WtE Emission control File
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Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica/ Ingegneria Energetica Anno Accademico 2014-2015 Formazione e Controllo di Inquinanti nella Combustione Impianti di trattamento effluenti Waste to Energy: la normativa ambientale ed il controllo delle emissioni Prof. L.Tognotti Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale Normativa La realizzazione e l’esercizio degli impianti Il recupero energetico da rifiuti in Italia è regolato dal DLgs 11 maggio 2005 n. 133 di recepimento della direttiva 2000/76/CE del 28 dicembre 2000 sull’incenerimento dei rifiuti. Il decreto legislativo disciplina: • le procedure per il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione e all’esercizio degli impianti di incenerimento e di co-incenerimento; • i valori limite delle emissioni di inquinanti provenienti dai suddetti impianti; • i metodi di campionamento, di analisi e di valutazione delle emissioni; • i criteri e le norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche costruttive e funzionali, nonché le condizioni di esercizio degli impianti; • i criteri temporali di adeguamento degli impianti esistenti alle nuove disposizioni. Gli impianti di incenerimento di rifiuti devono rispettare, oltre al DLgs 133/2005, una serie di prescrizioni tecnico-amministrative ai sensi del DLgs 18 febbraio 2005, n. 59 di attuazione integrale della direttiva 96/61/CE (“Direttiva IPPC”), relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, ora modiicato dal D. Lgs. 128/2010, in rif. al D. Lgs. 152/2006 e s.m.i (ed alla L.R. Toscana n. 61/2003 “Norme in materia di autorizzazione integrata ambientale”). Testo unico ambientale (D.Lgs 152/06 modifiche introdotte dal D.Lgs. 46/2014 ) TITOLO III-bis - INCENERIMENTO E COINCENERIMENTO DEI RIFIUTI Art. 237-bis - Finalità e oggetto . 1 Il presente titolo definisce le misure e le procedure atte a prevenire oppure, qualora non sia possibile, a ridurre gli effetti negativi delle attività di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, ed in particolare le emissioni delle suddette attività nell'aria, nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee, al fine di conseguire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di tutela della salute umana. 2. Ai fini di cui al comma 1, il presente titolo disciplina: • a) i valori limite di emissione degli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti; • b) i metodi di campionamento, di analisi e di valutazione degli inquinanti derivanti dagli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti; • c) i criteri e le norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche costruttive e funzionali, nonchè le condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti, con particolare riferimento all'esigenza di assicurare un'elevata protezione dell'ambiente contro le emissioni causate dall'incenerimento e dal coincenerimento dei rifiuti. TITOLO III-bis - INCENERIMENTO E COINCENERIMENTO DEI RIFIUTI • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Art. 237-bis - Finalità e oggetto Art. 237-ter - Definizioni Art. 237-quater - Ambito di applicazione ed esclusioni Art. 237-quinquies - Domanda di autorizzazione Art. 237-sexies - Contenuto dell'autorizzazione Art. 237-septies - Consegna e ricezione dei rifiuti Art. 237-octies - Condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e coincenerimento Art. 237-nonies - Modifica delle condizioni di esercizio e modifica sostanziale dell'attività Art. 237-decies - Coincenerimento di olii usati Art. 237-undecies - Coincenerimento di rifiuti animali rientranti nell'ambito di applicazione del regolamento n. 1069/2009/UE Art. 237-duodecies - Emissione in atmosfera Art. 237-terdecies - Scarico di acque reflue Art. 237-quattuordecies - Campionamento ed analisi delle emissioni in atmosfera degli impianti di incenerimento e di coincenerimento Art. 237-quinquiesdecies - Controllo e sorveglianza delle emissioni nei corpi idrici Art. 237-sexiesdecies – Residui Art. 237-septiesdecies - Obblighi di comunicazione, informazione, accesso e partecipazione Art. 237-octiesdecies - Condizioni anomale di funzionamento Art. 237-noviesdecies - Incidenti o inconvenienti Art. 237-vicies - Accessi ed ispezioni Art. 237-unvicies - Spese Art. 237-duovicies - Disposizioni transitorie e finali DLgs 133/2005 Art. 237-ter - Definizioni 1. Ai fini dell'applicazione del presente titolo si definiscono: a) 'rifiuti urbani misti': i rifiuti di cui all'articolo 184, comma 2, del presente decreto legislativo, ad esclusione di quelli individuati al sottocapitolo 20.01, che sono oggetto di raccolta differenziata, e al sottocapitolo 20.02 di cui all'Allegato D alla Parte Quarta; b) b) 'impianto di incenerimento': qualsiasi unità e attrezzatura tecnica, fissa o mobile, destinata al trattamento termico di rifiuti con o senza recupero del calore prodotto dalla combustione, attraverso l'incenerimento mediante ossidazione dei rifiuti, nonchè altri processi di trattamento termico, quali ad esempio la pirolisi, la gassificazione ed il processo al plasma, a condizione che le sostanze risultanti dal trattamento siano successivamente incenerite. Nella nozione di impianto di incenerimento si intendono compresi: il sito e tutte le linee di incenerimento, nonchè i luoghi di ricezione dei rifiuti in ingresso allo stabilimento, i luoghi di stoccaggio, le installazioni di pretrattamento in loco, i sistemi di alimentazione in rifiuti, in combustibile ausiliario e in aria di combustione, le caldaie, le installazioni di trattamento o stoccaggio in loco dei residui e delle acque reflue, i camini, i dispositivi ed i sistemi di controllo delle operazioni di incenerimento, di registrazione e monitoraggio delle condizioni di incenerimento. Se per il trattamento termico dei rifiuti sono utilizzati processi diversi dall'ossidazione, quali ad esempio la pirolisi, la gassificazione o il processo al plasma, l'impianto di incenerimento dei rifiuti include sia il processo di trattamento termico che il successivo processo di incenerimento; Art. 237-quinquies - Domanda di autorizzazione 1.La realizzazione e l'esercizio degli impianti di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti rientranti nell'ambito di applicazione del presente titolo devono essere autorizzati ai sensi delle seguenti disposizioni: a) per gli impianti non sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell'articolo 6, comma 13, si applica l'articolo 208; b) per gli impianti sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell'articolo 6, comma 13 del presente decreto legislativo si applicano le disposizioni del Titolo III-bis della Parte Seconda. ……………………………………………………………… TITOLO III-BIS - L'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE Art. 29-bis - Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili Art. 29-ter - Domanda di autorizzazione integrata ambientale Art. 29-quater - Procedura per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale Art. 29-quinquies - Coordinamento per l'uniforme applicazione sul territorio nazionale Art. 29-sexies - Autorizzazione integrata ambientale Art. 29-septies - Migliori tecniche disponibili e norme di qualità ambientale Art. 29-octies - Rinnovo e riesame Art. 29-nonies - Modifica degli impianti o variazione del gestore Art. 29-decies - Rispetto delle condizioni dell'autorizzazione integrata ambientale Art. 29-undecies - Incidenti o imprevisti Art. 29-duodecies - Comunicazioni Art. 29-terdecies - Scambio di informazioni Art. 29-quattuordecies - Sanzioni Attività soggette ad AIA dopo il recepimento della Direttiva IED: Gestione dei rifiuti Con l’entrata in vigore del D.Lgs 46/2014 alcune categorie di impianti di trattamento rifiuti vengono per la prima volta assoggettate ad Autorizzazione Integrata Ambientale, (domanda entro il 7 settembre 2014). Tra queste si evidenziano: • • • • • • • • Impianti di compostaggio (potenzialità superiore alle 50 ton/giorno) dei rifiuti urbani; Digestori anaerobici (potenzialità superiore alle 100 ton/giorno); Impianti di produzione CSS; Impianti di combustione CSS; Impianti di co-combustione; Impianti di tritovagliatura; Frantumatori di rifiuti metallici, compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e i veicoli fuori uso e relativi componenti; Trattamento di scorie e ceneri. Il BRef della Commissione Europea Ai fini della minimizzazione dell’impatto ambientale tali impianti sono tenuti all’adozione delle migliori tecniche disponibili (MTD), meglio conosciute con l’acronimo inglese di BAT (“Best Available Techniques”). Le BAT da impiegare per gli impianti di incenerimento sono state individuate a livello europeo da uno specifico documento, il cosiddetto “BRef” (Best Availaible Techniques Reference document on Waste Incineration), pubblicato dalla Commissione Europea nell’agosto 2006. 