speciale fertirrigazione
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SPECIALE FERTIRRIGAZIONE anno XLIII / APRILE 2014 4 “Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1.c.1: DCB Forlì” www.agricoltura24.com ORTICOLTURA Angurie, tante novità per ogni tendenza RICERCA Le patologie del peperoncino FLOROVIVAISMO I rischi fitosanitari della globalizzazione Anno XLIII N. 4 - APRILE 2014 NEWS 4 NEWS ORTICOLTURA 8 Angurie, formati e forme per tutte le tendenze di Giuseppe Francesco Sportelli 16 Serricoltori e case costruttrici si incontrano a Guidizzolo di Lorenzo Benvenuti SPECIALE FERTIRRIGAZIONE 24 Le proposte dei costruttori di Ottavio Repetti 28 Melone coltivato in verticale di Paolo Battistel 34 Su peperone migliora la Plv di Silvio Fritegotto FLOROVIVAISMO 40 Con la globalizzazione crescono i rischi fitosanitari di Marianna Martorana 45 Nuovo show room cash&carry per l a zienda Florpagano di Giuseppe Francesco Sportelli RICERCA E SPERIMENTAZIONE 48 Peperoncino, presenza di malattie negli areali del Centro Italia di L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini e M. Barba RUBRICHE 56 ORTIVE LA DIFESA 58 LE AZIENDE INFORMANO 63 INDICE 2013 Anno XLIII - Numero 4 - aprile 2014 www.agricoltura24.com shopping su: www.edagricole.it DIRETTORE RESPONSABILE: Beatrice Toni REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (Capo redattore), Alessandro Maresca, Giorgio Setti (Capo redattore), Lorenzo Tosi SEGRETERIA DI REDAZIONE: Tel. +39 051/6575.857 Fax:+39 051/6575.856 Piazza Galileo Galilei, 6 40123 Bologna - redazione.edagricole@newbusinessmedia.it Comitato scientifico: Giancarlo Barbieri - Dip. di Ingegneria Agraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Elvio Bellini - Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura - Università di Firenze - Vito Vincenzo Bianco - Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Bari - Pietro Caruso - Istituto di Orticoltura e Floricoltura - Università di Palermo - Giandomenico Consalvo - Presidente di Civitalia - Stefania De Pascale - Dip. di Ingegneria Agraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Francesco Paolo d’Errico - Dip. di Entomologia e Zoologia Agraria - Università di Napoli - Portici - Walther Faedi - Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Sezione di Forlì - Enrico Farina - C.R.A. 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NEWS SI ANNUNCIA BUONA LA CAMPAGNA PER LE COLTIVAZIONI IN SERRA, MA RESTA L’INCOGNITA CRISI Asparagi bianchi in anticipo Le temperature miti di questo inverno hanno anticipato i cicli di diverse colture. Lo scorso febbraio, sotto le serre, in provincia di Padova, sono spuntati i primi asparagi bianchi, che si presentano di buona qualità e anche sul mercato si sono collocati con quotazioni soddisfacenti. Le richieste superano la doman- da tanto più che vengono trattati anche dalla gdo. Per gli asparagi in serra la partenza, dunque, è stata buona, con aspettative di miglioramento. «È presto, però, per fare previsioni sulla stagione dell’asparago 2014 in provincia di Padova – spiega Ettore Petranzan, presidente della Il nuovo packaging di Asparago di Padova della cooperativa Terre Euganee aderente Opo Veneto. cooperativa Terre Euganee di Pernumia, associata a Opo Veneto – per le coltivazioni in serra non ci sono grossi problemi e la produzione potrebbe essere la stessa dello scorso anno o leggermente superiore, visto che non ci sono stati particolari investimenti o ampliamenti delle serre». Qualche preoccupazione c’è, invece, per le produzioni all’aperto, che sono state parecchio disturbate dal maltempo e dalle piogge. Ci sono evidenti segnali di stress in diversi impianti. Quasi il 90% dell’asparago del Padovano è coltivato all’aperto. Sulla stagione dell’asparago poi c’è l’incognita crisi: «si tratterà di capire – osservaPetranzan – quanto i consumatori sono disponibili a pagare il prodotto in una fa- se in cui il reddito disponibile delle famiglie si è fortemente contratto». Il Veneto, con quasi 1.400 ha coltivati e 62mila q di asparagi raccolti nel 2012, si situa al secondo posto per produzione: ha davanti la Puglia ed è seguito a distanza dalla Campania. È la provincia di Padova la “capitale” dell’asparago veneto con una produzione di circa 16mila q. Vicina per quantità la provincia di Verona con 14mila q. La cooperativa Terre Euganee ne tratta oltre 2mila q. Sono i primi asparagi del Veneto a fare capolino e c’è la spiegazione: crescono in area termale, dove la terra è più calda e più morbida, favorevole quindi alla coltivazione dell’ortaggio. (Fonte:www.ortoveneto.it) Angelo Squizzato RISCOPERTA PER LA RICCHEZZA DI ANTIOSSIDANTI E PER LA MAGGIORE EFFICACIA Patata viola, colorante naturale La patata viola si sta facendo strada nel settore dei coloranti alimentari naturali in sostituzione di quelli sintetici o derivati dalle cocciniglie. L’argomento è al centro della XXIV edizione del Meeting & exposition of the American chemical society, presso l’Indiana convention center (Usa). L’impiego come colorante della patata viola costituisce solo un esempio della riscoperta dei colori naturali in risposta alle preferenze dei consumatori e in relazione alla necessità di usare coloranti che abbiano effetti benefici sulla salute, ricchi, ad esempio, di antiossidanti. Un nuovo studio presentato al meeting e condotto dalla Texas A&M University ha dimostrato che da sola la patata viola riesce a offrire un’ampia gamma di colori: dal rosa chiaro al rosa intenso, dal rosso al viola scuro, grazie agli stessi pigmenti antociani che si trovano nelle ciliegie nere. Tra le importanti reintroduzioni nel settore dei coloranti emergono diverse tipologie di tuberi, non solo la patata viola dolce ma anche le carote nere, coltivate con sempre maggior frequenza a questo scopo. «Queste alternative ai colori rossi sintetici e derivati dagli insetti – spiega Stephen Talcott della Texas A&M University – forniscono ai cibi, oltre a un miglior impatto visivo, un arricchimento naturale di antiossidanti vegetali che possono assicurare benefici alla salute. Inoltre gli estratti sono più semplici da ottenere rispetto ai composti sintetici e risultano molto più efficaci nella fase di colorazione in quanto più stabili e dal colore neutro». NEWS SECONDO LA CIA È QUESTO IL TEMPO ANNUO CHE OGNI IMPRESA AGRICOLA DEDICA ALLA PA Cento giorni di burocrazia Centomila imprese agricole schiacciate dalla burocrazia, una Pubblica amministrazione farraginosa ed esosa e un’agricoltura caricata di un costo complessivo di 7 miliardi di euro annui: questo è lo scenario che emerge dai primi dati di un’indagine che sono stati presentati a Roma nel corso della VI Assemblea elettiva della Cia-Confederazione italiana agricoltori. Nello specifico, l’indagine parla di 2 euro/ora di lavoro che ogni azienda deve pagare come dazio alla Pa, un totale di 20 euro/giorno, 600 euro al mese e 7.200 all’anno. Questo “carico” asfissiante costringe ogni imprenditore agricolo a produrre nei 365 giorni materiale burocratico cartaceo che, messo in fila, supera i 4 km e ha un peso che sfiora i 25 kg. Secondo i dati, otto giorni al mese vengono impiegati per riempire i documenti richiesti dalla Pubblica amministrazione centrale e locale. Cento giorni l’anno, quindi. È chiaro che un imprenditore agricolo non può gestire da solo questa mole di lavoro “amministrativo”, nel 65% dei casi è costretto ad assumere una persona che svolge questa attività. Il restante 32% invece deve rivolgersi a un professionista esterno, assumendosi i costi relativi. Secondo la Cia, il 30% dell’aggravio economico burocratico è addebitabile a ritardi, disservizi e inefficienze della Pubblica amministrazione. Lo studio presentato evidenzia che più del 90% degli agricoltori si trova di fronte a ostacoli e difficoltà per la propria attività a causa della burocrazia e chiede, quindi, una semplificazione amministrativa e fiscale che è ritenuta un fattore indispensabile per lo sviluppo. Gli effetti di tanto “carico” sono che il 25,5% delle aziende agricole ha messo da parte progetti di ammodernamento, innovazione e ricerca, il 21,5% non ha IL 17 E 18 MAGGIO LA XIV EDIZIONE DELLA MOSTRA MERCATO FLOROVIVAISTICA La rosa protagonista a Coniolo fiori Coniolo (Al) il 17 e il 18 maggio si riempie di fiori. A decorare tutto il paese sarà la mostra mercato florovivaistica Coniolo fiori con tantissimi esemplari di rose, fiori, piante e arbusti sempreverdi e caducifoglie che verranno esibiti in tutta la loro bellezza. Alcuni rivenditori esporranno attrezzature e arredi da giardino utili per curare e abbellire il verde di casa. La rosa sarà la protagonista di questa edizione: sarà l’oggetto d’epoca che farà bella mostra di sé in ogni aiuola, esaltata dai florovivaisti che creeranno attorno ad essa una fioritura per esaltarla in tutte le sue varietà e categorie A questi colorati e profumati arbusti sarà dedicato il concorso La rosa più bella, mentre sarà il pubblico a votare l’aiuola preferita partecipando al concorso Vota e vinci una rosa. Tutti gli esemplari di piante ornamentali in genere parteciperanno inoltre al concorso come migliori piante sempreverdi, caducifoglie, conifere, da appartamento e di tipo mediterraneo. La manifestazione si colloca all’interno dell’evento Riso e rose in Monferrato che durante il mese di maggio celebrerà la coltura del riso e dei fiori, coinvolgendo più comuni che accoglieranno appuntamenti e intrattenimenti di vario tipo. La manifestazione sarà aperta al pubblico dalle 9 alle 20 e l’ingresso è gratuito Per info: Tel. 0142 408423, www.coniolofiori.com compiuto alcun tipo di investimento, il 18,7% è stato costretto a ridurre le coltivazioni e il 10%, addirittura, a chiudere. Ogni mese le aziende agricole italiane sono costrette, in media, a impiegare dalle cinque alle sei giornate di lavoro per svolgere gli adempimenti amministrativi. Oltre il 60% delle imprese agricole ha visto crescere del 6-7% i costi burocratici degli adempimenti amministrativi; il 15% tra il 3 e il 4%; il restante tra lo 0,5 e l’1,5 %. La Cia sottolinea che il maggiore onere che sopporta il 94% dell’imprenditoria agricola italiana è rappresentato dagli adempimenti “specifici” richiesti nel settore. Pesanti anche i “costi” dovuti al fisco, che rappresentano l’84% e alla sicurezza sul lavoro, il 75%. Il 74,5% delle imprese ritiene il costo degli obblighi burocratici un ostacolo alla propria attività produttiva. Oltre il 78% delle aziende interpellate sottolinea che la pressione fiscale e gli oneri previdenziali-contributivi costituiscono un pesante freno allo sviluppo e alla competitività. Neanche l’introduzione di nuove tecnologie informatiche è riuscita, per il 64% delle imprese agricole, a migliorare il rapporto con l’Amministrazione pubblica. E questo soprattutto a causa della complessità degli adempimenti e del continuo cambiamento delle normative e degli adempimenti (Fonte: Agrinews.info) ORTICOLTURA Angurie, formati e forme per tutte le tendenze Mini, midi, maxi, seedless e con semi. Un ventaglio completo di proposte dalle società sementiere per il 2014 di Giuseppe Francesco Sportelli Non manca alcuna tipologia di anguria fra quelle richieste dal mercato nelle novità varietali proposte dalle società sementiere per il 2014. Angurie mini, in formato quasi monodose, midi, consumabili in breve tempo, di grosse dimensioni, per particolari occasioni conviviali e per la vendita a fette. Seedless, sempre più presenti, oppure con semi, pochi, neri o bianchi vuoti, deliquescenti, o tanti. Tonde, tondo-ovali, ovali, allungate. Precoci, soprattutto, ma anche medio-precoci e medie. Talete (Isi Sementi). Rosse e persino gialle. Di tutte le tendenze del mercato le società sementiere hanno tenuto conto nel proporre nuove varietà. Sicché ogni coltivatore di angurie potrà trovare quelle che meglio si addicono al territorio in cui opera e al mercato che intende soddisfare. Isi Sementi Talete F1, novità di Isi Sementi, è una mini anguria della tipologia Crimson Sweet, con pezzatura dei frutti da 2-3 kg. La pianta, di medio vigore e molto coprente, si caratterizza per la capacità di allegare bene anche in condizioni di alta temperatura. Garantisce una produzione elevata e frutti molto uniformi. La polpa, croccante e dal colore rosso intenso, presenta un elevato contenuto zuccherino e un gusto molto gradevole. Per ottenere una maggiore brillantezza dei frutti si consiglia di effettuare la spazzolatura. L’investimento consigliato è di 8mila10mila piante/ettaro. Lamboseeds Lamboseeds propone due mini angurie. Piccolina F1 è una mini anguria per i trapianti medio-tardivi, ha pianta vigorosa, frutti striati di piccolo-medie dimensioni, polpa di colore rosso intenso, croccante e con pochi semi, ciclo di maturazione medio tardivo. WM LS 059 F1 è una nuovissima mini anguria precoce di eccellente qualità, ha pianta mediamente vigorosa, frutti striati ovali e di dimensioni medio-piccole, polpa di colore rosso vivo, croccante e di ottimo sapore, ciclo di maturazione precoce. Per l’assenza di tolleranza verso le malattie del terreno, si consiglia per entrambe le varietà la tecnica dell’innesto su piedi resistenti. MedHermes Due angurie seedless sono le novità proposte da MedHermes. Gaia F1 è una varietà senza semi del tipo Asahi Yamato. È caratterizzata da ciclo medio precoce e vanta un buon adattamento in tutte Gaia F1 (MedHermes). le diverse zone di produzione dell’Italia, soprattutto per i trapianti che vanno da gennaio a marzo in serra/tunnel e da aprile a giugno in pieno campo. La pianta è di medio vigore, molto produttiva e tollerante all’oidio, con una fioritura omogenea e contenuta. Il frutto ha forma rotonda e uniforme e pezzatura di 6-8 kg circa. La buccia, di adeguato spessore, consente lunghi trasporti e buona conservabilità. La polpa, di colore rosso intenso, è dolcissima e croccante. L’ottima long shelf life fa dell’anguria Gaia F1 una soluzione ideale per l’export. HR: Fon 0,1; IR: Px ORTICOLTURA Selene F1 (MedHermes). Dolce, croccante, senza semi, con buccia chiara striata: sono queste alcune delle peculiarità che contraddistinguono Selene F1, a ciclo medio-precoce. La pianta è di medio vigore con foglie ampie e coprenti, dotata di buona rusticità e altamente produttiva. Produce frutti con una pezzatura media di circa 8 kg, a seconda del tipo di portainnesto, di forma tondoovale e uniforme. La polpa si presenta di colore rosso intenso e brillante, croccante, con scarsa fibrosità, grado Brix elevato e ottima resistenza alla sovramaturazione. L’ottima shelf life è la soluzione ideale per l’export. Inoltre Selene F1, in quanto seedless, presenta un ulteriore vantaggio, cioè un alto livello di conservabilità e tenuta post raccolta, di cui possono beneficiare non solo produttori e commercianti ma anche gli stessi consumatori, in quanto lo spessore della buccia è di circa 1,5-2 cm, ideale per i lunghi trasporti. Si adatta a tutti i trapianti, sia in coltura protetta sia in pieno campo. Si consiglia di utilizzare dei portainnesti di media vigoria. HR: Fon 0,1 LA PRECOCE DI CLAUSE Clause presenta Aelia F1, varietà a ciclo precoce con pianta vigorosa, rustica, a produzione concentrata, adatta per il mercato interno e per l’esportazione. I frutti sono di forma oblunga, esternamente striata con colore scuro-brillante, di calibro medio molto omogeneo, e mostrano un’eccellente colorazione interna con polpa consistente molto zucche G.F.S. rina e aromatica. Meridiem Seeds Ampio è il ventaglio di novità proposte da Meridiem Seeds: sei varietà con semi (Aypa F1, Cialoma F1, Mocambo F1, Monaco F1, MS 925 F1, Tapas F1) e cinque senza semi (Bruselas F1, Chicago F1, Daxi F1, MS 090 (Zagor) F1, Pekin F1). Aypa F1 è un ibrido ovale-allungato, a ciclo medio-precoce. Ha pianta vigorosa, produttiva, adatta sia per produzioni forzate sia di pieno campo. I frutti sono ben tirati, di un bel colore striato esterno, brillante, di bell’aspetto, Aypa F1 (Meridiem Seeds). Aelia F1 (Clause). con grossa pezzatura (più di 10 kg) e ottima tenuta alla sovramaturazione. La polpa è di colore rosso intenso con numero limitato di semi neri, senza fibra, di eccellente tessitura, di Brix elevato con eccellente standard qualitativo. IR: Fon 1 Cialoma F1 è un ibrido ovale, molto precoce. La pianta è vigorosa, di buona allegagione, produttiva, adatta sia per produzioni forzate sia di pieno campo. I frutti sono ben tirati e striati, esternamente di grossa pezzatura e di buona tenuta alla sovramaturazione. La polpa, di eccellente standard qualitativo, è rossa con numero limitato di semi neri, senza fibra, di eccellente tessitura, con Brix elevato. IR: Fon 1 Mocambo F1 è una mini an- guria molto precoce dotata di pianta vigorosa, produttiva, adatta sia per produzioni di tunnel e tunnellino sia di pieno campo. I frutti sono ben tirati, esternamente di un bel colore verde striato, brillante e di bell’aspetto, di pezzatura piccola molto uniforme da 2-3 kg, con eccellente tenuta alla sovramaturazione, non sensibile al cracking. La polpa è di colore rosso brillante con pochi semi, senza fibra e di eccellente tessitura, con Brix elevato ed eccellente standard qualitativo, mostra ottima conservabilità in post raccolta. IR: Fon 1 Monaco F1 è una minianguria precoce dotata di pianta vigorosa, produttiva, adatta per produzioni in tunnel, tunnellino e pieno campo. I frutti sono ben tirati, esternamente ORTICOLTURA di un bel colore verde striato, brillante e di bell’aspetto, di elevato standard qualitativo. Hanno pezzatura piccola molto uniforme da 1,5-3 kg, polpa rossa brillante senza fibra, con pochi semi, Brix elevato, eccellente tessitura di ottima conservabilità. Mostrano forte tenuta alla sovramaturazione e non sono sensibili al cracking. La distanza di impianto è di 2 m x 1m con due piante per buca, di 2 m x 0,50 m se a pianta singola. HR: Fon 1 MS 925 F1 è un ibrido molto precoce in classe Tiger, sferica, a pasta rossa, di mediogrossa pezzatura (6-8 kg), con ottima tenuta alla sovramaturazione. I frutti sono ben tirati, uniformi, di un bel colore verde scuro brillante striato e mostrano ottima conservabilità dopo raccolta. La polpa è di colore rosso intenso con numero limitato di semi, senza fibra, di eccellente tessitura, con Brix elevato ed eccellente standard qualitativo. IR: Fon Tapas F1 è un ibrido in classe Cal-Sweet ovale, medio-precoce. La pianta è vigorosa, produttiva, adatta anche per produzioni forzate in Sud Italia. I frutti sono ben tirati, di un bel colore striato esterno, brillante, di bell’aspetto, di grossa pezzatura (più di 9 kg) e Chicago F1 (Meridiem Seeds). Pekin F1 (Meridiem Seeds). con ottima tenuta alla sovramaturazione. La polpa è rossa intensa con numero limitato di semi neri, senza fibra, di eccellente tessitura, con Brix elevato ed eccellente standard qualitativo. IR: Fon 1 Bruselas F1, anguria senza semi in classe Jubilee (tonda leggermente sferica), a pasta rossa, vanta frutti ben tirati, uniformi, di un bel colore striato esterno, di bell’aspetto, con pezzatura di 3-5 kg, elevata tenuta alla sovramaturazione e ottima conservabilità dopo raccolta. La polpa è rossa intensa con numero limitato di semi bianchi vuoti, deliquescenti, senza fibra, di eccellente tessitura, con Brix elevato ed eccellente standard qualitativo. IR: Fon 1 Chicago F1 è una minianguria dotata di pianta vigorosa, produttiva, adatta per produ- zioni sia in tunnellino sia in pieno campo. Presenta frutti ben tirati, esternamente di colore verde striato brillante e di bell’aspetto, con pezzatura piccola molto uniforme da 1,5-2,5 kg, polpa rossa brillante senza semi e senza fibra con ottima tessitura, Brix elevato ed eccellente standard qualitativo. I frutti sono dotati di elevata tenuta alla sovramaturazione e di ottima conservabilità e non sono sensibili al cracking. IR: Fon 1 Daxi F1 è un ibrido triploide in classe Cal Sweet, cioè di forma ovale allungata e con striature verdi chiare e verdi scure. La pianta è forte e vigorosa, soprattutto per produzioni semiforzate e di pieno campo. I frutti sono ben tirati, uniformi, di un bel colore striato verde brillante, hanno pezzatura media di circa 10- Le resistenze su anguria Nome scientifico Nome italiano Codice Fusarium oxysporum f.sp. niveum Tracheofusariosi Fon Colletotrichum orbiculare Antracnosi Co Podosphaeria xanthii (ex Sphaerotheca fuliginea) Oidio Px HR: resistenza elevata; IR: resistenza intermedia 