Cittadinanza onoraria all`Arma dei Carabinieri La criscioletta “regina
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Cittadinanza onoraria all`Arma dei Carabinieri La criscioletta “regina
ANNO XXII - N. 88 DICEMBRE 2010 NOTIZIARIO DEL COMUNE DI MOLAZZANA Direttore Responsabile: Floriano Moni Aut. Tribunale di Lucca n. 480 del 15 Luglio 1988 - Sped. in Abb. Postale Gruppo IV Lo andarono a prelevare a Castelnuovo, scortandolo fino alla Piazza di Cascio, proprio davanti alla chiesa. Era l’aprile 1961. Don Lorenzo Angelini fece così il suo ingresso nella nuova comunità e si fece ritrarre in mezzo ai suoi giovani parrocchiani ancora in sella ai loro scooters. Don Lorenzo Angelini ora svolge la sua missione sacerdotale a Pieve Fosciana. Da sinistra in alto sul muretto, si riconoscono: Gabriella Martini, Renzo Giannasi, Nello Guccini, Pietro Salotti, Nicola Turri, Angelo Martini, Nicola Toni. Da sinistra in basso, si riconoscono: Sandro Bertoli, Vittorio Lazzurri, Giorgio Ardesi, Alvaro Togneri, Giuseppe Lazzurri, Renato Cassettari, Mario Suffredini, Mario Prontelli, Alvaro Iacconi, Ottorino Battaglia, Piero Tortelli, Adriano Prontelli, Tiziana Battaglia, Sergio Lazzurri, Nello Venturi, Raffaello Rossi, Valtiero Turri, Don Lorenzo Angelini, Francesco Toni, Dario Bonini, Giancarlo Guidugli, Luigi Bonini, Walter Martini, Alfredo Peccioli, Ottavio Tognocchi, Leonello Battaglia, Piergiovanni Battaglia, Maria Peccioli, Antonio Biagioni, Mario Cassettari, Orlando Pieroni. (La foto è di proprietà della Sig.ra Vanda Prontelli) Gli auguri del Sindaco Addio Francesco Lettera a Paola La criscioletta “regina” delle sagre Cittadinanza onoraria all’Arma dei Carabinieri pagina 3 pagina 4 pagina 7 pagine 10 e 11 2 euro 45.842. - Recupero strada forestale Tre Canali - Vescherana - finanziamento dell’ Unione Europea nell’ambito del Piano di sviluppo rurale di euro 36.922 e del Comune, per IVA, di euro 7.896. Davvero ragguardevole l’entità dei finanziamenti a disposizione per l’esecuzione dei lavori pubblici, specie ove si consideri la difficoltà economica che continua ad imperversare negli enti locali. Sono infatti in corso di esecuzione o di prossimo avvio, in alcuni casi conclusi, i seguenti interventi: - Riqualificazione dei centri storici - 1° stralcio - (sistemazione area esterna e cappella del cimitero di Cascio, interventi manutentivi ai due parcheggi di Via Centrale a Sassi, pavimentazione con asfalto natura della piazza della chiesa di Brucciano) - mutuo Cassa Depositi e Prestiti di euro 100.000. - Lavori di sistemazione della Fontana di Fondo a Brucciano - finanziamento della Fondazione della Banca del Monte di Lucca di euro 8.000. - Recupero fabbricato adiacente le mura estensi di Cascio finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca di euro 40.000 e dell’ Associazione Sportiva Ricreativa Cascio di euro 35.000. - Lavori di completamento della Scuola dell’Infanzia di Montaltissimo - finanziamento statale (legge n. 289) di euro 254.797. I finanziamenti ammontano pertanto ad euro 1.547.124, di cui euro 250.738 a carico del Comune. - Riqualificazione dei centri storici - 2° stralcio - (messa in sicurezza della strada pedonale Rio - Casella a Molazzana- nella foto-, rivestimento in pietra del muro del parcheggio di Eglio, consolidamento muro di sostegno e rifacimento cordolo del parcheggio di Montaltissimo) - mutuo Cassa Depositi e Prestiti di euro 97.000. - Opere di regimazione delle acque superficiali nella strada comunale di S.Rocco a Cascio - Finanziamento dello Stato nell’ambito dei danni alluvionali di euro 185.000. - Completamento via di fuga Sassi - Castelnuovo Garf.na. 2° stralcio - 2°lotto - finanziamento del Bacino Pilota del fiume Serchio di euro 192.291. - Consolidamento strada comunale per la località Promiana di Molazzana - finanziamento dello Stato nell’ambito dei danni alluvionali di euro 145.000. - Recupero fortificazione estense di Molazzana - finanziamento mediante il progetto “Sistema delle Rocche e delle Fortificazioni” presentato dalle Comunità Montane della Garfagnana e della Media Valle del Serchio e cofinanziato dalla società Arcus SpA, legata al Ministero dei beni culturali, nonchè dalle Fondazioni MPS e CRL, di euro 185.000. - Recupero strada forestale Cascio - Vescherana - Molazzana (via dei mulini) e strada forestale Tre Canali - Cimitero di Molazzana, oltre alla sistemazione dell’impluvio e del versante in località Cappellina “Don Antonio Vannucci “ a Molazzana - finanziamento della Unione Europea nell’ambito del Piano di sviluppo rurale di euro 214.376 e del Comune, per IVA, di In questi anni, in cui sembra farsi fortemente sentire, a livello nazionale, la necessità di sensibilizzare tutti ad un maggior rispetto dell’ambiente, l’amministrazione comunale ha inteso muoversi in tal senso, attuando un’iniziativa per che prevede la riduzione del consumo energetico per l’alimentazione della pubblica illuminazione delle frazioni del comune. Il progetto, approvato con delibera di Giunta n. 43 del 13.04.2010, prevede la sostituzione delle vecchie 270 lampade a litio e l’installazione di un nuovo modello di lampada al vapore di sodio, abbinata ad un dispositivo elettronico, denominato “riduttore di flusso”, il quale consente, dopo le prime cinque ore di accensione, di ridurre gradualmente l’assorbimento di energia fino ad un massimo del 30%, garantendo comunque per tutta la durata di accensione la stessa visibilità. L’operazione, dell’importo di € 39.707 (IVA compresa), è stata interamente finanziata ricorrendo ad una locazione finanziaria della durata di cinque anni, che comunque non graverà assolutamente sul bilancio comunale dei prossimi anni, in quanto l’importo annuale per l’ammortamento sarà interamente coperto dal risparmio “in bolletta” che dovrebbe essere pari al 60% della spesa attuale. Infatti, attualmente la spesa per la fornitura elettrica della pubblica illuminazione è di oltre 22.000 € l’anno, che dovrebbe diminuire, secondo le previsioni, di circa 12.000 €, lasciando quindi un ampio margine di garanzia per assolvere i pagamenti annuali del leasing. E’ intenzione dell’amministrazione utilizzare la parte eccedente del risparmio, che nei primi anni dovrebbe essere di circa 2.000 €, per eseguire interventi di manutenzione sulle linee della pubblica illuminazione, per migliorarne la sicurezza. A garanzia dell’ottenimento dei risparmi economici sopra descritti, nella fase di stipula del contratto di appalto con la società fornitrice delle parti elettroniche, è stata inserita una fideiussione, per mezzo della quale la stessa società sarà obbligata a risarcire l’amministrazione comunale della parte di risparmio non ottenuta. Sarà compito dell’amministrazione comunale pubblicare in futuro il valore dell’effettivo risparmio ottenuto. Richard Boni 3 Anche il 2010 è terminato ed è trascorso ormai un anno e mezzo da quando siamo alla guida del Comune: è quindi, necessariamente, oltre che tempo di Auguri, anche tempo di bilanci: in questi 18 mesi siamo riusciti a reperire fondi da investire in opere pubbliche per oltre 1.500.000 €; cifra considerevole, specialmente tenendo conto dei tempi di crisi e di tagli alla Finanza Pubblica che stiamo vivendo. Lavori sono stati fatti un po’ in tutte le frazioni oltre che nel capoluogo ed altri, non ancora appaltati ma già finanziati, partiranno appena soddisfati gli iter burocratici necessari. L’elenco di questi lavori è riportato nella pagina precedente. A me preme pertanto ringraziare pubblicamente da queste colonne, per i risultati raggiunti, tutti i componenti della Giunta, del Consiglio e i dipendenti comunali; invio loro un sincero ringraziamento perché è solo grazie alla collaborazione di tutti che si possono raggiungere questi risultati. Un augurio particolare lo rivolgo ai giovani del nostro Comune; abbiamo costituito la “Consulta Giovanile” che, dotata di una propria sede, saprà sicuramente intraprendere iniziative che favoriscano l’aggregazione e la crescita culturale dei nostri ragazzi. L’augurio che faccio loro è che il nuovo anno possa portare più sicurezza per il futuro e migliori prospettive occupazionali per tutti. Anche quest’anno l’Amministrazione comunale, su proposta di Legambiente e dell’Anci Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, ha aderito alla diciassettesima edizione di puliamo il mondo, prevista dal 24 al 26 settembre. L’iniziativa, curata dall’ assessore alla scuola Bruno Pieroni e dall’assessore all’ambiente Richard Boni, nonché dal consigliere addetto ai rifiuti urbani Pietro Biagioni, costituisce il più grande appuntamento di volontariato ambientale in Italia e nel mondo. E’ un’occasione non solo per il recupero ambientale delle nostre Anche quest’anno rivolgo un commosso ricordo a quanti ci hanno lasciato e non sono più tra noi. Un abbraccio e un caloroso benvenuto ai nuovi nati che sono la gioia di tutta la comunità e il nostro futuro. Invio un particolare augurio