mutazioni - Different

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mutazioni - Different
Anno II
Giugno 2009
Numero CINQUE
MUTAZIONI
Mutazioni.
Perché, se penso a mutazioni, penso ad una rete.
Non so perché. O forse sì e poco importa. Ma l’argomento mutazioni mi fa venire in mente,
così, d’intuito, una rete. Evitiamo pure qualsiasi riferimento a spiderman e supereroi simili,
sarebbe sterile. La mia associazione d’idee, apparentemente azzardata, nasconde un
ragionamento più pragmatico di quanto si possa credere. Se penso a mutazione penso
a comunicazione. Se penso a comunicazione penso automaticamente a dove andremo
a finire. Una rete.
La rete in questione, però, non è una rete che blocca, che cattura, che imbroglia. È
una rete fatta di risorse in comune, di mille nodi condivisi che fanno di tutti i nodi un
universo. E di tutto l’universo un nodo. Una rete che riceve, che dà, che ha le potenzialità
di crescere all’infinito.
Ora: sarebbe da chiedersi qual è il nesso a monte che porta dal concetto di mutazione a
quello di comunicazione. È più facile di quel che sembri capirlo, ma vi è forse comunque
la necessità di un breve chiarimento. Ogni azione, in un uomo, si può ricondurre ad una
mutazione: da un suo comportamento che si può definire meccanico (vestirsi, lavarsi,
radersi, parlare), fino a un comportamento intimo e psicologico (ricredersi, percepire,
smontare e rimontare dando un senso alla realtà, stringere rapporti con altre persone).
Tutti questi comportamenti, e quasi tutti quelli che distinguono l’uomo dagli animali,
si possono ricondurre ad una capacità non esclusiva dell’uomo, ma che di certo
nell’uomo ha raggiunto livelli di articolazione incredibile ai suoi stessi occhi: la capacità
di comunicare. È così che la comunicazione, da quando esiste, muta con l’uomo, con
il suo modo di vestire, parlare, pensare, credere e ricredersi. Quindi, che si comunichi col
linguaggio delle parole, o quello delle immagini, poco importa. Bisognerà fare i conti,
sempre, con una mutazione.
E così, l’arte, comunicazione per eccellenza e prima di tutto, non può permettersi di
rimanere al palo. Anche se pare così timida. Anche se, a volte, sembra soffrire di un
complesso di inferiorità nei confronti del quotidiano, dell’indifferenza che lo penetra. Anche
se, altre volte, pare arroccata su un piedistallo che la esula da qualsiasi responsabilità,
che la estranea e la mistifica oltre misura.
L’arte, invece, è ora che torni tra la gente. Il coraggio ci vuole, è innegabile, per cambiar
pelle e accompagnare quella mutazione che sta vivendo la nostra società tutta.
Mutazione sicuramente radicalizzata e rinvigorita dalla crisi, ma che trova, allo stesso
tempo, una rinnovata linfa di vita nel mezzo di comunicazione che pare rappresentarla
meglio: Internet.
Lo slancio vitale non sta solo nell’occasione da cogliere, nell’infinita potenzialità di risorse
che lo caratterizza, ma soprattutto nel fatto che, Internet, sta cambiando il modo di
concepire le relazioni tra gli uomini. Non più uno scambio, come accadeva fino a solo un
decennio fa di soldi per bene. Ma, guarda caso, una rete, di beni e di valori.
Lungi da noi divinizzare e idealizzare qualcosa che -come sappiamo- ha i suoi limiti (primi
di tutto la dispersione e la confusione di informazioni, quindi a volte la perdita di identità).
Ci pare però importante sottolineare che la concezione delle relazioni tra gli uomini
basata sulla rete, insieme ad un rinnovato sguardo rivolto alla natura e all’ecosostenibile,
può portare il nostro mondo verso una nuova rivoluzione industriale. Forse allora si aprirà
davvero un’era votata al risparmio e non alla speculazione. Un’era che sappia creare,
mettere in rete e condividere. Che sappia basarsi sulle idee, non sui beni.
Che sappia, alla fine, semplicemente mutare.
