Veronese e i Bassano grandi capolavori Renoir alla Gam di Torino
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Veronese e i Bassano grandi capolavori Renoir alla Gam di Torino
Corriere15__ 19/09/13 13:25 Pagina 1 P E R I O D I C O GALLERIA La Rocca Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 TORINO Tel. 011.8174644 D I C U L T U R A E I N F O R M A Z I O N E GALLERIA La Rocca Fondato da Carlo Accossato nel 1994 CORRIEREdell’ARTE Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901 E-Mail: corart@tin.it - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale COURRIER DES ARTS Anno XIX - n° 15 - Venerdì 27 Settembre 2013 € 2,50 Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 TORINO Tel. 011.8174644 Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 6.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno Pietro Piffetti, Tabernacolo, 1750 circa. Città di Bene Vagienna, Casa Ravera, Associazione Culturale Amici di Bene-Onlus, Parrocchia M.V. Assunta Sede del Consiglio Regionale Piemontese – Palazzo Lascaris Un ebanista per la Corte Sabauda Gian Giorgio Massara e prove che ci ha datte Pietro Piffetti della sua particolare abilità nella professione di ebanista, ci hanno invitato ad ammetterlo al nostro servitio con destinarlo ebanista nostro...” (Archivio Real Casa, Patenti) L Il Museo della Fondazione Accorsi-Ometto possiede ed espone uno dei più importanti arredi firmati da Pietro Piffetti (1701-1777); si tratta del Doppio corpo, forse “il più bel mobile del mondo”, recante la data 1738 e la scritta “Petrus Piffetti inve./fecit et sculpsit/ Taurini”. continua a pag. 2 In collaborazione con Musée D’Orsay e l’Orangerie di Parigi Renoir alla Gam di Torino er il ciclo di “Torino incontra la Francia”, dal 23 ottobre fino al 23 febbraio alla galleria GAM verranno presentate le opere del maestro dell’impressionismo Pierre Auguste Renoir. Sulla scia della personale di Edgar Degas, allestita nel 2012, ecco un’altra collaborazione oltralpe con il Musée D’Orsay e l’O- P Pierre Auguste Renoir, “La lettrice”, (particolare) rangerie. Protagonisti saranno i temi prediletti dell’artista parigino: scene di vita della Ville Lumière, i balli in città e nelle campagne, ritratti di giovani e bambini, istantanee di scene domestiche, nature morte, ritratti di donne delle più disparate estrazioni sociali e i nudi, che completano il percorso nell’affascinante universo pittorico di uno dei più grandi protagonisti della storia dell’arte. Uno spaccato di 60 opere all’interno dei saloni della Galleria di Arte Moderna, di cui al momento non si conoscono tutti i dettagli, ma che si prospetta essere uno sguardo panoramico sulla sessantennale carriera del maestro. Un ininterrotto racconto fatto di luce e poesia. Come disse Renoir stesso: “Un quadro deve essere una cosa piacevole, allegra e bella, sì bella! Ci sono già troppe cose spiacevoli nella vita che non è il caso di crearne anche delle altre” opo un accurato restauro, realizzato dal Centro Conservazione e Restauro di Venaria grazie ai finanziamenti ministeriali e al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, saranno in esposizione fino al 2 febbraio le grandiose opere raffiguranti La regina di Saba che offre doni a Salomone e Il ratto delle Sabine, rispettivamente provenienti dall’atelier del Veronese e di Francesco Bassano. Si tratta di due capolavori commissionati dal Duca Carlo Emanuele I appartenenti alla Galleria Sabauda e eccezionalmente esposti alla Venaria Reale. Accanto alle due tele protagoniste sarà presente in mostra anche un’importante rassegna di superbi dipinti, sempre a commissione ducale, dello stesso Veronese e di Jacopo, Francesco e Leandro Bassano, volte ad illustrare uno dei momenti più alti del collezionismo sabaudo. D Il Van Gogh ritrovato...(?) ENZO PAPA i quando in quando qualche dipinto d’Autore si affaccia alla ribalta dell’arte. Era avvenuto con un presunto Caravaggio della collezione reale britannica (La vocazione di Pietro e Andrea, esposto a Roma alla Stazione Termini) ed ora è il momento di un “Van Gogh” sbucato dall’attico di un privato cittadino norvegese, a cui era giunto nel 1901, come opera di altro artista. D segue a pag. 3 Confronto tra le pennellate di Van Gogh e le pennellate del dipinto ritrovato Galleria di Arte Moderna (GAM) Via Magenta 31 – Torino Renoir. Dalle collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie Dal 23 ottobre al 23 febbraio 2014 Info: 011 4429518 Reggia di Venaria Reale - Torino Veronese e i Bassano grandi capolavori Reggia di Venaria Reale Piazza della Repubblica 4 Venaria Reale (TO) Il Veronese e i Bassano Dal 10 ottobre al 2 febbraio 2014 Info: 011 4992333 La regina di Saba che offre doni a Salomone (particolare) I.P. Corriere15__ 19/09/13 13:29 Pagina 2 CORRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 2 DES ARTS 27 Settembre 2013 Galleria Arte Città Amica Arte e poesia nteressante mostra con oltre 60 artisti che presenteranno altrettante opere con stili e tecniche diverse, dal figurativo all’informale, dall’incisione alla scultura, che ha come evento parallelo, opere ispirate alle poesie “Inquilini temporane “ di Lawrence Ferlinghetti e “Nel Blu” di Agneta Falk. Da quattro anni il poeta della Beat Generation americana La- I continua da pag. 1 Un ebanista per la Corte Sabauda Pietro Piffetti, Arcolaio da tavolino, 1740 circa. Collezione privata. Probabilmente il mobile è stato realizzato in occasione di un matrimonio principesco poichè vi si legge il voto augurale “Perpetuum nodis”: un arredo di corte nel quale si confondono i segni della scultura e una convinta struttura architettonica. In questo scorcio d’estate, Torino offre ai turisti e agli studiosi, ai cittadini, due occasioni per ammirare 25 opere – su 65 esistenti al mondo – frutto del lavoro dell’ebanista sabaudo che utilizza legni preziosi, ebano, ottone, avorio, madreperla, argento, oro, cristalli di rocca e pietre. Infatti nella sede del Consiglio Regionale di Palazzo Lascaris, a Torino, si ammirano uno dei due tabernacoli provenienti da Bene Vagienna realizzato su probabile commissione di V.A. Costa della trinità e una coppia di Stipiti pensili (1745 ca.) donati al museo alcuni anni or sono dalla signora Laura Volpi Ottolini; sui pannelli sono curiosamente raffigurati dei putti intenti a “tornire” l’avorio. Ma è nel Palazzo di via Po, 55 che si ammirano un’ importante serie di Tavolini da centro provenienti da Musei e collezioni private (splendido il ripiano a trompe-l’oeil di palazzo Madama, “inganno” in avorio pirografato e colorato), il secondo, superbo tabernacolo in foggia di piccola cappella legato forse alla committenza del duca del Chiablese principe di Bene, oggetti preziosi, un cofanetto per toeletta firmato, portagioie, il leggio probabilmente andato all’asta dopo la morte dell’ebanista. Ma la novità della mostra s’incentra sull’ultimo acquisto compiuto da Giulio Ometto nel 2013, vale a dire il coffre(t) à bijoux, raffinata cassaforte realizzata dal Piffetti atta a conservare le gioie di regine e principesse sabaude; questo raro scrigno, da Torino giunge nella collezione della principessa Maria Bea- trice di Savoia in Messico, per quindi figurare tra gli arredi battuti da una casa d’aste. Era dal 1963 – anno della memorabile mostra voluta da Vittorio Viale con l’apporto specialistico di Pietro Accorsi – che non si potevano ammirare alcune delle opere oggi presenti in mostra: il leggiadro filatotio-arcolaio (1750 ca.) realizzato nel momento in cui in Europa vengono rivalutate le arti meccaniche e il basamento per vaso o croce “con motivi a foglie, a fioroni, a nastri e a viluppi”, opera nella quale è presente altresì la madreperla. In apertura di mostra – in uno spazio che ancora riecheggia il gusto della villa del Bric di Santa Brigida a Moncalieri poichè il museo attuale giustamente ripropone la scenografia ideata da Pietro Accorsi – figura un pannello intarsiato e firmato già presente nel Refettorio dei Forestieri all’Eremo dei Camaldolesi raffigurante un grandioso vaso ricolmo di fiori, la cui composizione s’illumina per la presenza di un libro aperto, della lama di un coltello, di frutti, di un pesce dall’occhio vivido. La mostra è commentata da un pregevole volume – Catalogo (Silvana Editoriale, pp 143, colori) recante, oltre alle prefazioni istituzionali, un importante saggio di Alvar Gonzáles – Palacios, quindi testi di Laura Facchin e Luca Mana. Assai interessanti le immagini a far data dal 1880 al 1963, anno della mostra del Barocco piemontese. Palazzo Lascaris Via Alfieri 15 - Torino Pietro Piffetti. Il re degli ebanisti, l’ebanista del re Fino al 30 novembre Info: 011 5757255 Al Circolo degli Artisti E. Tenryū Zanin l’A.Z.I. (Associazione Zen Internazionale). Ha esposto, per citare alcune personali, al Museo di Belle Arti di Tromsö in Norvegia, nella Galleria Subsito a Torino, con l’esposizione Cosmos Rooms, all’interno dell’ Associazione Culturale sulla Parola, con la collezione :”White Silence”- e presso la Galleria ARIPA a Torino. La Mostra si articola attraverso raffinate ed eleganti opere provenienti da collezioni private: il maestro ha voluto creare un’esposizione antologica che raccogliesse espressioni di un arco di tempo non progressivo ma circolare. I lavori esposti appartengono alla tecnica sumi-e e zen-ga: forme di espressioni estetiche orientali raggiunte con la meditazione, senza oggetto mentale, che manifestano l’abilità dell’artista: Espressioni estetiche di un monaco Zen ELENA PIACENTINI abato 14 settembre, presso il Circolo degli Artisti, si è svolta l ‘inaugurazione della mostra del Maestro Ezio Tenryū Zanin, dal titolo: Tutte le esistenze sono una. Ezio Tenryū Zanin, monaco zen, vive attualmente a Torino ed é poeta, pittore, traduttore. Nel 1988 riceve l’ordinazione di monaco dal maestro Roland Yuno Rech e si dedica all’insegnamento Zen, basato sulla conoscenza più importante: lo Za-zen. L’Artista è fondatore del Dojo zen Mokusho e direttore responsabile del- S wrence Ferlinghetti collabora con Arte Città Amica e con Immagine & Poesia, movimento artistico letterario che propone “momenti di creatività incrociata” tra artisti e poeti. Da quest’anno avremo anche la collaborazione di Agneta Falk, poetessa-artista anglo-svedese, decano dell’arte presso la Free University of San Francisco, attivamente impegnata nella lotta contro il traffico degli esseri umani.L’evento sarà segnalato dall’agenzia di pubblicità di Lawrence Ferlinghetti a San Francisco. Partecipano: Giampiero Actis, Sergio Aimasso, Egidio Albanese, Corrado Alderucci, , Mauro Azzarita, Margherita Baldelli, Claudio nel trasmettere la propria purezza e acutezza di cuore. Il metodo sumi-e nacque in Cina durante la dinastia Tang e fu introdotto in Giappone a metà del XIV secolo da alcuni monaci buddisti zen. Gli strumenti pittorici sono tre: l’inchiostro nero: si presenta in tavolette, è polverizzato contro un’apposita pietra (suzuri) e disciolto in acqua, nella quale alcune volte il Thè è stato in infusione; i pennelli in bambù, con la punta assottigliata, costruiti con peli di svariati animali: hanno caratteristiche peculiari che producono ognuno una traccia di inchiostro plasmata da infinite sfumature di grigio; il supporto: formato da carta di riso, carta di cotone, carta da stampa per incisione di colore bianco per confermare la concezione orientale del Vuoto. Scrive il Maestro: “Il profilo espositivo mette in evidenza i principi che più caratterizzano il lavoro dell’artista, la gratitudine verso gli antichi precettori della tradizione Zen - introducendo accanto alla propria firma il sigillo del maestro – la sobrietà dello stile, l’asciuttezza del metodo