Giardini in Biblioteca
Transcription
Giardini in Biblioteca
“Dopo un po', tutto fa parte del paesaggio. C'è, esiste, nessuno si ricorda più com'era prima. Non ci vuole niente per distruggere la bellezza (...) Bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscerla e a difenderla. È importante la bellezza, da quella scende tutto il resto...” Dal film “I cento passi” Marco Tullio Giordana - 2000 COMUNE DI FERRARA Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali Servizio Biblioteche Civiche e Archivio Storico GARDEN CLUB FERRARA BIBLIOTECA BASSANI Catalogo a cura di Giovanna Mattioli con la collaborazione di Marco Chiarini e Lorenzo Magri Grafica e impaginazione a cura di Enrico Borghi con la collaborazione di Giulia Vullo Stampa a cura del Centro Stampa del Comune di Ferrara GIARDINI E CINEMA IN BIBLIOTECA Giardini in video e dvd alla Biblioteca Bassani Catalogazione e schedatura a cura di Giovanna Mattioli Ferrara 2010 SOMMARIO PRESENTAZIONI Massimo Maisto Assessore alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara Enrico Spinelli Dirigente del Servizio Biblioteche e Archivio Storico Giulia Vullo Presidente del Garden Club di Ferrara 9 11 13 CATALOGO GIARDINI IN VIDEO E DVD ALLA BIBLIOTECA BASSANI Introduzione Giovanna Mattioli 19 SCHEDE DEI FILM Indice alfabetico dei titoli Indice dei titoli originali Indice dei registi Indice dei temi Indice dei luoghi delle riprese Indice dei riferimenti letterari 23 55 57 59 61 63 65 Bibliografia Siti Web 67 69 APPENDICE 1 - RASSEGNE “GIARDINI AL CINEMA” Introduzione Giulia Vullo 73 Cartoline di invito delle diverse rassegne Schede distribuite in occasione delle proiezioni dei singoli film 75 76 APPENDICE 2 - IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIARDINI Around the World in 80 Gardens - Monty Don Introduzione Giovanna Mattioli 119 Elenco dei giardini presentati nell’opera 121 PRESENTAZIONI Ferrara può essere senza ombra di dubbio definita una città di pietre e giardini. Un turista che la visiti non assumendo come punto di vista lo “sguardo orizzontale” – di chi si incunea per le strade e le case – ma calando sulla città dall'alto, vedrebbe un tessuto urbano punteggiato di verde: il verde dei tanti parchi pubblici, il verde degli innumerevoli giardini privati. I giardini, a Ferrara, sono anche uno spazio della memoria, un perimetro di condivisione di storie, esperienze, un simbolo in diverse produzioni letterarie e cinematografiche del secolo scorso (Il giardino dei Finzi Contini di Bassani ed il successivo adattamento per il grande schermo di De Sica). Per tali tracce presenti nel sentire collettivo e privato nella nostra città, una pubblicazione come Giardini al Cinema svolge una funzione preziosa di censimento e diffusione delle opere cinematografiche in cui risulta presente questo elemento fondamentale del paesaggio naturale di ogni tempo. Nella storia del cinema, il giardino è un fondamentale elemento di connotazione, una dimensione mitica, in autentici capolavori della settima arte (si pensi, solo per fare due esempi, a Barry Lindon di Kubrick ed a I misteri del giardino di Compton House di Greenaway), una forma di descrizione del personaggio (come dimostra l'immortale figura di Chance il giardiniere in Oltre il giardino di Hal Ashby), il motore dell'azione, come avviene nel film L'erba di Grace, oppure il suo contesto scenografico, come in Molto rumore per nulla di Kenneth Branagh. Il giardino può assumere un significato prettamente simbolico (il labirinto che conduce al male ed alla perdita di sé, come in Shining di Kubrick), oppure caratterizzarsi come luogo di incontro fra arte e natura (il giardino di Rodin ne Le due inglesi di Truffaut). Il giardino, in definitiva, è un luogo dell'immaginario, tangibile e continuamente ricostruito dai lettori e dagli spettatori cinematografici, un archetipo che nel cinema assume un'importanza pari ad altri luoghi mitici, come il deserto nei film western oppure le strade di asfalto bollente e le bische fumose dei noir americani degli anni '40 e '50 del secolo scorso. Massimo Maisto Vice Sindaco e Assessore alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara 9 Da diversi anni, la Cultura del giardino trova a Ferrara un ambiente che risponde con grande passione e operosità alla sua diffusione, dando luogo a proficue interazioni tra il mondo dell'associazionismo locale e quello delle biblioteche pubbliche. L'Associazione Garden Club e il Servizio Biblioteche e Archivio storico del Comune di Ferrara hanno al loro attivo una più che decennale collaborazione, che periodicamente sfocia in eventi espositivi – basti ricordare, come esempio, la mostra “Erbe ed erbari a Ferrara dal '400 ai giorni nostri” che fu allestita nel 2000 in Biblioteca Ariostea – in cicli di conferenze, finalizzati all'approfondimento tematico, sempre contraddistinti dalla presenza dei maggiori esperti di storia del paesaggio, di botanica e di giardinaggio, ed ora anche in rassegne cinematografiche volte a testimoniare il rapporto tra giardini e cinema, sempre di grande successo. Non va poi dimenticato che l'Associazione, durante questi anni di dialogo con le biblioteche della città, ha promosso la realizzazione di un fondo bibliografico “Giardini in biblioteca”, arricchito da periodiche donazioni di preziosi volumi, quali ad esempio quelli della collezione “Giardini e paesaggio” diretta da Lucia Tongiorgi Tomasi e Luigi Zangheri per i tipi fiorentini di Olschki, e quelli insigniti dal Premio “Giardini Botanici Hanbury”, nonché dall'annuale sottoscrizione dell'abbonamento alla prestigiosa rivista inglese “Studies in the History of Gardens and Landscape”, conservata in Ariostea. Si coglie oggi un nuovo frutto di questa proficua collaborazione, nell'acquisizione di una raccolta di documenti-video (film e documentari) donati alla Biblioteca Bassani, che trova un adeguato strumento di valorizzazione nel Catalogo a stampa realizzato da Marco Chiarini e dai suoi collaboratori. Si tratta di uno strumento importante, che permette di focalizzare l'attenzione su una tipologia di documenti che si va sempre più diffondendo e che sta riscuotendo grande successo nelle biblioteche, che richiede quindi una particolare attenzione nell'ambito delle politiche di acquisizione, di gestione catalografica, nonché di tutela e conservazione. 11 Concludo, dunque, esprimendo un nuovo sentito ringraziamento al Garden Club ché aiuta a mantenere sempre viva l'attenzione sulla Cultura del paesaggio e dei giardini attraverso l'arricchimento delle raccolte delle biblioteche comunali, in questo caso della Bassani, ove – al contempo - il suo Responsabile Chiarini e i colleghi bibliotecari dimostrano sempre una lodevolissima attenzione alle tematiche ambientali, qualificando ulteriormente la funzione di quella Biblioteca sul territorio e nel pubblico di riferimento. Enrico Spinelli Dirigente del Servizio Biblioteche e Archivio Storico Comune di Ferrara 12 Il Garden Club di Ferrara, da più di dieci anni, assieme alla Biblioteca Ariostea, tiene aggiornato un fondo denominato “Giardini in Biblioteca” che, oggi, conta più di mille volumi recenti in lingua italiana sulla cultura del giardino e del paesaggio. Questo fondo, depositato presso la nostra massima biblioteca, è a disposizione di tutti i ferraresi che amino i giardini, i fiori, l'ambiente. La bella e ricca raccolta libraria sui giardini, derivante da acquisizioni della Biblioteca Ariostea e da doni del nostro Club e del professor Gianni Venturi nostro socio fondatore, è documentata da cataloghi bibliografici, aggiornati anno dopo anno, di cui l'ultimo è stato stampato nel 2009 col supporto dell'Assessorato alle Istituzioni e Politiche Culturali del Comune di Ferrara. Quest'anno si è pensato di ampliare l'offerta ai nostri soci e al pubblico ferrarese di documenti sui giardini, provvedendo, assieme alla Biblioteca Bassani (la più dotata a Ferrara di supporti video), alla catalogazione di tutti i materiali multimediali disponibili presso di essa, direttamente o indirettamente correlabili al tema “giardini e paesaggio”. La decisione è scaturita anche in seguito al grande successo che ha riscosso l'iniziativa “Giardini al cinema” (promossa dal Garden Club e realizzata con la collaborazione di ARCI e Centro Attività Visive del Comune di Ferrara) che, da più di cinque anni, propone alla città rassegne che esaminano, sotto diversi profili, il possibile rapporto fra giardini e cinema. Il Garden Club ha così deciso di donare alla dinamica Biblioteca Bassani, diretta da Marco Chiarini, i dvd dei film proiettati nelle diverse rassegne e un interessante e coinvolgente documentario della BBC dal titolo “Il giro del mondo in 80 giardini”. Il nostro dono si è aggiunto alla già ricca collezione di film e video correlabili al tema “giardini” presente alla Bassani e documentata, fin dal 2003, nella sezione “Giardini e Cinema” del catalogo bibliografico “Giardini in Biblioteca”, pubblicato in occasione dei 250 anni di pubblico servizio dell'Ariostea. Ora l'ampliata offerta di titoli della Bassani, si presenta, schedata e commentata attraverso questo catalogo che consente al pubblico interessato di poter accedere – in maniera documentata – al prestito gratuito dei film e dvd nei quali i giardini hanno un ruolo centrale o, comunque, privilegiato. 13 L'iniziativa non avrebbe potuto nè essere affrontata, nè giungere alla stampa di questa pubblicazione senza l'impegno e la collaborazione di tre protagonisti fondamentali dell'impresa: Marco Chiarini, Giovanna Mattioli e Lorenzo Magri. Marco Chiarini, competente e appassionato Direttore della Bassani ha, negli anni, condiviso con noi molte iniziative centrate sulla cultura del giardino. Desideriamo anche sottolineare che la sua pubblicazione del 1997: “Libri e giardini: percorsi di letture per ragazzi e insegnanti”, realizzata durante la sua direzione della Biblioteca del Barco, è stata per noi valido riferimento per costruire e documentare la nostra già ricordata collezione “Giardini in Biblioteca” , da cui deriva l'attuale “Giardini e cinema in Biblioteca”. Giovanna Mattioli, architetto paesaggista, nostra socia, titolare della fortunata e seguitissima rubrica settimanale “Andar per giardini” su “la Voce di Ferrara e Comacchio”, è stata l'anima delle nostre rassegne “Giardini al Cinema”, da lei pensate e coordinate per il nostro Club, da più di un lustro, con crescente successo. Giovanna è persona colta e competente sia di giardini che di cinema e riteniamo non potesse esserci nessun altro, a Ferrara, che – per noi e per gli appassionati dei rapporti fra giardini e decima Musa – potesse affrontare, con più generosità del proprio tempo e del proprio impegno personale, il gravoso compito di compilare le schede di questo catalogo e di organizzarne, per i lettori e fruitori di filmati, un accesso ragionato. Lorenzo Magri della Biblioteca Bassani l'ha affiancata con pari dedizione e le è stato compagno prezioso nell'attento e rigoroso controllo di riferimenti e indici di cui, oggi, ci possiamo giovare. Tuttavia lo strenuo lavoro di Giovanna Mattioli e Lorenzo Magri non avrebbe potuto vedere le stampe senza il fondamentale e necessario appoggio dei vertici istituzionali da cui dipende la Bassani. E ci riferiamo all'Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara, attualmente retto dal Vice-Sindaco Massimo Maisto, che ha sempre guardato al nostro impegno culturale rivolto alla città con benevola considerazione e ci ha concesso di poter usufruire, a titolo gratuito, del Centro Stampa del Comune. Nè posso dimenticare il più che decennale favore concesso alla nostra Associazione da Enrico Spinelli, dirigente del Servizio Biblioteche e Archivio Storico, che ha, negli anni, offerto supporto organizzativo e logistico, oltre che autorevole e amichevole consiglio ai nostri “Giardini in Biblioteca”, di cui la collezione video “Giardini e cinema in Biblioteca” rappresenta una feconda filiazione. Un ultimo grazie, ma non meno caloroso, al sempre disponibile personale di tutti i diversi Servizi della Biblioteca Bassani, a Sauro Angioletti del Centro Stampa del Comune e al grafico Enrico Borghi che costantemente collaborano, con sempre cortese efficienza, con la nostra Associazione. 14 A tutti loro, anche a coloro che non ho direttamente nominato e che ci sono stati a vario titolo vicini, esprimo la soddisfazione e la gratitudine del Garden Club di Ferrara per aver contribuito ad aggiungere un altro significativo tassello alla divulgazione della cultura del giardino. Giulia Vullo Presidente del Garden Club di Ferrara 15 CATALOGO Giardini in video e dvd alla Biblioteca Bassani INTRODUZIONE Per chi di mestiere cerca di coniugare le necessità pratiche con una reale insana passione per il giardino, in tutte le sue forme e declinazioni, e un'altrettanta attrazione verso il cinema, trovare una motivazione che unisca questi interessi è una trappola senza possibilità di salvezza. Una trappola piacevolissima tesa, sotto i miei piedi, molti anni fa, da testi di altri che, prima di me, hanno cominciato a studiare le implicazioni e i collegamenti tra il giardino, opera viva, complessa e in continuo movimento e il cinema, arte della rappresentazione umana attraverso la finzione. In particolare devo ringraziare Lina Danielli, amica stimolante e piena di invenzione che mi ha aperto un mondo con i suoi libri e le sue conferenze, e il professor Luciano Morbiato, sempre disponibile a condividere i suoi giardini cinematografici scoperti nei film più impensati. La ricerca, nata per curiosità, è diventata un progetto prendendo la forma delle rassegne Giardini al Cinema, una scommessa che, nel tempo, ha avuto sempre più risposta da parte del pubblico che, nel buio della sala, ha cominciato a capire e apprezzare un modo diverso di conoscere il giardino. Seguendo le attività del Garden Club di Ferrara legate al coinvolgimento delle Biblioteche cittadine come luoghi principe della diffusione della cultura e, in questo caso particolare, della cultura del giardino e del paesaggio, l'idea di ampliare e collegare il lavoro già svolto, in una nuova pubblicazione da aggiungere agli aggiornamenti bibliografici già fatti, è sembrato il modo migliore per festeggiare i cinque anni di rassegne “Giardini al Cinema”. Siccome il giardino non si ferma mai, e nemmeno Giulia Vullo, motore e traino di una serie ormai infinita di iniziative, questa pubblicazione, probabilmente non sarà un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Per essere precisi, bisogna ricordare che il primo germe di una catalogazione tematica del materiale video disponibile nella mediateca della Biblioteca Bassani, era già stata fatta e curata da Marco Chiarini e Luisa Martini nel volume Giardini in Biblioteca - Catalogo bibliografico 1973-2003. Quella prima schedatura è servita come base; è stata poi modificata, aggiornata e integrata con una serie di informazioni e di indici tematici da usare, non solo per una visione mirata dei film, ma anche per ampliare l'orizzonte con letture e ulteriori approfondimenti. 19 Come dimostrano tutte le pubblicazioni disponibili sull'argomento, stabilire un elenco definitivo e completo dei film che presentano a vario titolo delle immagini o delle sequenze con giardini, è praticamente impossibile, c'è sempre un titolo che sfugge. Quindi il primo criterio per procedere è stato stabilire in che ambito svolgere la ricerca dei film e abbiamo deciso di schedare il materiale in video (dvd e videocassette) presente alla Biblioteca Bassani. I film sono stati visionati e controllati per verificare l'effettiva presenza significativa di giardini, in modo da poter stabilire dei temi e delle chiavi di lettura per utilizzare il film stesso come strumento di conoscenza del giardino. Bisogna premettere che il giardino è un'opera di grandissima complessità. La sua definizione di rappresentazione di una Natura ideale, comprende il fatto di essere Natura, e quindi vita, movimento, trasformazione continua. Caratteristica che lo rende particolarmente difficile da rappresentare con i consueti mezzi iconografici, come la fotografia o la pittura, che mostrano immagini statiche, parziali e soggettive del giardino. Il cinema, pur con tutti i limiti dettati dal suo essere una finzione, si presta a mostrare non solo il giardino dal punto di vista della percezione dinamica dello spazio, ma consente un coinvolgimento emotivo che altre forme di rappresentazione non permettono. Dunque, come usare questo catalogo? Ogni scheda ha un indice numerico e una serie di informazioni : titolo, titolo originale, regia, anno e paese di produzione, supporto video (dvd o videocassetta), durata del film in minuti. Il testo racconta brevemente la trama, ma soprattutto, dà indicazioni sul giardino presente nel film e su come nel film il giardino viene utilizzato: se si tratta di una partecipazione occasionale o se è un protagonista della storia e, dov'è possibile, individuare con precisione il giardino. Particolare attenzione è stata spesa per la redazione dell'indice dei temi e l'indice dei luoghi. L'indice dei temi nasce dall'esperienza delle rassegne Giardini al Cinema. Infatti la scelta dei tre titoli della rassegna, è stata sempre fatta sulla base di un filo conduttore che desse un senso alla programmazione. Per esempio, il tema del giardiniere, o quello della presenza di figure femminili legate al giardino. Naturalmente questi temi sono solo delle indicazioni per stimolare l'attenzione sui modi diversi di trattare sia il giardino che un particolare argomento legato ad esso. Può essere molto utile, nel caso in cui si voglia fare un confronto tra i modi di mettere in scena una tipologia specifica di giardino. Per esempio le caratteristiche del giardino paesaggistico inglese, usato in moltissimi film di ambientazione storica, si possono leggere con grandissima chiarezza proprio attraverso le immagini cinematografiche che riescono ad espandere la visione dell'occhio sul paesaggio. Come si può notare nelle zoomate di Stanley Kubrick, che dal ponte si aprono sul lago del parco inglese di Stourhead nel film “Barry Lindon”, danno una immediata comprensione dei rapporti spaziali tra gli oggetti architettonici e gli elementi 20 naturali del paesaggio. In questo film la residenza del protagonista è un luogo reale particolarmente riconoscibile: il parco di Stourhead. In questo caso il film, indipendentemente dalla finzione storica, può essere usato come un documento visivo straordinario, perchè ci permette di avere una visione del parco databile nell'anno delle riprese del film. In un certo senso, utilizzando gli indici dei temi o dei luoghi, ognuno potrà fare la propria personale rassegna Giardini al Cinema, approfondendo un tema oppure mettendo a confronto uno stesso giardino ripreso in film differenti. Alla fine del catalogo, come materiale di approfondimento, abbiamo raccolto i testi che sono stati usati durante le rassegne come schede di accompagnamento alla visione. A questo punto e con grande piacere ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato. In particolare sono a grata a: Ÿ Adri e Silvia perchè ci sono sempre; Ÿ Giulia Vullo, per l'appoggio che mi offre e l'energia con cui mi sprona, costringendomi a lavorare anche quando vengo colta dai peggiori attacchi di pigrizia; Ÿ tutti gli amici della Biblioteca Bassani, una specie di seconda casa dove sto sempre benissimo. In particolare Marco Chiarini e Lorenzo Magri, per le chiacchiere, l'aiuto, gli origami e gli innumerevoli caffè; Ÿ le amiche e gli amici del Garden Club che partecipano in tutti i modi, con affetto, con la pioggia e la neve, alle iniziative cui collaboro; Ÿ Enrico Borghi per la sua pazienza e per il suo talento grafico; Ÿ Alice Bolognesi, perchè fa da parafulmine senza perdere il sorriso; Ÿ Roberto Roversi e ARCI presente e passato e Centro Attività Audiovisive del Comune, perchè hanno reso possibile la realizzazione delle rassegne. Ringrazio Massimo Maisto, che ha condiviso l'inizio della nostra avventura e continua a sostenerla. E un ultimo grazie a Giorgio, tecnico eroico della Sala Boldini che si commuove quando vede la sala piena di gente...e non è il solo. Giovanna Mattioli Curatrice del catalogo e delle rassegne “Giardini al Cinema” 21 SCHEDE DEI FILM Note per la consultazione delle schede: Ogni scheda contiene: Ÿ un codice numerico progressivo; Ÿ il titolo in italiano in ordine alfabetico dalla prima parola escludendo gli articoli; Ÿ titolo originale; Ÿ regia; Ÿ nazionalità; Ÿ anno di edizione; Ÿ supporto video (dvd o videocassetta) relativo al catalogo della Biblioteca Bassani; Ÿ durata del film in minuti; Ÿ testo con cenni alla trama e le indicazioni relativi ai giardini che si vedono nel film; Ÿ temi relativi all'uso e alle tipologie dei giardini che si vedono nei film; Ÿ riferimento eventuale alle Rassegne Giardini al Cinema. Questo simbolo segnala le opere video donate dal Garden Club di Ferrara Indici: 1. indice generale dei titoli in lingua italiana e in ordine alfabetico dalla prima parola escludendo gli articoli; 2. indice dei titoli originali in ordine alfabetico, escludendo gli articoli; 3. indice dei registi; 4. indice dei temi relativi all'uso nel film del giardino e alla loro tipologia; 5. indice dei luoghi delle riprese: sono indicati solo per i film in cui è stato possibile individuarli con certezza; 6. indice dei titoli delle opere letterarie da cui sono tratti i film. Gli indici 2, 3, 4, 5 e 6 sono in ordine alfabetico con indicato il numero della scheda a cui sono riferiti. Al di là dei sogni regia: Vincent Ward - USA 1998 VHS - 118 min. What dreams may came La vita di Chris (Robin Williams) viene sconvolta dalla perdita dei figli e dal suicidio della moglie. Per Chris la morte è una specie di liberazione: nei luoghi del Paradiso ritroverà le suggestioni e i colori dei quadri della amatissima moglie. Rivisitazione onirica del mito di Orfeo e Euridice. Riflessione cinematografica sulla rappresentazione del paradiso terrestre attraverso la relazione tra pittura e giardino come ambiti di rigenerazione dell'anima. Le immagini sono proposte come citazioni di secoli di pittura da Botticelli a Turner, da Friederich a Van Gogh. Temi: paradiso terrestre - giardino e pittura Al di là delle nuvole Al di là delle nuvole regia: Michelangelo Antonioni, Wim Wenders Italia, Francia, Germania 1995 - DVD - 112 min. Il film è composto da quattro episodi, tratti dal libro di racconti di Michelangelo Antonioni, e sono diretti dal grande regista ferrarese insieme al tedesco Wim Wenders. Nell'episodio “Cronaca di un amore mai esistito”, Antonioni riprende i luoghi e i paesaggi del territorio e della sua città. Dagli esterni di Comacchio, passando a Ferrara: per le piazze del centro, l'incrocio di Palazzo dei Diamanti, gli interni di palazzo Prosperi Sacrati, per finire nelle desolate spiagge invernali dei lidi ferraresi. Antonioni definisce un paesaggio dell'anima dei due protagonisti: una cornice metafisica di un amore non risolto e di parole non dette. Temi: Ferrara Alice nel paese delle meraviglie Alice in Wonderland film d'animazione - Walt Disney USA 1951 - VHS - 73 min Le avventure della piccola Alice rivisitate in stile disneyano. Con i suoi continui rimandi alla cultura inglese del giardino e della sua cura, questo lungometraggio è ricco di fiori parlanti dalle forme bizzarre, labirinti dalla dure pareti geometriche e il giardino delle rose della Regina di Cuori, la feroce giocatrice di croquet che fa dipingere di rosso sangue le rose bianche del suo giardino. “Walt Disney filma tutta la scena facendola apparire come un corso di orticultura vagamente surrealista in un lungometraggio, divenuto di culto negli anni Sessanta presso gli adepti della cultura degli acidi, che scambiarono lo spirito non ortodosso di Carrol e il segno iconoclasta della produzione Disney per un viaggio guidato da erbe benefiche. ” (Lina Danielli, pag.129) Temi: botanica fantastica - giardino/cinema/letteratura - labirinto - rose - giardino e bambini - arte topiaria 25 Un'altra donna regia: Woody Allen - USA 1988 VHS - 82 min. Another Woman La protagonista (Gena Rowlands) entra in crisi dopo aver ascoltato per sbaglio una seduta psicoanalitica nell'appartamento vicino. Questo episodio la porterà a rivedere la sua vita fino a cambiarla profondamente. Film poco amato dalla critica e dal pubblico potrebbe essere rivalutato. Anche in questo film, Allen sa mostrare al meglio la sua città, in particolare, con l'aiuto del fotografo Carlo di Palma, fa letteralmente “recitare” il Central Park che, attraverso le sue luci e le sue atmosfere autunnali, sottolinea ed esalta il clima di perdita e di disillusione che pervade l'intera pellicola. Temi: Central Park, New York American Beauty regia: Sam Mendes - USA 1999 DVD - 117 min. American Beauty La voce fuori campo del defunto quarantenne Lester (Kevin Spacey), racconta con molta ironia e disincanto, le vicende della sua famiglia: una “normale” famiglia medio borghese americana. Ne segue un catalogo amaro di problemi e drammi di portata universale: l'eccessivo ruolo attribuito al lavoro, il vuoto di alcuni miti, il conflitto generazionale, l'omosessualità nascosta, ecc. Nelle fantasie erotiche di Lester, Angela (Mena Suvari), l'amica adolescente della figlia, giace nuda in una grande vasca, completamente ricoperta di petali di rosa. Una rosa di una varietà specifica: l'American Beauty che dà il titolo al film. Unica pianta del giardino, coltivata in modo ossessivo dalla moglie Carolyn (Annette Bening), metafora di una ricerca di bellezza assoluta in un mondo bello, nonostante la sua imperfezione. Temi: rose - giardino domestico americano Amore e Guerra regia: Woody Allen - USA 1975 DVD - 78 min. Love and Death Suggestionato dalla cugina Sonia (Diane Keaton), di cui è innamorato, l'occhialuto e impacciato Boris (Woody Allen) si lascia convincere a compiere un attentato a Napoleone, invasore della Grande Madre Russia. Divertente parodia delle ambientazioni della letteratura russa, con innumerevoli citazioni dalla storia del cinema. Il giardino è presente come scenografia neutra o come occasionale comparsa, soprattutto nella prima parte del film e nella scena finale, in cui Boris e la morte danzano tra gli alberi di un monumentale viale alberato. Temi: giardino come comparsa occasionale 26 Autumn in New York regia: Joan Chen - USA 2000 VHS - 105 min. Autumn in New York Malinconica storia d'amore tra un affascinante cuoco (Richard Gere) e la giovane Charlotte (Winona Rider). Le passeggiate nel Central Park sottolineano i sentimenti dei protagonisti e la loro vicenda, in particolare le struggenti visioni autunnali e le solari immagini primaverili prima dei titoli di coda. Belle immagini che mostrano il rapporto tra il grande parco urbano e la metropoli. Molto interessante il terrazzo dell'appartamento del protagonista con vista sui tetti di Manhattan, dove le semplici fioriere ospitano degli essenziali, quanto raffinati, ciuffi di graminacee danzanti. Temi: Central Park, New York - terrazza L'avvocato del diavolo regia: Taylor Hackford - USA 1997 VHS - 140 min. The Devil's Advocate Il promettente avvocato Kevin Lenox (Keanu Reeves) viene assunto a New York nell'importante studio legale di John Milton (Al Pacino). La sua carriera va a gonfie vele, ma la moglie (Charlize Theron) ha strane inquietanti premonizioni sulla natura diabolica di Milton. Film visionario, difficilmente catalogabile. È interessante la citazione dal film “Il maratoneta” ripresa al Central Park nella pista che fiancheggia il grande bacino centrale. In questo caso, il sentiero solitamente frequentato dagli appassionati di jogging, si trasforma in un luogo pericoloso, dove i demoni-sicari uccideranno uno degli avvocati dello studio, oppresso dai sensi di colpa. Temi: Central Park, New York - giardino inquietante Barry Lyndon Barry Lyndon regia: Stanley Kubrick - Gran Bretagna 1975 DVD - 178 min. Tratto dall'omonimo romanzo di William M. Thackeray, narra le peripezie di Redmond Barry (Ryan O'Neal), irlandese del Settecento, avventuriero e arrampicatore sociale, di cui si narrano l'ascesa e la caduta attraverso le tappe di soldato, spia, cacciatore di dote e giocatore d'azzardo. Kubrick traduce un mediocre romanzo di genere in un capolavoro di riferimenti alle arti del Settecento e del primo Ottocento, con un'attenzione particolare alla rappresentazione cinematografica dello spazio del giardino. L'uso frequente dello “zoom indietro” come tecnica di ripresa, permette di mantenere fisso lo sguardo dell'osservatore sui paesaggi che si allargano alle spalle dei protagonisti. Questo crea una visione perfetta dei giardini e della costruzione del paesaggio, uno dei punti fondamentali della cultura visiva e architettonica tra la seconda metà del Settecento e l'Ottocento. Nella sequenza del corteggiamento di Nora (cugina di Barry) da parte del capitano: un lento zoom indietro parte dalle mani dei personaggi e si allarga fino a scoprire l'intera vallata, con un'altra coppia sullo sfondo 27 del pendio che degrada verso il lago, seguendo un motivo tipico pittorico del Settecento. Questa tecnica si ripete in altri momenti del film, in cui le figure umane all'inizio della ripresa in primo piano, rimpiccioliscono man mano che lo zoom si allarga, perdendole nel paesaggio, riducendole a un dettaglio del visibile. In questo film le dimore e i giardini in cui sono ambientate le vicende dei protagonisti, sono composti da un montaggio di più luoghi reali. Si riconoscono con una certa precisione: il giardino del palazzo di Blenheim, il Castello di Howard e il parco di Stourhead. Temi: giardino paesaggistico inglese - giardino/cinema/letteratura - giardino e pittura Blow up Blow up regia: Michelangelo Antonioni - Gran Bretagna, Italia 1966 DVD - 106 min. Un giovane fotografo di moda (David Hemmings) crede di scoprire gli indizi di un delitto nei dettagli di alcune fotografie scattate in un parco londinese, il Maryon Park. Ispirandosi con molta libertà ad un racconto dello scrittore argentino Julio Cortázar, Antonioni scompone e ricompone i vari linguaggi e i codici del fare cinematografico, mescola i generi, disorienta lo spettatore tra realtà e illusione, fino alla conclusione del film, in cui anche il protagonista accetta questa partita tra virtuale e reale, raccogliendo una palla da tennis inesistente e partecipando al gioco mimato da un gruppo di attori di strada. “La realtà ci sfugge, muta continuamente quando crediamo di averla raggiunta, la situazione è già un'altra. Io diffido sempre di ciò che vedo, di ciò che un'immagine mi mostra, perchè “immagino” quello c'è al di là; e ciò che c'è dietro un'immagine non si sa. Il fotografo di “Blow up”, che non è un filosofo, vuole andare a vedere più da vicino. Ma gli succede che, ingrandendolo troppo, l'oggetto stesso si scompone e sparisce. Quindi c'è un momento in cui si afferra la realtà, ma il momento dopo sfugge” (Antonioni 1966). Pur giocando tra realtà e illusione, Antonioni ci regala un quadro puntuale delle atmosfere londinesi degli anni sessanta. Tra i luoghi delle riprese, le scene girate nel Maryon Park di Charlton (Londra), non cercano di esaltarne gli spazi, ma ci mostrano il parco nella sua realtà ripulita da ogni inutile ricerca estetica. Temi: parco urbano - giardino inquietante - tennis Camera con vista A room with a View regia: James Ivory - Gran Bretagna 1985 VHS - ca. 115 min. Tratto dal romanzo di E.M. Forster (1908) il film racconta le vicende di un viaggio in Italia di una giovane timida inglese Lucy (Helena Bonham Carter) accompagnata e controllata a vista dalla cugina (Maggie Smith). L'amicizia con George (Julian Sands) un giovane compatriota, forte ed esuberante cambierà molte delle sue idee sulla vita e sull'amore. Uno dei più grandi successi del regista e sicuramente uno dei maggiori contributi cinematografici alla definizione del paesaggio toscano come paesaggiogiardino. I fiori, il paesaggio naturale e i giardini sono il contrappunto silenzioso delle vicende e 28 dei caratteri dei protagonisti, in particolare sembrano seguire gli umori e i sentimenti di Lucy. Il paesaggio toscano con il suo calore e le sue luci saranno il luogo dove Lucy dovrà fare i conti con la sua femminilità e dove nascerà il suo amore per George. Al contrario il verde sobrio e controllato dei giardini inglesi sembra essere l'ambiente ideale del suo promesso sposo Cecilio (Daniel Day Lewis), goffo e inibito. La scena finale, con i due giovani sposi davanti alla meraviglia di Firenze, sottolinea con luminosa evidenza la scelta di Lucy. Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino luogo di seduzione - Toscana - giardino vittoriano inglese - figure femminili Carrington regia: Christopher Hampton - Gran Bretagna, Francia 1995 Carrington VHS - 118 min. Film biografico dedicato alla intensa vicenda personale della pittrice Dora Carrington (Emma Thompson) e alla sua passione per il pittore omosessuale Giles Lytton Strachey (Jonathan Pryce). Le ambientazioni rispecchiano le atmosfere della vita culturale inglese del primo Novecento. Molti giardini e paesaggi della campagna inglese fanno da cornice alla storia, in particolare alcuni tipici cottage garden con aiuole e bordi misti in piena fioritura primaverile. Nel film sono riprodotte alcune opere della pittrice, di particolare interesse il giardino dipinto nella camera da letto del cottage in cui vive Carrington. Temi: cottage garden - giardino e pittura La casa dalle finestre che ridono regia: Pupi Avati - Italia 1976 DVD - 110 min. Agli inizi degli anni '60, in un paese della Bassa Ferrarese, arriva un giovane restauratore (Lino Capolicchio) per ripristinare un affresco di San Sebastiano, opera di un autore locale: il “pittore delle agonie”. I paesaggi piatti e assolati della campagna e delle valli, si trasformano nel teatro di un vero film horror. Da segnalare le cupe atmosfere del giardino incolto di Villa Boccaccini alla Collinara di San Giuseppe di Comacchio. Temi: campagna ferrarese - giardino inquietante Crimini e misfatti regia : Woody Allen - USA - 1989 DVD - 104 min. Crimes and misdemeanors Commedia ironica pervasa di amarezza, dove nessuno dei protagonisti si salva dalla propria ottusità. Anche in questo film Woody Allen ci regala alcune belle riprese del Central Park di New York. Temi: Central Park, New York - giardino come comparsa occasionale 29 Cyrano de Bergerac Cyrano de Bergerac regia: Jean-Paul Rappeneau - Francia 1990 DVD - 135 min. Nel dramma letterario, come nelle trasposizioni cinematografiche (1950 –Michel Gordon; 1990 Jean-Paul Rappeneau), il giardino segue le fasi più importanti della storia attraverso tre luoghi nettamente distinti. Il giardino dove Cyrano e Rossana si scambiano opinioni e confidenze sull'amore; il giardino notturno con la scena della celebre dichiarazione d'amore recitata sotto il balcone di Rossana e infine, il giardino del convento, dove Rossana si è ritirata dopo la morte dell'amato Cristiano e dove Cyrano, le confesserà il suo amore prima di morire. Anche se il giardino della sequenza notturna è in realtà ricostruito in studio, lo possiamo considerare come il quarto personaggio recitante della scena. Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino notturno - giardino luogo di seduzione Decameron regia: Pier Paolo Pasolini - Italia, Francia, Repubblica Federale Tedesca 1971 - DVD - ca. 110 min. Dal Decameron di Giovanni Boccaccio Pier Paolo Pasolini ha tratto 7 novelle, tutte ambientate a Napoli e dintorni; le ultime sono intercalate dalla storia di un allievo di Giotto (lo stesso Pasolini) che deve affrescare le pareti della chiesa di santa Chiara. La tipologia dell'hortus conclusus viene mostrata attraverso alcune ambientazioni in giardini che conservano un'atmosfera tardo medioevale. Temi: hortus conclusus Una domenica in campagna Un dimanche à la campagne regia: Bertrand Tavernier Francia 1984 - DVD - ca. 94 min. Un anziano pittore riceve i figli nel giardino della sua casa in campagna. Un film quasi privo di storia, che traduce con immagini di rara eleganza, le consuetudini di una famiglia parigina in gita domenicale agli inizi del Novecento. Il tema della pittura degli impressionisti è dominante, le inquadrature rimandano continuamente alle pitture di Renoir, Manet, Van Gogh, Caillebotte, ma l'obiettivo del regista non è raccogliere una sequenza di citazioni precise o di tableaux vivants, quanto di rileggere attraverso la macchina da presa, il modo di trattare la luce nelle opere degli impressionisti. In particolare il modo di cogliere le differenze e i cambiamenti dei colori attraverso la luce. L'amore dell'artista per il suo giardino, oggetto e soggetto della sua arte e fonte di ispirazione e di piacere, rimanda alla vicenda di Claude Monet, pittore e giardiniere. Monet, ha sempre dipinto i suoi giardini, in particolare quello di Giverny. Ma nel suo caso, il giardino e l'opera dipinta erano oggetto di continue sperimentazioni. Per monsieur Ladmiral, il giardino è soggetto del dipinto perché nel suo crescere e cambiare durante le stagioni, trova un luogo senza sorprese che si ripete, rassicurante nella sua ciclicità. Il film è interamente girato nel giardino e nella campagna che circonda la casa 30 dell'anziano pittore, ma il collegamento all'esperienza di Claude Monet e del suo giardino di Giverny, è solo accennato. Il film è stato girato in Francia a Wy-Dit-JoliVillage, Villers-en-Arthies e nella vicina regione del Vexin Temi: giardino e pittura Rassegna Giardini al cinema 2010 Don Giovanni Don Giovanni regia: Joseph Losey - Francia, Italia, Repubblica Federale Tedesca 1979 - DVD - 176 min. Trasposizione cinematografica dell'opera mozartiana, con Ruggero Raimondi nei panni dell'incallito seduttore. Tra i luoghi delle riprese: Villa Almerico, detta la Rotonda, utilizzata come residenza del protagonista e raffinato sfondo delle arie “Ah chi mi dice mai” di Donna Elvira (Kiri Te Kanava) e della celeberrima: “Madamina, il catalogo è questo”, srotolato da Leporello (Josè van Dam) sulla scala della facciata. Questa scelta scenografica, rispecchia lo spirito del capolavoro mozartiano e la cultura del Settecento, che nella purezza classica delle architetture palladiane trovò una delle maggiori fonti di ispirazione. La ricerca del Palladio di conseguire ad una percezione equilibrata tra l'architettura e i campi coltivati che la circondano, crea un paesaggio classico di rara proporzione e perfezione, un paesaggio che incarna la consapevolezza della Ragione e delle sue possibilità. In questo paesaggio, il giardino, natura educata, è dunque il mezzo che collega l'architettura con il territorio agricolo, natura coltivata. Una percezione colta perfettamente da Losey quando fa uscire di scena Don Giovanni, che lasciando la villa alle sue spalle, cammina verso i vigneti. Il giardino, che nell'opera di Mozart, è il luogo in cui sono ambientati passaggi particolarmente espressivi, si ritrova anche nella trasposizione cinematografica: qui il giardino diventa il prolungamento della casa del seduttore, il luogo dei corteggiamenti, degli inganni e degli sguardi, come del resto avviene nella migliore tradizione della seduzione galante e libertina del Settecento. Temi: ville palladiane - giardino luogo di seduzione Dracula di Bram Stoker regia: Francis Ford Coppola - USA 1992 DVD - 123 min. Bram Stoker's Dracula In questo film, il regista Francis Ford Coppola dà molto spazio alle ambientazioni nei giardini ricostruiti artificialmente in studio e usati come materia plastica che si adatta ai contesti emotivi della storia. La casa della giovane Lucy (Sadie Frost), si apre al giardino con una spaziosa veranda piena di fiori. Da questa si scende nel giardino a terrazze, collegate da una scala riccamente scolpita che degrada verso una zona selvaggia vicina alla scogliera sul mare. Questo ambiente rimanda alle pitture pre-raffaellite di Burne-Jones e Dante Gabriel Rossetti, in cui la natura è un contesto magico e misterioso e l'architettura o le forme geometriche sconfinano in ambiti di disordine e irrazionalità. Questo giardino è uno spazio che si trasforma con la storia: da luogo di pace, adatto ai 31 romantici dialoghi amorosi, a luogo di paura, quando la violenta tempesta costringe le due protagoniste a fuggire nel labirinto che diventa a sua volta, cornice deformata di una sfrenata sensualità. Temi: giardino inquietante - labirinto - giardino e pittura - giardino luogo di seduzione giardino/cinema/letteratura regia: François Truffaut - Francia 1971 Le due inglesi Les deux Anglaises (et le Continent) VHS - 132 min. Come quasi tutti i film di Truffaut, anche questo è una interpretazione della complessità dell'amore. Ambientata all'inizio del Novecento, la storia narra dell'attrazione del giovane parigino Claude Roc (Jean-Pierre Léaud) per le due sorelle inglesi, Anne e Muriel Brown che lo ospitano durante un soggiorno in Inghilterra. Un amore che si sviluppa per una vita intera, in bilico tra la nuova morale della vita parigina e il perbenismo della provincia britannica. Questo binomio si traduce nella suddivisione netta tra gli scenari verdi: da una parte i parchi eleganti della capitale francese, dall'altro le siepi battute dal vento e le eriche della casa sulla scogliera del Galles. La scena finale del film, in cui vediamo Claude ormai invecchiato, è girata nel giardino del museo Rodin a Parigi. Temi: giardino luogo di seduzione - parco urbano - cottage garden Edward Mani di forbici regia: Tim Burton - USA 1990 VHS - 103 min. In lingua originale Edward Scissorhands Favola moderna e crudele di un dolcissimo personaggio interpretato da Jonny Depp. Rimasto orfano del padre, artista e inventore, Edward viene adottato per caso da una “normale” famiglia americana, ma la sua diversità, mani che hanno forbici abilissime al posto di dita, crea qualche problema di adattamento. Dalle sue particolari estremità escono fantastiche acconciature e ancora più fantastiche opere di arte topiaria. Visione disincantata dei moderni quartieri residenziali della nuova classe media americana dove dominano l'uniformità e la ripetizione di modelli sociali e architettonici. Da ricordare il giardino nella casa gotica in cima alla collina: un mondo di creature magiche scolpite nella vegetazione: una contrapposizione poetica e creativa alla banalità degli uniformati pratini delle villette. Temi: giardino domestico americano - arte topiaria - giardiniere - botanica fantastica L'erba di Grace regia: Nigel Cole - Gran Bretagna 2000 VHS - 95 min. Saving Grace Rimasta vedova del marito, donnaiolo e giocatore incallito, Grace (Brenda Blenthyn), per pagare la montagna di debiti ereditata dal consorte, sfruttando il suo pollice verde e la complicità dell'intera comunità, comincia una redditizia coltivazione di cannabis 32 nella sua serra. Piacevole commedia, a tratti esilarante, con due belle figure di giardinieri. Ambientato negli splendidi paesaggi della Cornovaglia. Temi: serra - giardiniere - figure femminili La fabbrica di cioccolato Charlie and the Chocolate Factory regia: Tim Burton - USA 2005 DVD - 110 min. Per uno straordinario colpo di fortuna, il piccolo Charlie trova uno dei cinque biglietti d'oro che permettono di entrare nella leggendaria fabbrica di cioccolato del misterioso Willie Wonka (Johnny Depp). Un volta entrati, i bambini e i loro accompagnatori dovranno vedersela con la follia del loro ospite e la visita si trasforma presto in un gioco al massacro che eliminerà uno alla volta gli antipatici visitatori. L'interno della fabbrica è un delirio visionario di paesaggi fantastici, pieni di alberi di zucchero e caramelle giganti, fiumi di cioccolato e colline di marzapane sulle quali danza l'esercito dei grotteschi Oompa Loompa. Temi: botanica fantastica - giardino inquietante regia: Jean-Pierre Jeunet - Francia 2001 Il favoloso mondo di Amelie Le Fabuleux destin d'Amélie Poulain DVD - 117min. Commedia giocata sulla figura surreale e poetica della giovane protagonista Amélie Poulain (Audrey Tautou). Il film (girato a Parigi ma senza sottolineare in modo particolare i suoi giardini) ci regala uno straordinario nano da giardino. Simbolo delle paure e delle fissazioni del padre della protagonista, diventerà un nano rubato e viaggiante, immortalato da una sequenza di immagini polaroid. Temi: giardiniere - nanetti da giardino Full Monty - Squattrinati organizzati regia: Peter Cattaneo - Gran Bretagna 1997 - VHS - 91 min. The Full Monty Full Monty è un film lontanissimo dai giardini, ma ci offre un paio di scene emblematiche sul ruolo e la presenza dei nanetti nel giardino e sulla tipologia di giardino che questi oggetti rappresentano. Quando la moglie di uno dei protagonisti getta a terra la statuetta di gesso (recuperata dopo uno scherzo degli amici), non distrugge solo una figurina colorata e patetica, ma dichiara il fallimento del mondo che questa statuetta aveva rappresentato. Temi: nanetti da giardino - giardino come comparsa occasionale 33 Il giardino dei Finzi Contini regia: Vittorio de Sica - Italia, Repubblica Federale Tedesca 1970 - DVD - 90 min. A Ferrara dal 1938 al 1943 la nemesi di una famiglia di ebrei. Dalla persecuzione nazista si salverà solo Giorgio (Lino Capolicchio) che ama Micol (Dominique Sanda) dall'infanzia. La sceneggiatura di Ugo Pirro non fu sottoscritta da Giorgio Bassani, l'autore del romanzo. I luoghi ferraresi usati per le riprese hanno enfatizzato il mito dell'esistenza di questo giardino letterario: metafora straordinaria e universale della cacciata dal paradiso. Il muro di cinta del giardino è a tratti quello del parco Massari su Via Ercole d'Este, a tratti quello del cimitero ebraico ferrarese ripreso dalle Mura, ma gli interni del grande parco sono girati a Monza. Temi: Ferrara - Bassani - giardino/cinema/letteratura - figure femminili - tennis Il giardino delle vergini suicide The virgin suicides regia: Sofia Coppola - USA 2000 DVD - 96 min. Ricostruzione degli anni Settanta tratta dall'omonimo romanzo di Jeffrey Eugenides. Le cinque giovani sorelle Lisbon con la loro bellezza e i loro problemi di adolescenti, sono le protagoniste della storia. Il giardino di casa è il teatro dei drammi famigliari e nello stesso tempo, rispecchia e riflette nel suo progressivo abbandono, la distruzione e la morte della famiglia stessa. Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino domestico americano Il giardino segreto The secret garden regia: Agnieszka Holland - USA 1993 DVD - 97 min.(anche in DVD in versione originale) Tratto dal romanzo omonimo di Frances Hodgson Burnett (1910), il film racconta la storia di Mary Lennox, una bambina che vive con la famiglia nelle assolate colonie indiane. Rimasta orfana dei genitori durante un terribile terremoto, Mary viene ospitata in Inghilterra, nella grande triste casa dello zio Archibald Craven, misantropo e infelice, dopo aver perso prematuramente l'amatissima moglie. Annoiata, scontrosa e incapace di dimostrare il suo dolore, Mary trova sfogo e conforto nel giardino. Qui conosce Dickon, un ragazzo che vive in piena sintonia con l'ambiente naturale che lo circonda e il burbero, anziano giardiniere. La piccola Mary fa due scoperte importanti: trova l'accesso al giardino chiuso e abbandonato dopo la morte della zia, e conosce il cugino Colin, debole e malaticcio, costretto all'infermità dalle cure eccessive di una governante. La bambina diventa il mezzo per la guarigione di entrambi, attraverso la cura e il lavoro, il giardino tornerà a fiorire e Colin troverà la forza di uscire finalmente al sole. Molti personaggi di questa storia hanno delle ferite da rimarginare, il “giardino segreto” diventa il luogo simbolico della guarigione dei corpi e delle anime dei protagonisti: luogo che rinasce grazie alle cure della piccola, che incarna in modo perfetto e nel suo 34 stupore di bambina i ruoli del giardiniere : salvare ed essere salvato dal giardino e portare alla luce la bellezza della terra, fino al punto di affermare : “Se guardi bene, ti accorgerai che tutto il mondo è un giardino”. Nel film, il giardino è una composizione di luoghi: il palazzo dello zio Archibald è l'antico e austero maniero di Allerton Park (Knaresborough, North Yorkshire, Inghilterra), il giardino segreto è ricostruito nelle rovine della Abbazia di Fountains (Studley Royal, Ripon, Yorkshire, Inghilterra) . Di questo romanzo esiste anche una precedente trasposizione cinematografica del 1949, del regista Fred MacLeod Wilcox e una serie di animazione giapponese intitolata “Mary e il giardino dei misteri” Temi: giardiniere - giardino/cinema/letteratura - giardino vittoriano inglese - giardino e bambini Rassegna Giardini al cinema 2007 Giorgio Bassani: poesia regia: Paolo Zappaterra - Ferrara, Italia 2003 VHS – 15 min. Omaggio alla poesia dello scrittore ferrarese, attraverso una serie di sequenze filmate. Il video è suddiviso in due parti, la prima girata in occasione della cerimonia di inaugurazione della tomba dello scrittore al cimitero ebraico di Ferrara, la seconda propone una serie di luoghi e atmosfere legate alla prosa e alla poesia di Bassani, sottolineate dalla lettura di brani dell'autore (voce Roberto Zuin). Temi: Ferrara - Bassani Un giorno per caso regia: Michael Hoffman - USA 1996 DVD - 104 min. One fine day Un architetto (Michelle Pfeiffer) e un giornalista (George Clooney) devono risolvere problemi familiari e di relazione. Entrambi divorziati, stressati e con figlio unico a carico: si incontrano, bisticciano e finalmente si ritrovano e condividono una riposante dormita sul divano. Il tutto in una frenetica giornata a New York. Alcune riprese sono girate al Central Park di cui si riconosce la fontana alla Bethesda Terrace. Temi: Central Park, New York La grande abbuffata La grande buffe regia: Marco Ferreri - Francia, Italia 1973 DVD - 123 min. In una villa isolata (rue Boileau a Parigi), quattro amici: un pilota (Marcello Mastroianni ), il proprietario di un ristorante (Ugo Tognazzi), un giudice (Philippe Noiret) e un regista televisivo (Michel Piccoli) decidono di uccidersi in un'orgia di cibo 35 e di sesso. Il compito di seppellire i morti è lasciato ad una maestra (Andrea Ferrèol). Nel film vediamo un giardino invernale e spoglio, un giardino senza vita come un cimitero domestico senza possibilità di salvezza o redenzione. Tema : giardino inquietante Green Card Green Card regia: Peter Weir - USA, Francia 1990 VHS - 103 min. - Versione in lingua originale Per poter affittare un esclusivo appartamento a Manhattan, disponibile solo per coppie sposate, Brontë (Andie MacDowell), appassionata ecologista e giardiniera, decide di contrarre un matrimonio di convenienza con George (Gerard Depardieu), un musicista francese che ha bisogno della Carta Verde per restare negli Stati Uniti. Questo film richiama molti temi di carattere “verde”. Innanzitutto la magnifica serra sui tetti di Manhattan che spinge la dolce Brontë a far qualsiasi cosa pur di averla e trasformarla in un mondo tutto suo, dove le piante sono curate e amate più degli esseri umani. Un altro tema interessante è quello dei guerrilla gardens, un movimento nato qualche decennio fa, nelle grandi metropoli americane e poi diffuso nel mondo. L'obiettivo di questi gruppi, prevede la colonizzazione di terreni abbandonati in quartieri spesso degradati, da parte di residenti o di giardinieri non autorizzati, che attraverso la coltivazione di giardini poveri e autogestiti, cercano di migliorare le condizioni e la qualità della vita di queste aree urbane. Sono molto interessanti le riprese girate al Central Park. In particolare possiamo notare il rapporto tra parco e metropoli nelle immagini che mostrano la grande radura con lo sfondo delle aree boscate e lo skyline della città: anche nella dimensione verticale la separazione tra questa area verde e il contesto è particolarmente netta e definita. Nella scena in cui i due protagonisti attraversano il parco di corsa, prendendo una scorciatoia, invece, possiamo notare come in certe aree del parco, la vegetazione spontanea e incolta, abbiano preso il sopravvento, creando vere e proprie boscaglie selvatiche. Temi: Central Park, New York - giardiniere - serra - guerrilla gardens - terrazza I guerrieri della notte regia: Walter Hill - USA 1979 VHS - 89 min. The Warriors Tratto da un romanzo di Sol Yurick. Durante un raduno di bande di New York un importante capo gang viene assassinato. La colpa ricade sulla banda degli Warriors, che innocenti e disarmati devono scappare da quattro gang rivali e dalla polizia. Film di avventura e violenza, regala un'immagine notturna e poco rassicurante della città e soprattutto del Central Park. Il giardino metropolitano più famoso del mondo si mostra nei suoi aspetti più cupi, diventando un luogo da incubo, una selva primordiale piena di insidie e pericoli nascosti nell'ombra. Temi: giardino inquietante - Central Park, New York - giardino notturno 36 Hair regia: Milos Forman - USA 1979 DVD - 105 min. Hair Versione cinematografica del celebre musical (1967) di Gerome Ragni, James Rado (libretto) e Galt MacDermot (musica). Celebrazione in musica del movimento Hippie e della protesta contro la guerra in Viet Nam, porta sullo schermo un Central Park che si trasforma per l'ennesima volta e diventa natura psichedelica in città, l'ambiente dell'Era dell'Acquario. Temi: Central Park , New York Hannah e le sue sorelle regia: Woody Allen - USA 1985 DVD - 102 min Hannah and Her Sisters Commedia complessa, basata sulla costruzione di geometrie e intrecci di relazioni fra una moltitudine di personaggi. Come spesso accade nei film girati a New York, Woody Allen (in questo caso accompagnato dal virtuosismo fotografico di Carlo di Palma) ambienta alcune sequenze nel Central Park. In questo caso è interessante la scena in cui il protagonista considera l'assurdità dell'esistenza umana, osservando i joggers, gli appassionati che quotidianamente corrono lungo le rive del lago centrale (stesse inquadrature nei film “Il Maratoneta” e “L'avvocato del Diavolo”). Temi: Central Park, New York Harold e Maude regia: Hal Ashby - USA 1971 DVD - 80 min. Harold and Maude Il giovane ricchissimo e viziatissimo protagonista, afflitto da una madre possessiva e da manie che lo portano a inscenare continuamente teatrali finti suicidi, fa amicizia con una bizzarra contessa ottantenne che gli insegnerà il senso e la poesia della vita. Memorabili i pic-nic ambientati in un verde e rigoglioso cimitero californiano ... “A me piace guardare le cose che crescono e sbocciano e muoiono. E si trasformano in qualcos'altro. Io vorrei trasformarmi in un girasole” (Maude) Temi: cimitero/giardino Harry potter e il calice di fuoco Harry Potter and the Goblet of Fire regia: Mike Newell - USA 2005 DVD - 151 min. In questo episodio della saga di Harry Potter, una delle gare per la conquista dell'ambito Calice, è un misterioso labirinto. Luogo inquietante per eccellenza, in questo film viene amplificato grazie ad effetti speciali che lo rendono vivo e mutevole come un essere 37 mostruoso: un luogo in cui bisogna stare molto attenti, come suggerisce il saggio Albus Silente, perchè al suo interno le persone possono cambiare, mostrando i lati peggiori. Temi: labirinto - giardino inquietante Un incantevole aprile Enchanted April regia: Mike Newell - Gran Bretagna 1991 DVD - 90 min. Nel grigiore di una Londra cupa e piovosa, un annuncio sul Times lancia un'ancora di salvezza a quattro donne che sceglieranno di vivere un'esperienza unica: affittare un castello in Liguria per gli amanti del sole e del glicine. Qui, nel giardino affacciato sul mare di Portofino, nella bellezza infinita e struggente di un aprile italiano, queste quattro donne ritroveranno la loro anima e la loro femminilità. Dall'omonimo romanzo di Elizabeth Von Arnim, la descrizione fedele di un giardino come paradiso in terra capace di migliorare le persone, o almeno di creare l'illusione che questo sia possibile. Interamente girato nel castello Brown a Portofino, il film rispecchia le atmosfere magiche e l'ironia del testo. Dopo un viaggio faticoso e un turbinoso arrivo notturno, il primo mattino Lottie (Josie Lawrence) apre la finestra della sua camera e in questo semplice gesto c'è la sintesi di tutta la meraviglia del giardino, della sua bellezza che si scopre, incanta e stordisce. Temi: giardino/cinema/letteratura - figure femminili Rassegna Giardini al cinema 2010 Io ballo da sola Stealing Beauty regia: Bernardo Bertolucci - Gran Bretagna, Italia, Francia, USA 1996 - VHS - 118 min. Orfana di madre, la diciottenne americana Lucy Harmon (Liv Tayler) trascorre una vacanza estiva ospite di amici di famiglia, che abitano in uno splendido podere nella campagna senese. Le vicende della ragazza hanno come sfondo l'incantevole paesaggio Toscano, le strade di Siena e la villa di Geggiano a Castelnuovo Berardenga, con il suo giardino, che ispirò anche Vittorio Alfieri. Tutta la scena della festa estiva è ambientata nel giardino, di cui si può ammirare il piccolo teatro barocco e la sala di ingresso, affrescata con scene di vita rurale. Le sculture che mettono gli accenti al paesaggio, sono dello scultore anglosassone Matthew Spender che, dal 1989 vive vicino a Gaiole di Chianti. “ Le mie statue nascono doppiamente dalle colline che mi circondano”, scrive l'artista londinese. “Sono create dall'argilla che si trova sotto, e la forma della collina stessa, plasmata da generazioni di artigiani della terra, con zappa e bidente e la schiena piegata come l'arco si ritrova nelle curve delle figure che faccio.” (Maurizio Bologni, 2000, pag. 64) Temi: giardino barocco italiano - Toscana - sculture in giardino - giardino/vigneto grandi alberi 38 Kill Bill regia: Quentin Tarantino - USA 2003 DVD - 111 min. Kill Bill Interessante decostruzione cinematografica dell'immagine del giardino. Nella scena finale del film un giardino giapponese, o meglio uno spazio che allude a questa tipologia di giardino, è teatro di una cruenta carneficina. Il recinto innevato è una citazione di Tarantino del film Lady Snowblood (1973) di Fujita Toshiya. Temi: giardino inquietante - giardino orientale Il labirinto del fauno regia: Guillermo Del Toro - Spagna, Messico 2006 El labirinto del fauno DVD - 114 min. Nella Spagna del 1944, mentre il capitano dell’esercito Vidal (Sergi López) dà la caccia agli ultimi oppositori del regime franchista, la sua figliastra, una bambina sensibile e solitaria, scopre un mondo fantastico in un labirinto pietroso nascosto nel bosco vicino alla casa. Qui la ragazzina apprende di essere una principessa di fiaba che, per diventare immortale, deve superare tre difficili prove. La narrazione della storia si sviluppa su due livelli: quello fantastico, popolato da creature inquietanti come il Fauno e L'Uomo Pallido e quello reale, in cui si rivelerà il vero mostro della storia: il capitano Vidal. Temi: labirinto - giardino inquietante - giardino e bambini Il laureato regia: Mike Nichols - USA 1967 DVD - 102 min. The Graduate Un neolaureato californiano in crisi di identità (Dustin Hoffman) diventa l'amante di una nevrotica signora, amica di famiglia (Anne Bancroft), ma poi si innamora della figlia, sua coetanea (Katharine Ross): film culto degli ultimi anni '60 e quadro dissacrante dell'America borghese e perbenista. Il giardino con piscina è una stanza all'aperto dove si svolgono i riti del barbecue tra amici: spoglio nella sua “modernità”, freddo nonostante il sole californiano, come spogli e freddi sono i drammi borghesi raccontati dalla storia. Temi: piscina - giardino domestico americano - giardino come comparsa occasionale regia: Terry Gilliam - USA 1991 VHS - 127 min. La leggenda del re pescatore The Fisher King Sconvolto dalla morte violenta della moglie, un mite professore di storia medioevale (Robin Willians), impazzisce e va alla deriva, vivendo come barbone nelle cantine della metropoli e ricercando il Sacro Graal per le strade di New York. Lo aiuta un disk-jockey (Jeff Bridges) che si sente direttamente responsabile di questa disgrazia. 