mario bava - Festival del Cinema Europeo

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mario bava - Festival del Cinema Europeo
organizzazione: Associazione Culturale Art Promotion
con il sostegno di
in collaborazione con
New Philosophy and Life Style
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Lecce
Festival del Cinema Europeo
managed by Cultural Association “Art Promotion”
www.festivaldelcinemaeuropeo.com
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
CREDITI CREDITS
DIRETTORE FESTIVAL FESTIVAL DIRECTOR
Alberto La Monica
PROGETTO GRAFICO FESTIVAL - WEBMASTER
Alessandro Colazzo / sacò lab - www.sacolab.it
DIRETTORE ARTISTICO ARTISTIC DIRECTOR
Cristina Soldano
SOCIAL NETWORK
Cinzia Mappa - Scirocco Multimedia
RESPONSABILE AMMINISTRAZIONE E DI PROGETTO
ADMINISTRATION AND PROJECT MANAGER
Roberta Vernice
EDITORIA WEBSITE
Valentina Sammarco
COMITATO DI SELEZIONE SELECTION COMMITTEE
Cristina Soldano, Luigi La Monica, Alberto La Monica
CONSULENTE CONSULTANT
Massimo Causo
SELEZIONE PUGLIA SHOW
PUGLIA SHOW SELECTOR
Luigi La Monica
OMAGGIO A MARIO BAVA
Massimo Causo e Davide Di Giorgio - Curatori
CINEMA EUROMEDITERRANEO:
SETTIMANA DI CINEMA PALESTINESE
Monica Maurer - Curatrice
RESPONSABILE EVENTI, PERSONALE, RELAZIONI PUBBLICHE
PUBLIC RELATIONS, EVENTS, STAFF COORDINATOR
Titti Merenda
LOGISTICA E PROMOZIONE EVENTI MUSICALI
Giona Fontanarosa
UFFICIO OSPITALITÀ HOSPITALITY OFFICE
Elisa Reale, Roberta Vernice
MOVIMENTO COPIE E MATERIALI
Mario Muscogiuri
CERIMONIALE
Antonio Gigante
UFFICIO STAMPA NAZIONALE ITALIAN PRESS OFFICE
Giovanna Mazzarella & Cristina Scognamillo
UFFICIO STAMPA PUGLIA LOCAL PRESS OFFICE
Marianna Lotito
COLLABORATORI
Francesca Greco, Alessia Re, Giusy Ricciato
TRADUZIONI SOTTOTITOLI FILM IN CONCORSO
SUBTITLES TRANSLATIONS FILMS IN COMPETITION
Lucia Fabbrizio
RESPONSABILE CATALOGO FESTIVAL E EDITORIA WEB
FESTIVAL CATALOGUE AND WEB EDITOR MANAGER
Luigi La Monica
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TRADUZIONE CATALOGO E WEBSITE
Marianna Vecchione
SOTTOTITOLI ELETTRONICI
Dialoghi di Luce - Manlio Lapi
ATTREZZATURE TECNICHE
Gerry Service - Piero Loglisci
ASSISTENZA AUDIO/VIDEO
Soft Video Prod - Marc Van Put
ALLESTIMENTI PUBBLICITARI E MOSTRE
Eurokolor - Francesco Viola
ALLESTIMENTO MOSTRE
Beppe Ardito e Alberto Chironi
Prof. Andrea Rollo - Coordinatore Interno Accademia
di Belle Arti di Lecce, Mattia Corrado, Valeria Olindo,
Camilla Solombrino, Anna Paola Turco, Salvatore
Vantaggiato - Stagisti
FOTOGRAFO
Piero Giannuzzi
REALIZZAZIONE PREMI E TARGHE
Mikama Gioielli - Premio Ulivo d’Oro e Targhe
Futuro Remoto Gioielli - Premio Mario Verdone
Un ringraziamento particolare:
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO:
CLAUDIA CARDINALE
Per la RETROSPETTIVA
Marcello Foti, Emiliano Morreale, Laura Argento
Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale
Per la MOSTRA FOTOGRAFICA
Antonella Felicioni - Responsabile dell’Archivio
Fotografico e Iconografico del Centro Sperimentale di
Cinematografia-Cineteca Nazionale
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO:
MARCO BELLOCCHIO
Per la RETROSPETTIVA
Marcello Foti, Emiliano Morreale, Laura Argento Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale
Per la MOSTRA
Andrea Gambetta, Massimiliano Di Liberto
Solares Fondazione delle Arti - Parma
Carmelo Grassi, Sante Levante - Teatro Pubblico Pugliese
PREMIO EMIDIO GRECO
Alberto Barbera e Jacopo Chessa - Centro Nazionale
del Cortometraggio, Alessandro Greco
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO:
DANIS TANOVIC
Per la RETROSPETTIVA
Luigi Lonigro, Bianca Giordano, Carlo Brancaleoni Rai Cinema
PREMIO FIPRESCI - Klaus Eder, Segretario Generale
OMAGGIO A MARIO BAVA
Per la RETROSPETTIVA
Gianluca Curti, Francesca Manno, Stefano Ricci Minerva Pictures & RaroVideo, Fulvio Lucisano - Italian
International Film, Francesca Ansuini - Rai Teche, Angelo
Draicchio, Antony Ettorre - Ripley’s Film
Per la MOSTRA MANIFESTI
Angelo Amoroso D’Aragona - Direttore Mediateca
Regionale Pugliese
Francesco Mercurio - Biblioteca Provinciale di Foggia
Giuseppe Serra - Collezionista
W IL PRIMO MAGGIO
Luciana Castellina
Paola Scarnati, Aurora Palandrani, Ugo Adilardi,
Giandomenico Curi - Archivio Audiovisivo Movimento
Operaio e Democratico
Anna Caputo - Presidente Arci della Provincia di Lecce
OMAGGIO A PIER PAOLO PASOLINI
Alessandro Turco - Curatore
STATI GENERALI DELLA COMMEDIA ITALIANA
Marco Giusti - Curatore
Domenico Monetti e Luca Pallanch - Cineteca Nazionale
RASSEGNA FILM PREMIO LUX
Doris Pack - Presidente Commissione Cultura Parlamento
Europeo, Marisella Rossetti - Premio LUX
TAVOLA ROTONDA: “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY
AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE”
Alessandra Guarino - Scuola Nazionale di Cinema Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia
SHORT MATTERS!
Bettina Schwarz - European Film Academy
VETRINA CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA
Marcello Foti - Direttore Generale CSC, Caterina
d’Amico - Preside Scuola Nazionale di Cinema, Laura
Argento - Responsabile Diffusione Culturale della Cineteca
Nazionale, Elisabetta Bruscolini e Barbara Dante - CSC
PRODUCTION
PUGLIA SHOW
Jacopo Chessa - Centro Nazionale del Cortometraggio
Vittorio Bonini - Augustus Color
RICORDO DI ARNOLDO FOA’
Anna Procaccini Foà, Pamela Villoresi,
Cosimo Damiano Damato, Rocco Capri Chiumarulo
PREMIO MARIO VERDONE
Carlo Verdone, Luca Verdone, Silvia Verdone
PREMIO SNGCI - Laura Delli Colli, Presidente
PREMIO CINEUROPA - Valerio Caruso, Direttore
PREMIO OFFICINE LAB - Daniele Orazi, Officine Artistiche
PREMIO CINECIBO - Donato Ciociola
CINEMA E INDUSTRIA
Sergio Toffetti - Direttore Archivio Nazionale Cinema
d’Impresa, Anna Caputo - Presidente Arci Provincia Lecce
PALESTINIAN CINEMA: DREAMS OF A NATION
Monica Maurer - Curatrice
FESTIVAL NEL CARCERE
Salvatore Striano
PATROCINI E COLLABORAZIONI
PATRONAGES AND COLLABORATIONS
Parlamento Europeo, Ministero dei Beni e delle Attività
Culturali e Turismo - Direzione Generale Cinema,
Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo, Cultura e
Turismo, Fondazione Apulia Film Commission, Teatro
Pubblico Pugliese, Lecce 2019 - Città candidata Capitale
Europea della Cultura, Comune di Lecce, Fondazione
Centro Sperimentale di Cinematografia, Provincia di
Lecce, CCIAA Lecce, Missione Diplomatica Palestinese,
Forum Austriaco di Cultura, Ambasciata di Francia,
Ambasciata di Spagna, SNCCI, SNGCI, FIPRESCI, AIACE
Nazionale, Augustus Color, CNC Centro Nazionale
del Cortometraggio, Università del Salento, Officine
Artistiche, AFIC, Vestas Hotels & Resorts, Futuro Remoto
Gioielli, Azienda Vinicola Apollonio, Aziende Agricole
Stasi, Maldarizzi.
MEDIA PARTNERS
Cinecittà News, Cineuropa, Radio Cinema, I Move Puglia Tv
È un iniziativa inserita nel POIn Programma Operativo
Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo”
(FESR) 2007-2013, nell’ambito del Programma Strategico
di Cooperazione territoriale Grecia-Italia 2007-2013 “I.C.E.”
(Innovation, Culture and Creativity for a new Economy) insieme
ad atri grandi eventi come La Notte della Taranta, Carnevale
di Putignano, Medimex, Bifest, Focara di Novoli, nel Fondo
FESR, Asse IV, Linea 4.1, Azione 4.1.2.
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COMUNE DI LECCE
Paolo Perrone - Sindaco, Luigi
Coclite - Assessore al Turismo,
Spettacoli ed Eventi, Nicola Elia Dirigente Servizio Cultura, Giovanni
Piconte - Ufficio Turismo, Giuseppe
Filippi
Filippi
- Responsabile
comunicazione istituzionale
LECCE 2019 - CITTÀ CANDIDATA
CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA
Airan Berg - Direttore Artistico
REGIONE PUGLIA
Silvia Godelli - Assessore
Mediterraneo, Cultura e Turismo
al
APULIA FILM COMMISSION
Antonella Gaeta - Presidente
Luigi De Luca - Vicepresidente
Silvio Maselli - Direttore
Cristina Piscitelli - EU projects
TEATRO PUBBLICO PUGLIESE
Carmelo Grassi - Presidente
Sante Levante - Direttore
Marica Riccardi - Amministrazione
Simonetta Dellomonaco - Consulente
MINISTERO DEI BENI E DELLE
ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO DIREZIONE GENERALE CINEMA
Nicola Borrelli
Direttore Generale per il Cinema
PARLAMENTO EUROPEO
Doris Pack - Presidente Commissione
Cultura, Daniel Ractliffe - Ufficio
d’informazione per l’Italia, Marisella
Rossetti - Premio LUX
CENTRO SPERIMENTALE
DI CINEMATOGRAFIA
Stefano Rulli - Presidente, Marcello
Foti - Direttore Generale, Emiliano
Morreale - Conservatore Cineteca
Nazionale, Caterina d’Amico Preside Scuola Nazionale di Cinema,
Laura Argento - Responsabile
Diffusione Culturale della Cineteca
Nazionale, Domenico Monetti e
Luca Pallanch - Cineteca Nazionale,
Antonella Felicioni - Responsabile
dell’Archivio
Fotografico
e
Iconografico della Cineteca Nazionale
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CSC PRODUCTION
Elisabetta Bruscolini
Direttore Generale
Barbara Dante - Diffusione Festival
PROVINCIA DI LECCE
Antonio Gabellone - Presidente,
Simona Manca - Vicepresidente e
Assessore alla Cultura, Francesco
Pacella - Assessore al Turismo e
Marketing Territoriale, Antonio
Rizzo Dirigente Servizio Turismo
CCIAA Lecce
Alfredo Prete - Presidente
ACCADEMIA BELLE ARTI LECCE
Antonio Tarentini - Presidente
Claudio Delli Santi - Direttore
MEDIATECA REGIONALE PUGLIESE
Angelo Amoroso D’Aragona
Direttore
CASA CIRCONDARIALE DI LECCE
Antonio Fullone - Direttore
Rita Russo - Vicedirettrice
MADE IN CARCERE
Luciana Delle Donne
FIPRESCI
Klaus Eder - Segretario Generale
ARCI
Anna Caputo - Presidente Arci
della Provincia di Lecce
SNCCI
Franco Montini - Presidente
Antongiulio - Gruppo Puglia
OFFICINE CANTELMO
Marco Cataldo - Presidente
Andrea Sanità - Vicepresidente
SNGCI
Laura Delli Colli - Presidente
Romano Milani - Segretario Generale
OFFICINE ARTISTICHE
Daniele Orazi
AIACE NAZIONALE
Lia Furxhi - Presidente
CENTRO NAZIONALE
DEL CORTOMETRAGGIO
Alberto Barbera - Presidente
Jacopo Chessa - Direttore
MISSIONE DIPLOMATICA
PALESTINESE
May Al-Kaileh - Ambasciatore
FORUM AUSTRIACO DI CULTURA
Christoph Meran - Direttore
Hermine Aigner - Vicedirettrice
AMBASCIATA DI FRANCIA
Alix Davonneau
Addetta per l’Audiovisivo
AMBASCIATA DI SPAGNA
Juan Maria Alzina
Consigliere Culturale
AAMOD
Paola Scarnati, Aurora Palandrani,
Ugo Adilardi, Giandomenico Curi
UNIVERSITÀ DEL SALENTO
Vincenzo Zara - Magnifico Rettore
CINEUROPA
Valerio Caruso - Direttore
ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ
Roberto Cicutto
Amministratore Delegato
Giancarlo Di Gregorio
Direttore Attività Giornalistiche
AUGUSTUS COLOR
Vittorio Bonini - Direttore Generale
RADIO CINEMA
Alessandro Casanova - Direttore
IMOVEPUGLIA.TV
Francesca Angelozzi,
Gianluca Lubelli
VESTAS HOTELS & RESORTS
Andrea Montinari
FUTURO REMOTO GIOIELLI
Gianni De Benedittis
AZIENDA VINICOLA APOLLONIO
Massimiliano Apollonio
AZIENDE AGRICOLE STASI
Sergio Stasi
MALDARIZZI Automotive Group
Francesco Maldarizzi
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
AFIC - ASSOCIAZIONE FESTIVAL ITALIANI DI CINEMA
Nel complesso del sistema audiovisivo italiano, i festival rappresentano un soggetto fondamentale
per la promozione, la conoscenza e la diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva, con
un’attenzione particolare alle opere normalmente poco rappresentate nei circuiti commerciali
come ad esempio il documentario, il film di ricerca, il cortometraggio. E devono diventare un
sistema coordinato e riconosciuto dalle istituzioni pubbliche, dagli spettatori e dagli sponsor.
Per questo motivo e per un concreto spirito di servizio è nata nel novembre 2004 l’Associazione
Festival Italiani di Cinema (Afic). Gli associati fanno riferimento ai principi di mutualità e solidarietà
che già hanno ispirato in Europa l’attività della Coordination Européenne des Festivals. Inoltre,
accettando il regolamento, si impegnano a seguire una serie di indicazioni deontologiche tese
a salvaguardare e rafforzare il loro ruolo. L’Afic nell’intento di promuovere il sistema festival nel
suo insieme, rappresenta già oggi più di trenta manifestazioni cinematografiche e audiovisive
italiane ed è concepita come strumento di coordinamento e reciproca informazione. Aderiscono
all’Afic le manifestazioni culturali nel campo dell’audiovisivo caratterizzate dalle finalità di ricerca,
originalità, promozione dei talenti e delle opere cinematografiche nazionali ed internazionali.
L’Afic si impegna a tutelare e promuovere, presso tutte le sedi istituzionali, l’obiettivo primario dei
festival associati.
AFIC - ITALIAN FILM FESTIVAL ASSOCIATION
Within the framework of the Italian audiovisual system, film festivals are fundamental in the promotion,
awareness and diffusion of cinema and audiovisual culture, as they pay particular attention to
work that is usually not represented by commercial circuits, such as, for example, documentaries,
experimental films and short films. And they must become a system that is coordinated and recognized
by public institutions, spectators and sponsors alike.
For this reason, and in the explicit spirit of service, the Association of Italian Film Festivals (Afic)
was fonde in November, 2004. The members follow the ideals of mutual assistance and solidarity
that are the guiding principles of the Coordination Européenne des Festivals and, upon accepting
the Association’s regulations, furthermore strive to adhere to a series of ethical indications aimed at
safeguarding and reinforcing their role. In its objective to promote the entire festival system, the Afic
already represents over thirty Italian film and audiovisual events and was conceived as an instrument
of coordination and reciprocal exchange of information. The festivals that are part of the Afic are
characterized by their search for the new, originality, and the promotion of talent and national and
international films. Afic is committed to protecting and promoting, through all of its institutional
branches, the primary objective of the member festivals.
Associazione Festival Italiani di Cinema (Afic)
www.aficfestival.it
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15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
Paolo PERRONE
Antonio GABELLONE
Sindaco di Lecce
Mayor of Lecce
Presidente della Provincia di Lecce
Chairman of the Province of Lecce
Ancora un traguardo per una macchina organizzativa che, nel corso di questi anni, ha influenzato
positivamente l’attività culturale e cinematografica di Lecce; un ulteriore tassello per la nostra città che
catalizza su di sé, ogni primavera, l’attenzione degli addetti ai lavori e dei cultori del cinema di tutta
Italia.
Il Festival, sempre fedele alla sua consolidata impostazione, si arricchisce di numerosi eventi collaterali
che renderanno ancora più interessante la proposta dell’edizione numero quindici.
Rappresentante indiscusso del fermento e della vivacità culturale che contraddistinguono la nostra
terra, il Festival del Cinema Europeo valorizza Lecce, il Salento e le sue peculiarità.
Contribuisce a lanciare i suoi talenti e trasforma il nostro territorio, per una settimana, nel palcoscenico
nazionale della cinematografia italiana e internazionale. Un ringraziamento mi sembra doveroso, perciò,
a tutti coloro che hanno lavorato sodo per giungere a festeggiare questo quindicesimo compleanno,
mantenendo sempre vivi i valori e i presupposti con i quali questa avventura è iniziata.
Siamo pronti a vivere le emozioni che i film candidati susciteranno in noi spettatori, ma soprattutto è
pronta la nostra città: accoglieremo le personalità di caratura nazionale e internazionale che porteranno
qui la loro esperienza professionale e che, ci auguriamo, godranno delle nostre bellezze del paesaggio
e delle prelibatezze culinarie che da più parti ci invidiano.
Un grosso in bocca al lupo al Festival del Cinema Europeo e a chi, in ogni parte e ruolo, vi ha lavorato.
Si rinnova anche quest’anno una delle iniziative che meglio di tutte ha saputo dare senso e
concretezza all’immagine non solo geografica di questo Salento immerso nel Mediterraneo, nei
suoi sapori, nei suoi colori, nella sua millenaria tradizione culturale.
Il Festival del Cinema Europeo è per questo una grande opportunità, per Lecce, che insegue il
titolo di Capitale della Cultura Europea 2019, ma anche per l’intero Salento che concorre con il suo
capoluogo in questo prestigioso obiettivo.
Per il Festival parliamo oramai di una solida certezza, alla 15° edizione dimostra già di aver vinto la
sua sfida, quella della continuità.
È invece la qualità, del suo percorso culturale, a garantirne artisticamente una vita lunga e feconda.
Una scommessa vinta dal Salento tutto, se la politica saprà continuare a cogliere le sfide che la
cultura le lancia.
Buon Festival a tutti!
Once again a target for an organizational machine that, over recent years, has affected positively the cultural
and film activity of Lecce; a further step for our city that attracts on its own, every spring, the attention of the
experts and lovers of the cinema throughout Italy.
The Festival, always faithful to its well-established approach, is now enriched with numerous side events that
will make even more interesting the proposal of the fifteenth edition.
As an undisputed representative of the cultural ferment and vitality which characterize our land, the
European Film Festival highlights the city of Lecce, the Salento and its peculiarities.
It contributes towards launching its own talents and turns our territory, for one week, into a national stage
for the Italian and international cinematography. It seems only right to me to express my sincere thanks,
therefore, to all those who have worked so hard to come to celebrate this fifteenth birthday, by keeping the
values and the assumptions alive with which this adventure has started.
We are ready to live the emotions that the nominated films will arouse in us as viewers, but above all our
city is ready: we will welcome personalities of national and international profile who will bring here their
professional experience and, we hope, they will enjoy the beauties of our landscape and the culinary delights
that many people around the world envy us.
I wish the very best of luck to the Film Festival and to those who, in all parts and roles, worked on this project.
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15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
This year as well one of the events that better than others has given sense and realism to the not only
geographically image of this Salento, which is surrounded by the Mediterranean in its flavors, its colors,
and in its ancient cultural tradition.
The European Film Festival is for this reason a great opportunity for the city of Lecce that is pursuing the
title of European Capital of Culture 2019, but for the whole Salento as well, which is competing with its
capital city in this prestigious purpose.
We can henceforth speak that the Festival is a strong certainty, which at the 15th edition shows that he
has already overcome his challenge, that of the continuity.
It is instead the quality of its own cultural history that ensures artistically its long and fruitful life. It is a
gained challenge of the whole Salento, if the policy will be able to continue to meet the challenges that
the culture is bringing into being.
Great Festival to everyone!
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15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
Silvia GODELLI
Cristina SOLDANO
Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia
Assessor to Mediterranean, Culture and Tourism of Apulia Regional Administration
Direttore artistico Festival del Cinema Europeo - Artistic Director European Film Festival
Il Festival del Cinema Europeo, giunto alla quindicesima edizione, esalta le singolarità della culture
continentali, presentando produzioni connotate dai più elevati contenuti culturali nel panorama
europeo del 2013-14; così come si fa, per l’affezionato pubblico, territorio di ri-appropriazione
di autori fondamentali della cinematografia continentale, con gli omaggi a Marco Bellocchio e
Danis Tanović, di celebrazione di straordinarie inventive visuali, con quello a Mario Bava, di intensi
momenti di evocazione di figure d’eccellenza, con i ricordi di Pier Paolo Pasolini e Arnoldo Foà.
La passione e la competenza degli organizzatori del Festival, apprezzate a livello nazionale e
internazionale, permettono al Cinema di espandere lo sguardo oltre gli itinerari abituali per
andare ad abbracciare, attraverso tutti gli altri appuntamenti della manifestazione salentina, le più
variegate realtà della nostra società, cui la cultura può essere motore trainante verso un futuro più
limpido. In particolar modo mi piace ricordare, a riguardo, l’impegno europeo a favore della “media
literacy”, passaggio fondamentale dei nostri tempi.
Il Festival del Cinema Europeo, esempio particolarmente importante all’interno delle rete dei
festival di cinema, diventa oggi uno dei pilastri attorno ai quali costruire la candidatura della nostra
meravigliosa città barocca a Capitale della Cultura Europea 2019.
The European Film Festival, arrived at the fifteenth edition, highlights the singularities of the
continental cultures, presenting productions characterized by the highest cultural contents on the
European scenario throughout the 2013-2014; as well as it becomes, for the loyal audience, a territory
for re-appropriation of fundamental authors within the continental film world, with tributes to Marco
Bellocchio and Danis Tanović, by celebrating extraordinary and inventive visuals, with tribute to Mario
Bava, and by experimenting intense moments of evocation of figures of excellence, with memories of
Pasolini and Foà.
The passion and expertise of the festival organizers, recognized on the national and international level,
allow the cinema to expand its vision beyond the usual itineraries in order to embrace, through all the
other appointments to be held during the Salentinian event, the most diversified realities of our society,
in which culture can be a driving force towards a more clear future. In particular, I would like to point
out, in that regard, the European commitment in favor of the “media literacy”, which is a key step of our
times.
The European Film Festival, as particularly important example within the network of Film Festivals,
becomes now one of the pillars capable of creating the candidature of our beautiful Barocco city as
European Capital of Culture in 2019.
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15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
Il XV° Festival del Cinema Europeo, mantenendo la sua linea editoriale, si ripresenta quale laboratorio di
analisi del Pensiero Creativo, momento di gioco profondo nella comune ricerca di universalità.
CONCORSO DI LUNGOMETRAGGI EUROPEI. Esperienze dell’ontologia della narrazione, i dieci film,
alte espressioni della cinematografia del 2013-’14, raccontano la dimensione immateriale dell’animo.
Ritraggono il calore e la delicatezza dei rapporti umani anche in zone dell’Europa dove i problemi sociali
sono più pressanti, folgorano per gli imprevedibili percorsi di vita in una contemporaneità dall’urgente
trasformazione qualitativa. Testimoniano, nelle differenti genesi, una comune poetica nel predominio
del bello, dell’estetico, del compiuto ed un incredibile senso dello spazio.
MARCO BELLOCCHIO PROTAGONISTA DEL CINEMA EUROPEO, Leone d’oro alla carriera. Retrospettiva di
26 film, selezionati con il regista, al fine di individuare un filo conduttore nell’evoluzione delle tematiche,
in cui non sfuggono le costanti, e degli stili le cui diversità sono dettate dalla storie stesse. Figlio di
un tempo percorso dal vento della rivoluzione, Bellocchio, nella sua realizzazione di uomo e di artista,
s’interroga su un tempo storico particolarmente doloroso, vive l’istanza del cambiamento, che lo distacca
dal suo passato e lo proietta verso l’oltre. Nella piena libertà del genio, si riserva di intervenire sulla
storia dell’individuo e della società che egli legge nella concretezza della sua visione laica dell’esistenza
e nel suo credo nei sentimenti. Lontano dagli stereotipi commerciali, rivendica l’arte e l’estetica che la
rappresentazione cinematografica richiede, conferendo epicità ai racconti. Cinema originale, magma
incandescente che dinamicamente rielabora la forza interna delle idee da cui scaturisce, sostenuto da
un fervido lavoro sul montaggio delle immagini che, rimandando interminabilmente ad altre immagini,
modificano la realtà stessa, così che segni teatrali e segni cinematografici si fondono poeticamente a
cogliere l’essenzialità esistenziale. È urgrund, è innato senso civico, politica etica ed etica politica, che
donano con empatia al cinema europeo coscienza sociale per l’alta valenza dei contenuti testuali e la
bellezza di forma ed immagini, portatrici di valori e contributo alla formazione culturale e civile del
cittadino. Il Festival lo onora con una Mostra di dipinti, disegni e story board e la presentazione del libro
Marco Bellocchio. Morale e Bellezza a cura di Sergio Toffetti.
PROTAGONISTA DEL CINEMA EUROPEO è il giovane DANIS TANOVIĆ. Fotografo di guerra, politicamente
impegnato, elabora un proprio neorealismo, in cui la stessa esigenza estetica che, pur dipinge bellissimi
affreschi, è superata dalla rabbia per la mancanza di formazione sociale forte, in presenza di strutture
politiche e di potere che hanno tradito il loro compito. Cinema satirico, sferzante, ironico e crudele,
malinconico e dolente, cinema universale che coglie l’essere e il nulla dell’uomo di oggi, la bellezza
e la forza bruta di una umanità amletica. Urlo che si fa poesia dinanzi all’inferno che l’uomo, non
perdonandosi, si costruisce.
FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE, tavola rotonda che
riunisce alcuni dei più importanti critici, registi e rappresentanti istituzionali europei e italiani; PREMIO
LUX, SHORT MATTERS richiamano l’attenzione alla lettura profonda dell’arte filmica e completano la
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conoscenza dell’arte del far cinema in Europa.
PROTAGONISTA DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE. Je suis CLAUDE. In questo definirsi è la
scelta etica de la fille qui se réfuse de faire du cinéma per resistere allo star system e vivere la vita reale
e che, suo malgrado, diviene in poco tempo, lavorando con i grandi della cinematografia italiana,
une interprète spontanée che comprende le regard du metteur en scène, ce qu’il veut et comment se
transformer devant la caméra, pour devenir l’autre. Icona del cinema mondiale, musa ispiratrice che a
l’aire d’une chatte que l’on peut caresser, mais c’est un guépard qui te dévore. La sua femminilità, il candore
altero e lontano dell’infanzia nello sguardo di velluto catturano la scena teatrale e cinematografica,
trasmettono la profonda passione della vita, che, maturata nel dolore non condiviso, si alimenta della
sperimentazione insaziabile del vivere. J’étais vraiment la fille à la valise, toujours avec ma valise à la main.
Solitudine e corrispondenza, allontanamento e avvicinamento, memoria del vissuto sono percorso
di riformulazione, bisogno di armonia dell’anima per essere ESSENZA. Infiniti sono i fotogrammi che
abitano la memoria del suo pubblico, sempre, però, e nei campi lunghi e anche quando ha lo sguardo
basso, è archetipo femminile dell’autocoscienza, domina l’inquadratura, sta nell’esatta luce dell’istante
irreversibile e puro.
IL PREMIO MARIO VERDONE, la VETRINA DEL CENTRO SPERIMENTALE, il PREMIO EMIDIO GRECO, il PUGLIA
SHOW pongono riflessioni sulle nuove frontiere della creatività più giovane ed emergente italiana.
CINEMA EUROMEDITERRANEO: PALESTINA. Fiction, documentari, corti, di grande impatto emotivo,
raccontano una speranza che non si spegne, la capacità del popolo palestinese, in specie il femminile,
di ricostruire non solo i campi, ma la Palestina stessa, pur nella disperazione della distruzione,
dell’involuzione economica e dell’isolamento. Il focus richiama al problema della responsabilità nella
costruzione della pace, sollecita l’impegno di tutti i paesi a preservarla.
CINEMA E REALTÀ impone una vita esaminata, la lotta all’errore etico della politica. Non solo denuncia,
ma impegno del cittadino a riprendersi la vita, a foggiarla su misura del proprio valore, a scegliere
l’altrove per autoaffermarsi, a guardare al carcere come luogo aperto alla realtà del fuori e del dopo, a
rivolgersi alla famiglia e al medico quando il vizio annulla i giorni.
OMAGGIO A MARIO BAVA. Ampia selezione dei suoi film nella ricorrenza del centenario della nascita.
Mi avvoltolavo nelle pellicole e giocavo con il cianuro di potassio raccontava di sé Bava. Con un papà
primo negli effetti speciali, ricopre giovanissimo tutte le mansioni possibili per la realizzazione filmica.
Affascinato dalle gamme cromatiche irrealistiche, si definiva artigiano di un cinema, la cui grammatica
è rappresentazione tridimensionale e demistificata della realtà. Profondo conoscitore della letteratura
tardo romantica alle prese con tematiche quali la schizofrenia, la paranoia e tutte le altre angosce
dell’uomo, dà vita al gotico italiano.
PERCORSI PASOLINIANI. Il Vangelo Secondo Matera, mostra di foto che il giornalista e fotografo
Notarangelo scattò, grazie ad espedienti ingegnosi, sul set de Il Vangelo secondo Matteo, e nei momenti
di incontro del poeta con la gente dei Sassi. Proiezione in occasione del cinquantesimo anniversario del
film che dettò a P.P. Pasolini, per il suo ateismo e il desiderio di raccontare la storia di Cristo, l’abbandono
della narrazione classica, l’assunzione del cinema di poesia, dove protagonisti non sono le cose o i fatti,
ma il magma stilistico, con molti zoom, falsi raccordi, e una tecnica simile a certi film di Godard.
Presentazione del libro BARRICATE DI CARTA curato da Gianni Volpi e vetrina delle memorabili riviste
Ombre Rosse e Cinema e Film tessono il ricordo del critico, garante del Festival, amico, il cui “talento
cristallino” gli permetteva di attraversare con fulmineità le due porte del cinema.
IO SONO IL TEATRO. ARNOLDO FOÀ RACCONTATO DA FOÀ, film del regista pugliese Cosimo Damiano
Damato, è ricordo del poeta, attore regista, pittore, scultore, giornalista, voce del teatro italiano,
scomparso recentemente. Letture di Pamela Villoresi e Rocco Capri Chiumarulo. La città prestigiosa che
lo ospita e il pubblico eletto che lo onora fanno del Festival un evento nutrito dall’ambizione di un
livello altissimo.
A tutti coloro che amano l’ALTRO.
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The 15th European Film Festival, continuing in its editorial line, presents itself again as a laboratory
of analysis of the Creative Thinking, as a deep moment of play in the common search for universality.
European Feature Films Competition. Experiences of ontology-driven narration, ten films, high
expressions of the 2013-14 cinematography, evoke the immaterial dimension of the soul. They depict
the warmth and delicacy of human relationships even in areas in Europe where social problems are
more persistent, they strike for the unexpected paths of life in the contemporary world which seems to
need an urgent qualitative transformation. They show, in the different creations, a common poetic in the
dominance of the sense of beauty, of the aesthetics, of the fulfillment and an incredible sense of space.
Marco Bellocchio Protagonist of the European Cinema, Golden Lion for Lifetime Achievement. A
retrospective of 26 films, selected with the director, in order to identify a common thread in the
evolution of the issues, in which the permanent features are present, and of styles whose diversities are
dictated by the stories themselves. Born in a time that has suffered the wind of revolution, Bellocchio,
in his development as a human being and as an artist, raises questions on a particularly painful time
in history, he experiences the need of change, which detaches him from his past and projects him to
farther off. In complete freedom of the genius, he reserves the right to intervene on the history of the
individual and of the society that he reads in the concreteness of his secular vision of existence and
in his belief in feelings. Far from the commercial clichés, he claims the art and the aesthetic that the
cinematic representation requires, by giving an epic quality to the tales. Original cinema, incandescent
magma that dynamically revises the internal strength of the ideas from which it springs, supported by
a fervent work on the editing of the images, which endlessly refer back to other images, change the
reality itself, so that the theatrical signs and the film signs are poetically blended together in order to
seize the essential nature of existence. It’s urgrund (the basis), it’s innate civil sense, policy of ethics and
political ethics, which give with empathy to the European Cinema a social consciousness for the high
value of the textual contents and the beauty of form and images, as bearers of values and contribution
to the cultural and civil training of the citizen. The Festival honors him with an Exhibition of paintings,
drawings and story boards and the presentation of the book Marco Bellocchio. Morale e Bellezza edited
by SergioToffetti.
Protagonist of the European Film is the young Danis Tanović. A war photographer, politically
committed he develops an own Neorealism, in which the same aesthetic requirement that, although it
paints marvelous frescos, is overcome by the anger for the lack of a strong and social formation, in the
presence of political and power structures that have betrayed their duty. A satirical, biting , ironic and
inhuman, painful and melancholic, an universal cinema that captures the being and the nothingness
of the man of today, the beauty and the brute force of an Hamletic humanity. A scream that becomes
poetry over the hell that the same man builds not being able to forgive himself.
Film Literacy , Accessibility and Audience Development in Europe, a round table that brings together
some of the most important European and Italian critics, directors and representatives of institutions;
Lux Prize , Short Matters focus on the function of the deep reading of the art of filming and complete the
knowledge of the art of filmmaking in Europe.
Protagonist of the Italian Cinema: Claudia Cardinale. Je suis CLAUDE (I’m Claudia). In this definition of
herself it’s the ethical choice of the fille qui se réfuse de faire du cinéma (girl who refuses to do cinema)
to resist the star system and to live the real life and who, in spite of herself, becomes in a short time,
working with the great names of the Italian cinematography, une interprète spontanée (a spontaneous
performer) who understands le regard du metteur en scène, ce qu’il veut, et comment se transformer
devant la caméra, pour devenir l’autre (the eyes of the director, what he wants and how to change in
front of the camera to become the other). An icon of the world cinema, a muse for inspiration who
a l’aire d’une chatte que l’on peut caresser, mais c’est un guépard qui te dévore (looks like a cat that
you can pet, but she is a cheetah that devours you). Her femininity, the proud and distant innocence
of the childhood in the velvet eyes capture the theater and film scene, transmit the deep passion of
13
life, which, experienced in the not shared pain, is formed by the insatiable experimenting of live. J’étais
vraiment la fille à la valise, toujours avec ma valise à la main (I was really the girl with the suitcase,
every day with my suitcase). Loneliness and correspondence, approach and withdrawal, the memory
of what was already experienced are the path of reformulation and need for harmony of the soul to be
ESSENCE. Infinite are the frames that live in the memory of her audience, always, however, and in the
long shots and even when with a downward gaze, she is the female archetype of self-consciousness;
she dominates the image field, in the exact light of the irreversible and pure instant.
The Mario Verdone Award, the showcase of the Centro Sperimentale, the Emidio Greco Award, the
Puglia Show - Short Films Competition of Young Directors from Puglia, pose reflections on the new
frontiers of the younger and emerging Italian creativity.
Euro-Mediterranean Cinema: Palestine. Fictions, documentaries, shorts, of great emotional impact, tell
a hope that doesn’t leave, the ability of the Palestinian people, especially of the women, to reconstruct
not only the camps, but the same Palestine, even if in the despair of destruction, of economic decline and
isolation. The focus refers to the problem of responsibility in peacebuilding; it solicits the commitment
of all countries to preserve it.
Cinema and Reality imposes an examined life, the fight against the ethical error of policy. It is not only
complaint, but the commitment of citizens to live again, to show off it on customized own values, to
choose the elsewhere for the self-assertion, to consider the prison as a place open to the reality of the
outside and the after, to turn to the family and to the doctor when the defect nullifies the days.
Tribute to Mario Bava. Large selection of some of his films on the anniversary of the centenary of his
birth. I was used to wallow myself in the films and to play with the potassium cyanide - said Bava about
himself. With a father who excelled at using special effects, from an early age he covered all the possible
tasks for film making. Being fascinated by unrealistic ranges of color, he described himself as an artisan
of cinema, whose grammar is a demystified and three-dimensional representation of reality. A great
connoisseur of the late romantic literature dealing with issues such as schizophrenia, paranoia and
all other man’s anguishes, he creates the Italian Gothic. Pasolinian Pathways. The Gospel According
to Matera, an exhibition of photos that the journalist and photographer Notarangelo took, thanks to
ingenious devices, on the set of The Gospel according to S. Matthew, and on the moments when the
poet met the people of the “Sassi” city. Screening on the fiftieth anniversary of the film that imposed
on P.P. Pasolini, for his atheism and desire to tell the story of Christ, the abandonment of the classical
narration, the undertaking of the cinema of poetry, where the protagonists are not things or facts,
but the stylistic magma, with a lot of zoom, false memories, and a technique similar to some films of
Godard. Presentation of the book Barricate di carta edited by Gianni Volpi and showcase of memorable
magazines Ombre Rosse e Cinema e Film weave the memory of the critic, a guarantor of the Festival,
a friend , whose “crystalline talent” allowed him to cross with such lightning speed the two doors of
the cinema.Io sono il teatro. Arnoldo Foà raccontato da Foà (Arnoldo Foà narrated by Foà) a film by
the director, hailing from Puglia, Cosimo Damiano Damato, it is a memory of the poet, actor, director,
painter, sculptor, journalist, voice of the Italian theater, who died recently. Readings by Pamela Villoresi
and Rocco Capri Chiumarulo.
The prestigious city that hosts it and the distinguished public that honors it make this Festival an event
nourished by the ambition of the highest level.
To all those who love the OTHER.
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
SOMMARIO INDEX
PREMI E GIURIE 16
PREMIO VERDONE 133
GIURIA DEL CONCORSO 17
IL SUD È NIENTE 134
GIURIA FIPRESCI 22
SPAGHETTI STORY 135
GIURIA CINEUROPA 25
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO 136
GIURIA PUGLIASHOW 28
FILM IN CONCORSO 31
CINEMA MEDITERRANEO: SETTIMANA
CINEMA PALESTINESE 137
FOR THOSE WHO CAN TELL NO TALES 32
ALABAMA MONROE 36
BLIND DATES 40
BOBÔ 44
CONCRETE NIGHT 48
LETTER TO THE KING 52
LIFELONG 56
MACONDO 60
MIRACLE 64
ONE OF A KIND 68
SEPTEMBER 72
WINTER JOURNEY 76
I PROTAGONISTI DEL CINEMA
ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE 154
BIOGRAFIA 156
RETROSPETTIVA 160
CUNEMA E REALTÀ 170
VETRINA CSC 191
IL VANGELO SECONDO MATTEO 192
RASSEGNA CORTI CSC 193
EVENTO SPECIALE
LOLA DUENAS 196
YO, TAMBIÉN 197
CINEMA ED EUROPA 198
TAVOLA ROTONDA 199
MIELE 200
80
THE SELFISH GIANT 201
BIOGRAFIA 82
SHORT MATTERS! 202
RETROSPETTIVA 84
PUGLIA SHOW 206
I PROTAGONISTI DEL CINEMA
EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO 94
IO SONO LI 211
BIOGRAFIA
96
RICORDO ARNOLDO FOÀ 212
RETROSPETTIVA
98
LIBRI 216
MOSTRE 218
CONCERTI 220
FESTIVAL NEL CARCERE 222
STATI GENERALI COMMEDIA 224
I PROTAGONISTI DEL CINEMA
14
OMAGGIO A MARIO BAVA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ 124
BIOGRAFIA 126
RETROSPETTIVA 128
15
13°15°
FESTIVAL
DELDEL
FESTIVAL
CINEMA
EUROPEO
CINEMA EUROPEO
premio
MARIO VERDONE
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
premio
EMIDIO GRECO
Paolo PERRONE
Sindaco di Lecce - Mayor of Lecce
Mi emoziona molto presentare, quest’anno, la tredicesima edizione del Festival del Cinema Europeo
di Lecce. Quella 2012, infatti, è la quinta rassegna annuale che ho l’onore di presiedere come
sindaco della città che la ospita; e, inutile dire, mi auguro che non sia anche l’ultima cui partecipo
PREMIO
MARIOEVERDONE
QUINTA
EDIZIONE
come primo
cittadino.
come primo
cittadino
che molto crede e molto ha puntato sulla Cultura
– di cuiILil FESTIVAL
cinema è espressione
fondamentale
come motore
propulsore
economia e come
DEL CINEMA EUROPEO, –INSIEME
CON IL
CENTRO diSPERIMENTALE
DI
ossatura
su
cui
costruire
un
modello
di
sviluppo
credibile,
duraturo,
alternativo
a
quelli, ITALIANI,
distruttivi,
CINEMATOGRAFIA E IL SINDACATO NAZIONALE GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI
che abbiamo visto all’opera in realtà locali non così lontane da noi. Ecco perché ribadisco il mio
PRESENTA LA QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO DEDICATO A MARIO VERDONE.
totale, incrollabile sostegno a questo festival che, pur in assenza di contributi significativi diversi da
quelli ottenuti
dalsarà
Comune
di Lecce,durante
ha avutoilil Festival
merito dia collocare
la nostra
città
tra le capitali
Il Premio
consegnato
un giovane
autore
italiano
che si del
è
cinemaparticolarmente
internazionale. Econtraddistinto
che sempre più,per
ne sono
certo,
si
confermerà
rassegna
prestigiosa
– anzi,
il suo talento nell’ultima stagione cinematografica
“la” rassegna
prestigiosa – di
delun’opera
panorama
cinematografico
nella realizzazione
prima
o seconda. pugliese.
La selezione degli autori è proposta dal Festival del Cinema Europeo, dal Sindacato
I’m very moved for introducing the thirteenth edition of the European Film Festival of Lecce. The 2012
Cinematografici
Italiani
e chair
dal as
Centro
Sperimentale
di
edition Nazionale
is, in fact, theGiornalisti
fifth annual review
that I have the
honor to
Mayor of
the Town of Lecce.
Cinematografia.
Needless
to say, I really hope it is not the last one. I am a Mayor who really believes and invested on
Culture LA
of which
cinema
is a crucial DA
expression.
cinema
is a driving
force of the economy and base
GIURIA
È COMPOSTA
CARLO,The
LUCA
E SILVIA
VERDONE.
to build a reliable, long-lasting, alternative, model, different than the destructive ones that we have seen
in local areas, not too far from us. This is why I confirm my full and abiding support to this Festival, that
Gli autori
trafunds
i qualiapart
sarà from
sceltothe
il vincitore
della quinta
del Premio
even without
great
ones obtained
by the edizione
Municipality
of Lecce,sono:
has the merit to
place our
townDe
among
of International
cinema.
am certain that this Festival will always
1) Ciro
Carothe
percapitals
SPAGHETTI
STORY (2013),
operaI prima;
confirm itself as a prestigious one- actually, the most prestigious one of the Apulian movie scene.
2) Fabio Mollo per IL SUD È NIENTE (2013), opera prima;
PREMIO EMIDIO GRECO SECONDA EDIZIONE
IL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO INSIEME AL CENTRO NAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO
E D’INTESA CON LA FAMIGLIA, HA ISTITUITO UN PREMIO IN MEMORIA DI EMIDIO GRECO
CON L’INTENTO DI PREMIARE UN GIOVANE AUTORE ITALIANO (MASSIMO 35 ANNI)
DISTINTOSI PER LA REALIZZAZIONE DI UN CORTOMETRAGGIO PRODOTTO NELL’ANNO
PRECEDENTE ALL’EDIZIONE DEL FESTIVAL IN CORSO.
Il Comitato di Selezione è composto da Jacopo Chessa (Direttore Centro Nazionale del
Cortometraggio), Lia Furxhi (Presidente AIACE Nazionale) e Alberto La Monica (Direttore
Festival del Cinema Europeo), la Giuria dalla Famiglia Greco.
I cortometraggi finalisti, selezionati dal Centro Nazionale del Cortometraggio, sono:
Cristina Picchi per ZIMA
Simone Rovellini per C’EST LA VIE
Alessandro Stevanon per AMERICA
Michele Vannucci per NATI PER CORRERE
3) Matteo Oleotto per ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO (2013), opera prima.
La prima edizione è stata vinta da Gabriele Mainetti con TIGER BOY
La prima edizione è stata vinta da Susanna Nicchiarelli per COSMONAUTA
La seconda da Aureliano Amadei per 20 SIGARETTE
La terza da Andrea Segre per IO SONO LI
La quarta da Claudio Giovannesi per ALÌ HA GLI OCCHI AZZURRI
La targa del PREMIO MARIO VERDONE è ideata e realizzata da FuturoRemoto Gioielli
16
17
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
PREMI E GIURIE
AWARDS AND JURIES
ULIVO D’ORO GOLDEN OLIVE TREE
CONCORSO DI LUNGOMETRAGGI EUROPEI
IN ANTEPRIMA ITALIANA
EUROPEAN FEATURE FILMS COMPETITION
ON ITALIAN PREMIERE
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Ulivo d’Oro
Golden Olive-Tree Jury
città come Parigi, Montevideo e Ginevra.
Ha ricevuto il premio “Ciutat de Barcelona” per il suo
impegno nei confronti del settore artistico-culturale.
Le sue precedenti attività includono partecipazioni in
Giurie ai Festival del Film di Locarno, di San Sebastian
e di Buenos Aires.
Vengono inoltre assegnati The other awards are
Premio 5.000€ 5.000€ Award
Premio SNGCI per il Miglior Attore Europeo
Best European Actor SNGCI Award
Premio Giuria FIPRESCI Fipresci Jury Award
GIURIA DEL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO
JURY OF THE EUROPEAN FILM FESTIVAL
Presidente: Luis Minarro
Produttore, Regista Producer, Director
Lou Castel Attore Actor
Licia Eminenti Sceneggiatrice, Regista
Screenplayer, Director
Stefan Kitanov Direttore di Festival, Produttore,
Distributore Festival Director, Producer, Distributor
Jasmila Žbanić Regista Director
GIURIA FIPRESCI FIPRESCI JURY
Margarita Chapatte
Gianlorenzo Franzi
Tatiana Rosenstein
GIURIA CINEUROPA CINEUROPA JURY
Guillaume Calop Les Arcs European Film Festival General Manager
Valerio Caruso Cineuropa Director
Domenico La Porta Cineuropa Editor
PREMI AWARDS
Ulivo d’Oro al Miglior Film
Golden Olive-Tree for the Best Film
Premio per la Migliore Fotografia
Best Photography Award
Premio per la Migliore Sceneggiatura
Best Screenplay Award
Premio Speciale della Giuria
Special Jury Award
Premio Cineuropa Cineuropa Award
Premio Officine Lab al Miglior Attore non
Protagonista Best Supporting Actor Officine Lab
Award
Premio del Pubblico Lecce 2019
Lecce 2019 Audience Award
PUGLIA SHOW
CONCORSO DI CORTOMETRAGGI DI GIOVANI REGISTI
PUGLIESI
APULIAN YOUNG DIRECTORS SHORTS FILM
COMPETITION
GIURIA PUGLIA SHOW PUGLIA SHOW JURY
Presidente: Bruno Torri
Jacopo Chessa
Catia Dottori
PREMI AWARDS
Premio CNC CNC Award
Premio Augustus Color Augustus Color Award
Premio 1.000€ offerto dalla Contessa Maria Josè
Petruzzi di Pietroforte
PREMIO CINECIBO
Presidente Onorario: Michele Placido
Ideatore: Donato Ciociola
Premio Cinecibo al Miglior cortometraggio o
lungometraggio in programma nella XV edizione
del Festival
Premio Cinecibo alla Carriera a Carlo Verdone
18
Luis
MIÑARRO
Nato a Barcellona, Luis Miñarro è considerato uno dei
filmmaker più anticonformisti del panorama cinematografico europeo. Come produttore ha lavorato per
30 lungometraggi sorprendenti che hanno ricevuto
più di 80 Premi. Nel 2010 a Cannes, il film Uncle Boonmee (Lo zio Boonomee)...del regista thailandese
Apichatpong Weerasethakul, da lui coprodotto, ha
vinto la Palma d’Oro.
Ha delineato una linea produttiva in armonia con l’idea di cinema registi emergenti e autori prestigiosi
come Manoel de Oliveira, Albert Serra, José Luis Guerin, Lisandro Alonso, Marc Recha, Javier Rebollo, ecc...
La sua opera prima da regista Familystrip (2009), presentata a Karlovy Vary è stata seguita da Blow Horn.
Dopo questi due documentari, quest’anno presenta
il suo primo film di finzione Stella Cadente, proposto
in anteprima al Festival Internazionale del Film di Rotterdam, e girato in parte in Puglia.
Retrospettive del suo cinema hanno avuto luogo in
Born in Barcelona, Luis Miñarro is considered one of the
most representatives european maverick filmmakers.
As producer, he has been involved in 30 unpredictable
feature films receiving more than 80 prices, including
Cannes 2010 Palme d’Or for his coproduction Uncle Boonmee… by Apichatpong Weerasethakul.
Hi has established a coherent film line with new directors and prestigious auteurs like Manoel de Oliveira,
Albert Serra, José Luis Guerin, Lisandro Alonso, Marc
Recha, Javier Rebollo and others.
His opera prima as director was Familystrip (2009) presented at Karlovy Vary, followed by Blow Horn, both
documentaries.
This year he has finished Stella Cadente fiction film premiered at Rotterdam FF, partly shooted in Puglia.
Retrospectives of his work have been held in cities like
Paris, Montevideo or Geneva.
He has received the “Ciutat de Barcelona” distinction for
his commitment to the Arts.
Locarno, San Sebastian, Buenos Aires FF, have been part
of his previous activities in a jury.
19
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Ulivo d’Oro
Golden Olive-Tree Jury
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Ulivo d’Oro
Golden Olive-Tree Jury
Sterminate Gruppo Zero (Nada) di Chabrol, in Elle a
passé tant d’heures sous les sunlights et La Naissance de
l’amour di Garrel). Ha realizzato con Bertrand Bonello
Tiresia, con Nicolas Klotz La Question humaine, e con
Joseph Morder El Cantor. Di recente ha recitato nel film
spagnolo di Pere Vilà La Lapidation de Saint-Etienne.
Ora è in una fase di ricerca che lo stimola a contaminare
la pittura con sperimentazioni video.
Lou
CASTEL
Lou Castel, nato nel 1943 da padre svedese (espatriato
in Colombia) e da madre irlandese, ha una formazione
cosmopolita: nasce a Bogotá, ma cresce tra la Jamaica,
New York, Saint-Paul de Vence (Francia) e Stoccolma.
Trasferitosi a Roma, frequenta il Centro Sperimentale
di Cinematografia. Inizia la sua carriera interpretando il
suo primo ruolo di protagonista nel film di Bellocchio, I
pugni in tasca. Ritrova Bellocchio in Nel nome del padre
e Gli occhi, la bocca. Protagonista tra il Cinema d’arte e
d’essai e il popolare italiano, lavora con Liliana Cavani,
in Francesco d’Assisi. Appare in Quien Sabe? di Damiano
Damiani, in Requiescant di Carlo Lizzani e in Grazie Zia
di Salvatore Samperi.
Attivo militante del Partito dell’Unione dei Marxisti Leninisti, nel 1972 è espulso dall’Italia e allontanato dal
suo lavoro e dalla carriera di attore.
Ha lavorato anche per il cinema tedesco (in Attenzione
alla puttana santa di Fassbinder, in L’amico americano
e La lettera scarlatta di Wim Wenders) e francese (in
20
Lou Castel was born in 1943 of a Swedish father (who
had immigrated to Colombia) and an Irish mother, and
had a cosmopolitan education: he was Born in Bogota,
and raised in Jamaica, New York, Saint- Paul de Vence (
France) and Stockholm. Then he moved to Rome, where
he attended the Experimental Film Centre (Centro
Sperimentale di Cinematografia). He started his acting
career when he performed his first lead role in the film
by Bellocchio, Fists in the Pockets. Then he worked with
the same director on the film In the name of the Father
and in The Eyes, the Mouth . Ranging from Italian
Art movies and Essay films, and from Italian popular
films, he worked in Francis of Assisi by Liliana Cavani.
He featured in A Bullet for the General by Damiano
Damiani, in Let Them Rest by Carlo Lizzani in Come
Play with Me by Salvatore Samperi.
He became a militant activist (joining the Union of
Italian Communists Marxist – Leninist Group), and as
result of which, he was expelled from Italy. This event
interrupted his acting career.
He worked in many films by German director (Beware
of a Holy Whore by Fassbinder, The American Friend
and The Scarlet Letter by Wim Wenders) and by French
directors too (Nada by Chabrol, La Naissance de l’amour
and Elle a passé tant d’heures sous les sunlights by
Garrel). He performed in Tiresia by Bertrand Bonello, in
Heartbeat Detector by Nicolas Klotz, and in El Cantor
directed by Joseph Morder. Recently, he starred in the
Spanish film Lapidation of Saint Etienne by Pere Vilà.
Now he’s trying to experiment with art performances by
combining painting and video techniques.
di Venezia e vincitore della Coppa Volpi alla Miglior
Attrice, e del Premio Bergman al Göteborg Film Festival). Prima di lavorare come esperta in sviluppo di
sceneggiature, Eminenti è stata responsabile delle
vendite internazionali per la Gemini Films, esperta
lettrice per Arte France Cinema e project manager
per Eurimages, il fondo di co-produzione europea,
con cui continua a collaborare. Si è laureata in Lettere
all’Università degli Studi di Firenze, ha collaborato ad
Arezzo Wave, CineWave, Semaine Dada, Archaos Circus, e con la Bottega teatrale dell’Attore.
Licia
EMINENTI
Licia Eminenti lavora come story editor, creative script
advisor ed esperta in sviluppo di sceneggiature per
numerose organizzazioni e Festival. Dal 2008 ad oggi
ha collaborato allo sviluppo di circa trenta sceneggiature e condotto numerosi workshop di sceneggiatura
e pitching in tutto il mondo. Il suo lavoro l’ha portata
a partecipare al Festival del Film di Sarajevo, allo Script
East in Polonia, al Festival del Cinema di Abu Dhabi,
ai progetti di Maia Workshops a Bruxelles, del Moulin
d’Andé di Emergence e Paris Cinema in Francia. Eminenti in qualità di esperta sceneggiatrice e regista ha
scritto e diretto, lei stessa, tre cortometraggi: Intimisto
(selezionato in competizione alla Biennale di Venezia
e vincitore del premio della critica in Francia come Miglior Cortometraggio), La Petite Fille (selezionato alla
Settimana della Critica al Festival di Cannes) e Fraternitas (presentato al Brest European short Film Festival). È stata co-sceneggiatrice del film Via Castellana
Bandiera di Emma Dante (in concorso alla Biennale
Licia Eminenti serves as a story editor, creative script
advisor, and script development expert for numerous
organizations and festivals. Since 2008, she has been
involved with the development of thirty scripts and led
numerous scriptwriting and pitching workshops around
the world. Her work has taken her to the Sarajevo Film
Festival, Script East in Poland, the Abu Dhabi Film Festival, Maia Workshops in Brussels, Moulin D’Andé Emergence and Paris Cinema in France. An accomplished
screenwriter and director herself, Eminenti has written
and directed three short films: Intimisto (Official Selection, Venice Film Festival, and winner of the Critic’s
Award in France for Best Short) La Petite Fille (Selection,
Week’s Critics, Cannes Film Festival) and Fraternitas
(Brest’s European short Film Festival). She co-wrote Via
Castellana Bandiera, by Emma Dante (Competition
Venice Film Festival - Coppa Volpi/ Göteborg Film Festival -Bergman Award). Prior to her work in script development, Eminenti has worked as the International
Sales Manager for Gemini Films, as an expert reader for
Arte France Cinema and as Project Manager for Eurimages, the European co-production Fund with whom she
continues her collaboration. A graduate of the University of Florence with a degree in Literature, she collaborated to Arezzo Wave, CineWave, Semaine Dada, Archaos
Circus, and the Bottega teatrale dell’attore.
21
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Ulivo d’Oro
Golden Olive-Tree Jury
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Ulivo d’Oro
Golden Olive-Tree Jury
Michael Haneke, Francois Ozon, Fatih Akin, Lars von
Trier, Aki Kaurismaki, Nuri Bilge Ceylan, Terry Gilliam,
i fratelli Dardenne e Danis Tanovic.
Dal 1997 al 2000, ha rappresentato il suo paese nel
Consiglio di Amministrazione di Eurimages.
Kitanov è stato membro della giuria di numerosi
Festival: Venezia, Cannes, Karlovy Vary, Mosca,
Wiesbaden, Francoforte e Salonicco; membro
dell’European Film Academy e del Parlamento
Europeo. Nel 2012 Kitanov ha ricevuto il Premio di
Europa Cinemas come Miglior Imprenditore dell’anno.
È fondatore e membro del gruppo musicale di fama
internazionale The Festival Band.
Stefan
KITANOV
Direttore di Festival, produttore, distributore ed
esercente. Nel 1992 organizza il Cinema House, di
cui è stato Direttore fino al 1999, il più importante
cinema d’essai in Bulgaria. Nel 1997, fonda il Sofia IFF,
considerato come il più importante Festival del Cinema
in Bulgaria e uno degli eventi cinematografici più
interessanti del Cinema dell’Europa centro-orientale,
noto anche come CentEast Europa, e accreditato
dalla FIAPF (Federazione int. delle associazioni di
produzione cin.).
Dal 2000 Kitanov ha prodotto e coprodotto più di 12
film, che hanno ricevuto premi nazionali e internazionali, tra i quali, il più acclamato è The World Is Big and
Salvation Lurks around the Corner (2008) di Stephan
Komandarev (candidato per il premio Oscar al film
straniero, vincitore di più di 30 premi internazionali e
venduto in più di 100 Paesi).
Negli ultimi 10 anni, Kitanov ha distribuito in Bulgaria
più di 50 film europei di registi come Wim Wenders,
22
Festival director, producer, distributor, exhibitor. From
1992 through 1999, he was director and programmer of
the Cinema House, the most important art house cinema in Bulgaria. In 1997 he founded Sofia International
Film Festival, considered as the leading film festival in
Bulgaria and one of key film events in CentEast Europe,
accredited by FIAPF.
Since 2000 Kitanov has produced and co-produced
more than 12 films which received national and
international recognition most acclaimed of which
is The World Is Big and Salvation Lurks around the
Corner (2008) by Stephan Komandarev (shortlisted for
Foreign Language Oscar, more than 30 international
awards, sold in more than 100 territories).
Over the last 10 years Kitanov has released in Bulgaria more than 50 European films by directors as Wim
Wenders, Michael Haneke, Francois Ozon, Fatih Akin,
Lars von Trier, Aki Kaurismaki, Nuri Bilge Ceylan, Terry
Gilliam, Dardenne Brothers, Danis Tanovic.
He was Bulgarian representative in the Board of Management of Eurimages (1997-2000).
Kitanov was member of juries in Venice, Cannes, Karlovy Vary, Moscow, Wiesbaden, Frankfurt, Thessaloniki,
European Film Academy and European Parliament. In
2012 Kitanov received the Award of Europa Cinemas
for Best Entrepreneur of the year. He is a member of the
European Film Academy and of the internationally acclaimed The Festival Band.
un’associazione di artisti da lei fondata.
Il suo quarto film, Love island, una commedia romantica
scritta insieme all’autore bosniaco - americano Aleksandar Hemon, è attualmente in postproduzione.
I film e le opere video di Jasmila sono stati presentati in
dozzine di mostre d’arte in tutto il mondo presso Manifesta 3, la Biennale di Istanbul , il Fridericianum Museum
di Kassel, la Swedish Contemporary Art Foundation, e il
New Museum di New York...
Jasmila
ŽBANIC
Nata a Sarajevo nel 1974, Jasmila si è diplomata all’Accademia di Arti Drammatiche della sua città, al dipartimento di regia teatrale e cinematografica. Prima di diventare
regista, ha lavorato come marionettista nel teatro Bread
and Puppet nel Vermont e come clown in un workshop
di Lee Delong. Il suo primo lungometraggio Grbavica
ha vinto nel 2006 l’Orso d’Oro alla Berlinale (così come il
Premio della Giuria Ecumenica e il Premio per la Pace), il
Gran Premio della Giuria all’AFI (American Film Institute)
Fest, il Gran Premio Odissey della Commissione Europea
ed è stato venduto in 40 territori con grande successo.
On the Path, il secondo lungometraggio di Jasmila, è
stato presentato in anteprima alla Berlinale 2010 in Concorso. Il film è stato distribuito su scala mondiale in 25
territori e ha vinto numerosi premi (il premio The German Cinema Award for Peace 2010, al Golden Apricot
IFF di Yerevan – il Premio FIPRESCI, e la candidatura per
la migliore attrice agli European Film Awards, ...).
Tutti i suoi film sono stati prodotti grazie a Deblokada,
Born in Sarajevo in 1974, Jasmila is a graduate of her native city’s Academy of Dramatic Arts, Theatre and Film Directing Department. Before filmmaking, she also worked
as a puppeteer in the Vermont-based Bread and Puppet
Theater and as a clown in a Lee Delong workshop.
Her feature debut Grbavica won the 2006 Berlinale Golden
Bear (as well as the Prize of the Ecumenical Jury and the
Peace Prize), the AFI (American Film Institute) Fest Grand
Jury Prize, Grand Prix Odyssey of the European Council and
was sold to 40 territories with great success. On the Path,
Jasmila’s second feature film, premiered at the 2010 Berlinale, in the Competition section. The film had worldwide
distribution on 25 territories and won numerous awards
(The German Cinema Award for Peace 2010, Golden Apricot IFF Yerevan – FIPRESCI Prize, Nomination – European
Film Award for Best Actress...)
All her films were produced through Deblokada, an artists’
association that she founded.
Her fourth feature film, the romantic comedy Love island
co-written with Bosnian-American author Aleksandar Hemon is currently in postproduction.
Jasmila’s films and video works have been displayed at
dozens of art exhibitions worldwide such as Manifesta 3,
the Istanbul Biennial, Museum Fridericianum Kassel, Swedish Contemporary Art Foundation, New Museum in New
York...
filmografia scelta / selected filmography
2013 For Those Who Can Tell no Tales
2009 On the Path / Na Putu
2008 Participation (short, part of the omnibus Stories on
Human Rights)
2007 Builder’s Diary (documentary)
2006 Grbavica
2004 Birthday (short, part of the omnibus Lost and Found)
2003 Images from the Corner (documentary)
23
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Fipresci
Fipresci Jury
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Fipresci
Fipresci Jury
dedicato al cinema La Claqueta, trasmesso a diffusione
nazionale dalla stazione spagnola Radio Marca. Per
questa ricopre il ruolo di corrispondente ordinario da
tutti i principali festival spagnoli, e spesso negli ultimi
30 anni è all’estero per quelli internazionali, conferendo
ai servizi il suo tocco di classe. È ospite fisso anche del
programma condotto da Àlex Gorina, in onda per la
radio catalana.
Vanta una lunga carriera come esperto cinematografico negli spazi dedicati al cinema delle Radio spagnole,
scrive articoli e collabora a diverse riviste cinematografiche spagnole, come Cine y Más e InterFilms. È stata
per quattro anni cronista per l’agenzia di stampa Fax
Press e collaboratrice del programma televisivo più seguito in Catalogna, Informatiu Cinema.
Margarita
CHAPATTE
Margarita Chapatte lives in Barcelona and co-leads the
veteran weekly radio film programme La Claqueta,
broadcasted nationally by Radio Marca in Spain. She
also is her regular correspondent at all major Spanish
film festivals, and often travels abroad for offering her
special touch in reporting on diverse international
ones for the last 30 years. She regularly participates at
Àlex Gorina’s leading film programme in Catalonia’s radio broadcast as well.
Margarita has a long career as a film specialist at the
Spanish radio sphere, and as writer and collaborator in
diverse film magazines such as Cine y Más or InterFilms,
apart for having been a staff writer member at press
agency Fax Press for 4 years and a collaborator for the
most popular cinema TV programme in Catalonia, Informatiu Cinema.
Margarita Chapatte vive a Barcellona ed è co-conduttrice dello storico programma radiofonico settimanale
24
raccolte in Strade Perdute, dizionario in sette volumi
con prefazione di Carlo Verdone e Pupi Avati. Tutte
le sue ossessioni sono finite nel suo romanzo We Are
The Dead e nei suoi 3 racconti che compongono Come
in cielo, per i tipi della Arduino Sacco Editore. Ha una
good wife ma si è perso nei labirinti di Lost: ancora non
si è (ri)trovato.
Gianlorenzo
FRANZI
Figlio della Calabria, nasce a Lamezia Terme il 6 luglio
1976: critico onnivoro e militante, preferisce il rumore
del mare e il triangolo Allen - Argento - Verdone. Vive
e si nutre di cinema che infiamma: si commuove con
Lynch e Polanski, Nolan e Cronenberg, pugni in tasca
e palombelle rosse, cari diari e viali del tramonto, ma è
stato uno dei primi critici ad accorgersi (e a scrivere) in
maniera teorica delle serie tv e della loro inesorabile
conquista del grande schermo. Trova anche il tempo di
fare l’avvocato, ma alla fine della giornata deve fare i
conti con il suo tv-magazine di critica e informazione
cinematografica, Buioinsala, da lui ideato dieci anni
fa e in onda da allora ininterrottamente dalle sale
del circuito TheSpace. Nel 2007 ha ideato la mostra
di cinema Esordi D’autore - Ligeia D’argento, di cui è
Direttore Artistico, ha lavorato per la Film Commission
Calabria, e scrive (o ha scritto) per Film Tv e Nocturno
Cinema, Teatro Contemporaneo e Cinema e Rivista del
Cinematografo. Le sue schede (oltre 3.000 film) sono
A Calabrian born, he was born in Lamezia Terme on
July 6, 1976: being an omnivore and militant film
critic, he prefers the sound of the sea and the triangle
Allen - Argento - Verdone. He lives and breathes stirring
cinema: he seems touched by Lynch and Polanski,
Nolan and Cronenberg, fists in the pocket, red lobs,
dear diaries and sunset boulevards. But he was one of
the first film critics to become aware (and to write) in a
theoretical way about television series and about their
inexorable conquest of the big screen. He stills finds time
to be a lawyer, but at the end of the day he has to deal
with his cinematographic criticism and information
TV -magazine, Buioinsala, that he personally created
ten years ago and that since then is continuously
broadcasted by the cinemas belonging to TheSpace
circuit. In 2007, he conceived the Film Festival Esordi
D’autore - Ligeia D’argento, of which he is the Artistic
Director, he worked for the Film Commission Calabria,
and is writing (or wrote) for Film Tv and Nocturno
Cinema, Teatro Contemporaneo e Cinema and Rivista
del Cinematografo. His film reviews (more than 3,000
movies) are collected in Strade Perdute, a dictionary in
seven instalments, with a preface by Carlo Verdone and
Pupi Avati. All his obsessions are expressed in his novel
We Are The Dead and in his three stories that make up
Come in cielo, published by Arduino Sacco Editore. He
has a good wife but he got lost in the labyrinths of Lost:
he has not yet (re)found himself.
25
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Fipresci
Fipresci Jury
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Cineuropa
Cineuropa Jury
and Russia till China. As a film journalist, she conducts
interviews with filmmakers such as Woody Allen, Coen
Brothers or Brian De Palma. In addition she has worked in
film production as a script supervisor and set-consultant.
Tatiana
ROSENSTEIN
Tatiana Rosenstein è critico cinematografico e
storica dell’arte. Dal 2001 è corrispondente della
stampa tedesca ed internazionale. Ha pubblicato
articoli in diverse lingue, per il gruppo RBI (Reed
Business Information), una compagnia specializzata
in comunicazione e per le testate giornalistiche del
gruppo Condé Nast. I suoi articoli sono pubblicati e
distribuiti in Europa, Russia, e persino in Cina. Come
giornalista cinematografica ha intervistato molti
registi, come per esempio Woody Allen, i fratelli Coen
e Brian De Palma. Inoltre ha lavorato nella produzione
cinematografica come segretaria di edizione e come
consulente sui set.
Dr. Tatiana Rosenstein, film critic and historian, has been
reporting for German and International press since 2001.
Her articles are published in several languages, in titles
of RBI to Condé Nast, with their releases from Europe
26
Network (AWN.com). In 1998, back to France in
Paris, he worked for 7 years at CANAL+ as the internet
art director. In 2004, Guillaume sat up Chalet Pointu, a
production and DVD publishing company. As of today,
about 80 DVD of short films, documentaries and
animation has been release through this qualitative
and cinephile label. In 2009, Guillaume Calop founded
together with Pierre-Emmanuel Fleurantin and Jérémy
Zelnik, the first Les Arcs European Film Festival. Since
then, he is the general manager of the festival.
Guillaume
CALOP
Dopo aver lavorato all’ufficio film del Festival di
Animazione di Annecy, Guillaume Calop si trasferisce
a Los Angeles nel 1995 per partecipare alla nascita
del sito internet Animation World Network (AWN.
com). Nel 1998, torna in Francia, a Parigi, e lavora per
Canal+ per 7 anni come direttore artistico di internet.
Nel 2004, Guillaume fonda Chalet Pointu, una società
di produzione e distribuzione di DVD. Finora, circa 80
DVD di corti, documentari e film di animazione sono
stati distribuiti attraverso questa etichetta cinefila e di
qualità. Nel 2009, Guillaume Calop fonda con PierreEmmanuel Fleurantin e Jérémy Zelnik, il Les Arcs
European Film Festival. Da allora, è il Direttore Generale
del Festival.
After working at the film office for Annecy animation film
festival, Guillaume Calop moved to Los Angeles in 1995
to participate to the set up the website Animation World
27
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Cineuropa
Cineuropa Jury
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Cineuropa
Cineuropa Jury
principalmente come giornalista... e come consulente
internazionale di crowdfunding, di social media, di
creazione di comunità e di strategie cross-mediali per
il settore audiovisivo... e come insegnante/relatore... e
come scrittore produttore di web series che sono in
fase di elaborazione... ed è l’ideatore di Movie Hunters,
una mobile app per smartphone che intende portare
comunità di persone nelle sale cinematografiche di
tutta Europa a vedere i film come un’esperienza di
gamification (in uscita a inizio 2015).
Valerio Caruso is director of the web site www.cineuropa.
org, a portal about European cinema in four languages,
offering news, data bases, services and promoting the
European cinema in Europe and outside.
Since 2011, he is Team Leader of the Euromed Audiovisual
Programme, a cooperation instrument between Europe
and the South Mediterranean countries financed by the
European Union.
From 2004 he is also project manager of the Euromedcafe
site, dedicated to intercultural in the Euro-Mediterranean
region. He organised four short film contests on
intercultural dialogue.
He writes articles for Cartoon, the European Association
of Animation Films.
Valerio
CARUSO
Valerio Caruso è direttore del sito web www.cineuropa.
org, un portale europeo dedicato al cinema in quattro
lingue che, con news, database e servizi, promuove il
cinema europeo in Europa e all’estero.
Dal 2011, è il team leader del Programma Euromed
Audiovisual, uno strumento per la cooperazione
audiovisiva tra l’Europa e i Paesi del Sud del
Mediterraneo finanziato dall’Unione Europea.
Dal 2004 è anche Project manager del sito Euromedcafe,
dedicato al dialogo interculturale nella regione euromediterranea. Ha organizzato quattro concorsi di
cortometraggi attinenti al dialogo interculturale.
Scrive articoli per Cartoon, l’associazione europea dei
film d’animazione.
98
28
Domenico
LA PORTA
Durante il giorno, il trentaseienne Domenico La Porta
lavora in Belgio come giornalista cinematografico e
come inviato e redattore per il portale europeo cofinanziato dedicato al cinema, Cineuropa.Org. Con
più di 40.000 accessi giornalieri, Cineuropa dal 2002
promuove con successo l’industria cinematografica
europea nel mondo.
Mentre di sera, Domenico è co-conduttore del talk
show sul cinema Cine Station in onda sul canale
televisivo nazionale del Belgio RTBF, dove lavora come
critico cinematografico.
Di notte, è il fondatore e amministratore delegato
della Kweb, una società che si occupa di Transmedia
storytelling,
di
promozione
cinematografica
multipiattaforma, di strategie di crowd-marketing
e di produzione dei media e audiovisiva. Questo
nuovo banco di prova gli trasmette tutto l’entusiasmo
necessario per l’inizio di un nuovo giorno.
Domenico è stato in passato pompiere, avvocato,
e consulente di marketing, oggi invece lavora
During daytime, 36 years old Domenico La Porta is a
film journalist based in Belgium working as an industry
reporter and Editor of the EU co-financed press platform
Cineuropa.Org. With more than 40,000 daily visitors,
Cineuropa has been successfully promoting European
film industry in the world since 2002.
In the evening, Domenico is co-hosting the movie talk
show Cine Station on Belgium’s national TV channel
RTBF where he works as a film critic.
At night, he’s the founder and managing director of
Kweb, a company dealing with Transmedia storytelling,
cross-platform movie promotion, crowd strategies,
media and a/v production. This new experimenting
ground fuels him with all the excitement needed to
kickstart the next day.
Formerly a fireman, a lawyer and a marketing consultant,
Domenico is today mostly working as a journalist… and
as an international consultant in crowdfunding, social
media, community building and cross-media strategies
for the audiovisual sector… and as a teacher / panelist…
and as a writer/producer of a webseries currently in
development… and as the conceptor of Movie Hunters,
a mobile app for smartphones aiming at bringing
communities of people in cinemas all over Europe to
watch movies in a gamified experience (to be released
early 2015).
29
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Puglia Show
Puglia Show Jury
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Puglia Show
Puglia Show Jury
Per l’enciclopedia Cinema & Film ha redatto tutte le
“voci” concernenti il secondo dopoguerra del cinema
latinoamericano e dell’industria e l’economia del
cinema italiano.
