Infezioni nelle strutture strutture assistenziali
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Infezioni nelle strutture strutture assistenziali
Ospedale per acuti ti Servizi ambulatoriali Strutture St tt residenziali Infezioni nelle strutture assistenziali Assistenza domiciliare Orientamenti nella diagnosi e terapia delle infezioni respiratorie dell’adulto dell adulto acquisite in comunità Paolo Scarpellini Clinica Malattie Infettive Ist. Scientifico San Raffaele - Milano Orientamenti m nella diagnosi g e terapia p delle infezioni respiratorie dell’adulto acquisite in comunità • • • • Faringotonsillite Bronchite acuta Riacutizzazione di bronchite cronica P l Polmonite it acquisita i it iin comunità ità Faringotonsillite g Processo infiammatorio acuto che interessa l’orofaringe e/o nasofaringe, talora circoscritto al p spesso p con tessuto linfatico tonsillare,, ma più interessamento più esteso linfonodale satellite. • età ppediatrica (5-15 ( aa), ) 30% delle infezioni (importante causa di perdita di gg scolastici) • stagionalità Patogeni causali nella faringite infettiva (Bisno 2001) Virus 30-40 Nel 30 % dei casi non è possibile individuare Rhinovirus 20 l Coronavirus la causa dell’infezione d ll’i f i >5 Adenovirus Herpes simplex Influenza e parainfluenza 5 4 2 Coxsackie,EBV, CMV, HIV <1 Batteri S.pyogenes py g beta-emolitico m A Streptococchi beta-emolitici C Alt i (anaerobi, Altri ( b C Corynebatteri, b N Neisseria, Arcanobacterium, Yersinia, Chlamydia, Mycoplasma) 30-40 15-30 5-10 <11 Faringotonsilliti - Clinica • Sintomi locali (faringodinia e disfagia) e sistemici (febbre, cefalea, ecc) • Da S. S pyogenes gr A: esordio improvviso improvviso, faringodinia intensa, dolore alla deglutizione e febbre elevata (>39°C) (>39 C) con brividi, cefalea (nei bambini), anoressia e sintomi GI GI. EO: eritema faringo-tonsillare faringo-tonsillare, con o senza essudato, linfoadenop. laterocervicale anteriore anteriore. Faringotonsilliti - Diagnosi • Osservazioni cliniche ed epidemiologiche • Conferma con test di laboratorio – Coltura da tampone faringeo (sens. 90-95%) – RADT • Diagnosi di certezza: segni e sintomi tipici + positività ad un test TERAPIA Faringotonsilliti - Terapia • La terapia terap a antimicrobica ant m crob ca è indicata nd cata solo nei casi di faringite sintomatica in cui la presenza di streptococco beta emolitico gr A sia stata confermata da coltura o RADT • La ABT viene eseguita g approssimativamente nel 75% delle faringiti Faringotonsilliti - Terapia Paziente Raccomandazione Prima scelta Amoxicillina 1g ogni 12 h Allergia o intolleranza ai Beta lattamici Clindamicina 600 mg ogni 8 h Azitro/claritro (epidemiol. (epidemiol locale) Scarsa compliance Cef orali, azitromicina Fallimento dopo 1a scelta o recidiva Amoxi/clav, cef orali, Amoxi/clav orali claritro/ azitro (epidemiol.locale) Complicanze C li (ascesso ( peritons, para o retrofar) Drenaggio D i chirurgico, hi i Amoxi/clav A i/ l 1gr 1 ogni 8 h; clinda 600 mg ogni 6-8 h Bronchite acuta (1) • Infiammazione dell’albero bronchiale con edema e produzione di muco con tosse p • Persistenza per < 3 sett. • Incidenza sovrastimata data la numerosità di condizioni che possono causare sintomi simili (asma estrinseco, agenti g irritanti ecc) • > 90% cause non batteriche (causa nota in solo il 16-40% dei casi) • I virus respiratori (influenzali), sembrano essere i maggiori gg responsabili. p • Ad oggi solo B.pertussis, M.pneumoniae e C.pneumoniae p sono organismi g non virali che causano BA (5-10% dei casi) Bronchite acuta (2) • Non esistono test diagnostici • DD da polmonite (clinica e Rx), sinusite e altre affezioni dell’albero resp sup. (asma, insuff congestizia g cardiaca, esofagite g da reflusso, tumori broncogeni) pratica comune nonostante non • La ABT nella BA è p siano stati evidenziati benefici in studi clinici randomizzati controllati! (non modifica la durata della malattia, l tti lla limitazione li it i di attività tti ità o altri lt i parametri) t i) • La ABT non viene quindi consigliata. Tuttavia in presenza di situazioni altamente probabili di inf batterica, in pz con fattori di rischio, in compenso labile o nei forti fumatori labile, fumatori, i macrolidi o i ketolidi sono i farmaci di scelta Riacutizzazione di bronchite cronica • Bronchite cronica: patologia infiammatoria caratterizzata da tosse produttiva per un periodo superiore a tre mesi all’anno all anno per due anni consecutivi in un paziente in cui sia stata esclusa qualunque altra causa di tosse cronica (neoplastica, tubercolare, ecc..). • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): stato di malattia caratterizzato dalla presenza di limitazioni al flusso respiratorio non completamente reversibili e da un andamento tipicamente progressivo, accompagnate da una crescente dispnea da sforzo, un peggioramento delle condizioni di i i generali li e d della ll qualità li à di vita i (BC (BC, enfisema, fi asma con persistenza di ostruzione delle vie aeree). • Riacutizzazione di BC: aumento rispetto alle condizioni basali, dei sintomi soggettivi e delle manifestazioni cliniche con modificazioni quantitative e qualitative d ll’ dell’espettorato, aumento d dell’intensità ll’i i àd della ll tosse e d della ll dispnea. BPCO • 4°° causa di morte al mondo e 8°° patologia causante perdita di produttività (OMS 2000) • Dati D