compositivo all’interno della libertà espressiva, l’inclusione di elementi e atmosfere della pittura occidentale , la riflessione sull’atemporalità, il trattamento del colore e del supporto stesso – la carta - nella piena consapevolezza dell’impermanenza dei tempi, delle cose e degli esseri viventi , fonte... di energia e apertura al divenire naturale dell’ordine cosmico, in armonia con le leggi non create dall’uomo. L’esposizione, di elevato e sensibile valore culturale ed estetico, è evento Bellino, Enrica Berardi, Davide Binello, Gianandrea Bodo, Eugenia Botezatu, Fabrizio Brazzale, Antonio Branca, Valeria Caldera, Adriano Carpani, Gian Castelli, Anna Cervellera, Lidia Chiarelli, Gianfranco Coppa, Isidoro Cottino, Alessandro Criscuoli “Chantal”, Giovanna D’Avenia, Alfredo De Leonardis, Elsa De Mattei, Michele De Stefano, Piero Ducato, Valeria Facello, Angela Gabriella Farella, Silvia Finetti, Luciana Francone, Nobue Fujii, Carla Gentile, R Gopakumar - India/Barhain, Adel Gorgy - Long Island, Franco Gotta, Giovanni Gravante, Claudio Guasti, Fiorenzo Isaia, Gaetano Lanatà, Elda Lazzaretto, Gabriella Lucatello, Giovanna Magaddino, Giuseppe Maina, Giuseppe Manolio, Mirella Mendola, Maria R. Giovenale “Moja”, Mary Morgillo, Laura Mosca, Giovanni Moscatelli, Francesco Murlo, Nikolinka Nikolova, Cristina Novella, Giuseppe Pietro Obertino “OBER” Franca Valeria Oliveti, Angelo Piras, Paolo Pirrone, Ilaria Pizzimenti, Nazareno Randò, Gaetano Rizzari, Antonio Robella, Giovanni Russo, Fernanda Sacco, Marsha Solomon - New York, Danila Salvadore, Giuseppe Sanino, Maria Scalia, Lucia Sconfienza, Rita Scotellaro, Renata Seccatore, Gianni Sesia Della Merla, Ilario Simonetta, Luciano Valensin, Pietro Giorgio Viotto, Roberto Vitali, Laura Zecchini, Loredana Zucca. Galleria Arte Città Amica Via Rubiana, 15 - Torino “L’Arte incontra la Poesia” - Collettiva Dal 27 settembre al 6 ottobre collaterale della rassegna Torino Spiritualità, è organizzata dalla collaborazione tra il Dojo zen Mokusho di Torino, il Circolo degli Artisti e l’Associazione Paradigma. Circolo degli Artisti Palazzo Graneri della Roccia Via Giambattista Bogino 9 Scala B dx 1° piano Cod. 4444+campanella Mostra di dipinti sumi-e, zen-ga e calligrafie tra Oriente e Occidente Fino al 29 settembre Info: 011 8128718 Zanin sumi-e Corriere15__ 19/09/13 13:29 Pagina 3 CORRIEREdell’ARTE COURRIER 27 Settembre 2013 DES ARTS Pagina 3 Il Van Gogh ritrovato... (?) “Tramonto a Montmajour”, attribuito a Van Gogh. segue da pag. 1 ENZO PAPA l dipinto (“Tramonto a Montmajour”) raffigura un vigneto presso la nota abbazia in Provenza, compatibile con il soggiorno sudfrancese di Vincent dal 1888. Le indagini degli “esperti” del Museo di Amsterdam assicurano che l’opera è autentica, ma io ritengo e dimostro I che il dipinto è un modesto lavoretto di un imitatore non tanto competente, che conferma quanto era nelle informazioni del detentore scandinavo. Il colorismo è insaturo, spento, grigio, ed è assiomatico che Vincent usava i colori puri e saturi di tubetto (egli scriveva a Theo: “Ho trovato un bruno che mi consente di rendere la corteccia degli alberi come la vedo io”. E il bruno è un colore terzia- rio, che si può ottenere benissimo per miscelanza). Perché i colori del dipinto ritrovato sono grigi? Perché l’autore, che vuol rifarsi a Vincent, non accosta i colori puri per ottenere i derivati secondo la legge della “sintesi additiva” (per cui due colori contigui si vedono come la loro risultante: azzurro-giallo, si percepisce verde), ma li sovrappone e, dunque, la tinta superiore si combina con Nell’inferno siriano anche il dramma del patrimonio artistico CHIARA GALLO l conflitto siriano, con migliaia di vittime, soprusi di ogni genere e città completamente devastate, ha significato anche crisi politica, economica e sociale,. Non bisogna tuttavia dimenticare né tanto meno sottovalutare gli ingenti danni procurati al patrimonio storico-culturale. Stiamo parlando infatti di una delle civiltà più antiche del mondo, con alle spalle una storia millenaria, culla della stirpe greca, romana, macedone, ottomana e mamelucca. la Si- I Sito archeologico di Palmyra. ria si è modellata secondo le culture dei popoli che l’hanno attraversata, rivelandosi uno scrigno prezioso di tesori incalcolabili che a causa della guerra civile ininterrotta rischiano di non vedere l’alba dell’avvenire. In situazioni del genere raramente esistono innocenti: esercito e ribelli partecipano equamente al saccheggio e alla distruzione. Oltre agli ingenti danni materiali vi è anche il pericolo degli scavi illegali, compiuti per il finanziamento delle azioni belliche. E’ impossibile ad oggi stimare l’ammontare del disastro del patrimonio artistico, per ora sono noti i molti furti al museo di Homs e la scomparsa di mosaici antichi da un museo vicino alle rovine di Apamea. A subire ingenti danni, inoltre è stata anche la fortezza medievale di Qala’at al-Madiq, la cui cinta muraria è stata bombardata dall’esercito siriano nell’aprile 2012. Sotto la protezione dell’UNESCO le città antiche di Damasco, Aleppo e Bosra, le rovine di Palmyra, il castello crociato di Crac des Chevaliers e la cittadella del Saladino, erano rimaste discretamente al sicuro da bombardamenti ed incuria, tuttavia oggi più che mai la loro incolumità non è più controllabile: i muri del tempio romano di Bosra sono stati sfregiati con slogan a sostegno della rivolta, mentre la “Sposa del Deserto”, così è chiamata l’oasi archeologica di Palmyra, è rimasta vittima degli scontri a seguito dell’attacco al Tempio di Baal. Aleppo paga il prezzo più grande con lo sfacelo della moschea degli Omayyadi e la devastazione dello storico mercato nel cuore della città antica, simbolo di una miscela culturale attiva da millenni. La fortezza del Crac des Chevaliers, considerato il castello medievale per eccellenza dell’età delle crociate, porta le cicatrici dei combattimenti avvenuti proprio al limitare della città. Ma il conteggio delle perdite non finisce qui. Nessuna notizia giunge infatti dalle centinaia di siti minori presenti sul territorio abbandonati a se stessi e posti in secondo piano rispetto all’attenzione internazionale. Si spera quanto meno che i “paladini del patrimonio” riescano a limitare i danni come è ad esempio avvenuto durante la recente rivoluzione egiziana. quella sottostante, o per impasto o per trasparenza (o per pasticcio), sicché prevale la legge della “sintesi sottrattiva” (i pigmenti degli impasti tendono al grigio e al fosco). Nel dipinto norvegese ciò emerge, per esempio, nella visione fortemente ingrandita di una porzione di cielo, in cui le pennellate a segmenti si sovrappongono e si combinano in grigi tintati: chi conosce i Van Gogh e chi ha le necessarie competenze di tecnica pittorica, chi sa analizzare l’opera d’arte anche nell’interno del procedimento operativo, ben sa della differenza che corre tra un dipinto di Vincent (pennellate a virgole di tinte pure accostate: “sintesi additiva”) e la crosta di uno spennellatore poco abile e poco astuto (pennellate imitative sul piano percettivo, ma non nella prassi esecutiva). “Picchio sulla tela a colpi irregolari che lascio tali e quali”, scriveva Vincent a Bernard, e ciò non ha riscontro nel dipinto norvegese, perché le pennellate in esso molto evidenti, sono segmenti rettangolari che, nel cielo, sono disposti orizzontalmente (come in alcuni lavori di Vincent anteriori al soggiorno provenzale) i i quali tratti si originano e si conducono con una fare pacato, mentre in Vincent la nevrosi induceva ad una gestualità inquieta, concitata, mediante la quale le pennellate si connotano a virgole panciute che si assottigliano all’estremo e si orientano in verticale, in obliquo, a spirale o a ventaglio: non si trovano in Van Gogh pennellate orizzontali dopo il 1887. Il cielo del dipinto ritrovato è reso a pennellate orizzontali (l’autore conosceva i Van Gogh anteprovenzali), con fattura insistente sulla “maniera” vangoghiana, tanto da contaminare i tratti precedenti e mutarli in impasti insaturi e grigiastri: non è Vincent, i cui cieli del soggiorno nel “midi” sono a segmenti pluridirezionali, ma non orizzontali, e quasi mai rettangolari di pennellessa, ma di pennello rotondo, che l’Olandese poteva far ruotare tra le le prime tre dita. A corollario della “clamorosa” scoperta occorre ricordare che gli studiosi del Museo Van Gogh hanno ritrovato, con un sincronismo sospetto, una presunta lettera di Vincent a Theo, nella quale l’Artista descrive il “Tramosto a Montmajour”: dopo un secolo abbondante di studi e di ricerche emergono un quadro e la testimonianza dell’autore! Ogni considerazione di merito è demandata al lettore. Con questo ritrovamento il Museo di Amsterdam si è già assicurato parecchie migliaia di prenotazioni di visite: Pluto imperat! Milano Expo 2015 Una grande occasione da non sprecare ROBERTO ROVEDA irca centoventotto paesi partecipanti, ventiquattro milioni di visitatori da ogni angolo del globo, duecento mila nuovi posti di lavoro, un indotto economico totale nel periodo 2012-2020 in termini di produzione aggiuntiva che una recente ricerca dell’Università Bocconi finanziata dalla Camera di Commercio di Milano ha valutato attorno ai venticinque miliardi di euro. Cifre faraoniche, di fronte alle quali è impossibile non pensare a Expo 2015 come a una opportunità imprenditoriale, turistica ed economica da non lasciarsi sfuggire. Ultimamente, però, l’ottimismo iniziale di fronte alla kermesse milanese si è alquanto raffreddato, complice la messe di notizie sempre più allarmanti che parlano di ritardi enormi e di una cronica mancanza di quei finanziamenti di cui Expo necessita per potersi tenere. Tenere gli occhi aperti è sempre un bene, ma l’importante è non scadere in allarmismi ingiustificati. Perché una cosa è bene chiara a chi segue con attenzione le vicende legate a Expo: l’Esposizione, nonostante tutto, ci sarà e sarà un evento di grande portata. A mancare, però, continuano a essere i fondi per portare avanti i progetti previsti. Da questo punto di vista pesa sicuramente l’attuale congiuntura economica, ma ancora di più ha contato l’atteggiamento delle istituzioni lombarde e meneghine, che hanno continuato a batter cassa a Roma, pretendendo però una totale indipendenza dal governo centrale. Il risultato è che ad oggi del già citato miliardo e trecento milioni di euro promessi ne mancano all’appello ben 963 milioni, i tre quarti abbondanti! A tutto questo si aggiunge il clima generale che si respira a Milano e dintorni attorno a Expo. Un clima di disinteresse, quando non di fastidio, dell’opinione pubblica e della cittadinanza, determinato dal fatto che non ci si mossi per C coinvolgere le persone nell’evento, per farlo sentire un bene comune e non solo un’opportunità per lobbisti del mattone e pescecani pronti ad azzuffarsi pur di mettere le mani sui fondi pubblici destinati all’Esposizione. Viceversa, un maggiore coinvolgimento dei cittadini e delle realtà locali – associazioni, piccola imprenditoria, mondo intellettuale – avrebbe consentito di superare più agevolmente certe impasse e creato pressione su chi lavorava solo per accaparrarsi l’evento, costringendolo a mollare la presa. Questa concomitanza di elementi negativi ha portato a ritardi probabilmente incolmabili ed è quindi è gioco forza pensare che, per quanto si lavori alacremente nei due anni che mancano al giorno dell’inaugurazione, si riuscirà a realizzare solo lo stretto indispensabile, cioè la grande area espositiva destinata ai padiglioni dei diversi paesi aderenti. Per il resto si faranno delle operazioni di facciata, del maquillage urbanistico, come dimostra il fatto che la