Chemioterapia ad Alte Dosi e Trapianto di Midollo
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Chemioterapia ad Alte Dosi e Trapianto di Midollo
Università – Azienda Ospedaliera di Padova Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Ematologia e Immunologia Clinica Chemioterapia ad Alte Dosi e Trapianto di Midollo Teoria di Goldie e Coldman cellule resistenti clone resistente mutazione morte cellulare chemioterapici cellule sensibili Protocolli di Chemioterapia in Pazienti con Linfomi non Hodgkin CVP FARMACI 1 1 2 3 4 2 5 6 7 8 9 10 11 settimane 12 13 14 15 16 17 4 3 18 19 20 21 22 23 24 25 26 Ciclofosfamide 400 mg/mqos ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ VINCRISTINA 1,4 mg/mq ev ↑ ↑ PREDNISONE 100 mg/mq os ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ CHOP 1 2 settimane 1 Ciclofosfamide 750 mg/mqev ↑ ↑ ADRIAMICINA 50mg/mq ev ↑ ↑ VINCRISTINA 1,4 mg/mq ev ↑ ↑ PREDNISONE 100 mg os ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 28 27 28 4 3 FARMACI 2 27 19 20 21 22 23 24 25 26 Protocolli di Chemioterapia in Pazienti con Linfoma non Hodgkin VACOP-B settimane 1-5-9 FARMACI VP16 50 mg/mq 1 2 3 4 5 2-6-10 6 7 8 9 10 11 12 4-8-12 3-7-11 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 24 25 26 27 ↑ ev ♦ ♦ VP16 100 mg/mq os ADRIAMICINA 50 mg/mq ev ↑ CICLOFOSFAMIDE 350 mg/mq ev ↑ ↑ VINCRISTINA 1,2 mg/mq ev ↑ ↑ BLEOMICINA 10 U/mq ev ↑ ↑ PREDNISONE 45 mg/mq os* 23 ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ 28 Protocolli di Chemioterapia in Pazienti con Linfoma non Hodgkin DHAP giorni FARMACI DOSE Cisplatino Ara-C Desametazone VIA somm. 1 100 mg/mq IV 24hr X 2 g/mq x 2 IV 3 hr 40 mg IV bolo 2 3 4 X X X X X 5 Protocolli di Chemioterapia in Pazienti con Linfoma non Hodgkin DHAP: schema di idratazione SOLUZIONI e QUANTITA' MANNITOLO 18% 0 giorni 1 2 3 4 5 6 X 100 ml/10 min (preCisplatino) FISIOLOGICA 1000 ml 1 2 2 2 2 2 1 FISIOLOGICA 500 KCl 2 fl/24 hr 0 1 0 0 0 0 0 GLUCOSATA 500 MgSO4 2fl/24 hr 0 1 0 0 0 0 0 Bicarbonato 1.4% 500 ml 1 2 2 1 1 1 1 Cellula staminale Globuli rossi Linfociti CD34 Globuli bianchi granulociti Piastrine Monociti Altre Tipi Di Trapianto Di Midollo Trapianto Autologo Trapianto Allogenico Trapianto Autologo di Midollo Trapianto Allogenico di Midollo Indicazioni al Trapianto di Midollo (1) ¾Emopatie ¾Neoplasie Solide ¾Immunodeficienze congenite anemia aplastica - leucemie acute LMC - LLC - MDS - Mieloma multiplo -LNH - Mielofibrosi - Talassemia - an falciforme infantili: neuroblastoma rabdomiosarcoma - S. di Ewing dell’adulto: ca mammella - ovaio polmone - testicolo SCID (tra cui deficit di ADA) Sdr di Wiscott-Aldrich; linfoistiocitosi emof.; Sdr di Chediak-Higashi Sdr Linfopr-X-linked Indicazioni al Trapianto di Midollo (2) ¾Immuno deficienze congenite Linfoistiocitosi emofagocitica Agranulocitosi di Kostman Mal. Granulomatosa Cronica Deficit CD11/CD18 Mucopolissacaridosi ¾Disordini Metabolici Leucodistrofie (sdr di Krabbe, Lipidosi (sdr di Gaucher, etc) Altre (Sdr Lesh Nyhan, Adenoleucodistrofia) ¾Osteopetrosi Tipi Di Trapianto Di Midollo Trapianto Autologo Trapianto Allogenico DEFINIZIONE RISCHIO PROGNOSTICO: biopsia linfonodale biopsia osteo-midollare tipizzazione immunofenotipica tipizzazione molecolare stadiazione della malattia fattori di rischio Fattori con valore prognostico sfavorevole indipendente: • performance status > 2 • LDH > normale • siti extranodali ≥ 2 • stadio III o IV • età > 60 anni No. di fattori presenti Tipo di rischio prognostico 0-1 basso (L) 2 intermedio-basso (LI) 3 intermedio-alto (HI) 4-5 alto (H) Overall Survival in DLCL according to risk group defined by Age-Adjusted IPI (PS, stage, LDH) Score CR Rate (%) 5-yr survival (%) Low 0 92 83 Low-intermediate 1 78 69 High-intermediate 2 57 46 High 3 46 32 Risk group IIL prognostic system • Age (< vs. > 60 vs) • Sex (F vs M) • Extranodal sites (0-1 vs ≥ 2) • Serum LDH (normal vs elevated) • B symptoms (absent vs present) • ESR (less than 30 vs at least 30) Factors with independent prognostic value for survival in lymphomas of both high and low grade histology Prognostic classification Factor IPI age >60 performance status serum LDH level Ann Arbor stage extranodal involvement aa I P I Performance status serum LDH level Ann Arbor stage IIL Age (>60) Sex (male) ESR (↑) Serum LDH level (↑) Systemic symptoms extranodal involvement (New Engl J Med 1993) (New Engl J Med 1993) (Blood 2000) FATTORI PROGNOSTICI SFAVOREVOLI PRE-TRATTAMENTO (LH) – – – Stadio III-IV Varietà clinica B Istotipo: varietà comune a deplezione linfocitaria – Età > 60 anni – Linfoma quantitativamente rilevante • Dimensioni bulky (> 6 cm) • Multiplo interessamento splenico • Malattia extranodale (osso, polmone fegato) Chemioterapia