Ha insegnato all’Università di Roma 2, al Centro
Sperimentale di Cinematografia e alla Nuova Università
del Cinema e della Televisione.
Attualmente, oltre a presiedere il S.N.C.C.I. e il Comitato
Scientifico della “Fondazione Pesaro Nuovo Cinema”,
dirige la rivista CineCritica, fa parte del Comitato
Scientifico della Storia del Cinema Italiano, edita dal CSC
e da Marsilio, di cui sono usciti i primi 8 volumi.
Bruno
TORRI
Nato a Genova nel 1932; laureato in Economia
e Commercio. Durante l’università dirige il Centro
Universitario Cinematografico Genovese e inizia l’attività
pubblicistica su Il Lavoro e Il Secolo XIX. Dal ‘60 al ‘63 è
segretario generale della “Rassegna Int. del Cinema
Latinoamericano”. Dal ‘64 a Roma, fonda con Lino
Micciché la “Mostra Int. del Nuovo Cinema” di Pesaro,
di cui è collaboratore fisso. Nel ‘68 è tra i fondatori
dell’Unione Circoli Cinematografici dell’Arci, di cui è stato
anche presidente. Caporedattore della rubrica televisiva
Cinema Settanta (‘70-’71). Dal ‘72 al ‘93 è Direttore della
programmazione di CinecittàLuce, per poi passare
all’Istituto Luce, come Direttore Generale sino al ‘95. È tra
i fondatori del Sindacato Critici Cinematografici (SNCCI).
Ha fatto parte della Commissione Esperti della Mostra del
Cinema di Venezia e delle Commissioni ministeriali per
il cinema. Nel biennio 2000-2 è membro del C.d’A. della
Scuola Nazionale. Collabora con articoli e saggi a numerosi
giornali e riviste cinematografiche e culturali, e a volumi
collettanei. Ha pubblicato i libri: Cinema italiano: dalla realtà
alle metafore; Hollywood 1969-1979; Taviani; Il sentimento
della forma; Nuovo Cinema (1965-2005).
30
Born in Genoa in 1932, he graduated in Economics. During
the university, he directed the Cinematographic Centre of
Genoa University and began his journalistic activity on Il
Lavoro e Il Secolo XIX. From 1960 to 1963 he was secretarygeneral of the “Rassegna Int. del Cinema Latinoamericano”.
Since 1964 in Rome, he founded together with Lino Micciché
the “Mostra Int. del Nuovo Cinema” of Pesaro, and he is still a
regular contributor. In ‘68 he was among the founders of the
Unione Circoli Cinematografici Arci, of which he was also
President. He was managing editor of the television column
Cinema Settanta (‘70-’71). From ‘72 to ‘93 he was Program
Director at CinecittàLuce and then General Director at Istituto
Luce until ‘95. He was among the founders of the National
Syndicate Cinematographic Critics (SNCCI). He was a member
of the Expert Committee at the Film Festival in Venice and
Ministerial Committees of cinema. In the period 2000-2 he was
a member of the Board of Directors of the Scuola Nazionale.
He contributed articles and essays to several film and culture
newspapers and magazines, and to collective volumes. He
published the following books: Cinema italiano: dalla realtà
alle metafore; Hollywood 1969-1979; Taviani; Il sentimento
della forma; Nuovo Cinema (1965-2005).
For Cinema & Film encyclopaedia he wrote all the “entries”
concerning Latin American cinema and the industry and
economy of Italian cinema during the years after the
Second World War. He was Professor at Roma 2 University,
at the Experimental Centre of Cinematography and the New
University of Cinema and Television. Nowadays, besides
being President of S.N.C.C.I. and of Scientific Committee
of the “Fondazione Pesaro Nuovo Cinema”, he is the editor
of the magazine CineCritica, the member of the Scientific
Committee of History of Italian Cinema, published by CSC
and by Marsilio, the first 8 volumes of which have come out.
he has published two books and several articles, as a
teacher he served in the New Sorbonne University and
worked with the National Film Archive of the Resistance.
In 2010 he founded, with Andrea Spinelli, the film studio
Prime Bande, in Turin. In 2011 he directed L’accordo, a
documentary on the last working-class struggle in the
Fiat Mirafiori plant and produced Torino Hardcore, on
the Italian Punk scene of the 90s. From the beginning
of 2014 he is director of the CNC - National Short Film
Centre, which is a film archive and a promotion agency
of Italian shorts.
Jacopo
CHESSA
Jacopo Chessa (Torino, 1973) ha dedicato molti
anni alla ricerca nel campo della storia del cinema,
in particolare sugli anni Cinquanta e Sessanta
nel cinema francese; ha pubblicato due libri e
diversi articoli, insegnato all’Université de Paris III
– Sorbonne nouvelle e collaborato con l’Archivio
Nazionale Cinematografico della Resistenza. Nel
2010 ha fondato, con Andrea Spinelli, la casa di
produzione Prime Bande, a Torino. Nel 2011 ha
diretto L’accordo, documentario sull’ultima lotta
operaia nello stabilimento di Fiat Mirafiori e prodotto
Torino Hardcore, sulla scena punk italiana degli anni
Novanta. Dall’inizio del 2014 è direttore del Centro
Nazionale del Cortometraggio, cineteca e agenzia di
promozione dei corti italiani.
Jacopo Chessa (Turin, 1973) has dedicated many years
to research in the field of history of cinema, in particular
concerning the fifties and sixties in French cinema;
31
LE GIURIE DEL FESTIVAL
FESTIVAL JURIES
Giuria Puglia Show
Puglia Show Jury
15° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO
l’ultimo film di Carlo Lizzani Hotel Meina, cui segue
una mostra a Los Angeles dei suoi bozzetti.
Tante sono le sue firme come costumista, con Liliana Cavani, Leone Pompucci, Aureliano Amadei per
20 sigarette, e con Giacomo Battiato, Alessandro De
Robilant, Marco Pontecorvo; molte sono le serie televisive, l’ultima: Un Matrimonio di Pupi Avati.
Catia
DOTTORI
Costumista e scenografa, dopo gli studi a Genova,
negli anni ‘70 si trasferisce a Roma, dove inizia la sua
professione nel teatro d’avanguardia romano, firmando le scene e i costumi di Franziska con la regia di
Giancarlo Nanni, che andrà poi al MoMa di New York.
Dagli anni ‘80 e ‘90 lavora in pubblicità. Tra i molti lavori, firma scene e costumi di spot di prodotti giapponesi, con la partecipazione di Marcello Mastroianni.
Firma anche scene e costumi del videoclip di Gianna
Nannini girato da Michelangelo Antonioni.
Nel cinema collabora al primo film di Lamberto Bava
Macabro, e firma i film Ultrà e La scorta di Ricky Tognazzi.
Collabora diverse volte con Pupi Avati e, per Il cuore
grande delle ragazze, è candidata ai Nastri d’argento e
vince il premio La chioma di Berenice. Lavora sui set di
Ferzan Ozpetek ne Le fate ignoranti, La finestra di fronte e Cuore sacro, per il quale viene candidata ai David
di Donatello. Riceve un’altra candidatura ai David per
32
A costume and set designer, after studying in Genoa, in
the 1970s she moves to Rome, where she starts her profession in the Roman avant-garde theater, by signing
the scenery and costumes of Franziska with direction
by Giancarlo Nanni, that will be then on stage at the
MoMa of New York.
Since the 80s and 90s she has worked in advertising.
Among the many works, she signs scenery and costumes of advertisements for Japanese products, with the
participation of Marcello Mastroianni. She signs also
scenery and costumes of the video clip of Gianna Nannini that is shot by Michelangelo Antonioni.
In film she collaborates with the first film by Lamberto
Bava Macabre, and signs the films Ultrà and The Escort
by Ricky Tognazzi.
She collaborates several times with Pupi Avati and, for
The Big Heart of Girls, she is nominated for a Silver Ribbon and wins the Award “La chioma di Berenice”. She
works on the sets of Ferzan Ozpetek in The Ignorant
Fairies, Facing Windows and Sacred Heart, for which
she is nominated for the David di Donatello Award. She
receives another nomination for the David di Donatello
Award fort the latest movie by Carlo Lizzani Hotel Meina, followed by an exhibition in Los Angeles of her stage
sketches.
Many works are signed by her as costume designer, with
Liliana Cavani, Leo Pompucci, Aureliano Amadei for 20
Cigarettes, and with Giacomo Battiato, Alessandro De
Robilant, Marco Pontecorvo; there are many television
series she works for, the last one: Un matrimonio (A
marriage) by Pupi Avati.
CONCORSO
DI FILM EUROPEI
EUROPEAN FEATURE FILM COMPETITION
FOR THOSE WHO CAN TELL NO TALES
ALABAMA MONROE - UNA STORIA D’AMORE
The Broken Circle Breakdown
BLIND DATES შემთხვევითი აემნები
BOBÔ
CONCRETE NIGHT Betoniyö
LETTER TO THE KING Brev Til Kongen
LIFELONG Hayatboyu
MACONDO MIRACLE Zázrak
ONE OF A KIND Mon âme par toi guérie
SEPTEMBER
WINTER JOURNEY Зимний Путь
33
FILM DI APERTURA: BOSNIA & HERZEGOVINA
2013 – DCP 2k – colore - 75’
FOR THOSE WHO
CAN TELL NO TALES
34
Regia Direction: Jasmila Žbanić
Sceneggiatura Screenplay: Kym Vercoe,
Jasmila Žbanić, Zoran Solomun
Cinematografia Cinematography:
Christine A. Maier
Montaggio Editing: Yann Dedet (F.S.B.)
Scenografia Set design: Željka Burić
Costumi Costumes: Lejla Hodžić
Interpreti Cast: Kym Vercoe, Boris
Isaković, Simon McBurney, Branko
Cvejić, Leon Lučev, Jasna Đuričić,
Pamela Rabe, Damir Kustura, Saša
Oručević, Suvad Veletanlić
Produttori Producers: Damir Ibrahimović,
Jasmila Žbanić
Produzione Production: Deblokada
Kranjčevićeva 43, 71000 Sarajevo
T./F. +387 33 668 559
deblok@bih.net.ba
www.deblokada.ba
Doha Film Institute, The Post Republic
World Sales: MPM Film (MOVIE Partners
in Motion, www.mpmfilm.com)
35
BOSNIA & HERZEGOVINA - FOR THOSE WHO CAN TELL NO TALES
la regista the director
sinossi
synopsis
JASMILA ŽBANIĆ
Kym, una turista australiana, decide di andare
in viaggio in Bosnia. La sua guida la conduce a
Višegrad, una piccola città immersa nella storia, al
confine tra Bosnia e Serbia. Dopo una notte insonne
nel “romantico” Hotel Vilina Vlas, Kym scopre cosa
era successo in quel luogo durante la guerra. Non
può più essere una comune turista e la sua vita non
sarà più la stessa.
Kym, an Australian tourist, decides to travel to Bosnia.
Her guidebook leads her to Višegrad, a small town
steeped in history, on the border of Bosnia and Serbia.
After a night of insomnia in the ‘romantic’ Hotel Vilina
Vlas, Kym discovers what happened there during the
war. She can no longer be an ordinary tourist and her
life will never be the same again.
Nata a Sarajevo nel 1974, Jasmila si laurea nella
sua città natale presso l’Academy of Dramatic Arts,
in regia teatrale e cinematografica. Il suo primo
film Grbavica ha vinto nel 2006 l’Orso d’oro alla
Berlinale (oltre al Premio della Giuria Ecumenica
e il Peace Prize), il Gran Premio della Giuria all’AFI
(American Film Institute) Fest, il Grand Prix Odyssey
del Consiglio europeo ed è stato venduto in 40
paesi con grande successo. Il secondo film di
Jasmila, On The Path, è stato presentato in concorso
alla Berlinale 2010, è stato distribuito in 25 paesi
e ha vinto numerosi premi. Il suo quarto film, la
commedia romantica Love Island scritto insieme
all’autore bosniaco-americano Aleksandar Hemon
è attualmente in post produzione.
director’s statement
nota di regia
“Come in ogni dopoguerra, le persone che hanno
condotto la guerra in Bosnia fanno ancora parte
della polizia, delle istituzioni giudiziarie, formative
e politiche. Queste persone proteggono i criminali
di guerra e ne sono strettamente legate. Siamo
stati avvisati del fatto che fare un film come
questo sarebbe stato molto pericoloso e che non
eravamo al sicuro a Višegrad. Ma il film doveva
essere girato a Višegrad e abbiamo deciso di
correre il rischio, facendo del nostro meglio per
minimizzare i rischi. Per esempio, non abbiamo
detto agli abitanti di Višegrad che tipo di film
stavamo girando. Abbiamo fatto questa scelta
per proteggerli da ogni spiacevole conseguenza.
Il mio amico serbo si è presentato come il regista,
per non attirare l’attenzione. Tutto ciò – il tema del
film, poi l’atmosfera di Višegrad dove ad ogni passo
si percepisce l’orrore dei crimini di guerra – ha
reso difficile le riprese del film. Ogni notte venivo
svegliata dagli incubi. Molte persone non vogliono
che si parli di ciò che è successo a Višegrad. La pace
nei paesi del dopo guerra è tutt’altro che romantica”.
36
“As in the aftermath of any war, the people who led
the war in Bosnia are still part of the police, judiciary,
educational institutions, and politics. These people
protect war criminals and are closely connected. We
were warned that making a film like this could be very
dangerous and that we were not safe in Višegrad. But
the film had to be shot in Višegrad and we decided to
take that risk, while doing everything in our power to
minimize the actual risk. For example, we did not tell
the people from Višegrad what kind of film we were
making. We made that choice so as to protect them
from any unpleasant consequences. My friend from
Serbia introduced himself as the film director, so that
we would not attract attention. All of this – the topic of
the film, and then the atmosphere of Višegrad where
the horror of war crimes is felt at every step – made
filming difficult. Every night I would wake up with
nightmares. There are many people who do not want
the Višegrad events to be talked about. Peace in postwar countries is anything but romantic”.
filmografia/filmography
2003 Images From The Corner (doc)
2004 Birthday (short, part of the omnibus Lost and Found)
2006 Grbavica
2007 Builder’s Diary (doc)
2008 Participation (short, part of the omnibus Stories On
Human Rights)
2009 Na Putu (On The Path)
2013 For Those Who Can Tell No Tales
festival
2013 Toronto IFF
2013 San Sebastian IFF
Born in Sarajevo in 1974, Jasmila is a graduate of
her native city’s Academy of Dramatic Arts, Theatre
and Film Directing Department. Her feature debut
Grbavica won the 2006 Berlinale Golden Bear (as
well as the Prize of the Ecumenical Jury and the Peace
Prize), the AFI (American Film Institute) Fest Grand
Jury Prize, Grand Prix Odyssey of the European Council
and was sold to 40 territories with great success. On
The Path, Jasmila’s second feature film, premiered
at the 2010 Berlinale, in the Competition section and
was distribution on 25 territories and won numerous
awards. Her fourth feature film, the romantic comedy
Love Island co-written with Bosnian-American author
Aleksandar Hemon is currently in postproduction.
37
FILM DI CHIUSURA: BELGIUM
2012 – DCP – colore - 111’
ALABAMA MONROE UNA STORIA D’AMORE
The Broken Circle Breakdown
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Regia Direction: Felix Van Groeningen
Sceneggiatura Screenplay: Carl Joos, Felix
Van Groeningen
Cinematografia Cinematography: Ruben
Impens
Montaggio Editing: Nico Leunen
Scenografia Set design: Kurt Rigolle
Colonna Sonora Originale Original
Soundtrack: TBCB Band
Costumi Costumes: Ann Lauwerys
Interpreti Cast: Veerle Baetens, Johan
Heldenbergh, Nell Cattrysse, Geert Van
Rampelberg, Nils De Caster, Robbie
Cleiren, Bert Huysentruyt, Jan Bijivoet
Produttore Producer: Dirk Impens
Produzione Production: Menuet, Topkapi
Films
Distribuzione Distribution: Satine Film
39
BELGIUM - ALABAMA MONROE - UNA STORIA D’AMORE The Broken Circle Breakdown
sinossi
synopsis
FELIX VAN GROENINGEN
Elise e Didier vivono una travolgente e
appassionata storia d’amore, al ritmo della musica
bluegrass. Elise gestisce uno studio di tatuaggi,
sua grande passione. Per lei “c’è sempre qualcosa
nella vita che valga la pena mettere sul proprio
corpo”: ogni tatuaggio accompagna il suo cuore
e le sue emozioni ed Elise lo sfoggia con orgoglio
sul suo corpo delicato. Didier è invece da sempre
innamorato dell’America, che identifica come la
terra delle infinite opportunità. Per lui è un Paese
per sognatori ma, soprattutto, la patria della sua
amatissima musica bluegrass, “il country nella
versione più pura”, che Didier interpreta suonando
il banjo in un gruppo musicale. Ed è proprio questa
comune passione per la musica ad esaltare l’unione
di Elise e Didier: insieme si esibiscono in irresistibili
performance dove ogni interpretazione trasuda
amore, complicità e passione. A coronare questo
cerchio perfetto di felicità è l’arrivo di Maybelle, la
loro bellissima bambina…
Elise and Didier live an overwhelming and passionate
love story, with the rhythm of bluegrass music. Elise
runs a tattoo studio, her great passion. For her, “there
is always something in life that is worth putting
on your body”: every tattoo is associated with her
heart and emotions and Elise proudly flaunts it on
her fragile body. Didier is instead always in love with
America, which he identifies as a country of unlimited
opportunities. For him it is a country for dreamers but,
especially, the home for his much-loved bluegrass
music, “the country music in its most pure version”,
which Didier interprets playing the banjo in a band.
And it is this shared passion for music that enhances
the union of Elise and Didier: they perform together
irresistible shows where any interpretation exudes
love, complicity and passion. To realizing this perfect
circle of happiness is the arrival of Maybelle, their
beautiful daughter...
Alabama Monroe - Una storia d’amore è il quarto
lungometraggio di Felix Van Groeningen. Dopo
la laurea al KASK film Academy di Ghent nel 2000,
Felix Van Groeningen (1977) ha realizzato alcuni
cortometraggi e scritto e diretto diverse opere
teatrali. Nel 2009 il suo film, The Misfortunates, è
stato presentato alla Quinzaine des realisateurs
del Festival di Cannes ed è stato un successo di
critica e pubblico. Alabama Monroe - Una storia
d’amore segna anche la quarta collaborazione di
Van Groeningen con il produttore Dirk Impens di
Menuet Film.
L’autorevole Variety ha indicato Felix Van
Groeningen come uno dei “Dieci Registi da Tenere
d’Occhio”.
nota di regia
“La struttura di Alabama Monroe - Una storia d’amore
si è creata durante il montaggio. C’è sempre stata
l’idea di alternare momenti diversi della vita di
Didier ed Elise, ma il concetto della sceneggiatura
era diverso da come è poi risultato alla fine del film.
Questo accade con quasi tutti i miei film. Il
mio montatore e collaboratore di lunga data,
Nico Leunen, è un vero mago con questo tipo
di storytelling, e i miei film ne hanno sempre
beneficiato. Deduco che ciò dipenda dal fatto che
i miei film non sono costruiti intorno alla storia
ma seguono le emozioni. E ci sono sempre molti
aspetti che funzionano diversamente sullo schermo
rispetto a come appaiono sulla carta. Il mettere
tutto in discussione durante la fase di montaggio è
diventata, di conseguenza, una parte inevitabile del
mio processo di realizzazione dei film”.
filmografia/filmography
1999 Truth or dare (corto)
2000 50 CC (corto)
2001 Discoteque (multimedia theatre-performance)
2001 Bonjour Maman (corto)
2004 Steve + Sky
director’s statement
40
il regista the director
“The structure of The Broken Circle Breakdown was
created during the editing. There has always been the
idea to alternate different moments during the life of
Didier and Elise, but the concept of the screenplay was
different from what it has become then at the end of
the film.
This happens with almost all my films. My editor and
long-time collaborator, Nico Leunen, is truly adept
in this kind of storytelling, and my films have always
benefited from it. I understand that this is due to the
fact that my movies are not built around the story
but they follow the emotions. And there are still many
aspects that work differently on the screen compared
to the way in which they appear on the paper. Bring
into question everything during the editing phase
has become, therefore, an inevitable part of my film
making process”.
2007 Dagen zonder lief (With Friends Like These)
2009 De helaasheid der dingen (The Misfortunates)
2012 The Broken Circle Breakdown (Alabama Monroe - Una
storia d’amore)
premi e festival/ awards and festivals
2013 Berlinale -Panorama: Premio del Pubblico Audience
Award
2013 Tribeca FF: Miglior Sceneggiatura, Miglior Attrice
“The Broken Circle Breakdown is the fourth feature
film by Felix van Groeningen. Since graduating from
the Ghent film Academy KASK in 2000, Felix Van
Groeningen (1977) has realized some short films and
written and directed various theatrical plays. In 2009,
his film, The Misfortunates, was presented at the
Directors’ Fortnight section from the International
Film Festival of Cannes and has been a huge success
with the critics and the public. The Broken Circle
Breakdown also marks the fourth collaboration of
Van Groeningen with the producer Dirk Impens of
Menuet Film.
The distinguished Variety has identified Felix Van
Groeningen as one of the “Ten Directors to Watch”.
Best Screenplay, Best Actress
2013 European Film Awards: Miglior Attrice Best Actress
2013 Lux Prize: Film Vincitore Winner Film
2013 Satellite Awards: Miglior Film Straniero Best Foreign
Language Film
2013 Palm Springs IFF: Miglior Film Straniero Best Foreign
Language Film
2014 Oscar: candidato come Miglior Film Straniero
nominated as Best Foreign Language Film
41
FILM IN CONCORSO: GEORGIA
2013 – DCP – colore - 98’
BLIND DATES
შემთხვევითი აემნები
42
Regia Direction: Levan Koguashvili
Sceneggiatura Screenplay: Boris Frumin,
Levan Koguashvili
in collaborazione con in collaboration with
Andro Sakvarelidze
Cinematografia Cinematography: Tato
Kotetishvili
Montaggio Editing: Nodar Nozadze
Scenografia Set design: Kote Japharidze
Musica Music: Iakob Bobokhidze, Otar
Tevdoradze, Vakhtang Gogolashvili,
Galaktion Tabidze
Costumi Costumes: Tinatin Kvinikadze
Interpreti Cast: Andro Sakvarelidze, Ia
Sukhitashvili, Archil Kikodze, Vakhtang
Chachanidze, Kakhi Kavsadze, Marina
Kartsivadze, Marika Antadze, Sopho
Gvritishvili, Jano Izoria, Marlen Egutia,
Levan Glonti, Sopho Shakarishvili,
Lida Dadiani, Liza Jorjadze, Irina
Popiashvili, Avtandil Mikadze,
Mamuka Maisuradze, Nino Kakabadze,
Irakli Shioshvili, Marina Burduli, Ani
Tsetskhladze, Keti Egutidze, Tsitso
Gigauri, David Kiknadze
Produttori Producers: Suliko Tsulukidze,
Levan Koguashvili, Olena Yershova
Produzione Production: Kino Iberica,
Millimeter Film col supporto del with
support of Georgian National Filmcenter
con la partecipazione di with participation
of Tato Film, Nebo Film, Barandov
Studio
43
GEORGIA - BLIND DATES შემთხვევითი აემნები
sinossi
synopsis
LEVAN KOGUASHVILI
Sandro ha quarant’anni, insegna a Tbilisi e vive
ancora con i suoi genitori. La madre lo incita
continuamente a maturare e a sposarsi, ma Sandro
non ha molta fortuna con le donne e, insieme al
suo amico single Iva, tenta la fortuna sui siti di
incontri. Dopo l’ennesimo appuntamento fallito,
Sandro incontra Manana, una parrucchiera, e si
innamora di lei. Però presto viene fuori che Manana
è sposata e a suo marito Tengo sarà concessa la
libertà vigilata. Nella speranza di poter parlare con
Tengo da uomo a uomo, Sandro la accompagna
in prigione, tenendosi inizialmente in disparte.
Quando accidentalmente si chiude fuori dalla
macchina, viene scoperto. A Tengo che si avvicina in
aiuto, ignaro del fatto che lui sia innamorato di sua
moglie, Sandro si presenta come autista part-time
e Tengo gli offre un lavoro. Nella speranza di avere
così un’occasione per parlare all’uomo, Sandro
accetta...
Sandro is a 40-year old Tbilisi teacher, who still lives
with his parents. His mother constantly bugs him to
grow up and get married, but Sandro has little luck
with the women he and his single friend Iva look up
on dating sites. After yet another unsuccessful date,
Sandro meets hairdresser Manana and falls in love
with her. However, Manana turns out to be married
and her husband Tengo turns out to be released on
probation. Hoping to talk to Tengo as man to man,
Sandro accompanies Manana to the prison. Staying
at a safe distance at first, he is soon spotted as he
accidentally locks himself out of his car. Tengo comes
to help – unsuspecting that Sandro is his wife’s love
interest. Sandro introduces himself as a part – time car
driver and Tengo offers him a job. Hoping that he will
thus have a chance to talk to the man, Sandro agrees...
Nato a Tbilisi nel 1973, Levan Koguashvili ha
studiato produzione cinematografica all’Università
di Tbilisi, e, scoppiata la guerra, ha iniziato a lavorare
come giornalista. Tra il 1995 e il 1999, studia regia
cinematografica presso l’Institute of Film (VGIK) a
Mosca e nel 2007 si laurea alla Tisch School of the
Arts, indirizzo cinematografico (Università di New
York). Il suo corto, The Debt (2005), ha ricevuto
diversi premi in festival internazionali ed è stato
nella selezione ufficiale del Sundance FF nel 2006.
I suoi documentari - Father and Son (2003) e The
Women from Georgia (2008) – hanno anch’essi
partecipato a molti festival e ricevuto diversi premi.
Il suo primo film Street Days è stato presentato in
anteprima al Rotterdam FF nel 2010 e molti critici
lo hanno considerato l’inizio di una nuova tendenza
del cinema georgiano moderno. Nel 2013 ha girato
il suo secondo film Blind Dates.
nota di regia
Blind dates racconta storie di uomini quarantenni
single che vivono ancora con i genitori, di rifugiati
georgiani in fuga dalla guerra con la Russia, che
difendono l’onore della famiglia, della gelosia di
una ragazza nei confronti dell’insegnate preferito
che si innamora di sua madre... Voglio mostrare il
lato sentimentale, divertente e spesso strano della
vita e ridere di esso. Ridere, ma non ridicolizzare.
Ridicolizzare significa essere arroganti, freddi,
laddove ridere aiuta ad avvicinarci ai personaggi,
a identificarci con essi, e a capire e accettare i loro
problemi. È importante il tono positivo e affettuoso
del film. In Georgia, nonostante tutte le guerre, la
miseria e i costanti problemi politici e sociali, la
gente è cordiale. Ho vissuto questa realtà e voglio
condividerla con gli altri. Credo che Blind dates
sia importante perché, in un periodo di difficoltà
e spesso di indifferenza, il “calore” delle relazioni
umane aiuta.
44
il regista the director
filmografia/filmography
2003 Father and Son (doc)
2005 The Debt (short)
2008 The Women from Georgia (doc)
2010 Street Days
director’s statement
Blind dates is about single men in their 40 still living
with their parents, about Georgian refugees of war
with Russia, defending family honor, about girl’s
jealousy toward favorite teacher, who falls in love with
her mom... I want to show sentimental, funny and
often strange life and laugh about it. Laugh, but not
to ridicule. To ridicule is to be arrogant, cold, whereas
laughter helps us to get closer to the characters, to
identify with them, to understand and accept their
problems. The positive, warm tone of the film is
important. In Georgia, despite all the wars, misery
and constant political and social problems, the people
are warm. I’ve experienced this reality and I want to
share this with others. I think making Blind dates is
important, because in our pragmatic and often cold
times “warmth” of human relationships helps.
2013 Blind Dates
premi e festival/ awards and festivals
2013 Toronto IFF
2013 Tokyo IFF
2013 Abu Dhabi IFF: Premio Speciale della Giuria Special
Jury Award
Born in Tbilisi in 1973, Levan Koguashvili studied Film
Production at the University of Tbilisi, and, when a war
broke out in Georgia, he started to work as a journalist.
Between 1995 and 1999, he studied Film Directing at
the Institute of Film (VGIK) in Moscow, and in 2007, he
graduated from the Tisch School of the Art’s Graduate
Film Program (New York Univ.). His short film The
Debt (2005) won a number of awards at international
film festivals, and was in the official selection of the
2006 Sundance FF. His documentaries – Father and
Son (2003) and The Women from Georgia (2008) –
have also taken part in many festivals, and have also
been awarded prizes. His first feature Street Days,
premiered at The Rotterdam FF in 2010, was regarded
by many critics as the beginning of a new wave of
the modern Georgian cinema. In 2013 Levan shot his
second feature film Blind Dates.
45
FILM IN CONCORSO: PORTUGAL
2013 – DCP – colore - 80’
BOBÔ
46
Regia Direction: Inês Oliveira
Sceneggiatura Screenplay: Rita Benis,
Inês Oliveira
Cinematografia Cinematography:
Daniel Neves
Montaggio Editing: Rui Mourão, Patrícia
Saramago, Inês Oliveira
Scenografia Set design: Maria José
Branco, Nuno Gabriel Melo
Costumi Costumes: Margarida Morins
Interpreti Cast: Paula Garcia, Aissato Indjal, Luana Quadé, Bia Gomes,
Ângelo Torres, Maria João Luís, Ricardo
Aibéo
Produttori Producers: Fernando Vendrell,
Luís Alvarães
Produzione Production: David & Golias
Largo Adelino Amaro da Costa, nº8 –
3ºD, 1100-006 Lisboa (Portugal)
T. +351 218882028
mail@david-golias.com
47
PORTUGAL - BOBÔ
la regista the director
sinossi
synopsis
INÊS OLIVEIRA
Sofia vive da sola in un vecchio e polveroso
appartamento di Lisbona, dove era cresciuta. Non
esce mai, se non per andare a lavoro, e nessuno le
fa mai visita – finché Mariama non appare alla sua
porta dalla Guinea-Bissau. La madre di Sofia l’ha
mandata per aiutarla a prendersi cura della casa,
di se stessa e di suo figlio. Ma, a parte la presenza
di Sofia, la casa sembra deserta. Poi arriva Bobô, la
piccola sorella di Mariama, che riesce a far uscire
Sofia dal suo guscio. Intanto, dietro il suo fermo
sorriso, Mariama vive nel timore della nonna la
quale pensa che sia suo dovere condurre Bobô
attraverso un antico rito di passaggio. Ognuna a
suo modo, Sofia e Mariama vanno avanti insieme
confrontandosi con i propri demoni.
Sofia lives alone in the dusty old Lisbon apartment
where she grew up. She never goes out but to work
and back. And no one ever visits – until Mariama
arrives on her doorstep from Guinea-Bissau. Sofia’s
mother has sent her to help take care of the house,
Sofia and her son. But except for Sofia the house seems
deserted. When Mariama’s young sister Bobô arrives,
she begins to draw Sofia out of her shell. Meanwhile,
behind her resolute smile, Mariama lives in fear of her
grandmother, who sees it as her duty to take Bobô
through an ancient rite of passage. Each in her own
way, Sofia and Mariama come to move in league as
they confront their demons.
Nata a Lisbona nel 1976, ha studiato Arti figurative
e Cinema. Il suo primo film da regista è stato
il cortometraggio O Nome e o N.I.M. (2003),
premiato come Migliore Corto al Vila do Conde
FF (Portogallo), al Nouveaux Cinema et Nouveaux
Medias (Montreal), al Santa Maria da Feira FF
(Portogallo) e al Festival Premiers Plans (Francia).
Il suo secondo film è stato il documentario Eating
Your Heart Out - the Work of Rui Chafes and Vera
Mantero (2005), presentato in anteprima in diversi
festival quali DocLisboa, Vila do Conde e Centre
Pompidou´s Videodanse. Nel 2008 ha diretto il
suo primo lungometraggio Cinerama, prodotto da
Paulo Branco. Il film è stato presentato in alcuni
festival quali il São Paulo e Premiers Plans, prima di
essere distribuito commercialmente nel 2010. Bobô
(2013), prodotto da Fernando Vendrell, è il secondo
lungometraggio di Inês Oliveira.
2003 O Nome e o N.I.M. (Names and Numbers, short)
director’s statement
nota di regia
“Due donne si incontrano, Sofia e Mariama, e dal
loro reciproco desiderio di proteggere un bambino,
il film svela la sua storia.
Sofia è una persona ancora turbata dai ricordi
della sua infanzia e dalle responsabilità della sua
“eredità”. La donna fa coscienziosamente tutto
ciò che le viene chiesto di fare fino a quando non
è costretta a rifiutarsi per salvare la piccola Bobô
dalla mutilazione genitale. Paula Garcia e la giovane
attrice Aissato Indjal, consapevoli delle rispettive
esperienze e credenze, hanno fatto tanto per
portare alla luce i loro personaggi. Abbiamo letto
insieme i testi, li abbiamo provati e abbiamo passato
del tempo facendo delle ricerche nella comunità
della Guinea. Quando la macchina da presa ha
iniziato a registrare, noi eravamo abbastanza pronte
per iniziare a improvvisare. Bobô è senza dubbio un
film con una forte prospettiva femminile, ma credo
anche che affronti delle questioni universali sulla
nostra mortalità e sul modo in cui forze esterne,
fuori dal nostro controllo, possano minacciare la
nostra sopravvivenza.”
48
filmografia/filmography
“Two women meet, Sofia and Mariama, and from
their mutual desire to protect a child the film unveils its
story. Sofia is a person still troubled by the memories
of her childhood and the responsibilities of her
‘inheritance’. She dutifully does what is expected of
her till the moment she is forced to resist and save the
young Bobô from female genital mutilation (FGM).
The actors Paula Garcia and newcomer Aissato Indjal,
informed by their own experiences and beliefs, did
much to bring their own characters to life. Together
we read texts, rehearsed and spent time researching
among the Guinean community here. By the time
cameras began rolling, we were confident enough to
begin improvising. Bobô is without doubt a film from
a strong female perspective, but I also think it tackles
universal questions about our mortality, and the way
external forces out of our control can threaten our very
survival.”
2005 Eating Your Heart Out - the Work of Rui Chafes and
Vera Mantero (doc)
2008 Cinerama
2013 Bobô
premi e festival/ awards and festivals
2013 Toronto IFF - Discovery Programme
2013 IndieLisboa - Selezione Ufficiale Official Selection
Born in Lisbon, 1976. Studied Fine Arts and Cinema.
Her first film as a director was the short Names and
Numbers (2003), Best Short Film award winner at
Vila do Conde FF (Portugal), Nouveaux Cinema et
Nouveaux Medias (Montreal), Santa Maria da Feira
FF (Portugal) and Festival Premiers Plans (France).
Her second film was the documentary Eating
Your Heart Out - the Work of Rui Chafes and Vera
Mantero (2005), premiered at several festivals such
as DocLisboa, Vila do Conde and Centre Pompidou´s
Videodanse. In 2008 she directed her first feature
Cinerama, produced by Paulo Branco. The film was
shown in festivals such as São Paulo and Premiers
Plans, before being released commercially in 2010.
Bobô (2013), produced by Fernando Vendrell, is Inês
Oliveira ‘s second feature film.
49
FILM IN CONCORSO: FINLAND, SWEDEN, DENMARK
2013 – DCP – Colour and b&n - 96’
CONCRETE NIGHT
Betoniyö
50
Regia Direction: Pirjo Honkasalo
Sceneggiatura Screenplay:
Pirjo Honkasalo, Pirkko Saisio
dall’omonimo romanzo di adapted from
the same novel by Pirkko Saisio
Cinematografia Cinematography:
Peter Flinckenberg F.S.C.
Montaggio Editing: Niels Pagh Andersen
Scenografia Set design: Pentti Valkeasuo
Musica Music: Karl Frid, Pär Frid
Costumi Costumes: Saija Siekkinen
Interpreti Cast: Johannes Brotherus, Jari
Virman, Juhan Ulfsak, Anneli Karppinen
Produttori Producers: Misha Jaari, Mark
Lwoff
Produzione Production: Bufo Ltd
International Sales: Film Republic
Henry Rashid
T. +44 78 35 999 112
xavier@filmrepublic.biz
www.filmrepublic.biz
51
FINLAND, SWEDEN, DENMARK - CONCRETE NIGHT Betoniyö
la regista the director
sinossi
synopsis
PIRJO HONKASALO
Concrete Night è un’odissea onirica nel corso di una
notte attraverso la bella Helsinki. Il protagonista
del film, Simo, è un ragazzo di 14 anni alla ricerca
di un senso della propria esistenza e della capacità
di proteggersi dall’ambiente circostante. Manca di
una propria identità. Simo e suo fratello maggiore
Ilkka sono figli di una madre single debole e
imprevedibile. La loro casa caotica si trova nel cuore
di un’autentica giungla a Helsinki. A Ilkka resta
l’ultimo giorno di libertà prima di scontare la sua
pena. La madre convince Simo a trascorrere l’ultima
notte in compagnia del fratello. Durante il giorno
e la notte trascorsi girando per Helsinki, i fratelli
assistono a accadimenti che avrebbero preferito
non vedere. Il fragile Simo non è pronto per
giustificare ciò che vede o per deludere se stesso –
vedendo le cose esattamente per quelle che sono.
Quel mondo senza filtri gli sembra insopportabile.
Concrete Night is a dream-like odyssey through
beautiful Helsinki over the course of one night. The
protagonist of the film is a 14-year-old boy named
Simo who is still searching for a sense of self and the
ability to protect himself from his surroundings. He
lacks his own identity. Simo and his big brother Ilkka
are the sons of a helpless and unpredictable single
mother. Their chaotic home is located deep in the
heart of a concrete jungle in Helsinki. Ilkka has one day
of freedom left before starting his prison sentence. The
mother persuades Simo to spend the last night with
his brother. During the course of the day and night
spent roaming around Helsinki, the brothers witness
incidents they would rather not see. Vulnerable Simo is
not equipped to justify what he sees or delude himself
– seeing things accurately as they are. To him, the
unfiltered world seems unbearable.
Affermata regista, direttrice della fotografia e
sceneggiatrice, ha vinto numerosi premi. Ha diretto
diversi lungometraggi negli anni 70 e 80 insieme
a Pekka Lehto, come Flame Top in concorso a
Cannes nel 1980. Negli anni 90 ha proseguito da
sola girando documentari, dirigendo il premiato
The Trilogy of the Sacred and the Satanic (Mysterion,
Tanjuska and the 7 Devils e Atman). Ha inoltre diretto
The 3 Rooms of Melancholia. Il film è ancora uno dei
documentari più premiati. È stata poi invitata in
Giappone per dirigere un film a Tokyo dal titolo ITO
– A Diary of an Urban Priest. Sono state fatte più di
venti retrospettive sul suo lavoro in tutto il mondo,
ha fatto parte di numerose giurie internazionali ed
è attivamente impegnata in corsi professionali a
livello internazionale. Con Concrete Night è tornata
nuovamente al film di finzione.
filmografia/filmography
1980 Flame Top
1983 250 Grams
1985 Da Capo
1991 Mysterion
1993 Tanjuska and the 7 Devils
director’s statement
nota di regia
“Concrete Night non è un film sui massacri scolastici,
sugli assassini di massa o sui fratelli ceceni a
Boston. È un film su una giovane mente che è stata
distrutta molto tempo prima che la misantropia
onnicomprensiva potesse influire su di essa. È un
film sulla metafisica delle coincidenze in un mondo
in cui, accecati dalla nostra delirante onnipotenza,
crediamo di poter controllare e dunque distruggere.
Il protagonista del film, il quattordicenne Simo,
rappresenta il lato fragile e sensibile che riflette
tutti i segnali che lo circondano. Simo, incapace di
distorcere ciò che vede o di cambiarlo in qualcosa
di più piacevole, vede il mondo chiaramente,
così com’è. La vita è insopportabile se vista senza
filtri. Gli esseri umani non possono vivere in quel
modo. Essere adulti significa costruire muri per
proteggersi.”
52
“Concrete Night is not a film about school killings,
mass murderers or the Chechen brothers in Boston.
It’s a film about a young mind that was shattered long
before the all-encompassing misanthropy may have
got a hold of it. This is a film about the metaphysics
of coincidences in a world which we, blinded by our
delusional omnipotence, think we have control over
and thus the ability to destroy. The protagonist of
the film, 14-year-old Simo, is the fragile and sensitive
surface reflecting all the rumblings that take place
around him. Simo, lacking the ability to distort what
he sees or change it to something more pleasing
to him, sees the world accurately, just as it is. Life is
unbearable when seen without a filter. Humans can’t
live that way. Being an adult means building walls to
protect one’s self.”
1996 Atman
1998 Fire-Eater
2004 The 3 Rooms of Melancholia
2009 ITO – A Diary of an Urban Priest
2013 Concrete Night
premi e festival/ awards and festivals
2013 Toronto IFF -Master Series
2013 St. Petersburg IFF - Competition
2013 Warsaw IFF – Competition
2013 Thessaloniki IFF
2013 PÖFF – Tallinn Black Nights FF
2014 Rotterdam IFF
2014 Göteborg IFF - Dragon Award Competition
She is a highly established director, cinematographer
and screenwriter, who has won countless awards. She
directed several feature films in the 1970’s and 80’s
together with Pekka Lehto, e.g. Flame Top in Cannes
competition 1980. In the 1990’s she continued alone
and turned to feature documentaries, directing the
prize winning The Trilogy of the Sacred and the
Satanic (Mysterion, Tanjuska and the 7 Devils and
Atman). She has also directed the stunningly beautiful
The 3 Rooms of Melancholia. The film is still one of
the most award winning feature documentaries ever.
She was then invited to Japan to direct a film in Tokyo
coming out with her film ITO – A Diary of an Urban
Priest. She has had well over twenty retrospectives
of her work worldwide, acted as a member of several
international juries and is actively giving international
master classes. With Concrete Night she is back to
feature fiction again.
53
FILM IN CONCORSO: NORWAY
2014 – DCP 2k – colore - 75’
LETTER TO THE KING
Brev Til Kongen
54
Regia Direction: Hisham Zaman
Sceneggiatura Screenplay:
Hisham Zaman, Mehmet Aktas
Cinematografia Cinematography:
Marius Matzow Gulbrandsen
Montaggio Editing: Sverrir Kristjansson,
Inger Lise Langfeldt, Arild Tryggestad
Scenografia Set design: Aasmund Stemme
Musica Music: David Reyes
Suono Sound: Stephan von Hase
Costumi Costume: Bente Ulvik
Interpreti Cast: Alibag Salimi, Ivan
Anderson, Nazmi Kirik, Hassan Demirci,
Zheer Ahmed Qader, Amin Senatorzade, Raouf Saraj, Derin Kader, Aysha Gul
Taghanah, Catherine Elisabeth Howells,
Bodil Osvold, Kenan Özcar, Iselin D.
Brandt Bestvold, Ilker Abay
Produttori Producers: Alan R. Milligan,
Hisham Zaman
Produzione Production: Film Farms
Nordre Tasken Gård
Tasken 5, 1580 Rygge
T. +47 9285 9197
info@film-farms.com
55
NORWAY - LETTER TO THE KING Brev Til Kongen
il regista the director
sinossi
synopsis
HISHAM ZAMAN
Letter to the King descrive la storia di cinque
persone che incontrano la Norvegia al di fuori
del campo profughi. Hanno avuto il permesso di
lasciare l’innevata terra di nessuno per una gita a
Oslo, un gradito cambiamento all’interno di una
vita monotona. Ma ben presto realizziamo che tutti
viaggiano con uno scopo.
Tutti e cinque si confronteranno con il proprio
destino, scoprono la felicità, soffrono l’umiliazione,
trovano l’amore e chiedono vendetta.
Le cinque storie sono legate insieme da una lettera,
scritta dall’83enne Mirza. Mirza la vuole consegnare
personalmente al Re di Norvegia.
Letter to the King portrays five peoples meeting with
Norway outside the refugee camp. They are given
permission to leave the snowy no mans land and
travel to Oslo, a welcome change in an otherwise
monotenous life. But we soon realise that all of them
have a purpose with this trip.
All five will be confronted by their destinies as they
discover happinness, suffer humiliation, find love and
seek revenge.
The five stories are bound together by a letter, written
by eighty-three year old Mirza. Mirza wants to
personally hand the letter to the King of Norway.
Si è laureato alla Norwegian Film School a
Lillehammer nel 2004. Il suo cortometraggio The
Bridge (2003), realizzato in collaborazione con i
suoi colleghi universitari e finanziato privatamente,
ha vinto il Norwegian Playwright’s Association’s
Award come migliore sceneggiatura al Norwegian
Short FF nel 2003, e il suo film di diploma The Roof
(2004) è stato presentato e proiettato in vari festival
internazionali. Senza dubbio il film della svolta è
Bawke (2005) che ha riscosso successo nel circuito
internazionale dei festival e ha ricevuto più di 40
premi nazionali e internazionali. Nel 2007 ha diretto
un altro cortometraggio degno di nota,il dramma
comico Winterland (2007), una storia affettuosa e
spiritosa sulla diaspora di un rifugiato curdo. Nel
2013 Hisham Zaman ha lanciato il suo primo film
Before Snowfall.
filmografia/filmography
2003 Broen (The Bridge)
director’s statement
nota di regia
“Il film è una storia inventata, ispirata alla realtà e a
elementi autentici. Ho scritto la sceneggiatura con
Mehmet Aktas, un curdo proveniente dalla Turchia
che vive a Berlino. Ho inoltre scelto degli attori non
professionisti dai quali ho appreso tanto, come
fraseggiare e travestirsi per enfatizzare la sincerità.
Avevo già lavorato con la maggior parte di essi (…)
ci sono momenti drammatici, a volte una grande
tensione tra i personaggi perché sono molto
diversi: il più giovane ha 15 anni, il più anziano ne
ha 83. La durezza, o piuttosto la tenacia, dei miei
personaggi deriva dalle loro motivazioni. Alcuni di
essi accettano le proprie vite così come sono, altri
invece combattono le avversità, vada come vada.
Ma nel mio film c’è anche leggerezza e umorismo:
spesso nascono dall’assurdità delle situazioni. C’è
anche tenerezza. Vorrei far riflettere lo spettatore
sul nostro comportamento (…)”.
56
“The film is a fiction that is inspired by reality and
authentic elements. I wrote the screenplay with
Mehmet Aktaş, a Kurd from Turkey who lives in Berlin.
I furthermore chose amateur actors from whom I
borrowed a lot, such as phrasing and clothing, to
emphasize the truthfulness. I had worked with most
of them before. (…) there are dramatic moments,
sometimes a great tension between the characters,
because they are very different: the youngest is 15
years old, the oldest 83. The severity, or tenacity rather,
of my characters comes from their motivations. Some
of them accept their lives as they are, others would
rather fight adversity. Come what may. But lightness
and humour are also present in my film: they are often
born from the absurdity of the situations. There is
tenderness too. I would like to bring the spectator to
think about our behaviour (…).”
2005 Bawke (Bawke)
2007 Vinterland (Winterland)
2009 De andre (The Other Ones)
2013 Før snøen faller (Before Snowfall)
2014 Brev til Kongen (Letter to the King)
premi e festival/ awards and festivals
2014 Göteborg IFF: Dragon Award al Miglior Film Nordico
to the Best Nordic Film
2014 Tromsø IFF
Graduated from The Norwegian Film School at
Lillehammer in 2004. His short film The Bridge (2003),
made in collaboration with fellow students and
financed privately, won The Norwegian Playwright’s
Association’s Award for Best Screenplay at the
Norwegian Short FF 2003, and his diploma film The
Roof (2004) was invited to, and screened at, several
international film festivals. Arguably his breakthrough
film, Bawke (2005) became a hit on the international
festival circuit, and has received more than 40 national
and international awards. In 2007 he directed another
noteworthy short film; the comedic drama Winterland
(2007), a warm and humorous diaspora-story about a
Kurdish refugee. In 2013 Hisham Zaman is releasing
his debut feature film Before Snowfall.
57
FILM IN CONCORSO: TURKEY, GERMANY, THE NETHERLANDS
2014 – DCP – colore - 102’
LIFELONG
Hayatboyu
58
Regia Direction: Asli Özge
Sceneggiatura Screenplay: Asli Özge
Cinematografia Cinematography:
Emre Erkmen
Montaggio Editing: Aslı Özge,
Natali Barrey
Scenografia Set Design: Yeşim Bakırküre
Costumi Costumes: Nahide Büyükkaymakçi
Interpreti Cast: Defne Halman, Hakan
Çİmenser, Gİzem Akman, Onur Dİkmen
Produttore Producer: Nadir Öperli
Produzione Production: Bulut Film in
co-production with Razor Film, Augustus
Film, Kaliber Film, The Post Republic,
Sodamedya Interactive
World Sales: Films Boutique
59
TURKEY, GERMANY, THE NETHERLANDS: LIFELONG Hayatboyu
sinossi
synopsis
ASLI ÖZGE
Ela è un’artista stimata, Can è un architetto di
successo. Vivono insieme in una casa elegante che
Can aveva progettato per loro, in uno dei quartieri
più prestigiosi di Istanbul. Sebbene non ci sia più
molta passione nel loro rapporto, il rispetto e la
stima reciproca mantengono salda la loro unione
finché Ela non ascolta per caso una conversazione
telefonica di Can…e la comoda vita di Ela viene
rapidamente oscurata dalla diffidenza. Sebbene
lei sia profondamente sconvolta, ha paura ad
ammetterlo. Per un po’ di tempo la vera felicità e
l’autostima hanno assunto un ruolo secondario
rispetto alla comodità e alla sicurezza. Entrambi
entrano in completa negazione. La loro disillusione,
tuttavia, diventa evidente quando Ela sviluppa
sintomi somatici, portando in superficie il suo
sentirsi intrappolata. Il matrimonio sta arrivando
al capolinea ed Ela è alle prese con una difficile
decisione.
Ela is a respected artist, Can is a successful architect.
They live in a stylish house Can designed for them,
in one of Istanbul’s most prestigious neighborhoods.
Though the passion has mostly gone out of their
relationship, mutual respect and admiration keep
their union afloat. That is, until Ela overhears one of
Can’s phone conversations... Ela’s cushy life is quickly
overshadowed by mistrust. Though she is deeply
shaken, she is afraid to acknowledge it. For a little
while, true happiness and self-respect take a back seat
to comfort and security. Both go into complete denial.
Their disillusionment, however, becomes apparent
when Ela develops somatic symptoms, bringing her
feelings of entrapment to the surface. The marriage is
teetering on the edge and Ela struggles with a huge
decision.
Aslı Özge è nata a Istanbul nel 1975 e vive a Berlino
dal 2000. Il suo primo film Men on the Bridge (2009)
è stato presentato ai Festival di Locarno e Toronto
e ha vinto come Miglior Film ai Festival del Cinema
di Istanbul, Adana, Ankara e Londra. Il film è stato
distribuito in molti paesi compresi Germania,
Regno Unito, Stati Uniti (Museo di Arte Moderna di
New York), Olanda, Turchia ed è stato presentato in
circa 40 festival. Di recente la regista ha terminato il
suo secondo film Lifelong presentato al Panorama
Special della Berlinale di quest’anno. Attualmente
Özge sta preparando il suo nuovo film All of a
Sudden presentato al Mercato di Co-produzione
della 63esima edizione del Berlinale.
nota di regia
“(…) Mentre fornivo elementi sulle loro vite,
anziché focalizzarmi su cosa mostravano agli
altri e a se stessi, ho provato a focalizzarmi su ciò
che stavano cercando di nascondere. Dei pianosequenza hanno permesso delle complesse messe
in scena, che a loro volta hanno reso possibile al
pubblico trascorrere più tempo con i personaggi,
identificandosi maggiormente con i loro
cambiamenti emotivi. In alcune scene questo viene
amplificato con un indistinto e furtivo movimento
di “zoom in” per osservare meglio i personaggi.
In generale, a me non importa quanto abbia
lavorato prima sul testo, ho la tendenza a cambiarlo
mentre giro. Mi piace improvvisare adattandomi
agli elementi di sorpresa, alle coincidenze e ai
contrattempi durante le riprese. In questo senso
credo che le scene lunghe diano maggiore spazio
agli attori per recitare meglio”.
filmografia/filmography
1996 Lıttle Frosh (short)
1997 Actually (short)
1998 3 etc (short)
1999 Quırck (short)
2000 Capıtal C (short)
director’s statement
60
la regista the director
“(...) While providing segments from their lives,
instead of focusing on what they show to others and
each other, I tried to focus on what they were trying
to hide. Here, sequence shots allowed for complex
mise-en-scenes, which in turn made it possible for the
audience to spend more time with the characters, to
identify more with their emotional changes. In some
scenes, this is augmented by an indistinct, sneaky
‘zoom in’ movement to observe the characters better.
Generally speaking, no matter how much I worked on
the script beforehand, I have a tendency to change
it in shooting. I like improvisations and adapting to
surprise elements, coincidences and the unforeseen
mishaps during filming. In this sense, I believe that
long shots provide more room for the actors to
perform better.”
2003 Bıraz Nİsan (Little Bit of April)
2005 Hesperos’un Çömezlerİ (Hesperos’ Apprentices, doc)
2009 Köprüdekİler (Men on the Bridge)
2013 Hayatboyu (Lifelong)
In sviluppo In development
All of a Sudden
Asphyxia
Aslı Özge was born in Istanbul in 1975 and has been
living in Berlin since 2000. Her first theatrical feature
Men on the Bridge (2009) premiered internationally
at the Locarno and Toronto FF and won the Best Film
awards at the Istanbul, Adana, Ankara and London FF.
The film was released in several countries including
Germany, the UK, USA (MoMA NYC), the Netherlands,
and Turkey and has been shown at around 40 film
festivals. She recently finished her second feature
Lifelong, which is presented in Panorama Special at
this year’s Berlinale. Özge is currently preparing her
new film All of a Sudden which is presented in the CoProduction Market of 63rd Berlinale.
premi e festival/ awards and festivals
2013 Berlinale - Panorama Special
2013 Paris Cinema
2013 Istanbul IFF: Miglior Regista, Fotografia Best Director,
Cinematography
61
FILM IN CONCORSO: AUSTRIA
2014 – DCP – colore - 98’
MACONDO
62
Regia Direction: Sudabeh Mortezai
Sceneggiatura Screenplay: Sudabeh
Mortezai
Cinematografia Cinematography:
Klemens Hufnagl
Montaggio Editing: Oliver Neumann
Scenografia Set design: Julia Libiseller
Suono Sound: Atanas Tcholakov
Costumi Costumes: Carola Pizzini
Interpreti Cast: Ramasan Minkailov,
Aslan Elbiev, Kheda Gazieva, Rosa
Minkailova, Iman Nasuhanowa, Askhab
Umaev, Hamsat Nasuhanov, Champascha Sadulajev
Produttori Producers: Oliver Neumann,
Sabine Moser
Produzione Production: FreibeuterFilm
World Sales: Films Boutique
63
AUSTRIA- MACONDO
la regista the director
sinossi
synopsis
SUDABEH MORTEZAI
Ramasan ha molte responsabilità per essere un
bambino di 11 anni. Nella società tradizionale
cecena è ora considerato l’uomo di casa, che deve
prendersi cura della madre e delle due sorelline più
piccole. Il suo mondo ruota attorno a Macondo, un
difficile quartiere etnico nelle periferie industriali
di Vienna. Ramasan parla il tedesco molto meglio
della madre Aminat, e spesso le fa da interprete
nelle questioni riguardanti la scuola e i servizi
sociali. Aminat sta ancora cercando di superare
la morte del marito, la fuga dalla Cecenia e di far
quadrare i conti da madre single e straniera in una
nuova società. Il confinato mondo di Ramasan viene
sconvolto dall’arrivo di Isa, ex commilitone del
padre, che si trasferisce in una residenza popolare.
Questo incontro suscita l’interesse di Ramasan nei
confronti del padre e cerca così la compagnia di
Isa, ma lo straniero continua a non svelare nulla
del passato. Pian paino Isa si apre e tra i due si crea
un legame che aiuterà Ramasan ad affrontare e
superare la sua peggior paura…
Ramasan has a lot of responsibility for an 11-year-old.
In traditional Chechen society, he is now considered
the man of the house in charge of his mother and two
younger sisters. His world is now centered in Macondo,
a tough ethnic neighborhood in the industrial
suburbs of Vienna. Ramasan speaks German
much better than his mother Aminat, and he often
translates for her regarding school and government
welfare matters. Aminat is still coping with having lost
her husband, fleeing Chechnya and trying to make
ends meet as a single mother and foreigner in a new
society. Ramasan’s confined world is disrupted when
Isa, his father’s war buddy, moves into the low-income
housing complex. This encounter awakens Ramasan’s
interest in his father. He seeks Isa’s company, but
the outsider remains secretive about the past. Isa
gradually opens up and a bond evolves between them
that helps young Ramasan face and overcome his
worst fear...
Nata nel 1968 a Ludwigsburg, in Germania, da
genitori iraniani, Sudabeh cresce tra Tehran e
Vienna. Nel 1994 ottiene il dottorato in studi sul
teatro e cinema presso l’Università di Vienna. Dopo
aver completato il programma di studi sul cinema,
la TV e i media digitali dello spettacolo presso
l’UCLA nel 2003, Sudabeh ha lavorato come aiuto
regista e direttore di produzione e ha diretto diversi
cortometraggi prima del suo film documentario
Children of the Prophet. Nel 2007 è co-fondatore
del FreibeuterFilm. Macondo è il suo primo film di
finzione.
“(…) L’infanzia è un momento importante dove
tutto può ancora succedere. Quando arrivai in
Austria, conoscevo già il tedesco, quindi non ebbi
molti problemi di integrazione, come di solito
accade quando ci si trasferisce in un nuovo paese,
ma, nonostante siano trascorsi molti anni, ho
ancora la sensazione di non essere accettata dalla
maggior parte della popolazione. (…)
Inoltre ho dovuto confrontarmi con qualcosa
che riguarda molti bambini emigrati o in fuga da
un paese: dover crescere troppo velocemente. I
bambini imparano la lingua del paese ospitante più
velocemente rispetto ai loro genitori traumatizzati e
assumono il ruolo di intermediari. È un’opportunità,
ma implica di conseguenza troppe responsabilità
troppo presto, e per un bambino è un grosso
peso. Gli psicologi chiamano questo fenomeno
parentificazione.”
64
2006 Children of the Prophet (doc)
2009 Im Bazar der Geschlechter (In the Bazaar of Sexes, doc)
2014 Macondo
premi e festival/ awards and festivals
2014 Berlinale – Concorso Competition
2014 Hong Kong IFF
director’s statement
nota di regia
filmografia/filmography
Born 1968 in Ludwigsburg, Germany, to Iranian
parents, Sudabeh grew up in Tehran and Vienna.
She received her MA in theater and film studies from
the University of Vienna in 1994. After completing
UCLA’s certificate program in Film, TV, and Digital
Entertainment Media in 2003, Sudabeh worked as
an assistant director and production manager and
directed several short films before making her featurelength documentary Children of the Prophet. 2007
co-founder of FreibeuterFilm. Macondo is her fiction
debut.
“(...) Childhood is such an essential moment in time
where so many possibilities still lie ahead. I already
knew German when I came to Austria, so I didn’t have
a lot of the integration problems one typically has
in a new country, but for many years I still had the
feeling of not being accepted by the majority of the
population. (...)
I was also interested in something that many children
who have emigrated or fled from a country are
confronted with: being forced to grow up too quickly.
They learn the language of the host country faster
than their often traumatized parents and assume
the role of a go-between. It’s an opportunity, but as a
result they have to take on too much responsibility too
soon. That is a heavy burden for a child. Psychologists
call this phenomenon parentification.”
65
FILM IN CONCORSO: SLOVAK REPUBLIC, CZECH REPUBLIC
2013 – DCP – colore - 78’
MIRACLE
Zázrak
66
Regia Direction: Juraj Lehotský
Sceneggiatura Screenplay: Juraj
Lehotský, Marek Leščák
Cinematografia Cinematography:
Noro Hudec, ASK
Montaggio Editing: Marek Šulík
Scenografia Set design: Juraj Fábry
Musica Music: Martin Burlas
Costumi Costumes: Erika Gadus
Interpreti Cast: Michaela Bendulová,
Robert Roth, Venuša Kalejová, Lenka
Habrunová, Kika Potočná, Žaneta
Polhošová, Sandra Radičová, Dominika
Kmeťová, Katarína Feldeková,
Peter Slivovský, Ľudovít Kállay,
Zuzana Struhárová
Produttori Producers: Marko Škop, Ján
Meliš, Petr Oukropec, Pavel Strnad
Produzione Production: Artileria
Drobného 23, 841 01 Bratislava, Slovak
Republic
T. +421 903 789 198
artileria@artileria.sk
Negativ, Česká televize
67
SLOVAK REPUBLIC, CZECH REPUBLIC - MIRACLE Zázrak
sinossi
synopsis
JURAJ LEHOTSKÝ
Le ragazze hanno quattordici e quindici anni e
hanno già fatto più esperienze rispetto alla maggior
parte degli adulti. Hanno marinato la scuola, sono
fuggite da casa, si sono prostituite, drogate, hanno
vissuto per strada e hanno avuto fallimenti nella vita
amorosa, nonostante siano ancora delle bambine.
Le loro famiglie sono sgretolate e conducono delle
vite sregolate. Ragazze come loro affollano i centri
di rieducazione.
Ela ha il viso di una bambina, ma il suo corpo è
molto femminile nonostante l’età. La prima sera,
successiva al suo ingresso in un centro rieducativo
in cui l’ha portata la madre, deve salire su un
palco improvvisato per partecipare alla cosiddetta
confessione pubblica. Sappiamo che ha avuto
un fidanzato trentenne Roby che incontrava
regolarmente e col quale viveva quando è fuggita di
casa. Ela lo ama, ma non le è concesso contattarlo,
decide così di fuggire dal centro durante una festa
di capodanno.
The girls are fourteen and fifteen years old and have
already experienced more than most adults. Truancy,
escapes from home, prostitution, drugs, life on the
streets and misguided loves, even though they are still
children. They have incomplete families and botched
up lives. Re-education centres are full of them.
Ela has a child’s face, but her body is very feminine
despite her age. The first evening after her mother
drives her to the re-education centre, she has to stand
on an impromptu stage where she is subjected to the
so-called public confession. We learn that she had a
thirty-year-old boyfriend Roby who she met regularly
and lived with when she ran away from home. Ela
loves him, but she is not allowed to contact him. She
decides to run away from the centre during the New
Year’s Eve disco.
Juraj Lehotský (nato a Bratislava nel 1975) si è
laureato in fotografia alla Higher Art and Crafts
School (1994) e in regia di film documentari presso
l’Academy of Performing Arts (2000), entrambe a
Bratislava. Ha girato i documentari brevi The Quiet
World of Jožka Baláž (1995), We’ll Perform, We’ll
Graduate (1996), A Funeral Is Actually a Premiere
(1997), Unwanted Children (1998), Twins (1999),
I Didn’t Know I’d Love You So Much (2000) and
Interview (2001). Il suo primo lungometraggio, il
documentario Blind Loves (2008), presentato in
anteprima nella sezione Directors’ Fortnight del
Festival del Cinema di Cannes del 2009, è stato
successivamente proiettato e premiato in diversi
festival del cinema internazionali. Lo stesso anno,
Karlovy Vary ha accettato il film nella sezione dei
documentari in concorso.
Miracle è il primo film del regista.
nota di regia
“Mi piace svelare nuove vite, altre vite e penso al
loro scopo e cerco il loro valore. Per questo film
mi sono ispirato a una ragazza che ho incontrato.
Era solo una bambina e le era crollato addosso il
mondo intero. La giovane ragazza non ha ancora
smesso di essere una bambina e ha perso tutto ciò
che amava – tutto ciò che faceva parte della sua
infanzia, discoteche, sogni infantili e il suo primo
amore. Sta iniziando a vivere una vita per la quale
non è preparata…Volevo vedere la sua vita così
come era…vivere la sua vita con il suo piccolo
segreto…con assoluta semplicità e mediocrità…
volevo esserle vicino…”
68
il regista the director
filmografia/filmography
1995 Tichý svet Jožka Baláža (Silent world of Jozko Balaz,
short)
1996 Budeme mať výkony, budeme mať diplomy (With
Enough Effort We´ll Have Diplomas, short)
1997 Pohreb je vlastne premiéra (A Funeral is Actually a
director’s statement
“I like to reveal new lives, other lives and I think about
their purpose and search for their value. The film was
inspired by a girl that I met. She was just a child and
her whole world had collapsed around her. The young
girl has not yet stopped being a child and she loses
everything she loved – whatever was a part of her
childhood, discos, childhood dreams and her first love.
She is starting to live a life she has not been prepared
for… I wanted to see her life as it was... to live her life
with her own little secret… in absolute simplicity and
mediocrity… I wanted to be close to her…”
Premiere, short)
1998 Nechcené deti (Unwanted Children, short)
1999 Dvojičky (Twins, short)
2000 Nevedel som, že ťa budem mať tak rád (I Wouldn´t Tell
I would Love You so Much, short)
2001 Rozhovor (Interview, short)
1999-2008 Profiles of: Juraj Kukura, Martin Hollý, Milan
Lasica, Miroslav Marcelli, Jozef Gertli Danglár, Ján Lehotský
2008 Slepé lásky (Blind loves, doc)
2013 Zázrak (Miracle)
premi e festival/ awards and festivals
2013 Karlovy Vary FF – East of the West: Menzione Speciale
Special Mention
Juraj Lehotský (b. 1975, Bratislava) graduated in
photography at the Higher Art and Crafts (1994) and
in documentary film direction from the Academy of
Performing Arts (2000), both in Bratislava . He shot
the short documentaries The Quiet World of Jožka
Baláž (1995), We’ll Perform, We’ll Graduate (1996),
A Funeral Is Actually a Premiere (1997), Unwanted
Children (1998), Twins (1999), I Didn’t Know I’d
Love You So Much (2000) and Interview (2001).
His first feature-length film, the documentary Blind
Loves (2008), premiered in 2009 in the Directors’
Fortnight section of the Cannes IFF and was
subsequently screened and awarded at a number
of other international film festivals. That same year,
Karlovy Vary accepted the film in its documentary
competition.
Miracle is the director’s feature debut.
69
FILM IN CONCORSO: FRANCE
2013 – DCP – colore e b&n - 124’
ONE OF A KIND
Mon âme par toi guérie
70
Regia Direction: François Dupeyron
Sceneggiatura Screenplay: François
Dupeyron from his novel dal suo romanzo
Chacun pour soi, Dieu s’en fout
Cinematografia Cinematography:
Yves Angelo
Montaggio Editing: Dominique Faysse
Suono Sound: François Maurel,
Armelle Mahé
Costumi Costumes: Catherine Bouchard
Interpreti Cast: Grégory Gadebois, Céline
Sallette, Jean-Pierre Darroussin, Marie
Payen, Philippe Rebbot, Marie Pratali,
Agathe Dronne, Nathalie Boutefeu,
Stephan Wojtowicz, Anthony Paliotti
Produttore Producer: Paulo Branco
Produzione Production: Alfama Films
World Sales: Kinology
71
FRANCE - ONE OF A KIND Mon âme par toi guérie
il regista the director
sinossi
synopsis
FRANÇOIS DUPEYRON
Fredi ha perso la madre…
Lei gli ha dato un dono.
Lui non ne vuole sentir parlare ma è costretto e
obbligato a riconoscere il fatto che le sue mani
guariscono…
Si domanda.
Da dove proviene questo dono?
Non importa, lo accetta…
Fredi lost his mother...
She gave him a gift.
He doesn’t want to hear about it but he’s compelled
and forced to recognize that his hands heal...
He wonders.
Where does this gift come from?
Never mind, he accepts it…
nota di regia
director’s statement
“(…) Lavorare con questa nuova generazione di
attori è assolutamente incredibile per persone
come me, perché sono giovani, di talento e hanno
capito tutto – senza necessariamente esprimerlo
come faccio io. Sono un po’ come i bambini di due
o tre anni che sanno istintivamente comporre un
numero di telefono e scrivere al computer. Con loro
è immediato. Mentre mi ci sono voluti trent’anni per
arrivarci. Loro sono pieni di vita e creatività, quindi
non dobbiamo limitarli. (…) Nei crediti, non scrivo
“Cinematografia di…” bensì “Filmato da…”. Con lui
è una discussione tra due registi. Non parlo a un
direttore della fotografia. È la nostra storia. Una
volta che ho proceduto con la prima sistemazione
degli attori, Yves prende la macchina da presa e
inizia a filmare, senza che io debba sistemare la
luce o capire esattamente cosa stia per fare. Come
me quando scrivo. Lui è favoloso, quindi lo lascio
fare e spesso proprio a partire da questo preciso
momento noi tutti facciamo centro. (…)”
“(...) Working with this new generation of actors is
absolutely amazing for people like me because they’re
young, talented and they’ve understood everything without necessarily expressing it like me. They are a bit
like two or three years-old children who instinctively
know how to dial on a phone or type on a computer.
With them, it’s immediate. Whereas it took me thirty
years to get there. They are full of life and creativity so
we have to avoid putting them in restricted boxes. (…)
In the credits, I don’t put “Cinematography by…” but
“Filmed by…”. It’s a discussion between two directors
with him. I don’t speak to a cinematographer.
It’s our story. Once I have proceeded to the first
implementation with the actors, Yves takes the
camera and starts to film, without me having to adjust
the light or knowing what he is exactly going to do.
Like me when I write. He’s fabulous, so I let him do and
it’s often from this very precise moment that we all find
our marks. (...)”
Regista, sceneggiatore, scrittore e produttore, è
nato a Tartas, in Aquitania, nel 1950 e si è diplomato
in regia all’IDEHC. Cofondatore del collettivo di
cinema militante Cinélutte, si fa notare con i corti
La Nuit du hibou e Lamento vincendo il César nelle
categorie documentario e finzione. Nel ‘88 gira il suo
primo lungo Drôle d’endroit pour une rencontre, con
la coppia Deneuve e Depardieu, candidato ai César
come miglior opera prima. Dopo Un coeur qui bat,
La Machine e C’est quoi la vie? con Eric Caravaca, è in
concorso a Cannes con La Chambre des officiers. Gira
la piéce di Eric-Emmanuel Schmitt Monsieur Ibrahim
et les fleurs du Coran, poi Inguelezi, sull’immigrazione
clandestina, Aide-toi, le ciel t’aidera e Trésor.
filmografia/filmography
1988 Lamento
1988 Drôle d’endroit pour une rencontre (Strange Place for
an Encounter)
1991 Un coeur qui bat (A Beating Heart)
1994 La machine (The Machine)
1999 C’est quoi la vie? (What’s Life?)
2001 La chambre des officiers (The Officer’s Ward)
2003 Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran (Monsieur
Ibrahim)
2003 Inguélézi
2008 Aide-toi le ciel t’aidera (With a Little Help from Myself)
2009 Trésor
2013 Mon âme par toi guérie (One of a Kind)
premi e festival/ awards and festivals
Director, scriptwriter, writer and producer, he was
born in Tartas, in Aquitaine, in 1950 and graduated in
direction from the IDHEC. Co-founder of the collective
of Cinélutte militant cinema, he became famous with
the shorts La Nuit du hibou and Lamento winning the
César Award respectively for best short documentary
film and best short fiction film. In 1988 he shoots his
first feature film Drôle d’endroit pour une rencontre,
with the couple Deneuve and Depardieu, nominated
at the César Awards for best debut film. After Un coeur
qui bat, La Machine and C’est quoi la vie? with Eric
Caravaca, he competed at Cannes Film Festival with
La Chambre des officiers. He shoots Eric-Emmanuel
Schmitt’s piece Monsieur Ibrahim et les fleurs du
Coran, then Inguelezi, about illegal immigration,
Aide-toi, le ciel t’aidera and Trésor.
2013 San Sebastian IFF – Concorso Competition
2013 Tokyo IFF
2013 Morelia IFF
2014 Palm Springs IFF
2014 Ecrans d’hiver – Institut Français de Vilnius
2014 Semaine du cinéma français – Institut Français de Rabat
2014 COLCOA – Los Angeles
72
73
FILM IN CONCORSO: GREECE, GERMANY
2013 – DCP – colore - 105’
SEPTEMBER
74
Regia Direction: Penny Panayotopoulou
Sceneggiatura Screenplay: Kallia
Papadaki, Penny Panayotopoulou
Cinematografia Cinematography:
Giorgos Michelis
Montaggio Editing: Petar Markovic
Scenografia Set design: Lili Kendaka
Musica Music: Giorgos Zachariou
Interpreti Cast: Kora Karvouni, Maria
Skoula, Nikos Diamantis
Produttori Producers: Penny
Panayotopoulou, Thanassis Karathanos
Produzione Production: Penny
Panayotopoulou Productions
75
GREECE, GERMANY - SEPTEMBER
il regista the director
sinossi
synopsis
PENNY PANAYOTOPOULOU
Anna, trentenne e taciturna, vive in un piccolo
appartamento con il suo cane Manu, che per lei è
tutto. Dopo un doloroso incidente che sconvolge
la sua vita attentamente protetta e appartata, la
donna solitaria si lega a Sofia e alla sua famiglia,
una donna felicemente sposata e madre di due
figli. I tentativi di Anna di comunicare il suo dolore
e la sua solitudine pian piano aumentano sfociando
in un’ossessionata richiesta di continuo affetto e
accettazione.
Taciturn thirtysomething Anna lives in a small flat
with her dog Manu, who means everything to her.
After a distressing incident which disrupts her carefully
guarded, secluded life, the solitary woman attaches
herself to Sofia and her family, a happily married
woman and mother of two children. Anna’s attempts
to communicate her pain and loneliness gradually
grow into the obsession of an individual persistently
demanding love and acceptance.
nota di regia
director’s statement
“Avendo lavorato per diversi anni su documentari
antropocentrici e creativi, ho imparato che le
persone, mentre narrano le loro storie, raccontano
anche un’altra storia, della quale non sono spesso
coscienti. E molto spesso, l’altra storia è quella più
importante. Questo è ciò che cerco di ottenere
quando leggo un libro, scrivo un copione, preparo
un film. Cerco di collocare degli spiragli nella storia,
i luoghi in cui arriva la luce e illumina ciò che non
viene detto. Ed è ciò che ho cercato di fare in
September.
I personaggi di September testano i loro limiti, i loro
confini psicologici perseverando nell’amore, nella
fede e nell’appartenenza. Il film è sull’“educazione
sentimentale” di alcune persone – sull’educazione
sentimentale di Anna. L’obiettivo è sempre la gioia
di vivere. E la vita sgorga da ogni piccola cosa, da
ogni piccolo angolo”.
“Having worked for years on anthropocentric, creative
documentaries, I learnt that people, whilst narrating
their stories, also recount another story, one they
are often not conscious of. And more often than not,
that other story is the more important one. This is
what I try to achieve when reading a book, writing a
script, preparing for a film. I try to locate the cracks
in the story, the places where the light comes in and
shines on what is not said. That’s what I tried to do in
September.
