speciale fertirrigazione

Transcription

speciale fertirrigazione
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
anno XLIII / APRILE 2014
4
“Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1.c.1: DCB Forlì”
www.agricoltura24.com
ORTICOLTURA
Angurie, tante novità
per ogni tendenza
RICERCA
Le patologie
del peperoncino
FLOROVIVAISMO
I rischi fitosanitari
della globalizzazione
Anno XLIII
N. 4 - APRILE 2014
NEWS
4
NEWS
ORTICOLTURA
8
Angurie, formati e forme per tutte le tendenze
di Giuseppe Francesco Sportelli
16
Serricoltori e case costruttrici si incontrano a Guidizzolo
di Lorenzo Benvenuti
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
24
Le proposte dei costruttori
di Ottavio Repetti
28
Melone coltivato in verticale
di Paolo Battistel
34
Su peperone migliora la Plv
di Silvio Fritegotto
FLOROVIVAISMO
40
Con la globalizzazione crescono i rischi fitosanitari
di Marianna Martorana
45
Nuovo show room cash&carry per l a zienda Florpagano
di Giuseppe Francesco Sportelli
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
48
Peperoncino, presenza di malattie negli areali del Centro Italia
di L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini e M. Barba
RUBRICHE
56
ORTIVE LA DIFESA
58
LE AZIENDE INFORMANO
63
INDICE 2013
Anno XLIII - Numero 4 - aprile 2014
www.agricoltura24.com
shopping su: www.edagricole.it
DIRETTORE RESPONSABILE: Beatrice Toni
REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (Capo redattore),
Alessandro Maresca, Giorgio Setti (Capo redattore), Lorenzo Tosi
SEGRETERIA DI REDAZIONE:
Tel. +39 051/6575.857 Fax:+39 051/6575.856
Piazza Galileo Galilei, 6 40123 Bologna - redazione.edagricole@newbusinessmedia.it
Comitato scientifico:
Giancarlo Barbieri - Dip. di Ingegneria Agraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Elvio Bellini - Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura - Università di Firenze - Vito Vincenzo Bianco - Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Bari - Pietro Caruso - Istituto di Orticoltura e Floricoltura - Università di Palermo - Giandomenico Consalvo - Presidente di Civitalia - Stefania De Pascale - Dip. di Ingegneria
Agraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Francesco Paolo d’Errico - Dip. di Entomologia e Zoologia Agraria - Università di
Napoli - Portici - Walther Faedi - Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Sezione di Forlì - Enrico Farina - C.R.A. Istituto Sperimentale per
la Floricoltura - Sanremo - Agostino Falavigna - Istituto Sperimentale per l’Orticoltura - Sezione di Lodi - Adolfo Gusman - Dipartimento Daf
- Università degli studi della Tuscia - Paolo Inglese - Dipartimento di Colture Arboree - Università di Palermo - Galileo Magnani - Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie - Università di Pisa - Vitangelo Magnifico - Istituto Sperimentale per l’Orticoltura - Pontecagnano (Sa)
- Vito Miccolis - Dipartimento di Scienze dei Sistemi colturali, forestali e dell’ambiente - Università della Basilicata - Ferdinando Pimpini Istituto di Agronomia e Coltivazioni Erbacee - Università di Padova - Domenico Regazzi - Dipartimento di Economia e Ingegneria Agrarie Università di Bologna - Giacomo Scarascia Mugnozza - Dipartimento Progesa - Università di Bari - Alfonso Sciortino - Istituto di Orticoltura
e Floricoltura - Università di Palermo
La pubblicazione degli articoli della sezione Ricerca e Sperimentazione è subordinata all’approvazione di uno o più referees.
UFFICIO GRAFICO: Emmegi Group Srl
PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srl
SEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano
SEDE OPERATIVA: Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna
UFFICIO PUBBLICITÀ: Tel. +39 051 6575.822 - Fax: +39 051 6575.853
pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it
UFFICIO TRAFFICO: Tel. +39 051 6575.842
impianti.edagricole@newbusinessmedia.it
STAMPA: Faenza Industrie Grafiche
Via Vittime civili di guerra, 35 - Faenza (RA)
SERVIZIO CLIENTI: abbonamenti@newbusinessmedia.it
Tel: +39 02/3909.0440 - Fax +39 02/3909.0335
Abbonamento annuo cartaceo: Euro 72,00
Abbonamento annuo digitale: Euro 36,00
Estero abbonamento annuo prioritaria: Euro 119,00
MODALITÀ DI PAGAMENTO:
Bonifico bancario su IBAN: IT98G0306909504100000009929
Conto corrente postale n. 1017908581
intestati a New Business Media Srl
L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile
Registrazione Tribunale di Bologna n. 4998 del 22/07/1982 ROC “Poste italiane Spa – sped. A.P. - DL 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1c.1: DCB Bologna”
ISSN 0390 - 0444
Associato a:
Aderente
Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza
espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla reda zione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e
la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di
eventuali errori contenuti ne gli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzio ne sulla rivista.
Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamente
ai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno altresì essere comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscienza
dei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New
Business Media Srl Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi mediante il numero 02/3909.0349 per far
valere i Suoi diritti di rettificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03
Desidero sottoscrivere un abbonamento a “Colture Protette”.
€ 72,00 cartaceo
€ 36,00 digitale
Pagamento con bonifico bancario o conto corrente postale sopracitati (allegare ricevuta).
Cognome
Nome
Via
CAP
N.
Città
Prov.
CF/P. IVA
Indirizzo e-mail
Compilare e inviare mezzo mail a: abbonamenti@newbusinessmedia.it o mezzo fax al numero 02/3909.0335
oppure via posta: New Business Media Srl, Via Eritrea 21 - 20157 Milano.
NEWS
SI ANNUNCIA BUONA LA CAMPAGNA PER LE COLTIVAZIONI IN SERRA, MA RESTA L’INCOGNITA CRISI
Asparagi bianchi in anticipo
Le temperature miti di questo inverno hanno anticipato i
cicli di diverse colture. Lo
scorso febbraio, sotto le serre, in provincia di Padova, sono spuntati i primi asparagi
bianchi, che si presentano di
buona qualità e anche sul
mercato si sono collocati con
quotazioni soddisfacenti. Le
richieste superano la doman-
da tanto più che vengono
trattati anche dalla gdo. Per
gli asparagi in serra la partenza, dunque, è stata buona,
con aspettative di miglioramento.
«È presto, però, per fare previsioni sulla stagione dell’asparago 2014 in provincia
di Padova – spiega Ettore
Petranzan, presidente della
Il nuovo packaging di Asparago di Padova della cooperativa
Terre Euganee aderente Opo Veneto.
cooperativa Terre Euganee di
Pernumia, associata a Opo
Veneto – per le coltivazioni in
serra non ci sono grossi problemi e la produzione potrebbe essere la stessa dello
scorso anno o leggermente
superiore, visto che non ci sono stati particolari investimenti o ampliamenti delle
serre». Qualche preoccupazione c’è, invece, per le produzioni all’aperto, che sono
state parecchio disturbate
dal maltempo e dalle piogge.
Ci sono evidenti segnali di
stress in diversi impianti.
Quasi il 90% dell’asparago
del Padovano è coltivato all’aperto. Sulla stagione dell’asparago poi c’è l’incognita
crisi: «si tratterà di capire –
osservaPetranzan – quanto i
consumatori sono disponibili
a pagare il prodotto in una fa-
se in cui il reddito disponibile
delle famiglie si è fortemente
contratto».
Il Veneto, con quasi 1.400 ha
coltivati e 62mila q di asparagi raccolti nel 2012, si situa al
secondo posto per produzione: ha davanti la Puglia ed è
seguito a distanza dalla Campania. È la provincia di Padova la “capitale” dell’asparago
veneto con una produzione di
circa 16mila q. Vicina per
quantità la provincia di Verona
con 14mila q. La cooperativa
Terre Euganee ne tratta oltre
2mila q. Sono i primi asparagi
del Veneto a fare capolino e
c’è la spiegazione: crescono
in area termale, dove la terra è
più calda e più morbida, favorevole quindi alla coltivazione
dell’ortaggio. (Fonte:www.ortoveneto.it)
Angelo Squizzato
RISCOPERTA PER LA RICCHEZZA DI ANTIOSSIDANTI E PER LA MAGGIORE EFFICACIA
Patata viola, colorante naturale
La patata viola si sta facendo
strada nel settore dei coloranti
alimentari naturali in sostituzione di quelli sintetici o derivati dalle cocciniglie. L’argomento è al centro della XXIV
edizione del Meeting & exposition of the American chemical society, presso l’Indiana
convention center (Usa). L’impiego come colorante della
patata viola costituisce solo
un esempio della riscoperta
dei colori naturali in risposta
alle preferenze dei consumatori e in relazione alla necessità di usare coloranti che abbiano effetti benefici sulla salute, ricchi, ad esempio, di
antiossidanti.
Un nuovo studio presentato al
meeting e condotto dalla
Texas A&M University ha dimostrato che da sola la patata
viola riesce a offrire un’ampia
gamma di colori: dal rosa
chiaro al rosa intenso, dal rosso al viola scuro, grazie agli
stessi pigmenti antociani che
si trovano nelle ciliegie nere.
Tra le importanti reintroduzioni
nel settore dei coloranti emergono diverse tipologie di tuberi, non solo la patata viola dolce ma anche le carote nere,
coltivate con sempre maggior
frequenza a questo scopo.
«Queste alternative ai colori
rossi sintetici e derivati dagli
insetti – spiega Stephen Talcott della Texas A&M University – forniscono ai cibi, oltre a
un miglior impatto visivo, un
arricchimento naturale di antiossidanti vegetali che possono assicurare benefici alla salute. Inoltre gli estratti sono più
semplici da ottenere rispetto
ai composti sintetici e risultano molto più efficaci nella fase
di colorazione in quanto più
stabili e dal colore neutro». NEWS
SECONDO LA CIA È QUESTO IL TEMPO ANNUO CHE OGNI IMPRESA AGRICOLA DEDICA ALLA PA
Cento giorni di burocrazia
Centomila imprese agricole
schiacciate dalla burocrazia, una Pubblica amministrazione farraginosa ed esosa e
un’agricoltura caricata di un
costo complessivo di 7 miliardi
di euro annui: questo è lo scenario che emerge dai primi dati
di un’indagine che sono stati
presentati a Roma nel corso
della VI Assemblea elettiva della Cia-Confederazione italiana
agricoltori.
Nello specifico, l’indagine parla di 2 euro/ora di lavoro che
ogni azienda deve pagare come dazio alla Pa, un totale di 20
euro/giorno, 600 euro al mese
e 7.200 all’anno. Questo “carico” asfissiante costringe ogni
imprenditore agricolo a produrre nei 365 giorni materiale burocratico cartaceo che, messo
in fila, supera i 4 km e ha un
peso che sfiora i 25 kg.
Secondo i dati, otto giorni al
mese vengono impiegati per
riempire i documenti richiesti
dalla Pubblica amministrazione centrale e locale. Cento
giorni l’anno, quindi. È chiaro
che un imprenditore agricolo
non può gestire da solo questa
mole di lavoro “amministrativo”, nel 65% dei casi è costretto ad assumere una persona
che svolge questa attività. Il restante 32% invece deve rivolgersi a un professionista esterno, assumendosi i costi relativi.
Secondo la Cia, il 30% dell’aggravio economico burocratico
è addebitabile a ritardi, disservizi e inefficienze della Pubblica amministrazione.
Lo studio presentato evidenzia che più del 90% degli
agricoltori si trova di fronte a
ostacoli e difficoltà per la propria attività a causa della burocrazia e chiede, quindi, una
semplificazione amministrativa e fiscale che è ritenuta un
fattore indispensabile per lo
sviluppo.
Gli effetti di tanto “carico” sono
che il 25,5% delle aziende agricole ha messo da parte progetti di ammodernamento, innovazione e ricerca, il 21,5% non ha
IL 17 E 18 MAGGIO LA XIV EDIZIONE DELLA MOSTRA MERCATO FLOROVIVAISTICA
La rosa protagonista a Coniolo fiori
Coniolo (Al) il 17 e il 18 maggio si riempie di fiori. A decorare tutto il paese sarà la mostra mercato florovivaistica
Coniolo fiori con tantissimi
esemplari di rose, fiori, piante
e arbusti sempreverdi e caducifoglie che verranno esibiti in tutta la loro bellezza. Alcuni rivenditori esporranno
attrezzature e arredi da giardino utili per curare e abbellire il verde di casa.
La rosa sarà la protagonista di
questa edizione: sarà l’oggetto d’epoca che farà bella mostra di sé in ogni aiuola, esaltata dai florovivaisti che creeranno attorno ad essa una
fioritura per esaltarla in tutte le
sue varietà e categorie
A questi colorati e profumati
arbusti sarà dedicato il concorso La rosa più bella, mentre sarà il pubblico a votare
l’aiuola preferita partecipando al concorso Vota e vinci
una rosa. Tutti gli esemplari di
piante ornamentali in genere
parteciperanno inoltre al concorso come migliori piante
sempreverdi, caducifoglie,
conifere, da appartamento e
di tipo mediterraneo.
La manifestazione si colloca
all’interno dell’evento Riso e
rose in Monferrato che durante il mese di maggio celebrerà la coltura del riso e dei fiori,
coinvolgendo più comuni che
accoglieranno appuntamenti
e intrattenimenti di vario tipo.
La manifestazione sarà aperta al pubblico dalle 9 alle 20 e
l’ingresso è gratuito
Per info:
Tel. 0142 408423, www.coniolofiori.com
compiuto alcun tipo di investimento, il 18,7% è stato costretto a ridurre le coltivazioni e il
10%, addirittura, a chiudere.
Ogni mese le aziende agricole
italiane sono costrette, in media, a impiegare dalle cinque
alle sei giornate di lavoro per
svolgere gli adempimenti amministrativi. Oltre il 60% delle
imprese agricole ha visto crescere del 6-7% i costi burocratici degli adempimenti amministrativi; il 15% tra il 3 e il 4%; il
restante tra lo 0,5 e l’1,5 %.
La Cia sottolinea che il maggiore onere che sopporta il
94% dell’imprenditoria agricola italiana è rappresentato dagli adempimenti “specifici” richiesti nel settore. Pesanti anche i “costi” dovuti al fisco,
che rappresentano l’84% e alla sicurezza sul lavoro, il 75%.
Il 74,5% delle imprese ritiene il
costo degli obblighi burocratici un ostacolo alla propria attività produttiva.
Oltre il 78% delle aziende interpellate sottolinea che la
pressione fiscale e gli oneri
previdenziali-contributivi costituiscono un pesante freno
allo sviluppo e alla competitività. Neanche l’introduzione di
nuove tecnologie informatiche
è riuscita, per il 64% delle imprese agricole, a migliorare il
rapporto con l’Amministrazione pubblica. E questo soprattutto a causa della complessità degli adempimenti e del
continuo cambiamento delle
normative e degli adempimenti (Fonte: Agrinews.info)
ORTICOLTURA
Angurie, formati e forme
per tutte le tendenze
Mini, midi, maxi, seedless e con semi. Un ventaglio completo di
proposte dalle società sementiere per il 2014
di Giuseppe Francesco Sportelli
Non manca alcuna tipologia
di anguria fra quelle richieste
dal mercato nelle novità varietali proposte dalle società
sementiere per il 2014. Angurie mini, in formato quasi monodose, midi, consumabili in
breve tempo, di grosse dimensioni, per particolari occasioni conviviali e per la vendita a fette. Seedless, sempre
più presenti, oppure con semi, pochi, neri o bianchi vuoti,
deliquescenti, o tanti. Tonde,
tondo-ovali, ovali, allungate.
Precoci, soprattutto, ma anche medio-precoci e medie.
Talete (Isi Sementi).
Rosse e persino gialle. Di tutte le tendenze del mercato le
società sementiere hanno tenuto conto nel proporre nuove varietà. Sicché ogni coltivatore di angurie potrà trovare quelle che meglio si
addicono al territorio in cui
opera e al mercato che intende soddisfare.
Isi Sementi
Talete F1, novità di Isi Sementi, è una mini anguria
della tipologia Crimson Sweet, con pezzatura dei frutti da
2-3 kg. La pianta, di medio
vigore e molto coprente, si
caratterizza per la capacità
di allegare bene anche in
condizioni di alta temperatura. Garantisce una produzione elevata e frutti molto uniformi. La polpa, croccante e
dal colore rosso intenso, presenta un elevato contenuto
zuccherino e un gusto molto
gradevole. Per ottenere una
maggiore brillantezza dei
frutti si consiglia di effettuare
la spazzolatura. L’investimento consigliato è di 8mila10mila piante/ettaro.
Lamboseeds
Lamboseeds propone due
mini angurie. Piccolina F1 è
una mini anguria per i trapianti medio-tardivi, ha
pianta vigorosa, frutti striati
di piccolo-medie dimensioni,
polpa di colore rosso intenso,
croccante e con pochi semi,
ciclo di maturazione medio
tardivo. WM LS 059 F1 è una
nuovissima mini anguria precoce di eccellente qualità, ha
pianta mediamente vigorosa,
frutti striati ovali e di dimensioni medio-piccole, polpa di
colore rosso vivo, croccante
e di ottimo sapore, ciclo di
maturazione precoce. Per
l’assenza di tolleranza verso
le malattie del terreno, si consiglia per entrambe le varietà
la tecnica dell’innesto su piedi resistenti.
MedHermes
Due angurie seedless sono le
novità proposte da MedHermes. Gaia F1 è una varietà
senza semi del tipo Asahi
Yamato. È caratterizzata da
ciclo medio precoce e vanta
un buon adattamento in tutte
Gaia F1 (MedHermes).
le diverse zone di produzione
dell’Italia, soprattutto per i trapianti che vanno da gennaio
a marzo in serra/tunnel e da
aprile a giugno in pieno campo. La pianta è di medio vigore, molto produttiva e tollerante all’oidio, con una fioritura
omogenea e contenuta. Il
frutto ha forma rotonda e uniforme e pezzatura di 6-8 kg
circa. La buccia, di adeguato
spessore, consente lunghi
trasporti e buona conservabilità. La polpa, di colore rosso
intenso, è dolcissima e croccante. L’ottima long shelf life
fa dell’anguria Gaia F1 una
soluzione ideale per l’export.
HR: Fon 0,1; IR: Px
ORTICOLTURA
Selene F1 (MedHermes).
Dolce, croccante, senza semi, con buccia chiara striata:
sono queste alcune delle peculiarità che contraddistinguono Selene F1, a ciclo medio-precoce. La pianta è di
medio vigore con foglie ampie e coprenti, dotata di buona rusticità e altamente produttiva. Produce frutti con
una pezzatura media di circa
8 kg, a seconda del tipo di
portainnesto, di forma tondoovale e uniforme. La polpa si
presenta di colore rosso intenso e brillante, croccante,
con scarsa fibrosità, grado
Brix elevato e ottima resistenza alla sovramaturazione.
L’ottima shelf life è la soluzione ideale per l’export. Inoltre
Selene F1, in quanto seedless, presenta un ulteriore
vantaggio, cioè un alto livello di conservabilità e tenuta post raccolta, di cui
possono
beneficiare
non solo produttori e
commercianti ma anche
gli stessi consumatori, in
quanto lo spessore della
buccia è di circa 1,5-2 cm,
ideale per i lunghi trasporti. Si
adatta a tutti i trapianti, sia in
coltura protetta sia in pieno
campo. Si consiglia di utilizzare dei portainnesti di media
vigoria. HR: Fon 0,1
LA PRECOCE DI CLAUSE
Clause presenta Aelia F1, varietà a ciclo precoce con pianta vigorosa,
rustica, a produzione concentrata, adatta per il mercato interno e per
l’esportazione. I frutti sono di forma oblunga, esternamente striata con
colore scuro-brillante, di calibro medio molto omogeneo, e mostrano
un’eccellente colorazione interna con polpa consistente molto zucche G.F.S.
rina e aromatica.
Meridiem Seeds
Ampio è il ventaglio di novità
proposte da Meridiem Seeds:
sei varietà con semi (Aypa F1,
Cialoma F1, Mocambo F1,
Monaco F1, MS 925 F1, Tapas F1) e cinque senza semi
(Bruselas F1, Chicago F1,
Daxi F1, MS 090 (Zagor) F1,
Pekin F1).
Aypa F1 è un ibrido ovale-allungato, a ciclo medio-precoce. Ha pianta vigorosa, produttiva, adatta sia per produzioni forzate sia di pieno
campo. I frutti sono ben tirati,
di un bel colore striato esterno, brillante, di bell’aspetto,
Aypa F1 (Meridiem Seeds).
Aelia F1 (Clause).
con grossa pezzatura (più di
10 kg) e ottima tenuta alla sovramaturazione. La polpa è di
colore rosso intenso con numero limitato di semi neri,
senza fibra, di eccellente tessitura, di Brix elevato con eccellente standard qualitativo.
IR: Fon 1
Cialoma F1 è un ibrido ovale,
molto precoce. La pianta è vigorosa, di buona allegagione, produttiva, adatta sia per
produzioni forzate sia di pieno campo. I frutti sono ben
tirati e striati, esternamente di
grossa pezzatura e di buona
tenuta alla sovramaturazione.
La polpa, di eccellente standard qualitativo, è rossa con
numero limitato di semi neri,
senza fibra, di eccellente tessitura, con Brix elevato. IR:
Fon 1
Mocambo F1 è una mini an-
guria molto precoce dotata di
pianta vigorosa, produttiva,
adatta sia per produzioni di
tunnel e tunnellino sia di pieno campo. I frutti sono ben
tirati, esternamente di un bel
colore verde striato, brillante
e di bell’aspetto, di pezzatura
piccola molto uniforme da 2-3
kg, con eccellente tenuta alla
sovramaturazione, non sensibile al cracking. La polpa è di
colore rosso brillante con pochi semi, senza fibra e di eccellente tessitura, con Brix
elevato ed eccellente standard qualitativo, mostra ottima conservabilità in post raccolta. IR: Fon 1
Monaco F1 è una minianguria precoce dotata di pianta
vigorosa, produttiva, adatta
per produzioni in tunnel, tunnellino e pieno campo. I frutti
sono ben tirati, esternamente
ORTICOLTURA
di un bel colore verde striato,
brillante e di bell’aspetto, di
elevato standard qualitativo.