a tutti gli anziani del nostro Comune, uomini e donne; è soprattutto grazie a loro e ai loro sacrifici se oggi siamo quello che siamo; essi rappresentano le fondamenta della nostra società e va loro la nostra riconoscenza e vicinanza. Ringrazio infine e invio i migliori Auguri a tutte le Associazioni Sportive e di Volontariato che con il loro impegno personale ed il loro decisivo contributo mantengono vivo e vitale il tessuto sociale del nostro Comune. Oltre che tempo di auguri e di bilanci è anche stagione di buoni propositi: da parte mia il proposito per il nuovo anno sarà quello di continuare ad impegnarmi per la nostra comunità con ancora maggiore disponibilità nei confronti delle esigenze dei miei concittadini. Concludendo queste mie brevi riflessioni invio a tutti i più cari e sinceri Auguri per un Felice Natale e Nuovo Anno. Un abbraccio caloroso. Il Sindaco Rino Simonetti strade e dei nostri boschi, ma anche per creare un rapporto di collaborazione tra cittadini e istituzioni locali, unite per testimoniare il proprio rispetto per il territorio. La manifestazione si è svolta il 24 settembre presso la scuola primaria Don Bosco. I bambini di tale scuola - nella foto -, muniti del kit predisposto per l’iniziativa (guanti, cappellino, pettorale,…) hanno effettuato con i rispettivi insegnanti, con la Dirigente Scolastica Emanuela Giannini e con gli amministratori comunali sopraindicati, una passeggiata ecologica nei pressi della scuola di Montaltissimo, raccogliendo in modo differenziato i rifiuti che hanno poi conferito negli appositi cassonetti. L’Assessore Bruno Pieroni giudica particolarmente efficace questo momento educativo per gli allievi della scuola primaria, che rappresentano un buon veicolo per trasmettere anche agli adulti le buone abitudini di igiene ambientale. Su conforme richiesta di Legambiente questa edizione di puliamo il mondo è stata dedicata al ricordo di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (Salerno), barbaramente ucciso nei primi giorni di settembre. 4 solo essere belli, essere ricchi, avere potere sui propri simili ed in cui è facile non trovare uno spazio vitale. Così abbiamo disorientato quella gioventù che oggi non comprendiamo e, nei confronti della quale, spesso ci ergiamo a giudici. Noi adulti lasciamo ai giovani una società più complessa, ma soprattutto più ingiusta di quella che i padri hanno lasciato a noi ed è una colpa grave di cui, personalmente, sento che dovrò rendere conto perché di sicuro anch’io non ho fatto la mia parte. Questo sembra un discorso generico, di quelli con cui i vari esperti riempiono giornali e televisione, discorsi che però non hanno una ricaduta concreta sulla società, ma per me è qualcosa di diverso, è infatti un chiedere perdono a te e soprattutto a Francesco per quello che avrei dovuto fare e non ho fatto. Niente può lenire il dolore di una madre che perde un figlio, le parole sono inadeguate, vuote e inutili. Solo una cosa possiamo e vogliamo dirti: oggi Francesco è un po’ figlio di tutti noi. Con tantissimo affetto. Ginevra Rubini E’ morto all’ospedale Niguarda di Milano, Francesco Botti, residente nel capoluogo, colpito da un epatite fulminante causata da un maledetto cocktail di cannabis ed ecstacy. Francesco era con amici al centro sociale Leoncavallo in occasione della festa di Halloween per un “rave party”. Dice il Sindaco Simonetti: “Non era un tossicodipendente. Era un ragazzo come tanti che a volte possono eccedere, il sabato sera, vittime della mentalità dello sballo”. Il diciassettenne frequentava l’Istituto Alberghiero di Barga. La famiglia ha dato il consenso per la donazione degli organi. La Pania porge sentite condoglianze alla mamma Paola, insegnante, alla sorella Silvia, al fratello Junior Rodolfo, al nonno Silvio, ai familiari tutti. Lettera a Paola Che possiamo fare per te, Paola? Nulla, assolutamente nulla, ed è questo senso di impotenza che acuisce il dolore che è nel cuore di ciascuno di noi e che si legge sul volto delle persone che se ne vanno frettolose per le strade del paese, senza avere neppure più voglia di scambiare una parola. Che cosa avremmo potuto e dovuto fare per Francesco prima che tutto questo accadesse? Per lui personalmente, nulla più di quanto tu abbia fatto, ma ognuno di noi avrebbe dovuto impegnarsi per creare una società migliore, un mondo a cui tutti i ragazzi hanno diritto per crescere. Invece abbiamo messo a vivere i nostri figli in una realtà in cui sembra conti Scrive la Lega : “Ci pare assai opportuno pubblicare questa richiesta di Giuseppe Carli, piena di riflessioni amare quanto realistiche. Non solo accogliamo la sua richiesta, ma lo ringraziamo per questa iniziativa che rappresenta una delle battaglie più incisive che l’Aics vuole combattere col massimo impegno. Sabato 13 e domenica 14 novembre su tutti i campi dove si sono disputate gare Aics è stato osservato un minuto di raccoglimento prima dell’inizio della gara in memoria della giovane vita malamente spezzata e per una profonda riflessione sulle cause che l’hanno determinata”. Era questa la lettera pervenuta da Giuseppe Carli: “Cari amici, ormai sarete a conoscenza del grave lutto che ha colpito le comunità di Molazzana e di Sassi a causa della tragica scomparsa di Francesco Botti. Aveva 17 anni, un bravo ragazzo che studiava alla scuola alberghiera di Barga, persona semplice, estroversa, sempre sorridente e felice. Per alcuni anni ha collaborato anche con la nostra associazione sportiva nelle manifestazioni organizzate. E' stato stroncato dall’ "Ecstasy", terribile droga, ad una festa in discoteca a Milano, lasciando nel dolore la famiglia e l'intera comunità. Al fine di sollevare le coscienze e di combattere con forza questa terribile piaga che e' la droga, vi chiedo gentilmente la possibilità di far osservare, in occasione del prossimo turno di campionato, un minuto di raccoglimento su tutti i campi di calcio. Francesco in fondo potrebbe essere il figlio di tutti noi.” 5 di Manuele Bellonzi L’anagrafe è un’istituzione, se vogliamo, abbastanza recente, ossia post-unitaria. Il primo provvedimento per la creazione del servizio anagrafico risale infatti al 1864, con regio decreto n. 2105 del 31 dicembre, istituente l’Ufficio delle Anagrafi e il registro della popolazione di ogni Comune del Regno. I primi registri si sarebbero dovuti basare sul censimento della popolazione comunale risultante al 31 dicembre 1861. Dobbiamo però attendere il 1871, e precisamente la legge n. 297, che stabilì che in ogni Comune vi sarà un registro della popolazione, compilato e corretto, dove già esistesse, secondo i risultati ottenuti col nuovo censimento. Durante il regno di Francesco V Asburgo-Este (1846-1859), la Garfagnana faceva parte del Ducato di Modena e Reggio, riunendosi infatti all’Italia il 18 marzo 1860. Nel 1853 a Molazzana ritroviamo i primi atti di stato civile preunitario, e precisamente le prime registrazioni degli Atti di dichiarazione di matrimonio, oggi relitto storico ma allora segno di grande modernità, frutto della Codificazione estense del periodo 1849-52 e specificamente del nuovo codice civile entrato in vigore il 1° febbraio 1852. Un’innovazione legislativa che il duca Francesco IV non aveva avuto la capacità di promuovere, ma che oramai giungeva tardi, quando le coraggiose idee unitarie presero il sopravvento alle titubanze di un Ducato oramai al tramonto. Da lì a pochi anni le anagrafi sarebbero state formalmente istituite dai Savoia, con modulari ad hoc e regole precise. A puro titolo di memoria si riporta il testo della prima dichiarazione di matrimonio iscritto nel registro ottocentesco, fra Giovanni Ferdinando Fiori di Monterotondo di Castelnuovo e Maria Francesca Giannasi di Montaltissimo. Il vero e proprio rito religioso, officiato dal parroco don Lorenzo Filippini, sarà celebrato il 1° giugno 1853, e successivamente trascritto nel registro comunale. Atti di dichiarazione di matrimonio nel 1853. L’anno milleottocentocinquantatre 1853, il giorno ventinove 29 del mese di maggio. Davanti di me sottoscritto Sindaco del Comune di Molazzana, Provincia di Garfagnana sono comparsi Fiori Gio. Ferdinando di anni 26 possidente agricoltore, nato e domiciliato a Monterotondo, cura soggetta all’Abbaziale di Castelnuovo, figlio di Fiori Arcangelo di anni 48, nato a Campori Parrocchia di S. Michele di Castiglione, domiciliato a Monterotondo predetto, possidente agricoltore, e della fu Franchi Maria Maddalena, nata e mentre viveva domiciliata in detta Cura, e Giannasi Maria Francesca di anni 27, possidente agricoltrice, nata e domiciliata a Montaltissimo, Cura soggetta alla Parrocchia di Molazzana, figlia di Giannasi Pellegrino di anni 60, possidente agricoltore, nato e domiciliato a Montaltissimo predetto, e della fu Guidugli Maria Domenica nata, e mentre viveva domiciliata a Montaltissimo suddetto, i quali alla presenza di Cozzi Giuseppe del fu Giovanni Battista di anni 46 possidente