Characters in September test their limits, their
psychological boundaries by trying out perseverance
in love, faith and belonging. The film is about some
people’s “sentimental education” – about Anna’s
sentimental education. The goal is always the joy of
life. And life
is gushing from every little thing, from every little
corner.”
La regista, produttrice, scrittrice. Nata ad Atene,
ha studiato legge e scienze politiche all’Università
di Atene. Successivamente si è trasferita a Londra
dove si è laureata in regia cinematografica presso
il Polytechnic of Central London (Università di
Westminster).
I suoi cortometraggi hanno vinto molti premi e
hanno partecipato a diversi festival internazionali.
Il suo film debutto, Hard Goodbyes: My Father,
presentato in anteprima alla 55esima edizione del
Festival del Cinema di Locarno, ha vinto il Pardo
d’oro per il Migliore Attore e ha segnato l’inizio
di un’acclamata carriera internazionale. Il film ha
ricevuto diversi premi nei festival di tutto il mondo
ed è stato distribuito in molti paesi quali, tra gli
altri, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Giappone e la
Germania. Da allora, ha scritto, diretto e prodotto
numerosi documentari creativi. September è il suo
secondo film.
filmografia/filmography
1985 And if you Hear from my Louise (short)
76
1990 Still Life (short)
1988 Eldorado (short)
1996 Like Rain Like Hail (medium)
2002 Hard Goodbyes: My Father
2013 September
premi e festival/ awards and festivals
2013 Karlovy Vary IFF – Concorso Competition
2013 Toronto IFF
2013 Athens FF
2013 Hamburg FF
2013 Reykjavik IFF
2013 Mediterranean FF of Montpellier
2014 Mons International Love FF
2014 Belgrade FF
Director, Producer, Writer. Born in Athens, she studied
law and political sciences at the University of Athens.
She then moved to London, where she received
her BA in film directing from Polytechnic of Central
London (Univ. of Westminster). Her short films have
won many awards and participated in international
festivals. Her debut film, Hard Goodbyes: My Father,
premiered at 55th Locarno FF, won the Golden
Leopard for Best Actor and set out for an acclaimed
international career. The film received several prizes in
festivals around the world and has been theatrically
released in many countries world wide among others
US, UK, Japan, Germany. Since then she has been
writing directing and producing a number of creative
documentaries. September is her second feature film.
77
FILM IN CONCORSO: RUSSIA
2013 – DCP – colore - 90’
WINTER JOURNEY
Зимний Путь
78
Regia Direction: Sergei Taramaev, Liubov
Lvova
Sceneggiatura Screenplay: Sergei
Taramaev, Liubov Lvova
Cinematografia Cinematography:
Mikhail Krichman
Montaggio Editing: Egor Kirpichev
Scenografia Set design: Natalya Zimina
Interpreti Cast: Evgeny Tkachuk, Aleksei
Frandetti, Vladimir Mishukov, Dmitry
Mukhamadeev, Andrei Tsymbalov,
Aleksandr Alekseevsky, Igor
Voinorovsky, Valery Tkachuk, Sergei
Dorofeev, Natalya Pavlenkova
Produttore Producer: Dmitry Glukhov
Produzione Production: Mika Film
79
RUSSIA - WINTER JOURNEY Зимний Путь
i registi the directors
sinossi
synopsis
SERGEI TARAMAEV e LIUBOV LVOVA
Ispirato a Winterreise, il ciclo vocale tragico di
Schubert, il film parla della storia di Eric, un
talentuoso cantante di 21 anni, studente del
Conservatorio di Mosca. È solo, fragile e vulnerabile.
Ci ricorda i personaggi romantici del passato come
Artur Rembo, Kurt Cobain, Michael Fassbinder.
La storia si svolge in 3 giorni, prima di un importante
concorso canoro. Durante un viaggio in autobus,
Eric incontra Lyokha, un ragazzo di provincia di
23 anni che cattura l’attenzione di Eric con il suo
comportamento eccentrico, aggressivo e audace
causato, come Eric scoprirà successivamente, dalla
disperazione dovuta alla sua fatale malattia.
I due opposti si scontrano e sono attratti l’uno
dall’altro. Lyokha si caccia nei guai con la polizia
e i criminali e chiede aiuto al suo nuovo amico.
Eric è sopraffatto da improvvise emozioni a lui
sconosciute e da sentimenti che non riesce a
rifiutare. Questo rapporto conduce Eric al suo
ultimo viaggio invernale.
Inspired by Winterreise, Schubert tragic vocal cycle,
the film tells the story of Eric, a 21-year-old talented
singer student at the Moscow Conservatory. He
is lonely, fragile and vulnerable. He reminds us of
romantics of the past like Artur Rembo, Kurt Cobain,
Michael Fassbinder.
The story unfolds over 3 days before an important
vocal competition. During a bus ride Eric meets
Lyokha, a 23-year-old provincial guy who attracts
Eric’s attention by his eccentric, aggressive and
valiant behavior, caused, as Eric finds out later, by his
desperation due to his fatal sickness.
Two opposites collide and are attracted to each other.
Lyokha gets himself into real trouble with police and
criminals. He turns to his new friend for help. Eric,
overwhelmed by sudden unknown emotions and
feelings cannot refuse. This relationship leads Eric to
his last winter journey.
Sergey Taramaev è regista, sceneggiatore e attore.
Nato l’8 ottobre del 1958, laureato alla Russian
University of Theatre Arts (GITIS), ha lavorato come
attore nei migliori teatri di Mosca, è artista onorario
in Russia.
Luba Lvova è regista, sceneggiatrice, attrice e
pianista. Nata a Mosca, si è laureata alla Russian
University of Theatre Arts (GITIS), e ha recitato in
teatro.
Sono una straordinaria coppia sposata, dedita
all’arte.
Sergey Taramaev is a director, scriptwiter, actor.
Born on October, 8, 1958. Graduated from Russian
University of Theatre Arts (GITIS), worked as an actor
in best Moscow theatres, he is Honorary Artist of
Russia.
Luba Lvova is director, scriptwriter, actress, pianist.
She was born in Moscow, Graduated from The Russian
University of Theatre Arts (GITIS), Acted in theatre.
They are an extraordinary married couple, dedicated
to Art.
director’s statement
nota di regia
“Questo film parla della completa solitudine.
Abbiamo scritto questa sceneggiatura perché ci
sentiamo come il nostro personaggio principale. La
solitudine di un sognatore romantico è sconfinata.
Lui desidera fortemente la perfezione, ma sa che
la perfezione non può essere mai raggiunta. “Sono
arrivato come uno straniero, e come uno straniero
vado via” – queste parole aprono il ciclo di canzoni di
Schubert Winter Journey, il pezzo che canta il nostro
eroe. Non c’è giustizia, non c’è felicità in questo
mondo. La vita è effimera e illusoria; ed è proprio
questo senso di inafferrabilità che induce l’artista
alla creazione, a legarlo a tutti i grandi artisti, a tutti
i martiri che si sono fatti guidare dall’ispirazione che
sono arrivati prima di lui e che verranno dopo di lui;
sempre soli”.
“This is a film about utter loneliness. We wrote this
screenplay because we feel just like our central
character. The loneliness of a romantic dreamer
is boundless. He longs for perfection, but knows
perfection can never be attained. “As a stranger I
arrived, as a stranger I depart” – these words open
Schubert’s song cycle Winter Journey, the piece our
hero sings. There is no justice, no happiness in this
world. Life is fleeting and illusory; and it is this very
sense of unattainability that drives the artist to create,
that links him to all great creators, all martyrs to the
cause of inspiration who came before him and who
will come after him; always alone”.
filmografia/filmography
2013 Зимний Путь (Winter Journey)
premi e festival/ awards and festivals
2013 Window to Europe FF: Miglior Attore Best Actor, Premio
Associazione della Critica Russian Guild of Film Critics Award
2013 Russian FF, London: Gran Premio Leone di Londra
Grand Prix London Lion
2013 Gteborg IFF – Focus Russia
2013 Sputnik FF, Warsaw: Premio Speciale Special Prize
2013 Stalker Human Rights IFF, Moscow: Miglior Film Best Film
2013 Moscow Film Critics Guild Award “White Elefant”: Miglior Debutto Best Debut, Evgeny Tkachuk Miglior Attore
Best Actor
80
135
81
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO
CLAUDIA CARDINALE
OMAGGIO
IL BELL’ ANTONIO
LA VIACCIA
LA RAGAZZA CON LA VALIGIA
IL GATTOPARDO
LA RAGAZZA DI BUBE
GLI INDIFFERENTI
VAGHE STELLE DELL’ORSA
IL GIORNO DELLA CIVETTA
C’ERA UNA VOLTA IL WEST
CLARETTA
83
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
Claudia Cardinale biografia
Claudia Cardinale biography
PAOLO PERRONE
Italiana, di lingua francese, nata e cresciuta in Tunisia da una famiglia benestante di origine siciliana, Claudia
Cardinale inizia a recitare sin dai tempi del liceo. Notata nell’inquadratura che le dedica René Vautier nel suo
documentario Anneaux d’or, viene chiamata dal regista Jacques Baratier nel cast del film franco-tunisino I
giorni dell’amore (1958). Nello stesso periodo vince un concorso di bellezza organizzato per la Settimana del
Cinema Italiano a Tunisi, che la premia con un viaggio alla Mostra del Cinema di Venezia, dove le viene offerta
la possibilità di iscriversi al Centro Sperimentale. Superata qualche difficoltà con la lingua italiana, viene messa
sotto contratto dalla Vides di Franco Cristaldi, che la fa esordire nel cinema italiano con Mario Monicelli in I
soliti ignoti (1958). Il primo ruolo da protagonista arriva con Pietro Germi, in Un maledetto imbroglio (1959)
dal “Pasticciaccio” di Gadda. Nel 1960 lavora con autori come Mauro Bolognini (Il bell’Antonio), Citto Maselli
(I delfini), Luchino Visconti (Rocco e i suoi fratelli). L’anno successivo Bolognini la chiama accanto a Jean Paul
Belmondo in La Viaccia, mentre Valerio Zurlini le offre il suo primo ruolo importante in La ragazza con la valigia,
che le vale un David di Donatello Speciale. Nel 1962 è di nuovo con Bolognini in Senilità. La consacrazione
definitiva arriva nel 1963, quando, accanto a Burt Lancaster e Alain Delon, interpreta Angelica in Il gattopardo di
Luchino Visconti. Nello stesso anno vince il suo primo Nastro d’Argento, interpretando per Luigi Comencini La
ragazza di Bube, mentre Fellini le affida il ruolo di Claudia in 8 e ½ e Citto Maselli la chiama in Gli indifferenti. Sulla
scia di questi successi debutta ad Hollywood, diretta da Blake Edwards in La pantera rosa (1963), cui faranno
seguito, tra gli altri, Il circo e la sua grande avventura di Henry Hathaway (1964) con John Wayne e Rita Hayworth,
e I professionisti (1966) di Richard Brooks.
In Italia Visconti la vuole da protagonista in Vaghe stelle dell’Orsa (1964) ed è al fianco di Ugo Tognazzi ne
Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli (1964). Nel 1967, anno in cui sposa il produttore Franco Cristaldi,
interpreta il ruolo della moglie disperata in Il giorno della civetta di Damiano Damiani, che le vale il secondo
David. Nel 1968 è nel capolavoro western di Sergio Leone C’era una volta il West, mentre l’anno successivo la
troviamo accanto a Nino Manfredi in Nell’anno del Signore di Luigi Magni e in Le avventure di Gerard di Jerzy
Skolimowsky. Nel 1971 conquista il suo terzo David, recitando accanto a Alberto Sordi in Bello, onesto, emigrato
Australia sposerebbe compaesana illibata di Luigi Zampa. Dopo aver interpretato per Marco Ferreri L’udienza
(1972), nel 1974 interpreta I guappi, primo film per Pasquale Squitieri, che diventerà suo compagno l’anno
successivo e con il quale interpreterà, tra gli altri, anche Il prefetto di ferro (1977), Corleone (1978) e L’arma (1978),
che le vale il premio come Miglior Attrice al Festival di Belgrado. Dopo una serie di commedie, la troviamo tra gli
interpreti del Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli (1976) e in Si salvi chi vuole di Roberto Faenza (1980). Nel 1982
ottiene il secondo Nastro d’Argento, come Attrice Non Protagonista, per La pelle di Liliana Cavani. È poi accanto
a Klaus Kinski sull’avventuroso set del Fitzcarraldo di Werner Herzog (1982) e prende parte alla trasposizione
del pirandelliano Enrico IV (1984) a opera di Marco Bellocchio. Nel 1984 torna a lavorare per Pasquale Squitieri
in Claretta, nel ruolo dell’amante del Duce che le vale il Premio Pasinetti alla Mostra di Venezia, il Globo d’Oro
e il suo terzo Nastro d’Argento.
Trasferitasi a vivere in Francia, Claudia Cardinale viene onorata con riconoscimenti alla carriera come il Leone
d’Oro nel 1993, il David nel 1997, il Nastro d’argento europeo nel 2000, l’Orso d’Oro nel 2002 e il Pardo d’Oro a
Locarno nel 2011. Per il suo impegno in difesa dei diritti delle donne, nel 2000 è stata nominata “Ambasciatrice
di Buona Volontà” dell’ Unesco.
84
Italian, French speaking, born and raised in Tunisia from a wealthy family of Sicilian origin, Claudia Cardinale begins
acting since the times of High School. Noticed in the frame that René Vautier dedicated to her in his documentary
Anneaux d’or, she is called by the director Jacques Baratier in the cast of the French- Tunisian film Goha (1958). At the
same time she wins a beauty contest organized for the Week of the Italian Cinema in Tunis, for which she conquests
a trip to the Venice Film Festival, where she is offered the opportunity to enroll at the Experimental Film Center.
Overcome some difficulties with the Italian language, she is put under contract by Vides of Franco Cristaldi, who lets
her to debut in the Italian cinema with Mario Monicelli in Big Deal on Madonna Street (1958). Her first starring role
arrives with Pietro Germi, in The Facts of Murder (1959) from the novel Pasticciaccio by Gadda. In 1960, she works
with authors such as Mauro Bolognini (Bell’ Antonio), Citto Maselli (The Dauphins), Luchino Visconti (Rocco and
His Brothers). The following year Bolognini calls her to work next to Jean Paul Belmondo in The Lovemakers, while
Valerio Zurlini offers to Claudia her first important role in Girl with a suitcase, for which she wins the Special David
di Donatello. In 1962 she is again with Bolognini in Careless. The final consecration arrives in 1963 when, together
with Burt Lancaster and Alain Delon, she plays Angelica in The Leopard by Luchino Visconti. In the same year she
wins her first Silver Ribbon, playing for Luigi Comencini in Bebo’s Girl, while Fellini gives her the role of Claudia in 8 ½
and Citto Maselli calls her in Time of Indifference. In the wake of these successes she debuts in Hollywood, directed
by Blake Edwards in The Pink Panther (1963), which will be followed by, among the others, Circus World by Henry
Hathaway (1964) with John Wayne and Rita Hayworth, and The professionals (1966) by Richard Brooks.
In Italy Visconti wants her as protagonist in Sandra (1964) and she works together with Ugo Tognazzi in The
Magnificent Cuckold by Antonio Pietrangeli (1964). In 1967, the year when she marries the producer Franco
Cristaldi, she plays the role of the desperate wife in The day of the Owl by Damiano Damiani, for which she wins her
second David. In 1968 she works in the westerns masterpiece of Sergio Leone, One upon a time in the West, and the
following year we find her playing next to Nino Manfredi in The Conspirators by Luigi Magni and The Adventures
of Gerard by Jerzy Skolimowsky. In 1971, she gains her third David by acting with Alberto Sordi in A Girl in Australia
by Luigi Zampa. After playing for Marco Ferreri in The Audience (1972) in 1974 she interprets Blood Brothers, the
first film by Pasquale Squitieri, who will become her partner the following year and with whom she will play, among
the others, also The Iron Prefect (1977), Father of the Godfather (1978) and The Gun (1978), for which she earns
her Best Actress Award at the Festival in Belgrade. After a series of comedies, we find Claudia among the interpreters
of Jesus of Nazareth by Franco Zeffirelli (1976) and in Si salvi chi vuole by Roberto Faenza (1980). In 1982 she wins
the second Silver Ribbon as Supporting Actress for The skin by Liliana Cavani. Then she is also next to Klaus Kinski
on the adventurous set of Fitzcarraldo by Werner Herzog (1982) and takes part in the transposition of Pirandello’s
Henry IV (1984) with the work by Marco Bellocchio. In 1984 she works again for Pasquale Squitieri in Claretta, in the
role of the Duce’s mistress for which she wins the Pasinetti Award at the Venice Film Festival, the Golden Globe and
her third Silver Ribbon.
Moving to France, Claudia Cardinale is honored with Lifetime Achievement Awards like the Golden Lion in 1993, the
David in 1997, the European Silver Ribbon in 2000, the Golden Bear in 2002 and the Golden Leopard at Locarno in
2011. Due to her commitment for the Defense of Women’s Rights, in 2000 she is appointed as a UNESCO “Goodwill
Ambassador”.
85
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
IL BELL’
ANTONIO
LA VIACCIA
The Lovemakers
Bell’Antonio
Italia, Francia - 1960 – 35mm – b&n - 105’
86
Italia, Francia - 1961 – 35mm – b&n - 103’
Regia Direction: Mauro Bolognini
Sceneggiatura Screenplay: Pier Paolo Pasolini, Gino
Visentini, Mauro Bolognini dal romanzo omonimo di
based on the same novel by Vitaliano Brancati
Fotografia Photography: Armando Nannuzzi
Montaggio Editing: Nino Baragli
Scenografia Set design: Carlo Egidi
Musica Music: Piero Piccioni
Costumi Costumes: Piero Tosi
Interpreti Cast: Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale,
Pierre Brasseur, Rina Morelli, Tomas Milian, Fulvia
Mammi, Patrizia Bini, Anna Arena, Maria Luisa Crescenzi,
Jole Fierro, Cesarina Gheraldi, Alice Sandro, Guido
Celano, Gina Mattarolo, Nazzareno D’Aquilio, Ugo
Torrente, Enzo Tiribelli, Rino Giusti, Maurizio Conti, Nino
Camarda, Anna Glori, Salvatore Fazio
Produttori Producers: Cino Del Duca, Alfredo Bini
Produzione Production: Arco Film, Lyre
Cinematographique
sinossi
Antonio Magnano, giovanotto bellissimo ed affascinante,
cui vengono attribuite numerose avventure sentimentali,
dopo aver vissuto parecchi anni a Roma, ritorna alla casa
paterna a Catania. Il padre gli ha combinato un incontro
con una bella fanciulla, Barbara Puglisi, che, qualche
tempo dopo, il giovane chiede in moglie. All’apparenza il
matrimonio va benissimo, ma ben presto viene sciolto per
l’impossibilità di Antonio di assolvere ai doveri coniugali.
Il padre, disperato e costernato, per salvare l’onore del
casato, prende a frequentare una casa di piacere, e, una
sera, muore tra le braccia di una prostituta...
synopsis
Antonio Magnano, a beautiful and charming young man,
to whom numerous love affairs are assigned, after having
lived for a number of years in Rome, returns to his father’s
home in Catania. His father has arranged a meeting with
a beautiful girl, Barbara Puglisi, who, only some time after,
is sought in marriage by the young man. Apparently the
marriage is perfect, but soon it is dissolved due to the
inability of Antonio to meet the conjugal duties. His father,
desperate and dismayed, to save the honor of the family,
starts attending a pleasure house, and, one evening, he dies
in the arms of a prostitute...
nota critica
“(...) Bolognini si dimostra ancora una volta un magnifico
creatore di atmosfere e narratore altamente suggestivo.
Protagonista, scavato ed intenso, Marcello Mastroianni,
forse alla sua migliore prova cinematografica. Claudia
Cardinale dà a Barbara prima la dolcezza e poi la durezza
necessarie (...)”. (Guglielmo Biraghi, Il Messaggero)
“(...) Claudia Cardinale, nelle vesti di Barbara, ha
un’intensità di mimica, una grazia acerba, un fascino così
sapiente da lasciar sperare favorevolmente per il suo
futuro d’attrice; (...)”. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
critical note
“(...) Bolognini once again proves to be a magnificent
creator of atmosphere and a highly suggestive narrator. The
protagonist, gaunt and intense, is Marcello Mastroianni,
perhaps at his best film experience. Claudia Cardinale
gives Barbara first the necessary sweetness and then the
necessary hardness (...)”. (Guglielmo Biraghi, Il Messaggero)
“(...) Claudia Cardinale, in the role of Barbara, shows an
intensity in her facial expression, an immature grace, a
charm so wise to give favorably hope for her future as an
actress; (...)”. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
Regia Direction: Mauro Bolognini
Sceneggiatura Screenplay: Vasco Pratolini, Pasquale Festa
Campanile, Massimo Franciosa based on the novel dal
romanzo L’eredità di by Mario Pratesi
Fotografia Photography: Leonida Barboni
Montaggio Editing: Nino Baragli
Scenografia Set design: Flavio Mogherini
Musica Music: Piero Piccioni
Costumi Costumes: Bice Brichetto
Interpreti Cast: Jean-Paul Belmondo, Claudia Cardinale,
sinossi
Dopo la morte del nonno Amerigo Monti, stanco di fare
il contadino, si trasferisce a Firenze per lavorare nella
bottega dello zio vinaio. In una casa chiusa conosce
Bianca, una prostituta, e se ne innamora. Per poterla
vedere più spesso diventa cliente fisso del casino;
Arrigo ruba dei quattrini allo zio che, accortosene, lo
caccia. Il ragazzo torna alla “viaccia” ma il padre, venuto
a conoscenza della cosa, lo riaccompagna a Firenze.
Amerigo non viene ripreso nella bottega dello zio, e
continua a frequentare Bianca. Andando a zonzo nella
città conosce alcuni anarchici e vorrebbe seguire il
gruppo, ma l’amore per Bianca lo trattiene a Firenze...
nota critica
“(...) Da L’eredità (1889) di Mario Pratesi _ grazie anche
a una sceneggiatura ben calibrata (Pratolini, Festa
Campanile e Franciosa) _ un Bolognini in gran forma ha
tratto un film bellissimo, quasi come Casco d’oro, se non
fosse per un sovrappiù di preziosismo crepuscolare.
Stupenda fotografia di L. Barboni e una smagliante
Cardinale”. (Il Morandini)
Pietro Germi, Romolo Valli, Paul Frankeur, Gabriella
Pallotta, Gina Sammarco, Paola Pitagora, Marcella Valeri,
Emma Baron, Claudio Biava, Franco Balducci, Nando
Angelini, Gianna Giachetti, Rosita Di Vera Cruz, Olimpia
Cavalli, Dolly Samperi
Produttori Producers: Alfredo Bini, Lionello Santi,
Goffredo Lombardo
Produzione Production: Arco Film, Galatea, Titanus,
Société Genérale de Cinématographie
synopsis
After the death of his grandfather, Amerigo Monti who
is tired to be a peasant moves to Florence to work in the
workshop of his uncle, a vintner. In a brothel he meets
Bianca, a prostitute, and falls in love with her. To see her
more often he becomes a regular customer of the brothel;
Arrigo steals some money from his uncle who having
understood it, sends him away. The boy returns to the family
farm, the “viaccia”, but when his father heard about this,
he leads him back to Florence. Amerigo is not accepted in
the workshop of his uncle, and continues to attend Bianca.
Strolling around the city he meets some anarchists and
would like to follow the group, but his love for Bianca keeps
him in Florence...
critical note
“(...) From the novel L’eredità (1889) by Mario Pratesi _
thanks also to a well-balanced screenplay (Pratolini, Festa
Campanile and Franciosa) _ Bolognini, in splendid form,
has drawn a beautiful film, almost comparable to Golden
Helmet, were it not for a surplus of preciousness twilight.
Splendid photography of L. Barboni and a flourishing
Cardinale”. (Il Morandini)
premi awards
premi e festival awards and festivals
1960 Locarno FF: Vela d’oro Golden Sail
1961 Nastri d’argento Silver Ribbons: candidato come Miglior Attore, Fotografia in b&n Nominations as Best Actor,
Cinematography in b&w
1961 Cannes FF – Concorso Competition
1962 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Scenografia, Costumi Best Set design, Costumes
87
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
LA RAGAZZA
CON LA VALIGIA
IL GATTOPARDO
Girl with a Suitcase
Italia, Francia - 1961 – 35mm – b&n - 103’
The Leopard
RESTAURO A CURA DI “CINETECA DI BOLOGNA” E “CENTRO SPERIMENTALE
DI CINEMATOGRAFIA-CINETECA NAZIONALE”, IN COLLABORAZIONE CON
“THE FILM FOUNDATION”,“PATHÉ”,“FONDATION JÉRÔME SEYDOUX-PATHÉ”,
“TWENTIETH CENTURY FOX”, CON LA SUPERVISIONE DEL DIRETTORE
DELLA FOTOGRAFIA DEL FILM GIUSEPPE ROTUNNO, IN OCCASIONE DELLE
CELEBRAZIONI PER IL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA.
Italia, Francia - 1961 – 35mm – b&n - 103’
Regia Direction: Valerio Zurlini
Sceneggiatura Screenplay: Leo Benvenuti, Piero De
Bernardi, Enrico Medioli, Giuseppe Patroni Griffi
Fotografia Photography: Tino Santoni
Montaggio Editing: Mario Serandrei
Scenografia Set design: Flavio Mogherini
Musica Music: Mario Nascimbene
Costumi Costumes: Gaia Romanini
Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Jacques Perrin, Romolo
Valli, Corrado Pani, Renato Baldini, Luciana Angiolillo,
Riccardo Garrone, Gian Maria Volonté, Elsa Albani, Enzo
Garinei, Ciccio Barbi, Nadia Bianchi, Edda Soligo, Angela
Portaluri
Produttori Producers: Maurizio Lodi Fè
Produzione Production: Titanus, S.G.C.
sinossi
Aida Zapponi è una graziosa ballerina che ha creduto
alle false promesse amorose di un giovane borghese.
Quest’ultimo, stancatosene, la abbandona con una scusa.
La ragazza a conoscenza del suo indirizzo, si reca presso
di lui per chiedere spiegazioni. Giunta alla villa, Aida si
ritrova davanti il fratello minore Lorenzo, incaricato di
liberarsene. Ma Lorenzo, adolescente sensibile e un po’
ingenuo, prende a cuore le sorti della fanciulla e si dà da
fare per esserle d’aiuto...
synopsis
Aida Zapponi is a graceful dancer, who believed in the false
love promises of a young bourgeois. The latter, being tired
of her, abandons the girl with an excuse. The girl knowing
his address goes to him to ask for explanations. Arrived at
the villa, Aida finds herself in front of the younger brother
Lorenzo, who was responsible to get rid of her. But Lorenzo, a
sensitive and somewhat naïve teenager, takes the girl’s fate
to heart and makes efforts to help her...
nota critica
“(...) Il vero valore del film è, prima, nella invenzione e nella
costruzione dei due caratteri principali (…) e quindi nella
rivelazione degli attori cui i due personaggi sono affidati.
Claudia Cardinale e, ancor meglio, forse, Jacques Perrin.
(…) Il carattere di Aida, se si vuole, al cospetto di Lorenzo
è meno nuovo - almeno sullo schermo – ma ugualmente
vero. Vibrante e generosa, istintiva e instabile, credula e
leggermente volgare, afferrabile eppure “vietata”. (…) La
stelletta per locali da spiaggia è plasticamente composta
dal regista e impersonata con naturale calore, con accenti
a volte sorprendenti, da Claudia Cardinale: attrice, forse,
dalle possibilità non eccezionali né di grande varietà,
qui indubbiamente al suo primo personaggio reso con
vitalità felice e compiuta evidenza drammatica”. (Mario
Verdone, Bianco e Nero)
critical note
““(...) The real value of the film is, first of all, the invention
and construction of the two main characters (...) and then
the revelation of the actors to which the two characters
are assigned. Claudia Cardinale and, even better, perhaps,
Jacques Perrin. (...) The character of Aida, faced with Lorenzo
is less new - at least on the screen - but equally true. Vibrant
and generous, instinctive and unstable, credulous and
somewhat vulgar, graspable but “prohibited”. (...) The little
Star for the places on the beach is plastically conceived by
the director and embodied with natural warmness, with
inflections sometimes surprising, by Claudia Cardinale: an
actress, perhaps neither with exceptional chances, nor of
great variety, who here undoubtedly at her first character,
performed with happy vitality and accomplished dramatic
evidence”. (Mario Verdone, Bianco e Nero)
premi e festival awards and festivals
1961 Cannes FF – Concorso Competition
1961 David di Donatello: David Speciale a Special David to Claudia Cardinale
88
Regia Direction: Luchino Visconti
Sceneggiatura Screenplay: Suso Cecchi d’Amico, Enrico
Medioli, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa,
Luchino Visconti
Autore letterario Literary author: Giuseppe Tomasi di
Lampedusa
Fotografia Cinematography: Giuseppe Rotunno
Montaggio Editing: Mario Serandrei
Scenografia Art direction: Mario Garbuglia
Musica Music: Nino Rota
Costumi Costumes: Piero Tosi
Interpreti Cast: Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain
Delon, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Romolo Valli, Lucilla
Morlacchi, Ottavia Piccolo, Pierre Clémenti, Carlo
Valenzano, Anna Maria Bottini, Terence Hill, Serge
Reggiani, Brock Fuller, Ivo Garrani, Giuliano Gemma
Produttore Producer: Goffredo Lombardo
Produzione Production: Titanus, S.N. Pathé Cinema, S.C.G.
sinossi
1860, Garibaldi con le sue camicie rosse invade la Sicilia.
Nonostante lo sconvolgimento politico, l’aristocratico
Don Fabrizio, Principe di Salina compie egualmente con
la sua famiglia il viaggio annuale verso la residenza di
campagna di Donnafugata. Qui il Principe viene a sapere
da Padre Pirrone che Concetta, sua figlia, si è innamorata
di Tancredi il nipote prediletto di Don Fabrizio. Ma le
speranze di Concetta sfioriscono rapidamente quando
appare la figlia del Sindaco, Angelica Sedara. Don
Fabrizio si rende conto che questo connubio tra la
nuova borghesia e la declinante aristocrazia è uno dei
mutamenti che deve essere accettato.
nota critica
“ (…) In realtà Il Gattopardo è il film più serio, più
equilibrato, più misurato, più fuso e più accurato anche
se non il più estroso di Visconti. Il quale ha trovato in Burt
Lancaster un impareggiabile interprete. (…) Quanto a
Claudia Cardinale, Visconti ha colto nel segno facendone
una bellezza isolana proterva, acre, un po’ bestiale,
al limite della volgarità, senza dubbio autoritaria ed
ambiziosa (...)”. (Alberto Moravia, L’Espresso)
synopsis
In the 1860s, Garibaldi invaded Sicily together with his
Redshirts. Despite political upheaval, Don Fabrizio, Prince
of Salina, decided to go to Donnafugata country mansion,
as usual. Here the Prince found out about his daughter
Concetta, falling in love with Tancredi, his dearest nephew.
Don Fabrizio realised that the new bourgeoisie and
declining aristocracy union, cannot be avoided. This union
was consecrated during the sumptuous ball when the Prince
went away musing on the new events meaning compelling
him to assess his past experiences.
critical note
“ (…) In reality The Leopard is the most serious, balanced,
measured, blend and accurate film, even if it isn’t the most
imaginative by Visconti, who recognized Burt Lancaster an
incomparable performer. (...) Regarding Claudia Cardinale,
Visconti has got it right, by boosting her island arrogant
beauty, bitter, a little bestial, on the verge of vulgarity,
however authoritarian and ambitious (...)”. (Alberto
Moravia, L’Espresso)
premi e festival awards and festivals
1963 Festival di Cannes: Palma d’oro Golden Palm
1963 David di Donatello: Miglior Produttore Best Producer
1964 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Fotografia, Miglior Scenografia Best
Photography, Best Screenplay
89
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
LA RAGAZZA
DI BUBE
GLI INDIFFERENTI
Time of Indifference
Bebo’s Girl
Italia, Francia - 1963 – 35mm – b&n - 106’
Italia, Francia - 1963 – 35mm – b&n - 115’
Regia Direction: Luigi Comencini
Sceneggiatura Screenplay: Marcello Fondato, Luigi
Comencini dal romanzo omonimo di based on the novel of
the same name by Carlo Cassola
Fotografia Photography: Gianni Di Venanzo
Montaggio Editing: Nino Baragli
Scenografia Set design: Piero Gherardi
Musica Music: Carlo Rustichelli
Interpreti Cast: Claudia Cardinale, George Chakiris, Marc
Michel, Dany Paris, Monique Vita, Carla Calò, Emilio
Esposito, Mario Lupi, Pier Luigi Catocci, Ugo Chiti, Bruno
Scipioni, Giampiero Becherelli
Produttore Producer: Franco Cristaldi
Produzione Production: Vides Cinematografica, Lux Film,
Ultra, Société Cinématografique de France
Regia Direction: Francesco Maselli
Sceneggiatura Screenplay: Suso Cecchi d’Amico, Francesco
Maselli
Fotografia Photography: Gianni Di Venanzo
Montaggio Editing: Ruggero Mastroianni
Scenografia Set design: Luigi Scaccianoce
Musica Music: Giovanni Fusco
Costumi Costumes: Marcel Escoffier
sinossi
In Toscana, nell’immediato dopoguerra, Mara, una ragazza
di campagna, conosce Bube, un giovane partigiano alla
faticosa ricerca di un inserimento nella società che va
costruendosi coll’avvento della pace. Gli incontri tra i due
giovani sono fuggevoli, ma ciò non toglie che la ragazza
si senta ormai legata a Bube. Implicato in un assassinio
politico, il ragazzo è costretto a fuggire e a rinunciare per
il momento ai suoi propositi matrimoniali. La ragazza lo
segue anche quando, ricercato dai carabinieri, il giovane
deve nascondersi in attesa che i suoi compagni di partito
organizzino la sua fuga all’estero. Giunge il momento di
separarsi.
synopsis
In Tuscany, in the immediate post-war period, Mara, a
country girl, meets Bebo, a young partisan who is hardly
looking for a full part in society which is developing with
the arrival of peace. The meetings between the two young
people are fleeting, despite the girl feels by now linked to
Bebo. Being involved in a political assassination, the boy is
forced to flee and to give up for the moment his marriage
proposals. The girl follows him even when, wanted by the
police, the young man has to hide while he is waiting for his
fellow party members to organize his flight abroad. The time
comes to separate oneself.
sinossi
Storia del fallimento d’una famiglia borghese romana,
gli Ardengo, un tempo ricchi ma ormai in dissesto. Sul
loro patrimonio ha messo progressivamente le mani Leo
Merumeci, un uomo deciso e privo di scrupoli che, stanco
della relazione con la matura vedova Ardengo, diventa
l’amante della figlia di lei, Carla, una ragazza smaniosa
di evadere dalle ristrettezze in cui ormai vive. Michele,
fratello di Carla, scopre la relazione tra i due e pensa
che Carla sia ricattata da Michele, mentre la sorella lo
informa di essere invece consenziente. Michele vorrebbe
difendere l’onore della famiglia...
synopsis
The story of the collapse of a bourgeois family from Rome,
the Ardengo, who used to be rich but by now failed. On their
estate has progressively laid his hands Leo Merumeci, a
determined and unscrupulous man who being tired of the
relationship with the mature Ardengo widow becomes the
lover of her daughter, Carla, a girl who is eager to escape
from the straitened circumstances in which she lives.
Michele, Carla’s brother, discovers their relationship and
thinks that Carla is blackmailed by Michele, while his sister
informs him instead of being agreeable. Michele would like
to defend the family’s honor...
critical note
“(...) Here we can say that Claudia Cardinale has exceeded all
limits. (...) The character of Mara seems to us one of the most
convincing roles that we had the privilege to meet in the
Italian cinema over the last decades, and Claudia Cardinale
takes the opportunity from it in order to definitively
demonstrate her dramatic temperament: her stammering
defense for her boyfriend (...) deserves to be preserved in an
ideal anthology of our actors (...)”. (Callisto Cosulich, ABC)
nota critica
“(...) Gli indifferenti risulta forse la più accettabile
traduzione cinematografica di un’opera di Moravia
ed è al tempo stesso un film che si salda con coerenza
ai precedenti di Maselli, regista che ha sempre mirato
a raffigurare criticamente la borghesia italiana. Ne Gli
indifferenti Maselli ha perduto in fervore polemico quello
che ha acquistato in maturità narrativa. (…) dal punto di
vista formale è un film di prim’ordine, grazie all’elaborato
contributo di un operatore come Gianni Di Venanzo (la cui
fotografia insiste sui toni scuri e densi), di uno scenografo
come Luigi Scaccianoce (...)”. (Gian Carlo Castello, Il Punto)
critical note
“(...) Time of Indifference is perhaps the most acceptable
cinematographic translation of one of Moravia’s work and
is at the same time a film that is coherently united with
the previous works of Maselli, a director who has always
aimed to critically portray the Italian bourgeoisie. In Time of
Indifference Maselli has lost its polemical fervor by gaining
instead a narrative maturity. (...) from a formal point of
view it is a first-rate film, thanks to the elaborate input of
an operator such as Gianni Di Venanzo (whose photograph
has a special focus on dark and dense tones), and of a set
designer such as Luigi Scaccianoce (...)”. (Gian Carlo Castello,
Il Punto)
nota critica
“(...) qui si può dire che la Cardinale ha varcato il
Rubicone. (...) Il personaggio di Mara ci sembra uno dei
ruoli più convincenti che ci sia capitato di incontrare nel
cinema italiano degli ultimi anni, e Claudia Cardinale vi
coglie l’occasione per dimostrare definitivamente il suo
temperamento drammatico: la sua balbettante difesa del
fidanzato (…) merita di essere conservato in una ideale
antologia dei nostri attori (...)”. (Callisto Cosulich, ABC)
Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Rod Steiger, Shelley
Winters, Tomas Milian, Paulette Goddard, Consalvo
Dell’Arti, Adriana Facchetti, Aurelio Marconi,
Bruno Scipioni
Produttore Producer: Franco Cristaldi
Produzione Production: Vides Cinematografica, Lux Film,
Ultra, Société Cinématografique de France
premi awards
1961 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Attrice Best Actress
1964 David di Donatello: Miglior Produttore Best Producer
90
premi e festival awards and festivals
1964 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Scenografia Best Set Design
1965 Mar del Plata FF: Miglior Film Best Film
91
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
VAGHE
STELLE
DELL’ORSA
IL GIORNO
DELLA CIVETTA
The Day of the Owl
Sandra
Italia - 1964 – 35mm – b&n - 100’
Italia, Francia - 1968 – 35mm – colore - 112’
Regia Direction: Luchino Visconti
Sceneggiatura Screenplay: Suso Cecchi d’Amico, Enrico
Medioli, Luchino Visconti
Fotografia Photography: Armando Nannuzzi
Montaggio Editing: Mario Serandrei
Scenografia Set design: Mario Garbuglia
Musica Music: Cesar Franck
Costumi Costumes: Bice Brichetto
Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Jean Sorel, Michael
Craig, Renzo Ricci, Fred Williams, Marie Bell, Amalia
Troiani, Vittorio Manfrino, Renato Moretti, Giovanni
Rovini, Paola Pescini, Isacco Politi, Ferdinando Scarfiotti
Produttori Producers: Franco Cristaldi
Produzione Production: Vides
sinossi
Dopo anni di assenza, Sandra Luzzatti torna a Volterra,
sua città natale. È con lei Andrew, il marito, curioso di
conoscere l’ambiente in cui la moglie ha vissuto la sua
giovinezza. A casa trovano Gianni, il fratello di Sandra,
che da tempo vive in modo disordinato e sogna di
diventare famoso grazie al romanzo autobiografico che
sta scrivendo. La madre di Sandra e Gianni, invece, è da
anni confinata in clinica a causa di un grave equilibrio
psichico, accudita dal suo secondo marito, l’avvocato
Gilardini. Ben presto Andrew capisce che l’intera famiglia
Luzzatti è ossessionata dal ricordo del padre, un illustre
scienziato ebreo deportato dai nazisti e morto in un
campo di concentramento. Sandra e Gianni da sempre
incolpano della sua morte il patrigno, al tempo amante
della madre, accusandolo di delazione...
synopsis
After an absence of many years, Sandra Luzzatti returns to
Volterra, her native city. Together with her, her husband,
interested to know the environment in which his wife has
lived her youth. At home they find Gianni, Sandra’s brother,
who has for a long time lived in a disorderly way and dreams
of becoming famous thanks to the auto-biographical
novel that he is writing. The mother of Sandra and Gianni,
instead, has for year been confined to the clinic because of
a severe alteration of her mental balance, being cared for
by her second husband, the lawyer Gilardini. Soon Andrew
understands that the whole Luzzatti family is obsessed by
the memory of his father, a distinguished Jewish scientist
deported by the Nazis and died in a concentration camp.
Sandra and Gianni always blame for his death the
stepfather, at the time the mother’s lover, accusing him for
spying...
nota critica
“(...) La maestria con cui Luchino Visconti ha tenuto
il racconto sul filo di un enigma insolubile è da
ammirarsi non come un virtuosismo tecnico, ma come
un mezzo artisticamente valido per esprimere con
suggestivo vigore il dramma che si scatena nell’animo
dei protagonisti. Specialmente vera è parsa la figura
di Sandra, impersonata con spontanea naturalezza da
Claudia Cardinale: il personaggio di moderna Elettra è
una tappa importante nella carriera di questa attrice. (...)”
(F. Fasolo, Stampa Sera)
critical note
“(...)The skill with which Luchino Visconti kept the story
on the edge of an insoluble enigma is not to be admired
as a technical virtuosity, but as an artistically valid means
to express with impressive force the drama that rages in
the minds of the protagonists. Especially true appeared
the figure of Sandra, played by Claudia Cardinale with
natural spontaneity: the character of a modern Electra is an
important step in the career of this actress. (...)” (F. Fasolo,
Stampa Sera)
Regia Direction: Damiano Damiani
Sceneggiatura Screenplay: Damiano Damiani, Ugo Pirro
dal romanzo omonimo di from the novel of the same name by
Leonardo Sciascia
Fotografia Photography: Tonino Delli Colli
Montaggio Editing: Nino Baragli
Scenografia Set design: Sergio Canevari
Musica Music: Giovanni Fusco
Costumi Costumes: Marilù Carteny
Interpreti Cast: Franco Nero, Claudia Cardinale, Lee J.
Cobb, Tano Cimarosa, Nehemiah Persoff, Serge Reggiani,
Fred Coplan, Gianni Pallavicino, Laura De Marchi,
Brizio Montinaro, Giuseppe Lauricella, Vincenzo
Norvese, Vincenzo Falanga, Ennio Balbo, Ugo D’Alessio,
Lino Coletta
Produttori Producers: Ermanno Donati, Luigi Carpentieri
Produzione Production: Panda Cinematografica,
Les Films Corona
sinossi
Un modesto imprenditore edile, Colasberna, viene ucciso
a colpi di lupara; all’assassinio assiste per caso Nicolosi,
marito di una giovane e bella donna, che poi scompare
misteriosamente. Parrinieddu, confidente dei carabinieri,
fa intuire al capitano Bellodi, che conduce le indagini, che
Rosa Nicolosi sa più di quanto dica.
nota critica
“(...) I pregi maggiori del film stanno, oltre che nella
serietà del discorso, nella scarna ed efficace realizzazione,
basata su un ritmo costante e nervoso, su un impianto
narrativo e strutturale coerente e controllato, su una
fotografia accurata e talvolta molto bella e funzionale.
Franco Nero, che è alla sua prima prova impegnativa, se
la cava abbastanza, (…) ottima prova di Lee J. Cobb, di
Serge Reggiani, ma specialmente di Claudia Cardinale.
Il giorno della civetta ci fa riscoprire una Cardinale che
non vedevamo dai tempi de La ragazza con la valigia e
de La ragazza di Bube: tesa, selvaggia, dignitosa e vile
ad un tempo; simbolo delle tante vedove e madri e
orfane siciliane, chiuse in un dolore da non raccontare,
da nascondere come una colpa. (...)” (Don Claudio Sorgi,
L’Osservatore Romano)
synopsis
A modest building contractor, Colasberna, is shot to death
with a sawn-off shotgun; witnessed the assassination by
accident Nicolosi, the husband of a beautiful young woman,
who then mysteriously disappears. Parrinieddu, an informer
of the police, allows the captain Bellodi, who is leading the
investigation, to guess that Rosa Nicolosi knows more than
she says.
critical note
“(...) The greatest merits of the film are, as well as the
seriousness of the speech, the concise and effective
realization, based on a constant and nervous rhythm,
a consistent and controlled narrative and operational
structure, an accurate and sometimes very beautiful
and functional photography. Franco Nero, at his first
challenging performance, is doing just fine enough, (...) a
very good performance of Lee J. Cobb, Serge Reggiani, but
especially of Claudia Cardinale. The Day of the Owl makes
us rediscover Claudia Cardinale, as we have not seen since
Girl with a Suitcase and Bebo’s Girl: tense, wild, dignified
and vile at the same time; symbol of the many Sicilian
widows and mothers and orphans, wrapped up in their grief
not to tell, but to hide as a fault. (...)” (Don Claudio Sorgi,
L’Osservatore Romano)Splendid photography of L. Barboni
and a flourishing Cardinale”. (Il Morandini)
premi awards
premi e festival awards and festivals
92
1965 Mostra di Venezia: Leone d’oro, Premio Cinema Nuovo Golden Lion, New Cinema Award
1966 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Fotografia in b&n Best Cinematography, B/W
1968 David di Donatello: Migliore Regia, Attrice, Attore, Produttori, Targa d’oro A Damiano
Damiani Best Direction, Actress, Actor, Producer, Golden Plate to Damiano Damiani
1969 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Produttori Best Producers
93
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CLAUDIA CARDINALE
C’ERA UNA
VOLTA
IL WEST
CLARETTA
Claretta Petacci
Once Upon a Time in the West
Italia - 1968 – 35mm – colore - 167’
Regia Direction: Sergio Leone
Soggetto Script: Dario Argento, Bernardo Bertolucci,
Sergio Leone
Sceneggiatura Screenplay: Sergio Donati, Sergio Leone
Fotografia Photography: Tonino Delli Colli
Montaggio Editing: Nino Baragli
Scenografia Set design: Carlo Simi
Musica Music: Ennio Morricone
Costumi Costumes: Carlo Simi
Interpreti Cast: Henry Fonda, Claudia Cardinale, Jason
sinossi
In una sperduta stazione del West tre scagnozzi aspettano
pazientemente l’arrivo di un treno. Ne scende un pistolero
che, una volta informato che sono là al posto di Frank,
li fa fuori. Intanto a Flagstone arriva da New Orleans,
all’insaputa dei più, la bella sposina Jill, in viaggio verso la
fattoria di Brett McBain. Però, giunta alla proprietà, trova
il marito e i figli di primo letto di lui massacrati. Incolpato
dell’omicidio è Cheyenne, noto fuorilegge della zona, che
però, estraneo ai fatti, non tarda a farsi vivo...
nota critica
“(...)Frayling sostiene che l’opera di Leone dovrebbe
essere considerata nel contesto del ‘cinema critico’,
prodotto da registi come Chabrol, Bertolucci e Pasolini,
alla fine del 1960 e nei primi anni 70. Soprattutto in C’era
una volta il West, Leone evoca consapevolmente i temi,
i personaggi e le scenografie del Western americano,
separando questi elementi dalla loro base ideologica
e storica, al fine di considerare gli aspetti della storia di
frontiera e della mitologia che i prodotti di Hollywood
avevano eluso o ignorato. (...) Leone aveva un profondo
coivolgimento emotivo ed intellettuale nelle mitologie
cinematografiche che esplorava, malgrado queste
mitologie fossero ormai compromesse e divenute banali.
(...)”. (Dan Edwards, Senseofcinema.com)
Italia - 1984 – 35mm – colore - 127’
Robards, Charles Bronson, Gabriele Ferzetti, Paolo
Stoppa, Woody Strode, Jack Elam, Keenan Wynn, Frank
Wolff, Lionel Stander, Marco Zuanelli, Aldo Berti,
Claudio Mancini, Luigi Ciavarro, Enzo Santaniello,
Dino Mele, Simonetta Santaniello, Renato Pinciroli,
Benito Stefanelli
Produttori Producers: Bino Cicogna
Produzione Production: Rafran Cinematografica, San
Marco Films
synopsis
In a remote station of the West three henchmen are
waiting patiently for the arrival of a train. Comes down
from it a gunman who, once informed that they are there
as substitute for Frank, kills them. Meanwhile in Flagstone
arrives from New Orleans, without the knowledge of
the most, the beautiful bride, Jill, traveling to the farm
of Brett McBain. Moreover, arrived to the property, she
finds the husband and the children from his first marriage
massacred. Accused of this murder was Cheyenne, a wellknown outlaws in the area, who however, uninvolved soon
appears ...
critical note
“(...) Frayling argues that Leone’s work should be considered
in the context of the ‘critical cinema’ produced by filmmakers
such as Chabrol, Bertolucci and Pasolini in the late 1960s
and early ’70s. Especially in Once Upon a Time in the West,
Leone self-consciously evokes the themes, characters and
settings of the American Western, divorcing these elements
from their ideological and historical base in order to consider
aspects of frontier history and mythology that Hollywood
studio products had evaded or ignored. (…) Leone has a
profound emotional and intellectual investment in the
cinematic mythologies he explores, however compromised
and clichéd these mythologies may have become. (...)”. (Dan
Edwards, Senseofcinema.com)
premi awards
1969 David di Donatello: Miglior Produttore Best Producer
2009 National Film Preservation Board, USA: National Film Registry
94
Regia Direction: Pasquale Squitieri
Sceneggiatura Screenplay: Pasquale Squitieri,
Arrigo Petacco
Fotografia Photography: Eugenio Bentivoglio
Montaggio Editing: Mauro Bonanni
Scenografia Set design: Nicola Losito
Musica Music: Gerard Schurmann
Costumi Costumes: Ezio Altieri
Interpreti Cast: Claudia Cardinale, Giuliano Gemma,
Catherine Spaak, Miriam Petacci, Nancy Brilli, Philippe
Lemaire, Caterina Boratto, Raffaele Curi, Fernando
Briamo, Lorenzo Piani, Angela Goodwin, Mario Granato,
Maria Mercader
Produttore Producer: Giacomo Pezzali
Produzione Production: Trans World Film, Rai
Radiotelevisione Italiana Rete 2
sinossi
Una giornalista italiana sta facendo delle ricerche sulla
vita di Claretta Petacci, amante di Benito Mussolini,
e, avendo poco materiale a disposizione, contatta la
sorella più piccola, Miriam, alias Miriam di San Servolo,
ex attrice degli anni quaranta, per avere un’intervista.
Miriam Petacci si rivela molto disponibile a concedere
informazioni, racconta del periodo del carcere a Novara e
confida come nacque il legame sentimentale tra la sorella
e il Duce, che la abbagliò con la sua personalità...
synopsis
An Italian journalist is doing some researches on the life of
Claretta Petacci, Benito Mussolini’s mistress, and, having
little available material, she contacts her younger sister,
Miriam, also known as Miriam di San Servolo, a former
actress of the 1940s, to have an interview. Miriam Petacci,
showing willingness to provide information, tells about
the period spent in prison in Novara and confides how the
sentimental ties was born between her sister and the Duce,
who dazzled her with his personality...
nota critica
“(...) Squitieri fa scorrere il film per oltre due ore, ponendo
quasi costantemente al centro dell’azione la figura di
Claretta, con cornici e circostanze plausibili (…), ma
senza mai negarsi la libertà di un’invenzione aggressiva,
secondo il suo gusto di far cinema. E allora il personaggio
che ne scaturisce ha profili densi e frastagliati, e si
muove entro gli spazi di un carattere esuberante e
deciso, con pieghe coraggiose e romantiche.(...) Claudia
Cardinale, nella figura di Claretta, ferma e rotonda, mai
abbandonata ai facili trasporti emotivi, travasa la sua
piena maturità espressiva, con acute e pure sommesse
motivazioni umane. Una parte da ricordare. (…)” (Claudio
Trionfera, Il Tempo)
critical note
“(...) Squitieri passes the film for more than two hours,
bringing almost constantly at the center of action the figure
of Claretta, with frames and plausible circumstances (...), but
without ever denying himself the freedom of an aggressive
invention, according to his taste in film making. And then the
character that emerges has dense and jagged profiles, and
moves within the space of an exuberant and decided nature,
with courageous and romantic tendencies. (...) Claudia
Cardinale, in the role of Claretta, firm and well-rounded,
never abandoned to easy emotional enthusiasms, transmits
her full expressive maturity, with acute and subdued human
motivations as well. A role to be remembered. (…)” (Claudio
Trionfera, Il Tempo)
premi e festival awards and festivals
1984 Mostar di Venezia – Concorso: Premio Pasinetti a Pasinetti Award to Claudia Cardinale
1985 Golden Globes, Italia: Miglior Attrice Best Actress
1985 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Attrice Best Actress
95
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO
MARCO BELLOCCHIO
OMAGGIO
LA COLPA E LA PENA
GINEPRO FATTO UOMO
I PUGNI IN TASCA
LA CINA È VICINA
DISCUTIAMO DISCUTIAMO
IL POPOLO CALABRESE
HA RIALZATO LA TESTA
VIVA IL PRIMO MAGGIO
ROSSO E PROLETARIO
NEL NOME DEL PADRE
MATTI DA SLEGARE
MARCIA TRIONFALE
IL GABBIANO
SALTO NEL VUOTO
ENRICO IV
DIAVOLO IN CORPO
LA VISIONE DEL SABBA
LA CONDANNA
IL SOGNO DELLA FARFALLA
IL PRINCIPE DI HOMBURG
LA BALIA
L’ORA DI RELIGIONE
BUONGIORNO, NOTTE
IL REGISTA DI MATRIMONI
VINCERE
SORELLE MAI
BELLA ADDORMENTATA
97
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
Marco Bellocchio biografia
Marco Bellocchio biography
PAOLO PERRONE
Nato a Piacenza nel 1939, cresce a Bobbio e compie gli studi in scuole religiose, dedicandosi anche alla pittura
(userà alcuni suoi lavori ne L’ora di religione). Nel ‘59 viene ammesso al Centro Sperimentale di Roma. Qui entra
in contatto con alcuni dei suoi futuri collaboratori, come Sandro Franchina, Silvano Agosti, Enzo Doria, Alberto
Maramma, Giuseppe Lanci e Giantito Burchiellaro, e gira i corti La colpa e la pena (1961) e Ginepro fatto uomo
(1962). Diplomatosi, nel ‘62 si trasferisce a Londra, dove si iscrive alla Slide School of Fine Arts, si laurea con
una tesi sul lavoro con gli attori di Antonioni e Bresson, e scrive il soggetto de I pugni in tasca (1965). Il film
di debutto gli vale la Vela d’argento al Festival di Locarno e l’attenzione della critica internazionale. Diventa
il film simbolo di una gioventù che vuole ribellarsi all’ipocrisia e al conformismo dell’ordine famigliare. Due
anni dopo gira la commedia politica La Cina è vicina, che gli vale, nel 1968 a Venezia, il Gran Premio della
Giuria. Entra nei gruppi studenteschi extraparlamentari di sinistra dell’UCI, girando per questo i documentari
Il popolo calabrese ha rialzato la testa (1969) e Viva il 1° maggio rosso e proletario (1969). Negli anni Settanta il
suo occhio ribelle, senza lasciare la famiglia che resta il suo bersaglio preferito, guarda dentro altre istituzioni
per denunciarne violenze, soprusi e ingiustizie: un collegio cattolico (Nel nome del padre, 1972), un manicomio
(Matti da slegare – Nessuno e tutti, 1975) e la vita militare (Marcia trionfale, 1976). Salto nel vuoto (1979),
presentato in concorso a Cannes, vale ad entrambi i protagonisti, Michel Piccoli e Anouk Aimée, la Palma per
l’interpretazione ed a lui il David di Donatello. Nel 1982 torna in famiglia per raccontare la tragedia privata Gli
occhi, la bocca con protagonista Lou Castel, cui fa seguito nel 1984, per la Rai, una rivisitazione della commedia
di Pirandello Enrico IV , con Marcello Mastroianni nel ruolo del “pazzo” e Claudia Cardinale in quello di Matilde.
Una molto più libera interpretazione è quella del romanzo di Raymond Radyguet per Diavolo in corpo (1986),
presentato alla Quinzaine des Réalizatuers di Cannes: grande scandalo e grande successo mondiale. Da questo
film inizia una “collaborazione” con lo psichiatra Massimo Fagioli che lo vede impegnato in: La visione del
Sabba (1988); La condanna (1991), scritto con lo stesso psichiatra, presentato alla Berlinale e premiato con
l’Orso d’argento; Il sogno della farfalla (1994), su soggetto e sceneggiatura di Fagioli. Nel 1996 gira Il principe di
Homburg (1997) da Heinrich von Kleist, in concorso a Cannes. Nel ‘97 inizia a tenere un gruppo di lavoro estivo
a Bobbio, Fare Cinema; un’esperienza, questa, che sboccerà in diversi cortometraggi “girati in casa”, alcuni dei
quali saranno base di realizzazione per Sorelle mai (2010), film libero dagli schemi produttivi, che, presentato
fuori concorso a Venezia, ha suscitato l’entusiasmo della critica. Torna a lavorare da Pirandello con La balia
(1999), in competizione a Cannes, con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi e Maya Sansa, che impone
quest’ultima all’attenzione internazionale. È di nuovo in concorso sulla Croisette nel 2002 con l’originale e
riuscitissimo affresco della falsa religiosità italica L’ora di religione, premiato dalla Giuria Ecumenica, che vale a
Sergio Castellitto l’European Film Award ed a Piera Degli Esposti il David. Torna poi a Venezia, ed a lavorare con
Maya Sansa, nel personale omaggio ad Aldo Moro (Roberto Herlitzka) Buongiorno, notte (2003), che gli vale,
tra gli altri, l’Osella alla sceneggiatura in Laguna ed il premio della Fipresci agli European Film Awards. Il regista
di matrimoni (2006), con Sergio Catellitto, è in Un Certain Regard a Cannes e vince i Nastri d’argento per il
soggetto ed il montaggio. Vincere (2009), melodramma sulla vicenda della prima moglie del dittatore Mussolini
con Filippo Timi e Giovanna Mezzogiorno, in concorso a Cannes, ottiene, tra gli altri, quattro Nastri d’argento e
ben otto David di Donatello, compreso quello per la Regia. Nel 2011 gli viene tributato il doveroso omaggio del
Leone d’Oro alla Carriera. È nuovamente al Lido l’anno successivo con Bella addormentata (2012), ritratto della
società italiana attorno al caso Englaro, in cui s’è avvalso di uno strepitoso cast corale.
Nominato Presidente della Cineteca di Bologna, Bellocchio è attualmente protagonista di omaggi al MoMa di
New York e al XV festival del Cinema Europeo di Lecce.
98
Born in Piacenza in 1939 and grown in Bobbio, he attended religious schools, devoting himself on painting as well
(he will use some of his work in My mother’s Smile). In 1959 he entered the Experimental film Center in Rome. Here
he came in contact with some of his future collaborators, such as Sandro Franchina, Silvano Agosti, Enzo Doria,
Alberto Maramma, Giuseppe Lanci and Giantito Burchiellaro, and shot the shorts The guilt and punishment/ La
colpa e la pena (1961) and Juniper made man/ Ginepro fatto uomo ( 1962). After graduating in 1962, he moved
to London, where he enrolled at the Slide School of Fine Arts, graduating with a thesis concerning the work carried
out with the actors of Antonioni and Bresson, and he wrote the script of Fists in the Pocket (1965). His debut film
won the Silver Sail at the Film Festival Locarno and drew the attention of international critics. This film becomes a
symbol for a youth that wants to rebel against the hypocrisy and the conformism of the family’s order. Two years
later he directed the political comedy China Is Near, which won, in 1968 at Venice, the Grand Jury Prize. He joined the
extra parliamentary students groups of the Left of UCI, directing for this reason the documentaries The Calabrian
People Have Raised Their Heads Again/Il popolo calabrese ha rialzato la testa (1969) and Long Live the Red and
Proletariat May 1 /Viva il 1° maggio rosso e proletario (1969). In the seventies he turned his eye to rebellion without
moving far from the family that remains his favorite target, by peering other institutions to denounce violence,
abuse and injustices: a Catholic college (In the Name of the Father, 1972), an insane asylum (Fit to Be Untied Anyone and Everyone, 1975) and the military live (Victory March, 1976). Leap in the Dark (1979), in competition
at Cannes, allows both protagonists, Michel Piccoli and Anouk Aimée, to win the Palm for their performance and
allows him to win the David di Donatello Award. In 1982 he once again dealt with the issue of familial relations to
tell the private tragedy private in The Eyes, The Mouth, with Lou Castel as the protagonist. This film was followed in
1984 for the Rai, by a review of the play by Pirandello Henry IV, with Marcello Mastroianni in the role of the “crazy”
and Claudia Cardinal in that of Matilda. A much more liberating interpretation is that for Devil in the Flesh (1986)
adapted from the novel by Raymond Radyguet and presented at Directors’ Fortnight at Cannes: a great scandal
and a worldwide success. It is with this movie that he started a “collaboration” with the psychiatrist Massimo Fagioli
that involved him in: The vision of the Sabbath (1988); The conviction (1991), which was written with the same
psychiatrist and presented at the Berlinale, and won the Silver Bear; The Dream of the Butterfly (1994), based on
the script and screenplay of Fagioli. In 1996 he directed The Prince of Homburg (1997) by Heinrich von Kleist, in
competition at Cannes. In 1997, he started holding a summer working group in Bobbio, called Fare Cinema; an
experience, this, that produced several short films “shot at home”, some of which have been the basis of the making
of Sorelle Mai (2010), a film free of the production schemes, which presented, out of competition, at Venice, has
attracted the attention of critics. Again from a novel by Pirandello, The Nanny (1999), in competition at Cannes, with
Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi and Maya Sansa, who gained the international attention. He was again
in competition at Cannes in 2002 for the Croisette jury Prize with the original and highly successful representation
on the false Italian religiosity My Mother’s Smile, awarded by the Ecumenical Jury , which allowed Sergio Castellitto
to win the European Film Award and Piera Degli Esposti to win the David Award. Later he returned to Venice, where
he started working with Maya Sansa, to a personal tribute to Aldo Moro (Roberto Herlitzka) Good Morning, Night
(2003), which won, among the others, the Osella Award for Best Screenpaly at Venice and the FIPRESCI prize at the
European Film Awards. The Wedding Director (2006), with Sergio Catellitto, was at Cannes in the Un Certain Regard
section and won the Silver Ribbons for Best Script and Film Editing. Vincere (2009), a melodrama based on the story
of the first wife of the dictator Mussolini with Giovanna Mezzogiorno and Filippo Timi, in competition at Cannes,
which received, among the others, four Silver Ribbons and as many as eight David di Donatello Awards, including
the Award for Best Direction. In 2011 he was the recipient of the Golden Lion Career Award. The following year he
was once again at Venice with Dormant Beauty (2012), a portrait of the Italian society around the Englaro case, in
which we has made use of a magnificent ensemble cast.
Appointed as Chairman of the Cineteca of Bologna, Bellocchio is currently the protagonist and honored with special
tributes at the MoMA of New York and at the XV European Film Festival of Lecce.
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I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
LA COLPA E
LA PENA
GINEPRO
FATTO UOMO
The Guilt And Punishment
Juniper Made Man
Italia - 1961 – 35mm – b&n - 12’
Italia - 1962 – 35mm – b&n - 43’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Cesare Fontana
Interpreti Cast: Alberto Maravalle, Stefano Satta Flores,
sinossi
Un giovane attende all’esterno di un edificio l’arrivo
del gruppo, accarezzando un gattino. Arrivate delle
macchine, ne scendono diversi individui, che lo
precedono all’interno. Il ragazzo una volta entrato,
inizia a parlare con il capo, cercando di dare spiegazioni
a proposito di una nottata passata con la compagna
dell’interlocutore...
nota critica
“(...) Bellocchio mette in luce la sua attenzione per le
psicologie complesse e talora contorte, per la condizione
di gregario, per la contraddittorietà dell’animo umano,
per il rapporto amore/odio che si istituisce tra chi
comanda e chi obbedisce. Tutti argomenti che verranno
trattati e approfonditi in seguito diventando centrali in
opere come Marcia trionfale, Nel nome del padre, Salto nel
vuoto ad esempio. Ma sono anche i piccoli segni a dare
il senso dell’inizio di un cammino”. (Giancarlo Zappoli, Le
forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio)
Maria Pia Vaccarezza
Produzione Production: Centro Sperimentale di
Cinematografia
synopsis
A young man is waiting outside of the building for the
group’s arrival, stroking a kitten. When some cars arrived,
got out from it different individuals, who precede him inside.
One the boy is inside, he starts talking with his boss, trying
to give him explanations about a night spent with the
girlfriend of the interlocutor...
critical note
“(...) Bellocchio highlights his special attention to
complex and sometimes intricate psychologies, due to
the contradictory of the human soul, to the love-hate
relationship that is established between those who
command and those who obey. All issues that will be
hereafter discussed and examined in depth, by becoming
central to the works such as Victory March, In the Name of
the Father, A Leap in the Dark, for example. But also small
signs can give a sense to the beginning of a path”. (Giancarlo
Zappoli, Le forme della ribellione. Il cinema di Marco
Bellocchio)
nota: Saggio del 1° anno del corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia
Essay of the first year film direction course at the Italian National film school
100
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Ettore De Tomasi
Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro
Interpreti Cast: Kerstin Wartel, Stefano Satta Flores, Paolo
Graziosi, Ettore Toscano, Francesco Crescimone
Produttore Producer:
Produzione Production: Centro Sperimentale di
Cinematografia
sinossi
Ginepro, leader del movimento studentesco di sinistra
all’università La Sapienza, ha nella sua cerchia, oltre
a Gabriella, la sua ragazza, Igor, il suo braccio destro,
e Bandini, un giovane introverso che gira sempre
accompagnato dalla sua cinepresa amatoriale.
Quest’ultimo riprendendolo di nascosto mira a soffiargli
la ragazza e distruggerne la figura.
synopsis
Juniper, is a leader of the Left student movement at the
University La Sapienza, in his entourage are included, in
addition to Gabriella, his girlfriend, Igor, his right hand, and
Bandini, an introvert young who always goes around with
his amateur camera. This latter, by shooting him in secret,
aims to take him away his girlfriend and destroy his figure.
nota critica
“(...) Il saggio di regia per il secondo anno di corso
è già un film d’autore vero e proprio. Per di più il
mediometraggio si presenta come uno sviluppo vero e
proprio del precedente La colpa e la pena. (…) è chiaro
che dopo Ginepro fatto uomo il gioco di Bellocchio si
svolge tutto a carte scoperte. Il cinema stesso, sembra
dirci, è un’arma, l’arma più forte di una realtà nascosta
e indicibile posta dietro la patina del reale. Se vuole,
anche la macchina da presa non parla, ma si comporta
e ferisce, si atteggia e comunica antinomicamente con i
suoi atti, meglio che con le sue parole, proprio come un
essere umano, attingendo tramite le espressioni visive
a una “perturbazione dolorosa, più forte di ogni istanza
moderatrice del volere”, “alle oscillazioni e ai pretesti da
una zona profonda, inespiabile, di celate verità”, “a uno
strazio che è senza confessioni”. (...)” (Luca Mazzei, Marco
Bellocchio, Il cinema e i film)
critical note
“(...) This essay on directing for the second year of the course
is already a fully-fledged art film. The medium-length film
further presents itself as a real development of the previous
The guilt and punishment. (...) It is clear that after Juniper
Made Man Bellocchio puts all his cards on the table. The film
itself, appears to say to us, is a weapon, the stronger weapon
of a hidden and indescribable reality behind the semblance
of reality. If it wants, also the camera doesn’t speak, but
behaves like and wounds, acts and communicates in total
opposition with his actions, better than with his words, just
as a human being, by drawing through visual expressions
on a “painful disturbance, stronger than any moderating
request of will”, “on fluctuations and reasons from a deep
zone, not possible to expiate, of hidden truths”, “on an agony
without confessions”. (...)” (Luca Mazzei, Marco Bellocchio,
Il cinema e i film)
nota: Saggio di diploma del corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia
Final essay of the film direction course at the Italian National film school
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I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
I PUGNI
IN TASCA
LA CINA
È VICINA
Fists in the Pocket
China is near
Italia - 1965 – 35mm – b/n - 107’
Italia - 1967 – 35mm – b/n - 95’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Alberto Marrama
Montaggio Editing: Silvano Agosti
Scenografia Set design: Gisella Longo
Musica Music: Ennio Morricone
Costumi Costumes: Rosa Sala
Interpreti Cast: Lou Castel, Paola Pitagora, Marino Masé,
Pierluigi Troglio, Irene Agnelli, Jeannie McNeil, Liliana
Geraci, Gianni Schicchi, Stefania Troglio, Mauro Martini,
Alfredo Filippazzi, Celestina Bellocchio, Gianfranco
Cella, Tino Mulinari, Lella Bertante, Sandra Bergamini
Produttore Producer: Enzo Doria
Produzione Production: Doria Cinematografica
sinossi
In una decadente villa della montagna piacentina vive
una famiglia borghese la cui direzione è affidata, più che
alla madre cieca, al maggiore dei quattro figli, l’avvocato
Augusto, che, fidanzato da tempo ad una ragazza di città,
attende con ansia il momento di abbandonare la casa
per formare una propria famiglia nel capoluogo. Nella
casa vivono: Leone, il più giovane dei fratelli, epilettico
ed incapace di ragionare; Giulia, la quale, anche se
apparentemente più normale, è a sua volta malata e
psicologicamente ferma ad una preadolescenza che la
lega morbosamente a Sandro.
synopsis
In a decadent villa setting in the mountain area of Piacenza
lives a bourgeois family whose direction is entrusted, rather
than to the blind mother, to the eldest of four children, the
lawyer Augustus, who, engaged for quite some time to a city
girl, looks forward to leaving the house in order to create his
own family in the capital. In the house are living: Leone, the
youngest of the brothers, who suffers from epilepsy and is
incapable of reasoning; Giulia, who, though apparently
normal, is in her turn ill and still psychologically lives in a
pre-adolescence phase which morbidly links her to Sandro.
nota critica
“(…) Marco Bellocchio ha dato fondo in questo suo I
pugni in tasca a tutto ciò che di solito costituisce il mondo
della giovinezza. In questo film c’è di tutto, davvero: odio
e amore della famiglia, ambiguità dei rapporti fraterni,
attrazione verso la morte, entusiasmo per la vita, volontà
astratta di azione, furore impotente, malinconia morbosa,
violenza profanatoria e infine, a sfondo di tutto questo,
il senso cupo e fatale di una provincia senza speranza.
Questa complessa e torbida materia non è però espressa
in maniera crepuscolare come quasi sempre avviene nel
cinema e nella letteratura italiana, bensì è affrontata, caso
raro, drammaticamente. (...) Con Alessandro ha inventato
un personaggio molto bello e, specie nel cinema italiano,
molto nuovo. (...)” (Alberto Moravia, Al cinema)
premi e festival awards and festivals:
1965 Festival di Locarno – Concorso: Vela d’Argento Silver Sail
1965 Rio de Janeiro FF: Premio Cinema Novo
102
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
critical note
“(...) Marco Bellocchio has given rise in his Fists in the
pocket to all which usually constitutes the world of youth.
In this movie there is everything , truly: family’s hate and
love, ambiguity in fraternal relations , attraction to death,
enthusiasm about life, abstract action’s will , impotent
anger , morbid melancholy, profanation violence and
finally, as background for all of this, the dark and fatal sense
of a hopeless Province. This complex and turbid matter,
however, is not expressed in a hazy manner as it is almost
always in the Italian cinema and literature, but rather it is
handled, rare case, in a dramatic way. (...). He has invented
with Alessandro a very nice character, and especially within
the Italian cinema, very new. (...)” (Alberto Moravia, Al
cinema)
Cinema Novo Award
1966 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Miglior Soggetto Best
Original Story
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Elda Tattoli
Fotografia Photography: Tonino Delli Colli
Montaggio Editing: Roberto Perpignani
Scenografia Set design: Ugo Novello
Musica Music: Ennio Morricone
Interpreti Cast: Glauco Mauri, Elda Tattoli, Paolo Graziosi,
Daniela Surina, Pierluigi Aprà, Alessandro Haber, Claudio
Trionfi, Laura De Marchi, Mimma Biscardi, Claudio Tura,
Giuliano Todeschini, Claudio Cassinelli, Renato Jalenti
Produttore Producer: Franco Cristaldi
Produzione Production: Vides
sinossi
La famiglia Gordini Malvezzi, ereditiera, per discendenza
nobiliare, di pingui possedimenti terrieri, è composta da
Vittorio, professore di scuola media superiore, più erudito
che colto, debole di carattere e trasformista in politica,
dalla sorella Elena, arcigna amministratrice del patrimonio
familiare, tenace zitella ma assidua frequentatrice di uomini
di ogni tipo, e dal fratello Camillo, studente in un collegio
di preti, acceso sostenitore d’idee estremiste che proclama
apertamente con slogan murali. Ricevuta l’assicurazione di
divenire assessore, il capo della famiglia Gordini Malvezzi
accetta di presentarsi candidato nelle liste socialiste. Come
proprio factotum Vittorio assume Carlo, un proletario con il
diploma di ragioniere e molti sogni ambiziosi...
synopsis
The Gordini Malvezzi family, heiress, for a noble lineage,
of huge estates, is made up of Vittorio, a secondary
school professor, more erudite than cultured, with a weak
character and a transformist from a political point of view,
his sister Elena, a grim administrator of the family property,
a tenacious spinster but who regularly indulges in any
kind of men, and the brother Camillo, a college of priests
student, an ardent supporter of extremist ideas that he
openly proclaims with wall slogans. Being sure to become
an assessor, the head of the Gordini Malvezzi family agrees
to stand as a candidate in the socialist lists. As his own
personal factotum, Vittorio hires Carlo, a proletarian with
the diploma of accounting and many ambitious dreams…
nota critica
“(…) l’opera seconda allarga l’orizzonte d’indagine all’ambito
sociale della contrapposizione di classe. (…) tutto il
meccanismo narrativo prende corpo in un saporito gioco
delle coppie, con unioni che si formano e si dissolvono
seguendo un percorso solo apparentemente capriccioso,
in realtà limpidamente geometrico, secondo un modello
speculare dove ogni azione si piega prima di tutto all’esigenza
utilitaristica dei singoli personaggi (…). Più incline a una
machinerie settecentesca alla Choderlos de Laclos che a
un classico meccanismo da commedia alla Germi, La Cina è
vicina solo all’inizio sembra volersi porre in sintonia con certe
sperimentazioni linguistiche tipiche della nouvelle vague (...)”