famosa via d’acqua è scomparsa dall’orizzonte e che di tre linee previste sarà già molto portarne avanti una. Milano quindi ospiterà l’Expo, ma di fatto ha già sprecato una grande occasione per darsi l’immagine di città moderna, efficiente, pronta a rilanciarsi dopo anni di appannamento. Non avrà neppure quelle infrastrutture e quelle modifiche urbanistiche di cui avrebbe tanto bisogno per diventare più vivibile. Un flop di cui sono responsabili coloro che in questi anni hanno tenuto le redini del potere politico a livello cittadino e regionale. Corriere15__ 19/09/13 13:29 Pagina 4 CORRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 4 DES ARTS 27 Settembre 2013 Palazzo dei Diamanti - Ferrara El siglo de Zurbarán FRANCO FORZANI BORRONI na piccola parata di oggetti, un’elegante coppa in metallo e tre modeste brocche (una più rustica di terracotta), due piatti di peltro ai lati – sotto la coppa ed una delle brocche – il tutto poggiato su di un semplice asse di legno. La luce, mistica ed austera, esalta sulla tenebra del fondo la vita silente del bodegón, coniugando Caravaggio a Giorgio Morandi e conferendo alle forme un’anima che va oltre l’allegoria (e la fantasia corre, mentre la ceramica bianca si erge come un Quixote a fianco di un più dimesso Sancho in terracotta). La mostra si intitola Zurbarán. Oltre la cornice, U Jeannette Rutsche Sperya, “Universo”, 2012 Museo Diocesano Francesco Gonzaga- Mantova L’arte frattale di Jeannette Rutsche ANDREA D’AGOSTINO bbinando la complessità della forma alla scelta dei colori, la geometria frattale è diventata uno strumento d’arte. L’artista opera sulle iterazioni e sugli ingrandimenti o riduzioni in modo totalmente flessibile e soggettivo per dare espressione alla propria creatività”. Parola di Jeannette Rütsche-Sperya, artista italo svizzera, protagonista in questi giorni a Mantova con una mostra personale al Museo Diocesano Francesco Gonzaga. L’artista presenta al pubblico un recente nucleo di opere, realizzate lo scorso anno, che traggono fonte di ispirazione dall’antica filosofia taoista, Sperya. Si apre così un percorso che accompagna il visitatore in un affascinante viaggio visivo, che si apre con un gruppo di opere/bandiera, esposte nel chiostro, vera e propria mappa dell’itinera- A rio che segue. Nella sala al piano nobile, due sezioni di opere, fra loro dialoganti, con da un lato il ciclo di dieci creazioni ispirate all’I Ching Taoista, dall’altro le opere ispirate dai testi degli antichi filosofi; si viene così a delineare un ideale percorso dal buio della “falsa conoscenza” alla pienezza luminosa della “conoscenza innata”. “Nelle opere di questa artista confluiscono matematica e filosofia, pseudo-certezze e presunte opinioni, per dimostrare da un lato la fallacia di tante asserzioni date per indubitabili, da sostituire con una visione diversa di quanto credevamo di sapere, e dall’altro la meraviglia dell’esistente, di cui rivela a sorpresa insospettate corrispondenze. Il tutto esplicitato in opere d’arte che, come dell’arte è proprio, non spiegano razionalmente ma più per via di intuizione consentono di immergersi in un nuovo mondo”, come si legge dal testo in catalogo di Mons. Roberto Brunelli, responsabile del museo. Jeannette Rütsche è nata a Zurigo nel 1961; oggi vive e lavora a Milano. La geometria frattale (termine introdotto nel 1975 dal matematico Mandelbrot) è il punto da cui parte la sua ricerca artistica: una geometria utilizzata per studiare il comportamento dei fenomeni naturali complessi non misurabili in termini euclidei: tali sono, a titolo di esempio, la distribuzione delle galassie, la frastagliatura delle coste, la struttura ramificata degli alberi. Attraverso l’uso creativo della geometria frattale, Jeannette esplora la complessità della condizione umana, con opere di grande suggestione visiva. Museo Diocesano Francesco Gonzaga piazza Virgiliana 55 - Mantova Il Ritorno Invisibile Dal 29 settembre al 6 ottobre Una grande mostra a Lugano Il Simbolismo e gli artisti svizzeri FRANÇOIS MICAULT perta fino al 12 gennaio prossimo e suddivisa nelle due sedi del Museo Cantonale d’Arte e del Museo d’arte di Lugano, nata dalla collaborazione con il Kunstmuseum di Berna, la grande esposizione intitolata “Miti e misteri. Il Simbolismo e gli artisti svizzeri” comprende duecento opere tra dipinti, disegni, sculture, fotografie, incisioni e manifesti dei maggiori esponenti del Simbolismo in Svizzera insieme ad opere di grandi artisti internazionali, offrendo così un’ampia panoramica sul Simbolismo svizzero e sui suoi legami con l’arte europea. Tra di esse vi so- A no capolavori che hanno fatto la storia del movimento presentate tra fine Ottocento e inizio Novecento al Salone della Rosa + Croce a Parigi, nei salotti secessionisti a Vienna e alle Biennali di Venezia. Il sogno, l’inconscio, la donna come figura angelica e demoniaca, la natura meravigliosa e inquietante, l’ibrido, la violenza, l’oscurità, la morte, il cosmo e l’infinito sono i temi di questa manifestazione, accompagnata da un imponente catalogo in quattro lingue. In esposizione i capolavori di Arnold Böcklin, Augusto e Giovanni Giacometti, Johann Heinrich Füssli, Ferdinand Hodler, Giovanni Segantini, Carlos Schwabe, Albert Trachsel, Félix Val- Ferdinand Hodler, “La Notte”, 1889-1890, Olio su tela, Kunstmuseum Berna ne compiutamente la produzione consente di scoprirne gli aspetti più raffinati ed originali. Come nel caso dei dipinti dedicati a San Pietro Nolasco e all’ordine dei mercedari, frati che si offrivano in ostaggio per la liberazione di prigionieri cristiani, consci che tanto gesto implicasse il loro martirio. Oppure nel caso di un bizzarrissimo San Francesco incappucciato, che guarda «in faccia» il teschio di un memento mori così da mostrarlo al visitatore del tutto capovolto: la vanitas come specchio (o come opposto?) della santità. È vero, manca il San Bonaventura del Louvre, dipinto per certi versi fondamentale, ma ci si può rifare con almeno due lotton, Albert Welti, Edoardo Berta, Adolfo Ferragutti Visconti, Filippo Franzoni, Luigi Rossi, Gustav Klimt, Gustave Moreau, Odilon Redon, Auguste Rodin, Jean-Joseph Carriès e Franz von Stuck. Vengono qui esaminati i diversi linguaggi attraverso i quali gli artisti esprimono i loro fantasmi e inquietudini della propria epoca, ma anche le loro speranze su di un futuro incerto. La mostra dimostra il ruolo fondamentale del Simbolismo per lo sfociare verso le rivoluzioni linguistiche delle avanguardie del Novecento. Il percorso espositivo si articola in ventuno sezioni tematiche, le prime sei allestite al Museo Cantonale d’Arte e le altre quindici al Museo d’Arte. Già dall’inizio del percorso siamo colpiti dall’imponente tela di 116x299 cm di Hodler, “La Notte”, dove l’uomo in mezzo al quadro è spaventato nel sogno da un demone vestito di nero. E qui il nero è il colore simbolico che copre in tutte le sue sfumature il corpo dei dormienti. Salendo i piani superiori del Museo Cantonale d’Arte, passando dalle opere di Giovanni Segantini come ad esempio il “Mezzogiorno sulle Alpi”, notiamo “La Musa di Anacreonte” del 1873 di Arnold Böcklin, dove la modella è Clara, sua figlia, che all’epoca aveva sedici anni. Nella sezione della leggenda millenaria dell’ebreo errante e il vagabondare dell’essere umano notiamo “Ahasver”, tela di Hodler del 1910 circa e “Il ritorno a casa” di Böcklin, tela del 1887. Infine, nelle altre sezioni, ricordiamo “Adamo ed Eva”, tela del 1907 di Augusto Giacometti e due oli di Cuno Amiet riguardanti lo stesso tema, il “Quadriga” di Odilon Redon od ancora “Il lampo” di Albert Trachsel. Museo Cantonale d’Arte e Museo d’Arte Lugano Miti e misteri. Il Simbolismo e gli artisti svizzeri Fino al 12 gennaio 2014 Info: www.mitiemisteri.ch Francisco de Zurbaràn, “Santa Casilda (1640-45), Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza e ci viene offerta dal Palazzo dei Diamanti di Ferrara per la cura di Ignacio Cano e Gabriele Finaldi, inaugurata il 14 di settembre ed aperta fino al 6 gennaio prossimo. Naturalmente occuparsi di un pittore Sivigliano vissuto dal 1598 al 1664 implica un viaggio in tutto il siglo de oro che conosciamo, fra martiri estatici e vescovi in broccato, dalle concezioni che più-immacolate-nonsi può alle visioni mistiche che titillarono Salvador Dalì e la generazione dei surrealisti. Ma l’esposizione ferrarese è anzitutto il tributo ad un maestro troppo spesso liquidato come inferiore termine di paragone – meno potente di Velázquez, meno innovatore di Murillo, meno allucinato di El Greco – laddove al contrario ammirar- «novità» degli ultimi anni madrileni, il San Giovanni Battista (1659), recentemente scoperto in collezione privata, e il San Nicola di Bari (165860), per la prima volta in mostra. Questo almeno per i connaisseurs, perché tutti gli altri si contenteranno – bontà loro – del commovente Agnello di Dio, zampucce legate e capino proteso al sacrificio. Una mostra di immagini intriganti ed inattese, con frequente predisposizione alla sublimità. Dimenticate il resto, andate a Ferrara. Palazzo dei Diamanti Corso Ercole I d’Este, 21 Ferrara Zurbarán Fino al 6 gennaio 2014 www.palazzodiamanti.it Corriere15__ 19/09/13 13:25 Pagina 5 CORRIEREdell’ARTE COURRIER 27 Settembre 2013 DES ARTS Pagina 5 La Decima Arte e Giansiracusa Beny Giansiracusa nasce a Torino il 20 marzo 1951 e nel 1965 entra nel mondo della grafica e serigrafia impiegandosi prima in un piccolo laboratorio per fare poi il grande passo verso uno dei miti della serigrafia torinese, Riccardo Costamagna. La sua innovazione si manifestò a partire dal 1978 quando iniziò a disegnare video games, flipper, slot machine, juke box e distributori vari, lavoro che richiedeva grande tecnica e altrettanta fantasia. Il suo laboratorio, nato negli anni ’20 si occupò inizialmente di cartelloni pubblicitari ed insegne eseguite a mano. In questo ambiente Beny Giansiracusa disegnò centinaia di cartelli stradali di metri 3x2, lamiere, specchi, insegne, vetri per birre, manifesti per distillerie. Nei primi anni Settanta cominciò ad occuparsi di serigrafie d’arte, lavorando con grandi artisti, alternandoli con le sue opere. Nel ’78 si mise a disegnare videogames, flipper, slot machine, juke box e distributori vari, un lavoro che richiedeva grande tecnica e grande fantasia. Tra il 1980 e il 2000 ha collaborato all’insegnamento della grafiMASSIMO OLIVETTI a decima arte. Io ero rimasto circa a sette, ma chi sono per sconfessare o smentire il prestigioso MOMA di New York? Nel giro di pochi anni ecco la consacrazione prima per il sistema radio-televisivo, ottava, e poi per il fumetto. Siamo a nove. Ora la decima i video-giochi. Il MOMA ha inaugurato una sezione dedicata a loro acqui- L ca e della serigrafia in alcune scuole di Torino. Nel 1997-98 ha collaborato al corso di serigrafia al DAMS di Torino con Giorgio Bosi, direttore artistico di moltissime gallerie che durante gli anni ’80 ha svolto un’intensa attività internazionale tra Europa e Stati Uniti. Giansiracusa continua a coltivare queste due passioni proponendo opere artistiche sempre più evolute, sino ad arrivare ai suoi ritratti ad olio su tela di vari personaggi. Beny Giansiracusa è uno dei più famosi e abili serigrafi italiani: ha lavorato per tutti i più grandi artisti e con la tecnica serigrafica ha tradotto, dando prova di rara perizia e straordinaria interpretazione , opere di grande respiro e grandi firme. “L’estro emotivo dell’artista torinese Beny Giansiracusa è caratterizzato dall’evocazione pop di temi d’attualità elaborati con maestria e determinazione mediante la tecnica serigrafica: usata in ambiti artistici ed artigianali a partire dal