Giugno 2012 - Insider Magazine
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Giugno 2012 - Insider Magazine
Ypsilon Silver 1.2 69 CV con Clima e S&S - prezzo promo 10.500 € (IPT esclusa) a fronte di rottamazione di un veicolo immatricolato prima del 31.12.2003. Offerta valida fino al 30.06.2012 con il contributo Lancia e dei Concessionari. Immagini vetture indicative. Val. Max. (Ypsilon 1.2 8V 69CV): consumi ciclo combinato 5,1 (l/100Km) - emissione CO2 118 (g/Km). EDITORE Insider Srl Largo Messico, 15 - 00198 Roma +39 0698353089 S G O I M U G M N A R O 2 I 0 O 1 2 DIRETTORE EDITORIALE Mariela A. Gizzi mrl.gizzi@gmail.com DIRETTORE RESPONSABILE Francesca d’Aloja direzione@insidermagazine.it AMMINISTRAZIONE Raimondo Cappa amministrazione@insidermagazine.it Cover Galapagos ph Donatella Codonesu REDAZIONE redazione@insidermagazine.it Irene Cappa 6 COORDINAMENTO REDAZIONE redazione2@insidermagazine.it Donatella Codonesu PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE info@csgraphicdesign.it grafica@insidermagazine.it HANNO COLLABORATO Alessandra Vittoria Fanelli Antonella De Santis Carlotta Miceli Picardi Emanuela Carratoni Enrico Tonali Ester Maria Lorido Fabio Cipriano Fabrizio Lodi Francesca Volino Francesco Mantica Laura Mocci Luisa Espanet Maria Laura Perilli Marco Callai Maurizio Bianchini Monia Innocenti Moraldo Adolini Renata Biserni Valentina Falcinelli Vittoria di Venosa STAMPA Printer Group Italia Srl 800 033 772 www.printergroup.it TRAVEL RESORT FASHION 10 18 26 FRANCIA, AUVERGNE FRANCIA, LES CELESTINS USI E COSTUMI INTERVIEW INTERVIEW GOURMET 36 56 74 MARCELLO REBOANI DARIO CARMIGNANI ALBERTO CIARLA ANNO 4 - NUMERO 32 Periodicità mensile giugno 2012 Registrazione presso il Tribunale di Roma al n. 58/2009 del 25/2/2009 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti è vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: WINE DESIGN DESIGN 86 96 100 IN VIGNA CON MOZART PER LA TUA PUBBLICITÀ +39 3358023548 - +39 0698353089 pubblicita@insidermagazine.it GIARDINO VERTICALE Fabrizio Lenzi INSIDER Srl TAVOLA IN GIARDINO RELAZIONI ESTERNE Paolo Carrazza paolocarrazza@gmail.com Thanks to HARRY'S BAR ROMA www.vanni.it www.palombini.it www.ristorantedoney.it www.harrysbar.it www.grancaffelacaffettiera.com via paolo frisi, 1/a (angolo via denza) - t. 06 8070944 - www.lavolpeabbigliamento.it www.insidermagazine.it www.barpompi.it www.mondiroma.it Via Cassia, 1801 (La Storta) - Roma www.il-siciliano.net 7 M AGA ZINE Isole Gala pa gos al laRgo dell’ecuadoR, le teRRe selvagge di un esteso aRcipelago conseRvano ecosistemi unici, specie animali e vegetali paRticolaRissime e atmosfeRe incRedibilmente incontaminate foto e testo di Donatella Codonesu O O ltre 230 fra isole, isolotti e scogli di origine vulcanica sorti durante milioni di anni al largo delle coste dell’Ecuador. Un arcipelago antichissimo ed isolato, dove si sono conservate specie animali e vegetali endemiche che lo hanno reso un ‘laboratorio naturale dell’evoluzione’, la cui osservazione ha permesso a Charles Darwin di mettere a punto la teoria sull’origine delle specie. L’omonima fondazione, con sede sull’Isola principale di Santa Cruz, si occupa oggi di preservare l’ambiente naturale, le biodiversità e le specie a rischio, monitorando l’intervento umano sul territorio (inclusi gli effetti over story Via g gio ai con fini d el m ondo: dell’agricoltura e dell’introduzione di specie animali domestiche) per garantire uno sviluppo sostenibile. Le Galapagos sono un vero paradiso, dove in assenza di predatori terrestri e di aggressioni da parte dell’uomo, gli animali si lasciano avvicinare senza alcun timore. Uccelli curiosi, come la buffa Sula dalle zampe blu, i cormorani che non volano e l’immenso albatros, ma anche il granchio rosso dal simpatico nome di ‘Sally Lightfoot’, tartarughe di terra e di mare, leoni marini, iguane e persino pinguini nani: ogni specie è presente in molte varietà, sempre leggermente differenti da isola ad isola, perché adattate all’ambiente e al diverso cibo che hanno a disposizione. cover story Colonizzato dall’uomo solo in minima parte ed in tempi molto recenti (i primi insediamenti umani, un paio di famiglie in tutto, sono di inizio ‘900), questo ambiente unico e ancora quasi incontaminato è oggi parte di un immenso Parco Nazionale con Riserva Marina, protetto da rigide regolamentazioni, soprattutto per quanto riguarda i flussi turistici. Al parco delle Galapagos si può accedere solo per determinati periodi, a numero chiuso, con visto a termine. Non solo: le imbarcazioni autorizzate ad avvicinarsi alla costa sono un numero limitato e le loro soste devono attenersi a orari precisi. La discesa a terra dei turisti è permessa in piccoli gruppi per tour prestabiliti lungo i sentieri tracciati, rigorosamente in compagnia di guide naturalistiche, per non disturbare gli animali. Insomma, scordatevi un viaggio-fai-date. In compenso, una vacanza in queste terre incontaminate è un’esperienza unica al mondo, decisamente esclusiva e impossibile da dimenticare. Le barche non sono moltissime e solo alcune piuttosto grandi, quindi nonostante i costi proibitivi occorre prenotare con un certo anticipo. Le sistemazioni sono varie (e così i prezzi, di conseguenza): dal favoloso vascello trialberi della Mary Ann alle più modeste imbarcazioni a motore, fino all’affitto di catamarani privati con skipper. Il soggiorno può dunque risultare più spartano o trasformarsi in un’esperienza a cinque stelle, con tanto di creativissimo chef a bordo, capace di realizzare elaborati piatti locali senza proporre due volte lo stesso per cinque giorni di fila. Date le dimensioni dell’arcipelago, infatti, i tour sono strutturati su circuiti di cinque giorni sempre diversi, così che prenotandone tre consecutivi si visitano almeno una quindicina di isole distribuite su tutte le aree dell’arcipelago. Quelle più recenti presentano una superficie di lava allo stato puro, sono più aride e scure, con i crateri nettamente visibili e in alcuni casi ancora attivi (nuove eruzioni avvengono con frequenza, e si può essere tanto fortunati da assistervi). Le più antiche sono invece ormai interamente ricoperte di vegetazione e hanno una vita naturale maggiormente attiva. In acqua (con la muta) farete il bagno a pochi gradi, insieme a tartarughe, pinguini e vivacissimi leoni marini, avvistando anche squali e balene. Brinderete al traguardo sulla linea immaginaria dell’Equatore, esplorerete le coste con il kajak e le lagune interne a bordo di un gommone, mentre potrete scendere a terra un paio di volte al giorno per dei percorsi di trekking ad ammirare da vicino flora e fauna terrestri. Una vacanza in una delle ultime frontiere della terra, tutta all’insegna dell’avventura ◆ pEr sapErNE DI pIù www.galapagos.org www.darwinfoundation.org www.ecuador.travel INFOrmazIONI pratIChE La compagnia che gestisce in loco le barche è quella dei primi coloni: www.angemeyercruise.com In Italia esiste un’efficiente agenzia specializzata in viaggi d’avventura che può aiutarvi nell’organizzazione del viaggio: www.naturalworldjourneys.com La NatUraLE bELLEzza DELL’aUVErGNE in fRancia, nell’auveRgne, Regione caRatteRizzata dalla catena di puY-de-dÔme che si peRde all’oRizzonte, la nuova aRte di tRascoRReRe una vacanza si chiama nattitude di Alessandra Vittoria Fanelli N N attitude contrazione delle parole francesi Nature+Attitude (Natura+Attitudine) è la nuova offerta di ospitalità dell’Auvergne (Alvernia in italiano), la regione situata nel cuore della Francia che concentra in sé quattro ineguagliabili stili di vita: arte del buon vivere, cultura, eco-sostenibilità, ambiente familiare e sportivo in un contesto dove la natura e la storia del territorio regnano sovrane. L’Auvergne è infatti considerata il polmone verde della Francia: picchi montuosi aspri e selvaggi come la catena di Puy-de-Dôme, alternata da parchi naturalistici e morbide colline, solcata da acque benefiche (qui si trova anche la stazione termale di Vichy), strade panoramiche impreziosite da siti archeologi e tesori d’arte (su tutte le chiese romaniche del X secolo) unitamente all’alta gastronomia, ne fanno una delle regioni più incredibili di Francia. Saint Arcons-d’Allier, Les Deux Abbesses Il viaggio parte da Clermond Ferrand, capoluogo della regione dominata dai vulcani (tranquilli, sono addormentati!) del Massiccio Centrale dove nel 2002 fu fondato, su un progetto dall’architetto austriaco Hans Hollein, il complesso di Vulcania: un parco naturale vulcanico dotato di impianti tecnologici all’avanguardia che appassiona piccoli e grandi, il cui emblema Le Cone simboleggia, come suggerisce il nome, il cono del vulcano. Da Clermond-Ferrand si raggiunge la medievale Moulins, nota per essere stata la città natale di Coco Chanel. Nel Grand Café di ispirazione Liberty situato nella piazza principale, si racconta che iniziò cantando la sua carriera artistica, prima di diventare la splendida icona della moda. A Moulins, città regale di arte e di storia, ora però la principale attrazione è per il museo CNCS (Centre National di Costume de Scéne) ricavato da una vecchia struttura militare risalente al XVIII secolo sapientemente ristrutturata da Jean-Michel Wilmotte, architetto francese di fama mondiale coadiuvato da Jacques Brudin, archittetto-doc nativo di Moulins. Il CNCS, inaugurato nel 2006 ospita intere collezioni di costumi di scena a partire dalla metà del secolo scorso, provenienti dall’Opéra de Paris e dalla Comédie Française, oltre che esposizioni temporanee come quella appena conclusasi ‘L’envers du dècor’ dedicata alla realizzazione delle scenografie teatrali e dei costumi di scena. Ora il museo dedica a Christian Lacroix, il noto fashion designer nonché presidente dei CNCS, una mostra dei sontuosi costumi da lui disegnati per il balletto ‘La Source’ (La Fonte) ricamati in cristalli Swarovski, mostra che si può ammirare fino al 31 dicembre 2012. Il primo hotel de charme Nattitude lo si incontra sulla strada di Espinasse-Vozelle. Si tratta di Les Jardin Les Deux Abbesses La Grange - Ph ©Ferdinand Graf Von Luckner des Thévenets, luogo idilliaco circondato da un giardino fiorito e piante officinali gestito con particolare attenzione ai dettagli da Lynn e da Olivier Chaulieu dove si possono trascorrere intere giornate in completo relax gustando i piatti saporiti di Lynn, le intelligenti conversazioni di Olivier e, approfittando della piscina indoor ricavata dal vecchio cascinale, lasciarsi cullare dalle toniche e rinfrescanti acque. Proseguendo verso il dipartimento dell’Alta Loira troviamo un’altra maison de charme, La Buissonnière, situata nel piccolo borgo medievale di Léotoing, sovrastato dalle rovine di un imponente castello che fa da sfondo all’antico villaggio di piccole case in pietra. La graziosa chambre d’hôte è composta da poche e semplici camere distribuite su due livelli circondata da un ampio e terrazzato giardino, con bella piscina riscaldata da energia solare che spazia sulla valle dell’Allagnon. Un progetto di eco- 13 Les Deux Abbesses - Labonne Mamam - Ph M-J Jarry M AGA ZINE Moulins, Museo Cncs travel turismo che si ritrova anche nelle proposte gastronomiche realizzate con prodotti biologici locali da madame Claudine Cormerais, attenta e gentile proprietaria di questa piccola e innovativa maison de charme. Lo spirito Nattitude, proseguendo verso la Lavoûte-Chilhac, antico villaggio monastico carico di ricchezze patrimoniali, lo si trova anche presso Chez l’Autre, un gioiello di ospitalità dovuto alla estroversa coppia di Armelle e Bernard Jollivet, lei d’origini italiane, professoressa di greco e latino e lui ex-giornalista del quotidiano politico Libération che, innamoratosi della zona e di una vecchia maison del luogo, si è reinventato un nuovo stile di vita dove natura, cultura, semplicità e sapori sono i principali ingredienti della loro ospitale chambre d’hôte. Più lontano, in fondo alla valle de l’Allier, in un angolo quasi sperduto del borgo medievale di Saint Arcons-d’Allier, in uno Leotoing - il Castello sulla valle dAllagnon dei tratti più affascinanti della zona, si trova l’inconsueto hotel diffuso Les Deux Abbesses: un Relais & Chateau un tempo sede di un monastero del XII secolo, dove le strade del borgo sono, in pratica, i corridoi dell’hotel stesso. Les Deux Abbesses è chiamato infatti hotel diffuso poiché, mentre nel corpo centrale situato nel vecchio monastero si trovano la reception, la sala ristorante e sala lounge per la lettura, le camere sono ripartite nelle dieci maisonnettes restaurate del villaggio: una serie di abitazioni-casa con tre tipi di proposte per un’accoglienza diversificata: Tendresse, Passion e Amour Fou che indicano il romanticismo del luogo. Un rifugio per una fuga d’amore in un contesto di grande e immutato fascino. Un’Auvergne che sorprende e ci sorprende per una vacanza lontana da tutto ma vicina per cultura, natura, gusto a… Nattitude ◆ INFO GUIDE In Italia: ATOUTFRANCEITALIE www.rendezvousenfrance.com In Francia: www.auvergne-tourisme.info Viaggiare voli Air France da Roma e Milano per Clermond-Ferrand via Parigi e Lione Dormire Moulins: Hotel de Paris, Moulins sur Allier www.hoteldeparod-moulins.com Espinasse-Vozelle: Le Jardin des Thévenets www.jardin-des-thevenets.com Letoing: A La Buissonnière www.labuissonniere.com Chilhac: Chez l’Autre www.ches-lautre.com Saint Arcons-d’Allier: Relais Chateau Les Deux Abbesses www.lesdesuxabbesses.com Visitare Moulins; Centre National du Costume de Scène www.cncs.fr Saint-Ours Les Roches: Vulcania www.vulcania.com Jardin des Thévenets NEpI, IL bOrGO DEI sapOrI “Imperocché tenesi il mangiare, da esse parti, il più a semplice et senza imbellimento. Et alli più piace, anco di condizione non vile, come che sia cosa sapida et gustosa”. Virgilio di Maurizio Bianchini C C osì un viaggiatore d’eccellenza, l’Annibal Caro, gran traduttore di Virgilio e uomo di fiducia dei Farnese, descriveva quasi mezzo millennio fa l’anima sapida e gustosa del mangiare senza orpelli che accompagnava il viaggiatore nella pittoresca terra fra la Toscana e Roma, fra la Maremma e l’Appennino, della quale Nepi è sempre stata la capitale gastronomica. Una porta della città è dedicata ancora alla gilda dei porcai la cui arte salumiera è arrivata fino a noi col salame cotto, la scapicollata, il guanciale affumicato, le salsicce di fegato quei ventres fallisci dei quali già il poeta Orazio, e siamo a duemila anni fa, raccontava la fama. Accanto ai maiali, le pecore e gli agnelli, con i formaggi e le ricotte che ancora trent’anni fa occupavano un posto di rilievo nelle salumerie della capitale e dei quali oggi la nostra zona è tornata a far rivivere i fasti. fontanagioielli centro commerciale naturale borgiano Via G. Matteotti, 34a - 01036 - Nepi (VT) Tel. 0761 555284 - Mobile 334 9370716 fontanagioielli@gmail.com 16 M AGA ZINE E infine le mucche maremmane, che da secoli producono un latte apprezzatissimo, al punto di godere, come l’acqua minerale, di una sua specifica denominazione. Il latte di Nepi. L’acqua di Nepi. Le insalate e la cipolla di Nepi, che presto potrebbe diventare un presidio Slow Food. Perché gli orti in quest’angolo del Lazio erano stimati da molto tempo prima che prendessero piede quelli di una nota pubblicità. Non c’è dono della terra, si può dire, che non abbia trovato qui la sua collocazione ideale. L’uomo, con la cucina, non ha fatto che riconoscergli quel che gli era dovuto. Zuppe leggendarie come l’acquacotta, i fagioli col finocchietto, la ‘scafata’ con le fave. Il minestrone di verdure freddo, gli spuntafusi col ragù di castrato, gli spaghetti cacio e pepe col pecorino di Nepi e il sontuoso Timballo dei Farnese. Il maiale in porchetta, l’abbacchio al forno, il pollo attuato, le patate coi germogli di aglio, i carciofi al tegame. E per finire i tozzetti, le ciambelle al vino e la crostata di ricotta. Magari accompagnati dall’immancabile Aleatico. E a seguire, una beneaugurate camminata fra le bellezze del Castello e del centro storico, uno dei meglio conservati del Lazio ◆ L L a nepitella è una pianta perenne aromatica dalla fragranza simile a quella della menta. Tutte le sue parti contengono infatti un olio essenziale costituito principalmente da mentolo, borneolo ed altri componenti terpenici ed hanno un aroma che ricorda quello della menta, ma è più intenso e canforato. Hanno proprietà aromatizzanti, digestive, antispasmodiche, carminative, espettoranti e febbrifughe. Vengono utilizzate nella preparazione di liquori e condimenti, oltre che come correttive del sapore e dell’odore di preparazioni farmaceutiche. La nepitella fiorisce dalla primavera all’estate. Il suo nome latino, Calamintha Nepeta viene dalla città di Nepet (attuale Nepi), in Etruria, dove era coltivata in abbondanza. Gli antichi romani la ritenevano un’erba digestiva e tonica molto efficace. Nel Medioevo veniva La mentuccia, in arte: nepitella di Moraldo Adolini utilizzata per curare l’aerofagia, il ronzio nelle orecchie, il singhiozzo e gli spasmi di origine nervosa. Sempre nello stesso periodo, si riteneva che il fumo delle foglie di mentuccia bruciate avessero il potere di allontanare i serpenti dalle abitazioni. Nell’uso alimentare le foglie e le sommità fiorite vengono impiegate per aromatizzare piatti di carne, pesce, verdura e sono particolarmente apprezzate per insaporire i funghi, soprattutto i boleti. In cucina non esiste una ricetta vera e propria, cioè un piatto fatto esclusivamente con le foglie di questa pianta, ma in generale se ne fa un grande uso, soprattutto in estate: nel sugo per cuocere le lumache, nei funghi trifolati, sui pomodori conditi, nella panzanella. A proposito di quest’ultima ricordiamo un detto tipico: “La panzanella non è bella se non c’è la nepitella.” Quindi: pane, olio, aglio o cipolla, nepitella e pezzi di pomodoro ◆ M AGA ZINE 19 L es Célestins, un resort d i benessere M AGA ZINE Giardino di glicine più attrezzati hotel termali, Les Célestins Vichy Spa hotel: un grandioso edificio situato in prossimità del lago Allier, nel verde del magnifico e suggestivo parco di Napoleone III, altro famoso imperatore che trascorse lunghi periodi a Vichy per beneficiare delle proprietà curative delle sue sorgenti ‘miracolose’. Elegante edificio di gusto neoclassico, l’hotel dispone di 119 camere Grand Confort, di sei Junior Suite e di quattro Suite spaziose e confortevoli, climatizzate e insonorizzate, arredate con mobili di Art Déco contemporaneo realizzate dall’interior designer parigina Laurie Batifol con soluzioni ispirate al benessere e al massimo confort visivo e sensoriale. Di grande fascino è la Presidential Suite che dispone di un ampio living, di una doppia camera da letto e di una attrezzata G A Vichy, nella celebre stazione termale francese, Les Célestins hotel offre nell’attiguo complesso Le Thermal, una Spa ad alto tasso di benessere di Alessandra Vittoria Fanelli G Ingresso Le Thermal Spa ià nota ai Romani come Aque Calidae grazie alla presenza di sorgenti termali, Vichy è situata nel dipartimento dell’Allier, ai piedi del versante settentrionale del Massiccio Centrale francese, è diventata dalla prima metà del XIX secolo una delle più frequentate stazioni termali soprattutto per la presenza di personalità e teste coronate che avevano eletto in questa ridente località, il luogo privilegiato per trascorrere le loro vacanze, ritrovare la forma fisica e anche a divertirsi.In questa rinomata cittadina Belle Époque si trova uno dei resort 18 sala da bagno con vasca di idromassaggio. Circondata da un ampio terrazzo la Presidential gode delle magnifica vista del parco Napoleone III: un vero cottage imperiale che domina il lago Allier con vista sull’ippodromo e sul campo da golf. Anche il ristorante gastronomico, il bistrot e il lounge bar sono ispirati al décor parigino, intimo ma allo stesso tempo luminoso. Il ristorante gastronomico, sapientemente decorato con toni della prugna e della più delicata sfumatura rosa, offre un’eccellente cucina di armonia e sapori con tre tipi di proposte culinarie: Nouvelle, un menu fresco e leggero; Nutritive, di gusto più gourmand, curata dal talentuoso chef chef Pierre-Yves Lorgeoux e Naturelle per gli ospiti che desiderano approfittare del programma dietetico che offre il Célest Diet Club realizzato da esperti nutrizionisti. Vichy ingresso museo 20 21 M AGA ZINE M AGA ZINE S O LV Z I O N I INTERIORS & FLOWERS resort MARIONI | SILVANO GRIFONI | VITTORIO GRIFONI | SIA | CAPODIMONTE I BORBONE EPOQUE BY E. FURSTENBERG | QUARTET for FURSTENBERG | FABIAN art GRANZOTTO | LlADRO’ | J. CHARLES | AM collection | ITALFAMA | pardi tessitura soluzioni per rendere unici i vostri ambienti arredamento composizioni floreali decorazioni d’interni accessori e complementi d’arredo ristrutturazioni ● info@csgraphicdesign.it L’ampio e vasto giardino di Les Célestins Vichy Spa hotel, che confina con il grande parco Napoleone III, arredato con tavoli e sedute in bamboo e rattan, è sovrastato da un dehor che ai primi caldi estivi, è ricoperto da un’intensa fioritura di glicine: un vero paradiso per la vista e per il profumo che si diffonde nell’aria. E ancora, all’ultimo