ed Esattore comunale, e di Peccioli Giuseppe del fu Giovanni Battista di anni 66 possidente agricoltore, domiciliati ambidue e dimoranti a Cascio, hanno dichiarato essere loro intenzione di unirsi in matrimonio, e mi hanno rilasciato da unire in allegato al presente le Fedi di loro nascita, e la Fede di morte delle suddette rispettive loro Madri, ed essendosi dai predetti loro genitori qui presenti dato il pieno loro assenso, e non avendosi d’altra parte opposizione veruna al Matrimonio si fa luogo a consegnar loro l’attestazione prescritta dalla legge, ammonendoli su quanto dispongono gli articoli 341, 342 e 343 del Codice Civile. Delle cose predette si è compilato il presente atto, che è stato letto ai dichiaranti, ai testimoni e da questi e da me sottoscritto, e non da quelli, né dai rispettivi genitori per aver dichiarato di non saper scrivere. Giuseppe Cozzi, Testimone Giuseppe Peccioli, Testimone Domenico Croce, Sindaco E’ stato di recente restaurato a cura di Giuseppe Carli il piccolo monumento mortuario a ricordo del tragico evento avvenuto a Sassi il 15 novembre 1944. Nel corso di un violento cannoneggiamento americano una granata colpì la casa dov’erano sfollati i bambini di un Istituto di Suore Francescane con circa 25 orfanelli di varie età. Morirono una suora e 14 orfanelli dato che lo scoppio avvenne proprio nella stanza dove si erano raccolti nel tentativo di riparo. E’ intenzione dell’amministrazione comunale collocare questo monumento vicino al luogo del tragico evento al fine di ricordare con più forza a tutti noi che la violenza e la guerra non risolvono le controversie tra i popoli ma provocano soltanto fiumi di dolore, frustrazione ed odio. FRAZIONI MASCHI FEMMINE TOT. M+F NUM.FAMIGLIE MOLAZZANA 168 168 336 139 BRUCCIANO 22 21 43 24 ALPE S. ANTONIO 16 12 28 15 SASSI 92 96 188 87 EGLIO 39 46 85 45 MONTALTISSIMO 31 25 56 23 CASCIO 206 210 416 171 TOTALI 574 578 1152 504 Nati: Baregi Matilde di Massimo e Santoni Chiara nata a Barga il 13.10.2010 Bertozzi Ginevra di Fabio e Giannotti Manola nata a Barga il 16.09.2010 Pocai Noemi di Patrizio e Puppa Sabrina nata a Barga il 04.09.2010 Morti: Biagioni Gelsomina di anni 89 morta a Molazzana il 01.09.2010 Botti Francesco di anni 17 morto a Milano il 05.11.2010 Micchi Giuliana di anni 82 morta a San Romano in Garfagnana il 17.09.2010 Matrimoni: Verona Giulio e Giannotti Martina Lea sposati a Molazzana il 04.09.2010 Donati Adone e Chilaru Margarita sposati a Molazzana il 09.10.2010 6 Avendo raccolto in un libro di prossima pubblicazione - che l’Amministrazione Comunale intende donare ad ogni famiglia - l’etimologia, l’origine ed il significato dei nomi di battesimo degli abitanti del Comune di Molazzana, con l’indicazione delle persone più o meno famose che li portarono e del giorno del relativo onomastico, diventava superfluo continuare la rubrica ‘Onomastica nostrana’. Perciò, in accordo con il Direttore Moni, ho pensato a qualcosa di leggermente diverso, vale a dire a tentare di illustrare il cognome dei residenti nel nostro Comune, cosa, forse, ancor più intrigante perché i cognomi sono più specifici, più tipici e particolari rispetti ai nomi. Voglio dire, Francesco, Mario, Lucia, si possono trovare anche in molte altre parti d’Italia, cognomi quali Tognocchi, Babboni, Guazzelli sono certo più frequenti da noi che altrove. Prima di cominciare illustrandone alcuni (altri seguiranno nei prossimi numeri della ‘Pania’) diamo un piccolo quadro statistico. Tra i 320 diversi cognomi dei residenti nel Comune, quello più diffuso è Bertozzi con 37 frequenze; segue, distaccato di 5 lunghezze, Rossi, quindi Pieroni con 30 casi, poi Bertoncini (29); Biagioni (26); Giannotti e Pocai (23); Daddoveri e Pucci (22); Simonini(21) e Battaglia(20). Con una ricorrenza compresa tra 10 e 20 abbiamo, in ordine decrescente, i seguenti cognomi Guidugli (18); Micchi (16); Savoli e Tardelli (15); Salotti e Tortelli (14); Babboni, Papi e Togneri (13); Febbrai, Franchi, Lucchesi, Prontelli, Tognocchi e Valdrighi (12); Toni(11), Bonini, Bravi, Fiori, Lemetti, Martiri (10). Abbiamo quindi 120 cognomi che ricorrono da due a nove volte e 168 casi di cognomi unici, tra i quali oltre 40 sono portati da persone di altra nazionalità. Cominciamo dunque la nostra indagine, ricordando come, essendo frequente che cognomi apparentemente diversi abbiano uguale etimologia ed identico processo di formazione, in non pochi casi gli stessi verranno raggruppati, dandosene una definizione ed una spiegazione unitaria, riportando il cognome più diffuso e, fra parentesi, in ordine alfabetico, le sue varianti. BERTOZZI (BERTOLACCINI, BERTOLINI, BERTOLOTTI, BERTONCINI, BERTONI) – Spero che la Befana non mi faccia i sonetti, se inizio questa rubrica con il mio cognome, ma – considerato, come si è visto, che si tratta di quello più frequente nel Comune - mi è sembrato giusto dargli la precedenza. E’ un gruppo di cognomi assai diffusi, con il lemma Berti che rappresenta la forma originale e maggiormente frequente in tutta Italia, attestata particolarmente in Toscana ed EmiliaRomagna e, a seguire, in Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria. Le varianti (Bertagni, Bertini, Bertocchi, Bertola, Bertucci eccetera) sono numerosissime. L’origine è da ricercare nel nome proprio Berto, scaturito, per aferesi (cioè per caduta delle sillabe iniziali), da nomi personali di origine germanica terminanti in –berto (Alberto, Adalberto, Lamberto, Roberto, Umberto). Il De Felice (Dizionario dei cognomi italiani, Mondatori, Milano, 1978, pag. 78) ipotizza anche una possibile derivazione da nomi personali di origine gotica e franca, anch’essi composti, ma divenuti autonomi fin dall’ VIII secolo, risalenti etimologicamente alla parola berhta ‘illustre, famoso’. Caro Direttore, questa lettera è, e vuole essere, una provocazione. Voglio vedere se, schivo, riservato e modesto come sei, avrai il coraggio di pubblicarla. Perché, per quanto corrisponda esattamente a ciò che penso di te – e forse proprio per questo – è elogiativa nei tuoi confronti e conosco quanto tu rifugga dalle lodi. Devi saper che un amico, sapendo che ne faccio gelosa collezione ed ignorando se la possedessi, mi ha trasmesso una vecchia “Pania”, esattamente il n. 24 del dicembre 1994 nel quale è contenuta una tua “intervista impossibile” a Ludovico Ariosto. Dopo averla letta mi sono ricordato di aver pensato in passato, a scrivere un pezzo su di te, che considero amico, ma soprattutto maestro e di aver rinunciato all’idea solo perché mi avevi minacciato fisicamente, nel caso avessi dato un qualsiasi seguito al mio intendimento. Ora però che sono passati un po’ di anni, sei forse un po’ meno “fumino” e magari hai un po’ meno forza di allora, ho ritenuto di tornare sui miei passi per trasmetterti questa mia testimonianza sul tuo modo di scrivere e di essere giornalista. Vorrà dire che, nel caso tu ritenessi di non darla alle stampe, potrai conservarla per te (cosa che però, a mio avviso, sarebbe sbagliata). Che tu sappia scrivere non c’è bisogno di dirtelo, così come non mi pare il caso di sottolineare la stima che ho per te quale scrittore: non avrei certo pubblicato insieme a te quel volume sui personaggi del nostro comune, che ritengo costituisca un bel ricordo di alcune persone che dettero lustro alla nostra terra, ma anche un buon libro tout court. Ma è la tua inventiva che mi ha sempre colpito e mi colpisce. “Interviste impossibili” rappresentava una rubrica degna sicuramente di un palcoscenico molto più ampio del nostro notiziario, non perché “La Pania” sia un periodico di poco conto (anzi, è esattamente l’opposto, trattandosi di pubblicazione ben fatta, curata sia nell’aspetto esterno che nei contenuti), ma perché ha un bacino di utenza necessariamente limitato, laddove la tua rubrica avrebbe meritato ben più ampia platea. In quei colloqui immaginari, ma rigorosamente documentati dal punto di vista storico, emerge tutta la verve dello scrittore di genio, l’acume del critico attento, la diligenza dello studioso, ma, allo stesso tempo, la fantasia immaginativa del narratore ed il brio del giornalista di vaglia. La conclusione del pezzo, che sovverte la tesi ufficiale riportata nei libri e nelle biografie sull’Ariosto, per fornire al lettore una nuova versione dei fatti, ben più divertente e credibile, è un fulmine che scoppia a ciel sereno e lascia in bocca a chi, come me, ama le buone letture, un dubbio irrisolto e, insieme a questo l’esigenza di rivolgerti un pressante invito; il tutto compendiabile in queste poche parole: Perché hai tralasciato di scrivere le tue “interviste impossibili” e perché non ce ne proponi di nuove? Piacenza, novembre 2010 Ringrazio di cuore l’amico Avvocato, nostro concittadino “ad honorem” per le belle espressioni di stima. In effetti quell’intervista impossibile a Ludovico Ariosto, riscosse tanti consensi. C’è stato anche chi ci ha invitato a ripubblicarla ma questo non