Novecento, determina l’ausilio di immagini, su qualsiasi tessuto, facendo depositare l’inchiostro sulle aree libere del supporto. La sua manualità l’ha ereditata da una lunga esperienza che traspare in opere che fuoriescono dal suo laboratorio, sino ai ritratti ad olio su tela di vari personaggi. L’omaggio ai Beatles, di “Here comes the sun”, o “+ in su” in cui rappresenta un’automobile d’epoca, sino a “Nonna, figlia e nipotina” un acrilico su plexiglass in cui rievoca la bandiera italica sulla carrozzeria. Oppure l’olio su tela “Sospensione” in cui rappresenta un cavallo o “Bue in rosa” dove universalizza neodadaisticamente i richiami oggettivi di una realtà mercificata e riproposta in serie dai canoni del mercato e della pubblicità. Le sue opere sottolineano questo desiderio di estrapolare dalla quotidianità e indurre ad un nuovo grado di riconoscibilità”. (a.d.t.) Info: 011 6638590/011 3179507 sendone una selezione di 14, che sono stati istallati nelle prestigiose sale del museo nel marzo del 2013, inizio di una collezione che si arricchirà di almeno altri quaranta titoli da acquistare nei prossimi anni. A me, scusandomi per l’ignoranza dovuta alle scorie di abitudini antiche, non dicono niente, ma per i cultori del genere nell’elenco dei 14 ci sono classici come Pac-Man (1980), Tetris (1984), Myst (1993). Il criterio per la consacrazione ad Arte, con la maiuscola, dei videogames, come dichiara Paola Antonelli, curatrice senior del Dipartimento di Architettura e Design del MOMA, è il design dell’iterazione come ci spiega sul sito del Museo “ I nostri criteri hanno dato importanza non solo alla qualità visiva e all’esperienza estetica di ciascun gioco, ma anche a molti altri aspetti, dall’eleganza del codice al design del comportamento del giocatore, che appartengono al design dell’iterazione”. Bene, scusandomi per l’obbligata necessità di spiegazione, allora non ci resta che registrare il fatto che il caposcuola della decima arte è nostro, non solo italiano ma torinese doc. E’ Beny Giansiracusa, che ha disegnato circa 3000 modelli di videogames ed altre macchine, flipper, calcetti, slot Machine. Ho sotto gli occhi l’impressionante elenco di titoli dei videogames disegnati da Beny a partire dal 1976. Migliaia che molti credevano di produzione e fattura giapponese invece erano realizzati a Torino come il cioccolato ed i grissini. Lasciando al MOMA il consacrarlo a sommo artista, vero è che Giansiracusa è un grande artigiano che per anni ed anni ha riempito di sue immagini città, strade e autostrade d’Italia, con i suoi giganteschi cartelloni 3x2, e poi lamiere, specchi , insegne , vetri per birrerie. Se Andy Warhol ha creato, o forse semplicemente sdoganato, l’arte pop, attribuendo dignità alla serialità, Giansiracusa l’ha applicata inondando di immagini il nostro ambiente. E se componente dell’arte è la creatività allora a buon diritto può competere al titolo di artista. Maestro nella tecnica della serigrafia ha operato in collaborazione con grandi artisti come lo scultore Molinari per circa trent’anni eseguendone le splendide serigrafie. Diamo a Beny quel che è di Beny e riattribuiamogli il merito non solo di avere eseguito quello che credevamo di fattura giapponese, ma di aver contribuito, nel campo dei videogames, a spingere i giapponesi stessi a innovare, a modificare grafica ed immagini. Se i Manga ed i loro sottoprodotti, i videogames, rendevano all’ispirazione del teatro Kabuki, dove la fissità dell’espressione era necessaria per sublimare il più piccolo movimento corpo- reo nella sua proiezione simbolica, Giansiracusa è in qualche misura erede della Commedia dell’Arte, in cui l’espressione facciale non è rigida ma deve essere consonante al gesto scenico. Allora immagini più morbide, volti più aperti, occhi meno spalancati in una fissità canonizzata e colori che non si contrappongono violentemente senza sfumature e passaggi intermedi. Mi viene il paradosso di attribuirgli una piccola rivoluzione rinascimentale alla staticità della grafica orientale. Ma al di là delle sottolineature enfatiche Beny Giansiracusa ha costruito un prezioso laboratorio, dove sposa la tecnologia più avveniristica alla riproduzione dell’immagine. Prezioso non solo per la qualità costante nel tempo, ma soprattutto perché il da sinistra a desta: “Super Mario Bross”, serigrafia, acrilico su plexiglass “The Invaders”, serigrafia, acrilico su plexiglass “Pac-Man”, serigrafia, acrilico su plexiglass nostro mondo è permeato di immagini. Ne siamo circondati, a volte sopraffatti, incisi nei gangli ottici ogni attimo senza coscientemente accorgercene, e la qualità di queste stesse immagini in forma subliminale contribuisce a creare cultura visiva, forme, gusti, tendenze. In definitiva a saturare i nostri immaginari mentali per il presente ed il futuro. Beny Giansiracusa lo sa. Corriere15_6-11 19-09-2013 14:04 Pagina 6 CO RRIE REdell’ARTE COURRIER Pagina 6 DES ARTS 27 Settembre 2013 Galleria En Plein Air – Pinerolo (To) Aria nuova per l’avvenire CHIARA GALLO I Antologica al MAXXI di Roma L’importanza di immaginarsi Ghirri Per “immortalare” il senso di una ricerca culturale ENRICO S. LATERZA N on solo foto. Anzi. Per mettere a fuoco ed inquadrare appieno l’opera di Ghirri, per fornirne l’identikit, fuori da schemi o stereotipi, ci vuole una cornice più ampia, magari sotto la lente d’un largo grandangolare, spalancato: agli esordi professionali, quando ovviamente non s’intravedevano all’orizzonte neppure i segni lontani della futura consacrazione a livello mondiale, gl’immancabili incorreggibili critici snob che allora, almeno all’inizio, lo etichettarono un po’ sbrigativamente - e sprezzantemente - come geometra (quale in effetti egli era per formazione scolastica), intendendo dilettante autodidatta non introdotto nei salotti buoni del mondo culturale italiota degli Anni Settanta-Ottanta, evidentemente non capirono la dimensione di questa sua newtoniana “geometria”. Che oltrepassando l’approccio iconografico spaziava dalla letteratura e poesia alla musica, dalla filosofia teoreticognoseologica alla semiotica, dall’antropologia alla sociologia (cioè nella società), all’Arte con la ‘A’ maiuscola. Senza dimenticare naturalmente la “rivoluzione del colore”, tramite la collaborazione creativa col quasi omonimo (troncato…) stampatore Arrigo Ghi. Dopo le prime retrospettive in terra d’Emilia, seguite alla prematura scomparsa dell’auto- re (1992), nonché altre rilevanti mostre lungo la Penisola e all’estero, le circa trecento immagini, negativi e positivi, soprattutto esemplari vintage degli scatti e modern-print originali datate, esposte a Roma sino ad ottobre, insieme a vari materiali documentali, in tre sezioni tematico-concettuali (Architetture, Icone, Paesaggi), a cura di Francesca Fabiani, Laura Gasparini e Giuliano Sergio, grazie alla collaborazione tra il museo, l’archivio degli eredi (purtroppo nel 2011 è venuta a mancare anche Paola Borgonzoni Ghirri, vedova di Luigi) e la Biblioteca Panizzi di Reggio, tornano a render giustizia ad un interprete fondamentale dei nostri tempi. Maxximamente. MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo (Galleria 2 e 2/a) Via Reggio Emilia 5 Roma “Luigi Ghirri Pensare per immagini” Retrospettiva antologica a cura di Francesca Fabiani Laura Gasparini Giuliano Sergio Fino al 27 ottobre Info: 06 3225178 www.fondazionemaxxi.it Sotto: Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1986 fotocolor; in alto, sopra il titolo: Parigi, 1972 fotocolor © Archivio Eredi Ghirri Biblioteca Panizzi / MAXXI l nome dell’esposizione toglie ogni dubbio su quale sia la il tema centrale: il futuro. All’interno della cascina settecentesca immersa nella campagna pinerolese, gli artisti si sono cimentati nella rappresentazione di dubbi e paure, ma anche della speranza e delle aspettative di un avvenire incerto, intaccato dalla crisi economico finanziaria, e di conseguenza sociale, che ci ha colpito così duramente in questi anni. La collettiva, aperta al pubblico fino al 31 dicembre, si fa garante della volontà dei curatore di proseguire quel percorso iniziato nel 2011, attraverso la mostra Alfabetomorso dedicata alla visione intrinseca del mondo dei mass-media, e portato avanti nel 2012 con il progetto Profile, in cui gli artisti affrontavano il tema dell’esplorazione di sé stessi rappresentandosi tramite nuove identità in associazione ad una realtà sfuggente e transitoria. L’ideologia classica del tempo visto come elemento lineare, cioè preceduto da presente e da passato, viene rimessa in discussione seguendo il pensiero della circolarità, pensiero fatto di sovrapporsi di eventi e di reincarnazioni. L’arte stessa ha rappresentato nel corso dei secoli un susseguirsi di immagini che, attraverso l’inserimento di nuovi concetti mentali, smentivano le precedenti. Ogni artista ha sviluppato delle opere in cui ad essere messa in evidenza fosse la propria visione interiore del futuro. Ciascuno di loro ha apportato alla mostra un’esperienza diversa, a volte contrastante, altre volte univoca, ma tutti hanno composto un insieme di idee in grado di far comprendere allo spettatore la molteplicità di sguardi con cui si guarda all’avvenire. Il denominatore comune di questo percorso? Ovviamente quella costante che da sempre affligge l’uomo ovvero l’incertezza e il dubbio di un futuro imprevedibile. Realizzata con il contributo di professionisti emergenti e personalità ancora all’interno del circuito scolastico la mostra è stata curata da Elena Privitera e Marco Filippa. In esposizione saranno le opere dei seguenti artisti: Laura Ambrosi, Joel Angelini, Alessandra Baldoni, Emanuele Borello, Paolo Bovo, Daniela Bozzetto, Orietta Brombin, Caterina Bruno, Augusto Cantamessa, Antonella Casazza, Eli- sa Cella + Silvia Serenari, Chen Li, Alessia Clema, Claudio Contini + Tiziano Ghione, Carla Crosio, Domenico Doglio, Marco Da Rold, Ronit Dovrat, Marco Filippa + Tiziano Ghione, Federico Galetto, Elio Garis, Franco Giletta, Gian Carlo Giordano, Laura Govoni, Tere Grindatto, Maria Felix Korporal, Mario Ernesto Laratore, Marco Lavagetto, Margherita Levo Rosenberg, Nadia Magnabosco, Andrea Nisbet, Samuele Papiro, Mario Pasqualotto, Marina Pepino, Milena Racca, Elisabetta Rosso, Ornella Rovera, Rèdha Sbaihi, Cristina Seimandi, Valter Luca Signorile, Ivano Sossella, Luigi Stoisa, Tea Taramino, Laura Valle, Luc Vandervelde, Sabina Villa. Galleria En-Plein-Air Str.le Baudenasca 118 – Pinerolo (To) “Future” Collettiva Fino al 31 dicembre Info: 0121 340253 Alessandra Bodoni, “Volevo restare come ero ferma come il mondo non è mai fermo” stampa fotografica digitale, 70x90 cm. © aut./EnPleinAir Rinascenza Contemporanea – Pescara Il Revisionismo Sensitivista ANDREA DOMENICO TARICCO E pimetheus. I teodicei reVisionari, è il titolo della mostra che Rinascenza Contemporanea propone il 5 ottobre alle ore 18.00. Il titolo emblematico si ispira al fratello del titano Prometeo, ovvero colui che rubò il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini, ragione per la quale fu punito terribilmente dalla collera di Zeus. Suo fratello, invece, sposò Pandora, protettrice d’un vaso che fu scoperchiato sino a lasciar fuoriuscire tutti i mali del mondo, tranne la speranza. Fantastiche mitologie che indicano le due tendenze di analisi nel percorso critico di Rinascenza Contemporanea. Da una parte la tendenza concretivista, prometieica appunto, cioè quella che manipola la materia con il fine di strutturarla fisicamente, l’altra sensitivista, epimeteica, ovvero quella che esprime le proprie sensazioni senza una radicata connotazione fisica. En- trambe hanno una matrice simbolica. Gli artisti coinvolti sono i revisionari delle