Non siamo i primi ad ipotizzare il futuro in questa direzione. Di sicuro neppure i primi a
pensare che in tutto ciò la comunicazione, l’arte, e la cultura in generale, debbano
avere un importanza diversa, più radicata e radicale. Saremo i primi però, nel prossimo
numero, a parlare di New Ecology.
Saremo i primi a crederci.
Be|Different - numero cinque.
Editor-in-chief, Art Director
Lorenzo Brusadelli
email: lorenzo@bedifferent.it
web: www.lorenzobrusadelli.it
In copertina:
Mom and Dad, 2009
pastello e pennarello su carta
Editor, Copywriter
Francesco Perrone
email: francesco@bedifferent.it
web: www.lapaglia.it
Editor
Erica Bellomi
email: ericamb@bedifferent.it
Press officer, Web Marketing
Matteo Pizzolla
email: matteo@bedifferent.it
IN QUESTO NUMERO:
Vacon
copertina
Collaboratori
Simone Galasso
Stefano Mastronicola
Bianca Matita
Paper Resistance
pag. 2
pag. 7
Vacon
pag. 8
pag. 12
Paco
Mirko Canesi
pag. 16
pag. 22
James Kalinda
pag. 28
pag. 32
Fulvio di Piazza
Franco Brambilla
Ozmo
Alessandro Bavari
pag. 38
pag. 42
Orticanoodles
pag. 46
ALE+ALE
pag. 50
pag. 53
Ezio Vecchi
pag. 54
pag. 55
El Gato Chimney
Simone Lucciola
Appendice degli autori
Ai sensi della L.633/41 e successive modifiche, è vietato l’utilizzo, totale o parziale, di tutte le immagini e degli scritti presenti
in questa pubblicazione; essi sono di proprietà dei rispettivi autori e/o di chi ne detiene i diritti. Be|Different Magazine non
è in alcun modo responsabile del loro utilizzo da parte di terzi senza il consenso dei titolari dei diritti medesimi.
Ride On, 2008
illustrazione
Paper Resistance
È da diverso tempo che seguiamo Paper Resistance, intenzionati a pubblicare le sue illustrazioni.
Almeno da quando vedemmo due sue tavole pubblicate su Lamette Comics (www.lamette.it). Ci
piace lo stile secco, conciso, che valorizza e contrasta i contenuti, a volte provocatori, altre volte più
sofisticati, accomunati quasi sempre da una forte propensione alla critica sociale e al dissacratorio.
Paper Resistance è tra i fondatori del collettivo inguine.net e dell'omonima rivista InguineMAH!gazine,
dove pubblica regolarmente. Nel 2005 esce 25 disegni uno split-book illustrato, diviso a metà con
Squaz. Sono suoi, inoltre, sono i disegni presenti nei libri Bigger than hip-hop e Con il sangue agli occhi
di George Jackson, pubblicati dalla casa editrice Agenzia x. Nel 2008 pubblica la raccolta Handcuffs
una escursione storica/illustrata sulle manette.
Ha prodotto e curato pubblicazioni per Blu, Ericailcane, Squaz, Ratigher, Alessandro Baronciani, Dem,
Rekal, Maicol e Mirco. Attualmente vive e lavora a Bologna.
Taxi-Caracas. Caracas, 1992
stampa Lambda su carta Kodak,
montata con plexiglas e dbond
Tiger tiger, 2008
illustrazione
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Paper Resistance
Geisha, 2008
illustrazione
Cecità
Paco
Arrivo
Una fontana sputa rame.
Un grosso, luminoso scheletro di cemento,
armato fino ai denti,
ti affonda nelle mani, sdruccioli via.
(E ricordati:
i tuoi artigli indistruttibili artigli
duri tutti tesi appuntiti
appigli e uncini per la carne
che ti strappano i tendini
e ti inchiodano i talloni al pavimento.
Ecco, quegli artigli non ti aiuteranno)
A guardare tutto questo scrosciare
di fili di rame mi è venuta fame.
Il dio del tè ha aiutato il mio stomaco
ad accogliere la moltiplicazione
di toast e tonno in scatola e vado via.
Quasi sazio ritorno alla fontana.
Nessuna ragazza nuda mi aspetta,
nessuna ragazza nuda mi saluta.