piano una soleggiata terrazza, anch’essa attrezzata per trascorrere momenti di relax all’aperto, permette agli ospiti di godere della spettacolare vista del parco e del lago Allier. Ma il vero must offerto da le Les Célestins Vichy Spa hotel è Le Thermal Spa, la più grande Spa realizzata in Europa. Collegata direttamente dal terzo piano dell’hotel da una elegante passerella che permette agli ospiti di raggiungere il centro di benessere, Le Thermal Spa è un universo dedicato al bien-etre e alla forma fisica. Aperto con un accesso indipendente anche ai clienti della bella cittadina termale, Le Thermal Spa è una grande edificio luminoso creato dallo studio di architettura Douat Harland & Associates nel 1993: in pratica un vero tempio di oltre 7.500 metri quadrati dedicati ai trattamenti per la salute, la bellezza e il benessere. La sua sagoma orientaleggiante disposta su un grande scalone a conchiglia crea una continuità tra i diversi piani, mentre i due ascensori panoramici in vetro permettono l’accesso, da un piano all’altro, alle cabine dei trattamenti, le piscine e gli altri spazi dedicati al benessere. Non solo! Les Thermal Spa Les Célestins è attrezzato anche di sale fitness, di sale relax, di lounge bar e di una tisaneria, quest’ultima arredata con un décor contemporaneo e luminoso. I benefici curativi delle acque termali, ricche di sali minerali, oligoelementi e bicarbonato di sodio, che sorgono a Vichy sono indiscussi e i diversi programmi offerti da Les Thermal Spa permettono di ritrovare un perfetto equilibrio psicofisico in un contesto di grande armonia. Un soggiorno tra l’eleganza e l’ospitalità di Les Cèlestins Vichy Spa Hotel, il benessere con Le Thermal Spa e la mondanità di Vichy, cittadina regale che ha mantenuto il suo immutato fascino, è anche un invito a riscoprire questo angolo della Francia carico di storia ◆ ● ● Roma, Via Cassia 1173 - Tel. 06 31050870 - www.ifsoluzioni.com 25 GIOIELLErIa aUrUm Via delle Gondole, 46 - Ostia (RM) “bOCCaDamO? UNa GaraNzIa DI CrEsCIta” La ‘sVOLta’ GrazIE aLL’INCONtrO CON IL braND. parOLa DI IDa mazzOCChEttI DELLa GIOIELLErIa aUrUm C C’ è chi ricorderà il ’90 per i mondiali, o chi - come Ida Mazzocchetti - ricorderà l’anno in questione per aver pronunciato dei ‘sì’ importanti: quello che l’ha legata per sempre a Giuliano Ciaccia e quello con cui suo marito ha acconsentito all’apertura della gioielleria Aurum, di cui è attuale titolare. A breve ci sarebbe stato un altro cambiamento fondamentale nella sua vita professionale: l’inizio della collaborazione con l’azienda Boccadamo. Ma della sua storia lasciamo che sia lei stessa a parlare. aurum si trova vicino al mare, ma immagino che la vostra passione per i gioielli non sia nata per caso, portata da qualche gabbiano. Giusto? Proprio così. È nata più di 20 anni fa, per quello che potremmo definire un coinvolgimento lavorativo familiare: abbiamo due puntiti vendita, entrambi qui ad Ostia: di uno è titolare mio marito, dell’altro suo fratello. siamo a giugno, il mio pensiero torna al mare. almeno nella bella stagione, la moda ‘da spiaggia’ indirizza il cliente verso gioielli meno impegnativi rispetto a quelli con pietre preziose? Non si tratta tanto di moda da spiaggia, quanto di richiesta di gioielli meno impegnativi in generale: questo perché - senza ombra di dubbio - la moda è cambiata e, con essa, l’accezione del gioiello, che viene ora considerato come un accessorio irrinunciabile, da indossare tutti i giorni. Il design, accurato e sobrio allo stesso tempo, ma anche la rifinitura eccellente e la cura attenta con cui è trattato ogni singolo gioiello. torniamo alla gioielleria aurum. Chi c’è dietro le quinte? Ci sono io, mio marito Giuliano, mia sorella Alessandra, mia figlia Ginevra e mio cognato Maurizio. Tutti facciamo tutto, forse io mi occupo più della scelta dei prodotti, mentre mio marito e gli altri curano l’oreficeria e la gestione della gioielleria. I gioielli boccadamo rientrano in questa categoria? Assolutamente sì. I gioielli Boccadamo sono molto attuali, sia come design che come gamma di colori, per questo raccolgono un clientela molto vasta: piacciono alla ragazza così come alla signora, perché le collezioni proposte sono sempre al passo con la moda. Qual è il tratto distintivo del vostro negozio, qualcosa che lo rende diverso da tutti gli altri? Ci contraddistinguiamo per la serietà, la disponibilità e la gentilezza. Per quanto riguarda i prodotti, abbiamo l’abilità di scegliere i brand che vanno per la maggiore, come appunto Boccadamo. avete avvertito un vento di cambiamento da quando è iniziata la collaborazione con l’azienda boccadamo? Siamo stati tra i primi clienti di Boccadamo e posso dire con certezza che abbiamo avuto una crescita. Ho ritenuto da subito che l’azienda offrisse un prodotto valido e originale, non c’è niente in circolazione che gli somigli. Il valore aggiunto, poi, è anche l’ottimo rapporto qualità prezzo. La commistione di queste qualità ha dato un riscontro immediato, tanto è vero che le nostre vendite sono notevolmente aumentate. secondo lei, qual è il punto di forza delle collezioni che propone boccadamo? Qual è il gioiello che le è stato regalato a cui è più affezionata? Il solitario che mi ha regalato mio marito per il quarto anniversario di nozze. promo I partner Boccadamo M AGA ZINE Quale sarà il prossimo? Spero un orologio d’acciaio ◆ boccadamo opeRa da anni nel settoRe oRafo-aRgentieRo e i suoi gioielli sono pResenti nelle vetRine dei gRandi dealeR. in queste pagine pResenta la gioielleRia auRum Usi e costum i l tormentone su ripete tutti gli anni “Torna il costume intero”. In realtà non essendo mai scomparso, non è neanche mai tornato. È sempre secondo al bikini. Continua e forse aumenta, invece, il successo di una sua elaborazione, chiamata trikini, non facilissimo da portare, ma decisamente sexy. È in tessuto pitonato quello di Michael Kors con cintura in pelle. Provocanti, in linea con la collezione, i trikini di Philipp Plein, bianchi o neri, sfilati in passerella con giubbotti da rockettaro o jeans dipinti addosso. Colori accesi e maliziosi drappeggi per il modello di Amir Slama, stilista brasiliano guru del beachwear, per Yamamay. Moltissime, come sempre, le proposte per le amanti del due pezzi. Riguardano soprattutto la forma. Tra gli specialisti del settore, Parah, che si ispira ai colori del mare e alle tinte forti dei fiori, accosta al reggiseno senza spalline, ma con coppe segnate, una mutanda a vita alta, un po’ anni Quaranta. In leggero voile e lunghi fino ai piedi i copricostume in abbinamento. Così d’effetto e donanti da poter essere indossati anche per party sulla spiaggia. Cristina Ferrari per Fisico occhieggia ai Cinquanta e propone un insieme con sopra a balconcino, con volant come il sotto, che sarebbe piaciuto alla Bardot. Yamamay mette insieme il revival e lo stile lingerie nel due pezzi rosso a pois neri con microgonnellina di pizzo nero. Anche Pin-Up Stars punta ai pois per il due pezzi con reggiseno a triangolo e microgonna Parah D&G Agogoa Custo Barcelona I I Grinko di Luisa Espanet THE FIRST EVER MECHANICAL ROTATING DIAL PATENTED BY de GRISOGONO INSTANTLY DISPLAYS THE DATE, SMALL SECONDS, POWER RESERVE AND MOON PHASES ON DEMAND Fisico Emamò BOUTIQUE de GRISOGONO HOTEL DE RUSSIE, VIA DEL BABUINO 9, ROME - TÉL. 06 320 13 09 DUBAI - GENEVA - GSTAAD - KUWAIT - LAS VEGAS - LONDON - MOSCOW - NEW YORK PARIS - PORTO CERVO - ROME - ST BARTHELEMY - ST MORITZ - TOKYO www.degrisogono.com 31 Philipp Plein svasata. Spruzzata di stelline, invece, per il bikini con mutanda alta e fascia sul seno. Anche i bikini di Emamò hanno i reggiseno a fascia in tessuto fantasia, da abbinare agli slip tinta unita. Agogoa non solo guarda alla natura per le stampe dei suoi bikini, ma propone un ecobikini realizzato con uno speciale filato prodotto da Miroglio con il polietilene delle bottiglie- riciclate. Molto elaborati, come sempre, i costumi interi. A cominciare da quelli di La Perla con tagli e scollature voluttuose, in sofisticati stampati. Per continuare con quelli di Dolce & Gabbana con motivi di ruche. Per l’ultima collezione D & G, gli stilisti hanno presentato modelli in sete con stampe foulard di gusto barocco, usate anche per sandali con platform in sughero e borse shopper. Tridimensionale, per ricami e applicazioni di perline, l’intero di Sergei Gringo. Patchwork di colori e tessuti per quello di Custo Barcelona ◆ N N ella scelta dei costumi da bagno per i bambini i requisiti fondamentali da tenere presente sono un tessuto che asciughi rapidamente e un modello che permetta grande libertà di movimento. Per il resto sono i colori e le fantasie allegre a dominare. Per quel che riguarda le forme, la tendenza va sempre più verso costumi che imitano quelli dei grandi. Quindi boxer a gamba lunga per i maschi, due pezzi per le bambine. Sull’inutile pezzo sopra ci si sbizzarrisce con arricciature, piccole ruche, volant. Molti, naturalmente, anche i fiocchetti e i ricami. Mentre per il maschio una T-shirt è sufficiente per completare la tenuta per andare al mare, per la bambina ci sono varie proposte. Vanno dalla lunga canotta di maglina al prendisole in tessuto leggero e facile da infilare, come quelli di Yamamay coordinati ai costumi da bagno. Oppure camicioni-caftani o gonne a portafoglio, da annodare sul fianco, come quelle di Flavia Padovan ◆ Yamamay Yamamay by Amir Slama La Perla Yamamay Michael Kors Pin Up Stars M AGA ZINE D-Squared Q Philipp Plein Per lui D&G Henry Cotton’s Henry Cotton’s Q uello che è certo è che lo slip per l’uomo è definitivamente scomparso. Non appare più come una proposta di tendenza, ed è usato quasi esclusivamente sotto il boxer. Per quanto riguarda i materiali, Lycra e simili sono sempre più in secondo piano rispetto al cotone o al nylon. Il boxer o pantaloncino trionfatore è proposto in varie lunghezze, con elastico o con coulisse in vita. Ma la fantasia si sbizzarrisce di più, ovviamente fra i colori e gli stampati. Sulle passerelle delle sfilate sono comparsi pochi costumi, anche perché non sono capi su cui la creatività possa esprimersi molto. Con le dovute eccezioni. Da D-Squared, per esempio, se ne sono visti molti. Tutti in colori forti, sono pantaloncini con cerniera o bermuda con coulisse da portare anche sopra il microslip. Oppure boxer con cintura, più aderenti. Da Philipp Plein hanno sfilato i boxer con stampa teschi, bianchi su fondo nero o neri su fondo grigio. La stessa fantasy horror è sviluppata in diverse tonalità anche più accese. Nell’ultima collezione D & G si sono visti bermuda negli stessi tessuti foulard usati per la donna, accostati al denim. Henry Cotton’s propone il classico boxer a metà coscia con coulisse in vita, ma si sbizzarrisce con gli stampati. Molti i fiori ipercolorati, ma anche i disegni Kashmir, le piccole geometrie, i quadretti, i pesci su fondo quadrettato ecc. Yamamay anche per l’uomo Yamamay by Amir Slama Ballantyne Saint Barth punta sui colori shock. Ne è un esempio il boxer a bande di diversa altezza, nelle tinte solari del giallo, dell’aragosta e dell’arancione. Sono turchesi con minuscoli cavallucci marini bianchi i lunghi boxer reversibili firmati da Amir Slama per Yamamay. Intramontabile, comunque, anche il bianco per i pantaloncini, da indossare soprattutto in barca. Come quelli di Ballantyne. Sempre attuali i boxer in madras proposti da Timberland. Fantasie assolutamente innovative per i lunghi boxer di Saint Barth: i sette nani su fondo nero o fari stile Cape Cod su fondo giallo ◆ Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245 info@sartoria-al-corso.roma.it - www.sartoria-al-corso.roma.it 36 37 M AGA ZINE M AGA ZINE Ritratto d’Artista MARCELLO REBOANI MATERIA PRIMA, DOPO di Carlotta Miceli Picardi - ph Gloria Fegiz codici espressivi scelti. Mai contaminate, comunque da noia o affanno. Assemblage di legno, carta, plastica, vetro, alluminio e infine viti, che uniscono, bloccano, sottolineano, delimitano. Siano mura di corpi, invalicabili per lo sguardo nel processo di fascinazione che esercitano, con la sinuosità ritmica delle linee, o Planisferi, poetiche mappe in rilievo sulle quali tracciare la rotta di un viaggio ideale, che porta verso continenti sospesi su oceani di rame. Siano ancora ritratti, fisionomie che esprimono la propria dimensione narrativa, scivolando cromaticamente sulle superfici scelte, oppure MUST HAVE, moderne icone in una inusuale rassegna, dove il lusso viene proposto quale sorprendente monumento al riuso. Oggetti di culto consumistico e di tendenza, i più ambiti o emblematici. Il brand, che rinasce da una potenziale spazzatura. Suggestive le modalità del nostro incontro, sotto una pioggia battente, nella magia di una serra costruita tra i tetti con varie finestre di recupero magistralmente accatastate. Melissa Proietti, madre del loro Tommaso, nonché musa e curatrice del lavoro del pittore, apre per me un antico baule industriale, stracolmo di bozzetti. Intanto lui, occhi attenti a L L’ Artista, capace di vedere e di sentire ciò che per gli altri è invisibile e muto. Colui che vive la solitudine non come spazio vuoto e dolente, ma come stanza affollata di proposte. Ed è la notte, il luogo dell’esperimento e della libertà, che gli appartiene di diritto. Il luogo del tempo senza padroni, dove l’ispirazione cammina su percorsi emotivi preferenziali. Marcello Reboani la attraversa sul lungo tavolo da lavoro, in quel disordine che è solo un pretesto scenografico, un’amazing free accumulation, in cui cercare, comporre, accostare, creando con ‘il vecchio’ un Nuovo irrinunciabile. In fondo alla terrazza, la casa degli attrezzi spalancata sull’inestimabile patrimonio di detriti sottratti alla terra e al mare, funzionali alla realizzazione delle sue opere. Dissacratorie o celebrative, documentaristiche o liriche, a seconda delle tecniche e dei cogliere ogni dettaglio e splendido sorriso da ragazzo che si accendono insieme, non smette di trafficare nella propria inesauribile officina. Formatosi all’Accademia di Belle Arti, quando tra i docenti figurava Toti Scialoja, diplomato in scenografia e cresciuto sulle ali del fermento creativo di una vivace Roma postsessantottina, Reboani ha recentemente esposto in pre-view alcuni quadri scultura nella hall dell’Hotel Ambra di Cortina. In giugno parteciperà alla grande collettiva Tribute to a female icon. La mostra, organizzata dalla galleria Ca’ D’Oro, partirà dalla capitale per poi proseguire in agosto a Miami. Marcello, il suo linguaggio artistico esprime un messaggio forte, che attiva indubbiamente il senso di responsabilità: ha un significato politico? “Un valore morale, piuttosto. Precettivo, se vogliamo, nell’attuare e quindi indicare un comportamento necessario per il bene comune. Il riciclo è la filosofia di un infinita restituzione di utilità alla materia. L’unica possibilità di salvezza delle risorse”. 38 M AGA ZINE Quindi, una forma di rispetto verso se stessi e gli altri, applicabile in ogni contesto della quotidianità… “Assolutamente sì”. Per esempio? “Ho un’abitazione, un piccolo cubo su di un’isola del Dodecaneso, dove la nave arriva soltanto una volta alla settimana per gli approvvigionamenti. Così combatto i momenti di desolazione del frigo e della dispensa, mescolando con una certa audacia gli alimenti rimasti: i risultati sono insospettabili. Mio figlio si complimenta per le ricette. Gli arredi, invece, li rinnovo scegliendo tra quanto l’Egeo lascia sulla spiaggia. Cose da proporre o riproporre nell’uso, a seconda di ciò che la forma evoca o la necessità impone”. È il rifugio per staccare la spina e riprendere l’energia che le serve? “È il posto dell’armonia, della pace. Da raggiungere non appena occorre. Io tendo a non ‘frequentare’ la tragedia. A scappare dall’inquietudine, dagli accessi di collera che, secondo me, portano ad ammalarsi. Sono un privilegiato, perché svolgo un attività che me lo permette”. Avrebbe potuto fare un mestiere diverso? “ Mi faccia pensare… L’investigatore privato, per la mia curiosità senza confini! Sarei stato un instancabile pedinatore, pronto a posizionare ‘cimici’ ovunque” - ride. Ha mai mollato tutto per un bel po’? “Nel 1982. Sono salito sulla barca a vela con mio fratello Federico… e via! Un’esperienza meravigliosa. Mesi e mesi tra acqua e cielo. Poi paesi e paesi, sconosciuti e affascinanti. L’Indonesia, dove i bambini, che non avevano mai visto un uomo bianco, ci venivano incontro a bocca aperta, ci toccavano… Le Chagos, uno splendido arcipelago corallino a sud delle Maldive dove, con i bastoncini bruciacchiati che trovavo in giro, ho dipinto un affresco all’interno della chiesa portoghese…”. L’Antica Pietrara B&B, per la sua bellezza e per le sue caratteristiche è anche il luogo ideale per ricevimenti, meeting ed incontri di lavoro Bella, la geografia raccontata dai suoi Planisferi. La rappresentazione cartografica del sogno vissuto, dell’irragiungibile raggiunto. Restando in Europa, c’è una nazione in cui si trasferirebbe dall’Italia, senza troppa sofferenza? “La Spagna. Ha colori decisi, intensità di immagini. Ti senti Artista davvero, lì. Lontano da soggezioni intellettuali”. Cosa potrebbe imprigionarla psicologicamente, in una giornata qualunque? “Un soggiorno e una credenza, con esposti dei bicchieri da non adoperare perché non si rompano”. Le viene in mente un territorio difficile da esplorare? “La femminilità, nelle proprie contraddizioni. La donna, insomma, indecifrabile e complessa”. Me la descriva a suo modo… “Due o tre lastre di pléxiglas sovrapposte: trasparenti, infrangibili. Neppure una vite…” ◆ Via di Santa Cornelia, Via della Pietrara, 4 - 00060 Formello - Roma - Tel/fax 06 90405013 - 06 90400846 - info@anticapietrara.com www.anticapietrara.com 40 M AGA ZINE Che moto! La concessionaria per le due ruote con una marcia in più Sentire questi grandi nomi affascina, ma spaventa anche un po’, visto che siamo in tempo di crisi. Le vostre moto sono anche per tutte le tasche? Abbiamo una gamma completa che può soddisfare le richieste di qualunque tipo di utente, anche se in questo momento si rivolgono a noi soprattutto quelli di fascia medio-alta. Per quanto riguarda il settore scooter, abbiamo grande soddisfazione dalle ultime novità di Piaggio: Beverly 350, il nuovo scooter X10, MP3, e la gamma Vespa. Si tratta di prodotti premium rivolti a un’utenza esigente. Per le moto, invece, le nuovo moto Guzzi V7 stanno avendo molto successo e riescono a farci ‘digerire’ il grosso calo di vendita che hanno subito le moto sportive. Il cliente indeciso come fa a scegliere cosa comprare? Per gli indecisi mettiamo a disposizione per le prove su strada vari modelli del gruppo. Ritengo che il test drive sia fondamentale per capire che la scelta fatta sia quella giusta. Tanti comprano con gli occhi e magari sbagliano, specie se non sono esperti o appassionati. O O ccuparsi di moto e avere una marcia in più: non è solo un gioco di parole, ma una garanzia di successo. A confermarlo è Enrico Fiorenzi, amministratore della concessionaria Che moto!, rappresentante romano del gruppo Piaggio, leader europeo del settore. promo 41 M AGA ZINE Come descriverebbe la vostra concessionaria a chi non ne ha mai sentito parlare? La nostra è una concessionaria dove il cliente può vedere e toccare gran parte dei modelli del gruppo Piaggio con un personale specializzato e con un punto assistenza che ha l’obiettivo di soddisfare tutte le esigenze del cliente. Come è organizzato il lavoro all’interno della concessionaria? I titolari siamo il sottoscritto e mio fratello Massimo, che si occupa principalmente del postvendita. Abbiamo due venditori, dedicati per l’area scooter e l’area moto, una segretaria amministrativa e tre tecnici riparatori che si occupano dell’officina meccanica. Solo gli uomini possono andare in moto. Sfatiamo questo mito? Oggi le donne utilizzano lo scooter al pari degli uomini, specie in una città come Roma, dove il traffico è così complesso. Il discorso cambia per le moto, in quanto sono meno pratiche, meno comode e obbligano anche ad un abbigliamento più tecnico. Che moto consiglierebbe a chi non ne ha mai guidata una? La nuova V7, perché è una moto tranquilla, è dotata di una linea retrò che ricorda modelli passati, è facile da guidare, parsimoniosa e soprattutto è poco impegnativa, sembra più ‘innocua’ anche come apparenza. E lei che moto ha? Io ne ho tante, ma di fatto uso un vecchio Scarabeo Aprilia al quale sono molto affezionato ◆ E.M.L. Siete la concessionaria ufficiale dei marchi più prestigiosi del settore moto: Aprilia, Moto Guzzi, Piaggio, Vespa, Gilera, Derbi. Di sicuro, quindi, avete una marcia in più (tanto per rimanere in tema). Ma quale? La nostra marcia in più è avere la massima cura e attenzione nei confronti del cliente, disponibilità del prodotto e, di conseguenza, velocità nella consegna. Come si diventa la concessionaria ufficiale di un gruppo importante come Piaggio? Lo si diventa mantenendo standard qualitativi e organizzativi che un’azienda leader richiede. A tal proposito, vorrei sottolineare che siamo la concessionaria ufficiale del primo gruppo europeo. Il nostro impegno va avanti da tre generazioni: mio nonno fa questo mestiere dal 1948. Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini) - Roma - Tel. 06 45200395 info@chemoto-roma.it 42 M AGA ZINE mErCEDEs sL: LE aLI DI GabbIaNO COmpIONO 60 aNNI la mitica RoadsteR meRcedes segnÒ un veRo a pRopRio balzo nel futuRo nella Realizzazione di pRototipi spoRtivi peR il gRande pubblico di Francesco Mantica S S ono solo due consonanti, ma hanno scritto pagine e pagine della storia Mercedes-Benz: SL, due lettere per evocare una storia lunga 60 anni. Quelli della 300 SL Roadster, che fu lanciata nel 1952 segnando le origini del moderno concetto di Roadster Mercedes-Benz e arrivando fino ai giorni nostri. La storia della 300 SL ha inizio intorno al 1951, quando la Daimler-Benz, sotto la guida di Wilhelm Haspel, decise di tornare alle competizioni sportive che erano state ormai abbandonate. Nacque così un modello particolare, che non potendo adottare delle portiere tradizionali a causa dell’altezza della struttura tubolare delle fiancate, venne dotata di due piccole porte incernierate al centro del tetto. Due porte che si aprivano verso l’alto, e che ricordavano battito delle ali di un gabbiano. La nuova auto, dal carattere moderno e dalle prestazioni esplosive, esordì nel maggio di 60 anni fa e si fece subito onore nelle corse, a cominciare dalla Mille Miglia dell’epoca. In una sorta di omaggio e ricordo, alla recente Mille Miglia 2012 svoltasi dal 17 al 20 maggio era presente proprio la 300 SLR da gara con cui gareggiò Juan Manuel Fangio nel 1955 con numero di gara 658, finendo secondo in classifica generale. L’auto, nelle sue differenti versioni, ebbe in seguito un notevole successo sul mercato consumer: era il 6 febbraio del 1954 ed i riflettori del Salone di New York illuminavano la 300 SL stradale e la piccola 190 SL, una sorellina più economica ma altrettanto affascinante. Seguirono nel 1963 il nuovo modello Serie 113, soprannominato “pagoda” perché ricordava nella forma proprio una pagoda giapponese e nel 1971 la Serie 107, che ebbe un tale successo da rimanere in produzione per 18 anni. Il modello successivo venne presentato solo nel 1989: era la Serie 129, famoso per la sua dotazione di sicurezza di serie. Da qui ad arrivare ai giorni nostri il passo fu breve, e la Mercedes SL è diventata un nome mitico, capace nei decenni di aggiudicarsi le preferenze di personaggi come Pablo Picasso, Federico Fellini, Anita Ekberg e di milioni di altri amanti delle “ali di gabbiano” ◆ Un casale con tavola gourm et hi tech di Fabrizio Lodi APP AUTOVELOX Da TomTom l’applicazione per schivare le multe per eccesso di velocità TomTom lancia App Autovelox per iPhone, che segnala la presenza di autovelox fissi e mobili lungo il tragitto che si sta percorrendo. L’applicazione, aggiornata da una community di automobilisti che in Europa conta 1,6 milioni di membri, informa anche sui limiti di velocità. L’app segnala la tipologia degli autovelox presenti sul percorso e la distanza per raggiungere la destinazione. Le posizioni degli autovelox sono aggiornate con le segnalazioni degli utenti. Il software garantirebbe una copertura del 95% degli autovelox fissi, e aggiornamenti in tempo reale per quelli mobili. L’app segnala, inoltre, la velocità media tenuta dagli automobilisti, consentendo loro di rimanere sotto il limite di velocità nelle zone monitorate da tutor. TomTom App Autovelox per iPhone è disponibile sull’App Store. È gratuita ma richiede la sottoscrizione di un abbonamento mensile o annuale. Il prezzo di lancio è di 1,59 euro per un mese, o 18,99 euro per 12 mesi; il prezzo di vendita sarà di 4,99 euro per un mese o 29,99 euro per un anno. GALAXY S III Samsung lancia il guanto di sfida all’IPhone Il maggior rivale dell’iPhone è arrivato: Samsung ha presentato Galaxy S III. Il cuore del Galaxy S III è un processore quad core che lavora a 1,4 GHz con 1 Gbyte di RAM. Lo schermo ha una risoluzione di 1280x720 pixel. La memoria è di 16, 32 o 64 GByte (espandibili) mentre i sensori delle due fotocamere - frontale e posteriore - sono da 1,9 e 8 megapixel. La dotazione comprende connettività HSPA+, Wi-Fi 802.11b/g/n con Channel Bonding, Bluetooth 4.0, supporto a GLONASS e GPS, accelerometro e giroscopio. Il sistema operativo è Android 4.0 Ice Cream Sandwich con alcune tecnologie: Smart Stay, rileva la presenza dell’occhio davanti allo schermo e disabilita lo spegnimento dello schermo stesso, permettendo di continuare a leggere senza dover toccare il display. S Voice: permette di controllare lo smartphone con la voce per i più disparati comandi. La fotocamera offre Burst Shot (20 scatti continui) e Best Photo che sceglie automaticamente le migliori 8 foto. Direct Call avvia la chiamata all’utente cui si sta inviando un sms se si porta lo smartphone all’orecchio e Smart Alert, che avvisa di sms e chiamate perse vibrando quando il telefono viene preso. Interessanti l’app S Beam, per condividere i file tra Galaxy S III facendo solo toccare i due smartphone e AllShare Cast per connettere lo smartphone alla televisione in wireless. Samsung offre 50 Gbyte di spazio su Dropbox, accessibile gratis per 2 anni. La versione da 32 Gbyte costa 699 euro. U SHARP COCOROBO Mentre pulisce casa svolge anche videosorveglianza Da Sharp arriva Cocorobo - disponibile in due modelli, RX-V100 e RX-V80 - che, oltre a fare le pulizie, può essere controllato con la voce. È questa una caratteristica della versione RX-V100, che è equipaggiata anche con Wi-Fi, fotocamera da 1,3 megapixel, luce a LED e sensore a ultrasuoni per evitare gli ostacoli; oltre a riconoscere la voce del padrone è anche in grado di rispondere con brevi frasi. Cocorobo è progettato per essere quasi un robot “da compagnia”. “Se si utilizza Cocorobo ogni giorno, parlandogli ogni giorno, egli diventa di buon umore” spiega Sharp. Può essere inoltre controllato con l’apposito telecomando o dallo smartphone, grazie alle app dedicate per Android e iOS. Così il robot può funzionare anche da sistema di videosorveglianza a distanza: la connettività Wi-Fi gli permette di collegarsi a Internet ed essere controllato anche quando non ci si trova in casa, mentre perlustra l’abitazione o esegue i propri compiti di pulizia. L’arrivo di entrambe le versioni sul mercato è previsto per giugno. Cocorobo RX-V100 costerà circa 1.600 dollari, mentre RX-V80 ‘solo’ 1.100. na delle cose più belle dei mesi caldi è uscire la sera, approfittare di un giardino elegante e curatissimo per cenare all’aperto, prendere un aperitivo al calar del sole e ammirare i colori del cielo. Meglio se intorno a noi non ci sono che verde e fiori. Nessun palazzo a ricordarci che la città, con il suo stress, è a un passo. Qui al Picchio Rosso ogni momento può trasformarsi in un evento speciale. Raffinato ed esclusivo, ha il calore di un casale di campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Come ritrovarsi in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta una storia di intimità, e un’accogliente ospitalità si respira nei molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a conversare, la sala, la stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia, ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata col caminetto, solo per due. Tutto intorno, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali circondano l’ospite per accompagnarlo in una cena speciale, in cui la semplicità sposa la qualità e la tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato personalmente dallo chef. Un omaggio alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci, alla selezione di cereali e legumi. Tra gli antipasti del menu di estivo, rinnovato gourmet M AGA ZINE promo 44 proprio in questo mese, l’insalata di salicornia, gamberi rossi di Sicilia con confit di prugne, il sushi di vacca vecia con lattuga di mare e infuso di parmigiano, per stuzzicare l’appetito. Per continuare poi con la chitarra verde al ragout di gamberi e pesto mandorlato o, per chi preferisce la cucina di terra, le pepite di segale con speck e stracciatella di bufala. Tra i secondi il rotolino rombo, astice e fili di patate o la tagliata di scamone di agnello con pistu di melanzane e ‘nduja. Tanto il pesce nelle preparazioni più classiche e molti fuori menu, secondo il mercato. Rilettura dei classici nei dolci, come la cassatina in crosta con salsa di smeraldino o la caprese di limone amalfitano con gelato di vaniglia. Una scelta di piatti raffinati da accompagnare ad una delle 500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità e discrezione. Il PICCHIO ROSSO Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101 (dal Raccordo uscita n. 3) - Tel. +39 0630366468 Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera, chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato Si accettano tutte le carte di credito Parcheggio custodito info@ilpicchiorosso.it - www.ilpicchiorosso.it Francesco Fossi per JEA Reduce dalla Coppa del Mondo di Monaco, verso le Olimpiadi di Londra 2012 di Marco Callai O O Francesco Fossi ra Firenze, dopo Roma e Torino. La salernitana Laura Schiavone (Canottieri Irno) e la comasca Sara Bertolasi (Can. Lario) sono state le prime due testimonial della Jaguar Excellence Academy, il progetto alla ricerca dell’eccellenza nello sport italiano. Applausi, alla Canottieri Lazio ed alla Reale Società Canottieri Cerea, per i loro racconti incentrati sulle motivazioni che stanno alla base di carriere sportive ed universitarie eccellenti. Mercoledì 19 giugno, invece, tocca al terzo finalista della JEA: Francesco Fossi. Il finanziere fiorentino giocherà in casa, poiché la sede dell’evento sarà proprio la Canottieri Firenze. Sarà reduce dalla terza ed ultima prova di Coppa del Mondo in programma a Monaco, ultimo test internazionale prima dell’appuntamento con i Giochi Olimpici di Londra 2012. Un sogno che si sta per realizzare quello di Francesco, ventiquattro anni compiuti lo scorso 15 aprile e medaglia di bronzo nella specialità del quattro senza agli ultimi Europei assieme ad Andrea Palmisano (anch’egli finalista della JEA n.d.r.), Luca Agamennoni e Mario Paonessa. Nel suo curriculum spiccano anche le vittorie ai Mondiali Under 23, in particolare il titolo vinto nel 2010 in Bielorussia sempre nella barca Regina. “Ho iniziato a remare a dodici anni, alla Canottieri Firenze nel 2000, il canottaggio è stato inizialmente un gioco divertente - spiega Fossi - poi con il passare del tempo è diventato ph Detlev Seyb una vera e propria passione, ho iniziato ad allenarmi con maggiore impegno, già due volte al giorno quando ancora frequentavo il liceo. Dopo aver vinto molto a livello giovanile con la mia società, sono passato alle Fiamme Gialle e qui ho potuto continuare ad allenarmi con grande professionalità con compagni di squadra altrettanto motivati, facendo della mia passione un lavoro”. A Firenze, Fossi racconterà la sua esperienza sportivauniversitaria, ma sarà anche l’occasione per vedere all’opera la prima barca brandizzata Jaguar Excellence Academy con a bordo quattro dei venti atleti inizialmente selezionati per questo progetto. Tale iniziativa, il terzo evento della JEA, rientra nel programma di regate di canottaggio-sprint che mercoledì 19 giugno si svolgerà a partire dalle 17:30. Interverranno anche i campioni mondiali fiorentini under 19 Bernardo Nannini e Pietro Zileri. Dopo Firenze, ci saranno altri due eventi e, in autunno, Jaguar designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi” della Jaguar Excellence Academy: una borsa di studio che consentirà di arricchire la propria formazione con un Master in Management Sportivo o un corso di Public Speaking o Self Management, oltre ad un corso d’inglese nella città d’appartenenza e trenta giorni in Inghilterra con il British Council ◆ 48 golf M AGA ZINE Francesco Molinari, re di Spagna per un giorno Il golfista torinese si è aggiudicato l’Open iberico a Siviglia: una straordinaria prestazione che lo colloca di diritto tra gli italiani più forti di ogni tempo di Francesco Mantica R R e di Spagna. No, non quello che in mezzo alla crisi va in Africa a cacciare elefanti. La persona di cui parliamo non ha esattamente un titolo nobiliare, ma colpisce palline, e lo fa così bene che da anni è il numero uno tra i golfisti italiani. Francesco Molinari, nel caldo del Real Club de Golf de Sevilla, si è conquistato il titolo di cui sopra non per nascita ma grazie al talento, con una vittoria all’Open di Spagna che lo colloca di diritto tra i golfisti italiani più forti di sempre. Determinato e poco speculativo, Molinari, 29 anni, ha messo sotto tutti gli avversari con un eccellente giro finale in cui ha distanziato di tre colpi gli spagnoli Pablo Larrazabal e Alejandro Cañizares e il danese Soren Kjeldsen e di cinque l’altro danese Thorbjorn Olesen e l’iberico Jorge Campillo. Complessivamente l’ultimo giro del torinese è stato impeccabile: Molinari ha così vinto in grande stile la centesima edizione dell’Open di Spagna, uno dei tornei più di tradizione del golf mondiale. Il trionfo azzurro è stato completato dal settimo posto di Matteo Manassero, la giovanissima promessa del movimento golfistico italiano. “Vincere - ha detto Francesco Molinari - ha sempre un sapore speciale, ma farlo qui in Spagna a un anno di distanza dalla scomparsa di Severiano Ballesteros ha reso questo successo ancora più emozionante. Sono rimasto concentrato colpo su colpo riuscendo a imbucare putt decisivi per l’allungo in graduatoria. Oggi, indubbiamente, le condizioni del percorso erano migliori rispetto alle precedenti giornate e ciò mi ha permesso l’ottimo score”. Il successo di questo straordinario campione è da considerarsi un esito per tutto il golf italiano, un movimento che è cresciuto moltissimo negli ultimi anni e che, si spera, continuerà a farlo ancora ◆ 51 E Francesca Arioldi: la rosa rossa del salto ostacoli L’allieva che (forse) supererà il maestro di Ester Maria Lorido - ph Marco Proli Nome: Francesca Arioldi Nata il: 3 febbraio 1994 Luogo di Nascita: Milano Disciplina: salto ostacoli gruppo sportivo Aeronautica Militare Debutto in gare nazionali: 9 anni Debutto in gare internazionali: 11 anni E ssere figli d’arte e non deludere le aspettative: un tasto assai dolente per molti atleti, ma non per l’aviere scelto Francesca Arioldi. La diciottenne amazzone azzurra pare non avere problemi a reggere il confronto con uno dei più grandi cavalieri del salto ostacoli nazionale, suo padre Roberto appunto, che sta vedendo sbocciare un fiore tra le proprie mani. Francesca ha dimostrato il suo talento nella passata edizione di Piazza di Siena, all’esordio, e l’ha confermato in quella di quest’anno. È proprio ai margini dello splendido ovale di Villa Borghese che Insider Magazine l’ha incontrata. Se Francesca fosse un fiore, quale sarebbe? Una rosa rossa. È la tua seconda volta a Piazza di Siena. Ti senti una veterana ormai? No, per me è un concorso diverso dagli altri: vengo a Piazza di Siena da quando ero piccola, per veder gareggiare mio papà, quindi essere qui è sempre un’emozione. È il mio concorso preferito. Un cambiamento per te c’è stato rispetto alla scorsa edizione: quest’anno indossi la divisa dell’Aeronautica Militare. Qual è il valore aggiunto di farne parte? Oltre ad essere un titolo che dà onore e soddisfazione, l’Aeronautica Militare cerca di andare incontro ai suoi atleti mettendoli a loro agio in ogni ambito e situazione. Anche per questo mi sono sempre trovata bene. Visti i risultati positivi, possiamo dire che lo CSIO di Roma ti porta bene, e tu porti bene all’equitazione italiana. L’anno prossimo ti vedremo in Coppa delle Nazioni? Chi lo sa. Lo spero, ma mi manca ancora l’esperienza necessaria. Di certo, deve essere una grande emozione: mi ha fatto venire i brividi anche solo vedere il doppio percorso netto di Francesca Capponi (n.b. amazzone della squadra azzurra). Hai quasi ripetuto il copione nella cat. 140 e nella 145, classificandoti 4° e 5°: ennesimo segno che i tuoi piazzamenti non sono una casualità, ma una certezza. Ma a te, Francesca, cos’è a dare sicurezza, in sella e nella vita? In sella mio padre, perché mi dà la grinta e la tranquillità per affrontare ogni percorso. Anche nella vita il mio punto di forza è la famiglia, con cui ho un bel rapporto e che mi fa sentire sicura ogni singolo giorno. Tuo padre Roberto è tutt’ora un caposaldo del salto ostacoli nazionale. Che consigli ti ha dato prima della kermesse capitolina? Mi ha tranquillizzato, perché in concorsi come questo ancora sento un po’ di agitazione. È un cavaliere di grande esperienza, mi aiuta molto conoscere il suo parere personale sul percorso, specie quando entra prima di me sul campo di gara. Dopo Piazza di Siena, dove ti vedremo? Progetti futuri e sogni in fieri? Farò l’internazionale per cavalieri Juniores e Young Riders ad Hagen, in Germania: un concorso importante perché deciderà la squadra per gli europei in Austria. Per quanto riguarda i La rosa dei talenti M AGA ZINE sogni, da quando ero bambina desidero l’oro nel Gran Premio Roma a Piazza di Siena. Sono 18 anni che non lo vince un italiano, quindi sarebbe una soddisfazione grandissima. Visto che in questo momento non sei in sella, ti chiedo di sbilanciarti: con quale dei tuoi cavalli pensi di aver raggiunto il binomio perfetto? Con Kelly De Fussigny, con cui ho vinto l’anno scorso la categoria di 1.45 a tempo proprio a Piazza di Siena. Abbiamo una sintonia particolare, mi dà il massimo per aiutarmi in gara. È una cavalla che darebbe l’anima. Infatti ora mi manca perché non è qui: ho dovuto lasciarla a casa per farla riprendere dall’influenza. Meglio un doppio zero in Coppa delle Nazioni (ma la medaglia ‘di legno’ alla tua squadra), oppure arrivare quarta nel Gran Premio Roma? Un doppio zero in Coppa delle Nazioni. Meglio conquistare il cavaliere dei tuoi sogni con cui condividere la passione dei cavalli per tutta la vita, o è meglio conquistare il favore di uno stimato allevatore che ti affiderà il cavallo ‘della vita’? La seconda, anche perché sono fidanzata con un ragazzo che non va a cavallo! Hai la possibilità di inviare un messaggio a un’amazzone. Chi sceglieresti? Clarissa Crotta (n.b. amazzone svizzera). Le direi che invidio la grinta con la quale affronta ogni percorso ◆ 52 M AGA ZINE Piazza di Siena 80° Concorso Ippico Internazionale Aumentati del 14% gli spettatori, quarta nella Coppa delle Nazioni la squadra azzurra, Coppa e Gran Premio Città di Roma alla Germania. La Potenza è andata ad un binomio irlandese di Enrico Tonali Marco Kutscher con Cornet Obolensky è stato uno dei vincitori in Coppa delle Nazioni - ph De Lorenzo Q Q Francesca Capponi e Stallone (doppio percorso netto in Coppa delle Nazioni) in volo sul Colosseo - ph Garofalo uattro giorni di grande equitazione nel cuore di Roma alla portata di tutte le borse (il prato costava 10 euro, quanto una napoli con mezz’acqua minerale), l’80° Concorso Internazionale di Salto Ostacoli a Piazza di Siena tra i pini di Villa Borghese la sua figura l’ha fatta pure quest’anno. Che poi quando si spengono le luci ognuno cominci a tirare la coperta dalla sua parte, magari lasciando da parte quel pizzico di onestà dovuto, è inevitabile. Come gli animalisti che vorrebbero il cavallo unicamente al calduccio nella stalla, senza pensare che se non ci fosse lo sport i ragazzini lo vedrebbero solo allo zoo e sarebbe a rischio di estinzione, come l’asino, o peggio di macellazione, come il bue. Per l’Italia (e la FISE, Federazione Italiana Sport Equestri, impegnata in questo caso sul doppio fronte agonistico e organizzativo) Piazza di Siena è stato l’impietoso check-up stavolta oltre che agonistico anche organizzativo - che però ha evidenziato una struttura nazionale, in campo e fuori, meritevole di fiducia. Tecnicamente, oltre ai sei Premi sottoclou vinti (un paio Matteo Giunti, uno ciascuno Juan Carlos Garcia, Luca Maria Moneta e Filippo Bologni) non ci sono stati altri successi, agli azzurri è sfuggita persino la Potenza che vincevano da due anni. Ma il quarto posto nella Coppa delle Nazioni non va solo considerato come l’ennesimo fallimento della corsa italiana al podio, che ormai dura da troppi anni (l’ultimo successo pieno addirittura dal 1985, dai tempi di Gorbaciov e l’apartheid) con il bronzo andato a farsi benedire per una penalità. Se super-Germania (Marco Kutscher in sella a Cornet Obolensky, Christian Ahlmann/Taloubet Z, Marcus Ehning/Copin Van De Broy, Ludger Beerbaum/Goth FRH), Svizzera e Belgio gli si sono nell’ordine piazzate davanti, la squadra imbastita dai selezionatori federali Duccio Bartalucci e Stefano Scaccabarozzi ha messo sotto cinque Nazioni di Top League (la serie A europea) cioè Francia, Olanda vincitrice nel 2011, Gran Bretagna, Svezia e Irlanda. Merito di Juan Carlos Garcia/Bonzai Van De Warande, Francesca Capponi/Stallone (con un doppio percorso netto da sballo), Luca Marziani/Wivina, Chiaudani/Almero. I tedeschi sono stati imbattibili nella Coppa delle Nazioni ma addirittura inavvicinabili nel Gran Premio Città di Roma dove il “deutsch-team” della Coppa ha mancato il cappotto per la bravura del binomio francese Marc Dilasser/Obiwan De Piliere (infilatosi al