ti USA USA: 16 M di casi, i 110 110.000 000 d decessii annui, i oltre lt 16 M di visite ambulatoriali, 500.000 ricoveri e 18 miliardi di dollari di costi diretti (Snow et al al, 2001) 2001). • Difficoltà di osservatorio epidemiologico della patologia dovuto alla variabilità dei criteri diagnostici, clinici e spirometrici utilizzati negli studi e nelle stesse linee guida internazionali, da oggettive difficoltà di rilevazione della BPCO nella popolazione e da probabili differenze nella prevalenza in differenti aree geografiche. • Possibilità P ibilità di sottostima: tt ti di diagnosii iin solo l il 25% d delle ll BPCO (ERS, European Respiratory Society). • Fumo: principale fattore di rischio (>90% dei BPCO è fumatore, il 50% dei fumatori è destinato a BPCO) Riacutizzazione di bronchite cronica Eziologia In circa il 30% dei casi l’agente patogeno è un virus (influenzali A e B, parainfluenzali, respiratori sinciziali, rinovirus, i i coronavirus i e adenovirus) d i ) Produttore di Beta-lattamasi nel 16-20% ((Schito 2003)) Pen-R nel 10-15% (resistenza a 4mg/l molto rare). Nel 30% resistenza i t a ttetra, t macrolidi lidi e cotrimox CA-MRSA ? Confronto delle raccomandazioni del FADOI 202 e delle LG Canadesi (2003) sul trattamento delle AECB in base al livello di gravità Polmonite pneumococcica CAP – le p problematiche emergenti g • Indicazioni al ricovero • Eziologia e spettro di resistenza ai farmaci • Trattamento delle CAP domiciliari (macrolidi in monoterapia?) • Ruolo dei FQ • Proposta di PDT per HSR Empiric Therapy of CAP. Guidelines for the Perplexed? Burke A. Cunha, MD; Chest 5 2004 …..Nonspecialist physicians treating CAP are often perplexed by the number of CAP guidelines and by their differences. Practitioners believe that if specialists cannot agree on antibiotic treatment for CAP, then the traditional preguideline approach is perhaps just as good. Studies using antibiotic guidelines to treat CAP do not differ markedly in clinical outcomes, …. Clinicians have been successfully treating CAP for decades without guidelines, so what’s the fuss? Practitioners would more readily adhere to a simplified or streamlined CAP guideline. The greatest potential benefit of guidelines is not in improving outcomes but in decreasing antibiotic resistance and in controlling the cost of therapy…. Caratteristiche del Paziente Punteggi Età Maschi Femmine Residente in casa di riposo (Età) (Età –10) +10 C Comorbidità bidità Neoplasia Insufficienza epatica Scompenso cardiaco congestizio Patologia cerebrovascolare Insufficienza renale +30 +20 +10 +10 +10 Obiettività Confusione mentale Frequenza respiratoria > 30/min Pressione sistolica < 90 mm Hg Temperatura corporea < 35 o > 40°C Frequenza cardiaca > 125/min +20 +20 +20 +15 +10 Test di laboratorio PH < 7,35 Azotemia > 30 (BUN) X 3,14 mg/dl Sodiemia < 130 mEq/L Glicemia > 250 mg/dl Ematocrito < 30% PO2 < 60 mm Hg o SaO2 < 90% +30 +20 +20 +10 +10 +10 Versamento pleurico +10 Stratificazione del rischio in soggetti con CAP, secondo File Rischio Punteggio Mortalità (%) I 0 ((assenza di fattori di rischio)) 0,1 , - 0,4 , II < 70 0,6 - 0,7 III 71-90 0,9 - 2,8 Medio IV 91-130 8,2 , - 9,3 , Alto V > 130 27 - 31,1 Basso Classe di rischio Parametri CURB - 65 0o1 Parametri GRUPPO 1 Mortalità bassa (1,5%) Trattamento domiciliare del paziente •Stato confusionale* •Urea > mmol/L •Frequenza respiratoria > 30/min •Pressione sanguigna (sist < 90 mmHg o diast < 60 mmHg •Età > 65 anni 2 Parametri GRUPPO 2 Mortalità Intermedia (9,2%) Ospedalizzazione breve o trattamento domiciliare con supervisione specialistica (dimissione protetta?) t tt ?) >3 Parametri GRUPPO 3 Mortalità alta (22%) Trattamento con ricovero in ospedale come polmoniti gravi* * Considerare la possibilità di ricovero in ICU in presenza di CURB-65 score = 4 o 5 (PDT nella CAP; HSR 2006) Definizione dei criteri di ospedalizzazione • Si pone indicazione al ricovero ospedaliero se la condizione patologica appartiene al Gr 3 (mortalità alta) o al Gr 2 (mortalità intermedia) di rischio di morte in base alla valutazione mediante CURB-65. Il paziente i t viene i quindi i di inviato i i t all reparto t di area medica di di competenza t (Medicina Generale o Malattie Infettive) o in Unità di Terapia Intensiva, in considerazione della gravità delle condizioni cliniche…… In presenza di patologia a basso rischio di morte (Gr 1) il paziente può essere rinviato a domicilio o altrimenti tenuto in osservazione in Pronto Soccorso per un massimo di 24 h con rivalutazione clinica ogni 6 h. h In presenza di patologia a rischio intermedio di morte (Gr 2) è possibile considerare la cura ambulatoriale a condizione che il paziente possa ricevere adeguata assistenza infermieristica e medico-specialistica medico specialistica a domicilio. … la decisione al ricovero o alla cura domiciliare deve necessariamente considerare anche le condizioni socio-economiche del soggetto, la reale possibilità di una assistenza domiciliare adeguata da parte dei famigliari e del medico del territorio e la p possibilità ad assumere farmaci p per via orale. (Da: PDT nella CAP; HSR 2006) Nel 50% dei casi non è possibile ottenere una diagnosi eziologica della CAP Terapia antibiotica empirica ragionata Età del paziente, gravità della patologia all’esordio, comorbidità (immunocompetenza), site of care (in or outpatient), localizzazione