ad occhi aperti

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ad occhi aperti
ANDREA MUSSO
SOGNI
OCCHI APERTI
AD
ILLUSTRAZIONI DELL’AUTORE
I PESCIOLINI DI CARTA
Andrea Musso, grafico e illustratore genovese, disegna e scrive storie
per bambini.
Per i più piccoli ha scritto e illustrato le storie di Bernardo (Einaudi
Ragazzi) e le avventure della Balena rosa (Emme Edizioni).
Ha pubblicato le sue immagini fantastiche su vari giornali e riviste:
Epoca, Panorama, Le Monde Dimanche, Il Corriere Medico, Il
Manifesto, Il Sole 24 Ore, Il Secolo XIX, Capital, Leggere.
Progetta e disegna copertine di libri per le case editrici Marietti
1820 e Vita e Pensiero di Milano. È attivo professionalmente nel
campo della grafica editoriale e pubblicitaria.
Ama andare in giro portando con sé gli acquarelli e così dipinge en
plein air i suoi viaggi e, abitualmente, Monterosso, le Cinque Terre,
e Genova, dove vive e lavora.
Giovanni ha cinque o sei anni: i sui genitori non lo sanno esattamente, perché
quando è nato non avevano il calendario.
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Neppure i loro vicini, che abitano lontano almeno trenta chilometri, avevano
il calendario.
Allora avevano fatto dei calcoli, di cui
però non erano mai stati molto sicuri.
La mamma è quasi sicura che abbia sei
anni, ma non si ricorda per quale motivo.
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Il papà è quasi sicuro che siano cinque,
perché si ricorda che il giorno in cui è
nato Giovanni c’era la sagra della fragola,
che si tiene nel paese ogni cinque anni.
E quest’anno c’è di nuovo quella sagra.
Adesso si chiama sagra della fragola e di
qualche altra cosa, perché di fragole ce
n’è sempre meno.
Nell’incertezza non lo mandano ancora
a scuola.
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Così Giovanni ha tempo per i suoi giochi
preferiti: la corsa con gli scoiattoli del
bosco piccolo, il salto del ruscello che
d’estate resta senz’acqua, la conta delle
nuvole di giorno e delle stelle di notte.
Ma il passatempo preferito di Giovanni
è quello di sognare ad occhi aperti e
qualche volta anche ad occhi chiusi.
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Può sognare mentre aiuta il papà a raccogliere i pomodori, oppure mentre va a
camminare con la mamma su per i
monti...
... oppure quando è a letto, prima di dormire o mentre dorme: in questo caso
sogna ad occhi chiusissimi.
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Giovanni vive in una piccola casa, che
guarda il sole mentre sorge al mattino e
lo guarda anche mentre tramonta la sera.
Dalle finestre può vedere da una parte le
montagne e dall’altra quasi sempre un
mare di nuvole.
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Giovanni sa, perché i vecchi del Paese di
sotto glielo hanno detto, che dietro questo mare di nuvole, ma molto lontano,
esiste un vero mare che è pieno d’acqua.
La casa di Giovanni è in cima a un
monte non troppo alto, né troppo piccolo: un monte medio.
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Filippo invece ha cinque anni, sette mesi,
nove giorni e – nel momento in cui vi
stiamo raccontando questa storia – esattamente otto ore.
Il padre di Filippo lavora all’ufficio nascite della Città che si trova vicino al
mare; così è sempre bene informato sull’età di Filippo.
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Se leggerete questo libro più tardi, per
esempio tra un giorno e qualche ora,
anche Filippo sarà cresciuto un po’ di più,
esattamente di un giorno e qualche ora.
Ma non aspettate troppo a leggerlo, perché non vogliamo che Filippo diventi
troppo grande e voi con lui.
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Filippo va a scuola perché ha quasi sei
anni; però ne dimostra quasi sette e
mezzo, ed è alto un metro e trentacinque
centimetri virgola tre: suo padre lo ha
misurato proprio ieri.
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Anche lui come Giovanni sogna ad occhi
aperti; sogna ad occhi aperti anche
quando è in classe e qualche volta il maestro se ne accorge.
Ma più spesso sogna quando torna a casa
in tram dalla scuola o quando gioca a
pallone con i suoi amici.
Filippo fa il portiere e quando sogna
troppo prende tanti gol.
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La sua casa – che è di nove piani con
l’ascensore – è in mezzo a tante altre case,
in un quartiere pieno di gente, ma soprattutto pieno di automobili, autobus e
motociclette.
Per fortuna lì vicino c’è un piccolo parco
giochi, non lontano dal mare.
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Filippo lo può vedere dalla finestra della
sua camera, che divide con il fratellino
più piccolo, e molto spesso sogna di poterci andare volando con il suo aereo
dalla finestra.
Il postino, che porta le cartoline e le lettere che vengono da molto lontano, gli
ha detto che conosce un bel posto, non
troppo distante, che sembra un grande
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parco giochi: non c’è il mare vicino, ma
ci sono tanti monti, ruscelli, alberi, animali di ogni tipo e tante altre cose.