ad alte dosi (HDT) VP16 2gr/m2 MTX 8gr/m2 2APO CY 7gr/m2 MITO 60 mg/m2 + L-PAM 180mg/m2 Autografting 2DHAP Dexamethasone 40mg G-CSF G-CSF 0 giorni 120 140 180 Intervallo libero da chemioterapia MRD ANALISI G-CSF 230 PBPC harvesting 300 Chemioterapia ad alte dosi (HDT) CY 7gr/m2 2APO Ara-C 4gr/mq x 6 gg 2DHAP G-CSF 0 giorni 120 140 VP16 2,4g/mq Cis-platino 100 mg/mq G-CSF MITO 60 mg/m2 + L-PAM 180mg/m2 Autografting G-CSF 180 G-CSF 230 PBPC harvesting PBPC MRD ANALISI 300 Studio randomizzato che compara R-HDS ed autotrapianto vs R-CHOP-14 come terapia di prima linea in pazienti ad alto rischio con LnH a grandi cellule B • Fase III • prospettico, randomizzato • multicentrico Æ centri GITIL • durata: circa 6 anni (2 anni di follow up) • dimensione del campione: 240 pazienti Studio randomizzato R-HDS vs R-CHOP14 in LnH a grandi cellule B ad alto rischio Obiettivi Primari Valutare comparativamente il rapporto rischio beneficio dei due trattamenti sperimentali utilizzando i seguenti obiettivi: 1. Remissioni complete (CR) e durata della remissione (DFS) 2. Sopravvivenza globale (OS) e sopravvivenza libera da eventi (EFS) 3. Tossicità Studio randomizzato R-HDS vs R-CHOP14 in LnH a grandi cellule B ad alto rischio Criteri di inclusione (I) • Diagnosi istologica di LNH a grandi cellule B diffuso (CD20+) o diffuso a grandi cellule B con residuo a basso grado • stadio clinico avanzato (> II B-bulk secondo Ann Arbor), con malattia misurabile bidimensionalmente • age-adjusted IPI 2-3 • Età tra 18-60 anni con ECOG 0-3 • Età tra 60-65 anni con ECOG 0-2 • Condizioni ematologiche accettabili una settimana prima dello studio (Hb > 9 g/dL, GB > 3.0x109, N > 1.5x109/L, PLT > 100x109/L) Studio randomizzato R-HDS vs R-CHOP14 in LnH a grandi cellule B ad alto rischio Criteri di inclusione (II) • funzione polmonare adeguata ( DLCO > 50%) • funzione cardiaca adeguata (FE > 45 %) • consenso informato scritto Studio randomizzato R-HDS vs R-CHOP14 in LnH a grandi cellule B ad alto rischio Criteri di esclusione (I) • gravi patologie concomitanti: cardiache (cardiopatia congestizia, ischemica, aritmia non controllata dalla terapia, IMA negli ultimi 6 mesi, cardiopatia classe III o IV del NYHA); epatiche non dipendenti dalla malattia; insufficienza renale (creatininemia > 2 mg/dL) • infezioni opportunistiche in atto (sierologia HIV, HBsAg, HCV, HCV-RNA, HBV-DNA) • altra neoplasia (eccetto melanoma e carcinoma in situ della cervice) Studio randomizzato R-HDS vs R-CHOP14 in LnH a grandi cellule B ad alto rischio Criteri di esclusione (II) • storia di anafilassi o reazione allergica grave dopo infusione di sieri • epilessia non controllata, disordini SNC, turbe psichiatriche (a giudizio dello sperimentatore) • impossibilità a seguire un normale follow-up Studio randomizzato R-HDS vs R-CHOP14 in LnH a grandi cellule B ad alto rischio RANDOM 4 R-CHOP-14 TAC > PR TAC < PR 3 APO Hd EDX + Hd Ara-C TAC > CRu 4 R-CHOP-14 + IFRT TAC - oppure TAC + e PET - TAC + e PET + e biopsia + osservazione Trap. Allogenico Altra terapia HdVP16+Cisp +Mito+LPAM+PBMC +2 Rituximab+IFRT TAC < CRu Trap. Allogenico Altra terapia TAC - oppure TAC + e PET - TAC + e PET + e biopsia + osservazione Trap. Allogenico Altra terapia Studio randomizzato R-HDS vs R-CHOP14 in LnH a grandi cellule B ad alto rischio Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi • Fase III • prospettico, randomizzato • multicentrico Æ centri GITIL • centro coordinatore: Istituto Nazionale dei Tumori – Milano • dimensione del campione: 96 pazienti • sponsor: Roche Italia Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi Obiettivi Primari • Migliorare il tasso di risposta completa (RC) • Migliorare il tasso di risposta molecolare midollare a 1 anno dalla fine del trattamento Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi Criteri di inclusione • consenso informato scritto • età > 18 anni e < 65 anni • diagnosi istologica di LLC all’esordio, IF CD5+ CD19+ CD23+ • CD20+ • Sonda molecolare per PCR • Binet, stadio B con interessamento di milza e/o fegato o C con una delle seguenti alterazioni: 17p-del (FISH), oppure 11q-del (FISH), oppure omologia della regione ipervariabile del gene IgVH > 98%, indipendentemente dal cariotipo • se donna in età fertile, test di gravidanza negativo e impiego di metodi anticoncezionali per tutta la durata dello studio. Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi Classificazione di Binet Stadio clinico A Vengono rilevate meno di tre aree di ingrandimento linfonodale senza anemia o trombocitopenia (parzialmente sovrapponibile agli stadi 0, 1 e 2 di Rai). x Stadio clinico B + milza e/o fegato x Stadio clinico C + 17p-del 11q-del SHM < 2% Vengono rilevate tre o più aree di interessamento linfonodale, senza anemia o trombocitopenia (parzialmente sovrapponibile agli stadi 2 e 3 di Rai). Presenza di anemia e/o trombocitopenia, indipendentemente dal numero di aree linfonodali interessate. Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi Criteri di esclusione • Insufficienza renale (creatininemia > 1.5 v.n.) - Insufficienza epatica (AST e/o ALT > 2.5 v.n.; bilirubina > 1.5 v.n.) - Grave malattia SNC o psichiatrica • Malattia cardiaca significativa o IMA negli ultimi 12 mesi. Normale FE del ventricolo sinistro (esame ecocardiografico o radioisotopico) • Epatite B o C, o test HIV positivo • I pazienti di età < 50 anni, con donatore familiare HLA identico, possono essere inclusi dallo studio a discrezione del Centro, nel caso che il centro preveda in questi casi un programma di trapianto allogenico. Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi Principali esami • stadio (Binet e RAI) • BOM e aspirato midollare • conta GB con conteggio prolinfociti • tempo di raddoppiamento dei linfociti (>12 mesi vs < 12 mesi) • LDH, β2-microglobulina • sonda molecolare per analisi PCR • cariotipo; determinazione con FISH della “del-17p” o “del-11q” • determinazione SHM • prelievo di cellule per banca-del-tessuto (Ficoll Æ DMSO) • prelievo di siero per banca-di-siero • immunofenotipo su BM e PB, CD38, ZAP-70 • markers virali Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi Trattamento sperimentale (R-HDS) • APO x 1 • DHAP x 2 • R-CTX (7 g/m2) con rituximab (prima dose 375 mg/m2; seconda dose 500 mg/m2) Æ RACCOLTA CD34+ • R-AraC (2 g/m2) Q12H per 6 gg) con Rituximab (500 mg/m2) x 2 Æ AUTOTRAPIANTO Æ RACCOLTA CD34+ • R-FM (fludarabina 25 mg/m2 per 5 gg; melfalan 140 mg/m2) Æ AUTOTRAPIANTO • Rituximab (375 mg/m2) x 4 Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi Trattamento convenzionale (R-FC) • R-FC: fludarabina (30 mg/m2) – ciclofosfamide (300 mg/m2) per 3 gg, rituximab (375 mg/m2 1a dose e 500 mg/m2 per 4 cicli) • R-CTX (4 g/m2) con rituximab (500 mg/m2) x 2 Æ RACCOLTA CD34+ • R-FC: fludarabina (30 mg/m2) – ciclofosfamide (300 mg/m2) per 3 gg, rituximab (500 mg/m2 per 2 cicli) • Rituximab 375 mg/m2 per 4 cicli Studio randomizzato R-HDS vs R-FC nella LLC a cattiva prognosi alla diagnosi FATTORI PROGNOSTICI POSITIVI Stadio precoce SHM+ ZAP70CD38Attività telomerasica normale 13q +12 NEGATIVI Stadio avanzato SHMZAP70+ CD38+ Aumento dell’attività telomerasica 11q 17p- SOLUZIONI Primolut (nelle donne) SOLUZIONE III + KCl 30 mEq/L NaHCO3 30 mEq/L DIAMOX 250 mg per os 0 1 2 3 4 1c 1c 1c 1c 1c dalle ore 24 del giorno 0 alle ore 24 del giorno 1 (3.000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 1 alle ore 24 del giorno 2 (3.000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 2 alle ore 24 del giorno 3 (1.500 ml/mq/24 ore) FINE IDRATAZIONE alle ore 24 ore 6 - 12 - 18 - 24 ore 6 - 12 - 18 - 24 ore 6 - 12 ENDOXAN : 5 somministrazioni di 1.4 g/mq in 100ml glucosata al 5% (infusione 1 ora) --------------------------------------Totale Endoxan = 7 g/mq ore 10 - 13 - 16 - 19 22 UROMITEXAN 1.5 gr in bolo ore 11 - 14 - 17 - 20 23 1 gr in bolo ore 2 - 5 - 8 - 11 14 - 17 - 20 1 fl x 2 1fl x 2 al bisogno ↑ ↑ ↑ ZOFRAN G-CSF 5μg/kg/die sc Ciproxin 500 x 2 per os ↑ ↑ ↑ ↑ Diflucan 150 mg per os ↑ ↑ ↑ ↑ 500 x 2 ev 500 x 2 ev 800 x 2 os 800x2 os ZOVIRAX SOLUZIONI SOLUZIONE III + KCl 30 mEq/L NaHCO3 30 mEq/L DIAMOX 250 mg per os VINCRISTINA 1.4 mg/mq (max 2 mg) ev in bolo METHOTREXATE 8 g/mq in 750 ml glucosata al 5% (infusione 6 ore) da infondere se: - se urine>100 ml/ora e - pH urine > 7 0 1 2 3 dalle ore 24 del giorno 0 alle ore 24 del giorno 1 (4000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 1 alle ore 24 del giorno 2 (3000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 2 alle ore 24 del giorno 3 (3000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 2 alle ore 24 del giorno 3 (1500 ml/mq/24 ore) ore 6 - 12 - 18 - 24 ore 6 - 12 QUESTRAN 1 bust os 5 ore 3 - 9 15 - 21 ore 3 ore 9.30 ore 10 infusione 125 ml/ora (totale 6 ore) ore 9 - 15 - 21 ore 3 - 9 - 15 - 21 (dosaggio MTX sierico)* (dosaggio MTX sierico)* 1 fl x 2 1fl x 2 al bisogno ore 9 - 15 - 21 ore 3 LEDERFOLIN 9 mg/mq ev in bolo ZOFRAN 4 SOLUZIONI SOLUZIONE III + KCl 30 mEq/L NaHCO3 30 mEq/L SOLUMEDROL 125 mg ev 0 1 2 3 dalle ore 24 del giorno 0 alle ore 24 del giorno 1 (3000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 1 alle ore 24 del giorno 2 (3000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 2 alle ore 24 del giorno 3 (3000 ml/mq/24 ore) dalle ore 24 del giorno 2 alle ore 24 del giorno 3 (1500 ml/mq/24 ore) 4 5 ore 6 - 15 - 23 DIAMOX 250 mg per os ore 6 - 12 -18 -24 ETOPOSIDE 2 g/mq indiluito (in pompa), da infondere