E fili di ferro e grano
ballano il boogie woogie
(E cemento armato di filo spinato
rapina muri d’edera.
Uno dei tre che partecipano alla rapina
muore.
Il terzo spara da pistola d’acciaio proiettili
d’oro sugli sbirri.
Prende in ostaggio mia figlia.
Alla fina sparare a volte è pure facile
e conviene)
Una fontana di fili di rame,
di rane di piombo e donne arrugginite.
Incontro un mio amico che era lì da un poi.
Lui non aveva visto niente.
O forse non aveva mai visto niente.
Lui mi ripete sempre
che,
lì,
c’è solo una fontana.
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Vacon
Vacon Sartirani nasce in una zona non meglio identificata tra Milano e Bergamo nel 1982.
Disegnatore per elezione, negli anni della formazione abbandona la sua prima passione per
dedicarsi agli studi di storia e critica del cinema presso il DAMS di Bologna. Affascinato dalle
teorie di Ernst Haeckel, zoologo, artista e filosofo tedesco, studioso della branca di biologia
che indaga le mostruosità (definita da lui stesso "disteleologia"), e dal Codice Illustrato di Luigi
Serafini, è oggi un pungente osservatore della realtà che riproduce in modo caricaturale.
Le sue rappresentazioni hanno come soggetti creature e status symbol, che saccheggiano
l'immaginario collettivo (e dell'arte contemporanea) degli ultimi vent'anni. Che siano
personaggi pubblici o sconosciuti, storici o icone classiche ed internazionali del cinema e
dell'animazione, e ancora, politici o personalità religiose, nessuno è immune alla metamorfosi
tentacolare che il suo tratto impone. Così identità sempre più scomode vengono occultate
dall'artista in colonie nerborute di escrescenze ipertrofiche, inclassificabili e pulsanti, che
prendono il posto delle facce e, a volte, delle loro rappresentazioni ideali e mediatiche. Una
buona dose d'irriverenza e la memoria di un trauma (la perdita di un dito mignolo) sono il
bandolo da cui si dipana la sua attività artistica che, per la virulenza espressiva, rimanda
all'iconografia punk e in particolar modo all'opera di Raymond Pettibon come creatore delle
copertine dei Black Flag.
Schoolboy, 2008
stampa digitale
Controluce VII, 2008
olio su tela
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a destra:
The fingers cooking accident, 2009
pastello e pennarello su carta
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Benedictus, 2008
stampa digitale
Adolf, 2008
stampa digitale
Vacon
A sinistra:
Still II, 2008
olio su tela
A sinistra:
Still II, 2008
olio su tela
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Mirko Canesi
Mirko Canesi nasce a Milano nel 1981. Laureato
all'accademia di Brera in pittura, nei suoi lavori
predilige il mezzo digitale, con cui stempera tinte
vivaci su sfondi scuri, un espediente che conferisce
trasparenza e leggerezza ai suoi personaggi.
Questi esseri poetici dall'aria trasognata e sospesa,
sempre rappresentati come ragazzi o bambini,
ricordano, per la vitrea fissità degli sguardi, alcune
bambole o personaggi delle figurine in voga negli
anni '80. A volte appaiono alieni, altre zoomorfi,
ma sempre come fossero disegnati dagli elementi
naturali: acqua ed aria. Immobili o riflessivi,
descrivono un arco emotivo ricco ed inconsueto
e, come nella migliore tradizione fiabesca e dei
manga, si accompagnano a piccole creature dal
sapore mitologico: piccoli spiriti con sembianze da
bestiario fantastico.
Ragazzo rinoceronte, 2008
pittura digitale
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Francesco
Mirko
Bongiorni
Canesi
a destra:
Ragazza cetriolo di mare in festa (dettaglio), 2008
pittura digitale
a sinistra:
Ragazzo in evaporazione, 2008
pittura digitale
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Fulvio di Piazza
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Distretto Fonderie, 2008
olio su tela
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Fulvio di Piazza
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Spettatore interessato, 2006
olio su tela
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Fulvio di Piazza
La meraviglia dello sguardo di un
bambino è ciò che affiora nello
spettatore delle opere di Fulvio Di
Piazza. Il lavoro dell'artista, classe
'69 ed esponente della Nuova
Figurazione Siciliana - come viene
sempre più spesso definita la pittura
di area palermitana - concede alla
visione l'eccitazione e lo stupore che
è possibile provare solo al cospetto
di "nuovi mondi". Le giungle cariche
di promesse, incontri ed esperienze
sensoriali inedite, si affiancano ad
un'imponente produzione di scenari
fantascientifici dal sapore non
puramente retrò e raccolgono, in
un ossessivo gioco di pieni, citazioni
fumettistiche, perizia fiamminga,
bizzarrie arcimboldiane e barocchismi di matrice surrealista.
