Comunità Montana della Laga “Zona M”
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Comunità Montana della Laga “Zona M”
VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Comunità Montana della Laga “Zona M” Via G. Romani n.1 - 64010 Torricella Sicura (TE) Tel. +39 086159401 Fax. +39 0861594033 website: www.cmlaga.gov.it Si Ringraziano: DMC Gran Sasso Laga “Cuore dell’Appennino” Mastergrafica srl • Testi: Roberta Censori, Pietro Serrani • Immagini: Roberta Censori, Francesco Mosca (www.paesiteramani.it), Pietro Serrani, Sergio Scacchia, Lucio De Marcellis; Domenico Marinelli • Ideazione grafica: Davide Di Felice • Stampa: Mastergrafica srl Teramo Ristampa della pubblicazione Viaggio nei territori della Comunità della Laga 2004, con aggiornamenti. VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA • Presentazione Sfogliando questo piccolo opuscolo, possiamo riscoprire i nostri luoghi, la nostra cultura e le nostre tradizioni. La Laga non è soltanto una montagna, ma un insieme di aspetti che vanno oltre la circoscrizione territoriale. Le cime innevate e i vasti prati erbosi rappresentano una cornice non di poco conto, in più i segni della storia come la Fortezza di Civitella del Tronto, La Scala Santa di Campli, il Castello di Re Manfrino, sono il completamento di un territorio ricco di fascino. La Comunità Montana ha voluto riproporre un lavoro ideato nel 2004 per presentare in sintesi le caratteristiche dei Comuni che compongono il territorio della Laga che oggi apre le porte per essere conosciuto. “ Presidente della Comunità Montana Marco Di Nicola Nel cuore della Provincia di Teramo c’è una Montagna che vuole essere ricordata: prego, accomodatevi. 3 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA MONTI DELLA LAGA Il massiccio dei Monti della Laga si trova nell’appennino centrale, tra il Gran Sasso d’Italia e i Monti Sibillini in una particolare zona di frontiera che amministrativamente interessa tre regioni, Abruzzo, Lazio e Marche. E’ una delle aree naturalistiche tra le più importanti e particolari nella quale l’uomo è stato sempre presente con diverse attività tradizionali. Dalla pastorizia, praticata anche nei prati-pascoli di quota, alla produzione del legname e alla raccolta di castagne e dei preziosi funghi. Il massiccio è lungo circa 30 chilometri con una cresta pressoché continua e superiore ai 2000 m di quota. La massima elevazione viene raggiunta con il Monte Gorzano (2458 m.). L’orientamento è Nord-Sud e la morfologia del complesso montuoso è molto differente sui due versanti. Al versante occidentale, aspro e brullo si contrappone quello adriatico le cui pendici, meno acclivi, offrono estese e consistenti faggete associate all’Abete Bianco appenninico. Dalla catena principale si diramano, soprattutto verso occidente e articolate, delimitanti suggestive valli; sono presenti anche rilievi minori in posizione marginale, il più esteso dei quali è il monte Bilanciere. La Laga è da percorrere, osservare e scoprire; splendida e giovane invenzione della natura che, nella generalità del calcare appenninico ha inserito rocce terrigene dl miocene (arenaria, marme e argille).Tenero materiale sedimentario, facilmente erodibile dagli agenti atmosferici. Ciò ha determinato la caratteristica morfologia con valli, più o meno grandi, profonde e incassate, ricche di acque superficiali, anche nella stagione estiva. Lungo i pendii segnalati da numerosi gradini e cambi di pendenza, si originano le numerose e suggestive cascate della Laga che spesso assumono lo stesso nome della valle e raggiungono anche dislivelli di centinaia di metri. I monti della Laga sono a pieno merito inseriti nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso- Laga. A presenza dei centri montani minori e la diffusione delle fortificazioni medievali, in quanto zona di confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio (Castel Manfrino, Castel Trosino e Pietrata…), concorrono infine a definire il ruolo di un’area in grado di soddisfare compiutamente le esigenze di un turismo moderno interessato alla natura e alla storia. 4 VIAGGIO nei CAMPLI TERRITORI della LAGA ALTITUDINE 393 m s.l.m. SUPERFICIE 73 km² ABITANTI 7 522[1] (31-12-2010) DENSITÀ 103,04 ab./km² FRAZIONI Battaglia, Boceto, Campiglio, Campovalano, Cesenà, Cognoli, Collicelli, Fichieri, Floriano, Friscoli, Gagliano, Garrufo, Guazzano, La Traversa, Masseri, Molviano, Morge, Nocella, Paduli, Pagannoni Inferiore, Pagannoni Superiore, Pastinella, Paterno, Piancarani, Roiano, Sant’Onofrio, Terrabianca, Traversa,Villa Camera COMUNI CONFINANTI Bellante, Civitella del Tronto, Sant’Omero, Teramo, Torricella Sicura,Valle Castellana I l nostro viaggio alla scoperta dei Monti della Laga, in provincia di Teramo, inizia percorrendo la Strada Statale Piceno-Aprutina che collega Teramo ad Ascoli. In pochi chilometri, si raggiunge il territorio del Comune di Campli, vasto e interessante per molti aspetti, che comprende circa trenta frazioni, tutte di antica origine. Adagiata lungo la cresta di un’altura, Veduta aerea di Campli Campli, città d’arte e di cultura, è nota fin dal IX secolo e vanta un florido passato testimoniato da una struttura urbanistica ricca di monumenti e palazzi di pregio. Tra il XIV e il XV secolo, vive un notevole sviluppo politico, economico e sociale, alternando periodi di sottomissione feudale ad altri di libertà demaniale. L’artigianato, assai fiorente, si esplicava principalmente nella produzione di terrecotte presso il quartiere di Nocella, protrattasi sino ai tempi recenti, e nella produzione e commercio dei panni di lana; la presenza della corporazione dei lanaioli, attestata da uno stemma presso la trecentesca “casa dei lanaioli”, dette alla città un considerevole impulso economico. Ceduta come regalo di seconde nozze da Carlo V alla figlia Margherita d’Austria, andata in sposa a Ottavio Farnese, nel 1538 Campli diviene “regia farnesiana città” all’interno del Regno di Napoli. Con una propria giurisdizione politica e amministrativa, in una posizione strategica al confine con lo Stato Pontificio, Campli acquisisce privilegi e vantaggi, e la sua floridezza la fa eccellere in arte e cultura. 