9 Testo Unico Art. 29-bis - Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili 1. L'autorizzazione integrata ambientale è rilasciata tenendo conto di quanto indicato all'Allegato XI alla Parte Seconda e le relative condizioni sono definite avendo a riferimento le Conclusioni sulle BAT, salvo quanto previsto all'articolo 29-sexies, comma 9-bis, e all'articolo 29-octies. Nelle more della emanazione delle conclusioni sulle BAT l'autorità competente utilizza quale riferimento per stabilire le condizioni dell'autorizzazione le pertinenti conclusioni sulle migliori tecniche disponibili, tratte dai documenti pubblicati dalla Commissione europea in attuazione dell' articolo 16 , paragrafo 2, della direttiva 96/61/CE o dell‘ articolo 16 , paragrafo 2, della direttiva 2008/01/CE. Art .5 Definizioni l-ter.2) 'conclusioni sulle BAT': un documento adottato secondo quanto specificato all'articolo 13, paragrafo 5, della direttiva 2010/75/UE, e pubblicato in italiano nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, contenente le parti di un BREF riguardanti le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili, la loro descrizione, le informazioni per valutarne l'applicabilità, i livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili, il monitoraggio associato, i livelli di consumo associati e, se del caso, le pertinenti misure di bonifica del sito; l-ter.4) 'livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili o 'BATAEL': intervalli di livelli di emissione ottenuti in condizioni di esercizio normali utilizzando una migliore tecnica disponibile o una combinazione di migliori tecniche disponibili come indicato nelle conclusioni sulle BAT, espressi come media in un determinato arco di tempo e nell'ambito di condizioni di riferimento specifiche; La direttiva sulle emissioni industriali (IED) recepita con il dlgs 46/2014 Alcuni aspetti specifici per il settore Incenerimento dei rifiuti • • • • • • • • La direttiva IED ha incorporato sia l'ex IPPC che le direttive sul Waste Incineration. Alcuni ELV ( i massimi) già fissati nella direttiva nell'allegato VI (uguali ai precedenti) Grande quantità di dati disponibili ( > 400 impianti) Crescita significativa nel settore e tipi di impianto di incenerimento dal 2006. Alto livello di interesse pubblico in molti Stati membri Il processo di aggiornamento del BREF inizia quest’anno e si stimano tre anni per avere le BAT-AELs pubblicate sulla Gazzetta Europea. Nei prossimi due anni gli operatori saranno invitati a fornire i dati di gestione e le autorizzazioni. I nuovi ELVs associati alle BAT saranno definiti sulla base delle prestazioni degli impianti europei e saranno espressi come intervalli <X-Y 12 Art. 29-sexies - Autorizzazione integrata ambientale Valori Limite 3. L'autorizzazione integrata ambientale deve includere valori limite di emissione fissati per le sostanze inquinanti, in particolare quelle dell'allegato X alla Parte Seconda, che possono essere emesse dall'installazione interessata in quantità significativa, in considerazione della loro natura e delle loro potenzialità di trasferimento dell'inquinamento da un elemento ambientale all'altro, acqua, aria e suolo, nonchè i valori limite ai sensi della vigente normativa in materia di inquinamento acustico. I valori limite di emissione fissati nelle autorizzazioni integrate ambientali non possono comunque essere meno rigorosi di quelli fissati dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicata l'installazione. Se del caso i valori limite di emissione possono essere integrati o sostituiti con parametri o misure tecniche