è nelle consuetudini del nostro giornale. Perché non proseguire quella rubrica intervistando altri protagonisti della storia o della cultura non più esistenti? Sono sincero: non è facile. Occorre essere padroni del personaggio, conoscerlo bene, quasi intimamente. Io a quel tempo avevo letto da poco il volume “Lettere dalla Garfagnana” e mi sembrò di essere entrato in sintonia con l’autore dell’Orlando Furioso”. E’ forse per questo che alle mie domande…provocatorie, il cortigiano di Casa d’Este ha sempre risposto in maniera molto credibile. F.Moni 7 Grande riconoscimento per la sagra di Cascio e per le sue famosissime crisciolette: la manifestazione infatti si è aggiudicata la palma di vincitore alla quarta edizione di Territori in Festival, l’evento dedicato alle sagre italiane che si è svolto dal 24 al 26 settembre a Montecatini Terme, ideato da Davide Paolini e perfettamente organizzato da BK1 Concept factory guidato da Simone Galligani. In rappresentanza del territorio lucchese erano presenti il comune di Fosciandora con la Sagra dei Cigerani ed il comune di Molazzana con la Sagra delle Crisciolette di Cascio, organizzata dall’Associazione Sportiva Ricreativa Cascio. Alla fine proprio quest’ultima ha sbaragliato la concorrenza, prevalendo sia nel voto della giuria popolare che in quella formata da esperti del settore turistico ed enogastronomico, confermando ancora una volta la forza delle tradizioni del nostro territorio e l’altissima qualità dei suoi prodotti, ormai riconosciuta e apprezzata a livello nazionale e non solo. Gli ingredienti della criscioletta sono semplici e genuini, un impasto di farina di grano, farina di granoturco, sale ed acqua, portato a cottura mediante l'utilizzo delle cotte in ferro, arroventate sopra una fiamma: la cialda così ottenuta si può servire con formaggi e salumi (è tipica la criscioletta con la pancetta). La Sagra delle Crisciolette, nata da una brillante idea dei giovani del paese nel 1969, che vivrà la sua prossima edizione dal 4 al 7 agosto 2011, è tradizionalmente il momento in cui l’intero paese di Cascio si raccoglie per dare lustro a questo straordinario prodotto ma anche a tutto il territorio locale; il ricavato della manifestazione ha infatti consentito negli anni il recupero e l’abbellimento di gran parte del paese con opere quali la realizzazione della sede dell’associazione nelle ex scuole elementari, il restauro del sagrato della Chiesa dei SS.Lorenzo e Stefano e delle scale interne al campanile. Attualmente l’obiettivo prefissato è il recupero di un vecchio edificio presente nel prato a fianco della piazza principale che dovrebbe diventare, negli auspici dei cascerotti, il fulcro delle attività paesane. Motore principale dell’A.S.R.Cascio, che conta circa 200 soci, è il presidente Alessandro Bertolini che, visibilmente commosso, ha avuto l’onore di salire sul palco per ricevere il premio di prima sagra classificata nel concorso “Sagra delle Sagre 2010”. E’ proprio lui che vuole far conoscere questa avventura e ringraziare quanti hanno reso possibile il successo: “Personalmente mi riesce difficile descrivere e far immaginare a chi non era presente una esperienza così impegnativa ed indimenticabile come quella che abbiamo vissuto nei 3 giorni a Montecatini. La decisione della nostra partecipazione è maturata sulla scia della pubblicazione su alcuni giornali e siti internet, 2 mesi orsono, di una classifica secondo cui saremmo stati al primo posto fra le sagre in Toscana. Contattati dall’organizzazione di Territori in Festival, abbiamo deciso da subito di fare della nostra partecipazione non solo un veicolo di promozione per Cascio e le sue manifestazioni (la Sagra delle Crisciolette appunto, ma anche la Castagnata che quest’anno si è svolta il 17 ottobre) ma per tutta la Garfagnana e la Valle del Serchio. Abbiamo quindi coinvolto al nostro fianco il gruppo degli sbandieratori di Gallicano che, da assoluta eccellenza quali sono, hanno dato il meglio di sé con una esibizione entusiasmante che ha lasciato a bocca aperta le migliaia di persone presenti nella domenica di Montecatini. Ed insieme agli sbandieratori di Gallicano, voglio ringraziare a nome dell’intera associazione tutti i produttori locali che, con il loro aiuto hanno consentito la nostra vittoria: dai salumi dell’Antica Norcineria Bellandi con il prosciutto Bazzone ed il Biroldo della Garfagnana ai formaggi del caseificio Bertagni di Pieve Fosciana, dai prodotti della castagna forniti dall’Associazione Castanicoltori della Garfagnana alla farina di “Formenton Otto File” della ditta Lazzurri Alvaro di Campia, dall’inconfondibile pane di patate sfornato dal panificio “Pan del Marco” di Molazzana agli squisiti biscotti della ditta Biagioni Roberto che ha sede alla Parata di Cascio, dai prodotti del mercato alimentare Pellegrinetti alle “cotte” per le crisciolette realizzate dalla carpenteria Franchi di Gallicano. Infine voglio concludere con il ringraziamento più sentito, quello a tutte le persone che hanno lavorato in questi 3 giorni, a tutte quelle che lavorano nelle varie manifestazioni che l’associazione organizza durante l’anno ma soprattutto a quelle persone che in oltre 40 anni 8 segue da pag. 7 hanno collaborato per valorizzare Cascio e le crisciolette e che oggi, purtroppo, non sono più fra noi: è a loro che vogliamo dedicare questo insperato riconoscimento”. A sottolineare lo spirito della partecipazione a questa manifestazione sono anche i due vicepresidenti dell’associazione Alice Martinelli e Francesco Prontelli: “Il vero grande successo della 3 giorni a Montecatini è stato il rapporto di amicizia che si è instaurato con i promotori delle altre sagre provenienti dal resto d’Italia. Con gli amici della “Sagra dei Cigerani” di Fosciandora, con cui avevamo già collaborato in occasione della Festa dell’Emigrante svoltasi a Migliano a fine agosto, ma anche con sagre più distanti da noi come la “Sagra della cozza” di Montescudaio (PI), e la ”Sagra d’la Panissa” di Vercelli si è creato un intenso legame basato sul comune attaccamento al territorio di provenienza . L’apertura della manifestazione “Territori in Festival” è avvenuta con la stesura di un “Manifesto della sagra di qualità” che raccoglie, in 7 punti, le caratteristiche basilari che devono ispirare le sagre tradizionali, dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali al rapporto con i produttori ed i commercianti, dal sostegno al territorio in cui si opera al rispetto dell’ambiente. E’ poi proseguita con le degustazioni e gli eventi folkloristici proposti dalle 16 sagre presenti ed è andata a concludersi con le premiazioni nel tardo pomeriggio di domenica che hanno sancito la nostra vittoria. Il nostro ringraziamento va al vicesindaco di Molazzana Roberto Bertoncini ed al direttore dell’APT di Lucca Icilio Disperati che erano al nostro fianco, alla Comunità Montana della Garfagnana, al GAL-Garfagnana ed a “Ponti nel Tempo” che hanno patrocinato la nostra partecipazione”. L’esperienza di Montecatini è un esempio lampante di come l’amore di una comunità per il proprio territorio sia una grande risorsa da non disperdere e debba essere uno stimolo ad attivare nuove forme di collaborazione fra le varie sagre e per aprirsi a nuove idee che concilino la modernità con il rispetto delle antiche tradizioni locali. Valentina Bertoncini La Consulta Giovanile del Comune di Molazzana nasce il 12 luglio 2010 grazie alla voglia di fare di un gruppo di ragazzi dei vari paesi e del Sindaco, che ne propose l’istituzione. La Consulta si pone come interlocutore privilegiato nei confronti delle realtá giovanili del territorio, promuovendo iniziative di interesse comune. Si rivolge ai giovani tra i 16 e i 30 anni con l'obiettivo, da un lato di farsi portavoce dei bisogni di queste fasce d'etá, dall'altro di raccogliere nuove adesioni fra i coetanei, per impegnarsi nel rendere i paesi a misura dei giovani. La Consulta è uno strumento di partecipazione dei giovani cittadini alla gestione della “cosa pubblica”, con particolare riferimento alla funzione di “collaborazione propositiva”, soprattutto nelle tematiche inerenti i problemi delle condizioni giovanili. I componenti operanti a titolo di volontariato sono stati nominati sulla base di un regolamento ed a seguito di apposito avviso pubblico. Gli incontri, a cadenza mensile, sono l'occasione per discutere ed elaborare proposte e progetti da attuare. Il 29 novembre si è tenuta la prima riunione ufficiale con la libera gestione della sola Presidenza, composta dal presidente Barbara Febbrai di Molazzana e dai due vice, Federico Corti di Cascio e Manuel Sigismondi di Brucciano, che hanno coordinato la riunione concretamente invitanto i partecipanti ad esporre idee ed attivarsi, come associazione, per arricchire la monotonia dell’inverno. Dopo aver analizzato le attività proposte i componenti della consulta sono stati suddivisi in gruppi, ciascuno con un Presidente