER FESTIVALS: 204 EFA SHORT FILM NOMINEE GHENT EFA SHORT FILM NOMINEE CORK AS ONDAS MORNING THE WAVES by Cathy Brady Ireland/UK 2013, fiction, 20’ by Miguel Fonseca Portugal 2012, fiction, 22’ sinossi / synopsis Bei paesaggi marini caratteristici del Portogallo spazzati via davanti ai miei occhi. La mia giovinezza, il mio paradiso perduto sono legati a queste immagini. Il vasto mare, la spiaggia, la gente, sono tutti in attesa, stanno morendo tutti dolcemente, tristemente, splendidamente. Qui la vita e la morte sono riprese insieme: la morte fa parte della vita, è un cambiamento cosmico, una trasformazione. Beautiful, truly portuguese seascapes swept before my eyes. Tied up in these images was my youth, my paradise lost. The vast sea, the beach, the people, all waiting, all dying gently, sadly, beautifully. Life and death were being recorded here as a whole: death as a part of life, a cosmic change, a transformation. sinossi / synopsis Una donna stravolta non vuole essere disturbata, ma il campanello di casa continua a suonare e il visitatore resta lì finché lei non avrà risposto. A distraught woman doesn’t want to be disturbed, but the front doorbell keeps ringing and the caller won’t leave until she answers. EFA SHORT FILM NOMINEE ROTTERDAM THOUGH I KNOW THE ERIVER IS DRY EUROPEAN FILM AWARD EFA SHORT FILM NOMINEE VALLADOLID DOOD VAN EEN SCHADUW DEATH OF A SHADOW by Omar Robert Hamilton Palestine/Egypt/UK/Qatar 2013, fiction, 19’ sinossi / synopsis È tornato in Palestina. Sulla strada irta che attraversa il paese rivive la scelta che lo ha spinto ad andare in America e le forze della storia che ora lo portano a casa. He has returned to Palestine. On the fraught road through the country he relives the choice that sent him to America and the forces of history now driving him home. by Tom Van Avermaet - Belgium/France 2012, fiction, 20’ sinossi / synopsis Il soldato Nathan Rijckx muore durante la prima guerra mondiale Uno strano collezionista che ha imprigionato la sua ombra gli dà una nuova possibilità: una seconda vita in cambio di 10000 ombre da catturare. È l’amore per una donna che lo convince, in quanto il suo obiettivo è quello di incontrare di nuovo Sarah, la donna di cui si è innamorato prima di morire. Ma quando scopre che lei è già innamorata di qualcun altro, la gelosia gli offusca la mente e lo spinge verso una decisione amara, una decisione non priva di conseguenze... Soldier Nathan Rijckx died during World War I. A strange collector imprisoned his shadow and gave him a new chance: a second life against 10000 captured shadows. It is love that guides him, as his purpose is to meet Sarah again, the woman he fell in love with before he died. But when he discovers that she’s already in love with someone else, jealousy clouds his mind and pushes him towards a bitter decision, a decision not without consequences… 205 EFA SHORT FILM NOMINEE CLERMONT-FERRAND EFA SHORT FILM NOMINEE TAMPERE SKOK SONNTAG 3 JUMP SUNDAY 3 by Petar Valchanov & Kristina Grozeva Bulgaria 2012, fiction, 30’ sinossi / synopsis Il vecchio scapolo Gosho riceve un’offerta dalla ricca cugina Joro, che gli propone di prendersi cura del suo lussuoso attico mentre lei è all’estero. Per il parente povero, che vive ancora con la madre e il nonno, questa è l’occasione perfetta per avere un po’ di pace e tranquillità nel lusso e nella ricchezza. Ma, appena trascorso il suo secondo giorno nell’appartamento, arriva l’operatore per la lettura del contatore dell’acqua, che esegue il suo controllo mensile. La sua visita è molto più di una semplice lettura del contatore dell’acqua, è l’amore più subdolo, appassionato, il più divertente e il più triste del mondo. The old bachelor Gosho receives an offer from his rich cousin Joro to take care of Joro’s luxurious penthouse while the latter is abroad. For the poor relative, still living with his mother and grand-father, this is the perfect opportunity to have some peace and quiet in luxury and richness. But as early as his second day in the apartment, the water meter reader arrives, performing her monthly inspection. Her visit turns out to be much more than just a simple water meter reading, but the most deceitful, most passionate, the funniest and the saddest love in the world. EFA SHORT FILM NOMINEE BERLIN MISTERIO MYSTERY by Jochen Kuhn Germany 2012, animation, 14’ sinossi / synopsis La terza parte di una serie sulle uscite domenicali. In SONNTAG 3, il protagonista ha un appuntamento al buio con la Cancelliera. The third part in a series about Sunday outings. In SONNTAG 3, the protagonist has a blind date with the Chancellor. EFA SHORT FILM NOMINEE GRIMSTAD ЯДЕРНІ ВІДХОДИ NUCLEAR WASTE by Myroslav Slaboshpytskiy Ukraine 2012, fiction, 25’ sinossi / synopsis Sergiy e Sveta vivono a Chernobyl. Sergiy è il camionista di un impianto di gestione di rifiuti radioattivi. Sveta lavora in una lavanderia per la decontaminazione radioattiva. Il loro lavoro e la loro vita sono dettati da un ritmo immutabile e preciso come un orologio. Ma che cosa attiva questo meccanismo giorno dopo giorno? Sergiy and Sveta live in Chernobyl. Sergiy is a truck-driver at a radioactive wastes utilization plant. Sveta works at a radioactive decontamination laundry. Their work and their life are dictated by one unchangeable rhythm with clockwork precision. But what sets this mechanism in motion - day by day? by Cehma García Ibarra Spain 2013, fiction, 12’ sinossi / synopsis Si dice che se si accosta l’orecchio dietro il suo collo, è possibile sentire la voce della Vergine. They say that if you put your ear to the back of his neck, you can hear the Virgin talk. EFA SHORT FILM NOMINEE VILA DO CONDE CUT by Christoph Girardet & Matthias Müller Germany 2013, experimental, 13’ sinossi / synopsis Il corpo è come una ferita che non guarisce mai. The body as a wound that never heals. 