equivalenti. ALLEGATO X Elenco indicativo delle principali sostanze inquinanti di cui è obbligatorio tener conto se pertinenti per stabilire i valori limite di emissione Aria: • 1. Ossidi di zolfo e altri composti dello zolfo. • 2. Ossidi di azoto e altri composti dell'azoto. • 3. Monossido di carbonio. • 4. Composti organici volatili. • 5. Metalli e relativi composti. • 6. Polveri , comprese le particelle sottili. • 7. Amianto (particelle in sospensione e fibre). • 8. Cloro e suoi composti. • 9. Fluoro e suoi composti. • 10. Arsenico e suoi composti. • 11. Cianuri. • 12. Sostanze e preparati di cui sono comprovate proprietà cancerogene, mutagene o tali da poter influire sulla riproduzione quando sono immessi nell'atmosfera. • 13. Policlorodibenzodiossina (PCDD) e policlorodibenzofurani (PCDF). Acqua: 1. Composti organoalogenati e sostanze che possono dar loro origine nell'ambiente idrico. 2. Composti organofosforici. 3. Composti organici dello stagno. 4. Sostanze e preparati di cui sono comprovate proprietà cancerogene, mutagene o tali da poter influire sulla riproduzione in ambiente idrico o con il concorso dello stesso. 5. Idrocarburi persistenti e sostanze organiche tossiche persistenti e bioaccumulabili. 6. Cianuri. 7. Metalli e loro composti. 8. Arsenico e suoi composti. 9. Biocidi e prodotti fitosanitari. 10. Materie in sospensione. 11. Sostanze che contribuiscono all'eutrofizzazione (nitrati e fosfati, in particolare). 12. Sostanze che esercitano un'influenza sfavorevole sul bilancio di ossigeno (misurabili con parametri quali BOD, COD). 13 sostanze prioritarie di cui all'articolo 74, comma 2, lettera ff). Art. 237-duodecies - Emissione in atmosfera 1. Gli effluenti gassosi degli impianti di incenerimento e coincenerimento devono essere emessi in modo controllato attraverso un camino di altezza adeguata e con velocità e contenuto entalpico tale da favorire una buona dispersione degli effluenti al fine di salvaguardare la salute umana e l'ambiente, con particolare riferimento alla normativa relativa alla qualità dell'aria. 2. Gli impianti di incenerimento dei rifiuti e gli impianti di coincenerimento sono progettati, costruiti, equipaggiati e gestiti in modo che le emissioni nell'atmosfera non superano i valori limite di emissione di cui rispettivamente all'Allegato I, paragrafo A, e all'Allegato 2, paragrafo A, al presente Titolo. …………………… ALLEGATO 1 Tit III bis Parte IV - Norme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di incenerimento di rifiuti • Polvere totale 10 Sostanze organiche sotto forma di gas e vapori espresse come carbonio organico totale (TOC) 10 Acido cloridrico (HCl) 10 Acido fluoridrico (HF) 1 Biossido di zolfo (SO 2 ) 50 Monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO 2 ) espressi come NO 2 per gli impianti di incenerimento dei rifiuti esistenti dotati di una capacità nominale superiore a 6 t/ora e per i nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti 20 0 Monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO 2 ) espressi come NO 2 per gli impianti di incenerimento dei rifiuti esistenti con una capacità nominale pari o inferiore a 6 t/ora 40 0 Ammoniaca (NH 3 ) 30 Valori limite di emissione medi su 30 minuti 3. Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento minimo di 30 minuti e massimo di 8 ore espressi in mg/Nm 3 4. Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento minimo di 6 ore e massimo di 8 ore. I valori medi di concentrazione degli inquinanti si ottengono secondo i metodi fissati ed aggiornati ai sensi della tabella di cui alla lettera C Cadmio e suoi composti, espressi come cadmio (Cd) in totale Tallio e suoi composti espressi come tallio (Tl) 0,05 Mercurio e suoi composti espressi come mercurio (Hg) 0,05 Antimonio e suoi composti espressi come antimonio (Sb) . Arsenico e suoi composti espressi come arsenico (As) . Piombo e suoi composti espressi come piombo (Pb) . Cromo e suoi composti espressi come cromo (Cr) . Cobalto e suoi composti espressi come cobalto (Co) 0,5 in totale Rame e suoi composti espressi come rame (Cu) . Manganese e suoi composti espressi come manganese (Mn) . Nickel e suoi composti espressi