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Da quando il postino Pietro gli ha parlato
di questo posto, Filippo lo sogna quasi
sempre; così prende tanti gol e la sua
squadra perde sempre più spesso, e qualche volta anche il maestro lo rimprovera.
Filippo non sa ancora che quel posto dei
sogni è dove abita Giovanni.
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Anche Giovanni sogna di andare nel
posto di cui gli hanno parlato i vecchi del
Paese di sotto.
Sogna e risogna, finisce che un bel giorno
Filippo e Giovanni si incontrano durante
un sogno.
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Filippo è uscito con l’aereo dalla finestra
di camera sua e sta proprio volando sui
monti del paese di Giovanni.
Giovanni sta camminando con la
mamma su per i monti e sogna di essere
partito su una mongolfiera per andare a
vedere il mare.
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Filippo vede dall’alto del suo aereo una
palla colorata che sale tra le nuvole. Non
ha mai visto una cosa simile: lui che è
portiere conosce molto bene i palloni di
cuoio o di gomma; e qualche volta,
quando era piccolo, aveva visto i palloncini colorati salire in cielo. Ma non
ha mai visto palloni così grandi.
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Giovanni, quando sale in cielo con il suo
pallone, di solito avvista dei falchi pellegrini, qualche aquila, qualche altro piccolo uccellino e talvolta degli aquiloni
colorati che si sono persi nel cielo.
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Ma non ha mai visto un uccello così
grande e soprattutto così veloce.
Ad un certo momento il pallone di Giovanni incontra una nuvola, ed è costretto
a fermarsi un po’.
Lo stesso succede all’aereo di Filippo: ed
è così che i due ragazzi possono finalmente incontrarsi.
Come ti chiami?
Quanti anni hai?
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Cosa fai?
Da dove vieni?
Queste e tante altre domande si fanno
Filippo e Giovanni. E scoprono così
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che ognuno abita nel posto dove l’altro
vorrebbe andare. Giovanni abita nel
Paese dei monti, di cui Filippo ha sentito
parlare dal postino Pietro.
Filippo abita nella Città vicino al mare,
di cui Giovanni ha sentito parlare dai
vecchi del Paese di sotto.
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È in questo modo che Giovanni e Filippo
diventano amici di sogno, così come esistono gli amici di penna, i fratelli di latte
e i figli unici.
Adesso, ogni volta che sognano, i due
nuovi amici cercano di incontrarsi.
Di notte addirittura parlano tra loro, a
voce alta e a volte altissima.
Giovanni non lo sa perché dorme, ma
durante il sonno fa lunghi discorsi con
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Filippo; ne sa qualcosa il suo cane Pippo,
che non riesce a prendere sonno quando
sente Giovanni parlare così forte.
Filippo con i suoi lunghi discorsi sveglia
non solo il fratellino più piccolo, ma
anche gli altri della casa, che da qualche
mese sono costretti ad andare a dormire
con i tappi nelle orecchie.
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Durante l’ultimo sogno ad occhi aperti,
Giovanni ha accompagnato Filippo a vedere il pollaio dietro casa sua; c’erano le
galline con i pulcini, due galletti che si
beccavano, due anatre e anche due conigli che si divertivano a correre dietro le
galline.
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Dopo sono andati insieme nel bosco piccolo, a cercare i mirtilli e le fragole, e a
scoprire tutti i piccoli animali che vivono
tra i cespugli, in mezzo all’erba, tra le radici degli alberi o sotto terra.
Alla fine della giornata di sogno Giovanni ha accompagnato il suo amico di
sogno al ruscello, che in quel periodo è
pieno d’acqua.
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Nell’acqua nuotavano i girini, che sono
le rane piccole prima di diventare proprio
rane; e insieme ai girini c’erano i gamberi
che camminavano all’indietro.
Quando Giovanni viene svegliato dalla
mamma, che dice che è ora di mangiare,
ci rimane un po’ male: non gli piace all’improvviso trovarsi di nuovo solo, senza
il suo amico di sogno.
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Anche Filippo, l’ultima volta che è tornato in tram da scuola, ha sognato che
andava con Giovanni a vedere il mare,
dove c’erano le navi che aspettavano di
partire o erano appena arrivate.
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Erano andati in spiaggia, dove i pescatori
tornavano da molto lontano con le barche piene di pesci.
E suo padre aveva comperato due chili,
tre etti e cinquanta grammi di acciughe
a buon prezzo.
Così quel giorno Filippo aveva invitato
Giovanni a casa sua a mangiare i pesci.
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Ma anche per Filippo, così come era già
successo a Giovanni, c’è stato il brusco
risveglio senza il suo amico: al posto della
faccia di Giovanni, ha visto la testa pelata
del conducente del tram.
E quando sono arrivati al capolinea, Filippo è rimasto da solo sul tram fermo,
molte fermate lontano da casa.
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I due amici continuano a cercarsi nei
sogni e passano tante ore insieme; ma
sempre, quando meno se lo aspettano, si
svegliano e si ritrovano più soli di prima.
