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A Z I O L SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 A G E N Z I A R E G I O N A L E P R O T E Z I O N E A M B I E N T A L E D E L QUARTO RAPPORTO Provincia di roma PROVINCIA DI ROMA Servizio Risorse Idriche e Naturali Dip. IV “Servizi di Tutela Ambientale” Servizio 2 “Tutela delle acque, suolo e risorse idriche” QuARTO RAPPORTO SuLLA QuALITà DELLE ACQuE SuPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Amministrazione provinciale di Roma, Dipartimento IV Servizio 2 (direttive, istruttorie amministrative e gestione dei risultati): direttore Bruno Panico, dirigente Paola Camuccio, funzionari collaboratori Angela Maria Bottillo, Claudio Carusi, Giuseppe Di Benedetto, Mario Dionisi, Bruno Miozzi, Alfio Paolini, Tonino Petrocchi, Maria Laura Speranza, Alessandra Terenzi, Maria Zagari. ARPA Lazio Servizio Tecnico, Divisione Ecogestione (collaborazione con la Regione Lazio e la Provincia di Roma per la definizione delle strategie dei monitoraggi): direttore tecnico Gianfranco Bielli, fisico dirigente Giorgio Catenacci, collaboratore tecnico Silvia Castelli. ARPA Lazio Struttura Centrale, unità Sistemi Informativi (elaborazione dei risultati): dirigente Natalino Fabrizi, collaboratore tecnico Luca Odini, collaboratore tecnico Marta Giusti Alunno, collaboratore tecnico, Fabrizio Trillini. ARPA Lazio Sezione Provinciale di Roma, Servizio Risorse Idriche e Naturali (prelievo dei campioni, analisi dei parametri di base, elaborazione dei risultati ed elaborazione del Sistema Informativo Territoriale): biologo dirigente Massimo Floccia, biologo dirigente Duilio Erroi, chimico dirigente Fernando Cannavacciuolo, collab. tecnico biologo Valentina Amorosi, TPALL Alvaro Basso, collab. tecnico biologo Simona Calvanella, TPALL Rita Cantarini, TPALL Gabriele Catalani, TPALL Fabio Cherubini, ass. tecnico Raffaele Ciocci, ass. amministrativo Anna Coculo, tirocinante Silvio Colapaoli, TPALL Giuseppe Consoli, TPALL Domenico Di Giosia, TPALL Ugo d’Onorascenzo, ass. tecnico Luca Fiabane, ass. tecnico Flavia Fioravanti, collab. tecnico chimico Luca Funari, TPALL Alessandro Graziani, TPALL Giorgio Guidobaldi, collab. tecnico biologo Marco Lestini, TPALL Domenico Mallamaci, coadiutore amministrativo Gianluca Mare, TPALL Domenico Martini, TPALL Roberto Martoni, TPALL Sileno Mignanti, TPALL Francesco Militerno, TPALL Vittorio Modesti, TPALL Anna Maria Morelli, collab. tecnico chimico Francesco Mosetti, TPALL Gilberto Pellizzoni, TPALL Alfio Petralia, collab. Tecnico biologo Eugenio Pieri, TPALL Riccardo Pietravalle, TPALL Filippo Policelli, TPALL Giacomo Poscia, ass. amministrativo Luciana Rossi, TPALL Adriano Salustri, TPALL Pietro Sarto, ass. tecnico Gianfranco Scaramella, TPALL Claudio Sciarrini, TPALL Oscar Solitari, TPALL Mario Spoletini, TPALL Camillo Stella, collab. tecnico naturalista Sergio Tarsiero, TPALL Tomassini Roberto, operatore tecnico specializzato Mauro Torti Margarita, TPALL Roberto Vistoli, ass. tecnico Valentina Zinna, collab. tecnico biologo Andrea Zocconali. Arpa Lazio Sezione Provinciale di Roma, Servizio Laboratorio e Servizio Sanitario (analisi dei parametri addizionali): chimico dirigente Sergio Ceradini, chimico dirigente Giuseppe Pasquazi, TPALL Rinaldo Bertini, TPALL Mauro Bonifazi, ass. tecnico Elisa Lancia, ass. amministrativo Guglielmo Monti, ass. tecnico Giulia Morali, TPALL Giuseppe Pontini, ass. tecnico Modesto Rosati, ass. tecnico Fabio Simone, TPALL Teresa Simonetti, collab. tecnico chimico Elena Daniela Vinatoru. 3 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 INTRODuzIONE Il rapporto tra la Provincia di Roma e l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Lazio si è intensificato in questi anni con una proficua collaborazione che ci ha permesso di intervenire sulle criticità e sulle priorità segnalate nei rapporti. Abbiamo avuto modo, infatti, di utilizzare i dati forniti dall’ARPA per specifici interventi mirati, in particolare per la tutela delle risorse idriche della Provincia. Il terzo rapporto dell’ARPA Lazio sulla qualità delle acque presentato nel luglio 2008 ha evidenziato alcune criticità relative ai tratti d’acqua più a rischio del nostro territorio. Le analisi si sono basate su circa 5.500 campioni di acque che hanno consentito di fotografare in maniera puntuale un patrimonio prezioso da salvaguardare. In questi anni, infatti, abbiamo avuto modo di rilevare nel nostro territorio, anche per i cambiamenti climatici, un’accentuazione dei fenomeni di crisi idrica che hanno provocato un abbassamento delle falde. Se a questo accompagniamo un uso spesso improprio di un bene prezioso come l’acqua, il fenomeno rischia di accentuarsi. Da qui la necessità di eliminare le carenze infrastrutturali nel settore idrico da un lato. E dall’altro di avviare campagne per un uso responsabile e consapevole di un bene vitale come l’acqua. In questa direzione vanno i 318 milioni di euro di investimenti programmati dall’Ato 2 nel prossimo triennio, che serviranno alla costruzione ed all’adeguamento degli impianti di depurazione, al completamento della rete fognaria, al miglioramento della rete idrica per consentire un maggiore risparmio nei consumi di acqua e, soprattutto, una maggiore qualità dell’acqua attraverso i controlli dell’ente gestore e dell’ARPA stessa. In particolare, gli investimenti previsti per il settore della depurazione delle acque sono decisivi per migliorare sensibilmente lo stato dei nostri fiumi, dei laghi e dello stesso mare. L’attività di smaltimento dei rifiuti è un altro settore strategico per il quale stiamo investendo ingenti risorse con l’obiettivo di sostenere i Comuni verso la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Anche per questo motivo abbiamo avviato nei mesi scorsi, firmando un protocollo d’intesa con ARPA Lazio, l’aumento delle capacità di controllo della nostra Amministrazione sulle attività di gestione dei rifiuti. La nostra attenzione, in particolare, è rivolta a una collaborazione con l’Agenzia che consenta di monitorare lo smaltimento dei rifiuti in discarica per ridurre al minimo l’impatto negativo sull’ambiente, anche mediante indagini sulla qualità delle acque superficiali e dei pozzi di monitoraggio vicini alle discariche, per verificare eventuali contaminazioni di falde acquifere limitrofe. L’impegno dell’amministrazione provinciale è di estendere la collaborazione con tutti gli enti che possono aumentare i controlli sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo e che possono aiutarci ad indirizzare le nostre attività per affrontare nell’interesse della comunità le principali criticità segnalate. Michele Civita Assessore alle Politiche del Territorio e Tutela ambientale della Provincia di Roma 4 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 PRESENTAzIONE La rilevante vastità ed eterogeneità del territorio della provincia di Roma, dal punto di vista geografico, ambientale e antropico, comporta che le acque naturali devono essere sottoposte a tutti i monitoraggi fissati nel D. Lgs. 152/06 e nel Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e di quelli di qualità per specifica destinazione. Infatti, la provincia di Roma, con i suoi 121 comuni, occupa una superficie di 5350 kmq e conta circa 3.800.000 abitanti. Presenta un esteso litorale (circa 140 km) e comprende la vasta Campagna romana, gran parte del Preappennino laziale e abruzzese, l’ampia valle inferiore del Tevere, gran parte del bacino dell’Aniene, il bacino dell’alto Sacco con i monti Prenestini e Tiburtini, i rilievi vulcanici con i laghi di Castel Gandolfo, di Nemi, di Bracciano e di Martignano. Nel corso del 2007 l’ARPA Lazio di Roma, ai fini del monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, ha raccolto, in oltre 300 punti di prelievo, circa 4.400, determinandone oltre 80.000 parametri dei quali circa 30.000 relativi ai microinquinanti organici e inorganici; Un notevole impegno è stato dedicato anche al controllo degli scarichi delle acque reflue. Sono stati eseguiti 1400 controlli dai quali sono scaturite circa 700 proposte di sanzioni amministrative o segnalazioni di possibili illeciti penali per superamento dei limiti tabellari o per situazioni amministrative non conformi. Ciò conferma l’utilità della ormai consolidata collaborazione tra ARPA Lazio e la Provincia di Roma, di cui il presente rapporto è il risultato di pubblico dominio, frutto di un lavoro continuativo e di spessore tecnico scientifico degli operatori dell’Agenzia e del competente Assessorato provinciale. In questo modo si accresce la conoscenza e la divulgazione dei dati ambientali, un patrimonio di conoscenza utili ai cittadini per una loro partecipazione informata alle scelte ed alle politiche di risanamento delle acque, ma anche alle stesse amministrazioni che come la Provincia di Roma e la Regione Lazio programmano ed investono significative risorse per il miglioramento complessivo della risorsa idrica. Corrado Carrubba Commissario straordinario ARPA Lazio 5 L’INDICE DEI CAPITOLI INDICE 1 1.1 1.2 1.3 1.4 Le acque nella provincia di Roma I corsi d’acqua I laghi Le acque marine costiere Le acque sotterranee 2.1 2.2 La normativa Il D. Lgs. 152/06 Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio 3.1 3.2 Le competenze Le competenze della Provincia di Roma Le competenze dell’ARPA Lazio 2 3 4 Le modalità delle indagini 5 I punti di prelievo 6 6.1 A B 6.2 6.3 6.4 A B C D 6.5 6.6 6.7 6.7.1 6.7.2 6.8 A B 6.9 6.10 6.11 6.12 I risultati dei monitoraggi delle acque superficiali e sotterranee Monitoraggio dei corsi d’acqua in funzione degli obiettivi di qualità ambientale Stato ecologico Stato chimico Monitoraggio dei corsi d’acqua ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile Monitoraggio dei corsi d’acqua ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli Monitoraggio del fiume Tevere in funzione della procedura comune di scambio di informazioni sulla qualità delle acque dolci superficiali nella Comunità Europea Stato ecologico Stato chimico Stato di qualità ai fini della produzione di acqua potabile Stato di qualità ai fini della alla vita dei pesci Monitoraggio delle foci dei corsi d’acqua a mare in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto con programmi di risanamento dell’entroterra Monitoraggio delle foci dei corsi d’acqua a mare in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione Monitoraggio delle foci dei corsi d’acqua a lago in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione Monitoraggio dei corsi d’acqua in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati Monitoraggio dei corsi d’acqua in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci Monitoraggio dei laghi in funzione degli obiettivi di qualità ambientale Stato ecologico Stato chimico Monitoraggio dei laghi ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile Monitoraggio dei laghi ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli Controllo dei laghi in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione Sorveglianza algale nei laghi in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione 7 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA A B 6.13 A B 6.14 6.15 A B C 6.15.1 6.16 A B 6.17 6.18 7 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 7.7 8 9.1 9.2 9.3 9.4 9.5 2007 Stato ecologico Stato di qualità ai fini del rischio da microalghe Cianoficee Monitoraggio delle acque marine costiere in funzione degli obiettivi di qualità ambientale Stato trofico Stato chimico Controllo delle acque marine in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione Sorveglianza algale nelle acque marine in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione Stato trofico Stato di qualità ai fini del rischio da microalghe dinoflagellate Stato di qualità ai fini del rischio da microalghe cianoficee Monitoraggio delle acque marine in funzione del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque destinate alla vita dei molluschi Monitoraggio delle acque sotterranee in funzione degli obiettivi di qualità ambientale Stato chimico Stato di qualità in relazione alle sostanze pericolose Monitoraggio delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati Monitoraggio delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci I risultati del controllo degli scarichi delle acque reflue Il controllo analitico Il controllo amministrativo I metodi di campionamento Le garanzie difensive I verbali di contestazione con proposta di sanzione La notifica dei verbali di contestazione La sintesi dei controlli eseguiti nel 2007 Le considerazioni 9 ANNO Le conclusioni I corsi d’acqua I laghi Le acque marine costiere Le acque sotterranee Gli scarichi di acque reflue 10 La bibliografia 11 L’indice analitico 8 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA 1. LE ACQuE NELLA PROVINCIA DI ROMA 1.1. I corsi d’acqua Il fosso Acquarella o Moscano Nel corso d’acqua pervengono le acque di sopravanzo provenienti da manufatti di servizio dell’acquedotto Paolo, in località Acquarella. Questa località è occupata da villette, abitate solamente nei mesi estivi, e insediamenti turistici. Il corso d’acqua, lungo circa 300 m, è perenne. La foce del fosso Acquarella è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il canale Acque Alte e Basse Il canale, ubicato nel territorio di bonifica di Tevere e Agro Romano, ha la funzione di regolamentare il deflusso delle acque locali che un tempo ristagnavano nella zona. Il territorio è utilizzato a pascolo e per usi agricoli. Nel periodo estivo, per alimentare le acque dei canali di bonifica, spesso vengono utilizzate le acque del Tevere. La foce del canale Acque Alte e Basse è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fiume Aniene (affluente del fiume Tevere) L’Aniene rientra solo in parte nell’ambito della provincia di Roma, in quanto ha origine circa due chilometri a Sud-Ovest dell’abitato di Filettino (provincia di Frosinone); dopo un percorso di circa 16 Km, entra nella provincia di Roma. Il bacino occupa una vasta regione in prevalenza montagnosa con versanti molto acclivi, che può essere suddiviso in regione orientale e in regione dei Colli Albani. La superficie del bacino imbrifero rientrante nell’ambito della regione orientale è pari a 1453 Kmq (800 Kmq nella provincia di Roma) e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 119 Km (58 Kmq nella provincia di Roma). L’altitudine media è di 501 m slm. Per quanto riguarda la provincia di Roma, nella regione orientale dell’Aniene, ricadono numerosi centri abitati: Vallepietra, Subiaco, Jenne, Arcinazzo R., Affile, Rocca S. Stefano, Roiate, Bellegra, Civitella San Paolo, Agosta, Marano Equo, Gerano, Cerreto Laziale, Canterano, Rocca Canterano, Cervara di Roma, Arsoli, Riofreddo, Roviano, Anticoli Corrado, Cineto Romano, Saracinesco, Mandela, Licenza, Roccagiovine, Vicovaro, San Polo dei Cavalieri, Percile, Sambuci, Ciciliano, Pisoniano, Castel Madama, Tivoli, Marcellina. L’Aniene attraversa il Parco Naturale dei Monti Simbruini che, con i suoi 30.000 ettari, costituisce l’area protetta più grande del Lazio. Il Parco è caratterizzato da carsismo, vasti pianori e maestose faggete. In esso si originano grandi sorgenti che contribuiscono ad alimentare il fiume Aniene, come quella dell’Acqua Marcia che rifornisce di acqua potabile la città di Roma. Il bacino parziale dell’Aniene rientrante nell’ambito dei Colli Albani è drenato dal fiume Aniene e dai suoi affluenti a valle della confluenza con il fosso dei Prati. La superficie di questo bacino parziale è pari a 650 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 47 Km. La foce è ubicata nel comune di Roma, entro il perimetro del G.R.A. Nell’ambito della regione dei Colli Albani, ricadono numerosi centri abitati della provincia di Roma: Poli, Guadagnolo, Castel S. Pietro, Palestrina, Casape, S. Gregorio da Sassola, Zagarolo, S. Cesareo, Rocca Priora, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Gallicano nel Lazio, Colonna, Guidonia Montecelio, Bagni di Tivoli, S. Angelo Romano, Santa Lucia, Rocca di Papa, Frascati, Grottaferrata. A monte e a valle del G.R.A, l’Aniene interessa numerose borgate romane e quartieri quali Lunghezza, Settecamini, Tor Sapienza, La Rustica, Rebibbia e Monte Sacro. Il fiume Aniene è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01), della verifica della idoneità delle acque ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile (monitoraggio 02) e della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fiume Arrone Il fiume Arrone è emissario del lago di Bracciano, ma il contributo del lago alla portata del fiume è da considerarsi minimo; solo dopo l’apporto delle acque sorgive termali Giulia e Claudia e del depuratore a servizio dei comuni rivieraschi del lago di Bracciano, la portata del corso d’acqua diventa rilevante. Il fiume sbocca nella pianura costiera 5 Km a Nord della foce, a quota 8 m slm e successivamente sfocia in mare a circa 1 Km di distanza da Fregene. 9 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Il bacino imbrifero del fiume Arrone ha forma molto allungata da Nord a Sud ed occupa una regione di basse colline dai dolci versanti. Durante il percorso, il fosso attraversa la zona abitata circostante la stazione ferroviaria di Anguillara Sabazia, la zona densamente abitata di Osteria Nuova, zone adibite ad uso agricolo, la via Aurelia all’altezza del Km 22, la zona di bonifica delle Pagliete, l’abitato di Maccarese e il Villaggio dei Pescatori, a Nord di Fregane. Subito a valle della confluenza con il Rio Maggiore, il fiume Arrone è attraversato dalla S.S. Aurelia. La superficie del bacino è pari a 125 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 38 Km. L’altitudine media è di 128 m slm. L’Arrone è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03), per quanto riguarda la foce, della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05), della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati (monitoraggio 07.01) e della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci (monitoraggio 07.02). Il fiume Astura Il fiume Astura scorre nella provincia di Latina e solo la foce segna il confine tra le province di Roma e Latina. Il fiume riceve gli scarichi urbani di Velletri, Aprilia, Campoverde, le Ferriere e Borgo Montello oltre agli scarichi industriali dell’area di Aprilia. La foce dell’Astura costeggia l’area di particolare valore naturalistico denominata Torre Astura. La foce del fiume Astura è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Bagnatore (affluente del fiume Aniene) È un affluente di destra dell’Aniene e ha origine in zone montuose ai confini con l’Abruzzo. Confluisce nell’Aniene a valle delle captazioni che alimentano l’acquedotto Marcio. Il fosso Bagnatore è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il canale Biffi Il canale Biffi è interamente compreso nella piana di bonifica di San Lorenzo. Le acque drenate dai canali di bonifica confluiscono in una vasca di raccolta, situata appena a monte della strada litoranea Ardea-Anzio. Dalla vasca di raccolta, le acque vengono sollevate in un canale con argini e letto in cemento che le convoglia a mare in località Tor San Lorenzo del comune di Ardea. Nei pressi della foce sono ubicati insediamenti civili. La foce del canale Biffi è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Buche Il fosso delle Buche ha origine nel Poggio Volpara, scende verso valle, in una zona caratterizzata da versanti piuttosto ripidi, attraversando zone ricoperte da boschi o coltivate a pascolo oppure a seminativo (comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico). A metà del percorso, fino all’abitato di Santa Marinella, il corso d’acqua attraversa territori occupati da abitazioni residenziali e da numerose serre per la coltivazione di fiori. La foce del fosso delle Buche è ubicata nel centro abitato di Santa Marinella. La zona di foce risulta asciutta nel periodo estivo. La foce del fosso delle Buche è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Caffarella Il fosso della Caffarella, che ha inizio nella Macchia della Spadellata, non è alimentato da alcuna fonte sorgiva perenne, ma funge solo da drenaggio per il bacino. Il fosso è caratterizzato da una portata di tipo torrentizio e sfocia in mare presso la spiaggia di San Lorenzo del comune di Ardea. Il bacino del fosso della Caffarella ha una forma allungata da Est verso Ovest e comprende terreni adibiti a colture agricole di tipo estensivo, con insediamenti abitativi occupati prevalentemente nei mesi estivi. La superficie del bacino è di 4,5 Km, mentre la lunghezza dell’asta del fosso è di 7,5 Km. La foce del fosso della Caffarella è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Campo Ascolano Il fosso di Campo Ascolano nasce nella zona denominata Riserva della Vaccareccia, dove prende il nome di fosso della Vaccareccia. Il fosso, proseguendo il corso, attraversa la strada provinciale di via 10 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA Pratica di Mare, entra nella piana di Campo Ascolano, dalla quale prende il nome. Questa pianura, oltre ad essere adibita a colture e pascoli, risulta in gran parte occupata dall’aeroporto di Pratica di Mare. Il fosso di Campo Ascolano sfocia a mare nel comune di Pomezia, all’altezza della Palazzina Borghese, in un’area di particolare valore naturalistico (dune costiere a Nord di Torvajanica). La foce del fosso di Campo Ascolano è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Cadute Il fosso delle Cadute è ubicato nella pianura costiera a Nord di Roma e convoglia a mare le acque che scendono dalle pendici meridionali dei colli che limitano a Sud il lago di Bracciano. Il bacino imbrifero occupa una regione di basse colline piatte incise da profondi e ripidi fossati, la cui superficie è coltivata in gran parte a seminativo. Il fosso delle Cadute attraversa la S.S. Aurelia all’altezza del Km 30 e, dopo aver costeggiato la zona nord di Passo Oscuro, sfocia a mare in prossimità di Torre di Palidoro. L’asta fluviale è lunga 17,3 Km. Il fosso delle Cadute risulta perenne dalla via della Tragliatella alla foce. La foce del fosso delle Cadute è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Casa o Cognolo Il fosso Casa o Cognolo ha origine da una sorgente a monte della strada circumlacuale. Sul territorio che grava sul corso d’acqua sono presenti abitazioni civili sparse, mentre l’agricoltura è limitata a piccoli orti e qualche serra. La foce del fosso Casa è sottoposta al monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Casacci Il fosso Casacci prende origine dalle pendici del Monte Santa Caterina a circa 290 m slm. Il corso d’acqua attraversa la piana dei Falliti dove, in località il Pratino, riceve le acque della bonifica di Stracciacappa. Prima di raggiungere il lago di Bracciano, il fosso riceve gli apporti idrici di alcune sorgenti temporanee di portata molto piccola e di alcuni fossi a carattere torrentizio. Il territorio compreso nel bacino è interamente adibito ad attività agricola ed al pascolo brado di bestiame. Il fosso sfocia nel lago di Bracciano a Sud di un campeggio. Il fosso Casacci ha carattere perenne. La foce del fosso Casacci è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Castel Secco Il fosso Castel Secco prende origine sulle pendici occidentali del Monte della Tolfaccia. Attraversa dapprima una regione collinare ricoperta da boschi (comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico) e, successivamente, nel tratto a valle, attraversa una zona ad alta densità di serre con colture di fiori e, infine, l’abitato di Santa Marinella. Il bacino del fosso Castel Secco ha forma allungata con una superficie di 18 Kmq. Le acque della foce sono a carattere perenne. La foce del fosso Castel Secco è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso di Cavallo Morto Il fosso di Cavallo Morto ha origine nell’area di particolare valore naturalistico denominata Macchia della Spadellata, attraversa lo stradone del Sandalo e, successivamente, la Tenuta Borghese che è adibita ad uso agricolo e pascolo, dove riceve le acque del fosso di San Anastasio. Dopo aver attraversato la litoranea Ostia-Anzio al Km 31, sfocia a mare a Nord del Lido dei Gigli del comune di Anzio, in zona disabitata adibita a pascolo. Il bacino imbrifero del fosso ha forma triangolare con il vertice nella foce e occupa una superficie di circa 10 Kmq, mentre la lunghezza dell’asta è di 6,5 Km. La foce del fosso di Cavallo Morto è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Cona (affluente del fiume Aniene) È un affluente di sinistra del fiume Aniene e ha inizio al limite occidentale dell’altopiano di Arcinazzo con il nome di fosso Turrita. Il fosso Cona scende a valle verso Nord Ovest ed occupa una regione montagnosa, con versanti molto acclivi nell’alto bacino e collinari nel basso bacino, coperta per gran parte da boschi e pascoli (Parco Naturale dei Monti Simbruini, citato nella descrizione del fiume Aniene). La superficie del bacino è pari a 95 Kmq e la lunghezza di asta del corso d’acqua è pari a 30 Km. L’altitudine 11 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 media è di 709 m slm. All’interno del bacino ricadono i paesi di Arcinazzo Romano, Affile, Rocca S. Stefano e Canterano. Il fosso Cona è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Conca Il fosso Conca nasce dalle pendici collinari che delimitano il lago di Bracciano, a quota di circa 270 m slm e attraversa una zona scarsamente abitata, ad esclusione dell’abitato di Colle Fiorito dove sono presenti numerose villette, abitate stagionalmente. Il territorio circostante è adibito ad agricoltura o a pascolo brado di bovini. Il fosso ha carattere perenne. Durante il percorso raccoglie le acque di un fontanile e di alcuni canali di bonifica e sfocia nel lago di Bracciano, nel tratto compreso tra le località Acquarella e Cascinale di Domenico. La foce del fosso Conca è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Corese (affluente del fiume Tevere) È un affluente di sinistra del Tevere e ha origine nella provincia di Rieti, sulle pendici settentrionali di Colle della Guardia. Solo una parte del bacino è ubicato nella provincia di Roma. La superficie del bacino imbrifero è pari a 182 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 31 Km. L’altitudine media è di 425 m slm. Per quanto riguarda la provincia di Roma, nel bacino del fosso Corese, ricadono gli abitati di Montelibretti, Moricone, Nerola, Montorio Romano, Monteflavio. La foce è ubicata nel comune di Montelibretti. Il fosso Corese è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01) e della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Crocetta Il fosso Crocetta, lungo circa 6 Km, nasce all’altezza della periferia di Pomezia (località Colle Fiorito) dove risulta intubato; successivamente attraversa la tenuta del Principe Borghese ed altri terreni adibiti ad uso agricolo. Dopo aver intersecato la via del Mare, il fosso Crocetta si riversa nella spiaggia di Torvajanica, tra i Km 14 e 15 della via litoranea Anzio-Ostia. La foce del fosso Crocetta è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Cupino Il fosso Cupino ha origine nelle colline poste a Sud di Ceri; attraversa la S.S. Aurelia all’altezza del chilometro 33 e sbocca nella piana costiera a circa 3 Km dalla foce a mare. Il bacino imbrifero occupa una regione di basse colline con dolci versanti, incisi però da profondi e ripidi fossati. Affluente principale del fosso Cupino è il fosso del Cecio che costeggia il comprensorio residenziale di Valcanneto di Cerveteri. Nei pressi del mare, il corso d’acqua costeggia l’esteso centro residenziale di Val Canneto e, in prossimità della foce, quello di San Nicola di Ladispoli. A valle della piana costiera il fosso risulta perenne. La superficie del bacino, di poco superiore ai 31 Kmq, è utilizzata in gran parte a seminativo; la lunghezza dell’asta del fosso è di Km 21,5. La foce del fosso Cupino è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso del Diavolo Il fosso del Diavolo nasce nei pressi del Km 26 della Via Nettunense, in località Campo di Carne, nel territorio della provincia di Latina, ed entra nella provincia di Roma in località Macchia dei Cocciati dove, snodandosi in direzione est, attraversa campi adibiti a pascolo ed uso agricolo. Ad Ovest della sua intersezione con la strada Ardeatina, al Km 13, attraversa l’insediamento urbano di Tor San Lorenzo e riceve le acque del fosso della Favorita. Il fosso è a regime torrentizio e, in alcuni tratti, il letto si presenta asciutto. Il fosso del Diavolo sfocia a mare in località Tor San Lorenzo del comune di Ardea. La superficie del bacino è di 8,4 Kmq mentre la lunghezza dell’asta del corso d’acqua è di 8,2 Km. La foce del fosso del Diavolo è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso del Diavolo Il fosso del Diavolo, che nasce a circa 2,5 Km a sud del Centro abitato di Bracciano, attraversa terreni 12 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA con case sparse, orti e piccoli allevamenti di animali da cortile. Dopo un percorso di circa 3 Km, sfocia nel lago di Bracciano, presso la zona di S. Gelso. Il fosso è generalmente asciutto. La foce del fosso del Diavolo è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Empiglione (affluente del fiume Aniene) Il fosso Empiglione ha inizio sulle pendici nord orientali del monte Spina Santa con il nome di fosso Fisarno. Il bacino ha forma grosso modo rettangolare, allungata in direzione Ovest-Sud Ovest, che occupa una regione collinare con versanti acclivi o mediamente acclivi; metà della quale è coltivata a seminativo. La superficie del bacino è pari a 42 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 11,7 Km. L’altitudine media è di 404 m slm. Al limite del bacino ricade il paese di Castel Madama. Il fosso Empiglione è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Eri Il fosso Eri ha origine sulle pendici orientali di monte Pozzo di Ferro e scorre verso valle in direzione Sud, costeggiando le pendici del Monte Grande interessate anche dalle acque del fosso Grottone. Dopo aver attraversato alcune aziende agricole e l’abitato di Santa Severa sfocia quindi in mare. La superficie del bacino è di circa 8 Kmq. La foce del fosso Eri è sottoposta al monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Farfa (affluente del fiume Tevere) Il bacino del Farfa ricade quasi esclusivamente nella provincia di Rieti e solo il tratto terminale ricade nella provincia di Roma. Il fosso sfocia sulla riva sinistra del Tevere, circa 1.500 metri a monte dello sbarramento ENEL di Nazzano (confine comunale tra i comuni di Nazzano Romano e Torrita Tiberina). Il fosso Farfa si addentra nella Riserva Naturale di Nazzano – Tevere – Farfa, costituita a protezione di una zona umida di interesse internazionale. La Riserva comprende circa 700 ettari lungo il corso del Tevere, a monte dello sbarramento artificiale di Nazzano, e parte del fosso Farfa. Il Farfa è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Fiora (affluente del fiume Tevere) È un affluente di sinistra del Tevere e ha inizio sulle pendici settentrionali del monte Carboniere. Il fosso nel suo percorso assume diverse denominazioni e solo nel tratto terminale è denominato fosso della Fiora. La superficie del bacino è pari a 80 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 16,8 Km. L’altitudine media è di 152 m slm. Nell’ambito del bacino ricadono i centri abitati di Torre Mancina, Castel Chiodato, Cretone. Il limite del bacino passa per i centri abitati di Monterotondo, Mentana, S. Angelo Romano e Palombara Sabina. La foce è ubicata nel comune di Monterotondo. Il fosso della Fiora è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso della Fiora Il bacino del fosso della Fiora è ubicato nei comuni di Bracciano e di Oriolo Romano. Dalla quota 554 m slm circa, scende passando per poggio dell’Oriolo e poggio Le Vacche, verso il lago di Bracciano in località Vigna Grande. Il fosso attraversa, per circa il 90% del percorso, zone boschive. Il bacino del fosso della Fiora è completamente disabitato; solo alcune abitazioni sono concentrate nei pressi dell’abitato di Oriolo Romano. Il fosso della Fiora è perenne nei pressi della foce, anche se ha portata modesta nei mesi estivi. La foce del fosso Fiora è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Fiumaretta Il fosso Fiumaretta si estende per circa 9 Km e sfocia a mare subito a Nord dell’abitato di Civitavecchia, tra le località denominate Punta del Cimitero e Bagno Penale, immediatamente a ridosso della centrale ENEL e all’interno della diga foranea. Nel bacino, che occupa una regione collinare, sono presenti falde sotterranee interessanti, tra le quali quella termale della sorgente Ficoncella. La superficie del bacino è pari a circa 14,5 Kmq. Le acque della foce sono a carattere perenne. 13 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 La foce del fosso Fiumaretta è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Fiumicino (affluente del fiume Aniene) Il fosso Fiumicino ha inizio nella valle tra Selva di Capranica e Colle S. Paolo, a circa 630 m slm, con il nome di Fosso Perazzetta; successivamente scende a valle verso Nord. Il bacino del Fiumicino ha forma irregolare ed occupa una regione caratterizzata, in massima parte, da alte colline con versanti acclivi e, in piccola parte, da aree montagnose; gran parte della superficie è coltivata o lasciata a pascolo. La superficie del bacino è pari a 52 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 14,5 Km. L’altitudine media è di 717 m slm. Al limite del bacino ricadono i paesi di Saracinesco e Guadagnolo; all’interno del bacino i paesi di Sambuci, Ciciliano, Cerreto Laziale, Gerano e Pisoniano. Il fosso Fiumicino è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Focetta o canale allacciante Pantanello Il fosso Focetta è collegato ai canali di bonifica di Ostia. Esso attraversa il comprensorio interessato dal Parco urbano Pineta di Castelfusano, che occupa una superficie pari a 1.000 ettari di macchia mediterranea frammista a pini marittimi, la Tenuta presidenziale di Castel Porziano e la Macchia di Capocotta che, estendendosi per 6.000 ettari, costituiscono una delle più importanti foreste planiziarie costiere italiane. La foce del fosso Focetta è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Grande o Incastri Il fosso Grande o Incastri o Americano nasce come emissario del lago di Nemi e attraversa la Valle Ariccia dove è praticamente asciutto. Alla fine della Valle Ariccia, il fosso è coperto e riemerge dopo l’incrocio di via Ginestreto del comune di Ariccia. Nella parte alta il fosso attraversa una zona collinare con versanti più o meno acclivi, che diventano più dolci verso valle. Gran parte della regione è coltivata a vigneto o a seminativo. Il fosso sbocca nella piana costiera a circa 1 Km dalla costa, a m 10 slm, per poi sfociare nel Tirreno, sul Lungomare degli Ardeatini, a Sud-Ovest della città di Ardea. Dal ponte sulla via Laurentina fino alla foce a mare, il fosso scorre su un letto artificiale con argini in cemento; la zona circostante è caratterizzata dalla presenza di numerose abitazioni occupate prevalentemente nel periodo estivo. Il bacino del fosso Grande si estende dalla costa tirrenica sino all’apparato vulcanico dei Colli Albani ed ha forma irregolare, allungata nel senso del corso d’acqua e dei suoi affluenti. La superficie del bacino è pari a 127 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 23,5 Km. L’altitudine media è di 104 m slm. Entro il bacino o al suo limite ricadono i centri abitati di Albano Laziale, Genzano di Roma, Pescarello, Cecchina, Santa Procula Maggiore, Santa Palomba e Ardea. Il fosso Grande raccoglie le acque di numerosi corsi d’acqua che scorrono, verso Sud-Ovest, dal versante meridionale dell’apparato vulcanico dei Colli Albani e che confluiscono tutti a raggiera, all’altezza di Ardea, tra 10 m e 16 m slm. Il fosso Grande è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01) e, per quanto riguarda la foce, in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso di Grotta Renara Il fosso di Grotta Renara ha origine dal Monte Calvario, nel comune di Oriolo Romano (VT), e scorre con direzione Ovest-Est fino al lago di Bracciano, a circa 2 Km a Nord dell’abitato di Bracciano. Nel bacino insistono i centri abitati di Manziana, della località Pisciarelli e del comprensorio di Bracciano, che sono serviti dal collettore fognario circumlacuale COBIS. La maggior parte del bacino è ricoperta da aree boschive. In prossimità della foce, lungo la strada provinciale circumlacuale, sono presenti alcuni insediamenti civili, abitati generalmente nel periodo estivo. Il fosso di Grotta Renara, a monte del ponte di Boccalupo si presenta generalmente asciutto ma la portata aumenta notevolmente dopo aver ricevuto l’acqua del fosso Poggio di Oriolo che, a sua volta, risulta alimentato per gran parte dal sopravanzo del vecchio acquedotto Paolo. La foce del fosso di Grotta Renara è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Guardiole Il fosso delle Guardiole nasce in prossimità del Fontanile delle Guardiole del Comune di Santa 14 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA Marinella e attraversa una zona adibita a pascolo fino a raggiungere, in prossimità dell’autostrada, zone edificate con presenza di coltivazioni a serra. Il fosso, prima di sfociare a mare, attraversa l’abitato di Santa Marinella. Le acque della foce sono a carattere perenne. La foce del fosso delle Guardiole è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Infernaccio Il fosso ha origine dalla confluenza di tre corsi d’acqua ma l’apporto idrico principale è quello meteorico. Il bacino occupa una zona di basse colline con zone boschive, zone adibite a pascolo brado, terreni incolti e zone fortemente antropizzate: la superficie è di circa 5 Kmq e la lunghezza d’asta del fosso è di circa 5,5 Km. Il fosso Infernaccio sfocia a Sud di Civitavecchia, lambendo la località Borgo Odescalchi, a poche centinaia di metri di distanza dal fosso di Scarpatosta. Le acque della foce sono a carattere perenne. La foce del fosso Infernaccio è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto con il programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Lagusiello Il fosso Lagusiello nasce a quota 219 m slm come canale di drenaggio e di scolo dell’omonimo lago che è prosciugato. Attraversa una galleria sotterranea lunga circa 200 m e riaffiora a quota 200 m slm a Nord della località Vaccheria. Il fosso sfocia nel lago di Bracciano in località l’Ossessione. Nell’area circostante il fosso Lagusiello sono presenti alcune case agricole abitate tutto l’anno e, all’altezza della foce, alcune villette. Il territorio è adibito prevalentemente a pascolo brado e a seminativo. Il corso d’acqua è perenne. La foce del fosso Lagusiello è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Lenta (affluente del fiume Mignone) Il fosso Lenta ha origine in Contrada Quarto del Travertino e si dirige verso Sud-Ovest e successivamente verso Nord-Ovest, prima di confluire in riva sinistra del Mignone. Il bacino del Lenta ha forma a mezzaluna con concavità rivolta a Nord ed occupa una regione collinare (comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico) che per metà è coperta da boschi. La superficie del bacino è pari a 53 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 10 Km. L’altitudine media è di 200 m slm. Il fosso Lenta è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Licenza (affluente del fiume Aniene) È un affluente di destra dell’Aniene, con confluenza a m 280 slm; ha origine dalla riunione di alcuni fossi che percorrono le pendici meridionali di Colle Cima dei Coppi e Colle Mola Capello, e scende poi verso Sud. Il bacino imbrifero del Licenza ha forma allungata in direzione Nord-Sud e comprende una regione montagnosa e di alte colline con ripidi versanti, la cui superficie è occupata per oltre metà da pascoli e campi coltivati. È interessato dal Parco Naturale dei Monti Lucretili che, con una superficie pari a 18.000 ettari, domina il gruppo montuoso del Monte Gennaro, caratterizzato da fenomeni carsici con doline e depressioni di vasta superficie, campi carreggiati, grotte, pozzi, laghetti. La superficie del bacino è pari a 52 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 14,5 Km. L’altitudine media è di 894 m slm. Sul limite del bacino si trova il paese di Mandela e all’interno i paesi di Percile, Civitella San Paolo, Licenza e Roccagiovine. Il torrente Licenza è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Loricina Il fosso Loricina nasce nel territorio di Nettuno, con il nome di fosso della Seccia, in località la Seccia presso il Km 19 della strada per Velletri ed è alimentato da una fonte sorgiva. Il corso d’acqua attraversa terreni coltivati con presenza di case sparse, poi si addentra nell’abitato di Nettuno dove è intubato fino alla foce a mare, ubicata in pieno centro urbano di Nettuno, nei pressi di via Genova. La foce del fosso Loricina è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Malafede (affluente del fiume Tevere) È un affluente di sinistra del Tevere e ha inizio sulle pendici occidentali dell’apparato vulcanico dei Colli 15 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Albani, con il nome di Paglian Casale. La superficie del bacino è pari a 104 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 23,8 Km. L’altitudine media è di 83 m slm. Nel bacino ricadono i centri urbani di Castel di Decima, Trigoria, Castel di Leva, Castel Romano, parte del comune di Albano Laziale e la tenuta presidenziale di Castel Porziano. La foce è ubicata nel comune di Roma, all’altezza della stazione di Casal Bernocchi. Il fosso di Malafede è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01). Il fosso Malpasso Il fosso Malpasso ha inizio sulle pendici meridionali del Monte Paradiso e ha una lunghezza d’asta di 4,4 Km. Il bacino ha una superficie di circa 2,8 Kmq e occupa una zona delimitata da basse colline, coltivate a seminativo. Il corso d’acqua risulta perenne nella zona di foce, sebbene con portata limitata. La foce del fosso è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Marangone Il fosso Marangone prende origine dalla confluenza di due fossi che scendono dalle pendici di Poggio Ombricolo. Il bacino del corso d’acqua, che occupa una zona collinare, è di 23 Kmq ed è occupata da boschi, pascoli e seminativi. Il fosso si immette a mare nei pressi della Torre Marangone. La foce del fosso Marangone è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fiume Mignone Il fiume Mignone nasce dai monti Sabatini, a Nord-Ovest del lago di Bracciano, ad una quota di circa 400 m slm; durante il suo corso riceve numerosi affluenti e attraversa una regione collinare che è in parte boscosa e in parte coltivata, poi sfocia nel Mar Tirreno, una decina di chilometri a Nord di Civitavecchia. Prima della foce è attraversato dall’autostrada Roma-Tarquinia, la S.S. Aurelia e la ferrovia Roma-Pisa. Il bacino è di forma pressoché rettangolare, allungata in direzione Est-Ovest, che dal mare si estende per circa 35 Km nell’interno fino ai laghi di Vico e Bracciano. Il bacino del Mignone è interessato dalla Riserva Parziale Naturale di Monterano che occupa una superficie pari a 1.450 ettari tra i Monti della Tolfa e l’area Sabatina. La Riserva è caratterizzata dalla presenza di forre incise dallo stesso Mignone e dal suo affluente Biscione. Sono presenti dense vegetazioni mediterranee alternate da boschi e cespuglieti. La superficie del bacino è pari a 496 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 65 Km. La quota massima del bacino è di circa 500 m slm e la minima di 3 m. Nel bacino ricadono i paesi di Veiano, Civitella Cesi, Monte Virginio, Canale Monterano, Manziana, Bagni di Stigliano, Tolfa e Allumiere. La foce è ubicata nella provincia di Viterbo. Il Mignone è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01), della verifica della idoneità delle acque ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile (monitoraggio 02) e della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Mola o Robiano È un breve corso d’acqua che scorre alle pendici della collina urbanizzata denominata località San Francesco e sfocia nel lago di Bracciano a circa 300 m di distanza dal porticciolo di Anguillara, in pieno centro abitato. Il corso d’acqua è generalmente asciutto nei mesi estivi. La foce del fosso della Mola è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Mola o del Ponte Vecchio Il corso d’acqua nasce ai piedi della rupe di Bracciano ed è alimentato dal sopravanzo della sorgente della Catena. Il fosso ha una portata modesta per tutto il percorso e scorre per circa 2 Km prima di raggiungere il lago in località Bagni di Bracciano. La foce del fosso Mola è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso della Moletta Il fosso della Moletta ha origine circa 2 Km ad Ovest della città di Aprilia e scende verso valle dove riceve l’apporto di alcuni importanti affluenti che rientrano nella parte di bacino ubicata nella provincia di Latina. Nel comune di Ardea, il fosso costeggia, lungo la sponda sinistra, una zona densamente abitata 16 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA (zona Nuova California) mentre a destra, zona Santa Lucia, sono presenti case sparse e zone coltivate a fiori e ortaggi, per la cui irrigazione è prelevata l’acqua del fosso. Il corso d’acqua, dopo aver attraversato il ponte sulla via Ardeatina, all’altezza del Km 16,5, attraversa il centro urbano di Tor San Lorenzo nel comune di Ardea, dove sfocia a mare. La foce del fosso della Moletta è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Orfeo Il fosso Orfeo ha origine dal drenaggio della zona ubicata tra gli abitati di Campo Iemini e Borgo Santa Rita del Comune di Pomezia. Il bacino non ha una netta conformazione in quanto la zona drenata, oggi bonificata, un tempo era paludosa. Il corso d’acqua ha un percorso molto breve (circa 3 Km) in un territorio adibito prevalentemente ad uso agricolo. Lungo il percorso il fosso riceve le acque dei numerosi canali di bonifica che peraltro ne costituiscono la totale portata nei periodi di secca. Alcuni canali di bonifica costeggiano gli abitati di Torvajanica. Il fosso sfocia a mare nella zona Sud dell’abitato di Torvajanica del comune di Pomezia. La foce del fosso Orfeo è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Passerano (affluente del fiume Aniene) È un affluente di sinistra dell’Aniene, che ha inizio nei pressi del paese di S. Cesareo con il nome di Fosso Scuro; scende a valle verso Nord-Nord Ovest fino alla confluenza con l’Aniene, che avviene a 62 m slm. Il bacino imbrifero ha forma molto allungata ed occupa una regione collinare, prevalentemente agricola, caratterizzata da fossi stretti e profondi con rive alte e ripide. La superficie del bacino è pari a 36,6 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 22,5 Km. L’altitudine media è di 227 m slm. Sul limite del bacino si trova il paese di Rocca Priora e all’interno rientra il paese di San Cesareo. Il fosso Passerano è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il canale dei Pescatori Il canale dei Pescatori o canale dello Stagno ha la stessa funzione del canale delle Acque Alte e Basse di Fregene: regolamenta il deflusso delle acque del territorio della Bonifica di Ostia. Nel periodo estivo, per alimentare le acque dei canali di bonifica, spesso vengono utilizzate le acque del fiume Tevere. La foce del Canale dei Pescatori è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Pratica Il fosso di Pratica ha origine nella tenuta Petronella dove è intubato fino all’incrocio con la via Pontina Vecchia, zona industriale del comune di Pomezia, poi attraversa una zona agricola con abitazioni sparse, costeggia il Castello di Pratica, attraversa via Pratica di mare in località Fornaci, e poi scorre in una zona di campagna denominata Campo Selva adibita a pascolo ed a colture. Infine, il fosso sfocia in mare sul litorale di Pratica di Mare del comune di Pomezia, in una zona densamente abitata. Nel bacino del fosso di Pratica insiste il vasto insediamento aeroportuale di Pratica di Mare. La foce del fosso di Pratica è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso del Prete Il fosso del Prete ha origine in località Crepacuore da uno sbarramento artificiale che forma un laghetto di ridotte dimensioni, raccoglie le acque di un piccolo bacino imbrifero collinare a forma allungata e corre verso il mare per circa 4 Km. Nel bacino sono presenti sorgenti temporanee di portata molto piccola. La superficie del bacino è di circa 4,5 Kmq. Il fosso del Prete sfocia a mare a circa 3 Km di distanza da Civitavecchia, a Nord di Punta San Paolo. Recentemente, con la costruzione della diga foranea ed il riempimento dell’invaso creatosi, la foce è stata allungata mediante un canale lungo circa 500 m. L’area inferiore del bacino è occupata da numerosi capannoni adibiti a servizi