206 EFA SHORT FILM NOMINEE LOCARNO EFA SHORT FILM NOMINEE VENICE ZIMA HOUSES WITH SMALL WINDOWS by Cristina Picchi Russia 2013, documentary/experimental, 13’ by Bülent Öztürk Belgium 2013, fiction, 15’ sinossi / synopsis Un viaggio attraverso il Nord della Russia e della Siberia dove le persone devono fare i conti con uno dei climi più rigidi del mondo, Zima ritrae una realtà dove il confine tra la vita e la morte è così sottile che a volte è quasi inesistente. In questi luoghi remoti, la civiltà combatte costantemente e abbraccia la natura e le sue leggi e rituali atemporali. Persone, animali e natura diventano elementi di un ciclo di vita millenaria, dove le resistenze fisiche e mentali sono importanti quanto il caso e dove la vita e la morte s’incontrano continuamente. A journey through North Russia and Siberia where people have to cope with one of the world’s harshest climates, Zima portrays a reality where the boundary between life and death is so thin that it is sometimes almost nonexistent. In these remote places, civilization constantly fights and embraces nature and its timeless rules and rites. People, animals and nature become elements of a millennial existence cycle where physical and mental endurance are as important as chance and where life and death constantly meet each other. EFA SHORT FILM NOMINEE SARAJEVO A STORY FOR THE MODLINS by Sergio Oksman Spain 2012, documentary, 26’ sinossi / synopsis Dopo essere apparso nel film Rosemary’s Baby di Roman Polanski, Elmer Modlin fugge con la sua famiglia in una terra lontana, dove loro si rinchiudono per 30 anni in un appartamento buio. After appearing in the film Rosemary’s Baby by Roman Polanski, Elmer Modlin ran away with his family to a distant land where they lock themselves inside a dark apartment for thirty years. sinossi / synopsis La ventiduenne Dilan paga con la sua vita il suo amore impossibile per un giovane uomo di un villaggio limitrofo. Ha disonorato la famiglia e quindi la sua morte deve avvenire per mano dei suoi stessi fratelli. E come da tradizione, l’uccisione deve essere compensata. 22-year old Dilan pays for her forbidden love for a young man in a neighbouring village with her life. She has shamed the family and therefore must die at the hands of her own brothers. And as tradition will have it, the killing must be compensated. EFA SHORT FILM NOMINEE DRAMA LA LAMPE AU BEURRE DE YAK BUTTER LAMP by Hu Wei France/China 2013, fiction, 15’ sinossi / synopsis Un giovane fotografo e il suo assistente chiedono a dei nomadi tibetani se possono fotografarli. Su diversi, ed in parte, esotici sfondi, le famiglie si presentano al fotografo. Attraverso questi scatti, il fotografo riuscirà a intrecciare legami unici con ciascuno dei vari abitanti del villaggio. A young photographer and his assistant suggest to Tibetan nomads to photograph them. On diverse and more or less exotic backgrounds, families present themselves to the photographer. Through these shots, the photographer will weave unique links with each of the various villagers. EFA SHORT FILM NOMINEE BRISTOL ORBIT EVER AFTER by Jamie Stone UK 2013, fiction, 20’ sinossi / synopsis L’orbita della Terra. Il futuro lontano. Due amanti, segnati dalle stelle, superano tutte le probabilità e sacrificano tutto quello che hanno per passare un momento perfetto insieme. Earth’s orbit. The distant future. Two star - crossed lovers overcome all probabilities and sacrifice everything they have in order to spend one perfect moment together. 207 15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO FUORI CONCORSO SETTANTA PUGLIA SHOW CONCORSO DI CORTOMETRAGGI DI GIOVANI REGISTI PUGLIESI APULIAN YOUNG DIRECTORS SHORT FILM COMPETITION Vincitore del Nastro d’argento 2014 come Miglior Cortometraggio regia Pippo Mezzapesa - 2013 - 9’ Taranto, Rione Tamburi, il più vicino all’Ilva, il più inquinato d’Europa. Qui, all’ombra delle ciminiere, Enzo ‘Baffone’ e suo figlio Egidio decidono di “vendere il destino” a chi dal destino è stato tradito. FRAMMENTI D’INVERNO regia Gianluca Colitta - 2014 - 18’ Questi qui presentati sono i resti de l’Inverno. I resti di un film non finito. Peripezie produttive ne hanno reso impossibile la conclusione. e hanno fatto de l’Inverno un film di apparizioni, un film di brandelli, di… Frammenti. BELLA DI PAPÀ KANDIA regia Enzo Piglionica - 2013 - 14’ regia Hamado Tiemtore - 2014 - 14’ Tutti felici, tranne la sposa che a un certo punto devia, invece di raggiungere l’altare si chiude in sacrestia. È guerra tra suocero e sposo che danno vita ad uno scontro esilarante, in attesa del colpo di scena. regia Giulio Neglia - 2013 – 8’ Nella lingua Bambara, in Burkina Faso, il termine Kandia, composto dalle parole Kan (voce) e Dia (bellezza), significa la bella voce, ma anche la bellezza che la voce produce. Nel cuore di Lecce in Puglia, un coro di voci cantano la propria umanità. Cantano in italiano, tamil, swahili... Un esempio di integrazione e di incontro tra popoli. Il desiderio alla base di questo progetto è quello di mostrare un tipo di rapporto tra “migranti” e “autoctoni” diverso da quello proposto dai media, al di là dei luoghi comuni polarizzanti e criminalizzanti. Kandia è un esempio di convivenza e d’interazione concreta, un atto semplice, umano, nel quale un uomo è uguale a una voce. Blood Flow racconta un mondo che vive alle spalle della quotidianità odierna, complice silenzioso della continua trasformazione dell’essere umano in ciò che la società più teme: mostri capaci di tutto. MARRY ME! BLOOD FLOW regia Simona Debernardis - 2014 - 5’ DALLE SEI ALLE SETTE regia Daniela Baldassarre - 2012 - 11’ Giorgio è un quarantenne emozionato per la proposta di matrimonio che sta per recitare