GreenRail: veloce e affidabile, il trasporto delle piante con il treno è

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reenRail è un progetto su
larga scala che coinvolge oltre
trenta entità, tra aziende
floricole, trasportatori, fornitori di servizi logistici e università.
Il Ministero degli Affari Economici
olandese sostiene finanziariamente
le attività, e al quartier generale della
Flora Holland si lavora alacremente
per ottenere, già nella prossima primavera, sussidi dall’Unione Europea.
Michiel van Veen, leader del progetto,
ci illustra più da vicino i vari aspetti
che lo compongono. “Già dieci anni
fa ci sono state delle iniziative, di scarso successo a dire il vero, per trasportare tramite ferrovia principalmente
fiori. Il poco successo aveva causato
una sfiducia generale nei confronti del
trasporto su rotaia, visto come inaffidabile, lento e che non arrivava in orario. L’idea era stata perciò accantonata,
ma mai dimenticata del tutto. Circa
quattro anni fa la FloraHolland aveva
visto nel settore la necessità di trovare
un’alternativa al classico trasporto su
Flormart/Miflor è una fiera importante per lo sviluppo
del florovivaismo mediterraneo ed internazionale
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a crisi economica mondiale è
sicuramente una realtà che influenza i consumi e lo sviluppo
delle aziende ma accelera anche
l’innovazione e la ricerca di nuove
soluzioni. Flormart è una manifestazione florovivaistica professionale
che è nata e cresciuta in un contesto
particolare, vale a dire in Italia, ma
con una grande apertura ed attenzione
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all’Europa e al mondo.
Non è un mistero che le fiere florovivaistiche più importanti in Europa
siano la IPM Essen e la Horti Fair di
Amsterdam. Ovviamente Padovafiere
presta molta attenzione all’evoluzione
di queste due manifestazioni ma anche
di tutte le altre. “Si impara sempre”
dice Enrico
Segue alla pagina 2
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strada, che rischiava di essere congestionato. Per fare questo, bisognava
riottenere la fiducia degli operatori del
settore e far comprendere loro che il
treno, anche se effettivamente più lento del camion, offriva diversi aspetti
molto vantaggiosi che bisognava saper
sfruttare” riferisce Van Veen. Non è
un compito facile, anzi è una patata
bollente che nessuno vuole avere tra
le mani. Ad agosto 2008 Michiel van
Veen è entrato a FloraHolland, ed ha
cominciato subito a prendere contatti
con le varie associazioni, aziende ed
istituzioni, per creare una base collaborativa sulla quale avviare i lavori.
Si tratta di un progetto pilota, che ha
visto l’Italia come primo paese collaboratore, grazie anche ai collegamenti
ferroviari veloci tra i due paesi.
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Il concetto di base che ha fatto muovere FloraHolland in questa direzione è
semplice, diremmo, e si può riassumere essenzialmente in quattro punti: il
treno è più economico, ha un impatto
ambientale basso, elimina in un colpo
il problema del traffico stradale internazionale e non è soggetto alle sempre
maggiori restrizioni in fatto di tempi
di guida e di riposo dei camionisti.
Inoltre, avere meno camion su strada,
significa lasciarle libere per i trasporti
urgenti che devono raggiungere il destinatario in breve tempo. Ovviamente
non si può pensare, almeno per ora,
di usare solo le ferrovie per il trasporto
Segue alla pagina 3
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e da una nazione all’altra”. Oggi la
manifestazione europea più importante e che ha il maggior impatto è
sicuramente la IPM, anche perchè è
collocata nel mercato al consumo più
grande d’Europa, e le scelte fatte dal
team organizzatore, anche in fatto
di layout, vengono attentamente
ponderate. Per quanto riguarda Horti
Fair alcune scelte non sono state
condivise dal settore florovivaistico
internazionale ma comunque è sempre una manifestazione importante,
specialmente per le novità e le innovazioni. Anche il Flormart/Miflor ha
modificato la sua formula nel corso
degli anni con degli aggiustamenti e
affinamenti in modo da rispondere
meglio alle esigenze dei visitatori e
degli espositori.
Allo stato attuale questa è, secondo
Bernardin, la soluzione migliore perchè il visitatore si muove contemporaneamente ‘in uno spazio conosciuto’
e quindi famigliare, ma allo stesso
tempo sa anche che troverà delle importanti novità. In altri termini i visitatori abituali del Flormart, che sono
la stragrande maggioranza, hanno già
in mente un loro percorso ottimale
e sanno quello che troveranno in un
padiglione e nell’altro. Ottenere un
simile risultato ha richiesto anni di
sottili modifiche nella logistica e allo
stato attuale sarebbe controproducente introdurre nel layout dei cambiamenti troppo bruschi.
Il numero degli espositori, nonostante la crisi, rimane più o meno lo
stesso, circa 1.200, con il 70% che
copre la gamma delle piante da vaso,
mediterranee, da giardino, giovani
piante etc. e il 30% con accessori,
macchinari, attrezzature, packaging
e servizi.
In linea di massima per l’edizione
di settembre non vi sono grandi
variazioni per quanto riguarda gli
espositori del settore verde anche se
in qualche caso vi è stata una leggera
riduzione nello spazio che comunque
è stato coperto da altri espositori.
La flessione è più sentita nel settore
merceologico tuttavia la riduzione
dovrebbe essere contenuta nell’ordine
del 5%, questo non altera la superficie espositiva che si attesta sui 36.000
m2. Le ragioni di questa stabilità,
sempre scondo Bernardin, sono da
ricercarsi nel fatto che, a differenza
dell’Olanda dove vige il concetto di
industrializzazione, le aziende florovivaistiche italiane e mediterranee
sono, per la stragrande maggioranza,
a conduzione famigliare, e pertanto
sono di per se un ammortizzatore
sociale capace di rispondere in modo
adeguato anche nei periodi di crisi.
Nel 2009 anche il consumo dei fiori
e delle piante in Italia, anche se con
qualche cambiamento nelle taglie e
nella gamma, è stato soddisfacente.
La crisi economica ha modificato e
modifichera’ ancora le abitudini dei
consumatori ma sempre secondo
Enrico Bernardin questo porterà gli
italiani a prestare maggior attenzione
alla cura della casa e del giardino. Dal
punto di vista del verde pubblico,
anche se lentamente, la situazione sta
migliorando e al Flormart/Miflor vi saranno molti convegni e workshops che
affronteranno anche i vari aspetti della
gardenistica e dell’arredourbano.
La filiera florovivaistica italiana e del
mediterraneo è molto complessa ed
articolata, è situata ed opera in regioni
culturalmente molto diverse, tuttavia
Flormart/Miflor riesce a soddisfare
praticamente tutte le esigenze della
catena produttiva e distributive, per
questo è riuscito a mantenere salda la
sua posizione all’interno del settore.
Oramai il Flormart/Miflor si svolge
solo durante la settimana, vale a
dire da Giovedì 10 settembre a
sabato 12, e non più impegnando il
week end. La scelta è ampiamente
condivisa dalla stragrande maggiornaza degli espositori nazionali
e anche da quelli internazionali.
Quest’anno saranno, come di
consueto, presenti le collettive
di Olanda, Danimarca e Spagna,
quest’ultima, forse a causa della
situazione internazionale, ha potenziato fortemente la sua presenza
anche per approfittare del Flormart
come ‘Porta dell’Est Europa’. La
Germania e la Francia partecipano
con un grande numero di aziende
ma in forma individuale. Sono
previste anche molte delegazioni di
buyers esteri, quest’anno le azioni
di Padovafiere si sono concentrate
in modo particolare su Polonia,
Ungheria, Romania e Ucraina, sia
in collaborazione con l’ICE, Istituto Italiano Commercio Estero, sia
con le varie Camere di Commercio
ma anche con contatti con e tra
operatori. Flormart/Miflor ospiterà
anche una visita di una delegazione
di operatori del Guatemala che ha
pianificato diverse visite in Europa
e anche a Padova.
Complessivamente i visitatori esteri dovrebbero essere 1500 e quelli
italiani 32.000.
La IPM si è internazionalizzata in un
modo diverso e vale a dire con una
edizione in Cina e una a Dubai ma
secondo Enrico Bernardin questa
soluzione non è pensabile per il
Flormart/Miflor per il semplice fatto
Padovafiere e GL Events perseguono
una politica di ‘utilità’, senza dimen-
ticare che la ‘struttura industriale’
florovivaistica italiana e mediterranea
è ben diversa da quella del nord
Europa e pertanto anche il supporto
politico è ben diverso. Flormart/
Miflor si distingue e si distinguerà
dunque anche nel processi di internazionalizzazione con strategie ed
azioni mirate al supporto dei propri
espositori, forse al momento meno
appariscenti ma sicuramente molto
efficaci.
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Preparatevi per l’ 1 Febbraio 2010!
I carrelli CC avranno una nuova
lucchettatura col sistema RFID*
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rapidamente e con sicurezza i vostri prodotti Ƃorovivaistici. Per proteggere tale sistema da copie
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presto una nuova lucchettatura.
A gennaio 2010 tutti i clienti che hanno in essere
contratti di manutenzione con la Container Centralen (CC)
riceveranno i nuovi lucchetti RFID. Questi nuovi lucchetti
sono dotati di una tecnologia RFID*, che faciliterà
l’identiƁcazione dei carrelli CC originali. Essi dovranno
essere applicati ai carrelli entro l’1 Febbraio 2010.
VeriƁcate quindi per tempo che la quantità di carrelli che
avete in dotazione corrisponda alle quantità indicate nei
contratti. Se così non fosse, non esitate a contattare
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la Ɓliale CC Italia per non trovarvi con materiale di fatto
inutilizzabile.
Dall’1 Febbraio 2010 verranno accettati nel circuito CC
solo i carrelli con la nuova lucchettatura. La validità dei
lucchetti potrà essere facilmente controllata con uno
scanner in grado di leggere il codice RFID.
“L’Operazione Chip IT” – Un progetto coordinato del
settore Ƃorovivaistico europeo La Container Centralen
insieme ai suoi partners per il progetto, Landgard,
GASA Group, FloraHolland e VGB, hanno sviluppato
la nuova identiƁcazione RFID per i carrelli CC in modo
da proteggere il circuito da carrelli falsi. Inoltre, questo
progetto nasce anche dall’esigenza dei produttori e del
mercato Ƃorovivaistico europeo di ottimizzare il sistema
logistico. RFID è un passo importante per raggiungere
quest’obiettivo.
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Con RFID nel futuro
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destinatario finale, quindi l’ultima tratta
va fatta per forza su strada.
“I dati della prima operazione sono
soddisfacenti. Innanzitutto in questo
modo l’emissione di CO2 nella tratta
tra Rotterdam e Milano viene ridotta
del 50 percento, grazie ai sistemi di
refrigeramento dei container, i prodotti
si conservano perfettamente e il sistema
GPS/GPRS permette di localizzare in
ogni momento il container. Il nostro primo cliente finale, Losiflores a
Montevarchi, nei pressi di Firenze, ha
ricevuto il primo carico di piante perfettamente conservate e senza ritardi. Al
momento, l’ostacolo più impegnativo
da superare, è lo scetticismo degli esportatori, che devono fare il passo dalla
consuetudine del trasporto su strada a
quello ferroviario, ora più lento ma anche più economico. Stiamo mostrando
sia a loro che ai clienti finali, che il trasporto con il treno, paragonato a quello
con il camion riduce i costi, è affidabile
e flessibile, ed è verde. Aspetto che per
ora non viene tenuto in considerazione dagli esportatori, ma che diventa
sempre più importante per il cliente
finale, il quale vuole vendere prodotti
il più “verde” possibile. Ecco allora che
l’input di quest’ultimo è essenziale per
cambiare la politica e la mentalità degli
esportatori” spiega Van Veen.