come nickel (Ni) . Vanadio e suoi composti espressi come vanadio (V) . I valori medi di concentrazione degli inquinanti si ottengono secondo i metodi fissati ed aggiornati ai sensi della tabella di cui alla lettera C. a) Diossine e furani (PCDD + PCDF) (1) 0,1 ng/Nm 3 b) Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (2) 0,01 mg/Nm 3 c) PCB-DL (3) 0,1 ng/Nm3 (1) I valori limite di emissione si riferiscono alla concentrazione totale di diossine e furani, calcolata come concentrazione "tossica equivalente". Per la determinazione della concentrazione "tossica equivalente", le concentrazioni di massa delle seguenti policlorodibenzo-p-diossine e policlorodibenzofurani misurate nell'effluente gassoso devono essere moltiplicate per i fattori di equivalenza tossica (FTE) di seguito riportati, prima di eseguire la somma. Questi valori sono in prospettiva soggetti a diminuzioni non sostanziali: il prossimo step è la redazione dell’ aggiornamento del BREF previsto nel 2017 Formazione e controllo degli inquinanti nel WtE Formazione degli inquinanti Il problema: le emissioni atmosferiche da attività di termodistruzione di rifiuti urbani e prodotti derivati contengono: i macroinquinanti, presenti in concentrazioni rilevanti (g/m3 o mg m3), I microinquinanti, presenti in livelli molto più modesti (g m3 o ng m3) possono costituire un rischio ambientale per la loro tossicità e persistenza. Le caratteristiche qualitative e quantitative delle emissioni sono correlate ad un insieme di fattori, essenzialmente riconducibili a: –rifiuto alimentato, –tipo di forno utilizzato modalità operative del processo di combustione e del recupero termico ad esso abbinato; Meccanismi di formazione particolato/aerosol nella combustione Metal Vapor Nucleation / Condensation/ Coagulation Submicron Aerosol Aqueous Solutions Vaporization Distillate Oil and Organometallics Dissolved, Inherent, Reactive Metal Surface Reaction/ Condensation Porous Particle Attritive Fragmentation Explosive Fragmentation Submicron Inclusions, Residual Particles, Secondary Atomization Heavy Oil and Coal Inherently Bound Metal Porous Char Cenospheric Particle Solids and Municipal Waste Sludges Mineral Inclusions Excluded Ash Inorganic Mixture Dense Particle Supermicron (Collectable) Particle Esempio: formazione ‘soot’ Figura al microscopio elettronico di particelle di “Soot” aggregate. Formazione degli inquinanti: metalli pesanti • I microinquinanti inorganici, costituiti essenzialmente da alcuni metalli pesanti, sono riconducibili alla presenza di precursori nel rifiuto incenerito Formazione degli inquinanti: metalli pesanti • Partizioni Formazione degli inquinanti: diossine • I microinquinanti organici giocano un ruolo determinante le complesse reazioni di sintesi e distruzione che si verificano durante la combustione ed il successivo raffreddamento dei fumi 24/tot Cosa sono le diossine (PCDD/F) • • Le policloro dibenzo-p-diossine (PCDD) e i policloro dibenzofurani (PCDF) sono composti inquinanti presenti in tracce in quasi tutti i componenti dell’ecosistema. A differenza degli altri composti organici persistenti (POP) nocivi per l’ambiente, come PCB, PCN e pesticidi clorurati come DDT, PCP e altri, PCDD/F non sono mai prodotti intenzionalmente: essi sono i sottoprodotti di numerose attività industriali e di tutti i processi di combustione, incluso l’incenerimento di rifiuti. • Le diossine, dal punto di vista della nomenclatura chimica, sono una classe di composti organici eterociclici la cui struttura base consta di un anello con quattro atomi di carbonio e due di ossigeno. Si ripartiscono in due categorie, entrambe derivate da composti di formula bruta C4H4O2. • Le molecole diossino-simili (dioxins and dioxin-like compounds) altrimenti conformate confluiscono in questa voce, che prevalentemente tratta dell'intera classe, in particolare riguardo alla tossicologia ambientale e alla chimica ambientale di quest'ampio gruppo di composti. 25 Da dove provengono • • • Le due famiglie , PCDD E PCDF, hanno origine da: Derivati dalla 1,2-diossina (CAS 289-87-2), strutturalmente un endoperossido. Derivati dalla 1,4-diossina (CAS 290-67-5), il capostipite più stabile. 