5 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Municipio di Campli L’ascesa economica e politica, che ha inizio sotto il governo di Margherita d’Austria, culmina nell’elezione a Città e Vescovato, decretata da Clemente VIII con bolla papale del 12 maggio 1600. Nel 1731, con la fine della dinastia dei Farnese, Campli torna sotto il controllo dei Borboni del Regno di Napoli. Nel 1776, la città ottiene un altro grande privilegio, l’istituzione della Scala Santa. La visita alla città si intraprende attraverso il principale asse viario che suddivide longitudinalmente il centro storico, e ci si trova, con grande sorpresa, circondati da preziose testimonianze di secoli di grande vitalità: la trecentesca Chiesa di S. Francesco, con portale e interni di grande bellezza, che la tradizione vuole 6 edificata dopo la morte del Santo in ricordo del suo passaggio a Campli; l’attiguo Convento, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale che custodisce parte dei reperti provenienti dalla vicina Necropoli italica di Campovalano; la “casa del Farmacista” con loggiato cinquecentesco; la “casa del Medico” con chiostro cinquecentesca e doppio loggiato in pietra. Nella piazza, da sempre sede del mercato domenicale e di floridi scambi commerciali, il Palazzo del Parlamento, detto anche Palazzo Farnese in quanto residenza per lunghi anni di Margherita d’Austria che proprio da Campli amministrava i suoi possedimenti, ospita oggi il Municipio; di fronte, sorge la bellissima Chiesa di S. Maria in Platea, con il campanile del 1474 decorato con maioliche, opera del maestro Antonio da Lodi, esempio caratteristico delle maestranze lombarde in Abruzzo. Il Santuario della Scala Santa, con l’attigua Chiesa di S. Paolo, richiama ogni anno numerosissimi visitatori; e poi, ancora, il Palazzo Vescovile, Palazzo Rozzi, la Porta Angioina del 1372. Ma Campli è nota anche per una particolare prelibatezza gastronomica, il cui profumo si spande per le sue vie da secoli: la “porchetta italica”, così ridefinita dal momento che gli scavi archeologici in località Palazzo del Parlamento VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Sagra della Porchetta Campovalano hanno messo in evidenza le abitudini del popolo italico (X secolo a.C.) ad allevare anche maiali. Gli Statuti Comunali di Campli, rinnovati da Margherita d’Austria nel 1575, contengono diversi capitoli dedicati espressamente alla porchetta, tutelata già allora perché ritenuta un’importante risorsa per l’economia della città; d’altra parte, i Farnese erano feudatari di Parma e Piacenza, zone da secoli note per l’allevamento del maiale, ed è facile pensare che essi abbiano avuto un’influenza anche in questo ambito. Questa specialità gastronomica viene promossa, ogni estate, con la celebrazione della frequentatissima “Sagra della Porchetta Italica”. Per tornare sulla Statale Piceno-Aprutina, si fian- cheggia il limitrofo quartiere di Nocella, dove persiste la Torre del Melatino e la Chiesa dei SS. Mariano e Giacomo. Attraversata la piana, ci si trova di fronte a un panorama unico, due bellissime montagne, quella “di Campli” e quella “dei Fiori”, che insieme, per la loro perfetta somiglianza morfologica, costituiscono i “Monti Gemelli”. Quest’area risulta frequentata dall’uomo fin dai tempi più remoti, come testimonia il rinvenimento della Necropoli italica a Campovalano. Nell’età del bronzo (XIVXIII secoli a.C.), si erano stanziate in queste piane popolazioni italiche dedite all’agricoltura e all’allevamento di bovini, suini e soprattutto ovini, come testimoniano gli antichi utensili di bronzo per la lavorazione del latte e suoi derivati. Il cospicuo materiale archeologico rinvenuto nelle circa ottanta tombe scavate nella Necropoli ha consentito uno studio approfondito delle popolazioni che vi abitarono, tra le quali i Piceni. 7 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA In prossimità dell’area archeologica, sempre a Campovalano, sorge la Chiesa di S. Pietro, con l’adiacente struttura conventuale. Si tratta di una delle chiese più antiche della provincia di Teramo, edificata nell’VIII secolo dai Benedettini; al suo interno sono custoditi i resti di un sarcofago paleocristiano. Chiesa S. Francesco (affreschi) l’ospitalità a Campli QRcode Campli Chiesa di Campovalano La Scala Santa 8 • Albergo “Podere Frassineto”, c.da Marrocchi (0861 553500) • Ristorante “Scalasanta”, Campli (0861 569532) • Pub “Refertorio della Misericordia”, P.za Misericordia • Affittacemere “Villa Pompa”, Campli (0861 509009 - 338 8125344) • Agriturismo “L’Uliveto”, Loc. Paterno • Agriturismo “Il Montanaro”, Loc. Villa Camera • Agriturismo “Il Vecchio Carro”, c.da Molviano • Agriturismo “Colle Picco”, Bivio Campli • Pizzeria “Eclisse”, Piane Nocella (0861 56276) • Ristorante “Rose e Crow”, S. Onofrio (0861 553535) • Ristorante “Il Parco dei Piceni”, Campovalano • Ristorante “Da Bice- Specialità Tartufo”, Campovalano VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA CIVITELLA DEL TRONTO ALTITUDINE 589 m s.l.m. SUPERFICIE 77 km² ABITANTI 5 442[1] (31-12-2010) DENSITÀ 70,68 ab./km² FRAZIONI Acquara, Borrano, Carosi, Cerqueto del Tronto, Collebigliano, Collevirtù, Cornacchiano, Favale, Fucignano, Gabbiano, Idra, Le Casette, Lucignano, Mucciano, Pagliericcio, Palazzese, Piano Risteccio, Piano San Pietro, Ponzano, Raieto, Ripe, Rocche, Sant’Andrea, San Cataldo, Sant’Eurosia, Santa Croce, Santa Maria, Santa Reparata,Tavolaccio,Valle Sant’Angelo, Villa Chierico, Villa Lempa, Villa Notari, Villa Olivieri,Villa Passo,Villa Selva. COMUNI CONFINANTI Ascoli Piceno (AP), Campli, Folignano (AP), Sant’Egidio alla Vibrata, Sant’Omero, Valle Castellana D a questa zona, avendo sulla sinistra i Monti Gemelli si scorge, a breve distanza in linea d’aria, un’erta rocciosa, sulla cui sommità, strapiombante da tutti i lati in una posizione spettacolare e strategica, sorge Civitella del Tronto. Da questo bastione natu- Veduta aerea del borgo e della fortezza rale, il borgo fortificato, e in particolare la fortezza, domina le circostanti vallate del Vibrata, del Salinello, fino a quella del Tronto. Il castello, che ha origini antemurali, viene fortificato nel XIII secolo, in epoca svevo-angioina, con una cinta muraria di cui sopravvivono numerosi tratti; ma la straordinaria attrattiva di Civitella è da individuare in quella che è stata definita “una delle più imponenti opere di ingegneria militare in Italia”, la Fortezza Borbonica, che si estende in lunghezza di 500 metri, con una superficie di 25.000 mq. Ultimo baluardo del Regno di Napoli, al confine con lo Stato Pontificio, vede la sua costruzione durante la dominazione spagnola, tra il 1564 e il 1576, sul preesistente castello. Nel corso dei secoli subisce numerosissimi assedi, tra cui quello dell’esercito sardopiemontese nel 1860-61, conclusosi con la resa il 20 marzo 1861, ultima roccaforte borbonica a piegarsi alla nascente unità d’Italia. Dal cippo miliare che un tempo delimitava il confine tra i due Regni, inizia il suggestivo percorso nella storia che avvolge il visitatore. Si oltrepassa l’arco di 9 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Porta Napoli e il salto nel passato è compiuto. Non luogo dell’oblio, dell’abbandono, ma luogo interiore, della memoria, dove le pietre raccontano del calpestìo quotidiano di cavalli e di uomini d’armi e dalle viuzze risuonano voci, grida e colpi di mortaio dei tanti scontri avvenuti. Dalla grande piazza belvedere si imbocca il Corso, uno slargo e subito è la Chiesa di S. Francesco, e ripide viuzze che scendono e salgono e si stringono in passaggi angusti; a pochi metri dalla Chiesa è il monumento marmoreo a Matteo Wade. Questo nome straniero evoca già un eroismo misterioso. Irlandese, era il comandante del forte quando, nel 1806, la roccaforte di Civitella venne posta sotto assedio dai francesi guidati dal generale Saint-Cyr e da Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone. Nel maggio dello stesso anno, la fortezza, strenuamente difesa con l’aiuto degli “Insorgenti” di Sciabolone, banda di briganti attiva nella zona, capitolò. I francesi commisero 10 Fortezza di Civitella Grotta S. Angelo ogni sorta di efferatezza. Le teste degli uccisi poste sulle picche ornavano, a monito, il tragitto che dal paese portava al Convento di S. Maria dei Lumi. Wade fu risparmiato ed ebbe una rendita vitalizia, mentre un altro uomo fu premiato, l’artigliere civitellese Marcitti, che tanti problemi aveva creato ai francesi dal Bastione Sant’Andrea: dopo un breve periodo di prigionia, fu nominato capitano d’artiglieria dallo stesso Murat. Cippo confinario tra Chiesa e Regno VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Con la suggestione che la memoria storica contribuisce a dare ai luoghi dove le tracce dell’uomo sono così imponenti, ogni scorcio si carica di grande intensità. Tra i numerosi edifici sacri da visitare, il già citato Convento di S. Maria dei Lumi, che sorge su di un colle fuori dell’abitato; la Chiesa di S. Lorenzo datata 1153, la Chiesa di S. Francesco del 1326, il Convento e la Chiesa di S. Chiara, eretti nei primi decenni del Trecento, la Chiesa di S. Maria degli Angeli, detta anche della Scopa, datata tra il XV e il XVI secolo. Montesanto Una struttura antica in cima a un colle boscoso cattura lo sguardo: è Montesanto, abbazia benedettina nota fin dal 1064, tornata a vivere grazie a un recente restauro. All’arrivo lo stupore è grande come l’austero silenzio. Centro benedettino tra i più fiorenti della regione, la tradizione fa risalire la sua fondazione, su un preesistente tempio romano, al 540-542, per opera di S. Benedetto. Nel XIII secolo risultava essere tra i centri benedettini più importanti del territorio, ma nel XV secolo inizia la sua decadenza fino alla soppressione nel 1797. La torre campanaria, in stile romanico, domina lo spazio antistante la cappella. È un luogo dell’anima, isolato dal frastuono mondano, dove il raccoglimento scaturisce e rinnova lo spirito. Monti Gemelli e Gole del Salinello Da Montesanto la vista spazia su tutta la vallata fino al mare, e sulla destra, imponenti, appaiono i Monti Gemelli con il carico di ricchezza naturalistica, antropologica e storica. La Montagna di Campli e la Montagna dei Fiori costituiscono un ambiente unico: le straordinarie e profonde gole che le dividono sono state scavate attraverso milioni di anni dalle acque del Fiume Salinello: forre, marmitte e grotte, numerosissime, frequentate dall’uomo fin dalle epoche preistoriche. La natura calcarea di queste rocce e i conseguenti fenomeni carsici sono Cascate del Salinello 11 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA all’origine del misticismo pagano e cristiano, caratteristico di questi luoghi. Il popolamento, qui, è avvenuto difatti durante il Paleolitico, circa 25.000 anni fa, come è testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti nella Grotta di Salomone, una cavità carsica collegata alla Grotta di S. Angelo. Nell’alto Medioevo, la Montagna dei Fiori è stata frequentata e abitata da una miriade di eremiti e penitenti. Tra gli eremi più importanti figura quello di S. Angelo in Volturino. Il primo eremita di cui si ha notizia fu Agostino che visse in grotta nella seconda metà del VI secolo. Nei secoli, il cenobio di S. Angelo accrebbe notevol- mente la sua influenza per la fama di santità dei suoi eremiti, seguaci della regola benedettina; il fenomeno e re m i t i c o legato alla montagna, di tradizione orientale bizantina, prese