39 Storia di amore e amicizia in cui commedia e dramma, realtà e fantasia si mescolano continuamente, passando dai bassifondi metropolitani ai grattacieli di Manhattan, con molte soste significative al Central Park. Il grande parco è rappresentato come la selva misteriosa soprattutto come la selva misteriosa in cui prendono forma i mostri che vivono nella mente del protagonista. Nella scena finale, quando i due protagonisti, finalmente liberi dai loro incubi possono stare sdraiati nel grande prato a guardare le stelle, il parco notturno recupera una dimensione di pacifica serenità. Temi: Central Park, New York - giardino inquietante - giardino notturno Leon regia : Luc Besson - Francia 1994 DVD - 155 min. Léon Léon (Jean Reno) è un killer tanto spietato quanto candido e ingenuo, una macchina di morte inesorabile fino a quando Mathilda (Natalie Portman), una bambina sopravvissuta alla strage della sua famiglia compiuta da un gruppo di poliziotti corrotti, entra nella sua vita sconvolgendone gli equilibri. Léon è un goffo personaggio abile solo nell'uso delle armi e totalmente incapace di avere rapporti con altre persone. L'unico affetto di Leon è rappresentato da una pianta in vaso coltivata con cura. Il sicario e la bambina sono anime alla deriva, sopravviveranno insegnando l'uno all'altro le proprie conoscenze: Léon imparerà a leggere e scrivere, Mathilda a usare le armi, il tutto scandito dalle cure quotidiane alla pianta, vincolo emotivo che lega l'uno all'altra. Nel finale Léon si sacrifica per i suoi unici amori, salvando con attenzione estrema, la ragazzina e la pianta da una spettacolare sparatoria. In questo modo Mathilda potrà crescere, frequentare un collegio grazie ai soldi di Leon e la pianta potrà avere un luogo dove mettere radici. Temi: giardiniere - piante in vaso - giardini e bambini - giardino come comparsa occasionale Lontano dal Paradiso regia: Todd Haynes - USA 2002 DVD - 102 min. Far from heaven I coniugi Frank e Cathy Whitaker (Dennis Quaid e Julianne Moore) hanno tutto il necessario per essere felici e realizzati nella società di una provincia americana alla fine degli anni '50: agiatezza, bellezza, salute, figli e amici perfetti. Questa facciata nasconde due segreti: l'omosessualità del marito e l'infelicità della moglie, madre esemplare quanto moglie trascurata. Nella sua solitudine Cathy trova amicizia e comprensione nel nuovo giardiniere, vedovo, sensibile e colto, con l'unico difetto di avere la pelle nera. L'uso dei colori e la splendida fotografia, sembrano voler sottolineare ed enfatizzare l'armonia domestica di questa famiglia, tutti i dettagli sono perfetti come la casa circondata dallo spettacolare giardino autunnale che si armonizza con i colori delle stoffe dei vestiti. 40 L'armonia generale sembra veramente essere spezzata solo dall'elemento “colorato” del giardiniere, sensibile e attento, che farà apprezzare a Cathy la possibilità di trovare bellezza anche fuori dalle convenzioni: come gli accordi astratti di un quadro moderno o la struggente eleganza di un ramo, di un cespuglio selvatico, raccolto nel bosco. Temi: giardiniere - giardino domestico americano Rassegna Giardini al cinema 2007 Madame Bovary regia: Claude Chabrol - Francia 1991 VHS - 139 min. Madame Bovary La trasposizione cinematografica di Claude Chabrol della vicenda di Emma Bovary (Isabelle Huppert), è particolarmente fedele al testo di Flaubert, soprattutto nei testi e nelle ambientazioni. Il giardino e il paesaggio della campagna francese, accompagnano le vicende di Emma fin dall'inizio del film, in cui appare il semplice giardino della fattoria, dove avverrà l'incontro fra la giovane donna e il dott. Bovary. Anche la festa del matrimonio è preceduta da una allegra processione nei campi. Il giardino delle case di città, saranno soprattutto lo scenario dei momenti di tormento e di riflessione, lo spazio della convalescenza del corpo e il luogo della passione degli incontri notturni di Emma con l'amante Rodolphe. Temi: giardino/cinema/letteraura - giardino luogo di seduzione - giardino notturno giardino teatro - figure femminili Manhattan regia: Woody Allen - USA 1979 DVD - 96 min. Manhattan Episodi della vita sentimentale di un autore televisivo di New York in una città che è la protagonista assoluta del film. Woody Allen grazie alla fotografia in bianco e nero di Gordon Wills rende un omaggio poetico alla sua città e al suo parco. Temi: Central Park, New York Il Maratoneta regia: John Schlesinger - USA 1976 125 min Marathon Man Studente universitario ebreo, si imbatte in un criminale nazista alla ricerca di diamanti conservati dal fratello dopo la guerra. Il film passa dai toni di denuncia al thriller attraverso un duello spietato tra i due protagonisti: il giovane Dustin Hoffman e un cattivissimo Laurence Olivier. Celebre la scena della corsa del maratoneta intorno al Reservoir del Central Park. Temi: Central Park, New York 41 Marie Antoinette Marie Antoinette regia: Sofia Coppola USA , Francia, Giappone 2006 - DVD - 118 min. La regista Sofia Coppola chiude la sua trilogia sulla solitudine (The Virgin suicide 1999; Lost in Translation – 2003) con il progetto ambizioso di restituire dignità e complessità ad una figura storica tra le più calunniate e odiate: la regina Maria Antonietta. Questo è un film in costume ma non è un film storico e ci mostra Marie Antoinette (Kirsten Dunst), moglie bambina di Luigi XVI, dal matrimonio alla Rivoluzione Francese. Chiusa nella gabbia dorata della vita di corte, la giovane regina troverà solo nel grande parco, la possibilità di ritagliarsi uno spazio tutto per sé lontano dalle convenzioni imposte dal cerimoniale. Per quello che riguarda i giardini, questo film ci propone alcune sequenze magistrali del grande parco della reggia di Versailles. Le lunghe prospettive verso l'infinito, volute dal Re Sole per dichiarare al mondo il suo potere sulla natura e sugli uomini, sono riprese nelle luci crepuscolari o nelle sfumature dell'alba, come a sottolineare l'avvicinarsi della fine dell'antico regime. Molto interessanti le riprese del giardino all'inglese e del villaggio pastorale voluti a Versailles da Maria Antonietta. Le luci e le fioriture sono quelle reali del giardino nel mese di giugno. Nella sequenza in cui Marie Antoinette riceve la notizia della morte della madre, si vede il parterre fiorito del giardino di Vaux-le-Vicomte. Temi: giardini barocco francese - giardino all'inglese - giardini e bambini - figure femminili Rassegna Giardini al cinema 2009 La maschera di ferro regia: Randall Wallace - USA 1998 VHS - 130 min. The Man in the Iron Mask Cast stellare per una pellicola liberamente tratta dai romanzi di Dumas, in cui si raccontatano gli intrighi di palazzo ai tempi del giovane Luigi XIV. Negli esterni sono riconoscibili il giardino del castello di Vaux-le-Vicomte e di Champs-sur-Marne. Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino barocco francese - giardino luogo di seduzione - giardino/teatro Messaggero d'amore regia: Joseph Losey - Gran Bretagna - 1970 VHS - 112 min. The Go-Between Tratto dal romanzo di L. P. Hartley “L'età incerta” e con l'abile sceneggiatura di Harold Pinter, il film di Joseph Losey mette in scena una ricostruzione proustiana di una vicenda, interamente ambientata in una nobile dimora inglese, dei primi anni del Novecento. Tra riti quotidiani scanditi da pranzi, tè in giardino, partite a criquet e pigre 42 letture all'ombra di alberi centenari, un timido adolescente di modesta famiglia, ospite di un ricco amico, è testimone e complice dell'amore clandestino tra la bella aristocratica Marian (Julie Christie) e il giovane fattore Ted ( Alan Bates). Le scenografie verdi scelte dal regista, sottolineano la frattura fra l'ordine delle convenzioni sociali e il caos dei sentimenti dei protagonisti. La rigida scansione degli spazi del giardino della villa, con i suoi prati perfetti come tappeti, le siepi potate e le armoniche aiuole fiorite, si contrappone ai turbamenti del ragazzino rappresentati, invece dalla selva di arbusti che lui attraversa di corsa per portare i messaggi ai due amanti o dal giardino incolto, dove dà sfogo alla sua rabbia e alla sua gelosia, distruggendo una pianta di velenosa Belladonna. Gran parte del film è ambientato a Bradenham Hall, che nella realtà corrisponde a Melton Constable Hall nel North Norfolk ( vicino alla cittadina di Holt) il cui parco, venne disegnato nella seconda metà del 1600 da Lancelot Capability Brown per la famiglia Astley. Temi: giardino/cinema/letteratura - giardino paesaggistico inglese - giardino luogo di seduzione - garden party - giardino spontaneo - giardino e bambini Metropolis regia: Fritz Lang - Germania 1927 DVD (versione restaurata) - 118 min. Metropolis La megalopoli inquietante immaginata da Fritz Lang in un futuribile 2026, è organizzata su due livelli ben distinti. Qui vivono due realtà sociali opposte e la differenza è sottolineata anche dalla presenza di un incredibile giardino, uno spazio luminoso in cui si muovono con grazia i giovani bellissimi della casta privilegiata. Un luogo che si oppone con estrema violenza visiva, alla oscurità rumorosa, popolata da macchine terribili, sporca e umida in cui vivono in schiavitù e abbrutimento gli altri abitanti di Metropolis. Temi: giardino inquietante - fantascienza Microcosmos: il popolo dell'erba Microcosmos: Le peuple de l'herbe regia: Claude Nuridsany, Marie Pérennou - Francia, Svizzera 1996 DVD - 75 min. Documentario che ci porta ad esplorare da vicino, grazie alla tecnica di ripresa, un mondo affascinante e sconosciuto, quanto familiare: la vita in un prato ovvero, la lotta per la sopravvivenza di bruchi, formiche, coccinelle e tutte le altre meravigliose creature che popolano anche i nostri giardini. Indispensabile per capire che la biodiversità si esprime anche nella realtà domestica di un piccolo fazzoletto di terra. Tema: giardino spontaneo - grande e piccolo 43 Mio Zio regia: Jacques Tati - Francia, Italia 1958 DVD - 110 min. Mon oncle Come sempre Jacques Tati, ironizza sulle trasformazioni della vita moderna. La contrapposizione tra i modi di vivere della vecchia piccola provincia e della nuova città metropolitana, viene mostrata senza possibilità di incontro. Come dimostra la rovina di un vecchio muro che segna il confine fisico tra le due realtà urbane. Il giardino, o meglio l'anti-giardino della modernissima casa della sorella del protagonista e della sua famiglia, gli Arpel, è lo scenario ideale delle aberrazioni del moderno, dove tutto è asettico, ordinato, secco, pulito e disinfettato, come vuole la moda. Un giardino dove non si può giocare, dove non ci sono fiori, dove si fa fatica a camminare, perché lo spazio è scandito da partiture secche, da sentieri tanto belli sulla carta quanto scomodi da vivere. Al centro di tutto questo delirio, la fontana: una vasca d'acqua dove emerge un pescione che spruzza acqua a comando e solo quando la necessità della rappresentanza lo richiede: per il fruttivendolo non è necessario ma per la vicina o gli ospiti di un improbabile garden-party, è invece un accessorio indispensabile. A tutto questo si contrappone il vecchio quartiere pieno di sfaccendati chiacchieroni e sorridenti, cagnetti e canarini che cantano al sole, dove i ragazzini possono giocare per strada, nei campi e fare merenda con frittelle bisunte. La casa degli Arpel è stata disegnata dall'architetto Robert Mallet-Stevens (1886 – 1946) che ironizza su se stesso e sulle “macchine per abitare” del moderno. Il giardino evoca gli esperimenti del giardino cubista realizzati intorno agli anni '20, in particolare i giardini disegnati dal Gabriel Guevrekian (1892 – 1970) per l'esposizione Internazionale di Parigi del 1925 e per la villa Noailles a Hieres in Costa Azzurra. Temi: giardino “moderno” - garden party - giardino inquietante - figure femminili giardini e bambini I misteri del giardino di Compton House The Draughtsman's contract regia: Peter Greenaway - Gran Bretagna 1982 - DVD - 103 min. Ambientato nell'Inghilterra del 1694 nel giardino di una dimora aristocratica, in cui si svolgono ambigue seduzioni, conflitti famigliari, orrendi delitti. La trama narra di un abile disegnatore incaricato di riprodurre dodici vedute del giardino e della casa, che la moglie del proprietario vuole regalare al marito, assente per affari. In cambio del suo lavoro, il disegnatore riceverà tra i suoi compensi contrattuali, i favori sessuali della donna e poi della figlia. Mentre i disegni prendono forma sulla carta, l'artista raccoglie una serie di indizi che lo porteranno a scoprire l'omicidio del proprietario e il complotto messo in scena dalle due donne. “Ciò che rende I misteri del giardino di Compton House particolarmente significativi (...) è la rappresentazione della rappresentazione. Greenaway mostra prima di tutto la rappresentazione in atto. La illustra presentando ripetutamente la maniera di incorniciare il paesaggio con l'ausilio di un reticolato o di un velo di memoria albertina o düreriana che permette di ricreare l'immagine più esatta o fedele. (...) Il film, la cui azione è collocata nell'anno 1694, funge da racconto metafilosofico o, meglio, da esercizio semiologico postmoderno. L'esteriorità, il dominio del “non-io”, 44 simbolizzato dal parco, si rivela, in ultima istanza, il laboratorio di un mondo in cui tutto è rappresentazione. Il parco, vero e proprio oggetto di venerazione, si trasforma in un luogo di assenza e di esclusione metafisica. Sulla base di tale crisi, Greenaway interroga gli aspetti multipli della ricezione dei giardini: il committente, la finalità delle immagini (che “sostituiscono” il giardino, lo fanno “viaggiare”) e allo stesso tempo, la loro circolazione. Tutto questo avviene in un sito che è già per definizione, in quanto creazione, un luogo di rappresentazione”. (Michael Jacob 2009, pag. 67,68). Il film è girato interamente nel giardino e nella tenuta di Groombridge Place nel Kent. Temi: giardino inquietante - giardino paesaggistico inglese - giardino teatro - giardino e pittura - giardino luogo di seduzione - sculture in giardino - giardino barocco - arte topiaria Rassegna Giardini al cinema 2006 Molto rumore per nulla regia: Kenneth Branagh - Gran Bretagna, Much ado about nothing USA 1993 - DVD - 106 min. Schermaglie amorose tra coppie che si cercano e si corteggiano tra quinte sempreverdi, logge e scorci su una campagna toscana morbida e calda. Kenneth Branagh ambienta interamente la sua versione della commedia shakesperiana nel giardino e nella villa di Vignamaggio, riproponendo un ideale, mai scomparso, di vita in villa. Nella realtà alcuni dettagli del giardino sono ricostruzioni scenografiche, come la fontana quadrata e la piccola cappella in fondo al prato. Il giardino, che riprende con cura, ma senza esagerare, le forme e le caratteristiche del giardino rinascimentale toscano, è parte integrante della narrazione e grazie ad un uso accorto della macchina da presa è complice dei protagonisti. Temi : Toscana - giardino all'italiana - giardino/cinema/letteratura - giardino luogo di seduzione - labirinto - arte topiaria Rassegna Giardini al cinema 2008 Notting Hill Notting Hill regia: Roger Michell - USA , Gran Bretagna 1999 VHS - 124 min. - Sia tradotto che in versione originale Per le strade di Londra e in particolare nel quartiere di Notting Hill, si svolge la relazione complicata tra il timido libraio William Thacker (Hugh Grant) e la diva del cinema Anna Scott (Julia Roberts). In questo film si vede una tipologia di giardino molto comune in Inghilterra, in particolare a Londra: i comunal gardens, che a dispetto del nome, non sono piccoli giardini pubblici di quartiere, ma sono giardini recintati, che vengono utilizzati e gestiti dai proprietari delle abitazioni che si affacciano sulla piazza, al cui centro, si trova il giardino stesso. Quello utilizzato nel film è il giardino in Rosmead Road a Londra. Temi: Comunal gardens - giardino notturno 45 Gli occhiali d'oro regia: Giuliano Montaldo - Italia, Francia, Iugoslavia 1987 Gli occhiali d'oro DVD - 101 min. Tratto dall'omonimo romanzo del 1958 di Giorgio Bassani, narra le vicende del dottor Fadigati, uno stimato professionista di Ferrara che riesce a nascondere la sua omosessualità fino a quando l'improvvisa passione per Eraldo lo spinge a vivere apertamente il suo rapporto, fino al tragico finale. Il film, girato quasi interamente a Ferrara, mostra alcuni giardini e spazi verdi della città, in particolare il cimitero Ebraico e alcuni giardini interni di abitazioni nel centro storico. Temi: Ferrara - Bassani - giardino/cinema/letteratura Oltre il giardino regia: Hal Ashby - USA 1979 VHS - 130 min. Being there Il giardiniere Chance (Peter Sellers) viene in contatto con la high-class americana che scambia la sua ingenuità per intelligenza e i suoi silenzi per saggezza. Tratto dal romanzo di Jerzy Kosinski, che firma anche l'adattamento per lo schermo. Indimenticabile interpretazione di Peter Sellers che ci regala una grande figura di giardiniere. In questo film si vedono pochi giardini e in sequenze molto brevi, che però sono sufficienti per fare di questo film un classico sul rapporto tra cinema e giardini e sulla figura del giardiniere cinematografico. Temi: giardino/cinema/letteratura - giardiniere Orgoglio e pregiudizio Pride and prejudice regia: Joe Wright - Francia, Gran Bretagna 2005 - DVD - 121 min. Quest'ultima versione cinematografica del celebre romanzo di Jane Austin, presta una particolare attenzione alla scelta dei luoghi delle riprese che, vengono utilizzati per sottolineare le diverse condizioni sociali dei protagonisti: le sorelle Bennet in cerca di marito e i loro aristocratici ricchi possibili innamorati. Può essere interessante confrontare l'uso dello stesso giardino, quello di Groombridge Place, usato da Greenway in una ambientazione tardo seicentesca che ne esaltava gli aspetti formali e geometrici, con le riprese del film di Wright, che in una vicenda di un secolo successiva, ne mette in evidenza gli aspetti più paesaggistici e naturali, coerentemente con i cambiamenti del gusto per i giardini. Un altro aspetto interessante di questo film è l'uso di doppie inquadrature, giocate tra i limiti della macchina da presa e le finestre o colonne, che incorniciano le viste del giardino, come per ribadire l'origine pittorica del giardino paesaggistico inglese, che ha tratto ispirazione anche dallo studio dei paesaggi ideali dipinti e incorniciati. Nella versione in DVD, uno dei capitoli dei contenuti speciali è composto da schede sui palazzi e sui giardini usati come luoghi delle riprese. Temi: giardino paesaggistico inglese - giardino/cinema /letteratura - figure femminili giardino luogo di seduzione Rassegna Giardini al cinema 2010 46 Orlando Orlando regia: Sally Potter - Gran Bretagna, Russia, Francia, Italia, Olanda 1992 - DVD - 92 min. Sedicenne nel 1600 sotto il regno di Elisabetta I (Quentin Crisp), Orlando (Tilda Swinton) nobile inglese diventa donna a trent'anni e tale rimane, senza invecchiare, nei secoli successivi fino al 1928. Per sottolinearne l'attualità, la regista inglese Sally Potter prolunga l'azione fino al 1992. Nel film ricorre in varie sequenze il giardino di Hatfield House, antica dimora inglese abitazione pare della stessa regina Elisabetta I. Un giardino che si presta con le sue parti ancora coltivate a giardino formale, a segnare i passaggi tra le varie epoche nella vita di Orlando. Da ricordare la scena della corsa nel labirinto in cui Orlando compie un salto temporale di secoli attraverso il cambiamento del suo costume. Di grande poesia anche le sequenze iniziali e finali, in cui un albero, diventato secolare, segna il trascorrere del tempo. Temi: giardino/cinema/letteratura - figure femminili - giardino paesaggistico inglese grandi alberi - labirinto - giardino barocco - arte topiaria Rassegna giardini al cinema 2008 Un' ottima annata A Good Year regia: Ridley Scott - Gran Bretagna, USA 2006 DVD - 112 min. Un implacabile e cattivissimo squalo della finanza londinese (Russell Crowe), si ritrova a dover gestire una tenuta vinicola nel sud della Francia, ereditata da uno zio. Deciso a vendere tutto per ricavarne nuovo denaro, verrà sedotto dalla bellezza dei luoghi e dai piaceri della vita. Film leggero e prevedibile che ci regala scene memorabili sulla bellezza dei paesaggigiardino come i vigneti in Provenza. Temi: giardino/vigneto - paesaggio/giardino - giardino luogo di seduzione Ossessione regia: Luchino Visconti - Italia 1943 DVD - 118 min. Ossessione Film capolavoro di Luchino Visconti tratto dal romanzo americano di James M. Cain. Visconti ambienta la vicenda dei due amanti nella calda, assolata campagna sugli argini del Po, nella città di Ferrara e di Ancona. Al pubblico ferrarese però non piacque riconoscere la propria città in questa storia di torbida passione. Interessante la scena girata nei giardini della attuale piazzetta della Repubblica (largo Castello) che può essere considerata come un documento fedele del luogo negli ani '40. Temi: Ferrara - campagna ferrarese 47 Paisà regia: Roberto Rossellini - Italia 1946 VHS - 121 min. Paisà Il film racconta sei episodi della Seconda Guerra mondiale in Italia, seguendo l'avanzata degli Alleati angloamericani , dallo sbarco in Sicilia al fronte lungo la linea del Po. Considerato uno dei vertici del neorealismo italiano. Da considerare il sesto e ultimo episodio girato nelle valli ferraresi e lungo gli argini del Po. Temi: campagna ferrarese La piccola bottega degli orrori Little shop of horrors regia: Roger Corman - USA 1960 DVD - 72 min. Un eccentrico fiorista (Jonathan Haze) alleva una pianta carnivora e si trova costretto ad uccidere per provvedere al suo nutrimento. La pianta carnivora è uno dei mostri indimenticabili del cinema fantastico. Da ricordare: il remake di Franz Oz del 1986, interpretato da Rick Moranis e un'analoga pianta mostruosa nel film: il diabolico complotto del Dr. Fu Manchu, commedia grottesca interpretata da Peter Sellers (1980) Temi: botanica fantastica Pollice Verde Greenfingers regia: Joel Hershman - Gran Bretagna 2002 DVD - 80 min. in lingua originale Nella prigione modello di Edgefield, ai carcerati viene data la possibilità di imparare un mestiere. Tra questi, un gruppo verrà coinvolto in una esperienza che li porterà a diventare dei veri giardinieri. Guidati dal vecchio Fergus (David Kelly), realizzano un giardino fiorito che attira l'interesse e l'attenzione di una vera signora dei giardini inglesi: Georgina Whoodhouse (la bravissima Helen Mirren). Grazie a lei cominceranno a lavorare anche all'esterno del carcere e potranno partecipare con una loro creazione alla prestigiosa mostra di giardinaggio di Hampton Court. Una bella storia piena di giardini e giardinieri, che offre più di uno spunto di riflessione sui ruoli di entrambi. Innanzitutto, il tema del giardino come luogo che cura il corpo e lo spirito, esplicito nella trasformazione dei duri carcerati che ritrovano la loro umanità nel lavoro e nella cura di un giardino. Una trasformazione che diventa affermazione delle proprie potenzialità creative ed umane e si realizza nella costruzione di un giardino per la mostra di Hampton Court. Un giardino trasgressivo e fuori dagli schemi, capace di esprimere in piena autonomia l'idea di una nuova Natura, rude e selvatica, ma ricca di poesia, amore e amicizia. Temi : giardino spontaneo - mostre di giardinaggio - giardino e carcere - giardiniere cottage garden Rassegna Giardini al cinema 2007 48 Primavera, estate, inverno…e ancora primavera Bom, yeoreum, gaeul, gyeoul, geurigo, bom regia: Ki-duk Kim Corea 2003 - DVD - 103 min. Cinque stagioni per raccontare, attraverso azioni scandite dalla successione di decenni, le fasi della crescita e della maturazione di un uomo. Il paesaggio che circonda la casetta galleggiante del monaco, il lago, i boschi, le montagne sono ripresi con una eleganza di rara bellezza, non c'è un giardino vero e proprio, ma una Natura esaltata nel suo splendore e nella sua capacità di trasmettere e produrre emozioni. Quindi non ci sono recinti né divieti, perchè l'educazione e la crescita del bambino per diventare uomo sono possibili solo attraverso l'esperienza e le scelte personali, anche le più dolorose e sofferte. Il film è interamente girato nella spettacolare cornice del lago artificiale di Jusan, nel Parco nazionale di Juwangsan in Corea. Temi: paesaggio/giardino - giardino orientale - giardino e bambini Il profumo del mosto selvatico A wolk in the Clouds regia: Alfonso Arrau - USA 1995 VHS - 98 min. in lingua originale Rifacimento con atmosfere da telenovela sudamericana del film italiano “Quattro passi tra le nuvole ”(1942). Racconta la storia di un reduce di guerra (Keanu Reeves) diventato commesso viaggiatore che si finge marito di una ragazza incinta, figlia di un ricco, quanto tradizionale padre di famiglia, proprietario di un grande vigneto. Il pregio del film è proprio la esaltazione delle atmosfere, delle luci e della bellezza sensuale dei vigneti: un paesaggio che diventa giardino e luogo di seduzione. Temi: giardino/vigneto - giardino luogo di seduzione - paesaggio/giardino Racconto d'autunno regia: Eric Rohmer - Francia 1998 VHS - 107 min. Conte d'automne Magali (Béatrice Romand) viticoltrice, vedova con figli grandi, si trova al centro delle macchinazioni affettuose e complici dell'amica Isabelle (Marie Rivière), che le vuole trovare un nuovo compagno. Quasi tutta la storia è accompagnata dalla narrazione visiva del verde e delle sue forme. Il film si offre come una elegia della vita all'aria aperta, tra vigneti, orti e giardini fioriti. Una messa in scena che rimanda allo stile impressionista di Renoir. Anche i caratteri delle due protagoniste sono caratterizzati da modi diversi di rapportarsi con la natura, Isabelle gode del paesaggio, ma non le interessa curarlo o conoscerlo, Magali vuole creare un vigneto biologico, ricco di fiori ed erbe spontanee, più simile ad un giardino che ha un impianto produttivo: “ Io la considero più come una forma di artigianato che di sfruttamento della terra, che poi è anche una parola orrenda: io non sfrutto la terra… Io la onoro! (Magali). Temi: giardino/vigneto - giardino spontaneo 49 Ragione e sentimento Sense and Sensibility regia: Ang Lee - Gran Bretagna, USA 1995 DVD - 131 min. Le protagoniste femminili di questo film, tratto dal romanzo, di Jane Austen sono le sorelle Dashwood: la razionale e compassata Elinor (Emma Thompson) e la passionale Marianne (Kate Winslet). Trovandosi in ristrettezze economiche dopo la morte del padre, che ha lasciato tutte le proprietà al figlio primogenito, insieme con la sorellina e la madre, dovranno affrontare una serie di vicende prima di coronare il loro sogno d'amore e trovare marito. Il regista coreano Ang Lee traduce in modo elegante le atmosfere del romanzo, utilizzando i verdi paesaggi della campagna inglese e i suoi giardini, con una semplicità tipicamente orientale, riconoscibile soprattutto nelle scelte delle inquadrature che rimandano alla grafica delle stampe giapponesi. I luoghi non sono trattati come semplici scenari ma riprendono e sottolineano le passioni e le emozioni delle protagoniste. Per esempio, nella scena in cui Marianne cammina disperata tra le siepi scure di un giardino formale, mentre sta per scoppiare un forte temporale. Anche in questo film le tipologie dei giardini sottolineano le diverse appartenenze sociali, persino le casette sull'albero ribadiscono questa differenza. La prima casetta che compare all'inizio del film è fatta di legni intarsiati e appartiene alla vita ricca e agiata delle protagoniste; la seconda casetta invece è invece è molto semplice, coerentemente con il piccolo cottage in cui la famiglia troverà una abitazione povera ma dignitosa. Temi: cottage garden - giardino paesaggistico inglese - giardino/cinema/letteratura figure femminili - casetta sull'albero Rassegna Giardini al cinema 2009 Le relazioni pericolose regia: Stephen Frears - USA 1988 DVD - 115 min. Dangerous Liaisons Tratta dall'omonimo romanzo epistolare di Choderlos de Laclos (1782). Nella Francia di fine ' 700: un po' per gioco, un po' per vendetta, la marchesa di Merteuil (Glenn Close) trama con il visconte di Valmont (John Malkovich) un complicato intrigo di seduzione ai danni della trepida madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer). Il gioco scappa di mano a entrambi e porterà ad un tragico finale. Palazzi d'epoca e splendidi giardini sono la quinta di un teatro in cui si svolgono le vicende dei protagonisti. I luoghi delle riprese sono per lo più localizzati nei dintorni di Parigi come il riconoscibile giardino del castello di Champs-sur- Marne. Temi: giardino barocco francese - giardino/teatro - giardino/ cinema / letteratura giardino luogo di seduzione Ritratto di signora The Portrait of a Lady regia: Jane Campion - Gran Bretagna, USA 1996 DVD - 138 min. Sintesi cinematografica del romanzo fiume di Henry James, realizzata nel 1996 da Jane Campion. 