Francesco Guccini – La locomotiva

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Francesco Guccini – La locomotiva
Numero 2, 2010 // 2. Ausgabe, 2010
La Molla
La rivista dell’ Italien Institut // Das Magazin des Italien Instituts
La Molla
2/2010
La rivista dell’ Italien Institut // Das Magazin des Italien Instituts
Caro lettore, cara lettrice,
per questo secondo numero di „La Molla” abbiamo
pensato di raccontare qualcosa dell’Italia attraverso le
parole di un noto cantautore emiliano Francesco Guccini,
classe 1940. Al termine dell’articolo vi proponiamo come
sempre esercizi di approfondimento. Ed infine
la ciliegina sulla torta: un particolare memory nell’ultima
pagina. A questo punto non ci rimane che ringraziare
tutti i nostri collaboratori per il prezioso aiuto e auguravi
una buona lettura.
Liebe Leser,
in dieser zweiten Ausgabe von „La Molla” wollen wir uns
u.a. durch die Wörter des bekannten Komponisten Francesco Guccini aus der Region Emilia der Geschichte Italiens
nähern. Am Ende des Artikels werden wie immer Übungsaufgaben zur Vertiefung angeboten. Ein weiteres Highlight
dieser „La Molla“ ist ein ganz besonderes Memory Spiel. Wir
bedanken uns an dieser Stelle bei allen Mitwirkenden
an dieser Ausgabe und wünschen viel Spaß beim Lesen.
Francesco Guccini – La locomotiva
Un’analisi
Eine Analyse
La canzone che vi proponiamo„La locomotiva“ é la
seconda traccia di Radici, un album del 1972, con il quale
Guccini descrive la sua storia e la storia della sua generazione attraverso miti, immagini e ricordi.„La locomotiva“
in particolare si basa su un fatto di cronaca di fine Ottocento, quando il treno, simbolo di velocità, di progresso
e di potenza, diventò per un giovane anarchico un’arma
per la lotta proletaria.
Vi anticipiamo che non si tratta semplicemente di una
canzone conoscviuta, ma della ballata di chiusura di ogni
concerto del cantante e di un ritratto delle radici politiche
di una generazione. La forza, ma anche l’aspetto più
problematico, di questa ballata non é nel racconto del
fatto, ma nel messaggio dell’ultima strofa, che per quanto
sinistro, non é una lode al gesto di un kamikaze, ma
comunque un invito alla rivolta e alla ricerca di giustizia.
Vi proponiamo un testo che fa riflettere sul messaggio
politico della musica, sul collegamento tra violenza e
politica e sulla ricezione oggi, in un contesto diverso da
quello originale, di questi significati. Per chiunque voglia
approfondire e vedere l’effetto sul pubblico sono numerosi i video e i commenti in rete di concerti anche recenti.
Tra le altre memorabili canzoni dell’album vi consigliamo di ascoltare anche„Il vecchio e il bambino”, di più
facile comprensione linguistica ma di altrettanta forza
narrativa.
Prima di leggere l‘articolo vi consigliamo di ascoltare la
canzone su internet usando per esempio youtube. Per
quanto riguarda, invece, le parole una buona fonte é il
sito www.angolotesti.it in cui si possono trovare testi di
numerose canzoni.
Das Lied, welches wir Ihnen vorstellen möchten, „La Locomotiva“, ist der zweite Track des Albums „Radici“ (Wurzeln).
Mit diesem Album beschreibt Guccini seine Heimat in Italien
durch Mythen, Bilder und Erinnerungen. „La Locomotiva“
basiert auf einer wahren Geschichte aus dem 18. Jh. Ein Zug
- Symbol für Geschwindigkeit, Fortschritt und Kraft - wird
von einem jungen Anarchist als Waffe im Kampf des Proletariats genutzt.