alla sua partner ideale. Intraprende un viaggio per presentarla ai suoi genitori che lo attendono ansiosi di conoscerla, ma all’arrivo scopriranno qualcosa che non avrebbero mai immaginato. Dalle sei alle sette ogni mercoledì, alcune donne di periferia curano il loro mal di vivere in un centro qualificato. Più efficace della palestra, più economico dello joga. 208 209 IN CONCORSO BOTTEGATORIUM – DICTUM FACTOTUM IN CONCORSO A BIG DRAMA FOR A LITTLE MAN regia Concimikimici (Concettina Bellini e Michele Mongelli) - 2014 - 13’ ICARO regia Nico Capogna - 2014 - 12’ Il guardiano di un magazzino durante il suo turno notturno. Apatia e solitudine la fanno da padrone. Sono le 3 A.M.: inizia il giro di controllo. Qualcosa si muove nella notte: un’ombra o forse più. Un mistero sullo sfondo di un equivoco di fondo: un MacGuffin hitchcockiano gioca con lo spettatore in un crescendo di tensione. ALLE CORDE Bottegatorium è il nome della bottega-laboratorio in cui si svolgono le rocambolesche imprese di un factotum inventore-scenziato-azzeccagarbugli e del suo giovane garzone il cui mestiere consiste nel risolvere problemi. C’è il cliente che per vezzo vuol somigliare al proprio gatto, la bimba che brama un animaletto da compagnia e il domatore che ha rotto la sua preziosa frusta. Il geniale titolare del Bottegatorium però non è solito pensare alle conseguenze delle sue trovate poco ortodosse e presto si troverà a dover fronteggiare un groviglio di problemi, baffi e fili di lana. Al saggio assistente toccherà ritrovare il bandolo di tal matassa, con mezzi semplici, ma efficaci. regia Andrea Simonetti - 2013 - 24’ Cosimo ha 30 anni, vive a Taranto con il Padre Giuseppe, un ex pescatore di 70 anni con il vizio del gioco. Indebitato fino al collo, ha perso anche il suo peschereccio a causa di frequentazioni di bische poco raccomandabili. I due vivono insieme in una vecchia casa nel cuore del quartiere Tamburi. Cosimo è un pugile talentuoso che aspetta di fare il salto nei professionisti, i pesi medi della federazione nazionale italiana. Lavora all’ILVA di Taranto per mantenere se stesso e il padre e coprire mensilmente i debiti di Giuseppe. Il suo desiderio di riscatto è fortissimo; vuole arrivare fra i professionisti, ma anche riprendersi la sua vita e ricomprare il peschereccio al padre, per restituirgli la libertà e il mare, per Giuseppe linfa vitale. Cosimo vince due incontri molto importanti e davanti a lui si prospetta il match decisivo, quello del famoso “salto”. COWARD ATTIMO regia Iyas Jubeh, Gabriele Papa - 2013 – 18’ regia Roberto De Cruto - 2013 - 11’ Tra le vie di Carmiano, un piccolo paese della Provincia di Lecce, nel caldo pomeriggio del Luglio 2004, tre giovani ragazzini quindicenni passeggiano spensierati in sella alle loro biciclette. Roberto, uno dei tre ragazzini, e Giuseppe, un giovane Appuntato Scelto dei Carabinieri, diventeranno i protagonisti di una storia irreale, realmente accaduta. L’Attimo intreccerà le loro vite. regia Maria Lanciano - 2013 - 12’ Una riconciliazione notturna, in un universo popolato da strane creature, apparentemente immobili, ma vive nella mente di chi ha bisogno che parlino... ed un bacio, la chiave di volta di un amore codardo, nutrito da famelici sensi di colpa, come serpi affamate, persino della loro stessa madre, come dirà la protagonista, Amanda, in un soliloquio. Questa è la storia di un amore spezzato. Il falso casting e il timido Luca. E se domani nasce… come un’avventura dall’esito incerto tra frammenti di racconti, desideri e aspirazioni dei ragazzi di Taranto inconsapevoli protagonisti di un finto casting e Rinata, il piccolo e ostinato sogno di Luca. regia Giuseppe Tandoi - 2013 - 30’ Film liberamente ispirato alla storia di S. Giusta di Bazzano, una delle prime evangelizzatrici dell’Abruzzo. Nel III secolo d. C., alcuni missionari cristiani, provenienti dalla Puglia, giungono nelle terre pagane d’Abruzzo, dove restano vittime delle persecuzioni. Giusta, sopravvissuta, si rifugia nei boschi. Lei è l’unica speranza per i nuovi cristiani e per tale motivo Aurelio, un cristiano del luogo, la cerca... 210 Icaro è un ragazzo alla vigilia dei trent’anni che da tempo vive un profonda crisi. I suoi dubbi sono dovuti alla visione incerta che ha del futuro e questa inquietudine lo ha portato ad un torpore dunque ad un’ insicurezza che non gli consente di andare avanti. Troverà casualmente rifugio nel ricordo della sua infanzia spensierata e riviverla scuoterà pian piano la sua anima. IL CAPPELLO A SONAGLI LEZUO regia Antonio Pepe - 2013 - 5’ regia Giuseppe Boccassini - 2013 - 17’ Gabriele è un bambino in tenera età che vive in un piccolo paese della Puglia: Putignano, rinomato per i suoi carri di Carnevale. Il padre di Gabriele è uno dei più bravi creatori di carri. Gabriele è terrorizzato dai giganti di cartapesta dalle facce grottesche, dalle espressioni alterate e all’apparenza sembra un problema irrisolvibile se non fosse per un cappello...un cappello a sonagli. Nel 1843 Andrea Lezuo, intagliatore nativo di Arabba, comune delle Dolomiti, parte per «la Merica» a bordo della nave Ehon. Attraverso un collage analogico di materiali audiovisivi eterogenei, ripercorrendo l’esperienza iniziatica del suo protagonista, il film cerca di restituire alla realtà del viaggio la sua fisicità. LO CHIAMANO AMORE regia Lorenzo Manisco - 2014 - 6’ Il giovane Piero, alla fine di un’ intensa giornata lavorativa, rientra a casa con l’intenzione di sedurre la compagna ad avere così un rapporto carnale. Ma nulla è come sembra. L’ABITO DA SPOSA PELLE E OSSA regia Gianluca Colitta - 2014 - 4’ GIUSTA regia Ezio Azzollini, Lucia Perrucci - 2013 - 9’ Nel silenzio di un piccolo camposanto, poco prima dell’alba, il custode smuove la terra, apre le casse, e da ognuna di essa