50 La storia di Isabel (Nicole Kidman) giovane ereditiera che nel suo desiderio di conoscere il mondo, viaggerà a lungo tra luoghi e delusioni che la porteranno a maturare e a temprare il suo spirito indipendente. L'ambientazione storica e sociale si presta a scene girate in giardini o scenari agresti e floreali, che fanno da contrappunto ai dialoghi dei protagonisti. Si può osservare una certa ripetizione nella scelta di giardini all'italiana, come i luoghi più adatti per le seduzioni o per le imposizioni dell'ambiguo personaggio di Osmond (John Malkovich), come a voler sottolineare l'ipocrisia e la falsità di questi luoghi così ordinati e rispettabili contrapposti a luoghi più selvaggi e irregolari, dove la protagonista troverà l'ambiente più adatto al suo spirito indipendente e libero. Temi: cinema/giardino/letteratura - giardino paesaggistico inglese - figure femminili giardino luogo di seduzione - giardino all'italiana - grandi alberi Scelta d'amore - la storia di Hilary e Victor regia: Joel Schumacher USA 1991 - VHS - 107 min. Dying Young Delicata storia d'amore tra la giovane infermiera Hillary (Julia Roberts) e il giovane Victor (Campbell Scott), malato di leucemia Da segnalare la presenza di un bellissimo labirinto abbandonato in cui il giovane Victor entra per sfidare la sorte. Temi: labirinto - giardino/cinema/letteratura Shining The Shining regia: Stanley Kubrick - USA, Gran Bretagna 1980 DVD - 115 min. Tratto dal romanzo di Stephen King. Sotto l'influenza malefica dell'Overlook Hotel sulle Montagne Rocciose, dove passa l'inverno come custode, Jack Torrence (Jack Nicholson) sprofonda in una progressiva schizofrenia che lo spinge a minacciare di morte la moglie (Shelley Duvall) e il figlio (Danny Lloyd). Film di orrore e follia, con alcune celeberrime scene girate nel labirinto del giardino, luogo assolutamente reale, pur essendo ricostruito in studio, ed esempio cinematografico tra i più riusciti della mitologia legata a questo luogo, da quello di Saturno a quello di Teseo e il Minotauro. Temi: labirinto - giardino inquietante - giardino notturno regia: Michael Hoffman - USA Sogno di una notte di mezza estate 1999 - DVD - 116 min William Shakespeare's A Midsummer Night's dream Questa versione cinematografica della commedia di Shakespeare, è ambientata nei paesaggi toscani di Montepulciano e tra le quinte rinascimentali del giardino di Palazzo Farnese a Caprarola. Il film inizia proprio in questo giardino con la scena della preparazione del matrimonio nel castello del Duca Teseo, con le sue terrazze fiorite e le sue squadre di giardinieri all'opera. 51 Il giardino notturno invece è una fiabesca, quanto artificiale ricostruzione in studio di un bosco fantastico. Temi: Toscana - giardino notturno - giardino all'italiana - giardino luogo di seduzione giardino/teatro Stuart Little - Un topolino in gamba Stuart Little regia: Rob Minkoff - USA 1999 DVD - 81 min. Favola metropolitana e surreale con un topolino protagonista che viene adottato da una famiglia di umani. Il Central Park è rappresentato nelle sue due versioni: quello quotidiano delle scampagnate familiari e delle gare nei laghetti, e quello notturno, inquietante e pauroso, come ogni bosco che si rispetti nelle favole per bambini. Temi: Central Park, New York - giardino inquietante - giardino notturno Il tagliaerbe regia: Brett Leonard - USA, Giappone Gran Bretagna 1992 - DVD - 104 min. The Lawnmower Man Il mite e semplice giardiniere Jobe, dopo un trattamento massiccio di droghe e immersioni forzate in esperimenti di realtà virtuale, si trasforma in una specie di genio del male armato di falciatrice. Un misto di horror e fantascienza con una figura inquietante di giardiniere. Temi: giardiniere - giardino inquietante - fantascienza - giardino domestico americano L'uomo che piantava gli alberi regia di Frédéric Back - Canada 1987 L'Homme qui plantait des arbres DVD - 42 min. Film di animazione Un giovane viaggiatore solitario si spinge in una zona deserta dell'Alta Provenza e incontra un pastore silenzioso che pazientemente semina ghiande con l'obiettivo di creare nuovi boschi. Dopo molti anni e la guerra, ritornato negli stessi posti, trova le montagne trasformate da terra arida e inospitale in un giardino pieno di vita. Film di animazione pluripremiato per la sua bellezza e per la fedeltà alla poesia del racconto dello scrittore francese Jean Giono. “Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che malgrado tutto,la condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c'è voluto di costanza nella grandezza d'animo e d'accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l'anima mi si riempie d'un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio” (J. Giono) Temi: giardiniere - giardino/cinema/letteratura - paesaggio/giardino 52 Vatel Vatel regia: Roland Joffé - Francia, Gran Bretagna2000 DVD - 115 min. Verso la fine dell'aprile del 1671, il principe di Condé (Julian Glover) per ritornare nelle grazie del re Sole, Luigi IV (Julian Sands), organizza presso il suo palazzo tre giorni di feste. Carico di debiti, Condé si affida a François Vatel (Gerard Depardieu), maestro di cerimonie, per organizzare un triduo di pranzi raffinati nella cornice di incredibili spettacoli teatrali e pirotecnici. La storia è ambientata nel castello e nel giardino di Chantilly, ma in questo film, il luogo rappresentato è in realtà, un montaggio di molti giardini, montaggio che risulta credibile per il fatto che si tratta di una serie di opere dello stesso autore, il grande giardiniere André le Nôtre (1613-1700). Nel film sono riconoscibili, oltre al giardino di Chantilly, alcuni scorci del giardino di Vaux-le-Vicomte (prospettive verso la fontana del Nettuno, primi piani della stessa fontana) e la celebre cascata d'acqua del giardino di Saint-Cloud con la fontana con le rane. Temi: giardini barocco francese - giardino/teatro - giardino luogo di seduzione Rassegna giardini e cinema 2006 Z - la formica AntZ regia: Eric Darnell, Tim Johnson - USA 1998 DVD - 80 min. Film di animazione che racconta la storia di una formica operaia timida e impacciata (doppiata nell'originale da Woody Allen, e nella versione italiana dal suo alter ego, Oreste Lionello). Citando lo slogan della promozione, il film suggerisce di vedere la realtà da un altro punto di vista, infatti questa animazione ci regala sicuramente una insolita visione del Central Park di New York. Temi: Central Park, New York - grande e piccolo 53 INDICE ALFABETICO DEI TITOLI IN EDIZIONE ITALIANA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42 43. 44. 45. Al di là dei sogni (What Dreams May Come -1998) Al di là delle nuvole (1995) Alice nel paese delle meraviglie (Alice in Wonderland - 1951 ) Un'altra donna (Another Woman - 1988 ) American Beauty (American Beauty - 1999 ) Amore e guerra (Love and Death - 1975 ) Autumn in New York (Autumn in New York - 2000 ) L'avvocato del diavolo (The Devil's Advocate - 1997 ) Barry Lyndon (Barry Lyndon - 1975 ) Blow-up (Blow-up - 1966) Camera con vista (A room with a View - 1985) Carrington (Carrington - 1995 ) La casa dalle finestre che ridono (1976 ) Crimini e misfatti (Crimes and misdemeanors - 1989) Cyrano de Bergerac (Cyrano de Bergerac - 1990) Decameron (1971) Una domenica in campagna (Un dimanche à la campagne - 1984 ) Don Giovanni (Don Giovanni - 1984) Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker's Dracula - 1992) Le due inglesi (Les deux Anglaises et le Continent - 1971) Edward Mani di Forbici (Edward Scissorhands - 1990) L'erba di Grace (Saving Grace - 2000) La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory - 2005) Il favoloso mondo di Amelie (Le fabuleux destin d'Amélie Poulain - 2001) Full Monty – Squattrinati organizzati (The Full Monty - 1977) Il giardino dei Finzi-Contini (1970) Il Giardino delle vergini suicide (The virgin suicides - 1999) Il giardino segreto (The secret garden - 1993) Giorgio Bassani: Poesia (2003) Un giorno, per caso (One fine day - 1996) La grande abbuffata (La grande buffe - 1973) Green Card - Matrimonio di convenienza (Green Card - 1990) I Guerrieri della notte (The Warriors - 1979) Hair (Hair - 1979) Hanna e le sue sorelle (Hanna and her sisters - 1985) Harold e Maude (Harold and Maude USA - 1971) Harry Potter e il calice di fuoco (Harry Potter and the Goblet of Fire - 2005) Un incantevole aprile (Enchanted April - 1991) Io ballo da sola (Stealing Beauty - 1996) Kill Bill (Kill Bill - 2003) Il labirinto del fauno (El labirinto del fauno - 2006) Il laureato (The Graduate - 1967) La leggenda del Re Pescatore (The Fisher King - 1991) Leon (Léon - 1994) Lontano dal paradiso (Far from Heaven - 2002) 55 46. 47. 48. 49. 50 51 52 53 54 55 56. 57. 58 59 60 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. Madame Bovary (Madame Bovary - 1991 ) Manhattan (Manhattan - 1979) Il maratoneta (Marathon Man - 1976) Marie Antoinette (Marie Antoniette - 2006) La Maschera di Ferro (The Man in the Iron Mask - 1998) Messaggero d'amore (The Go-Between - 1970) Metropolis (Metropolis - 1927) Microcosmos (Microcosmos - 1996) Mio Zio (Mon Oncle - 1958) I misteri del giardino di Compton House (The Draughtsman's contract - 1982) Molto rumore per nulla (Much ado about nothing - 1993) Notting Hill (Notting Hill - 1999) Gli Occhiali d'oro (Gli occhiali d'oro - 1987) Oltre il giardino (Being there - 1979) Orgoglio e pregiudizio (Pride and prejudice - 2005) Orlando (Orlando - 1992) Un'ottima annata (A good year - 2006) Ossessione (Ossessione - 1943) Paisà (Paisà - 1946) La piccola bottega degli orrori (Little shop of horrors - 1960) Pollice verde (Greenfingers - 2002) Primavera, estate, inverno… e ancora primavera (Bom, yeoreum, gaeul, gyeoul, geurig, bom - 2003) Il profumo del mosto selvatico (A walk in the clouds - 1995) Racconto d'autunno (Conte d'automne - 1998) Ragione e sentimento (Sense and sensibility - 1995) Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons - 1988) Ritratto di signora (The portrait of a Lady - 1996) Scelta d'amore - la storia di Hilary e Victor (Dying Young - 1991) Shining (The shining - 1980) Sogno di una notte di mezza estate (William Shakespeare's A midsummer Night's dream - 1999) Stuart Little - Un topolino in gamba (Stuart Little - 1996) Il tagliaerbe (The Lawnmower man - 1992) L'uomo che piantava gli alberi (L'homme qui plantait des arbres - 1987) Vatel (Vatel - 2000) Z - la formica (AntZ -1998) 56 INDICE DEI TITOLI ORIGINALI 2. 3. 5. 4. 80. 7. 9. 59. 10. 67. 19. 12. 13. 23. 69. 14. 15. 71. 16. 20. 8. 17. 18. 55. 73. 21. 38. 24. 45. 43. 25. 26. 26. 61. 62. 42. 31. 32. 66. 34. 35. 36. 37. 78. 40. Al di là delle nuvole Alice in Wonderland American Beauty Another Woman AntZ Autumn in New York Barry Lyndon Being There Blow up Bom, yeoreum, gaeul, gyeoul, geurigo, bom Bram Stoker's Dracula Carrington Casa dalle finestre che ridono (La) Charlie and the Chocolate Factory Conte d'automne Crimes and misdemeanors Cyrano de Bergerac Dangerous Liaisons Decameron Deux Anglaises (et le Continent)(Les) Devil's Advocate (The) Dimanche à la campagne (Un) Don Giovanni Draughtsman's contract (The) Dyinig Young Edward Scissorhands Enchanted April Fabuleux destin d'Amélie Poulain (Le) Far from heaven Fisher King (The) Full Monty (The) Giardino dei Finzi Contini (Il) Giorgio Bassani: poesia Go-Between (The) Good Year (A) Graduate (The) Grande buffe (La) Green card Greenfingers Hair Hannah and Her Sisters Harold and Maude Harry Potter and the Goblet of Fire Homme qui plantait des arbres (L') Kill Bill 57 41. 77. 44. 65. 6. 46. 50. 47. 48. 49. 52. 53. 54. 56. 57. 58. 30. 61. 63. 64. 72. 60. 11. 22. 28. 70. 74. 39. 76. 79. 27. 33. 1. 75. 68. Labirinto del fauno (El) Lawnmower Man (The) Léon Little Shop of Horrors Love and Death Madame Bovary Man in the Iron Mask (The) Manhattan Marathon Man Marie Antoinette Metropolis Microcosmos: Le peuple de l'herbe Mon Oncle Much ado about nothing Notting Hill Occhiali d'oro (Gli) One fine day Orlando Ossessione Paisà Portrait of a Lady (The) Pride and pregiudice Room with a View (A) Saving Grace Secret garden (The) Sense and Sensibility Shining (The) Stealing Beauty Stuart Little Vatel Virgin Suicides (The) Warriors (The) What dreams may came William Shakespeare's A Midsummer Night's dream Wolk in the Clouds (A) 58 INDICE DEI REGISTI Allen Woody Antonioni Michelangelo Arrau Alfonso Ashby Hal Avati Pupi 4, 6, 14, 35, 47 2, 10 68 36, 59 13 Back Frèdèrick Bertolucci Bernardo Besson Luc Branagh Kenneth Burton Tim 78 39 44 56 21, 23 Campion Jane Cattaneo Peter Chabrol Claude Chen Joan Cole Nigel Coppola Francis Ford Coppola Sofia Corman Roger 72 25 46 7 22 19 27, 49 65 Darnell Eric Del Toro Guillermo De Sica Vittorio Disney Walt 80 41 26 3 Ferreri Marco Forman Milos Frears Stephen 31 34 71 Gilliam Terry Greenaway Peter 43 55 Hackford Taylor Hampton Haynes Todd Hershman Joel Hill Walter Hoffman Michael Holland Agnieszka 8 12 45 66 33 30, 75 28 Ivory James 11 Jeunet Jean-Pierre Joffè Roland Johnson Tim 24 79 80 59 Ki-duk Kim Kubrick Stanley 67 9, 74 Lang Fritz Lee Ang Leonard Brett Losey Joseph 52 70 77 18, 51 Mendes Sam Michell Roger Minkoff Rob Montaldo Giuliano 5 57 76 58 Newell Mike Nichols Mike Nuridsany Claude 37, 38 42 53 Pasolini Pier Paolo Perennou Marie Potter Sally 16 53 61 Rappeneau Jean-Paul Rohmer Eric Rossellini Roberto 15 69 64 Schlesinger John Schumacher Joel Scott Ridley 48 73 62 Tarantino Quentin Tati Jacques Tavernier Bertrand Truffaut François 40 54 17 20 Visconti Luchino 63 Wallace Randall Ward Vincent Weir Peter Wenders Wim Wright Joe 50 1 32 2 60 Zappaterra Paolo 29 60 INDICE DEI TEMI arte topiaria 3, 21, 55, 56, 61 Bassani 26, 29, 58 botanica fantastica 3, 21, 23, 65 campagna ferrarese 13, 63, 64 casetta sull'albero 70 Central Park , New York 4, 7, 8, 14, 30, 32, 33, 34, 35, 43, 47, 48, 76, 80 cimitero/giardino 36 comunal gardens 57 cottage garden 12, 20, 66, 70 fantascienza 52, 77 Ferrara 2, 26, 29, 58, 63 figure femminili 11, 22, 26, 38, 46, 49, 54, 60, 61, 70, 72 garden party 51, 54 giardiniere 21, 22, 24, 28, 32, 44, 45, 59, 66, 77, 78 giardino all'inglese 49 giardino all'italiana 56, 72, 75 giardino barocco francese 49, 50, 71, 79 giardino barocco 39, 55, 61 giardino/cinema/letteratura 3, 9, 11, 15, 26, 27, 28, 38, 46, 51, 56, 58, 59, 60, 61, 63, 70, 71, 72, 78 giardino come comparsa occasionale 6, 14, 25, 42, 44 giardino domestico americano 5, 21, 27, 42, 45, 77 giardino e bambini 3, 28, 41, 44, 49, 51, 54, 67 giardino e carcere 66 giardino e pittura 1, 9, 12, 17, 19, 55 giardino paesaggistico inglese 9, 11, 49, 51, 55, 60, 61, 70, 72 giardino inquietante 8, 10, 13, 19, 23, 31, 33, 37, 40, 41, 43, 52, 54, 55, 77 giardino luogo di seduzione 11, 15, 18, 19, 20, 45, 46, 50, 51, 55, 56, 60, 62, 68, 71, 72, 75, 79 giardino “moderno” 54 giardino notturno 15, 33, 43, 46, 57, 74, 75, 76 61 giardino orientale 40, 67 giardino spontaneo 51, 53, 66, 69 giardino/teatro 46, 50, 55, 71, 75, 79 giardino/vigneto 39, 62, 68, 69 giardino vittoriano inglese 11, 28 grande e piccolo 53, 80 grandi alberi 39, 61, 72 guerrilla gardens 32 hortus conclusus 16 labirinto 3, 19, 37, 41, 56, 61, 73, 74 mostre di giardinaggio 66 nanetti da giardino 24, 25 paesaggio/giardino 11, 62, 67, 68,78 paradiso terrestre 1 parco urbano 10, 20 piante in vaso 44 piscina 42 rose 3, 5, 28 sculture in giardino 39, 55 serra 22, 32 tennis 10, 26 terrazza 7, 32 Toscana 11, 39, 56, 72, 75 Ville palladiane 18 Nota della curatrice: la scelta dei temi è da considerare come un suggerimento del tutto soggettivo e personale. Per quello che riguarda le categorie formali dei giardini, i riferimenti corrispondono alle più comuni definizioni, come giardino all'italiana, giardino paesaggistico inglese, ecc, ma anche in questo caso, si tratta di un suggerimento alla lettura, non di una classificazione categorica. 62 INDICE DEI LUOGHI DELLE RIPRESE Allerton Park, Knaresborough, North Yorkshire, Gran Bretagna 28 Basildon House, Berkshire, Gran Bretagna 60 Basilica Palladiana, Vicenza 18 Belvedere, Vienna, Austria 49 Blenheim Palace, Woodstock, Oxfordshire, Gran Bretagna 9 Bourg-Saint-Andéol, Ardeche, Francia 69 Castello Brown, Portofino, Genova 38 Castle Howard, Yorkshire, Gran Bretagna 9 Central Park , New York, USA 4, 7, 8, 14, 30, 32, 33, 34, 35, 43, 47, 48, 76, 80 Champs-sur-Marne - Seine-et-Marne, Parigi, Francia 50, 71 Chantilly, Oise, Francia 79 Chatsworth House, Derbyshire, Gran Bretagna 60 Efford House, Plymouth, Devon, Gran Bretagna 70 Emmetts Garden, Sevenoaks, Kent, Gran Bretagna 11 Ferrara 2, 26, 29, 58, 63, 64 Fountains Abbey, Ripon, Yorkshire, Gran Bretagna 28 Giardini privati del Kent, Gran Bretagna 11 Groombridge Place, Tumbridge Wells, Kent, Gran Bretagna 55, 60 Hampton Court Palace, Surrey, Gran Bretagna 66 Hatfield House, Hertfordshire, Gran Bretagna 61 Juwangsan, parco nazionale, Corea 67 Maryon Park di Charlton, Londra, Gran Bretagna 10 Melton Constable Hall, North Norfolk, Gran Bretagna 51 Museo Rodin, Parigi, Francia 20 Napa Valley, California, USA 68 Palazzo Farnese, Caprarola, Viterbo 75 Rosmead gardens, Londra 57 Saint-Cloud,Hauts-de-Seine, Francia 79 63 Saint-Paul-Trois-Châteaux, Montélimar, Drôme, Francia 69 Saltram House, Plympton, Plymouth, Gran Bretagna 70 St. Mary's church, Berry Pomeroy, Devon, Gran Bretagna 70 Stourhead, Wiltshire , Gran Bretagna 9, 60 Teatro Palladiano, Vicenza 18 Toscana 11, 39, 56, 75 Trafalgar Park, North Salisbury, Wiltshire, Gran Bretagna 70 Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Parigi, Francia 49, 50, 79 Versailles, Parigi, Francia 49 Villa Almerico, detta la Rotonda, Vicenza 18 Villa Boccaccini alla Collinara, San Giuseppe di Comacchio, Ferrara 13 Villa di Geggiano, Castelnuovo Berardenga, Siena 39 Villa di Maiano, Firenze 11 Villa Vignamaggio, Greve di Chianti, Firenze, Italia 56 West Wycombe Park, Buckingamshire, Gran Bretagna 12 Wilton House, Salisbury, Gran Bretagna 9 64 INDICE DEI RIFERIMENTI LETTERARI Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, Torino, Einaudi, 1987 3 Le amicizie pericolose di Pierre Choderlos de Laclos, Torino, Einaudi, 1970 71 La bava del diavolo in Le armi segrete di Julio Cortázar, Torino, Einaudi, 2008 10 Camera con vista di Edward Morgan Forster, Milano, A. Mondadori, 1986 11 Cirano di Bergerac: commedia eroica in cinque atti in versi di Edmond Rostand, Milano, Mondadori, 1985 15 Decameron di Giovanni Boccaccio a cura di Natalino Sapegno, Torino, UTET,1988 16 Dracula di Bram Stoker, Milano, TEA, 1992 19 Le due inglesi e il continente di Henri-Pierre Roché, Milano, Adelphi,1988 20 La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, Firenze, A. Salani, 1988 23 Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, Milano, A. Mondadori, 1991 26 Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett, Firenze, Giunti Marzocco, 1992 28 Harry Potter e il calice di fuoco di J. K. Bowling, Milano, Salani, 2001 37 Un incantevole aprile di Elizabeth von Arnim, Torino, Bollati Boringhieri, 1993 38 Madame Bovary di Gustave Flaubert, Milano, Fabbri, 1968 46 Le memorie di Barry Lyndon di W.M. Thackeray, Milano, Allegranza, 1946 9 Molto rumore per nulla di W. Shakespeare, Milano, Signorelli, 1955 56 Monsieur Ladmiral va bientôt mourir di Pierre Bost, 1945 17 Gli occhiali d'oro di Giorgio Bassani, Milano, Mondadori, 1970 58 65 Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Milano, A. Mondadori, 1970 60 Orlando di Virginia Woolf, Milano, Garzanti, 1978 61 Il postino suona sempre due volte di James M. Cain, Milano, Bompiani, 1965 63 Presenze di Jerzy Kosinski, Milano, A. Mondadori, 1980 59 Quel bowling sul Tevere di Michelangelo Antonioni , Torino, Einaudi, 1983 2 Ragione e sentimento di Jane Austen , Milano, BUR,1997 70 Shining di Stephen King, Milano, Bompiani, 1981 74 Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, Torino, Einaudi, 1960 75 L'uomo che piantava gli alberi di Jean Giono, Firenze, Salani, 1988 78 66 BIBLIOGRAFIA Beccastrini Stefano Vista Nova. Il cinema in Toscana, la Toscana nel cinema. Aska ed., Firenze, 2002 Beccattini Massimo Cinema e Giardino In Il Giardino e il Fantastico - a cura di Paola Maresca Giardino e Architettura - 1, Pontecorboli ed. Firenze, 2005 Bernardi Sandro Kubrick e il cinema come arte del visibile Pratiche ed., Milano, 1990 Bernardi Sandro Il paesaggio nel cinema italiano Marsilio ed., Milano, 2002 Bologni Maurizio Ciak in Toscana. I set del cinema e della pubblicità in terra di Siena. Le Lettere ed., Firenze, 2002 Colangelo Giuseppe Il giardino nel cinema In: Gabrielle Van Zuylen, Il giardino. Paradiso del mondo Electa Gallimard, 1995 Danielli Lina Giardini e Cinema Calderini Edagricole, Bologna, 2000 Falqui Laura, Milani Raffaele L'atelier naturale. Cinema e giardini Ed. CADMO, Fiesole, 2008 Hellmann Claudia, Weber-Hof Claudine Location – le città del mondo nei film Ed. Il Viaggiatore, Milano, 2006 Jakob Michael Il giardino allo specchio. Percorsi tra pittura, cinema e fotografia Bollati Boringhieri, 2009 67 Micalizzi Paolo Al di là e al di qua delle nuvole – Ferrara nel Cinema Aska ed., Firenze, 2004 Morandini Morando, Laura e Luisa Il Morandini 2010 Zanichelli, Bologna, 2009 Morbiato Luciano Alla ricerca del giardino cinematografico In: Giuliana Baldan Zenoni-Politeo (a cura di) Intorno al giardino- Lezioni di storia Guerini e ass., Milano 1993, pag. 101-109 Trivero Gianluca La Camera Verde. Il giardino nell'immaginario cinematografico. Ed. Ombre Corte, Verona, 2004 68 SITI WEB http://www.allmoviephoto.com/ http://www.cineforum.bz.it/ http://www.filmaps.com/ http://www.imdb.com/Sections/Locations/ http://www.lieu-geographique.com/cinema-films-page-1.html http://www.l2tc.com/index.php http://www.movie-locations.com/ http://www.movielocationsguide.com/ http://www.movie-sat.com/ http://www.nycgovparks.org/sub_about/parks_history/movies.html http://www.scotlandthemovie.com/movies/fintro.html http://www.seeing-stars.com/locations/ http://www.themoviemap.com/movies/locations/all/index.php http://en.wikipedia.org/wiki/Filming_location#External_links 69 APPENDICE 1 “GIARDINI AL CINEMA” Cinque anni di rassegne a Ferrara Nel gennaio del 2002 venne a Ferrara, invitato dal nostro Club, Luciano Morbiato dell'Università di Padova, cultore appassionato di storia del cinema, per introdurci “Alla ricerca dei giardini cinematografici”. La sua conferenza colta e avvincente, segnò la prima significativa tappa del nostro percorso intorno al tema giardini e cinema. Nel novembre dello stesso anno, sulla scia del successo della sua prima conversazione, Luciano Morbiato tornò nella nostra città per parlarci di una figura necessariamente complementare al giardino: il giardiniere. Questa volta il tema da lui sviluppato fu “Il giardiniere tra passione e professione. Note sulla tipologia di un personaggio letterario e cinematografico”. Nello stesso anno Giovanna Mattioli, architetto paesaggista, nostra socia, anch'essa appassionata cultrice di cinema e di giardini, sviluppò, per noi, i temi: “Paesaggio padano e cinema” e “Ferrara e cinema. Immagini urbane e di giardini”, attraverso due conferenze corredate da un ricco apparato di immagini e spezzoni di film. Il notevole interesse dei nostri soci e del pubblico ferrarese nei confronti di queste iniziative, ci indusse a considerare l'opportunità di ideare delle rassegne che, annualmente, proponessero la proiezione integrale di un gruppo di film (abitualmente tre) che fossero, in qualche modo, correlabili, con diversa ottica e prospettiva culturale, al tema giardini. Sono nate, così, le rassegne “Giardini al cinema” che, da cinque anni a questa parte, propongono al pubblico ferrarese, nel corso dei mesi di febbraio e marzo di ogni anno, la proiezione integrale di tre film, uniti da un tema comune che, in genere, viene affrontato e sviluppato in un incontro di presentazione delle singole rassegne da conferenzieri di chiara fama nel settore di loro competenza. I titoli dei film proiettati nelle diverse rassegne e i temi trattati negli incontri introduttivi sono rintracciabili nelle riproduzioni delle relative cartoline d'invito inserite in questa sezione. L'analisi dei contenuti si ricava dalle schede di presentazione approntate da Giovanna Mattioli per i quindici film che, finora, hanno costituito il corpus delle nostre rassegne e che, qui, riproponiamo ai potenziali spettatori che li potranno vedere o rivedere, accedendo al loro prestito gratuito presso la Biblioteca Bassani. Infatti, per facilitare la possibilità di visione dei nostri “Giardini al Cinema” abbiamo deciso di completare la 73 collezione dei materiali multimediali della Bassani col dono di tutti i dvd dei film delle nostre rassegne rintracciabili sul mercato. All'ideazione e alla realizzazione di questa articolata iniziativa ha contribuito in maniera determinante Giovanna Mattioli che, come già ricordato, in maniera altrettanto determinante, ha reso possibile la realizzazione di questo volume. La sua vivace e fervida capacità creativa e la sua ampia competenza nell'ambito di giardini e cinema, unite alla freschezza e spontaneità del suo tratto, hanno saputo offrire ai nostri soci e ai nostri concittadini momenti di grande richiamo, unendo all'interesse della divulgazione di temi correlati al giardino, la piacevolezza della visione di buoni film. Anche in questo caso – nonostante l'impegno economico e organizzativo del nostro Club e la straordinaria collaborazione di