Bereits vorwegzunehmen ist, dass es hier sich nicht einfach
um ein bekanntes Lied handelt, sondern um das Lied, welches
auf jedem Konzert des Künstlers den krönenden Abschluss
bildet, welches noch heute ein starkes Portrait der politischen
Vergangenheit einer Generation darstellt. Die Stärke, aber
auch der problematischste Teil der Ballade ist nicht die
Erzählung aufgrund von wahren Begebenheiten, sondern
liegt in der Botschaft der letzten Strophe. Diese klingt wie ein
düsteres Lob an alle Selbstmordattentäter ist aber die Aufforderung zur Auflehnung und zur Suche nach Gerechtigkeit.
Wir bieten hier einen reflektierten Text über die politische
Botschaft der Musik, über die Verbindung zwischen Gewalt
und Politik und über die heutige Annahme dieser Botschaft
in einem neuen Kontext. Für jedermann, der Lust hat, mehr
über den Effekt in der Öffentlichkeit zu erfahren, gibt es
zahlreiche Videos und Kommentare im Netz zu finden. Neben
anderen bemerkenswerten Liedern des Albums möchten wir
Ihnen auch das sprachlich leichter zu verstehende„ Il veccio e
il bambino“ empfehlen, welches ebenso starke Erzählkraft in
sich birgt.
Um das Lied vorab zu hören, empfehlen wir eine Internetseite, z.B. youtube zu benutzen. Eine nützliche Quelle für
italienische Liedtexte ist www.angolotesti.it.
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Verstehen
Ein Grundgerüst von Fakten
Comprendere
Un nucleo di fatti
La canzone s’ispira a un fatto accaduto il 20 luglio 1893:
il ventottenne Pietro Rigosi, fuochista delle„Strade
ferrate meridionali” in servizio alla stazione di Poggio
Renatico (FE), approfittando della breve assenza di un
macchinista, sgancia la locomotiva da un treno merci
in manovra, se ne impadronsce e la immette sulla linea
per Bologna. La macchina aveva tre assi, era lunga 15 m,
pesava 43 t e con 440 cv poteva toccare i 60 km/h; era
flessibile ma modesta, perciò veniva usata in specie per
treni merci e su linee di pianura; ma dato che proprio nel
1893 circolava in Italia un’unica automobile, pareva notevole anche la velocità di oltre 50 km/h a cui la locomotiva fu lanciata (in un’ora un uomo percorre 4-5 km a piedi
e 15-20 in bicicletta) e che l’avrebbe portata a Bologna in
meno di un’ora.
Follia…
La canzone è fedele alle cronache anche nel dettaglio
del fischio (v. 66): risulta che Rigosi legò la valvola
del fischio, in modo da renderlo continuo. La «notizia
d’emergenza» (v. 60) del pericolo arrivò, tramite dispacci
immediati ma molto concisi, alla stazione centrale di Bologna: la locomotiva fu instradata su un binario morto e
si schiantò contro sei carri merci che vi sostavano; Rigosi,
sbalzato dall’urto, sopravvisse, ma perse una gamba
ed ebbe il viso sfigurato. Non spiegò mai quel gesto: la
sua società ferroviaria lo esonerò dal servizio per motivi di salute, forse ritenendo che avesse agito così per
un improvviso, inspiegabile raptus di follia (il giovane
fuochista era per giunta sposato e padre di due bimbe
piccole).
Das Lied wurde durch ein Ereignis inspiriert, das sich am
20. Juli 1893 abspielte:
Der 28jährige Pietro Rigosi, Heizer der„Strade ferrate
meridionali”, im Dienst am Bahnhof von Poggio Renatico
in der Provinz Ferrara, nutzt die kurze Abwesenheit eines
Maschinisten, koppelt die Lokomotive eines zu rangierenden
Güterzuges ab, bemächtigt sich ihrer und bringt sie auf die
Strecke Richtung Bologna. Die Maschine hatte drei Achsen,
war 15 m lang, wog 43 Tonnen und konnte mit 440 PS bis
zu 60 km/h erreichen; sie war vielseitig, aber anspruchslos;
deshalb wurde sie besonders für Güterzüge und auf Strecken
im Flachland eingesetzt; aber da 1893 in Italien erst ein einziges Automobil verkehrte, schien auch die Geschwindigkeit
von über 50 km/h, zu der die Lokomotive gebracht wurde und
die sie in weniger als einer Stunde Bologna erreichen lassen
würde, bemerkenswert (in einer Stunde läuft ein Mensch zu
Fuß 4-5 km und schafft 15-20 km mit dem Fahrrad).