preleva degli indumenti: giacche, soprabiti e vestiti che meticolosamente nel suo tempo libero cataloga, etichetta e ripone all’interno di un armadio. È quando vede, come ogni mattina, una giovane anima in difficoltà, desiderosa di tempo e possibilità che non ha avuto, che il custode recupera dall’armadio la giacca del ragazzo, pronto a portarla da un artigiano molto particolare… regia Ivan Saudelli - 2013 - 20’ INTENTIONS E SE DOMANI... L’UOMO CHE CUCE IL TEMPO (AT 7 O’ CLOTH) Il breve film è un’astrazione, una rappresentazione simbolica del racconto. La protagonista – come una cercatrice d’oro – peregrina in un luogo surreale con aria regale, ieratica, quasi distante. Padrona e prigioniera di uno spazio che non è né un bosco né un parco: è un giardino incantato, né più né meno” (Mann); un posto che è una proiezione labirintica del suo inconscio. Quello che la circonda è “una realtà tangibile divenuta visione”. Eppure quest’aria sacra e maestosa del personaggio si perde nel finale, l’unico momento dove vediamo per bene il suo viso. Dove vediamo uno sguardo che guarda noi e invoca pietà, compassione.. quello che questa cercatrice d’oro trova è appunto la sua fragilità e friabilità. regia Domenico Laddaga - 2013 - 13’ Angelica ha un’ accesa discussione con Marco, il suo ragazzo. Tra i due è finita. Lei, però, non riesce ad accettarlo e decide di distruggere tutto ciò che “chiamano amore”. MALAK regia Luciano Schito - 2013 - 20’ Tre immigrati clandestini sbarcati in sud Italia cercano la ferrovia, unica speranza verso un mondo migliore. MONA BLONDE regia Grazia Tricarico - 2013 - 10’ Mona Blonde è una body builder alla vigilia di un’importante competizione internazionale: la sua vita è interamente dedicata alla ricerca di un preciso ideale estetico di perfezione e bellezza. L’orrore per la deformazione del corpo, dovuta a una mutazione inattesa, minerà l’apparente equilibrio trascinando Mona Blonde in un angoscioso delirio. 211 IN CONCORSO STOP MUSIC FERMATE LA MUSICA MOSAICO NOIR regia Alessandro Zizzo - 2014 - 14’ Mosaico noir tratta una classica vicenda noir , la peculiarità del corto è l’impianto scenico che, tramite i tre protagonisti , è il frutto di una sperimentazione tra espressionismo, noir e pulp. La colonna sonora segue gli andamenti emotivi della storia. La morte ti tocca solo quando ti entra in casa e se bussa alla porta del tuo vicino, tu puoi continuare a festeggiare. Hai il dovere di farlo perché è la vita che te lo chiede. O forse dovresti fermarti? Spegnere la radio, sederti sul divano e assistere, da spettatore impassibile, a una tragedia che non ti sfiora? Ma la musica continua, anche quando qualcuno muore, da qualche altra parte ci sarà sempre qualcun altro che continuerà a ballare. NIENTE STRIPES regia Alessandro Porzio - 2014 - 20’ regia Marco Adabbo - 2013 - 13’ Una famiglia italiana oggi. In una famiglia c’è tutto e niente. “Maestro” e “Ragazzo” sono due operai, fanno strisce pedonali. Il loro però non è un lavoro ma tuttalpiù una missione, un’arte; essi non fanno le strisce, dipingono opere d’arte sul manto stradale. L’avventura del giorno però esce dalla routine dei due personaggi e li porta a dipingere le strisce in mezzo a un bosco, luogo un po’ strano dove porre la segnaletica stradale ma il luogo giusto dove capire alcune cose della vita, sia di chi l’ha vissuta sia di chi l’ha ancora tutta da vivere. regia Vincenzo Borsellino, Adriano Donato Lavitola - 2013 - 8’ PICCOLA STORIA DI MARE regia Dario Di Viesto - 2013 - 7’ Un anziano pescatore malato non esce di casa dam o l t o tempo. Un amico gli porta a casa un pesce appena pescato. Mentre il vecchio sta pulendo il pesce, trova fra le viscere un pesciolino ancora vivo. Nell’anziano si risveglia qualcosa. UBU R1E PER UN PUGNO DI CONTRIBUTI regia Mattia Epifani - 2014 - 29’ In un presente annientato dalla recessione economica, Joe uno spaventapasseri laureato, appreso il suo licenziamento si trova costretto ad affrontare una sfilza di lavori logoranti e sfibranti pur di pagarsi i contributi. Ogni impegno svolto da Joe è una mutilazione fisica e mentale. Pur di non venir meno alla sua dignità decide di sacrificare se stesso. Nell’inverno del 2013, all’interno della Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce, la compagnia teatrale “Io ci provo” guidata da Paola Leone, lavora alla messa in scena dello spettacolo Ubu R1e. Come ogni anno il percorso teatrale è rivolto ai detenuti della sezione maschile R1. Il 17 aprile va in scena la prima di Ubu R1e tratto da Ubu Re di Alfred Jarry. Durante l’ultima sessione di prove i detenuti-attori si raccontano restituendo la loro personale dimensione emotiva a poche ore dal debutto in scena. PLAY/REC VIATEMPIOANTICO regia Antonio Ruscigno - 2013 - 12’ regia Michele Alberto Chironi - 2013 - 25’ Francesco, incapace di usare la telecamera e di esprimere i suoi sentimenti a Sara, decide di seguire il consiglio della ragazza e di registrare un video-messaggio per lei, su un vecchio filmino di una vacanza in Puglia. Il video, però, ci racconterà una storia diversa, ben più crudele di quello che ci si possa aspettare. PLAY/REC è la storia di una telecamera, complice e rivelatrice della verità. Perché, in fondo, non conosciamo bene le persone che ci circondano. Arnesano, comune di 4.036 abitanti della Provincia di Lecce. Geograficamente è situato nella valle della Cupa, una delle depressioni più evidenti del tavoliere salentino. Via del Tempio Antico, una delle principali del centro storico, riecheggia nelle notti, mentre dalla bocca dei forni il fuoco arde. Come da millenni, nell’oscurità della valle i suoni e i rumori per la lavorazione del pane riempiono il silenzio delle strade. regia Giuseppe Santoro - 2013 - 8’ 212 CINEMA E ACCESIBILITÀ IO SONO LI Quest’anno il