(Giovanni Spagnoletti, Marco Bellocchio, Il cinema e i film)
critical note
“(…) the second feature extends the horizon of investigation to
the social aspect of the class contrast. (...) The whole narrative
mechanism is expressed in a stimulating game involving
couples, with the formation and dissolution of unions following
an apparently capricious path, in reality clearly geometric,
according to a mirror mode where every action first of all has to
deal with the utilitarian requirement of the single characters (...).
More inclined to an eighteenth century machinerie in the way
of Choderlos de Laclos than to a classic comedy mechanism in
the way of Germ, China is near only at the beginning seems to
want to be put in line with certain linguistic experimentations
typical of the New Wave (...)” (Giovanni Spagnoletti, Marco
Bellocchio, Il cinema e i film)
premi e festival awards and festivals:
1967 Mostra di Venezia – Concorso Competition: Premio Speciale della Giuria Special Jury Prize, Premio FIPRESCI Prize
1968 Nastri d’argento Silver Ribbons: Migliore Fotografia in Bianco e Nero, Soggetto Originale Best CinematographyB/W, Original Story
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I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
DISCUTIAMO,
DISCUTIAMO
IL POPOLO
CALABRESE
HA RIALZATO
LA TESTA
Let’s Discuss
(V episodio di AMORE E RABBIA
Fifth episode from LOVE AND ANGER)
The Calabrian People
Have Raised Their Heads Again
Italia, Francia – 1969 – 35mm – colore - 24’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Elda Tattoli
Fotografia Photography: Aiace Parolin
Montaggio Editing: Marco Bellocchio, Elda Tattolii
Scenografia Set design: Mimmo Scavia
Interpreti Cast: Marco Bellocchio, Sergio Elia, Roberto
Marigliano, Dino Audino, Ivo Micheli, Daniele Marfori,
Michele Santoro, Patrizia Cavalli, Ilda Bartoloni, Mimmo
Raffaele, Gianloreto Carbone, Marco Visalberghi,
Claudia Mancina, Stefania Jaconis, Silvana Mazzocchi,
Enzo Tarquini
Produttore Producer: Marco Bellocchio, Elda Tattoli,
Carlo Lizzani
Produzione Production: Castoro Film, Anouchka Film
sinossi
In un’aula universitaria fa irruzione una brigata di studenti
contestatori che interrompe la lezione su Benedetto
Croce, fra le proteste degli altri studenti, quelli borghesi
che vogliono proseguire la didattica. Il professore tenta di
riportare la calma, invitando tutti alla discussione...
synopsis
Into a university classroom irrupts a brigade of protesting
students who interrupts the lesson upon Benedetto Croce,
among the protests of the other students, those bourgeois
who want to continue the teaching activity. The professor
tries to ease the tension, by encouraging all to discuss...
nota critica
“(...) Davanti a una macchina da presa persino anonima,
gli studenti danno libero sfogo alla natura spettacolistica
del Sessantotto. L’etnografo Bellocchio, insomma, non
filma il Sessantotto, ma lo spettacolo del Sessantotto. Che
è doppio. Il Sessantotto, infatti, dà spettacolo due volte:
nelle manifestazioni esteriori di burla, mascheramento
e dissacrazione, e in qualità di sacra rappresentazione
capace di riprodurre, dall’interno stesso della comunità,
il rito di fondazione e mutazione. Di fronte a tale natura
(…) l’autore tace, fa l’etnografo e si ritira. Un etnografo
che tuttavia, sotto una barba da fiera e senza pathos
eccessivo, se la sa ridere ancora”. (Flavio De Bernardinis,
Marco Bellocchio, Il cinema e i film)
critical note
(...) In front of a camera even anonymously, the students
give free rein to the vivacity nature to spectacle of the Sixtyeight movement. As an ethnographer, Bellocchio therefore,
doesnt film the Sixty-eight movement, but the show of this
movement, which is double. The sixty-eight movement,
in fact, spectacles twice: in the outward manifestations
as a prank, masking and desecration, and as a sacred
representation capable of reproducing, from within the
community itself, the rite of the foundation and mutation.
Faced with such a nature (...) the author stays silent, acts
as an ethnographer and retreats. An ethnographer who,
under his imposing beard and without excessive pathos,
still knows how to laugh”. (Flavio De Bernardinis, Marco
Bellocchio, Il cinema e i film)
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I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
Italia – 1969 – 16mm – b&n - 60’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay:
Fotografia Photography: Dimitri Nicolau, Ivan Stoinov
Produzione Production: Servire il popolo
sinossi
Documentario realizzato in Calabria, nella cittadina di
Paola, sulle lotte per l’occupazione delle case popolari.
Prodotto dall’associazione marxisti leninisti italiani. Una
descrizione delle azioni di lotta e una serie di interviste
che offrono uno spaccato della società urbana del sud.
Fra i partecipanti al comizio finale si riconosce Aldo
Brandirali, leader dell’Unione Comunisti Italiani (marxistileninisti).
synopsis
A documentary realized in Calabria, in the town of Paola,
on the struggles for the occupation of social housing.
Produced by the Italian Marxist-Leninist association. A
description of the fight actions and a series of interviews
that offer an insight into the south urban society. Among
the participants at the final meeting of the election
campaign there is Aldo Brandirali, a leader of the Union of
the Italian Communists (Marxist- Leninist).
nota critica
“In questo film la consapevolezza politica di operai e
contadini è costruita soprattutto in montaggio; più
dello sconforto sociale e del disperato fatalismo - aspetti
considerati decadenti - si voleva dare un’idea del popolo
sfruttato e sofferente, ma attivo, ottimista, rivoluzionario.
Tutti i discorsi disfattisti vennero mutilati - ricorda
Bellocchio - conservando per esempio quei punti in cui
l’intervistato si scagliava contro i politicanti, i partiti, i
parlamentari, in cui manifestava un odio attivo contro i
suoi sfruttatori”.
(Marco Bertozzi, Storia del documentario italiano)
critical note
“In this film, the political awareness of workers and peasants
is built mainly in editing, rather than on social dejection and
desperate fatalism - aspects that are considered decadent
– it was intended “to give an idea about the exploited and
suffering people, but active, optimistic and revolutionary.
All the defeatists talk were mutilated - as Bellocchio
notes - for example by keeping those fragments in which
the interviewee was hurling himself against politicians,
political parties, parliamentarians, in which he expressed
an active hate against its exploiters”. (Marco Bertozzi, Storia
del documentario italiano)
105
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
VIVA IL 1˚MAGGIO ROSSO E PROLETARIO
Long Live the Red and Proletariat May 1
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
NEL NOME
DEL PADRE
In the name of the Father
Italia – 1969 – 16mm – b&n e colore - 26’
Italia - 1971 – 35mm – colore – 1
Regia Direction: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Dimitri Nicolau
Produzione Production: Unione Comunisti Italiani
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Franco Di Giacomo
Montaggio Editing: Franco Arcalli
Scenografia Set design: Amedeo Fago
Musica Music: Nicola Piovani
Costumi Costumes: Enrico Job
Interpreti Cast: Yves Beneyton, Renato Scarpa, Laura Betti,
Aldo Sassi, Lou Castel, Piero Vida, Gérard Boucaron,
Marco Romizi, Edoardo Torricella, Livio Galassi, Christian
Aligny, Rossano Jalenti, Ghigo Alberani, Tino Maestroni,
Gisella Burinato, Luisa Di Gaetano, Claudio Besestri,
Orazio Stracuzzi, Gianni Schicchi, Marino Cenna, Simone
Carella, Guerrino Crivello
Produttore Producer: Franco Cristaldi
Produzione Production: Vides Cinematografica
sinossi
La fragorosa sequenza di un canto penitenziale e le
immagini d’ambiente collocano la vicenda in un collegio
di lusso, anno scolastico 1958-1959. Vi è rinchiuso Angelo
Transeunti per aver restituito a suo padre calci e schiaffi
e pesantissimi insulti. Il personaggio resta coerente in
ogni circostanza: teorizzatore del superuomo, hitleriano
in sedicesimo, strumentalizza i compagni, fa espellere il
vile prefetto Diotaiuti, induce un compagno a uccidere
la madre isterica e seccatrice; mentre un altro si suicida,
mette a soqquadro il collegio; mascherato da cane si
aggira per i locali portando a spalla il cadavere di un
sacerdote...
nota critica
“(...) Ogni inquadratura sembra fuoriuscire da un quadro
della pittura rinascimentale tedesca e configurarsi
come un’Allegoria di Dürer: un collegio che sembra un
manicomio diviso per classi sociali; figure grottesche dal
nome emblematico (Corazza, Diotaiuti, Salvatore); un
giovane borghese che cammina a testa alta e coi pugni
in tasca e che istiga alla rivoluzione. Bellocchio trasfigura
figure e icone della cultura cattolica attraverso l’impeto
della cultura tedesca moderna, presente a più riprese
sotto varie figurazioni (da Goethe a Nietzsche, da Brecht
all’iconografia nazista), e dall’accostamento costruisce
un progetto politico aggressivo (...), ma fallimentare,
destinato a fare della “lezione” di Transeunti una
rivoluzione per folli. (...)” (Edoardo Becattini, Mymovies.it)
synopsis
The loud sequence of a penitential singing and images
of the environment place the story in a luxury boarding
school, school year 1958-1959. There was closed in
Angelo Transeunti for having returned to his father kicks
and slaps and extremely heavy insults. The character
remains consistent with all circumstances: a theoretician
of the Superman, a Hitlerian rough copy, he exploits his
companions, expels the mean prefect Diotaiuti, induces one
of his companions to kill his hysterical and scold mother;
while another commits suicide, he turns the boarding school
upside down; dressed up as a dog he goes around the place
carrying on his shoulders the corpse of a priest...
sinossi
Breve documentario realizzato sulle contromanifestazioni
organizzate dall’Unione Comunisti Italiani a Milano e
Roma in occasione della Festa dei Lavoratori. Diviso in tre
parti: nella prima si documenta il dibattito politico in seno
all’Unione, nella seconda e nella terza le manifestazioni
milanese e romana.
nota critica
“Con l’occasione di una celebrazione specifica come
quella del Primo maggio che consente un’organizzazione
preventiva, Bellocchio coordina il lavoro di numerosi
operatori. Ne nasce un film a colori molto più attento
all’impatto spettacolare e molto più “raffinato” dal punto
di vista estetico. Bellocchio è consapevole di essere
chiamato a dare enfasi a quello che costituisce un
punto di forza dell’UCI, cioè alla capacità di organizzare
manifestazioni in grado di colpire anche dal punto
di vista visivo lo spettatore esterno e su questo fa
leva. Ottenendo però una resa che risulta soprattutto
esteriore.” (Giancarlo Zappoli, Le forme della ribellione. Il
cinema di Marco Bellocchio, Lindau 2004)
synopsis
A short documentary realized on the counterdemonstrations that were organized by the Union of the
Italian Communists in Milan and Rome on the occasion of
the Labor Day on May 1st. It is divided into three parts: in the
first it is documented the political debate within the Union,
in the second and third the demonstrations which took
place in Milan and Rome.
critical note
“On the occasion of the specific celebration such as the May
Day which enables a prearranged organization, Bellocchio
coordinates the work of many operators. The result is a color
film which pays much more attention to the spectacular
impact and is much more “refined” from the aesthetic point
of view. Bellocchio is aware of being called upon to give
emphasis to what is one of the strong points of UCI, that is,
to the ability to organize demonstrations that are able to
affect also from a visual point of view the external viewer
and he relies on this. Obtaining however a performance
which is mostly exterior.” (Giancarlo Zappoli, Le forme della
ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio, Lindau 2004)
critical note
“(...) Every shot seems to come out from a picture of the
German Renaissance painting and to configure itself as the
Dürer’s Allegorical painting: a boarding school that looks
like a mental hospital divided into social classes; grotesque
figures with emblematic names (Corazza, Diotaiuti,
Salvatore); a young bourgeois who walks with his head held
high and with his fists in the pockets and who instigates
revolution. Bellocchio transfigures figures and icons of the
Catholic culture through the impetus of the modern German
culture, which is present on several occasions in the form of
various figurations (from Goethe to Nietzsche, from Brecht
to the Nazi iconography), and by the combination he builds
an aggressive political project (...), but failing and intended to
make the “lesson” of Transeunti a revolution for lunatics. (...)”
(Edoardo Becattini, Mymovies.it)
festival: 1971 New York FF
106
107
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
MATTI DA
SLEGARE
MARCIA
TRIONFALE
Fit To Be Untied
Victory March
Italia - 1975
16mm – colore e b&n - 140’
Italia, Francia, Germania - 1976
35mm – colore – 125’
Regia Direction: Marco Bellocchio, Silvano Agosti,
Stefano Rulli, Sandro Petraglia
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio,
Silvano Agosti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia
Fotografia Photography: Dimitri Nicolau
Montaggio Editing: Marco Bellocchio, Silvano Agosti,
Stefano Rulli, Sandro Petraglia
Musica Music: Nicola Piovani
Fonico Sound technician: Reo Ugolinelli
Con With: Paolo Notari, Angelo Massari, Marco Cattani
Produttore Producer: Francesco Giovalè
Produzione Production: 1 Marzo Cinematografica
sinossi
Anni addietro lo psichiatra Franco Basaglia aveva indicato
un obiettivo determinato da perseguire nella cura delle
malattie mentali e del disadattamento: svuotare lentamente
i manicomi, da lui considerati i ghetti dell’emarginazione
ed evitare nuovi ricoveri con un lavoro di prevenzione nei
quartieri, nelle fabbriche, nelle scuole. Per documentare
questa tesi, il film in due parti, muove dalle Tre storie di Paolo,
Angelo e Marco, raccontandone la difficile situazione sociale,
per poi documentare, con una serie di testimonianze,
l’inserimento nel lavoro di alcuni ex degenti di ambo i sessi
od il rifiuto del ritorno alla realtà esterna da parte di altri. Una
galleria di ritratti che si conclude con una sequenza di una
festa all’ospedale di Colorno.
synopsis
Years ago, the psychiatrist Franco Basaglia, determined a
specific objective to be pursued in the treatment of mental
illnesses and maladjustment: closing slowly the mental
hospitals, which he considered the ghettoes of exclusion
and avoiding new hospitalizations with a preventive work
within neighborhoods, factories and schools. To document
this theory, the two-part film, moves from Three stories of
Paolo, Angelo and Marco, by introducing their difficult social
situation, and then documents, with a number of testimonies,
the integration in the work of some ex in-patients of both
genders or the refusal by others to return to the external
reality. A collection of portraits ending with a sequence of a
party which took place at the Hospital Colorno.
nota critica
“Uno dei pochi esempi davvero convincenti di cinema
militante italiano, capace di sviscerare il tema della “pazzia”
con un’analisi reale che si giova degli apporti e delle lotte
degli antipsichiatri e delle esperienze di recupero con gli
operai emiliani.” (Paolo Mereghetti , Dizionario dei film)
“(...) Non ha pretese scientifiche. Non è, in senso stretto,
nemmeno un’inchiesta, ma piuttosto una testimonianza e
una denuncia. La tesi è racchiusa nel titolo (...) Il film conta
e vale come atto di amore e di rispetto per l’uomo che,
anche quando è “diverso” e malato in modo sconvolgente
(catatonici, mongoloidi, paranoici, schizofrenici) è sempre
preso sul serio. La finale festa danzante è un grande
momento di cinema.” (Il Morandini)
critical note
“Is one of the few and very convincing examples within the
Italian militant cinema, capable of going deeply into the
issue of “madness” with a real analysis that takes advantage
of contributions and struggles of the anti-psychiatrists and
of recovery experiences with the Emilian workers”. (Paolo
Mereghetti, Dizionario dei film)
“(...) It hasn’t scientific claims. It is not, in the strict sense, even
an investigation, but rather a testimony and a complaint. The
theory is contained in the title (...) The film counts and is an act
of love and respect for man who, even when he is “different”
and sick in a shocking way (catatonic, mongoloid, paranoid,
schizophrenic) he is always taken seriously. The final dance
party is a great moment of cinema”. (Il Morandini)
premi e festival awards and festivals:
1975 Berlinale – Forum: Premio FIPRESCI Award, Premio OCIC
Award (presentato nella versione lunga “Nessuno o tutti” presented
on the long version “Nessuno o tutti”)
1975 Mostra di Venezia
1975 Nyon FF
108
Regia Direction: Marco Bellocchio
Soggetto Treatment: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio,
Sergio Bazzini, Peter Berling
Fotografia Photography: Franco Di Giacomo
Montaggio Editing: Sergio Montanari
Scenografia Set design: Amedeo Fago
Musiche Musics: Nicola Piovani, dirette da Gianfranco Plenizio.
Costumi Costumes: Mario Carlini
Interpreti Cast: Michele Placido, Franco Nero, Miou-Miou, Patrick
Dewaere, Nino Bignamini, Alessandro Haber, Piero Vida,
Ekkehardt Belle, Flavio Andreini, Gisela Hahn, Vittorio Fanfoni
Produttore Producer: Silvio Clementelli
Produzione Production: Clesi Cinematografica, Renn Productions,
Agence Mediterraneenne de Location de Film, Lisa Film Gmbh
Distribuzione Distribution: Cineriz - Mgm Home Entertainment
(Gli Scudi)
sinossi
Il soldato Paolo Passeri, laureato in lettere, nonostante le
diverse domande inoltrate per entrare nell’Accademia
Ufficiali, è costretto ad adempiere i dodici mesi di leva
nella caserma reggiana “Setvago”, diretta dal capitano
Asciutto. Il giovanotto, timido e distinto per natura, si
trova a disagio con istruttori, caporali e sergenti dalla
voce tonante, nonché con il branco di anziani che in breve
lo fanno oggetto di ogni scherzo possibile. Il capitano
Asciutto, a sua volta, si trova alle prese con una galoppante
nevrosi dovuta, oltre alla sua concezione della vita militare,
secondo la quale dovrebbe trasformare delle bambole in
“uomini veri”, anche ai capricci e vizi della giovane moglie
Rosanna...
synopsis
The soldier Paolo Passeri, with aLetters degree, in spite of the
several applications sent to enter the Academy Officers, is forced
to perform the twelve months of military service in ‘Setvago’
Reggian barracks, directed by captain Asciutto. The young
man, shy and distinguished by nature, feels uneasy with the
instructors, corporals and sergeants with loud voice, as well as
with the gang of the seniors who in a short time make him the
object of any possible joke. Captain Asciutto in his turn, comes
to grips with a galloping neurosis due, not only to his military
conception, which should turn dolls into ‘true men’, but also to
the whims and vices of his young wife Rossana...
nota critica
“(...) È importante che Bellocchio, scrivendo il film e
realizzandone la messinscena, non prenda partito per nessuno
dei protagonisti, contento di frugarli dall’interno e di assumerli
come elementi di un dibattito sulla realtà in generale. Ciò
conferma che l’opera si definisce nella sua dialettica psicologica
molto più che nella demistificazione del militarismo. Marcia
trionfale è anche un’analisi della ideologia bellicosa che spesso
continua a guidare la vita di caserma, ma è soprattutto una
drammatizzazione del rapporto fra autorità e obbedienza,
della sfida tra forti e deboli che è sottintesa in ogni “Signorsì”.
È il ritratto incrociato, ambientato in caserma per sovrappiù
di espressività, di due nevrosi in cui si esprimono la voluttà di
autodistruggersi attraverso il rifiuto della carità e l’urgenza di
affermare la propria libertà divorando ogni immagine paterna.
(...)” (Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera)
premi awards:
1976 David di Donatello: Premio Speciale a Special Award
to Michele Placido
critical note
“(...) It is important that Bellocchio, as he writes the film
and realizes its staging, doesn’t take the side of any of his
protagonists, being pleased to look them from the inside and to
consider them as part of a debate about reality in general. This
confirms that the work is defined in its dialectical psychology
much more than in the demystification of militarism. Victory
March is also an analysis of the bellicose ideology that often
continues to lead the life on the military barracks, but it is
mostly a dramatization of the relationship between authority
and obedience, of the challenge between the strong and the
weak which is implied in every “Yes, sir.” It is the cross portrait,
set in the military barracks due to surplus of expressiveness, of
two neuroses in which there are expressed the pleasure of selfdestruction, through the charity’s rejection, and the urgency
to assert one’s freedom by destroying each father figure. (...)”
(Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera)
1976 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Attore Best
Actor
109
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
IL GABBIANO
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
SALTO NEL
VUOTO
The Seagull
Leap in the Dark
Italia, Francia - 1980
35mm – colore – 120’
Italia - 1977 – 35mm – colore - 132’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Sandro Petraglia, Stefano Rulli,
Lù Leone Broggi, Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Tonino Nardi
Montaggio Editing: Silvano Agosti
Scenografia Set design: Amedeo Fago
Musica Music: Nicola Piovani
Costumi Costumes: Gabriella Pescucci
Interpreti Cast: Laura Betti, Giulio Brogi, Pamela Villoresi,
Remo Girone, Gisella Burinato, Antonio Piovanelli, Mattia
Pinoli, Clara Colosimo, Remo Remotti, Gaetano Campisi
Produttori Producers: Lu’ Leone , Roberto Levi,
Enzo Porcelli
Produzione Production: RAI - Tv Italtelevision
sinossi
Kostantin, giovane scrittore che vive in campagna, è
incapace di soddisfare le sue ambizioni artistiche e di
conquistare l’amore di Nina, una giovane aspirante attrice.
Irina, sua madre, è un’attrice famosa ed il sua amante uno
scrittore alla moda! Chi sceglierà Nina: il giovane talento
o seguirà a Mosca lo scrittore di successo? Cosa sceglierà
Kostantin: il compromesso o la morte?
synopsis
Konstantin, a young writer who lives in the countryside, is
unable to satisfy his artistic ambitions and to win the love of
Nina, a young aspiring actress. Irina, his mother is a famous
actress and her lover a popular writer! Who will Nina choose:
the young talent or will she follow the successful writer to
Moscow? What will Konstantin choose: the compromise or
death?
nota critica
“Bellocchio si avvicina al testo di Čechov per addentrarsi
negli abissi silenziosi ed oscuri che scuotono l’anima
e per indagare sul ruolo dell’artista, continuamente
condannato ad inseguire e a perdersi nell’arte stessa,
costretto a discendere nell’impervio e doloroso
territorio al limite tra l’integrità e il compromesso.(...) La
costruzione per sottrazione de Il gabbiano, in cui Čechov
elimina dalla scena l’evidenza del gesto e toglie rilevanza
all’intreccio per riuscire a penetrare profondamente nel
mondo intimo e nell’inconscio dei suoi personaggi, che
dialogano tra loro e con lo spettatore in un ininterrotto e
passivo monologo interiore, amplificando a dismisura il
vuoto e la distanza che li soffoca, viene estremizzato dallo
sguardo cinematografico adottato da Bellocchio grazie
alla scelta formale di isolare i personaggi che popolano la
scena ritraendoli rinchiusi in un fitto susseguirsi di primi
piani, grazie all’immobilità dei corpi, annullati nella loro
esteriorità per dare spazio all’azione interiore, scolpita
nella gestualità nervosa dei volti. (...)” (Francesca Bea,
Sentieri Selvaggi)
critical note
“Bellocchio gets close to the Čechov’s text in order to get
inside the silent and dark abysses that move the soul and
to investigate the role of the artist, continually doomed to
do with and to get lost in the art itself and forced to stoop
to an incomprehensible and agonizing area at the limit
between integrity and compromise. (...) The construction
by subtraction of The seagull, where Čechov removes from
the scene the gesture’s obviousness and gives less emphasis
to the storyline in order to be able to penetrate deeply into
the intimate world and unconscious of his characters, who
interact with each other and with the viewer in a continuous
and passive interior monologue, by enhancing excessively
the vacuum and the distance suffocating them, is taken
to the extreme by the cinematographic look of Bellocchio,
thanks to the formal choices to isolate the characters on
stage by portraying them closed in a thick succession of
close-ups, thanks to the immobility of the bodies, deprived
of their exteriority in order to give space to the inner action,
which is imprinted into the nervous gestural expressiveness
of their faces. (...)” (Francesca Bea, Sentieri Selvaggi)
110
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio in collaborazione
con in collaboration with Vincenzo Cerami, Piero Natoli
Fotografia Photography: Giuseppe Lanci
Montaggio Editing: Roberto Perpignani
Scenografia Set design: Amedeo Fago, Andrea Crisanti
Musica Music: Nicola Piovani
Costumi Costumes: Lia Francesca Morandini
Interpreti Cast: Michel Piccoli, Anouk Aimée, Michele
Placido, Gisella Burinato, Anna Orso, Antonio Piovanelli,
Pier Giorgio Bellocchio, Adriana Pecorelli, Paolo Ciampi,
Francesca Maria De Monti, Giampaolo Saccarola
Produttori Producers: Silvio e Anna Maria Clementelli,
Enzo Porcelli
Produzione Production: Clesi Cinematografica, Odyssia,
Rai Radiotelevisione Italiana, Mk 2, Film 66
sinossi
Marta Ponticelli ha fatto da madre e da sorella al fratello
Mauro e ora, con la visione della vecchiaia davanti agli occhi
e l’animo vuoto, mostra notevoli scompensi psichici. Mauro,
che fa il giudice, ha paura che Marta impazzisca e si tolga
la vita. D’altra parte, a sua volta ampiamente complessato
per la vita solitaria e per le esperienze drammatiche del suo
lavoro, non riesce ad influire positivamente sulla sorella. Un
giorno, quasi senza premeditazione, Mauro fa conoscere
a Marta un suo imputato, Giovanni Sciabola, attore
stravagante che si trova spesso a compiere azioni al di
fuori della legalità. La conoscenza diviene amicizia e Marta,
messe in disparte le crisi abituali, esce sempre più spesso. Il
giudice si sente tradito dalla sorella, diventa geloso, anche
se non ne è cosciente.
synopsis
Marta Ponticelli acted like a mother and a sister to her brother
Mauro and now, being afraid of her old age and feeling
anhedonic, becomes disturbed showing serious psychological
deficit. Mauro, who is a judge, is afraid Marta will go insane
and commit suicide. On the other hand, in turn, he is full of
complexes, because of his solitary life and his terrible working
experiences. Therefore, he can’t influence her sister positively.
One day, almost without design, Mauro introduces to
Marta an accused man named Giovanni Sciabola, a bizarre
character who often acts beyond the sense of legality. They
became friends, and Marta, setting aside her usual crisis, goes
out always more frequently. Mauro feels betrayed by her sister,
and becomes jealous, although he isn’t aware of these feelings.
nota critica
“(...) 6° film narrativo di M. Bellocchio, e idealmente
apparentato con I pugni in tasca (1965), scritto con Piero
Natoli e Vincenzo Cerami, rivela nel suo autore una
maturità stilistica che si manifesta nella capacità di passare
dal registro naturalistico a quello espressionistico di
trasfigurazione della realtà: limpido ed esplicito, ma anche
carico di una profonda ambiguità metaforica. Sorretto
da collaboratori di prim’ordine, ha nei due francesi, due
interpreti in ammirevole sintonia.” (Il Morandini)
critical note
“(...) the 6th narrative film by M. Bellocchio, in theory
compared to Fists in the Pocket (1965), and written with the
collaboration of Piero Natoli and Vincenzo Cerami, reflects
the author’s stylistic maturity, which is expressed in his ability
to move from a naturalistic to an expressionistic stylistic
attitude by dealing with the reality’s transfiguration: clear and
explicit, but also full of a deep metaphorical ambiguity. The
author is supported by an excellent team, and by two French
performers, working on the same wave length.” (Il Morandini)
premi e festival awards and festivals:
1980 Cannes FF – Concorso Competition: Miglior Attore, Attrice Best Actor, Actress
1980 David di Donatello: Miglior Regia Best Director
111
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
ENRICO IV
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
DIAVOLO
IN CORPO
Henry IV
The Devil in the Flesh
Italia - 1984 – 35mm – colore - 85’
Italia - 1986 – 35mm – colore - 115’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio con la
collaborazione di in collaboration with Tonino Guerra, dall’opera
omonima di based on the of the same play by Luigi Pirandello
Fotografia Photography: Giuseppe Lanci
Montaggio Editing: Mirco Garrone
Scenografia Set design: Giancarlo Basili, Leonardo Scarpa
Musica Music: Astor Piazzolla
Costumi Costumes: Lina Nerli Taviani
Interpreti Cast: Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale,
Leopoldo Trieste, Paolo Bonacelli, Latou Chardons,
Luciano Bartoli, Gianfelice Imparato, Claudio Spadaro,
Giuseppe Cederna, Giacomo Bertozzi, Fabrizio
Macciantelli, Gianluigi Sedda, Maria Loos, Luciano
Branchi
Produttori Producers: Enzo Porcelli
Produzione Production: Odyssia, Rai - Radiotelevisione
Italiana Rete 2
sinossi
Nel corso di una festosa cavalcata in maschera, un
giovane subisce una grave caduta provocata dal Barone
Belcredi, suo rivale in amore. Impazzito per il colpo, il
giovane assume l’identità di Enrico IV di Germania, di
cui indossa il costume al momento dell’incidente e,
rinnegando il presente, si allontana dalla donna che
respinge il suo amore e dagli amici che si fanno beffe di
lui per rinchiudersi in un castello con un piccolo gruppo
di servitori.
synopsis
During a festive and masked horse ride, a young man suffers
a serious fall caused by the Baron Belcredi, his rival in love.
Gone insane for the blow, the young man assumes the
identity of Henry IV of Germany, of whom he was wearing
the costume at the time of the incident, and denying the
present, he turns away from the woman who rejects his love
and from his friends who are making a fool on him to retreat
in a castle with a small group of servants.
nota critica
“(...) Ben stilizzato in una visualità sobria, essenziale - la
bella fotografia è di Giuseppe Lanci -, Enrico IV si avvale
anche delle insinuanti, preziose intrusioni musicali
di Astor Piazzolla. L’esito globale, anche grazie alla
formidabile prova di Mastroianni attorniato da degni
comprimari come la Cardinale, Bonacelli e Trieste, è
un’opera di lineare, nobile semplicità dove, se pure
Pirandello appare soltanto un punto di riferimento
abbastanza generico, la favola bizzarra prevarica forse la
più rigorosa, severa moralità dell’apologo originario. (…)”
(Sauro Borelli, L’Unità)
critical note
“Well-stylized in a sober, essential image- the beautiful
photography is of Giuseppe Lanci -, Henry IV also uses the
insinuating and precious music intrusions of Astor Piazzolla.
The overall result, thanks also to the formidable performance
of Mastroianni surrounded by worthy supporting actors
such as Cardinale, Bonacelli and Trieste, is a work of linear
and noble simplicity where, although Pirandello is only a
fairly generic point of reference, the bizarre tale oversteps
perhaps the most rigorous and strict morality of the original
parable. (…)” (Sauro Borelli, L’Unità)
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio,
Ennio De Concini
Fotografia Photography: Giuseppe Lanci
Montaggio Editing: Mirco Garrone
Scenografia Set design: Andrea Crisanti
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Lina Nerli Taviani
Interpreti Cast: Maruschka Detmers, Federico Pitzalis,
Anita Laurenzi, Riccardo de Torrebruna, Giacomo
Pulcini, Alberto Di Stasio, Catherine Diamant, Anna
Orso, Claudio Botosso, Lidia Broccolino, Stefano Abbati,
Claudio Picariello, Pietro Sanavio, Brunella Casolari,
Luciano D’Amico, Lorenzo D’Avanzo, Raffaele De Nuccio,
Roberto Tozzi, Maria Toesca, Claudio Spadaro, Oreste
Rotundo, Riccardo Plati, Alessandro Partexano, Marco
Maggioni, Claudio Lorimer, Doris Gean Foster, Francesco
Firpo, Viviana Fedeli, Germano Basile
Produttore Producer: Leo Pescarolo
Produzione Production: L.P. Film, Istituto Luce, Ital
Noleggio Cin.Co, Film Sextile, Aj Film, Fr3
sinossi
Una pazza di colore, che erra sui tetti di Roma minacciando
il suicidio, attira l’attenzione di una classe di liceo da una
parte e di una bella e nevrotica ragazza borghese dall’altra,
Giulia, da cui subito è colpito Andrea, uno dei liceali, che
scavalca la finestra dell’aula e la insegue col suo motorino,
mentre si allontana su una Maserati. Accompagnata da un
giovane prete, Giulia sosta a un punto del ponte sul Tevere
dove è caduto il padre, vittima delle brigate rosse, e si reca
poi a un processo contro i brigatisti, prodigando segnali
d’intesa e d’affetto a un pentito, cui è promessa sposa...
synopsis
A crazy woman of color wandering on one of the rooftop of
Rome, trying to commit suicide, draws on the one hand the
attention of a high school class and of Giulia, a beautiful and
schizophrenic bourgeois girl, on the other. Andrea, a high
school student, who is immediately charmed by her, bypasses
the classroom window and follows her with his scooter, while
she is moving away in a Maserati. Giulia, together with a
priest, stands near one of the Tiber bridges, where her father
was assassinated by members of the Red Brigades. Then she
goes to the trial against them, where she shows affection and
harmony towards a collaborator with justice, to whom she’s
engaged…
nota critica
“(...) il regista racconta un destabilizzante sogno di libertà,
una ribellione contro i padri e contro le regole, la cui
eroina – come il suo creatore – si rivolta contro ogni
forma di autorità, attaccando il potere dei padri attraverso
l’alleanza coi figli (…). un film visionario ed affascinante,
la cui vera colpa è stata di andare a raccontare questa
fuga dalla normalità borghese con un entusiasmo quasi
eccessivo, tanto è evidente la diversità dei due amanti da
tutto ciò che li circonda, ma che ben descrive il disagio di
una generazione ignota ed incomprensibile (ai più). (...)”
(Fabrizio Natalini, Marco Bellocchio, Il cinema e i film)
premi e festival awards and festivals:
1984 Cannes FF – in Concorso in Competition
1984 Golden Globes, Italia: Miglior Attore Best Actor
112
1985 Nastri d’argento Silver ribbons: Leopoldo Trieste Miglior
Attore non Protagonista Best Supporting Actor
premi e festival awards and festivals:
1986 Cannes FF – Quinzane des Réalizateurs
1986 Nastri d’argento Silver Ribbons: Federico Pitzalis
critical note
“(...) Bellocchio tells about a subversive dream of freedom, a
revolt against fathers and rules, whose heroine - as its creator
- rise up against each form of authority by attacking the
father’s power through the sons’ alliance (…). a visionary and
fascinating film, whose fault is the narration, with an excessive
enthusiasm, about this break from bourgeois normality. The
difference between the two lovers and the circumstances is
so obvious, but highlights well the uneasiness of an unknown
and mysterious generation (to most people). (...)” (Fabrizio
Natalini, Marco Bellocchio, Il cinema e i film)
candidato come Miglior Attore Esordiente nominated as
Best New Actor
113
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
LA VISIONE
DEL SABBA
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
LA CONDANNA
The conviction
The Vision of the Sabbath
Italia - 1987 – 35mm – colore - 105’
Italia - 1990 – 35mm – colore - 92’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Francesca Pirani
Fotografia Photography: Giuseppe Lanci
Montaggio Editing: Mirco Garrone
Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Silvana Fusacchia
Interpreti Cast: Daniel Ezralow, Béatrice Dalle, Corinne
Touzet, Jacques Weber, Omero Antonutti, Raffaella
Rossellini, Roberta Lena, Renata Leoni, Stefano Abbati
Produttori Producers: Achille Manzotti
Produzione Production: Gruppo Bema, Reteitalia, Cinemax
sinossi
David, un giovane psichiatra, è incaricato di esaminare
in qualità di perito prima del processo Maddalena, una
ragazza isterica accusata di aver ucciso un cacciatore.
Lei afferma di essere una strega nata nel 1630, accusata
all’epoca di aver commercio con il Maligno, desiderosa di
essere violentata per essere “liberata” dalla verginità e poi
torturata, condannata e bruciata da aguzzini e inquisitori.
Il fascino di Maddalena è potente e lo psichiatra ne viene
travolto...
synopsis
David, is a young psychiatrist, and as an expert shall analyze
Maddalena, a young hysterical girl, who’s on trial for
murdering a hunter. She claims she was born in 1630 and
that she’s a witch. At that time she was accused of acting on
behalf of the devil. Maddalena wants to be raped because
she doesn’t’ want to be a virgin anymore. Finally, she is
tortured, condemned, and burned alive by the inquisitors
and torturers. Maddalena is strongly charming and her
beauty completely overwhelmed the psychiatric…
nota critica
“(...) Maddalena (...) non porta con sé il mistero della
creatura proveniente da secoli oscuri e non è la
reincarnazione di una figura simbolica ritornata a
scuotere le menti, a misurare la repressione dell’oggi. La
strega è un’immagine dietro la quale vive un’esperienza,
un corpo che dialoga con le resistenze, le interpretazioni,
le classificazioni dei vari dottori della legge. (…) Lo
psichiatra viene posseduto dalla strega, è attratto da
un sensualità fagocitante ed è altresì dominato da una
personalità che non può trattenere entro i limiti della
classificazione patologica. Il film è costruito su trapassi
“inspiegabili”, immediati, tra la realtà e la proiezione
immaginari del passato di Maddalena; in questa altalena i
personaggi non cambiano, oggi come allora l’eccentricità
viene punita dalla legge, oggi come allora l’irrazionale
agita le profondità dell’essere.” (Angelo Signorelli,
Cineforum n. 273)
critical note
“(...) Maddalena (...) isn’t the reincarnation of a symbolic
figure coming from dark ages that shakes up our minds and
evaluates the today repressions. The witch is an image that
reflects an experience, a body that deals with resistances
and analysis of various academics. (…) The psychiatric
is bewitched and overcome by her strong sensuality, by a
personality that he can’t hold back. There are “inexplicable”
passages, between reality and unreal events of the woman’s
past, but characters don’t change. Now as then, the
eccentricity is punished by law and irrationality shakes up
the depths of humans.” (Angelo Signorelli, Cineforum n.
273)
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Massimo Fagioli, Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Giuseppe Lanci
Montaggio Editing: Mirco Garrone
Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Stefania Benelli
Interpreti Cast: Vittorio Mezzogiorno, Andrzej Seweryn,
Claire Nebout, Grazyna Szapolowska, Paolo Graziosi,
Maria Schneider, Claudio Emeri
Produttori Producers: Pietro Valsecchi
Produzione Production: Cineuropa 92, Istituto Luce,
Banfilm
sinossi
Sandra, dopo la visita ad un Museo, rimane chiusa
nell’edificio e qui a sera, fra statue e quadri, l’architetto
Colaianni le capita alle spalle, le fa da guida e poi la violenta.
La ragazza presenta una denuncia per violenza carnale. Al
processo, Colaianni respinge l’accusa: a suo dire, l’orgasmo
provocato in Sandra, raggiunto in una fase di pressochè
totale incoscienza, dona al rapporto sessuale tutta la
bellezza desiderabile. Durante la propria deposizione,
la ragazza ammette che consensualmente cedette allo
sconosciuto che ebbe ampiamente a soddisfarla. Il
Pubblico Ministero Malatesta, ottenuta la condanna del
violentatore a due anni (pochi, come presto gli rimprovera
il suo superiore), entra però in crisi familiare...
synopsis
Sandra becomes trapped inside a museum after closing
time, and finds between statues and paintings, the architect
Colaianni, who is intend to guide her and then to rape
her. Subsequently, the girl denounces him for rape. In the
courtroom, Colaianni rejects the accusation: according to
him, Sandra experiences an orgasm in a state of almost
total unconsciousness and this kind of pleasure makes the
sexual relationship beautiful and desirable. Sandra during
the statement of facts, admits that the seduction was
consciousness and consensual, and that she has derived
pleasure from the encounter. The prosecutor Malatesta, finally
sentenced the rapist to two years in prison (too short time,
according to his superior), however the judge’s position and
family is put into crisis…
nota critica
“(...) lo stacco di montaggio che ci porta dal castello
al tribunale comporta qualcosa di più di un semplice
spostamento spazio-temporale del racconto. Esso produce
uno spostamento di dimensioni: dall’inconscio al conscio,
dalla visione alla veduta, dal sacro al profano, dal mito alla
realtà, dalla poesia alla prosa. Bellocchio abbandona la
fantasia di un inconscio libero ed abnorme per dedicarsi
alla coscienza lacerata nella ordinaria quotidianità, regolata
dalle norme sociali, da una conformità alla legge che si
rivela mortifera e devitalizzante. (...)” (Stefania Parigi, Marco
Bellocchio, Il cinema e i film)
critical note
“(...) the narrative assembly lapse, moving from the castle to the
courtroom, involves something more than a simple narrative
spatio-temporal movement. It produces a dimensional shift:
from the unconsciousness to the conscious, from a scene to
a detailed view, from the sacred to the profane aspect, from
myth to reality, from poetry to prose. Bellocchio gives up the
idea of a free and abnormal unconscious and deals with the
suffering conscience in the everyday life which, regulated by
social norms, becomes deadly and devitalizing. (...)” (Stefania
Parigi, Marco Bellocchio, Il cinema e i film)
premi e festival awards and festivals:
1991 Berlinale – Concorso Competition: Premio Speciale della Giuria Special Jury Prize
1991 Golden Globes, Italia: Miglior Film Best Film
114
115
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
IL SOGNO
DELLA FARFALLA
IL PRINCIPE
DI HOMBURG
The Butterfly’s Dream
The Prince of Homburg
Italia, Svizzera, Francia
1994 – 35mm – colore – 100’
Italia - 1997 – 35mm – colore - 89’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Massimo Fagioli
Fotografia Photography: Yorgos Arvanitis
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Amedeo Fago
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Lia Francesca Morandini
Interpreti Cast: Thierry Blanc, Simona Cavallari, Nathalie
Boutefeu, Bibi Andersson, Roberto Herlitzka, Henry Arnold,
Michael Seyfried, Anita Laurenzi, Carla Cassola, Ketty Fusco,
Sergio Graziani, Giusi Frallonardo, Viviana Natale, Consuelo
Ciatti, Aleka Paisi, Patrizia Punzo, Antonio Pennarella
Produzione Production: Filmalbatros, Rai - Radiotelevisione
Italiana, Waka Film, Pierre Grise Productions in associazione con
in association with Istituto Luce, S.S.R., R.T.S.I., Happy Valley Films
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio dall’omonimo
lavoro teatrale di based on the play by Heinrich Von Kleist
Fotografia Photography: Giuseppe Lanci
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Giantito Burchiellaro
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Francesca Sartori
Interpreti Cast: Andrea Di Stefano, Barbora Bobulova, Toni
Bertorelli, Anita Laurenzi, Diego Ribon, Bruno Corazzari,
Federico Scribani, Italo Dall’Orto, Gianluigi Fogacci, Fabio
Camilli, Pierfrancesco Favino
Produttori Producers: Marco Bellocchio, Pier Giorgio
Bellocchio
Produzione Production: Filmalbatros
sinossi
Massimo è un ragazzo che non parla perché a quattordici
anni ha rinunciato al linguaggio normale. Massimo parla
soltanto quando recita, ed ha una splendida voce, ma fuori
dal teatro vive e si rappresenta nel silenzio. Un giorno, un
regista che lo vede interpretare il Principe di Homburg
rimane così affascinato dalla sua interpretazione che gli
vuole proporre un grande ruolo. Non ottenendo risposta, il
regista si rivolge al padre di Massimo, professore universitario
e insigne archeologo che lo informa della scelta del figlio e
gli offre anche una possibile spiegazione: una delusione
d’amore ... Il regista cambia idea: ora vuol fare uno spettacolo
su Massimo, farne un grande personaggio, interpretato da
lui stesso. Chiede alla madre di Massimo di scrivere il testo.
Dapprima lei esita, poi accetta...
synopsis
Massimo, at the age of fourteen, decides to cease speaking
in order to give the usual language up. He speaks only when
he acts. He has a lovely voice, but out of the theater he lives
in silence. One day, a director who sees him acting the Prince
of Homburg, is so fascinated by his performance, that he
wants to propose to him a big role. The director getting no
response turns to Massimo’s father, a university professor and
a prominent archaeologist, who updates him about the son’s
choice. The father tries to explain: Massimo suffered a romantic
setback…The director changes his mind: he wants to realize a
performance about Massimo, a great character performed by
himself. The director asks Massimo’s mother to write the story. At
first she hesitates, and then she accepts.
sinossi
Il principe di Homburg lancia la sua cavalleria in battaglia
anzitempo, trasgredendo gli ordini ricevuti. Nonostante la
vittoria conseguita, l’errore gli costa la condanna a morte.
Natalia, innamorata di lui, cerca di intercedere presso il
Grande Elettore che dapprima si mostra irremovibile ma,
poi, di fronte alle insistenze della ragazza, fa chiamare a sé il
principe e gli comunica di volergli offrire la grazia. A questo
punto, è però il principe a rifiutare in nome del rispetto totale
del codice d’onore. Quando arriva il giorno dell’esecuzione,
Homburg, pronto alla morte, viene ugualmente salvato
contro il suo volere e reintegrato al suo posto.
synopsis
The Prince of Homburg disobeys the received orders and leads
early his cavalry charge in battle. Despite the achieved victory,
he’s sentenced to death. Natalia, fallen in love with him, tries to
intercede with the Grand Elector, who at first is inflexible, but,
then, facing the harassing girl, he calls the Prince, saying that
he will forgive him and grant clemency. At this point, however,
Homburg refuses this offer and prepares to die, believing that
this death will celebrate the sacred law of war that he violated.
When the Prince is brought to be executed and is ready to die,
he is still set free against his will, and reinstated to his post.
nota critica
“(...) Bellocchio sembra condividere l’atteggiamento di
Massimo, proposto dalla sceneggiatura di Fagioli, che tende
a sottrarsi al ricatto della violenza delle parole e delle azioni.
Riconoscendo in definitiva che per escludere i propri assassini
pulsionali oggi non è più necessario uccidere la madre o il
fratello, forse basta sottrarsi all’agone (affettivo o politico)
non condannando a morte l’avversario e salvaguardando
nel contempo la propria integrità fisica e psichica, chiudendo
la porta a un dialogo impossibile tra sordi.” (Gabriele Veggetti,
Le forme della ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio)
premi e festival awards and festivals:
1994 Chicago IFF
1994 Gramado FF: Miglior Fotografia Best Cinematography
116
critical note
“(...) Bellocchio seems to share the approach of Massimo,
proposed on the screenplay by Fagioli, which avoids the
blackmail of the words and actions’ violence. He recognizes
that, to keep out one’s own killer impetus, today is no longer
necessary to kill your mother or brother. Maybe it’s sufficient to
avoid the dispute (emotional or political), by not condemning to
death the rival, and simultaneously by safeguarding one’s own
mental and physical integrity. Especially, by avoiding the socalled “dialogue of the deaf”.” (Gabriele Veggetti, Le forme della
ribellione. Il cinema di Marco Bellocchio)
nota critica
“Fedele al testo di Kleist e ai suoi motivi di fondo con rigore
quasi maniacale (tolti alcuni tagli), è il film più bressoniano
di Bellocchio, leggibile anche in chiave psicoanalitica,
identificando nell’Elettore il Super-ego, l’Io nella capacità
di mediazione di Natalia, l’Es nell’irrequieta nobiltà del
Principe. Spostata l’azione nel primo Ottocento, calandola in
un paesaggio notturno e lunare, il regista ha smorzato con
puntiglio il teatralismo d’origine e raffreddato la dimensione
romantica. Contrariamente a Gabriele Lavia nella sua
maldestra trasposizione del 1984, ha lavorato su Kleist, non
da Kleist.” (Il Morandini)
premi e festival awards and festivals:
1997 Cannes – Concorso Competition
1997 Golden Globes, Italy: Miglior Film Best Film
1997 David di Donatello: candidato come Miglior
critical note
“Accurately adapted to the play by Kleist and to its purposes,
this is the most Bressonian of all Bellocchio’s films. It’s
comprehensible even in a psychoanalytic key, by identifying
the Grand Elector with the Superego, the ego with the
mediation ability of Natalia, the Id with the troubled nobility
of the Prince. Bellocchio sets the action at beginning of the
Nineteenth Century, in a lunar landscape, by weakening the
original theatrical and the romantic aspects. Contrary to the
clunky transposition by Gabriele Lavia in 1984, Bellocchio’s
work is a cinematic exploration of Kleist.” (Il Morandini)
Fotografia, Musica nominated as Best Photography, Music
1998 Nastri d’Argento Silver Ribbons: candidato come
Miglior Sceneggiatura, Fotografia, Scenografia nominated
as Best Screenplay, Cinematography, Production Design
117
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
LA BALIA
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
L’ORA
DI RELIGIONE
The Nanny
My mother’s smile
Italia - 1999 – 35mm – colore - 106’
Italia - 2002– 35mm – colore - 103’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Daniela Ceselli
dall’omonima novella di from the novel by Luigi Pirandello
Fotografia Photography: Giuseppe Lanci
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Marco Dentici
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Sergio Ballo
Interpreti Cast: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi,
Maya Sansa, Jacqueline Lustig, Pier Giorgio Bellocchio,
Michele Placido, Gisella Burinato, Elda Alvigini, Fabio
Camilli, Eleonora Danco, Letizia Bellocchio
Produttori Producers: Pier Giorgio Bellocchio
Produzione Production: Filmalbatros, Istituto Luce, con la
collaborazione di in collaboration with RAI Radiotelevisione
Italiana
sinossi
Roma, primi anni del Novecento. Il professor Ennio Mori,
un medico affermato che si occupa di malattie mentali, e la
moglie Vittoria hanno un bambino. Il parto è molto difficile, e
l’avvenimento mette ben presto in crisi il rapporto tra marito
e moglie. Il neonato non si attacca al seno della madre e
Vittoria comincia a sentire una sorta di distacco dal figlio,
che si traduce in una sostanziale mancanza d’amore. Mori si
decide allora a prendere una balia e la scelta cade su Annetta,
una ragazza siciliana fiera e volitiva, sposata con un uomo agli
arresti per motivi politici...
synopsis
Rome, at the beginning of the Twentieth Century. The successful
Dr. Ennio Mori, who deals with mental diseases, and his wife
Vittoria have a child. The childbirth is very difficult, and causes
them distress. His wife is unable to feed her baby and to establish
a relationship with him. This sort of detachment is a substantial
lack of love. Mori decides to select a wet nurse, a proud and feisty
Sicilian girl, Annetta, who is married with a man under arrest for
political reasons. In a short time...
critical note
“Bellocchio deals with madness, that isn’t revolutionary, but
it’s rather an imploding and widespread mental illnesses (…)
he puts strikingly into play the issues, apparently distant, of
motherhood and writing. In this film, where the breastfeeding
becomes meaningful and important, with which the
relationship dynamics are activated and exposed without
pedantry, writing is just emerging as a “natural”, and cultural
need. The illiterate nurse is the character, who expresses the
modernity in Pirandello, and subject to reinterpretation by
preserving his essence (...)” (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it)
nota critica
“Bellocchio torna così ad occuparsi della pazzia ma non
più di quella dirompente e “rivoluzionaria” bensì di quella
implosa ben più diffusa. (…) mette in gioco con forza i temi,
apparentemente distanti, della maternità e della scrittura.
In un film in cui la suzione del latte dal seno materno si fa
suono significante e in cui le dinamiche di relazione innescate
da questo atto vengono esposte senza pedanteria, è la
scrittura ad emergere come bisogno “naturale” e culturale
al contempo. La balia analfabeta diviene personaggio in
cui si coglie la modernità di un Pirandello che può essere
sottoposto a rilettura conservandone lo spirito.(...)” (Giancarlo
Zappoli, Mymovies.it)
premi e festival awards and festivals:
1999 Cannes – Concorso Competition
1999 Golden Globes, Italia: Maya Sansa Miglior Attrice Rivelazione
Best Breakthrough Actress, Miglior Fotografia Best Cinematography
118
2000 David di Donatello: Miglior Costumista Best Costume
Design
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Pasquale Mari
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Marco Dentici
Musica Music: Riccardo Giagni
Costumi Costumes: Sergio Ballo
Interpreti Cast: Sergio Castellitto, Jacqueline Lustig,
Chiara Conti, Alberto Mondini, Gianni Schicchi, Maurizio
Donadoni, Gigio Alberti, Bruno Cariello, Renzo Rossi,
Piera Degli Esposti, Donato Placido, Gianfelice Imparato,
Pietro De Silva, Toni Bertorelli
Produttori Producers: Marco Bellocchio, Sergio Pelone
Produzione Production: Filmalbatros, Rai Cinemafiction,
Telepiu’
sinossi
Un uomo maturo che vive nel centro di Roma, un giorno
scopre che tutta la sua famiglia, ex moglie compresa, ha
organizzato a sua insaputa il processo di beatificazione
di sua madre. Perplesso, Ernesto si aggira nei meandri di
un parentado e di conoscenze che all’improvviso riscopre
papaline e conformiste, costretto suo malgrado a riaprire i
conti con un passato che, nel suo convinto e quieto ateismo,
pensava di aver superato. Riscopre sul suo volto, ogni tanto,
quel sorriso aleggiante che tutti, urtati, gli rimproverano
e che lui riconosce come eredità sgradita, vagamente
indifferente e sacrificale, di quella madre che non ha mai
condiviso…
synopsis
A grown man living in the center of Rome, one day finds out
that his all family has organized the beatification practices of
his mother. Doubtful, Ernesto hangs around the meanders of
relatives and people known that he discovers to be close to the
Pope and conformist , he is forced to watch back to a past that
he thought had gone, with his convinced and quiet atheism.
He rediscovers on his face, that hovering smile that everyone
reproaches and that he recognizes as an unwanted heritage
of that mother he never shared…
nota critica
“(…) forse la Chiesa non c’è. Forse la Chiesa cattolica è
soltanto l’espressione, il simbolo del Grande Riflusso, del
ritorno italiano al conformismo cinico, dei buoni sentimenti
usati ipocritamente per il peggio, della rinascita di culti,
personaggi e devozioni insopportabili; forse è l’emblema
d’un regresso sociopolitico soffocante, angusto, della
resurrezione d’autorità e santificazione di genitori punitivi
che parevano esser stati eliminati dalla ribellione filiale.
(...) Sergio Castellitto è un grande protagonista. Lo stile
del regista gli fa attraversare dilemmi ed eventi molto
concretamente ma come in una confusione che allude al
presente (...) la sua bravura ce lo fa sentire simile, amico,
fratello.” (Lietta Tornabuoni, La Stampa)
premi e festival awards and festivals:
2002 Festival di Cannes: Premio della Giuria Ecumenical
Ecumenical Jury Prize
2002 Nastri d’argento Silver ribbons: Regista del Miglior Film,
Miglior Soggetto, Attore, Suono Director of the Best Film, Best
Subject, Actor, Sound
critical note
“(…) maybe the Church is not there. Maybe the Catholic
Church is only the expression, the symbol of the Great Reflux,
of the Italian return of the cynical conventionality, of good
feelings hypocritically used for the worst, of the rebirth of
cults, characters and unbearable devotions. Maybe it is the
sign of an oppressive sociopolitical regression, resurrection of
authority and blessing of punishing parents that seemed to be
eliminated by the sons rebellion.
(...) Sergio Castellitto is a great protagonist. The director’s
style enables him to go through dilemmas and events very
concretely with a confusion referred to the present (...) his skill
makes him look as a brother, as a friend.” (Lietta Tornabuoni,
La Stampa)
2002 European Film Awards: Miglior Attore Best Actor
2002 Globi d’oro Golden globes: Miglior Film, Miglior Attore Best
Actor
2003 David di Donatello: Miglior Attrice non Protagonista Best
Supporting Actress (Piera Degli Esposti)
119
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
BUONGIORNO,
NOTTE
IL REGISTA
DI MATRIMONI
Good Morning, Night
The wedding director
Italia, Francia - 2006 - 35mm – colore - 107’
Italia - 2003 – 35mm – colore - 110’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, in collaborazione
con in collaboration with Daniela Ceselli da Il prigioniero di
from Il prigioniero by Anna Laura Braghetti, Paola Tavella
Fotografia Photography: Pasquale Mari
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Marco Dentici
Musica Music: Riccardo Giagni
Costumi Costumes: Sergio Ballo
Interpreti Cast: Maya Sansa, Luigi Lo Cascio, Giovanni
Calcagno, Roberto Herlitzka, Paolo Briguglia,
Pier Giorgio Bellocchio
Produttori Producers: Marco Bellocchio, Sergio Pelone
Produzione Production: Filmalbatros, Rai Cinema, Sky
sinossi
Chiara, giovane terrorista appartenente alla lotta armata,
è coinvolta nel sequestro Moro. Attraverso il suo sguardo
prende corpo il complesso mondo degli “anni di piombo”,
disperatamente fiducioso nell’avvento della rivoluzione
e intrappolato nei rituali della clandestinità. Di contro è
chiamata a vivere la normalità del quotidiano con i suoi ritmi
di sempre: un ufficio, un lavoro, dei colleghi e un ragazzo che
sembra leggerla nel profondo, più di quanto lei stessa riesca
a fare. Aggrappata a quel filo di emozioni che l’ideologia e la
lotta di classe recidono continuamente, si scoprirà in conflitto
con i suoi compagni e sempre più a disagio nel suo ruolo di
combattente...
synopsis
Chiara is a young terrorist belonging to the Red Brigade and
involved in the kidnapping of Aldo Moro. Through her vision,
the complex world of the “Years of Lead” takes form. She believes
in the coming of the revolution, but feels imprisoned because
of her clandestine life. On the other hand, she lives a normal
everyday life: she has a job, colleagues and a boy-friend who
seems to read her soul, more than she could ever do. Despite
her revolutionary spirit, she shows feelings, that the ideology
and the class struggle continuously sever. Chiara starts having
some conflicts with her comrades, feeling uncomfortable as a
soldier....
nota critica
“(...) Bellocchio cerca il confronto con un’idea di padre da
odiare/amare, uccidere/salvare, negare/riconoscere: quella
porticina ricavata nella libreria - piccola, bassa, che costringe
Chiara e gli altri carcerieri a inchinarsi prima di accedere
all’antro che custodisce le spoglie del padre - è il doppiofondo
di una casa in cui si celebra il rito familiare di un funerale
dovuto. E poi c’è l’altra porta, quella d’ingresso, diaframma che
smista la soggettività di una famiglia fittizia ma associativa, in
cui il padre è ostaggio ma anche ormeggio, dalla confusione
dissociativa di una comunità che il padre lo ha smarrito... (...)”
(Massimo Causo, Sentieri Selvaggi)
premi e festival awards and festivals:
2003 Mostra di Venezia – Concorso: Osella d’Oro alla
Sceneggiatura Golden Osella for the screenplay, Premio Pasinetti
al Miglior Attore e alla Miglior Attrice Pasinetti Award to the Best
Actor and Best Actress, Leoncino d’Oro Little Golden Lion, Premio
‘CinemAvvenire’ Award
120
critical note
“(...) Bellocchio compares the idea of a father to hate/love, to kill/
save, to deny/recognize: that little and low door, constructed
in the bookcase - that forces Chiara and the other prisoners to
stoop before entering the hovel that safeguards the father’s
body - it’s the false bottom of a house where proper funeral rites
are celebrated. And then, the entry door, a kind of barrier that
divides the image of a fictitious but cohesive family, where the
father is an hostage and an anchorage too, from a dissociative
confusion of a family that lost his father…(...)” (Massimo Causo,
Sentieri Selvaggi)
2003 European Film Award: Premio FIPRESCI Award
2004 Golden Globes, Italia: Miglior Attrice Best Actress
2004 David di Donatello Awards: Roberto Herlitzka come
Miglior Attore non Protagonista as Best Supporting Actor
2004 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Roberto Herlitzka come
Miglior Attore as Best Actor
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Pasquale Mari
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Marco Dentici
Musica Music: Riccardo Giagni
Costumi Costumes: Sergio Ballo
Interpreti Cast: Sergio Castellitto, Donatella Finocchiaro,
Sami Frey, Gianni Cavina, Maurizio Donadoni, Bruno
Cariello, Simona Nobili, Claudia Zanella, Corinne Castelli,
Silvia Ajelli, Aurora Peres, Giacomo Guernieri
Produttori Producers: Marco Bellocchio, Sergio Pelone
Produzione Production: Filmalbatros, Rai Cinema, Dania Film,
Surf Film, Filmtel, con il sostegno del with the support of Mibac
sinossi
Un regista, Franco Elica, è messo in crisi dal matrimonio della
figlia con un fervente cattolico e dalla necessità di dover
girare ancora una volta una versione de I promessi sposi.
Decide così di partire per la Sicilia alla ricerca dell’ispirazione
che sembra aver perso. Lì ritrova un suo amico di vecchia
data, anche lui regista, che si spaccia per morto nella
speranza di raggiungere la fama che finora gli è stata negata.
Incontra anche un uomo che vive realizzando le riprese dei
matrimoni. Conosce anche il principe Gravina di Palagonia,
un nobile spiantato che gli propone di dirigere le riprese del
matrimonio della figlia Bona...
synopsis
A director, Franco Elica, goes into crisis by the fact that his
daughter has married a fervent catholic and by the need of
having to shoot once again a version of The Betrothed. So he
decides to go to Sicily in the research of the inspiration which
seems like he has lost. There he finds his longtime friend, who
is also a director and who is passing himself off as a dead
person in the hope to become famous, which has so far been
denied to him. He also meets a man who lives by shooting
wedding films. He also knows the Prince Gravina of Palagonia,
a penniless aristocrat who offers him the opportunity to shoot
the wedding of his daughter Bona...
critical note
“(…) In the face of the patchworks of The wedding director
it is precisely the anxiety to point it in a direction, which could
dismantle the allusive scenes, the outstanding threads, the
images with double or triple keys: the pendulum, constantly
in motion between the sublime and ridicule, must concern the
film itself – or even the cinema – rather than the game of the
interpretations. The sensitivity of the Piacenza author (never
so close to Buñuel or Ferreri) is expressed, in short, in the form
of style and the plot, which seems to be very specious, works
as an exquisite initiatory tale which transforms continuously
times, bodies and places. Furthermore, dreams are not a
substitute for reality, but another and deeper reality to which
it is equally painful and pleasant abandoning oneself without
hesitation. (…)” (Valerio Caprara, Il Mattino)
nota critica
“(…) Di fronte agli intarsi de Il regista di matrimoni è proprio
l’ansia d’incanalarlo in una direzione che rischia di smontare
le scene allusive, i fili in sospeso, le immagini a doppia o
tripla chiave: il pendolo sempre in moto tra il sublime e il
ridicolo deve giocoforza riguardare il film stesso - se non
addirittura il cinema - anziché il gioco delle interpretazioni.
La sensibilità dell’autore piacentino (mai così vicino a Buñuel
o a Ferreri) si esprime, insomma, in forma di stile e la trama,
che sembrerebbe assai pretestuosa, funziona come una
squisita favola iniziatica che trasfigura senza sosta tempi,
corpi e luoghi. Del resto i sogni non sono un surrogato
della realtà, bensì un’altra e più profonda realtà alla quale
è in parti uguali doloroso e piacevole abbandonarsi senza
remore. (…)” (Valerio Caprara, Il Mattino)
premi e festival awards and festivals:
2006 Cannes FF – Un Certain Regard
2006 Globi d’oro: Miglior Film, Fotografia, Attrice Rivelazione
(Donatella Finocchiaro) Best Film, Cinematography, Revelation
Actress (Donatella Finocchiaro)
2006 Taormina IFF: Miglior Produttore, Fotografia Best
Producer, Cinematography
2007 Nastri d’argento: Miglior Soggetto, Montaggio Best
Script, Editing
121
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
VINCERE
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
SORELLE MAI
Vincere
Italia, Francia - 2009
35mm – colore - 128’
Italia - 2010 – 35mm – colore - 105’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Daniela Ceselli
Fotografia Photography: Daniele Ciprì
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Marco Dentici
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Sergio Ballo
Effetti Effects: Paola Trisoglio, Stefano Marinoni
Interpreti Cast: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Fausto
Russo Alesi, Michela Cescon, Pier Giorgio Bellocchio,
Corrado Invernizzi, Paolo Pierobon, Bruno Cariello,
Francesca Picozza, Simona Nobili, Vanessa Scalera,
Giovanna Mori, Patrizia Bettini, Silvia Ferretti, Corinne
Castelli, Fabrizio Costella
Produttori Producers: Mario Gianani
Produzione Production: Offside, Rai Cinema, Celluloid
Dreams Productions in collaborazione con in collaboration
with Istituto Luce
sinossi
Benito Mussolini è alla direzione dell’Avanti! quando incontra
Ida Dalser a Milano. Antimonarchico e anticlericale Mussolini
è un ardente agitatore socialista impegnato a guidare le folle
verso un futuro di emancipazione sociale. In realtà la Dalser lo
aveva già fuggevolmente incontrato a Trento e ne era rimasta
folgorata. Ida crede fortemente nelle sue idee: Mussolini
è il suo eroe. Per lui vende tutto: appartamento, salone di
bellezza, mobilio, gioielli. Allo scoppio della guerra Benito
Mussolini si arruola e scompare dalla vita della donna.
synopsis
Benito Mussolini is the director of the Avanti! when he meets
Ida Dalser in Milan. Anti-monarchist and anti-clerical, Mussolini
is an ardent socialist agitator. He is active to lead the masses
towards future social emancipation. In fact, Ida Dalser had
already met him fleetingly in Trento. She believes fervently in
his ideas: Mussolini is her hero. For him, Ida sells everything,
her apartment, her beauty salon, her furniture, her jewellery.
On the outbreak of the war, Mussolini enlists in the army and
disappears from Ida’s life.
nota critica
“(...) il massiccio uso del repertorio è l’anima profonda del
film. Il filmati d’epoca diventano l’inconscio dei personaggio,
i sogni selvaggi di lui, gli incubi repressivi di lei. Francesca
Calvelli ha fatto un lavoro degno di Dziga Vertov: di tanto
in tanto i filmati Luce vengono ristrutturati per comporre
una verità inedita, nello stile delle Kinopravde della vecchia
Urss. Vincere vola alto: è una riflessione su tutte le forme di
potere che azzerano l’individuo - né Mussolini è stato l’unico
dittatore bigamo della storia, anzi, sembra essere una malattia
professionale!” (Alberto Crespi, L’Unità)
critical note
“(...) the substantial use of the repertory is the deep soul of the
film. Old films become the unconscious of the character, in this
particular case, it’s about his wild dreams and her oppressive
nightmares. Francesca Calvelli has done an excellent work,
worthy of Dziga Vertov: occasionally the films of the Luce
Institute are reorganized to promote the concept of the Russian
Kinopravde or film-truth. Vincere flies high: it is a reflection on
power, in all its forms, that can nullify each person - Mussolini
wasn’t the only bigamist dictator in the course of history, indeed
it seems to be an occupational disease!” (Alberto Crespi, L’Unità)
premi e festival awards and festivals
2009 Cannes IFF– Concorso Competition
2009 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Migliore Attrice, Fotografia,
Montaggio, Scenografia Best Actress, Cinematography, Editing,
Production Design
2010 David di Donatello: Miglior Regista, Fotografia,
Scenografia, Costumi, Trucco, Acconciature, Montaggio ed
Effetti Speciali Visivi Best Director, Photography, Production
Design, Costumes, Make-up, Hair Design, Editing and Visual Effects
2010 Uruguay IFF: Premio Speciale della Giuria Special Jury
Award
122
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio
Fotografia Photography: Marco Sgorbati, Gian Paolo Conti,
in collaborazione con in collaboration with William Santero,
Matteo Fago
Montaggio Editing: Francesca Calvelli, in collaborazione con in
collaboration with Claudio Misantoni, Stefano Mariotti
Scenografia Set design: G. Maria Sforza Fogliani
Costumi Costumes: Francesca Calvelli
Interpreti Cast: Pier Giorgio Bellocchio, Elena Bellocchio,
Donatella Finocchiaro, Letizia Bellocchio, Maria Luisa
Bellocchio, Gianni Schicchi, Alba Rohrwacher, Valentina
Bardi, Silvia Ferretti, Irene Baratta, Alberto Bellocchio,
Anna Bianchi
Produzione Production: Kavac, Fare Cinema, Provincia di
Piacenza, Comune di Bobbio, Rai Cinema
sinossi
Elena vive con le zie a Bobbio perché sua madre fa l’attrice
ed è costretta a spostarsi di continuo. Ma la bambina non
è sola. Suo zio Pier Giorgio la adora e sua madre non l’ha
abbandonata: appena le è possibile torna per trascorrere del
tempo con lei. Un giorno, però, Sara arriva con una novità.
Vuole portare Elena con sé a Milano. È arrivato il momento
in cui la bambina dovrà lasciare il paese, la sua casa natale e
separarsi dalle zie, forse definitivamente...
synopsis
Elena lives with her aunts in Bobbio because her mother is an
actress and is forced to continually move. But the child is not
alone. Her uncle Pier Giorgio adores her and her mother has
not abandoned her: as soon as possible she returns to spend
some time with her. One day, however, Sara arrives and has
got some news. She wants to take Elena along to Milan. The
time has come for the child to leave her country, her birthplace
and her aunts, perhaps forever...
nota critica
“Nasce dall’esperienza del regista alla scuola Fare cinema
di Bobbio, dai seminari a cui partecipano attori, attrici,
giovani talenti di regia. (…) Ma Sorelle mai, (...) non è un
“documentario”: è una ricerca, un viaggio nell’immaginario
tra passato e presente, nel salotto buono apparecchiato
per il pranzo, appare il “fantôme” di Lou Castel, il giovane
“nauseato” dei Pugni in tasca. Insieme a altre fantasmagorie
bellocchiane, il melodramma, Verdi, il teatro, la dolcezza
melanconica dell’uomo in frac che si dissolve nelle acque
del fiume”. (Cristina Piccino, Il Manifesto)
critical note
“On the basis of the experience gained by the director in the
school Fare cinema in Bobbio, in seminars involving actors,
actresses, talented young directors. (...) But Sorelle Mai, (...)
is not a “documentary”: is a quest, an imaginary trip of past
and present, in the well-set up for lunch parlor, it appears
the “fantôme” of Lou Castel, the “sick” young who performed
in Fists in the Pocket. Along with all other Bellocchio’s
phantasmagoria stories, the melodrama, Verdi, the theater,
the melancholy sweetness of a man in a tails that is dissolved
in the waters of the river”. (Cristina Piccino, Il Manifesto)
premi e festival awards and festivals
2010 Mostra di Venezia – Fuori Concorso Out of Competition
2011 Nastri d’Argento Silver Ribbons: candidato come Miglior
Regista, Montaggio nominated as Best Director, Editing
2011 David di Donatello: candidato come Regista del Miglior
Film, Attrice, Montaggio nominated as Director of Best Film,
Actress, Editing
2011 Moscow FF
2011 New Horizon FF, Poland
2011 São Paulo IFF
123
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: MARCO BELLOCCHIO
BELLA
ADDORMENTATA
Dormant beauty
Italia, Francia - 2012
35mm – colore - 110’
Regia Direction: Marco Bellocchio
Sceneggiatura Screenplay: Marco Bellocchio, Veronica Raimo,
Stefano Rulli
Fotografia Photography: Daniele Ciprì
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Marco Dentici
Musica Music: Carlo Crivelli
Costumi Costumes: Sergio Ballo
Interpreti Cast: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba
Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio
Bellocchio, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gian Marco
Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi
Produttori Producers: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini,
Marco Chimenz
Produzione Production: Cattleya, Rai Cinema in
collaborazione con in collaboration with Friuli Venezia Giulia
Film Commission, Babe Film
sinossi
Tutto si svolge, in vari luoghi d’Italia, in sei giorni, gli ultimi
di Eluana Englaro. Personaggi di fantasia dalle diverse fedi
e ideologie le cui storie si collegano emotivamente a quella
vicenda, in una riflessione esistenziale sul perché della vita e
della speranza malgrado tutto. Un senatore deve scegliere se
votare o meno per una legge contro la sua coscienza o non
votarla, mentre sua figlia Maria, manifesta davanti alla clinica
dove è ricoverata Eluana. Roberto, con il fratello, è schierato
nell’opposto fronte laico. Una grande attrice cerca nella fede
e nel miracolo la guarigione della figlia, da anni in coma
irreversibile. La disperata Rossa vuole morire...
synopsis
Everything takes place in different Italian locations during
six days, the last in the life of Eluana Englaro. There are many
fancy characters following different faiths and ideologies,
whose stories are emotionally connected to that event. The
film is a reflection about existential issues, concerning life and
hope. A senator has to choose whether to vote or not for a law.