incaricato della comunicazione ed aggiornamento sull’andamento della propria attività. Auspichiamo la massima partecipazione e collaborazione dei giovani del Comune. La Consulta sarà a breve visibile sul sito del comune di Molazzana e sul social network Facebook, entrambi attualmente in fase di costruzione. Pietro Del Corona Come ogni tre anni, in occasione della festa di San Bartolomeo, anche nella zona nuova della Casella, per intenderci meglio al Bronx, ci attiviamo per allestire e accogliere la processione; c’è chi lo fa per fede e chi per tradizione, ma il bello è che la comunità si riunisce e anche Lucia “emigrata” a Filecchio con il marito Danilo e i figli ci danno un grande aiuto. La sera dopo la luminaria , abbiamo cenato tutti insieme nel parcheggio e non c’è stato bisogno di sagre, eventi politici o altri fini per riunirci, semplicemente ognuno di noi ha portato le proprie posate, le sedie….e due tavolini che in quattro e in quattr’otto erano imbanditi. Quando ci siamo seduti, ognuno di noi ha pensato in silenzio e con tristezza a quante persone sono mancate dall’ultima processione ma poi abbiamo iniziato a parlare serenamente; le chiacchere allietate da qualche bicchiere di buon vino sono diventate via via grandi risate. Qualcuno ha offerto il gelato, qualcuno il caffè, qualcuno il liquore, insomma non è mancato niente e l’allegria è stato il piatto forte. E’ proprio vero che insieme è più bello…..Ed è bello stare insieme… Samanta Onesti 9 Mio padre ed io scendemmo dal treno a vapore che ci aveva portato fino al capoluogo. Da lì, per raggiungere il paesello d'origine, dove ancora vivevano i nonni, bisognava proseguire a piedi lungo una mulattiera che saliva, quasi ininterrottamente per sei-sette chilometri, in un tormentato rapporto con l'aspro elevarsi del monte. In quella Vigilia di Natale il buio prematuro dell'inverno ci avvolse, non appena ci staccammo dalle fioche lampade della piccola stazione. Rare persone sgusciavano svelte e si allontanavano rasentando i muri, baveri alzati e mani nelle tasche di capaci cappotti. Ci fasciammo pure noi, stringendoci il più possibile nei nostri indumenti pesanti, e affrontammo con passo sollecito la ghiaia ed i sassi della via, muovendoci fianco a fianco, mano nella mano, i fiati fumanti. Procedevamo silenziosi nel silenzio che dominava intorno e che inghiottiva prontamente il nostro rapido scalpicciare. Qualche stella precoce si sforzava di dipingere con lieve luce inquieta la solitudine del cielo appena abbrunato. La luna, tuttora assonnata, non aveva lasciato il suo giaciglio, là dietro i monti, ma già, pur prigioniera ed invisibile, marcava le creste più elevate di un misterioso chiarore d'oro slavato, pallido. Qua e là da sparsi casolari pulsava il lume invitante e rassicurante di qualche finestra a sottolineare l'intimità del focolare e, di tanto in tanto, si sperdeva l'affannoso singulto di un cane, simile a monologo solitario. Camminavamo taciturni nel freddo di quella sera, mano nella mano, nel fascino arcano che carezzava certi silenzi e rivestiva l'intimo di vellutati abbracci. Sembrava di vivere in un immenso presepio in attesa trepida, come a dar forma e sostanza ad un sogno, all’irreale. Ancora, però, era assente la luna ad offrire brividi accesi all'indugio dell'aria e ad intenerire lo sguardo. E la luna non tardò ad arrivare, non appena fummo a metà del monte. Spuntò decisa, come lì fosse avvenuto un incendio, da una cima innevata e fissò il suo sorriso pieno nell'oscurità della terra. Tutto, a quell'albore diffuso, parve fasciato mitemente di malia. E luci ed ombre s'intrecciarono delicate con dita di seta. Presero coraggio anche le stelle, che si moltiplicarono a vista d'occhio nel girotondo alla luna. Il laghetto sottostante fotocopiò la volta blu punteggiata d'avorio e la rimandò imprigionandola nel suo tremore delicato, senza vento, per timore di sciuparla. Si profilava, in quella giovane notte, l'avverarsi di chissà quale prodigio: l'intimo lo percepiva e si riempiva di quei segni che rispecchiavano grafie di Angeli tese a legare inscindibilmente Cielo e Terra. La mente non sapeva più tracciare la linea di delimitazione tra miracolo e realtà. Camminavamo taciti, mano nella mano (grande, ruvida di lavoro, calda, quella di mio padre; piccola, di bambino, fiduciosa, la mia). Era il nostro come il salire verso il firmamento, nell'avvicinarci all'altura. Lassù il paese, nella massa scura, confusa, compatta delle sue vecchie case, ci guardava con deboli, sparpagliate occhiate luminose, suadente voce di cose senza confine e di memorie dai morbidi amplessi. Il cuore, penetrato da un molle abbandono, si scioglieva sempre più in una felice comunione con lo splendore di quella tenera notte e si sbriciolava in mille rivoli di benessere nella poesia penetrante che scaturiva e si espandeva dallo scenario intessuto di magiche pulsioni. Anche il passo si era fatto più leggero, più sensibile, come a sentirsi sollevati da braccia eteree. Assaporavo la sensazione di chi si sente rassicurato e protetto e, accanto a mio padre, in quell'assoluto respiro di vita, mi figuravo invincibile padrone del mondo: niente avrebbe potuto scalfire il tripudio di letizia e di serenità che m'avvolgeva in tal frangente. La mia era la prima vera percezione di una vibrante gioia di vivere che traboccava in amore schietto verso tutti e tutto. Ed avrei voluto che quel piacere fisico e quella ineffabile dolcezza di spirito fossero durati eternamente, infrangendo i limiti del tempo, come nota infinita di un diapason divino ed umano allo stesso modo... Gli anni se ne sono andati, gli eventi hanno mostrato di volta in volta volti diversi e gli affanni hanno inasprito non di rado il cammino dell'esistenza, ma nello scrigno dei ricordi è rimasta la fragranza, ancora folgorante, di quei momenti irripetibili, a consolare la frequente carestia dell'animo. Gian Gabriele Benedetti Parlava il vento di gelo all’incrocio dell’aria. Frastornava il silenzio bianco della neve. Non panni, non piccola fiamma, non sogni in quel poco rimasto all’avara notte, che pur s’affacciava sulla bocca dell’infinito. Stremato il grido di Maria. Senza parole l’arrangiarsi affannoso di Giuseppe. Un’attesa d’angoscia nel cuore. Lunga a morire una preghiera sulle labbra. Poi evaporò un pianto d’agnello a colorare il buio della capanna. Un canto tra le coperte di paglia, fattesi oro nella mangiatoia. Sguardo di cielo, Maria, ed un timido sorriso. Vibrò d’intenso la mezzanotte di Giuseppe. Si tinsero di lumi le tenebre. Fuochi si accesero intorno. E gli umili giunsero con stelle negli occhi e la speranza nel Verbo appena nato. Una cometa gestì l’evento per l’Universo. Gian Gabriele Benedetti 10 Rispondendo immediatamente all’invito del Presidente dei comuni montani della Toscana, Oreste Giurlani, il nostro consiglio comunale ha conferito la cittadinanza onoraria all’Arma dei Carabinieri. La delibera è stata adottata all’unanimità. Scriveva Giurlani che è anche Sindaco di Fabbriche di Vallico: “E’ un riconoscimento che l’istituzione merita e ritengo sia molto più autorevole se tale attestazione viene dai comuni che operano a fianco dei carabinieri nel garantire lo Stato e per ribattere là dove vengono messi in discussione i valori unitari e unificanti del nostro Paese. LA PREMESSA Il Consiglio Comunale premesso che: - l’arma dei Carabinieri è stata indiscutibilmente protagonista e simbolo dell’Unità nazionale nelle guerre di Indipendenza, nella lotta contro il banditismo, contro la criminalità organizzata, contro il terrorismo, contro il malaffare e la corruzione di ogni genere; - i militari dell’Arma, prima e dopo l’unità d’Italia hanno incarnato virtù e valori positivi, sicchè gli italiani hanno avuto sempre fiducia in essi certi della loro efficienza ed affidabilità. Essi si sono identificati nei valori nazionali e immedesimati con elevato spirito partecipativo nelle esigenze delle popolazioni, divenendo con esse un tutt’uno; - i Carabinieri con la loro articolazione che copre tutto il territorio nazionale, sono presenti in quasi tutti i comuni di Italia e visti dai cittadini come sicuro presidio e punto di riferimento dello Stato; - i Carabinieri si sono prodigati, nei due secoli dalla loro istituzione, nel soccorso delle popolazioni colpite da cataclismi naturali o causati dalla cupidigia e speculazione umana, riscuotendo unanime plauso e apprezzamento; - i suoi appartenenti hanno condiviso negli anni con gli italiani sofferenze, disagi e privazioni, anche con le loro famiglie soprattutto nei momenti più drammatici della storia nazionale; - essi si sono distinti per saggezza, buon senso e moderazione nell’applicare le leggi dello Stato e degli Enti territoriali, ben consapevoli della durezza della vita degli italiani in alcune zone disagiate del nostro Pese; - i Carabinieri sono, con i loro comandanti di stazione, divenuti 11 leggendari per le loro elevate doti umane, richiamo