e da un grande deposito di carburanti. La foce del fosso del Prete è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso dei Quadri Il fosso dei Quadri nasce a Sud del centro abitato di Bracciano e, dopo aver attraversato una zona con 17 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 ripidi pendii coperti da boschi, sfocia nel lago di Bracciano presso il promontorio denominato il Calvario. Nell’ultimo tratto, dopo aver attraversato la S.P. circumlacuale, il fosso costeggia un centro velico e alcuni lotti con colture ad ortaggi ad uso familiare. Il fosso è asciutto per quasi tutto il suo percorso. All’altezza della S.P. circumlacuale viene alimentato da sorgenti caratterizzate da modesta portata fino alla foce. La foce del fosso dei Quadri è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso Quartaccio Il bacino ha forma allungata e occupa una regione collinare. Dopo aver attraversato zone con coltivazioni intensive di fiori, sfocia a mare tra Santa Marinella e Santa Severa. Le acque della foce sono a carattere perenne. La foce del fosso Quartaccio è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Rio Fiume Il bacino del fosso Rio Fiume, che ha origine sulle pendici orientali del Monte la Tolfaccia, occupa una regione collinare con versanti piuttosto ripidi e con colline che raggiungono quote più elevate dalla costa verso l’interno. Oltre il 60% della superficie del bacino è coperta da boschi e il rimanente risulta nella massima parte coltivato a seminativo (comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico). Nella zona più prossima al litorale, il corso d’acqua attraversa la zona abitativa di Santa Severa nord. La foce del Rio Fiume è caratterizzata da una notevole portata. La foce del fosso Rio Fiume è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Rio Galeria (affluente del fiume Tevere) È un affluente di destra del Tevere che nasce all’altezza della via Trionfale alta e sbocca nella piana del Tevere presso l’abitato di Ponte Galeria. Il bacino si estende dalle pendici del lago di Bracciano fino al Tevere, poco ad ovest di Roma. La superficie del bacino è pari a 158 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 38,5 Km. L’altitudine media è di 95 m slm. Nell’area del bacino ricadono i centri abitati di Cesano e di Ponte Galeria. La foce è ubicata nel comune di Roma. Il fosso Rio Galeria è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01). Il fosso Rio Torto Il fosso Rio Torto ha origine sulle pendici occidentali dell’apparato vulcanico dei Colli Albani, nei pressi della città di Albano Laziale, con il nome di fosso Procula. Il fosso Rio Torto ed i suoi affluenti attraversano numerosi insediamenti urbani, civili e industriali. Nella sua parte terminale, il corso d’acqua è alimentato da numerosi canali di bonifica della fascia costiera sud di Torvajanica, prima di sfociare a mare nel comune di Pomezia, all’altezza del Km 18,8 della via Litoranea (S.S. 601). La foce del fosso Rio Torto è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fiume Sacco Il fiume Sacco è uno dei grandi fiumi della regione laziale, ma solo una parte del suo bacino rientra nella provincia di Roma, ovvero il tratto che va dall’inizio del fiume fino alla sezione immediatamente a valle della confluenza del suo affluente di destra, il fosso Rio. Il fiume Sacco ha origine nei monti Prenestini e scorre da Nord a Sud in una valle aperta; il bacino ha una forma irregolare ed occupa una regione in parte montagnosa ed in parte collinare con versanti da molto acclivi a mediamente acclivi. La superficie del bacino è pari a 651 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 45 Km. L’altitudine media è di 498 m slm. Nell’interno del bacino, o al suo limite, ricadono molti paesi e centri abitati: Castel S. Pietro Romano, Palestrina, Rocca di Cave, Cave, Labico, Valmontone, Carchitti, Rocca Priora, Rocca Massima, Artena, Montelanico, Carpineto Romano, Gorga, S. Vito Romano, Olevano Romano, Capranica Prenestina, Serrone, Roiate, La Forma, Genazzano, Piglio, Acuto, Paliano, Anagni, Colleferro, Gavignano e Segni. Il fiume Sacco è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01) e in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Sanguinara Il fosso Sanguinara nasce alle pendici del monte Baciadonne e sfocia nel Tirreno a Nord-Est di Ceri, 18 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA nella zona sudorientale dell’abitato di Ladispoli. Il fosso si snoda in aree boschive oppure in terreni adibiti a pascolo: nel territorio a Sud di Cerveteri e nel comune di Ladispoli attraversa zone agricole caratterizzate da colture intensive e ortaggi. Il bacino imbrifero interessa i comuni di Bracciano, Cerveteri e Ladispoli. Le acque della foce del fosso Sanguinara sono a carattere perenne. La foce del fosso Sanguinara è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso dello Schiavo Il fosso dello Schiavo attraversa la valle Schioia e segue un percorso piuttosto breve durante il quale riceve l’apporto di alcune sorgenti che sgorgano dai versanti della valle stessa. Inoltre il fosso è alimentato dalle acque di alcuni canali di bonifica, da fossi che ricevono le acque di alcune sorgenti locali e dalle acque piovane di drenaggio. A valle, nel territorio circostante la sponda sinistra del fosso fino alla foce (Lavinio Nord, Lavinio Sud, Lavinio mare), sono presenti numerose abitazioni. La sponda destra è invece a carattere agricolo fino all’altezza della S.S. 616 (Ostia-Anzio) dove iniziano le costruzioni del “Consorzio Lido dei Gigli” del comune di Anzio che la costeggiano fino alla foce. Un tratto del fosso, a monte della S.S. 616, risulta intubato. La foce del fosso dello Schiavo è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Santa Maria Morgana Il fosso Santa Maria Morgana, che origina in contrada Prato Cipolloso, attraversa fino alle quote più basse zone coperte da boschi e, prima di sfociare a mare, attraversa una zona edificata nell’abitato di Santa Marinella, in prossimità del porticciolo del Castello Odescalchi. Il bacino del fosso Santa Maria Morgana è costituito praticamente dalla sola valle scavata dall’omonimo fosso. La superficie del bacino è di circa 2,6 Kmq. Le acque della foce sono a carattere perenne. La foce del fosso Santa Maria Morgana è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso San Vittorino (affluente del fiume Aniene) È un affluente di sinistra dell’Aniene, che ha inizio sulle pendici meridionali del monte Pagliaro, con il nome di fosso delle Fontanelle e scende a valle dapprima verso Sud-Ovest, a fianco del paese di S. Gregorio da Sassola, e poi verso Nord-Ovest fino alla confluenza con l’Aniene che avviene a 41 m slm,. La forma del bacino è irregolarmente allungata ed occupa una regione all’inizio montagnosa, con versanti acclivi, e poi collinare, con pendii medi e dolci, profondamente incisi da vari corsi d’acqua che corrono in fossi stretti e con rive alte e ripide; esso occupa una superficie prevalentemente agricola. La superficie del bacino è pari a 40 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 18,5 Km. L’altitudine media è di 505 m slm. Sul limite del bacino si trova il centro abitato di Guadagnolo e all’interno si estendono i paesi di Casape, S.Gregorio da Sassola e S.Vittorino. Il fosso S. Vittorino è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Savo (affluente del fiume Sacco) Il fosso Savo è un affluente di destra del fiume Sacco e ha inizio sul vulcano dei Colli Albani, sulle pendici settentrionali del Colle dei Morti, con il nome di fosso della Velica. Il fosso scende a valle fino alla confluenza con il fiume Sacco, e in questo tratto cambia il nome in fosso Savo. Non sono presenti affluenti importanti in riva destra. Il bacino del fosso Savo ha forma irregolare ed occupa una regione di alte e medie colline con versanti più o meno acclivi; buona parte della quale è coperta da boschi. La superficie del bacino è pari a 85 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 25,5 Km. L’altitudine media è di 499 m slm. All’interno del bacino imbrifero ricadono i paesi di Labico e Valmontone. Il fosso Savo è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01) e in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Scarpatosta Il fosso di Scarpatosta origina dalle pendici del Monte Paradiso: dopo un percorso di 4-5 Km sfocia a Sud dell’abitato di Civitavecchia, tra Borgo Odescalchi e Punta del Pecoraro. Il bacino ha forma allungata ed è delimitato da basse colline che culminano con il Monte Paradiso. La superficie del bacino, nella quasi totalità, è adibita a pascolo e, soprattutto in prossimità della foce, a coltivazioni. A destra e a sinistra della foce del fosso di Scarpatosta insistono stabilimenti balneari. La foce è perenne ma con portata limitata. 19 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 La foce del fosso Scarpatosta è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto con il programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Secco Il fosso ha origine in località Riserva Marcaccio, nel comune di Ardea e si snoda verso il mare costeggiando l’insediamento residenziale Lido dei Pini. Dopo l’intersezione con la litoranea Ostia-Anzio, al Km 29, attraversa la pineta Gallinara, dove sono ubicati i campeggi Lido delle Ginestre e Campeggiatori Romani, e sfocia a mare. Il regime del fosso è a carattere torrentizio. La foce del fosso Secco è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). II fosso Simbrivio (affluente del fiume Aniene) È un affluente di destra dell’Aniene, che ha inizio dalla confluenza di alcuni fossi che scendono a raggiera, nei pressi del paese di Vallepietra, e scorre a valle verso Sud-Sud Ovest, fino alla confluenza con l’Aniene, in località Comunacque a m 550 slm. La forma del bacino è grossomodo triangolare, con il vertice alla confluenza con l’Aniene. Il bacino occupa una regione montagnosa con versanti molto acclivi, per gran parte coperta da boschi (Parco Naturale dei Monti Simbruini, citato nella descrizione del fiume Aniene), e comprende il paese di Vallepietra. La superficie del bacino è pari a 60 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 13 Km. L’altitudine media è di 1170 m slm.. Il fosso Simbrivio è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fiume Tevere Il Tevere entra nella provincia di Roma all’altezza del comune di Ponzano Romano e, per un lungo tratto (circa 20 Km), fa da confine tra la stessa provincia di Roma e quella di Rieti. Questo tratto di fiume che attraversa territori adibiti, prevalentemente, ad uso agricolo, riceve l’apporto di alcuni modesti affluenti. All’altezza di Torrita Tiberina e di Nazzano il fiume attraversa la Riserva Naturale del Tevere – Farfa, costituita a protezione di una zona umida di interesse internazionale. Il confine Sud della riserva coincide con la diga dell’ENEL di Meana. In questo tratto, il fiume riceve le acque di uno dei suoi più importanti affluenti, il fiume Farfa, il cui bacino insiste quasi esclusivamente nella provincia di Rieti, interessando la provincia di Roma solo nel suo tratto terminale. Anche a valle della Riserva Naturale, fino al confine con il comune di Roma, il territorio circostante il Tevere è prevalentemente adibito ad uso agricolo, mentre man mano che ci si avvicina verso la diga di Castel Giubileo, aumentano gli insediamenti abitativi o adibiti ad attività terziaria. Su questo tratto di fiume, si riversano le acque di numerosi ed importanti affluenti. La diga di Castel Giubileo, come la diga di Meana sopra citata, limita il trasporto di materiale solido al mare, contribuendo, pertanto, alla vistosa erosione del litorale che si verifica specialmente all’altezza dell’Isola Sacra. Le due dighe, inoltre, costituiscono barriere insormontabili alla risalita dei pesci, con effetti negativi sull’ecologia delle popolazioni ittiche. Tra la diga di Castel Giubileo e Ponte Milvio si alternano aree verdi, parzialmente adibite a scopo agricolo, insediamenti ed attività terziarie o piccole industrie, impianti sportivi (compreso il Galoppatoio di Tor di Quinto), l’Aeroporto dell’Urbe, il depuratore di Roma Nord e l’immissione del fiume Aniene. Sull’ansa di Grottarossa, territorio che conserva ancora importanti caratteristiche botaniche e zoologiche, è ubicato il nuovo complesso RAI. In questo tratto, il Tevere riceve le acque del fiume Aniene, del fosso Valchetta, del fosso Acqua Traversa o Crescenza e di altri piccoli affluenti. Dal Ponte Milvio al Ponte Marconi, il Tevere attraversa la città di Roma. I numerosi corsi d’acqua che una volta pervenivano al Tevere, sono ormai stati quasi completamente convogliati ai collettori comunali che costeggiano il Tevere e l’Aniene. Alla periferia di Roma si riscontrano, invece, ancora numerosi corsi d’acqua non intubati. Dal Ponte Marconi al Ponte di Mezzocammino (G.R.A.) si incontrano terreni agricoli, impianti sportivi, borghetti con insediamenti artigianali, cantieri navali, insediamenti industriali (nell’ansa Magliana), l’ippodromo di Tor di Valle, il depuratore di Roma Sud. Per quanto riguarda gli affluenti, in questo tratto del Tevere, si riversano il fosso Vallerano e il fosso della Magliana. Dal ponte di Mezzocammino a Capo due Rami, sulla riva sinistra del Tevere, sono presenti numerosi insediamenti abitativi che attualmente costituiscono veri e propri quartieri (Vitinia, Centro Giano, Acilia, Villaggio San Francesco, Infernetto, Dragoncello), alternati a campi coltivati sugli argini del fiume. In questo tratto, il Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano preleva le acque per alimentare i canali di irrigazione a servizio delle coltivazioni dell’esteso territorio consortile. 20 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA Per quanto riguarda gli affluenti, in questo tratto il Tevere riceve le acque del fosso di Spinaceto (alimentato dal collettore di Spinaceto che convoglia liquami non depurati dei quartieri di Spinaceto, Tor de Cenci ed il villaggio Azzurro), del fosso di Malafede e del fosso Galeria. L’ultimo tratto del Tevere comprende l’Isola Sacra, racchiusa tra due canali in cui il fiume si biforca all’altezza di Capo due Rami. Il canale principale di Fiumara Grande, che costituisce il corso naturale del fiume, raggiunge il mare a Sud dell’Isola, mentre il canale di Fiumicino raggiunge il mare a Nord dell’Isola. L’Isola Sacra è attualmente ridotta ad una borgata integrata da attività commerciali e produttive: lungo le sponde si rinvengono numerosi rimessaggi e cantieri navali. Nel canale di Fiumicino, all’altezza della strada Portuense, sono ubicati gli scarichi dell’Aeroporto Leonardo da Vinci ed i dilavamenti dell’area aeroportuale. Nella Fiumara Grande, le cui sponde nell’ultimo tratto sono ridotte ad un imbarcadero, vengono scaricate le acque reflue provenienti dal depuratore di Ostia. Il fiume Tevere è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03), dello scambio di informazioni sulla qualità delle acque dolci superficiali nella Comunità europea (monitoraggio 04) e, per quanto riguarda la foce, in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Tor Caldara Il fosso ha origine da due diversi rami: il primo nasce al limite dell’abitato di Lavinio Scalo, sullo stradone di San Anastasio, mentre il secondo ramo proviene dal centro abitato di Cincinnato Nord. La zona circostante il fosso Tor Caldara, fino alla foce, è utilizzata a colture estensive ed è completamente disabitata. Il fosso, dopo aver attraversato la via litoranea Ostia-Anzio, al Km 34 entra nella macchia di Tor Caldara, soggetta a vincoli di rispetto naturalistico e posta sotto il controllo del WWF. La Riserva Naturale di Tor Caldara, che occupa una superficie pari a 44 ettari, è caratterizzata da una fitta macchia mediterranea con sugheri, lecci e torrenti d’acqua solfurea e costituisce una delle più piccole ma importanti aree protette del Lazio. Il fosso sfocia a mare sulla costa antistante la macchia di Tor Caldara del comune di Anzio. La foce del fosso Tor Caldara è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Torraccia o Prima Porta (affluente del fiume Tevere) È un affluente di destra del Tevere e ha inizio sulle pendici orientali dei Monti Rosi, con il nome di fosso dei Quattro Pali e, dopo aver attraversato il comune di Sacrofano, sbocca nella piana del Tevere in corrispondenza dell’abitato di Prima Porta. Nel bacino ricadono il centro abitato di Sacrofano e il quartiere romano di Prima Porta, nel comune di Roma e qui sfocia nel Tevere. La superficie del bacino è pari a 78 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 18 Km. L’altitudine media è di 169 m slm. Il fosso della Torraccia è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Torre Valdaliga Sud Il bacino di questo breve corso d’acqua, dove ricade l’abitato di borgata Aurelia, è occupato da aree coltivate a seminativo e da un vasto centro di raccolta di autovetture per la successiva distribuzione commerciale. All’altezza della foce, sono presenti una centrale termoelettrica e capannoni industriali. La foce del fosso Torre Valdaliga Sud è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Torre Valdaliga Nord È un breve corso d’acqua che attraversa la Piana della Scaglia del Comune di Civitavecchia e, dopo aver attraversato la linea ferroviaria Tirrenica e l’insediamento ENEL, sfocia a mare a nord del promontorio denominato Torre Valdaliga. La foce del fosso Torre Valdaliga è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06). Il fosso Tre Denari Il fosso Tre Denari ha origine in Contrada Quarto S. Andrea del Comune di Fiumicino e scende a valle con direzione da Nord-Est a Sud-Ovest, sbocca nella piana costiera, a quota 10 m slm, e dopo un percorso di circa 4 Km sfocia nel Mar Tirreno a Passo Oscuro, circa 5 Km a Nord-Ovest di Fregene. Il bacino ha forma triangolare e si estende su una regione di basse colline dolcemente modellate, quasi 21 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 interamente coltivata a seminativo. Non sono presenti centri abitati di rilevante importanza. La superficie del bacino è pari a 13 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 10 Km. L’altitudine media è di 80 m slm. Il fosso Tre Denari è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01) e, per quanto riguarda la foce, in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fiume Treja (affluente del fiume Tevere) È un affluente di destra del fiume Tevere e ha origine, con il nome di fosso S. Bernardo, sulle pendici orientali di Monte Lagusiello. Solo una parte del bacino è ubicata nel territorio della provincia di Roma, mentre la confluenza con il Tevere è ubicata nella provincia di Viterbo. La superficie del bacino imbrifero è pari a 490 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 36,2 Km. L’altitudine media è di 269 m slm. Nel bacino del fiume Treja ricadono, per quanto riguarda la provincia di Roma, i centri abitati di Mazzano Romano, Campagnano di Roma e Magliano Romano. La foce è ubicata nel comune di Civita Castellana. Nel Parco suburbano Valle del Treja, che si sviluppa su una superficie di 800 ettari, il fosso scorre tra profondi canyon tufacei popolati da boschi di querce. Il torrente Treja è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile (monitoraggio 02) e della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Turbino Il bacino si estende su una regione collinare, dove ricade l’abitato di Sasso. La superficie del bacino, di circa 21 Kmq, è per circa il 50% coperta da boschi; per il resto, è lasciata a pascolo o è coltivata a seminativo. La lunghezza d’asta del fosso è di 13,6 Km. Le acque della foce sono a carattere perenne. La foce del fosso del Turbino è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Vaccina Il bacino è drenato dal fosso La Mola che sfocia nel Mar Tirreno con il nome di fosso Vaccina, in corrispondenza di Ladispoli, subito a Nord del centro abitato. Il fosso ha origine ad una ventina di chilometri di distanza dalla costa, tra Monte Olivio e Monte Castagno, nei pressi di Manziana, e sbocca nella piana costiera a 4 Km dalla foce. Nell’interno del bacino ricadono i centri abitati di Castel Giuliano, Cerveteri (in prossimità dello sbocco nella piana costiera) e Ladispoli. Il bacino ha forma allungata ed occupa una regione collinare, con versanti piuttosto dolci, coltivati a seminativo e a boschi. La superficie del bacino è pari a 72 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 24,3 Km. L’altitudine media è di 234 m slm. Le acque del Vaccina sono perenni e caratterizzate, nella zona di foce, da una notevole portata. Il fosso Vaccina è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 01) e, per quanto riguarda la foce, in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). Il fosso Valchetta o Cremera (affluente del fiume Tevere) È un affluente di destra del Tevere, la cui confluenza è ubicata poco a valle della diga di Castel Giubileo. Il fosso Valchetta è formato dall’unione del fosso della Mola dei Monti che ha origine sulle pendici orientali di Monte Sant’Angelo e dal fosso della Mola di Formello che ha inizio sulle pendici di Monte Cavalluccio. La superficie del bacino è pari a 103 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 36,7 Km. L’altitudine media è di 178 m slm. In questo bacino ricadono il centro abitato di Formello ed alcuni quartieri romani quali Isola Farnese, La Storta, Olgiata, Labaro e parte di Prima Porta. La foce è ubicata nel comune di Roma, entro il perimetro del G.R.A. Il torrente Valchetta è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso Verginee (affluente del fiume Mignone) Il fosso Verginese, affluente di sinistra del Mignone, è formato dall’unione delle acque di due fossi: fosso S. Lucia e fosso Caldano, che originano, rispettivamente, nei pressi dell’abitato Bianca e sulle pendici settentrionali di Poggio Malinverno e confluiscono presso Poggio della Capanna. Successivamente il fosso Verginese si dirige verso Nord-Est fino alla confluenza con il Mignone, che avviene a 114 m slm. Il bacino ha forma quadrangolare ed occupa una regione collinare (comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico), per metà boscosa e per metà coltivata a seminativo. 22 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA La superficie del bacino è pari a 45 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 11,5 Km. L’altitudine media è di 330 m slm. All’interno del bacino ricade il centro abitato di Tolfa. Il fosso Verginese è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03). Il fosso di Vicarello Il fosso dei Valloni o di Vicarello ha origine nel comune di Bassano di Sutri (VT) in località Valloni, a 449 m slm. Il fosso si snoda in direzione est per 4 Km, attraversando terreni boschivi. In località Val d’Aia riceve le acque di alcune sorgenti e, poco più a valle, alle pendici del monte Capriglia, il contributo del fosso di Monte Sassano. All’altezza dello stabilimento termale di Vicarello, riceve anche il contributo delle acque dello stabilimento stesso e, poco più a valle, di altre sorgenti. Dalla Val d’Aia alla foce, per circa 2,6 Km, il fosso attraversa terreni boschivi, uliveti e pascoli. Nelle aree adibite a pascolo sono allevati allo stato brado sia equini che bovini. Case sparse, abitate prevalentemente nei mesi estivi, sono presenti nella parte alta del fosso di Monte Sassano. La foce del fosso di Vicarello è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07). Il fosso zambra Il fosso Zambra ha inizio sulle pendici occidentali di Costa Catena del Comune di Cerveteri, sbocca nella piana costiera e, dopo aver percorso un paio di chilometri, sfocia in mare circa a 5 Km a Nord-Ovest dell’abitato di Ladispoli. Il fosso Zambra ha portata perenne, ma essa aumenta notevolmente all’altezza dei centri residenziali di Marina di Cerveteri e di Campo di Mare, ubicati lungo il litorale tra la via Aurelia ed il mare. La superficie del bacino è di circa 20 Kmq e la lunghezza d’asta è di 10,8 Km. La foce del fosso Zambra è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05). 1.2. I Laghi Il lago Albano di Castel Gandolfo È un lago vulcanico interno con acqua dolce, ubicato a 293 m slm e caratterizzato da una superficie di 602 ettari, da una profondità massima di 168 metri e da una linea di costa di 10 Km. Il territorio vulcanico presenta zone basaltiche ricche di silicati, sorgenti di acque carbonatiche, rocce magmatiche intrusive (graniti) e formazioni rocciose effusive recenti quali tufo vulcanico detto peperino. Il lago si è formato in depressioni crateriche. È incluso nel parco regionale dei Castelli romani ed è di interesse botanico per la presenza di boschi di castagno con varie specie di quercia e di un sottobosco di grande ricchezza nonché di interesse zoologico per la varietà della fauna ittica. Sono presenti alcuni ristoranti e bar rivieraschi. È vietato l’uso dei natanti a motore. Il lago Albano di Castel Gandolfo è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 08), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 10), della qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11), e della sorveglianza algale (monitoraggio 12). Il lago di Bracciano È il più grande lago vulcanico interno con acqua dolce della provincia di Roma, caratterizzato da una superficie di 5.764 ettari, da una profondità massima di 160 metri e da una linea di costa di 31 Km. È ubicato a 164 m slm. Presenta una costituzione litologica varia con prevalenza di lapilli, scorie e ceneri, la cui cementazione ha dato luogo alla formazione di tufi più che di lave. Il lago si è formato per l’allargamento di una depressione in zona vulcanica. Il bacino imbrifero, che comprende l’insieme delle acque che scorrono in superficie verso il lago, è drenato da tanti piccoli corsi d’acqua, indipendenti l’uno all’altro. Dal lago di Bracciano origina l’emissario che, più a valle, prende il nome di fiume Arrone. Intorno al lago si estendono gli abitati di Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano oltre a numerose aree urbanizzate che occupano sempre maggiori spazi. Un collettore fognario circumlacuale è a servizio degli abitati rivieraschi e convoglia i liquami in un depuratore ubicato lungo il fiume Arrone. Le sponde del lago presentano elevato interesse naturalistico per le importanti piante idrofile tra cui la canna palustre, e per la fauna ittica ricca e varia. Una caratteristica insenatura del lago, nei pressi di 23 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Trevignano Romano, costituisce il monumento naturale denominato Pantane di Trevignano, esteso 341 ettari. Il nome indica chiaramente la natura acquitrinosa di questo ambiente raccolto in un cratere vulcanico facilmente riconoscibile. Le acque del lago costituiscono una importante riserva idrica potabile per la città di Roma e gli abitati marini costieri. Tra le destinazioni prevalenti si esercitano la pesca professionale e il turismo. È vietato l’uso dei natanti a motore. Il lago di Bracciano è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 08), della verifica della idoneità delle acque ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile (monitoraggio 09), della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 10), della qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11) e della sorveglianza algale (monitoraggio 12). Il lago di Martignano È un piccolo lago vulcanico interno con acqua dolce, ubicato a 207 m slm e caratterizzato da 249 ettari di superficie, da una profondità massima di 53 m e da una linea di costa di 6 Km. È di interesse botanico per la vegetazione acquatica e per la presenza di boschi rivieraschi e di interesse zoologico per la fauna ittica. Un tratto del lago è costeggiato da un sentiero che corre in una zona boscosa; sugli altri versanti sono presenti una spiaggetta frequentata per la balneazione e campi coltivati. Tra le destinazioni prevalenti, si esercitano la pesca professionale e sportiva e il turismo. È vietato l’uso dei natanti a motore. Il lago di Martignano è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 08), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 10), della qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11). Il lago di Nemi È un lago vulcanico interno con acqua dolce, ubicato a 303 m slm, caratterizzato da una superficie di 167 ettari, una profondità massima di 34 metri e una linea di costa di 5,5 Km. Il bacino si è originato in depressioni crateriche. Il territorio vulcanico presenta zone basaltiche a prismi esagoni, ricchezza di silicati, sorgenti carbonatiche, rocce magmatiche intrusive (graniti) e formazioni rocciose effusive recenti, quali tufo vulcanico detto peperino. È incluso nel parco regionale dei Castelli romani ed è di interesse botanico per la vegetazione acquatica (cannuccia di palude, giunco e carice) e la presenza di boschi, soprattutto lecceti, lungo le pendici. È vietato l’uso dei natanti a motore. Il lago di Nemi è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 08), della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 10), della qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11) e della sorveglianza algale (monitoraggio 12) 1.3. Le acque marine costiere LA MORFOLOGIA DELLA SPIAGGIA Lungo il litorale Nord della provincia di Roma, tra Torre S. Agostino di Civitavecchia e Capo Linaro di Santa Marinella, si alternano piccole spiagge ciottolose a modeste e articolate ripe rocciose. La fisionomia dei fondali riflette a grandi linee la morfologia della fascia costiera emersa. Il limite interno degli affioramenti rocciosi si mantiene intorno ai -4 m nella zona più settentrionale, mentre, più a Sud, non vi è soluzione di continuità con gli affioramenti di fondali rocciosi. Il limite esterno della costa rocciosa giunge sino a – 25 m. Queste caratteristiche vanno gradualmente esaurendosi procedendo verso Santa Severa, dove si ha un litorale prevalentemente sabbioso. Questo tratto, tuttavia, non perde completamente le caratteristiche della costa rocciosa, in quanto all’altezza di Macchiatonda di Santa Marinella, Torre Flavia di Cerveteri e dello sperone roccioso di Palo a Ladispoli sono presenti modeste ripe rocciose. Da Ladispoli fino alla foce del fiume Tevere, la morfologia costiera è determinata essenzialmente dagli apporti solidi fluviali. La spiaggia sommersa, infatti, risente di quanto presente lungo la fascia costiera: ai fondali rocciosi, che fronteggiano i litorali di Santa Marinella, di Santa Severa, di Macchiatonda, di Torre Flavia e di Palo, giungendo a interessare profondità attorno ai 20 m, si alternano i fondali sabbiosi. Dalla zona Sud di San Nicola di Ladispoli fino alla foce del fiume Tevere, la morfologia del fondale è 24 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA dominata da una spiaggia sottomarina che va gradualmente ampliandosi verso Sud, con pendenze che vanno dallo 1,5 % a San Nicola allo 0,6 % presso Fiumicino. Dalla foce del Tevere sino a Capo d’Anzio, il litorale, per la presenza della cuspide deltizia, ha andamento blandamente falcato con costa rettilinea e formata prevalentemente da spiagge. All’altezza del lido di Lavinio di Anzio, si delinea una ripa rocciosa al cui piede è presente una spiaggia ristretta e discontinua. Questa falesia rocciosa si innalza sul mare con quote che variano fra i 10 e i 20 m e si prolunga fin oltre Capo d’Anzio. La topografia sottomarina di questo settore è uniforme, dominata dalla presenza dell’ala sinistra della foce del Tevere. La continuità longitudinale dei fondali è interrotta, circa 2 Km a Nord del fosso di Pratica, da alcune articolazioni della fascia batimetrica compresa tra – 8 e – 15 m che innalzano il fondale di qualche metro (secche di Tor Paterno, di fronte all’abitato di Torvajanica di Pomezia). Da Capo d’Anzio a Torre Astura di Nettuno prosegue la ripa rocciosa che è presente anche lungo la costa nord di Anzio. Le quote raggiunte lungo la sua sommità si mantengono fra i 15 e i 20 m fino a Nettuno, per deprimersi leggermente fino alla periferia orientale della città. Alla base della ripa si localizza una piccola spiaggia. Oltre l’abitato di Nettuno, la ripa si va gradualmente abbassando di quota sino ad arrivare a 6 m a Torre Astura. I fondali antistanti il settore costiero capo d’Anzio – Torre Astura, sino a -10 m, presentano un graduale aumento della profondità. LA MORFOLOGIA DELLA PIATTAFORMA CONTINENTALE INTERNA A Sud di Torre Sant’Agostino di Civitavecchia fino a Capo Linaro di Santa Marinella, la costa è alta e di ciò risentono in modo evidente i fondali, la cui pendenza aumenta vistosamente: l’isobata -10 m è infatti ubicata mediamente a soli 500 m dalla linea di riva. I fondali di questo settore, almeno fino a 30 – 40 m di profondità, sono notevolmente articolati, anche se con dislivelli non accentuati. Questa successione accentuata di promontori e insenature è da ricollegare, oltre che ad affioramenti rocciosi, anche ai posidonieti e alle bioricostruzioni ad opera di organismi bentonici incrostanti. Tra Capo Linaro e Palo di Ladispoli, l’andamento dei fondali è condizionato, almeno in parte, dagli apporti di sedimenti dall’entroterra. I fondali, molto articolati fino a –20 m di profondità, diventano morfologicamente omogenei e degradano verso il largo prima dolcemente, e poi via via più bruscamente. Più a Sud di Palo, fino alla foce del fiume Tevere, sono i sedimenti apportati dallo stesso Tevere a condizionare l’andamento e le caratteristiche della piattaforma continentale. I fondali sono omogenei a tutte le profondità e scompaiono i posidonieti, attivi o morti. Da terra fino all’isobata di –25 m di profondità, si estende il fronte del delta, con pendenza dei fondali sempre molto dolce. A fiumara Grande, che è l’apice del delta, il limite esterno del fronte del delta dista 4 Km dalla costa. Oltre i 25 m di profondità, la pendenza dei fondali diviene maggiore. Il delta tiberino condiziona anche l’andamento dei fondali tra la foce del fiume Tevere e capo d’Anzio, specie nella porzione più settentrionale, comprendente la foce fluviale e la spiaggia di Castel Porziano di Ostia. A Sud di Torvajanica di Pomezia fino a Capo d’Anzio, i fondali sono assai omogenei e permane una rottura di pendio nella fascia compresa tra le profondità di – 20 e – 30 m. Oltre Capo d’Anzio, terminati gli effetti degli apporti sedimentari dell’entroterra, il fondale perde parte dalla propria omogeneità diventando fortemente articolato, con successione accentuata di promontori e insenature. IL LITORALE MARINO Il litorale marino della provincia di Roma si estende per circa 135 Km e comprende i comuni costieri di Civitavecchia, Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Roma (Ostia), Pomezia, Ardea, Anzio e Nettuno. Iniziando da Civitavecchia, la costa si presenta rocciosa o sassosa da Torre Sant’Agostino a Santa Marinella e bassa e sabbiosa da Santa Marinella a Ladispoli. Il litorale dei comuni di Fiumicino e di Roma, esteso circa 41 Km, è formato da un vasto arenile sabbioso e profondo, che prosegue piatto e lineare fino al promontorio di Anzio e interrompe la monotona linearità della costa a Sud della foce del Tevere. Oltre Nettuno, la costa prosegue bassa fino a Torre Astura. Il cemento e l’asfalto hanno profondamente modificato l’assetto del litorale: la macchia mediterranea e le dune sono state sostituite da abitazioni e villette con “vista a mare” e con specie arboree esotiche del tutto estranee all’ambiente mediterraneo. L’erosione contribuisce a “consumare” implacabilmente molte spiagge, asportandone la sabbia e minacciando addirittura le strade e le abitazioni. Delle vaste e profonde spiagge quali quelle di Ostia, ad esempio, non rimane che un lontano ricordo. Si cerca di recuperarne qualche metro, installando frangiflutti che deturpano l’ambiente naturale. 25 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 La popolazione All’inizio della stagione estiva, la popolazione costiera aumenta vertiginosamente nel giro di poche settimane: da circa 300.000 abitanti residenti si passa a 1.500.000 di abitanti estivi. Di conseguenza, notevoli quantità di liquami domestici sovraccaricano improvvisamente le fognature e i depuratori, se presenti, o direttamente i corsi d’acqua. La situazione viene aggravata dai cosiddetti escursionisti, ossia quelle persone che si recano a migliaia al mare per meno di una giornata e le cui presenze si concentrano soprattutto il sabato, la domenica e durante le festività estive. L’urbanizzazione Tutto il litorale è caratterizzato dalla presenza pressoché ininterrotta di insediamenti urbani e residenziali e solo brevi tratti sono incolti o utilizzati per l’agricoltura o occupati da parchi o da installazioni militari. Le centrali termoelettriche ubicate in località Fiumaretta e Tor Valdaliga, a Nord di Civitavecchia, oltre ad alterare il paesaggio costiero, rendono inutilizzabili rilevanti tratti di costa. Tra Civitavecchia e Santa Marinella si rileva la prima diffusa urbanizzazione di tipo lineare che, di fatto, fonde le due città in un unico abitato. Le grosse lottizzazioni e l’insediamento turistico residenziale di Santa Severa, il porto turistico di Civitavecchia e quello di Santa Marinella fanno sì che gran parte del litorale del comune di Santa Marinella sia occupato da abitazioni civili e infrastrutture. Dopo Santa Severa, segue un esteso tratto di costa destinata a servizi militari e occupata dalla riserva naturale di Macchiatonda. Le immense lottizzazioni di Cerenova e Campo di Mare, l’abitato di Ladispoli, in continua espansione, il complesso residenziale di San Nicola, caratterizzano il tratto di costa che precede quello di Fiumicino e di Roma che è notevolmente vario. Agli insediamenti di Passo Oscuro, segue la piana bonificata di Pagliete che è scarsamente abitata; tra Fregene e Ostia si verifica una notevole commistione di insediamenti intensivi, vincoli paesaggistici, utilizzi abusivi e strutture varie, quali l’aeroporto di Fiumicino. Dalle ville di Fregene immerse nella vasta pineta plurisecolare, si passa agli insediamenti di Focene, di Fiumicino e del Faro, al nuovo porto turistico di Ostia, agli insediamenti del Lido di Ostia e di Castel Fusano. Solo dopo Castel Fusano, si estende, per una decina di chilometri, un litorale privo di edificazioni: è il litorale della tenuta di Castel Porziano che rappresenta, assieme alla tenuta di Castel Fusano e Capocotta, un’area di grande interesse naturalistico. I litorali di Torvajanica e di Ardea sono ormai completamente occupati da ville e palazzine che, con sequenza ininterrotta, si sviluppano disordinatamente fino ad occupare, spesso, l’arenile. Più a Sud, lungo il litorale di Anzio, si avvicendano complessi residenziali di notevoli estensioni a terre incolte o agricole o di notevole interesse naturalistico, anche se ormai non più estese e suscettibili solamente di tutela e recuperi parziali. Seguono le cittadine fittamente abitate di Anzio e Nettuno che sono fuse in un unico tessuto urbano. L’ultimo arenile fa parte di una estesa servitù militare che, essendo inedificabile, conserva notevole pregio naturalistico. L’erosione del litorale e i frangiflutti Sono ormai molti anni che la costa della provincia di Roma, in molti tratti, sta subendo un drammatico fenomeno di erosione con le conseguenti distruzione e scomparsa dell’ambiente litoraneo. La causa principale del fenomeno erosivo è da attribuire all’enorme diminuzione dell’apporto detritico da parte dei corsi d’acqua in genere e del fiume Tevere in particolare, che è il più grande alimentatore della costa romana. L’apporto di sedimenti da parte dei fiumi, specie quelli maggiori, è stato infatti notevolmente ridotto a causa dell’estrazione della sabbia dal loro alveo e dalla realizzazione di dighe e bacini. L’intero delta del Tevere, è, ad esempio, in fase di progressivo smantellamento. Anche la costruzione di moli e pontili ha assunto particolare rilevanza sul fenomeno erosivo. Infatti, la loro costruzione ha deviato le correnti marine e ha prodotto modificazioni degli equilibri naturali con relativo ed ulteriore contributo alla distruzione della spiaggia. A questo elemento negativo occorre aggiungere le azioni realizzate per porre riparo alle erosioni (barriere e pennelli d’imbonimento) e si sono rivelate, in molti casi, più dannose dell’evento stesso, spostando più in avanti e con maggiore incidenza il fenomeno. I maggiori tratti di costa aggrediti dal fenomeno erosivo sono stati individuati dalla Regione Lazio: – dal confine del comune di Civitavecchia con quello di Tarquinia fino alla Torre Valdaliga; – da Santa Marinella (subito a Sud dell’abitato, verso Santa Severa), a Ladispoli, lungo quasi tutta la costa di Roma con particolare accentuazione tra Focene e la foce del Tevere e da questa a Castel Fusano, ad Anzio (da lido di Enea al confine comunale), a Nettuno (la spiaggia del poligono di tiro). 26 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA I MONITORAGGI Le acque marine sono sottoposte a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 13), della qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 14), della sorveglianza algale (monitoraggio 15) e di quella delle acque destinate alla vita dei molluschi (monitoraggio 15.1). 1.4. Le acque sotterranee I LINEAMENTI GEOLOGICI La provincia di Roma può essere suddivisa dal punto di vista geologico in nove unità strutturali. unità Strutturali dei monti Simbruini (A) e dei monti Lepini (B) Le unità in questione sono costituite sia da litotipi calcarei molto permeabili per fratturazione e per carsismo, sia da litotipi calcareo-dolomitici a scarsa circolazione idrica. Queste zone carbonatiche racchiudono le più importanti riserve di risorse idriche della provincia di Roma, a causa dell’alto valore del rapporto infiltrazione/ruscellamento e dell’alta piovosità. Dai monti Simbruini, dai quali ha origine il fiume Aniene, scaturiscono numerose sorgenti, localizzate soprattutto nelle aree di Vallepietra (sorgenti del Simbrivio) e di Agosta (sorgenti dell’Acqua Marcia). La particolare configurazione strutturale dei monti Lepini (situati nella parte meridionale della provincia di Roma), invece, permette un deflusso delle acque sotterranee esclusivamente verso il versante tirrenico, nella piana pontina. Comuni ricadenti nell’area dei monti Simbruini: Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Arsoli, Camerata Nuova, Cervara di Roma, Cineto Romano, Jenne, Riofreddo, Roiate, Roviano, Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano. Comuni ricadenti nell’area dei monti Lepini: Carpineto Romano, Gavignano, Gorga, Montelanico, Segni. unità Strutturali dei monti Sabini, Prenestini, Tiburtini e Ruffi (C) Questa serie di catene montuose viene considerata come un’unica unità strutturale in quanto costituita dai calcari della serie Laziale – Abruzzese e dai calcari e marne della serie Umbro – Marchigiana. L’idrogeologia di queste catene montuose è legata soprattutto alla circolazione idrica nei livelli permeabili per l’elevata fratturazione delle rocce carbonatiche, che danno origine ad una serie di sorgenti (e pozzi) utilizzate localmente per l’alimentazione idrica dei comuni, prevalentemente come integrazione all’approvvigionamento idrico da acquedotti. Comuni ricadenti nell’area: Anticoli Corrado, Bellegra, Canterano, Capranica Prenestina, Casape, Castel Madama, Castel S.Pietro, Cerreto Laziale, Ciciliano, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Guidonia Montecelio, Licenza, Mandela, Marano Equo, Marcellina, Monteflavio, Montelibretti, Montorio Romano, Moricone, Nerola, Olevano Romano, Palestrina, Palombara Sabina, Percile, Pisoniano, Poli, Rocca Canterano, Rocca di Cave, Roccagiovine, Rocca Santo Stefano, Sambuci, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, Sant’Angelo Romano, San Vito Romano, Saracinesco, San Cesareo, Tivoli, Vicovaro, Zagarolo. unità Strutturale dei Colli Albani (D) Il gruppo collinare del Vulcano Laziale, localizzato a Sud-Est di Roma, è costituito da un edificio vulcanico centrale (Maschio delle Faete) e da una serie di crateri eccentrici nella parte occidentale, tra i quali importanti sono quelli occupati dal lago Albano di Castel Gandolfo, dal lago di Nemi, dalla valle di Ariccia e dal recinto esterno Tuscolano-Artemisio. La circolazione idrica è legata soprattutto alla permeabilità per fratturazione delle rocce litoidi (lave) e alla permeabilità per porosità delle rocce sciolte (pozzolane e tufi alternati). La potenzialità delle falde idriche viene sfruttata attraverso l’emungimento delle numerose sorgenti, localizzate prevalentemente sulla fascia esterna della struttura, e dei numerosi pozzi. Le portate emunte dai pozzi e sorgenti sono sfruttate dai comuni situati nell’area, come integrazione all’approvvigionamento idrico degli acquedotti del Simbrivio-Ceraso e della Doganella. Comuni ricadenti nell’area: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lariano, Lanuvio, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri. unità Strutturale del Vulcano Sabatino (E) L’area vulcanica dei Monti Sabatini, situata nella parte Nord-Ovest della provincia di Roma, è caratterizzata da una serie di depositi piroclastici alternati a colate laviche prossime ai centri di emissione 27 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 principali. La fase terminale del processo vulcanico ha dato origine a coltri tufacee stratificate affioranti soprattutto nella parte orientale dell’area sabatina (Cesano, Valle del Baccano). A tutt’oggi l’area è interessata da emissioni gassose, termalità e mineralizzazione delle acque sotterranee. I terreni sopra descritti sono da considerarsi, dal punto di vista idrogeologico, da mediamente a molto permeabili. Il lago di Bracciano rappresenta l’affioramento di questa falda principale. Una serie di falde superficiali localizzate lungo i livelli meno permeabili danno origine a numerose sorgenti di modesta entità situate lungo le incisioni vallive. I comuni ricadenti nell’area considerata utilizzano, per l’approvvigionamento idrico, l’acqua prelevata da alcune sorgenti e da pozzi. Comuni ricadenti nell’area: Anguillara Sabazia, Bracciano, Canale Monterano, Manziana, Trevignano Romano. unità Strutturale dei monti della Tolfa e Fascia Costiera Nord (F) La morfologia dei monti della Tolfa è caratterizzata, nei rilievi più elevati, da affioramenti di origine vulcanica, e, in quelli a morfologia meno accentuata, da alternanze di argille, marne e calcari. Lungo la fascia litorale, infine, sono riconoscibili soprattutto formazioni di terrazzi marini. Dal punto di vista idrogeologico, la circolazione idrica dei sedimenti vulcanici origina una serie di sorgenti piuttosto importanti utilizzati per l’approvvigionamento idrico per i comuni di Tolfa e Allumiere. È individuabile, inoltre, una serie di piccole sorgenti a carattere stagionale. I comuni dell’area litorale si approvvigionano attraverso pozzi e sorgenti. I comuni di Civitavecchia e Santa Marinella, privi di un adeguato approvvigionamento da fonti proprie, sono alimentati da acque captate dal fiume Mignone e da sorgenti e pozzi localizzati in provincia di Viterbo. Comuni ricadenti nell’area: Allumiere, Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli, Santa Marinella, Tolfa. unità Strutturale della valle del Tevere (G) La parte del bacino fluviale del Tevere ricadente all’interno della provincia di Roma si presenta come un’ampia valle alluvionale a morfologia pianeggiante, bordata ad Est dalle strutture montuose dei monti Sabini e ad Ovest dall’apparato vulcanico dei monti Sabatini. Questa morfologia ha favorito il formarsi di ampi meandri del fiume con conseguente deposizione di un’ampia fascia alluvionale di base. Nell’area considerata si possono distinguere tre unità idrogeologiche. Le alluvioni recenti del Tevere, permeabili per l’alta porosità dei sedimenti, sono sedi di una falda freatica superficiale in contatto idraulico con il fiume. I sedimenti marini quaternari, presenti soprattutto nell’area nord - orientale, sono caratterizzati da una circolazione idrica bassa, messa in evidenza dalla mancanza di importanti pozzi e sorgenti. I prodotti vulcanici dell’apparato sabatino sono sede di una circolazione idrica media, legata alle intercalazioni permeabili sia per porosità che per fessurazione. In questa zona sono presenti numerose sorgenti e pozzi. I comuni considerati sono approvvigionati da acquedotti (Peschiera, Capore e Consorzio Idraulico Sabino). Comuni ricadenti nell’area: Campagnano di Roma, Capena, Castelnuovo di Porto, Civitella San Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Fonte Nuova, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Mentana, Monterotondo, Morlupo, Nazzano, Ponzano Romano, Riano, Rignano Flaminio, Roma, Sacrofano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina. unità Strutturale della Fascia Costiera Sud (H) L’area, situata nella parte Sud-Ovest della provincia, si presenta con morfologia tabulare, caratterizzata da prodotti piroclastici delle ultime propaggini del vulcano laziale e da sedimenti alluvionali; nella fascia costiera numerosi pozzi attingono acqua nelle aree vulcaniche. I comuni ricadenti nell’area in esame vengono approvvigionati quasi esclusivamente da acquedotti che utilizzano pozzi (acquedotti del Carano e Laurentino). Comuni ricadenti nell’area: Anzio, Ardea, Nettuno, Pomezia. unità Strutturale della Valle del Sacco (I) La valle del fiume Sacco è situata a Sud-Est di Roma. L’idrografia è caratterizzata dalla presenza del fiume Sacco, mentre l’idrogeologia è legata alla presenza di acquiferi superficiali nei sedimenti permeabili vulcanici e nelle alluvioni del fiume. L’approvvigionamento idrico di questa zona avviene quasi esclusivamente per mezzo di pozzi: quelli meno profondi attingono all’acquifero delle alluvioni, mentre quelli più profondi nei sedimenti vulcanici. Comuni ricadenti nell’area: Artena, Colleferro, Labico, Segni e Valmontone. 