Una miscela inebriante di colori (vividi
ed acidi), associata ad un'estrema
indagine della natura, rivela un
potenziale immaginifico di mutazione
in grado di metterci in contatto con
la scoperta dell'orrorifico (e il gusto di
essa). Una nuova dimensione visiva
dunque, che per la sua attitudine ad
una curiosità analitica e allucinatoria,
ci restituisce un'immagine meno
ingenua della realtà, nonostante
rimanga in noi l'impressione di un
novello Charlie Bucket.
Ficus, 2003
olio su tela
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James Kalinda
22 22
Tenie dal culo, 2008
acrilico su legno
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James Kalinda
A sinistra: Horse Mask, 2009
acrilico su muro
“James Kalinda nasce un torrido giorno in una sperduta fabbrica della pianura emiliana.
I personaggi che disegna sono frutto della sua immaginazione, rielaborazioni di foto che
trova in rete e sui giornali o persone realmente esistenti.
Firma i suoi disegni con un fumetto nero. Cosa dicono i suoi personaggi non lo sa nessuno o
forse lo sanno tutti tranne lui. Adora dipingere in luoghi abbandonati o più generalmente in
strada perché gli da una sensazione particolare, quasi di esistenza.
Vorrebbe essere un uomo di Neanderthal per un giorno “
Capita spesso di ricevere delle presentazioni personali da parte degli artisti, che con poche
parole, ci dicono molto di più che mille elucubrazioni critiche. Che nessuno, qui, sapete
bene ha intenzione di fare.
Fantoche, 2009
acrilico su muro
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James Kalinda + Centina
Atroce, 2009
acrilico su muro
Sogni, 2007
china nera e acrilico
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Franco Brambilla
Two Girls And A Crab, 2008
tecnica
Michele Brancati, fotografo originario di Reggio Calabria, che vive a Bologna dal 2000,
hadigitale
una
formazione che spazia dal cinema (è laureato in Storia e Critica del Cinema) alla fotografia (ha
frequentato più corsi presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano).
Le foto che ci propone fanno parte di un lavoro ancora in corso che ha come tema il mondo
delle metropolitane e tutto quello che succede al di sotto del contesto urbano, in cui ci si
immerge per il breve tempo di un tragitto, per poi riemergere e scoprire un mondo “sopra” che
non ci si ricordava più così illuminato e vitale.
Questo lavoro prende spunto da
quello di un grande fotografo pur-troppo scomparso molto giovane, Marco Pesaresi.
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Franco Brambilla
Finalmente! Dopo tante discussioni in redazione si pubblica qualcosa che ci rimanda subito ad un
immaginario che amiamo follemente. Lo sci-fi, i b-movies, la sottocultura cinefila e bibliofila che alcuni
sprovveduti non si vergognano a chiamare “cultura trash”. E invece siamo orgogliosi di presentare
i lavori di un milanese classe 1967, Franco Brambilla, che collabora stabilmente con le più famose
collane editoriali italiane: Urania Mondadori e la raccolta di classici sci-fi Urania Collezione. Brambilla ci
propone un mix di retro-futuro, vecchie cartoline, battaglie mostruose e invasioni aliene, con un tocco
personale, vintage, ma che resta fedele ad un genere mai tramontato perché mai stato di moda.
Ma l’attività di Franco non finisce qui. Sempre per Mondadori realizza svariate copertine di libri per
ragazzi, gialli e fantascienza. Dal 1998 lavora per l’Airstudio, fondato dallo stesso Brambilla insieme a
due amici nel 1998, che si occupa di progetti grafici e di illustrazione (tra i clienti, oltre a Mondadori,
"Abitare", "D la Repubblica delle Donne", "Pulp", Shake Edizioni, DeAgostini Multimedia, Sole 24ore,
Feltrinelli e tanti altri).