Hanno pezzatura piccola
molto uniforme da 1,5-3 kg,
polpa rossa brillante senza fibra, con pochi semi, Brix elevato, eccellente tessitura di
ottima conservabilità. Mostrano forte tenuta alla sovramaturazione e non sono sensibili
al cracking. La distanza di impianto è di 2 m x 1m con due
piante per buca, di 2 m x 0,50
m se a pianta singola. HR:
Fon 1
MS 925 F1 è un ibrido molto
precoce in classe Tiger, sferica, a pasta rossa, di mediogrossa pezzatura (6-8 kg),
con ottima tenuta alla sovramaturazione. I frutti sono ben
tirati, uniformi, di un bel colore verde scuro brillante striato
e mostrano ottima conservabilità dopo raccolta. La polpa
è di colore rosso intenso con
numero limitato di semi, senza fibra, di eccellente tessitura, con Brix elevato ed eccellente standard qualitativo. IR:
Fon
Tapas F1 è un ibrido in classe
Cal-Sweet ovale, medio-precoce. La pianta è vigorosa,
produttiva, adatta anche per
produzioni forzate in Sud Italia. I frutti sono ben tirati, di un
bel colore striato esterno, brillante, di bell’aspetto, di grossa pezzatura (più di 9 kg) e
Chicago F1 (Meridiem Seeds).
Pekin F1 (Meridiem Seeds).
con ottima tenuta alla sovramaturazione. La polpa è rossa intensa con numero limitato di semi neri, senza fibra, di
eccellente tessitura, con Brix
elevato ed eccellente standard qualitativo. IR: Fon 1
Bruselas F1, anguria senza
semi in classe Jubilee (tonda
leggermente sferica), a pasta
rossa, vanta frutti ben tirati,
uniformi, di un bel colore
striato esterno, di bell’aspetto, con pezzatura di 3-5 kg,
elevata tenuta alla sovramaturazione e ottima conservabilità dopo raccolta. La polpa
è rossa intensa con numero
limitato di semi bianchi vuoti,
deliquescenti, senza fibra, di
eccellente tessitura, con Brix
elevato ed eccellente standard qualitativo. IR: Fon 1
Chicago F1 è una minianguria dotata di pianta vigorosa,
produttiva, adatta per produ-
zioni sia in tunnellino sia in
pieno campo. Presenta frutti
ben tirati, esternamente di
colore verde striato brillante e
di bell’aspetto, con pezzatura
piccola molto uniforme da
1,5-2,5 kg, polpa rossa brillante senza semi e senza fibra con ottima tessitura, Brix
elevato ed eccellente standard qualitativo. I frutti sono
dotati di elevata tenuta alla
sovramaturazione e di ottima
conservabilità e non sono
sensibili al cracking. IR: Fon 1
Daxi F1 è un ibrido triploide in
classe Cal Sweet, cioè di forma ovale allungata e con
striature verdi chiare e verdi
scure. La pianta è forte e vigorosa, soprattutto per produzioni semiforzate e di pieno
campo. I frutti sono ben tirati,
uniformi, di un bel colore
striato verde brillante, hanno
pezzatura media di circa 10-
Le resistenze su anguria
Nome scientifico
Nome italiano
Codice
Fusarium oxysporum f.sp. niveum
Tracheofusariosi
Fon
Colletotrichum orbiculare
Antracnosi
Co
Podosphaeria xanthii (ex Sphaerotheca fuliginea)
Oidio
Px
HR: resistenza elevata; IR: resistenza intermedia
12 kg, ottima tenuta alla sovramaturazione perché senza semi, polpa rossa intensa,
senza fibra, di eccellente
qualità e Brix elevato. Essendo senza semi è necessario
utilizzare un adeguato impollinatore (mini anguria Monaco
o Polenta), con rapporto di
1:3/1:4 per una corretta allegagione. HR: Fon 1
MS 090 (Zagor) F1 è un ibrido senza semi in classe tondo-sferica, a pasta rossa. I
frutti sono ben tirati, uniformi,
di un bel colore verde brillante striato, con eccellente
standard qualitativo, pezzatura di 3-4 kg, ottima tenuta
alla sovramaturazione ed elevata conservabilità dopo raccolta. La polpa è rossa intensa con numero limitato di semi
bianchi
vuoti,
deliquescenti, senza fibra, di
eccellente tessitura. IR: Fon 1
Pekin F1 è un ibrido in classe
Jubilee tendenzialmente sferico, medio-precoce, a polpa
gialla. La pianta è vigorosa,
produttiva, adatta per produzioni forzate, semiforzate e di
pieno campo. I frutti sono ben
tirati, uniformi, di un bel colore striato esterno, di bel-
ORTICOLTURA
ORTICOLTURA
l’aspetto, di media pezzatura
(4-6 kg) e ottima tenuta alla
sovramaturazione. La polpa è
di colore giallo limone con numero limitato di semi bianchi
vuoti, deliquescenti, senza fibra, di eccellente tessitura,
con Brix elevato ed eccellente standard qualitativo.
LA SEEDLESS DI ESASEM
Novità di Esasem è Torera F1, anguria seedless dal frutto tondo e
omogeneo con buccia che si presenta con strette strisce scure su
sfondo verde medio. La pianta mostra buon vigore, con ciclo di
maturazione precoce. La produttività è elevata e costante con frutti di
peso medio di 4-5 kg. La polpa è di colore rosso vivo, di ottimo sapore
G.F.S. Torera F1 (Esasem).
ed elevato grado zuccherino.
Nunhems
ACX347D F1 è un’anguria allungata di pezzatura grande e
di alta qualità, con colore interno rosso molto intenso, con
ottima tenuta alla sovra maturazione e senza problemi di
scottature sulla buccia, per
trapianti di pieno campo da fine aprile, maggio e giugno.
Catira F1 è un’anguria allungata con buccia Crimson
Sweet, con frutto di pezzatura
medio grande, del peso medio di 9-14 kg, di aspetto
esterno attraente e brillante.
La pianta, di medio-alta vigoria, è rustica e fertile, presenta
alta adattabilità all’innesto, è
facile da coltivare sia sotto
TNT sia in pieno campo, mostra eccellente allegagione
ed è molto produttiva. I frutti
hanno pezzatura molto omogenea, buccia verde medioscura brillante, polpa di colo-
Catira F1 (Nunhems).
re rosso intenso, dolce e croccante, e manifestano buona
tenuta in post raccolta, rivelandosi adatti sia per la grande distribuzione sia per i mercati tradizionali. IR: Fon 0,1
Nun 03115 F1, mini anguria
SSS (super small seed) con
buccia Crimson a ciclo medio,
ha pezzatura di 2-2,5 kg ed è
molto produttiva e di qualità.
Youlie F1, anguria tondo-ovale con buccia Crimson Sweet
a precocità media per tunnel
e pieno campo, è facile da
coltivare, rustica e fertile. Il
frutto si distingue per la pezzatura medio grande (8-10
kg) molto uniforme, dal colore esterno brillante e attraente, la polpa rosso intensa molto croccante, la
buona tenuta in post raccolta,
una vera opportunità per la
gdo italiana. IR: Fon 0,1
Olter (divisione
di Blumen)
La precocità, che risulta essere la migliore sul mercato,
è sicuramente il punto di forza più interessante della novità proposta da Olter (divisione di Blumen): Stefy (OL
8010112) F1, ibrido di midi
anguria del peso medio di
3-5 kg (il peso varia ovviamente in base all’epoca di
trapianto, all’areale di coltivazione, alla tecnica coltura-
Baronesa RZ F1 (Rijk Zwaan).
Stefy (OL 8010112) F1 (Olter).
le e al sesto di impianto). La
pianta è rustica, di buon vigore vegetativo, coprente e
molto fertile (allega con una
grande facilità). Il frutto è tondo-ovale e si distingue per la
colorazione esterna striata
scura e le ottime caratteristiche organolettiche della polpa (colore rosso intenso, giusta consistenza ed elevato
contenuto in zuccheri). Ottima risulta essere anche la
Nun 03115 F1 (Nunhems).
ORTICOLTURA
WDL8001 F1 (Syngenta).
tolleranza ai lunghi trasporti.
HR: Co/Fon
Rijk Zwaan
Baronesa RZ F1 e Oneida RZ
F1 sono le novità proposte da
Rijk Zwaan, entrambe caratterizzate da ottima qualità dei
frutti, elevata uniformità e re-
Fascination F1 (Syngenta).
golarità e accattivante presentazione, che li rende ideali
per il confezionamento in box
e cartone e la giusta risposta
per la gdo e l’export. Baronesa RZ F1 è una Sugar Baby
precoce che si distingue per
produttività e uniformità. La
pianta è vigorosa, con foglia-
me coprente molto adattabile
nei diversi periodi, mostra facilità di allegagione anche a
basse temperature. Il frutto è
molto uniforme e regolare con
pezzatura di 7-9 kg circa,
buccia scura e brillante, polpa di colore rosso intenso, fine e croccante.
Oneida RZ F1 è una Crimson
Sweet a ciclo precoce per serra e tunnel dotata di ottima capacità di allegagione. La pianta di medio vigore, con buona
copertura fogliare, è ideale
per i cicli precoci ed è molto
produttiva grazie all’ottima capacità di allegare anche in
ORTICOLTURA
LA NOVITÀ DI FOUR
OR Flora F1 (Four).
piccole dimensioni. È indicata per l’innesto su Pelops RZ F1 e Ferro RZ F1.
Syngenta
WDL8001 F1, anguria Crimson a frutto allungato, è una
Oneida RZ F1 (Rijk Zwaan).
raccolta concentrata. I frutti
hanno pezzatura contenuta,
7-10 kg in funzione delle condizioni colturali, e si distinguono per ridotta scottatura
estiva, elevata tenuta alla sovramaturazione in campo,
consistenza di polpa e conservabilità. La polpa è croccante, di colore rosso intenso
e brillante, dal gusto dolce e
gradevolissimo. IR: Co 1
Fascination F1 è un’anguria
seedless Crimson da pieno
campo, con pianta vigorosa e coprente e
pezzatura di 5-7 kg. Si
distingue per la tenuta
a sovramaturazione e
scottature e per la consistenza di polpa e la conser
vabilità. IR: Co 1/Fon 1
preprintgrafica.com
condizioni difficili. Il frutto, tondo-ovale del peso di circa 6-8
kg, ha pezzatura e forma molto regolari, buccia di colore
scuro e brillante, di buon
spessore, polpa di colore rosso intenso con pochi semi e di
Four (divisione di Blumen) propone l anguriaOR Flora F1, dalla
buccia simile alla tipologia Crimson. Matura in circa 80 giorni dal
trapianto. I frutti, che sono uniformi e assicurano buone rese,
hanno forma ovale allungata, attraente, con polpa di colore rosso
vivo e peso di 10-12 kg. HR:
Co/Fon 1.
G.F.S.
varietà per coltivazione in tunnellino e pieno campo a ciclo
di maturazione medio. La
pianta è di buona vigoria, dalla fogliosità coprente e manifesta precocità produttiva e
capacità di allegagione anche in condizioni difficili, produttività elevata, uniformità di
frutto
e
i nostri progetti www.ptre.it
23900 LECCO LC (ITALY) - Via Brodolini, 61
Tel. +39 0341.423808 - Fax +39 0341.423647 - info@ptre.it
ORTICOLTURA
Serricoltori e case costruttrici
s incontrano a Guidizzolo
Quattordicesima edizione per l’evento organizzato da Ferrari
Costruzioni Meccaniche e Idromeccanica Lucchini
di Lorenzo Benvenuti
Apprezzatissimo momento
d’incontro fra operatori e case costruttrici del settore, la
manifestazione di Guidizzolo
è giunta ormai alla sua XIV
edizione. Ospiti, per le prove
sotto serra, di Ferrari Costruzioni Meccaniche e, per il
pranzo e i seminari, di
Idromeccanica Lucchini, i
molti visitatori italiani e stranieri sono stati i veri protagonisti di queste tre gior-nate.
La cadenza biennale, scelta
tre edizioni fa, ha elevato il
numero delle proposte tecniche e tecnologiche innovative presentate nel corso della
manifestazione. Sul campo,
inoltre, si è potuto apprezzare come l’implementazione di
dispositivi elettronici abbia
Oltre duemila visitatori hanno riempito le serre a Guidizzolo.
raggiunto maggiore consapevolezza tecnica, offrendo
soluzioni che consentono effettivamente di migliorare il
funzionamento e la resa delle
macchine. Delle quasi quaranta fra attrezzature, impianti e dispositivi in prova, presentiamo in queste pagine
solo una ridotta selezione.
Lavorazione
del terreno
Nel corso della manifestazione è stata evidenziata l’im-
Badalini: decompattatore Skorpio a cinque ancore.
portanza di gestire il suolo
con attrezzature dotate di ancore, dritte o inclinate in
avanti come quelle proposte
dalla casa costruttrice M.A.
Badalini, riconoscendo a
quest’ultime la capacità di ripristinare la naturale porosità
senza rimescolare gli stati
profondi con quelli superficiali. L’uso di ancore, anche
in serra, consente di dirompere in modo ottimale il suolo
evitandone il rimescolamento, dannoso quando coinvol-
ge gli strati più profondi. Interventi fondamentali in un
settore dove il ripetersi di cicli
di produzione comporta raggiungimento d’indici di traffico molto elevati che inevitabilmente si ripercuotono sul
suolo.
Un buon rovesciamento del
terreno, utile per interrare i residui colturali e controllare le
infestanti, può essere ottenuto con la vangatura, che opera senza danneggiare la
struttura del suolo come accade invece con l’aratura. In
prova la vangatrice Selvatici
della serie 150.95, dotata di
otto vanghe (larghezza di lavoro 2 m) e munita di cambio
a leva a tre marce completamente rinnovato e maggiorato nei dimensionamenti della
coppia conica e degli ingranaggi.
Risalto è stato dato anche al-
ORTICOLTURA
Selvatici - vangatrice serie 150.95 con
Forigo Aiuolatrice Douplex
Forigo - Interratrice G35-170 allestita per
cambio a tre marce.
con aiuola soffice per IV gamma.
IV gamma.
le funzioni della baulatura,
che ha fra i molti pregi anche
quello di evitare che la compressione generata dalle ruote del trattore si trasmetta sull’area di coltivazione. Due le
tipologie presentate: l’aiuolatrice a doppio rotore, capace
di preparare aiuole soffici o
moderatamente compresse,
idonea quindi per terreni che
tendono a compattarsi (opera bene dopo un intervento
con un coltivatore) e privi di
sassi, e l’interratrice che invece tende a costituire aiuole
più compatte e resistenti, capace inoltre di mondare il piano di coltivazione da residui
colturali e sassi.
Quarta gamma
Per la IV Gamma l’aiuolatrice
Douplex D35-150, prodotta
da Forigo, è stata dotata di
sensore a ultrasuoni, per leggere l’altezza dal suolo, e di
un attuatore che, dietro istruzione della centralina, regola
la profondità di lavoro. In
questo modo si ottengono
aiuole dotate di piano di coltivazione perfettamente uniforme.
L’interratrice G35-170, sempre per la IV Gamma, è stata
invece proposta con un allestimento per terreni di medio
impasto o sciolti, con formazione di aiuola compatta e un
piano di semina di 160 cm di
ORTICOLTURA
larghezza. Interessante il dispositivo che permette di regolare dal posto di guida la
velocità di rotazione del rullo
posteriore. Ciò permette di
modificare la compressione
delle prode senza scendere
dal trattore.
L’interratrice DG35 da 4 m di
larghezza di lavoro, allestita
per lasciare il terreno piano, è
capace, in due passate, di
lavorare completamente un
tunnel.
Le due seminatrici Agricola
Italiana sono state entrambe
allestite con rulli gommati di
grande diametro, versioni
particolarmente adatte all’impiego su aiuole poco compresse o terreno piano. La
620 SNT è una seminatrice
portata meccanica a righe,
da 32 file con interfila da 50
mm, dotata di casse di distribuzione del seme a 8 uscite
munite di rullo distributore in
spugna, assolcatori a falcioni
in acciaio inox oscillanti. Il sistema di dosaggio è dotato
di variatore di velocità a regolazione micrometrica.
La AI-640-SN-3 è invece una
seminatrice portata pneumatica di precisione, dotata di
12 corpi di semina muniti di
falcione a tripla fila con interfila da 40 mm e assolcatori
speciali a disco per valeriana, capace di grande precisione pur operando con semi
minuti e ridottissime interfile.
Infine, per il settore della IV
gamma sono state proposte
le Ortoraccoglitrici serie
8200 prodotte dalla Ortomec. Queste raccoglitrici
sono dotate di testata e arco
di taglio in acciaio inox, materiale idoneo ad entrare in
contatto con prodotti alimentari, mentre il telaio e la piatta-
Forigo: interratrice DG35-400 per tunnel.
forma sono zincate a caldo in
modo da evitare la formazione di ruggine e il suo casuale
inquinamento del prodotto
raccolto. Da segnalare anche la dotazione di motori a
bassa emissione (certificazione Carb) idonei al lavoro in
serra. La gestione dell’altezza di taglio può essere automatica grazie alla presenza
di una coppia di sensori posizionati all’estremità della te-
Agricola Italiana: 620 SNT meccanica
Agricola Italiana: AI-640-SN-3 pneumatica di
con interfila 50 mm.
precisione con interfila 40 mm.
O.M. Mingozzi: pirodiserbatrice combinata a
Ortomec: Ortoraccoglitrice serie 8200 nella
erpice rotante.
versione a due ruote motrici.
stata, vicinissimi alla lama
tramite una serie di potenziometri è possibile inoltre regolare la velocità della lama, la
sensibilità dei sensori, l’inclinazione della testata, la velocità automatica di avanzamento.
La gestione del suolo post
raccolta e pre semina trova
razionali soluzioni nell’applicazione del pirodiserbo. Le
O.M. Mingozzi propongono
per il post raccolta una pirodiserbatrice combinata ad
un erpice rotante. Quest’ultimo amplifica l’azione del pirodiserbo, permettendo al
calore (e alla fiamma) di colpire una maggiore quantità di
terreno. L’erpice rotante, regolato per lavorare solo i primi centimetri, può rappresentare per uno o due cicli
consecutivi, l’unica lavorazione. L’azione della fiamma
consente di debellare le infestanti e gli organi riproduttivi
di piante patogeni purché
esposti alla sua azione per un
tempo sufficiente. L’impiego
di questa tecnica consente di
ridurre la carica di patogeni e
infestanti, mentre, senza l’erpice rotante la diserbatrice si
presta per il controllo delle infestanti in pre semina.
ORTICOLTURA
Trapianto
a file binate
Ferrari: Multipla, trapiantatrice manuale, nella
Ferrari: Futura Twin, trapiantatrice automatica
versione trainata a 3 bine.
a file binate.
Ferrari: Rotostrapp, trapiantatrice semiautomatica per cubetto.
La coltivazione in file binate è
una tecnica applicata non
solo su pomodoro, ma anche
su colture come sedano, finocchio, broccolo, indivia e
scarola, poiché offre la possibilità di razionalizzare l’irrigazione a manichetta (una per
due file), alcuni interventi di
coltivazione (trattamenti, sarchiatura, ecc.) ed incrementare l’investimento.
Per questa tecnica Ferrari ha
proposto Multipla, una trapiantatrice manuale, nella
versione trainata a 3 bine (6
file) e munita di telaio telescopico idraulico. Punto di forza
di questo modello è il distributore a rotazione intermittente
ORTICOLTURA
che dispone di 9 coppie di alloggiamenti per le piantine.
Questi possono essere regolati in modo tale da garantire il
mantenimento della verticalità del condotto che convoglia
la piantina al vomere variando
l’interfila della bina da 36 a 50
cm. Il collegamento dell’organo di trapianto è costituito da
un parallelogramma articolato con carico regolabile fino a
60 kg capace di adeguarsi al
profilo superficiale del suolo.
Il trapianto realizza una precisa disposizione a quinconce
con distanza sulle file gover-
nata elettronicamente tramite
attuatore idraulico.
Per le grandi estensioni è stata proposta anche la Futura,
trapiantatrice integralmente
automatica, nella versione
Twin capace appunto di realizzare file binate. Un organo
di trapianto rifornisce due linee di trapianto, con disposizione a quinconce delle piantine.
Ferrari: FPC, semiautomatica per il trapianto de cubetto su film
di pacciamatura.
Insalate in cespo
L’allevamento delle piantine
in cubetto offre molti vantaggi
che si traducono, per tutte le
tipologie di insalate da cespo, in una significativa riduzione del ciclo di produzione.
Ferrari: Remoweed, sarchiatrice automatica per le insalate in cespo.
Ferrari: Futura, trapiantatrice automatica.
Ideal: nebulizzatore Supra Marechere nella versione per il pieno campo.
Ferrari con la semiautomatica Rotostrapp, in versione
semovente a 2 RM e 4 file, ha
proposto una delle trapiantatrici più performanti presenti
sul mercato. La produttività e
qualità del lavoro che caratterizza questa trapiantatrice
è dovuta anche alla disponibilità di servizi gestiti elettronicamente come, ad esempio, la distanza di trapianto,
la profondità di trapianto e i
sistemi di guida. L’interfila è
regolabile da un minimo di 28
cm; la distanza sulla fila da
10 a 99 cm con possibilità di
disporre le piantine a quinconce.
La FPC, trapiantatrice semiautomatica per il trapianto
su film, anch’essa presentata
nella versione semovente,
dotata però di 4 RM, separa
l’azione di foratura del telo da
quella di deposizione del cubetto, per consentire di ripiegare sotto al telo stesso, il
lembo tagliato ed evitando
che interferisca con lo sviluppo della piantina.
Nell’ottica di offrire soluzioni
tecnologiche idonee a sostenere tecniche di coltivazione
diverse è stata presentata da
Ferrari una sarchiatrice auto-
Forigo - TG35 allestita per la manifestazione con tre diverse
attrezzature per la preparazione delle aiuole di coltivazione.
matica ad elevata tecnologia,
nella versione a 4 file, la ormai
già famosa Remoweed.
Questa attrezzatura è infatti
capace di sarchiare sia l’interfila che lo spazio fra una
pianta e la successiva, in modo automatico lavorando il
terreno fra glia 8 e i 15 mm di
profondità. Il cuore della
macchina è costituito da un
sistema visivo di mappatura
dimensionale della pianta all’infrarosso e da un computer
che gestisce due bracci mobili dotati di lame all’estremità. L’azionamento dei bracci
è garantito da un dispositivo
idraulico ad alta velocità che
consente di effettuare la sarchiatura intorno a ciascuna
pianta procedendo con velocità di avanzamento fino a 3
km/h.
Alcune tecnologie
per il campo aperto
Regina delle grandi macchine per la preparazione del
terreno in orticoltura è senz’altro la TG35 - 200, un portaattrezzi che può vantare 6
m effettivi di larghezza di lavoro. Forigo, alla manifestazione, l’ha allestito con tre differenti attrezzi per poter con-
frontare gli effetti sul terreno
prodotti da due interratrici allestite in modo diverso e
l’aiuolatrice.