sicuramente origine da un analogo sorto in Irpinia e in Puglia nel XIII secolo e si trasmise a queste zone attraverso la pratica della transumanza. Da Ripe di Civitella, percorrendo una strada sterrata, Chiesa di San Lorenzo 12 si raggiunge l’area attrezzata per il ristoro e la sosta. Il percorso da fare a piedi non è eccessivamente lungo né difficoltoso; le segnalazioni guidano chiaramente nella scelta del tragitto, sia che si voglia ammirare la Grotta di S. Angelo e di seguito la cascata del Caccamo e il profondo canyon, sia che si preferisca la via alta per raggiungere Castel Manfrino. Queste vie, battute per secoli dagli uomini, immettono nel versante opposto della Montagna dei Fiori, territorio di Valle Castellana. VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Museo delle armi della Fortezza l’ospitalità a Civitella QRcode Civitella del Tronto • Hotel Ristorante “Zunica”, P.za Filippi Pepe 14 (0861 91319) • Hotel Ristorante “Fortezza”, Corso G. Mazzini 22-30 (0861 91321) • Hotel Ristorante “Ermocolle”, fraz. Ponzano (0861 91120) • Ristorante “Al Feudo”, fraz. S.Eurosia (0861 910469) • Ristorante “La Vecchia Scuola”, S.Andrea (0861 919183) • Ristorante “Le Grotte”, Ripe di Civitella del Tronto (0861 91489) • Ristorante “L’ Antica Locanda”, Bivio Ripe Piano Risteccio (0861 911145) • Ristorante Pizzeria “Santa Croce”, c.da S.Croce (0861 910352) • Ristorante Pizzeria “Le Grotte”,Via Nazionale Fraz. Rocche (0861 918231) • Ristorante “La Fonte”, c.da S.Reparata (0861 910175) • Ristorante “Colle S. Maria”, Via S. Maria (348 6283456) • Country House “La Rocca dei Borboni”, Via Colle Ginepro 5 (0861 91590) • Country House “Il Piacere”, Via Ugo La Malfa - Villa Lempa (0861 919204) • Panificio “F.lli Tribotti”, Via Santa Maria 54 (0861 91571) 13 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA VALLE CASTELLANA ALTITUDINE 625 m s.l.m. SUPERFICIE 134 km² ABITANTI 1 045[1] (31-12-2010) DENSITÀ 7,8 ab./km² FRAZIONI Basto, Casanova, Ceraso, Cerquito, Cerro, Cesano, Colle, Collegrato, Coronelle, Corvino, Fischioli, Fornisco, Laturo, Leofara, Macchia da Borea, Macchia da Sole, Mattere, Morrice, Olmeto, Pascellata, Piano Maggiore, Pietralta, Prevenisco, Rio di Lame, San Giacomo, Santa Rufina, Santo Stefano, San Vito, Settecerri, Stivigliano, Valle Fara, Vallenquina, Valle Pezzata, Valloni, Valzo,Vignatico,Villa Franca COMUNI CONFINANTI Accumoli (RI), Acquasanta Terme (AP), Amatrice (RI), Arquata del Tronto (AP), Ascoli Piceno (AP), Campli, Civitella del Tronto, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura D a Guazzano, ai piedi dei Monti Gemelli, si prosegue per Macchia da Sole, e si entra nel territorio di Valle Castellana e nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Lungo il percorso, suggestivi scorci panoramici conducono lo sguardo fino al mare; piaz- 14 Panorama di Valle Castellana zole attrezzate invitano a sostare in un ambiente unico, tanto vicino quanto ‘lontano’ dal trambusto quotidiano. In breve, si avvistano i suggestivi ruderi di Castel Manfrino, in posizione strategica a dominare l’intera vallata del Salinello, antica Via del sale. All’epoca della sua edificazione esso costituiva, insieme a Civitella, un’efficacissima cerniera difensiva dei confini del Regno delle Due Sicilie contro lo Stato Pontificio. Costruito secondo la leggenda nel 1263 per volontà di Manfredi di Svevia, re di Sicilia, sui resti di un castrum romano, subì successivamente le sorti del Regno. Difatti, Carlo D’Angiò, chiamato da Papa Urbano IV per con- trastare la casata sveva, sconfisse Manfredi nella battaglia di Benevento conquistando così il suo regno. Numerosi i sentieri segnalati che consentono di raggiungere il Castello, di cui persistono i resti delle mura perimetrali e delle torri. Dei numerosissimi insediamenti della Valle Castellana, la cui origine longobarda si rileva dai toponimi e dai caratteri nordici di tanti abitanti, di statura piuttosto elevata, biondi e con occhi di colore chiaro, molti conservano particolari di una VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA struttura urbanistica antica: tipiche costruzioni in pietra arenaria locale con mura a secco, passaggi voltati, casetorri, resti di gafii, epigrafi, monogrammi di ordini religiosi quali i gesuiti e i benedettini che testimoniano la loro attività, memoria storica di una terra e di una cultura rurale che merita di essere conosciuta e apprezzata, strappandola a quell’oblio a cui è stata immeritatamente condannata. Da Macchia da Sole si giunge a Leofara, un piccolo e vitale nucleo abitato. All’ingresso del paese, poco distante dalla chiesa, un’insegna in legno attaccata a una vecchia abitazione indica la presenza di un laboratorio per la lavorazione di prodotti tipici. La porta si apre in una stanza insolitamente buia e con un fortissimo odore di fumo. E la cucina di una tipica abitazione rurale, restaurata ad arte. Il fascino sul visitatore è indubbio. Le pareti di pietra annerite dal fumo del grande camino, utensili da cucina appesi e lo scuro legno di castagno a costituire mensole su cui stagionare formaggio di pecora. Al piano superiore è il moderno laboratorio per la lavorazione della castagna. Marmellate, marroni sciroppati, zuppe di legumi con castagne e funghi e altre squisitezze pronte per il consumo come in una dispensa della nonna, che la vetrina di un sito internet proietta in un mercato internazionale; l’ultima domenica di ottobre, Leofara festeggia la raccolta di questo frutto, importantissimo nell’economia della Laga, richiamando migliaia di persone gratificate dal fascino autunnale dei boschi e dalle tante prelibatezze. Il castagno è stato qui diffuso in maniera sistematica dall’uomo in epoca romana e medievale, e il suo frutto ha rappresentato per secoli una grande risorsa per le comunità, mezzo di sussistenza e di scambio con altri prodotti, importante nell’alimentazione dei