Exibart.onpaper 21
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Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 - Firenze Copia euro 0,0001 Exibart.onpaper 21 arte .architettura .design .musica .moda.filosofia.hitech .teatro .videoclip .editoria .cinema .gallerie .danza .trend .mercato .politica .vip .musei .gossip free | anno quarto | marzo - aprile 2005 www.exibart.com Signori, si cresce. Più servizi, più notizie, più approfondimenti. E più punti di distribuzione. Insomma le cose vanno per il verso giusto e noi non ci fermiamo. Cosa fare? Ovvio, far diventare il giornale più grande. Da 72 a 80 pagine. Più contenuti e più spazio per una lettura meno densa (e vi ringraziamo per le critiche preziose in questo senso). Con un po' di bianco qua e la, per mantenere alta l'attenzione. Allo stesso prezzo di prima. E così le speednews ottengono un'impaginazione più ariosa, l'oroscopo dopo il successo clamoroso della prima uscita si guadagna una pagina intera, lo spazio dedicato al calendario raddoppia d'un colpo. I contenuti? Non rimarrete delusi neppure sta volta. Lo chef propone anticipazioni inedite come la nuova mostra dedicata alle riviste d'arte di tutto il mondo, che sarà allestita a Roma per poi girare l'Italia, o come la nuova casa editrice Johan&Levi che sta per debuttare a Milano. E ancora un'intervista al direttore della meneghina fondazione Guastalla, che punta a diffondere il più possibile il collezionismo privato verso i giovani artisti degli anni Novanta. Marcello Smarrelli ci presenta anche su questo numero una curatrice internazionale che racconta il suo lavoro, è il turno di Marina Sorbello direttamente da Berlino. Poi tra un ampio approfondimento sull'opera di Vito Acconci ed una storia vincente di due giovani italiane che hanno aperto una galleria nella newyorkese Tribeca, ci si può rilassare da Bannata, il fantastico agriturismo d'arte in terra di Sicilia. E tra le pagine di inteoria, nostra sezione di saggistica? Non perdetevi il pezzo di Marco Enrico Giacomelli. Tutto d'un fiato, però. Una pagina intera è dedicata alla imminente Biennale di Venezia, con tutti i nomi, gli appuntamenti, le dichiarazioni delle curatrici. Ma potevano mancare le nostre rubriche tematiche? Fashion, architettura, design, editoria, fumetti e libri. E poi le pagine di corrispondenze dall'estero e quelle di consigli per gli acquisti sugli oggetti d'arte impedibili. Perché una rivista d'arte, se è degna di questo nome, può servire anche a farti sapere che l'artista giapponese Murakami si è inventato un nuovo irresistibile disegno per le borsette Vuitton. Di che si tratta? Scopritelo qui dentro… Exibart.onpaper info - distribuzione - abbonamento http://onpaper.exibart.com 4.retrocover Exibart.onpaper sondaggi http://sondaggi.exibart.com Il settore più vicino all'arte... Le opere dei giovani artisti sono... design 18,78% letteratura 12,71% cinema 14,92% troppo care 51,16% teatro 12,15% economiche 20,93% poesia 27,07% giuste 27,91% pubblicità 14,36% sexybart. giovanna torresin di ferruccio giromini i perché del mese ASSESSORATO ART GALLERY I giovani artisti hanno bisogno di visibilità, è naturale. Allora perché a Torino assessori d'ogni colore organizzano mostre nei propri uffici, dove le opere sono poi "sequestrate" anche per un anno intero e difficilmente accessibili al pubblico? OPPIOSGUARDO vedodoppio TERRITORI IRREDENTI Dopo Botto&Bruno ecco -ancora nel bello spazio della Costa Azzurra- una personale di Enrica Borghi. A quanto pare le armate (vi ricordate l'ineguagliabile Risiko?) dell'influente gallerista torinese Alberto Peola non trovano alcuna resistenza al Centro d'arte contemporanea di Nizza... PINNA DA RECORD A gennaio una personale a Terni, nella galleria di Ronchini. Poi appena chiusa quella eccolo a Genova, da Guidi & Shoen in una personale che si è conclusa il 5 marzo. E oggi alla Ermanno Tedeschi Gallery di Torino. Dal 16 marzo. Qualcuno faccia l'antidoping al bravo Alex Pinna … CASAMICA DOLCE CASA E' dura trovare una rivista di lifestyle meglio orchestrata della rizzoliana Casamica. Il mensile diretto da Giovanni Oddoni parla di arte, architettura e design con un linguaggio e un atteggiamento "per tutti". Ma è la nuova veste grafica, eccellente, ad alzare le quotazioni del giornale. Perché allora la mettiamo impietosamente nei ko? Maccome perché, perché dovevano farlo prima, molto prima, il restyling! SOLO PER APPUNTAMENTO La galleria ha un bello spazio espositivo, la zona è interessante e centrale -seppur non nel pieno dell'art district torinese-, le mostre sono solitamente di buona qualità, i nomi invitati sono di richiamo. E allora, cari Nicolafornello, non potreste ogni tanto tenerla aperta la vostra galleria di Torino? INSIDER FASHION Non contenti di aver sfrattato in malo modo i precari del settore che prima della sfilata di Laura Biagiotti intendevano far conoscere le proprie infauste condizioni di lavoro, gli organizzatori della Settimana della Moda milanese hanno fatto una magra figura per aver selezionato la "nota" stilista Serpica Naro nel programma ufficiale. Che si è rivelata il frutto di un geniale canular degli stessi precari. Quando si dice che il re è nudo… la vignetta D La si trova su www.giovannatorresin.it. ROBA DA... URLO Il quesito è sulla bocca di tutti, e noi non potevamo che farci megafoni della chiacchiera popolare. La domanda forse non potrà trovare mai risposta. Forse le dinamiche sotterranee dietro al losco affare sono davvero inconfessabili. Ma noi ce lo chiediamo lo stesso: perché c'è qualcuno che continua a rubare capolavori di Edvard Munch? B(IE)N(NA)L(E) E con la nomina del direttore della Biennale si completa la colonizzazione della fondazione lagunare da parte dell'establishment della Banca Nazionale del Lavoro. Infatti dopo la nomina di Croff alla presidenza, il consiglio d'amministrazione dell'ente culturale veneziano ha dichiarato Gaetano Guerci -anch'esso proveniente dalla banca romana- direttore generale. "Merz" di Danilo Paparelli D Col proprio corpo le donne intrattengono un rapporto speciale, che gli uomini, per quanto attenti e/o vanesi, faticano a condividere. A fronte della baldanzosa noncuranza maschile, loro, tutt'altro che distratte o superficiali, si confrontano e si considerano con ben diverse assiduità e profondità. Non è un caso che buona parte delle artiste femmine muova dal corpo per analizzare e reinterpretare la realtà; né è un caso che la maggior parte di quella buona parte si concentri sul corpo femminile; e, anzi, ancora buona parte di questa maggior parte preferisce operare direttamente sul corpo proprio e non altrui. In definitiva, laddove i maschi amano pensare volentieri a ciò che non hanno e non sono, mettendo in moto i volatili ingranaggi del desiderio, le donne più pragmaticamente si dedicano a considerare ciò che meglio hanno sotto mano: se stesse. Un esempio calzante lo fornisce l'artista lombarda Giovanna Torresin, che da alcuni anni si studia, si ricostruisce in studio e si offre agli studi emozionati di chiunque si mostri attratto dalle problematiche del corpo, specialmente femminile. Evolvendo con determinazione un rapporto mai facile, negli ultimi anni quest'artista ha traversato in maniere molto originali diverse fasi complementari d'esplorazione del proprio involucro fisico. Scoperte le alchimie del fotoritocco digitale, ha preso a mettersi in scena così com'è, vestita solo di Giovanna Torresin Senza Titolo, 2005 sé stessa, ma interagente e mutante con altri elementi. Il primo di essi, e a lungo, è stato il tavolo: sì, l'umile tavolo di cucina, con cui l'inquieta eroina-casalinga si è stretta in amplessi contronatura e si è combinata in compenetrazioni inattese (ma che forse nelle cucine familiari si possono anche immaginare e… mettere in pratica). Raggomitolata in posizioni fetali o comunque di difesa, mistero doloroso, questa donna faceva l'amore con il suo microambiente, letteralmente fondendosi in esso. Il passo successivo è stato la scoperta delle necessità di un'armatura per difendersi dalle insidie troppo aguzze della realtà circostante. È stato così che sulla sua pelle Giovanna Torresin ha innestato lucenti lamine metalliche e poi corazze rinascimentali arabescate, dando origine a una nuova figura di femmina agorafobica: tragica, epica, patetica, poetica. Il capitolo attuale la vede invece rinascere caramellata in un trionfo quasi astratto di pura carne rosea e levigatissima, profumata come una saponetta e invitante come un bonbon. WHAT'S YOUR NAME? C'è chi la chiama Internet Art, chi Net Art, altri ancora Web Art. Si parla sempre di arte fatta su Internet, una pratica che, aldilà delle divergenze terminologiche, è ormai entrata a pieno diritto nei musei di tutto il mondo. Ma perché la mostra appena inaugurata al Maxxi di Roma la chiama "Net Web Art"? Attitudine alla ridondanza? IL VINO… AMA L'ARTE Evidentemente non bastava a Lorenza Sebasti e Marco Pallanti aver costituito una delle più interessanti collezioni d'arte contemporanea nel proprio genere. Infatti i ragazzi del Castello di Ama sono riusciti con i loro vini rossi a conquistarsi il titolo di "Cantina del 2005" del Gambero Rosso. Che si aggiunge al Premio Impresa e Cultura sempre del 2005. Cin cin! OPPIORITRATTO Giovanna Torresin - Senza Titolo, 2004 ARCU$$$ Arcus, la longa manus del Ministero dei Beni Culturali, raddoppia, o quasi. Dopo un 2004 sugli scudi (40 interventi per 57 milioni di euro), la spa creata da Urbani vedrà per il 2005 aumentata la percentuale a proprio vantaggio sugli stanziamenti per le Grandi Opere. Non più il 3%, ma il 5% dei fondi della Legge Obiettivo verranno girati alla società capitanata da Mario Ciaccia. sopra: il Darc Pio Baldi sotto: un dark Totò sopra: una famosa opera di Maurizio Cattelan sotto: una campagna pubblicitaria di Sky mandateci le vostre vignette sull'arte a: onpaper@exibart.com 8.speednews Pagine Bianche d'Autore, Francesco Spampinato sull'elenco telefonico È il giovane Francesco Spampinato (Catania, 1978) ad aggiudicarsi il premio 'Pagine Bianche d'Autore' per la regione Emilia Romagna. Sarà dunque una delle texture dell'artista siciliano - che vive a New York - a comparire sulla copertina del prossimo elenco telefonico della regione. Lucia Leuci è invece la vincitrice per la regione Puglia del concorso promosso da Seat Pagine Gialle. L'artista è stata premiata grazie all'opera We Are www.paginebianchedautore.it e All Here (2004, stampa fotografica lambda), che www.paginebianche.it sarà riprodotta sugli oltre 1.430.000 volumi in distribuzione. Il Flash Art Show delle malelingue Secondo capitolo dell'avventura di Flash Art nel campo delle fiere d'arte. Ancora una volta i risultati sono stati apprezzabili, ma il vero show l'hanno offerto le solite malelingue. Potevamo lasciarle cadere nel vuoto? Non è che siamo stronzi, è che ce le raccontano... collaterale. E il La ricetta non camdiscorso vale anche bia, gallerie e curatoper il rumore. ri emergenti, opere a Alla kermesse erano basso costo, location destinati gli ultimi tre in albergo, gallerie, piani dell'hotel e si progetti e tutto il diceva che le lamenresto. Quello che tele degli ospiti dei cambia è la città, piani inferiori per la Bologna, e l'occasioconfusione si facevane. A Milano si era no sentire non poco, trattato di un grigio tanto da costringere, weekend libero da a tratti, visitatori ed impegni, stavolta si è espositori a mimiche scelto il più intenso e performance in punta intasato di tutto l'andi piedi, modello no nel capoluogo Lupo Alberto (zitt... emiliano, quello di Jens Lüstraeten - Tangenziale, 2004, installazione zitt...). Artefiera. video (frame da video) La pseudocronaca Non è stata un'antiha registrato anche il fiera e si è affrettato a fallito tentativo di colpo di mano da parte di un dichiararlo Politi nella presentazione. Il rischio artista in mostra, il quale deve aver pensato che c'era, specie in considerazione delle polemiche caratterizzare la fiera all'esterno sarebbe stata seguite all'annuncio delle esclusioni illustri dalla un'ottima idea autopromozionale. Sul più bello, fiera tradizionale. A conti fatti le carte sono state mischiate a impegnato in una azione performativa di riappropriazione dello spazio, pare sia comparso minacdovere, perché a fronte di qualche compartecioso un energumeno dipendente dell'albergo cipazione ad entrambe le fiere, leggasi, ad che, con veemenza, avrebbe preso ad inveire esempio, Cannaviello (Mi), Umberto Di contro il malcapitato creativo: Macheccazzo stai Marino (Na), Pack (Mi), qualcuno, del novero del gran rifiuto c'era eccome, La Giarina (Vr) e facendo? Cus' stet drì a fer??; sono un artista, sto facendo una performance!, sarebbe stata la Bonelli (Mi) ad esempio. risposta pacata che però, invece di tranquillizzaSia come sia, più che i commenti tecnici, a tenere il suo interlocutore, finiva al contrario per re banco tra i corridoi sono state ciance e petteaumentarne la crisi di idrofobia. E fattosi incontro golezzi. Una ridda di pissipissi baobao, di anedminaccioso al malcapitato artista, l'omaccione doti sui quali si è ricamato a puntocroce e non paonazzo... an sò brisa gnent mì, at fess vàdder parliamo degli ormai tradizionali conti in tasca di mì la pèffommans... at deg un frac de bòt mì! At Politi che sono diventati un'abitudine consolidata. capé? At pìciii (trad.: mi spiace caro amico ma io E visto che l'ironia è il sale della vita proviamo a non conosco il significato del termine "performanricordarci qualcosa; d'altro canto, non è anche ce" e tuttavia ti chiedo cortesemente di desistere questo un aspetto caratteristico dello spirito frizdal tuo intento). zante che anima l'evento? Storie di ordinaria follìa, tra le quali va annoveraUna prima diatriba sul tema ingresso a pagata anche quella del tizio che ti inseguiva offrendomento sì, ingresso a pagamento no alla fine si è ti un appetitoso piatto di m.. risolta, dopo qualche discussione, a favore della Alcuni espositori pare si siano lamentati, non seconda istanza, anche per coloro privi del fantotanto perché neppure uno spillo si poteva attacmatico invito. E meno male, perché la paradoscare alle pareti (ricordate quando, a Milano, sale circonlocuzione ingresso gratuito con acquiGligorov sottopose giovani extracomunitari prezsto obbligatorio del catalogo a 10 euro, più che zolati alla tortura cinese di sorreggere le sue un'intelligente strategia promozionale, a molti era opere per ore?), quanto piuttosto perché financo parsa subito una presa per i fondelli. i normali sopralluoghi della vigilia sarebbero stati Vendo o non vendo? Un primo imprevisto ha assai problematici. visto coinvolti alcuni degli espositori che avrebbeDal racconto di un espositore. ro scoperto in ritardo che, per vendere opere E (espositore): Scena: ci presentiamo all'hotel d'arte (ma anche mele e pere), non basta la circa una settimana prima dell'inaugurazione. buona volontà ma bisogna avere anche le autoBuonasera, siamo tra quelli che devono esporre rizzazioni necessarie. Sarebbe bastata la minacper la fiera di Flash Art. Ci chiedevamo se fosse cia, fatta circolare ad arte, di una visitina immipossibile visionare la stanza assegnataci, o nente dei tutori dell'ordine per insinuare il panico, almeno una simile, per organizzare al meglio il anche tra i collezionisti, che qualcuno giura di progetto. aver visto aggirarsi impacciati e furtivi tra i corriG (gestore): Comecome? Ma sta scherzando? doi tipo diabolik, sudorazione abbondante e capNon se ne parla nemmeno! potto innaturalmente gonfio. E: Ma scusi, la prego, ci siamo fatti centinaia di Al contrario, tra coloro che solo per vendere km per... erano venuti, un nervoso sfogo ad alta voce G: ...e ora ve ne fate altrettanti per tornare indieavrebbe zittito per qualche secondo i numerosi tro! Va bene? presenti: ma porca... pensavo di tirar su qualche E: Ma... insomma - un po' sostenuto - non mi euro oggi e invece solo una massa di curiosi e pare molto corretto il suo comportamento. Sa basta. Capito? Il mondo si divide tra chi compra cosa faccio? Ora chiamo sul cellulare Politi così e chi curiosa. Con queste ampie visioni l'arte in le spiegherà direttamente lui. Italia ha un futuro sicuro, anche per i galleristi. G: Ecco bravo! Chiama Politi. Ma poi passameCapitolo clima: freddo polare fuori... caldo inferlo, così ne canto 4 anche a lui, ché qui ne abbianale dentro. mo due scatole così con questa cosa! Prima e C'era chi giurava che la fiera si sarebbe potuta ultima volta che si visitare ad occhi chiusi, fanno cose del genere facendosi guidare dal- E ad aprile si replica a Milano l'olfatto. A seconda All'Ata Hotel Executive di Milano (Viale qua dentro. Non si posdelle fragranze le stan- Sturzo, 45 - show@flashartonline.com) si sono organizzare le ze erano state ribattez- replica dall'8 al 10 aprile l'ennesima Flash cose così, alla carlona. zate con nomi del tipo: Art Fair, la seconda nel capoluogo lombardo. Come si dice in queste la fumosa, l'ascellosa, Cinquanta gallerie e orario soft (15-21) per occasioni? Ai posteri l'alitosa ecc. una tre giorni annunciata come l'evento cult l'ardua sentenza. Che ci volete fare, la della primavera milanese. [alfredo sigolo] claustrofobica situazio- In bocca al lupo... ne ha qualche effetto . Exibart.onpaper . WWW PRESTINENZA IT UNA BOTTA SULLA SCALA La sistemazione esterna della Scala di Milano, opera dello svizzero Mario Botta, è tragicamente sbagliata. Non perché non si sia fatto di peggio: il teatro Carlo Felice ci ammonisce che il disastro avrebbe potuto essere maggiore. Se non altro, il cubo di Botta non ha quel gigantesco e sproporzionato cornicione che pesantemente corona il teatro genovese. L'errore sta nella mediocrità del risultato formale, nell'occasione mancata. Ne traiamo tre lezioni. La prima è che gli architetti che proclamano di rifarsi alla tradizione europea, che professano l'amore per la storia, che protestano contro la globalizzazione e l'omologazione sono da guardare con sospetto. Messi all'opera, dimostrano che spesso sono proprio loro che con la tradizione si trovano a disagio, perché si fermano a una dimensione imitativa e, comunque, anche nei casi migliori, non riescono a superare quel fecondo grado zero stilistico e concettuale che nasce a seguito di una comprensione profonda del senso della storicità, ma che non può che essere propedeutico a ben altri processi creativi e inventivi. La seconda è che le Soprintendenze si stanno dimostrando cattive custodi dei nostri contesti urbani perché se riescono ad impedire abusi e dissennatezze - ma questo, visto lo stato attuale dei nostri centri storici, mi sembra tutto da dimostrare - non riescono con la loro politica vincolistica a stimolare la realizzazione di prodotti eccellenti. Mi chiedo su quali criteri abbiano concesso un nulla osta per realizzare un pesante oggetto stereometrico che non sembra avere né l'umiltà per integrarsi né la forza per distaccarsi dall'opera del Piermarini. La terza è che per fare grandi opere ci vogliono architetti creativi. Non necessariamente famosi, ma artisticamente all'altezza delle situazioni. Progettisti non legati alla camicia di forza di presunte identità. Capaci di scatti inventivi. In grado di trasformare un pretesto funzionale in un efficace atto poetico. luigi prestinenza puglisi Udine visionaria, un nuovo grande spazio per il cinema e le arti visive È uno spazio polifunzionale, principalmente un luogo per il cinema d'autore, aperto a contaminazioni con le arti visive e dotato di una serie di servizi per il pubblico di grande qualità. Udine ha così inaugurato un nuovo centro per la cultura e le immagini contemporanee, nato da un fortunato e intelligente accordo tra pubblico e privato (il Centro Espressioni Cinematografiche e il Comune di Udine). Tre sale con grandi schermi per un totale di quattrocento posti, un ampio spazio espositivo, un internet bar, una mediateca, una sala per incontri e conferenze, un bookshop di settore (oltre settecento titoli internazionali di fotografia, arte contemporanea, pittura, architettura, illustrazione, videoclip, più una vasta selezione di DVD): "Visionario" ha i numeri giusti per diventare un punto di riferimento importante per la vita culturale della città. L'intenzione è quella di dialogare con il territorio, con le diverse forme d'arte, con i festival cinematografici regionali (il centro ospiterà anche, insieme al teatro Giovanni da Udine, il Far East Film Festival). L'edificio, un'architettura razionalista degli anni Trenta progettata da Ermes Midena, è stato ristrutturato dall'architetto Leonardo Miani. Una chicca nell'allestimento: la parete del foyer è stata ricoperta con settantaquattro manifesti di celebri film, restaurati e rielaborati dall'artista e regista Gianluigi Toccafondo. Da Clint Eastwood ne Gli spietati a Nicole Kidman in Ritratto di Signora, da Al Pacino in Scarface ai colori intensi di Film Blu e Film Rosso di Kieslowski, passando per Trainspotting di Danny Boyle, Paris, Texas di Wim Wenders e Dov'è la casa del mio amico di Kiarostami: una storia illustrata del cinema attraverso le immagini di noti film d'essai, rese speciali dall'intervento pittorico di Toccafondo. La Cineteca del Friuli - che assieme al Centro Espressioni Cinematografiche ed al Comune di Udine dirigerà la struttura - potrà mostrare presso una delle sale del centro i propri gioielli restaurati, sviluppando altresì una sorta di laboratorio di idee sul cinema, la sua storia e la sua preservazione. Visionario Udine, Via Asquini 33 - Tel 0432 227798 - www.cecudine.org - cec@cecudine.org Palermo, nuovi restauri in San Francesco finanziati dalla Fondazione BdS Non si è ancora spenta l'eco degli ultimi restauri in San Francesco d'Assisi presentati lo scorso settembre da Salvare Palermo e già si conosce la data di completamento dei nuovi interventi di conservazione promossi dalla Fondazione nella stessa chiesa. Si tratta questa volta del portale gaginiano della Cappella Alliata e sarà la Fondazione Banco di Sicilia a finanziare interamente i lavori. La Cappella della famiglia Alliata è situata all'inizio della navata sinistra della Basilica ed è dedicata alla Madonna della Neve. Fu commissionata da Gerardo Alliata nella seconda meta del XV secolo e ultimata nel 1492, anno di morte di Domenico Gagini. Allo scultore lombardo viene attribuita l'esecuzione del portale d'ingresso e la realizzazione della statua della Madonna del Soccorso conservata all'interno della cappella. I lavori di restauro, già autorizzati dalla Soprintendenza, saranno ultimati entro il prossimo mese di marzo. Sempre nel segno della famiglia Alliata, lo scorso 15 marzo, è stato proiettato il documentario di Nello Correale I ragazzi della Panaria Film, omaggio alla pionieristica impresa cinematografica dei cugini Giuseppe Alliata e Quintino di Napoli. Celebri i loro primi documentari sottomarini e soprattutto la produzione del film Vulcano con Anna Magnani. [davide lacagnina] Fondazione Banco di Sicilia Viale della Libertà, 52 - 90143 Palermo Tel 091 6085972 - Fax 091 6085978 www.fondazionebancodisicilia.it info@fondazionebancodisicilia.it 10.speednews Un artista spagnolo per Siena. Manolo Valdès dipinge il prossimo Palio Sarà il maestro Manolo Valdès a dipingere il Drappellone del Palio di Siena del 16 agosto prossimo. L'incarico è stato conferito dalla giunta comunale, che per regolamento ha facoltà di commissionare ad un artista di sua fiducia la decorazione pittorica del Palio. Manolo Valdès è nato nel 1942 a Valencia. L'artista, che lavora tra Madrid e New York, ha in curriculum anche una partecipazione alla quarantottesima Biennale di Venezia, come rappresentante della Spagna. I suoi dipinti e le sue sculture, di enormi dimensioni e di forte impatto visivo, nascono da un attento, appassionato lavoro di appropriazione dell'iconografia di grandi maestri del passato, da Manet a Matisse, da Goya a Picasso, per giungere ad uno stile originale, arricchito anche da connotazioni biografiche e personali. Exibart.onpaper Milano, il filosofo Zecchi è il nuovo assessore alla cultura Stefano Zecchi (Venezia, 1945), professore ordinario di Estetica presso l'Università degli Studi di Milano e già presidente dell'Accademia di Brera è diventato - in questo periodo di grane soprattutto sul fronte Teatro della Scala assessore alla cultura del Comune di Milano. Design premi. Due riconoscimenti di prestigio per i tedeschi Büro für form Quando la semplicità premia. È il caso di dirlo per il progetto Molecular Light dello studio Monaco based Büro für form (al secolo Costantin Wortmann e Benjamin Hopf) che di premi - e prestigiosi - se ne è aggiudicati ben due: l'IF design award e il Design Plus award. Il sistema d'illuminazione, progetta- to per Next, è basato su un'idea di modularità efficace quanto geniale: l'elemento base è una sorta di bolla allungata di vetro satinato, dalle diverse possibilità di aggregazione nascono molteplici usi, dalla luce sospesa, alla lampada da tavolo a quella a stelo. www.buerofuerform.de Studio Azzurro si aggiudica il nono Premio Pascali Studio Azzurro, gruppo leader nell'ambito dell'arte interattiva in Italia, si aggiudica il Premio Pino Pascali, istituito dal Comune di Polignano A consegnarlo è stato - venerdì 25 febbraio scorso, nelle sale del Cinema Teatro Vignola - Achille Bonito Oliva, curatore della recente retrospettiva napoletana, esaustivo tributo al compianto artista pugliese. Nell'ambiente sensibile di "Nodi del Mediterraneo", i visitatori - accompagnati dalla musica di Tommaso Leddi degli storici Stormy Six - hanno potuto interagire con i sensi e i luoghi del nostro mare, in un premio@palazzopinopascali.it viaggio virtuale attra- Assessorato alla Cultura verso la gestualità Tel 080 4242463/4252323 mediterranea: un inde- Palazzo Pino Pascali lebile "archivio antro- Museo d'Arte Comunale pologico" riassunto in d'Arte Contemporanea cinquanta brevissimi Polignano a mare (ba) www.palazzopinopascali.it video. Milano, i sette palazzi di Kiefer acquistati dalla Pirelli Evidentemente non era soddisfatto Carlo Puri Negri, patron della Pirelli Real Estate, di aver regalato a Milano una vera kunsthalle e di aver promosso una mostra visitata da ben tredicimila persone. Infatti l'imprenditore immobiliare sta perfezionando il colpo ad effetto: la Pirelli RE avrebbe acquistato i Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer. La cifra sborsata? Nonostante il periodo pare che non ci siano stati saldi: tre milioni di euro. Solo per lui. Ecco la versione maschile del sito Style.com Che la moda non sia solo una faccenda femminile è cosa risaputa. Lo dimostra, dati alla mano, l'impegno di molte griffe - vedi l'italiana Patrizia Pepe - che nel lanciare nuove linee o collezioni scelgono di dedicarne almeno una a lui. Ed allora pure il web s'adegua. Vedi il mitico Style.com, home page on line di Vogue e W e bibbia in rete per le fashionistas, che in questi giorni lancia la versione only for men, realizzata in collaborazione con il magazine Gq. La url non poteva che e s s e r e men.style.com. Arte e design della boutique parigina di Borsalino Borsalino, storico marchio italiano leader nella produzione di cappelli, continua la sua attività di promozione dell'arte contemporanea. Parte così, presso la sua boutique di Parigi, il secondo ciclo di mostre tutte dedicate alla creatività italiana. Dopo gli interventi di Paola Gandini e Corrado Bonomi e del fotografo Enrico Bartolucci, Future of mind presenta adesso le creazioni realizzate in coppia da Vittorio Valente, artista, e Walter Vallini, architetto e designer. Sedie, tavoli, lampade diventano oggetti polimorfi, misteriosi, seducenti, in cui la funzionalità viene impreziosita da interventi estetici ogni volta diversi. L'oggetto di design diventa pezzo unico, aprendosi a nuove possibilità di fruizione, mentre l'opera d'arte si integra con l'ambiente quotidiano in modo versatile ed immediato. Anche i cappelli Borsalino, frutto di una produzione dal sapiente taglio artigianale, assumono un nuovo senso ed un aspetto originale grazie all'intervento live di Vittorio Valente, specializzato nell'uso di silicone e materiali plastici. L'iniziativa è a cura di Edoardo Di Mauro ed Elena Masoero in collaborazione con Massimo Tretola, direttore dello show room parigino. I prossimi protagonisti della rassegna saranno: Matilde Domestico, Enrico De Paris e Tea Giobbio. (helga marsala) [giulietta neri] Vittorio Valente, Walter Vallini - "Future of mind" - Parigi, Boutique Borsalino - Rue de Grenelle 6 NUOVI, NUOVI, NUOVI a cura di gabi scardi dall'archivio di careof & viafarini ANDREA CARETTO e RAFFAELLA SPAGNA nato a torino nel 1970, vive a moncalieri (to) nata a rivoli (to) nel 1967, vive a torino Allium vineale (2004) pulitura dei bulbi nell'ambito del progetto ESCULENTA - azione collettiva di raccolta e consumo alimentare di materiali naturali ALESSANDRA CASSINELLI nata a milano nel 1967, vive a milano Oris Hiatus (2004) performance, 2004, Careof, Milano, foto Fabio Bonetti FELICE SERRELI nato a cagliari nel 1974, vive tra cagliari e carrara Pneumatica (2005) stampa su alluminio (cm 50x70) 12.speednews Exibart.onpaper Rinasce, dopo il restauro, la Deposizione di Daniele da Volterra Torna ad essere ammirata dal pubblico, dopo due secoli di degrado, la Deposizione di Daniele da Volterra, appena restaurata. Il dipinto, conservato all'interno della Cappella Bonfili nella capitolina chiesa di Trinità dei Monti, era dato per spacciato, viste le condizioni disastrose di conservazione ed il deterioramento avanzato. Ma dopo tre anni di lavoro (ad opera di Adriano Luzi e di Luigi de Cesaris) , il capolavoro, realizzato nel 1545, riacquista il suo originario splendore. La Deposizione, torna così ad essere, a pieno titolo, un esempio straordinario del più avanzato "manierismo romano", meravigliosa sintesi della potenza espressiva e dinamica di Michelangelo e della aulicità raffaellesca. Il restauro, voluto dalla Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, gestito dai Pieux Etablissements de la France à Rome et à Lorette, proprietari della Trinità dei Monti, è stato realizzato in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici di Roma e del Lazio e con il Ministero della Cultura Francese. Roma, Cappella Bonfili - Piazza Trinità dei Monti www.studioesseci.net Exibart.onpaper eventi d’arte in italia numero 21 Milano fashion? Non sui muri. Censurata la campagna pubblicitaria della maison Girbaud Milano censura. E questa volta a farne le spese è la moda, complice una campagna primavera-estate che scherzava un po' troppo coi… santi. O meglio, replicava l'immagine dell'Ultima Cena, con evidente citazione del Cenacolo vinciano ed altrettanto plausibile glissata ironica sulla da vinci-mania, nata dall'onda lunga del romanzone di Dan Brown. Così nella campagna per il mitico duo del fashion d'oltralpe Marithé + François Girbaud, firmata dalla fotografa Brigitte Niedermair, c'erano modelle invece che Apostoli. Praticamente una cena di sole donne, Cristo compreso, con un unico commensale maschio, voluttuosamente abbracciato da una delle fanciulle. È stato troppo. E il comune ha bloccato le affissioni. Motivazioni? Lesa della morale. "Una siffatta rappresentazione (di elevata concentrazione di simboli teologici) non può essere ripresa e, per di più, fatta oggetto di parodia a fini commerciali senza che le convinzioni religiose di almeno una parte della popolazione (grande o piccola che sia non importa perché il principio varrebbe anche nel caso di un credo religioso del tutto minoritario in Italia) ne risultino offese" ha detto lo IAP. Succede, nella capitale della moda, a qualche mese dal caso Cattelan... (giulietta neri) anno quarto marzo 2005 aprile 2005 direttore Massimiliano Tonelli staff di direzione Maria Cristina Bastante (vicedirettore) Marco Enrico Giacomelli Helga Marsala un progetto di Giovanni Sighele redazione www.exibart.com relazioni esterne e marketing Antoine Carlier assistente di redazione Valentina Bartarelli indirizzo Via Calimaruzza 1 50123 - Firenze Edito da Emmi s.r.l. amministratore Giovanni Sighele sede legale Via Calimaruzza, 1 50123 Firenze e-mail onpaper@exibart.com registrazione Tribunale di Firenze n. 5069 del 11/06/2001 stampa Centro Stampa Quotidiani S.p.A. Via delle Industrie, 6 Erbusco (Bs) Tiratura 25000 copie pubblicità: Cristiana Margiacchi Tel. +39 0552399766 Fax. +39 06233298524 adv@exibart.com direttore responsabile Claudio Arissone In copertina: Bianco-Valente - Rsm (2005) Editoria, Gianluca Marziani passa da Specchio a Panorama Prima un'ampia collaborazione con la galleria Pack di Giampaolo Abbondio, poi il battesimo - coadiuvato dal gallerista romano Massimo Lupoli - del fashionissimo spazio Standhal36 in 'zonatortona'. Ma la campagna milanese del critico capitolino Gianluca Marziani non poteva aver esito migliore... La novità? Marziani è il nuovo critico d'arte contemporanea per Panorama, come dire il più diffuso newsmagazine del paese. Dopo quasi due anni di collaborazione dunque la frizzante penna del trentaquattrenne critico-curatore-giornalista passerà dal torinese Specchio al settimanale di Segrate. "La prima novità" ha raccontato Marziani ad Exibart "sarà una rubrica che dovrebbe partire a marzo. E poi un occhio puntato sulle novità italiane ed internazionali, sulle contaminazioni intelligenti... Insomma su tutte le dinamiche più attuali che riguardano la creatività visiva". Non di rado da queste colonne sono partite critiche verso l'atteggiamento di Panorama nei confronti dell'arte contemporanea. Riuscirà Gianluca Marziani a farci cambiare idea? Buon lavoro. Show & Display per Art Highlights. Terzo ciclo di conferenze al Macro di Roma Si intitola Show & Display la terza edizione di Art Highlights, cicli di conferenze organizzate dal MACRO di Roma, in cui sono coinvolti alcuni tra i più interessanti protagonisti nel campo dell'arte, dell'architettura, del design, della moda, della scienza e della teoria dell'arte. Il tema è ampio e d'interesse strategico per l'analisi del sistema dell'arte contemporanea: Qual è la mostra ideale? Come possono essere ridefiniti i modelli espositivi oggi? Come attirare maggiormente il pubblico delle mostre? Ospite del primo appuntamento, il 18 febbraio scorso, è stata Grazia Quaroni, storica e critica d'arte, curatore della Fondation Cartier pour l'Art Contemporain di Parigi, scelta dal Macro come imporArt Highlights tante esempio d'istia cura di Dobrila Denegri tuzione europea, da Roma, MACRO - Via Reggio Emilia 54 vent'anni impegnata Sala Conferenze in un'eccellente attiTel 06 6710 70400 vità di promozione Fax 06 8554090 dell'arte e della cultuwww.macro.roma.museum ra contemporanee (la fondazione ha ospitato, tra le altre, mostre di Issey Miyake, Jean-Paul Gaultier, Matthew Barney, Wim Delvoye, Sarah Sze, Tony Oursler, Hiroshi Sugimoto, Panamarenko, Alessandro Mendini, Marc Newson). Dopo Grazia Quaroni gli incontri di Show & Display continuano fino a giugno 2005 con Victoria Vesna (artista e teorica delle tecnologie digitali, USA), Denis Santachiara (architetto e designer, Italia), Iwona Blazwick (direttore della Whitechapel, Londra), Naoki Takizawa (stilista di moda e artista,Tokyo / Parigi), Hans Ulrich Obrist (curatore ARC, Parigi) e Liam Gillick (artista, Londra). Roma, nel 2008 un nuovo museo archeologico a Circo Massimo Il comune di Roma sta per trasferire una gran parte degli uffici e dei centri elettronici nel nuovo polo del "Campidoglio 2" nella zona dell'Ostiense. Sarà così che si libereranno gli spazi di uno storico palazzo nella centralissima Via dei Cerchi, a Circo Massimo, dove troverà posto un nuovo museo archeologico che avrà in dotazione importanti collezioni oggi conservate nei magazzini del comune capitolino. Le date? Inaugurazione prevista nel 2008. Milano, Nuova Accademia di Belle Arti. Cinque incontri con curatori e critici internazionali per Utopian Display Seconda edizione per il ciclo d'incontri The Utopian Display, promosso dalla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, a cura di Marco Scotini e Maurizio Bortolotti. L'iniziativa, inaugurata il 16 febbraio scorso, è incentrata sul tema dei modelli espositivi contemporanei e delle relazioni tra ambito artistico e sfera sociale. Si tenterà, insieme ad alcuni curatori e critici d'arte internazionali, di tracciare una mappa dell'attività curatoriale contemporanea provando ad identificare una possibile linea guida. Dopo Carlos The Utopian Display Basualdo, Hans Ulrich Milano, NABA - Nuova Accademia di Obrist, Pier Luigi Tazzi Belle Arti (Aula 20, edificio 22) - Via e Daniel Birnbaum, Darwin 20 intervenuti lo scorso anno, altri cinque ospiProssimi incontri ti illustri saranno i pro23 Marzo, Hou Hanru tagonisti degli appun13 Aprile, Jens Hoffmann tamenti ideati per que4 Maggio, Roger M. Buergel sta nuova edizione: 11 Maggio, Vasif Kortun Catherine David, Hou Info: tel 02-6686867; fax 02-6684413 Hanru, Vasif Kortun, naba@naba.it Jens Hoffmann, Roger www.naba.it M. Buergel. Una casa fatta di tavoli. Il Lack di Ikea reinterpretato dagli A12 Il "Lack" è un tavolino firmato Ikea, nato negli anni '70 dall'intuizione di un product manager della grande azienda svedese, che aveva scoperto un tavolo del 1910 con il piano e le gambe molto spesse in legno massiccio. Ispirandosi al pezzo di antiquariato casualmente rinvenuto, Ikea diede vita ad un complemento d'arredo destinato a diventare una piccolo cult. Oggi, il gruppo di architetti A12 ha trasformato il Lack in un elemento modulare con cui realizzare un ambiente domestico totalmente nuovo. È possibile visitare un appartamento Lack costruito con più di mille esemplari del famoso tavolino ripensato come cellula compositiva: una mostra presso il Tensta Konsthall di Taxingegränd, in Svezia, propone al pubblico un esempio di questo bizzarro esperimento. Gli A12, intanto, stanno cercando di tracciare la storia del Lack, ricostruendo tutte le evoluzioni ed i restyling susseguitisi negli anni. Chiunque avesse uno o più Lack, in casa o in ufficio, è invitato ad inviare un'immagine digitale o fotografica dell'oggetto, indicando il luogo di provenienza. lackproject@gruppoa12.org - LACKPROJECT c/o Tensta Konsthall, Taxingegränd 10, Box 4001, 16304 Spånga, Sweden 14.speednews Transarte, una nuova galleria a due passi dal Mart di Rovereto Exibart.onpaper GEAGRAFIE diario per immagini di gea casolaro È a due passi dal Mart la nuova galleria che ha appena aperto a Rovereto. Il titolare, Sergio Poggianella, ha gestito per anni la galleria Fonte d'Abisso di Modena, incentrando l'attività espositiva soprattutto sulle avanguardie storiche, futurismo in testa. Ora, tornato nella sua terra d'origine, ha cambiato decisamente registro, rivolgendosi al contemporaneo ed al multiculturale, come sottolineato dal nome della galleria Transarte. Dopo l'ouverture affidata al fotografo bulgaro Garo Keshishian ed una divertente personale dell'artista tedesca Nelly BührleAnwander, Transarte propone ora (fino al 31 marzo) una riflessione sull'arte tribale. In mostra sono esposte trentacinque tele degli aborigeni d'Australia - alcuni dei quali già noti al mercato internazionale - ed un centinaio di colon della Costa d'Avorio: questi ultimi fino a pochi decenni fa segnalavano la presenza in zona dell'uomo bianco, come una sorta di scultoreo segnale di pericolo, mentre ora, lasciando inalterato il loro fascino, sono diventati oggetto di collezionismo e di produzione artistico-artigianale. (duccio dogheria) Transarte Rovereto, corso Bettini 64 Tel/Fax 0464 432326 dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 ingresso libero info@transarte.it - www.transarte.it Opere d'arte lungo il passante ferroviario di Torino. È la volta di Per Kirkeby. Ma l'arte pubblica torinese ingaggia anche Tony Cragg L'artista danese Per Kirkeby ha allestito, nell'area pedonale di largo Orbassano, la sua Opera per Torino. Kirkeby ha realizzato un doppio portale di mattoni rossi di pianta trapezoidale, che lasciano in evidenza il telaio costitutivo: una marcatura della zona attraverso modulazioni di luci ed ombre, in un susseguirsi di forme essenziali e razionali. Questo è il terzo intervento d'arte contemporanea inserito lungo il passante ferroviario di Torino. L'interramento della strada ferrata ha consentito la riqualificazione di vaste porzioni di territorio cittadino, con il ridisegno di giardini, strade, aree residenziali ed ex zone industriali: i progetti d'arte pubblica rientrano nel piano di rivalutazione complessivo. Sono già state installate le opere Igloo fontana di Mario Merz e Albero giardino di Giuseppe Penone. Opera per Torino è parte di un progetto ampio che -curato da Rudi Fuchs- assegna undici opere d'arte contemporanea ad altrettante piazze della città, attraversate dal passante ferroviario. Da un danese ad un suddito di Sua Maestà. Infatti è stato il celebre scultore Tony Cragg ad aggiudicarsi la committenza per la scultura che simboleggerà, sempre a Torino, le Olimpiadi invernali del 2006. Il lavoro dell'esponente della New British Sculpture verrà collocato in piazza d'Armi, di fronte al Palahockey di Arata Isozaki e al rinnovato Stadio comunale, sede della cerimonia d'apertura della manifestazione. Tigre - Buenos Aires, 2005 Tre anni di arte contemporanea a Perugia. Con lo zampino di Luca Beatrice Non sarà un evento isolato la mostra di Mario Consiglio che il critico-curatore torinese Luca Beatrice presenta dal 19 marzo a Perugia persso Palazzo della Penna. A quanto risulta ad Exibart, infatti, Beatrice starebbe per perfezionare un accordo con il comune del capoluogo umbro. La consulenza - fortemente voluta dal giovanissimo assessore alla cultura Andrea Cernicchi - sarà ad ampio raggio (molti gli spazi pubblici perugini coinvolti) e durerà tre anni. Bologna, Gianfranco Maraniello sostituisce Peter Weiermair alla direzione della Gam Dopo importanti esperienze organiche al Palazzo delle Papesse di Siena ed al Macro di Roma, il curatore Gianfranco Maraniello (Milano, 1971) sale di grado e diventa direttore di museo. Direttore forse della più storica ed emblematica galleria civica italiana, quella Gam di Bologna che negli ultimi anni troppo aveva fatto penare, addetti ai lavori ed appassionati, a causa di una direzione (dal 2001 al 2005 è l'austriaco Peter Weiermair il direttore) poco attenta al contemporaneo, all'internazionalità ed alle specificità dello spazio bolognese (ma dove è finita la meravigliosa collezione? Ad esempio). Dopo settimane di voci incontrollate - che ad esempio avevano dato per certa la nomina di Ludovico Pratesi - la Gam è stata definitivamente assegnata a Maraniello. Sarà lui il direttore che -a partire dal suo insediamento ufficiale il primo di Aprile- traghetterà l'istituzione bolognese nella nuova sede dell'ex Forno del Pane nel corso del 2006. Dopo tre anni di lavoro a fianco di Danilo Eccher al Macro, il giovane curatore tenterà di rilanciare Bologna ripartendo proprio da dove Eccher aveva lasciato. Prima degli appannati anni di direzione di Weiermair. Per il cantiere del Maxxi stanno finendo i fondi? La Melandri si fa paladina in parlamento Il cantiere - come ci è capitato di segnalare tempo fa - va avanti a tutto regime, gli operai lavorano anche il sabato ed hanno portato a compimento già il 30% dell'opera. I dati però dicono che i fondi destinati alla costruzione del Maxxi - Musei nazionale delle arti del XXI secolo sono in esaurimento ed i lavori potrebbero interrompersi addirittura già a fine mese. Niente stanziamento in finanziaria, niente capitolo - come si sperava - nel decreto legge 'sulla competitività'. A tal fine un'interrogazione parlamentare (il 17 febbraio scorso) della deputata ds Giovanna Melandri ha provvidenzialmente sottoposto al governo - nella persona del ministro della Cultura Giuliano Urbani - il problema auspicando un immediato reperimento dei fondi per scongiurare una sospensione del cantiere che, per le caratteristiche dell'opera concepita dell'architetta angloiraniana Zaha Hadid, avrebbe conseguenze molto dannose. "Non mi devo preoccupare di queste cose" ha dichiarato intanto ad Exibart Paolo Colombo curatore-direttore del Maxxi "vedo dalla mia finestra gli operai lavorare sodo e questo mi basta. Intanto penso a preparare tutto per il 16 marzo, quando inaugureremo un grande evento dedicato al duo artistico britannico Gilbert & George". Claudio Abate e gli amici artisti. A Roma riapre la galleria di Mara Coccia Una mostra orchestrata dall'artista Claudio Abate che, dal 1994, ha iniziato un'avventura creativa coinvolgendo un gran numero di artisti amici. Abate ha documentato col suo lavoro fotografico la scena artistica romana degli ultimi trenta anni, i personaggi, gli eventi e le opere. Un'attività che nel tempo è sfociata in un profondo rapporto di dialogo con i colleghi artisti, protagonisti del suo costante reportage. Da questa complessa rete di relazioni è nata la produzione di una serie di lavori eseguiti da trentatre artisti nel laboratorio creativo di Abate, la sua camera oscura. Ognuno ha sperimentato e rimesso in gioco il proprio linguaggio, impressionando o meglio "disegnando" con la luce il proprio segno sulla carta fotografica, in una sintesi che fonde la peculiarità di ogni singolo lavoro, i rapporti di amicizia e di scambio, il modus operandi della fotografia, l'esperienza diretta del luogo in cui si opera. La mostra, che inaugura la nuova sede Obscura dell'Associazione Mara Roma, Associazione Mara Coccia - via del Vantaggio 4 - Int. 3 Coccia di Roma, unisce Artisti: Carla Accardi, Giovanni Albanese, Gianfranco Baruchello, per la prima volta tutte Elisabetta Benassi, Bertolini Berg, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, queste esperienze, Nino Giammarco, Jannis Kounellis, Ernesto Lamagna, H.H. Lim, offrendo una testimoGiancarlo Limoni, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Nunzio, Marina nianza unica e originale Paris, Roberto Pietrosanti, Piero Pizzi Cannella, Emilio Prini, della produzione artistica Oliviero Rainaldi, Maurizio Savini, Marco Tirelli, Adrian Tranquilli romana. Exibart.onpaper Nuovo spazio romano per Stop. Vernissage con doppia personale Ha inaugurato con una doppia personale, a cura di Gianluca Marziani, la nuova sede della galleria STOP di Roma. La pittura di Franco Giordano è il risultato di un processo di lettura e registrazione del quotidiano: partendo da una serie di fotografie che raccontano, come un diario privato, gli eventi intimi, i dettagli di normalità della sua vita, l'artista passa all'elaborazione digitale per poi approdare alla fase conclusiva, la trasposizione sulla tela. Opere evocative che richiamano atmosfere, colori, luoghi, passioni, odori impressi nella memoria e reinventati attraverso il linguaggio e la pratica pittorica. Suggestioni elettroniche e virtuali invece per il lavoro di Marotta & Russo: Under The Domain Name è un lavoro sui paesaggi urbani, pannelli nati dal riuso di home page esistenti, selezionate tra browser Franco Giordano, Marotta & e siti con forti connotazioni sociali. Russo - PATTERN Nei quadri, nel video inedito e nelfino al 26 marzo 2005 l'installazione murale (la ricostruRoma, STOP.BASE - Via di S. zione di un enorme paesaggio Elena, 29 int 16 (L.go Argentina) digitale dentro lo spazio della galdal lunedì al venerdì dalle 11.00 leria), il web diventa un organismo alle 19.30 pulsante attraverso cui decodificaTel 06 69190880 re l'uomo contemporaneo e i suoi stopart@stopart.it processi linguistici, percettivi, www.stopart.it intellettuali. Poltrone, Adriano La Regina gestirà i Musei Capitolini Dopo la clamorosa defenestrazione dal ruolo di soprintendente, Adriano La Regina ha accettato un incarico del comune di Roma per la gestione dei Musei Capitolini (da Palazzo Braschi a Villa Torlonia) curata dalla società pubblico-privata Zètema. Il professore sostituirà l'ex Cgil Fulvio Vento. speednews.15 Reality SoHo Da oggi, i riflettori della tv sono puntati sul mondo dell'arte. E sulle pratiche che portano alla creazione di un'opera. Con un successo tale da far strappare i capelli a qualunque teen-ager. Cosa succede? Nulla, è solo l'ultima novità da New York Il futuro dell'arte? Ma il reality show, naturalmente. Direttamente da New York, SoHo, patria ideale dell'arte americana. Da una comunione di idee e interessi disparati, tutti convergenti nella volontà di realizzare un ragionamento complesso sul rapporto tra arte e sua spettacolarizzazione, oltre che compiere un'analisi specifica di pratiche e relazioni che presiedono alla creazione di un'opera, soffermandosi sul binomio sistema-mercato ed i conseguenti dilemmi della mercificazione del prodotto artistico e della successiva perdita d'aura. Il problema posto dai creatori di quest'invenzione made in Usa - Christopher Sperandio, artista, e James Fuentes, gallerista (chissà se qualcuno di loro conosce il lavoro del nostro Francesco Vezzoli, che proprio di reality aveva parlato in occasione della sua recente personale alla Fondazione Prada di Milano) - consiste nel far confluire speculazioni puramente settoriali (cercando la risposta a domande come: ci sono artisti in grado di portare avanti la ricerca, pur sotto i riflettori? Può un progetto simile dar vita ad una collettiva di qualità?) nella godibilità di un programma di intrattenimento accessibile a tutti. Il titolo, Artstar, volutamente provocatorio, risponde all'intenzione di compiere, con ironia, una vivisezione del fenomeno scaturito dal successo internazionale de "Il Grande Fratello", ed allo stesso tempo rappresenta l'ultima frontiera di un discorso inaugurato negli anni '90, concernente il sensazionalismo in arte, con la Young British Art e Maurizio Cattelan a far da capostipiti. Come funziona? Prodotto dall'affiliazione tra Aborginal li, dell'organismo complesso. Utopia, surrealismo, ironia, sessualità si mescolano in una ricerca seduttiva e accattivante, animata da paradossi e provocazioni. Illy ha presentato, in occasione della sesta edizione di Art Rotterdam, le creazioni esclusive dell'Atelier, che ha scelto di decorare le tazzine con dise- [santa nastro] www.artstar.tv-info@artstar.tv I Royal Art Lodge arrivano a Venezia. Con sosta al Caffè Florian Caffè triestino, design olandese. Atelier Van Lieshout disegna le tazzine di illy Una nuova tazzina d'autore prodotta da illy caffè, azienda italiana fra le più attive nella promozione dell'arte contemporanea. Stavolta è toccato ad un mitico gruppo di artisti e architetti olandesi, gli Atelier Van Lieshout, inventarsi un design per le famose tazzine da espresso. Straordinari sperimentatori eclettici, gli AVL hanno dato vita negli ultimi decenni ad opere di diversa natura, frutto di una visione ibrida e originale, sospesa tra scultura, architettura, disegno, scienza, design, installazione: camper, bagni modulari, cucine, piccole casecontainer, mobili ed altri oggetti funzionali realizzati spesso in fibra di vetro con colori sgargianti. Il corpo umano è, nelle opere di AVL, un elemento centrale, paradigma della macchina (im)perfetta, dei meccanismi funziona- (ideatrice di Beavis & Butt-Head o Celebrity Deathmatc) e Gallery Hd, canale satellitare alternativo, Artstar, suddiviso in otto episodi (a partire dallo scorso 28 Febbraio), si propone la selezione di altrettanti artisti, con l'ausilio di una giuria composta da colleghi, galleristi e critici, chiamati ad ideare, nonché eseguire ex-novo una serie di progetti, gradualmente votati dal pubblico e in futuro parte di una collettiva alla galleria Deitch Projects, di Jeffrey Deitch. Il premio finale per il vincitore assoluto? Manco a dirlo, una personale nella prestigiosa galleria di Soho. Il successo è stato notevole. Nelle settimane scorse, infatti, in occasione dei casting per la scelta dei protagonisti, gli artisti americani hanno letteralmente invaso lo spazio espositivo di Wooster Street: giovani agguerriti, abbigliati insolitamente, con book o computer sottobraccio, performer e quant'altro hanno sospirato per ore un'occasione. E si è visto anche qualcuno munito di sacco a pelo, qualora l'attesa si fosse prolungata oltremodo. Tuttavia, non sono mancate le polemiche - che per queste iniziative sono il sale - sulla serietà dell'operazione o sull'eventuale attinenza con l'universo che questa va ad indagare. "Non c'è da temere." ha commentato Deitch "Agli artisti non è richiesta una convivenza forzata con gli altri concorrenti, né la manifestazione oscena di lacrime e sentimenti a cui siamo stati abituati". Possiamo tirare un sospiro di sollievo… gni riconducibili alle strutture ed ai processi vitali: digestione, riproduzione, apparato circolatorio e sistema nervoso. Un meccanismo che parte dall'atto quotidiano del sorseggiare un caffè, immaginando corpi-macchine in cui si fondono aspetto biologico e meccanico, organico ed architettonico. La illy collection dell'Atelier Van Lishout è già disponibile in due versioni. Una confezione speciale (limited edition, solo 2100 pezzi), contenente quattro tazzine da caffè e un vassoio, in vendita nell'eshop di www.illy.com (136 euro); un kit di quattro tazzine ed una confezione di caffè da 250 grammi, disponibile, oltre che sul sito, nei bar Illy e nei migliori negozi di alimentari e di oggettistica(75 euro). (helga marsala) Un nuovo spazio per Roma. Ha aperto la fondazione Alda Fendi Uno scenario suggestivo, nel cuore della Roma imperiale; una mecenate che viene dal mondo luccicante dell'haute couture; un attore -ma non solo- che è un'icona del cinema indipendente americano. Quello fatto di un po' di genio, parecchia sregolatezza e alcune notevoli intuizioni. Con questo mix d'ingredienti ha inaugurato la sua attività la Fondazione Alda Fendi - Esperimenti, nata da un sogno nel cassetto di una delle sorelle che hanno fatto la moda italiana. Che con il passato non ci sia più nulla a che fare, Alda Fendi lo dice ben chiaro, rimarcando fin da subito la totale indipendenza della fondazione dall'azienda, dalla famiglia e dall'ambito fashion tout court. Quel che resta è la passione e l'abilità della manager consumata, questa volta messe al servizio dell'arte, in tutte le sue espressioni: dal recupero e tutela, alla promozione dei nuovi talenti, agli attraversamenti con il teatro, la musica, la danza e -perchè no- anche con la scienza. Insieme ad Alda, Alessia Caruso Fendi dirige la galleria, mentre Giovanna Caruso Fendi cura i rapporti con gli artisti che via via saranno coinvolti nei progetti. Ed una location migliore era davvero difficile trovarla: Palazzo Roccagiovine, a ridosso del Foro di Traiano, costruito su una porzione di quella che fu la Basilica Ulpia. Al piano inferiore è ben visibile un parte di pavimentazione marmorea delle colonne e della trabeazione dell'antico edificio; nella galleria un sistema di lenti d'ingrandimento sulle porte permette uno sguardo inedito sulla Colonna Traiana, in pieno spirito wunderkammer. D'eccezione è l'esordio, uno spettacolo teatrale di Raffaele Curi, che ha visto protagonisti un Vincent Gallo sempre più in odore di sano maledettismo e la musicista anglo indiana Sheila Chandra. FONDAZIONE ALDA FENDI - Foro Traiano, 1 - www.fondazionealdafendi-esperimenti.it Il nome è ormai noto a livello internazionale, la loro fama sempre più consolidata. Sono i ragazzi della Royal Art Lodge, tre giovani artisti, studenti del dipartimento delle arti della Manitoba University di Winnipeg, che nel 1996 decidono di creare questo piccolo collettivo dal nome altisonante, in realtà un ironico riferimento alle radici provinciali della cittadina canadese. Marcel Dzama, Michael Dumontier e Neil Farber prendono allora l'abitudine d'incontrarsi una volta alla settimana in un garage-studio, per dare vita ad opere a duequattro-sei mani (video, disegni, ma soprattutto pittura). Sono lavori legati alla cultura del fumetto ma che richiamano anche l'esperienza del surrealismo, mescolando in un processo creativo ludico elementi eterogenei, dalla leggerezza all'humour nero, dal cinismo alla tristezza, dalla gioia spensierata alla provocazione. È un mondo popolato di piccoli animali, bambini, figure di adulti che sembrano tratte dai fumetti anni '50, personaggi a cavallo tra la fantasia e la fantascienza. La Royal Art Lodge si ferma ora a Venezia, spostandosi, per una temporanea tappa creativa, dalla studio di Winnipeg alle storiche sale del Caffè Florian. Un luogo suggestivo, vecchio di quasi trecento anni, diviene il laboratorio di questo strampalato, poetico, dissacrante, ironico gruppo di artisti: le opere prodotte resteranno poi esposte per un mese nello stesso spazio del Caffè. L'iniziativa nasce dalla collaborazione con Perugi artecontemporanea, galleria padovana che in Europa ha scoperto i La Royal Art Lodge al Caffè RAL, continuando a Florian seguirli poi nelle varie fino al 3 aprile 2005 Venezia, Caffè Florian fasi della loro produPiazza S.Marco zione. La stessa galle- Tel 041 5205641 ria presenta fino al 31 www.caffeflorian.com maggio una rassegna info@caffeflorian.com delle ultime produzioni galleria Perugi del gruppo canadese, Tel 049 8809507 raccolte sotto il titolo perugiartecontemp@libero.it Pensieri dei Serpenti. 