Le attrezzature che equipaggiano il porta attrezzi sono
standard (e non subiscono
nessuna modifica) e quindi
possono operare anche collegate direttamente al trattore. Offrono il vantaggio di formare aiuole regolari ed equidistanti
(facilitando
le
successive operazioni di semina o trapianto e di raccolta
con grandi macchine); di
contrarre i tempi di lavoro; ridurre i costi; garantire elevata tempestività di lavoro.
Ovviamente non poteva
mancare in questa sfilata di
grandi tecnologie l’antesignana Futura di Ferrari. Questa trapiantatrice automatica
si distingue per l’elevata versatilità, può, infatti, operare
con quasi tutti i contenitori
(anche super seedling), la
grande affidabilità, operano
nel mondo ormai da anni moltissimi modelli, l’elevata qualità agronomica del trapianto,
pregio raggiunto grazie ad
una perfetta commistione fra
meccanica, idraulica, pneumatica ed elettronica. Ideata
ORTICOLTURA
Forigo: Mix Tiller Dry 35-200.
per la coltivazione delle orticole trapiantate a file spaziate, trova largo impiego oltre
che su pomodoro, cavolo,
broccolo, cicoria anche su
tabacco.
Un’altra attrezzatura pienamente rispondente alle esigenze dell’orticoltura più evoluta è il nebulizzatore a polverizzazione pneumatica per
trattamenti a basso/medio volume presentato da Ideal. Il
modello in prova disponeva di
un serbatoio da 3.000 litri con
barra da 15 m zincata a caldo
con movimento idraulico. In
questo modello la distribuzione è affidata a 22 diffusori e 2
flaps posti alle estremità della
barra. La miscela è portata al
punto di erogazione in bassa
pressione, qui la quantità da
distribuire è regolata da una
piastrina, dove l’alta velocità
dell’aria prodotta dal ventilatore centrifugo (circa 100 m/s)
la micronizza e la trasporta sul
F.lli Spedo: seminapatate automatica SPA 4D/H.
bersaglio evitando fenomeni
di deriva e garantendo una
completa bagnatura anche di
piante molto sviluppate o caratterizzate da vegetazione
densa.
Nel settore della difesa, fra le
altre, è stata presentata da
Forigo anche il Mix Tiller Dry
35-200, attrezzatura specializzata nella distribuzione di
microgranuli e polveri capace di garantire un'elevatissima precisione grazie al dosatore volumetrico e al ripartitore pneumatico che sfrutta
il principio Venturi. Progettato per operare con microgranuli come il Dazomet, opera
anche con preparati Bio e
geodisinfestanti in polvere.
La macchina è composta da
una interratrice della serie
G35, dalla tramoggia e dal
gruppo per la distribuzione
del prodotto solido. La distribuzione pneumatica è ad alta tenuta e il dosaggio è pro-
Cosmeco - Scavafossi Verticale Voll.
porzionale all’avanzamento
(DPA). Nella distribuzione
del Dazomet (che libera per
gassificazione Mitc) viene
contemporaneamente effettuata la stesura di un film VIF
che la rende idonea ad operare in campo aperto.
Last but not least
La F.lli Spedo ha presentato
la Seminapatate Automatica
destinata per precisione, velocità di lavoro (fino a 8 km/h)
e autonomia di lavoro alle
grandi aziende e ai contoterzisti. Infatti, è dotata di una
tramoggia idraulica molto capiente e di facile carico che
migliora l’autonomia della
macchina. La semina è precisa grazie al collegamento a
parallelogramma dell’organo
seminatore e al distributore
vibrante che riduce i casi di
doppie deposizioni.
La Cosmeco ha invece proposto lo Scavafossi Verticale
Forigo: TPsens per gestire le attrezzature.
V0LL per realizzare canali a
pareti verticali ideali per lo
scolo delle acque, indicata
anche per la posa di tubi di
drenaggio o irrigazione. Il
modello in prova permette di
eseguire solchi verticali fino a
30 cm di profondità per 8 o 12
cm di larghezza (modificando la disposizione degli utensili standard).
Il Tpsens di Forigo, dispositivo appena premiato al Fima
di Zaragoza, ha introdotto
nella manifestazione la smart
tecnhologies
ponendosi
l’obiettivo di fornire all’orticoltore l’opportunità di migliorare la gestione del suo parco
macchine.
Tpsens, dotato di tecnologia
Energy Harvesting, monitora
la macchina controllandone
temperatura e pressione degli organi principali, posizione di lavoro, posizione geografica e ore di funzionamento effettive. I dati sono resi
disponibili via Wireless o
Bluetooth e archiviati in
Cloud. Nel caso in cui rilevi
l’andamento anomalo di uno
dei parametri rilevati avvisa
l’operatore attraverso segnalazione acustica e visiva sul
dispositivo collegato. L’applicazione è molto semplice
e può essere montato su
qualsiasi tipo di macchina. ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
LE PROPOSTE DEI COSTRUTTORI
Gli impianti per le serre
presentati all’ultima edizione di
Fieragricola. Diventati ormai
irrinunciabili nel fuori suolo,
faticano a imporsi per le colture
protette su terra
di Ottavio Repetti
L
a fertirrigazione è una tecnica precisa, spesso al limite
del rigore scientifico. Allo stesso tempo, tuttavia, ammette un’inaspettata dose di approssimazione, per cui
basta un buco nella condotta d’irrigazione e una pompa da
poche decine di euro per chiudere la questione. Chiaramente
le due soluzioni portano a risultati diversi, ma con entrambe è
possibile fertirrigare.
L’apparente incongruità tra due pratiche così dissimili si spiega con il fatto che la serricoltura è materia vasta, dove troviamo di tutto: dalla serra poco più che amatoriale, realizzata
senza grandi costi né pretese, fino all’azienda di dieci ettari
con una decina di addetti e una gestione altamente professionale di ogni passaggio agronomico. Esiste poi un’estrema
variabilità anche tra le colture o meglio le tecniche di coltivazione: mentre alcune sono elementari e pertanto non richiedono un’elevata precisione, altre non potrebbero aver successo
senza un controllo il più possibile esatto di tutte le variabili:
ambientali, sanitarie e nutrizionali.
Quest’ultimo è chiaramente il caso delle coltivazioni fuori
suolo, che sono anche quelle che con più frequenza ricorrono
alla fertirrigazione, dal momento che non potrebbero esistere
senza una somministrazione dei nutrienti per via idrica. Inutile
dire che questa tecnica produttiva impone rigore e precisione
nella fertirrigazione. Viceversa, pratiche più semplici come la
serricoltura tradizionale, magari con piante non particolarmente esigenti sotto l’aspetto nutrizionale, possono sfruttare
anche un sistema di alimentazione più approssimativo. Anche
perché, mentre nell’idroponia ogni minima variazione dei nutrienti è immediatamente assorbita dalla pianta, in una serra di tipo tradizionale abbiamo il terreno
a far da cuscinetto. Quest’ultimo, se da
una parte ritarda l’assimilazione dei fertilizzanti, dall’altra fa da tampone in caso di errori nella distribuzione dei medesimi. Vediamo allora più da vicino alcune tipologie di fertirrigazione.
Tipologie
La Sandrini Snc installa banchi della
Banco a cinque pompe (di cui una per
spagnola Agronic, caratterizzati da
lacido) con portata sufficiente a gestire un
una gestione molto semplice.
ettaro di coltura fuori suolo (Gastaldelli).
Senza controllo. Il sistema più semplice è quello di collegare il circuiti d’irrigazione con un bidone nel quale si trovano i fertilizzanti, che saranno immessi
nella conduttura dell’acqua attraverso
una pompa tradizionale o, molto usata,
di tipo Venturi. Una variante di questo
sistema prevede di deviare una parte
dell’acqua all’interno del serbatoio. Qui
si mischia con i nutrienti, sciogliendoli,
prima di tornare nella conduttura d’irri-
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
di allarme sul cellulare dell’addetto algazione. Aumentando o riducendo la
l’irrigazione.
velocità di aspirazione è possibile effetControllo proporzionale. Ancor più
tuare un sommario controllo sui quantipreciso, secondo il parere di molti adtativi distribuiti. Se a questo sistema agdetti ai lavori, il controllo proporzionale.
giungiamo un conta litri, abbiamo una
In questo caso non si decide il numero
prima misurazione della quantità di condi grammi di fertilizzante per metro cucime distribuito.
bo di acqua, ma la proporzione tra acImpianto controllato. Ben diverso il caqua e fertilizzanti: per esempio, 5% ferso dei banchi di fertirrigazione, dotati o
tilizzante A, 7% fertilizzante B e così via.
meno di premiscelazione. Su una deriIn questo modo è più semplice rispettavazione della condotta principale si colre le prescrizioni agronomiche sul raplocano una o più pompe, a seconda del
porto tra i vari nutrienti nella coltivazione
numero di nutrienti che si vogliono gefuori suolo.
stire. Da notare che uno degli spazi è
Vale quanto detto sopra, naturalmente,
sempre occupato dal correttore di aciper le possibilità di controllo della cendità, vale a dire un dosatore che immettralina sia in loco sia a distanza, nonché
te acido per regolare il pH della soluzioper il correttore di acidità.
ne ed evitare problemi di precipitazione
Premiscelatore. Entrambi i sistemi posdei fertilizzanti in caso di eccessiva alsono essere dotati o meno di premiscecalinità.
La Idromeci realizza impianti di ogni tipo,
latore. I pareri sulla sua utilità sono diL’erogazione dei diversi elementi è condai più semplici a quelli con alto concenscordanti: essenziale secondo alcuni,
trollata da una centralina, sulla quale
trato tecnologico. Per serre non raggiunte
inutile (purché il dosatore sia preciso)
l’operatore indica le unità di fertilizzante
dall’allacciamento elettrico è disponibile
per altri.
da distribuire, mentre la correzione di
l’alimentazione fotovoltaica.
Il vantaggio principale del premiscelaacidità è sempre automatica. L’impostatore è di consentire una buona miscelazione dei nutrienti
zione è fatta manualmente, sul posto o anche, installando una
anche in banchi di fertirrigazione non troppo sofisticati. I
scheda Sim nella centralina, da remoto, attraverso il computer
nutrienti, infatti, non finiscono direttamente nel circuito d’irrio il palmare; un sistema, questo, adatto a chi gestisce diversi
gazione, ma in un serbatoio, dove sono mescolati tra di loro
impianti a notevole distanza uno dall’altro. Ed è anche una
prima di essere iniettati nella conduttura. Chi apprezza questo
soluzione utile per la gestione dei malfunzionamenti: in caso
sistema sottolinea che una erogazione diretta non fornisce
di problemi – blocco di una pompa, esaurimento di un elemai le stesse garanzie di precisione.
mento nutritivo eccetera – la centralina invia infatti un segnale
Al contrario, chi sostiene il metodo dell’iniezione diretta spiega che, avendo un dosatore di buon livello, la premiscelazione è inutile, oltre a essere rischiosa: come nel caso in cui
alcuni nutrienti non possano essere miscelati tra di loro senza
rischio di precipitazione o di qualche altra reazione indesiderata.
Un sistema in crescita
Il sistema di somministrazione a iniezione diretta manda i
nutrienti nella conduttura dell’acqua senza passare dal premiscelatore.
Qual è lo stato della fertirrigazione in Italia? E che cosa chiedono gli agricoltori ai costruttori di impianti? Lo abbiamo
chiesto a questi ultimi, approfittando dell’area dedicata a
colture protette e fertirrigazione dell’ultima Fieragricola.
Diciamo, per cominciare, che la diffusione di questi impianti
appare in crescita costante, eppure lenta. Diventato ormai
irrinunciabile nel fuori suolo, fatica a imporsi per le colture
protette su terra, quantomeno nella sua forma a più alta tecnologia. Paradossalmente, secondo quanto dicono i costruttori,
sta crescendo molto più rapidamente in coltivazioni di campo
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
aperto finora scarsamente interessate a queste pratiche. È il caso del
mais, per il quale, più o meno tutte le
ditte che realizzano impianti vedono
eccellenti possibilità di sviluppo del
medio periodo. Da non dimenticare
anche il pomodoro, ormai irrigato a
manichetta in buona percentuale e
dunque “pronto” per il passaggio alla
fertirrigazione. Limitandoci però alla
serra ecco le proposte di alcuni degli
espositori presenti a Fieragricola.
Gastaldelli. La ditta di Nogara ha
portato in fiera un banco di fertirrigazione a cinque pompe, dalla portata
sufficiente a coprire un ettaro di coltivazione fuori suolo. Molto di più,
naturalmente, se si fa serricoltura in
terra. L’impianto, senza premiscelatore, è composto da cinque pompe
con dosatore (di cui una ovviamente
riservata al correttore di acidità) e da
una centralina, che può funzionare
Il banco di fertirrigazione della Irritec, con
L’alternativa all’iniezione diretta è il serbada remoto con l’aggiunta di apposialimentazione proporzionale, può arrivare a
toio di premiscelazione, considerato più
ta scheda telefonica. Il controllo del
un massimo di 12 pompe.
sicuro su impianti non troppo complessi.
dosaggio avviene in grammi per etSandrini. Concludiamo con una ditta che non costruisce ma
tolitro di acqua. Un banco di questo tipo ha un costo di circa
installa impianti di irrigazione di ogni tipo. La Sandrini monta
7mila euro e può portare fino a sette pompe, naturalmente con
banchi di vari marchi, tra cui Irritec. Da qualche anno sta
un adeguamento di prezzo.
proponendo il prodotto di una ditta spagnola, la Agronic. Si
Idromeci. Altra azienda veronese (la sede è a Bussolengo)
tratta di un banco con centralina a controllo proporzionale o
specializzata in impianti per la serra. Il catalogo in materia di
su peso che si caratterizza per un’estrema semplicità di profertirrigazione è davvero vasto: si va dalla pompa venturi al
grammazione e di gestione. Il modello 5000, con quattro
banco con centralina, controllo via rete Gsm o via radio e
pompe più correttore del pH, è tarato per gestire fino a 8mila
alimentazione autonoma. Per le serre sprovviste di allacciapiante in coltura idroponica, che è poi la tecnica per la quale si
mento elettrico, infatti, Idromeci propone una soluzione con
richiedono solitamente impianti ad alta tecnologia come quepannello fotovoltaico in grado di alimentare non soltanto la
sto. Mentre sull’altra sponda dell’Adriatico, Croazia, Slovenia,
centralina e i dosatori, ma anche le pompe. Offre inoltre
Serbia e Macedonia, si usa la fertirrigazione anche su sersoluzioni per chi fa coltivazioni fuori suolo con scarsa disponiricoltura tradizionale, infatti, secondo l’esperienza di Sandrini
bilità di acqua e può pertanto irrigare soltanto in determinati
in Italia questa pratica è ancora riservata in massima parte a
momenti della giornata. Il tutto, ovviamente, con la massima
chi fa coltivazioni fuori suolo, anche se cresce il numero di
possibilità di personalizzazione.
serricoltori che la impiegano per particolari coltivazioni in
Irritec. Nome assai noto nel settore, figura tra i sostenitori del
serra. Sui monti Lessini, a Nord di Verona, si usa per esempio
premiscelatore, considerato più affidabile dell’iniezione diretper fragole e frutti di bosco, mentre non ha ancora preso
ta nella conduttura. A Fieragricola era presente un banco con
piede per orticole a minor valore aggiunto.
quattro pompe più controllo dell’acidità e, ovviamente, premiSul fronte della diffusione territoriale va infine considerata
scelazione. C’è la possibilità di arrivare, per esigenze particoun’interessante segnalazione di Gastaldelli, secondo cui il
lari, fino a 12 pompe. La distribuzione è basata sul sistema
Sud, con la zona di Battipaglia in testa, è più avanzato rispetto
proporzionale e l’acquirente può richiedere, se ne ha necessial Settentrione nell’impiego di impianti complessi. Qualche
tà, il controllo remoto. Il costo del sistema presentato a Verona
volta i luoghi comuni si possono anche sfatare.
è inferiore ai 3mila euro.
ORTICOLTURA SPECIALE
MELONE COLTIVATO IN VERTICALE
Una modalità di allevamento
usata in Marocco che
compensa il maggior impiego
di manodopera con rese
raddoppiate rispetto al sistema
“a piatto”. Il maggior apporto di
elementi
nutritivi
va
somministrato durante la
crescita esponenziale dei frutti
Il modello di serra prevalente in Marocco è rappresentato dalla
cosiddetta “canariana”, molto simile al “parral” spagnolo, ovvero
di Paolo Battistel
una tensio-struttura a tetto piano, di notevole altezza (5-6 m), con
aperture di colmo e laterali protette da reti anti-insetto.
Il melone in verticale viene tra-
I
l Sud del Marocco gode di un clima particolarmente favorevole per la coltivazione protetta del melone, sia nel ciclo
autunnale (settembre-dicembre), sia soprattutto nel ciclo
invernale (dicembre-aprile), con trapianti a fine novembre-inizio
dicembre e quindi raccolte molto precoci, che possono iniziare
già nella 1°-2° settimana di febbraio.
Il modello di serra prevalente è rappresentato dalla cosiddetta
“canariana”, una tensio-struttura a tetto piano, del tutto simile al
Le piante vengono avvolte attorno a spaghi verticali, rimuovendo
getti laterali e viticci fino al 12°-14° nodo. In questa fase è
importante spingere al massimo la velocità di crescita del fusto.
piantano su file binate distanti
250 cm, su baulature pacciamate con Pe nero, con una sola
manichetta centrale per la fertirrigazione. Si ottiene così una
densità di 1,8-2,2 piante/m2, più
che doppia rispetto all’allevamento “a piatto”.
“parral” tipico di Almeria, da
cui evidentemente deriva. La
principale differenza è che
tutte le canariane marocchine sono molto alte, normalmente 5-6
m al colmo, il che consente un buon controllo delle temperature
massime nei mesi più caldi. La regola d’oro “più alta è una serra
meglio è” qui viene quasi sempre rispettata.
Si tratta anche di una struttura assai economica: a seconda che
i pali di sostegno siano in legno o ferro zincato, o misti, può
costare dai 25mila ai 40mila €/ha, ovvero 2,5-4 €/m2: nessuna
struttura multi-tunnel è in grado di competere con questi prezzi
in quell’ambiente. La costruzione richiede molta manodopera,
ma in Marocco attualmente non supera i 10-12 €/giorno, quindi
l’incidenza per unità di superficie è bassa.
I pali di sostegno centrali sono piantati a file distanti in genere 10
m, con passo 2,5 m sulla fila. Sono affogati in piccoli plinti di
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
cemento semplicemente appoggiati, in quanto la struttura viene
ancorata a terra con pali diagonali lungo tutto il perimetro (passo 2,5 m), tesi da tiranti legati a grosse pietre interrate a ca. 160
cm di profondità. Anche il tetto viene ancorato allo stesso modo
ogni 10 m, a metà tra due file di piantoni, così da far assumere al
tetto un profilo leggermente a zig-zag e da raccogliere e drenare all’esterno eventuali piogge, suppur sporadiche.
Non è certamente una struttura in grado di sopportare carichi
verticali, quali una nevicata, che comunque non è certo un
rischio probabile a quelle latitudini, ma ha sicuramente una
notevole resistenza al vento, in quanto ancorata saldamente a
terra, mentre il peso di un multi-tunnel grava in verticale su
piantoni e gronde.
Il telo di copertura è in genere Pe da 0,2 mm di spessore di
durata triennale, il quale viene fissato tra due maglie di fili
metallici “tessuti” in quadrati di ca. 25-30 cm di lato. In questo
modo può resistere facilmente anche a venti di oltre 120 km/h.
Le aperture di colmo per la ventilazione vengono realizzate
semplicemente fissando i teli di Pe su fili di
ferro zincato lungo l’asse dei piantoni. Apertura e chiusura vengono modulate a mano
solo 3-4 volte l’anno, da operai che camminano sul tetto, in quanto per la maggior parte del tempo si tratta di aperture fisse. Al di
sotto del telo di plastica vengono installate
reti anti-insetto fisse, per bloccare soprattutto l’entrata della mosca bianca.
Per modulare la ventilazione si usano più
spesso le finestre laterali, pure fissate a cavi
metallici, le quali vengono aperte dall’alto al
basso con corde di cotone.
Piante sviluppate in altezza
Una peculiarità importante della coltivazione del melone in Marocco è che viene allevato in gran parte in verticale. Si tratta di una
scelta colturale che comporta maggiori investimenti, sia nel sistema di coltivazione, sia nella tecnica, che
richiede un maggiore impiego di manodopera, ma che può
abbondantemente compensare l’agricoltore con rese più che
doppie rispetto alla coltura tradizionale “a piatto”, che domina in
Italia.
L’allevamento in verticale fino a 180-220 cm di altezza, tutorato
con spago, richiede circa il doppio di manodopera per la potatura (120-140 h/ha, contro le 60-70 h/ha della coltivazione a
piatto), però consente anche di raddoppiare la densità di piantagione, in media da ca. 0,7-1 a 1,5-2,2 pt/m2 (la densità più
diffusa in Marocco è di 18mila-20mila piante/ha).
Per rendere fattibile questa opzione, ovviamente, è indispensabile una buona conoscenza della potatura verde selettiva.
Esempio di allevamento in fuori suolo su sacchi di fibra di cocco
da 25 l, su cui vengono trapiantate 4 piante ciascuno (densità di
circa 20mila piante/ha). È opportuno realizzare baulature alte, su
cui appoggiare i sacchi di substrato, per aumentare l’accumulo
termico durante il giorno e guadagnare precocità.
Il melone verticale viene allevato in
un sistema a “V”, con piante legate su
spago fino a ca. 180-220 cm di altezza. Su un lato della baulatura pacciamata viene sistemata la linea con i
gocciolatori
auto-compensati
(uno
per pianta da 2 l/h di flusso).
La continua potatura dei getti secondari (femminelle) permette alla pianta di produrre due “flussi di carica”
da 4-5 frutti ciascuno, intervallati da
un periodo di “vuoto”. Nel caso di
meloni retati fino a 1 kg/frutto, ad
esempio, il sistema verticale consente di portare la resa mediamente da
4-6 a 9-12 kg/m2, ovvero più del doppio, e di ripagare ampiamente il maggiore impiego di manodopera.
Le maggiori rese si spiegano sia grazie alla migliore intercettazione della luce, in quanto si riduce l’ombreggiamento reciproco delle foglie, sia grazie alla potatura più precisa e continua dei
getti secondari, che competono con quelli fruttiferi.
Normalmente si osservano anche gradazioni zuccherine superiori (+0,5/1 °Brix). Unico inconveniente “qualitativo” è rappresentato talvolta da una leggera ovalizzazione dei frutti più grossi, in varietà che superano i 1.300-1.500g, a causa della forza
gravitazionale che agisce su di essi.