12 kg, ottima tenuta alla sovramaturazione perché senza semi, polpa rossa intensa, senza fibra, di eccellente qualità e Brix elevato. Essendo senza semi è necessario utilizzare un adeguato impollinatore (mini anguria Monaco o Polenta), con rapporto di 1:3/1:4 per una corretta allegagione. HR: Fon 1 MS 090 (Zagor) F1 è un ibrido senza semi in classe tondo-sferica, a pasta rossa. I frutti sono ben tirati, uniformi, di un bel colore verde brillante striato, con eccellente standard qualitativo, pezzatura di 3-4 kg, ottima tenuta alla sovramaturazione ed elevata conservabilità dopo raccolta. La polpa è rossa intensa con numero limitato di semi bianchi vuoti, deliquescenti, senza fibra, di eccellente tessitura. IR: Fon 1 Pekin F1 è un ibrido in classe Jubilee tendenzialmente sferico, medio-precoce, a polpa gialla. La pianta è vigorosa, produttiva, adatta per produzioni forzate, semiforzate e di pieno campo. I frutti sono ben tirati, uniformi, di un bel colore striato esterno, di bel- ORTICOLTURA ORTICOLTURA l’aspetto, di media pezzatura (4-6 kg) e ottima tenuta alla sovramaturazione. La polpa è di colore giallo limone con numero limitato di semi bianchi vuoti, deliquescenti, senza fibra, di eccellente tessitura, con Brix elevato ed eccellente standard qualitativo. LA SEEDLESS DI ESASEM Novità di Esasem è Torera F1, anguria seedless dal frutto tondo e omogeneo con buccia che si presenta con strette strisce scure su sfondo verde medio. La pianta mostra buon vigore, con ciclo di maturazione precoce. La produttività è elevata e costante con frutti di peso medio di 4-5 kg. La polpa è di colore rosso vivo, di ottimo sapore G.F.S. Torera F1 (Esasem). ed elevato grado zuccherino. Nunhems ACX347D F1 è un’anguria allungata di pezzatura grande e di alta qualità, con colore interno rosso molto intenso, con ottima tenuta alla sovra maturazione e senza problemi di scottature sulla buccia, per trapianti di pieno campo da fine aprile, maggio e giugno. Catira F1 è un’anguria allungata con buccia Crimson Sweet, con frutto di pezzatura medio grande, del peso medio di 9-14 kg, di aspetto esterno attraente e brillante. La pianta, di medio-alta vigoria, è rustica e fertile, presenta alta adattabilità all’innesto, è facile da coltivare sia sotto TNT sia in pieno campo, mostra eccellente allegagione ed è molto produttiva. I frutti hanno pezzatura molto omogenea, buccia verde medioscura brillante, polpa di colo- Catira F1 (Nunhems). re rosso intenso, dolce e croccante, e manifestano buona tenuta in post raccolta, rivelandosi adatti sia per la grande distribuzione sia per i mercati tradizionali. IR: Fon 0,1 Nun 03115 F1, mini anguria SSS (super small seed) con buccia Crimson a ciclo medio, ha pezzatura di 2-2,5 kg ed è molto produttiva e di qualità. Youlie F1, anguria tondo-ovale con buccia Crimson Sweet a precocità media per tunnel e pieno campo, è facile da coltivare, rustica e fertile. Il frutto si distingue per la pezzatura medio grande (8-10 kg) molto uniforme, dal colore esterno brillante e attraente, la polpa rosso intensa molto croccante, la buona tenuta in post raccolta, una vera opportunità per la gdo italiana. IR: Fon 0,1 Olter (divisione di Blumen) La precocità, che risulta essere la migliore sul mercato, è sicuramente il punto di forza più interessante della novità proposta da Olter (divisione di Blumen): Stefy (OL 8010112) F1, ibrido di midi anguria del peso medio di 3-5 kg (il peso varia ovviamente in base all’epoca di trapianto, all’areale di coltivazione, alla tecnica coltura- Baronesa RZ F1 (Rijk Zwaan). Stefy (OL 8010112) F1 (Olter). le e al sesto di impianto). La pianta è rustica, di buon vigore vegetativo, coprente e molto fertile (allega con una grande facilità). Il frutto è tondo-ovale e si distingue per la colorazione esterna striata scura e le ottime caratteristiche organolettiche della polpa (colore rosso intenso, giusta consistenza ed elevato contenuto in zuccheri). Ottima risulta essere anche la Nun 03115 F1 (Nunhems). ORTICOLTURA WDL8001 F1 (Syngenta). tolleranza ai lunghi trasporti. HR: Co/Fon Rijk Zwaan Baronesa RZ F1 e Oneida RZ F1 sono le novità proposte da Rijk Zwaan, entrambe caratterizzate da ottima qualità dei frutti, elevata uniformità e re- Fascination F1 (Syngenta). golarità e accattivante presentazione, che li rende ideali per il confezionamento in box e cartone e la giusta risposta per la gdo e l’export. Baronesa RZ F1 è una Sugar Baby precoce che si distingue per produttività e uniformità. La pianta è vigorosa, con foglia- me coprente molto adattabile nei diversi periodi, mostra facilità di allegagione anche a basse temperature. Il frutto è molto uniforme e regolare con pezzatura di 7-9 kg circa, buccia scura e brillante, polpa di colore rosso intenso, fine e croccante. Oneida RZ F1 è una Crimson Sweet a ciclo precoce per serra e tunnel dotata di ottima capacità di allegagione. La pianta di medio vigore, con buona copertura fogliare, è ideale per i cicli precoci ed è molto produttiva grazie all’ottima capacità di allegare anche in ORTICOLTURA LA NOVITÀ DI FOUR OR Flora F1 (Four). piccole dimensioni. È indicata per l’innesto su Pelops RZ F1 e Ferro RZ F1. Syngenta WDL8001 F1, anguria Crimson a frutto allungato, è una Oneida RZ F1 (Rijk Zwaan). raccolta concentrata. I frutti hanno pezzatura contenuta, 7-10 kg in funzione delle condizioni colturali, e si distinguono per ridotta scottatura estiva, elevata tenuta alla sovramaturazione in campo, consistenza di polpa e conservabilità. La polpa è croccante, di colore rosso intenso e brillante, dal gusto dolce e gradevolissimo. IR: Co 1 Fascination F1 è un’anguria seedless Crimson da pieno campo, con pianta vigorosa e coprente e pezzatura di 5-7 kg. Si distingue per la tenuta a sovramaturazione e scottature e per la consistenza di polpa e la conser vabilità. IR: Co 1/Fon 1 preprintgrafica.com condizioni difficili. Il frutto, tondo-ovale del peso di circa 6-8 kg, ha pezzatura e forma molto regolari, buccia di colore scuro e brillante, di buon spessore, polpa di colore rosso intenso con pochi semi e di Four (divisione di Blumen) propone l anguriaOR Flora F1, dalla buccia simile alla tipologia Crimson. Matura in circa 80 giorni dal trapianto. I frutti, che sono uniformi e assicurano buone rese, hanno forma ovale allungata, attraente, con polpa di colore rosso vivo e peso di 10-12 kg. HR: Co/Fon 1. G.F.S. varietà per coltivazione in tunnellino e pieno campo a ciclo di maturazione medio. La pianta è di buona vigoria, dalla fogliosità coprente e manifesta precocità produttiva e capacità di allegagione anche in condizioni difficili, produttività elevata, uniformità di frutto e i nostri progetti www.ptre.it 23900 LECCO LC (ITALY) - Via Brodolini, 61 Tel. +39 0341.423808 - Fax +39 0341.423647 - info@ptre.it ORTICOLTURA Serricoltori e case costruttrici s incontrano a Guidizzolo Quattordicesima edizione per l’evento organizzato da Ferrari Costruzioni Meccaniche e Idromeccanica Lucchini di Lorenzo Benvenuti Apprezzatissimo momento d’incontro fra operatori e case costruttrici del settore, la manifestazione di Guidizzolo è giunta ormai alla sua XIV edizione. Ospiti, per le prove sotto serra, di Ferrari Costruzioni Meccaniche e, per il pranzo e i seminari, di Idromeccanica Lucchini, i molti visitatori italiani e stranieri sono stati i veri protagonisti di queste tre gior-nate. La cadenza biennale, scelta tre edizioni fa, ha elevato il numero delle proposte tecniche e tecnologiche innovative presentate nel corso della manifestazione. Sul campo, inoltre, si è potuto apprezzare come l’implementazione di dispositivi elettronici abbia Oltre duemila visitatori hanno riempito le serre a Guidizzolo. raggiunto maggiore consapevolezza tecnica, offrendo soluzioni che consentono effettivamente di migliorare il funzionamento e la resa delle macchine. Delle quasi quaranta fra attrezzature, impianti e dispositivi in prova, presentiamo in queste pagine solo una ridotta selezione. Lavorazione del terreno Nel corso della manifestazione è stata evidenziata l’im- Badalini: decompattatore Skorpio a cinque ancore. portanza di gestire il suolo con attrezzature dotate di ancore, dritte o inclinate in avanti come quelle proposte dalla casa costruttrice M.A. Badalini, riconoscendo a quest’ultime la capacità di ripristinare la naturale porosità senza rimescolare gli stati profondi con quelli superficiali. L’uso di ancore, anche in serra, consente di dirompere in modo ottimale il suolo evitandone il rimescolamento, dannoso quando coinvol- ge gli strati più profondi. Interventi fondamentali in un settore dove il ripetersi di cicli di produzione comporta raggiungimento d’indici di traffico molto elevati che inevitabilmente si ripercuotono sul suolo. Un buon rovesciamento del terreno, utile per interrare i residui colturali e controllare le infestanti, può essere ottenuto con la vangatura, che opera senza danneggiare la struttura del suolo come accade invece con l’aratura. In prova la vangatrice Selvatici della serie 150.95, dotata di otto vanghe (larghezza di lavoro 2 m) e munita di cambio a leva a tre marce completamente rinnovato e maggiorato nei dimensionamenti della coppia conica e degli ingranaggi. Risalto è stato dato anche al- ORTICOLTURA Selvatici - vangatrice serie 150.95 con Forigo Aiuolatrice Douplex Forigo - Interratrice G35-170 allestita per cambio a tre marce. con aiuola soffice per IV gamma. IV gamma. le funzioni della baulatura, che ha fra i molti pregi anche quello di evitare che la compressione generata dalle ruote del trattore si trasmetta sull’area di coltivazione. Due le tipologie presentate: l’aiuolatrice a doppio rotore, capace di preparare aiuole soffici o moderatamente compresse, idonea quindi per terreni che tendono a compattarsi (opera bene dopo un intervento con un coltivatore) e privi di sassi, e l’interratrice che invece tende a costituire aiuole più compatte e resistenti, capace inoltre di mondare il piano di coltivazione da residui colturali e sassi. Quarta gamma Per la IV Gamma l’aiuolatrice Douplex D35-150, prodotta da Forigo, è stata dotata di sensore a ultrasuoni, per leggere l’altezza dal suolo, e di un attuatore che, dietro istruzione della centralina, regola la profondità di lavoro. In questo modo si ottengono aiuole dotate di piano di coltivazione perfettamente uniforme. L’interratrice G35-170, sempre per la IV Gamma, è stata invece proposta con un allestimento per terreni di medio impasto o sciolti, con formazione di aiuola compatta e un piano di semina di 160 cm di ORTICOLTURA larghezza. Interessante il dispositivo che permette di regolare dal posto di guida la velocità di rotazione del rullo posteriore. Ciò permette di modificare la compressione delle prode senza scendere dal trattore. L’interratrice DG35 da 4 m di larghezza di lavoro, allestita per lasciare il terreno piano, è capace, in due passate, di lavorare completamente un tunnel. Le due seminatrici Agricola Italiana sono state entrambe allestite con rulli gommati di grande diametro, versioni particolarmente adatte all’impiego su aiuole poco compresse o terreno piano. La 620 SNT è una seminatrice portata meccanica a righe, da 32 file con interfila da 50 mm, dotata di casse di distribuzione del seme a 8 uscite munite di rullo distributore in spugna, assolcatori a falcioni in acciaio inox oscillanti. Il sistema di dosaggio è dotato di variatore di velocità a regolazione micrometrica. La AI-640-SN-3 è invece una seminatrice portata pneumatica di precisione, dotata di 12 corpi di semina muniti di falcione a tripla fila con interfila da 40 mm e assolcatori speciali a disco per valeriana, capace di grande precisione pur operando con semi minuti e ridottissime interfile. Infine, per il settore della IV gamma sono state proposte le Ortoraccoglitrici serie 8200 prodotte dalla Ortomec. Queste raccoglitrici sono dotate di testata e arco di taglio in acciaio inox, materiale idoneo ad entrare in contatto con prodotti alimentari, mentre il telaio e la piatta- Forigo: interratrice DG35-400 per tunnel. forma sono zincate a caldo in modo da evitare la formazione di ruggine e il suo casuale inquinamento del prodotto raccolto. Da segnalare anche la dotazione di motori a bassa emissione (certificazione Carb) idonei al lavoro in serra. La gestione dell’altezza di taglio può essere automatica grazie alla presenza di una coppia di sensori posizionati all’estremità della te- Agricola Italiana: 620 SNT meccanica Agricola Italiana: AI-640-SN-3 pneumatica di con interfila 50 mm. precisione con interfila 40 mm. O.M. Mingozzi: pirodiserbatrice combinata a Ortomec: Ortoraccoglitrice serie 8200 nella erpice rotante. versione a due ruote motrici. stata, vicinissimi alla lama tramite una serie di potenziometri è possibile inoltre regolare la velocità della lama, la sensibilità dei sensori, l’inclinazione della testata, la velocità automatica di avanzamento. La gestione del suolo post raccolta e pre semina trova razionali soluzioni nell’applicazione del pirodiserbo. Le O.M. Mingozzi propongono per il post raccolta una pirodiserbatrice combinata ad un erpice rotante. Quest’ultimo amplifica l’azione del pirodiserbo, permettendo al calore (e alla fiamma) di colpire una maggiore quantità di terreno. L’erpice rotante, regolato per lavorare solo i primi centimetri, può rappresentare per uno o due cicli consecutivi, l’unica lavorazione. L’azione della fiamma consente di debellare le infestanti e gli organi riproduttivi di piante patogeni purché esposti alla sua azione per un tempo sufficiente. L’impiego di questa tecnica consente di ridurre la carica di patogeni e infestanti, mentre, senza l’erpice rotante la diserbatrice si presta per il controllo delle infestanti in pre semina. ORTICOLTURA Trapianto a file binate Ferrari: Multipla, trapiantatrice manuale, nella Ferrari: Futura Twin, trapiantatrice automatica versione trainata a 3 bine. a file binate. Ferrari: Rotostrapp, trapiantatrice semiautomatica per cubetto. La coltivazione in file binate è una tecnica applicata non solo su pomodoro, ma anche su colture come sedano, finocchio, broccolo, indivia e scarola, poiché offre la possibilità di razionalizzare l’irrigazione a manichetta (una per due file), alcuni interventi di coltivazione (trattamenti, sarchiatura, ecc.) ed incrementare l’investimento. Per questa tecnica Ferrari ha proposto Multipla, una trapiantatrice manuale, nella versione trainata a 3 bine (6 file) e munita di telaio telescopico idraulico. Punto di forza di questo modello è il distributore a rotazione intermittente ORTICOLTURA che dispone di 9 coppie di alloggiamenti per le piantine. Questi possono essere regolati in modo tale da garantire il mantenimento della verticalità del condotto che convoglia la piantina al vomere variando l’interfila della bina da 36 a 50 cm. Il collegamento dell’organo di trapianto è costituito da un parallelogramma articolato con carico regolabile fino a 60 kg capace di adeguarsi al profilo superficiale del suolo. Il trapianto realizza una precisa disposizione a quinconce con distanza sulle file gover- nata elettronicamente tramite attuatore idraulico. Per le grandi estensioni è stata proposta anche la Futura, trapiantatrice integralmente automatica, nella versione Twin capace appunto di realizzare file binate. Un organo di trapianto rifornisce due linee di trapianto, con disposizione a quinconce delle piantine. Ferrari: FPC, semiautomatica per il trapianto de cubetto su film di pacciamatura. Insalate in cespo L’allevamento delle piantine in cubetto offre molti vantaggi che si traducono, per tutte le tipologie di insalate da cespo, in una significativa riduzione del ciclo di produzione. Ferrari: Remoweed, sarchiatrice automatica per le insalate in cespo. Ferrari: Futura, trapiantatrice automatica. Ideal: nebulizzatore Supra Marechere nella versione per il pieno campo. Ferrari con la semiautomatica Rotostrapp, in versione semovente a 2 RM e 4 file, ha proposto una delle trapiantatrici più performanti presenti sul mercato. La produttività e qualità del lavoro che caratterizza questa trapiantatrice è dovuta anche alla disponibilità di servizi gestiti elettronicamente come, ad esempio, la distanza di trapianto, la profondità di trapianto e i sistemi di guida. L’interfila è regolabile da un minimo di 28 cm; la distanza sulla fila da 10 a 99 cm con possibilità di disporre le piantine a quinconce. La FPC, trapiantatrice semiautomatica per il trapianto su film, anch’essa presentata nella versione semovente, dotata però di 4 RM, separa l’azione di foratura del telo da quella di deposizione del cubetto, per consentire di ripiegare sotto al telo stesso, il lembo tagliato ed evitando che interferisca con lo sviluppo della piantina. Nell’ottica di offrire soluzioni tecnologiche idonee a sostenere tecniche di coltivazione diverse è stata presentata da Ferrari una sarchiatrice auto- Forigo - TG35 allestita per la manifestazione con tre diverse attrezzature per la preparazione delle aiuole di coltivazione. matica ad elevata tecnologia, nella versione a 4 file, la ormai già famosa Remoweed. Questa attrezzatura è infatti capace di sarchiare sia l’interfila che lo spazio fra una pianta e la successiva, in modo automatico lavorando il terreno fra glia 8 e i 15 mm di profondità. Il cuore della macchina è costituito da un sistema visivo di mappatura dimensionale della pianta all’infrarosso e da un computer che gestisce due bracci mobili dotati di lame all’estremità. L’azionamento dei bracci è garantito da un dispositivo idraulico ad alta velocità che consente di effettuare la sarchiatura intorno a ciascuna pianta procedendo con velocità di avanzamento fino a 3 km/h. Alcune tecnologie per il campo aperto Regina delle grandi macchine per la preparazione del terreno in orticoltura è senz’altro la TG35 - 200, un portaattrezzi che può vantare 6 m effettivi di larghezza di lavoro. Forigo, alla manifestazione, l’ha allestito con tre differenti attrezzi per poter con- frontare gli effetti sul terreno prodotti da due interratrici allestite in modo diverso e l’aiuolatrice. Le attrezzature che equipaggiano il porta attrezzi sono standard (e non subiscono nessuna modifica) e quindi possono operare anche collegate direttamente al trattore. Offrono il vantaggio di formare aiuole regolari ed equidistanti (facilitando le successive operazioni di semina o trapianto e di raccolta con grandi macchine); di contrarre i tempi di lavoro; ridurre i costi; garantire elevata tempestività di lavoro. Ovviamente non poteva mancare in questa sfilata di grandi tecnologie l’antesignana Futura di Ferrari. Questa trapiantatrice automatica si distingue per l’elevata versatilità, può, infatti, operare con quasi tutti i contenitori (anche super seedling), la grande affidabilità, operano nel mondo ormai da anni moltissimi modelli, l’elevata qualità agronomica del trapianto, pregio raggiunto grazie ad una perfetta commistione fra meccanica, idraulica, pneumatica ed elettronica. Ideata ORTICOLTURA Forigo: Mix Tiller Dry 35-200. per la coltivazione delle orticole trapiantate a file spaziate, trova largo impiego oltre che su pomodoro, cavolo, broccolo, cicoria anche su tabacco. Un’altra attrezzatura pienamente rispondente alle esigenze dell’orticoltura più evoluta è il nebulizzatore a polverizzazione pneumatica per trattamenti a basso/medio volume presentato da Ideal. Il modello in prova disponeva di un serbatoio da 3.000 litri con barra da 15 m zincata a caldo con movimento idraulico. In questo modello la distribuzione è affidata a 22 diffusori e 2 flaps posti alle estremità della barra. La miscela è portata al punto di erogazione in bassa pressione, qui la quantità da distribuire è regolata da una piastrina, dove l’alta velocità dell’aria prodotta dal ventilatore centrifugo (circa 100 m/s) la micronizza e la trasporta sul F.lli Spedo: seminapatate automatica SPA 4D/H. bersaglio evitando fenomeni di deriva e garantendo una completa bagnatura anche di piante molto sviluppate o caratterizzate da vegetazione densa. Nel settore della difesa, fra le altre, è stata presentata da Forigo anche il Mix Tiller Dry 35-200, attrezzatura specializzata nella distribuzione di microgranuli e polveri capace di garantire un'elevatissima precisione grazie al dosatore volumetrico e al ripartitore pneumatico che sfrutta il principio Venturi. Progettato per operare con microgranuli come il Dazomet, opera anche con preparati Bio e geodisinfestanti in polvere. La macchina è composta da una interratrice della serie G35, dalla tramoggia e dal gruppo per la distribuzione del prodotto solido. La distribuzione pneumatica è ad alta tenuta e il dosaggio è pro- Cosmeco - Scavafossi Verticale Voll. porzionale all’avanzamento (DPA). Nella distribuzione del Dazomet (che libera per gassificazione Mitc) viene contemporaneamente effettuata la stesura di un film VIF che la rende idonea ad operare in campo aperto. Last but not least La F.lli Spedo ha presentato la Seminapatate Automatica destinata per precisione, velocità di lavoro (fino a 8 km/h) e autonomia di lavoro alle grandi aziende e ai contoterzisti. Infatti, è dotata di una tramoggia idraulica molto capiente e di facile carico che migliora l’autonomia della macchina. La semina è precisa grazie al collegamento a parallelogramma dell’organo seminatore e al distributore vibrante che riduce i casi di doppie deposizioni. La Cosmeco ha invece proposto lo Scavafossi Verticale Forigo: TPsens per gestire le attrezzature. V0LL per realizzare canali a pareti verticali ideali per lo scolo delle acque, indicata anche per la posa di tubi di drenaggio o irrigazione. Il modello in prova permette di eseguire solchi verticali fino a 30 cm di profondità per 8 o 12 cm di larghezza (modificando la disposizione degli utensili standard). Il Tpsens di Forigo, dispositivo appena premiato al Fima di Zaragoza, ha introdotto nella manifestazione la smart tecnhologies ponendosi l’obiettivo di fornire all’orticoltore l’opportunità di migliorare la gestione del suo parco macchine. Tpsens, dotato di tecnologia Energy Harvesting, monitora la macchina controllandone temperatura e pressione degli organi principali, posizione di lavoro, posizione geografica e ore di funzionamento effettive. I dati sono resi disponibili via Wireless o Bluetooth e archiviati in Cloud. Nel caso in cui rilevi l’andamento anomalo di uno dei parametri rilevati avvisa l’operatore attraverso segnalazione acustica e visiva sul dispositivo collegato. L’applicazione è molto semplice e può essere montato su qualsiasi tipo di macchina. ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE LE PROPOSTE DEI COSTRUTTORI Gli impianti per le serre presentati all’ultima edizione di Fieragricola. Diventati ormai irrinunciabili nel fuori suolo, faticano a imporsi per le colture protette su terra di Ottavio Repetti L a fertirrigazione è una tecnica precisa, spesso al limite del rigore scientifico. Allo stesso tempo, tuttavia, ammette un’inaspettata dose di approssimazione, per cui basta un buco nella condotta d’irrigazione e una pompa da poche decine di euro per chiudere la questione. Chiaramente le due soluzioni portano a risultati diversi, ma con entrambe è possibile fertirrigare. L’apparente incongruità tra due pratiche così dissimili si spiega con il fatto che la serricoltura è materia vasta, dove troviamo di tutto: dalla serra poco più che amatoriale, realizzata senza grandi costi né pretese, fino all’azienda di dieci ettari con una decina di addetti e una gestione altamente professionale di ogni passaggio agronomico. Esiste poi un’estrema variabilità anche tra le colture o meglio le tecniche di coltivazione: mentre alcune sono elementari e pertanto non richiedono un’elevata precisione, altre non potrebbero aver successo senza un controllo il più possibile esatto di tutte le variabili: ambientali, sanitarie e nutrizionali. Quest’ultimo è chiaramente il caso delle coltivazioni fuori suolo, che sono anche quelle che con più frequenza ricorrono alla fertirrigazione, dal momento che non potrebbero esistere senza una somministrazione dei nutrienti per via idrica. Inutile dire che questa tecnica produttiva impone rigore e precisione nella fertirrigazione. Viceversa, pratiche più semplici come la serricoltura tradizionale, magari con piante non particolarmente esigenti sotto l’aspetto nutrizionale, possono sfruttare anche un sistema di alimentazione più approssimativo. Anche perché, mentre nell’idroponia ogni minima variazione dei nutrienti è immediatamente assorbita dalla pianta, in una serra di tipo tradizionale abbiamo il terreno a far da cuscinetto. Quest’ultimo, se da una parte ritarda l’assimilazione dei fertilizzanti, dall’altra fa da tampone in caso di errori nella distribuzione dei medesimi. Vediamo allora più da vicino alcune tipologie di fertirrigazione. Tipologie La Sandrini Snc installa banchi della Banco a cinque pompe (di cui una per spagnola Agronic, caratterizzati da lacido) con portata sufficiente a gestire un una gestione molto semplice. ettaro di coltura fuori suolo (Gastaldelli). Senza controllo. Il sistema più semplice è quello di collegare il circuiti d’irrigazione con un bidone nel quale si trovano i fertilizzanti, che saranno immessi nella conduttura dell’acqua attraverso una pompa tradizionale o, molto usata, di tipo Venturi. Una variante di questo sistema prevede di deviare una parte dell’acqua all’interno del serbatoio. Qui si mischia con i nutrienti, sciogliendoli, prima di tornare nella conduttura d’irri- ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE di allarme sul cellulare dell’addetto algazione. Aumentando o riducendo la l’irrigazione. velocità di aspirazione è possibile effetControllo proporzionale. Ancor più tuare un sommario controllo sui quantipreciso, secondo il parere di molti adtativi distribuiti. Se a questo sistema agdetti ai lavori, il controllo proporzionale. giungiamo un conta litri, abbiamo una In questo caso non si decide il numero prima misurazione della quantità di condi grammi di fertilizzante per metro cucime distribuito. bo di acqua, ma la proporzione tra acImpianto controllato. Ben diverso il caqua e fertilizzanti: per esempio, 5% ferso dei banchi di fertirrigazione, dotati o tilizzante A, 7% fertilizzante B e così via. meno di premiscelazione. Su una deriIn questo modo è più semplice rispettavazione della condotta principale si colre le prescrizioni agronomiche sul raplocano una o più pompe, a seconda del porto tra i vari nutrienti nella coltivazione numero di nutrienti che si vogliono gefuori suolo. stire. Da notare che uno degli spazi è Vale quanto detto sopra, naturalmente, sempre occupato dal correttore di aciper le possibilità di controllo della cendità, vale a dire un dosatore che immettralina sia in loco sia a distanza, nonché te acido per regolare il pH della soluzioper il correttore di acidità. ne ed evitare problemi di precipitazione Premiscelatore. Entrambi i sistemi posdei fertilizzanti in caso di eccessiva alsono essere dotati o meno di premiscecalinità. La Idromeci realizza impianti di ogni tipo, latore. I pareri sulla sua utilità sono diL’erogazione dei diversi elementi è condai più semplici a quelli con alto concenscordanti: essenziale secondo alcuni, trollata da una centralina, sulla quale trato tecnologico. Per serre non raggiunte inutile (purché il dosatore sia preciso) l’operatore indica le unità di fertilizzante dall’allacciamento elettrico è disponibile per altri. da distribuire, mentre la correzione di l’alimentazione fotovoltaica. Il vantaggio principale del premiscelaacidità è sempre automatica. L’impostatore è di consentire una buona miscelazione dei nutrienti zione è fatta manualmente, sul posto o anche, installando una anche in banchi di fertirrigazione non troppo sofisticati. I scheda Sim nella centralina, da remoto, attraverso il computer nutrienti, infatti, non finiscono direttamente nel circuito d’irrio il palmare; un sistema, questo, adatto a chi gestisce diversi gazione, ma in un serbatoio, dove sono mescolati tra di loro impianti a notevole distanza uno dall’altro. Ed è anche una prima di essere iniettati nella conduttura. Chi apprezza questo soluzione utile per la gestione dei malfunzionamenti: in caso sistema sottolinea che una erogazione diretta non fornisce di problemi – blocco di una pompa, esaurimento di un elemai le stesse garanzie di precisione. mento nutritivo eccetera – la centralina invia infatti un segnale Al contrario, chi sostiene il metodo dell’iniezione diretta spiega che, avendo un dosatore di buon livello, la premiscelazione è inutile, oltre a essere rischiosa: come nel caso in cui alcuni nutrienti non possano essere miscelati tra di loro senza rischio di precipitazione o di qualche altra reazione indesiderata. Un sistema in crescita Il sistema di somministrazione a iniezione diretta manda i nutrienti nella conduttura dell’acqua senza passare dal premiscelatore. Qual è lo stato della fertirrigazione in Italia? E che cosa chiedono gli agricoltori ai costruttori di impianti? Lo abbiamo chiesto a questi ultimi, approfittando dell’area dedicata a colture protette e fertirrigazione dell’ultima Fieragricola. Diciamo, per cominciare, che la diffusione di questi impianti appare in crescita costante, eppure lenta. Diventato ormai irrinunciabile nel fuori suolo, fatica a imporsi per le colture protette su terra, quantomeno nella sua forma a più alta tecnologia. Paradossalmente, secondo quanto dicono i costruttori, sta crescendo molto più rapidamente in coltivazioni di campo ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE aperto finora scarsamente interessate a queste pratiche. È il caso del mais, per il quale, più o meno tutte le ditte che realizzano impianti vedono eccellenti possibilità di sviluppo del medio periodo. Da non dimenticare anche il pomodoro, ormai irrigato a manichetta in buona percentuale e dunque “pronto” per il passaggio alla fertirrigazione. Limitandoci però alla serra ecco le proposte di alcuni degli espositori presenti a Fieragricola. Gastaldelli. La ditta di Nogara ha portato in fiera un banco di fertirrigazione a cinque pompe, dalla portata sufficiente a coprire un ettaro di coltivazione fuori suolo. Molto di più, naturalmente, se si fa serricoltura in terra. L’impianto, senza premiscelatore, è composto da cinque pompe con dosatore (di cui una ovviamente riservata al correttore di acidità) e da una centralina, che può funzionare Il banco di fertirrigazione della Irritec, con L’alternativa all’iniezione diretta è il serbada remoto con l’aggiunta di apposialimentazione proporzionale, può arrivare a toio di premiscelazione, considerato più ta scheda telefonica. Il controllo del un massimo di 12 pompe. sicuro su impianti non troppo complessi. dosaggio avviene in grammi per etSandrini. Concludiamo con una ditta che non costruisce ma tolitro di acqua. Un banco di questo tipo ha un costo di circa installa impianti di irrigazione di ogni tipo. La Sandrini monta 7mila euro e può portare fino a sette pompe, naturalmente con banchi di vari marchi, tra cui Irritec. Da qualche anno sta un adeguamento di prezzo. proponendo il prodotto di una ditta spagnola, la Agronic. Si Idromeci. Altra azienda veronese (la sede è a Bussolengo) tratta di un banco con centralina a controllo proporzionale o specializzata in impianti per la serra. Il catalogo in materia di su peso che si caratterizza per un’estrema semplicità di profertirrigazione è davvero vasto: si va dalla pompa venturi al grammazione e di gestione. Il modello 5000, con quattro banco con centralina, controllo via rete Gsm o via radio e pompe più correttore del pH, è tarato per gestire fino a 8mila alimentazione autonoma. Per le serre sprovviste di allacciapiante in coltura idroponica, che è poi la tecnica per la quale si mento elettrico, infatti, Idromeci propone una soluzione con richiedono solitamente impianti ad alta tecnologia come quepannello fotovoltaico in grado di alimentare non soltanto la sto. Mentre sull’altra sponda dell’Adriatico, Croazia, Slovenia, centralina e i dosatori, ma anche le pompe. Offre inoltre Serbia e Macedonia, si usa la fertirrigazione anche su sersoluzioni per chi fa coltivazioni fuori suolo con scarsa disponiricoltura tradizionale, infatti, secondo l’esperienza di Sandrini bilità di acqua e può pertanto irrigare soltanto in determinati in Italia questa pratica è ancora riservata in massima parte a momenti della giornata. Il tutto, ovviamente, con la massima chi fa coltivazioni fuori suolo, anche se cresce il numero di possibilità di personalizzazione. serricoltori che la impiegano per particolari coltivazioni in Irritec. Nome assai noto nel settore, figura tra i sostenitori del serra. Sui monti Lessini, a Nord di Verona, si usa per esempio premiscelatore, considerato più affidabile dell’iniezione diretper fragole e frutti di bosco, mentre non ha ancora preso ta nella conduttura. A Fieragricola era presente un banco con piede per orticole a minor valore aggiunto. quattro pompe più controllo dell’acidità e, ovviamente, premiSul fronte della diffusione territoriale va infine considerata scelazione. C’è la possibilità di arrivare, per esigenze particoun’interessante segnalazione di Gastaldelli, secondo cui il lari, fino a 12 pompe. La distribuzione è basata sul sistema Sud, con la zona di Battipaglia in testa, è più avanzato rispetto proporzionale e l’acquirente può richiedere, se ne ha necessial Settentrione nell’impiego di impianti complessi. Qualche tà, il controllo remoto. Il costo del sistema presentato a Verona volta i luoghi comuni si possono anche sfatare. è inferiore ai 3mila euro. ORTICOLTURA SPECIALE MELONE COLTIVATO IN VERTICALE Una modalità di allevamento usata in Marocco che compensa il maggior impiego di manodopera con rese raddoppiate rispetto al sistema “a piatto”. Il maggior apporto di elementi nutritivi va somministrato durante la crescita esponenziale dei frutti Il modello di serra prevalente in Marocco è rappresentato dalla cosiddetta “canariana”, molto simile al “parral” spagnolo, ovvero di Paolo Battistel una tensio-struttura a tetto piano, di notevole altezza (5-6 m), con aperture di colmo e laterali protette da reti anti-insetto. Il melone in verticale viene tra- I l Sud del Marocco gode di un clima particolarmente favorevole per la coltivazione protetta del melone, sia nel ciclo autunnale (settembre-dicembre), sia soprattutto nel ciclo invernale (dicembre-aprile), con trapianti a fine novembre-inizio dicembre e quindi raccolte molto precoci, che possono iniziare già nella 1°-2° settimana di febbraio. Il modello di serra prevalente è rappresentato dalla cosiddetta “canariana”, una tensio-struttura a tetto piano, del tutto simile al Le piante vengono avvolte attorno a spaghi verticali, rimuovendo getti laterali e viticci fino al 12°-14° nodo. In questa fase è importante spingere al massimo la velocità di crescita del fusto. piantano su file binate distanti 250 cm, su baulature pacciamate con Pe nero, con una sola manichetta centrale per la fertirrigazione. Si ottiene così una densità di 1,8-2,2 piante/m2, più che doppia rispetto all’allevamento “a piatto”. “parral” tipico di Almeria, da cui evidentemente deriva. La principale differenza è che tutte le canariane marocchine sono molto alte, normalmente 5-6 m al colmo, il che consente un buon controllo delle temperature massime nei mesi più caldi. La regola d’oro “più alta è una serra meglio è” qui viene quasi sempre rispettata. Si tratta anche di una struttura assai economica: a seconda che i pali di sostegno siano in legno o ferro zincato, o misti, può costare dai 25mila ai 40mila €/ha, ovvero 2,5-4 €/m2: nessuna struttura multi-tunnel è in grado di competere con questi prezzi in quell’ambiente. La costruzione richiede molta manodopera, ma in Marocco attualmente non supera i 10-12 €/giorno, quindi l’incidenza per unità di superficie è bassa. I pali di sostegno centrali sono piantati a file distanti in genere 10 m, con passo 2,5 m sulla fila. Sono affogati in piccoli plinti di ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE cemento semplicemente appoggiati, in quanto la struttura viene ancorata a terra con pali diagonali lungo tutto il perimetro (passo 2,5 m), tesi da tiranti legati a grosse pietre interrate a ca. 160 cm di profondità. Anche il tetto viene ancorato allo stesso modo ogni 10 m, a metà tra due file di piantoni, così da far assumere al tetto un profilo leggermente a zig-zag e da raccogliere e drenare all’esterno eventuali piogge, suppur sporadiche. Non è certamente una struttura in grado di sopportare carichi verticali, quali una nevicata, che comunque non è certo un rischio probabile a quelle latitudini, ma ha sicuramente una notevole resistenza al vento, in quanto ancorata saldamente a terra, mentre il peso di un multi-tunnel grava in verticale su piantoni e gronde. Il telo di copertura è in genere Pe da 0,2 mm di spessore di durata triennale, il quale viene fissato tra due maglie di fili metallici “tessuti” in quadrati di ca. 25-30 cm di lato. In questo modo può resistere facilmente anche a venti di oltre 120 km/h. Le aperture di colmo per la ventilazione vengono realizzate semplicemente fissando i teli di Pe su fili di ferro zincato lungo l’asse dei piantoni. Apertura e chiusura vengono modulate a mano solo 3-4 volte l’anno, da operai che camminano sul tetto, in quanto per la maggior parte del tempo si tratta di aperture fisse. Al di sotto del telo di plastica vengono installate reti anti-insetto fisse, per bloccare soprattutto l’entrata della mosca bianca. Per modulare la ventilazione si usano più spesso le finestre laterali, pure fissate a cavi metallici, le quali vengono aperte dall’alto al basso con corde di cotone. Piante sviluppate in altezza Una peculiarità importante della coltivazione del melone in Marocco è che viene allevato in gran parte in verticale. Si tratta di una scelta colturale che comporta maggiori investimenti, sia nel sistema di coltivazione, sia nella tecnica, che richiede un maggiore impiego di manodopera, ma che può abbondantemente compensare l’agricoltore con rese più che doppie rispetto alla coltura tradizionale “a piatto”, che domina in Italia. L’allevamento in verticale fino a 180-220 cm di altezza, tutorato con spago, richiede circa il doppio di manodopera per la potatura (120-140 h/ha, contro le 60-70 h/ha della coltivazione a piatto), però consente anche di raddoppiare la densità di piantagione, in media da ca. 0,7-1 a 1,5-2,2 pt/m2 (la densità più diffusa in Marocco è di 18mila-20mila piante/ha). Per rendere fattibile questa opzione, ovviamente, è indispensabile una buona conoscenza della potatura verde selettiva. Esempio di allevamento in fuori suolo su sacchi di fibra di cocco da 25 l, su cui vengono trapiantate 4 piante ciascuno (densità di circa 20mila piante/ha). È opportuno realizzare baulature alte, su cui appoggiare i sacchi di substrato, per aumentare l’accumulo termico durante il giorno e guadagnare precocità. Il melone verticale viene allevato in un sistema a “V”, con piante legate su spago fino a ca. 180-220 cm di altezza. Su un lato della baulatura pacciamata viene sistemata la linea con i gocciolatori auto-compensati (uno per pianta da 2 l/h di flusso). La continua potatura dei getti secondari (femminelle) permette alla pianta di produrre due “flussi di carica” da 4-5 frutti ciascuno, intervallati da un periodo di “vuoto”. Nel caso di meloni retati fino a 1 kg/frutto, ad esempio, il sistema verticale consente di portare la resa mediamente da 4-6 a 9-12 kg/m2, ovvero più del doppio, e di ripagare ampiamente il maggiore impiego di manodopera. Le maggiori rese si spiegano sia grazie alla migliore intercettazione della luce, in quanto si riduce l’ombreggiamento reciproco delle foglie, sia grazie alla potatura più precisa e continua dei getti secondari, che competono con quelli fruttiferi. Normalmente si osservano anche gradazioni zuccherine superiori (+0,5/1 °Brix). Unico inconveniente “qualitativo” è rappresentato talvolta da una leggera ovalizzazione dei frutti più grossi, in varietà che superano i 1.300-1.500g, a causa della forza gravitazionale che agisce su di essi. A seconda della vigoria della varietà e del periodo di coltivazione (ovvero della radiazione fotosintetica disponibile), la tecnica consiste nell’allevare la pianta a stelo unico, rimuovendo conti- ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE In serre “canariane” con passo 12 m tra i pali principali di Abbondante radicazione all’interno dei sacchi di fibra di cocco, sostegno, invece dei classici 10 m, si può ottenere una ottenuta grazie a un’attenta programmazione delle irrigazioni, in distribuzione più omogenea delle piante (file ogni 200 cm), funzione della radiazione disponibile. In questo caso sono stati quindi una migliore intercettazione della luce e maggiore aggiunti anche inoculi micorrizici, sia in fase di vivaio che di fotosintesi, a parità di densità (2 pt/m2). trapianto. 