Meanwhile, his daughter Maria is protesting in front of the
clinic, where Eluana is hospitalized. Roberto, with his younger
brother, is on the opposite laical front. A famed actress waits her
daughter’s awakening from a coma. The hopeless Rossa wants
to commit suicide...
nota critica
“Su un argomento incandescente e passionale come il caso
Englaro, Bellocchio ha fatto invece un film che si sforza
di ragionare. (...) L’idea vincente mi è sembrata quella di
sbriciolare le contrapposizioni ideologiche per mettere in
ognuno dei personaggi un po’ di quelle “ragioni” e di quei
“torti”. Così che lo spettatore si ritrova sullo schermo le tante
tessere di un mosaico che deve ricostruire, mentre sullo
sfondo un perfetto utilizzo del materiale di repertorio si
incarica di ricordare la realtà di quei giorni. Un’operazione,
questa, che lascia anche molto spazio alla forza creativa del
regista (...)”. (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)
critical note
“Dealing with a passionate topic, as the case of Englaro is,
Bellocchio doesn’t offer easy answers. It’s just an attempt to let
people think. (...) My challenge is to annihilate the ideological
oppositions, to put each of the characters in a situation of being
“right” and “wrong”. In this way, the viewer can find on the screen
the many tiles to rebuild the mosaic. Instead, in the background,
the perfect use of the archive material lets to remember the real
situation of those days. This allows the director to express his
creative power (...)”. (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)
premi e festival awards and festivals
2012 Mostra del Cinema di Venezia – Concorso: Premio Brian
Award a Brian Award to Marco Bellocchio, Premio Marcello
Mastroianni a Marcello Mastroianni Award to Fabrizio Falco
2012 So Paulo IFF: Premio della Critica Critics Award
2013 David di Donatello Awards: Maya Sansa come Miglior
Attrice non Protagonista as Best Supporting Actress
2013 Nastri d’Argento Silver Ribbons: Nastro Speciale Special
Silver Ribbon to Toni Servillo
124
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO
DANIS TANOVIC
OMAGGIO
NO MAN’S LAND
HELL
TRIAGE
CIRKUS COLUMBIA
AN EPISODE IN THE LIFE
OF AN IRON PICKER
127
128
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ
Danis Tanovic biografia
Danis Tanovic biografy
Danis Tanović, nato nel 1969 a Zenica, in Bosnia-Erzegovina (nell’allora Jugoslavia), è cresciuto a Sarajevo. Dopo
aver ottenuto il diploma in ingegneria civile, ha studiato pianoforte al Conservatorio dell’Università e cinema
alla Academy of Performing Arts. A causa della guerra e dell’assedio della città è costretto a interrompere gli
studi: messosi al seguito dell’esercito bosniaco come reporter di guerra, gira molto materiale durante missioni
pericolose. Questi materiali, ripresi da lui e dai suoi colleghi, troveranno ampio utilizzo non solo nei notiziari
di tutto il mondo, ma anche nei film sulla guerra bosniaca. Nel 1994, Tanović emigra in Belgio per continuare a
studiare cinema al INSAS (Institut National Supérieur des Arts du Spectacle et des Techniques de Diffusion de
la Fédération Wallonie-Bruxelles), dove inizia a girare cortometraggi e documentari, tra cui sono da ricordare
L’aube (1996) e Beudenje (1999), quest’ultimo, successivo agli studi, gli vale un premio al Festival Cinéma du
Réel. Il suo lungometraggio d’esordio, una tragicommedia sulla guerra in madrepatria, No Man’s Land (2001)
è in concorso al Festival di Cannes, dove si aggiudica il premio per la Migliore Sceneggiatura, replicato dal
European Film Award; in seguito il film gira per i festival di tutto il mondo divenendo uno degli esordi più
premiati della storia del cinema ed si aggiudica, tra gli altri, anche Golden Globe ed Oscar come Miglior Film in
Lingua Straniera. Nel 2002 partecipa al progetto collettivo sulle guerre del mondo 11’09’’01 - September 11, che
prevede 11 episodi, della durata di 11 minuti, girati da 11 registi di chiara fama (gli altri erano: Youssef Chahine,
Amos Gitai, Alejandro González Iñárritu, Shôhei Imamura, Claude Lelouch, Ken Loach, Samira Makhmalbaf,
Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Sean Penn). La pellicola, presentata fuori concorso alla Mostra del Cinema di
Venezia, viene premiata dall’Unesco. Ha affiancato Claude Lelouche nella ricostruzione del cinema Ariana a
Kabul in Afghanistan. Nel 2005 accetta di girare L’enfer, la sceneggiatura della seconda parte di una trilogia
scritta dal compianto Krzystof Kieslowski. Il film, una rivisitazione in chiave moderna della Medea di Euripide, ha
un cast stellare che vede tra gli interpreti Emmanuelle Beart, Karin Viard, Marie Gillain, Guillame Canet, Jacques
Gamblin, Jacques Perrin, Carole Bouquet e Jean Rochefort. Nel 2008 è tra i fondatori del partito liberal socialista
Naša stranka (Il nostro partito), una formazione nata con l’intento di rompere il dominio delle formazioni
nazionalistiche in Bosnia Erzegovina. Del 2009 è Triage, che apre il concorso del Festival del Cinema di Roma,
con Colin Farrel, Paz Vega e Christopher Lee, sui traumi postbellici di un fotoreporter. Torna a girare nella sua
lingua in madrepatria nel 2010 con Cirkus Columbia, presentato alle Giornate degli Autori a Venezia, un film
tra dramma e commedia ambientato nel periodo tra la caduta del comunismo e la guerra; l’anno dopo il corto
Prtljag (Baggage), presentato al Clermont-Ferrand ISFF. Il suo ultimo lavoro Epizoda u životu berača željeza (An
Episode in the Life of an Iron Picker), vale a lui il Gran Premio della Giuria e una Menzione Speciale della Giuria
Ecumenica e a Nazif Mujić l’Orso d’argento come Miglior Attore alla Berlinale 2013. Danis Tanović è sposato con
una francese, ha cinque figli ed ha preso anche la cittadinanza belga.
Danis Tanović, born in 1969 in Zenica, in Bosnia-Herzegovina (in the former Yugoslavia), was raised in Sarajevo.
After completing a graduate degree in Civil Engineering, he studied piano at the University of Sarajevo Music
Conservatory and cinema at the Academy of Performing Arts in Sarajevo. Because of the war and the siege of the
city he is forced to stop his studies: having followed the Army of Bosnia-Herzegovina as a war reporter, he started
shooting a lot of material during dangerous missions. These materials, shot by him and his colleagues, will be widely
used not only in news reports from all over the world, but also in films about the Bosnian war. In 1994, Tanović
emigrates to Belgium to continue studying cinema at INSAS film school (Institut National Supérieur des Arts du
Spectacle et des Techniques de Diffusion de la Fédération Wallonie-Bruxelles), where he starts shooting short films
and documentary films, between which to remember L’aube (1996) and Beudenje (1999), the latter, subsequent
to studies, won a Prize at the Festival Cinéma du Réel (Cinema of the Real). His feature debut, a tragicomedy about
the war of his homeland, No Man’s Land (2001) is selected in Competition at the Cannes Film Festival, where it won
the Award for Best Screenplay, repeated at the European Film Awards; hereafter the film is featured at film Festivals
everywhere, becoming one of the most awarded film debuts in the history of cinema and wins numerous awards,
including the Golden Globe and the Oscar for Best Foreign Language Film. In 2002 he is involved in the collective
project about world wars 11’09’’01 - September 11, which is composed of 11 episodes of 11 minutes, shot by 11
renowned filmmakers ( the others were: Youssef Chahine, Amos Gitai, Alejandro González Iñárritu, Shôhei Imamura,
Claude Lelouch, Ken Loach, Samira Makhmalbaf, Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Sean Penn). The film, presented in
the non-competing Section at the Venice Film Festival, received the UNESCO Award. He worked with Claude Lelouche
for the reconstruction of the Kabul’s Cinema Ariana in Afghanistan. In 2005, he agrees to shoot L’enfer, based on the
screenplay of the second instalment of a trilogy written by the late Krzysztof Kieslowski. The film is a reinterpretation
in a modern key of the Euripides’ Medea, featuring an all-star cast including performers such as Emmanuelle Beart,
Karin Viard, Marie Gillain, Guillaume Canet, Jacques Gamblin, Jacques Perrin, Carole Bouquet and Jean Rochefort.
In 2008 he was one of the founders of the social liberal party Naša stranka (Our Party), founded with the aim to break
the dominance of nationalist parties in Bosnia-Herzegovina. His 2009 Triage, opens the competition Section of the
International Rome Film Festival, starring Colin Farrell, Paz Vega and Christopher Lee, and deals with the post-war
trauma of a photojournalist. He turned back to shooting in his language and in his motherland in 2010 with Cirkus
Columbia, shown at the Venice Days Auteur Section, a film between drama and comedy set in the period between
the fall of communism and the war; one year after the short Prtljag (Baggage), presented at the Clermont-Ferrand
ISFF. His latest project Epizoda u životu berača željeza (An Episode in the Life of an Iron Picker), won the Grand Jury
Prize and the Special Mention of the Ecumenical Jury and Nazif Mujic won the Silver Bear Best Actor Award at the
Berlinale 2013. Danis Tanović married a French woman, has five children and also holds Belgian citizenship.
129
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ
NO MAN’S LAND
L’ENFER
Nikogaršnje ozemlje
The hell
Bosnia-Erzegovina - 2001
35mm – colore - 98’
Francia, Italia, Belgio, Giappone - 2005
35mm – colore - 98’
Regia Direction: Danis Tanović
Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović
Fotografia Photography: Walther Van Den Ende
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Duško Milavec
Musica Music: Danis Tanović
Costumi Costumes: Zvonka Makuc
Interpreti Cast: Branko Djurić, Rene Bitorajac, Filip
Šovagović, George Siatidis, Serge Henri Valcke, Kathrin
Cartlidge, Simon Callow, Alain Eloy, Sascha Kremer,
Tanja Ribič, Branko Završan, Mustafa Nadarević, Djuro
Utješanović, Mirza Tanović, Bora Stjepanović, Almir Kurt
Produttori Producers: Frédérique Dumas-Zaj, Marc Baschet,
Cédomir Kolar
Produzione Production: Casablanca, in coproduzione con in
coproduction with Noé Productions, Man’s Film Productions,
Judy Couniham Films Limited, Studio Maj, Fabrica Cinema
sinossi
Due soldati, uno bosniaco e uno serbo, sono intrappolati
in una trincea abbandonata nella zona neutrale. Mentre
litigano per stabilire di chi sia la colpa della guerra, si
rendono conto di avere conosciuto a casa la stessa ragazza.
La scoperta di una “mina balzante” innescata e posta sotto
un soldato ferito li pone in una situazione di stallo e di forte
tensione, che è sfruttata dai media occidentali. Mentre le
truppe di “peacekeeping” dell’ONU guidate da un ufficiale
incompetente, Simon Callow, assistono impotenti.
synopsis
A Bosnian and a Serbian soldier are trapped in an abandoned
trench in a neutral zone. As they squabble about whose fault the
war is, they realise that they have both known the same girl back
home. The discovery of a fully primed “spring mine” positioned
under an injured soldier puts them in a tense stand off, which
the western media exploits, whilst the UN’s “peacekeeping
forces” led by incompetent army officer Simon Callow, are
powerless to intervene.
nota critica
“(...) Il film è emozionante per due grandi motivi: per la
semplicità della storia (Tanović non s’impantana nel cercare
di presentarci una storia epica) e per l’apertura mentale di
Tanović. Riesce a raccontare una situazione sconvolgente
con umanità e assurdità - e a esprimere in un quadro più
ampio le conoscenze intime. In questo modo riusciamo a
comprendere maggiormente la psicologia e la realtà specifica
di quella guerra, la sua singolare follia. (...)” (Mick LaSalle,
Chronicle Movie Critic)
critical note
“(...) The film is exciting in two big ways: its simplicity of story
(Tanović does not get bogged down trying to give us an
epic history) and the breadth of Tanović’s vision. He takes
a compelling situation and renders it with humanity and
absurdity -- and also with inside knowledge of the bigger
picture. We come away with a new understanding of the specific
psychology and reality of that war, its singular madness. (...)”
(Mick LaSalle, Chronicle Movie Critic)
premi principali e festival main awards and festivals
2001 Cannes FF – Competition: Miglior Sceneggiatura Best Screenplay
2001 European Film Awards: Miglior Sceneggiatura Best Screenplay
2002 Oscar: Miglior Film Straniero Best Foreign Language Film
130
Regia Direction: Danis Tanović
Sceneggiatura Screenplay: Krzysztof Kieslowski,
Krzysztof Piesiewicz
Fotografia Photography: Laurent Dailland
Montaggio Editing: Francesca Calvelli
Scenografia Set design: Aline Bonetto
Musica Music: Dusko Segvic, Danis Tanović
Costumi Costumes: Caroline De Vivaise
Interpreti Cast: Emmanuelle Beart, Karin Viard, Marie
Gillain, Carole Bouquet, Guillaume Canet, Jacques
Gamblin, Jacques Perrin, Miki Manojlovic, Maryam D’abo,
Gaëlle Bona, Dominique Reymond, Jean Rochefort
Produttori Producers: Marc Baschet, Cédomir Kolar
Produzione Production: Asap Films
sinossi
Sophie, Céline e Anne sono tre sorelle che portano sulle
spalle il peso di una tragedia familiare che ha segnato la
loro infanzia e che non sono riuscite a dimenticare. Negli
anni Ottanta il loro padre, un insegnante finito in prigione,
quando torna in libertà viene rifiutato decisamente dalla
loro madre che gli impedisce di vedere le tre giovani figlie
che ha chiuso nella loro stanza. Poi, dopo uno scontro
violento con la moglie che cade in terra esanime, si getta
dalla finestra. Ormai adulte, le tre sorelle si sono allontanate
tra di loro e hanno costruito ognuna una propria vita.
synopsis
The three sisters, Sophie, Céline and Anne, shoulder the
burden of a family tragedy that has marked their childhood
and that they have not been able to forget. In the eighties,
their father, a teacher who was sent to prison, when he
regained his freedom is decidedly rejected by their mother
who has tried to prevent him from seeing his three young
daughters that she closed into their room. Then, after a
violent confrontation with his wife, who lifeless falls to the
ground, he threw himself out the window. Now adults, the
three sisters have moved away from each other and each
one has built her own life.
nota critica
“L’ultima eredità giuntaci dal compianto Krzysztof
Kieslowski è stata il progetto di una trilogia - Paradiso,
Purgatorio e Inferno - pensato in collaborazione con
Krzysztof Piesiewicz, che ha portato a termine le tre
sceneggiature. (...) La dimensione della tragedia classica
euripidea ci fa comprendere che siamo tutti figli di Medea:
uccisi nello spirito dalla rabbia dei genitori, o da una
vendetta, o forse soltanto per un capriccio, e condannati a
vivere la nostra stessa vita da adulti come spettri di agnelli
sacrificali, con il peso di un’angoscia emotiva che un giorno
potrà essere scaricata solo dalla crudeltà sui nostri figli. E
così l’inferno va avanti. Non è facile vedere questo film,
anche se è presentato e interpretato in modo brillante - ed
è all’altezza di Kieslowski. Come sarà il Purgatorio?” (Peter
Bradshaw, The Guardian)
critical note
“The late Krzysztof Kieslowski’s last testament was an
idea for a projected trilogy - Heaven, Purgatory and Hell
- devised jointly with Krzysztof Piesiewicz, who has written
the three finished screenplays. (...) The classical, Euripidean
dimension comes in realising that we are all Medea’s
children: murdered in spirit by an adult’s anger, or revenge,
or perhaps just whim, and condemned to live our own
grownup lives as undead sacrificial lambs with cargoes of
emotional anguish that will one day be discharged only by
cruelty to our own children. And so the hell goes on. This
film is far from an easy watch, but brilliantly presented
and played - and a worthy addition to the Kieslowski
canon. What will Purgatory be like?” (Peter Bradshaw, The
Guardian)
festival
2005 São Paulo IFF – Concorso Competition
131
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ
TRIAGE
CIRKUS
COLUMBIA
Bosnia-Erzegovina, Francia, Gran
Bretagna, Germania, Slovenia, Belgio
2010 – 35mm – colore - 113’
Irlanda, Francia, Spagna - 2009
35mm – colore - 96’
Regia Direction: Danis Tanović
Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović dall’omonimo
romanzo from the novel by di Scott Anderson
Fotografia Photography: Seamus Deasy
Montaggio Editing: Francesca Calvelli, Gareth Young
Scenografia Set design: Derek Wallace
Musica Music: Lucio Dodoy
Interpreti Cast: Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee, Kelly
Reilly, Jamie Sives, Branko Djuric
Produttori Producers: Alan Moloney, Cedomir Kolar,
Marc Baschet
Produzione Production: Asap Films, Parallel Films, Tornasol
Films, Castafiore Films
sinossi
Mark e David sono dei fotografi di guerra che riprendono
le immagini belliche del Kurdistan. Mark è molto ambizioso
e vuole seguire ancora il conflitto per alcuni giorni in cerca
dell’inquadratura perfetta, ma David ne ha avuto abbastanza
dello sporco, della mancanza di speranze e della violenza,
tanto da tornare a casa dalla moglie incinta Diane. Mark,
ferito gravemente, finisce in un ospedale locale nelle caverne
di Harir, dove in precedenza era stato testimone e aveva
registrato il dottor Talzani che giocava a fare Dio. Quando
Mark torna ferito e insanguinato a casa rimane scioccato alla
scoperta che David non è tornato.
synopsis
Mark and David are two war photojournalists, who shoot
images of war in Kurdistan. Mark is very ambitious and he
still wants to follow out the conflict for a few days, looking
for the perfect snapshot. But David has had enough of dirty,
hopelessness and violence, so that he wants to go home to his
pregnant wife Diane. During the war, Mark is seriously injured,
and ends up in the local hospital in the Harir Block. Here he was
previously a witness and recorded Dr. Talzani, while he was
playing God. When Mark injured and bloodied, returns home,
he is shocked after discovering that David has not returned.
nota critica
“Tanović non si avvale dell’espediente lacrimoso. Tutto nella
sua persuasiva narrazione è asciutto. Prive di retorica sono le
scene delle conseguenze di una guerra, con qui poveri esseri
che ci vengono presentati senza apparente pietà, le parole del
medico, l’atteggiamento serio dello psichiatra e, infine, quel
gesto affettuoso tra i due sposi che chiude una testimonianza
dalla decisa fermezza pacifista.” (Francesco Bolzoni, Avvenire)
festival
2009 Roma FF – in Concorso in Competition
132
critical note
“Tanović uses a straightforward persuasive, but not tearful
writing. The scenes of the war’s consequences have not
rhetorical aspects. Poor people, the words and attitude of the
doctor, the serious attitude of the psychiatrist are presented
without apparent piety and, finally, the endearment between
the couple is the evidence of a strong pacifist tendency.”
(Francesco Bolzoni, Avvenire)
Regia Direction: Danis Tanović
Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović, Ivica Đikić
dall’omonimo romanzo di from the novel by Ivica Đikić
Fotografia Photography: Walther Vanden Ende
Montaggio Editing: Petar Marković
Scenografia Set design: Dušan Milavec, Sanda Popovac
Costumi Costumes: Jasna Hadžiahmetović Bekrić
Interpreti Cast: Miki Manojlović, Mira Furlan, Boris Ler,
Jelena Stupljanin, Milan Štrljić, Mario Knezović, Svetislav
Goncić, Almir Mehić, Mirza Tanović, Miralem Zubčević
Produttori Producers: Čedomir Kolar, Amra Bakšić Čamo,
Marc Bachet, Mirsad Purivatra
Produzione Production: 2006, A.S.A.P Films, Autonomous,
Studio Maj, Razor Film, Man’s Film Productions, Art &
Popcorn in collaborazione con in collaboration with Canal+,
Rai Cinema, Bhrt, Eurimages
sinossi
Bosnia ed Erzegovina, 1991. Il comunismo è caduto e Divko
Buntic torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi
della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania,
arriva con la sua Mercedes rosso fiammante accompagnato
dalla giovane e sexy fidanzata Azra, il gatto nero fortunato
Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi. Divko riesce
a sfrattare la moglie abbandonata Lucija e il loro figlio
ventenne Martin. Sistematosi nella sua vecchia casa, Divko
tenta un avvicinamento con Martin, il figlio che non aveva
mai conosciuto. Invita il giovane a vivere con lui e la sua futura
moglie Azra. Quando Lucija lo scopre, s’infuria temendo
che suo figlio l’abbandoni per il padre... Mentre le nubi della
guerra si addensano, sentimenti profondi e lealtà saranno
messi alla prova dalla decisione più difficile di tutte…
synopsis
Bosnia and Herzegovina, 1991. With the fall of communism,
Divko Buntic comes back to his hometown, to take his
family home back. After twenty years of exile in Germany,
he arrives together with his sexy young girlfriend Azra, his
lucky black cat Bonny and with plenty of Mark, in his flaming
red Mercedes. Divko finds out the right way to evict his
abandoned wife Lucija and their twenty year old son Martin.
When he comes to settle in his old home, Divko tries to get
close to Martin, the son he never knew. He asks the boy to live
with him and with his future wife Azra. When Lucija finds out
this, she is very angry, fearing that her son can leave her to
live with his father…As the clouds of war are gathering, deep
feelings and loyalty are put to the test by one of the most
difficult decision…
nota critica
“(...) Grazie anche a un cast di tutto rispetto, su cui spicca la
consueta verve attoriale di Miki Manojlović (Divko, tornato
in patria dopo venti anni di esilio fuori dal paese a reclamare
la sua casa di famiglia, gettando così in strada la ex moglie e
il figlio, e ostentare i suoi nuovi status symbol, compresa la
giovane e bella compagna incontrata in Germania), anche
questo film fonde con sapienza narrativa e travolgente senso
tragicomico i due piani, quello privato e quello sociale e
politico (...).” (Sergio Di Giorgi, Cinecriticaweb)
“ (…) Tanović sa raccontare come pochi altri il dramma di
persone vicine all’abisso.” (Giorgio Carbone, Libero)
critical note
“(...) Thanks to a good cast, among which the excellent actor
Miki Manojlović (Divko, who returns to his own country, after
twenty years of exile, to demand his family home, by reducing
his ex-wife and son to rack and ruin. He shows off his new
status symbol, including his young and beautiful partner), this
movie is an overall view of a private and a social and political
aspect, of a narrative and an overwhelming tragicomic sense
(...).” (Sergio Di Giorgi, Cinecriticaweb)
“(...) Tanović, is one of few people, who knows how to tell the
drama of people close to the abyss.” (Giorgio Carbone, Libero)
premi e festival awards and festivals
2010 Mostra di Venezia – Giornate degli Autori: Premio
Cinemavvenire Cinemavvenire Award
2010 Sarajevo FF: Premio del Pubblico Audience Award
2010 Antalya Golden Orange FF: Miglior Film Straniero Best
Foreign Language Film
133
I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: DANIS TANOVIĆ
EPIZODA U ŽIVOTU
BERACA ŽELJEZA
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
PREMIO MARIO VERDONE
An Episode in the Life of an Iron Picker
Bosnia-Herzegovina, France, Slovenia
2013 – DCP – colore - 77’
Regia Direction: Danis Tanović
Sceneggiatura Screenplay: Danis Tanović
Fotografia Photography: Erol Zubčević
Montaggio Editing: Timur Makarević
Suono Sound: Samir Fočo
Interpreti Cast: Senada Alimanović, Nazif Mujić, Sandra
Mujić, Šemsa Mujić
Produttori Producers: Amra Bakšić Čamo, Čedomir Kolar
Produzione Production: PRO.BA, Asap Films, E-motion film/
Vertigo
sinossi
Senada ha 31 anni e vive in un vecchio quartiere Rom di
Poljice nella Bosnia centrale, con il suo partner Nazif e le sue
due figlie. Lei è incinta di circa cinque mesi del suo terzo figlio.
Poiché non ha l’assicurazione medica, non va dal medico - non
ha i soldi per farsi visitare. Un giorno comincia a sanguinare ed
è costretta a recarsi alla clinica di Lukavac. Dopo un’ecografia,
un medico della clinica arriva alla conclusione che Senada
deve ricoverarsi urgentemente all’ospedale della città di Tuzla
per un intervento chirurgico d’urgenza. Tuttavia un operatore
dà a Nasif e Senada il numero del conto bancario dell’ospedale
con la richiesta di pagamento di 500€. Non hanno soldi, ma
le regole sono chiare. Pertanto, Senada senza assicurazione
medica e il denaro, torna a casa. Nazif per dieci giorni cerca di
prendersi cura di Senada nel miglior modo possibile.
synopsis
Senada is 31 and she lives in old Roma neighborhood Poljice in
central Bosnia with her partner Nazif and two daughters. She
is pregnant with her third child for approximately five months.
Since she does not have health insurance, she do not go to the
doctor’s – she does not have the money for the appointments.
When she starts bleeding, she had to go to the Lukavac Health
Center. After an ultrasound scan, a doctor in the Health Center
concludes that Senada must urgently go to the City Hospital in
Tuzla for an emergency surgery. But in the Hospital Nasif and
Senada are given a number of the hospital’s bank account with
the request for payment of 500€. They have no money, but the
rules are rules. Without a health insurance card and money,
Senada returns home. For 10 days, Nazif is trying to save Senda’s
life the best he can.
nota critica
“(...) Il metodo di Tanović segue la “Black Wave” jugoslava della
fine degli anni sessanta e le produzioni di Želimir Žilnik, Dušan
Makavejev e Živojin Pavlović, che in quel periodo furono i
vincitori dei principali premi della Berlinale. Il regista racconta
una storia attuale, con questioni sociali delicate, utilizzando
canali giusti e specifici, proprio come usavano fare quei
registi, e anche se è consapevole di questo fatto, non è certo
stata sua intenzione emulare i vecchi maestri. Finora questo è
probabilmente il suo film di maggiore successo (...)” (Vladan
Petkovic, Cineuropa.org)
critical note
“(...) Tanović’s approach follows the Yugoslav Black Wave of the
late 1960s and the works of Želimir Žilnik, Dušan Makavejev and
Živojin Pavlović who were winning the main Berlinale awards
at the time. The director tells a contemporary story of burning
social issues using the exact right channels, just like those filmmakers used to do, and although he must have been aware of
this fact, it was certainly not his intention just to emulate the old
masters. This is arguably Tanović’s most successful film to date
(...)” (Vladan Petkovic, Cineuropa.org)
FABIO MOLLO per
IL SUD È NIENTE | 2013 | opera prima
CIRO DE CARO per
SPAGHETTI STORY | 2013 | opera prima
MATTEO OLEOTTO per
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO | 2013 | opera prima
premi e festival awards and festivals
2013 Berlinale – Concorso Competition: Gran Premio della Giuria, Orso d’argento al Miglior Attore, Menzione Speciale
della Giuria Ecumenica Jury Grand Prix, Silver Bear to Best Actor, Prize of the Ecumenical Jury - Special Mention
2013 Istambul FF: Premio Speciale della Giuria Special Prize of the Jury
134
135
PREMIO
MARIO VERDONE
IL SUD È NIENTE South is Nothing
Italia, Francia - 2013 – DCP – colore - 90’
Regia Direction: Fabio Mollo
Sceneggiatura Screenplay: Fabio Mollo,
Josella Porto
Cinematografia Cinematography: Debora
Vrizzi
Montaggio Editing: Filippo Montemurro
Scenografia Set design: Giovanna
Cirianni
Musica Music: Giorgio Giampà
Costumi Costumes: Andrea Cavalletto
SPAGHETTI STORY
Italia - 2013 – DCP – colore - 82’
Interpreti Cast: Miriam Karlkvist, Vinicio
Marchioni, Valentina Lodovini, Andrea
Bellisario, Alessandra Costanzo,
Giorgio Musumeci
Produttori Producers: Jean Denis Le
Dinahet, Sébastien Msika
Produzione Production: B24 Film,
Madakai in collaborazione con in
collaboration with RaiCinema
sinossi
Grazia ha 17 anni e vive a Reggio Calabria. Quando era
piccola, suo fratello Pietro è emigrato in Germania senza
fare più ritorno. Suo padre le ha detto che era morto e non
ha mai voluto parlarne. Una notte, dopo un litigio con il
padre, Grazia entra in mare e vede una figura umana, in
cui riconosce il fratello. Quella stessa notte Grazia decide
di iniziare a cercarlo, scontrandosi con il silenzio a cui il
padre ha sempre obbedito.
synopsis
Grace is 17 years old and lives in Reggio Calabria. When
she was a child, her brother Pietro emigrated to Germany
without coming back. Her father told her that he was dead
and he has never wanted to talk about it. One night, after
a fight with her father, Grazia enters into the sea, and sees
a human figure, in which she recognizes her brother. That
night, Grace decides to start looking for him, breaking the
rule of silence to which her father has always obeyed.
nota di regia
“Il Sud è niente racconta un legame che va oltre il tempo
e la realtà stessa. È la storia di una giovane donna e della
sua lotta per riprendersi la propria vita. È raccontata
con profondo realismo, ma allo stesso tempo con
uno sguardo molto intimo, così intimo da diventare
magico. Ci sono ancora delle parti della nostra società
dove il silenzio è l’arma più violenta alla quale tutti si
sottomettono. È una questione di scelta di vita, un modo
per sopravvivere, un credo collettivo, le conseguenze
di una specie di tradizione purtroppo oramai radicata.
L’omertà ha conseguenze sulla vita sociale della gente
ma anche sulla loro vita privata ed emotiva.
Il Sud è niente è la storia di un Sud che è più emozionale
che geografico.(...)”.
director’s statement
“South is nothing tells about a bond that goes beyond time
and reality itself. It is the story of a young woman and her
struggle to take the controls of her life again. It is told with
profound realism, but at the same time with a very intimate
outlook, so intimate that it becomes magical. There are still
parts of our society where silence is the most violent weapon
to which all are submitting. It’s a question of life-choice, a
way to survive, a collective belief, the consequences of a kind
of tradition which is unfortunately by now deep-rooted. The
code of silence has effects on the social life of ordinary people
but also on their private and emotional life.
South is Nothing is the story of a South that is more
emotional than geographical. (...)”.
premi e festival/ awards and festivals
2010 Torino IFF - Torino Film Lab: Production Award
2011 Cannes - Cinefundation
2011 Berlinale - Talent Project Market
2013 Toronto IFF – Discovery
2013 Festival di Roma – Alice nella Città: Premio Taodue Miglior Produttore Emergente Taodue Award Best Emerging Producer
2014 Berlinale - Generation
136
PREMIO
MARIO VERDONE
Regia Direction: Ciro De Caro
Sceneggiatura Screenplay: Ciro De Caro,
Rossella D’Andrea
Cinematografia Cinematography:
Davide Manca
Montaggio Editing: Alessandro
Cerquetti
Musica Music: Francesco D’Andrea
Interpreti Cast: Valerio Di Benedetto,
Cristian Di Sante, Sara Tosti, Rossella
D’Andrea, Deng Xueyng, Tsang Wei
Min, Giancarlo Fares, Claudia Vismara,
Piersandro Buzzanca, Marisa Scoccia
Produttori Producers: Pier Francesco
Aiello, Andrea De Liberato, Ciro De
Caro
Produzione Production: PFA Films, Enjoy
Movies
sinossi
Valerio è un bravo attore, ma si arrangia con lavori parttime nell’attesa di poter vivere del proprio lavoro. Il suo
amico Scheggia vive ancora con la nonna, ma sa già come
crearsi “una posizione”. Sua sorella Giovanna lavora come
massoterapista, ma sogna di diventare chef di cucina cinese.
Serena è ancora studentessa, ma già vorrebbe costruire una
famiglia con Valerio. Valerio, Scheggia, Serena e Giovanna
sembrano avere le idee chiare su chi sono e cosa vogliono,
ma di fatto restano ingabbiati nei loro schemi mentali in
cui ognuno di loro giudica l’altro ma è cieco di fronte alle
proprie esigenze e potenzialità. Poi, ad ognuno si presenta
quella che sembra l’opportunità della vita.
E quando un giorno la giovane Mei Mei entra a far parte
delle loro vite, tutto è costretto a cambiare rapidamente.
synopsis
Valerio is a good actor, but manages with part-time jobs
waiting to be able to live of his own job. His friend Scheggia
lives still with his grandmother, but he already knows how to
create “a position”. His sister Giovanna works as a massage
therapist, but dreams of becoming a chef of Chinese cuisine.
Serena is still a student, but already wants to build a family
with Valerio. Valerio, Scheggia, Serena and Giovanna seem
to have clear ideas about who they are and what they want,
but in fact they are trapped in their mental patterns in which
each of them judges the other but is blind in respect of his
needs and potentials. Then, for each of one appears what
seems to be their life’s chance.
And when one day the young Mei Mei becomes to be part of
their lives, everything is forced to change rapidly.
note di regia
“Spaghetti Story è un film low-budget. Anzi, quasi nobudget. Rappresenta la mia generazione non solo nella
la storia, ma anche nel modo in cui è stato realizzato. È un
film molto semplice, girato con l’attrezzatura che poteva
entrare nel bagagliaio di un’auto (...) Ne deriva che l’uso
quasi esclusivo di un solo campo, della macchina a mano,
di pochissimi primi piani e di molti tagli interni (funzionali,
ma perfetti per come intendevo raccontare la storia) si
rivela essere non, semplicemente, un’esigenza imposta
dalla povertà dei mezzi, bensì una scelta funzionale e, direi,
necessaria al racconto di questa particolare storia”.
director’s statement
“Spaghetti Story is a low-budget film. Indeed, almost nobudget. It represents my generation not only in the story
that it tells, but also in the way in which it was made. It’s a
very simple film, shot with the equipment that could get
into the boot of a car (...)It follows that the almost exclusive
use of only one field, of the hand camera, of very few closeups and many internal cuts (functional, but perfect for how
I intended to tell the story) turns out to be not simply, a
requirement imposed by the poverty of means, but rather a
functional choice, and I would say, necessary for the telling
of this particular story”.
premi e festival/ awards and festivals
2013 RIFF, Roma – Concorso Main Competition
2013 Krakow Off Plus Camera IFF
2013 Moscow IFF - Concorso Main Competition
2013 Reykjavik IFF - Concorso Main Competition
2013 Festival delle Quattro Giornate, Napoli - Concorso Main Competition
2013 Hong Kong Cine Italiano! Italian Film Week
2013 San Marino IFF - Concorso Main Competition: Premio al
Miglior Regista Best Director Award
2013 Festival Nino Manfredi - Fuori Concorso Out Of Competition
2014 Dhaka IFF - Cinema Of The World
2014 Los Angeles Italia - Special Screening
2014 Festival delle Cerase - Concorso Main Competition
2014 Festival Opere Prime / Cinema Giovani, Cinecircolo Romano Concorso Main Competition
2014 Paris Italian Film Festival -Terra di Cinema - Concorso MainCompetition
2014 Cinema Italia, Festival del cinema italiano, Israele
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PREMIO
MARIO VERDONE
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO
Zoran, My Nephew the Idiot
Italia, Slovenia - 2013 – DCP – colore - 106’
Regia Direction: Matteo Oleotto
Sceneggiatura Screenplay: Daniela
Gambaro, Pier Paolo Piciarelli, Matteo
Oleotto, Marco Pettenello
Cinematografia Cinematography:
Ferran Paredes Rubio
Montaggio Editing: Giuseppe
Trepiccione
Scenografia Set design: Vasja Kokelj,
Anton Špacapan Vončina
Musica Music: Antonio Gramentieri con
Sacri Cuori
Costumi Costumes: Emil Cerar
Interpreti Cast: Giuseppe Battiston,
Teco Celio, Roberto Citran, Riccardo
Maranzana, Rok Prašnikar, Marjuta
Slamič, Jan Cvitokovic, Ariella Reggio
Produttore Producer: Igor Prinčič
Produzione Production: Transmedia,
Staragara in associazione con Arch
Production
sinossi
Paolo, quarant’anni, inaffidabile e dedito al piacere del
buon vino, vive in un piccolo paesino vicino a Gorizia.
Trascina le sue giornate nell’osteria del paese e si ostina
in un infantile stalking ai danni dell’ex-moglie. Un giorno,
inaspettatamente, si palesa suo nipote Zoran, uno strano
sedicenne cresciuto sui monti della Slovenia. Paolo dovrà
prendersi cura del ragazzino e ne scoprirà una dote bizzarra:
è un vero fenomeno a lanciare le freccette. Questa per Paolo
è l’occasione giusta per prendersi una rivincita nei confronti
del mondo. Ma sarà tutto così facile?
synopsis
Paolo, forty years old, unreliable and devoted to the pleasure
of good wine, lives in a small village near Gorizia. He spends
his days in the local osteria and persists in a childish stalking
against his former wife. One day, unexpectedly, appears his
nephew Zoran, a strange sixteen year old boy who grew up
on the Slovenian mountains. Paolo will be committed in
taking care of the boy and will discover one of his bizarre
gifts: he is a real phenomenon in playing darts. This is for
Paolo, the right occasion to get his revenge against the
world. But will it be all so easy?
note di regia
“L’idea nasce dal voler raccontare un territorio, il mio
territorio. A questo ho aggiunto l’idea di raccontare un
personaggio (Paolo Bressan) che fosse la summa di tante
persone che ho incontrato nella mia vita. Amo i perdenti.
Hanno un’anima che mi affascina e mi attrae. Infine Zoran,
un ragazzino che incontrai durante un’esperienza di lavoro
all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Gorizia. Lo ricordo
timido e introverso. Tutti lo chiamavano “lo scemo”. Io in lui
vedevo una luce speciale.
Questo è Zoran, il mio nipote scemo.”
director’s statement
“The idea comes from the desire to tell about a territory,
my territory. To this I added the idea to describe a character
(Paolo Bressan) who was the result of so many people I
have met in my life. I love the losers. They have a soul which
fascinates and attracts me.
Lastly, Zoran, a boy I met during a work experience within
a former psychiatric hospital in Gorizia. I remember him as
shy and introverted boy. Everyone called him “the idiot”. I
saw in him a special light.
This is Zoran, my Nephew the Idiot”.
premi e festival/ awards and festivals
2013 Mostra di Venezia - Settimana Internazionale della Critica International Critic’s Week: Premio del pubblico Prize of the
Public, Premio Schermi di Qualità Prize, Premio FEDIC Award, Menzione Speciale a Special Mention to Giuseppe Battiston
2013 Bratislava IFF – Concorso Opere Prime e Seconde Competition of First and Second Feature Films
2013 Thessaloniki IFF - Open Horizons
2013 Mannheim-Heidelberg IFF – Panorama
2013 Lubliana IFF – Perspectives Prospettive
2013 So Paulo IFF – Concorso Nuovi Registi New Directors Competition
138
15° FESTIVAL
DEL CINEMA
EUROPEO
CINEMA
EUROMEDITERRANEO
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE
PALESTINIAN FILM WEEK
FILM
AL QODS FEE YOM AKHAR Rana’s Wedding (Il Matrimonio di Rana)
TICKET TO JERUSALEM Un biglietto per Gerusalemme
ATASH Thirst (La sete)
MILH HADHA AL-BAHR Salt of This Sea (Il Sale di Questo Mare)
AL-MOR WA AL RUMMAN Pomegranates and Myrr (Melograni e Mirra)
THE TIME THAT REMAINS Il Tempo che ci rimane
DOCUMENTARI
FERTILE MEMORY La memoria fertile
HAI MISH EISHI This is not Living (Questo non è Vivere)
FRONTIERS OF DREAMS AND FEARS Frontiere dei Sogni e delle Paure
JENIN JENIN
WOMEN IN STRUGGLE Donne in Lotta
THE IRON WALL Il muro di ferro
CORTOMETRAGGI
KA’EK ON THE SIDEWALK Ka’ek sul marciapiede
A BOY CALLED MOHAMED
DEBRIS Macerie
STRANGER IN MY HOME, JERUSALEM Estraneo a casa mia, Gerusalemme (10’)
NATION ESTATE
CONTRO IL FEMMINICIDIO
135
139
CINEMA
EUROMEDITERRANEO
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE
CINEMA
EUROMEDITERRANEO
PALESTINIAN FILM WEEK
LA PALESTINA ATTRAVERSO IL CINEMA
KNOWING PALESTINE THROUGH CINEMA
È importante che una città ricca di storia mediterranea come Lecce apra il suo sguardo su una parte del “Mare
Nostrum”, ormai quasi invisibile, dimenticata, spesso cancellata dai grandi network televisivi e dalla stampa
internazionale. Parliamo della Palestina, almeno di quell’area che dopo decenni di occupazione militare non è
ancora uno Stato.
Inserire in questa edizione del Festival del Cinema Europeo una Rassegna del Cinema Palestinese è prima di un
fatto culturale, un gesto di solidarietà. Ma è anche un ulteriore riconoscimento, da parte di un Festival Europeo
della vitalità, della ricchezza della cinematografia palestinese.
Come si potrà vedere dalla selezione di films, documentari e cortometraggi, il cinema palestinese non è più
quello solo militante, ma si apre, a partire degli anni ‘80, a una nuova fase dando un volto più umano, più
quotidiano, più immaginativo della società in Cisgiordania e Gaza, occupati da Israele nel ‘67 senza, tuttavia,
allontanarsi da una dimensione legata al dramma della Palestina. In quegli anni era, infatti, maturata una
generazione di registi palestinesi formatasi in esilio, il più importante dei quali è, senza dubbio, Michel Khleifi,
che ha studiato in Belgio. Basti ricordare il suo lungometraggio La Memoria Fertile (1980) sulla condizione
femminile nella società palestinese, che fu il primo film girato interamente all’interno della “linea verde” dei
territori occupati. Nozze in Galilea (1987) di Khleifi, sulle umilianti condizioni di vita sotto occupazione militare,
fu il primo film palestinese di successo internazionale (Premio FIPRESCI a Cannes) ed aprì così la possibilità ad
investimenti europei nella nascente cinematografia.
Khleifi allora osservò: “Noi facciamo un cinema terzo: né hollywoodiano, né d’autore nel senso de l’art pour
l’art (l’arte per l’arte), ma una ricerca, un lavoro estetico sull’immagine stessa, con un filo narrativo libero” - e
prodotto in modo indipendente.
Su questa onda si sono inseriti, con successo sul piano internazionale, anche autori come Rashid Masharawi
con Haifa e Ticket to Jerusalem, Hani Abu Assad con Il matrimonio di Rana, Annemarie Jacir con Sale di questo
mare e Elia Suleiman con Cronaca di una sparizione e Intervento Divino.
Nel corso degli anni ‘90 si è affacciata una nuova generazione di cineasti, nata e cresciuta nella Palestina
occupata. A differenza del cinema della diaspora, questa generazione mette al centro spesso la persona, la
sua soggettività psicologica, sociale e culturale - nel contesto della occupazione militare - ma sviluppa anche
accenni critici nei confronti della società palestinese stessa. Tra i registi della “seconda generazione” vi sono
Tawfik Abu Wael, Nizar Hassan, Abdel Salam Shehade, Najwa Najjar, Alia Arasoughly, Azza el-Hassan e Sobhi
al Zubaidi - per citarne solo alcuni. Nei loro films spesso realtà e finzione, documentario e film a soggetto si
intrecciano in una combinazione di sensibilità poetica ed analisi cruda della realtà sociale e politica.
Sullo sfondo rimane una sfida coraggiosa contro la violenta ed illegale occupazione della terra palestinese
con la costruzione del Muro e con le drammatiche condizioni di vita a Gaza, che il nuovo cinema palestinese
denuncia, cosciente dell’importanza del cinema come elemento di resistenza pacifica e culturale.
It is important that a city rich in Mediterranean history such as Lecce opens an eye on an area of the “Mare Nostrum”,
by now almost invisible, forgotten, often erased by the major television networks and the international press. Let’s
talk about Palestine, at least about that area that after decades of military occupation is not yet a State.
Inserting in this edition of the European Film Festival a retrospective on Palestinian cinema is first of all a cultural
phenomenon, a sign of solidarity. But it is also a further recognition by a European Festival of the vitality and
richness of the Palestinian cinema.
As it will be seen from the selected films, documentaries and short films, the Palestinian cinema is no longer only
a militant cinema, but it enters, since the ‘80s, in a new phase by giving a more human, ordinary, and imaginative
face to the society of the West Bank and Gaza, occupied by Israel in 1967 without, however, moving away from a
dimension linked to the tragedy of Palestine. In those years, in fact, grow up a generation of Palestinian filmmakers
formed during the exile period, the most important among them is undoubtedly, Michel Khleifi, who studied in
Belgium. It is enough to recall his feature film Fertile Memory (1980) on the status of women in the Palestinian
society, which was the first film shot entirely within the “Green Line” of the occupied territories. Wedding in Galilee
(1987) by Khleifi, on the shameful living conditions under military occupation, was the first Palestinian film of
internationally success (FIPRESCI Prize at Cannes) and thus opened up the possibility to European investments for
the nascent cinematography.
Khleifi then observed: “We make a third kind of cinema, neither a Hollywood-style cinema nor art cinema in the
sense of art for art’s sake, but a research, an aesthetic work on the image with a free narrative thread” - and produced
independently.
On this wave are included, with internationally success, authors such as Rashid Masharawi in Haifa and Ticket to
Jerusalem, Hani Abu Assad in Rana’s Wedding, Annemarie Jacir in Salt of this Sea and Elia Suleiman in Chronicle
of a Disappearance and Divine Intervention.
During the ‘90s appeared a new generation of filmmakers, born and raised in the occupied Palestine. Unlike the
diaspora cinema, this generation often focuses on the individual person, on his psychological, social and cultural
subjectivity - in the context of military occupation - but also develops critical observations in respect of the
Palestinian society itself. Among the “second generation” directors, there are Tawfik Abu Wael, Nizar Hassan, Abdel
Salam Shehade, Najwa Najjar, Alia Arasoughly, Azza el-Hassan and Sobhi al Zubaidi - to name but a few. In their
films often reality and fiction, documentary and feature films are woven into a combination of poetic sensibility and
rough analysis of the social and political reality.
Behind this, remains the courageous challenge against the violent and illegal occupation of the Palestinian land
with the construction of the Wall and the dramatic living conditions in Gaza, that the new Palestinian cinema
complaints, being aware of the importance of cinema as an element of peaceful and cultural resistance.
Monica Maurer - Curator
Monica Maurer - Curatrice
140
141
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
AL QODS FEE YOM
AKHAR
RANA’S WEDDING
IL MATRIMONIO DI RANA
Palestina, Olanda, Emirati Arabi Uniti - 2002
DVD – colore - 86’
Regia Direction: Hany Abu-Assad
Sceneggiatura Screenplay: Liana Bad, Ihab Lamey
Cinematografia Cinematography: Brigit Hillenius
Montaggio Editing: Denise Janzee
Musica Music: Mariecke van der Linden, Bashar Abd Rabbou
Costumi Costumes: Hamada Atallah
Interpreti Cast: Clara Khoury, Khalifa Natour, Ismael
Dabbag, Walid Abed Elsalam, Zuher Fahoum, Bushra
Karaman, Georgina Asfour, Manal Awad, Nasrin Buqa’i,
Houda Imam, Sami Metwasi
Produttori Producers: Bero Beyer, George Ibrahim
Produzione Production: Augustus Film, Palestinian Film
Foundation
sinossi
Anche conosciuto come Jerusalem, Another Day - uno
dei primi film palestinesi ad essere arrivato a Cannes (nel
2002). Girato a Jerusalem Est (parte araba), a Ramallah
e in molti checkpoints lungo il percorso tra le de città,
Racconta, con suspense, la storia della giovane Rana che
deve decidere sul corso della sua vita in poche ore. Suo
padre ha deciso di emigrare in Egitto perché non è più in
grado di mantenere la famiglia nella situazione caotica
ed opprimente in patria. Mette la figlia davanti alla
scelta di sposare un uomo considerato un “buon partito”,
oppure di seguirlo in Egitto per continuare gli studi sotto
il suo controllo autoritario. Rana però è innamorata di
Khalil che dirige un teatro a Gerusalemme e così scappa
di casa all’alba e comincia la sua corsa, contro il tempo
e contro i checkpoints, per raggiungere il suo amato
Khalil, sposarlo subito, e mettere il padre davanti al fatto
compiuto...
synopsis
Also known as Jerusalem, Another Day - one of the first
Palestinian films which is arrived at Cannes (in 2002). Shot
in east Jerusalem (the Arab part), in Ramallah and in many
checkpoints along the path between these two towns. It
tells, by means of suspense, the story of the young Rana, who
has to decide on the course of her life within a few hours.
Her father has decided to emigrate to Egypt because he is
no longer able to work for his family’s survival due to the
chaotic and oppressive situation existing in their homeland.
He provides his daughter with two choices, either to marry
a man who is considered a “good match”, or to follow him to
Egypt to continue her studies under his authoritarian control.
Rana, however, is in love with Khalil who leads a theater in
Jerusalem, and so she runs away from home at dawn and
begins her race against time and against the checkpoints, to
reach her beloved Khalil and to marry him immediately, by
presenting the father with a fait accompli...
il regista: HANY ABU-ASSAD
Hany Aby-Assad è nato a Nazareth, ha studiato in
Olanda e ha cominciato la sua carriera cinematografica
inizio anni ‘90, quando ha deciso di abbandonare la sua
formazione di ingegnere aeronautico e di fare cinema.
Ha fatto una serie di corti e documentari, ma solo con
Rana’s Wedding, filmato all’inizio della seconda Intifada,
ha ricevuto notorietà internazionale, consolidatasi poi
con Ford Transit (2003) e Paradise Now (2005). Il suo
ultimo film Omar gli è valso il Premio Speciale della
Giuria a Cannes – Un Certain Regard nel 2013, ed era in
cinquina agli Oscar 2014 come il Miglior Film in Lingua
Straniera.
the director: HANY ABU-ASSAD
Hany Aby-Assad was born in Nazareth, he studied in the
Netherlands and started his film career at the beginning of ‘90s,
when he decided to abandon his training as an aeronautical
engineer and to start film making. He realized a number of
short films and documentaries, but only with Rana’s Wedding,
shot at the beginning of the Second Intifada, he has achieved
international acclaim, which has then been consolidated
with Ford Transit (2003) and Paradise Now (2005). His latest
film Omar won the Special Jury Prize at Cannes - Un Certain
Regard in 2013, and was one of the five nominees at the Oscar
2014 as the Best Foreign Language Film.
premi e festival/ awards and festivals
2002 Cannes FF – Semaine de la Critique
2002 Marrakech FF: Miglior Attrice Best Actress
2002 Mediterranean FF, Cologne: Gran Premio, Miglior Attrice
Gran Prize, Best Actress
2002 Montpellier Mediterranean FF: Antigone d’oro Golden Antigone
2003 Haifa IFF: Golden Anchor Award
2003 Human Rights Watch FF: Primo Premio First Prize
142
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
TICKET TO
JERUSALEM
UN BIGLIETTO PER GERUSALEMME
sinossi
Jaber e Sana vivono in un campo profughi vicino a
Ramallah. Jaber sta portando avanti - per la gioia di tutti
-un Cinemobile. Sana lavora per la Mezzaluna Rossa. Per
la crescente tensione e i sempre più asfissianti checkpoints, Jaber non riesce più ad arrivare in posti, dove
prima proiettava films per la gente. Sfidando tutto e tutti
si fa convincere a proiettare un film in una scuola della
città vecchia di Gerusalemme. Il regista Rashid Masharaw
considera il suo film una “fiction documentaristica
- che permette uno sguardo ravvicinato sulla vita
quotidiana nella Palestina Occupata e sulla creatività
della popolazione che trovare sempre nuove forme di
resistenza civile”.
il regista: RASHID MASHARAW
Nato nel 1962 in un campo profughi, Masharawi è uno
dei pochi Cineasti che già dagli anni ‘80 e ‘90 hanno
descritto le durissime condizioni di vita nei campi.
Nel suo primo film Travel Document (1986) parla di un
problema cardine dei Palestinesi, partendo dalla propria
esperienza: l’impossibilità di ottenere un documento di
viaggio, riconosciuto sul piano internazionale. Nel 1996
ha fondato il Cinema Production & Distribution Center
a Ramallah per incentivare la produzione di films nella
Westbank occupata dal ‘67.Vive a Ramallah. Coopera
come consigliere audio-visivo con la Arafat Foundation.
Palestina - 2002 – DVD – colore - 85’
Regia Direction: Rashid Masharawi
Sceneggiatura Screenplay: Rashid Masharawi
Camera: Baudouin Koenig
Montaggio Editing: Nestor Sanz, Jan Hendriks
Suono Sound: Hanna Abu Sada
Scenografia Set design: Ala’ Abu Ghoush, Barbra Wijnveld
Musica Music: Samir Jubran
Interpreti Cast: Ghassan Abbas, Areen Omary
Produttore Producer: Areen Omary
Produzione Production: Argus-Fim,Silkroad Prod., Cinema
Prod.Center Palestine
synopsis
Jaber and Sana live in a refugee camp near Ramallah. Jaber
is carrying out - to the delight of all-a Cinemobile. Sana
works for the Red Crescent. For the growing tension and the
increasingly asphyxiating check-points, Jaber no longer is able
to reach places, where he once was screening films for people.
Defying everything and everyone he is persuaded to show a
film at a school in the old city of Jerusalem. The director Rashid
Masharaw considers his film a “documentary fiction - that
allows a close look at the daily life in the Occupied Palestine
and at the creativity of all the population of finding always
new forms of civil resistance”.
the director: RASHID MASHARAW
Born in 1962 in a refugee camp, Masharawi is one of the
few Filmmakers, who since the 80s and 90s have described
the extremely hard living conditions in the camps. In his first
movie Travel Document (1986) he talks about a cornerstone
problem of Palestinians, starting from his own experience:
the inability to obtain an internationally recognized travel
document. In 1996 he founded the Cinema Production &
Distribution Center in Ramallah in order to encourage the
production of films in the West Bank area occupied since 1967.
He lives in Ramallah. He cooperates as an audio-visual advisor
with the Arafat Foundation.
premi e festival/ awards and festivals
2002 Cairo IFF: Premio Speciale della Giuria Special Jury Prize
2002 Cinema Mediterranéen, Bruxelles: Gran Premio Grand Prix
2002 Festival International du Film d’Amiens: Premio Speciale Prix Special
143
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
ATASH
MILH HADHA
AL-BAHR
THIRST
LA SETE
Palestina - 2004 – DVD – colore - 109’
Regia Direction: Tawfik Abu Wael
Sceneggiatura Screenplay: Tawfik Abu Wael
Cinematografia Cinematography: Asaf Sudri
Montaggio Editing: Galit Shaked-Shaul
Scenografia Set design: Boaz Katzenelson
Musica Music: Wissam M.Gibran
Interpreti Cast: Hussein Yassin Mahajne, Amal Bweerat,
Roba Blal, Jamila Abu Hussein, Ahamed Abed Elrani
Produttore Producer: Avi Kleinberger
Produzione Production: Momento!
sinossi
È la storia di Abu Shukri e della sua famiglia che da 10
anni vivono in una valle abbandonata, isolati dal mondo
e lontano dal villaggio natale. Sopravvivono fabbricando
carbone dagli alberi che trovano nella valle. Solo il padrepadrone e il figlio hanno contatto con il “mondo esterno”,
il padre per vendere il carbone al villaggio vicino, mentre
il figlio fugge regolarmente per andare a scuola. Al
contempo madre e figlia lavorano senza tregua alla
fumigazione della legna. Un giorno Abu Shukri decide di
canalizzare una sorgente vicina, per portare così l’acqua
potabile a casa. Sarà questo il punto di svolta, che porterà
il destino della famiglia al suo tragico epilogo - quando
ilo scorrere dell’acqua risveglia in loro un insopprimibile
istinto di libertà e porta alla luce il dramma familiare che
aveva costretto Abu Shukri ad abbandonare il villaggio
tanti anni prima, trascinando con sé la sua famiglia.
synopsis
It is the story of Abu Shukri and his family who have been
living for ten years in an abandoned valley, isolated from
the world and away from their home village. They survive by
manufacturing coal from the trees that they find in the valley.
Only the Master Father and his son have contact with the
“outside world”, the father to sell the coal to the neighboring
village, while his son runs away regularly to go to school. At
the same time the mother and her daughter are carrying out
tirelessly the fumigation of wood. One day Abu Shukri decides
to channel a nearby spring, in order to take thus drinking
water back home. This will be the turning point that will bring
the fate of the family to its tragic end – when the flowing of
water awakens in them an irrepressible instinct of freedom
and brings to light the family drama that forced Abu Shukri
to leave the village so many years earlier, taking with him his
family.
il regista: TAWFIK ABU WAEL
Tawfik Abu Wael nasce nel 1976 a Umm El-Fahem, la
seconda città palestinese in Israele, situata sulla “green
line”- cioè i confini d’Israele prima della guerra del ‘67.
Tawfik lo ha abbandonato per studiare cinema a Tel Aviv,
per poi insegnare drammaturgia alla scuola Hassan Arafe
a Jaffa. Ha iniziato la sua carriera cinematografica con sei
documentari e dei cortometraggi, tra cui Diary of a male
whore premiato in diversi Festival. Atash è la sua opera
prima.
the director: TAWFIK ABU WAEL
Tawfik Abu Wael was born in 1976 in Umm El-Fahem, the
second Palestinian city in Israel, located on the “Green Line”
- that is, the borders of Israel before the war of 1967. Tawfik
abandoned this place to study cinema in Tel Aviv, and then
to teach dramaturgy at the Arafe Hassan School in Jaffa. He
started his film career with six documentaries and some short
films, including Diary of a male whore, awarded in several
Festival. Thirst is his first work.
premi e festival/ awards and festivals
2004 Cannes FF - Semaine de la Critique: Premio FIPRESCI
Award
2004 Jerusalem FF: Premio Wolgin per il miglior
lungometraggio israeliano Wolgin Award for Best Israeli
144
Feature Film
2004 Paris Biennal of Arab Cinema: Premio Speciale della
Giuria Special Prize of the Jury
2004 Israeli Film Academy: candidato come Miglior Regia
nominated as Best Director
SALT OF THIS SEA
IL SALE DI QUESTO MARE
sinossi
Soraya (interpretata dalla poetessa Suheir Hammad)
figlia di Palestinesi emigrati nei Stati Uniti, è cresciuta a
Brooklyn. Dopo la morte del padre va alla ricerca delle
proprie radici nella sua terra d’origine in Palestina.
Arrivata a Ramallah, cerca di recuperare i risparmi dei
nonni, cacciati nel ‘48, congelati in una locale banca
britannica. Non ci riesce e decide di restare perché
quel denaro le appartiene. Per mantenersi, lavora in un
ristorante, dove incontra Emad (Saleh Bakri), un uomo
che al contrario della protagonista vuole emigrare da
una terra senza futuro a causa dell’occupazione militare.
I due elaborano un piano ai danni della banca che ha
come conseguenza una fuga che li porterà a godere di
momenti di libertà e d’incanto.
il regista: ANNEMARIE JACIR
Nasce nel 1972 in Arabia Saudita da genitori di Betlemme.
Studia cinema negli Stati Uniti alla Columbia University.
Dal 1994 lavora come regista independente. Dal 2002 è
impegnata nel progetto “Dream of a Nation”. I suoi films
(A Post -Oslo History,1998 / 200 Years of American Ideology,
2000 / An Explanation, 2005 / Like 20 Impossibles, 2003,
ed altri sono stati proiettati, tra altri, anche ai Festival di
Cannes, Venezia, Locarno. Il suo ultimo film Lama Shuftuk
(Da quando ti ho visto) era al Forum della Berlinale 2013.
premi e festival/ awards and festivals
2008 Oscar: candidato palestinese al Miglior Film
Straniero Palestinian candidate for Best Foreign Language
Film
2008 Cannes FF – Un Certain Regard
2008 CineFan Festival of Asian and Arab Cinema: Premio
Speciale della Giuria, Premio Fipresci Special Jury Prize,
Palestina - 2008 – DVD – colore - 104’
Regia Direction: Annemarie Jacir
Sceneggiatura Screenplay: Annemarie Jacir
Cinematografia Cinematography: Benoit Chamaillard
Montaggio Editing: Michèle Hubinon
Musica Music: Kamran Rastegar
Interpreti Cast: Saleh Bakri, Suheir Hammad
Produttore Producer: Ossama Bawardi
Produzione Production: Philistine Films
synopsis
Soraya (played by the poet Suheir Hammad) daughter
of Palestinians who have emigrated to the United States,
grew up in Brooklyn. After her father’s death, she is in
search of her own roots in Palestine, her homeland. Arrived
in Ramallah, she tries to recover part of the savings of
her grandparents, who were ejected in 1948, blocked in a
British local bank. She fails to do that and decides to stay
because that money belongs to her. To survive she works in
a restaurant, where she meets Emad (Saleh Bakri), a man
who unlike the protagonist wants to emigrate from a land
without future due to the military occupation. The two
young people establish a plan against the bank that has
as its consequence a flight which will lead them to enjoy
moments of freedom and enchantment.
the director: ANNEMARIE JACIR
She was born in 1972 in Saudi Arabia of parents coming
from Bethlehem. She studies film at Columbia University in
the United States. Since 1994 she works as an independent
director. Since 2002 she is involved in the project “Dream of
a Nation”. Her films (A Post-Oslo History, 1998 / 200 Years
of American Ideology, 2000 / An Explanation, 2005 / Like
20 Impossibles, 2003, and others have been broadcasted,
among others, also at the Festivals of Cannes, Venice and
Locarno. Her latest film Lama Shuftuk (When I saw you)
was at the Berlinale Forum in 2013.
Fipresci Prize
2008 Cartagine FF: Premio Randa Chahal Randa Chahal
Prize
2008 Dubai IFF: Miglior Sceneggiatura Best Screenplay
2009 Sguardi Altrove, Milano: Miglior Film Best Film
2009 Tribeca FF – Selezione Ufficiale Official Selection
145
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
AL-MOR WA AL
RUMMAN
POMEGRANATES AND MYRR
MELOGRANI E MIRRA
Palestina - 2008 – DVD – colore - 95’
Regia Direction: Najwa Najjar
Sceneggiatura Screenplay: Najwa Najjar
Cinematografia Cinematography: Valentina Caniglia
Montaggio Editing: Sotira Kyriacou, Bettina Böhler
Musica Music: Mychael Danna, Amritha Vaz
Interpreti Cast: Yasmine al Massr, Ali Suliman, Ashraf Farah,
Hiam Abbas
Produttore Producer: Hani E. Kort
Produzione Production: Ustura Film, Rif Film, ZDF/Arte
sinossi
Najwa Najjar apre il suo primo lungometraggio col
gioioso matrimonio di Kamar, indomita ballerina dallo
spirito libero, di Gerusalemme e Zaid, che cura gli
uliveti della famiglia nella Westbank, la cui esistenza è a
rischio per un nuovo insediamento israeliano. Zaid viene
arrestato durante una disputa per la terra contesa. Kamar
rimane sola con i suoceri nella casa in campagna ed è in
conflitto tra l’essere la moglie rispettosa di un prigioniero
politico e continuare a sviluppare la sua arte nella danza.
Mentre la famiglia di Zaid lotta per la sua liberazione
dalla prigione e contro la confisca della loro terra, Kamar
lotta contro l’attrazione per un nuovo istruttore di danza,
Kais, appena arrivato dal Libano, dove la sua famiglia si è
rifiugiata nel ‘48.
synopsis
Najwa Najjar starts his first feature film with the joyful
marriage of Kamar, an untamed and free-spirited dancer
from Jerusalem and Zaid, who cares for the family’s olive
groves in the West Bank area, whose existence is at risk for a
new Israeli settlement. Zaid is arrested during a dispute for
the contended land. Kamar remains alone with her parents
in-laws in the country house and is in conflict between being
the respectful wife of a political prisoner and continuing to
develop her art in dancing. While the family of Zaid fights
for his release from prison and against the confiscation of
their land, Kamar fights against the attraction for a new
dance instructor, Kais who is just arrived from Lebanon,
where his family found refuge in 1948.
il regista: NAJWA NAJJAR
Najwa Najjar, palestinese cresciuta in Giordania, si è
laureata in scienze politiche ed economiche negli Stati
Uniti, dove ha fatto anche un master in film e video
produzione. Ha cominciato la sua carriera cinematografica
nel 1999 con diversi documentari {Na’im and Wadee
(‘99), A Boy called Mohammad, Jewel of Oblivion (2001),
Yasmine’s Song (2006)}, per i quali ha ottenuto una serie
di riconoscimenti internazionali. Nel 2008 scrive e dirige
il primo lungometraggio di finzione. Attualmente sta
finendo il secondo Eyes of a Thief (coprodotto da Palestina,
Algeria, Islanda e Francia) per il quale ha avuto il sostegno
del Sundance Script Lab, della Dubai Film Connection e
del Jordan Film Fund. Vive a Ramallah.
the director: NAJWA NAJJAR
Najwa Najjar, a Palestinian grew up in Jordan, obtained a
University degree in Economics and Political Science in the
United States, where she took also a master’s degree in film
and video production. She began her film career in 1999
with several documentaries {Na’im and Wadee (‘99), A Boy
called Mohammad, Jewel of Oblivion (2001), Yasmine’s
Song (2006)}, for which she has received a number of
international awards. In 2008 she wrote and directed
her first fictional future film. She is currently finishing her
second fictional future film Eyes of a Thief (co-produced
by Palestine, Algeria, Iceland and France), for which she
had the support of the Sundance Script Lab, of the Dubai
Film Connection and of the Jordan Film Fund. She lives in
Ramallah.
premi e festival/ awards and festivals
2008 San Sebastian IFF: Premio Cinema in Motion
Cinema in Motion Award
2009 Fribourg IFF – Concorso Competition
2009 Muscat FF: Premio Golden Dagger per la Miglior
Fotografia Golden Dagger to Best Cinematography
2009 Doha Tribeca Film Festival: Premio per il Miglior
Film Arabo Best Arab Film
146
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
THE TIME THAT
REMAINS
IL TEMPO CHE CI RIMANE
Palestina - 2009 – DVD – colore - 109’
Regia Direction: Elia Suleiman
Sceneggiatura Screenplay: Elia Suleiman
Cinematografia Cinematography: Marc-André Batigne
Montaggio Editing: Véronique Lange
Scenografia Set design: Sharif Waked
Costumi Costumes: Judy Shrewsbury
Interpreti Cast: Elia Suleiman, Saleh Bakri, Samar Qudha
Tanus, Leila Mouammar, Shafika Bajjali, Ziad Bakri
Produttore Producer: Michael Gentile
Produzione Production: The Film, Nazira Films, Artemis, BiM,
France 3, RTBF, Belgacom
sinossi
Il tempo che ci rimane è il terzo film di una trilogia. Ispirato
ai diari del padre, il regista Elia Suleiman (che interpreta
se stesso) ricostruisce in quattro episodi la saga della sua
famiglia a Nazareth. Il nonno sottoscrive la capitolazione
della città, mentre il padre è combattente della resistenza.
La seconda parte si svolge nel’70: Elia frequenta una
scuola israeliana, il padre Fouad va a pesca e la madre
tiene contatti epistolari con i membri della famiglia
rifugiati in Giordania. La terza parte si svolge intorno al
1980: Elia ormai un giovane uomo taciturno vive ancora
in famiglia, nella stessa casa di sempre. Il padre è stato
operato al cuore ed è prossimo alla morte. La madre
continua scrivere lettere ai parenti profughi. Elia è stato
denunciato e deve lasciare immediatamente il paese.
Nell’ultima parte, ambientata nell’ oggi, il regista ritorna
a casa per visitare la madre malata. Trova Nazareth molto
cambiata...
synopsis
The Time that Remains is the third film in a trilogy. Inspired
by the diaries of his father, the director Elia Suleiman
(playing himself) in four episodes reconstructs the saga
of his family in Nazareth. His grandfather subscribes to
the capitulation of the city, while his father is a resistance
fighter. The second part takes place in 1970: Elia attends an
Israeli school, his father Fouad goes fishing and his mother
has epistolary contacts with the members of the family who
have fled to Jordan. The third part takes place around the
year 1980: Elia is by now a taciturn young man who still
lives with his family, in the same house as ever. His father
has had a heart surgery and is close to death. His mother
continues writing letters to her displaced relatives. Elia has
been denounced and must leave the country immediately.
In the last part, set in today’s world, the director returns
home to visit his sick mother. He finds Nazareth very
changed...
il regista: ELIA SULEIMAN
Suleiman è nato nel 1960 a Nazareth. Abbandonati gli
studi, comincia nel 1982 girare l’Europa e approda infine a
New York dove lavora come ricercatore presso l’”Institute
for Middle East Peace and Development”. Esordisce
come regista con Introduzione alla fine di un argomento
(1981) un video di montaggio sulla rappresentazione
dell’arabo nei media americani, riprenderà il tema nel suo
episodio del film collettivo La Guerra del Golfo... e dopo ?
(1996). Realizza il suo primo lungometraggio Cronaca
di una sparizione, presentato alla Mostra di Venezia.
Il secondo lungometraggio Intervento Divino vince il
Premio della Giuria a Cannes nel 2002 e viene distribuito
internazionalmente.
the director: ELIA SULEIMAN
Suleiman was born in 1960 in Nazareth. Having abandoned
his studies, he begins going around Europe in 1982 and
finally arrives in New York where he works as a researcher
at the Institute for Middle East Peace and Development.
He made his debut as a director with Introduction to
the End of an Argument (1981), a video editing on the
portrayal of Arabs in American media; he will resume the
issue in his episode of the collective film The Gulf War... and
after? (1996). He realizes his first feature film Chronicle of a
disappearance, presented at the Venice Film Festival. The
second feature film Divine Intervention wins the Jury Prize
at Cannes in 2002, and is internationally distributed.
premi e festival/ awards and festivals
2009 Cannes FF – Concorso Competition
2009 Asia Pacific Screen Awards: Gran Premio della
Giuria Jury’s Grand Prize
2009 Mar del Plata FF: Miglior Regia Best Direction
2009 Toronto IFF – Concorso Competition
147
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
FERTILE MEMORY
HAI MISH EISHI
LA MEMORIA FERTILE
sinossi
Primo lungometraggio filmato in Palestina (all’interno
della “linea verde”) questo film pluripremiato è diventato
pietra miliare della cinematografia palestinese.
La memoria fertile è una commistione di fiction e
documentario, che racconta la storia di due donne molto
diverse: Farah Hatoum, una vedova 50-enne operaia di
Nazareth, e la scrittrice Sahar Khalifeh, che vive divorziata
con la figlia nella Westbank, a Ramallah, occupata dal
‘67. Khleifi osserva entrambe le donne molto da vicino,
nella loro vita di ogni giorno e dipinge così un quadro
della condizione femminile nella società palestinese e
della vita sotto occupazione e di donne in una società
dominata dagli uomini. Senza retorica politica segue le
emozioni,la quotidianità pesante di una vita “miracolo
dell’impotenza” come dice Sahar. La storia, la realtà, il
futuro, le contraddizioni della Palestina, si rispecchiano
nei ritratti di queste due donne, l’intellettuale e l’operaia
- ambedue condividono la stessa lotta per la libertà e la
dignità.
il regista: MICHEL KHLEIFI
Michel Khleifi (nato nel 1950 a Nazareth) è sceneggiatore,
regista e produttore palestinese. È emigrato da Israele
nel 1970 e ora risiede in Belgio. Lì, ha studiato regia
televisiva e teatrale presso l’Institut National Supérieur
des Arts du Spectacle (INSAS). Dopo la laurea all’INSAS
di Bruxelles, ha lavorato per la televisione belga, prima
di procedere alla realizzazione dei propri film. Ha diretto
e prodotto diversi documentari e lungometraggi e ha
ricevuto vari premi importanti tra cui il Premio della
Critica Internazionale al Festival di Cannes, la Conchiglia
d’Oro al Festival Internazionale del Cinema di San
Sebastián e il premio André Cavens nel 1987 per il film
Nozze in Galilea. Michel Khleifi ora è docente all’INSAS.
Palestina, Olanda, Belgio - 1980 – DVD – colore - 104’
Regia Direction: Michel Khleifi
Cinematografia Cinematography: Yves van der Meeren,
Marc André Batigue
Montaggio Editing: Moufida Tlatli
Con With: Farah Hatoum, Sahar Khalifeh
Produttori Producers: Michel & Georges Khleifi
Produzione Production: Marisa Film2
synopsis
First feature film shot in Palestine (inside the “Green Line”),
this multi award-winning film has become a cornerstone
of the Palestinian film. Fertile Memory is a mixture of fiction
and documentary, which tells the story of two very different
women: Farah Hatoum, a 50 -year-old widow and a worker
of Nazareth, and the writer Sahar Khalifeh, who divorced
lives with her daughter in the West Bank area, in Ramallah,
occupied since 1967. Khleifi observes very closely both
women, in their everyday life and thus paints a picture of the
women conditions in the Palestinian society, of the life under
occupation and of women in a society ruled by men. Without
political rhetoric following the emotions, the heavy everyday
life of a life which is a “miracle of the impotence” as Sahar
says. The story , the reality, the future, the contradictions of
Palestine, are reflected in the portraits of these two women,
the intellectual woman and the worker woman – both share
the same fight for freedom and dignity.
the director: MICHEL KHLEIFI
Michel Khleifi (born 1950 in Nazareth) is a Palestinian film
writer, director and producer. He emigrated from Israel in 1970
and now resides in Belgium. There, he studied television and
theatre directing at the Institut National Supérieur des Arts du
Spectacle (INSAS). After graduating from INSAS, he worked in
Belgium television before turning to making his own films. He
has directed and produced several documentary and feature
films and received several prestigious awards including the
International Critics’ Prize at the Cannes Film Festival, the
Golden Shell at San Sebastián International Film Festival
and the André Cavens Award in 1987 for his film Wedding in
Galilee. Michel Khleifi currently teaches at INSAS.
THIS IS NOT LIVING
QUESTO NON È VIVERE
sinossi
Al fine di esplorare i temi della pace e della guerra,
con estremo coraggio e rischiando la vita, la regista ha
intervistato alcune donne palestinesi, donne comuni,
che vivono in una epoca straordinaria. Si tratta di ritratti
di otto donne che cercano di vivere nonostante la guerra.
Raccontano di come percepiscono se stesse nella guerra
e la guerra stessa. Parlano di come cercano di affrontare
la paura e la morte dando forme e contenuto alle loro
vite. Questo malgrado che in ogni momento un missile
possa abbattersi sulle loro case. In questa situazione
drammatica sentono di perdere la propria identità,
il senso di direzione, la voglia di vivere, in una patria
smembrata con le famiglie decimate.
il regista: ALIA ARASOUGLY
Alia Arasougly, è sociologa della cultura, teorica di
cinema, produttrice e regista. Ha lavorato in veste di
Consulente per i Media per il programma di sviluppo
delle Nazione Unite in Palestina.
Hai Mish Eishi (Questo non è vivere) è stato presentato
in anteprima mondiale al Festival Internazionale del
Cinema delle Donne di Torino. Attualmente dirige il Film
Festival delle Donne di Shashat in Palestina.
Palestina - 2001 – DVD – colore - 42’
Regia Direction: Alia Arasougly
Cinematografia Cinematography: Magdi Banuora
Montaggio Editing: Tareq Eid
Suono Sound: Iyyad Asi
Musica Music: Said Murad
Produttore Producer: Alia Arasougly
synopsis
In order to explore the themes of peace and war, with great
courage and risking her live, the filmmaker interviewed
some Palestinian women, ordinary women, who live in an
extraordinary time. These are portraits of eight women who
seek to live in spite of the war. They tell of how they perceive
themselves in the midst of war and the war itself. They talk
about how they try to face fear and death, by giving their
lives shapes and content. And this in spite of the fact that at
any times a missile could strike their houses. In this dramatic
situation they feel they are losing their own identity, their sense
of direction, the desire of living, in a dismembered homeland
with decimated families.
the director: ALIA ARASOUGLY
Alia Arasougly is a sociologist of culture, a film theorist, a
producer and a director. She has worked as a Media Consultant
for the United Nations Development Programme in Palestine.
Hai Mish Eishi (This is not living) was presented in its world
premiere at the International Women’s Film Festival in Turin.
Currently she is the director of the Shashat Women’s Film
Festival in Palestine.
festival
2001 Festival Internazionale del Cinema delle Donne, Torino International Women’s FF, Turin
148
149
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
FRONTIERS OF
DREAMS AND FEARS
FRONTIERE DEI SOGNI E DELLE PAURE
Palestina, USA - 2001 – DVD – colore - 56’
Regia Direction: Mai Masri
Cinematografia Cinematography: Fouad Sulaiman, Husain
Nassar, Jimmy Michel
Montaggio Editing: Michèle Tian
Musica Music: Anouar Brahim
Produttore Producer: Mai Masri in coproduzione con in coproduction with Independent Telivision Service
sinossi
Il film racconta la storia di due giovane ragazze
palestinese: Mona dal campo rifugiati di Shatila a Beirut,
e Manar dal campo di Dheisha presso Betlemme.