terzo posto fra il vincitore Beerbaum, il secondo Ahlmann e il quarto Kutscher) e lo scivolone di Ehning eliminato in prima manche. Settimo l’italiano Chiaudani con Almero, ma ad oltre 5” da Beerbaum. Misteriose sono le vie della Provvidenza, indecifrabile il motivo per cui le “teste d’uovo” dell’equitazione italiana da salotto vogliono buttare fuori la Potenza da Piazza di Siena. Se c’è stata una tenuta nella presenza degli spettatori (addirittura un aumento del 14% secondo le stime FISE) merito è di questo spettacolare salto del “muro” (in fragile compensato) che ha tenuto incollato il pubblico in tribuna in un sabato pomeriggio freddo e piovoso, peraltro con mezza squadra italiana della Coppa al via, Garcia giunto secondo su Oliander e Marziani. Non si tratta di una corrida né di un circo equestre, a meno ché non si voglia tacciare da imbonitore Federico Caprilli. Il Il salto vincente dell'irlandese Sweetnam e Traffic Boy nella Potenza a 2,10 - ph Garofalo rivoluzionario innovatore del montare a cavallo, il cui baio Oreste partecipò ai Giochi Olimpici di Parigi 1900 nel salto in alto e in lungo (argento in entrambi), faceva superare ai suoi allievi in sella, auto e tavole imbandite. Qualcuno ha ululato allo scandalo - e purtroppo il presidente Paulgross della FISE gli ha creduto - perché il binomio vincitore (l’irlandese Shane Sweetnam e il grigio Traffic Boy) ruzzolati a terra dopo il volo a 2,10 m che gli ha dato il successo, ha provato a superare il 2,30 per incassare il superpremio. Come se oggi nello sport a livello apicale qualcuno gareggiasse per la gloria: provate a levare il super-ingaggio a Usain Bolt nel Gran Galà di atletica all’Olimpico e vedrete quante corse vi farà. Per la cronaca Sweetnam e Traffic hanno preso parte il giorno dopo al Gran Premio Città di Roma, battendo cavalieri come i gemelli belgi Philippaerts, terzi in Coppa delle Nazioni, e gli italiani Arioldi, Brotto, Giunti e Martinengo ◆ L'azzurro romano Luca Marziani con Wivina nella Coppa delle Nazioni - ph Proli sport Il tedesco L. Beerbaum e Gotha FRH vincitori del Gran Pre mio Città di Roma premiati dal sindaco Alemanno ph De Lorenzo La squadra della Germania vincitrice della Coppa delle Nazioni con in basso da destra il ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi, la principessa Haya e il presidente della FISE Andrea Paulgross - ph Garofalo 55 M AGA ZINE C.O.N.I. F.I.S.E. C.I. Casale San Nicola Società Sportiva Dilettantistica a R.L. 129° DErby ItaLIaNO bEttEr: FEUErbLItz VINCE a CapaNNELLE si è chiusa la gRande pRimaveRa del galoppo Romano con una soRpResa: A il successo del tedesco nello stoRico ippodRomo capitolino. stRabattuto l’ameRicano Real solution, gRande favoRito del nastRo azzuRRo, il cui pRopRietaRio eRa aRRivato peR l’occasione dal KentucKY di Enrico Tonali A 29 Giugno - 1 Luglio Concorso Nazionale A 5* 26 - 28 Ottobre Concorso Nazionale A 5* Concorsi Ippici - Stage di Salto Ostacoli e Dressage con tecnici di eccellenza Scuola Pony-Cavalli e Pony Games a partire dai 4 anni con Istruttori Federali qualificati 2 campi coperti illuminati Via del Casale di San Nicola, 232 - 00123 Roma • Tel. 06 30892884 - Tel. e Fax 06 30892990 www.casalesannicola.com - info@casalesannicola.com scuolaequitazione@casalesannicola.com - Tel. 348 6577889 Club House con piscina La rimonta di Feuerblitz (a destra) su Wild Wolf e Smoking Joe (semicoperto) nel 129° Derby Italiano ph Grasso per HippoGroup Capannelle l contrario di tanti film di guerra, stavolta hanno vinto i tedeschi e gli americani sono stati sconfitti, anzi strabattuti. Al 129° Derby Italiano Better di galoppo a Capannelle il successo del purosangue germanico Feuerblitz (“lampo di fuoco”) - in effetti anche lui uno yankee importato in Europa da una scuderia di Monaco di Baviera - ha incenerito tutti, numeroso pubblico compreso (7.500 in tribuna), che si aspettavano il rush folgorante del kentuckiano Real Solution, divenuto un reuccio della pista romana dopo le sue tre vittorie schiaccianti. Per di più, a montare il muscoloso purosangue allenato proprio a Capannelle da Gianluca Bietolini, il proprietario mr. Kenneth Lee Ramsey (una farm con 464 cavalli a Nicholasville, vicino Lexington) aveva voluto Lanfranco Dettori, il jockey-leggenda più noto del mondo, volato a Roma la stessa mattina del Nastro Azzurro per condurre alla vittoria il primo purosangue americano della storia del Derby Italiano. Per dare un’idea di come i due cavalli venissero valutati pochi minuti prima della partenza, gli allibratori di Capannelle segnavano sulla lavagna che avrebbero pagato 10 euro per ognuno giocato sul successo di Feuerblitz e soltanto 35 centesimi per ogni euro puntato su Real Solution primo. Durante il paio di giri compiuti al “tondino”, il percorso circolare sul quale vengono presentati i cavalli prima di andare in pista, il tedesco (il suo proprietario è un quarantaduenne imprenditore nel marketing digitale, Patrick Bertemann, che possiede a Monaco una dozzina di purosangue come scuderia Elvissa) confermava l’impressione di un onesto “galoppatore della domenica” a fronte di un gasato Real Solution il quale sbuffava come un toro pronto a scendere nell’arena per fare a polpette lo sfortunato matador. In pista per oltre un km (la distanza del Derby in Italia è 2.200 metri) non succedeva niente, con i due quasi affiancati all’interno del gruppo mentre davanti un paio di italiani -Smoking Joe montato da Fabio Branca, il fantino italiano più in vena in questa stagione e Wild Wolf con in sella Umberto Rispoli ansioso di vincere un Nastro Azzurro che lo ha già visto tre volte secondo - facevano l’andatura. A metà dirittura, quando il palo d’arrivo era ancora distante 400 metri, sia Robert Havlin (un londinese gira-europa che montava Feurblitz) che Lanfranco Dettori a bordo di Real Solution cominciavano ad agitare il frustino, ma entrambi i cavalli sembravano poco convinti sul da farsi. Tanto più l’americano del tedesco, che infatti dopo altri 100 metri iniziava una rimonta sulla coppia di testa cercando di andarsene insalutato ospite. Real Solution non batteva ciglio, Smoking Joe si accontentava del terzo posto, Wild Wolf spremuto da Rispoli riagganciava il “lampo di fuoco” che però vinceva di una corta incollatura, in pratica una trentina di centimetri. Michael Figge, allenatore del tedesco, strabuzzava gli occhi (“una grande sorpresa”) mentre Gianluca Bietolini li chiudeva (“non so cosa sia successo”) sperando si trattasse solo di un brutto sogno. Ed anche gli spettatori, rimasti ammutoliti, come se fosse uscito l’inserviente del circo col cappello in mano a dire che lo spettacolo era cancellato perché il leone s’era mangiato il domatore. Dettori poi spiegherà che Real Solution (arrivato sesto), troppo nervoso al tondino e nella sfilata precedente la corsa, aveva bruciato tutte le energie ancor prima di entrare nelle gabbie, un cavallo forte di gambe ma debole di testa. Così per la terza volta in dodici anni (ci erano già riusciti Kallisto nel 2000 e Osorio nel 2003) la Germania ha conquistato il Derby di Capannelle ◆ 57 DarIO CarmIGNaNI, OrGOGLIO DEL rEINING azzUrrO Centro Ippico Reining di Dario Carmignani “mUOVErsI INsIEmE aL CaVaLLO, FaCENDOGLI FarE QUELLO ChE staI pENsaNDO, COmE IN UNa sImbIOsI pErFEtta” di Ester Maria Lorido Allevamento Quarter Horse È uno sport che rispecchia le manovre dei mandriani e dei cowboy, che dovevano fermarsi con arresti molto veloci e ripartire nella direzione opposta. Cosa ti ha affascinato di questa disciplina? Sono sempre stato un appassionato della sella americana (da ragazzino facevo le gimkane), poi sono andato oltreoceano a scoprire il mondo del reining. Ad affascinarmi tutt’ora è il rapporto con l’animale, approfondire sempre ciò che si impara per andare oltre a dove sei arrivato. È uno spettacolo muoversi insieme al cavallo, facendogli fare quello che stai pensando, come in una simbiosi perfetta. se avessi scelto un’altra disciplina, quale sarebbe stata? Il dressage, magari montando cavalli spagnoli. Mi ha sempre affascinato il controllo del cavallo con la minima forzatura possibile. Ad ogni modo qualunque equitazione, se fatta bene, mi affascina: dal Polo ai Butteri, c’è sempre da cogliere qualcosa. E se non avessi dedicato la tua vita ai cavalli, cosa avresti fatto? Mi sarei dedicato alla musica. Ho anche una batteria a casa. A ltro che uomo che sussurrava ai cavalli, altro che cowboy. Dario Carmignani non è soltanto l’orgoglio del reining azzurro, né un fanatico dei metodi new age di comunicazione con gli animali: il signor ‘oro ai Campionati mondiali’ è soprattutto un campione nell’animo, per il rispetto innato che nutre verso l’animale che ama controllare, ma senza costrizioni e forzature. È una passione autentica per il cavallo e per la sella americana la sua, che ci racconta in un’intervista di grande intensità. C’è una razza più predisposta di altre al reining? Il Quarter Horse, anche se ho visto Avellignesi che hanno avuto molto successo. Tutto dipende dalla testa del cavallo, come in ogni disciplina: se hanno una buona testa, apprendono meglio. Con quella e con un po’ di sangue qualunque cavallo può riuscire, anche se non ai livelli del Quarter. Come spiegheresti il reining a chi non ne ha mai sentito parlare? È un’equitazione delicata, fatta di comandi appena percettibili, e proprio per questo anche molto tecnica. Si basa su comandi affinati, non ci sono forzature. Dobbiamo percorrere il pattern - un percorso predefinito che comprende tutte le manovre previste dalla disciplina (cerchi, cambi di galoppo, spin, sliding stop, rollback e back) - con il minor aiuto possibile: comandi verbali, corporei, ma con le redini lunghe. Si lavora in piano, non ci sono ostacoli. Il cavallo che ti è rimasto nel cuore? Okie Dun It Too, il mio stallone che è morto due anni fa, e Baby Dixie, un Appaloosa che mi ha fatto vincere le prime gare nel ’94 e che ha anche dato il nome alla pizzeria di mio fratello. Di certo, hai raggiunto il binomio perfetto con il cavallo che ti ha regalato la medaglia d’oro a squadre ai Campionati del mondo del 2008 e l’argento individuale… Sì, Art Magic Interprise: un baio con tanto cuore, molto atletico, con un ottimo equilibrio mentale e dotato di gran talento. interview M AGA ZINE Qual è il momento più bello di una vittoria così importante? Il momento più bello è quando avverti una forza interiore e una sicurezza che difficilmente si riesce a provare. Senti un’atmosfera magica. Mi è venuta in mente la leggenda di Buffalo Bill: si racconta che, quando venne in Italia, sfidò il buttero Peppone e ne uscì sconfitto. Quali obiettivi possono mancare ad una persone che ha vinto tutto quello che c’era da vincere? Ce ne sono tanti, perché non si finisce mai di imparare. Non bisogna fermarsi e pensare di essere arrivato. hai mai perso la motivazione? hai mai attraversato momenti difficili? Capitano spesso, ad esempio quando non hai il cavallo buono, ma sono quelli a farti andare avanti e si deve solo pensare a stringere i denti. ma il reining è una disciplina scaramantica? tu hai qualche rito prima delle gare? No, cerco solo la concentrazione. Cosa ti piace fare quando non monti a cavallo? Sentire la musica, curare le piante (ho il pollice verde) e stare con i miei figli. siamo vicini alle vacanze estive. mare o montagna? Montagna. Ho una casa in Umbria e quando posso ci vado ◆ Centro Equestre Cassia S.S. Cassia, km 38.033 www.carmignanireining.it 58 M AGA ZINE sWIss & GLObaL CUp CLassIC 12’ DINGhy È partItO IL CIrCUItO DI rEGatE INtErNazIONaLI DEDICatO aLLa stOrICa ImbarCazIONE IN LEGNO I I protagonisti restano sempre loro, i dinghy 12’ in legno. Gli splendidi gusci di noce nati dalla penna di George Cockshtt tornano con il circuito di regate a loro dedicato. Sono tanti gli ingredienti - e le novità - della swiss & Global Cup - Classic 12’ Dinghy, a partire dalle tappe della manifestazione che si caratterizzano per peculiarità territoriali, gastronomia e tradizione. Quest’anno si superano i confini nazionali, a dimostrazione del fatto che l’amore per il dinghy 12’ classico non ha limiti geografici. Due le location di respiro europeo: Porto Rož in Slovenia (5-8 luglio) e Lucerna in Svizzera (27-29 luglio). La partenza ha superato ogni più rosea aspettativa: a Varazze, prima tappa del circuito, erano in 47 a contendersi la vittoria. A spuntarla è stato Filippo Jannello a bordo di Mogador. Cinque le prove svolte nei tre giorni d’evento che hanno racchiuso regate, degustazioni e spettacoli a terra. Questi gli elementi di un format che si amplia: la casa itinerante del dinghy 12’ classico tocca un pubblico sempre più vasto con l’hospitality (una superficie di 100 mq completa di bar e salottino), un palco e la vocazione di coinvolgere e avvicinare al mondo del dinghy non solo gli appassionati della piccola deriva. Il pubblico è immerso in un’atmosfera accogliente, assiste a spettacoli e assapora prodotti tipici locali. Non solo vela di Veronica Cardella - ph Francesco Rastrelli © vela insomma, in un “villaggio” che nasce come luogo di incontro per i concorrenti ma anche per i curiosi. “Quest’anno il nostro obiettivo è che sia una festa a terra come a mare. La manifestazione sta crescendo e veicola - quest’anno più che mai - valori importanti legati all’eco-sostenibilità. Torna come Title Sponsor la Swiss & Global Asset Management. Abbiamo, come Side Sponsor, Garnell e Tonello Energie e in qualità di Official Supplier Bluwireless, Frisbee Dinghi e la Riccardo Barthel. La manifestazione è promossa dalla Sezione Classici dell’AICD 12’ in collaborazione con il Registro Italiano Dinghy 12’ Classico, si svolge sotto l’egida dell’AICD 12’ e della Federazione Italiana Vela, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Persone Down, di Legambiente e del Touring Club Italiano. Un parterre di tutto rispetto grazie al quale il circuito ha preso forma e si è arricchito” cosi presenta la Swiss & Global Cup il delegato della Sezione Classici dell’AICD Giuseppe La Scala. Prossimo appuntamento a Napoli (27-30 aprile) con l’organizzazione del RYCC Savoia. E l’evento cresce anche sul web: le storie, le immagini e i video dei momenti più belli dell’inarrestabile avanzata dei dinghy 12’ classico sono su www.dinghyclassico.it e sulla pagina facebook dedicata alla manifestazione ◆ Il podio della prima tappa della Swiss & Global Cup (da sinistra): Italo Bertacca (secondo posto), Filippo Jannello (primo posto) e Massimo Schiavon (terzo posto) GraNDI VELE a GaEta a cura di Giacomo Bonelli Presentato al Palazzo Cardinal De Vio di Gaeta alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Luigi Binelli Mantelli, autore della prefazione, il volume racconta attraverso immagini di imbarcazioni d’epoca contestualizzate nel panorama di Gaeta i 10 anni di barche d’epoca che hanno fatto bella mostra di se veleggiando all’interno del golfo. Dal 5 all’8 luglio si svolgerà la 10a edizione dell’evento. Classica cucina romana sia di carne che di pesce preparata con ingredienti genuini e naturali. La pizza rigorosamente bassa e croccante e per finire i dolci tutti di produzione propria. Celestina vi aspetta! Viale Parioli, 184 • tel. 068078242 - 068079505 www.ristorantecelestina.com PARCHEGGIO PRIVATO GRATUITO PER TUTTI I CLIENTI OCEaNIs, barChE a VELa pEr stUpIrE nel 2010 beneteau festeggiava i 25 anni degli oceanis, con i suoi 42 modelli e più di 20.000 baRche vendute. oggi il costRuttoRe ha lanciato tRe nuovi modelli completamente Ripensati: entRano in scena 41, 45, 48 di Francesco Mantica S S e pensate che lusso estremo, comfort, ampi spazi e tranquillità di navigazione siano unicamente prerogative dei super-yacht, preparatevi a ricredervi. Anche una semplice barca a vela, ben studiata, ottimizzata in tutti gli aspetti e realizzata con particolari attenzioni, può offrire tutto questo e molto di più. C’è una gamma di barche, in particolare, i cui costruttori sono veri e propri maestri in questo senso: stiamo parlando degli Oceanis targati Beneteau, che per oltre 25 anni hanno delineato una nuova arte di vivere in mare, il piacere di una crociera confortevole su una barca spinta dal vento. La gamma Oceanis è stata rinnovata da pochi mesi con tre gioielli di nuova costruzione: gli Oceanis 41, 45, 48, destinati a diventare in breve tempo il punto di riferimento per la navigazione a vela. Tre barche contemporanee ed eleganti, dalle linee pure e slanciate che, nel rispetto dello spirito originale, cercano di coniugare il piacere della navigazione a vela e il confort a bordo. La sfida è ardua, ma gli interpreti sono all’altezza del compito: polivalenza, comodità, spazio, luce e performance in navigazione sono le parole chiave che accomunano questi modelli dal carattere deciso. L’Oceanis 41 è una barca di circa 12 metri che si distingue per il quadrato spazioso, la cabina proprietario estremamente accogliente, gli alloggiamenti ottimizzati e la grande stabilità e facilità di navigazione. L’Oceanis 45, con i suoi quasi 14 metri, è invece una barca concepita per adattarsi a differenti programmi di navigazione, dalla settimana in famiglia alla lunga navigazione di più mesi e si declina in 4 versioni con vari allestimenti. L’Oceanis 48, infine, propone allestimenti particolari e può accogliere fino a 12 persone in condizioni ottimali, trasformando la crociera in un momento di grande convivialità ◆ 62 M AGA ZINE IL tEssUtO aL ramE ChE rENDE pIù bELLa La pELLE l rame è un minerale essenziale del corpo umano, utilizzato da migliaia di anni, fin dai tempi degli antichi Egizi, dei Romani e degli Aztechi. È utilizzato in nutrizione, ha una forte azione anti-microbica e importanti proprietà sulla salute e il benessere della pelle; in ambito medicale, inoltre, il rame ha straordinarie proprietà anti-infezioni e cicatrizzanti. Cupron Inc, azienda globale fondata nel 2000, ha studiato le proprietà del rame e ha sviluppato una tecnologia unica e brevettata (Copper Based Technology) per incorporare l’ossido di rame all’interno di un’ampia gamma di materiali, tra cui tessuti, superfici solide, creme e altri polimeri. Oggi, questa tecnologia è disponibile anche in Italia attraverso un’innovativa linea di prodotti cosmetici in tessuti Cupron, attualmente caratterizzata da federe, guanti, maschere e calze che attenuano l’aspetto delle rughe e delle linee di espressione, migliorano l’aspetto della pelle, proteggono da batteri e funghi responsabili di cattivi odori, attenuano l’aspetto delle rughe delle mani e delle macchie di iper-pigmentazione e rendono l’aspetto della pelle più tonico. Riconosciuta dalla comunità scientifica, la tecnologia Cupron è clinicamente testata, sicura e rispettosa dell’ambiente essendo basata su rame riciclato, non solubile e naturale. Sulla federa cosmetica, in particolare, sono stati realizzati quattro studi indipendenti in doppio cieco, con effetto placebo controllato; in tutti questi studi, è stata evidenziata una riduzione statisticamente significativa delle rughe e delle linee di espressione e un miglioramento globale della pelle in 4 settimane di utilizzo del prodotto, senza registrare reazioni avverse. I prodotti Cupron sono inoltre lavabili in lavatrice come un normale tessuto e, visto che l’ossido di rame è incorporato all’interno del materiale e non ne ricopre semplicemente la superficie, durano e continuano ad essere attivi per l’intera durata della loro vita. Distributore esclusivo per la regione lazio World Dermatologic Research s.r.l. Via degli Olmetti, 46 - 00060 Formello (Roma) Tel. 06.90112417 - Fax. 06.98267777 www.wdresearch.com - e-mail: info@wdresearch.com Distributore esclusivo per il Lazio www.wdresearch.com promo I I la tecnologia bRevettata cupRon, basata su un pRocesso di incoRpoRazione dell’ossido di Rame nelle fibRe del tessuto, contRibuisce a miglioRaRe l’aspetto e il benesseRe della pelle, in sole 4 settimane. il sogno di RendeRe la pelle più bella, semplicemente doRmendo, oRa è Realtà 65 M AGA ZINE Difendi la tua salute: informati Con l’arrivo dell’estate, arriva anche la “prova costume”. Dopo gli stravizi della stagione invernale, scatta l’allarme peso. Almeno un Italiano su due ha qualche chilo di troppo e per perderlo spesso finisce per mettersi nei guai. I centri “Social Medical Center” lanciano una campagna estiva di prevenzione contro il sovrappeso e l’obesità È promo È recente il dibattito aperto dalla dichiarazione del Ministro della Sanità sulla tassazione di merendine e altri cibi classificati come “junk food” o cibo spazzatura. Questo perché ci si è resi conto che il sovrappeso e l’obesità, sia del bambino che dell’adulto, sono divenuti un problema ormai grave anche in Paesi, che, come l’Italia, affondano le loro tradizioni gastronomiche nella sana dieta mediterranea, sempre più minacciata da mode alimentari d’oltreoceano. Tuttavia, è ormai chiaro come la lotta al grasso sia un fatto culturale e comportamentale, che richiede azioni di contrasto a monte, piuttosto che interventi a valle; azioni quali l’attivazione di canali specializzati per una corretta informazione dell’opinione pubblica in materia.