6.Il controllo della nutrizione minerale nel fuori suolo è molto preciso e consente di ottenere piante sempre bilanciate sotto l’aspetto vegetativo e riproduttivo, anche in presenza di acque irrigue con elevata salinità (Ec 3,5 mS/cm nell’esempio della foto). nuamente i germogli ascellari, fino al 12°-14° nodo, quindi vengono fatti allegare 4-5 frutti su tali getti secondari, fino al 18°-23° nodo, cimando le femminelle 1-2 foglie sopra il frutto. La rapida crescita per divisione cellulare di questi primi frutti produrrà una forte competizione nutrizionale sulla crescita del germoglio principale, il quale determinerà, quindi, l’aborto di tutti i nuovi fiori femminili prodotti fino a circa il 28°-33° nodo. A questo punto si ri-creerà l’equilibrio metabolico della pianta, con possibilità di allegare altri 3-4 frutti nella parte apicale dello stelo, il quale verrà infine cimato 2-4 foglie sopra l’ultimo frutto, ma spesso la crescita della cima si arresta da sola, causa competizione metabolica coi frutti. La maturazione di tutti i frutti avviene in circa 4-6 settimane, a seconda della radiazione disponibile, determinando due flussi di raccolta, ognuno di circa 2 settimane, intervallati da 1-2 settimane di “vuoto produttivo”. Il ciclo più redditizio in Marocco è ovviamente quello invernale. I primi trapianti cominciano a fine novembre e terminano a metà gennaio, quindi si potranno ottenere le prime raccolte a partire dalla 1°, ma più spesso, 2° settimana di febbraio fino a fine aprile-inizio maggio, quando cessa il canale di esportazione. La continua selezione dei frutti e dell’apparato fogliare consente di ottenere continuamente un equilibrio germoglio/frutti ottimale, quindi di massimizzare le rese, ma anche la qualità dei frutti, ovvero l’omogeneità di pezzatura, la consistenza e la shelf-life della polpa, il grado Brix° e talvolta anche la colorazione (più intensa soprattutto nei tipi a polpa arancione). In fuori suolo In Marocco si sta diffondendo velocemente anche la coltura del melone in fuori suolo, utilizzando soprattutto sacchi di fibra di cocco di elevato volume (circa 25 l per sacchi da 100-120 cm). Il melone è molto sensibile ai patogeni radicali, soprattutto di origine fungina, quindi è una coltura che si può avvantaggiare in modo consistente delle colture fuori suolo, in particolare in aziende marocchine che lo praticano in mono-successione, in quanto richiede un alto livello di specializzazione produttiva. È anche molto esigente in termini di nutrizione minerale e di tempestività di somministrazione di macro- e micro-elementi, quindi non c’è niente di meglio che una fertirrigazione bilanciata; la combinazione di allevamento in verticale e coltura idroponica massimizza rese e qualità, quindi il reddito. Anche i vantaggi agronomici sono evidenti: le caratteristiche chimico-fisiche dei substrati inerti permettono di controllare accuratamente la salinità e la concentrazione di macro- e microelementi, in funzione delle fasi di crescita della pianta e del suo fabbisogno nutrizionale: ciò consente di ottenere frutti più uniformi, sia riguardo alla pezzatura, che al grado di maturazione, ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE Il fuori suolo consente un ottimo controllo della generatività della coltura, grazie al mantenimento di livelli costanti di contenuto idrico e salinità del substrato. Nella foto: esempio di femminella al 15° nodo con ben 4 fiori femminili, di cui solo uno verrà allevato. Lo stelo principale viene ripulito dei germogli ascellari (femminelle) fino al 12°-14° nodo, quindi vengono fatti allegare 4-5 frutti. Successivamente si ha un “vuoto produttivo” per altri ca. 12-16 L’impollinazione viene realizzata con api o, talvolta, soprattutto nodi, quindi la pianta ritrova il suo equilibrio e allega altri 3-4 nei trapianti più precoci, in presenza di minime notturne <8 °C, frutti nella parte apicale, dopodiché viene cimata. anche con bombi. ma soprattutto frutti con minore contenuto di acqua e maggiore accumulo di zuccheri e sali minerali. Unico importante accorgimento, poiché il melone viene allevato normalmente in serre fredde, è di appoggiare i sacchi contenenti il substrato direttamente sul terreno pacciamato. La coltura, infatti, richiede una temperatura radicale alta e costante, quindi si avvantaggia dell’accumulo termico del terreno e della sua cessione per contatto al substrato inerte durante la notte. In caso di substrati sospesi su supporti staccati dal terreno (canalette, bancali, ecc.), si sono osservati ritardi di precocità fino a 2 settimane. Il substrato che nelle coltivazioni più recenti ha dato le migliori prestazioni produttive e qualitative è la fibra di cocco, contenuta in sacchi di PE bianco/nero “UV-resistant”, al fine di rendere possibile il loro riutilizzo per 2-3 cicli produttivi, previa solarizzazione o sterilizzazione. In genere si trapiantano 4 piante per ogni sacco da 100-120 cm di lunghezza e 22-27 l di capacità. Molto interessante si è dimostrata recentemente anche l’inoculazione dell’apparato radicale con funghi micorrizici e/o ceppi di Trichoderma, in modo da conferire alle radici maggiore resi- stenza alle malattie radicali, ma soprattutto agli stress ambientali, in particolare alle basse temperature in fase di accrescimento dei frutti a gennaio. Sacchi di elevato volume (>20-25 l) di questo tipo, riutilizzati per 3 cicli produttivi, fanno sì, oggi, che una coltura fuori suolo costi addirittura meno di una coltura tradizionale a terra dove, ogni anno, è necessario rinnovare lavorazioni del suolo, disinfezione e pacciamatura, quindi l’obiezione che le colture fuori suolo non si stanno diffondendo in Italia, a causa dei maggiori costi, è attualmente destituita di ogni fondamento. Fabbisogni nutrizionali Dal punto di vista dei fabbisogni nutrizionali, il melone viene ritenuto una pianta tipicamente potassofila, ma non è esattamente vero. Va posta molta attenzione, in particolare, al giusto momento in cui somministrare non solo il potassio, ma anche gli altri macro-elementi. Nelle prime 4 settimane, ovvero nel periodo che precede la fioritura e l’allegazione dei primi frutti, l’apporto di fertilizzanti deve essere attentamente controllato, soprattutto quelli azotati, ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE Particolare dei primi quattro frutti basali, Frutto a 4 giorni dalla raccolta. Da notare Frutti avvolti dalla paglia per prevenire allegati ai nodi 12-16, al termine della fase il rapido ingiallimento delle foglie prossi- ammaccature durante il trasporto al cen- di attivo accrescimento per divisione cel- me al frutto, responsabili del trasferimen- tro aziendale, dove verranno selezionati, lulare. to di zuccheri dalla chioma alla polpa. calibrati e confezionati in cartoni. onde evitare pericolosi aborti fiorali a causa di un eccesso di vigoria della pianta. Nelle 4 settimane successive, in cui i frutti subiscono un intensa crescita per divisione cellulare, il fabbisogno di nutrienti aumen- Particolare della seconda o ndat a apicale di 4 frutti/pianta. Si noti la testa fissata allo spago a 220 cm da terra, utilizzando una clip di plastica; la testa che ricade verso il basso. ta esponenzialmente: azoto, potassio e magnesio hanno un andamento relativo molto simile, mentre molto alto è l’assorbimento di calcio e tale si mantiene per ben 2/3 del periodo colturale totale: da questo punto di vista il melone appare più come una pianta calciofila che potassofila. Il picco di assorbimento del potassio avviene tra la fine della crescita per divisione e l’inizio di quella per distensione cellulare. Nella maggior parte delle varietà di melone, la massima traslocazione di zuccheri dalle foglie ai frutti si ha negli ultimi 7-15 giorni prima della raccolta ed è noto che tale processo necessita di abbondanti quantità di potassio, però la sua massima somministrazione deve precedere tale fase, pena il rischio di picchi di pressione osmotica nel frutto e conseguenti spaccature. Importante, inoltre, non far mancare l’azoto nitrico nelle fasi di crescita esponenziale dei frutti. Cautela invece con l’azoto ammoniacale, che può competere facilmente con l’assorbimento degli altri cationi, in particolare calcio e potassio. Da non dimenticare, infine, che anche le modalità di somministrazione della fertirrigazione rivestono una notevole importanza per guidare una crescita equilibrata del melone. All’inizio, fino alla fioritura e allegazione dei primi frutti, è opportuno creare una sorta di leggero stress idrico controllato, al fine di far prevalere la fase generativa della pianta. Successivamente, durante la crescita esponenziale dei frutti, la restituzione dovrebbe sempre eccedere l’ETp, onde non ostacolare il riempimento di sostanza secca delle cellule dei frutti, mentre nella fase finale di maturazione è consigliabile ritornare a una condizione leggermente deficitaria. Ciò previene le spaccature e favorisce una maggiore concentrazione di zuccheri nel frutto. L’autore è del Ceres Srl, società di consulenza nel settore dell’orticoltura protetta ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE SU PEPERONE MIGLIORA LA PLV La prova effettuata presso l’azienda Vegitalia, in Calabria, ha inoltre evidenziato un risparmio di fertilizzanti di circa 2 centesimi/kg sulla produzione netta, dimostrando una riduzione dell’utilizzo di oltre il 50% di Silvio Fritegotto* P eperone, melanzana, zucchino, patate e altri ortaggi sono la materia prima di lavorazione di Vegitalia Spa, società di proprietà della multinazionale giapponese (Kagome Co.,Ltd.) che svolge attività di produzione e commercializzazione di cibi precotti e grigliati surgelati a base vegetale. In provincia di Cosenza, a San Marco Argentano, si trova uno stabilimento di lavorazione che si avvale di due agronomi (Carlo Iacobucci e Giovanni Gallicchio) per l’assistenza ai produttori. Coltivazione pacciamata qualche giorno dopo la pacciamatura. L’obiettivo principale della prova di fertirrigazione, che si è svolta nell’estate 2013, era quello di dimostrare e divulgare l’efficacia della coltivazione del peperone con un corretto impiego di questa pratica. Benché la primavera e l’inizio estate 2013 siano state particolarmente difficili dal punto di vista meteorologico, con indubbia difficoltà per la lavorazione del terreno, successivo trapianto e prime fasi di sviluppo della coltura, i risultati hanno dimostrato la validità economica della tecnica fertirrigua applicata, oltre anche a una valenza ecologica, grazie a un minore utilizzo di fertilizzanti e a una gestione più effieciente dell’acqua d’irrigazione. Il peperone è una pianta che ha un apparato radicale sensibile all’asfissia e teme la siccità. Ha una tolleranza media alla salinità, inferiore a quella del pomodoro. Le sue esigenze dal punto di vista del pH del terreno si collocano tra pH 6,5 e 7; tali valori possono arrivare senza grossi problemi a pH 5,7-,4. Dal punto di vista della coltivazione, possiamo distinguere tra le produzioni di frutti verdi e quelle con frutti maturi colorati in rosso o giallo. Le coltivazioni vengono effettuate in pieno campo o in serra. La pianta è sensibile al marciume apicale dei frutti (Blosson End Rot). Asporti e fabbisogno di nutrienti La crescita del peperone è lenta, si riportano esperienze sperimentali internazionali, dove si è visto che sono stati necessari 120 giorni a partire dalla semina per sintetizzare il 50% del peso, e 30 giorni soltanto per sintetizzare il restante 50%. La crescita comincia ad accelerare dopo la fioritura (circa 75 giorni dopo la semina). L’azoto è l’elemento da trattare con maggiore attenzione, giacché un eccesso può provocare un’elevata vigoria, con conseguente scalarità di maturazione e maggior suscettibilità ad attacchi fungini. Le forme nitriche vanno utilizzate in copertura in fertirrigazione. Il fosforo è un elemento che influisce positivamente sulla Vasca per la fertirrigazione, dotata di una centralina per il controllo del pH e dellE C, completa di pompa dosatrice per la precocità e contemporaneità di maturazione e sulle caratsoluzione nutritiva e per lacido. ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE Tab. 1 - Asporti medi: valori espressi da diversi autori (Kg/ha) teristiche qualitative del frutto. La domanda tocca il masAutore Produzione (t/ha) N P2O5 K2O CaO MgO simo all’apparizione dei priCornillon 37 frutti verdi 330 100 630 150 42 mi fiori. La fioritura è favorita Lafond & Morard 40 180 50 270 100 35 dal fosforo, è importante quindi che la pianta ne possa Graifenberg 30-50 120-200 40-60 180-300 150-250 23-37 disporre in questa fase vegetativa. Tab. 2 - Dati della prova Il potassio è ritenuto un elemento valido per i benefici Area geografica Calabria - Prov CS - Zona Piana di Sibari generali sullo sviluppo della Produttore Az Agr Trezza pianta e dei frutti. Il tenore in Superficie 10.000 mq potassio aumenta fino alla fioritura, poi si mantiene e si staData Trapianto 5 maggio 2013 bilizza. Esso favorisce l’alleN° piante 28.000 con una perdita del 23%. Tot 21.560 gagione dei fiori e la maturaProduzione Su 21.560 piante (23% di perdita) zione dei frutti. Il magnesio ha la sua massiData inizio raccolta 21 agosto 2013 ma significatività al momento Varietà Rialto (giallo) Nunhems della fioritura. Il calcio è un elemento importante, in particolare in caso di carenze che possono determinare dei marciueffettuato il 5 maggio, su 10mila mq di terreno con una densità mi ai frutti dovuti al Blosson End Rot (Tab. 1). di 28mila piante/ha. Purtroppo, per problemi di fallanze, la La tabella 1 riguarda diversi autori. I valori di Cornillon sono produzione si è avuto su circa 21.560 piante effettive in produrelativi a una coltura in serra fredda con due tipi di raccolto: zione. La coltura in prova è stata colpita nel periodo di metà raccolto del frutto verde e raccolto del frutto maturo. Gli altri giugno da un attacco di larve terricole, che hanno provocato la valori riguardano la coltivazione in pieno campo. Secondo gli morte di circa il 23% delle piantine. Altro problema molto limistessi autori, il massimo consumo di elementi nutritivi avviene tante sulla coltura è stato rappresentato da periodi di vento dal 90° al 130° giorno dal trapianto. forte nella zona che ha causato la rottura e l’inclinazione delle piante, influenzando negativamente la produzione (Tab. 2). Come procedura tecnico-agronomica, prima di tutto è stata Descrizione della prova valutata la fertilità del terreno attraverso un’analisi chimicoLa prova è stata effettuata con l’utilizzo di un peperone di colore agraria e un’analisi chimica dell’acqua irrigua (Tabb. 3, 4). giallo, varietà Rialto F1 della Nunhems. Il trapianto è stato I dati dell’analisi del terreno Tab. 3 - Analisi del terreno hanno fornito le informazioni necessarie per il calcolo degli Valori Giudizio apporti nutritivi, sia per deciTessitura Franco dere la quantità di fertilizzanReazione pH 8,2 Med. alcalino te da apportare con la conciEC mS/cm 0,266 Normale mazione di fondo che per la C.S.C. meq 18,86 Media fertirrigazione. Queste almeno erano le intenzioni, ma a Sostanza Organica % 2,36 Mediamente fornito causa delle cattive condizioni Calcare Totale % 10,4 Mediamente calcareo meteo, non è stato possibile Fosforo assimilabile P ppm 5 Molto basso effettuare l’apporto di una fraPotassio scambiabile K ppm 160 Alto zione di nutrienti con la cocnimazione di fondo. Percui si è Calcio scambiabile Ca ppm 2750 Molto alto deciso di affrontare tutta la Magnesio scambiabile Mg ppm 520 Molto alto concimazione solo con la ferSodio scambiabile Na ppm 85 Normale tirrigazione a goccia (mani- ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE Coppia di tensometri posizionati in campo per gestire il turno Coltura ai primi di luglio. irriguo in base al contenuto di umidità del terreno. Tab. 4 - Principali dati Analisi Acqua irrigua dose di arricchimento del terreno e potassio meno degli Valori Giudizio asporti. Reazione pH 7,95 Med.te Alcalina Con questi dati si è impostato EC mS/cm 0,748 Normale la fertirrigazione, fin dai primi giorni dopo il trapianto, con Calcio mmoli/l 1,85 Mediamente alto una soluzione fertirrigante Magnesio mmoli/l 1,56 Mediamente alto acidificata, utilizzando soli tre prodotti: acido fosforico alSodio mmoli/l 1,78 Normale l’85%, nitrato ammonico 34,5 Bicarbonati mmoli/l 6,70 Mediamente alto e nitrato di potassio 13-0-46. L’acidificazione è stata più Tab. 5 - Produzioni e asportazioni colturali del peperone che necessaria al fine di avere un’adeguata e continua Produzione media q/ha Unità di base (q) pulizia dei gocciolatori del400 100 l’impinato irriguo e, nello stesAsporti Kg nutrienti per unità di base Asporti Kg nutrienti totale so tempo ha permesso di apN P2O5 K2O N P2O5 K2O portare fosforo altamente so33 20 50 132 80 200 lubile e disponibile. Inoltre la continua e costante fornitura di acqua acidificata ha deterFabbisogni e apporti: kg/ha calcolati e corretti in funzione dei nutrienti contenuti da analisi del terreno minato una leggera acidificazione del bulbo umido della N P2O5 K2O goccia con una migliore di145 sponibilità dei nutrienti pre176 senti nel terreno. 150 La quantità di fertilizzanti apportati alla fine della coltura, sono stati anche meno di quanto calcolato, solo per Fosforo e chetta gocciolante, tipo leggero, Aqua-Traxx di TORO-AG, con Potassio, al contrario la quantità di azoto è stata pari a 145 UF portata da 1,14 l/ora a 0,7 bar) (Tab. 5). precise come da calcolo apporti (Tab. 6) Grazie ai dati analitici dei nutrienti presenti nel terreno e nell’acNell’azienda dove è stata localizzata la prova, rispetto al 2012, qua di irrigazione, nel calcolo degli elementi da apportare si è il costo fertilizzante è passato da 0,077€/kg a 0,016€/kg di deciso di tralasciare calcio e magnesio, si è fornito fosforo in ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE Tab. 6 - Fertilizzanti utilizzati e costo €/kg Titolo Fertilizzante TOTALE Unità fertilizzanti Fertilizzante P2O5 N Acido fosforico 85% K2O 61 Nitrato ammonico 34 Nitrato di potassio 13 46 Tab. 7 - Dati della produzione Produzione vendibile kg Scarto kg 49.776 42.050 7.726 100% 84,48% 15,52% prodotto con una produzione maggiore nel 2013 rispetto al 2012 di oltre il 65%. È necessario ricordare che la gestione irrigua è stata molto attenta e precisa e si è avvalsa di 4 tensiometri, (2 da 15 cm e N 194 TOTALE Produzione totale kg Peso kg P2O5 K2O 118 310 105 305 40 809 145 140 118 140 Costo €/Kg Costo tot. € 1,1 213,4 0,48 148,8 1,06 323,3 685,5 2 da 40 cm di profondità), per determinare con una certa precisione il momento di inizio irrigazione e fine irrigazione. Si presume che ci sia stato un certo risparmio di acqua, ma non è stato misurato, però la gestione irrigua così attenta ci ha dimostrato che si bagnava solo il bulbo o striscia della goccia, e il terreno tra le file risultava asciutto in superficie. Produzione La data di inizio raccolta è stato il 21 agosto e si è protratta fino ai primi freddi, per un totale di 420 q al netto dello scarto di circa il 15%. La stessa azienda nel 2012, con una tecnica ORTICOLTURA SPECIALE FERTIRRIGAZIONE Tab. 8 - Dati di produzione biometrici effettuati su tre raccolte della prova N° Bacche Peso medio bacca (gr) Larghezza medio bacca (cm) Lunghezza media bacca (cm) Spessore polpa (mm) R.S. 23 agosto 30 347,1 9,9 12,2 61 7,29 18 settembre 30 367 10,2 13,3 63 7,99 22 ottobre 30 235,6 8,4 11,5 58 8,75 Data Raccolta Tab. 9 - Confronto dei dati ottenuti da coltivazioni di altre aziende Azienda Zona Resa kg/ha N. piante/ha Kg prod./pianta Costo tot concimi € Costo concime €/kg di peperone Trezza 2013 Sibari 42.050 28.000* 1,95 685 0,016 Conti Sibari 63.045 30.000 2,1 2.000 0,032 Trezza 2012 Sibari 25.342 28.000 0,91 1.956 0,077 Giordano Foggia 45.000 28.000 1,61 1.472 0,033 (*) Numero di piantine prima della raccolta; numero effettivo di piante in produzione 21.560 convenzionale di coltivazione ha prodooto 253 q. Nella zona circostante, Piana di Sibari, le migliori produzioni, arrivano anche a 630 q, con una densità di 30mila piante/ha, e un apporto totale di fertilizzanti pari a 2mila kg per un costo fertilizzante per kg di prodotto pari a 0,032€ (Tabb. 7, 8, 9) I suddetti valori biometrici riportati sono