A seconda della vigoria della varietà e del periodo di coltivazione (ovvero della radiazione fotosintetica disponibile), la tecnica
consiste nell’allevare la pianta a stelo unico, rimuovendo conti-
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
In serre “canariane” con passo 12 m tra i pali principali di
Abbondante radicazione all’interno dei sacchi di fibra di cocco,
sostegno, invece dei classici 10 m, si può ottenere una
ottenuta grazie a un’attenta programmazione delle irrigazioni, in
distribuzione più omogenea delle piante (file ogni 200 cm),
funzione della radiazione disponibile. In questo caso sono stati
quindi una migliore intercettazione della luce e maggiore
aggiunti anche inoculi micorrizici, sia in fase di vivaio che di
fotosintesi, a parità di densità (2 pt/m2).
trapianto.
6.Il controllo della nutrizione minerale
nel fuori suolo è molto preciso e
consente di ottenere piante sempre
bilanciate sotto l’aspetto vegetativo e
riproduttivo, anche in presenza di
acque irrigue con elevata salinità (Ec
3,5 mS/cm nell’esempio della foto).
nuamente i germogli ascellari, fino al
12°-14° nodo, quindi vengono fatti allegare 4-5 frutti su tali getti secondari,
fino al 18°-23° nodo, cimando le femminelle 1-2 foglie sopra il frutto.
La rapida crescita per divisione cellulare di questi primi frutti produrrà una
forte competizione nutrizionale sulla
crescita del germoglio principale, il
quale determinerà, quindi, l’aborto di
tutti i nuovi fiori femminili prodotti fino a circa il 28°-33° nodo.
A questo punto si ri-creerà l’equilibrio metabolico della pianta,
con possibilità di allegare altri 3-4 frutti nella parte apicale dello
stelo, il quale verrà infine cimato 2-4 foglie sopra l’ultimo frutto,
ma spesso la crescita della cima si arresta da sola, causa
competizione metabolica coi frutti.
La maturazione di tutti i frutti avviene in circa 4-6 settimane, a
seconda della radiazione disponibile, determinando due flussi
di raccolta, ognuno di circa 2 settimane, intervallati da 1-2
settimane di “vuoto produttivo”.
Il ciclo più redditizio in Marocco è ovviamente quello invernale. I
primi trapianti cominciano a fine novembre e terminano a metà
gennaio, quindi si potranno ottenere le prime raccolte a partire
dalla 1°, ma più spesso, 2° settimana di febbraio fino a fine
aprile-inizio maggio, quando cessa il canale di esportazione.
La continua selezione dei frutti e dell’apparato fogliare consente di ottenere continuamente un equilibrio germoglio/frutti ottimale, quindi di massimizzare le rese, ma anche
la qualità dei frutti, ovvero l’omogeneità di
pezzatura, la consistenza e la shelf-life della
polpa, il grado Brix° e talvolta anche la colorazione (più intensa soprattutto nei tipi a
polpa arancione).
In fuori suolo
In Marocco si sta diffondendo velocemente
anche la coltura del melone in fuori suolo,
utilizzando soprattutto sacchi di fibra di
cocco di elevato volume (circa 25 l per sacchi da 100-120 cm).
Il melone è molto sensibile ai patogeni radicali, soprattutto di origine fungina, quindi è
una coltura che si può avvantaggiare in modo consistente delle
colture fuori suolo, in particolare in aziende marocchine che lo
praticano in mono-successione, in quanto richiede un alto livello di specializzazione produttiva.
È anche molto esigente in termini di nutrizione minerale e di
tempestività di somministrazione di macro- e micro-elementi,
quindi non c’è niente di meglio che una fertirrigazione bilanciata; la combinazione di allevamento in verticale e coltura idroponica massimizza rese e qualità, quindi il reddito.
Anche i vantaggi agronomici sono evidenti: le caratteristiche
chimico-fisiche dei substrati inerti permettono di controllare
accuratamente la salinità e la concentrazione di macro- e microelementi, in funzione delle fasi di crescita della pianta e del suo
fabbisogno nutrizionale: ciò consente di ottenere frutti più uniformi, sia riguardo alla pezzatura, che al grado di maturazione,
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
Il fuori suolo consente un ottimo controllo della generatività
della coltura, grazie al mantenimento di livelli costanti di
contenuto idrico e salinità del
substrato. Nella foto: esempio
di femminella al 15° nodo con
ben 4 fiori femminili, di cui
solo uno verrà allevato.
Lo stelo principale viene ripulito dei germogli ascellari (femminelle) fino al 12°-14° nodo, quindi vengono fatti allegare 4-5 frutti.
Successivamente si ha un “vuoto produttivo” per altri ca. 12-16
L’impollinazione viene realizzata con api o, talvolta, soprattutto
nodi, quindi la pianta ritrova il suo equilibrio e allega altri 3-4
nei trapianti più precoci, in presenza di minime notturne <8 °C,
frutti nella parte apicale, dopodiché viene cimata.
anche con bombi.
ma soprattutto frutti con minore contenuto di acqua e maggiore
accumulo di zuccheri e sali minerali.
Unico importante accorgimento, poiché il melone viene allevato
normalmente in serre fredde, è di appoggiare i sacchi contenenti il substrato direttamente sul terreno pacciamato. La coltura, infatti, richiede una temperatura radicale alta e costante,
quindi si avvantaggia dell’accumulo termico del terreno e della
sua cessione per contatto al substrato inerte durante la notte. In
caso di substrati sospesi su supporti staccati dal terreno (canalette, bancali, ecc.), si sono osservati ritardi di precocità fino a 2
settimane.
Il substrato che nelle coltivazioni più recenti ha dato le migliori
prestazioni produttive e qualitative è la fibra di cocco, contenuta
in sacchi di PE bianco/nero “UV-resistant”, al fine di rendere
possibile il loro riutilizzo per 2-3 cicli produttivi, previa solarizzazione o sterilizzazione. In genere si trapiantano 4 piante per
ogni sacco da 100-120 cm di lunghezza e 22-27 l di capacità.
Molto interessante si è dimostrata recentemente anche l’inoculazione dell’apparato radicale con funghi micorrizici e/o ceppi
di Trichoderma, in modo da conferire alle radici maggiore resi-
stenza alle malattie radicali, ma soprattutto agli stress ambientali, in particolare alle basse temperature in fase di accrescimento dei frutti a gennaio.
Sacchi di elevato volume (>20-25 l) di questo tipo, riutilizzati per
3 cicli produttivi, fanno sì, oggi, che una coltura fuori suolo costi
addirittura meno di una coltura tradizionale a terra dove, ogni
anno, è necessario rinnovare lavorazioni del suolo, disinfezione
e pacciamatura, quindi l’obiezione che le colture fuori suolo non
si stanno diffondendo in Italia, a causa dei maggiori costi, è
attualmente destituita di ogni fondamento.
Fabbisogni nutrizionali
Dal punto di vista dei fabbisogni nutrizionali, il melone viene
ritenuto una pianta tipicamente potassofila, ma non è esattamente vero. Va posta molta attenzione, in particolare, al giusto
momento in cui somministrare non solo il potassio, ma anche gli
altri macro-elementi.
Nelle prime 4 settimane, ovvero nel periodo che precede la
fioritura e l’allegazione dei primi frutti, l’apporto di fertilizzanti
deve essere attentamente controllato, soprattutto quelli azotati,
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
Particolare dei primi quattro frutti basali,
Frutto a 4 giorni dalla raccolta. Da notare
Frutti avvolti dalla paglia per prevenire
allegati ai nodi 12-16, al termine della fase
il rapido ingiallimento delle foglie prossi-
ammaccature durante il trasporto al cen-
di attivo accrescimento per divisione cel-
me al frutto, responsabili del trasferimen-
tro aziendale, dove verranno selezionati,
lulare.
to di zuccheri dalla chioma alla polpa.
calibrati e confezionati in cartoni.
onde evitare pericolosi aborti fiorali a causa di un eccesso di
vigoria della pianta.
Nelle 4 settimane successive, in cui i frutti subiscono un intensa
crescita per divisione cellulare, il fabbisogno di nutrienti aumen-
Particolare della seconda o
ndat a apicale di 4 frutti/pianta. Si
noti la testa fissata allo spago a 220 cm da terra, utilizzando una
clip di plastica; la testa che ricade verso il basso.
ta esponenzialmente: azoto, potassio e magnesio hanno un
andamento relativo molto simile, mentre molto alto è l’assorbimento di calcio e tale si mantiene per ben 2/3 del periodo
colturale totale: da questo punto di vista il melone appare più
come una pianta calciofila che potassofila.
Il picco di assorbimento del potassio avviene tra la fine della
crescita per divisione e l’inizio di quella per distensione cellulare. Nella maggior parte delle varietà di melone, la massima
traslocazione di zuccheri dalle foglie ai frutti si ha negli ultimi
7-15 giorni prima della raccolta ed è noto che tale processo
necessita di abbondanti quantità di potassio, però la sua massima somministrazione deve precedere tale fase, pena il rischio
di picchi di pressione osmotica nel frutto e conseguenti spaccature.
Importante, inoltre, non far mancare l’azoto nitrico nelle fasi di
crescita esponenziale dei frutti. Cautela invece con l’azoto ammoniacale, che può competere facilmente con l’assorbimento
degli altri cationi, in particolare calcio e potassio.
Da non dimenticare, infine, che anche le modalità di somministrazione della fertirrigazione rivestono una notevole importanza per guidare una crescita equilibrata del melone.
All’inizio, fino alla fioritura e allegazione dei primi frutti, è opportuno creare una sorta di leggero stress idrico controllato, al
fine di far prevalere la fase generativa della pianta. Successivamente, durante la crescita esponenziale dei frutti, la restituzione dovrebbe sempre eccedere l’ETp, onde non ostacolare il
riempimento di sostanza secca delle cellule dei frutti, mentre
nella fase finale di maturazione è consigliabile ritornare a una
condizione leggermente deficitaria. Ciò previene le spaccature e favorisce una maggiore concentrazione di zuccheri nel
frutto.
L’autore è del Ceres Srl, società di consulenza nel settore dell’orticoltura protetta
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
SU PEPERONE MIGLIORA LA PLV
La prova effettuata presso
l’azienda Vegitalia, in Calabria,
ha inoltre evidenziato un
risparmio di fertilizzanti di circa
2
centesimi/kg
sulla
produzione netta, dimostrando
una riduzione dell’utilizzo di
oltre il 50%
di Silvio Fritegotto*
P
eperone, melanzana, zucchino, patate e altri ortaggi
sono la materia prima di lavorazione di Vegitalia Spa,
società di proprietà della multinazionale giapponese
(Kagome Co.,Ltd.) che svolge attività di produzione e commercializzazione di cibi precotti e grigliati surgelati a base vegetale.
In provincia di Cosenza, a San Marco Argentano, si trova uno
stabilimento di lavorazione che si avvale di due agronomi (Carlo Iacobucci e Giovanni Gallicchio) per l’assistenza ai produttori.
Coltivazione pacciamata qualche giorno dopo la pacciamatura.
L’obiettivo principale della prova di fertirrigazione, che si è
svolta nell’estate 2013, era quello di dimostrare e divulgare
l’efficacia della coltivazione del peperone con un corretto impiego di questa pratica.
Benché la primavera e l’inizio estate 2013 siano state particolarmente difficili dal punto di vista meteorologico, con indubbia difficoltà per la lavorazione del terreno, successivo trapianto e prime fasi di sviluppo della coltura, i risultati hanno
dimostrato la validità economica della tecnica fertirrigua applicata, oltre anche a una valenza ecologica, grazie a un
minore utilizzo di fertilizzanti e a una gestione più effieciente
dell’acqua d’irrigazione.
Il peperone è una pianta che ha un apparato radicale sensibile
all’asfissia e teme la siccità. Ha una tolleranza media alla salinità, inferiore a quella del pomodoro. Le sue esigenze dal punto
di vista del pH del terreno si collocano tra pH 6,5 e 7; tali valori
possono arrivare senza grossi problemi a pH 5,7-,4.
Dal punto di vista della coltivazione, possiamo distinguere tra le
produzioni di frutti verdi e quelle con frutti maturi colorati in
rosso o giallo. Le coltivazioni vengono effettuate in pieno campo o in serra. La pianta è sensibile al marciume apicale dei frutti
(Blosson End Rot).
Asporti e fabbisogno di nutrienti
La crescita del peperone è lenta, si riportano esperienze sperimentali internazionali, dove si è visto che sono stati necessari
120 giorni a partire dalla semina per sintetizzare il 50% del
peso, e 30 giorni soltanto per sintetizzare il restante 50%. La
crescita comincia ad accelerare dopo la fioritura (circa 75
giorni dopo la semina).
L’azoto è l’elemento da trattare con maggiore attenzione,
giacché un eccesso può provocare un’elevata vigoria,
con conseguente scalarità di
maturazione e maggior suscettibilità ad attacchi fungini. Le forme nitriche vanno
utilizzate in copertura in fertirrigazione.
Il fosforo è un elemento che
influisce positivamente sulla
Vasca per la fertirrigazione, dotata di una centralina per il
controllo del pH e dellE C, completa di pompa dosatrice per la precocità e contemporaneità
di maturazione e sulle caratsoluzione nutritiva e per lacido.
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
Tab. 1 - Asporti medi: valori espressi da diversi autori (Kg/ha)
teristiche qualitative del frutto. La domanda tocca il masAutore
Produzione (t/ha)
N
P2O5
K2O
CaO
MgO
simo all’apparizione dei priCornillon
37 frutti verdi
330
100
630
150
42
mi fiori. La fioritura è favorita
Lafond & Morard
40
180
50
270
100
35
dal fosforo, è importante
quindi che la pianta ne possa
Graifenberg
30-50
120-200
40-60
180-300 150-250
23-37
disporre in questa fase vegetativa.
Tab. 2 - Dati della prova
Il potassio è ritenuto un elemento valido per i benefici
Area geografica
Calabria - Prov CS - Zona Piana di Sibari
generali sullo sviluppo della
Produttore
Az Agr Trezza
pianta e dei frutti. Il tenore in
Superficie
10.000 mq
potassio aumenta fino alla fioritura, poi si mantiene e si staData Trapianto
5 maggio 2013
bilizza. Esso favorisce l’alleN° piante
28.000 con una perdita del 23%. Tot 21.560
gagione dei fiori e la maturaProduzione
Su 21.560 piante (23% di perdita)
zione dei frutti.
Il magnesio ha la sua massiData inizio raccolta
21 agosto 2013
ma significatività al momento
Varietà
Rialto (giallo) Nunhems
della fioritura. Il calcio è un
elemento importante, in particolare in caso di carenze che possono determinare dei marciueffettuato il 5 maggio, su 10mila mq di terreno con una densità
mi ai frutti dovuti al Blosson End Rot (Tab. 1).
di 28mila piante/ha. Purtroppo, per problemi di fallanze, la
La tabella 1 riguarda diversi autori. I valori di Cornillon sono
produzione si è avuto su circa 21.560 piante effettive in produrelativi a una coltura in serra fredda con due tipi di raccolto:
zione. La coltura in prova è stata colpita nel periodo di metà
raccolto del frutto verde e raccolto del frutto maturo. Gli altri
giugno da un attacco di larve terricole, che hanno provocato la
valori riguardano la coltivazione in pieno campo. Secondo gli
morte di circa il 23% delle piantine. Altro problema molto limistessi autori, il massimo consumo di elementi nutritivi avviene
tante sulla coltura è stato rappresentato da periodi di vento
dal 90° al 130° giorno dal trapianto.
forte nella zona che ha causato la rottura e l’inclinazione delle
piante, influenzando negativamente la produzione (Tab. 2).
Come procedura tecnico-agronomica, prima di tutto è stata
Descrizione della prova
valutata la fertilità del terreno attraverso un’analisi chimicoLa prova è stata effettuata con l’utilizzo di un peperone di colore
agraria e un’analisi chimica dell’acqua irrigua (Tabb. 3, 4).
giallo, varietà Rialto F1 della Nunhems. Il trapianto è stato
I dati dell’analisi del terreno
Tab. 3 - Analisi del terreno
hanno fornito le informazioni
necessarie per il calcolo degli
Valori
Giudizio
apporti nutritivi, sia per deciTessitura
Franco
dere la quantità di fertilizzanReazione pH
8,2
Med. alcalino
te da apportare con la conciEC mS/cm
0,266
Normale
mazione di fondo che per la
C.S.C. meq
18,86
Media
fertirrigazione. Queste almeno erano le intenzioni, ma a
Sostanza Organica %
2,36
Mediamente fornito
causa delle cattive condizioni
Calcare Totale %
10,4
Mediamente calcareo
meteo, non è stato possibile
Fosforo assimilabile P ppm
5
Molto basso
effettuare l’apporto di una fraPotassio scambiabile K ppm
160
Alto
zione di nutrienti con la cocnimazione di fondo. Percui si è
Calcio scambiabile Ca ppm
2750
Molto alto
deciso di affrontare tutta la
Magnesio scambiabile Mg ppm
520
Molto alto
concimazione solo con la ferSodio scambiabile Na ppm
85
Normale
tirrigazione a goccia (mani-
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
Coppia di tensometri posizionati in campo per gestire il turno
Coltura ai primi di luglio.
irriguo in base al contenuto di umidità del terreno.
Tab. 4 - Principali dati Analisi Acqua irrigua
dose di arricchimento del terreno e potassio meno degli
Valori
Giudizio
asporti.
Reazione pH
7,95
Med.te Alcalina
Con questi dati si è impostato
EC mS/cm
0,748
Normale
la fertirrigazione, fin dai primi
giorni dopo il trapianto, con
Calcio mmoli/l
1,85
Mediamente alto
una soluzione fertirrigante
Magnesio mmoli/l
1,56
Mediamente alto
acidificata, utilizzando soli tre
prodotti: acido fosforico alSodio mmoli/l
1,78
Normale
l’85%, nitrato ammonico 34,5
Bicarbonati mmoli/l
6,70
Mediamente alto
e nitrato di potassio 13-0-46.
L’acidificazione è stata più
Tab. 5 - Produzioni e asportazioni colturali del peperone
che necessaria al fine di avere un’adeguata e continua
Produzione media q/ha
Unità di base (q)
pulizia dei gocciolatori del400
100
l’impinato irriguo e, nello stesAsporti Kg nutrienti per unità di base
Asporti Kg nutrienti totale
so tempo ha permesso di apN
P2O5
K2O
N
P2O5
K2O
portare fosforo altamente so33
20
50
132
80
200
lubile e disponibile. Inoltre la
continua e costante fornitura
di acqua acidificata ha deterFabbisogni e apporti: kg/ha calcolati e corretti in funzione
dei nutrienti contenuti da analisi del terreno
minato una leggera acidificazione del bulbo umido della
N
P2O5
K2O
goccia con una migliore di145
sponibilità dei nutrienti pre176
senti nel terreno.
150
La quantità di fertilizzanti apportati alla fine della coltura,
sono stati anche meno di quanto calcolato, solo per Fosforo e
chetta gocciolante, tipo leggero, Aqua-Traxx di TORO-AG, con
Potassio, al contrario la quantità di azoto è stata pari a 145 UF
portata da 1,14 l/ora a 0,7 bar) (Tab. 5).
precise come da calcolo apporti (Tab. 6)
Grazie ai dati analitici dei nutrienti presenti nel terreno e nell’acNell’azienda dove è stata localizzata la prova, rispetto al 2012,
qua di irrigazione, nel calcolo degli elementi da apportare si è
il costo fertilizzante è passato da 0,077€/kg a 0,016€/kg di
deciso di tralasciare calcio e magnesio, si è fornito fosforo in
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
Tab. 6 - Fertilizzanti utilizzati e costo €/kg
Titolo
Fertilizzante
TOTALE Unità fertilizzanti
Fertilizzante
P2O5
N
Acido fosforico 85%
K2O
61
Nitrato ammonico
34
Nitrato di potassio
13
46
Tab. 7 - Dati della produzione
Produzione vendibile kg
Scarto kg
49.776
42.050
7.726
100%
84,48%
15,52%
prodotto con una produzione maggiore nel 2013 rispetto al
2012 di oltre il 65%.
È necessario ricordare che la gestione irrigua è stata molto
attenta e precisa e si è avvalsa di 4 tensiometri, (2 da 15 cm e
N
194
TOTALE
Produzione totale kg
Peso kg
P2O5
K2O
118
310
105
305
40
809
145
140
118
140
Costo €/Kg
Costo tot. €
1,1
213,4
0,48
148,8
1,06
323,3
685,5
2 da 40 cm di profondità), per determinare con una certa
precisione il momento di inizio irrigazione e fine irrigazione. Si
presume che ci sia stato un certo risparmio di acqua, ma non
è stato misurato, però la gestione irrigua così attenta ci ha
dimostrato che si bagnava solo il bulbo o striscia della goccia,
e il terreno tra le file risultava asciutto in superficie.
Produzione
La data di inizio raccolta è stato il 21 agosto e si è protratta
fino ai primi freddi, per un totale di 420 q al netto dello scarto
di circa il 15%. La stessa azienda nel 2012, con una tecnica
ORTICOLTURA
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
Tab. 8 - Dati di produzione biometrici effettuati su tre raccolte della prova
N° Bacche
Peso medio
bacca (gr)
Larghezza medio bacca
(cm)
Lunghezza media
bacca (cm)
Spessore polpa
(mm)
R.S.
23 agosto
30
347,1
9,9
12,2
61
7,29
18 settembre
30
367
10,2
13,3
63
7,99
22 ottobre
30
235,6
8,4
11,5
58
8,75
Data Raccolta
Tab. 9 - Confronto dei dati ottenuti da coltivazioni di altre aziende
Azienda
Zona
Resa kg/ha
N. piante/ha
Kg prod./pianta
Costo tot concimi €
Costo concime €/kg di
peperone
Trezza 2013
Sibari
42.050
28.000*
1,95
685
0,016
Conti
Sibari
63.045
30.000
2,1
2.000
0,032
Trezza 2012
Sibari
25.342
28.000
0,91
1.956
0,077
Giordano
Foggia
45.000
28.000
1,61
1.472
0,033
(*) Numero di piantine prima della raccolta; numero effettivo di piante in produzione 21.560
convenzionale di coltivazione ha prodooto 253 q.