Giovanna Mattioli - non avremmo avuto la forza di realizzare il nostro complesso progetto e di proporlo a titolo completamente gratuito ai nostri soci e alla cittadinanza, senza il generoso supporto delle Istituzioni di riferimento che ci hanno incondizionatamente affiancato. E mi riferisco, soprattutto, all'Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara e all'ARCI. Il primo, attraverso il Centro per le Attività Audiovisive, ci ha sempre concesso l'uso gratuito della centralissima Sala Boldini. La seconda, cui è affidata la gestione delle principali sale cinematografiche del centro storico di Ferrara, ha sempre collaborato, al nostro fianco, attivamente e proficuamente all'organizzazione delle rassegne. Ringrazio, quindi, ancora una volta, Massimo Maisto che ha sostenuto prima come Presidente ARCI e, poi, come Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, la nostra iniziativa. Altrettanta riconoscenza esprimo a Roberto Roversi, attuale Presidente ARCI, che non ci ha mai lesinato il suo colto consiglio e ci ha offerto l'appoggio dei suoi valenti collaboratori, già ricordati nell'Introduzione al Catalogo da Giovanna Mattioli. Ringrazio anche, di nuovo, Enrico Spinelli e Marco Chiarini direttori, rispettivamente, della Biblioteca Ariostea e della Biblioteca Bassani che hanno concesso ospitalità prestigiosa alle nostre conferenze di presentazione delle fortunate e apprezzate rassegne. Un ultimo ma non meno caloroso ringraziamento al nostro affezionatissimo pubblico che ha sempre affollato la Sala Boldini in occasione delle proiezioni di “Giardini al Cinema”, anche in presenza di condizioni meteorologiche proibitive, dimostrando come, anche (o, forse, soprattutto) in presenza di tempo o di tempi avversi, i giardini possano esercitare un richiamo, dalle valenze compensatrici, di luoghi dello spirito di rifiorente primavera e bellezza. Giulia Vullo Presidente del Garden Club di Ferrara 74 GIARDINI AL CINEMA 2006 75 Riducule Riducule regia: Patrice Leconte - Francia 1996 sceneggiatura : Remi Waterhouse; musiche: Antoine Duhamel. Fanny Ardant: Charles Berling: Judith Godreche: Jean Rochefort: Madame di Blayac Gregoire Ponceludon de Malavoy Mathilde de Bellegarde Marchese di Bellegarde giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Francia Versailles, Yvelines, Francia A Versailles, alla fine del 1700, la corte di Luigi XVI è il luogo degli intrighi di chi gestisce il potere e di quelli che nutrono la speranza di riuscire ad ottenerlo. Una lunga schiera di postulanti della piccola nobiltà si affolla ogni giorno nelle stanze del palazzo in attesa di essere ricevuta dal Re. Tra questi arriva Gregoire Ponceludon de Malavoy, nobile di provincia, che vuole chiedere aiuti economici per bonificare le paludi malsane della propria regione. Vistosi respinto, Gregoire cerca di insistere ed è aiutato nell'impresa dal marchese di Bellegarde, che lo prende a ben volere e gli fa conoscere persone influenti. In particolare Madame de Blayac, piacente vedova di rango che gli concede molti favori, e Gregoire sta al gioco, anche se nel frattempo si è innamorato di Mathilde, figlia di Bellegarde e promessa in sposa ad un vecchio ricchissimo. L'attesa di Gregoire viene premiata quando il re lo prende nel suo seguito. Sembra allora giunto il momento per ottenere il favore tanto atteso, ma l'arrivo della rivoluzione fa crollare tutto. I nobili scappano in Inghilterra, mentre Gregoire rimane e con Mathilde lavora per un nuovo ordine sociale. http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=34905 “In quale modo uno dei luoghi più messi in immagine del mondo, può ancora ispirare nuovi sguardi? Senza dubbio il parco di Versailles come ogni opera umana, sottoposta ad una matura e assai lunga riflessione, comporta dei messaggi immediatamente verificabili dalla posterità - i milioni di visitatori annuali lo confermano - o dei segni più sottilmente nascosti tali da rivelarsi solo attraverso un approccio di sensibilità. Leconte seleziona alcuni aspetti legati alla struttura e nel contempo riferiti all'emotività e all'uso espressionistico del colore. Sceglie una Versailles di acque nel luogo in cui il Gran Canale poteva, ai tempi d'oro, ospitare una flotta di scialuppe e gondole e i bagni prendevano il nome degli dei: il nome di Apollo e di Nettuno mentre i bacini erano delle Ninfe. Le acque nel film sono ferme quando viene inquadrata la gloria di Versailles: lungo i loro bordi Ponceludon, altrettanto immobile, riflette sulla sua impresa. Le acque sono, invece, mosse quando lui, che si è buttato in un rivo di campagna, seminudo e divertito verifica l'attendibilità del principio di Archimede. (…) Versailles è anche la storia di un' ossessione: quella di un re, tanto condannato alla magnificenza da volere un gemello altrettanto regale da donare al mondo con il nome di 76 giardino, segnato dal mito del dio Apollo. Tutto a Versailles evoca la presenza del dio della luce e delle arti (…). Questo eliotropismo è reso nel film dal sottile gioco di ombre e di luci sulle pietre e sui marmi; dai primi piani dei visi che temono l'umore del re e, di conseguenza, paiono spaventati dai suoi simboli; dalla luce - una sorta d'aureola - dietro la testa del sovrano; anche dalla gaiezza spensierata e insolente di qualche dama, indifferente e insensibile all' apoteosi della regalità. I giardini del re nelle soluzioni di Le Nòtre dovevano rappresentare i principi dell' assolutismo e tutta la rete di significati connessa a Versailles serviva alla celebrazione del potere. La prospettiva è creata da un sistema di viali radiali con un unico centro, come i raggi del sole, e non più ad angolo retto come in precedenza, che concedono alla vista la possibilità di esplorare spazi molto più ampi. L'apertura del parco in corrispondenza dell' asse cardinale suggerisce l'idea dell'infinitamente profondo. Alla fine di questo, infatti, Le Nòtre non volle inserire, come di solito si faceva, un qualche elemento architettonico o scultoreo, ma estese la traiettoria dell' asse fino a portarla oltre l'orizzonte delle campagne circostanti. Se lo stile barocco nelle sue composizioni voleva raffigurare i gusti della classe dominante, al giardino, alla vita quotidiana del giardino, si riferiva lo stile Versailles nelle sue feste, spettacoli, allestimenti di ogni genere che, anche prendendo spunti da capricci o mode momentanee, arricchivano di continuo la vita del parco sorprendendo tutti, concordi nel definire il luogo come il più degno e grandioso di tutta l'Europa. L'unica reggia degna di essere imitata. Il modello di vivere una grande maniera. (…) Il film nel raccontare Versailles e il suo décor, in riprese tanto ricche quanto effettistiche, non cela mai anche l'altra faccia della realtà: il cuore preoccupato di un paese che ha la necessità di controllare la natura per poter permettere le condizioni di vita agli uomini. Il regista, che talvolta è catturato dalla facile idea della contrapposizione e da una didattica comparativa delle immagini, è più intenso quando trova nei contenuti le possibili conciliazioni dei due mondi. La cura dei giardini, i continui rifacimenti, a cui di necessità sono sottoposti per essere garantiti nella loro sopravvivenza, richiedono una messa a punto continua di tecniche e di elaborazioni. Il calcolo, lo studio delle possibilità, le ideazioni nuove, che hanno servito e servono Versailles nella sua lunga marcia di trionfi, devono garantire la regione di Dombes, che vuole sanare le sue terre. Ponceludon ha il volto della nuova scienza, che si mette al servizio della comunità degli uomini, come Le Notre è stato il genio indiscusso. della raffigurazione del potere in forma di giardino. La macchina umana necessita di entrambi per dare una risposta alla complessità del vivere.” Lina Danielli, Giardini e Cinema, Calderini, Bologna, 2000, pag. 46 77 VATEL Vatel regia: Roland Joffé - Francia, Gran Bretagna, Belgio 2000 sceneggiatura : Jeanne Labrune, Tom Stoppard; musiche Ennio Morricone. Gerard Depardieu: Uma Thurman: Tim Roth: Julian Sands: Julian Glover: Vatel Anne de Montausieur Marchese de Lauzun Luigi XVI Principe de Condé giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Saint-Cloud, Haute-de-Seine, Francia Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Francia Versailles, Yvelines, Francia Il 10 aprile 1671 il principe di Condè, che sta lottando contro l'avanzare di un male che gli riduce la mobilità, è informato dell'imminente arrivo di Luigi XIV: c'è da procedere all'assegnazione del comando per l'imminente guerra, e il principe è vivamente invitato a cercare di ottenere quel ruolo. Condé allora comincia a dare istruzioni per preparare tutto nel migliore dei modi: le stanze del castello, le sale, i grandi giardini e soprattutto i pranzi e le cene. Chiama Francois Vatel, responsabile del cerimoniale, e gli fornisce precise istruzioni. Vatel si mette subito al lavoro: si tratta di organizzare da un lato il lavoro in cucina, dall'altro quello dell'accoglienza e dei festeggiamenti. Ma intanto dentro il castello Condé deve fare i conti con gli inganni, le finzioni, i doppio giochi di quelli che lo circondano, Monsieur e il marchese di Lauzun in primo piano. Le mire, le gelosie, gli arrivismi aumentano con l'arrivo al castello di Luigi XIV e, nel corteo, di Madame di Montausier. Mentre dà ordini per cibo e bevande, Vatel non può sottrarsi al fascino della Montausieur ed entrare così nel gioco pericoloso delle rivalità. La cena che conclude i tre giorni di permanenza del re è arricchita da uno spettacolo pirotecnico e funambolismi nei giardini. La Montausier lo lascia, perché deve mantenere altre relazioni per salire nella scala delle cortigiane. La cena minaccia di finire male per il mancato arrivo del pesce. Vatel si sente sconfitto e si uccide gettandosi sopra una spada incastrata nella porta della camera. http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=36771 “Vatel è naturalmente un film di giardini. In essi si svolgono feste e banchetti, spazi verdi perfettamente squadrati e curati, emblemi di una natura che in quegli anni, come gli uomini, deve modificarsi e allinearsi ai voleri del sovrano assoluto. Il barocco vive di stupori e macchinerie, di artifici e cornici. Dalle parrucche alle siepi di bosso coniche, dagli abiti alle aiuole, è la ricerca dell' ornamento a dilettare, nel gran teatro del mondo in cui anche la Natura diventa invenzione, quinta e decor. Nella prima delle feste, il giardino di legno variopinto, popolato di figure mitologiche e congegni a sorpresa, "doppia" quello naturale, sostituendosi e confondendosi in esso. Una sequenza mostra Vatel mentre sta magistralmente componendo un elaborato cesto di frutta e fiori, perfettamente finti, guarnendolo poi con un fiore vero, producendo così un elegante gioco di specularità tra inganno e reale. "Armonia e contrasto, la bellezza 78 nasce da queste due cose!", sottolinea compiaciuto. Eppure basta un guizzo di verità, di concretezza, per provocare scompiglio in questi meccanismi virtuali apparentemente perfetti. Si veda la scena con la scimmietta che scorrazza veloce tra aiuole e siepi fiorite, in mezzo ai nobili riuniti in giardino, suscitando sconcerto e irrequietudine. O quando un vento impetuoso irrompe nello scenario del secondo giorno, devastando tendoni e quinte dipinte, o, ancora, quando i fuochi artificiali che deflagrano nello spettacolo del giardino notturno fanno imbizzarrire i cavalli che trainano le macchinerie teatrali, provocando la morte per strangolamento di un povero garzone addetto ai cavi. E quando la certezza operativa di artigiano e la dedizione ai compiti di creatore verranno incrinate dall'improvviso amore per la bella favorita del re, Anne de Montausier, sarà una semplice coppia di meravigliose, essenziali rose color del tramonto che Vatel le manderà, come sobrio e intenso atto di omaggio. Al di sopra di tutti per la sua ingegnosità, insuperabile artefice di ambienti, Vatel si scopre indifeso di fronte all' amore e al gioco crudele del fato. All'unica furtiva notte d'amore con Anne segue quello che sembra il fallimento del grande, decisivo banchetto finale, con il pesce e le sculture di ghiaccio. Una tempesta ha reso vuote le reti dei pescatori e Vatel teme l'insuccesso imminente. Mentre nel giardino i nobili giocano garruli e ignari, egli, chiuso nel suo appartamento, si uccide, proprio nel momento in cui stanno finalmente arrivando i carri pieni di pesci, che consentiranno comunque la riuscita del suo ultimo spettacolo. Condè riavrà così denari e prestigio, Luigi tornerà a Versailles soddisfatto, ma senza la sua favorita. Anne abbandona quel mondo: l'incontro con Vatel ha mutato entrambi. In lacrime su una panchina, all' ombra degli alberi, e poi in una serra piena di piante e vasi esotici, legge e ripensa alle ultime struggenti parole di commiato che egli le ha lasciato. Tra il breve aprirsi e richiudersi del vostro cuore ho capito di non essere il signore dei festeggiamenti, ma il loro schiavo. Possiate fuggire anche voi, ma per una via migliore! La vostra casa è al sud, mi pare; se è vero, ricordate che c'è un luogo non lontano, nel Vaucluse, dove piantano i ciliegi tra le vigne ... il sapore delle ciliege si sente nel vino! GianLuca Trivero, La Camera Verde, Ombre Corte, Verona, 2004, pag. 18 79 I misteri del giardino di Compton House The Draughtsman's Contract regia: Peter Greenaway - Gran Bretagna 1982 sceneggiatura: Peter Greenaway; musiche: Michael Nyman Anhony Higgins: Janet Suzman: Anne Louise Lambert: Hugh Fraser: Mr. Neville Mrs.Herbert Mrs.Talmann Mr.Talmann giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Groombridge Place, Kent, Gran Bretagna - http://www.groombridge.co.uk/ Ambientato alla fine del Seicento, in una villa immersa nel verde della campagna inglese, il film racconta la vicenda di un intrigo mortale. La signora Herbert, moglie di un ricco proprietario terriero, padrone di Compton House, chiede a Mister Neville, disegnatore alla moda, di eseguire dodici viste della sontuosa dimora. Vuol farne dono simbolico di pace al marito che l'ha sposata per interesse e sembra mostrare maggior cura per le serre ed i giardini che affetto per la moglie. I disegni devono essere eseguiti per il ritorno del signor Herbert, partito per un breve viaggio di due settimane. Nel contratto la dama, per convincere il riluttante pittore, inserisce la singolare clausola, in carattere con l'epoca libertina, che la impegna ogni giorno a concedere i suoi favori a Neville. Fiero del successo, l'artista si mette al lavoro, imponendo con arroganza le sue regole agli abitanti di Compton House: mentre egli disegna, essi devono sparire, lasciando libera la visuale del paesaggio e, quando il lavoro è finito, la signora Herbert, deve essere pronta a ciò che egli vuole. Dopo il sesto disegno, anche la figlia degli Herbert, moglie insoddisfatta di un tedesco borioso e di scarsa virilità, chiede al pittore un secondo contratto intimo ed egli accetta di buon grado. Nella pace del paesaggio campestre appaiono, nel frattempo, oggetti inquietanti: una camicia lacerata, un paio di stivali, un farsetto con uno strappo all'altezza del cuore e, alla fine, anche un cavallo che attraversa i campi senza cavaliere; quasi una pista che sembra ricondurre alla figura di Herbert facendone sospettare la morte. Ma Neville assapora l'illusorio trionfo e sembra non accorgersi, mentre disegna la villa e la campagna con precisione maniacale, di mettere insieme, nei suoi paesaggi, gli indizi e le tracce di un delitto; in tal modo i dodici disegni diventano documenti rivelatori di un oscuro intrigo. Scoperto il cadavere del signor Herbert in un canale del giardino e, ottenuto con la gravidanza della figlia degli Herbert che il patrimonio resti in famiglia, Neville è ormai strumento inutile e testimone pericoloso. Quando egli si accorge del suo ruolo, è, ormai, troppo tardi: i potenti che egli ha sfidato lo uccideranno per salvare i loro interessi. I dodici disegni saranno bruciati e nessuna traccia rimarrà del pittore nel tragico gioco di morte. http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=16640 “ I misteri del giardino di Compton House ambienta nell'Inghilterra del 1694 una sorta di sinistro inventario di tutte le ambigue, mortali seduzioni che si celano negli scenari verdi e perfettamente lavorati di una dimora aristocratica. La trama narra di un abilissimo disegnatore che riceve dalla moglie del proprietario, assente per un viaggio, 80 il compito di immortalare, in una serie di vedute, una sontuosa tenuta di campagna. Ma l'artista pretenderà che nel suo compenso siano inclusi i favori della dama, ai quali, più tardi, si aggiungeranno anche quelli della figlia. Nel formarsi delle tredici immagini, forse per caso o forse per malizia, emergeranno poco per volta gli indizi dell' omicidio del proprietario di Compton House, e il pittore pagherà con la vita il fatto di aver scoperto, attraverso i suoi quadri minuziosamente realistici, gli indizi di un elaborato complotto, di cui le due donne sono complici e artefici. Nel film, il giardino non si limita ad essere lo spazio scenico degli eventi, ma finisce col diventare un protagonista parallelo del racconto, una sorta di "doppio" ridondante delle parole e delle azioni dei personaggi, che nell' arzigogolato linguaggio seicentesco fanno del mondo vegetale, delle sue forme e dei suoi rituali, un continuo motivo di metafore, giochi di parole e similitudini. Con la sua creatività visionaria e spesso criptica, Greenaway gioca con i simboli della natura, sottolineando filologicamente nei dialoghi l'interesse maniacale per le architetture verdi della nobiltà inglese del diciassettesimo secolo. "Era un uomo che passava più tempo col suo giardiniere che con sua moglie, discutevano sempre di prugne". A una signora viene detto come complimento: "Non esiterei a valutarvi più di due aiuole da un acro e di un viale di aranci". E ancora, un imparruccato e stizzito nobiluomo dichiara a proposito dell' arroganza plebea del pittore: Mi ha chiesto se avevo moglie, che è una bella impertinenza, dato che sa che ho un giardino come fa a non sapere che ho una moglie? Forse perché vi vantate dell' uno e non dell'altra! - gli viene sarcasticamente fatto notare da una vicina di banchetto. Sensualità e morte si sovrappongono nel giardino reinventato da Greenaway. Mentre ora una camicia strappata lasciata in una siepe, ora un paio di stivali, ora una scala stranamente appoggiata a un muro, tutti fedelmente riprodotti nelle vedute dalla matita dell'artista scandiscono il progressivo evidenziarsi del crimine commesso, il pittore si concede acrobatiche quanto fatali divagazioni sessuali con le due donne, tra siepi, prati ben rasati e vialetti all'italiana, mentre le battute tra i personaggi vedono il mondo vegetale rappresentare la bellezza femminile o la forza maschile. In un'emblematica inquadratura, che mostra la prospettiva di un vialetto di tassi, una donna si spoglia delle sue vesti zigzagando verso la cinepresa, lasciando impigliati i propri abiti lungo le siepi simili a quinte teatrali. Silenzioso testimone dei fatti narrati è un misterioso fauno di pietra, ricoperto di muschi e licheni, che periodicamente compare nello sfondo delle inquadrature e si anima saltellando e giocherellando tra siepi, muri e monumenti equestri, tra l'apparente indifferenza dei personaggi. Ineffabile e ironico, osserva e ascolta amori e violenze. Figura difficilmente interpretabile, come infinite altre nella successiva filmografia di Greenaway: forse un artefice occulto del fato che deve compiersi, forse l'elfica personificazione del giardino stesso, come il cinema vortice di inganni e illusioni. La presenza infida del Male, della morte e della paura: proprio là dove vengono celebrate e coltivate le molteplici bellezze vitali della natura e l'immagine di serenità, amore e armonia che suscitano, è uno degli elementi narrativi più arcaici. Il paradiso terrestre, con la sua divina perfezione, presenta già dentro di sé la minaccia subdola e strisciante del serpente demoniaco. I giardini di Calipso, Circe o Armida nascondono nel loro tripudio di fiori e frutti l'oblio, l'inganno e la prigionia. Perfino il primo omicidio biblico, a ben vedere, ha come punto di riferimento l'idea di coltivazione e di giardino, con l'agricoltore Caino che invidioso uccide il fratello allevatore le cui offerte 81 sono più gradite alla divinità. Il cinema ha saputo ben coltivare le paure che nascono tra siepi fiorite e piante sempreverdi. Cosa c'è di più rassicurante di un prato perfettamente rasato e innaffiato, circondato da rose e tulipani coloratissimi che spuntano da siepi ben delineate e ordinate?” GianLuca Trivero, La Camera Verde, Ombre Corte, Verona, 2004, pag. 76 GIARDINI AL CINEMA 2007 82 Il giardino segreto The secret garden regia: Agnieszka Holland - Gran Bretagna, USA 1993 dal romanzo di Frances Hodgson Burnett “ The secret garden” (1909) sceneggiatura: Caroline Thompson; musiche: Zbigniew Preisner. Kate Maberly: Heydon Prowse: Andrew Knott: Maggie Smith: John Lynch: Mary Lennox Colin Craven Dickon Mrs. Medlock Lord Craven giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Fountains Abbey Ripon, North Yorkshire, Gran Bretagna Allerton Park, North Yorkshire, Gran Bretagna 83 Nascosto dietro un muro di vegetazione inselvatichita c'è un luogo magico: è il giardino segreto. Riesce a scoprirlo la piccola Mary, protagonista del film omonimo che Agnieszka Holland ha tratto dal romanzo per bambini di Frances Hodgson Burnett. Siamo in una cupa dimora signorile dello Yorkshire: Mary vi è appena giunta dall'India, ospite del tenebroso zio, dopo che papà e mamma sono stati uccisi dal terremoto. Che tristezza! Prima la ragazzina, dal carattere assai scontroso, non si sentiva amata dai genitori; ora è addirittura confinata in una stanza del castello, accudita - si fa per dire - da un'arcigna governante (Maggie Smith). Per fortuna che c'è Martha, una servetta acqua e sapone, non influenzata dal clima malato della casa. Ha un fratello più giovane, Dickon, capace di comunicare con gli animali, sempre in giro per campi e boschi. Grazie a questi due personaggi, Mary prende confidenza con i dintorni e, seguendo un pettirosso, scopre il luogo proibito, il giardino segreto, appunto. Qui è morta, dieci anni prima, la consorte del padrone di casa, e da allora nessuno vi ha più potuto mettere piede. Rovi, rami caduti, cespugli inestricabili, non sembra esservi traccia di disegno umano. Si può fare qualcosa, però. Con l'aiuto di Dickon, la piccola inizia un'energica cura rigeneratrice. Nel frattempo un nuovo personaggio è entrato nella storia: si tratta del cuginetto Colin, tenuto da anni segregato in una stanza del maniero. Tutti temono per la sua salute, ma la cura è una sola, dire sì alla vita. E la vita ritorna proprio nel giardino, con la rigogliosa primavera, capace di ridonare alle piante e agli esseri umani l'antico splendore. Luigi Paini, Il Sole-24 ore «Mi trovo, in sogno, nella casa dove sono nato. Al secondo piano, nell'ingresso che porta alla mia vecchia camera da letto, incontro un bambino biondo che aspetta lì. “Sei Billy?” chiedo. “Sono qualcuno per chiunque mi voglia bene”, risponde.» E questo un ricordo, dei tutto inaspettato, di William Burroughs: stranamente dolce, stranamente lontano dai mostri mutanti, dalle allucinazioni, dalle dure ironie dell'autore di Il pasto nudo (lo si trova, questo ricordo, in Il gatto in noi). Anzi, qualche lettore particolarmente critico potrebbe considerarlo troppo dolce per esser buona prosa. Probabilmente, se questo lettore fosse anche spettatore di Il giardino segreto, ci troverebbe un analogo gusto mieloso. E qui, però, pretenderebbe di avere dalla sua il fatto che all'origine del film di Agnieszka Holland c'è un romanzo di Frances Hodgson Burnett, l'autrice di Il piccolo Lord Fauntleroy. Scrittrice facile e sentimentale: così viene definita la Hodgson Burnett. Eppure i suoi libri, eleganti e colmi di osservazioni fini e acute, sono tra i più popolari della letteratura per ragazzi da circa cent'anni. Elegante, fine e acuto è anche il film della Holland, dedicato al pubblico infantile, ma in grado di coinvolgere anche chi, tra gli spettatori adulti, abbia il “coraggio” di lasciarsi attirare nel suo gioco. Come quella di Il piccolo Lord Fauntleroy, la storia di Il giardino segreto è ambientata, meglio è chiusa dentro i freddo e le cupezze di un castello, tra le ombre delle sue stanze deserte. Dopo un'India assolata e calda, ma intristita dalla solitudine in cui l'hanno lasciata i genitori, Mary vive in Inghilterra un'esperienza che ripercorre i luoghi tipici della favola. Alle sue spalle ha una madre negativa, un “sole nero”, come si legge nei resoconti di casi clinici di schizofrenia. Davanti a sé, come possibilità di fuga dall'abbandono, c'è la promessa solo accennata di una madre positiva, immagine speculare dell'altra (di cui infatti è gemella). Il passaggio dal buio e dal gelo della prima alla luce e al calore della seconda viene bloccato da una Strega (la governante Mrs. Medlock, una Maggie Smith perfetta). Il simbolo del blocco è la prigionia in una sala tetra del castello, rinforzata dai divieto, tipicamente fiabesco, di 84 curiosare lungo corridoi scuri e scale misteriose. Ma, come ci si aspetta in una fiaba, a un certo punto fa la sua comparsa una chiave, strumento simbolico d'ogni curiosità vitale. Come è già nello stile della Hodgson Burnett, la Hollland descrive un contesto realistico, o che della realtà vuoi dare l'illusione. E tuttavia, nella sua struttura, Il giardino segreto è una fiaba. Di una fiaba, dunque, ha la commistione di crudeltà e bontà, di paura e di rassicurazione. Fiabesco, certo, è i luogo centrale dei film, il giardino alla cui porta Mary è condotta da un pettirosso, animale magico e folletto benefico. E qui riaffiora alla mente un altro giardino fiabesco, ben radicato nella memoria delle nostre letture infantili. Lo descrive Oscar Wilde in un racconto che è come il ricordo di Burroughs - stranamente dolce, troppo dolce: Il giardino del gigante. Anche questo giardino, come quello dei film, è tenuto chiuso da una sorta di Orco: nella fiaba di Wilde si tratta di un gigante, appunto; nella fiaba della Hodgson Burnett e della Holland si tratta di un uomo cupo, prigioniero del proprio egoismo, reso ancor più estraneo e perturbante da una deformità. In entrambi i giardini, ancora, l'inverno ha totale dominio («Gli uccellini non si curavano di cantare perché non c'erano bambini e gli alberi si dimenticavano di fiorire», scrive Wilde). Ma questo suo trionfo funereo termina quando, contro la volontà dell'Orco, del giardino si impossessano i bambini. A quel punto, l'Orco smette di essere un Orco. La chiave misteriosa trovata da Mary nella stanza appartenuta alla madre buona, dunque, le consente di entrare nel giardino. E qui compie il gesto risolutore della fiaba, il gesto d'amore della cui mancanza lei per prima soffre: Si prende cura di un fiore abbandonato, e poi di altri mille. Basta questo per sconvolgere il castello, per sconfiggere il potere malvagio della Strega (che smetterà anche lei d'essere Strega), per liberare Colin dall'incantesimo che gli impedisce di vivere, per rischiarare il volto dell'Orco, per fare del giardino segreto un trionfo di vita e di luce. Tutto molto dolce, tutto troppo dolce, per chi in platea non abbia quel tal “Coraggio” e resista strenuamente al richiamo della fiaba. Visto con gli occhi del realismo adulto, il film della Holland può non piacere. Basta però che si ritrovi nella memoria la chiave nascosta della nostra antica curiosità infantile, perché il giardino si riapra. Non è escluso che, a quel punto, anche il ricordo Wulliam Burroughs torni a dirci qualcosa. Roberto Escobar, Il Sole-24 Ore “ … rimase immobile, quasi senza respirare, finché il pettirosso non aprì le ali e volò via. II vecchio Ben rimase allora a guardare per qualche istante il manico della vanga, come se vi fosse qualcosa di magico; poi riprese a zappare e per alcuni minuti non apri più bocca. Di tanto in tanto faceva qualche smorfia; Mary prese allora a rivolgergli la parola. - Avete un giardino vostro? - gli chiese. - No. Sono scapolo e abito con Martin, nella casa dove c'è il cancello. - Se ne aveste uno - disse Mary - che cosa ci piantereste? - Cavoli, patate e cipolle -. - Ma se voleste fare un giardino di fiori - insistette Mary che cosa piantereste? - Bulbi di fiori che mandino un buon profumo... soprattutto rose. II viso di Mary si illuminò. - Vi piacciono le rose? - chiese. Ben Weatherstaff strappò un po' di erbaccia e la buttò da parte, prima di rispondere. - Beh, si, mi piacciono. Imparai ad amarle da una giovane signora per la quale facevo il giardiniere. Ne aveva moltissime, in un luogo che le piaceva tanto; le amava come se fossero bambini... o pettirossi. L'ho vista chinarsi per baciarle. - Strappò dell'altra erbaccia e la guardò torvo. - Ciò accadeva dieci anni fa -. 