geografica, travel history, pattern di sensibilità locale, locale stati epidemici di MDRMDR pathogens Trattamento della CAP: problemi emergenti • Ruolo del macrolide in monoterapia per le CAP non complicate nell’outpatient • Emergenza della penicillino penicillino- e cefIII cefIIIresistenza. • Emergenza della d ll resistenza i aii FQ Trattamento delle CAP domiciliari (macrolidi in monoterapia?) Breakpoint p Ceftriaxone (Str ( ppneumoniae)) Trattamento della CAP a domicilio Al momento della dimissione dal Pronto Soccorso deve essere indicata una delle seguenti opzioni terapeutiche a seconda che sussistano o meno fattori di rischio, quali: età≥ 65anni, anamnesi positiva per terapia antibiotica nei 90 giorni precedenti, condizioni q BPCO, malattie cardiopolmonari, p diabete mellito, neoplasie, p morbose associate (quali IRC) trattamento immunosoppressivo in atto. (la via di somministrazione è orale dove non altrimenti specificato): Adulto Ad lt senza fattori f tt i di rischio: i hi Amoxicillina/Ac.clavulanico 1 cp da 1 grammo (875mg + 125 mg) ogni 8 h. + Claritromicina 500 mg ogni 12 h oppure Azitromicina 500 mg die Telitromicina 2 cp da 400 mg (in unica somministrazione) ogni 24 h Adulto con fattori di rischio p da 1 grammo g (875mg ( g + 125 mg) g) ogni g 8 h. + Claritromicina Amoxicillina/Ac.clavulanico 1 cp 500 mg ogni 12 h oppure Azitromicina 500 mg die Nel caso si ravveda la necessità di una terapia parenterale per i beta lattamici: C ft i Ceftriaxone 2 2g iintramuscolo t l di die + Cl Claritro it 500 mg ognii 12 h oppure A Azitro it 500 mg di die. Per tutte le condizioni sopra riportate, in presenza di allergia o grave intolleranza ai beta-lattamici o macrolidi, oppure in presenza di utilizzo di betalattamico nei 90 giorni precedenti, g p è consigliato g utilizzare un fluorochinolone respiratorio p in monoterapia: Moxifloxacina 400 mg/die oppure Levofloxacina 500 mg die (Da: PDT nella CAP; HSR 2006) PDT della CAP con ricovero in Area Medica • Entro 4 h dalla prima valutazione verrà intrapresa una delle seguenti opzioni terapeutiche (è auspicabile che la prima somministrazione sia già stata eseguita g g in PS). ) • La scelta della terapia si basa sulla presenza o meno dei fattori di rischio per infezione da microrganismo multi-farmaco resistente elencati di seguito: Terapia T i antibiotica tibi ti o ospedalizzazione d li i per > 2 giorni i i neii precedenti d ti 90 giorni i i Permanenza in residenza per anziani o lungodegenza Frequentazione costante dell’ospedale (es: pz onco-ematologico, dializzato) Presenza di ferita/ulcera cronica trattata a domicilio Famigliare portatore riconosciuto di germi multi-farmaco resistente (Da: PDT nella CAP; HSR 2006) PDT della CAP con ricovero in Area Medica • In assenza di fattori di rischio per infezioni da MDR Pathogens: 1 Amoxicillina/Ac 1. Amoxicillina/Ac. clavulanico ogni 8 h + Claritromicina 500 mg ogni 12 h oppure Azitromicina 500 mg die. 2. Cefotaxime 1-2 gr ev ogni 8 h oppure Ceftriaxone 2 gr ev/im die + Cl it Claritromicina i i 500 mg ognii 12 h oppure Azitromicina A it i i 500 mg die. di 3. Levofloxacina 500 mg ev die. • In presenza di almeno uno dei fattori di rischio per infezioni da MDR Pathogens: 1. Ceftazidime 2 gr ev ogni 8 h + Levofloxacina 500 mg ev die oppure ciprofloxacina 400 mg ev ogni 12 2 Piperacillina/tazobactam 2. Pi illi /t b t 2 25 g – 4,5 2,25 4 5 g ev ognii 6 h + Levofloxacina L fl i 500 mg ev die oppure ciprofloxacina 400 mg ev ogni 12 h oppure (Da: PDT nella CAP; HSR 2006) PDT della CAP con ricovero in Area Medica • Nei soggetti con allergia nota alle Beta-lattamine: Amikacina 15 mg/Kg die ev in unica soluzione + Levofloxacina 500 mg ev • Nei soggetti con allergia intolleranza o controindicazioni al FQ: Amikacina 15 mg/Kg die ev in unica somministrazione + Ceftazidime 2 gr ev ogni 8 h o Piperacillina/tazobactam 2,25 g – 4,5 g ev ogni 6 h La somministrazione di Amoxicillina/Ac clavulanico, clavulanico macrolidi e fluorochinolonici può essere per via orale o parenterale (dove non altrimenti specificato) in base alla gravità della patologia e secondo giudizio medico. Il dosaggio di levofloxacina può essere aumentato a 500 mg due volte al giorno in caso di patologia grave e/o condizione di possibile aumentata clearance renale (ipercinesia cardiocircolatoria). I dosaggi gg sopra p esposti p si riferiscono a condizioni di funzionalità epatop renale conservate. In caso contrario è necessario aggiustare la posologia secondo le indicazioni riportate sul foglietto illustrativo o su testi di antibioticoterapia (es “The Sanford Guide to Antimicrobial Therapy” ed. 2005 e successive) (Da: PDT nella CAP; HSR 2006) 2.5.3 Terapia p sequenziale q La terapia sequenziale, cioè il passaggio dalla somministrazione endovenosa a quella orale, permette una netta diminuzione della degenza ospedaliera, dei costi di gestione del paziente, mantenendo un’efficacia sovrapponibile al trattamento parenterale t l Le caratteristiche farmacocinetiche di alcuni farmaci (macrolidi, fluorochinolonici, amoxicillina) ne fanno candidati ideali per la gestione della terapia sequenziale. sequenziale E’ possibile attuare la terapia sequenziale in presenza delle seguenti condizioni: · Graduale miglioramento g della curva termica e della conta leucocitaria. · Paziente emodinamicamente stabile · Valori EGA in miglioramento · Buona