a valori imperituri e di collegamento costante con la Patria. - i Carabinieri sono stati e sono tuttora momento di saldatura fra le istituzioni civili e militari nel supremo interesse della difesa e della sicurezza dell’Italia; - i Carabinieri sono stati chiamati fin dal 1855 a svolgere delicate e pericolose missioni all’estero, sia di pace che di organizzazione di diverse forse di polizia straniere, con capacità, buon senso, coraggio e sprezzo del pericolo, così imponendosi all’ammirazione dei responsabili e comandanti degli altri contingenti, che hanno apprezzato il loro modo esclusivo di stare vicini alla gente, che deriva dalla specialità delle loro funzioni, essendo essi ad un tempo soldati e tutori dell’ordine pubblico. LA MOTIVAZIONE Il Consiglio delibera di conferire la cittadinanza onoraria all’Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: “Istituzione benemerita e benefattrice dello stato, si rendeva nei secoli protagonista e baluardo dell’Unità d’Italia, nelle guerre d’Indipendenza, nella lotta al banditismo, alla criminalità organizzata, al terrorismo, al malaffare e alla corruttela, operando con sforzi sovrumani in soccorso delle popolazioni colpite da cataclismi naturali o causati dall’avidità e speculazione. Negli anni, grande è stato il loro contributo nell’assolvimento dei doveri istituzionali, sia in tempo di pace che in guerra, con 9.629 caduti e 168.741 feriti. La bandiera dell’Arma è stata decorata con molteplici ricompense fra cui 5 Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia e 3 medaglie d’oro al valore militare, segno inequivocabile dell’abnegazione assoluta, elevato senso dello stato, del sacrificio, competenza, efficienza, sprezzo del pericolo ed alto senso civico. Che il dio protegga l’Arma dei Carabinieri e la conservi nei secoli futuri per il benessere e la felicità degli italiani, uniti e fortificati nella più ampia comunità europea”. Alla riunione consiliare era presente anche il maresciallo comandante la stazione CC. di Gallicano, Antonino Nastasi. La cittadinanza onoraria sarà consegnata dal nostro Sindaco nelle mani del Comandante Generale dell’Arma in data da concordare con il Comando Generale in occasione del 197° anno di Fondazione dell’Arma, a Roma, in piazza di Siena, alla presenza del Presidente della Repubblica. LE DECORAZIONI DELL’ARMA Per le sue molteplici benemerenze, la bandiera dell’Arma dei Carabinieri è stata gratificata con le seguenti decorazioni e riconoscimenti: • 5 CROCI DI CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE D’ITALIA • 3 MEDAGLIE D’ORO AL VALORE MILITARE • 3 MEDAGLIE D’ORO AL VALOR DELL’ESERCITO • 5 MEDAGLIE D’ARGENTO AL VALOR MILITARE • 4 MEDAGLIE DI BRONZO AL VALOR MILITARE • 8 MEDAGLIE D’ORO AL VALOR CIVILE • 1 MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR CIVILE • 2 CROCI DI GUERRA AL VALOR MILITARE • 4 MEDAGLIE D’ORO AL MERITO CIVILE • 6 MEDAGLIE D’ORO AL MERITO DELLA SANITA’ PUBBLICA • 5 MEDAGLIE D’ORO AI BENEMERITI DELLA SCUOLA DELLA CULTURA E DELL’ARTE • 2 MEDAGLIE D’ORO DI BENEMERITA DELL’AMBIENTE • 1 MEDAGLIA D’ORO DI BENEMERENZA PER IL TERREMOTO DEL 1908. Sono state altresì concesse le seguenti decorazioni individuali: 36 Croci dell’Ordine Militare d’Italia; 120 Medaglie d’oro al Valor Militare; 2 Medaglie d’oro al Valor dell’Esercito; 1 Medaglia d’oro al Valor di Marina; 8 Medaglie d’oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri; 18 Croci d’Onore alle vittime di terrorismo all’estero; 3165 Medaglie d’Argento al Valor Militare; 16 Medaglie d’Argento al Valor dell’Esercito; 22 Medaglie d’Argento al Valor di Marina; 25 medaglie d’Argento al Valore dell’Arma dei Carabinieri; 5732 Medaglie di Bronzo al Valor Militare; 14 Medaglie di Bronzo al Valor dell’Esercito; 42 Medaglie di Bronzo al Valor di Marina; 10 Medaglie di Bronzo al Valore dell’Arma dei Carabinieri; 131 Medaglie d’Oro al Valor civile; 2182 Medaglie d’Argento al valor civile; 3518 Medaglie di Bronzo al Valor Civile; 3616 Croci di Guerra al Valor Militare; 50 Medaglie d’Oro al Merito Civile; 37 Medaglie d’Argento al Merito Civile; 95 Medaglie di Bronzo al Merito Civile; 25 Medaglie d’Oro al Merito della Sanità Pubblica; 23 Medaglie d’Argento al Merito della Sanità Pubblica; 44 Medaglie di Bronzo al merito della Sanità Pubblica; 10 Medaglie d’Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte; 32 Medaglie d’Argento ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte; 104 medaglie di Bronzo ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte; 5 Medaglie d’Oro ai Benemeriti dell’Ambiente. 12 Il Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza, Ilio Giannecchini, ha fatto pervenire ai sindaci della provincia un prezioso documento concernente le ultime fasi della seconda guerra mondiale. Si tratta di un “piano di sfollamento” che nel 1944, per volere del Comando Tedesco, era stato predisposto per le evacuazione totale della provincia. “In pratica – dice Giannecchini – 359.276 abitanti avrebbero dovuto raggiungere a piedi Modena e Pistoia attraverso le montagne e non attraverso le strade provinciali riservate all’esercito tedesco. Se questo piano fosse stato veramente attuato, le nostre montagne sarebbero state ricoperte di cadaveri di vecchi, donne e bambini”. Poi ci fu l’arretramento della Linea Gotica, voluto da Kesserling, ed altre vicende belliche che, per fortuna, impedirono di completare il piano di sfollamento. Il piano risulta molto particolareggiato, come si può vedere anche da questa circolare “riservata – personale” ai podestà ed ai commissari prefettizi. Ad elaborarla fu il capo della Provincia Olivieri che in dieci punti dà precise indicazioni sull’esecuzione del provvedimento: 1) L’ordine di sfollamento sarà preceduto dalla dichiarazione dello “stato di emergenza” che verrà comunicato alla popolazione a mezzo di appositi manifesti che verranno affissi in tutte le frazioni……… 2) Con lo stesso manifesto sarà comunicato il termine entro il quale lo sfollamento deve essere effettuato…......... 3) Lo sfollamento sarà totale e comprenderà tutta l’intera popolazione del comune e delle sue frazioni, quanto il bestiame. 4) Data la deficienza dei mezzi di trasporto, occorre prevedere che la popolazione e il bestiame dovranno effettuare a piedi un percorso di una cinquantina di chilometri……. 5) Ogni frazione dovrà aver un capo – ammasso, che i podestà provvederanno subito a nominare, d’intesa coi Segretari dei Fasci Repubblicani del rispettivo comune. I capo – ammasso avranno il compito di radunare il bestiame coi conducenti nelle rispettive frazioni…… 6) Saranno inoltre nominati, sempre d’intesa coi Segretari dei Fasci, alcuni capo – colonna, distintamente per la popolazione e per il bestiame…… 7) I podestà, i capi – frazione e i capi – colonna saranno muniti di apposita tessera che darà loro la facoltà di requisire nelle rispettive frazioni, quadrupedi e mezzi di trasporto a trazione animale o meccanica, occorrenti per gli ammalati ed invalidi. 8) Di massima, tanto il centro di raccolta della popolazione, quanto quello del bestiame dovranno essere unici per ogni comune……. 9) L’itinerario da percorrere per raggiungere la zona di sfollamento verrà comunicato insieme all’ordine di sfollamento…… 10) Ad ogni centro comunale di raccolta saranno destinate adeguate forze di polizia che avranno il compito di coadiuvare i Podestà, i capi – colonna e i capi – frazione nell’esecuzione dei compiti loro affidati……….. In questa circolare “riservata – personale” si fa una importante avvertenza che dobbiamo sottolineare. Si precisa infatti che: “le persone indicate come capo – frazione, capo – ammasso e capo – colonna non devono essere necessariamente iscritte al PNF (Partito Nazionale Fascista), ad organizzazioni fasciste o simpatizzanti della Repubblica Sociale. La stessa circolare Olivieri precisava che nella scelta delle persone si tenesse conto soprattutto del fatto che queste dovevano godere della stima della popolazione...”