maiali, le cui carni acquistano così una particolare ‘dolcezza’. Le castagne venivano conservate per lunghi mesi, essiccate su graticci di canne appese ai soffitti delle abitazioni, o in grandi buche scavate nella terra e coperte con le foglie, all’occorrenza pestate in un apposito mortaio detto “pila”, ricavato da un masso di pietra e posto fuori l’abitazione vicino all’uscio. Il “castagno di Nardò” o “di Castel Manfrino 15 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Morrice”, coi suoi 17 metri di circonferenza, vero gigante arboreo, ben rappresenta i castagneti secolari della Laga, caratterizzati proprio da alberi vetusti dalle dimensioni colossali. Suggestione e mistero hanno da costruzione del secolo scorso di imitazione gotica. E poi, Capolaterra, toponimo che indica il carattere militare del sito; Collegrato, dimora di parenti di Giuseppe Piccioni, famoso brigante; Frazione di San Vito sempre avvolto questi luoghi bellissimi, che le credenze popolari volevano abitati da un leggendario e dispettoso folletto dei boschi, “lu mazzemarelle”. Tanti i borghi che spuntano dai fitti boschi nella Valle Castellana, tutti interessanti nella ricostruzione storicoculturale di una comunità. Uno attira fortemente la nostra curiosità: è Vallenquina. Il toponimo che significa “valle che incute paura” è appropriato ancor oggi; una torre merlata troneggia sui pochi tetti, è Castel Bonifaci, 16 A Valle Castellana, capoluogo, è da visitare la Chiesa della SS. Annunziata, dell’XI secolo. Della struttura medievale sopravvive la cripta, mentre cinquecenteschi sono la facciata e i pregevoli affreschi; caratteristica della costruzione è l’uso di arenaria dorata e di una pietra più compatta di colore grigio antracite, che alternate creano un motivo a fasce. A pochi metri dalla chiesa, è segnalato un percorso che conduce sul torrente Castellano e a un vecchio mulino ad acqua ormai in disuso. Prima di proseguire per Bosco di Valle Castellana Colle Pietralta, così chiamato per la sua dislocazione; Fornisco, per una singolare insegna di bottega settecentesca scolpita sul concio d’angolo di una casa, forse rimesso in opera, e tanti altri ancora. il Ceppo, nota località nel Comune di Rocca Santa Maria, si suggerisce una passeggiata a S. Giacomo, sulla Montagna dei Fiori, località turistica frequentata d’inverno per la presenza di impianti sciistici. VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Caratteristiche della Montagna dei Fiori sono le caciare dei pastori: in tutta l’area se ne contano oltre cinquanta; utilizzate per la lavorazione del latte e la produzione di formaggio, e come temporaneo ricovero per il pastore, sono accostate, per somiglianza strutturale, ai tholos, tombe micenee a cupola, e ai trulli siti nelle terre pugliesi frequentate dai pastori abruzzesi durante la transumanza. In questa zona, si segnala la bella Chiesa di Santa Rufina del XII secolo, che conserva una bella cripta; al suo interno era un trittico di Pietro Alamanno, oggi conservato al Museo dell’ Aquila. Vicina è San Vito, dove sorge l’omonima Chiesa, risalente nella parte più antica al XII secolo. In località Castello Vallinquina Casa Rossi, è la Chiesa di S. Maria, anch’essa del XII secolo, con il tetto a capanna e mattoni di copertura a vista dipinti di bianco e rosso per metà, con una suddivisione a triangolo, caratteristica degli edifici del XV e XVI secolo del Teramano e dell’Ascolano. Poiché è inevitabile fare riferimento al fenomeno del brigantaggio nei Monti della Laga, non come spunto folcloristico ma come espressione dello storico disagio sociale delle comunità montane, occorre ripercor- Palazzo Sbraccia a Macchia da Sole rere brevemente la storia per conoscerne le origini. La “tradizione ribelle” nell’area della Laga risale all’89 a. C. quando, in seguito alla guerra condotta da Roma contro la Lega italica, venne distrutta la città di Ascolum, e coloro che sfuggirono al massacro si rifugiarono tra i boschi della Montagna dei Fiori e dell’attuale Valle Castellana. Durante il Medioevo, a causa delle condizioni di miseria, il brigantaggio si diffuse tanto che, alla fine del XVI secolo, Papa Sisto V inviò migliaia di soldati per controllare il fenomeno, che fu arginato prima con l’uccisione di due capibanda, Giuseppe Piccioni e il cognato Matteo Sciarra e, poi, con un’operazione ‘diplomatica’, concedendo il perdono a oltre 600 banditi disposti a partire volontari per l’Un- 17 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA gheria a combattere contro i Turchi. Il brigantaggio moderno sui Monti della Laga ha inizio sul finire del XVIII secolo. Contadini e montanari, sotto la guida dei religiosi, insorsero in maniera sanguinosa contro gli “invasori”: il fenomeno fu soffocato solo sul finire del secolo con l’intervento dell’esercito. Caratteristica e pittoresca è la figura di uno dei primi capi-briganti attivi in questa zona, Donato De Donatis, prete di Pezzelle, vicino Conino, definito “uomo sanguigno, rozzo ma coraggioso e intelligente”. Le scorrerie che compiva con la sua banda erano così efferate e di tale impatto che il nome “Donato”, per molto tempo, non fu più imposto ai neonati del luogo. Giuseppe Costantini detto “Sciabolone”, compagno di lotte del De Donatis, a capo degli “Insorgenti” nel 1799, dopo aver massacrato la guarnigione francese arrivò a ‘conquistare’ Ascoli, ma l’assedio non durò a lungo. Successivamente, si schierò al fianco del comandante Matteo Wide nella resi- 18 stenza del forte di Civitella all’attacco dei Francesi. Con la capitolazione della fortezza, si rifugiò nei boschi della Laga, in attesa del momento più propizio alla resa; considerata persa la causa per cui aveva combattuto e conquistata la fiducia dell’antico nemico, fu arruolato come cacciatore di banditi. Le Guide degli Sciaboloni, con la divisa di panno nero bordato di rosso e cappello tondo, battevano le montagne