Vivendo in due campi diversi, l’uno caratterizzato
dalle condizione d’estrema marginalizzazione, l’altro
dall’oppressione militare ed economica israeliana, le due
giovani comunicano tra loro a dispetto delle barriere che
le separano.
Il film descrive la loro vita e i loro sogni traverso lo
scambio epistolare via email che culminerà nel loro
drammatico incontro sul confine tra Israele e Libano.
synopsis
The film tells the story of two young Palestinian girls: Mona
from the Shatila refugee camp in Beirut, and Manar from
the Dheisha refugee camp in Bethlehem.
Living in two different camps, one characterized by the
conditions of extreme marginalization, the other by the
Israeli military and economic oppression, the two young
girls communicate with each other in spite of the barriers
that separate them.
The film describes their lives and their dreams through
the correspondence via email that will culminate in their
dramatic meeting on the Israeli-Lebanese border.
il regista: MAI MASRI
Originaria di Nablus (Palestina), è cresciuta a Beirut. Con il
regista Jean Shamoon ha fondato la Noor production. Tra
i tanti film da segnalare: Children of Fire (1990), Children of
Shatila (1998), e 33 Days (2007).
the director: MAI MASRI
She is a native Nablus (Palestine) and was raised in Beirut.
With the director Jean Shamoon she founded the Noor
production. Among the many movies, the following are
worthy of note: Children of Fire (1990), Children of Shatila
(1998) and 33 Days (2007).
premi e festival/ awards and festivals
2001 Earth Vision Tokyo IFF: Premio Eccellenza Excellence
Prize
2001 Ismailia IFF: Primo Premio First Prize
2001 Beirut IFF: Premio Speciale della Giuria Special Jury
Award
2001 Associazione Critici Cinematografici Egiziani
Egyptian Film Critics Association: Migliore Film Arabo Best
Arab Film
2001 Associazione Documentaristi Egiziani Egyptian
Documentary Film-makers Association: Migliore
Documentario Best Documentary Film
150
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
JENIN JENIN
sinossi
Durante l’“Operazione Defensive Shield” nel Aprile 2002
l’IDF (l’esercito Israeliano) ha invaso Jenin sigillandone
il campo, per non far uscire la popolazione stremata e
non far entrare la stampa, né le organizzazioni dei Diritti
Umani, né Amnesty International e neanche l’ONU che
denunciava “crimini contro l ‘Umanità”. Il campo è stato
raso al suolo. Il famoso attore e cineasta palestinese
Mohamed Bakri è stato tra i primi di entrare nella Jenin
distrutta - per raccogliere le testimonianza degli abitanti.
Ne esce un documentario - senza commento - di
fortissimo impatto. “Una testimonianza di dignità e
forza umana” come lo definisce Ali Abunimah fondatore
di Electronic Intifada. Bakri è stato accusato di aver
danneggiato con il film l’immagine dell’IDF.
il regista: MOHAMMED BAKRI
Nato in Galilea nel 1953, è diventato l’ icona del cinema
palestinese. Esordì come attore nel cinema (viene dal
teatro!) in Hanna K. di Costa Gavras (1983), seguito da
Oltre le sbarre (1984) di Uri Barabash. Nel ‘85 ha lavorato
con Amos Gitai, e nel ‘91 con Eran Riklis. Il primo ruolo in
un film palestinese in Il racconto dei tre diamanti di Michel
Khleifi (‘95). È stato poi protagonista di Haifa (‘95) di Rachid
Masharawi e Via Lattea di Ali Nassar (‘97) -seguono tanti
altri, anche italiani come Private di Saverio Costanzo e La
masseria delle allodole dei Fratelli Taviani. Come regista
esordisce nel ‘98 con 1948 sulla Nakba, la catastrofe della
cacciata dei Palestinesi dalla propria terra. Dopo Jenin
Jenin, Da quando te ne sei andato (2006).
Palestina - 2002 – DVD – colore - 54’
Regia Direction: Mohammed Bakri
Sceneggiatura Screenplay: Mohammed Bakri
Montaggio Editing: Leandro Pantanella
Produttore Producer: Iyad Taher Samoudi
synopsis
During “Operation Defensive Shield” in April 2002, the IDF
(the Israeli defense forces) invaded Jenin by sealing the
refugee camp, for not allowing the exhausted population
to get out and for not allowing the press to get into, nor the
Human Rights organizations and Amnesty International
and not even the UN, denouncing the “crimes against
Humanity”. The camp was burned to the ground. The
famous Palestinian actor and film director Mohamed
Bakri was among the first to enter the destroyed city of
Jenin- to collect the stories of the inhabitants. The result is
a documentary - without comment –with a very powerful
impact. “A testimony of human dignity and force” as
described it Ali Abunimah, the founder of Electronic
Intifada. Bakri was accused of having damaged the image
of the IDF with the film.
the director: MOHAMMED BAKRI
Born in Galilee in 1953, he has become the icon of the
Palestinian cinema. He began as a movie actor (he was first
a theater performer!) in Hanna K. by Costa Gavras (1983),
followed by Beyond the Walls (1984) by Uri Barabash. In
1985 he worked with Amos Gitai, and in 1991 with Eran
Riklis. His first role in a Palestinian film in Tale of the three
diamonds by Michel Khleifi (‘95). He was then protagonist
in Haifa (‘95) by Rachid Masharawi and in The Milky Way
by Ali Nassar (‘97) -follow many others, as well as Italian
film as Private by Saverio Costanzo and The Lark Farm by
the Taviani brothers. He debuted as a direcotr in ‘98 with
1948 concerning the Nakba, the catastrophe occurred
when Palestinians were expelled from their homes. Later,
Jenin Jenin, Since You Left (2006).
premi e festival/ awards and festivals
2002 Cartagine IFF: Miglior Film Best Film
2002 Festival of Mediterranean Documentary: Premio Internazionale International Prize
151
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
WOMEN
IN STRUGGLE
DONNE IN LOTTA
Palestina, Belgio, Spagna - 2004 – DVD – colore - 56’
Regia Direction: Buthina Canaan Khoury
Sceneggiatura Screenplay: Buthina Canaan Khoury
Cinematografia Cinematography: Buthina Canaan Khoury
Montaggio Editing: Saed Andoni
Musica Music: Wassim Kassis
Produttore Producer: Buthina Canaan Khoury
Produzione Production: MAJD Production Company in
coprododuzione con in co-production with Lichtpunt, Medea
sinossi
Il documentario narra le lotte di donne palestinesi, exdetenute politiche, durante la prigionia nelle carceri
israeliane, analizzandone le conseguenze sulla loro vita
attuale e futura. 4 donne che, sottratte al ruolo di sorelle,
madri e mogli diventano in carcere protagoniste della
lotta di liberazione per l’indipendenza della Palestina;
raccontano la difficoltà di vivere la quotidianità e di
integrarsi nella vita sociale e politica palestinese, perché
nonostante la fine della detenzione esse sono costrette
ad affrontare giorno dopo giorno la “prigione” che
continuano a portarsi dentro.
synopsis
The documentary tells of the struggles of Palestinian
women, ex- political prisoners, during their imprisonment in
Israeli prisons, by analyzing the impact on their present and
future life. 4 women who, deprived of their role of sisters,
mothers and wives become in the prison protagonists of
the struggle for freedom for the independence of Palestine;
they describe the difficulties of living the everyday life
and integrating into the Palestinian political and social
life, because despite the end of detention they are forced
day after day to deal with the “prison” that they keep on
bringing into themselves.
il regista: BUTHINA CANAAN KHOURY
Buthina Canaan Khoury, originaria di Betlemme, ha
studiato regia e fotografia al MassART di Boston. È stata
la prima cineasta e produttrice donna del suo paese.
Ha lavorato per anni come camerawoman, producer
e coordinatrice di eventi speciali in Medio Oriente par
la EBU (European Broadcasting Union). Nel 2000 ha
fondato la casa di produzione MAJD a Ramallah, con
la quale ha prodotto Women in Struggle (2004), che ha
avuto riconoscimenti in molti festival, poi Maria’s Grotto
sull’uxoricidio (Silver Muhr al Dubai IFF nel 2007) e Taste
the Revolution (2008).
the director: BUTHINA CANAAN KHOURY
Buthina Canaan Khoury, hailing from Bethlehem, studied
directing and photography at MassART of Boston. She was
the first woman filmmaker and producer of his country.
She worked for years as a camerawoman, producer and
coordinator for special events in the Middle East for the
EBU (European Broadcasting Union). In 2000 she founded
the film production company MAJD in Ramallah, with
which she produced Women in Struggle (2004), which
won awards in many Festivals, then Maria’s Grotto on the
uxoricide (Silver Muhr at the Dubai IFF in 2007) and Taste
the Revolution (2008).
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
THE IRON WALL
IL MURO DI FERRO
sinossi
Il documentario di Alatar illustra le conseguenze della
presenza degli insediamenti dei coloni israeliani e del
Muro sulla vita quotidiana in Palestina, dando voce ad
analisti politici e attivisti per i diritti civili, sia Palestinesi
che Israeliani. Inizialmente il processo di pace era basato
su una semplice formula: Terra in cambio di Pace, una
soluzione che prevedeva due stati per due popoli. Ma
la crescente presenza degli insediamenti e del Muro
(di Apartheid) sono la prova dell’impossibilità di una
tale soluzione. The Iron Wall ripercorre le tappe della
colonizzazione Israeliana dei Territori Palestinesi in cui la
costruzione del Muro non è che la fine di un progetto di
pulizia etnica iniziata negli anni ‘20.
il regista: MOHAMMED ALATAR
Mohamed Alatar (noto anche per Jerusalem-East
Side Story, 2007), filmaker e attivista dei Diritti Civili
proveniente da Jenin (nel Westbank, in Palestina), è stato
direttore di “Palestinians for Peace and Democracy”. Nel
2002 è stato candidato al “Martin-Luther-King Award
for Humanity”. Nel 2006 ha partecipato alla Selezione
Ufficiale dell’Al Jazeera Film &TV Festival con The Iron
Wall.
Palestina - 2006 – DVD – colore - 52’
Regia Direction: Mohammed Alatar
Camera: Khaldun Eid, Ahmad Abbas, Tahrir Fahreddin
Montaggio Editing: A. R. Zahran, Mohamed Nagere
Produzione Production: Palestinian Agricultural Relief
Comittees For Peace and Democracy (PARC), Palestinians
for Peace and Democracy
synopsis
The documentary by Alatar illustrates the consequences of
the presence of the Israeli settlements and of the Wall on
daily life in Palestine, giving voice to political analysts and
civil rights activists, both Palestinians and Israelis. Initially, the
peace process was made on a simple formula: the exchange
of Land for Peace, a solution that consisted of two states for
two peoples. But the growing presence of the settlements
and of the Wall (of Apartheid) demonstrates the impossibility
of such a solution. The Iron Wall retraces the steps of the
Israeli colonization of the Palestinian Territories in which
the construction of the Wall is nothing else than the end of a
project of ethnic cleansing started in the ‘20s.
the director: MOHAMMED ALATAR
Mohamed Alatar (also known for Jerusalem-East Side Story,
2007), filmmaker and Civil Rights activist coming from Jenin
(in the West Bank area, in Palestine), was the founding editorin-chief of “Palestinians for Peace and Democracy.” In 2002
he was nominated for the “Martin-Luther-King Award for
Humanity”. In 2006 he took part in the Official Selection at the
Al Jazeera Film & TV Festival with The Iron Wall.
premi e festival/ awards and festivals
2006 Al-Jazeera Film and TV Festival – Selezione Ufficiale Official Selection
152
153
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
KA’EK ON THE SIDEWALK
KA’EK SUL MARCIAPIEDE
carriola, come portantino. Ha dovuto lasciare la scuola.
Racconta le storie di sua madre, di sua nonna, e si crea
una vita immaginaria, dove ci sia una speranza, che gli
faccia dimenticare la durissima realtà del campo.
Palestina - 2001 – DVD – colore – 26’
Regia Direction: Ismael Habbash
Sceneggiatura Screenplay: Ismael Habbash da un
racconto di based on the novel by Ghassan Kanafani
Camera: Ihab Abu al-Assal
Montaggio Editing: Nada El Yaseer, Rabab Haj Yahia
Interpreti Cast: Mohamed Bakri, Ahmed Abu
Sal’oom, Samer Abu Esha
Produttore Producer: Kareem Ghonaim
Produzione Production: Betlehem 2000, Nawaya
sinossi / synopsis
Hamid fa il lustrascarpe all’alba e vende Ka’ek
(ciambelle) la notte; nel frattempo va anche a scuola,
con scarso profitto. Un giorno lustra le scarpe al
Maestro, che all’indomani non mostra nessuna sorpresa
nel vedere Hamid tra i banchi; ma la curiosità aumenta
di giorno in giorno e si crea un rapporto speciale tra
loro basato su un sentimento comune di appartenenza
ad una nazione al di là da venire.
Hamid is a shoe shiner at dawn and sells Ka’ek (donuts)
at night; meanwhile he goes to school as well, with low
profit. One day, he is shining the shoes of his Teacher,
who in the aftermath is not surprised to see Hamid in
the classroom; but curiosity is increasing day by day and
a special relationship between them is created, based
on a shared sense of belonging to a nation still far from
becoming a reality.
DEBRIS
MACERIE
Palestina - 2002 – DVD – b&n e colore – 18’
Regia Direction: Abdel Salam Shehada
Cinematografia Cinematography: Ashraf Ali
Montaggio Editing: Maher Abu Quta
Suono Sound: Mahmoud el Bayed
Musica Music: Monem Adwan
Produttore Producer: Qassem Ali
Produzione Production: Institute of Modern Media
Production – Al Quds University, Ramattan Studios
Regia Direction: Najwa Najjar
Sceneggiatura Screenplay: Najwa Najjar
sinossi / synopsis
Bulldozers israeliani distruggono la casa di una
famiglia contadina ed il loro uliveto, per fare posto alla
costruzione di nuovi insediamenti. Fahmi Saleh e sua
moglie avevano dato a molti alberi d’ulivo dei nomi, i
nomi dei loro figli. In Debris (Macerie) Shehada non solo
racconta la storia di una famiglia a cui viene distrutta
la base dell’esistenza, ma anche con quale dignità
-malgrado l’impotenza e la continua umiliazione- loro
continuano a restare ed a lavorare la loro terra.
sinossi / synopsis
La regista ha incontrato e osservato un ragazzo,
Mohamed - poco più di un bambino del campo
profughi di Qalandia, vicino ai checkpoints che
assediano Ramallah. Migliaia di Palestinesi passano di
là ogni giorno, per tentare di andare da Gerusalemme
a Ramallah o passare dai Territori Occupati ad Israele,
tutti carichi di pacchi; Mohamed lavora, con una
Israeli bulldozers destroy the house of a peasant family
and their olive grove-to make way for the construction of
new settlements. Fahmi Saleh and his wife had given to
many olive trees the names, the names of their children.
In Debris Shehada not only tells the story of a family to
whom the basis of existence is destroyed, but also with
what dignity-despite the impotence and the constant
humiliation-they continue to remain and work their land.
A BOY CALLED MOHAMED
UN RAGAZZO CHIAMATO MOHAMED
Palestina - 2002 – DVD – colore – 10’
154
The director has met and observed a boy, Mohamed
– little more than a child living in the refugee camp of
Qalandia, near the checkpoints that besiege Ramallah.
Thousands of Palestinians pass by there every day, trying
to go from Jerusalem to Ramallah or to pass through
the Occupied Territories in Israel, all loaded with parcels;
therefore Mohamed works with a hand-cart, as a porter.
He had to leave school – tells the stories of his mother, his
grandmother, and creates an imaginary life, where there
is a hope, which makes him forget the harsh reality within
the camp.
SETTIMANA DEL CINEMA PALESTINESE PALESTINIAN FILM WEEK
STRANGER IN MY HOME, JERUSALEM
ESTRANEO A CASA MIA,
GERUSALEMME
una “soluzione verticale” per uno Stato Palestinese:
in un grattacielo. Ogni città ha un piano con le icone
dei loro simboli. È stato mostrato a Londra, New York,
Parigi, Madrid, Berlino, ed è stato premiato nel 2013 a
Oberhausen (Festival Internazionale di Cortometraggi).
Palestina – 2007 – DVD – colore – 10’ (frammento)
Nation Estate by the well-known artist and filmmaker
(Happy Days, 2006 / Space Exodus, 2009) Larissa
Sansour is a science-fiction short concerning the deadlock
in the Middle East and explores a “vertical solution” for a
Palestinian statehood: in a skyscraper. Every city has a
floor with icons of their symbols. It has been shown in
London, New York, Paris, Madrid, Berlin, and was awarded
in 2013 in Oberhausen (International Short Film Festival).
Regia Direction: Sahera Dirbas
Cinematografia Cinematography: Jameel Kadamani
Montaggio Editing: Omar Awad
Musica Music: Yousef Makhoul
Produttore Producer: Nahed Dirbas
Produzione Production: Sahera Production
sinossi / synopsis
Estraneo a casa mia, Gerusalemme. Si tratta di un film
documentario girato per i 40 anni dalla Guerra dei
Sei Giorni 1967 ma che è legato strettamente anche
agli eventi della Nakba (Catastrofe, 1948). Ne sono
protagonisti palestinesi, profughi nella loro stessa
città, che tornano a visitare le loro case, da dove furono
cacciati via dalle truppe israeliane nel 1948.
Stranger in my home, Jerusalem. It is a documentary
film shot for the 40 years since the 1967 Six Day War, but
which is strictly associated with the events of the Nakba
(Calamity of 1948). The protagonists are Palestinians,
refugees in their own city, who return to visit their homes,
from where they were banished by Israeli forces in 1948.
NATION ESTATE
Palestina – 2012 – DVD – colore – 9’
Regia Direction: Larissa Sansour
Camera: Soren Lind
Montaggio Editing: William Dybeck Sorenson
Musica Music: Aida Nadeem
Produttori Producers: William D.Sorensen, Morten
R.Frederiksen
Produzione Production: AFAC & Redeyefilm
DVD per gentile concessione di courtesy of MEC-Film (Irit Neidhardt) Berlin
sinossi / synopsis
Nation Estate della nota artista e cineasta (Happy
Days, 2006 / Space Exodus, 2009) Larissa Sansour è un
corto sci-fiction sullo stallo in Medioriente ed esplora
CONTRO IL FEMMINICIDIO
Palestina - 2013 – DVD – colore – 5’
Regia Direction: Sahera Dirbas
Sceneggiatura Screenplay: Carla Pagano, Anna Rita
Ronzoni
Cinematografia Cinematography: Khalil Saadeh,
Mohammed Labadneh, Shams Gharaeb
Montaggio Editing: Asma Bakri
Produttore Producer: Sahera Dirbas
Produzione Production: Cooperazione Italiana allo
Sviluppo a Gerusalemme the Italian Development
Cooperation in Jerusalem, nell’ambito del
programma as part of the Programme WELOD Women’s Empowerment and Local Development
sinossi / synopsis
Nel video-documentario le donne Palestinesi
denunciano il femminicidio di 27 donne nel corso del
2013 e rivolgono un appello alla società per porre fine
a questa violenza omicida ed alla cultura misogina che
ne è alla base. La loro protesta muta davanti al Consiglio
Legislativo Palestinese chiede l’impegno di tutta la
società affinché questi crimini vengano prevenuti sul
piano culturale e puniti sul quello legislativo.
In the video documentary the Palestinian women
denounce the femicide of 27 women in 2013 and they issue
an appeal to the society to put an end to this murderous
violence and to the misogynist culture on which it is
based. Their silent protest in front of the Palestinian
Legislative Council asks for the commitment of the whole
society to ensure that these crimes are prevented with
cultural actions and punished with legislative actions.
155
OMAGGIO
MARIO
BAVA
98
LA MASCHERA DEL DEMONIO
LA FRUSTA E IL CORPO
I TRE VOLTI DELLA PAURA
SEI DONNE PER L’ASSASSINO
TERRORE NELLO SPAZIO
OPERAZIONE PAURA
REAZIONE A CATENA
LISA E IL DIAVOLO
LA VENERE D’ILLE
MARIO BAVA:
OPERAZIONE PAURA
157
OMAGGIO
OMAGGIO
Mario Bava biografia
Mario Bava biography
Mario Bava nasce a Sanremo, il 31 luglio 1914, figlio di Eugenio, pioniere del cinema, inventore, titolista e
operatore: trascorre l’infanzia nella bottega del padre (“nel senso di “Bottega” dei pittori del Rinascimento” come
da sue parole) dove impara anche l’arte dei “trucchi”, destinata a sfociare nel suo talento per gli effetti speciali.
L’interesse per la pittura getta invece le basi per i disegni che realizzerà anni dopo per le scene dei suoi film,
oggi considerati tra i primi storyboard italiani. L’esordio professionale avviene nel 1939, come aiuto operatore
del direttore della fotografia Massimo Terzano per il film Il socio invisibile, di Roberto Roberti (alias Vincenzo
Leone, padre del più celebre Sergio). Come operatore, Bava lavora anche per Francesco De Robertis e Roberto
Rossellini in Uomini sul fondo e La nave bianca. Nel dopoguerra, si distingue come direttore della fotografia, fra
gli altri, per Mario Monicelli o Steno - di lui dirà Lucio Fulci, aiuto dello stesso Steno, “Bravissimo, velocissimo,
un grande operatore, con noi ha fatto sette o otto film”. Di particolare importanza resta la collaborazione con
Riccardo Freda, con cui gira (non accreditato) parte de I vampiri, primo film horror italiano. Siamo nel 1957 e,
negli stessi anni, Bava si ritaglia anche uno spazio importante nel peplum, realizzando la fotografia, gli effetti
e parte della regia (ancora non accreditato) de Le fatiche di Ercole e Ercole e la regina di Lidia, di Pietro Francisci
(dirà Riccardo Freda “Agli inizi lui faceva i film e Francisci si prendeva i complimenti”). L’esordio alla regia ufficiale
è dunque inevitabile e avviene nel 1960, con La maschera del Demonio, che diventa il manifesto estetico
dell’horror italiano, ottenendo un clamoroso successo all’estero, suggellato dalla rivista Positif, che gli dedica la
copertina. Non va altrettanto bene in patria, dove il film non brilla particolarmente, inaugurando un rapporto
difficile tanto con il pubblico, quanto – e soprattutto – con la critica, che tenderà sempre a sottovalutare il suo
lavoro, complice pure la tendenza del regista a smitizzare in modo feroce il proprio operato. Nel 1962 dirige
La ragazza che sapeva troppo, prima incursione nel thriller destinata a culminare due anni dopo in Sei donne
per l’assassino, modello definitivo per il “giallo all’italiana” che sarà poi portato al successo da Dario Argento.
Nel 1965, ai generi prediletti dall’autore si unisce anche la fantascienza, con Terrore nello spazio, che anticipa
alcune trovate di Alien e viene ricordato come il miglior esempio tricolore del filone. L’horror resta in ogni
caso il genere di riferimento: La frusta e il corpo, del 1963, fa scandalo per l’unione di perversione sadomaso e
atmosfere gotiche alla Hammer (nel cast c’è Christopher Lee), mentre Operazione paura, del 1966, introduce
il personaggio della spettrale bambina bianca con il pallone, destinato a essere ripreso nel 1968 da Federico
Fellini nell’episodio Toby Dammit del film collettivo Tre passi nel delirio (“È la stessa del mio film, tale e quale...
L’ho detto a Giulietta Masina e lei ha alzato le spalle con un sorriso e mi ha detto, sai com’è Federico...”) e
nel 2002 da William Malone per il più modesto Paura.Com. Gli anni settanta segnano una nuova tappa con
l’innovativo Reazione a catena, che stabilisce definitivamente la materia anti realistica e provocatoria del suo
thriller, destinata a essere ripresa in America nel sottogenere slasher (Venerdì 13 di Sean Cunningham ne
riprende alcune invenzioni visive). Sfortunatamente, il finire di carriera è segnato dalla mancata uscita di Lisa e
il Diavolo (rimontato dal produttore e trasformato in un clone de L’esorcista) e del noir Cani arrabbiati. L’ultimo
lavoro per la televisione, La Venere d’Ille, è firmato insieme al figlio Lamberto, che poi diventerà un apprezzato
regista di genere. Il 1980 segna il passaggio di testimone con Dario Argento, attraverso il lavoro agli effetti
speciali di Inferno. La scomparsa, il 25 aprile dello stesso anno, prelude alla riscoperta critica e all’acclamazione
dei colleghi d’oltreoceano, come Joe Dante, Tim Burton, Quentin Tarantino, John Carpenter e Martin Scorsese.
158
Mario Bava was born on July 31, 1974 in Sanremo. He is the son of Eugene, a cinema pioneer, an inventor, a
headline writer and an operator: he spent his childhood in his fathers’ workshop (“in the sense of “Workshop” of
the Renaissance painters” as in his words) where he also learned the art of “effects”, which will result in his talent
as a special effects artist. His interest in painting instead lays the basis for the paintings that he will realize in
the following years for the scenes of his films, which are now considered among the first Italian storyboards. His
professional debut takes place in 1939, working as an assistant to the cinematographer Massimo Terzano for the
film Il socio invisibile, by Roberto Roberti (also known as Vincenzo Leone, father of the most well-known Sergio). As
an operator, Bava also works for Francesco De Robertis and Roberto Rossellini in S.O.S. Submarine and The White
Ship. After the war, he distinguished himself as a cinematographer working for, amongst others, Mario Monicelli
and Steno - to him will refer Lucio Fulci, an assistant of the same Steno, “He is very accomplished, very fast, a great
operator, he worked with us in seven or eight movies”. Of particular importance is the collaboration with Riccardo
Freda, with whom he shot (uncredited) a part of The Vampires, the first Italian horror film. We are in 1957 and, in
the same year, Bava carves out an important role for the peplum film, by realizing its photography, the effects and
part of the direction (yet uncredited) of Hercules and Hercules Unchained, by Pietro Francisci (Riccardo Freda will
say “In the early years he made the film and Francisci was being complimented”). The official directorial debut is
therefore inevitable and occurs in 1960, with Black Sunday, which becomes the aesthetic manifesto of the Italian
horror, enjoying a considerable success abroad, sealed by the magazine Positif, which dedicated to him the cover.
The film doesn’t well in his country, where it isn’t particularly brilliant, initiating a difficult relationship both with
the public, and – and especially - with the film rating that will always tend to underestimate his work, also due to
the tendency of the director to demystify ferociously his work. In 1962 he directed The Evil Eye, his early adventure
with the thriller genre, until culminating two years later in Blood and Black Lace, the final model for the “spaghetti
thriller” which will be then led to success by Dario Argento. In 1965, the author’s favorite genres are also joined with
the science fiction, with Planet of the Vampires, which anticipates some bright ideas of Alien and is remembered as
the best Italian example of this current. The horror is in any case his reference genre: The Whip and the Body, 1963,
caused a scandal for having combined the sadomasochistic perversion with gothic atmospheres in the manner of
Hammer (starring Christopher Lee), while 1966 Kill, Baby, Kill, introduces the character of the spectral white girl with
the ball, which was intended to be used in 1968 by Federico Fellini in the segment Toby Dammit of the omnibus
film Spirits of the Dead (“She is the same in my film, exactly the same ... I said it to Giulietta Masina who shrugging
and smiling told me, you know Frederico ...”) and in 2002 by William Malone for the most modest FeardotCom. The
Seventies marked a new stage with the innovative Twitch of the Death Nerve, which finally established the antirealistic and provocative nature of his thriller, which was intended to be used in America in the slasher subgenre
(Friday the 13th by Sean Cunningham upholds some of its visual inventions). Unfortunately, the end of his career
is marked by the non- release of Lisa and the Devil (reassembled by the producer and re-edited into an Exorcistclone) and of the noir Rabid Dogs. His last work for television, The Venus of Ille, was signed together with his son
Lamberto, who later became an appreciated horror film director on his own. 1980 marks the passing the baton on
to Dario Argento, through his special effects work in Inferno. His death on April 25 of that year is the starting point of
a critical revival and acclamation from his overseas colleagues, such as Joe Dante, Tim Burton, Quentin Tarantino,
John Carpenter and Martin Scorsese.
159
OMAGGIO: MARIO BAVA
Il cinema di Mario Bava
TRIBUTE: MARIO BAVA
di Davide Di Giorgio
100 anni dalla nascita e quasi 35 dalla sua scomparsa iscrivono Mario Bava nel periodo più fecondo del cinema
italiano, quello che va all’incirca dagli anni Cinquanta ai Settanta, di cui il regista sanremese fu protagonista
eppure estraneo: la sua figura si accompagna infatti a quella dei grandi nomi della cinematografia tricolore, da
Roberto Rossellini, Mario Monicelli e Steno (per cui fu operatore e direttore della fotografia), ai vari Federico
Fellini o Dario Argento, fino ai colleghi americani, Ridley Scott, Tim Burton, Martin Scorsese e i tanti che
dalle sue opere registiche hanno ripreso più di qualche intuizione formale. Pur con simili caratteristiche di
caposcuola, però, il suo resta un cinema tutto sommato sepolto e considerato solo in riferimento a se stesso:
che di per sé non è un male, se è vero che Bava perseguiva un percorso assolutamente personale anche
all’interno dei generi popolari dove pure operava. È sufficiente osservare anche solo una sequenza dei suoi film
per rendersi conto di uno sguardo davvero originale e pregnante nella capacità di mettere in scena autentici
universi figurativi, anche staccati dalla storia che di volta in volta viene narrata (spesso con poco interesse e
convinzione). La formazione pittorica e l’amore per il disegno ci consegnano infatti un regista capace di elevare
lo stile a contenuto, tracciando geometrie e spazi in continua ridefinizione, all’interno di un percorso che
sempre più tende all’astrattismo: dalla compattezza de La maschera del demonio (folgorante esordio del 1960),
via via sino alla girandola vorticosa di omicidi che compongono il più tardo Reazione a catena (del 1971), Bava
inventa mondi in cui far letteralmente sparire i suoi personaggi, imprigionati in griglie visive fatte di ombre,
forme che si rigenerano in modo sempre nuovo, dove persino le “sgrammaticature” portate dall’uso eccessivo
di zoom e fuori fuoco assumono un valore espressivo particolare nel dare forma a uno spazio magmatico,
cangiante, eppure sempre incredibilmente fisico. La predilezione per il corpo, visto come icona attorno alla
quale far ruotare l’arazzo visivo delle sue innumerevoli invenzioni, è l’altra grande novità, in anticipo rispetto
alle poetiche dell’horror anni Ottanta: un corpo spesso vilipeso (si pensi alle crudeli morti delle modelle in
Sei donne per l’assassino), spossessato del proprio sé (in Terrore nello spazio), ma che pure ancora freme del
desiderio di essere carne (il morboso La frusta e il corpo), pur non potendo che confondersi con l’inane e
bellissima immobilità dei manichini (il poco visto Lisa e il Diavolo). È per questo che il suo ci appare anche come
un cinema capace di riflettere un malinconico ideale di bellezza, di caducità da afferrare ed elevare a potenza:
certo, c’è grande divertimento nella messinscena di queste cadute (si pensi al finale-sberleffo de I tre volti
della paura che smaschera la finzione del set), tanto che qualcuno ha mosso altrove paragoni con la minestra
Campbell di Andy Warhol, dove la forma si fa contenuto ma anche critica, in una dialettica di complicità e
presa di distanza dall’oggetto narrato. Raffinatezza e banalità sono in effetti le due facce del cinema baviano,
colto eppure popolare, carico di un sincero affetto verso i mondi che tende a costruire, sebbene poi anche
molto duro e spietato nei confronti dei personaggi (dichiaratamente poco amati) e senza la voglia innata
di accondiscendere particolarmente alle aspettative dello spettatore (che magari si troverà a cercare di far
quadrare i conti in storie pensate per non collimare nei dettagli). È uno dei motivi per cui il suo cinema appare
così moderno pur nella classicità degli schemi, e riesce a fluire in modo estremamente generoso e spontaneo
tra i linguaggi: la fantascienza di Terrore nello spazio ha già il sapore dell’horror, mentre il gotico di Operazione
paura affonda a piene mani nel puro surrealismo, attraverso cui esprimere il “reale funzionamento del pensiero”.
L’occasione di strappare dall’oblio, dai ricordi o dalle sporadiche visioni casalinghe i suoi lavori per riconsegnarli
al grande schermo è dunque l’atto di più generosa stima che possiamo tributargli.
160
Mario Bava’s cinema
by Davide Di Giorgio
100 years after his birth and after almost 35 years since his death include Mario Bava in the most productive period of
the Italian cinema, that goes from the fifties to the seventies, in which the Sanremo director was the protagonist yet
extraneous: his figure is in fact associated with that of the great names of the Italian cinema, from Roberto Rossellini,
Mario Monicelli and Steno (for which he was an operator and a director of photography), to the various Federico
Fellini or Dario Argento, up to his American colleagues, Ridley Scott, Tim Burton, Martin Scorsese and up to the many
who from his directing works have taken up more than just a formal intuition. Despite these similar characteristics
defining him as founder, however, his cinema remains after all a hidden cinema which is considered only related to
itself: which is not in itself an evil, if it is true that Bava was pursuing a very personal path also within the popular
genres where he used to work as well. It is sufficient to observe only a sequence of his films to realize his very original
look and his full and special ability of putting on authentic figurative universes, even detached from the story which
from time to time is told (often with little interest and conviction). His painting studies and love for drawing in fact
present us a director who is capable of strengthening the style to content, by tracing geometries and spaces through
continuous redefinition, within a path that is tending more and more to abstraction: from the cohesiveness of Black
Sunday (scintillating debut in 1960), and so on till the swirling windmill of murders that make up the later Twitch of
the Death Nerve (1971), Bava creates kind of worlds in which he literally make his characters disappear, imprisoned
in shadows visual grids, forms that regenerate in a manner always new, where even the “grammatical mistakes”
caused by the overuse of the zoom and out of focus acquire a particular expressive value in shaping a magmatic
and changing space, yet always incredibly physical. The predilection for the body, seen as an icon around which can
rotate the visual patch of his many inventions, is the other big news, prior to the eighties horror poetic: a body which
often is vilified (just think of the cruel deaths of the models in Blood and Black Lace), dispossessed of one’s self (in
Planet of the Vampires), but which still intensely wants to be flesh (the morbid in The Whip and the Body), although
he cannot but to be confused with that inane and beautiful immobility of the mannequins (the little-watched Lisa
and the Devil). That’s why his cinema appears to us as a cinema capable of reflecting a melancholy ideal of beauty,
of transience to grasp and raise to a power: it is sure that, there is great fun in the putting up these falls (just think of
the final grimace in Black Sabbath that discovers the fiction of the set), so much that someone has moved elsewhere
comparisons with Andy Warhol’s Campbell’s Soup, where form becomes content but also criticism, in a dialectic of
complicity and in keeping its distance from the narrated subject. Sophistication and banality are in fact two sides
of the cinema according to Bava, cultured and however popular, full of a sincere affection for the worlds that he is
trying to build, although even then it is very hard and ruthless towards the characters (openly unloved) and without
the innate desire to agree particularly to the expectations of the viewer (who maybe will try to make ends meet in the
planned stories not to converge in the details). It’s one of the key reasons why his movie looks so modern even in the
classical patterns, and is able to flow in an extremely generous and spontaneous way between various languages:
science-fiction in Planet of the Vampires already has the flavor of horror, while gothic in Kill, Baby, Kill, fully sinks
in the pure Surrealism, through which it can express the “real functioning of thought”. The opportunity to tear away
its work from oblivion, memories or from sporadic housewives’ visions in order to return them to the big screen is,
therefore, the most generous and highly valued act that we can bestow on him.
161
OMAGGIO: MARIO BAVA
OMAGGIO: MARIO BAVA
LA MASCHERA
DEL DEMONIO
LA FRUSTA
E IL CORPO
Black Sunday
The Whip and the Body
Italia - 1960 – 35mm – b/n - 87’
Regia Direction: Mario Bava
Sceneggiatura Screenplay: Ennio De Concini, Mario
Serandrei, da based on the short story Il Vij di by
Nikolaj Gogol
Fotografia Photography: Mario Bava
Montaggio Editing: Mario Serandrei
Scenografia Set design: Giorgio Giovannini
sinossi
Nella Moldavia del XVII secolo, la strega Asa Vajda è
condannata a morte dal fratello inquisitore, insieme al
suo amante Igor Yavutich: come marchio d’infamia, sul
volto le viene inchiodata la maschera del demonio. Prima
di morire, la strega lancia la sua maledizione che colpirà
l’intera stirpe dei Vajda nei secoli a venire. Due secoli
dopo, il medico Kruvajan e il giovane collega Andrej
Gorobek, in viaggio nelle stesse zone, riportano in vita
la strega senza volerlo. Per attuare la sua vendetta, Asa
resuscita Yavutich e tenta con il suo aiuto di impossessarsi
del corpo di Katja, sua discendente che le assomiglia
come una goccia d’acqua. Ma Andrej, innamoratosi della
ragazza, tenterà di fermare il piano della strega.
nota critica
“Bava crea un mondo meraviglioso dalle leggi autonome,
ispirandosi a Gogol non tanto per la storia quanto per
dettagli suggestivi, capaci di creare un’atmosfera sui
generis (…). Accanto all’ambiguità e alle evocazioni
allusive, La maschera del Demonio è anche un film
che rappresenta il fantastico e l’orrore con la massima
concretezza corporea (…). Ma l’esibizione del sangue non
cerca mai lo shock fine a se stesso, sostenuta com’è da
una poetica precisa: l’orrore è ambivalente e ha sempre
una terribile bellezza, attrae e respinge come Asa”.
(Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano,
Marzo-Aprile 1995)
162
Italia, Francia - 1963
35mm – colore - 88’
Musica Music: Roberto Nicolosi
Costumi Costumes: Tina Loriedo Grani
Interpreti Cast: Barbara Steele, John Richardson, Andrea
Checchi, Ivo Garrani, Arturo Dominici
Produttore Producer: Massimo De Rita
Produzione Production: Galatea, Jolly Film
synopsis
In seventeenth-century Moldavia, witch Asa Vajda is put to
death by her own brother, an inquisitor, together with her
lover Igor Yavutich: as a black mark, the mask of Satan is
hammered into her face. Before dying, the witch puts a curse
on the entire Vajda’s descendants throughout the centuries.
Two centuries later, the doctor Kruvajan and his young
colleague Andrej Gorobek, traveling through those areas,
without being aware, bring back to life the witch. To put into
effects his revenge, Asa resuscitates Yavutich and tries with
his help to take possession of the body of her descendant
Katya. They are as like as two peas in a pod. But Andrej, who
fell in love with the girl, tries to stop the witch’s plan.
critical note
“Bava creates a wonderful world whose laws are
independent, by drawing inspiration from Gogol not so
much for its story but as for its striking details, which are able
to create a sui generis atmosphere (…). Besides ambiguity
and allusive evocations, Black Sunday is also a film that
represents the fantastic and the horror with a great tangible
concreteness (…). But within the blood performance, shock
is never an end in itself, supported as it is by a precise poetics:
horror vision is ambivalent and is always a terrible beauty,
able to attract and repel, as Asa did”.
(Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano,
Marzo-Aprile 1995)
Regia Direction: John M. Old (Mario Bava)
Sceneggiatura Screenplay: Julian Berry (Ernesto Gastaldi),
Robert Hugo (Ugo Guerra), Martin Hardy (Luciano
Martino)
Fotografia Photography: David Hamilton (Ubaldo Terzano)
Montaggio Editing: Rob King (Roberto Cinquini)
Scenografia Set design: Dick Grey (Ottavio Scotti)
Musica Music: Jim Murphy (Carlo Rustichelli)
Costumi Costumes: Peg Fax (Anna Maria Palleri)
Interpreti Cast: Christopher Lee, Daliah Lavi, Tony Kendall,
Isli Oberon (Daniela Galli), Harriet White, Dean Ardow
(Gustavo De Nardo)
Produttore Producer: Tom Rhodes (Federico Magnaghi)
Produzione Production: Francinor-PIP, Leone Film, Vox Film
sinossi
Il crudele barone Kurt Menliff torna al castello di famiglia,
dove ritrova la bella Nevenka, cui era legato un tempo
da un rapporto sadico: lui la colpiva con la sua frusta,
accendendo così il desiderio. Ma il rinnovo di quel
morboso legame è destinato a essere interrotto quando
una mano misteriosa uccide nottetempo Kurt. Nelle
notti seguenti, però, Nevenka continua a percepire la
presenza di Kurt, che torna a manifestarsi nel castello
e ad agitare la sua frusta, mentre i parenti muoiono
assassinati misteriosamente. È solo un trucco o il barone
è effettivamente tornato per vendicarsi di chi lo ha ucciso
e per perpetuare il legame di amore e violenza con
Nevenka, superando anche la morte?
synopsis
The cruel Baron Kurt Menliff returns to his familial castle,
where he meets again the beautiful Nevenka, to whom he
was once tied by a sadistic relationship: he used to whip
her, firing up in this way the passion. But the renewal of that
morbid bond is intended to be interrupted when a mysterious
hand kills Kurt overnight. On the following nights, however,
Nevenka continues to perceive the presence of Kurt, whose
ghost returns in the castle and continues to shake his whip,
while their relatives die mysteriously murdered. Is this just a
gimmick or has the Baron essentially returned to revenge
against those who killed him and to perpetuate the love and
violence bond with Nevenka, going even beyond death?
nota critica
“Evidente è in questo film l’irruzione dell’erotico e il
fascino della morte (…), come pure la trasgressione
alle regole del genere, rappresentata dall’uccisione,
in una delle prime sequenze del film, della figura
‘mitica’ di Cristopher Lee, ridotto in seguito a una sola
breve apparizione. Ma preme soprattutto sottolineare
l’ambiguità della narrazione che mina alla base la ricerca
di una coerenza interna che aveva caratterizzato fino ad
allora il cinema fantastico, tendendo alla creazione di
un cinema in cui oggettivo e soggettivo si confondono
inestricabilmente”. (Teo Mora, Storia del cinema dell’orrore
vol. 2, Fanucci editore, Roma, 1978/2002)
critical note
“In this film is evident the irruption of the erotic and
the fascinating theme of the death (…), as well as the
transgression of rules of the genre itself, represented by
the killing, in one of the first sequences, of the “legendary”
figure of Christopher Lee, who had henceforth only one brief
appearance. But it is necessary above all to underline the
ambiguity of the story which undermines the search for an
interior coherence that had characterized up to that time
the fantastic cinema, by tending to create a kind of cinema
in which objective and subjective are inextricably mixed
up”. (Teo Mora, Storia del cinema dell’orrore vol. 2, Fanucci
editore, Roma, 1978/2002)
135
163
OMAGGIO: MARIO BAVA
OMAGGIO: MARIO BAVA
I TRE VOLTI
DELLA PAURA
SEI DONNE PER
L’ASSASSINO
Black Sabbath
Blood and Black Lace
Italia - 1963 – 35mm – colore - 92’
Regia Direction: Mario Bava
Sceneggiatura Screenplay: Marcello Fondato, Alberto
Bevilacqua, Mario Bava (libero adattamento da tre racconti
di free adaptation based on three storie by Čechov, Tolstòj,
Maupassant)
Fotografia Photography: Ubaldo Terzano
Montaggio Editing: Mario Serandrei
Scenografia Set design: Riccardo Dominici
164
Italia, Francia, Germania - 1964
35mm – colore - 88’
Musica Music: Roberto Nicolosi
Costumi Costumes: Tina Grani
Interpreti Cast: Michèle Mercier, Lydia Alfonsi, Boris Karloff,
Suzy Andersen, Mark Damon, Jacqueline Pierreux
Produttore Producer: Salvatore Billitteri, Paolo Mercuri
Produzione Production: Emmepi Cinematografica, Lyre
Cinematographique, Galatea
sinossi
Film a episodi, presentati da Boris Karloff. Nel primo, Il
telefono, la giovane Rosy è sola in casa, perseguitata da
un maniaco telefonico e chiede aiuto all’amica Mary.
Nel secondo, I Wurdalak, Wladimiro D’urfé durante il
suo viaggio si ferma presso la famiglia dell’anziano
Gorka, intento a cacciare i Wurdalak, ovvero i vampiri
che infestano la zona. Ma l’uomo è stato morso e l’intera
famiglia ne farà le spese. Nel terzo, La goccia d’acqua,
l’infermiera miss Chester viene chiamata a vegliare su
una paziente deceduta. La donna ne approfitta per
rubarle un anello, ma lo spirito della defunta, o forse solo
la suggestione, arrivano a tormentarla.
synopsis
This film is centered on three episodes which are introduced
by Boris Karloff. In the first, The Telephone, the young
Rosy is at home alone, and threatened by telephone by a
maniac and asks for help her friend Mary. In the second,
The Wurdalak, Wladimiro D’urfé during his trip stops at
the aged Gorka’s family, with the intention of hunting The
Wurdalak, or rather the vampires infesting the area. But the
man was bitten and the whole family will suffer most. In the
third, The Drop of Water, the nurse Miss Chester is called to
keep vigil over a passed away patient. The woman takes the
opportunity to steal her ring, but the spirit of the deceased,
or maybe just the suggestion, have begun to torment her.
nota critica
“Bava è esemplare nel costruire le atmosfere servendosi
della luce e dei colori (un blu cobalto dipinge le apparizioni
dei vampiri), lasciando sapientemente montare le attese
per sferrare il colpo con misurata maestria. Boris Karloff
offre un’interpretazione memorabile, sulla sua maschera
spaventosa è leggibile il trascorrere di emozioni tra loro
opposte: da vecchio nonno affettuoso a belva assetata
di sangue. L’attore settantasettenne (…) non si limita
a pescare tra i tanti personaggi del suo repertorio un
mostro di routine (…), ma sembra anzi estremamente
divertito e felice di (…) recitare in un film tratto da Tolstòj,
lui che un nome russo s’era dato”. (Daniela Catelli, Ciak si
trema, Theoria, Roma-Napoli, 1996)
critical note
Bava leads by example when building atmospheres by using
light and colors (cobalt blue is used to depict the apparitions
of the Vampires), allowing wisely the expectations to increase
in order to deliver the fatal blow with moderate masterly
skills. Boris Karloff gives us a memorable performance, on
his terrible mask the passage of his opposing emotions, is
readable: from an old loving grandfather to a bloodthirsty
beast. The seventy-seven year old actor (...) doesnt confine
itself to fish among the many characters of his repertoire
a routine monster (...), but he seems rather highly amused
and happy (...) to act in a film based on Tolstòj, he who
bestowed upon himself a Russian name. (Daniela Catelli,
Ciak si trema, Theoria, Roma-Napoli, 1996)
Regia Direction: Mario Bava
Sceneggiatura Screenplay: Marcello Fondato, Giuseppe
Barilla, Mario Bava
Fotografia Photography: Ubaldo Terzano
Montaggio Editing: Mario Serandrei
Scenografia Set design: Arrigo Breschi
Musica Music: Carlo Rustichelli
Costumi Costumes: Tina Grani
Interpreti Cast: Eva Bartok, Cameron Mitchell, Thomas
Reiner, Arianna Gorini, Mary Arden
Produttori Producers: Massimo Patrizi, Alfredo Mirabile
Produzione Production: Emmepi Cinematografica, Les
Productions Georges de Beauregard, Top Films, Monachia
Films
sinossi
Nell’atelier d’alta moda Christian viene ritrovato il
cadavere di una modella, strangolata da un misterioso
assassino con cappello e volto coperto. L’ispettore
Silvestri della polizia inizia a indagare, ma i misteri ben
presto si moltiplicano fra le quattro mura: tutti sembrano
avere qualcosa da nascondere e intanto gli omicidi
delle modelle continuano, in modi sempre più violenti. I
principali sospettati, però, sembrano avere alibi di ferro e
la soluzione dell’enigma si fa sempre più intricata...
synopsis
In the Christian haute couture atelier was found the
body of a model, strangled by a mysterious and masked
murderer wearing a hat. The police inspector Silvestri
starts investigating, but the mysteries soon multiply within
the four walls: everyone seems to have something to hide
and meanwhile the murders of the models continue in
increasingly violent ways. The main suspects, however,
seem to have cast-iron alibis and the solution of the riddle is
becoming progressively complex...
nota critica
“L’anomala ambientazione della vicenda - di lì a poco
destinata a trovare nel primissimo Argento il più fedele
adepto – agevola, come conseguenza, la costruzione
di una galleria di caratteri difficilmente così nevrotici,
ambigui e avidi di potere e ricchezza. Un po’ thriller e
un po’ poliziesco, Sei donne per l’assassino esplicita una
visione del mondo amara e pessimista che Bava non
esiterà a riproporre nei lavori successivi. Un mondo in
preda al caos in cui i cattivi vincono e i buoni – sempre
che ne esistano ancora – soccombono. L’atelier, i
suoi manichini, i tendaggi e gli ornamenti dai colori
incredibilmente saturi, si limitano ad incrementare
l’intensità di una suspense che solo le accorte soggettive
e gli studiatissimi movimenti di macchina (marchio di
fabbrica baviano) sono in grado di creare”. (Marco Minniti,
Cineteca di Bologna))
critical note
“The anomalous story’s setting- shortly after destined to
be used by Argento at the start, the most faithful follower
- facilitates, as a result, the creation of a collection of
characters who are unlikely so neurotic, ambiguous
and greedy for power and wealth. But rather thriller and
rather crime, Blood and Black Lace illustrates a bitter and
pessimistic view of the world that Bava will not hesitate to
suggest again in his subsequent works. In a world in total
chaos where the bad ones win and the good ones – provided
that they still exist - succumb. The atelier, its mannequins,
curtains and ornaments with their incredibly saturated
colors, just increase the intensity of a suspense that only the
cautious point of view shots and the extremely researched
camera movements (Bava’s trademark) are able to create”.
(Marco Minniti, Cineteca di Bologna)
135
165
OMAGGIO: MARIO BAVA
OMAGGIO: MARIO BAVA
TERRORE
NELLO SPAZIO
OPERAZIONE
PAURA
Planet of the Vampires
Kill, Baby, Kill!
Italia, Spagna - 1965
35mm – colore - 86’
166
Italia - 1966 – 35mm – colore - 85’
Regia Direction: Mario Bava
Sceneggiatura Screenplay: Alberto Bevilacqua, Callisto
Cosulich, Antonio Roman, Mario Bava, Rafael J. Salvia, I. B.
Melchior based on tratto da Una notte di 21 ore di by Renato
Pestriniero
Fotografia Photography: Antonio Rinaldi
Montaggio Editing: Romana Fortini, Antonio Gimeno
Scenografia Set design: Giorgio Giovannini
Musica Music: Gino Marinuzzi Jr.
Costumi Costumes: Gabriele Mayer
Interpreti Cast: Barry Sullivan, Norma Bengell, Angel
Aranda, Evi Marandi
Produttore Producer: Fulvio Lucisano
Produzione Production: Italian International Film, Castilla
Cooperativa Cinematografica
sinossi
Le astronavi Argos e Galyot vengono catturate dalla forza
gravitazionale del pianeta Aura e sono così costrette
all’atterraggio. La comunicazione fra le due navi si
interrompe e quando gli uomini della Argos raggiungono
i compagni della Galyot li trovano morti, come se si
fossero uccisi a vicenda. Una strana forza ostile sembra
infatti agire sul pianeta: indagando, si individua quindi
una terza nave spaziale, al cui interno giacciono soltanto
scheletri mostruosi e giganteschi.
synopsis
Two spaceships, Argos and Galyot, are captured by the
gravitational force of the planet Aura and thus they are
obligated to land. The communication between the two
spaceships fails and the crew members of Argos try to reach
the team-mate of Galyot. On their arrival the crew members
are found dead, as if they had killed each other. In fact, an
unknown and hostile force seems to act on the planet: while
exploring, therefore a third spaceship is identified, within
which lie only giant and horrific skeletons.
nota critica
“Con una stupefacente modernità di sguardo, Bava
anticipa inconsapevolmente la fantascienza “adulta”
del cinema americano degli anni Settanta: a questo
proposito è illuminante, e del resto assai citata, la scena
del ritrovamento su un’astronave degli scheletri di esseri
sconosciuti, che non può non aver influenzato un’analoga
sequenza di Alien di Ridley Scott. Bava esibisce una
straordinaria fluidità e mobilità dei movimenti della mdp:
lente panoramiche e calibratissimi travelling conferiscono
un tocco inconfondibile alla pellicola, per non parlare
del più generico, e arcinoto, (ab)uso dello zoom. Ciò
che forse non è ancora stato messo nel giusto rilievo è
invece l’utilizzo estraniante del sonoro: suoni elettronici
e rumori ambientali producono infatti un effetto ipnotico
di elevata suggestione”. (Marco Bertolino, Genealogia del
delitto, Nocturno-Cinemabis, Milano 2004)
critical note
“With an amazing modern look, Bava unwittingly
anticipates the “grownup” science- fiction of the seventies
American cinema: about this it is illuminating, and after
all frequently mentioned, the scene of the discovery on a
spaceship of unknown beings’ skeletons, which couldn’t
but influenced a similar sequence in Alien by Ridley Scott.
Bava performs an extraordinary fluidity and mobility of the
camera’s movements: panoramic lens and very precisely
calibrated travelling, add a unique touch to the film, not to
forget the more generic and very well known, (ab) use of the
zoom. What perhaps has not yet been rightly emphasized
is, instead, the alienating use of sound: electronic sounds
and ambient noise, in fact, can produce a hypnotic effect
of great awesomeness”. (Marco Bertolino, Genealogia del
delitto, Nocturno-Cinemabis, Milano 2004)
Regia Direction: Mario Bava
Sceneggiatura Screenplay: Romano Migliorini, Roberto
Natale, Mario Bava
Fotografia Photography: Antonio Rinaldi
Montaggio Editing: Romana Fortini
Scenografia Set design: Sandro Dell’Orco
Musica Music: Carlo Rustichelli
Costumi Costumes: Tina Grani
Interpreti Cast: Giacomo Rossi Stuart, Erika Blanc, Fabienne
Dalì, Piero Lulli, Max Lawrence (Luciano Catenacci)
Produttori Producers: Nando Pisani, Luciano Catenacci
Produzione Production: F. U. L. Film
sinossi
In un villaggio tedesco, una donna si uccide lanciandosi
nel vuoto senza apparente ragione. Il dottor Paul Esway,
di passaggio nella zona, viene coinvolto nell’indagine e
si scontra con gli abitanti del villaggio, che attribuiscono
quanto è accaduto allo spirito di un’antica maledizione,
che ha le fattezze di una sinistra bambina bianca con
un pallone. Paul non vuole lasciarsi suggestionare e
ha fiducia in una soluzione scientifica dell’enigma, ma
resterà coinvolto nella spirale di terrore generata dalla
diabolica bambina.
synopsis
In a German village, a woman kills herself by jumping into
the void for no apparent reason. Dr. Paul Esway, passing
by that area, is involved in the investigation and argues
with the inhabitants of the village, who attribute what has
happened to the spirit of an ancient curse, by looking like
some sort of a white menacing child with a ball. Paul does
not want to let him be influenced and has confidence in a
scientific solution of the riddle, but he will be involved in the
spiral of terror which is created by the diabolic child.
nota critica
“Bava mantiene in sospeso le spiegazioni, (…) l’ambiguità
si mantiene, il ritorno all’ordine viene negato. È questa
ambiguità allora a mantenere intatto il fascino del film,
la possibilità per lo spettatore di perdersi letteralmente
negli spazi puramente cinematografici del film (...). È
proprio Melissa, volto (più che corpo) di bambina dagli
occhi sbarrati, portatrice di morte e di terrore (ripresa
esplicitamente con furbizia e con affetto, come si sa, da
Fellini nel suo Toby Dammit), a simboleggiare ancora
una volta lo scarto beffardo che Bava opera nella logica
dell’orrore: non l’informe o la deformità si pongono ad
immagine del male (...), ma proprio l’apparente innocenza
e purezza dell’infanzia”. (Daniele Dottorini, Mario Bava: Il
rosso segno dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013)
critical note
“Bava keeps the explanations suspended, (...) the ambiguity
is kept and the return to order is denied. It is this ambiguity
then that doesn’t change the appeal of the film, the
possibility for the viewer to literally get lost in the purely
cinematic spaces of the film (...). It is just Melissa, with
a young face (rather than the body) and staring eyes,
a bearer of death and terror (openly used in a craftier
and affectionate way, as is known, by Fellini in his Toby
Dammit), that symbolizes once again the mocking rejection
that Bava is used to do within the logic of horror films: it is
not the shapelessness or the deformity that arise as image of
the evil (...), but just the apparent innocence and the purity
of childhood”. (Daniele Dottorini, Mario Bava: Il rosso segno
dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013)
135
167
OMAGGIO: MARIO BAVA
OMAGGIO: MARIO BAVA
REAZIONE A CATENA /
ECOLOGIA DEL DELITTO
LISA E
IL DIAVOLO
Twitch of the Death Nerve
Lisa and the Devil
Italia, Spagna, Germania - 1972
35mm – colore - 95’
Italia - 1971 – 35mm – colore - 84’
Regia Direction: Mario Bava
Sceneggiatura Screenplay: Filippo Ottoni, Joseph McLee
(Giuseppe Zaccariello), Mario Bava (da un soggetto di based
on a script by Dardano Sacchetti, Franco Barberi)
Fotografia Photography: Mario Bava
Montaggio Editing: Carlo Reali
sinossi
L’omicidio della contessa Federica Donati, anziana e
costretta su una sedia a rotelle, innesca una girandola
di uccisioni che hanno come sfondo una baia dove si
muovono diversi personaggi: una coppia di amanti,
un pescatore, un entomologo, una donna che legge
i tarocchi, alcuni giovani in vacanza, una famigliola
con due bambine. Le morti, sempre più cruente, non
sembrano avere un apparente motivo, ma in realtà
nascondono biechi motivi economici, dal momento che
il posto è soggetto a una grande speculazione edilizia.
nota critica
“Reazione a catena è uno dei film più complessi e
affascinanti di Bava proprio per l’intreccio di intenzioni
alte e pratiche basse, serietà metafisica e ironia
sdrammatizzante, bellezza formale e grand-guignol.
Ogni omicidio (in tutto sono tredici) è al tempo stesso
gratuito, alla luce delle convenzioni di una narrazione
classica, e giustificato da una legge biologica immanente:
“l’ecologia del delitto” del titolo si può intendere sia come
un meccanismo di difesa della natura, che distrugge
gli speculatori che vogliono minacciarla, che come
enunciazione di una legge istintiva del più forte. (…)
All’assunto moralistico si accompagna così una vena
sarcastica. La stessa moltiplicazione impazzita di omicidi
(“reazione a catena”) non può essere presa troppo
seriosamente”.
(Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano,
Marzo-Aprile 1995)
168
Scenografia Set design: Sergio Canevari
Musica Music: Stelvio Cipriani
Interpreti Cast: Claudine Auger, Luigi Pistilli, Claudio
Volonté, Laura Betti, Leopoldo Trieste
Produttore Producer: Giuseppe Zaccariello
Produzione Production: Nuova Linea Cinematografica
synopsis
The murder of Countess Federica Donati, an elderly
wheelchair bound woman, activates a whirlwind of killings
that have as a background a bay where different characters
get around: a pair of lovers, a fisherman, an entomologist,
a tarot reader woman, some young people on vacation, a
family with two little girls. Deaths, always more cruel, do not
seem to have an obvious reason, but actually they conceal
sinister economic reasons, since the place is subject to a
great property speculation.
critical note
“Twitch of the Death Nerve is one of the most complex
and fascinating Bava’s films since its plot of high intentions
and low practices, metaphysical seriousness and playing
down irony, formal beauty and Grand Guignol. Every kind of
murder (thirteen in total) is at the same time free of charge,
in the light of the conventions of a classical narration,
and justified by a biological immanent law: the Italian
title “l’ecologia del crimine (The Ecology of crime)” can be
conceived either as a defense mechanism of the nature,
which destroys the speculators who want to threaten it, or
as a statement of an instinctive law of the strongest. (...)
Its moralistic approach is thus combined with a sarcastic
streak. The same crazy multiplication of murders (“chain
reaction”) shouldn’t be too seriously considered”. (Alberto
Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano, MarzoAprile 1995)
Regia Direction: Mario Bava
Sceneggiatura Screenplay: Mario Bava, Alfred Leone
Fotografia Photography: Cecilio Paniagua
Montaggio Editing: Carlo Reali
Scenografia Set design: Nedo Azzini
Musica Music: Carlo Savina
Interpreti Cast: Elke Sommer, Telly Savalas, Alessio Orano,
Alida Valli, Gabriele Tinti, Sylva Koscina
Produttore Producer: Alfred Leone
Produzione Production: Euro America Productions, Tecisa,
Roxy Film
sinossi
Lisa, turista americana, si trova in vacanza a Toledo, in
Spagna, dove osserva un affresco che ritrae il diavolo.
Subito dopo, la donna si imbatte in un misterioso
individuo, il cui viso è identico a quello dell’affresco.
Disorientata e costretta a fermarsi per la notte in una
villa isolata, dopo che l’auto su cui viaggiava è rimasta
in panne, Lisa ritroverà l’uomo, che si rivelerà essere il
maggiordomo della casa, abitata da bizzarri personaggi,
in una continua girandola di doppi fra vivi, morti e
macabri manichini. E se fosse tutto un sogno?
synopsis
Lisa, an American tourist, is on vacation in Toledo, in Spain,
where she is observing a fresco portraying the devil. Soon
after, she encounters a mysterious man, whose face is
similar to that portrayed in the fresco. Confused and forced
to spend the night in a detached villa, after the car in which
she had been travelling has broken down, Lisa meets the
man again, who turns out to be the butler of the villa, which
is inhabited by bizarre characters, in a continuous whirlwind
of double between in live, dead and macabre mannequins.
And what if it was all a dream?
nota critica
“Lisa e il diavolo è sicuramente uno dei capolavori della
filmografia di Mario Bava. Un’opera cupa e visionaria
dove l’orrore (...) è solo questione di atmosfere visive,
contrappunti sonori e geniali invenzioni scenografiche;
mentre una trama intessuta di sdoppiamenti di
personalità e fughe oniriche diviene sempre più aerea
e rarefatta. Ma Lisa e il diavolo è anche il film che lega,
indissolubilmente seppur indirettamente (è bene
ricordare che mancano riferimenti espliciti…), la poetica
di Bava all’esperienza letteraria di un grande scrittore
dell’Ottocento: il reverendo Charles Ludwidge Dodgson,
meglio noto con lo pseudonimo di Lewis Carroll, autore
di opere come Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e Al di
là dello specchio (1871)”.
(Guglielmo Siniscalchi, Mario Bava: Il rosso segno
dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013)
critical note
“Lisa and the Devil is definitely one of the masterpieces
of Mario Bava’s filmography. A gloomy and visionary
work where the horror (...) it is only a matter of visual
atmospheres, sound counterpoints and brilliant setting
inventions; while a plot, interwoven of split personality
and oneiric escapes, becomes more and more rarefied and
aerial. But Lisa and the Devil is also the film that connects,
inextricably even though indirectly (it should be mentioned
that still lack explicit references ...), the Bava’s poetics to
the literary experience of a great writer of the nineteenth
century: the deacon Charles Dodgson Ludwidge, better
known by his pen name, Lewis Carroll, author of works such
as Alice in Wonderland (1865) and Through the LookingGlass (1871)”.
(Guglielmo Siniscalchi, Mario Bava: Il rosso segno
dell’illusione, Sentieri Selvaggi, 2013)
135
169
OMAGGIO: MARIO BAVA
OMAGGIO: MARIO BAVA
LA VENERE
D’ILLE
MARIO BAVA:
OPERAZIONE
PAURA
The Venus of Ille
Italia - 1978 – 16mm – colore - 60’
Regia Direction: Mario Bava, Lamberto Bava
Sceneggiatura Screenplay: Lamberto Bava, Cesare Garboli,
dal racconto di based on the story by Prosper Mérimée
Fotografia Photography: Nino Celeste
Montaggio Editing: Fernanda Papa
Scenografia Set design: Alessandro Dell’Orco
sinossi
A Roussillon, all’inizio del XIX secolo, la scoperta nei terreni
del signor De Perolade di una statua greca del I secolo
a.C. raffigurante Venere coincide con l’arrivo dell’esperto
d’arte Mathieux, proveniente da Parigi. Mathieux, attratto
sia dalla statua sia dalla ricchissima Clara, promessa sposa
di Alfonso, figlio del signor De Perolade, passa le giornate
disegnando la statua e cercando di realizzare un ritratto
alla ragazza. Dopo le nozze tra Alfonso e Clara, la statua,
invaghitasi del giovane sposo, finirà però per ucciderlo.
nota critica
“Mediometraggio per la serie tv I giochi del diavolo, La
Venere è un’operazione di buona fattura, asciutta al punto
giusto per consentire al suo autore una rapida esibizione
riassuntiva delle proprie idiosincrasie in un medium che
ha dei limiti diversi rispetto al grande schermo, limiti
“prosaici”, all’interno dei quali egli non fatica affatto a
restare. (…) Gli attori sono al servizio dell’idolo, il quale
diventa finalmente protagonista dell’opera da ogni punto
di vista, dopo esserlo stato sotto il profilo formale un po’ in
tutto il cinema di Bava. L’idolatria, inoltre, ci inquieta con
una sorvegliatissima economia di mezzi, senza l’ausilio
di effetti speciali che, nel caso di una statua semovente,
avrebbero semmai mosso al riso e ridicolizzato il film”.
(Gianfranco Galliano, Genealogia del delitto, NocturnoCinemabis, Milano 2004)
170
Italia - 2004 – 35mm – colore & b/n - 53’
Musica Music: Ubaldo Continiello
Costumi Costumes: Sandro Bellomia
Interpreti Cast: Daria Nicolodi, Marc Porel, Fausto Di Bella,
Mario Maranzana, Adriana Innocenti, Diana De Curtis
Produttori Producers: Franca Franco, Carlo Tuzii
Produzione Production: Pont Royal Film TV, Rai TV
synopsis
In Roussillon, in the early nineteenth century, the discovery
on the estate of Mr. De Perolade of a Greek statue of the first
century BC depicting Venus coincides with the arrival of the
art expert Mathieux, coming from Paris. Mathieux, both
attracted by the statue and by the very rich Clara, betrothed
to Alfonso, Mr. De Perolade’s son, spends his days drawing
the statue and trying to paint a picture of the girl. After the
wedding between Alfonso and Clara, the statue fallen in
love with the young bridegroom, will end up however killing
him.
critical note
Medium-length film for the TV mini-series I giochi del
diavolo, The Venus is an operation of good workmanship,
sober at the right level in order to let his author to develop
a quick summary performance of his idiosyncrasies in a
medium-length film which has different limits compared
to the big screen, “prosaic” limits, within which he doesnt
struggle to stick to them. (...) The actors are at the service of
the idol, who finally becomes the protagonist of the work
from all points of view, after having formally been it for a
while in the whole Bava films. The idolatry, furthermore,
worries us with a heavily guarded economy of means and
without the aid of special effects which, in the case of a selfpropelled statue, would if anything have made laugh and
ridiculed the film.
(Gianfranco Galliano, Genealogia del delitto, NocturnoCinemabis, Milano 2004)
Regia Direction: Gabriele Acerbo, Roberto Pisoni
Sceneggiatura Screenplay: Gabriele Acerbo, Roberto Pisoni
Fotografia Photography: Luca Brovelli
Montaggio Editing: Carlotta Giorgi, Davide Sanson
Interpreti Cast: Lamberto Bava, Roy Bava, Dario Argento,
Quentin Tarantino, John Landis, Joe Dante,
Mario Monicelli
Produttore Producer: Emanuela Zigiotto
Produzione Production: Sky Cinema
sinossi
Il documentario ripercorre la carriera del grande maestro e
pioniere del genere horror attraverso materiali d’archivio,
i ricordi dei familiari (il figlio Lamberto e il nipote Roy),
le testimonianze esclusive di autori stranieri che hanno
amato e più volte citato i suoi film (Roger Corman, Roman
Coppola, Quentin Tarantino), dei suoi attori (John Phillip
Law, Barbara Steele, Elke Sommer), dei tecnici, registi,
produttori e sceneggiatori che hanno lavorato con lui
(Carlo Rambaldi, Alberto Bevilacqua, Dario Argento,
Mario Monicelli, Massimo De Rita, Alfredo Leone) e di
storici del cinema (Tim Lucas, Callisto Cosulich).
synopsis
This documentary traces the career of the great master
and pioneer of the horror genre through archive materials,
familiar memories (his son Lamberto and his grandchild
Roy), exclusive interviews of foreign authors who have
loved and often mentioned his films (Roger Corman, Roman
Coppola, Quentin Tarantino), and of his actors (John Phillip
Law, Barbara Steele, Elke Sommer), technicians, directors,
producers and script writers who have worked with him
(Carlo Rambaldi, Alberto Bevilacqua, Dario Argento, Mario
Monicelli, Massimo De Rita, Alfredo Leone) and of film
historians (Tim Lucas, Callisto Cosulich).
nota critica
“Finalmente un documentario sul cinema ben fatto,
competente, appassionato, (…) indispensabile per
affrontare un discorso critico su Mario Bava (...). Un
documentario in cui alcuni grandi registi americani,
da Joe Dante a Quentin Tarantino, da Roger Corman a
Tim Burton, da John Landis a Martin Scorsese, non solo
riconoscono il magistero di Bava ma discutono di tecnica
cinematografica, di soluzioni linguistiche, di zoom, di
effetti speciali, di bottega rinascimentale. (…) La parte
più sorprendente del filmato è proprio questa: dimostrare
quanto Bava fosse bravo a usare la macchina da presa, a
creare effetti con quattro soldi, a ricavare il massimo da
ogni singola inquadratura. Un eroe del cinema, secondo
Tarantino”. (Aldo Grasso, Il Corriere della Sera, 22 aprile
2004)
critical note
“Finally a well done documentary about film, competent,
enthusiastic, (...) essential to deal with a critical discourse on
Mario Bava (...). A documentary in which some of the great
American directors, from Joe Dante to Quentin Tarantino,
from Roger Corman to Tim Burton, from John Landis to
Martin Scorsese, they not only recognize the eminence
of Bava but discuss about cinematographic technique,
language solutions, zoom, special effects, renaissance
workshop. (...) The most amazing part of the movie is
precisely that: to show how good was Bava at using the
movie camera, at creating effects with little money, at
making the best use of every single shot. A hero of the film,
according to Tarantino”. (Aldo Grasso, Il Corriere della Sera,
22 aprile 2004)
135
171
15° FESTIVAL
DEL CINEMA
EUROPEO
CINEMA & REALTÀ
RASSEGNA DI DOCUMENTARI A SELECTION OF DOCUMENTARIES
BUONGIORNO TARANTO
di Paolo Pisanelli
di Francesco Crispino
ÇAPULCU: VOCI DA GEZI
A cura di workshop by Daniele Segre
È LA MIA PRIMA VOLTA!
di Alessandro Piva
di Benedetta Argentieri, Claudio Casazza, Carlo
Prevosti, Duccio Servi, Stefano Zoja
di Claudio Serughetti
EMERGENCY EXIT
di Brunella Filì
IL CARATTERE ITALIANO
di Angelo Bozzolini
L’APPRODO DELLE ANIME MIGRANTI
di Simone Salvemini
NELLA CASA DI BORGO SAN NICOLA
di Caterina Gerardi
SBARRE
SITUAZIONE - UNA FESTA LUNGA
DIECI ANNI
VIVIAMO IN UN INCANTESIMO
di Giuliano Capani
ZEROPER - rimettersi in gioco
di Francesco Russo
WORKING CLASS HEROES
di Giandomenico Curi
GRANDIOSA MANIFESTAZIONE DEL
PRIMO MAGGIO 1913 A CORATO
INDETTA DALLA LEGHE OPERAIE
di Cataldo Balducci
CINEMA E INDUSTRIA CINEMA AND INDUSTRY
ACCIAIO FRA GLI ULIVI
QUATTRO VOLTE BRINDISI
BUON LAVORO SUD
TARANTO OGGI
GELA ANTICA E NUOVA
I QUATTRO ELEMENTI
di Giovanni Paolucci
di Giovanni Cecchinato
di Giuseppe Ferrara
BUONGIORNO
TARANTO
QUADRI ESPANSI - LA FORMAZIONE
NEL CINEMA ITALIANO
C’ERA UNA VOLTA IL PROSSIMAMENTE
di Fabio Micolano
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
di Giovanni Cecchinato
di Marco Zavattini
di Corrado Punzi
Italia - 2014 - bluray - colore - 85’
Regia Direction: Paolo Pisanelli
Sceneggiatura Screenplay: Paolo Pisanelli, Pinangelo Marino
Cinematografia Cinematography: Paolo Pisanelli
Montaggio Editing: Matteo Gherardini
Suono Sound: Marco Cataldo
Filmakers: Francesco Baccaro, Luigi Ferrucci
Musica Music: Invidia Project, Donatello Pisanello,
Admir Shkurtaj, fH projex, Daniel Bacalov
Con With: Michele Riondino, Erika Grillo, Paola Leone,
Lara Esposito, Mirko Miglietta, Tommaso Presicce,
Cataldo Ranieri, Grazia Parisi, Mary Calderone,
Donatello Pisanello, Angelo Cannata, Emanuele Spataro,
la Banda della Città Vecchia
Produttori Producers: Paolo Pisanelli, Sergio Quarta
Produzione Production: Big Sur, Ass. Cult. OfficinaVisioni
con il sostegno di with the support of Apulia Film Commission
in collaborazione con in collaboration with Produzioni dal basso
sinossi
Le rabbie e i sogni degli abitanti sono raccontati dalla
cronaca di una radio web nomade e coinvolgente, un
cine-occhio digitale che scandisce il ritmo del film e
insegue gli eventi che accadono ai confini della realtà,
tra rumori alienanti, odori irrespirabili e improvvise
rivelazioni delle bellezze del territorio. Il film è un viaggio
sur-reale ritmato da esplosioni di bellezza sommersa e
ipnotici tramonti sul lungomare. Cosa pensano e cosa fanno
le persone che vivono tra polveri rosse e nere in questa città
pregiata e sfregiata della Magna Grecia, dimenticata per
anni dalla politica e depredata da speculazioni criminali,
costretta ora a rompere il silenzio tragico sulle proprie
malattie per scegliere tra salute e lavoro? È una scelta
cruciale, che potrebbe anche resuscitare la politica, intesa
come res publica: cosa di tutti.
synopsis
The rages and dreams of the inhabitants are told through
the chronicle of a nomad and engaging web radio, a
digital cine-eye that marks the rhythm of the film and
follows the events that occur at the borders of reality,
between alienating sounds, unbreathable odors and
sudden revelations of the territory’s beauties. The film is a
surreal journey marked out by explosions of submerged
beauty and hypnotic sunsets along the sea front. What are
thinking and doing people who live between red and black
dusts in this precious and scarred city of the Magna Grecia,
forgotten for years by policy and exploited by criminal
speculations, forced now to break the tragic silence over
their own diseases to choose between health and work? It is
a crucial choice, which could also revive the policy, defined
as res publica: suitable for all.
nota di regia
“Raccontare le storie di questa città bellissima e
disperata è una sfida che non riguarda solo il mio
percorso cinematografico, ma il tentativo di attivare una
comunicazione più profonda attraverso un videoblog e
una radioweb, luoghi di narrazione e di confronto sociale
aperti alla città come spazi da abitare. Quella di Taranto
è una storia che riguarda tutti: è lo specchio del degrado
di un’Italia in crisi esistenziale che dopo aver puntato
sul processo di industrializzazione di un Mezzogiorno
prevalentemente rurale, ora si trova incagliata nei
conflitti aperti tra industria e ambiente, tra identità e
alienazione, tra salute e lavoro”.
director’s statement
“Telling the stories of this beautiful and desperate city is
a challenge that affects not only my cinematic path, but
the attempt to enable a deeper communication through a
video blog and a Radio Web, which are spaces of narration
and social conflict, opened to the city as living spaces. The
story of Taranto is a story that concerns everybody: it is
the mirror of the degradation of a part of Italy that lives
an existential crisis, which after having focused on the
process of industrialization of a predominantly rural South,
is now got stuck in open conflicts between industry and
environment, between identity and alienation, between
health and work”.
festival
2014 Bif&st – Concorso Documentari Documentaries Competition
172
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CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
ÇAPULCU:
VOCI DA GEZI
ÇAPULCU: VOICES FROM GEZI PARK
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
Italia, Turchia - 2014 – Bluray – colore - 60’
Regia Direction: Benedetta Argentieri, Claudio Casazza,
Carlo Prevosti, Duccio Servi, Stefano Zoja
Video: Claudio Casazza, Duccio Servi, Stefano Zoja
Montaggio Editing: Carlo Prevosti
Suono Sound: Duccio Servi
Con With: Andrew Gardner, Aras Zaracol, Asli Ergun, Burcu
Oztoprak, Ceren Aral, Burcu Çiçek Şahinli, Deniz Galip,
Deniz Şiar Bozkut, Deniz Zerin, Didem Vlik Moore, Erdem,
Fabio Rosa, Keren Makatin, Pelin Tan, Selen Göbelez
Produzione Production: Insolito Cinema, Chapuling Film
C’ERA UNA VOLTA
IL PROSSIMAMENTE
ONCE UPON A TIME - COMING ATTRACTIONS
sinossi
Il film è un’istantanea su quanto abbiamo visto e su
quanto ci e stato raccontato. Le voci: studenti, avvocati,
architetti, giornalisti, attivisti; giovani e meno giovani;
ricchi e poveri; incazzosi e gioiosi; coraggiosi e spaventati.