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Una buona gestione del planning e
delle previsioni di vendita, è molto
importante per abbassare i costi e far
quindi prediligere il treno. Facciamo
un esempio pratico: tutti i garden
centre hanno sempre delle offerte, che
stabiliscono almeno una settimana
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in anticipo, assieme a FloraHolland
e alle aziende consociate. Una volta
scelti i prodotti da mettere in offerta,
si possono spedire con il treno qualche giorno prima, riducendo così i
costi di trasporto e permettendo di
conseguenza di realizzare un maggiore guadagno. L’impegno di FloraHolland nel far cambiare la mentalità
nella gestione del planning (dove
possibile) e della politica del trasporto
è costante. “Ho preso personalmente contatti con i direttori di molte
aziende di trasporto, di associazioni
di settore, e mi sono recato da loro
per spiegare i vantaggi, non solo
economici, del trasporto su ferrovia.
Il modo di gestire il planning e il
trasporto deve cambiare, e noi siamo
di appoggio a chi ci vuole seguire in
questo cambiamento. Diverse aziende
hanno capito, hanno condiviso le
nostre idee ed infine hanno collaborato in questo progetto pilota. Sono
le aziende più grosse presenti sul mercato olandese, il trend che esse stanno
determinando con questa scelta, sarà
sicuramente seguito a breve da altre.
Abbiamo iniziato in modo pragmatico e abbiamo aspettato i risultati.
Solo un anno fa il progetto era ancora
solo su carta, ed ora, con trentaquattro aziende coinvolte, l’abbiamo
tradotto in realtà” continua Van Veen.
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Per questo progetto è stato ideato un
nuovo tipo di concetto di logistica,
che prevede la gestione operativa da
parte di un partner esterno, la e-logistics Control, il quale assume la regia
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Con la cortese collaborazione di Ezio
Rettore e Morena Cavaliere di PadovaFiere!
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della catena del trasporto. Alla fine
di ogni spedizione, viene redatto un
rapporto che viene valutato sulla base
di criteri specifici. Ben tre università
sono coinvolte nel progetto, ognuna
con funzioni precise. “All’università di
Wageningen è spettato il lavoro più
grosso, e cioè quello di fare una ricerca
per trovare i container più adatti. Per
esempio, all’interno dei container filtra pochissima luce, per cui risultano
essere molto adeguati per il trasporto
delle piante, e noi di FloraHolland
vogliamo sapere che effetto ha questo
sulle piante stesse su tratte della lunghezza come quella appena percorsa. I
dati ci servono se in futuro volessimo
fare esportazioni su rotaia in paesi
lontani come la Russia, ad esempio.
L’università di Amsterdam partecipa
al gruppo direttivo, con un docente di
trasporti, logistica e distribuzione che
interviene come consulente. Infine
l’università di Rotterdam partecipa
al gruppo che affianca, sempre con
consulenze, l’intero progetto. Con i
vari partner abbiamo preso accordi
per realizzare questo progetto pilota in
modo il più semplice possibile, perciò
siamo partiti dalla tecnologia e dai
servizi già esistenti, senza introdurre
nessuna innovazione. La cosa principale, in questa fase, è dimostrare che
il trasporto delle piante con il treno è
possibile”.
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All’Italia, primo paese destinatario
di cinque container, seguiranno il
prossimo autunno la Romania, e
all’inizio del 2010 la Polonia. Anche
qui si tratta di trasporti pilota. E se
con il treno si trasportano le piante,
perché non trasportare allora anche
frutta e verdura? Da qui il passo è
semplice: da settembre-ottobre 2009
partirà infatti il primo container della
Daily Fresh, azienda esportatrice di
prodotti ortofrutticoli. Nel futuro si
prevede di trasportare anche i fiori
tramite ferrovia, e attualmente questo
progetto è oggetto di discussione di
un team preposto alla valutazione
delle varie possibilità. Certo è che se
su tutta la rete ferroviaria internazionale potessero viaggiare i treni ad alta
velocità, sarebbe possibile far arrivare
un container di fiori a Milano in sole
sette ore. “In questo caso, si parla
però di progetti di durata decennale”
conclude Van Veen.
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Champions for Children
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’evento è stato presentato
da Ambra Orfei, madrina e ambasciatrice della
Fondazione con lo scopo
di raccogliere fondi per i bambini
abruzzesi, colpiti dal sisma dello
scorso aprile.
Roberto Ciufoletti, direttore della
Fondazione, ha introdotto un
gruppo di percussionisti sudafricani, accompagnati da ballerini, e il
progetto Champions Playground
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che la Fondazione conta di realizzare entro il 2010 a Manenberg,
sobborgo povero di Cape Town, in
Sudafrica, con il sostegno della Fondazione Nelson Mandela, in collaborazione con la Regione Lombardia,
Università Cattolica del Sacro Cuore
e con la Western Cape University.
Mattia Inverni, protagonista di
“Notre Dame de Paris” di Riccardo
Cocciante, ha coinvolto invece gli
ospiti con i brani più importanti.
Si è, inoltre, tenuta un’eccezionale
asta battuta da Christie’s, di opere
di importanti maestri contemporanei quali Susan Cicconi, Letizia
Fornasieri, Raul Gabriel, Hans
Hartung, Debora Hirsch, Marco Lodola, Maria Mulas, Nino
Mustica, Gianfranco Pardi, Arnaldo
Pomodoro ed Emilio Tadini.
Ha chiuso la serata Alain Clark,
cantante internazionale, molto
apprezzato anche dopo la sua apparizione al Festival di Sanremo.
Alla domanda di FCI “quali
erano le ragioni delle sue attività
nel sociale?” Clarence Seedorf ha
risposto: “Non sono arrivato al
progetto della Fondazione Champions for Children di colpo ma per
gradi e soprattutto perché credo
che una persona sia di valore solo
se è utile agli altri e se fa qualcosa
per la società. Se le intenzioni di
chi si impegna nel sociale sono
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serie, sul lungo percorso, daranno
dei frutti positivi. Credo che l’idea
di utilizzare lo sport per motivare
i bambini sia molto importante e
possa contribuire a formare persone
serie e responsabili.”
Seedorf ha infine ringraziato per la
collaborazione l’Ufficio Olandese
dei Fiori e la Eurovivai. La Fondazione Champions for Children
ha regalato ai numerosi giornalisti
un’esemplare di Anthurium ‘Amis’
(Amicizia). L’allestimento floreale
della serata di beneficienza è stato
effettuato dal fiorista Marco Domenico Introini.
Per ulteriori informazioni:
www.chforch.org
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L’andamento del mercato
florovivaistico italiano
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La vendita di fiori recisi è
risultata fiacca per tutta la
primavera, alternando periodi di ripresa in coincidenza
delle principali ricorrenze (San Valentino, Festa della Donna, Pasqua,
Festa della Mamma) a momenti di
estrema lentezza dei rifornimenti.
La dilazione degli acquisti da parte
della distribuzione ha imposto una
continua revisione dei listini senza
che i produttori beneficiassero della
penuria di offerta causata dal clima.
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Dopo il picco minimo dei prezzi di
febbraio, è iniziata una lenta ripresa,
ancora in atto a giugno.
I consumi riflettono la scarsa
capacità di spesa degli italiani,
soprattutto di quelli appartenenti
alle fasce sociali più deboli. Se nei
mesi di gennaio e febbraio il numero
di acquirenti è stato soddisfacente,
successivamente la domanda si è
concentrata sui consumatori abituali
e di reddito maggiore.
Di conseguenza a marzo la spesa
degli italiani per i fiori recisi era
diminuita del 18% e il numero di
acquisti del 9% rispetto allo stesso
periodo del 2008. Per le p
piante
p
in vaso i prezzi sono rimasti più o
meno stabili, ma in alcune zone si è
contrattato al ribasso nel timore di
giacenze elevate. Solo in febbraio si
è osservato qualche rialzo sulle stagionali prodotte in serra nel Veneto,
su aromatiche e m mediterranee in
Toscana e Sicilia, su alcune alberature nel Lazio.
Le piante verdi e fiorite da interno
hanno risentito meno del rallentamento tendenziale delle vendite
anche grazie alle ricorrenze di San
Valentino e della Festa della Mamma.
Va sottolineato come non sia corretto confrontare il primo trimestre
2009 con il medesimo p
periodo del
2008, decisamente meno freddo e
con una stagione di vendita molto
anticipata anche in seguito alla presenza della Pasqua in marzo.
In Lombardia, in febbraio, la
domanda di piante da interno ha
registrato una contrazione intorno
al 20% rispetto al 2008. In marzo
il mercato si è ripreso e, anche in
seguito ai ritardi di produzione, per
tutta la primavera l’offerta di gerani
e altre piante da balcone è risultata
inadeguata alla domanda.
In generale sono state vendute un
maggior numero di piante in vasi
piccoli a prezzi unitari inferiori
rispetto alle dimensione mediograndi. Per quanto riguarda la
produzione da esterno del Mantovano, le vendite sono rimaste stagnanti
nei primi mesi dell’anno a causa
dell’andamento climatico. Nei pochi
giorni prividi pioggia, le richieste
sono leggermente aumentate; anche
le esportazioni sono diminuite meno
di quelle nazionali, che hanno perso
almeno il 30%.
Nel Veneto febbraio ha registrato,
come atteso, una certa ripresa dei
consumi rispetto a gennaio soprattutto per i prodotti stagionali,
mentre è rimasta scarsa la domanda
di piante e arbusti da esterno a
causa del maltempo. Anche l’export
è calato benché le offerte fossero
allettanti. In marzo si è osservata una
buona richiesta di Primula obconica
e viole che si sono esaurite in breve
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tempo; anche l’offerta di gerani è
stata sempre insufficiente.
In Liguria la produzione di fiori
recisi ha subito una riduzione stimata intorno al 20-25% nel primo
trimestre 2009, con un conseguente
calo anche nelle vendite.
Il mercato delle aromatiche è stato
influenzato dal maltempo; nel primo
bimestre la produzione ha segnato
un ritardo del -40% e il miglioramento delle temperature non ha consentito un recupero totale. Anche per le
margherite si è verificato un ritardo
produttivo, ma l’offerta è poi risultata
eccedentaria, a fronte di insufficienti
disponibilità di oleandri in vaso.
La ripresa della domanda è stata
piuttosto lenta anche per le produzioni in serra e in vivaio di Lazio e
Toscana. Ciò è dovuto, secondo gli
operatori, sia al maltempo che alla
crisi economica che colpisce anche
i principali mercati esteri. In alcune
aziende le vendite sono risultate in
notevole calo a causa di insufficienti
ordini dall’estero, mentre in altre
con piante coltivate anche in serra,
una lieve ripresa dell’export a fine
febbraio verso Spagna, Francia
e Germania e qualche segno positivo
sul mercato nazionale hanno riportato l’ottimismo.