per catturare i briganti. Ciprietti, detto Jacone, di Campovalano, capobanda attivo nel civitelle- se, fu preso e decapitato, la sua testa esposta in un sito fuori le mura della città a esempio e terrore per gli altri malvagi. Costantini fu incorporato nei Corpi militari regolari con il grado di Capitano, e morì a Capua nel 1808, due anni dopo la fucilazione del suo vecchio compagno De Donatis. VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA L’ Ecomuseo di Valle Castellana è una porta aperta sugli ambienti di vita tradizionale e su un patrimonio naturalistico e storico-artistico degni di tutela e valorizzazione, nel versante più a nord del Parco, al confine con i Monti Sibillini. Gli operatori del museo sviluppano attività didattiche e di ricerca grazie al coinvolgimento della comunità locale. Nel museo vengono esposti non solo oggetti della cultura materiale, ma anche le testimonianze orali della cultura popolare. Una esposizione tematica è dedicata al Castagno di Nardò, un albero patriarca dalle dimensioni ecce- zionali e tuttora vivente, nel vicino castagneto. La struttura è attiva d’inverno e d’estate e offre servizio di informazione e assistenza al turista. Di seguito i contatti: • Tel: 345 4314796 • ecomuseo.vallecastellana@live.it • www.comune.vallecastellana.te.it Ostello di Leofara Ecomuseo di Valle Castellana l’ospitalità a Valle Castellana QRcode Valle Castellana San Giacomo, La Casciara • Hotel “Remigio I”, S.Giacomo (0861 930123) • Hotel “Panorama”, S.Giacomo (0861 930288) • Hotel “Miramonti”, S.Giacomo (0861 930105) • Albergo “Castel Manfrino”, Macchia da Sole (0861 93394) • Ristorante “Beppe lu Brrì”, Cesano (0861 930145) • Ristorante “Dindi”, (0861 93162) • Ristorante “San Giacomo Remigio I”, (0861 930253) • Ostello Ristorante “Il Faro Verde” , Basto (0861 588291) • Trattoria “Volpini Adelina”, (0861 9311) • Trattoria “Scuppoz”, Colle (0861 93186) • Bar Pizzeria “La Castellana”, (0861 93501) 19 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA TORRICELLA SICURA ALTITUDINE 437 m s.l.m. SUPERFICIE 54,08 km² ABITANTI 2 727[1] (31-12-2010) DENSITÀ 50,43 ab./km² FRAZIONI Abetemozzo, Antanemuccio, Borgonovo, Case di Pompa, Colle Fiorito, Colle Sansonesco, Corvacchiano, Costumi, Faognano, Fornaci, Galliano, Ginepri, Ioanella, Magliano, Morricone, Pastignano, Piano Grande, Poggio Rattieri, Poggio Valle, Prognetto, San Felice, San Pietro ad Azzano, Santa Chiara, Santo Stefano, Scorzone, Tizzano, Valle Piola, Villa Popolo,Villa Riccio,Villa Tofo. COMUNI CONFINANTI Campli, Cortino, Rocca Santa Maria, Teramo,Valle Castellana Sulla direttrice Rocca Santa Maria - Teramo c’è Torricella Sicura. Il percorso, paesaggisticamente stupendo, ricco di fascino e di mistero, evoca l’esistenza di città fantasma come Beretra e Fano, di ricchi e terribili feudatari come i Morricone, i Rattieri, i Tizzano, di fortezze e muraglie (dei Saracini e di Montefano), di briganti e di Borboni. 20 Veduta dall’alto di Torricella Sicura Ma la storia e il fascino di Torricella Sicura sono legati altresì alle sue frazioni, con le numerosissime località abitate: Ioanella, Santo Stefano, la stessa Torricella Sicura, Piano Grande e Villa Tofo: ognuno di queste località, di cui alcune risalenti ad epoche arcaiche, meriterebbe una sua storia a parte. E’ perciò difficile delineare in breve spazio una serie di avvenimenti e di realtà culturali tanto ricchi, a partire fin dalla più remota antichità: possiamo qui dire che Torricella capoluogo ha avuto quasi sicura origine nel periodo cosiddetto delle “incastellazioni” e quindi, intorno al IX e X secolo, dovette essere un borgo fortificato. Nel periodo normanno i documenti menzionano “Turricella” come “villa” di Teramo: via via nel tempo il borgo acquisterà una sua importanza, tanto da erigersi – nel secolo XVII – ad “Università” autonoma da quella di Teramo. In ogni caso si trattava di una Università relativamente popolata: contava infatti 20 fuochi (nuclei familiari di 4 – 5 unità) nel 1648, 45 fuochi nel 1669 e 44 fuochi nel 1736. Nel 1813 Torricella contava 1548 abitanti ma solo per il fatto che le erano state annesse alcune VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Monumento ai caduti piccole Università e Feudi della zona, che – in quanto di minuscola entità – erano stati aboliti. Con l’Unità d’Italia, Torricella, pur restando com’è tuttora Comune autonomo, perderà – nel generale riequilibrio – tante sue peculiarità, che vanno rivisitate, rilette con molta attenzione, non soltanto Municipio di Torricella Sicura sulle pagine dei libri ma anche con una visione e un’analisi diretta. Figura tragicamente nota è, qui, quella del partigiano Mario Capuani. Era un giovane medico chirurgo quando, nel ‘43, venne catturato dai nazifascisti nella zona di Bosco Martese e trucidato. La bella villa gentilizia di fine Ottocento in cui abitava venne subitaneamente abbandonata dalla famiglia per non farvi mai più ritorno. Come in attesa di un consueto rientro, ogni effetto personale ha conservato per lunghi decenni l’antica atmosfera. Oggi, ristruttura e abbellita, Villa Capuani – Celommi è patrimonio del Comune di Torricella Sicura e sede della Fondazione Pasquale Celommi onlus. Di grande interesse, a Torricella Sicura, è la ricca collezione privata di manufatti tipici della cultura popolare e contadina del collezionista Gino Di Benedetto, accresciutasi fino a diventare un vero e proprio museo: Presepe e Museo etnografico “Le Genti della Laga”, ubicato presso gli spazi comunali in via Giorgio Romani. Nel capoluogo, sono da segnalare l’antichissima Chiesa di S. Paolo Apostolo, menzionata in un documento papale nel 1153, con pregevoli opere al suo 21 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA interno; la diruta Chiesa di S. Damiano e la chiesa di S. Maria delle Vergini all’ingresso del paese. Numerosi gli edifici sacri sparsi sull’intero territorio