tollerabilità del farmaco per via orale · N Nessun problema bl di assorbimento bi t intestinale i t ti l documentato d t t o sospetto tt · Nessuna assunzione di farmaci che interferiscano con l’assorbimento dell’antibiotico · Livelli tissutali adeguati con la formulazione orale e spettro d d’azione azione del farmaco per via orale sovrapponibile a quello per via parenterale (ove non disponibile antibiotico con le due formulazioni) (Da: PDT nella CAP; HSR 2006) Empiric Therapy of CAP. Guidelines for the Perplexed? Burke A. Cunha, MD; Chest 5 2004 IV or Oral therapy for CAP? IV-to-oral switch programs (after 48h of IV infusion) (Si l Chest (Siegel, Ch t 1996) Oral therapy for all but ICU CAP patients (doxycycline telithromycin, (doxycycline, telithromycin high dose amoxi/clav amoxi/clav, or respiratory quinolones) ….physicians h i i are creatures off habit h bi and d are slow l to change the way they do things… 2.1.1 Criteri di Dimissione La dimissione è consentita se è non è presente alcuna delle seguenti condizioni (purchè non rappresentino caratteristiche di baseline nel soggetto) nelle 24 ore precedenti (B-I): •temperatura ascellare > 37.8°C, •frequenza respiratoria > 24 atti respiratori al minuto, •frequenza f cardiaca di > 100 bpm, b •PA sistolica < 90 mmHg •Saturazione di ossigeno < 95% in aria ambiente •il paziente è incapace di assumere la terapia orale o non sussistono le condizioni per un’adeguata nutrizione e idratazione •il paziente ha altri problemi clinici o sociali che controindichino la dimissione. (Da: PDT nella CAP; HSR 2006) CAP: riferimenti bibliografici ATS. Guidelines for the management of adults with community ATS community-acquired acquired pneumonia. From American Thoracic Society. Am J Respir Crit Care Med Vol 163.pp 1730-1754, 2001. IDSA. LA Mandell, JG Bartlett, SF Dowell et al. Update of practice guidelines for the management of comunità-acquired pneumonia in immunocompetents adults. Clin Inf Dis 2003; 37:1405-33. BTS guidelines for the management of community acquired pneumonia in adults. Thorax 2001;56;1-64 FADOI. Orientamenti FADOI O i t ti nella ll di diagnosii e tterapia i d delle ll iinfezioni f i i respiratorie i t i dell’adulto acquisite in comunità. G Ital Chemioterapia; S 2004. File TM. Community y acquired q pneumonia. p Lancet; 362:1991-2000,, 2003. Hospitalist management of community-acquired pneumonia. A. Amin, J. Diamant, L. Di Francesco et al. Inf Dis Clin Pract 2004; 12:S17-S22. Guidelines for Empiric Antimicrobial Prescribing in Community-Acquired Pneumonia. T M. File, J Garau, M, F Blasi, C Chidiac, K Klugman, H Lode, R. Lonks, L Mandell, J Ramirez, and V Yu. CHEST May 2004. Empiric Therapy of Community-Acquired Pneumonia. Guidelines for the Perplexed? Burke A. Cunha, CHEST May 2004. HAP, VAP, HCAP: riferimenti bibliografici IDSA ATS Guidelines for the management of adults with hospitalIDSA-ATS hospital aquired, ventilator-associated, and healthcare-associated pneumonia. (American Thoracic Society and Infectious Diseases Society of America) Am J Respir Crit Care Med. Vol 171. America). 171 pp 338-416, 338-416 2005 Orientamenti nella eziologia e terapia delle infezioni urinarie dell’adulto dell adulto acquisite in comunità Paolo Scarpellini Clinica Malattie Infettive Ist. Scientifico San Raffaele - Milano Letteratura per lo studio e approfondimento pp • Manuale pratico di Malattie Infettive, Reese & Betts, capitolo 15 (pag 493-520). • IDSA/ATS Consensus Guidelines on the management of CAP in adults. Clinical Infectious Diseases 2007; 44:S27-72 44:S27 72 • PDT 001, reperibile alla sezione Documenti>PDT di intranet HSR • FINE lezione del 16/04/2009 • Buon Appetito Paziente con sospetta infezione Con il singolo paziente ... GARANTIRE LA TERAPIA MIGLIORE Doppio contratto terapeutico Con tutti gli l altri l pazienti ... NON SELEZIONARE RESISTENZE GARANTIRE L’INTEGRITA’ dell’ECOSISTEMA • 1) Clinical assessment of the severity of infection is crucial! Cura domiciliare Ricovero Follow up ambulatoriale • In presenza di SSSI e segni e sintomi di tossicità sistemica quali: febbre o p , tachicardia (>100 ( b/min), ), ipotermia, ipotensione (sistolica <90 mm Hg or 20 mm Hg sotto il baseline) eseguire prelievo ematico per: –E Emocolture lt + Abg Ab – Emocromo con formula, funz epato/renale, CK, bicarbonati venosi, PCR • Other clues to potentially severe deep soft-tissue infection include the following: • • • • • • • (1) pain disproportionate to the physical findings, (2) violaceous bullae, (3) cutaneous hemorrhage, (4) skin sloughing, (5) sk skin n anesthes anesthesia, a, (6) rapid progression, (7) gas in the tissue. • Unfortunately, these signs and symptoms often appear later in the course of necrotizing infections. In these cases, m g surgical g evaluation is of f paramount p m importance mp for f emergent both diagnostic and therapeutic reasons • 2) Emerging antibiotic resistance among Staphylococcus aureus ((methicillin resistance)) and Streptococcus pyogenes (erythromycin resistance) MRSA 2007 • Careful history: – – – – – – – patient’s immune status, the geographical locale, travel history, recentt trauma t or surgery, previous antimicrobial therapy, lifestyle, hobbies, animal exposure or bites Stevens, CID 2005:41 • Recognizing the physical examination findings and understanding the anatomical relationships • biopsy