In Campania, nei primi tre mesi
dell’anno, l’offerta di fiori recisi è
rimasta quasi sempre sui normali
livello del periodo, con però una
diminuzione del 10% per rose e
garofani. Quanto alle piante in vaso,
alcune aziende pugliesi e campane
evidenziano vendite in calo del
10-15%;
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all corrispondente periodo del 2008, ma la
sensazione è che sia stato soprattutto
il maltempo di gennaio e febbraio ad
aver determinato una così forte penalizzazione da parte della domanda.
Situazione leggermente migliore in
Sicilia, dove si è registrato un incremento del 20-30% per le produzioni
di lilium da fiore reciso in seguito ai
prezzi bassi dei bulbi e alla discreta
domanda per alcuni tipi di questi
fiori. Le vendite di piante in vaso sono
invece diminuite del 20-30% a livello
tendenziale. Inoltre si riscontra qualche problema al prodotto a causa delle
gelate verificatesi a fine inverno nella
provincia di Catania. Tra le regioni
che, con l’avanzare della stagione,
hanno acquistato le piante siciliane
con più vigore rispetto al gennaio
2009 e ad altre zone vi sono sempre
il Centro–Sud (Lazio, Campania e
Puglia) e nel Nord l’Emilia Romagna e la Liguria. Tra le tipologie
non vi è grossa distinzione nel calo
degli ordini con qualche eccezione:
le piante in basket, quelle su tutore
e gli agrumi risentono più debolmente della crisi. Va, inoltre, segnalata la mancanza di alcune specie di
piante mediterranee in quanto lo
scorso anno gli alti livelli di vendita
hanno esaurito tutte le taglie. Infine
una parte del prodotto era in ritardo con la crescita e quindi è stato
disponibile solo ad aprile.
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Le ortensie da taglio alla
conquista del mercato
floreale mondiale
e dovessimo scegliere uno dei
fiori più in voga del momento, sceglieremmo l’ortensia
recisa. I fioristi la richiedono
molto spesso e per diversi motivi: le
ortensie sono fiori splendidi, colorati
e in grado di rallegrare ogni evento,
matrimoni, anniversari e tutte le
altre occasioni. La varietà dai fiori
globosi (Hydrangea Macrophilla),
con i suoi petali grossi e il fogliame
folto, si trova in un’ampia gamma di
colori e tonalità, e si mantiene molto
bene.
“A dire il vero, usando alcune
precauzioni, ci si aspetta di poter
mantenere i fiori recisi da un mese
a due anni” riferisce Peter Kolster
dell’azienda di ibridazione e propagazione Kolster BV, una delle aziende chiave nel business delle ortensie
recise. Le loro cultivar “Magical
Opal” e “Magical Emerald” sono
tra la specie più venduta in assoluto
alle aste dei fiori olandesi. Della
serie Magical fanno parte trenta
varietà diverse, tutte sinonimi di
fiori resistenti che cambiano colore
in modo straordinario con l’avanzare
della stagione. “Un buon esempio è
la nostra ‘Magical Pearl’ che, a differenza delle altre ortensie bianche,
cambia colore, eccome! Esibisce i
suoi fiori dal colore verde lime che si
tingono di un bianco luminoso per
poi trasformarsi in verde abete con
margini di un bel rosa”.
Nuovi nel settore dell’ibridazione
L’azienda a conduzione familiare
Kolster BV, è stata fondata sulla base
dell’esperienza in un vivaio tradizionale. L’azienda ha scelto di diversificarsi negli arbusti da taglio come le
ortensie, l’iperico, le bacche di rosa,
il symphoricarpos e l’agrifoglio, per il
continuo aumento di fiori usati come
riempitivi e verde nei bouquet. “La
produzione su larga scala di bouquet
misti è iniziata in Olanda all’inizio
degli anni Novanta. La tendenza
odierna a livello mondiale, è realizzare un bouquet composto da almeno
un fiore centrale, con l’aggiunta di
diversi tipi di fiori e verde come riempitivi. In questo modo si accentua
la forma e il colore del bouquet”.
La Kolster BV è relativamente nuova
nell’ibridazione delle ortensie da
taglio. I primi coltivatori olandesi iniziarono la produzione alla fine degli
anni Ottanta con cultivar esenti dai
diritti di licenza. Qualche anno dopo
la Kolster fu una delle prime aziende
ad introdurre varietà protette sotto il
marchio Magical, offrendo al coltivatore non solo fiori di ottima qualità,
ma anche con una migliore resa. Nel
2008 l’ortensia recisa si è posizionata
molto bene all’asta dei fiori olandese,
dove il prezzo medio è aumentato
di 0,4 centesimi, arrivando a 1,10
euro. All’asta di Aalsmeer, le “Magical
Opal” e “Magical Emerald Classic”
della Kolster hanno avuto un andamento ancora migliore, con prezzi
rispettivamente di 1,51 euro e 1,39
euro per gambo. Il prezzo più elevato
per le ortensie recise è stato ottenuto
dalla varietà “Magical Amethyst”:
3,60 euro per l’Amethyst fresca, e
3,64 euro per il tipo completamente
colorato (varietà classica o antica).
A detta della Kolster, combinare le
caratteristiche desiderate da un certo
numero o da individui in un’unica
pianta, è un processo molto lento che
richiede una serie di incroci e una
progenie di piantine piuttosto vasta.
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Convegno
al Flormart:
una buona ortensia da taglio e controllare la resistenza delle infiorescenze, il cospicuo numero di boccioli, la
resistenza a malattie e i nuovi colori.
Sul mercato non c’è ancora un’ortensia bella bianca che cangia assumendo un colore classico, o una di colore
rosso puro. Quest’anno abbiamo
circa 17.000 pianticelle, delle quali
10.000 sono state raccolte e piantate
per una successiva valutazione. Dalla
selezione dell’anno scorso abbiamo
raccolto 450 varietà che sono ancora
in sottonumero, mentre dieci varietà
sono pronte a conquistare il mercato.
Per la Kolster, una primizia è la cultivar con fiori stellati aventi margini di
verde lime e strisce color panna. La
novità del momento è la serie da lungo attesa delle ortensie a fiore piccolo. “Crediamo fermamente che i tipi
di ortensie a fiore piccolo abbiano un
enorme potenziale di mercato come
riempitivi. No, non abbiamo paura
che ciò danneggi l’immagine lussuosa
delle ortensie da taglio. Parliamo di
due tipi di mercato completamente
differenti: l’ortensia con fiori grossi
per il mercato di prodotti di lusso,
e la varietà a fiore piccolo per la
vendita al dettaglio. Inoltre, con la
varietà come la ‘Magical Revolution’, il coltivatore può aumentare la
propria produzione passando da 24
a 50 steli”.
Sia che si parli di mercato di prodotti
di lusso che delle vendite al dettaglio,
l’ortensia recisa è una pianta che non
è sempre facile da coltivare. Il numero
dei fiori può essere molto vario, e a
volte si può avere un’alta percentuale
di steli ciechi. La causa precisa di questo fenomeno rimane oscura, ma alla
Kolster ritengono che sia un’insieme
di diverse cause. “Esiste una relazione tra la percentuale di steli ciechi e
l’intensità della luce, la temperatura,
l’annaffiamento, la potatura e una
crescita troppo sana”.
Le reazioni al pretrattamento con
nutrimento per fiori recisi, possono
essere diverse per tipo di cultivar, e
un’altra grande sfida da vincere è ottenere una maggiore durata. “Tuttavia
l’ortensia recisa è una pianta che offre
anche molta sicurezza, e che consente
di ottenere fatti e cifre molto chiari. Si
può produrre come linea di prodotto
secondaria o principale. In Olanda
per esempio, sia i coltivatori che da
poco hanno inziato l’attività che
quelli con più esperienza, sono passati
dalla produzione di rose da taglio a
quella a basso impiego energetico
dell’ortensia da taglio. In Olanda si
necessita su base annua una media di
sei metri cubi di gas, e il numero di
personale impiegato è uno per seimila
metri quadri. Il nome ‘Hydrangea’
deriva dal greco ‘hydro’, cioè acqua.
Una corretta annaffiatura della pianta
è quindi essenziale, ecco il motivo per
cui alla Kolster il monitoraggio delle
piante è così importante”.
Nel 2009 la superficie totale destinata
alla produzione è di 105 ettari, con
l’Olanda e i suoi paesi confinanti,
Germania e Belgio come “cuori fioriti
produttivi”. Nonostante i coltivatori
olandesi facciano la parte del leone,
l’ortensia recisa sta diventando pian
piano una pianta sempre più mondiale, con importanti realtà produttive
in Ecuador e Colombia (vendite Stati
Uniti), Nuova Zelanda e Cile.
“Il Cile è una storia interessante. Si
tratta di un paese esteso in lungo, le
sue aree dal clima diverso dal Nord al
Sud, e i diversi picchi nella fornitura
fanno sì che le ortensie cilene siano
disponibili da dicembre a marzo. La
produzione delle ortensie da taglio
nell’America del Sud, è per l’ortensia
stessa un po’ un ritorno alle origini,
visto che questa pianta proviene
dall’Asia e dall’America del Nord e
del Sud (le Ande)”.
Gli agricoltori e i coltivatori interessati a saperne di più sulla produzione e il marketing delle ortensie
come fiori recisi, sono i benvenuti
nel punto di ricerca della serra della
Kolster, a Boskoop. Nel corso del
2010 possono assistere ad incontri
in cui si terranno dimostrazioni sulla
tecnologia impiegata.
Per ulteriori informazioni:
Peter.Kolster@kolster.nl
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Pagina 10
Con la crisi le garanzie
di FloraHolland diventano
un porto sicuro
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Timo Huges, managing director
FloraHolland: “Be’, ha detto queste
parole a dicembre 2008 e nonostante ci fosse già un po’ di subbuglio nel
mondo FloraHolland stava andando
abbastanza bene in quel periodo. Se
guarda attentamente i numeri del
2008, vedrà che il 2008 è stato il nostro migliore anno di sempre. Così
sulla base di quelle informazioni,
e quelle erano le informazioni che
Leeuwaarden aveva a disposizione
in quel momento, era senza dubbio
alquanto esagerato parlare di crisi.
Detto ciò vorrei aggiungere che dal
gennaio 2009 il mondo, e così il nostro settore, è cambiato in maniera
drammatica. Così, in quei giorni
non ci eravamo ancora confrontati
con l’impatto negativo della crisi,
ma dopo le prime settimane di gennaio abbiamo imparato a conoscerlo
meglio”.
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Huges: “La produzioni di fiori recisi
in Olanda è diminuita. Di fronte a
un prezzo dell’energia schizzato alle
stelle i coltivatori di fiori olandesi
hanno deciso di usare meno riscaldamento e illuminazione, causando un
calo della produzione. I produttori
olandesi di piante, con una produzione in certo modo più flessibile,
hanno ridotto i loro volumi sul
mercato. Calcolando il loro miglior
prezzo possibile sul mercato olandese, i floricoltori di Kenya e Etiopia si
sono resi conto che con prezzi così
bassi a gennaio e febbraio era meglio
per loro distruggere una parte dei
fiori anziché aggiungere i costi del
trasporto a dei costi di produzione
che già stavano crescendo rapidamente. In questo modo, all’inizio
del 2009 i volumi sono diminuiti
in modo significativo, cosa che ha
sorpreso anche noi; normalmente, saresti portato a pensare che i
coltivatori piantino, raccolgano e
spediscano le loro colture al mercato
prima o poi.”