28 1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA L’IDROGEOLOGIA La circolazione delle acque sotterranee dà origine, nella provincia di Roma, a sorgenti visibili, sorgenti subalvee (in particolare, sorgenti sublacuali), nonché a falde profonde, dalle quali attingono numerose derivazioni potabili, alcune delle quali di eccezionale importanza (sorg. Capore, Acqua Marcia, ecc.). Secondo il Piano Regionale di Risanamento delle Acque, le unità (o gruppi di unità) più interessanti sono sei. unità A3 costituita dal Sub-Complesso Aniene (Complesso dell’Appennino Centrale) Direttrici di alimentazione: dai Monti Carseolani e Simbruini verso l’alta Valle dell’Aniene e in parte verso la Valle del Sacco. Litologia: calcari marnosi terziari e calcari mesozoici in facies abruzzese. Manifestazioni principali nella provincia di Roma: Portata mc/s 6,00 2,40 0,40 Sorgente Acqua Marcia Sorgente Simbrivio Sorgente Ceraso Quota m. s. m. 326 – 370 960 600 unità A4 costituita dal Sub-Complesso Monti Lucretili Direttrici di alimentazione: da Nord Litologia: calcari marnosi e travertini. Manifestazioni principali nella provincia di Roma: Portata mc/s 3,00 1,50 0,50 0,10 Sorgente Regina Sorgente Acquoria Acque Albume Sorgente Capore Quota m. s. m. 69 55 55 480 - 520 unità C costituita dal Complesso Monti Lepini - Ausoni Direttrici di alimentazione: dai Monti Simbruini e Lepini verso l’Agro Pontino Litologia: calcari di scogliera carsificati. Manifestazioni principali nella provincia di Roma: nessuna. unità F costituita dal Complesso dei Vulcani Cimino e Sabatino Direttrici di alimentazione: da Nord Ovest a Sud Est. Litologia: Vulcaniti effusive e piroclastiti. Manifestazioni principali nella provincia di Roma: Portata mc/s 1,30 Sorgenti e falde lago Bracciano Quota m. s. m. 164 unità G costituita dal Complesso del Vulcano Laziale (e Monti Prenestini) Direttrici di alimentazione: da Monte Cavo (radiale). Litologia: Vulcaniti effusive e piroclastiti. Manifestazioni principali nella provincia di Roma: Portata mc/s 0,60 0,10 1,20 0,30 0,30 0,20 0,10 0,50 1,00 Sorgente Felice e falda “Finocchio” Sorgente Passo del Lupo Sorgente Vergine e falda “Appia” Sorgenti e falde Cecchignola e San Leone Sorgenti Acqua Mariana e Squarciarelli Sorgenti Facciate (Nemi) Sorgente Doganella Falda Pomezia Falde Velletri e Carano 29 Quota m. s. m. 65 50 25 - 30 25 - 30 340 - 430 350 -528 528 50 120 - 150 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 unita H costituita da Falde in pressione dell’Agro Romano Direttrici di alimentazione: da Nord e da Est verso Sud Ovest. Litologia: livelli clastici alluvionali. Manifestazioni principali nella provincia di Roma: Pozzo di Grottarossa Pozzi vari ACEA, Agro Romano (Fidene, Vigne Nuove, Torraccia, ecc.) Portata mc/s 0,50 Quota m. s. m. 20 0,30 15 - 20 I MONITORAGGI Le acque sotterranee sono sottoposte a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio 16), della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati (monitoraggio 17) e della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci (monitoraggio 18). 30 2. LA NORMATIVA 2. LA NORMATIVA Il 30 aprile 2006 è entrato in vigore il D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, relativo a Norme in materia ambientale, che ha sostituito il D. Lgs. 11 maggio 1999, n.152. Il 2 maggio 2006, inoltre, con deliberazione n. 266, la Regione Lazio ha deliberato le norme di attuazione del Piano di Tutela delle Acque (PTAR) dove, tra l’altro, sono dettate norme per la classificazione dei corpi idrici ai sensi del D. Lgs. 152/99. Tale Piano di Tutela è stato approvato in via definitiva dal Consiglio regionale con DCR n. 42 del 27 settembre 2007. 2.1. Il D. Lgs. 152/06 Nella parte terza del D. Lgs. 152/06 è definita la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee al fine di perseguire i seguenti obiettivi (art. 73): a) prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; b) conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; c) perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; d) mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate; e) mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità; f) impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico. Il raggiungimento dei citati obiettivi indicati si realizza attraverso i seguenti strumenti: a) l’individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici; b) la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell’ambito di ciascun distretto idrografico ed un adeguato sistema di controlli e di sanzioni; c) il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dallo Stato, nonché la definizione di valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore; d) l’adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi idrici, nell’ambito del servizio idrico integrato; e) l’individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento nelle zone vulnerabili e nelle aree sensibili; f) l’individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche; g) l’adozione di misure per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e di ogni altra fonte di inquinamento diffuso contenente sostanze pericolose o per la graduale eliminazione degli stessi allorché contenenti sostanze pericolose prioritarie, contribuendo a raggiungere nell’ambiente marino concentrazioni vicine ai valori del fondo naturale per le sostanze presenti in natura e vicine allo zero per le sostanze sintetiche antropogeniche; h) l’adozione delle misure volte al controllo degli scarichi e delle emissioni nelle acque superficiali secondo un approccio combinato. Al fine di conseguire detti obiettivi è, pertanto, indispensabile conoscere lo stato di qualità delle acque, superficiali e sotterranee, dolci e salate, e, necessariamente, quello delle acque reflue che costituiscono la principale causa di ogni inquinamento. I corpi idrici interessati sono i corpi idrici significativi e i corpi idrici per specifica destinazione intendendo per: – corpi idrici significativi, quelli che le autorità competenti individuano sulla base delle indicazioni contenute nel D. Lgs. 152/06 e che conseguentemente vanno monitorati e classificati al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale (Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06); – corpi idrici a specifica destinazione, quelli rappresentati dalle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, dalle acque destinate alla balneazione, dalle acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci, dalle acque destinate alla vita dei molluschi (art. 79). 31 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Con l’obiettivo di qualità ambientale dei corpi idrici significativi si persegue la finalità di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Con l’obiettivo di qualità per specifica destinazione è individuato lo stato dei corpi idrici idoneo ad una particolare utilizzazione da parte dell’uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi. Con il Piano di Tutela delle Acque previsto nella parte terza del D. Lgs. 152/06 devono essere adottate le misure atte a conseguire i seguenti obiettivi entro il 22 dicembre 2015 (art. 76): a) sia mantenuto o raggiunto per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono”; b) sia mantenuto, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale “elevato”; c) siano mantenuti o raggiunti altresì per i corpi idrici a specifica destinazione gli obiettivi di qualità per specifica destinazione. Sempre ai sensi del D. Lgs. 152/06, entro il 30 aprile 2007, sulla base dei dati già acquisiti e dei risultati del primo rilevamento effettuato ai sensi del medesimo decreto, le Regioni che non vi abbiano provveduto identificano, per ciascun corpo idrico significativo, o parte di esso, la classe di qualità corrispondente ad una di quelle indicate nel decreto stesso (art. 77, parte terza). In relazione alla classificazione di cui sopra, le Regioni stabiliscono e adottano le misure necessarie al raggiungimento o al mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale. Al fine di assicurare, entro il 22 dicembre 2015, il raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono”, entro il 31 dicembre 2008 ogni corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire almeno i requisiti dello stato di “sufficiente”. Ai fini della tutela delle acque superficiali dall’inquinamento provocato dalle sostanze pericolose, i corpi idrici significativi devono essere conformi, entro il 31 dicembre 2008, agli standard di qualità riportati alla Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, la cui disciplina sostituisce ad ogni effetto quella di cui al Decreto ministeriale 6 novembre 2003, n. 367 (art. 78). Nella Tabella 1 sono riportate le definizioni di carattere generale indicate per la classificazione dello stato ecologico dei fiumi, laghi, acque di transizione e acque costiere. Per quanto riguarda lo stato chimico, questo è definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali. Nella Tabella 2 è riportata la definizione di buono stato chimico delle acque sotterranee. Non sono fissati, per le acque sotterranee, valori limite relativi alle sostanze pericolose. Tabella 1.1. Definizioni riportate nell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 per la classificazione dello stato ecologico dei fiumi, laghi, acque di transizione e acque costiere Stato elevato Stato buono Stato sufficiente Nessuna alterazione antropica, o alterazioni antropiche poco rilevanti, dei valori degli elementi di qualità fisico - chimica e idromorfologica del tipo di corpo idrico superficiale rispetto a quelli di norma associati a tale tipo inalterato. I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano livelli poco elevati di distorsione dovuti all’attività umana, ma si discostano solo lievemente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale si discostano moderatamente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. I valori presentano segni moderati di distorsione dovuti all’attività umana e alterazioni significativamente maggiori rispetto alle condizioni dello stato buono. I valori degli elementi di qualità biologica del corpo idrico superficiale rispecchiano quelli di norma associati a tale tipo inalterato e non evidenziano nessuna distorsione, o distorsioni poco rilevanti. Si tratta di condizioni e comunità tipiche specifiche. Le acque aventi uno stato inferiore al moderato sono classificate come aventi stato scarso o cattivo. Le acque che presentano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale e nelle quali le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato, sono classificate come aventi stato scarso. Le acque che presentano gravi alterazioni dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale e nelle quali mancano ampie porzioni di comunità biologiche interessate di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato, sono classificate come aventi stato cattivo. 32 2. LA NORMATIVA Tabella 1.2. Definizione di buono stato chimico delle acque sotterranee riportata nell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. La composizione chimica del corpo idrico sotterraneo è tale che le concentrazioni degli inquinanti tenore di Ossigeno, valore del pH, Conduttività, Nitrati, Ione ammonio: - non presentano effetti di intrusione salina o di altro tipo, - non superano gli standard di qualità applicabili ai sensi delle disposizioni nazionali e comunitarie, - non sono tali da impedire il conseguimento degli obiettivi ambientali previsti per le acque superficiali connesse né da comportare un deterioramento significativo della qualità ecologica o chimica di tali corpi né da recare danni significatici agli ecosistemi terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo; - le variazioni della conduttività non indicano intrusioni saline o di altro tipo nel corpo idrico sotterraneo. 2.2. Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio In data 2.5.06, con deliberazione n. 266, la Regione Lazio ha deliberato le norme di attuazione del Piano di Tutela delle Acque dove, tra l’altro, si evidenziano indicazioni utili per l’applicazione dei programmi di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee e per il controllo delle acque reflue. Come sopra riportato, tale Piano di Tutela è stato approvato in via definitiva dal Consiglio regionale con DCR n. 42 del 2007. Nell’art. 9, i corpi idrici sono classificati, in conformità al D. Lgs. 152/99, in corpi idrici significativi e in corpi idrici a specifica destinazione (acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, acque superficiali di balneazione, acque superficiali idonee alla vita dei pesci, acque destinate alla vita dei molluschi). Sono anche individuate le seguenti aree a specifica tutela dove devono essere adottate particolari norme per il perseguimento degli specifici obiettivi di salvaguardia dei corpi idrici: – aree sensibili, come definite all’articolo 18 del D. Lgs. 152/1999; – zone vulnerabili da nitrati di origine agricola di cui all’articolo 19 del D. Lgs. 152/99; – zone vulnerabili da prodotti fitosanitari di cui all’articolo 20 del D. Lgs. 152/99; – aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano di cui all’articolo 21 del D. Lgs. 152/99; – aree sottoposte a tutela quantitativa di cui all’articolo 22 del D. Lgs. 152/99. Nell’art. 10 sono fissati gli obiettivi di qualità dei corpi idrici significativi, individuati con la delibera della Giunta Regionale n. 236 del 2 aprile 2004, e le manifestazioni sorgentizie, individuate con deliberazione della Giunta Regionale n. 355 del 18 aprile 2003. Per essi sono definiti i seguenti obiettivi di qualità, da perseguire entro il 31 dicembre 2016: – mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”; – mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; – raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”. Nell’art. 11 sono definite le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile. In particolare, è fissato che per dette acque deve essere mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie A1 e A2 come definite all’articolo 7 del D. Lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile, che non sono classificati almeno in categoria A2, devono raggiungere questa qualità entro il 31 dicembre 2008. Nell’art. 12, relativo alle misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque superficiali idonee alla vita dei pesci, è fissato che la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa sino a coprire l’intero corpo idrico, ferma restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”. Per quanto riguarda le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque superficiali idonee alla vita dei molluschi, nell’art. 13, è riportato che le acque marino costiere e salmastre, che sono sede di banchi e popolazioni naturali di molluschi bivalvi e gasteropodi, devono essere protette o migliorate per consentire la vita e lo sviluppo degli stessi. Nell’art. 14 relativo alle misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque di balneazione, è fissato, tra l’altro, che tutti gli scarichi provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue urbane recapitanti, mediante condotta sottomarina, in acque marino-costiere devono subire un trattamento di clorazione almeno durante la stagione balneare. Le acque reflue urbane in uscita da impianti di depurazione recapitanti in corsi d’acqua superficiali, entro una significativa distanza dal mare, che sarà definita dalla stessa Giunta Regionale, per ogni singolo corpo idrico, devono subire un trattamento di disinfezione a raggi U.V. Per gli altri scarichi recapitanti in corsi d’acqua, le Province, in sede di autorizzazione, dovranno prescrivere la disinfezione a raggi U.V. o trattamenti alternativi che garantiscano il rispetto dei parametri microbiologici fissati. 33 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Nell’art. 15 sono riportate le misure per la tutela delle aree sensibili rappresentate dai laghi e dai rispettivi bacini drenanti individuati con deliberazione della Giunta Regionale n. 317 del 11 aprile 2003. In tali aree, per il contenimento dell’apporto dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane, è disposto l’abbattimento di almeno il 75% del carico complessivo dei nutrienti. Nell’art. 16, relativo alle misure di tutela per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, individuate con deliberazione della Giunta Regionale n. 767 del 6 agosto 2004, è riportato che la Regione definisce i programmi di azione sulla base delle indicazioni di cui all’Allegato 7/A-IV del D. Lgs. 152/1999. Per quanto riguarda le misure di tutela per le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari, nell’art. 17, è citata la deliberazione n. 172 del 18 febbraio 2005, con la quale la Regione ha approvato il Piano regionale di monitoraggio dei prodotti fitosanitari nei corpi idrici superficiali e profondi, aderendo all’Accordo della Conferenza Stato - Regioni dell’8 maggio 2003, per l’attuazione dei “Piani Triennali di sorveglianza sanitaria ed ambientale sugli effetti dovuti all’uso dei prodotti fitosanitari”. A questo proposito, è fissato che il Piano regionale di monitoraggio dei prodotti fitosanitari ha la durata di tre anni con decorrenza dicembre 2004. Alla fine del triennio di monitoraggio, sulla base dei risultati ottenuti, con deliberazione di Giunta Regionale, verranno designate le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari, ai sensi dell’art. 20 del D. Lgs. 152/1999, nelle quali dovranno essere attuati per la protezione delle risorse idriche piani di azione e/o misure restrittive sull’uso di uno o più prodotti fitosanitari. Per quanto riguarda le misure per la depurazione degli effluenti, nell’art. 21, è fissato che, relativamente alla provincia di Roma, nei territori dei bacini Mignone (basso bacino), Mignone - Arrone sud, Tevere (basso corso), Tevere (foce), Aniene (basso corso), Sacco, classificati di qualità scadente e di qualità pessima, e nelle aree sensibili non ricadenti nei citati bacini, devono essere messi in atto particolari interventi necessari per l’efficienza depurativa degli effluenti urbani degli agglomerati con più di 7.000 a.e. e degli scarichi industriali con portata superiore a 1.000 metri cubi/giorno. Detti interventi sono sintetizzati nella Tabella 2.1. Nell’art. 22, invece, come indicato nella Tabella sintetica 2.2, sono fissate misure per gli scarichi di piccoli insediamenti, case sparse, edifici isolati e di agglomerati urbani inferiori a 2.000 a.e. Tabella 2.1. Misure per la depurazione degli effluenti (art. 21 del PTAR) TERRITORI DEI BACINI CARATTERIZZATI DA CORPI IDRICI CON QUALITÀ SCADENTE E PESSIMA E AREE SENSIBILI NON RICADENTI NEI CITATI BACINI (comma 1) Effluenti urbani degli agglomerati con più di 7.000 a.e. (comma 2) 2a BOD con una efficienza depurativa definita dall’equazione sotto riportata: % EFFICIENZA = 100 ─ ((0,0045 [CARICO IN ENTRATA] + 14,843) 100/ [CARICO IN ENTRATA]). 2b Azoto totale e fosforo totale, nelle aree sensibili, a seconda delle situazioni locali, entro i limiti di cui alla Tab. 2 del D. Lgs. 152/06, salvo quanto previsto al successivo punto c. 2c Scarichi industriali con portata superiore a 1.000 metri cubi/giorno (comma 3) 3 Entro il 2008 Depuratori con potenzialità maggiore di 50.000 a.e. a servizio dell’agglomerato di Roma: limite di emissione di 6 mg/L di azoto ammoniacale (come media giornaliera espressa in NH4); azoto nitrico entro il limite di cui alla Tab. 3 del D. Lgs. 152/06. Tab. 3 del D. Lgs. 152/06. Efficienza depurativa rispetto al BOD di almeno 85%. Entro il 2008 Contenuto di azoto totale entro i limiti previsti per gli scarichi industriali di cui alla nota 2 della Tab. 3. Popolazione residente che non può essere servita da fognature (comma 5) RESTANTI TERRITORI Insediamenti urbani e industriali (comma 4) TUTTI I BACINI Effluenti di tutti gli agglomerati superiori ai 2.000 a.e., nonché gli effluenti industriali con portata superiore a 500 metri cubi per giorno (comma 6) 5 Impianti di depurazione basati su sistemi di evapotraspirazione o fitodepurazione a seconda delle dimensioni dello insediamento. 4 Limiti Allegato 5 del D. Lgs. 152/06. 6 Efficienza depurativa di cui ai commi 2 e 3. Entro il 2008 Entro il 2016 34 2. LA NORMATIVA Tabella 2.2. Misure per gli scarichi di piccoli insediamenti, case sparse, edifici isolati e di agglomerati urbani inferiori a 2.000 a.e. (art. 22 del PTAR) 2.2.1. SCARICHI DI PICCOLI INSEDIAMENTI, CASE SPARSE, INSEDIAMENTI ISOLATI E AGGLOMERATI uRBANI INFERIORI A 2.000 A.E. RECAPITANTI IN ACQuE SuPERFICIALI, SuL SuOLO O NEGLI STRATI SuPERFICIALI DEL SuOLO Scarichi, nuovi o esistenti, di acque reflue domestiche originate da case sparse, da insediamenti residenziali e da insediamenti isolati inferiori a 50 a.e., se non allacciabili a reti fognarie (comma 1 a) Scarichi, nuovi o esistenti, di reflui domestici originati da insediamenti isolati maggiori di 50 a.e. e inferiori a 300 a.e., se non allacciabili a reti fognarie (comma 1 b) Devono recapitare sul suolo o negli strati superficiali del suolo Devono essere depurati attraverso sistemi biologici di tipo vasca Imhoff con successiva subirrigazione o evapotraspirazione fitoassistita dei reflui trattati. Possono recapitare in acque superficiali. In tal caso devono essere trattati con idonei sistemi di depurazione che conseguano un abbattimento non inferiore al 70% del carico inquinante in entrata, in riferimento all’ammoniaca e ai parametri indicati nella Tab. 1 del D. Lgs. Gli scarichi esistenti (comma 3): 152/06. – se ricadenti in aree sensibili o in bacini scolanti di aree sensibili ovvero Il raggiungimento dei suddetti limiti di in corpi idrici i cui bacini sono classificati con lo stato qualitativo delle acemissione può essere raggiunto attraque pessimo o scadente (art. 21, verso sistemi di trattamento di tipo biocomma 1), devono essere adeguati logico associati a trattamenti naturali entro il 31 dicembre del 2008; dei reflui (fitodepurazione). – se ricadenti in bacini diversi da quelli indicati devono essere adeguati Devono essere trattati con sistemi di entro il 31 dicembre del 2016. depurazione tali da consentire emissioni conformi alla Tab. 1 del D. Lgs. 152/06 e un abbattimento non inferiore al 40% del carico in entrata dei parametri in Tab. 2 del suddetto decreto. Scarichi, nuovi o esistenti, originati da agglomerati urbani inferiori a 2.000 a.e., recapitanti in acque superficiali I limiti di emissione dei suddetti scari(comma 1 c) chi possono essere raggiunti attraverso sistemi di depurazione di tipo biologico associati a trattamenti di nitrificazione e denitrificazione o trattamenti naturali dei reflui (fitodepurazione). VASCHE SETTICHE (comma 1 d) A TENUTA Dovranno essere eliminate e sostituite con sistemi depurativi conformi alle disposizioni sopra indicate. 2.2.2. SCARICHI DI PICCOLI INSEDIAMENTI, CASE SPARSE, INSEDIAMENTI ISOLATI E AGGLOMERATI uRBANI INFERIORI A 2.000 A.E. RECAPITANTI IN ACQuE MARINO COSTIERE Trattamento con abbattimento del carico inquinante in entrata non inferiore Gli scarichi esistenti (comma 3): al 35% dei parametri indicati nella Tab. – se ricadenti in aree sensibili o in ba1 del D. Lgs. 152/06, fatta eccezione cini scolanti di aree sensibili ovvero per il parametro “solidi sospesi” per il in corpi idrici i cui bacini sono classiquale l’abbattimento non dovrà essere ficati con lo stato qualitativo delle acinferiore al 50% del valore in entrata. que pessimo o scadente (art. 21, comma 1), devono essere adeguati Scarichi, nuovi o esistenti, originati da Trattamenti depurativi di tipo biologico entro il 31 dicembre del 2008; agglomerati urbani inferiori a 10.000 tradizionale o ad ossidazione totale o – se ricadenti in bacini diversi devono a.e., recapitanti in acque marino-co- a fanghi attivi con limiti di emissione essere adeguati entro il 31 dicembre stiere (comma 2 b) conformi alla Tab. 1 del D. Lgs. del 2016. 152/06. Scarichi, nuovi o esistenti, di acque reflue domestiche originate da case sparse, da insediamenti residenziali e da edifici isolati inferiori a 200 a.e., recapitanti in acque marino-costiere (comma 2 a) 2.2.3. TuTTI GLI SCARICHI DI CuI ALL’ART. 22 DEL PTAR TUTTI GLI SCARICHI DI CUI ALL’ART. 22 DEL PTAR (comma 4) Devono garantire la minor carica batterica possibile per il rispetto dell’ambiente e della salute pubblica. Nell’autorizzazione dello scarico dovrà essere previsto il limite per il parametro “Escherichia coli” il cui valore si dovrà fissare tenendo conto di quanto consigliato nelle indicazioni generali dell’Allegato 5 del D. Lgs. 152/99152/1999. 35 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 TAVOLE DEL PIANO DI TuTELA Alla fine del presente capitolo sono riportate 5 delle 8 tavole regionali allegate al Piano di Tutela delle Acque e modificate nel senso che è stato estrapolato il territorio della provincia di Roma. In particolare, sono riportate la Tavola n. 2, relativa alla Carta Geolitologica, la Tavola n. 2bis, relativa alla Carta Idrogeologica, la Tavola n. 4, relativa alla Carta Sinottica della Protezione degli Acquiferi, la Tavola n. 5, relativa alla Carta delle Aree sottoposte a Tutela, e la Tavola n. 7, relativa alla Carta degli Obiettivi di Qualità. Le altre tre tavole (Tavola n. 1, relativa alla Carta dei bacini Idrografici, Tavola n. 3, relativa alla Carta della Vulnerabilità Intrinseca degli Acquiferi, Tavola n. 6, relativa alla Carta dello Stato di Qualità ) sono state utilizzate, nel presente Rapporto, come base delle elaborazione dei risultati dei monitoraggi. Infine, è riportata una tavola che rappresenta i bacini classificati di qualità scadente e di qualità pessima e le aree sensibili non ricadenti nei citati bacini, dove devono essere messi in atto gli interventi sintetizzati nella Tabella 2.1. QuALITà DEI CORPI IDRICI Nell’articolato 8 del Piano di Tutela relativo alla “Qualità dei corpi idrici” della Regione Lazio, datato 30 giugno 2004, sono riportati i punti di prelievo individuati dalla Regione Lazio per monitorare le acque superficilali e sotterranee ai fini dell’applicazione del D. Lgs. 152/99, ed è introdotta la classificazione dei corpi idrici sulla base di accertamenti analitici eseguiti negli anni 2001, 2002 e 2003. Detta classificazione è riportata nelle conclusioni del presente Rapporto. Qui di seguito, si riporta una breve sintesi dell’articolato regionale relativo alla “Qualità dei corpi idrici”. Acque superficiali La Regione Lazio, a seguito della raccolta ed elaborazione di una serie storica di dati relativi ai monitoraggi effettuati negli anni precedenti al 1999, aveva provveduto con DGR n. 199 del 21.12.01, in collaborazione con ARPA Lazio, ad individuare le sezioni di prelievo e di misura delle caratteristiche delle acque dei corpi idrici della Regione. Quest’ultimo reticolo era composto da 136 stazioni di monitoraggio distribuite lungo i corsi d’acqua regionali. Sulla base delle criticità emerse durante i monitoraggi effettuati, per rispondere agli obiettivi fissati dal D. Lgs. 152/99, con particolare riferimento alla classificazione dei corpi idrici significativi, la Regione Lazio, sempre in collaborazione con ARPA Lazio, ha proceduto ad eseguire una ulteriore revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali, approvata con DGR n. 236 del 2 aprile 2004. Il nuovo reticolo, per quanto riguarda il territorio della provincia di Roma, è costituito da 56 stazioni di monitoraggio codificate e georeferenziate, comprendenti i corsi d’acqua, i laghi e le acque marino costiere considerate significative ai sensi dell’all. 1 del sopra citato decreto, per criteri dimensionali o per rilevante interesse ambientale. Corsi d’acqua I monitoraggi presi in considerazione dalla Regione Lazio sono stati condotti nel triennio 2001-20022003. Per ciascuna stazione monitorata è stata effettuata la classificazione dello stato ecologico (SECA), mentre non è stato possibile effettuare la classificazione dello stato ambientale (SACA), poiché non erano disponibili i dati analitici dei parametri addizionali per il periodo minimo di 24 mesi, necessario per arrivare ad una classificazione, come previsto dal D. Lgs. 152/99. Lo stato di qualità ambientale dei corsi d’acqua della provincia di Roma è quindi di fatto un SECA, e la relativa classificazione delle acque, effettuata sulla base delle medie dei valori dei parametri di base, è riportata nelle tavole relative alla Elaborazione dei risultati analitici. Laghi I risultati analitici provenienti dal monitoraggio dei laghi effettuato nel 2003, sono stati elaborati dalla Regione Lazio secondo i criteri fissati dal Decreto 391/03 ed hanno portato ad una classificazione SECA degli stessi. I dati relativi ai laghi di Albano e di Nemi sono stati estrapolati dai dati disponibili relativi ad uno studio per il monitoraggio algale, effettuato dalla Regione Lazio in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Tale lavoro ha comportato campionamenti mensili in un arco di tempo abbastanza esteso (gennaio 2001 - aprile 2003). I parametri esaminati tuttavia non hanno permesso alla Regione Lazio di giungere ad 36 2. LA NORMATIVA una classificazione SECA, in quanto non è stato valutato il parametro trasparenza. Tuttavia, sono stati monitorati altri parametri non previsti dalla normativa ma sicuramente indicativi dello stato di qualità del lago. Dall’esame dei dati summenzionati è stato considerato, in modo molto cautelativo, uno stato sufficiente per i due laghi. Anche per il lago di Bracciano i parametri analizzati da ARPA Lazio nel monitoraggio 2003 sono risultati incompleti per la classificazione. Anche per questo lago, i risultati analitici di numerosi altri parametri, tra i quali metalli, nitriti, nitrati, idrocarburi, composti fenolici, insieme ad una classificazione in classe A/1 del lago come acqua superficiale destinata alla potabilizzazione, hanno deposto, secondo la Regione Lazio, per una qualità senz’altro sufficiente del corpo idrico. Acque marino costiere La classificazione delle acque marino costiere è stata condotta attraverso l’applicazione dell’indice trofico TRIX che riassume in un valore numerico (in una scala di valori da 1 a 10) le condizioni di trofia delle acque. Ai fini della classificazione, La Regione Lazio ha considerato il valore medio dell’indice trofico, derivato dai valori delle singole misure durante il complessivo periodo di indagine. Acque sotterranee Con DGR 18.4.03 n. 355, la Regione Lazio ha definito una prima rete di monitoraggio quali-quantitativo delle acque sotterranee, costituita da 20 sorgenti, individuate in accordo con le Autorità di bacino e già controllate ai sensi del DPR 236/88, decreto concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, successivamente abrogato dal D. Lgs. 31/01. Secondo la Regione Lazio, questa prima individuazione è da considerare come la base della futura rete di monitoraggio prevedendo, in una fase successiva, l’incremento del reticolo che tenga conto delle numerose esigenze legate alle caratteristiche geologiche e idrogeologiche e alla pressione antropica sull’acquifero da monitorare. Nella fase conoscitiva vengono monitorati i “parametri di base” previsti dalla Tab. 19 del D. Lgs. 152/99 e i parametri addizionali relativi ad inquinanti specifici, individuati in funzione dell’uso del suolo, delle attività presenti sul territorio, della vulnerabilità della risorsa e della tutela degli ecosistemi connessi o di particolari caratteristiche ambientali. Nella fase a regime si proseguirà, sempre secondo la Regione Lazio, con le misure dei parametri di base e di quelli addizionali individuati in base alle condizioni dell’acquifero, della sua vulnerabilità, dell’uso del suolo e delle attività antropiche caratteristiche del territorio. Non è stato possibile reperire presso la stessa Regione Lazio serie storiche significative di dati dal punto di vista quantitativo, mentre per quanto riguarda lo stato chimico, i monitoraggi sono stati effettuati negli anni 2002-2003 ed hanno permesso di definire lo stato chimico delle sorgenti secondo quanto previsto dal D. Lgs. 152/99 e di dare una prima indicazione, anche se priva del dato quantitativo, circa la qualità delle acque sotterranee della regione. Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile La rete di controllo risulta costituita da 4 punti di presa individuati nei fiumi Tevere, Aniene e Treja e nel lago di Bracciano. In ottemperanza dei disposti di legge, la Regione Lazio aveva provveduto con D.C.R. n. 1063 del 20.12.84 ad una prima classificazione delle acque ad uso potabile nelle categorie A1, A2, e A3. Con D.G.R. n. 237 del 2.4.04 è stata approvata la revisione della designazione delle acque a specifica destinazione. Per quanto riguarda le acque destinate alla potabilizzazione, non essendo sopravvenuti elementi imprevisti, la Regione Lazio ha riconfermato, nel Piano di Tutela, la vecchia designazione e classificazione. Acque dolci idonee alla vita dei pesci La Regione Lazio ha riportato la seguente rete di controllo delle acque dolci idonee alla vita dei pesci che è costituita dalle seguenti 18 stazioni ciprinicole e 9 stazioni salmonicole. 37 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA Corpo idrico Tevere Tevere Tevere Aniene Aniene Aniene Aniene Aniene Simbrivio Bagnatore Licenza Cona Fiumicino S.Vittorino Passerano Treja Torraccia Corese Mignone Mignone Lenta Verginese Arrone Lago di Bracciano Lago di Martignano Lago di Albano Lago di Nemi (1) da confermare ubicazione Stazione Limiti provinciali Ponte del Grillo Passo Corese Comunacque Subiaco Ponte Anticoli Castel Madama Tivoli Ponte Lucano A monte confluenza Aniene A monte confluenza Aniene A monte confluenza Aniene A monte confluenza Aniene A monte confluenza Aniene A monte confluenza Aniene A monte confluenza Aniene Dopo Mazzano A monte confluenza Tevere A monte confluenza Tevere A monte confluenza Lenta Rota (teleferica) A monte confluenza Mignone A monte confluenza Mignone Località a monte dell’Aurelia Punto di max profondità Punto di max profondità Punto di max profondità Punto di max profondità ANNO 2007 Designazione (2002) Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque salminicole Acque salminicole Acque salminicole Acque salminicole Acque ciprinicole Acque salminicole Acque ciprinicole Acque salminicole Acque salminicole Acque salminicole Acque salminicole Acque ciprinicole (1) Acque ciprinicole Acque ciprinicole (1) Acque ciprinicole Acque ciprinicole (1) Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque ciprinicole Acque destinate alla vita dei molluschi La rete di monitoraggio è costituita da 3 stazioni di campionamento, ubicate nelle acque antistanti i comuni di Ladispoli, Fiumicino e Anzio, dove sono presenti zone sedi di banchi naturali di molluschi. 38 2. LA NORMATIVA Tavola n. 2 CARTA GEOLITOLOGICA Estratto da: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06 Classe A: Complesso dei Detriti antropici dei Conoidi e Detriti di pendio e di falda, delle Facies moreniche e degli Accumuli di frana Classe B: Complesso delle Alluvioni e delle Coperture e colluviali Classe C: Complesso dei Travertini Classe D: Complesso dei Conglomerati e Sabbie Classe E: Complesso delle Argille e dei Depositi argillosi terrazzati Classe F: Complesso dei Conglomerati Poligenici Classe G: Complesso delle Calcareniti ed Emipelagiti prevalentemente marmose Classe H: Complesso dei Flysch Classe I: Complesso della Scaglia Classe L: Complesso delle Marne, Marne calcaree e Dolomie Classe M: Complesso dei Calcari di bacino Classe N: Complesso del Calcare Massiccio e dei Calcari della Serie Laziale-Abruzzese Classe O: Complesso del Calcare Cavernoso Classe P: Complesso delle Filladi Classe Q: Complesso dei Lapilli, Scorie e Pozzolane Classe R: Complesso delle Lave Sature e Sottosature Classe S: Complesso dei Tufi e delle Tufiti Classe T: Doline e forme Carsiche 39 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA Tavola n. 2bis CARTA IDROGEOLOGICA Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06 Laghi Curve isopleze Acquiferi carbonatici Acquiferi alluvionali e costieri Acquiferi vulcanici Legenda idrogeologica 1 - Complesso di copertura recente 2 - Complesso detritico 3 - Complesso dei depositi alluvionali di limitato spessore 4 - Complesso dei depositi alluvionali di corsi d’acqua perenni 5 - Complesso dei travertini 6 - Complesso delle sabbie dunari 7 - Complesso dei depositi fluvio-palustri 8 - Complesso delle piroclastiti 9 - Complesso delle lave ed ignimbriti litoidi 10.1 - Complesso dei depositi clastici eterogenei sabbiosi 10.2 - Complesso dei depositi clastici eterogenei (macco auct.) 10.3 - Complesso dei depositi clastici eterogenei (conglomeratici) 11.1 - Complesso dei conglomerati di Rieti e Formia 11.2 - Complesso dei conglomerati (alluvioni ghiaiose) 11.3 - Complesso dei conglomerati di Santopadre ed altri depositi ghiaiosi 12 - Complesso delle argille plioceniche 13 - Complesso del flysch marnoso-arenaceo 14 - Complesso del flysch argilloso-marnoso con intercalazioni litoidi 15 - Complesso marnoso-calcarenitico 16 -1 - Complesso dei calcari pelagici cretacici (Scaglia e Scaglia di transizione) 16.2 - Complesso dei calcari pelagici cretacici (maiolica) 17 - Complesso marnoso-argilloso-selcifero giurassico 18 - Complesso delle calcareniti giurassiche 19 - Complesso dei calcari micritici liassici 20.1 - Complesso di piattaforma carbonatica 20.2 - Complesso di piattaforma carbonatica (a basso grado di carsificazione) 21 - Complesso dolomitico basale 22 - Complesso metamorfico 40 ANNO 2007 2. LA NORMATIVA Tavola n. 4 CARTA SINOTTICA DELLA PROTEzIONE DEGLI ACQuIFERI Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06 Vulnerabilità - Infiltrazione - Prot. Vegetazionale basso - basso - basso basso - basso - elevato basso - medio - basso basso - medio - medio basso - medio - elevato basso - elevato - basso basso - elevato - medio basso - basso - basso basso - elevato - elevato medio - basso - basso medio - basso - medio medio - basso - elevato medio - medio - basso medio - medio - medio medio - medio - elevato medio - elevato - basso medio - elevato - medio medio - elevato - elevato elevato - basso - basso elevato - basso - medio elevato - basso - elevato elevato - medio - basso elevato - medio - medio elevato - medio - elevato elevato - elevato - basso elevato - elevato - medio elevato - elevato - elevato 41 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA Tavola n. 5 TuTELA Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06 Limiti comunali Limiti di bacino Corpi idrici significativi (corsi d’acqua superficiali) Laghi Aree ad elevata antropizzazione Aree di tutela quantitativa (D.Lgs. 152/99 - tit. III, capo II) Aree d’attenzione Aree critiche Aree vulnerabili e ad elevata infiltrazione Classe 1: Vulnerabilità elevata Classe 2: Elevata infiltrazione Classe 3: Vulnerabilità elevata ed elevata infiltrazione Classe 4: Vulerabilità molto elevata Classe 5: Vulnerabilità molto elevata ed elevata infiltrazione Aree a specifica tutela (D.Lgs 152/99 - tit. III, capo I) Aree sensibili Zona di rispetto Zone di protezione Aree vulnerabili da nitrati 42 ANNO 2007 2. LA NORMATIVA Tavola n. 7 OBIETTIVI DI QuALITà Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06 Limiti di bacino Obiettivi di qualità e Aree d’intervento Aree di inervento Classe 2: Buono Classe 3: Sufficiente non classificato Classi di portata sui fiumi significativi Classe 1: <5 mc/sec Classe 2: 5-25 mc/sec Classe 3: 25-50 mc/sec Classe 4: 50-80 mc/sec Classe 5: >80 mc/sec Aree ad elevata antropizzazione Laghi Limiti comunali 43 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Tavola art. 21 TAVOLA DELLE AREE DELLA PROVINCIA DI ROMA INDIVIDuATE NELL’ART.21 DEL PIANO REGIONALE DI TuTELA DELLE ACQuE RELATIVO ALLE MISuRE PER LA DEPuRAzIONE DEGLI AFFLuENTI Corpi idrici significativi (fiumi) Laghi Limiti di bacino Limiti comunali Aree individuate nell’art. 21 Comune di Roma Aree sensibili e Aree di intervento 44 3. LE COMPETENZE 3. LE COMPETENzE 3.1. Le competenze della Provincia di Roma Il Servizio “Tutela Acque, Suolo e Risorse Idriche” del Dipartimento “Servizi di Tutela Ambientale” dell’Assessorato alle Politiche di Tutela Ambientale della Provincia di Roma svolge diverse attività finalizzate alla tutela qualitativa e quantitativa delle acque, disciplinate da norme nazionali (R.D. 523/1904; R.D. 368/1904; R.D. 1775/1933; D. L.vo 152/2006) e regionali (L.R. 14/1999 e suc.ve mod.ni e int.ni; L.R. 53/1998), e in particolare: Rilevamento delle acque idonee alla vita dei pesci Il monitoraggio delle acque superficiali è indispensabile per la pianificazione di interventi di salvaguardia mirati al ripristino degli equilibri ecologici danneggiati dalle attività antropiche e alla creazione delle condizioni favorevoli per il mantenimento della biodiversità. Il tipo di vita che caratterizza un corpo idrico, e in particolare la fauna ittica, che sta al vertice della catena alimentare, rappresenta un buon indicatore della sua capacità autodepurativa. Tra le specie ittiche vengono considerati organismi indicatori i salmonidi, a causa della loro elevata sensibilità alle variazioni delle caratteristiche dell’habitat (innalzamento della temperatura, alte concentrazioni di inquinanti). Inoltre, la loro presenza nei torrenti montani è un buon indicatore del mantenimento del “Deflusso Minimo Vitale”, concetto introdotto dalla L. 183/1989 e ripreso dalla L. 36/1994 (entrambe integrate nel D. L.vo 152/2006), che indica il “livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati”. L’esame comparato degli indici del monitoraggio chimico e biologico di un corpo idrico e dei principali fattori di disturbo (densità della popolazione, attività agricole, zootecniche, industriali, turistiche) fornisce gli elementi per definire il “carico sostenibile”, inteso come capacità assimilativa del corpo idrico, e per individuare le zone dove l’impatto delle attività antropiche è tale da richiedere interventi preventivi che impediscano il verificarsi di situazioni di emergenza. La conoscenza di tali fattori assume particolare importanza per i corpi idrici utilizzati a scopo idropotabile (fiume Mignone, lago di Bracciano). Il Servizio fin dal 1998 esegue, tramite il supporto tecnico di ARPA Lazio, il monitoraggio chimico-fisico (D. L.vo 152/2006 parte III, All. 2, Sez. B) e biologico (indice I.B.E) dei principali corsi d’acqua che attraversano il territorio provinciale (Tevere, Aniene, Arrone, Mignone, Sacco e principali affluenti) e di 4 laghi (Bracciano, Albano, Nemi e Martignano) al fine di verificarne la conformità alla designazione regionale (D.G.R. 6416 del 24/11/1998 rivista con DGR 237 del 2/4/2004). Nel periodo dal 1998 al 2006 non ci sono state significative variazioni nella qualità dei corpi idrici superficiali della provincia di Roma, ma le criticità rilevate (inquinamento biologico-organico e chimico) e il peggioramento progressivo della qualità delle acque in corrispondenza dei tratti che attraversano territori caratterizzati da elevata densità di popolazione e presenza di insediamenti produttivi (a valle di Castel Giubileo per il Tevere, a valle di Tivoli per l’Aniene, a valle di colleferro per il fiume Sacco) indicano che il degrado è imputabile principalmente all’impatto antropico. Gestione delle situazioni di criticità Il Servizio attualmente svolge un ruolo significativo nella gestione di situazioni di criticità, tra cui: – Episodi di esondazione e morìe di pesci: fenomeni di esondazione con ingenti danni a coltivazioni e/o infrastrutture si sono verificati più volte nel bacino del fiume Tevere e in altri corpi idrici minori, quasi sempre in seguito a fenomeni meteorologici di particolare intensità, durante i quali l’acqua di ruscellamento ha determinato un eccezionale apporto di sostanze tossiche (pesticidi, concimi, ecc.) dilavate dai terreni agricoli circostanti, oltre al trasporto solido, costituito sia da detriti che da materiale ingombrante (rifiuti, alberi sradicati, ecc.). Questi fenomeni sono stati spesso accompagnati da morìe di pesci (Tevere, estate del 2002 e 2004) che, investiti dalle acque ricche di sostanze tossiche e prive di ossigeno, sono morti per anossia. Il frequente verificarsi di episodi del genere è un chiaro indice della compromissione degli equilibri dell’ecosistema nell’intero bacino idrografico. Il tratto urbano e sub-urbano del Tevere, e soprattutto la zona a valle della confluenza con l’Aniene, rappresenta l’area a maggiore criticità, a causa dell’entità e della tipologia degli apporti che riceve dal reticolo idrografico minore. Un progetto interistituzionale con i principali Enti competenti (Ministero Ambiente, Regione Lazio, Comune di Roma, ARDIS, ecc., con il coordinamento della Prefettura di Roma) ha permesso di caratterizzare alcuni affluenti dell’Aniene mediante l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.), l’indagine analitica 45 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 chimico-fisica e microbiologica delle acque e l’analisi dei sedimenti (ricerca metalli pesanti, indice I.B.E.) avvalendosi delle competenze tecniche di ARPA Lazio, ICRAM, APAT e Istituto Superiore di Sanità. Il lavoro svolto ha evidenziato una grave situazione di degrado delle acque superficiali, con l’individuazione di tratti che presentano criticità dal punto di vista ecologico (presenza di rifiuti, acque torbide e maleodoranti, scarichi e prelievi abusivi,) ed idraulico (cementificazione degli argini, assenza della fascia riparia, costruzioni a ridosso dell’alveo, ecc.) che richiedono interventi di riqualificazione, nonchè l’individuazione di zone di particolare pregio (aree sorgentizie, aree con elevato grado di naturalità, ecc.) che meritano una adeguata salvaguardia. Inoltre, si sta attuando un progetto in collaborazione con il Servizio Idrografico e Mareografico della Regione Lazio e con ARPA Lazio per il potenziamento di un sistema di Early Warning già presente sul fiume Tevere, con altre centraline da installare in alcuni tratti del Tevere e dell’Aniene per il monitoraggio in continuo delle acque. Ancora, in collaborazione con il Servizio di Protezione Civile della Provincia e con il Corpo dei Vigili del Fuoco, è stato attuato un progetto che, in caso di ulteriori situazioni di emergenza, prevede l’uso di panne galleggianti in 3 diversi punti del fiume Tevere per la rimozione di pesci morti o altri rifiuti solidi. Infine, per prevenire l’impatto di ulteriori eventuali fenomeni di emergenza sulle acque costiere, è in fase di attuazione il progetto Pennello del Tevere che prevede la realizzazione di un sistema per l’intercettazione di rifiuti flottanti nel comune di Fiumicino, a monte dell’area di foce del fiume Tevere. – Emergenza nella valle del fiume Sacco: nel 2005 è stata riscontrata la contaminazione da besaclorocicloesano in partite di latte provenienti da ovini e bovini di allevamenti ubicati nella Valle del fiume Sacco. Anche la carne degli animali è risultata contaminata, data l’affinità di tale sostanza per il tessuto adiposo. Ne è seguita una grave situazione di emergenza che ha richiesto la distruzione del latte e l’abbattimento dei capi di bestiame, con gravi ripercussioni nei settori agricolo, zootecnico e caseario, oltre che una situazione di pericolo per l’ambiente e la salute pubblica. Accurate indagini hanno individuato la fonte di inquinamento nell’area industriale di Colleferro. La contaminazione era avvenuta tramite l’acqua utilizzata per abbeverare gli animali e per l’irrigazione del foraggio, come dimostra la presenza del pesticida e di metalli pesanti (As, Cr, Pb, Cd, Hg) nelle acque, nei sedimenti e nel biota del fiume Sacco e di alcuni suoi affluenti (fosso Cupo, fosso Valle della Mola), nelle acque sotterranee e nei terreni dell’area di esondazione del fiume. La gravità della situazione ha richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza (DPCM 19/05/2005) e la nomina di un Commissario (OPCM 10/06/2005 n. 3441; OPCM 14/07/2005 n. 3447), nonché l’inclusione dell’area tra i siti di bonifica di importanza nazionale (L. 266/2005, Finanziaria 2006). L’area a rischio è stata perimetrata, sottoposta a operazioni di messa in sicurezza di emergenza e a indagini di caratterizzazione, cui seguiranno le operazioni di