or aspiration of tissue may be necessary. • radiographic procedures (level of infection and the presence of gas or abscess). • Surgical exploration or debridement is an important diagnostic, as well as therapeutic, procedure d iin iimmunocompromised i dh hosts t or iin patients with necrotizing infections or myonecrosis. myonecrosis • Three contemporary problems confounding the patients with SSI: clinical evaluation of p – di diagnosis, i – severity of infection, – pathogen-specific antibiotic resistance patterns. Stevens, CID 2005:41 • Impetigo, erysipelas, and cellulitis. • Necrotizing infections • Infections following animal or human bites. • Surgical site infections. • Infections in the immunocompromised host. host Impetigo p g • b-hemolytic y streptococci p and/or S. aureus • economically disadvantaged children in tropical or subtropical regions • peak incidence in children aged 2–5 years, • no sex p predilection,, and all races are susceptible. p • Streptococcal: colonization of the unbroken skin (mean duration of 10 days); y inoculation by y abrasions, minor trauma, or insect bites. During the course of 2– 3 weeks, streptococcal strains may be transferred from the skin and/or impetigo lesions to the upper respiratory tract tract. • Staphylococcal: colonization in the nose Stevens, CID 2005:41 Impetigo Impetigo • Penicillinase resistant pen or first- gen ceph MRSA: TMP TMP-SMX, SMX, doxi; Iv: Iv Vanco, Linezolid, • MRSA dapto, tige. • Erythromycin has been a mainstay of pyoderma therapy, but its utility may be lessened in areas where erythromycin-resistant y y strains of S. aureus, or more recently, S. pyogenes, are prevalent. • Topical mupirocin is equivalent to oral systemic antimicrobials and may be used when lesions are li it d iin number limited b ((expensive i and d some strains t i of f staphylococci are resistant) Stevens, CID 2005:41 Cutaneous abscesses Cutaneous abscesses • collections of pus within the dermis and deeper skin tissues. • painful, tender, and fluctuant red nodules, often surmounted by a pustule and surrounded by a rim of erythematous swelling. • Typically polymicrobial (normal regional skin flora, often combined with organisms from adjacent mucous membranes) membranes). • S. aureus is present, usually as a single pathogen, in only 25% of cutaneous abscesses. • Effective treatment: incision, evacuation of the pus, and probing the cavity to break up loculations. • Gram stain, culture, and systemic antibiotics are rarely necessary. • Unusual exceptions include the presence of multiple lesions, cutaneous t s gangrene, severely s l impaired imp i d host h st defenses, d f s s extensive xt si surrounding cellulitis, or severe systemic manifestations of infection. Stevens, CID 2005:41 Boil Furuncle Furuncles (or boils) • Infections of the hair follicle, usually by S aureus S. aureus, in which suppuration extends through the dermis into the subcutaneous ti tissue, where h a small ll abscess b f forms (folliculitis: inflammation more superficial and pus in the epidermis). • Anywhere on hairy skin skin. Each lesion consists of an inflammatory nodule and an overlying pustule through which hair emerges. Stevens, CID 2005:41 Carbuncle • When infection extends to involve several adjacent follicles follicles, producing a coalescent inflammatory mass with pus draining from multiple lti l f follicular lli l orifices, ifi th the llesion i iis called a carbuncle. • Carbuncles tend to develop on the back of the neck and are especially likely to occur in diabetic persons. Stevens, CID 2005:41 Carbuncle Furuncles and carbuncle • • • • • • • • (management) moist heat Larger furuncles and all carbuncles: incision and drainage. Systemic antibiotics are usually unnecessary, unless extensive surrounding cellulitis or fever occurs Outbreaks of furunculosis (families, close personal contact, sport team). Predisposing factors: inadequate personal hygiene and exposure to others with furuncles. Control of outbreaks: – a) bathing with antibacterial soaps (chlorhexidine); thorough laundering of clothing, towels, and bed wear; separate use of towels and washcloths; – b) attempted eradication of staph carriage carriage. Some individuals have repeated attacks of furunculosis. A few of these persons, particularly children, have abnormal systemic host responses, but for most, the only identifiable predisposing factor is the presence of S. aureus in i th the anterior t i nares or elsewhere l h ((perineum). i ) The prevalence of nasal staph colonization is 20%–40%, but why some carriers develop recurrent skin infections and others do not is usually unclear. Controll of recurrent furunculosis: eradicate staph carriage: – a) mupirocin bid in the anterior nares for the first 5 days each month (reduction of recurrences by ~50%); – b) Clindamycin (susceptible S. S aureus) 150 mg daily for 3 months (decrease of subsequent infections by ~80%). Stevens, CID 2005:41 Cellulitis and erysipelas • diffuse, spreading skin infections, excluding those associated with underlying suppurative foci (cutaneous abscesses, necrotizing fasciitis, septic arthritis, and osteomyelitis). • • • • Erysipelas: E i l the h upper dermis, d i iincluding l di the h superficial fi i l llymphatics, h i Cellulitis: the deeper dermis, as well as subcutaneous fat. In practice practice, .. the term “erysipelas” erysipelas to describe both infections infections. Rapidly spreading areas of edema, redness, and heat, sometimes accompanied by lymphangitis and inflammation of the regional lymph nodes “orange nodes. orange peel” peel • Vesicles, bullae, and cutaneous hemorrhage in the form of petechiae or ecchymoses may develop on the inflamed skin. • Systemic S t i manifestations if t ti ((usually ll mild): ild) f fever, ttachycardia, h di confusion, hypotension, and leukocytosis (may even occur hours before the skin abnormalities appear). • Petechiae P t hi and d ecchymoses h may develop d l in i iinflamed fl d skin; ki if th these are widespread and associated with systemic toxicity, a deeper infection such as necrotizing fasciitis should be considered. Stevens, CID 2005:41 Erysipelas • 2 features: f a)) the h llesions are raised d above b the h level l l of f the h surrounding skin; b) there is a clear line of demarcation between involved and uninvolved tissue. • more common among infants, young children, and older adults. y caused by y b-hemolytic y streptococci p (usually y group g p A, • Almost always rarely serogroups C, G, or B, or S. aureus). • the lower extremities are more frequently affected. • With early diagnosis and proper treatment, the prognosis is excellent. Rarely, however, the infection may extend to deeper levels of the skin sk n and soft tissues. t ssues. • Penicillin or ampicillin (parenterally or orally) is the treatment of choice. If staph suspected: Oxacillin or a first-gen ceph. If CAMRSA suspected: d vanco, dapto d or li linezolid lid • In a RCT, the efficacy of roxithromycin, was equivalent to that for penicillin Macrolide resistance among group A streptococci penicillin. streptococci, however, is increasing in the United States. Stevens, CID 2005:41 Cellulitis • Acute spreading infection of the skin, g more deeply p y than erysipelas y p to extending involve the subcutaneous tissues. • I It llacks k the h distinctive di i i anatomical i l features. • b-hemolytic streptococci, and other microorganisms. i is s Stevens, CID 2005:41 Cellulitis and erysipelas (predisposing factors) breaches in the skin (often small and clinically inapparent). inapparent) • skin more fragile or local host defenses less effective (obesity, (obesity previous cutaneous damage, damage and edema from venous insufficiency or lymphatic obstruction) • Trauma, preexisting skin infections (impetigo, ecthyma, ulceration, fissured toe webs from maceration or fungal f l iinfection, f ti and d iinflammatory fl t d dermatoses, t such h as eczema). • Surgical procedures (disruption of lymphatic drainage: saphenous venectomy, axillary node dissection for breast cancer, and operations p for gynecologic gy g malignancies that involve lymph node dissection, especially when followed by radiation therapy, such as radical vulvectomy and radical hysterectomy) hysterectomy). Stevens, CID 2005:41 Cellulitis and erysipelas (diagnosis and etiology) • Blood culture: p positive in 5%; culture of needle aspirations: p positive p in 5% to ~40% culture of punch biopsy specimens yields an organism in 20%–30% • not fruitful for the typical case, helpful for when diabetes, malignancy, and special circumstances. • most of the infections arise from streptococci group A, but also from B, C, or G. • The source of the pathogens is frequently unclear, but in many infections of the lower extremities, the responsible streptococci are present in the macerated or fissured interdigital toe spaces spaces. • Occasionally, the reservoir of streptococci is the anal canal or the vagina (previous gynecologic cancer treated with surgery and radiation therapy). • S aureus less frequently causes cellulitis (penetrating trauma S. trauma, IVDA) IVDA). • Special circumstances: • – cat or dog bites: Pasteurella spp (P. multocida, or Capnocytophaga canimorsus). – i immersion i iin f fresh h water: t A h d hil A.hydrophila – saltwater exposure: Vibrio species, particularly V. vulnificus. – employed in aquaculture or meatpacking: Streptococcus iniae or E. rhusiopathiae – Peri rbital cellulitis in children: Haemophilus Periorbital Haem philus influenzae – In neutropenic hosts: Pseudomonas aeruginosa or other gram-negative bacilli – patients infected with HIV: Helicobacter cinaedi, Cryptococcus neoformans D D : acute dermatitis D.D.: dermatitis, gout gout, herpes zoster zoster, acute lipodermatosclerosis lipodermatosclerosis. Stevens, CID 2005:41 Swartz, NEJM 2004 Swartz, NEJM 2004 Cellulitis and erysipelas (therapy) • Elevation of the affected area area. • Appropriate therapy for any predisposing condition (tinea pedis, pedis venous eczema, eczema trauma). trauma) • Measures to reduce recurrences: treating interdigital maceration keeping the skin well hydrated with maceration, emollients to avoid dryness and cracking, and reducing y underlying y g edema by y such methods as elevation of any the extremity, compressive stockings or pneumatic pressure pumps, and, if appropriate, diuretic therapy. • If frequent infections occur: – a) prophylactic antibiotics (es: monthly IM benzathine penicillin 1.2 MU in adults or twice-daily doses of either 250 mg of erythromycin or 1 g of penicillin V PO). – b) pre-emptive pre emptive (?) providing oral antibiotics for them to initiate therapy as soon as symptoms of infection