Wahnsinn…
Das Lied entspricht detailgetreu bis hin zu dem Pfeifen
(V 66) der damaligen Berichterstattung über das Ereignis: Es
war so, dass Rigosi das Ventil der Pfeife umlegte, um so einen
kontinuierlichen Ton zu erzeugen. Die Notfallnachricht
(V 60) über die Gefahr erreichte den Hauptbahnhof von
Bologna über sehr knapp gehaltene Eildepeschen: Die Lokomotive wurde auf ein totes Gleis geleitet und prallte auf sechs
dort abgestellte Güterwagen; Rigosi, der durch den Aufprall
herausgeschleudert worden war, überlebte, verlor aber ein
Bein und sein Gesicht wurde entstellt. Er erklärte diese Tat
nie: Seine Eisenbahn-gesellschaft enthob ihn aus gesundheitlichen Gründen des Amtes, vielleicht in der Annahme,
dass er aus einem plötzlichen, unerklärbaren Anfall von
Wahnsinn so gehandelt habe (der junge Heizer war überdies
verheiratet und Vater zweier kleiner Mädchen).
Analizzare
…o gesto politico?
Ma il cuore della canzone, nonché il motivo del suo successo, è il tema politico. Guccini, prendendo spunto da
un libro di Romolo Bianconi, interpreta l’atto come «supremo gesto di anarchia» – una lettura però che né le cronache né Rigosi stesso avevano mai avallato. Il contesto
era una società trasformata dalla rivoluzione industriale:
il grande capitale si approvvigionava di materie prime,
apriva fabbriche, costruiva reti ferroviarie e stradali
per il commercio; per l’Europa pareva aprirsi un’era di
crescente benessere, tanto che il mito di un «progresso»
inarrestabile (v. 11) divenne una vera e propria ideologia.
Dall’altra parte, una classe proletaria fatta da ex contadini inurbati forniva forza lavoro alle industrie.
Analyse
… oder eine politische Tat?
Aber der Kern des Liedes und auch der Grund für seinen
Erfolg ist das politische Thema. Guccini, inspiriert durch ein
Buch von Romolo Bianconi, interpretiert die Tat als„höchsten
Akt der Anarchie” – das ist jedoch eine Lesart, die weder die
damalige Berichterstattung noch Rigosi selbst je bestätigten.
Der Kontext war eine durch die industrielle Revolution
veränderte Gesellschaft: Das Großkapital versorgte sich
mit Rohstoffen, eröffnete Fabriken, erschuf für den Handel
Eisenbahn- und Straßennetze; für Europa schien sich eine
Ära wachsenden Wohlstands zu eröffnen, so sehr, dass der
Mythos eines unaufhaltsamen„Fortschritts” (V 11) eine wahre Ideologie wurde. Andererseits lieferte das aus verstädterten
ehemaligen Bauern bestehende Proletariat der Industrie die
Arbeitskräfte.
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Die„Fackel der Anarchie”
Francesco Guccini / Foto: directorvale
La «fiaccola dell’anarchia»
Lo sfruttamento, le tremende condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, i diritti negati e i salari da fame rafforzavano i movimenti socialisti; era invece ormai marginale l’idea dell’«anarchia» (v. 26). I suoi sostenitori non
individuavano la radice delle ingiustizie, come Marx, nel
capitale o nella proprietà privata, bensì nello stato: con le
sue istituzioni – legge, tribunali, polizia, prigioni, scuole,
tasse – esso formava e giustificava le diseguaglianze di
classe e di ricchezza, tutelava i potenti e opprimeva tutti
gli emarginati (non solo operai). Gli anarchici credevano
in una società senza stato né classi, in cui gli uomini, cooperando come fratelli (v. 66), avrebbero sanato ingiustizie
(vv. 68, 89) e conflitti. Ecco perché l’eroe anarchico era
colui che uccideva l’incarnazione stessa dello stato: il re o
il dittatore (v. 24).