comunale: S. Pietro ad Azzano, col bel portale romanico; S. Maria di Ioanella del 1282, ricca di pregevoli quadri; S. Bartolomeo di Villa Popolo, il cui soffitto, nel 1684, fu decorato da un pittore spagnolo con oltre cento dipinti, vero gioiello d’arte. La cucina torricellese è quella tipica teramana, con il vantaggio di poter con- Villa Capuani-Celommi tare su un territorio così vasto e lussureggiante, che offre la possibilità di reperire funghi e carni di grande qualità, per la preparazione di piatti semplici ma straor- dinariamente buoni. Da segnalare le numerose sagre che si svolgono in estate e i suoi piatti tipici, come il Minestrone alla Torricellese e quello ai funghi porcini. Chiesa di San Paolo sotto la neve 22 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Monastero Fraz. Scorzoni Museo Etnografico Tetto Chiesa di Villa Pololo Fraz. Villa Piola al’ospitalità Torricella Sicura QRcode Torricella Sicura • Agriturismo “La Pineta” di Carmine Di Francesco, c.da Olivata (339 2028817) • Agriturismo “Sciarra Tommaso”, fraz. Ioanella (0861 557152) • B&B “Casato Brandiferri” di Brandiferri Costantino e D’Angelomaria Palmina, fraz. Borgonovo • Ristorante “Ostello” di Barnabei Bruno, fraz. S.Stefano M.te Fanum (335 7885767) • Ristorante “L’ Alberone” di Di Giuseppe Luca, fraz. Antamenuccio 10 (0861 554549) • Ristorante “Donna Francesca” di Pizii Francesca, fraz. Ginepri 35 • Ristorante Pizzeria “Al Tizzone” di Santori Isolina e c., P.za M. Capuani 84 (0861 554171) • Ristorante Pizzeria “Il Ritrovo” di Di Vitantonio Santina, fraz. Piano Grande 130 (0861 554373) • Ristorante Pizzeria “Il Locale” di Cianci Piergiorgio, Via A.De Gasperi 170 23 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA ROCCA SANTA MARIA ALTITUDINE 1073 m s.l.m. SUPERFICIE 61 km² ABITANTI 590[1] (31-12-2010) DENSITÀ 9,67 ab./km² FRAZIONI Acquaratola,Alvelli, Belvedere, Canili, Ceppo, Cesa, Castiglione, Ciarelli, Colle, Cona Faiete, Faiete, Fioli, Fiume, Forno, Fustagnano, Imposte (sede comunale), Licciano, Macchia Santa Cecilia, Martese, Paranesi, Pomarolo, Riano, San Biagio, Serra, Tavolero, Tevere. COMUNI CONFINANTI Amatrice (RI), Cortino, Torricella Sicura,Valle Castellana Percorrendo la provin- ciale che da Valle Castellana porta a Teramo, si entra nel territorio di Rocca Santa Maria, un comprensorio di più frazioni e contrade, tra boschi e bei villaggi sparsi con le caratteristiche case in pietra arenaria locale. Diversi i motivi di interesse per il visitatore: gastronomia, natura, sport, ricerca delle tracce dell’uomo in un suggestivo percorso attra- 24 Veduta panoramica del bosco verso i paesi abbandonati. Volendo questa volta partire dalla gastronomia, il consenso non può che essere unanime: qui la cucina teramana ha trovato un connubio perfetto con i funghi, che in tutto il territorio della Laga, ma in particolare in quello di Rocca Santa Maria, sono pregiatissimi e richiestissimi. La boscosità della zona favorisce la crescita di numerose varietà commestibili, anche se il più noto e apprezzato rimane il porcino. Dal Ceppo, località turistica rinomata per Bosco Martese, sede di un ostello della gioventù e di un albergo, si può partire per lunghe passeggiate attraverso le fitte faggete e raggiungere vette come Pizzo di Moscio, o le numerose e spettacolari cascate, come quella bellissima della Morricana. Bosco Martese deve il suo nome a Marte, dio della guerra, poiché durante le guerre puniche in questi boschi si tagliavano i tronchi che avrebbero costituito il Ceppo. Durante la seconda guerra mondiale, è stato teatro di sanguinosi scontri tra i nazifascisti e i partigiani che in questi luoghi cercavano riparo. Poco distante dal Ceppo, un cartello indica Martese, dalla strada si scorge il bor- VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA go; una breve e stretta via in ripida discesa conduce al suggestivo abitato in evidente abbandono; dal passaggio voltato si entra nel piccolo nucleo, costituito da ben poche abitazioni non del tutto in rovina, che lasciano pensare a una quotidianità non troppo lontana nel tempo; completamente diruta invece la vicinissima chiesa. In posizioni diverse, invece, troviamo Serra e Tavolero; il primo domina da un’altura la catena della Laga, il secondo, in fondo a una lussureggiante vallata, sembra addormentato. A Serra la suggestione è forte quando, avvicinandosi al portale della Chiesa in decadenza, si impone alla vista, intatto e prorompente l’altare. Sentinella spettrale di Tavolero, altro paesino abbandonato della Laga, è la Chiesa di S. Flaviano, risalente alla fine del XIII secolo, che continua a vigilare nel silenzio sul borgo cinquecentesco; una stalla abbandonata di recente, un raggio di sole mattutino attraversa la finestrella, e la mangiatoia in legno racconta quando l’occhio cade su di una croce scolpita nella pietra. La storia di Rocca Santa Maria - Imposte, oggi capoluogo, è legata al periodo in cui si diede inizio alla lavorazione del legname del Bosco Martese. Infatti allora fu “impostata”, stabilita la base di tutte le attività lavorative del legname e del carbone nella località sovrastante Fustagnano. Da questa impostazione è derivato il nome “Imposte”. Nel piccolo centro che intanto era stato raggiunto dalla strada proveniente da Teramo, si stabilirono molte famiglie oriunde dalle frazioni vicine, prive di vie rotabili. In pochi anni la popolazione subì un notevole incremento anche se il fenomeno migratorio cominciava a farsi sentire. Oggi questo ridente paese è ideale per trascorrervi spensierate vacanze tra il verde dei boschi vicini, ricchi di attrattive naturali. E’ un paese che sorge a 1073 m. s.l.m. sui Monti della Laga, a 25 Km da Teramo. Raggiungibile con mezzi pubblici che effettuano corse andata e ritorno dalla provincia quattro volte al giorno. E’ una località ideale per trascorrere spensierate vacanze facendo escursioni nelle