Ard Reijtenbagh, general manager
import FloraHolland: “Specialmente le misure più corte non
venivano più spedite in Europa e
venivano letteralmente buttate nella
discarica. Vorrei aggiungere che il
settore non deve solo affrontare la
crisi economica, ma anche i cambiamenti estremi nel tasso di cambio
con le valute straniere. Conosciamo
tutti bene la storia della sterlina inglese crollata ai suoi minimi storici.
Lo stesso vale per il rublo russo e
per lo zloty polacco. Tutto ciò ha un
grande impatto sui prezzi e i volumi
commercializzati in tutto il mondo.
Prendiamo ad esempio i fiori del
Sudamerica, che stanno generando
minori profitti sul mercato russo.
In alcuni casi i fiori trattati in valute
forti come il dollaro e l’euro sono più
cari del 30%”.
Huges: “I problemi che ci troviamo
ad affrontare sono legati principalmente ai fiori recisi e noi abbiamo
rivisto il nostro budget per il 2009
sulla base di un calo del fatturato
totale del 10-12% rispetto al 2008.
I primi mesi del 2009 hanno visto
un calo nelle forniture di fiori recisi
del 13% a gennaio e dell’11% in
febbraio, con un +7% a marzo.
Anche le forniture di piante da
interni sono scese del 7% nel primo
trimestre, ma a marzo abbiamo
visto un aumento del 20%. In
marzo abbiamo visto anche una
crescita del 40% nel fatturato delle
piante da esterno, con conferimenti
in crescita del 23%. La viola è al
primo posto con un fatturato di 10
milioni e un prezzo medio che è di
poco superiore a quello del 2008”.
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Huges: “I precedenti 139 milioni
di € di investimenti erano riferiti
alle previsioni fatte alla fine del
2007, quando abbiamo presentato il
nostro piano di investimenti a lungo
termine. Questo era basato sulla
visione della fusione, con un totale
di investimenti previsti intorno ai
400 milioni di € in 3 o 4 anni. Alla
fine del 2008 gli investimenti previsti
per il 2009 erano stati ridotti a 104
milioni di €. All’inizio di febbraio ci
siamo resi conto che anche questo
dato non era più realistico e abbiamo
deciso di riportare questa cifra a 70
milioni di €. Questi investimenti
comprendono sia progetti nuovi che
altri già esistenti. Da un punto di
vista imprenditoriale questi 70 milioni di € rappresentano un segnale
molto positivo, dato che sono al
livello della nostra svalutazione che è
intorno ai 65 milioni di €. Se guarda
agli sviluppi in “reali costruzioni” per
i nostri compratori abbiamo pronti
30 ha da costruire a Aalsmeer East e
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Pagina 11
Ard Reijtenbagh, general
manager import FloraHolland
20 ha nel Westland. Tuttavia, non c’è
assolutamente richiesta da parte degli
esportatori. Pertanto non c’è realmente l’urgenza da parte nostra di dare il
via alla costruzione delle connessioni
logistiche tra i nostri centri principali
e le nuove strutture. Cominceremo a
costruire le infrastrutture solo quando
avremo dei contratti firmati con gli
esportatori. Per il momento si parla
tanto dei progetti ma non ci sono
piani concreti”.
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Huges: “La maggior parte degli esportatori prevede una diminuzione delle
vendite tra il 10 e il 15%. In termini
di logistica e di servizi ai clienti stanno
facendo un buon lavoro. Più in generale, l’intero settore (coltivatori, aste e
esportatori) si sta comportando bene:
non ci sono segnali che indichino che
altre parti possano comportarsi così
male da mandare in crisi l’intero settore”. Nessun segnale… dal 1° luglio
2009 Zurel ha lasciato le sue strutture presso l’Aalsmeer Centre. Avrete
un calo nelle entrate dagli affitti di
almeno 1 milione di € all’anno....
”Non so se questo è davvero un
segnale negativo. Il gruppo Ciccolella ha comprato Zurel e vuole
consolidarsi, integrando parte della
vecchia organizzazione di Zurel nelle
strutture di loro proprietà. Sì, è vero
che dobbiamo assorbire le perdite di
oltre un milione di euro in affitti, ma
ora possiamo rinnovare l’edificio e
appena il mercato si riprenderà potremo affittare lo spazio o addirittura
vendere l’edificio”.
'!$%#$!!%'%!#!
$% !# !
Huges: “In questi tempi poco sicuri,
con banche, compagnie di assicurazioni e di credito all’esportazione finanziariamente poco stabili, FloraHolland
sta emergendo come una boa di speranza con i suoi pagamenti garantiti e
le vendite garantite: potrei quasi dire
un porto sicuro nella tempesta”.
Reijtenbagh: “Molti coltivatori,
specialmente i coltivatori internazionali sono consapevoli e apprez
!'%&%&#!
'!$%##% %# (! 0!#!%!#
Reijtenbagh: “La produzione di Israele è sotto pressione, ma le aziende
israeliane a conduzione familiare si
sono rivelate molto flessibili e molto
robuste. Si concentreranno sempre
di più sui prodotti di nicchia; nei
decenni scorsi possono avere perduto
alcune colture importanti, ma hanno
introdotto sul mercato nuovi prodotti, un anno dopo l’altro. Kenya
avrà un’ulteriore crescita nel lungo
periodo. Poco dopo gli scontri all’inizio del 2008, gli investimenti sono
!$%!%'%!#
ripartiti. E mentre gli investimenti
! $! !$!
!#! sono tornati più o meno a zero, dopo
"!$$! !&$#!#! la crisi il paese ricomincerà a correre.
"#' #"#!"#"#!!%%
L’Etiopia, d’altra parte, sta sperimenReijtenbagh: “Abbiamo soci che gene- tando una maggiore moderazione
rano un fatturato di 10.000 € fino a
dopo una crescita abnorme; solo
quelli da molti molti milioni. Se non
il tempo ci dirà qual è l’ulteriore
sei un socio e vuoi lo stesso usare l’asta, potenziale di questo paese. In questo
offriamo ai produttori varie condimomento nessuno sta investendo in
zioni, basate sul volume totale che
serre o nuove coltivazioni. Vale anche
intendono conferire. Dovrebbe esserci
la pena di citare la crescente produanche un certo livello di continuità nei zione di piante nel Sud Europa. Il
conferimenti per fare in modo di avere Nord Europa tradizionalmente ha
un equilibrio tra offerta e domanda.
sempre avuto una posizione forte
In linea di principio i servizi dell’asta
nelle piante da interni, ma per alcuni
sono sempre più economici per i
specifici segmenti il sud sta produsoci che per i non-soci.” Quanto più
cendo prodotti di altissima qualità”.
economici? “I costi di commissione
possono essere fino al 50% in meno, a #/ # &!'!#!
seconda dei contratti”.
* %"#! !
&$! *$%%& #)*!$+"!#% %'
$&$$!
Huges: “Assolutamente. Natural#$!%&%%!! !
Reijtenbagh: “Se l’Olanda fosse
mente, abbiamo dovuto fare grandisl’unico posto dove si producono fiori,
simi sforzi per informare i coltivatori
probabilmente FloraHolland sarebbe
di tutto il mondo del nostro intero
ancora una cooperativa esclusivamente pacchetto di servizi, dato che non
olandese. Ma la produzione si è interoffriamo solo i servizi dell’asta ma
nazionalizzata, e la nostra cooperativa
anche il servizio di intermediazione
deve internazionalizzarsi allo stesso
attraverso FloraHollandConnect.
Stiamo anche facendo investimenti
modo. FloraHolland esiste grazie alla
ferma convinzione dei coltivatori di
nella logistica. Stiamo cercando, per
volere rinforzare il mercato in generale esempio, delle forme di cooperazioe la loro posizione attraverso l’unione
ne in paesi come il Kenya attraverso
delle forze; se uno condivide questa
le quali il prodotto sia controllato
filosofia ha un senso prendere parte a
dalla serra in Kenya fino all’arrivo
quello che sta succedendo a Floraqui in olanda. Questi miglioramenti
Holland. Una percentuale sostanziosa
logistici dalla tracciabilità alla catena
(50%) del fatturato dei fiori originato
del freddo sono fatti in collaboraziodall’estero arriva già da soci internazio- ne con fornitori di servizi logistici
nali, che comprendono anche impren- specializzati. Vogliamo essere sicuri
ditori olandesi che hanno cominciato
di fornire la giusta qualità al mercaa fare affari in Africa o Sudamerica. Ci to, per migliorare ulteriormente e
aspettiamo che questa quota cresca di
rinforzare la posizione dei mercati
un altro 10%”.
olandesi”.
zano i vantaggi di questo porto
commerciale sicuro. Una delle loro
principali priorità è di gestire il conto
clienti. Considerando quanto tempo
questo richiede, non è un’area in cui
“farcela per un pelo”. I clienti a volte
ritardano i loro pagamenti fino a 60 o
persino 90 giorni. Quello che vediamo ora è che i coltivatori bussano alla
nostra porta. Noi diciamo va bene,
siamo interessati a fare affari con altri
coltivatori ma deve essere una cosa
a lungo termine e al 100%: il 100%
della tua produzione deve passare per
i nostri libri contabili”.
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)*%(!""*+((!(!%#
!!$!-!*%%$($!!%(!
'+"!)%$%)**!"!),!"+&&!
“Ho deciso di intraprendere il
mestiere di floricoltore perchè dopo
otto anni di studi in lingue straniere e numerosi viaggi e soggiorni
all’estero ho scoperto che avrei
voluto vivere all’aperto e svolgere
un lavoro in agricoltura. Dato che
l’agricoltura nell’area del Lago Mag-
giore è marginale, alcuni amici mi
hanno suggerito di coltivare piante:
era il 1979. Il lavoro che si svolgeva
all’aperto mi è piaciuto subito e dato
che era un periodo di grande sviluppo
per il florovivaismo ho considerato
che c’erano tutte le chances per un
lavoro serio che avrebbe potuto portarmi lontano. Ho iniziato con mille
piantine di azalee in pieno campo, ma
dato che non volevo lavorare da solo
mi è sembrato naturale costituire fin
da subito una cooperativa di giovani,
come me tutti ai loro inizi. Così è
nata la cooperativa Verbania Fiori: con
Gigio Fasoli e tutti gli altri. Sono stati
anni di lavoro allegro e pieno di soddisfazioni, poi la necessità di operare
su un mercato sempre più complesso ci ha suggerito la fusione con la
FlorCoop e poi ancora l’avvio di una
società tutta mia: la COMPAGNIA
DEL LAGO, in modo da affermarmi
sul mercato Europeo con piante di
grossa taglia e qualità assoluta.”
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4%(!%"*+($"%!%(
'+"/!"(+%"%"
%$)%(
-!%!!%(!!&!!!+!)!
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“Il nostro è un territorio limitato,
al di fuori delle grandi aree di produzione italiane ed europee; aziende
come la mia o più piccole non
hanno possibilità di sopravvivere se
non consorziate o collegate a realtà
più grandi che possono operare sul
mercato. Il Consorzio è uno strumento flessibile e efficace per darci,
in loco, un discreto collegamento
e per promuovere i nostri prodotti
tipici.
Bisognerebbe fare di più e con più
coraggio, ma comunque stiamo
lavorando bene tra di noi e anche
l’allargamento del Consorzio ai
floricoltori del Biellese è motivo
di stimolo e un passo sulla strada
per integrare tra di loro aziende che
hanno già molto in comune.”