begins. Stevens, CID 2005:41 Erysipelas Erysipelas Erysipelas Erysipelas Erysipelas • Impetigo, erysipelas, and cellulitis. • Necrotizing infections • Infections following animal or human bites. • Surgical site infections. • Infections in the immunocompromised host. host Necrotizing SSSI • Differ from the milder, superficial infections by: – clinical presentation, – coexisting systemic manifestations, – treatment strategies. • involve the fascial and/or muscle compartments; • cause major destruction of tissue and can lead to a fatal outcome. • usually ll “secondary” “ infections (from ( an initiall break k in the h skin k related to trauma or surgery). • Monomicrobial (streptococci or or, rarely rarely, staphylococci) or polymicrobial (mixed aerobe-anaerobe bacteria). pp to the diagnosis, g antimicrobial treatment, and • The initial approach decision to use operative management are similar for all forms and are more important than determining the specific variant. Stevens, CID 2005:41 Necrotizing SSSI • DD between b a cellulitis ll l (antimicrobial ( b l treatment alone) l ) and d a necrotizing SSSI that requires operative intervention may be difficult. • Several clinical features suggest gg the presence p of a necrotizing g SSSI: – (1) severe, constant pain; – (2) bullae, related to occlusion of deep blood vessels that traverse the fascia or muscle compartments; – (3) skin necrosis or ecchymosis (bruising) that precedes skin necrosis; – (4) gas in the soft tissues, detected by palpation or imaging; – (5) edema that extends beyond the margin of erythema; – (6) cutaneous anesthesia; – (7) systemic toxicity (fever (fever, leukocytosis leukocytosis, delirium, delirium and renal failure); – (8) rapid spread, especially during antibiotic therapy. • Bullae alone are not diagnostic of deep infections, because they also occur with h erysipelas, l cellulitis, ll l scalded ld d skin k syndrome, d d disseminated d intravascular l coagulation, purpura fulminans, some toxins (e.g., those associated with bite from a brown-recluse spider),and primary dermatologic conditions. Stevens, CID 2005:41 Necrotizing Fascitis The fascia most commonly referred to is the superficial fascia,, which is comprised f p of f all of the tissue between the skin and underlying muscles (i (i.e., subcutaneous b tissue). i ) Stevens, CID 2005:41 Necrotizing Fascitis (clinical features) •Extension Extension from a skin lesion is seen in 80% of cases •The initial presentation is that of cellulitis, which can advance rapidly or slowly. •systemic toxicity with high temperatures. The patient may be disoriented and lethargic. •The local site shows the following features: – cellulitis (90% of cases), – edema (80%), – skin discoloration or gangrene (70%), – and d anesthesia th i of f iinvolved l d skin ki ((unknown k iincidence). id ) •“wooden-hard feel” of the subcutaneous tissues. •broad erythematous tract in the skin along the route of the infection as it advances cephalad in an extremity. f open p wound: dissection of f the superficial p f f fascial p planes well •In case of beyond the wound margins during probing. Stevens, CID 2005:41 Necrotizing Fascitis (Bacteriology) •Monomicrobial Monomicrobial form: S. S pyogenes, pyogenes S. S aureus, aureus V. V vulnificus, vulnificus A A. hydrophila hydrophila, anaerobic streptococci (i.e., Peptostreptococcus species). Most infections are community acquired and present in the limbs (2/3 in lower extremities). y g cause (diabetes, arteriosclerotic vascular disease, or venous •Often an underlying insufficiency with edema). Sometimes, a chronic vascular ulcer changes into a more acute process. •Cases of necrotizing fasciitis that arise after varicella or trivial injuries, such as minor scratches and insect bites, bites are almost always due to S. S pyogenes (Flesh Eating Strep) Strep). The mortality in this group is high, approaching 50%–70% in patients with hypotension and organ failure. y form: up p to 15 different anaerobic and aerobic organisms g (average ( g of 5 •Polymicrobial pathogens in each wound). •Most of the organisms originate from the bowel flora (e.g., coliforms and anaerobic bacteria). •The polymicrobial necrotizing infection is associated with 4 clinical settings: – (1) surgical procedures involving the bowel or penetrating abdominal trauma, – (2) decubitus ulcer or a perianal abscess, – (3) at the site of injection in IVDA, – (4) spread from a Bartholin abscess or a minor vulvovaginal infection (anaerobic Streptococcus species). Stevens, CID 2005:41 Necrotizing Fascitis (Diagnosis) •Overlying cellulitis is a frequent accompaniment. The involvement of the deeper tissue planes •The (1) failure to respond to initial antibiotic therapy; (2) the hard, wooden feel of the subcutaneous tissue, extending beyond the area of apparent skin involvement; (3) systemic toxicity, often with altered mental status; (4) b bullous ll llesions; i (5) skin necrosis or ecchymoses. •CT scan or MRI: sensitivity and specificity? •Clinical judgment is the most important element in diagnosis. diagnosis •Appearance of the subcutaneous tissues or fascial planes at operat operation. on. Stevens, CID 2005:41 Necrotizing Fascitis (Diagnosis) •Gram stain and samples for culture are best obtained from the deep tissues. •If the infection originated from a contaminated skin