sostanzialmente Pianta di peperoni pronti per la raccolta. in linea con i valori standard senza ombra di dubbio che la tecnica della fertirrigazione ha di questa varietà, per cui la fertirrigazione adottata non ha portato un risparmio in fertilizzanti di circa 2 centesimi/kg sulla alterato i parametri qualitativi del peperone. produzione netta, dimostrando una riduzione dell’utilizzo di Con i dati ottenuto dalla prova dimostrativa, si può sostenere, oltre il 50%; al vantaggio economico vanno aggiunti il minore rischio d’inquinamento, rendendo la coltivazione più sostenibile, e una Plv migliore o simile alle migliori produzioni della zona. Nel 2014, la prova verrà ripetuta, sempre presso la stessa azienda, ma su una superficie più ampia (4 ha); oltre Ibrido tipo prismatico con frutti lisci e di elevata consistenza, colore alla varietà gialla (Rialto) verrà introdotta anche una varietà giallo uniforme e lucente. rossa (Pompeo o Ricardo) sempre della Nunhems. Destinazione: industria e mercato fresco *Agronomo www.fritegotto.it Pianta: forte e stabile, con fogliame coprente Frutti: portati pendenti, polpa spessa e consistente Le foto sono state gentilmente concesse dal servizio agronomiPeso frutto: 350-400 g. co di Vegitalia RIALTO F1 DI NUNHEMS FLOROVIVAISMO Con la globalizzazione crescono i rischi fitosanitari Il quadro delle malattie emergenti in Liguria e Piemonte, in particolare di quelle causate da F. oxysporum. Dal monitoraggio dei vivai di ornamentali siciliani isolate 21 specie di Phytophthora di Marianna Martorana Il futuro del settore florovivaistico è volto sempre più ad assumere carattere internazionale, ma la globalizzazione degli scambi commerciali comporta la necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti fitosanitari. Il bisogno d’informazione in quest’ambito è sentito dai produttori e l’assessorato Risorse agricole e alimentari Sicilia prevede degli incontri sull’argomento organizzati in seno alla misura 111 del Psr Sicilia 20072013. Lo scorso novembre 2013 è stata organizzata a Giarre (Ct) una prima giornata sulle malattie emergenti delle colture floricole ornamentali. Il comparto florovivaistico siciliano, spiega Francesco Badalà dirigente della Soat di Giarre (Ct), interessa 2.700 ha di superficie suddivisi nelle province di Catania, Ragusa, Messina e Trapani; rappresenta l’8% della superficie italiana per un fatturato di 250 milioni di €, circa il 9% del valore di tutta la produzione nazionale. Domenico Bertetti di Agro- innova, Università degli studi di Torino, ha tracciato un quadro sulle malattie emergenti recentemente segnalate in Liguria e Piemonte, soffermandosi in modo particolare sulle tracheomicosi causate da Fusarium oxysporum. rum Le tracheomicosi su Cereus peruvianus monstruosus (foto D. Bertetti). In questo caso, il quadro sintomatologico va dall’appassimento generalizzato alla comparsa di avvizzimenti in zone diverse della chioma, in seguito all’ostruzione dei vasi conduttori. Sezionando i fusti Avvizzimenti da F. oxysporum f. sp. crassulae Imbrunimenti vascolari da Fusarium oxysporum su piante di Crassula ovata (foto D. Bertetti). su Papaver nudicaule (foto D. Bertetti). Sintomi causati da F. oxyspo- delle piante colpite si evidenziano marcati imbrunimenti dei tessuti vascolari dovuti appunto all’ostruzione dei vasi conduttori. Lo sviluppo del fungo è favorito da condizioni ambientali caldo-umide e dai ristagni di acqua nel terreno. In Liguria le succulente rappresentano una buona fetta della produzione florovivaistica e proprio su questo gruppo sono state recentemente segnalate nuove formae speciales di Fusarium oxysporum. Nel 2010 su Cereus peruvianus monstruosus, il patogeno ha determinato un cambiamento del colore dei tessuti colpiti, apparendo FLOROVIVAISMO ocracei e tendenti a perdere turgidità. I vasi conduttori sezionati si mostravano imbruniti, i tessuti interni molli e marcescenti e, in prossimità del colletto, andavano incontro a disfacimento totale, apparendo svuotati. I fusti così stroncati, collassavano coricandosi sulla superficie del vaso conducendo la pianta alla morte. Su Crassula ovata è invece stato identificato Fusarium oxysporum f. sp. crassulae; in questo caso i primi sintomi della malattia consistono in una lieve clorosi accompagnata dalla prematura caduta delle foglie ancora turgide. Con l’avanzamento della malattia, i sintomi si accentuano: le foglie ingialliscono e avvizziscono prima della filloptosi, anche il fusto avvizzisce, si ripiega, marcisce a tratti e, in seguito, dissecca seguendo un andamento acropeto. In alcuni casi, il marciume passa dal fusto alla parte basale delle foglie; altre volte il fusto cede sotto il peso della chioma e si spezza; una sezione in senso longitudinale e trasversale dei fusti colpiti mostra i vasi conduttori imbruniti. Avvizzimenti e marciumi causati da Fusarium Imbrunimenti vascolari causati da Fusarium oxysporum su piante di Echeveria agavoides oxysporum f. sp. chrysanthemi su Chrysanthe- (foto D. Bertetti). mum morifolium (foto D. Bertetti). Sintomi da Rhizoctonia solani AG-1 IB su Mal bianco causato da Golovinomyces orontii Lavandula officinalis in alveolo (foto D. Bertetti). su Campanula rapunculoides (foto D. Bertetti). Altra segnalazione recente è quella avvenuta nel 2012 a Ventimiglia (Im) su Echeveria agavoides (Crassulaceae). Anche in questo caso, la malattia si manifesta con un progressivo cambiamento di colore, la rosetta avvizzisce prima solo nella parte collegata ai vasi conduttori alterati, poi tutta la pianta muore. Un’altra nuova forma specialis di Fusarium oxysporum è stata individuata nel 2011 su Papaver nudicau- Giovane pianta di Rebutia perplexa colpita da Rhizoctonia solani AG-2-2-IIIB (foto D. Bertetti). le, una specie coltivata per la produzione di fiore reciso; è stata accertata la trasmissibilità del parassita per seme. Poiché Fusarium oxysporum è un parassita specializzato, in molti casi è stato possibile selezionare le varietà resistenti della specie ospite coltivata; per le formae speciales identificate da più tempo, infatti, sono state effettuate numerose prove di suscettibilità varietale come per Fusarium oxysporum f. sp. chrysanthemi su Chrysanthemum morifolium, Argyranthemum frutescens, Osteospermum sp. e Gerbera jamesonii. Altre segnalazioni riguardano le tracheomicosi causate da Verticillium dahliae, segnalato, per esempio, nel 2009 su Lampranthus sp. (conosciuto anche come Mesembryanthemum sp.) su cui la chioma delle piante colpite appariva sovente parzialmente disseccata. Su alcune Labiatae sono invece stati segnalati attacchi di Rhizoctonia solani del gruppo AG-1 nell’estate del 2012 ad Albenga (Sv). In particolare, su rosmarino, lavanda e origano allevati in contenitori alveolari gli attacchi di Rhizoctonia solani causavano alterazioni di colletto, fusto e foglie e la comparsa di un micelio chiaro e rado che si propagava facilmente tramite contatto tra foglie sane e malate. Del 2013 è l’individuazione di Rhizoctonia solani AG 2-2-IIIB su Rebutia per- FLOROVIVAISMO Sintomi causati da Pleiochaeta setosa Necrosi e marciumi causati da Bipolaris Sintomi causati da Phytophthora nicotia- su foglia di Lupinus polyphyllus (foto D. cactivora su fusti su Cereus peruvianus nae su piante di Skimmia japonica (foto Bertetti). monstruosus (foto D. Bertetti). D. Bertetti). Mal bianco da G. cichoracearum su Ar- Disseccamenti di Salvia officinalis causati da gyranthemum frutescens (foto D. Bertetti). Phytophthora sp. (foto G. Magnano di San Lio). plexa. Sono diversi gli agenti di mal bianco segnalati e individuati: su azalea ‘Mollis’, Erysiphe azaleae, rinvenuto per la prima volta nel 2001 in val Cervo (Bi) in Piemonte, è un patogeno su cui è stata condotta una prova di suscettibilità varietale con 68 cv di azalee a fogliame persistente. Nel 2011 in Piemonte, Golovinomyces orontii è stata individuata su Campanula rapunculoides, mentre la presenza di Golovinomyces cichoracearum è stata riscontrata in Liguria su Argyranthemum frutescens e Gerbera jamesonii. Infine, hanno concluso la rassegna Pleiochaeta setosa, agente di alterazioni di foglie e fusti di Lupinus polyphyllus, segnalato nel 2011 in Piemonte, e Bipolaris cactivora, agente di marciume Mal bianco causato da Erysiphe convolvuli su Ipomoea tricolor (foto D. Bertetti). del fusto di Cereus peruvianus monstruosus, segnalata nel 2013, a Imperia. Marciumi da Phytophthora Un approfondimento particolare sul marciume radicale delle piante ornamentali causato da Phytophthora è stato presentato da Gaetano Magnano di San Lio, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria che ha lavorato in collaborazione con l’Università di Catania e la Soat di Giarre. Per contrastare la diffusione di Phytophthora ramorum, patogeno da quarantena nella lista A2 dell’Eppo (Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante), è stato av- viato il monitoraggio nei vivai per l’identificazione delle specie di Phytophthora associate ai marciumi radicali delle diverse specie di piante ornamentali. Il genere Phytophthora produce sporangi se è presente acqua su fusto e foglie per una durata di almeno 12-24 ore e un pH tra 4,5 e 7,2; le specie di questo genere sono disseminate dall’acqua di pioggia e d’irrigazione. Specie emergente è Phytophthora palmivora riscontrata su Phoenix canariensis e Camadorea sulle quali causa il marciume del germoglio centrale. La specie più diffusa è P. nicotianae; una specie aggressiva, che si sta diffondendo in questi ultimi anni, è P. niederhauserii. È bene considerare che in uno stesso ospite spesso sono presenti diverse specie contemporaneamente. In Sicilia Il monitoraggio effettuato nei vivai di piante ornamentali siciliani ha permesso di isolare 21 specie di Phytophthora da 101 specie di piante ornamentali; oltre 20 sono nuove FLOROVIVAISMO combinazioni ospite patogeno. Il 72% delle piante prelevate nel corso del monitoraggio erano sintomatiche e il 28% asintomatiche; la percentuale di piante risultate positive alla Phytophthora è stata del 38% per quelle sintomatiche e del 28% per quelle asintomatiche. La crescente importanza dei marciumi radicali, in generale, e di quelli causati da Phytophthora, in particolare, è dovuta alla globalizzazione degli scambi commerciali, all’introduzione di specie ornamentali esotiche, alla produzione su larga scala di specie suscettibili, alla coltivazione intensiva (temperatura e umidità elevata) e agli aspetti strutturali del comparto produttivo. Le strategie di gestione di queste malattie comprendo- Sezione longitudinale di piantine di P. cana- Fallanze in coltivazione di Myrtus communis riensis con marciume del germoglio centrale causate da infezioni radicali di Phytophthora da Phytophthora palmivora (foto G. Magnano). nicotianae (foto G. Magnano di San Lio). no una pronta diagnosi, l’uso di substrati sterili o repressivi, la corretta gestione dell’acqua, visto che i propaguli sono disseminati dall’acqua di irrigazione, l’impiego di fungicidi e di antagonisti naturali. Particolare approfondimento è stato dedicato alle malattie delle palme. Alcuni patogeni di questo gruppo di piante, potenzialmente molto perico- Avvizzimenti di Polygala myrtifolia causati da infezioni al colletto di Phytophthora nicotianae (foto G. Magnano di San Lio). Tab. 1 - Il florovivaismo siciliano Superficie (ha) Provincia Specializzazione 1.300 Catania Piante in vaso 720 Messina Piante in vaso (olivi e agrumi ornamentali) 300 Ragusa Fiori recisi 380 Trapani Piante da esterni, fiori recisi Tab. 2 - Monitoraggio nei vivai di ornamentali in Sicilia Vivai visitati 18 Piante esaminate 163 Specie di piante 56 Piante da cui è stata isolata Phytophthora 57 Specie ospiti da cui è stata isolata Phytophthora 29 Specie di Phytophthora 5 Nuove combinazioni ospite patogeno 20 Fonte: dati G. Magnano di San Lio, F. Badalà losi, non sono stati ancora introdotti in Italia. Nell’elenco rientra Fusarium oxysporum f. sp. albedinis, agente del bayoud della palma da dattero (Phoenix dactylifera), Fusarium oxysporum f. sp. palmarum, patogeno su Syagrus romanzoffiana e Washingtonia robusta, e il Lethal Yellowing (Candidatus phytoplasma palmae). Il Lethal Yellowing è la più pericolosa tra le malattie infettive che potrebbero essere introdotte nel nostro paese. Gliocladium vermoseni, agente del marciume rosa, è invece, un patogeno ubiquitario e la sua esplosione epidemica è indice di scarsa igiene nel vi vaio. FLOROVIVAISMO Nuovo show room cash&carry per l azienda Florpagano Una “casa di vetro” di 4.000 m² per puntare sulla vendita di piante a km zero, su un maggiore assortimento e un servizio sempre più accessibile, come la vendita online e le consegne a domicilio di Giuseppe Francesco Sportelli Con l’apertura di un nuovo settore, uno show room per cash & carry ampio 4mila m² realizzato secondo le più moderne tecnologie per il florovivaismo attualmente disponibili in Europa, l’azienda FlorPagano di Ruvo di Puglia ha voluto dare un forte segnale al vento di crisi che agita il comparto. L’azienda ruvese, leader in Italia nella coltivazione, produzione e vendita di piante ornamentali da interno in vaso e soprattutto di orchidee, ha aperto le Antonio Pagano (secondo da sinistra) inaugura con i figli Gianluca e Alessandro il nuovo show room. Panoramica dello show room con le ultime novità floricole della FlorPagano. porte a fioristi e titolari di garden center provenienti da tutta Italia. «Arrendersi alla crisi vorrebbe dire accettare supinamente una condizione che non ci piace, tradire i nostri sogni e passare dalla parte dei perdenti – ha affermato Antonio Pagano, responsabile dell’azienda FlorPagano, nel presentare il nuovo settore –. La ricetta per vincere la crisi è passare dalla difesa all’attacco. Perciò esorto gli altri imprenditori FLOROVIVAISMO Il nuovo settore inaugurato dalla FlorPagano per il cash & carry è ampio 4.000 m2. L’apertura del nuovo settore è una risposta positiva dell’azienda FlorPagano alla crisi che agita il comparto. florovivaistici italiani affinché non si facciano prendere dalla sfiducia e anzi diano fiducia alle proprie capacità e non smettano mai di credere nella ripresa. Una ripresa che dobbiamo soprattutto alle future generazioni: qui da noi il ricambio generazionale e il futuro dell’azienda sono già partiti con i miei figli Alessandro e Gianluca». Nonostante l’impatto della crisi economica abbia rallentato l’economia italiana, c’è chi non ha mai smesso di avere fiducia nella FlorPagano, ha affermato Alessandro Pagano. Investire nella qualità «La certificazione ambientale MPS e il marchio “Prodotti di qualità Puglia” sono due dei principali riconoscimenti da noi ottenuti negli ultimi mesi. Inaugurare una nuova vetrina oggi è quindi una scelta coerente e per certi aspetti l’unica possibile. Per noi ha rappresentato una scommessa e una sfida da vincere». Senza la qualità non c’è alcun successo, ha continuato Gianluca Pagano. «È questo il motto che, dopo le modernizzazioni degli anni precedenti, ci ha portati oggi a creare un ambiente adeguato ad articoli sempre più esclusivi come quelli a marchio “Daddò”, cioè piante a km zero, che significano sviluppo dell’economia locale e rispetto dell’ambiente, perché meno chilometri percorrono le merci e più sana è l’aria che respiriamo: concetti nei quali crediamo si giochi il futuro di qualsiasi attività produttiva e commerciale. Siamo positivi e propositivi, perciò abbiamo deciso di piantarla con la storia della crisi. Chi si ferma è perduto. Bisogna credere con ottimismo in ciò che facciamo, cercando di farlo sempre al meglio. Ecco perché puntiamo sulle novità, su un maggiore assortimento e su un servizio sempre più accessibile: la vendita online e le consegne a domicilio vanno in questa direzione. Vogliamo e dobbiamo sentirci vivi più che mai, proprio come le nostre piante. Sono loro la nostra speranza, unitamente al nostro orgoglio». Reagire al pessimismo Lo show room è una “casa di vetro”, perché, ha sottolinea- to Antonio, «la trasparenza è la chiave di volta della crisi: se si è sicuri della propria qualità non bisogna nasconderla, ma metterla in mostra. Abbiamo voluto presentarlo con una festa perché il miglior modo per combattere il pessimismo dell’attuale congiuntura economica è non arrendersi. Arrendersi vorrebbe dire darla vinta a una situazione che non ci piace. Meglio allora reagire nel modo più semplice, con una festa collettiva, con musica e allegria». La crisi non sarà stata certamente del tutto debellata in una sola serata, ma sicuro da oggi ha qualche oppositore in più, ha concluso Antonio Pagano. «“Pensa, credi, sogna e osa”. Un tempo lo diceva Walt Disney. Oggi quel motto è la nostra bandiera». RICERCA E SPERIMENTAZIONE PEPERONICINO, PRESENZA DI MALATTIE NEGLI AREALI DEL CENTRO ITALIA di L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini e M. Barba Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura- Centro di ricerca per la patologia vegetale, Roma Introduzione Il peperoncino sta godendo negli ultimi tempi di grande notorietà: è, infatti, protagonista di fiere e manifestazioni, alcune delle quali note a livello nazionale, che vedono la partecipazione attenta e curiosa di migliaia di visitatori, coagula l’interesse di un gran numero di amatori, spesso altamente competenti nella conoscenza delle diverse specie e varietà che caratterizzano questa solanacea. Infine, richiama l’interesse del mondo agricolo che vede nello sviluppo di questa coltura una fonte di reddito sia a livello vivaistico che produttivo nel settore orticolo ed ornamentale senza trascurare la possibilità di utilizzare a fini nutraceutici il prodotto trasformato (Gabbrielli, 2013). Questo ampio interesse ha favorito la costituzione di campi catalogo, gestiti da strutture pubbliche o da privati imprenditori, all’interno dei quali vengono raccolte e confrontate numerose varietà appartenenti alle cinque specie del genere Capsicum, domesticate e coltivate nel mondo per la produzione di bacche piccanti: C. annuum, C. baccatum, C. frutescens, C. pubescens e C. chinense (Clauser et al., 2010). Le varietà coltivate in Italia appartengono essenzialmente a C. annuum ma nel settore vivaistico si stanno diffondendo anche varietà appartenenti alle altre specie perché dotate di particolare richiamo, vuoi per interesse ornamentale o perché caratterizzate da un elevato grado di piccantezza, tale da garantire un proprio spazio commerciale sia come prodotto fresco che trasformato. Questo vivace scambio di germoplasma non è esente da rischi fitosanitari in quanto potrebbe favorire la diffusione sul territorio di patogeni inficianti le coltivazioni di peperoncino e peperone in particolare, e delle solanacee in generale. Il materiale di propagazione non controllato (semi, talee, piantine) veicola, molto spesso in maniera inconsapevole, patogeni sistemici quali virus, viroidi, fitoplasmi, batteri e funghi che potrebbero creare nuovi rischi fitosanitari qualora non fossero presenti sul territorio italiano o presenti solo in circoscritte aree di coltivazione. Il web fornisce un’ampia disponibilità di siti e schede divulgative con informazioni sulle malattie del peperoncino causate da Foto 1 - Vista di un campo catalogo del peperoncino al momento dei sopralluoghi. agenti biotici ed abiotici (i.e. http://www.aispes.com; http:// www.fao.org/; http://aces.nmsu.edu; https://www.plantvillage.com). Queste informazioni derivano generalmente da più complete rassegne scientifiche disponibili in letteratura per il peperone dolce (Pernezny et al., 2003; Moury and Verdin, 2012) e da alcune pubblicazioni scientifiche su singoli patogeni del peperoncino individuati negli areali di maggiore produzione in Asia e Sud America. La frammentarietà d’informazioni sullo stato fitosanitario del peperoncino nei paesi mediterranei, e in Italia in particolare, ha stimolato la nascita di alcune iniziative progettuali tendenti ad approfondire le conoscenze sulle principali patologie che possono causare danni alla produzione di questa spezia in pieno campo. Qui di seguito si descrivono le principali sintomatologie, ed i patogeni ad esse associati, riscontrate in pieno campo su molteplici varietà di peperoncino in tre areali dell’Italia centrale differenti tra loro per destinazione produttiva e condizioni pedoclimatiche. Precisamente, i sopralluoghi sono stati eseguiti in un areale tipicamente orticolo sul livello del mare, in una