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“Il libro è stato suggerito dal mio
amico Arturo Croci che mi ha
stimolato e ha insistito perchè lo
scrivessi mentre stavo dando vita
a una nuova azienda, grazie anche
a Anna Maria Botticelli che mi
ha aiutato nella stesura. E’ stata la
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risposta scritta alla domanda che
molti giovani mi hanno fatto nel
tempo sull’opportunità o meno di
avviare un’azienda floricola. Credo
di aver spiegato che si tratta di
un mestiere bello, ma difficile e
che comporta il saper affrontare e
risolvere le difficoltà più varie. E’
una soddisfazione che a distanza di
ormai due anni qualcuno mi cerchi
ancora per averne una copia. Credo
che poi sia stato utile anche a chi
è al di fuori di questo settore per
capirne qualcosa. L’immagine che
gli altri hanno di noi è importante.”
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!%!--!%)&$)!""3!$!
-!*!,%#,!!"+*+(%
"&(#!%
“E’ stata una sorpresa poichè
consideravo il premio una sorta di
“attestato di carriera” e a dir la verità io mi sento ancora nella prima
parte della mia vita di floricoltore
e quello che ho già fatto è solo una
parte di quello che ho in mente.
Fabio Rizzi era un giovane e quindi
in futuro mi auspico che il premio
sia assegnato non a chi ha alle spalle
una vita di lavoro e di successo, ma
a qualche giovane che si distingue per aver rischiato o aver fatto
qualcosa controcorrente o semplicemente che abbia saputo superare
una qualche grande difficoltà. Per
me è un grande stimolo d’incoraggiamento alla carriera.”
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ppena conseguito il suo diploma di specializzazione in
“Tecniche colturali dell’ortoflorovivaismo” presso
l’Università Federico II di Napoli,
entra nel mondo del lavoro in una
azienda minore del settore, qui svolge
funzioni di supervisione e divulgazione dei prodotti floricoli importati
dall’Olanda e dalla Francia, in pochi
anni le sue competenze e soprattutto
i suoi indirizzi commerciali, lanciano
questa azienda tra le aziende leader
del comparto.
Dopo circa 8 anni di intenso studio
ed analisi del settore, acquisita l’esperienza utile nel controllo qualitativo
delle specie floreali, delle problematiche che ne scaturivano dalle coltivazioni, ma soprattutto dai rapporti
così diversi tra la cultura napoletana
e quella olandese, Tommaso decide
di fondare nel 1994, con il collega
dott. Nicola Lo Muzio proveniente
anch’egli da una esperienza similare,
lo studio di consulenze florovivaistiche denominato “De Plantis S.a.S
di Tommaso Graziuso e C.” e vuole
sottolineare la scelta del nome dove
il “de “ dal latino sta per “intorno
a…, ossia, tutto quello che…”. La
sede principale è a Pompei, la costituzione della società viene formalmente
ufficializzata nel 1996.
Tra i ruoli dello studio De Plantis,
viene dato massimo risalto, all’assistenza di giovani aziende impegnate
nella produzione di fiori recisi e
nell’introduzione di nuove tecnologie, fanno rientrare nelle loro attività
di competenza, tanto la consulenza
quanto lo studio, la ricerca e infine la
progettazione e lo sviluppo agronomico delle aziende. In pratica la
De Plantis diventa in breve tempo
l’interfaccia tra le grandi aziende
produttrici di giovani piante e tecnologie e i produttori campani prima, e
dell’Italia poi.
tecniche di coltivazione o diversi
tipi di innovazioni, vengano messe a
punto più celermente in Italia che in
Olanda o negli altri paesi del mondo,
questo perché l’Italia è sostanzialmente più disposta al rischio.”
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commerciali italiane ed olandesi siano intimamente legate e interdipendenti. Oggi non è possibile immaginare il futuro del nostro comparto
non tenendo conto dell’Olanda ed è
altrettanto difficile pensare all’Italia
quale paese di solo consumo di piante e fiori a prescindere dalle produzioni. La ricerca olandese, soprattutto
quella universitaria di Wageningen
per esempio, propone in continuazione nuovi ritrovati tecnologici,
innovazioni scientifico agronomico,
ma comunque resta difficile ottenere
risultati di diffusione commerciale e
valutazioni qualitative senza le valutazioni opportune di adattabilità ai
differenti parametri ambientali quali:
luminosità, temperature, umidità.
Vi sono altre grandi differenze come
ad esempio la disponibilità di aree
coltivabili a costi accettabili, il costo
del lavoro sostanzialmente inferiore a quello olandese, ma come ho
accennato la più grande differenza la
fa sicuramente il clima e la fantasia italiana. Grazie alla De Plantis
questo interscambio informativo
e progettuale fra ricerca olandese
e e produzione italiana, ha dato e
continua a dare risultati eccellenti da
molti punti di vista. A volte, come
nel caso degli Anthurium, può anche
succedere che certe varietà, certe
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“Nuove varietà non sempre è sinonimo di evoluzione della specie, soprattutto quando gli ibridatori non sono
in grado di ottemperare ai protocolli
di miglioramento della specie, la
ricerca di nuove varietà deve significare selezione per parametri non solo
produttivi, ma anzitutto qualitativi,
è necessario un rigore maggiore nel
rilascio delle patenti internazionali,
non è sufficiente ottenere una nuova
varietà, occorre preparare controlli
territoriali di produzione, vedere
come reagisce alle differenti condizioni climatiche. Per alcune importanti
aziende olandesi come Anthura, Florist, Lex+, ed altre importanti società,
la De Plantis funziona da referente e
da interfaccia tra gli ibridatori, i costitutori, i propagatori e i produttori
italiani. Per quanto riguarda l’ibridazione e la propagazione in generale vi
sono organizzazioni come il Ciopora
(L’associazione degli ibridatori di
piante riprodotte per via agamica) e il
Plantum (Associazione olandese degli
ibridatori e propagatori di giovani
piante) che dovrebbero operare a
protezione dei loro associati, tuttavia
la loro azione, sebbene importante,
spesso è limitata e solo propagandata
mentre a mio avviso dovrebbero
svolgere un compito soprattutto
informativo, per poi programmare
interventi più incisivi”.
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“Negli ultimi anni l’utilizzo di agenti
biologici o di metodi di controllo
naturali dei parassiti si è andato intensificando e si può dire che anche la
sensibilità verso i problemi dell’ambiente dei floricoltori campani e italiani è in forte aumento. Ciò non sta
a significare che il problema è risolto,
c’è ancora molto da fare nella ricerca
dei metodi di controllo naturali non
invasivi, c’è da fare nella formazione
dei tecnici, dei florovivaisti e dei loro
addetti. Non è sufficiente attuare
tecniche di coltivazioni fuorisuolo, occorre anche la conoscenza e l’integrazione di questi sistemi con efficienti
mezzi di lotta biologica a mezzo di
predatori e nemici naturali dei più
eccellenti parassiti. Infine un utilizzo
oculato delle tecniche nutrizionali,
ad esempio studiare con attenzione
i benefici delle micorrize applicate ai
sistemi produttivi aziendali”.
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ma occorre anche rendersi conto
che ci troviamo in una situazione di
difficoltà economica globale e che il
‘periodo delle vacche magre’ non può
continuare all’infinito, prima o poi
arriverà anche la ripresa dei mercati
e dei consumi e allora ... occorrerà
essere preparati ed efficienti perchè,
anche se non ne siamo pienamente
consapevoli, si parla di un mercato
europeo al consumo di oltre 700
milioni di consumatori. In questi
momenti occorre investire per rendere le aziende più efficienti, affinare
le tecniche produttive e formare il
proprio personale per affrontare le
nuove esigenze dei mercati”.
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e Crisantemo, ma il trend continua
ad essere in crescita per l’Anthurium,
poi la Gerbera e infine il Lilium in
drastico calo. Nelle piante potrebbero
essere: Spathiphyllum, Anthurium,
Phalaenopsis, Ficus, Yucca”.
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18
IKEA inaugura la nuova sede a
Collegno con adiacente una serra
l progetto di respiro internazionale di affiancare una serra
al grande magazzino IKEA,
sono stati due i paesi europei
a proporsi: l’Italia e la Germania.
L’Italia è stata scelta per la capacità
di presentare i prodotti e di lavorare
sull’immagine. Il tipo di prodotti
che si trovano nelle filiali tedesche e
italiane è identico, il colosso svedese non segue i gusti e le culture
dei diversi paesi, quello che cambia
invece è l’impostazione degli spazi
interni e, in questo caso, l’installazione di impianti di aria condizionata
che non sono presenti nella filiale in
Germania. Il progetto italiano è stato
seguito dall’olandese Allard Kleijn che
abbiamo intervistato appositamente
per Floraculture Internazionale.
Chi è stato all’IKEA, sa che si possono acquistare da sempre delle piante,
con un assortimento, finora a dire
il vero piuttosto limitato. “Nell’assortimento della serra di Collegno
si trovano essenzialmente le stesse
piante tutto l’anno, ci sono circa solo
15-20 piante che seguono le stagioni.
Non intendiamo spostarci nella
direzione dei centri giardinaggio,
per cui non venderemo per esempio
piante da aiuole o bulbi. Con questo
progetto, IKEA ha introdotto un
altro tipo di prodotto che si integra
perfettamente con quello principale, e
cioè l’arredamento della casa. Arredo
per terrazzo e giardino, decorazione
della casa, vasi e oggettistica varia,
piante ma anche fiori freschi con i
quali poter fare diverse combinazioni.
A questo proposito devo dire che i
fiori freschi non sono un prodotto
facile per il mercato italiano che non
è ancora pronto per grossi quantitativi. In Olanda si acquistano più
frequentemente fiori freschi, e non
solo il fine settimana, mentre in Italia
l’acquisto è generalmente minore e
limitato al fine settimana” ci informa
Allard Kleijn.
Con l’abbinamento della serra al negozio, lo shopping all’IKEA assume
una nuova dimensione. L’ingresso
della serra è separato da quello del
negozio, ma entrambi sono collegati
tra di loro. Questo agevola il cliente
che non deve più attraversare tutto il
negozio per acquistare piante, fiori o
scegliere l’arredamento per il proprio
giardino o terrazzo.
!"
Che il personale dell’IKEA sia
specializzato nell’ambito dell’arredamento della casa e che sappia dare
sempre il consiglio giusto, è ormai un
fatto provato, ma quando si parla di
pollice verde cosa ci si può aspettare?