se: - se urine>100 ml/ora e - pH urine > 7 ore 12: infusione in 10 ore attraverso CVC ore 6 - 12 - 18 CIPROXIN 500 mg x 2 os ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ DIFLUCAN 200 mg os ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ G-CSF 2,5 μg/kg/die sc FASI DEL TRAPIANTO DI MIDOLLO 1. prelievo di cellule staminali 2. ricovero 3. condizionamento 4. reinfusione delle cellule staminali 5. aplasia 6. ricostituzione ematologica FASI DEL TRAPIANTO DI MIDOLLO 1. prelievo di cellule staminali 2. ricovero 3. condizionamento 4. reinfusione delle cellule staminali 5. aplasia 6. ricostituzione ematologica trapianto di cellule staminali emopoietiche Trapianto autologo, o autotrapianto donatore e ricevente sono la stessa persona. Le cellule staminali vengono prelevate in un momento opportuno, durante la remissione della malattia, e vengono poi reinfuse al momento del trapianto. Trapianto allogenico, o allotrapianto donatore e ricevente sono due persone distinte. Esistono diversi tipi di trapianto allogenico, a seconda del donatore: 9 9 9 donatore è un fratello (o sorella) identico del ricevente. Il donatore è un familiare, ma non è perfettamente compatibile. Ildonatore non è un parente, e viene selezionato mediante una ricerca sul registro dei donatori di midollo. Il donatore è..... un cordone ombelicale. Il cordone ombelicale può venire selezionato mediante una ricerca sul registro dei cordoni, simile al registro dei donatori. FONTI DI CELLULE STAMINALI da midollo osseo dal sangue periferico mediante un separatore cellulare. dal sangue del cordone ombelicale. Come si preleva il midollo? Si preleva dalle creste iliache posteriori, sotto la regione lombare e da quelle anteriori; Si aspira una quantità di midollo (3 - 5 ml) per volta, si eseguono molti aspirati (700 - 1000 ml). Questo comporta anche una certa perdita di sangue; pertanto, al termine del prelievo, può essere necessario fare una trasfusione di globuli rossi. Per questo motivo, nei giorni precedenti il prelievo, tutti coloro che non sono troppo anemici faranno un predeposito (una donazione di sangue da riutilizzare per se stessi) da reinfondere dopo l’espianto. Prelievo di Midollo Raccolta di Cellule Staminali Caratteristiche delle Cellule staminali ¾ cellule fresche ¾ criopreservazione ¾ purging ¾ manipolazione/selezione ¾ espansione FASI DEL TRAPIANTO DI MIDOLLO 1. Il prelievo di cellule staminali Quando il paziente ha già le sue cellule congelate e conservate, si può ricoverare per il trapianto. 2. Il ricovero I primi 2 - 3 giorni saranno necessari per completare qualche esame del sangue o qualche accertamento che non avevamo potuto eseguire fuori e per mettere il catetere venoso centrale. Il trapianto va fatto in una camera sterile? Questo dipende dal tipo di trapianto: per l’autotrapianto non serve la camera sterile, e nemmeno la singola; si fanno ormai tranquillamente in camera doppia. Naturalmente, quando i "valori" scendono al minimo, bisogna usare una serie di precauzioni (cibi cotti, visite limitatissime, massima igiene). Per l’allotrapianto invece si usa una camera "protetta", singola, a cui l’accesso è regolato. In particolari malattie, in cui il sistema immunitario del paziente è molto danneggiato, è invece necessaria la camera sterile. Come prevenire le infezioni? Ruolo dell’Infermiere accertamenti di laboratorio 9 tutti i giorni: emocromo + creatinina + ioni + bilirubina + glicemia 9 1 volta alla settimana: coagulazione tampone nasale, faringeo, coprocoltura, urinocoltura (per batt. e miceti) 9 In caso di febbre > 38°C: emocolture per batteri e miceti (3) tampone nasale, faringeo urinocoltura, coprocoltura 9 In caso di diarrea: coprocoltura ricerca Clostridium es. feci per parassiti (3) 9 In caso di tosse: es. escreato per batteri, miceti, b.K. TRAPIANTO DI MIDOLLO controlli infermieristici 9 stix urinario (pH e ematuria): 2 v/dì (h8,20) fino al g. 0 (i pazienti trattati con Endoxan continuano stix per ematuria 1 v/dì per tutto il ricovero) 9 bilancio E/U: fino a g. + 5 e poi su richiesta medica 9 P.A. e F.C.: 2v/dì (h8,20) fino a g. +2 e poi 1 v/dì fino a dimissione 9 peso: 2 v/dì fino a dimissione FASI DEL TRAPIANTO DI MIDOLLO 3. Il condizionamento L’inizio vero e proprio è rappresentato dall’inizio della terapia di condizionamento, cioè dalla chemioterapia, eseguita da sola o associata a una radioterapia, che ha l’obiettivo di distruggere tutte le cellule malate presenti nell’organismo. Esistono diversi tipi di condizionamento, ognuno con farmaci diversi e dosi diverse, scelti in base alla malattia da cui è affetto il paziente. Condizionamento del Trapianto di Midollo con TBI senza TBI ex TBI + Cy TBI 12Gy (frazionate) Cy 60 mg/kg/di per 2gg ex