zona di RICERCA E SPERIMENTAZIONE Riassunto Foto 2 - Piante gravemente danneggiate per la presenza di fusariosi. Si riportano i risultati di una indagine fitosanitaria condotta nel 2013 nell’Italia centrale presso alcune collezioni di peperoncino comprendenti varietà ed ibridi di Capsicum spp. ritenuti più importanti per la produzione di questa solanacea sia come spezia sia come pianta ornamentale. I sopralluoghi e le successive analisi di laboratorio hanno consentito di individuare alcuni funghi patogeni (Fusarium spp., Verticillium dalhiae, Alternaria spp. and Colletotrichum spp.) e virus (Pepper mild mottle virus, Potato virus y, Tomato spotted wilt virus, Alfalfa mosaic virus e Broad bean wilt virus 1). Nonostante i patogeni rinvenuti siano presenti sul territorio nazionale dove provocano danni a numerose altre colture di interesse agrario, è opportuno richiamare l’attenzione sulla necessità di prevenire la diffusione di malattie attraverso l’uso di materiale di propagazione infetto. Il successo della coltivazione del peperoncino, in piena espansione nel settore vivaistico ed orticolo, sarà condizionata dalla vigilanza attuata per garantire la sanità del seme e delle piantine da trapianto e dalla salubrità dell’ambiente di coltivazione che dovrà essere privo di patogeni tellurici inficianti la produzione e difficilmente eradicabili nelle successive fasi di coltivazione. Summary Foto 3 - Avvizzimento su piante in produzione dovuto a verticillosi. bassa collina a uso pascolo, ed in un pianoro pedemontano. Alterazioni osservate in campo Le visite aziendali sono state effettuate nel periodo settembreottobre 2013 quando le piante erano in piena fase produttiva (foto 1) in modo da poter osservare eventuali patologie anche a carico delle bacche. Le successive analisi di laboratorio hanno consentito di identificare e caratterizzare i patogeni associati alle alterazioni riscontrate in campo. Patogeni fungini In tutti gli areali sono stati osservati fenomeni di appassimento e avvizzimento delle piante. Su alcune piante l’appassimento, associato a clorosi o ingiallimento, riguardava solo le foglie superiori della parte aerea; in altre, invece, l’appassimento era generalizzato a tutte le foglie che, nonostante l’alterazione, persistevano sulla pianta. Inoltre, il tessuto corticale del fusto non presentava alterazioni cromatiche mentre, una volta sezio- Diseases of chili pepper grown in central Italy The paper reports the results of a survey carried out in Autumn 2013 in some chili pepper cultivations aimed at identifying the main pathogens. Many plants belonging to different species of the genus Capsicum were examined by laboratory tests for fungi and virus presence according to the observed symptoms in field. Fusarium spp., Verticillium dalhiae, Alternaria spp. and Colletotrichum spp. were identified as agent of plant wilt, leaf spot and anthracnose, respectively. Several viruses were also identified (Pepper mild mottle virus, Potato virus Y, Tomato spotted wilt virus, Alfalfa mosaic virus and Broad bean wilt virus 1) and were associated to different leaf symptomathology. Although all these pathogens are present in Italy causing severe damage to many vegetable solanaceous and other important crops, it is essential to prevent the spread of the diseases through a strict control of the sanitary status of seeds, seedlings, plant for planting and of soil. nato, il sistema vascolare appariva fortemente imbrunito, sopratutto in prossimità del colletto. Una maggior incidenza di fenomeni di avvizzimento nei diversi stadi evolutivi (foto 2 e 3), fino a piante completamente dissecate, è stata rilevata nell’areale di bassa collina dove sono stati osservati anche fenomeni di RICERCA E SPERIMENTAZIONE Foto 4 - Colletto di pianta di peperoncino con piccoli organi Foto 5 - Foglie con macchie a forma irregolare e di colore nerastri (acervuli) di Colletotrichum coccodes. marrone dovute a Alternaria spp. rosa lucido a salmone. I campioni sintomatici di peperoncino sono stati, quindi, analizzati seguendo le metodiche diagnostiche utilizzate per i patogeni fungini del peperone e delle Solanacee in generale. A tal fine, alcune porzioni di materiale vegetale sintomatico prelevate da colletto, foglie e frutti sono state poste, dopo opportuna disinfezione con ipoclorito di sodio commerciale all’1%, su Potato Destrose Agar (PDA) per favorire la crescita delle colonie e procedere alla successiva identificazione morfologica dell’agente fungino. Dalle porzioni di colletto prelevate da piante avvizzite e con presenza di imbrunimenti interni (foto 6), qualunque fosse la provenienza aziendale, sono state identificate colonie di Fusarium oxysporum, F. solani e F. equiseti. Colonie di Verticillium dahliae sono state isolate, invece, negli areali collinare e pedemontano. Le specie fungine appartenenti ai generi Fusarium e Verticillium sono i maggiori responsabili delle cosiddette “tracheomicosi” (Pernezny et al., 2003) che, penetrando attraverso i vasi, bloccano il flusso linfatico determinando un appassimento irreversibile fino alla morte dell’intera pianta. Questi patogeni possono persistere nel terreno mediante strutture durevoli di conservazione (clamidospore) per diversi anni. Dalle porzioni di colletto ingrossate e fessurate delle piante, in corrispondenza della presenza dei corpiccioli Foto 7 - Particolare di bacca di peperoncino neri, è stato isolato Colletotricon area depressa circolare e presenza di chum coccodes. Negli ultimi corpi fruttiferi di Colletotrichum acutatum. ingrossamento e fessurazione del colletto e delle radici. In corrispondenza delle radici, inoltre, si evidenziavano dei corpiccioli scuri di indubbia natura fungina (foto 4). La distribuzione delle piante sintomatiche nei diversi campi visitati era sempre di tipo “a macchia di leopardo” a giustificare una presenza fisiologica d’inoculo nel terreno da parte di questi microrganismi. Nella sola collezione in zona pedemontana, sono state osservate alcune alterazioni a sospetta eziologia fungina specifiche per l’apparato fogliare, sopratutto sulla lamina superiore, consistenti in diffuse macchie a forma irregolare, di colore marrone, leggermente depresse e senza alone clorotico (foto 5). Infine, sulle bacche non sono stati osservati sintomi associabili a malattie fungine fatta eccezione per una varietà di C. annuum con frutto a bacca larga che presentava delle aree depresse circolari di 3-4 cm di diametro con presenza di corpi fruttiferi fungini, disposti in anelli concentrici e di colore variabile da Foto 6 - Imbrunimenti interni di colletto di peperoncino da cui sono stati isolati funghi tracheomicotici. RICERCA E SPERIMENTAZIONE anni, a causa del mancato utilizzo del bromuro di metile, si è assistito alla recrudescenza di questo fungo, agente causale dell’antracnosi del colletto e dei frutti delle solanacee, in quanto ha una elevata capacità di persistenza sui residui vegetali e di adattamento ad un’ampia gamma di piante ospiti. Inoltre, non è da trascurare la trasmissibilità di questo fungo tramite i semi (Ben-Daniel e L. Tsror, 2010). Dalle foglie sintomatiche, sono stati effettuati isolamenti a margine delle macchie brune osservate ed il fungo più frequentemente isolato è risultato appartenere al genere Alternaria. Sono noti in letteratura attacchi di Alternaria spp su diverse soFoto 8 - Mosaico fogliare presente su Foto 10 - Anulature necrotiche osservate lanacee come agenti di nerume che, gefoglie infette da PVY. sulle foglie di una piante risultata da PMMoV. neralmente, attaccano anche i frutti di mosaico per alternanza di aree verde chiaro e verde scuro (foto pomodori e peperoni in condizioni climatiche favorevoli (Dixon, 8), mosaico giallo (foto 9), anulature necrotiche (foto 10) e 1981). lesioni necrotiche con lacerazione del tessuto colpito, associaColletotrichum acutatum, agente casuale dell’antracnosi della te e non a bollosità e/o asimmetrie del lembo fogliare. Su un bacca di peperone, è stato infine isolato dai frutti che presentanumero limitato di piante, e solo in un’azienda, sono state vano le aree circolari depresse di color aranciato (foto 7). Nel riscontrate alterazioni cromatiche sulle bacche in fase di matunostro paese le segnalazioni di antracnosi su frutto, causato da razione. C. acutatum, sono essenzialmente riportate in fragola ed olivo. Le analisi diagnostiche per i virus, effettuate sul materiale sintoAl contrario, in diversi paesi a clima tropicale e subtropicale si matico, sono state scelte tenendo conto di quanto riportato in registrano notevoli perdite di produzione in peperone e pepeletteratura per peperoncino e peperone (Green and Kim, 1991; roncino (Harp et al. 2008; Lewis Ivery et al., 2004; Mahasuk et Moury and Verdin, 2012) dalla quale risulta che i generi tassoal, 2013). Pertanto, il materiale vegetale proveniente da paesi nomici di maggiore importanza sono: Potyvirus, Tospovirus, tropicali, come ad esempio la Thailandia dove hanno origine Tobamovirus ed alcune specie della famiglia Bromoviridae. Per molte varietà oggi apprezzate dal punto di vista della piccanl’identificazione delle specie virali appartenenti ai suddetti tezza, potrebbe portare, se non opportunamente controllato, gruppi sono stati effettuati saggi sierologici (ELISA) e molecolaad un incremento di questa patologia nel territorio nazionale ri (RT-PCR). sopratutto in ambienti caldo-umidi. I risultati ottenuti hanno quindi consentito di accertare la presenza di cinque specie virali. Il virus identificato con maggiore Patogeni virali frequenza nei tre areali è stato Pepper mild mottle virus (PMI sopralluoghi nelle tre MoV) appartenente al genere Tobamovirus, a cui appartiene aziende hanno evidenziaanche il più ben noto virus del mosaico del tabacco (Tobacco to la presenza di numeromosaic virus). La presenza di PMMoV è stata associata a se piante alterate nello campioni di peperoncino mostranti principalmente mosaico, sviluppo per dimensioni maculatura o anulatura necrotica fogliare. PMMoV è considera(nanismo), alterazioni croto estremamente pericoloso in quanto facilmente trasmissibile matiche (giallume genesia per seme attraverso la contaminazione dei tegumenti (Genralizzato) e per difformità da et al., 2005), per contatto tra piante limitrofe (azione meccanella crescita (aspetto cenica del vento) e attraverso le operazioni colturali (pulitura delle spuglioso, accorciamenpiante, raccolta frutti), sia per azione antropica attraverso lo to degli internodi). Le altescambio di germoplasma o incroci tra varietà effettuati per la razioni dell’apparato foFoto 9 - Mosaico giallo su foglie ricerca di nuove tipologie (forma delle bacche e piccantezza). gliare consistevano in di una pianta infetta da AMV. RICERCA E SPERIMENTAZIONE Foto 11 - Alterazioni cromatiche e anulatura necrotica su una Foto 12 - Pianta con foglie sintomatiche con mosaico bianco bacca di peperoncino infetta da TSWV. tipo calico per la presenza di AMV. Inoltre, in peperone dolce, il virus è molto temuto in quanto causa uno sviluppo ridotto delle piante con minore produzione e qualità delle bacche. Su una sola pianta è stato trovato Potato virus Y (PVY), un virus molto comune tra le solanacee, trasmesso da afidi attraverso “punture di assaggio” e responsabile di perdite economiche di rilievo in patata, peperone e pomodoro. Su peperone e peperoncino sono riportati almeno altri tre potyvirus di maggiore importanza (Pepper veinal mottle virus, Chilli veinal mottle virus e Tobacco etch virus) di cui solo Tobacco etch virus è presente nell’area mediterranea (Moury and Verdin, 2012), ma nessun di questi è stato trovato in questa nostra prima indagine conoscitiva. Le anulature presenti sulle bacche analizzate (foto 11) sono state associate a Tomato spotted wilt virus (TSWV). Questo virus ha un ampia gamma di ospiti, più di 900 specie botani- che tra ortive, ornamentali e spontanee (Pappu, 2008), che agiscono da serbatoio di inoculo per il tripide vettore Frankliniella occidentalis. TSWV è risultato, al momento, l’unico virus in grado di causare danni qualitativi alla bacca anche se l’alterazione cromatica del frutto può essere confusa con il graduale cambiamento di colore nel processo di maturazione. Alfalfa mosaic virus (AMV) appartenente alla famiglia Bromoviridae è stato identificato in molte piante che presentavano maculature fogliari giallo/bianco o di tipo “calico” (foto 12) ed apici vegetativi piccoli e distorti. La vicinanza a campi di erba medica, fonti di inoculo del virus, e la trasmissione di tipo non persistente ad opera degli afidi hanno avuto, molto probabilmente, un ruolo determinante nella comparsa e diffusione di AMV nel campo di peperoncino visitato. AMV causa gravi danni economici alla coltura del peperone dolce in quanto induce forti alterazioni nello sviluppo della pianta associate a deformazioni con necrosi sulle bacche (Marchoux et al., 2003). Alcune delle piante risultate infette da AMV, evidenziavano anche necrosi dei tessuti fogliari con crescita disomogenea del lembo e lacerazione dello stesso (foto 13). Un approfondimento nelle analisi di laboratorio, prendendo in considerazione altri generi virali riportati per Capsicum spp., ha consentito di identificare nei campioni suddetti Broad bean wilt virus 1 (BBWV1). Oltre a diverse solanacee di importanza agraria (peperone, pomodoro), questo virus colpisce altre ortive prevalentemente tra le leguminose (fava, fagiolo, pisello) ma anche carciofo, lattuga e viene trasmesso da afidi in modo non persistente (Moury and Verdin, 2012 ). Conclusioni Foto 13 - Alterazione fogliare con mosaico e rottura da necrosi del lembo causati da infezione mista di AMV e BBWV1. Questa rassegna sulle problematiche fitosanitarie del peperoncino rappresenta un punto di partenza per uno studio più approfondito dello stato sanitario di questa coltura che preve- RICERCA E SPERIMENTAZIONE derà nelle prossime stagioni vegetative sopralluoghi estesi ad altre regioni italiane interessate alla coltivazione di questa spezia. Rimane comunque preoccupante che, ad una prima analisi del materiale varietale in coltivazione, si sia riscontrato un numero cospicuo di virus e funghi associati a specifiche sintomatologie. Fortunatamente, non sono stati riscontrati sintomi ascrivibili a malattie batteriche (Pseudomonas spp. e Xanthomonas spp.). Riguardo alle patologie fungine, appare evidente che gli ambienti scelti per costituire e mantenere le collezioni di peperoncino, autoctono e alieno, sono risultati già naturalmente contaminati da agenti di tracheomicosi (Fusarium spp e Verticillium spp) e da altri patogeni che causano antracnosi delle solanacee (Colletotrichum spp.). Il potenziale d’inoculo di questi microrganismi tenderà, in condizioni di monocoltura, ad aumentare sempre più anche in considerazione della elevata persistenza, nel terreno e nei residui delle piante coltivate, di questi funghi mediante le loro strutture di conservazione. I virus, fino a questo momento riscontrati nella nostra indagine fitosanitaria, sono frequentemente e diffusamente presenti in Italia su diverse colture ortive. Resta tuttavia da verificare se gli isolati identificati su peperoncino siano quelli tipici del territorio italiano o si tratti di nuove varianti introdotte con materiale vegetativo di origine extra-europea. La distribuzione dei virus, riscontrata in modo distintivo per i tre areali in cui le collezioni erano situate, conferisce supporto alla prima ipotesi in quanto TSWV è stato trovato nell’azienda collocata nell’area tipica per la coltivazione di carciofo e pomodoro spesso affetti da questo virus. AMV e BBWV1, tipici virus delle leguminose foraggere, sono stati rinvenuti nella collezione di peperoncino sita in area collinare e limitrofa a campi di erba medica. Alla luce di quanto sopra riportato, appare evidente che si debbano mettere in atto strategie di prevenzione e controllo a partire dal seme delle molteplici varietà ed ibridi di peperoncino che vengono importati e distribuiti (o semplicemente scambiati tra amatori) attraverso canali di non completa tracciabilità e, pertanto, non garanti per gli aspetti fitosanitari. È opportuno sottolineare che i patogeni C. coccodes, PMMoV e, anche se non ritrovato nella presente indagine, il batterio X. campestris vs vesicatoria sono veicolati dal seme per cui lo stesso operatore (produttore di seme, vivaista, coltivatore, ma anche il genetista ed il collezionista-amatore) è parte attiva nella diffusione del patogeno a breve e a lunga distanza. È necessario controllare tutto il materiale in importazione costituito da talee o piantine in pane di terra (spesso introdotto anche clandestinamente dagli amatori) al fine di tutelare le produzioni nazionali di solanacee e scongiurare l’introduzione di patogeni alieni sistemici e terricoli che, per le condizioni climatiche potrebbero facilmente insediarsi nei nostri ambienti di coltivazione e causare un aggravio Bibliografia Ben-Daniel B.H., L. Tsror (2010). Transmission of Colletotrichum coccodes via tomato seeds. Phytoparasitica 38: 167–174. Clauser M., Grigioni A., Landi M. (2010). Peperoncini. Pratesi G. (Ed) Firenze University Press, 80 pp. Dixon G.R. (1981). Vegetable Crop Diseases.AVI Publishing Company, Inc. Westport, , 104 pp. Gabbrielli A. (2013). Il peperoncino, un’opportunità di reddito in più. L’Informatore Agrario, 40: 36-38. Genda Y., K. Sato, Nunomura O., Hirabayashi T., Ohnishi J., Tsuda S. (2005). 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ORTIVE / LA DIFESA OBBLIGATORIA DA INIZIO ANNO, POTREBBE DIVENTARE OCCASIONE D’INNOVAZIONE PER LE AZIENDE Lotta integrata, cos’è cambiato È appena trascorso un trimestre dalla storica entrata in vigore di alcune delle misure più importanti tra quelle previste dalla Direttiva europea 128/2009, recepita dall’Italia con D. Lgs 150/2012. La Direttiva ha stabilito un quadro normativo per un “uso sostenibile dei pesticidi”, al fine di ridurne i rischi sulla salute umana e sull’ambiente. Questa norma europea pone particolare enfasi sui principi della “difesa integrata”. Strumento attuativo della Dir. 2009/128/Ce è il così detto Pan (Piano di azione nazionale) che, lo scorso febbraio, è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale (D.M. del 22/01/2014). Pan, cosa prevede Il Pan esplicita nel concreto le misure da adottare per perseguire le finalità della Direttiva. Le principali azioni del Piano, con l’obiettivo generale della “sostenibilità” dell’uso dei prodotti fitosanitari, interessano: la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione, in particolare degli utilizzatori professionali, dei distributori e dei consulenti ma, anche, dei consumatori; la certificazione e il controllo delle attrezzature per la distribuzione in campo dei prodotti fitosanitari; la tutela dell’ambiente acquatico, dell’acqua potabile, delle aree naturali protette e di quelle urbane nonché la manipolazione, lo stoccaggio e lo smaltimento dei prodotti fitosanitari; DEFINIZIONI Produzione integrata: sistema di produzione agricola che produce cibo e altri prodotti di alta qualità utilizzando prioritariamente risorse e meccanismi di regolazione naturali al fine di sostituire gli input inquinanti e assicurare la sostenibilità dell’attività agricola. (IOBC, 2004) Difesa integrata: una difesa fitosanitaria che determini il minor impatto :verso l’uomo e l’ambiente e che consenta di ottenere produzioni economicamente accettabili. (decisione Commissione Europea n. 3864/96) un sistema d’indicatori armonizzati a livello comunitario per il monitoraggio della corretta applicazione della direttiva. Tra le misure di maggior rilievo, la Direttiva impone che dal 1° gennaio 2014 l’applicazione dei principi della difesa integrata, che fino ad ora è stata facoltativa e so- Trappola per il monitoraggio (A) e la cattura massale (B) di lepidotteri fitofagi. Entrambe rappresentano validi mezzi per la difesa integrata delle colture al fine dell’uso sostenibile dei fitofarmaci. stenuta dalla C.E. con misure incentivanti, divenga obbligatoria per tutte le aziende agricole. Il Piano definisce due livelli di difesa integrata. Il primo, facoltativo e sostenuto, probabilmente, da un regime di premialità che dovrebbe essere previsto nei prossimi Psr (Piani di sviluppo rurale) regionali, sostanzialmente dovrebbe riprendere l’impostazione delle misure agroambientali della scorsa Pac 2007-2013 (rispetto di disciplinari di produzione, con limitazione delle sostanze attive disponibili e del loro uso). L’altro livello sarà obbligatorio e interesserà tutte le aziende agricole, che dovranno applicare delle prescrizioni di base (es. il controllo periodico delle macchine irroratrici e l’aggiornamento professionale). Per il livello obbligatorio non si prevedono limitazioni all’uso dei prodotti fitosanitari in commercio che, comunque, dovranno essere utiliz- ORTIVE / LA DIFESA I PRINCIPI GENERALI DI DIFESA INTEGRATA, DIRETTIVA 128/09 1. La prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi dovrebbero essere perseguite o favorite in particolare da: rotazione colturale, utilizzo di tecniche colturali adeguate, utilizzo, ove appropriato, di cultivar resistenti/ tolleranti e di sementi e materiale di moltiplicazione standard/ certificati, utilizzo di pratiche equilibrate di fertilizzazione, calcitazione e di irrigazione/ drenaggio, prevenzione della diffusione di organismi nocivi mediante misure igieniche, protezione e accrescimento di popolazioni di importanti organismi utili, per esempio attraverso adeguate misure fitosanitarie o l’utilizzo di infrastrutture ecologiche all’interno e all’esterno dei siti di produzione. 