Una libera interpretazione
Per dare valenza politica al gesto di Rigosi, Guccini non
deve solo immaginarne il rancore verso i «signori» (v.
33) delle classi abbienti, ma anche fingere che egli avesse
lanciato la locomotiva proprio contro il loro lussuoso
treno adorno di «velluti e ori» (v. 31): in tal modo il suo
gesto suicida è una «vendetta» (v. 58), il martirio di un
eroe che punisce l’arrogante edonismo dei potenti e con
il fischio della vaporiera dà un segnale di riscossa agli
oppressi delle campagne (vv. 51, 66). Ma anche questa
è una libertà artistica: non si sa se Rigosi volesse colpire
un obiettivo, e del resto la linea fu presto sgombrata per
evitare collisioni.
Un messaggio per l’oggi
Le due strofe finali rendono esplicita la contrapposizione fra «storia» (v. 78), che conserva i fatti autentici, e ciò
che «piace» (v. 85) pensare di essi, ossia il messaggio e i
valori che Guccini e il suo pubblico scelgono di vedere
nell’episodio. L’immagine dell’eroe – giovane, bello (v.
5) e risoluto – è persino fermata prima che la sua azione
fallisca e si trasforma in un augurio che dà alla canzone
un tono sinistro (vv. 87-89): Rigosi vive nei cuori perché
ancora oggi non solo occorre lottare «contro l’ingiustizia»
(v. 89), ma è lecito e augurabile anche perseguire gli
stessi metodi e intenti del ferroviere, ossia la violenza e la
strage.
Die Ausbeutung, die furchtbaren Bedingungen in den Bereichen Gesundheit und Arbeitssicherheit, die verweigerten
Rechte und die Hungerlöhne stärkten die sozialistischen
Bewegungen; die Idee der„Anarchie” (V 26) war hingegen
mittlerweile marginal. Ihre Unterstützer sahen nicht, wie
Marx, die Wurzel der Ungerechtigkeiten im Kapital oder im
Privateigentum, sondern im Staat: Mit seinen Institutionen
– Gesetze, Gerichte, Polizei, Gefängnisse, Schulen, Steuern
– formte und rechtfertigte er die Klassenunterschiede und
die Unterschiede hinsichtlich des Besitzes. Er schützte die
Mächtigen und unterdrückte alle Außenseiter (nicht nur die
Arbeiter). Die Anarchisten glaubten an eine Gesellschaft
ohne Staat und ohne Klassen, in der die Menschen brüderlich zusammenarbeitend Ungerechtigkeiten (V 68, V 89) und
Konflikte beseitigt hätten. Das ist der Grund, warum der anarchische Held derjenige war, der die Inkarnation des Staates
umbrachte: Den König oder den Diktator (V 24).
Eine freie Interpretation
Um der Tat Rigorosis eine politische Bedeutung zu geben,
muss Guccini sich nicht nur dessen Groll gegen die „Herren”
(V 33) der besitzenden Klassen vorstellen, sondern auch
davon ausgehen, Rigorosi habe die Lokomotive genau gegen
deren luxuriösen mit Samt und Gold (V 31) verzierten Zug
gerichtet: Auf diese Weise ist seine Selbstmordhandlung
ein„Racheakt” (V 58), das Märtyrertum eines Helden, der den
arroganten Hedonismus der Mächtigen straft und mit dem
Pfeifen der Dampflok der unterdrückten Landbevölkerung
ein Signal zum Aufstand (V 51, V 66) gibt.
Aber auch dies ist eine künstlerische Freiheit: Man weiß
nicht, ob Rigosi ein Ziel hat treffen wollen, außerdem wurde
die Strecke, um Kollisionen zu vermeiden, schnell geräumt.