wound, such as a vascular ulcer, the bacteriologic characteristics of the superficial wound are not necessarily indicative of deep tissue infection. Direct needle aspiration of the advancing edge as a means of obtaining material for culture can be helpful if fluid is obtained. •blood culture results. •In doubtful cases, the surgical procedure may provide both diagnosis and treatment. Stevens, CID 2005:41 Necrotizing Fascitis (Treatment) •Surgical intervention is the major therapeutic modality •Aggressive surgery if: – no response to antibiotics after a reasonable trial – profound toxicity, fever, hypotension, or advancement of the SSSI during antibiotic – the local wound shows any skin necrosis with easy dissection along the fascia by a blunt instrument, instrument more complete incision and drainage are required gg necrotic tissue and requires q – Gas in the affected tissue suggests operative drainage and/or debridement. •Most patients should return to operating room 24–36 h after the first debridement and daily thereafter until the surgical team finds no further need for debridement. •Aggressive i administration d i i i of f fl fluid. id Stevens, CID 2005:41 Necrotizing Fascitis (Treatment) •Antimicrobial therapy: – directed at the pathogens (appropriate doses) – until repeated operative procedures are no longer needed, – Until the patient has demonstrated obvious clinical improvement – Until U il fever f h has been b absent b f for 48 48–72 72 h h. •polymicrobial comm.-acquired (or diagn. pending): – – – – ampi-sulb + clinda + cipro (Stevens) Pip/tazo + clinda Imi or Mero or Dori Tige Necrotizing Fascitis (Treatment) •polymicrobial hospital-acquired (or diagn pending): – Imi or Mero or Dori or Pip/tazo + Vanco or Dapto (if MRSA susp.) •Streptococcal or Clostridial gas gangrene: – Clinda + Pen G/Ampi (Stevens) p – Pip/Tazo Necrotizing SSSI Anaerobic Streptococcal Myositis •more indolent infection than other streptococci. •usually associated with trauma or surgery surgery. •Incision and drainage are critical. •Penicillin or ampicillin (highly effective). Pyomyositis •pus within individual muscle groups. •S. aureus or, S.pneumoniae (o ( ccasionally) ll ) or a gram-negative enteric bacillus. b ll •Blood culture positive in 5%–30% of cases. •increasingly recognized (HIV infection or diabetes). •localized pain in a single muscle group, muscle spasm, and fever. •most often in an extremity, but any muscle group, including the psoas or trunk. •Initially, it may not be possible to palpate a discrete abscess because the infection is localized deep within the muscle muscle, but the area has a firm, firm wooden feel associated with pain and tenderness. •US or CT scan to differentiate from a deep venous thrombosis. •Antibiotics Antibiotics plus extensive surgical incision and drainage drainage. •Fournier Fournier Gangrene Necrotizing SSSI •Scrotum and penis or vulva •Usually y adults with underlying y g disease (diabetes), – perianal or retroperitoneal infection; – urinary tract infection, – previous i ttrauma. •The infection can begin insidiously with a discrete area of necrosis in the perineum that progresses rapidly over 1–2 days with advancing skin necrosis. •superficial gangrene, limited to skin and subcutaneous tissue, and extending to the base of the scrotum. •The testes, testes glans penis, penis and spermatic cord usually are spared spared. •The infection may extend to the perineum and the anterior abdominal wall. •Mixed Mixed aerobic and anaerobic flora. Staphylococci and Pseudomonas species are frequently present, •Prompt and aggressive surgical exploration and appropriate debridement is necessary to remove all necrotic tissue tissue, sparing the deeper structures when possible. Necrotizing SSSI Clostridial Myonecrosis (myonecrosis) •C. perfringens, C. novyi, C. histolyticum, and C. septicum. •Trauma associated gas gangrene: C. perfringens. •Spontaneous Spontaneous gangrene (in ( n neutropenic neutropen c and gastro gastrointestinal ntest nal malignancy): C. septicum •.. Early surgical inspection and debridement are necessary, and Gram stain of removed tissue shows large, sporeforming gram-positive bacilli. •Both forms are fulminant infections requiring meticulous intensive care, supportive measures, aggressive surgical debridement, and antibiotics. yp oxygen yg treatment remains unclear. •The role of hyperbaric •Penicillin (24 M) plus clindamycin (900 mg every 8h). • Impetigo, erysipelas, and cellulitis. • Necrotizing infections • Infections following animal or human bites. • Surgical site infections. • Infections in the immunocompromised host. host ANIMAL BITES Polimicrobial, average 5 isolates, range 0-16 HUMAN BITES • Impetigo, erysipelas, and cellulitis. • Necrotizing infections • Infections following animal or human bites. • Surgical site infections. • Infections in the immunocompromised host. host Surgical Site Infections FINE Macrolidi (azitro, claritro, eritromicina) Attivi contro la maggior parte degli agenti patogeni comuni, compreso gli agenti atipici In Italia, pneumococco resistente ai macrolidi: 33% (Schito, 2003). Eritromicina appare poco tollerata e scarsamente attiva verso H.influenzae Amoxicillina Tra i più attivi per il trattamento per os vs S pneumoniae (90-95% S.pneumoniae di sensibilità)Dosaggio: 3-4 g/die Inattiva vs agenti atipici