. I comuni della Provincia erano 15. (Non c’era ancora Fabbriche di Vallico ma esisteva il comune di Trassilico). Il comune di Molazzana, nel 1944, contava 2.412 abitanti. Vediamo chi erano i capo – frazione e i capo – ammasso designati. Molazzana: capo – frazione, Ciambelli Audino; capo – ammasso, Savoli Dario. Cascio: Prontelli Anselmo, Francesco Filippini. Brucciano: Benassi Fabio, Venturelli Corrado. Eglio: Pocai Bruno, Bertozzi Giuseppe. Sassi: Bertozzi Giuseppe, Salotti Angelo. Alpe di S.Antonio: Tardelli Alfonso, Bresciani Pietro. Montaltissimo: Guidugli Amedeo, Leonardi Guido. Centro di raduno: Per la popolazione, MolazLA PANIA ON-LINE zana. Consulta la Pania on-line Per il bestiame: Rio (Moall’indirizzo www.lapania.it! lazzana). Potrai scaricare gratuitamente Capi – colonna: tutti i numeri del giornale fino Per la popolazione: Battaglia Oreste, Graziani Dolores, ad oggi pubblicati e contribuire Aloisi Renato. ad arricchire il nostro notiziario Per il bestiame: Battaglia inviandoci suggerimenti e proGuido, Battaglia Giovanni, poste di pubblicazione. Guidugli Gino. 13 Continuiamo la pubblicazione dei ricordi di lontane pellegrinazioni in Marocco di Fra’ Benedetto. (Altri “Sprazzi” nei numeri 83 – 84 – 85 -87). Una sorte di Orrido, lungo una cinquantina di metri, fungeva da porta monumentale ad un ampio circo, le alte pareti del quale erano profondamente solcate dall’impetuosità delle acque, riversandosi in questo serbatoio naturale, creato durante millenni di temporali. Il disgregarsi delle rocce formava ormai un emiciclo fertile e piuttosto esteso. “Andiamo da mio fratello” mi disse Moha. Che sia un’oasi vicina? Pensai. Una vasta area dal pendio tormentato si incurvava fra i monti alla sinistra del torrente. Una luce quasi serale illuminava mezza parete del fondo di tale palcoscenico. Mi sentivo un po’ smarrito perché nulla ritornava naturale. E di fatto ci s’incontrava pezzi di legno, irti nel pietrame, pezzi di mattoni invetriati, cosa totalmente anomala. Lì vi era un borgo. Erano le due di notte di una diecina di anni fa quando un temporale eccezionale convogliò tutte le acque delle montagne intorno. Le rocce trascinate dalla furia del torrente esageratamente ingrossato ostruirono la strettoia di scarico dell’ormai fiume impazzito e la sua esondazione fece accartocciarsi il borgo su se stesso. Presi nel sonno più nessuno si svegliò. “E’ successo perchè non rispettavano il Ramadan”, sentenziò il mio compagno. Aldilà di questo cumulo cimiteriale, una siepe scarmigliata di oleandri, tamarindi e fichi selvatici, nascondeva un vasto pianoro, rialzato, interamente coltivato. Era puntellato di mandorli, ulivi e noci. Un boschetto di palme ombreggiava una grande casa tradizionale. La sua posizione l’aveva salvata. Un ruscello direttamente uscito dalla montagna saltellava sussurrando i suoi miti ancestrali e selvaggi. Per sparire di nuovo, aspirato, più in basso, dalla pietraia. Un cane corse verso di noi guaendo di piacere appena riconosciuto Moha. Una statua, vestita di un ampio tessuto nero seminato di “paillette” argentea stava diritta, immobile sulla soglia di casa: la zia. Seppi molto più tardi che era la prima moglie del padre di Moha e la sorella maggiore di sua madre. Era scappata da casa di suo fratello senza figlio, portando con sé il fratellastro di Moha, già riconosciuto dagli usi tribali, adottato dallo zio. Questo era morto e lei viveva con il figlio e tre giovani garzoni piuttosto scuri di carnagione, orfani, ma non della stessa tribù. Mai un thè di benvenuto mi sembrò tanto buono e le mandorle e le noci tanto appetitose! Erano le cinque di sera e dopo i trenta chilometri su e giù per i monti, la colazione mattutina, anche se abbondante, aveva avuto tutto il tempo di essere assimilata. Moha si era tolto dalle spalle il suo carico di sale e andammo a visitare i campi tutt’intorno. Il fratello non era ancora ritornato dal suo impegno mensile che consisteva nell’andare con i suoi tre muli, a vendere e comprare mercanzie, accompagnato da uno dei garzoni. L’assenza durava una settimana perché il grande “suk”, cioè mercato, tenendosi sull’immenso altopiano che si estendeva oltre le gole del nostro torrente, distava circa 80 chilometri. Ne approfittava, cammin facendo, per controllare l’andamento della pastura dei suoi dromedari custoditi da un altro garzone. Insomma, questa vasta casa era il mercato generale per le piccole oasi sparse sulle montagne di questa zona dell’Atlante. “Mio fratello è ricco” affermò Moha, alzando la testa e puntando il mento. Detto fratello spuntò dalla siepe che nascondeva la parte bassa del torrente con i suoi muli caricatissimi, poi il garzone con un dromedario ferito dal morso di un suo avversario. 14 Alla vista di questa piccola carovana, capii perché dieci minuti prima il cane era come fuggito verso il torrente e perché Moha, senza spiegazioni, aveva ripreso la via di casa. Se Moha era sui 20 anni il fratello Abdu, mi pare, non doveva averne più di 35. Alto, atletico, appena entrato nel salone si tolse “turbano” e “galabie” e, in una bacinella presentatagli dal garzone che intuii, di fiducia, si lavò accuratamente mani e viso, si gargarizzò, sputò e si stese semisdraiato sul tappeto, appoggiandosi ad un masso di cuscini. Poco dopo il garzone portò un tavolo basso con thè, mandorle, ecc e zitto zitto si accantonò presso un altro tavolo a preparare un altro giro di thè. Dalla corte interna, un odore di carne cotta alla bracia, faceva salire l’acquolina in bocca: la zia preparava spiedini con cuore e fegato di un agnello appena ammazzato che, infilzato su di un forte ramo di pistacchio, credo, si apprestava ad essere servito. Il mio primo “meciui” campestre, pensai. Moha e Abdu se la contavano a piacere, ridendo a dismisura, per un occidentale. Non capivo quasi niente del loro conversare e non mi importava affatto. La stanchezza si faceva sentire e gli spiedini coccolavano la mia voglia di dormire. Per tenermi sveglio, osservavo i fratelli. Si rassomigliavano molto. La pelle era di un bianco abbronzato, niente più; i capelli di Abdu quasi biondi e i suoi occhi, freddi anche se sorridenti, di un azzurro verdognolo. Mi convinsi che erano tutti e due discendenti dei Vandali che invasero il nord Africa nel V secolo e, dopo essere stati cacciati sulle montagne dalle orde islamiche alla fine del VII secolo, si mescolarono con i Berberi dell’Atlante. Ad un certo momento, Abdu fece un segno al garzone che accovacciato nel suo angolo, non cessava di tenere gli occhi fissi sulle mani del padrone. Mi ricordava il versetto del salmo biblico: “Come gli occhi dello schiavo alle mani del suo padrone, così l’anima mia, a Te o Dio!”. Il garzone mi coprì di una pesante coperta. “Puoi dormire!” acconsentì Moha. Il mio sguardo appesantito non era sfuggito all’oste. “Che vuoi, sembrò dire al fratello, questi Francesi non reggono!”. Era notte fonda quando un odore intenso mi svegliò. La lampada a petrolio mandava un chiarore soffuso, esagerando le ombre sulla parete. Sul tavolo giaceva l’agnello fumante. La zia portò il pane appena cotto avvolto in un tessuto bianco. Dopo esserci lavate le mani nella bacinella presentata dal garzone, ci accomodammo intorno al tavolo imbandito, seduti sul tappeto, a gambe incrociate. La fatica era svanita; avrei avuto mille domande da fare ma sapevo che sarebbe stato maleducato. Durante una cena si mangia, semmai si rutta, è per educazione e apprezzamento del cibo e si sta zitti. Il mangiare è troppo importante per sprecarlo con i discorsi. La zia mangiava con noi, cosa naturale su queste montagne dove le donne non sono velate e in casa, separate, appena arriva uno straniero. Abdu spezzò il pane e lo distribuì a ciascuno, attento poi che non mancasse mai a nessuno. Si mise a dividere l’agnello. Strappava la carne a piene mani, soffiandosi ogni tanto le dita scottate e poneva sul pane di ognuno una congrua porzione. Prima di iniziare a mangiare, mi imboccò con un pezzo scelto: dimostrazione d’amichevole accoglienza. Ero completamente ricaricato e, dopo l’ultimo thè sarei rimasto a lungo ad ascoltare i fratelli, anche se non capivo nulla. L’ambiente per me era incantevole ma un garzone spense la lampada a petrolio e dopo l’uscita igienica nei campi si dovette andare a dormire. La notte era dolcissima. (continua) 15 A mezzanotte siamo di ritorno, il Sole è da poco dietro le montagne del fiordo ma la luce è ancora forte. Starà sotto l’orizzonte per circa un’ora e poi sarà di nuovo visibile in cielo. Il sesto giorno è in programma l’escursione in motoslitta. Per questa gita alla Poli Arctici ci danno tutto il vestiario occorrente: guanti a moffola molto spessi, stivali imbottiti, una tuta molto pesante (da mettere sopra l’altro abbigliamento), balaclava, casco e maschera per gli occhi. Con tutta questa roba più che turisti alle Svalbard sembriamo astronauti in procinto di sbarcare sulla Luna, ma durante il viaggio nessun lembo di pelle deve rimanere scoperto per pericolo di congelamento. Partiamo, e subito dobbiamo imparare a domare la motoslitta che sembra voler andare in tutte le direzioni fuorché in linea retta. Attraversiamo tutta la vallata, lasciandola ogni tanto per salire sulle collinette ed ammirare il panorama o andare in qualche canyon dove a volte si nascondono cascate ghiacciate. Dopo 50 km la vallata si apre, siamo arrivati al Tempelfjord dove ci è concessa una pausa. Scendo dalla motoslitta, faccio pochi passi ed inizio a camminare sul mare ghiacciato. Che sensazione meravigliosa. Dietro di me c’è la vallata appena lasciata, alla mia sinistra una lunga linea di mare ghiacciato termina all’orizzonte con aguzzi picchi montani e davanti a me, alla mia destra, il ghiaccio del mare del fiordo si salda alle dolci montagne di questo. Sono circondato da un paesaggio da favola. Quello che per molti sarebbe solo un desolato deserto di neve e ghiaccio, per me è il luogo dei