“Per la nostra serra abbiamo assunto
personale con esperienza comprovata nel settore. Sono in totale
sedici i dipendenti che lavorano nella
serra, e molti di loro provengono da
centri giardinaggio. Tutti ricevono
un training specifico su piante,
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Pagina 19
fiori, composizioni floreali e come
combinare al meglio le diverse piante
in vendita con i numerosi vasi del
nostro assortimento. In occasione
di feste e ricorrenze speciali, i nostri
clienti possono trovare anche una
varietà di bouquet che arrivano già
confezionati dall’Olanda” risponde
Allard. Attualmente le piante e i
fiori vengono forniti dai coltivatori
olandesi perché si tratta di quantitativi molto elevati (si parla di
diecimila piante in un negozio), e
per le ordinazioni con scadenze fisse,
il negozio fa riferimento all’Olanda
dove sono situati i più grossi produttori che possono garantire forniture
consistenti “ma stiamo valutando la
creazione di un punto in Italia che
raccolga l’offerta dei produttori locali, e vogliamo arrivare a lavorare con
due produttori della zona” riferisce
Allard. “Inoltre abbiamo un’etichetta propria ‘IWAY’ che esprime il
codice di condotta dell’IKEA in fatto
di produzione sostenibile di tutti
i prodotti che vendiamo, e quindi
anche delle piante, igiene, trattamento del personale, eccetera. Stipuliamo
dei contratti a lunga scadenza con i
nostri produttori, per poter garantire
loro una continuità nel lavoro e prezzi che permettano loro di realizzare
buoni guadagni. I coltivatori che
ci forniscono le piante e i fiori non
lavorano quindi mai in perdita, come
invece succede, devo dire, nel caso di
alcune grosse catene di negozi che,
per abbattere i prezzi, costringono i
coltivatori a vendere i loro prodotti a
prezzi talmente bassi impedendogli
di realizzare guadagni onesti. Questo
non rientra nella nostra politica gestionale perché andrebbe a scapito di
entrambe le parti” continua Allard.
Il negozio è anche un modello di
bassissimo consumo energetico “Il
consumo di energia è pari a zero,
e nelle nostre scelte siamo sempre
attenti all’ambiente” riferisce Allard.
Questo nuovo negozio è stato aperto
ufficialmente il giorno 11 giugno.
All’apertura erano presenti anche il
Sindaco e il Presidente della regione
Piemonte. Per l’occasione è stato
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"") " '&& tagliato un albero, ovvero il tronco di
un albero già tagliato. “È un simbolo
proveniente dalla Svezia quello di tagliare il tronco di un albero all’apertura di una nuova filiale. Attorno al
negozio sono stati piantati numerosi
alberi, non si deve pensare che si sia
sacrificato un albero da usare solo
come simbolo”.
Il primo progetto italiano verrà valutato a giugno dell’anno prossimo, esattamente un anno dal suo inizio, e solo
le cifre daranno l’esito finale. “L’obiettivo specifico di questo progetto è di
aumentare il giro di clienti del 10%.
Noi lavoriamo sodo, e tra un anno
tireremo le somme. Nel frattempo
abbiamo già richiesto l’autorizzazione
a costruire una serra all’IKEA di Carugate, presso Milano. Anche il negozio
verrà ampliato, perché ora è troppo
piccolo, però la burocrazia italiana è
piuttosto complessa, e noi speriamo di
riuscirci nel 2010”. Anche altre città
europee sono in lista per il progetto
serra. La prossima verrà aperta a Berlino, dove la serra sarà un’area integrata
al negozio” conclude Allard.
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Pagina 21
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Dal 10 al 12 ottobre, torna FLORVIVA
La vetrina del florovivaismo,
del giardinaggio e delle
attrezzature di settore
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rganizzata da Assoflora, l’Associazione dei produttori florovivaisti
abruzzesi, in collaborazione con numerosi Enti e istituzioni locali, primi tra tutti l’Assessorato regionale all’Agricoltura, l’Arssa, la Provincia e la Camera
di Commercio di Chieti, la manifestazione
presenta tante novità, come quella che prevede l’apertura dal sabato al lunedì (anzichè
dal venerdì alla domenica) per agevolare la
partecipazione ai responsabili di garden center e fioristi e la presentazione dell’indagine
statistica sul comparto florvivaistico abruzzese realizzata dall’Arssa di Lanciano-Vasto in
collaborazione con Assoflora.
3%!) !'! !In mostra ci saranno le aziende leader e le
maggiori associazioni presenti sul mercato, con
una gamma completa della floricoltura tipica
mediterranea e le nuove opportunità determinate dai cambiamenti climatici: dalle giovani
piante al fiore reciso, fino ai grandi esemplari,
bulbi, tuberi, rizomi e sementi. Ed ancora,
piante ornamentali, attrezzature e prodotti specializzati e una sezione dedicata alle aziende del
comparto florovivaistico con software e servizi
promozionali e di consulenza.
Tra le particolarità dell’esposizione, emergono il salone delle tecnologie e dei servizi
per la gestione e manutenzione del verde e
la sezione per la cura e l’allestimento degli
spazi verdi, mentre il lavoro di fantasia di
maestri fioristi, con la presenza di grande
rilievo dell’Ufficio olandese dei Fiori, darà
vita a particolari allestimenti di giardini e
aree verdi e mini corsi di arte floreale. La
task-force “Colture Protette” dell’Arssa come
di consueto aprirà le porte ai ragazzi delle
scuole medie con l’obiettivo di far crescere
una “cultura del verde” come strumento per
acquisire sensibilità ambientale.
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Non mancheranno i classici appuntamenti
con il concorso floreale “Florviva 2009” e con
il “Premio all’innovazione”, insieme a incontri
tecnici, alle prove di tree-climbing e allo sportello “L’esperto risponde” di grande attrazione
per tutti gli appassionati di florovivaismo.
Ad arricchire la manifestazione saranno numerose iniziative collaterali, a partire dal prologo
previsto il 2 ottobre con il convegno “Diffusione nell’Italia centrale degli insetti di nuova
introduzione: punteruolo rosso, cinipide del
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castagno, anoplophora” organizzato negli spazi
dell’Arssa di Villanova di Cepagatti (Pescara).
Anche quest’anno il layout degli spazi fieristici
risulterà molto razionale, in maniera da favorire la ricca varietà e le esigenze degli espositori
e del pubblico: ai produttori florovivaisti verrà
riservato il padiglione 1 e una sezione del
padiglione 2, mentre la restante parte del 2
farà da cornice ai numerosi prodotti, servizi
e attrezzature per il vivaismo. Il padiglione 3
invece accoglierà le proposte per i giardini e
le aree verdi con il piazzale antistante la fiera
riservato alla vendita al pubblico.
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Florviva rappresenta solo una delle iniziative
di Assoflora, l’Associazione dei produttori
florovivaisti abruzzesi nata nel 1985 per iniziativa di imprenditori agricoli operanti nel
settore delle colture protette, con l’obiettivo
primario di tutelare e valorizzare i prodotti
florovivaistici degli associati in armonia con
gli indirizzi della politica agricola regionale e
nazionale. Tra le molteplici attività, l’Assoflora si occupa della gestione e mantenimento di un Campo di piante madri realizzato
presso il Consorzio per la divulgazione e
Sperimentazione delle Tecniche Irrigue (Cotir); della gestione del Mercato del fiore e del
Vivaismo della provincia di Pescara, situato a
Città Sant’Angelo; dell’
organizzazione di incontri di aggiornamento e corsi di formazione per gli oltre 120
associati. Assoflora partecipa ai tavoli di
concertazione con le istituzioni per la predisposizione di proposte di legge inerenti
il settore.
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Risulta più conveniente e sostenibile (riduzione
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seminario venerdì 11 settembre alle ore 11 nella,
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Vida Verda
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Pagina 23
Promogiardinaggio ha l’obiettivo
di promuovere l’amore per il
verde e il giardinaggio
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onostante questa associazione abbia solamente
un anno di vita già si è
distinta con due campagne
nazionali promozionali importanti, la prima indirizzata al grande
pubblico e intitolata “ Accettate
verdure dagli sconosciuti?” ed
apparsa nei settimanali nazionali
Corriere Magazine, supplemento
del Corriere della Sera, e D la
Repubblica delle Donne, allegato
femminile de La Repubblica. La seconda era rivolta agli operatori per
sottolineare l’importanza di una
collaborazione attiva tra tutti gli
operatori del verde nel promuovere
la crescita e lo sviluppo del settore.
E’ stato inoltre predisposto un sito
internet (www.promogiardinaggio.
com) ma il sito informativo per il
grande pubblico dovrebbe essere
predisposto per il 2010.
L’altra grande iniziativa è la nascita
a giugno della rivista “Natù”,
“…l’house organ dell’associazione
che si presenta come un free press
attuale e accattivante, ricco di
contenuti “verdi” e spunti curiosi
per vivere la natura a 360°”. Natù
è diffuso gratuitamente al pubblico
in 150 mila copie in 37 garden
center associati.
C’è molto da fare per la promo-
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zione presso i consumatori della
cultura dei fiori e delle piante in
Italia, allo stato attuale le campagne
al grande pubblico sono state fatte
dall’Organo Nazionale di Collegamento per la Floricoltura e il
Vivaismo (Oggi Associazione Piante
e Fiori d’Italia), dal Consorzio Florasì, dal Consorzio dei Fiori Tipici
del Lago Maggiore e da qualche altra associazione e da privati. La nascita di Promogiardinaggio porterà
sicuramente dei benefici in termini
di conoscenza del mondo vegetale
nel settore dei Garden Centre,
del giardinaggio e del florovivaismo
in generale.
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el 2002 la ditta Fachjan
scelse una strategia
pubblicitaria davvero vincente: fornire i suoi alberi
per il film di James Bond, agente
007 “La morte può attendere”.
Una mossa spettacolare quanto
la società che l’ha attuata, dotata
di una serra di 35.000 m2 alta 16
metri costruita nel 1998, la più alta
d’Europa.
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Fondata nel 1981 come un comune
vivaio per piante da vaso dal padre
degli attuali proprietari, solo 17 anni
dopo la Fachjan decide di dedicarsi
ad un settore più di nicchia: quello
delle piante di grandi dimensioni.
Così oggi, nel gigantesco vivaio
di Fachjan, si possono trovare sia
piante da appartamento di piccola e
media dimensione come lo scindapsus, la sanseviera e il filodendro, per
le normali vendite all’asta, sia una
suggestiva collezione di circa 150
specie di piante e alberi tropicali
e subtropicali altissime, di tutte
le forme e provenienti da tutto il
mondo. “Il 50% di queste piante
come il Ficus binnendijkii Alii, la
Livistona e la Bucera le importiamo dalla Florida, ma acquistiamo
le nostre piante anche in Cina, in
Malesia e in Tailandia. Altre specie
più rare, come la Chorisia speciosa,
provengono dall’Argentina. Dalla più
vicina regione spagnola della Valencia
importiamo palme resistenti con
fronde robuste, dice Quirinus.”
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La gente generalmente non sa tutto
il lavoro che sta dietro l’importazione
di piante per l’arredo di interni. Nel
paese di origine, le piante autoctone
devono essere trapiantate dal terreno
in cui sono cresciute, all’interno
di container. Il trapianto dovrebbe
avvenire durante il loro periodo
dormiente e, per preparare la pianta
per il lungo viaggio, le radici che
circondano la zolla devono essere
recise con l’ausilio di un utensile
tagliente, da tre a sei mesi prima
del trapianto. Dalle radici recise
spuntano nuove radici, e quando
giunge il momento del trapianto,
gli alberi vengono estratti dalla
terra lasciandone dai 10 ai 15 cm
attorno al primo taglio di potatura
delle radici per recuperare il numero
massimo di radici nuove. Quirinus:
“Le piante vengono quindi collocate
in un grande contenitore e lasciate
acclimatare sotto reti ombreggianti
per almeno tre/quattro mesi. Le
piante, che raggiungono talvolta i
6/7 metri di altezza, vengono quindi
preparate per il trasporto marittimo,
ovvero vengono completamente
avvolte in pellicole d’imballaggio.