Nella zona circostante, Piana
di Sibari, le migliori produzioni, arrivano anche a 630 q,
con una densità di 30mila
piante/ha, e un apporto totale
di fertilizzanti pari a 2mila kg
per un costo fertilizzante per
kg di prodotto pari a 0,032€
(Tabb. 7, 8, 9)
I suddetti valori biometrici riportati sono sostanzialmente
Pianta di peperoni pronti per la raccolta.
in linea con i valori standard
senza ombra di dubbio che la tecnica della fertirrigazione ha
di questa varietà, per cui la fertirrigazione adottata non ha
portato un risparmio in fertilizzanti di circa 2 centesimi/kg sulla
alterato i parametri qualitativi del peperone.
produzione netta, dimostrando una riduzione dell’utilizzo di
Con i dati ottenuto dalla prova dimostrativa, si può sostenere,
oltre il 50%; al vantaggio economico vanno aggiunti il minore
rischio d’inquinamento, rendendo la coltivazione più sostenibile, e una Plv migliore o simile alle migliori produzioni della
zona. Nel 2014, la prova verrà ripetuta, sempre presso la
stessa azienda, ma su una superficie più ampia (4 ha); oltre
Ibrido tipo prismatico con frutti lisci e di elevata consistenza, colore
alla varietà gialla (Rialto) verrà introdotta anche una varietà
giallo uniforme e lucente.
rossa (Pompeo o Ricardo) sempre della Nunhems.
Destinazione: industria e mercato fresco
*Agronomo www.fritegotto.it
Pianta: forte e stabile, con fogliame coprente
Frutti: portati pendenti, polpa spessa e consistente
Le foto sono state gentilmente concesse dal servizio agronomiPeso frutto: 350-400 g.
co di Vegitalia
RIALTO F1 DI NUNHEMS
FLOROVIVAISMO
Con la globalizzazione
crescono i rischi fitosanitari
Il quadro delle malattie emergenti in Liguria e Piemonte, in
particolare di quelle causate da F. oxysporum. Dal monitoraggio dei
vivai di ornamentali siciliani isolate 21 specie di Phytophthora
di Marianna Martorana
Il futuro del settore florovivaistico è volto sempre più ad
assumere carattere internazionale, ma la globalizzazione degli scambi commerciali
comporta la necessità di porre maggiore attenzione agli
aspetti fitosanitari. Il bisogno
d’informazione in quest’ambito è sentito dai produttori e
l’assessorato Risorse agricole e alimentari Sicilia prevede
degli incontri sull’argomento
organizzati in seno alla misura 111 del Psr Sicilia 20072013. Lo scorso novembre
2013 è stata organizzata a
Giarre (Ct) una prima giornata sulle malattie emergenti
delle colture floricole ornamentali.
Il comparto florovivaistico siciliano, spiega Francesco
Badalà dirigente della Soat
di Giarre (Ct), interessa
2.700 ha di superficie suddivisi nelle province di Catania, Ragusa, Messina e Trapani; rappresenta l’8% della
superficie italiana per un fatturato di 250 milioni di €, circa il 9% del valore di tutta la
produzione nazionale.
Domenico Bertetti di Agro-
innova, Università degli studi
di Torino, ha tracciato un quadro sulle malattie emergenti
recentemente segnalate in
Liguria e Piemonte, soffermandosi in modo particolare
sulle tracheomicosi causate
da Fusarium oxysporum.
rum
Le tracheomicosi
su
Cereus
peruvianus
monstruosus (foto D. Bertetti).
In questo caso, il quadro sintomatologico va dall’appassimento generalizzato alla
comparsa di avvizzimenti in
zone diverse della chioma, in
seguito all’ostruzione dei vasi
conduttori. Sezionando i fusti
Avvizzimenti da F. oxysporum f. sp. crassulae
Imbrunimenti vascolari da Fusarium oxysporum
su piante di Crassula ovata (foto D. Bertetti).
su Papaver nudicaule (foto D. Bertetti).
Sintomi causati da F. oxyspo-
delle piante colpite si evidenziano marcati imbrunimenti
dei tessuti vascolari dovuti
appunto all’ostruzione dei vasi conduttori. Lo sviluppo del
fungo è favorito da condizioni
ambientali caldo-umide e dai
ristagni di acqua nel terreno.
In Liguria le succulente rappresentano una buona fetta
della produzione florovivaistica e proprio su questo gruppo sono state recentemente
segnalate nuove formae speciales di Fusarium oxysporum. Nel 2010 su Cereus peruvianus monstruosus, il patogeno ha determinato un
cambiamento del colore dei
tessuti colpiti, apparendo
FLOROVIVAISMO
ocracei e tendenti a perdere
turgidità. I vasi conduttori sezionati si mostravano imbruniti, i tessuti interni molli e
marcescenti e, in prossimità
del colletto, andavano incontro a disfacimento totale, apparendo svuotati. I fusti così
stroncati, collassavano coricandosi sulla superficie del
vaso conducendo la pianta
alla morte.
Su Crassula ovata è invece
stato identificato Fusarium
oxysporum f. sp. crassulae;
in questo caso i primi sintomi
della malattia consistono in
una lieve clorosi accompagnata dalla prematura caduta delle foglie ancora turgide.
Con l’avanzamento della malattia, i sintomi si accentuano:
le foglie ingialliscono e avvizziscono prima della filloptosi,
anche il fusto avvizzisce, si
ripiega, marcisce a tratti e, in
seguito, dissecca seguendo
un andamento acropeto. In
alcuni casi, il marciume passa dal fusto alla parte basale
delle foglie; altre volte il fusto
cede sotto il peso della chioma e si spezza; una sezione
in senso longitudinale e trasversale dei fusti colpiti mostra i vasi conduttori imbruniti.
Avvizzimenti e marciumi causati da Fusarium
Imbrunimenti vascolari causati da Fusarium
oxysporum su piante di Echeveria agavoides
oxysporum f. sp. chrysanthemi su Chrysanthe-
(foto D. Bertetti).
mum morifolium (foto D. Bertetti).
Sintomi da Rhizoctonia solani
AG-1 IB su
Mal bianco causato da Golovinomyces orontii
Lavandula officinalis in alveolo (foto D. Bertetti).
su Campanula rapunculoides (foto D. Bertetti).
Altra segnalazione recente è
quella avvenuta nel 2012 a
Ventimiglia (Im) su Echeveria
agavoides (Crassulaceae).
Anche in questo caso, la malattia si manifesta con un progressivo cambiamento di colore, la rosetta avvizzisce prima solo nella parte collegata
ai vasi conduttori alterati, poi
tutta la pianta muore.
Un’altra nuova forma specialis di Fusarium oxysporum è stata individuata nel 2011 su
Papaver nudicau-
Giovane pianta di
Rebutia
perplexa
colpita da Rhizoctonia solani AG-2-2-IIIB
(foto D. Bertetti).
le, una specie coltivata per la
produzione di fiore reciso; è
stata accertata la trasmissibilità del parassita per seme.
Poiché Fusarium oxysporum
è un parassita specializzato,
in molti casi è stato possibile
selezionare le varietà resistenti della specie ospite coltivata; per le formae speciales identificate da più tempo,
infatti, sono state effettuate
numerose prove di suscettibilità varietale come per Fusarium oxysporum f. sp. chrysanthemi su Chrysanthemum
morifolium, Argyranthemum
frutescens, Osteospermum
sp. e Gerbera jamesonii.
Altre segnalazioni riguardano
le tracheomicosi causate da
Verticillium dahliae, segnalato, per esempio, nel 2009 su
Lampranthus sp. (conosciuto
anche come Mesembryanthemum sp.) su cui la chioma
delle piante colpite appariva
sovente parzialmente disseccata.
Su alcune Labiatae sono invece stati segnalati attacchi
di Rhizoctonia solani del
gruppo AG-1 nell’estate del
2012 ad Albenga (Sv). In particolare, su rosmarino, lavanda e origano allevati in contenitori alveolari gli attacchi di
Rhizoctonia solani causavano alterazioni di colletto, fusto
e foglie e la comparsa di un
micelio chiaro e rado che si
propagava facilmente tramite
contatto tra foglie sane e malate. Del 2013 è l’individuazione di Rhizoctonia solani
AG 2-2-IIIB su Rebutia per-
FLOROVIVAISMO
Sintomi causati da Pleiochaeta setosa
Necrosi e marciumi causati da Bipolaris
Sintomi causati da Phytophthora nicotia-
su foglia di Lupinus polyphyllus (foto D.
cactivora su fusti su Cereus peruvianus
nae su piante di Skimmia japonica (foto
Bertetti).
monstruosus (foto D. Bertetti).
D. Bertetti).
Mal bianco da G. cichoracearum su Ar-
Disseccamenti di Salvia officinalis causati da
gyranthemum frutescens (foto D. Bertetti).
Phytophthora sp. (foto G. Magnano di San Lio).
plexa.
Sono diversi gli agenti di mal
bianco segnalati e individuati: su azalea ‘Mollis’, Erysiphe
azaleae, rinvenuto per la prima volta nel 2001 in val Cervo
(Bi) in Piemonte, è un patogeno su cui è stata condotta una
prova di suscettibilità varietale con 68 cv di azalee a
fogliame persistente.
Nel 2011 in
Piemonte,
Golovinomyces
orontii è stata individuata su
Campanula rapunculoides,
mentre la presenza di Golovinomyces cichoracearum è
stata riscontrata in Liguria su
Argyranthemum frutescens e
Gerbera jamesonii.
Infine, hanno concluso la rassegna Pleiochaeta setosa,
agente di alterazioni di foglie
e fusti di Lupinus polyphyllus, segnalato nel 2011
in Piemonte, e Bipolaris cactivora,
agente
di
marciume
Mal bianco causato da Erysiphe convolvuli su Ipomoea tricolor (foto D. Bertetti).
del fusto di Cereus peruvianus monstruosus, segnalata
nel 2013, a Imperia.
Marciumi
da Phytophthora
Un approfondimento particolare sul marciume radicale
delle piante ornamentali causato da Phytophthora è stato
presentato da Gaetano Magnano di San Lio, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria che ha lavorato
in collaborazione con l’Università di Catania e la Soat di
Giarre. Per contrastare la diffusione di Phytophthora ramorum, patogeno da quarantena nella lista A2 dell’Eppo
(Organizzazione europea e
mediterranea per la protezione delle piante), è stato av-
viato il monitoraggio nei vivai
per l’identificazione delle
specie di Phytophthora associate ai marciumi radicali delle diverse specie di piante ornamentali.
Il genere Phytophthora produce sporangi se è presente
acqua su fusto e foglie per
una durata di almeno 12-24
ore e un pH tra 4,5 e 7,2; le
specie di questo genere sono disseminate dall’acqua di
pioggia e d’irrigazione. Specie emergente è Phytophthora palmivora riscontrata su
Phoenix canariensis e Camadorea sulle quali causa il marciume del germoglio centrale. La specie più diffusa è P.
nicotianae; una specie aggressiva, che si sta diffondendo in questi ultimi anni, è
P. niederhauserii. È bene
considerare che in uno stesso ospite spesso sono presenti diverse specie contemporaneamente.
In Sicilia
Il monitoraggio effettuato nei
vivai di piante ornamentali siciliani ha permesso di isolare
21 specie di Phytophthora da
101 specie di piante ornamentali; oltre 20 sono nuove
FLOROVIVAISMO
combinazioni ospite patogeno.
Il 72% delle piante prelevate
nel corso del monitoraggio
erano sintomatiche e il 28%
asintomatiche; la percentuale di piante risultate positive
alla Phytophthora è stata del
38% per quelle sintomatiche
e del 28% per quelle asintomatiche.
La crescente importanza dei
marciumi radicali, in generale, e di quelli causati da
Phytophthora, in particolare,
è dovuta alla globalizzazione
degli scambi commerciali, all’introduzione di specie ornamentali esotiche, alla produzione su larga scala di specie
suscettibili, alla coltivazione
intensiva (temperatura e umidità elevata) e agli aspetti
strutturali del comparto produttivo.
Le strategie di gestione di
queste malattie comprendo-
Sezione longitudinale di piantine di P. cana-
Fallanze in coltivazione di Myrtus communis
riensis con marciume del germoglio centrale
causate da infezioni radicali di Phytophthora
da Phytophthora palmivora (foto G. Magnano).
nicotianae (foto G. Magnano di San Lio).
no una pronta diagnosi, l’uso
di substrati sterili o repressivi,
la corretta gestione dell’acqua, visto che i propaguli sono disseminati dall’acqua di
irrigazione, l’impiego di fungicidi e di antagonisti naturali.
Particolare approfondimento
è stato dedicato alle malattie
delle palme. Alcuni patogeni
di questo gruppo di piante,
potenzialmente molto perico-
Avvizzimenti di Polygala myrtifolia causati da infezioni al colletto
di Phytophthora nicotianae (foto G. Magnano di San Lio).
Tab. 1 - Il florovivaismo siciliano
Superficie (ha)
Provincia
Specializzazione
1.300
Catania
Piante in vaso
720
Messina
Piante in vaso (olivi e agrumi ornamentali)
300
Ragusa
Fiori recisi
380
Trapani
Piante da esterni, fiori recisi
Tab. 2 - Monitoraggio nei vivai di ornamentali in Sicilia
Vivai visitati
18
Piante esaminate
163
Specie di piante
56
Piante da cui è stata isolata Phytophthora
57
Specie ospiti da cui è stata isolata Phytophthora
29
Specie di Phytophthora
5
Nuove combinazioni ospite patogeno
20
Fonte: dati G. Magnano di San Lio, F. Badalà
losi, non sono stati ancora introdotti in Italia. Nell’elenco
rientra Fusarium oxysporum
f. sp. albedinis, agente del
bayoud della palma da dattero (Phoenix dactylifera), Fusarium oxysporum f. sp. palmarum,
patogeno
su
Syagrus romanzoffiana e
Washingtonia robusta, e il
Lethal Yellowing (Candidatus
phytoplasma palmae). Il
Lethal Yellowing è la più pericolosa tra le malattie infettive
che potrebbero essere introdotte nel nostro paese. Gliocladium vermoseni, agente
del marciume rosa, è invece,
un patogeno ubiquitario e la
sua esplosione epidemica è
indice di scarsa igiene nel vi
vaio.
FLOROVIVAISMO
Nuovo show room cash&carry
per l azienda Florpagano
Una “casa di vetro” di 4.000 m² per puntare sulla vendita di piante a
km zero, su un maggiore assortimento e un servizio sempre più
accessibile, come la vendita online e le consegne a domicilio
di Giuseppe Francesco Sportelli
Con l’apertura di un nuovo
settore, uno show room per
cash & carry ampio 4mila m²
realizzato secondo le più
moderne tecnologie per il
florovivaismo attualmente disponibili in Europa, l’azienda
FlorPagano di Ruvo di Puglia
ha voluto dare un forte segnale al vento di crisi che
agita il comparto. L’azienda
ruvese, leader in Italia nella
coltivazione, produzione e
vendita di piante ornamentali
da interno in vaso e soprattutto di orchidee, ha aperto le
Antonio Pagano (secondo da sinistra) inaugura con i figli Gianluca e Alessandro il nuovo show room.
Panoramica dello show room con le ultime novità floricole della FlorPagano.
porte a fioristi e titolari di garden center provenienti da
tutta Italia.
«Arrendersi alla crisi vorrebbe dire accettare supinamente una condizione che
non ci piace, tradire i nostri
sogni e passare dalla parte
dei perdenti – ha affermato
Antonio Pagano, responsabile dell’azienda FlorPagano, nel presentare il nuovo
settore –. La ricetta per vincere la crisi è passare dalla
difesa all’attacco. Perciò
esorto gli altri imprenditori
FLOROVIVAISMO
Il nuovo settore inaugurato dalla FlorPagano per il cash & carry è ampio 4.000 m2.
L’apertura del nuovo settore è una risposta positiva dell’azienda FlorPagano alla crisi che agita il comparto.
florovivaistici italiani affinché
non si facciano prendere
dalla sfiducia e anzi diano fiducia alle proprie capacità e
non smettano mai di credere
nella ripresa. Una ripresa
che dobbiamo soprattutto alle future generazioni: qui da
noi il ricambio generazionale
e il futuro dell’azienda sono
già partiti con i miei figli Alessandro e Gianluca».
Nonostante l’impatto della
crisi economica abbia rallentato l’economia italiana, c’è
chi non ha mai smesso di
avere fiducia nella FlorPagano, ha affermato Alessandro
Pagano.
Investire
nella qualità
«La certificazione ambientale
MPS e il marchio “Prodotti di
qualità Puglia” sono due dei
principali riconoscimenti da
noi ottenuti negli ultimi mesi.
Inaugurare una nuova vetrina
oggi è quindi una scelta coerente e per certi aspetti l’unica possibile. Per noi ha rappresentato una scommessa e
una sfida da vincere».
Senza la qualità non c’è alcun
successo, ha continuato
Gianluca Pagano. «È questo
il motto che, dopo le modernizzazioni degli anni precedenti, ci ha portati oggi a creare un ambiente adeguato ad
articoli sempre più esclusivi
come quelli a marchio “Daddò”, cioè piante a km zero,
che significano sviluppo dell’economia locale e rispetto
dell’ambiente, perché meno
chilometri percorrono le merci e più sana è l’aria che respiriamo: concetti nei quali crediamo si giochi il futuro di
qualsiasi attività produttiva e
commerciale. Siamo positivi
e propositivi, perciò abbiamo
deciso di piantarla con la storia della crisi. Chi si ferma è
perduto. Bisogna credere
con ottimismo in ciò che facciamo, cercando di farlo sempre al meglio. Ecco perché
puntiamo sulle novità, su un
maggiore assortimento e su
un servizio sempre più accessibile: la vendita online e
le consegne a domicilio vanno in questa direzione. Vogliamo e dobbiamo sentirci
vivi più che mai, proprio come
le nostre piante. Sono loro la
nostra speranza, unitamente
al nostro orgoglio».
Reagire
al pessimismo
Lo show room è una “casa di
vetro”, perché, ha sottolinea-
to Antonio, «la trasparenza è
la chiave di volta della crisi:
se si è sicuri della propria
qualità non bisogna nasconderla, ma metterla in mostra.
Abbiamo voluto presentarlo
con una festa perché il miglior
modo per combattere il pessimismo dell’attuale congiuntura economica è non arrendersi. Arrendersi vorrebbe dire darla vinta a una situazione
che non ci piace. Meglio allora reagire nel modo più semplice, con una festa collettiva,
con musica e allegria».
La crisi non sarà stata certamente del tutto debellata in
una sola serata, ma sicuro da
oggi ha qualche oppositore in
più, ha concluso Antonio Pagano. «“Pensa, credi, sogna
e osa”. Un tempo lo diceva
Walt Disney. Oggi quel motto
è la nostra bandiera».
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
PEPERONICINO, PRESENZA DI MALATTIE
NEGLI AREALI DEL CENTRO ITALIA
di L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini e M. Barba
Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura- Centro di ricerca per la patologia vegetale, Roma
Introduzione
Il peperoncino sta godendo negli ultimi tempi di grande notorietà: è, infatti, protagonista di fiere e manifestazioni, alcune
delle quali note a livello nazionale, che vedono la partecipazione attenta e curiosa di migliaia di visitatori, coagula l’interesse
di un gran numero di amatori, spesso altamente competenti
nella conoscenza delle diverse specie e varietà che caratterizzano questa solanacea. Infine, richiama l’interesse del mondo
agricolo che vede nello sviluppo di questa coltura una fonte di
reddito sia a livello vivaistico che produttivo nel settore orticolo
ed ornamentale senza trascurare la possibilità di utilizzare a fini
nutraceutici il prodotto trasformato (Gabbrielli, 2013).
Questo ampio interesse ha favorito la costituzione di campi
catalogo, gestiti da strutture pubbliche o da privati imprenditori, all’interno dei quali vengono raccolte e confrontate numerose varietà appartenenti alle cinque specie del genere Capsicum, domesticate e coltivate nel mondo per la produzione di
bacche piccanti: C. annuum, C. baccatum, C. frutescens, C.
pubescens e C. chinense (Clauser et al., 2010).
Le varietà coltivate in Italia appartengono essenzialmente a C.
annuum ma nel settore vivaistico si stanno diffondendo anche
varietà appartenenti alle altre specie perché dotate di particolare richiamo, vuoi per interesse ornamentale o perché caratterizzate da un elevato grado di piccantezza, tale da garantire un
proprio spazio commerciale sia come prodotto fresco che trasformato.
Questo vivace scambio di germoplasma non è esente da rischi
fitosanitari in quanto potrebbe favorire la diffusione sul territorio
di patogeni inficianti le coltivazioni di peperoncino e peperone in
particolare, e delle solanacee in generale. Il materiale di propagazione non controllato (semi, talee, piantine) veicola, molto
spesso in maniera inconsapevole, patogeni sistemici quali virus,
viroidi, fitoplasmi, batteri e funghi che potrebbero creare nuovi
rischi fitosanitari qualora non fossero presenti sul territorio italiano o presenti solo in circoscritte aree di coltivazione.
Il web fornisce un’ampia disponibilità di siti e schede divulgative con informazioni sulle malattie del peperoncino causate da
Foto 1 - Vista di un campo catalogo del peperoncino al momento
dei sopralluoghi.
agenti biotici ed abiotici (i.e. http://www.aispes.com; http://
www.fao.org/; http://aces.nmsu.edu; https://www.plantvillage.com). Queste informazioni derivano generalmente da più
complete rassegne scientifiche disponibili in letteratura per il
peperone dolce (Pernezny et al., 2003; Moury and Verdin,
2012) e da alcune pubblicazioni scientifiche su singoli patogeni del peperoncino individuati negli areali di maggiore produzione in Asia e Sud America.
La frammentarietà d’informazioni sullo stato fitosanitario del
peperoncino nei paesi mediterranei, e in Italia in particolare, ha
stimolato la nascita di alcune iniziative progettuali tendenti ad
approfondire le conoscenze sulle principali patologie che possono causare danni alla produzione di questa spezia in pieno
campo.
Qui di seguito si descrivono le principali sintomatologie, ed i
patogeni ad esse associati, riscontrate in pieno campo su
molteplici varietà di peperoncino in tre areali dell’Italia centrale
differenti tra loro per destinazione produttiva e condizioni pedoclimatiche. Precisamente, i sopralluoghi sono stati eseguiti in
un areale tipicamente orticolo sul livello del mare, in una zona di
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
Riassunto
Foto 2 - Piante gravemente danneggiate per la presenza di
fusariosi.
Si riportano i risultati di una indagine fitosanitaria condotta
nel 2013 nell’Italia centrale presso alcune collezioni di peperoncino comprendenti varietà ed ibridi di Capsicum spp.
ritenuti più importanti per la produzione di questa solanacea
sia come spezia sia come pianta ornamentale. I sopralluoghi e le successive analisi di laboratorio hanno consentito di
individuare alcuni funghi patogeni (Fusarium spp., Verticillium dalhiae, Alternaria spp. and Colletotrichum spp.) e virus (Pepper mild mottle virus, Potato virus y, Tomato spotted
wilt virus, Alfalfa mosaic virus e Broad bean wilt virus 1). Nonostante i patogeni rinvenuti siano presenti sul territorio nazionale dove provocano danni a numerose altre colture di
interesse agrario, è opportuno richiamare l’attenzione sulla
necessità di prevenire la diffusione di malattie attraverso
l’uso di materiale di propagazione infetto. Il successo della
coltivazione del peperoncino, in piena espansione nel settore vivaistico ed orticolo, sarà condizionata dalla vigilanza attuata per garantire la sanità del seme e delle piantine da trapianto e dalla salubrità dell’ambiente di coltivazione che dovrà essere privo di patogeni tellurici inficianti la produzione
e difficilmente eradicabili nelle successive fasi di coltivazione.