tendenze espressive tradizionali riformulate secondo queste direttive analitiche. Pensiamo ai lavori di Raffaella Calcagnini immersi in atmosfere cosmogoniche od alle virtualizzazioni segniche di Bruna Calzolari che partono dalle stesse premesse realizzative. Diego Burigotto invece, elabora l’aspetto fotografico della scomposizione deformante sino a Samuel Sichetti che traduce le formulazioni pop, street e concettuali in un progressismo compositivo atto a dilatare globalmente la propria sensibilità. Manuel Checchi fautore di assemblaggi composizionali in cui la risultante tradizionale viene riletta autonomamente sino a Maria Assunta Albini che esplora le atmosfere che la circondano sino a restituircele rinnovate od all’estro di Alexandre Saturnini arcaista visibilista dal poetico sapore istintivo. Infine Igor Castangia che iperrealizza l’immaginario in barocchismi assoluti. Insom- ma, le manifestazioni creative degli artisti esposti, manipolano l’oggettività come se questa fosse solamente lo strumento necessario per trasmetterci il modo di concepire la propria natura interiore. Galleria Rinascenza Contemporanea Via Palermo 140 – Pescara “Epimetheus I Teodicei reVisionari” Collettiva dal 5 ottobre al 5 dicembre Info: 328 6979208 Raffaella Calcagnini, “Alla ricerca dell’armonia interiore”, 2005 olio su compensato © l’artista / RinascenzaContemporanea Corriere15_7-varie__ 19/09/13 14:54 Pagina 1 Artisti scelti dal Corriere dell’Arte A CURA DI ANDREA DOMENICO TARICCO Mauro AZZARITA - Cell. 338 9899953 Luci nella notte è l’opera realizzata da Azzarita con tecnica ad olio su cartone telato, ov’è rappresentata una veduta cittadina avvolta dalle tenebre: le luci dei lampioni, delle automobili così come delle strutture illuminano pallidamente le sagome dei passanti protette dalla pioggia da ombrelli aperti. Quel pervasivo senso misterioso della notte ingloba i suoni, i rumori o le dimensioni rassicuranti offerte dal giorno; un contrasto espressionistico che delinea figurativamente l’angoscia dell’uomo contemporaneo, capace di dominare la natura, manipolare la materia ed estrarne sostanze necessarie alla sopravvivenza, o di gestire gli spazi con razionalità, ma di non essere in grado di controllare le proprie paure. Eppure nell’oblio del silenzio si profila un percorso alberato, un fiume eterno dello spirito che risucchia tutto e lo vanifica in prospettiva verso un altrove in cui tutto riprenderà vita. E risorgerà la nuova alba. "Luci nella notte", olio su cartone telato, 35x50 cm. Mara DESTEFANIS - Cell. 335 1378404 Il titolo dell’opera di Mara Destefanis, l Palio di Asti. Verso il traguardo, celebra pittoricamente la festa medioevale in cui veniva celebrato il patrono d’Asti, San Secondo, e culminava con una corsa di cavalli senza sella. La sua grandezza d’artista consiste nel modernizzare in chiave contemporanea elementi derivanti dal XII secolo, laddove gareggiano i possenti cavalli con i superbi fantini, completamente concentrati nel destreggiare il proprio destino. Il piano della composizione sembra contorcersi alla potenza scandita fisicamente dal senso dinamico della velocità, mentre i colori vanificano il loro stato sotto la pressione della tensione muscolare dei mastodontici destrieri. Il tutto concentra emotivamente lo sguardo dell’osservatore verso un attimo che preclude un traguardo che solo in potenza sarà raggiunto. "Il Palio di Asti. Verso il traguardo", 2008, olio su tela, 50x40 cm. Alberto Maria MARCHETTI - www.albertomariamarchetti.it L’acquerello su carta Nudo sdraiato (2003) è la rappresentazione sublimata di un corpo femminile visto di spalle, in cui emerge il senso della posa e della poetica derivante dalle connotazioni compositive. Infatti, il contrasto tra visto e non visto, tra luce ed ombra, costituisce una prerogativa fondamentale, considerando ad esempio l’assenza delle braccia, celate dalla massa corporea o le gambe affusolate semi-nascoste dalla posizione fetale. L’immagine rannicchiata su sé stessa comprime l’idea di libertà gestuale in un senso di protezione quasi come se indicasse il desiderio di sentire la voce interiore od una sensazione di appartenenza a qualcosa. L’intelligenza compositiva dell’opera indica un messaggio più alto, riferendosi forse al senso di abbandono dell’uomo contemporaneo, non più centro motore dell’universo e del proprio destino ma risultante indeterminata di una natura vasta e sconosciuta. "Nudo sdraiato", 2003, acquerello su carta Giuseppe PITRUZZELLO - Cell. 338 8283968 Omaggio a Marylin (2012) è un dono che, nella sua carriera, Pitruzzello offre al mondo dell’arte, celebrando la diva per eccellenza che ha incantato con la sua bellezza il panorama cinematografico internazionale. La lezione warholiana sembra potenziarsi di nuovi contenuti formali, trasponendo l’icona pop massificata dai media in surrogati cromatici che la vanificano nell’immaginario artistico assorbito dalle fantasmagorie informali. L’uso della tecnica mista, al limite della digitalizzazione, oltrepassa gli stereotipi assemblativi di un readymade filo-concettuale, reinterpretando i presupposti di un dato oggettivo in paradossi attuali in cui la globalità dei linguaggi propone nuove chiavi di lettura. In questo caso l’ironica bellezza d’un “mostro sacro”, consacrato appunto dallo StarSystem statunitense, diviene l’emblema d’una riconoscibilità assoluta manipolata dall’arte stessa e restituita secondo modalità proprie in cui potersi riconoscere individualmente. "Omaggio a Marilyn", 2012, tecnica mista su tela, 70x50 cm. P.za Zara, 3 - 10133 Torino Tel. 011 6312666 / fax 011 6317243 Marisa BORDIGA - Cell. 349 3551159 L’acquerello di Marisa Bordiga La casa dei fiori lilla (2008) appare la descrizione di un sogno ad occhi aperti, ove le atmosfere sopite di uno splendido casolare immerso nella natura ci riportano indietro nel tempo, verso l’età dell’innocenza in cui il gioco e la spensieratezza inebriavano le nostre vite. La purezza delle cromie, la delicatezza dei tratti o il taglio soave della composizione sono connotati che stabiliscono immediatamente in chi guarda un senso di sicurezza o di appartenenza, anche senza aver mai percorso quelle dimensioni che ci immobilizzano, immergendoci in qualcosa che non sarà mai più: una nostalgia verso atmosfere perdute che stimolano il desiderio di ricercarle in qualcosa di autentico od in un paesaggio vivente sotto la luce crepuscolare di un sole cocente. Il gioco di luce, il silenzio, l’attimo che scorre lentamente, sono solo alcune delle emozioni che quest’artista è in grado di donarci. "La casa dei fiori lilla", 2008, acquerello, 40x30 cm. Pasquale FILANNINO - Cell. 340 5526730 Torre Canavese. La torre è un olio su cartone vegetale realizzato da Filannino, nel quale l’espressione individuale della realtà oggettiva consiste nell’estrapolare concettualmente e trasdurre i dati del visibile o dell’immediatamente riconoscibile in qualcos’altro di più elevato. La capacità di prelevare le forme dal mondo circostante e riconsolidarle in formulazioni cromatiche distinte in scomparti geometrizzanti determinano uno stile del tutto personale, derivato da un Novecento scompositivo ed esplosivo, per razionalizzarlo poi in nuovi stilemi lessicali in cui i dati implosivi di un possibile ritorno all’ordine vengono alla luce. Ed il lessico di Pitruzzello è sicuramente quello di un maestro contemporaneo senza precedenti, capace di tradurre in pittura tutto ciò che assorbe dalla sua realtà filtrandola in un’arte nuova, autentica, pura. Le prospettive traballano, la natura esplode e i colori vengono ingabbiati dalle griglie formali. “Torre Canavese. La torre”, olio su cartone vegetale Marta PERLO - marta270443@alice.it Il paesaggio di Marta Perlo torna alle atmosfere silenti di uno scorcio architettonico colto in specifici orari diurni, in cui non compaiono figure umane o tracce del paesaggio circostante: la case, i porticati, le finestre delineano una natura perfetta, cristallina, artificiosa, che esclude tutto, includendolo paradossalmente. La natura infatti, pur non essendo contemplata se non nel cielo soprastante diviene parte integrante della composizione quale unica testimonianza del passaggio dell’uomo su questo mondo. Ecco allora che le strutture di riferimento si caricano di vita e dialogano tra loro in riferimenti direzionali che trasmettono codici sottesi, come il contrasto tra la luce zenitale e le ombre delle volte, dalla frescura degli antri al caldo torrido di ciò che è esposto al sole, dalla pienezza dei colori all’assenza delle abitazioni vuote. Una nostalgica presenza induce lo sguardo a ricacciare il vuoto. "Toscana. Ugliancaldo", acquerello su carta Mariangela REDOLFINI - Tel. 011-711883 Ancora una volta Mariangela Redolfini ci incanta con un’opera intitolata Alla foce del Gilao, nella quale definisce un limite psicologico tra le architetture umane e le manifestazioni naturali d’un paesaggio incantato: un contrasto costruttivo nella dinamica compositiva dell’opera, che relativizza gli sforzi d’una civiltà intenta a definire il proprio potere con il cemento; palazzi, camini o strutture che si stagliano verso il cielo, mentre la natura serpeggia intorno, incontrastata e senza limiti. Il tutto però viene compresso dalla forza cromatica che direziona verso dimensioni lontane le prospettive ambientali ed artificiali. L’immaginario punto di fuga diviene la volontà creativa dell’uomo moderno di adattare nuovamente il proprio ego verso una natura che lo ha dimenticato e che egli tenta di conquistare con tutte le sue forze: una lotta per l’eternità, dunque, nei pressi di questa foce metafisica in cui il sangue della terra diviene vita nuova. "Alla foce del Gilao", acrilico su tela, 90x60 CORRIEREdell’ARTE redazione@corrieredellarte.it Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 6.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno www.corrieredellarte.it Corriere15_6-11 19-09-2013 14:00 Pagina 8 CO RRIE REdell’ARTE COURRIER Pagina 8 DES ARTS 27 Settembre 2013 Alla Pinacoteca Albertina di Torino In mostra i cartoni di Gaudenzio Ferrari e Bernardino Lanino I naugurata il 18 settembre presso la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, la mostra “Gaudenzio Ferrari e Bernardino Lanino: cartoni e dipinti a confronto”, resterà visibile nella Sala dei Cartoni della Pinacoteca Albertina, fino al 18 febbraio 2014. “La Pinacoteca Albertina – ha sottolineato il presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Fiorenzo Alfieri – è nata come struttura interna all’Accademia di Belle Arti, ma negli ultimi anni, grazie al fondamentale apporto della Consulta e alla costante attenzione delle competenti Sovrintendenze, è diventata un importante museo di Torino. Questi stessi tre soggetti hanno deciso di mettere insieme le loro forze per offrire al pubblico l’occasione di conoscere da vicino il modo di operare delle botteghe artistiche del Cinquecento piemontese. La Pinacoteca Albertina possiede una straordinaria raccolta di cartoni di questo periodo e i musei di arte antica del Piemonte, ma anche chiese e dimore, possiedono opere che sono derivate da quei cartoni. In questa prima mostra i visitatori incontreranno il caso di un cartone che è stato utilizzato da due diversi grandi artisti”. Il nucleo di cartoni dell’Albertina, riferiti tutti a dipinti su tavola identificati, ci aiuta in effetti, a comprendere il funzionamento delle botteghe artistiche cinquecentesche. Il cartone, così chiamato per via delle dimensioni della carta, serviva alla traduzione del disegno sulla tavola o tela. Possedeva in genere le stesse misure e lo stesso formato del dipinto da riportare, nella fase esecutiva, sul supporto, costituito