Le immagini: l’occupazione pacifica di Gezi Park, la
gioia nell’opporsi a una scelta assurda; la violenza della
repressione, lo sbigottimento nell’essere “violentati”;
l’invenzione della protesta silenziosa, la moltitudine di
piazza Taksim. Le ragioni: la gentrifcazione di Istanbul,
un’islamizzazione che vieta il consumo di alcolici la sera,
la limitazione alle liberta individuali, un potere sempre
piu sordo, la censura che ha provato a nascondere la
protesta. La pluralita dei manifestanti, diversissimi tra
loro, uniti in un’inaspettata alleanza contro gli abusi del
potere.
synopsis
The film is a snapshot of what we have seen and what we
have been told. Voices from: students, lawyers, architects,
journalists, activists; young and old; rich and poor; some
were angry and joyful; some were brave and frightened.
Images: the peaceful occupation of Gezi Park, the joy in
opposing what it was an absurd choice; the violence of
the repression, the dismay in being “raped”; the idea of a
symbolic silent protest, the multitude of people in Taksim
square. The reasons: the gentrification of Istanbul, the
Islamization which prohibits the consumption of alcohol
in the evening, the limitation of individual freedom, a
power always more indifferent, the censorship that tried
to hide the protest. The plurality of the protesters, different
from each other, united in an unexpected alliance against
abuses of power.
sinossi
Nel mondo del cinema il termine “prossimamente”
una volta indicava quelli che oggi chiamiamo “trailer”,
“presentazioni”, o più volgarmente “pezzi”, “spezzoni”,
“provini”. L’oggetto di questa mutevole denominazione
è anch’esso cambiato, col tempo, nel linguaggio e nella
durata, così come si sono evolute le tecnologie con
cui è stato realizzato. Il documentario C’era una volta il
prossimamente ripercorre le tappe evolutive di questa
forma di comunicazione a metà tra lo spot pubblicitario
e il film stesso che rappresenta. Ma anche dei suoi
creatori, i cosiddetti “traileristi”, considerati per troppo
tempo semplici artigiani della settima arte, eppure
figure importantissime per il destino di un film e registi
loro stessi nella realizzazione di piccoli capolavori di
montaggio e titolistiche.
nota di regia
“Istanbul, Turchia, Europa, Mondo. Il film vuole raccontare
quanto sta succedendo a Istanbul attraverso le voci di chi
è sceso in piazza, di chi si è ribellato, di chi si è sentito in
mezzo a una potenziale rivoluzione, di chi ha costruito
le barricate, di chi è stato colpito dai lacrimogeni, di chi
è stato picchiato dalla polizia, di chi ha avuto paura
a manifestare, di chi ha documentato la protesta e le
violenze subite, di chi ha protestato attraverso i social
media, di chi non è sceso in piazza, di chi non si è accorto
o non ha voluto accorgersi. Le voci dei protagonisti si
alterneranno e si sovrapporranno alle immagini filmate.
Il risultato sarà un caleidoscopio di storie personali e
collettive che ben rappresenta cosa sta succedendo”.
director’s statement
“Istanbul, Turkey, Europe, the World. The film wants to tell
what is happening in Istanbul through the voices of those
who took to the streets, those who rebelled, those who felt
of being part of a potential revolution, those who built
the barricades, those who were hit by tear gas, those who
were beaten by the police, those who were not afraid to
demonstrate, those who documented the protest and
the violence suffered, those who protested through social
media, those who didn’t take to the streets, those who were
not aware or did not want to become aware. The voices of
the protagonists will take turns and overlap with the film
images. The result will be a kaleidoscope of personal and
collective stories that well represents what is happening”.
nota di regia
“Dopo aver reso omaggio al regista Florestano
Vancini, ho voluto porre l’attenzione su un “oggetto
cinematografico” popolare, importante, eppure spesso
ignorato: il trailer, o “prossimamente” come si chiamava
una volta. Tutto nasce dal mio incontro con il più grande
realizzatore di presentazioni in Italia, Miro Grisanti,
corresponsabile, nella sua lunga carriera, del destino
commerciale di migliaia di film. Anche dall’abilità
seduttiva del trailerista, attraverso un montaggio incisivo,
una battuta fulminante o una titolistica particolare, si
gioca infatti la partita degli incassi di una pellicola”.
Italia - 2014 – Formato di proiezione – colore e b&n - 67’
Regia Direction: Fabio Micolano
Soggetto Story: Fabio Micolano
Cinematografia Cinematography: Fabio Micolano
Montaggio Editing: Fabio Micolano
Musica Music: Fabrizio Gatti
Con With: Renzo Arbore, Pupi Avati, Alessandro Calosci,
Oscar Cosulich, Luigi Cozzi, Alessandro D’Alatri, Aurelio
De Laurentiis, Steve Della Casa, Bruno Di Marino, Marco
Giusti, Miro Grisanti, Enrico Lucherini, Franco Montini,
Italo Moscati, Maurizio Nichetti, Neri Parenti, Marco Risi,
Viridiana Rotondi, Tatti Sanguineti, Ettore Scola, Mario Sesti,
Giuseppe Tornatore, Carlo Vanzina, Enrico Vanzina, Walter
Veltroni, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Paolo Virzì
Postproduzione Audio Audio Postproduction: Stefano Di Fiore
Animazione e Titoli Animation & Titles: Federica Grigoletto
synopsis
Coming Attractions: an expression referring to future events
but also the term which was once used to describe what we
now call film trailers, film previews, or more commonly just
trailers or previews or rather the film in a nutshell made to
get the public’s attention and persuade them to go to the
cinema. Like the term used to describe them, trailers too
have changed over time in the language they use as well
as their length as has the technology with which they are
made. The documentary, Once Upon a Time - Coming
Attractions, retraces the various steps in the evolution of
this communication form halfway between a commercial
and the film itself it represents. But also of its creators, the
trailer designers who for too long have been considered
simple artisans of the seventh art despite playing such a
key role in a film’s success and being directors in their own
right creating mini works of art with their editing and title
design.
director’s statement
“After trying to do justice to someone like the director
Florestano Vancini, this time I have drawn people’s
attention to a form of communication which despite being
popular, has never been analysed and to a profession most
people are oblivious to: that of film trailers and the people
who make them, trailer designers.
It all started when I met Miro Grisanti, an amazing man in
his eighties, well known to those in the trade but completely
unknown to cinema-goers. And yet often so much of a film’s
fate depends on him and his ability to grab the public’s
attention with his sharp editing, a striking line or special
graphics. The keys to creating a blockbuster lie in his hands”.
festival
2014 Sguardi Altrove FF -Diritti Umani
2014 Thessaloniki Doc Fest -Diritti Umani Human Rights
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175
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
È LA MIA PRIMA
VOLTA!
IT’S MY FIRST TIME!
Italia - 2014 – Formato di proiezione – colore - 74’
Regia Direction: Claudio Serughetti
Sceneggiatura Screenplay: Claudio Serughetti
Cinematografia Cinematography: Mario Pantoni, Stefano De
Concilio
Montaggio Editing: Elisabetta Abrami
Musica Music: Claudio Serughetti, Marco Locurcio
Interpreti Cast: Emanuel Caserio, Eleonora Mancini, Cinzia
Mascoli, Gianni Pellegrino, Anna Ferraioli Ravel
Intervistati : Francesco Barbato, Mattia Calise, Carlo
Freccero, Don Andrea Gallo, Beppe Grillo, Giulia Innocenzi,
Giorgia Meloni, Vittorio Sgarbi, Jean-Léonard Touadi
Produttore Producer: The coproducers
Produzione Production: Marvin Film
info@marvinfilm.com - Via Teulada, 71 - T. 06 375 11 460
L’opera d’arte Il Sogno degli Italiani è di Antonio Garullo
e Mario Ottocento
The work of art Il Sogno degli Italiani (The Italian’s Dream)
is by Antonio Garullo and Mario Ottocento
sinossi
Nicolò, poco più che ventenne, è alla vigilia della sua
prima volta. Quest’anno è chiamato a votare, sa di avere
una grande responsabilità e non vuole sbagliare. E come
in una sorta di iniziazione sessuale, vuole arrivare al “lieto
evento” preparato.
Questo mockumentary, vuole raccontare la sua ossessiva
ricerca e le emozioni di un ex adolescente che è sul
punto di diventare un cittadino.
synopsis
Nicolò is 19, he is on the eve of his “first time”. This year he is
called to vote and he doesn’t want to make a mistake. And
as a sort of sexual initiation, he wants to get to the “happy
event” prepared. This mockumentary wants to shows the
approach, the research for information, the emotions of an
ex- teenager on the way to become a citizen.
nota di regia
“Vorrei anch’io premettere che “l’Italia è il paese che
amo…” ma subito vengo gelato da altri sinistri echi:
Tira una brutta aria.
L’Italia è un paese senza speranza, dove dominano
corruzione, clientelismo, poteri oscuri, gerontocrazia,
malaffare…
È un paese a cui si è rubato il futuro, di almeno due
generazioni…
Questo disgraziato paese, spolpato dalla sua corrotta
classe dirigente, lo continuo però ad amare, non
chiedetemi però, perché?
Il film, un finto documentario, cerca o meglio auspica,
una sorta di pedagogia al voto.
Prima di votare, bisogna sapere, o no?”
176
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
director’s statement
“I would like also to point out that “Italy is the country that
I love...” but immediately other sinister echoes chilled my
enthusiasm: Tension is high.
Italy is a country where there is no hope, where prevail
corruption, favoritism, murky powers, gerontocracy,
criminal groups ...
It is a country whose future has been stolen, at least of two
generations ...
This unfortunate country, stripped back by its corrupt ruling
class, however, I still love it, but do not ask me, why?
The film, a fake documentary, tries or better hopes for, a
kind of pedagogy to the vote.
Before voting, it is important to know, isn’t it?”
EMERGENCY EXIT
YOUNG ITALIANS ABROAD
sinossi
Anna, Mauro, Milena e gli altri non si conoscono, ma hanno
qualcosa in comune: han lasciato l’Italia per trasferirsi
all’estero e scommettere sull’opportunità di un futuro
migliore. Un futuro che, restando in Italia, sembra difficile
immaginare. Un’intera generazione sta sanguinando
fuori dai nostri confini. Non solo cervelli, ma anche
ragazzi ‘normali’,cittadini dimezzati, divisi fra una vita con
maggiori possibilità e il senso di mancanza e frustrazione
che ogni esilio, per quanto volontario, comporta. Il film
racconta cosa fanno, pensano e sognano i giovani italiani
all’estero; se resteranno o torneranno; se andar via è
l’uscita di emergenza per cambiare il proprio precario
avvenire. Un viaggio da Vienna a Parigi, Tenerife, Bergen,
Londra e New York; storie di ordinaria separazione, un solo
racconto: quello di una generazione dimenticata, che ha
ancora qualcosa da dire al suo paese d’origine.
nota di regia
“Il film nasce dall’urgenza di un approfondimento non
generico sulla diaspora e le sue conseguenze, ascoltando
i diretti interessati, sul posto, dando loro voce. Cos’è
successo all’Italia? È così difficile immaginare un futuro
qui? Parigi, Londra, New York: poli d’attrazione dove
ricomporre i pezzi di una realtà professionale e culturale
in conflitto con le proprie aspirazioni e meriti; giovani
esistenze in esilio, alla ricerca di un’identità generazionale
smarrita fra i problemi di un paese economicamente e
civilmente fermo. Recuperare queste voci lontane è un
punto necessario da cui far partire una riflessione sincera
sui nostri anni e su quelli che verranno”.
Italia, USA - 2014 – Formato di proiezione – colore - 66’
Regia Direction: Brunella Filì
Soggetto Story : Brunella Filì
Cinematografia Cinematography: Brunella Filì, Simone Danieli,
Piero Cocozza, Daniele Raspanti
Montaggio Editing: Enrico Giovannone, Brunella Filì
Compositore della colonna sonora originale: Gioacchino Balistreri
Sound Designer: Rodolfo Mongitore
Digital Effects e Color Correction: Giulio Bruno
Con With: Bill Emmott (voce narrante voice), Patrizia Pierazzo,
Chiara Capraro, Mauro Gargano, Milena Maselli, Nicola
Cataldo, Anna Binetti, Marco Lanza, Camilla Bonetti, Walter
Calvaresi, Martina Zipoli, Alessia Gatti, Andra Lodovichetti,
Chiara Bernasconi, Matteo Rignanese
Produttore Producer: Brunella Filì
Produttrice Esecutiva Executive Producer: Beth Di Santo
Produzione Production: OffiCinema DOC s.r.l.s.
synopsis
Anna, Mauro, Milena and others do not know each other, but
they have something in common: they left Italy to go abroad
and to bet on the possibility for a better future. A future that,
continuing to live in Italy, seems difficult to imagine. An entire
generation is bleeding out of area. Not only brains, but also
‘normal’ young people, halved citizens, divided between
a life with greater opportunities and a sense of dearth and
frustration that all kind of exile, even though voluntary,
involves. The film tells what young Italians abroad do,
think and dream; whether they will remain or return home;
whether moving away is the emergency exit to change
one’s precarious future. A trip from Vienna to Paris, Tenerife,
Bergen, London and New York; stories of ordinary separation,
a single story: the story of a forgotten generation, which still
has something to say to his country of origin.
director’s statement
“The film is the result of the urgent need for a not generic
in-depth analysis on the diaspora and its consequences,
listening to those directly involved, on the spot, and by giving
them a voice. What happened to Italy? Is it so hard to imagine
a future here? Paris, London, New York: poles of attraction
where it’s possible to reorganize the pieces of a professional
and cultural reality which are in conflict with one’s own
aspirations and merits; young people in exile, looking for a
generational identity lost between the problems of a country
which is economically and civilly stationary. Recovering
these faraway voices is a necessary step from which to start a
sincere reflection on our and future years”.
festival
2012 Italian DOC Screenings, Firenze – Forum di Coproduzione Coproduction Forum
2014 Madrid IFF – Selezione Ufficiale Official Selection
177
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
IL CARATTERE
ITALIANO
THE ITALIAN CHARACTER
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
Germania - 2013 – DCP – colore - 100’
Regia Direction: Angelo Bozzolini
Sceneggiatura Screenplay: Angelo Bozzolini
Cinematografia Cinematography: Lorenzo Scurati
Montaggio Editing: Paolo Turla
Fonico di presa diretta Sound mixer: Davide Pesola
Interpreti Cast: Antonio Pappano, L’Orchestra dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, Yuri Temirkanov, James Conlon,
Valery Gergiev, Daniel Harding, Janine Jansen, Lisa Batiashvili,
Evgeny Kissin, Denis Matsuev, Stefano Bollani, Lang Lang
Produttore Producer: Alessandro Melazzini
Produzione Production: Alpenway, con il sostegno di with
the support of Eni, in collaborazione con in collaboration with
RAI3 – Radiotelevisione Italiana, Accademia Nazionale di
Santa Cecilia
sinossi
Il Carattere Italiano è la storia di una delle orchestre più
blasonate nel mondo, arricchita dagli inserti di repertorio
degli ultimi trent’anni con i grandi direttori che hanno
occupato il podio più prestigioso di Roma. Oggi quella
postazione è di Sir Antonio Pappano, un angloamericano di
origini beneventane che a Roma, sul podio dell’Orchestra
Nazionale di Santa Cecilia, ha ritrovato una parte essenziale
delle sue origini italiane. Il documentario mostra come si
progetta e costruisce una grande esecuzione, come evolve
il suono dalla prima prova sino all’applauso finale nelle sale
gremite... Attraverso le vicende individuali dei componenti
dell’Orchestra e del suo Direttore, ripresi anche nei loro
luoghi d’origine, Il Carattere Italiano ci rende spettatori di un
mondo affascinante e solitamente nascosto.
synopsis
The Italian character is the story of one of the most renowned
orchestras in the world, enriched by archive material of the last
thirty years with the great conductors who have performed
on the most prestigious rostrum in Rome. Today this post
belongs to Sir Antonio Pappano, an Anglo-American with
Beneventian origins, who in Rome conducting on the rostrum
of the Orchestra Nazionale di Santa Cecilia rediscovered an
essential part of his Italian origins. The documentary shows
the planning and the structure of a great performance, how
the sound evolves from the first rehearsal to the final applause
of the packed music halls... Through the individual stories
of the members of the Orchestra and of its conductor, who
are also filmed in their places of origin, The Italian character
makes us spectators of a fascinating and usually hidden world.
nota di regia
“Da romano, città la cui cultura è per me croce e delizia e
che indubbiamente mi fonda, sono riuscito a ottenere la
benevolenza dell’Accademia di Santa Cecilia e realizzare
così il mio sogno, raccontare attraverso l’Orchestra
dell’Accademia certi aspetti del fare musica nel nostro
Paese: com’è il suono italiano? Come si veicola un’idea che
nasce dalla partitura e plasma la performance? Cosa fa un
Direttore d’Orchestra? Cosa abita l’inconscio del performer?
L’Orchestra e i suoi Professori, raccontati prima, durante
e dopo la mera performance, inquadrati come metafora
di uno spirito nazionale, il Caratttere del mio Paese, sono
l’oggetto della mia osservazione”.
director’s statement
“As a citizen of Rome, a city whose culture is for me both a
blessing and a curse and that undoubtedly has been my place
of origin, I managed to obtain the favor of the Accademia di
Santa Cecilia, and thereby to realize my dream, to tell through
the Orchestra of the Academy some aspects of doing music in
our country: how is the Italian sound? How is an idea conveyed
that comes from the score and that forms the performance?
What do Orchestra conductors do? What is in the unconscious
of the performer? The Orchestra and its Professors, told before,
during and after the mere performance, contextualized as
a metaphor for a national spirit, and the Character of my
country are the subject of my observation”.
festival
2013 Vancouver IFF
2013 Hof IFF
2013 Roma IFF
2014 Palm Springs IFF
2014 Salt Spring Documentary FF
2014 Bolzano Cinema
2014 Worldfest Houston
178
L’APPRODO DELLE
ANIME MIGRANTI
THE LANDING
sinossi
Otranto, estate 2011. Il relitto della motovedetta albanese
Kater I Rades, in cui 81 persone persero la vita nel marzo del
1997, riprende il suo viaggio per divenire un’opera d’arte
in ricordo di tutti i migranti morti in mare. Uno scultore
greco, uno scrittore italiano ed una intera comunità
accettano la sfida contro il tempo per raccontare questa
vicenda dolorosa ma necessaria: perché storia, memoria
e fratellanza tra i popoli non lascino spazio al naufragio
sociale.
nota di regia
“La parabola della Kater I Rades, al solo pensiero, continua
a suscitare in me un miscuglio di sentimenti ed emozioni
contrastanti. Dolore, pietà, speranza, illusione, ma
innanzitutto pudore. Perché ci vuole molto pudore, e
una smisurata delicatezza per parlare di una vicenda così
complessa.
Di sicuro c’è il tentativo di portare all’attenzione
pubblica una inadeguatezza di alcune nostre istituzioni
nell’affrontare l’attuale flusso di migranti nel mar
Mediterraneo.
Spero di essere stato all’altezza. Me lo continuo a
domandare”.
Italia - 2013 – Formato di proiezione – colore - 28’
Regia Direction: Simone Salvemini
Soggetto, Sceneggiatura, Riprese Story, Screenplay & Shoots:
Simone Salvemini
Montaggio Editing: Maria Rosaria Furio, Simone Salvemini
Colonna Sonora Soundtrack: Valerio Daniele
Musiche Originali Original Musics: Valerio Daniele, Paola Petrosillo
Fonico Sound Technician: Sebastien Gonzalez
Interpreti Cast: Costas Varotsos, Alessandro Leogrande, Luigi
Ratclif, Goffredo Fofi, Victoria Leonidou, Arta Ngucaj, Arben
Beqiraj, Rami Farah, Sandra Lorenzi, Mohamed Ziada, Dusica
Ivetic, Raffaela Zizzari
Direttore di Produzione Producer: Emanuela Mola
Produzione Production: La Kinebottega, con il sostegno di with the
support of Apulia Film Commission, Comune di Otranto, Istituto
di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, in collaborazione
con in collaboration with Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e
del Mediterraneo, Albania Film Commission
synopsis
Otranto, summer 2011. The wreck of the Albanian guard
ship Kater I Rades, in which 81 people died on March 1997,
restarts its journey to become an artwork in memory of all
immigrants died in the sea. A Greek sculptor, an Italian
writer and a whole community accept the challenge against
time to tell this painful but necessary story: because history,
memory and brotherhood among peoples can leave no
possibility for social failure.
director’s statement
“The parable of the Kater I Rades, only thinking about it,
continues to cause in me a mixture of opposing feelings and
emotions. Pain, pity, hope, illusion, but first of all discretion.
Because a great deal of discretion and an immense sensitivity
are necessary to face a so complex story.
There is certainly the attempt to bring to the public’s attention
a certain inadequacy of some of our institutions in dealing
with the current stream of migrants in the Mediterranean
Sea.
I hope I have been up to it. I continue to ask myself”.
premi e festival/ awards and festivals
2013 Tirana IFF - Short Documentary Competition: Menzione Speciale della Giuria Special Mention of the Jury
2013 Thessaloniki IFF -Art Projection Program
179
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
NELLA CASA DI BORGO
SAN NICOLA
con le donne,
nel carcere
THE BORGO S. NICOLA PENITENTIARY
with women, in prison
Italia - 2008 – Formato di proiezione – colore - 62’
Regia Direction: Caterina Gerardi
Cinematografia Cinematography: Caterina Gerardi
Montaggio Editing: Caterina Gerardi
Musica Music: Meredith Monki
Interviste di Interviews by: Caterina Gerardi, Sandra del Bene,
Rosamaria Francavilla
Filmato autoprodotto
Pensa MultiMedia, Lecce
sinossi
Girato nel carcere femminile di Lecce, questo lavoro - senza
prevenzioni e senza indulgenze, attraverso interviste ed
incontri – indaga la vita, le considerazioni, le aspettative e
le nostalgie di un gruppo di donne detenute in regime di
Alta Sicurezza.
Caterina Gerardi sostiene che “il carcere non è per le donne”.
synopsis
Shot in the women’s prison of Lecce, this work - without bias
and without indulgences, through interviews and meetings explores the personal life, considerations, expectations and the
nostalgia of a group of imprisoned women under the system
of Maximum Security.
Caterina Gerardi claims that “prison is not a place for women”.
nota di regia
“Nella Casa di Borgo San Nicola racconta le storie di alcune
detenute del circuito di Alta Sicurezza del carcere di Lecce.
In questa sezione vengono recluse donne accusate di
essere parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso.
All’inizio il progetto era stato presentato, illustrato e
discusso in più incontri con tutte le donne recluse. Alla
fine però le maggiori adesioni sono arrivate dalle detenute
dell’Alta Sicurezza, con le quali il film è stato realizzato.
Le protagoniste del film sono donne in media piuttosto
giovani, grintose, alcune con un buon livello di
scolarizzazione, quasi tutte con figli.
Il film riporta anche le parole di altre due donne: quelle forti,
efficaci e convincenti di Silvia Baraldini, ex detenuta politica
negli Stati Uniti, registrate da me durante un dibattito
pubblico e quelle della dott.ssa Anna Rosaria Piccinni
all’epoca direttrice del carcere che, coraggiosamente, ha
permesso e facilitato la realizzazione del film”.
director’s statement
“In the Borgo S. Nicola Penitentiary tells the stories of some
imprisoned women of the Maximum Security unit of the
prison of Lecce. In this section are imprisoned women who are
accused of being part of mafia-related criminal organizations.
At the beginning the project was presented, illustrated and
discussed during several meetings with all the women inmates.
In the end, however, the great number of subscriptions came
from the imprisoned women of the Maximum Security unit,
with whom the film has been made.
The protagonists of the film are women on average all quite
young, gutsy, some of them with a good level of schooling and
almost all of them with children.
The film also reproduces the words of two other women: those
strong, efficient and convincing of Silvia Baraldini, a former
political prisoner in the United States, which I have recorded
during a public debate and those of Dr. Anna Rosaria Piccinni,
who at the time was the director of the prison and who
courageously allowed and facilitated the making of the film”.
premi e festival/ awards and festivals
2008 Cinema Indipendente delle Donne IF – Documenti Documents: 2° Premio 2nd Prize
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180
QUADRI ESPANSI LA FORMAZIONE NEL
CINEMA ITALIANO
EXPANDING THE FRAMES
BEYOND FILMMAKING EDUCATION IN ITALY
Italia - 2013 – Bluray – colore - 55’
Regia Direction: Francesco Crispino
Sceneggiatura Screenplay: Francesco Crispino
Cinematografia Cinematography: Raoul Torresi
Montaggio Editing: Francesco Crispino, Raoul Torresi
Interpreti Cast: Francesca Amitrano, Alessandro Borrelli, Alida
Cappellini, Martina Cestrilli, Stefano Chierchiè, Sabrina
Chiocchio, Giorgio Conti, Ivan Cotroneo, Roberto De Angelis,
Cinzia De Mauri, Roberto Diamanti, Bruno Di Luia, Valerio
Frezza, Claudio Giovannesi, Alberto Leotti, Davide Manca,
Stefano Marino, Gilberto Martinelli, Ugo Menegatti, Piero
Messina, Angelo Mignogna, Massimo Millozzi,
Simona Paggi, Mauro Uzzeo
Organizzazione Organization: Alessandra Chiocchio,
Raffaele Rizzuto
Produzione Production: Cavadaliga s.r.l., Centro Produzione
Audiovisivi Università di Roma Tre
sinossi
Quadri Espansi è un’indagine documentaria su come si
formano i quadri del nostro cinema e mette al centro una
galassia esistenziale in cui scuole professionali, famiglie e la
gavetta plasmano le identità e le aspirazioni delle diverse
figure professionali. Un magmatico percorso che tocca e
unisce diverse generazioni ma anche differenti attitudini
verso il cinema e la (sua) formazione. Materiali che, talvolta
con amara ironia, ci mostrano un quadro fratturato della
situazione cinematografica italiana.
Ciò che era, ma soprattutto ciò che è (diventato) il cinema
italiano in un coro di voci che incrociano testimonialità e
ricerca.
synopsis
Expanding The Frames is a documentary investigation of how
are the frames formed in our cinema and focuses an existential
galaxy in which vocational schools, families and the ground up
shape the identities and aspirations of different professional
figures. A magmatic path that involves and connects different
generations, but also different attitudes towards the cinema
and (its) training. Materials that sometimes with bitter irony
show us a fractured frame of the Italian cinema situation.
What used to be, but above all what is (has become) now
the Italian cinema in a cacophony of voices which meet
statements and research.
nota di regia
“Dopo una prima riflessione di natura strettamente
terminologica (Che cosa significa “quadri”? Cosa si intende
esattamente per “cinema espanso”? Esiste un concetto
univoco di “Formazione”?), ciò che mi ha guidato nella
realizzazione è stata l’immagine di una frattura. Quella che
emergeva dalla distanza tra ideale e reale nelle parole degli
intervistati, tra la pellicola e il digitale e che, a mio avviso,
connota gran parte del cinema italiano contemporaneo.
Una frattura che ho cercato di tradurre nel rapporto tra
i corpi e lo sfondo in cui agiscono, tra la testimonianza e
l’astrazione del documento, tra l’immagine e il suono”.
director’s statement
“After a first reflection of a strictly terminological nature (What
does “frames” mean? What exactly is meant by “expanded
cinema”? Is there an unambiguous concept of “Training”?),
what has guided me in the realization was the image of a
fracture. The image that emerged from the distance between
ideal and real in the words of the interviewees, between
the film and the digital, and that, in my opinion, mainly
characterizes the contemporary Italian cinema. A fracture that
I tried to translate into the relationship among the bodies and
the background in which they operate, among the testimony
and the abstraction of the document and among the image
and the sound”.
premi e festival/ award and festival
2013 Visual Fest Roma: Premio della Giuria Jury Prize
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CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
SBARRE
BARS
Anteprima nazionale / National Preview
sinossi
Il Centro Sperimentale di Cinematografia nel luglio
2013 ha realizzato un laboratorio didattico curato
da Daniele Segre con gli allievi dei corsi di regia,
sceneggiatura, suono e montaggio. Un’esperienza
professionale importante, umanamente straordinaria,
che ha permesso la realizzazione di Sbarre, un film
documentario che ha come protagonisti le detenute,
i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria che
raccontano in modo naturale la quotidianità della loro
vita in carcere: dal giorno del loro arrivo alle difficoltà di
convivenza in una situazione di grave sovraffollamento
- chiusi per 22 ore in celle minuscole da dividere in tre
detenuti - alla carenza di personale di sorveglianza, ai
turni stressanti degli agenti, da soli a sorvegliare sezioni
di 60/70 detenuti.
nota di regia
“Sbarre si propone di far uscire dalle mura del
penitenziario i racconti, i volti e le voci di una sofferenza
e vuole porsi come contributo ad una riflessione
necessaria affinché le condizioni di vita nelle carceri
italiane possano raggiungere i livelli di civiltà richiesti con
grande urgenza dall’Unione Europea. Il documentario è
stato realizzato grazie alla disponibilità del Ministero
della Giustizia, del Provveditore dell’amministrazione
penitenziaria della Regione Toscana e del Direttore del
Nuovo Complesso Penitenziario di Firenze Sollicciano”.
Italia - 2014 – bluray – colore - 51’
A cura di workshop by Daniele Segre
Laboratorio didattico realizzato dagli studenti del Centro
Sperimentale di Cinematografia dei corsi di:
made by students attending Centro Sperimentale di
Cinematografia courses:
Regia Directing: Bo Ming Jiang, Lorenzo Caproni, Francesca
Mazzoleni, Renato Muro, Ekaterina Volkova
Sceneggiatuta Scriptwriting: Davide Bertoli, Michela
Straniero, Elisa Dondi, Elettra Pierantoni
Suono Sound: Federico Cabula, Marco Falloni, Matteo
Lugara, Michelangelo Marchese
Montaggio Editing: Elisabetta Abrami, Francesco Fabbri,
Giuseppe Giudice
Girato nel Nuovo Complesso Penitenziario di Firenze
Sollicciano (25-28 luglio 2013) shot in Sollicciano District
Penititentiary, Florence (July 25-28, 2013)
Prodotto da Produced by: Centro Sperimentale di
Cinematografia Production, in collaborazione con with the
participation of Rai Cinema
synopsis
In July 2013 Centro Sperimentale di Cinematografia made
a workshop supervised by Daniele Segre with students
of directing, scriptwriting, sound and editing courses. An
extraordinary and important human and professional
experience that made Sbarre possible. Protagonists are
prisoners, women and men, prison guards telling in a
natural way their everyday life in prison: starting from the
day of arrival to their life together worsen by overcrowding
difficulties – 22 hours closed in very small cells shared by
three prisoners – to the lack of security staff and the highpressure duties of each guard keeping under surveillance
60/70 prisoners.
director’s statement
“Sbarre aims to represent stories, faces and voices of a
Suffering and wants to promote a necessary debate in
order living conditions in Italian prisons achieve those
levels of civilization European Union requires with urgency.
The documentary was made thanks to the Italian Ministry
of Justice, the Superintendent of Prison Administration,
Tuscany and the Director of Sollicciano District
Penititentiary, Florence”.
SITUAZIONE - UNA FESTA
LUNGA DIECI ANNI
SITUATION - A PARTY LASTING 10 YEARS
sinossi
Odissea nello spazio, I viaggi di Ulisse, Made in China,
Thriller... dal 2002 feste a tema, musica elettronica, scenari
spettacolari e tantissima gente. In una realtà meridionale
di contadini, processioni, madri che lavorano e gente
perbene, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera
un gruppo di giovani si cimenta in una via crucis del
divertimento, nella quale ceri e statue di santi diventano
giostre e ballerine. Questo rave legale della provincia
pugliese chiamato Farfly, sempre più affollato anno dopo
anno, è un rito che richiama il legame dei nostri nonni
con pizziche e mazurke delle feste patronali: ritrovarsi
per costruire l’album fotografico di una nuova famiglia
allargata, la propria identità di reduci delle realtà paesane
a rischio di estinzione.
nota di regia
“Dieci anni fa ho conosciuto un gruppo di ragazzi dei
dintorni di Bari che organizzava feste a tema in location
rurali, con scenografie improvvisate. Dieci anni dopo sono
tornato a vedere cosa è successo a questi ragazzi.
Sono cresciuti, invecchiati, ma in tanti sono ancora
lì. Anche le festicciole sono cresciute, diventando
business; le semplici ambientazioni evolute in imponenti
scenografie. Ne è scaturito un film che per me è il tentativo
di raccontare il mondo del divertimento, la ricerca di
affermazione personale per questi uomini bambini, tra
radici contadine e pulsioni metropolitane”.
Italia - 2014 – DCP – colore - 70’
Regia Direction: Alessandro Piva
Musiche Originali Original Musics: Andrea Farri, Giuliano
Scarola
Cinematografia Cinematography: Alessandro Piva, Luciano
M. Toriello, Johannes Nakajima
Montaggio Editing: Luciano M. Toriello, Alessandro Piva,
Johannes Nakajima
Montaggio del Suono Sound Editing: Theo Francocci, Renato
Minichelli
Color Correction: Andrea Ferrante
Produzione Production: Seminal Film
synopsis
A Space Odyssey, The travels of Ulysses, Made in China,
Thriller…since 2002 theme parties, electronic music,
spectacular sceneries and a lot of people. In a southern reality
of farmers, processions, working mothers and respectable
people, from Friday afternoon to Sunday evening, a group of
young organizes a kind of Way of the Cross of fun, in which
candles and statues of saints become rides and dancers. This
legal rave of the province of Puglia, which is called Farfly,
more and more crowded year after year, is a ritual that recalls
the link of our grandparents with “pizzica” and mazurkas
of the patron festivals: meeting together to build the photo
album of a new extended family, our identity as survivors of
the country realities that are at risk of extinction.
director’s statement
“Ten years ago I met a group of young people of the beyond
area of Bari who was organizing theme parties in rural
locations, with improvised scenography. Ten years later, I
went back to see what has happened to these young people.
They have grown and become older, but many of them are
still there. Even the small parties have grown, becoming a
business; the simple settings have evolved into impressive
scenography. The resulting film is for me an attempt to tell
the world of fun, the search for personal affirmation for these
men-children, between country roots and metropolitan
impulses”.
festival
2014 Bifest – Evento Speciale Special Event
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183
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
VIVIAMO IN UN
INCANTESIMO
WE ARE LIVING IN A SPELL
CINEMA E REALTÀ RASSEGNA DI DOCUMENTARI
Italia - 2014 – Bluray – colore - 25’
Regia Direction: Giuliano Capani
Sceneggiatura Screenplay: Giuliano Capani,
in collaborazione con in collaboration with Anna Stomeo
Cinematografia Cinematography: Giuliano Capani
Montaggio Editing: Giuliano Capani
Scenografia Set design: Jenne Marasco
Musica Music: effetti sonori auto composti
self composed sound effects
Interpreti Cast: Micaela Sapienza, Enrico Messina
Poesie recitate da Peotry performed by: Antonio Minelli
Produzione Production: Giuliano Capani
sinossi
Il film, nella forma del docufiction, trae ispirazione dal
potere evocativo della poesia di Vittorio Bodini. I paesaggi
dell’animo in un Sud universale che conserva gelosamente
i segni di un passato e che pesa sulle coscienze delle cose
e delle persone cristallizzandosi in quegli oggetti del
pensiero bodiniano che caratterizzano il suo immaginario
poetico. Possiamo vedere tra alcuni dei suoi componimenti
poetici un Sud del Sud che non è un luogo geografico, ma
un topos della condizione umana senza spazio e senza
tempo.
synopsis
The film, in the form of docu-fiction, is inspired by the
evocative power of Vittorio Bodini’s poetry. The landscapes
of the human soul in a universal South that jealously
treasures the signs of a past, which lies heavy on consciences
of the people and things, by crystallizing itself into those
objects of Bodini’s line of thought that characterize his
poetic imagination. We can see between some of his poetic
compositions a southern South that is not a geographical
place, but a topos of the human condition without space
and time.
nota di regia
“Viviamo in un incantesimo costituisce una sperimentazione
di “trans-codificare” nel linguaggio audiovisivo alcuni dei
più significativi momenti del percorso letterario e poetico
dell’autore. Sono presenti testimonianze inedite di alcune
persone più vicine al poeta: la moglie Antonella, la sorella
Margherita, l’amico pittore Lino Suppressa, Donato Valli”.
director’s statement
“We are living in a spell constitutes an experimentation of
“trans-codifying” in the audiovisual language some of the
most significant moments of the author’s poetic and literary
journey. There are unpublished testimonies of some people
who are closest to the poet: his wife Antonella, his sister
Margaret, his friend the painter Lino Suppressa, Donato Valli”.
ZEROPER
Rimettersi in gioco
ZEROPER - getting back into the game
Italia - 2013 – Formato di proiezione – colore - 52’
Regia Direction: Francesco Russo
Sceneggiatura Screenplay: Francesco Russo
Cinematografia Cinematography: Francesco Russo
Montaggio Editing: Valeria Fabris
Riprese Shots: Ludovico Piccolo
Suono Sound: Salvatore Frisina
Musica Music: Free Music Archive
Interpreti Cast: Dr. Rolando De Luca, Dr. Maurizio Fiasco,
Pierangelo Rossi, Marco La Ferla, Carla Camporese,
Massimo Olivieri, Maurizio Marconi, Clara Paschini, Dario
Bencic, Silvia Rizzo, Maria Bacci
Produzione Production: Indimage Film, Animado Film
sinossi
Un volume d’affari tale da collocarlo al terzo posto
dopo aziende come Eni e Fiat. Un business annuo sedici
volte superiore a quello di Las Vegas. Leggi di mercato e
istituzioni che ne hanno agevolato, invece che arginarla,
la diffusione indiscriminata.
Questo è oggi il gioco d’azzardo in Italia.
Che fare, dunque, per controllare il numero sempre
crescente di giocatori compulsivi? Come intervenire sulle
nuove forme di dipendenza patologica che tocca oggi
tassi epidemiologici?
L’idea di questo documentario si sviluppa proprio
intorno a queste domande, ma vuole anche raccontare
la significativa esperienza di A.GIT.A., che dal 2000 a
Campoformido (UD) opera nella prevenzione e nella cura
del gioco d’azzardo patologico: questo lavoro è dedicato
a quanti sono passati di lì.
synopsis
A turnover such that it is placed it in third place after
companies such as Eni and Fiat. An annual business that is
sixteen times higher than the annual business of Las Vegas.
Market laws and institutions that have facilitated, rather
than stem it, the indiscriminate spread.
This is nowadays the gambling in Italy.
And so what is to be done, to control the ever increasing
number of compulsive gamblers? How to intervene on new
forms of pathological addiction that reaches epidemiological
rates today?
The idea for this documentary precisely develops around
these questions, but also wants to tell the significant
experience of A.GIT.A., which since 2000 in Campoformido
(UD) works on prevention and treatment of pathological
gambling: this work is dedicated to those who passed
through there.
nota di regia
“All’interno di A.GIT.A. donne, uomini e ragazzi con storie
divergenti e parallele, sono accomunati dal sentimento
di coloro ai quali viene sottratta una parte fondamentale
dell’esistenza: la dignità. Sono però persone che,
lavorando fianco a fianco con i loro familiari, trovano la
forza di “rimettersi in gioco” nella vita di tutti i giorni, senza
doversi più nascondere dietro il paravento della vergogna.
Credo sia importante lanciare un messaggio positivo, far
conoscere il più possibile non solo gli allarmanti dati sul
fenomeno, ormai sotto gli occhi di tutti, ma anche gli spazi
e i modi per contrastarlo”
director’s statement
“Within A.GIT.A. women, men and young people with
divergent and parallel stories share the feeling of those who
are being deprived of a fundamental part of life: the dignity.
However these are people who, working side by side with
their families, can find the strength to “get back into the
game” in daily life, without having no more to hide under the
cover of shame.
I think it’s important for us to send out a positive message, to
make known as much as possible not only the alarming data
on the phenomenon, that are now clear for all to see, but also
the spaces and the ways to combat it”.
Anteprima nazionale / National Preview
184
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VIVA IL PRIMO MAGGIO RASSEGNA DI DOCUMENTARI
WORKING
CLASS HEROES
Camminando e cantando
La canzone del primo maggio
Walking and singing the May Day song
VIVA
IL PRIMO
MAGGIO
PROGRAMMA DI FILM
SUL TEMA DELLA
FESTA DEI LAVORATORI
GRANDIOSA MANIFESTAZIONE DEL PRIMO MAGGIO
1913 A CORATO INDETTA DALLA LEGHE OPERAIE
GREAT EVENT OF THE MAY DAY 1913
IN CORATO CONVENED
BY THE WORKER’S PARTIES
sinossi
Le riprese partono con una panoramica del paese
realizzata da un punto di vista d’eccezione, il campanile
della Chiesa Matrice.
Subito dopo le immagini passano a documentare
l’enorme affluenza di cittadini per le strade di Corato
durante la festa dei lavoratori, il 1° Maggio di quell’anno.
186
1913 – DVD – b&n - 10’
Regia Direction: Cataldo Balducci
Produttore Producer: Cataldo Balducci
Produzione Production: Gestione di Cinematografi
in Provincia di Bari, Turrita Film
synopsis
Shootings start with an overview of the country carried
out from an exceptional point of view, the bell tower of the
Mother Church. Immediately after, the pictures document
the huge influx of people along the streets of Corato during
the International Worker’s Day, on the 1st of May of that year.
sinossi
Un viaggio (decisamente poco ortodosso) dentro il tema
del lavoro e del primo maggio, accompagnato dalla
presenza, strabica e incostante, della macchina da presa,
a partire da Sortie d’usine dei fratelli Lumière, sulla quale
Harun Farocki ha poi costruito una sua teoria che riguarda
appunto il rapporto tra la fabbrica (cioè sfruttamento
e alienazione) e il cinema (divertimento, consumo,
spettacolo). Ed è il cinema, insieme alla canzone, che ha
creato i suoi working class heroes, gli eroi della classe
operaia di cui parla Lennon, ma anche Springsteen,
Cocker, Strummer, Bragg, i Gang e via elencando. Al
centro del film rimane tuttavia lo zoccolo duro del cinema
documentaristico, le immagini che, anche grazie al
lavoro di documentazione dell’AAMOD, per anni hanno
accompagnato il grande fiume del popolo del primo
maggio, camminando, cantando, rivendicando un altro
mondo possibile.
nota di regia
“È un film documentario esclusivamente di montaggio,
che non utilizza nemmeno un fotogramma di girato.
Quindi un film prima di tutto ecologico (nel senso di
un’ecologia del visivo), che lavora solo su immagini
d’archivio («il mondo è già filmato, si tratta solo di
trasformarlo», diceva Débord). E insieme un cinema di
riciclo, secondo la formula ormai largamente sperimentata
del found footage film. Cioè “metraggio ritrovato”. Da
una parte i materiali provenienti da disparate pratiche
audiovisive (dai cinegiornali ai film hollywoodiani);
dall’altra i modi specifici con cui queste immagini sono
rivisitate, sovrapposte, stratificate. In poche parole creare
un nuovo cinema, partendo dai repertori d’archivio del
passato, e agendo nella direzione di un riposizionamento
semantico capace di suscitare nuove visioni. Parlando di
documentario, vuol dire, prima di tutto, che il cinema è
il mondo, non la sua rappresentazione; e poi che bisogna
ogni volta ribaltare la logica delle immagini dominanti,
svelarne il contesto illusorio, normificato, mercificato”.
premi e festival/ awards and festivals
Anno manifestazione -sezione: premi
Italia - 2014 – Formato di proiezione – colore e b&n – 40/45’
Regia Direction: Giandomenico Curi
Sceneggiatura Screenplay: Giandomenico Curi
Montaggio Editing: Milena Fiore
Voci Fuoricampo Voice-Over: Donatella Allegro,
Giandomenico Curi
Produzione Production: AAMOD (Archivio Audiovisivo del
Movimento Operaio e Democratico)
synopsis
A journey (highly unorthodox) into the working and the May
Day topics, accompanied by the presence, cross-eyed and
sporadic, of the camera, starting with Exiting the Factory
by the Lumière brothers, on which Harun Farocki has then
built his own theory, concerning precisely the relationship
between the factory (i.e. the exploitation and alienation) and
the cinema (entertainment, consumption, show business).
And it is the cinema, together with the song, that has
created its working class heroes, the heroes of the working
class, of which Lennon speaks, but also Springsteen, Cocker,
Strummer, Bragg, the Gang and so on. At the center of the
film remains however the hard-core of the documentary
film, the images that, thanks to the documentation work of
AAMOD, for many years have accompanied the great stream
of the May Day people, walking, singing and claiming
another possible world.
director’s statement
“It is a documentary film realized exclusively with editing
work, which does not use even a frame of the footage. Thus,
first of all an ecological movie (in the sense of an ecology of
the field of view), which works only on archive images (“the
world is already a film, it is only a matter of transforming
it”, said Débord). And at the same time a recycling film,
according to the formula now widely experienced of the
found footage film. That is “the use of footage as a found
object”. On the one hand, the materials deriving from
disparate audiovisual practices (from the newsreels to the
Hollywood films); on the other side, the specific ways in
which these images are revisited, overlaid and layered. In
other words, it is the possibility of creating a new cinema,
starting from the archive materials of the past, and acting
in the direction of a semantic repositioning able to raise up
new visions. Talking about documentary, this means that,
first of all, the cinema is the world and not its representation;
and that every time it is necessary to reverse the logic of the
dominant images, to reveal its illusory, stigmatized and
commercialized context”.
187
CINEMA
E INDUSTRIA
CINEMA
AND INDUSTRY
VERSO SUD: IL CINEMA RACCONTA GLI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI
HEADING SOUTH: THE CINEMA FOCUSING ON INDUSTRIAL SETTLEMENTS
Il cinema d’impresa ha rappresentato per tutto il Novecento un settore importante della politica industriale, e
ha portato alla produzione di migliaia di documenti filmati che affrontano tutti gli aspetti della vita aziendale,
dalle opere sociali alle fasi della produzione alla pubblicità.
Questo patrimonio d’immagini, oggi in buona parte conservato dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa
d’Ivrea, consente di ripercorrere l’evoluzione della produzione industriale, dei rapporti sociali, dell’economia
e del lavoro in Italia.
A questi film – che spesso riemergono dagli archivi dopo decenni di oblio – noi guardiamo come a una sorta
di finestra su un mondo le cui tracce sono progressivamente cancellate dalle sue stesse logiche interne di
trasformazione rapida e continua. Sono immagini che ci mostrano non soltanto l’organizzazione della
produzione, le macchine, i processi di lavorazione, ma mettono spesso in primo piano gli uomini, mostrandone
- attraverso il movimento delle mani, le posizioni del corpo, le espressioni del volto – il loro modo di guardare
al loro lavoro.
Si dipana così sotto i nostri occhi il “secolo fordista”, precariamente inciso su pellicole che sempre più spesso
hanno bisogno di radicali restauri per potersi conservare ancora, e che istituiscono non una sola tradizione
di riferimento, ma esprimono le diverse memorie dell’impresa e del lavoro che si sono sedimentate e spesso
contrapposte attraverso il Novecento.
Dagli archivi d’impresa continuano a uscire opere inattese, inedite o ormai dimenticate, che dimostrano
l’importanza del cinema industriale non soltanto come documento storico, ma come parte integrante di una
storia generale del cinema italiano, evidenziando una fitta trama di relazioni. Alle capacità dell’impresa di
utilizzare le risorse del “settore cinema” per una moderna politica industriale, corrisponde infatti la disponibilità
di cineasti e intellettuali a dialogare con la fabbrica, trasferendo spesso, in lavori realizzati su commissione, la
passione e la tecnica del “grande cinema”.
Verso Sud: il cinema racconta gli insediamenti industriali illustra un periodo della storia imprenditoriale
e sociale del nostro paese caratterizzata dalla fiducia nella trasformazione del mondo attraverso l’industria.
Fiducia in un progresso senza limiti e condizioni, che avrebbe consentito, al tempo stesso, di aumentare la base
produttiva, e di migliorare immediatamente le condizioni di vita di ogni singola persona, come dimostra, ad
esempio Buon lavoro Sud di Giovanni Cecchinato, che segue il passaggio dalle stentate occupazioni tradizionali
(pescatore, barbiere, contadino, emigrante) ai nuovi mestieri garantiti dal progresso industriale.
Certo oggi stona per la nostra sensibilità la mancanza di ogni preoccupazione ambientale, totalmente assente,
ad esempio, anche nel commento di Leonardo Sciascia in Gela antica e nuova. Ma, come osserva Giorgio Bocca:
“Ci fu un tempo in cui alcune delle cose che oggi ci sembrano terribili, ci sembravano bellissime. Ignorarlo
significa non capire una parte della nostra storia recente”.
The industry film represented during the Twentieth century an important sector of the industrial policy, and led to
the production of thousands of documentaries that deal with all aspects of the company life, from the social works
to the production’s stages and advertising.
This heritage of images, which is now in large part preserved by the National Industry Film Archive in Ivrea, allows
tracing the evolution of the industrial production, social relationships and Italian economy and job.
We consider these movies - that often re-emerge from the archives after decades of oblivion – as an overlooking
window to a world whose traces have been gradually removed by its own internal logic of a rapid and continuous
transformation. These images show us not only the organization of production, the machines and the processing
operations, but often highlight the importance of people, by showing - through the movement of the hands, bodily
positions, and facial expressions - their way of looking at their work.
It is thus unfolding before us the “Fordism century”, which is precariously recorded on films that more often need
deep restoration work in order to be still conserved, and that establish neither a unique reference tradition, but they
express the various memories of the company and work which are deposited and often directly opposed during the
Twentieth century.
From the industry film archives, are still been released unexpected, unseen or already forgotten works, which show
how important the industrial cinema is, not only as a historical document, but as an integral part in the general
history of the Italian cinema, by highlighting a dense plot of relationships. To the company’s ability to use the
resources of the “film industry” for a modern industrial policy, corresponds in fact the availability of filmmakers and
intellectuals to dialogue with the factory, often by moving, in realized on committee works, the passion and the
technique of the “great cinema”.
Heading south: the cinema focusing on industrial settlements describes a period of the entrepreneurial and social
history of our country, characterized by trust in the world transformation through the industry. Trust in infinite and
without conditions progress, which would have allowed, at the same time, to increase the production base, and
immediately to improve the living conditions of every single person, as shown, for example, in Good Work South by
Giovanni Cecchinato, who follows the transition from the struggling traditional occupations (a fisherman, a barber,
a farmer, an emigrant) to the new ones which are guaranteed by the industrial progress.
It is certain that today, for our sensibilities, clashes the lack of any concern for the status of the environment, totally
absent, for example, also in the comment of Leonardo Sciascia in Gela Ancient and New. But, according to Giorgio
Bocca: “There was a time when some of the things that today appear to us terrible, they seemed to us wonderful.
Ignoring this, means failing to understand a part of our recent history”.
Sergio Toffetti
Head of the Industrial Cinema National Archive
Sergio Toffetti
Direttore Archivio Nazionale Cinema d’Impresa
188
189
CINEMA E INDUSTRIA
ACCIAIO FRA GLI ULIVI
Steel Among The Olive Groves
BUON LAVORO SUD
Good Work South
GELA ANTICA E NUOVA
Gela Ancient and New
QUATTRO VOLTE BRINDISI
Four Times Larger Than Brindisi
Italia - 1962 – dvd – colore - 21’
Italia - 1969 – dvd – colore - 16’
Italia - 1964 – dvd – colore - 31’
Italia - 1964 – dvd – colore - 31’
Regia Direction: Giovanni Paolucci
Fotografia Photography: Luigi Baldi, Fulvio Testi,
Giuseppe Acquari, Cesare Colò
Musica Music: Valentino Bucchi
Produzione Production: Italsider
Regia Direction: Giovanni Cecchinato
Fotografia Photography: Luciano Milesi, Vincenzo
Paradiso
Musica Music: Luigi Giudici
Versi e Voce Verses and Voice: Renzo Barbera
Produzione Production: Gruppo Cinema Montecatini
Regia Direction: Giuseppe Ferrara
Sceneggiatura Screenplay: Leonardo Sciascia
Produzione Production: Eni
Regia Direction: Giovanni Cecchinato
Fotografia Photography: Luciano Milesi, Vincenzo
Paradiso
Produzione Production: Gruppo Cinema Montecatini
sinossi / synopsis
Il film illustra la nascita del tubificio di Taranto, primo
elemento del centro siderurgico che l’Italsider costruì
nel Mezzogiorno d’Italia. Attraverso un’efficace
documentazione retrospettiva lo stabilimento prende
forma e da scheletrica struttura di metallo si trasforma in
un immenso edificio di acciaio e di vetro, ove, all’interno,
vengono collocati grandiosi macchinari. Sono quindi
descritte dettagliatamente le varie fasi della lavorazione
dall’arrivo delle lamiere al prodotto finito.
The film shows the birth of the pipe mill in Taranto, the first
element of the steel mill that Italsider built in Southern Italy.
Through an effective retrospective documentation the plant
takes shape and from a skeletal metal structure changes
into a huge steel and glass building, where, inside, the huge
machines are situated. The various processing stages are
then described in detail, from the arrival of the steel sheets to
the finished product.
190
CINEMA E INDUSTRIA
sinossi / synopsis
Cecchinato, uno dei maggiori rappresentanti del
documentario industriale, registra le trasformazioni
introdotte dall’arrivo della grande industria. Il film si
articola in tre parti: un’indagine sulle condizioni di vita e
di lavoro del paese attraverso varie figure: il pescatore, il
barbiere, il contadino e l’emigrante. Nella seconda parte
ritroviamo l’epica della fondazione di una nuova industria,
le cui strutture vengono esplicitamente accostate alle
svettanti colonne dei tempi classici. Nel finale, tutti i
mestieri della tradizione hanno trovato un corrispettivo in
fabbrica, dal vetturino che è diventato autista al barbiere
divenuto infermiere d’officina.
Cecchinato, one of the leading representatives of the industry
documentary, records the transformations introduced by
the arrival of large corporations. The film is divided into
three parts: a survey on living and working conditions of
the country through various figures: a fisherman, a barber, a
farmer and an emigrant. In the second part we find the epic of
the creation of a new industry, whose structures are explicitly
compared with the soaring columns of classical times. In the
film’s final, all the traditional crafts have found an equivalent
in the factory, from the coachman who became a chauffeur
to the barber who became a workshop assistant.
sinossi / synopsis
I ritrovamenti di petrolio in Sicilia inducono l’Eni, in
sintonia con la politica di intervento nel meridione, a
costruire un grande stabilimento petrolchimico a Gela.
Sono gli anni di quell’imponente flusso migratorio che dal
meridione del Paese raggiunge le grandi città del nord,
dando vita ad una profonda trasformazione culturale ed
economica come mai prima di allora l’Italia aveva vissuto.
Accanto a straordinari risultati di crescita economica,
questo processo produce anche inevitabili contraddizioni
negli assetti sociali nuovi, diversi che va determinando.
E il clima che avvolge il documentario, che lo muove.
Un’ispirazione forte, costante, - anche nel testo, scritto
da Leonardo Sciascia - che consente al regista Giuseppe
Ferrara di raccontare la costruzione dello stabilimento
dell’Eni cogliendo, con grande sensibilità, il tema della
necessità dello sviluppo industriale, e, insieme, la forte
volontà di una cultura che non vuole perdere le sue radici,
e sembra saper integrare il futuro nelle modalità narrative
del passato, come dimostra il cantastorie Ciccio Busacca
“rappresentando” in piazza le nuove opportunità offerte
dall’arrivo del petrolio.
sinossi / synopsis
La Montecatini ha costruito a Brindisi uno stabilimento
petrolchimico grande quattro volte la città stessa. Il filmato
descrive lo sviluppo ed il funzionamento degli impianti
che arrivarono a produrre 700.000 tonnellate di materie
plastiche ed altri prodotti derivanti dal petrolio. La “città di
ferro e foco” cantata da Sandro Tuminelli prende vita sotto
gli occhi dei ragazzi che nel cambiamento improvviso del
paesaggio vedono una possibilità di sviluppo per la loro
terra.
Montecatini has built a petrochemical plant in Brindisi,
four times larger than the city itself. The movie describes
the development and operation of the plants capable of
producing 700,000 tons of plastics articles and other oil
revenues products. The song “città di ferro e foco” by Sandro
Tuminelli comes to life under the eyes of the boys who see
the sudden change of the landscape as a development
opportunity of their land.
The oil findings in Sicily lead Eni, in line with the policy action
in the South of Italy, to build a large petrochemical plant in
Gela. These are the years of the impressive flow of migrants
which from the south of the country reaches the big cities of
the north, establishing a profound cultural and economic
transformation as never before had Italy lived. Apart from the
extraordinary results of economic growth, this process also
produces inevitable contradictions in the new and different
social arrangements, which it is determining.
And the atmosphere surrounding the documentary, which
moves it. A strong, constant inspiration - even in the text,
written by Leonardo Sciascia - which allows the director
Giuseppe Ferrara to describe the construction of the Eni plant
getting, with great sensitivity, the issue of the need for the
industrial development, and together, the strong desire of
a culture that doesn’t want to lose its roots, and that seems
to be able to integrate the future in the narrative modes of
the past, as evidenced by the storyteller Ciccio Busacca by
“representing” in the streets the new opportunities provided
from the arrival of oil.
191
CINEMA INDUSTRIALE
TARANTO OGGI
In Today’s Taranto
I QUATTRO ELEMENTI
The Four Elements
Italia - 1972 – dvd – colore - 18’
Italia - 2014 – dvd – colore - 24’
Regia Direction: Marco Zavattini
Sceneggiatura Screenplay: Pietro Gentilucci
Fotografia Photography: Claudio Racca, Federico
Zanni
Voce Voice: Riccardo Cucciolla
Produzione Production: Italsider
Regia Direction: Corrado Punzi
Soggetto e Sceneggiatura Story & Screenplay: Corrado
Punzi, Marta Vignola
Cinematografia Cinematography: Corrado Punzi
Montaggio Editing: Corrado Punzi
Produzione Production: Arci Comitato Territoriale di
Lecce, Muud Film
sinossi / synopsis
Il film documenta i cambiamenti culturali e sociali avvenuti
nella città di Taranto a seguito della costruzione del centro
siderurgico Italsider.
Il polo industriale, nato nella città ionica nel 1960
all’interno del piano delle nuove politiche di sviluppo
del Mezzogiorno, è diventato il più grande impianto
siderurgico italiano. Un centro all’avanguardia che ha
generato ricchezza e benessere in tutta la regione.
The film documents the cultural and social changes that
happened in the city of Taranto following the construction of
the Italsider steel mill.
The industrial center, born in 1960 in the Ionian city within
the new development policies action plan of the Southern
Italy, has become the largest Italian steel plant. A pioneering
center, which produced wealth and prosperity throughout
the region.
sinossi / synopsis
Acqua, Aria, Terra e Fuoco. Quattro elementi affidati al
racconto di quattro personaggi che si muovono all’interno
di una città: Taranto. Storie soggettive che trasmettono la
complessità di una terra, rabbiosa e sognante, che non
vuole rassegnarsi ad un destino mortifero. Sguardi di
confine su un futuro che è lontano dal mito della società
industriale e dal linguaggio che lo narra. Una città in
movimento che esprime con la voce dei suoi abitanti il
bisogno di costruire nuovi modelli sociali, culturali e di
sviluppo.
Water, Air, Earth and Fire. Four elements assigned to the
story of four individuals who move within a city: Taranto.
Subjective stories that convey the complexity of a land, angry
and dreamy, which does not want to resign itself to a deadly
fate. A delimited look directed toward a future that is far from
the myth of the industrial society and from the language
which narrates it. A city on the move, that expresses with the
voice of its inhabitants the need to build new social, cultural
and development models.
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
vetrina
CENTRO SPERIMENTALE
DI CINEMATOGRAFIA
FILM RESTAURATO
A CURA DELLA CINETECA NAZIONALE
IL VANGELO SECONDO MATTEO
THE GOSPEL ACCORDING TO ST. MATTHEW
di Pier Paolo Pasolini
CORTOMETRAGGI E SAGGI DI DIPLOMA
DEGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA
ALYS - ALYS
POROROCA - POROROCA
di Sante Sabbatini
di Martina Di Tommaso
CLORO - CHLORINE
TIERRA FÉRTIL - FERTILE LAND
di Laura Plebani
di Daniel Mejía
LA CARNA TRIST. - WICKED FLESH
UNA STORIA VERA - A TRUE STORY
di Marisa Vallone
di Adriano Candiago
NATI PER CORRERE - BORN TO RUN
UNDICI.. DODICI - ELEVEN.. TWELVE
di Michele Vannucci
di Marta Corradi
NON SONO NESSUNO - THEY ARE NOBODY
di Francesco Segré
192
193
IL VANGELO
SECONDO MATTEO
THE GOSPEL ACCORDING TO ST. MATTHEW
Italia, Francia - 1964 – 35mm – b&n – 137’
Regia Direction: Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura Screenplay: Pier Paolo
Pasolini dal Vangelo di Matteo
Cinematografia Cinematography:
Tonino Delli Colli
Montaggio Editing: Nino Baragli
Scenografia Set design: Luigi Scaccianoce
Coordinamento Musicale Music:
Luís Enriquez Bacalov
IL VANGELO SECONDO MATTEO
è un restauro della Cineteca
Nazionale con Mediaset
Cinema Forever (2003-2004)
Costumi Costumes: Danilo Donati
Interpreti Cast: Enrique Irazoqui,
Margherita Caruso, Susanna Pasolini,
Marcello Morante, Mario Socrate,
Settimio Di Porto
Produttore Producer: Alfredo Bini
Produzione Production: Arco Film,
Lux De France
sinossi
synopsis
Il film è una riproposizione molto fedele del Vangelo secondo Matteo. Si ripercorrono quindi le tappe della vita di
Gesù Cristo: la nascita, Erode, il battesimo di Giovan Battista fino ad arrivare alla morte e alla resurrezione.
“Avrei potuto demistificare la reale situazione storica, i
rapporti fra Pilato e Erode, avrei potuto demistificare la
figura di Cristo mitizzata dal Romanticismo, dal cattolicesimo e dalla Controriforma, demistificare tutto, ma poi,
come avrei potuto demistificare il problema della morte?
Il problema che non posso demistificare è quel tanto di
profondamente irrazionale, e quindi in qualche modo
religioso, che è nel mistero del mondo. Quello non è demistificabile”. (P. P. Pasolini)
The film is a very closely reinterpretation of the Gospel according to St. Matthew. It deals with the steps of Jesus Christ’s life: the nativity, Herod, the baptism of John the Baptist,
up to his death and resurrection.
“I could demystify the real historical situation, the relations
between Pilate and Herod, I could demystify the figure of
Christ mythologized by Romanticism, Catholicism and the
Counter-Reformation, everything, but then, how could I
demystify the issue of death? The problem I can’t demystify
is that deeply irrational element, and therefore somehow
religious, which is inside the mystery of the world. That is
not possible to demystify”. (P. P. Pasolini)
the director: PIER PAOLO PASOLINI
il regista: PIER PAOLO PASOLINI
Poeta, scrittore, regista e attore, grande genio intellettuale italiano ha iniziato a lavorare come sceneggiatore
collaborando con M. Soldati, F. Fellini, M. Bolognini, F.
Rosi... Ha esordito da regista con Accattone (1961) vincendo il Karlovy Vary FF, poi Mamma Roma (1962) La ricotta
(1963). È premiato a Venezia con Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci e uccellini (1966) a Cannes, Teorema (1968)
a Venezia. Dopo Porcile e Medea, la “trilogia della vita”
raccoglie l’Orso d’argento con Il decameron (1971), quello
d’oro con I racconti di Canterbury (1972), il Gran Premio
Speciale della Giuria a Cannes con Il fiore delle mille e una
notte (1974). Della programmata “trilogia della morte” è
uscito, dopo il suo assassinio, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).
premi e festival/ awards and festivals
1964 Mostra di Venezia: Premio Speciale della Giuria, Premi
Ocic, Fipresci, Federazione Italiana Cineforum, Grifone
D’oro Special Jury Prize, Prizes Ocic, Fipresci, Cineforum Italian
Federation, Golden Griffin
194
A poet, a writer, a director and an actor, a great Italian
intellectual genius who began working as a screenwriter
in collaboration with M. Soldati, F. Fellini, M. Bolognini,
F. Rosi ... He made his debut as a director with Accattone
(1961) by winning the Karlovy Vary FF, then Mamma Roma
(1962) and La ricotta/Curd Cheese (1963). He was awarded in Venice with The Gospel According to St. Matthew,
The Hawks and the Sparrows (1966) at Cannes, Teorema
(1968) at Venice. After Pigsty and Medea, the “trilogy of life”,
he obtained the Silver Bear with The Decameron (1971),
the Golden Bear with The Canterbury Tales (1972), and
the Grand Special Jury Prize at Cannes with Arabian Nights
(1974). Of the planned “death trilogy”, after his assassination, was released Salò or the 120 days of Sodom (1975).
ALYS
CLORO
LA CARNA TRIST.
ALYS
CHLORINE
WICKED FLESH
2013 – blu-ray – colore – 11’45”
2012 – blu-ray – colore – 11’27”
2013 – blu-ray – colore – 20’
Regia Direction: Sante Sabbatini
Soggetto e sceneggiatura Story &
screenplay: Valentina Strada
Fotografia Cinematography: Luca
Gennari
Montaggio Editing: Antonio Toscano
Suono Sound: Jacopo Pineschi
Montaggio del suono Sound editor:
Francesco Lucarelli
Scenografia Set designer: Gianni Coletti
Costumi Costume designer: Francesca
Apostolico
Organizzazione Line Producers: Monica
De Santis
Interpreti Cast: Alice Vicario, Mario
Grossi, Matteo Vignati
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production, Rai Cinema
Regia Direction: Laura Plebani
Soggetto e sceneggiatura Story &
screenplay: Laura Plebani, Dario
Bonamin, Eleonora Cimpanelli, Marta
Pallagrosi
Fotografia Cinematography: Sammy
Paravan
Montaggio Editing: Andrea Campajola
Musica Music: Andrea Campajola
Suono Sound: Paolo Spigno
Sound Designer: Eric Guerrino Nardin
Scenografia Set design: Laura Inglese
Costumi Costume designer: Chiara
Baglioni
Organizzazione Line Producers: Laura
Tosti
Interpreti Cast: Chiara Romano, Futura
Grassi
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production, con il supporto di with
support of Regione Lazio – Fondo
regionale per il cinema e l’audiovisivo
Regia Direction: Marisa Vallone
Sceneggiatura Screenplay: Marisa
Vallone con with Federico Gnesini
Fotografia Cinematography: Fabio
Paolucci
Montaggio Editing: Marcello Saurino
Musica Music: Mariano Paternoster
Suono Sound: Vincenzo Santo
Montaggio del suono Sound editing:
Matteo Pagliarosi
Scenografia Set designer: Bianca Pezzati
Costumi Costume designer: Santina
Cardile
Organizzatori Line producers: Ersilia
Gagliardi
Interpreti Actors: Maria Stella Cassano,
Franco Ferrante, Pinuccio Sinisi,
Tiziana Schiavarelli
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production con il supporto with the
support of Apulia Film Commission
sinossi / synopsis
Ad un essere sintetico di nome Alys
vengono trapiantati gli occhi di uno
degli ultimi esseri umani presenti sulla
terra. Alys inizia a sentire un cambiamento. Gli occhi le conferiscono visioni
e memorie estranee.
A synthetic being called “Alys” is given the
eyes of one of the last humans on earth.
This brings about a change in her as she
starts having strange visions and memories. This leads her to question her purpose.
She will never be the same again.
sinossi / synopsis
Lo spogliatoio di una piscina. Chiara e
Futura sembrano due gocce d’acqua:
stesso costume paillettato da sincronette,
stesso ombretto sulle palpebre che copre
i loro occhi ancora da adolescenti. Ma
quella che stanno per affrontare non è
una gara come tante, stanno crescendo
e quella piscina inizia a essere troppo
piccola per tutte e due.
The locker room of a swimming pool. Chiara and Futura are like two peas in a pod:
they wear the same costume, the same eyeshadow on their adolescent faces. What
they are about to face is no normal competition. They’re growing up and the pool isn’t
big enough for the both of them.
sinossi / synopsis
Puglia, estate 1956. Lucia è riuscita
incredibilmente a convincere suo
padre Michele, fervente comunista, a
confessarsi sul letto di morte. Non c’è
più tempo, bisogna chiamare il prete! In
una campagna arcaica e riarsa dal sole si
consuma così il viaggio che porterà Lucia
sempre più lontano dalle sue certezze e
soprattutto dal padre morente.
Apulia, Southern Italy, Summer 1956.
Lucia has finally convinced her father
Michele, a passionate communist, to ask
for a confession on his deathbed. Time
is running out, Lucia must find a priest.
In a sunburnt and archaic countryside,
a journey unfolds that will take Lucia far
from her convictions and especially from
her dying father.
1965 Nastri d’argento: Miglior Regista, Fotografia in b/n,
Costumi Best Director, Cinematography b/w, Costumes
1967 National Board of Review, USA: Top Foreign Films
1968 Jussi Awards: Miglior Regista Straniero Best Foreign
Director
195
CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CSC PRODUCTION
CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CINETECA NAZIONALE
VETRINA CENTRO
SPERIMENTALE
DI CINEMATOGRAFIA
NON SONO NESSUNO
POROROCA
TIERRA FÉRTIL
UNA STORIA VERA
UNDICI.. DODICI
BORN TO RUN
THEY ARE NOBODY
POROROCA
FERTILE LAND
A TRUE STORY
ELEVEN.. TWELVE
2012 – blu-ray – colore – 22’
2013 – blu-ray – colore – 14’56”
2013 – blu-ray – colore – 16’12”
2012 – blu-ray – colore – 12’38”
2013 – blu-ray – colore – 18’11”
2013 – blu-ray – colore – 11’53”
Regia Direction: Michele Vannucci
Soggetto e sceneggiatura Story &
screenplay: Carlo Cuppari, Marta
Pallagrosi, Michele Vannucci
Fotografia Cinematography: Giovanni
Corsi
Montaggio Editing: Francesco Di
Stefano
Musica Music: Teho Teardo
Suono Sound: Giacomo Corzani
Sound designer: Michele Mazzucco
Scenografia Set designer: Valeria Di
Claudio
Costumi Costume designer: Irene
Amantini, Chiara Baglioni
Organizzatori Line producers: Irene
Abrescia
Interpreti Cast: Alessandro Borghi,
Mirko Frezza, Roberta Mattei, Maria
Roveran
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production con il supporto with the
support of Regione Lazio – Fondo
regionale per il cinema e l’audiovisivo
Regia Direction: Francesco Segré
Soggetto Story: Federico Gnesini,
Francesco Segré
Sceneggiatura Screenplay: Federico
Gnesini
Fotografia Cinematography: Carmen
Bianca Tofeni
Montaggio Editing: Alberto Rigno
Musica Music: Lorenzo Tomio
Suono Sound: Paolo Giuliani
Montaggio del suono Sound editing:
Francesco Lucarelli
Scenografia Set designer: Gianni
Coletti
Costumi Costume designer: Valentina
Fucci
Organizzazione Line Producers:
Francesca Sorce
Interpreti Cast: Nicola Nocella, Fabio
De Caro, Antonio Buonanno
Produzione Production: CCentro
Sperimentale di Cinematografia
Production, Rai Cinema
Regia Direction: Martina Di Tommaso
Soggetto e sceneggiatura Story &
screenplay:
Martina Di Tommaso
Fotografia Cinematography: Francesco
Argenziano
Montaggio Editing: Matteo Vieille
Musica Music: Francesco Motta
Suono Sound: Paolo Giuliani
Montaggio del suono Sound editing:
Francesco Lucarelli
Scenografia Set design: Bianca Pezzati
Costumi Costume designer: Francesca
Apostolico
Organizzazione Line Producers:
Francesco Perrini
Interpreti Cast: Marco De Vivo, Marina
Savino, Gianluca Cesale, Anita
Kravos, Agnese Nano
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production, Rai Cinema
Regia Direction: Daniel Mejía
Soggetto e sceneggiatura Story &
screenplay: Francesca De Lisi, Luca
Giordano, Daniel Mejía
Fotografia Cinematography: Giulia Ducci
Montaggio Editing: Sara Petracca
Musica Music: Alessandro Grazian
Suono Sound: Diego Gomez
Montaggio del suono Sound editor:
Valeria Cocuzza
Scenografia Set designer: Camilo
Barreto
Costumi Costume designer: Camilo
Barreto
Organizzazione Line Producers: Lisa
Riccardi
Interpreti Cast: Andres Fernando Nieto,
David Esteban Delgado, Juan Jose
Cardenas, Sebastian Contreras
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production
Regia Direction: Adriano Candiago
Soggetto e sceneggiatura Story &
screenplay: Luca Ravenna
Fotografia Cinematography: Juan
Sebastian Florez
Montaggio Editing: Giuseppe Tornatore
Suono Sound: Giuliano Marcaccini
Montaggio del suono Sound editing:
Matteo Pagliarosi
Scenografia Set designer: Rocco Ceraolo
Costumi Costume designer: Santina
Cardile
Organizzazione Line Producers: Sara
Calvanico, Antonio Basso
Interpreti Cast: Giancarlo Giannini,
Mario Pietramala, Matteo Leoni,
Valentina Di Sarno
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production, Rai Cinema
Regia Direction: Marta Corradi
Soggetto e sceneggiatura Story &
screenplay: Marta Corradi, Giulia
Moriggi
Fotografia Cinematography: Marcello
Bezzi
Montaggio Editing: Daria Giovannetti
Musica Music: Lorenzo Tomio
Suono Sound: Fabio Conca
Montaggio del suono Sound editing:
Matteo Pagliarosi
Scenografia Set designer: Rocco Ceraolo
Costumi Costume designer: Valentina
Fucci
Organizzatori Line producers: Laura
Petruccelli, Lisa Riccardi
Interpreti Actors: Agustina Risotto
Interlandi, Stefano Venturi
Produzione Production: Centro
Sperimentale di Cinematografia
Production, Rai Cinema
sinossi / synopsis
Padre e figlio in sella alle loro Harley per
l’ultimo viaggio insieme. Per Alessandro
è arrivato il momento di una scelta tra il
padre Mirko e la sua ragazza Sofia. Non
si possono amare due persone allo
stesso modo anche se uno dei due, da
solo, non basta. Se sei nato per correre,
non puoi tornare indietro.