bonifica ai sensi del D. L.vo 152/2006 (parte IV). Il Servizio collabora con l’Ufficio Commissariale per le attività di rilevazione e monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, per il trattamento delle acque superficiali contaminate e per le operazioni di bonifica. – Laghi dei colli albani: nel lago di Nemi e nel lago Albano di Castelgandolfo (destinato alla vita acquatica e alla balneazione) è stata rilevata la presenza di fioriture algali della specie Planktothrix rubescens, potenzialmente produttrice di microcistina (tossina con effetti sulla salute umana) che compromette l’uso dell’acqua. Il Servizio collabora con altri enti (Comuni, Regione, ARPA, Istituto Superiore di Sanità, Istituto Zooprofilattico Sperimentale, ecc.) per il monitoraggio delle acque e l’individuazione di misure idonee al risanamento dei laghi. Funzioni di controllo degli scarichi Il Servizio è competente per il rilascio di autorizzazioni allo scarico di acque reflue nei corpi idrici superficiali ed esercita funzioni di controllo mediante prescrizioni autorizzative e sopralluoghi sul territorio, con il supporto della Polizia Provinciale, per l’accertamento di eventuali scarichi abusivi. Nel bacino del Tevere si riversano le acque reflue di insediamenti produttivi e di diversi comuni, tra cui i depuratori del Comune di Roma. Anche l’Aniene riceve le immissioni di insediamenti produttivi (cartiere, cave di lavorazione del travertino, vetrerie, industrie chimiche e farmaceutiche, industrie alimentari, ecc.) e di importanti comuni (Castel Madama, Guidonia Montecelio, Tivoli, ecc.). Gli scarichi in corpo idrico rappresentano la principale fonte puntuale di inquinamento. Le acque reflue domestiche e urbane contenenti prodotti del metabolismo umano, delle attività domestiche e del dilavamento delle strutture urbane (tetti, strade, ecc.) apportano nei corpi idrici microrganismi, principalmente di origine fecale, tra cui vi possono essere germi patogeni (salmonelle, shigelle, virus enterici, virus dell’Epatite, cisti di protozoi tra cui Entamoeba hystolytica, ecc.) che rendono le acque temibili veicoli di infezioni. Tra le sostanze presenti nei liquami domestici vi sono anche i detergenti sintetici, principalmente i detergenti anionici molti dei quali di derivazione petrolchimica, poco biodegradabili. Le acque reflue delle lavorazioni industriali presentano caratteristiche qualitative e quantitative variabili a seconda delle tipologie produttive: gli scarichi delle industrie alimentari contengono sostanze organiche, con 46 3. LE COMPETENZE caratteristiche di biodegradabilità differenti; le acque reflue delle industrie tessili, oltre alle sostanze organiche biodegradabili, contengono acidi, coloranti, metalli pesanti e sostanze battericide impiegate per la conservazione dei tessuti; le acque scaricate da industrie chimiche, farmaceutiche e petrolchimiche contengono diverse sostanze a seconda dei prodotti e dei cicli di lavorazione: ammoniaca, acidi, alcali, alcooli, fenoli, grassi, oli, idrocarburi, ecc.; le acque provenienti da industrie del vetro contengono fluoruri, quelle dei colorifici e delle industrie che producono batterie contengono piombo, in quelle provenienti da acciaierie e industrie galvaniche sono presenti cianuri e in quelle delle concerie e delle lavanderie si rileva cromo esavalente, mentre negli scarichi dei laboratori medico-biologici possono essere presenti anche sostanze radioattive. Va inoltre tenuta presente l’elevata temperatura dei rifiuti liquidi eliminati da molte industrie (industrie tessili, lavanderie, lavaggio contenitori per alimenti, acque di raffreddamento) che causa l’aumento dell’attività biologica e il conseguente consumo di ossigeno. Gli allevamenti zootecnici costituiscono un’importante fonte di inquinamento, con liquami provenienti dal metabolismo animale e dalle acque di lavaggio di stalle e pollai, che sono solitamente biodegradabili, ma consumano rapidamente l’ossigeno disciolto nell’acqua. L’inquinamento di origine agricola, fino ad alcuni decenni fa nemmeno considerato, attualmente riveste un’importanza notevole per la presenza nei rifiuti liquidi delle lavorazioni agricole di fertilizzanti chimici e pesticidi (diserbanti, insetticidi, anticrittogamici). La probabilità che queste sostanze inquinino le acque dipende dalle caratteristiche chimiche del composto (principalmente la solubilità in acqua), dalla natura geochimica del suolo (ad es. i suoli argillosi tendono a trattenere i fosfati), dal clima (principalmente la piovosità) e dalle pratiche agricole (tipo di coltura, quantità applicate, periodo di applicazione). Poichè si tratta di fonti diffuse di inquinamento, il problema deve essere contenuto con la prevenzione, attraverso la regolamentazione dei prodotti impiegabili e del loro uso e la promozione di buone pratiche agricole. Le sostanze contaminanti possono essere raggruppate nelle seguenti tipologie: – contaminanti biodegradabili, che possono essere degradati negli impianti di depurazione o da parte dell’ambiente che conserva la sua capacità autodepurativa. – contaminanti tossici che non sono accumulabili negli ecosistemi acquatici. – contaminanti tossici persistenti ed accumulabili nelle catene alimentari. Disciplina delle piccole derivazioni Dal 2001 la Provincia di Roma esercita le competenze delegate dalla Regione Lazio con L.R. 53/1998 in materia di risorse idriche, relativamente alle piccole derivazioni, ai sensi del R.D. 1775/1933. Il Servizio rilascia autorizzazioni alla ricerca di acque sotterranee, concessioni di derivazione di acque superficiali e sotterranee per gli usi compatibili, licenze annuali di attingimento, gestisce l’archivio delle denunce pozzi esistenti ed esercita il controllo mediante imposizione di prescrizioni autorizzative e la polizia delle acque. Le aree dei bacini idrogeologici dei Colli Albani e dei Monti Sabatini e l’area del Bacino del Tevere nel Tratto Metropolitano da Castel Giubileo alla foce presentano un regime idrogeologico alterato, con gravi ripercussioni quali-quantitative sulla disponibilità delle risorse idriche, e sono sottoposte a restrizioni previste dalle misure di salvaguardia delle Autorità di Bacino e successive proroghe (S.O. n. 4 al B.U.R.L. n. 2 del 20/01/2004; G.U. n. 89 del 16/04/2004). Le principali criticità rilevate sono: – l’abbassamento delle falde acquifere; – l’abbassamento del livello idrometrico dei laghi (Albano, Nemi, Bracciano); – il prelievo di acque sotterranee ricche di ferro e manganese non idonee per alcuni usi (Pomezia, Bracciano); – il prelievo di acque sotterranee destinate al consumo umano con elevate concentrazioni di arsenico e fluoro (Albano Laziale, Castel Gandolfo, Velletri, Castelnuovo di Porto, Riano); – fenomeni di subsidenza (Tivoli, Guidonia); – intrusione del cuneo salino nelle falde dei comuni costieri. Disciplina delle opere idrauliche Dal 2001 il Servizio esercita le competenze delegate dalla Regione Lazio con L.R. 53/1998 in materia di difesa del suolo relativamente al reticolo idrografico secondario, non di competenza regionale (D.G.R. 5079/1999), che prevede la disciplina di autorizzazioni e pareri ai fini idraulici ai sensi del R.D. 523/1904 e per l’esecuzione di opere di bonifica ai sensi del R.D. 368/1904, oltre che le funzioni di polizia idraulica. Il reticolo idrografico secondario (fossi, marrane, torrenti), a torto ritenuto di minore importanza, è spesso artificializzato per lunghi tratti. Nel bacino del Tevere e dell’Aniene i corpi idrici minori presentano opere di artificializzazione (risagomature, rettifiche, arginature, tombamenti, assenza della fascia riparia, ecc.), con conseguenti ripercussioni sul regime idraulico dei corpi idrici a valle, specialmente in occasione di forti piogge. Gli interventi per mitigare i rischi (esondazioni, morìe di pesci, ecc.) devono mirare al miglioramento delle funzioni idrauliche dei corpi idrici (creazione di casse di espansione per aumentare la capacità di laminazione, 47 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 ripristino delle fasce di rispetto, ecc.), al miglioramento degli aspetti naturalistici per favorire la biodiversità (rinaturazione delle fasce riparie, creazione di zone umide e di aree per la riproduzione delle specie ittiche autoctone, ecc.), indispensabile per ripristinare i processi di autodepurazione, e al miglioramento degli aspetti quali-quantitativi delle acque (sistemi di fitodepurazione, ecosistemi filtro, promozione di metodi di riciclo e riuso, accordi volontari con associazioni agricole e consorzi di bonifica, ecc.), in linea con le disposizioni nazionali (D. L.vo 152/2006) e comunitarie (Dir. CE 2000/60). Funzioni amministrative relative al Servizio Pubblico di Manutenzione nel reticolo idrografico secondario Nell’ambito delle competenze delegate dalla Regione Lazio con L.R. 53/1998 in materia di difesa del suolo il Servizio svolge le funzioni relative al Servizio Pubblico di Manutenzione nei tratti di corsi d’acqua individuati dalla Regione (L.R. 53/1998 art. 31 c. 2; D.G.R. n. 4938 del 28/09/1999) e le funzioni relative alle opere e impianti di bonifica dichiarate di preminente interesse regionale (D.G.R. n. 4314 del 27/07/1999) nonché i servizi di piena e di pronto intervento (art. 31 L.R. 53/1998), mediante affidamento ai Consorzi di Bonifica previa stipula di una convenzione (L.R. 53/1998 artt. 12, 34 e 40; D.G.R. 3726 del 06/07/1999). La normativa vigente prevede che nel reticolo idrografico secondario le funzioni in materia di manutenzione siano frammentate tra diversi soggetti: – nei tratti di corsi d’acqua individuati dalla Regione per il Servizio Pubblico di Manutenzione provvede la Provincia, mediante affidamento ai Consorzi di Bonifica (art. 34 L.R. 53/1998); – nei centri abitati la competenza spetta ai Comuni con il concorso nella spesa da parte dei proprietari e possessori interessati, in ragione del rispettivo vantaggio [art. 10 R. D. 523/1904 e succ.ve mod.ni e int.ni; art. 10 c. 1 lett. a) punto 1) L.R. 53/1998; D.G.R. n. 1991 del 12/04/1999)]. Nell’ambito dell’attuazione del Servizio Idrico Integrato, il gestore del S.I. può stipulare convenzioni con i Consorzi di Bonifica per la regolamentazione dei servizi di raccolta e regimentazione delle acque meteoriche nelle zone urbanizzate; – nei rimanenti tratti (al di fuori delle zone urbanizzate e non compresi nel S.P.M.) la competenza spetta ai singoli proprietari e possessori frontisti (art. 12 R.D. 523/1904 e art. 31 comma 1 L.R. 53/1998). A rendere più complessa la situazione è anche la normativa sui rifiuti che conferisce al Sindaco (art. 192 D. L.vo 192/2006) la competenza di disporre, con ordinanza, le operazioni necessarie alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti e al ripristino dello stato dei luoghi sul suolo o nelle acque del territorio comunale. Il risultato è una generale situazione di degrado dei corpi idrici del reticolo secondario, con gravi ripercussioni (inondazioni, inquinamento) sui corpi idrici a valle. La corretta gestione dei corsi d’acqua richiede un approccio del tutto nuovo: essa deve considerare il bacino idrografico nel suo complesso, e non tratti limitati di corpi idrici, e deve basarsi su una visione integrata delle problematiche, puntando alla riqualificazione fluviale, al fine di migliorare le caratteristiche ecologiche dell’intero sistema (corso d’acqua e territorio circostante) e di migliorare la capacità autodepurativa e la rinnovabilità della risorsa idrica. Gli interventi devono mirare ad alleviare il carico antropico sull’intero bacino idrografico, ripristinando gli equilibri danneggiati e migliorando la capacità autodepurativa dell’ecosistema acquatico. Erogazione di contributi e finanziamenti finalizzati alla tutela delle acque superficiali e costiere La Provincia di Roma eroga contributi a favore di Comuni, altri Enti pubblici e di privati per: – esecuzione di opere igienico-sanitarie finalizzate alla riqualificazione delle acque superficiali che attraversano il territorio provinciale (realizzazione di collettori fognari, costruzione di depuratori, interventi di regimazione delle acque, pulizia di golene e argini, ecc.); – esecuzione di opere igienico-sanitarie finalizzate alla valorizzazione dei litorali dei comuni costieri (pulizia arenili, interventi di disinfestazione, ecc.); – tutela delle sorgenti, delle falde e degli ecosistemi fluviali, lacustri e marini attraverso la promozione della riqualificazione fluviale; – interventi di miglioramento della qualità dei fiumi Tevere, Aniene, Sacco, Mignone e di altri corpi idrici della Provincia, attraverso la sottoscrizione di protocolli d’intesa con altri enti; – promozione di tecniche di depurazione naturale a basso impatto ambientale; – promozione del coordinamento di tutti gli enti con competenze in materia di acque (organizzazione di incontri, workshop, tavoli tecnici, ecc.). – informazione e formazione della popolazione sui sistemi acquiferi delle zone di residenza, educazione ambientale nelle scuole, seminari e giornate di lavoro partecipate, concorsi di idee per la riqualificazione di ambiti fluviali, lacustri e marino costieri degradati, stages formativi e borse di studio per giovani laureati su diverse tematiche inerenti la tutela delle acque. 48 3. LE COMPETENZE 3.2. Le competenze di ARPA Lazio ARPA Lazio, sulla base delle direttive regionali e provinciali, effettua il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee e il controllo delle acque reflue, mediante il prelievo dei campioni e l’esecuzione delle analisi. Monitoraggi delle acque superficiali e sotterranee La rilevante eterogeneità del territorio della provincia di Roma, dal punto di vista geografico, ambientale e antropizzato, comporta che le acque devono essere sottoposte a tutti i monitoraggi fissati nel D. Lgs. 152/06 ai fini degli obiettivi di qualità ambientale e quelli di qualità per specifica destinazione. Infatti, la provincia di Roma, con i suoi 121 comuni, occupa una superficie di 5350 kmq e conta circa 3.800.000 abitanti. Presenta un esteso litorale (circa 140 km) e comprende la vasta campagna Romana, gran parte del Preappennino Laziale e Abruzzese, l’ampia valle inferiore del Tevere, gran parte del bacino dell’Aniene, il bacino dell’alto Sacco con i monti Prenestini e Tiburtini. Rilievi vulcanici, non elevati (700 – 1000 m), si ergono alla sinistra ed alla destra del Tevere: a sinistra, i Colli Albani con i laghi Albano di Castel Gandolfo e di Nemi; a destra, i Sabazi con i laghi di Bracciano e di Martignano. La popolazione non è distribuita in maniera omogenea, ma è concentrata prevalentemente nel comune di Roma, che raggiunge i tre milioni di abitanti, cioè l’80 % della popolazione provinciale. Pochi centri più popolati, come Ciampino, Civitavecchia, Tivoli, Velletri, Guidonia Montecelio, superano i 40.000 – 50.000 abitanti. Generalmente, a basse quote si trovano i comuni con massimo addensamento, mentre a quote più elevate sorgono quelli meno popolati. Lungo la costa si verifica un aumento di popolazione nei mesi estivi: le cittadine costiere passano da un complessivo di 300.000 abitanti a più di un milione di presenze. Il Servizio Risorse idriche e naturali dela Sezione provinciale di ARPA Lazio applica, nella provincia di Roma, le seguenti 19 tipologie di monitoraggio. Corsi d’acqua 01 02 03 04 05 06 07 07 07 monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli monitoraggio del fiume Tevere in funzione della procedura comune di scambio di informazioni sulla qualità delle acque dolci superficiali nella comunità europea monitoraggio delle foci a mare in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto con programmi di risanamento dell’entroterra monitoraggio delle foci a mare in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione monitoraggio delle foci a lago in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione 1 monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati 2 monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci Laghi 08 09 monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli controllo in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione 10 11 Acque marine costiere 13 14 15 1 monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale controllo in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione monitoraggio in funzione del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque destinate alla vita dei molluschi Acque sotterranee 16 17 18 monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci 49 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Controlli degli scarichi delle delle acque reflue Il Servizio Risorse idriche e naturali della Sezione Provinciale ARPA Lazio di Roma esegue il controllo degli scarichi delle acque reflue sia mediante il controllo analitico, per la verifica del rispetto dei limiti fissati nelle tabelle di cui all’allegato 5 del D. Lgs. 152/06 o delle prescrizioni provinciali, in caso di scarico in acque superficiali, o di quelle comunali, in caso di scarico nelle fognature urbane, sia mediante il controllo amministrativo, finalizzato soprattutto alla verifica dell’autorizzazione allo scarico e del rispetto di alcune prescrizioni, quali l’eventuale obbligo, da parte del titolare dello scarico, dell’installazione del campionatore automatico. I controlli degli scarichi delle acque reflue sono effettuati sia sulla base di un programma annuale predisposto dalla Provincia di Roma, sia a seguito di richieste dei titolari dello scarico per l’istruttoria delle domande d’autorizzazione di cui all’art. 124 del D. Lgs. 152/06, o a seguito di richieste o segnalazioni da parte di Enti pubblici competenti in materia di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, o a seguito di esposti o segnalazioni da parte di cittadini. I controlli eseguiti autonomamente sono soprattutto finalizzati ad individuare le cause di inquinamento di acque superficiali o sotterranee. 50 4. LE MODALITÀ DELLE INDAGINI 4. LE MODALITà DELLE INDAGINI Nelle schede allegate al capitolo relativo ai “Risultati dei monitoraggi delle acque superficiali e sotterranee” sono riportate le modalità di indagine applicate per ciascun monitoraggio. A questo proposito, si ritiene necessario premettere che, per quanto riguarda l’applicazione dell’allegato 1 al D. Lgs. 152/06, i metodi di campionamento e di classificazione dei corpi idrici significativi, che in esso sono fissati, sono diversi rispetto a quelli dettati nel precedente D. Lgs. 152/99. Infatti, per i parametri relativi a sostanze non pericolose da controllare nelle acque superficiali e sotterranee, nel D. Lgs. 152/06, ad esempio, non ne sono individuati valori numerici, attraverso i quali si possa classificare il corpo idrico sottoposto a monitoraggio, ma è necessario far riferimento alle caratteristiche fisico- chimiche, idromorfologiche e biologiche presenti in “un corpo idrico inalterato”. La Regione Lazio non ha ancora fissato le relative norme di attuazione del nuovo D. Lgs. 152/06. In particolare, non ha dettato le modalità di attuazione dei “monitoraggi di sorveglianza”, dei “monitoraggi operativi” e dei “monitoraggi di indagine” dei corpi idrici significativi. Non individuando il corpo idrico di riferimento, non è possibile definire lo stato ecologico del corpo idrico sottoposto a monitoraggio ai sensi del D. Lgs. 152/06. D’altra parte, la Regione Lazio, anche nella recente DCR n. 42/07, ha confermato la classificazione dei corpi idrici significativi facendo riferimento: – ai punti di prelievo che erano già sottoposti a controllo ai sensi del D. Lgs. 152/99; – ai parametri indicati nel D. Lgs. 152/99 e ai limiti ivi riportati ai fini della classificazione. Conseguentemente, la Sezione provinciale di Roma di ARPA Lazio ha proseguito il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee significative negli stessi punti di prelievo individuati nei Piani regionali di Tutela, determinandone, oltre che i parametri elencati nel D. Lgs. 152/06 (per i quali, però, come sopra riportato non sono stati individuati limiti di riferimento per la classificazione) anche i parametri relativi alle sostanze non pericolose elencati nel D. Lgs. 152/99, dove, appunto, sono riportati valori numerici di riferimento attraverso i quali è possibile proseguire la classificazione del corpo idrico sottoposto a monitoraggio, in conformità ai criteri regionali individuabili nei Piani di Tutela. Per quanto riguarda le sostanze pericolose nelle acque superficiali, invece, ARPA Lazio ha fatto riferimento agli standard di qualità fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Non sono stati presi in considerazione, pertanto, i valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, la cui disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06 è stata sostituita dal medesimo decreto. La classificazione delle acque superficiali, relativa allo stato chimico, è adeguata, pertanto, a quanto fissato dalle nuove norme statali, almeno per quanto riguarda le sostanze pericolose determinate nelle aque monitorate. Per quanto riguarda le acque sotterranee, non essendo indicati nella normativa tecnica statale parametri relativi a sostanze pericolose, ARPA Lazio di Roma ha fatto riferimento alle concentrazioni soglia di contaminazione riportate nella Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. Nel corso del 2007 ARPA Lazio di Roma ha prelevato, in oltre 300 punti di prelievo: – circa 4.400 campioni di acque superficiali e sotterranee, determinandone oltre 80.000 parametri dei quali circa 30.000 relativi ai microinquinanti organici e inorganici; – circa 1.400 campioni di acque reflue, determinandone circa 16.000 parametri dei quali circa 5.000 relativi ai microinquinanti organici e inorganici. 51 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 5. I PuNTI DI PRELIEVO Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque marine o lacustri. Corsi d’acqua 01 01 A 01 B MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE STATO ECOLOGICO STATO CHIMICO Fiume Tevere 01 Passo Corese (idrometro) Montelibretti 02 Castel Giubileo (idrometro) Roma 03 Ripetta (idrometrografo) Roma 04 Ponte di Mezzocammino (idrometro) Roma Fosso Corese, affluente del Tevere 05 Sezione di Fara Sabina Montelibretti Fiume Aniene, affluente del Tevere 06 Ponte San Francesco (servizio idrografico) Subiaco 07 Ponte Anticoli (idrometro) Anticoli Corrado 08 S. Giovanni (idrometro) Tivoli 09 Lunghezza (servizio idrografico) Roma 10 Ponte Mammolo Roma 11 Ponte Salario (idrometro) Roma Fosso Malafede, affluente del Tevere 12 Via Ostiense (ponte Vitinia) Roma Rio Galeria, affluente del Tevere 13 Via Portuense (ponte Galeria) Fiumicino-Roma Fiume Sacco 14 Via Casilina km 47 Colleferro Fosso Savo, affluente del Sacco 15 Via Casilina km 47 Colleferro Fiume Mignone 16 A monte confluenza fiume Lenta Tolfa 17 Rota (teleferica) Tolfa Fosso Vaccina 18 Attraversamento strada Ladispoli - Torre Flavia Ladispoli Fosso Tre Denari 19 Ponte della S.S. Aurelia Fiumicino Fiume Arrone 20 Osteria Nuova a sud di Anguillara, via Braccianese Km 7 Roma 21 Torre di Maccarese Fiumicino Fosso Grande 22 Ponte loc. L’Americano Ardea 02 MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE Fosso Treia, affluente del Tevere 01 Monte Gelato Mazzano Fiume Aniene, affluente del Tevere 02 Loc. Monasteri Subiaco Fiume Mignone 03 Lasco del Falegname Canale Monterano 52 5. I PUNTI DI RILIEVO 03 MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E CIPRINICOLI Fiume Tevere 01 Limiti provinciali Ponzano 02 A valle confluenza fiume Farfa Nazzano 03 Passo Corese (idrometro) Montelibretti 04 Ponte del Grillo Monterotondo 05 Castel Giubileo (idrometro) Roma 06 Ripetta (idrometrografo) Roma 07 Ponte di Mezzocammino (idrometro) Roma 08 Ponte Galeria Fiumicino-Roma 09 Capo Due Rami Fiumicino-Roma 10 Ponte della Scafa (idrometro) Fiumicino-Roma 11 Fiumicino (idrometro) Fiumicino Fosso Treia, affluente del Tevere 12 Limiti provincia di Roma Mazzano Fosso Farfa, affluente del Tevere 13 A monte confluenza fiume Tevere Torrita Tiberina Fosso Corese, affluente del Tevere 14 Sezione di Fara Sabina Montelibretti Fosso Fiora, affluente del Tevere 15 A monte confluenza fiume Tevere Monterotondo Fosso Torraccia o Prima Porta, affluente del Tevere 16 A monte confluenza fiume Tevere Roma Fosso Cremera o Valchetta, affluente del Tevere 17 A monte confluenza fiume Tevere Roma Fiume Aniene, affluente del Tevere 18 Comunacque Jenne 19 Ponte San Francesco (servizio idrografico) Subiaco 20 Ponte Anticoli (idrometro) Anticoli Corrado 21 Castel Madama Castel Madama 22 S. Giovanni (idrometro) Tivoli 23 Ponte Lucano Tivoli 24 Lunghezza (servizio idrografico) Roma 25 Ponte Mammolo Roma 26 Ponte Salario (idrometro) Roma Fosso Simbrivio, affluente dell’Aniene 27 A monte confluenza fiume Aniene Jenne Fosso Bagnatore, affluente dell’Aniene 28 A monte confluenza fiume Aniene Roviano Fosso Licenza, affluente dell’Aniene 29 A monte confluenza fiume Aniene Mandela Fosso Cona, affluente dell’Aniene 30 A monte confluenza fiume Aniene Subiaco Fosso Fiumicino, affluente dell’Aniene 31 A monte confluenza fiume Aniene Vicovaro Fosso S. Vittorino, affluente dell’Aniene 32 A monte confluenza fiume Aniene Roma Fosso Passerano, affluente dell’Aniene 33 A monte confluenza fiume Aniene Roma Fosso Empiglione, affluente dell’Aniene 34 A monte confluenza fiume Aniene Tivoli Fiume Sacco 35 Via Casilina km 47 Colleferro Fosso Savo, affluente del Sacco 36 Via Casilina km 47 Colleferro Fiume Mignone 37 A monte confluenza fiume Lenta Tolfa 53 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 38 Rota (teleferica) Fosso Lenta, affluente del Mignone 39 A monte confluenza fiume Mignone Fosso Verginese, affluente del Mignone 40 A monte confluenza fiume Mignone Fiume Arrone 41 Osteria Nuova a sud di Anguillara via Braccianese Km 7 42 Località a monte S.S.Aurelia 43 Torre di Maccarese 04 04 A 04 B 04 C 04 D ANNO 2007 Tolfa Tolfa Tolfa Roma Fiumicino Fiumicino MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA STATO ECOLOGICO STATO CHIMICO STATO DI QuALITà AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE STATO DI QuALITà AI FINI DELLA ALLA VITA DEI PESCI 01 Roma, all’altezza del Km 43 dalla foce (ponte Ripetta) Roma 05 MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA VALuTAzIONE DEGLI EFFETTI DEGLI INTERVENTI MESSI IN ATTO CON PROGRAMMI DI RISANAMENTO DELL’ENTROTERRA 01 Fosso Infernaccio Civitavecchia 02 Fosso Scarpatosta Civitavecchia 03 Fosso Guardiole S. Marinella 04 Fosso Santa Maria Morgana S. Marinella 05 Fosso Castel Secco S. Marinella 06 Fosso Buche S. Marinella 07 Fosso Quartuccio S. Marinella 08 Fosso Turbino Cerveteri 09 Fosso Zambra Cerveteri 10 Fosso Vaccina Ladispoli 11 Fosso Sanguinara Ladispoli 12 Fosso Cupino Fiumicino 13 Fosso Cadute Fiumicino 14 Fosso Tre Denari Fiumicino 15 Fiume Arrone Fiumicino 16 Canale Acque Basse e Alte Fiumicino 17 Fiume Tevere (Fiumara Piccola) Fiumicino 18 Fiume Tevere (Fiumara Grande) Fiumicino e Roma 19 Fosso di Pratica Pomezia 20 Fosso Crocetta Pomezia 21 Fosso Orfeo Pomezia 22 Fosso Rio Torto Pomezia e Ardea 23 Canale Biffi Ardea 24 Fosso Diavolo Ardea 25 Fosso Caffarella Ardea 26 Fosso Cavallo Morto Anzio 06 MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE 01 Fosso Torre Valdaliga Nord Civitavecchia 01.01 Fosso Torre Valdaliga Sud Civitavecchia 02 Fosso Prete Civitavecchia 03 Fosso Fiumaretta Civitavecchia 04 Fosso Malpasso Civitavecchia 04.01 Fosso Marangone Civitavecchia 05 Fosso Rio Fiume S. Marinella 06 Fosso Eri S. Marinella 54 5. I PUNTI DI RILIEVO 07 08 09 10 11 11.01 12 13 14 15 Canale Pescatori o Stagno Fosso Focetta Fosso Campo Ascolano Fosso Grande Fosso Moletta Fosso Secco Fosso Schiavo Fosso Tor Caldara Fosso Loricina Fiume Astura Roma Roma Pomezia Ardea Ardea Anzio Anzio Anzio Nettuno Nettuno 07 MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A LAGO IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE 01 Fosso Mola o Robiano Anguillara 01.01 Fosso del Diavolo Bracciano 02 Fosso Quadri Bracciano 02.01 Fosso Mola di Bracciano Bracciano 03 Fosso Grotta Renana Bracciano 04 Fosso Fiora Bracciano 05 Fosso Vicarello Bracciano 05.01 Fosso Morichella Trevignano 06 Fosso Lagusiello Trevignano 07 Fosso Casa Trevignano 08 Fosso Acquarella Roma 09 Fosso Conca Roma 10 Fosso Casacci Roma 07 1 MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI Fiume Arrone 01 Loc. Torre Maccarese Fiumicino 07 2 MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI Fiume Arrone 01 Loc. Torre Maccarese Fiumicino Laghi 08 MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO ECOLOGICO B. STATO CHIMICO Lago di Bracciano 01 Centro lago Bracciano Lago di Martignano 02 Centro lago Anguillara S. Lago Albano di Castel Gandolfo 03 Centro lago Castel Gandolfo Lago di Nemi 04 Centro lago Nemi 09 MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE Lago di Bracciano 01 Castel Vici Anguillara S. 55 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 10 MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E CIPRINICOLI Lago di Bracciano 01 Centro lago Bracciano Lago di Martignano 02 Centro lago Anguillara S. Lago Albano di Castel Gandolfo 03 Centro lago Castel Gandolfo Lago di Nemi 04 Centro lago Nemi 11 CONTROLLO DEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Lago di Bracciano 01 Punta Pizzo Prato Anguillara S. 02 350 m sx emissario Arrone Anguillara S. 03 250 m sx chiosco piazzetta Anguillara Anguillara S. 04 Foce fosso Mola o Robiano Anguillara S. 05 Loc.tà Madonna delle Grazie Anguillara S. 06 400 m sx Punta il Pizzo Anguillara S. 07 Punta il Pizzo Anguillara S. 08 1.300 m dx Punta il Pizzo Anguillara S. 09 Cabina ENEL Anguillara S. 10 Loc.tà Torraccia Bracciano 11 Foce Fosso Lobbra Bracciano 12 250 m sx foce fosso Diavolo Bracciano 13 250 m dx foce fosso Diavolo Bracciano 14 250 m sx foce fosso Quadri Bracciano 15 250 m dx foce fosso Quadri Bracciano 16 250 m sx foce fosso Mola Bracciano 17 250 m dx foce fosso Mola Bracciano 18 250 m sx foce fosso Grotta Renara Bracciano 19 250 m dx foce fosso Grotta Renara Bracciano 20 250 m sx foce fosso Fiora Bracciano 21 250 m dx foce fosso Fiora Bracciano 22 Km 18 Bracciano 23 Km 16 Bracciano 24 250 m sx foce fosso Vicarello Bracciano 25 250 m dx foce fosso Vicarello Bracciano 26 400 m dx confine con il comune di Bracciano Trevignano R. 27 Bar Marcello Trevignano R. 28 Loc.tà Canneto Trevignano R. 29 Punta Pantanello Trevignano R. 30 Foce fosso Pianoro Trevignano R. 31 Foce fosso Lagusiello Trevignano R. 32 Confine con il comune di Roma Trevignano R. 33 250 m dx fosso Conca Roma 34 250 m sx fosso Casacci Roma 35 250 m dx fosso Casacci Roma Lago di Martignano 36 Strada comunale Anguillara S. Lago Albano di Castel Gandolfo 37 1.750 m dx emissario Castel Gandolfo 38 3.000 m dx emissario Castel Gandolfo 39 4.350 m dx emissario Castel Gandolfo 40 Altezza ruderi Castel Gandolfo 41 Cabina sollevamento Villa Pontificia Castel Gandolfo 56 5. I PUNTI DI RILIEVO Lago di Nemi 42 1.200 m dx Museo navi 43 2.000 m dx Museo navi 12 12 A 12 B Nemi Nemi SORVEGLIANzA ALGALE NEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO ECOLOGICO STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE Lago di Bracciano 01 Cabina ENEL Anguillara S. 05.01 350 m sx emissario Arrone Anguillara S. 05.02 Località Madonna Grazie Anguillara S. 01.01 400 m sx Punta il Pizzo Anguillara S. 01.02 Foce fosso della Lobbra Bracciano 02 250 m dx fosso Diavolo Bracciano 02.01 250 m dx fosso Quadri Bracciano 02.02 250 m sx fosso Grotta Renara Bracciano 02.03 250 m dx fosso Grotta Renara Bracciano 02.04 250 m sx fosso Fiora Bracciano 03 250 m dx foce fosso Fiora Bracciano 03.01 Località Canneto Trevignano R. 04 Punta Pantanello Trevignano R. 05 250 m dx foce f. Casacci Roma Lago Albano di Castel Gandolfo 06.01 1.750 m dx emissario Castel Gandolfo 06.02 3.000 m dx emissario Castel Gandolfo 06.03 4350 m dx emissario Castel Gandolfo 06 Altezza ruderi Castel Gandolfo Lago di Nemi 07 1.200 m dx Museo navi Nemi Acaque marine costiere 13 13 A 13 B 14 01 02 03 04 05 06 MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE STATO TROFICO STATO CHIMICO 01 Borgo Odescalchi Civitavecchia 02 Stab. La Perla del Tirreno S. Marinella 03 Cerenova Cerveteri 04 Stab. Miramare Ladispoli 05 Stab. La Nave Fiumicino 06 Stab. Marechiaro Roma Ostia 07 Stab. Capri Pomezia 08 Stab. Roma Ardea 09 Stab. Transatlantico Anzio 10 Centro abitato Nettuno CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Torre S. Agostino Civitavecchia Loc.tà La Frasca Civitavecchia 1.400 m sx Torre Valdaliga (capannoni) Civitavecchia Stabilimento Bagni Pirgo Civitavecchia 250 m sx foce fosso Infernaccio Civitavecchia 250 m dx foce fosso Scarpatosta (Stab.Ideale) Civitavecchia 57 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 250 m sx foce fosso Malpasso Spiaggetta foce fosso Marangone 50 m dx foce fosso Cupo 250 m sx foce fosso Guardiole 250 m dx foce fosso Guardiole Capo Linaro Foce fosso Castrato Via Aurelia Km 61,700 250 m dx foce fosso S. Maria Morgana 250 m sx foce fosso Castel Secco 250 m dx fosso Castel Secco Villa Maravigna 250 m dx foce fosso delle Buche 250 m sx foce fosso del Quartaccio 250 m dx foce fosso del Quartaccio Colonia Pio X Foce fosso Rio Fiume Foce fosso Smerdarolo Foce fosso Eri 250 m dx foce fosso Eri 250 m sx Poligono militare 250 m dx foce fosso Turbino 250 m sx foce fosso Zambra 250 m dx foce fosso Zambra Rimessa barche Renzi Rovine Torre Flavia 750 m sx foce fosso Vaccina 250 m sx foce fosso Vaccina 250 m dx foce fosso Sanguinara 400 m dx foce fosso Sanguinara Castello Odescalchi 1250 m sx foce fosso Cupino 250 m sx foce fosso Cupino 250 m dx foce fosso Cupino 250 m sx foce fosso Cadute 250 m dx foce fosso Cadute 1200 m dx foce fosso Cadute 250 m sx foce fosso Tre Denari 250 m dx foce fosso Tre Denari 1.000 m dx foce fosso Tre Denari 250 m sx foce fiume Arrone 250 m dx foce fiume Arrone 2000 m dx foce fiume Arrone 3500 m dx foce fiume Arrone 500 m sx foce canale Acque Alte e Basse Foce canale Acque Alte e Basse 250 m dx foce canale Acque Alte e Basse 2000 m dx foce canale Acque Alte e Basse Radar 250 m dx foce Fiumara Piccola 1.250 m dx foce Fiumara Piccola Stabilimento Masone 850 m sx pontile di Ostia 700 m dx pontile di Ostia Foce canale Pescatori o Stagno 550 m dx foce canale Pescatori o Stagno 2000 m dx foce canale Pescatori o Stagno 3000 m sx foce fosso Focetta o Pantanello 250 m sx foce fosso Nocetta o Pantanello 58 ANNO Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Roma Roma Roma Roma Roma Roma Roma Roma 2007 5. I PUNTI DI RILIEVO 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 15 15 A 15 B 15 C 250 m dx foce fosso Nocetta o Pantanello Foce fosso Tellinaro 1.600 m dx foce fosso Tellinaro 250 m sx foce fosso Campo Ascolano Foce fosso Campo Ascolano 250 m sx foce fosso Pratica 250 m dx foce fosso Pratica Stabilimento i Tre Delfini 250 m sx foce fosso Crocetta 250 m dx foce fosso Crocetta 250 m sx foce fosso Orfeo 250 m dx foce fosso Orfeo 250 m sx foce fosso Rio Torto 250 m dx foce fosso Rio Torto 750 m sx foce fosso Grande 250 m sx foce fosso Grande 250 m dx foce fosso Moletta 250 m sx foce canale Biffi 250 m dx foce canale Biffi 250 m sx foce fosso Diavolo 250 m dx foce fosso Diavolo 250 m sx foce fosso Caffarella 250 m dx foce fosso Caffarella Foce fosso Secco 250 m sx foce fosso Cavallo Morto 250 m dx foce fosso Cavallo Morto Foce fosso dello Schiavo 250 m dx foce fosso Schiavo Stabilimento Tritone Foce fosso Tor Caldara Fornaci Paiella Colonia marina 1100 m dx colonia marina Località Grotte di Nerone 350 m sx molo esterno Anzio 50 m dx molo porto Anzio 300 m dx confine con il comune di Anzio Castello Sangallo 300 m dx foce fosso Loricina 500 m dx foce fosso Loricina Roma Roma Roma Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Ardea Ardea Ardea Ardea Ardea Ardea Ardea Ardea Ardea Ardea Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Anzio Nettuno Nettuno Nettuno Nettuno SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO TROFICO STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE STATO DI QuALITA’ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 01 Loc.tà La Frasca Civitavecchia 02 1.400 m sx Torre Valdaliga (capannoni) Civitavecchia 02.01 Stabilimento Bagni Pirgo Civitavecchia 03 250 m sx foce fosso Infernaccio Civitavecchia 03.01 250 m dx foce fosso Scarpatosta Civitavecchia 04 250 m dx foce f. Guardiole S. Marinella 04.01 250 m sx foce f. Guardiole S. Marinella 04.02 Capo Linaro S. Marinella 04.03 250 m dx foce fosso S. Maria Morgana S. Marinella 05 250 m dx foce f. delle Buche S. Marinella 05.07 250 m dx foce fosso Quartaccio S. Marinella 05.06 Colonia Pio X S. Marinella 05.01 foce fosso Rio Fiume S. Marinella 59 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 05.02 05.03 05.04 05.05 06 07 07.03 07.04 07.05 07.06 08 08.09 07.01 07.02 08.01 08.02 08.03 08.04 08.05 08.06 08.07 08.08 09 09.01 09.02 09.03 09.04 10 10.01 10.02 10.03 10.14 10.15 11 11.02 11.03 11.05 15.1 foce fosso Eri 250 m dx fosso Eri 250 m sx Poligono militare 250 m dx foce fosso Turbino 250 m dx foce f. Zambra Rovine Torre Flavia 750 sx foce fosso Vaccina 250 sx foce fosso Vaccina 250 m dx foce fossoSanguinara 400 m dx fosso Sanguinara Castello Odescalchi 1250 m sx fosso Cupino 250 m sx fosso Cupino 250 m dx fosso Cupino 250 m sx foce fosso Cadute 250 m dx foce fosso Cadute 1200 m dx foce fosso Cadute 250 m sx foce fosso Tre Denari 250 m dx foce fosso Tre Denari 1.000 m dx foce fosso Tre Denari 250 m sx foce fiume Arrone 250 m dx foce fiume Arrone 2000 m dx foce f. Arrone 3500 m dx foce fiume Arrone 500 m sx foce canale Acque Alte e Basse Foce canale Acque Alte e Basse 250 m dx foce canale Acque Alte e Basse 2000 m dx foce c. Acque Alte e Basse Radar 250 m dx foce Fiumara Piccola 1.250 m dx foce Fiumara Piccola 250 m sx foce fosso Campo Ascolano Foce fosso Campo Ascolano 250 m dx foce fosso Pratica 250 m sx foce fosso Crocetta 250 m dx foce fosso Crocetta 250 m dx fosso Orfeo ANNO S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DESTINATE ALLA VITA DEI MOLLuSCHI 01 Loc. Torre Flavia Ladispoli 02 Loc. Coccia di Morto Fiumicino 03 Loc. Grotte di Nerone Anzio Acque sotterranee 16 16 A 16 B MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE STATO CHIMICO STATO DI QuALITà IN RELAzIONE ALLE SOSTANzE PERICOLOSE 01 Sorgente Acqua Marcia Agosta 02 Sorgente Acqua Vergine - Salone Roma 03 Sorgente Cesa degli Angeli Vallepietra 04 Sorgente Pantano Alta e Bassa Vallepietra 05 Sorgente Termini Cerveteri 06 Sorgente Mola Maggiorana Campagnano 07 Sorgente Madonna della Quercia Marano Equo 60 2007 5. I PUNTI DI RILIEVO 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Sorgente Capore Bassa Capore Alta Gruppo Capo d’acqua Ronci Capod’acqua Maranera Solara Vollica Fonte Petricca I° Gruppo Carpinetto Cerreto Gruppo Comunacque Orto Biondo Montorio Monteflavio Marcellina Vicovaro Gerano Poli S. Vito Romano Arsoli Vallepietra Jenne Jenne Mazzano 17 MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI 01 Pozzo via della Storta Roma 02 Pozzo via Roncigliano Albano 03 Pozzo via di Pratica di Mare Roma 04 Pozzo via Salaria Roma 05 Pozzo via delle Pinne Fiumicino 06 Pozzo Statua Ladispoli 18 MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI 01 Pozzo via Salaria Roma 02 Pozzo via di Pratica di Mare Roma 03 Pozzo via delle Pinne Fiumicino 04 Pozzo Statua Fiumicino 61 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 6. I RISuLTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQuE SuPERFICIALI E SOTTERRANEE In allegato sono riportati, in forma tabellare, i risultati ottenuti dalle analisi eseguite sui campioni prelevati nelle campagne di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee eseguite nell’anno 2007. Detti risultati sono raggruppati in 19 tipologie di monitoraggio, in ognuna delle quali sono riportate le schede relative ad ogni punto di prelievo. In ciascuna scheda è possibile aprire contemporaneamente l’immagine fotografica e l’ubicazione cartografica. Nelle pagine seguenti è riportata una scheda per ogni monitoraggio e una relativa tavola recante i punti di prelievo sottoposti a monitoraggio negli ultimi tre anni. In particolare, per ciascuna scheda, sono indicate le finalità del monitoraggio, i parametri analizzati nei campioni prelevati, la frequenza dei campionamenti. Nella stessa scheda sono riportate anche le modalità di classificazione delle acque e la relativa normativa presa come riferimento. Seguono la presentazione cromatica delle classi di qualità di riferimento e la relativa presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio eseguito negli anni 2004, 2005, 2006 e 2007. Nella planimetria allegata ad ogni scheda, come sopra riportato, sono indicati i punti di prelievo sottoposti a monitoraggio e, nei rispettivi tre riquadri, è rappresentata, mediante colorazione, la classificazione ottenuta rispettivamente negli ultimi tre anni (2005, 2006 e 2007). Come cartografia di base sono utilizzate alternativamente la Carta Tecnica Regionale, aggiornata all’anno 1990, le Tavole inserite nel Piano regionale di Tutela delle Acque, le ortofoto della Regione Lazio, anno 2000. 62 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO ECOLOGICO Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato ecologico dei corsi d’acqua, sia mediante la determinazione analitica di parametri chimici e microbiologici, in particolare quelli relativi allo stato trofico, sia mediante la definizione dell’indice biotico esteso (I.B.E.), che evidenzia gli effetti negativi indotti dall’inquinamento sulle comunità di invertebrati di acqua dolce (macroinvertebrati) che vivono in tutti i corsi d’acqua. Parametri analizzati pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Ossigeno disciolto, Conducibilità, Durezza, Azoto totale, BOD5, Sostanze organiche (COD), Fosforo totale, Ortofosfato, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico, Alcalinità, Salinità, Nitriti, Cloruri, Solfati, Escherichia coli, IBE. Frequenza dei campionamenti Mensile, per i parametri di base, e trimestrale per l’I.B.E. Modalità di classificazione delle acque Non è stato ancora individuato dalla Regione Lazio il “corpo idrico inalterato” di riferimento le cui caratteristiche consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici sottoposti a monitoraggio. Lo stato ecologico dei corsi d’acqua, pertanto, è stato valutato secondo le modalità indicate dall’Allegato 1 del D. Lgs. 152/99 che prevedono le seguenti fasi successive. a) Determinazione dell’indice LIM, livello di inquinamento da macrodescrittori, che viene calcolato utilizzando il 75° percentile dei valori ottenuti per i parametri Ossigeno disciolto (scostamento assoluto rispetto al 100% di saturazione), BOD5, COD, Ammoniaca, Nitrati, Fosforo totale ed Escherichia coli ed attribuendo per ciascun parametro i punteggi in Tabella. La somma dei punteggi di tutti i parametri permette il calcolo del LIM, secondo gli intervalli riportati nell’ultima riga della Tabella. Parametro 100-OD BOD5 (O2 mg/L) COD (O2 mg/L) NH4 (N mg/L) NO3 (N mg/L) P totale (P mg/L) Escherichia coli (ufc/100 ml) Punteggio da attribuire per ogni parametro (75° percentile del periodo di rilevamento) LIM LIVELLO 1 ≤ 10 ≤ 2,5 ≤5 ≤ 0,03 ≤ 0,30 ≤ 0,07 ≤ 100 LIVELLO 2 ≤ 20 ≤4 ≤ 10 ≤ 0,1 ≤ 1,5 ≤ 0,15 ≤ 1000 LIVELLO 3 ≤ 30 ≤8 ≤ 15 ≤ 0,5 ≤5 ≤ 0,3 ≤ 5.000 LIVELLO 4 ≤ 50 ≤ 15 ≤ 25 ≤ 1,5 ≤ 10 ≤ 0,6 ≤ 20.000 LIVELLO 5 > 50 > 15 > 25 > 1,5 > 10 > 0,6 > 20.000 80 480-560 40 240-475 20 120-235 10 60-115 5 < 60 b) Determinazione dell’indice biotico esteso (I.B.E). Si considera il valore medio ottenuto nel periodo di rilevamento e si assegna la classe corrispondente secondo la seguente Tabella. I.B.E CLASSE 1 ≥ 10 CLASSE 2 8-9 CLASSE 3 6-7 CLASSE 4 4-5 CLASSE 5 1,2,3 c) Lo stato ecologico dei corsi d’acqua (SECA) corrisponde al valore peggiore tra LIM e I.B.E. Presentazione cromatica dello stato ecologico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima. 63 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ele buo suf sca pes ANNO 2007 elevato buono sufficiente scadente pessimo Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio Fiume Tevere 01 Montelibretti Passo Corese (idrometro) 02 Roma Castel Giubileo (idrometro) 03 Roma Ripetta (idrometrografico) 04 Roma Ponte di Mezzocammino (idrometro) Fosso Corese, affluente del Tevere 05 Montelibretti Sezione di Fara Sabina Fiume Aniene, affluente del Tevere 06 Subiaco Ponte S. Francesco (servizio idrografico) 07 Anticoli C. Ponte Anticoli (idrometro) 08 Tivoli S. Giovanni (idrometro) 09 Roma Lunghezza (servizio idrografico) 10 Roma Ponte Mammolo 11 Roma Ponte Salario (idrometro) Fosso Malafede, affluente del Tevere 12 Roma Via Ostiense (ponte Vitinia) Fosso Rio Galeria, affluente del Tevere 13 Roma Via Portuense (ponte Galeria) Fiume Sacco 14 Colleferro Via Casilina km 47 Fosso Savo, affluente del Sacco 15 Colleferro Via Casilina km 47 Fiume Mignone 16 Tolfa A monte confluenza fiume Lenta 17 Tolfa Rota (teleferica) Fosso Vaccina 18 Ladispoli Altezza strada Ladispoli – Torre Flavia Fosso Tre Denari 19 Fiumicino Ponte della S.S. Aurelia Fiume Arrone 20 Roma Osteria Nuova a sud di Anguillara 21 Fiumicino Torre di Maccarese Fosso Grande 22 Ardea Ponte loc. L’Americano (*) Lo stato ecologico è stato determinato solo sulla base dei macrodescittori 64 2004 2005 2006 2007 sca sca suf sca suf sca suf sca sca sca suf sca suf suf suf sca suf suf suf suf buo buo buo(*) sca sca sca(*) buo buo buo(*) sca sca sca(*) buo buo buo(*) sca sca suf(*) buo buo buo(*) suf sca suf(*) sca sca pes pes pes pes pes pes sca sca sca sca pes pes pes pes suf buo suf buo suf buo suf buo pes pes sca sca suf suf suf sca pes suf sca suf suf suf suf suf pes pes sca sca 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO ECOLOGICO 16 01 17 05 20 07 02 08 18 11 19 03 10 21 13 06 09 04 12 14 22 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali 55 Aree ad elevata antropizzazione Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Sufficiente Scadente Pessimo Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità) Classe 1: Elevato Classe 2: Buono Classe 3: Sufficiente Classe 4: Scadente Classe 5: Pessimo 65 15 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. STATO CHIMICO Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione delle sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi. Parametri analizzati Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Aldrin, DDT e isomeri, Dieldrin, Esacloro benzene, Endosulfan, Esacloro butadiene, Isodrin, 1,2 dicloroetano, Tricloroetilene, Cloroformio, Tetracloruro di carbonio, Percloro etilene, Endrin, Esaclorocicloesano, Triclorobenzene, IPA, Benzene, Diclorometano, Diuron, Isoproturon, Atrazina, Simazina, Clorfenvinfos, Clorpyrifos, Alacron P, Trifluralin, Pentaclorofenolo. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque Per lo stato chimico dei corsi d’acqua si è fatto riferimento agli standard di qualità fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Non sono stati presi in considerazione, pertanto, i valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, la cui disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06 è stata sostituita dal medesimo decreto. Lo stato chimico è stato definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. concentrazioni (mg/L) 10 0,1 0,1 1 1 0,1 0,1 50 0,1 20 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 1 20 0,4 10 1 1,2 Dicloroetano Aldrin Atrazina (PP) Benzene P (***) Cadmio e suoi composti Clorfenvinfos P Clorpyrifos (PP) Cromo totale DDT Diclorometano P Dieldrin Diuron (PP) Endosulfan Endrin Esaclorobenzene Esaclorobutadiene Esaclorocicloesano Isodrin Isoproturon (PP) Mercurio e suoi composti Nichel e suoi composti Pentaclorofenolo (PP) (*) Piombo e suoi composti Prodotti fitosanitari e biocidi (totali) 66 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Simazina (PP) Tetracloroetilene (percloroetilene) Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano) Triclorobenzeni Tricloroetilene Triclorometano (cloroformio) Trifluralin (PP) 0,1 10 12 0,4 10 12 0,1 Presentazione cromatica dello stato chimico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06: buo s/p buono scadente/pessimo Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio Fiume Tevere 01 Montelibretti Passo Corese (idrometro) 02 Roma Castel Giubileo (idrometro) 03 Roma Ripetta (idrometrografico) 04 Roma Ponte di Mezzocammino (idrometro) Fosso Corese, affluente del Tevere 05 Montelibretti Sezione di Fara Sabina Fiume Aniene, affluente del Tevere 06 Subiaco Ponte S. Francesco (servizio idrografico) 07 Anticoli C. Ponte Anticoli (idrometro) 08 Tivoli S. Giovanni (idrometro) 09 Roma Lunghezza (servizio idrografico) 10 Roma Ponte Mammolo 11 Roma Ponte Salario (idrometro) Fosso Malafede, affluente del Tevere 12 Roma Via Ostiense (ponte Vitinia) Fosso Rio Galeria, affluente del Tevere 13 Roma Via Portuense (ponte Galeria) Fiume Sacco 14 Colleferro Via Casilina km 47 Fosso Savo, affluente del Sacco 15 Colleferro Via Casilina km 47 Fiume Mignone 16 Tolfa A monte confluenza fiume Lenta 17 Tolfa Rota (teleferica) Fosso Vaccina 18 Ladispoli Altezza strada Ladispoli – Torre Flavia Fosso Tre Denari 19 Fiumicino Ponte della S.S. Aurelia Fiume Arrone 20 Roma Osteria Nuova a sud di Anguillara 21 Fiumicino Torre di Maccarese Fosso Grande 22 Ardea Ponte loc. L’Americano 67 2004 2005 2006 2007 buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo s/p buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. CHIMICO 16 05 01 17 20 07 02 08 18 11 19 03 06 09 10 21 13 04 12 05 04 22 16 01 17 05 20 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri 02 Limiti comunali Aree ad elevata antropizzazione Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto 0 18 11 19 Elaborazione risultati 03 10 21 Presentazione cromatica dei risultati 13 Buono Scadente 04 12 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità) Classe 1: Elevato Classe 2: Buono Classe 3: Sufficiente Classe 4: Scadente Classe 5: Pessimo 22 68 09 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 02. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE Finalità Il monitoraggio è finalizzato a verificare la qualità delle acque dolci superficiali utilizzate o destinate ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile dopo trattamenti appropriati. Parametri analizzati pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Conducibilità, Nitrati, Fluoruri, Solfati, Cloruri, Tensioattivi, Fosfati, Fenoli, Sostanze organiche (COD), BOD5, Ossigeno disciolto, Azoto totale (azoto Kjeldhal tranne NO2 e NO3), Ammoniaca, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Arsenico, Ferro, Zinco, Berillio, Cobalto, Vanadio, Manganese, Boro, Selenio, Bario, Antiparassitari totali, Cianuro, Idrocarburi disciolti/emulsionati, Idrocarburi policiclici aromatici, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile è stata ottenuta secondo le modalità riportate nella Sezione A dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06. Per la classificazione delle acque in una delle categorie A1, A2, A3, di cui alla Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06, i valori specificati per ciascuna categoria devono essere conformi nel 95% dei campioni ai valori limite specificati nelle colonne I (Valore Imperativo) e nel 90% ai valori limite specificati nelle colonne G (Valore Guida), quando non sia indicato il corrispondente valore nella colonna I. Per il rimanente 5% o 10% dei campioni che, secondo i casi, non sono conformi, i parametri non devono discostarsi in misura superiore al 50% dal valore dei parametri in questione. Sono esclusi la temperatura, il pH, l’Ossigeno disciolto ed i parametri microbiologici. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06. pH Totale materie in sospensione Temperatura Nitrati Fluoruri Ferro disciolto Manganese Rame Zinco Boro Arsenico Cadmio Cromo totale Piombo Selenio Mercurio Bario Cianuro Solfati Cloruri Tensioattivi Fosfati Fenoli (indice) A1 G 6,5-8,5 mg/L MES 25 °C 22 mg/L NO3 25 mg/L F 0,7/1 mg/L Fe 0,1 mg/L Mn 0,05 mg/L Cu 0,02 mg/L Zn 0,5 mg/L B 1 mg/L As 0,01 mg/L Cd 0,001 mg/L Cr mg/L Pb mg/L Se mg/L Hg 0,0005 mg/L Ba mg/L Cn mg/L SO4 150 mg/L Cl 200 mg/L (solfato di laurile) 0,2 mg/L P2O5 0,4 mg/L C6H5OH - 69 A1 I 25 50 1,5 0,3 0,05 2 0,05 0,005 0,05 0,05 0,01 0,001 0,1 0,05 250 0,001 A2 G 5,5-9 22 0,7/1,7 1 0,1 0,05 1 1 0,001 0,0005 150 200 0,2 0,7 0,001 A2 I 25 50 2 5 0,05 0,005 0,05 0,05 0,01 0,001 1 0,05 250 0,005 A3 G 5,5-9 22 0,7/1,7 1 1 1 1 1 0,05 0,001 0,0005 150 200 0,5 0,7 0,01 A3 I 25 50 5 0,1 0,005 0,05 0,05 0,01 0,001 1 0,05 250 0,1 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA Idrocarburi disciolti o emulsionati I.P.A. Antiparassitari-totale COD Ossigeno disciolto (%/ sat.) BOD5 Azoto Kjeldahl (tranne NO2 e NO3) Ammoniaca Coliformi totali Coliformi fecali Streptococchi fecali Salmonella mg/L mg/L mg/L mg/L O2 % O2 mg/L O2 mg/L N mg/L NH4 /100 mL /100 mL /100 mL - ANNO 0,05 0,2 0,0002 0,0002 0,001 0,0025 > 70 > 50 <3 <5 1 2 0,05 1 1,5 50 5000 20 2000 20 1000 0/5000mL 0/1000mL - 0,5 . 30 > 30 <7 3 2 50000 20000 10000 - 2007 1 0,001 0,005 4 - Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/A, Allegato 5, parte terza, D. Lgs. 152/06. Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3 L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie. In particolare, le acque sono classificate nelle categorie A1, A2, A3 corrispondenti a una qualità decrescente da 1 a 3. A seconda della categoria di appartenenza, le acque devono essere sottoposte ai trattamenti riportati nella seguente scheda. A1 A2 A3 + A3 categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle acque categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione delle acque valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua potabile, neppure con trattamenti) Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio Fosso Treia, affluente del Tevere 01 Mazzano Monte Gelato (*) Fiume Aniene, affluente del Tevere 02 Subiaco Loc. Monasteri (*) Fiume Mignone 03 Canale M. Lasco del Falegname (**) 2004 2005 2006 2007 + A3 + A3 + A3 + A3 A3 A3 A2 A3 + A3 + A3 A3 + A3 (*) acque dolci superficiali destinate ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile (**) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile 70 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 02. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE 01 03 02 01 03 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali 2005 2006 2007 codice punto Punti di prelievo Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Cat A 1 Cat A 2 Cat A 3 Cat > A 3 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini Idrografici) Aniene (Tevere) Arrone sud Arrone sud - Collettore Astura Bacino endoreico Badino Incastro Loricina Mignone Mignone -Arrone sud Moscarello Sacco (Liri - Garigliano) Salto - Turano Tevere - Basso corso Tevere - Foce Tevere - Incastro Tevere - Medio corso Treia 71 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 03. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E CIPRINICOLI Finalità Il monitoraggio è finalizzato a verificare lo stato di qualità delle acque dolci superficiali designate che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci. Parametri analizzati Temperatura, Ossigeno disciolto, pH, Totale materie in sospensione, Sostanze organiche (COD), BOD5, Fosforo totale, Nitriti, Nitrati, Composti fenolici, Idrocarburi di origine petrolifera, Ammoniaca non ionizzata, Ammoniaca totale, Cloro residuo totale, Tensioattivi anionici, Cloruri, Durezza, Zinco totale, Rame, Arsenico, Cadmio totale, Cromo, Mercurio totale, Nichel, Piombo, I.B.E. Frequenza dei campionamenti Mensile e semestrale solo per l’IBE. Modalità di classificazione delle acque La classificazione dei corsi d’acqua ai fini della loro idoneità alla vita dei pesci è stata ottenuta secondo le modalità previste dalla Sezione B dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06. Le acque sono state considerate idonee alla vita dei pesci quando i campioni hanno presentato valori dei parametri di qualità conformi ai limiti imperativi riportati nella Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs 152/99 per quanto riguarda: a) il 95% dei campioni prelevati per i parametri pH, BOD5, Ammoniaca totale, Ammoniaca indissociata, Nitriti, Cloro residuo totale, Zinco totale, Rame e Temperatura; b il 50% dei campioni prelevati per il parametro Ossigeno disciolto; c) la concentrazione media fissata per il parametro Materie in sospensione. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06. Ossigeno Materiali in sospensione BOD5 Nitriti Ammoniaca non ionizzata Ammoniaca totale Cloro residuo totale Zinco totale Rame Arsenico Cadmio totale Cromo Mercurio totale Nichel Piombo mg/L O2 mg/L mg/L O2 mg/L NO2 mg/L NH3 mg/L NH4 mg/L come HOCl mg/L Zn mg/L Cu mg/L As mg/L Cd mg/L Cr mg/L Hg mg/L Ni mg/L Pb Acque per salmonidi ≥ 9 (50%) 60 5 0,88 0,025 1 0,004 300 40 50 2,5 20 0,5 75 10 Acque per ciprinidi ≥ 7 (50%) 80 9 1,77 0,025 1 0,004 400 40 50 2,5 100 0,5 75 50 Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/B, Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06 Presentazione cromatica delle categorie di idoneità per la vita dei pesci L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque come idonee alla vita dei pesci più sensibili (pesci salmonicoli), idonee alla vita dei pesci più resistenti (pesci ciprinicoli) e non idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli. 72 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE salm cipr non id acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti acque non idonee alla vita dei pesci Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio Fiume Tevere 01 Ponzano Limiti provinciali 02 Nazzano A valle confluenza fiume Farfa 03 Montelibretti Passo Corese (idrometro) 04 Monterotondo Ponte del Grillo 05 Roma Castel Giubileo (idrometro) 06 Roma Ripetta (idrometrografo) 07 Roma Ponte di Mezzocammino (idrometro) 08 Fiumicino RM Ponte Galeria 09 Fiumicino RM Capo Due Rami 10 Fiumicino RM Ponte della Scafa (idrometro) 11 Fiumicino Fiumicino (idrometro) Fosso Treia, affluente del Tevere 12 Mazzano Limiti provincia di Roma Fosso Farfa, affluente del Tevere 13 Torrita T. A monte confluenza fiume Tevere Fosso Corese, affluente del Tevere 14 Montelibretti Sezione di Fara Sabina Fosso Fiora, affluente del Tevere 15 Monterotondo A monte confluenza fiume Tevere Fosso Torraccia o Prima Porta, affluente del Tevere 16 Roma A monte confluenza fiumeTevere Fosso Cremera o Valchetta, affluente del Tevere 17 Roma A monte confluenza fiume Tevere Fiume Aniene, affluente del Tevere 18 Jenne Comunacque 19 Subiaco Ponte S. Francesco (servizio idrografico) 20 Anticoli C. Ponte Anticoli (idrometro) 21 Castel M. Castel Madama 22 Tivoli S. Giovanni (idrometro) 23 Tivoli Ponte Lucano 24 Roma Lunghezza (servizio idrografico) 25 Roma Ponte Mammolo 26 Roma Ponte Salario (idrometro) Fosso Simbrivio, affluente dell’Aniene 27 Ienne A monte confluenza fiume Aniene Fosso Bagnatore, affluente dell’Aniene 28 Roviano A monte confluenza fiume Aniene Fosso Licenza, affluente dell’Aniene 29 Mandela A monte confluenza fiume Aniene Fosso Cona, affluente dell’Aniene 30 Subiaco A monte confluenza fiume Aniene Fosso Fiumicino, affluente dell’Aniene 31 Vicovaro A monte confluenza fiume Aniene Fosso S. Vittorino, affluente dell’Aniene 32 Roma A monte confluenza fiume Aniene Fosso Passerano, affluente dell’Aniene 33 Roma A monte confluenza fiume Aniene Fosso Empiglione, affluente dell’Aniene 34 Tivoli A monte confluenza fiume Aniene 73 2004 2005 2006 2007 cipr cipr cipr cipr cipr non id non id non id non id non id non id cipr cipr non id cipr cipr non id non id non id non id non id non id cipr —salm cipr ————non id ——- salm —cipr cipr ————non id ——- cipr cipr cipr cipr salm salm —- —- non id non id non id non id non id non id —- —- non id non id non id non id non id non id —- —- salm salm salm cipr cipr cipr non id non id non id salm salm salm cipr cipr cipr non id non id non id salm salm salm non id —salm ———- salm salm cipr salm —cipr ———- salm salm salm salm salm salm salm salm salm cipr salm cipr cipr salm salm cipr non id salm salm salm cipr cipr non id salm non id cipr cipr cipr non id non id —- —- RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA Fiume Sacco 35 Colleferro Via Casilina km 47 Fosso Savo, affluente del Sacco 36 Colleferro Via Casilina km 47 Fiume Mignone 37 Tolfa A monte confluenza fiume Lenta 38 Tolfa Rota (teleferica) Fosso Lenta, affluente del Mignone 39 Tolfa A monte confluenza fiume Mignone Fosso Verginese, affluente del Mignone 40 Tolfa A monte confluenza fiume Mignone Fiume Arrone 41 Roma Osteria Nuova a sud di Anguillara 42 Fiumicino Località a monte S.S.Aurelia 43 Fiumicino Torre Maccarese 74 ANNO 2007 non id non id —- —- non id non id —- —- cipr cipr non id non id cipr cipr non id cipr cipr non id non id non id cipr salm cipr non id non id non id —- non id non id non id —cipr —- —non id —- 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 03. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E CIPRINICOLI 01 12 39 40 13 02 38 37 14 03 04 15 41 29 16 21 05 17 06 39 42 43 25 40 09 11 08 12 34 23 26 19 33 18 14 03 27 07 04 10 41 15 35 36 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali 2005 2006 2007 codice punto 13 02 30 32 38 24 37 28 31 22 01 20 05 17 23 26 42 Punti di prelievo 06 25 43 Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati 09 Idoneo per salmonicoli Idoneo per ciprinicoli Non idoneo Non monitorato 11 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini Idrografici) Aniene (Tevere) Arrone sud Arrone sud - Collettore Astura Bacino endoreico Radino Incastro Loricina Mignone Mignone -Arrone sud Moscarello Sacco (Liri - Garigliano) Salto - Turano Tevere - Basso corso Tevere - Foce Tevere - Incastro Tevere - Medio corso Treja 75 08 10 07 24 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA A. STATO ECOLOGICO Finalità Il monitoraggio del Tevere, nel centro di Roma, è finalizzato alla definizione dello stato di qualità dei corsi d’acqua, mediante la determinazione analitica di parametri chimici e fisici relativi al bilancio dell’Ossigeno e allo stato trofico. Parametri analizzati pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Ossigeno disciolto, Conducibilità, Durezza, Azoto totale, BOD5, Sostanze organiche (COD), Fosforo totale, Ortofosfato, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico, Cloruri, Solfati, Escherichia coli. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque Sono riportate nel monitoraggio 01 A. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono riportati nel monitoraggio 01 A. Presentazione cromatica dello stato ecologico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima. ele buo suf sca pes elevato buono sufficiente scadente pessimo Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 03 Roma Ripetta (idrometrografico) (*) (*) Il SECA è stato calcolato solo sulla base dei macrodescrittori 76 2004 suf (*) 2005 suf (*) 2006 suf (*) 2007 suf (*) 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA A. STATO ECOLOGICO Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Sufficiente Scadente Pessimo 77 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA B. STATO CHIMICO Finalità Il monitoraggio del fiume Tevere, nel centro di Roma, è finalizzato alla individuazione della sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi. Parametri analizzati Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Aldrin, DDT e isomeri, Dieldrin, Esacloro benzene, Endosulfan, Eptacloro, Eptacloroepossido, Esacloro butadiene, Isodrin, 1,2 dicloroetano, Tricloroetilene, Cloroformio, Tetracloruro di carbonio, Percloro etilene, Endrin, Esaclorocicloesano, Triclorobenzene. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque Sono riportate nel monitoraggio 01 B. Modalità di classificazione delle acque Sono riportate nel monitoraggio 01 B. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono riportati nel monitoraggio 01 B. Presentazione cromatica dello stato chimico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06: buo s/p buono scadente/pessimo Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 03 Roma Ripetta (idrometrografico) 78 2004 buo 2005 buo 2006 buo 2007 buo 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA B. STATO CHIMICO Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Buono Scadente / Pessimo 79 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA C. STATO DI QuALITà AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE Finalità È necessario premettere che le acque del Tevere, nel centro di Roma, non sono state individuate per essere utilizzate per la produzione di acqua potabile. La presente classificazione è solo finalizzata a quantificare lo stato di inquinamento riferito alla normativa relativa delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile. Parametri analizzati Temperatura, pH, Totale materie in sospensione, Conducibilità, Nitrati, Solfati, Cloruri, Tensioattivi anionici, Fosfati, Sostanze organiche (COD), BOD5, Ossigeno disciolto, Ammoniaca, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque Sono riportate nel monitoraggio 02. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06. A1 A1 A2 A2 G I G I pH 6,5-8,5 5,5-9 Totale materie in sospensione mg/L MES 25 Temperatura °C 22 25 22 25 Nitrati mg/L NO3 25 50 50 Rame mg/L Cu 0,02 0,05 0,05 Zinco mg/L Zn 0,5 2 1 5 Cadmio mg/L Cd 0,001 0,005 0,001 0,005 Cromo totale mg/L Cr 0,05 0,05 Piombo mg/L Pb 0,05 0,05 Mercurio mg/L Hg 0,0005 0,001 0,0005 0,001 Cloruri mg/L Cl 200 200 Tensioattivi mg/L (solfato di laurile) 0,2 0,2 Fosfati mg/L P2O5 0,4 0,7 I.P.A. mg/L 0,0002 0,0002 Antiparassitari-totale mg/L 0,001 0,0025 COD mg/L O2 Ossigeno disciolto (%/ sat.) % O2 > 70 > 50 BOD5 mg/L O2 <3 <5 Azoto Kjeldahl (tranne NO2 e NO3) mg/L N 1 2 Ammoniaca mg/L NH4 0,05 1 1,5 Coliformi totali /100 mL 50 5000 Coliformi fecali /100 mL 20 2000 Streptococchi fecali /100 mL 20 1000 Salmonella 0/5000mL 0/1000mL - A3 G 5,5-9 22 1 1 0,001 0,0005 200 0,5 0,7 30 > 30 <7 3 2 50000 20000 10000 - Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06 80 A3 I 25 50 5 0,005 0,05 0,05 0,001 0,001 0,005 4 - 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3 L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie. In particolare, le acque sono classificate nelle categorie A1, A2, A3 corrispondenti a una qualità decrescente da 1 a 3. A seconda della categoria di appartenenza, le acque devono essere sottoposte ai trattamenti riportati nella seguente scheda. A1 A2 categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle acque categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione delle acque valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua potabile, neppure con trattamenti) A3 + A3 Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 Roma Roma, Km 43 dalla foce 81 2004 + A3 2005 + A3 2006 + A3 2007 + A3 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DELLA PRODUZIONE DI ACQUA POTABILE Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Cat A 1 Cat A 2 Cat A 3 Cat > A 3 82 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA D. STATO DI QuALITà AI FINI DELLA VITA DEI PESCI Finalità È necessario premettere che le acque del Tevere, nel centro di Roma, non sono state designate come acque che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci. La presente classificazione è solo finalizzata a quantificare lo stato di inquinamento delle acque riferito alla normativa relativa alla classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli. Parametri analizzati pH, Totale materie in sospensione, Ammoniaca, Ossigeno disciolto, BOD5, Fosforo totale, Tensioattivi anionici, Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque Sono riportate nel monitoraggio 03. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono riportati nel monitoraggio 03. Presentazione cromatica delle categorie di idoneità per la vita dei pesci L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque come idonee alla vita dei pesci più sensibili (pesci salmonicoli), idonee alla vita dei pesci più resistenti (pesci ciprinicoli) e non idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli. salm cipr non id acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti acque non idonee alla vita dei pesci Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 06 Roma Ripetta (idrometrografo) 83 2004 non id 2005 non id 2006 non id 2007 non id RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA D. STATO DI QUALITÀ AI FINI DELLA VITA DEI PESCI Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Idoneo per salmonicoli Idoneo per ciprinicoli Non idoneo 84 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 05. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA VALuTAzIONE DEGLI EFFETTI DEGLI INTERVENTI MESSI IN ATTO CON PROGRAMMI DI RISANAMENTO DELL’ENTROTERRA Finalità Il monitoraggio dei corsi d’acqua sotto elencati è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque all’altezza delle foci al fine della individuazione delle cause di inquinamento che possono compromettere la balneazione nella aree marine antistanti e circostanti. I citati corsi d’acqua sono stati individuati dalla Regione Lazio in funzione della valutazione degli interventi messi in atto con programmi di risanamento dell’entroterra. Parametri analizzati Coliformi fecali, Streptococchi fecali, pH, Ossigeno disciolto, Sostanze tensioattive, Fenoli, BOD5. Frequenza dei campionamenti Almeno bimensile nel periodo aprile-settembre. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle foci dei corsi d’acqua a mare, in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto con programmi di risanamento dell’entroterra, è stata ottenuta applicando i criteri per la definizione del livello di inquinamento dei corsi d’acqua riportati nella circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22, relativa all’attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono riportati nella citata circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22. Coliformi fecali/100 ml Streptococchi fecali/100 ml pH O2 (%saturazione) Sostanze tensioattive (mg/L) Fenoli (mg/L) BOD5 (mg/L) Inquinamento basso < 1000 < 1000 6,5 - 8,5 > 70% < 0,25 < 0,05 <3 Inquin. medio 1000 - 12000 1000 - 2000 5,5 - 9,5 50% - 70% 0,25 - 0,5 0,05 - 0,5 3 - 20 Inquinamento alto > 12000 > 2000 < 5,5 - > 9,5 < 50% > 0,5 > 0,5 > 20 Presentazione cromatica del livello di inquinamento L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie corrispondenti a una qualità crescente del livello di inquinamento (basso, medio e alto). bas med alto livello inquinamento basso livello inquinamento medio livello inquinamento alto 85 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Presentazione dei risultati del monitoraggio 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino-RM Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Ardea Ardea Ardea Ardea Anzio Fosso Infernaccio Fosso Scarpatosta Fosso Guardiole Fosso Santa Maria Morgana Fosso Castel Secco Fosso Buche Fosso Quartaccio Fosso Turbino Fosso Zambra Fosso Vaccina Fosso Sanguinara Fosso Cupino Fosso Cadute Fosso Tre Denari Fiume Arrone Canale Acque Basse e Alte Fiume Tevere (Fiumara Piccola) Fiume Tevere (Fiumara Grande) Fosso di Pratica Fosso Crocetta Fosso Orfeo Rio Torto Canale Biffi Fosso Diavolo Fosso Caffarella Fosso Cavallo Morto 86 2004 alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto 2005 alto alto alto alto alto med alto alto alto alto alto alto alto med alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto 2006 alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto med alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto 2007 alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto med alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 05. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA VALuTAzIONE DEGLI EFFETTI DEGLI INTERVENTI MESSI IN ATTO CON PROGRAMMI DI RISANAMENTO DELL’ENTROTERRA 01 02 03 05 04 07 06 08 09 11 10 13 12 14 15 16 17 01 02 03 18 05 04 07 06 19 20 08 21 09 22 11 10 23 24 25 13 12 26 14 15 16 17 18 19 21 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto 20 22 23 Elaborazione risultati 25 Basso Medio Alto Non monitorato 87 24 26 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 06. MONITORAGGIO DELLE ACQuE DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE Finalità Il monitoraggio dei corsi d’acqua sotto elencati è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque all’altezza delle foci al fine della individuazione delle cause di inquinamento che possono compromettere la balneazione nella aree marine antistanti e circostanti. Parametri analizzati Coliformi fecali e Streptococchi fecali. Frequenza dei campionamenti Mensile nei mesi di luglio e di agosto. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle foci dei corsi d’acqua a mare, in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione, è stata ottenuta applicando i criteri per la definizione del livello di inquinamento dei corsi d’acqua riportati nella circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22, relativa all’attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22. Coliformi fecali Streptococchi fecali Inquinamento basso < 1000 < 1000 Inquin. medio 1000 - 12000 1000 - 2000 Inquinamento alto > 12000 > 2000 Presentazione cromatica del livello di inquinamento L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie corrispondenti a una qualità crescente del livello di inquinamento (basso, medio e alto). bas med alto livello inquinamento basso livello inquinamento medio livello inquinamento alto Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 01.01 02 03 04 04.01 05 06 07 08 09 10 11 11.01 12 13 14 15 Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella Roma Roma Pomezia Ardea Ardea Anzio Anzio Anzio Nettuno Nettuno Fosso Torre Valdaliga Nord Fosso Torre Valdaliga Sud Fosso Prete Fosso Fiumaretta Fosso Malpasso Fosso Marangone Fosso Eri Fosso Rio Fiume Canale Pescatori o Stagno Fosso Focetta Fosso Campo Ascolano Fosso Grande Fosso Moletta Fosso Secco Fosso Schiavo Fosso Tor Caldara Fosso Loricina Fiume Astura 88 2004 bas —alto alto med ——alto bas alto alto alto alto —alto bas alto med 2005 alto med alto alto alto med —med alto bas alto alto alto alto alto bas alto med 2006 alto —med alto alto med alto med alto alto alto alto alto —alto med alto alto 2007 med —alto alto alto ——med bas alto med alto med —alto bas alto alto 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 06. MONITORAGGIO DELLE ACQuE DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE 01 01.01 1 03 02 04 04.01 05 06 01 01.01 03 02 04 04.01 05 07 06 08 09 10 11 11.01 12 13 14 78 15 07 08 09 10 Punti di prelievo Elaborazione risultati 2005 2006 2007 codice punto 11 Basso Medio Alto Non monitorato 89 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 07. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A LAGO IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE Finalità Il monitoraggio dei corsi d’acqua sotto elencati è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque all’altezza delle foci che si immettono nel lago di Bracciano al fine della individuazione delle cause di inquinamento che possono compromettere la balneazione nelle aree lacustri antistanti e circostanti. Parametri analizzati Coliformi fecali e Streptococchi fecali. Frequenza dei campionamenti Mensile nei mesi di luglio e di agosto. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle foci dei corsi d’acqua a lago, in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione, è stata ottenuta applicando i criteri per la definizione del livello di inquinamento dei corsi d’acqua riportati nella circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22, relativa all’attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22. Coliformi fecali in 100 ml Streptococchi fecali in 100 ml Inquinamento basso < 1000 < 1000 Inquin. medio 1000 - 12000 1000 - 2000 Inquinamento alto > 12000 > 2000 Presentazione cromatica del livello di inquinamento L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie corrispondenti a una qualità crescente del livello di inquinamento (basso, medio e alto). bas med alto livello inquinamento basso livello inquinamento medio livello inquinamento alto Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 01.01 02 02.01 03 04 05 05.01 06 07 08 09 10 Anguillara Bracciano Bracciano Bracciano Bracciano Bracciano Bracciano Bracciano Trevignano Trevignano Roma Roma Roma Fosso Mola o Robiano Fosso del Diavolo Fosso Quadri Fosso Mola di Bracciano Fosso Grotta Renara Fosso Fiora Fosso Vicarello Fosso Morichella Fosso Lagusiello Fosso Casa Fosso Acquarella Fosso Conca Fosso Casacci 90 2004 alto —alto —alto alto alto —alto alto alto alto alto 2005 bas bas med alto bas bas alto —alto —alto alto alto 2006 bas bas med alto bas bas alto alto alto —alto alto alto 2007 ——alto alto alto med alto —med —bas alto alto 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 07. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A LAGO IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE 05 05.01 06 07 08 04 09 03 10 02.01 02 04 01.01 1 03 01 02.01 02 Punti di prelievo Elaborazione risultati 2005 2006 2007 codice punto 01.01 Basso Medio Alto Non monitorato 91 05 05.01 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 07.1. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI ANNO FuNzIONE 2007 DELLA Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità dei corsi d’acqua ai fini della individuazione delle zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati di origine agricola in acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi. Parametri analizzati Nitrati, Nitriti, Ammoniaca, Ortofosfato, Calcio, Cloruri, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Escherichia coli. Frequenza dei campionamenti Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle acque superficiali in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte A, parte terza, del D. Lgs. 152/06. In particolare, le concentrazioni dello ione nitrato sono state considerate basse, se inferiori a 25 mg/L, alte, se comprese tra 25 e 50, e rappresentative di zone vulnerabili, se superiori a 50 mg/L in concomitanza con valori nulli dei parametri microbiologici (Coliformi fecali, Coliformi totali, Streptococchi fecali ed Escherichia coli). Presentazione cromatica delle categorie di vulnerabilità da nitrati L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie di qualità decrescente. 1 2 3 Categoria 1 con concentrazione nitrati < 25 mg/L Categoria 2 con concentrazione nitrati compresa tra 25 e 50 mg/L Categoria 3 con concentrazione nitrati > 50 mg/L Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 Fiumicino Fiume Arrone, loc. Torre Maccarese 92 2004 —- 2005 1 2006 2 2007 2 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 7.1. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI 05 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri 05 Limiti comunali Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Cat 1 Cat 2 Cat 3 Non monitorato Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Molto elevata Elevata Alta Media Bassa Molto bassa 93 2007 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 07.2. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI DELLA Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità dei corsi d’acqua, ai fini della individuazione delle zone di territorio in cui l’utilizzo di prodotti fitosanitari autorizzati pone in condizioni di rischio le risorse idriche e gli altri comparti ambientali rilevanti. Parametri analizzati Atrazina, Alaclor, Carbaryl, Diclorvos, Dieldrin, Dicloran, DDT e isomeri, Eptacloro epossido, Fenamifos, Metolaclor, Metalaxyl, Oxadixyl, Procimidone, Pendimentalin, Simazina, Terbutilazina, Trifluralin, Vinclozolin, 2,4 D, Dicamba, Mcpa, Mecoprop, Aldicarb e suoi metaboliti, Alfa endosulfan, Benfuracarb, Carbendazim, Clortoluron, Dicloropropene, Fluoroxipir, Iprodione, Lenacil, Lindano, Linuron, Metamitron, Metazaclor, Metomil, Metribuzin, Metrobromuron, Teflubenzuron, Terbutrina. Frequenza dei campionamenti Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle acque superficiali in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da prodotti fitosanitari è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte B, parte terza, del D. Lgs. 152/06 e dei valori soglia fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. Concentrazione mg/L 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 Alfa endosulfan 0,1 Lindano (γ isomero dell’esaclorocicloesano) DDT Atrazina Simazina Trifluralin Alaclor Carbaryl Dieldrin Presentazione cromatica delle categorie di vulnerabilità da fitofarmaci L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06: buo s/p buono scadente/pessimo Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 Fiumicino Fiume Arrone, loc. Torre Maccarese 94 2004 —- 2005 buo 2006 buo 2007 buo 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 07.2. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI 01 Corpi idrici significativi 01 Principali bacini lacustri Limiti comunali Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Buono Scadente / Pessimo Non monitorato Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Molto elevata Elevata Alta Media Bassa Molto bassa 95 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO ECOLOGICO Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque lacustri, mediante la determinazione analitica dei parametri Trasparenza, Ossigeno disciolto, Clorofilla e Fosforo totale. Parametri analizzati Temperatura, pH, Alcalinità, Trasparenza, Ossigeno disciolto, Ossigeno ipolimnico, Clorofilla “a”, Fosforo totale, Ortofosfato, Azoto nitroso, Azoto nitrico, Azoto ammoniacale, Azoto totale, Conducibilità. Frequenza dei campionamenti Semestrale. Modalità di classificazione delle acque Non è stato ancora individuato dalla Regione Lazio il “corpo idrico inalterato” di riferimento le cui caratteristiche consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici sottoposti a monitoraggio. Lo stato ecologico dei laghi, pertanto, è stato valutato secondo le modalità indicate dall’Allegato 1 del D. Lgs. 152/99 che considera i valori di concentrazione del Fosforo totale, dell’Ossigeno disciolto, della Clorofilla “a” e i valori della Trasparenza. Confrontando i valori di tali parametri con dei valori soglia di riferimento, si definiscono 5 livelli per ogni parametro. LIVELLO 1 >5 <3 Trasparenza (m) (valore minimo) Clorofilla “a” (mg/L) Ossigeno % sat.> 80 Valore minimo ipolimnico nel periodo di massima stratificazione Fosforo totale (µg/L) Valore massimo riscontrato LIVELLO 2 ≤5 ≤6 LIVELLO 3 ≤2 ≤ 10 LIVELLO 5 ≤1 > 25 < 80 > 80 ≤ 80 ≤ 60 ≤ 40 ≤ 20 valore a 0 m nel periodo di massima circolazione < 60 < 40 < 20 1 2 2 2 3 3 3 3 4 4 3 4 4 5 5 < 10 < 10 ≤ 25 ≤ 50 ≤ 100 > 100 valore a 0 m nel periodo di massima circolazione < 25 < 50 < 100 > 100 1 2 2 2 3 3 3 3 4 4 3 4 4 5 5 Lo stato ecologico è calcolato sommando i livelli dei singoli parametri: Somma dei singoli punteggi 4 5–8 9 – 12 13 – 16 17 – 20 LIVELLO 4 ≤ 1,5 ≤ 25 CLASSE 1 2 3 4 5 96 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Presentazione cromatica dello stato ecologico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima. ele buo suf sca pes elevato buono sufficiente scadente pessimo Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio Lago di Bracciano 01 Bracciano Centro Lago di Martignano 02 Anguillara Centro Lago Albano di Castel Gandolfo 03 Castel G. Centro Lago di Nemi 04 Nemi Centro 2004 2005 2006 2007 lago buo buo buo buo lago buo buo buo buo lago suf suf suf suf lago buo buo buo buo 97 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO ECOLOGICO 01 02 01 02 03 04 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri 87 Limiti comunali Aree ad elevata antropizzazione Punti di prelievo 2005 2006 03 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Sufficiente Scadente Pessimo Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 6 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Classe 1 - Elevato Classe 2 - Buono Classe 3 - Sufficiente Classe 4 - Scadente Classe 5 - Pessimo 98 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. STATO CHIMICO Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione della sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi. Parametri analizzati Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, 1,2 dicloroetano, Cloroformio, Aldrin, Dieldrin, Endrin, DDT e isomeri, Esacloro benzene, Esacloro butadiene, Esaclorocicloesano, Isodrin, Percloro etilene, Tetracloruro di carbonio, Triclorobenzene, Tricloroetilene, Eptacloro, Eptacloroepossido. Frequenza dei campionamenti Semestrale. Modalità di classificazione delle acque Per lo stato chimico dei laghi si è fatto riferimento agli standard di qualità fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Non sono stati presi in considerazione, pertanto, i valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, la cui disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06 è stata sostituita dal medesimo decreto. Lo stato chimico è stato definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. concentrazione (mg/L) 10 0,1 1 50 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 1 20 10 10 12 0,4 10 12 1,2 Dicloroetano Aldrin Cadmio e suoi composti Cromo totale DDT Dieldrin Endrin Esaclorobenzene Esaclorobutadiene Esaclorocicloesano Isodrin Mercurio e suoi composti Nichel e suoi composti Piombo e suoi composti Tetracloroetilene (percloroetilene) Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano) Triclorobenzene Tricloroetilene Triclorometano (cloroformio) Presentazione cromatica dello stato chimico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06: buo s/p buono scadente/pessimo 99 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio Lago di Bracciano 01 Bracciano Centro Lago di Martignano 02 Anguillara Centro Lago Albano di Castel Gandolfo 03 Castel G. Centro Lago di Nemi 04 Nemi Centro 2004 2005 2006 2007 lago buo buo buo buo lago buo buo buo buo lago buo buo buo buo lago buo buo buo buo 100 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. STATO CHIMICO 01 02 01 03 02 04 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali Aree ad elevata antropizzazione 03 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Buono Scadente / Pessimo Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 6 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Classe 1 - Elevato Classe 2 - Buono Classe 3 - Sufficiente Classe 4 - Scadente Classe 5 - Pessimo 101 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 09. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE Finalità Il monitoraggio è finalizzato a verificare la qualità delle acque dolci superficiali utilizzate o destinate ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile dopo trattamenti appropriati Parametri analizzati pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Conducibilità, Nitrati, Fluoruri, Solfati, Cloruri, Tensioattivi, Fosfati, Fenoli, Sostanze organiche (COD), BOD5, Ossigeno disciolto, Azoto totale (Azoto Kjeldhal-tranne NO2 e NO3), Ammoniaca, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Arsenico, Ferro, Zinco, Berillio, Cobalto, Vanadio, Manganese, Boro, Selenio, Bario, Antiparassitari totali, Cianuro, Idrocarburi disciolti/emulsionati, Idrocarburi Policiclici Aromatici, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle acque dolci lacustri destinate alla produzione di acqua potabile è stata ottenuta secondo le modalità riportate nella Sezione A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06. Per la classificazione delle acque in una delle categorie A1, A2, A3, di cui alla Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06, i valori specificati per ciascuna categoria devono essere conformi nel 95% dei campioni ai valori limite specificati nelle colonne I (Valore Imperativo) e nel 90% ai valori limite specificati nelle colonne G (Valore Guida), quando non sia indicato il corrispondente valore nella colonna I. Per il rimanente 5% o 10% dei campioni che, secondo i casi, non sono conformi, i parametri non devono discostarsi in misura superiore al 50% dal valore dei parametri in questione. Sono esclusi la temperatura, il pH, l’Ossigeno disciolto ed i parametri microbiologici. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06. A1 G pH 6,5-8,5 Totale materie in sospensione mg/L MES 25 Temperatura °C 22 Nitrati mg/L NO3 25 Fluoruri mg/L F 0,7/1 Ferro disciolto mg/L Fe 0,1 Manganese mg/L Mn 0,05 Rame mg/L Cu 0,02 Zinco mg/L Zn 0,5 Boro mg/L B Arsenico mg/L As 0,01 Cadmio mg/L Cd 0,001 Cromo totale mg/L Cr Piombo mg/L Pb Selenio mg/L Se Mercurio mg/L Hg 0,0005 Bario mg/L Ba Cianuro mg/L CN Solfati mg/L SO4 150 Cloruri mg/L Cl 200 Tensioattivi mg/L (solfato di laurile) 0,2 Fosfati mg/L P2O5 0,4 Fenoli (indice) mg/L (C6H5OH) - 102 A1 I 25 50 1,5 0,3 0,05 2 1 0,05 0,005 0,05 0,05 0,01 0,001 0,1 0,05 250 0,001 A2 G 5,5-9 22 0,7/1,7 1 0,1 0,05 1 0,001 0,0005 150 200 0,2 0,7 0,001 A2 I 25 50 2 5 1 0,05 0,005 0,05 0,05 0,01 0,001 1 0,05 250 0,005 A3 G 5,5-9 22 0,7/1,7 1 1 1 1 0,05 0,001 0,0005 150 200 0,5 0,7 0,01 A3 I 25 50 5 1 0,1 0,005 0,05 0,05 0,01 0,001 1 0,05 250 0,1 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Idrocarburi disciolti o emulsionati I.P.A. Antiparassitari-totale COD Ossigeno disciolto (%/ sat.) BOD5 Azoto Kjeldahl (tranne NO2 e NO3) Ammoniaca Coliformi totali Coliformi fecali Streptococchi fecali Salmonella mg/L mg/L mg/L mg/L O2 % O2 mg/L O2 mg/L N mg/L NH4 /100 mL /100 mL /100 mL - 0,05 0,2 0,0002 0,0002 0,001 0,0025 > 70 > 50 <3 <5 1 2 0,05 1 1,5 50 5000 20 2000 20 1000 0/5000mL 0/1000mL - 0,5 . 30 > 30 <7 3 2 50000 20000 10000 - 1 0,001 0,005 4 - Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/A. Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3 L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie. In particolare, le acque sono classificate nelle categorie A1, A2, A3 corrispondenti a una qualità decrescente da 1 a 3. A seconda della categoria di appartenenza, le acque devono essere sottoposte ai trattamenti riportati nella seguente scheda. A1 A2 categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle acque categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione delle acque valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua potabile, neppure con trattamenti) A3 + A3 Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 Anguillara 2004 A2 Castel Vici (*) 2005 2006 2007 + A3 (**) + A3 (**) + A3 (**) (*) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile (**) Non potabilizzabile per concentrazione di Fluoruri. 103 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 09. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE 01 01 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati 93 Cat A 1 Cat A 2 Cat A 3 Cat > A 3 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità) Aniene (Tevere) Arrone sud Arrone sud - Collettore Astura Bacino endoreico Badino Incastro Loricina Mignone Mignone - Arrone sud Moscarello Sacco (Liri - Garigliano) Salto (Turano) Tevere - Basso corso Tevere - Foce Tevere - Incastro Tevere - Medio corso Treja 104 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 10. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E CIPRINICOLI Finalità Il monitoraggio è finalizzato a verificare lo stato di qualità delle acque dolci superficiali designate che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci. Parametri analizzati Temperatura, pH, Ossigeno disciolto, Totale materie in sospensione, Sostanze organiche (COD), BOD5, Fosforo totale, Nitriti, Nitrati, Fenoli, Idrocarburi di origine petrolifera, Ammoniaca non ionizzata, Ammoniaca totale, Tensioattivi anionici, Cloro residuo totale, Durezza, Cloruri, Cromo totale, Nichel, Rame, Piombo, Zinco, Cadmio, Mercurio, Arsenico. Frequenza dei campionamenti Mensile. Modalità di classificazione delle acque La classificazione dei laghi ai fini della loro idoneità alla vita dei pesci è stata ottenuta secondo le modalità previste dalla Sezione B dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06. Le acque sono state considerate idonee alla vita dei pesci quando i campioni hanno presentato valori dei parametri di qualità conformi ai limiti imperativi riportati nella Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs 152/99 per quanto riguarda: a) il 95% dei campioni prelevati per i parametri pH, BOD5, Ammoniaca totale, Ammoniaca indissociata, Nitriti, Cloro residuo totale, Zinco totale, Rame e Temperatura; b il 50% dei campioni prelevati per il parametro Ossigeno disciolto; c) la concentrazione media fissata per il parametro Materie in sospensione. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06. Ossigeno Materiali in sospensione BOD5 Nitriti Ammoniaca non ionizzata Ammoniaca totale Cloro residuo totale Zinco totale Rame Arsenico Cadmio totale Cromo Mercurio totale Nichel Piombo mg/L O2 mg/L mg/L O2 mg/L NO2 mg/L NH3 mg/L NH4 mg/L come HOCl mg/L Zn mg/L Cu mg/L As mg/L Cd mg/L Cr mg/L Hg mg/L Ni mg/L Pb Acque per salmonidi ³ 9 (50%) 60 5 0,88 0,025 1 0,004 300 40 50 2,5 20 0,5 75 10 Acque per ciprinidi ³ 7 (50%) 80 9 1,77 0,025 1 0,004 400 40 50 2,5 100 0,5 75 50 Nella non sono riportate le note della Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06 Presentazione cromatica delle categorie di idoneità per la vita dei pesci L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque come idonee alla vita dei pesci più sensibili (pesci salmonicoli), idonee alla vita dei pesci più resistenti (pesci ciprinicoli) e non idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli. 105 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA salm cipr non id ANNO 2007 acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti acque non idonee alla vita dei pesci Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio Lago di Bracciano 01 Bracciano Centro Lago di Martignano 02 Anguillara Centro Lago Albano di Castel Gandolfo 03 Castel G. Centro Lago di Nemi 04 Nemi Centro 2004 2005 2006 2007 lago cipr cipr cipr cipr lago cipr cipr cipr cipr lago cipr cipr cipr cipr lago cipr cipr cipr cipr 106 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 10. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E CIPRINICOLI 01 02 01 02 03 04 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 96 Presentazione cromatica dei risultati Idoneo per salmonicoli Idoneo per ciprinicoli Non idoneo 03 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini Idrografici) Aniene (Tevere) Arrone sud Arrone sud - Collettore Astura Bacino endoreico Badino Incastro Loricina Mignone Mignone - Arrone sud Moscarello Sacco (Liri - Garigliano) Salto (Turano) Tevere - Basso corso Tevere - Foce Tevere - Incastro Tevere - Medio corso Treja 107 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 11. CONTROLLO DEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Finalità Il controllo delle acque destinate alla balneazione è finalizzato a verificare lo stato di qualità mediante parametri chimici, fisici e microbiologici, escluso il parametro Ossigeno disciolto che, ai sensi del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa all’Ossigeno disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione. Parametri analizzati Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella, pH, Colore, Trasparenza, Oli minerali, Tensioattivi, Fenoli, Temperatura. Frequenza dei campionamenti Bimensile nei mesi da aprile a settembre. Modalità di classificazione delle acque Le acque sono idonee alla balneazione quando le analisi dei campioni routinari relative all’anno precedente indicano che i parametri delle acque in questione sono conformi a quelli della Tabella sotto riportata per almeno il 90% dei casi e quando, nei casi di non conformità, i valori dei parametri numerici non si discostano per più del 50% dai corrispondenti valori limite. Per i parametri microbiologici e il pH non si applica detta limitazione del 50%. Per i parametri Coliformi totali, Coliformi fecali e Streptococchi fecali la percentuale è ridotta all’80%. Se, però, per i parametri Coliformi totali e Coliformi fecali vengono superati, rispettivamente, i valori di 10.000/100 ml e 2.000/100 ml, la percentuale dei campioni che deve essere conforme viene aumentata al 95%. Se le acque di balneazione non sono risultate idonee nella stagione precedente, possono essere nuovamente classificate idonee se entrambi i controlli routinari effettuati nel mese di aprile danno esito favorevole. Se le acque di balneazione sono risultate non idonee ai sensi dell’art. 6 del DPR 470/1982 per due stagioni balneari consecutive, permane il divieto alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso A). Se in una stagione balneare i risultati dei campioni routinari prelevati in uno stesso punto dimostrano la non idoneità alla balneazione, con un numero di campioni non conformi superiore ad un terzo di quelli effettuati, la zona interessata dovrà essere vietata alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso B). Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento La classificazione delle acque dei laghi destinate alla balneazione è stata ottenuta sulla base di quanto riportato nella seguente Tabella allegata al DPR 8 giugno 1982 n. 470. Non sono, pertanto, presi in considerazione, per la valutazione dei risultati, le concentrazioni dell’Ossigeno disciolto che, ai sensi del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa all’Ossigeno disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione. Valore limite Coliformi totali 2000/100 ml Coliformi fecali 100/100 ml Streptococchi fecali 100/100 ml Salmonelle 0/1 litro pH 6-9 Colorazione Assenza di variazione anormale del colore Trasparenza 1 metro Oli minerali Assenza di pellicola visibile alla superficie dell’acqua e assenza di odore ≤ 0,5 mg/L Sostanze tensioattive che reagiscono al blu di metilene Assenza di schiuma persistente ≤ 0,5 mg/L Fenoli Nessuno odore specifico ≤ 0,5 mg/L(C6H5OH) 108 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Frequenza dei campionamenti Bimensile nei mesi da aprile a settembre. Presentazione cromatica delle aree destinate alla balneazione L’elaborazione dei risultati analitici è stata eseguita facendo esclusivamente riferimento ai metodi di calcolo fissati nell’art. 6, commi 2, 3 e 4, e nell’art. 7, caso B, del DPR 470/82, senza prendere in considerazione il parametro Ossigeno disciolto, così come fissati nel citato D. Lgs. n. 94 del 11.7.07. Non sono prese, pertanto, in considerazione le possibilità indicate nell’art. 7, caso A, del DPR 470/82. id non id acque idonee alla balneazione acque non idonee alla balneazione secondo i metodi di calcolo indicati nell’art. 6, commi 2, 3 e 4 (senza O2), e nell’art. 7, caso B possibili cause di inquinamento Presentazione cromatica dei risultati del controllo Si ritiene necessario precisare che le aree individuate non sono rappresentative della balneazione che effettivamente viene consentita lungo il litorale. Infatti, numerose aree lacustri non sono sottoposte a controllo, in quanto sono vietate automaticamente alla balneazione. Ad esempio, sono vietate alla balneazione dalla Regione Lazio, indipendentemente dal controllo analitico, le aree antistanti e circostanti le foci dei corsi d’acqua inquinati che pervengono nel lago di Bracciano (circa 4 Km su un totale di 32 Km). Lago di Bracciano 01 Anguillara 02 Anguillara 03 Anguillara 04 Anguillara 05 Anguillara 06 Anguillara 07 Anguillara 08 Anguillara 09 Anguillara 10 Bracciano 11 Bracciano 12 Bracciano Foce fosso del Diavolo 13 Bracciano 14 Bracciano Foce fosso Quadri 15 Bracciano 16 Bracciano Foce fosso Mola 17 Bracciano 18 Bracciano Foce Fosso Grotta Renara 19 Bracciano 20 Bracciano Foce Fosso Fiora 21 Bracciano 22 Bracciano 23 Bracciano 24 Bracciano Foce fosso Vicarello 25 Bracciano 26 Trevignano 27 Trevignano 28 Trevignano 2004 2005 2006 2007 id id id non id id non id id id id non id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id 250 m dx foce fosso Diavolo 250 m sx foce fosso Quadri id id id id id id id id 250 m dx foce fosso Quadri 250 m sx foce fosso Mola id id id non id id id id id 250 m dx foce fosso Mola 250 m sx foce fosso Grotta Renara id id non id id id id non id id 250 m dx foce fosso Grotta Renara 250 m sx foce fosso Fiora id id id id id id id id 250 m dx foce fosso Fiora km 18 km 16 250 m sx foce fosso Vicarello id id id id id id id id id id id id id id id id 250 m dx foce fosso Vicarello 400 m dx confine comune di Bracciano Bar Marcello Loc.tà Canneto id id id id id id id id id id non id id id id id id Punta Pizzo Prato 350 m sx emissario Arrone 250 m sx chiosco piazzetta Anguillara Foce fosso Mola o Robiano Loc.tà Madonna delle Grazie 400 m sx Punta il Pizzo Punta il Pizzo 1.300 m dx Punta il Pizzo Cabina ENEL Loc.tà Torraccia Foce fosso Lobbra 250 m sx foce fosso Diavolo 109 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 29 Trevignano Punta Pantanello 30 Trevignano Foce fosso Pianoro 31 Trevignano Foce fosso Lagusiello 32 Trevignano Confine comune di Roma Foce fosso Conca 33 Roma 250 m dx foce fosso Conca 34 Roma 250 m sx foce fosso Casacci Foce fosso Casacci 35 Roma 250 m dx foce fosso Casacci Lago di Martignano 36 Anguillara Strada comunale Lago Albano di Castel Gandolfo 37 Castel G. 1.750 m dx emissario 38 Castel G. 3.000 m dx emissario 39 Castel G. 4.350 m dx emissario 40 Castel G. Altezza ruderi 41 Castel G. Cabina sollevamento Villa Pontificia Lago di Nemi 42 Nemi 1.200 m dx Museo navi 43 Nemi 2.000 m dx Museo navi ANNO 2007 id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id non non non non non id id id id id id id id id id id id id id id id id id Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque lacustri. 110 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 11. CONTROLLO DEL LAGO DI BRACCIANO E DEL LAGO DI MARTIGNANO IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO 28 26 24 27 25 23 29 30 31 22 21 32 2 26 20 33 24 19 27 25 23 18 34 17 35 16 22 15 01 14 21 36 20 13 11 06 1907 10 02 03 12 04 05 18 09 100 08 17 16 15 14 13 12 Punti di prelievo 11 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 07 10 Idoneo 09 Non idoneo 08 111 06 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 11. CONTROLLO DEL LAGO ALBANO DI CASTEL GANDOLFO E DEL LAGO DI NEMI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO 38 37 39 41 40 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 42 Idoneo Non idoneo 43 112 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 12. SORVEGLIANzA ALGALE NEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO ECOLOGICO Finalità La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine. Parametri analizzati Sono fissati nel decreto 17 giugno 1988 del Ministero della sanità, relativo ai Criteri per la definizione di programmi di sorveglianza per la rilevazione delle alghe aventi possibili implicazioni igienico – sanitarie. Primo livello di monitoraggio Secondo livello di monitoraggio Terzo livello di monitoraggio Azoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto Nella colonna d’acqua: TemperatuAzoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ra, Salinità, Trasparenza, Ossigeno disfato, Salinità, Clorofilla “a” sciolto, pH e Clorofilla a. sfato, Salinità, Clorofilla “a” Nelle acque superficiali e eventualmente nella colonna di acqua: Azoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto ammoniacale, Fosforo totale, Ortofosfato, Silice reattiva. Inoltre: Temperatura dell’aria, pressione barometrica, umidità relativa, direzione e velocità del vento, precipitazioni atmosferiche, dati sulle correnti costiere e moto ondoso. Analisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microscopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici responsabili di fioriture algali. responsabili di fioriture algali. responsabili di fioriture algali. Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Dinoficee, Cloroficee, Cianoficee, microflagellate, Criptoficee, Euglenoficee, Crisoficee, Primnesioficee. Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Dinoficee, Cloroficee, Cianoficee, microflagellate, Criptoficee, Euglenoficee, Crisoficee, Primnesioficee. Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Dinoficee, Cloroficee, Cianoficee, microflagellate, Criptoficee, Euglenoficee, Crisoficee, Primnesioficee. Frequenza dei campionamenti Il D.L. 14.05.1988 n. 155, convertito con legge del 15 luglio 1988, prescrive che i limiti dell’Ossigeno disciolto espresso in centesimi, previsti dal D.P.R. 470/82 relativo alle acque della balneazione, possono essere superati senza vietare la balneazione stessa, quando le acque siano sottoposte a programma di sorveglianza per una adeguata rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico - sanitarie. Con il decreto 17 giugno 1988 e le circolari ministeriali del 2224 del 30.6.1988, 562 del 9.4.1998 e 1447 del 31.7.1998 vengono indicati i criteri per la definizione di detti programmi di sorveglianza e le metodologie analitiche per la ricerca delle biotossine tossiche quali microcistine, nodularine, anatossina-a, PSP. Il programma di sorveglianza delle acque destinate alla balneazione per la rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico – sanitarie, fissa tre livelli di controllo di cui il primo livello deve essere messo in atto solo durante il primo anno nel quale la Regione si avvale della facoltà di adottare per l’Ossigeno disciolto valori limiti compresi tra 50 e 170, anche se vi si ricorre a stagione balneare iniziata. Per i tre programmi di sorveglianza sono indicati i rispettivi criteri di scelta dei punti di prelievo e sono 113 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 elencati i rispettivi parametri da determinare. Per quanto riguarda i campionamenti, sono fissate le seguenti frequenze: – bimensile, nei mesi da aprile a settembre, nel monitoraggio di I livello; – bimensile, nei mesi da giugno a settembre, e mensile, negli altri mesi, nei monitoraggi di secondo e terzo livello. Modalità di classificazione delle acque Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini della classificazione delle acque. La qualità delle acque marine costiere, pertanto, è stata valutata con la individuazione dello stato ecologico secondo le modalità indicate dall’Allegato 1 del D. Lgs. 152/99 che considera i valori di concentrazione del Fosforo totale, dell’Ossigeno disciolto, della Clorofilla “a” e i valori della Trasparenza. Confrontando i valori di tali parametri con dei valori soglia di riferimento, si definiscono 5 livelli per ogni parametro. LIVELLO 1 >5 <3 Trasparenza (m) (valore minimo) Clorofilla “a” (mg/L) LIVELLO 4 ≤ 1,5 ≤ 25 LIVELLO 5 ≤1 > 25 > 80 ≤ 80 ≤ 60 ≤ 40 ≤ 20 < 10 ≤ 25 ≤ 50 ≤ 100 > 100 valore a 0 m nel periodo di massima circolazione < 10 < 25 < 50 < 100 > 100 1 2 2 2 3 3 3 3 4 4 3 4 4 5 5 Fosforo totale (µg/L) Valore massimo riscontrato LIVELLO 3 ≤2 ≤ 10 valore a 0 m nel periodo di massima circolazione > 80 < 80 < 60 < 40 < 20 1 2 2 2 3 3 3 3 4 4 3 4 4 5 5 Ossigeno % sat. Valore minimo ipolimnico nel periodo di massima stratificazione LIVELLO 2 ≤5 ≤6 Lo stato ecologico è calcolato sommando i livelli dei singoli parametri: Somma dei singoli punteggi 4 5–8 9 – 12 13 – 16 17 – 20 CLASSE 1 2 3 4 5 Presentazione cromatica dello stato ecologico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima. ele buo suf sca pes elevato buono sufficiente scadente pessimo 114 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale Lago di Bracciano 01 Anguillara 05.01 Anguillara 05.02 Anguillara 01.02 Bracciano 02 Bracciano 02 Bracciano 02.03 Bracciano 02.03 Bracciano 03 Bracciano 03 Bracciano 03.01 Trevignano 04 Trevignano 05 Roma 05 Roma Cabina ENEL (3.000) 350 sx emissario Arrone (3.000) Località Madonna delle Grazie (3.000) Foce fosso della Lobbra (3000) 250m dx foce fosso Diavolo (500) 250m dx foce fosso Diavolo (3.000) 250 m dx fosso Grotta Renana (500) 250 m dx fosso Grotta Renana (3.000) 250 m dx foce fosso Fiora (500) 250 m dx foce fosso Fiora (3.000) Località Canneto (3.000) Punta Pantanello (3.000) 250 m dx foce fosso Casacci (500) 250 m dx foce fosso Casacci (3.000) Lago Albano di Castel Gandolfo 06.01 Castel G. 1.750 m destra emissario (500) 06.01 Castel G. 1.750 m destra emissario (3.000) 06 Castel G. Altezza ruderi (500) 06 Castel G. Altezza ruderi (centro lago) 2004 2005 2006 2007 ele ———buo buo ——buo buo —buo buo buo buo ———buo buo ——buo buo —buo ——- —buo ele buo ———buo ——buo ———- —buo buo buo ——ele buo ——buo ———- ——buo buo ————- buo ———- buo buo ——- I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza del punto di prelievo dalla riva. Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque lacustri 115 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO DI BRACCIANO IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO ECOLOGICO 03.01 03 04 02.03 02.03 03 05 02 05 01.02 05.01 01 1 05.02 02 Punti di prelievo Elaborazione risultati 2005 2006 2007 codice punto Elevato Buono Sufficiente Scadente Pessimo Non monitorato 116 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO ALBANO DI CASTELGANDOLFO IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO ECOLOGICO 06.01 06.01 06 06 117 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 12. SORVEGLIANzA ALGALE NEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE Finalità La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine. Parametri analizzati Sono riportati nella sorveglianza algale 12 A. Frequenza dei campionamenti È riportata nella sorveglianza algale 12 A Modalità di classificazione delle acque Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini della classificazione delle acque. Solo per quanto riguarda le microalghe potenzialmente tossiche, sono precisate le seguenti procedure che devono essere seguite in caso di presenza di dette alghe. Relativamente alle acque lacustri, nella circolare ministeriale n. 1447 del 31 luglio 1998 di attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470, è riportato che deve essere eseguita la conta al microscopio delle alghe Cianoficee ed è fissato che è necessario prendere i seguenti provvedimenti in funzione delle seguenti concentrazioni: < 100.000 cellule/Litro di Cianoficee 100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee > 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee acque con assenza di rischio acque con rischio accettabile acque con rischio non accettabile Sempre in conformità alla citata circolare ministeriale, comunque, la effettiva tossicità delle Cianoficee presenti nell’area lacustre deve essere valutata a seguito di test tossicologici effettuati, con campioni di sospensione algale, su topi. Detti test, eseguiti presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma, sono risultati negativi su un totale di 207 effettuati nel corso dei tre anni presi in considerazione. Presentazione cromatica delle aree a rischio algale L’elaborazione dei risultati analitici relativi alla conta dei popolamenti delle alghe microscopiche Cianoficee consente di individuare le seguenti tre classi di rischio (la classe attribuita è quella che emerge dal risultato peggiore). Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. ass acc risc acque con assenza di rischio (< 100.000 cellule/Litro di Cianoficee) acque con rischio accettabile (100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee) acque con rischio non accettabile (> 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee) 118 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale Lago di Bracciano 01 Anguillara Cabina ENEL (riva) 01 Anguillara Cabina ENEL (500) 01 Anguillara Cabina ENEL (3.000) 01.01 Anguillara 400 m sx Punta il Pizzo (riva) 01.02 Bracciano Foce fosso della Lobbra (riva) 01.02 Bracciano Foce fosso della Lobbra (500) 01.02 Bracciano Foce fosso della Lobbra (3.000) 02 Bracciano 250m dx foce fosso Diavolo (riva) 02 Bracciano 250m dx foce fosso Diavolo (500) 02 Bracciano 250m dx foce fosso Diavolo (3.000) 02.01 Bracciano 250 m dx fosso dei Quadri (riva) 02.02 Bracciano 250 m sx fosso Grotta Renana (riva) 02.03 Bracciano 250 m dx fosso Grotta Renana (riva) 02.03 Bracciano 250 m dx fosso Grotta Renana (500) 02.03 Bracciano 250 m dx fosso Grotta Renana (3.000) 02.04 Bracciano 250 m sx foce fosso Fiora (riva) 03 Bracciano 250 m dx foce fosso Fiora (riva) 03 Bracciano 250 m dx foce fosso Fiora (500) 03 Bracciano 250 m dx foce fosso Fiora (3.000) 03.01 Trevignano Località Canneto (riva) 03.01 Trevignano Località Canneto (500) 03.01 Trevignano Località Canneto (3.000) 04 Trevignano Punta Pantanello(riva) 04 Trevignano Punta Pantanello(500) 04 Trevignano Punta Pantanello(3.000) 05 Roma 250 m dx foce fosso Casacci (riva) 05 Roma 250 m dx foce fosso Casacci (500) 05 Roma 250 m dx foce fosso Casacci (3.000) 05.01 Anguillara 350 sx emissario Arrone (riva) 05.01 Anguillara 350 sx emissario Arrone (500) 05.01 Anguillara 350 sx emissario Arrone (3.000) 05.02 Anguillara Località Madonna delle Grazie (riva) 05.02 Anguillara Località Madonna delle Grazie (500) 05.02 Anguillara Località Madonna delle Grazie (3.000) Lago Albano di Castel Gandolfo 06.01 Castel G. 1750 metri dx emissario (riva) 06.01 Castel G. 1750 metri dx emissario (500) 06.01 Castel G. 1750 metri dx emissario (centro lago) 06.02 Castel G. 3000 metri dx emissario (riva) 06.03 Castel G. 4350 metri dx emissario (riva) 06 Castel G. Altezza ruderi (riva) 06 Castel G. Altezza ruderi (500) 06 Castel G. Altezza ruderi (centro lago) Lago di Nemi 07 Nemi 1.200 m dx Museo navi (riva) 07 Nemi 1.200 m dx Museo navi (centro lago) 2004 2005 2006 2007 ass ass ass ————ass ass ass ——————ass ass ass ———ass ass ass ass ass ass ——————- ass ass ass ass ———ass ass ass ass ass ass ——ass ass ass ass ———ass ass ass —————————- ————ass ass ass —————ass ass ass ————ass ass ass ——————ass ass ass ass ass ass ————ass ass ass —————ass ass ass ————ass ass ass ——————ass ass ass ass acc ass —————acc acc acc acc ——acc acc ———- risc risc ———risc ——- acc acc acc —————- ass ass ass ass acc acc acc acc I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva. Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque lacustri. 119 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO DI BRACCIANO IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 03.01 . 01 03.01 . 01 04 04 03.01 . 03 02.04 03 01 04 04 02.03 . 02.03 . 03 03 02.02 . 03 02 03 02.03 . 05 02 05 01.02 . 01 02.01 . 05 05.01 . 02 01 05.02 . 02 01 02 02 01.02 . 02 01.02 . 02 05.02 . 01 0 205.02 . 02 01.01 . 01 01 Punti di prelievo Elaborazione risultati 2005 2006 2007 codice punto Assenza di rischio Rischio accettabile Rischio non accettabile Non monitorato 120 05.01 . 0 1 05.01 . 01 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO ALBANO DI CASTEL GANDOLFO IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 06.02 . 02 06.01 . 01 06.01 . 01 06.03 . 03 06.01 . 01 06 06 06 07 07 121 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO TROFICO Finalità Il monitoraggio per la determinazione dello stato trofico è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque marine mediante gli accertamenti analitici dei parametri che caratterizzano la produzione primaria dell’ambiente acquatico (Ossigeno disciolto, Clorofilla “a” e i nutrienti Fosforo totale e Azoto inorganico disciolto). Parametri analizzati pH, Trasparenza, Ossigeno disciolto, Ortofosfato, Fosforo totale, Clorofilla “a”, Azoto totale, Azoto nitrico, Azoto ammoniacale, Azoto nitroso, Azoto (somma di NO3 + NO2 + NH3), Enterococchi, analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi algali appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati, Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee. Frequenza dei campionamenti Trimestrale. Modalità di classificazione delle acque Non è stato ancora individuato dalla Regione Lazio il “corpo idrico inalterato” di riferimento le cui caratteristiche consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici sottoposti a monitoraggio. La qualità delle acque marine costiere, è stata valutata solo secondo quanto riportato nell’Allegato 1 del D. Lgs. 152/99, attraverso la determinazione dell’indice trofico TRIX. Il valore dell’indice si ottiene applicando un logaritmo alla concentrazione di Ossigeno disciolto, Clorofilla “a”, Fosforo totale e Azoto totale inorganico, secondo la seguente formula: TRIX = [Log10 (Cha . DO%sat . N . P)+ 1,5]/1,2 La concentrazione dell’Ossigeno disciolto è espressa come deviazione assoluta dal valore di saturazione. La concentrazione di Clorofilla, di Azoto totale inorganico e Fosforo totale deve essere espressa in mg/L. La concentrazione di Azoto totale inorganico si calcola sommando le concentrazioni di nitrati, nitriti e ammoniaca, espresse in mg/L di Azoto. Si ottengono in questo modo valori compresi tra 2 e 8, in base ai quali è possibile assegnare 4 diverse classi di qualità, secondo la seguente Tabella. Valore dell’indice TRIX 2-4 4-5 5-6 6-8 Classificazione Stato elevato Stato buono Stato scadente Stato pessimo Presentazione cromatica dell’indice trofico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 4 categorie corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima. ele buo med sca elevato buono mediocre scadente 122 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 01 01 02 02 02 03 03 03 04 04 04 05 05 05 06 06 06 07 07 07 08 08 08 09 09 09 10 10 10 Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Roma Ostia Roma Ostia Roma Ostia Pomezia Pomezia Pomezia Ardea Ardea Ardea Anzio Anzio Anzio Nettuno Nettuno Nettuno Borgo Odescalchi (200) Borgo Odescalchi (1.000) Borgo Odescalchi (3.000) Stab. La Perla del Tirreno (200) Stab. La Perla del Tirreno (1.000) Stab. La Perla del Tirreno (3.000) Cerenova (500) Cerenova (1.000) Cerenova (3.000) Stab. Miramare (200) Stab. Miramare (1.000) Stab. Miramare (3.000) Stab. La Nave (500) Stab. La Nave (1.000) Stab. La Nave (3.000) Stab. Marechiaro (200) Stab. Marechiaro (1.000) Stab. Marechiaro (3.000) Stab. Capri (500) Stab. Capri (1.000) Stab. Capri (3.000) Stab. Roma (500) Stab. Roma (1.000) Stab. Roma (3.000) Stab. Transatlantico (500) Stab. Transatlantico (1.000) Stab. Transatlantico (3.000) Centro abitato (500) Centro abitato (1.000) Centro abitato (3.000) 2004 buo ele ele ele ele ele buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo ele ele buo buo ele buo buo buo buo buo buo buo buo ele 2005 buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo med med buo buo buo ele buo buo ele buo ele ele buo buo buo buo buo buo 2006 ele ele ele buo ele ele buo buo ele buo buo ele buo buo buo buo buo ele buo ele ele buo buo ele buo ele ele buo buo ele I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva. 123 2007 buo ele buo buo ele ele ele buo ele buo buo ele buo buo buo buo buo buo ele ele buo ele buo ele ele ele buo ele buo ele RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO TROFICO 01 01 01 02 02 02 03 03 03 04 04 04 05 05 05 01 01 01 06 06 06 02 02 07 02 07 07 03 03 03 08 08 09 09 09 Corpi idrici significativi 04 04 08 114 04 10 10 10 05 05 05 Principali bacini lacustri Limiti comunali Area ad elevata antropizzazione 06 06 06 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 07 Presentazione cromatica dei risultati 07 07 Elevato Buono Mediocre Scadente 08 08 08 09 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità) 09 Classe 1: Elevato Classe 2: Buono Classe 3: Sufficiente Classe 4: Scadente Classe 5: Pessimo 09 124 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. STATO CHIMICO Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione delle sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi. Parametri analizzati Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, 1,2 dicloroetano, Aldrin, Cloroformio, DDT e isomeri, Dieldrin, Endrin, Esaclorobenzene, Esacloro butadiene, Esaclorocicloesano, Isodrin, Percloro etilene, Tetracloruro di carbonio, Triclorobenzene, Tricloroetilene Frequenza dei campionamenti Trimestrale. Modalità di classificazione delle acque Per lo stato chimico delle acque marine costiere si è fatto riferimento agli standard di qualità fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Non sono stati presi in considerazione, pertanto, i valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, la cui disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06 è stata sostituita dal medesimo decreto. Lo stato chimico è stato definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. concentrazioni (mg/L) 1 50 1 20 10 0,1 10 0,1 12 10 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 10 0,1 12 Cadmio e suoi composti Cromo totale Mercurio e suoi composti Nichel e suoi composti Piombo e suoi composti DDT 1,2 Dicloroetano Esaclorobutadiene Triclorometano (cloroformio) Tetracloroetilene (percloroetilene) Aldrin Dieldrin Isodrin Esaclorocicloesano Endrin Tricloroetilene Esaclorobenzene Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano) Presentazione cromatica dello stato chimico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06: buo s/p buono scadente/pessimo 125 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 01 01 02 02 02 03 03 03 04 04 04 05 05 05 06 06 06 07 07 07 08 08 08 09 09 09 10 10 10 Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Roma Ostia Roma Ostia Roma Ostia Pomezia Pomezia Pomezia Ardea Ardea Ardea Anzio Anzio Anzio Nettuno Nettuno Nettuno Borgo Odescalchi (200) Borgo Odescalchi (1.000) Borgo Odescalchi (3.000) Stab. La Perla del Tirreno (200) Stab. La Perla del Tirreno (1.000) Stab. La Perla del Tirreno (3.000) Cerenova (500) Cerenova (1.000) Cerenova (3.000) Stab. Miramare (200) Stab. Miramare (1.000) Stab. Miramare (3.000) Stab. La Nave (500) Stab. La Nave (1.000) Stab. La Nave (3.000) Stab. Marechiaro (200) Stab. Marechiaro (1.000) Stab. Marechiaro (3.000) Stab. Capri (500) Stab. Capri (1.000) Stab. Capri (3.000) Stab. Roma (500) Stab. Roma (1.000) Stab. Roma (3.000) Stab. Transatlantico (500) Stab. Transatlantico (1.000) Stab. Transatlantico (3.000) Centro abitato (500) Centro abitato (1.000) Centro abitato (3.000) 2004 ——————————————————————————————- 2005 ——————————————————————————————- 2006 buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva. 126 2007 buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo buo 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. STATO CHIMICO 01 01 01 02 02 02 03 03 04 04 03 04 05 05 05 01 01 01 06 06 02 06 02 03 0207 07 07 03 08 04 04 03 08 08 04 09 09 09 117 10 10 10 05 05 05 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri 06 06 06 Limiti comunali Area ad elevata antropizzazione Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto 07 Elaborazione risultati 07 07 Presentazione cromatica dei risultati 08 08 08 Buono Scadente / Pessimo Non monitorato 09 09 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità) 09 Classe 1: Elevato Classe 2: Buono Classe 3: Sufficiente Classe 4: Scadente Classe 5: Pessimo 127 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Finalità Il controllo della acque destinate alla balneazione è finalizzato a verificare lo stato di qualità mediante parametri chimici, fisici e microbiologici, escluso il parametro Ossigeno disciolto che, ai sensi del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa all’Ossigeno disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione. Parametri analizzati Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella, pH, Colore, Trasparenza, Oli minerali, Tensioattivi, Fenoli, Salinità, Temperatura. Frequenza dei campionamenti Bimensile nei mesi da aprile a settembre. Modalità di classificazione delle acque Le acque sono idonee alla balneazione quando le analisi dei campioni routinari relative all’anno precedente indicano che i parametri delle acque in questione sono conformi a quelli della Tabella sopra riportata per almeno il 90% dei casi e quando, nei casi di non conformità, i valori dei parametri numerici non si discostano per più del 50% dai corrispondenti valori limite. Per i parametri microbiologici e il pH non si applica detta limitazione del 50%. Per i parametri Coliformi totali, Coliformi fecali e Streptococchi fecali la percentuale è ridotta all’80%. Se, però, per i parametri Coliformi totali e Coliformi fecali vengono superati, rispettivamente, i valori di 10.000/100 ml e 2.000/100 ml, la percentuale dei campioni che deve essere conforme viene aumentata al 95%. Se le acque di balneazione non sono risultate idonee nella stagione precedente, possono essere nuovamente classificate idonee se entrambi i controlli routinari effettuati nel mese di aprile danno esito favorevole. Se le acque di balneazione sono risultate non idonee ai sensi dell’art. 6 del DPR 470/1982 per due stagioni balneari consecutive, permane il divieto alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso A). Se in una stagione balneare i risultati dei campioni routinari prelevati in uno stesso punto dimostrano la non idoneità alla balneazione, con un numero di campioni non conformi superiore ad un terzo di quelli effettuati, la zona interessata dovrà essere vietata alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso B). Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento La classificazione delle acque marine destinate alla balneazione è stata ottenuta sulla base di quanto riportato nella seguente Tabella allegata al DPR 8 giugno 1982 n. 470. Non sono, pertanto, presi in considerazione, per la valutazione dei risultati, le concentrazioni dell’Ossigeno disciolto che, ai sensi del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa all’Ossigeno disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione. 128 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Valore limite Coliformi totali Coliformi fecali Streptococchi fecali Salmonelle pH Colorazione Trasparenza Oli minerali 2000/100 ml 100/100 ml 100/100 ml 0/1 litro 6-9 Assenza di variazione anormale del colore 1 metro Assenza di pellicola visibile alla superficie dell’acqua e assenza di odore ≤ 0,5 mg/L Sostanze tensioattive che reagiscono al blu di metilene Fenoli Assenza di schiuma persistente ≤ 0,5 mg/L Nessuno odore specifico ≤ 0,5 mg/L(C6H5OH) Presentazione cromatica delle aree destinate alla balneazione L’elaborazione dei risultati analitici è stata eseguita facendo esclusivamente riferimento ai metodi di calcolo fissati nell’art. 6, commi 2, 3 e 4, e nell’art. 7, caso B, del DPR 470/82, senza prendere in considerazione il parametro Ossigeno disciolto, così come fissati nel citato D. Lgs. n. 94 del 11.7.07. Non sono prese, pertanto, in considerazione le possibilità di ricorrere alle possibilità indicate nell’art. 7, caso A, del DPR 470/82. id non id acque idonee alla balneazione acque non idonee alla balneazione secondo i metodi di calcolo indicati nell’art. 6, commi 2, 3 e 4 (senza O2), e nell’art. 7, caso B possibili cause di inquinamento Presentazione cromatica dei risultati del controllo Le aree individuate non sono rappresentative della balneazione che effettivamente viene consentita lungo il litorale. Infatti, numerose aree marine non sono sottoposte a controllo, in quanto sono vietate automaticamente alla balneazione. Sono vietate alla balneazione, ad esempio, indipendentemente dal controllo analitico, le aree marine circostanti i servizi quali porti o zone militari (25-30 Km) e quelle circostanti le foci dei corsi d’acqua inquinati (circa 18 Km). 01 Civitavecchia Torre S. Agostino 02 Civitavecchia Loc.tà La Frasca 03 Civitavecchia 1.400 m sx Torre Valdaliga (capannoni) Centrale Enel (foce fossoTorre Valdaliga Nord) Zona portuale (foce fosseTorre Valdaliga Sud) Zona portuale (foci fossi Prete e Fiumaretta) 04 Civitavecchia Stab. Bagni Pirgo 05 Civitavecchia 250 m sx foce fosso Infernaccio Foci fossi Infernaccio e Scarpatosta 06 Civitavecchia 250 m dx foce fosso Scarpatosta 07 Civitavecchia 250 m sx foce fosso Malpasso Foce fosso Malpasso Porto Riva di Traiano Foce fosso Marangone 08 Civitavecchia Spiaggetta fosso Marangone 09 S. Marinella 50 m dx foce fosso Cupo 10 S. Marinella 250 m sx foce fosso Guardiole Foce fosso Guardiole 11 S. Marinella 250 m dx foce fosso Guardiole 12 S. Marinella Capo Linaro 13 S. Marinella Foce fosso Castrato 14 S. Marinella Via Aurelia Km 61,700 Porto S. Marinella Foce fosso S. Maria Morgana 15 S. Marinella 250 m dx foce fosso S. Maria Morgana 16 S. Marinella 250 m sx foce fosso Castel Secco 129 2004 id id id 2005 id id id 2006 id id id 2007 id id id id id id id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA Foce fosso Castel Secco 17 S. Marinella 250 m dx foce fosso Castel Secco 18 S. Marinella Villa Maravigna Foce fosso Buche 19 S. Marinella 250 m dx foce fosso Buche 20 S. Marinella 250 m sx foce fosso Quartaccio Foce fosso Quartaccio 21 S. Marinella 250 m dx foce fosso Quartaccio 22 S. Marinella Colonia Pio X 23 S. Marinella Foce fosso Rio Fiume 24 S. Marinella Foce fosso Smerdarolo 25 S. Marinella Foce fosso Eri 26 S. Marinella 250 m dx foce fosso Eri 27 S. Marinella 250 m sx Poligono militare Foce fosso Turbino 28 Cerveteri 250 m dx foce fosso Turbino 29 Cerveteri 250 m sx foce fosso Zambra Foce fosso Zambra 30 Cerveteri 250 m dx foce fosso Zambra 31 Cerveteri Rimessa barche Renzi 32 Ladispoli Rovine Torre Flavia 33 Ladispoli 750 m sx foce fosso Vaccina 34 Ladispoli 250 m sx foce fosso Vaccina Foci fossi Vaccina e Sanguinara 35 Ladispoli 250 m dx foce fosso Sanguinara 36 Ladispoli 400 m dx foce fosso Sanguinara 37 Ladispoli Castello Odescalchi 38 Ladispoli 1250 m sx foce fosso Cupino 39 Fiumicino 250 m sx foce fosso Cupino Foce fosso Cupino 40 Fiumicino 250 m dx foce fosso Cupino 41 Fiumicino 250 m sx foce fosso Cadute Foce fosso Cadute 42 Fiumicino 250 m dx foce fosso Cadute 43 Fiumicino 1200 m dx fosso delle Cadute 44 Fiumicino 250 m sx foce fosso Tre Denari Foce fosso Tre Denari 45 Fiumicino 250 m dx foce fosso Tre Denari 46 Fiumicino 1.000 m dx foce fosso Tre Denari 47 Fiumicino 250 m sx foce fiume Arrone Foce fiume Arrone 48 Fiumicino 250 m dx foce fiume Arrone 49 Fiumicino 2000 m dx foce fiume Arrone 50 Fiumicino 3500 m dx foce fiume Arrone 51 Fiumicino 500 m sx canale Acque Alte e Basse 52 Fiumicino Foce canale Acque Alte e Basse 53 Fiumicino 250 m dx canale Acque Alte e Basse 54 Fiumicino 2000 m dx canale Acque Alte e Basse 55 Fiumicino Radar Foce Fiumara Piccola fiume Tevere 56 Fiumicino 250 m dx foce Fiumara Piccola 57 Fiumicino 1.250 m dx foce Fiumara Piccola Foce Fiumara Grande fiume Tevere Porto di Roma 58 Roma Stabilimento Masone 59 Roma 850 m sx pontile di Ostia 60 Roma 700 m dx pontile di Ostia 61 Roma Foce canale Pescatori o Stagno 62 Roma 550 m dx foce canale Pescatori 130 ANNO 2007 id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id non id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id non id id id id id id id id id id id non id id id non id id id non id non id id id id non id id id id non id id id id id id non id non id non id non id non id non id non id non id id id id id id id id id id id non id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 63 Roma 2000 m dx foce canale Pescatori 64 Roma 3000 m sx foce fosso Focetta 65 Roma 250 m sx fosso Focetta o Pantanello Foce fosso Focetta o Pantanello 66 Roma 250 m dx fosso Focetta o Pantanello 67 Roma Foce fosso Tellinaro 68 Roma 1.600 m dx foce fosso Tellinaro 69 Pomezia 250 m sx foce fosso Campo Ascolano 70 Pomezia Foce fosso Campo Ascolano 71 Pomezia 250 m sx foce fosso Pratica Foce fosso Pratica 72 Pomezia 250 m dx foce fosso Pratica 73 Pomezia Stabilimento I Tre Delfini 74 Pomezia 250 m sx foce fosso Crocetta Foce fosso Crocetta 75 Pomezia 250 m dx foce fosso Crocetta 76 Pomezia 250 m sx foce fosso Orfeo Foce fosso Orfeo 77 Pomezia 250 m dx foce fosso Orfeo 78 Pomezia 250 m sx foce fosso Rio Torto Foce fosso Rio Torto 79 Ardea 250 m dx foce fosso Rio Torto 80 Ardea 750 m sx foce fosso Grande 81 Ardea 250 m sx foce fosso Grande Foci fossi Grande e Moletta 82 Ardea 250 m dx foce fosso Moletta 83 Ardea 250 m sx foce canale Biffi Foce canale Biffi 84 Ardea 250 m dx foce canale Biffi 85 Ardea 250 m sx foce fosso Diavolo Foce fosso Diavolo 86 Ardea 250 m dx foce fosso Diavolo 87 Ardea 250 m sx foce fosso Caffarella Foce fosso Caffarella 88 Ardea 250 m dx foce fosso Caffarella 89 Anzio Foce fosso Secco 90 Anzio 250 m sx foce fosso Cavallo Morto Foce fosso Cavallo Morto 91 Anzio 250 m dx foce fosso Cavallo Morto 92 Anzio Foce fosso Schiavo 93 Anzio 250 m dx foce fosso Schiavo 94 Anzio Stabilimento Tritone 95 Anzio Foce fosso Tor Caldara 96 Anzio Fornaci Paiella 97 Anzio Colonia marina 98 Anzio 1100 m dx colonia marina 99 Anzio Località Grotte di Nerone 100 Anzio 350 m sx molo esterno Anzio Porto di Anzio 101 Anzio 50 m dx molo porto Anzio 102 Nettuno 300 m dx confine comune di Anzio 103 Nettuno Castello Sangallo Porto di Nettuno Foce fosso Loricina 104 Nettuno 300 m dx foce fosso Loricina 105 Nettuno 500 m dx foce fosso Loricina id id id id id id id id id id id id id id id id id id non id id id id id id non id id id id non id id id id id id id id id id id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id non id id id id id non id non id non id non id id id non id non id non id non id non id non id id id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id non id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id id non id id non id id id id id id Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque marine. 131 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso Torre Valdalica Sud Foce fosso Torre Valdalica Nord Vald a liga Nord 01 Vald a liga Sud 02 Foce fosso del Prete Prete 03 Foce fosso Fiumaretta Fiumaretta Porto di Civitavecchia Civita vecchia Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto 04 Foce fosso Infernaccio Elaborazione risultati 05 Infe rnaccio 06 Idoneo Foce fosso Scarpatosta Sca rpatosta Non idoneo Foce fosso Malpasso 07 Civitavecchia Malpasso Porto Riva di Traiano Traiano 08 Foce fosso Marangone Ma rangone 132 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso S. Maria Morgana Foce fosso Guardiole Guardiole Morgana Porto S. Marinella Foce fosso Castel Secco 10 Buche Secco 18 16 11 15 14 13 12 Santa Marinella (Centro) Foce fosso Quartaccio Quartaccio 20 21 22 23 24 25 26 2005 2006 2007 codice punto Punti di prelievo 27 Elaborazione risultati Idoneo Non idoneo Santa Marinella (S. Severa) 133 17 19 Foce fosso Buche 09 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso Turbino Turbino 28 Foce fosso Zambra Zambra 29 30 Cerveteri 31 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Idoneo Non idoneo 134 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso Vaccina Vaccina Foce fosso Sanguinara 32 Sa nguinara 33 34 35 36 Ladispoli 37 38 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Idoneo Non idoneo 135 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso Cupino 39 Cupino 40 Foce fosso Cadute 41 Cadute 42 43 Foce fosso Tre Denari Denari 44 45 46 Foce Fiume Arrone A rrone 47 48 Foce Canale Acque Alte e Basse e Basse 49 50 51 53 54 Punti di prelievo Elaborazione risultati 55 Idoneo Non idoneo 56 57 Fiumicino 136 Foce Fiumara Grande – Fiume Tevere Tevere 2005 2006 2007 codice punto Foce Fiumara Piccola –Fiume Tevere Tevere 52 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce Fiumara Grande - Fiume Tevere Tevere Porto di Roma Roma 58 Foce Canale dei Pescatori o Stagno 59 o Stagno 60 61 62 Foce fosso Focetta o Pantanello 63 Pantanello 64 65 66 67 Roma 68 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Idoneo Non idoneo 137 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso Campo Ascolano Ascolano 69 70 Foce fosso Pratica 71 Pratica 72 Foce fosso Crocetta 73 Crocetta 74 75 Foce fosso Orfeo Orfeo 76 77 Foce fosso Rio Torto Torto Pomezia 78 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Idoneo Non idoneo 138 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso Rio Torto Torto 79 Foce fosso Grande Grande 80 81 Foce fosso Moletta Moletta 82 Foce canale Biffi Biffi 83 84 Foce fosso Diavolo Diavolo 85 Foce fosso Caffarella 86 Caffarella Ardea 87 88 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Idoneo Non idoneo 139 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Foce fosso Cavallo Morto 89 Morto 90 91 92 93 94 95 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 96 97 Idoneo Non idoneo 98 Porto di Anzio A nzio 101 Anzio 99 100 140 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO Porto di Nettuno Nettuno Foce fosso Loricina Loricina 103 102 104 105 Nettuno Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Idoneo Non idoneo 141 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 15. SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO TROFICO Finalità La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine. Parametri analizzati Sono fissati nel decreto 17 giugno 1988 del Ministero della sanità, relativo ai Criteri per la definizione di programmi di sorveglianza per la rilevazione delle alghe aventi possibili implicazioni igienico–sanitarie. 1 livello di monitoraggio 2 livello di monitoraggio 3 livello di monitoraggio Azoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto Nella colonna d’acqua: TemperatuAzoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ra, Salinità, Trasparenza, Ossigeno disciolto, pH e Clorofilla a. sfato, Salinità, Clorofilla “a” sfato, Salinità, Clorofilla “a” Nelle acque superficiali e eventualmente nella colonna di acqua: Azoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto ammoniacale, Fosforo totale, Ortofosfato, Silice reattiva. Inoltre: Temperatura dell’aria, pressione barometrica, umidità relativa, direzione e velocità del vento, precipitazioni atmosferiche, dati sulle correnti costiere e moto ondoso Analisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microscopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici responsabili di fioriture algali responsabili di fioriture algali responsabili di fioriture algali Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati, Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati, Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati, Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee Frequenza dei campionamenti Il D.L. 14.05.1988 n. 155, convertito con legge del 15 luglio 1988, prescrive che i limiti dell’Ossigeno disciolto espresso in centesimi, previsti dal D.P.R. 470/82 relativo alle acque della balneazione, possono essere superati senza vietare la balneazione stessa, quando le acque siano sottoposte a programma di sorveglianza per una adeguata rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico-sanitarie. Con il decreto 17 giugno 1988 e le circolari ministeriali del 2224 del 30.6.1988, 562 del 9.4.1998 e 1447 del 31.7.1998 vengono indicati i criteri per la definizione di detti programmi di sorveglianza e le metodologie analitiche per la ricerca delle biotossine tossiche quali microcistine, nodularine, anatossina-a, PSP. Il programma di sorveglianza delle acque destinate alla balneazione per la rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico-sanitarie, fissa tre livelli di controllo di cui il primo livello deve essere messo in atto solo durante il primo anno nel quale la Regione si avvale della facoltà di adottare per l’Ossigeno disciolto valori limiti compresi tra 50 e 170, anche se vi si ricorre a stagione balneare iniziata. Per i tre programmi di sorveglianza sono indicati i rispettivi criteri di scelta dei punti di prelievo e sono elencati i rispettivi parametri da determinare. 142 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Per quanto riguarda i campionamenti, sono fissate le seguenti frequenze: – bimensile, nei mesi da aprile a settembre, nel monitoraggio di I livello; – bimensile, nei mesi da giugno a settembre, e mensile, negli altri mesi, nei monitoraggi di secondo e terzo livello. Modalità di classificazione delle acque Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini della classificazione delle acque. La qualità delle acque marine costiere, pertanto, è stata valutata secondo quanto riportato nell’Allegato 1 del D. Lgs. 152/99, attraverso la determinazione dell’indice trofico TRIX. Il valore dell’indice si ottiene applicando un logaritmo alla concentrazione di Ossigeno disciolto, Clorofilla “a”, Fosforo totale e Azoto totale inorganico, secondo la seguente formula: TRIX = [Log10 (Cha . DO%sat . N . P)+ 1,5]/1,2 La concentrazione dell’Ossigeno disciolto è espressa come deviazione assoluta dal valore di saturazione. La concentrazione di Clorofilla, di Azoto totale inorganico e Fosforo totale deve essere espressa in mg/L. La concentrazione di Azoto totale inorganico si calcola sommando le concentrazioni di Nitrati, Nitriti e Ammoniaca, espresse in mg/L di Azoto. Si ottengono in questo modo valori compresi tra 2 e 8, in base ai quali è possibile assegnare 4 diverse classi di qualità, secondo la seguente Tabella. Valore dell’indice TRIX 2-4 4-5 5-6 6-8 Classificazione Stato elevato Stato buono Stato scadente Stato pessimo Presentazione cromatica dell’indice trofico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 4 categorie corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima. ele buo med sca elevato buono mediocre scadente Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale 01 02 02.01 03 03.01 04 04 04 04.01 04.01 04.01 04.02 04.03 05 05 05 05.07 Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella Località La Frasca (riva) 1.400 m sx Torre Valdaliga (riva) Stabilimento Bagni Pirgo (riva) 250 m sx foce fosso Infernaccio (riva) 250 m dx foce fosso Scarpatosta (riva) 250 m dx foce fosso Guardiole (riva) 250 m dx foce fosso Guardiole (500 ) 250 m dx foce fosso Guardiole (3.000) 250 m sx foce fosso Guardiole (riva) 250 m sx foce fosso Guardiole (500 ) 250 m sx foce fosso Guardiole (3.000) Capo Linaro (riva) 250 m dx foce fosso S. Maria Morgana (riva) 250 m dx foce fosso delle Buche (riva) 250 m dx foce fosso delle Buche (500) 250 m dx foce fosso delle Buche (3.000) 250 m dx foce fosso Quartaccio (riva) 143 2004 buo buo buo —buo buo buo —————buo buo buo —- 2005 ————————buo ele ele ——————- 2006 ——buo —buo ——buo buo buo buo —————- 2007 ———ele ele buo ele ele ————ele buo ——ele RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 05.06 05.01 05.02 05.02 05.03 05.04 05.05 06 06 06 07 07 07 07.03 07.04 07.05 07.06 08 08 08 08.09 07.01 07.02 08.01 08.02 08.03 08.04 08.05 08.06 08.06 08.07 08.08 09 09 09 09.01 09.02 09.03 09.04 09.04 10 10 10 10.01 10.02 10.03 10.14 10.15 11 11.02 11.03 11.05 S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Colonia Pio X Foce Rio Fiume (riva) Foce fosso Eri (riva) Foce fosso Eri (500) 250 m dx fosso Eri (riva) 250 m sx Poligono militare (riva) 250 m dx foce fosso Turbino (riva) 250 m dx foce fosso Zambra (riva) 250 m dx foce fosso Zambra (500) 250 m dx foce fosso Zambra (3.000) Rovine Torre Flavia (riva) Rovine Torre Flavia (500) Rovine Torre Flavia (3.000) 750 sx foce fosso Vaccina (riva) 250 sx foce fosso Vaccina (riva) 250 m dx foce fossoSanguinara (riva) 400 m dx fosso Sanguinara (riva) Castello Odescalchi (riva) Castello Odescalchi (500) Castello Odescalchi (3.000) 1250 m sx fosso Cupino (riva) 250 m sx fosso Cupino (riva) 250 m dx fosso Cupino (riva) 250 m sx foce fosso Cadute (riva) 250 m dx foce fosso Cadute (riva) 1200 m dx foce fosso Cadute (riva) 250 m sx foce fosso Tre Denari (riva) 250 m dx foce fosso Tre Denari (riva) 1.000 m dx foce fosso Tre Denari (riva) 1.000 m dx foce fosso Tre Denari (500 250 m sx foce fiume Arrone (riva) 250 m dx foce fiume Arrone (riva) 2000 m dx foce fiume Arrone (riva) 2000 m dx foce fiume Arrone (500 ) 2000 m dx foce f. Arrone (3.000) 3500 m dx foce fiume Arrone (riva) 500 m sx foce c. Acque Alte e Basse (riva) Foce c. Acque Alte e Basse (riva) 250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (riva) 250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (500) 2000 m dx canale Acque Alte Basse (riva) 2000 m dx c. Acque Alte e Basse (500 ) 2000 m dx c. Acque Alte Basse (3.000) Radar (riva) 250 m dx foce Fiumara Piccola (riva) 1.250 m dx foce Fiumara Piccola (riva) 250 m sx foce fosso Campo Ascolano (riva) Foce fosso Campo Ascolano (riva) 250 m dx foce fosso Pratica (riva) 250 m sx foce fosso Crocetta (riva) 250 m dx foce fosso Crocetta (riva) 250 m dx fosso Orfeo ———————buo buo buo buo buo —————buo buo buo ————————————med med buo —————med med buo —————————- ANNO —buo buo —buo buo ————buo buo buo ————————buo med —————————med buo buo —————med med buo —————————- ——buo buo buo ——————————————buo buo buo med buo buo buo buo —med med buo ——buo buo buo buo —buo ——buo med buo ——buo ———- 2007 buo ————————————buo buo buo buo buo ——buo ———————buo buo ————————med buo ——————buo buo —buo buo buo I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva. Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque marine. 144 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO TROFICO 01 02 02.01 03 Civitavecchia c h ia 2005 2006 2007 codice punto 03.01 Punti di prelievo Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Mediocre Scadente Non monitorato 145 04.01 146 Elaborazione risultati Punti di prelievo 04.02 04.01 Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Mediocre Scadente Non monitorato 2005 2006 2007 codice punto Santa Marinella 04.01 04 04 04 04.03 05 05 05 05.02 05.02 05.01 05.06 05.07 05.03 05.04 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA A. STATO TROFICO ANNO 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO TROFICO 05.05 06 06 Cerveteri 06 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Mediocre Scadente Non monitorato 147 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO TROFICO 07 07 07.03 07.04 07.05 07.06 07 08 08.09 08 08 Ladispoli Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Mediocre Scadente Non monitorato 148 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO TROFICO 07.01 07.02 08.01 08.02 08.03 08.04 08.05 08.06 08.06 08.07 08.08 09 09 09 09.01 09.02 09.04 10 Fiumicino 09.03 09.04 10 10 10.01 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto 10.02 Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Mediocre Scadente Non monitorato 10.03 139 149 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE A. STATO TROFICO 10.14 10.15 11 11.02 11.03 11.05 Pomezia Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Elevato Buono Mediocre Scadente Non monitorato 150 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE Finalità La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine. Parametri analizzati Sono riportati nella sorveglianza algale 15. A. Frequenza dei campionamenti È riportata nella sorveglianza algale 15. A. Modalità di classificazione delle acque Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini della classificazione delle acque. Solo per quanto riguarda le microalghe potenzialmente tossiche, sono precisate le seguenti procedure che devono essere seguite in caso di presenza di dette alghe. Relativamente alle acque marine, nella circolare ministeriale n. 1447 del 31 luglio 1998 di attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470, è riportato che deve essere eseguita, oltre che la conta al microscopio delle alghe Cianoficee (sorveglianza 15 C), anche quella delle alghe Dinoflagellate (Alexandrium e Lingulodinium) che sono potenzialmente tossiche. Ai sensi della citata circolare ministeriale, è necessario prendere i seguenti provvedimenti in funzione delle seguenti concentrazioni di Dinoflagellate Alexandrium e Lingulodinium: < 1 milione cellule/Litro di Dinoflagellati producenti tossine (Alexandrium e Lingulodinium) 1 milione - 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati producenti tossine (Alexandrium e Lingulodinium) > 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati producenti tossine (Alexandrium e Lingulodinium) acque con assenza di rischio attivazione sorveglianza sanitaria acque con rischio non accettabile Sempre in conformità alla citata circolare ministeriale, comunque, la effettiva tossicità dei Dinoflagellati Alexandrium e Lingulodinium presenti nell’area marina deve essere valutata a seguito di test tossicologici effettuati, con campioni di sospensione algale, su topi. Detti test, eseguiti presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma, sono risultati negativi su un totale di 28 effettuati nel corso dei tre anni presi in considerazione. Presentazione cromatica delle aree a rischio algale L’elaborazione dei risultati analitici relativi alla conta dei popolamenti delle alghe microscopiche Dinoflagellate consente di individuare le seguenti tre classi di rischio. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. ass acc risc acque con assenza di rischio (< 1 milione cellule/Litro di Dinoflagellati Alexandrium e Lingulodinium producenti tossine) acque che richiedono l’attivazione della sorveglianza sanitaria (1 milione – 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati Alexandrium e Lingulodinium producenti tossine) acque che richiedono il divieto precauzionale della balneazione (> 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati Alexandrium e Lingulodinium producenti tossine) 151 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale 01 02 02.01 03 03.01 04 04 04 04.01 04.01 04.01 04.02 04.03 05 05 05 05.07 05.06 05.01 05.02 05.02 05.03 05.04 05.05 06 06 06 07 07 07 07.03 07.04 07.05 07.06 08 08 08 08.09 07.01 07.02 08.01 08.02 08.03 08.04 08.05 08.06 08.06 08.07 08.08 09 09 09 09.01 09.02 09.03 09.04 Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Località La Frasca (riva) 1.400 m sx Torre Valdaliga (riva) Stabilimento Bagni Pirgo (riva) 250 m sx foce fosso Infernaccio (riva) 250 m dx foce fosso Scarpatosta (riva) 250 m dx foce fosso Guardiole (riva) 250 m dx foce fosso Guardiole (500 ) 250 m dx foce fosso Guardiole (3.000) 250 m sx foce fosso Guardiole (riva) 250 m sx foce fosso Guardiole (500 ) 250 m sx foce fosso Guardiole (3.000) Capo Linaro (riva) 250 m dx foce fosso S. Maria Morgana (riva) 250 m dx foce fosso delle Buche (riva) 250 m dx foce fosso delle Buche (500) 250 m dx foce fosso delle Buche (3.000) Colonia Pio X° 250 m dx foce fosso Quartaccio (riva) Foce Rio Fiume (riva) Foce fosso Eri (riva) Foce fosso Eri (500) 250 m dx fosso Eri (riva) 250 m sx Poligono militare (riva) 250 m dx foce fosso Turbino (riva) 250 m dx foce fosso Zambra (riva) 250 m dx foce fosso Zambra (500) 250 m dx foce fosso Zambra (3.000) Rovine Torre Flavia (riva) Rovine Torre Flavia (500) Rovine Torre Flavia (3.000) 750 sx foce fosso Vaccina (riva) 250 sx foce fosso Vaccina (riva) 250 m dx foce fossoSanguinara (riva) 400 m dx fosso Sanguinara (riva) Castello Odescalchi (riva) Castello Odescalchi (500) Castello Odescalchi (3.000) 1250 m sx fosso Cupino (riva) 250 m sx fosso Cupino (riva) 250 m dx fosso Cupino (riva) 250 m sx foce fosso Cadute (riva) 250 m dx foce fosso Cadute (riva) 1200 m dx foce fosso Cadute (riva) 250 m sx foce fosso Tre Denari (riva) 250 m dx foce fosso Tre Denari (riva) 1.000 m dx foce fosso Tre Denari (riva) 1.000 m dx foce fosso Tre Denari (500) 250 m sx foce fiume Arrone (riva) 250 m dx foce fiume Arrone (riva) 2000 m dx foce fiume Arrone (riva) 2000 m dx foce fiume Arrone (500 ) 2000 m dx foce f. Arrone (3.000) 3500 m dx foce fiume Arrone (riva) 500 m sx foce c. Acque Alte e Basse (riva) Foce c. Acque Alte e Basse (riva) 250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (riva) 152 2004 ass ass —ass —ass ass ass —————ass ass ass ————————ass ass ass ass ass —————ass ass ass ————————————acc acc ass ————- 2005 ————————ass ass ass ———————ass ass —ass ass ————ass ass ass ————————ass ass —————————ass ass ass ————- 2006 ——ass ——ass ass ass ass ass ———————ass ass ——ass ——————————————ass ass ass ass ass ass ass ass —ass ass ass ——ass ass ass ass 2007 ———ass ass ass ass ass ————ass ass ——ass ass ————————————ass ass ass ass ass ——ass ———————ass ass ————————ass 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 09.04 10 10 10 10.01 10.02 10.03 10.14 10.15 11 11.02 11.03 11.05 Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia 250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (500) 2000 m dx canale Acque Alte Basse (riva) 2000 m dx c. Acque Alte e Basse (500 ) 2000 m dx c. Acque Alte Basse (3.000) Radar (riva) 250 m dx foce Fiumara Piccola (riva) 1.250 m dx foce Fiumara Piccola (riva) 250 m sx foce fosso Campo Ascolano (riva) Foce fosso Campo Ascolano (riva) 250 m sx foce fosso Pratica (riva) 250 m sx foce fosso Crocetta (riva) 250 m dx foce fosso Crocetta (riva) 250 m dx fosso Orfeo —acc acc ass —————————- —ass ass ass —————————- —ass ——ass ass ass ——ass ———- ass ——————ass ass —ass ass ass I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva. Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque marine. 153 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE 01 02 Civitavecchia 02.01 03 03.01 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Attivazione sorveglianza sanitaria Divieto precauzionale e di balneazione Non monitorato 154 155 04.01 04.03 Elaborazione risultati Punti di prelievo 04.02 04.01 Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Attivazione sorveglianza sanitaria Divieto precauzionale e di balneazione Non monitorato 2005 2006 2007 codice punto 04.01 04 04 04 05 05 05 05.03 Santa Marinella 05.02 05.02 05.01 05.06 05.07 05.04 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE 05.05 06 06 Cerveteri 06 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Attivazione sorveglianza sanitaria Divieto precauzionale e di balneazione Non monitorato 156 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGGELATE 07 07 07.03 07.04 07.05 07.06 07 08 08 08 Ladispoli Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Attivazione sorveglianza sanitaria Divieto precauzionale e di balneazione Non monitorato 157 08.09 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGGELATE 07.01 07.02 08.01 08.02 08.03 08.04 08.05 08.06 08.06 08.07 08.08 09 09 09 09.01 09.02 09.04 09.03 09.04 Fiumicino 10 10 10 10.01 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 10.02 Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Attivazione sorveglianza sanitaria Divieto precauzionale e di balneazione Non monitorato 10.03 158 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGGELATE 10.14 10.15 11 11.02 11.03 11.05 Pomezia Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Attivazione sorveglianza sanitaria Divieto precauzionale e di balneazione Non monitorato 159 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 15. SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE C. STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE Finalità La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine. Parametri analizzati Sono riportati nella sorveglianza algale 15 A. Frequenza dei campionamenti È riportata nella sorveglianza algale 15 A. Modalità di classificazione delle acque Nella normativa, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini della classificazione delle acque. Solo per quanto riguarda le microalghe potenzialmente tossiche, sono precisate le seguenti procedure che devono essere seguite in caso di presenza di dette alghe. Relativamente alle acque marine, nella circolare ministeriale n. 1447 del 31 luglio 1998 di attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470, è riportato che deve essere eseguita, oltre che la conta al microscopio delle alghe Dinoflagellate (sorveglianza 15 B), anche quella delle alghe Cianoficee che sono potenzialmente tossiche. Ai sensi della citata circolare ministeriale, è necessario prendere i seguenti provvedimenti in funzione delle seguenti concentrazioni di Cianoficee: < 100.000 cellule/Litro di Cianoficee 100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee > 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee acque con assenza di rischio acque con rischio accettabile acque con rischio non accettabile Sempre in conformità alla citata circolare ministeriale, comunque, la effettiva tossicità delle Cianoficee presenti nell’area marina deve essere valutata a seguito di test tossicologici effettuati, con campioni di sospensione algale, su topi. Non è stato mai necessario far eseguire detti test presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma. Presentazione cromatica delle aree a rischio algale L’elaborazione dei risultati analitici relativi alla conta dei popolamenti delle alghe microscopiche Cianoficee consente di individuare le seguenti tre classi di rischio (la classe attribuita è quella che emerge dal risultato peggiore). Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. ass acc risc acque con assenza di rischio (< 100.000 cellule/Litro di Cianoficee) acque con rischio accettabile (100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee) acque con rischio non accettabile (> 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee) 160 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale 01 02 02.01 03 03.01 04 04 04 04.01 04.01 04.01 04.02 04.03 05 05 05 05.07 05.06 05.01 05.02 05.02 05.03 05.04 05.05 06 06 06 07 07 07 07.03 07.04 07.05 07.06 08 08 08 08.09 07.01 07.02 08.01 08.02 08.03 08.04 08.05 08.06 08.06 08.07 08.08 09 09 09 09.01 09.02 09.03 09.04 Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Località La Frasca (riva) 1.400 m sx Torre Valdaliga (riva) Stabilimento Bagni Pirgo (riva) 250 m sx foce fosso Infernaccio (riva) 250 m dx foce fosso Scarpatosta (riva) 250 m dx foce fosso Guardiole (riva) 250 m dx foce fosso Guardiole (500 ) 250 m dx foce fosso Guardiole (3.000) 250 m sx foce fosso Guardiole (riva) 250 m sx foce fosso Guardiole (500 ) 250 m sx foce fosso Guardiole (3.000) Capo Linaro (riva) 250 m dx foce fosso S. Maria Morgana (riva) 250 m dx foce fosso delle Buche (riva) 250 m dx foce fosso delle Buche (500) 250 m dx foce fosso delle Buche (3.000) Colonia Pio X° 250 m dx foce fosso Quartaccio (riva) Foce Rio Fiume (riva) Foce fosso Eri (riva) Foce fosso Eri (500) 250 m dx fosso Eri (riva) 250 m sx Poligono militare (riva) 250 m dx foce fosso Turbino (riva) 250 m dx foce fosso Zambra (riva) 250 m dx foce fosso Zambra (500) 250 m dx foce fosso Zambra (3.000) Rovine Torre Flavia (riva) Rovine Torre Flavia (500) Rovine Torre Flavia (3.000) 750 sx foce fosso Vaccina (riva) 250 sx foce fosso Vaccina (riva) 250 m dx foce fossoSanguinara (riva) 400 m dx fosso Sanguinara (riva) Castello Odescalchi (riva) Castello Odescalchi (500) Castello Odescalchi (3.000) 1250 m sx fosso Cupino (riva) 250 m sx fosso Cupino (riva) 250 m dx fosso Cupino (riva) 250 m sx foce fosso Cadute (riva) 250 m dx foce fosso Cadute (riva) 1200 m dx foce fosso Cadute (riva) 250 m sx foce fosso Tre Denari (riva) 250 m dx foce fosso Tre Denari (riva) 1.000 m dx foce fosso Tre Denari (riva) 1.000 m dx foce fosso Tre Denari (500 250 m sx foce fiume Arrone (riva) 250 m dx foce fiume Arrone (riva) 2000 m dx foce fiume Arrone (riva) 2000 m dx foce fiume Arrone (500 ) 2000 m dx foce f. Arrone (3.000) 3500 m dx foce fiume Arrone (riva) 500 m sx foce c. Acque Alte e Basse (riva) Foce c. Acque Alte e Basse (riva) 250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (riva) 161 2004 ass ass —ass —ass ass ass —————ass ass ass ————————ass ass ass ass ass —————ass ass ass ————————————ass ass ass ————- 2005 ————————ass ass ass ———————ass ass —ass ass ————ass ass ass ————————ass ass —————————ass ass ass ————- 2006 ——ass ——ass ——ass ass ass ass ———————ass ass ——ass ——————————————ass ass ass ass ass ass ass ass —ass ass ass ——ass ass ass ass 2007 ——ass ass ass ass ass ————ass ass ass ass ————————————ass ass ass ass ass ——ass ———————ass ass ————————ass RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 09.04 10 10 10 10.01 10.02 10.03 10.14 10.15 11 11.02 11.03 11.05 Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia Pomezia 250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (500) 2000 m dx canale Acque Alte Basse (riva) 2000 m dx c. Acque Alte e Basse (500 ) 2000 m dx c. Acque Alte Basse (3.000) Radar (riva) 250 m dx foce Fiumara Piccola (riva) 1.250 m dx foce Fiumara Piccola (riva) 250 m sx foce fosso Campo Ascolano (riva) Foce fosso Campo Ascolano (riva) 250 m sx foce fosso Pratica (riva) 250 m sx foce fosso Crocetta (riva) 250 m dx foce fosso Crocetta (riva) 250 m dx fosso Orfeo —ass ass ass —————————- ANNO —ass ass ass —————————- —ass ——ass ass ass ——ass ———- 2007 ass ——————ass ass —ass ass ass I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva. Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque marine. 162 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 01 02 02.01 03 Civitavecchia 03.01 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Rischio accettabile Rischio non accettabile Non monitorato 163 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE 05 Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Rischio accettabile Rischio non accettabile Non monitorato 04.01 164 2005 2006 2007 codice punto Punti di prelievo 04.02 04 04 04 04.01 04.01 04.03 05 05 Santa Marinella 05.02 05.02 05.01 05.06 05.07 05.03 05.04 C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 05.05 06 06 Cerveteri 06 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Rischio accettabile Rischio non accettabile Non monitorato 165 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 07 07 07.03 07.04 07.05 07.06 07 08 08 08 Ladispoli Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Rischio accettabile Rischio non accettabile Non monitorato 166 08.09 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 07.01 07.02 08.01 08.02 08.03 08.04 08.05 08.06 08.06 08.07 08.08 09 09 09 09.01 09.02 09.04 10 09.03 09.04 10 10 Fiumicino 10.01 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto 10.02 Elaborazione risultati 10.03 Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Rischio accettabile Rischio non accettabile Non monitorato 167 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE 10.14 10.15 11 11.02 11.03 Pomezia 11.05 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza di rischio Rischio accettabile Rischio non accettabile Non monitorato 168 2007 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15.1. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DESTINATE ALLA VITA DEI MOLLuSCHI Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque costiere e salmastre sedi di banchi e popolamenti naturali di molluschi bivalvi e gasteropodi designate come richiedenti protezione e miglioramento per consentire la vita e lo sviluppo dei molluschi e per contribuire alla buona qualità dei prodotti della molluschicoltura destinati al consumo umano. Parametri analizzati Salinità, Ossigeno disciolto, pH, Temperatura, Colorazione, Materiali in sospensione, Idrocarburi di origine petrolifera, Argento, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Sostanze organo alogenate, Coliformi fecali, Sassitossina. Frequenza dei campionamenti Mensile – trimestrale – semestrale. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle acque marine destinate alla vita dei molluschi è stata ottenuta secondo le modalità previste dalla Sezione C dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06. In particolare, sono state considerate conformi le acque destinate alla vita dei molluschi quando i campioni di acqua e dei molluschi hanno rispettato i valori e le indicazioni di cui alla citata Tabella 1/C per quanto riguarda: a) il 100% dei campioni prelevati per i parametri Sostanze organo alogenate e metalli; b) il 95% dei campioni per i parametri Salinità ed Ossigeno disciolto; c) il 75% dei campioni per gli altri parametri indicati nella Tabella 1/C. Valori imperativi di riferimento utilizzati per la classificazione Sono stralciati dalla citata Tabella 1/C dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06. pH Materiali in sospensione Salinità Ossigeno disciolto Idrocarburi di origine petrolifera pH mg/L 0/ 00 % di sat. Sostanze organo-alogenate Mercurio Hg Piombo Pb Coliformi fecali ppm ppm n./100 mL I (valore imperativo) 7-9 L’aumento del tenore di materie in sospensione provocato da uno scarico, non deve superare nelle acque destinate alla vita dei molluschi influenzate da tale scarico, di oltre il 30% il tenore misurato nelle acque non influenzate ≤ 40 0/00 = 70% (valore medio) Gli idrocarburi non devono essere presenti nell’acqua in quantità tale: - da produrre un film visibile alla superficie dell’acqua e/o un deposito sui molluschi; - da avere effetti nocivi per i molluschi La concentrazione di ogni sostanza nell’acqua o nella polpa del mollusco non deve superare un livello tale da provocare effetti nocivi per i molluschi e per le loro larve nella polpa del mollusco ≥ 0,5 ppm nella polpa del mollusco ≥ 2 ppm ≤ 300 nella polpa del mollusco e nel liquido intervalvare 169 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3 L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 4 categorie di qualità decrescente. 1 categoria 1, con rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99, nelle acque e nei molluschi. categoria 2, con mancato rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99, nelle sole acque. categoria 3, con mancato rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99, nei soli molluschi. categoria 4, con mancato rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99, nelle acque e nei molluschi. 2 3 4 Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 02 03 Ladispoli Fiumicino Anzio 2004 ———- Loc. Torre Flavia Loc. Coccia di Morto Loc. Grotte di Nerone 170 2005 1 1 1 2006 1 1 1 2007 1 1 1 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 15.1. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DESTINATE ALLA VITA DEI MOLLuSCHI 01 02 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali 01 Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 03 Presentazione cromatica dei risultati Cat 1 Cat 2 Cat 3 Cat 4 Non monitorato 159 02 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini idrografici) Aniene (Tevere) Arrone sud Arrone sud - Collettore Astura Bacino endoreico Badino Incastro Loricina Mignone Mignone -Arrone sud Moscarello Sacco (Liri - Garigliano) Salto - Turano Tevere - Basso corso Tevere - Foce Tevere - Incastro Tevere - Medio corso Treia 171 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO CHIMICO Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione, dal punto di vista chimico, del grado di compromissione degli acquiferi per cause naturali e antropiche. Parametri analizzati Temperatura, Durezza, Conducibilità, Bicarbonato, Calcio, Cloruri, Magnesio, Potassio, Sodio, Solfati, Ione ammonio, Ferro, Manganese, Nitrati, Nitriti. Frequenza dei campionamenti Semestrale. Modalità di classificazione delle acque Non sono disponibili i criteri da adottare per la classificazione delle acque sotterranee ai sensi del D. Lgs. 152/06. La classificazione delle acque sotterranee, pertanto, è stato valutata utilizzando il valore medio rilevato per ogni parametro di base (Tabella 20, Allegato 1, del D. Lgs. 152/99 nel periodo di riferimento. Le diverse classi qualitative sono state attribuite secondo lo schema della seguente Tabella. La classificazione è stata determinata dal valore di concentrazione peggiore riscontrato nelle analisi dei diversi parametri di base. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 20, Allegato 1, del D. Lgs. 152/99. Parametro Conducibilità elettrica Cloruri Manganese Ferro Nitrati Solfati Ione ammonio unità di misura mS/cm (20° C) mg/L mg/L mg/L mg/L NO3 mg/L SO4 mg/L NH4 Classe 1 ≤ 400 ≤ 25 ≤ 20 ≤ 50 ≤5 ≤ 25 ≤ 0,05 Classe 2 ≤ 2500 ≤ 250 ≤ 50 ≤ 200 ≤ 25 ≤ 250 ≤ 0,5 Classe 3 ≤ 2500 ≤ 250 ≤ 50 ≤ 200 ≤ 50 ≤ 250 ≤ 0,5 Classe 4 > 2500 > 250 > 50 > 200 > 50 > 250 > 0,5 Classe 0 > 2500 > 250 > 50 > 200 > 250 > 0,5 Se la presenza delle sostanze elencate in Tabella è di origine naturale, viene automaticamente attribuita la classe 0 (stato particolare). Presentazione cromatica dello stato chimico L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 classi corrispondenti a una qualità decrescente. 1 2 3 4 0 Classe Classe Classe Classe Classe 1 2 3 4 0 172 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Agosta Roma Vallepietra Vallepietra Cerveteri Campagnano Marano E. Montorio Monteflavio Marcellina Vicovaro Gerano Poli S. Vito R. Arsoli Vallepietra Jenne Jenne Mazzano Sorgente Acqua Marcia Sorgente Acqua Vergine – Salone Sorgente Cesa degli Angeli Sorgente Pantano Alta e Bassa Sorgente Termini Sorgente Mola Maggiorana Sorgente Madonna della Quercia Sorgente Capore Bassa Sorgente Capore Alta Sorgente Gruppo Capo d’acqua Sorgente Ronci Capo d’acqua Sorgente Maranera Sorgente Solara Sorgente Vollica Sorgente Fonte Petricca I° Gruppo Sorgente Carpinetto Sorgente Cerreto Gruppo Sorgente Comunacque Sorgente Orto Biondo 173 2004 2 2 1 1 2 2 2 1 2 1 2 2 2 2 1 1 1 2 2 2005 2 2 2 2 2 2 2 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2006 2 2 1 1 2 2 1 2 1 1 2 2 2 2 1 1 1 2 1 2007 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 2 2 2 2 1 2 1 1 2 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE A. STATO CHIMICO 19 06 08 09 10 05 15 01 11 07 04 16 19 03 12 02 13 14 06 17 18 05 Corpi idrici significativi 02 Principali bacini lacustri Limiti comunali Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 0 Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Molto elevata Elevata Alta Media Bassa Molto bassa 174 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. STATO DI QuALITà IN RELAzIONE ALLE SOSTANzE PERICOLOSE Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione delle sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi. Parametri analizzati Alluminio, Antimonio, Argento, Arsenico, Bario, Berillio, Boro, Cadmio, Cianuri, Cromo totale, Cromo VI, Fluoruri, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, Composti alifatici alogenati totali, Cloruro di vinile, 1,2 dicloroetano, Pesticidi totali, Aldrin, Dieldrin, Eptacloro, Eptacloro epossido, Altri pesticidi individuali, Acrilamide, Benzene, IPA totali, Benzo(a)pirene. Frequenza dei campionamenti Semestrale. Modalità di classificazione delle acque Nell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, non sono riportati valori limite nelle acque sotterranee in merito alle sostanze pericolose. A questo proposito, pertanto, si è fatto riferimento ai valori limite fissati nella Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06 relativamente alle sostanze pericolose elencate nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. concentrazione (mg/L) 10 5 50 1 20 10 0.1 1 3.5 0.5 0.03 0.03 0,5 Arsenico Cadmio Cromo totale Mercurio Nichel Piombo Sommatoria IPA Benzene Nitrobenzene Cloronitrobenzeni (ognuno) Aldrin Dieldrin Pesticidi totali Presentazione cromatica della acque con presenza di sostanze pericolose La presenza di sostanze in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. ass pres assenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2 dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo del D. Lgs. 152/06 presenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2 dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06 175 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Agosta Roma Vallepietra Vallepietra Cerveteri Campagnano Marano E. Montorio Monteflavio Marcellina Vicovaro Gerano Poli S. Vito R. Arsoli Vallepietra Jenne Jenne Mazzano Sorgente Acqua Marcia Sorgente Acqua Vergine – Salone Sorgente Cesa degli Angeli Sorgente Pantano Alta e Bassa Sorgente Termini (*) Sorgente Mola Maggiorana (*) Sorgente Madonna della Quercia Sorgente Capore Bassa Sorgente Capore Alta Sorgente Gruppo Capo d’acqua Sorgente Ronci Capo d’acqua Sorgente Maranera Sorgente Solara Sorgente Vollica Sorgente Fonte Petricca I° Gruppo Sorgente Carpinetto Sorgente Cerreto Gruppo Sorgente Comunacque Sorgente Orto Biondo (*) 2004 ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass 2005 ass ass ass pres pres pres ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass pres 2006 ass ass ass ass pres pres ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass pres 2007 ass ass ass ass pres pres ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass ass pres Il mancato raggiungimento dello stato chimico buono è sempre dovuto a concentrazioni elevate di Fluoruri e/o Arsenico. 176 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE B. STATO DI QUALITÀ IN RELAZIONE ALLE SOSTANZE PERICOLOSE 19 06 08 09 10 05 15 11 01 07 04 16 02 13 05 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati Assenza Presenza Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Molto elevata Elevata Alta Media Bassa Molto bassa 177 19 03 12 14 06 17 18 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 17. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque sotterranee ai fini della individuazione delle zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati in acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi. Parametri analizzati Nitrati, Nitriti, Ammoniaca, Ortofosfato, Calcio, Cloruri, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Escherichia coli. Frequenza dei campionamenti Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre. Modalità di classificazione delle acque La classificazione delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte A1, parte terza, del D. Lgs. 152/06. In particolare, le concentrazioni dello ione nitrato sono state considerate basse, se inferiori a 25 mg/L, alte, se comprese tra 25 e 50, e rappresentative di zone vulnerabili, se superiori a 50 mg/L in concomitanza con valori nulli dei parametri microbiologici (Coliformi fecali, Coliformi totali, Streptococchi fecali ed Escherichia coli). Presentazione cromatica dello stato di vulnerabilità da nitrati L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie con qualità decrescente. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. 1 2 3 Categoria 1 con concentrazione nitrati < 25 mg/L Categoria 2 con concentrazione nitrati compresa tra 25 e 50 mg/L Categoria 3 con concentrazione nitrati > 50 mg/L Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 02 03 04 05 06 Roma Albano Roma Roma Fiumicino Ladispoli Pozzo Pozzo Pozzo Pozzo Pozzo Pozzo via della Storta via Roncigliano via di Pratica di Mare via Salaria via delle Pinne Statua 178 2004 3 3 2 ———- 2005 3 3 2 1 2 3 2006 3 3 3 1 2 2 2007 3 —3 1 3 3 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 17. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI 04 01 06 05 03 02 04 01 06 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri Limiti comunali Punti di prelievo 05 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati Presentazione cromatica dei risultati 03 Cat. 1 Cat 2 Cat 3 Non monitorato Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Molto elevata Elevata Alta Media Bassa Molto bassa 179 02 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 18. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI Finalità Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque sotterranee ai fini della individuazione delle zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente prodotti fitosanitari in acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi. Parametri analizzati Atrazina, Alaclor, Carbaryl, Diclorvos, Dieldrin, Dicloran, DDT e isomeri, Eptacloro epossido, Fenamifos, Metolaclor, Metalaxyl, Oxadixyl, Procimidone, Pendimentalin, Simazina, Terbutilazina, Trifluralin, Vinclozolin, 2,4 D, Dicamba, Mcpa, Mecoprop, Aldicarb e suoi metabolici, Alfa endosulfan, Benfuracarb, Carbendazim, Clortoluron, Dazomet, Dicloropropene, Fluoroxipir, Iprodione, Lenacil, Lindano, Linuron, Metamitron, Metazaclor, Metomil, Metribuzin, Metrobromuron, Teflubenzuron, Terbutrina Frequenza dei campionamenti Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre. Modalità di classificazione delle acque Non sono disponibili i criteri da adottare per la classificazione delle acque sotterranee interessate da prodotti fitosanitari. La classificazione delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da prodotti fitosanitari è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte B, parte terza, del D. Lgs. 152/06 e dei valori limite fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06. Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento Sono stralciati dalla citata Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06). concentrazione (mg/L) 0,1 0,3 0,1 0,1 0,03 0,1 0,1 0,1 Alaclor Atrazina Gamma – esacloroesano (lindano) DDD, DDT, DDE Dieldrin Simazina Trifluralin alfa endosulfan Presentazione cromatica dello stato di vulnerabilità da fitofarmaci La presenza di fitofarmaci è indicata in caso di presenza in concentrazioni superiori agli standard di qualità fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore. ass pres assenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2 dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo del D. Lgs. 152/06 presenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2 dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06 Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio 01 02 03 04 Roma Roma Fiumicino Fiumicino Pozzo Pozzo Pozzo Pozzo via Salaria via di Pratica di Mare via delle Pinne Statua 180 2004 ————- 2005 ass ass ass ass 2006 ass ass ass ass 2007 ass ass ass ass 6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 18. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI 04 06 05 04 03 06 Corpi idrici significativi Principali bacini lacustri 05 Limiti comunali Punti di prelievo 2005 2006 2007 codice punto Elaborazione risultati 03 Presentazione cromatica dei risultati Assenza Presenza Non monitorato Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità) Molto elevata Elevata Alta Media Bassa Molto bassa 181 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 7. I RISuLTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQuE REFLuE 7.1. IL CONTROLLO ANALITICO Come sopra riportato, il controllo analitico degli scarichi è finalizzato a verificarne il rispetto dei limiti fissati nel D. Lgs. 152/06 o indicati nelle prescrizioni provinciali o comunali riportate nelle autorizzazioni allo scarico. Nei campioni prelevati non sono determinati indiscriminatamente tutti i parametri riportati nelle rispettive Tabelle di riferimento, ma quei parametri che si ritengono i più rappresentativi dello scarico al fine della verifica del rispetto dei limiti fissati nella normativa tecnica vigente. Nella seguente tabella sono elencati i parametri che vengono normalmente esaminati per ogni tipo di scarico. A seguito delle indagini tecniche e amministrative presso gli impianti da controllare, però, possono essere determinati parametri diversi da quelli riportati in tabella. Alimentare Allevamento Autodemolizione Autolavaggio Azienda agricola Bevande Distilleria o vinicola Depurazione carburanti Cartiera Caseificio Cava, marmificio Cementificio Centrale elettrica Ceramica Chimica Cosmetici Detersivi Elettronica Parametri rappresentativi delle scarico pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Solventi organici aromatici, Tensioattivi, Solventi clorurati. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Ferro, Rame, zinco, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Fenoli, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Mercurio, Cloruri, Solfati, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Fenoli, Solventi organici aromatici, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Solfuri, Solfiti, Solfati, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cloro attivo, Solfuri, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Fenoli, Solventi organici aromatici, Solventi clorurati, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cloro attivo, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Fenoli, Solventi organici aromatici, Solventi clorurati, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Boro, Cloro attivo, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Solventi organici aromatici, Solventi clorurati, Tensioattivi. 182 7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE Farmaceutica Fonderia Fotografica Frantoio Galvanica Lavanderia Mattatoio Meccanica, metallurgica Piscina Odontotecnico Raffineria Rifiuti (trattamento) Tipografia pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Fenoli, Solventi organici aromatici, Solventi clorurati Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cianuri totali, Solfiti, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Fenoli, Tensioattivi, Rame, zinco. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli, Fenoli, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Alluminio, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cianuri totali, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Solventi organici aromatici, Tensioattivi, Solventi clorurati. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cloro attivo, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi, Alluminio, Ferro, Rame, Solventi clorurati. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Fenoli, Solventi organici aromatici, Tensioattivi. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cloro attivo, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Solventi organici aromatici, Tensioattivi, Solventi clorurati. pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi. Per quanto riguarda il rispetto dei limiti fissati nella normativa o nelle prescrizioni riportate nelle autorizzazioni, il Servizio Risorse idriche e naturali procede alle seguenti verifiche. Acque reflue urbane in acque superficiali con scarichi autorizzati provenienti da depuratori comunali: – rispetto dei valori limite di emissione fissati nelle Tabelle 1 e 3, allegato 5, del D. Lgs. 152/06 negli scarichi dei depuratori particolarmente significativi, di quelli litoranei e di quelli caratterizzati da una potenzialità superiore a 2.000 a.e.; – rispetto dei valori limite di emissione prescritti nelle autorizzazioni allo scarico negli scarichi dei depuratori caratterizzati da una potenzialità inferiore a 2.000 a.e. Acque reflue urbane in acque superficiali provenienti da agglomerati: rispetto dei valori limite di emissione prescritti nelle autorizzazioni allo scarico o, se non autorizzati, rispetto di quelli fissati nella Tab. 3, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Acque reflue urbane in acque superficiali con scarichi non autorizzati provenienti da depuratori comunali o da reti fognarie comunali non servite da depuratori: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab. 3, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Acque reflue urbane sul suolo con scarichi autorizzati o non autorizzati provenienti da depuratori comunali: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Acque reflue urbane sul suolo provenienti da agglomerati: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Acque reflue urbane sul suolo provenienti da reti fognarie comunali non servite da depuratori: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06 Acque reflue industriali in acque superficiali con scarichi autorizzati o non autorizzati: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab. 3, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. 183 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Acque reflue urbane sul suolo con scarichi autorizzati o non autorizzati: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Acque reflue industriali in rete fognaria comunale con scarichi autorizzati o non autorizzati: rispetto dei limiti fissati nella Tab. 3, colonna scarico in rete fognaria, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Acque reflue domestiche in acque superficiali: rispetto dei limiti prescritti nell’autorizzazione o, se non autorizzati, limiti Tab. 3 allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Acque reflue domestiche sul suolo con scarichi autorizzati: rispetto dei limiti prescritti nell’autorizzazione allo scarico. Acque reflue domestiche in rete fognaria comunale con scarichi autorizzati: rispetto dei limiti prescritti nell’autorizzazione allo scarico. Si ritiene necessario precisare che i controlli delle acque reflue domestiche in acque superficiali sono eseguiti soprattutto sugli scarichi provenienti da insediamenti industriali e da insediamenti adibiti ad attività di servizio. Il Servizio Risorse idriche e naturali procede a proporre le sanzioni penali e/o amministrative nei confronti dei titolari dello scarico e, per concorso, nei confronti dell’eventuale ditta che gestisce l’impianto di depurazione, nei casi di superamento dei limiti fissati nelle Tabelle riportate nell’allegato 5 del D. Lgs. 152/06 o dei limiti prescritti nelle autorizzazioni allo scarico. Il Servizio Risorse idriche e naturali non procede a proporre le sanzioni penali e/o amministrative nel caso in cui il campione è prelevato da personale di un altro organo competente (polizia giudiziaria, personale di strutture sanitarie, ecc.). 7.2. IL CONTROLLO AMMINISTRATIVO Il controllo amministrativo è soprattutto finalizzato a verificare se i titolari degli scarichi sono in possesso o meno della autorizzazione allo scarico prescritta nell’art. 124 del D. Lgs. 152/06. Ulteriori controlli amministrativi sono finalizzati alla verifica del rispetto delle prescrizioni provinciali riportate nelle autorizzazioni allo scarico, soprattutto per quanto riguarda l’eventuale prescrizione riguardante l’installazione dei campionatori automatici necessari per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tab. 1, allegato 5, del D. Lgs. 152/06. Il Servizio Risorse idriche e naturali procede a proporre le sanzioni penali e/o amministrative nei confronti dei titolari dello scarico e, per concorso, nei confronti dell’eventuale ditta che gestisce l’impianto di depurazione, nei casi in cui viene accertato che per lo scarico non è stata rilasciata l’autorizzazione e/o nei casi in cui viene accertato che non sono state rispettate le prescrizioni riportate nella relativa autorizzazione. Nel caso di sopralluoghi eseguiti unitamente a personale di un altro organo competente (polizia giudiziaria, personale di strutture sanitarie, ecc.), il Servizio Risorse idriche e naturali non propone le sanzioni penali e/o amministrative se detto personale intende procedere per proprio conto alla stesura del verbale di accertamento, rinunciando alla collaborazione di ARPA Lazio. In questo caso, è firmato un verbale congiunto nel quale è appunto precisato che le eventuali comunicazioni di notizia di reato e/o le eventuali proposte di sanzione amministrativa, conseguenti alla situazione amministrativa dello scarico dell’insediamento sottoposto all’accertamento (autorizzazioni, rispetto delle prescrizioni, ecc), saranno effettuate solamente dal personale dell’organo competente. 7.3. I METODI DI CAMPIONAMENTO Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1 negli scarichi delle acque reflue urbane in acque superficiali sono prelevati campioni medi ponderati nell’arco di 24 ore, mediante l’uso di campionatori la cui installazione è a carico del gestore del depuratore a seguito di prescrizione provinciale riportata nell’autorizzazione allo scarico. Il campionamento medio ponderato è eseguito in conformità di quanto riportato nel paragrafo 1.1, capoverso 6, dell’Allegato 5, parte terza del D. Lgs. 152/06. 184 7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 3 negli scarichi delle acque reflue urbane e industriali in acque superficiali sono prelevati campioni istantanei. In caso di acque reflue industriali, al fine di ottenere il campione più adatto a rappresentare lo scarico, è effettuato un campionamento istantaneo o medio di 3 ore, in conformità alle procedure riportate nel paragr. 1, punto 1.2.2, dell’Allegato 5. Sono prelevati anche campioni istantanei per la verifica del rispetto dei limiti prescritti nelle autorizzazioni provinciali degli scarichi delle acque reflue domestiche in acque superficiali. Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 4 negli scarichi sul suolo delle acque reflue urbane provenienti da depuratori sono prelevati campioni medi ponderati nell’arco di 24 ore mediante l’uso di campionatori la cui installazione è a carico del gestore del depuratore a seguito di prescrizione provinciale riportata nell’autorizzazione allo scarico. Il campionamento medio ponderato è eseguito in conformità di quanto riportato nel paragrafo 2, capoverso 3, dell’Allegato 5. In caso di mancata installazione di campionatore viene prelevato un campione istantaneo. Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 4 negli scarichi sul suolo delle acque reflue urbane provenienti da fognature urbane non servite da depuratori sono prelevati campioni istantanei. Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 4 negli scarichi sul suolo delle acque reflue industriali sono prelevati campioni secondo le procedure fissate nel paragr. 2 dell’Allegato 5 Sono prelevati anche campioni istantanei per la verifica del rispetto dei limiti prescritti nelle autorizzazioni provinciali degli scarichi delle acque reflue domestiche sul suolo. 7.4. LE GARANzIE DIFENSIVE I campioni di acque reflue sono eseguiti alla presenza del titolare dello scarico o del gestore dell’impianto o di persone da esse delegate. Per tutti i campioni di acque reflue viene compilato un verbale di prelievo dove, tra l’altro è precisato quanto segue: – le modalità di sigillatura del campione; – l’invito al presente all’ispezione a prelevare campione per analisi contemporaneamente ad ARPA Lazio; – la comunicazione del giorno e dell’ora di apertura del campione e di inizio delle analisi; – l’invito al presente all’ispezione, eventualmente con l’assistenza di un consulente tecnico regolarmente designato con formale atto di nomina, ad assistere all’apertura del campione e alle relative analisi; – l’invito al presente all’ispezione a consegnare il verbale al titolare dello scarico; – l’invito al presente all’ispezione a riportare eventuali dichiarazioni spontanee; – l’invito al presente all’ispezione a controfirmare il verbale di prelievo. Inoltre, per tutti i campioni di acque reflue, viene compilato, presso i laboratori di ARPA Lazio di Roma, un verbale di apertura del campione e di assistenza analisi, che è controfirmato dalla parte. Conseguentemente, la parte può verificare l’integrità dei sigilli apposti sul campione al momento del prelievo e può assistere a tutte le operazioni analitiche fino alla lettura finale dei risultati, con la possibilità di riportare tutte le osservazioni che ritiene necessarie. 7.5. I VERBALI DI CONTESTAzIONE CON PROPOSTA DI SANzIONE Nei verbali di contestazione (recanti il n. reg. gen. e la data del prelievo riportati sul verbale di prelievo del campione) è allegata la seguente documentazione: – il rapporto di prova (recante il numero di registro generale e la data del prelievo riportati nel verbale di prelievo), dove sono indicati sia i valori analitici dei parametri ricercati, sia i parametri che hanno superato i limiti fissati nella Tabella normativa presa in considerazione indicata nello stesso rapporto di prova, con la conseguente violazione; – il verbale di sopralluogo e prelievo del campione (recante, tra l’altro, il n. reg. gen., la data del prelievo del campione e l’impianto sottoposto ad accertamento), controfirmato anche dal rappresentante della parte presente alle operazioni di prelievo, con invito scritto al citato rappresentante ad assistere alle operazioni di apertura del campione e a quelle analitiche presso i laboratori ARPA Lazio di Roma; – il verbale di apertura del campione presso i laboratori ARPA Lazio di Roma (recante il n. reg. gen. e la data del prelievo riportati nel verbale di prelievo), controfirmato anche dal rappresentante della parte, quando è intervenuto ad assistere alle operazioni di apertura del campione e di analisi. 185 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 7.6. LA NOTIFICA DEI VERBALI DI CONTESTAzIONE Le contestazioni sono notificate al titolare dello scarico e al gestore dello scarico entro i novanta giorni dalla data dell’accertamento della violazione che coincide con la data di conclusione del rapporto di prova. 7.7. LA SINTESI DEI CONTROLLI ESEGuITI NEL 2007 Nelle seguenti tabelle sono riportati i risultati ottenuti nel controllo eseguito nel corso del 2007. Acque reflue urbane con scarico in acque superficiali provenienti da depuratori comunali Depuratori controllati Depuratori significativi Depuratori litoranei Depuratori a servizio di una popolazione compresa tra 50.000 e 2.000 ab. eq. Depuratori a servizio di una popolazione inferiore a 2.000 ab. eq. Totale Verifica rispetto limiti Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 7 7 12 15 59 Tab. Tab. Tab. Tab. Tab. 1 3 1 3 1 51 40 28 73 78 4 4 9 9 32 7 8 6 16 16 6 7 4 18 17 120 Tab. 3 246 70 91 111 90 46 32 29 606 174 176 192 70 290 prescrizioni provinciali o Tab. 3 —- Acque reflue urbane con scarico in acque superficiali provenienti da agglomerati (verifica rispetto limiti prescrizioni provinciali o, se non autorizzati, limiti Tabella 3) Depuratori a servizio di agglomerati Totale Depuratori controllati Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 7 7 11 11 3 3 2 2 2 2 Acque reflue urbane con scarico in acque superficiali provenienti da reti fognarie comunali non servite da depuratori (verifica rispetto limiti Tabella 3) Totale Collettori controllati Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 23 23 25 25 15 15 13 13 18 18 Acque reflue urbane con scarico sul suolo provenienti da depuratori comunali (verifica rispetto limiti Tabella 4) Totale Depuratori controllati Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 10 10 19 19 9 9 16 16 11 11 186 7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE Acque reflue urbane con scarico sul suolo provenienti da agglomerati (verifica rispetto limiti Tabella 4) Totale Depuratori controllati Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 1 1 2 2 1 1 2 2 1 1 Acque reflue urbane con scarico sul suolo provenienti da rete fognaria comunale non servita da depuratori (verifica rispetto limiti Tabella 4) Totale Collettori controllati Controlli effettuati 28 28 29 29 187 Comuni con scarichi sottoposti a controllo analitici Proposte di sanzioni a seguito di risultati amministrative Proposte di sanzioni a seguito di verifiche 16 16 28 28 22 22 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Acque reflue industriali con scarico in acque superficiali (verifica rispetto limiti Tabella 3) Tipologia delle attività produttive Acque raffreddamento Alimentare Allevamento Allevamento ittico/stabulazione Autolavaggio Cantina vinicola Cartiera Casa di cura Caseificio Cava Cementificio/Laterizi Centrale elettrica Chimica Deposito carburanti Depuraz. liquami urbani (< 2000 ab. eq.) e industriali Depuraz. acqua di falda contaminata Detergenti Elettronica Farmaceutica Fotografica Frantoio Galvanica Imbottigliamento acque minerali Lavanderia Lavorazione legno / plastica / gomma Mattatoio con lavorazione carni Meccanica Piscina Piscina termale Produzione plastica Raffineria Recupero rifiuti Ricerca scientifica Trattamento rifiuti Totale Insediamenti controllati Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 7 19 6 4 30 8 1 1 3 9 4 2 2 6 16 22 8 13 30 11 1 3 4 21 8 4 25 11 4 9 3 4 14 8 1 1 3 2 4 2 2 4 1 0 3 0 3 1 0 1 1 2 1 0 0 4 0 1 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 4 0 1 4 1 5 9 5 1 5 1 8 2 1 4 14 1 4 1 4 4 9 186 1 28 4 7 14 10 1 6 1 12 2 1 6 15 1 6 2 5 5 21 325 1 4 1 3 4 3 1 2 1 4 2 1 3 5 1 3 1 2 3 4 110 0 8 0 0 0 0 1 1 0 1 1 0 0 1 0 2 0 2 1 10 45 1 3 0 1 2 2 1 1 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 5 25 Acque reflue industriali con scarico sul suolo (verifica rispetto limiti Tabella 4) Tipologia delle attività produttive Alimentare Allevamento Autodemolizione Autolavaggio Cava Frantoio Piscina Totale Insediamenti controllati Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici (limiti Tab. 4) Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 2 3 1 1 1 2 1 11 2 3 1 1 1 3 1 12 2 3 1 1 1 2 1 11 2 1 1 0 1 3 0 8 1 3 0 1 1 2 1 9 188 7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE Acque reflue industriali con scarico in rete fognaria comunale (verifica rispetto limiti Tabella 3) Tipologia delle attività produttive Alimentare Autolavaggio Allevamento Deposito carburanti Depurazione acqua di falda contaminata Discarica Galvanica Lavanderia Mattatoio e lavorazione carni Meccanica Odontotecnico Officina meccanica Piscina Ricerca scientifica Stampa/tipografia Toeletta animali Trattamento rifiuti Totale Insediamenti controllati Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 6 47 1 1 3 1 1 30 1 1 7 5 5 1 1 2 1 114 6 47 6 5 3 6 3 3 1 4 1 1 32 1 1 8 4 6 1 1 2 1 117 1 1 1 1 8 1 1 1 1 3 1 1 1 1 34 1 0 0 0 10 0 1 1 1 1 1 0 0 1 26 1 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0 11 Acque reflue domestiche con scarico in acque superficiali (verifica rispetto limiti prescrizioni provinciali o, se non autorizzati, limiti Tabella 3) Totale Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 202 202 30 30 19 19 13 13 Acque reflue domestiche con scarico sul suolo (verifica rispetto limiti prescrizioni provinciali) Totale Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 55 55 11 11 0 0 53 53 Acque reflue domestiche con scarico in rete fognaria comunale (verifica rispetto limiti prescrizioni provinciali) Totale Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo Proposte di sanzioni a seguito di risultati analitici Proposte di sanzioni a seguito di verifiche amministrative 3 3 1 1 1 1 0 0 Non sono stati ancora adottati dai gestori dei servizi idrici integrati, per gli scarichi di acque reflue industriali che recapitano in reti fognarie, le norme tecniche, le prescrizioni regolamentari ed i valori-limite previsti nell’art. 107 del D. Lgs. 152/06. Le autorizzazioni allo scarico sono rimaste di competenza dei rispettivi Comuni, ma le richieste comunali relative all’intervento di ARPA Lazio, sono inoltrate prevalentemente dal Comune di Roma. Per gli allacci degli scarichi di acque reflue industriali nelle pubbliche fognature dei restanti Comuni, salvo rare eccezioni, non sono richiesti i controlli ad ARPA Lazio. 