Eine Botschaft für heute
Die beiden Schlussstrophen machen den Gegensatz deutlich
zwischen„Geschichte” (V 78), die die authentischen Fakten
beinhaltet, und dem, was man darüber denken„möchte” (V
85), bzw. der Botschaft und den Werten, die Guccini und sein
Publikum sich entscheiden, in der Episode zu sehen.
Das Bild des Helden – jung, schön (V 5) und entschlossen
– wird sogar festgehalten bevor seine Tat scheitert und es
wandelt sich um in einen Wunsch, der dem Lied einen finsteren Ton verleiht (V 87-89):
Rigosi lebt in den Herzen, weil es auch noch heute nicht
nur notwendig ist, „gegen die Ungerechtigkeit” (V 89) zu
kämpfen, sondern es ist auch zulässig und wünschenswert,
die selben Methoden und Absichten wie der Eisenbahner
zu verfolgen, das heißt, Gewalt anzuwenden und Blutbäder
anzurichten.
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Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli;
ma nella fantasia ho l‘immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli
gli eroi son tutti giovani e belli
gli eroi son tutti giovani e belli
Conosco invece l‘epoca dei fatti, qual era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere.
I tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti:
sembrava il treno anch’esso un mito di progresso
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti
E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l‘uomo dominava con il pensiero e con la mano:
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano
infinite,
sembrava avesse dentro un potere tremendo,
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite
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Ma un‘altra grande forza spiegava allora le sue ali:
parole che dicevano «Gli uomini son tutti uguali».
E contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria e illuminava l‘aria
la fiaccola dell’anarchia
la fiaccola dell’anarchia
la fiaccola dell’anarchia
Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
un treno di lusso, lontana destinazione:
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
pensava al magro giorno della sua gente attorno,
pensava a un treno pieno di signori
pensava a un treno pieno di signori
pensava a un treno pieno di signori
Non so che cosa accadde, perché prese la decisione.
Forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlavano vendetta gli accecarono il cuore:
dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore
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E sul binario stava la locomotiva:
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d’acciaio,
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno
E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo,
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua
paura,
e prima di pensare a quel che stava a fare
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura
Correva l’altro treno ignaro e quasi senza fretta;
nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
«Notizia d’emergenza, agite con urgenza:
un pazzo si è lanciato contro al treno
un pazzo si è lanciato contro al treno
un pazzo si è lanciato contro al treno!»
Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in
aria:
«Fratello, non temere, ché corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria
Trionfi la giustizia proletaria
Trionfi la giustizia proletaria!»
E intanto corre, corre, corre sempre più forte
e corre, corre, corre, corre verso la morte,
e niente ormai può trattenere l’immensa forza distruttrice:
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice
della grande consolatrice
della grande consolatrice
La storia ci racconta come finì la corsa:
la macchina deviata lungo una linea morta.
Con l’ultimo suo grido d’animale la macchina eruttò lapilli
e lava,
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava.
Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore,
mentre fa correr via la macchina a vapore.
E che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l’ingiustizia
lanciata a bomba contro l’ingiustizia
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!
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Imparare da chi impara // Lerntipp von Lernenden
Un puzzle ascoltanto
Qualche tempo fa la nostra insegnante di italiano ha
fatto un esercizio con noi, che vi vorrei raccomandare:
abbiamo ascoltato un’intervista radiofonica in italiano. L’insegnate ci ha chiesto di appuntare tutte parole
che avremmo capito lasciando molto tra l’una e l’altra.
Abbiamo ascoltato alcune volte l’intervista. Ogni volta
dovevamo inserire parole mancanti fino ad avere il testo
completo. Con ogni ascolto si capiva qualcosa di più e
grazie alle parole scritte avevamo un’idea delle parole
mancanti. Ci ha aiutato conoscere le regole grammaticali
per ricevere altre indicazioni sulla forma delle parole.