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina,TCDD. Spongiadiossina 1-idrossi-3,4,6,8-tetrabromdibenzo [1,4] diossina, è un composto bromurato,prodotto dalla spugna26 di mare Come e quante sono? • • • Tra le circa 200 diossine stabili conosciute, le più note sono le dibenzodiossine policlorurate, composti aromatici la cui struttura consiste di due anelli benzenici legati da due atomi di ossigeno e con legati uno o più atomi di cloro. Gli anelli benzenici stabilizzano la struttura della molecola. Gli isomeri che hanno il cloro nella posizione 2, 3, 7 e/o 8 sono quelli più tossici. Le diossine alogenate si bioaccumulano con emivita variabile a seconda delle molecole degli organismi e delle condizioni degli stessi La più nota e pericolosa di esse, per contaminazioni ambientali e alimentari, è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, spesso indicata con l'abbreviazione TCDD. 27 Congeneri tossici Tutte le posizioni 2,3,7,8 sono occupate da atomi di cloro (2,3,7,8tetrachlorodibenzo-p-dioxin (2,3,7,8-TCDD)). Dibenzofurani 2,3,7,8-TCDF (0,1) 1,2,3,7,8-PeCDF (0,05) 2,3,4,7,8-PeCDF (0,5) 1,2,3,4,7,8-HxCDF (0,1) 1,2,3,6,7,8-HxCDF (0,1) 1,2,3,7,8,9-HxCDF (0,1) 2,3,4,6,7,8-HxCDF (0,1) 1,2,3,4,6,7,8-HpCDF (0,01) 1,2,3,4,7,8,9-HpCDF (0,01) 1,2,3,4,6,7,8-OCDF (0,001) Diossine 2,3,7,8-TCDD (1) 1,2,3,7,8-PeCDD (0,5) 1,2,3,4,7,8-HxCDD (0,1) 1,2,3,6,7,8-HxCDD (0,1) 1,2,3,7,8,9-HxCDD (0,1) 1,2,3,4,6,7,8-HpCDD (0,01) 1,2,3,4,6,7,8,9-OCDD (0,001) Totale: 17 isomeri 28 Fattore di tossicità equivalente Generalmente le diossine non vengono rilevate nelle diverse matrici come singoli composti, ma come miscele complesse dei diversi congeneri. • Per riuscire a esprimere la tossicità dei singoli congeneri, e stato introdotto il concetto di fattore di tossicità equivalente (TEF*). I fattori di tossicità equivalente si basano sulla considerazione che i PCDD e i PCDF sono composti strutturalmente simili che presentano il medesimo meccanismo strutturale di azione (attivazione del recettore Ah*) e producono effetti tossici simili. • Il recettore Ah è un recettore proteico citoplasmatico indispensabile allo sviluppo del fegato e del sistema immunitario, che interviene nei processi omeostatici e nella crescita e differenziazione cellulare. 29 Fattore di tossicità totale • I TEF vengono calcolati confrontando l’affinita di legame dei vari composti organocloro con il recettore Ah, rispetto a quella della 2,3,7,8-TCDD, considerando l’affinità di questa molecola come il valore unitario di riferimento. • Per esprimere la concentrazione complessiva di diossine nelle diverse matrici si e introdotto il concetto di tossicità equivalente (TEQ*) che si ottiene sommando i prodotti tra i valori TEF dei singoli congeneri e le rispettive concentrazioni, espresse con l’unita di misura della matrice in cui vengono riscontrate, ovvero: 30 Fattori di tossicità equivalente secondo NATO e WHO 31 Percorsi di formazione PCDD/F • Distillazione (presenti nei rifiuti in ingresso) • Da precursori (precursori clorinati quali PCB, PCPh,etc.) • Sintesi De Novo (pirolisi e composti chimicamente non correlati) • Clorinazione/brominazione • Effetti memoria 32 33/tot 34/tot Il controllo delle emissioni negli impianti WtE Il controllo delle emissioni • abbastanza complesso, per le differenze che caratterizzano gli inquinanti presenti ed i corrispondenti livelli di concentrazione • sistematica tendenza normativa verso un restringimento nei limiti di emissione, ispirato da criteri basati tanto sull’opportunità di adeguarli al progressivo miglioramento nelle tecnologie (“tecniche”) disponibili che dalle necessità di contenere i rischi per la salute connessi ai microinquinanti tossici a livelli che possano essere ritenuti accettabili dalle popolazioni interessate. Driving forces: • MTD (Migliori tecnologie disponibili) e IED - “Integrated pollution prevention and control” • Minimizzazione rischi per la salute da esposizione a tossici Concentrazioni inquinanti nei gas grezzi 37 Le strategie Due distinti criteri di intervento, finalizzati - alla minimizzazione della formazione di alcune componenti, durante la combustione ed