Fa parte inoltre dei soci fondatori della galleria Limited No Art Gallery nata da un'idea di Giacomo
Spazio.
High Noon Beach, 2008
tecnica digitale
High Noon Beach, 2008
tecnica digitale
More Than Real, 2008
tecnica digitale
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The Final Battle, 2008
tecnica digitale
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Ozmo
Atto n. 2, 2006
c-print
L’arte di Gionata Gesi (in arte Ozmo)
è una via di mezzo tra la street-art e
l’arte pubblica e murale più classica,
se in questi casi di “classico” si può
parlare. E così la commistione di generi,
l’accostamento a volte forzato (ma
mai stonato) di soggetti tanto differenti
tra loro, va a formare molto spesso una
composizione di respiro ampio e corale,
piena di dettagli nascosti, di riferimenti
solo apparentemente casuali.
L’artista (Pontedera , 1975) ci concede
di conoscere poco della sua vita del
suo percorso artistico, sappiamo che ha
iniziato, come tanti del suo ambiente,
come writer puro, partecipando a manifestazioni locali e nazionali di graffiti.
Ora, dopo più di dieci anni di lavoro si
sta sicuramente affermando tra gli artisti
più riconosciuti dell’ambiente dell’arte
di strada, con un gran numero di mostre
personali e collettive in curriculum,
ospitate sia in Italia sia all’estero.
Untitled, 2006
acrilico su pvc
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Ozmo
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Untitled, 2008
acrilico su pvc
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Ozmo, M-City, Run
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Untitled, 2008
tecnica mista
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Alessandro Bavari
Alessandro Bavari, artista e fotografo che ama la contaminazione dei linguaggi e si avvale delle
tecniche di eleborazione digitale più disparate, nasce a Latina nell'aprile 1963.
La sua ricerca artistica, è chiara dal primo sguardo, segue le strade tortuose ed allegoriche di due
città bibliche e del mito: Sodoma e Gomorra. Fortemente influenzato dalle testimonianze della
Genesi e dai pittori fiammingi del XV e XVI secolo (Bosch e Bruegel), sviluppa un suo personale
cammino fantastico anche grazie alla citazione di fonti letterarie moderne.
Alessandro ci parla della sua fonte di ispirazione: "Di Sodoma e Gomorra tanto si e' detto ma nessuno
sa nulla. Qualcuno pensa che siano sommerse sotto le acque pesanti del Mar Morto e che, come
accadde anche a Pompei, ad annientarle sia stato un cataclisma naturale. Infatti, secondo studi
geologici, la zona in cui sorgevano pare essere ricchissima di zolfo, bitume e petrolio, tra l'altro non
ancora individuato. Quando si dice che la moglie di Lot in fuga, sopraffatta dal seme del dubbio
e del ripensamento, voltandosi si trasforma in una statua di sale, lascia intendere che fu investita
da una ventata di zolfo e ceneri, proprio come i corpi pietrificati degli antichi Pompeiani.
Senza dovermi scontrare con il colosso dell'archeologia ho deciso quindi di affrontare il tema,
secondo un preciso itinerario, immaginando paesaggi, ritratti, ambienti ed oggetti, e ripercorrendo
un viaggio simile a quello che Italo Calvino fece trent'anni prima ne Le Città Invisibili [1972, Einaudi
Editore] dove, attraverso gli occhi di Marco Polo, visitò città apparentemente credibili: "le città
sono tutte inventate; le ho chiamate ognuna con un nome di donna: Procopia, Zenobia, Cloe,
Ipazia, Zora, Fillide, etc (...). Il libro è nato un pezzetto per volta, a intervalli anche lunghi (...)