Summary
Foto 3 - Avvizzimento su piante in produzione dovuto a
verticillosi.
bassa collina a uso pascolo, ed in un pianoro pedemontano.
Alterazioni osservate in campo
Le visite aziendali sono state effettuate nel periodo settembreottobre 2013 quando le piante erano in piena fase produttiva
(foto 1) in modo da poter osservare eventuali patologie anche a
carico delle bacche. Le successive analisi di laboratorio hanno
consentito di identificare e caratterizzare i patogeni associati
alle alterazioni riscontrate in campo.
Patogeni fungini
In tutti gli areali sono stati osservati fenomeni di appassimento e
avvizzimento delle piante. Su alcune piante l’appassimento,
associato a clorosi o ingiallimento, riguardava solo le foglie
superiori della parte aerea; in altre, invece, l’appassimento era
generalizzato a tutte le foglie che, nonostante l’alterazione,
persistevano sulla pianta. Inoltre, il tessuto corticale del fusto
non presentava alterazioni cromatiche mentre, una volta sezio-
Diseases of chili pepper grown in central Italy
The paper reports the results of a survey carried out in Autumn 2013 in some chili pepper cultivations aimed at identifying the main pathogens. Many plants belonging to different species of the genus Capsicum were examined by laboratory tests for fungi and virus presence according to the
observed symptoms in field. Fusarium spp., Verticillium
dalhiae, Alternaria spp. and Colletotrichum spp. were identified as agent of plant wilt, leaf spot and anthracnose, respectively. Several viruses were also identified (Pepper mild
mottle virus, Potato virus Y, Tomato spotted wilt virus, Alfalfa
mosaic virus and Broad bean wilt virus 1) and were associated to different leaf symptomathology. Although all these pathogens are present in Italy causing severe damage to
many vegetable solanaceous and other important crops, it
is essential to prevent the spread of the diseases through a
strict control of the sanitary status of seeds, seedlings, plant
for planting and of soil.
nato, il sistema vascolare appariva fortemente imbrunito, sopratutto in prossimità del colletto. Una maggior incidenza di
fenomeni di avvizzimento nei diversi stadi evolutivi (foto 2 e 3),
fino a piante completamente dissecate, è stata rilevata nell’areale di bassa collina dove sono stati osservati anche fenomeni di
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
Foto 4 - Colletto di pianta di peperoncino con piccoli organi
Foto 5 - Foglie con macchie a forma irregolare e di colore
nerastri (acervuli) di Colletotrichum coccodes.
marrone dovute a Alternaria spp.
rosa lucido a salmone.
I campioni sintomatici di peperoncino sono stati, quindi, analizzati seguendo le metodiche diagnostiche utilizzate per i patogeni fungini del peperone e delle Solanacee in generale. A tal
fine, alcune porzioni di materiale vegetale sintomatico prelevate da colletto, foglie e frutti sono state poste, dopo opportuna
disinfezione con ipoclorito di sodio commerciale all’1%, su
Potato Destrose Agar (PDA) per favorire la crescita delle colonie e procedere alla successiva identificazione morfologica
dell’agente fungino.
Dalle porzioni di colletto prelevate da piante avvizzite e con
presenza di imbrunimenti interni (foto 6), qualunque fosse la
provenienza aziendale, sono state identificate colonie di Fusarium oxysporum, F. solani e F. equiseti. Colonie di Verticillium
dahliae sono state isolate, invece, negli areali collinare e pedemontano. Le specie fungine appartenenti ai generi Fusarium e
Verticillium sono i maggiori responsabili delle cosiddette “tracheomicosi” (Pernezny et al., 2003) che, penetrando attraverso
i vasi, bloccano il flusso linfatico determinando un appassimento irreversibile fino alla
morte dell’intera pianta.
Questi patogeni possono
persistere nel terreno mediante strutture durevoli di
conservazione (clamidospore) per diversi anni.
Dalle porzioni di colletto ingrossate e fessurate delle
piante, in corrispondenza
della presenza dei corpiccioli
Foto 7 - Particolare di bacca di peperoncino
neri, è stato isolato Colletotricon area depressa circolare e presenza di
chum coccodes. Negli ultimi
corpi fruttiferi di Colletotrichum acutatum.
ingrossamento e fessurazione del colletto e delle radici. In
corrispondenza delle radici, inoltre, si evidenziavano dei corpiccioli scuri di indubbia natura fungina (foto 4). La distribuzione delle piante sintomatiche nei diversi campi visitati era sempre di tipo “a macchia di leopardo” a giustificare una presenza
fisiologica d’inoculo nel terreno da parte di questi microrganismi.
Nella sola collezione in zona pedemontana, sono state osservate alcune alterazioni a sospetta eziologia fungina specifiche per l’apparato fogliare, sopratutto sulla lamina superiore, consistenti in diffuse macchie a forma irregolare, di
colore marrone, leggermente depresse e senza alone clorotico (foto 5).
Infine, sulle bacche non sono stati osservati sintomi associabili
a malattie fungine fatta eccezione per una varietà di C. annuum
con frutto a bacca larga che presentava delle aree depresse
circolari di 3-4 cm di diametro con presenza di corpi fruttiferi
fungini, disposti in anelli concentrici e di colore variabile da
Foto 6 - Imbrunimenti interni di colletto di
peperoncino da cui sono stati isolati funghi
tracheomicotici.
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
anni, a causa del mancato utilizzo del
bromuro di metile, si è assistito alla recrudescenza di questo fungo, agente causale dell’antracnosi del colletto e dei frutti delle solanacee, in quanto ha una elevata capacità di persistenza sui residui
vegetali e di adattamento ad un’ampia
gamma di piante ospiti. Inoltre, non è da
trascurare la trasmissibilità di questo
fungo tramite i semi (Ben-Daniel e L.
Tsror, 2010).
Dalle foglie sintomatiche, sono stati effettuati isolamenti a margine delle macchie
brune osservate ed il fungo più frequentemente isolato è risultato appartenere al
genere Alternaria. Sono noti in letteratura
attacchi di Alternaria spp su diverse soFoto 8 - Mosaico fogliare presente su
Foto 10 - Anulature necrotiche osservate
lanacee come agenti di nerume che, gefoglie infette da PVY.
sulle foglie di una piante risultata da PMMoV.
neralmente, attaccano anche i frutti di
mosaico per alternanza di aree verde chiaro e verde scuro (foto
pomodori e peperoni in condizioni climatiche favorevoli (Dixon,
8), mosaico giallo (foto 9), anulature necrotiche (foto 10) e
1981).
lesioni necrotiche con lacerazione del tessuto colpito, associaColletotrichum acutatum, agente casuale dell’antracnosi della
te e non a bollosità e/o asimmetrie del lembo fogliare. Su un
bacca di peperone, è stato infine isolato dai frutti che presentanumero limitato di piante, e solo in un’azienda, sono state
vano le aree circolari depresse di color aranciato (foto 7). Nel
riscontrate alterazioni cromatiche sulle bacche in fase di matunostro paese le segnalazioni di antracnosi su frutto, causato da
razione.
C. acutatum, sono essenzialmente riportate in fragola ed olivo.
Le analisi diagnostiche per i virus, effettuate sul materiale sintoAl contrario, in diversi paesi a clima tropicale e subtropicale si
matico, sono state scelte tenendo conto di quanto riportato in
registrano notevoli perdite di produzione in peperone e pepeletteratura per peperoncino e peperone (Green and Kim, 1991;
roncino (Harp et al. 2008; Lewis Ivery et al., 2004; Mahasuk et
Moury and Verdin, 2012) dalla quale risulta che i generi tassoal, 2013). Pertanto, il materiale vegetale proveniente da paesi
nomici di maggiore importanza sono: Potyvirus, Tospovirus,
tropicali, come ad esempio la Thailandia dove hanno origine
Tobamovirus ed alcune specie della famiglia Bromoviridae. Per
molte varietà oggi apprezzate dal punto di vista della piccanl’identificazione delle specie virali appartenenti ai suddetti
tezza, potrebbe portare, se non opportunamente controllato,
gruppi sono stati effettuati saggi sierologici (ELISA) e molecolaad un incremento di questa patologia nel territorio nazionale
ri (RT-PCR).
sopratutto in ambienti caldo-umidi.
I risultati ottenuti hanno quindi consentito di accertare la presenza di cinque specie virali. Il virus identificato con maggiore
Patogeni virali
frequenza nei tre areali è stato Pepper mild mottle virus (PMI sopralluoghi nelle tre
MoV) appartenente al genere Tobamovirus, a cui appartiene
aziende hanno evidenziaanche il più ben noto virus del mosaico del tabacco (Tobacco
to la presenza di numeromosaic virus). La presenza di PMMoV è stata associata a
se piante alterate nello
campioni di peperoncino mostranti principalmente mosaico,
sviluppo per dimensioni
maculatura o anulatura necrotica fogliare. PMMoV è considera(nanismo), alterazioni croto estremamente pericoloso in quanto facilmente trasmissibile
matiche (giallume genesia per seme attraverso la contaminazione dei tegumenti (Genralizzato) e per difformità
da et al., 2005), per contatto tra piante limitrofe (azione meccanella crescita (aspetto cenica del vento) e attraverso le operazioni colturali (pulitura delle
spuglioso, accorciamenpiante, raccolta frutti), sia per azione antropica attraverso lo
to degli internodi). Le altescambio di germoplasma o incroci tra varietà effettuati per la
razioni dell’apparato foFoto 9 - Mosaico giallo su foglie
ricerca di nuove tipologie (forma delle bacche e piccantezza).
gliare consistevano in
di una pianta infetta da AMV.
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
Foto 11 - Alterazioni cromatiche e anulatura necrotica su una
Foto 12 - Pianta con foglie sintomatiche con mosaico bianco
bacca di peperoncino infetta da TSWV.
tipo calico per la presenza di AMV.
Inoltre, in peperone dolce, il virus è molto temuto in quanto
causa uno sviluppo ridotto delle piante con minore produzione
e qualità delle bacche.
Su una sola pianta è stato trovato Potato virus Y (PVY), un virus
molto comune tra le solanacee, trasmesso da afidi attraverso
“punture di assaggio” e responsabile di perdite economiche
di rilievo in patata, peperone e pomodoro. Su peperone e
peperoncino sono riportati almeno altri tre potyvirus di maggiore importanza (Pepper veinal mottle virus, Chilli veinal
mottle virus e Tobacco etch virus) di cui solo Tobacco etch
virus è presente nell’area mediterranea (Moury and Verdin,
2012), ma nessun di questi è stato trovato in questa nostra
prima indagine conoscitiva.
Le anulature presenti sulle bacche analizzate (foto 11) sono
state associate a Tomato spotted wilt virus (TSWV). Questo
virus ha un ampia gamma di ospiti, più di 900 specie botani-
che tra ortive, ornamentali e spontanee (Pappu, 2008), che
agiscono da serbatoio di inoculo per il tripide vettore Frankliniella occidentalis. TSWV è risultato, al momento, l’unico virus
in grado di causare danni qualitativi alla bacca anche se
l’alterazione cromatica del frutto può essere confusa con il
graduale cambiamento di colore nel processo di maturazione.
Alfalfa mosaic virus (AMV) appartenente alla famiglia Bromoviridae è stato identificato in molte piante che presentavano
maculature fogliari giallo/bianco o di tipo “calico” (foto 12) ed
apici vegetativi piccoli e distorti. La vicinanza a campi di erba
medica, fonti di inoculo del virus, e la trasmissione di tipo non
persistente ad opera degli afidi hanno avuto, molto probabilmente, un ruolo determinante nella comparsa e diffusione di
AMV nel campo di peperoncino visitato. AMV causa gravi danni economici alla coltura del peperone dolce in quanto induce
forti alterazioni nello sviluppo della pianta associate a deformazioni con necrosi sulle bacche (Marchoux et al., 2003).
Alcune delle piante risultate infette da AMV, evidenziavano
anche necrosi dei tessuti fogliari con crescita disomogenea del
lembo e lacerazione dello stesso (foto 13). Un approfondimento nelle analisi di laboratorio, prendendo in considerazione altri
generi virali riportati per Capsicum spp., ha consentito di identificare nei campioni suddetti Broad bean wilt virus 1 (BBWV1).
Oltre a diverse solanacee di importanza agraria (peperone,
pomodoro), questo virus colpisce altre ortive prevalentemente
tra le leguminose (fava, fagiolo, pisello) ma anche carciofo,
lattuga e viene trasmesso da afidi in modo non persistente
(Moury and Verdin, 2012 ).
Conclusioni
Foto 13 - Alterazione fogliare con mosaico e rottura da necrosi
del lembo causati da infezione mista di AMV e BBWV1.
Questa rassegna sulle problematiche fitosanitarie del peperoncino rappresenta un punto di partenza per uno studio più
approfondito dello stato sanitario di questa coltura che preve-
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
derà nelle prossime stagioni vegetative sopralluoghi estesi ad
altre regioni italiane interessate alla coltivazione di questa spezia. Rimane comunque preoccupante che, ad una prima analisi del materiale varietale in coltivazione, si sia riscontrato un
numero cospicuo di virus e funghi associati a specifiche sintomatologie. Fortunatamente, non sono stati riscontrati sintomi
ascrivibili a malattie batteriche (Pseudomonas spp. e Xanthomonas spp.).
Riguardo alle patologie fungine, appare evidente che gli ambienti scelti per costituire e mantenere le collezioni di peperoncino, autoctono e alieno, sono risultati già naturalmente contaminati da agenti di tracheomicosi (Fusarium spp e Verticillium
spp) e da altri patogeni che causano antracnosi delle solanacee (Colletotrichum spp.). Il potenziale d’inoculo di questi microrganismi tenderà, in condizioni di monocoltura, ad aumentare sempre più anche in considerazione della elevata persistenza, nel terreno e nei residui delle piante coltivate, di questi
funghi mediante le loro strutture di conservazione.
I virus, fino a questo momento riscontrati nella nostra indagine
fitosanitaria, sono frequentemente e diffusamente presenti in
Italia su diverse colture ortive. Resta tuttavia da verificare se
gli isolati identificati su peperoncino siano quelli tipici del
territorio italiano o si tratti di nuove varianti introdotte con
materiale vegetativo di origine extra-europea. La distribuzione dei virus, riscontrata in modo distintivo per i tre areali in cui
le collezioni erano situate, conferisce supporto alla prima
ipotesi in quanto TSWV è stato trovato nell’azienda collocata
nell’area tipica per la coltivazione di carciofo e pomodoro
spesso affetti da questo virus. AMV e BBWV1, tipici virus delle
leguminose foraggere, sono stati rinvenuti nella collezione di
peperoncino sita in area collinare e limitrofa a campi di erba
medica.
Alla luce di quanto sopra riportato, appare evidente che si
debbano mettere in atto strategie di prevenzione e controllo a
partire dal seme delle molteplici varietà ed ibridi di peperoncino che vengono importati e distribuiti (o semplicemente scambiati tra amatori) attraverso canali di non completa tracciabilità
e, pertanto, non garanti per gli aspetti fitosanitari. È opportuno
sottolineare che i patogeni C. coccodes, PMMoV e, anche se
non ritrovato nella presente indagine, il batterio X. campestris
vs vesicatoria sono veicolati dal seme per cui lo stesso operatore (produttore di seme, vivaista, coltivatore, ma anche il genetista ed il collezionista-amatore) è parte attiva nella diffusione del
patogeno a breve e a lunga distanza. È necessario controllare
tutto il materiale in importazione costituito da talee o piantine in
pane di terra (spesso introdotto anche clandestinamente dagli
amatori) al fine di tutelare le produzioni nazionali di solanacee e
scongiurare l’introduzione di patogeni alieni sistemici e terricoli
che, per le condizioni climatiche potrebbero facilmente insediarsi nei nostri ambienti di coltivazione e causare un aggravio
Bibliografia
Ben-Daniel B.H., L. Tsror (2010). Transmission of Colletotrichum
coccodes via tomato seeds. Phytoparasitica 38: 167–174.
Clauser M., Grigioni A., Landi M. (2010). Peperoncini. Pratesi G.
(Ed) Firenze University Press, 80 pp.
Dixon G.R. (1981). Vegetable Crop Diseases.AVI Publishing Company, Inc. Westport, , 104 pp.
Gabbrielli A. (2013). Il peperoncino, un’opportunità di reddito in più.
L’Informatore Agrario, 40: 36-38.
Genda Y., K. Sato, Nunomura O., Hirabayashi T., Ohnishi J., Tsuda
S. (2005). Immunolocalization of Pepper mild mottle virus in Capsicum annuum seeds. Journal of General Plant Pathology 71: 238242.
Green S.K., J.S. Kim (1991). Characteristics and control of viruses
infecting peppers, a literature review. Asian vegetable research
and Development centre, Technical Bulletin 18: p.60.
Harp T.L., K. Pernezny, M.L. Lewis Ivey, S.A. Miller, P.J. Kuhn, L.
Datnoff (2008). The etiology of recent pepper anthracnose outbreaks in Florida. Crop Protection 27: 1380–1384.
Lewis Ivery M.L., C. Nava-Diaz, S.A. Miller (2004), Identification
and management of Colletotrichum acutatum on immature bell
peppers. Plant Diseases 88: 1198–1204.
Mahasuk P., J.E. Chinthaisong, O. Mongkolporn (2013). Differential
resistances to anthracnose in Capsicum baccatum as responding
to two Colletotrichum pathotypes and inoculation methods. Breeding Science 63: 333–338.
Marchoux G., G. Parrella, P. Gognalons (2003). An alfalfa virus is
causing damage to vegetable and aromatic crops in France and
Italy. Phytoma 559: 41-45.
Moury B., E. Verdin (2012). Viruses of pepper crops in the
Mediterranean basin: a remarkable stasis. Advance in Virus Research 84:127-162.
Pappu H.R. (2008). Tomato spotted wilt virus (Bunyaviridae). In: B.
Mahy and M. van Regenmortel (eds), Encyclopedia of Virology. 3rd
edition Elsevier Ltd, Oxford, UK. pp. 133-138.
Pernezny K,P.D. Roberts, J.F. Murphy, N.P. Goldberg (2003). Compendium of Pepper Diseases. APS Press, St. Paul, MN. 63 pp. del quadro patologico già esistente.
In conclusione, con questa rassegna si vuole richiamare l’attenzione di vivaisti, collezionisti e semplici amatori del peperoncino sull’importanza della sanità del seme e di qualsiasi
altro materiale vegetativo che viene predisposto, allevato e
scambiato al fine di assicurare il successo delle coltivazioni
senza vanificare gli investimenti che molti agricoltori e vivaisti
stanno effettuando in questi anni.
ORTIVE / LA DIFESA
OBBLIGATORIA DA INIZIO ANNO, POTREBBE DIVENTARE OCCASIONE D’INNOVAZIONE PER LE AZIENDE
Lotta integrata, cos’è cambiato
È appena trascorso un trimestre dalla storica entrata in
vigore di alcune delle misure
più importanti tra quelle previste dalla Direttiva europea
128/2009, recepita dall’Italia
con D. Lgs 150/2012. La Direttiva ha stabilito un quadro
normativo per un “uso sostenibile dei pesticidi”, al fine di
ridurne i rischi sulla salute
umana e sull’ambiente. Questa norma europea pone particolare enfasi sui principi
della “difesa integrata”.
Strumento attuativo della Dir.
2009/128/Ce è il così detto
Pan (Piano di azione nazionale) che, lo scorso febbraio,
è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale (D.M. del
22/01/2014).
Pan, cosa prevede
Il Pan esplicita nel concreto
le misure da adottare per perseguire le finalità della Direttiva.
Le principali azioni del Piano,
con l’obiettivo generale della
“sostenibilità” dell’uso dei
prodotti fitosanitari, interessano:
la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione,
in particolare degli utilizzatori
professionali, dei distributori
e dei consulenti ma, anche,
dei consumatori;
la certificazione e il controllo delle attrezzature per la
distribuzione in campo dei
prodotti fitosanitari;
la tutela dell’ambiente acquatico, dell’acqua potabile,
delle aree naturali protette e
di quelle urbane nonché la
manipolazione, lo stoccaggio e lo smaltimento dei prodotti fitosanitari;
DEFINIZIONI
Produzione integrata: sistema di produzione agricola che produce
cibo e altri prodotti di alta qualità utilizzando prioritariamente risorse
e meccanismi di regolazione naturali al fine di sostituire gli input
inquinanti e assicurare la sostenibilità dell’attività agricola. (IOBC,
2004)
Difesa integrata: una difesa fitosanitaria che determini il minor
impatto :verso l’uomo e l’ambiente e che consenta di ottenere
produzioni economicamente accettabili. (decisione Commissione Europea n. 3864/96)
un sistema d’indicatori armonizzati a livello comunitario per il monitoraggio della
corretta applicazione della
direttiva.
Tra le misure di maggior rilievo, la Direttiva impone che
dal 1° gennaio 2014 l’applicazione dei principi della difesa integrata, che fino ad
ora è stata facoltativa e so-
Trappola per il monitoraggio (A) e la cattura massale
(B) di lepidotteri fitofagi. Entrambe rappresentano
validi mezzi per la difesa integrata delle colture al fine
dell’uso sostenibile dei fitofarmaci.
stenuta dalla C.E. con misure
incentivanti, divenga obbligatoria per tutte le aziende
agricole.
Il Piano definisce due livelli di
difesa integrata. Il primo, facoltativo e sostenuto, probabilmente, da un regime di
premialità che dovrebbe essere previsto nei prossimi Psr
(Piani di sviluppo rurale) regionali, sostanzialmente dovrebbe riprendere l’impostazione delle misure agroambientali della scorsa Pac
2007-2013 (rispetto di disciplinari di produzione, con limitazione delle sostanze attive disponibili e del loro uso).
L’altro livello sarà obbligatorio
e interesserà tutte le aziende
agricole, che dovranno applicare delle prescrizioni di base (es. il controllo periodico
delle macchine irroratrici e
l’aggiornamento professionale).