2. Gli organismi nocivi devono essere monitorati con metodi e strumenti adeguati, ove disponibili. Tali strumenti adeguati dovrebbero includere, ove possibile, osservazioni sul campo nonché sistemi di allerta, previsione e diagnosi precoce scientificamente validi, così come l’utilizzo di pareri di consulenti qualificati professionalmente. 3. In base ai risultati del monitoraggio, l’utilizzatore professionale deve decidere se e quando applicare misure fitosanitarie. Valori soglia scientificamente attendibili e validi costituiscono elementi essenziali ai fini delle decisioni da prendere. Per gli organismi nocivi, i valori soglia definiti per la regione, aree e colture specifiche e condizioni climatiche particolari devono essere presi in considerazione, ove possibile, prima del trattamento. zati secondo i principi della difesa integrata declinati nell’allegato III del Decreto attuativo della Direttiva (vedi box). Il ruolo delle Regioni Le Regioni avranno il compito di organizzare degli strumenti fondamentali per la corretta applicazione della difesa integrata e che non possono essere gestiti dalla singola azienda. Tra questi rientrano, ad esempio, la formazione, la redazione di “linee guida” e “norme tecniche” di produzione integrata, il monitoraggio comprensoriale agrometeorologico e fitosanitario, la gestione di “servizi di sup- porto alle decisioni” come i modelli epidemiologici e i servizi di previsione ed avvertimento, la redazione di “bollettini fitosanitari”, a cui è assegnato un ruolo importante. Sulla gestione integrata della difesa fitosanitaria, di base o avanzata, l’agricoltura italiana non è certo impreparata, soprattutto nel settore dell’ortofrutta, anche se esistono differenze marcate tra le varie realtà agricole. È da considerare che alcune misure del Pan sono già in vigore in Italia, come ad esempio il “patentino” per l’acquisto e l’uso di prodotti fitosanitari, il “registro dei trattamenti”, il controllo e la 4. Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili, mezzi fisici e altri metodi non chimici se consentono un adeguato controllo degli organismi nocivi. 5. I pesticidi sono quanto più possibile selettivi rispetto agli organismi da combattere e hanno minimi effetti sulla salute umana, gli organismi non bersaglio e l’ambiente. 6. L’utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l’utilizzo di pesticidi e di altre forme d’intervento ai livelli necessari, avendo cura che il livello di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi nocivi. 7. Ove il rischio di resistenza a una misura fitosanitaria sia conosciuto e il livello di organismi nocivi richieda trattamenti ripetuti di pesticidi sulla coltura, le strategie antiresistenza disponibili dovrebbero essere messe in atto per mantenere l’efficacia dei prodotti. Ciò può includere l’utilizzo di diversi pesticidi con diversi modi di azione. 8. Sulla base dei dati relativi all’utilizzo dei pesticidi e del monitoraggio di organismi nocivi, l’utilizzatore professionale dovrebbe verificare il grado di successo delle misure fitosanitarie applicate. taratura su base volontaria delle irroratrici e un sistema ben strutturato di redazione e aggiornamento di Norme tecniche (esiste un apposito Comitato nazionale), Disciplinari regionali o di linee commerciali private. Risale, infine, a pochi anni fa l’istituzione da parte del ministero dell’Agricoltura di un “Sistema di qualità nazionale di produzione integrata” che certificherà con apposito marchio i prodotti ortofrutticoli italiani ottenuti attraverso questa metodologia di produzione. Esistono quindi buoni presupposti affinché l’applicazione del Piano di azione nazionale non si traduca in un semplice aumento dei costi (a scapito della competitività) e di mera burocratizzazione per le aziende agricole, ma rappresenti un’opportunità di innovazione e di qualificazione. Affinché ciò accada, sarà essenziale nel prossimo futuro riorganizzare e dare impulso a servizi pubblici e privati che, su base regionale, possano supportare con efficacia le aziende nelle corretta gestione fitosanitaria delle colture. In tal senso, i prossimi Piani di sviluppo rurale della nuova Pac potrebbero offrire importanti strumenti anche finanziari. Arturo Caponero (Servizio difesa integrata Alsia, Basilicata) LE AZIENDE INFORMANO FERTILIZZANTI A BASE DI SANGUE Il sangue animale è un eccezionale fertilizzante e nutriente per tutte le colture. Agisce non solo sulla nutrizione diretta alle radici delle piante, ma soprattutto sulla quantità e qualità dei microorganismi del terreno. Gli effetti della fertilizzazione con sangue animale sono riassumibili in un aumentato vigore della pianta, frutti di maggiore qualità (colore, sapore e dimensione), incremento della produzione e riduzione della clorosi ferrica. Gli effetti negativi atipici che a volte sono stati riscontrati a seguito di fertilizzazione con sangue animale sono spesso riconducibili a cause dovute ai metodo di fabbricazione del prodotto, in quanto normalmente non si fanno distinzioni fra i vari tipi di sangue presenti sul mercato. Dal punto di vista tecnico e pratico, questa mancanza di distinzione può creare notevoli discordanze nei risultati. Chiariamo le differenze dei vari prodotti sia per quanto riguarda la fabbricazione che per le caratteristiche chimico-agronomiche. La materia prima Sangue ad uso alimentare: é prelevato da ogni singolo animale in modo igienico ed è trasferito nel più breve tempo possibile a un serbatoio refrigerato. Sangue ad uso tecnico/zootecnico (sangue di Categoria 3): corrisponde al sangue residuo che dopo la raccolta del sangue alimentare, cade al suolo. La qualità del sangue tecnico è sufficiente per gli usi previsti dalla legge, ma non è paragonabile alla qualità del sangue ad uso alimentare. Sangue secco: può essere suddiviso in sangue secco solubile in acqua (spray dryed) e sangue secco insolubile o minimamente solubile in acqua. Di norma la materia prima utilizzata I fertilizzanti a base di sangue migliorano vigoria delle piante, qualità dei frutti, le rese e riducono la clorosi ferrica. per la produzione di sangue secco solubile è di grado alimentare. Durante l’essiccazione, l’evaporazione dell’acqua è talmente rapida che le proteine sanguigne non subiscono fenomeni di denaturazione termica mantenendo la loro forma biologica originale e la caratteristica solubilità in acqua. La materia prima utilizzata per la produzione di sangue secco insolubile è il sangue ad uso tecnico/zootecnico. Il sangue secco insolubile è spesso definito semplicemente come “sangue roller”, termine che deriva dall’essiccatore a cilindro (roller) utilizzato per la produzione. Le alte temperature a cui è sottoposto il sangue durante la lavorazione rendono le proteine resistenti all’attacco degli enzimi batterici presenti nel terreno rendendo questo tipo di sangue poco disponibile in termini di cessione di azoto organico. Sangue fluido Sangue fluido nativo (Hemozym Bio N5): si ottiene dal sangue ad uso alimentare. Le proteine sanguigne sono allo stato “nativo” cioè né denaturate termicamente, né idrolizzate con qualsivoglia sistema. Sangue fluido idrolizzato, ottenuto chimicamente: sono utilizzati acidi o basi forti in combinazione ad alte temperature per provocare l’idrolisi delle proteine sanguigne. I prodotti ottenuti attraverso idrolisi chimica non potrebbero essere classificati come adatti all’agricoltura biologica. Sangue fluido idrolizzato ottenuto con enzimi: può essere utilizzato in agricoltura biologica. Benché il grado di idrolisi di questi prodotti sia anche molto elevato, di norma, la quantità relativa di aminoacidi liberi non supera il 20% - 25%. Sangue fluido idrolizzato ottenuto per via fermentativa (Hemozym NK 4,5-6): la fermentazione del sangue ad opera di batteri comporta l’idrolisi delle proteine sanguigne e la co-produzione di un numero enorme di prodotti della fermentazione, come acidi organici, composti solforati, poliammide, etc., che hanno una indubbia valenza agronomica. Prodotti speciali derivati dal sangue animale Globina Idrolizzata (Hemofol N4): proteine sanguigne idrolizzate private dell’eme (composto che conferisce al sangue la tipica colorazione rossa). L’idrolisi enzimatica produce peptidi con PM < 2000 D. ed un 25% di aminoacidi liberi . Emina (Hemo Fe 125): consiste nella “frazione rossa” del sangue concentrata e ancora parzialmente legata ad aminoacidi e peptidi. Il ferro contenuto nell’emina è classificabile come ferro chelato naturale. È la forma di ferro maggiormente biodisponibile (fino al 35%), mentre Il Fe di altra natura arriva solo al 2-4% . Fabrizio Ferrarini (R&D, gruppo Farpro) LE AZIENDE INFORMANO LA FAMIGLIA AGRIPAN SI ALLARGA Agripan sono gli speciali sacchetti prodotti da Perlite Italiana che contengono substrati professionali per la coltivazione di specie orticole, frutticole e floricole con il metodo del fuori suolo. Per rispondere in maniera esaustiva alle esigenze sempre crescenti della serricoltura, l’azienda affianca oggi ai tradizionali substrati 100% perlite e miscela perlite-cocco il nuovo substrato 100% cocco, che va a completare la gamma di prodotti. I grow bags Agripan, la cui resa ottimale si ottiene in associazione con i sistemi di supporto Agridrain, Agrisystem e Agribox, sono la soluzione ideale in serre tradizionali, ad alta tecnologia e fotovoltaiche: In funzione delle necessità delle singole coltivazioni possono essere inoltre studiate diverse personalizzazioni. Per info: http://www.perlite.it/it/agricoltura Perlite italiana completa la gamma di substrati con il nuovo Agripan cocco. SYNGENTA, CATALOGO 2014 Nata nel 2000 come unico Gruppo interamente dedicato all’agricoltura, Syngenta compie nel 2014 un ulteriore passo verso la completa integrazione delle differenti unità di business, racchiudendo in una sola società, la Syngenta Italia Spa, le risorse umane ed esperienziali che hanno permesso di realizzare il catalogo più completo al Mondo in materia di soluzioni integrate per l’agricoltura. In esso sono infatti elencati tutti i prodotti e tutte le novità derivanti dalle precedenti realtà, ovvero Syngenta Seeds, Syngenta Crop Protection e Syngenta Bioline, unificando in un solo documento un’offerta di estrema completezza in termini di genetica e di prodotti per la difesa delle colture, come pure di soluzioni funzionali alle mutate sensibilità di tipo ambientale, come per esempio gli insetti ausiliari. Si consolida quindi ulteriormente la vocazione di Syngenta a mettere gli agricoltori al centro delle proprie attenzioni offrendo loro non solo prodotti, bensì anche servizi e assistenza. Strategica si è rivelata inoltre l’implementazione di progetti ad alto valore aggiunto, miranti alla valorizzazione delle produzioni di Copertina del catalogo Synqualità attraverso la creazione di genta 2014. filiere dedicate. Due progetti di grande successo in tal senso sono “Grano Armando”, dedicato alla produzione di pasta di qualità 100% italiana, e “BisQItaly”, dedicato invece al settore biscottiero. Entrambe le iniziative poggiano sui programmi di coltivazione CerealPlus di Syngenta, grazie ai quali gli agricoltori possono sempre contare sulle migliori e più complete soluzioni attualmente a disposizione in materia di cerealicoltura. La qualità è scritta nei geni La continua ricerca e il meticoloso perfezionamento dei propri germoplasmi consentono a Syngenta di offrire un panorama di varietà e di ibridi di assoluta eccellenza qualitativa, capaci di adattarsi alle molteplici realtà agricole italiane. Di tale ricchezza d’offerta beneficiano sia le colture industriali ed estensive, sia quelle specializzate, come le numerose orticole di pregio coltivate in Italia. I maiscoltori, per esempio, possono scegliere oggi fra 25 ibridi diversi, ognuno vocato specificatamente alla soddisfazione di esigenze agronomiche e produttive differenti. La novità di assoluto spessore per il 2014 porta il nome di Artesian, una nuova famiglia di ibridi di mais dall’eccezionale stabilità produttiva. Frutto della ricerca Syngenta, gli ibridi Artesian rivoluzionano il concetto di resistenza allo stress idrico, offrendo sempre produzioni superiori sia in condizioni di irrigazione non ottimale, sia di massima disponibilità di acqua. Ciò rende gli ibridi Artesian la soluzione ideale per gli agricoltori che vogliano la certezza di raccogliere il massimo possibile in qualunque regime irriguo. Capofila degli Artesian è Sy Hydro, ibrido Classe 600 LE AZIENDE INFORMANO da 130 giorni di ciclo, caratterizzato da ottimo stay green e da duplice attitudine “granella-trinciato”. Non mancano le novità Con l’introduzione di Dumas, novità della gamma pomodoro da mensa di Syngenta, prosegue l’operazione di nemmeno nel segmento dei recupero e rilancio dei prodotti vanto della tradizione orticola e alimentare italiana. mais da trinciato, grazie a Sy La nuova varietà Dumas di Syngenta è il connubio perfetto tra tradizione e innovazione: un marmande tipico, ma il Qualitat, un ibrido Classe 700, primo resistente al TYLCV. 135 giorni, che si contraddistinUn pomodoro ad alto valore aggiunto, che combina rispetto per la tipicità e rispondenza alle moderne esigenze del gue per l’eccezionale digeribilimercato. La presentazione si è svolta il 13 febbraio a Pachino e durante la giornata oltre un centinaio di aziende e tà della fibra,. tecnici qualificati hanno potuto visionare e toccare con mano la coltivazione condotta secondo il protocollo Sinergie, nel rispetto delle normative di produzione integrata. Restando ancora nel settore zoDumas presenta: otecnico, i sorghi da granella - pianta vigorosa e di ottima sanità che assicura eccezionale Syngenta vedono poi l’ingresso continuità di allegagione e ingrossamento dei frutti anche nei di Albanus, il nuovo ibrido di ripalchi alti; ferimento per il colore bianco - frutti molto uniformi e belli, di colore verde brillante con spalla della granella, e Armax, ibrido a evidente e ottimo viraggio. La colorazione rimane attraente e granella rosata, precoce e affibrillante anche a rosso pieno con ottima shelf-life in post-racdabile in tutti gli ambienti. colta; Anche il catalogo dedicato ai - gusto accentuato e tipico delle tradizionali selezioni marmancereali cresce, grazie all’arrivo de grazie all’alto contenuto di zuccheri ben bilanciato con Pomodoro Dumas (Syngenta). di due nuove varietà di grano l’acidità. duro, Asterix e Obelix, e due di Dumas si presta a tutti i trapianti, in Sicilia, in particolare per quelli da metà settembre a tutto ottobre. tenero, ovvero Sy Ideo e Sy MoPer garantire una maggiore continuità di produzione si consiglia l’innesto su Arbiore, un portinnesto che assicura isson. costanza di vigore senza compromettere le caratteristiche di qualità e sapore. Le resistenze genetiche di Dumas Occhi puntati anche sui nuovi abbinate ai protocolli Sinergie Syngenta, messi a punto sul territorio, rappresentano una garanzia di qualità per tutta orzi ibridi della linea Hyvido, la filera. cioè Sy Boogy, Tatoo e Volume, tre opportunità d’eccellenza per la filiera zootecnica e del biogas. Caratterizzati da eccellente sanità e vigore delle piante e da fiori bianchi di ciclo lungo e di Monrello e Montevideo fra i broccoli. elevatissime produttività alla raccolta, gli ibridi Hyvido nascono da Ben sei le novità fra gli ortaggi a foglia, con tre nuove varietà di un’innovativa tecnologia, esclusiva di Syngenta, e rivoluzionano scarola, Parunes, Roches e Terres, tutte da pieno campo e destinate l’approccio produttivo alla coltura dell’orzo. al segmento della quarta gamma. Ad esse si aggiungono anche In continua espansione anche la gamma di girasole, arricchita quedue batavia, ovvero Favola e Gloriole, rispettivamente da serra e da st’anno dall’arrivo di NK Okanda, il nuovo ibrido potente e produttipieno campo, ideali per il mercato del fresco. Infine, ma solo per vo, basato sulla genetica Syngenta più evoluta, e Colombi, un ibrido prove sperimentali, giunge anche una varietà di iceberg siglata IMI alto-oleico dal ciclo medio-precoce, molto versatile e robusto. LS12523. Infine, anche la barbabietola porta la sua novità: Karta, la nuova Quattro i nuovi inserimenti a catalogo per il melone, con un “gialletto” varietà di Syngenta tollerante ai nematodi, caratterizzata dallo svimedio-precoce siglato MYC17464 e due Italo-americani, ovvero luppo equilibrato e da un ottimo rapporto tra resa in radici e polarizl’MB8025 e Valerio. Il primo è un “medio” per le coltivazioni di pieno zazione. campo con elevate resistenze, il secondo invece è un precoce per coltivazioni protette. Infine, fra i Piel de Sapo giunge Mural, un precoce da coltivare in ambiente protetto. Sempre più al centro l’orticoltura di qualità Circa lo zucchino salgono addirittura a 58 le varietà disponibili, fra le Da sempre a livelli d’eccellenza, l’offerta di genetiche innovative si quali spiccano due genetiche innovative. Fra gli screziati chiari si rafforza anche nel settore delle colture orticole. Nel mercato delle posiziona infatti Melissa, vocato al mercato fresco con fiore e coltivaangurie si aggiungono infatti WDL8001 e Fascination: entrambi bile sia in pieno campo sia in serra, mentre fra i medio-scuri si vocati al pieno campo, sono caratterizzati il primo da ciclo di medio, aggiunge Eros, varietà da pieno campo. il secondo invece da medio-tardivo nel segmento Crimson senza semi. Completano l’offerta numerosi ibridi innovativi per pomodoro, sia da merNovità anche fra le brassicacee, con l’arrivo di Tolabaron fra i cavolcato fresco che da industria, portainnesti, peperone e colture industriali. DUMAS, NUOVO POMODORO DA MENSA LE AZIENDE INFORMANO Linee di protezione sempre più integrate Continua il consolidamento del catalogo Syngenta anche per quanto riguarda i prodotti per la difesa delle colture. Nel segmento dei fungicidi Vibrance Gold è il primo fungicida sviluppato specificatamente per la concia delle sementi, con spiccata azione biostimolante. A base di sedaxane, fludioxonil e difenoconazolo, Vibrance Gold è il nuovo standard per la protezione delle radici. Grazie all’effetto “rooting power” garantisce sanità degli apparati radicali di frumenti e orzi in ogni condizione, eccellente investimento iniziale, superiore vigoria e sanità delle plantule, ponendo le basi per massimizzare le produzioni alla raccolta. Un’altra novità significativa tra i fungicidi è l’arrivo di Dynali, antioidico per la vite che unisce la complementarietà d’azione di cyflufenamid e difenoconazolo. Dynali assicura quindi la massima protezione di foglie e grappoli anche nelle condizioni più estreme di pressione del patogeno, risultando efficace anche ne confronti di ceppi che abbiano sviluppato resistenza verso altre famiglie di prodotti. In materia di orticole, Ortiva, a base di azoxystrobin, ha recentemen- te ottenuto l’estensione d’impiego su patata. Non vi sono però solo molecole di sintesi nel catalogo fungicidi di Syngenta: Tellus è infatti un nuovo fungicida naturale a base di Trichoderma asperellum e Trichoderma gamsii, entrambi efficaci nel contenimento dei funghi patogeni del terreno che attaccano il colletto delle colture orticole. Fra gli insetticidi