E così, un bel giorno, decidono che vogliono conoscersi e diventare amici per
davvero.
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Giovanni chiede aiuto a suo zio Ernesto,
il quale guida le corriere che fanno servizio tra il Paese dei monti e quello di sotto
e tutte le domeniche tra il Paese di sotto
e la Città vicino al mare.
Lo zio Ernesto fa sempre molto il difficile
e anche questa volta trova tante scuse:
che sulla corriera non c’è più posto, che
Giovanni è troppo piccolo, che i suoi genitori non vogliono, eccetera, eccetera,
eccetera.
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Ma Giovanni ha la testa dura e una domenica riesce a nascondersi proprio sotto
il sedile di suo zio: finalmente si parte.
Filippo fa lo stesso, ma è più fortunato: infatti chiede a suo fratello Gio, che ha preso
la patente da tre giorni otto ore e venticinque minuti, di portarlo al Paese dei monti.
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A Gio piace l’idea: lui è contentissimo
quando può guidare la vecchia automobile che il papà si è ormai dimenticato di
avere.
Il papà di Filippo preferisce andare a
piedi, perché così arriva sempre prima.
Così dice lui.
Non usa la macchina da sette anni, nove
mesi e tre giorni.
I due fratelli partono.
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Ci sono tante curve, tanti alberi, qualche
ciclista, ma soprattutto tante motociclette.
È una domenica di primavera, fa già un
po’ caldo e tanti vanno verso la campagna per fare il picnic.
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Anche la corriera dello zio Ernesto è partita; è molto vecchia e fa molto rumore.
Giovanni non sta molto comodo, soprattutto quando ci sono le curve o le frenate.
– Sono ormai ventisette chilometri, trecento metri e un po’ da quando siamo
partiti.
Così dice il fratello di Filippo, che ha
preso dal padre la mania di essere molto
preciso.
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– Fra tre chilometri e duecento metri ci
sarà il passaggio a livello: a quest’ora sarà
sicuramente chiuso, perché passa il treno
locale delle quattordici e ventitrè.
E infatti, dopo pochi minuti, sono fermi
al passaggio a livello.
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Lo stesso succede alla corriera su cui viaggia Giovanni: lo zio Ernesto, sempre un
po’ distratto, fa una brusca frenata, e così
Giovanni salta fuori da sotto il sedile con
grande stupore dello zio.
Lo zio è molto arrabbiato e fa scendere
Giovanni:
– Aspetta la corriera del mio collega che
torna indietro e vai subito a casa.
E così Giovanni, tutto triste, si ritrova
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sotto il cartello della fermata delle corriere che vanno verso i monti.
Tuu, tuu, tuuuuuu... Passa il treno.
Dleng, dleng...
Si alzano le sbarre del passaggio a livello.
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Giovanni è molto triste e sta per cominciare a sognare ad occhi aperti un sogno
molto triste.
Nel sogno è solo, non trova più Filippo,
il mare è grigio, le onde sono alte alte e
gli mettono paura.
– Ehi tu! – grida dall’automobile il fratello di Filippo, – vuoi un passaggio?
A Gio piace portare a spasso la gente e gli
fa un po’ pena quel bambino triste fermo
sotto il cartello della fermata.
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Nel frattempo Filippo si è addormentato
e sta sognando l’incontro con il suo
amico di sogno.
Giovanni non vorrebbe salire su quella
automobile che lo riporta indietro... ma
quando vede che dentro c’è il suo amico
di sogno, salta come un grillo sul sedile
di finta pelle.
Pluff!
Fa Giovanni sedendosi.
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Pummm!
Fa la portiera dell’automobile chiudendosi.
– Ooooooh!
Fa Filippo svegliandosi.
– Ciao!
Fa Giovanni sorridendo.
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– Sono già le quindici e trentatre, speriamo di non incontrare il treno delle
quindici e trentacinque al prossimo passaggio a livello – sbuffa Gio.
E così i due amici di sogno si incontrano
e diventano finalmente amici per davvero; e dopo qualche tempo anche amici
per la pelle. Ora potranno finalmente fare
tante cose insieme: qualche volta nella
Città vicino al mare di Filippo e qualche
volta nel paese dei monti di Giovanni.
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Tutti e due, però, non perderanno l’abitudine di sognare ad occhi aperti.
Incontreranno ancora tanti altri nuovi
amici e non solo:
galline in mezzo al mare
nonni in barca a vela,
gatte a righe,
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navi in cima ai monti,
postini senza cartoline,
biciclette senza ruote,
eccetera, eccetera, etcì.
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– Hai il raffreddore, Giovanni? – chiede
la mamma.
– No, sto sognando – risponde Giovanni.
Provate ora voi a continuare la storia e a
inventare chi potrebbero incontrare ancora Giovanni e Filippo nel mondo dei
loro sogni.
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Finito di stampare
nel mese di ottobre 2012
da Pixart, Quarto d'Altino (VE)