16.popcorn Exibart.onpaper à la une satirycon by www.mooporama.com la copertina d'artista raccontata dall'artista Rsm (2005) freddure in computer grafica Rsm è un appunto di viaggio. Fa parte di un progetto a cui stiamo lavorando da quattro anni e che prossimamente presenteremo in maniera compiuta. La copertina di Exibart è la prima 'uscita' in assoluto di Rsm. Con questo lavoro stiamo verificando la teoria di uno fra i più importanti studiosi di astrologia al mondo, il quale, basandosi su particolari calcoli astronomici, prevede, in un particolare momento dell'anno, lo spostamento fisico in un punto preciso (quanto assurdo) del globo. In questi quattro anni, sperimentando questa teoria, abbiamo cominciato a disegnare il nostro personalissimo schema sul globo terrestre, vivendo per alcuni giorni in specifiche località della Siberia, dell'India, dell'estremo nord del Canada, della Russia Centrale, dell'Australia, del Brasile, ecc, tutte al di fuori dei consueti circuiti turistici. Questo work in progress è nella sua fase iniziale, essendo destinato a durare per tutta la vita. Bianco-Valente (Giovanna Bianco, Latronico -Potenza-, 1962 e Pino Valente, Napoli, 1967. Vivono a Napoli) Lavorano con la Galleria Alfonso Artiaco di Napoli (www.alfonsoartiaco.com 0814976072) e con la Galleria V.M.21 artecontemporanea di Roma (0668891365 - vm21artecontemporanea@virgilio.it). www.bianco-valente.com la prossima cover d'artista sarà di Pietro Roccasalva vincitore del Premio Furla 2005 rsvp invito the best Cartoncino verde pisello, scritte arancio e un omino giallo, di quelli che si ritagliavano per farne strisce di esserini che si tenevano per mano. Ma non c'è bisogno delle forbici, perché è già sagomato. Si stacca, ci si scrive/disegna sopra e lo si lascia su un'apposita parete della Otto Gallery. E' il "Link" ideato dalla designer francese Matali Crasset, in mostra a Bologna fino al 30 aprile pianob prendi l’arte e mettila da parte Giacomo Costa, se le cose si mettono male… "...batto il marciapiede e scippo ricche anziane. Ossia continuo a fare ciò che sto già facendo!" Maura Banfo ci rivelerà il suo pianob sul prossimo numero Exibart.onpaper oroscopo.17 capasso e le stelle. esercizi di astrocritica sul futuro incerto dell'arte Il segno del mese. Ariete Spoerri Essere Arieti è una condizione mentale, fisica e dello spirito. Ariete è il rosso, il fuoco, il polo positivo, il diamante, il brillante. E' un segno moderno: l'astrologia lega questo primo segno dello zodiaco ai paesi della grande tradizione moderna europea: l'Inghilterra, la Francia, la Germania. E' il segno più meditavo dell'oroscopo, il più forte, il più impetuoso, retto da Marte. E’ il segno della guerra, del fiuto e delle intuizioni. E' il segno della testa, quindi dell'origine, del principio d'ogni cosa e l'autore d'ogni pensiero di principio e teorizzatore di principi. Capace di grandi colpi di testa (i migliori centravanti sono arieti), paga sempre di persona gli sbagli e non si sottrae alle sfide. E' audace. Le arti sono il suo territorio d'elezione (così come la scienza e la medicina), basta ricordare alcuni dei nomi che ne arricchiscono il pantheon: Ariete è il segno di Johann Sebastian Bach, Vincent Van Gogh, Leonardo da Vinci, Charles Baudelaire. Daniel Spoerri è Ariete nella personalità eclettica, lo racconta la sua storia: è duttile, poliedrico, culturalmente nomade. Romeno di nascita, vittima delle persecuzioni naziste, Spoerri è arrivato all'arte attraverso la danza, il mimo, il teatro, ha aperto poi ristoranti e imbandito banchetti entro gallerie d'arte, attribuendo ai critici il ruolo di camerieri, è stato poeta e scrittore, ha aderito a Fluxus e ha ideato con altri le edizioni MAT, multipli d'arte. L'aspetto marziano dell'Ariete, si manifesta in Spoerri nei suoi originali set di guerre "da pranzo", ovvero in quei tableaux-pièges , i "quadri -trappola" che si propongono alla nostra vista come set teatrali posteriori all'ultima delle battaglie conviviali documentabili: il banchetto. Daniel Spoerri - Tableau Piege- Aktion Rest-Spoerri, 1972 Ariete. Si dissipano i pianeti in opposizione e il corno suona la carica. E' di nuovo tempo di guerra. Periodo molto fecondo per lavorare su una mostra che guardi al futuro (evitate l'uso di questa classificazione temporale tardo romantica, considerati gli sventurati che gli hanno già consacrato la propria pelle) Toro. Mercurio conduce a nuovi riassestamenti economici da prendere al balzo. Sei un gallerista? E' ora che tu prenda coscienza che sono artisti e critici a sostenere le gallerie e non viceversa. Se fino ad oggi non hai pagato le opere (quella scusa che hai perso le chiavi del magazzino non funziona più!), ti sei dimenticato di pagare i critici, hai nicchiato sulla provenienza di un falso… Convertiti ad investimenti seri. Gemelli. La confusione creata da Venere in passaggio sbrigativo nel segno apre speranze di passioni nuove ma vi lascia fuori fase e confonde i pochi pensieri disponibili. "I pensieri sono esenti da tasse. Ma danno noie" (K. Krauss). Cancro. Brutte notizie caro/a assistente: il tuo gallerista ti ha messo in una stanza d'albergo ad attendere i clienti? Presto ti ritroverai tra i fustini del Dixan di un centro commerciale. Leone. La luna è l'unico passaggio di rilievo nel segno. Nella tendenza malinconica della nuova pittura, il paesaggismo lunare potrebbe essere la verà novità dei prossimi mesi. Vergine. Opportunismi di mercato: meglio la morte della critica della morte dell'arte. "Spazi atti"? Cos'è? Che significa? Boh. Guarda meglio. Cosa vedi? Niente? No, tutto già visto. Bilancia. Consigli per la giovane "isterica dell'arte" al suo debutto nella curatela. Devi organizzare una mostra: prendi dieci nomi noti, dieci gallerie forti, uno sponsor, un tema politically correct per lo spazio pubblico (meglio se di destra) e aggiungi un numero di nomi locali che portano pubblico. Per il titolo: fai un gioco linguistico su una mostra già fatta o su un titolo di film, fa molto postmoderno. Sarai bellissima. Sagittario. Dopo Bimbumbam, Domenica In, Sanremo, le stelle lasciano presagire l'arrivo di Bonolis alla Biennale con Toto Cutugno commissario speciale per il senso italiano della pittura con la chitarra in mano, Marcella Bella quale esperta d'inestetismi, e Gianni Letta addetto alle sparatorie internazionali. Viva l'Italia e chi la sostiene applaudendo a bocca piena. Capricorno. "La mediocrità si rivolta contro la funzionalità" (K. Krauss): l'assenza di progetto evidenziata dalla mostre in corso dipende sostanzialmente dal numero infinito di concorsi, gare, Gran Premi e competizioni che hanno trasformato l'arte in una Hit Parade dei soliti nomi. Scorpione. La congiunzione di Urano e Plutone Pesci. Saturno porta chiarezza sul senso della teoria sull'arte: a Roma si rispolvera il vecchio principio di opposizione dialettica: doppi sguardi, doppie visioni… i critici hanno scoperto di avere due occhi. favorisce i rapporti famigliari. La nuova generazione di figli d'arte s'accalca speranzosa di seguire la fortuna di quelli che già celebrano i padri al caldo della tradizione e conservano il buon nome. Acquario. Apocalisse del contemporaneo. Dopo la biennale degli ex pittori si prepara la grande Biennale storica degli ex. LETTERE Considerato il grande numero di email ricevute dobbiamo scusarci con coloro cui non abbiamo potuto rispondere. Lo faremo nei prossimi numeri. Continuate a inviarci lettere ironiche e divertenti Caro Capasso, sono un sagittario un po' avanti con l'età ma ancora scalpitante. Negli anni sono passata da un contesto di lavoro legato al "glam-chic" ad uno più tosto (nel senso di meno retribuito), ma che per ora mi appassiona di più. Ho letto che consigli ai sagittari di darsi un nome straniero e ho prontamente provveduto. Considerando però che non ho ancora compiuto qualche atto politicamente scorretto, sono quasi astemia, detesto il sushi e ho pure smesso di fumare parecchio tempo fa (e spesso cado nella tentazione di vantarmene) ho paura che l'espediente non sia sufficiente a darmi visibilità. Inoltre il graduale distacco dal mondo modaiolo tende a ridare al mio look un che di casalingo: cerco di contrastare questo inconveniente con un paio di occhiali da vera art-victim (che dovrebbero servire a darmi una migliore visione notturna ma che dopo un po' mi fanno male agli occhi), ma temo non basti. Su quale tipo di eventi mi consiglieresti di puntare per mettere in evidenza il mio artpotential, in base al mio quadro astrale? Grazie e trattami con benevolenza. Betty F. Cara Betty, "per avere un buon look bisogna farsi un'ottica", come dicevo a quel mio amico che aveva appena conosciuto una ragazza che vendeva occhiali. Complimenti per la domanda. Ma l'astrocritica non è un mestiere da lookologhi edonisti reaga- niani. Colgo però l'occasione per chiarire anche quest'aspetto del comportamento da vernissage che m'incuriosisce alquanto. Come avrai ben notato, le vernici ormai più che glam parties sembrano delle riunioni di condominio estese. Direi che sull'onda dell'impiegatismo dilagante in cui artisti, critici, valgono per tutte le stagioni, l'unica tendenza che merita di esser notata è quella del giovane curatore francescano politically correct, che ama la sinistra, ma usa più la destra. L'artista si è spostato su un look da operaio affaticato, molto probabilmente nella speranza (considerata la crisi del mercato) di un posto fisso in Fiat, come promette Bertinotti. Vorrei farti aguzzare la vista però su un fenomeno interessante: hai mai notato col tuo sguardo accademico linceo questa nota coppia di critici old style, lui con cappottino grigio simil impiegato Sip (epoca dei telefoni bianchi) e lei da serata avanzata e "Maledetta primavera perduta" con tanto di capello alla Goggi prima maniera e orecchino perlinato disinvolto sulle spalle? Che tempi! Che mondo! Ciao Angelo delle Stelle, vorrei che mi leggi gli Astri... sono nato artisticamente nel settembre del 1980 sotto il segno del video, ascendete digitale. Un abbraccio e a presto. Theo Eshetu Caro Theo, mi sembri ben messo per il futuro. I pianeti digitali finalmente fanno la loro comparsa a tutto tondo nel cielo stellato e fanno ben sperare per una nuova ricerca. Sei stato tra i primi a capire che fare digitale è molto di più che stampare una file jpg su carta lucida, collegarsi a internet per fare trasmissioni da radioamatori o utilizzare una telecamera a basso costo. Il tuo momento quindi non è lontano. Anche se dalle rassegne che (pre)vedo in giro penso ci sia ancora un po' da attendere. Le coscienze non si formano con una stagione. Caro Fabrice, il vostro progetto cade sotto l'ariete che è un segno ormai vincente per i prossimi due o tre anni (del resto è anche il mio segno). Attenti semplicemente a chi parla di digitale, ma ha in mente la pittura col ditale. Avete avuto degli esordi più difficili, e le congiunzioni saturnine degli ultimi due anni non hanno aiutato molto. Soprattutto per il contesto poco favorevole. Nel mondo anglosassone esiste un collezionismo già ben strutturato. Le congiunzioni digitali hanno bisogno di grandi idee rivoluzionarie per fare lo stesso nel nostro vecchio paese di pittori. Auguri. Ciao Angelo, ho letto questa news su Exibart e volevo subito scriverti. L'idea mi piace moltissimo, sono un fanatico delle stelle dalla tenera età di otto anni... insomma vogliamo chiederti un oroscopo per nostro figlio ConiglioViola... ovviamente ci sono un paio di date di nascita ideali, sicuramente la data di concepimento è il 20 Aprile 2000 verso le 3-4 del mattino (individuare il momento del parto è invece più difficile ma con qualche ricerca potrei anche riuscirci). A presto... e tanti astroauguri per questo nuovo progetto! Fabrice Coniglio Caro Capasso e le stelle, vorrei conoscere l'oroscopo 2005 della pittura, vorrei capire se sarà questa a dominare l'ambiente artistico oppure vedremo la fortuna dei nuovi media. Grazie e saluti. Marco Dirimini Caro Marco, la pittura non morirà mai. Gli specifici non si esauriscono (come insegna la Storia) e i media sono sempre nuovi. Ciò che cambia è la loro interazione. Sicuramente la tecnologia, come dice Urano in sestile con Mercurio, sarà la chiave di volta per parlare nuovamente di ricerca nell'arte. Auguri Scrivi a Capasso, invia la tua lettera: stelle@exibart.com Sul precedente numero di 'Capasso e le Stelle' abbiamo pubblicato per un errore tecnico una lettera firmata goldiechiari, in realtà tale lettera non è mai giunta in redazione. I lettori ci vogliano scusare 18.speednews Slovenia fresh-fashion. Alla galleria A+A di Venezia Fresh: una mostra dedicata alle creazioni di diciannove giovani stilisti dell'Est Europa. La Galleria d'arte A+A di Venezia è l'insolita vetrina che ospita questo evento tutto dedicato al fashion made in Slovenia. Abiti ed accessori disegnati dai protagonisti più interessanti del panorama emergente, raccontano delle mutazioni sociali e culturali in corso nella ex-Yugloslavia: in questo ultimo decennio la moda slovena è diventata una protagonista importante del design contemporaneo, come testimoniato dal clima che si respira nelle strade principali di Lubiana, zeppe di nuovissimi store, originali e ricercati nello stile e nelle proposte. Fresh vuole promuovere l'immagine di freschezza, innovazione, dinamismo, internazionalità che contraddistingue questa ultima generazione di creativi. Fresh a cura di Simona Vidmar e Jure Purgaj fino al 1 aprile 2005 Venezia, Calle Malipiero 3073 Tel/Fax 041 2770466 info@aplusa.it - www.aplusa.it Stilisti: Uroš Belantic, Lara Bohinc, Tanja Devetak Gomez, Urška Dra &Toma Dra , Urša Drofenik, Zoran Garevski, Petra Grmek, Marjeta Grošelj, Leonora Jakovljevic, Toma Jastrobnik, Olga Košica, Monika Lorber, Zvezdana Pelengic Strajinovic, Nataša Peršuh, Jelena Prokovi?, Almira Sadar & Marija Jenko, Nika Urbas & Jana Urbas, Matja Vlah, Marta Vodeb. Griffato? No tarocco. Ma d'artista. Un nuovo progetto di Antonio Riello tra arte e moda Griffato? No, assolutamente falso. Anzi tarocco. Ma d'autore, rigorosamente. È Krime & Fashion project, il nuovo progetto di Antonio Riello, pensato appositamente per la mostra Il senso del Male (Galleria Arte contemporanea, a cura di Lorenzo Canova) e dedicato al sistema moda. Così l'irriverente artista ha deciso di prendere le parti dei cattivi, ovvero delle contraffazioni ed imitazioni di capi firmati. Tutto parte da un famoso coccodrillino, simbolo di una nota casa di abbigliamento, che viene riproposto - ma questa volta stampato, invece che cucito - su una semplice t-shirt bianca. Una linea di magliette che sarà provocatoriamente prodotta in nero e distribuita con i crismi del caso. "Insomma la vendetta del 'falso d.o.c.' sul cosiddetto 'originale'" spiega Riello "che paradossalmente diventa scontato e meno interessante della 'copia tarocca'". Krime & fashion project di Antonio Riello Il senso del Male, a cura di Lorenzo Canova Caserta, Galleria di Arte contemporanea Una Travelling Gallery girovaga e mutante. Raccontando storie di corpi, inaugura a Milano un nuovo spazio Una galleria nomade, flessibile, senza fissa dimora. Uno spazio che non c'è, o meglio che cambia volto ad ogni nuovo appuntamento. Nasce Travelling Gallery, un marchio sempre uguale ma con la caratteristica di adattarsi a sedi sempre diverse. Primo evento è la collettiva Dopo Coplans, a cura di Maria Grazia Torri, allestita negli spazi dello stabile del Mezzanotte. Una mostra sul corpo come fulcro della nostra esistenza, superficie significante e vero segno della presenza, del passaggio. Il Coplans del titolo è un artista - John Coplans, inglese, classe 1920 - che all'inizio degli anni '80, quando tutti inneggiavano al perfezionismo estremo del fisico, si soffermava invece sul corpo che invecchia e che muta. Fissandolo fotograficamente nel suo decadimento. Da qui lo spunto per questo progetto, una riflessione a più voci su un tema antico ma sempre aperto. Ci sono i corpi acefali di Alessando Bellucco, senza testa come essere senza un capo, senza ordini o principi superiori, un corpo libero affidatoci al caso o dal destino; c'è il corpotesto di Fabrizio Orsi, su cui la vita lascia segni, tracce, marchi, stampando cicatrici occulte o ostentate; e ancora la sofferenza di abitare un corpo, per tutta la sua durata, nei 'segni d'identità' mostrati da Rivkah Hetherington; fino alle metamorfosi necessarie con cui Marco Tronci Lepagier trasforma il corpo, contorcendolo, avvolgendolo, piegandolo alle sue deviazioni. Dopo Coplans fino al 23 marzo 2005 Milano, Travelling Gallery - Via Cola Montano, 6 -Tel 02 45484258 dal martedì al sabato dalle 16.30 alle 19.30 arte_eventi@infinito.it Exibart.onpaper Direzione Kassel L'unico metodo è l'improvvisazione. Parola di Roger M. Buergel, designato curatore della prossima edizione di Documenta, nel 2007. Tuttavia, riguardo la rassegna di Kassel, due o tre cose ben chiare le ha già. Tanto da annunciarle in anteprima in un incontro al Centre Pompidou di Parigi. Alle prese con l'antichità del moderno, con i confini e con il ruolo delle pratiche artistiche… Rispetto alla Biennale di Venezia, Documenta di Kassel - la più importante rassegna d'arte contemporanea in Europa assieme alla kermesse veneziana - si tiene ogni cinque anni. Uno spazio che permette al curatore una riflessione articolata sui temi portanti dell'esposizione, al punto che, davanti a tante edizioni scolorite della biennale, ognuna delle undici Documenta ha una sua fisionomia precisa, specchio fedele del momento storico ed artistico che ha attraversato. Non sorprenderà dunque che Roger M. Buergel, designato direttore artistico dell'edizione che aprirà a giugno 2007, abbia già le idee chiare sulla Documenta XII. Tanto chiare da esporle step by step in un recente incontro pubblico che ha avuto luogo al Centre Pompidou di Parigi. Tre gli assi principali: in prima istanza la Modernità che è diventata - giocoforza - la nostra antichità, ovvero un periodo ormai tramontato, ma con cui è necessario fare i conti. Come viene letta la tradizione moderna nei paesi non occidentali - dalla Russia post-sovietica al frastagliato mondo arabo - in cui spesso è stata iscritta nel territorio assieme alle logiche del colonialismo? Poi il rapporto fra individuo e potere sovrano, in un periodo in cui a livello individuale quanto collettivo - si ripensano profondamente concetti come sovranità dello Stato e cittadinanza legata ad un territorio. Che ruolo giocano le pratiche artistiche e come ripensare le intersezioni con l'agire politico? Quindi il ruolo dell'educazione, cioè della trasmissione del sapere soprattutto locale, dall'università ai movimenti sociali. Come rappresentare i saperi locali? Esiste un terreno d'incontro fra le rivendicazioni internazionali più radicali portate alla ribalta da un'invasiva manifestazione artistica e quelle a scala ridotta proprie della città ospitante? Un aspetto, quest'ultimo, caro al curatore e finora poco trattato, in aperta polemica con la moltiplicazione commerciale dei punti Guggenheim. Adottando un taglio storico, nella sua conferenza Buergel si è concentrato soprattutto sulla prima Documenta del 1955, un periodo in cui la città finiva d'esser ricostruita secondo un progetto concepito, a suo tempo, dagli stessi nazisti. Allora le opere di Mondrian e Picasso erano appese a muri ancora scrostati, con le finestre coperte da tende svolazzanti che ricordavano più un interno borghese che uno spazio museale. Eppure era presente quella fusione tra edificio, architettura ed opere che faceva dell'esposizione un nuovo medium. Proprio ciò che oggi abbiamo bisogno di riarticolare. Queste riflessioni, per quanto accennate, prenderanno pienamente forma fra due anni, eppure è giocoforza notare quanto l'impostazione di fondo sia fedele alla tradizione delle Documenta, in cui le dinamiche politiche hanno sempre avuto un ruolo cruciale, come confermano del resto le ultime due edizioni (C. David nel 1997; O. Enwezor nel 2002). E se Buergel sostiene che "l'improvvisazione è l'unico metodo", l'impressione è che in realtà l'esposizione sia già ben strutturata e che metta sullo scacchiere questioni di cui le pratiche artistiche hanno colto l'urgenza. Un ultimo appunto: sembra sempre più appropriato parlare di pratiche artistiche piuttosto che di opere, per lasciarci alle spalle un linguaggio che abbiamo ereditato con la sua zavorra storico-critica e che non ci aiuta più ad orientarci. Ed è a questo, del resto, che è sempre servita Documenta. [riccardo venturi] Il design internazionale? Si compra in rete. Arriva dritto a casa, su nomadedesign.com È nato un nuovo e-commerce interamente dedicato al design: nomadedesign.com, oltre che un vero e proprio virtual store, è una vetrina per la promozione di diverse realtà legate al design, dagli esemplari autoprodotti alle icone del design internazionale e del made in Italy, dalle edizioni limitate ad oggetti innovativi che arrivano dal panorama emergente, dall'eco-design al ready made... NOmadeDESIGN, ideato da Donato Nappo e Stefania Vairelli, diventa così un punto di ritrovo per tutti gli amanti ed i professionisti del settore, un contenitore di idee accessibile ad un pubblico vasto ed eterogeneo. Nel titolo c'è già tutta la filosofia che sta alla base del progetto: "No-Made", per un design nuovo, creativo, in divenire; "Nomade", per un design in movimento, capace di rispondere alle esigenze sempre mutanti della società e del mercato. Molti tra i pezzi esposti ed in vendita sul sito sono stati selezionati dai maggiori Saloni internazionali sul design: il Salone del Mobile di Milano, il Salone del Mobile di Parigi, la Biennale Internazionale del Design di Saint Etienne, in Francia. Due musei per Napoli. Il 26 marzo apre il Pan a Palazzo Roccella. E poi Palazzo Donna Regina, i cui saloni… Seimila metri quadri su due piani, una biblioteca, un caffe, una mediateca, un centro di documentazione. E naturalmente lo spazio per le mostre (che il direttore artistico Lorand Hegyi ha anticipato ad Exibart già qualche settimana fa). Ecco Palazzo Roccella, o meglio PAN - Palazzo delle arti di Napoli, come è stato ribattezzato in occasione della presentazione del logo partorito -a seguito di un concorso con quarantatre partecipanti- dallo specialista Alfredo Favi della agenzia Arké. "Come dice il nome stesso" ha dichiarato il sindaco Iervolino "Pan dovrà significare tutto ciò che una persona interessata all'arte possa desiderare". Durante la conferenza di presentazione si è fatto riferimento anche all'altro centro d'arte contemporanea partenopeo, quel Palazzo Donna Regina che dovrebbe inaugurare sempre in primavera e che, secondo indiscrezioni, presenterà ogni sua sala affrescata da un grande dell'arte contemporanea. I maestri - come ad esempio Francesco Clemente - sarebbero già a lavoro. "Con Pan e Donna Regina" ha sentenziato un soddisfattissimo Bassolino, governatore della Regione Campania "diamo a Napoli due spazi stabili, questo è un salto di qualità". Intanto appuntamento a Palazzo Roccella il 26 marzo per una pasqua all'insegna dell'apertura di Pan. 20.speednews Il nuovo Museo Damien Hirst di Roma? Forse è in anteprima a Londra... Damien Hirst si è preso anche la briga di atterrare nell'Urbe, di farsi accompagnare nel bellissimo parco di Villa Ada (ex possedimento della Corona Sabauda tra le lottizzazioni pariolin-borghesi di Roma Nord), di impegnare insomma un'intera giornata per visitare la cappella sconsacrata del Divino Amore. Ma, a sentire il The Art Newspaper, il campione dell'arte british se ne sarebbe tornato a Londra senza aver visto gli spazi. Tutto chiuso, nessuno per aprire. Nonostante lo spiacevole episodio, sembra che il Museo Damien Hirst (così già lo chiama qualcuno, nella Capitale) si faccia per davvero. Sempre per iniziativa di quel Carlo Bilotti che ha appena inaugurato nella sua Cosenza (ma da decenni vive e fa l'industriale milionario a New York City) un notevole parco di sculture - regalo che gli è valso il cambio di nome in Piazza Bilotti di uno dei principali salotti cittadini - e che ha da alcuni mesi perfezionato la donazione ancora al comune di Roma di una ventina di preziosissimi de Chirico che costituiranno, manco a dirlo, il Museo Carlo Biliotti in fase di allestimento (opening per marzo 2006) nella restauranda Aranciera di Villa Borghese. Dunque Biliotti dopo il classico Giorgio de Chirico rilancia nella capitale con il trasgressivo Damien Hirst e con il recupero di un altro gioiellino architettonico incastonato in un parco storico. "Se ne parlerà in tutto il mondo" ha giurato qualche mese fa a Il Messaggero il figlio e collaboratore del collezionista Roberto Bilotti che vive regolarmente a Roma. E per i curiosissimi c'è anche modo di vedere in anticipo quel che sarà il Damien Hirst Museum of Rome. Sì perché nella sede londinese della Gagosian Gallery a Britannia Street è allestita sino al 26 marzo The Bilotti Paintings, una mostra dove il riccone calabroamericano espone proprio quei quadri che ha intenzione di regalare alla Città Eterna. L'altro volto di Daniele Galliano Un vero e proprio sketchbook in mille esemplari prodotti dalle gallerie In Arco di Torino e Distrito Cu4tro di Madrid. Lo ha realizzato Daniele Galliano (Pinerolo, Torino 1961) nel settembre del 2004 e circolava quasi clandestinamente come si addice a chicche di tal fatta - fra gli stand di ArteFiera. Infatti vi si scopre un volto, o meglio alcuni volti inediti del pittore piemontese, fra i più interessanti figurativi nostrani. Nella prima parte la "storia" mette in scena l'abbordaggio da parte di un borghese padre di famiglia di una vampiresca transessuale, chiusa dalla laconica scritta "peccato". La seconda e più cospicua serie di disegni ha un taglio ancor più direttente geopolitico, e dopo l'insegna "Svegliatevi!", alterna considerazioni ed immagini che coinvolgono l'establishment statunitense e l'integralismo islamico. Con una chiusura verbo-visiva in grande climax ascendente, assolutamente da osservare e meditare. (marco enrico giacomelli) Alighiero Boetti immagine-simbolo per Wet. La moda sceglie l'arte come testimonial Exibart.onpaper Uno Spazio Dinamico per l'arte a S.Giuliano Terme. Vladimir Skoda inaugura le attività Presentata al pubblico la neonata associazione Spazio Dinamico P.M.E, una realtà che si propone come riferimento per l'arte contemporanea. Lo scopo è quello di accogliere e promuovere nuovi talenti e artisti affermati, presentando al pubblico tutti i linguaggi dell'arte, dalla pittura alla video-installazione, dalla grafica alla scultura. Sede delle esposizioni è ACMEZERO4, ditta che lavora nell'ambito degli allestimenti museali e delle iniziative culturali: un loft ricavato dalla porzione di una vecchia falegnameria dismessa, dove un ampio spazio è stato messo a disposizione per attività espositive e manifestazioni culturali. In alcune occasioni gli eventi si terranno in contemporanea alle Terme della Versilia,nei locali di Villa Undulna, mentre sono in corso accordi per collaborazioni con alcuni grandi spazi a Milano. In occasione del battesimo si presenta Eclissi, una mostra di Vladimir Skoda, artista russo residente a Parigi. Presenti una selezione di opere grafiche - realizzate, dal 1994 al 2001, con varie tecniche, dall'acquaforte fino alla computer grafica - e un'istallazione luminosa dal titolo Badria, costruita intorno al fenomeno luminoso ed al movimento oscillatorio della sfera. A Napoli le provocazioni hard di Terry Richardson. By Changing Role lo scandalo Kibosh Trasgressivo fino all'osso, provocatorio ed eccessivo, Terry Richardson giunge con Kibosh ai limiti della sua poetica, da sempre orientata verso l'estremo potere seduttivo dell'immagine. Fotografie erotiche che sfociano nella pornografia, interpretando il sesso con ironia dissacrante ed ostentata leggerezza: un gioco normale e insieme osceno, da svelare in tutta la sua sovversiva potenza. È la celebrazione dell'hard come affermazione del piacere impudico, svicolando da ogni perbenismo patinato ed ammiccante. L'ultimo lavoro scandalo di Richardson - star del fashion-system internazionale, collaboratore di testate come i-D, Dazed and Confused, Vogue, Harper's Bazar, responsabile di campagne per Yves Saint-Laurent, Gucci, Levi's, Hugo Boss, Anna Molinari, Costume National, Matsuda, Sisley - viene adesso presentato presso il Rosario Farina Haute Couture di Napoli, su iniziativa della Galleria Changing Role. Una selezione di immagini tratte dalla serie Kibosh - già documentata inte- Terry Richardson - Kibosh gralmente in un raffinato volume (Damiani Editore) edito da Damiani- viene così mostra- Napoli, Rosario Farina Haute Couture ta al pubblico (ammessi solo visita- Palazzo Cellammare, via Chiaia, 149 tori dai 18 anni in su!) in una esposi- fino al 4 aprile 2005 (solo su appuntamento) zione dai toni sicuramente forti e di mostra vietata ai minori di 18 anni Galleria Changing Role grande impatto estetico. (helga marsala) via Chiatamone 26, Napoli Tel 081 19575958, www.changingrole.com infogallery@changingrole.com Archeo-Ikea alle porte della capitale Una sorpresa che andrà ad allargare il network archeologico capitolino è letteralmente sbucata fuori dal cantiere per la costruzione del secondo centro commerciale Ikea, nella zona nord di Roma. L'insediamento commerciale-residenziale "La Porta di Roma" che dovrebbe inaugurare a giugno (non solo l'Ikea, ma anche appartamenti, aree verdi, ecc) costruito dalla Lamaro sarà dotato di un'ampia area archeologica. Durante il cantiere sono stati infatti rinvenute ville, strade, statue, mosaici ed un'osteria con decori erotici. Il tutto dovrebbe risalire IV secolo avanti cristo ed essere riconducibile all'insediamento latino di Fidene. Ultrafragola, parte il nuovo tv-art-magazine di Sky Quanto incide una campagna pubblicitaria sul destino e l'impatto di un marchio? Moltissimo, decisamente. L'arte contemporanea s'insinua spesso, in modo diretto o velato, nelle strategie comunicative di brand. Ed ecco che una giovane casa di moda marchigiana, la Designo, per promuovere Wet, il suo marchio d'abbigliamento uomo-donna, sceglie di scomodare nientemeno che... il mitico Alighiero Boetti. La modella, con felpa, cappuccio, t-shirt e sguardo ammiccante, posa davanti ad un arazzo dell'artista, genio indiscusso del dopoguerra italiano: le coloratissime lettere boettiane diventano l'inusuale quinta ed il simbolo di una linea, fresca, dinamica, easy. Un testimonial d'eccezione, non c'è che dire. Perché per un'azienda, si sa, l'immagine, è (quasi) tutto… (helga marsala) Arte e TV satellitare: dal 10 marzo scorso, ogni giovedì alle ore 22.00, appassionati e professionisti del settore potranno godersi la nuova serie di ULTRAFRAGOLA, tv-magazine dedicato al Design, all'Arte e all'Architettura, in onda su Cult, canale tematico di SKY (ch. 142). ULTRAFRAGOLA Dieci puntate in tutto per ripercorrere o scoprire la scena creativa - Oggetti, forme, design italiana - dalle sue gloriose tradizioni fino alle ultime frontiere della dal 10 marzo 2005 produzione contemporanea - ma anche per compiere un viaggio nel dieci puntate, ogni giovedì, h. 22.00 design internazionale - tra Barcellona, Mosca, Berlino, New York e una produzione CultNetworkItalia, Londra - alla ricerca di grandi talenti e nuovi trend. a cura di Francesca Molteni e Vanni Un contenitore zeppo di rubriche, interviste e servizi esterni, arric- Pasca chito da uno spazio fisso dedicato alle maggiori riviste di design ita- regia di Francesca Molteni liane. scenografia in studio Davide Presentano in studio Vanni Pasca, preside del Corso di Laurea in Pizzigoni Design Industriale dell'Università di Palermo, e Francesca Lucchini. cultnetwork@lagenzia.it Exibart.onpaper speednews.21 Fiere d'arte. Anche Bergamo adesso ha la sua Una collettiva tutta italiana a Miami. Trentadue pittori dal Premio Celeste espongono in Florida Le opere di trentadue artisti italiani sono esposte presso la Main Library di Miami, nella mostra New Horizons in Contemporary Italian Painting, organizzata dalla galleria L'Albero Celeste di S.Gimignano e dal Premio Celeste, concorso nazionale di pittura. Tra le migliaia di artisti - provenienti da ogni New Horizons in Contemporary parte d'Italia - che hanno partecipato al Italian Painting premio di diciottomila euro, il critico fino al 22 maggio 2005 Gianluca Marziani ne ha selezionati sessanta, ammessi in finale. Trentadue di queMiami-Dade Public Library - 101 sti sono ora invitati ad esporre presso la West Flager Street, Miami, Florida mostra di Miami. Tel 305 375 1413 www.mdpls.org Fiere e biennali pare non siano mai troppe. Ecco anche in quel di Bergamo arrivare la Mostra Mercato di Arte Moderna e Contemporanea, alla sua prima edizione per l'appunto. Utopia è il titolo - inflazionato e piuttosto impegnativo - scelto per questo debutto. Un altro rendez-vous italiano col mercato dell'arte, che va ad arricchire insieme a Nuova Fiera di Bergamo BergamoAntiquaria - mostra mercato d'alto Utopia - prima edizione antiquariato, arrivata alla seconda edizione Bergamo, Via Lunga -, la proposta fieristica lombarda riferita al fino al 21 marzo 2005 dalle 11:00 alle 20:00 settore del collezionismo d'arte. biglietto euro 7,00 Tel 03 5935528 radics@tiscali.it Mimmo Paladino e il teatro. Tutte le scenografie al Museo d'Arte di Ravenna Mimmo Paladino affianca all'attività pittorica, scultorea e grafica, una fervida produzione di progetti scenografici. Il Museo d'Arte di Ravenna presenta una vasta selezione di questi straordinari lavori alla ricerca incessante di un dialogo tra parola, musica e spazio scenico. Dal primo allestimento per La sposa di Messina di Schiller, regia di Elio de Capitani, all'enorme cavallo di bronzo ideato per l'Hortus Conclusus di Benevento. Dorotheum, casa d'aste viennese, apre una succursale a Milano Dorotheum, la più antica e rinomata casa d'aste austriaca (fondata nel 1707), una delle maggiori in Europa, apre la sua prima sede italiana a Milano. Sono offerti servizi di assistenza a tutti gli appassionati interessati ad acquisire e vendere opere, tramite piccole esposizioni e giornate di expertise, effettuate da esperti presenti a scadenze prestabilite (consulenze disponibili anche a domicilio). Doretheum si occupa di dipinti antichi, arte moderna e contemporanea, design, mobili, arredi, oggetti d'arte del XIX e del XX (porcellane, maioliche, vetri, gioielli, argenteria antica, orologi, strumenti scientifici, globi storici). Molti degli oggetti che vengono battuti durante le quattro settimane viennesi di "aste a tema" - eventi clou del mercato dell'arte e dell'antiquariato austriaco, organizzate al Palais - verranno mostrate in anteprima nello spazio di Milano, per tornare alla casa madre in tempo per la tradizionale esposizione che precede l'asta. Protagonista dell'inaugurazione della nuova sede italiana è una selezione di opere fra dipinti antichi, sculture, vetri, porcellane, gioielli e mobili che andrà in asta a Vienna, a metà aprile 2005, durante la prima settimana di aste a tema. Mimmo Paladino in Scena a cura di Claudio Spadoni fino al 17 luglio 2005 Museo d'Arte della città di Ravenna Loggetta Lombardesca - Via di Roma 13 Ravenna, Santa Maria delle Croci - Via Guaccimanni Tel 0544 482035 info@museocittà.ra.it catalogo Silvana Editoriale Milano, riaprono al pubblico i caselli di Porta Venezia. Con tre giovani artisti dalla collezione Stellatelli Gli ex Caselli Daziari di Porta Venezia, storico monumento milanese, vengono restituiti alla città dopo i lavori di restauro diretti dall'architetto Paolo Favole. Una mostra celebra l'importante evento: direttamente dalla Collezione Antonio Stellatelli, sono esposte venticinque opere dei tre giovani Federico Guida, Davide Nido e Dany Vescovi. Antonio Stellatelli, da sempre grande appassionato d'arte contemporanea, ha raccolto nella sua vasta collezione un importante nucleo della figurazione italiana under 50 (Frangi, Pignatelli, Bazan, Velasco, Papetti, Petrus …). I tre artisti selezionati - rispettivamente dediti al ritratto, alla natura morta ed all'astrazione - sono alcuni tra i migliori rappresentanti di quella generazione di artisti figurativi seguiti dall'Officina milanese fin dagli anni Ottanta. Apertura casa d'aste Dorotheum Milano, Via Boito 8 Tel 02 3035241 angelica.cicogna@dorotheum.it Arte e musica alla Fondazione Maimeri. Apertura della nuova sede milanese La Fondazione Maimeri ha una nuova sede, in corso Cristoforo Colombo a Milano. Per inaugurare gli spazi e dare avvio alle attività, la fondazione ospita la mostra Evocazioni, protagonisti l'artista Valerio Adami ed il musicista Mario Lavezzi, interprete, compositore e produttore, che ha scritto tra gli altri per Lucio Dalla, Loredana Berté, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Anna Oxa e Ornella Vanoni. La mostra, a cura di Alberto Fiz, rientra nel progetto il Colore della Musica, giunto alla settima edizione, che ha l'obiettivo di porre in relazione Evocazioni - Valerio Adami e l'arte e la musica. Adami preMario Lavezzi senta circa trenta opere tra a cura di: Alberto Fiz dipinti e disegni, sul tema della Milano, Fondazione Maimeri musica, realizzate negli ultimi Corso Cristoforo Colombo, 15 venticinque anni, mentre fino al 30 aprile 2005 Lavezzi ripercorre, in una perIngresso libero formance musicale con alcune Catalogo: testi italiano inglese di star della musica, i suoi brani Alberto Fiz e Mario Luzzatto più famosi. Fegiz, edito da Charta Edizioni GUIDA NIDO VESCOVI Tre artisti milanesi a Milano Milano, ex Caselli Daziari di Porta Venezia fino al 16 maggio 2005 da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00 Ingresso libero Catalogo Publi Paolini, Mantova Tel 02 29536552 rita.fiori@cncc.it Una mostra su Francesco Lojacono per la nuova sede della Galleria d'Arte Moderna di Palermo È partito il conto alla rovescia per l'inaugurazione della nuova sede della Civica Galleria d'Arte Moderna di Palermo. Si attende con ansia, il prossimo 1 ottobre, il taglio del nastro di questa nuova importante realtà museale che a molti, ormai, sembrava solo un'altra eccellente incompiuta della città. La Galleria, istituita nel lontano 1906, fu inaugurata infatti nel ridotto del Teatro Politeama quattro anni dopo, nel 1910, in un allestimento allora definito "provvisorio", ma fino ad oggi rimasto anche l'unico. Soltanto pochi anni fa, dopo vari tentativi andati a vuoto, la nuova sede della Galleria è stata finalmente individuata nel quattrocentesco complesso monumentale della chiesa di sant'Anna la Misericordia e dell'attiguo Palazzo Bonet. Ad aprire trionfalmente i battenti sarà l'esposizione Francesco Lojacono 1838-1915, presentata dall'amministrazione comunale e dai curatori lo scorso 17 gennaio, in anticipo di dieci mesi su un evento che nelle premesse si intende di grande importanza e richiamo. È di fatto questa la prima rassegna monografica dedicata al maestro indiscusso della pittura di paesaggio in Francesco Lojacono 1838-1915 Sicilia, con opere in prestito da importanti collezioni pub1 ottobre 2005-8 gennaio 2006 bliche e private, come quelle del Museo di Capodimonte Palermo, Civica Galleria d'Arte Moderna (Il duello), del Quirinale (l'Arrivo inatteso, acquistato dalla Ex-convento di Sant'Anna la Misericordia regina Margherita nel 1883), del principe di Trabia, della La mostra, a cura di Carlo Sisi, Fondazione Banco di Sicilia, della Fondazione Whitaker Ferdinando Mazzocca, Luisa Martorelli, e della stessa Galleria d'Arte Moderna di Palermo. Antonella Purpura e Gioacchino Barbera, Il progetto scientifico della mostra, illustrato da Carlo è una produzione Campodivolo - Progetti Sisi, punta alla definizione di alcuni nodi cruciali dell'iter e servizi per l'arte, la comunicazione e i di Lojacono, soprattutto con riferimento ai viaggi in Italia beni culturali. e all'estero, alla partecipazione alle Esposizioni Tel 091 6090308 Nazionali e Internazionali e al confronto con la produziowww.francescolojacono.it ne e le ricerche a lui contemporanee. info@francescolojacono.it (davide lacagnina) 22.speednews Exibart.onpaper La galleria T293 raddoppia. Nuovo spazio a Napoli ed un'installazione sonora di Jordan Wolfson La galleria T293 di Napoli si sdoppia, potenziando ulteriormente la sua attività di promozione di giovani artisti italiani ed internazionali. Accanto alla vecchia sede di via dei Tribunali - che continuerà ad accogliere ufficio e show-room - il nuovo spazio di Piazza Amendola, che ospiterà mostre ed eventi, apre giusto a poca distanza dal Palazzo dell'Arte, il nuovo centro d'arte contemporanea cittadino che promette di aggregare attorno a sé l'art district partenopeo. T293 presenta per l'occasione la personale di Jordan Wolfson (U.S.A, 1980), un progetto inedito intitolato Jeim-noJordan Wolfson pedti: nello spazio vuoto e completamente bian"Jeim-no-pedti" co della galleria l'installazione sonora di opening: 21 marzo 2005 Wolfson diffonde una rielaborazione della alle 18,30 Gymnopédie n°1 di Erik Satie, eseguita al fino al 14 maggio 2005 piano dalla madre dell'artista, in maniera diletnapoli, T293 - piazza tantesca. Un'opera invisibile che produce un amendola 4 dal martedì al sabato dalle sottile effetto di spaesamento, immergendo il 16.00 alle 20.00 pubblico nel tessuto sonoro precario, incompiusede legale e showroom: to, alterato da errori e difetti. Giocando con il via tribunali 293 titolo del celebre brano lo spazio espositivo si Tel/Fax 081 295882 trasforma in una sorta di luogo per "ginnastica info@t293.it dei piedi" il cui pavimento bianco non sarà puliwww.t293.it to fino al termine della mostra. Torino, è morto l'artista Aldo Mondino È scomparso uno degli artisti italiani più noti e apprezzati del dopoguerra. Aldo Mondino (Torino, 1938) si è spento nella notte tra il 9 e il 10 marzo, nella sua città. Sperimentatore lirico e raffinato intellettuale, Mondino parte dall'esperienza dell'arte povera e concettuale per poi dedicarsi ad una ricerca pittorica originalissima, tutta orientata all'indagine del rapporto tra realtà e immaginazione. Celebri i suoi lavori sulle danze sufi, straordinarie tele in cui dervisci roteanti celebrano il fascino mistico della cultura orientale. Mondino ha esposto in importanti gallerie e musei internazionali; nel 1993 partecipa alla quarantacinquesima edizione della Biennale di Venezia, dove gli viene dedicata una sala personale. Aldo Mondino - A Thevantepec, 1999 - courtesy Galleria Astuni La video-archeologia di Gary Hill. Un restyling per il Colosseo Un'indagine archeologica inusuale, una riscoperta della storia di Roma attraverso il linguaggio del video e della performance: Gary Hill, artista americano di fama internazionale, è invitato a realizzare un intervento straordinario per il Colosseo, un lavoro giocato sulle complesse dinamiche fra immagine/suono e spazio/tempo. Il progetto si articola lungo quattro mesi, dal 14 aprile al 31 luglio 2005. Tre tappe in tutto: ad aprile si accenderanno le prime proiezioni, cinque immagini che scorrono sulla superficie dell'architettura, collocate dentro cinque fornici all'interno del Colosseo. Si aggiungeranno, l'11 maggio, tre nuove proiezioni negli Ipogei del Colosseo, una sull'abside del Tempio di Venere e Roma e una presso la Porta Libitinaria. Infine le visioni metafisiche di Hill diventeranno dei veri e propri personaggi in una performance-spettacolo sul piano dell'arena (giugno 2005). Le immagini si rivelano lentamente in forma di apparizioni sonore e luminose non invasive, consentendo una percezione inedita e intensa del monumento classico per eccellenza, reinterpretato grazie a una provocazione poetica di grande bellezza. Gary Hill - Projecting Rome a cura di Ester Coen e Giuliana Stella Roma, Colosseo 14 aprile - 31 luglio orari: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.15 (la biglietteria chiude un'ora prima) biglietti: 10 euro intero; 6 euro ridotto Informazioni e prenotazioni: +39.06.39967700 (lunedì-sabato 9-13.30 e 14.30-17) www.pierreci.it Catalogo Electa A Roma continua la formazione dell'art district attorno al Macro E chi l'ha detto che le gallerie d'arte devono starsene solo in centro? La verità è semmai il contrario se si osservano le ultime tendenze di Milano, dove si sta creando un quartiere dell'arte nientemeno che a Lambrate, di Bologna, con il nuovo polo nella zona dell'ex Forno del Pane, e di Roma. Proprio nella capitale pare essere il Macro - sebbene ancora in via di completamento - l'elemento aggregante per un nuovo art district capitolino. Dopo le aperture della galleria (ma trattasi quasi di kunsthalle) Oredaria, di MondoBizzarro transfuga da Bologna e del SoleProject, l'11 aprile sarà la volta di L'Union arte contemporanea. Con una mostra personale di Stanislao di Giugno - curata da Lorenzo Benedetti e da Emanuela Nobile Mino - la nuova galleria inaugurerà le sue attività a Via Reggio Emilia. La programmazioGalleria L'Union ne futura? "Giovani artisti Via Reggio Emilia 32a della scena internazionainfo@lunion.it le" dichiarano i galleristi. Tel 06 99706573 Exibart.onpaper index.23 [50] [62] [32] [34] [58] [52] [59] sommario [45] 21 handbag [53] around [54 - 55] fashion [56] Se il committente è di moda visualia [57] Siamo tutti malati d’infanzia? decibel [58] Nikolaus Gansterer & The Transacoustic Research in fumo [59] L’istinto di Paz libri [60] Otto donne per Rosalind pre[ss]view [61] inteoria [24] Sublimegrottesco [25] Sbirri in tv. Perchè così tanti? approfondimenti [26] E L’agriturismo si fece museo [27] Berlino dieci anni dopo [28] C’erano una volta due italiane a Tribeca [29] Da Piranesi a Keith Haring [30] Rivisteria mondo [31] Collezionate, gente! [32-33] The Acconci story biennale [34] nuovi spazi [35 - 37] déjà vu [38 - 43] recensioni [44] XIV Quadriennale d’Arte di Roma [45] Nunzio [46] Boldini [47] Philip-Lorca diCorcia intervallo [48] recensioni [50] La collezione Würth [51] Bianco-Valente - Adaptive / Joel Meyerowitz - Changing Time [52] Massimo Bartolini design [62] Il lusso? È roba nostra architettura [63] Décosterd e Rahm architetti dell’invisibile exibinterviste [64] Manfredi Beninati ou? [65] exibart.agenda [66 - 75] fotofinish [76 - 77] hostravistoxte [78] I quattro insegnamenti di Harald GRACIAS. pubblicità su Exibart? adv@exibart.com | 0552399766 questo numero è stato realizzato grazie a… Ab Origina Agheiro Arte Contemp. Albero Celeste Alef Coop. Sociale Arte da mangiare Arte ed Altro Artelibro Arturarte Artour-o Ass Cult. Proposta Ass. Cult. Metamorfosi Centro d'arte La Bussola Città di Castello Comune di Alessandria Comunicare Organizzando Fondazione Un Paese Fondazione Zappettini Galleria Allegretti Galleria Civica di Trento Gall. Civ. Ezio Mariani Galleria PaciArte Galleria Paolo Curti Galleria Perugi Galleria Pinxit Galleria Poggi Gam Gianfranco Zappettini Iarrobino Art Gallery affollamento pubblicitario 29% In Arte Workshop La Casa del critico La Giarina Magrorocca Man Nuoro Miart Milan Art center Nt Gallery Opera Lab. Fiorentini Paolo Erbetta Patrizia Buonanno Perform ArteContemp. Pinxit Arte Contemp. Pitti Discovery Poliart Proart Prov. Bolzano Quadriennale di Roma Rosetta Berardi Silvana Editoriale Studio De Angelis Studio Pesci Studio Sughi Studio6 The Flat Transarte Velan Zucca Arte Design 24.inteoria Exibart.onpaper a cura di christian caliandro Sublimegrottesco Una serie di flash teorici e visionari attraverso i percorsi del sublime e del grottesco. Dall'underground alla storia. Da Victor Hugo a Vasari. Con una serie di regali visivi - rigorosamente tra parentesi quadre - per immaginare sublimando grottescamente insieme a Douglas Gordon, Louise Bourgeois, Francesco Clemente, Robert Gober, Cindy Sherman, John Currin… " [La poesia] si metterà a fare come la natura, a mischiare cioè nelle sue creazioni, senza tuttavia confonderle, ombra e luce, grottesco e sublime. In altri termini, corpo ed anima, bestia e intelletto: perché il punto di partenza della religione è sempre anche il punto di partenza della poesia ." Victor Hugo, prefazione a Cromwell, 1827 Come di consueto, le parole non sono mai diafane come si pensa. Grottesco non fa eccezione. Abbagnano parla d'una "specie del comico" e, citando Santayana1, lo definisce l'esagerazione di un tipo ideale o la combinazione di caratteristiche afferenti a diversi modelli. Sorge lo spettro del caricaturale, con i Carracci o Bernini, gli scherzi del Tiepolo o i capricci di Goya [Inka Essenhigh, Chainlink Fence, 2004].2 Il grottesco non suscita il riso, piuttosto l'irrisione. "Fa ridere a causa della sua stravaganza"3, per dirla con Corneille. D'altra parte, grottesca o raffaellesca era la decorazione murale, ispirata alla Domus Aurea, diffusa a partire dalla seconda metà del XV secolo, "caratterizzata da fantasiosi e bizzarri motivi ornamentali e figurativi" 4. Finché quegli stessi affreschi divennero anche espressamente ridicoli o licenziosi, come ricorda un infastidito Vasari. Questo sintetico aperçu fornisce gli elementi che permettono di definire il grottesco come un particolare tipo di comico che conduce all'irrisione, eventualmente per tramite della Da sinistra: Paul McCarthy - Santa Long Neck, 2004. Courtesy of the artist, Hauser & Wirth (Zurich-London), Luhring Augustine (NY). Peter Saul - Brush Your Teeth! / Ok, I Messed Up. What's Next?. Courtesy of the artist, Nolan/Eckman (NY). Photo: H. Lotz caricatura, ottenuta grazie ad un'esagerazione di caratteristiche peculiari del "modello". Primo spunto: la V Biennale di Santa Fe , che il curatore Robert Storr ha intitolato Disparities and Deformations: Our Grotesque. Gli artisti invitati forniscono notevoli spunti di riflessione per sviscerare la costellata fenomenologia del grottesco, come hanno d'altra parte fatto le arti performative, dalla Commedia dell'Arte a Dario Fo. Ma più che fornire una galleria d'esempi, come spesso avviene nella recente critica d'arte, proporremo un'ipotesi. Secondo spunto: il fiorire di articoli in merito ad una presunta rinascita del Sublime5. Non è certo questa la sede per discutere una categoria tanto controversa. Ciò che però emerge con insistenza è un retaggio romantico che ravvisa nel grottesco l'antonimo del sublime. Ma quale senso ha oggi individuare tali categorie, o ancor più un rapporto così statico fra esse, se da un lato non se ne discutono le caratteristiche e dall'altro non si prende in considerazione il fatto che ogni categoria sembra fortunatamente aver ormai ceduto le armi della propria monoliticità? Non si potrà poi tacciare di "postmodernismo" - qualunque cosa ciò significhi… - chi rivendica una certa boundlesness, poiché già Thomas Mann sosteneva il tragicomico piuttosto che le presunte distinzioni fra tragedia e commedia. Il refrain è il medesimo: l'acriticità sempre rinnovata di certa critica, che ha l'amaro sapore di una mitologia sempreverde. Le conseguenze tuttavia sfuggono di mano. Nella fattispecie, calando "dall'alto" due categorie private del loro contesto, paradossalmente si genera un Nuovo Sublime che è l'apogeo del grottesco (critico). In altre parole, se l'intento era un velato ritorno all'Ordine, in realtà si contribuisce a confondere le proverbiali acque. Va detto chiaramente: il sublime moderno è l'ipostasi di un'etica (del lavoro) di stampo calvinista. E se ad un primo sguardo il grottesco può apparire come suo opposto, in realtà sospende solo temporaneamente il sistema vigente. È un pantagruelismo domenicale . Altrimenti detto, è sovente la valvola di sfogo gramscianamente organica della morale borghese [John Currin, Bent Lady, 2003]. In ciò il grottesco è strutturalmente differente dal parodico, è un chiaro portato umanista. Prova ne sia che il grottesco ed il suo contrario, comunque lo si voglia chiamare, si basano sull'esemplarità, su un modello che viene idealizzato o reso caricaturale [Jim Shaw, Dream Object, 2001]6. Ma non è tutto. L'irrisione sulla quale si basa il grottesco è l'espressione di un senso di superiorità, come sottolinea Baudelaire.7 E se sono piovute le critiche al grottesco, esse provenivano da ali ancor più conservatrici, puriste ed austere. Si pensi all'"immacolato modernismo" di Adolf Loos e alla sua strenua opposizione verso tutto ciò che è "primitivo, alieno, degenerato, effeminato e volgare" [Ricci Albenda, Tesseract, 2001]8. Evidentemente si tenta di scacciare e sublimare l'Altro, di soffocare il traumwerk di Dürer e Freud [Bruce Conner, Inkbot Drawing, 1991]. Sforzo che si proietta dall'interno all'esterno e viceversa, come insegna la psicoanalisi e il complesso di discorsi sull'Io fissurato [Douglas Gordon, Monster , 1997; Louise Bourgeois, Cell XXIV (Portrait), 2001], e che come il goyano "sonno della ragione" genera onirici mostri [Lari Pittman, Untitled #11 , 2003]. Come non pensare all'occidentrismo che al tempo stesso fagocita l'Altro e lo espelle [Francesco Clemente, Vowels, 1994]? Un meccanismo che si ripropone con regolarità, supportato da una visione della storia come ciclo e al contempo susseguirsi di fratture. Così il grottesco indossa i panni di ciò che altri chiamano barocco, cioè l'anticlassico, fase culminante che già annuncia il futuro. In conclusione, il rischio che si corre nell'adottare con superficialità certe categorie gravide di storia critico-politica, nella fattispecie conduce a uno schizofrenico sostegno della purezza del bastardo9, pur sapendo che il grottesco è "ibridazione per eccellenza"10. Ovviamente la mancanza di esprit critique crea concetti-ombrello, e in questo caso il grottesco diviene sinonimo di trash, guignol, splatter, porno o unheimlich [in ordine sparso: Tom Friedman, Untitled , 2000; Cindy Sherman, Untitled #190 , 1989; Robert Gober, Untitled Candle, 1991]. Qualche speranza? Certo, e proviene dagli anfratti di ambienti underground, dove il grottesco - come detto in precedenza - è in realtà parodia. Critica consapevole ed éngagée, ma che non fa sermoni, ricordando lo Hop Frog di Edgar Allan Poe [Peter Saul, Brush Your Teeth!, 2003]. In fondo non è sufficiente basarsi sui titoli delle biennali per dire che a Santa Fe si parla di grottesco e a Gwangju (A grane of dust, a drop of water) di sublime… [marco enrico giacomelli] 1 N. Abbagnano, Dizionario di filosofia, Utet, Torino 1971², ad vocem. G. Santayana, Il senso della bellezza (1896), a cura di G. Patella, Aesthetica, Palermo 1997, § 64. 2 Fra parentesi quadre sono indicati alcuni lavori attinenti presentati alla Biennale di Santa Fe. 3 P. Corneille, L'Illusion comique (1636), in Œuvres complètes , Seuil, Paris 1989, III, 3. 4 Edigeo (a cura di), Enciclopedia dell'Arte, Zanichelli, Bologna 2004, ad vocem. 5 Cfr. per esempio G. Molinari, L'emozione che viene dal freddo. Il ritorno del sublime, in "Flash Art Italia", 248 (2004). 6 M. Kelley, Foul Perfections: Thoughts on Caricature (1989), in Ib., Foul Perfections: Essays and Criticism, Mit Press, Cambridge (Mass.) 2003. 7 C. Baudelaire, Dell'essenza del riso e in generale del comico nelle arti plastiche (1855), in Ib., Scritti sull'arte, a cura di E. Raimondi, Einaudi, Torino 2004. 8 R. Storr, in V SITE Santa Fe's Fifth International Biennial, cat., Santa Fe 2004, p. 21 e 23. 9 D.F. Krell, The Purest of Bastard. Works of Mourning, Art, and Affirmation in the Thought of Jacques Derrida, The Pennsylvania State University Press, University Park 2000. 10 R. Storr, op. cit., p. 27. Cfr. P.C. Fraschini, La metamorfosi del corpo. Il grottesco nell'arte e nella vita, Mimesis Edizioni, Milano 2004; G. Verzotti - L. Vergine (a cura di), Il Bello e le bestie. Metamorfosi, artifici e ibridi dal mito all'immaginario scientifico, cat. Mart, Skira, Milano 2004 Exibart.onpaper inteoria.25 a cura di christian caliandro Sbirri in tv. Perché così tanti? La Squadra, Carabinieri, Distretto di Polizia, R.I.S. Vi dicono qualcosa? Esatto, si tratta di alcune delle serie televisive che hanno come protagonisti tutori dell'ordine. Che, guardacaso, lavorano tutti in squadra. Un piccolo saggio per riflettere su un genere televisivo che, oltreoceano, è un 'fenomeno' da quarant'anni. E che da noi è portato, specie in questi anni, all'eccesso. Banale entertainment o sottile strumento di potere…? Spesso li abbiamo trovati in coppia. Sguardo macho e moto per inseguimenti spettacolari sulle strade della California ( I Chips). Oppure in versione femminile, alle prese con i malavitosi di New York ed il maschilismo dei colleghi (come in New York New York , variante anti-patriarcato di Charlie's Angels ). Altre volte da soli: avevano impermeabile e aplomb da cancelliere tedesco (L'ispettore Derrick ) oppure bermuda hawaiani, Ferrari e villa con piscina ( Magnum P. I.); sono stati disillusi ed induriti dallo scontro con i poteri forti ( La piovra ) o piuttosto genuini come le province in cui si muovevano ( Il commissario Montalbano). Dopo il precedente di Hill Street Blues , cult in America (in Italia con il nome di Hill Street giorno e notte ), molti preferiscono il lavoro di squadra. Anche le loro storie ci sono arrivate in una grande varietà di registri e tonalità: scandite dai ritmi adrenalici dell'action ( Cops squadra speciale ) o diluite nella cantilena buonista della commedia all'italiana (uno per tutti? Il maresciallo Rocca ); immerse in atmosfere crude e realistiche ( NYPD - New York Police Department) o rivestite da una generosa patina di glamour ( Miami Vice ). Alcune serie hanno insistito sui toni drammatici, altre hanno puntato sulla formula del giallo, a volte con varianti esoteriche ( X-files ) o virtuosismi high-tech ( C.S.I. Crime Scene Investigation, l'italiano R. I. S.- Delitti imperfetti). Di chi stiamo parlando? Ovviamente di loro, i poliziotti della fiction televisiva. E non solo i poliziotti: intere flotte di investigatori privati con regolare porto d'armi, agenti dell'Fbi, rangers texani; in Italia soprattutto Carabinieri, ma anche avvocati, magistrati, medici legali e, ultimamente, persino le Fiamme Gialle… se si escludono i celerini (ma chissà, magari nella prossima stagione…) ed i controllori di Trenitalia, praticamente il prodotto narrativo medio della tv ha portato in scena ogni tipologia di tutore della legge. La spiccata predilezione di questo medium per le forze dell'ordine potrebbe far pensare ad un inquietante universo disciplinatorio, che sorveglia e punisce con ogni mezzo, avvalendosi di ritrovati tecnologici come dell'ausilio delle forme di vita più diverse: cowboy metropolitani se ne vanno in giro per le strade di Manhattan cavalcando ( Uno sceriffo a cavallo ), poliziotti inseguono bande di dina- mitardi nella periferia di Vienna in compagnia di un pastore tedesco ( Il commissario Rex ), battono il cielo sopra Berlino a bordo di un elicottero ( Helicops ), fanno appostamenti nelle strade di Bologna in compagnia d'intellettuali anarcoidi ( L'ispettore Sarti ). La televisione, però, prima ancora che una fucina d'immaginario ed un grande serbatoio di materiale simbolico, è soprattutto un sistema economico ed un apparato produttivo, organizzato da regole e filosofie che sono mutate nel corso del tempo. È in questa dimensione che devono essere spiegate le forme ed il senso del suo narrare. Le detection story rappresentano in realtà un'antica frequentazione del piccolo schermo, e compaiono nell'offerta di molti Paesi europei già negli anni '60 e '70, nella forma di adattamenti letterari da classici del giallo (firmati da Simenon, Doyle, Greene, Chesterton): in linea con il progetto educativo e culturale del servizio pubblico, le storie del piccolo schermo si ispiravano infatti alle opere della letteratura internazionale. Naturalmente si tratta di produzioni che, proprio per questa matrice, risultavano molto diverse dal poliziesco di oggi. Esso ha letteralmente travolto i palinsesti europei dagli anni '80 in poi, quando l'ambiente competitivo creatosi dopo la rottura del monopolio televisivo impose la necessità di fidelizzare il pubblico e sottrarlo alla concorrenza: la fiction seriale statunitense - costituita per gran parte di cop shows - era il materiale ideale per riempire palinsesti adesso sempre più dilatati, perché poco costosa, riutilizzabile e già tagliata per gli inserimenti pubblicitari. Infine, quando i sistemi televisivi europei hanno abbandonato le caratteristiche artigianali per dotarsi di una fisionomia industriale, la produzione di fiction domestica è cresciuta ovunque ed ovunque il poliziesco, nelle sue mille varianti, ha continuato ad offrire una preziosa risorsa, soprattutto per i programmi a carattere seriale. Per quale motivo? Aveva alle spalle consolidati codici di genere, ed offriva vantaggi economici e drammaturgici. La centralità di caserme di polizia e questure consente di ambientare buona parte delle storie in interni, abbattendo i costi di produzione, ma anche di introdurre sviluppi narrativi sempre nuovi, legati alle vicende personali dei protagonisti, alle dinamiche sentimentali e professionali tra colleghi, ai numerosi "casi umani" con cui il lavoro li mette a contatto. C'è, però, un dato singolare all'interno di questo trend. Se riscontrate una sovra-rappresentazione delle forze dell'ordi- ne nella fiction italiana, pensate che in realtà da noi la tradizione produttiva del poliziesco è molto meno forte e radicata nei gusti del pubblico rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti, in Francia, Germania o Inghilterra. In ogni paese il genere assume caratteristiche diverse, in buona parte espressione delle diverse identità culturali. Così, ad esempio, i poliziotti delle serie americane e francesi spesso sono veri antieroi, cinici e duri, vittime per primi di una società allo sbando in cui non s'illudono di poter ristabilire l'ordine; quelli italiani sono invece eroici difensori della legge, apostoli del credo istituzionale, uomini e donne di grande umanità e spessore. La visione problematica della realtà contemporanea tipica di molte serie estere lascia qui il posto ad una rappresentazione distensiva e non sempre verosimile, ispirata all'imperativo riconciliatorio che anima un po' tutta la fiction nostrana. Tra le peculiarità di questo poliziesco troviamo una nota dominante di leggerezza e humour - spesso affidati alla presenza di attori della commedia italiana (Proietti, Manfredi ecc.) - ed una quasi completa assenza di action. Il livello di violenza è poi molto più contenuto che altrove, anche per ovvie ragioni attinenti al tessuto sociale e culturale del Paese (Roma e Milano non presentano certo il livello di conflitto sociale ed anomia di Los Angeles o anche semplicemente di Marsiglia). Infine, il focus della narrazione è molto più spesso sul retroscena familiare, sulle vicende personali ed i rapporti umani tra colleghi che non sugli intrighi connessi alle vicende investigative, mentre l'ambientazione provinciale è nettamente preferita allo scenario metropolitano dei cop shows americani. Certo, questi ultimi continuano ad essere abbondantemente trasmessi da noi, ma è minima l'influenza che esercitano sulla fiction prodotta in proprio: raramente si è tentato di clonarli, come è avvenuto in altri paesi, o anche semplicemente di domesticizzarli, optando piuttosto per scelte all'insegna di una totale prossimità culturale con il pubblico. I risultati, a volte, sono di dubbio gusto, oleografici e pieni di cliché, ma in un'offerta televisiva sempre più dominata da forze globalizzatrici e dall'egemonia della cultura statunitense, l'autonomia dei modelli produttivi e narrativi del poliziesco rappresenta se non proprio uno spazio di resistenza, perlomeno una zona franca. [elisa giomi] 26.approfondimenti Exibart.onpaper E l'agriturismo si fece museo Nel cuore della Sicilia, un'antica masseria si trasforma in agriturismo. E fa dell'arte contemporanea il suo punto di forza. Il centro Bannata si accosta a quelle iniziative imprenditoriali innovative che si contaminano con l'arte. Un week-end tra i boschi, in mezzo ad installazioni, workshop, eventi musicali… Un centro per l'arte contemporanea dentro un agriturismo; oppure un hotel che diventa spazio espositivo, con tanto di collezione permanente; o uno chalet che funziona come residenza d'artista… Sono forme d'imprenditoria sempre più diffuse, modi intelligenti per unire iniziativa privata e passione per l'arte. Nonché ottimo sistema per fornire input alla cultura locale, valorizzando il territorio: strategie sensibili di sopravvivenza, soprattutto nel Meridione, ancora così zoppicante nella cura del proprio patrimonio. Nietta Bruno accoglie la sfida e inizia, due anni fa, i lavori di recupero e restauro della sua vecchia masseria settecentesca per trasformarla in agriturismo. Siamo nel cuore della Sicilia, in provincia di Enna, alle pendici del monte Bannata Restivo; vicinissimi i siti archeologici di Piazza Armerina e Morgantina, il lago di Pergusa ed il Parco naturale La Ronza. Una location suggestiva, un intreccio di mito, storia e natura, un rifugio nella bellezza incontaminata dei boschi. Qui nasce il nuovo Centro per l'Arte Contemporanea Bannata. L'idea? Trasformare la masseria dimessa in una farm per piacevoli soggiorni rustici e chic, che funzioni anche come "un luogo d'osservazione per la ricerca, l'informazione e la pro- mozione della produzione artistica contemporanea". Il centro si appoggia al lavoro dell'associazione culturale Sincronie "che si occupa soprattutto di arti visive, ad ampio raggio: dalla fotografia al video, dal cinema d'artista alla perfor- mance, dalla poesia al suono, fino al design, l'architettura, la moda". A parlare è Anna Gulillot, direttore artistico del centro, artista lei stessa e condirettore, insieme ad Antonio Freiles, della rivista Carte d'Arte. Due le collettive già realizzate, la rassegna Mixed Media, evento inaugurale, con nomi storici di forte richiamo (da Paik a Beuys, da Calzolari a Zorio); e poi, lo scorso dicembre, la Mostra Bianca orientata verso le generazioni più giovani. "Una mostra-evento ", quest'ultima, "occasione per un vivace work in progress documentato in una pubblicazione che sarà presentata a breve. Proprio questa mostra segna l'apertura ad un rapporto di collaborazione tra il centro e la facoltà d'architettura della locale Università degli Studi." E le attività future? "Tra la primavera e l'autunno prossimi sono previsti numerosi soggiorni di esponenti del mondo dell'arte, stage e workshop tenuti da personalità come Alberto Garutti e Lorenzo Taiuti. C'è un'ipotesi di uno stage col fotografo Nicola Majocchi, ex collaboratore di Irving Penn, mentre una mostra di fotografia, a sorpresa, è in fase di definizione. Infine è prevista una rassegna di cinema d'artista e la seconda edizione di Mixed Media. È al vaglio anche un importante momento dedicato al suono e alla vocalità". Ma da queste parti quel che conta è costruire un rapporto con le realtà locali (pubbliche e private) sul territorio. "Intendiamo aprirci alle istituzioni didattiche presenti sul territorio: l'università, appunto, le scuole e le accademie siciliane" dichiara ad Exibart la Gulillot, "coinvolgendo a vari livelli la cultura ufficiale. Vorremmo poter offrire modelli pragmatici e spunti di riflessione utili per stabilire un raccordo positivo tra vita e arte…". L'arte contemporanea, ricontestualizzata in un luogo come questo, entra a far parte del vissuto comune: una maniera per renderla meno distante rispetto alla quotidianità del pubblico generico. "Quello dell'arte è un settore che, con l'attuale crisi generale, rischia di apparire superfluo. Mentre il nostro progetto sarebbe quello di concorrere a rendere questo 'superfluo' una cosa indispensabile". L'arte si sposta in contesti anomali e "prosaici" ridefinendosi come quel surplus che fa la differenza, un valore aggiunto che crea lo scarto qualitativo. Una giusta angolazione, moderna e concreta, una sfida imprenditoriale e culturale stimolante. "Molto raramente ci chiediamo se i fini di un'azienda agrituristica non di massa possano coniugarsi con la determinazione ad incidere nella prassi comune, attraverso una visione controcorrente della vita… Soltanto un sogno? Può darsi, ma non ci poniamo il problema". [a cura di helga marsala] [info] CentroArteContemporaneaBannata Piazza Armerina (Enna) Contrada Bannata - 94015 tel 0957159323 www.agriturismobannata.it artebannata@virgilio.it Exibart.onpaper approfondimenti.27 Berlino dieci anni dopo Dai primi anni della Berlino che prometteva di essere la nuova capitale dell'arte continentale, all'attuale durissima crisi economica. La curatrice Marina Sorbello aveva anticipato tutti, stabilendosi nella metropoli prussiana nel '94. Oggi ci racconta i suoi dieci anni berlinesi ed i suoi progetti attuali. In un ciclo di interviste - partito con Chiara Parisi sullo scorso numero - che Marcello Smarrelli dedicherà alle più vivaci curatrici d'Europa… to. Che dunque ha avuto luogo un anno dopo, dal 14 al 16 gennaio 2005 presso la Kuenstlerhaus Bethanien e il teatro Volksbuehne am Rosa-Luxemburg Platz. Sei stata tra le prime a trasferirti a Berlino, prima che la città diventasse nell'immaginario collettivo una specie di Mecca dell'arte contemporanea, luogo di rifugio per artisti e critici. Come sono andate le cose? Sono arrivata in Germania per la prima volta nel 1994 con una borsa di studio Erasmus. Studiavo a Siena, venivo da Catania. Arrivai a Berlino in treno, con cambio a Monaco, in tedesco sapevo chiedere solo "da che binario parte il treno per Berlino?". E finita la borsa Erasmus? Tornata in Italia nel '96, ho completato gli studi a Siena; nel 1999 spazientita dall'ennesima offerta di lavoro in campo artistico senza retribuzione ho deciso di tornare a Berlino ed ho iniziato a scrivere per giornali e riviste d'arte ("Il Giornale dell'Arte", "The Art Newspaper", "Temaceleste", "Il Manifesto"…), e a realizzare progetti vari, mostre, ricerche... Quali