Mitoxantrone + Melphalan BEAM Melphalan SCHEMA IDRATAZIONE e SOMMINISTRAZIONE FARMACI (MITOXANTRONE, alte dosi di MELPHALAN E PBSC) SOLUZIONI SOLUZIONE III + KCl 30 mEq/L NaHCO3 30 mEq/L -5 (3000 ml/mq/24ore) dalle ore 6 del giorno -5 alle ore 24 del giorno -4 -4 (3000 ml/mq/24 ore)dalle ore 24 del giorno -4 alle ore 15 del giorno -3 MITOXANTRONE: 20mg/mq in 100 mL di fisiologica (infusione 1 ora) (totale: 60 mg/mq ev diviso in 3 dosi pari 20 mg/mq per dose) ore 10 - 12 14 DIAMOX 250 mg per os ore 6 - 12 -18 -24 -3 (1500 ml/mq/24 ore)dalle ore 15 del giorno -3 alle ore 24 del giorno -2 -2 (3000 ml/mq/24 ore)dalle ore 24 del giorno -2 alle ore 24 del giorno -1 ALKERAN 60 mg/mq ev in bolo ogni 2 ore per 3 dosi (tot 180 mg/mq) -1 0 (3000 ml/mq/24 ore)dalle ore 24 del giorno -1 alle ore 24 del giorno 0 (3000 ml/mq/24 ore)dalle ore 24 del giorno 0 alle ore 24 del giorno +1 ore 6 - 12 -18 - 24 ore 6 - 12 -18 -24 +1 +2 ↑ ↑ ore 10 - 12 14 ↑↑↑↑↑↑↑↑↑↑ INFUSIONE PBSC G-CSF 5 μg/kg/die sc ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ NO ↑ ↑ CIPROXIN 500 mg x 2 os ↑ ↑ DIFLUCAN 150 mg os ↑ ↑ MYCOSTATIN os 10 mL x 4 ↑ ↑ ↑ ↑ ZYLORIC 300 mg ZOVIRAX 250 mg/mq ogni 8 ore Zofran 1fl x 2 ↑ ↑ ↑ ↑ FASI DEL TRAPIANTO DI MIDOLLO 4. La reinfusione delle cellule staminali Il giorno della reinfusione è il giorno del trapianto. La reinfusione è molto simile a una trasfusione; le cellule staminali congelate vengono portate dal laboratorio al reparto, vengono scongelate con un sistema che ricorda molto il cosiddetto "bagno-maria" e vengono poi reinfuse attraverso il catetere venoso centrale. Il tutto deve avvenire in tempi abbastanza rapidi, in modo che le cellule tornino nel nostro organismo subito dopo essere state scongelate senza che si danneggino. Per lo più, tutta la procedura dura qualche ora. Durante e dopo la reinfusione si può avere qualche disturbo: cefalea, nausea, vomito. Infusione di cell. staminali e/o midollo 9 pH urinario pre-infusione >7.5 9 premedicazione (circa 15’ prima) con: Mannitolo 18%: 50 ml Zofran 8 mg: 1 fl Lasix 20 mg: 1 fl Trimeton: 1 f in fis 100 ml Solumedrol: 250 mg ev 9 (dopo ogni sacca infusa fare lavaggio CVC con eparinata) 9 al termine dell’infusione somministrare Lasix 1 f (o più) in base a: volume di liquido infuso, diuresi, P.A. 9 Dopo l’infusione il paziente va in bagno se accompagnato controlli infermieristici: P.A. e F.C. e diuresi al termine di ogni sacca infusa, e poi ogni 30 min. per le 2 ore successive e poi ogni ora fino alla fine della giornata + sorveglianza generale del paziente FASI DEL TRAPIANTO DI MIDOLLO 5. L’aplasia Più o meno in coincidenza con la reinfusione, o subito dopo, inizia il periodo di citopenia, in cui i valori dell’emoglobina, dei globuli bianchi e delle piastrine scendono come conseguenza della chemioterapia. È questo il periodo più problematico, peraltro non troppo diverso da quello che si presenta dopo una chemioterapia "convenzionale". Manifestazioni cliniche dell’aplasia La febbre È quasi la regola, poichè può rappresentare il primo sintomo di una infezione. Le emorragie Sono una conseguenza dell’abbassamento delle piastrine. Le più frequenti sono sulla cute e sulle mucose: petecchie, ecchimosi ed ematomi. L’anemia midollo osseo non produce i globuli rossi e potrà essere necessario fare delle trasfusioni quando l’emoglobina scende sotto un certo limite. La mucosite Si tratta di una infiammazione delle mucose della bocca e della gola causata dai farmaci. APLASIA MIDOLLARE prevenzione ambientale (primaria) 1. Pulizia della stanza e dei servizi igienici - disinfezione periodica (acqua con ipoclorito di Na) dei mobili e dei servizi igienici 2. Igiene del paziente - cavo orale - genitali esterni 3. Alimentazione del paziente 4. Accessi del personale al paziente: - infermieristico: mascherina e disinfezione mani sempre + cuffia durante l’aplasia - visitatori: a) limitare le visite c) stato di salute dei visitatori b) mascherina, cuffia, camici sterili, calzari e disinfezione mani ALIMENTAZIONE E APLASIA Alimenti da evitare • • • • • • • • • • • • • • • • • • salumi prosciutto crudo formaggi freschi sottaceti funghi fritti cibi piccanti (peperoni, pepe) frutti di mare e crostacei insalata fresca dolci con creme frutta candita frutta sciroppata frutta secca cioccolata gelato yogurt caramelle vino, alcolici, birra Alimenti consigliati Zuccheri: Grassi: • pane • olio di oliva • fette biscottate • olio di semi (da usare sempre crudo • grissini Metodi cottura: • dolci senza creme (sempre senza aggiunta di grassi e olio) • zucchero • lessatura • miele • in forno • marmellate • alla griglia • crostate • al vapore • biscotti secchi • ai ferri • pasta • arrosto • riso Bevande: • patate e carote cotte • acquanon gassata • frutta fresca sbucciata. • tè Proteine: • camomilla • pesce bollito (evitare molluschi e • spremute di frutta crostacei) • carne magra • pollo • coniglio • uova • latte solo pre viamente bollito e se tollerato • parmigiano e gruviera. APLASIA MIDOLLARE 1. Profilassi antinfettiva: - terapia antibiotica: ciprofloxacina (Ciproxin) 500 mg x 2 os - terapia antifungina: fluconazolo (Diflucan) 50 mg x 3 os - terapia antivirale: aciclovir (Zovirax) 750 mg x 3 2. Terapia antinfettiva: - terapia antibiotica: Ceftriaxone (Rocefin) 2g x 2 Amikacina (BBK8) 500 mg x 2 Teicoplanina (targosid) 600 mg - terapia antifungina: fluconazolo 50 mg x 3 per os - terapia antivirale: aciclovir: 750 mg x 3 ev APLASIA MIDOLLARE 3. Terapia antipiretica: - paracetamolo (tachipirina) 500mg al bisogno o ogni 4-6 ore - Ketoprofene (Orudis) 1-2 fl in fisiologica da 500 cc (infusione 24 ore) 4. Trattamento della mucosite: - mettere a riposo il tubo gastroenterico (NPT) - igiene cavo orale (bicarbonato, colluttori) - terapia analgesica: - ketorolac (toradol) - analgesici oppiacei (morfina) 5. Terapia trasfusionale: - concentrati piastrinici - concentrati di GR sempre irradiati FATTORI CHE INFLUENZANO LA DURATA DELL’APLASIA a. tipo di malattia b. fase della malattia (prima remissione, seconda ecc.) c. quantità di terapia precedentemente ricevuta d. tipo di condizionamento CASO CLINICO - SOGG. DI SESSO MASCHILE - ETA’ 32 anni - DATA PRIMA VISITA :APRILE 2001 ANAMNESI PATOLOGICA REMOTA: - 1988 POLIPO CORDA VOCALE ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA : PRESENZA DA CIRCA 15GG DI TUMEFAZIONI SOVRACLAVEARI BILATERALI.( NO FEBBRE NO SUDORAZIONI NO PRURITO NO PERDITA DI PESO) ESAME OBIETTIVO: LINFONODO DI CONSISTENZA PARENCHIMATOSA IN SEDE LATERO CERVICALE DESTRA DI CIRCA UN CM, LINFOADENOMEGALIA DIFFUSA IN SEDE LATERO CERVICALE SINISTRA CON LINFONODO DEL DIAMETRO MAX DI 2 CM; NON EPATOSPLENOMEGALIA ; ACCERTAMENTI Accertamenti bioumorali ESAMI EMATOCHIMICI Accertamenti strumentali BIOPSIA LINFONODALE BIOPSIA OSTEOMIDOLLARE MIELOGRAMMA IMMUNOFENOTIPO SU SANGUE MIDOLLARE TAC torace e addome BIOPSIA LINFONODALE (esame istologico) LFN SOVRACLAVEARE SN: LINFOMA NON- HODGKIN ANAPLASTICO A GRANDI CELLULE B CD30 POSITIVO Accertamenti (1) ESAMI EMATOCHIMICI: emocromo: GB 5860/mm3 (N78%, L12%, Mo 7%, Eo 1%, Ba0,9 %), Hb 14g/L, PLT 273000, VES 51 mm/H, PCR 55,7, PROT TOT 67,0 g/L (zona a1 8,3%, a2 11,9%,) APTOGLOBINA 3,55 g/L, CREATININA 90 , LDH 290 U/ L, RAME 17,1 U/L. BIOPSIA OSTEOMIDOLLARE: MIDOLLO EMOPOIETICO ESENTE DA LNH MIELOGRAMMA QUADRO NON DIAGNOSTICO IMMUNOFENOTIPO SU SANGUE MIDOLLARE: RID % CELL T, NELLA NORMA %LINF B, AUMENTO CELL NK Accertamenti (2) TAC TOTAL BODY : MODESTO VERSAMENTO PLEURICO A SINISTRA, VOLUMINOSA MASSA SOLIDA DI NATURA LINFONODALE CON AREE IPODENSE DI TIPO COLLIQUATIVO, DI DIM. MASSIME ASSIALI DI 10 CM DALL’EMERGENZA DEI VASI EPIAOTICI FINO AL TRONCO DELL’ARTERIA POLMONARE. ALTRI LINFONODI DI CIRCA 2,5 CM DI LATO ALL’ARCO DELL’AORTA. ALTRI IN SEDE RETROSTERNALE INFERIORE (MAX 3 CM) E IN SEDE RETRO CRURALE. UN ALTRO LFN DI CIRCA UN CM ALL’ILO EPATICO ED ALTRI IN SEDE INTERAORTOCAVALE. prima della terapia dopo la terapia Survival of Patients with FL Receiving HD-Chemotherapy 1 overall survival 1 0,8 0,6 % surviving % surviving 0,8 0,4 0,2 24 36 48 60 00 12 months 1 progression-free survival 24 36 48 60 event-free survival 0,8 % surviving % surviving 0,4 72 0,8 0,6 0,4 0,2 0 0,6 0,2 0 12 0 months 1 disease-free survival 0,6 0,4 0,2 12 0 months 24 36 48 60 72 0 0 12 months 24 36 48 60 72 M. Ladetto et al. (GITMO), Blood (in press) Survival of Patients with FL Receiving HD-Chemotherapy 1 overall survival % surviving 0,8 0,6 0,4 aaIPI 0,1 0,2 aaIPI 2,3 0 1 0 months 12 24 36 48 60 72 disease-free survival % surviving 0,8 0,6 0,4 aaIPI 0,1 0,2 aaIPI 2,3 0 0 months 12 24 36 48 60 Survival of Patients with FL Receiving HD-Chemotherapy 1 DFS for patients according to PBPC harvest % surviving 0,8 P<0.01 0,6 0,4 PCR negative 0,2 PCR positive 0 0 months 12 24 36 48 60 1 0,8 P<0.001 DFS according to molecular remission % surviving 0,6 0,4 PCR negative 0,2 PCR positive 0 0 months M. Ladetto et al. (GITMO), Blood (in press) 12 24 36 48 60 OUTCOME IN GENE EXPRESSION PROFILING (GEP) Defined myeloma subgroups AUTOLOGOUS STEM CELL TRANSPLANTATION VS CONVENTIONAL CHEMOTHERAPY Results of randomized trials SINGLE VS DOUBLE AUTOLOGOUS STEM CELL TRANSPLANTATION (ASCT) Results of randomized studies AUTOLOGOUS (ASCT) FOLLOWED BY ALLOGENIC TRANSPLANTATION WITH REDUCED - INTENSITY CONDITIONING ABMT (TT 3) FOR NEWLY DIAGNOSED MYELOMA: LITTLE ROCK EXPERIENCE •TREATMENT SCHEDULE • VTD‐PACE x 2 cycles for PBSC collection; • MEL 200 x 2 cyces •VTD‐PACE