Festival del Cinema Europeo è ‘Cinema e Accessibilità’ con film sottotitolati PER NON UDENTI e audiodescrizione per IPOVEDENTI SHUN LI AND THE POET Italia/Francia - 2011 - DVD - colore - 96’ Regia Direction: Andrea Segre Sceneggiatura Screenplay: Marco Pettenello, Andrea Segre Fotografia Cinematography: Luca Bigazzi Montaggio Editing: Sara Zavarise Scenografia Set design: Leonardo Scarpa Musica originale Original music: François Couturier Costumi Costumes: Maria Rita Barbera Interpreti Cast: Zhao Tao, Rade Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston Produttore Producer: Francesco Bonsembiante, Francesca Feder Produzione Production: Jolefilm, Æternam films World sales: Adriana Chiesa Enterprises Srl, Via Barnaba Oriani 24/A - 00197 Rome (Italy), Tel. +39 06 8086052 Mobile: +39 335 311623, Fax +39 06 80687855, info@ adrianachiesaenterprises.com, www.adrianachiesaenterprises.com sinossi Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola cittàisola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria. Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quella piccola osteria. Il loro incontro è una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, ma non più lontane. synopsis Shun Li works in a textile factory in the outskirts of Rome in order to get her papers and enable her eight-year-old son to come to Italy. She is suddenly transferred to Chioggia, a small city-island in the Veneto lagoon, to work as a bartender in a pub. Bepi, a Slavic fisherman, nicknamed “the Poet” by his friends, has been a regular at that little pub for years. Their encounter is a poetic escape from solitude, a silent dialogue between cultures that are different, yet not more distant. nota di regia “In Io sono Li ho voluto rispettare modi e stili conosciuti nel cinema-documentario, lavorando anche con attori non professionisti e scegliendo sempre location del mondo reale. Al tempo stesso la precisione e la sottigliezza del linguaggio cinematografico orientale e di alcuni importanti esempi del cinema indipendente internazionale sono state tracce importanti per riuscire a raccontare le atmosfere e i luoghi che ho scelto per questo film.” director’s statement “In Shun Li and the poet I wanted to respect the methods and styles of documentary cinema, by also working with unprofessional actors and always choosing locations in the real world. At the same time, the precision and subtleness of the language of Oriental cinema and of some important examples of international independent cinema have been important traces in order to be able to narrate the atmospheres and places I chose for this film.” L’ENFER NO MAN’S LAND TRIAGE di Danis Tanović di Danis Tanović di Danis Tanović > Francia, Italia, Belgio, Giappone - 2005 - 98’ > Bosnia - Erzegovina - 2001 - 98’ > Irlanda, Francia, Spagna - 2009 - 96’ 213 RICORDO cortometraggio PRETEXTO ANDALUSO Italia - 2012 - 9’ CON L’AMICHEVOLE PARTECIPAZIONE IN VOCE DI ARNOLDO FOÀ REGIA DI LETIZIA LAMARTIRE lettura PERICOLO DI VITA DI ARNOLDO FOÀ LETTURA DI PAMELA VILLORESI lettura LAMENTO PER IGNACIO SÁNCHEZ MEJÍAS DI FEDERICO GARCÍA LORCA LETTURA DI ROCCO CAPRI CHIUMARULO 215 RICORDO DI ARNOLDO FOÀ IO SONO IL TEATRO ARNOLDO FOÀ RACCONTATO DA FOÀ sinossi Io sono il teatro è un viaggio nella memoria del vissuto artistico e umano del grande attore, regista e commediografo Arnoldo Foà. Il Maestro racconta se stesso. Seduto dalla poltrona di casa sua rivede alla tv tutto il suo teatro e lo commenta, con il piglio di sempre fra ironia, poesia e impegno civile. Un viaggio che racconta per immagini anche tutto il teatro italiano, di cui Foà è stato ed è la vera anima. Il Maestro ci fa sedere in prima fila davanti al suo palcoscenico e ci rivela aneddoti e ricordi legati agli spettacoli portati in scena: da Pirandello a Baricco. Non solo contributi video inediti degli spettacoli, ma anche le sue celebri dizioni di poesia, da Dante a Neruda. Fra le immagini inedite anche il suo ritorno a Ferrara per un omaggio a lui tributato biografia: ARNOLDO FOÀ Attore, regista e commediografo, è stato inoltre pittore, scultore, giornalista e scrittore. Ha lavorato in più di 100 film con famosi registi italiani e internazionali (P. Germi, A. Blasetti, G. Montaldo, O. Welles, J. Losey, E. Dmytryk, C. Jacques, A. D’Alatri, E. Scola). Ha portato sulle scene autori sia classici che contemporanei, con registi come Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi, e con regie sue. Oltre a opere di Shakespeare, Pirandello, Aristofane, Checov, Plauto, Caldwell, O’Neill, ha rappresentato anche commedie e drammi suoi. È anche regista di opere liriche. Celebri le sue dizioni di poesia, il suo nome è legato ad alcune delle più importanti e famose produzioni della tv italiana. RICORDO DI ARNOLDO FOÀ Italia - colore - 2011 - 54’ Regia Direction: Cosimo Damiano Damato Sceneggiatura Screenplay: Cosimo Damiano Damato, Marcello Corvino da un’ idea di Anna Procaccini Cinematografia Cinematography: Irene Bufo Montaggio Editing: Gianni Galantucci Musica Originale Original Music: Valentino Corvino, Roberto Procaccini Produttore Producer: Marcello Corvino Produzione Production: Promo Music - Corvino Meda Editore, Cinecittà Istituto Luce synopsis Io sono il teatro is a trip in memory of the artistic and human experience of the great actor, director and playwright, Arnoldo Foa. The Master narrates himself. While sitting on his armchair of his own house, he watches on TV all his theater works and comments upon it, with his usual enthusiasm between irony, poetry and social commitment. A trip that tells through images also all the Italian theater, of which Foà was and is the true soul. The Master makes us sit in the front row in front of his stage and reveals to us anecdotes and memories related to the performances