sono state le prime esperienze lavorative in Germania? Ho iniziato con uno stage presso i Kunst-Werke all'epoca della mostra "Children of Berlin". Lavorare ai KW mi ha dato modo di venire a contatto diretto con il contesto e gli attori del sistema dell'arte berlinese come insider. Poi ho lavorato per un portale berlinese di arte contemporanea, e man mano ho iniziato varie collaborazioni con istituzioni locali come il Neue Berliner Kunstverein, Loop, la Neue Gesellschaft fuer Bildende Kunst, Art Forum Berlin, il Club Transmediale, Reboot, gli stessi KW… Poi sono arrivati i tuoi progetti... In Germania esistono una serie di fondazioni che finanziano progetti culturali e ricerche, e negli ultimi anni ho cercato di realizzare progetti indipendenti ("Plug In", "Mondovisione", in collaborazione rispettivamente con Antje Weitzel e con Oliver Baurhenn). Con una borsa della European Cultural Foundation nel 2003 ho avuto modo di fare ricerca in diversi paesi dell'Est Europa, ricerca sfociata in una serie di survey, di trasmissioni radiofoniche e in una sezione del festival Club Transmediale. Hai ancora interessi professionali in Italia? Sì, in Italia collaboro soprattutto con il network De.Genere che si occupa di gender e di cultura visiva, con cui abbiamo realizzato rassegne video, conferenze, una retrospettiva dei film di Eija Liisa Ahtila, e prossimamente presenteremo una mostra di Tacita Dean. Propaganda flyer from www.euromayday.org Berlino è cambiata durante questi anni? Non sono una nostalgica, ma certo è che la città è cambiata moltissimo. L'architettura, i luoghi, la toponomastica, le persone. Al di là dell'hype di Berlino capitale europea dell'arte e degli artisti, questa è una città che perde ogni anno abitanti, che si restringe: nelle periferie progressivamente s'iniziano a demolire i plattenbau, casermoni prefabbricati costruiti durante il comunismo, perché non ci sono più affittuari. La toponomastica della parte est è stata sostituita d'ufficio, quella che si chiamava Leniner Platz oggi è una neutrale piazza delle Nazioni Unite. Non capisco il senso di questa rimozione del passato così repentina. Come vivono questo passaggio le persone? La popolazione dell'est si sente derubata della propria storia e truffata dalla riunificazione. Quanto a Berlino, mentre alla metà degli anni '90 si percepiva l'entusiasmo di una città in cui tutto sembrava possibile, oggi si sente la crisi economica tedesca, il tasso di disoccupazione è in ascesa, così come il malcontento dei cittadini. E tu come vivi questa situazione? Nonostante tutto continuo ad essere entusiasta dell'offerta culturale e della qualità della vita. Berlino rimane una delle città più vivibili che conosco. Inverno a parte naturalmente, ma viaggio molto per sopravvivere al clima nordeuropeo… Ti stai allontanando progressivamente da un'idea curatoriale legata all'organizzazione di esposizioni e mostre e ti dedichi sempre più all'approfondimento KLARTEXT! The Status of the Political in Contemporary Art and Culture Conferenza: dal 14 al 16 gennaio 2005 Künstlerhaus Bethanien and Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz, Berlin In collaborazione con: Künstlerhaus Bethanien and Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz Fondato da: Hauptstadtkulturfonds and Bundeszentrale für Politische Bildung www.klartext-konferenz.net degli aspetti teorici, sociali e politici dell'arte contemporanea, come testimonia "Klartext!", il ciclo di conferenze che hai recentemente curato. L'idea della conferenza "Klartext!" risale all'estate del 2003, quando Antje Weitzel ed io abbiamo iniziato a scrivere il progetto. In realtà all'inizio doveva trattarsi di una mostra che presentasse tutta una serie di lavori e di produzioni che si confrontavano con questioni relative al sociale e al politico. Abbiamo abbandonato l'idea della mostra perché le posizioni che ci interessava combinare erano quantomai eterogenee, e dal punto di vista curatoriale non volevamo costringere queste posizioni in uno spazio omogeneizzante. Così abbiamo deciso di organizzare una serie di discussioni sul tema "Lo stato del politico nell'arte e nella cultura contemporanea". Il titolo che abbiamo scelto, "Klartext!", in tedesco significa "parlare chiaro". Dopo avere preso accordi con le istituzioni partner, la Kuenstlerhaus Bethanien e il teatro Volksbuehne am Rosa-Luxembourg Platz, abbiamo inoltrato il progetto nell'ottobre 2003 alla fondazione "Hauptstadtkulturfonds" (Fondo Berlino Capitale). Nel gennaio del 2004 abbiamo ricevuto comunicazione che la giuria aveva votato la realizzazione del nostro proget- Argomento insidioso ed un obiettivo ambizioso: parlare chiaro! Qual è stato il punto di partenza della vostra discussione? Innanzitutto ci siamo chieste cosa è questo "politico" nell'arte. La stampa tedesca aveva stigmatizzato la Documenta 11 come mostra di "arte politica", noi ci chiedevamo perché, dal momento che la mostra vera e propria in realtà presentava prevalentemente opere di artisti molto established, rappresentati da potenti gallerie e presenti nel mercato. Che l'aggettivo "politico" fosse diventato di moda negli ultimi tempi? Ci sembrava come se improvvisamente dall'11 settembre in poi l'arte e la cultura dovessero ricorrere all'alibi della politica e dell'impegno. Prendiamo anche la scorsa Biennale di Venezia ed i suoi titoli slogan: "la dittatura dello spettatore", "stazione utopia". Questo solo per citare alcune delle mostre che di recente hanno espresso ambizioni pseudo-politiche. Che si tratti di una specie di trend? Abbiamo veramente a che fare al giorno d'oggi con una politicizzazione dell'arte oppure si tratta viceversa di esteticizzazione di temi e di contenuti politici? Come può l'arte esprimere considerazioni socio-politiche al giorno d'oggi? Che tipo di influenza o di influsso può avere l'arte nella società? Quale la relazione fra arte e attivismo? Ed in che tipo di contesto può questa arte essere efficace? Avete toccato un punto nevralgico. Quali sono state le conclusioni? Nel corso della conferenza non si è arrivati a risposte definitive, ma questo era previsto. Si trattava di rimbalzare queste domande e queste problematiche ad un'audience più ampia, e cercare di avanzare insieme possibili opzioni d'impegno, o modi diversi di produzione e diffusione dell'arte... Alla conferenza abbiamo invitato circa cinquanta fra artisti, teorici, attivisti, e gruppi. Abbiamo avuto un incredibile feedback da parte del pubblico, con persone venute apposta per la conferenza dall'estero. Parte della stampa ci ha accusato di aver cavalcato il trend della "political art". Noi riconosciamo il problema, e le (inevitabili) contraddizioni. Siamo contente di constatare di avere iniziato un dibattito, e che questo dibattito continua oltre la conferenza. Adesso stiamo elaborando i materiali e stiamo lavorando ad una pubblicazione che uscirà nei prossimi mesi. [a cura di marcello smarrelli] 28.approfondimenti Exibart.onpaper C'erano una volta due italiane a Tribeca Arrivano a New York per motivi diversi. Poi s'incontrano in un locale, si piacciono e, durante un viaggio in bus, decidono di lavorare insieme. Nasce ExEggs. Galleria, spazio per residenze d'artista, agenzia di promozione d'arte contemporanea. Un ponte tra Italia e Stati Uniti, come lo definiscono loro. Un'ottima opportunità per artisti, critici, curatori, galleristi. A tre passai da Ground Zero abbiamo incontrato Maria Elisa Cardone e Veronica Lenza… Come vi siete trovate? Molto prima di conoscersi Maria Elisa Cardone e Veronica Lenza avevano già qualcosa in comune. Entrambe avevano scelto ad un certo punto della loro vita di tagliare i ponti con l'Italia ed andare a vivere a New York. Quasi mosse solo dal fascino di questa città, quale punto di partenza e di arrivo dei più significativi interessi e passioni di entrambe. Una sorta di vacanza? No, un cambiamento di realtà e di contesto sociale e culturale che avrebbe potuto offrire, forse, un'opportunità di cambiare il proprio destino. L'Italia rappresenta la casa, la famiglia ed un sistema di sicurezze in cui è più semplice essere accettati ma più arduo raggiungere obiettivi ambiziosi e insospettati. domanda che tutti si fanno è "cosa fai qui?". Le due risposte sembravano non avere nulla in comune se non il paese di provenienza e gli interessi musicali. Comunque la chiacchierata ha generato un interesse ed una spontanea attrazione… e così la chiacchiera ha dominato sul sonno di varie notti. E poi… E poi un giorno su un autobus abbiamo espressamente definito cosa e perché entrambe stiamo vivendo qui. Malgrado la differenza di backgrounds, tutto è confluito in un progetto comune. E la chiacchiera di cui sopra si è da quel punto in poi chiamata Ex Eggs, anche perché entrambe potevamo permetterci solo riso e uova. Ex Eggs furono uova. Le uova annunciano la nascita, sono il seme di ciò che accadrà. Avete dei ruoli specifici in Ex Eggs? Maria Elisa possiede un'esperienza nel campo del marketing, media e comunicazione. Eggs oggi sta costruendo un ponte tra Italia e Stati Uniti al fine di esportare la cultura contemporanea di cui poco si conosce. Un breve bilancio dopo un anno di vita dello spazio… Vivere e produrre a New York è un grande investimento. Molte opportunità e di conseguenza molta competizione. La risposta e l'interesse di un pubblico curioso e vario e le aspettative che si sono create e stanno evolvendo intorno a noi, contribuiscono a sostenere ciò che abbiamo costruito in prospettiva futura. Poi naturalmente le cose potrebbero sempre andare meglio. Ad esempio non ci dispiacerebbe vincere la New York Lottery. Il vostro spazio si trova a Tribeca, non proprio il massimo per una galleria giovane e di tendenza. Che rapporti avete con le gallerie della zona? Il nostro spazio si trova alle spalle di Ground Zero nella zona di Wall Street, centro finanziario più importante al mondo. Non abbiamo molti rapporti con le gallerie locali. Crediamo nella qualità dei progetti come motore azionante l'interesse per l'arte, quindi preferiamo evitare i costi inflazionati di certi quartieri investendo il più possibile nella programmazione. E New York invece… È una giungla dove si sopporta l'estrema incertezza del vivere in cambio della libertà di stravolgere le aspettative della vecchia società e delle sue logiche troppo civili. New York è il territorio franco in cui approdano ogni giorno individui con bagagli lontani affollando la città di nuovi sogni e di convinzioni culturali . Questo crea un continuo scambio e spunti come tasselli fatti d'immagini, pensieri che si allontanano dalla loro origine locale per comporre un mosaico del mondo. Insomma Maria Elisa e Veronica si conoscono quando? Per caso in un localaccio a bere con gli amici. La prima Veronica ha il ruolo di creare e diffondere progetti d'arte collaborando con gallerie, istituzioni, artisti e curatori. Ex Eggs in tre righe È contenitore d'idee per gli scambi con l'Italia intervenendo come agenzia di produzione di arte. Promuovere e produrre eventi d'arte visuale, architettura, musica e cinema fa di Ex Eggs una sorta di laboratorio per coloro che hanno progetti e idee da destinare a New York e non solo. Paradossalmente Ex [a cura di massimiliano tonelli] EXEGGS - Veronica Lenza e Maria Elisa Cardone Exibart.onpaper approfondimenti.29 Da Piranesi a Keith Haring Lei, l'ideatrice, è una manager di qualità, che lavora in una multinazionale della farmacia. Lui, il direttore artistico ed il protagonista di quest'intervista, è stato grande manager 'di stato' all'Eni, ha lavorato nella chimica, ha diretto la Rizzoli negli Stati Uniti e, fino a qualche anno fa, è stato presidente della Triennale di Milano. Insieme stanno mettendo a punto gli ultimi particolari di una nuova casa editrice. Ecco a voi, in anteprima assoluta raccontata da Alfredo de Marzio, Johan & Levi… Johan & Levi, un nuovo marchio editoriale dedicato all'arte ed alla cultura. Da cosa germina l'idea? L'idea di una nuova casa editrice è di Giovanna Forlanelli, manager di qualità in una multinazionale farmaceutica e, insieme a suo marito, straordinaria collezionista d'arte contemporanea. Giovanna ed io stiamo lavorando da diversi mesi ad un progetto editoriale che si articolerà nella fase iniziale su cinque nuove collane di libri. Per quanto ti riguarda si tratta di un ritorno all'editoria ed all'arte dopo aver lasciato la presidenza della Triennale… Negli anni '90, ho avuto il privilegio di dirigere la casa editrice della Rizzoli a New York. Inoltre, nel [info] Johan&Levi Srl Via della Chiusa, 8 20123 Milano - Italia Tel 02 87392423 Fax 02 99986153 g.forlanelli@johanandlevi.com a.demarzio@johanandlevi.com corso della mia lunga vita lavorativa, ho trovato sempre il tempo per coltivare le mie passioni culturali. Durante la mia lunga permanenza a New York sono stato il primo italiano a far parte, per oltre cinque anni, del Business Committee del Metropolitan Museum of Art e, successivamente, sono stato nominato Chairman dell'International Business Committee del museo. Rientrato in Italia, nel 1997, sono stato eletto Presidente di quella straordinaria Istituzione che è la Triennale di Milano, che ho lasciato nel 2000, dopo aver scatenato un mare di polemiche, conseguenti al processo di trasformazione da Ente Pubblico in Fondazione pubblicoprivata da me avviata con soave incoscienza… Torniamo alla casa editrice. A quando l'esordio? A fine Marzo. Uscirà il nostro primo libro, "Le Vedute di Roma" di Giovanni Battista Piranesi, che riproduce la serie completa delle centotrentacinque incisioni pubblicate per la prima volta nel 1778, e appartenute al Primo Duca di Wellington, Arthur Wellesley. il nostro amore per la cultura e la passione per l'arte, non dimentichiamo mai di essere due "biechi" manager. Come si articoleranno le collane di Johan & Levi? Questo volume su Piranesi farà parte della collana "Libri Illustrati", mentre il prossimo Ottobre usciranno le prime tre monografie relative alla collana dedicata ai giovani artisti, un invito a collezionare nuovi talenti. Sempre ad Ottobre, usciranno i primi volumi dedicati alla saggistica. Potete anticipare qualcosa ad Exibart? Sì, ad esempio il bel racconto, corredato da fotografie inedite, di Daniela Lancioni su "Pino Pascali a Torre Astura", dove si descrive la prima performance di un artista italiano. Il secondo saggio della collana è dedicato a Keith Haring a Milano. Il gallerista Salvatore Ala ci ha permesso di pubblicare il catalogo, fino ad ora inedito, che Keith Haring aveva preparato con Ala nelle tre settimane trascorse in Italia nel Giugno 1984. Durante quel periodo - racconta Keith Haring - erano stati prodotti lavori poi esposti nella galleria di Ala e, successivamente, anche alla Biennale di Venezia. Infine, Dominique Stella sta scrivendo un saggio-intervista su Nadia Vigo. Avete già una distribuzione che vi permetta di essere presenti da subito? Ci siamo preoccupati di strutturare la distribuzione dei nostri libri con grande tempestività, e siamo lieti di poter annunciare che verremo distribuiti da un'istituzione come il Touring Club Italiano. Qual è la vostra struttura organizzativa? Johan & Levi Editore ha una struttura fissa di poche persone, mentre ha un'estesa rete di editors, ognuno dei quali è responsabile per un singolo progettolibro. Alfredo de Marzio Una casa editrice rischia di essere un'azienda brucia-risorse. Che tempi vi siete dati? Avviare una casa editrice è un'impresa rischiosa, ne siamo consapevoli. Prevediamo che la fase d'avviamento c'impegnerà per i prossimi tre anni. Giovanna ed io, nonostante Che tipo di ritmo nelle uscite? Prevediamo venti titoli all'anno, nel primo triennio di attività, che c'impegneranno anche in una forte azione di marketing. [a cura di massimiliano tonelli] 30.approfondimenti Exibart.onpaper Rivisteria mondo Un'occasione unica, un'opportunità da non mancare per un mese in uno spazio ex industriale della Capitale. A Roma si danno appuntamento tutte le riviste d'arte del mondo. Dopo più di un anno di ricerca il team di curatori che ha ideato Wayleave - Lorenzo Benedetti, Cecilia Casorati e Silvia La Padula ci racconta come ha fatto a riunire centinaia di pubblicazioni d'arte da tutto il pianeta… conferenze? Wayleave non è solo una mostra è un work in progress; vuol dire che è un progetto in continua evoluzione. Quest'evoluzione è rappresentata anche da alcuni incontri sul tema delle riviste, in cui si confronteranno le diverse esperienze internazionali. Una mostra per esporre tutte le riviste d'arte che escono sulla faccia della terra. Da quale filosofia nasce Wayleave? Il mondo dell'arte è sempre più stretto da una fitta rete di comunicazione che avvicina esperienze simili in luoghi lontani. L'espansione dell'informazione in questo senso rispecchia l'espansione dei musei, gallerie, centri d'arte oltre che a biennali ed altri grandi eventi. Portare in una dimensione espositiva l'informazione significa combinare in uno stesso spazio due diverse dinamiche entrambe in forte crescita. L'esperimento è quello di rendere concreta e visibile in un unico spazio la galassia informatica dell'arte e nello stesso tempo mostrare che la realtà dell'informazione è molto vasta e differenziata. Il progetto nasce anche da una forte esigenza locale, Roma, infatti è tagliata fuori dalla distribuzione delle riviste internazionali. In Italia non è mai stato fatto niente del genere. Vi sono esperienze internazionali? Ci sono state delle esperienze simili, che hanno puntato piuttosto sul concentrare una tipologia di riviste. Il Traveling Magazine Table di Nomads & Residents, a New York da Art in General l'anno scorso, puntava soprattutto a raccogliere materiali che avevano difficoltà nella distribuzione. Quanto è durato il periodo di ricerca? Quali sono state le difficoltà maggiori? E quali sono state le modalità di ricerca? La ricerca è durata più di un anno ed ha avuto due percorsi: internet e l'indagine diretta nei diversi luoghi. Ci hanno anche aiutato gli artisti che abbiamo incontrato in giro per il mondo. Il problema più gran- Per Wayleave avete scelto uno spazio ex-industriale. Nel quartiere dell'Ostiense che è il quartiere ex-industriale per eccellenza nella capitale. Per quale motivo? È uno spazio espositivo interessante all'interno di uno degli esempi più importanti di archeologia industriale a Roma. Quello che c'interessa è anche il quartiere dell'Ostiense, un luogo estremamente vivace che garantisce un pubblico giovane e curioso. Il posto inoltre è funzionale ed estremamente affascinante. [info] WAYLEAVE Un progetto a cura di Lorenzo Benedetti, Cecilia Casorati, Silvia La Padula Coordinamento organizzativo Beatrice Guiotti dal 7 al 30 aprile inaugurazione: 7 aprile ore 19.00 tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 Ex Mercati Generali Istituto Superiore Antincendi Roma, Via del Commercio 13 Tel 06 6872221 www.wayleave.net de è stato quello di trovare traccia delle riviste che esistono da poco o che non hanno grande diffusione. Un altro problema? Spesso le riviste hanno un'esistenza irregolare. Dai risultati cosa emerge? Qualche curiosità, qualche cosa inattesa… È interessante vedere come attraverso le riviste si può decifrare l'attenzione verso l'arte contemporanea nei diversi paesi. Ci sono molte realtà nuove che vogliono farsi sentire, che hanno voglia di comunicare, e spesso il mezzo più pertinente è la rivista. Le nuove realtà interessanti sono i paesi dell'est Europa come la Romania o la Polonia. Come verranno esposte le "opere"? Come avete studiato l'allestimento? Lo spazio sarà un po' lo specchio delle molteplici maniere di confrontarsi con una rivista. Sarà diviso in varie zone: alcune raccoglieranno tipologie diverse di riviste, altre saranno caratterizzate dai diversi modi di leggere le riviste. Ci saranno "luoghi" di ricerca o di relax. Non mancheranno spazi dedicati alle riviste on-line tramite delle postazioni con computer e per vedere gli inserti sonori e visuali all'interno delle riviste. Inoltre ci sarà un angolo per abbonarsi alle riviste. Durante le tre settimane di mostra si terranno degli eventi, degli incontri, delle Sembra un progetto piuttosto aperto ad upgrade successivi. Che tipo di sviluppi avete pensato? Porterete la mostra in giro? La doterete di strutture fisse come un sito… Dopo la mostra, che resterà aperta al pubblico per tutto il mese di aprile, il progetto Wayleave continuerà, ampliando la ricerca sulle riviste d'arte e architettura attraverso il sito internet www.wayleave.net. Nell'autunno Wayleave comincia il suo viaggio, partendo da un importante museo straniero. [a cura di massimiliano tonelli] Exibart.onpaper approfondimenti.31 Collezionate, gente! Inaugurata da pochi mesi a Milano, la Fondazione Guastalla vuole essere un osservatorio sull'arte delle ultime generazioni. Giovanni Guastalla, il fondatore, ha in collezione nomi come Botto&Bruno, Vanessa Beecroft, Giuseppe Gabellone, Stefano Arienti, Patrick Tuttofuoco, Loris Cecchini ed altri ancora. Ha consegnato la guida operativa della fondazione a Ludovico Pratesi. Che in questa intervista ci spiega mission, target ed obiettivi principali. Uno su tutti? Creare nuove collezioni private… Vi ponete come osservatorio sull'arte italiana delle nuove generazioni, vi siete ispirati a qualche modello? Il modello può essere vagamente comparato a quello delle fondazioni americane ed inglesi dove vengono proposti dei giovani artisti a collezionisti ed a persone interessate. Qual è il vostro target? Coinvolgere persone del mondo dell'economia, ed in particolare della finanza, in quello dell'arte. Per ora abbiamo scelto come settore d'intervento quello comprendente gli artisti italiani delle ultime generazioni, dalla fine degli anni '80 fino ad oggi. Una scelta di campo ben precisa suggerita dal fatto che gli artisti italiani contemporanei hanno ancora poca visibilità nel nostro paese. Quindi una scelta anche per valorizzare il nostro patrimonio. Cosa significa essere uno studio di consulenza rivolto ai nuovi collezionisti? Il nostro progetto è quello di creare delle collezioni; non semplicemente comprare delle opere d'arte, ma creare un insieme di opere che tra loro abbiano un senso ed un filo conduttore. È questa la mission della fondazione: dare vita a nuove collezioni. È interessante questa "vocazione pubblica" delle collezioni private. È solo una virtù oppure anche una necessità? Avete qualche rimprovero per le istituzioni? Entrambe le cose. Nel senso che il collezionismo privato in Ludovico Pratesi Italia è ancora poco diffuso, o meglio, poco diffuso a livello pubblico; il nostro è un patrimonio in parte ancora nascosto, con molti collezionisti che comprano arte straniera piuttosto che italiana. Noi invece vogliamo puntare il dito su artisti molto giovani, proprio per offrire una proposta culturale di sostegno a generazioni alle quali questo sostegno manca, contrariamente a dei loro coetanei di altri paesi quali Inghilterra, America e Germania. Gli artisti italiani sono penalizzati proprio perché nel nostro paese non esiste questo sistema di corporations e di aziende, musei e fondazioni che li sostiene. Crede che in Italia il futuro dell'arte contemporanea sia ripo- [info] Fondazione Guastalla via Barozzi 6 - Milano visita su appuntamento Tel. 0276318866 sto soprattutto a privati, gallerie e fondazioni? Come vede gli spazi pubblici? In realtà non c'è una contrapposizione, il sistema dell'arte è un "sistema". In altri paesi questo sistema esiste da venti, trenta, quarant'anni. Ci sono una serie di soggetti che interagiscono tra loro per portare avanti e per promuovere l'arte più interessante. Ma ad esempio, in una città come Milano, gli artisti più interessanti si trovano poi nelle gallerie o comunque negli spazi privati… Certo, ma proprio perché in Italia non esiste questo sistema. Noi siamo ancora molto indietro sul contemporaneo da questo punto di vista, abbiamo artisti molto attivi, ma ci manca il network, ci manca questo sistema. Adesso, seppure un po' in ritardo, si sta creando. Ci sono nuovi musei, c'è la nuova associazione di direttori di musei, l'idea insomma è quella che gli sforzi dovrebbero essere tesi a creare in tempi brevi tale sistema, dove ci sono tutti: i musei, le gallerie, gli artisti, i critici, i collezionisti, le riviste ecc. Come vede la tendenza di molte grandi società (estere soprattutto) che investono nel contemporaneo per costruirsi un'immagine ed un profilo culturale? È un fenomeno molto positivo direi. Da questo punto di vista il paese più simile all'Italia era la Spagna. Ma ora le cose stanno cambiando, vedi la banca Caja de Pensiones a Madrid e Barcellona che, non solo ha una collezione di artisti internazionali strepitosa, ma da poco tempo ha aperto a Barcellona, di fronte al museo d'arte catalana, uno spazio culturale gratuito dove oltre a questa c'è una serie di mostre a livello internazionale. Non vedo nulla di simile in Italia, non c'è una sola banca in Italia che abbia una collezione forte di questo tipo, almeno di arte contemporanea. Nelle collezioni private si tende spesso a privilegiare solo alcune delle forme del contemporaneo: ovvero tutte quelle esperienze che si possono immediatamente "vendere", pittura, scultura, fotografia. Eppure, il panorama nazionale è ricchissimo di forme diverse di sperimentazione, performance, installazioni e moltissimo video. Come crede sia possibile scambiare, vendere, quindi di fatto "conservare" queste esperienze nel mercato? In realtà il panorama è effettivamente molto ricco, ma di fatto però gli artisti di qualità non sono tantissimi in Italia. Evidentemente la Fondazione Guastalla ha cercato di fare una selezione degli artisti che dalla fine degli anni '80 in poi hanno dato una buona resa a livello nazionale ed internazionale. Diciamo che abbiamo tentato di scegliere i migliori. Abbiamo preso tutte opere bidimensionali, perché di fatto que- sto è un ufficio. Penso che però sia una direzione verso cui andare. Poi c'è da dire che l'italiano è abituato al "quadro", quando pensa all'arte pensa al quadro, probabilmente perché abbiamo un patrimonio antico molto importante. Come si esce da questo automatismo? Bisogna andare per gradi. Lo scopo è fare arrivare le persone a nuove forme, più complesse, magari più difficili da conservare, ma assolutamente interessantissime. Però forse per quelle particolari forme il luogo giusto è il museo e non la collezione privata. E per finire ci fa qualche nome dei giovani artisti che sono entrati o entreranno nella vostra scuderia? Ci sono molti ottimi artisti, diciamo che tra quelli che sto guardando ci sono ad esempio Paolo Chiasera, Micol Assael, Lara Favaretto. Per ora questa fondazione vuole documentare la fascia generazionale che abbiamo individuato, poi c'è ovviamente l'idea di passare a raccogliere lavori di artisti italiani ancora più giovani. [riccardo conti] 32.approfondimenti Exibart.onpaper The Acconci story Un'avventura lunga quarant'anni, una storia creativa fatta di continue evoluzioni. Vito Acconci comincia il suo percorso come poeta, giungendo alle provocatorie performance e installazioni che lo avrebbero reso celebre in tutto il mondo. Oggi Acconci è un architetto. Ma un unico filo ha tenuto insieme questa complessa ricerca lunga una vita. Proviamo a raccontarvi i passaggi chiave… Pare sorretta da un'ostinata insoddisfazione, la ricerca di Vito Acconci. Un'avventura giocata sui bordi del pensiero, sempre sul punto di massima tensione. Inseguendosi, superandosi più che contraddicendosi. Non è certo la coerenza a mancare. Quella solidità organica capace di contenere modulazioni, declinazioni, curve, passaggi. Quarant'anni di attività, senza smettere di trasformarsi, d'interrogarsi sui come e i perché, tenendo salde motivazioni e urgenze. L'ingresso sulla scena risale ai primi anni '60, il ruolo era quello di poeta. Sperimentatore di parole e suoni, il suo campo d'azione era lo spazio breve di una pagina. Azione è - già in questa prima fase - un termine appropriato: il movimento, dal margine sinistro al margine destro del foglio, la mano che scorre le pagine, l'occhio che si sposta e ricompone, dando vita a ipertesti mentali, visivi, sonori. Ben presto lo spazio rettangolare della parola si fa stretto. La questione è: se il movimento è il pungolo e la chiave del lavoro, perché allora non decidere di sperimentare lo spazio vero? Lo spazio del corpo, del video, dell'immagine reale e rappresentata. Inizia una nuova fase, perseguendo il senso e le possibilità dello spostamento fisico. Fine anni '60, il luogo prescelto, in cui improvvisarsi equilibrista, è ora quello del proprio corpo, ascoltando la necessità di abitare contesti come la strada, la galleria, il museo. Corpo-territorio, occhio, cavia, tavolo da laboratorio, ennesimo confine. Nascono le performance/pieces, quelle che lo renderanno un'icona delle pionieristiche sperimentazioni a cavallo tra body e video art. Acconci si fionda per strada e comincia a seguire gente sconosciuta, invade la loro bolla privata, mette alla prova soglie di sensibilità ed etica comune ( A situation using streets, walking, watching, losing, 1969). Quindi inizia a sottoporsi a stress fisici e psichici, a stiracchiare questo limite, per vedere quanto è elastico e fin dove si piega. Il corpo che si morde - si marchia, si scruta, si sfida - coprendosi di piccole ferite come segni di un linguaggio lucido ed ancestrale ( Trademarks , 1970). Lavorare sul concetto di sé e altro da sé diventa prioritario. Il corpo regista di sé stesso - riemerge davanti l'obbiettivo della camera, di fronte ad uno specchio ad osservarsi (agirsi) con crudele perseveranza. Ma nella testa di Acconci c'è sempre l' altro . La folla, la Vito Acconci - Trademarks, 1970 gente, il pubblico, gli occhi intorno, chi guarda e chi si fa guardare. Gli attori e i loro movimenti … In realtà il suo corpo non era che un campo da gioco, ammasso di pelle/nervi/sussulti da far risuonare. Gli altri dove sono? Questo è il punto. Come riuscire a non essere al centro del palco ? Come far sì che crolli ogni debita distanza e non ci sia più l'inerme spettatore a spiare l'artista-oggetto? Il centro non lo interessa, le direzio- Da Graz a Roma. I progetti più recenti Negli ultimi tre anni lo Studio Acconci ha presentato molti progetti in Europa ed America, diversi realizzati, altri no. È del 2003 la straordinaria Mur Island, a Graz, una struttura trasparente in acciaio e vetro, collocata nel mezzo del fiume e collegata alla terraferma: all'interno un caffè, il cui tetto-cupola si deforma fino a diventare un teatro, mentre lo spazio interstiziale ospita un parco giochi. Dello stesso anno sono il Movie Theatre per la Sucrière di Lyon ed il progetto per la boutique United Bambolo di New York, un ambiente d'ispirazione organica e high-tech, rivestito da una pelle di latex translucida fissata su strutture tubolari luminose. Nel 2004 lo Studio realizza il progetto per uno Skate Park “che scivola sul suolo e si getta nel mare”, a San Juan, in Puerto Rico, quello per lo stand della Kenny Schachter Gallery per l'Armory Show, e la proposta preliminare per il lungomare dell'Olympic Sculture Park, a Seattle. Nel 2005 un progetto esclusivo per Roma: Sound Cloud, una sound station aerea che ha l'aspetto di una nuvola, ideata per il neonato Sound Art Museum di radioartemobile. A Vito Acconci il MACBA di Barcellona ha dedicato, tra novembre 2004 e febbraio 2005, una grande retrospettiva per celebrare i quarant'anni di carriera, con un focus completo sull'attività di architetto. Il Museo ha pubblicato per l'occasione un catalogo ragionato di progetti ed opere dagli anni '60 a oggi. ni (e le voci) sono davvero troppe, tutte simultanee. Nel '72, con Seedbed , Acconci si nasconde nello spazio, si integra con l'architettura della galleria, resta fermo per ore sotto una scala e si masturba, strenuamente, un orgasmo dopo l'altro, mentre la gente è sospesa sul suo corpo, un gradino alla volta, sale le scale e sotto di sé sente un uomo che si costringe al piacere. Un contatto senza centro è quello che Acconci sta cercando, suggerendo una con-fusione tra spazio pubblico e spazio privato: ribaltare le dimensioni d'appartenenza, saltare oltre la linea di separazione, attraversare territori (corpi, luoghi consueti, regole sociali…), sperimentando la possibilità di una Exibart.onpaper approfondimenti.33 comunicazione anarchica. Affrancamento e trasformazione, senza cedere alle lusinghe dell'utopia. La valenza politica si affianca a quella sociale: bisogna operare deviazioni, squadernare visioni improprie e generare comunità. O almeno provarci. E di nuovo s'affaccia l'irrequietezza. Acconci, a metà degli anni '70, abbandona definitivamente la dimensione performativa per dedicarsi all'installazione: la galleria diventa un'agorà per incontri ed imprevisti, un luogo sociale in cui inaugurare transiti. Sempre meno universale e simbolica, l'arte ha bisogno di calarsi in un contesto, prendendo vita solo grazie all'azione umana. Where are we now (who are we anyway?), del 1976, è un tavolo-trampolino, gli sgabelli intorno su cui prendere posto ed un altoparlante sospeso al centro, a riempire di colloquiali domande il silenzio dell'ambiente. Il lungo tavolo-asse non ha nulla di rassicurante però, prosegue dritto dritto fuori dalla galleria, sporgendosi oltre il davanzale di una finestra e aspettando che qualcuno dei commensali provi l'ebbrezza di un salto nel vuoto. Un salto fuori dal contesto ufficiale, per reinventare il luogo, l'oggetto e la propria presenza innanzitutto. Ecco un'opera eloquente, concettualmente densa, provocatoria, senza mezzi termini: un manifesto della nuova fase creativa ed insieme di quella che stava già prefigurandosi. Continuando a seguire lo stesso filo rosso - il movimento e il capovolgimento delle consuetudini attraversate -, Acconci comprende che una piazza non va affatto simulata. Perché far finta che un museo o una galleria siano degli spazi di comunione? Niente di più falso. Non bastava spostarsi dal centro, non bastava avvicinare la gente e spiazzarla. Era necessario uscire fuori. L'arte deve abbracciare il mondo, le cose, uscire da sé stessa, partorirsi sotto nuove spoglie, sgretolarsi nella maglia densa e frammentata dell'esistenza. Ecco allora le installazioni dei primi anni '80, sospese tra architet- Acconci Studio - Mur Island, Graz, Austria, 2003 - aerial day view tura, design ed arte pubblica. Gli spazi sono aperti, di passaggio, le sue costruzioni sono abitabili, permeabili, si entra e si esce, si sosta, vi si passa in mezzo. Il passante è il vero pubblico dell'artista: colui che per caso incontra un'opera, nemmeno la riconosce come tale e ne sperimenta la presenza attraversandola. Per un tempo breve, per un motivo fortuito, per un incontro inatteso. È ormai l'architettura il nuovo orizzonte di Vito Acconci. Diventa impellente il lavoro di gruppo, serve un'équipe di specialisti, professionalità da mescolare. Nasce a New York, alla fine degli anni '80, lo Studio Acconci, la nuova identità collettiva di cui Vito si servirà da ora in poi per dare forma alle sue ricerche. Artisti, architetti, designer: lo Studio funziona come una macchina complessa, un attivatore d'interazioni, collisioni, scambi. "Una persona lavora da sola " spiega Acconci " due formano una coppia o un'immagine allo specchio, ma tre persone insieme danno inizio all'incontro, alla discussione, inaugurano uno spazio pubblico". Il terzo elemento, dunque, dà l'avvio alla dimensione collettiva, una nuova formula creativa in cui ciascuno mette in campo forze e idee, e il risultato non appartiene che al gruppo stesso. I progetti dello Studio prolificano in tutto il mondo, definendo l'identità originale e liricamente sovversiva del laboratorio newyorkese: dal Movie Teatre per la Sucrière di Lione al centro culturale Storefront a Manhattan; dal parco trasportabile Park up Building per il CGAC di Santiago de Compostela, all'Isola sul fiume Mur a Graz; dallo Skateboard Park di Avignone, al nuovo Design Store del MAK di Vienna, fino alla boutique United Bamboo di New York. Nascono strutture organiche, fluide, che stabiliscono connessioni inedite, sovvertono le normali funzioni, inventano nuove dimensioni: si inaugurano possibilità di percorrimento intrinsecamente creative e sottilmente contestatorie rispetto alle convenzioni sociali ed architettoniche… "Tentiamo di progettare spazi che rovescino il mondo, che lo rivoltino come un guanto, che liberino la gente " continua l'artista " cerchiamo di creare espedienti e strumenti che le persone possano usare." Per fare cosa? "Ciò che non dovrebbero fare ". Per andare dove? " …dove non dovrebbero andare "1. [helga marsala] 1 Acconci Studio - Sound Cloud, 2005 - progetto per il Sound Art Museum di Roma Demetrio Paparoni, Vito Acconci , in "Tema Celeste", XXVII, 2000, marzo-aprile. pag. 56 34.biennale Exibart.onpaper Buon lavoro, Biennale A battesimo la prossima kermesse veneziana. Protagoniste, nella primissima conferenza stampa, María de Corral e Rosa Martínez, le prime donne a dirigere la Biennale. Numeri da record, parole (finalmente) grosse ed una sana coda polemica. Le due grandi mostre, i nomi, gli appuntamenti e tutti gli eventi a latere… Roma, complesso del S. Michele a Ripa, 7 marzo 2005. Ascensore ministeriale fino alla Sala dello Stenditoio grande e gremita com'è giusto che sia - ed eccoci alla presentazione della 51. Esposizione Internazionale d'Arte de La Biennale di Venezia . Smilza la cartella stampa. Diamo giusto uno sguardo: poche pagine ed un menù di nomi d'artisti messi in fila per due. Con l'immagine di uno strano motore, invecchiato ma verde, ed uno slogan semplice semplice ( Genio perpetuo ) ad evocare centodieci anni di storia e, insieme, a guardare avanti. Ma non c'è tempo per abbassare gli occhi. La curiosità è tutta per loro, le puntualissime María de Corral da Madrid e Rosa Martínez da Barcellona, le prime donne a dirigere la Biennale, sedute fianco a fianco tra Davide Croff (Presidente della Fondazione) e Pio Baldi (Direttore Generale DARC). Flash di rito, compostezza, sorrisi (tutti della catalana; più austera, come da copione, la madrilena), e via con l'intervento del Presidente, che fa gli onori di casa mentre snocciola numeri da brividi (settantatre i Paesi partecipanti, con new entry quali Albania, Afghanistan e Marocco, nonché - notizia scontata eppure dell'ultim'ora - Cina). Finendo per rivendicare sia la novità di una visione finalmente pluriennale (nominato con largo anticipo il Direttore per la Biennale del 2007, Robert Storr, già attivo dal prossimo dicembre con un "Simposio"), sia il recupero di una vocazione di committenza vera e propria. Che dire? Staremo a vedere. Le mostre a latere Between Past and Future: New Photography and Video from China Arsenale novissimo Lavori di 60 fra i più significativi artisti cinesi contemporanei Chromosoma Arsenale novissimo Progetto espositivo ideato da Enrico Tommaso De Paris Emendatio Fondazione Querini Stampalia Performance e installazioni dell'artista nativo americano James Luna Francesco Vezzoli. Trilogia della Morte Fondazione Giorgio Cini Due installazioni ispirate ad alcune opere cinematografiche di Pier Paolo Pasolini Già e non ancora. Artisti per la liturgia oggi Chiesa di San Lio Dodici artisti italiani invitati a intervenire in un'importante chiesa di Venezia Henri Foucault.Satori Palazzo Fortuny Opere fotografiche, installazioni video e una scultura Homespun Tales. Kiki Smith Fondazione Querini Stampalia Isola della poesia Isola di San Secondo Installazione luminosa di Marco Nereo Rotelli con proiezione di testi poetici Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi Biblioteca Nazionale Marciana Prende la parola la Martínez, occhi neri e piglio mediterraneo. La sua mostra intende indagare il prossimo futuro e s'intitola, citando apertamente Hugo Pratt, Sempre un po' più lontano . Così, si mette a parlare dello scrittore e disegnatore di fumetti veneziano, paragonando la figura dell'artista - la storiella è in Corto Maltese - a quel bambino che, scopertosi privo della "linea del destino" nel palmo della mano, decide di tracciarsela da sé con la lametta. Le tocca l'Arsenale. Continua a sorride- The Nature of Things. Artists from Northern Ireland Istituto Provinciale per l'Infanzia, Santa Maria della Pietà Pittura, scultura, fotografia, film ed eventi dal vivo n kiloton Arsenale novissimo Un progetto artistico ideato da Silvia Iorio NowHere Europe. Visions, Imagery and Desire for a Common Place Complesso dell'Abbazia della Misericordia, Cannaregio, 3553 Progetti di artisti, documentari, incontri e conferenze Poles Apart PolesTogether Canal Grande Installazione outdoor con l'intervento di 101 artisti internazionali Reaction Campo Santo Stefano, Venezia; Piazzale Candiani, Mestre; Forte Marghera, Marghera Performance serali di 12 artisti internazionali Somewhere Else. Artists from Wales Ex-Birreria, Giudecca, 800/g Nuove opere di Peter Finnemore, Laura Ford, Paul Granjon e Bedwyr Williams The Spectre of Freedom. Il fantasma della libertà Palazzo delle Prigioni, San Marco Opere degli artisti taiwanesi Chung-li KAO, I-chen KUO, Hsin-i Eva LIN, Kuang-yu TSUI suo intervento c'è solo e soltanto " l'opera d'arte ": vista, amata e selezionata " una per una ". Alla faccia, verrebbe da dire. " Intensità e non categorie ", dal 1970 ad oggi ed oltre, da Francis Bacon e Donald Judd fino a più di un giovanissimo. " Non un modello falso di universalità ma compagni di viaggio, del passato e per il futuro ". " Il mio sogno ", aggiunge candidamente, " è che si abbia voglia di tornare ". A seguire, tormentone Italia sì-Italia no. Con l'uditorio che borbotta (" Possibile che nel padiglione Italia ci sia un solo artista italiano? ", anche se in realtà sono in due), le curatrici che non fanno una piega (" Non applichiamo quote di partecipazione, facciamo due mostre internazionali "), l'istituzione che rassicura (" Tranquilli, stiamo pensando ad un vero e proprio 'padiglione italiano' "). Insomma, l'accusa è sempre quella: dal troppo al troppo poco. Ma se si parla di Biennale anche una conferenza stampa fa storia. Buon lavoro, dunque. ALBANIA Sislej Xhafa ARGENTINA Jorge Macchi AUSTRALIA Ricky Swallow AUSTRIA Hans Schabus BELGIO Honoré 'O BRASILE Chelpa Ferro, Caio Reisewitz CANADA Rebecca Belmore DANIMARCA Eva Koch, Joachim Koester, Peter Land, Ann Lislegaard, Gitte Villesen EGITTO Ahmed Askalany, Sherif Mohamed ElAzma, Adel Siwi ESTONIA Mark Raidpere MACEDONIA Antoni Maznevski FRANCIA Annette Messager GERMANIA Thomas Scheibitz, Tino Sehgal GIAPPONE Miyako Ishiuchi GRAN BRETAGNA Gilbert & George GRECIA George Hadjimichalis INDONESIA Noor Ibrahim, Krisna Murti, Yani Mariani Sastranegara, Entang Wiharso IRLANDA Stephen Brandes, Mark Garry, Ronan McCrea, Isabel Nolan, Sarah Pierce, Walker and Walker ISLANDA Gabríela Fridriksdóttir ISRAELE Guy Ben Ner ITALIA Carolina Raquel Antich, Manfredi Beninati, Loris Cecchini, Lara Favaretto LITUANIA Jonas Mekas MAROCCO Fouad Belamine, Mohamed Moa Bennani, Fathiya Tahiri OLANDA Jeroen de Rijke and Willem de Rooij SPAGNA Antoni Muntadas Commissario: Bartomeu Marì. Sede: Padiglione ai Giardini STATI UNITI D'AMERICA Ed Ruscha SVIZZERA Gianni Motti, Shahryar Nashat, Marco Poloni, Ingrid Wildi. Pipilotti Rist (Chiesa di San Stae) POLONIA Artur Zmijewski TAILANDIA Montien Boonma, Araya Rasdjarmrearnsook PORTOGALLO Helena Almeida TURCHIA Hussein Chalayan REPUBBLICA CECA E REPUBBLICA SLOVACCA Stano Filko, Jan Mancuska, Boris Ondreicka, Marek Pokorny UNGHERIA Balázs Kicsiny REPUBBLICA DI SLOVENIA Vadim Fiškin SERBIA E MONTENEGRO Igor Rakcevic, Jelena Tomaševic, Natalija Vujoševic SINGAPORE Lim Tzay Chuen a cura di María de Corral (Padiglione Italia) artisti Eija-Liisa Ahtila, Vasco Araújo, Francis Bacon, Miroslaw Balka, Andrea Blum, Monica Bonvicini, Candice Breitz, Tania Bruguera, Chen Chieh-jen, Josè Damasceno, Tacita Dean, Willie Doherty, Stan Douglas, Marlene Dumas, Leandro Erlich, Bernard Frize, Dan Graham, Philip Guston, Jenny Holzer, Donald Judd, William Kentridge, Barbara Kruger, Maider López, João Louro, Jorge Macchi, Agnes Martin, Cildo Meireles, Zwelethu Mthethwa, Juan Muñoz, Bruce Nauman, Gabriel Orozco, Perejaume, Rhode Robin, Thomas Ruff, Thomas Shütte, Antoni Tàpies, Juan Uslè, Francesco Vezzoli, Mark Wallinger, Matthias Weischer, Rachel Whiteread, Jun Yang. SEMPRE UN PO' PIU' LONTANO re ma non scopre le carte, neanche adesso. " Diamo i nomi ma non i dettagli ", tuona. Incalzata in disparte, finisce per confessare quanto meno la sua indifferenza per la scelta del medium. Mica poco, a pensarci. E a noi piace così: cosa costa immaginarla spregiudicata fino in fondo? L'altra mostra, L'esperienza dell'arte , la firma María de Corral al Padiglione Italia. Parla un buon italiano e afferma -riesumando un'espressione talmente desueta da apparire nuova - che al cuore del LETTONIA Group F5: Liga Marcinkevica, Ieva Rubeze, Martinš Ratniks, Ervins Broks L'ESPERIENZA DELL'ARTE [pericle guaglianone] Le partecipazioni nazionali AFGHANISTAN Lida Abdul, Najebullah Azizi, Rahim Walizada LE MOSTRE PRINCIPALI URUGUAY Lacy Duarte VENEZUELA Santiago Pol PAESI NORDICI FINLANDIA NORVEGIA Matias Faldbakken SVEZIA Miriam Bäckström, Carsten Höller a cura di Rosa Marinez (Arsenale) artisti Pilar Albarracín, Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla, Ghada Amer, Micol Assael, Samuel Beckett, Laura Belém, Semiha Berksoy, Blue Notes, John Bock, Louise Bourgeois, Leugh Bowery, Christoph Büchel e Gianni Motti, Donna Conlon, Stephen Dean, Jimmie Durham, Olafur Eliasson, Bruna Esposito, Regina José Galindo, Carlos Garaicoa, Cristina García Rodero, Subodh Gupta, Mona Hatoum, Diango Hernandez, María Teresa Hincapiè de Zuluaga, Runa Islam, Emily Jacir, Guerrilla Girls, Kimsooja, Rem Koolhas, Oleg Kulik, MoAA, Mariko Mori, Nikos Navridis, Rivane Neuenschwander, Jun NguyenHatsushiba, Olaf Nicolai, Adrian Paci, Bülent Sangar, Gregor Schneider, Berni Searle, Santiago Sierra, Shazia Sikander, Valeska Soares, Kidlat Tahimik, Pascale Marthine Tayou, The Centre of Attention, Paloma Varga Weisz, Joana Vasconcelos, Sergio Vega. [info] L'esperienza dell'arte Sempre un po' più lontano Venezia, Giardini della Biennale - Arsenale Direzione: María de Corral e Rosa Martínez Apertura al pubblico dal 12 giugno al 6 novembre 2005 www.labiennale.org Exibart.onpaper CANTINONEARTE nuovi spazi.35 montepulciano (si) Pittori, scrittori, teatranti e fotografi. Cosa li accomuna? Si sono tutti, in un modo o nell'altro, fermati a Montepulciano. E qui, dal '92, lavorano insieme attorno al mondo delle arti visive. Oggi hanno aperto il loro spazio espositivo in un palazzo del '200. Ce ne parla il direttore Claudio Borgoni… Come nasce CantinoneArte Teatri in un centro decentrato come Montepulciano? Nasce dopo aver visto gli scantinati di un palazzo rinascimentale. Nasce a Montepulciano in un posto ricco di storia e di bellezza, e in una città che è sicuramente tra le più preziose della Toscana. Posta al centro della spesso troppo sottovalutata Valdichiana, raccoglie un bacino di utenza notevole fino a Siena, Perugia, Arezzo, e Firenze. Non dimentichiamo che qui è nato il Cantiere Internazionale D'Arte, uno dei Festival più importanti e unici nel panorama nazionale, che quest'anno celebra i trent'anni. Quali sono i vostri obiettivi? L'idea base è portare l'arte contemporanea in un luogo che ha una storia millenaria, all'interno del quale spiccano indiscutibili bellezze architettoniche rinascimentali, affinché il passato non sia solo immobilità. CANTINONEARTE Piazza Sanovarola 10 www.ilcantinonearte.com ilcantinonearte@libero.it Tel 0578 757758 collettiva inaugurale fino al 30 aprile Chi sono i promotori del progetto? GUENZANI VIAMELZO5 Un insieme di amici che arrivano dai posti più disparati e che hanno trovato in Montepulciano una nuova casa. Svolgiamo tutti professioni che hanno a che fare con vari tipi di arte, dalla scrittura alla pittura, al teatro alla danza, alla fotografia, ci siamo ritrovati nel 1992 in un'associazione culturale chiamata "il Grifo e il Leone", di cui sono presidente. di oltre trenta metri, affiancata da due grandi sale che oltre ad esse- re due teatri sono attrezzate anche per esposizioni e video installazioni. Il menu del prossimo futuro? Presto una bellissima installazione di Jannis Kounnellis, in seguito una mostra sui manifesti originali del cinema italiano degli anni '40, '50 e '60 dipinti dal Longi in collaborazione con il Museo Civico di Montepulciano, ed infine è in programma una personale di Davor Ciglar, artista Croato e socio della nostra associazione culturale. I vostri spazi? Articolati e scenografici. All'entrata si apre una lunga galleria espositiva milano È una delle più note e rispettate gallerie di Milano. Una delle più apprezzate all'estero. Una delle più potenti. Ancora puntando su Milano, Claudio Guenzani decide di aprire il suo spazio project. Che ci racconta in queste due battute… Studio Guenzani è una delle gallerie più influenti del paese. Da cosa nasce dunque l'esigenza di aprire una filiale sempre a Milano? Per presentare progetti nuovi, che siano pensati per uno spazio differente da quello di via Eustachi o che per i più svariati motivi non STUDIO44 è possibile presentare nostra classica sede. nella Che caratteristiche ha il nuovo spazio espositivo? Non è grande, ma è diverso dall'appartamento di via Eustachi. Infatti si tratta di uno spazio industriale. E quindi pavimenti in cemento, cortile interno, grandi finestre. Come si differenzierà la programmazione di Guenzani viamelzo5 da Studio Guenzani? Come dicevo prima: presenteremo nel nuovo spazio tutto ciò che non sarà possibile presentare nel 'vecchio'. GUENZANI VIAMELZO5 Via Melzo 5 Tel 02 29409251 info@studioguenzani.it Patrick Tuttofuoco fino al 23 aprile Siete partiti il 2 marzo con una personale di Patrick Tuttofuoco. Quali saranno le prossime iniziative? Successivamente alla mostra di Tuttofuoco sono in programma personali di Marcella Vanzo e Giuseppe Gabellone. genova A tre minuti dal porto, giusto accanto alla frequentatissima Via Santa Lucia. Non uno studio, non una galleria, non un centro culturale d'aggregazione e discussione. Ma un po' di tutte queste cose. Non si arresta la nascita di nuove situazioni culturali a Genova… Studio44 è una vera galleria d'arte o uno spazio per progetti specifici? Qual è l'intento di questa nuova galleria genovese? Nasce come uno spazio che offre ad artisti emergenti a livello internazionale la possibilità di confrontarsi con un ambiente particolare, sia per quanto riguarda la sede sia per il contesto del centro storico genovese. In questo senso vuole diventare l'occasione di presentare ricerche inedite per l'Italia attraverso progetti speciali. L'altra importante specificità Che storia ha lo spazio? Tutto comincia all'inizio del 2004 quando l'artista svizzero Schlang Hutter ha lasciato a disposizione di Michael Blume uno spazio inutilizzato per più di quarant'anni, pieno di mobili vecchi ed altre STUDIO44 Vico Colalanza 12r massimopalazzi@hotmail.com fino al 20 marzo Massimo Palazzi TRALEVOLTE sta nel fatto che per la sua posizione centrale incuriosisce ed attrae anche un pubblico di non addetti ai lavori. Chi per caso si trova a visitare le mostre viene comunque accolto e seguito in modo da poter avere la possibilità di apprezzare, o anche solo avvicinare, qualcosa di cui magari non aveva neanche immaginato l'esistenza. nella costruzione degli edifici circostanti, divenne un passaggio coperto, nel Settecento fu riempito di resti di edifici abbattuti per essere poi reso nuovamente praticabile attraverso la costruzione di una scala e venir così utilizzato come magazzino. cianfrusaglie, utile solo ai topi. La forma particolare della sala per le mostre è dovuta al fatto che dall'XI al XIV secolo lo spazio era ancora un vicolo. Successivamente, integrato Chi è Blume? Michael - a Genova noto come Michele Fiore - è l'artista austriaco che ha riadattato gli ambienti di vico Colalanza inizialmente per allestirvi il suo studio. L'idea di aprire Galleria Studio 44 è nata successivamente proseguendo un'attività di relazioni cominciata già nel 2001 attraverso occasionali appuntamenti con amici artisti, ma anche vere e proprie piccole mostre come quelle di Judith Rozsas, Wilfredo Jugacho e Taeglichdigital. Quali saranno le prossime mostre? Anche se purtroppo non ci sono ancora delle date precise, la stagione continuerà con la mostra di Tim Otto Roth, l'artista tedesco che ha vinto recentemente il premio International Medienkunst Preis, per il quale sarà organizzata anche una conferenza al di fuori dello spazio della galleria. Seguiranno Katharina Gaenssler da Monaco; l'americano residente a Genova Forrest Spears, e la coppia di artisti Claudia Mongini (Austria) e Scott Hayes (Australia) per i quali abbiamo ottenuto il patrocinio dell'Università di Genova, dove tra l'altro saranno invitati a parlare del loro lavoro. roma Uno studio di architettura, una ex chiesa mai completata, proprio di fronte alla cattedrale di Roma. Nella piazza di San Giovanni in Laterano - a fianco della storica galleria Sala Uno - nasce TRAleVOLTE. Ce la raccontano i fondatori… Come nasce l'associazione Tralevolte. Chi sono i promotori? L'associazione è nata nell'autunno del 2004 dall'interesse per l'arte di Francesco Pezzini e Cesare Sarzini che hanno iniziato a pensarla ed a lavorare per essa dalla primavera del 2003. Qual è stata l'idea originaria? L'idea iniziale era quella di proporre mostre d'artisti che non ostacolassero la normale attività di progettazione architettonica che si svolge quotidianamente nei locali. Con il tempo, ragionando e dialogando con diversi operatori culturali, i promotori hanno circoscritto l'ambito di ricerca e di attività dello spazio espositivo al rap- porto tra arte e architettura. Che tipologie di mostre proporrete al pubblico romano? Gli artisti invitati realizzeranno i loro interventi in una parte dello studio d'architettura dell'arch. Francesco Pezzini. L'orientamento attuale è quello di limitare le mostre a tre ogni anno. TRALEVOLTE piazza di porta san giovanni 10 www.tralevolte.org Tel 06 70491663 Michele De Luca fino al 9 aprile È nostra convinzione che un'architettura di qualità non possa prescindere, da una responsabile e coerente analisi dei più avanzati raggiungimenti tecnologici e dalle ricerche degli artisti. Le manifestazioni culturali che verranno proposte, dovranno rispondere a quest'ambito di ricerca, per ora circoscritto allo spazio interno dello studio senza escludere in futuro altri spazi. Ci parlate del vostro spazio espositivo? Il logo e il nome dell'associazione culturale richiamano la struttura architettonica del locale che è una navata laterale di una chiesa, iniziata negli anni venti del secolo scorso e mai terminata. Quali sono i programmi per il prosieguo della stagione? Dopo Michele De Luca che ha realizzato un percorso visivo tra le volte, la programmazione prevede a maggio Enrico Pulsoni con un intervento specifico per lo spazio. 