da muro, tavola o tela. Di questo complesso gioco di rimandi e di scambi tra artisti e botteghe le opere esposte per questa occasione offrono una straordinaria testimonianza, attestando la rapida circolazione dei disegni fra gli artisti gaudenziani e la fortuna di alcuni schemi compositivi e iconografici, la cui ripetitività è da interpretare anche come indice di una forma di pro- Constable, in diretta la nuova attribuzione L’opera attribuita a John Constable CHIARA PITTAVINO A cquistato tredici anni fa per “quattro soldi”, un anonimo quadretto è stato invece attribuito al grande pit- Livio Politano, Architetture precarie N el Castello di Roddi, storica sede appartenuta agli avi di Pico e segue i maestri che rappresentano l’arte contemporanea del dopo Casorati, da Scroppo, Menzio, Paulucci, Calandri, Galvano, Pozzo e Quaglino, a Pinacoteca Albertina di Torino Via dell’Accademia Albertina 6 Torino “Gaudenzio Ferrari e Bernardino Lanino: cartoni e dipinti a confronto” Fino al 18 febbraio 2014 Info: 011 889020 www.accademiaalbertina.torino.it Londra, la BBC “autentica” un piccolo dipinto anonimo, pagato poche sterline Castello di Roddi (Cn) GIORGIO BARBERIS tezionismo pittorico da parte dei committenti del tempo. vamente, presso gli Istituti Italiani di Cultura di Madrid, Siviglia e Colonia. La conoscenza dei mercanti Giorgi e Russo sposta poi il baricentro del- costantemente presente nella Galleria “La Barcaccia” con Tozzi, Turcato, Picinni, Guzzi, Avenali, Omiccioli, Fantuzzi, Norberto e con i critici e scrittori Miele, Chiara e Buzzati. Una rassegna di grande livello che impreziosirà le vetuste sale dell’affascinante maniero di Roddi fino al 3 novembre e che si inaugurerà alla presenza del Maestro e di varie autorità regionali , provinciali e locali sabato 21 settembre alle ore 17. Arricchita da un catalogo ragionato, edito appositamente per l’evento, che contiene preziose testimonianze quali quelle di Galvano, Scroppo, Caballo, Avenali, Isoardi, Ferraresi, Mistrangelo, Morra, Giorgetto Giugiaro ed altre grandi firme del mondo dell’arte e del de- tore inglese, durante una trasmissione della Bbc. È solo l’ultimo caso di un dipinto appartenente ad un autore importante, non riconosciuto e passato recentemente sul mercato per una cifra irrisoria: una piccola tavola, completa di cornice in legno dorato e raffigurante un paesaggio, acquistata ad una vendita di una casa d’aste minore britannica, a Canterbury, insieme ad altri oggetti, per l’equivalente di 35 euro. Dichiarata opera autentica di John Constable e ora valutata intorno ai 300mila euro, appartiene al 45enne Rob Darvell, di professione graphic designer, avvisato in diretta dalla stessa Bbc. Il misconosciuto capolavoro in miniatura era stato comprato dal padre di Darvell, che l’aveva poi affidato appunto al figlio. Decisamente fortunato. Constable è uno dei più cari artisti inglesi di tutti i tempi: il suo record d’asta è stato fissato alla vendita di dipinti antichi del 3 luglio 2012 a Londra, per La chiusa, un olio su tela di 142,2x120,7 cm. consegnato a Christie’s da Carmen Thyssen-Bornemisza e venduto per la bellezza di 27,9 milioni di euro! sign, la stessa racconta un artista che parla ancora di segno e di colore, dove la sovrapposizione e la deformazione delle immagini giocano otticamente creando panorami nuovi, leggibili come metamorfosi in divenire e tanto più veritieri quanto più si discostano dalla loro originale funzione descrittiva. Ancora suggestivo e comunque sempre intriso di concetti legati al ricordo o al rimpianto è il gioco di Pagine imperniato sugli scorci di Langa o di più leggibili realtà: qui è anche possibile imbattersi nella stiratura dei declivi, nelle curvature naturali e nella frequente fratturazione geometrica della visione aerea che trascolora in ombre fantasmatiche un preciso e personalissimo intendimento, una sottrazione di senso che rovescia la tradizione della paesaggistica, cacciando ancora una volta il déjà vu per lasciare il posto solo all’artificio, e quindi all’irrilevanza del puro sguardo. Perché l’apparente lievità, l’ostentata foga, la metodica proliferazione di questa pittura nascondono la sicurezza del tocco, la precisione dell’immagine ed il concetto che, per l’autore, la vita è moto, è dinamismo, sogno. Castello di Roddi Via Carlo Alberto 2 Roddi (Cn) Opere di Livio Politano Fino al 3 novembre Mostra a cura di Livio Politano e Giorgio Barberis Info: 0173 620120 Su proposta del Comitato Ponte del Diavolo Le opere di Raul Viglione a Lanzo P Livio Politano, “Cittadella” © l’artista della Mirandola, i lavori inediti ed i più noti del grande maestro piemontese Livio Politano, scelti appositamente per dare uno sguardo a tutto tondo sull’impagabile espressività di questo Pittore. Presenza di spicco nell’arte torinese della seconda metà del ’900 ed attivo sin dal 1964, Livio Politano, originario di Beinette, frequenta Soffiantino, Fico, Ramella, Carena, Franco e Campagnoli. Intanto inizia a proporre la sua pittura in diverse città italiane (Asti,Torino, Milano, La Spezia, Roma, Napoli e Palermo) e, all’inizio degli Anni ’70, organizza, grazie all’interessamento del Maestro ed amico Orfeo Tamburi, la sua prima personale a Parigi e, successi- la sua attività sulle piazze di Firenze e di Roma dove è presente con mostre personali. Gli anni ottanta sono caratterizzati dalle esposizioni all’estero di Budapest e Vienna mentre in Italia propone due grandi mostre antologiche a Torino e a Vicenza dove compaiono nella sua ricerca i primi indirizzi surreali. A Roma, in particolare, è roposta dal Comitato “Ponte del Diavolo”, in collaborazione con il Gruppo Artisti, si è chiusa a Lanzo Torinese domenica 22 settembre scorso, con straordinario successo di pubblico, la personale del maestro Raul Viglione. Anche in quest’occasione si è sottolineato quanto ebbe a scrivere alcuni anni fa Marco Albera: “C’è un gran gusto nel riscoprire le opere di perfetta esecu- zione del Maestro Raul Viglione, della nostra migliore tradizione pittorica che, pur nella modernità, non rinuncia ai fondamenti del Vero, del Buono, del Bello”. (c.s.) Raul Viglione, “Barche sul Po innevato” © l’artista Corriere15_6-11 19-09-2013 12:28 Pagina 9 CORRIEREdell’ARTE Spettacoli COURRIER 27 Settembre 2013 DES ARTS Pagina 9 All’Alfieri debutta “Vedova Pautasso” “Come ti spaccio la famiglia” con la Aniston Fumero, sogni e sospiri per il suo avvocato Vita spericolata tra gag e parolacce ELIO RABBIONE Margherita Fumero e Franco Neri insieme in “Vedova Pautasso Antonio in cerca di matrimonio”, foto © aut./TeatroAlfieri Q uando una quarantina di anni fa Amendola e Corbucci scrissero per Macario Pautasso Antonio esperto di matrimonio, il pubblico decretò un successo immediato ai duetti che coinvolgevano il comico piemontese e Margherita Fumero, l’avvocato e la Teresa che di lui era innamorata persa. Un amore silenzioso, fatto di sospiri e attese, di bocconi amari mandati giù, di situazioni giocate sino all’eccesso che non potevano non sfociare in sonore risate. Oggi, i languori della Teresa, messi al centro di una società divenuta ancor più insensibile e pronta a fregarti, reggono ancora in una scrittura teatrale che ha il nuovo titolo di Vedova Pautasso Antonio in cerca di matrimonio e che mantiene la promessa del sicuro divertimento. Scrittura che arriva da gente di teatro che di divertimento se ne intende, Bruno Furnari e Gigi Saronni della banda di Zelig, con Christian Messina che cura la regia e Franco Neri, vitalissimo comico teatral/televisivo (“Franco, oooh Franco…!”) con un ruolo di protagonista che è la certezza del successo. E Teresa? Teresa è ancora Margherita Fumero, “la” Fumero che solo a dirla per questi ultimi anni s’è ritagliata piccoli successi personali – Camera Caffè, Io e Margherita con l’amico di sempre Beruschi e su Sky Cucina e Nobiltà, una serie girata nel castello di Pralormo con Margherita a intrattenere e a dar consigli di cucina che nemmeno la Clerici. Gli auto- ri hanno subito capito che per riproporre il sequel di Pautasso doveva ancora una volta esserci lei, “per me Teresa è stato uno dei personaggi più belli, che più ha incontrato l’apprezzamento del pubblico: per cui quando mi hanno parlato del progetto ho accettato a scatola chiusa”. E’ come se l’attrice riscoprisse una vecchia amica che non vede da tempo: “Teresa è la “vedova morale” di Pautasso, lui certo non ha mai fatto sogni su di lei, ci mancherebbe, ma quanti lei ne ha fatti su di lui, sempre in silenzio, una romantica passione tutta nella sua testa… oggi, pur mantenendo i suoi ricordi e una certa ingenuità, è più giovanile e spigliata, costruisce a tratti dei momenti di consapevolezza del proprio stato di solitudine, sempre giocati sul sorriso, sulla risata, sulla battuta divertente, continua a col- tivare l’idea di trovare un uomo a tutti i costi”. E’ in questa ricerca di zitellona audace che un amico le dà una mano a trovare (ancora) l’uomo della sua vita, il maneggione Alessandro Marrapodi mette a disposizione la sua agenzia matrimoniale e scova l’uomo ideale in Franco Neri, un tipo senza arte né parte, che forse proprio tanto ideale non è se i grandi valori della vita sono per lui le case, i soldi e i terreni. “E’ una compagnia in cui mi trovo davvero bene – sottolinea Fumero -, l’aria del palcoscenico, a una donna che come me è forse anche timida nel privato, continua a contagiarmi e a farmi bene, seguiamo è vero il testo ma ci divertiamo a improvvisare, a rilanciarci battute su battute, lo spettacolo sta venendo davvero nel migliore dei modi”. Perché una schietta comicità è l’immagine di quest’attrice che ha sempre accarezzato il versante tragico del teatro: “Per me la comicità è cercare di far stare bene le persone, ridere insieme per lasciare a casa i pensieri, quello che ci preoccupa: in questo Macario mi ha insegnato molto”. Il debutto è per giovedì 10 ottobre all’Alfieri e le richieste al botteghino per una nuova coppia che promette un paio d’ore di puro divertimento sono già moltissime. Con loro un bentornato Franco Barbero; e ancora Maria Occhiogrosso, Antonio Sarasso e Alexandra Sofia Motta. FOTORAMA - come d’autunno - Per il cartellone di Torino Spettacoli La veste comica di Piemonte in scena MANUELA MARASCIO V enerdì 27 e sabato 28 settembre al Teatro Erba saranno in scena con Badola Marco e Mauro (Marco Amerio e Mauro Mangone): il duo proporrà un mix di pezzi estratti dal suo repertorio storico, con l’aggiunta di nuove situazioni comiche e improvvisazioni che coinvolgeranno direttamente il pubblico. Domenica 29 il Teatro Erba propone invece, a partire dalle 16, un pomeriggio “piemontese” in compagnia dell’Alfatre Gruppo Teatro: Vivroma Doman è la storia dell’incontro tra due anziani accomunati da una triste emarginazione ma decisi a riscattarsi attraverso una decisione improvvisa e assurda, che li porterà a ritrovare la speranza in un domani migliore; Cio’ per Broca è una farsa tratta da una pochade francese ottocentesca, in cui il ritmo serrato della parlata scandisce gli esilaranti equivoci del dialogo tra un padre e il pretendente della figlia. Da non perdere l’appuntamento con il grande teatro napoletano: venerdì 4 e sabato 5 ottobre la Compagnia teatrale Masaniello proporrà Uomo e galantuomo, opera giovanile, tra il realistico e il farsesco popolare, di Eduardo De Filippo, qui diretta e interpretata dal bravo Alfonso Rinaldi. Gennaro De Sia capeggia un gruppetto di attori da quattro soldi, la cui vita si intreccia con il giovane benestante Alberto de Stefano e la signorina Bice, che misteriosamente scompare nel nulla. Da giovedì 10 a domenica 13 ottobre il Teatro Alfieri ospiterà Franco Neri e Margherita Fumero, diretti da Cristian Messina: Vedova Pautasso Antonio in cerca di matrimonio, nel quarantesimo anno dal suo debutto, è un omaggio al grande attore Erminio Macario. La governante Teresa vive nell’abitazione dell’avvocato Pautasso, deceduto da anni, di cui è ancora profondamente innamorata; un suo amico, per liberarla dall’angoscioso ricordo, si rivolge a un’agenzia matrimoniale, grazie alla quale sarà reperito l’ “uomo ideale”, Francesco di Grimaldi (Franco Neri). Una commedia che trae spunto dalla quotidianità, dando vita a una favola moderna basata sull’equilibrio giocoso di sentimenti e valori materiali. Q uale sia lo stato di salute (o, se preferite, di malattia) della commediaccia al di là dell’oceano lo potete sapere davanti alle avventure di Come ti spaccio la famiglia. Prendere o lasciare, non c’è via di mezzo, se già non v’erano bastate le notti da leone degli sgangherati amici a stelle e strisce, qui avrete il resto. Tanto per anticipare, la critica Usa c’è in generale andata giù sul pesante (“il suo potenziale non è sviluppato, e la sua trama è prevedibile e stupida”, “non solo non è divertente, è offensivo”, e via discorrendo), noi l’abbiamo presa più a cuor leggero tra grasse risate e qualche piccolo mugugno. L’idea non è poi così malvagia ma rischia di cadere in qualche punto della storia, con la fatica degli sceneggiatori a riportarla a galla. Tutto gira intorno al molle spacciatore Jason Sudeikis che, alleggerito dei quattrini e della merce da una decisissima boys band, per scansare le ire del suo datore di lavoro, accetta di farsi un viaggetto in Messico, di caricare un bel carico di marijuana e di tornarsene a casa. Tutto liscio come l’olio, ancor più se W. Chappell, “Mother and Son”, 1962, foto b/n © A.