189 190 87% 13% 83% 17% 83% 17% Acque reflue industriali 10% Anno 2006 - Verifica rispetto limiti prescritti 90% Acque reflue industriali 9% Anno 2005 - Verifica rispetto limiti prescritti 91% Acque reflue industriali 13% Anno 2004 - Verifica rispetto limiti prescritti 87% Acque reflue industriali 38% Anno 2006 - Verifica rispetto tab. 3 62% Acque reflue industriali 34% Anno 2005 - Verifica rispetto tab. 3 66% Acque reflue industriali 30% Anno 2004 - Verifica rispetto tab. 3 70% Acque reflue urbane Anno 2006 - Verifica rispetto tab. 3 Acque reflue urbane Anno 2005 - Verifica rispetto tab. 3 98% 2% Acque reflue urbane 98% 2% 2007 Anno 2004 - Verifica rispetto tab. 3 98% 2% Acque reflue urbane Anno 2006 - Verifica rispetto tab. 1 2006 20 76 Acque reflue urbane 2005 17 80 Anno 2005 - Verifica rispetto tab. 1 2004 16 83 Acque reflue urbane 84 Anno 2004 - Verifica rispetto tab. 1 0 20 40 60 80 100 Totale acque reflue (urbane, industriali, domestiche) 24 Acque reflue urbane Acque reflue industriali 17% 92% 8% Anno 2007 - Verifica rispetto limiti prescritti 83% Anno 2007 - Verifica rispetto tab. 3 Acque reflue industriali 39% Anno 2007 - Verifica rispetto tab. 3 61% 82% 18% Anno 2007 - Verifica rispetto tab. 1 Acque reflue urbane % Controlli conformi % Controlli con superamento dei limiti RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO Controllo degli scarichi delle acque reflue nella provincia di Roma 2007 8. LE CONSIDERAZIONI 8. LE CONSIDERAzIONI Le modifiche o sostituzioni di normative ambientali possono determinare situazioni certamente cotraddittorie. Un evidente esempio di quanto sopra affermato è quello rappresentato dalle acque del fiume Sacco, a valle dell’insediamento industriale di Colleferro, in un tratto non inserito nel programma regionale di monitoraggio dei corsi d’acqua. Detto punto di prelievo è stato sottoposto a monitoraggio routinario a partire dal 2005, a seguito di segnalazioni relative alla presenza di esaclorocicloesano in campioni di latte bovino e ovino, prelevati presso alcune aziende zootecniche situate lungo il corso del fiume Sacco. Dopo la citata segnalazione, è stato interdetto, tra l’altro, l’uso delle acque del fiume Sacco per l’abbeveraggio dei bovini e ovini e per l’irrigazione delle aree circostanti. I campioni di acqua prelevati nel fiume Sacco, a seguito della citata segnalazione, avevano effettivamente evidenziato la presenza di esaclororocicloesano, in concentrazione superiori ai valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento concernente la fissazione degli standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose. In particolare, per quanto riguarda il parametro esaclorocicloesano (HCH), nel Decreto 367/03, erano fissati i seguenti limiti per le acque dolci superficiali, da conseguire entro il 30.12.08: limiti tab. 1, Allegato A, D.M. 367/03 α - HCH (μg/L) β - HCH (μg/L) γ - HCH (μg/L) HCH totale (μg/L) 0,0002 0,0002 μg/L 0,001 μg/L —- Il Decreto 367/03, però, come fissato nell’art. 78 del D. Lgs. 152/06, è stato sostituito dal D. Lgs. 152/06, dove, invece, sono previsti i seguenti limiti per le sostanze pericolose che devono essere sempre conseguiti entro il 30.12.08: limiti tab. 1/A. Allegato 1, parte terza, D. Lgs. 152/06 α - HCH (μg/L) β - HCH (μg/L) γ - HCH (μg/L) HCH totale (μg/L) —- —- 0,1 μg/L 0,1 μg/L Nel D. Lgs. 152/06, pertanto, non sono più presi in considerazione i parametri α- HCH e β – HCH, mentre il limite di γ – HCH è 100 volte superiore a quello fissato nel Decreto 367/03. Anche il limite di HCH totale è evidentemente molto elevato rispetto a quello fissato nel Decreto 367/03, per i singoli parametri appartenenti all’esaclorocicloesano totale. Nella seguente tabella sono riportati, oltre ai limiti fissati nelle citate due normative, anche le medie aritmetiche annuali delle concentrazioni dei parametri HCH ottenute dalle analisi dei campioni prelevati nel Sacco, a valle dell’insediamento industriale di Colleferro. limiti tab. 1, Allegato A, D.M. 367/03 limiti tab. 1/A. Allegato 1, parte terza, D. Lgs. 152/06 concentrazioni medie 2005 (6 campioni) concentrazioni medie 2006 (5 campioni) α - HCH (μg/L) β - HCH (μg/L) γ - HCH (μg/L) HCH totale (μg/L) 0,0002 0,0002 μg/L 0,001 μg/L —- —- —- 0,1 μg/L 0,1 μg/L 0,016 0,065 0,018 0,10 0,04 0,066 < 0,03 0,12 Le indagini condotte fino al 2006 avevano consentito di concludere che: – con i limiti fissati nel Decreto 367/03, la situazione attuale sarebbe stata ancora ben lontana dal conseguire detti limiti entro il 30.12.08; – con i limiti fissati nel D. Lgs. 152/06, ugualmente da conseguire entro il 30.12.08, la stessa situazione attuale sarebbe stata di fatto già raggiunta. Innalzando i limiti legislativi, in conclusione, le acque del fiume Sacco, alla fine del 2006, erano diventate improvvisamente già conformi agli obiettivi di qualità da conseguire entro il 30.12.08. 191 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 9. LE CONCLuSIONI Come riportato nelle Modalità delle indagini, si ritiene necessario ribadire che, nell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, sono fissati metodi di monitoraggio e di classificazione dei corpi idrici significativi che sono diversi rispetto a quelli dettati nel precedente D. Lgs. 152/99. Per quanto riguarda i parametri relativi a sostanze non pericolose, da controllare nelle acque superficiali e sotterranee, ad esempio, nel D. Lgs. 152/06 non ne sono individuati valori numerici attraverso i quali si possa classificare il corpo idrico sottoposto a monitoraggio ma è necessario far riferimento alle caratteristiche fisico - chimiche, idromorfologiche e biologiche presenti in “un corpo idrico inalterato”. La Regione Lazio non ha ancora individuato il corpo idrico di riferimento le cui caratteristiche consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici significativi sottoposti a monitoraggio. D’altra parte, la Regione Lazio, anche nella recente DCR n. 42/07, ha confermato la classificazione dei corpi idrici significativi facendo riferimento: - ai punti di prelievo che erano già sottoposti a controllo ai sensi del D. Lgs. 152/99; - ai parametri indicati nel D. Lgs. 152/99 e ai limiti ivi riportati ai fini della classificazione. Conseguentemente, la Sezione provinciale di Roma di ARPA Lazio ha proseguito il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee significative secondo quanto previsto nel D. Lgs. 152/99, dove, invece, sono riportati valori numerici di riferimento attraverso i quali è possibile classificare il corpo idrico sottoposto a monitoraggio. Per quanto riguarda le sostanze pericolose, invece, ARPA Lazio ha fatto riferimento agli standard di qualità fissati, per le acque superficiali, nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Conseguentemente, la classificazione delle acque superficiali, relativa allo stato chimico, è adeguata a quanto fissato dalle nuove norme statali, almeno per quanto riguarda le sostanze pericolose analizzate. Relativamente alle acque sotterranee, non essendo indicati, nella normativa tecnica statale, i parametri relativi a sostanze pericolose, ARPA Lazio di Roma ha fatto riferimento alle concentrazioni soglia di contaminazione riportate nella Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. Anche per quanto riguarda la sorveglianza algale delle acque destinate alla balneazione sono elencati, nella relativa normativa, i parametri fisici e chimici, che devono essere determinati nelle acque, ma non ne sono indicati valori numerici di riferimento, mediante i quali sia possibile eseguire una obiettiva valutazione. Al fine di proporre una classificazione chimica di riferimento, si è fatto ricorso, anche in questo caso, ai valori numerici riportati nel D. Lgs. 152/99 per lo stato ecologico o per lo stato trofico. 9.1. I CORSI D’ACQuA STATO ECOLOGICO DEI CORSI D’ACQuA Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n. 152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre 2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio: – mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”; – mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; – raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”. Rispetto alla classificazione riportata nel Piano regionale di Tutela delle Acque il monitoraggio 01 A evidenzia che i citati obiettivi sono ancora da conseguire nelle acque dei seguenti corsi d’acqua: – fiume Tevere, altezza ponte di Mezzocammino (idrometro) – fiume Aniene, altezza ponte Mammolo – fosso Malafede, altezza Via Ostiense (ponte Vitinia) – fosso Rio Galeria, altezza Via Portuense – fiume Sacco, altezza Via Casilina km 47 – fosso Savo, altezza Via Casilina km 47 – fosso Vaccina, altezza strada Ladispoli – Torre Flavia – fosso Tre Denari, altezza ponte della S.S. Aurelia – fosso Grande, altezza ponte loc. L’Americano 192 9. LE CONCLUSIONI ele (elevato) buo (buono) suf (sufficiente) sca (scadente) pes (pessimo) Classificazione regionale 2004 2005 2006 2007 Fiume Tevere 01 Montelibretti Passo Corese (idrometro) 02 Roma Castel Giubileo (idrometro) 03 Roma Ripetta (idrometrografico) (*) 04 Roma Ponte di Mezzocammino (idrometro) Fosso Corese, affluente del Tevere 05 Montelibretti Sezione di Fara Sabina Fiume Aniene, affluente del Tevere 06 Subiaco Ponte S. Francesco (servizio idrografico) 07 Anticoli C. Ponte Anticoli (idrometro) 08 Tivoli S. Giovanni (idrometro) 09 Roma Lunghezza (servizio idrografico) 10 Roma Ponte Mammolo 11 Roma Ponte Salario (idrometro) Fosso Malafede, affluente del Tevere 12 Roma Via Ostiense (ponte Vitinia) Fosso Rio Galeria, affluente del Tevere 13 Roma Via Portuense (ponte Galeria) Fiume Sacco 14 Colleferro Via Casilina km 47 Fosso Savo, affluente del Sacco 15 Colleferro Via Casilina km 47 Fiume Mignone 16 Tolfa A monte confluenza fiume Lenta 17 Tolfa Rota (teleferica) Fosso Vaccina 18 Ladispoli Altezza strada Ladispoli – Torre Flavia Fosso Tre Denari 19 Fiumicino Ponte della S.S. Aurelia Fiume Arrone 20 Roma Osteria Nuova a sud di Anguillara 21 Fiumicino Torre di Maccarese Fosso Grande 22 Ardea Ponte loc. L’Americano ————- sca sca —pes sca sca —sca suf suf suf (*) sca — sca suf suf ——————- buo buo —sca sca —- buo buo —sca sca —- buo buo buo (*) suf sca suf (*) —- sca sca pes —- pes pes pes —- suf sca sca —- pes pes pes ——- suf buo suf buo suf buo —- —- pes sca —- suf sca sca ——- sca —- pes suf suf suf —- —- —- sca (*) Lo stato ecologico è stato determinato solo sulla base dei macrodescittori STATO CHIMICO DEI CORSI D’ACQuA Il D. Lgs. 152/06 fissa che i corsi d’acqua significativi devono essere conformi, entro il 31.12.08, agli standard di qualità riportati nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, relativa alle sostanze pericolose. Il monitoraggio 01 B evidenzia un “buono” stato di qualità riferito alle sostanze pericolose nei corsi d’acqua significativi della provincia di Roma, con standard di qualità conformi a quelli fissati nella citata Tabella 1/A. 193 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Per quanto riguarda il fiume Sacco, si ritiene necessario rilevare che, a valle dell’insediamento industriale di Colleferro, fino ai confini con la provincia di Frosinone, risulta ancora presente l’esaclorocicloesano, in concentrazioni nel D. Lgs. 152/06. Ulteriori dettagli sono riportati nel capitolo 8 del presente rapporto. Fiume Sacco, a valle dell’insediamento industriale di Colleferro limiti tab. 1/A. Allegato 1, parte terza, D. Lgs. 152/06 concentrazioni medie 2007 (21 campioni) α - HCH (μg/L) β - HCH (μg/L) γ - HCH (μg/L) HCH totale (μg/L) —- —- 0,1 μg/L 0,1 μg/L 0,13 0,18 0,02 0,37 STATO DI QuALITà AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio fissa che i corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile, che non sono classificati almeno in categoria A2, devono raggiungere questa qualità entro il 31 dicembre 2008. Il monitoraggio 02 evidenzia che in nessun corso d’acqua, le cui acque sono destinate alla produzione di acqua potabile, sono stati ancora raggiunti gli obiettivi regionali. A1 A2 A3 + A3 categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle acque categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione delle acque valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua potabile, neppure con trattamenti) Classificazione regionale 2004 2005 2006 2007 Fosso Treia, affluente del Tevere 01 Mazzano Monte Gelato (*) Fiume Aniene, affluente del Tevere 02 Subiaco Loc. Monasteri (*) Fiume Mignone 03 Canale M. Lasco del Falegname (**) —- —- A1 + A3 —- —- A2 A3 —- —- A3 + A3 (*) acque dolci superficiali destinate ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile (**) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile STATO DI QuALITà DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DELLA ALLA VITA DEI PESCI Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio ha designato le acque dolci superficiali in relazione alla vita dei pesci. In riferimento alla citata designazione, che è riportata nella seguente tabella, le acque dei seguenti corsi d’acqua sono risultate non idonee alla vita dei pesci (monitoraggio 03), con relativo peggioramento della qualità delle acque: – Fosso Corese, altezza della sezione di Fara Sabina – Fosso Torraccia o Prima Porta, a monte confluenza fiumeTevere – Fiume Mignone, a monte confluenza fiume Lenta – Fosso Lenta, a monte confluenza fiume Mignone – Fosso Verginese, a monte confluenza fiume Mignone – Fiume Arrone, a monte S.S.Aurelia. I seguenti corsi d’acqua sono passati da idonei alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili, a idonei alla vita dei pesci ciprinicoli, che sono i più resistenti: – Fiume Aniene, altezza ponte Anticoli (idrometro) – Fosso Licenza, a monte confluenza fiume Aniene – Fosso Cona, a monte confluenza fiume Aniene. 194 9. LE CONCLUSIONI salm cipr non id acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti acque non idonee alla vita dei pesci Classificazione regionale 2004 2005 2006 2007 Fiume Tevere 01 Ponzano Limiti provinciali (2) 03 Montelibretti Passo Corese (idrometro) (2) 04 Monterotondo Ponte del Grillo (2) 09 Fiumicino RM Capo Due Rami (non designato) Fosso Treia, affluente del Tevere 12 Mazzano Limiti provincia di Roma (2) Fosso Corese, affluente del Tevere 14 Montelibretti Sezione di Fara Sabina (2) Fosso Torraccia o Prima Porta, affluente del Tevere 16 Roma A monte confluenza fiumeTevere (2) Fiume Aniene, affluente del Tevere 18 Jenne Comunacque (1) 19 Subiaco Ponte S. Francesco (servizio idr.) (1) 20 Anticoli C. Ponte Anticoli (idrometro) (1) 21 Castel M. Castel Madama (1) 23 Tivoli Ponte Lucano (2) Fosso Simbrivio, affluente dell’Aniene 27 Ienne A monte confluenza fiume Aniene (1) Fosso Bagnatore, affluente dell’Aniene 28 Roviano A monte confluenza fiume Aniene (2) Fosso Licenza, affluente dell’Aniene 29 Mandela A monte confluenza fiume Aniene (1) Fosso Cona, affluente dell’Aniene 30 Subiaco A monte confluenza fiume Aniene (1) Fosso Fiumicino, affluente dell’Aniene 31 Vicovaro A monte confluenza fiume Aniene (1) Fosso S. Vittorino, affluente dell’Aniene 32 Roma A monte confluenza fiume Aniene (1) Fosso Passerano, affluente dell’Aniene 33 Roma A monte confluenza fiume Aniene (2) Fiume Mignone 37 Tolfa A monte confluenza fiume Lenta (2) 38 Tolfa Rota (teleferica) (2) Fosso Lenta, affluente del Mignone 39 Tolfa A monte confluenza fiume Mignone (2) Fosso Verginese, affluente del Mignone 40 Tolfa A monte confluenza fiume Mignone (2) Fiume Arrone 42 Fiumicino Località a monte S.S.Aurelia (2) ————- ————- salm salm cipr —- salm cipr cipr non id —- —- cipr cipr —- —- salm non id —- —- salm non id —————- —————- salm salm salm salm cipr salm salm cipr salm cipr —- —- salm salm —- —- cipr salm —- —- salm cipr —- —- salm cipr —- —- salm salm —- —- salm salm —- —- cipr cipr ——- ——- cipr cipr non id cipr —- —- cipr non id —- —- cipr non id —- —- cipr non id (1) Acque designate cone salmonicole nel PTAR (designazione anno 2002) (2) Acque designate cone ciprinicole nel PTAR (designazione anno 2002) 195 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 STATO DI QuALITà DEL FIuME TEVERE AL CENTRO DI ROMA Il fiume Tevere al centro di Roma è sottoposto a monitoraggio in funzione della procedura comune di scambio di informazioni sulla qualità delle acque dolci superficiali nella Comunità Europea. Le acque del fiume Tevere, all’altezza del Km 43 dalla foce (ponte Ripetta), in base ai risultati ottenuti, sono caratterizzate da (monitoraggio 04): – uno stato ecologico “sufficiente”, – un “buono” stato chimico riferito alle sostanze pericolose; – uno stato di qualità tale che non potrebbero essere destinate alla potabilizzazione; – uno stato di qualità tale che non sono idonee alla vita dei pesci. STATO DI QuALITà DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA Le acque delle foci a mare sono sottoposte a monitoraggio ai fini della influenza che possono avere sulla balneabilità delle acque marine. Il monitoraggio 05, effettuato in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto con programmi di risanamento dell’entroterra, evidenzia che le foci a mare di 25 corsi d’acqua, su 26 monitorate, presentano un persistente e diffuso alto livello di inquinamento. Il monitoraggio 06, effettuato in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione, evidenzia che le foci a mare di altri 8 corsi d’acqua, su 18 monitorate, presentano anch’esse un persistente e diffuso alto livello di inquinamento. In totale, ancora 33 foci, su 44 monitorate, rivelano un alto livello di inquinamento che condiziona negativamente la balneazione di estesi tratti del litorale marino. Sono sottoposte a monitoraggio, in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione, anche le foci dei corsi d’acqua che pervengono nel lago di Bracciano. Il monitoraggio 07 evidenzia che 6 foci, su un totale di 9 monitorate, rivelano ancora un alto livello di inquinamento nonostante la presenza di una fognatura circumlacuale. alto Monitoraggio 05 01 Civitavecchia 02 Civitavecchia 03 S. Marinella 04 S. Marinella 05 S. Marinella 06 S. Marinella 07 S. Marinella 08 Cerveteri 09 Cerveteri 10 Ladispoli 11 Ladispoli 12 Fiumicino 13 Fiumicino 15 Fiumicino 16 Fiumicino 17 Fiumicino 18 Fiumicino-RM 19 Pomezia 20 Pomezia 21 Pomezia 22 Pomezia Ardea 23 Ardea 24 Ardea 25 Ardea 26 Anzio livello inquinamento alto Fosso Infernaccio Fosso Scarpatosta Fosso Guardiole Fosso Santa Maria Morgana Fosso Castel Secco Fosso Buche Fosso Quartaccio Fosso Turbino Fosso Zambra Fosso Vaccina Fosso Sanguinara Fosso Cupino Fosso Cadute Fiume Arrone Canale Acque Basse e Alte Fiume Tevere (Fiumara Piccola) Fiume Tevere (Fiumara Grande) Fosso di Pratica Fosso Crocetta Fosso Orfeo Rio Torto Canale Biffi Fosso Diavolo Fosso Caffarella Fosso Cavallo Morto 196 2007 alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto alto 9. LE CONCLUSIONI Monitoraggio 06 02 Civitavecchia 03 Civitavecchia 04 Civitavecchia 08 Roma 10 Ardea 12 Anzio 14 Nettuno 15 Nettuno Fosso Prete Fosso Fiumaretta Fosso Malpasso Fosso Focetta Fosso Grande Fosso Schiavo Fosso Loricina Fiume Astura 2007 alto alto alto alto alto alto alto alto Monitoraggio 07 02 Bracciano 02.01 Bracciano 03 Bracciano 05 Bracciano 09 Roma 10 Roma Fosso Fosso Fosso Fosso Fosso Fosso 2007 alto alto alto alto alto alto Quadri Mola di Bracciano Grotta Renara Vicarello Conca Casacci STATO DI QuALITà DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI E DA FITOFARMACI Solo il fiume Arrone è sottoposto a monitoraggio e le sue acque presentano: – una elevata concentrazione di nitrati, compresa tra 25 e 50 mg/L (monitoraggio 07.1); – l’assenza fitofarmaci in concentrazioni superiori agli standard di qualità riportati nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 (monitoraggio 07.2). 9.2. I LAGHI STATO ECOLOGICO DEI LAGHI Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n. 152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre 2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio: – mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”; – mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; – raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”. Nel Piano regionale di Tutela delle Acque non è riportata alcuna classificazione dei laghi. Per le acque del lago Albano di Castel Gangolfo, pertanto, i citati obiettivi sono ancora da conseguire. Il monitoraggio 08 A, effettuato ai sensi del D. Lgs. 152/99, evidenzia che l’obiettivo di “sufficiente” è già conseguito nel lago Albano di Castel Gandolfo ed è addirittura “buono” nei laghi di Bracciano, Martignano e Nemi. STATO CHIMICO DEI LAGHI Il D. Lgs. 152/06 fissa che i corsi d’acqua significativi devono essere conformi, entro il 31.12.08, agli standard di qualità riportati nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, relativa alle sostanze pericolose. Il monitoraggio 08 B evidenzia, nei quattro laghi della provincia di Roma, un “buono” stato di qualità riferito alle sostanze pericolose e, pertanto, si rileva che l’obiettivo statale, per le sostanze pericolose, è attualmente già conseguito. STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio fissa che i corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile, che non sono classificati almeno in categoria A2, devono raggiungere questa categoria di qualità entro il 31 dicembre 2008. 197 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 Il monitoraggio 09 evidenzia che, nelle acque del lago di Bracciano, attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile, non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi regionali. Il mancato raggiungimento di detti obiettivi, è determinato dal parametro Fluoruri. A1 A2 A3 + A3 01 categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle acque categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione delle acque valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua potabile, neppure con trattamenti) Anguillara Classificazione regionale 2004 2005 2006 2007 ——A2 + A3 (**) Castel Vici (*) (*) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile (**) Non potabilizzabile per concentrazione di Fluoruri. STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DELLA ALLA VITA DEI PESCI Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio ha designato, nel 2002, le acque dei laghi come acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i pesci più resistenti. Il monitoraggio 10 consente di rilevare che le acque sono tuttora idonee alla vita dei pesci ciprinicoli. salm cipr non id acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti acque non idonee alla vita dei pesci Classificazione regionale 2004 2005 2006 2007 Lago di Bracciano 01 Bracciano Centro Lago di Martignano 02 Anguillara Centro Lago Albano di Castel Gandolfo 03 Castel G Centro Lago di Nemi 04 Nemi Centro lago (1) —- —- cipr cipr lago (1) —- —- cipr cipr lago (1) —- —- cipr cipr lago (2) —- —- salm cipr (1) Acque designate cone salmonicole nel PTAR (designazione anno 2002) (2) Acque designate cone ciprinicole nel PTAR (designazione anno 2002) STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DELLA BALNEAzIONE Permangono problemi di non idoneità alla balneazione solo nel lago di Bracciano, nelle acque ubicate a: – Bracciano, 250 m dx la foce del fosso Mola (monitoraggio 11). Si ritiene necessario precisare che le aree individuate con il controllo 11 non sono rappresentative della balneazione che effettivamente viene consentita lungo il litorale. Infatti, sono vietate alla balneazione dalla Regione Lazio, indipendentemente dal controllo analitico, le aree antistanti e circostanti le foci dei corsi d’acqua inquinati che pervengono nel lago di Bracciano (circa 4 Km su un totale di 32 Km). STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE POTENzIALMENTE TOSSICHE NELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE La sorveglianza algale 12 A, effettuata ai sensi del D. Lgs. 152/06, per i motivi riportati nella premessa del presente capitolo, evidenzia, ai sensi del D. Lgs. 152/99, stati di qualità ecologica delle acque lacustri generalmente “buona” o addirittura “elevata”. 198 9. LE CONCLUSIONI La sorveglianza algale 12 B, relativa alla ricerca delle alghe microscopiche Cianoficee, individuate dal Ministero della Sanità come alghe d’acqua dolce aventi possibili implicazioni igienico sanitarie, invece,evidenzia, per il lago Albano di Castel Gandolfo e per il lago di Nemi, una diffusa situazione di “rischio”, sebbene accettabile. I risultati delle analisi biotossicologiche, eseguite dall’Istituto Zooprofilattivo Sperimentale per il Lazio e la Toscana su campioni di sospensione algale, hanno evidenziato, comunque, esiti sempre negativi, con la prova dei topi da laboratorio, in 212 test effettuati nel corso dei quattro anni presi in considerazione. 9.3. LE ACQuE MARINE COSTIERE STATO TROFICO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n. 152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre 2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio: – mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”; – mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; – raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”. Rispetto alla classificazione riportata nel Piano regionale di Tutela delle Acque il monitoraggio 13 A evidenzia che i citati obiettivi sono ancora da conseguire nelle acque seguenti acque marine: – Civitavecchia, altezza Borgo Odescalchi, a 3.000 m di distanza dalla riva – Fiumicino, altezza stabilimento La Nave, a 500 m di distanza dalla riva – Roma Ostia, altezza stabilimento Marechiaro, a 1.000 e 3.000 m di distanza dalla riva – Pomezia, altezza stabilimento Capri, a 3.000 m di distanza dalla riva – Ardea, altezza stabilimento Roma, a 1.000 m di distanza dalla riva – Anzio, altezza stabilimento Transatlantico, a 3.000 m di distanza dalla riva. ele (elevato) 01 01 01 02 02 02 03 03 03 04 04 04 05 05 05 06 06 06 07 07 07 08 08 08 09 Civitavecchia Civitavecchia Civitavecchia S. Marinella S. Marinella S. Marinella Cerveteri Cerveteri Cerveteri Ladispoli Ladispoli Ladispoli Fiumicino Fiumicino Fiumicino Roma Ostia Roma Ostia Roma Ostia Pomezia Pomezia Pomezia Ardea Ardea Ardea Anzio buo (buono) med (mediocre) Borgo Odescalchi (200) Borgo Odescalchi (1.000) Borgo Odescalchi (3.000) Stab. La Perla del Tirreno (200) Stab. La Perla del Tirreno (1.000) Stab. La Perla del Tirreno (3.000) Cerenova (500) Cerenova (1.000) Cerenova (3.000) Stab. Miramare (200) Stab. Miramare (1.000) Stab. Miramare (3.000) Stab. La Nave (500) Stab. La Nave (1.000) Stab. La Nave (3.000) Stab. Marechiaro (200) Stab. Marechiaro (1.000) Stab. Marechiaro (3.000) Stab. Capri (500) Stab. Capri (1.000) Stab. Capri (3.000) Stab. Roma (500) Stab. Roma (1.000) Stab. Roma (3.000) Stab. Transatlantico (500) 199 sca (scadente) Classificazione regionale 2004 2005 2006 2007 ——ele buo ——ele ele ——ele buo ——buo buo ——ele ele ——ele ele ——buo ele ——buo buo ——buo ele ——buo buo ——buo buo ——buo ele ——ele buo ——buo buo ——buo buo ——buo buo ——ele buo ——ele buo ——ele ele ——ele ele ——ele buo ——ele ele ——ele buo ——ele ele ——ele ele RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 09 09 10 10 10 Anzio Anzio Nettuno Nettuno Nettuno Stab. Transatlantico (1.000) Stab. Transatlantico (3.000) Centro abitato (500) Centro abitato (1.000) Centro abitato (3.000) —————- ANNO —————- ele ele ele buo buo 2007 ele buo ele buo ele I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva. STATO CHIMICO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE Il D. Lgs. 152/06 fissa che i corsi d’acqua significativi devono essere conformi, entro il 31.12.08, agli standard di qualità riportati nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, relativa alle sostanze pericolose. Il monitoraggio 13 B evidenzia, nelle acque marine significative, un “buono” stato di qualità riferito alle sostanze pericolose e, pertanto, si rileva che l’obiettivo statale per le sostanze pericolose è attualmente già conseguito. STATO DI QuALITà DELLE ACQuE MARINE COSTIERE AI FINI DELLA BALNEAzIONE Il controllo 14 ha consentito di evidenziare che non sono idonee alla balneazione le acque marine antistanti: – Fiumicino, a 250 m sx foce fiume Arrone – Ardea, a 250 m dx foce fosso Rio Torto, a 750 m sx foce fosso Grande e a 250 m sx foce fosso Grande. Si ritiene necessario precisare che le aree individuate non sono rappresentative della balneazione che effettivamente viene consentita lungo il litorale. Infatti, numerose aree marine non sono sottoposte a controllo, in quanto sono vietate automaticamente alla balneazione. Ad esempio, sono vietate alla balneazione, indipendentemente dal controllo analitico, le aree marine circostanti aree di servizio, quali porti o zone militari (25-30 Km), e quelle circostanti le foci dei corsi d’acqua inquinati (circa 18 Km). STATO DI QuALITà DELLE ACQuE MARINE COSTIERE AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE POTENzIALMENTE TOSSICHE NELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE La sorveglianza algale 15 A evidenzia stati trofici generalmente “elevati” e “buoni”. La sorveglianza algale 15 B, relativa alla ricerca delle alghe microscopiche D inoflagellate (Alexandrium e Lingulodinium) , individuate dal Ministero della Sanità come alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie, evidenzia, per tutte le acque marine monitorate, l’“assenza di rischio”. Anche la sorveglianza algale 15 C, relativa alla ricerca delle alghe microscopiche Cianoficee, individuate dal Ministero della Sanità come altre alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie, evidenzia, per tutte le acque marine monitorate, l’“assenza di rischio”. I risultati delle analisi biotossicologiche, eseguite dall’Istituto Zooprofilattivo Sperimentale per il Lazio e la Toscana su campioni di sospensione algale, hanno evidenziato esiti sempre negativi, con la prova dei topi da laboratorio, in 29 test effettuati nel corso dei quattro anni presi in considerazione. STATO DI QuALITà AI FINI DELLA MOLLuSCHICOLTuRA DESTINATI AL CONSuMO uMANO Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio non fissa particolari obiettivi. Il monitoraggio 15.1 evidenzia la migliore categoria di qualità delle acque marine e dei molluschi ivi presenti. 9.4. LE ACQuE SOTTERRANEE STATO CHIMICO DELLE ACQuE SOTTERRANEE Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n. 152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre 2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio: – mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”; – mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; 200 9. LE CONCLUSIONI – raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”. Rispetto alla classificazione riportata nel Piano regionale di Tutela delle Acque il monitoraggio 16 evidenzia che i citati obiettivi sono ancora da conseguire nelle acque sotterranee di: – Vallepietra, sorgente Cesa degli Angeli e sorgente Carpinetto Classe 1 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Agosta Roma Vallepietra Vallepietra Cerveteri Campagnano Marano E. Montorio Monteflavio Marcellina Vicovaro Gerano Poli S. Vito R. Arsoli Vallepietra Jenne Jenne Mazzano Classe 2 Classe 3 Sorgente Acqua Marcia Sorgente Acqua Vergine – Salone Sorgente Cesa degli Angeli Sorgente Pantano Alta e Bassa Sorgente Termini Sorgente Mola Maggiorana Sorgente Madonna della Quercia Sorgente Capore Bassa Sorgente Capore Alta Sorgente Gruppo Capo d’acqua Sorgente Ronci Capo d’acqua Sorgente Maranera Sorgente Solara Sorgente Vollica Sorgente Fonte Petricca I° Gruppo Sorgente Carpinetto Sorgente Cerreto Gruppo Sorgente Comunacque Sorgente Orto Biondo Classe 4 Classe 0 Classificazione regionale 2004 2005 2006 2007 ——2 2 ——2 2 ——1 2 ——2 2 ———2 ——2 2 ———1 ———1 ———1 ———1 ——2 2 ———2 ———2 ——2 2 ——2 1 ——1 2 ——2 1 ——2 1 ——2 2 STATO DI QuALITà DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN RELAzIONE ALLE SOSTANzE PERICOLOSE Per quanto riguarda le sostanze pericolose, queste non sono individuate nella parte terza dell’Allegato 1 del D. Lgs. 152/06. Con il monitoraggio 16 B, i risultati analitici sono stati messi a confronto con i valori limite fissati nella Tabella 2 dell’allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. Detti risultati evidenziano la presenza del parametro Fluoruri e Arsenico in concentrazioni superiori ai limiti citati nelle seguenti captazioni: – Cerveteri, sorgente Termini – Campagnano, sorgente Mola Maggiorana – Mazzano, sorgente Orto Biondo. STATO DI QuALITà DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI E DA FITOFARMACI Su un totale di sei pozzi monitorati (monitoraggio 17), nei seguenti tre pozzi, è presente una elevatissima concentrazione di nitrati, superiore a 50 mg/L: – Roma, pozzo via della Storta e pozzo via di Pratica di Mare – Fiumicino, pozzo via delle Pinne – Ladispoli, pozzo Statua In quattro pozzi, su quattro monitorati, è stata accertata, invece, l’assenza di fitofarmaci in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tabella 2 dell’allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06 (monitoraggio 18). 201 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 GLI SCARICHI DELLE ACQuE REFLuE Nel 2007 sono stati eseguiti da ARPA Lazio di Roma 1425 controlli dai quali sono scaturite 693 proposte di sanzioni amministrative o penali di cui: – 336 proposte, a seguito di risultati analitici non conformi alle tabelle fissate nell’Allegato 5 del D. Lgs. 152/99 o nell’Allegato 5, parte terza, del D. Lgs. 152/06 o nelle prescrizioni provinciali o comunali; – 357 proposte, a seguito di situazioni amministrative non conformi alle prescrizioni fissate nel medesimo decreto (assenza di autorizzazione allo scarico) o a quelle fissate nelle autorizzazioni provinciali. Da questi controlli e da quelli interni provinciali sono scaturiti, nel 2007, 395 atti dirigenziali della Provincia, di cui: – n. 20 diffide a ripristinare le condizioni originarie o prescritte (di cui, 13 relative a scarichi di acque reflue urbane, 4 a scarichi di acque reflue industriali, 3 a scarichi di reflue domestiche); – nessuna sospensione; – n. 7 revoche di autorizzazioni allo scarico (di cui 1 relativa a scarichi di acque reflue urbane, 2 relative a scarichi di acque reflue industriali e 4 a scarichi di acque reflue domestiche). SCARICHI ACQuE REFLuE uRBANE - in acque superficiali provenienti da depuratori comunali - in acque superficiali provenienti da agglomerati - in acque superficiali provenienti da reti fognarie comunali non servite da depuratori - sul suolo provenienti da depuratori comunali - sul suolo provenienti da agglomerati - sul suolo provenienti da rete fognaria comunale non servita da depuratori Totale scarichi acque reflue urbane SCARICHI ACQuE REFLuE INDuSTRIALI - in acque superficiali - sul suolo - in rete fognaria comunale Totale scarichi acque reflue industriali SCARICHI ACQuE REFLuE DOMESTICHE - in acque superficiali - sul suolo - in rete fognaria comunale Totale scarichi acque reflue domestiche TOTALE SCARICHI ACQuE REFLuE Depuratori controllati Verifica rispetto limiti Controlli effettuati Comuni con scarichi sottoposti a controllo 290 tab. 1 o tab. 3 606 174 176 192 7 prescr. prov. o tab. 3 11 3 2 2 23 tab. 3 25 15 13 18 10 tab. 4 19 9 16 11 1 tab. 4 2 1 2 1 28 359 tab. 4 —- 29 692 16 —- 28 237 22 246 186 11 114 311 tab. 3 tab. 4 tab. 3 —- 325 12 117 454 110 11 34 —- 45 8 26 79 25 9 11 45 prescr. prov. o tab. 3 prescr. prov. prescr. prov. 202 55 3 260 30 11 1 —- 19 0 1 20 13 53 0 66 —- 1406 415 336 357 202 Proposte Proposte di sanzioni di sanzioni a seguito a seguito di risultati di verifiche analitici amministrative 9. LE CONCLUSIONI Nella seguente tabella sono sintetizzati i risultati dei controlli effettuati dal 2004 al 2007. 2004 Acque reflue urbane Acque reflue industriali Acque reflue domestiche TOTALE 2005 2006 2007 n. campioni n. campioni non conformi % campioni non conformi n. campioni n. campioni non conformi % campioni non conformi n. campioni n. campioni non conformi % campioni non conformi n. campioni n. campioni non conformi % campioni non conformi 306 308 165 779 63 39 22 124 20,5 12,7 13,3 15,9 458 356 251 1065 104 32 43 179 22,7 9,0 17,1 16,8 495 305 200 1000 138 31 34 203 27,8 10,2 17,0 20,3 692 454 260 1406 237 79 20 336 34,2 17,4 7,6 23,9 203 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 10. LA BIBLIOGRAFIA Regione Lazio, Assessorato Lavori Pubblici, e A.C.E.A., Roma, Piano Preliminare di Risanamento delle Acque, Roma, 1980. Provincia di Roma, Assessorato Igiene, Sanità e Ambiente, Indagine sullo stato di inquinamento delle acque superficiali. Censimento delle utilizzazioni prevalenti delle risorse idriche, Edizioni delle Autonomie, Roma, 1981. Regione Lazio - Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Carta idrogeologica del territorio della regione Lazio, Roma, 1983. Provincia di Roma, Assessorato Sanità e Ambiente, Approvvigionamento idrico per usi civili nella provincia di Roma, Roma 1985. Istituto Superiore di Sanità e Presidio Multizonale di Prevenzione di Roma, La legge sulla balneazione: 15 anni di informazioni per la costituzione di una banca di dati, Roma, 1986. Regione Lazio, Assessorato al turismo, Situazione generale della costa laziale. Offerta e domanda di servizi turistici e marini. Progetto Lazio Mare, Roma, 1986. Università degli studi di Roma “La Sapienza” – Regione Lazio, Carta dei sistemi idrogeologici del territorio della regione Lazio, Roma, 1987. Regione Lazio - Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Modello litostratigrafico strutturale delle regione Lazio, Roma 1988. Floccia M., Sanna M., Guida al mare, DATANEWS, 1989. Provincia di Roma, Assessorato all’Ambiente, Venti anni di storia del litorale romano. Ambiente e balneazione. Edizioni delle Autonomie, Roma, 1990. Ventriglia U. (a cura dell’Amministrazione provinciale di Roma), Idrogeologia della provincia di Roma, Roma, 1990. Presidio Multizonale di Prevenzione di Roma, U.S.L. RM 5, La qualità delle acque sotterranee della provincia di Roma. 10 anni di indagini, Roma, 1992. Sanna M. e Floccia M.: Il Tevere alla porte di Roma, Ecoedizioni, Bergamo, giugno 1993. Comune di Roma, L’ambiente nel centro storico e a Roma, Roma 1995. Università degli studi di Roma “La Sapienza” – Regione Lazio, Il mare nel Lazio, Roma, dicembre 1996. Provincia di Roma, Dipartimento Ambiente, Servizio Tutela delle Acque, Risorse idriche, I depuratori comunali della provincia di Roma. Stato di funzionamento e nuove realizzazioni, Roma 2000. Provincia di Roma, Vice Presidenza, Assessorato Tutela Ambientale, ARPA Lazio, Sezione Provinciale di Roma, Servizio Risorse idriche e naturali, Rapporto sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee della Provincia di Roma. Anno 2004, Roma 2005. Provincia di Roma, Vice Presidenza, Assessorato Tutela Ambientale, ARPA Lazio, Sezione Provinciale di Roma, Servizio Risorse idriche e naturali, Secondo Rapporto sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee della Provincia di Roma. Anno 2005, Roma 2007. 204 10. LA BIBLIOGRAFIA Provincia di Roma, Vice Presidenza, Assessorato Tutela Ambientale, ARPA Lazio, Sezione Provinciale di Roma, Servizio Risorse idriche e naturali, Terzo Rapporto sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee della Provincia di Roma. Anno 2006, Roma 2008. Fonte della cartografia utilizzata nel presente rapporto: Carta Tecnica Regionale, aggiornata all’anno 1990, Tavole inserite nel Piano di Tutela delle Acque regionale del 2.5.06, ortofoto della Regione Lazio, anno 2000. 205 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA 11. L’INDICE ANALITICO Acqua Marcia (sorgente), Agosta: 6.16 Acqua Vergine – Salone (sorgente), Roma: 6.16 Acquarella fosso, Roma: 1.1, 6.07 Acque Alte e Basse (canale), Fiumicino: 1.1, 6.05, 6.14 ACQuE MARINE COSTIERE: 1.3, 6.13, 6.14, 6.15, 6.15.1, 9.3 ACQuE SOTTERRANEE: 1.4, 6.16, 6.17, 6.18, 9.4 Agosta (comune di): 6.16 Albano di Castel Gandolfo (lago): 1.2, 6.08, 6.10, 6.11, 6.12, 9.2 Albano Laziale (comune di): 6.17 Anguillara Sabazia (comune di): 6.07, 6.08, 6.09, 6.10, 6.11, 6.12 Aniene (fiume): 1.1, 6.01, 6.02, 6.03 Anticoli Corrado (comune di): 01 -03 Anzio (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15 Ardea (comune di): 6.01, 6.05, 6.06, 6.13, 6.14 Arrone (fiume): 1.1, 6.01, 6.03, 6.05, 6.07, 6.14 Arsoli (comune di): 6.16 Astura (fiume), Nettuno: 1.1, 6.06 Bagnatore (fosso), Roviano: 1.1, 6.03 BALNEAzIONE: 6.06, 6.07, 6.11, 6.12, 6.14, 6.15, 9.2, 9.3 Biffi (canale), Ardea: 1.1, 6.05 Bracciano (comune di): 6.07, 6.08, 6.10, 6.11, 6.12 Bracciano (lago): 1.2, 6.08, 6.09, 6.10, 6.11, 6.12 Buche (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05 Cadute (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.05, 6.14 Caffarella (fosso), Ardea: 1.1, 6.05 Campagnano (comune di): 6.16 Campo Ascolano (fosso), Pomezia: 1.1, 6.06 Canale Monteranno (comune di): 6.02 Capore Alta (sorgente), Monteflavio: 6.16 Capore Bassa (sorgente), Montorio: 6.16 Carpinetto (sorgente), Vallepietra: 6.16 Casa (fosso), Trevignano: 1.1, 6.07 Casacci (fosso), Roma: 1.1, 6.07 Castel Gandolfo (comune di): 6.08, 6.10, 6.11, 6.12 Castel Madama (comune di): 6.03 Castel Secco (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05 Cavallo Morto (fosso), Anzio: 1.1, 6.05 Cerreto Gruppo (sorgente), Jenne: 6.16 Cerveteri (comune di): 6.05, 6.13, 6.14, 6.15, 6.16 Cesa degli Angeli (sorgente), Vallepietra: 6.16 Civitavecchia (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15 Colleferro (comune di): 6.01, 6.03 Comunacque (sorgente), Jenne: 6.16 Cona (fosso), Subiaco: 1.1, 6.03 Conca (fosso), Roma: 1.1, 6.07 Corese (fosso), Montelibretti: 1.1, 6.01, 6.03 CORSI D’ACQuA: 1.1, 3.2, 6.01, 6.02, 6.03, 6.04, 6.05, 6.06, 6.07, 6.07.1, 6.07.2, 9.1 Cremera o Valchetta (fosso), Roma: 1.1, 6.03 Crocetta (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05 Cupino (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.05, 6.14 Diavolo (fosso), Ardea: 1.1, 6.05 Diavolo (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07 Empiglione (fosso), Tivoli: 1.1, 6.03 206 ANNO 2007 11. L’INDICE ANALITICO Eri (fosso), Santa Marinella: 1.1, 6.06 Farfa (fosso), Torrita Tiberina: 1.1, 6.03 Fiora (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07 Fiora (fosso), Monterotondo: 1.1, 6.03 Fiumaretta (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06 Fiumicino (comune di): 6.01, 6.03, 6.05, 6.07, 6.13, 6.14, 6.15, 6.17, 6.18 Fiumicino (fosso), Vicovaro: 1.1, 6.03 Focetta o Pantanello (fosso), Roma: 1.1, 6.06 FOCI A LAGO DI BRACCIANO: 6.07, 9.1 FOCI A MARE: 6.05, 6.06, 9.1 Gerano (comune di): 6.16 Grande (fosso), Ardea: 1.1, 6.01, 6.06 Grotta Renara (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07 Gruppo Capo d’acqua (sorgente), Marcellina: 6.16 Guardiole (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05 Infernaccio (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.05 Jenne (comune di): 6.03, 6.16 Ladispoli (comune di): 6.01, 6.05, 6.13, 6.14, 6.15, 6.17 LAGHI: 1.2, 6.08, 6.09, 6.10, 6.11, 6.12, 9.2 Lagusiello (fosso), Trevignano R.: 1.1, 6.07 Lenta (fosso), Tolfa: 1.1, 6.03 Licenza (fosso), Mandela: 1.1, 6.03 Loricina (fosso), Nettuno: 1.1, 6.06 Madonna della Quercia (sorgente), Marano Equo: 6.16 Malafede (fosso), Roma: 1.1, 6.01 Malpasso (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06 Mandela (comune di): 6.03 Maranera (sorgente), Gerano: 6.16 Marangone (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06 Marano Equo (comune di): 6.16 Marcellina (comune di): 6.16 Martignano (lago): 1.2, 6.08, 6.10, 6.11 Mazzano (comune di): 6.02, 6.03, 6.16 Mignone (fiume): 1.1, 6.01, 6.02, 6.03 Mola (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07 Mola Maggiorana (sorgente), Campagnano: 6.16 Mola o Robiano (fosso), Anguillara S.: 1.1, 6.07 Moletta (fosso), Ardea: 1.1, 6.06 Monteflavio (comune di): 6.16 Montelibretti (comune di): 6.01, 6.03 Monterotondo (comune di): 03 Montorio Romano (comune di): 6.16 Morichella (fosso), Trevignano: 1.1, 6.07 Nazzano (comune di): 6.03 Nemi (comune di): 6.08, 6.10, 6.11, 6.12 Nemi (lago): 1.2, 6.08, 6.10, 6.11, 6.12 Nettuno (comune di): 6.06, 6.13, 6.14 Orfeo (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05 Orto Biondo (sorgente), Mazzano: 6.16 Pantanello, (canale): cfr. Focetta (fosso) Pantano Alta e Bassa (sorgente), Vallepietra: 6.16 Passerano (fosso), Roma: 1.1, 6.03 Pescatori o Stagno (canale), Roma: 1.1, 6.06 Petricca I Gruppo (sorgente), Arsoli: 6.16 Poli (comune di): 6.16 Pomezia (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15 Ponzano (comune di): 6.03 Pratica (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05 Prete (fosso), Civitavecchia: 6.06 207 RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA Prima Porta (fosso): cfr. Torraccia (fosso) Quadri (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07 Quartaccio (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05 Rio Fiume (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.06, 6.14 Rio Galeria (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.01 Rio Torto (fosso), Ardea: 1.1, 6.05 Rio Torto (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05 Robiano (fosso): cfr. Mola (fosso) Roma (comune di): 6.01, 6.03, 6.04, 6.05, 6.06, 6.07, 6.11, 6.12, 6.13, 6.14, 6.16, 6.17, 6.18 Ronci Capo d’acqua (sorgente), Vicovaro: 6.16 Roviano (comune di): 6.03 S. Maria Morgana (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05 S. Vittorino (fosso), Roma: 1.1, 6.03 Sacco (fiume): 1.1, 6.01, 6.03, 8 San Vito Romano (comune di): 6.16 Sanguinara (fosso), Ladispoli: 1.1, 6.05 Santa Marinella (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15 Savo (fosso), Colleferro: 1.1, 6.01, 6.03 Scarpatosta (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.05 Schiavo (fosso), Anzio: 1.1, 6.06 Secco (fosso), Ardea: 1.1, 6.06 Simbrivio (fosso), Jenne: 1.1, 6.03 Solara (sorgente), Poli: 6.16 SORVEGLIANzA ALGALE: 6.12, 6.15, 9.2, 9.3 Statua (pozzo), Ladispoli: 6.17, 6.18 Subiaco (comune di): 6.01, 6.02, 6.03 Termini (sorgente), Cerveteri: 6.16 Tevere (fiume): 1.1, 6.01, 6.03, 6.04, 6.05 Tivoli (comune di): 6.01, 6.03 Tolfa (comune di): 6.01, 6.03 Tor Caldara (fosso), Anzio: 1.1, 6.06 Torraccia o Prima Porta (fosso), Roma: 1.1, 6.03 Torre Valdaliga nord (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06 Torre Valdaliga sud (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06 Torrita Tiberina (comune di): 6.03 Tre Denari (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.01, 6.05, 6.14 Treia (fosso), Mazzano: 1.1, 6.02, 6.03 Trevignano Romano (comune di): 6.07, 6.11, 6.12 Turbino (fosso), Cerveteri: 1.1, 6.05, 6.14 Vaccina (fosso), Ladispoli: 1.1, 6.01, 6.05 Valchetta (fosso): cfr. Cremera (fosso) Vallepietra (comune di): 6.16 Verginese (fosso), Tolfa: 1.1, 6.03 Via della Storta (pozzo), Roma: 6.17 Via delle Pinne (pozzo), Fiumicino: 6.17, 6.18 Via Pratica di Mare (pozzo), Roma: 6.17, 6.18 Via Roncigliano (pozzo), Albano: 6.17 Via Salaria (pozzo), Roma: 6.17, 6.18 Vicarello (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07 Vicovaro (comune di): 6.03, 6.16 Vollica (sorgente), S. Vito Romano: 6.16 Zambra (fosso), Cerveteri: 1.1, 6.05, 6.14 208 ANNO 2007 A Z I O L SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA ANNO 2007 A G E N Z I A R E G I O N A L E P R O T E Z I O N E A M B I E N T A L E D E L QUARTO RAPPORTO Provincia di roma