vicine montagne, pescando trote ed altri pesci nei vicini fiumi del Tordino e del Vezzola, raccogliendo molte varietà Tavolero, Chiesa di S. Flaviano Monumento alla Resistenza Scorcio della Frazione Martese Architrave abitazione Fraz. Serra 25 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA di funghi e frutti di bosco. Oggi la frazione Imposte, sede comunale, offre i servizi indispensabili per una vita sana e civile: asilo, scuole elementari e medie, campo sportivo, campetto polivalente, farmacia, ambulatorio medico, bar, tabaccheria, alimentari, trattoria, ufficio postale, caserma delle guardie forestali, case popolari, ecc.... Al centro del paese sorge la sede comunale costruita attorno agli anni ’20 in pietra arenaria. Nelle vicinanze sorge un bellissimo monumento ai caduti delle due guerre mondiali, il 25 aprile e il 4 novembre essi vengono ricordati con una bellissima cerimonia che vede riuniti nell’ antistante piazzetta tutti gli ex alpini che tornano ad indossare, per l’occasione, la loro camicia a quadri rossi e il loro cappello con la penna nera. Il monumento è stato realizzato per merito del capogruppo A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) Sezione di Rocca S. Maria, Aladino Di Gennaro, ed è stato eseguito dal Prof. Gaetano Di Simone di Castelli ceramista e scultore. 26 Percorso della Morricana in bici Chiesa di San Lorenzo a Cesa Municipio di Rocca S. Maria Monumento ai caduti VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Ostello del Ceppo al’ospitalità Rocca S. Maria QRcode Rocca S. Maria • Albergo Ristorante Bar “Julia”, c.da Ceppo (0861 629015) • Albergo Ristorante Bar “Anna e Ninocc”, c.da Paranesi (0861 63168) • Ristorante Bar “La Rocca”, fraz. Imposta (0861 63336) • Ristorante Casal Doge BB “Il Rifugio dell’Alpino”, fraz. Belvedere (0861 63178) • Ristorante “Il Rifugio dei Sapori”, fraz. Paranesi (0861 63308) • Trattoria Bar “Bosco Martese”, fraz. Imposta (0861 63140) • Bar Chiosco, via Monumento c.da Ceppo • Bar del Cacciatore, c.da Sella Ciarelli (0861 63127) 27 VIAGGIO nei CORTINO TERRITORI della LAGA ALTITUDINE 982 m s.l.m. SUPERFICIE 62 km² ABITANTI 709[1] (31-12-2010) DENSITÀ 11,44 ab./km² FRAZIONI Agnova, Altovia, Caiano, Casagreca, Casanova, Collegilesco, Comignano, Cunetta, Elce, Faieto, Fonte Palumbo, Lame, Macchiatornella, Padula, Pagliaroli, Pezzelle, Piano Fiumata, Servillo,Vernesca COMUNI CONFINANTI Amatrice (RI), Crognaleto, Montorio al Vomano, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella Sicura C ortino conclude il nostro viaggio attraverso i Monti della Laga: è raggiungibile sia dalla zona di Rocca Santa Maria che più comodamente da Teramo. Antica corte longobarda, da cui il toponimo, ha vissuto per secoli di pastorizia e agricoltura; oggi è una meta di rilievo del turismo naturalistico, grazie soprattutto agli straordinari boschi di abete bianco, vero 28 Veduta di Padula di Cortino relitto glaciale di epoche passate. L’Abetina di Cortino, infatti, rappresenta uno dei rari nuclei spontanei di abete bianco dell’Appennino centrale, e, con un po’ di fortuna, nell’attigua area faunistica di Fonte Spugna, si possono avvistare dei bellissimi esemplari di cervo. Da Cortino è anche possibile effettuare escursioni verso vari siti montani, di notevole interesse è l’escursione al Monte Bilanciere per l’incantevole veduta che offre sull’intera vallata. All’ingresso del paese è la bella Chiesa di S. Maria Assunta, nota sin dal 1324, con un’imponente facciata. A Pagliaroli, la Chiesa di S. Salvatore del XIV secolo sorge su un preesistente tempio italico: recenti scavi archeologici hanno restituito importanti resti di epoca romana, alcuni dei quali conservati al Museo Archeologico di Teramo, inoltre Pagliaroli ospita anche la Sede comunale. Attraverso una natura rigogliosa disseminata di borghi, si giunge a Padula, anticamente Rocca di Padula, che nel secolo XIII era soggetta alla città di Teramo. Qui c’è la Chiesa di S. Maria Assunta, con altare del XVII secolo, e la Chiesa di S. Antonio, datata 1649. VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Padula, Chiesa S. Maria Scorcio e Chiesa di S. Maria Assunta Elce, Comune di Cortino Di notevole interesse è anche la frazione di Pezzelle, dove si trova la Chiesa di S. Paolo, risalente al XV secolo, con all’interno pregevoli affreschi dell’epoca. Anche a Servillo spetta una particolare menzione: con le sue case in pietra sulle cui architravi sono incise le date e alcuni stemmi delle potenti famiglie dell’epoca. La Chiesa dell’Annunziata, un tempo S. Maria de Sirbillo, ha antiche origini. Desta molta curiosità il pa- esino abbandonato di Altovia, in fase di recupero, con le caratteristiche case in arenaria. Da qui si passava per raggiungere Valle Vaccaro, Crognaleto, Cervaro e la Valle del Vomano. Sono visibili i ruderi di un’antica Chiesetta della Madonna del Carmine. Elce è il punto di partenza del sentiero-natura “Abete bianco” che consente un’escursione, dal percorso facile, al Monte Bilanciere con arrivo all’Abetina di Cortino. La Chiesa, intitolata a S. Lorenzo, è del XVI secolo a navata un’unica e con un tetto a capanna. Altri piccoli centri che circondano Cortino sono: Casagreca, con la Chiesa di S. Maria e S. Vincenzo; Casanova, con la sua Chiesa dedicata a S. Martino; Faieto con la Chiesa di S. Andrea del 1519; inoltre Agnova, Caiano, Collegilesco, Comignano, Lame e Macchiatornella. 29 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Cortino, Chiesa di S. Maria Assunta Pagliaroli, Municipio Ostello di Cortino Particolare Arco Fraz. Altovia Pecore al pascolo a Cortino l’ospitalità a Cortino QRcode Cortino • Bar“Marini”, (0861 64108) • Ristorante “Gorzano”, Padula (0861 64438) • B&B “La Cunetta”, Cunetta (0861 64300) • Agriturismo “Lu Canzine”, Pagliaroli (0861 644169) 30 VIAGGIO nei TERRITORI della LAGA Piccola Guida Storico-Culturale QRcode Monti della Laga