si rafforza il marchio Force. Il noto formulato granulare ad ampio spettro d’azione, utilizzato per la geodisinfestazione di numerose colture orticole e industriali, viene affiancato da Force 20 CS, una soluzione già impiegata per la concia delle sementi di barbabietola da zucchero e ora adottata anche per la concia del seme di mais. Nel segmento diserbi trova conferma lo storico marchio Ghibli, erbicida sistemico per il mais eccellente soprattutto nel controllo della Sorghetta da seme e da rizoma, grazie alla nuova formulazione Ghibli 240 OD, ad alta concentrazione basata su solventi derivati da oli vegetali che ne consentono una rapida dispersione in acqua. A protezione della coltura del girasole si inserisce invece Listego, innovativa soluzione per il diserbo degli ibridi di girasole tolleranti RINNOVATO L’ACCORDO CON UNIVEG Syngenta ha siglato inoltre il secondo accordo triennale per promuovere la produzione ortofrutticola sostenibile con Univeg Trade Italia, società specializzata nella commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. La partnership mira ad aiutare gli agricoltori a rispondere ai requisiti della grande distribuzione in materia di sostenibilità. Nello specifico, l’accordo prevede da parte di Syngenta l’erogazione di corsi di formazione sul corretto uso degli agrofarmaci, l’implementazione di programmi di Integrated Pest Management (IPM), che combinano l’utilizzo di agrofarmaci con mezzi di lotta biologica, nonché l’accesso ai programmi di Agricoltura responsabileTM quali Heliosec®, per la gestione delle acque di risulta dei trattamenti fitoiatrici, e Operation pollinator®, che mira ad aumentare il numero degli insetti impollinatori ricreando il loro habitat naturale nelle aree poco produttive delle aziende agricole come i bordi campo. Univeg, da parte sua, si è impegnata a rifornire le catene distributive con i prodotti provenienti dalle aziende agricole coinvolte nel progetto e a verificare il rispetto dei requisiti di sostenibilità, anche grazie al supporto della Wba, World biodiversity association, organizzazione scientifica senza scopo di lucro che ha creato “Biodiversity Friend”, innovativo metodo per il monitoraggio della biodiversità. In questi primi tre anni, Syngenta e Univeg hanno operato concentrandosi su circa 200 ettari di uva da tavola tra le province di Bari e Taranto. In queste aree, l’adozione nelle aziende agricole della linea di difesa integrata IPM Plus e del programma per la corretta gestione delle acque Heliosec® ha permesso di limitare sensibilmente i rischi di contaminazione puntiforme delle risorse idriche. Inoltre, l’introduzione di Operation pollinator®, la semina di oltre 60 ettari di sovescio e la piantumazione di oltre 2.000 metri di siepi hanno portato a un sensibile aumento della biodiversità nell’area. Nei primi tre anni di collaborazione Syngenta e Univeg hanno operato concentrandosi su circa 200 ettari di uva da tavola tra le province di Bari e Taranto. La collaborazione, nata nel 2010 tra le filiali italiane delle due società è stata estesa anche a livello internazionale a partire dal 2012. Il nuovo accordo prevede un potenziamento dei corsi di formazione, e l’implementazione oltre a quelli già esistenti, di nuovi progetti sulla qualità della distribuzione (application technology), l’ottimizzazione del numero dei trattamenti e dell’irrigazione grazie a una accorta gestione tecnica e a servizi previsionali, nonché la ricerca e lo sviluppo di strumenti per l’incremento della bioversità, quale l’adozione di rifugi per gli ausiliari (“Hotel degli insetti”) e per i chirotteri. Oltre all’uva da tavola verranno interessate altre filiere importanti ortofrutticole a partire dal pomodoro da mensa. all’erbicida Imazamox. Dotato di ampio spettro d’azione, Listego eccelle specialmente nel controllo di girasole selvatico e Xanthium. Ausiliari al servizio dell’agricoltore Sempre più profonda l’integrazione fra agrofarmaci e soluzioni naturali. La linea Syngenta Bioline offre infatti un ventaglio di insetti utili capaci di contenere fitofagi e fitomizi esercitando un controllo delle popolazioni del tutto naturale. I benefici dell’integrazione fra chimica e insetti ausiliari si esaltano soprattutto nella difesa delle colture orticole in serra, le quali possono contare su otto differenti prodotti. Adaline B (Adalia bipunctata), è efficace nella predazione degli afidi, Exhibitline SC (Steinernema carpocapsae) e Exhibitline SK (Steinernema kraussei) contengono le popolazioni di Oziorrinco della vite, mentre Exhibitline SF (Steinernema feltiae) ostacola la diffusione delle larve di sciaridi. Ad essi si affiancano Hypoline M (Stratiolaelaps scimitus) efficace contro le larve di sciaridi e i tripidi, e Oriline M (Orius majusculus), specifico contro Frankliniella occidentalis e Thrips tabaci. Infine Staphyline C (Atheta coriaria), antagonista di Bradysia spp., Lycoriella spp., Sciara spp. e di Scatella Spp. Per le colture arboree si propone invece Antholine N (Anthocoris nemoralis), predatore in grado di contenere le popolazioni di Psilla del pero. La responsabilità guarda lontano Syngenta crede fortemente nella necessità di promuovere l’intensificazione colturale sostenibile, offrendo soluzioni in grado di produrre più cibo utilizzando meno risorse. Da qui nasce the Good growth plan (Gpp) che viene ad affiancare i numerosi e consolidati progetti di agricoltura responsabile. Si tratta di un insieme di impegni concreti a sostegno del futuro dell’agricoltura globale. Lanciato nel settembre 2013, GGP rappresenta l’impegno di Syngenta per la sicurezza e la sostenibilità alimentare del pianeta. The Good Growth Plan ha fissato sei differenti impegni da raggiungere entro il 2020, ovvero l’aumento del 20% della produttività media a parità di risorse impiegate, il miglioramento della fertilità di 10 milioni di ettari agricoli a rischio di degrado e l’arricchimento in biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno agricolo. Un occhio attento è stato posto anche a favore dei piccoli produttori, in particolare nei paesi in via di sviluppo, ai quali Syngenta intende fornire il proprio supporto al fine di aumentare la loro produttività del 50% e di formare 20 milioni di giovani agricoltori in materia di sicurezza sul lavoro. Tutti obiettivi che Syngenta intende raggiungere anche garantendo condizioni di lavoro eque in tutta la rete di clienti e fornitori. Indice Colture Protette 2013 ALTRE ORTIVE DA FOGLIA ATTREZZATURE FLOROVIVAISMO MARZOCCHI LUCA, POLETTI MAURIZIO - Rucola, la lotta ai tripidi può essere anche biologica ASSENZA MICHELE - Si fa presto a dire plastica DEL ZOTTO DANIELA - Floricoltura d’avanguardia a basso impatto ambientale FRITEGOTTO SILVIO - Soluzione, analisi costanti SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Dissalare con l’osmosi inversa n. 6 p. 17 ALTRI ORTAGGI - Ortofrutta, crollano i consumi - Le varietà preferite nel Ragusano ASSENZA MICHELE - Basilico anche in controstagione BARI G., VERNILE P., PANZARINO O., DE LILLO E. - Ragnetto rosso su cetriolo. L’efficacia di Oberon BATTISTEL PAOLO - Cetriolo, in fuori suolo garantite rese e qualità BATTISTEL PAOLO - Scelta obbligata per il futuro BATTISTEL PAOLO - Fragole, le tray plants belghe CAPONERO ARTURO - Basilico, controllare l’umidità CAPONERO ARTURO - Fragole, eliminare fonti d’inoculo CAPONERO ARTURO - La formulazione fa la differenza CAPONERO ARTURO - Fragola, prodotti a bassa carenza CAPONERO ARTURO - Batteriosi del fagiolo: prevenzione CAPONERO ARTURO - Fragola, il lancio degli ausiliari CAPONERO ARTURO - Il nematode dell’aglio in agguato FRITEGOTTO S., PENNUZZI LUIGI, INCROCCI LUCA - L’estratto acquoso del terreno per concimare il ravanello LETEO F., FERRARI VALENTINO, ANGELINI P., FUSARI FABIO, CAMPANELLI GABRIELE Zucchino in agricoltura biologica e conservativa MARTORANA MARIANNA Crescono le produzioni per gli hobbisti del verde MARTORANA MARIANNA, GIANCONA CALOGERO L’Asparago Sovrano di Sicilia apprezzato nel Nord Italia RAIMO FRANCESCO, COZZOLINO EUGENIO, LOMBARDI PASQUALE, CAVALLARO FILIPPO, CUCINIELLO ANTONIO - Seminiere biodegradabili nel vivaismo orticolo REPETTI OTTAVIO - Per una selezione in campo SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Nuove varietà di zucchino. Dominano quelle verde scuro SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Brassicacee, novità varietali SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Infestanti, come controllarle n. 5 p. 4 n. 11 p. 60 n. 1 p. 74 n. 2 p. 54 n. 2 p. 6 n. 2 p. 12 n. 12 p. 12 n. 1 p. 72 n. 2 p. 72 n. 3 p. 54 n. 4 p. 54 n. 9 p. 69 n. 11 p. 58 n. 11 p. 59 n. 11 p. 18 n. 7/8 p. 72 n. 3 p. 12 n. 7/8 p. 22 n. n. 11 p. 54 11 p. 30 n. 7/8 p. 14 11 p. 24 CARCIOFO 9 p. CAPONERO ARTURO - Carciofo, lepidotteri invernali FONTANA M., DAL RE LAMBERTO - Alla riscoperta del “Moretto” 12 n. n. 5 p. 52 n. 4 p. 46 n. 12 p. 20 n. n. 12 p. 4 6 p. 76 n. 7/8 p. 84 - Il Magic Code per i dettaglianti 6 p. 4 ASSENZA MICHELE - Nessun veleno nel piatto CAPONERO ARTURO - Fumiganti, sempre più limiti MURO NICOLA - Fragoleto, lotta integrata OSLER RUGGERO, VIANELLO ANGELO, MARTINI MARTA - Pgm, utilizzo con cautela SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Insetticidi, novità per il 2013 SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Nuovi erbicidi per le orticole SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Fungicidi ad ampio spettro 12 p. 52 n. 3 p. 56 n. 5 p. 66 n. 3 p. 32 n. 3 p. 34 n. 3 p. n. 3 p. 18 n. 3 p. 20 4 p. 42 n. 5 p. 26 n. 5 p. 48 FLORICOLE E ORNAMENTALI n. 4 p. 18 BORRELLI CARLO - Prime avvisaglie di crisi per il ciclamino campano n. 9 p. 28 n. 14 10 p. 48 LATTUGA n. 4 p. 28 BATTISTEL PAOLO - Le fabbriche dell’insalata oggi nft in futuro multistrato BULGARI R., PODETTA N., PIAGGESI A., FERRANTE ANTONIO -ONE, concime completo per la lattuga coltivata in orti famigliari e urbani CAPONERO ARTURO - Tanti rischi per le composite CASATI DARIO - Insalate, superfici ai minimi GAMBINI FRANCA - Per le insalate il cubetto GAMBINI FRANCA - Toelettatura a macchina per il radicchio di Treviso SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Insalate, novità varietali. Alta resistenza alle necrosi n. 10 p. 62 n. 4 p. 38 n. 5 p. 38 n. 1 p. n. 9 p. 18 n. 3 p. 58 n. 1 p. 18 n. 3 p. 26 n. 12 p. 28 n. 5 p. 42 MELONE n. 1 p. 36 n. 1 p. BATTISTEL PAOLO - Melone, in verticale doppie rese COLLA GIUSEPPE - L’innesto per migliorare le rese MARTORANA MARIANNA Mundial e Pachino puntano su territorio e precocità SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Melone, novità a brix elevato e lunga durata post raccolta 8 5 n. 12 p. 56 n. 9 p. 42 n. 5 p. n. 3 p. 48 n. 10 p. 72 n. 10 p. 26 n. 1 p. 26 n. 12 p. 8 10 n. 5 p. 16 n. 9 p. 70 n. 1 p. 24 n. 6 p. 12 n. 9 p. 22 n. 2 p. 76 n. 4 p. 16 n. 4 p. 8 n. 11 p. 8 MELANZANA ASSENZA MICHELE - Melanzana, tante nuove varietà MARTORANA MARIANNA Produrre plantule resistenti MARTORANA MARIANNA - E nel bilancio colturale pesa molto la manodopera MERCATO CAVOLFIORE CAPONERO ARTURO - Cavoli, rame per funghi e batteri 12 p. 57 DIFESA n. ATTUALITÀ n. ARBOREE - Progettare il verde sostenibile - Come gestire il biologico in serra ASSENZA MICHELE - In pensione anche la Cloropicrina ASSENZA MICHELE - Reti antinsetto efficaci antivirosi BORRELLI CARLO - Risparmio di acqua e concimi BORRELLI CARLO - Il compost autoprodotto. Una risorsa per le aziende bio BORRELLI CARLO - Produrre in inverno ora si può CARMASSI GIULIA, INCROCCI LUCA, MASSA DANIELE, PARDOSSI ALBERTO - Euphoros, sprechi ridotti COZZOLINO EUGENIO, LOMBARDI PASQUALE - il Mater-Bi migliora la qualità DAL RE LAMBERTO, INNOCENTI ANGELO, FONTANA MARISA, BUSCAROLI ALESSANDRO, ZANNONI DENIS - Idrosalinità, minimizzare i danni FILIPPI FERRUCCIO, FERRARESI ANDREA, MAGNANI GALILEO, CASCONE MARCO - Valutazione agronomica di un film di copertura in polimero riciclato FRITEGOTTO SILVIO - Acidificare per un pH ottimale FRITEGOTTO SILVIO - Risparmio con la ventilazione GAMBINI FRANCA - Sicilia, dalla Regione fondi per l’innovazione in serra GAMBINI FRANCA - Una filiera meccanizzata MININNI CARLO - Substrati alternativi alla torba REPETTI OTTAVIO - A misura di tutte le serre REPETTI OTTAVIO – Operatori più in sicurezza REPETTI OTTAVIO - Quando la serra è su misura SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Acqua calda dai residui oleari SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Se automatica è più omogenea 9 p. 34 SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO n. - Angurie senza semi e mini sempre più richieste 4 p. 59 ATTREZZATURE ORTICOLTURA n. ANGURIA n. CAPONERO ARTURO - Contro n. lumache e limacce pulizia COZZOLINO EUGENIO, LEONE VINCENZO, LOMBARDI PASQUALE - Influenza della concimazione e n. del genotipo sulla resa quantiqualitativa del cavolfiore n. 10 p. 73 ZUCCONI SILVIA - Consumi in caduta libera. Ma l’ortofrutta resiste ORTICOLE/COLTURE PROTETTE - Produrre nelle serre n. mediterranee SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Melanzana, poche le novità ma n. adatte a ogni esigenza 9 p. 4 6 p. 10 PATATE CAPONERO ARTURO - Patata, n. sanità dei tuberi-seme CAPONERO ARTURO - Patata, n. tignola anche al Nord MARTORANA MARIANNA - Patate, n. nuovi modi di consumo 1 p. 73 9 p. 68 10 p. 46 PEPERONE MORRA LUIGI, LAHOZ ERNESTO, BILOTTO MAURIZIO, CARRIERI MAURIZIO - Innesto e n. solarizzazione nel controllo di Phytophthora capsici su peperone SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Peperone, tra le novità prevale n. il mezzo lungo SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Peperone, ortaggio difficile. Alti n. costi e concorrenza estera 1 p. 64 1 p. 11 p. 12 12 PIANTE DA FIORE - Serramazzoni, la città delle rose - Nuovo sito per Do it Delta - Cresce il florovivaismo veneto BOERI GIANLUCA, FASCELLA GIANCARLO, PASINI CARLO, BRUZZONE CINZIA, MINUTO ANDREA - Malattie crittogamiche su peonia nel Nord Italia BORRELLI CARLO - Crisantemo, la radicazione solo ad aziende specializzate BORRELLI CARLO - Lotta biologica ai tripidi ancora da perfezionare BORRELLI CARLO - Gerbera, i floricoltori campani tornano a varietà monocolori BORRELLI CARLO - Nuove strategie commerciali BORRELLI CARLO - Phalaenopsis, la pianta fiorita preferita dal mercato mondiale BORRELLI MARIA ROSARIA - Il garofano campano si adatta ai mercati del Nord Europa BRIDI CARLO - Poinsettia, lotta integrata con l’Amblyseius swirsk DE PASCALE STEFANIA, PARADISO ROBERTA - Dai tropici alle serre d’Europa come coltivare l’Anthurium GAMBINI FRANCA - Flormart: tutto sul florovivaismo GAMBINI FRANCA - Gli ori di Fleuroselect MARTORANA MARIANNA Giardini naturali e verde privato con il recupero delle autoctone MARTORANA MARIANNA - Ibischi, gli ibridi siciliani esportati in tutta Europa MINUTO ANDREA - Ciclamino, nuova patologia estiva MINUTO ANDREA - Margherita, TSWV su piante madri SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Aloe, sistemi di propagazione per rese elevate e di qualità SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Crisi nera per i fiori pugliesi n. 5 p. 4 n. n. 5 p. 5 p. 5 6 n. 2 p. 62 n. 2 p. 40 n. 4 p. 52 n. 6 p. 56 SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Per una nutrizione sostenibile SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Crescere con l’aggregazione SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - I vivaisti italiani si fanno largo nel promettente mercato russo SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Stella di Natale, l’innovazione a garanzia dell’alta qualità SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Fiori e piante made in Puglia. L’importanza di fare rete Piante ornamentali - Alberi monumentali tutelati - A festeggiar le rose - Nuova intesa nazionale orti urbani - Cresce la passione per il verde BORRELLI CARLO - Poinsettia, ridotte le superfici. E si punta su piante più piccole FRITEGOTTO SILVIO - Passi in avanti sulla sicurezza ma si può ancora migliorare MARTORANA MARIANNA - Le piante mediterranee arredi per le città d’Europa MASCARELLO CARLO, SACCO E., PAMATO M., RUFFONI B. Propagazione di Stevia per talea, nuova opportunità di mercato MINUTO ANDREA - Infezioni di Agrobacterium tumefaciens MINUTO ANDREA, BRUZZONE CINZIA, LANTERI ANNA, MINUTO GIOVANNI - Mandevilla splendens minaccia muffa grigia in Liguria e nel Lazio SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Dal vivaismo ornamentale qualità e gamma varietale SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Orchidee in vaso, dalla Puglia una produzione certificata n. 7/8 p. 38 RADICCHI n. 7/8 p. 60 SQUIZZATO ANGELO - Nuovo radicchio di Lusia SQUIZZATO ANGELO - Trevigiano, semine +15% n. 11 p. 52 n. 12 p. 34 n. 12 p. 50 n. n. 3 p. 4 p. 6 6 n. 4 p. 6 n. 11 p. 4 n. 12 p. 42 n. 1 p. 54 n. 1 p. 60 n. 5 p. 56 n. 5 p. 70 n. 7/8 p. 68 n. 3 p. 40 n. 10 p. 52 POMODORO DA MENSA n. 7/8 p. 54 n. 9 p. 48 n. 11 p. 40 n. 10 p. 60 n. 2 p. 42 n. 7/8 p. 4 n. 7/8 p. 34 n. 1 p. 46 n. 9 p. 50 n. 4 p. 56 n. 7/8 p. 81 n. 2 p. 46 n. 6 p. 5 - Nasce consorzio del piennolo dop ASSENZA MICHELE - Attenzione alla peronospora ASSENZA MICHELE - Pomodoro, è tempo di cimatura ASSENZA MICHELE - Ampia la gamma dei portinnesti BATTISTEL PAOLO - Il Marocco non deve far paura BATTISTEL PAOLO - Pomodoro, alta competitività delle “canariane” marocchine CAPONERO ARTURO - Pomodoro, orobanche in aumento CECCARELLI S., CAMPION B., ACCIARRI NAZZARENO, TISSELLI VANNI, DEL VECCHIO S., FONTANA F., BETTENAZZO C., FERRO S., BATTAGLIA R. Miglioramento genetico partecipativo del pomodoro da mensa in biologico MARCHETTI LEONARDO, FILIPPI FERRUCCIO, REMORINI DAMIANO, MAGNANI GALILEO Stabilizzazione di film termici a diversa trasparenza e produzione del pomodoro MARTORANA MARIANNA - Anche la tipologia varia i costi SPINELLI SARA - Piace saporito ma poco acido SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Le proposte per il 2013 n. 6 p. 8 n. 2 p. 74 n. 5 p. 72 n. 12 p. 58 n. 6 p. 36 n. 7/8 p. 24 n. 7/8 p. 78 n. n. 6 p. 58 9 p. 56 n. 6 p. 46 n. 6 p. 52 n. 6 p. 20 n. 3 p. 5 n. 9 p. 10 n. n. n. 1 p. 1 p. 1 p. 4 5 6 n. 2 p. 4 n. 2 p. 5 n. 3 p. 6 n. 7/8 p. n. 9 p. n. 10 p. n. 10 p. n. 11 p. n. 12 p. 6 6 4 6 5 6 VARIE - Online la web tv della Cia - E-commerce per Opo Veneto - Per una potatura perfetta - Incentivi per caldaie a biomasse - Scoperti geni resistenti alla fosfina - Nel 2012 nate 103 imprese rosa - Cso, Elisa Macchi alla direzione - Macfrut, innovazione da Oscar - Biocidi, nuovo regolamento - Come gestire il fuori suolo - L’S3H contro la senescenza - Oscar Macfrut, tutti i vincitori ASSENZA MICHELE - Il metam supera la revisione Ue BATTISTEL PAOLO - Cina, grande esportatore ma non autosufficiente BORRELLI CARLO, FIORENZA SERGIO - Girasole da fiore reciso germinazione in vivaio CAPODILUPO MANUELA, VENEZIA ACCURSIO - Canaletta, economica e facile CAPONERO ARTURO - Il sole, il fumigante naturale CONTI MAURIZIO - Virus da mercato globale DE PASCALE STEFANIA, ROMANO DANIELA - Verde urbano tra paesaggio e orti FRITEGOTTO SILVIO - Il metodo dell’estratto acquoso razionalizza la fertirrigazione INCROCCI LUCA, MASSA DANIELE, PARDOSSI ALBERTO Ciclo chiuso, come gestirlo LONGO SANTI - Insetti esotici, solo il 10% sopravvive MARTORANA MARIANNA Facilitare le esportazioni per rilanciare il settore REPETTI OTTAVIO - Geotermia o biomassa? RINALDI SIMONA, TRINCHERA ALESSANDRA - Substrati: gli strumenti per la caratterizzazione SGARBOSSA ALESSANDRA Packaging house in azienda. E migliora la shelf-life SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Gli agrumi ornamentali non risentono della crisi SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Nuove prospettive di sviluppo SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE - Le rinnovabili per rilanciare serricoltura e florovivaismo SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Flowermed, aspettando l’Expo SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO - Il controllo dell’atmosfera SQUIZZATO ANGELO - Aop Veneto per la biodiversità SQUIZZATO ANGELO - Opo Veneto, cambi ai vertici SQUIZZATO ANGELO - L’università va in campagna TAGLIAVINI MASSIMO - Soi, rinnovato il Consiglio direttivo n. 10 p. 74 n. 3 p. 8 n. 1 p. 32 n. 2 p. 20 n. 6 p. 70 n. 3 p. 4 n. 9 p. 8 n. 10 p. 18 n. 2 p. 26 n. 4 p. 4 n. 10 p. 56 n. 5 p. 30 n. 10 p. n. 10 p. 22 n. 1 p. 42 n. 2 p. 32 n. 11 p. 44 n. 9 p. n. 10 5 10 p. 30 2 p. 4 n. 7/8 p. 8 n. 11 p. 6 n. 12 p. 60 n.