36.nuovi spazi GALLERIA CERNAIA Exibart.onpaper milano Dopo una carriera di consulente artistico presso la Opencare - Frigoriferi Milanesi, Paolo Cabassi apre il suo primo spazio espositivo lo scorso ottobre: 1380 metri quadri di superficie dentro una ex tipografia. Ed oggi, con Galleria Cernaia, fa il bis… Galleria Cernaia è Paolo Cabassi. Da che tipo di storia vieni? Da dove la scelta di aprire una galleria d'arte? Dopo un'esperienza come organizzatore di eventi musicali (Filaforum di Assago e BPA Palace di Pesaro) mi sono occupato per otto anni, nell'azienda Opencare - Frigoriferi Milanesi, nel ruolo di direttore generale, di art consulting, gestione e valorizzazione delle opere d'arte. Nell'ottobre 2004 si è inaugurato lo spazio, da me ideato e creato, "1380" una ex tipografia degli anni PERFORM '20, (1380 metri quadri di superficie!) dedicato all'arte contemporanea. Ora la Galleria Cernaia - Arte GALLERIA CERNAIA Via Goito 11 Tel 02 45477110 info@galleriacernaia.com www.galleriacernaia.com Luca Nicosia fino al 24 marzo ed oltre completa la struttura espositiva. ra e pittura verranno esposte nella Galleria Cernaia. Come si orienterà la programmazione tra questi due contenitori? Le opere di grande dimensione vengono esposte al 1380, come l'enorme scultura di Wang Du appena acquisita. La programmazione si svilupperà in base alla tipologia delle opere esposte, dove installazioni video troveranno la collocazione ideale nell'ex stamperia, mentre le tecniche tradizionali come scultu- Com'è lo spazio della galleria? È un percorso espositivo che si sviluppa come attraverso i binari del treno in un viaggio. Dopo la mostra di esordio con Luca Nicosia quali saranno le prossime iniziative? Nel mese di maggio ci sarà la mostra fotografica "La Farfalla sul cemento". la spezia Da una sede 'modello white cube' su strada, si cambia. La Perform, alfiere dell'arte contemporanea alla Spezia, si trasferisce in un appartamento nel centro. Per orientarsi - come ci racconta il gallerista Enrico Taddei - esclusivamente su ciò che gli interessa: la ricerca digitale… Dopo tre anni PerForm cambia sede e si trasferisce nel centro chic di La Spezia. Come mai? Fino a questo momento la galleria ha avuto il ruolo di avanscoperta. Abbiamo introdotto l'arte contemporanea a La Spezia e abbiamo cercato di farlo nel modo più completo possibile. Vari input da diverse direzioni, fotografia, installazioni, artisti giovani e meno giovani, nuova figurazione e ricerche pittoriche più complesse… Adesso abbiamo deciso di dedicarci a quello che veramente ci interessa: la ricerca digitale. Per farlo dovevamo abbandonare tutta la HERA vecchia linea d'azione, a cominciare dalla sede fisica. Com'è cambiato, in questi tre anni, l'orizzonte dell'arte contemporanea in città specie con la nascita del nuovo Camec? Finora non è cambiato molto, forse perché il Camec si è occupato più di arte moderna che di arte contemporanea. Ci sembra che si sia data la precedenza ad una divulgazione tesa ad "istruire" un pubblico poco edotto piuttosto che ad una coraggiosa ricerca. Dalla nostra esperienza ciò non sempre risulta utile. A volte può servire un certo shock. Infatti, sebbene i nostri visitatori arrivino in maggioranza da altre città, l'interesse che siamo riusciti a suscitare ci ripaga del nostro lavoro. Come sono strutturati i nuovi spazi espositivi? Niente più tipica galleria su strada, stile white cube. La nuova PerForm si trova all'interno di un appartamento degli anni trenta, con pavimenti originali, soffitto alto, stanze spaziose. Una di esse è interamente dedicata alle mostre, ma i vari progetti si dislocheranno attraverso un percorso che comprende più ambienti. Quali saranno i progetti e la filosofia espositiva della nuova sede? Come dicevamo scommettiamo molto sulla ricerca digitale con l'aggiunta di interventi installativi e poche presenze pittoriche particolar- PERFORM mente distintive. Ogni mostra sarà un progetto con un filo conduttore, un percorso, un messaggio - non una morale - da lanciare al visitatore. Il programma è curato da Carolina Lio e si apre ad aprile con la mostra The photograph of Dorian Gray. Karin Andersen, Daniele Cascone, Franceso D'Isa, Gemis Luciani e Claudio Sinatti utilizzeranno la fotografia digitale per indagare la perdita dei valori della nostra società. Viale XXIV Maggio 57 perform3@gmail.com Mob 338 8445916 palermo Evidentemente non era sufficiente ai disegni di Federico Rui la ben avviata galleria Pitturaitaliana a Milano. E allora ecco uno spazio a Brescia nello studio cinquecentesco che fu del Moretto. L'obiettivo? Pittura giovane, pittura giovane ed ancora pittura giovane… Dopo lo spazio a Milano raddoppi con Brescia, per quale motivo aprire una filiale nella Leonessa? Brescia e la sua provincia (che è una delle più estese d'Italia) è una città che negli ultimi anni ha ritrovato la vivacità culturale ed artistica che aveva negli anni '70 e '80. A parte alcune gallerie storiche, che continuano nel loro pregevole lavoro, mancava un'offerta di pittura giovane, e io sono fortemente interessato a promuovere gli artisti di cui mi occupo in tutto il territorio nazionale ed internazionale. Il comune di Brescia si affida, a partire da quest'anno, ad una programmazione espositiva ultracommerciale curata dalla Lineadombra di Marco Goldin. Un vantaggio o uno svantaggio per un gallerista privato? L'arte difficilmente attira il grande Sorge quindi in un contesto del cinquecento, ricco di storia e fascino, caratterizzato da una colonna romanica centrale e pareti in sassi dell'epoca. Uno spazio di centosessanta metri quadri che già in origine era fortemente legato all'arte. HERA vicolo san clemente 21a www.heraartecontemporanea.com Tel 03 03750628 Collettiva 'Città di Carta' fino all'8 aprile Quale è la vostra filosofia espositiva? Quali 'movimenti' seguirete e quali saranno le mostre nel corso del 2005? Proponiamo opere di giovani artisti, principalmente pittori, alcuni dei quali seguiamo in esclusiva insieme allo spazio milanese "Pittura Italiana". Nel 2005 abbiamo in programma una personale di Walter Trecchi, una personale di Alessandro Busci ed una collettiva sulla periferia dagli anni '30 ad oggi. pubblico. Goldin ci riesce. Sicuramente tutti coloro che a Brescia lavorano nel mondo dell'arte traggono un vantaggio dal fermento che si sta creando. A noi galleristi sta anche il compito di creare cultura, non solo commercio. Che caratteristiche ha lo spazio espositivo bresciano di Hera? Hera occupa lo spazio che una volta era lo studio di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, a due passi da S. Giulia e dalla chiesa di S. Clemente. AR CONTEMPORARY GALLERY milano Ar come andata/ritorno, nel gergo dei viaggi in alta quota. E sull'andata ed il ritorno dagli Stati Uniti si gioca il ruolo a Milano di questa nuova galleria fondata da un dealer e da una gallerista di Houston. Una testa di ponte americana in Lombardia… Con quali obiettivi nasce la AR Contemporary Gallery? L'obiettivo è quello di riuscire a coniugare arte e cultura: sembra un paradosso, ma molto spesso sono due mondi lontani. Il gruppo di lavoro di Ar Contemporary Gallery crede invece che l'arte debba entrare nel tempo senza vendersi ai poteri del tempo. Questo è il nostro obiettivo principale. Chi dirige la galleria? Roberto Annicchiarico con la collaborazione di Barbara Davis, nota gallerista di Houston: proprio la Barbara Davis Gallery e la sua Fondazione d'arte privata hanno contribuito alla realizzazione di AR Contemporary Gallery. Da che tipo di esperienze professionali proviene il direttore? Laureato alla Boston University: da sempre appassionato d'arte, ho iniziato a collaborare proprio per la Barbara Davis Gallery. Negli ultimi anni, invece, sono stato art dealer all'estero per Spirale Arte di Milano. Quali sono le gallerie e gli ambiti a voi più vicini? A Milano, Roma, Napoli e Venezia ci sono diverse gallerie che nel loro programma inseriscono artisti americani. Però non hanno un punto di riferimento in America: sino ad oggi ho assistito a mostre basate sulla cultura dello scambio e non della sinergia, di una collaborazione stretta e formale con realtà d'oltreoceano. E lo spazio? È stato studiato per essere il più minimalista possibile. Un'altra sua caratteristica è la versatilità: uno spazio dove sia possibile allestire non solo mostre d'arte, ma anche installazioni di una certa importanza e, soprattutto, video. Non volevamo costringere lo spazio, tanto meno il programma della galleria, con un art trend specifico, ma sentirci liberi di esplorare i diversi trends of art. Quali saranno le prossime iniziative? Abbiamo stabilito tutto il programma per 2005 e 2006 con mostre individuali degli artisti che fanno parte della nostra collettiva inaugurale Caution on Fire. Daremo spazio, quindi, a personali di Paul Fleming, Emilio Perez, Santiago Cucullu, Robert Kelly e Joe Mancuso: artisti che negli States rappresentano la frontiera più innovativa. AR CONTEMPORARY GALLERY Via Amerigo Vespucci 5 ar@contemporarygallery.it Tel 02 45498902 www.contemporarygallery.it Exibart.onpaper EXPA nuovi spazi.37 palermo Nelle ex scuderie di Palazzo Cefalà, nel quartiere arabo della Kalsa, nasce EXPA, galleria di design ed architettura contemporanea. Un programma fitto d'appuntamenti per il 2005. Da Odile Decq a Lucio Dalla, dagli UFO a Claudio Baglioni. Ce ne parlano i giovani architetti Tiziano Di Cara e Giuseppe Romano… Iniziamo dal nome: perché EXPA? Qual è la consistenza degli spazi, chi ne ha curato il recupero e quali gli obiettivi della galleria? EXPA perché le nostre esperienze all'estero lo suggerivano, EXPA perché dedicare un luogo ed un tempo all'architettura ed alla sua promozione significa portare speranza a chi come noi ha cercato risposte fuori Italia. Se poi tutto ciò si realizza in uno spazio suggestivo, allora la formula sembra perfetta: duecentocinquanta metri quadri di superficie espositiva coperta con bookshop tematico e caffetteria e più di quattrocento metri quadri di affascinante terrazza. La galleria nasce da una felice sinergia pubblico-privato. Attraverso quali passaggi è stato possibile raggiungere questo risultato? Speriamo che EXPA possa essere da esempio per chi come noi ha voglia di fare. Il pubblico aiuta il privato e viceversa, la collaborazione con UNDER STUDIO parte del mondo che inevitabilmente si confronteranno con un sito ricco di storia e bellezze architettoniche, ma allo stesso tempo ricco anche di contraddizioni socio-politiche. Tutto ciò speriamo possa servire ad alimentare una discussione sullo stato dell'architettura ad oggi, sulle emergenze, sugli errori, sui successi. EXPA Scuderie Palazzo Cefalà via Alloro 97 Tel 091 6170319 info@expa.org www.expa.org Makio Hasuike dal 7 al 24 aprile il Comune di Palermo ed il sostegno dell'Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali sono il frutto di una programmazione culturale e scientifica iniziata l'anno scorso nel nostro studio. Il calendario di eventi e di mostre è stato chiuso molti mesi prima e quindi presentato ed accolto dalle istituzioni proprio per la sua completezza. Un bookshop ed una caffetteria. E ancora musica, cinema e teatro. Non solo architettura dunque? Si non solo architettura, o meglio, EXPA vuole contaminare mondi apparentemente lontani, l'architettura è ovunque, la scelta di coinvolgere nomi come Lucio Dalla e Claudio Baglioni, interessati in modo diverso all'architettura, è, infatti, un modo per portare in galleria i loro fan incuriositi che, conosciuto il luogo, possano ritornare e vedere l'installazione di Odile Decq, i disegni di Franceso Cellini, gli oggetti di Makio Hasuike, la grafica iraniana dei The 5th color… Una galleria d'architettura contemporanea in pieno centro, in un quartiere ricco di fascino ma ancora fortemente degradato… La scelta del luogo è azzeccata, sulle nostre pareti si alterneranno progetti d'architettura provenienti da ogni a cura di davide lacagnina roma Uno studio d'architettura che - come vogliono le ultimissime tendenze - si trasforma in galleria d'arte. Atmosfera collaborativa da atelier contemporaneo. Progetti sull'architettura, l'abitare, l'urbanistica. Ce li racconta Patrizia Ferri… Una galleria d'arte dentro uno studio d'architettura. Ormai una tendenza da Milano a Firenze a Roma. Nel vostro caso da cosa è nata l'idea? L'idea è nata da Massimo Pelliccioni e me, parlando e ragionando sulla necessità di uscire dal seminato. Il rapporto tra arte ed architettura oggi è particolarmente sentito dagli artisti e dagli architetti come reale possibilità di trasformazione linguistica. Ci piaceva quindi dar vita ad uno spazio-laboratorio con caratteristiche progettuali e di sperimentazione, dove si respira probabilmente un'aria poco roma- UNDER STUDIO Via Agostino Bertani 20 massimopelliccioni@tiscali.it Tel 06 5885351 PIGRECOEMME na soprattutto per quello che sottende l'aggancio produttivo con l'industria. Da che esperienze provenite? Lo staff è composto da Massimo Pelliccioni, un'architetto da sempre sensibile alla contaminazione con l'arte, da Fabio Briguglio architetto progettista che si dedica da vari anni alla critica d'arte, e da me Patrizia Ferri che nasco come critico d'arte e curatore con una passione rimossa, ma che ultimamente sta prendendo il sopravvento, relativa a problematiche urbanoarchitettoniche. Il vostro spazio espositivo ha delle caratteristiche particolari… La prima caratteristica è che non è appunto una semplice galleria, ma uno spazio dove si lavora in team, dove Massimo sviluppa i suoi progetti, gli artisti i loro e noi elaboria- mo le nostre idee concorrendo tutti ad una sinergia particolare, ad un clima collaborativo e creativamente proficuo come si è verificato in questa prima mostra. Come è andata la mostra inaugurale? La prima mostra "tavoli e muri" è solo un mattoncino tanto per restare in tema, di una casa ideale e contemporaneamente molto reale, che proponiamo attraverso la rassegna "traslating rooms" ideata e curata da me e Fabio, che darà vita attraverso vari appuntamenti (da "plafond e plancher" a "soglie" e così via…) con artisti anche internazionali, ad una dimensione abitativa auspicabile e praticabile con i sensi e l'immaginazione, indagata nei suoi aspetti quotidiani, metaforici, teorici e filosofici anche attraverso un libro che racchiuderà l'intera esperienza. napoli Un intreccio d'interessi e persone. Cinema, teatro ed arti visive (qui parliamo con Corrado Morra, responsabile di quest'ultime). In ben duecento metri quadri nel cuore di Napoli. Ed un progetto di eventi mattutini. Pensati per chi voglia marinare la scuola…… Da cosa nasce Pigrecoemme? Da quale esigenza culturale-intellettuale? L'esigenza culturale dalla quale siamo partiti? Diciamo che lamentiamo da tempo una deriva verso un isterico e incestuoso autocompiacimento a scapito di una consapevolezza dei linguaggi (il mito del "multimediale" e la chimera reazionaria della "virtualità" hanno fatto e fanno più danni di qualsiasi onda anomala), e di un vigore poetico e, perché no, etico. Vorremmo, insomma, creare un campo d'azione e di promozione del cinema, del teatro e delle arti visive che prefiguri costantemente una ritrovata centralità della sapienza dei "mestieri" piuttosto che dell'istinto; della forma del discorso prima dell'alea ormai inconsistente del concettualismo. Come nasce il vostro nome? Sebbene si diverta a giocare con qualche suggestione, nasce, sei anni fa, dal semplice acronimo di Porte Invisibili Media, l'associazione culturale con la quale la nostra squadra di lavoro ha iniziato ad occuparsi di audiovisivi: PIM, insomma, dove il PI, all'inglese, ci aveva fatto venire in mente il pi greco, una lettera che, com'è noto, ha molte implicazioni concettuali. Come si caratterizza lo spazio espositivo di cui disponete? In che zona della città si colloca? La nostra nuova sede - nel centro di Napoli, a due passi dalla sede prin- cipale dell'università Federico II dispone di poco meno di duecento metri quadrati dei quali più della metà (tre sale) sono adibiti anche a spazio espositivo. Particolarmente suggestiva è la "sala nera" che, oltre agli interventi di drammaturgia, accoglierà installazioni e momenti performativi. Chi è Pigrecoemme? Pigrecoemme è una società formata da un gruppo di artisti e di operatori della comunicazione: Giulio Arcopinto, regista e montatore, ha diretto spot pubblicitari. Per Pigrecoemme è anche responsabile dell'omonima scuola di cinema. Giacomo Fabbrocino, videoartista e critico cinematografico è il responsabile della comunicazione web. Poi c'è Rosario Gallone, regista e sceneggiatore. E, ancora, Corrado Morra, giornalista, scrittore ed esperto di arti visive, ha collaborato con diverse gallerie. Infine, abbiamo una sezione che si occupa di drammaturgia, la compagnia Pigrecoteatro. Quali saranno le scelte espositive dei prossimi mesi? Verso la fine di marzo ci sarà il secondo appuntamento del ciclo Le Pieghe che segnerà l'esordio, sul piano della ricerca visiva, dell'attore napoletano Riccardo Zinna. Una figurazione con evidenti debiti baconiani, ma che è dotata di una sua forza originale, la sua. Che vale la pena portare allo scoperto. Poi sarà la volta di Matinée un ciclo d'incontri mattutini, eventi e piccole mostre dedicate ai giovani artisti ma, ancor più, ai giovani spettatori: con una battuta (ma mica tanto) abbiamo scoperto qual è il pubblico a cui miriamo: gli studenti che marinano la scuola. Chi è disposto a prendere sette in condotta è il benvenuto... PIGRECOEMME Piazza Portanova 11 www.pigrecoemme.com Tel 081 5635188 38.déjà vu BOLOGNA Exibart.onpaper NAPOLI MILANO ROMA CATANIA Cina. Pittura contemporanea Luis Gispert Jonathan Lasker Sam Taylor Wood Carlo Guaita Ironica ed inquieta, surreale e disincantata. Ecco la giovane pittura cinese, in rassegna a Bologna. Dall'icona Mao al Prozac, dalle cyber muse inquietanti al realismo quasi fotografico. In bilico tra echi contemporanei e tradizione... Immagini di un lifestyle luccicante, molto kitsch. Con ironia ed efficacia visiva, Gispert mette in scena le contraddizioni culturali e sociali dell'America contemporanea. Passando attraverso la storia dell'arte, la pubblicità, la moda, la musica hip-hop… Grovigli di colore ingabbiati in geometrie austere. L'eredità illustre dell'Action Painting secondo Jonathan Lasker. Ovvero il gesto, ma senza furore. Ed una serie di rimandi che passano pure per la Pop Art. Sotto l'egida di Gian Enzo Sperone… Sesso, morte e pochi alberi, nelle immagini di un'incantevole cattiva ragazza. Autoritratti estatici e light boxes molto espliciti, per raccontare l'eterna tensione tra Eros e Thanatos. Ovvero la lacerazione che sta tra vita e morte… Dalla natura come concetto, alla natura come fisicità e materia. Dall'evocazione poetica, al rigore dell'astrazione pittorica. Ricercando le griglie logiche dell'universo nella struttura della tela. Stavolta denudata… Da Sperone con furore. Milano rinnova i suoi contatti con New York: il tramite è quella pittura astratta che deriva chiaramente le proprie istanze dalla generazione gloriosa di Jackson Pollock, ma che media con il tempo imbarcandosi in un'avventura Pop, con un segno netto, definito, quasi progettuale. Stiamo parlando di Jonathan Lasker (1948, Jersey City, NJ). Dodici opere inedite, realizzate dall'artista nel 2004, raccontano una maniera di dipingere che in America non ha mai avuto conclusione. Un'avventura nata con l' Action Painting , ma che, nel corso del tempo ha mutato soggetti e riferimenti, cancellato ogni desiderio introspettivo e sfumatura filosofica, ritornando sì a vagheggiare recuperi di geometrie antropologicamente lontane, ma con un atteggiamento quasi da archeologo. Con gesto misurato, quasi chirurgico, che sottrae alla terra il frammento dimenticato e ne ricostruisce le tracce. Le superfici di Lasker diventano così campo neutro di sezioni ambigue, in cui alla matericità dell'olio, scavato impietosamente dalla bocca del tubetto, fa da contraltare il disegno, che tanto ricorda le soluzioni Pop, in un remix crudele di tutta la cultura americana, di cui Lasker, giunto negli anni Settanta al successo, è erede per diritto. Con un lavoro che a noi, europei bombardati dalla spettacolarizzazione postmoderna di Cattelan e della Young British, apparirà magari molto datato, ma che oltreoceano conserva ancora la sua ragione d'esistere. Perché, non va dimenticato, si tratta della rielaborazione di quella che negli Stati Uniti comincia ad essere catalogata come tradizione. Lasker dunque tira le fila di un discorso, reinterpreta in senso contemporaneo il repertorio pittorico locale, togliendogli il furore eroico, con un fare che conserva il desiderio di una manualità primitiva ed insieme un lirismo dato dalla materia del colore e dal suo spessore. Le matasse segniche, i gangli pollockiani evolvono in reti dalle geometrie ferree, i cui contrasti di colori puri scandiscono il tempo di fruizione dello spettatore. Lo organizzano in lassi opportunamente regolati, immemori della disperazione dell'atto creativo, fissi come volti di sfingi disintossicate dal male di vivere dell'esistenzialismo. Ed è lì che le nostre sensazioni si confondono con l'esperienza puramente mentale. La galleria Lorcan O'Neill, vetrina romana della swinging London, propone Sam Taylor Wood, un'altra reginetta della new wave britannica, dopo la bad girl Tracey Emin, per seguire il trend culminato nella recente personale di Damien Hirst al Museo Archeologico di Napoli. La fotografia, tra i media più in voga in questo momento, torna a spopolare con la serie Self Portrait Suspended, esposta in una delle sale. Le stampe sono una variazione sul tema dell'identità, colta in uno scorcio intimo e rarefatto del proprio loft londinese. L'artista, vestita soltanto di lingerie, danza nello spazio, apparentemente sospesa. In realtà, le corde che la tengono legata sono rimosse tramite un camouflage digitale; la fotografia, dunque, come strumento di una ricerca che sconfina dal semplice reportage, per involarsi - è proprio il caso di dire - nell'ultra-visibile. La dimensione mistica delle scene - una specie di Transverberazione berniniana - è esaltata dall'arredo scarno dello spazio: pareti bianchissime, vetrate a giorno, pavimento in parquet. La luce sembra rapire nel suo alone il corpo della Wood, come in ascensione; nonostante lo sforzo muscolare, pare che le membra ricadano morbidamente, sfidando la forza di gravità. Ad attrarle è un'energia latente e insondabile, che trascende la sfera sensibile. Il corpo è metafora di una condizione terrena precaria e corruttibile, che l'artista ha sperimentato personalmente attraverso la malattia. Ciononostante, questi lavori mostrano come sia riuscita a sublimare il dolore in chiave onirica, attingendo all'infinito potenziale immaginifico dell'arte. Librata in un limbo intermedio tra il qui e l'altrove, è intangibile ed ovattata: nulla sembra poter scalfire il suo oblio, liberatasi finalmente d'ogni peso corporeo. Sul fronte opposto, il corpo, non più anestetizzato, riemerge in tutta la sua carnalità in The Passion Cycle: un gruppo di venticinque light-boxes, che mostrano le diverse fasi di un amplesso, similmente alle stazioni della Croce. L'analogia, apparentemente blasfema, se da un lato esalta la componente vitalistica dell'amore, dall'altro ne svela l'ineluttabile sofferenza. La sessualità è vista come veicolo di trascendenza, di totale alienazione di sé, per molti aspetti vicina alla morte. Una riflessione tanto più amara, quanto più la fotografia e la memoria tecnologica dovrebbero conservare una traccia perenne della realtà. Al contrario, per sentire, occorre lasciarsi permeare dagli stimoli esterni, immergersi nel turbine dell'esistenza, perdersi nell'altro, accettare la propria vanitas. Altrimenti, l'unico stato di grazia è quello della pura immaterialità, immune da qualsiasi ebbrezza, o tempesta emotiva. E il dramma segreto di Sam Taylor Wood sembra consumarsi in questa eterna lacerazione: tra la passione per la vita, effimera e imprevedibile, o l'imperturbabilità della trascendenza. Altro che le Marylin di Andy Warhol. Mao Tse-tung, per altro riprodotto dallo stesso maestro della pop-art, è senz'altro tra i personaggi più popular sulla faccia della terra, considerando la frequenza con cui egli è comparso per decenni su francobolli e manifesti, copertine di libri e stampe popolari, quadri e sculture. E questo non solo nel paese più popolato del mondo, la Cina, ma anche nel resto del globo, grazie ad un ufficio stampa e propaganda senza eguali. Certo nella Cina post piazza Tien An Men, aperta al mercato ma ancora restia al rispetto dei diritti civili, la situazione è profondamente mutata, occidentalizzata nelle forme. La mostra organizzata dalla Fondazione Carisbo ed ospitata in due sedi - a San Giorgio in Poggiale le opere di grande formato, a Palazzo Saraceni la maggior parte dei lavori - documenta la situazione attuale della pittura cinese. Presentata forse con un po' troppa enfasi - la prima esposizione al mondo dedicata alla pittura contemporanea cinese - la mostra propone quaranta tele di una ventina d'artisti che ben rappresentano i rivoli della pittura del Celeste Impero, privi di correnti dominanti e straordinariamente vicini all'Occidente globalizzato. Accompagna l'allestimento - la segnalazione è d'obbligo per la qualità della pubblicazione - un imponente e accurato libro-catalogo, edito da Damiani. L'icona-Mao ritorna, ma in ambientazioni decisamente altre, profondamente ironiche. È il caso delle opere di Shi Xinning, uno degli artisti più interessanti e sorprendentemente affine, per tematiche e soprattutto linguaggio espressivo, al nostro Montesano. Il condottiero è ritratto con la sua inconfondibile divisa in improbabili situazioni: ora in compagnia di Valeria Marini, ora a fianco di Churchill, Stalin e Roosevelt a Yalta. Tutt'altro clima respirano i ritratti femminili di Feng Zhengjie. Lo sguardo inquietante, da Salomé cyborg, è sempre incorniciato da tonalità acide e - forte di un acceso strabismo - non smette di catturare lo sguardo dello spettatore. A proposito di creature ibride, un'altra artista, Ma Liuming, associa a corpi di bambine, sospese spesso nel monocromo della tela, il proprio minuzioso autoritratto. L'occidente caratterizza non solo le forme, ma anche gli stati d'animo delle persone ritratte, inquiete e disincantate, che se prima trovavano un sorriso (plastificato) nella tessera di partito o nello stringere l'immancabile libretto rosso, ora sembrano rinvenirlo in una compressa di Prozac piuttosto che nel fumo annoiato dell'ennesima sigaretta, come ci raccontano le opere di He Sen. Zhang Xiaotao è tra i pochi a dimostrare solidi legami con la tradizione. I suoi lavori, pur con cromie decisamente mutate, ricordano infatti le popolari carte ritagliate colorate, ma anche le maschere del folklore locale. Uno sguardo elegantemente fotografico è invece quello di Yang Qian: corpi femminili riflessi da specchi imbevuti d'umidità, appannati da un vapore denso e corposo. Sensuale come ciò che dietro il suo velo nasconde. [duccio dogheria] Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Carisbo San Giorgio in Poggiale via Nazario Sauro 22 e Palazzo Saraceni, via Farini 15 Catalogo ed. Damiani Tel 051 6454111 Fax 051 6454499 Fondazione@carisbo.it www.fondazionecarisbo.it www.damianieditore.it Dopo i numerosi successi d'oltreoceano Luis Gispert arriva a Napoli per la sua prima personale europea. L'artista trentenne, nato a Jersey City e residente a Brooklyn, debutta con Everything you ever loved in one place 2001-2004, in cui prende di mira gli stereotipi della cultura americana. In mostra una selezione di fotografie a colori di grande dimensioni ed una videoinstallazione. Gispert è un artista complesso con una spiccata vocazione per la sperimentazione: spaziando dalla fotografia alla scultura ed al video, con uno stile estremamente personale realizza immagini seducenti, caratterizzate da alcuni elementi - i colori accesi, le superfici lucide, le inquadrature irreali che enfatizzano il non sense delle situazioni riprodotte. Visitando la personale di Gispert si viene coinvolti dalla visionarietà di un mondo parallelo, popolato da personaggi curiosi, caricaturali, paradossali. Nei suoi lavori recupera ed elabora la tradizione del barocco italiano per combinarlo con elementi della cultura visiva contemporanea. Nella serie Cheerleader (2001-2004) l'artista ritrae delle ragazze pon-pon di origine ispanica che imitano le teenagers americane di periferia, secondo i cliché proposti dai media. Sono immagini patinate che trasmettono la gioia di vivere, lo spirito spensierato, la superficialità di un intero stile di vita. Nella plasticità delle pose dei corpi i protagonisti appaiono sospesi in posizioni innaturali e sono disposti su uno sfondo verde monocromo. In Urban Mith (2003-2004) le foto ritraggono rituali essenziali e scene di vita degli immigrati di origine latinoamericana. Vestiti con abiti vistosi, eccentrici, pesantemente truccati e ricoperti di collane ed accessori dorati, Gispert rende protagonisti i membri della sua famiglia e li mette in posa in contesti tipici delle telenovele o dei set pubblicitari. L'artista recupera un vocabolario di gesti caratteristici che hanno contribuito alla costruzione dello stereotipo americano e ne offre una lettura insolita, tra il grottesco e l'ironico. In mostra anche un video, Foxy Xerox (2003): su due schermi, uno di fronte all'altro come in uno specchio, la stessa donna, l'artista Kristin Baker, si rivolge al suo alter ego con il volto dipinto di nero. Parla al ritmo dell'hip-hop, accompagnata da gesti espliciti che ricalcano il comportamento dei rappers. Attraverso la ricerca di soggetti prelevati da un universo artificiale e stereotipato, e mediante un sapiente lavoro di montaggio, Gispert riesce ad amalgamare il surreale con l'ordinario. E l'elaborazione delle immagini risente visivamente di quella contaminazione dei registri in cui viene meno la differenziazione tra tradizione alta e bassa all'interno della storia dell'arte. [santa nastro] [lorena grieco] Galleria Cardi & Co Changing Role Move Over Gallery Via Chiatamone 26, Napoli Tel 081 19575958 www.changingrole.com infogallery@changingrole.com fino al 31 marzo 2005 Corso di Porta Nuova, 38 20121 Milano Italy Tel 02 62690945 Fax 02 62694016 www.galleriacardi.com info@galleriacardi.com Resta la sua dimensione prediletta, l'orizzonte delle sue riflessioni sensibili. Per Carlo Guaita è la Natura lo spazio d'indagine privilegiato in cui cercare umori, formule, corrispondenze, griglie visive o teoriche. Così, nel tempo, rimane invariato ostinatamente - quel perimetro limpido entro cui muoversi: l'infinito della natura si fa concetto ed insieme prassi, idea e metodo. Il primo lavoro, all'ingresso, appartiene ad una fase passata, quando il paesaggio era evocato e "marcato" da opere concettuali accostate a riferimenti colti (citazioni tratte da testi filosofici e scientifici), spesso vere e proprie didascalie, note al margine, iscrizioni. E le stelle perseveranti si spengono (1998) è una stecca di alluminio, una lunga linea poetica, silenziosa: se ne sta su una parete, ad altezza d'occhi, immobile, come a tracciare il profilo di un orizzonte remoto. La linea - confine inesistente tra due parti opposte di infinito non è esattamente muta, ma dice, sottovoce, qualcosa di assoluto, definitivo. Un verso inciso sul metallo, poche lettere, con tutta la bellezza che può esserci in una sequenza di parole: il titolo dell'opera, tratto da un noto poemetto di Schiller (La passeggiata), solca questa superficie sottile che potrebbe, potenzialmente, proseguire in entrambe le direzioni, potrebbe non essere un segmento ma una retta senza inizio né fine. Le parole, veicoli di materia tiepida, si condensano sopra un frammento minimo, consentendo allo sguardo di arrestare la corrente ideale, per un istante. Si spengono le stelle quando l'uomo ha scelto la ragione, il ritmo alieno della città. Ma una stella perseverante è una specie di condanna benevola alle origini, non può spegnersi davvero. E così quell'aggettivo, tagliente e saturo, racconta del conflitto eterno tra il richiamo della natura e l'accesso a dimensioni artificiali necessarie. Poi, nelle altre sale, la nuova fase, un balzo dentro la pittura, uno spostamento consapevole e provocatorio. C'è una sensazione di déjà vu in queste tele essenziali, rigorose, pulsanti. Superfici su cui si distende una volontà precisa di ricerca, una specie di puntualizzazione, una deviazione calma. Quattro serie, diciassette oli realizzati tra il 2003 e il 2004. La natura diventa esercizio, processo, metodo e ricerca di un'azione disvelata, condotta con lentezza quasi zen. La fisicità della tela e il gesto cadenzato dell'artista diventano protagonisti. In Dagherrotipi la sovrapposizione di stoffe imbevute di pigmento e resina dà origine a piccole superfici lucide, lasciando viva la sensazione tattile di velature amalgamate; nella serie Trame le superfici monocrome sono incise da linee che evidenziano la texture della tela; poi Liquidi, grandi piani scanditi da scolature, segni cromatici precisi - razionali e insieme vibranti - ottenuti piegando il supporto; infine Verso, reticoli di colore filtrato dal retro del tessuto. Le leggi eterne della Natura tornano ad essere comprese attraverso la pratica della pittura, mentre l'azione si svela e ricompone lungo movimenti che lasciano la propria inequivocabile traccia. Riportando la vastità effimera del concetto dentro il perimetro breve di una tela. [helga marsala] [maria egizia fiaschetti] Galleria Lorcan O'Neill via Orti d'Alibert 1E Tel 06 68892980 Fax 06 6838832 mail@lorcanoneill.com Centro per l'Arte Contemporanea Palazzo Fichera via A. di Sangiuliano, 219 Tel 095 439678 Fax 095 7211841 palazzofichera1@interfree.it Exibart.onpaper MILANO déjà vu.39 NAPOLI ROMA TORINO Bas Meerman Anri Sala Kaoru Arima In primo piano, la figura umana. Ed un vortice di emozioni. Una sensualità aggressiva, eppure venata di malinconia. Tinte forti che raccontano storie di luci ed ombre. E su tutto, un implacabile senso di caducità… Sensi calamitati. Fino all'esasperazione. Dal rombo del motore in crescendo, alla luce abbacinante. Un dittico di pellicole che sollecita vista e udito, ma separatamente… Disegnare sui giornali, direttamente. Proprio così: matita su carta stampata. Semplicità e lirismo, rigore e fantasticherie. Protagonista assoluto, a sorpresa, il gesto pittorico che lo rende possibile… Uomini duri, donne sensuali, immagini familiari echeggianti pop art e pubblicità. Ed il corpo umano colto nella sua prorompente presenza fisica, inondato da una luce abbagliante oppure divorato dall'ombra. Un corpo umano, un viso, che si stagliano su uno sfondo spesso lasciato indefinito perché è l'uomo a costituire il fulcro d'interesse di Bas Meerman, pittore trentaquattrenne che vive tra Amsterdam e Berlino. La figura umana già occupava un posto centrale nel repertorio di questo artista "a riprova dello stretto legame formale e concettuale che sente con i maestri della pittura olandese" (Michele Robecchi), ma mai come in questa mostra il suo interesse si è esclusivamente focalizzato su questo unico soggetto, unica, significativa eccezione una natura morta di orchidee. In passato poi Meerman presentava i suoi personaggi in momenti ancora più estremi, mentre ormai la violenza e la carica sessuale sembrano più relegati nella fantasia dello spettatore che non nel quadro stesso. E l'artista rappresenta l'uomo soprattutto nei suoi gesti quotidiani: nel momento d'intensa gioia di una giornata estiva ed un tuffo nell'acqua del lago ( Berlin Summer ), oppure nel momento del totale abbandono al sonno e al desiderio (come accade in Desire ( For Balthus )). Un uomo che si riposa all'ombra di un albero, un uomo che si spoglia, due donne che si baciano: Meerman li coglie nei loro atteggiamenti apparentemente casuali, storie sospese nel loro attimo di intimità. E piano piano, penetrando questo mondo, emerge anche il carattere ambiguo delle figure. Sotto la loro carica erotica e forza ostentata affiora una sottile venatura di malinconia e tristezza ed emerge la fragilità dell'esistenza umana. Nei dipinti notturni (Berlin Night ) e nelle rappresentazioni sacre ( Jesus II e Jesus III) poi la disperazione s'intensifica ed una notte profonda cancella i volti consegnando i suoi personaggi ad una oscura solitudine. Un ritorno alla sicurezza, all'affermazione, alla positività li troviamo solo in pochi quadri e nell' esecuzione pervasa anch'essa da una fisicità ardita. Grumi di colore che danno spessore alla tela e che si attaccano con tale ostinazione alle figure che neanche le pennellate larghe e generose riescono a spalmarle. Ed i colori: forti, decisi, spinti fino al loro inverosimile fino che " fanno oscillare l'immagine e il suo contenuto erotico fra un'intensa concretezza e un astratto cromatismo" (Peter Weiermair). [sylvia schiechtl] Studio d'Arte Cannaviello Via A. Stoppani, 15 Tel 02 20240428 Fax 02 20404645 cannaviello@interfree.it Catalogo con testo critico di Peter Weiermair Ancora gioventù nella galleria di Alfonso Artiaco. Dopo l'aperturaevento affidata a Perino & Vele, esattamente ad un anno di distanza dalla proposta del duo Bianco Valente, si torna alla videoarte con una stella internazionale del settore: Anri Sala (Tirana, 1974), talento albanese di stanza a Parigi, trenta primavere alle spalle. Ambasciatore culturale di una nonnazione? Forse. Ma Anri Sala è a pieno titolo - e mostra di sentirsi innanzitutto un artista e, in quest'ottica, la nascita a Tirana ed i regolari ritorni a casa appaiono elementi accessori. Onore al merito, tutt'al più, per aver saputo inoculare in patria i germi di una nuova creatività, emancipandosi da una situazione che - nello sgretolarsi dell'ancien régime e nel cozzo contro il capitalismo - si teneva abbarbicata alla solenne iconografia del socialismo reale. In ogni caso, chi pensava che a Palazzo Partanna, dopo i clamori dello "scomodo" Kubark, l'atmosfera si fosse tranquillizzata ha dovuto fare i conti con gli stimoli altrettanto forti di un dittico di pellicole che, separatamente, sollecitano i sensi fino al parossismo. Non tutti, però, e non tutti insieme. Incalzante, inesorabile è il crescendo che straripa nell'udito in un Untitled brillante di molteplici verdi, una progressione sonora che accompagna l'intrufolarsi, sempre più invadente e selvaggio, di una sorta di rostro natante nel cedevole flettersi del fogliame. Morbido l'inizio, cullato dal liquido fruscio palustre: incipit rassicurante ma effimero, giacché il rombo del motore sopraggiunge presto a frangere l'indolente sciacquio della gora, prima spezzato dallo schiocco dei rami e, poi, definitivamente sovrastato dalla cieca ed assordante prepotenza della macchina. Piede a tavoletta sul girato, per questa violazione di domicilio naturale che irrompe rintronando nell'orecchio. Con uso accorto del paradosso, il filmaker brandisce il seducente potere della fastidiosa esasperazione anche in Three minutes, lavoro accurato e di grande eleganza, con gradevole effetto da cinema d'antan. Timpani imbottiti di rassicurante silenzio, ad essere sedotta stavolta è la vista, ripetutamente abbacinata dalla luce che, nell'incontro con un disco di bronzo, saltella, singhiozza, rimbalza con argentea vivacità, irradiando onde concentriche sul gong della pupilla. Difficile, impossibile distogliere lo sguardo, come se quel cadenzato batti e ribatti sulla superficie di metallo celasse un potere ipnotico. Rigore e semplicità che inchiodano. Basta poco. Pare poco? [anita pepe] Qual è il vero colore della carta stampata? Di sicuro non il bianco. Né il grigio. E non soltanto perché col tempo i giornali finiscono come si suol dire - per ingiallire. Sarebbe il caso di verificarlo, qual è quel colore. Magari applicando sulla pagina - direttamente - un bel bianco carico, di quelli inconfutabili. Con tocco leggero e deciso, come fa Kaoru Arima (Komaki, Giappone, 1969), che prende a chiazzare con l'acrilico - con un gesto soltanto, uno dopo l'altro - fogli e fogli di quotidiani. Per poi stenderli tutti insieme, come si fa col bucato. Senza imbrattare, però: per ogni foglio strappato, proveniente da ogni angolo del mondo, basta quella sola macchia. Che affiora densa e silenziosa, davvero pittorica, tra i titoli roboanti e le squillanti pubblicità on paper di una generic city. Così, grazie a quel gesto minimo - lontanissimo, però, da quello volitivo di ascendenza klineiana - c'è spazio per osare qualcosa d'altro. Per raccontare, tra le colonne di un giornale, qualcosa che faccia notizia davvero. Come disegnarci sopra. Anzi: come disegnarci - tranquillamente - dentro. Nel varco creato dalla pittura, là nel mezzo, dove prende posto un pantheon stralunato fatto di ardite ibridazioni tra uomini, piante ed animali; dove la matita delinea i frames di una cosmogonia per nulla quotidiana, in cui i personaggi si rincorrono nel più notturno, benché a tratti intimista, degli scenari da favola. Un impeccabile gioco di specchi, ordito - nero su bianco su nero su bianco, con qualche variante sul tema - a tu per tu con quell' information overload che, come un'eco lontana, messa a contatto col Sol Levante della tradizione calligrafica e con una fantasia fervida e sbrigliata, letteralmente sbiadisce. Nella sala più grande, dopo la serie dei giornali, altri disegni. Tanti, lussureggianti e, stavolta, come ravvicinati. Quasi una suite fatta di appunti svolazzanti, presi si direbbe - parlando al telefono con elegante noncuranza. L'artista rivendica la tradizione della giga quale pratica del disegno-poesia da frequentare "per il proprio piacere". Ma ad accendere queste carte di una segreta attualità da paesaggio del desiderio, a ben guardare convoca la direttrice postmoderna surrealismo-immaginario manga. Il risultato, benché anche qui orchestrato su un registro acqua e sapone, è un repertorio d'immagini sfavillanti anche quando icastiche o - al contrario - concitate. Cancellato del tutto il mediascape, è ancora ai suoi frequentatori più attenti che ci si rivolge. [pericle guaglianone] VERONA Jimmie Durham Le ragioni della leggerezza Mary McIntyre Esterno notte A partire dall'incipit di una delle "Lezioni americane" di Italo Calvino, le ragioni della leggerezza mostrate da un Jimmie Durham affascinato sempre più dai massi e dalle pietre... Foto notturne della periferia di Belfast. Le luci artificiali illuminano scorci deserti e sottilmente inquietanti. Dietro una calma apparente si avverte una sorta di presentimento. Di qualcosa che è avvenuto o sta per accadere... Purtroppo è durata pochi giorni l'installazione di Jimmie Durham (Arkansas, 1940. Vive a Berlino) all'esterno della galleria di Franco Soffiantino, a causa di qualche vandalo del quartiere che ha fatto temere per l'incolumità dell'opera. Un'Ape Piaggio che cedeva, schiantata, sotto il peso inesorabile di un enorme masso posto sulla zona di carico (Untitled, 2004). È questo forse il primo significato del titolo della mostra, Le ragioni della leggerezza: essa ha le sue ragioni, i suoi raziocini, il suo relativismo. Ma sicuramente non è così semplice. Le installazioni sui due piani della galleria - quello seminterrato è stato inaugurato proprio in occasione della personale dell'ex militante dell'American Indian Movement -, le fotografie, i disegni, esprimono altresì la leggerezza del materiale povero, naturale, recuperato per esempio sul fiume Po, nei pressi di Palazzolo Vercellese nel novembre del 2004 ed ancora poco prima dell'inaugurazione. Si tratta in gran parte di pietre, verdi e rosse, granito, lavanda e marmo bianco, che fra desolazioni inquinate e abbandono del territorio, costellano le rive del corso d'acqua. Sono sufficienti pochi elementi per andare a costituire composizioni fra due e tre dimensioni, insieme alle fotografie delle "performance", specchi infranti, pannelli colpiti, tappeti impreziositi dal regno minerale (Decorative Stones for the Home, 2004), scrivanie oppresse da pesanti lastre ( Black Shale on European Wood, 2004). In realtà, il titolo della mostra è una citazione dalle Lezioni americane di Italo Calvino. Difendere le ragioni della leggerezza mostrando l'arroganza della pesantezza, come un contrappasso alla realtà. Ma anche in questo caso sarebbe forse troppo semplice, perché come ci ha insegnato Kundera, anche la leggerezza può essere "insostenibile". Le pietre millenarie hanno una storia tenace, però la loro ottusità quasi tenera riporta ad una sensazione quasi umana di condizionamento del tempo. Il curatore Roberto Pinto sviscera dunque l'ambiguità strutturale della poetica di Durham, il fatto di non proporre soluzioni e tesi, ma di gettare nello smarrimento affinché venga cercata la propria strada. Così aveva intitolato il workshop e la mostra di fine corso alla Fondazione Ratti rispettivamente Pietre scartate dal costruttore e Surely we will be confused. Ecco, forse lo snodo risiede appunto in quel "noi". Non si tratta di una maieutica socratica, dove l'"allievo" impara grazie alla destabilizzazione delle sue idee preconcette da parte di un "maestro" in qualche modo onnisciente. Al contrario, il primo a mettersi in gioco è proprio Jimmie Durham, sia durante il corso che nell'ambito della mostra. Per ciò lascia ad esempio che sia il tragitto gravitazionale delle pietre a dipingere i suoi supporti. Indicando che proprio nella pesantezza della caduta si produce un effetto eminentemente lieve. Lo spazio veronese diventa una passeggiata, con finestre sulle pareti bianche che si aprono a mostrare le stranianti vedute di Mary McIntyre (Coleraine, Irlanda del Nord, 1966), alla prima personale in Italia. Il progetto funziona, se non altro perché la periferia descritta dall'artista finisce per assomigliare a quella nella quale sorge la galleria scaligera. È quella di Belfast, ma potrebbe essere ovunque. E questa corrispondenza, questo sottile gioco tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, qualche suggestione la regala. Esterno notte è una serie fotografica di paesaggi notturni, ripresi con tempi di esposizione lunghi, che hanno consentito a McIntyre di sfruttare la sola luce ambientale come fonte d'illuminazione. Parchi, vie, case popolari, cavalcavia, incroci e parcheggi descrivono un paesaggio universale, mettendo inevitabilmente in moto un immaginario collettivo che interpreta il suburbium come una realtà di confine, deterritorializzata, nomade e mutante. Il nonluogo privilegiato, privo di memoria, dove contesto architettonico e sociale si corrispondono sulle corde del disordine, della precarietà e dell'alienazione. Anche per questo l'assenza di presenze umane si trasforma, in realtà, in presenza invisibile e latente e, in quanto tale, inquietante. McIntyre si va ad aggiungere alle tante, forse fin troppe, indagini condotte sui luoghi di periferia, da Francesco Jodice a Crewdson, da Joachim Koester a Gabriele Basilico a Domenico Mangano e via dicendo, per citarne sono alcuni. Ma, per tecnica e soggetti, la sensibilità di McIntyre sembra molto vicina a Paola De Pietri che, pur in b/n, ha anche condotto una ricerca analoga in passato. E quando nella scena apparentemente immobile si scopre immortalato il sottile stormire delle fronde degli alberi, tale consapevolezza è anche più forte, pensando all'impressionismo pittorico della De Pietri, nella fotografia naturalistica del paesaggio. Anche con ciò, la mostra resta godibile, specie pensando agli aspetti psicologici del lavoro della McIntyre, altrove forse più manifesti e qui ermeticamente sottintesi. Metteteci che l'artista si prepara a rappresentare il proprio paese alla prossima Biennale di Venezia e il piatto, come si dice, è servito. [alfredo sigolo] [marco enrico giacomelli] Galleria Alfonso Artiaco Extraspazio Fraconsoffiantino Artecontemporanea Piazza Dei Martiri 58 Tel 081 4976072 Fax 08119360164 info@alfonsoartiaco.com www.alfonsoartiaco.com Via San Francesco di Sales 16/a (Trastevere) Tel/Fax 06 68210655 info@extraspazio.it www.extraspazio.it A cura di Roberto Pinto Via Rossini, 23 - 10124 Torino Tel 011 837743 Fax 011 8134490 fsoffi@tin.it Galleria Arte e Ricambi Via A. Cesari, 10 Tel 04 5529035 Mob 3471422931 Fax 04 58403684, info@artericambi.org www.artericambi.org 42.déjà vu RAVENNA Exibart.onpaper ROMA Pizzi Cannella - Antologica Lui dice di dipingere quello che resta. Briciole di memoria, di storie. Non ricordi, solo quanto ne rimane. Un'antologica racconta Pizzi Cannella, dagli abiti, alle mappe, dai ventagli, alle cattedrali. Con un videoritratto. Al telefono… Venticinque opere dal 1986 ad oggi compongono la personale antologica di Piero Pizzi Cannella (Rocca di Papa, Roma, 1955) alla galleria ravennate di Patrizia Poggi. La mostra cade nel trentennio dell'attività dell'artista e tra tele, tavole e carte si possono ritrovare tutti i cicli ed i simboli della maturità del pittore: dagli abiti alle mappe, dai gioielli ai paesaggi notturni, dalle sedie all'ultimo soggetto prediletto delle cattedrali. Storicamente lo si collega, insieme a Nunzio, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Bruno Cecobelli, Marco Tirelli e altri, alla Scuola di San Lorenzo, dal quartiere romano dove questi artisti si ritrovarono a spartire il noto ex pastificio al numero tre di via degli Ausoni. I disegni ed i dipinti di Pizzi Cannella risultano densi e nervosi, frettolosi, concentrati intorno ad un soggetto ripetuto infinite volte e mai completamente compiuto. Per definirli con un aggettivo che egli stesso utilizza spesso, sono delle opere urgenti. Di questo i visitatori della mostra possono rendersi conto attraverso il video che chiude il percorso espositivo, dal doppio titolo di Con chi parlo e La fabbrica dei pennelli. Si tratta di una quindicina di minuti suddivisi in quattro scene estrapolate dalla vita privata dell'artista e il cui filo conduttore è un apparecchio telefonico che squilla a ripetizione. Parlando con vari personaggi anonimi racconta se stesso e nel frattempo disegna degli schizzi in modo veloce e assorto. Nel video, che è di fatto un autoritratto, si descrive come un personaggio schivo, amante dell'arte e degli artisti. Dice che vorrebbe visitare altri luoghi come i ghiacci polari, ma che non lo farà mai perché il mondo preferisce ricostruirselo nel suo studio e, infine, si paragona ad un orologio fermo, consolandosi del fatto che in questo modo almeno due volte al giorno segna l'ora esatta. Accenna, infine, a quello che è e che è stato il tema di collegamento di tutta la sua attività: la memoria. I simboli che compongono il suo dizionario pittorico richiamano, in effetti, briciole di storie passate e dimenticate, di cui Pizzi Cannella riporta dei brandelli non per ricordare, ma solo per testimoniare quello che ancora ne rimane. "Dipingo a memoria, ma non personale, collettiva." dice "Quello che resta della memoria collettiva. O forse si tratta dell'imitazione della memoria". [carolina lio] Galleria Patrizia Poggi fino al 3 aprile 2005 via Argentario 21 dal mar. al ven. dalle 16.00 alle 19.30, il sab. dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, dom. dalle 16.30 alle 19.30 Tel 054 4219898 catalogo in galleria con testo di Cesare Biasini Selvaggi BRESCIA MILANO TORINO Alessandro Scarabello Lifeinlines Federico Solmi Rocco never dies The Season Volume 3 Modulazioni di memorie Seguendo una linea. Quella che disegna visi, profili, storie. Quella che traccia una e tantissime esistenze. Così la pittura del giovane Alessandro Scarabello. Una galleria di volti e di luoghi. In primissimo piano… Il titolo dedicato a Rocco Siffredi, poi l'animazione video con omaggi a Chaplin e Kentridge. E citazioni più sotterranee di E.T.A. Hoffmann e John Fante. La ricerca di Solmi prosegue ed indaga nel cuore degli Usa, potenza destabilizzata e destabilizzante... Una partitura quasi geometrica, per raccontare il meccanismo perfetto della natura. E poi il linguaggio, come un'ultima frontiera. Ecco il terzo appuntamento della Season della galleria Pack. Protagonisti Alberto di Fabio e Aldo Runfola… Che l'ambiente della pornografia sia stato in qualche modo "sdoganato" è ormai assodato. Dagli scatti hardcore di Terry Richardson al volume Pornoland di Stefano De Luigi, passando per la fanzine erotica della Harvard University "H Bomb". L'operazione di Federico Solmi (Bologna, 1973. Vive a New York) potrebbe dunque apparire come l'inserimento nella scia di un tale recupero che miscela pruderie, ipocrisia e posa liberal. In fondo, intitolando la propria personale all'ex stallone nostrano dei set a luci rosse, Rocco (Siffredi), è giustificabile che il pensiero vada a gesta penetranti. Così, chi si inoltrasse nello spazio bresciano, oppure alla Boreas Gallery di Brooklyn (dove la personale gemella ha inaugurato in contemporanea), o ancora andasse a sbirciare sul sito della DiVA (dove alcuni frame del video aprono la presentazione di questa giovane fiera newyorkese) sarebbe deluso. Infatti le penetrazioni non mancano, ma sono di natura tutt'altro che erotica. Occorre allora fare un passo indietro, prendere le misure del lavoro di Solmi. Con quel ventilatore che spazzava i grattacieli. Con la fuga in auto in una città che collassava su sé stessa. L'immaginario dell'ormai italo-americano s'impregna di un sentimento d'insicurezza strutturale, che è costretto a fare i conti con le drammatiche vicende del Nine Eleven e con la (pre)potenza del colosso nordamericano. Con lo sguardo distaccato di chi è all'interno di un contesto ma non ne fa parte per natura. La situazione di Solmi, per dirla in altro modo, è similare a quella dell'antropologo culturale, che s'impegna in un'osservazione partecipante. Con questa doverosa premessa si può comprendere più a fondo il progetto. Una serie di lavori su garza, alcuni intelati, oltre ad un buon numero di disegni che costituiscono il materiale "grezzo" della personale, cioè il video. Realizzato con una tecnica manuale che strizza l'occhio a William Kentridge, supportata dall'intervento discreto di Russell Lowe per il 3D. Ebbene, in poco più di tre minuti SolmiSiffredi passa da un estenuante lavoro di penetrazioni (stando ai titoli di testa, anch'essi disegnati a mano, la partner è la donna-multipla nella persona di sua moglie Jennifer) ad un infarto sintetizzato in frame schieleani. Palese anche il riferimento al taylorismo sessuale nella figura di un Rocco imbullonato ad una macchina che lo spinge a penetrare donne che si susseguono in svariate posizioni, adagiate su una ruota dentata. Automatismo copulativo puro. Accanto al Chaplin di Tempi moderni va perciò citato l'Automa di E.T.A. Hoffmann. L'attacco cardiaco dà il via alla seconda sequenza, quando l'infartuato a bordo di un'ambulanza percorre le vie di una New York implosa, con una Statua della Libertà che pare naturalmente accasciata, mentre trionfa il crasso toro simbolo di Wall Street. Il sapore di alcune fra le pagine più mirabili di Chiedi alla polvere rende l'idea di un'apocalisse che coinvolge i piani inclinati della prospettiva fisica e mentale, con l'ambulanza che si schianta e ribalta, e infine la sala operatoria. Poi lo stacco e la terza sequenza, composta sostanzialmente da alcuni fermo-immagine. È il funerale di Rocco-J.F.K., con le icone che hanno segnato l'immaginario di un'epoca: il corteo funebre coi cavalli, John John bambino, gli onori militari… Un coacervo di riferimenti storici che vanno fatti decantare per leggervi un'apprensione del presente. Nel duplice senso della comprensione e della preoccupazione. Il progetto The Season giunge alla terza tappa, dedicata alle opere di due artisti che, in modo differente, ci parlano di etica ed estetica, intrecciando la doppia trattazione d'individuo e società attraverso linguaggi diversi e sempre poetici. Alberto Di Fabio (Avezzano, 1966. Vive a Roma e New York), reduce dalla mostra personale alla newyorkese Gagosian Gallery, presenta opere forti di un substrato quasi zen, costituito da carte di riso orientali sulle quali il tratto gentile dell'artista verga segni e disegni d'ispirazione molecolare. Si tratta di moduli incatenati l'un l'altro ripresi dall'umano dna, di tracciati colti da un mondo micromolecolare che si trasforma in una partitura regolare e finissima. Etica ed estetica, si è detto. Perché al centro dell'arte dell'artista è sempre presente la tensione verso il mondo naturale, primigenio, che troppo spesso l'Homo Civicus si lascia alle spalle, calpesta, vilipende. Ed allora Di Fabio guarda dentro l'Uomo, la Natura: particelle, atomi, infiniti frammenti della materia tecnologicamente indagata, che vengono poggiati con soffio gentile su pergamene di carta di riso cinese. Sullo sfondo rimangono leggibili le decorazioni eleganti e leggere: dragoni, guerrieri ed animali sacri. Queste carte sono tradizionalmente utilizzate come dediche all'interno di cerimonie rituali, legate a momenti importanti della vita di una persona. Ed è così che Oriente ed Occidente si incontrano, in un abbraccio cosmico che è rispetto reciproco ed anelito verso una dimensione in cui l'aspetto razionale ed emotivo, spirituale, si possano fondere. Anche nell'opera Vague l'intervento artistico di Di Fabio è volto alla sovrapposizione di un segno: in questo caso, scritte leggere di contenuto provocatorio ed ironico sull'ambientalismo trovano posto su carta patinata, un'incursione nel mondo della pubblicità, luogo per eccellenza della "comunicazione anestetizzata e sterile". L'altra parte del progetto è affidata alle opere di Aldo Runfola (Palermo, 1950. Vive a Civenna e New York), che presenta opere tra loro molto diverse, con un comune denominatore piuttosto forte: il punto di partenza nel suo lavoro è sempre la dimensione del logos. L'opera Dopo Lenz è costituita da cinquecento copie - firmate e numerate di una novella breve di cui Runfola è l'autore: all'interno del libro, cinque autoritratti dell'artista scattati a partire dal 1971, ed alcune fotografie della stessa epoca che ritraggono personaggi colti nel passaggio da una porta. Nell'opera The four Seasons tre grandi fotografie a parete ritraggono un'immagine di paesaggio montano rielaborato in tre diverse fasi, sopra le quali campeggia la scritta che intitola il lavoro, serigrafata al contrario. Lo stravolgimento tecnico delle fotografie originali vuole restituire il cambio delle stagioni. E se le stagioni sono quattro e le foto tre, allora la primavera non c'è più, riprendendo un'espressione popolare molto conosciuta, in un gioco semantico che è allo stesso tempo analisi del mondo naturale sempre più sconvolto dall'uomo. Nell'opera successiva, tre grandi fotografie di quattro metri ciascuna, stampate su tela di spinnaker: dall'ultima ci guarda un pettirosso che, morto, rimane posato sul manto di neve candido. Etica ed estetica, appunto. [saramicol viscardi] Alessandro Scarabello cerca il senso nelle linee. Che siano quelle obese e rilassate di una donna sudamericana oppure quelle fiere e dure d'uomo meticcio fa lo stesso, perché il senso è lì - sprona a riflettere l'autore - in quei lineamenti contrastanti che, nel loro stesso esistere, affermano la complessità e le diversità del vivere. L'eloquente titolazione già di per sé suscita nello spettatore una certa aspettativa su ciò che potrebbe essere il leitmotiv: la rappresentazione dei diversi paesaggi e dei multietnici volti della contemporaneità, ognuno esemplare, con il proprio carico di memoria e di vissuti quotidiani. Tema, questo, che nella traduzione pittorica rischierebbe però di degenerare in retorica o in epigonismo linguistico. Scarabello invece rimane immune da tali pericoli anche se il suo fare, ad uno sguardo poco attento, parrebbe in prossimità di un certo iperrealismo pittorico - analogamente costruito a partire dalle immagini fotografiche - oppure a certi paesaggi di Hopper. Pure al pervasivo senso di solitudine e all'emozione del non umano che rappresentano lo specimen della produzione pittorica del newyorkese e di molti iperrealisti d'oltre oceano, egli sostituisce l'emozione ed il calore di un'immagine umana, non più sola ed alienata ma presente e viva, consapevole del proprio esserci. Il giovane artista romano, in maniera inedita, riduce al limite l'ambientazione grandangolare, panoramica ed urbana, per concentrarsi sul primissimo piano, secondo una messa a fuoco stringente, compositivamente raffinata di volti bloccati nella loro rispettiva, ricca fissità espressiva. Volti ch'egli immerge in delle monocromie complementari di fondo talmente forti da inchiodarli all'evidenza del rispettivo vissuto, della loro reale presenza che è testimonianza esistenziale quindi culturale. Ed è proprio in questa costruzione del corpo e delle espressioni, in questa paziente e virtuosa modulazione di toni e di forme che emerge la maturità pittorica di Scarabello. L'artista senz'altro convince quando compone l'uomo qualunque facendone un personaggio degno d'un ritratto. Uomo la cui esistenza va registrata, messa a confronto con quella di un altro che, nell'allestimento, trova posto per contrasto di fianco, di fronte, ovunque. Quando invece il volto viene da lui moltiplicato sino a farlo confondere nella composizione sceneggiata d'insieme, i suoi lavori perdono un poco d'unità stilistica e di forza comunicativa. Infatti questo programmatico ciclo pittorico sulla Lifeinlines, pare esprimersi con più felicità creativa e coerenza tematica quando ha per oggetto gli uomini più che gli ambienti. Quando la quotidianità rituale assorbita dai volti d'ogni luogo esce allo scoperto rivelandosi. Di più che nella, pur suggestiva, restituzione creativa degli spazi urbani del mondo. [gabriele tinti] Sala1 a cura di Emanuela Nobile Mino P.za Porta S. Giovanni, 10 (San Giovanni in Laterano) Tel/Fax 06 7008691 salauno@salauno.com www.salauno.com organizzazione The Gallery Apart [marco enrico giacomelli] Fabio Paris Art Gallery fino al 26 marzo 2005 Via Alessandro Monti, 13 Tel 030 3756139 Fax 030 2907539 fabio@fabioparisartgallery.com www.fabioparisartgallery.com Galleria Pack A cura di Gianluca Marziani Testi critici di Gloria Gradassi e Martina Cavallarin Foro Bonaparte, 60 Tel 02 88996395 galleriapack@libero.it www.galleriapack.com Fabio Viale - Kick-starter Aerei, pneumatici, palloncini, barche, carta igienica. Tutto rigorosamente in marmo. La personale di Fabio Viale si trasforma però in una retrospettiva. Che per accumulo soffoca i lavori... In un recente intervento pubblico, la frizzante Carol Rama ha dichiarato di non gradire il termine "retrospettiva", "perché si fanno per i morti ed io sono ancora viva!". Aldilà dell'umorismo macabro e provocatorio della straordinaria artista torinese, ciò che non convince nella personale di Fabio Viale (Cuneo, 1975. Vive a Torino) è proprio il sapore retrospettivo, che non si addice ad un artista che certo lavora alacremente da anni, ma che ha solo trent'anni ed un progetto tutto in divenire. Cioè in pieno svolgimento, e questo è senza dubbio un pregio. Il risultato è dunque, almeno dal punto di vista dell'allestimento, curato dallo stesso artista, piuttosto claustrofobico, di taglio più fieristico che espositivo. Pur avendo a disposizione uno spazio con ampi locali su due piani ed una metratura complessiva nient'affatto modesta. L'esempio più palese per chiarire questo discorso è l'installazione Aerei (2004), presentata l'anno scorso a Placentia Arte. L'effetto era sorprendente, con la moltiplicazione ad infinitum dei leggiadri semiaerei sulla parete specchiante, tanto lievi quanto più si conoscesse il materiale nel quale erano scolpiti, il marmo. Nell'allestimento alla Gas, proprio l'interazione fra leggerezza e grevità si stempera, in una sala dove sono presenti troppe opere. Al piano superiore, un discorso simile vale per il mastodontico Palloncino Aerospaziale (2003). Se l'immenso cordame ha un sicuro impatto visivo, in questo caso l'aspetto pleonastico risiede nella moltiplicazione di elementi "reality", con telegiornali e prime pagine che simulano la risonanza dell'evento. Ed ancora, il sublime sogno di una barca in marmo che galleggia sull'acqua (Ahgalla, 2002) viene presentato con la scultura ed un video delle performance. Ma era necessario inserire anche la notizia trasmessa dal Tg2? È una critica amara per chi segue da tempo e con grande interesse il lavoro di Viale. Il quale persegue con tenacia e infinita passione il proprio fare artistico. Proprio per questa ragione, la (meritata) gioia di una personale in uno spazio assai noto ha preso il sopravvento sulla consapevolezza che ha sempre contraddistinto la sua attitudine. E se qualcuno ha parlato di una sorta di manierismo che rischia di inficiare il lavoro, resta il fatto che la strada da percorrere è fortunatamente ancora molta ed ogni rischio potrà essere agilmente evitato. Perché le potenzialità ci sono, eccome, e lo dimostrano alcuni pezzi che purtroppo sono annegati nel tripudio retrospettivo. [marco enrico giacomelli] Gas Art Gallery fino al 26 marzo 2005 Corso Vittorio Emanuele II, 90 da martedì a sabato dalle 15.00 alle 20.00 Ingresso libero Tel 011 19700031 Fax 011 19700032 gallery@gasart.it www.gasart.it Catalogo in edizione bilingue (ita/ing) con testo di Luigi Fassi Exibart.onpaper MILANO Francesco Clemente 1978-1990 Un viaggio nel tempo, per raccontare la storia dell'artista-divo per antonomasia. Dalla Transavanguardia alle suggestioni dell'India. Un universo trascendentale che si snoda tra Napoli, New York e Madras... Una mescolanza di umori e suggestioni che passano attraverso l'oceano tra Napoli, gli Stati Uniti e l'India. Un'arte fatta di bagagli, di nozioni, saperi, culture che Francesco Clemente (Napoli, 1952) ha trasportato nel suo lavoro. Personaggio di spicco delle stagioni della Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, nomade per vocazione, ha trovato la sua fissa dimora a New York, nonostante non manchi di far ritorno nella sua terra d'origine. In questa occasione, la galleria Paolo Curti & Anna Maria Gambuzzi & Co propone una retrospettiva. Una sorta di viaggio alla volta del passato, per una mostra che presenta un escursus di opere dal 1977 al 1990. Una rassegna di lavori eterogenei, accomunati dalla tecnica: sono quasi tutti disegni realizzati con il pastello, la gouache ed il carboncino. Uniche eccezioni, un olio su tela ed un olio su tavola. Sono presenti lavori realizzati alla fine degli anni ottanta, pastelli su carta dall'atmosfera tetra, in nero su bianco dal tratto sporco e polveroso che si fa quasi indecifrabile, come Discipline e Trophy rispettivamente del 1989 e 1990. La superficie delicata della carta è affollata di segni veloci, così il colore indaga la dicotomia maschile ed il femminile nella serie di pastelli intitolata Maschio o Femmina (1977). Ed è un estro, quello di Clemente, nutrito specialmente da diversi richiami e rimandi storici e culturali differenti. In questo senso è fortemente esemplificativa la serie di diciotto tavole Story of my country (1990) realizzate a china e gouache su carta, dal tratto talmente preciso da sembrare miniature. Si tratta di un'opera raffinata e fantastica che trasuda di devozione per quel mondo orientale cui l'artista si è avvicinato attraverso la sua esperienza a Madras. Ritroviamo anche Mappa della Nonsforza (1978) altra opera topos, gouache su carta dalla suggestione trascendentale dove un palmo di mano aperto, porta in punta di dita gli animali della foresta. Ed infine, a compimento della mostra, un esauriente catalogo edito da Silvana Editoriale, introdotto da un poetico scritto di Ettore Sottsass, compagno di viaggi e di gioventù dell'artista. [francesca tollardo] Paolo Curti / Annamaria Gambuzzi & Co fino al 30 marzo 2005 via Pontaccio 19 da lun. a ven. dalle 11.00 alle 19.00 sabato su appuntamento ingresso: libero Tel 02 86998170 Fax 02 72094052 info@paolocurti.com www.paolocurti.com catalogo: Silvana Editoriale déjà vu.43 ROMA BOLOGNA VENEZIA Jacob Cook / Robert Ochardson - Beyond Lello Esposito La sindrome di Partenope Così vicini, così lontani. Ovvero: del come dividersi lo spazio espositivo. Senza cercare il dittico. Gomito a gomito tra installazioni animate, fantascienza da living room e paesaggi mai visti… Dietro la maschera. Quella di Pulcinella. Viaggio nell'anima di un uomo lacerato. Filosofo e poeta delle immagini. Pittura e scultura per parlare dell'essenza doppia del fare arte. E del vivere… Giovani e con le idee chiare, Jacob Cook (1978, australiano; vive a Londra) e Robert Ochardson (1976, scozzese; vive a Londra) prendono possesso dello spazio espositivo, prima uno poi l'altro, senza mischiare le carte. All'ingresso, in tre battute semplici semplici, il primo convoca in rapida sequenza - da vero metteur en scène - architettura, flora e fauna. C'è la riproduzione in scala, che sovrasta il visitatore, di un modulo abitativo basic; c'è un hi-fi portatile di quelli che si usano oggi, tozzo e scuro benché di plastica, appollaiato sul ponte come un uccellaccio; e c'è, infine, stavolta a terra, un agglomerato di piccoli alberi di mandarini disposti in vasi improbabili. Tutto qui. Ma basta premere "play" perché il giocattolo, come d'incanto, si animi. L'elettrodomestico sopra di noi, immobile e torvo come una telecamera, prende a lampeggiare di rosso e - soprattutto - a diffondere il verso lancinante del rapace di cui sospettavamo la presenza, pronto a spiccare un sinistro volo in cui tecnologia e furore non sono più quei nemici giurati che, invece, ci avevano raccontato. In pochi metri quadri, messa così la faccenda, le piantine appaiono improvvisamente scompigliate (non per niente s'intitolano Landscape, queste tre installazioni) da un vigoroso vento di vallata che fa di quel fabbricato, lassù, un rifugio precario ed irraggiungibile. La non-poesia del ready-made si ribalta, dunque, nel visionario - da scenetta mitologica di un agguato minimo, orchestrato con piglio scanzonato e, insieme, evocativo. Un lampo: e se il mondo fosse una gigantesca voliera? Ma avanti (anzi, Beyond ), come sempre, c'è posto. Superata la buffa selva, ecco i lavori sospesi, isolati o a parete di Robert Ochardson, attraverso i quali, all'opposto, si sale direttamente a bordo - si direbbe - di un'astronave ben camuffata o da poco restylizzata (il dirigibile di Matthew Barney più che la navetta spaziale di Stanley Kubrick). Fulgide geometrie in legno o in lana di vetro di un quasi tavolo, di un quasi separè e - perché no - di un quasi quadro: strutture pulsanti di un paesaggio perfezionato ma frugale - da pianeta della porta accanto - che sta tra l'abitare, il parco giochi e l'ipnosi ambient. Nel nitore assoluto e quasi segnaletico delle forme, in questa partitura musicale per quasi stanze, la scultura finge di arredare e fa il verso al design anni '50: tutto risulta familiare eppure inutilizzabile (quel tavolo, a ben guardare, è qualcosa di ancora più elementare: un fungo), con l'intervento plastico più perentorio che si dà senza quasi dichiararsi. C'è il rigore minimal, certo, però esacerbato fino allo splendore della parodia. [pericle guaglianone] Monitor fino al 23 marzo 2005 A cura di Cecilia Canziani e Paola Capata Con il supporto di: The British Council dal mar. al sab. dalle 15.30 alle 20.00 Via delle Mura Aurelie 19 Ingresso libero Tel 06 39378024 monitor@monitoronline.org www.monitoronline.org Alcuni artisti hanno una personalità apparentemente molto diversa da quello che le loro opere suggeriscono. Così è anche nel caso di Lello Esposito (Napoli, 1957). Egli vive nel contrasto tra la sua figura eccentrica ed euforica, che ci ricorda quella dell'amico Massimo Troisi, e la sua produzione sofferta e grottesca. La NT Art Gallery individua