Per il livello obbligatorio non
si prevedono limitazioni all’uso dei prodotti fitosanitari
in commercio che, comunque, dovranno essere utiliz-
ORTIVE / LA DIFESA
I PRINCIPI GENERALI DI DIFESA INTEGRATA, DIRETTIVA 128/09
1. La prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi dovrebbero
essere perseguite o favorite in particolare da: rotazione colturale, utilizzo di
tecniche colturali adeguate, utilizzo, ove appropriato, di cultivar resistenti/
tolleranti e di sementi e materiale di moltiplicazione standard/ certificati,
utilizzo di pratiche equilibrate di fertilizzazione, calcitazione e di irrigazione/
drenaggio, prevenzione della diffusione di organismi nocivi mediante misure igieniche, protezione e accrescimento di popolazioni di importanti
organismi utili, per esempio attraverso adeguate misure fitosanitarie o
l’utilizzo di infrastrutture ecologiche all’interno e all’esterno dei siti di
produzione.
2. Gli organismi nocivi devono essere monitorati con metodi e strumenti
adeguati, ove disponibili. Tali strumenti adeguati dovrebbero includere, ove
possibile, osservazioni sul campo nonché sistemi di allerta, previsione e
diagnosi precoce scientificamente validi, così come l’utilizzo di pareri di
consulenti qualificati professionalmente.
3. In base ai risultati del monitoraggio, l’utilizzatore professionale deve
decidere se e quando applicare misure fitosanitarie. Valori soglia scientificamente attendibili e validi costituiscono elementi essenziali ai fini delle
decisioni da prendere. Per gli organismi nocivi, i valori soglia definiti per la
regione, aree e colture specifiche e condizioni climatiche particolari devono
essere presi in considerazione, ove possibile, prima del trattamento.
zati secondo i principi della
difesa integrata declinati nell’allegato III del Decreto attuativo della Direttiva (vedi
box).
Il ruolo delle Regioni
Le Regioni avranno il compito di organizzare degli strumenti fondamentali per la
corretta applicazione della
difesa integrata e che non
possono essere gestiti dalla
singola azienda.
Tra questi rientrano, ad
esempio, la formazione, la
redazione di “linee guida” e
“norme tecniche” di produzione integrata, il monitoraggio comprensoriale agrometeorologico e fitosanitario, la
gestione di “servizi di sup-
porto alle decisioni” come i
modelli epidemiologici e i
servizi di previsione ed avvertimento, la redazione di
“bollettini fitosanitari”, a cui è
assegnato un ruolo importante.
Sulla gestione integrata della
difesa fitosanitaria, di base o
avanzata, l’agricoltura italiana non è certo impreparata,
soprattutto nel settore dell’ortofrutta, anche se esistono
differenze marcate tra le varie realtà agricole.
È da considerare che alcune
misure del Pan sono già in
vigore in Italia, come ad
esempio il “patentino” per
l’acquisto e l’uso di prodotti
fitosanitari, il “registro dei
trattamenti”, il controllo e la
4. Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili,
mezzi fisici e altri metodi non chimici se consentono un adeguato controllo
degli organismi nocivi.
5. I pesticidi sono quanto più possibile selettivi rispetto agli organismi da
combattere e hanno minimi effetti sulla salute umana, gli organismi non
bersaglio e l’ambiente.
6. L’utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l’utilizzo di pesticidi
e di altre forme d’intervento ai livelli necessari, avendo cura che il livello
di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio
di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi
nocivi.
7. Ove il rischio di resistenza a una misura fitosanitaria sia conosciuto e il
livello di organismi nocivi richieda trattamenti ripetuti di pesticidi sulla
coltura, le strategie antiresistenza disponibili dovrebbero essere messe in
atto per mantenere l’efficacia dei prodotti. Ciò può includere l’utilizzo di
diversi pesticidi con diversi modi di azione.
8. Sulla base dei dati relativi all’utilizzo dei pesticidi e del monitoraggio di
organismi nocivi, l’utilizzatore professionale dovrebbe verificare il grado di
successo delle misure fitosanitarie applicate.
taratura su base volontaria
delle irroratrici e un sistema
ben strutturato di redazione e
aggiornamento di Norme
tecniche (esiste un apposito
Comitato nazionale), Disciplinari regionali o di linee
commerciali private. Risale,
infine, a pochi anni fa l’istituzione da parte del ministero
dell’Agricoltura di un “Sistema di qualità nazionale di
produzione integrata” che
certificherà con apposito
marchio i prodotti ortofrutticoli italiani ottenuti attraverso
questa metodologia di produzione.
Esistono quindi buoni presupposti affinché l’applicazione del Piano di azione nazionale non si traduca in un
semplice aumento dei costi
(a scapito della competitività) e di mera burocratizzazione per le aziende agricole,
ma rappresenti un’opportunità di innovazione e di qualificazione. Affinché ciò accada, sarà essenziale nel prossimo futuro riorganizzare e
dare impulso a servizi pubblici e privati che, su base regionale, possano supportare
con efficacia le aziende nelle
corretta gestione fitosanitaria
delle colture. In tal senso, i
prossimi Piani di sviluppo rurale della nuova Pac potrebbero offrire importanti strumenti anche finanziari.
Arturo Caponero
(Servizio difesa integrata
Alsia, Basilicata)
LE AZIENDE INFORMANO
FERTILIZZANTI A BASE DI SANGUE
Il sangue animale è un eccezionale fertilizzante e nutriente per
tutte le colture. Agisce non solo sulla nutrizione diretta alle
radici delle piante, ma soprattutto sulla quantità e qualità dei
microorganismi del terreno.
Gli effetti della fertilizzazione con sangue animale sono riassumibili in un aumentato vigore della pianta, frutti di maggiore
qualità (colore, sapore e dimensione), incremento della produzione e riduzione della clorosi ferrica.
Gli effetti negativi atipici che a volte sono stati riscontrati a
seguito di fertilizzazione con sangue animale sono spesso
riconducibili a cause dovute ai metodo di fabbricazione del
prodotto, in quanto normalmente non si fanno distinzioni fra i
vari tipi di sangue presenti sul mercato.
Dal punto di vista tecnico e pratico, questa mancanza di distinzione può creare notevoli discordanze nei risultati. Chiariamo le
differenze dei vari prodotti sia per quanto riguarda la fabbricazione che per le caratteristiche chimico-agronomiche.
La materia prima
Sangue ad uso alimentare: é prelevato da ogni singolo
animale in modo igienico ed è trasferito nel più breve tempo
possibile a un serbatoio refrigerato.
Sangue ad uso tecnico/zootecnico (sangue di Categoria
3): corrisponde al sangue residuo che dopo la raccolta del
sangue alimentare, cade al suolo. La qualità del sangue tecnico è sufficiente per gli usi previsti dalla legge, ma non è paragonabile alla qualità del sangue ad uso alimentare.
Sangue secco: può essere suddiviso in sangue secco solubile in acqua (spray dryed) e sangue secco insolubile o minimamente solubile in acqua. Di norma la materia prima utilizzata
I fertilizzanti a base di sangue migliorano vigoria delle piante,
qualità dei frutti, le rese e riducono la clorosi ferrica.
per la produzione di sangue secco solubile è di grado alimentare. Durante l’essiccazione, l’evaporazione dell’acqua è talmente rapida che le proteine sanguigne non subiscono fenomeni di denaturazione termica mantenendo la loro forma biologica originale e la caratteristica solubilità in acqua.
La materia prima utilizzata per la produzione di sangue secco
insolubile è il sangue ad uso tecnico/zootecnico. Il sangue
secco insolubile è spesso definito semplicemente come “sangue roller”, termine che deriva dall’essiccatore a cilindro (roller)
utilizzato per la produzione.
Le alte temperature a cui è sottoposto il sangue durante la
lavorazione rendono le proteine resistenti all’attacco degli enzimi batterici presenti nel terreno rendendo questo tipo di sangue
poco disponibile in termini di cessione di azoto organico.
Sangue fluido
Sangue fluido nativo (Hemozym Bio N5): si ottiene dal sangue
ad uso alimentare. Le proteine sanguigne sono allo stato “nativo” cioè né denaturate termicamente, né idrolizzate con qualsivoglia sistema.
Sangue fluido idrolizzato, ottenuto chimicamente: sono utilizzati acidi o basi forti in combinazione ad alte temperature per
provocare l’idrolisi delle proteine sanguigne. I prodotti ottenuti
attraverso idrolisi chimica non potrebbero essere classificati
come adatti all’agricoltura biologica.
Sangue fluido idrolizzato ottenuto con enzimi: può essere utilizzato in agricoltura biologica. Benché il grado di idrolisi di questi
prodotti sia anche molto elevato, di norma, la quantità relativa
di aminoacidi liberi non supera il 20% - 25%.
Sangue fluido idrolizzato ottenuto per via fermentativa (Hemozym NK 4,5-6): la fermentazione del sangue ad opera di
batteri comporta l’idrolisi delle proteine sanguigne e la co-produzione di un numero enorme di prodotti della fermentazione,
come acidi organici, composti solforati, poliammide, etc., che
hanno una indubbia valenza agronomica.
Prodotti speciali derivati dal sangue animale
Globina Idrolizzata (Hemofol N4): proteine sanguigne idrolizzate private dell’eme (composto che conferisce al sangue la
tipica colorazione rossa). L’idrolisi enzimatica produce peptidi
con PM < 2000 D. ed un 25% di aminoacidi liberi .
Emina (Hemo Fe 125): consiste nella “frazione rossa” del sangue concentrata e ancora parzialmente legata ad aminoacidi e
peptidi. Il ferro contenuto nell’emina è classificabile come ferro
chelato naturale. È la forma di ferro maggiormente biodisponibile (fino al 35%), mentre Il Fe di altra natura arriva solo al 2-4% .
Fabrizio Ferrarini
(R&D, gruppo Farpro)
LE AZIENDE INFORMANO
LA FAMIGLIA AGRIPAN SI ALLARGA
Agripan sono gli speciali sacchetti prodotti da Perlite Italiana
che contengono substrati professionali per la coltivazione di
specie orticole, frutticole e floricole con il metodo del fuori suolo.
Per rispondere in maniera esaustiva alle esigenze sempre crescenti della serricoltura, l’azienda affianca oggi ai tradizionali
substrati 100% perlite e miscela perlite-cocco il nuovo substrato 100% cocco, che va a completare la gamma di prodotti.
I grow bags Agripan, la cui resa ottimale si ottiene in associazione con i sistemi di supporto Agridrain, Agrisystem e Agribox,
sono la soluzione ideale in serre tradizionali, ad alta tecnologia
e fotovoltaiche: In funzione delle necessità delle singole coltivazioni possono essere inoltre studiate diverse personalizzazioni.
Per info: http://www.perlite.it/it/agricoltura
Perlite italiana completa la gamma di substrati con il nuovo
Agripan cocco.
SYNGENTA, CATALOGO 2014
Nata nel 2000 come unico Gruppo interamente dedicato all’agricoltura, Syngenta compie nel 2014 un ulteriore passo verso la completa integrazione delle differenti unità di business, racchiudendo in
una sola società, la Syngenta Italia Spa, le risorse umane ed esperienziali che hanno permesso di realizzare il catalogo più completo
al Mondo in materia di soluzioni integrate per l’agricoltura.
In esso sono infatti elencati tutti i prodotti e tutte le novità derivanti
dalle precedenti realtà, ovvero Syngenta Seeds, Syngenta Crop
Protection e Syngenta Bioline, unificando in un solo documento
un’offerta di estrema completezza in termini di genetica e di prodotti
per la difesa delle colture, come
pure di soluzioni funzionali alle
mutate sensibilità di tipo ambientale, come per esempio gli
insetti ausiliari.
Si consolida quindi ulteriormente la vocazione di Syngenta a
mettere gli agricoltori al centro
delle proprie attenzioni offrendo
loro non solo prodotti, bensì anche servizi e assistenza. Strategica si è rivelata inoltre l’implementazione di progetti ad alto
valore aggiunto, miranti alla valorizzazione delle produzioni di
Copertina del catalogo Synqualità attraverso la creazione di
genta 2014.
filiere dedicate. Due progetti di grande successo in tal senso sono
“Grano Armando”, dedicato alla produzione di pasta di qualità
100% italiana, e “BisQItaly”, dedicato invece al settore biscottiero.
Entrambe le iniziative poggiano sui programmi di coltivazione CerealPlus di Syngenta, grazie ai quali gli agricoltori possono sempre
contare sulle migliori e più complete soluzioni attualmente a disposizione in materia di cerealicoltura.
La qualità è scritta nei geni
La continua ricerca e il meticoloso perfezionamento dei propri germoplasmi consentono a Syngenta di offrire un panorama di varietà e
di ibridi di assoluta eccellenza qualitativa, capaci di adattarsi alle
molteplici realtà agricole italiane. Di tale ricchezza d’offerta beneficiano sia le colture industriali ed estensive, sia quelle specializzate,
come le numerose orticole di pregio coltivate in Italia.
I maiscoltori, per esempio, possono scegliere oggi fra 25 ibridi diversi, ognuno vocato specificatamente alla soddisfazione di esigenze
agronomiche e produttive differenti. La novità di assoluto spessore
per il 2014 porta il nome di Artesian, una nuova famiglia di ibridi di
mais dall’eccezionale stabilità produttiva. Frutto della ricerca Syngenta, gli ibridi Artesian rivoluzionano il concetto di resistenza allo
stress idrico, offrendo sempre produzioni superiori sia in condizioni
di irrigazione non ottimale, sia di massima disponibilità di acqua. Ciò
rende gli ibridi Artesian la soluzione ideale per gli agricoltori che
vogliano la certezza di raccogliere il massimo possibile in qualunque
regime irriguo. Capofila degli Artesian è Sy Hydro, ibrido Classe 600
LE AZIENDE INFORMANO
da 130 giorni di ciclo, caratterizzato da ottimo stay green e da
duplice attitudine “granella-trinciato”. Non mancano le novità
Con l’introduzione di Dumas, novità della gamma pomodoro da mensa di Syngenta, prosegue l’operazione di
nemmeno nel segmento dei
recupero e rilancio dei prodotti vanto della tradizione orticola e alimentare italiana.
mais da trinciato, grazie a Sy
La nuova varietà Dumas di Syngenta è il connubio perfetto tra tradizione e innovazione: un marmande tipico, ma il
Qualitat, un ibrido Classe 700,
primo resistente al TYLCV.
135 giorni, che si contraddistinUn pomodoro ad alto valore aggiunto, che combina rispetto per la tipicità e rispondenza alle moderne esigenze del
gue per l’eccezionale digeribilimercato. La presentazione si è svolta il 13 febbraio a Pachino e durante la giornata oltre un centinaio di aziende e
tà della fibra,.
tecnici qualificati hanno potuto visionare e toccare con mano la coltivazione condotta secondo il protocollo Sinergie,
nel rispetto delle normative di produzione integrata.
Restando ancora nel settore zoDumas presenta:
otecnico, i sorghi da granella
- pianta vigorosa e di ottima sanità che assicura eccezionale
Syngenta vedono poi l’ingresso
continuità di allegagione e ingrossamento dei frutti anche nei
di Albanus, il nuovo ibrido di ripalchi alti;
ferimento per il colore bianco
- frutti molto uniformi e belli, di colore verde brillante con spalla
della granella, e Armax, ibrido a
evidente e ottimo viraggio. La colorazione rimane attraente e
granella rosata, precoce e affibrillante anche a rosso pieno con ottima shelf-life in post-racdabile in tutti gli ambienti.
colta;
Anche il catalogo dedicato ai
- gusto accentuato e tipico delle tradizionali selezioni marmancereali cresce, grazie all’arrivo
de grazie all’alto contenuto di zuccheri ben bilanciato con Pomodoro Dumas (Syngenta).
di due nuove varietà di grano
l’acidità.
duro, Asterix e Obelix, e due di
Dumas si presta a tutti i trapianti, in Sicilia, in particolare per quelli da metà settembre a tutto ottobre.
tenero, ovvero Sy Ideo e Sy MoPer garantire una maggiore continuità di produzione si consiglia l’innesto su Arbiore, un portinnesto che assicura
isson.
costanza di vigore senza compromettere le caratteristiche di qualità e sapore. Le resistenze genetiche di Dumas
Occhi puntati anche sui nuovi
abbinate ai protocolli Sinergie Syngenta, messi a punto sul territorio, rappresentano una garanzia di qualità per tutta
orzi ibridi della linea Hyvido,
la filera.
cioè Sy Boogy, Tatoo e Volume,
tre opportunità d’eccellenza per
la filiera zootecnica e del biogas. Caratterizzati da eccellente sanità e vigore delle piante e da
fiori bianchi di ciclo lungo e di Monrello e Montevideo fra i broccoli.
elevatissime produttività alla raccolta, gli ibridi Hyvido nascono da
Ben sei le novità fra gli ortaggi a foglia, con tre nuove varietà di
un’innovativa tecnologia, esclusiva di Syngenta, e rivoluzionano
scarola, Parunes, Roches e Terres, tutte da pieno campo e destinate
l’approccio produttivo alla coltura dell’orzo.
al segmento della quarta gamma. Ad esse si aggiungono anche
In continua espansione anche la gamma di girasole, arricchita quedue batavia, ovvero Favola e Gloriole, rispettivamente da serra e da
st’anno dall’arrivo di NK Okanda, il nuovo ibrido potente e produttipieno campo, ideali per il mercato del fresco. Infine, ma solo per
vo, basato sulla genetica Syngenta più evoluta, e Colombi, un ibrido
prove sperimentali, giunge anche una varietà di iceberg siglata
IMI alto-oleico dal ciclo medio-precoce, molto versatile e robusto.
LS12523.
Infine, anche la barbabietola porta la sua novità: Karta, la nuova
Quattro i nuovi inserimenti a catalogo per il melone, con un “gialletto”
varietà di Syngenta tollerante ai nematodi, caratterizzata dallo svimedio-precoce siglato MYC17464 e due Italo-americani, ovvero
luppo equilibrato e da un ottimo rapporto tra resa in radici e polarizl’MB8025 e Valerio. Il primo è un “medio” per le coltivazioni di pieno
zazione.
campo con elevate resistenze, il secondo invece è un precoce per
coltivazioni protette. Infine, fra i Piel de Sapo giunge Mural, un
precoce da coltivare in ambiente protetto.
Sempre più al centro l’orticoltura di qualità
Circa lo zucchino salgono addirittura a 58 le varietà disponibili, fra le
Da sempre a livelli d’eccellenza, l’offerta di genetiche innovative si
quali spiccano due genetiche innovative. Fra gli screziati chiari si
rafforza anche nel settore delle colture orticole. Nel mercato delle
posiziona infatti Melissa, vocato al mercato fresco con fiore e coltivaangurie si aggiungono infatti WDL8001 e Fascination: entrambi
bile sia in pieno campo sia in serra, mentre fra i medio-scuri si
vocati al pieno campo, sono caratterizzati il primo da ciclo di medio,
aggiunge Eros, varietà da pieno campo.
il secondo invece da medio-tardivo nel segmento Crimson senza
semi.
Completano l’offerta numerosi ibridi innovativi per pomodoro, sia da merNovità anche fra le brassicacee, con l’arrivo di Tolabaron fra i cavolcato fresco che da industria, portainnesti, peperone e colture industriali.
DUMAS, NUOVO POMODORO DA MENSA
LE AZIENDE INFORMANO
Linee di protezione sempre più integrate
Continua il consolidamento del catalogo Syngenta anche per quanto riguarda i prodotti per la difesa delle colture.
Nel segmento dei fungicidi Vibrance Gold è il primo fungicida sviluppato specificatamente per la concia delle sementi, con spiccata
azione biostimolante. A base di sedaxane, fludioxonil e difenoconazolo, Vibrance Gold è il nuovo standard per la protezione delle
radici.
Grazie all’effetto “rooting power” garantisce sanità degli apparati
radicali di frumenti e orzi in ogni condizione, eccellente investimento
iniziale, superiore vigoria e sanità delle plantule, ponendo le basi per
massimizzare le produzioni alla raccolta.
Un’altra novità significativa tra i fungicidi è l’arrivo di Dynali, antioidico per la vite che unisce la complementarietà d’azione di cyflufenamid e difenoconazolo. Dynali assicura quindi la massima protezione
di foglie e grappoli anche nelle condizioni più estreme di pressione
del patogeno, risultando efficace anche ne confronti di ceppi che
abbiano sviluppato resistenza verso altre famiglie di prodotti.
In materia di orticole, Ortiva, a base di azoxystrobin, ha recentemen-
te ottenuto l’estensione d’impiego su patata.
Non vi sono però solo molecole di sintesi nel catalogo fungicidi di
Syngenta: Tellus è infatti un nuovo fungicida naturale a base di
Trichoderma asperellum e Trichoderma gamsii, entrambi efficaci nel
contenimento dei funghi patogeni del terreno che attaccano il colletto delle colture orticole.
Fra gli insetticidi si rafforza il marchio Force. Il noto formulato granulare ad ampio spettro d’azione, utilizzato per la geodisinfestazione
di numerose colture orticole e industriali, viene affiancato da Force
20 CS, una soluzione già impiegata per la concia delle sementi di
barbabietola da zucchero e ora adottata anche per la concia del
seme di mais.
Nel segmento diserbi trova conferma lo storico marchio Ghibli,
erbicida sistemico per il mais eccellente soprattutto nel controllo
della Sorghetta da seme e da rizoma, grazie alla nuova formulazione Ghibli 240 OD, ad alta concentrazione basata su solventi derivati
da oli vegetali che ne consentono una rapida dispersione in acqua.
A protezione della coltura del girasole si inserisce invece Listego,
innovativa soluzione per il diserbo degli ibridi di girasole tolleranti
RINNOVATO L’ACCORDO CON UNIVEG
Syngenta ha siglato inoltre il secondo accordo triennale per promuovere la
produzione ortofrutticola sostenibile con Univeg Trade Italia, società specializzata nella commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. La partnership mira ad
aiutare gli agricoltori a rispondere ai requisiti della grande distribuzione in
materia di sostenibilità.
Nello specifico, l’accordo prevede da parte di Syngenta l’erogazione di corsi di
formazione sul corretto uso degli agrofarmaci, l’implementazione di programmi
di Integrated Pest Management (IPM), che combinano l’utilizzo di agrofarmaci
con mezzi di lotta biologica, nonché l’accesso ai programmi di Agricoltura
responsabileTM quali Heliosec®, per la gestione delle acque di risulta dei
trattamenti fitoiatrici, e Operation pollinator®, che mira ad aumentare il numero
degli insetti impollinatori ricreando il loro habitat naturale nelle aree poco
produttive delle aziende agricole come i bordi campo.
Univeg, da parte sua, si è impegnata a rifornire le catene distributive con i prodotti
provenienti dalle aziende agricole coinvolte nel progetto e a verificare il rispetto
dei requisiti di sostenibilità, anche grazie al supporto della Wba, World biodiversity
association, organizzazione scientifica senza scopo di lucro che ha creato “Biodiversity Friend”, innovativo metodo per il monitoraggio della biodiversità.