brought on stage: from Pirandello to Baricco. Not only unreleased video contributions of the performances, but also his famous poetry readings, from Dante to Neruda. Among the unreleased images there is also his return to Ferrara for a tribute bestowed to him. biography: ARNOLDO FOÀ An actor, a director and a playwright, he was also a painter, a sculptor, a journalist and a writer. He has worked in more than 100 films with famous Italian and international directors (P. Germi, A. Blasetti, G. Montaldo, O. Welles, J. Losey, E. Dmytryk, C. Jacques, A. D’Alatri and E. Scola). He brought on stage both classical and contemporary authors, with directors such as Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi, and with his same directions. In addition to the plays by Shakespeare, Pirandello, Aristofanes, Chekov, Plauto, Caldwell, O’Neill ha has also performed his comedies and dramas. He is also a director of operas. His poetry readings are well-known, his name is linked to some of the most important and famous Italian TV productions.Humanity”. In 2006 he took part in the Official Selection at the Al Jazeera Film & TV Festival with The Iron Wall. premi e festival/ awards and festivals 2011 Fest Int del Film di Roma - L’Altro Cinema / Extra: Evento Speciale Special Event Io sono il teatro Arnoldo Foà racconta se stesso di Anna Procaccini Edizioni Rubbettino e Festival del Cinema Europeo 216 intervengono: Anna Procaccini Foà, Pamela Villoresi Rocco Capri Chiumarulo, Cosimo Damiano Damato e Alberto La Monica Castello Carlo V Sala Maria D’Enghien mercoledì 30 aprile ore 18.30 217 I LIBRI DEL FESTIVAL I LIBRI DEL FESTIVAL RICORDO DI GIANNI VOLPI GUARDATI DALLA MIA FAME BARRICATE DI CARTE di Gianni Volpi, Alfredo Rossi e Jacopo Chessa di Milena Angus e Luciana Castellina intervengono: Goffredo Fofi, Jacopo Chessa, Maurizio Ponzi, Bruno Torri e Emanuela Dorigotti intervengono: Luciana Castellina Anna Caputo Marta Vignola Lecce - Libreria Liberrima, Corte dei Cicala sabato 3 maggio , ore 18.30 Lecce - Castello Carlo V, Sala Maria D’Enghien lunedì 28 aprile, ore 18.30 Mimesis Edizioni Nottetempo 2014 MORALE E BELLEZZA. MARCO BELLOCCHIO PASOLINI MATERA di Domenico Notarangelo intervengono: di Sergio Toffetti Domenico Notarangelo Enrique Irazoqui Virgilio Fantuzzi Angela Felice Salvatore Striano Maurizio Nocera intervengono: Sergio Toffetti e Marco Bellocchio Lecce - Libreria Feltrinelli, Via Templari martedì 29 aprile, ore 18.30 Edito da Istituto Luce Cinecittà e Centro Sperimentale di Cinematografia 218 Lecce - Museo della Stampa ‘Martano’, Via Libertini - Piazzetta Duca D’Atene domenica 27 aprile, ore 18.30 Edizioni Giannatelli 219 LE MOSTRE DEL FESTIVAL LE MOSTRE DEL FESTIVAL MARCO BELLOCCHIO MARCO BELLOCCHIO, DISEGNI E QUADRI D’AUTORE IL PITTORE, IL CINEASTA a cura di Massimiliano Di Liberto e Andrea Gambetta per Solares Fondazione delle Arti - Parma MARIO BAVA LA MASCHERA E IL CORPO DISEGNI E QUADRI D’AUTORE MUST - Museo Storico, Lecce dal 29 aprile al 2 giugno CLAUDIA CARDINALE - Centro Sperimentale di Cinematografia elaborazione digitale immagini Gianpaolo Falso ed Ennio Lucciola 220 in collaborazione con Mediateca Regionale Pugliese e con la Biblioteca Provinciale di Foggia CASTELLO CARLO V, Lecce dal 28 aprile al 3 maggio PIER PAOLO PASOLINI ECCELLENZA ITALIANA AL FEMMINILE a cura di Antonella Felicioni in collaborazione con Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale a cura di Massimo Causo e Davide Di Giorgio MOSTRA DI MANIFESTI ORIGINALI DEL CINEMA DI MARIO BAVA PERCORSI PASOLINIANI - IL VANGELO SECONDO MATTEO MOSTRA FOTOGRAFICA EX MONASTERO DEI TEATINI - Lecce dal 28 aprile al 3 maggio a cura di Domenico Notarangelo progetto di Alessandro Turco a cura di Alessandro Turco e Maurizio Nocera Archivio Notarangelo - Foto Associazione Pasolini Matera MOSTRA FOTOGRAFICA MUSEO DELLA STAMPA MARTANO, Lecce dal 27 aprile al 25 maggio 221 I CONCERTIDEL FESTIVAL I CONCERTIDEL FESTIVAL FRANK SENT US GUARDA IL SUONO ASCOLTA LE IMMAGINI Frankizzare è un termine usato intorno al primo decennio del 2000 con diversi significati e in vari ambiti culturali con il quale genericamente si fa riferimento al processo di scrittura musicale che parte dal rubare frammenti di audio e di video di un film per farne una canzone pop con vita propria, capace di trascendere il significato originale dell’opera d’arte da cui ha preso spunto, per regalarle nuova vita e nuovo valore artistico. To Frankize is a term used around the first decade of 2000 with different meanings and in different cultural contexts with which generically reference is made to the process of writing music that starts from stealing fragments of audio and video of a film to make a pop song with a life of its own, able to transcend the original meaning of the work of art from which it drew inspiration to give to it a new life and a new artistic value. 222 GIANLUCA PETRELLA “EXP AND TRICKS” Frank Sandrello: A/V Player Mastro: Guitar Player Frenetik Beat: Live Electronics Orange: Bass Player CONCERTO Officine Cantelmo, Lecce Giovedì 24 aprile, ore 23.00 Exp and Tricks nasce proprio da un viaggio fatto indietro nel tempo. Da buon amante del cinema, compreso quello delle origini, Gianluca Petrella è andato a ricercare le radici di questo rapporto, per svilupparlo in maniera sperimentale, libera e onirica. Prodotto in collaborazione con Ater Modena e Cineteca di Bologna, il progetto è risultato per Petrella, da subito, una sfida non facile, nonché un grande stimolo per creare qualcosa di nuovo e originale. Exp and Tricks was born out of a journey back in time. Gianluca Petrella is a movie lover and he decided to search the origin of the relationship between the two arts, to develop it into an experimental, free and dreamlike live