Giunte nelle nostre serre, le piante
vengono immediatamente liberate
delle pellicole e lasciate acclimatare
per un certo periodo.” Nelle serre
di Fachjan si schiudono delle vere e
proprie meraviglie della natura. “Tra
queste, una specie esemplare, è la
sopramenzionata Chorisia speciosa.
Quest’albero, chiamato anche albero
della seta, è stato importato quasi
privo di radici e con i rami segati,
ma è talmente resistente che le sue
radici hanno ricominciato a crescere
molto rapidamente e dopo solo un
anno era già pronto per essere messo
in vendita.”
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A proposito di vendite, il principale
acquirente di Fachjan è la Germania, che acquista dei giganti verdi di
grande impatto visivo per lo Zoo di
Stoccarda, per il Wilhelmina Tiergarten e lo Zoo di Lipsia. “I nostri
alberi vengono però collocati anche
nei centri commerciali e nei palazzi
destinati agli uffici nei paesi esteuropei, come la Polonia e la Croazia. Ve
ne sono all’aeroporto di Hong Kong
e degli enormi Ficus nitida adornano
addirittura i prati in coperta e i campi
da golf delle grandi navi da crociera
come la Celebrity Equinox” afferma il sig. Van Trigt. “Negli ultimi
decenni- aggiunge - Fachjan, nella
sua rapida evoluzione, si è guadagnata
la fama di fornitore affidabile presso
gli architetti d’interni e paesaggisti
ed ha assistito ad una crescita della
domanda dei suoi servizi e delle sue
consulenze. “Siamo una società che
svolge il ruolo di intermediario tra gli
architetti paesaggisti locali e i clienti
finali. Non trattiamo mai direttamente con i clienti finali, sebbene in
molte occasioni ci siano state richieste
consulenze sul posto. La prima cosa
che valuto sono i fattori ambientali
relativi all’area di progettazione, vale a
dire la luce, sia artificiale che naturale,
la disponibilità d’acqua d’irrigazione,
la circolazione dell’aria, il drenaggio e
molti altri fattori che sono legati alle
piante destinate all’arredo d’interni.
In un centro commerciale, ad esempio, la zolla con le radici delle piante
viene posta in contenitori profondi
3 metri sottoterra, ciò significa che
bisogna verificare il livello dell’acqua
freatica. Le piante collocate negli
atri degli hotel sono costantemente
soggette alle correnti d’aria, ed è per
questo che è fondamentale scegliere le
specie più idonee per i vari ambienti. La stessa cosa vale per le piscine
tropicali. In questo caso è sconsigliabile inserire una palma Pandanus
dal fusto spinosissimo o un Ficus le
cui foglie cadrebbero costantemente
nell’acqua. Anche la creatività gioca
un ruolo importante. In un centro
commerciale ricco di punti dove bere
il caffè, perché non abbellirli con le
nostre piante del caffè?”
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La società punta molto sulla
qualità. Somministra, soprattutto
nel periodo primaverile, la giusta
miscela di fertilizzanti preparata
appositamente per ciascuna specie
di piante. Fachjan coltiva le sue
piante in modo ecologico, attenendosi agli standard MPS A. “Siamo
convinti sostenitori della produzione ecologica, anche se nutriamo
serie preoccupazioni relativamente
alle nuove regolamentazioni UE
sui pesticidi che prevedono una
riduzione della commercializzazione dei prodotti per la protezione
delle piante. Queste renderanno
estremamente difficile combattere le infestazioni come quelle da
pseudococco. Con la maggior parte
dei nostri clienti abbiamo stretto
rapporti commerciali pluriennali,
pertanto ci sentiamo in dovere di
fornire loro solo alberi e piante
di eccellente qualità. Nel mondo
dell’arredo verde degli interni ciò
è assolutamente imprescindibile.
Per quanto riguarda invece l’arredo
verde esterno, il cliente è consapevole del fatto che la pianta avrà
una ripresa e una crescita maggiori
in giardino, e accetta più di buon
grado danni o difetti delle stesse,
mentre per i progetti di arredi verdi
interni gli alberi e le piante devono
creare globalmente un impatto immediato negli edifici destinati agli
uffici. L’arredo degli interni con le
piante migliora l’aspetto del luogo e
lo rende verde e piacevole. Pertanto,
Fachjan non può fare concessioni
per quanto riguarda la bellezza”.
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Pagina 26
Sardoflor: da quasi trent’anni
sulla cresta dell’onda
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e è vero che gli italiani
esigono prodotti di qualità
quando acquistano un
mazzo di fiori o delle piante,
è anche vero che adesso negli altri
paesi questo aspetto sta diventanto
sempre più rilevante e decisivo quando si fanno degli acquisti. “Diciamo
che ciò va solo a vantaggio dei nostri
prodotti, perché sono tutti di ottima
qualità, sia che si tratti di fiori o
piante particolari che hanno un certo
costo, sia che si tratti di prodotti più
comuni e più accessibili economicamente” spiegano Jacqueline Tolhuis e
Robert Wagemakers di Sardoflor.
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Certo che un’azienda esportatrice
in tanti paesi diversi, deve avere un
vasto assortimento per accontentare
acquirenti con gusti diversi in tutto
il mondo. “Il nostro assortimento
infatti è molto vasto e risponde
perfettamente al gusto dei vari paesi.
Se da una parte nei paesi dell’Europa
meridionale il gusto nella scelta delle
piante e del colore è piuttosto simile,
dall’altra in paesi come la Turchia
o la Russia, si richiedono tipi di
fiori e di piante molto diversi, e noi
sappiamo cogliere il gusto dei clienti
di tutti i paesi. Tutti però esigono,
giustamente, prodotti di qualità. Noi
siamo in grado di fornirli grazie alle
aziende rigorosamente selezionate
dalle quali acquistiamo. Molti clienti
ci richiedono prodotti della Decorum
perché sono garanzia di qualità e
sono affidabili. Poi I prodotti della
linea Decorum sono riconoscibili dal
colore blu delle confezione e dai loro
coprivasi particolari.”
Al momento le piante ornamentali
più vendute in Italia sono l’Orchidea
Phalaenopsis e l’Anthurium. Nel caso
dell’Orchidea, l’impennata nelle vendite è dovuta alla grande concorrenza
che ne ha fatto abbassare i prezzi, rendendo quindi il prodotto molto appetibile sul mercato. “Se circa dieci anni
fa in Italia c’era molta differenza nei
gusti tra i clienti del Nord e quelli del
Sud, notiamo che negli ultimi anni
questa si va man mano assottigliando.
Ovunque in Italia si ricerca il prodotto di qualità, il prodotto particolare, la
novità e si vuole essere originali nelle
creazioni”, spiega Jacqueline.
La domanda di piante da esterno è
sempre più alta, e ogni mese l’assortimento di Sardoflor cambia. Si pensi
che ogni giorno sono a disposizione
dei clienti ben quindicimila piante
diverse. L’assortimento vario che
permette di avere la pianta o il fiore
giusto al momento giusto, è uno dei
punti di forza dell’azienda.
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Il mercato italiano è, per certi aspetti,
ancora da scoprire. La produzione locale è elevata e la gamma dei
prodotti è estremamente varia, ma
nonostante ciò si compra ancora
moltissimo dall’Olanda. Il motivo
principale è l’assortimento, che rimane tuttora insuperabile, e la logistica,
fiore all’occhiello del paese. “Dal
momento della ricezione dell’ordine,
in sole ventiquattrore siamo in grado
consegnare la merce ai nostri clienti.
La logistica è un aspetto essenziale nel
nostro lavoro, e grazie alla vasta rete di
trasportatori specializzati, si riescono
a stabilire prezzi altamente concorren-
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ziali”, sottolinea Robert. Ogni carico
di merce, prima di partire, viene
rigorosamente controllatto dagli specialisti del controllo della qualità. Solo
dopo aver ricevuto il loro “via libera”,
i carrelli vengono caricati sui camion.
Ogni giorno partono tanti camion,
possono essere carichi groupage ma
anche completi, solo per un cliente.
Il mercato cambia in continuazione e
la Sardoflor, grazie alla flessibilità che
la caratterizza, sa correggere sempre
la rotta. “All’inizio esportavamo quasi
esclusivamente per i grossisti, ma ora
si sono aggiunti anche molti garden
centre. Siamo stati ulitimamente in
Italia per visitare personalmente i
nostri clienti, e abbiamo visto che il
mercato si sta muovendo nella direzione di grossi, moderni e attrezzatissimi
garden centre, localizzati principalmente nel Nord. Sono molto belli,
di grande gusto, offrono un ottimo e
vasto assortimento e prestano molta
attenzione all’immagine. Devo dire
che stanno superando -e in qualche
caso l’hanno già fatto- i centri giardinaggio olandesi. Fa piacere averli tra i
nostri clienti, perché sono sempre alla
Il modo più sicuro
per comprare bene
in Olanda
ricerca dei prodotti migliori e delle
novità”, dicono Jacqueline e Robert
con entusiasmo.
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Chi visita il sito della Sardoflor, può
entrare nel negozio virtuale per vederne l’assortimento e i clienti possono
ordinare direttamente tramite computer. Ma....”I fiori e le piante sono
prodotti vivi, e i nostri clienti italiani
prediligono in ogni caso il contatto
personale. Una telefonata fatta per
ricevere informazioni sul prodotto,
per sapere quali alternative ci sono,
per avere consigli e via dicendo risulta
essere sempre più efficace. Niente
è meglio del contatto personale, è
questo che favorisce i rapporti che alla
fine vanno oltre i confini di ‘fornitore
e cliente’, e che di conseguenza rende
vivo il prodotto e il nostro lavoro.
Quando ci sono delle novità o delle
offerte, telefoniamo subito ai nostri
clienti per informarli al riguardo. Solo
così sanno in tempo reale cosa possono ordinare. Il tutto avviene in modo
veloce, abbiamo diversi colleghi che
SardoflPS#7t*NQPSU&YQPSU
Bloemenveiling Holland
P.O. Box 57
2675 ZW Honselersdijk, Olanda
Telefono centralino:
0031-174-63 63 63
Fax 0031-174-63 63 60
jacqueline.tolhuis@sardoflor.nl
robert.wagemakers@sardoflor.nl
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rispondono subito al telefono, a qualsiasi ora del giorno”, dice Jacqueline.
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Dal 2007 Sardoflor fa parte del gruppo pugliese Ciccolella, all’interno del
quale mantiene comunque la propria
autonomia e identità. La ditta stampa
anche cataloghi per i vari momenti:
festività, ricorrenze particolari, fiere.
Un catalogo diverso con i prodotti
giusti per l’occasione e le novità. Alla
manifestazione di Padova sono una
delle poche aziende olandesi ad essere
presenti due volte l’anno, da ben
quasi trent’anni. Anche quest’anno
naturalmente i clienti affezionati e
i potenziali, potranno trovare allo
stand Sardoflor la competenza, la
professionalità e l’affabilità di Robert,
Jacqueline e i loro colleghi che parlano
(non poteva essere altrimenti) la nostra
lingua. “È importante partecipare alla
Flormart per diversi motivi: innanzitutto perché incontriamo i clienti
con i quali parliamo al telefono ogni
giorno e con i quali spesso il rapporto è diventanto molto amichevole.
Inoltre ci presentiamo come un’azienda con esperienza ormai assodata nel
settore, siamo per così dire ‘vecchi del
mestiere’ e notiamo che questo aspetto
è molto gradito dai clienti perché
sinonimo di affidabilità e fiducia.