in questa disparità una vera e propria di malattia, la " Sindrome Partenope", e la spiega come un eccesso di napoletanità in cui l'artista è imbrigliato. In effetti, una volta entrati in galleria è impossibile non respirare quell'aria partenopea tanto ben identificata da Pulcinella, luogo comune usato ed abusato ma che, in mano ad Esposito, acquisisce un ulteriore volto. Diviene una figura estrema, scarnificata, segnata da rughe profonde, con gli occhi incavati ed i muscoli contratti. "Ho spogliato la maschera mille volte, ho messo a nudo l'uomo che ci sta dietro", svela l'artista. E se avete avuto la fortuna di conoscerlo, o se solo avete osservato la sua foto nel catalogo, noterete sicuramente l'impressionante somiglianza tra il suo viso e quello dei Pulcinella privi di maschera. È quindi l'artista stesso l'uomo napoletano e sofferente che, dopo essersi tolto il costume carnevalesco che indossa tutti i giorni, diviene il protagonista delle proprie opere. Questo doppio essere è chiaramente espresso nei suoi lavori, per la maggior parte realizzati unendo un'opera di pittura ad una di scultura riproducente lo stesso identico soggetto. Possiamo capire meglio questa particolarità ricordando due tappe fondamentali della sua produzione. La prima è intorno al 1973, quando all'età di sedici anni inizia a dipingere i primi Pulcinella, la seconda è all'inizio degli anni '90 quando scopre la scultura. Una tecnica segue l'altra ad una distanza di circa un ventennio, durante il quale i suoi soggetti diventano sempre più contorti e sofferti, passano dalla maschera di Pulcinella all'individuo che la indossa. La scultura che vediamo sovrapposta alla pittura è dunque un messaggio chiaro ed esplicito, in cui il soggetto esce dal quadro per simboleggiare che non si tratta di sola arte, ma anche di una condizione realmente vissuta. Questa duplicità, che contraddistingue Lello Esposito, è particolarmente evidente, tra le altre, nei Frammenti; nuove e rare opere di piccole dimensioni realizzate appositamente per questa personale. Opere che sintetizzano tutte le sue peculiarità attraverso tele quasi monocrome ed un'espressione scultorea sempre più accentuata e drammatica. TRENTO José Lerma Viene dalla vecchia Europa una delle promesse dell'arte americana. E da un pentimento: accantonati video, scultura e installazioni, Lerma scopre nella pittura l'ideale medium-contenitore nel quale riversare le proprie ricerche, esperienze e ricordi. Così disegni e dipinti diventano le pagine di un diario affascinante... Qualcosa, nel gusto, sembra in via di cambiamento anche nel campo della pittura. Il postmodernismo sta sparando le ultime cartucce, così cominciano a riemergere alcune tematiche rimaste sopite. E nella memoria collettiva sfilacciata si insinuano tracce di una memoria individuale, si riconoscono i pezzi di un'identità, riemergono dal profondo segni quasi testuali, quasi intime confessioni diaristiche. Se a questo si aggiunge il recente e diffuso interesse per l'universo latino, europeo ed americano, con la sua potente carica emotiva e di estroversione comunicativa, la strada è tracciata. José Lerma, per qualità formale e concettuale, ha tutte le carte in regola per essere uno di quelli che, in uno scenario spesso vittima di mode transitorie, può fare la differenza nel lungo periodo... Nato a Siviglia nel '71 e giunto a Houston, in Texas, passando per San Juan di Portorico, l'artista ispanoamericano vanta già una collocazione di prestigio nella scuderia newyorkese di Andrea Rosen, dove ha tenuto una personale lo scorso anno. Ed alla sua prima in Italia, subito la ribalta veneziana de Il Capricorno, viatico per una pittura che colpisce per la fresca vena caratteriale, il raffinato gusto cromatico e l'originale impianto compositivo. La pennellata di Lerma non è mai scontata: al variare del pigmento variano gli impasti, ora sono velature liquide ed opache, sporche, ora l'amalgama si fa materico, grasso, a tratti persino opalescente. La tecnica muove per stratificazioni e dichiara l'intento concettuale, di progressiva aggregazione di esperienze, secondo una logica ipertestuale di taglio assolutamente autobiografico. Sul vibrante disegno a carboncino, calligrafico e minuzioso sulla tela bianchissima di gesso, o grezza al punto da far emergere la naturale texture della tramatura, il colore si insinua delicato, riempie i volumi, detta i livelli di piano e di senso, scandisce i ritmi e bilancia la composizione. Innervati nelle composizioni quasi sempre aniconiche si riconoscono arti, gesti, oggetti, profili umani, varietà vegetali. Sono la memoria intima, il vissuto dell'artista ad affiorare: un tentativo di volo, un gioco infantile, una camicia di Ralph Lauren alla quale si corrisponde, è sintomatico, non l'abusato e triviale immaginario fashion ma un'affetto carico di ricordi personali. La sineddoche è tradita, di lì passa una nuova soggettivazione nella pittura: non la camicia per le camicie ma quella camicia e nessun'altra. Tra misteriosi segni calligrafici che rimandano a Twombly, un espressionismo vibrante che alterna drammaticità ed ironia, si compone un puzzle mentale, nel quale anche il colore di un dettaglio ripreso da una fotoricordo può diventare significante. Così il volto si occulta, il luogo si dirada, l'accadimento si confonde. La tela è un grande racconto da interpretare o da inventare, perché non si rivela mai compiutamente. C'è un'idea che muove tutto, ed è quella che dietro la grande macchina del capitalismo postindustriale, dietro la globalizzazione ad ogni costo, si muovono vite ed emozioni. [alfredo sigolo] Gian Marco Montesano Visioni Protagonista è il tempo. Il Novecento, con le sue icone politiche e le sue stelle dello spettacolo. Congelate in un bianco e nero inesorabile. E poi i sempiterni paesaggi montani. E l'avventura di un nuovo materiale, antico ed affascinante, come il marmo… In questa mostra di Gian Marco Montesano è il tempo il protagonista. Un tempo che scandisce i destini: anche quelli dell'artista e del gallerista. Sì perché esattamente vent'anni fa, nel 1985, Giordano Raffelli, coraggiosamente, aprì e inaugurò a Trento la propria attività giusto con una mostra dedicata a Gian Marco Montesano. Ora, entrambi sono proiettati nel futuro con nuovi propositi: Raffaelli con la nuova sede della sua galleria in arrivo quest'anno, Montesano con un nuovo ciclo di opere, in cui si apre alla sperimentazione dei materiali. I supporti espressivi e le tecniche usate sono infatti gli oli, la ceramica ed il marmo di Carrara, utilizzato per la prima volta dall'artista. Tutti i soggetti sono stati realizzati nel 2004 e rappresentano una sorta di galleria della poetica dell'artista, quasi un diario di viaggio in un tempo storico, il Novecento, svuotato di retorica, e che ritorna iconograficamente come sagoma, come cartone o comparsa. E al nostro sguardo - colmo della consapevolezza del mondo in cui viviamo oggi - i soggetti ritratti dall'artista non fanno altro che ricordare come, a volte, la storia ritorna. Terribilmente simile. Un'esatta riflessione sull'opera di Montesano può essere portata a termine allora guardando al concetto stesso di tempo: gli individui raffigurati arrivano direttamente da quel grande magazzino che è il secolo passato, e sono icone politiche come Hitler e Stalin, oppure personaggi dello star system di Histoire d'Hollywood. E questo accade indifferentemente: perché all'artista interessa solo l'idea di sospensione del trascorrere. Ma se questi sono soggetti sbiaditi e relegati in un cromatismo bianco e nero, altri scrutano, in pose estatiche e di contemplazione, la natura montana innevata. Sono sciatori o persone che semplicemente si divertono con la neve, quasi a trovare una fuga in una pace che il silenzio e il bianco dominante concedono in tutti i tempi ed a tutti. Pensiamo a Amitié hivernale oppure a Unter dem Gipfel des Kaltenbergs, ma anche al bellissimo Meditazione. In comune con questo innocente stato d'animo naturale degli sciatori c'è anche lo sguardo, di un bambino e una bambina, nelle due sculture in marmo proposte per la prima volta dall'artista, tutte e due dal titolo Marmo bianco di Carrara. Il marmo è una materia antica che ha dato capolavori nel corso della storia dell'arte; e Montesano con esso si confronta senza timore, sospendendo ancora una volta il tempo della materia e della forma. [claudio cucco] [carolina lio] Il Capricorno NT Art Gallery a cura di Giuliano Serafini via dal Luzzo 6/c Tel 051237722 info@ntartgallery.com catalogo in galleria fino 5 maggio 2005 san marco 1994 tutti i giorni escluso i festivi dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 ingresso libero Tel/Fax 041 5206920 galleriailcapricorno@libero.it Studio d'Arte Raffaelli a cura di Vittoria Coen Via Travai 22 Tel 0461 982595 Fax 0461 237790 studioraffaelli@tin.it catalogo in galleria 44.recensioni Exibart.onpaper XIV Quadriennale d'Arte di Roma Centododici artisti che interpretano liberamente il "Fuori tema" o dichiarano il proprio omaggio all'Italia: la XIV Quadriennale è anche uno sguardo al passato, ai grandi protagonisti delle prime edizioni. Ma quanti lavori manifestano linguaggi veramente nuovi? Quali sono i messaggi? E alla fine la vera sorpresa è un grande veterano, Luigi Ontani… Dal 1931, data della Prima Quadriennale - istituita nel 1927 col fine di promuovere l'arte contemporanea italiana - sono passati settantaquattro anni. Grandi artisti parteciparono a quella prima edizione (da Balla a Thayath, da Carrà a Soffici, Wildt, Morandi, Casorati, Arturo Martini, Scipione…), il successo fu storico, i visitatori arrivarono a duecentomila. Ed oggi sono queste opere a comporre la sezione Retrospettive della XIV edizione, ad esse si aggiungono anche i lavori di artisti altrettanto innovativi (Severini, Turcato, Prampolini, Afro, Mafai, Cagli, Leoncillo, Dorazio, Consagra, Emilio Greco) direttamente dalla Quadriennale numero cinque… Questo per quanto riguarda il passato. Conclusa la sezione Retrospettive si passa, o si dovrebbe passare, al presente. Va intanto segnalato che questa rassegna rappresenta l'appuntamento conclusivo dell' Anteprima di Napoli (Palazzo Reale, 2003) e di Torino (Promotrice delle Belle Arti, 2004). La sede espositiva è la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma dove, nelle altre due sezioni ( Fuori tema e Italian Feeling ), si registrano un totale di centododici presenze. Ma quanti di questi lavori manifestano linguaggi veramente nuovi? Quali i messaggi? Dove rintracciare lo spirito autentico della Quadriennale, ovvero della mostra-palestra che dovrebbe forgiare i migliori talenti nostrani per lanciarli in direzione della Biennale ed alle altre rassegne mondiali? Sezione Fuori tema - Alberto Biasi - Fatto a pezzi e nient'altro, 2004 - assemblaggio di tele in rilievo e pittura acrilica - cm 200x274x5 Nel grande marasma di retorica e di già visto, non sono molte le opere che colpiscono. Il piombo di Anselm Kiefer (di cui la GNAM possiede anche la monumentale Sternenfall ) o il coloratissimo viaggio pittorico di Franz Ackermann. Entrambi gli artisti, insieme a Noland, Duff, Fischl, Fonseca, la Goldin, Nashimoto, Martin, Oursler e Rehberger espongono nella sezione Italian Feeling , omaggio dell'Italia agli artisti stranieri "innamorati dell'Italia" e viceversa. Nell'ambito di Fuori tema , volendo individuare un filo rosso, sono molti i lavori riconducibili all'ambito del quotidiano. Per Elizabeth Holzel è l'immagine fotografica di due tazzine da caffè abbinate ad un lungo tessuto, che due mani munite di forbici si apprestano a tagliare; Massimo Giannoni, invece, in un raptus di horror vacui dipinge l'interno di una libreria usando l'olio in tutta la sua corposità materica. Yumi Karasumuru traccia sulla tela, con un effetto al confine tra serigrafia e cartoon, un gruppo di ragazze giapponesi a passeggio per le vie di Tokyo. Maria Lai mette le sue parole cucite all'interno di Pietre quotidiane , scatole di legno dove è presente anche la natura: i sassi sfondano il limite della scatola per trovare posto anche sul pavimento della sala. Il quotidiano è anche la visione critica ed intricata di Maurizio Cannavacciuolo, dove il fondo bianco della tela è fitto di segni/disegni neri spruzzati di macchie rosse, l'assemblaggio un po' optical di Alberto Biasi e la copertina strappata di Vanity Fair dove Mimmo Rotella colloca il volto di Penelope Cruz. E nel pieno del caos dell'inaugurazione capita che l'attenzione venga catturata non dai lavori in mostra ma da una performance involontaria. C'è un uomo con un completo color ciclamino. I capelli raccolti dietro la nuca in un piccolissimo codino. È Luigi Ontani posizionato davanti all'opera centrale del trittico a grandezza quasi naturale Mascherata mirata - in cui si auto rappresenta. Qualcuno chiede al maestro se è uscito fuori dall'opera. " Entro ed esco ", dice lui. Ognuno di noi ha in sé tanti frammenti, tante sfaccettature che si ricompongono e si sfaldano. Ontani riesce a rappresentare questi diversi volti di sé nelle tre stampe - verde, rosso e blu fotografiche lenticolari, tecnica adoperata per santini o figurine. Elegantissimo narcisismo e sospiro di sollievo nel percorso espositivo di questa Quadriennale. La direzione di Gino Agnese ha dimostrato notevole verve intellettuale e voglia di fare. I risultati migliori sono arrivati tuttavia più dalle iniziative collaterali (editoria, convegni, incontri, archivi) che dall'esposizioni vere e proprie. La mostra della Quadriennale deve essere uno dei maggiori eventi europei e mondiali, deve determinare i flussi turi- stici, deve catturare pubblico dall'estero. Come la Biennale. Ed i presupposti ci sono affinché, dopo questa edizione di rodaggio, Agnese ed il suo staff riescano a far quadrare il cerchio nel 2009. [manuela de leonardis] [info] fino al 31 maggio 2005 Roma, GNAM Viale delle Belle Arti, 131 Accesso disabili da Via Gramsci, 73 da mar. a dom. dalle 8.30 alle 19.30 - chiuso lunedì biglietto euro 8,00 (intero) 6,50 (ridotto) Tel 06 9774531 info@quadriennalediroma.org catalogo Electa Fuori Tema/ItalianFeeling euro 30,00 (in mostra) 35,00 (in libreria) Retrospettive euro 30,00 (in mostra) 35,00 (in libreria) www.quadriennalediroma.org Exibart.onpaper recensioni.45 Nunzio Gesso, legno combusto, ferro arrugginito, piombo. Così Nunzio esplora gli elementi della natura e li trasforma con la complicità del sentimento. E la materia diventa duttile. Come un tessuto morbido e prezioso… Nunzio - Mediterranea, 1989 - combustione su legno/combustion on wood - 360x1250x30 cm - Private Collection Parla di "caso estremamente importante", Danilo Eccher, riferendosi a Nunzio che definisce "una delle grandi voci della scultura contemporanea". Il direttore del Macro è anche curatore delle due mostre, Nunzio e Jenny Saville, che inaugurano il programma espositivo del 2005. Non si tratta però di una retrospettiva, come sottolinea Eccher: l'attenzione è focalizzata su alcuni snodi del complesso linguaggio dell'artista, dagli esordi degli anni '80 ad oggi. Un linguaggio iniziato sconfinando talvolta dalla pittura alla scultura, e contraddistinto nel suo percorso dall'uso di materiali diversi: gesso, legno combusto, ferro arrugginito, piombo. È indubbiamente un curriculum importante quello di Nunzio di Stefano (nato nel 1954 a Cagnano Amiterno, un paese vicino L'Aquila), attivo a Roma in quel grande contenitore di creatività che è l'ex Pastificio Cerere di San Lorenzo. Nunzio è stato allievo di Toti Scialoja all'Accademia di Belle Arti di Roma e vincitore di prestigiosi premi nazionali ed internazionali: alla Biennale di Venezia (miglior giovane artista nel 1986 e menzione d'onore per la sala personale nel 1995), all'Accademia Nazionale di San Luca (premio Presidente della Repubblica nel 1998). Sono una decina le sue grandi opere-chiave esposte nelle sale del secondo piano del Macro, tra queste, Mediterranea (1989), Opale (1991), Quarto ponte (1981), Luogo (1993), Piuma (1982). Gessi come morbide ed irregolari matasse di cotone, piombi come lucidi rasi di seta o rigidi taffetà, legni combusti con l'effetto cangiante del moiré o la trama del velluto, come un alchimista d'altri tempi Nunzio cattura gli elementi della natura e li trasforma. L'incidenza della luce sui metalli è importante quanto la sua assenza, come nei legni combusti dove con il fuoco ottie- ne un nero profondo, ricco di venature. La pulizia quasi minimale delle forme, una caratteristica della sua espressione artistica, è tutt'altro che fredda. È un'esperienza mentale che suscita quella tattile. Guardando sempre più da vicino le plissettature del metallo, o i riflessi cangianti del legno, viene in mente un confronto azzardato. Più che un confronto, in realtà, è un gioco di prestigio che accomuna due personaggi così distanti: Nunzio e Roberto Capucci. Sì, proprio Capucci, sarto-stilistaartista che costruisce i suoi abiti come fossero sculture, piegando il tessuto - effetti cromatici inclusi - nei vortici geometrici dei volumi. Nunzio è dal canto suo uno scultore che rende la materia duttile come fosse un tessuto morbido e prezioso. La radice comune, in fondo, è la stessa. Entrambi sollecitano le potenzialità della materia, la trasformano. E, soprattutto, risvegliano le emozioni. [manuela de leonardis] [info] finoal1maggio2005 Roma,MACRO a cura di Danilo Eccher Via Reggio Emilia, 54 dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00 festività dalle 9.00 alle 14.00 biglietto euro 1,00 gratuito sotto i 18 e oltre i 65 anni Tel 06 671070400 Fax 06 8554090 macro@comune.roma.it www.macro.roma.museum catalogo bilingue ita/ing Electa 46.recensioni Exibart.onpaper Boldini Il sottotitolo dice: il genio, Parigi, le donne. Sì, c'è tutto. Anche la marchesa Casati in piume di pavone, le fragole in giardino, le ricche signore newyorkesi. Ed il colore dei vestiti. Che Colette diceva bianchi di crema, di neve, di carta lucida, degli abissi e dei confetti… Giovanni Boldini (Ferrara 1842 - Parigi 1931) amava il lusso e le belle donne: la sua sorprendente abilità di ritrattista fece sì che a soli trent'anni egli avesse il talento e l'intraprendenza per conquistare quanto desiderava, divenendo uno dei pittori alla moda più acclamati della Belle Epoque. Da Firenze, dove aveva frequentato l'Accademia e i Macchiaioli al Caffè Michelangelo, lasciandosi alle spalle l'esperienza del loro audace proposito di rinnovamento della pittura, nel 1871 the little italian (come verrà chiamato per la sua piccola statura) arrivò a Parigi. E lì ebbe subito uno studio "magnifico" a Montmartre, un contratto col facoltoso mercante Goupil, uno strepitoso successo tra i compratori americani. Anche il ritratto della bella Berthe, la sua giovane amante, è in esposizione alla mostra di Palazzo Zabarella a Padova: Sulla panchina al Bois (1872) rende con minuziosa eleganza e colori brillanti l'espressività del viso e dell'abito, la vivacità della realtà. Boldini, pur ritraendo la vita moderna, guarda al contempo alla tradizione di Velazquez e di Tiepolo. La sua sorprendente arguzia pittorica, loro rovina matrimol'infinitesimale deliniale ed economica. catezza con cui sa Un pettegolezzo curiotrattare le materie, so rivela che un pronile stoffe e gli incarpote del ricco magnanati cogliendo figure te ha pregato i curatodi signore importanri di non esporre insieti, persino la velocità me nella stessa sala le del ductus pittorico, tre opere! Anche le sembra gli rendano avventure galanti di semplice ogni Boldini trovano confermimesi, ogni trasfima nel sensuoso gurazione: dai velluti ritratto dell'amante, la neri al punteggiato Contessa Gabrielle de occhieggiare di un Rasty, o in quelli di cestino di fragole. Adelaide Banti, figlia Finché gli del suo amico pittore Impressionisti dipintoscano, amata e mai gono en plein air , avuta in sposa. Dagli realizza ritratti chic audaci ritratti di ricchi e mondani, predilige ragazzini al fantasmagli interni e scurisce gorico svolazzo delle la tavolozza, fremises delle miliardarie quenta la ricca bordel Nuovo Mondo, il ghesia e l'aristocrasuo linguaggio pittorizia cosmopolita: è co muta progressivauno dei ritrattisti più mente per acquisire ricercati dall'alta linee guizzanti e senso società parigina, del movimento, come raccoglie consensi Giovanni Boldini - Sulla panchina al Bois (Hyde Park), 1872, impone lo stare al a Londra e New olio su tavola, collezione privata passo coi tempi nei York. Invidiato ed dipinti attorno agli anni accusato di venderdesiderò conoscere ed un Dieci del Novecento. si al mercato, continua la sua curioso triangolo amoroso forChiude la sorprendente ascesa irresistibile. In mostra mato dall'editore parigino Marchesa Casati, donna fatale sono anche i due ritratti di Henry Poidatz, la moglie e la ed irruente, amica e protettrice Giuseppe Verdi che Boldini, cocotte Lanthelme, che fu la del pittore, ritratta con la sua appassionato melomane, tanto [info] finoal29maggio2005 Padova,Fondazione PalazzoZabarella via S. Francesco 27, 35121 Tel 049 8753100 fondazione@palazzozabarella.it www.palazzozabarella.it a cura di Francesca Dini, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi promossa da Fondazione Palazzo Zabarella onlus, Comune di Padova, Provincia di Padova in collaborazione con: Museo "G. Boldini", Ferrara e Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti, Firenze. dalle 9.30 alle 19.30 chiuso il lunedì Biglietti: intero euro 10,00; ridotto speciale euro 8,00; ridotto di legge euro 5,00 gratuito per bambini sotto i 6 anni Visite guidate: gruppi euro 85,00; scuole euro 50,00 prenotazioni euro 1,00 a persona acconciatura preferita: piume di pavone tra i capelli, come un animale acquattato pronto a balzare. [stefania portinari] Exibart.onpaper recensioni.47 Philip-Lorca diCorcia On the road. Che sia New York o la dorata Hollywood poco importa. Quello che conta sono le persone. Ed i gesti. Quelli di un momento. Catturati dall'obiettivo, come in un'incursione che dura un istante. Senza pretese di rivelazioni inesistenti… Major Tom - Kansas City, Kansas, 1990/92 - Ektacolor print - Cm 50,8 x 61 - Courtesy Monica De Cardenas Qualcosa sta per accadere, o è appena accaduto, nelle fotografie di Philip-Lorca diCorcia. Ogni scatto ferma uno degli infiniti fotogrammi che compongono un'esistenza, ne percepisce l'energia estetica, la teatralità sottesa, lasciando poi alle esistenze il compito di vivere i propri epiloghi. Il tempo si dilata in un interminabile presente, sofisticamente immobile, nitido, colto da inquadrature simboliche - la cornice ed il mirino della fino al 17 aprile 2005 particolarmente opere fotografiche di ROSETTA BERARDI a cura di Giancarlo Papi Ravenna Teatro - Teatro Stabile di Innovazione Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna TEATRO RASI Via di Roma 39 - Ravenna info 0544 36239 nobodaddy@email.it catalogo Danilo Montanari Editore macchina fotografica - che ci accomunano nell'esperienza voyeuristica dell'autore. Philip-Lorca diCorcia è oggi uno dei personaggi più rappresentativi di quella Street Photography che ricerca nell'immediatezza vitale del quotidiano la propria scrittura poetica. Erede di una letteratura americana non solo fotografica, trova i propri riferimenti nelle esperienze artistiche di Robert Frank, di William Egglestone (il "padre della color photography"), di Robert Adams, mutuando inoltre un forte interesse per l' analisi psicologica dei soggetti dall'opera di Walker Evans. L'appuntamento veneziano con il fotografo statunitense (nato nel '53 ad Hartford nel Connecticut) costituisce la più importante retrospettiva mai dedicata all'artista e agli ultimi trent' anni del suo lavoro e ne propone i più importanti cicli narrativi. Da A Storybook Life (settantasei scatti, diario personale dal 1975 al 1999, in cui storie, personaggi, luoghi si rincorrono e si intersecano negli anni), a Streetwork (ritratti di strada, dal 1993 al 1998, eseguiti con luci stroboscopiche che illuminano i soggetti-passanti isolandoli dal contesto), a Two hours (1999, scatti realizzati in una strada di Cuba, in due ore, dalla stessa postazio- ne), al lavoro introspettivo Heads (2000, primi piani, di grande formato, costruiti con luci intense che stagliano i personaggi su sfondi urbani). Dal mondo della moda newyorkese, dove a lungo lavora come freelance, desume l'ironia dell'ossimoro, con la quale miscela l'eleganza da copertina di pose auliche, classicisticamente attoriali, con l'assoluta normalità di comunissimi canovacci [info] fino al 4 aprile 2005 Venezia, Galleria di Piazza San Marco, San Marco 71/c a cura di Filippo Maggia In collaborazione con Whitechapel Gallery Londra Con la partecipazione del Centre Nazionale de la Photographie - Parigi (ora assorbito dal nuovo Jeu de Paume); Folkwang Museum - Essen; Magasin 3; Stokholm Konsthall; Centro de Artes Visuais- Salamanca. dalle 12.00 alle 18.00 chiuso il martedì biglietto intero euro 3,00 ridotto euro 2,00 Tel 0415208603/15237819 www.bevilacqualamasa.it info@bevilacqualamasa.it esistenziali. Il barocco sconfina nel kitsch, scimmiottando il glamour (l'occhio "anti-grafico" di Evans). L'umanità come soggetto-feticcio, in tutte le declinazioni di razza/credo/ceto e in tutte le manifestazioni, è idolatrata e al contempo "anonimizzata" nelle iper-produzioni seriali da reportage: un'Antologia di Spoon River per immagini del villaggio globalizzato in cui individui e luoghi sono dettagli desolati e tragici, seppur ironici e colorati. Simboli di un'America beat elevata all'ennesima potenza: multiculturale, multietnica, multicaotica, impreziosita dalla citazione hollywoodiana e quindi artistica. La documentazione sociale, liberata da intenti moralistici, diventa azione sociale, intrigante-intrusiva. La foto per la foto, priva di didascalia, nel mondopalcoscenico, con personaggi dichiaratamente in cerca d'autore: si piange, si aspetta l'autobus, si guarda la tv, si prepara la cena, si balla, si parla, si gioca alla vita. Philip-Lorca diCorcia ritrae - con fiducia senza aggiungere, senza sottrarre, soprattutto senza perseguire verità probabilmente inesistenti. La realtà è la somma di queste azioni. Ognuno riconosca la propria. [gaetano salerno] 48.intervallo Exibart.onpaper facciamo 13 con fuga di cervelli. artisti italiani in trasferta le preferenze di Gianluca Marziani Critico e curatore indipendente. Direttore di Stop.Sistemacreativo 01. 02. 03. 04. 05. 06. 07. 08. 09. 10. 11. 12. 13. La città Roma Il libro Pastorale Americana (Philip Roth) Il film Otto e mezzo (Federico Fellini) Il cantante Marvin Gaye Il ristorante Dal Pescatore - C anneto sull'Oglio Il cocktail The Screaming Orgasm L'uomo politico Gandhi Il quotidiano La Voce (di Indro Montanelli) L'automobile Bentley Continental Gt Coupe Lo stilista Comme de Garcons L'attore Marcello Mastroianni Il programma tv Blob La canzone Let Me Go (Heaven 17) il prossimo tredici verrà tentato da Sergio Risaliti Fuck The Free World. Graffiti di fronte casa di Paolo Chiasera (Berlino, 2004 - foto digitale) ahbbellooo!!! s t r a f a l c i o n i Paolo Chiasera > Berlino d i g e s t Meno male che esiste un'istituzione come la Quadriennale di Roma guidata da Gino Agnese, ex redattore del quotidiano Il Tempo, che pensa agli artisti italiani, perché se dovessimo aspettare la Biennale di Venezia di Davide Croff... [gianfranco ferroni su dagospia] Apparte che la Quadriennale deve -e dunque non è affatto una scelta- pensare agli artisti italiani per sua stessa costituzione, come per sua stessa costituzione la Biennale è una mostra di respiro internazionale. Mappoi avete notato il riferimento a Il Tempo? Ebbene indovinate su quale quotidiano romano scrive Ferroni? Qualcuno le chiamerebbe affettuosità giornalistiche… Perché i froci di oggi sono figli anche dell'Azionismo Viennese [il titolo di un articolo di aut periodico gay] Già, perché? Vi piacerebbe leggervelo, l'articolo, eh… Due facce da bravi impiegati londinesi, tipici gentlemen da ombrello e bombetta, vicino a Hyde Park. Ecco Gilbert&George, artisti di fama internazionale, oggi un pochino attempati… [gianluca marziani nel suo primo articolo per panorama] Attempati sicuramente, però con ogni probabilità anche permalosi. Attento Gianluca che t'inseguono, con quell'ombrello! Il rischio, quando ci sono di mezzo i vini del Castello Romitorio di Montalcino, è di rinunciare a stappare la bottiglia per amore dell'etichetta. Si dà il caso infatti che l'antico maniero appartenga a Sandro Chia. [anna di martino nelle pagine lifestyle de il mondo] Vabbè, ora non esageriamo… E poi se lo stappi e lo bevi -ammenoché non sbrodoli tuttol'etichetta rimane intatta! Si parla tanto di smaterializzazione dell'arte contemporanea e così Cesare Pietroiusti non ha presentato nessuna opera d'arte visiva, ma solo un cd da ascoltare in cui parla dei suoi gusti in fatto di donne. Se li poteva tenere per sé e lasciare spazio ad un vero artista. [gabriele simongini recensisce su il tempo la quadriennale di roma] …Ah si? E se sul Tempo lasciassero spazio ad un vero giornalista d'arte? premio spam per l’arte. abbiate pietà di noi (e della nostra e-mail) Beh, una personale all'estero per un'artista italiana è una cosa importante, tantopiù nella frizzante Spagna e, meglio ancora, nella vivace Madrid. E ancor di più se la mostra si dipana non in un solo spazio ma in ben due sedi iberiche. Ma, detto questo, davvero il gallerista napoletano Franco Riccardo doveva necessariamente ingolfarci la casella di posta per dirci che MONICA BIANCARDI avrebbe esposto per i sudditi di Juan Carlos di Borbone "una vera e propria summa dei suoi lavori". Guardate che la prossima volta facciamo la spia e glielo diciamo, al Re. Da quanto tempo sei a Berlino? Sono arrivato tre o quattro anni fa, lasciando l'erudita ma non colta Bologna. Perchè Berlino? I motivi sono sempre da cercare nelle tasche nascoste di vecchie giacche dimenticate. Potrei elencare mille ragioni concrete, ma forse sarebbero solo apparenza, forse la verità è altrove, è qualcosa che riguarda la propria immaginazione… L'altra sera con un amico dicevamo che l' arte è uno stato d' insonnia : c'è qualcosa di vero e qualcosa di solo immaginato. Alla fine però il mondo è sempre più complesso e ti occorrono quattro anni per fare il punto della situazione. In che quartiere vivi? A Prenzlauerberg, ex Berlino est. Hai uno studio? Ho avuto un grande studio per un periodo piuttosto breve, non sapevo bene cosa farci ma adoravo il fatto di prendere la metro per andarci. Poi la cosa mi ha un po' spaventato, tornavo a casa e la vedevo piccola, kafkiana. Forse erano le proporzioni a intimorirmi, il soffitto calava sulla mia testa da 5 mt a 2.80 mt… l' architettura è davvero un luogo mentale… I luoghi di Berlino che frequenti di più? I vari club vicino casa, spesso alle tre del mattino finisco le sigarette e anche se non ho più voglia di fumare mi piace andare a comprarle, godendomi in sottofondo una buona colonna sonora. Vado spesso in libreria ma non compro mai nulla (un po' mi spaventa riempire la casa di grandi pensieri), tento di assorbire velocemente quanti più libri possibile e poi me ne vado, quasi intimorito, cercando di dimenticarli in fretta. Mi piace anche prendere il sole al parco, qua ce ne sono di bellissimi... Mostre? Mai fatto mostre a Berlino, ho sempre cercato di sfuggirne. Ricordo che quando si presentò l'occasione degli open-studio mi sciolsi dall'impegno con delle scuse. In Italia? Vedo spesso i miei amici più cari con i quali metto a punto nuovi progetti. Un posto di Berlino che ha per te un valore speciale? Sicuramente l'Nbi, un club sulla Schonhauser allee. E' un posto che vale un film: divani rovinati e musica sofisticata... Rimango lì con qualche amico a bere vodka e a spargere sogni, sbadigli ed euforia. Ogni tanto mi sono chiesto se Wenders conosce questo posto... Sei in contatto con artisti e curatori italiani che vivono a Berlino? Si, poche collaborazioni, molte sinergie. E con il circuito artistico locale? Berlino offre grandi opportunità; l'altra sera, in occasione della mostra di J.Monk al Burofriedrich, Tiravanija ha organizzato una bella cena al MunzClub… c' erano parecchi intellettuali… Un bilancio provvisorio di questa scelta Quattro anni di grande crescita che ora lasceranno il posto a un viaggio negli Stati Uniti. Lasci Berlino per l'America quindi… Perché? Un luogo non ti appartiene e non lo lasci mai davvero fino in fondo. Ney York City è un'immagine fissa negli occhi, posso non prendermi sul serio ma è davvero come un cerchio alla testa, insistente... credo di andare là per curarmi. [helga marsala] il prossimo cervello in fuga sarà di Elisa Sighicelli 50.recensioni Exibart.onpaper La collezione Würth Lui è il generoso finanziatore dei lavori di restauro della Cappella Palatina di Palermo. Adesso mette in una mostra parte della sua collezione.Impressionisti (d'ordinanza) ed espressionisti (da non perdere) all'appello.Per un evento di richiamo… Non pago dei costi, interamente a proprio carico, dei restauri della Cappella Palatina di Palermo, Reinhold Würth, magnate tedesco e appassionato cultore d'arte, ha siglato con l'Assemblea Regionale Siciliana, un accordo che prevede, per i quattro anni della durata dei lavori nella cappella, un programma di grandi mostre con opere in prestito dalle proprie collezioni. Per dare risalto e massima visibilità all'iniziativa, si è deciso, per il debutto, di puntare sul sicuro successo dell'ormai consolidata formula capola- Max Beckmann - Quappi in blu in barca, 1926/50, Guazzo ed olio su carta, 88,5x58 cm, Collezione Würth, Inv. 5835 vori dell'impressionismo e dell'espressionismo. Nell'allestimento del Salone del Duca di Montalto insolitamente luminoso rispetto alle tetre soluzioni cui le ultime esposizioni ci avevano abituati, la prima sezione della mostra, dedicata alla pittura impressionista, brilla unicamente di uno sparuto numero di opere: la pastosa variazione sul tema della Gare Saint Lazare di Monet, il già post-impressionista Porto di Le Havre di Pissarro ed il melanconico paesaggio crepuscolare dell'angloparigino Sisley. Il suo Tramonto a Moret è opera del 1892 e come tale appare in tutta evidenza più vicina alle coeve ricerche simboliste, nella sintesi di una pittura stesa quasi in maniera omogenea, su piani orizzontali compressi e già in qualche modo astratti. Se dunque i tre pur bellissimi dipinti citati non rendono esattamente giustizia di ciò che fu l'Impressionismo francese in senso stretto - a meno di non volere ammettere a maglie larghe, all'interno di questa categoria, i molti Liebermann, Purrmann, Engelhart, Corinth, Le Sidaner, Rohlfs e Baum esposti - è invece una vera e propria carrellata di capolavori dell'avanguardia storica tedesca la seconda parte della mostra. Si parte da un Kupka del 1906 [info] finoal12giugno2005 Palermo,Palazzodei Normanni,SalaDuca diMontalto a cura di C. Sylvia Weber, Kirsten Fiege, Lun Tuchnowski catalogo con testi di Philip Rylands, Kirsten Fiege e Claudia Scheller-Schach piazza Indipendenza da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 dom. dalle 9.00 alle 13.00 ingresso gratuito Tel 335 1814719/1814756 www.regione.sicilia.it/beniculturali Edvard Munch - Vampiro, Olio su tela, 85 x 110 cm, Collezione Würth, Inv. 6090 ancora figurativo, ma già lirico ed evanescente come nella sua successiva produzione astratta, per arrivare al Nolde dei paesaggi incendiari e tutti precipitati in avanti, sulla superficie grumosa della tela. C'è il Kirchner degli idoli primitivi, dei ritratti taglienti come sagome di lamiera e delle piazze dalle prospettive deliranti; e c'è il triste Circo dell'umanità di Macke. Seguono a ruota una straordinaria Natura morta della Epstein, il mondo interiore e drammatico della Münter, già compagna di Kandinsky, e le maschere dram- matiche di Jawlensky, dalle espressioni alterate da innaturali colori acidi. Ultime, in ordine di cronologia, sono le incisive tele di Beckmamm, in cui approda a lucida consapevolezza il racconto frammentato e doloroso dei primi decenni del XX secolo. Le forme più mature e composte di questa sua produzione tarda, votata per certi aspetti alla conquista di una moderna classicità, appaiono pronte a sfaldarsi comunque, nella percezione sottile di un mondo affatto interiore che solo trova sfogo nell'espressione dell'artista. Di questa desolata condizione esistenziale può essere assunto, quale eloquente manifesto, l'immateriale ripiegamento de Il Vampiro di Munch, in mostra in un'interpretazione del 1917. Il catalogo (in italiano, inglese e tedesco), con qualche imbarazzante svista redazionale ed altrettante incertezze nella traduzione, è in realtà da considerarsi più una guida alla mostra, per il carattere squisitamente divulgativo del testo introduttivo e delle note ai dipinti. [davide lacagnina] Exibart.onpaper recensioni.51 Bianco-Valente / Adaptive Ricordi, emozioni e frammenti di pensiero si compongono in una mappa. Costellazione ispirata all'andamento delle rotte aeree, ma anche mappa neuronale. Con un video e delle incisioni su plexiglass il duo Bianco-Valente atterra a Roma. Tra poesia della natura e artificio tecnologico… È ancora una volta la mente umana, con le sue dinamiche complesse e mai sufficientemente svelate, il fulcro della ricerca di Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente; vivono a Napoli). Un concetto di mente che non s'identifica mai con il solo cervello, ma che si estende fino a comprendere pensiero ed emozione, memoria e attitudine, metamorfosi ed evoluzione. In occasione della prima personale capitolina, il duo napoletano ha ricostruito quella che loro stessi definiscono una "mappa mentale". Con un video e una serie di piccoli lavori a parete (Mind Traces, laser su plexiglass), tratteggiano una cartografia in cui ricordi e pensieri si interconnettono dando vita ad una griglia luminosa in continuo mutamento. Relational Domain, realizzato a partire da disegni tratteggiati al computer, trae ispirazione dalle rotte aeronautiche, sia nell'andamento sempre leggermente arcuato delle traiettorie, sia nell'uso dei curiosi nomi di cinque lettere che ne identificano le intersezioni. Le scie luminose, strade immaginarie che solcano [info] finoal15aprile2005 Roma,VM21 Artecontemporanea Via della Vetrina 21, 00186 dal lun. al ven. dalle 11.00 alle19.30 il sab. dalle 16.30 alle 19.30 Tel/Fax 06 68891365 vm21artecontemporanea@virgilio.it Bianco-Valente - Relational Domain, 2005, Videoinstallazione, Endless Loop, Veduta dell'installazione i cieli, sono però allo stesso tempo collegamenti neuronali e costellazioni della memoria. Il blu intenso, protagonista indiscusso della mostra, fa da sfondo evocativo ad una riflessione dal piglio scientifico sul funzionamento dell'intelligenza, sia essa umana o artificiale. Il titolo della mostra (Adaptive) fa infatti riferimento ad un'espressione, adaptive behaviour, usata da biologi e ricercatori per definire la tendenza di un organismo ad utilizzare i ricordi delle esperienze pregresse per migliorare il proprio rapporto con l'ambiente circostante. Questo tipo di comportamento, che è il risultato di un'interazione continua tra il sistema nervoso, il corpo ed il contesto, è centrato sull'uso strumentale del ricordo a fini evolutivi. La complessità di queste relazioni, insieme all'intreccio chiasmatico di corpo e mente, si configura come una fonte d'ispi- razione costante per BiancoValente, impegnati da anni nella ricerca di un equilibrio tra visione emozionale e passione intellettuale, oltre che in una stimolante riflessione sul rapporto tra natura, scienza ed artificio tecnologico. Se in Volatile (2002), avevano trasformato dei pixel in un armonioso stormo di uccelli, e in Machine is Dreaming (2002) generato con un computer il riflusso delle onde del mare, con Relational Domain rappresentano una rete neuronale incantevole come un firmamento stellato. [valentina tanni] Joel Meyerowitz - Changing Time Il colore, per raccontare i grandi spazi e gli skyline degli Stati Uniti. Dietro l'obbiettivo c'è Joel Meyerowitz. Una mostra per il fotografo incaricato di documentare Ground Zero. Dalle strade di New York negli anni '70 ai paesaggi… Alcuni, all'inizio del terzo millennio, incontrano ancora parecchie difficoltà a relazionarsi all'immagine fotografica, o meglio a capire la fotografia per ciò che realmente è. La caratteristica sostanziale della riproducibilità dell'immagine fotografica, già ampiamente affrontata da Walter Benjamin nel 1936, è ancora la principale nemica della fotografia come "arte". Per alcuni ancora, la fotografia è arte solo se è fotografia d'epoca se è vintage - o se è in un'edizione limitata. Il collezionista generalmente storce il naso se ci sono più di dieci esemplari di una stessa immagine. Eppure il pezzo unico, in fotografia, è quasi un nonsense. Così Pasquale Leccese, direttore di Le Case d'Arte, quasi a [info] finoal30maggio2005 Milano,LeCased'Arte Via Circo 1 da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00 la mattina su appuntamento Tel 02 72016262 info@lecasedarte.it www.lecasedarte.it dispetto di queste considerazioni anacronistiche, organizza una mostra interessante su uno dei più importanti fotografi statunitensi contemporanei: Joel Meyerowitz. Una quarantina di scatti degli anni Settanta, ristampati da poco grazie alle moderne tecniche digitali (in un'edizione di quindici) mostrano come la riproducibilità sia, a ben vedere, una conquista dell'età contemporanea e non certo una pecca. A distanza di più di trent'anni i colori di queste immagini sono ancora forti, squillanti, le ombre violente. Sono le fotografie di strada di Meyerowitz. Come tutti, parte da CartierBresson ma arriva presto a Robert Frank e - forse - li sorpassa entrambi. Del resto la New York che fotografa negli anni Settanta rappresenta un mondo oramai completamente diverso, moderno. Le sue inquadrature rinchiudono il movimento frenetico della città, raccontano una folla che è sempre diversa ed ogni volta svela particolari differenti. E sono immagini che registrano anche le ombre taglienti dei grattacieli che piombano buie sui passan- ti, amputandoli. Fotografie complesse costruite su mille dettagli e mille persone, eppure cogliendo tutto in un attimo. Questo è il primo Meyerowitz, poi ne esiste un altro, forse ancora più conosciuto: quello che, a partire dalla fine degli anni Settanta, si sofferma sul paesaggio metropolitano con uno sguardo più attento, più meditativo. Lui, che insieme a William Eggleston è stato uno dei primi fotografi a fare del colore una delle componenti fondamentali dell'immagine fotografica, nei suoi orizzonti americani - proprio giocando su luci artificiali e naturali - crea paesaggi surreali, sospesi in una cromia impossibile. Se le immagini di strada parlano soprattutto del rumore e del movimento della città, quelle di paesaggio metropolitano suggeriscono invece il silenzio dei vasti spazi statunitensi. Un'atmosfera incantata, che ha il sapore di un sogno. [francesca mila nemni] Joel Meyerowitz - NYC, West 46th Street, 1976 52.recensioni Exibart.onpaper Massimo Bartolini L'acqua, la pioggia, una montagna in miniatura ed il soffitto che ondeggia, spettacolare. Per rendere praticabile l'immaginazione. Dalle gocce incise sul vetro, all'asse del mondo, che sorge in una vasca… Dopo un anno fervente, durante il quale ha partecipato fra l'altro alle Biennali di San Paolo e Pontevedra, Massimo Bartolini (Cecina, Livorno, 1962; vive a Cecina) approda alla Gam di Torino, nell'ambito della rassegna che ha visto pochi mesi or sono la partecipazione del duo napoletano Vedovamazzei. Nel testo della curatrice Laura Cherubini, sul catalogo pubblicato da Hopefulmonster, s'insiste sul concetto di abitare e sul suo concentrarsi su alcuni temi che tornano con insistenza nel corso degli anni. Così, per esempio, l'" axis mundi " che dalla mostra da De Carlo nel 2000 torna alla Gam con Conveyance (2005), vasca circolare al centro della quale si erge un pilastro. I visitatori sono invitati a sedere sul bordo della struttura, con lo sguardo rivolto all'asse verticale, ad osservare l'acqua che ondeggia, centripeta e regolare, come a far nascere e sviluppare la colonna, o al contrario, per eroderla inesorabilmente. È infatti l'elemento liquido un'altra tematica che torna costantemente nell'opera di Bartolini, come per esempio accade nell'ultima edizione di Arte all'Arte . Anche in questa personale torinese, l'acqua ritorna in Flautino (2004), fontanella odorosa che unisce fluidità, fiuto ed udito. Ma il lavoro più imponente e coinvolgente è installato nella prima sala. L'impatto con l'opera è di ordine ambientale, nel senso che si percepisce una chiara variazione della temperatura ed un rumore inquietante. La prima sensazione si spiega col fatto che l'artista ha inciso da parte a parte le vetrate della sala, un Disegno di pioggia che fa letteralmente entrare l'esterno all'interno, com'era già avveThe nuto alla mostra Moderns al Castello di Rivoli. Quanto alla seconda sensazione, è dovuta a Senza titolo ( soffitto scosso ) (19952005) - la prima data si riferisce alla versione ridotta presentata alla collettiva Moby Dick a Southampton -, che ondeggia pericolosamente sulle teste dei visitatori, alternando luce e cecità con un piglio assai differente dei soffitti "atari" di Pierre Huyghe. E sulla parete di fondo, come a compensare le sensazioni forti provate sinora, Bartolini propone Senza titolo (2005), dolce disegno su carta d'affissione, candido motivo che tende all'informale. Un lavoro più intimo conclude la visita, e si tratta di Senza titolo (per Mario Merz) (2005). Il motivo della montagna in miniatura in pietra Massimo Bartolini - Flautino, 2004 - acciaio inox verniciato, acqua - 55x60x32 cm - courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano forte torna anch'esso, dotato del noto taglio che permetterebbe di salirci come su una predellina naturale. Per osservare come il proprio battito cardiaco consenta ad una pianta di vivere e sintetizzare, grazie all'accensione della luce provocata dall'ingresso nella sala. In realtà la mostra però non si conclude, poiché all'ingresso o all'uscita, un addetto del museo mostrerà nel palmo della propria mano una perla concava, bijoux naturale modificato. [info] finoal3aprile2005 Torino,Gam-Galleria d'ArteModernae Contemporanea a cura di Laura Cherubini Via Magenta, 31 da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00 biglietto intero euro 7,50; ridotto euro 4,00 Tel 011 4429518 Fax 011 4429550 gam@fondazionetorinomusei.it www.gamtorino.it Catalogo Hopefulmonster, Torino, bilingue (italiano/inglese) euro 35,00 Testi di João Fernandes, Joseph Rykwert e Laura Cherubini Arte come consegna e visione per un solo spettatore, poiché Double Shell (2002) è partita dal museo d'arte moderna di Francoforte per approdare a Torino. Segretamente, quasi. Sicuramente senza schiamazzi. Per " rendere praticabile l'immaginazione ". [marco enrico giacomelli] Exibart.onpaper handbag.53 a cura di helga marsala FASHION MOBILE Cellulare sempre più fashion, oggetto cult, segno distintivo del personal look. Designer e stilisti fanno a gara per imprimere il loro marchio sui telefonini, cimentandosi in fantasiosi restyling. E' la volta della fashion designer americana Anna Sui, invitata a interpretare l' SGH-E315 di Samsung. Un oggetto dall'anima femminile, sexy e un po' dark: colore viola, nero metallizzato, gusto "rock", vintage e chic. Una piccola farfalla-gadget impreziosisce questo civettuolo oggetto che coniuga al meglio moda e hi-tech. Le decorazioni su scocca e screensaver - farfalle, rosette, sinuosi motivi floreali - sono in perfetto stile Sui, romantico, leggiadro, capriccioso. Esclusiva anche la campagna promozionale, curata da Samsung in collaborazione con Vogue. Un accessorio decisamente trendy per distinguersi con charme: solo sul mercato americano e in edizione ultra-limitata. Acquistabile on line su UNA CILIEGINA... SULLA BORSA Squadra che vince non si cambia. E il terzetto Vuitton, Jacobs, Murakami, continua a sfornare chicche, linee chic e irresistibili di pelletteria che soddisfano desideri capricciosi. Appena lanciata sul mercato, la nuova collezione Monogram Cerises riempie di ciliegie rosse la superficie di borse e accessori. Un'altra creazione esclusiva nata dalla collaborazione tra Marc Jacobs, stilista di Louis Vuitton, e un'acclamata star dell'arte contemporanea, il giapponese Takashi Murakami. I suoi personaggi manga hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo e il suo stile pop, coloratissimo, "superflat" è diventato una delle più amate declinazioni della maison parigina. Le ciliegie, a guardarle da vicino, svelano delle faccine stilizzate, stupite o sorridenti. Sul mercato, due linee distinte: una, limited edition -solo in alcuni store selezionati- con inserti in lucertola rossa e speciali finiture di lusso; l'altra, classic, in produzione permanente. I modelli sono quelli tradizionali della casa francese: Pochette accessoir, Keepall, Sac plat, Bucket e Speedy, ripensati per l'occasione con cuciture e fodere rosse, anziché nel tradizionale cognac. Per la serie ltd sono stati aggiunti dei modelli inediti. www.annasuibysamsung.com Monogram Cerises, by Luois Vuitton prezzi: serie classic, tra i 730 e i 1000 euro serie ltd tra i 900 e i 2000 euro www.vuitton.com LA DONNA DI MARRAS? SOMIGLIA A TINA QUANDO LA T-SHIRT È POP L'estate è alle porte e la t-shirt-mania torna a contagiare anche i più esigenti fashion-addict. Taviani, per la collezione p/e 2005, si è inventato una linea divertente per rendere glamorous anche il casual-look "jeans e maglietta". Realizzate in cotone e viscosa stretch, impreziosite da applicazioni di perline, swarowsky e stampe multicolor, le t-shirt Taviani s'ispirano al mondo di comics e cartoon, richiamando nello stile il linguaggio dei grandi maestri pop art, da Lichtenstein a Wahrol. Ispirazione vintage per questi capi frizzanti che omaggiano la storia del fumetto. Un protagonista su tutti? Diabolik, il ladro gentiluomo, fascinoso tombeur de femme. Lo stile Antonio Marras, intenso, passionale, un po' bohémien, trova una nuova musa per la collezione a/i 2006. Tina Modotti, fotografa friulana, esule politica durante il regime fascista, amica di Frida Kahlo, legata a doppio filo con il Messico: una figura controcorrente che rappresenta l'amore per l'arte, l'avventura, l'indipendenza, la poesia. Affascinanti i modelli, che coniugano femminilità e dinamismo, avventura ed emozione, carattere e sensibilità. Le giacche militari si impreziosiscono con dettagli delicati come nastri, paillettes e perline; le lunghe gonne in pizzo o velluto, con balze e ricami, si abbinano a golf in macramè, scialli lavorati, bolerini. Una palette di colori calda: nero, bianco, rosso, verde, avion, testa di moro. Mood messicano ed eleganza gitana raccontano lo spirito di una donna forte, che sceglie libertà e bellezza. www.taviani.it GRAFFITI SI, MA SOLO PER GIOCO ZAHA BESTSELLER Un catalogo, ma anche un oggetto prezioso da guardare, toccare, desiderare. Una biografia minuziosa in un elegante designbox. Thames & Hudson pubblica un volume dedicato alla donna architetto più famosa del mondo, l'anglo-iraniana Zaha Hadid. Qualcuno l'ha già definito il best seller d'architettura, e certo i numeri non gli mancano: quattro libri in uno, di formati diversi Major and Recent Projects, Projects Documentation, Models and Sketches, Essays and References - e una hard cover bordeaux di plastica traslucida, con tanto di cassettini estraibili. Zaha Hadid: The Complete Works, Thames & Hudson, 2004 - 132.00 euro Il videogioco scopre lo street style e sposa un noto fashion brand legato al writing. Atari, leader mondiale nei videogame, sforna Getting Up, servendosi della preziosa consulenza di Marc Ecko, stilista ed ex writer, creatore di Ecko Unlimited. La storia? L'eroina Trane combatte a colpi di bomboletta e abilità atletiche per sopravvivere in una città che ha bandito i graffiti. Trane, lottando contro i potenti corrotti e le crew nemiche, diventerà "The City King", il più rispettabile dei writer, leader della urban revolution. Ecko ha lavorato assiduamente al progetto, costruendo l'intensa storyline, fornendo un punto di vista autentico sulla urban culture e collaborando con The Collective - responsabile del graphic design - per ricreare alla perfezione look e atmosfere del mondo dei graffiti. Un virtual game, ma con dettagli molto real: Ecko ha chiesto a 50 street artist internazionali di prestare al gioco le loro tag originali, mentre il celebre musicista hip-hop Talib Kweli ha dato la sua voce al protagonista. Getting Up: Contents Under Pressure, by Atari, 2005 www.gettingup.com, www.atari.com per segnalazioni: handbag@exibart.com 54.around Exibart.onpaper a cura di helga marsala Dionysiac puscolo degli dèi, ridotti a ombre o feticci Il Centre George Pompidou mette a nudo l'aniimpropri. ma anarchica dell'arte contemporanea, il suo Spirito giocoso, leggerezza e ironia esplosiva cuore desiderante e trasgressivo. Spericolati per i megaorsi in vetroresina di Richard slalom tra filosofia nietzschana ed estetiche Jackson, una pompa aspira-vernice infilata post-post moderniste, provocazioni intellettuali nel sedere e poi tutti in fila davanti agli orinaeccentriche, tra ironia ed esprit sauvage, teatoi in un pissing ipercromatico. tralità e vocazione ludica: Dionysiac ridefinisce il "tragico contemporaneo" attraverso lo Un nuovo intervento a quattro mani per Paul sguardo di quattordici artisti che rispecchiano Mc Carthy e Jason Rohades; la loro opera Shit Pug (recipienti di forma fallica in cui un'attitudine diffusa dell'arte del nostro tempo. erano conservati i rifiuti dei visitatori di Il contatto con le forze primigenie della Natura, Christoph Büchel - Minus, 2002 Documenta XI) diventa qui Sheep Pug: i calchi l'oblio/destituzione del sé razionale, il parriciCourtesy Migros Museum, Zürich in sapone dei contenitori sono esposti in una dio e la germinazione del pensiero irriverente, caotica sala del non sense, teatro degli exploit l'esaltazione della vita come flusso incontenibicarnevaleschi di satiri-scimmia in preda a bizle, l'epifania nomadica di una divinità senza terzarri rituali. ritorio, tempo, lingua, aspetto costanti: Dioniso è il dio di carne e Malachi Farrel ricostruisce una schizo-sartoria animata, in cui si sangue, nato due volte, aperto all'eterno farsi e disfarsi dell'esiinnescano meccanismi sonori e cinetici fuori controllo; l'Atelier stenza. Clandestino si trasforma in una caverna del potere e dell'orrore, Ogni artista ha a disposizione una sala del museo, un ambiente a metà tra giostra grottesca, campo di battaglia, aereo in picin cui allestire la sua visione complessa, tra ordine e disordine, chiata, rifugio antiatomico: le sedie oscillano in mezzo ai mucchi armonia e dismisura. di abiti, le macchine da cucire vibrano come mitragliatrici, esploThomas Hirschhorn costruisce un enorme laboratorio-officina: dono sibili e grida, pianti, voci minacciose, mentre la stanza si utensili da lavoro o da cucina, scotch da imballaggio, secchi di riempie di fumo come gas letale. plastica, fotografie, libri, fotocopie, monitor… Nel grande blob Atmosfera gelida invece per l'installazione di Christoph Büchel delle utopie contemporanee affondano cucchiai giganti di carta che dopo aver organizzato in un minuscolo abitacolo un concerstagnola, uno per ogni ideale o simbolo della modernità. E' il cre- to di Los chicros e I love UFO, ha congelato i resti della festa mantenendo il locale a una temperatura di circa 15 gradi sottozero. Maurizio Cattelan, giullare dispettoso, preferisce "defilarsi" e attirare l'attenzione con una strategica "assenza": nessuna vera opera ma un saltimbanco che si aggira per le sale del museo ogni volta con addosso un personaggio diverso - divertendosi a importunare gli ignari visitatori. In una stessa sala interagiscono la scultura di Martin Kersels, enorme culla o nido rotante in cui si accatastano frammenti di mobilio e materiali da recupero, e le due opere di Keith Tyson, i quindici pannelli di Primordial Soup - pittura cosmogonica, bigbang e materia in espansione - e il monocromatico ziqqurat, torre bianchissima su cui si dispiegano oggetti superstiti, emersi da chissà quale origine sacra. E poi ancora le sculture cupe di Jonathan Messe, cariche di simbologie mitologiche o sessuali; l'incombente scultura di peluche dei Gelatin; i cocci di bottiglia taglienti di Kendell Geers, sparsi lungo il perimetro delle pareti su cui si spalmano, in un icastico bianco e nero, i corpi nudi di donne lascive; i raffinati disegni animati di Fabrice Hyber, che esplorano il movimento di evoluzione e dilatazione di organismi e microsistemi; e a chiudere il tour, infine, il video-flusso di John Bock (realizzato insieme all'attrice Anne Brochet), erotismo dissimulato in deliranti visioni, candide e violente, sovversive e surreali. (h.m.) Parigi, Centre George Pompidou - 16.II/9.V.2005 Paul Pfeiffer, Pirate Jenny L'immagine del successo proposta dalla televisione dei grandi ascolti e una natura che segue i suoi cicli, incurante dei ritmi della città che l'avvolge: è questa la materia prima del lavoro di Paul Pfeiffer. L'artista preleva frammenti mediatici che elabora digitalmente modificandone i caratteri distintivi ed alterandone, sino all'esasperazione, i normali tempi di trasmissione. Li decontestualizza, insomma, e li carica di significati aggiuntivi, anche grazie ai titoli scelti, contaminati da riferimenti epici o religiosi. Sono video pensati per installazioni in cui le proiezioni, di piccolo formato, si spartiscono equamente la scena con raffinatissimi supporti tecnologici. Pfeiffer disorienta. Seduce il pubblico con il video - linguaggio ormai universale - e con immagini consuete, perfino banali. Si resta spiazzati però, con un certo senso di stupore. La frattura è causata dalla negazione di qualsiasi struttura narrativa. Da qui i suoi serratissimi loop o le riprese ininterrotte che durano mesi interi. Una rottura indispensabile, che serve a riportare l'attenzione sul materiale originale, sul modo in cui è stato manipolato. L'immagine non si consuma, si osserva. Per scovare nuovi significati. Sorprende l'apparente vuoto del primo spazio della carlier | the Apocalypse, quattro fotografie tratte da una nota serie in cui gebauer. Alle pareti nessuna proiezione. C'è solo un piccolo televisore, abbandonato a terra. Trasmette Caryatid (2004), spettascultorei cestisti sono immortalati nel momento del trionfo. Impercettibili correzioni digitali hanno rimosso ogni traccia di colari cadute di giocatori di calcio, drammatizzate da uno slow motion altamente definito. Il dolore diventa epico quando è una pubblicità. Permea l'immagine solo una luce ultraterrena che il figura portante (una cariatide, appunto) a crollare. giocatore sembra cercare con le braccia tese. I chiaroscuri della Il bianco immacolato delle pareti nasconde divisa si fanno pittorici. Paradossalmente le due spioncini. Bisogna sbirciare furtivi per immagini ricordano una delle più esemplari vedere Memento Mori (2004), una minuascensioni della pittura rinascimentale: la Pala dell'Assunta di Tiziano. Più raccolti, ed scola proiezione che descrive il volo convulin diretto dialogo fra loro, Empire e Sunset so di una mosca. Il formato, il movimento a Flash. Il consolidamento di una comunità scatti e la posizione centrale dell'insetto complessa e gerarchica è ciò che, per ricordano i più spartani videogiochi. Pfeiffer, può accomunare la creazione in Attraverso l'altro spioncino si vede invece Vertical Corridor (2004). Quello che appare tempo reale di un nido di vespe e l'armonia come un futuribile corridoio che si spalanca di una famiglia - la sua - immersa nel bagliodavanti agli occhi è invece un'apertura lunga re di flash fotografici, davanti a un tramonto. ben due metri che corre verticalmente nella [micaela cecchinato] parete. Paul Pfeiffer Four Horsemen of the Pfeiffer occupa quasi per intero il secondo Berlino, carlier | gebauer Apocalypse, 2004 - courtesy carlier gebauer spazio della galleria con Four Horsemen of 5.III/16.IV.2005 Jota Castro, Exposition Universelle 1 cella del carcere di Guamntanamo, dove la temperatura raggiunge i 40 gradi. Tutto intorno, fuori In una recente intervista con Jérôme Sens, Jota Castro, alla tradizionale domanda sul ruolo dalla piccola gabbia, decine di cappi penzolano dal soffitto, un riferimento alla bellissima Strange dell'artista oggi, risponde con una definizione incisiva, eloquente, senza fronzoli: " l'artista è uno che non ha tempo da perdere. Uno che sente che la sua epoca ha bisogno di 'interpreFruit di Lawis Allan, e un discreto memento mori per tutte le vittime cadute in nome dei propri desideri, della libertà, delle differenze. Con Breaking Icons l'artista si confronta con i suoi miti perti'. Un artista non fa altro che esplorare nuove forme di comunicazione, senza nulla concesonali, rappresentazione dell'autorità mai del tutto deposta. Tappezza le dere all'ideologia o alla morale dominante ". Castro, che non ha mai frequentato scuole d'arte ("servono solo a sfornare pareti di fotografie delle sue icone immortali, ritratti in bianco e nero dietro cloni"), ha una formazione da giurista, ha studiato diritto e scienze politiche e un vetro, personaggi celebri di ogni sorta; le increspature dei vetri spaccati lavorato per le Nazioni Unite e la Comunità Europea. regolano i conti con la figura simbolica del "genitore-titano", rendendogli Ed è tutta calata nell'attualità la sua ricerca, rivolta alle dinamiche politicoomaggio e insieme sopprimendolo, freudianamente. Su un'altra parete camsociali che regolano comportamenti e condizioni delle comunità contempopeggia, a caratteri cubitali, A mi tiempo, poesia o preghiera profana in cui ogni verso è scritto in una lingua differente. Brains è un intrico di strutture ranee. Per questa nuova personale parigina al Palais de Tokyo, Castro mette metalliche mobili, come una rete tridimensionale fatta a snodi e passaggi da in scena un teatro di denuncia e insieme di memorie private, un paesaggio attraversare. Una metafora del cervello durante una terapia psicanalitica e scandito da zone di emergenza, territori di confine, provocazioni poetiche o insieme la rappresentazione simbolica dei limiti, le frontiere, gli ostacoli che politiche mai troppo eclatanti, sostenute da una evidenza semplice, una attioccorre imparare a dribblare per liberare un pensiero creativo e responsatudine sovversiva sommessa. Discrimination Day è il titolo del vernissageperformance, azione-riflessione sul tema del razzismo in forma di sfida-giocobile. E se per il Discrimination Day i bianchi erano gli intrusi in minoranza, Jota Castro - Libertè Egalitè Fraternitè, 2005 nella saletta buia Libertè Egalitè Fraternitè sono solo i neri ad entrare: tre ribaltamento. Scopo della serata: stabilire il record mondiale di persone di pannelli luminosi - come insegne pubblicitarie o arredo da night club - riprocolore presenti in un'istituzione d'arte contemporanea europea. Il bianco ducono lo slogan della rivoluzione francese, svuotato di senso, depotenziato, ridotto a sfavillante ricco e integrato finisce col sentirsi uno straniero in casa propria, una mosca bianca, appunto. spot. Spettacolo per pochi intimi, testimoni di una cinica boutade. (h.m.) Diverse installazioni poi, alcune inedite, tutte recentissime. Guantanamo