action. Originally produced in collaboration with Ater Modena and Cineteca of Bologna, the project was since the start a very difficult challenge for Petrella, but at the same time a great motivation to create something new and original. Gianluca Petrella: Trombone, Fender Rhodes electric piano, laptop, effetti Produzione originale in collaborazione con la Cineteca di Bologna Original productions in collaboration with Cineteca di Bologna CONCERTO Officine Cantelmo, Lecce Mercoledì 30 aprile, ore 23.00 223 FESTIVAL NEL CARCERE IL FESTIVAL NEL CARCERE THE FESTIVAL TAKING PLACE IN PRISON Dopo aver già portato due anni fa il cinema al carcere con il film CESARE DEVE MORIRE, per la sua XV edizione il Festival del Cinema Europeo torna a collaborare con la Direzione della Casa Circondariale di Lecce, realizzando, in linea con il progetto del Ministro Andrea Orlando, alcuni eventi all’interno della sede del penitenziario e dedicando al tema una serie di proiezioni della sezione “Cinema e Realtà”. In questo contesto, martedì 29 aprile viene presentato in anteprima nazionale SBARRE, un film documentario realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia nell’ambito di un laboratorio didattico curato da Daniele Segre con gli allievi del secondo anno dei corsi di regia, sceneggiatura, suono e montaggio. Il film ha come protagonisti le detenute, i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria del Nuovo Complesso Penitenziario di Firenze Sollicciano, che in primo piano, guardando nell’obiettivo della telecamera, raccontano in modo naturale la quotidianità della loro vita in carcere: dal giorno del loro arrivo alle difficoltà di convivenza in una situazione di grave sovraffollamento, alla carenza di personale di sorveglianza. Mercoledì 30 aprile in programma il film documento NELLA CASA DI BORGO SAN NICOLA, in presenza di Caterina Gerardi (regista), Silvia Baraldini (ex detenuta politica negli USA) e Margherita Michelini (Direttrice del Carcere Gozzini di Firenze), che narra sogni, speranze, rimpianti, sofferenze delle detenute, ritenendo fondamentale di poter contribuire alla visione del carcere come non luogo afflittivo di pena, ma luogo aperto alla realtà del “fuori” e del “dopo”. Sempre nella Casa Circondariale di Lecce in Via Borgo San Nicola, venerdì 2 maggio viene infine allestita la rappresentazione di LA FINE ALL’ALBA, realizzata da Antonio Turco con la regia di Francesco Cinquemani, un’opera noir e crepuscolare con i detenuti e gli operatori della Casa di Reclusione di Rebibbia. Having already brought two years ago some films in prison starting with the screening of the film CESARE DEVE MORIRE/ CAESAR MUST DIE, for its fifteenth edition the European Film Festival collaborates again with the Directorate of the Penitentiary of Lecce, by realizing, in line with the project of the Minister Mr. Andrea Orlando, some events inside the penitentiary and facing with the theme with a series of screenings of the section “Cinema and Reality”. In this context, Tuesday, April 29 is being previewed in Italy BARS (SBARRE), a documentary film produced by the Italian National Film School in the context of an educational workshop curated by Daniele Segre, carried out with the students of the second year of the directing, screenwriting, sound and editing courses. The protagonists of the film are women inmates, prisoners and prison officials of the New Penitentiary Complex of Sollicciano in Florence, who in the foreground, by looking into the camera lens, tell in a natural way their everyday lives in prison, from the day of their arrival up to the difficulties of coexistence in a situation of severe overcrowding and to the lack of security staff. Wednesday, April 30th in program the film document IN THE PENITENTIARY OF BORGO SAN NICOLA, in the presence of Caterina Gerardi (Director), Silvia Baraldini (former political prisoner in the USA) and Margherita Michelini (Director of the Gozzini Prison of Florence), which narrates dreams, hopes, regrets and sufferings of the women prisoners, by considering it essential to able to let prison seems as not a punitive place, but a place open to the reality of the “outside” and of the “after”. In the same Penitentiary of Lecce at Via Borgo San Nicola, Friday, May 2 is finally displayed the representation of THE END OF SUNRISE, realized by Antonio Turco and directed by Francesco Cinquemani, a noir and twilight work with the inmates and operators of the Penitentiary of Rebibbia in Rome. 224 FESTIVAL NEL CARCERE IL FESTIVAL NEL CARCERE THE FESTIVAL TAKING PLACE IN PRISON LA FINE ALL’ALBA THE END OF SUNRISE di Antonio Turco regia di Francesco Cinquemani ealized by Antonio Turco directed by Francesco Cinquemani Compagnia Stabile Assai - Italia - 2014 - 80’ Compagnia Stabile Assai - Italia - 2014 - 80’ ARTISTI: le figure maschili sono i detenuti della Casa di Reclusione di Rebibbia e, precisamente, Giovanni Arcuri, Salvatore Buccafusca, Renzo Danesi, Aniello Falanga, Cosimo Rega. Le figure femminili: Sandra Vitolo (psicologa del carcere), Patrizia Patrizi (docente universitaria), Patrizia Spagnoli (teatro-terapeuta) e Deborah Bertagna (attrice professionista). Inoltre, fanno parte del cast l’attore professionista Mario Zamma e l’Assistente Capo Rocco Duca, unico esponente della polizia penitenziaria a salire sul palco insieme ai detenuti. I musicisti sono Antonio Turco (chitarra e voce), Roberto Turco (chitarra classica, basso e voce), Lucio Turco (batteria), Gina Fabiani (voce). È l’unica compagnia che mette in scena testi inediti basati sulle esperienze dei detenuti. La regia dello spettacolo è di Francesco Cinquemani, autore del docufilm Offstage e di altri prodotti televisivi e cinematografici. La costruzione della storia avviene attraverso scene intervallate da