In questi primi tre anni, Syngenta e Univeg hanno operato concentrandosi su
circa 200 ettari di uva da tavola tra le province di Bari e Taranto. In queste aree,
l’adozione nelle aziende agricole della linea di difesa integrata IPM Plus e del
programma per la corretta gestione delle acque Heliosec® ha permesso di
limitare sensibilmente i rischi di contaminazione puntiforme delle risorse
idriche. Inoltre, l’introduzione di Operation pollinator®, la semina di oltre 60
ettari di sovescio e la piantumazione di oltre 2.000 metri di siepi hanno portato
a un sensibile aumento della biodiversità nell’area.
Nei primi tre anni di collaborazione Syngenta e Univeg hanno
operato concentrandosi su circa 200 ettari di uva da tavola
tra le province di Bari e Taranto.
La collaborazione, nata nel 2010 tra le filiali italiane delle due società è stata
estesa anche a livello internazionale a partire dal 2012. Il nuovo accordo
prevede un potenziamento dei corsi di formazione, e l’implementazione oltre a
quelli già esistenti, di nuovi progetti sulla qualità della distribuzione (application
technology), l’ottimizzazione del numero dei trattamenti e dell’irrigazione grazie
a una accorta gestione tecnica e a servizi previsionali, nonché la ricerca e lo
sviluppo di strumenti per l’incremento della bioversità, quale l’adozione di rifugi
per gli ausiliari (“Hotel degli insetti”) e per i chirotteri. Oltre all’uva da tavola
verranno interessate altre filiere importanti ortofrutticole a partire dal pomodoro
da mensa.
all’erbicida Imazamox. Dotato di ampio spettro d’azione, Listego
eccelle specialmente nel controllo di girasole selvatico e Xanthium.
Ausiliari al servizio dell’agricoltore
Sempre più profonda l’integrazione fra agrofarmaci e soluzioni naturali. La linea Syngenta Bioline offre infatti un ventaglio di insetti utili
capaci di contenere fitofagi e fitomizi esercitando un controllo delle
popolazioni del tutto naturale. I benefici dell’integrazione fra chimica
e insetti ausiliari si esaltano soprattutto nella difesa delle colture
orticole in serra, le quali possono contare su otto differenti prodotti.
Adaline B (Adalia bipunctata), è efficace nella predazione degli
afidi, Exhibitline SC (Steinernema carpocapsae) e Exhibitline SK
(Steinernema kraussei) contengono le popolazioni di Oziorrinco
della vite, mentre Exhibitline SF (Steinernema feltiae) ostacola la
diffusione delle larve di sciaridi. Ad essi si affiancano Hypoline M
(Stratiolaelaps scimitus) efficace contro le larve di sciaridi e i tripidi,
e Oriline M (Orius majusculus), specifico contro Frankliniella occidentalis e Thrips tabaci. Infine Staphyline C (Atheta coriaria), antagonista di Bradysia spp., Lycoriella spp., Sciara spp. e di Scatella
Spp. Per le colture arboree si propone invece Antholine N (Anthocoris nemoralis), predatore in grado di contenere le popolazioni di
Psilla del pero.
La responsabilità guarda lontano
Syngenta crede fortemente nella necessità di promuovere l’intensificazione colturale sostenibile, offrendo soluzioni in grado di produrre
più cibo utilizzando meno risorse.
Da qui nasce the Good growth plan (Gpp) che viene ad affiancare i
numerosi e consolidati progetti di agricoltura responsabile. Si tratta
di un insieme di impegni concreti a sostegno del futuro dell’agricoltura globale. Lanciato nel settembre 2013, GGP rappresenta l’impegno di Syngenta per la sicurezza e la sostenibilità alimentare del
pianeta.
The Good Growth Plan ha fissato sei differenti impegni da raggiungere entro il 2020, ovvero l’aumento del 20% della produttività
media a parità di risorse impiegate, il miglioramento della fertilità di
10 milioni di ettari agricoli a rischio di degrado e l’arricchimento in
biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno agricolo. Un occhio
attento è stato posto anche a favore dei piccoli produttori, in particolare nei paesi in via di sviluppo, ai quali Syngenta intende fornire
il proprio supporto al fine di aumentare la loro produttività del 50%
e di formare 20 milioni di giovani agricoltori in materia di sicurezza
sul lavoro. Tutti obiettivi che Syngenta intende raggiungere anche
garantendo condizioni di lavoro eque in tutta la rete di clienti e
fornitori.
Indice Colture Protette 2013
ALTRE ORTIVE DA FOGLIA
ATTREZZATURE FLOROVIVAISMO
MARZOCCHI LUCA, POLETTI
MAURIZIO - Rucola, la lotta ai
tripidi può essere anche
biologica
ASSENZA MICHELE - Si fa presto
a dire plastica
DEL ZOTTO DANIELA - Floricoltura
d’avanguardia a basso impatto
ambientale
FRITEGOTTO SILVIO - Soluzione,
analisi costanti
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Dissalare con l’osmosi inversa
n.
6 p.
17
ALTRI ORTAGGI
- Ortofrutta, crollano i consumi
- Le varietà preferite nel
Ragusano
ASSENZA MICHELE - Basilico
anche in controstagione
BARI G., VERNILE P., PANZARINO
O., DE LILLO E. - Ragnetto rosso
su cetriolo. L’efficacia di Oberon
BATTISTEL PAOLO - Cetriolo, in
fuori suolo garantite rese e
qualità
BATTISTEL PAOLO - Scelta
obbligata per il futuro
BATTISTEL PAOLO - Fragole, le
tray plants belghe
CAPONERO ARTURO - Basilico,
controllare l’umidità
CAPONERO ARTURO - Fragole,
eliminare fonti d’inoculo
CAPONERO ARTURO - La
formulazione fa la differenza
CAPONERO ARTURO - Fragola,
prodotti a bassa carenza
CAPONERO ARTURO - Batteriosi
del fagiolo: prevenzione
CAPONERO ARTURO - Fragola, il
lancio degli ausiliari
CAPONERO ARTURO - Il
nematode dell’aglio in agguato
FRITEGOTTO S., PENNUZZI LUIGI,
INCROCCI LUCA - L’estratto
acquoso del terreno per
concimare il ravanello
LETEO F., FERRARI VALENTINO,
ANGELINI P., FUSARI FABIO,
CAMPANELLI GABRIELE Zucchino in agricoltura biologica
e conservativa
MARTORANA MARIANNA Crescono le produzioni per gli
hobbisti del verde
MARTORANA MARIANNA,
GIANCONA CALOGERO L’Asparago Sovrano di Sicilia
apprezzato nel Nord Italia
RAIMO FRANCESCO, COZZOLINO
EUGENIO, LOMBARDI PASQUALE,
CAVALLARO FILIPPO, CUCINIELLO
ANTONIO - Seminiere
biodegradabili nel vivaismo
orticolo
REPETTI OTTAVIO - Per una
selezione in campo
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Nuove varietà di zucchino.
Dominano quelle verde scuro
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Brassicacee, novità varietali
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Infestanti, come controllarle
n.
5 p.
4
n.
11 p. 60
n.
1 p. 74
n.
2 p. 54
n.
2 p.
6
n.
2 p.
12
n.
12 p.
12
n.
1 p. 72
n.
2 p. 72
n.
3 p. 54
n.
4 p. 54
n.
9 p. 69
n.
11 p. 58
n.
11 p. 59
n.
11 p. 18
n. 7/8 p. 72
n.
3 p.
12
n. 7/8 p. 22
n.
n.
11 p. 54
11 p. 30
n. 7/8 p.
14
11 p. 24
CARCIOFO
9 p.
CAPONERO ARTURO - Carciofo,
lepidotteri invernali
FONTANA M., DAL RE LAMBERTO
- Alla riscoperta del “Moretto”
12
n.
n.
5 p. 52
n.
4 p. 46
n.
12 p. 20
n.
n.
12 p.
4
6 p. 76
n. 7/8 p. 84
- Il Magic Code per i dettaglianti
6 p.
4
ASSENZA MICHELE - Nessun
veleno nel piatto
CAPONERO ARTURO - Fumiganti,
sempre più limiti
MURO NICOLA - Fragoleto, lotta
integrata
OSLER RUGGERO, VIANELLO
ANGELO, MARTINI MARTA - Pgm,
utilizzo con cautela
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Insetticidi, novità per il 2013
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Nuovi erbicidi per le orticole
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Fungicidi ad ampio spettro
12 p. 52
n.
3 p. 56
n.
5 p. 66
n.
3 p. 32
n.
3 p. 34
n.
3 p.
n.
3 p. 18
n.
3 p. 20
4 p. 42
n.
5 p. 26
n.
5 p. 48
FLORICOLE E ORNAMENTALI
n.
4 p. 18
BORRELLI CARLO - Prime
avvisaglie di crisi per il
ciclamino campano
n.
9 p. 28
n.
14
10 p. 48
LATTUGA
n.
4 p. 28
BATTISTEL PAOLO - Le fabbriche
dell’insalata oggi nft in futuro
multistrato
BULGARI R., PODETTA N.,
PIAGGESI A., FERRANTE ANTONIO
-ONE, concime completo per la
lattuga coltivata in orti famigliari
e urbani
CAPONERO ARTURO - Tanti rischi
per le composite
CASATI DARIO - Insalate,
superfici ai minimi
GAMBINI FRANCA - Per le
insalate il cubetto
GAMBINI FRANCA - Toelettatura a
macchina per il radicchio di
Treviso
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Insalate, novità varietali. Alta
resistenza alle necrosi
n.
10 p. 62
n.
4 p. 38
n.
5 p. 38
n.
1 p.
n.
9 p. 18
n.
3 p. 58
n.
1 p. 18
n.
3 p. 26
n.
12 p. 28
n.
5 p. 42
MELONE
n.
1 p. 36
n.
1 p.
BATTISTEL PAOLO - Melone, in
verticale doppie rese
COLLA GIUSEPPE - L’innesto per
migliorare le rese
MARTORANA MARIANNA Mundial e Pachino puntano su
territorio e precocità
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Melone, novità a brix elevato e
lunga durata post raccolta
8
5
n.
12 p. 56
n.
9 p. 42
n.
5 p.
n.
3 p. 48
n.
10 p. 72
n.
10 p. 26
n.
1 p. 26
n.
12 p.
8
10
n.
5 p. 16
n.
9 p. 70
n.
1 p. 24
n.
6 p. 12
n.
9 p. 22
n.
2 p. 76
n.
4 p. 16
n.
4 p.
8
n.
11 p.
8
MELANZANA
ASSENZA MICHELE - Melanzana,
tante nuove varietà
MARTORANA MARIANNA Produrre plantule resistenti
MARTORANA MARIANNA - E nel
bilancio colturale pesa molto la
manodopera
MERCATO
CAVOLFIORE
CAPONERO ARTURO - Cavoli,
rame per funghi e batteri
12 p. 57
DIFESA
n.
ATTUALITÀ
n.
ARBOREE
- Progettare il verde sostenibile
- Come gestire il biologico in
serra
ASSENZA MICHELE - In pensione
anche la Cloropicrina
ASSENZA MICHELE - Reti
antinsetto efficaci antivirosi
BORRELLI CARLO - Risparmio di
acqua e concimi
BORRELLI CARLO - Il compost
autoprodotto. Una risorsa per le
aziende bio
BORRELLI CARLO - Produrre in
inverno ora si può
CARMASSI GIULIA, INCROCCI
LUCA, MASSA DANIELE,
PARDOSSI ALBERTO - Euphoros,
sprechi ridotti
COZZOLINO EUGENIO, LOMBARDI
PASQUALE - il Mater-Bi migliora
la qualità
DAL RE LAMBERTO, INNOCENTI
ANGELO, FONTANA MARISA,
BUSCAROLI ALESSANDRO,
ZANNONI DENIS - Idrosalinità,
minimizzare i danni
FILIPPI FERRUCCIO, FERRARESI
ANDREA, MAGNANI GALILEO,
CASCONE MARCO - Valutazione
agronomica di un film di
copertura in polimero riciclato
FRITEGOTTO SILVIO - Acidificare
per un pH ottimale
FRITEGOTTO SILVIO - Risparmio
con la ventilazione
GAMBINI FRANCA - Sicilia, dalla
Regione fondi per l’innovazione
in serra
GAMBINI FRANCA - Una filiera
meccanizzata
MININNI CARLO - Substrati
alternativi alla torba
REPETTI OTTAVIO - A misura di
tutte le serre
REPETTI OTTAVIO – Operatori più
in sicurezza
REPETTI OTTAVIO - Quando la
serra è su misura
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Acqua calda dai residui oleari
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Se automatica è più omogenea
9 p. 34
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
n.
- Angurie senza semi e mini
sempre più richieste
4 p. 59
ATTREZZATURE ORTICOLTURA
n.
ANGURIA
n.
CAPONERO ARTURO - Contro
n.
lumache e limacce pulizia
COZZOLINO EUGENIO, LEONE
VINCENZO, LOMBARDI PASQUALE
- Influenza della concimazione e n.
del genotipo sulla resa quantiqualitativa del cavolfiore
n.
10 p. 73
ZUCCONI SILVIA - Consumi in
caduta libera. Ma l’ortofrutta
resiste
ORTICOLE/COLTURE PROTETTE
- Produrre nelle serre
n.
mediterranee
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Melanzana, poche le novità ma n.
adatte a ogni esigenza
9 p.
4
6 p.
10
PATATE
CAPONERO ARTURO - Patata,
n.
sanità dei tuberi-seme
CAPONERO ARTURO - Patata,
n.
tignola anche al Nord
MARTORANA MARIANNA - Patate, n.
nuovi modi di consumo
1 p. 73
9 p. 68
10 p. 46
PEPERONE
MORRA LUIGI, LAHOZ ERNESTO,
BILOTTO MAURIZIO, CARRIERI
MAURIZIO - Innesto e
n.
solarizzazione nel controllo di
Phytophthora capsici su
peperone
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Peperone, tra le novità prevale n.
il mezzo lungo
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Peperone, ortaggio difficile. Alti n.
costi e concorrenza estera
1 p. 64
1 p.
11 p.
12
12
PIANTE DA FIORE
- Serramazzoni, la città delle
rose
- Nuovo sito per Do it Delta
- Cresce il florovivaismo veneto
BOERI GIANLUCA, FASCELLA
GIANCARLO, PASINI CARLO,
BRUZZONE CINZIA, MINUTO
ANDREA - Malattie crittogamiche
su peonia nel Nord Italia
BORRELLI CARLO - Crisantemo, la
radicazione solo ad aziende
specializzate
BORRELLI CARLO - Lotta
biologica ai tripidi ancora da
perfezionare
BORRELLI CARLO - Gerbera, i
floricoltori campani tornano a
varietà monocolori
BORRELLI CARLO - Nuove
strategie commerciali
BORRELLI CARLO - Phalaenopsis,
la pianta fiorita preferita dal
mercato mondiale
BORRELLI MARIA ROSARIA - Il
garofano campano si adatta ai
mercati del Nord Europa
BRIDI CARLO - Poinsettia, lotta
integrata con l’Amblyseius
swirsk
DE PASCALE STEFANIA,
PARADISO ROBERTA - Dai tropici
alle serre d’Europa come
coltivare l’Anthurium
GAMBINI FRANCA - Flormart:
tutto sul florovivaismo
GAMBINI FRANCA - Gli ori di
Fleuroselect
MARTORANA MARIANNA Giardini naturali e verde privato
con il recupero delle autoctone
MARTORANA MARIANNA - Ibischi,
gli ibridi siciliani esportati in
tutta Europa
MINUTO ANDREA - Ciclamino,
nuova patologia estiva
MINUTO ANDREA - Margherita,
TSWV su piante madri
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Aloe, sistemi di propagazione
per rese elevate e di qualità
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Crisi nera per i fiori pugliesi
n.
5 p.
4
n.
n.
5 p.
5 p.
5
6
n.
2 p. 62
n.
2 p. 40
n.
4 p. 52
n.
6 p. 56
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Per una nutrizione sostenibile
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Crescere con l’aggregazione
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- I vivaisti italiani si fanno largo
nel promettente mercato russo
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Stella di Natale, l’innovazione
a garanzia dell’alta qualità
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Fiori e piante made in Puglia.
L’importanza di fare rete
Piante ornamentali
- Alberi monumentali tutelati
- A festeggiar le rose
- Nuova intesa nazionale orti
urbani
- Cresce la passione per il verde
BORRELLI CARLO - Poinsettia,
ridotte le superfici. E si punta su
piante più piccole
FRITEGOTTO SILVIO - Passi in
avanti sulla sicurezza ma si può
ancora migliorare
MARTORANA MARIANNA - Le
piante mediterranee arredi per le
città d’Europa
MASCARELLO CARLO, SACCO E.,
PAMATO M., RUFFONI B. Propagazione di Stevia per talea,
nuova opportunità di mercato
MINUTO ANDREA - Infezioni di
Agrobacterium tumefaciens
MINUTO ANDREA, BRUZZONE
CINZIA, LANTERI ANNA, MINUTO
GIOVANNI - Mandevilla
splendens minaccia muffa grigia
in Liguria e nel Lazio
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Dal vivaismo ornamentale
qualità e gamma varietale
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Orchidee in vaso, dalla Puglia
una produzione certificata
n. 7/8 p. 38
RADICCHI
n. 7/8 p. 60
SQUIZZATO ANGELO - Nuovo
radicchio di Lusia
SQUIZZATO ANGELO - Trevigiano,
semine +15%
n.
11 p. 52
n.
12 p. 34
n.
12 p. 50
n.
n.
3 p.
4 p.
6
6
n.
4 p.
6
n.
11 p.
4
n.
12 p. 42
n.
1 p. 54
n.
1 p. 60
n.
5 p. 56
n.
5 p. 70
n. 7/8 p. 68
n.
3 p. 40
n.
10 p. 52
POMODORO DA MENSA
n. 7/8 p. 54
n.
9 p. 48
n.
11 p. 40
n.
10 p. 60
n.
2 p. 42
n. 7/8 p.
4
n. 7/8 p. 34
n.
1 p. 46
n.
9 p. 50
n.
4 p. 56
n. 7/8 p. 81
n.
2 p. 46
n.
6 p.
5
- Nasce consorzio del piennolo
dop
ASSENZA MICHELE - Attenzione
alla peronospora
ASSENZA MICHELE - Pomodoro,
è tempo di cimatura
ASSENZA MICHELE - Ampia la
gamma dei portinnesti
BATTISTEL PAOLO - Il Marocco
non deve far paura
BATTISTEL PAOLO - Pomodoro,
alta competitività delle
“canariane” marocchine
CAPONERO ARTURO - Pomodoro,
orobanche in aumento
CECCARELLI S., CAMPION B.,
ACCIARRI NAZZARENO, TISSELLI
VANNI, DEL VECCHIO S.,
FONTANA F., BETTENAZZO C.,
FERRO S., BATTAGLIA R. Miglioramento genetico
partecipativo del pomodoro da
mensa in biologico
MARCHETTI LEONARDO, FILIPPI
FERRUCCIO, REMORINI DAMIANO,
MAGNANI GALILEO Stabilizzazione di film termici a
diversa trasparenza e
produzione del pomodoro
MARTORANA MARIANNA - Anche
la tipologia varia i costi
SPINELLI SARA - Piace saporito
ma poco acido
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Le proposte per il 2013
n.
6 p.
8
n.
2 p. 74
n.
5 p. 72
n.
12 p. 58
n.
6 p. 36
n. 7/8 p. 24
n. 7/8 p. 78
n.
n.
6 p. 58
9 p. 56
n.
6 p. 46
n.
6 p. 52
n.
6 p. 20
n.
3 p.
5
n.
9 p.
10
n.
n.
n.
1 p.
1 p.
1 p.
4
5
6
n.
2 p.
4
n.
2 p.
5
n.
3 p.
6
n. 7/8 p.
n.
9 p.
n. 10 p.
n. 10 p.
n. 11 p.
n. 12 p.
6
6
4
6
5
6
VARIE
- Online la web tv della Cia
- E-commerce per Opo Veneto
- Per una potatura perfetta
- Incentivi per caldaie a
biomasse
- Scoperti geni resistenti alla
fosfina
- Nel 2012 nate 103 imprese
rosa
- Cso, Elisa Macchi alla direzione
- Macfrut, innovazione da Oscar
- Biocidi, nuovo regolamento
- Come gestire il fuori suolo
- L’S3H contro la senescenza
- Oscar Macfrut, tutti i vincitori
ASSENZA MICHELE - Il metam
supera la revisione Ue
BATTISTEL PAOLO - Cina, grande
esportatore ma non
autosufficiente
BORRELLI CARLO, FIORENZA
SERGIO - Girasole da fiore reciso
germinazione in vivaio
CAPODILUPO MANUELA, VENEZIA
ACCURSIO - Canaletta,
economica e facile
CAPONERO ARTURO - Il sole, il
fumigante naturale
CONTI MAURIZIO - Virus da
mercato globale
DE PASCALE STEFANIA, ROMANO
DANIELA - Verde urbano tra
paesaggio e orti
FRITEGOTTO SILVIO - Il metodo
dell’estratto acquoso
razionalizza la fertirrigazione
INCROCCI LUCA, MASSA
DANIELE, PARDOSSI ALBERTO Ciclo chiuso, come gestirlo
LONGO SANTI - Insetti esotici,
solo il 10% sopravvive
MARTORANA MARIANNA Facilitare le esportazioni per
rilanciare il settore
REPETTI OTTAVIO - Geotermia o
biomassa?
RINALDI SIMONA, TRINCHERA
ALESSANDRA - Substrati: gli
strumenti per la
caratterizzazione
SGARBOSSA ALESSANDRA Packaging house in azienda. E
migliora la shelf-life
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Gli agrumi ornamentali non
risentono della crisi
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Nuove prospettive di sviluppo
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE
- Le rinnovabili per rilanciare
serricoltura e florovivaismo
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Flowermed, aspettando l’Expo
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO
- Il controllo dell’atmosfera
SQUIZZATO ANGELO - Aop
Veneto per la biodiversità
SQUIZZATO ANGELO - Opo
Veneto, cambi ai vertici
SQUIZZATO ANGELO - L’università
va in campagna
TAGLIAVINI MASSIMO - Soi,
rinnovato il Consiglio direttivo
n.
10 p. 74
n.
3 p.
8
n.
1 p. 32
n.
2 p. 20
n.
6 p. 70
n.
3 p.
4
n.
9 p.
8
n.
10 p. 18
n.
2 p. 26
n.
4 p.
4
n.
10 p. 56
n.
5 p. 30
n.
10 p.
n.
10 p. 22
n.
1 p. 42
n.
2 p. 32
n.
11 p. 44
n.
9 p.
n.
10
5
10 p. 30
2 p.
4
n. 7/8 p.
8
n.
11 p.
6
n.
12 p. 60
n.