Ho una cartella per gli oggetti, una cartella per gli animali, una per le persone, una per i personaggi
storici e un'altra per gli eroi della mitologia. ho una cartella sulle quattro stagioni e una sui cinque
sensi; in una raccolgo pagine sulle città e i paesaggi della mia vita e in un'altra città immaginarie,
fuori dallo spazio e dal tempo". (Italo Calvino)
Continua Bavari: "Ho immaginato queste due città come una specie di luna park per visionari, dove
il mio "sguardo fotografico" non è né biasimatore né benevolente, ma semplicemente divertito e
curioso, pronto a raccogliere tutto il possibile. Un enorme freak show allestito in una razionalità
geometrica e kitsch come quella dei presepi ma allo stesso tempo sofisticata, in cui perdersi e
sbirciare nell'intimità di un quotidiano tanto ibrido quanto metafisico, per poi ritrovare di nuovo la
strada e magari riperdersi ancora."
Aula della coprofilia, 2000
fotografiche e digitali
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Alessandro Bavari
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Città di Gomorra, 2000
fotografiche e digitali
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Orticanoodles
Pop-art, biologia, biomeccanica, cibernetica. Pensate a questi elementi, alla serialità della
pubblicità, al suo immaginario e alle sue icone. Ora pensate ad una bomboletta e all’Europa intera.
Ecco cosa Orticanoodles ci propone da un po’ di anni a questa parte. Che siano strade, fabbriche
abbandonate, tele, lo stile di Orticanoodles è sempre riconoscibile: preciso, inquietante, ironico,
meccanico.
In questo numero vi proponiamo tre tele. Vi proponiamo quindi una decontestualizzazione dello
stencil dall’ambiente che gli è più congeniale e in cui è nato: la strada. Decontestualizzazione che
crea quasi un ossimoro, se pensiamo che, in queste opere, lo stencil perde anche la sua funzione
principale di rapidità di esecuzione, di possibilità di ripetersi, per diventare uno studio unico su un
unico soggetto. Ecco allora che il semplice mezzo diventa ricerca sul mezzo, si eleva e si sovrappone
al significato della realizzazione finale. In stencil we trust è il nome dell’ultima mostra di Orticanoodles
a Milano, presso lo spazio culturale Zerologico. ne comprendiamo pian piano meglio il perché. La
fede, si sa, spesso può portare a risultati inaspettati.
Sopra:
Untitled, 2006
stencil su muro
A destra:
Untitled 0309, 2009
stencil su tela
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Orticanoodles
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Untitled 0509, 2009
stencil trittico su tela
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ALE + ALE
Scimmie, 2006
tecnica mista
Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri (ALE+ALE) si inseriscono in punta di piedi nello spirito
del tema Mutazioni. Le loro illustrazioni, che si volgono al passato con lo sguardo malinconico di un collezionista, pongono l’attenzione sulla ricercatezza formale e sull’invenzione
di attraenti ibridi artistici. L’ironia degli Sposi, con teste di oca e una gallina, le Scimmie
beneducate ed i Cavalli con cavalieri dalla testa equina sono solo alcuni esempi della
sintesi irriverente che l’incontro del regno animale e quello umano danno vita nell’opera
degli artisti.
Senza titolo, 2006
smalto su cartone intelato
Sposi, 2006
tecnica mista
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ALE + ALE
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Cavalli, 2006
tecnica mista
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El Gato Chimney
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Trust, 2009
acrilico su tela
Nel lavoro di El Gato Chimney, artista di matrice street nato nel 1981 a Milano, ritroviamo tutta
l'estetica cartoon, tattoo e graffito cara al movimento. Un mondo surreale, rappresentato secondo
logiche anti-commerciali, ci catapulta dentro una rete di rimandi e citazioni allegoriche. I suoi
soggetti meccanici, sospesi in vallate oniriche, alludono alle teiere del Cappellaio Matto (Alice
nel paese delle meraviglie) e all'Uomo Di Latta (Il Mago di Oz), inglobando simbologie antiche e
ritraducendole in stile futuristico.
Siamo dunque di fronte ad una ingegnosa variazione sul tema del filone steampunk: la "fantascienza
a vapore" acquista qui una veste graffito-aerografa. El Gato Chimney propone anche una versione
digitale del suo lavoro. Nel 2008 si inserisce nella folta schiera di nomi che partecipano alla celebre
iniziativa Scala Mercalli: The Creative Hearthquake of Italian Street Art.