85 - Dov'è ora? ..- chiese Mary, interessata. - In cielo... - rispose - stando a ciò che dice il parroco- ; e affondò la zappa profondamente nella terra. - E delle rose che ne è stato? - chiese ancora Mary con interesse. - Furono abbandonate a se stesse - . Mary era sempre più interessata. - Morirono? Le rose muoiono, quando sono abbandonate a se stesse? - osò chiedere. - Beh, a me piacevano, ed ero anche affezionato a lei ... e a lei piacevano - Ben Weatherstaff ammise con riluttanza. - Un paio di volte all'anno andavo a lavorarvi un pochino. Le potavo, zappavo intorno alle radici. Si inselvatichivano, ma il terreno era fertile e perciò alcune vivevano. - Quando i rami non hanno più foglie e sembrano grigi, scuri e secchi, come fate a sapere se le piante sono morte o vive? - chiese Mary. - Bisogna aspettare la primavera. Aspettate che il sole splenda sulla pioggia e che la pioggia cada sul sole che splende: allora lo saprete. - Come? In che modo? - esclamò Mary, dimenticando ogni prudenza. - Bisogna esaminare i ramoscelli e i rami. Se vedrete spuntarvi qua e là un piccolo gonfiore, guardatelo dopo la pioggia tiepida e osservate che cosa accade. - Si fermò di colpo e guardò con curiosità il suo visino ansioso di sapere. - Perché vi interessate tanto delle rose, tutto a un tratto? - chiese. Mary si senti avvampare. Ebbe quasi paura di rispondere. - Voglio giocare ad avere un giardino tutto per me - balbettò. - Non ho nulla da fare, nulla. E non ho nessuno. - Beh - disse lentamente Ben Weatherstaff, guardandola, questo è vero. Non avete nulla. Disse quelle parole con accento strano, tanto che Mary si chiese se egli non la compatisse un po'. Lei non si era mai commiserata; Si era sentita solo stanca e arrabbiata perché nutriva tanta antipatia per la gente e per le cose. Ma ora le sembrava che il mondo stesse cambiando, che diventasse più simpatico.” Frances Hodgson, Il giardino segreto, Mursia, 1993, pg.66, 68 86 Greenfingers regia: Joel Hershman - Gran Bretagna 2000 sceneggiatura: Joel Hershman; musiche: Guy Dagul. Clive Owen: Colin Briggs Helen Mirren: Georgina Whoodhouse David Kelly: Fergus Wilks giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Hampton Court Palace, Surrey, Gran Bretagna http://www.hamptoncourtfestival.com/ Pollice verde: una specie di traduzione Colin Briggs (Clive Owen) sta scrivendo una lettera ripetendo questa filastrocca: “Le rose sono rosse, le viole sono blu, sto per fottermi da solo, cosa posso voler di più”… da questa prima scena inizia un lungo flash back che sposta la vicenda indietro di un anno. Colin dopo avere scontato quindici anni di carcere duro, viene mandato nella Prigione di Edgefield, un carcere modello, in cui vengono applicati metodi di detenzione aperta. Colin è una persona chiusa, arrabbiata con il mondo, non socializza con nessuno, nemmeno con il compagno di stanza, l'anziano e malato Fergus Wilks (David Kelly). Ai detenuti viene data la possibilità di imparare un mestiere, ma Colin non ha preferenze e viene destinato alla manutenzione ordinaria. Tra i detenuti emergono le figure di Tony (Danny Dyer), un giovane abile ladro; Jimmy (Paterson Joseph) detenuto di colore, padre di un bambino e Raw (Adam Fogerty), un bestione rozzo e muscoloso. Durante la festa di Natale, Fergus regala una bustina di semi di violette a Colin, che per liberarsene le semina immediatamente in un angolo della tenuta intorno alla prigione. Passa l'inverno e le violette, nonostante il freddo eccezionale, fioriscono. È primavera, Tony corteggia Holly, una volontaria giovane e carina che lavora nella prigione, e le regala un mazzolino di violette da mettere nei capelli. Fergus assiste alla scena e corre a chiamare Colin: “È scoppiata la primavera!” Insieme si mettono a cercare le violette: “Dovevamo marcare il punto”, dice Fergus. Intanto dal campo di calcio arriva una pallonata che schiaccia le viole. Tra Colin e Raw, scoppia una rissa che li porterà dritti nell'ufficio del bravo e umano direttore Hodge (Warren Clarke). È sorprendente il fatto che siano cresciuti dei fiori nel terreno povero del carcere, quindi il direttore decide che ci sarà un nuovo programma di lavoro: il giardinaggio e da quel momento, se il gruppo vorrà continuare a giocare a pallone dovrà realizzare un giardino. Il gruppo si mette al lavoro consultando, con poca convinzione, i libri della biblioteca, alla fine si convincono e portano al direttore una lista di materiale necessario: vanghe, rastrelli, cesoie, guanti…Raw chiede un sarchiatore elettrico fatto come una pompa da bicicletta, da usare per fulminare le erbacce… Tony, vorrebbe la crema solare. Il direttore mostra il budget disponibile: 0 sterline. Mentre il capo delle guardie Dudley (Peter Guinnes) mostra ai detenuti l'attrezzatura e il vecchio capanno che potranno usare, la moglie del direttore esprime le sue perplessità al marito: “siamo sicuri che non sia rischioso mettere delle vanghe e delle cesoie in mano a degli assassini?” e il direttore risponde con una citazione di G. B. Shaw “Il luogo migliore per trovare Dio è un giardino”. I compagni litigano per decidere dove fare il giardino, alla fine decide Fergus, 87 scegliendo un campo incolto pieno di erbacce. Gli uomini si mettono a lavorare con impegno e insieme al giardino cresce la confidenza e lo spirito di collaborazione. Su un vecchio giornale, trovano un articolo sulla mostra annuale di giardini fioriti a Hampton Court e insieme scambiano battute sulla loro impossibilità di potervi partecipare. Fergus confessa a Colin di essere stato un alcolizzato e di avere ucciso le sue tre mogli. Le prime due morti erano state giudicate accidentali, ma alla terza, Fergus decise di costituirsi perché si era reso conto del mostro che era diventato. Intanto tra Tony e Holly esplode la passione. La stampa critica le attività della prigione di Edgefield, che viene definito più simile a un campus universitario che a una galera, e il direttore teme di perdere l'appoggio del governo per le sue iniziative, ma finalmente Il giardino dei carcerati è fiorito e davanti al risultato Fergus esclama: adesso abbiamo il paradiso sulla testa e sotto i piedi. Nella libreria del paese vicino alla prigione, la celebre giardiniera Georgina Whoodhouse (Helen Mirren), insieme alla figlia Primrose, Primula, (Natasha Little), sta autografando i suoi libri. Nella coda di appassionati, c'è la moglie del direttore del carcere che invita e convince la giardiniera a seguirla per un caffè e a vedere un giardino realizzato da un gruppo, non ben definito di uomini. In auto il dialogo tra madre e figlia mostra le difficoltà e le incomprensioni fra le due donne, Georgina è scocciata per il contrattempo, Primrose, confessa di non essere capace di mentire pubblicamente come la madre, che risponde: “ cara, le relazioni sociali non sono bugie.” Georgina è entusiasta del giardino dei carcerati, soprattutto per gli accostamenti inusuali e coraggiosi: “che miscuglio – esclama - ma lo trovo meraviglioso!”. Le due donne accettano l'invito a pranzo con la famiglia del direttore e il gruppo di giardinieri. A tavola tra una battuta e l'altra Georgina chiede a Colin: “ha sempre avuto il Pollice verde?” Raw: Solo quando si mette le dita nel naso” e Colin confessa di avere cominciato a fare giardinaggio solo pochi mesi prima. Il direttore nel frattempo ha invitato un gruppo di giornalisti, per rendere pubblici i risultati dei programmi di recupero grazie alla presenza della famosa giardiniera e le confessa di temere una interruzione dei progetti, soprattutto, di quelli che prevedono di far lavorare i detenuti all'esterno del carcere. Georgina si illumina, e chiede al direttore di poter coinvolgere il gruppo di giardinieri in un lavoro che le hanno appena commissionato. Così il gruppo viene accolto nella antica Ozlebury House da una coppia di eccentrici signori e dalla stessa Georgina, per sistemare il giardino sul retro della casa. Punta da un'ape, a cui è allergica, Georgina deve essere ricoverata, ma il gruppo se la cava egregiamente realizzando un magnifico giardino fiorito. Al suo ritorno Georgina sgrida Colin per non avere rispettato le consegne e avere piantato piante a foglia grigia più delicate, al posto di quelle porpora, più rustiche. Colin sostiene di avere sperimentato un sistema per far sopravvivere le piante più delicate: l'uso di cristalli di quarzo nel terreno del carcere per rilasciare calore e non alterare il ph del suolo. Sorpresa Georgina decide di sponsorizzare il gruppo presso il direttivo del concorso floreale di Hampton Court. Davanti alle reticenze di alcuni commissari Georgina cita le parole della Regina stessa: “il giardinaggio è un'ossessione nazionale da secoli. L'unica cosa che unisce gli inglesi indipendentemente dalla classe sociale”, ottenendo così il prezioso permesso di partecipare alla gara. I giardinieri si lasciano prendere dall'entusiasmo e in palestra si raccontano le loro idee da presentare a Hampton Court: Raw propone un campo di papaveri attraversato da un torrente; Tony, un giardino all'inglese in un ambiente tropicale: Stonhenge alle Haway; Fergus, propone un giardino di profumi, ricco di fiori e colori; Jimmy, propone un orto 88 sulla Luna; e Colin un giardino di fiori selvatici. Il giardinaggio sta trasformando questi uomini: il rozzo Raw, declama versi mentre Colin si dichiara romanticamente a Primrose donandole una rosa rossa, simbolo di passione (le rose bianche significano purezza; le rose gialle, un abbandono). Colin coccola e “conforta” le sue campanule con un concentrato di vitamine e le incoraggia a non essere stressate per la gara. A questo punto succede un fattaccio: da Ozlebury House sono sparite delle preziose opere d'arte, il ladro è stato catturato, ma ha confessato di avere ricevuto la planimetria della casa da uno dei giardinieri. I detenuti del gruppo si dichiarano innocenti, ma i sospetti cadono su Tony, l'unico ad essere entrato in casa per andare in bagno e quello con maggiore necessità di denaro, visto che Holly aspetta un bambino. Tutti i permessi e la partecipazione al concorso vengono sospesi. Tony, decide di scappare dalla prigione. A Colin viene data la possibilità di uscire dal carcere. Alla commissione dichiara di essere cambiato e di avere capito, attraverso il giardinaggio, di essere capace di creare qualcosa e di poterla curare. Prima di uscire dal carcere Colin si confida con Fergus e gli confessa di avere picchiato selvaggiamente il fratello fino ad ucciderlo, dopo averlo scoperto insieme con la fidanzata. Ad attendere Colin, c'è Primrose. I due innamorati sperano di avere l'appoggio di Georgina ma la reazione è decisamente negativa. L'unico lavoro che riesce a trovare, è quello di fattorino per un fiorista. Casualmente legge su un giornale che il complice del furto alla villa, non era stato l'amico del carcere, ma una domestica. Contatta gli amici e viene a sapere che Fergus è peggiorato e che ai detenuti è stato rinnovato l'invito a partecipare al concorso di Hampton Court. Colin decide a questo punto di seguire il suo sogno (la febbre del giardino, come la definirà Georgina), distrugge la vetrina del fiorista e con un mazzo di rose gialle, accompagnate da una lettera decide di lasciare Primrose. Al suo rientro in carcere viene accolto con entusiasmo dal direttore e dagli amici, che gli danno l'incarico di decidere la forma del giardino da presentare alla gara. Per non perdere l'adesione dei politici alla iniziativa, il gruppo riceve la visita di un segretario di Stato, che da giardiniere dilettante, suggerisce un'idea “nuova”: un giardino roccioso (!!) con cactus e piante spinose, simbolo della dura vita del carcere, “redenta” da uno sfondo definito da un arco ricoperto di fragole, simbolo di libertà. I giardinieri non sono d'accordo, ma accettano per convenienza e cominciano a lavorare. A poche settimane dal concorso succede il disastro: Raw sbaglia l'esposizione delle piante in serra e le cuoce; i topi invadono il giardino mangiando tutte le fragole; Fergus muore e qualcuno dà fuoco al giardino roccioso. Colin decide di continuare con un nuovo giardino e sprona gli amici ad affrontare le difficoltà anche in ricordo di Fergus. Arriva il giorno della mostra. I giardinieri del carcere partecipano con un giardino di fiori selvatici, in cui spicca una statua che rappresenta Fergus mentre innaffia il giardino. La bellezza è nascosta nei posti più impensati, e in questo giardino Colin e Primrose faranno la pace, questa volta con l'approvazione della mamma. Prima della conclusione, Raw confessa di avere rovinato consapevolmente le piante per il giardino roccioso, Jonny ammette di avere portato i topi e Colin di avere dato fuoco a quello che rimaneva di quel giardino che non apparteneva alla loro storia. Giovanna Mattioli 89 GIARDINI AL CINEMA 2008 90 Molto rumore per nulla Much ado about nothing regia: Kenneth Branagh - Gran Bretagna, USA 1993 dall'opera di William Shakespeare “Much ado about nothing” (1597 – 1598) sceneggiatura: Kenneth Branagh; musiche: Patrick Doyle Kenneth Branagh: Emma Thompson: Keanu Reeves: Kate Backinsale: Robert Sean Leonard: Denzel Washingrton: Michael Keaton: Benedetto Beatrice Don Juan Hero Claudio Don Pedro Carruba giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese: Villa Vignamaggio, Greve in Chianti, Firenze - http://www.vignamaggio.com/ Il bardo in festa: “Molto rumore per nulla” di Kenneth Branagh Nella solare città di Messina, il ricco Leonato accoglie presso la sua splendida magione il principe Don Pedro di ritorno dalla guerra, insieme ai suoi più stretti compagni. L'atmosfera gaia e leggera dell'estate mediterranea farà da sfondo agli amori tra il giovane Claudio e la dolce Hero e i litigiosi e sagaci Beatrice e Benedetto. L'ostacolo alla perfetta felicità dell'amore sarà costituito dalle perfide macchinazioni di don Juan, fratellastro del principe Pedro, poiché questi, invidioso di Claudio, favorito e stimato dal principe ben più di lui, farà di tutto per screditare Hero e impedirle così di sposare il suo amato. Nulla però potrà impedire all'amore di trionfare sui cattivi sentimenti, che saranno giustamente puniti. La forza semplice del testo shakespeariano, scritto nel 1598, rivive, immutata e mai sorpassata, nella fedelissima trasposizione cinematografica di Kenneth Branagh (1993). Da lungo tempo gran maestro di cerimonie di molti testi del Bardo (Enrico V, Othello, Amleto e tante altre opere, portate sulla scena sia a teatro che al cinema), Branagh dimostra ancora una volta di saper valorizzare al massimo la ricchezza espressiva del testo originale, perché lo rende godibile senza snaturarne gli intenti primari. (…) La commedia gioca su due intrecci contestuali, costituiti dalle due coppie Hero-Claudio e Beatrice-Benedetto. Lo spessore dei dialoghi e l'interesse neanche tanto velato dell'autore per la seconda coppia risulta nello spazio dato alle loro schermaglie, in cui il conflitto verbale scandisce perfettamente lo snodarsi della trama. Alla base della vicenda c'è l'uso della parola e degli scontri dialettici. L'intera commedia appare costruita su questo gioco, che si estende perfino al suo titolo: “Molto rumore per nulla” il quale suggerisce che si tratta di un puro e semplice divertimento, senza significati riposti e senza conseguenze. Nel caso di Beatrice e Benedetto, il “dire troppo”, il “molto rumore” è sintomo di sentimenti e passioni sottostanti che emergeranno nel gran finale, allorché Beatrice chiederà a Benedetto di sfidare Claudio per vendicare l'onore della cugina, calunniata dalle accuse di Don Juan. (…) il regista, con raffinata incongruenza, introduce nel film alcuni elementi non propriamente tipici del tempo e dello spazio storico-sociale interni all'opera. Tali 91 dettagli anacronistici non impediscono al film di acquisire una sua coerenza narrativa e non risultano disturbanti per lo spettatore. Ad esempio, le divise militari indossate dal principe e dai suoi uomini ricalcano uno stile di provenienza vagamente asburgica, lontano dunque dall'abbigliamento dell'epoca di Shakespeare; gli strumenti musicali, come la chitarra e la tromba, sono anch'essi decisamente moderni, così come spade e fucili che accompagnano l'abbigliamento dei soldati. Ancora, il tango ballato nel corso della festa in maschera è chiaramente fuori epoca, eppure ben sottolinea il tema della passione e dell'inganno perpetrato da Juan. Questi e molti altri dettagli si inseriscono perfettamente nella cornice del film di ambientazione quattrocentesca (Villa Vignamaggio a Greve di Chianti), amalgamandosi con il linguaggio forbito (gli unici tagli al testo sono funzionali per la messa in scena cinematografica, ma nulla di più) e con le stravaganze recitative dei singoli attori, lasciati liberi dal regista di parlare ed esprimersi in gesti e mimiche decisamente moderne. (…) Per mettere in scena questa sua lettura dell'opera, Branagh non sceglie un punto di vista 'teatrale', bensì si avvale dei mezzi cinematografici esaltandone le qualità dinamiche. La sua macchina da presa è sempre in movimento, accentuando così la vivacità espressiva della storia. Il cast è eterogeneo, formato sia da americani che da inglesi, tra i quali spiccano promettenti (all'epoca) giovani protagonisti del cinema anglo-americano, come Keanu Reeves, Kate Beckinsale e Sean Patrick Leonard. Si apprezza inoltre la solarità di una bellissima Emma Thompson, una perfetta bisbetica shakespeariana nei panni di Beatrice, o il fascino nero di Denzel Washington-Don Pedro, nobile e impettito nella sua divisa da cavalleggero mazziniano, o ancora l'impudenza e lo spirito vagamente bertoldesco di un magnifico Michael Keaton, il quale riprende e accentua le smorfie di Dogberry con maestria da Oscar, dando al personaggio una fisionomia che ci ricorda un altro suo personaggio, lo sfacciato Beetlejuice. (…) Serena Todesco http://www.letterariamente.it/ 92 Orlando regia: Sally Potter - Gran Bretagna, Russia, Francia, Italia, Olanda 1992 dal romanzo di Virginia Woolf “Orlando” (1928) sceneggiatura: Sally Potter; musiche: David Motion. Tilda Swinton: Quentin Crisp: Jimmy Somerville: Billy Zane: Orlando Regina Elisabetta I Angelo Shelmerdine giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Hatfield House, Hertfordshire, Gran Bretagna - http://www.hatfield-house.co.uk/ Blenheim, Oxfordshire, Gran Bretagna - http://www.blenheimpalace.com/ Proteiforme bellezza: “Orlando” di Sally Potter (1992) Ipotesi filosofica: Cosa succederebbe se uno stesso essere umano, nato uomo nel '600, cambiasse sesso nel corso dei secoli, senza tuttavia tramutare la propria coscienza e senzainvecchiare? Probabilmente esso sperimenterebbe l'essere sia uomo che donna, vivrebbe il ruolo sociale, il “genere”, che a turno la società gli assegnerebbe, cucendogli addosso come una seconda pelle un “abito sociale”. Un discorso sotterraneo e sottilmente sfumato di complessa interpretazione, un divertissement ironico e ricco di spunti di riflessione, un'acuta e premonitrice riflessione sul concetto di genere come costruzione e costrizione sociale. O, se si vuole, un semplice, piacevole intermezzo allegorico nella vita artistica di un'autrice fondamentale del Novecento, qual'è Virginia Woolf (1882 – 1941). Orlando, pubblicato nel 1928, mostra chiaramente come la scrittura è ricchezza mentale innanzitutto per chi la vive in prima persona. Un romanzo poco definibile, un pastiche dell'anima, un breve interludio che dice e non dice, sottintendendo allegramente tutto quanto ruota attorno alla caducità dei ruoli sessuali e sociali imposti dal mondo comune. (…) Con stile arguto e raffinatissimo Woolf descrive la storia del giovane Orlando che, nel corso dei secoli, ripercorre la storia dal periodo elisabettiano fino agli anni Venti del Novecento, cambiando sesso e sperimentando il mondo con assoluta pienezza. Orlando cambia sesso in una metamorfosi che comunica completezza vitale, è uno scherzo sofisticato e totalmente privo di complessi, perché non si pone dubbi sulla liceità delle scelte e delle identità sessuali. (…) Quando Vita Sackville West lesse il romanzo a lei dedicato dalla Woolf, pianse (Adorata Creatura, Le lettere di Vita Sackville West a Virginia Woolf, traduzione di Fiorella Cagnoni e Silvie Coyaud, La Tartaruga): infatti, la storia di Orlando, seppur allegorica e surreale, è chiaramente un atto d'amore di Virginia per la West, una biografia romanzata ispirata a quella dell'amata, di cui la Woolf ammirava l'inventiva, l'audacia e il ritmo vorticoso con il quale Vita conduceva la sua esistenza, sempre sul filo di una normalità mai voluta, mai cercata. Orlando è stato giustamente definito come “la più lunga lettera d'amore mai scritta”, perché in esso sono presenti molti momenti reali vissuti da Vita e Virginia, seppur mai descritti o evocati in maniera esplicita. Orlando è pertanto ricco di riferimenti alla vita e agli antenati di Vita, in sé sono racchiusi moltissimi messaggi criptici in parte misteriosi al lettore. Orlando è prima 93 uomo e poi donna, non muore e resta giovane nei secoli: era questa la descrizione che Virginia offre allorché evoca Vita. Come accade spesso, trasmettere le stesse emozioni dalle pagine di un testo letterario al grande schermo è impresa tutt'altro che facile. Nel 1992 Sally Potter dirige la versione cinematografica di Orlando, servendosi di una sceneggiatura oscura e raffinata vicina allo spirito del romanzo, e di un'attrice protagonista perfetta nel ruolo di Orlando, l'androgina Tilda Swinton. (…) Non essendo totalmente un romanzo, né saggio, né opera teatrale, il testo che si presenta allo spettatore è un genere multiforme, che racchiude in sé più generi e più interventi di scrittura. La Potter coglie bene l'aspetto poliedrico della narrazione, poiché inserisce con garbo e ricercatezza riflessioni e congetture del/della protagonista legate alle sue esperienze e incontri: in un lasso di tempo di quasi sei secoli si alternano per Orlando incontri e conoscenze di filosofia e di storia, amicizie letterarie importanti, traumi personali, delusioni e grandi passioni. Tale bagaglio di esperienze impregna e cambia la vita del/della protagonista, che, pur nella sua evoluzione verso la maturità, rimane comunque fedele al principio della mutevolezza e dello spontaneo offrirsi al caso. La formazione di Orlando avviene infatti attraverso il cambiamenti, quasi a voler dire che tutto scorre e cambia, senza che il singolo essere umano possa opporsi all'evoluzione del tutto. Mentre il mondo scorre, nasce, muore e rinasce ancora, Orlando sperimenta il Tutto metafisico, l'essenza delle cose e la pochezza umana, che faticherà ad accettare un ibrido, un essere indefinito. Perché gli esseri umani hanno sempre bisogno di definizioni e certezze, di etichette e soprannomi? È questa una delle tante domande che suscita il film. (…) La crescita è documentata sempre dagli interrogativi che Orlando pone a sé stesso/stessa e all'osservatore, al quale non smette mai di rivolgere lo sguardo: questo perché sa benissimo di essere guardato/a nel proprio destino mutaforme, e gioca con lo spettatore con irriverenza elegante e mai scontata. Dalle prime passioni amorose per Sasha, fino alle disavventure come ambasciatore della corona inglese in Turchia, via via fino alle insidiose crinoline che costringono il corpo divenuto femminile, Orlando è simbolo di mutazione e maturazione, pur nei rischi delle convenzioni sociali. Prima di giungere alla saggezza definitiva, Orlando sopravvivrà alle guerre del Novecento e attenderà il dissolversi delle nebbie per dare finalmente alle stampe il suo manoscritto e per dare alla luce una figlia, compiendo una scelta d'amore e non di interesse per motivi ereditari. Ora non è più triste Orlando, “è cambiata, non è più travolta dal destino e da quando ha rinunciato a ricercare il passato ha scoperto che la sua vita cominciava”. Dopo essere stato per lungo tempo inadeguato e difettoso come uomo, non funzionale alla guerra, né al comando; poco adatta, eccedente, difettosa come donna, intellettuale o poeta, ora Orlando sembra essersi placata, il suo enigma si è in qualche modo risolto in un percorso verso la vita, verso il senso più vero dell'esistenza. In una sorta di biografia rovesciata, mentre il film si apre su “Morte”, l'ultimo capitolo si intitola significativamente “Nascita”: il ritorno alla casa della giovinezza, alla quercia sotto la quale Orlando si era presentata all'inizio. Laddove finisce il racconto, inizia la vita vera. Serena Todesco http://www.letterariamente.it Da anni non aveva camminato così lontano. Già sei penne aveva raccolto nell'erba, lisciandole con le dita, premendovi sopra le labbra per sentir la morbidezza rilucente della piuma; allorché vide scintillare a mezzo della collina uno stagno argenteo, 94 misterioso al pari del lago in cui il sire Bedivere aveva gettato la spada di re Artù. Una penna ancora tremolò nell'aria, cadde nel mezzo dello stagno. Allora, una strana estasi invase Orlando. L'assalì un selvaggio impulso di seguire gli uccelli sino all'estremo limitar del mondo, di gettarsi sull' erba molle come una spugna, e là bere l'oblio, mentre sul suo capo i corvi gracchiavano la loro rauca risata. Affrettò il passo; corse; incespicò; le dure radici d'erica le trattennero il piede, ed ella cadde lunga distesa a terra. S'era spezzata la caviglia. Non poté alzarsi. Ma provava un gran benessere, nel giacere così. Il profumo dell'erica e della mortella le invadeva le nari. La rauca risata delle cornacchie le accarezzava l'orecchio. «Ho trovato l'anima gemella» mormorò. «È la landa. lo sono la sposa della Natura» sussurrò, abbandonandosi rapita al gelido abbraccio dell'erba, tra le pieghe del suo mantello, nel fosso vicino allo stagno. «Qui voglio giacere. (Una penna le sfiorò la fronte.) Ho trovato una corona più verde del lauro, che manterrà sempre fresca la mia fronte. E queste penne di uccelli selvatici - gufi, civette - mi faranno sognare sogni selvatici. Le mie mani non porteranno anello nuziale» continuò, sfilandosi dal dito l'anello. «Le radici le cingeranno. Ah!» sospirò, affondando voluttuosamente la testa nel guanciale spugnoso. (…) Orlando stava per assopirsi, le piume bagnate del cappellino sul viso, l'orecchio contro il suolo, quando la colpì, profondo e lontanissimo, il rintocco d'un martello sull'incudine; o forse era un cuore che batteva? Tic toc, tic toc, così martellava, così risuonava l'incudine e il cuore nel cuor della terra; tese ancora l'orecchio, e le sembrò che si mutasse nel trotto d'un cavallo; un, due, tre, quattro, contò Orlando; poi sentì il cavallo incespicare; e, coll'avvicinarsi, uno schianto di rami, l'affondar degli zoccoli nel molle della torbiera. Quasi il cavallo le era sopra. Ella si alzò a sedere. Scuro contro il cielo chiazzato di giallognolo dell' alba, un uomo si drizzava sulle staffe, attorniato dai pivieri che gli roteavano attorno. Egli trasalì. Il cavallo sostò di colpo. «Signora» gridò l'uomo balzando a terra «siete ferita?» «Signore, sono morta! » replicò Orlando. Pochi minuti dopo, erano fidanzati. Virginia Woolf, Orlando , Mondadori, Milano, 1982, pag. 22, 229 95 Le affinità elettive regia: Paolo e Vittorio Taviani - Italia, Francia 1996 dal romanzo di Johann Wolfgang Goethe “Le affinità elettive” (1809) sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani; musiche: Carlo Crivelli Isabelle Huppert: Fabrizio Bentivoglio: Jean-Hughes Anglade: Marie Gillain: Giancarlo Giannini: Carlotta Ottone Edoardo Ottilia voce fuoricampo giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese: Villa Valdisonzi, Crespina, Pisa Giardino e paesaggio Chi fu il principe Hermann von Pückler Muskau (1785-1871)? Non è facile dirlo, perché fu molto, e insieme moltissime cose. Parlare di lui come uomo del suo secolo, in quel brodo di cultura della genialità, della fantasia, della poesia, che fu la Germania nella prima metà del secolo scorso, amico di Heine e corrispondente di Goethe, mecenate, amante del fasto e prodigo delle sue ricchezze fino alla soglia della povertà, frequentatore brillante dei salotti intellettuali (e delle donne come Bettina von Arnim, Fanny Lewald, Rahel Varnhagen) più famosi