prende spunto dal problema dei diritti umani: è l'ossatura metallica di una piccola gattabuia, senza pareti, e in alto, appesa, una lampada a infrarossi che genera un calore insopportabile; il volume corrisponde a quello di una Parigi, Palais de Tokyo - 4.II/3.IV.2005 [fattofuori] [dates] artisti italiani in trasferta X Avignone, Collection Lambert - Marcello Maloberti, Theorema - La Collection d'Enea Richi (group show) - 5.II/29.V.2005 Berlino, Klosterfelde - Lara Favaretto, Tutti giù per terra - 27.I/15.III.2005 Brooklyn, Boreas Gallery - Federico Solmi, Rocco never dies - 25.II/25.III.2005 Lione, Ecole National de Beaux Arts - Botto & Bruno, Slepping Town - 10.III/28.IV.2005 Londra, Percy Miller - Vedovamazzei - 27.IV/3.VI.2005 Londra, Institute of Contemporary Arts - Andrea Salvino, Post Notes (group show) - 4/11.III.2005 Londra, Platform - Stefano Cagol, Lies - 4.II/12.III 2005 Los Angeles, Raid Projects Gallery - Claudia Losi, Elisabeth Hoelzl, Greta Frau, Emilio Fantin, Gea Casolaro, Lorenza Lucchi Basili, Sabrina Mezzaqui, Cesare Pietroiusti, Ti Voglio Bene - From Italy with Love - 5/26.III.2005 X New York, Embassy Suites Hotel - Elastic Group, Nicola Evangelisti, Emanuele Piccardo, Andrea Renzini, Stefano Tordiglione, Diva Fair - 10/14.III.2005 X New York, Alona Kagan Gallery - Maggie Cardelus, Women On The Verge (group show) - 3.II/12.III.2005 X New York, Andrew Kreps Gallery - Christian Frosi, We Disagree (group show) - 27.I/26.II.2005 X Nizza, Mamac - Enrica Borghi - 11.III/5.VI.2005 X Paris, Galerie Rachlin-Lemarié Beaubourg - Gaetano Pesce, Nobody's Perfect - Il rumore del tempo - 21.I/26.II.2005 X Spånga (Svezia), Tensta Konsthall - Gruppo A12, The Lack Project - 19.II/17.IV.2005 X X X X X X X mostre fattefuori? scriveteci: fattofuori@exibart.com X X X X X X X X X X X X X X X da non perdere oltreconfine Berlino, neugerriemschneider - Pae White - 26.III/23.IV.2005 Berlino, Neue Nationalgalerie - Vanessa Beecroft (performance) - 08.IV.2005 Dublino, Irish Museum of Modern Art - Pierre Huyghe - 24.II/15.V.2005 Londra, Modern Art - Eva Rotschild - dal 19 marzo al 16 aprile Londra, Tate Britain - Anthony Caro - fino al 17.IV,2005 Londra, White Cube - Marc Quinn, Chemical Life Support - 4.III/9.IV.2005 Londra, The Sorting Office - Kutlug Ataman, un progetto by Artangel - 22.III/7.V.2005 Monaco, Pinakothek der Moderne - Thomas Hirschhorn - fino al 3.VII.2005 New York, MoMA - Thomas Demand - 5.III/30.V.2005 New York, Solomon R. Guggenheim Museum of Art - Rirkrit Tiravanija, The Hugo Boss Prize 2004 - 8.III/11.V.2005 New York, Tanya Bonakdar - Jason Meadows, Light Year/Clear Spot -26.II/26.III.2005 New York, Matthew Marks Gallery - Gary Hume, Carnival - 12.III/30.IV.2005 New York - Mary Boone Gallery - Eric Fischl, New paintings from the "Krefeld Project" series - 5.III/23.IV.2005 Stoccolma, Moderna Museet - Yinka Shonibare - 14.II/14.III.2005 Vienna, Kunsthalle - Yang Fudong - 22.II/15.V.2005 Exibart.onpaper around.55 a cura di helga marsala Il senso di Ann Hamilton per Parigi Tutti i progetti del profondo nord La Maison Rouge - Fondation Antoine de Galbert è un nuovo spazio espositivo che ha aperto i battenti lungo l'ex porto dell'Arsenale. Una zona strategica, anche se decentrata rispetto alle gallerie parigine, raccolte a grappoli nel Marais e nei paraggi della nuova Biblioteca Nazionale. Le prime due mostre sono state consacrate alle collezioni private: quella del parigino Jean Chatelus e quella del tedesco Harald Falckenberg. Viene ora ospitata la prima personale, dedicata ad Ann Hamilton (1956): Phora, un gioco di parole che richiama tanto la figura retorica della metafora quanto il Foro latino in cui si tenevano le assemblee popolari. Le cinque installazioni coinvolgono tutti gli spazi della fondazione; una piccola sfida perché, alla classica ripartizione in sale bianche e quadrate, si alternano spazi irregolari e un lungo sotterraneo. L'artista americana ha allestito un percorso personalissimo, giocato sul rapporAnn Hamilton, - Phora - exhibition view, La maison to tra immagini e suoni, un'indagine sottile della dimensione sonora. Da una rouge - fondation antoine de galbert - © Marc Domage parte una serie fotografica di bocche riempie tre pareti e ne moltiplica il silenzio attraverso gli specchi. Dall'altra cinque altoparlanti fissati al soffitto da una corda ruotano minacciosamente per la sala, mentre corre sul muro l'immagine video di una penna che traccia una linea su un foglio. Ovunque si è immersi in ambienti visivi attraver- dal 18.II al 22.V.2005 sati da voci che si propagano nell'aria con ogni mezzo, inclusi degli immaginifici strumenti Ann Hamilton - Phorà simili a bassi tuba. I testi recitati alludono alla storia della Maison Rouge, alla vita pubblica Parigi, Maison Rouge - Fondation e popolare della vicina Piazza della Bastiglia, nonché al Teatro dell'Opera, creazione del- Antoine de Galbert l'architetto Meier che tanti vorrebbero demolire... [riccardo venturi] Dentro il cristallo-cocoon. La cellula sonora di Carsten Nicolai Il metodo Dean. E' di scena l'artista-curator Terza di una serie di mostre curate da noti artisti inglesi presso il Camden, An Aside non è solo il primo esperimento di curatela per Tacita Dean, ma anche un prezioso esempio di metodo. Raccogliendo i lavori di 17 artisti internazionali appartenenti a diverse generazioni -da Kurt Schwitters, Paul Nash e Eileen Agar a Sharon Lockhart e Thomas Scheibitzla mostra trae il titolo da una particolare formula del mondo teatrale in cui l'attore si rivolge direttamente al pubblico senza interrompere l'azione scenica. Similmente, l'artista in veste di curatore si appella ai visitatori senza interferire sul valore estetico particolare di ogni singola opera. In questa direzione, il testo scritto da Dean per il catalogo agisce come un'opera in sé: mentre rivela la rete di aneddoti e coincidenze che hanno condotto alla selezione dei lavori, rinuncia a un unico punto di vista interpretativo. E la mostra diventa occasione per scoprire autentiche chicche: un autoritratto in bronzo di Joseph Beuys, pressoché sconosciuto, raffigurante l'artista al femminile, presentato di fronte ad un ritratto dello stesso Beuys realizzato da Walther Brüx; uno studio di Gerhard Richter per un busto dell'artista Isa Genzken; due teste di creta di Marisa Merz, appoggiate su una base di paraffina solida. Dense di risonanze eppure contenute nella composizione sono le piccole foto- Dare forma al suono. Ecco l'obiettivo della ricerca di Carsten Nicolai, collocata in una zona ibrida tra musica elettronica, arti visive e fisica. L'esempio più emblematico della sua opera? E' Frozen Water, presentato alla Biennale di Venezia del 2001. Il suono generava forti Carsten Nicolai - syn chron, 2005 - courtesy Galerie vibrazioni capaci di EIGEN + ART, Leipzig/Berlin fare increspare l'acqua contenuta in grandi ampolle. Erano quelle increspature, quasi impercettibili e di effimera bellezza, la forma che Nicolai aveva voluto dare al suono. S'intitola syn chron il suo nuovo lavoro nella hall superiore della Neue Nationalgalerie. Per dimensioni e complessità, il progetto è ancor più ambizioso di Frozen Water. Si tratta di un grande cristallo traslucido. In mineralogia un cristallo è un corpo solido formatosi spontaneamente in natura e che tende, quindi, a una forma poliedrica irregolare. Nicolai ha ideato il prototipo in collaborazione con tre architetti, Finn Geipel, Giulia Andi e LIN, e un ingegnere, Werner Sobek. Il cristallo è stato concepito per essere un veicolo di suoni nonché una superficie ideale per proiezioni laser. Un'austera elettro-music, scritta dallo stesso Nicolai alterando le naturali onde dei suoni campionati, viene diffusa dall'oggetto grazie ai piccoli amplificatori applicati alle superfici. All'interno (vi si accede tramite una apertura laterale) la musica si trasforma da semplice tracciato uditivo a forte esperienza fisica: il materiale conduce egregiamente il suono e le vibrazioni prodotte. Il prototipo diventa così una perfetta cassa acustica. La "pelle" del cristallo serve inoltre come superficie di proiezione sulla quale sei laser riproducono semplici modulazioni generate da un computer seguendo le onde sonore della musica di Nicolai. Il risultato? Una suggestiva sincronia tra suono e luce. Syn chron sfrutta la quasi totale trasparenza dell'ampia hall in vetro che lo ospita, rimanendo attivo anche di notte. E inserendosi così, di diritto, nello skyline di dal 25.II al 3.IV.2005 Carsten Nicolai - syn chron Potsdamer Platz. [micaela cecchinato] - Berlino, Neue Nationalgalerie House of Sweden, new Swedish Embassy building in Washington - Wingårdh Arkitektkontor L'Arkitekturmuseet di Stoccolma saluta e ringrazia, con una piacevole collettiva, gli architetti scandinavi presenti alla 9° Biennale di Architettura di Venezia (2004). Niente prime donne, ma bei lavori di gruppo, lineari e funzionali, realizzati tra il 1999 e il 2003. L'eleganza, quella che non concede nulla al vezzo, la fa da padrona in queste armoniose costruzioni che vogliono fondersi in un unicum insondabile, senza fine né principio (senza capo né coda?) con il loro ambiente naturale (Jensen & Skodvin Arkitektkontor Chiesa di Mortensrud, Norvegia, 2002). Ecco dunque delle pareti in titanio che sembrano fatte di carta e bamboo e sanno trasformarsi, di notte, in enormi lampade giapponesi (Claesson Koivisto - Sfera Building, Giappone, 2003); poi dei locali luminescenti che dalla strada attirano gli ignari automobilisti annoiati nel magico regno dello shopping (Thomas Eriksson Arkitekter - Hästens Sängar Concept Store, Svezia, 2002); e ancora rigorose scatole di legno nero che schiudono ambienti caldi e luminosissimi, da cui osservare, felici di scamparlo, il gelido inverno finnico (Hannele Grönlund - Studio Silja Rantanen, Finlandia, 2001; Niko Sirola - Sauna Sirola, Finlandia, 1999). Infine un hotel, al centro di New York, capace di dilatare la sua facciata fino a farne un ventre gravido che, un po' per proteggere un po' per insinuarsi, butta un occhio verso la città (Servo Lobbi - Ports V2, Stati Uniti, 2003). Cosa non va in questa mostra? Pochi plastici e nessuna scheda tecnica a indicare materiali e dimensioni. E per una mostra di architettura non sono pecche da poco… [silvia colaiacomo] dal 17.II al 22.V.2005 - Visualised in Venice - Stoccolma, Arkitekturmuseet Quando il terrorismo si mette in mostra Thomas Scheibitz - Star, 2002 - Courtesy the artist, Tanya Bonakdar Gallery, NY e Produzentengalerie, Hamburg grafie di Paul Nash e di Eileen Agar, splendide nature morte straniate. Paesaggio e still life ricorrono, tanto nel video di Sharon Lockhart -la camera fissa a registrare il lento rituale autunnale di una coppia di contadini in Giappone-, quanto nella proiezione di Rodney Graham, raffigurante una macchina da scrivere anni '30 trasformata in un paesaggio invernale. La mostra rivela l'interesse dell'artista per l'incontro fortuito, di stampo surrealista, ricercando significati nascosti -personali o collettivi- nell'associazione tra realtà apparentemente distanti e nell'apparente coincidenza del caso. [irene amore] Dal 18.II al 1.V.2005 - An Aside: selected by Tacita Dean - Londra, Camden Arts Centre Perché non affrontare la storia nebulosa della RAF? Dopo due anni di polemiche, al Kunst-Werke di Berlino si apre una mostra sulle Brigate Rosse tedesche. L'esposizione è divisa in due, la prima parte dedicata alle immagini e alle parole dei media, la seconda alle opere di una cinquantina di artisti tra cui Joseph Beuys, Gerhard Richter, Sigmar Polke e Martin Kippenberger. Ma il tema è ancora troppo scottante e il progetto viene contestato al punto da bloccare l'assegnazione dei finanziamenti pubblici. Come raccogliere i fondi per realizzare il progetto? Alcuni artisti non presenti all'esposizione (tra cui Marina Abramovic, Doug Aitken, Monica Bonvicini, Thomas Demand) decidono di mettere all'asta loro opere su internet e raccolgono il denaro necessario. Sottoponendo al vaglio della riflessione critica la modalità di rappresentazione dei media, la mostra riporta all'attenzione del pubblico episodi e personaggi dell'epoca, mentre emergono aspetti ancora controversi nella storia degli anni di piombo. Le pagine di cinque popolari testate tedesche, i telegiornali, i documentari e le interviste seguono l'ordine cronologico degli episodi più eclatanti. Come dimostrato dall'interesse suscitato nel 1989 dal progetto 18 Ottobre 1977 di Gerhard Richter, il tema ha una grande rilevanza pubblica. Acquistate da un collezionista privato, alcune fotografie di Richter della serie Atlas vengono eccezionalmente esposte nella seconda sezione della mostra. Tra le figure emblematiche riproposte nell'arco di vent'anni, emerge l'icona di Ulrike Meinhoff, nota giornalista politicamente impegnata, poi entrata in clandestinità, cofondatrice della RAF insieme a Gudrun Ensslin e Andreas Baader. Le opere contengono riferimenti più o meno espliciti alle persone e alle storie, spesso nessun rimando diretto. Senza la pretesa di tirare le somme e senza eroi, il potere della rappresentazione per Dara Birnbaum - Hostage, 1994 - Foto Geoffrey Clements - Courtesy Marian immagini si pone, ancora una volta, di fronte all'esperienza del terrore. Goodman Gallery, NY [gabriella lerario] Dal 29.I al 16.V.2005 - Zur Vorstellung des Terrors. Die RAF Austellung - Berlino, Kunst-Werke 56.fashion Exibart.onpaper a cura di maria cristina bastante Se il committente è di moda I musei festeggiano gli stilisti. E gli artisti si cimentano tra collezioni, limited edition e campagne pubblicitarie. Quando l'arte ed il fashion design vanno a braccetto. Seguendo un'ispirazione comune. Che magari si chiama stile… Pare che Coco Chanel non avesse in gran simpatia gli artisti. Più diplomatico, Yves Saint Laurent tagliava corto con un concetto rapido come una stilettata: la moda non sarà arte, ma ha bisogno di un artista per esistere. Eppure il legame tra fashion design ed arte c'è: indissolubile, complicato come lo sono quasi tutte quelle relazioni, magari pericolose, ma che alla distanza si rivelano proficue. Vuoi perché se è vero che la moda si scorna (come il design degli oggetti o degli ambienti) con l'amato-odiato concetto funzionalità, è altrettanto vero che ci sia un'innegabile - soprattutto di questi tempi, ma a ben vedere anche in epoche più lontane - reciprocità d'ispirazione. Così i musei Patricia Jo Peacock - Piazza Sempione campagna primavera / estate 2005 festeggiano gli stilisti, portavoci anche loro (e chi meglio di loro?) di un certo zeitgeist. Ed accade pure che gli artisti si cimentino con operazioni molto prossime all'ambito fashion, che disegnino preziose limited edition, che giochino con irriverente leggerezza con marchi leggendari. Uno per tutti Murakami alle prese, un paio di stagioni fa, con il monogram di Louis Vuitton, declinato in chiave superflat. Ovviamente coloratissima, a dispetto delle sobrie nuance terra del committente. Così c'è l'artista guest star, pratica ormai piuttosto consueta, e c'è l'artista che diventa - in un certo senso - art director. Tendenza, questa, in discreto, sensibile aumento parallelamente all'altro filone, quello che dal mondo dell'arte trae un puntuale sistema di riferimenti e suggestioni. Vedi, per esempio, il casoscandalo dell'Ultima Cena glam scattata da Barbara Niedemayr per Marithè+François Girbaud. In effetti, se la pubblicità è l'ani- j'adore. Gente che va, gente che viene Nuovo cambio della guardia in casa Gucci, dopo l'addio di Tom Ford se ne va pure Alessandra Facchinetti. Alla direzione dell'abbigliamento donna s'insedia Frida Giannini, già responsabile per gli accessori della griffe. Insomma colei che, in tempi di legge Sirchia, si è inventata il posacenere da esterni. Mica male. E intanto s'inizia a malignare di successioni per Valentino. Complice la presenza di Stefano Gabbana alla sfilata parigina dello stilista. Ma dalla maison arriva una smentita Nuove collaborazioni Insieme è meglio. Altrimenti detto co-branding. Così partono due nuovi accordi, il primo lo firma Fendi con Superga, per una nuova linea di calzature con suola vulcanizzata. Il secondo lo ha stipulato Miss Sixty con Coccinelle, che per la griffe di moda giovane in piena ascesa creerà una collezione di borse. E Adidas sta a guadare? Neanche per idea. La sinergia che conquisterà le fashion victim nella seconda metà del 2005 vedrà la maison sportiva duettare con Stella McCartney, l'inglesina di parrocchia Gucci. Ansaldo de luxe Altroché quadrilatero della moda. La cittadella dell'haute couture milanese è nella zona dell'ex Ansaldo, dove s'incontrano - tra gli altri - Armani, Zegna, Allegri, CP Company. E dove presto aprirà pure Tod's. Con uno spazio interamente dedicato alla realizzazione d'eventi culturali. E da queste parti c'è anche la nuova galleria d'arte Stendhal36… ma della diffusione allora cosa c'è di meglio di una campagna pensata ad arte? Senza tralasciare il ritorno d'immagine, che è parecchio e per entrambe le parti in causa, con il valore aggiunto di sfuggire, se l'operazione è condotta con attenzione, ad alcune regole prevedibili dell'advertising. C'è riuscita bene l'italiana Piazza Sempione, che dal 1990 propone una linea femminile fondata sull'idea di un'alta tradizione sartoriale. Mood minimale, ma mai serrato da rigide geometrie, ben raccontato per la campagna autunno/inverno 2004-2005 dal duo Vedovamazzei in forma di diario intimo, sulla scia tenue dei ricordi. Ci riprova adesso a bissare la soluzione fortunata con un'altra interessante collaborazione. Protagonista l'americana Patricia Jo Peacock: fondi monocromi, tinte questa volta decisamente più accese, ed ancora gli abiti e gli accessori sospesi, retti da fili sottili. Ad evocare un mondo affine a quello dei sogni. Ma seguendo un'ispirazione comune, con i piedi ben piantati a terra. Perché nell'arte, come nel fashion business, gli affari sono affari. [m.c.b.] Exibart.onpaper visualia.57 a cura di monica ponzini Siamo tutti malati d'infanzia? Video ed installazioni come micromondi. Parabole di una "realtà" che si presenta incontrollabile, complessa, sfaccettata. Labirinti in cui lo spettatore viene indotto a compiere azioni predeterminate oppure a scegliere tra possibilità sempre limitanti. L'artista? È Francisco Ruiz de Infante. Con lui abbiamo parlato delle sue "prospettive", di politica 'audiovisiva' e del suo rapporto con l'infanzia... Lei prepara lo screenplay e i testi, gira le immagini e realizza la musica. Insomma, cerca di avere il massimo controllo su un prodotto che vuole dimostrare l'impossibilità di controllare la realtà... Il mio metodo consiste nello stabilire relazioni tra le cose. Banale, se vogliamo. Cerco ispirazione dalla mia visione della realtà, dai rapporti che posso scorgere, per cercare un'interpretazione. I rapporti tra le cose spesso non sono né semplici né evidenti: così è la maniera di pensare dell'essere umano. Nel lavoro dell'artista si dice spesso che le cose devono essere semplici o efficaci, ma penso che sia un falso problema, perché l'essere umano ha mille idee alla volta, pensa una cosa e subito dopo ne comprende un'altra. C'è una moltitudine di cammini possibili in un unico contesto. Infatti i suoi video sono caratterizzati da una narrazione non lineare: non c'è una differenza precisa di tempo, le parole, le immagini e la musica non sono allineati... Il cervello percepisce così la realtà. Non si possono separare le memorie del passato, la percezione del presente e i desideri proiettati nel futuro. In tutte le realtà che vediamo ci sono delle cose che riconosciamo perché le abbiamo già viste e possiamo immaginare la loro evoluzione nel futuro. Tutto si mescola. Uno dei suoi temi è l'infanzia: non i bambini, ma lo stato mentale in cui il mondo viene visto come qualcosa privo di ordine, dove le cose hanno un potere particolare... Sì, piuttosto che l'infanzia, direi la percezione che la caratterizza: si può chiamare animismo, o assenza della comprensione della relazione tra verità e finzione. Osservo molta gente considerata "malata d'infanzia": non sono nostalgici, ma amano molto stabilire delle connessioni tra l'immaginario e la realtà. E questa è una malattia infantile, molto pericolosa quando si è adulti. Francisco Ruiz de Infante - Carrussel del Cangrejo, 2001 [bio] Francisco Ruiz de Infante nasce a Vitoria-Gasteiz (Paesi Baschi) nel 1966 e studia pittura ed arti visive all'Università di Bilbao. Nel 1991 si trasferisce in Francia, dove frequenta l'Ecole des Beaux Arts a Parigi e, successivamente, inizia la carriera accademica presso l'ESAD di Strasburgo. Ha realizzato installazioni, video e film, presentati nei musei di tutto il mondo, dal Museo di Arte Contemporanea di Madrid al Palais Beaux-Arts di Parigi, dal MoMA di New York al museo dell'Immagine di San Paolo. Lei crea un ambiente che produce reazioni intense e che porta il pubblico a fare un viaggio non solo mentale, un percorso. Da dove parte per creare questo mondo? Quello che m'interessa è la maniera di percepire dello spettatore, che ancora una volta è un po' come nella vita: non si può analizzare la situazione se non dopo che è stata prodotta. La si analizza successivamente a quelli che io chiamo i microerrori storici. Ci si ricorda, ma non si conosce... tanto più che le installazioni sono effimere, dunque non si può rivedere la cosa per verificare, possiamo solo vedere dei documenti, delle foto. È una microvisione del mondo, della storia del mondo. Le mie installazioni sono piene di percorsi, quasi dei rituali iniziatici per gli spettatori, che si inoltrano per un cammino, che devono fare qualcosa per avere accesso all'opera, spesso piena di ostacoli. Qual è il ruolo dello spettatore? Cerco di vedere dove si può arrivare con la "messa nello spazio" dello spettatore: portarlo da qualche parte, materialmente. Per me è, ancora una volta, una grande metafora del mondo. E quando parlo della libertà di scelta, in realtà parlo di una scelta limitata: puoi scegliere di andare a destra o sinistra, ma non dappertutto. È come la nostra società: la democrazia stessa è una sorta di libertà di scelta ridotta. È una libertà strana, inquietante... A proposito di società, nell'installazione Black Sky, trattava il tema della guerra e del terrorismo, e sembrava che lasciasse una questione aperta: la paura viene fomentata dai governi. Qui blob. Sue de Beer-Black Sun Palladio movie La vostra sceneggiatura Presente alla Whitney Biennial del 2004, Sue de Beer propone al Whitney Museum at Altria di New York, fino al 17 giugno, una nuova video installazione ambientata all'interno di una casetta di legno. Attratta dalla rappresentazione dell'aberrante, l'artista usa un immaginario in bilico tra film horror e turbe adolescenziali, rivelando al tempo stesso l'intrinseca finzione delle sue opere. Passione, triangoli amorosi, arte e mondo della pubblicità si mescolano in una performance di cinema multimediale e interattivo ispirato ad una novella di Jonathan Dee. Presentata a febbraio al New Territories Festival di Glasgow ed a marzo a New York, la media performance creata da Ben Neill and Bill Jones (rispettivamente musicista e videoartista) intreccia musica suonata e cantata dal vivo con le immagini video mixate in tempo reale e con l'azione scenica degli attori. www.palladiomovie.com Scade il 31 marzo il bando di concorso indetto dall'Area Formazione del Virtual Reality & Multimedia Park di Torino per la creazione di una sceneggiatura di un'opera audiovisiva. Il tema è libero: unici vincoli, la durata massima di sette minuti, l'inclusione di almeno dieci scene con effetti digitali e di un personaggio animato in computer grafica. www.whitney.org info@edu.vrmmp.it www.edu.vrmmp.it ci si trova ancora di fronte ad adulti che credono a delle storie... Sì, sono adulti malati di una malattia pericolosissima, a volte mortale: sono malati d'infanzia! Ma può essere che si ammali tutta una nazione? Certo! Non solo una nazione: tutto il mondo è malato! Non solo gli Stati Uniti, ma anche l'Italia, la Francia, la Spagna... Quando ad un bambino si dice di non avere paura, è rassicurante, ma allo stesso tempo vuol dire che c'è qualcosa di cui avere paura... Se non ci fosse pericolo, non si direbbe di non avere paura! Allo stesso modo nella società contemporanea, in cui la paura ha preso piede. Lei ha parlato del video come un'arma: qualcosa che è nato come supporto bellico e che si è sviluppato come un potente mezzo sociale... Penso che i mezzi audiovisivi non siano né onesti né reali e che siano veramente un'arma molto potente, soprattutto per quelli che li controllano. Gli artisti che utilizzano il video però non lavorano in questo senso. Il video è lo strumento con cui si può sperimentare in diverse maniere. Però appartiene alla famiglia dei media audiovisivi, e in quella famiglia c'è un grande fratello che è la televisione. E se mio fratello è così, io non sono affatto tranquillo! [m.p.] 58.decibel Exibart.onpaper a cura di marco altavilla Nikolaus Gansterer & The Transacoustic Research Nikolaus Gansterer insieme a Jörg Piringer, Matthias Meinharter, Ernst Reitermaier costituiscono il nucleo attorno al quale gravita la viennese Transacoustic Research. Non una semplice etichetta musicale, ma una piattaforma/laboratorio che esplora i confini tra arte, musica e scienza. Attraverso un processo di relazione tra materiali ed individui diversi. Fino a far suonare un'orchestra di vegetali… so molto orientato a costruire una sorta di meta-teoria che ricondiziona le nostre idee nella produzione sonora. Quando e con quali prospettive nasce la Transacustic Research? Ufficialmente nel '97. È nota la lunga tradizione musicale ed artistica di Vienna ed entrambi i settori sono sempre particolarmente fibrillanti. Ma quello che mi ha sempre interessato è stato trovare delle nuove connessioni tra arte e musica. Questo perché normalmente appaiono confinate in campi diversi. La Transacoustic Research si propone di esplorare questo "vuoto". La T.R. annovera una serie di artisti differenti. Chi sono? Il nucleo consiste in Jörg Piringer, Matthias Meinharter, Ernst Reitermaier ed io. Siamo tutti artisti e musicisti attivi in vari campi che condividono idee discutendone in una comunità più ampia. Matthias Meinharter si occupa di sperimentare nel campo del design; Jörg Piringer è poeta sonoro digitale e videoartista; Ernst Reitermaier ha studiato filosofia ed è attivo nel campo della musica sperimentale e del management culturale. E chi presidia il settore arte? Il sottoscritto si occupa d'arte visiva ed è interessato all'idea di "scultura immateriale". Questo implica l'utilizzo del suono tra i diversi "materiali" che compongono le mie installazioni mixed media. Ci sintetizzi le vostre modalità operative? Insieme concepiamo performance e letture sonore (translecture) utilizzando e ideando dal vivo disegni di diagrammi e di mappe, così come processi sonori e theory-jockey al microfono. Gli artisti della nostra etichetta sono interessati a trovare nuove connessioni tra il suono e le sue aree di tangenza quali: filosofia, sociologia, movimento, luce… Siete tra gli artisti più trasversali della scena europea. Cosa comporta nella percezione del vostro lavoro da parte degli altri? La T.R. lavora come etichetta e come piattaforma per il suono sperimentale e l'arte riflettendo sui confini tra arte e scienza. Nel 1999 abbiamo iniziato con una serie di concerti e performances a scadenza mensile curati da noi e chiamati "hearings". Non sapendo noi stessi cosa il termine transacoustic potesse descrivere esattamente, abbiamo iniziato ad invitare altri artisti ad esprimere di fronte al pubblico, per mezzo di performances, soundpieces o un testo, cosa transacoustic potesse significare per loro. Le collaborazioni servono come base per una discussione incondizionata. Si può dire che seguiamo un proces- ascoltàti. AA.VV, Condominium (CD, MousikeLab/Promorama) Condominium è la prima raccolta dell'etichetta partenopea gestita dai Retina.it (L. Monaco e N. Buono) e raccoglie i contributi di quindici musicisti che condividono a distanza una sensibilità espressa da un'inclinazione a proporre atmosfere dal forte risvolto melodico. Dall'indie-tronica all'elettroacustica, si ritrovano pacificamente a convivere rafforzandosi a vicenda generi diversi rappresentati tra gli altri da Populos, Modern Institute, Slicker, Velma, Retina.it, Ether, Pentole & Computer. Pirandèlo, Pirandèlo Suona (CD, Baskaru/Dsp) È di Pescara il progetto Pirandèlo, ensemble audio/visivo, composto da Andrea Gabriele (ex Mou, Lips!), la fotografa Marita Cosma e Claudio Sinatti noto per le sua raffinata poetica visiva. La cifra stilistica di Pirandèlo Suona è l'eterogeneità controllata e posata, adatta ad esprimere puntualmente la compartecipazione di elementi e strumenti musicali di diversa natura. Il processo compositivo riflette un trattamento "pittorico" del suono ricco d'inaspettate epifanie che germinano lentamente e sono rese ancora più evocative dall'attento utilizzo della voce. Erik Levander, Tonad (CD, Neon) Il ventitreenne musicista nordico Erik Levander grazie all'attività infaticabile della svedese Neon (tra le realtà espositive e produttive di sound art e musica elettronica più interessanti d'Europa) pubblica il suo cd d'esordio in tiratura limitata di cinquecento copie. In Tonad le melodie e le circonvoluzioni sonore sono ottenute trattando diversi materiali sonori strutturati secondo una reiterazione minimalista e ammaliante. Buoni i presupposti di questo giovanissimo, seppur con qualche riserva su alcune scelte timbriche. Utilizzate strumenti tradizionali, macchinari, voci e vegetali. Come si attua questo processo di tensione tra materiali nel caso della First Vienna Vegetable Orchestra? T.R. consiste nel trovare nuove strade per generare il suono o riscoprirne le vecchie. The Vegetable Orchestra, per esempio, lo fa attraverso una delle strade più antiche. Noi non vogliamo solo generare un nuovo "panorama musicale" bensì connettere differenti discipline artistiche e scientifiche con aspetti acustici. Nel caso di The Vegetable Orchestra si tratta, da un lato, di utilizzare paradossalmente dei vegetali come strumenti di un'orchestra (il che implica molto nella costruzione degli strumenti e ricerca dei materiali); d'altra parte c'interessano gli aspetti visivi e quelli legati al "sapore" dei vegetali stessi come altri elementi della performance. Non è solo suono, ma più di questo, sebbene il suono sia il fulcro delle nostre attività. Come si interseca mondo reale e mondo virtuale nella struttura della T.R.? Come si muove la vostra comunità? La nostra piattaforma telematica ed anche quella del "mondo reale" sono tra i nostri obiettivi per connettere gli uomini d'arte e di scienza, così che possano scambiarsi idee e creare nuovi progetti. Resta particolarmente importante avere un posto reale dove si possano trovare. Internet può essere estremamente vantaggioso, per quanto non possa mai sostituire un incontro reale tra le persone. Il futuro? Molte cose ora stanno andando per il verso giusto. Saremo in tour con The Vegetable Orchestra attraverso Russia, Gran Bretagna, Libano e Belgio. Poi T.R. è inclusa in un progetto interdisciplinare con musicisti e performers della vivida scena della danza e della performance viennese. Uno degli obiettivi è estrarre interconnessioni fra i movimenti acustici e fisici. Pubblicheremo sulla base dei risultati di ricerca il nostro prossimo cd. Inoltre ci saranno nuove uscite all'insegna di Sergej Mohntau e del duo Gansterer Geissler. L'appuntamento più vicino? In aprile ci esibiremo al The Moving Patterns Festival di New York. Exibart.onpaper in fumo.59 a cura di gianluca testa L'istinto di Paz "... Io sono il più bravo disegnatore vivente. Amo gli animali, ma non sopporto di accudirli. Morirò il 6 gennaio 1984". Si chiude così una bizzarra autobiografia, tristemente profetica, di Andrea Pazienza. La morte per overdose arriverà quattro anni più tardi. E con lei la consacrazione a mito. Ecco gli amici di un tempo e gli amici di oggi, insieme per ravvivare la memoria ... Alcuni sostenevano che Lucio Battisti fosse stonato. Altri che Andrea Pazienza non sapesse disegnare. Questione di punti di vista. O d'invidia. Perché Pazienza, sostenuto dalla genialità priva di regole ottenuta per dono divino e mantenuta con l'indipendenza, ha assunto quasi involontariamente il ruolo d'ineffabile narratore. Un cantastorie dei nostri tempi. Tormentato, impavido, ironico, tagliente, crudo, sincero. Illuminato. Lontano da concetti banalizzanti e superficiali, Pazienza ha trasferito nel fumetto l'estensione naturale del proprio essere ed ha cominciato a parlare, a raccontare. Lui, eclettico maestro del nuovo fumetto italiano, lo ha fatto attraverso i linguaggi più diversi. È stato grafico ed illustratore. Ma ha cominciato dipingendo quadri di denuncia. "Erano tempi in cui non potevo prescindere da fare questo", scrive. Però l'idea che fossero acquistati da farmacisti ed esposti nelle loro camere da letto proprio non gli andava giù. E così la preferenza ricade sull'altro linguaggio, il fumetto. Per lui non era poi così importante lo strumento di narrazione; riteneva che "comunicare" fosse la priorità. Attraverso Le Straordinarie Avventure di Pentothal (1977), Zanardi (1981) ed altre storie laterali, Pazienza riflette con profondità l'altra faccia del '77 bolognese. Quel giovane che fu di San Benedetto del Tronto, poi trasferitosi a Pescara per frequentare il liceo artistico, poi a Bologna per il Dams ed infine a Montepulciano (dove realizza Pompeo, Campofame e Storia di Astarte), non si limita a raccontare ed ana- [info] fino al 26 aprile 2005 Andrea Pazienza. Segni e memorie per una rockstar Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone (GO) piazza Cavour Dal lun. al ven. dalle 16.30 alle 19.30 - sab. e festivi dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.00 27, 28 marzo e 25 aprile, 10.30-20.00 A cura di Roberto Franco, Fabio Doria, Mauro Paronitti Catalogo per ARTeFUMETTO in mostra Ingresso libero bolle. Assegnato a Massimo Semerano il premio "A. Micheluzzi" All'interno dell'ultima edizione di Napoli Comicon, Massimo Semerano, autore della miniserie Rosa di strada e del libro Dottor Cifra Horror Show, ha vinto il premio "Attilio Micheluzzi 2005" come "Miglior sceneggiatore" per il volume Europa, realizzato assieme a Menotti. Un riconoscimento che conferma la scelta portata avanti da Black Velvet nel puntare sugli autori italiani. Will Eisner. Il fumetto come arte sequenziale Il primo libro italiano su Will Eisner. Offre un omaggio al maestro e permette di guardare con chiarezza il futuro del fumetto. Scritto dal comics provider Daniele Bonomo, è il primo titolo pubblicato per "Le virgole", collane di saggistica della nuova casa editrice Tunué. Prefazione di Andrea Plazzi, che da anni traduce le edizioni italiane dei volumi di Eisner. Il costo di copertina è di cinque euro. Auguri Prezzemolo! Prezzemolo, il mensile a fumetti edito dalla Gaghi Editrice, quest'anno spegnerà dieci candeline. È infatti trascorso un decennio dalla pubblicazione del primo numero, uscito in edicola nell'aprile 1995. Il mensile, che racconta le avventure di Prezzemolo, il simpatico draghetto nato dalla matita di Lorenzo De Pretto, è riuscito a guadagnarsi e a mantenere nel tempo un'interessante presenza all'interno del mercato del fumetto. lizzare l'essenza di una generazione in rivolta. Le sue storie raccolgono con malinconica consapevolezza gli aspetti più veri della nuova società. Offrendo spunti altrimenti sfuggenti - per capire più e meglio la crescita dell'uomo e del mondo. Su queste basi nascono e si sviluppano progetti di rottura e d'impegno culturale e civile come Cannibale, Frigidaire, Il Male. Pazienza collabora anche con Linus, Corto Maltese, Zut, Comic Art. Ogni disegno, ogni vignetta, ogni tavola, ogni storia che Pazienza realizza è prima di tutto rivolta a se stesso. Non è destinata al grande pubblico, non al consenso, non al presenzialismo. Per lui il massimo godimento era disegnare. A pennarello, istintivo, oppure con lapis e china. Ora con uno stile pittorico ed iperrealista, ora con linee sintetiche e stilizzate, ora con il tratto ironico e caricaturale, come nella serie dedicata a Pertini. Oppure con una miscela di tutti gli stili, cosa non rara. Come lui, e insieme a lui, altri autori di enorme spessore hanno contribuito allo sviluppo del fumetto moderno. Primo fra tutti Filippo Scozzari. Ma anche Massimo Mattioli, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini. Questi ed altri autori (tra cui Sergio Staino, Altan, Luca Enoch, Davide Toffolo, Giuseppe Palombo...) hanno reso omaggio a Pazienza con scritti e disegni, che resteranno in esposizione fino al 26 aprile alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone in occasione della mostra "Andrea Pazienza. Segni e memorie per una rockstar". In mostra anche originali di Pazienza, storie complete, schizzi e disegni inediti; spazio anche alle locandine, alle realizzazioni grafiche ed alle illustrazioni per le copertine di dischi. [g.t.] 60.libri Exibart.onpaper a cura di marco enrico giacomelli Otto donne per Rosalind Otto saggi dedicati a figure artistiche femminili. Da Louise Bourgeois a Francesca Woodman, da Sherry Levine a Cindy Sherman. Tutto by Rosalind Krauss, la sovrana delle critiche d'arte donne. Con chiavi ermeneutiche provenienti dalla Francia, spesso di notevole complessità. Un volume importante di critica militante, come ormai se ne vedono assai pochi, soprattutto in Italia... da Lacan e Bataille, per fare solo due nomi. Marco Belpoliti ha risposto con garbo ma nettezza, chiudendo in questo modo il suo articolo: " Le vera questione è poi quella di leggere a 360° la realtà senza pensare che filosofia ed arte abitino in palazzi diversi […] Le letture più interessanti dell'arte sono venute da coloro che hanno osato qualcosa più del richiesto e soprattutto del dovuto ". Un paese, il nostro, dove non si vuol capire - per ragioni esclusivamente monetarie - che critica e curatela sono ruoli differenti e spesso conciliabili solo coprendosi gli occhi davanti alla più evidente deontologia professionale; dove proprio per questa ragione i nomi che circolano sono assai pochi e quelli sommersi, composti da stuoli di ghost writer ed "assistenti", sono in esponenziale crescita. In una tale situazione, il livello medio della critica non può che essere risibile. E lo scritto di Vettese, intellettuale che, va detto, esula da tale scenario, è tuttavia un sintomo al quale occorre guardare con attenzione. Perché in fondo il libro di Rosalind Krauss è certo criticabile per alcune questioni specifiche, per Rosalind Krauss è un'intellettuale che non ha bisogno di presentazioni, poiché ha impresso una svolta basilare alla critica d'arte. Sulle pagine del quadrimestrale October , fondato insieme ad Annette Michelson, ha limitato l'autoreferenzialità della disciplina, mettendola a confronto con i cultural studies di ascendenza francese. In Italia sono uscite alcune traduzioni di suoi testi per i tipi di Bruno Mondadori: L'informe (con Yves-Alain Bois, 2003), Passaggi (1998), Teoria e storia della fotografia (1996). Celibi , risalente al 1999, è un contributo importante per la cultura artistica della nostra penisola, ma purtroppo non ha goduto di un accurato lavoro di traduzione ed editing. Non è tanto questione di singoli passaggi, ma in generale di poca scorrevolezza della lingua, che se in parte può essere "imputata" allo stile di Krauss, non è certo stata agevolata dal lavoro redazionale. Aldilà di ciò, il volume ha scatenato una piccola polemica sugli inserti culturali de "Il Sole 24 ore" e "La Stampa". Angela Vettese ha parlato di critica " in salsa francese ", non gradendo gli strumenti ermeneutici che Krauss mutua esempio l'interpretazione del seminario di Lacan incentrato sull' objet à , ma i saggi dedicati a Claude Cahun e Dora Maar, Louise Bourgeois, Agnes Martin, Eva Hesse, Cindy Sherman, Francesca Woodman, Sherry Levine e Louise Lawler sono senza dubbio illuminanti. Come scrive la stessa Krauss, è sufficiente " sollevare il coperchio " (p. 111) e non consumare bulimicamente i miti, come direbbe Roland Barthes. Certo, il testo di non è di agile lettura, per comprenderlo bisogna (ri)leggere qualche autore, magari fare un salto in libreria o in biblioteca. Addirittura ci si dovrà soffermare su qualche frase. Dalle nostre parti si ha ancora l'abitudine a questo genere di cose? [m.e.g.] [info] Rosalind Krauss Celibi Trad. it. di Elena Volpato, Codice Edizioni, Torino, 2004 ISBN 88-7578-003-X Pagg. 216 illustrazioni in b/n euro 24,00 Edizione originale: Bachelors, Mit Press, Cambridge (Mass.) 1999 no dust. Fiorucci Story Il Fiorucci Design Office ripercorre la storia della maison con le storiche immagini delle campagne pubblicitarie, spesso firmate da Oliviero Toscani. Dagli angioletti reinterpretati da Italo Pupi alla fascinazione per le natiche femminili, dalle tasche dei jeans nelle pagine fustellate allo showroom disegnato in una notte del 1984 da Keith Haring. Ed un logo che, contro ogni presunta legge del marketing, regolarmente si rinnova. Electa - bag allegata - 62 pp. 60 euro - www.electaweb.it Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa Nella neonata collana "Fondazione Baruchello", un volume dedicato alla figura irrequieta di Emilio Villa (1914-2003), personaggio che non ha goduto della notorietà che avrebbe meritato. In qualità di poeta e biblista, nonché vicino alle (neo)avanguardie letterarie ed artistiche. L'autore ne ricostruisce minuziosamente la parabola esistenziale, la vicinanza a Burri, Rothko, Schifano e molti altri. Elena Sighicelli - Sottovoce Non solo un catalogo della personale alle Papesse (fino al 2 maggio). La collana "chance", nata in collaborazione con la Galleria Continua, è preziosa sin dall'accurata rilegatura e dalla copertina a tinta unita, telata e con caratteri impressi. Il volume dedicato a Sighicelli contiene fotografie ottimamente stampate dell'allestimento, numerosi lavori precedenti, un'accurata bio-bibliografia e due puntuali saggi critici. L'epidemia dell'immaginario È ancora Marco Senaldi a curare l'edizione italiana di questo volume del 1997, firmato dal pensatore di Lubiana. Arte, filosofia e psicoanalisi si compenetrano ed interagiscono come di consueto a riferimenti ultrapop, come i film eroticomici di Pasquale Festa Campanile. Un testo complesso e divertente al contempo, opera di uno fra gli intellettuali più interessanti e vivaci del vecchio continente. Museo Morandi. Catalogo generale Mentre è in corso un coraggioso confronto fra Morandi e Albers, il Museo dedicato all'artista bolognese ristampa e aggiorna il catalogo illustrato generale. Arricchiscono il volume alcuni saggi di approfondimento, che indagano fra l'altro il rapporto fra Morandi e l'antico (Andrea Emiliani), la biblioteca ed i corrispondenti dell'artista (Lorenza Selleri). DeriveApprodi - 207 pp. - di Aldo Tagliaferri - 14 euro - www.deriveapprodi.org Gli Ori - 128 pp. - testi di Marco Pierini e Lorenzo Fusi - 38 euro www.gliori.it Meltemi - 326 pp. - di Slavoj Zizek 25 euro - www.meltemieditore.it SilvanaEditoriale - 578 pp. 50 euro - www.silvanaeditoriale.it Exibart.onpaper pre[ss]view.61 a cura di marco enrico giacomelli Phaidon Impackt Una gloriosa tradizione editoriale che da Vienna negli anni '20 si trasferisce a Londra. E in pochi anni dà vita ad un format imitato a livello mondiale. Ora Phaidon ha una propria filiale italiana e distribuisce una selezione del proprio catalogo anche nella nostra lingua... "Contenitori e contenuti". Who is who? Non rispondono alla domanda sulle pagine di Impackt, anzi contribuiscono a confondere le acque. Con cioccolatini dalle etichette impresse sul prodotto, manager ecologici, disegni di Paolo Uccello rivisitati da Calignano ed i pacchi di Bonolis... mette a confronto l'infinito Era il 1923 quando, a e l'infinitesimale in Cielo & Vienna, Bela Horovitz e Terra, mentre sul fronte Ludwig Goldscheider fondell'arte è stato ripubblicadarono l'editore Phaidon, to il classico Michelangelo un nome dall'evidente ispi(1953) del co-fondatore razione platonica. Ludwig Goldscheider. Nel Pubblicavano testi di filososettore fotografia, un'imfia, storia e letteratura. portante retrospettiva è L'arte sopraggiunse solo nel 1936, con una politica Richard Schlagman, foto (c) René Burri dedicata a René Burri, mentre un'ampia selezioeditoriale che privilegiava ne di lavori di Nan Goldin le monografie ad un prezè pubblicata col titolo Il Giardino del Diavolo. zo accessibile. Appena due anni dopo, la coppia fu costretta a trasferirsi a Londra a causa Infine, ben quattro volumi sono focalizzati sul lavoro del Renzo Piano Building Workshop, dell'invasione nazista dell'Austria. Nel dopoche indaga l'opera del famoso architetto itaguerra Phaidon consegue il primo successo mondiale, pubblicando la celeberrima Storia liano dallo studio di Genova al Jean-Marie dell'arte raccontata da E. Gombrich, tradotta Tjibaou Cultural Centre in Nuova Caledonia. nel corso del tempo in ben trentaquattro lin- Da non dimenticare anche la gloriosa collana gue. dei "Temi e movimenti", per la quale in italiano Per venire alla storia recente, l'attuale pro- ahimé senza il corposo apparato critico delprietario ha sviluppato l'azienda editoriale l'edizione originale, ma con un prezzo di creando sedi anche a New York, Parigi, copertina più abbordabile - è uscito il volume Berlino e Barcellona, e più recentemente ha dedicato a Land Art e Arte ambientale e nei prossimi mesi sono attesi il Minimalismo e sviluppato un catalogo ad hoc anche per Arte e femminismo. l'Italia. Fra gli ultimi volumi pubblicati in questa Nel panorama sonnecchiante dell'editoria selezione, un curioso volume fotografico d'arte italiana, la colonizzazione era un fatto prevedibile. Phaidon infatti coniuga un ottimo livello qualitativo (dalle rilegature alla stampa, seppure i costi talora siano piuttosto elevati) ad una fondamentale distinzione dei propri prodotti dal catalogo-della-mostra propriamente detto. Ciò che fanno sempre meno i grandi gruppi nostrani, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Certo non mancano nella nostra penisola anche stampatori ed appassionati che distribuiscono opere di alto profilo (per esempio Damiani o Gli Ori), ma qui interviene il fattore distribuzione, che ovviamente nel caso di Phaidon è rodato da un'esperienza secolare e da una rete mondiale. Dunque, senza inutili campanilismi, ben venga Phaidon Italia. Phaidon Press Limited. Regent's Wharf - All Saints Street London N1 9PA Tel. +44-20-78431000 Fax +44-20-78431010; www.phaidon.com Distribuzione italiana: Arnoldo Mondadori Editore info: Erica Prous eprous@phaidon.com avatar Il Mit Press pubblica October, Leonardo e PAJ; e l'Italia accademica? Non sarà mica solo nutrita di illeggibili querelle schilleriane, neokantismi allucinati e diltheysmi inconfessabili? Eppur si muove, per esempio sulle pagine della rivista diretta da Massimo Canevacci... Quando si pensa alla ricerca accademica, in particolare alle pubblicazioni periodiche in ambito estetico, il panorama è desolante. Fortunatamente però non è un giudizio che possa essere applicato indiscriminatamente alla realtà nostrana. Infatti, un editore come Meltemi ha un catalogo "Università" che - dal fetish al trash - ne ha per tutti i gusti contaminanti. E, pure sul fronte delle riviste non c'è da scherzare. avatar per esempio, diretta da Massimo Canevacci, docente alla Sapienza. È chiaro, per mettere insieme sguardo sul presente con senso critico e buona preparazione "classica" bisogna sudare. Ma non è che una scusa sostenere che il linguaggio che circola in quelle pagine è - quale scandalo! - postmoderno. Cosa ciò significhi resta un mistero, certo non è una scusante alla pochezza intellettuale. L'editoriale è già nel corpo plurimo di questo numero della rivista, dove "le instabilità costruzioniste sono risorse che liberano avatar". E gli obiettivi polemici sono alcuni "guru" del pensiero presunto liberal dell'ultimo scorcio del secolo scorso, affrontati senza alcun scrupolo reverenziale: la coppia Deleuze/Guattari ("La differenza tra Artaud e Deleuze/Guattari: lui si reca in Mexico tra i Tarahumaras; loro si leggono Castaneda a casa"), Baudrillard, Foucault, ma pure artisti come Matthew Barney e Max Bruinsman, colti nelle loro pieghe più autoritative. E le critiche non puntano ad una teoria monolitica nata per opposizione, bensì per disseminazione, come indica la molteplicità dei pargoli-bozzolo in copertina, opera di Kazuyo Oshima. Ogni articolo è un'autentica miniera di stimoli sinaptici. A cominciare da quello di Canevacci che, esordendo con una critica alla coppia di pensatori francesi, si sviluppa considerando il lavoro di Hans Bellmer, per chiarire infine i neoconcetti di "bodyscape" ed "eroptica". C'è poi Luisa Valeriani, che al ciclo Cremaster preferisce la fiction Alias; l'indagine tra pink - punk - queer di Francesco Warbear Macarone Palmieri e l'impareggiabile Vladimir Luxuria. E dopo "The Avatar Manifesto" di Mike Heim si passa all'indagine fra corpo, arte e video di Marco Senaldi (da annotare: "Il "coma immaginario" spiega perché il coma dell'arte […] e un'arte "del coma" […] siano le due facce della stessa medaglia") e allo sguardo/corpo tecnologico in un ampio statement dell'Elastic Group of Artistic Research. In breve, oltre un centinaio di pagine - con grammatura da Bibbia, purtroppo - da leggere con attenzione ma non senza gustosi momenti di autentico piacere psico-fisico. Perché va pur bene andare oltre, ma il gusto del parricidio non vorrete mica negarcelo? avatar. dislocazioni tra antropologia e comunicazione n. 5, febbraio 2005 (corpo: bodyscape: corpographie) pp. 127 in b/n, 14 euro Colophon: Massimo Canevacci (direttore responsabile), Daniela Lucchetti (capo redattore) www.avatarweb.it Editore: Meltemi, via Merulana, 38 - 00185 Roma www.meltemieditore.it Federico Solmi - Fucking Machine - 2005 - mixed media su carta - cm. 20x30 ca. - courtesy Fabio Paris Art Gallery, Brescia & Gallery Boreas, New York Esce due volte all'anno dal 2002, sotto la direzione editoriale di Marco Senaldi e Sonia Pedrazzini, cioè un filosofo che si occupa di arte contemporanea ed una packaging designer di alto profilo. Una rivista dedicata a contenitori e contenuti, come recita il sottotitolo di Impackt. Il target può sembrare estremamente settoriale, ma Pedrazzini non è d'accordo e parla di "designer, creativi, architetti, marketing manager, teorici della società contemporanea, aziende di packaging, scuole professionali". La prospettiva cambia radicalmente e il tema si fa più appetibile, anche perché si tratta di "coprire con interviste e articoli un settore trascurato nel campo dell'arte, dei consumi, della consumazione". E l'arte? Quale ruolo ha? "All'arte dedichiamo in genere almeno due o tre servizi, in cui trattiamo di artisti che hanno lavorato con il packaging o con elementi della comunicazione delle merci attualmente sotto gli occhi di tutti". Diamo dunque uno sguardo al numero dedicato al "Packaging Project". Che presenta alcuni articoli dedicati al packaging "d'autore", con un'intervista a Karim Rashid (il "senso [del design] è dare una forma al miglioramento, scolpire un mondo a bassa complessità, bello, intelligente e confortevole") oppure un pezzo di Pedrazzini sull'ex-appropriazionista Ora-Ïto, che ha disegnato per esempio le bottiglie in alluminio per Heineken. Fra le generazioni emergenti, la tracciabilità totale di Donata Paruccini, che ha pensato a cioccolatini privi di packaging, con l'etichetta impressa direttamente sul prodotto. Si parla anche di riviste, qui rappresentate da Uovo e Art Lab. Senaldi interviene, fra l'altro, col suo consueto piglio che mescola teoresi e trashpop, così da passare dal "tubiamo" dei celebri Baci esempio di pub-packaging - agli altrettanto celebri pacchi del Bonolis che è toccato in sorte alla televisione italiana. E l'arte, ci chiediamo ancora? Fabiola Naldi ha intervistato Pierluigi Calignano. Ma non finisce qui: perché c'è spazio per accennare anche ai Guerrilla Store, all'utilizzo straniato e straniante del packaging da parte di Tony Cragg (interpellato da Daniela Lotta), al business "eco-culturale" di Marco Roveda in dialogo con Senaldi. Dunque si torna all'inizio, cioè ai contenitori ed ai contenuti. In quel confine che si fa sempre più labile. E se il significante comincia a significare, il futuro prossimo è forse quello prospettato da Minority Report. Come scrive Fabiola Naldi, "sta già accadendo". Impackt. Contenitori e contenuti III anno, n. 2004/2 (The Packaging Project) Quadrimestrale, pp. 128 a colori, bilingue (italiano-inglese) 11euro - 5.000 copie, cm. 17x24 Colophon: Sonia Pedrazzini e Marco Senaldi (direttori editoriali), Luciana Guidotti (condirettore) impackt@libero.it - www.impackt.it Editore: Edizioni Dativo, via Crespi, 30/2 - 20159 Milano www.italiaimballaggio.it rotocalco. Sguardo marzolino esclusivamente esercitato sulla penisola nostrana. In vista del Salone del Mobile (?) Case da Abitare si rinnova graficamente e con nuove rubriche. Al consueto prezzo di copertina ipercompetitivo (4 euri) si aggiungono in questo numero articoli interessanti, dal profilo di Chris Kabel di Filippo Romeo alla stimolante lettura di Ferro 3 da parte di Maria Luisa Frisa, passando per il punto di vista di Gino Mosca su Daniel Libeskind. Dall'interior design all'arte contemporanea, Giacinto Di Pietrantonio dirige il neonato quadrimestrale pescarese Parallelo 42. Come ci ha raccontato, il prodotto ha una copertina cartonata e fogli liberi per un totale di ventiquattro pagine. Per l'esordio il tema è lo spazio, guests Ettore Spalletti e Paolo Desideri. Passando da Livorno si possono magari spendere 2 euri per Take it easy, ma non sarete stupiti con effetti speciali. Vivaddio, Aperture non è morto e si rifà sentire con un numero sul "Viaggiare", mentre Drome si affida alla Fede. Ma è da Venezia che proviene la seconda grande novità, della quale parleremo con maggiori dettagli sul prossimo numero: il prolifico Bonami ha generato Zero, esordendo con il tema "L'Italia di plastica. Perché ci stiamo trasformando in un parco a tema". Immaginate i nomi di qualche collaboratore? Sul fronte streetwear, a Milano nasce la fanzine Concept Box, emanazione dell'ingegnere-graffitista TVBoy, con un primo numero dedicato al controllo. Assai più rodata Defrag, patinata e orizzontale, bibbia della urban culture in bilingue italianinglese. Capitolo house organ: Work #12 si concentra su arte ed economia in occasione della mostra "Interessi zero!", mentre da Pesaro è al varo Report, con le maioliche rinascimentali provenienti dall'urbinate Palazzo Ducale. Capitolo freepress: Nero #3 intervista Sandrine Nicoletta e recensisce diversi volumi anglofoni sulla public art. Uno sforzo in più per trovare il neonato Sensore, fanzine spillata in cinquecento copie numerate con disegni, poesie, racconti e soprattutto molte buone idee. I classici tabloid confermano invece un'inversione di tendenza: pur intervistando Velasco, Urban è in caduta libera, mentre Rodeo promette sempre meglio. Se invece avete due soldi da spendere, con soli duemilacinquecento euro vi accaparrate i primi seicentodue numeri di L'architettura cronache e storia. Per restare in ambito architettonico-urbanistico, il direttor Ilardi presenta un Gomorra interamente dedicato a Genova. In ambito fotografico, mentre la PhotoItalia perisce, Acta gloriosa Photographica pare sempre più vivace nelle sue ricerche settoriali. E se è il cinema come (rapporto con l') arte che vi interessa, il neonato 18:1 sicuramente vi soddisferà. Infine un breve surfing virtuale per segnalare l'esordio di digimag, con una rete di collaboratori pescati fra i pochi che non si improvvisano specialisti di WebArt, NetHack, SoftwareArt e via dicendo. Preferite la lettura offline? Allora scaricate il primo numero di Pizzalossa, tema "Metamorfosi", fra computer grafica e digital art; oppure leggete gli accademici pdf della SDI Design Review, per sapere tutto su design e sviluppo locale. In ordine di apparizione: Case da Abitare - www.abitare.it/Case-da-ab/ Take it easy - www.takeiteasy.it Drome - www.dromemag.com Zero - www.1zero1.it Concept Box Magazine - www.thetvboy.com Defrag - www.defragmag.com Work - www.workartonline.net Nero - www.neromagazine.it L'architettura cronache e storia - www.mancosueditore.it Gomorra - www.meltemieditore.it Acta Photographica - www.buponline.com Digimag - www.digicult.it/digimag Pizzalossa - www.dral.net/pizzalossa SDI Design Review - www.sistemadesignitalia.it/sdi/sdimagazine 62.design Exibart.onpaper a cura di maria cristina bastante Il lusso? È roba nostra A dispetto della crisi. Alla faccia della globalizzazione. Con uno sguardo al passato che non è nostalgia. Ma riscoperta. Questione di genius loci, certamente, ma non solo. Creatività, gusto, qualità. Ed un quid che può ancora essere fertilissimo. Per continuare ancora a parlare di Made in Italy… Non sono mai abbastanza le parole che si scrivono sul Made in Italy, soprattutto quando le ombre della crisi ne intaccano la solidità. Lusso e gusto, benessere e qualità ricorrono quando si parla di moda, design, cibo, automobili italiani, per fare riferimento alle categorie merceologiche più conosciute. Da poco si è chiusa la settimana della moda e tra poco si apre quella del design, intanto Milano inaugura nelle sale di Palazzo Reale Anni Cinquanta - la nascita della creatività italiana, una mostra che attraverso tredici sezioni racconta quegli anni formidabili dove la creatività italica abbracciò l'industria. Oggetti, vestiti, pagine di giornali, fotografie, opere d'arte, manifesti, automobili e perfino un treno, il mitico Settebello: sfilano tutte le icone impresse nell'immaginario collettivo, frammenti di un Made in Italy in embrione. L'allestimento di Alberto Marangoni accoglie un concentrato di pezzi straordinari che impongono un interrogativo: come reagire a tutto quell'entusiasmo, a quella creatività messa in produzione, a quella totale assenza di volgarità? (In un periodo dove il trash sgomita e reclama gradi, scoprire che negli anni del boom se ne faceva volentieri a meno, consola). La storia del Made in Italy vede il connubio d'imprenditori, designer, artigiani, saperi ed espe- rienze territoriali. Che sia un auto od un vestito esso è sempre il risultato dell'impegno di un genius loci in stretta collabora- zione con una scuola, un distretto industriale, un scienza del fare radicata in un territorio. È l'Italia dei mille campanili, delle mille voci e delle mille attitudini: artistiche, culturali, imprenditoriali. Il recupero di quell'orgoglio andato e di quella spinta progettuale è compassi. Casa Memphis Fabrica Luce Made in Italy con Charme A Milano tira già aria di Salone del Mobile. Così Memphis e Post Design annunciano l'evento che sarà ospitato nello show room di via della Moscova. Quest'anno protagonista è Markus Benesch, con l'installazione La casa di Alice , abitata da specchi luminosi, mobili in laminato, lampade ed accessori realizzati in schiuma di polietilene. www.memphis-milano.com Accade qualche volta che un esperimento si trasformi in molto di più. Per esempio in una collezione di lampade. Ognuna è un pezzo unico, ognuna è nata dalla collaborazione improvvisazione di Massimo Lunardon (maestro del vetro soffiato) ed alcuni giovani designer di Fabrica, deus ex machina dell'operazione l'azienda spagnola Metalarte. Le lampade saranno esposte a Milano, da HighTech dal 13 al 18 aprile. www.fabrica.it Si chiama Charme, si legge Thonet, Poltrona Frau, Cappellini. Ovvero design, stile, qualità. E storia. Così il polo del bello di Luca Cordero di Montezemolo (diretto da un team giovane ed agguerrito di cui fa parte il ventottenne Montezemolo jr) si espande verso Stati Uniti e Giappone. Con l'apertura di un flagship store Cappellini nella Grande Mela per il prossimo maggio ed uno a Tokyo entro il 2006. un argomento caro a Luca Cordero di Montezemolo (vedi anche nei compassi qui sotto), imprenditore e ambasciatore delle aziende italiane. Il suo progetto di riunire marchi come Maserati e Alfa Romeo in un polo del lusso va nella direzione dell'eccellenza dei prodotti di casa nostra e fatti a casa nostra. A questo proposito Diego Della Valle - che con Tod's, Fay e Hogan è ugualmente coinvolto insiste sul fatto che la partita si gioca sulla qualità e sull'esclusività di produrre entro i confini nazionali. Non si può delocalizzare il lusso, vada per le mattonelle e per altri semilavorati, ma il Made in Italy è un vantaggio competitivo enorme, che va salvaguardato. Perché intanto qualcuno ha parlato di espressioni come styled in Italy o pensato in Italia. E sono derive preoccupanti. La speranza è che il know-how culturale e sociale si sposi a quello tecnologico acquisito negli anni della modernità e dalla maturità industriale. La meraviglia e la voglia di scommessa erano impetuosi nel secondo dopoguerra poiché tutto si doveva e si voleva ricostruire. Un quid di cui gli imprenditori del Made in Italy dovrebbero riappropriarsi per guidare il sistema Italia verso porti sicuri. L'Accademia parla d'innovazione design drive, ovvero la capacità di infondere negli oggetti quel plus valore di significati, attributi e sensazioni di cui solo il tessuto industriale italiano si può fregiare. Giò Ponti, genio degli anni '50, diceva: Contro la crisi, l'arte. Il desiderio che la creatività insegua e collabori con gli imprenditori ha bisogno d'intuizioni. E perché no, anche di artisti rabdomanti del futuro. La fiducia è grande, senza dimenticare Silvana Mangano, la mondina, e Anita Ekberg, la mondana. [marco sammicheli] Exibart.onpaper architettura.63 a cura di maria cristina bastante Décosterd e Rahm architetti dell'invisibile L'energia dai raggi di sole. Il calore dalla terra. E poi i campi magnetici, la fotosintesi, l'equilibrio tra le forze. Sul filo di un'idea. Che l'architettura debba fare i conti con la natura e con il territorio. In modo fisiologico. Così lavorano Décosterd e Rahm… Fotosintesi, ossigeno, anidride carbonica, raggi UVA, melatonina, magnetismo, ioni… Non sono solo argomenti per fisici e chimici, ma anche gli elementi con cui si relazionano e lavorano Décosterd e Rahm. I due architetti svizzeri, che quest'anno festeggiano i dieci anni del loro studio di Losanna, collaborano con scienziati, biologi, geologi e botanici, per intessere le maglie della loro architettura, intesa come artefatto concepito in equilibrio tra le forze, ed animatrice di processi attivi sull'uomo e sul suo ecosistema. Attraverso l'uso dell'artificio, stimolano il corpo e la mente umana. Agiscono sul territorio, sulla geografia, considerandola in termini di intensità, per cui le condizioni atmosferiche, i campi magnetici, elettrici, costituiscono il contesto delle loro azioni, le variabili su cui intervenire per procurare benessere al corpo ed alla mente umani. L'attività d'interferenza appare immediatamente a chiunque visiti il loro sito www.low-architecture.com: lo sfondo a tinta unita sfarfalla, simulando interferenze provocate dalle onde emesse dagli apparecchi elettronici comuni come il cellulare. Da internet alla carta stampata, l'artificio continua a irrompere e rompere gli schemi; il loro libro, Architettura fisiologica (Birkhauser, 2002), è bianco, vellutato e fosforescente al buio; le prime e le ultime pagine si leggono solo in controluce. Ogni situazione è buona per inventare una strategia che genera processi. Uno dei progetti più interessanti di Décosterd e Rahm è la Salle Omnisport . Si tratta di una palestra presentata a Neuchatel, Svizzera francese, in occasione del concorso di progetti per la Palestra Polisportiva della Riveraine. Un lavoro che esprime la complessità del pensiero dei due architetti elvetici e che mette a punto un processo che agisce sui cicli biologici. " L'architettura si presenta come una riformulazione chimica e biologica del territorio " spiegano i nostri "composta di traspirazione e fotosintesi, di combustione e respirazione, nella quale l'uomo s'inserisce fisiologicamente". L'energia dei raggi che arriva dall'esterno permette di coltivare un orto, crea una differenza di temperatura tra dentro e fuori e favorisce il fenomeno di condensa. All'interno del palazzetto la terra tratta dagli scavi per effettuare le fondamenta ha la funzione di accumulare e trattenere il calore, costituendo quindi un sistema di riscaldamento solare convettivo. Le onde lunghe del sole attraversano il vetro per poi rimanere intrappolate all'interno della palestra sotto forma di calore. Qui gli atleti producono vapore acqueo e anidride carbonica sudando. L'acqua si deposita in forma di condensa sullo strato di vetro interno, scivolando su questo fino a raggiungere la terra dell'orto, che si presenta in pianta come un corridoio, dove vengono coltivate le verdure che costituiscono il pasto degli atleti. Le piante, la terra, fanno parte della materia che usa l'archi- metricubi. Liquida Biennale È l'acqua il tema della seconda Biennale di Architettura di Rotterdam (26 maggio26 giugno). Argomento topico per i Paesi Bassi, ma non solo. Perché dal diluvio universale in poi, spiega Adriaan Geuze che della kermesse è direttore, l'uomo con l'acqua ha sempre dovuto fare i conti. Dal livello del mare, agli argini, ai sistemi di dighe, agli studi dedicati al waterfront . Così The Flood racconterà zone di confine, tentativi, sfide, possibili soluzioni. Dalle città sull'acqua - Tokyo, Amsterdam e Venezia - all'onda d'urto del turismo di massa. www.biennalerotterdam.nl Pechino Contemporanea Altro che Città Proibita. Pechino è sempre di più un cantiere contemporaneo, ad iniziare da Piazza Tien An Men dove sorgerà The Egg , sede del teatro nazionale, disegnato da Paul Andreu. In costruzione pure lo spettacolare nuovo stadio, in vista delle Olimpiadi del 2008, su progetto degli archistar Herzog & De Meuron e l'altrettanto particolare Water Cube (national swimming center) degli Arup. hdm.walkerart.org/ www.paul-andreu.com www.arup.com Sixties Stories C'è poco da fare, gli anni Sessanta piacciono. E tanto. Così insieme con il revival di moda e design, si guarda anche con un certo crescente interesse alle esperienze ed utopie architettoniche del periodo. Passando per quei personaggi che furono grandi sognatori, ironici, colti ed irriverenti animatori del dibattito sul progettare e sulla definizione di urbanistica. Da Archigram e Archilab, in mostra in Giappone (rispettivamente all'Art Tower Mito e al Mori Museum) a Cedric Price, prossimamente celebrato da una retrospettiva al Design Museum di Londra tetto ma l'uso che ne fanno D&R rappresenta un modo naturale, biologico di porsi nei confronti dell'architettura. Dimostrando di mirare ad inserire l'oggetto architettonico come tramite tra gli equilibri naturali, come elemento regolatore. Quando l'architettura riesce a porsi nell'ottica di produrre effetti benefici sia per chi la abita che per ciò che la circonda, quando viene concepita come un espediente per procurare un nuovo equilibrio, assolve pienamente alla sua funzione. L'idea proposta a Neuchâtel scardina la visione tradizionale dell'architettura tanto da non essere decodificata in quanto tale, tuttavia ottiene un notevole successo nel mondo dell'arte, della pura sperimentazione che vede dietro questo atteggiamento una possibile via di uscita dalle logiche prettamente consumistiche del sistema. [domenico cannistraci] con questo articolo parte regeneration, progetto editoriale a cura di 2a+p 64.exibinterviste Exibart.onpaper Manfredi Beninati Ha esordito meno di due anni fa da Lorcan O'Neill a Roma. Nei suoi oli il disegno emerge da atmosfere oniriche ed i personaggi si perdono in astratte macchie di colori. E il giovane palermitano è già presente nella collezione permanente del MAXXI, alla Quadriennale di Roma, ed è vincitore del premio per la giovane arte italiana 2004-2005. Lo abbiamo incontrato a Venezia durante i sopralluoghi per la sua prima Biennale… I tuoi lavori sono articolati tra disegno, pittura figurativa e pittura astratta. I precedenti storici di una tale combinazione possono essere i simbolisti francesi (Odilon Redon o Gustave Moreau) e l'eclettica opera di Gerhard Richter o gli oli di Isca Greenfield-Sanders. Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Metterei i simbolisti tra i mille pittori che mi piacciono di più. Richter non mi piace, è troppo tedesco. Il terzo non lo conosco. I miei riferimenti non sono artistici. Mi piace di più guardare il cielo. Comunque mi imbambolano: Medardo Rosso, la base del mondo di Piero Manzoni, i pannelli riempiti a biro di Alighiero Boetti, Tintoretto, Vermeer, e miliardi di altre cose. Come sei diventato "artista"? Con la pittura è stato colpo di fulmine? Alcuni tuoi quadri ricordano una certa fotografia ritoccata di fine Ottocento. Non hai mai avuto dubbi sulla scelta del medium per la tua ricerca? No. Non è stato un colpo di fulmine. Anzi… Comunque da piccolo più che altro mi piaceva disegnare, scolpire o modellare… poi crescendo mi sono appassionato alla fotografia e quindi al cinema… Dunque la pittura non è stata il mio primo amore, né il secondo e neanche il terzo. Poi verso il 1995-96, a Londra, presi uno studio a Brick Lane (così, per caso) e tra un ingrandimento e l'altro ho ricominciato a disegnare… e non potendo permettermi attrezzature e materiale per stampare le foto in grandi formati, ho iniziato a fare dei disegni di grandi dimensioni in cui cercavo di rendere le sensazioni delle mie foto. La pittura è arrivata, forse per caso, nel 2001-2002. Prima di allora avevo dipinto soltanto tra il 1988 ed il 1991 (ma era solo un passatempo) e per tre o quattro mesi nel 1994 (nella cucina del mio appartamento di Earl's Court). Un critico, un gallerista, un collega… Chi è stata una persona davvero importante in questi primi anni di carriera? Un gallerista: Lorcan O'Neill, un ex collega: Steve McCoubrey e due tizi che oggi mi sembra incredibile di dover annoverare tra i miei colleghi: Gilbert & George. E poi troppi altri. Un tuo pregio e un tuo difetto in campo lavorativo… Pregio: mi adatto facilmente. Difetto: a volte mi adatto troppo. Altro difetto: soffro di attacchi di timidezza. Altro difetto: ho una concezione autarchica del tempo. Tempo fa hai dichiarato di non voler più fare mostre in Italia. Perché? Perché in Italia non hanno ancora metabolizzato gli anni Novanta e la Young British Art. Comunque a maggio ho un'altra personale da Lorcan O'Neill. Sei soddisfatto di come viene letto il tuo lavoro da parte della critica. Chi ti ha capito davvero? Non lo so perché, in generale, non credo che lo sarei, quindi non lo so. Comunque ho letto un paio di articoli che, pur non condividendoli, mi hanno lusingato. Forse perché erano i primi! Chi mi ha capito è la gente con cui lavoro (Lorcan e Jim Cohan in primis). Ma sono ancora agli inizi (malgrado l'età) ed ho tanta strada da fare e tante cose da dire e da provare. bio. Manfredi Beninati è nato a Palermo nel 1970. Nel 1990 frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Nel 1994 si trasferisce a Londra ed inizia a dedicarsi completamente alla pittura. Da qualche anno è tornato in Italia e vive a Campagnano Romano. Le sua prima mostra personale, presso la Galleria di Lorcan O'Neill a Roma, risale al 2003, alcuni suoi lavori fanno parte della collezione permanente del MAXXI. L'anno scorso l'artista è stato vincitore del premio per la giovane arte italiana 2004-2005 ed a gennaio di quest'anno ha presentato una serie di disegni presso la James Cohan Gallery di New York. Dopo i tempi londinesi sei a Roma solo da qualche anno ed ora hai in programma di ripartire. Hai già trovato quello che cercavi? Dove sei diretto? Si, ho già trovato quello che cercavo: equilibrio. Dove sono diretto? Ovunque mi porti l'ironia. E Palermo, la tua città…? È l'unico posto al mondo dove tornerei a vivere. Palermo è mia madre. Dopo la recente personale a New York nello spazio di James Cohan si avvicina la Biennale. Vi parteciperai come vincitore del Premio per la giovane arte italiana 2004-2005. Ci anticpi qualcosa sul progetto che presenterai in laguna? Sarà una stanza. Forse due o forse tre. Non sono ancora sicuro. Dipende dallo spazio. Comunque un'installazione. [a cura di lavinia filippi] Exibart.onpaper ou?.65 [OU?] elenco completo degli Exibart.point dove trovare Exibart.onpaper (se proprio siete così tirchi da non abbonarvi) Roma - 47THFLOOR - Via di Santa Maria Maggiore, 127 Milano - IED - Via Pompeo Leoni 3 Napoli - IL POZZO E IL PENDOLO - P.zza S. Domenico Magg. 3 Roma - BIBLI - Via dei Fienaroli, 28 Milano - NABA - Via Carlo Darwin 20 Genova - LIBRERIA ELECTA-EINAUDI - Piazza Bellini 70 Roma - FOND. OLIVETTI - Via Giuseppe Zanardelli, 34 Milano - MILANOLIBRI - Via Giuseppe Verdi 2 Genova - MENTELOCALE - Piazza Matteotti 5 Roma - FAHRENHEIT451 - Campo De’fiori 44 Milano - ARMANI\LIBRI - Via Alessandro Manzoni 31 Genova - BROADSIDE - Via XII Ottobre 31r Roma - FERRO DI CAVALLO - Via Di Ripetta 67 Milano - VIAFARINI - Via Carlo Farini 35 Genova - VIAGARIBALDI12 - Via Giuseppe Garibaldi 12 Roma - LO YETI - Via Perugia 4 Milano - THEBAG - Via Diego Guicciardi Genova - DADA - Via Dei Giustiniani 3r Roma - ODRADEK LA LIBRERIA - Via Dei Banchi Vecchi 57 Milano - LIFEGATE CAFE - Via Della Commenda 43 Genova - C DREAM - COSTA LOUNGE&BAR - Via XII Ottobre 4 Roma - IRRADIAZIONI - Via Di Tor Millina 10 Milano - FASHION LIBRARY WORK - Via Vigevano 35 Palermo - LIBRERIA BROADWAY - Via Rosolino Pilo 18 Roma - LIBRERIA LUNGARETTA - Via Della Lungaretta 90e Milano - JULIEN - Via Carlo Maria Maggi 6 Palermo - KURSAAL KAHLESA - Foro Umberto I 21 Roma - ES.LIBRIS - Via Filippo Turati 171 Milano - S'AGAPO' - Via Lodovico Il Moro 171 Palermo - LIBRERIA MODUSVIVENDI - Via Quintino Sella 79 Roma - AMORE E PSICHE - Via Di S. Caterina Da Siena 61 Milano - 55DSL - Corso Di Porta Ticinese 60 Siena - PUNTO EINAUDI - Via Di Pantaneto 66 Roma - CONTESTA HAIR ROCK - Via Degli Zingari 9 Milano - 10CORSOCOMO - Corso Como 10 Siena - ALOE&WOLF.GALLERY - Via Del Porrione 23 Roma - TEATRO VASCELLO - Via Giacinto Carini 78 Milano - ART CAFE BRERA - Via Brera 23 Siena - PALAZZO DELLE PAPESSE - Via Di Città 126 Roma - LETTERE CAFE - Via Di San Francesco A Ripa 100 Milano - LE BICICLETTE - Via Giovanni Battista Torti Venezia - TOLETTA - Calle Della Toletta 1213 Roma - TEMPIO DI DIONISO - Via Delle Quattro Fontane 113 Milano - DOMUS ACADEMY - Via Giacomo Watt 27 Venezia - IUAV Biblioteca Centrale, Tolentini - San Marco 1345 Roma - FUZZYBARBOTTIGLIERIA - Via Degli Aurunci 6 Milano - TRACE [TRAS] - Via Savona 19 Venezia - LIBRERIA MONDADORI - San Marco 1345 Roma - LIBRERIA ALL'OLIMPICO - Piazza G. Da Fabriano 16 Milano - CAFFE’ LETTERARIO - Via Solferino 27 Venezia - CENTRO CULT. CANDIANI - Piazzale Luigi Roma - LIBRERIA BORGHESE - Via Della Font. Di Borghese 64 Torino - OOLP - Via Principe Amedeo 29 Venezia - NARANZARIA - OSTERIA - Campo San Polo 130 Roma - LITHOS LIBRERIA - Via Vigevano 15 Torino - COMUNARDI - Via Conte Giambattista Bogino 2 Bolzano - GOETHE2 - Via Dei Cappuccini 26a Roma - PUNTO EINAUDI - Via Giulia 81a Torino - PUNTO G - Largo Montebello 31bis Bolzano - LIB. UNIVERSITA' DI BOLZANO - Via R. Sernesi 1 Roma - MOTAMOT - Via Giulio Rocco 37/39 Torino - MOOD LIBRI&CAFFE - Via Cesare Battisti 3e Bolzano - CENTRO CULTURALE TREVI - Via Capuccini 28 Roma - RUFA - Via Benaco 2 Torino - THE BEACH - Arcate 18-20-22 Murazzi Bari - CAFFE D'ARTE DOLCEAMARO - Via S. Francesco 11 Roma - IED - Via Alcamo 11 Torino - IED - Via San Quintino 39 Bari - TAVLI BOOK - Strada Angiola 23 Roma - MACRO - Via Reggio Emilia 54 Torino - SCUOLA HOLDEN - Corso Dante 118 Catania - PAPINI - Corso Italia 78 Roma - MAXXI - Via Guido Reni 6 Torino - FONDAZIONE SANDRETTO - Via Modane 16 Catania - ZO - Piazzale Asia 6 Roma - TAD - Via Del Babuino 155a Torino - LIBRERIA AGORA' - Via Santa Croce O/e Cagliari - MAY MASK - Via Vincenzo Sulis 63 Roma - PALAPHERNALIA - Via Leonina 6 Torino - GAM - BOOKSHOP - Via Magenta 31 Parma - FIACCADORI - Strada Al Duomo 8 Roma - AKA - Via Del Pellegrino 128 Torino - CASTELLO DI RIVOLI - Piazza Mafalda Di Savoia Reggio Emilia - LIBRERIA LA COMPAGNIA - Via Migliorati 1a Roma - SCUDERIE DEL QUIRINALE - Via XXIV Maggio 16 Torino - FITZCARRALDO - Corso Mediterraneo 94 Vicenza - LIBRARSI - Contrà Delle Morette 4 Roma - LIBRERIA MANZONI - Viale Parioli 16/l Torino - AB+CLUB - Via Della Basilica 13 Treviso - FABRICA - Via Ferrarezza - Fraz. Catena Roma - PARRUCCHIERI M&G - Via Archimede 67 Torino - ILTASTEBOOK - Corso Vittorio Emanuele II 58 Treviso - ARCI TREVISO - Via Bolzano 3 Roma - SALOTTO42 - Piazza Di Pietra 42 Torino - LOV DURDEN - Via Franco Bonelli 3 Trieste - IN DER TAT - Via Diaz 22 Roma - LIBRERIA NOTEBOOK - Via Pietro De Coubertin 30 Bologna - IL LEONARDO - Via Guerrazzi 20 Verona - GHEDUZZI - Corso Sant Anastasia 7 Roma - ALTROQUANDO - Via Del Governo Vecchio 80 Bologna - MODO INFOSHOP - Via Mascarella 24/b Padova - BARLUME - Via Antonio Francesco Bonporti 26 Roma - DEGLI EFFETTI - Piazza Capranica 79 Bologna - GOLEM - Piazza San Martino 3b Ferrara - LA CARMELINA - Via Carmelino 22 Roma - ROBERTO D'ANTONIO - Piazza Di Pietra 96 Bologna - GAM - Piazza Della Costituzione 3 Cortina d’Ampezzo - LIBRERIA SOVILLA - Corso Italia 118 Roma - LIBRERIA IL SEME - Via Monte Zebio 3 Bologna - MAMAM!A - Via Bassa Dei Sassi 4 Merano - KUNSTMERANOARTE - Via Portici 163 Roma - SCUOLA ROM.DI FOTOGRAFIA - Via Degli Ausoni 7/a Bologna - SUGAR BABE - Via San Felice 25d Udine - DELFABRO - Via Poscolle 7 Roma - LIBRERIA ARION VIAVENETO - Via V. Veneto 42 Bologna - FABRICA FEATURES - Via Rizzoli 8 Brescia - LIBRERIA DEL FUMETTO - Via Delle Battaglie 47c Roma - LIBRERIA L'AVENTURE - Via Del Vantaggio 21 Bologna - VILLA SERENA - Via Della Barca 1 Bergamo - ARS ARTE+LIBRI - Via Pignolo 116 Milano - ART BOOK TRIENNALE - Viale Emilio Alemagna 6 Bologna - L'INDE LE PALAIS - Via De' Musei 6 San Candido - KUNSTRAUM - Via Peter Paul Rainer 4 Milano - A+M BOOKSTORE - Via Alessandro Tadino 30 Bologna - SESTO SENSO - Via Giuseppe Petroni 9c Livorno - FACTORY DESIGN - Via Monsignor F. Ganucci 3 Milano - MI CAMERA BOOKSTORE - Via Cola Montano Firenze - LEF - Via Ricasoli 105 Rosignano M.mo (LI) - LACASADELL'ARTE - P.zzo Marini, Via D. Torrione 7 Milano - DERBYLIUS - Via Pietro Custodi 16 Firenze - LIBRERIA D. PORCELLINO - P.zza Del Mercato Nuovo 1 Prato - CENTRO PECCI - Viale Della Repubblica 277 Milano - SPACCIO DI CHARTA - Via Della Moscova 27 Firenze - G. CAFFE' GIUBBE ROSSE - P.zza Della Repubblica 13/14r Arezzo - PUNTO EINAUDI - Via Guglielmo Oberdan 30 Milano - ART BOOK MILANO - Via Della Moscova 27 Firenze - HEMINGWAY - Piazza Piattellina 9r Ascoli Piceno - LIBRERIA RINASCITA - Piazza Roma 7 Milano - LIBRERIA UTOPIA - Via Giovanni Ventura 5 Firenze - BZF - Panicale 61r Terni - PLACEBO - Via Cavour 45 Milano - LIBRERIA CLUP - Via Andrea Maria Ampère 20 Firenze - ASSOLIBRI - Via Del Sole 3r Teramo - PIZIARTE - Viale Crucioli 75/a Milano - LIBRERIA L'ARCHIVOLTO - Via Marsala 2 Firenze - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Parione 47 Pescara - ECOTECA - Via Caboto 19 Milano - BOCCASCENA CAFFE - Corso Magenta 24 Firenze - TEATRO DEL SALE - Via De' Macci 111r Campobasso - LIMITI INCHIUSI - Via Muricchio 1 Milano - MAMA CAFE - Via Caminadella 7 Firenze - SOUL FUSION - Via Castello D'Altafronte 14r Monza - ARTE-FATTO - Via Carlo Prina 18 Milano - CAFENORDEST - Via Pietro Borsieri 35 Napoli - INTRA MOENIA - Piazza Bellini 70 Cesena - TEATRO VERDI - Via Luigi Sostegni 13 Milano - CAFFE DEGLI ARTISTI - Viale Abruzzi 23 Napoli - GALLERIA CHANGINGROLE - Via Chiatamone 26 Salerno - ZEN - Via Roma 260 Milano - CAFFE GIAMAICA - Via Brera 32 Napoli - MULTICINEMA MODERNISSIMO - Via Cisterna Dell'Olio Mantova - CAFFE' BORSA - Corso Della Liberta' 6 Milano - LIBRI E CAFE - Via Pietro Maestri 1 Napoli - LA FELTRINELLI - CAFE - Via S. Caterina A Chiaia 23 Chieti - OFF. CULTURALI - Via Papa Giovanni XXIII 14 Milano - IS-TINTO - Viale Romagna 43 Napoli - UN SORRISO INTEGRALE - Vic. S. Pietro A Maiella 6 Como - LA TESSITURA - Viale Franklin D. Roosevelt 2a Hai un bar, una libreria, un ristorante di tendenza, un locale, una struttura ricettiva o turistica, una palestra, una beauty farm, un cinema, un teatro? Fidelizza la tua clientela distribuendo gratuitamente Exibart.onpaper. Diventa anche tu Exibart.point: http://point.exibart.com 66.calendario Exibart.onpaper Exibart.agenda Abruzzo COSENZA dal 5 marzo al 5 aprile VETTOR PISANI Pescara Germania Auschwitz Dance dal 19/03/2005 al 19/04/2005 Damir Niksic mart-ven 16.30-19.30 404 arte contemporanea via santa brigida +39 0815529169 404gallery@libero.it BOLOGNA dal 31 marzo al 20 aprile Accidental Occidental Franco Rasma viale vittoria colonna +39 0854516203 whiteproject@virgilio.it Roccaraso dal 27/02/2005 al 27/03/2005 Prince Clogant The Family CENTRO D’ARTE LA BUSSOLA P.zza Fera 9 - Cosenza Tel: 0984-25638 www.gallerialabussola.com info@gallerialabussola.com Catalogo in galleria Campania dal giovedì alla domenica 17,30-21 iarrobino art gallery Napoli via c. mori dal 12/03/2004 all’ 1/05/2005 Andrea Aquilanti L’angolo dei giochi dal 26/02/2005 al 9/04/2005 Gabriele Talarico - Inverse A voler usare una metafora automobilistica si può dire che, come tanti altri, Gabriele Talarico ha imboccato la grande autostrada della nuova figurazione, ma contromano. dal martedì al sabato 10-13 e 16-20 e su appuntamento a cura di Maurizio Sciaccaluga pizia arte viale crucioli www.piziarte.net manuelacucinella@piziarte.net La figuratività dei lavori di Andrea Aquilanti, la scelta ch’egli fa dei sui soggetti, presuppone la rappresentazione del tempo, di una storia… tant’è vero che tutte le sue immagini sembrano ritrarre l’interruzione di un film: dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 sabato dalle 10,30 alle 13,30 notgallery contemporary art factory piazza trieste e trento +39 0810607028 www.notgallery.com info@notgallery.com Napoli Basilicata Matera dal 5/03/2005 al 22/04/2005 Sophie Usunier Cum grano salis Con le sue installazioni l’artista francese esprime grande delicatezza e poesia che rimandano ad un mondo da riscoprire. dal martedì al sabato 16–19 a cura di Angelo Bianco fondazione southeritage via francesco paolo volpe +39 0835240348 www.southeritage.org southeritage@southeritage.org Potenza dal 12/03/2005 al 10/04/2005 Raffaele Iannone Katalogo Katalogo è un pensiero che l’artista Raffaele Iannone rivolge alle vittime dello tsunami del 26 dicembre 2004. tutti i giorni 19,00-21,30 amnesiac arts home gallery corso xviii agosto 1860 +39 097122119 www.amnesiacarts.com info@amnesiacarts.com dal 18/03/2005 al 12/04/2005 No free slot dal lunedì al venerdì 10.30-13.30 e 15.30-19. sabato su appuntamento mimmo scognamiglio Per Clogant la pittura è un atto d’amore per amare sempre se stesso e gli altri. Teramo Bologna In esposizione 6 dipinti (olio e carbone su tavola 2mx1.50) e 3 piccole sculture in bronzo. dal martedi al sabato 15–20 white project arte contemporanea dal 4/03/2005 al 10/04/2005 Anna Sargenti Come il Giorno e la Notte Come il Giorno e la Notte è un racconto poetico-visivo in cui la pittura si fonde con la parola dal martedì al venerdì 10-13,30 e 17-20 changing role move over gallery via chiatamone +39 08119575958 www.changingrole.com infogallery@changingrole.com via mariano d’ayala +39 081400871 www.mimmoscognamiglio.com info@mimmoscognamiglio.com Napoli dal 4/03/2005 al 30/05/2005 Gisela Kleinlein L’artista tedesca utilizza materiali quali il legno, il cartone, la gomma per realizzare forme geometriche che spesso combina in strutture modulari. da lunedì a venerdì 10-13 e 16-19.30. sabato 10-13 studio trisorio riviera di chiaia +39 081414306 www.studiotrisorio.com info@studiotrisorio.com Napoli dal 16/03/2005 al 16/04/2005 lunedì-sabato 10-12.30 e 16-19.30 galleria de’ foscherari Omar Galliani Dittici e trittici su tavola, per lo più di grandi dimensioni, permetteranno al visitatore di avvicinarsi al mondo misticoancestrale che pervade l’intera produzione dell’artista. 9,30-13 e 16-19,30. chiuso lunedì mattina e festivi galleria forni dal 25/03/2005 al 25/04/2005 dal 10/03/2005 al 10/04/2005 lunedì 16-20; dal martedì al sabato 10-13.30 e 16-20 galleria alfonso artiaco orfeo hotel piazza dei martiri +39 0814976072 www.alfonsoartiaco.com info@alfonsoartiaco.com Napoli dal 5/03/2005 al 20/04/2005 Non toccare la donna bianca. La liberazione delle diversità L’esposizione, il cui titolo è ispirato ad un lungometraggio del 1974 di Marco Ferreri, riunisce in una collettiva diciannove artiste provenienti da paesi attraversati da profonde tensioni sociali e politiche. Marc Giloux Celebrità Personale via orfeo - +39 3389599361 www.orfeohotel.com infoart@orfeohotel.com Emilia Romagna Bologna dal 14/04/2005 al 14/05/2005 Artists houses Napoli dal martedì alla domenica 10–18, chiuso il lunedì gam - galleria d’arte moderna piazza della costituzione +39 051502859 www.galleriadartemoderna.bo.it infogam@comune.bologna.it Paola Prato Se dicen tantas cosas Paola Prato canta col tratto solo apparentemente fragile ma con colori e segni memorizzati e rielaborati dai grandi un universo più complesso, adulto, fatto di stratificazioni, di presenze e assenze Bologna nt art gallery dal 29/01/2005 al 30/04/2005 via dal luzzo - +39 051237722 www.ntartgallery.com info@ntartgallery.com Marcus Harvey The Fuehrer`s Cakes In occasione della sua prima personale alla Galleria Marabini, Marcus Harvey svilupperà una serie di dipinti di dimensioni museali raffiguranti oggetti e persone legati alle figure dei due dittatori dela Seconda Guerra Mondiale. dal lunedì al sabato dalle 10,30 alle 13 e dalle 15 alle 19 galleria marabini vicolo della neve +39 0516447482 www.galleriamarabini.it info@galleriamarabini.it Bologna dal 23/03/2005 all’ 1/05/2005 La “casa” si caratterizza come una sorta di “diario visivo” dell’artista, che contiene le immagini dei suoi lavori più significativi e del suo studio Per questa sua mostra napoletana l’artista che predilige il formato piccolo e la tecnica della pittura ad olio, ha realizzato venticinque nuovi dipinti. Gianni Piacentino dall’ 8/03/2005 all’ 1/05/2005 Bologna via caio duilio +39 0812395261 www.blindarte.it info@blindarte.it Dan Attoe dal 22/01/2005 al 22/03/2005 Bologna Bologna via luculliana www.comune.napoli.it/casteldellovo/ casteldellovo@comune.napoli.it dal 22/01/2005 al 30/03/2005 Bologna via giuseppe petroni +39051223476 www.sestosenso.bo.it 6esto.senso@tin.it Echi dal Teatro San Carlo: “In ascolto (stanza dello spettatore)”, riprende e rispecchia gli elementi della scenografia dell’opera della Valchiria di Richard Wagner in via d’allestimento per il Teatro di San Carlo Berend Strik / Silvia Chiarini TexStyle detail blindarte contemporanea NT ART GALLERY Via dal Luzzo 6/c 40125 Bologna, tel +39 051237722 fax +39 05114014 www.ntartgallery.com info@ntartgallery da lunedì a venerdì 11-23. sabato 18-23 sesto senso via farini - +39 051231589 www.galleriaforni.it forni@galleriaforni.it dal 25/02/2005 al 10/04/2005 Il comune punto di partenza del percorso artistico di Berend Strik e di Silvia Chiarini è l’indagine sull’utilizzo del ricamo come dettaglio. L’artista olandese e l’artista italiana curano autonomamente il proprio ambiente espositivo, elaborando entrambi un progetto speciale per lo spazio della galleria. dal martedì al sabato 10.00/13.00 - 16.00/19.00 la domenica e il lunedì su appuntamento Indagare lo spazio a partire dalle retrovie, dagli spostamenti semantici, dal centro alle periferie, dall’architettura e il concetto di utopia, legati all’immaginario sociale, alle trasformazioni urbane, la disposizione al cambiamento. via castiglione - +39 051221308 www.defoscherari.it galleria@defoscherari.it Giulio Paolini - Echi dal Teatro San Carlo: “In ascolto (stanza dello spettatore)” da martedì a domenica 9-17 a cura di Francesco Bonami castel dell’ovo Napoli modo infoshop via mascarella +39 0515871012 www.modoinfoshop.com info@modoinfoshop.com Napoli dal 5/03/2005 al 5/04/2005 Per la sua prima personale in Italia, verrà presentata una panoramica (con alcune opere inedite) del suo lavoro negli ultimi anni. Una visione d’insieme delle varie declinazioni di una poetica complessa ed impegnata. mite la rotazione di una barra filettata distendono e contraggono i piccoli arti meccanici che normalmente compongono gli ombrelli. Marilù Eustachio Il labirinto del tempo Taccuini e disegni su carta sono i lavori che Marilù Eustachio presenta alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna dal martedì alla domenica 10–18, chiuso il lunedì gam galleria d’arte moderna piazza della costituzione +39 051502859 www.galleriadartemoderna.bo.it infogam@comune.bologna.it Bologna dal 28/01/2005 al 3/04/2005 Premio Furla per l’Arte 2005 Per la quinta Edizione 2005, la mostra vedrà come protagonisti i cinque finalisti selezionati dalla giuria nazionale. a cura di Chiara Bertola, Dede Auregli, Giacinto Di Pietrantonio e Angela Vettese villa delle rose via saragozza - +39 051502859 www.galleriadartemoderna.bo.it Bologna dal 30/01/2005 al 10/04/2005 Primaticcio. Un bolognese nel cuore di francia La mostra Primatice. Maître de Fontainebleau, curata dal Louvre e prodotta dalla Réunion des Musées Nationaux, è stata fortemente voluta dal Comune di Bologna per rendere omaggio ad uno dei suoi artisti più grandi, portavoce internazionale dell’arte italiana del Cinquecento tutti i giorni dalle 9 alle 19 a cura di Dominique Cordellier, Geneviève Bresc-Bautier palazzo re enzo Bologna piazza re enzo dal 12/03/2005 al 3/04/2005 Bologna Mirko Sabatini - Il Tratto della Meccanica Il nome di questo progetto contiene in sé la definizione di se stesso. Due macchine tra- dal 9/04/2005 al 14/05/2005 Simon Morley - Rossa Rossa è nata da una visita di Simon Morley Exibart.onpaper in un negozio bolognese di libri usati in cui ha trovato un assortimento di letteratura PCI degli anni ‘40-‘50. Questi opuscoli sono diventati la base della mostra. 10.00-12.30 e 15.30-19.30, chiuso lunedì e festivi galleria spazia calendario.67 RAVENNA fino al 17 aprile 2005 ROSETTA BERARDI Particolarmente via dell’inferno +39 051220184 www.galleriaspazia.com info@galleriaspazia.com dal 13/02/2005 all’ 1/05/2005 tutti i giorni dalle 9 alle 19 a cura di Martin Postle palazzo dei diamanti corso ercole i d’este +39 0532209988 www.comune.fe.it diamanti@comune.fe.it Ferrara dal 5/03/2005 al 27/03/2005 Paola Foppiani Coincidenze e destini Paola Foppiani scultrice che vive e lavora a Piacenza, espone le sue opere in terracotta patinata in nero e policrome. a cura di Giancarlo Papi TEATRO RASI - via di Roma 39 Ravenna tel. 0544 36239 nobodaddy@email.it catalogo Danilo Montanari Editore via del carbone +39 0532761642 Per una settimana rimarrà con la mano sinistra inglobata in un mappamondo di gesso, “orbitando” forzatamente intorno a questa replica della Terra. Pop Art Italia 1958 - 1968 Giovanni Morbin - Ibridazione 5: Spacewalk da martedì a venerdì 16-19, altri giorni su appuntamento galleria ninapi’ L’Italia della “dolce vita” e del “boom economico” si rispecchia nelle opere dei protagonisti della stagione pop: Enrico Baj, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Tano Festa, Lucio Del Pezzo, Domenico Gnoli, Valerio Adami, Giosetta Fioroni e altri ancora. Un percorso che segue idealmente la mostra POP ART UK. via giovanni pascoli +39 0544218342 www.ninapi.it- ninapi@ninapi.it da martedì a venerdì dalle 11-13, 1619 sabato, domenica e festivi 10,30-19 lunedì non festivo chiuso galleria civica d’arte moderna palazzo santa margherita La collettiva che propone la Galleria Bonioni Arte, vede la presentezione di grandi maestri moderni e contemporanei, insieme a giovani artisti di talento. corso canalgrande +39 059206911/206940 www.comune.modena.it/galleria galcivmo@comune.modena.it RAVENNA 16 aprile - 5 giugno 2005 Mattia Battistini Dimenticare Parigi Figure e astrazioni tutti i giorni, escluso il lunedì, 10–13 e 16–20 bonioni arte Valentino Diego, Eugenio Tibaldi, Barbara Tucci Dopo la partecipazione all’ultima edizione della Quadriennale a Torino e la fortunata mostra personale da Sergio Tossi, Costa espone una serie di nuovi lavori che più si avvicinano al suo amore giovanile, la montagna. da mercoledì a sabato 17-20, festività escluse a cura di Tiziana D’Acchille d’ac - galleria comunale d’arte contemporanea Mostra antologica di Paolo Patelli, artista veneto di origine istriana tra i più originali della sua generazione feriali 9-13,30 e 16-19 (martedì chiuso), 10-19 domeniche e festivi museo revoltella via armando diaz +39 0406754350 www.museorevoltella.it revoltella@comune.trieste.it Trieste Latina dal 16/04/2005 al 26/05/2005 Gallerie parallele Massimo Pulini Massimo Pulini esposto da Italo Bergantini. Vent’anni di opere 10-13 e 16-20 romberg arte contemporanea via san carlo da sezze +39 0773664314 artecontemporanea@romberg.mysam.it dal 18/03/2005 al 18/04/2005 un’esposizione di cinquanta incisioni su rame realizzate da Vittorio Pavoncello ed ispirate ad altrettanti significativi episodi contenuti all’interno della Bibbia Ebraica. lunedì-sabato 17-20 studio tommaseo Mauro Iori - Manifatture iconografiche Personale da lunedì a venerdì 9-18. sabato e domenica su appuntamento arturarte fino al 20 marzo 2005 Alessandro Scarabello Lifeinlines Trieste dal 9/04/2005 al 31/05/2005 Franko B Long Live Romance I lavori in mostra sono rappresentativi degli ultimi cinque anni della produzione artistica di Franko B e danno espressione e visibilità ad un’ampia gamma di riferimenti tematici e formali. mar_sab 11-19.30 o su appuntamento. lunedì e festivi chiuso lipanjepuntin arte contemporanea via armando diaz - +39040308099 www.lipuarte.it - info@lipuarte.it Aroldo Tieri, una vita per lo spettacolo con la straordinaria partecipazione di Giuliana Lojodice Aroldo Tieri, figura dalla mille sfaccettature e che ha attraversato il teatro come il cinema e la televisione con superba intelligenza, donandoci ogni volta sensibili interpretazioni martedì a domenica 10-18 casa dei teatri - villino corsini largo iii giugno 1849 +39 0645430968 www.bibliotechediroma.it casadeiteatri@bibliotechediroma.it dal 18/03/2005 al 30/04/2005 Barbara De Ponti - Urbs Barbara De Ponti presenta una installazione sul tema della città. L’acrilico nero su carta da spolvero è la superficie su cui l’artista traccia linee, incide e piega con un lavoro meticoloso che conduce il progetto a conclusioni parossistiche. Roma dal 12/03/2005 al 12/04/2005 Burton Morris dabliu parioli viale romania +39 068075577 www.dabliu.com info@dabliu.com CASCINA (ROMA) fino al 2 maggio 2005 PER-TURBAMENTI Artiste in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta Roma dal 16/04/2005 al 26/06/2005 Caio Mario Garrubba Fotografie 1953-1990 Nuclei fondamentali della produzione di Garrubba presenti in mostra rappresentano ciò che il suo occhio ha colto di Napoli, la Calabria, Roma, la Spagna, la Germania, l’est europeo e la Cina. Codroipo piazzale manin - +39 0432906509 www.villamanincontemporanea.it info@villamanincontemporanea.it dal 10/03/2005 al 10/04/2005 il profeta della new pop art Friuli-Venezia Giulia dal 26/02/2005 all’ 1/05/2005 Roma via panisperna +39 064824389 www.spaziosenzatitolo.org info@spaziosenzatitolo.org ROMA Lazio vicolo del governo vecchio +39 0668135328 www.galleriasogospatty.com info@galleriasogospatty.com mar.–sab. 17-20,30 senzatitolo settevene +39 0761527955 www.arturarte.com arturarte@tiscali.it via del monte +39040639187 www.tscont.ts.it tscont@tin.it mar – ven dalle 15 alle 20 sab dalle 11 alle 18 a cura di Raffaele Gavarro sogospatty Roma Nepi corso giuseppe garibaldi +39 0522435765 www.bonioniarte.it info@bonioniarte.it da martedì a domenica 10-18 villa manin Exibart.onpaper Giacomo Costa Opere Recenti dal 5/03/2005 al 17/04/2005 Per mezzo del video, della fotografia, del disegno e sopratutto della performance, l’artista interagisce con lo spettatore attraverso ambigui e spesso inaspettati contrasti visivi. GALLERIA PATRIZIA POGGI Via Argentario, 21 - Ravenna Tel. +39 0544 219898 galleriapoggi@galleriapoggi.com www.galleriapoggi.com Paolo Patelli - Opere dal 1961 Reggio Nell’Emilia Lorena Matic - Ouverture inaugurazione: 15 aprile 2005, ore 18 catalogo con testo critico di Melania Lunazzi patrocinio del Comune di Ravenna ingresso libero orario: dal mar. al ven. 16 - 19.30 sabato: 10,30 - 12,30 e 16 - 19,30 domenica: 16,30 - 19,30 Trieste Vittorio Pavoncello Il Popolo del Sogno Ravenna dal 6/03/2005 al 9/04/2005 viale del lavoro +39 3389354486 www.comune.ciampino.roma.it/dac dal 24/03/2005 al 25/04/2005 dal 18/03/2005 al 31/03/2005 dal 17/04/2005 al 3/07/2005 La galleria Torbandena di Trieste rende omaggio all’arte pittorica di Gao Xingjian con una personale di opere scelte, dopo quella a carattere museale del 2002 tenutasi sempre a Trieste in collaborazione con il Teatro Miela. dal 12/03/2005 al 10/04/2005 Ravenna Teatro - Teatro Stabile di Innovazione Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna dal lunedì al venerdì 17-20. sabato e festivi 11-12,30 e 17-20, chiuso il martedì galleria del carbone Modena Gao Xingjian Opere scelte 1983-1993 via di tor bandena +39 040630201 www.torbandena.com staff@torbandena.com Joshua Reynolds e l’invenzione della celebrità Area_prolegomeni ad una metafisica dei luoghi e del costruire Ciampino dal 19/03/2005 al 30/04/2005 da martedì a sabato 10-12,30 e 1619,30. lunedì 16galleria torbandena Ferrara La mostra è la prima in Italia dedicata a Reynolds e la più importante che da vent’anni a questa parte viene presentata dopo quella tenutasi nel 1986 al Grand Palais di Parigi e alla Royal Academy di Londra. Trieste a cura di Angela Madesani orario: da lun. a sab. 9-12.30 - 14.30/19 dom. 10/12.30 14.30/19 - ingresso libero Artiste: Gabriella Benedini - Mirella Bentivoglio - Valentina Berardinone Irma Blank - Alessandra Bonelli Anna Valeria Borsari - Ketty La Rocca - Carol Rama - Betty Danon - Giulia Niccolai - Bice Lazzari - Dadamaino Libera Mazzoleni - Lucia Pescador Elisabeth Scherffig - Berty Skuber Fausta Squatriti - Lucia Sterlocchi Paola Mattioli - Carla Accardi - Maria Lai - Giosetta Fioroni - Carmengloria Morales GALLERIA D'ARTE CONTEMPORANEA p.zza delle Arti tel. 02 55603159 cultura@comune.sandonatomilanese.mi.it Informazioni stampa Studio De Angelis tel. 02 324377 info@deangelispress.it info - distribuzione - abbonamento SALA 1 Piazza Di Porta San Giovanni 10 +39 067008691 (info) +39 067008691 (fax) salauno@salauno.com www.salauno.com dal lunedì alla domenica dalle 10,30 alle 19,30 cinecittadue arte contemporanea viale palmiro togliatti +39 067220910 www.cinecittadue.com direzione@cinecittadue.com Roma dal 12/03/2005 al 19/06/2005 Canaletto - Il trionfo della veduta Roma dal 18/03/2005 al 2/04/2005 Andrea Ambrogetti - Per non sprecare. Intersezioni e sequenze di trame affettive Ambrogetti presenta quattro sequenze fotografiche di soggetto maschile allusive all’amore diverso, come personale riflessione sulle difficoltà odierne di gestione del sentimento lun_sab 10-13 e 16-19 d.m. studio L’idea della mostra – un’accurata scelta delle opere più significative, una quarantina di dipinti e altrettanti disegni, qualche album di stampe e di disegni - è quella di presentare e approfondire gli aspetti più interessanti dello svolgimento dello stile e del gusto di Canaletto. a cura di Bozena Anna Kowalczyk palazzo giustiniani via giustiniani +39 0670306078 Roma via di monte giordano +39 066875318 www.dmstudio-roma.com info@dmstudio-roma.com dal 3/03/2005 al 5/06/2005 Capolavori del Guggenheim Roma dal 18/02/2005 al 23/04/2005 Dai musei Guggenheim di New York, Bilbao e Venezia arriveranno nella capitale parte dei quadri che Solomon e Peggy Guggenheim, zio e nipote, cercarono, ama- h t t p : / / o n pa p e r. e x i b a r t . c o m 68.calendario rono e acquistarono scuderie del quirinale via xxiv maggio +39 0639967500 +39 06696271 www.scuderiequirinale.it info@scuderiequirinale.it Roma dal 10/03/2005 al 30/03/2005 Carlo Michele Schirinzi Preludi / Forpleis Exibart.onpaper Roma Roma Roma dal 25/02/2005 al 2/04/2005 dal 14/03/2005 al 15/05/2005 dal 16/02/2005 al 16/04/2005 Euan MacDonald Gastone Novelli - Pittore di segni, lettere, suoni, colori Incantati da Roma Personale da martedi a sabato 15.30-19.30 galleria sales via dei querceti +39 0677591122 www.galleriasales.it info@galleriasales.it Nelle sue opere – la cui tecnica definisce iconoclastia al negativo – ritocca negativi fotografici d’archivio familiare o costruiti appositamente, riportandoli a nuclei d’immagine scabri e provocatori. Roma da lunedì a venerdì 10–18,30 mlac - museo laboratorio di arte contemporanea Il raffinato splendore della corte rinascimentale di Dresda - oggetti unici in oro e argento abbelliti con pietre preziose e semi preziose e materiali esotici, avori intarsiati, mobili in ebano, orologi, automi e strumenti decorati. piazzale aldo moro +39 0649910365 www.luxflux.net - muslab@uniroma1.it Roma il 1/04/2005 Chiara Nordio - Needle and haiku Testi e tessuti di Chiara Nordio dal 2/03/2005 al 25/04/2005 Fasto principesco. La corte di Dresda 1580-1620 tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 fondazione memmo - palazzo ruspoli via del corso +39 066874704 www.palazzoruspoli.it lettere caffe’ via di san francesco a ripa +39 0658334379 www.letterecaffe.org info@letterecaffe.org Roma dal 17/03/2005 al 18/05/2005 Claudio Parmiggiani - Pinxit et celavit ROMA fino al 26 marzo 2005 Franco Giordano / Marotta & Russo Pattern dal 7/03/2005 al 25/03/2005 Daniele Mari - NY Reflex Con NY Reflex, Daniele Mari propone un’originale riflessione sull’identità dei non-luoghi contemporanei. Negli scatti eseguiti lo scorso autunno a New York, il fotografo offre una visione della realtà trasfigura dal lunedì al venerdì 17–19,30 aoc58 - associazione operatori culturali flaminia 58 orario: dal lunedì al venerdì 11-19,30 Curatori: Gianluca Marziani STOP.BASE Via Di Sant'Elena 29 (00186) +39 0669190880 (info) stopart@stopart.it www.stopart.it uffuciostampa@stopart.it via dei prefetti +39 066875951 www.magazzinoartemoderna.com info@magazzinoartemoderna.com Roma dal 10/03/2005 al 25/05/2005 Emilio Greco scultore Una selezione di un’ottantina di sculture (terrecotte, cementi, bronzi, spesso di grandi dimensioni) un excursus molto ben documentato dell’attività di Emilio Greco (1913-1995), figura di spicco della plastica del secondo Novecento 10–19. lunedì chiuso. festività aperto palazzo venezia via del plebiscito +39 0669994319 museopalazzovenezia@tiscalinet.it L’opera si compone di 23 opere a carboncino su carta intelata di grandi dimensioni (280 x 315 cm) e rappresenta una delle rare serie di lavori realizzati dagli artisti inglesi con questa tecnica. La comunità anglo-americana a Roma, 1890-1914, e la fondazione della KeatsShelley House da martedì a sabato 16-19 accademia americana via angelo masina +39 0658461 www.aarome.org info@aarome.org Ines Fontenla Derive Roma dal 15/03/2005 al 25/03/2005 Giulia Cantisani - Disegni 20042005 Il suo disegnare è una “trance” attraverso la quale chiama a vivere straordinarie figure apparentemente comuni dal martedi al sabato 16-20 galleria stella dal 19/02/2005 all’ 1/04/2005 Microcosmo personale, ma anche macrocosmo esistenziale dell’uomo, questa installazione, di matrice sociale con forti rimandi autobiografici realizzata con il garbo e l’entusiasmo che cono soliti in Ines Fontenla dal lunedì al venerdì 17-20. sabato su appuntamento a cura di Angela Madesani studio pino casagrande via degli ausoni +39 064463480 gallcasagrande@libero.it Roma dal 25/02/2005 al 15/04/2005 Jan Vercruysse Presenta il suo nuovo lavoro intitolato LUOGHI (PLACES), con un’installazione realizzata appositamente per lo spazio romano della galleria. da martedì a- sabato 16-20 studio trisorio vicolo delle vacche +39 0668136189 www.studiotrisorio.com trisorioroma@libero.it Roma dall’ 11/03/2005 all’ 11/04/2005 dal 10/03/2005 al 9/04/2005 Jannis Kounellis Edicola Notte tutti i giorni 16-20, sabato e domenica compresi a cura di Francesco Moschini, Stefania Suma, Gabriel Vaduva a.a.m rchitettura arte moderna via dei banchi vecchi +39 0668307537 http://www.chronosroma.org/aam.htm aammail@tin.it Roma dal 19/04/2005 all’ 8/07/2005 Gabriele Basilico Beirut 1991 La mostra raccoglie nove foto in B/N e otto a colori, scelte dalla serie “Beirut 1991”. da lunedì a venerdì 11-19,30; sabato 16,30-19,30 v.m.21 artecontemporanea via della vetrina +39 0668891365 vm21artecontemporanea@virgilio.it Il fascino indiscreto della pittura 2 Secondo appuntamento del doppio evento espositivo: “Il fascino indiscreto della pittura” dove sono raccolti pittori appartenenti alle generazioni successive a quella presentata nella mostra precedente. da martedì a sabato ore 16-20 e per appuntamento galleria maniero via dell’arancio +39 0668807116 www.galleriamaniero.it galleriamaniero@fastwebnet.it Roma dall’ 11/02/2005 al 15/05/2005 Imago Urbis Romae. L’immagine di Roma in età moderna La mostra intende fornire una suggestiva carrellata sulla configurazione urbanistica e paesaggistica che nel corso dei secoli ha connotato la città di Roma agli occhi dei viaggiatori e dei vedutisti che ce ne hanno tramandato il ricordo. dal 5/03/2005 al 30/04/2005 Una serie di fotografie di paesaggi floreali sgargianti creati artificialmente dall’artista. Incantati da Roma via guido reni +39 063202438 www.maxximuseo.org darc@darc.beniculturali.it Gioielli svedesi Roma Marc Quinn - Winter Garden Roma dal 19/03/2005 al 15/04/2005 via reggio emilia +39 06671070400 www.macro.roma.museum macro@comune.roma.it dal 16/02/2005 al 16/04/2005 11–19, chiuso il lunedì maxxi - museo delle arti del xxi secolo Roma da martedì a domenica 9–19. festività 9-14. lunedì chiuso a cura di Danilo Eccher macro museo d’arte contemporanea di roma Roma dal 28/02/2005 al 30/04/2005 La nuova serie di disegni dal titolo “INIZI”, elaborata appositamente per l’occasione espositiva, festeggia i suoi primi quarant’anni di lavoro sul progetto attraverso disegni. da martedì a venerdì 11-15 e 16-20, sabato 11-13 e 16-20 magazzino d’arte moderna Gilbert & George - The General Jungle or Carrying on Sculpting via pasquale stanislao mancini +39 063219089 www.gnam.arti.beniculturali.it comunicazione.gnam@arti.beniculturali.i t Roma Roma In video, in fotografia, nel disegno, il ritratto per Ziura, nei lavori in mostra, e nella sua intera produzione, riproduce nella fisiognomica dei personaggi, nei gesti, e nelle espressioni, atmosfere di luoghi e situazioni. dal 16/03/2005 all’ 8/05/2005 9.00 – 19.30 ; lunedì, chiuso (ingresso fino alle 19) museo andersen via di san calisto +39 0658334158 www.stellatasca.com galleriastella@hotmail.com Franco Purini Inizi. Architetture disegnate per quarant’anni Darius Ziura Gustoniai Roma via d’ascanio +39 0668308233 www.alternatives.it info@alternatives.it via flaminia +39 063200317 aocf58@virgilio.it dal 19/03/2005 al 19/04/2005 viale pietro de coubertin +390680241436 www.auditoriumroma.com info@musicaperroma.it 11–19. chiuso domenica e lunedì alternatives gallery lunedì – venerdì 10–13 e 16:30–19:30. sabato su appuntamento galleria dell’oca studio Roma tutti i giorni 11-18 auditorium - parco della musica Una mostra itinerante che presenterà in Italia i lavori di quindici designer svedesi. La mostra comprende lavori che vanno dal 1970 ad oggi: da una delle primissime “delocazioni” ad opere appositamente realizzate per lo spazio della galleria. via della mercede +39 066781825 www.galleriadelloca.it info@galleriadelloca.it La mostra - attraverso ventitre opere ripercorre la produzione di Novelli dagli anni dell’Esperienza moderna fino ai dipinti realizzati per la Biennale di Venezia del 1968 La comunità anglo-americana a Roma, 1890-1914, e la fondazione della KeatsShelley House. ire, per esempio attraverso la chirurgia plastica. Roma Dopo oltre un anno di preparazione, è stato finalmente realizzato un progetto appositamente per lo spazio di Edicola Notte. dalle 20 alle 02 edicola notte vicolo del cinque www.edicolanotte.com edicolanotte@edicolanotte.com Roma dal 15/03/2005 al 15/04/2005 Jasmin Genzel / Ricardo Macias Tele e acquarelli dell’artista olandese che vive e lavora a Roma. Contemporaneamente lo spazio sarà allestito anche dalle opere plastiche e ceramiche di Ricardo Macias da martedì a sabato 11-20; lunedì 15-20 spazioespanso via dei bergamaschi +39 0697842793 spazioespanso60@interfree.it dal martedì alla domenica 9-20. la biglietteria chiude un’ora prima a cura di Cesare De Seta musei capitolini Roma piazza del campidoglio +39 0639967800 www.museicapitolini.org info.museicapitolini@comune.roma.i Le Sale Panorama del MACRO ospitano una selezione di circa venti lavori che sottolineano la sua indagine sul corpo umano e le varie manipolazioni che questo può sub- dal 21/01/2005 all’ 1/05/2005 Jenny Saville dal lunedì al sabato 15-19 galleria alessandra bonomo via del gesu’ +39 0669925858 www.bonomogallery.com mail@bonomogallery.com Roma dal 16/03/2005 al 16/04/2005 Marcello Avenali - Opere Informali Dopo l’esposizione di Hans Hartung, la pH7 Art Gallery inserisce nella propria programmazione una selezione di opere informali di Marcello Avenali (1912-1981) dal martedì al venerdì 16-20, sabato su appuntamento ph7 art gallery via della scrofa +39 0697602663 riposati@cartesegrete.com Roma dal 10/03/2005 al 24/03/2005 Maria Lai - A portata di mano A portata di mano nomina la realizzazione di un set di carte da gioco indirizzate al pubblico più ampio, che voglia mettersi in relazione o interrogarsi su molte questioni relative all’arte e alla sua comprensione, funzione, ruolo, utilità. da martedì a sabato 16-20 studio stefania miscetti via delle mantellate +39 0668805880 mistef@iol.it Roma dal 5/03/2005 al 25/05/2005 Massimo Uberti - 5500° K La freddezza progettuale è la cifra stilistica a cui spesso Massimo Uberti in passato ci ha abituati con opere rigorose, dove talvolta la luce traccia architetture luminose e perfette dalle 15.30 alle 19.30 mattina, sabato e festivi su appuntamento paolo bonzano artecontemporanea via di monte giordano +39 0697613232 www.arte3.com info@arte3.com Roma dall’ 11/03/2005 al 31/05/2005 Michelangelo Pistoletto - azione-comunic-azione Nell’allestimento delle opere, l’artista ha scelto di lasciare vuote le pareti e di utilizzare esclusivamente la superficie delle colonne, elemento architettonico che caratterizza in modo rilevante lo spazio della galleria mart-sab 10-13 e 16-19.30 oredaria arti contemporanee via reggio emilia +39 0697601689 www.oredaria.it info@oredaria.it Roma dal 23/02/2005 al 5/04/2005 Mikele Ceppi - L’artista nella vita moderna Un’estetica cupa unita a un linguaggio crudo e pungente è ciò di cui l’artista si serve per mostrarci la vita moderna, piena di contraddizioni e ipocrisia, di opportunismo e apparenza. Exibart.onpaper dal martedì al sabato 10–19 contesta rock hair via degli zingari +39 0647823717 www.contestarockhair.com contestazingari@tin.it ROMA 10 marzo - 19 giugno 2005 Munch 1863 - 1944 www.wadadaw.com k@wadadaw.com Roma dal 13/03/2005 al 16/04/2005 Pierre Martin - Rome se couche moi aussi 1993-2003 calendario.69 VELLETRI (RM) fino al 24 aprile 2005 Il sacrificio di Isacco opere di Matteo Cassetta Il titolo si riferisce ai dieci anni passati dall’artista a Roma e in mostra sono esposte opere selezionate fra le serie realizzate in questo decennio. vengono accostati alle opere tessili di un’artista contemporanea mar-ven 9-13 sab 10-13 dom-lun chiuso museo luxoro viale mafalda di savoia +39 010322673 www.museoluxoro.it museoluxoro@comune.genova.it GENOVA 18 marzo - 9 aprile 2005 mart.-ven. 11-13 e 16.30-19, sab. 1113 cafe’ europe TOILETTE - TOILET tra pubblico e privato via dei prefetti +39 0668805610 cafeurope@interfree.it in Svizzera Il CAMeC presenta - in collaborazione con la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e il Museo Cantonale d’Arte di Lugano - un’esposizione dedicata alla giovane scena artistica contemporanea in Svizzera. da martedì a sabato 10-13 e 15-19, domenica 11-19, chiuso lunedì camec - centro arte moderna e contemporanea piazza cesare battisti +39 0187734593 camec@comune.sp.it LAVAGNA (GE) Roma dal 12 marzo al 9 aprile Vered Gamliel dall’ 11/03/2005 al 25/03/2005 Roberto De Paolis In the rye Le foto in bianco e nero del giovane fotografo Roberto De Paolis mettono in scena uno dei temi quotidiani e tuttavia più intimi con cui conviviamo: non incontrarsi o scontrarsi Dal lun. al gio.: 9.30 - 19.30 Ven. e sab.: 9.30 - 23.30 Domenica: 9.30 - 20.30 COMPLESSO DEL VITTORIANO Per informazioni: tel. 06.6780664 da martedì a sabato 17-20 e su appuntamento la porta blu gallery arco degli acetari +39 3392214695 www.laportablu.it laportablu@laportablu.it Personale Inaugurazione domenica 20 marzo 2005 ore 18:30 tutti i giorni su appuntamento LA CASA DEL CRITICO Via Ceppeta Sup.9 Velletri (RM) Tel. 06/96152352 silviasfr@libero.it Roma Liguria dal 18/02/2005 al 30/04/2005 Roma dal 26/02/2005 al 9/04/2005 Nato Frascà - Antologica 1962-1967. Il periodo del Gruppo 1 La mostra espone il lavoro di Nato Frascà realizzato e proposto dal 1962 al 1967, breve ma intenso periodo dell’attività del Gruppo 1, analizzandolo per la prima volta in forma antologica e singolarmente poichè, per statuto, i componenti del gruppo, finchè esso ha operato, hanno esposto solo in collettivo. dalle 16,30 alle 19,30 (escluso lunedì e festivi) a cura di Barbara Martusciello galleria mascherino Sol LeWitt al Portico d’Ottavia Sulle pareti a volta della galleria sono realizzati i “New pencil walldrawings” (nuovi disegni murali a matita). lun-sab 15,30-19,30 o per appuntamento valentina bonomo artecontemporanea via del portico d’ottavia +39 066832766 www.galleriabonomo.com valentina.bonomo@fastwebnet.it dall’ 11/03/2005 al 9/04/2005 Stefano De Luigi Poronland Da Berlino a Los Angeles, da Parigi a Tokyo un viaggio fotografico nel mondo del porno, dove il sesso è simulato, evocato, esaltato, spinto al suo eccesso Roma galleria santa cecilia Paolo Bazzocchi Impalpabili strati d’essere 2 Personale lun_ven 10-13 e 17-19.30. sabato su appuntamento galleria oddi baglioni via gregoriana +39 066797906 galleriaoddibaglioni@libero.it Roma dal 12/04/2005 al 5/06/2005 Patrick Mimran Vertigine Mimran ritiene che l’iperstimolazione dovuta all’avvento dei mezzi di comunicazione globale di massa abbia determinato un antitetico, se non ironico, effetto: le persone comunicano sempre meno, proprio nell’epoca dell’informazione e della comunicazione globale. ma-sa 16-19,30 galleria luxardo via di tor di nona +39 066780393 www.gallerialuxardo.com info@gallerialuxardo.com Roma dal 5/04/2005 al 20/04/2005 Phairy Tales Marta Valenti, MariaChiara Calvani, Arianna Fumagalli aka via del pellegrino dall’ 11/03/2005 al 18/04/2005 Daniela Cavallo - Multiethnos In questa occasione saranno presentate stampe digitali a colori di medie dimensioni e a bassa tiratura. dal martedì al sabato 9,30-12,30 e 15,30-19 joyce & co. piazza di santa cecilia +39 0658334365 www.galleriasantacecilia.com info@galleriasantacecilia.com Genova All’apparenza il lavoro di Emma Caprini appare delicato e lieve, tuttavia dietro tanta leggerezza si cela un messaggio forte e ovunque presente, che ha origini e motivazioni complesse. dall’ 11/03/2005 al 31/03/2005 Diego I. Toscani La galleria Passo Blu presenta la personale del giovane artista genovese Diego I. Toscani: sette grandi tele (100 x 150), sette ritratti, sette epifanie svelate sotto la pelle. mart_sab 10-13 e 16-19 passo blu Roma dal 12/03/2005 al 15/04/2005 Genova Il progetto Vis à Vis si propone di mettere a confronto artisti vissuti in contesti storicamente differenti (Polonia ed Italia) e di mettere a fuoco le più attuali problematiche e riflessioni sull’arte contemporanea ore 18-20 volume! via san francesco di sales +39 0670397611 www.volumefnucci.it info@volumefnucci.it Roma dal 15/03/2005 al 26/03/2005 WorkUp Mariana Ferratto All’interno dei locali sarà proiettato il video Sweetness (2004) nel quale l’artista consuma una cena romantica con un uomo-fantoccio, simbolo forse dell’incomunicabilità e dell’univocità dei sentimenti. tutti i giorni 8.30-15.30 e 18.30-02 parablo’ via di portonaccio +39 0643534200 www.parablo.it La Spezia dal 12/03/2005 al 31/03/2005 vico stella +39 3200591361 www.passoblu.it info@passoblu.it Vis à Vis - Miroslaw Balka / Alfredo Pirri presso il Bagno Pubblico piazzale Mandracchio, Porto Antico Genova Organizzata da: IN ARTE - Workshop Portoantico Portico delle Murette del Molo Porto Antico Genova Tel. 3471095920 in_arte@yahoo.it vico del fieno +39 0102469217 maurizio.vallebona@libero.it Roma via del mascherino +39 0668803820 mascherino@iol.it dal 17/03/2005 al 30/04/2005 Genova collettiva fotografica espongono 14 giovani fotografi inaugurazione venerdì 18 marzo 2005 ore 19,00 Orari: Tutti i giorni dalle 16,00 alle 20,00 orario: dal martedì al sabato 15.00-19.00 o su appuntamento biglietti: ingresso libero vernissage: 12 marzo 2005. ore 18 GALLERIA AGHEIRO Corso Buenos Aires 60 Tel. +39 0185370032 fax +39 0185370032 info@agheiro.org www.agheiro.org Emma Caprini Tempo di giocare 17-20. chiuso domenica e lunedì il gabbiano arte contemporanea via don minzoni +39 0187733000 LA SPEZIA dal 9 aprile al 7 maggio The Photograph of Dorian gray dal 16/04/2005 al 21/08/2005 Lombardia Bergamo dal 22/03/2005 al 3/07/2005 Cézanne / Renoir - Capolavori dal Musée de l’Orangerie Per la prima volta verranno esposti in Italia i 30 dipinti della Collezione di Paul Guillaume che costituiscono un nucleo fondamentale del patrimonio del Musée de l’Orangerie di Parigi. tutti i giorni 10-21, giovedì 10-22; lunedì chiuso accademia carrara di belle arti Giappone. L’Arte del mutamento - Avvolti nel mito. Tessuti e costumi fra Settecento e Novecento dalla collezione Montgomery piazza giacomo carrara +39 035399640 www.accademiacarrara.bergamo.it segr@accademiacarrara.bergamo.it L’immagine dei tessuti e degli abiti in Giappone è tradizionalmente legata ai kimono e ai preziosi tessuti in seta, come quelli provenienti dalle celebri e raffinatissime manifatture di Kyoto dal 19/03/2005 al 17/04/2005 Bergamo Emanuele Luzzati - Biancaneve e il lupo cattivo La mostra presenta le tavole originali realizzate dall’artista per le favole dei fratelli Grimm, affiancate dalle sagome in legno dei principali protagonisti tutti i giorni 9-21 (ultimo ingresso alle 20), chiuso il lunedì palazzo ducale piazza giacomo matteotti +39 0105574000 www.palazzoducale.genova.it palazzoducale@palazzoducale.genova.it Genova dall’ 8/12/2004 al 9/04/2005 Intrecci - I macramè di Maria Luisa Malerba e le ceramiche spagnole delle Civiche Collezioni Una serie di pezzi significativi del patrimonio di ceramiche spagnole conservato nelle Civiche Raccolte A cura di Carolina Lio Vernissage: 9 aprile ore 18 PERFORM CONTEMPORARY ART Via XXIV Maggio 57 Info: 3388445916 3404644067 perform.gallery@virgilio.it fino al 31 marzo: martedì-domenica 9.30 –13 e 14.30–17.45; dal 1 aprile: martedì-domenica 10–13 e 15–18.45 gamec - galleria d’arte moderna e contemporanea via san tomaso - +39 035399528 www.gamec.it - info@gamec.it Bergamo dal 21/10/2004 al 25/04/2005 La Spezia dal 9/04/2005 al 26/06/2005 Sentieri e avvistamenti. Giovane arte contemporanea John Armleder - Voltes IV Il progetto, Voltes IV, avvolge il visitatore in un gioco di luci e di segni: l’intera parete di fondo della sala è occupata da un target del diametro oltre 6 metri interamente realizzato con neon di luce bianca che si se vuoi dare maggiore visibilità alla tua mostra in questo calendario >> adv@exibart.com | 055 2399766 70.calendario illuminano a intermittenza. martedì – domenica 10.00 – 19.00; giovedì 10.00 – 22.00. lunedì, natale e capodanno chiuso gamec - galleria d’arte moderna e contemporanea via san tomaso - +39 035399528 www.gamec.it - info@gamec.it Brescia dall’ 11/03/2005 al 9/04/2005 Città di carta Da Sironi ai contemporanei: opere su carta sulla città dal lunedi al sabato 16-19.30, mattina su appuntamento hera arte contemporanea vicolo san clemente +39 0303750628 www.heraartecontemporanea.com info@heraartecontemporanea.com Exibart.onpaper Busto Arsizio GALLARATE (VA) fino al 5 giugno 2005 dal 19/02/2005 al 24/04/2005 Barbara Nahmad - Yesterday now Nahmad aggiunge ora altri ritratti e soprattutto una grande installazione volta a far rivivere l’epopea delle contestazioni studentesche del 1968: installazione eseguita con documenti fotografici su cui l’artista è intervenuta pittoricamente. Da Balla a Morandi Capolavori della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma BRESCIA Carla Mattii Type/no Type FABIO PARIS ART GALLERY Via Alessandro Monti 13 25121 BRESCIA Tel 0303756139 www.fabioparisartgallery.com info@fabioparisartgallery.com da martedì a sabato 14-02, domenica 18-02; chiuso il lunedì b.art bianchi arte via dei bagni +39 3285407847 b.art-brescia@libero.it Brescia dal 19/03/2005 al 5/05/2005 Sol LeWitt Bagage ...”di quale viaggio parli?” ..”poco importa.” Milano via fatebenefratelli +39 0229060126 forni.mi@iol.it Alessandra Spranzi - Cose che accadono Como Picasso. La seduzione del classico Alessandra Spranzi presenta Cose che accadono, fotografie realizzate fra il 2002 e il 2004. A Villa Olmo centotrenta opere, tra dipinti, disegni, arazzi, incisioni, linogravure, sculture e ceramiche, indagheranno l’esperienza giovanile figurativa del maestro spagnolo. orario: mar-dom 9-18, giov 9-21, lun chiuso catalogo: Palombi Editore curatori: Giovanna Bonasegale, Emma Zanella martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 20.00; venerdì, sabato e domenica 9.00 – 22.00. lunedì chiuso (la biglietteria chiude un’ora prima) a cura di Maria Luïsa Borràs, Massimo Bignardi, Luigi Fiorletta villa olmo CIVICA GALLERIA DI ARTE MODERNA Viale Milano 21 (21013) +39 0331791266 (info) gam@comune.gallarate.it www.uessearte.it/BallaMorandi.html via simone cantoni +39 031574240 domenica 10-12 e 15-19 museo d’arte contemporanea COMO 16 aprile – 28 maggio 2005 Mario Bottinelli Montandon The war is over viale padania +39 0392145174 www.comune.lissone.mi.it pinacoteca@comune.lissone.mi.it Mantova dal 5/03/2005 al 10/04/2005 Corrado Bonomi - Arti & mestieri Personale dal 2/04/2005 al 7/05/2005 Premio Mantero per l’Arte Giovane 2005 La fusione tra arte e moda sarà inoltre al centro di alcuni incontri che si terranno a “la tessitura” nei sabati successivi all’inaugurazione della mostra. a cura di Roberto Borghi la tessitura viale franklin delano roosevelt +39 031321312 www.latessitura.com latessitura@mantero.com dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19.30; sabato dalle 15.30 alle 19.30 galleria massimo minini dall’ 8/04/2005 al 26/06/2005 Lissone Antoni Tàpies Torna in Italia dopo 20 anni Antoni Tàpies, a cui il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone dedica una importante mostra composta quasi interamente da opere mai esposte nel nostro Paese. da martedì a venerdì 15-19; sabato e dal martedì al sabato 14.30-19.30 e su appuntamento bonelli arte contemporanea da martedì a sabato 15-19 monica de cardenas via francesco viganò +39 0229010068 www.artnet.com/decardenas.html monica@decardenas.com Christian Boltanski da lunedì a venerdì 9-13 e 14,30-18. sabato10-12,30 e 15-17 galleria grazia neri 9.30–17.30 da martedì a sabato. giovedì fino alle 21. domenica fino alle 19.30. chiuso il lunedì a cura di Jean-Hubert Martin pac - padiglione d’arte contemporanea dal 15/03/2005 al 7/05/2005 Andrea Chiesi - Nero In mostra sono presentati cinque dipinti di grande formato, tra cui il Gasometro (cm 200x300) che era alla sezione Anteprima della Quadriennale (Torino 2004) e una quindicina di opere medio/piccole. Novità assoluta l’installazione di disegni realizzati con pastello a olio a simulare un effetto carboncino martedi-sabato ore 10-13, 15.30-19.30 a cura di Luca Beatrice corsoveneziaotto Milano dal 6/03/2005 al 15/05/2005 dal 9/03/2005 all’ 8/04/2005 viale te +39 0376369198 www.centropalazzote.it segreteria@centropalazzote.it Le opere esposte in galleria comprendono un’istallazione di boxes lenticolari che a seconda del punto di vista dell’osservatore alla parola ‘speranza’ tradotta in più lingue si contrappone e confonde un cielo azzurro e bianco di nuvole che si stanno diradando come dopo un temporale. Una serie di ritratti scattati su 13 spiagge europee ci riportano all¹essenza di luoghi e culture diverse attraverso il modo in cui i soggetti si pongono di fronte all’obbiettivo. Mantova lunedì 13–18.30; martedì–domenica 9- 18.30. chiusura biglietteria ore 17.30 palazzo te Chiara Dynys Milano corso venezia +39 0236505481-2 www.corsoveneziaotto.com info@corsoveneziaotto.com Al centro di tutto un prestito eccezionale, il grande dipinto di Giovanni Paolo Pannini raffigurante la Galleria ideale del Cardinale Valenti Gonzaga dal 31/03/2005 al 14/05/2005 Alessandro Albert & Paolo Verzone - Grandi bagnanti via corrado +39 0376244769 giobonelli@libero.it Ritratto di una collezione. Pannini e la Galleria del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga da lunedì a domenica 11-19 the bag dal 9/03/2005 all’ 8/04/2005 Milano corso vittorio emanuele ii +39 0376365854 Como Milano dal 19/03/2005 al 23/04/2005 libreria galleria einaudi GALLERIA MILLY POZZI ARTE CONTEMPORANEA via Parini 18, Como Tel. 031 260 999 Orari: da mar. a sab. 14 –19 www.millypozziarte.it info@millypozziarte.it corso venezia +39 02784100 www.fotografiaitaliana.com info@fotografiaitaliana.com via pietro maroncelli +39 02625271 www.grazianeri.com Tripla personale curatrice: Martina Corniati catalogo: Milly Pozzi Edizioni vernissage: sabato 16 aprile 2005 ore 18 dalle 15 alle 19. chiuso domenica e lunedì – sabato su appuntamento dalle 15 alle 19 fotografia italiana Mantova Arcipelago Hyle Per la sua quarta personale alla Galleria Massimo Minini, le precedenti sono del 1982, del 1988 e del 1992, LeWitt espone alcune sculture in vetroresina dipinta, dai colori brillanti e vivaci, e un gruppo di gouaches. via luigi apollonio +39 030383034 www.galleriaminini.it info@galleriaminini.it dal 5/04/2005 al 28/04/2005 dal 17/03/2005 al 21/04/2005 dal lunedi al sabato 15-19. festivi su appuntamento fabio paris art gallery Fate girare l’Economia. Ma anche le scatole. Quando quest’ultime sono recuperate tra i vuoti del consumo negli scaffali dei supermercati, e trasformate in protagoniste di una mostra Milano Milano Personale in contemporanea nella nostra galleria e presso la Boreas Gallery di Brooklyn: il suo ultimo progetto artistico, la videoanimazione