intermezzi musicali e narrativi. Significativa la scelta dei brani musicali, che sottolineano l’ambientazione. La scena si svolge all’interno di una banca dove si sono asserragliati 5 rapinatori con 3 ostaggi. La consapevolezza che quella potrebbe essere la loro ultima notte produce nei personaggi complesse riflessioni sulla propria esistenza. La scelta è tra l’ergastolo, e quindi il ritorno in carcere, e la morte. Ognuno dei rapinatori non ce l’ha fatta a vivere nella normalità della vita quotidiana. Appartengono a organizzazioni criminali diverse. Alla banda della Magliana, alla mafia e alla camorra. I 3 ostaggi sono: il direttore della banca, una ragazza affascinata da uno dei rapinatori, un signore anziano che era andato a chiedere un mutuo e che si è trovato nel posto sbagliato. Hanno scelto di non tornare più in carcere. Tra i 5 personaggi c’è un infiltrato. L’epilogo è alle porte. ARTISTS: the male figures are the inmates of the House of Detention of Rebibbia, and namely, Giovanni Arcuri, Salvatore Buccafusca, Renzo Danesi, Aniello Falanga, Cosimo Rega. The female figures: Sandra Vitolo (the prison psychologist), Patrizia Patrizi (university professor), Patrizia Spagnoli (theater -therapist) and Deborah Bertagna (professional actress). In addition, are part of the cast the professional actor Mario Zamma and the Assistant Director Rocco Duca, the only exponent among the prison officials who is on stage together with the prisoners. The musicians are Antonio Turco (guitar and voice), Roberto Turco (classical guitar, bass and voice), and Lucio Turco (drums), Gina Fabiani (voice). It is the only company that performs unpublished texts based on the experiences of prisoners. The directing of the show is realized by Francesco Cinquemani, author of the documentary film Offstage and of other television and film products. The construction of the story takes place through scenes interspersed with musical and narrative interludes. Significant is the choice of musical tracks, which emphasize the setting. The scene takes place within a bank where there are barricaded 5 robbers with 3 hostages. The awareness that this could be their last night produces in the characters complex reflections on their lives. The choice is between a lifetime sentence, and therefore the return to prison, and death. Each of the robbers did not manage to live in the normality of an everyday life. They belong to various criminal organizations. They belong to the criminal gang “banda della Magliana”, to Mafia and Camorra. The 3 hostages are: the bank manager, a girl fascinated by one of the robbers, an elderly gentleman who had gone to apply for a mortgage and who found himself in the wrong place. They have chosen not to return to prison. Among the 5 characters there is an infiltrator. The epilogue is just round the corner... 225 STATI GENERALI DELLA COMMEDIA ITALIANA Stati Generali della Commedia Italiana “Etats généraux” of the Italian Comedy STATI GENERALI DELLA COMMEDIA ITALIANA a cura di Marco Giusti Lecce, sabato 3 maggio 2014, ore10.00 Castello Carlo V, Sala Maria D’Enghien L’evento è concepito come una giornata di incontro-scontro fra i registi e gli sceneggiatori più illustri della nostra commedia, in cui discutere delle potenzialità della commedia italiana e indagare sul perché, in un paese così fortemente in crisi come il nostro, il pubblico cerchi nella commedia l’occasione per ridere di se stesso e dei suoi problemi più gravi. L’incredibile successo degli ultimi film del genere, ma anche la vitalità costante dei classici, delle commedie romantiche, delle nuove strade del cinepanettone, della commedia borghese, ma anche i tentativi di nuovi linguaggi comici, sempre più contaminati con il web e le serie nate sul web, rappresentano ogni anno quasi il 90 per cento della produzione del cinema italiano. Urge quindi mettere ordine nella nostra commedia, capirne l’andamento, le tendenze, le possibilità, gli sviluppi, pensando certo alla grande tradizione del passato, ma anche alla realtà economica di quella attuale. Interventi di: Francesco Bruni, Massimo Gaudioso, Paolo Genovese, Edoardo Leo, Fulvio Lucisano, Gennaro Nunziante, Neri Parenti, Pio e Amedeo, Sydney Sibilia, Enrico Vanzina, Carlo Verdone. Moderatore: Marco Giusti In collaborazione col Centro Sperimentale di Cinematografia “Etats généraux” of the Italian Comedy curated by Marco Giusti Lecce, Saturday, May 3, 2014 , h 10.00 Castello Carlo V, Sala Maria D’Enghien The event is conceived as a day of meeting-clash between the most illustrious directors and scriptwriters of the Italian comedy, where it’s possible to discuss about the potential of the Italian comedy and to investigate why, in a country that is strongly impacted by the crisis like Italy, the public is looking in the comedy for an opportunity to laugh at itself and at its most serious problems. The incredible success of the recent films of the genre, but also the constant vitality of the classics, the romantic comedies, the new ways of the “cinepanettoni (comical Italian Christmas films)”, the bourgeois comedy, but also the attempts to new comedy languages, increasingly contaminated with the web and the series born on the web itself, each year represent nearly 90 percent of the Italian cinema production. It is therefore urgent to put in order our comedy, to understand its trend, tendencies and development opportunities, by thinking surely of the great tradition of the past, but of the economic reality of the current tradition as well. Speeches of: Francesco Bruni, Massimo Gaudioso, Paolo Genovese, Edoardo Leo, Fulvio Lucisano, Gennaro Nunziante, Neri Parenti, Pio e Amedeo, Sydney Sibilia, Enrico Vanzina, Carlo Verdone. Moderator: Marco Giusti In collaboration with the Experimental Film Centre 226