dell'epoca, dandy, viaggiatore instancabile ed esploratore, duellatore, cavaliere e allevatore, può condurre lontano e rischiare di lasciare in ombra l'aspetto principale della sua personalità e assieme quello che ci interessa direttamente di più: anche le storie della letteratura in cui è sempre in maggiore o minore misura presente parlano dei suoi due parchi, Muskau e Branitz, come dei suoi capolavori. Dire di lui che fu quello che introdusse in Germania il parco all'inglese sarebbe inesatto (forse piuttosto colui che lo portò alla più compiuta perfezione), ma soprattutto fargli un torto grandissimo; perché è invece assai più giusto affermare che, pur avendo appreso in Inghilterra tutto quanto in questo campo c'era da apprendere, fu piuttosto accanto agli architetti inglesi suoi contemporanei uno di coloro che seppero tradurre una nuova idea, un nuovo modo di sentire la natura in termini di paesaggio. Difficilmente si può concepire Pückler fuori dall'alone delle «Affinità elettive goethiane», perlomeno per ciò che riguarda la realizzazione del parco. E nella sua opera si rispecchia la sua personalità composita e complessa, in cui si fonde l'aristocratico prussiano col libero pensatore e soprattutto con l'artista. Come giardiniere, creatore di giardini, rimase impastoiato nel manierismo Biedermeier, non produsse nulla di nuovo né di interessante (ma egli considerava il giardino come un elemento staccato dal parco), quale paesaggista fu uno dei più dotati, intelligenti e validi della storia europea. L'opera sua che qui presentiamo per la prima volta tradotta in italiano non vuole avere soltanto il valore di un documento storico, che pure è interessantissimo, ma costituisce, oggi come ieri, uno di quei pochissimi testi, che quasi si contano sulle dita di due mani, utili ad insegnare il mestiere e prima ancora del mestiere lo spirito di quest' arte. Qui si insegna non come un parco immaginato si disegna, ma come si crea, giorno per giorno, dentro il paesaggio, col paesaggio, attraverso il paesaggio; avendo in mente non l'oggi, il contingente, ma il futuro: quando Pückler creò entrambi i suoi parchi, sapeva benissimo che compiuti (lo sarebbero stati 96 dopo più di cent'anni, guerre permettendo) non sarebbe giunto a vederli mai. Sono pochissime in quest' opera le pagine che portano la polvere della loro epoca, nel suo agire Pückler (al contrario di quanto accade con gli imitatori che esasperano gli effetti deteriori) trascurò gli aspetti meno duraturi (gli scenari e il collezionismo delle esotiche) del parco all'inglese, per mirare, ben educato alla scuola goethiana, alla sostanza. E ci riuscì in modo esemplare. Ippolito Pizzetti: in Hermann Fürst Von Pückler-Muskau, Giardino e paesaggio, Milano, Rizzoli, 1984, retro di copertina "Le affinità elettive" è uno dei romanzi più noti di Goethe, personaggio che per la grandezza dei suoi scritti trova paragone solo in titani della letteratura come Shakespeare e Dante. Il titolo deriva dal mondo della natura, costante punto di ispirazione per lo scrittore germanico, di cui ebbe sempre una concezione umanistica, nella quale l'uomo rimane la misura di tutte le cose, ma dall'ambiente che lo circonda riceve anche ineluttabilmente stimoli e condizionamenti. Due elementi che hanno affinità fra di loro, messi a contatto con altri elementi, si sentono da questi attratti per formare con essi altre combinazioni. Su tale teoria nasce un libro nel quale le relazioni sociali ed erotiche tra donne e uomini si cangiano, duplicandole, nelle costellazioni della natura, sino al limite di una chimerica identità. Si narra di due sposi aristocratici che vivono nella calma della loro villa immersa nel verde della campagna. L'arrivo di due ospiti fa nascere tra i quattro una rispondenza amorosa incrociata, che sconvolge ogni regola convenzionale. Solo due di essi sopravvivranno a questo turbamento esistenziale. Dopo alcuni tristi eventi gli altri saranno entrambi vittime infelici della loro passione. Quando nel 1996 i fratelli Taviani, autori di grande rigore estetico e morale, trasposero sullo schermo il capolavoro goethiano, ne fecero un adattamento sostanzialmente riuscito, che attraverso alcune libertà interpretative evidenzia il tentativo disperato di far coincidere razionalità e sentimento, che è uno degli elementi sottesi nella vicenda del romanzo. Ambientato nella Toscana napoleonica e girato in gran parte a Villa Valdisonzi, a Crespina, in provincia di Pisa, il racconto affida al giardino che circonda la magione il ruolo di testimone silenzioso degli eventi, ma al tempo stesso di onnipresente, quasi ingombrante simbolo di una natura che con le sue forme (ora alberi secolari e siepi potate, ora fiori policromi, ora campi arati o laghetti cerulei nella macchia di boschetti) specchia, riproduce e condiziona i gesti umani. Il tutto con uno stile asciutto e rarefatto, composto da pochi elementi drammaturgici: qualche accordo musicale, improvvisi cambiamenti di prospettiva o panoramiche accelerate della macchina da presa. È un cinema che rifiuta la spettacolarità gratuita, eppure riesce lo stesso ad avvincere lo spettatore, conducendolo a cogliere solo l'essenzialità del discorso narrativo, grazie alla maestria delle inquadrature e alla efficacia della recitazione dimessa quanto intensa degli attori. Nel film Edoardo e Carlotta progettano di migliorare la loro tenuta, ecco dunque l'invito a Ottone, vecchio amico del marito, che è un promettente architetto e si occuperà quindi della riorganizzazione di terreni e colture, e a Ottilia, figlioccia di Carlotta, fanciulla attenta e minuziosa, che avrà come compito la cura del giardino. È significativo che ai due personaggi che faranno scaturire le affinità elettive la sceneggiatura assegni incarichi legati alla gestione/trasformazione del verde, cioè, per l'appunto, li faccia partecipi di quella Natura, che con l'Amore, le sue leggi e i suoi divieti costituisce 97 l'ispirazione costante del pensiero di Goethe. Di particolare efficacia la scena nella quale Carlotta, sentendo il marito che arriva per presentarle l'appena giunto Ottone, fugge improvvisamente nascondendosi in un labirinto di siepi verdi e roseti, come presagendo un destino nefasto. Ma la sua corsa è fermata da un ramo di rose nel quale la veste s'impiglia; ella allora ne afferra una rossa e la sbriciola tra le dita, quasi un segno del suo voler accettare e consumare la passione che sta per colpirla. E infatti, con il giungere di Ottilia, si innesca la trasformazione; mentre l'ipnotico canto delle cicale sembra celebrare un' estate senza fine. Conversando sotto un salice, circondati da ortensie multicolori, passeggiando tra sentieri ombrosi, navigando sul laghetto, i quattro scoprono di attrarsi, la Natura esercita le sue proprietà e tuttavia gli esseri umani cercano di razionalizzare le loro passioni e di comprendersi; rifiutando, come fa Carlotta, plateali gelosie. In una notte d'amore con la moglie, Edoardo concepisce un figlio, ma durante il parto egli, ansioso di espiare con la morte la sua pena amorosa, è lontano, a combattere tra il gelo russo e a venire gravemente ferito; e anche Ottone ha abbandonato la casa, sarà proprio lui a ritrovare l'amico e a curarlo. Rimasta sola con Ottilia, Carlotta ne placa l'inquietudine con la comprensione e la tolleranza. I dialoghi tra le due donne avvengono quasi sempre nella splendida penombra floreale del giardino, dove ricamano, pranzano e accudiscono il piccolo. "Appariva tutto in pace nel giardino dove le due donne vegliavano il sonno del bambino, eppure nei loro sguardi era come un'ombra, un'inquietudine che proveniva dalla culla". Per maliziosa sorte il bimbo ha infatti stranamente un viso che non richiama le fattezze dei genitori, ma quelle di Ottilia e Ottone. Ricongiuntisi dopo tanti travagli, i quattro tornano a convivere nella villa, illudendosi di esorcizzare i loro sensi di colpa, le leggi degli uomini e quelle del Fato. Ma Ottilia sarà l'involontaria artefice della morte del bambino e si lascerà morire d'inedia per il dolore. Stessa sorte subirà Edoardo, per la disperazione della perdita e il riacutizzarsi della ferita di guerra. I due amanti vengono sepolti accanto, mentre i più forti, Ottone e Carlotta, pur separandosi, riusciranno a sopravvivere al dolore morale. Come due piante che, pur ferite da un innesto non riuscito, riescono a rimarginarsi e a crescere ancora. Gianluca Trivero in: Gardenia n. 171, luglio, 1998, pag.18 98 GIARDINI AL CINEMA 2009 99 Marie Antoinette Marie Antoinette regia: Sofia Coppola - USA, Giappone, Francia 2006 dalla biografia: Antonia Fraser “Maria Antonietta: la solitudine di una regina” Mondadori, Milano, 2004 sceneggiatura: Sofia Coppola; costumi: Milena Canonero (Oscar 2007) Kirsten Dunst: Jason Schwartzman: Rip Torn: Judy Davis: Asia Argento: Marianne Faithfull: Maria Antonietta Luigi XVI Luigi XV Contessa di Noailles Madame du Barry Maria Teresa d'Austria giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Versailles, Yvelines, Francia Vaux-le-Vicomte, Seine-et-Marne, Francia Un ritratto assolutamente inedito della regina-bambina Maria Antonietta nasce a Vienna il 2 novembre 1755. Nel 1770 raggiunge a Versailles il suo promesso sposo, il delfino di Francia futuro Luigi XVI. Il 16 ottobre 1793 viene ghigliottinata. Si può racchiudere in queste tre date la vicenda storica di una delle regine più note della Storia. Non è però a questo che guarda Sofia Coppola nella terza opera di una filmografia dedicata alla difficoltà di crescere per una giovane donna, quale che sia il luogo o l'epoca. Che si sia chiusi nell'ottusità di una famiglia americana (Il Giardino delle vergini suicide), che ci trovi in un luogo in cui il non conoscere la lingua corrisponde anche al complesso rapporto con se stessi (Lost in Translation) o che siano i fasti di una reggia a circondare una giovane e bella futura regina di Francia, la situazione si ripete. La Coppola torna a lavorare con Kirsten Dunst, ne utilizza la fresca malizia ma al contempo la libera dal ruolo "fidanzatina della porta accanto" che Spider Man le ha appiccicato addosso e che Elisabethtown ha solo ritoccato. Aiutata da costumi straordinari (Milena Canonero) e da una colonna sonora che mescola musica d'epoca a brani di Bow Wow Wow, New Order e Phoenix, Sofia Coppola ci fa "sentire" moderna una storia antica, evitando i cliché storici e la ricostruzione politica. È di una donna che ci vuole parlare, una donna che soffre per la disattenzione sessuale del marito che si trova caricata come colpa, una donna-bambina che compensa le frustrazioni giocando con scarpe, cibi, cani come una ricca signora di Beverly Hills. Guardatela nella prima inquadratura che precede il titolo e che ricorda come capacità di sintesi quella del maestro Kubrick in Eyes Wide Shut. Sembra esserci tutta Maria Antonietta e invece ci sono 2 ore in cui procedere nella scoperta. (Giancarlo Zappoli) Ma i divertimenti non bastavano a riempire la vita, e nessuno, in quegli anni Settanta che avevano decretato il trionfo di Rousseau, poteva rinunciare a essere sentimentale. Da troppo tempo sola, duramente provata dall'esperienza matrimoniale, Maria Antonietta riscopriva le dolcezze dell'amicizia nel legame simbiotico con la principessa di Lamballe e con la contessa di Polignac. Tuttavia, se l'amicizia obbediva in lei ai 100 dettami del cuore, il suo modo di dimostrarla era pur sempre quello di una regina, e la pioggia di benefici, cariche, onori che ella faceva piovere sulle due favorite, e in particolar modo all'insaziabile clan dei Polignac, non poteva non suscitare l'indignazione dell'intera corte. E poiché per espandersi l'amicizia aveva bisogno di intimità e di spontaneità, Maria Antonietta ne godeva le gioie lontano dai grandi saloni d'apparato, nel chiuso dei suoi appartamenti e nell'incantevole Petit-Trianon, che Luigi XVI le aveva offerto in dono. Anche Maria Leszczynska (moglie polacca di Luigi XV ) aveva avuto la stessa esigenza, ma l'aveva manifestata con una discrezione e moderazione ignote alla giovane regina. Maria Antonietta si limitava a scomparire quanto più spesso le era possibile al PetitTrianon con pochi intimi, senza che nemmeno le sue dame di compagnia potessero seguirla. D'altra parte, solo a condizione di scordarsi del suo ruolo e delle sue funzioni poteva dedicarsi all'ultimo gioco alla moda, la commedia campestre, travestendosi da pastorella, bevendo il latte appena munto in sublimi porcellane di Sèvres, godendo delle emozioni estetiche di una natura ricreata per lei dalla mano sapiente dei giardinieri e del talento architettonico di Richard Mique, nella perfetta adesione non già al modello della cour, ma a quello della ville, dove la nobiltà francese sapeva farsi interprete della morale, della sensibilità, dei gusti della sua epoca. “Qui” diceva Maria Antonietta con una frase rivelatrice “non sono più regina, sono me stessa”. “Qui” avrebbe scritto Gouverneur Morris “la monarchia ha speso cifre enormi per nascondersi ai propri occhi, ma senza riuscirci”. Benedetta Craveri, Amanti e Regine - Il potere delle donne, Adelphi ed., Milano, 2005 Filmografia su Maria Antonietta: Maria Antonietta (1938) Gli Spadaccini della Serenissima (1949) Scaramouche (1952) Versailles (1954) Maria Antonietta regina di Francia (1955) L'inferno ci accusa (1957) Fate la rivoluzione senza di noi (1970) Lady Oscar (1979) Il mondo nuovo (1982) La rivoluzione francese (1989) L'Autrichienne (1990) L'insolente (1996) Ridicule (1996) L'intrigo della collana (2001) Marie Antoinette (2006) Il cosmo sul comò (2008) 101 Ragione e Sentimento Sense and Sensibility regia: Ang Lee - USA, Gran Bretagna 1995 tratto dal romanzo di Jane Austen “Ragione e Sentimento” (1811) sceneggiatura: Emma Thompson; musiche: Patrick Doyle Tom Wilkinson: Kate Winslet: Emma Thompson: Hugh Grant: Alan Rickman: Hugh Laurie: Greg Wise: Mr. Dashwood (padre) Marianne Dashwood Elinor Dashwood Edward Ferrars Colonnello Brandon Mr. Palmer John Willoughby Sul letto di morte il ricco signor Dashwood chiama il primogenito e gli chiede – malgrado le rigide regole di successione e di eredità che lo faranno suo unico beneficiario – di aiutare economicamente la donna cha ha sposato in seconde nozze e le sue tre figlie. Turbato, l'uomo promette al padre moribondo di farlo ma, appena defunto il genitore, si affretterà – sobillato da una moglie meschina – a scacciare la matrigna e le sorellastre dalla casa in cui vivono, dando loro un risicato vitalizio che le farebbe vivere quasi in povertà. È il prologo del film di Ang Lee tratto da “Sense and Sensibility ”, romanzo scritto nel 1811 da Jane Austen, scrittrice realistica che nei suoi lavori analizzò dettagliatamente un ambiente sociale in particolare: quello della provincia inglese d'inizio Ottocento, con le sue fanciulle in cerca di marito e i piccoli proprietari di campagna, i curati e i militari di carriera. Un mondo di cui la Austen sa rivelare egoismi e virtù, ambizioni e dolori con uno stile ironico ed elegante. La storia di Ragione e Sentimento mette a confronto le vite delle prime due sorelle Dashwood, entrambe in età da marito e con la paura di ritrovarsi in improvvise difficoltà economiche. Elinor, interpretata da Emma Thompson, è assennata e giudiziosa, Marianne, alla quale presta il volto Kate Winslet, è impulsiva e irrazionale, tutta presa da slanci romantici. Quando con la madre e la sorellina si trasferiranno in un cottage, provvidenzialmente offerto da un lontano parente, Marianne si invaghirà di Willoughby , un fatuo bellimbusto che la corteggerà e la abbandonerà per un più vantaggioso matrimonio spezzandole il cuore; quanto a Elinor, trascinerà un affetto mai dichiarato con il timido Edward (Hugh Grant) che solo dopo molte difficoltà potrà giungere al matrimonio. Il dolore maturerà Marianne, che accetterà l'affetto del colonnello Brandon, un gentiluomo di campagna che con discrezione e gentilezza l'aveva per molto tempo corteggiata senza speranze. Girato nelle verdi campagne inglesi e in eleganti dimore il film si prestava a un cospicuo utilizzo del giardino, secondo gli stereotipi narrativi che lo vogliono classico ambiente di corteggiamenti e amori, nel quale il sentimento della natura e la natura del sentimento si intrecciano e confondono. Pur non eludendo del tutto questa impostazione, Ang Lee ne dà un'interpretazione discreta e sommessa, quasi smitizzante, in linea con lo stile antiromantico e antisentimentale della Austen. La prima inquadratura di un giardino è per esempio dedicata a un'inaspettata e vezzosa casetta su un albero, dalla quale la sorellina di Elinor e Marianne si rifiuta di uscire per protestare contro l'ordine di lasciare la casa in cui è cresciuta. Divertente anche la sequenza nel verde che mostra Edward, 102 cognato del fratellastro delle ragazze, fingere di tirare di scherma con la piccola e accasciarsi quando – distratto da Elinor che lo osserva da una finestra – la bimbetta lo colpisce allo stomaco. Certo lo spazio verde è sempre qualcosa di più di un fondale, anche qui asseconda gesti e pensieri dei personaggi, ne sottolinea i caratteri. Lo si vede nei dialoghi tra Edward ed Elinor, inquadrati mentre passeggiano lungo vialetti curati e prati perfettamente rasati della dimora che la giovane dovrà lasciare all'egoista fratellastro: la perfezione asettica del giardino sembra amplificare l'impaccio e la rigidità inamidata del corteggiatore. Di tutt'altro aspetto il verde che circonda il cottage nel quale le quattro Dashwood si trasferiscono. La casetta, piccola e semplice, è posta su una piccola collina che scende verso un laghetto e circondata da un giardinetto incolto e disadorno che accentua la loro difficile condizione economica. È però in questo spazio che le donne trovano una certa serenità, qui faranno colazione sull'erba, conversando con i loro visitatori, e i cespugli rigogliosi sembreranno quasi avvolgerle protettivi quando Marianne, convalescente dopo una grave malattia, si farà leggere le poesie dal saggio colonnello di cui comincerà a innamorarsi e quando Elinor riceverà finalmente la richiesta di matrimonio da Edward. Questo spazio semplice e naturale, come l'animo delle ragazze (in una scena Marianne si compiace di ricevere umili fiori di campo piuttosto che eleganti fiori di serra), si contrappone ai giardini classicheggianti, misurati e solenni, di altri edifici, ai quali sono spesso legati momenti tristi o drammatici. Il picnic nel giardino della casa di Brandon fallisce sul nascere perché egli deve correre da una figlia illegittima che è stata sedotta da Willoughby. Significativa la scena che mostra Marianne aggirarsi nel giardino all'italiana di una grande magione che la ospita temporaneamente, tra grandi siepi ovali allineate e geometrici viali, sotto la pioggia gelida, inebetita dalle pene d'amore. E sarà invece il semplice giardinetto della chiesa del paese ad ambientare l'ultima scena del film, con le due ragazze che escono dopo la celebrazione del loro matrimonio, tra gli amici festanti, nell'aria serena di una giornata di sole in cui lanciare felici i loro fiori di spose. Gianluca Trivero in: Gardenia n.174, ottobre, 1998, pag.22 Ang Lee: La maschera più eclettica di Hollywood. Spirito da teenager, grande simpatia, mente di pellicole non epiche, ma che sanno coniugare il tradizionale "cinema classico hollywoodiano" con le più sofisticate tecnologie. Serio, riflessivo ma, anche impulsivo, ribelle e sempre impegnato in una lotta dove, a essere sfoderate come armi, sono i temi a lui più cari: conflitti familiari, etnici, classisti che poi vengono reintrodotti nei conflitti del cuore. Ang Lee è lo strano e originale regista degli intensi eroi sbandati: dall'incredibile Colosso Verde – vale a dire l'incredibile Hulk – passando per cowboy gay, dark lady, collaborazionisti, sposi e fanciulle inglesi ottocentesche. Tutti impegnati in un duello che li vedrà – in parte – vittoriosi contro la civiltà di cui essi stessi fanno parte. Purtroppo facile al psicologismo spicciolo e - secondo alcuni critici - fin troppo sopravvalutato, Ang Lee permea le sue pellicole di una rabbia e di un'ira che trattiene abbastanza bene nella celluloide, soprattutto quando cerca di impiegare lo stile e la raffinatezza – anche visiva – per carpire quelle scelte che stanno fra ragione e sentimento, ma anche le possibili, fragili, alleanze che stanno fra queste due istanze. Ottimo sceneggiatore, sensei ("maestro") nell'arte di apportare a una scena soffuse atmosfere e calibrate ricostruzioni d'ambiente, non imita mai gli altri registi orientali, esperti di ogni genere, ma cerca invece uno stile personale, completamente suo, fascinoso ed estetico, dove il calore del melodramma viene raffreddato, pur senza 103 infliggersi con autocensure. Tra speranze e delusioni, il cinema di Lee cerca sempre una morale, alla fine, che restituisca a cose e persone i loro equilibri più esatti, anche quando non sono sempre i più giusti per il personaggio, permeando il tutto e infatti di una malinconia dominante. E questi eroi proprio prima del THE END, si mostrano alieni a se stessi, conservando estraneità verso il dolore altrui e fornendo – allo stesso tempo – un'acuta analisi delle nevrosi e delle falsità di un paese (l'America che lo ha adottato) che si arranca sul muro di un apparente e opulente sogno americano, preoccupato di conservare esteriormente, e in modo ipocrita, suoni e simboli di una civiltà ereditata e subita, anche quando sono immischiati nel dolore, nell'amore, nella povertà, nella ricchezza, nelle caste e nelle classi sociali. Un altro pregio di Ang Lee è che ogni pellicola è comunque e sempre occasione piacevole di spettacolo, anche perché grazie al suo smodato garbo, là dove anche vige la più ostica fra le durezze narrative, riesce a investire la storia narrata con un leggero guizzo ironico, con i sentimenti e i loro contrasti, ma anche con la rottura di tabù di genere che vengono definitamene smontanti nella loro stessa mitologia. http://www.mymovies.it Film tratti dai romanzi di Jane Austen: Orgoglio e pregiudizio - Pride and Prejudice - USA (1940) di Robert Z. Leonard Orgoglio e pregiudizio - Italia (1957) di Daniele d'Anza Persuasione - Persuasion - Gran Bretagna, USA, Francia (1995) di Roger Michell Ragione e sentimento - Sense and Sensibility - Gran Bretagna (1995) di Ang Lee Emma - Emma - USA, Gran Bretagna (1999) di Douglas McGrath Mansfield Park - Mansfield Park - Gran Bretagna, USA (1999) di Patricia Rozema Matrimoni e Pregiudizi - Bride & Prejudice - India (2004) di Gurinder Chadha Orgoglio e pregiudizio - Pride and Prejudice - Francia, Gran Bretagna (2006) di Joe Wright 104 Il giardino indiano The Assam garden regia: Mary McMurray - Gran Bretagna 1985 sceneggiatura: Elisabeth Bond; musiche: Richard Harvey Deborah Kerr: Helen Grahm Madur Jaffrey: Ruxmani Lal giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese: Priors Mesne, Gloucestershire, Gran Bretagna Nascosto in una trama scarna ed essenziale, narrata attraverso lenti movimenti di cinepresa e lunghe, silenziose inquadrature, Il giardino indiano offre uno dei ritratti più suggestivi e intensi che la cinematografia abbia mai dato di uno spazio verde. Il film si apre mostrando la conclusione dell'austero funerale di un gentiluomo inglese, nella giovinezza possidente in India, morto improvvisamente dopo aver dedicato decenni alla cura del grande giardino di tipo orientale, progettato e allestito al suo ritorno in Gran Bretagna. Rimasta sola nella grande casa vuota, impigliata nei piccoli rituali quotidiani senza importanza né futuro delle faccende domestiche, la moglie riesce a scrollarsi l'apatia della vedovanza scoprendo che la prestigiosa pubblicazione “I grandi giardini d'Inghilterra”, aveva inviato una lettera al marito chiedendogli di visionare il suo giardino indiano per inserirne le immagini nel libro. Ecco così che nella lotta contro il tempo per risistemare la proprietà, prima che giunga un esperto a valutarne la bellezza, l'anziana donna ritrova non solo energie e slancio vitale, ma anche la forza di mutare il suo modo di essere. Le antiche certezze sono alle spalle; lo stesso mondo britannico, con i suoi prati sgombri e rasati, i modi misurati delle persone come della natura, sembra essere lontanissimo quando, in una delle prime scene, tornata dal funerale, la donna si aggira disorientata nell'immenso spazio verde, confrontandosi con la vegetazione lussureggiante e variegata che rinvia ad un mondo esotico e imprevedibile. La zona del giardino diventa così un vero e proprio mondo a parte, che la donna comincia a conoscere e gestire solo ora, nella tardiva consapevolezza che il marito amava e vezzeggiava piante e fiori rari molto più della stessa consorte. È un'estate arida e l'acqua va razionata, eppure un giardino come quello ne ha un gran bisogno: “E le scimmie dove si sono nascoste?”, chiede alla signora uno stupito guardiano dell'acquedotto venuto a segnalarle il divieto di innaffiare il terreno senza limiti di tempo. La cinepresa si aggira tra la fitta vegetazione composita, “perdendosi” tra il verde come la protagonista, l'attrice Deborah Kerr. L'anziana interprete dà vita magistralmente a una figura prima incerta e austera, poi presa da una sorte di furore operativo che le fa scordare tutto pur di ottenere il suo scopo e, al tempo stesso, le dà la possibilità di ritrovare anche una dimensione di solidarietà e umanità. Intreccia infatti un'amicizia con una coetanea, un'immigrata indiana prima vista con diffidenza come esponente di una classe e un ambiente inferiori, poi coinvolta nei lavori del giardino, che trasformeranno in stima e affetto le iniziali incomprensioni. Tra le tante attività all'ombra di banani e palmizi, come il bruciare sterpi, sgombrare sentieri, pareggiare siepi, sfrondare e diserbare, si disegna un sommesso ma elegante ritratto di due figure femminili divise dalla storia ma riunite dai sentimenti e dai ricordi. E a suggellarne il lavoro intenso e proficuo ecco arrivare finalmente una benefica 105 pioggia, che lava e tonifica tutta la vegetazione. Arriva, in un giorno di primo settembre, anche l'inviato di “I grandi giardini d'Inghilterra”; che si compiace dello scenario e della cura d'ogni particolare, promettendo il futuro arrivo di fotografo e redattore per la creazione del servizio. Ma di lì a breve giunge nella casa anche il legale che cura il testamento con la notizia che per fare fronte alle ultime volontà del marito la signora dovrà fatalmente vendere la proprietà. “L'opera” è stata dunque compiuta solo perché andasse perduta, e anche l'amica indiana, con un certo sollievo, se ne tornerà nel suo Paese, del quale sentiva da anni l'incancellabile nostalgia. Il giardino sembra infine svelarsi come una grande macchina illusoria, che più attrae proprio là dove più inganna. Il film si chiude in una sorta di dorata mestizia, con la Kerr, bravissima nel tratteggiare il passaggio dall'idealizzazione della felicità alla vuota frustrazione, che invoca vanamente – in un giardino che ha fatto diventare finalmente anche “suo” – il nome del marito. Non gli rispondono le fronde ridondanti e gli alberi tropicali. resta nel suo cuore, e anche in quello dello spettatore, il senso impalpabile di una vertigine disegnata da tutti i colori del verde, come una corsa infantile in giardino, finita troppo presto. Gianluca Trivero in: Gardenia n. 143, marzo, 1996, pag. 20 “Molti anni fa in India amavo passare il mio tempo a immaginarmi il luogo che avrei abitato una volta ritornato in Inghilterra...mi assalivano allora visioni di una casa circondata da profondità boscose, con giardini nascosti qua e là in luoghi inaspettati...prati, acqua e con una vista sugli scenari più dolci e affascinanti d'Inghilterra”. Cos', scriveva Henry Cook, ufficiale medico dell'esercito inglese in India alla fine del XIX secolo, gran viaggiatore e gran conoscitore del mondo naturale, nell'introduzione de “ A Gloucestershire wild garden”, libretto-guida alla creazione di un giardino tropicale in Inghilterra. E al suo ritorno Cook riuscì a trovare il luogo dei suoi sogni. (...) Nel Gloucestershire, a 500 metri sul livello del mare, dove i fiumi Severn e Wye, prima de congiungere le loro acque ritagliano una penisola ricca di boschi e foreste, Cook trovò il luogo ideale dove costruire casa e giardino. (...) In questa serra naturale, a circa un chilometro dalla casa di Priors Mesne e dal giardino all'inglese che la circondava, Cook creò la sua giungla di alberi da foresta, di cespugli di fiori esotici e di bambù di ogni specie. Non era cosa facile integrare un angolo di mondo così