and VTD maintenance; •RESULTS • 57 patients •nCR 16% after 1 cycle VTD‐PACE •nCR 26% after 2 cycles VDT‐PACE • nCR 40% after first MEL200 • stem cell collection after 1° VTD‐PACE >2° VTD PACE TT3: Conclusions • VDT-PACE as induction regimen – stem cell mobilization after Cycle 1 – stem cell collection after 1° VTD-PACE >2° VTD PACE • TT3 compares favorably to TT2 as historical control – 57 patients – nCR 16% after 1 cycle VTD-PACE – nCR 26% after 2 cycles VDT-PACE – nCR 40% after first MEL200 – nCR 80% after first MEL200 – Estimated CR rate after TT3: 80% vs ~60% for TT2 – Time to 99% M-protein reduction faster in TT3 than TT2 Bartlogie et al. ASH 2004 Abstract 538 (p= .02) MOLECULAR REMISSIONS (m-CR) after TT2 • TT2 (VAD, DCEP, CAD, DCEP) followed by MEL200 • m-CR 50% among 40 reported allotransplant • m-CR 15% among 75 reported autotransplants • m-CR 77% in 10/13 pts with hematologic CR after TT2 •4/6 abnormal cytogenetics •6/7 normal cytogenetics • m-CR 40% after ABMT?? IMPACT OF AGE ON SURVIVAL AFTER ABMT: THE SPANISH EPERIENCE PATIENTS: 356 pts (55.5%) age <60 yrs 281 pts (44.5%) age 61‐70 yrs RESULTS: TRM > for age 61‐70 vs <60 (8%vs 3%, p=0.01) CR < for age 61‐70 vs <60 (27% vs 32%, p=0.02) EFS@2yrs < for age 61‐70 vs <60 (52% vs 62, p=0.02) OS@2yrs < for age 61‐70 vs <60 (72% vs 77%, p=0.05) THIRD AUTOTRANSPLANT FOR MYELOMA: LITTLE ROCK EXPERIENCE •PATIENTS •1358 received prior tandem ABMT • 98 received third transplant • VARIABLES ANALYSED FOR PROGNOSIS • CA, laboratory features (LDH, creatinine, B2m, CRP, albumin, Hb), time interval from 2nd to 3rd ABMT, front line therapy (TT1, TT2, etc) • RESULTS OF MULTIVARIATE ANALYSIS • time interval from 2nd to 3rd (TI2-3) • albumin • CONCLUSIONS • best outcome: TI2-3 > 3 yr, albumin > 3 g/dl (EFS 21 mo, OS @ 5yr 20% • intermediate outcome (EFS 10 mo, OS @ 3yr 20%) • worst outcome: TI2-3 < 3 yr, albumin < 3 g/dl (EFS 3 mo, OS < 12 mo) Allotrapianto 9 Il Donatore Prima del prelievo di cellule staminali, il donatore riconosciuto idoneo dovrà sottoporsi a una serie di esami, che serviranno a cautelare lui prima di essere sottoposto al prelievo, ma anche il ricevente che riceverà il suo midollo. in questo caso, come accade per l’autotrapianto, 9 Anche il donatore farà prima dell’espianto un pre-deposito del suo sangue (una classica donazione), che gli verrà reinfuso il giorno del prelievo di midollo. prelievo di 9 Ilsuccessivamente midollo dura circa due ore; il donatore resta ricoverato per un massimo di 24 ore. si iniziano a usare anche per l’allotrapianto 9 Oggi cellule staminali prelevate dal sangue periferico. le Le cellule staminali allogeniche reinfusione di cellule staminali provenienti da un 9 La altro essere umano comporta una serie di differenze importanti rispetto nell’autotrapianto: a quanto compatibilità: deve esistere un adeguato 9 la compatibilità tra donatore e ricevente; avviene grado di 9 la reazione contro il ricevente: le cellule reinfuse, anche quando la compatibilità è completa, possono dar luogo a delle reazioni contro l’organismo del ricevente; rischio di infezioni: per far convivere nel ricevente le 9 ilcellule staminali provenienti da un altro essere umano bisogna abbassare molto le difese immunitarie; La Compatibilità La compatibilità viene valutata attraverso la tipizzazione HLA: questo esame è il primo passo necessario prima di poter parlare di trapianto allogenico. La tipizzazione è un esame del sangue (fatto quindi con un normale prelievo da una vena), in cui vengono analizzate le caratteristiche del nostro assetto genetico e quelle dell’eventuale donatore per capire se esiste una compatibilità adeguata a permettere l’attecchimento delle cellule staminali del donatore nel nostro organismo. Complesso à Complesso Maggiore Maggiore Di Di Istocompatibilit Istocompatibilità Alleli: A B CLASSE I C DR DP DQ CLASSE II possibilità che un paziente abbia un fratello identico: 30% possibilità che un paziente abbia un donatore MUD: 40% (donatori 5,2 milioni, maggio ‘00) Importanza Importanza dell’HLA dell’HLA Matching Matching HLA gen identico attecchimento/ <1% graft failure GVHD 40% HLA fen 1 Ag 2 o 3 Ag identico Mismatched Mismatched 5% 7-10% 15-25% 50% 75% 80-90% N.B. un ruolo molto importante è giocato dagli antigeni minori! Esami pretrapianto (1) Per il donatore e per il ricevente: Azotemia-Glicemia-Creatininemia-ALT-ASTSideremia-Na-K-CPK-LDH-Bilirubina Marcatori epatite (HAV, HBV, HCV) Gruppo sanguigno, Fattore Rh, Fenotipo eritrocitario completo Emocromocitometrico completo e piastrine Dosaggio Immunoglobuline VES, PCR Quick-PTT-Fibrinogeno Complementemia (C3-C4) Elettroforesi proteine sieriche Reaz. Di Wassermann Anti HIV Esami pretrapianto (2) Per il donatore