&R.Chappell/ANSA/FF-FCRMO Fondazione Fotografia Modena L’impertinente Retrospettiva sul “controverso” Walter Chappell Fondazione Fotografia Modena, via Giardini, 160 - Modena. Walter Chappell, Eternal Impermanence, a cura di Filippo Maggia. Provocatorio, ardito, misterioso antesignano della new-age in campo iconografico, sorta di asceta della foto, “felice eremita” nella propria personale esperienza quotidiana nonché professionale, filosofica ed antropologica, l’americano Walter Landon Chappell (19252000) è sempre in viaggio, sulla strada - come Kerouac - alla volta di altri mondi della mente e del corpo, seguendo il fiume emozionale degli eventi ma controcorrente ovvero con- troverso, in bilico tra reale e iperrealismo, purezza e purismo, nell’immagine e nell’immaginazione: raffinato interprete dello scatto “lento” ad impressionare la pellicola sensibile e della perfetta stampa in bianco-e-nero (al pari dei suoi sodali e maestri Minor White, Edward Weston e Ansel Adams), che si trovi insieme ai nativi Pueblo di Taos nel New Mexico o al cospetto delle stelle di Hollywood, o al bar d’angolo di Edward Hopper, oppure si cimenti con le tecniche più avanzate di ripresa della sua sperimentale Metaflora (1980), egli “indaga i rapporti fra gli esseri viventi e la loro relazione con la Natura, all’insegna della celebrazione dell’amore come energia che regola il cosmo e dell’esistenza come flusso ciclico”, secondo le parole d’illustrazione (od illuminazione?) che cercano di chiarire al visitatore dell’esposizione retrospettiva la visione di questo originale poeta della luce. Apertura sino al 2 febbraio 2014. Info: 059 224418 www.fondazionefotografia.it Fondazione Bottari – Alba (Cn) Ed ho in mente foto Una rassegna indaga il rapporto tra icona e narrazione Fondazione Bottari Lattes, via Marconi, 16 - Monforte d’Alba (Cn). FotograficaMente. La manifestazione curata da Daniela Trunfio prevede esposizioni, conversazioni, laboratori e letture di portfoli, che si prefiggono di “indagare il rapporto fra Fotografia e Narrazione”; tra l’altro, la si metterà al riparo di una bella famigliola costruita per l’occasione, la spogliarellista Jennifer Aniston, il pivellino completamente vergine Will Pouler, una sbandata poco più che ventenne con il capello biondo di Emma Roberts, la nipotina di zia Julia. Ma si sa, in questi casi i poliziotti sono in agguato e il cartello non vuol farsi fregare. Siamo sinceri, quel che fa da scheletro alla storia tutta surreale non è la lotta dei buoni e dei cattivi, è il per nulla politicamente corretto che la sorregge, sono le gag, la trasgressione, il divertimento che lo humour britannico se lo mette sotto i piedi, il linguaggio e le situazioni da bettola di quart’ordine, una roba che i nostri soliti idioti sembrano bambinetti dell’asilo. Se amate il genere, la regia di Rawson Marshall Thurber ha tutti i numeri per sembrare da manuale e le prove dei quattro interpreti somigliano a quei fuochi d’artificio del finale. La prova dell’attrice nei panni della moglie del agente dell’antidroga merita da sola il prezzo del biglietto: sempre se amate il genere. (e. rb.) a cura di Enrico S. Laterza U. Lucas, Al bar "Il Posto delle Fragole” nell’ex ospedale psichiatrico, Collina di San Giovanni, Trieste, marzo 1988 © aut./Fondaz.Bottari-Lattes mostra Dalla Cronaca alla Letteratura presenta gli scatti in bianco-e-nero dei Racconti di Fotogiornalismo di Uliano Lucas (itinerario in quattro tappe o capitoli: Una città chiamata Milano; Il servizio militare, 1967-68; Al bar ‘Il Posto delle Fragole’, Trieste, 1987-88; Scritto sull’acqua, Borana, Etiopia, 2007), oltre ad un’interessante collettiva con Michela Bernasconi, Daewong Kim, Laura Lamanda, Maddalena Migliore e Federico Massimiliano Mozzano: “Un momento di sospensione e di riflessione, in favore del recupero della lentezza e progettualità”. Fermo-immagine. Fino al 17 novembre. Info: 0173 789282 www.fondazionebottarilattes.it Corriere15_6-11 19-09-2013 13:29 Pagina 10 CO RRIE REdell’ARTE COURRIER Pagina 10 DES Segnalazioni ARTS 27 Settembre 2013 Il Corriere dell’Arte apre su questa pagina un servizio di informazione per eventi presenti su Torino e Piemonte e in tutta Italia. Entro uno spazio di 7x4 cm. segnaleremo in modo esaustivo (data, luogo, riferimenti nominativi e descrizione) notizie da Gallerie, Musei, Fondazioni, Artisti che espongono con mostre personali o collettive. Il costo della segnalazione ammonta a 15 euro cadauna e la stessa deve pervenire in redazione 12 giorni prima della data di inizio. Ricordiamo che il Corriere dell’Arte è l’unico quindicinale del settore, da 17 anni presente in Italia, e si avvale di una distribuzione agli abbonati, in edicola sul territorio torinese, e di una presenza on-line (www.corrieredellarte.it) con oltre 500 contatti al giorno e su facebook con più di 6000 followers. TORINO e PIEMONTE Gi ul i o C am agni “ L a l u c e f e rm a d i u n m o n d o s e n z a te mp o ” M os t ra p e r so n a l e Galleria Biasutti & Biasutti Via Bonafous 7/L Torino Fino al 5 ottobre Info: 011 8173511 Un segno, forte e delicato, divide la superficie seguendo una costante, quasi un codice di analisi; la materia si sovrappone, strati di emozioni si combinano attraverso l’uso della cenere e dei pigmenti, negli infiniti toni del bianco, grigio, nero e marrone. Camagni stesso spiega: “Quando osservo i miei quadri, io ritrovo i miei maestri e le terre che li hanno accolti e nutriti, […] i cipressi e i muri a secco, i marmi consunti e gli intonachi scottati dal sole, i lidi riarsi, i monti aspri e impassibili e la luce ferma di un mondo senza tempo. Ritrovo gli affreschi cancellati di certe cappelle di campagna abbandonate, la calce delle stalle e il bruno dello sterco, il segno dell’uomo e la sua misura”. Una ventina di opere, tra tele e carte, ci riportano ad uno stato d’animo atemporale, anzi arcano, antico e moderno insieme, ove il passato vive nella costante ricerca del presente, nostalgico eppure fortemente attuale. (c.s./d.t.) “ Sp ia gge ” Galleria d’Ar te Pir ra C.so Vittorio Emanuele II 82 Torino Dal 28 settembre al 3 novembre Info: 011 543393 Comun denominatore delle opere in mostra: la spiaggia. Sia essa raffigurata come paesaggio, protagonista stessa del quadro, sia essa ambiente vissuto, animato dall’uomo. Questa panoramica di opere offre l’opportunità di presentare artisti diversi per formazione e cultura, russi, italiani e francesi e pone l’accento su due opere recentemente acquisite: una tempera del 1972 di un autorevole esponente della Scuola di Mosca, E v s e y R e s h i n , e un olio del 1950 di uno dei più brillanti rappresentanti della Scuola di San Pietroburgo, M i k h a i l N a t a r e v i c h . IL CORRIERE DELL’ARTE “ M i l l e l i re l ’ u n o V o l t a l a c a rt a ” Casa del Quar tier e di San Salvario Via Morgario 14 Torino 29 settembre Info: 347 3120419 Quello che sembrava ma non è, falsi cambiamenti di rotta, promesse non mantenute. Alle ore 18.00 di domenica 29 settembre prossimo, inaugurazione della mostra, con l’intervento di El ena di Ma jo e F e d er i c a Tamm ar a zi o : un viaggio tra le opere d’arte alla ricerca delle immagini che ingannano, che nascondono la propria storia, che fingono di essere qualcos’altro; vicende e autori a confronto dal Medioevo al contemporaneo. “ O p e r a z i o n e P a s s w o rd ” d i A l e s s a d ro C i f f o Inter nocor tile Ar te Cultura Design di Silvia Tar dy Via Villa Glory 6 Torino Info: 011 6618841 Fino al 5 ottobre L’artista Alessadro Ciffo presenterà le sue opere. Curatore della mostra è Guido Curto. Vernissage Venerdì 27 settembre - ore 18.00 Galleria Arte Città Amica Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 – Torino “L’Arte incontra la Poesia” Collettiva Martedì 1° ottobre - ore 18.00 Circolo degli Artisti di Torino Palazzo Graneri della Roccia Via Bogino 9 – Torino Mini Personali di otto Artisti del CEDAS Mercoledì 2 ottobre - ore 18.00 Galleria TeArt Associazione Culturale Via Giotto 14 – Torino Mostra annuale dei Soci Sabato 5 ottobre - ore 18.00 Galleria Rinascenza Contemporanea Via Palermo 140 – Pescara “Epimetheus I Teodicei reVisionari” Collettiva “ A l t re v i s i o n i / O t h e r V i e w s ” C o l l et t i v a Galleria Moitr e Via S. Giulia 17 bis Torino Fino al 26 ottobre Esposizione con la partecipazione di Ro be r t o F a n a r i , A n n a I p p o l i t o , A l i e M us i , I l e n i a S p a n ò , N a d i r V a le n t e . È REPERIBILE A MILANO PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : È REPERIBILE A ROMA PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : • P.za Castello • Molino delle Armi ang. Ticinese • C.so Magenta f.te Teatro Litta • C.so Garibaldi 83 • Via Boscovich 22 • P.le Principessa Clotilde • Bookstore Triennale • Bookstore Palazzo delle Stelline • Bookshop Villa Necchi Campiglio Via Mozart 14 • P.za Oberdan ang. v.le Piave • P.za Croce Rossa • P.za Colonna • P.za Colonna ang. l.go Chigi/Tritone • P.za S. Silvestro • L.go Argentina • Via Nomentana • C.so Francia • P.za Fontanella Borghese • P.za Porta Maggiore • Dorothy Circus Gallery Via dei Pettinari 76 • La Diagonale Libreria Via dei Chiavari 75 I m r a n Qu re s h i MACRO Museo d’Ar te Contemporanea Roma Via Nizza 138 Roma Fino al 17 novembre Info: 06 671070443 www.museomacro.org Il MACRO ospita la prima personale di Imran Qureshi, artista pachistano la cui ricerca è un perfetto connubio di tradizione e contemporaneità. Per la prima volta all’interno di un’istituzione pubblica italiana, l’artista presenta le sue opere personali, rappresentazione di osservazioni sulle vicende storiche e sulla realtà di oggi del suo Paese e simbolo di un problema ad estensione mondiale. G i no Ba gl i er i “ I l p o t e r e d i Ve n e r e ” Arianna Sar tori Ar t & Object Design Via Nievo 10 Mantova Fino al 3 ottobre Info: 0376 324260 Mostra a cura di Gianna Pinotti L’artista siciliano Gino Baglieri presenta le