diverso nel paesaggio inglese dove casa, giardino e natura rispondono a una struttura ben studiata e collaudata. Cook scelse di fare uno di quei giardini che egli nella sua introduzione chiama: “luoghi nascosti e inaspettati”, un luogo della memoria, uno spazio in cui prende forma e vita la dimensione romantica e irrazionale dell'anima inglese, la parte amata ma allo stesso tempo negata. (...) Ma il giardino inglese, controllato, equilibrato in ogni sua parte non è amato da Cook. Viene definito “noioso, ripetitivo, costretto”. Il wild garden (giardino selvatico) è invece “amato e a sua volta lo ama”. Per mantenerlo perfetto Cook usa una squadra di dieci giardinieri che ad ogni cambio di stagione portano nelle serre tutte le piante più delicate, prime fra tutti i banani, per reinterrarle a primavera. Il passaggio dalla casa di Priors Mesne al giardino nascosto non è improvviso. Cook sceglie di fare un giardino a terrazze intorno alla casa, simile ad una piantagione di tè, i sentieri sono percorsi attraverso selve di rododendri, costeggiati da felci, rocce muschiose fino ad arrivare alle vera e propria giungla. Alberi altissimi e immensi ne chiudono il lato nord. Fra questi la Deodara delle Alpi Indiane, l'Araucaria delle montagne del Cile, il Wellingtonia della California, 106 l'Eucalyptus dell'Australia, conifere del Nord Europa e alcuni alberi inglesi: la quercia, le betulle argentate, il castagno, l'agrifoglio e il frassino. (...) Non c'è tipo di pianta esotica, dal fusto duro o tenero, o di cespuglio da fiore, che Cook non pianti in questo suo angolo personale: la palma, l'agave, l'agapanto, i banani, il rabarbaro del Tibet, la pianta dell'olio di ricino dell'India, il tabacco messicano, l' Aralia papirifera della Cina. Le piante crescono e si riproducono liberamente. Cook sceglie i colori del suo giardino: mette a contrasto gli aceri rossi scuro, verde chiaro e giallo con il verde scuro della macchia di cipressi; gli enormi rododendri sono viola, rossi, rosa, bianchi, contrastando con le foglie verde chiaro del Polygonum. I colori sono caldi e sensuali, ben lontani dal verde uniforme e smeraldino dei levigati prati all'inglese. (...) Rosa Balducci in: L'India e L'inghilterra. un giardino, una storia, un film. “Il giardino indiano”, Abitare n. 258, ottobre, 1987 107 GIARDINI AL CINEMA 2010 108 Orgoglio e Pregiudizio Pride and Prejudice Regia: Joe Wright - Francia, Gran Bretagna 2005 tratto dal romanzo “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen (1813) sceneggiatura: Deborah Moggach; musiche: Dario Marianelli Keira Knightley: Matthew Macfadyen: Rosamund Pike: Simon Woods: Donald Sutherland: Brenda Blethyn: Judy Dench: Elisabeth Bennet Mr. Darcy Jane Bennet Mr. Bingley Mr. Bennet Mrs. Bennet Lady Catherine giardini riconoscibili nei luoghi delle riprese: Groombridge Place, Kent, Gran Bretagna Basildon House, Berkshire, Gran Bretagna Stourhead, Wiltshire, Gran Bretagna Chatsworth House, Derbyshire, Gran Bretagna Nell'Inghilterra rurale di fine '700 un giovane aristocratico a cui non difettano le ricchezze, Charles Bingley, affitta la tenuta vicina a quella dei Bennet, a cui non difettano invece le figlie da maritare. Una sera, durante una festa danzante, Bingley fa il suo ingresso nella sala scatenando lo scompiglio fra le fanciulle del paese che desiderano un giro di danza e un (buon) partito. Accompagnato dall'altezzosa sorella e dal bello quanto presuntuoso Signor Darcy, Bingley si innamora perdutamente della primogenita dei Bennet, la timida e placida Jane. Amore a prima vista sarebbe anche per Darcy e la secondogenita Bennet, Lizzie, se non fosse per quella loro indole indomita e poco incline al confronto. Nell'Inghilterra rurale del primo Ottocento Elizabeth (Lizzie), secondogenita ventenne di cinque sorelle della famiglia Bennet, di decaduta estrazione sociale, arriva a innamorarsi, ricambiata, del ricco, nobile e altezzoso Darcy dopo averlo odiato e disprezzato. Il romanzo (1813) è, almeno in Italia, il più noto di Jane Austen, narratrice che scriveva col frustino in mano. Di lei Virginia Woolf scrisse: "Una di quelle fate che vigilano sulle culle deve averle fatto compiere, appena nata, un volo per il mondo. Quando fu posta a giacere nella culla, sapeva non soltanto come era fatto il mondo, ma già aveva scelto il suo regno." Già adattato 5 volte per la TV (1938, 1952, 1967, 1980, 1995), ma soltanto una volta al cinema in un film hollywoodiano del 1940, oltre a varie parafrasi come “Matrimoni e pregiudizi” (2004). Gli intenti di questa versione, adattata da Deborah Moggach (con l'aiuto di Emma Thompson) e diretta con mano leggera dal televisivo J. Wright, sono chiari: dare un taglio realistico alla storia; scegliere interpreti dell'età dei personaggi; sottolineare le dinamiche di famiglia, soprattutto femminili; accentuare il ruolo di protagonista di Lizzie, cercando di metterla in sintonia con le ventenni di due secoli dopo; scegliere per gli esterni tutte le location autentiche. La scelta di K. Knightley (doppiata da Myriam Catania) come Lizzie è azzeccata, quella della scenografa Sarah Greenwood accorta. http://cinema-tv.corriere.it/film/orgoglio-e-pregiudizio/03_59_49.shtml 109 Elizabeth e Darcy, perfetti ingranaggi del ballo meccanico messo in scena a ogni ricevimento da una società altrettanto rigida e formalizzata, non si esimono dai passi di rito, ma li conoscono così bene da riuscire a eseguirli concentrando il meglio di sé in un sofisticato scontro verbale. Talmente presi l'uno dall'altra da far scomparire il resto degli invitati (per qualche secondo surreale si vedono improvvisamente soli nel vasto salone), dimostrano come l'intelligenza, sotto forma di parola e di lucida ironia, sia la dote che permette di uscire, pur facendone ancora parte, da quegli schemi schiaccianti. In questo modo il film sa cogliere uno dei punti di forza della scrittura di Jane Austen, il cui sguardo non si discosta da quello delle sue eroine: perfettamente integrate nell'ambiente della buona borghesia, ma con la capacità di astrarvisi, sviluppando l'abilità di analizzare la società fino a non subirla più. Tra i precedenti adattamenti di “Pride and Prejudice” ricordiamo quello del '40 con Laurence Olivier nei panni di Darcy, classico che non ha retto alla prova del tempo, lo sceneggiato di Daniele D'Anza che nel '57 lanciò Virna Lisi, la miniserie del '95 targata Bbc, in patria enorme successo televisivo, e il liberamente ispirato “Matrimoni & Pregiudizi” (2004), commediola indiana multirazziale. La nuova versione, senza lasciarsi intimorire dall'originale letterario, si distacca dalle precedenti e trova una sua personalità: che rinunci a rivaleggiare con quei kolossal che sanno restituire lo spirito di un'epoca è chiaro, proponendosi come una commedia moderna in costume, capace di sfruttare al massimo la pregnanza dei dialoghi letterari (spesso tratti fedelmente dal romanzo) senza smorzare la carica ironica già presente nella prosa della Austen, ma anzi portandola in primo piano. Perde però il sottofondo di tristezza e ineluttabilità con cui la scrittrice ritraeva la condizione femminile, appannaggio di altre trasposizioni (vedi “Ragione e sentimento” di Ang Lee), e i personaggi secondari vengono spogliati della cattiveria che li rendeva ottusi ingranaggi del conformismo sociale, relegandoli a un ruolo comico di innocui persecutori. È il caso del signor Collins, affettato curato di campagna in cerca di una moglie qualsiasi, e dell'arcigna lady Catherine de Bourg, una sempre incisiva ma risaputa Judi Dench. Se si accettano queste volute semplificazioni, è facile farsi prendere dall'intrattenimento leggero e intelligente. A determinare il tono ci sono una recitazione e un montaggio vivacissimi (...). E la regia dell'esordiente Joe Wright, sebbene difetti a volte di originalità, riesce a ritagliarsi i suoi momenti. Quando sottolinea particolari rivelatori (il linguaggio delle mani che si sfiorano, unico contatto possibile in un'epoca così austera), quando imprime coralità alla vicenda con pianosequenza funzionali che avvolgono più personaggi mostrandone in pochi, significativi tratti i caratteri eterogenei, e soprattutto quando sceglie di fare del classico lieto fine inverosimile un momento onirico. Elizabeth teme di aver perduto per sempre Darcy, avendo scoperto che fin dall'infanzia è promesso a un'altra donna. È quasi l'alba e lei non riesce a dormire: cerca di convincersi a rinunciare ai propri sogni. Abbandona il letto, esce nella brughiera, e lì, tra la nebbia (in quel preciso momento!) le si materializza davanti Darcy, con le parole giuste, tutte quelle che Elizabeth vorrebbe sentirsi dire. Incongruo e perfetto come un sogno. Forse l'intuizione è giusta, forse Jane Austen, che non trovò mai l'amore vero e per questo rinunciò a sposarsi, proprio come sogni viveva le risoluzioni sempre felici dei suoi capolavori. Andrea Bordoni, Matteo Marino in: Cineforum n. 452, marzo, 2006 110 Una domenica in campagna Une dimanche à la campagne regia: Bertrand Tavernier - Francia 1984 dal romanzo di Pierre Bost “Mr. Ladmiral va bientôt mourir” (1945) sceneggiatura: Bertrand e Colo Tavernier; musiche: Gabriel Fauré Louis Ducreux: M. Ladmiral Michel Aumont: Gonzague Sabine Azéma: Irène Siamo nei primi anni del secolo. In una grande casa in campagna, ravvivata dai colori dell'autunno, monsieur Ladmiral, un noto pittore che ha ricevuto anche la Legion d'Onore, si appresta, assieme a Mercedes, la governante con cui vive, ad accogliere, come quasi ogni domenica, il figlio Gonzague, sua moglie Marie-Thérèse e i loro tre figli. Va loro incontro fino alla stazione e assieme fanno poi ritorno a casa. I loro rapporti sono molto formali: si abbracciano, si scambiano complimenti, ma tra loro c'è come uno schermo, qualcosa che li separa (più tardi apprenderemo che si tratta di Irène, l'altra figlia, cui va soprattutto l'affetto di Ladmiral e di conseguenza la gelosia di Gonzague). Il pranzo si svolge nella consueta atmosfera cui Ladmiral cerca di dare una qualche spontaneità. Poi si recano a bere un Calvados nel gazebo, dove Ladmiral si addormenta. (...) Tutti vengono svegliati dall'arrivo tumultuoso di Irène che corre ad abbracciare il padre. Il pomeriggio è turbato dapprima da un incidente a Mireille che rimane come imprigionata su un albero su cui si è incautamente arrampicata, poi da un tentativo di fuga di Irène, dopo alcune vaghe telefonate a Parigi. Più tardi padre e figlia si recano insieme in una osteria di campagna, dove lui le parla del suo lavoro e dei suoi ricordi e lei lo invita a ballare. Al ritorno, giunge l'attesa telefonata per Irène, che parte immediatamente. Dopo cena anche Gonzague e famiglia ripartono. Ladmiral ritorna dalla stazione in una sera dai colori già lividi. Rivede con gli occhi dell'immaginazione due bambine che ha già visto più volte durante il giorno giocare nel parco. Poi si chiude nel salotto, smonta il quadro dal cavalletto, lo sostituisce con una tela bianca e resta lungamente immobile a fissarla. Cineforum n.240 dicembre 1984 La luce e le emozioni Non è casuale che monsieur Ladmiral sia un pittore, né che il film sia stato realizzato a Vencin (Normandia), nei luoghi in cui si recava a dipingere Claude Monet. Allo stesso modo non si può ignorare, nella messa in scena come nella scelta delle luci e dei colori, la presenza tangibile di una “poetica” che sembra trovare in Renoir il momento di massima adesione. (...) In realtà ad Auguste Renoir rimandano le due bambine che giocano, così come nella sequenza del ballo in campagna si respira anche l'atmosfera del Bal au Moulin de la galette, mentre nel flashback che si ispira a Bergman si possono riconoscere le influenze di Manet (Le Dejeuner sur l'herbe) e del Monet che nel 1867 si ispirava a questo stesso quadro (Donne in giardino). Il gioco elle citazioni pittoriche potrebbe continuare a lungo, ma è improduttivo, rivela soprattutto l'assimilazione di una dimensione culturale che va oltre la semplice mimesis. L'impressionismo è la matrice stessa della messa in scena: le 111 emozioni non sono solo delle (o nelle) cose, ma nella luce e nei colori; di esso il film ripercorre l'esigenza di reinventare la luce ovvero il desiderio di far emergere dalle cose le emozioni di chi le guarda. L'Impressionismo, in fondo, ha fissato un altro di quei punti focali della crisi del soggetto di cui parla Foucault in Le parole e le cose, di un soggetto che si trova di colpo proiettato, altro da sé, verso l'esterno del mondo oggettuale e cerca di recuperarlo, in un procedimento opposto al naturalismo, dandogli un senso(le emozioni, appunto). Giorgio Cremonini in: Cineforum n.243, dicembre, 1984 Il film è tutto costruito attorno ai semplici e consueti rituali di un incontro famigliare (...) su questo impianto Tavernier sa costruire magistralmente, con un tono sommesso e al tempo stesso elegante, che alterna ironia e tristezza, il ritratto emozionante di un clima psicologico e dei sentimenti segreti che lo determinano; (...) che si riflettono sul viso espressivo e segnato dal tempo del pittore saggio e rassegnato, interpretato da Louis Ducreux (un attore inattivo dal 1957, che qui torna con una prestazione maiuscola, nella quale non è difficile cogliere la forza della immedesimazione tra artista e personaggio). Un vasto giardino circonda la casa con alberi e frutteto, stagno con cigni, roseto, gazebo e pergolato;qui si sfogano i nipotini – “Su pigroni, filate in giardino!” – e passano gran parte del loro tempo gli adulti. Il regista indugia con lunghe panoramiche sullo spazio verde, già segnato dai colori rugginosi di un autunno precoce, che con il suo abbraccio rassicurante e la sua messe di ricordi avvolge la figura di Ladmiral. In esso il vecchio rievoca mentalmente la figura dell'amata moglie scomparsa che si intrattiene sull'erba in un picnic perso in remoti giorni felici; qui al pittore compaiono di tanto in tanto due misteriose bimbette vestite di bianco, intente nei loro giochi, che egli solo sembra vedere, e lungo i suoi scenari fioriti e variegati trova inesauribile fonte di ispirazione per la sua pittura armonicamente tradizionale. “É bello il mio giardino, non trovate? L'avrò dipinto più di cento volte”, dice alla nuora distratta, che banalmente risponde: “É normale dipingere ciò che si ama!”. Ladmiral non ama il giardino soltanto per la sua evidente bellezza, ma per l'immagine di rassicurazione, di ordine, immutabilità e serenità che i cicli naturali e le loro manifestazioni gli suscitano. Di fronte all'inaffidabilità di figli e nipoti, il mondo vegetale è l'unica presenza costante e solidale di una vecchiaia che riserva solo l'attesa struggente della fine. Il giardino diventa memoria e icona di un Tempo che ci si può illudere di ritrovare, nascosto tra le penombre verdeggianti dei vialetti e diluito nel profumo dei fiori. Gianluca Trivero, La Camera verde, Ombre Corte, 2004, pg.120 112 Incantevole aprile Enchanted April regia: Mike Newell - Gran Bretagna 1991 tratto dal romanzo di Elisabeth Von Arnim “Un incantevole aprile” (1922) sceneggiatura: Peter Barnes; musiche: Richard Rodney Bennett Josie Lawrence: Alfred Molina: Miranda Richardson: Joan Plowright: Polly Walker: Lottie Mellersh Rose Mrs. Fischer Caroline giardino riconoscibile nei luoghi delle riprese: Castello Brown, Portofino, Genova Per gli amanti del glicine e del sole. Piccolo castello medievale italiano sulle coste del Mediterraneo affittasi ammobiliato per il mese di aprile. Servitù inclusa. Siamo nel 1922, e questo è l'annuncio che Lotty Wilkins legge sul Times in una fredda e piovosa mattinata londinese. Oppressa da un'esistenza monotona e da un marito tutt'altro che romantico, Lotty vede in quell'annuncio una luminosa possibilità d'evasione. Contatta così Rose Arbuthnot, una donna che conosce solo di vista, proponendole di prendere in affitto il castello e di partire insieme per una vacanza. Rose, a sua volta infelice e annoiata, vive un rapporto matrimoniale freddo e distaccato; così, dopo qualche iniziale perplessità e molti scrupoli, accetta la proposta di Lotty. Per dividere le spese del costoso soggiorno italiano, Lotty e Rose pubblicano un annuncio e trovano altre due compagne di viaggio: Lady Dester, una ragazza ricchissima, viziata e desiderosa di abbandonare per un po' la mondanità, e Mrs. Fisher, un'anziana vedova arcigna e devota ai ricordi del passato. Sono dunque quattro donne diverse, per carattere ed estrazione sociale, quelle che si ritrovano a trascorrere il mese d'aprile nel castello italiano in riva al mare. A contatto con le bellezze naturali della Liguria, immerse nella gradevole serenità del clima mediterraneo e libere di trascorrere le giornate facendo ciò che desiderano, senza un marito o un uomo a controllarle, le quattro donne a poco a poco riscoprono il loro equilibrio interiore, acquistando sicurezza, audacia e ottimismo. Qualche temporaneo dissapore, poi, non rovina l'armonia dell'insieme, ma è anzi un'occasione per conoscere meglio se stesse e per superare certi rigidi formalismi. Inoltre non resteranno sole a lungo. Per far sì che la nostra vita cambi, siamo noi a dover cambiare. Questo, in breve, il messaggio fondamentale del film, diretto da Mike Newell. Una maggiore apertura verso l'esistenza e verso le altre persone, favorita da una vacanza intesa come distacco dal proprio angusto microcosmo familiare e dai noiosi ritmi scanditi dalle solite abitudini, è la via che conduce queste donne a dare un nuovo senso alla loro vita. Commedia delicata e raffinata, “Un incantevole aprile”(1991) si segnala per l'ottima recitazione degli attori, la bella fotografia, alcuni momenti comici e anche perché stimola qualche riflessione. Forse verso la fine risente un po' del fatto di voler quasi forzatamente dimostrare una tesi, ma si tratta di un peccato veniale se si considera la bellezza dell'insieme. http://oltreilcancello.wordpress.com/2008/11/11/un-incantevole-aprile/ 113 “ Su entrambi i lati della scalinata di pietra vi erano pervinche in fiore, e adesso riusciva a vedere quel che la notte prima le era venuto addosso, umido e profumato, carezzandole il viso. Era glicine. Glicine e sole... ricordò l'annuncio. Di certo qui ce n'era a profusione. Il glicine ricadeva su se stesso in un eccesso di vitalità, in una prodigalità di fioritura; e dove finiva il pergolato il sole splendeva su cespugli di gerani scarlatti, masse di nasturzi, calendule così accese che pareva stessero bruciando, bocche di leone rosse e rosa, tutti uno più bello dell'altro per la vivacità e la forza dei colori. Oltre questo spettacolo fiammeggiante il terreno degradava a terrazze verso il mare, e ogni terrazza era un piccolo frutteto dove tra gli ulivi crescevano le viti sui graticci, alberi di fico, peschi e ciliegi. I ciliegi e i peschi erano in fiero: un'incantevole cascata di bianco e di rosa intenso tra la delicatezza tremolante degli ulivi; le foglie di fico erano già grandi a sufficienza da emanare il loro profumo, i germogli di vite facevano appena capolino. Sotto queste piante vi erano gruppi di iris blu e viola, cespugli di lavanda e cactus verdi e acuminati, e l'erba era fitta di denti di leone e margherite, e proprio giù in fondo c'era il mare.” Elisabeth von Arnim in: Un incantevole aprile, Bollati Boringhieri, Torino, ed. 2007 pag.77 Elisabeth von Arnim (Marie Annette Beauchamp) nasce a Sydney, in Australia, nel 1866, ma trascorre l'infanzia e la giovinezza in Inghilterra. Nel 1890 sposa il conte Henning August von Arnim-Schlagenthin, figlio adottivo di Cosima Wagner, e si trasferisce con lui a Berlino e dopo qualche anno nella loro proprietà in Pomerania. Questa esperienza e l'amore per la campagna le ispirano il primo libro “il giardino di Elisabeth”, pubblicato anonimo nel 1889. (ed. italiana, ed. Bollati Boringhieri). Quando nel 1908 il conte von Arnim è costretto a vendere la tenuta per debiti, la famiglia si trasferisce a Londra. Dopo la morte del marito è in Svizzera dove ha una relazione con H. G. Wells. Tornata in Inghilterra allo scoppio della guerra, sposa Francis Russell, fratello di Bertrand Russell, ma il matrimonio fallisce dopo appena un anno. Conduce allora una vita errabonda, tra Stati Uniti, Svizzera, Inghilterra e Francia. Muore nel 1941 negli Stati Uniti dove si è trasferita allo scoppio della seconda guerra mondiale. Cugina di Katherine Mansfield, amica di E. M. Forster e di Hugh Walpole, descritta da Wells come “la donna più intelligente della sua epoca”. Al primo romanzo pubblicato nel 1889, ne seguirono altri ventiquattro, tra cui “Un incantevole Aprile”, pubblicato nel 1922. Simile per vari aspetti a "Il giardino di Elizabeth", questo romanzo è imbevuto di quella capacità descrittiva e di spensierata irriverenza che costituiscono il tratto tipico della scrittura di Elizabeth von Arnim. Terza di copertina dell'edizione pubblicata da Bollati Boringhieri. 114 APPENDICE 2 “IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIARDINI” Around the World in 80 Gardens - Monty Don 118 Non a caso si usa il termine navigare per indicare quella specie di viaggio senza meta che spesso facciamo su Internet, un viaggiare che a volte ci porta a trovare anche quello che non stiamo cercando. Così ho “scoperto” i documentari di Monty Don, un personaggio molto noto in Gran Bretagna, giornalista con un discreto bagaglio di pubblicazioni ma soprattutto, straordinario divulgatore della cultura del giardino, avendo tra i suoi titoli anche quello di avere presentato dal 2003 al 2008, la storica trasmissione della BBC “Gardeners'World”. Monty Don è l'autore della serie “Around the World in 80 gardens”, un ciclo di dieci puntate trasmessa dalla BBC all'inizio del 2008, da cui sono stati ricavati un bel libro e un cofanetto di DVD oggi a disposizione del pubblico presso la Biblioteca Bassani di Ferrara, grazie al dono del Garden Club di Ferrara. 80 giardini per dimostrare lo spirito costante, che dai tempi antichi a oggi, spinge l'uomo a trasformare la Natura in opera d'arte. La scelta di questi giardini spazia senza inibizioni da quelli storici più tradizionali, alle creazioni innovative dei paesaggisti contemporanei, riuscendo in questo modo a stabilire un reale filo conduttore che unisce la varietà delle forme del giardino con un'idea comune che li sostiene. All'origine questo processo creativo è stato determinato dalla separazione del giardino come luogo coltivato dal caos della Natura selvaggia e pericolosa, poi nei secoli si è trasformato allargando i propri confini e negli ultimi decenni ha mostrato una incredibile ricchezza di forme, occupando spazi e luoghi che gli erano preclusi. La scelta di separare i giardini in blocchi legati a macro aree geografiche, invece che a una cronologia storica tradizionale, dà un senso all'opera e sottolinea lo spirito del viaggio, ma soprattutto rafforza questa idea di pensiero comune planetario che unisce i giardini e gli obiettivi degli uomini che li hanno costruiti. Per fare qualche esempio, guardando il documentario dedicato al Sud America, Monty Don affianca il giardino della casa laboratorio di Roberto Burle Marx, a San Paolo in Brasile, con i giardini galleggianti sul Rio delle Amazzoni. L'opera di Burle Marx rappresenta senza dubbio la forma più completa di progettazione del giardino di tutto il Novecento. I giardini galleggianti sul Rio delle Amazzoni, invece, sono dei poverissimi ammassi di vasi e contenitori di latta stipati di fiori e verdure, che vengono portati dalla 119 corrente del fiume sulle case-zattere di alcune donne indios. Queste donne non hanno studiato, non hanno mai viaggiato, però coltivano il loro giardino con grande passione. Monty Don ci mostra, con l'enfasi dei suoi “Wonderful” ripetuti come un mantra, che la distanza tra il grande maestro brasiliano e le donne del fiume è solo apparente. In ogni caso si è trattato di esseri umani che hanno utilizzato tutta la loro esperienza e conoscenza per dare forma ad un sogno, e la vitalità del giardino non si rinnova solo nelle grandi opere celebrate dai mass-media, ma proprio su quelle zattere assurde sulle rive dell'immenso fiume, dove si ripete l'antico rituale di coloro che per primi hanno riconosciuto un senso alla bellezza della Natura separando quella addomesticata da quella spontanea. I documentari sono girati in modo perfetto, le sequenze sono sempre accompagnate dalla spontaneità della guida, che camminando sotto il sole e la pioggia, trasmette uno stupore sincero e coinvolgente che trasforma lo spettatore in un compagno di viaggio con cui condividere un'esperienza. Un'esperienza che ho condiviso, senza alcuna resistenza, con Giulia Vullo e con Marco Chiarini trovando il modo per farli conoscere a tutti tramite le iniziative del Garden Club di Ferrara e il lavoro della Biblioteca Bassani. Un'operazione che ha portato all'acquisto, alla donazione e alla organizzazione di una prima serie di proiezioni presso l'auditorium della Biblioteca. Insieme con la donazione dei DVD dei film già proiettati nelle rassegne Giardini al Cinema, i documentari di Monty Don sono la continuazione naturale di quel progetto ambizioso e civile che da anni muove il Garden Club e le Biblioteche Comunali ferraresi verso la divulgazione dei temi e della conoscenza della cultura del Giardino. Giovanna Mattioli 120 AROUND THE WORLD IN 80 GARDENS - MONTY DON Elenco dei giardini: 1 Nord Europa Inghilterra Rousham, Oxfordshire Sissinghurst, Kent Francia Villandry, Valle della Loira Giverny, Normandia Belgio Giardino di Jacques Wirtz, Schoten, Antwerp Olanda Het Loo, Apeldoorn Giardino Boon , Oostzaan, Amsterdam Norvegia Giardino botanico, Trømso 2 China e Giappone Cina Giardino dell'amministratore Humble, Suzhou, provincia dello Jiangsu Il boschetto del Leone, Suzhou, provincia dello Jiangsu Palazzo d'estate, Pechino Giappone Ryoan-ji, Kyoto Isshidan, Ryogen-in, Daitokuji Compound, Kyoto Ryugintei, Ryogen-in, Daitokuji Compound, Kyoto ToteKiKo, Ryogen-in, Daitokuji Compound, Kyoto Urasenke, Kyoto Tofukuji, Kyoto 3 Messico e Cuba Messico Giardino etnobotanico, Oaxaca Casa Barragan, Città del Messico Casa Galvez, Città del Messico Las Pozas, Xilitla Il giardino galleggiante, Xochimilco, Città del Messico Cuba Organiponico Vivero Alamar, Havana Orto Alberto Rojas, Havana Orto Angelito, Havana 121 4 Sud America Brasile Il giardino galleggiante dell'Amazzonia, Foresta pluviale dell'Amazzonia La Terra Nera, Foresta pluviale dell'Amazzonia Giardino Baku, Villaggio Satere Mawe, Manaus Passeggiata di Copacabana, Rio de Janeiro Casa di Roberto Burle Marx, Sitio Santo Antonio de Bica, Rio de Janeiro Argentina Dos Talas, Buenos Aires Cile Giardino di Clara, Santiago Giardino di Juan Grimm, Los Villos, Santiago 5 Il Mediterraneo Italia Villa Adriana, Tivoli, Roma Villa d'Este, Tivoli, Roma Villa Lante, Bagnaia, Viterbo Marocco Giardino di Aguedal, Marrakech Giardino Majorelle, Marrakech Spagna Giardini dell'Alhambra, Granada I patio di Cordoba Casa Caruncho, Madrid 6 Australia e Nuova Zelanda Australia Giardino botanico, Sydney, New South Wales Kennerton Green, Mittagong, New South Wales Giardino Sitta, Mosman, New South Wales Parco nel deserto di Alice Springs, Northern Territory Fattoria Cruden, Langwarrin, Victoria Vigneto giardino, The Mornington Peninsula , Victoria Nuova Zelanda Ayrlies, Auckland Te Kainga Marire, New Plymouth 7 Sud – Est Asiatico Thailandia Casa di Jim Thompson, Bangkok I Klongs, Bangkok Il Gran Palazzo, Bangkok 122 Singapore La città giardino Il giardino di Wilson Wong Bali Pura Taman Ayund, Ubud Il recinto della casa tradizionale, Ubud Villa Bebek, giardino di Made Wijaya, Sanur 8 India Giardino di spezie di Mr. Abraham, Thekkady Giardino Railway, Munnar La tomba di Akbar, Sikandra Il Taj Mahal. Agra Il Padiglione del Monsone, Giardini Deeg, Rajasthan Jal Mahal, Jaipur Giardino roccioso, Chandigarh 9 Nord America Riserva di LongHouse, East Hampton, New York Il giardino di Liz Christy, Manhattan, New York Giardino di James van Sweden, Chesapeake Bay, Baltimora Monticello, Charlottesville, Virginia Invito alla Prateria, Cottonwood Falls, Kansas Lotusland, Santa Barbara, California Giardino di Roland Emmerich , Hollywood Giardino di Mia Lehrer, Brenwood, Los Angeles 10 Sud Africa Western Cape Giardino Botanico Nazionale Kirstenbosch, Città del Capo Stellemberg, Città del Capo Giardino di Henk Scholtz, Franschhoek “Lii” Eden, il giardino di Donovan, Hout Bay KwaZulu-Natal Drakensberg Free State Kirklington, Ficksburg Gauteng Giardino roccioso, Magaliesberg Brenthurst, Johannesburg Giardino della Scuola di Thuthuka, Tembisa Townschip, Johannesburg 123