Ovviamente sarebbe meglio usare un testo che duri solo
pochi minuti: una canzone, una notizia giornalistica o
un podcast sarebbero adatti. Si può anche fare a gruppi
o sotto forma di una gara. Sarebbe meglio però avere
a disposizione la trascrizione (il testo della canzone o
dell’intervista scritta).
Hörpuzzle
Vor einiger Zeit machte unsere Italienisch Lehrerin mit uns
eine Übung, die ich weiter empfehlen möchte: Wir hörten ein
Radiointerview auf Italienisch. Die Lehrerin bat uns, nur die
Wörter zu notieren, die wir verstanden und dabei reichlich
Platz zwischen den Wörtern zu lassen. Es folgten mehrere
Durchgänge, wobei wir jedes Mal ein paar Lücken mit Wörtern füllen sollten, bis der Text vollständig niedergeschrieben
war. Mit jedem Hören verstand man mehr und durch die
Satzteile erschlossen sich Zusammenhänge von selbst, wobei
es half, Grammatikregeln zu beachten, um Hinweise auf die
Form oder die Endungen der fehlenden Wörter zu nutzen.
Natürlich sollte der Hörtext nur einige Minuten dauern.
Lieder, kurze Nachrichtenclips oder ein Podcast eignen
sich dafür, die Übung zu probieren. Man kann Sie auch für
Gruppen oder als Spiel gegeneinander erweitern. Ideal ist es
natürlich, wenn man die Auflösung (den Liedtext oder das
Interview in Schriftform) auch zur Verfügung hat.
Haben Sie Lernerfahrungen, die Sie mit uns teilen möchten.
Lassen Sie es uns wissen: info@italieninstitut.de
Vuoi approfondire? // Zum Vertiefen
Per principianti // Für Anfänger
Trova nel testo tutte parole legate a “treno”
Per avanzati // Für Experten
“La locomotiva” é ancora oggi la canzone di chiusura dei
concerti di Francesco Guccini. Riflettendo soprattutto sul
messaggio delle ultime due strofe, come interpreti questa
scelta del cantante?
Per intermedi // Für Fortgeschrittene
Racconta con le tue parole chi era Rigosi e cosa ha fato
Ihre Texte können zur Korrektur gern an uns geschickt
werden: info@italieninstitut.de
Impressum:
La Molla ist das Magazin des Italien Instituts. Sie erscheint monatlich online und ist zweisprachig. Herausgeber: Italien Institut. Verein für Sprach- und
Kulturvermittlung (www.italieninstitut.de) Redaktion: Jenny Eimer, Irene Gallerani (V.i.S.d.P) Grafik | Layout: Franziska Tippmann Autoren dieser
Ausgabe: Irene Gallerani, Jenny Eimer (Lerntipp), Narno Pinotti (La Locomotiva) Übersetzungen: Sabine Kübler (La Locomotiva), Jenny Eimer, Irene
Gallerani Fotos/ Bilder: www.keepdesigning.com (S. 1,2,4), directorvale (S. 3), Irene Gallerani (S. 6) Vertrieb: online unter www.italieninstitut.de Abo: La
Molla kann kostenlos runtergeladen werden. Auf Wunsch verschicken wir die Datei auch. Mail genügt: Kontakt: info@italieninstitut.de
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Memory
Fotocopia questa pagina, taglia le schedine e gioca a Memory. Attenzione le coppie non sono formate da immagini uguali ma da parole con le stesse lettere (ma in ordine
diverso), per esempio
CENA>CANE
Buon divertimento
Zum Spielen kopieren Sie diese Seite und schneiden die
Teile aus. Achtung: Die Paare bilden sich nicht aus gleichen
Bildern, sondern durch Worte aus den gleichen Buchstabem
(aber in verschiedener Reihenfolge), zum Beispiel:
CENA>CANE
Viel Spaß
Auflösung der Bilderrätsel aus der letzten „La Molla”:
il dente balla | abbracciare una professione | piantare un chiodo | perdere il treno
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