Quando vediamo che il cliente ha
delle potenzialità, desideriamo farlo
crescere e lo aiutiamo ad esempio con
offerte particolarmente vantaggiose.
Vogliamo che il cliente sia contento
di lavorare con noi, in questo modo si
cresce assieme e si ricavano dei vantaggi reciprochi”, dice Robert.
Nonostante la crisi economica non
risparmi nessun settore, l’investimento
nella manifestazione di Padova dà
sempre buoni frutti. La manifestazione è inoltre un punto di ritrovo dove
si possono discutere nuove opportunità di lavoro e sondare l’andamento
del mercato. Anche in questo periodo,
non sempre propizio per gli affari,
il fatturato dell’azienda è sempre in
crescita. A causa dell’abbassamento dei
prezzi di acquisto, abbiamo venduto
di più, anche grosse quantità di merce.
In periodi di crisi succede anche questo” , riferiscono Jacqueline e Robert.
“Se dovessimo riassumere le caratteristiche principali della Sardoflor,
potremmo affermare che l’azienda è
un partner serio con un’esperienza
accertata, è affidabile, è sempre disponibile e si distingue per capacità e
competenza”, concludono Jacqueline
e Robert.
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Pagina 27
Florasat la prima
televisione satellitare
per fioristi e floral designer
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“Vivo il mondo dei fiori da circa tredici anni. In tutto questo tempo ho
ascoltato molte lamentele di persone
che lavorano nel settore in fasi diverse; produttori, commercianti, fioristi
etc. Secondo me tra tutti loro manca
una cosa primordiale, la comunicazione diretta e immediata. La nascita
di un contenitore capace di ricevere
e trasmettere informazioni in un
modo veloce, come la televisione è la
soluzione più rapida per tutti.”
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“Dal 1° giugno 2009 ore 09.00 di
Roma, è ufficialmente nata “Florasat
& Agrichannel” (www.florasat.tv) la
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("$&#)'%&#%
&#!"!#("""#
prima televisione tematica dedicata
interamente al mondo dei fiori e
all’agricoltura floreale. Nel primo
mese ha già ricevuto 128.355 visite
provenienti da 39 paesi nel mondo.
Il paese al primo posto con più visite
è l’Italia con ben 24.937 provenienti
da 416 città. Il paese africano con
più visite la Tunisia, 459 provenienti
da undici città. Nel sud America il
Brasile: 2.049. Ad oggi si sono già
registrati al sito web per avere il titolo
di “Utente Vip” ben 14.819 visitatori
inviando 9.576 segnalazioni ad un
amico. Il paese con più utenti registrati è la Francia mentre sono stati
91.818 i visitatori che hanno scelto
di vedere Florasat & Agrichannel in
lingua inglese.”
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“Sono undici le trasmissioni scritturate e in produzione. Tutte dedicate alla
diffusione e conoscenza di un mondo
che è ora di svegliare da un iniquo
letargo che dura ormai da troppo
tempo, la loro voce a disposizione del
mondo, questa è Florasat & Agrichannel, la tua nuova Televisione.”
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!"#%!"
"!$
“Raccontare con immagini in
movimento, tutto quello che già
succedeva, ma che nessuno mai ha
mostrato, in viaggio per conoscere
mondi mai visti prima, sveleremo
usi e costumi di paesi lontani e
vicini, informazioni di accadimenti
e notizie in tempo reale, mostreremo come diventare bravi fioristi o
grandi Floral Designer. sveleremo
tutti i segreti di come nasce un fiore.
Quanto tempo impiega per arrivare dalla terra alle mani dei fioristi.
Condurremo i telespettatori in visita
nei laboratori dei più importanti
produttori di supporti e decorazioni
per fiori e piante. Mostreremo i più
grandi paesi di produzioni floricole
nel mondo, senza dimenticare per
questo ... quelli più piccoli. Voleremo
in tutto il mondo per educare con
la conoscenza dell’informazione.
Faremo assistere i telespettatori a
realizzazioni floreali di grandi maestri
Floral Designer di tutto il mondo, ma
presenteremo anche giovani talenti,
i Floral Designer del futuro e le loro
nuove tecniche, Florasat & Agrichannel è pronta a portare al successo i veri
professionisti, in altri termini una vera
televisione con molto da raccontare.
In questo momento in molti negozi di
fiori e ingrossi, c’è un televisore acceso
che fa conoscere i prodotti, i servizi e
la professione dei fioristi. Le curiosità
e tutto quello che succede con i fiori,
da oggi lo si può vedere. Florasat &
Agrichannel è il mondo dei fiori in
movimento. Una grande passione
accomuna l’intero team di Florasat &
Agrichannel, emozionare con i fiori.”
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#!#$&!&%% #$#% #%
!#$%%# "!%!#!
"""!###!%
“Vedere Florasat & Agrichannel è la
soluzione più facile e indolore che
ci sia. Basta avere un computer e un
collegamento veloce a internet per
collegarsi a www.florasat.tv e il gioco
è fatto. Con un click e siete già nel
vostro mondo. Suggeriamo ai fioristi e
ai commercianti di fiori di fare come
tanti loro colleghi, installando uno
schermo nel negozio o ingrosso facendo conoscere la professione al mondo.
Florasat & Agrichannel, il futuro è …
di chi lo sa immaginare.”
(!!"!"$#)
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Kolster B.V.
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www.kolster.nl • www.magicalworld.eu
Pagina 29
Hilverda De Boer: il partner
perfetto per i fiori recisi
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'-!(* #)'$*, $#!!!$'"')%'%'(#)'!"')$
)! #$ !)$% 0$' ' ( en cento anni sono passati
da quando Jan Hilverda, nel
1909, iniziò ad esportare fiori
recisi e Buxus. Nel corso degli anni, ben tre generazioni si sono seguite alla guida del timone aziendale,
ed ora a guidarla è il nipote del fondatore, anche lui Jan Hilverda. Durante
gli anni le attività si sono diversificate,
passando dall’esportazione alla coltivazione, all’ibridazione, per concentrarsi
attualmente solo sull’esportazione di
fiori. Questa scelta ha favorito una
maggiore professionalità nel settore
ed ha permesso di perfezionare il
tipo di lavoro. L’azienda, un tempo a
conduzione familiare, è cresciuta fino
a diventare un’importante partner
commerciale sempre all’avanguardia
quando si parla di esportazione di fiori. Il gruppo Hilverda riunisce quattro
aziende: nel settore delle esportazioni
troviamo Hilverda De Boer e Anton
Spaargaren, e in quello dell’ibridazione
Florist e HilverdaKooij. Gli ultimi
due sono specializzati nelle gerbere
e anthurium, nelle piante da vaso e
nei fiori recisi. “Hilverda De Boer ha
una forte presenza a livello mondiale,
infatti esporta in cinquanta paesi ed
è leader di mercato in Spagna e in
Grecia, per esempio. Inoltre è uno dei
cinque migliori esportatori olandesi”
spiegano Ismael de Feijter, venditore
e Brenda Sleeuwenhoek, responsabile
marketing. “Il mercato italiano è mol-
to interessante per la nostra azienda, e
stiamo investendo le nostre forze per
ampliare maggiormente la nostra clientela in Italia”, dice Ismael. Attualmente
l’azienda ha una rete di clienti in città
come Verona, Bologna e Faenza e si
sta introducendo nel trevisano. Altre
aree seguiranno ben presto, e si guarda
alla prossima fiera di Padova come
ad un’ottima opportunità per nuovi
contatti e sbocchi sul mercato della
penisola.
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Hilverda De Boer si distingue per essere l’unica azienda olandese in Italia
ad esportare solo fiori, ed è questa di
fatto la sua peculiarità. Possiede il più
vasto assortimento di fiori da taglio
a livello mondiale: più di un milione
di fiori sono realmente disponibili nei
loro magazzini.
I principali acquirenti sono i grossisti,
ai quali l’azienda non vende solo il
prodotto, ma tutto quello che gli sta
attorno. “Ascoltiamo sempre le esigenze del cliente, e assieme sviluppiamo le
varie possibilità di vendita. Abbiamo
introdotto, per esempio, un webshop,
dove i clienti possono vedere con tutta
comodità i prodotti per poi ordinarli,
ma pensiamo anche alla confezione,
alle etichette, e via dicendo, che per
ogni cliente sono diverse. Non lavoriamo mai in maniera standard, ma sem-
pre molto personalizzata. Diciamo che
il nostro obiettivo principale è quello
di soddisfare qualsiasi richiesta ci
provenga dai nostri clienti” spiegano
Ismael e Brenda. Per essere ancora più
vicino ai clienti, Ismael, che si occupa
delle vendite in Italia, sta frequentando un corso di lingua italiana “essendo
lo spagnolo la mia seconda lingua,
sto imparando facilmente l’italiano,
così da gettare un ponte per agevolare
la comunicazione” riferisce in prima
persona.
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Le giornate di lavoro presso la Hilverda De Boer non sono mai tutte
uguali. Ogni giorno è diverso, l’unica
cosa che rimane la stessa è la grande
flessibilità che caratterizza il lavoro.
“Con i clienti ci sentiamo anche più
volte al giorno per andare incontro
alle loro necessità. La logistica è un
aspetto essenziale del nostro lavoro.
Quando riceviamo un ordine da un
cliente, è importante organizzare
immediatamente il trasporto. I dati
vengono immessi nel sistema collegato
con le scorte a magazzino, si prepara
l’imballaggio, si mettono i fiori sui
carrelli e si controlla che questi siano
pieni. Se vediamo che c’è ancora dello
spazio, informiamo immediatamente il
cliente il quale può aggiungere dell’altro ordinativo. E poi si pensa subito al
giorno seguente. Il metodo di lavoro è
flessibile per natura e ad hoc per ogni
cliente”, spiega Ismael.
Il mattino si comprano i fiori, lo
stesso pomeriggio si confezionano e si
caricano sui camion che partono per
l’Italia. Le partenze sono di solito tra le
16.00 e le 18.00, per essere a destino il
giorno dopo. Per mantenere intatta la
freschezza del prodotto, la temperatura
dell’ambiente di trasporto è di 5°C.
Tutto il ciclo avviene a temperatura
controllata, da quando i fiori entrano nei reparti di lavoro, a quando
escono per il trasporto. La tempe-
ratura è diversa per tipo di fiore (la
rosa ad esempio necessita di un’altra
temperatura rispetto al crisantemo).
Nell’intera azienda sono presenti
impianti di aria condizionata, con
aree per la lavorazione dei fiori dove
la temperatura è costantemente di
16°C, e aree dove vengono conservati
i fiori prima del trasporto, con temperature più basse.
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Hilverda De Boer sarà presente per la
prima volta alla manifestazione Flormart/Miflor, dove si distinguerà per il
grande ed unico assortimento di fiori
da taglio. “Il nostro scopo principale
è quello di farci conoscere maggiormente sul mercato italiano. Questa
importante manifestazione è per la
nostra azienda una notevole opportunità per contattare nuovi clienti, per
proporre i nostri servizi e i nostri prodotti” concludono Ismael e Brenda.
La comprovata affidabilità, la perfetta
organizzazione logistica e la qualità
suprema dei fiori rendono Hilverda
De Boer il partner decisamente ideale
quando si esige il meglio.
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