È in questa direzione che si vuole muovere l’iniziativa dei centri “ Social Medical Center”, che hanno deciso di realizzare una campagna di prevenzione e sensibilizzazione sul tema. Il programma interesserà alcune località di villeggiatura del litorale laziale, durante il periodo estivo compreso tra il 15 giugno ed il 30 agosto. Presso gli stabilimenti balneari che aderiranno all’evento sarà presente un team di specialisti, i quali, oltre a spiegare quali siano i fattori di rischio dell’obesità per la salute e il pericolo insito nelle diete “fai da te”, faranno delle consulenze e degli esami bioimpedenziometrici gratuiti. La bioimpedenziometria, nell’ambito di un approccio medico e assistito della patologia, è un’indagine necessaria che permette di conoscere la composizione quali-quantitativa del peso corporeo, in quanto il valore riportato dalla sola bilancia non dice nulla riguardo alla differenziazione tra massa magra (muscoli, ossa e acqua) e massa grassa (il tessuto adiposo). La ripetizione di tale controllo durante tutto il periodo di cura del paziente è fondamentale per far capire agli esperti se il dimagrimento stia avvenendo in maniera salutare, cioè con prevalente perdita della massa grassa. In un periodo come l’attuale, in cui si fa un gran parlare di alimentazione e salute, soprattutto in TV, e la nutrizione finisce per essere più appannaggio dei cuochi che degli specialisti, la campagna promossa dai centri “Social Medical Center” vuole essere un primo punto di incontro con i pazienti al fine di fornire loro quelle regole basilari per essere in forma, star bene con sé stessi, senza rinunciare al gusto ed al piacere di mangiare bene, con tutti gli alimenti della nostra cucina. Si tratta di una scelta strategica impegnativa basata sulla comunicazione e la prevenzione, che certamente va contro l’idea del dimagrimento a tutti i costi e subito, contrapponendosi energeticamente alle diete facili, sbilanciate, a 500 kcal giornaliere, basate sulla sola assunzione di proteine e sulla demonizzazione dei famigerati “carboidrati”, ridotti ormai alla stregua di nemici pubblici numero uno. Il messaggio che invece si deve far passare è che dimagrire in maniera sana si può! Serve la forza di volontà, prima di tutto, l’ausilio dello specialista medico ed infine una dieta personalizzata abbinata ad una normale attività fisica. Ma è necessario soprattutto avere delle strutture di riferimento, quali i centri “Social Medical Center”, che permettano alla persona il recupero armonico di un sano stile di vita abbinato ad una corretta alimentazione ◆ 66 una m ela al giorno M AGA ZINE VILLA ARDEATINA CASA DI RIPOSO “Un’oasi verde immersa nel cuore dell’Eur” ➤ ➤ AA Un cucchiaio al Dì, toglie il broncio di torno ➤ ➤ A giugno aumenta il consumo di gelato, tra le cui proprietà c’è anche quella di scatenare i centri del piacere del cervello lleato della linea, ma anche del buonumore. A quanto pare, c’è sempre una buona ragione per gustare un bel gelato. Forse anche per questo in Italia ne consumiamo un media di 12 chili a testa l’anno, secondi in Europa soltanto rispetto alla Danimarca. E non sarebbe un male se questi numeri aumentassero ancora, se è vero che - come sostiene uno studio olandese - quando si mangia il gelato, il volto raggiunge l’86 percento di felicità. Tesi, questa, avvallata anche da un gruppo di ricercatori britannici, secondo cui un solo cucchiaio di gelato è in grado di scatenare i centri del piacere del cervello. Ormai rinomate sono poi le sue proprietà nutritive, a basso apporto calorico, che lo rendono tra gli alimenti più quotati con cui sostituire un pasto, specie nei mesi estivi. In questo caso, meglio optare per le creme, in grado di fornire proteine complete (circa il 30 percento in più rispetto ai gusti alla frutta), i grassi e gli zuccheri del latte. E veniamo, appunto, ai gusti alla frutta, che contengono una quantità superiore di vitamina C, sono meno calorici - sebbene il contenuto degli zuccheri sia maggiore - ma decisamente meno nutrienti, in quanto proteine, calcio e grassi sono quasi assenti. Gli esperti, però, sottolineano che il gelato continua ad essere la gratificazione perfetta soprattutto a conclusione di un pasto, se non altro per l’utile azione che svolge a livello digestivo: è in grado di stimolare lo svuotamento dello stomaco (riducendo i tempi di lavoro dei succhi gastrici fino al 50 percento) e di favorire la secrezione biliare a vantaggio della digestione dei grassi. Ma è anche bene tenere a mente che, come accade in tutto - nella vita così come nell’alimentazione - la strada della moderazione è sempre quella più sicura. A confermarlo è uno studio dell’Oregon Research Institute (Usa), pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, che svela come il re dei dolci estivi possa creare dipendenza. La tesi sostenuta è che, mangiare troppo spesso un alimento con un alto contenuto di grassi o di zuccheri, possa cambiare le risposte del cervello e riduca l’effetto ‘ricompensa’ ◆ E.M.L. PENSIONE COMPLETA ASSISTENZA INFERMIERISTICA GIORNALIERA ATTIVITÀ OCCUPAZIONALE IGIENE E PULIZIA QUOTIDIANA DELLA CAMERA ➤ SERVIZIO LAVANDERIA ➤ ASSISTENZA RELIGIOSA ➤ PARRUCCHIERE ➤ PODOLOGO La struttura prevede mini appartamenti e camere singole provviste di terrazzo, servizi con doccia e con vasca, aria condizionata e servizio telefonico personale Via Mentore Maggini, 51 (ROMA - zona Laurentina) INFO E PRENOTAZIONI 06.5034031 www.villaardeatina.it 68 69 M AGA ZINE M AGA ZINE LUCIA ZEI La forza del legame ai valori figurativi di Maria Laura Perilli I I n un piccolo ma prezioso manuale per leggere una scultura, Maurizio Chelli afferma che essa è “L’espressione artistica che più si avvicina alla realtà per il suo carattere tridimensionale e nasce dalla litolatria, l’adorazione della pietra praticata dagli uomini primitivi che in essa vedevano delle immagini cui in seguito avrebbero dato corpo”. Sta di fatto che, attraverso i secoli, la scultura, con una varietà e diversificazione del mondo delle forme, ha sottolineato Simboli, Astrazioni, Duplicazioni del reale. In questo vasto ambito Lucia Zei, giovane e promettente scultrice aretina, ha scelto con forza e coraggio ed in un certo senso controcorrente, la via della figurazione. Un orientamento che impone alla Zei, come conseguenza, la conduzione di una personale battaglia a difesa della sua scelta; tutto a dispetto di quei detrattori che, vuoi per inconfessabile incapacità, vuoi per seguire facili mode o per una visione miope ed unilaterale, non aperta indistintamente a tutte le espressioni e tecniche artistiche, si ostinano a considerare i valori figurativi relegabili su un binario morto e non più adatti ad esprimere il segno dei tempi. Le tensioni spirituali dell’artista trovano potente concretezza in sculture la cui articolazione volumetrica esprime una forza plastica capace di infondere nell’inerte materiale d’origine una vitalità dirompente. Si susseguono figure come i pattinatori, le ballerine, le atlete con l’asta colte magistralmente nell’istante dell’estrema tensione. Il loro movimento fa emergere l’insieme delle linee forza che, distribuite secondo diagonali dinamiche, centrifugano gradualmente, operando il coinvolgimento dello spazio circostante e piegandolo alle esigenze dei soggetti rappresentati. La Zei enfatizza il complesso delle contorsioni che le figure impongono alla loro corporeità, sottolineandone energicamente anatomia e gestualità. L’uso del valore figurativo diviene per l’artista occasione e volontà di recupero, in chiave nuova, di quell’antica grammatica negletta e dimenticata, senza la quale l’uomo, autocondizionatosi spesso ad un perenne ed inconcludente movimento, ad una vita ad alta velocità, è sempre più incapace di leggere e recuperare i tempi della meditazione connessi ad attività sublimi, cariche di spiritualità, antitesi ed antidoto all’efficientismo di un tempo troppo secolarizzato. “L’uomo distratto” è stimolato dalla Zei con valori ed immagini storiche; allora al mondo delle Atlete e delle Ballerine fanno seguito le ritualità antiche della sua terra, con i Cavalieri alla giostra del Saracino o i Grifoni Alati che, per la trattazione della materia, riportano alla mente l’etrusca Chimera d’Arezzo; qui lo stile “si caratterizza per il contrasto tra realismo ed astrazione... l’interpretazione è di tipo dinamico”, infatti i muscoli e le fattezze dell’animale sono rappresentati in uno stato di contrazione che è il preludio ad uno scatto aggressivo. Se la materia, in tutte queste opere, è trattata con forza, dinamicità, scarti improvvisi, nel caso della maternità il complesso delle linee di tensione scultoree sembra allentarsi; diviene più sinuoso, morbido, creando un’atmosfera di tenera pacatezza e serenità che ben sottolinea il tempo della dolce attesa. Un tempo che, attraverso i secoli, per ogni donna è sempre stato una personalissima storia a sé, costantemente diversa, tanto quanto i volti e le fattezze di ogni essere vivente ◆ what’s on what’s what’s on what’s CHANGING STATE OF MATTER Brand New Gallery, fino al 28 luglio Inaugurata lo scorso 3 maggio questa mostra collettiva è pensata per svelare i processi della creazione artistica che si svolgono attraverso una ‘produzione ipotetica’ del reale, portata al limite estremo dell’esperienza sensoriale. Attraverso la frammentazione del lavoro iniziale, il gruppo di artisti di questa mostra indaga la materia per rivelarne nuove forme e sembianze, dando vita a mondi misteriosi ottenuti sovvertendo le tecniche artistiche tradizionali. Ognuno degli artisti di questo group show sceglie il mezzo espressivo in base alla propria esperienza della materia tangibile e dell’intimità della memoria. La materia diviene quindi metafora delle strutture sociali e delle realtà che ci circondano e la sua aggressione diviene esplorazione del rapporto con l’alterità ed il reciproco scambio che costantemente avviene tra le persone e gli oggetti. Nella foto l’opera di Rona Pondic. www.brand-newgallery.com milano NUOVO FUTURISMO - Ridisegnare la città Spazio Oberdan, fino al 9 settembre La mostra, a cura di Renato Barilli e promossa da Provincia di Milano/Assessorato Cultura, presenta una selezione delle opere dei ‘Nuovi Futuristi’: un gruppo di artisti di cui fanno parte Gianantonio Abate, Clara Bonfiglio, Dario Brevi, Gianni Cella, Andrea Crosa, Marco Lodola, Battista Luraschi, Luciano Palmieri, Plumcake, Umberto Postal. La denominazione non è per nulla casuale, ma sta a indicare una profonda eredità che gli undici traggono proprio dal Futurismo storico e, in particolare, dall’ala rappresentata da Balla e Depero, assai diversa da quella rappresentata da Boccioni. Tratto centrale di questa diramazione è il concepire un’arte che esalti l’urbanesimo, nel suo edonismo compiaciuto e fastoso, così bene manifestato da pubblicità, fumetti e mass media, utilizzando i nuovi materiali del progresso tecnologico (poliesteri, perpex e resine sintetiche), che hanno il dono di essere leggeri e di prestarsi a un cromatismo acceso e brillante. Nella foto l’installazione di Marco Lodola. www.provincia.milano.it/cultura 26 giugno unico appuntamento ALESSANDRO SIANI Centrale Live-Foro Italico Con la sua unica data in Italia, Alessandro Siani apre il cartellone dei grandi eventi in programma nella nuova arena estiva della Capitale. L’attore, che da dieci anni si divide tra teatro, cinema e televisione, presenta uno spettacolo di monologhi e sketch dissacranti per raccontare i luoghi comuni degli italiani, con ospiti come Francesco Albanese, Claudia Miele e Salvatore Misticone, in arte Scapece, musiche a cura del dj Frank Carpentieri e cinque scatenatissimi ballerini di break dance. www.ventidieci.it VALENTINA MOVIE CONTEMPORARY TALES Elisabeth Strigini Selected works 2004-2012 Museo della Permanente, fino al 13 settembre Fantasy, American Story, Portraits. Sono questi i tre temi che corrispondono ad altrettanti percorsi dipanati nella prima importante personale italiana dell’artista, che dal prossimo 13 luglio fino al 13 settembre 2012 è presente al Museo della Permanente di Milano con la mostra dal titolo Contemporary Tales ricca di oltre trenta opere, fra oli e tecniche miste su tela realizzate nell’ultimo decennio. Ideata da Ottavia Landi di Chiavenna con il coordinamento organizzativo di Sara Mesiano e con la curatela di Chiara Gatti e Angelo Crespi, la mostra indaga la raffinata e introspettiva ricerca di Elisabeth Strigini, personalità elegante e riservata nel panorama della figurazione internazionale. Francese di nascita ma inglese d’adozione, Elisabeth Strigini vive e dipinge tra New York e Londra, e negli ultimi anni ha lavorato a un ciclo di opere che, spaziando da formati minuti a dimensioni monumentali, trattano temi di natura esistenziale piegati a un linguaggio in bilico fra surrealismo e pop. www.lapermanente-milano.it Grandi fotografi a 33 giri Auditorium, fino al 29 giugno Esposizione dedicata al rapporto tra le cover discografiche e la fotografia d’autore. In mostra una selezione di circa centocinquanta dischi in vinile provenienti dalla collezione di Stefano Dello Schiavo: un percorso cronologico che ripercorre la storia delle copertine realizzate dai grandi maestri, dagli anni Cinquanta fino a oggi: da Lee Friedlander, creatore degli stilemi fotografici del jazz, a nomi come Andy Warhol e Mario Schifano, fino ai sodalizi artistici come quello tra Robert Mapplethorpe e Patti Smith, o quello tra Anton Corbijn e gli U2 o ancora quello fra Herb Ritts e Madonna. www.auditorium.com roma Palazzo Incontro, fino al 30 settembre Prima mostra romana per Valentina, il conturbante personaggio femminile di fama mondiale nato nel ’65 dalla penna di Guido Crepax. Curata da Archivio Crepax e Vincenzo Mollica, l’esposizione si snoda su due piani, fra le sagome a grandezza naturale, la riproduzione dei disegni su grande scala e 120 tavole originali scelte fra le circa 2.600 dell’autore. Dal rapporto con il mito dell’attrice Louise Brooks, ispiratrice del fumetto, all’innovazione tecnica nella costruzione “frammentata” della tavola su più vignette, dalle testimonianze dal mondo della moda al rapporto con le diverse città che fanno da sfondo alle avventure o ai sogni di Valentina, fino al profilo dell’autore, appassionato di jazz e delle correnti artistiche in voga negli anni ‘60 e ‘70, come la Pop Art. Il percorso si chiude con una selezione dei video più interessanti: interviste a Crepax e ad artisti e critici che hanno parlato di lui. In vendita il libro che accompagna la mostra: “Valentina come Louise Brooks: il libro nascosto”, edito da Fandango Libri. 72 M AGA ZINE Books VIa DELLa paLOmbELLa UNa bELLa stOrIa Dalle Marche al cuore del cuore di Roma, toccando il lago di Como. Una storia che parte dall’Ottocento e arriva a oggi, tra la prima guerra mondiale e la seconda. La bella storia di due persone che hanno cominciato a frequentarsi grazie al coprifuoco e a un cortile troppo piccolo e che alla fine si sono sposate. Poi hanno messo al mondo l’autrice, Silvia Palombi che si racconta: “Siccome dormivo dai nonni, arrivavo dalla Palombella, facevo tutta via della Scrofa e su ponte Cavour pensavo regolarmente che ad avere l’animo lieto guardando San Pietro e Castel Sant’Angelo da lì son buoni tutti, mentre chi riusciva a esserlo guardando via Valassina a Niguarda, ottuso dalla nebbia, aveva sicuramente qualcosa di speciale, un potere quasi magico. Poi della nebbia, quella vera, che odorava di freddo umido, mi sono invaghita e adesso che non ce n’è quasi più mi dispiace un po’.” Autore: Silvia Palombi Editore: Charta, www.charta.it DIzIONarIO CONtEmpOraNEO DI bUONE maNIErE Manuale raffinato e moderno, scritto con ironia, per gettare uno sguardo sulla realtà di oggi. Consigli di buonsenso, eleganza e rispetto per ciò che ci circonda: avere un comportamento impeccabile, trovare le parole giuste, vestirsi in modo adeguato, saper ricevere ed accogliere gli ospiti. Un vademecum completo affinchè le nuove tendenze non cancellino il codice del galateo. Perché le buone maniere non sono un’opinione, ma una regola di vita. Autore: Laura Pranzetti Lombardini Editore: Gribaudo Collana: “Pensieri e parole” CaspEr IL GattO pENDOLarE La vera storia di un micio viaggiatore, adottato dall’autrice a Plymouth, la cittadina inglese dove vive con il marito Chris. Lo splendido siberiano si chiama Camper, ha 12 anni e una passione singolare: il viaggio. Per ben 4 anni, inizialmente all’insaputa della sua padrona, ogni giorno aspetta l’autobus alla fermata vicino casa, vi sale e con educazione si mette a sedere nel suo posto preferito al centro del pullman quando lo trova libero, almeno - per fare il giro della città e poi tornarsene a casa, riaccompagnato dall’autista o da qualche passeggero dopo aver terminato il circuito. Autore: Susan Finden Editore: TEA Collana: Narrativa TEA what’s on what’s on what Una barbEra… di riSatE tra HUMor E Vino, La CoUrt Si VEStE a fESta baCC | biEnnaLE d’artE CEraMiCa ContEMPoranEa MatEria in ESPanSionE SCULtUrE in CEraMiCa scuderie AldobrAndini frAscAti (romA), fino Al 24 giugno Prima biennale d’arte Ceramica Contemporanea, materia fra tradizione e contemporaneità, verso nuovi linguaggi e contaminazioni. Le sculture e le installazioni di 13 artisti (silvia Calcagno, Elettra Cipriani, Guido De zan, Fabrizio Dusi, marino Ficola, antonio Grieco, annalisa Guerri, massimo Luccioli, rita miranda, riccardo monachesi, simone Negri, Jasmine pignatelli, sprout) raccontano il ruolo della ceramica nel mondo delle arti. Opere al limite della tenuta tecnologica del materiale, pensate per i prestigiosi spazi delle scuderie, ristrutturate da Massimiliano Fuksas e altrettanto affascinante connubio tra antico e moderno. www.wix.com/baccontemporanea/biennale MariLYn MonroE. tribUtE to a fEMaLE iCon PAlAzzo wAdeKind PiAzzA colonnA, fino Al 20 giugno Marilyn Monroe, donna per antonomasia, punto di riferimento per la bellezza femminile e icona dalla metà del Novecento in poi, è il tema della mostra organizzata dalla Galleria Ca’ d’oro a cura di Gloria Porcella e Lamberto Petracca. Un insieme di opere legate dal tema “Marilyn”, in cui artisti diversi rendono omaggio all’icona forse più nota dell’immaginario collettivo. Da Andy Warhol a Seward Johnson, da Valentina De Martini a Pablo Echaurren, da Ludmilla Radchenko a Mimmo Rotella, artisti le cui opere verranno esposte a giugno, mese della nascita dell’attrice, a Roma in Palazzo Wadekind e ad agosto, a cinquant’anni esatti dalla scomparsa, a Miami nella sede della galleria a Coral Gables. roma LUX in arCana. L’arCHiVio SEGrEto VatiCano Si riVELa musei cAPitolini, fino A settembre Realizzata in occasione del IV° Centenario della fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano, la mostra illustra la nascita e il funzionamento dell’archivio dei papi, con l’obiettivo di rendere visibile le fonti, ovvero i fondamenti su cui basa la storia. Documenti rari e preziosi, mai usciti dalla città pontificia, sono esposti nelle magnifiche sale dei Musei Capitolini ed offerti al pubblico nella loro unicità. Cento documenti scelti tra codici, pergamene, filze, registri e manoscritti che vanno dal VIII secolo al XX, presentati al pubblico per la prima volta nella storia, testimoni degli intrecci e dei legami tra Roma e il Papato e tra questi e l’Italia, l’Europa e il mondo intero. www.luxinarcana.org aVanGUardiE rUSSE museo dell’ArA PAcis, fino Al 2 settembre Mostra essenzialmente didattica: settanta opere, provenienti dai più importanti musei russi, sono esposte in otto sezioni che vedono protagonisti Kazimir Malevich, Vasilij Kandinskij, Marc Chagall, Mikhail Larionov e Natalia Goncharova, Fante di quadri, Cubofuturismo, Astrattismo, Costruttivismo. L’esposizione, ricca dell’installazione dell’artista Pablo Echaurren e di alcuni video illustranti il contesto storico in cui le avanguardie russe nacquero, mira a sottolineare l’influenza che questi movimenti ebbero sullo sviluppo delle arti nel ventesimo secolo, dalla pittura, alla musica, al teatro, alla poesia e al cinema. www.arapacis.it di Laura Mocci sAbAto 7 luglio, trA i filAri del PArco Artistico orme su lA court, ‘Humor in vignA’ AccenderÀ di Arte e buon umore le colline cHe cullAno lA migliore bArberA di micHele cHiArlo Torna l’estate, e con il sole e il caldo a baciare le viti già cariche di grappoli presto maturi, torna l’appuntamento con l’arte, la musica e, naturalmente, il vino, nel consueto evento che anche per questo 2012 l’azienda vitivinicola Michele Chiarlo è felice di poter annunciare si terrà nel parco artistico di La Court, zona privilegiata della sua migliore Barbera. Sono pochi, ormai, quelli che ancora non conoscono questa collina, immersa tra i pendii di Castelnuovo Calcea in provincia di Asti, scelta dalla nota azienda di vini pregiati, ormai diversi anni fa, per farne il luogo privilegiato in cui la tradizione del produrre vino sposasse l’arte e regalasse un esempio diverso e innovativo per vivere davvero il territorio astigiano. Tra le piante di Barbera ordinatamente distese al sole e le tante installazioni artistiche che le costellano, realizzate da diversi artisti famosi, primo tra tutti Lele Luzzati, il prossimo 7 luglio 