Uttara, 2009
acrilico su tela
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El Gato Chimney
King, 2008
acrilico su tela
Ezio Vecchi
Al sole:
rapporto di una ramosi
Mi svegliai.
L’alba.
Immobile: le mie braccia e le mie gambe,
la mia testa;
niente rispondeva ai comandi.
Mi guardai attorno:
nulla:
verde;
un nulla verde.
Chiaro, scuro, secco, vivo: verde ovunque.
Avvertivo una certa verticalità della cosa, ma non riuscivo a capire.
che mi era successo?Mi sentivo bloccato, fisso al terreno, in quella posizione irreale,
braccato da tutto quel verde.
Il cuore cominciò a pulsare veloce, più veloce e più veloce ancora;
sino ad arrivare alle tempie,
in gola e di colpo
il verde sparì
in un nero cellofan. Svenni nel buio. Ripresi conoscenza il giorno successivo,
ancora all’alba -io!?
che ero sempre stato un seguace dell’ozio, e presto era minimo dieci, undici...?!Niente:
l’alba:
verde.
Soltanto verde, altro verde.
La situazione era la stessa del giorno precedente,
la stessa sensazione d’inerzia, d’essere immoto.
Alzai lo sguardo al cielo.
-Il soleUn cieco rigurgito di terrore mi assalì: un brivido freddo mi percorse lungo la schiena.
D’un tratto capii.
Avevo avuto una ramosi: le radici nella terra: ero germoglio.
52
53
Simone Lucciola
Appendice degli autori:
ALE+ALE
www.myspace.com/aleandale
Orticanoodles
www.orticanoodles.com
Alessandro Bavari
www.alessandrobavari.com
Ozmo
www.ozmo.it
Franco Brambilla
www.francobrambilla.com
Paco
www.lapaglia.it
Mirko Canesi
www.mirkocanesi.eu
Fulvio di Piazza
www.mu-seum.com
El Gato Chimney
www.steambiz.com
Paper Resistance
www.paper-resistance.org
James Kalinda
www.jameskalinda.com
Vacon
www.vaconsartirani.com
Simone Lucciola
urbancollage.wordpress.com
Ezio Vecchi
www.lapaglia.it
Il prossimo numero: “NEW ECOLOGY”
Saper parlare al mondo contemporaneo con il linguaggio più vecchio del mondo:
l’arte. Questa è la missione di Be|Different, primo esperimento di magazine on-line e
cartaceo che si presenta come una galleria d’arte virtuale, un catalogo delle nuove tendenze artistiche e visive.
Per questo motivo invitiamo i nostri lettori a collaborare con noi, spedendoci una
selezione di lavori, oppure di racconti, saggi, notizie, sempre con un occhio al tema
prescelto per il numero successivo. Be|Different non si pone limiti, né di formato, né
di risorse. Vuole avere la Vostra collaborazione perché sa che solo con la passione
di chi si nutre d’arte ogni giorno, si può davvero realizzare un prodotto onesto, reale,
che rifletta e sintetizzi il contemporaneo in un’unica proposta.
Il tema del prossimo numero è: “NEW ECOLOGY”. Come sempre la pertinenza al
tema è libera. Inviate le vostre opere: entro il 10 settembre 2009, specificando nome,
cognome ed allegando una breve presentazione a materiali@bedifferent.it
Specifiche per i materiali:
• Per immagini, disegni e fotografie, si consiglia il formato JPEG. E’ possibile inviarci
prima i file in bassa definizione. Sarà richiesto successivamente, il materiale selezionato in alta risoluzione.
• Per i testi, si raccomanda il formato DOC o RTF.
Non è previsto un limite minimo o massimo di inivii.
54
www.bedifferent.it
Be|Different Magazine PRINTED COPIES
Be|Different Magazine is available in two formats:
* POCKET (150x210mm) 4,50 € each
* CLASSIC (210x300mm) 8,50 € each
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(North America, South America, Asia, Africa, Oceania): 8,50 € each
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Be|Different Magazine FORMATO CARTACEO
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7,50 € per spedizione di 3 copie o più
Le riviste sono stampate in altissima qualità. Si differenziano dal magazine on-line per il
piacere che si può provare solo sfogliando una rivista, o toccandola, o annusandola.
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