sogni. D'improvviso un brivido mi scuote. Non è causato dal freddo, ma dalla nascita di un’emozione forte che cresce sempre più, fino a quando alcune gocce non mi bagnano gli occhi e riscaldano un po' il viso. In questo luogo vi è una vecchia baita che veniva usata molti anni fa come rifugio per i cacciatori di volpe artica ed oggi vicino questa, viene celebrata una messa. All’interno ci viene offerta una tazza di cioccolato caldo e spiegata quale fosse la vita dei cacciatori di allora. Risaliamo sulle motoslitte e ripartiamo, dobbiamo percorrere gli ultimi 10 km interamente sul mare ghiacciato del fiordo. Passano pochi minuti ed in lontananza vediamo una lunga sagoma scura. E’ una foca, che uscita fuori dalla sua tana, un buco nello spesso strato di ghiaccio che ricopre il mare, si sta godendo il sole. Cerchiamo di avvicinarci, ma il rumore delle motoslitte la spaventa e rientra nella sua tana. Continuiamo il nostro viaggio e poco dopo iniziamo a vedere in fondo al fiordo il ghiacciaio, meta della giornata. Passa un quarto d’ora circa e finalmente arriviamo al famoso ghiacciaio del Tempelfjord. Parcheggiamo le motoslitte e subito rimaniamo impressionati dall’altezza e dalla larghezza del suo fronte. Il suo colore Motoslitte al Tempelfjord è un azzurro intenso, vivo, sembra quasi che il ghiaccio racchiuda una parte di cielo e la luce del sole di mezzogiorno proprio di fronte lo fa brillare, rendendo lo spettacolo ancora più suggestivo. Mentre gli altri sono alle prese con il solito pranzo liofilizzato, io sorseggio un po’ di caffè in disparte e mi riempio gli occhi di questa meraviglia della natura. Il solo pensiero che un giorno tutto questo possa scomparire a causa dell’aumento della temperatura della Terra mi lacera il cuore. Finito il pranzo ripartiamo e a metà fiordo scorgiamo un piccolo batuffolo bianco e peloso. E’ un cucciolo di foca. Se ne sta fuori dalla tana perché è ancora presto affinché per entrare in acqua, solo quando avrà sufficiente grasso corporeo potrà farlo e durante questa attesa, il suo mantello bianco gli serve per mimetizzarsi sulla neve. Ogni tanto chiama la sua mamma e lei non tarda ad arrivare, esce dal buco per donargli gli inconfondibili e incomparabili segni d'affetto materno. Proprio per la presenza delle foche, al Tempelfjord a volte si possono vedere gli orsi polari, ma purtroppo stavolta non si sono fatti vivi. Rientriamo a Longyearbyen nel pomeriggio. Ce ne andiamo a casa a fare una doccia e a preparare tutto per la partenza, anche se non siamo ancora sicuri se partiremo per il blocco dello spazio aereo norvegese a causa della nube vulcanica islandese. Alle 11 circa del 18 Aprile 2010 l’aereo della SAS decolla dall’aeroporto di Longyearbyen con destinazione Tromso. L’aereo prende rapidamente quota e sotto di noi vediamo allontanarsi quel niveo mondo che ci ha regalato tante emozioni. Le isole ci appaiono come un immensa distesa bianca decorata con montagne, ghiacciai e vallate, ed il mare ghiacciato che le circonda è un grande tappeto bianco. E' una giornata magnifica oggi e sopra di noi il sole brilla in un cielo blu cobalto reso terso dal vento e getta i suoi raggi sulle Isole Svalbard, che, riflettendoli, appaiono come un grande diamante emerso dal mare. La velocità dell’aereo aumenta, le terre artiche scompaiono alla nostra vista così come il ghiaccio marino, finché, sotto di noi, non rimane segue a pag. 16 16 altro che acqua. Le Svalbard appartengono già al passato. Il mio cuore e la mia mente, però, sono rimasti là; tra le vallate scavate dai ghiacci, nell’immensità delle pianure artiche spazzate dal vento, ai piedi di ghiacciai turchesi, in mezzo agli animali vestiti del loro candido mantello. Dentro di me vive la grande speranza che il grido d'aiuto del pianeta Terra venga finalmente ascoltato e che tutte queste meraviglie che madre natura ci ha donato, possano regalare emozioni a tante generazioni ancora e che non restino solo immagini impresse nei filmati, nelle fotografie o nella mente di chi, come me, ha avuto la fortuna di poterle ammirare di persona. Ogni tanto torno col pensiero su queste isole e ripenso ad una frase letta su un libro il mio primo giorno, che è un po’ il mio motto. La prefazione del libro era del grande Fosco Maraini che, a sua volta, attingeva queste parole dalla fonte del genio di Leonardo Da Vinci: “Che ti move, o omo, ed amici, ad abbandonare ed andare in lochi campestri le tue proprie abitazioni per monti e valli, della città, se non la naturale bellezza e lasciare li parenti del mondo?” Buon viaggio a tutti. AVVISO Giovedì 5 gennaio alle ore 11.00, presso la sala consiliare, si terrà la presentazione del libro “Onomastica Nostrana” di Aldo Bertozzi. Nell’occasione verrà consegnata gratuitamente ai presenti una copia del volume. Edoardo Ciambelli Si sposarono a Cascio, nella chiesa di San Lorenzo e Stefano, Mario Suffredini e Iolana Togneri. Era il 29 ottobre 1960. A celebrare il matrimonio fu il parroco Don Franco Fusai. Cinquanta anni più tardi, Iolana e Mario hanno ricordato l’evento circondati da amici e parenti. Nel corso di una S. Messa, Fra’ Benedetto Mathieu ha rievocato la loro unione ed espresso auguri ai due sposi d’oro. Nel corso della cerimonia si è esibita anche la Corale di Molazzana – Cascio, di cui Suffredini è presidente. Agli amici Mario e Iolana, La Pania porge le più fervide congratulazioni e auspica loro ancora un lungo cammino insieme. Il 14 novembre scorso Tecla Prontelli ha varcato la soglia dei 90 anni. La grande famiglia si è riunita intorno a lei per celebrare la sua lunga e non sempre facile vita. E' stata una gioia festeggiare la donna, la moglie, la mamma, la suocera, la nonna e la bisnonna che con tanto amore e orgoglio si è dedicata completamente alla famiglia. Cogliamo di nuovo l'occasione per ringraziarti di averci cresciuto nell’umiltà, nel rispetto e nell’amore, grazie per averci fatto essere quelli che siamo… Tanti auguri Tecla La tua famiglia 17 I Dirigenti e i giocatori della U.S. Molazzana augurano a tutti i tifosi un felice Natale e un buon Anno Nuovo E’ partita bene l’avventura della squadra di calcio amatoriale del Sassi-Eglio. Rinforzata in attacco con l’arrivo di Donati Alessandro e Pizzo Mario, napoletano doc, e di due buoni difensori, Montagni Andrea e Giusti Graziano. Ma il vero colpo è stata la partecipazione, anche se soltanto di una gara, del forte Christian Pennucci - nella foto -, giocatore professionista che ha militato in squadre di serie C1 e C2, che in un’unica partita ha segnato ben 4 reti. Con due partite da recuperare il team di mister Bertozzi si porterebbe a ridosso delle prime posizioni e questo se lo augura la società ed i tifosi. SQUADRA VERCIANO FORNACI SPARTANS SAN LEONARDO MONTECARLO BAR MAURO JOAN MIRO’ GUAMO GRUPPO STORICO SANTO CONCORDIO SASSI/EGLIO MONDIALSABBIA VALDOTTAVO BAR CELETRA SALUMIFICIO BENIGNI CHIESINA 1981 RICCIANO PIANO DI CONCA FRATRES PESCAGLIA PONTE UNITED PT G 18 9 18 9 17 8 17 10 15 9 15 10 11 9 11 9 10 8 9 9 8 9 7 7 7 8 7 9 4 9 18 Se.Ver.A. 0583 644280 locale completamente rinnovato LA RACCOLTA DI FERRO E MATERIALI INGOMBRANTI VIENE EFFETTUATA: ULTIMO VENERDÌ DI OGNI MESE PRESSO I CONSUETI PUNTI DI RACCOLTA R.S.U. Via Nicola Fabrizi, 2 - CASTELNUOVO GARFAGNANA calzatureromolopocai@alice.it - Tel. 0583 62408 PER NOTEVOLI QUANTITÀ DI MATERIALI CONTATTARE IL NUMERO SOPRA CITATO Agenzia Generale Via F. Azzi 44 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lu) Tel. 0583658953 Fax. 0583644502 e-mail:castelnuovogarfagnana@agenzia.unipol.it Sub Agenzia Via della Fontana 2 55051 Barga (Lu) Tel. 0583711321 Fax. 0583724364 Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca SRL costruzioni edili e stradali, acquedotti e fognature via della Rena 9G 55027 Gallicano Lucca tel. 0583 730132-39 - fax 0583 730284 www.vandobattaglia.it - info@vandobattaglia.it C.F. e P. IVA 01370870469 Azienda Certificata: S.O.A. - UNI EN ISO 9001:2000 - ISO 14001:2004 19 BEYFIN L’energia che conviene! 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TRINITÀ TEL. 0583 618142 PERIO PA D A UN sas di BASILI LUCA e GIUSEPPE Via della Repubblica, 13 55023 BORGO A MOZZANO (LU) Tel. 0583 88039 - Fax 0583 889735 E-mail:amaducci@amaducci.it N TIPOLITOGRAFIA ITALIA IO A IC N E ST A M ORARIO: DA LUNEDÌ A VENERDÌ DALLE 9,00 ALLE 19,00 SABATO DALLE 9,00 ALLE 13,00 ISCRITTO UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Direttore: Simonetti Rino Direttore Responsabile: Moni Floriano Comitato di Redazione: Pieroni Bruno, Bertoncini Valentina, Carli Giuseppe, Fra’ Benedetto Mathieu, Poli Ivo, Rossi Chiara Stampa: Tipografia Amaducci - Borgo a Mozzano Tel. 0583 88039 GRUPPO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNE DI MOLAZZANA In caso di emergenza contattare uno dei seguenti numeri Protezione Civile 339 5901216 - Cinquini Giuliano 328 9272076 - Papi Giorgio 349 1261575 Bonaldi Adriana 0583 760372 - Pellegrini Stefano 338 6532671