2012 prenderà vita la grande festa che, una volta all’anno, accende la collina di luci, musica e sapori. Il tema scelto per fare da filo conduttore alle iniziative pensate per quest’anno è l’allegria: “Humor in vigna. Risate tra i filari” è, infatti, il significativo titolo ufficiale dello show che dalle ore 21 aprirà il Parco Artistico a tutti gli amici, gli appassionati e i curiosi che decideranno di regalarsi una serata diversa. Ad accompagnare musicalmente la presentazione di “Orme 2012” ci saranno la Banda Osiris ed Erminio Macario. Passando poi dalla magia dalla musica a quella della pellicola, il momento “Humor in pellicola” regalerà sorrisi al cinema sotto le stelle sull’aia di Cascina Castello. Nei siti dedicati ai quattro elementi, ognuno con la sua importante e bellissima installazione ispirata alla terra, l’aria, l’acqua o il fuoco, l’iniziativa “Sorrisi tra i filari” offrirà schegge di umorismo interpretate e messe in scena da diversi attori e cabarettisti. Non mancherà, inoltre, una mostra: “Vignette in vigna”, con i memorabili comics firmati da Giannelli. Dalle 24 alle 2 di notte, infine, musica da ballare con il DJ set by Andrea Margiotta. Naturalmente, tutti questi eventi saranno accompagnati dal vero “padrone di casa”, il vino di Michele Chiarlo, offerto nel Wine Bar insieme ad alcuni dei prodotti tipici del Piemonte più autentico, distribuiti in diversi punti di assaggio appuntamento, dunque, il 7 luglio, al parco artistico Orme su La Court, a Castenuovo Calcea, tra cascine, vigneti, e assaggi di arte e vino, per una serata da ricordare. Cascina La Court, Castenuovo Calcea (at) tel. 0141 769030 - orma@lacourt.it 74 75 M AGA ZINE M AGA ZINE Conversazione con Alberto Ciarla: la cucina, l’arte, la passione lo storico chef romano, ci racconta la sua vita oggi, non più dentro a un ristorante ma in giro per il mondo, impegnato ancora a studiare, conoscere, insegnare di Antonella De Santis - ph Matteo Montaperto e Maurizio Pepe A A lberto Ciarla, iniziamo da due anni fa, ovvero da quando ha deciso di uscire dalla cucina del suo ristorante: non le manca un po’ quella vita? Mi mancano i clienti, il rapporto che si instaura con loro, anche se con molti c’è un’amicizia che continua ancora oggi. Non mi manca la cucina, che continuo a praticare in un altro modo. Ci racconti come Mi dedico alla formazione, cosa che facevo già prima. Fare formazione significa investire sul futuro, anche se pare che l’Italia se ne dimentichi. Addirittura siamo multati dalla comunità europea perché non presentiamo progetti didattici. Quindi oltre a non ricevere i finanziamenti, che pure ci sarebbero, abbiamo anche delle penali da pagare. Un paradosso che nasce da un problema politico. Ci sono degli istituti pubblici, ma sono pochi; servono progetti, strutture, coinvolgimenti ministeriali. Abbiamo bravi cuochi, con grandi capacità pedagogiche, ma raramente rientrano nelle scuole statali. Cosa è cambiato nella formazione degli chef? Una volta c’erano poche scuole, la cucina era quella di tradizione, robusta, verace, e i ristoranti soprattutto a gestione familiare. Oggi i giovani cuochi fanno esperienza all’estero, conoscono strutture di tipo diverso e anche in Italia c’è una grande evoluzione. gourmet 76 M AGA ZINE Quali sono le conoscenze basilari per un cuoco? La materia prima, che in Italia è di altissima qualità e varietà, il modo di lavorarla e le tecniche di cottura. Questa è la base della cucina in qualunque paese, anche se magari cambiano alimenti, tecniche e tradizioni. Noi siamo molto legati alla nostra, e in Italia tutti (o quasi) sanno cucinare. All’estero ci si confronta con realtà diverse, e questo è fondamentale in ogni professione. Parliamo delle materie prime Sono la base. A volte si legge che la specialità di un ristorante è il pesce fresco. Non è la specialità di uno, ma un obbligo di tutti! Comunque oggi c’è maggiore consapevolezza e qualità, per esempio ci sono (di nuovo) allevamenti allo stato brado, le norme igienico sanitarie sono molto più rigorose di prima... basti pensare a quando si uccideva il maiale... E come sono cambiate le cucine? Ci sono stati enormi progressi, oggi ci sono macchinari supertecnologici per la cottura e la conservazione. C’è un’evoluzione continua e ogni scoperta ha una grande importanza. Il sottovuoto, per esempio, è una scoperta degli anni ‘70 che solo oggi si utilizza al meglio. E il pubblico è cambiato? Moltissimo. È informato, curioso, molto più disponibile a sperimentare e provare anche cucine diverse da quella italiana. Come è cambiata nell’immaginario comune la professione dello chef? Una volta le maestre dicevano a chi non aveva voglia di studiare di andare a fare il cuoco, era una professione umile, se non umiliante. Oggi capita sempre più spesso di trovare giovani laureati nelle scuole di cucina. Tutta l’attenzione mediatica ha aspetti positivi, per esempio un grande traino verso tutta la categoria, ma anche negativi, con colleghi poco competenti che spesso fanno più male che bene a questa professione, lasciando passare immagini e informazioni distorte. Volendo sintetizzare: ci sono cuochi che cucinano, cuochi che cuociono, cuochi mediatici, che fanno piatti straordinariamente belli, e quelli ladri, fenomeni di costume che non durano. Chi trascina riesce anche a dare la carica ai colleghi. Anche lei lo è stato in qualche modo... Più che altro ho portato delle cose nuove, per esempio sono stato il primo in Italia a fare un intero menu di pesce crudo. Allora, parlo di anni ‘70/80, non si usava. Ero in Perù per accompagnare delle immersioni (sono da sempre appassionato di pesca subacquea), ho assaggiato il cevice peruviano e l’ho portato qui, italianizzandolo. Anche in questo caso la conoscenza di un’altra tradizione è stata la chiave per conoscere e fare cose nuove. Tornando alla sua vita da ristoratore... ci sono state esperienze che ricorda particolarmente? La più grande, letteralmente, è stata una cena da 7000 posti all’aeroporto di Fiumicino. Ma ci sono stati eventi per le Olimpiadi e cene in ogni parte del mondo. Bellissime esperienze. E come cliente? Beh le prime cene da grandi chef sono indimenticabili, soprattutto in Francia, Sono stato alla scuola della camera di commercio francese, per la quale sono poi stato consulente per la cucina italiana, e ho conosciuto i grandi dell’epoca, con tantissimi anni di grande esperienza alle spalle. Ma lei non è solo uno chef, ha tantissime altre passioni Sono in continuo movimento, ho porgetti, interessi, curiosità. La scultura è una di queste. Faccio lavori a cera persa, in acciaio, pasta vitrea. Ho fatto moltissime esposizioni. Tra i miei temi preferiti i pesci... l’amore per il mare continua Profum i d i prim avera 78 M AGA ZINE 79 M AGA ZINE crudo di pesce Come è cambiata la sua via da quando non è più al ristorante? A Velletri, dove vivo, ho trasformato la casa di famiglia in una abitazione-studio-officina. Qui elaboro i miei progetti e li realizzo. Sono anche progetti legati al cibo, naturalmente. A breve aprirà una scuola di cucina al Parco Leonardo di Fiumicino, un’accademia enogastronomica per amatori e professionisti con l’ente per il turismo. Ho anche altri progetti, ma ora ho più desiderio di progettare che di investire, lascio ad altri quel compito. Poi c’è il vino... Sono stato praticamente nato nel vino, sono stato presidente nazionale e vice mondale dell’AIS. Ai suoi albori. A Velletri ha anche la campagna? Per quello ci pensa mia moglie! Un consiglio per chi vuole crescere nella professione di chef? Leggere, studiare, avere curiosità. Ogni pagina letta è una conquista per il futuro. E non solo per il cibo ◆ http://www.youtube.com/watch?v=HvEIHT4W_go Eviscerare il pesce e sfilettarlo in due mezzane, togliere tutte le spine, la testa, la pelle senza togliere le squame, vi faciliterà la filettatura. Tagliare delle lamelle sottili cominciando dalla zona più spessa vicino la testa. Ponetele su di un piatto dove avrete spolverato del sale, spruzzate del succo di limone o lime, a lambire il pesce. Aggiungere le cipolle affettate molto sottili e peperoncino fresco. Coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno mezz’ora. Finita la marinatura condite con olio extravergine e qualche fogliolina di prezzemolo e servite. U spaghetti al crudo di pesce Ingredienti per 4 persone 300 g di spaghetti 300 g di cebiche (pesce marinato) 1 rametto di rosmarino olio extravergine prezzemolo Lessare gli spaghetti. Metterli in un piatto e condirli con il cebiche riposato. Condire con rosmarino, olio e una spruzzatura di prezzemolo. promo C’è un’affinità tra queste due attività? In entrambe metto la mia manualità, la curiosità, la voglia di esprimermi e di conoscere. Ma non mi fermo qui: ho brevettato un motorino elettrico, scritto delle commedie musicali, costruito un trimarano negli anni ‘80, con il quale è stata fatta una traversata. E torna di novo il mare. Sono però più trainato dalla sfida con me stesso, una volta realizzato ciò che ho in mente spesso perdo interesse. Ingredienti per 4 persone 1 kg di Spigola, di Ombrina oppure di Corvina o Dentice 2 cipolle rosse di Troppa il succo di 2/3 limoni o lime sale fino olio extravergine di oliva peperoncino fresco prezzemolo tritato ltimo giorno di scuola. E poi? Poi arriva l’attesa per le vacanze, quelle vere con il lungo viaggio, e tutto il resto. Nel frattempo però i cuccioli di casa hanno bisogno di allontanarsi dalla città e respirare aria buona, almeno per qualche giorno. E se non ci sono nonni da andare a trovare, ci possono essere piccole vacanze a portata di macchina. Pochi minuti ed ecco un parco in cui trascorrere qualche giornata, svegliandosi tra gli aromi della campagna in fiore. Immerso nella natura, il Veio Resident permette di vivere momenti di vacanza senza lunghe trasferte. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un trasloco o una ristrutturazione, o per chi si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena fuori porta o chi decide che, pur non volendosi allontanare completamente dalla propria rete di amicizie, impegni e abitudini, preferisce svegliarsi nella natura, tra animali, laghetti incontaminati e il fruscio degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore inglese. Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme, fax, parcheggio, lavanderia, servizio di recapito posta... e un giardinetto privato davanti all’ingresso, dove godere di una dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città, collegati anche mediante una navetta che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile. resort veio residence resort Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207264 - +39 0630361782, Fax +39 0630363148 veioresidence@tiscali.it www.veioresidence.com IN ItaLIa (QUasI) COmE IN GIappONE INtErVIsta a hIrOKO sasaKI, patrON DELLO stOrICO rIstOraNtE rOKKO gourmet promo N N el centro di Roma, c’è un piccolo angolo Giapponese, dove una gentile signora da il benvenuto indossando un elegante kimono ed esprimendosi in perfetto italiano. È Hiroko Sasaki, che accoglie l’ospite nel ristorante Rokko, inaugurato da lei e dal marito Toru nel 1991 e trasferito nella sede attuale due anni fa. Prima, negli anni ’60, i suoi genitori ne gestivano un altro, figurando fra i pionieri della ristorazione nipponica nella capitale. “Sono nata in Italia, ma sono tornata in Giappone a studiare, vivendo lì per gli anni dell’università, e poi sono rientrata a Roma”, racconta la proprietaria. È qui che ha aperto in via Rasella il primo ristorante insieme al marito, che oggi è ancora più centrale, in passeggiata di Ripetta. Il locale prende il nome dal monte che sovrasta Kobe, in onore del padre di Hiroko, nativo della città. È ampio, arredato in uno stile essenziale e raffinato che ripropone l’atmosfera rarefatta e rilassante degli ambienti giapponesi. È strano, in quest’oasi rilassatamente accogliente, sentir dire ad Hiroko che la principale differenza nel quotidiano fra Italia e Giappone è data dal ritmo della vita: “In Giappone va tutto più veloce”. A noi di questo affascinante paese arriva invece soprattutto la ritualità del cibo, che non a caso è ormai diventato una tendenza. Fra le molte pietanze, “quella che più facilmente incontra il palato italiano è la tempura - spiega - perché è un fritto molto delicato, vicino a gusti a cui si è abituati. Per il crudo invece, nonostante sia oggi una moda, si incontrano ancora delle resistenze”. Ma il menù di Rokko non si limita a questi due piatti: “anche gli udon - gli spaghetti a base di farina di grano serviti in brodo -, sono decisamente apprezzati, e ormai molti clienti hanno imparato a sorbire tutto il brodo fino alla fine, come si fa da noi”. Mangiare come in Giappone dunque si può? Si, anche se con qualche limitazione: “l’acqua di Roma, ad esempio, è molto calcarea e alcuni brodi chiari ne risentono. Inoltre alcuni alimenti, come ad esempio il fugu - pesce palla -, non sono assolutamente reperibili”. La maggior parte degli ingredienti base arrivano comunque sul mercato tramite distributori, anche se qui da Rokko si preferisce l’importazione diretta. Spaghetti, miso, soya, sake, te, alghe, wasabi… tutto arriva in Italia espressamente per il ristorante, tranne il riso, che viene addirittura appositamente coltivato nella zona di Vercelli. Si tratta della varietà proveniente da Akita e viene esportato nelle principali comunità giapponesi d’Europa. È poi lo chef Takehisa Haraguchi, da sempre a capo della cucina del ristorante, a lavorare quotidianamente queste materie prime per la soddisfazione dei clienti storici e dei molti nuovi, che arrivano a gustare i menù fissi e i bento (classico pasto take away) del pranzo o l’ampio menù alla carta serale. Itadakimasu. DC il giappone nel cuore di roma Passeggiata di Ripetta, 15 - 00186 Roma Tel. +39 063223414 info@ristoranterokko.com www.ristoranterokko.com 82 83 M AGA ZINE M AGA ZINE ACQUA E SEMOLA Semplice e genuino il prodotto più rappresentativo della cucina nostrana: la pasta gourmet di Antonella De Santis - ph La Fabbrica della Pasta di Gragnano Farfalle, tonno fresco e cetrioli Ingredienti per 4 persone 280 g di farfalle (pasta di gragnano) 250 g di tonno fresco 150 g di cetrioli 100 g di pomodoro passato 100 g di pomodoro concassé 10 g di prezzemolo 4 foglie di basilico uno spicchio d’aglio 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato sale qb S S e vi dico acqua e semola di grano duro a cosa pensate? Certi della vostra risposta questo mese vogliamo parlarvi di uno dei cibi più semplici e naturali della nostra tavola: la pasta. Vanto e pregio della cucina mediterranea. Niente conservanti, né coloranti, solo questi due ingredienti... e poi tempo, passione e tanto gusto. Partiamo dalla materia prima: la semola, che si ottiene dalla parte centrale del chicco di grano. Il grano duro (più lucido e allungato e ricco di proteine, tipico dei terreni assolati del sud), viene macinato in cilindri rotanti che permettono la separazione del germe - la parte in cima del chicco, ricca di proteine, l’organo riproduttivo del grano - poi lavorato e quindi riunito alla semola. Il grano tenero cresce nei terreni umidi del nord italia e si lavora con una tecnica che frantuma il chicco: il germe, irrecuperabile, viene poi eliminato con la crusca. Una semola di qualità ha un alto tenore proteico. La semola, una volta macinata, viene impastata con acqua purissima, che lega amido e proteine, si inizia così a formare il glutine: una rete proteica che funziona da legante e trattiene gli elementi nutritivi nella pasta. Continua la lavorazione (gramolatura) che rende l’impasto omogeneo ed elastico. Le celle per l'asciugamento della pasta lunga Una volta pronto l’impasto si danno alla pasta i diversi formati attraverso la trafila. Si tratti di penne, spaghetti o rigatoni, è fondamentale utilizzare trafile di buona qualità: il bronzo perdona alla pasta porosità e ruvidezza. C’è anche chi - il pastificio abruzzese Verrigni - utilizza trafile in oro, per un risultato del tutto particolare. Una volta ottenuti i molti e molti spaghetti (o paccheri o fusilli, fate voi) si passa all’essiccazione con una esposizione all’aria calda, per ridurre la percentuale d’acqua contenuta, dal 30% al 12,5% massimo, e rendere il prodotto conservabile. L’essiccazione è una fase molto delicata e varia da pasta a pasta, arrivando per alcuni formati anche a 60 ore. Il tempo garantisce la conservazione dei principi nutrizionali, perché un’essiccazione veloce, ad alta temperatura, intacca la struttura della pasta diminuendo la digeribilità dell’amido, oltre a comprometterne colore, profumo, sapore e tenuta durante la cottura. Quando si acquista la pasta si dovrebbe vedere in controluce la grana grossa della semola, ma l’aspetto deve essere liscio, quando si spezza deve dare un suono secco. E, ovviamente, inodore. Scelta la nostra pasta non resta che cuocerla, in abbondante acqua (salata solo al momento in cui inizia a bollire, pena dei tempi di attesa più lunghi) almeno 1 litro per ogni etto di pasta, la temperatura dell’acqua durante la cottura deve rimanere costante, cosa più semplice nei grandi quantitativi. Durante l’ebollizione la pasta si muove continuamente, assicurando una cottura omogenea. Durante la cottura, grazie all’alta temperatura, l’amido assorbe acqua, si gonfia fino a rompersi disperdendosi nell’acqua, mentre il glutine tende a impedire questo processo. In un prodotto di scarsa qualità l’amido si scioglie quasi completamente, con un risultato colloso e molle, mentre l’acqua risulta torbida. La cottura è al dente quando all’esterno la pasta è tenera ed elastica mentre al centro rimane tenace. In questo modo si assicura una maggiore digeribilità, perché la rete di glutine trattiene l’amido, rendendolo gradualmente assimilabile ed evitando picchi glicemici durante la digestione. È buona regola da non dimenticare che una buona pasta non si rompe, non si ammassa, né incolla. Raffreddare la pasta passandola sotto l’acqua fredda significa togliere lo strato di amido che lega con i sughi, quindi fatelo solo per piatti freddi, come le insalate. Pelo i cetrioli, li taglio a metà e con uno scavino li privo dei semi centrali, che sono piuttosto indigesti. Li taglio a dadini molto piccoli, condisco con due cucchiai d’olio, un po’ di sale e lascio riposare per dieci minuti. In una casseruola faccio un fondo col rimanente olio e l’aglio tritato e faccio cuocere. Mentre questo si cuoce taglio il tonno a dadini e lo aggiungo al fondo. Lascio colorire, quindi unisco il passato di pomodoro e continuo la cottura per altri dieci minuti. Aggiusto di sale. Cuocio la pasta e, nel frattempo, metto nella salsa il pomodoro fresco, il basilico e lascio riprendere il bollore. Poi spengo, lascio raffreddare un po’ e vi aggiungo i cetrioli scolati dell’acqua che hanno prodotto durante il riposo, evitando di farli cuocere per preservare il contrasto fresco-caldo che producono. Scolo la pasta, la condisco con la salsa e rifinisco con il prezzemolo tagliato al coltello. 