sue opere tra ritratti di società contemporanea e ritratti della Madre Natura. “ L e Av a n g u a r d i e n el la Pa r i g i f in - d e- s i ècl e: S i g n a c , B o n n a rd , R e d o n e i l o ro c o n t e m p o r a n e i ” Peggy Guggenheim Collection Via Dorsoduro 70 Venezia Dal 28 settembre 2013 al 6 gennaio 2014 Info: 041 2405415 www.guggenheim-venice.it La Parigi di fine secolo è lo specchio delle molte sfaccettature di un’epoca ansiosa e inquieta, la quale vede la formazione di una serie di nuovi movimenti artistici. I soggetti della loro arte sono gli stessi dei loro predecessori impressionisti: paesaggi, vedute cittadine moderne, attività ricreative, a cui si aggiungono scene introspettive e visioni fantastiche. A cambiare è la modalità di rappresentazione indagata da artisti quali Paul Signac, Maximilien Luce, Maurice Denis, Pierre Bonnard, Félix Vallotton e Odilon Redon. Presente all’inaugurazione del 17 settembre la curatrice Vivien Greene del Solomon R. Guggenheim Museum di New York. “Bestia r i” Co llettiva c o n P i e t r o B o l o gn a, St e f a n o F a r av e l l i , I l a r i a F e rr e t t i , R o b e rt o K u s t e r l e PHOS Centr o Polifunzionale per la Fotografia e le Ar ti V isive diretto da Enzo Obiso Palazzo Buschetti Via Garibaldi 35 bis Chieri (To) Info: 011 7604867 www.phosfotografia.it Quattro autori a confronto, tra foto e pittura, nel segno del dualismo uomo/animale, cultura/natura. (c.s./e.s.l.) IL CORRIERE DELL’ARTE in ITALIA CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS Dir ettor e Editoriale Pietro Panacci Dir ettor e Responsabile Virginia Colacino Condir ettor e Elio Rabbione Assistente di Dir ezione Chiara Pittavino Comitato di Redazione Giorgio Barberis, Rolando Bellini, Massimo Boccaletti, Franco Caresio, Angelo Caroli, Claudia Cassio, Massimo Centini, Fernanda De Bernardi, Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara, Alessandro Mormile, Massimo Olivetti, Enzo Papa, Lorenzo Reggiani, Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone Segreteria editoriale Anna Maria Perrone Cor rispondente da New York Mauro Lucentini Cor rispondente da Berlino Sabatino Cersosimo Hanno collaborato A. D’Agostino, F. Forzani Borroni, C. Gallo, E.S. Laterza, M. Marascio, F. Micault, M. Olivetti, E. Piacentini, C. Pittavino, R. Roveda, A.D. Taricco, D. Tauro Realizzazione grafica interna a cura di E.S. Laterza e G. Vece Fotografo uf ficiale Antonio Attini Redazioni distaccate Milano Rosa Carnevale Tel. 339 1746312 Roma e Napoli Fabrizio Florian Tel. 388 9426443 Palermo Caterina Randazzo Tel. 334 1022647 Concessionaria di Pubblicità interna Stampa Arti Grafiche Civerchia Latina e Moncalieri (To) Distribuzione EditService S.r.l. - Leinì (To) Editor e Associazione Culturale Arte Giovani Torino - P.IVA 06956300013 Abbonamenti Annuale (22 nn.): euro 50,00 per l’Italia euro 120,00 per l’estero Arretrati: euro 4,00 “ C a o s a p p a re n t e ” Mo s tr a p e rs o n al e d i G i a nlu ig i Co li n Galleria d’Ar te Moder na e Contemporanea “A. Pizzinato” di Por denone V.le Dante 33 Pordenone Fino al 17 Novembre Info: 0434 392916 www.artemodernapordenone.it Con l’installazione dal potente impatto emozionale che dà il titolo alla mostra, Gianluigi Colin racconta la “deflagrata bellezza dell’attualità” attraverso l’ossessivo incalzare delle immagini di cronaca, impresse su migliaia di fogli appesi alle pareti simbolo dell’inarrestabile assedio dell’immagine, quasi a raccontare il grande rumore dell’informazione e la nostra assuefazione al mondo che ci circonda. Una mostra che è soprattutto testimonianza, strategia per dialogare con il caos della vita, per porsi in ascolto e comprendere le dissonanze del sistema dei media. “Pa nora mas” P ro g e t t o a rt i s t i c o d i Ma t t eo M ezz et t a e M a s s i m i l i a n o Z a ff i n o Galleria Cristina Busi Via Martiri della Liberazione 195 Chiavari (Ge) Dal 5 ottobre al 3 novembre Info: 0185 311937 www.galleriacristinabusi.it Il progetto a quattro mani di Matteo Mezzetta e Massimiliano Zaffino è da intendersi non in senso naturalistico ma metaforico: le tele dei due pittori, comprensive sia di vedute panoramiche del tutto verosimili ma palesemente artefatte sia di stranianti scene di interni e situazioni domestiche impreviste appaiono venate di atmosfere visionarie vagamente surreali. Differenze vanno ricercate nelle espressioni fotografiche dell’iperrealismo di entrambi, ma dove l’uno predilige i colori, mentre l’altro rimane fedele al bianco e nero. “Realismo magico” è la definizione che meglio di qualunque altra identifica e accomuna la pratica artistica di entrambi. c.c. postale n. 45958055 intestato a Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Aut. Tribunale di Torino n. 4818 del 28/07/1995 ABBÒNATI al CORRIEREdell’ARTE a soli 50 euro per un anno 22 numeri a casa tua Corriere15_6-11 19-09-2013 13:33 Pagina 11 GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491 E-mail: info@giemme.it CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491 E-mail: info@giemme.it A.L.P.G.A.M.C. Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi C.so Siracusa, 24/a – Torino - Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323 Cell. 335 360545 paolabarbarossa@libero.it Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30; mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00 Sono aperte le iscrizioni ai corsi ACCADEMIA Galleria Via Accademia Albertina 3/e – Torino - Tel. 011 885408 info@galleria-accademia.com Orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì Collettiva di Artisti contemporanei ARTE CITTA’ AMICA Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 – Torino - Tel. 011 7717471- Fax 011 7768845 www.artecittaamica.it Orario: mart. - sab.16,00-19,00; dom. 10,00-12,00; lunedì chiuso Dal 27/9 al 6/10 “L’Arte incontra la Poesia” Collettiva MERCURIO Galleria d’Arte Contemporanea Via F.lli Calandra 20/F – Torino - Cell. 333 3656300 vincenzodurante3@hotmail.it - www.galleriamercurio.com In permanenza Opere di Roberto Demarchi ARTE PER VOI Associazione Culturale P.za Conte Rosso 1 – Avigliana (To) Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 - Cell. 339 2523791 lcastagna@artepervoi.it - www.artepervoi.it Paolo Nesta - Tel. 011 9328447 - Cell. 333 8710636 paolnest@tin.it Orario: sab. - dom. 15,00-19,00 Fino al 17/11 “Casa Andersen” Giuliana Cusino con gli amici artisti Silvana Alasia, Carlo A.M. Burdet, Enrica Campi, Sonia Girotto e Massimo Voghera ART GALLERY LA LUNA Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) - Cell. 339 7108501 info@artgallerylaluna.com Orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00 SENESI Galleria d’Arte Via Sant’Andrea 44 – Savigliano (Cn) - Tel. 0172 712922 www.senesiarte.it ) LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO Direttore Artistico: Livio Pezzato - Via Santa Croce 7/c – Moncalieri (To) Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962 lalanterna3@virgilio.it - www.lalanternaarte.com Orario: lun. - sab. 16,00-19,00 A. Arcidiacono, S. Attisani, G. Boffa, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso, Gigli, E. Gribaudo, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi, U. Nespolo, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti, G. Sesia della Merla, F. Tabusso, G. Valerioti, naïf croati e grafica nazionale ed internazionale LA ROCCA Galleria Via della Rocca 4 – Torino - Tel. 011 8174644 - Fax 011 8129026 Orario: lun. - sab. 10,00-13,00/15,30-19,30; domenica chiuso Manifesti originali, grafica, multipli e dipinti LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To) - Tel./Fax 011 9492688 arte@luna-art-collection.com - www.luna-art-collection.com Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata) In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking, Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo Maestro Raul VIGLIONE Studio - Galleria - Mostra Culturale Via Servais 56 – Torino - Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705 raulviglione@tiscali.it - www.raulviglione.it CENTRO ARTE LA TESORIERA C.so Francia 268 – Torino - Tel. 011 7792147 Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso o su appuntamento Mostra collettiva di Artisti dell’Ottocento e Novecento RINASCENZA CONTEMPORANEA Associazione Culturale Via Palermo 140 – Pescara - Cell. 328 6979208 rinascenzacontemporanea@gmail.com www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com Orario: mar. - sab. (su appuntamento) Dal 5/10 al 5/12 “Epimetheus. I Teodicei reVisionari” Collettiva SILVY BASSANESE ARTE CONTEMPORANEA Via Galileo Galilei 45 – Biella - Tel. 015 355414 Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO Palazzo Graneri della Roccia Via Bogino 9 – Torino - scala B destra - 1° piano (digitare 4444+ Tel./fax 011 8128718 segreteriacircoloartisti@yahoo.it - www.circolodegliartistitorino.it Orario: lun. - ven. 15,30-19,30 Fino al 29/9 Mostra personale di E. Tenryu Zanin Dal 1° al 12/10 Mini Personali di otto Artisti del CEDAS BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte Via Bonafous 7/1 – Torino - Tel. 011 8173511 Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30 STORELLO Galleria d’Arte Via del Pino 54 – Pinerolo (To) - Tel. 0121 76235 Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso In permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante TEART Associazione Artistico-culturale Via Giotto 14 – Torino - Tel. 011 6966422 Orario: mart. - sab.17,00-19,00 Dal 2 al 19/10 Mostra annuale dei Soci TINBER ART GALLERY Via Albergian 20 - Souchères Hautes – Pragelato (To) - Tel. 0122 78461 info@tinberartgallery.it Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00 In permanenza Opere di Tino Aime, Jean-François Béné, Andrea Berlinghieri, Gianni Bertola, Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto, Enrico Challier, Dino Damiani, Pierflavio Gallina, Lia Laterza, Claudio Malacarne, Vinicio Perugia, Elena Piacentini, Mariangela Redolfini, Sergio Saccomandi, Luciano Spessot DAVICO Galleria Gall. Subalpina 30 – Torino - Tel. 011 5629152 Orario: mart. - sab. 10,00-12,30/16-19,30; lunedì e festivi chiuso Fino al 12/10 Marc Davet e Claudia Giraudo TERRE D’ARTE Galleria Via Maria Vittoria 20/A – Torino - Tel./Fax. 011 19503453 www.terredarte.net Orario: mar. 16,30-19,30; mer. - sab. 11.00-13,00/16,30-19,30 Arte Antica AVERSA Galleria Via Cavour 13 int. cortile – Torino - Tel. 011 532662 Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00 “Venezia e il Mediterraneo tra ’800 e ’900” CASA D’ASTE DELLA ROCCA Via della Rocca 33 – Torino - Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244 Info@dellarocca.net - www.dellarocca.net UNIQUE Galerie d’Art di Patrick CAPUTO C.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino - Tel. 011 5617049 - Cell. 334 8017314 info@galerieunique.com - www.galerieunique.com Orario: mart.- sab. 10,00-12.30/15,00-19.30 Fino all’8/10 Personale di Luigia Rinaldi LUIGI CARETTO Galleria Via Maria Vittoria 10 – Torino - Tel. 011 537274 Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30 Miscellanea di Pittura Fiamminga e Olandese VIVIARTEVIVA Galleria Artistica e Culturale Via Madonna delle Rose 34/C – Torino - Cell. 347 9453075 - Fax 011 3114769 galleria@viviarteviva.it - www.viviarteviva.it Orario: lun. - sab.16,00-19,00 Dai primi di ottobre ad inizio novembre Collettiva degli Artisti della Galleria c/o Biblioteca “D. Bonhoeffer” (c.so Corsica 55 – Torino) SANT’AGOSTINO Casa d’Aste C.so Tassoni 56 – Torino - Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577 Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30 CORRIERE dell’ARTE - 27 Settembre 2013 Corriere15__ 19/09/13 13:26 Pagina 12