dal titolo ‘Rocco never dies’. Raffaella Formenti Con su Mate Donne algide dalla pelle di albastro osservano con aria distaccata il mondo circostante; i loro volti, lontani da un’estetica del quotidiano, sembrano uscire direttamente dalle pagine di una rivista di moda. via andrea costa +39 0331322311 www.fondazionebandera.it info@fondazionebandera.it Federico Solmi Rocco never dies dal 19/03/2005 al 17/04/2005 Alberto Castelli via luigi porro lambertenghi +390245478297 milleventi@libero.it via diego guicciardi +39 3331480676 www.thebag.it info@thebag.it dal 26/02/2005 al 26/03/2005 Brescia dal 17/03/2005 al 23/04/2005 10-19 galleria 1000eventi martedì-sabato 10-13 e 16-19,30 studio forni Brescia via alessandro monti +39 0303756139 www.fabioparisartgallery.com fabio@fabioparisartgallery.com Milano Collettiva di arte e design tutti i giorni 10–19. chiuso lunedì, domenica 27 marzo a cura di Marina Pizziolo, Maurizio Sciaccaluga fondazione bandera dal 19/03/2005 al 17/07/2005 fino dal 2 al 30 aprile 2005 +39 0258317556 bazart.scoglioquarto@ tiscali.it Anne Arden McDonald - From earth to sky FROM EARTH TO SKY è uno sguardo sulla fotografia di Anne Arden McDonald, uno sguardo profondo e segreto dentro il suo mondo. Come una specie di dormiveglia, dove l’attenzione non cala mai. dal 31/03/2005 al 30/06/2005 Una mostra dedicata alla dimensione temporale, al trascorrere del tempo e alla sua percezione. via palestro +39 0276009085 www.pac-milano.org segreteria@pac-milano.org Milano dal 3/02/2005 al 9/04/2005 Daniele Bordoni - La zona La prima mostra personale milanese di Daniele Bordoni presenta un ciclo di quadri le cui immagini sono inquadrature di dimensioni periferiche, di spazi perduti alla civiltà, e che sono ai margini dello stesso incessante flusso temporale. dal martedì al sabato dalle 16-19.30. al mattino su appuntamento antonio battaglia arte contemporanea via ciovasso +39 0236514048 galleriabattaglia@fastwebnet.it MILANO 5 aprile - 24 maggio 2005 Dimitrios Antonitsis TOTAL RECALL da martedì a sabato 15.30-19.30. chiuso festivi e lunedì o’artoteca via pastrengo +39 0266823357 www.uovodicolombo.com o.artoteca@uovodicolombo.com Milano dal 3/03/2005 al 3/07/2005 Milano dal 15/03/2005 al 31/03/2005 Alba Savoi - Scrivendo tra le pieghe Dalla poesia visiva al “libro oggetto” , dalla cosiddetta computer art, alla ricerca segnica, all’intervento tridimensionale, sempre privilegiando,del resto, un’attitudine fortemente concettuale martedì-venerdì 17-19.30 o per appuntamento scoglio di quarto via scoglio di quarto Annicinquanta. La nascita della creatività italiana Uno straordinario affresco sulla vita italiana da martedì a domenica 9.30–20. giovedì 9.30–23. lunedì chiuso (la biglietteria chiude un’ora prima) palazzo reale piazza del duomo +39 0280509362 Milano dal 13/04/2005 al 18/04/2005 Anytime soon.Australia Vernissage: martedì 5 aprile ore 18.30 orari: mar. - ven. 15.30-19.30; sab. - lun. su appuntamento THE FLAT - Massimo Carasi via Vaina 2 - Milano tel.02 58 31 38 09 carasi-massimo@libero.it www.carasi.it Exibart.onpaper Milano calendario.71 Milano dal 23/02/2005 al 2/04/2005 dal 16/03/2005 al 16/05/2005 Davide Baroggi Fuori di cuore Joël Tettamanti Maloting Un ciclo di figure e corpi arricchisce il percorso della mostra in cui affiora la vertigine dell’esistenza che fa di questo pittore un artista di assoluta originalità e forza, serrato tra il suo personalissimo itinerario lirico e la persuasione del sogno. Maloting è un percorso fotografico che si sviluppa nell’incontro tra la memoria profonda dell’artista, lo sguardo disilluso sulla condizione africana e sul retaggio alieno che gli europei hanno lasciato su appuntamento spazio symphonia corso giacomo matteotti +39 02777071 www.symphonia.it info@symphonia.it da lunedì a venerdì ore 11-13 e 15-19 bruna soletti arte contemporanea via bramante +39 0233605115 brunasoletti@fastwebnet.it Milano Milano dall’ 8/02/2005 al 31/03/2005 dall’ 8/03/2005 al 23/03/2005 Dopo Coplans Il corpo, non la mente è vicino al mistero della nostra esistenza. La mente sparisce quando il corpo resta ancora “cadavere” marmoreo, ancora a mostrarsi. dal martedì al sabato 16,30-19,30 travelling gallery via cola montano +39 0245484258 arte_eventi@infinito.it Milano Jonathan Lasker New Paintings 2002-2004 La Galleria Cardi & Co. presenta dodici opere inedite di grande e medio formato realizzate nel 2004, oltre ad una serie di lavori su carta che costituiscono il momento progettuale precedente alla pittura. galleria cardi & co corso di porta nuova +39 0262690945 www.galleriacardi.com info@galleriacardi.com dal 22/01/2005 al 18/04/2005 Gaetano Pesce - Il rumore del tempo L’esposizione non si avvarrà solo di oggetti, disegni, testi e video, ma cercherà di mettere in scena nuovi metodi di rappresentazione, per poter coinvolgere in maniera emozionale e interattiva i visitatori. MILANO dal 3 marzo al 9 aprile Julie Weekes Urban aboriginal visions 10.30–20.30, chiuso il lunedì a cura di Silvana Annicchiarico triennale - palazzo dell’arte Il Cerano 1573-1632. Protagonista del Seicento lombardo Un’ampia antologica del “maggiore e più emblematico maestro lombardo dell’età di Federico Borromeo”, indicato come tale dal Testori martedì – domenica 9.30–20. giovedì 9.30–23. lunedì chiuso (la biglietteria chiude un’ora prima) a cura di Marco Rosci, Mina Gregori palazzo reale piazza del duomo +39 0280509362 Milano dal 9/03/2005 al 12/04/2005 Irene Gunston Sculture Dieci opere in bronzo della scultrice anglomaltese Irene Gunston verranno esposte, per la prima volta, a Milano. tutti i giorni dalle 15.30 alle 19.30 – mattina su appuntamento – escluso i festivi antonia jannone corso giuseppe garibaldi +39 0229002930 antoniajannone@tiscalinet.it orario: dal lunedì al venerdì 10.00-18.00 o su appuntamento biglietti: ingresso libero vernissage: 3 marzo 2005. ore 18 Curatori: Elisa Gusella dal 16/03/2005 al 26/04/2005 Karin Andersen La mostra, composta da stampe e light boxes, contiene diversi elementi che manifestano la continua evoluzione dell’artista. da martedì a sabato 10.30-19.30 studio d’arte cannaviello corso como +390265353 www.galleriacarlasozzani.org info@galleriacarlasozzani.org Milano dal 16/03/2005 al 16/04/2005 Marcello Leone Polvere-luce Saranno esposte opere realizzate negli ultimi anni, che segnano un approfondimento ed una precisa presa di posizione dell’artista, sulla natura e le problematiche che circondano il mondo della pittura. dal martedì al sabato 16–19,30 spaziotemporaneo Marcello Moscara È soltanto un discorso sospeso vernissage: 22 marzo 2005. ore 18,30 orario: 10.00-12.30 e 15.3019.30. Lunedì e festivi chiuso catalogo: con testo di Ivan Quadroni MAGROROCCA Largo Fra' Paolo Bellintani 2 +39 0229534903 (info) +39 0229534903 (fax) magrorocca@tiscali.it www.magrorocca.com Milano Dedicata alla presenza e al significato degli oggetti industriali nella vita dell’uomo contemporaneo, dagli Anni Trenta del Novecento a oggi. Exibart.onpaper martedì, venerdì, sabato e domenica, 10.30–19.30. mercoledì e giovedì, 10.30–21. lunedì, 15.30–19.30 a cura di Giuliana Scimé galleria carla sozzani dall’ 8/03/2005 al 7/05/2005 L’estasi delle cose via gustavo modena +39022046256 ierimontigallery@virgilio.it Autore fra i più interessanti ed innovativi nel panorama internazionale della fotografia, Luis González Palma non assomiglia a nessuno, non ha tratto ispirazione né è stato influenzato da alcun fotografo del passato o della contemporaneità. Milano dal 24/02/2005 al 30/03/2005 10,30_18,30 orario continuato sabato su appuntamento, domenica e festivi chiuso ierimonti gallery Luis Gonzalez Palma Antologica 1993-2004 via antonio stoppani +39 022040428 cannaviello@interfree.it dal 22/03/2005 al 12/06/2005 Il suo lavoro si stacca dalle esperienze artistiche internazionali degli anni ‘90, sia da quelle moraliste/sociologiche che si sono servite della miseria del mondo, sia da quelle ad alto effetto visivo spettacolare, in cui dominava lo shock emozionale, la trasgressione pseudo sessuale. dal 23/02/2005 al 3/04/2005 AB ORIGENA Corso Monforte 39 Milano Tel. +39 02782166 info@aborigena.it www.aborigena.it Milano 10-19.30, martedì e giovedì fino alle 22, lunedì chiuso spazio oberdan viale vittorio veneto +39 0277406300 www.provincia.milano.it/oberdan Martin Klimas / Sirous Namazi Gravity I due giovani artisti, con percorsi indipendenti, si misurano con una declinazione soggettiva del tema della fragilità, che indagano a partire dall’evento materiale di un oggetto che si infrange. galleria suzy shammah via san fermo +39 0289059835 info@suzyshammah.com Liliana Moro - Underdog Nel lavoro di Liliana Moro i diversi media si incontrano: disegno, scultura, musica, MiArt si presenta completamente rinnovata: nuovo comitato di selezione degli espositori, nuovi allestimenti, la possibilità per i collezionisti di vedere la fiera in anteprima, una fitta programmazione di eventi collaterali e progetti artistici preparati per questa occasione dentro e fuori l'area espositiva. MiArt è l'unica mostra-mercato in Italia a presentare 3 distinti settori Moderno, Contemporaneo e Anteprima - dalle avanguardie storiche ad oggi, e la sezione Art & Co. dedicata alla linea di confine tra arte e design inaugurazione 4 maggio 2005, ore 18.00 su invito Orario: 11.00 - 20.00 Ingresso: Porta Metropolitana. Padiglione 11 Biglietti: Intero 15 euro, Ridotto 10 euro Catalogo: il catalogo sarà disponibile dal 5 maggio ‘05. FIERA MILANO INTERNATIONAL SPA Largo Domodossola, 1 Palazzina FMI - Milano Telefono: +39 0248550.1 Fax: +39 0248550420 E-mail: miart@fmi.it dal 28/04/2005 al 24/06/2005 Michel Verjux Milano dal 7/02/2005 all’ 1/04/2005 Paola Pivi / Annika Larsson / John McCracken Paola Pivi - Fant ass Tie. Annika Larsson Hockey. John McCracken - Eighties galleria massimo de carlo via giovanni ventura +39 0270003987 www.massimodecarlo.it info@massimodecarlo.it Milano dal 16/03/2005 al 15/05/2005 Paura Collettiva che coinvolge artisti di varie parti del mondo su un sentimento intimo, biblico e mediatico. tutti i giorni 15-21 artandgallery via francesco arese +39026071991 www.artandgallery.it Milano a cura di Massimo Pitis con Cristina Dell’edera art book milano La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura giovedì 28 aprile una mostra personale dell’artista francese Michel Verjux che presenta in questa occasione un intervento inedito appositamente creato per gli spazi della galleria. via giovanni ventura +39 0221597624 www.artbookmilano.it g.sala@artbookmilano.it da lunedì a venerdì 10-13 e 15-19 a arte studio invernizzi dall’ 8/03/2005 al 30/04/2005 via domenico scarlatti +390229402855 www.aarteinvernizzi.it info@aarteinvernizzi.it Milano Raghubir Singh A way into India Milano La mostra racconta del magico incrocio tra due culture, quella orientale esoterica e ricca di misticismo con quella occidentale, positivista e pragmatica. dal 7/04/2005 al 3/05/2005 dal martedì al sabato 15-19,30 nepente art gallery multiplo_1, daily endless multiple made recyclable Da un’idea di Giovanna Giannattasio, N.O.Gallery definisce un ciclo di mostre dedicato alla ricerca sul multiplo d’artista oggi. dal lunedì al venerdì 10-19. sabato su appuntamento. domenica chiuso n.o.gallery via matteo bandello +39 02498989, +39 0243315067 www.neveroff.it press@neveroff.it Milano dal 14/04/2005 al 26/05/2005 Orange! Numerosi artisti parteciperanno all’invito della galleria in un “work in progress” fino all’apertura. da martedì a sabato 15-19 galica artecontemporanea Milano info - distribuzione - abbonamento via lepontina +39 0269311460 www.marellart.com info@marellart.com La mostra colma il vuoto di vent’anni che circonda la figura di questo grande progettista italiano della comunicazione visiva. Milano dal 17/03/2005 al 17/04/2005 Banabi è un microcosmo virtuale popolato di piccole e colorate presenze bidimensionali. da martedì a venerdì 11-19.30. sabato 12-19 marella arte contemporanea Pino Tovaglia La regola che corregge l’emozione via lodovico settala +39 0274281090 www.ennezerotre.it info@ennezerotre.it Milano Maurizio Piraccini - Banabi Sulla scia del successo internazionale che sta registrando l’arte contemporanea Cinese, e in attesa dell’apertura di una sede a Pechino, la Marella Gallery compie un altro grande passo nell’ambito della ricerca artistica che sta effettuando già da alcuni anni su quest’area geografica ampia e variegata. dal 19/01/2005 al 2/04/2005 n!03 viale bligny +39 0258430760 www.galica.it mail@galica.it Milano dal 10/03/2005 al 21/05/2005 MiArt X - Fiera Internazionale d'Arte Moderna e Contemporanea Milano dal 22 marzo al 30 aprile Milano Jack Deppy - From here to here via bligny +39 0258322237 emif@micronet.it MILANO Milano MILANO Dal 5 all'8 maggio 2005 da martedì a sabato 11-19,30 galleria emi fontana via solferino +39 026598056 www.gospark.com/spaziotemporaneo spazio.temporaneo@libero.it viale emilio alemagna +39 02724341 www.triennale.it info@triennale.it dal 24/02/2005 al 5/06/2005 parole, video e performance compongono il mondo di quest’artista via alessandro volta +39 0229008422 www.nepente.com gallery@nepente.com Milano dal 22/02/2005 al 10/04/2005 Raúl Belinchón Ciudades subterràneas Dopo la mostra a Berlino, Il giovane fotografo spagnolo, espone alla Galleria Davide Di Maggio una serie di dieci nuove foto di grande formato appositamente progettate per la mostra di Milano. dal lunedì pomeriggio al sabato dalle 10,30 alle 20,30 galleria davide di maggio mudimadue corso di porta romana +39 0286915631 davidedimaggio@libero.it Milano dal 2/02/2005 al 3/04/2005 René Burri - Retrospettiva 1950-2000 dal 17/02/2005 al 16/04/2005 Out of the Red II. The photographic session René Burri Fotografie 1950-2000 è una mostra di circa 200 immagini, alcune celebri, compresi molti “vintage print” (stampe originali dell’epoca) provenienti dall’archivio personale di Burri, con alcune fotogra- h t t p : / / o n pa p e r. e x i b a r t . c o m 72.calendario Exibart.onpaper fie inedite. da martedì a domenica dalle 9.30 alle 17.30 arengario piazza del duomo +39 0254917 www.museidelcentro.mi.it Milano MILANO dal 18 marzo al 23 Aprile Tra Pittura e Scultura BARNI, CECCOBELLI, COLOMBARA, COSTA, CRIPPA, DEL PEZZO, GARELLI, GARUTTI, KOLAR, MARANIELLO, MERLINO, MERZ, PINELLI, PIRRI, TATAFIORE dal 18/12/2004 al 27/03/2005 pre teso al confronto e allo stesso tempo alla ricerca di un’armonizzazione tra diversi linguaggi espressivi, tecniche, materiali ed esperienze, per il suo terzo appuntamento del 2005 accoglie una selezione delle creazioni di LUISA CAPUA PER Z’ATELIER. da martedì a venerdì 10-12 e 15-19. sabato 11-19 artefatto via carlo prina - +39 0395960047 www.arte-fatto.it paola.pilotti@arte-fatto.it Salvador Dalì - piacere e complessità di un genio Il corpo della mostra interessa 22 sculture originali in bronzo, appartenenti alla collezione Clot, e 250 tra litografie, acqueforti, incisioni e xilografie realizzate da Dalì per illustrare temi e testi letterari. SEREGNO (MI) 19 Marzo - 17 Aprile 2005 REFRESH tutti i giorni dalle 10-19. chiuso il lunedì fondazione metropolitan corso italia +39 02860414 www.fondazionemetropolitan.it fondazione@fondazionemetropolitan.it Milano dal 30/03/2005 al 22/04/2005 Stefano Pizzi Passerelle celesti Una vera e propria collezione di nuovi modelli da presentare al pubblico. Modelli ovviamente reinterpretati, stravolti e ipercolorati indossati con disinvoltura da mature e un po’ austere signore di mezza età da lunedì a venerdì 16-19. sabato 1012.30 e 16-19. anche su appuntamento artetadino6 via alessandro tadino +39 0226265541 www.artetadinosei.it segreteria@artetadinosei.it Milano dal 12/04/2005 al 12/06/2005 Steve McQueen Steve McQueen ha cominciato a lavorare agli inizi degli anni Novanta, affermandosi a livello internazionale per l’uso sofisticato del linguaggio cinematografico da martedì a domenica 10-20 fondazione prada via antonio fogazzaro +39 0254670515 www.fondazioneprada.org info@fondazioneprada.org Milano dal 26/04/2005 al 2/06/2005 The Season Volume 4 - Jason Middlebrook / Matteo Basilé Jason Middlebrook: il tema della mostra alla Galleria Pack sarà la forza della mente; Matteo Basilé presenterà alcuni tavoli, disegnati dall’artista stesso, realizzati come indiretti light-box funzionali dal martedì al sabato 13-19,30 galleria pack foro buonaparte +39 0286996395 www.galleriapack.com galleriapack@libero.it Milano dal 28/04/2005 al 30/06/2005 Thomas Flechtner - Silent Walk In mostra verranno presentate alcune opere del lavoro che lo ha consacrato a livello internazionale, raccolto nel libro SNOW, pubblicato da Lars Müller nel 2001. dal martedì al sabato 16-19.30 antonio colombo arte contemporanea via solferino +39 0229060171 www.colomboarte.com info@colomboarte.com Milano dal 7/04/2005 al 7/05/2005 Tobias Rehberger Rehberger dà vita con le sue opere a dei veri e propri ambienti. Il cinema e la luce hanno assunto negli ultimi anni un ruolo sempre più importante nella sua produzione artistica da martedi a sabato 10,30-12,30 e 15,30-19 fondazione marconi via alessandro tadino +39 0229404373 New Kids in Town Inaugurazione venerdì 18 marzo ore 18.00 Orari dalle 10 alle 19 Domenica e Lunedì chiuso Altri Eventi: Da Venerdì 29 Aprile ore 18 al 18 Giugno 2005. John van't Slot con presentazione monografia Da Venerdì 25 Giugno ore 18 al 30 Luglio 2005. Gérard Garouste & Mimmo Germanà dal 14/01/2005 al 10/04/2005 Umberto Boccioni Incisioni, ex libris, manifesti, illustrazioni L’esposizione presenta la produzione grafica del grande artista, situata cronologicamente dal maggio 1907 al luglio 1910, prima della sua adesione alla poetica futurista. ALESSANDRIA 9 aprile - 19 giugno 2005 arte.necessaria Opere di Gaetano Pesce Nobody' perfect Dell'architetto-designer-artista Gaetano Pesce viene esposta la collezione Nobody's perfect da lui realizzata con Zerodisegno di Alessandria L'esposizione è allestita in un palazzo del Settecento, volutamente insieme al nucleo del futuro museo della città, con l'obiettivo di rimarcare la contaminazione - contrapposizione tra il passato e il presente futuro dell'opera dell'architetto che si radica concettualmente e concretamente nella contemporaneità. Orari di visita: dal 9 aprile all' 8 maggio da mar. a dom. dalle 16.00 alle 19.00 - lunedì chiuso dal 14 maggio al 19 giugno sab. e dom. dalle 16.00 alle 19.00 - aperto gio. 16 giugno STUDIOSEI ARTE CONTEMPORANEA Viale Regina Giovanna 6 www.geart.com Milano Piemonte Vernissage: Sabato 19 marzo 2005 ore 17 Orari: feriali 16.30-19 festivi 10-12.30 16.30-19 Curatore: Ivan Quaroni GALLERIA CIVICA EZIO MARIANI - Seregno (Milano) Via Cavour 26 Tel. 0362263311 - 0362330250 info.cultura@seregno.info PALAZZO CUTTICA Via Parma 1, Alessandria Per informazioni Ufficio cultura 0131 40035 Ufficio IAT 0131 234794 Fax 0131 40657 sistemamusei@comune.alessandria.it www.comune.alessandria.it Biella dal 9/04/2005 al 28/05/2005 9,30–17. lunedì chiuso a cura di Paolo Bellini castello sforzesco Vigevano Alessandro Pianca Viaggi immaginari, altro e appunti dal 19/03/2005 al 29/05/2005 Personale piazza castello +390288463833 www.milanocastello.it info@milanocastello.it Mario Sironi L’immagine e la Storia Milano dal 17/03/2005 al 23/04/2005 Vittorio Corsini I have a head L’installazione consta di una casa, commisurata all’ambiente della galleria, in alluminio verde militare sulle cui pareti viene inciso, a intaglio traforato, il discorso che Martin Luther King fece poco prima di essere assassinato. dal martedì al sabato 15-19 galleria artra via lodovico settala +39 0229402478 artragalleria@tin.it Milano dal 13/04/2005 all’ 1/05/2005 Yayoi Kusama Furniture Per la prima volta in Italia, la mostra antologica dei pezzi d’arredamento dell’artista giapponese martedì, venerdì, sabato e domenica 10.30–19.30. mercoledì e giovedì 10.30–21. lunedì 15.30–19.30. giovedì 14 aprile, venerdì 15 aprile, sabato 16 aprile e domenica 17 aprile 10.30-21. lunedì 18 aprile, ore 10.30-19.30 galleria carla sozzani corso como +390265353 www.galleriacarlasozzani.org info@galleriacarlasozzani.org Monza dal 12/03/2005 al 7/04/2005 Babele - Luisa Capua Il contesto collettivo BABELE, sem- Una selezione di tempere, ma soprattutto gli imponenti cartoni preparatori delle opere murali dell’artista, raramente esposti. da giovedì a sabato 16,30-19,30, anche su appuntamento galleria zaion salita di riva +39 01527776 zaion@tin.it martedì-venerdì ore 14.30-18.30. sabato e domenica ore 10-20 castello visconteo sforzesco piazza ducale +39 0381691636 www.castellodivigevano.it info@castellodivigevano.it GATTINARA (VC) dal 9 Aprile al 7 Maggio ABITO SU MISURA a cura di Manuela Brevi Marche Ancona dal 12/03/2005 al 26/06/2005 40 opere, per lo più sculture, collocate con un affascinante ed inconsueto percorso espositivo nelle sale vanvitelliane mole vanvitelliana - +390712225019 Fano dal 26/02/2005 al 27/03/2005 Giovanni Maranghi Le faccio le scarpe La pittura di Maranghi è corposa, tattile, attivata in qualche occasione dall’uso dell’encausto. da martedì pomeriggio a sabato 10.30-13 e 16.30-20 novato arte moderna e contemporanea via san francesco d’assisi +39 0721820661 www.novato.it rossella.izzo@novato.it sabato e festivi 15,30-19 en plein air arte contemporanea stradale baudenesca +39 0121340253 www.epa.it epa@epa.it Rivoli dal 15/02/2005 al 27/04/2005 Candice Breitz Nuove Generazioni Le opere dell’artista sudafricana Candice Breitz (Johannesburg, 1972. Vive e lavora a Berlino) esaminano il linguaggio della cultura popolare e i meccanismi del cinema, della televisione e della musica leggera. da martedì a giovedì 10–17. venerdì, sabato e domenica 10–21 a cura di Marcella Beccaria castello di rivoli museo d’arte contemporanea piazza mafalda di savoia +39 0119565222 www.castellodirivoli.org info@castellodirivoli.org Rivoli dal 10/03/2005 all’ 1/05/2005 Il Segno. Da Rembrand a Picasso. Incisioni e disegni Particolare forma artistica, nella quale il genio dell’artista si mescola e fa i conti con questioni “tecniche” legate al processo di riproduzione, l’opera che si ammira è somma di diverse competenze e maestrìe, artistiche e artigianali insieme. da martedì a venerdì 15,30–19,30. sabato e domenica 10–13 e 15,30–19,30 a cura di Bruno Collovati casa del conte verde via fratelli piol +39 0119563020 www.casadelconteverde.it contatti@casadelconteverde.it Torino dal 31/03/2005 al 30/04/2005 Artus + Store lovdurden via franco bonelli +39 3395264712 www.progettodurden.com info@progettodurden.com Torino dal 24/02/2005 al 24/03/2005 Contemporaneo liquido La mostra prende spunto dalla definizione di Modernità liquida formulata dal sociologo Zygmunt Bauman e prova a ipotizzare come il lavoro di alcuni artisti contemporanei cerchi di intervenire in una più vasta analisi e rielaborazione della nostra società da martedì a sabato 14-19 a cura di Roberto Pinto francosoffiantino artecontemporanea La Memoria dell’Antico. D’après l’Antique tutti i giorni 15.30-19.30; domenica anche 9.30-12.30; chiuso il lunedì. chiusura: 1 maggio. mole vanvitelliana aveva marito”: così recitano i primi tre versi di una notissima poesia di García Lorca che prendiamo a titolo unificante, per tre mostre personali via gioachino rossini +39 011837743 fsoffi@tin.it Torino Orari da martedì a venerdì 16:00 - 19:00; Sabato 10:00 12:30 / 16:00 -19:00. Chiuso domenica e lunedì GALLERIA ARTE ED ALTRO Piazza Italia 24 - Gattinara (VC) Tel. 0163.827091 Fax 0163.820024 Pinerolo dal 16/04/2005 all’ 1/05/2005 E io che me la portai al fiume... “E io che me la portai al fiume/ credendo che fosse ragazza,/ invece dal 7/04/2005 al 14/05/2005 Davide Cantoni Per la sua terza personale presso la galleria Carbone.to, Davide Cantoni esporrà nuovi lavori di varie dimensioni, il cui filo conduttore è l¹immagine della gioventù nella cronaca contemporanea. da martedì a sabato 16-19,30 carbone.to via dei mille +39 0118395911 www.carbone.to carbone@carbone.to Torino dall’ 8/02/2005 al 26/03/2005 Fabio Viale - Kick-starter Come suggerisce il titolo, Kick-starter, Viale è al suo “calcio d’inizio”, ma questa Exibart.onpaper TORINO dal 2 aprile al 16 maggio Enrico Robusti Il calcinculo che tutto move calendario.73 grafie e i suoi progetti, vengono spesso accompagnati da brevi testi esplicativi. dal martedì al sabato 15-19 o su appuntamento galleria sonia rosso dal 29/03/2005 al 2/04/2005 via giulia di barolo +39 0118172478 www.soniarosso.com info@soniarosso.com Quante volte abbiamo letto o sentito dire che l’utilizzo del video o della fotografia non fa che sostituire la creatività ‘vera’ con una fittizia e predeterminata interna ai meccanismi dello strumento usato? Torino dall’ 8/02/2005 al 31/03/2005 Paola De Pietri «Here, again» è una serie di ritratti di madri con i loro bambini di 10 mesi in braccio. Queste madri sono fotografate per strada, qualche volta sul ciglio di una via, in campagna, vicino alla loro casa. vernissage: 2 aprile 2005 orario galleria: da martedì a sabato 10,30/12,30 15,30/19,30 chiuso lunedì e festivi GALLERIA PINXIT ARTE CONTEMPORANEA via della Rocca 28/h 10123 Torino tel: 011 8178559 galleriapinxit@fastwebnet.it mostra offre all’artista e allo spettatore l’occasione per un’importante riflessione sul percorso condotto fino ad oggi dal martedì al sabato 15-20 a cura di Luigi Fassi gas art gallery corso vittorio emanuele ii +3901119700031 - www.gasart.it gallery@gasart.it Torino dal 17/03/2005 al 15/05/2005 Floria Sigismondi Immacolate Conception. Photos and Videos Saranno esposte venti fotografie inedite di grandi dimensioni e una video collection, selezionata dai curatori e dalla stessa artista, che comprende tutti i video realizzati dal 1994 a oggi. da martedì a sabato 10-12,30 e 16-19,30 galleria in arco piazza vittorio veneto +39 0118122927 www.in-arco.com info@in-arco.com Torino dal 14/03/2005 al 7/05/2005 Lawrence Weiner - Lì al riparo dalle forze che sono Personale da martedì a sabato 15.30-19.30, festivi chiuso giorgio persano principessa clotilde 45 via principessa clotilde +39 0114378178 www.giorgiopersano.org info@giorgiopersano.org Torino dal 7/04/2005 al 22/05/2005 Marco Maggi via della rocca +39 0118124460 www.albertopeola.com a.peola@iol.it Torino dall’ 11/03/2005 all’ 11/06/2005 Renato Guttuso Opere 1937-1986 Un percorso espositivo straordinario e di grande ricchezza che si snoda attraverso cinquantacinque opere. da martedì a domenica, 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.30. chiuso lunedì galleria mazzoleni piazza solferino +39 011534473 www.mazzoleniarte.it info@mazzoleniarte.it Torino dal 22/03/2005 all’ 8/05/2005 Stefano Arienti La mostra rappresenta una significativa selezione della produzione dell’artista da martedì a domenica 12-20. giovedì 12-23. lunedì chiuso. aperto alle scuole dalle 9 alle 19 fondazione sandretto re rebaudengo corso san maurizio +39 0118136006 vitaminart@hotmail.com Mathew Sawyer The Return of Death and Hot Pop Corn Intrisi di malinconia e humour, le sue foto- mar.-sab. 15-19.30 a cura di Elena Volpato galleria franco noero CATANIA 11 e 12 aprile 2005 Museumland.com il portale mondiale sui Musei e sui Beni Culturali presenta: CulturMed III edizione Le città del terzo millennio, tra identità e innovazione via giovanni giolitti +39 011882208 www.franconoero.com info@franconoero.com Bari dal 3/03/2005 al 24/04/2005 Da Carpaccio a Canaletto. Tesori d’arte italiana dal Museo Nazionale di Belgrado La Mostra è il risultato della catalogazione scientifica dei duecento dipinti italiani conservati presso il Museo di Belgrado, del tutto sconosciuti se non a pochi studiosi. tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30, chiuso lunedì castello svevo Conferenza Mediterranea sulle strategie di Marketing e di Comunicazione per i musei, i beni culturali, le città d'arte ed il turismo culturale La partecipazione è gratuita, previa registrazione. AUDITORIUM EX MONASTERO DEI BENEDETTINI Relatori, Workshop e programma: ww.culturmed.info Bari Facoltà di Architettura e Lucio Dalla dal 12/03/2005 al 15/04/2005 10-13 e 16-20, lunedì chiuso expa da lunedì a venerdì 17-19,30. sabato e festivi per appuntamento galleria spazioikonos via ettore carafa +39 0805562510 spazioikonos@libero.it Futura, come abiteremo domani dal 10/02/2005 al 31/03/2005 Marco Colazzo Personale On the Roads of Kiarostami Torino Due collezioni, per un numero complessivo di 84 immagini fotografiche, “The Roads of Kiarostami” e “Untitled”. piazzetta garraffello +39 091332482 www.fpac.it - fpartecontemporanea@tin.it Valerio Berruti Senza più pensare La mostra presenta una serie di nuovi disegni del 2004/2005, pastelli e affresco su comune carta da spolvero, 35x50cm da martedì a sabato 16-19,30. mattino su appuntamento 41 arte contemporanea via giuseppe mazzini +39 0118129544 www.41artecontemporanea.com info@41artecontemporanea.com sala murat piazza del ferrarese Il lavoro di Tessa M. den Uyl comprende soprattutto video e fotografia, l’oggetto come momento installativo, vuole essere principalmente una testimonianza, una traccia tangibile del lavoro video. via giuseppe gobetti +39 05587444600 www.patriziapepe.com info@patriziapepe.it Firenze dal 14/03/2005 al 14/05/2005 Cinzia Castellano Una serie di nuovi dipinti dopo 2 anni di assenza da Firenze. Questa volta il tema è la disillusione nei confronti di chi pensiamo di conoscere, e di speranza nell’inaspettata complicità che talvolta si riesce a percepire con perfetti sconosciuti FIRENZE 18 - 19 - 20 marzo 2005 ARTOUR-O Prima edizione Orario: 18 marzo dalle 18.00. 19 e 20 marzo 17.00 - 22.30 Organizzazione: Artour-o c/o Ellequadro Events srl Tel 0102474544 Fax 0102474475 www.artour-o.com info@artour-o.com Starhotels Michelangelo Via Fratelli Rosselli 2 (Porta al Prato) www.starhotels.com Warhol-Rotella. Pop a confronto NUORO 11 marzo – 29 maggio 2005 17 artisti e 40 capolavori degli anni ‘50 e ‘60 dalle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma TORINO Serigrafie e opere uniche di due maestri della Pop Art internazionale da lunedì a sabato 10-13 e 16-20 arkadhia galleria d’arte via dante +39 091585014 Toscana Arezzo dal 18/03/2005 al 26/06/2005 Steve Giovinco Toscana del ‘900. La Toscana dell’Arte Ambient Life VELAN Via Modena 52 (10153) tel. +39 011280406 fax +39 011280406 info@velancenter.com www.velancenter.com Palermo dal 2/04/2005 al 20/04/2005 dal 19 marzo al 22 aprile vernissage: 18 marzo 2005, ore 19 orario: da mar. a ven. 16-19. Lun. e sab. su appuntamento Tessa M. den Uyl - Urv-Arâ > Rumbowling Parte II Palermo giovedì 16-20, gli altri giorni su appuntamento francesco pantaleone artecontemporanea dal 7/04/2005 al 31/05/2005 dal 16/02/2005 al 16/04/2005 via alloro +39 0916170319 www.expa.org info@expa.org Bari dal 2/04/2005 al 19/04/2005 Capalle borgo san frediano +39 055291840 Palermo dal 29/04/2005 al 15/05/2005 Saranno esposti i lavori fotografici più recenti basati sul concetto di “doppio” via cavour +390575299678 www.imageart.it info@imageart.it momoyama art space piazza federico ii di svevia 0805214361 Daniela Perego - Con me 12,30 e 15,30-19,30 e su appuntamento a cura di Maurizio Sciaccaluga image contemporary art lun./ven 9,30/12,30 - 14,30/18,30 a cura di Fiammetta Strigoli patrizia pepe Puglia via modane +39 01119831616 www.fondsrr.org info@fondsrr.org Torino dal 24/02/2005 al 30/04/2005 Sicilia Video Camera Fissa Giulio Paolini da lunedì a sabato 15.30-19.30. mattino su appuntamento galleria alberto peola Nell’archeologia dell’ordinario di Marco Maggi costruzione e demolizione diventano sinonimi: ogni demolizione implica la costruzione di un nuovo scenario, così come ogni costruzione ne demolisce uno precedente. martedì-venerdì 16– 19. sabato 10-13 e 15.30-19.30 a cura di Roberto Pinto vitamin arte contemporanea Torino Carla Accardi - Afro - Alberto Burri - Giuseppe Capogrossi Ettore Colla - Pietro Consagra - Piero Dorazio - Lucio Fontana - Gastone Novelli Achille Perilli - Arnaldo Pomodoro - Antonio Sanfilippo - Toti Scialoja Tancredi (Parmeggiani) Giulio Turcato - Cy Twombly Emilio Vedova MAN - Museo d’Arte Provincia di Nuoro Via Satta, 15 Tel. (+39) 0784 252118 Orari: 10.00-13.00 / 16.30-20.30 lunedì chiuso man.nuoro@virgilio.it www.museoman.it Una sessantina di opere, fra capolavori noti, ritrovamenti recenti e importantissimi inediti, appartenenti a un arco cronologico compreso fra il 1900 e il 1940 martedì-venerdì 10-13 e 16-19,30; sabato, domenica e festivi 10-20. chiuso lunedì (tranne se festivo) galleria comunale d’arte moderna e contemporanea piazza san francesco +39 0575377507 Arezzo dal 12/02/2005 al 2/04/2005 Vania Comoretti - Entropia Al primo impatto i lavori di Vania Comoretti possono apparire fotografici, fedeli riproduzioni della realtà. Dopo una più attenta analisi, però, ci si accorge che tale definizione è del tutto riduttiva. dal lunedì al venerdì 15,30-19,30. sabato e 1° domenica del mese 10,30- Firenze dal 22/03/2005 al 4/06/2005 Da Bernardo Daddi al Beato Angelico, a Botticelli. Dipinti fiorentini del Lindenau-Museum di Altenburg La mostra presenta una campionatura particolarmente significativa di pittura fiorentina del Medioevo e del Rinascimento, a partire dai primissimi anni del Trecento fino alla fine del Quattrocento lun._ven. 8.15/13.50; sab 8.15/18.50, 2° e 4° domenica 8.15–19; 1°, 3° e 5° lunedì 8.15–13,50; chiuso l°, 3° e 5° domenica di ogni mese, il 2° e il 4° lunedì di ogni mese ed il 1° maggio museo di san marco piazza di san marco +39 055294883 www.firenzemusei.it/sanmarco/index.html Firenze dal 2/04/2005 al 24/07/2005 Dal Parmigianino al Tiepolo: 100 disegni italiani della Biblioteca dell’Accademia di Romania a Bucarest La passione per l’arte italiana, in particolare per i disegni, ha fatto sì che una collezione di più di quattrocento fogli di maestri italiani si trovino, dal 1969, in proprietà della Biblioteca dell’Accademia di Romania a Bucarest. martedì - domenica 8.15 - 18.50. la 74.calendario biglietteria chiude quarantacinque minuti prima del museo. chiuso il lunedì e il 1 maggio palazzo pitti piazza de’ pitti 055 2654321 www.palazzopitti.it operapren@tin.it Exibart.onpaper FIRENZE dal 28 aprile al 14 maggio JORGE PERUGORRIA Enricoisamu Letter Il tema che impronta il suo lavoro, in maniera cosi esclusivo da origine ad una nuova disciplina, che rivoluziona l’ultimo decennio ed è la street art Enzo Cucchi Nella grande navata di Quarter, Enzo Cucchi presenterà un’esposizione di tele e disegni e una scultura monumentale inedita. tutti i giorni, escluso il lunedì, 1620 o su prenotazione a cura di Sergio Risaliti quarter - centro produzione arte viale donato giannotti www.quarterfirenze.com info@quarterfirenze.com 18 artisti affrontano il tema della pelle da angolature diverse. GALLERIA DEL PALAZZO Palazzo Coveri Lungarno Guicciardini 19 Firenze Tel. 055 281044 galleriadelpalazzo@hotmail.com FIRENZE 19 marzo - 4 settembre 2005 Maria de’ Medici Stanze segrete. gli artisti dei Riccardi A Firenze nella Galleria di Luca Giordano (Napoli,1634-1705) saranno esposte dieci tele dell’artista, provenienti dalla National Gallery di Londra, che ripetono i soggetti della volta 9-19, chiuso mercoledì palazzo medici riccardi via camillo cavour +39 0552760340 www.palazzo-medici.it Lucca dal 19/03/2005 al 7/05/2005 Radek Community Radek Invasion Tra le voci più radicali della scena dell’Est Europeo, Radek Community è un gruppo di giovani artisti, attivisti e musicisti che si costituisce a Mosca nel 1997 Firenze dal 17/03/2005 al 17/04/2005 Fabrizio Sferra - Dal bordo Fabrizio Sferra, classe 1959, dopo aver trascorso molto tempo nell’acqua delle piscine, comincia, sul finire degli anni ‘70, la sua attività di musicista di jazz come batterista. Nel 1994 guarda per la prima volta attraverso un mirino di un apperecchio fotografico. associazione prometeo chiesa di san matteo negroni florence bar Pietrasanta via dei renai +39 055243647 www.negronibar.com dal 26/03/2005 al 13/05/2005 Firenze dal 12/03/2005 al 2/04/2005 Francesco Carone / Alessandro Casati / Giacomo Costa Tre personali negli spazi Atlante, En plein air e Passages tutti i giorni, escluso il lunedì, 15-20 quarter centro produzione arte viale donato giannotti www.quarterfirenze.com info@quarterfirenze.com Firenze piazza san matteo +39 3487394163 www.prometeo-arte.it ida.pisani@virgilio.it Orario: 8.15 - 18.30 Chiusura biglietteria ore 17.30 Chiuso il primo e l’ultimo lunedì del mese e il 1° maggio MUSEO DEGLI ARGENTI Palazzo Pitti Piazza Pitti - Firenze Tel. +39 055 2654321 www.mariademedici.it Charles Moody / David Shaw Doppia personale a cura di Gianni Romano galleria astuni piazza duomo - +39 058471760 www.galleriaastuni.com galleria.astuni@libero.it PONTEDERA (PI) Luce e ombra FIRENZE dal 19 febbraio al 31 marzo Paolo Leonardo Caravaggismo e naturalismo nella pittura toscana del Seicento via dei coverelli +39 055284435 rostem@tin.it visita su appuntamento +39 055671221 angle - zpstudio via fra’ giovanni angelico +39 055671221 www.zpluspdesign.com contact@zpluspdesign.com Prato Una grande mostra dedicata ad uno dei massimi esponenti della Minimal Art, che tra l’altro ha lasciato nel territorio pratese e pistoiese opere significative. lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 1219; sabato, domenica e festivi 10-19 a cura di Jean-Pierre Criqui c.arte prato centro per l’arte contemporanea luigi pecci viale della repubblica +39 05745317 www.centroartepecci.prato.it info@centroartepecci.prato.it Prato dall’ 11/03/2005 al 10/04/2005 Soly Cissé - Le monde perdu 23 disegni dal lunedì al venerdì 12.00 -19.00; sabato, domenica e festivi 10-19 c.arte prato centro per l’arte contemporanea luigi pecci viale della repubblica +39 05745317 www.centroartepecci.prato.it info@centroartepecci.prato.it Siena Anya Gallaccio artista scozzese di stanza a Londra, finalista l’anno scorso del prestigioso Turner Prize e fra le principali protagoniste della scena artistica britannica. Opere di reportorio accompagneranno lavori appositamente realizzati per il Palazzo delle Papesse palazzo delle papesse centro arte contemporanea via di città +39057722071 www.papesse.org info@papesse.org Siena dal 19/03/2005 all’ 8/05/2005 Lello Esposito Ikonostasi Una nuova raccolta di 25 opere (sculture, pitture e installazioni, in maggior parte inedite, realizzate ad hoc, o mai esposte) il campo +39 0577292226 da martedì a sabato 16-19 e per appuntamento la corte artecontemporanea Angle propone un progetto che riguarda le città, e questa volta sono città olandesi, soprattutto il modo di guardarle, soprattutto il loro profilo, lo skyline, o anche il modo di raggiungerle, via terra o via cielo. via leonardo da vinci +39 0565221314 - gallcom@interfree.it tutti i giorni 10-18 magazzini del sale palazzo pubblico La photogravure è un antico e complesso procedimento che impiega la tecnica dell’acquaforte per incidere un’immagine fotografica su una lastra di rame Netherlands Skies Fulton ha creato un’installazione completa che si compone di nove “wall pieces”, di un numero di opere in legno di dimensioni molto ridotte e di un foto-text che verrà esposto in area pubblica. Alcuni “wall pieces” sono nuovi, altri rielaborazioni di opere già esistenti. dal 18 marzo al 12 giugno Franco Marinai Photogravures dal 7/03/2005 al 31/05/2005 15,30–19,30. chiuso lunedì e domenica 27 marzo galleria comunale di arte moderna e contemporanea dal 22/01/2005 al 2/05/2005 dal 25/03/2005 al 7/04/2005 Firenze Bolzano Robert Morris dal 15/04/2005 al 17/07/2005 Tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00. Chiuso domenica e lunedì ra a Colonnata nelle vicinanze del comune di Sesto Fiorentino dove è nato nel 1928, espone una trentina di opere fra le ultime da lui firmate dal 26/02/2005 al 29/05/2005 Firenze net gallery dall’ 8/04/2005 al 22/05/2005 Skin via xxvii aprile +39 055473375 www.ugoliniart.com ugoliniarte@fol.it dal 4/03/2005 al 4/04/2005 Firenze dal 3/03/2005 al 30/04/2005 dal martedi al sabato 16-19,30. chiuso lunedì e festivi a cura di Matteo Chini daniele ugolini contemporary Firenze via guelfa +39055210081 www.net-gallery.it info@net-gallery.it Firenze orario: da martedì a sabato 10.30-13.30 e 15.30-19.30 e su appuntamento biglietti: ingresso libero vernissage: 19 febbraio 2005. ore 18,30 catalogo: con testi di Luca Beatrice, Ivan Quaroni, Maria Teresa Roberto GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI Via Maggio 58r Tel. +39 055212131 fax +39 055210307 galleriabagnai@tin.it www.galleriabagnai.it La mostra sarà presente in due sedi espositive: MUSEO PIAGGIO Viale Rinaldo Piaggio 7 +39 058727171 (info) +39 0587290057 (fax) arte@museopiaggio.it www.museopiaggio.it CENTRO PER L'ARTE OTELLO CIRRI Via Della Stazione Vecchia 6 +39 058757282 (info) silvia.guidi@comune.pontedera.pi.it www.comune.pontedera.pi.it Piombino dal 19/03/2005 al 13/04/2005 Piero Tredici Piero Tredici, un artista che vive e lavo- dal 18/02/2005 all’ 8/05/2005 Hamish Fulton - Keep Moving ma-do ore 10 alle 18, gio ore 10 alle 20 museion via raffaello sernesi +39 0471312448 www.museion.it info@museion.it Bolzano dal 19/03/2005 al 22/04/2005 Karl Unterfrauner Karl Unterfrauner presenta i suoi lavori fotografici in diversi formati che, raggruppati in coppie e posizionati in modo perfettamente calcolato, introducono un dialogo con gli spazi della galleria stessa. ma-ve 10–13 e 15–19. sa 10–13 ar/ge kunst galleria museo via museo +39 0471971601 www.argekunst.it info@argekunst.it Merano dal 16/04/2005 al 26/06/2005 Gion A. Caminada Cul zuffel e l’aura dado Merano arte dedica quest’anno la sua annuale mostra d’architettura all’architetto grigionese Gion A. Caminada (1957), prendendo in esame le linee guide della sua opera rivolta alla pianificazione urbanistica e alla salvaguardia dell’ambiente. da martedì a domenica 10-18; chiuso il lunedì kunst meran/o arte via portici - + 39 0473212643 www.kunstmeranoarte.com info@kunstmeranoarte.com Mezzolombardo dal 12/03/2005 al 7/05/2005 Corrado Zeni - Background Corrado Zeni ritrae personaggi in cerca non solo di un autore, ma addirittura di un copione, di un ruolo da interpretare da lunedì a venerdì 17.30–19.30 patrizia buonanno arte contemporanea via giuseppe garibaldi +39 0461603770 buonannoac@virgilio.it ROVERETO (TN) fino al 31 marzo 2005 ARTE ABORIGENA D'AUSTRALIA E COLON BAULE' DELLA COSTA D'AVORIO Trentino-Alto Adige Bolzano dal 22/04/2005 al 15/05/2005 ciboxmenti /geistesnahrung /foodforthought Tema di ciboxmenti /geistesnahrung /foodforthought è, appunto, il rapporto fra arte e cibo, arte e gusto, arte e nutrimento, desiderio ed immagine e, più in generale l’indagine dell’origine necessitaria e creativa, oltre che sociale e politica, dei processi di produzione e trasformazione degli alimenti. tutti i giorni 10-18 centro trevi via dei cappuccini +39 0471300980 centrotrevi@provincia.bz.it dal martedì al sabato ore 11-13 e 16-20 chiusura domenica e festivi lunedì per appuntamento GALLERIA TRANSARTE Corso Angelo Bettini 64, 38068 Rovereto (TN) tel e fax +39.0464.432326 info@transarte.it www.transarte.it Exibart.bookshop | 70mila libri d'arte - spedizione gratuita | http://bookshop.exibart.com Exibart.onpaper Rovereto calendario.75 dal 2/04/2005 al 26/04/2005 Depero in biblioteca fino al 12 giugno 2005 Prima di Burri e con Burri Libri, riviste e volantini di Fortunato Depero nelle collezioni della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto Roberta Fanti - Secret Room Le composizioni su tela diventano planimetrie in cui l’opposizione “retta” – “curva” trova la sua guida nella tenue mediazione dei colori pastello e viene guidata dalle tonalità raffinate e diluite corso angelo bettini +39 0464452193 www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it su appuntamento modern art agency parc foundation Rovereto dal 26/02/2005 al 22/05/2005 piazza san pio x - +39 0422670343 Sottsass Progetti 1946-2005 I momenti salienti della sua attività, a partire dal 1948 – una ricerca globale che ha investito il senso stesso del vivere umano - vengono ora ripercorsi al Mart di Rovereto, in una mostra estremamente ricca ed articolata. martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10-18. venerdì 10-21. chiuso il lunedì a cura di Gabriella Belli, Milco Carboni mart corso angelo bettini +390464438887 www.mart.trento.it info@mart.trento.it Trento dall’ 11/03/2005 al 29/05/2005 Mogliano Veneto dal 5/02/2005 all’ 8/05/2005 orario: 10-13 e 14.30-18.30. Lun. chiuso, escluso i festivi biglietti: 5,00 euro; biglietto cumulativo (mostra e Pinacoteca) 7,00 euro PALAZZO VITELLI ALLA CANNONIERA Tel. 0758554202 Fax 0758526683 pinacoteca@cdcnet.net www.cdcnet.net ufficio stampa: CLP Relazioni Pubbliche ufficiostampa@clponline.it press@clponline.it Interessi Zero! Strategie artistiche per un’economia in crisi In questa fase storica – in cui stanno emergendo contraddizioni interne al sistema economico globale che sembrano essere più strutturali che occasionali – l’arte può suggerire riflessioni e pratiche innovative rispetto alle logiche economiche dominanti. 10-18, chiuso lunedì galleria civica d’arte contemporanea UMBERTIDE (PG) Gianfranco Zappettini Blu tutti i giorni 10–19. chiuso lunedì a cura di Casimiro Di Crescenzo brolo centro d’arte e cultura via rozone e vitale - +39 0415905151 www.brolo.org - info@brolo.org Padova dal 19/03/2005 al 22/05/2005 Cina: pittura contemporanea Una indagine sulla tendenza contemporanea definita “pittura fotografica cinese” attraverso la selezione di circa quaranta opere di diciassette artisti compresi fra i trenta e i quarant’anni. piazza duomo +39 0498204501 perugi arte contemporanea info@galleriamichelarizzo.net via giordano bruno 24 b +39 0498809507 perugiartecontemp@libero.it Venezia Opere e libri d’artista dal 18/03/2005 al 22/05/2005 Giuseppe Spagnulo E se venisse un colpo di vento? Opere su carta e tre sculture, in un perfetto incontro tra gesto artistico e energia dei materiali, sono il fulcro della mostra 10-18. chiuso il martedì collezione peggy guggenheim dorsoduro +39 0412405411 www.guggenheim-venice.it info@guggenheim-venice.it Venezia dal 5/03/2005 al 4/04/2005 Luca Bendini Fuori scala La sua pittura concretamente prende forma, stravolge il concetto tradizionale del dipingere che nasce come atto di sfondamento immaginario e illusionistico, e occupa non solo otticamente ma fisicamente lo spazio, attivandolo martedì 10-12.30, da martedì a sabato 16.30-19.30, e su appuntamento galleria michela rizzo calle degli albanesi +39 0415223186 www.galleriamichelarizzo.net VERONA fino al 31 marzo 2005 Ernesto Jannini Il Grande Fardello a cura di Edoardo Di Mauro Padova Rodney McMillian - Untitled piazza san marco +39 0415221188 www.galleriatraghetto.it galleria.traghetto@tin.it Venezia dal 17/03/2005 all’ 8/05/2005 Remo Salvadori L’osservatore non l’oggetto osservato Dopo Giulio Paolini Remo Salvadori è l’artista invitato a confrontarsi con gli spazi scarpiani e con le sale del museo antico della Fondazione Querini Stampalia di Venezia 10-18, venerdì e sabato fino alle 22. chiuso il lunedì fondazione querini stampalia campo santa maria formosa +39 0412711411 www.querinistampalia.it fondazione@querinistampalia.org Verona dal 12/03/2005 all’ 8/05/2005 Carles Congost - Gloria Tipico di una generazione cresciuta nel panorama virtuale dei media e nutrita dalla cultura di massa, Carles Congost espone nel suo lavoro il rapporto ambivalente di affetto e critica rispetto al suo contesto. dal martedì al sabato 17,30-20, festivi solo per appuntamento arte e ricambi Vicenza dal 28/01/2005 all’ 1/05/2005 Seduzioni e miserie del potere 10.30-13/15-19; chiuso lunedì a cura di Gabriele Mazzotta lamec - basilica palladiana dal martedì al sabato 16-19,30 galleria estro dal 24/03/2005 al 12/06/2005 da lunedì a sabato 10.30-12.30 e 15.30-19.30, domenica per appuntamento galleria traghetto via antonio cesari +39 045529035 www.artericambi.org artericambi@yahoo.it dal 26/02/2005 al 30/04/2005 via san prosdocimo +39 0498725487 www.galleriaestro.com info@galleriaestro.com dal 24/03/2005 al 20/04/2005 Parole dipinte Venezia Nell’ottica di un percorso creativo orientato verso tematiche dai chiari connotati sociali l’artista statunitense Rodney McMillian presenta alla Galleria Estro, per la sua prima mostra personale in Italia, un lavoro inedito basato sul complesso rapporto tra giustizia e società. Orvieto tutti i giorni 10–19 museo emilio greco palazzo soliano Una rassegna di oltre 90 opere tra le più rappresentative dell’opera grafica di Pissarro. dal 19 marzo al 10 aprile Umbria La mostra presenta quattro serie complete di litografie e acqueforti ritoccate a mano che vanno dal 1928 agli anni Settanta e che sono poi state realizzate su carta e altri materiali dal 1960 al 1981 Camille Pissarro Impressioni incise da martedì a domenica 9.30–13 e 15.30–19 palazzo del monte di pieta’ via rodolfo belenzani +39 0461985511 www.workartonline.net galleria_civica@comune.trento.it Mirò - Le meraviglie. Opere grafiche 1960-1981 Casier dal 13/03/2005 al 12/04/2005 da lunedì a sabato 9-22 biblioteca civica g. tartarotti piazza duomo +39 0763344605 Veneto CITTÀ DI CASTELLO (PG) piazza dei signori Ernesto Jannini - Caf, 2004, hardware+caffettiera h cm 29,5 Vicenza dall’ 1/04/2005 al 4/04/2005 Padova vernissage: 19 marzo 2005 orario: 10.30-13 e 15.30-19, chiuso il lunedì biglietti: ingresso libero ROCCA DI UMBERTIDE Piazza Braccio Fortebraccio Umbertide (PG) Tel 0759413691 dal 5/03/2005 al 31/05/2005 The Royal Art Lodge Pensieri dei serpenti Tra gli ottanta piccoli dipinti su tavola, che costituiscono la serie Pensieri dei serpenti, ce n’è uno che è una sorta di autoritratto della nuova Royal Art Lodge. da lunedì a sabato 17.30-20.30 a cura di Guido Bartorelli orario: dal martedì al sabato 15.30-19.30, mattino, lunedì e festivi su appuntamento LA GIARINA ARTE Contemporanea Via Interrato dell'Acqua morta 82, 37129 Verona phone+fax +39 045 8032316 info@lagiarina.it web www.lagiarina.it Vicenza Arte 2005 Una 60ina tra le migliori gallerie d’Italia, mostre collaterali di grande interesse per collezionisti e pubblico, un allestimento di grande impatto scenografico venerdì 16-20, sabato e domenica 10-20, lunedì 10-15 fiera di vicenza via dell’oreficeria - +39 0444969111 www.vicenzafiera.it info@vicenzafiera.it 76.fotofinish Exibart.onpaper 2 1 4 3 6 5 9 7 10 8 12 11 13 16 15 14 Lorenzo Benedetti ha fatto quadrare il cerchio della art-nightlife capitolina. Ogni sabato un appuntamento -nello spazio del RialtoSantambrogio- di musica e creatività. Con un artista sempre diverso che realizza appositamente per la serata un manifesto distribuito alle centinaia di avventori. Alle volte è proprio l'artista stesso a arrotolare ed a consegnare gli ambitissimi poster, vero Giuseppe Pietroniro (2)? E guardate nelle mani di chi è finito uno dei manifesti: il potente gallerista milanese Antonio Colombo (1). Saliamo a Firenze dove la mostra di Paolo Leonardo da Alessandro Bagnai (ecco il gallerista, 4) è finita con l'artista ad ubriacarsi di Chianti in osteria insieme al critico Ivan Quaroni (5), mentre Luca Beatrice, curatore del catalogo, passava il tempo ad informarsi sull'esito delle partite (3). Tra un saluto della splendida Daniela Perego (6) ed una foto a luci rosse con il celeberrimo ristoratore degli artisti Bartolo Cuomo insieme al pittore Mauro de Silvestre (8), ecco la fascinosa Barbara Mattei (7) che ascolta una conferenza\brunch di Piero Golia (10). Continuiamo con un po' di artisti in situazioni poco convenzionali. Perino&Vele cercano di riprendersi addossati ad un bancone della più trash balera di Roma (9), Jannis Kounellis si sente invincibile e vuole penetrare un muro col coltello (11), mentre -approposito di penetrazioni- le coccole tra il gallerista Maurizio Minuti e l'artista Silvia Iorio non si interrompono neppure alla presenza dei paparazzi (12). E poi per forza uno tutto d'un pezzo come Claudio Abate guarda tutti in cagnesco… (13). La coppia d'oro dell'arte trentina -Mariella Rossi e il maritino Stefano Cagol- sta mangiando (14) e bevendo e questa non è una novità. Invece non ha bevuto, nonostante l'espressione abbacinata, la bellissima Marianna Vecellio (16). Intanto Gino Sabatini Odoardi, Sislej Xhafa, il gallerista Lino Baldini e Marcello Maloberti (15) confabulano sulla loro nuova idea: un reality show sul mondo dell'arte. Tutti chiusi in roulotte… Exibart.onpaper 17 fotofinish.77 18 20 19 21 24 22 26 23 27 25 28 31 29 30 Altra pagina, ma stesso tema. Ovvero i galleristi. Protagonisti assoluti di questa tornata di fotofinish. Guardate cosa ci combina un uomo rispettabile e elegante come Paolo Curti: boccone, gnam, e linguaccia al fotografo (17, 18). L'immarcescibile Pio Monti, giustamente, impreca gli dei (19). Nel frattempo -approposito di leitmotiv delle fotofinishquel che rimane di Alessandro Riva (con ciuffo reumatico e camicia slabbrata) continua a iniettare alcool in corpo (20), attività che le due critiche Sabrina Vedovotto e Laura Barreca (21) come potete ben vedere hanno già completato di fare… Volete ancora galleristi? Ecco Paola Capata (25), della romana galleria Monitor, vista dall'alto in abito cattura-collezionisti. Per sbirciare meglio il panorama il gallerista napoletano Umberto di Marino -in attesa di trasferirsi, a maggio, nel suo nuovo spazio in Piazza dei Martiri- si nasconde tra le sculture (28). Vedovamazzei prima si fa notare ad un party (22) per un adorabile impermeabile (e non se l'è tolto maiii), ma poi cade di stile facendosi pizzicare ad una cena con piercing alla rughetta (31), Simeoneee!!! Qualcuno ci dica cosa hanno confabulato per una intera sera-vernissage l'artista Nunzio e lo scrittore Allan Jones (23). Intanto nei brunch domenicali organizzati da Marcello Smarrelli nella capitale non mancano presenze vip. Allo studio visit di Francesco Arena (che mangia con Pericle Guaglianone ed Emanuela Nobile Mino, 27) si sono intravisti il capufficio stampa della Biennale d'arte di Venezia Alessandra Santerini (24) e il direttore della Fondazione Ratti Mario Fortunato (26). C'è la televisione che intervista un artista? Ed ecco che il glamour-direttore Andrea Bruciati si mette dietro per entrare nell'inquadratura (29). Pizzicato. E come congedarci se non con una scena di etilismo puro? Secondo voi sta ridotto peggio, in questa foto (30), Maurizio Sciaccaluga o il gallerista Nicola Furini? INVIATECI LE VOSTRE FOTO. LE PIU' BELLE VERRANNO PUBBLICATE SUI PROSSIMI FOTOFINISH > fotofinish@exibart.com 78.hostravistoxte Exibart.onpaper I quattro insegnamenti di Harald di Marco Senaldi Sono e resto fermamente convinto che la storia si faccia, per così dire, da sé, con o senza l'apporto degli individui. E che pertanto quelli che chiamiamo uomini eccezionali non sono altro, in definitiva, che dei contrassegni la cui funzione, per quanto indispensabile, potrebbe essere svolta da chiunque altro si trovasse nelle stesse identiche condizioni. A volte però bisogna essere ancora più realisti del re ed ammettere delle deroghe. La scomparsa di Harald Szeemann è una di queste eccezioni alla regola. Non ero un suo amico, e nemmeno, tecnicamente parlando, un suo conoscente. Mi è solo capitato d'incontrarlo alcune volte e di scambiare con lui qualche punto di vista. Condizione questa che, in un certo senso, mi permette di parlarne con equità, senza necessariamente dover fare appello alla commemorazione personale. Credo semplicemente che, come operatori culturali in generale, e come curatori o esperti d'arte contemporanea in particolare, siamo tutti debitori a Szemann per alcuni insegnamenti davvero fondamentali. Il primo è che Szeemann ha ridefinito completamente la figura del curatore, ancora in un'epoca in cui al massimo "curare" delle mostre era un'attività collaterale rispetto alla prevalente occupazione teorica ed accademica del critico d'arte. In questo modo ha sottratto il lavoro "manuale" della curatela - ritenuta fino ad allora poco più che l'opera di allestitore o di scenografo - all'ambito delle attività servili, sottovalutate in ambito accademico, dimostrandone al contrario il valore in termini di proposta intellettuale. Dopo Szeemann, creare una mostra significa costruire un'ipotesi che deve essere insieme un percorso culturale ed un'avventura dei sensi, un'astrazione che la selezione concertata di un gruppo di opere o di artisti deve saper rendere palpabile, oggetto di godimento immediato. In questo senso gli esempi di mostre come When attitudes become form, del '69, e la Documenta del '72 restano fondamentali. Ed anzi, per inciso, è bello parlarne come di vere e proprie opere a sé, come si fa con i film o con le sinfonie. In entrambi i casi assistiamo non solo ad un diverso modo di esporre e perciò di fruire le opere d'arte contemporanea, ma anche ad una concezione tutt'affatto inedita di ciò che l'arte può fare - o meglio, di ciò che fino ad allora si riteneva potesse fare -, all'estrinsecazione di quelle che fino allora erano frontiere ancora solo ipotetiche del fare arte: non solo l'installazione (questo certo era già stato sperimentato), ma l'insieme concertato d'installazioni; non solo la pratica del site specific work (anche questa è un'invenzione da ascriversi agli artisti in prima persona), ma la site specific exhibition che deborda negli spazi esterni a quello espositivo, che entra in rapporto non solo con i luoghi fisici, ma anche con quelli sociali e antropologici, urbani e umani, circostanti. Ma, e questa è una seconda e non meno importante lezione, nonostante la rivalutazione - o meglio, l'autentica invenzione - dello statuto culturale del curatore, Szeemann ha sempre praticato la totale quanto aprioristica rinuncia ad ogni forma di narcisismo, patologico o professionale che sia. Benché fornito di un ego tutt'altro che remissivo, e nonostante abbia sempre saputo benissimo che cosa voleva e come ottenerlo, non ha mai pensato, neanche per ipotesi, all'idea che il curatore potesse diventare un altro artista, o che la sua particolare posizione super partes potesse implicare un qualche speciale privilegio culturale, mediale o, peggio, psicologico. Szeemann, uno che si era confrontato con personalità come Beuys e Merz, aveva conservato un approccio verso le persone perennemente improntato all'apertura ed alla cortesia, alieno da ogni sensazionalismo, indifferente al presenzialismo spettacolare. La contraddizione che qui si potrebbe cogliere tra il fatto di svolgere una professione che deve rendere "spettacolo" una merce delicata come l'arte, e la personalità eclettica ma sostanzialmente schiva come quella di Szeemann, è più apparente che reale. Al fondo, ripetiamolo, c'era un ego di acciaio, dominato però da una serietà ancor più forte, e da una capacità di coinvolgimento totale nel progetto, grande o piccolo che fosse. La difficoltà a trattare con personalità spesso sopra le righe, esagitate e narcise fino all'insopportabile, era da lui considerata come un aspetto collaterale per quanto inevitabile del suo lavoro. Tornando con la memoria ai tempi in cui, da giovane, praticava atletica leggera, Szeeman mi ha confessato una volta - nel suo italiano vagamente engadino - che quella preparazione fisica gli era risultata in seguito preziosa perché gli aveva permesso di affrontare " tutte quelle interminabile cene con i artisti, dove poi tu deve bere, e poi tu deve parlare dei pezzi, e di come intende mettere nella tua mostra... ". Poi, non ci si può dimenticare della fenomenale logica organizzativa di Szeemann. Pur avendo accondisceso ad un'impostazione del lavoro warholiana (il suo studio a Tegna si chiamava Fabbrica Szeemann ed era collocato dentro una vera ex-fabbrica), era lungi dall'utilizzo della forza lavoro altrui come di manodopera intellettuale a basso prezzo economico e ad alto valore d'immagine. Credo che in tutta la sua carriera si sia servito di pochissimi collaboratori (ultimamente aveva una sola assistente incredibilmente tuttofare) il che, a pensarci bene (nel solo 2002 Szeemann ha curato almeno cinque mostre di rilevanza internazionale) è praticamente pazzesco. La sua fabbrica era un coacervo di scatoloni, ma era anche un archivio straordinariamente ricco. Ricco perché contemplava oggetti tra i più disparati sostanzialmente collocati sullo stesso piano gerarchico - dalle foto delle installazioni, alle lettere degli ammiratori o dei seccatori, alla classificazione dei cataloghi... È una vicinanza umana al mondo concreto delle cose che ci dovrebbe far riflettere, e dovrebbe farci pensare alla povera spettralità dei nostri archivi virtuali, dei nostri antipatici cd rom e delle nostre e-mail salvate su qualche memoria virtuale, che presto o tardi ci tradirà. Infine, non è possibile dimenticare lo stile concretamente operativo, l'approccio al lavoro vero e proprio di Szeemann. Più volte l'ho osservato al lavoro, durante le riunioni preliminari ed anche durante gli allestimenti espositivi. Ed era incredibile vedere l'attenzione che riservava a qualunque tipo di problema, da chiunque gli venisse sottoposto, senza mai fare aggio sulla propria posizione di predominio. In tutte le occasioni di curatela che ha affrontato, fossero incarichi ai massimi livelli mondiali o iniziative minori o persino locali, il suo stile era invariabile: sempre improntato al raggiungimento di un obiettivo formale all'interno delle infinite difficoltà organizzative, psicologiche, economiche che un evento o mostra reca con sé. Nell'organizzazione di una mostra, per lui senz'altro secondaria, in un piccolo paese del Canton Ticino, ho potuto osservare Szeemann applicarsi esattamente come se si trattasse della Biennale, e pretendere dagli altri lo stesso impegno e la stessa serietà, anche senza darlo a parere. Ma va anche ricordato che una grande parte del suo lavoro si espletava proprio nei rapporti umani, cioè in quella cosa che noi, invece, ormai abbiamo degradato a "contatti", "public relations", "conoscenze". Szeeemann era un uomo capace di rispondere personalmente a tutte le lettere che riceveva, e lo faceva via fax o per lettera, ignorando con sovrana disinvoltura l'uso della posta elettronica, al punto che poteva capitare, come è successo a me, di inviargli una lettera e di ricevere una sua cartolina di risposta ad oltre un anno di distanza. Questa scrupolosa dedizione riesce incredibile e addirittura imbarazzante oggi, nelle condizioni di lavoro che conosciamo tutti, in cui chiunque ritenga di appartenere alla nascente classe del "cognitariato culturale" sa che la "cosa vera da fare" consiste nel dirimere al volo il lavoro o le persone per qualche aspetto importanti da quelle che non lo sono. Al contrario, questa autentica lezione di umiltà è e resta straordinaria, non solo perché rinfranca in un mondo dove la sciatteria, la confusione, la sguaiataggine sembrano farla da padrona, ma anche per la totale laicità della posizione di Szeemann che non annetteva nessun significato speciale a questo suo modo di fare. Semplicemente, per lui era il modo in cui le cose andavano fatte. La perdita di un uomo di questo genere non è di quelle riparabili. Ci rimane però il suo insegnamento. Ci resta la cosa fondamentale, il suo esempio. Sono contento di aver potuto conoscere Harald Szeeman; sono contento di poterlo ricordare, di poter pensare alla concretezza del suo valore come a qualcosa che dobbiamo fare nostro, che dobbiamo difendere, che può servirci come riferimento sicuro nel mare montante dello scomposto disordine che ci circonda. (scrivimi: hostravistoxte@exibart.com)