Father and son riding their Harleys on
their last trip together. For Alessandro it’s
time to make a choice between his father
and his girlfriend. You can’t love two
different people in the same way even if
only one of them isn’t enough. If you are
born to run, you can’t go back.
196
sinossi / synopsis
Ispirato a fatti realmente accaduti. In
una Napoli notturna e disperata, il
turno in ambulanza di tre paramedici
si consuma senza sorprese. Sangue
e sofferenza sono sempre degli altri
finché una chiamata imprevista non li
espone al pericolo in prima persona,
portandoli a rischiare la loro stessa
vita.
Inspired by actual events, in a frantic
Naples, the night shift of three paramedics goes slowly by, deadly dull as ever.
Blood and suffering always belonging
to the “Nobodies”… but an unexpected
call is going to jeopardize their lives.
sinossi / synopsis
Una giornata scorre come un fiume,
dalla corrente affiorano tre vite che,
sfiorandosi soltanto, si condizionano
l’un l’altra. Ognuna raggiunge
la propria Pororoca, un’onda
travolgente, un punto di rottura con
la sofferenza e la sopportazione.
One day flowing like a river. Into the
stream, three lives approach and shape
each other, nearly touching themselves. Each reaches for its own Pororoca,
an overwhelming wave, the point of no
return for pain and sufferance.
sinossi / synopsis
Guillermo ha 10 anni e la sua unica preoccupazione è giocare con i suoi amici. Un
giorno in mezzo alla foresta trova un moribondo, non un uomo qualsiasi bensì un
miliziano d’un gruppo armato illegale. Così
Guillermo e i suoi amici dovranno decidere se prendere parte alla guerra aiutando
il nemico e rischiando la vita o semplicemente aiutare un altro essere umano.
Guillermo is 10 years old and spends his days
playing with his friends. Everything changes
one day, when they find a dying man, a
member of an insurgent group in the middle
of the forest. Guillermo and his friends must
decide whether to take part in the war by
helping the “enemy” and putting their own
lives at stake or simply saving the life of a fellow human being.
sinossi / synopsis
Mattia frequenta un corso intensivo di
sceneggiatura. Il suo sogno è di diventare un giorno “un narratore per immagini”.
Durante il corso conosce Vera, una trentenne aspirante attrice, aspirante autrice,
aspirante regista. Mattia non si masturba
da ventiquattro ore e Vera lo punzecchia
come un orsetto con un alveare zeppo
di miele. Questi due fattori creeranno
i presupposti ideali per dare vita a una
storia, una storia Vera. A raccontarla ci
penserà Giancarlo Giannini, Mattia non
può, la sua voce è troppo nasale.
Mattia attends an intensive course in
screenwriting. His dream is to become “a
storyteller in pictures” one day. During the
course Mattia knows Vera, a thirty year old
aspiring actress, aspiring author, aspiring
filmmaker. Mattia hasn’t masturbate for
twenty-four hours and Vera teases him like
a teddy bear with a hive full of honey. These
two factors will create the ideal conditions
to set up a story, a true story. Giancarlo
Giannini will tell us about this story, not
Mattia, he can’t, he’s got a pretty nasal voice.
sinossi / synopsis
Aurora non parla, lei guarda, sembra
osservare, ma non vuole vedere. Vive
con Carlo, un amore in bilico sul filo
degli anni che li separano, tanti. Vivono
una storia d’amore parallela al resto del
mondo. E quando questa loro realtà
crolla, Aurora è costretta a vedere ma
non è ancora pronta a comunicare.
Aurora does not talk, she looks at, she
seems to watch closely, but she does not
want to see.
She is living a troubling romance with
Carlo, due to their age gap. Their love story is a love story apart from the rest of the
world. And when their reality collapses,
Aurora is forced to see but she is not yet
ready to communicate.
197
CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CSC PRODUCTION
CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CSC PRODUCTION
NATI PER CORRERE
EVENTO SPECIALE
EVENTO
ESPECIALE
YO, TAMBIÉN
Me, Too
Spagna - 2009 - 35mm - colore - 103’
Regia Direction: Álvaro Pastor, Antonio
Naharro
Sceneggiatura Screenplay: Álvaro
Pastor, Antonio Naharro
Cinematografia Cinematography:
Alfonso Postigo
Montaggio Editing: Nino Martínez
Sosa
Scenografia Set design: Inés Aparicio
Musica Music: Guille Milkyway
Costumi Costumes: Fernando García
Interpreti Cast: Lola Dueñas, Pablo
Pineda, Antonio Naharro, Isabel
García Lorca, Pedro Álvarez Ossorio,
Consuelo Trujillo
Produttore Producer: Manuel Gómez
Cardeña, Julio Medem, Koldo Zuazua
Produzione Production: Alicia Produce,
Promico Imagen
sinossi
Il trentaquattrenne Daniel è il primo europeo con
sindrome di Down che ha conseguito un diploma
all’università. Inizia a lavorare nei servizi sociali a Siviglia,
dove conosce Laura, una collega dallo spirito libero.
Diventano subito amici, attirando l’attenzione dei
colleghi e delle rispettive famiglie. Il loro rapporto unico
diventa problematico quando Daniel si innamora di lei.
Ma questi spiriti ribelli non vogliono sottostare alle regole
e scoprono l’amicizia e l’amore mai conosciuti prima.
synopsis
Thirty-four-year-old Daniel is the first European with Down
syndrome to have graduated from university. He starts a
social services job in Seville, where he meets free-spirited
co-worker Laura. They become fast friends, drawing the
attention of both their co-workers and families. Their unique
relationship becomes problematic when Daniel falls in love
with her. But these rebellious souls refuse to bend to the rules
and they find friendship and love as they have never known.
LOLA DUEÑAS
Figlia dell’attore Nicolás Dueñas e dell’agente artistica
María Navarro, ha studiato recitazione al Teatro de La
Abadía con José Luis Gómez. Il debutto cinematografico
arriva nel 1998 con Mensaka di Salvador García Ruiz, che
le vale il premio come Miglior Attrice al Festival Spagnolo
di Tolosa. Diventa presto conosciuta in Spagna con film
come Las razones de mis amigos (2000) di Gerardo Herrero,
Piedras (2002) di Ramón Salazar, Días de fútbol (2003)
di David Serrano, Fuori menù (Fuera de carta, 2008) e la
serie tv Policías, en el corazón de la calle. Il riconoscimento
internazionale arriva con Mare dentro (2004) di Alejandro
Amenábar e Volver (2005) di Pedro Almodóvar, che l’ha
diretta anche in Parla con lei (2002), Gli abbracci spezzati
(2009) e Gli amanti passeggeri (2013). Premiata a Cannes,
con tutto il cast femminile per Volver, ha ottenuto ben
due Goya per Mare dentro e Yo, también.
Recentemente ha lavorato anche con Luis Miarro per
Stella Cadente, girato tra Barcellona e la Puglia.
LOLA DUEÑAS
She is the daughter of the actor Nicolás Dueñas and of the
art agent María Navarro. She studied acting at the Teatro de
la Abadía with José Luis Gómez. Her film debut came in 1998
with Mensaka by Salvador García Ruiz, for which she won
the Best Actress Award at the Spanish Festival of Toulouse.
Soon she became known in Spain with films such like Las
razones de mis amigos (2000) by Gerardo Herrero, Piedras
(2002) by Ramón Salazar, Días de fútbol (2003 ) by David
Serrano, Chef’s Special (Fuera de carta, 2008) and with the
TV series Policías, en el corazón de la calle. The international
recognition came with The Sea Inside (2004) by Alejandro
Amenábar and Volver (2005) by Pedro Almodóvar, who
directed her also in Hable con ella (2002), Broken Embraces
(2009) and I’m so excited (2013). Awarded at Cannes, with
all the female cast for Volver, she got two Goya Awards for
The Sea Inside and Yo, también (Mee Too).
Recently she has also worked with Luis Miñarro in Falling
Star, which was shot between Barcelona and Puglia.
premi awards
2009 San Sebastian: Miglior Attore, Miglior Attrice / Best
Actress (Lola Dueñas), Best Actor (Pablo Pineda)
2010 Goya Awards: Miglior Attrice, Canzone Originale /Best
Actress (Lola Dueñas), Best Original Song to Yo, también by
Guille Milkyway
2010 Sundance Festival - World Cinema
2010 Rotterdam FF: Premio del Pubblico Audience Award
199
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
CINEMA ED EUROPA
TAVOLA ROTONDA
“FILM LITERACY, ACCESSIBILITY
AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE”
TAVOLA ROTONDA
TAVOLA ROTONDA ROUND-TABLE
“FILM LITERACY, ACCESSIBILITY
AND AUDIENCE DEVELOPMENT IN EUROPE”
PREMIO LUX
Venerdì 2 Maggio, 2014 Friday 2nd May, 2014
Lecce, Italy
Castello Carlo V, Sala Pignatelli
h.10:00
In collaborazione con il Parlamento Europeo, la Tavola rotonda “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE
DEVELOPMENT IN EUROPE”, vedrà la partecipazione di critici, esperti e rappresentanti di alcune fra le maggiori
Film Heritage Institutions che affronteranno il quadro dei più recenti studi europei sulla Film Literacy e la funzione
di importanti dispositivi pedagogici che da anni sperimentano la formazione del pubblico giovane e promuovono
l’accesso al patrimonio cinematografico europeo.
Il Premio LUX è il riconoscimento con il quale il Parlamento Europeo premia il cinema europeo con l’obiettivo
di avvicinare l’Europa e i suoi cittadini attraverso il cinema, dando una maggiore visibilità ai film dell’Unione
Europea.
The objective of the LUX Prize is to illuminate the public debate on European integration and to facilitate the diffusion of European films in the European Union.
In cooperation with the European Parliament, the roundtable “FILM LITERACY, ACCESSIBILITY AND AUDIENCE
DEVELOPMENT IN EUROPE” will see the participation of critics, experts and representatives of some of the most important
Film Heritage Institutions that will discuss the framework of latest reports and studies on Film Literacy and the role of relevant
pedagogical dispositifs experimenting young audience development and promoting access to European Film Heritage.
MIELE di Valeria Golino
ALABAMA MONROE - UNA STORIA D’AMORE
di Felix Van Groeningen
THE SELFISH GIANT di Clio Barnard
Cristina Soldano, Festival Artistic Director
CORTOMETRAGGI
Alberto La Monica, Festival Director
Paolo Perrone, Mayor of Lecce
Airan Berg, Artistic Coordinator Lecce 2019, European Capital of Culture Candidate City
Doris Pack, President of the Cultural Commission of the European Parliament
Nathalie Bourgeois, Direttrice del Servizio Pedagogico della Cinémathèque Française
Mark Reid, Head of Education del British Film Institut
Silvano Marseglia, Association Européenne Des Enseignants, European President
Simone Moraldi, Film Literacy expert – Fil.Co.Spe – Roma Tre
Alessandra Guarino
Roundtable Moderator, Scuola Nazionale di Cinema - Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia
SHORT MATTERS!
RASSEGNA DEI CORTOMETRAGGI CANDIDATI ALL’EUROPEAN FILM AWARD
BEST SHORT FILM 2013 DELL’ EUROPEAN FILM ACADEMY
200
201
PREMIO
LUX
MIELE
PREMIO
LUX
HONEY
Italia/Francia - 2013 – DCP – colore - 96’
Regia Direction: Valeria Golino
Sceneggiatura Screenplay: Francesca
Marciano, Valeria Golino, Valia Santella
from the novel dal romanzo A nome tuo
di by Mauro Covacich
Cinematografia Cinematography:
Gergely Pohrnok
Montaggio Editing: Giogiò Franchini
Scenografia Set design: Paolo Bonfini
Costumi Costumes: Maria Rita Barbera
Interpreti Cast: Jasmine Trinca, Carlo
Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio
sinossi
Miele racconta la storia di Irene, una ragazza di trent’anni
che ha deciso di aiutare le persone che soffrono: malati
terminali che vogliono abbreviare l’agonia, persone
le cui sofferenze intaccano la dignità di essere umano.
Un giorno a richiedere il suo servizio è un settantenne
in buona salute, che ritiene semplicemente di aver
vissuto abbastanza. L’incontro metterà in discussione le
convinzioni di Irene e la coinvolgerà in un dialogo serrato
lungo il quale la relazione tra i due sembrerà infittirsi di
sottintesi e ambiguità affettive.
nota di regia
“Il mio film non vuole essere né provocatorio né contro,
non ha una posizione definitiva, cerca di porsi delle
domande. È un argomento tabù in Italia, ma più per le
istituzioni che per le persone. Personalmente, penso
che ogni essere umano abbia il diritto di decidere della
propria vita, del proprio corpo e anche della propria fine.
Ma ognuno ha la propria storia personale, e quello che
volevo fare era proprio addentrarmi in questi dubbi. Irene
si fa pagare per fare quello che fa, e ci tenevo che fosse
così, perché per lei è un lavoro, non volevo che fosse una
scelta ideologica”.
Regno Unito - 2013 – DCP – colore - 93’
Marchioni, Iaia Forte, Roberto De
Francesco, Barbara Ronchi, Massimiliano
Iacolucci, Claudio Guain, Elena Callegari,
Teresa Acerbis, Jacopo Crovella, Valeria
Bilello, Gianluca De Gennaro
Produttori Producers:
Riccardo Scamarcio, Viola Prestieri
Produzione Production: Buena Onda
con with Rai Cinema in coproduzione
con in co-production with Les Films Des
Tournelles, Cité Films
synopsis
Honey tells the story of Irene, a thirty year-old girl, who
decided to help suffering people: terminally ill patients
who want to shorten their agony, people whose sufferings
undermine the dignity of the human being. One day, who
needs her service, is a seventy year- old man in good health,
who simply considers he has lived enough. The meeting will
bring Irene’s own beliefs into discussion and involve her in a
close dialogue along which their relationship will seem like
increasing of allusions and emotional ambiguity.
director’s statement
“My film is not seeking to provoke or to be against, it has no
definitive position, it just tries to ask certain questions. The
topic is taboo in Italy, but more in terms of institutions than
people. Personally, I think that every human being should be
able to decide what to do with their own life, their own body
and their own end. But everyone has their own personal
story and what I wanted to do was insert myself in these
doubts. Irene is paid to do what she does, and she wanted it
to be like that, because for her it is a job, I didn’t want it to be
an ideological choice”.
premi awards
2013 Cannes FF – Un Certain Regard: Menzione Speciale della Giuria Ecumenica Ecumenical Jury’s Special Mention
2013 Nastri d’argento Silver Ribbons: Miglior Regista Esordiente, Attrice, Sonoro in Presa Diretta Best Emerging Director,
Actress, Sound
2013 Globi d’oro Golden Globes, Italia: Miglior Esordio, Attrice Best First Feature, Best Actress
2013 Premio Internazionale Sergio Amidei International Prize: Valeria Golino
2013 Ljubljana FF – Prospettive Perspectives: Premio Kingfisher Kingfisher Award
2013 Stockholm FF – Concorso Competition: Miglior Attrice Best Actress
2013 Eurasia FF – Competizione Internazionale International Competition: Miglior Attore Best Actor
2013 Haifa IFF - Concorso Competition: Menzione Speciale per il Debutto Special Mention for First Feature
202
THE SELFISH
GIANT
Regia Direction: Clio Barnard
Sceneggiatura Screenplay: Clio Barnard
Cinematografia Cinematography: Mike
Eley
Montaggio Editing: Nick Fenton
Scenografia Set design: Helen Scott
Musica Music: Harry Escott
Interpreti Cast: Sean Gilder, Siobhan
sinossi
Una favola contemporanea sul quattordicenne Arbor e
il suo migliore amico Swifty, outsiders a scuola e poco
integrati nella loro comunità. Un giorno incontrano Kitten
che di mestiere fa il rottamatore. I due ragazzi, provvisti di
un cavallo e di un carretto, iniziano a raccogliere metallo
per lui. Swifty è contento di lavorare con un cavallo
mentre Arbor, desideroso di guadagnare dei soldi e fare
buona impressione su Kitten, diventa sempre più avaro e
ostile. L’amicizia tra i due ragazzi inizierà a vacillare, fino a
quando un tragico evento non cambierà le loro vite per
sempre.
nota di regia
“Il film si basa sull’osservazione delle vite di adolescenti
che crescono a Bradford in una comunità socioeconomicamente marginale, e racconta le conseguenze
dell’adozione dell’avidità come ideologia politica (il
capitalismo). Kitten ha adottato questa ideologia e Arbor
lo emula. Il film parla di come i valori reali si perdano
quando l’avidità viene vista come virtù e non come vizio.
La gente su cui il film si focalizza sono bambini, vittime
dell’ideologia: bambini accusati, esclusi e criminalizzati”.
Finneran, Lorraine Ashbourne,
Steve Evets, Elliott Tittensor, Conner
Chapman, Shaun Thomas
Produttore Producer: Tracy O’Riordan
Produzione Production: Moonspun
Films, BFI, Film4
synopsis
A contemporary fable about 13-year-old Arbor and his best
friend Swifty. Excluded from school and outsiders in their
own community, the boys meet Kitten, a local scrap dealer,
and begin collecting scrap metal for him using a horse and
cart. Swifty has a natural gift with horses and Arbor has a
business brain and a way with words – they make a good
team. But when Arbor begins to emulate Kitten by becoming
greedy and exploitative, tensions build, leading to a tragic
event which transforms them all irrevocably.
director’s statement
“The film is based on observation of the lives of teenage
boys growing up in a socio-economically marginalised
community in Bradford. The film looks at the consequences
of adopting greed as a political ideology (capitalism). Kitten
has adopted this ideology and Arbor emulates him. It’s about
what of real value gets lost when greed is seen as a virtue not
a vice. The people on which the film turns the spotlight are
the children who are the victims of this ideology - children
who are often blamed, excluded and criminalised”.
premi awards
2013 Cannes FF – Quinzaine des Réalizateurs: Label Europa Cinemas
2013 Ghent IFF: Grand Prix
2013 British Indipendent Film Awards: Miglior Contributo Tecnico Best Technical Achievement
2013 Hamptons IFF: Stella Marina d’Oro al Film Narrativo Golden Starfish Award to Narrative Feature, Premio Speciale della
Giuria a Special Jury Prize to Conner Chapman
2013 Stockholm FF: Cavallo di Bronzo al Miglior Film Bronze Horse to Best Film
2013 London FF: Encomio della Giuria a Jury Commendation to Conner Chapman & Shaun Thomas come Migliori Esordienti
Britannici as Best British Newcomer
2014 London Critics Circle Film Awards: Film Britannico dell’Anno British Film of the Year, Miglior Giovane Attore Britannico
Young British Performer of the Year to Conner Chapman
203
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
SHORT MATTERS!
SHORT MATTERS! È LA RASSEGNA DEDICATA AI CORTOMETRAGGI ORGANIZZATA
DALL’EUROPEAN FILM ACADEMY, CHE PRESENTA I CORTI CANDIDATI AGLI EUROPEAN FILM
AWARDS A UNA SERIE DI FESTIVAL E ISTITUZIONI DI TUTTA EUROPA E NON SOLO. LA RASSEGNA
GIUNGE DA VARIE REGIONI D’EUROPA - BELGIO, BULGARIA, FRANCIA, GERMANIA, IRLANDA,
PALESTINA, PORTOGALLO, RUSSIA, SPAGNA, PAESI BASSI, REGNO UNITO E UCRAINA.
IL PROGRAMMA SHORT MATTERS 2014! CHE PROPONE I CORTOMETRAGGI CANDIDATI AGLI
EUROPEAN FILM AWARDS 2013, È UNA RASSEGNA VARIEGATA DEL NUOVO CINEMA EUROPEO
CONTEMPORANEO.
I 2.900 MEMBRI DELL’EUROPEAN FILM ACADEMY HANNO SELEZIONATO COME VINCITORE
ASSOLUTO DOOD VAN EEN SCHADUW (DEATH OF A SHADOW) DEL REGISTA BELGA TOM VAN
AVERMAET, CHE È STATO PRESENTATO ALLA CERIMONIA DI PREMIAZIONE DELLA 26° EDIZIONE
DEGLI EUROPEAN FILM AWARDS A BERLINO, CHE SI È SVOLTA DURANTE IL PRIMO FINE
SETTIMANA DEL MESE DI DICEMBRE DEL 2013.
L’INIZIATIVA DEDICATA AI CORTI È ORGANIZZATA DALL’EUROPEAN FILM ACADEMY
IN COOPERAZIONE CON UNA SERIE DI FILM FESTIVAL DI TUTTO IL CONTINENTE
EUROPEO. IN OGNUNO DI QUESTI FESTIVAL, UNA GIURIA INDIPENDENTE NOMINA
UNO DEI CORTOMETRAGGI EUROPEI IN CONCORSO COME CANDIDATO NELLA
CATEGORIA CORTOMETRAGGI DEGLI EUROPEAN FILM AWARDS. PER PARTECIPARE
ALL’INIZIATIVA, I CORTOMETRAGGI DEVONO ESSERE SELEZIONATI NELLA SEZIONE
CONCORSO DI ALCUNI DEI FESTIVAL PARTNER:
SHORT MATTERS! IS THE EUROPEAN FILM ACADEMY’S SHORT FILM TOUR WHICH BRINGS THE
SHORT FILMS NOMINATED FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS TO A SERIES OF FILM FESTIVALS AND
INSTITUTIONS ACROSS EUROPE AND BEYOND. COMING FROM VARIOUS REGIONS OF EUROPE –
BELGIUM, BULGARIA, FRANCE, GERMANY, IRELAND, PALESTINE, PORTUGAL, RUSSIA, RUSSIA, SPAIN,
THE NETHERLANDS, UK AND UKRAINE – THE 2014 SHORT MATTERS! PROGRAMME FEATURING THE
SHORT FILMS NOMINATED FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS 2013 IS A MANIFOLD PANORAMA
OF YOUNG CONTEMPORARY EUROPEAN FILMMAKING.
THE 2,900 MEMBERS OF THE EUROPEAN FILM ACADEMY SELECTED DOOD VAN EEN SCHADUW
(DEATH OF A SHADOW) BY BELGIAN FILMMAKER TOM VAN AVERMAET AS THE OVERALL WINNER,
WHICH WAS PRESENTED AT THE 26TH EUROPEAN FILM AWARDS CEREMONY IN BERLIN ON THE
FIRST WEEKEND OF DECEMBER 2013.
THE SHORT FILM INITIATIVE IS ORGANISED BY THE EUROPEAN FILM ACADEMY IN CO-OPERATION
WITH A SERIES OF FILM FESTIVALS THROUGHOUT THE CONTINENT. AT EACH OF THESE FESTIVALS,
AN INDEPENDENT JURY PRESENTS ONE OF THE EUROPEAN SHORT FILMS IN COMPETITION WITH
A NOMINATION IN THE SHORT FILM CATEGORY OF THE EUROPEAN FILM AWARDS. IN ORDER TO
BE CONSIDERED FOR THE SHORT FILM INITIATIVE, SHORT FILMS HAVE TO BE SELECTED FOR THE
COMPETITION SECTION OF ANY OF THESE PARTNER FESTIVALS:
204
EFA SHORT FILM NOMINEE GHENT
EFA SHORT FILM NOMINEE CORK
AS ONDAS
MORNING
THE WAVES
by Cathy Brady
Ireland/UK 2013, fiction, 20’
by Miguel Fonseca
Portugal 2012, fiction, 22’
sinossi / synopsis
Bei paesaggi marini caratteristici del Portogallo spazzati
via davanti ai miei occhi. La mia giovinezza, il mio paradiso
perduto sono legati a queste immagini. Il vasto mare, la
spiaggia, la gente, sono tutti in attesa, stanno morendo tutti
dolcemente, tristemente, splendidamente. Qui la vita e la
morte sono riprese insieme: la morte fa parte della vita, è un
cambiamento cosmico, una trasformazione.
Beautiful, truly portuguese seascapes swept before my eyes.
Tied up in these images was my youth, my paradise lost.
The vast sea, the beach, the people, all waiting, all dying
gently, sadly, beautifully. Life and death were being recorded
here as a whole: death as a part of life, a cosmic change, a
transformation.
sinossi / synopsis
Una donna stravolta non vuole essere disturbata, ma il
campanello di casa continua a suonare e il visitatore resta
lì finché lei non avrà risposto.
A distraught woman doesn’t want to be disturbed, but the
front doorbell keeps ringing and the caller won’t leave until
she answers.
EFA SHORT FILM NOMINEE ROTTERDAM
THOUGH I KNOW
THE ERIVER IS DRY
EUROPEAN FILM AWARD
EFA SHORT FILM NOMINEE VALLADOLID
DOOD VAN EEN
SCHADUW
DEATH OF A SHADOW
by Omar Robert Hamilton
Palestine/Egypt/UK/Qatar
2013, fiction, 19’
sinossi / synopsis
È tornato in Palestina. Sulla strada irta che attraversa il
paese rivive la scelta che lo ha spinto ad andare in America
e le forze della storia che ora lo portano a casa.
He has returned to Palestine. On the fraught road through the
country he relives the choice that sent him to America and the
forces of history now driving him home.
by Tom Van Avermaet - Belgium/France 2012, fiction, 20’
sinossi / synopsis
Il soldato Nathan Rijckx muore durante la prima guerra
mondiale Uno strano collezionista che ha imprigionato la
sua ombra gli dà una nuova possibilità: una seconda vita
in cambio di 10000 ombre da catturare. È l’amore per una
donna che lo convince, in quanto il suo obiettivo è quello di
incontrare di nuovo Sarah, la donna di cui si è innamorato
prima di morire. Ma quando scopre che lei è già innamorata
di qualcun altro, la gelosia gli offusca la mente e lo spinge
verso una decisione amara, una decisione non priva di
conseguenze...
Soldier Nathan Rijckx died during World War I. A strange
collector imprisoned his shadow and gave him a new chance:
a second life against 10000 captured shadows.
It is love that guides him, as his purpose is to meet Sarah again,
the woman he fell in love with before he died. But when he
discovers that she’s already in love with someone else, jealousy
clouds his mind and pushes him towards a bitter decision, a
decision not without consequences…
205
EFA SHORT FILM NOMINEE CLERMONT-FERRAND
EFA SHORT FILM NOMINEE TAMPERE
SKOK
SONNTAG 3
JUMP
SUNDAY 3
by Petar Valchanov & Kristina
Grozeva
Bulgaria 2012, fiction, 30’
sinossi / synopsis
Il vecchio scapolo Gosho riceve un’offerta dalla ricca cugina
Joro, che gli propone di prendersi cura del suo lussuoso
attico mentre lei è all’estero. Per il parente povero, che
vive ancora con la madre e il nonno, questa è l’occasione
perfetta per avere un po’ di pace e tranquillità nel lusso e
nella ricchezza. Ma, appena trascorso il suo secondo giorno
nell’appartamento, arriva l’operatore per la lettura del
contatore dell’acqua, che esegue il suo controllo mensile.
La sua visita è molto più di una semplice lettura del
contatore dell’acqua, è l’amore più subdolo, appassionato,
il più divertente e il più triste del mondo.
The old bachelor Gosho receives an offer from his rich cousin
Joro to take care of Joro’s luxurious penthouse while the latter
is abroad. For the poor relative, still living with his mother and
grand-father, this is the perfect opportunity to have some
peace and quiet in luxury and richness. But as early as his
second day in the apartment, the water meter reader arrives,
performing her monthly inspection. Her visit turns out to be
much more than just a simple water meter reading, but the
most deceitful, most passionate, the funniest and the saddest
love in the world.
EFA SHORT FILM NOMINEE BERLIN
MISTERIO
MYSTERY
by Jochen Kuhn
Germany 2012, animation, 14’
sinossi / synopsis
La terza parte di una serie sulle uscite domenicali.
In SONNTAG 3, il protagonista ha un appuntamento al buio
con la Cancelliera.
The third part in a series about Sunday outings.
In SONNTAG 3, the protagonist has a blind date with the
Chancellor.
EFA SHORT FILM NOMINEE GRIMSTAD
ЯДЕРНІ
ВІДХОДИ
NUCLEAR WASTE
by Myroslav Slaboshpytskiy
Ukraine 2012, fiction, 25’
sinossi / synopsis
Sergiy e Sveta vivono a Chernobyl. Sergiy è il camionista di
un impianto di gestione di rifiuti radioattivi. Sveta lavora in
una lavanderia per la decontaminazione radioattiva. Il loro
lavoro e la loro vita sono dettati da un ritmo immutabile
e preciso come un orologio. Ma che cosa attiva questo
meccanismo giorno dopo giorno?
Sergiy and Sveta live in Chernobyl. Sergiy is a truck-driver
at a radioactive wastes utilization plant. Sveta works at a
radioactive decontamination laundry. Their work and their
life are dictated by one unchangeable rhythm with clockwork
precision. But what sets this mechanism in motion - day by
day?
by Cehma García Ibarra
Spain 2013, fiction, 12’
sinossi / synopsis
Si dice che se si accosta l’orecchio dietro il suo collo, è
possibile sentire la voce della Vergine.
They say that if you put your ear to the back of his neck, you
can hear the Virgin talk.
EFA SHORT FILM NOMINEE VILA DO CONDE
CUT
by Christoph Girardet & Matthias
Müller
Germany 2013, experimental, 13’
sinossi / synopsis
Il corpo è come una ferita che non guarisce mai.
The body as a wound that never heals.
206
EFA SHORT FILM NOMINEE LOCARNO
EFA SHORT FILM NOMINEE VENICE
ZIMA
HOUSES WITH
SMALL WINDOWS
by Cristina Picchi
Russia 2013,
documentary/experimental, 13’
by Bülent Öztürk
Belgium 2013, fiction, 15’
sinossi / synopsis
Un viaggio attraverso il Nord della Russia e della Siberia
dove le persone devono fare i conti con uno dei climi più
rigidi del mondo, Zima ritrae una realtà dove il confine tra la
vita e la morte è così sottile che a volte è quasi inesistente.
In questi luoghi remoti, la civiltà combatte costantemente
e abbraccia la natura e le sue leggi e rituali atemporali.
Persone, animali e natura diventano elementi di un ciclo
di vita millenaria, dove le resistenze fisiche e mentali
sono importanti quanto il caso e dove la vita e la morte
s’incontrano continuamente.
A journey through North Russia and Siberia where people
have to cope with one of the world’s harshest climates, Zima
portrays a reality where the boundary between life and death
is so thin that it is sometimes almost nonexistent. In these
remote places, civilization constantly fights and embraces
nature and its timeless rules and rites. People, animals and
nature become elements of a millennial existence cycle where
physical and mental endurance are as important as chance
and where life and death constantly meet each other.
EFA SHORT FILM NOMINEE SARAJEVO
A STORY FOR
THE MODLINS
by Sergio Oksman
Spain 2012, documentary, 26’
sinossi / synopsis
Dopo essere apparso nel film Rosemary’s Baby di Roman
Polanski, Elmer Modlin fugge con la sua famiglia in una
terra lontana, dove loro si rinchiudono per 30 anni in un
appartamento buio.
After appearing in the film Rosemary’s Baby by Roman
Polanski, Elmer Modlin ran away with his family to a distant
land where they lock themselves inside a dark apartment for
thirty years.
sinossi / synopsis
La ventiduenne Dilan paga con la sua vita il suo amore
impossibile per un giovane uomo di un villaggio limitrofo. Ha
disonorato la famiglia e quindi la sua morte deve avvenire
per mano dei suoi stessi fratelli. E come da tradizione,
l’uccisione deve essere compensata.
22-year old Dilan pays for her forbidden love for a young man in
a neighbouring village with her life. She has shamed the family
and therefore must die at the hands of her own brothers. And as
tradition will have it, the killing must be compensated.
EFA SHORT FILM NOMINEE DRAMA
LA LAMPE AU
BEURRE DE YAK
BUTTER LAMP
by Hu Wei
France/China 2013, fiction, 15’
sinossi / synopsis
Un giovane fotografo e il suo assistente chiedono a dei
nomadi tibetani se possono fotografarli. Su diversi, ed in
parte, esotici sfondi, le famiglie si presentano al fotografo.
Attraverso questi scatti, il fotografo riuscirà a intrecciare
legami unici con ciascuno dei vari abitanti del villaggio.
A young photographer and his assistant suggest to Tibetan
nomads to photograph them. On diverse and more or less
exotic backgrounds, families present themselves to the
photographer. Through these shots, the photographer will
weave unique links with each of the various villagers.
EFA SHORT FILM NOMINEE BRISTOL
ORBIT EVER AFTER
by Jamie Stone
UK 2013, fiction, 20’
sinossi / synopsis
L’orbita della Terra. Il futuro lontano. Due amanti, segnati
dalle stelle, superano tutte le probabilità e sacrificano tutto
quello che hanno per passare un momento perfetto insieme.
Earth’s orbit. The distant future. Two star - crossed lovers
overcome all probabilities and sacrifice everything they have in
order to spend one perfect moment together.
207
15° FESTIVAL DEL
CINEMA EUROPEO
FUORI CONCORSO
SETTANTA
PUGLIA
SHOW
CONCORSO DI CORTOMETRAGGI
DI GIOVANI REGISTI PUGLIESI
APULIAN YOUNG DIRECTORS
SHORT FILM COMPETITION
Vincitore del Nastro d’argento 2014
come Miglior Cortometraggio
regia Pippo Mezzapesa - 2013 - 9’
Taranto, Rione Tamburi, il più vicino all’Ilva, il più inquinato
d’Europa. Qui, all’ombra delle ciminiere, Enzo ‘Baffone’ e
suo figlio Egidio decidono di “vendere il destino” a chi dal
destino è stato tradito.
FRAMMENTI D’INVERNO
regia Gianluca Colitta - 2014 - 18’
Questi qui presentati sono i resti de l’Inverno. I resti di
un film non finito. Peripezie produttive ne hanno reso
impossibile la conclusione. e hanno fatto de l’Inverno un
film di apparizioni, un film di brandelli, di… Frammenti.
BELLA DI PAPÀ
KANDIA
regia Enzo Piglionica - 2013 - 14’
regia Hamado Tiemtore - 2014 - 14’
Tutti felici, tranne la sposa che a un certo punto devia,
invece di raggiungere l’altare si chiude in sacrestia. È
guerra tra suocero e sposo che danno vita ad uno scontro
esilarante, in attesa del colpo di scena.
regia Giulio Neglia - 2013 – 8’
Nella lingua Bambara, in Burkina Faso, il termine Kandia,
composto dalle parole Kan (voce) e Dia (bellezza), significa
la bella voce, ma anche la bellezza che la voce produce.
Nel cuore di Lecce in Puglia, un coro di voci cantano la
propria umanità. Cantano in italiano, tamil, swahili... Un
esempio di integrazione e di incontro tra popoli. Il desiderio
alla base di questo progetto è quello di mostrare un tipo
di rapporto tra “migranti” e “autoctoni” diverso da quello
proposto dai media, al di là dei luoghi comuni polarizzanti
e criminalizzanti. Kandia è un esempio di convivenza e
d’interazione concreta, un atto semplice, umano, nel quale
un uomo è uguale a una voce.
Blood Flow racconta un mondo che vive alle spalle della
quotidianità odierna, complice silenzioso della continua
trasformazione
dell’essere umano in ciò che la società più teme: mostri
capaci di tutto.
MARRY ME!
BLOOD FLOW
regia Simona Debernardis - 2014 - 5’
DALLE SEI ALLE SETTE
regia Daniela Baldassarre - 2012 - 11’
Giorgio è un quarantenne emozionato per la proposta
di matrimonio che sta per recitare alla sua partner ideale.
Intraprende un viaggio per presentarla ai suoi genitori che
lo attendono ansiosi di conoscerla, ma all’arrivo scopriranno
qualcosa che non avrebbero mai immaginato.
Dalle sei alle sette ogni mercoledì, alcune donne di periferia
curano il loro mal di vivere in un centro qualificato. Più
efficace della palestra, più economico dello joga.
208
209
IN CONCORSO
BOTTEGATORIUM
– DICTUM FACTOTUM
IN CONCORSO
A BIG DRAMA
FOR A LITTLE MAN
regia Concimikimici (Concettina Bellini
e Michele Mongelli) - 2014 - 13’
ICARO
regia Nico Capogna - 2014 - 12’
Il guardiano di un magazzino durante il suo turno notturno.
Apatia e solitudine la fanno da padrone. Sono le 3 A.M.: inizia
il giro di controllo. Qualcosa si muove nella notte: un’ombra
o forse più. Un mistero sullo sfondo di un equivoco di fondo:
un MacGuffin hitchcockiano gioca con lo spettatore in un
crescendo di tensione.
ALLE CORDE
Bottegatorium è il nome della bottega-laboratorio in cui
si svolgono le rocambolesche imprese di un factotum
inventore-scenziato-azzeccagarbugli e del suo giovane
garzone il cui mestiere consiste nel risolvere problemi. C’è
il cliente che per vezzo vuol somigliare al proprio gatto,
la bimba che brama un animaletto da compagnia e il
domatore che ha rotto la sua preziosa frusta. Il geniale
titolare del Bottegatorium però non è solito pensare alle
conseguenze delle sue trovate poco ortodosse e presto
si troverà a dover fronteggiare un groviglio di problemi,
baffi e fili di lana. Al saggio assistente toccherà ritrovare il
bandolo di tal matassa, con mezzi semplici, ma efficaci.
regia Andrea Simonetti - 2013 - 24’
Cosimo ha 30 anni, vive a Taranto con il Padre Giuseppe,
un ex pescatore di 70 anni con il vizio del gioco. Indebitato
fino al collo, ha perso anche il suo peschereccio a causa di
frequentazioni di bische poco raccomandabili. I due vivono
insieme in una vecchia casa nel cuore del quartiere Tamburi.
Cosimo è un pugile talentuoso che aspetta di fare il salto
nei professionisti, i pesi medi della federazione nazionale
italiana. Lavora all’ILVA di Taranto per mantenere se stesso
e il padre e coprire mensilmente i debiti di Giuseppe. Il
suo desiderio di riscatto è fortissimo; vuole arrivare fra i
professionisti, ma anche riprendersi la sua vita e ricomprare
il peschereccio al padre, per restituirgli la libertà e il mare,
per Giuseppe linfa vitale. Cosimo vince due incontri molto
importanti e davanti a lui si prospetta il match decisivo,
quello del famoso “salto”.
COWARD
ATTIMO
regia Iyas Jubeh, Gabriele Papa - 2013 – 18’
regia Roberto De Cruto - 2013 - 11’
Tra le vie di Carmiano, un piccolo paese della Provincia di
Lecce, nel caldo pomeriggio del Luglio 2004, tre giovani
ragazzini quindicenni passeggiano spensierati in sella alle
loro biciclette.
Roberto, uno dei tre ragazzini, e Giuseppe, un giovane
Appuntato Scelto dei Carabinieri, diventeranno i
protagonisti di una storia irreale, realmente accaduta.
L’Attimo intreccerà le loro vite.
regia Maria Lanciano - 2013 - 12’
Una riconciliazione notturna, in un universo popolato da
strane creature, apparentemente immobili, ma vive nella
mente di chi ha bisogno che parlino... ed un bacio, la chiave
di volta di un amore codardo, nutrito da famelici sensi di
colpa, come serpi affamate, persino della loro stessa madre,
come dirà la protagonista, Amanda, in un soliloquio. Questa
è la storia di un amore spezzato.
Il falso casting e il timido Luca. E se domani nasce… come
un’avventura dall’esito incerto tra frammenti di racconti,
desideri e aspirazioni dei ragazzi di Taranto inconsapevoli
protagonisti di un finto casting e Rinata, il piccolo e ostinato
sogno di Luca.
regia Giuseppe Tandoi - 2013 - 30’
Film liberamente ispirato alla storia di S. Giusta di Bazzano,
una delle prime evangelizzatrici dell’Abruzzo. Nel III secolo
d. C., alcuni missionari cristiani, provenienti dalla Puglia,
giungono nelle terre pagane d’Abruzzo, dove restano
vittime delle persecuzioni. Giusta, sopravvissuta, si rifugia
nei boschi. Lei è l’unica speranza per i nuovi cristiani e per
tale motivo Aurelio, un cristiano del luogo, la cerca...
210
Icaro è un ragazzo alla vigilia dei trent’anni che da tempo
vive un profonda crisi. I suoi dubbi sono dovuti alla visione
incerta che ha del futuro e questa inquietudine lo ha
portato ad un torpore dunque ad un’ insicurezza che non
gli consente di andare avanti.
Troverà casualmente rifugio nel ricordo della sua infanzia
spensierata e riviverla scuoterà pian piano la sua anima.
IL CAPPELLO A SONAGLI
LEZUO
regia Antonio Pepe - 2013 - 5’
regia Giuseppe Boccassini - 2013 - 17’
Gabriele è un bambino in tenera età che vive in un piccolo
paese della Puglia: Putignano, rinomato per i suoi carri di
Carnevale.
Il padre di Gabriele è uno dei più bravi creatori di carri.
Gabriele è terrorizzato dai giganti di cartapesta dalle
facce grottesche, dalle espressioni alterate e all’apparenza
sembra un problema irrisolvibile se non fosse per un
cappello...un cappello a sonagli.
Nel 1843 Andrea Lezuo, intagliatore nativo di Arabba,
comune delle Dolomiti, parte per «la Merica» a bordo della
nave Ehon. Attraverso un collage analogico di materiali
audiovisivi eterogenei, ripercorrendo l’esperienza iniziatica
del suo protagonista, il film cerca di restituire alla realtà del
viaggio la sua fisicità.
LO CHIAMANO AMORE
regia Lorenzo Manisco - 2014 - 6’
Il giovane Piero, alla fine di un’ intensa giornata lavorativa,
rientra a casa con l’intenzione di sedurre la compagna ad
avere così un rapporto carnale. Ma nulla è come sembra.
L’ABITO DA SPOSA PELLE
E OSSA
regia Gianluca Colitta - 2014 - 4’
GIUSTA
regia Ezio Azzollini, Lucia Perrucci - 2013 - 9’
Nel silenzio di un piccolo camposanto, poco prima dell’alba,
il custode smuove la terra, apre le casse, e da ognuna di essa
preleva degli indumenti: giacche, soprabiti e vestiti che
meticolosamente nel suo tempo libero cataloga, etichetta
e ripone all’interno di un armadio. È quando vede, come
ogni mattina, una giovane anima in difficoltà, desiderosa
di tempo e possibilità che non ha avuto, che il custode
recupera dall’armadio la giacca del ragazzo, pronto a
portarla da un artigiano molto particolare…
regia Ivan Saudelli - 2013 - 20’
INTENTIONS
E SE DOMANI...
L’UOMO CHE CUCE IL TEMPO
(AT 7 O’ CLOTH)
Il breve film è un’astrazione, una rappresentazione simbolica
del racconto. La protagonista – come una cercatrice d’oro –
peregrina in un luogo surreale con aria regale, ieratica, quasi
distante. Padrona e prigioniera di uno spazio che non è né
un bosco né un parco: è un giardino incantato, né più né
meno” (Mann); un posto che è una proiezione labirintica del
suo inconscio. Quello che la circonda è “una realtà tangibile
divenuta visione”. Eppure quest’aria sacra e maestosa del
personaggio si perde nel finale, l’unico momento dove
vediamo per bene il suo viso. Dove vediamo uno sguardo
che guarda noi e invoca pietà, compassione.. quello che
questa cercatrice d’oro trova è appunto la sua fragilità e
friabilità.
regia Domenico Laddaga - 2013 - 13’
Angelica ha un’ accesa discussione con Marco, il suo
ragazzo. Tra i due è finita.
Lei, però, non riesce ad accettarlo e decide di distruggere
tutto ciò che “chiamano amore”.
MALAK
regia Luciano Schito - 2013 - 20’
Tre immigrati clandestini sbarcati in sud Italia cercano la
ferrovia, unica speranza verso un mondo migliore.
MONA BLONDE
regia Grazia Tricarico - 2013 - 10’
Mona Blonde è una body builder alla vigilia di un’importante
competizione internazionale: la sua vita è interamente
dedicata alla ricerca di un preciso ideale estetico di
perfezione e bellezza. L’orrore per la deformazione del
corpo, dovuta a una mutazione inattesa, minerà l’apparente
equilibrio trascinando Mona Blonde in un angoscioso
delirio.
211
IN CONCORSO
STOP MUSIC
FERMATE LA MUSICA
MOSAICO NOIR
regia Alessandro Zizzo - 2014 - 14’
Mosaico noir tratta una classica vicenda noir , la peculiarità del
corto è l’impianto scenico che, tramite i tre protagonisti , è il
frutto di una sperimentazione tra espressionismo, noir e pulp.
La colonna sonora segue gli andamenti emotivi della storia.
La morte ti tocca solo quando ti entra in casa e se bussa alla
porta del tuo vicino, tu puoi continuare a festeggiare. Hai
il dovere di farlo perché è la vita che te lo chiede. O forse
dovresti fermarti? Spegnere la radio, sederti sul divano e
assistere, da spettatore impassibile, a una tragedia che non
ti sfiora? Ma la musica continua, anche quando qualcuno
muore, da qualche altra parte ci sarà sempre qualcun altro
che continuerà a ballare.
NIENTE
STRIPES
regia Alessandro Porzio - 2014 - 20’
regia Marco Adabbo - 2013 - 13’
Una famiglia italiana oggi. In una famiglia c’è tutto e niente.
“Maestro” e “Ragazzo” sono due operai, fanno strisce
pedonali. Il loro però non è un lavoro ma tuttalpiù una
missione, un’arte; essi non fanno le strisce, dipingono opere
d’arte sul manto stradale. L’avventura del giorno però esce
dalla routine dei due personaggi e li porta a dipingere le
strisce in mezzo a un bosco, luogo un po’ strano dove porre
la segnaletica stradale ma il luogo giusto dove capire alcune
cose della vita, sia di chi l’ha vissuta sia di chi l’ha ancora
tutta da vivere.
regia Vincenzo Borsellino,
Adriano Donato Lavitola - 2013 - 8’
PICCOLA STORIA DI MARE
regia Dario Di Viesto - 2013 - 7’
Un anziano pescatore malato non esce di casa dam o l t o
tempo. Un amico gli porta a casa un pesce appena pescato.
Mentre il vecchio sta pulendo il pesce, trova fra le viscere un
pesciolino ancora vivo. Nell’anziano si risveglia qualcosa.
UBU R1E
PER UN PUGNO DI CONTRIBUTI
regia Mattia Epifani - 2014 - 29’
In un presente annientato dalla recessione economica, Joe
uno spaventapasseri laureato, appreso il suo licenziamento
si trova costretto ad affrontare una sfilza di lavori logoranti
e sfibranti pur di pagarsi i contributi. Ogni impegno svolto
da Joe è una mutilazione fisica e mentale. Pur di non venir
meno alla sua dignità decide di sacrificare se stesso.
Nell’inverno del 2013, all’interno della Casa Circondariale
Borgo San Nicola di Lecce, la compagnia teatrale “Io ci
provo” guidata da Paola Leone, lavora alla messa in scena
dello spettacolo Ubu R1e. Come ogni anno il percorso
teatrale è rivolto ai detenuti della sezione maschile R1.
Il 17 aprile va in scena la prima di Ubu R1e tratto da Ubu
Re di Alfred Jarry. Durante l’ultima sessione di prove i
detenuti-attori si raccontano restituendo la loro personale
dimensione emotiva a poche ore dal debutto in scena.
PLAY/REC
VIATEMPIOANTICO
regia Antonio Ruscigno - 2013 - 12’
regia Michele Alberto Chironi - 2013 - 25’
Francesco, incapace di usare la telecamera e di esprimere
i suoi sentimenti a Sara, decide di seguire il consiglio della
ragazza e di registrare un video-messaggio per lei, su un
vecchio filmino di una vacanza in Puglia. Il video, però, ci
racconterà una storia diversa, ben più crudele di quello che
ci si possa aspettare. PLAY/REC è la storia di una telecamera,
complice e rivelatrice della verità.
Perché, in fondo, non conosciamo bene le persone che ci
circondano.
Arnesano, comune di 4.036 abitanti della Provincia di Lecce.
Geograficamente è situato nella valle della Cupa, una
delle depressioni più evidenti del tavoliere salentino. Via
del Tempio Antico, una delle principali del centro storico,
riecheggia nelle notti, mentre dalla bocca dei forni il fuoco
arde. Come da millenni, nell’oscurità della valle i suoni e i
rumori per la lavorazione del pane riempiono il silenzio
delle strade.
regia Giuseppe Santoro - 2013 - 8’
212
CINEMA
E ACCESIBILITÀ
IO SONO LI
Quest’anno il Festival del Cinema Europeo è ‘Cinema e Accessibilità’
con film sottotitolati PER NON UDENTI e audiodescrizione per IPOVEDENTI
SHUN LI AND THE POET
Italia/Francia - 2011 - DVD - colore - 96’
Regia Direction: Andrea Segre
Sceneggiatura Screenplay: Marco
Pettenello, Andrea Segre
Fotografia Cinematography: Luca Bigazzi
Montaggio Editing: Sara Zavarise
Scenografia Set design: Leonardo Scarpa
Musica originale Original music: François
Couturier
Costumi Costumes: Maria Rita Barbera
Interpreti Cast: Zhao Tao, Rade
Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto
Citran, Giuseppe Battiston
Produttore Producer: Francesco
Bonsembiante, Francesca Feder
Produzione Production: Jolefilm,
Æternam films
World sales: Adriana Chiesa Enterprises
Srl, Via Barnaba Oriani 24/A - 00197
Rome (Italy), Tel. +39 06 8086052 Mobile: +39 335 311623,
Fax +39 06 80687855, info@
adrianachiesaenterprises.com,
www.adrianachiesaenterprises.com
sinossi
Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia
romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in
Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita
a Chioggia, una piccola cittàisola della laguna veneta
per lavorare come barista in un’osteria. Bepi, pescatore
di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da
anni frequenta quella piccola osteria. Il loro incontro è
una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso
tra culture diverse, ma non più lontane.
synopsis
Shun Li works in a textile factory in the outskirts of Rome in
order to get her papers and enable her eight-year-old son
to come to Italy. She is suddenly transferred to Chioggia,
a small city-island in the Veneto lagoon, to work as a
bartender in a pub. Bepi, a Slavic fisherman, nicknamed
“the Poet” by his friends, has been a regular at that little pub
for years. Their encounter is a poetic escape from solitude, a
silent dialogue between cultures that are different, yet not
more distant.
nota di regia
“In Io sono Li ho voluto rispettare modi e stili conosciuti
nel cinema-documentario, lavorando anche con
attori non professionisti e scegliendo sempre location
del mondo reale. Al tempo stesso la precisione e la
sottigliezza del linguaggio cinematografico orientale e
di alcuni importanti esempi del cinema indipendente
internazionale sono state tracce importanti per riuscire
a raccontare le atmosfere e i luoghi che ho scelto per
questo film.”
director’s statement
“In Shun Li and the poet I wanted to respect the methods
and styles of documentary cinema, by also working with
unprofessional actors and always choosing locations in the
real world. At the same time, the precision and subtleness
of the language of Oriental cinema and of some important
examples of international independent cinema have
been important traces in order to be able to narrate the
atmospheres and places I chose for this film.”
L’ENFER
NO MAN’S LAND
TRIAGE
di Danis Tanović
di Danis Tanović
di Danis Tanović
> Francia, Italia, Belgio, Giappone - 2005 - 98’
> Bosnia - Erzegovina - 2001 - 98’
> Irlanda, Francia, Spagna - 2009 - 96’
213
RICORDO
cortometraggio
PRETEXTO ANDALUSO
Italia - 2012 - 9’
CON L’AMICHEVOLE PARTECIPAZIONE IN VOCE DI ARNOLDO FOÀ
REGIA DI LETIZIA LAMARTIRE
lettura
PERICOLO DI VITA
DI ARNOLDO FOÀ
LETTURA DI PAMELA VILLORESI
lettura
LAMENTO PER IGNACIO SÁNCHEZ MEJÍAS
DI FEDERICO GARCÍA LORCA
LETTURA DI ROCCO CAPRI CHIUMARULO
215
RICORDO DI ARNOLDO FOÀ
IO SONO IL TEATRO
ARNOLDO FOÀ RACCONTATO DA FOÀ
sinossi
Io sono il teatro è un viaggio nella memoria del
vissuto artistico e umano del grande attore, regista e
commediografo Arnoldo Foà. Il Maestro racconta se
stesso. Seduto dalla poltrona di casa sua rivede alla
tv tutto il suo teatro e lo commenta, con il piglio di
sempre fra ironia, poesia e impegno civile. Un viaggio
che racconta per immagini anche tutto il teatro italiano,
di cui Foà è stato ed è la vera anima. Il Maestro ci fa
sedere in prima fila davanti al suo palcoscenico e ci rivela
aneddoti e ricordi legati agli spettacoli portati in scena:
da Pirandello a Baricco. Non solo contributi video inediti
degli spettacoli, ma anche le sue celebri dizioni di poesia,
da Dante a Neruda. Fra le immagini inedite anche il suo
ritorno a Ferrara per un omaggio a lui tributato
biografia: ARNOLDO FOÀ
Attore, regista e commediografo, è stato inoltre pittore,
scultore, giornalista e scrittore. Ha lavorato in più di 100
film con famosi registi italiani e internazionali (P. Germi,
A. Blasetti, G. Montaldo, O. Welles, J. Losey, E. Dmytryk, C.
Jacques, A. D’Alatri, E. Scola). Ha portato sulle scene autori
sia classici che contemporanei, con registi come Visconti,
Strelher, Menotti, Ronconi, e con regie sue. Oltre a opere
di Shakespeare, Pirandello, Aristofane, Checov, Plauto,
Caldwell, O’Neill, ha rappresentato anche commedie e
drammi suoi. È anche regista di opere liriche. Celebri le
sue dizioni di poesia, il suo nome è legato ad alcune delle
più importanti e famose produzioni della tv italiana.
RICORDO DI ARNOLDO FOÀ
Italia - colore - 2011 - 54’
Regia Direction: Cosimo Damiano Damato
Sceneggiatura Screenplay: Cosimo Damiano Damato,
Marcello Corvino da un’ idea di Anna Procaccini
Cinematografia Cinematography: Irene Bufo
Montaggio Editing: Gianni Galantucci
Musica Originale Original Music: Valentino Corvino, Roberto
Procaccini
Produttore Producer: Marcello Corvino
Produzione Production: Promo Music - Corvino Meda
Editore, Cinecittà Istituto Luce
synopsis
Io sono il teatro is a trip in memory of the artistic and human
experience of the great actor, director and playwright,
Arnoldo Foa. The Master narrates himself. While sitting
on his armchair of his own house, he watches on TV all
his theater works and comments upon it, with his usual
enthusiasm between irony, poetry and social commitment.
A trip that tells through images also all the Italian theater,
of which Foà was and is the true soul. The Master makes
us sit in the front row in front of his stage and reveals to
us anecdotes and memories related to the performances
brought on stage: from Pirandello to Baricco. Not only
unreleased video contributions of the performances, but
also his famous poetry readings, from Dante to Neruda.
Among the unreleased images there is also his return to
Ferrara for a tribute bestowed to him.
biography: ARNOLDO FOÀ
An actor, a director and a playwright, he was also a painter,
a sculptor, a journalist and a writer. He has worked in
more than 100 films with famous Italian and international
directors (P. Germi, A. Blasetti, G. Montaldo, O. Welles, J.
Losey, E. Dmytryk, C. Jacques, A. D’Alatri and E. Scola). He
brought on stage both classical and contemporary authors,
with directors such as Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi,
and with his same directions. In addition to the plays by
Shakespeare, Pirandello, Aristofanes, Chekov, Plauto,
Caldwell, O’Neill ha has also performed his comedies and
dramas. He is also a director of operas. His poetry readings
are well-known, his name is linked to some of the most
important and famous Italian TV productions.Humanity”.
In 2006 he took part in the Official Selection at the Al
Jazeera Film & TV Festival with The Iron Wall.
premi e festival/ awards and festivals
2011 Fest Int del Film di Roma - L’Altro Cinema / Extra: Evento Speciale Special Event
Io sono il teatro
Arnoldo Foà racconta se stesso
di Anna Procaccini
Edizioni Rubbettino e Festival del Cinema Europeo
216
intervengono: Anna Procaccini Foà, Pamela Villoresi
Rocco Capri Chiumarulo, Cosimo Damiano Damato
e Alberto La Monica
Castello Carlo V
Sala Maria D’Enghien
mercoledì 30 aprile
ore 18.30
217
I LIBRI DEL FESTIVAL
I LIBRI DEL FESTIVAL
RICORDO DI GIANNI VOLPI
GUARDATI
DALLA MIA FAME
BARRICATE DI CARTE
di Gianni Volpi, Alfredo Rossi e Jacopo Chessa
di Milena Angus e Luciana Castellina
intervengono:
Goffredo Fofi,
Jacopo Chessa,
Maurizio Ponzi,
Bruno Torri
e Emanuela Dorigotti
intervengono:
Luciana Castellina
Anna Caputo
Marta Vignola
Lecce - Libreria Liberrima, Corte dei Cicala
sabato 3 maggio , ore 18.30
Lecce - Castello Carlo V, Sala Maria D’Enghien
lunedì 28 aprile, ore 18.30
Mimesis Edizioni
Nottetempo 2014
MORALE E BELLEZZA.
MARCO BELLOCCHIO
PASOLINI MATERA
di Domenico Notarangelo
intervengono:
di Sergio Toffetti
Domenico Notarangelo
Enrique Irazoqui
Virgilio Fantuzzi
Angela Felice
Salvatore Striano
Maurizio Nocera
intervengono:
Sergio Toffetti
e Marco Bellocchio
Lecce - Libreria Feltrinelli, Via Templari
martedì 29 aprile, ore 18.30
Edito da Istituto Luce Cinecittà e Centro Sperimentale di Cinematografia
218
Lecce - Museo della Stampa ‘Martano’, Via Libertini - Piazzetta Duca D’Atene
domenica 27 aprile, ore 18.30
Edizioni Giannatelli
219
LE MOSTRE DEL FESTIVAL
LE MOSTRE DEL FESTIVAL
MARCO BELLOCCHIO
MARCO BELLOCCHIO, DISEGNI
E QUADRI D’AUTORE
IL PITTORE, IL CINEASTA
a cura di Massimiliano Di Liberto e Andrea Gambetta
per Solares Fondazione delle Arti - Parma
MARIO BAVA
LA MASCHERA E IL CORPO
DISEGNI
E QUADRI D’AUTORE
MUST - Museo Storico, Lecce
dal 29 aprile al 2 giugno
CLAUDIA CARDINALE
- Centro Sperimentale di Cinematografia
elaborazione digitale immagini Gianpaolo Falso ed Ennio Lucciola
220
in collaborazione con Mediateca Regionale Pugliese
e con la Biblioteca Provinciale di Foggia
CASTELLO CARLO V, Lecce
dal 28 aprile al 3 maggio
PIER PAOLO PASOLINI
ECCELLENZA ITALIANA AL FEMMINILE
a cura di Antonella Felicioni
in collaborazione con Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale
a cura di Massimo Causo e Davide Di Giorgio
MOSTRA DI MANIFESTI
ORIGINALI DEL CINEMA
DI MARIO BAVA
PERCORSI PASOLINIANI - IL VANGELO SECONDO MATTEO
MOSTRA FOTOGRAFICA
EX MONASTERO DEI TEATINI - Lecce
dal 28 aprile al 3 maggio
a cura di Domenico Notarangelo
progetto di Alessandro Turco
a cura di Alessandro Turco e Maurizio Nocera
Archivio Notarangelo - Foto Associazione Pasolini Matera
MOSTRA FOTOGRAFICA
MUSEO DELLA STAMPA MARTANO, Lecce
dal 27 aprile al 25 maggio
221
I CONCERTIDEL FESTIVAL
I CONCERTIDEL FESTIVAL
FRANK SENT US
GUARDA IL SUONO
ASCOLTA LE IMMAGINI
Frankizzare è un termine usato intorno al primo decennio del 2000 con diversi significati e in vari ambiti culturali con il
quale genericamente si fa riferimento al processo di scrittura musicale che parte dal rubare frammenti di audio e di video
di un film per farne una canzone pop con vita propria, capace di trascendere il significato originale dell’opera d’arte da cui
ha preso spunto, per regalarle nuova vita e nuovo valore artistico.
To Frankize is a term used around the first decade of 2000 with different meanings and in different cultural contexts with
which generically reference is made to the process of writing music that starts from stealing fragments of audio and video of
a film to make a pop song with a life of its own, able to transcend the original meaning of the work of art from which it drew
inspiration to give to it a new life and a new artistic value.
222
GIANLUCA PETRELLA
“EXP AND TRICKS”
Frank Sandrello: A/V Player
Mastro: Guitar Player
Frenetik Beat: Live Electronics
Orange: Bass Player
CONCERTO
Officine Cantelmo, Lecce
Giovedì 24 aprile, ore 23.00
Exp and Tricks nasce proprio da un viaggio fatto indietro nel tempo. Da buon amante del cinema, compreso quello delle
origini, Gianluca Petrella è andato a ricercare le radici di questo rapporto, per svilupparlo in maniera sperimentale, libera
e onirica. Prodotto in collaborazione con Ater Modena e Cineteca di Bologna, il progetto è risultato per Petrella, da subito,
una sfida non facile, nonché un grande stimolo per creare qualcosa di nuovo e originale.
Exp and Tricks was born out of a journey back in time. Gianluca Petrella is a movie lover and he decided to search the origin of
the relationship between the two arts, to develop it into an experimental, free and dreamlike live action. Originally produced
in collaboration with Ater Modena and Cineteca of Bologna, the project was since the start a very difficult challenge for
Petrella, but at the same time a great motivation to create something new and original.
Gianluca Petrella: Trombone,
Fender Rhodes electric piano,
laptop, effetti
Produzione originale in
collaborazione con la Cineteca
di Bologna Original productions
in collaboration with Cineteca
di Bologna
CONCERTO
Officine Cantelmo, Lecce
Mercoledì 30 aprile, ore 23.00
223
FESTIVAL
NEL CARCERE
IL FESTIVAL NEL CARCERE
THE FESTIVAL TAKING PLACE IN PRISON
Dopo aver già portato due anni fa il cinema al carcere con il film CESARE DEVE MORIRE, per la sua XV edizione il Festival
del Cinema Europeo torna a collaborare con la Direzione della Casa Circondariale di Lecce, realizzando, in linea con il
progetto del Ministro Andrea Orlando, alcuni eventi all’interno della sede del penitenziario e dedicando al tema una
serie di proiezioni della sezione “Cinema e Realtà”.
In questo contesto, martedì 29 aprile viene presentato in anteprima nazionale SBARRE, un film documentario
realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia nell’ambito di un laboratorio didattico curato da Daniele Segre
con gli allievi del secondo anno dei corsi di regia, sceneggiatura, suono e montaggio. Il film ha come protagonisti le
detenute, i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria del Nuovo Complesso Penitenziario di Firenze Sollicciano,
che in primo piano, guardando nell’obiettivo della telecamera, raccontano in modo naturale la quotidianità della loro
vita in carcere: dal giorno del loro arrivo alle difficoltà di convivenza in una situazione di grave sovraffollamento, alla
carenza di personale di sorveglianza.
Mercoledì 30 aprile in programma il film documento NELLA CASA DI BORGO SAN NICOLA, in presenza di Caterina Gerardi
(regista), Silvia Baraldini (ex detenuta politica negli USA) e Margherita Michelini (Direttrice del Carcere Gozzini di
Firenze), che narra sogni, speranze, rimpianti, sofferenze delle detenute, ritenendo fondamentale di poter contribuire
alla visione del carcere come non luogo afflittivo di pena, ma luogo aperto alla realtà del “fuori” e del “dopo”.
Sempre nella Casa Circondariale di Lecce in Via Borgo San Nicola, venerdì 2 maggio viene infine allestita la
rappresentazione di LA FINE ALL’ALBA, realizzata da Antonio Turco con la regia di Francesco Cinquemani, un’opera noir
e crepuscolare con i detenuti e gli operatori della Casa di Reclusione di Rebibbia.
Having already brought two years ago some films in prison starting with the screening of the film CESARE DEVE MORIRE/
CAESAR MUST DIE, for its fifteenth edition the European Film Festival collaborates again with the Directorate of the
Penitentiary of Lecce, by realizing, in line with the project of the Minister Mr. Andrea Orlando, some events inside the
penitentiary and facing with the theme with a series of screenings of the section “Cinema and Reality”.
In this context, Tuesday, April 29 is being previewed in Italy BARS (SBARRE), a documentary film produced by the Italian
National Film School in the context of an educational workshop curated by Daniele Segre, carried out with the students of
the second year of the directing, screenwriting, sound and editing courses. The protagonists of the film are women inmates,
prisoners and prison officials of the New Penitentiary Complex of Sollicciano in Florence, who in the foreground, by looking
into the camera lens, tell in a natural way their everyday lives in prison, from the day of their arrival up to the difficulties of
coexistence in a situation of severe overcrowding and to the lack of security staff.
Wednesday, April 30th in program the film document IN THE PENITENTIARY OF BORGO SAN NICOLA, in the presence of
Caterina Gerardi (Director), Silvia Baraldini (former political prisoner in the USA) and Margherita Michelini (Director of the
Gozzini Prison of Florence), which narrates dreams, hopes, regrets and sufferings of the women prisoners, by considering it
essential to able to let prison seems as not a punitive place, but a place open to the reality of the “outside” and of the “after”.
In the same Penitentiary of Lecce at Via Borgo San Nicola, Friday, May 2 is finally displayed the representation of THE END
OF SUNRISE, realized by Antonio Turco and directed by Francesco Cinquemani, a noir and twilight work with the inmates
and operators of the Penitentiary of Rebibbia in Rome.
224
FESTIVAL
NEL CARCERE
IL FESTIVAL NEL CARCERE
THE FESTIVAL TAKING PLACE IN PRISON
LA FINE ALL’ALBA
THE END OF SUNRISE
di Antonio Turco
regia di Francesco Cinquemani
ealized by Antonio Turco
directed by Francesco Cinquemani
Compagnia Stabile Assai - Italia - 2014 - 80’
Compagnia Stabile Assai - Italia - 2014 - 80’
ARTISTI: le figure maschili sono i detenuti della Casa di
Reclusione di Rebibbia e, precisamente, Giovanni Arcuri,
Salvatore Buccafusca, Renzo Danesi, Aniello Falanga,
Cosimo Rega.
Le figure femminili: Sandra Vitolo (psicologa del
carcere), Patrizia Patrizi (docente universitaria), Patrizia
Spagnoli (teatro-terapeuta) e Deborah Bertagna (attrice
professionista).
Inoltre, fanno parte del cast l’attore professionista Mario
Zamma e l’Assistente Capo Rocco Duca, unico esponente
della polizia penitenziaria a salire sul palco insieme ai
detenuti.
I musicisti sono Antonio Turco (chitarra e voce), Roberto
Turco (chitarra classica, basso e voce), Lucio Turco
(batteria), Gina Fabiani (voce).
È l’unica compagnia che mette in scena testi inediti basati
sulle esperienze dei detenuti.
La regia dello spettacolo è di Francesco Cinquemani,
autore del docufilm Offstage e di altri prodotti televisivi
e cinematografici. La costruzione della storia avviene
attraverso scene intervallate da intermezzi musicali
e narrativi. Significativa la scelta dei brani musicali,
che sottolineano l’ambientazione. La scena si svolge
all’interno di una banca dove si sono asserragliati 5
rapinatori con 3 ostaggi. La consapevolezza che quella
potrebbe essere la loro ultima notte produce nei
personaggi complesse riflessioni sulla propria esistenza.
La scelta è tra l’ergastolo, e quindi il ritorno in carcere, e
la morte. Ognuno dei rapinatori non ce l’ha fatta a vivere
nella normalità della vita quotidiana. Appartengono
a organizzazioni criminali diverse. Alla banda della
Magliana, alla mafia e alla camorra. I 3 ostaggi sono: il
direttore della banca, una ragazza affascinata da uno dei
rapinatori, un signore anziano che era andato a chiedere
un mutuo e che si è trovato nel posto sbagliato. Hanno
scelto di non tornare più in carcere. Tra i 5 personaggi c’è
un infiltrato. L’epilogo è alle porte.
ARTISTS: the male figures are the inmates of the House
of Detention of Rebibbia, and namely, Giovanni
Arcuri, Salvatore Buccafusca, Renzo Danesi,
Aniello Falanga, Cosimo Rega.
The female figures: Sandra Vitolo (the prison
psychologist), Patrizia Patrizi (university professor),
Patrizia Spagnoli (theater -therapist) and Deborah
Bertagna (professional actress).
In addition, are part of the cast the professional actor
Mario Zamma and the Assistant Director Rocco
Duca, the only exponent among the prison officials
who is on stage together with the prisoners.
The musicians are Antonio Turco (guitar and voice),
Roberto Turco (classical guitar, bass and voice), and
Lucio Turco (drums), Gina Fabiani (voice).
It is the only company that performs unpublished
texts based on the experiences of prisoners.
The directing of the show is realized by Francesco
Cinquemani, author of the documentary film
Offstage and of other television and film products.
The construction of the story takes place through
scenes interspersed with musical and narrative
interludes. Significant is the choice of musical tracks,
which emphasize the setting. The scene takes place
within a bank where there are barricaded 5 robbers
with 3 hostages. The awareness that this could be
their last night produces in the characters complex
reflections on their lives. The choice is between a lifetime sentence, and therefore the return to prison,
and death. Each of the robbers did not manage to
live in the normality of an everyday life. They belong
to various criminal organizations. They belong to the
criminal gang “banda della Magliana”, to Mafia and
Camorra. The 3 hostages are: the bank manager, a girl
fascinated by one of the robbers, an elderly gentleman
who had gone to apply for a mortgage and who
found himself in the wrong place. They have chosen
not to return to prison. Among the 5 characters there
is an infiltrator. The epilogue is just round the corner...
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STATI GENERALI
DELLA COMMEDIA
ITALIANA
Stati Generali della Commedia Italiana
“Etats généraux” of the Italian Comedy
STATI GENERALI DELLA COMMEDIA ITALIANA
a cura di Marco Giusti
Lecce, sabato 3 maggio 2014, ore10.00
Castello Carlo V, Sala Maria D’Enghien
L’evento è concepito come una giornata di incontro-scontro fra i registi e gli sceneggiatori più illustri della nostra
commedia, in cui discutere delle potenzialità della commedia italiana e indagare sul perché, in un paese così
fortemente in crisi come il nostro, il pubblico cerchi nella commedia l’occasione per ridere di se stesso e dei suoi
problemi più gravi. L’incredibile successo degli ultimi film del genere, ma anche la vitalità costante dei classici, delle
commedie romantiche, delle nuove strade del cinepanettone, della commedia borghese, ma anche i tentativi di
nuovi linguaggi comici, sempre più contaminati con il web e le serie nate sul web, rappresentano ogni anno quasi
il 90 per cento della produzione del cinema italiano. Urge quindi mettere ordine nella nostra commedia, capirne
l’andamento, le tendenze, le possibilità, gli sviluppi, pensando certo alla grande tradizione del passato, ma anche alla
realtà economica di quella attuale.
Interventi di: Francesco Bruni, Massimo Gaudioso, Paolo Genovese, Edoardo Leo, Fulvio Lucisano, Gennaro
Nunziante, Neri Parenti, Pio e Amedeo, Sydney Sibilia, Enrico Vanzina, Carlo Verdone.
Moderatore: Marco Giusti
In collaborazione col Centro Sperimentale di Cinematografia
“Etats généraux” of the Italian Comedy
curated by Marco Giusti
Lecce, Saturday, May 3, 2014 , h 10.00
Castello Carlo V, Sala Maria D’Enghien
The event is conceived as a day of meeting-clash between the most illustrious directors and scriptwriters of the Italian
comedy, where it’s possible to discuss about the potential of the Italian comedy and to investigate why, in a country that is
strongly impacted by the crisis like Italy, the public is looking in the comedy for an opportunity to laugh at itself and at its
most serious problems. The incredible success of the recent films of the genre, but also the constant vitality of the classics,
the romantic comedies, the new ways of the “cinepanettoni (comical Italian Christmas films)”, the bourgeois comedy, but
also the attempts to new comedy languages, increasingly contaminated with the web and the series born on the web itself,
each year represent nearly 90 percent of the Italian cinema production. It is therefore urgent to put in order our comedy, to
understand its trend, tendencies and development opportunities, by thinking surely of the great tradition of the past, but of
the economic reality of the current tradition as well.
Speeches of: Francesco Bruni, Massimo Gaudioso, Paolo Genovese, Edoardo Leo, Fulvio Lucisano, Gennaro
Nunziante, Neri Parenti, Pio e Amedeo, Sydney Sibilia, Enrico Vanzina, Carlo Verdone.
Moderator: Marco Giusti
In collaboration with the Experimental Film Centre
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