e per il ricevente: Toxotest Titoli antivirali (Herpes Simplex-VaricellaZoster-Citomegalovirus) Esame urine completo e Bence Jones Elettrocardiogramma e visita cardiologica Radiografia del torace in duplice proiezione Per le donne: Test di gravidanza Solo per il paziente: Spirometria con DLCO Ecocardio Condizionamento per il TMO con TBI senza TBI ex TBI + Cy TBI 12Gy (frazionate) Cy 60 mg/kg/di per 2gg ex By-Cy Bu 4 mg/Kg/di per 4 gg Cy 60 mg/kg/ev per 2gg Rigetto di trapianto di midollo DIRETTO : (graft failure) INVERSO: - neutrofili < 500 mm3 al gg +21 (+28) - biopsia ossea con midollo vuoto graft vs host disease (GVHD) Cause di rigetto diretto ¾procedure relative al trapianto - intensità del condizionamento - barriere di istocompatibilità - numero inadeguato di cellule infuse - deplezione di cellule T Cause di rigetto diretto ¾condizioni correlate alla malattia di base - Anemia Aplastica (mielosoppressione immuno mediata) - Mielofibrosi (alterazione del microambiente) - Infezioni Virali (EBV, HBV, HCV, Parvovirus) Cause di rigetto diretto ¾ precedente alloimmunizzazione da trasfusioni ¾GVHD (per danno al microambiente) ¾farmaci mielosoppressori (immunosoppressori, antivirali) Valutazione dell’Attecchimento Del Trapianto di midollo ¾sesso, se differente ¾VNTR ¾ gruppo sanguigno, se differente Cause di rigetto inverso di midollo GVHD: i linfocti del donatore che riconoscono come estranei gli antigeni dell’ospite Fattori che aumentano il rischio di GVHD; -età adulta -donatrice F e ricevente M -donatore MUD - infezioni post trapianto -gravidanza della donatrice -mismatched HLA -condizionamento intenso - esposizione a luce solare Profilassi della GvHD Ciclosporina A +/+/- Metotrexate Prednisone T cell depletion Globulina anti-linfocitaria T (ATG) GvHD acuta (entro 100 gg) CUTE: rash desquamazione INTESTINO: diarrea FEGATO: ittero Grading clinico: 1+ rash <25% diarrea 0.5l bili2-3mg% 2+ rash >25% 1l 3-6 mg% 3+ 4+ rash > 50% desquamazione 1,5l dolore ed ileo >6 mg% aumento GOT/GPT GvHD acuta (entro 100 gg) Grading Clinico Cute I II III IV 1+/2+ 1+/2+/3+ 2+/3+ 2+/3+/4+ Intestino 0 1+ 2+/3+ 2+/3+/4+ Fegato e/o e/o e/o 0 1+ 2+/3+ 2+/3+/4+ altri fattori aggravanti -immunosoppressione -piastrinopenia -nausea e vomito (f. iperacuta) Terapia della GvHD acuta gli steroidi ad alte dosi rappresentano la terapia cardine, in aggiunta alla ciclosporina nei casi resistenti agli sterodi -ATG - FK506 -Rapamicina -Desossispergualina -AcMo (anti-CD3, ant-CD2, anti-CD5 +ricina, anti-CD25, anti-IL-1R, anti-TNFα, anti-LFA1) GvHD cronica cute: alterazioni lichenoidi - depigmentazionesclerodermia - contratture articolari bocca: secchezza, lichen, ulcerazioni, parodontiti occhio: secchezza, cheratite fegato: colestasi, cirrosi tratto GI: stenosi esofagea - disfagia - malassorb. polmone: bronchiolite obliterante, PNX spontaneo patologia simil LES, AR, polimiosite, tiroidite, autoim. piastrinopenia, sierositi (pericardio, pleura, sinovia) Terapia della GvHD cronica ¾ steroidi ¾ ciclosporina ¾ talidomide ¾ PUVA ¾ fotoferesi Complicanze precoci del TMO - da condizionamento pancitopenia (infezioni, emorragie) mucosite - nausea - vomito - diarrea - dolori cistite emorragica (soprattutto Cy) VOD epatica (ittero, epatomegalia dolente, aum. peso) tossicità d’organo renale (IRA da staminali infuse) epatica cardiaca (insufficienza, ipertensione, endocardite) cutanea (alopecia, eritema da TBI) neurologica (emorragia, convulsioni) polmonare (ARDS, polmonite interstiziale, embolia) - Sindrome emolitico uremica, simil TTP Complicanze infettive del TMO polmonite batteriche virus HSV miceti non batteriche interstiziale (CMV) CMV - adenovirus VZV candida - aspergillo capsulati batteri fattori di rischio neutropenia mucosite, CVC 0 GVHD acuto ter. immunosop 50g GVHD cronico def. IgG 100g 1a Complicanze tardive del TMO (1) ¾ GVHD cronico ¾ deficit di crescita e sviluppo ¾ menopausa precoce, deficit ormonali, sterilità ¾ patologia tiroidea (ipotiroidismo, adenomi) ¾ leucoencefalopatia multifocale ¾ polineuropatia ¾ cataratta Complicanze tardive del TMO (2) ¾osteoporosi ¾necrosi asettica della testa del femore ¾polmonite interstiziale, bronchiolite obliter. ¾seconda neoplasia ¾alterazioni mielodisplastiche midollari ¾disturbi psicologici ¾alterazione della qualità di vita Minitrapianto di Midollo ¾ Allotrapianto di midollo caratterizzato da condizionamento non mieloablativo (possibile per età anche “avanzate”) per minore tossicità ¾ Lo scopo è di ottenere un attecchimento completo/ parziale da parte delle cellule del donatore, con conseguente graft vs tumore (eventuale DLI) ¾ Le complicanze relative ai problemi di graft sono +/- comparabili a quelle dell’allotrapianto tradizionale