84 M AGA ZINE ‘A pasta GraGNaNO, DUE GIOrNI pEr FarE IL pUNtO sULLE ECCELLENzE artIGIaNaLI DI UNO DEI prODOttI sImbOLO DEL maDE IN ItaLy U U La Fabbrica della Pasta di Gragnano produce da tre generazioni, con i dettami e i segreti dell’alta tradizione pastaia di famiglia, impastando, dolcemente, con maestria e pazienza, la migliore semola di prima estrazione, con l’acqua della secolare sorgente “Imbuto” utilizzata fin dal XV secolo. Solo trafile in bronzo e un asciugamento lungo e delicato a bassa temperatura. Una piccola produzione di grande qualità... Dove e quando sia nato questo alimento è ancora una vicenda controversa, ma già in alcune pitture murarie etrusche si trovano immagini di attrezzi per la preparazione di pasta fresca, e anche l’ipotesi di un’origine cinese non ha riscontri certi: nel XIII secolo, all’epoca di Marco Polo, la pasta era già diffusa in Italia. Sembrerebbe più credibile che la pasta secca sia arrivata in Sicilia dal Medio Oriente dopo l’invasione araba, da lì in poi l’Italia ne è diventata la patria adottiva, con moltissimi produttori, soprattutto nel napoletano. Già nel ‘500 Gragnano era conosciuta come la patria della pasta di grano duro. In tempi recenti, nel 2010 ha avuto il riconoscimento col marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) che ne identifica caratteristiche e provenienza: semola di grano duro e acqua locale (povera di calcio) sono i fattori basilari di questo prodotto che deve essere lavorato all’interno del comune di Gragnano. Trafila in bronzo ed essiccazione tra i 40 e gli 80 gradi, da 6 a 60 ore, raffreddamento e confezionamento, in sacchetti o scatole in materiale riciclabile, chiudono il processo produttivo svoltosi rigorosamente in loco. Queste le caratteristiche di uno dei nostri prodotti di maggior pregio ◆ n importante appuntamento (organizzato insieme alla testata online Gazzetta Gastronomica) che vuole essere un momento di festa ma anche di approfondimento per salvaguardare la qualità artigiana e capire insieme a produttori, chef, nutrizionisti, giornalisti, quali sono le problematiche di questo settore, quali le soluzioni, quail le caratteristiche da tutelare e in che modo. Si parla, ci si confronta, si conosce, si impara, si visitano i pastifici. E poi si gusta, sabato 23 in una grande festa di piazza con una tavolata popolare, perché la pasta è soprattutto sinonimo di convivialità. In scena, dietro ai fuochi, grandi chef campani: angelina Ceriello (‘E curti), michele De Leo, agostino Iacobucci, Giuseppe Iannotti (Kresios), antonio pisaniello (Locanda di Bu), pasquale torrente (Il Convento), raffaele Vitale (Casa del Nonno 13). Il giorno successivo, ancora una grande cena, questa volta al Bikini di Vico Equense, con gli chef stellati alfonso Caputo della Taverna del Capitano di Marina del Cantone, alfonso Iaccarino del Don Alfonso di Sant’Agata sui due golfi, tonino mellino del ristorante Quattro Passi di Nerano, aimo e Nadia moroni del Luogo di Aimo e Nadia di Milano e mauro Uliassi, del ristorante Uliassi di Senigallia. Protagonisti dell’evento i migliori pastifici gragnanesi: La Fabbrica della pasta, D’Apuzzo Sebastiano, Faella, Gentile, Le antiche tradizioni di Gragnano, Le stuzzichelle, Pastificio dei campi, Pastificio Di Martino, insieme a una selezione di pastifici italiani tra i quali il Pastificio Felicetti di Predazzo (TN) e il Pastificio Spinosi di Campofilone (FM). ‘a pasta Antonio “il Pastaio” La Caccavella è uno dei numerosi brevetti del pastificio, invenzione di Antonio “il Pastaio”, valore aggiunto, custode di preziosi segreti tramandati da tre generazioni per la produzione della “Vera” Pasta di Gragnano! La Caccavella è un formato di pasta monoporzione, del peso netto di 50g e dal diametro di 9cm, il formato più grande al mondo. La Fabbrica della pasta di Gragnano Il primo pastificio di Gragnano certificato IGP www.lafabbricadellapastadigragnano.it Gragnano 23 e 24 giugno Info e prenotazioni: posta@gazzettagastronomica.it A Roma, nona edizione per l’enogastronomia dal nord al sud Strutturato, frizzante, barriccato, maturo, morbido… Le immagini che rallegrano la città da qualche tempo mostrano il carattere di alcuni vini. Che come persone, sono da conoscere, capire, apprezzare. Questo si propone di fare Vinòforum, la rassegna che, ormai da quasi due lustri, porta sulle rive del Tevere una lunga serie di produttori e una altrettanto lunga lista di eventi. Uno spazio dedicato al gusto e alla cultura enogastronomica che non manca di includere appuntamenti di intrattenimento. Oltre 2500 etichette e molti prodotti gastronomici, degustazioni guidate, food show, ed eventi: Cantine da Chef, con importanti protagonisti del settore che cucinano dal vivo, ognuno in abbinamento ad alcune importanti aziende vitivinicole; Eccellenze: verticali e degustazioni guidate di grandi vini. L’arte del bere Giusto - Corso sul Vino in 5 Lezioni, e una serie di degustazioni organizzate dall’aIL, l’associazione Italiana sommelier. GLI appUNtamENtI DI CaNtINE Da ChEF Venerdì 1° Biondi Santi e Arcangelo Dandini (L’Arcangelo), sabato 2 Banfi e Emanuele Maggio (Brò Portaportese), Domenica 3 Petra e Romano e Iside (La Parolina), mercoledì 6 Pommery e Andrea Fusco (Giuda Ballerino), Giovedì 7 Centopassi e Filippo La Mantia, Venerdì 8 Contadi Castaldi e Patrizia Mattei e Fundim Gjepali (Antico Arco), sabato 9 Falesco e Davide Del Duca (Osteria Fernanda), Domenica 10 Quintodecimo e lo Chef Enrico Pierri (Il SanLorenzo), Lunedì 11 Ruinart e Anthony Genovese (Il Pagliaccio), mercoledì 13 Saiagricola e Antonio Sciullo (La Tacita), Venerdì 15 Afriwines e gli Chef di A tavola con lo chef GLI appUNtamENtI DELLE ECCELLENzE Lunedì 4 Tenuta dell’Ornellaia, martedì 5 Castello di Fonterutoli Siepi, Lunedì 11 Bordeaux a Vinòforum, martedì 12 Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, Giovedì 14 I grandi vini di Borgogna, sabato 16 I vini di Giorgio Rivetti, Domenica 3 giugno, ore 20.30 G.H. Mumm Prestige con Riccardo Di Giacinto (All’Oro), mercoledì 6 giugno, ore 20.30 Cantina Cecchi con Cristiano Tomei (L’Imbuto) Lungotevere Maresciallo Diaz (Farnesina) - Roma 1 - 16 Giugno www.vinoforum.it 87 wine M AGA ZINE FLaUtO maGICO: IL brUNELLO CrEsCIUtO asCOLtaNDO mOzart C caRlo cignozzi speRimenta al paRadiso di fRassina la musicateRapia applicata ai vigneti. nel 2013 i Risultati delle RiceRche scientifiche peR conosceRe gli esiti della biosonoRità C di Monia Innocenti hi almeno una volta, tornando a casa dal lavoro, non si è rilassato sul divano accendendo la musica e stappando una delle bottiglie migliori per allontanare la stanchezza e concedersi un po’ di relax? Musica e vino sono amici da sempre, questo è noto, meno conosciuto è il fatto che le note non fanno bene solo a noi, ma anche al vino. La musica sembra infatti avere effetti inaspettati: foglie e frutti prosperano più abbondanti, i grappoli maturano precocemente e le viti appaiono più resistenti ai parassiti. Non ci credete? È quanto sta sperimentando Carlo Cignozzi con il progetto Musica&Vigne nel suo Vigneto di Mozart. Avvocato di Milano, Carlo a sessant’anni decide di lasciare la professione per stabilirsi in Val d’Orcia, da cui era stato conquistato trent’anni prima. Al Paradiso di Frassina, il podere che ha acquistato a Montalcino, pratica la musicoterapia applicata alle vigne. “Ho sempre pensato che la musica fosse benefica per gli umani, gli animali e le piante… ma solo quando percorsi per la prima volta su una cabriolet il sentiero del Paradiso, ascoltando un cd di Mozart, ho avuto l’illuminazione finale: qui crescerò le mie vigne con la musica!” Carlo, già proprietario con alcuni amici della Tenuta di Caparzo, nel ’98, dopo la vendita, si dedica a tempo pieno alle vigne acquistando da solo il Paradiso di Frassina. Restaura inizialmente il podere, risalente all’anno mille, e un attento recupero gli permette di riportare gli antichi vigneti, le vecchie cantine e la rustica dimora all’antico splendore. La parte abitativa è oggi punto di incontro per chi vuole assaporare la magia di questi luoghi e rigenerarsi lo spirito godendo di una splendida vista su colline seminate a pascoli, wine bosco, oliveto e vigneto e ascoltando le melodie di Mozart. Quando arrivate al Paradiso, infatti, vi sentite immersi a tutto campo nelle armonie del celebre compositore che si perdono tra i filari delle vigne e delle colline avanti a voi. Il progetto Musica&Vigne viene in mente a Carlo grazie ad un viaggio in Brasile e ad un rito sciamanico che gli indica la strada: “Nel sogno ero disteso ai bordi di un vigneto con grappoli intensi e maturi. Li vedevo pulsare ed ingrandirsi al passare di uccelli colorati che emettevano suoni melodiosi”. I vigneti di Mozart fanno il giro del mondo e nel 2005, dopo il programma USA “Goodmorning America”, il guru del suono Amar Bose, fondatore dell’omonima azienda di Boston, incuriosito dalle ricerche di Carlo, manda dei tecnici per impiantare 56 altoparlanti Bose che diffondono l’opera omnia del maestro Mozart giorno e notte. Da questo vigneto nasce un Brunello particolare: “Flauto magico“, primo vino al mondo ad essere cresciuto completamente tra le armonie del compositore. Dal 2006, inoltre, Bose decide di sponsorizzare le ricerche dell’Università di Firenze e Pisa per studiare sia in campo che in laboratorio gli effetti positivi delle onde sonore sull’apparato radicale, fogliare e floreale delle viti, con particolare attenzione all’effetto repulsivo delle stesse su parassiti e predatori dell’uva. “I riscontri e i dati scientifici sulle ricerche delle Università sono secretati sino alla fine del 2012. L’anno prossimo i risultati verranno pubblicati su una rivista scientifica di importanza internazionale”, ci informa Cignozzi. “Per ora posso dire solo che gli effetti del suono sono, grossomodo, i seguenti: incremento dell’attività fogliare e radicale della vite, metabolismo accelerato della pianta, maturità precoce dei grappoli, incremento del tasso zuccherino e dei polifenoli nell’uva, giusta acidità nell’uva”. Carlo ha avuto momenti di scoraggiamento, di rabbia e di delusione perché il territorio e le istituzioni lo ostacolavano rendendo più difficile il lavoro. Ma non ha mai rimpianto le sue decisioni o pensato di aver fatto un errore. “Mi mancano il caos e la biodiversità umana della città” conclude ma la biosonorità, avanguardia del biologico, è ormai la sua vita ◆ Il Paradiso di Frassina mette a disposizione 3 appartamenti di charme, tutti dotati di cucina, per soggiorni minimi di due notti e prezzi particolari per soggiorni di una settimana o superiori. Bambini da 0 a 5 anni gratis, da 6 a 10 anni il 50%. Possibile prenotare anche degustazioni e visite alle cantine in un’atmosfera musicale unica ed esclusiva. Tel. 0577839031 - 3299444763 www.alparadisodifrassina.it NON C’È FUstO sENza spINE cuRiose e decisamente vaRie, le piante gRasse si possono anche collezionaRe P P iante piuttosto misteriose, non se ne è potuta tracciare una storia per l’assenza di fossili: non si sa quando sono apparse sulla terra né se ne conoscono con precisione le varietà, in quanto ne vengono scoperte sempre nuove: le succulente (è questo il termine corretto) raccolgono specie appartenenti a diverse famiglie botaniche, accomunate dalla capacità di ritenere liquidi nei tessuti. La maggior parte si trova nel deserto del Sahara e del Gobi (Asia), nel deserto della Namibia (Africa) e sui pendii delle Ande (Cile e Perù). Non solo desertiche, dunque, ma anche tipiche di alta montagna e condizioni estreme in genere, queste piante vantano spine, fiori e foglie tra i più particolari, frutto dell’indispensabile adattamento climatico. Le forme più conosciute sono quelle delle cactacee, la cui principale caratteristica è l’apparato radicale profondo, dovuto alla ricerca d’acqua in zone particolarmente aride. Il termine generico di “cactus” deriva dal greco “Kaktos = pianta spinosa”: sono infatti quasi tutte prive di foglie (tramutate appunto in spine per limitare la traspirazione) e la fotosintesi clorofilliana avviene grazie al fusto, che può assumere forme e dimensioni molto varie. Piuttosto diffuse sono anche le crassulacee, la famiglia più ricca di specie (oltre 3000), diffuse in tutto il mondo ad eccezione di Australia e Polinesia, apprezzate per la loro bellezza e per la semplicità di coltivazione. Molto bello anche il genere dell’aloe (aloacee) originario dell’Africa, del Madagascar e dell’Arabia, con il fiore a grappolo rosso corallo o giallo intenso. D “D di Donatella Codonesu Il nome deriva probabilmente da una parola orientale che significa “amaro”, ed è una pianta conosciuta fin dall’antichità per le sue molteplici capacità terapeutiche, che la identificano come pianta dell’immortalità (le prime testimonianze risalgono al 2.200 a.C.). Il suo succo veniva utilizzato come digestivo già nella cultura assiro-babilonese, in Egitto era tra le sostanze per l’imbalsamazione e ancora oggi, piantata davanti alla porta di casa, l’aloe assicura lunga vita e felicità. Ippocrate (460-337 a.C.) ne elenca le proprietà antinfiammatorie, rigeneranti e antisettiche, mentre la medicina tibetana e quella ayurvedica la usano tutt’oggi per i loro preparati. Tra le molte varietà delle succulente figura infine anche l’agave (agavacee), che raggiunge la maturità fra i 10 e i 30 anni d’età, quindi poeticamente fiorisce un’unica volta in tarda primavera e poi muore. Conosciuta in tutto il mondo, è una bella pianta ornamentale ma le sue foglie sono anche ricche di fibre utilizzate per produrre cordame e diverse bevande quali la Tequila, il Pulque ed il Mezcal. Finchè non raggiungono dimensioni eccessive, le succulente possono vivere bene in casa, sia in terrazzo che in salotto, disposte in eleganti composizioni che richiedono pochissime cure. L’importante è il terreno drenante e asciutto, l’irrigazione moderata e l’esposizione al sole. Se avete a disposizione un giardino assolato, il rock garden può diventare uno splendido espositore da collezione ◆ ottoressa, ho sognato di sdraiarmi, anzi di sprofondare in un campo di papaveri, che voleva dire tutto quel rosso, forse sangue…?” Forse, ma viste le proprietà soporifere di questo fiore scarlatto è più probabile che l’inconscio volesse suggerire al sognatore di rilassarsi, di farsi un bel sonno! “Che a te gli stanchi sensi non sciolga da papaveri tenaci Morfeo”, verseggiava il Parini. D’altro canto il colore solare dei suoi vellutati petali sembrerebbe avvalorare l’altra ipotesi. I papaveri, o rosolacci, che a tarda primavera insanguinano i campi di grano e le prode dei sentieri sono simbolo del Cristo quale Fiore sbocciato nello scarlatto e nella porpora del suo sacrificio. Sangue sì, ma simbolo di vita e di rinascita. Dal sacro al profano: una leggenda romana racconta come Tarquinio il Superbo per istruire il figlio all’esercizio del potere, fece abbattere con un bastone i papaveri più alti del suo giardino, spiegandogli con un’immagine simbolica che si dovevano eliminare prima di tutto i cittadini più autorevoli e potenti: gli alti papaveri della politica! Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti e tu sei piccolina… cantava Nilla Pizzi intorno agli anni Cinquanta. Forse si riferiva alla leggenda. In ogni caso, l’abbiamo visto tante volte, nei figli di Flora si integrano e armoniosamente convivono gli opposti. Peccato che per noi umani non sia così ◆ Giò Ristorante Caffè Tre sole lettere per raccontare un indirizzo che accoglie i suoi ospiti dalla colazione del mattino, con una proposta di lieviti e dolci fatti in casa, e li accompagna in ogni momento della giornata con gusto e grande attenzione alla materia prima. Selezioni di qualità, proposte fresche e golose, con uno sguardo alla migliore cucina di tradizione della nostra cucina e una cantina frutto di ricerca e passione. Dal pranzo veloce alla pausa caffè, fino all’aperitivo, alla cena e ancora oltre. Dal mattino a sera, Giò è un indirizzo sicuro nel centro di Roma, ideale per trascorrere momenti di relax e gusto. photo by Sheila McKinnon piante del sogno Il Pa pavero Renata Biserni Psicoterapeuta-Psicodrammatista rbiserni@tiscali.it Giò Ristorante Caffè Via dei Filippini 4/7 - 00186 Roma - T/F +39 06 68301747 info@gioristorante.it - www.gioristorante.it “La Cucina” secondo Area10 Design Si sa che la casa è lo specchio dell’anima, si dice che per capire com’è una persona basta guardare la sua casa. Ogni stanza corrisponde a una parte di questa C C onsiderata per secoli il focolare, specialmente quello popolare, la cucina, è il luogo intorno al quale la sera si riunivano le famiglie per commentare i fatti del giorno, scambiare pettegolezzi e raccontare storie o favole. Proprio da quel luogo più comune della casa, che molte volte passa inosservato, che tutto avviene e ha origine. La cucina, il focolare domestico, la certezza della nostra casa. Anche le epoche più moderne non sono riuscite a calpestare un valore così importante, attribuito a questo luogo antico come il mondo. Per Area10 la cucina è creatività, una creatività che non ha limiti. Realizziamo cucine su misura sviluppando i progetti con la massima professionalità. Partendo da un concetto di personalizzazione, creiamo la cucina intorno a tutte le esigenze di ogni singolo cliente. Casse, schienali, ripiani, top: ogni elemento strutturale viene interpretato secondo una filosofia di prodotto che non ha eguali nel mercato. Legno, vetro, marmo, materiali tecnologici e all’avanguardia. Tutto è a misura d’uomo con una qualità domestica atta a migliorare la vita. La semplicità è un parametro fondamentale, seguito però da canoni di progettazione dal design raffinato e funzionale. Ci esprimiamo liberamente, permettendo a ciascuno di riconoscersi nella “propria” cucina, contemporanea e funzionale ◆ IL mOOD DELL’ambIENtE INtEGra DECOrI E FOrmE rIVIsItatI IN ChIaVE CONtEmpOraNEa di Vittoria di Venosa E Flaminia - Doppio zero by Paola Navone IL baGNO ImmaGINatO E ssenziale, elegante, etnico. E non solo! Le stanze da bagno ammirate al Salone internazionale del Bagno e a Home Spa Design 2012 sono elementi contraddistinti da un forte segno architettonico che ben si collocano anche al centro di un living. Azzardato? No! Anzi, mentre in tempi non troppo lontani il bagno era nascosto (infatti il termine water closet descrive compiutamente l’acqua chiusa) ora fa bella mostra di sé con proposte che interpretano la stanza da bagno come un benessere finalmente raggiunto. Non solo! Il bagno oggi è soprattutto un’area dedicata al wellness living e alle lounge spa design: in pratica una serie di percorsi emozionali che affascinano e invitano a scoprire le nuove forme del benessere e a percepire i nuovi sensi… in tutti i sensi! Il percorso inizia da Ceramica Flaminia, azienda leader del settore di alta gamma per gli arredi di questo ambiente, che ha invitato undici designer, differenti per personalità e nazionalità, a interpretare la stanza da bagno pensando a undici capitali internazionali. Ad esempio per Singapore il decoro del lavabo Doppio Zero pensato da Paola Navone, enfatizza per cultura e tradizione questa lontana e affascinante città del sud est Asiatico. Purezza delle forme e armonia di colori anche nella vasca da bagno Baia (design Carlo Colombo) che Antonio Lupi ha realizzato in Cristalplant, eclettico materiale che consente di essere plasmato e modellato in molteplici forme di puro design. design Antoniolupi - Baia by Carlo Colombo Duravit - Inipi B by Eoos Koh-I-Noor, nonostante il nome prenda origine dal famoso e puro diamante indiano koh-i-noor dal valore inestimabile, rinchiuso nella Torre di Londra come parte del tesoro della corona inglese, è un marchio tutto italiano che da oltre 80 anni realizza prodotti per la cura della persona e dal 1995 produce anche una divisione dedicata agli accessori bagno. Al Salone ha presentato PL Curve una serie di specchiere dagli spigoli arrotondati e con illuminazione frontale a luce calda, dalle forme romantiche un po’ retrò che ben si inseriscono in ogni ambiente, e non solo nella stanza da bagno. È invece tutta made in England la nuova e fascinosa collezione Cabrits in pratica una vasca-diva proposta da Victoria+Albert, azienda inglese nota per le linee ricercate e materiali originali. Cabrits, che prende il nome della penisola caraibica dei Cabrits, celebre per l’intatta barriera corallina e le sue foreste tropicali, è una vasca freestanding pensata per far vivere una vera esperienza sensoriale. È firmata dai due fratelli francesi Bouroullec, vere archistar del design internazionale, prodotta in Germania Victoria + Albert Cabrits Collection da Hansgrohe, famoso brand della cultura del bagno distribuito da tempo anche in Italia, Axor Collection, la nuova collezione modulare di lavabi che permette di personalizzare le funzioni del lavabo, ottimizzandolo in modo originale e funzionale. Con questa sintesi di fascino francese, tecnologia tedesca e imprinting italiano, conferma come il mondo sia ormai globalizzato. Da Teuco si sono viste innumerevoli soluzioni personalizzate dall’allure che dialoga tra il passato e presente, come la nuova collezione di arredo bagno Suit progettata da Matteo Nunziati e, sempre di Teuco, l’innovativo progetto Nauha, (nome finlandese che significa nastro) firmato da Angeletti Ruzza Design che rimanda a segni e forme pure, in cui le proporzioni dei volumi segnano il morbido confine tra materia ed emozione. Massima libertà espressiva e piacere infinito invece con la sauna Inipi B Super Compact realizzata da Duravit con la collaborazione del team di designer austriaci Eoos che si installa anche in un piccolo living per un wellbeing intimo, singolo o di coppia. Teuco - Nahua by Angeletti Ruzza Design Sotto il sole d el West 94 M AGA ZINE La stanza di David by N.o.w. Lab Day Dream Spa by Studio Bizzarro P Con Acqua Zone di Fantini, la doccia firmata da Franco Sergiani, i desideri si avverano: giochi d’acqua e di luci avvolgono la persona e la doccia si illumina grazie ai comandi elettronici e a sei diversi mood di acqua e di luci. Come resistere, infatti, al getto d’acqua che cambia colore, alla nebulizzazione dell’acqua e al mutare della emissione di luce in un’arcobaleno? Una doccia che offre un’armonia e una piacevolezza sempre più sofisticata… da provare subito! Stesse emozioni nelle proposte di Home Spa Design, showcase parallelo al Salone Internazionale del Bagno che si svolge al Magna Pars di Milano, situato nella trafficatissima via Tortona 15, vero fulcro della movida milanese. Il viaggio emozionale, ideato da Carlo Matthey di My Exhibition, ha visto diverse installazioni virtuali-reali tra cui spiccano le realizzazioni di Luca Scacchetti che con The Queequeg’s room (nome impronunciabile) ha decorato la sua virtuale stanza da bagno caricandola di forti segni per accompagnare la nostra nuda fisicità. È nuda anche la stanza di David che sottolinea lo spazio progettato da N.o.w. Lab di Pietro Gaeta dove esterno e interno confluiscono in un unico scenario: in pratica il palcoscenico dove un moderno, edonista e contemporaneo David abita il suo spazio come protagonista assoluto. Infine dal buio della notte ecco che sorge la Day Dream Spa, una stanza dei sogni realizzata dallo Studio Bizzarro & Partners. Un sogno fatto di onde (acqua) di pulsioni istintive (fuoco) di leggerezza e trasparenza delle piume (aria) per un’architettura che rimanda alla tranquillità e al piacere di vivere momenti di benessere tra mondo materiale e spirituale ◆ design Q LUXUry stONE P ura Pietra è una linea di design che si modella sulla cangiante pietra e ne racconta la poesia e la creatività. Tra i vari elementi d’arredo il progetto h2oc, firmato dalla designer Luciana Di Virgilio, unisce la metafora di sedimentazione e ricristallizzazione del marmo con la metafora a forma di cuore del lavabo come unico connubio di vita affettiva e spirituale della nostra privacy. Più intrigante il progetto Ciotole&Ombramagica pensato da Mario Mazzer che nasce dalla suggestiva immagine di due ciotole inserite l’una all’altra leggermente sfalsate. Motivo caratterizzante della collezione di lavabi e vasche da bagno è la diversa inclinazione delle stesse che, attraverso l’operazione di addizione, diventa un unico elemento. Nella vasca la maggiore inclinazione favorisce l’appoggio della schiena e della testa mentre nel lavabo questa particolarità è utile per ricavare un piano dove appoggiare il dispensersapone e fissare il rubinetto. In pratica: due ciotole che attraverso l’operazione di addizione diventano un’unica entità che si riflette una nell’altra come un’ombra magica ◆ www.purapietra.it Ciotole&Ombramagica promo Home & Spa Design Luca Scacchetti - Queequeg's room - area relax h2oc uando la voglia di avventura non si riesce più a trattenere è il momento adatto per rivolgere il proprio sguardo altrove, immaginando storie leggendarie di pionieri e praterie. Per chi ama lo stile dei cowboy il far west non è così lontano: una distesa verde con un bosco naturale e graziosi laghetti. Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci si arriva per un aperitivo al tramonto, si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati dall’atmosfera da film e dalla bellezza sorprendente di questo parco appena fuori dal caos della città. Un cancello segna il confine verso l’ovest, con un toro a grandezza naturale che accoglie gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei film di cow boy: la banca e la prigione (che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt, cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi originali che accompagnano in questo viaggio che parte dalla buona tavola. Il menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta selezione italiana e straniera da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e coscette di pollo. Una cucina robusta e saporita che non dimentica antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude in dolcezza, con crostatine e dolci caldi dello Chef, scaldati dalla stufa al centro dalla sala o ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui godere della vista incantevole del parco. WILD WEst - stEaK hOUsE Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207222 Aperto tutti i giorni dalle 19, sabato e domenica anche a pranzo Chiuso il lunedì www.wildweststeakhouse.it 95 M AGA ZINE 97 M AGA ZINE Bulgari - Milano Luce L’unità di misura dell’illuminamento è il lux, che indica la quantità di luce che colpisce una superficie di 1 mq, per dare un’idea: in un ufficio luminoso si ha un’illuminazione sulla scrivania di circa 400 lux; a mezzogiorno, in una giornata molto nuvolosa, all’aperto, si hanno circa 10.000 lux; sotto il sole diretto si superano i 100.000 lux. Molte specie di vegetali vivono bene a 900 lux, ma, aumentando leggermente il livello di illuminazione, si potrà ampliare la varietà delle specie scelte. La luce artificiale, integrata alla luce naturale, è quindi necessaria per la sopravvivenza e la crescita delle piante e allo stesso tempo, rende anche il giardino più bello e interessante, facendo risaltare colori e texture di fiori e foglie. La sorgente di luce più adatta è costituita dagli alogenuri metallici (dette lampade a scarica), che producono le principali lunghezze d’onda di cui le piante hanno bisogno e da un punto di vista dei consumi sono una valida alternativa alle lampade a risparmio energetico. IL GIARDINO VERTICALE a cura di Cafelab - Emanuela Carratoni e Fabio Cipriano Funzionamento e manutenzione Quadro vegetale - Sundar Italia l’idea di un edificio completamente rivestito da centinaia di specie di piante viventi. Chiamati dagli addetti ai lavori greenwall o muro vegetale, i giardini verticali possono essere semplici o molto complessi; sono in grado di offrire una nuova dimensione alla coltivazione delle piante e possono diventare vere e proprie opere d’arte viventi in grado di trasformare una hall, un cortile, o un patio. Il processo di creazione L’obiettivo è quello di realizzare un giardino sempre verde, bello in tutte le stagioni dell’anno. Ogni giardino verticale è caratterizzato da una sua unicità, derivante da una commistione fra design e selezione delle specie vegetali. Le peculiarità dell’ambiente, il microclima locale, l’esposizione, il contesto sono elementi decisivi per la scelta della giusta combinazione delle varietà di cui devono essere note le abitudini di crescita, le dimensioni e il comportamento su una superficie verticale. La scelta della pianta giusta per il posto giusto vale ancora di più in un giardino verticale, oltre che per realizzare un progetto gradevole, per ridurre al minimo la manutenzione del giardino e assicurarne la longevità. Patrick Blanc P P ortare la natura e il verde negli spazi urbani costituisce una grande sfida; partendo dal presupposto che vivere in una città non deve significare abbandonare il mondo naturale, una delle soluzioni più spettacolari è sicuramente rappresentata dai cosiddetti giardini verticali, ovvero giardini fatti crescere non in terra o in vaso ma su pareti, anche in interni. La coltivazione su superfici verticali trae spunto dallo studio di luoghi, ad esempio le foreste tropicali, dove la presenza costante di acqua consente alle piante di crescere anche sui tronchi e rami le une delle altre, in assenza di terreno. La tecnica dei giardini verticali imita l’habitat che caratterizza questi luoghi, che fanno a meno del terreno, con l’evidente vantaggio di poter adattare la superficie e a qualsiasi geometria. Scrive il botanico Patrick Blanc, pioniere di questo particolare tipo di giardino:“Ogni essere umano in piedi di fronte ad un giardino verticale... sente il respiro del deserto in mezzo alla città”. Giardini verticali, dotati di grande fascino, hanno cominciato a spuntare nei grandi centri urbani di tutto il mondo; in un paesaggio urbano saturo di facciate in cemento e decorazioni architettoniche, che può solo lontanamente imitare l’estetica della natura, è affascinante Museo du Quai Branly - Parigi L’estetica dei giardini è legata non solo alla componente ornamentale delle piante, ma al fatto che queste siano organismi viventi, in continua evoluzione e mutamento, che si sviluppano secondo una imprevedibilità davvero affascinante. Un giardino verticale ha inoltre il vantaggio di poter essere installato in quasi tutte le posizioni, regalando la possibilità di integrare le piante in ambienti anche profondamente urbanizzati intensamente frequentati, come ad esempio le stazioni della metropolitana. Il giardino verticale è progettato in modo che la crescita naturale delle piante, anche di diverse specie, possa integrarsi e creare una dinamica di co-habitat fra le differenti specie adiacenti. Nel corso di un anno, il giardino dovrà essere potato circa 1-2 volte e nonostante gli impianti siano realizzati per avere lunga durata, con il passare degli anni, alcuni dovranno essere sostituiti. Queste misure di manutenzione garantiranno per un lungo periodo giardino rigoglioso e attraente ◆ Struttura e irrigazione Il terreno di per sè è soltanto un supporto meccanico per le radici; provvedendo adeguatamente all’acqua e ai minerali necessari una pianta può crescere tranquillamente su qualsiasi superficie. Naturalmente, è più facile a dirsi che a farsi. La prima sfida è quella di impedire che l’apparato radicale intacchi e col tempo distrugga la muratura sottostante. Per questo i giardini verticali vengono realizzati con una struttura di supporto costituita da un telaio, generalmente metallico, su cui vengono fatti aderire dei fogli in PVC non biodegradabile. Protetto il muro, viene posizionato lo strato di crescita un pannello di feltro che dovrà trattenere l’umidità e i nutrienti e si cui si ancoreranno le radici. Il sistema di irrigazione necessario al suo sviluppo e mantenimento è progettato per ridurre al minimo il consumo di acqua; l’irrigazione avviene per cicli, legati per lo più all’esposizione solare. Questa struttura, molto semplice, costituita da metallo, PVC e feltro, si adatta facilmente a qualsiasi geometria, quindi un giardino verticale può essere totalmente integrato anche in ambienti interni. bosco verticale in città Milano: Stefano Boeri Architetti sta realizzando un progetto di forestazione metropolitana che si sviluppa in altezza. Il giardino, primo esempio di Bosco Verticale, sarà realizzato in pieno centro e ospiterà 900 alberi e numerosi arbusti e piante floreali. Il progetto si sviluppa su due torri di 110 e 76 metri ed è stato calcolato che equivale a una superficie boschiva di circa 10.000 mq. Una ventata d i al legria promo C hiacchiere, relax e tanto buon umore: questo assicura il Corvo Allegro. Ideale per chi, finito di lavorare, non vede l’ora di allentare la cravatta e godere di una cena informale, in un ambiente accogliente e circondato dal verde. Bastano pochi minuti di macchina dopo l’ufficio per giungere a destinazione, e godere, magari, delle ultime ore di luce immersi nella natura. Basta dare uno sguardo al parco: otto ettari rigogliosi in ogni stagione dove lo sguardo trova finalmente un panorama libero dai palazzi della città. In un tale scenario è impossibile non trovare immediatamente il buonumore, confortati da sapori veri, con un menu che è un inno alla grande tradizione della cucina italiana, dove emergono con forza i sapori di una materia prima scelta con cura ed elaborata con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta alla griglia, senza tralasciare una bella scelta di dolci, un goloso carosello che non poteva certo dimenticare la pizza cotta nel forno a legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento musicale. Il corvo allegro infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista sul parco, anche uno spazio disco pub, perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi, e quelle serali dei più grandi: basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e di vacanza. 99 M AGA ZINE Il corvo allegro Seven Hills Village Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751 (dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana Domenica aperto anche a pranzo info@ilcorvoallegro.it www.ilcorvoallegro.it Colore, luce e fantasia nel la tavola estiva sFUmatUrE mEDItErraNEE Tondeggianti e lievemente irregolari, le ceramiche made in Italy Bouquet, prodotte da Bitossi Home, richiamano i colori delle essenze mediterranee: iris, malva, lavanda, cannella, talco, bergamotto, melograno e pompelmo. www.bitossihome.it pRoposte semplici, che Rimandano alle antiche tRadizioni familiaRi, oppuRe seRvizi giocosi, dalle tonalità sgaRgianti, che Raccontano l’allegRia e l’eufoRia dell’estate, o ancoRa collezioni minimaliste, di matRice noRd euRopea. peR uno spazio outdooR da costRuiRsi su misuRa aCCattIVaNtE bLU La compagnia danese Royal Copenhagen, apprezzata in tutto il mondo per la qualità e il buongusto delle sue porcellane, dimostra tutto il suo “talento” con le collezioni Blue Fluted e Blue Fluted Mega. Rivisitati rispetto al passato, i raffinati pezzi sono definiti da intensi decori blucobalto realizzati a mano, che si possono accostare tra loro in maniera personale. www.royalcopenhagen.com di Francesca Volino FOrmE FLUIDE E QUaDrEttI VINtaGE I piatti in bone china della collezione Colour Table, caratterizzati da tonalità cromatiche forti e lucenti, sono adagiati sulle tovaglie Vintage Vichy, dall’inconfondibile sapore retrò. www.bitossihome.it abbINamENtI pErFEttI Materiali diversi per dar vita a un impeccabile servizio: sul vassoio Jaipur in alluminio sono disposti i piatti Leaves in porcellana, le posate Wave in acciaio inox, i piatti e le coppe Org in terracotta e i bicchieri Optimal in vetro. www.sia-homefashion.com sENtIrsI a Casa Forme completamente stondate per la linea Natural Chic di Emile Henry, realizzata in ceramica High Resistance, che esprime l’amore per le tradizioni familiari e per la natura. www.emilehenry.com bEVaNDE sCINtILLaNtI Le caraffe e i bicchieri della collezione Crystal sono contraddistinti da un sofisticato design multisfaccettato, da sfoggiare in eleganti party estivi o aperitivi in giardino. www.koziol.de VErVE CrEatIVa La taVOLa GIOIOsa Il leit-motiv di questa vivace composizione targata Koziol è rappresentato dai prodotti della linea Palsby (insalatiere e scolapasta): semplici, sensuali, funzionali. www.koziol.de Metroquadro di Richard Ginori 1735 è una collezione d’autore, disegnata da Paola Navone in occasione della mostra Taste a Firenze sulle eccellenze alimentari: “Abbiamo dedicato un piatto ad ognuno di questi 170 produttori di cibo straordinario”, ha spiegato l’artista. Pittorica, fantasiosa, controcorrente, la linea è declinata in tre proposte uniche ed esclusive. www.richardginori1735.com EQUILIbrIO E COmFOrt sErVIzIO sUCCOsO Informale e deliziosa, come la frutta protagonista della collezione, Vitamina (Manifattura Di Laveno by Richard Ginori 1735), si caratterizza per le cromie solari e le forme dal rimando vintage. www.richardginori1735.com Una raffinata torre di cuscini formata dalla collezione Blueprint di Chivasso by JAB: sulla vetta, il tessuto a righe Anyplace; al centro, Anywhere; come base, Anyone. Tre rivestimenti attuali che mescolano con abilità tessuti similcotone e tessuti tecnologici avanzati. www.jab.de Collezione Galatea richardginori1735.com www.binacci.it CartOLINa DaL passatO Atmosfera soft, in bianco e nero, per la tavola firmata Stelton, in cui trionfa l’impiego dell’acciaio, materiale d’elezione per caraffe, portabottiglie, lanterne, contenitori, vassoi… Unici pezzi fuori dal coro, i due bicchieri in vetro colorato in primo piano. www.stelton.dk INEDItO aCCOstamENtO ELEGaNtI abbraCCI Kontra è un’insalatiera irriverente, che mette insieme il caldo bamboo con il freddo acciaio. Nella foto sono visibili anche due versioni mini di Kontra, realizzate in vetro, e Ribbon, una coppia di posate da insalata very chic. www.stelton.dk Embrace è una collezione dal gusto minimalista, che gioca sul contrasto tra vuoti e pieni e sul tema dell’abbraccio. Comprende: portafrutta in acciaio inossidabile, vasi e portacandele in vetro e acciaio. www.stelton.dk FESTEGGIAMO IL TRIONFO DEL DESIGN. SNAIDERO OLA20 PININFARINA DESIGN Il grande design italiano ha vinto di nuovo. Anche il 2012 sarà un anno all’insegna del Made in Italy più prestigioso. Tutti i migliori marchi dell’arredamento a condizioni di acquisto super vantaggiose, uniche in Europa, e una qualità del servizio prima e post vendita che non ha eguali. Fate un salto da Binacci e fatevi conquistare dal grande design italiano. Sarà un trionfo. Via Tiburtina 440 Via C. Colombo 440/F CENTROCUCINE Via Anagnina147 DOLCI VIbrazIONI Solide ma allo stesso tempo leggere ed eteree le chaise longue Premiere del marchio francese Ego Paris. Per un comfort che va di pari passo con la purezza estetica. www.egoparis.com sImbOLO DI ELEGaNza E COmODItà LEGGErEzza E COLOrE RitagliaRsi paRentesi di tRanquillità nel pRopRio giaRdino è possibile. basta distendeRsi su una flessuosa chaise longue, faRsi cullaRe dal movimento di un’altalena, abbandonaRsi al ciclico andiRivieni di un’amaca fRa gli albeRi di Francesca Volino sOGNaNDO L’aFrICa Divertenti e appariscenti le sedute Moroso della collezione Shadowy di Tord Boontje, realizzate con la tecnica dell’intreccio a mano di fili di plastica colorati, ispirata alle antiche lavorazioni artigianali africane per le reti da pesca. www.moroso.it ph Alessandro Paderni Mom enti d i quiete outdoor Linea essenziale e fluida per la seduta Alizé di Fermob (design Pascal Mourgue), qui proposta in un brillante color fucsia. La collezione comprende poltrone, lettini e tavolini, tutti con struttura in alluminio. www.fermob.co L’amaca Amanda rappresenta un pezzo da novanta della produzione di Unopiù, che continua a riscuotere un grande successo grazie al design semplice e allo stesso tempo elaborato. La struttura è in legno lamellare, mentre la rete e il cuscino sono in cotone 100% bianco grezzo. www.unopiu.it UN’EspLOsIONE DI VItaLItà ph Alessandro Paderni La tecnica africana dell’intreccio di fibre plastiche viene usata anche da Bibi Seck e Ayse Birsel per la poltrona Madame Dakar, una gigantesca seduta avvolgente come un’amaca. www.moroso.it aCCOCCOLatI sUI CUsCINI rELaX EXtra sIzE Possono essere liberamente posizionati sul prato o in uno spazio ad hoc in terrazza i confortevoli cuscini Pauline di Jaquió, dal tessuto sfoderabile, leggerissimo, resistente ed impermeabile. www.jaquio.com Un’amaca a due piazze per un benessere che raddoppia. Realizzata in cotone, la proposta di Greenwood tratteggia un arcobaleno di colori declinati in tante righe. La comodità è assicurata dall’imbottitura con cuscino. www.greenwoodmobilidagiardino.com DaLLa spIaGGIa aL GIarDINO Proviene direttamente da uno stabilimento balneare degli anni ’60 e ’70 della riviera romagnola la sdraio Amarcord. L’azienda Jaquió le ha dato nuova vita, affidandola al restauro di abili artigiani e rivestendola con un tessuto 100% riciclabile. www.jaquio.com baCIatI DaL sOLE tappEtO sOFIstICatO Il noto produttore di tappeti Tai Ping, maestro della taftatura a mano, si cimenta per la prima volta con il mondo dell’outdoor. Il modello in foto, caratterizzato da segni grafici e minimal, regala un affascinante effetto di tridimensionalità. www.taipingcarpets.com design Cloe (Design Moredesign) è un prendisole ergonomico, resistente all’acqua e ai raggi UV prodotto da Myyour e disponibile nelle versioni in vernice goffrata e lucida e con rivestimento in ecopelle. www.myyour.eu stILE sINUOsO Lo schienale di Zoe si regola con facilità mediante un pistone a gas azionato da un pulsante. In questo modo la tintarella è ancora più desiderata. Il prodotto firmato Myyour, moderno e funzionale, è realizzato in Poleasy®, un polietilene speciale che garantisce ottima durabilità e resistenza. www.myyour.eu IL pIaCErE sI Fa VErsatILE Una creazione ultra leggera e seducente, collocabile e trasportabile ovunque, per un relax da vivere anche in spazi molto ridotti. L’amaca di E-Z, ideata da Zaki Molgaard e Bo Larsen per Royal Botania, ha la struttura in acciaio inossidabile con finitura in batyline. www.royalbotania.com Il design all’aria aperta Moderne, originali, irriverenti: le sedute di design per piscina, patio e giardino Q Q design di Valentina Falcinelli uando l’estate si fa sempre più vicina e il sole inizia a far sentire il calore dei suoi raggi, la voglia di starsene all’aria aperta cresce. Un po’ come quella di godersi maggiormente la propria casa, soprattutto se dispone di spazi verdi. Per chi volesse rinnovare il proprio outdoor look, ecco una carrellata di proposte per l’arredamento da esterni. Patio, giardino e piscina ringrazieranno. 1. Rattan moderno Chi l’ha detto che il rattan sia passato di moda? Che sia attuale più che mai lo si capisce da questa collezione di sedie e sdraio, realizzate appunto con questo legno di palma intrecciato. A rendere moderna la struttura è il particolare motivo della lavorazione. Le proposte sono della linea Elegance Beach Chair. 1 2 3 2. Poltroncine Driade. E vai sempre sul sicuro Driade è sempre una certezza quando si tratta di arredamento per esterni. Ne sono un esempio le poltroncine Mermaid e Clover, realizzate con un unico blocco di polietilene di colore bianco perlato. Impossibile non menzionare, poi, le poltrone Nemo, un vero e proprio esempio di creatività artigianale firmata dal designer Fabio Novembre. www.driade.com 3. Design anche per gli spazi pubblici Ci sono anche brand che pensano in grande, progettando arredo urbano di design, per città meravigliosamente attuali. È il caso di Landscapeforms, azienda americana, che ha progettato Charlie, il tavolo con panche integrate che trasmette un’idea di movimento e libertà. Ve lo immaginate nel parco sotto casa? www.landscapeforms.com I tuoi affari viaggiano in prima classe CORPORATE FINANCE FACTORING E SMOBILIZZO CREDITI ASSICURAZIONE DEI CREDITI MUTUI EDILIZI LEASING FIDEJUSSIONI & CAUZIONI Info: info@pkcfinanza.eu | skype: info.pkc | www.pkcfinanza.eu | www.cessionedelcredito.com | www.cauzioniegaranzie.com Via Toledo, 210 - Galleria Umberto (NA) - tel. 081 0481686 - 081 0481871 ROMA - FIRENZE - FORTE DEI MARMI - MILANO n. 69705 - Ai sensi del D.Lgs 196/2003 la informiamo che i dati da lei inseriti sranno trattati su carta e computer. Per l’esercizio dei diritti previsti dall’art. 7 può scrivere a PKC
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