il successivo raffreddamento dei fumi (interventi preventivi per CO, VOC, organoclorurati, NOx), - alla rimozione degli inquinanti tramite opportune tecnologie di depurazione a valle della combustione (end of pipe: NOx, tutto il resto ). Le strategie preventive 1. Tipologia di rifiuti termovalorizzabili e necessità di pretrattamenti - CSS (preventivo - PRIMA) 2. Ottimizzazione del processo di combustione (preventivo - DURANTE): • T, ossigeno, tempo di permanenza gas, turbolenza • miscelazione aria/combustibile (rapporti primaria/secondaria, criteri progettazione griglia/forno) • configurazione innovative (aria arricchita, “staging” aria primaria) • conversione organici (senza trasferimento ad altre fasi) • conversione NOx (SNCR) 3. Controllo riformazione PCDD/F (preventivo-durante) • inibizione attività catalitica ceneri volanti con additivi (urea, ammoniaca, ammine) • ricircolo gas combusti • progettazione e gestione caldaia (cicli pulizia) per minimizzare deposito ceneri Depurazione dei fumi Approccio integrato nella configurazione delle linee di depurazione • Depolverazione con elettrofiltri (pre) e/o filtri a tessuto • Sistemi a secco/semisecco per il controllo dei gas acidi/tossici in traccia • Sistemi ad umido potenziati per il controllo dell’effetto memoria di PCDD/F • Sistemi catalitici per la conversione simultanea ad alta efficienza di NOx/organici in traccia (PCCD/F) Livelli emissivi (% limite) 80 60 40 20 0 40 Processi Varietà di configurazioni impiantistiche: processi a secco o ad umido. L’opzione ad umido presenta notevoli margini di sicurezza per i gas acidi (HCl, HF ed SO2), con livelli di concentrazione difficilmente raggiungibili con sistemi a secco; più complessa dal punto di vista impiantistico, sopratutto per la produzione di residui liquidi e per le corrispondenti esigenze di smaltimento, ed appare meno cautelativa nei confronti di alcuni microinquinanti volatili in assenza di una fase separata di controllo. I processi a secco, nelle configurazioni con depolveratore finale a tessuto ad altissima efficienza e con additivazione di carbone attivo, posseggono ottime capacità di controllo per il particolato ed i microinquinanti volatili (mercurio in particolare), veicolati tanto dalle frazioni più fini delle polveri che dalla fase gassosa, mentre presentano minori margini di cautela per le emissioni di gas acidi. • Bicarbonato di sodio Rimozione di gas acidi in traccia Sistemi a secco e semisecco - reattivi alcalini (calce, bicarbonato di sodio) additivati con sorbenti (carbone attivo) per rimozione tossici in traccia • calce: Ca(OH)2 + HCl (HF, SO2) -+ CaCl2 (CaF2, CaSO3) + H2O • bicarbonato: NaHCO3 + HCl (HF, SO2) -+ NaCl (NaF, NaSO3) + H2O + CO2 Rimozione di gas acidi in traccia e particolato Sistemi a secco e semisecco - filtri a tessuto per rimozione polveri e residui neutralizzazione: meccanismi di separazione molto efficienti per particolato fine -+ metalli volatili • materiali microporosi (GoreTex©) -+ filtrazione di superficie -+ rimozioni elevatissime • modalità esercizio (contatto gas/pannello polveri) -+ tempi di reazione + controllo simultaneo volatili previa additivazione reagenti dosaggi in linea a monte depolveratore Termovalorizzatore di Brescia: sistema a secco TV Brescia a2a: Dichiarazione ambientale Processo a semisecco Processi DeNOx Per il controllo degli ossidi di azoto i sistemi non catalitici SNCR in fase di combustione presentano notevoli vantaggi operativi legati alla semplicità del processo ed apprezzabili contributi al controllo dei microinquinanti organoclorurati tramite la riduzione dei percorsi di riformazione. I sistemi catalitici SCR sviluppano efficienze di rimozione significativamente più elevate e sono in grado di garantire ottime capacità di conversione nei riguardi dei microinquinanti organici (diossine in particolare): la configurazione impiantistica risulta più complessa, in particolare per le richieste di post-riscaldamento dei gas in ingresso al reattore, e presenta esigenze ed oneri gestionali superiori. Quale configurazione scegliere? Tecnologie di trattamento dei fumi: BAT a secco, con sorbente basico e carboni attivi, e lavaggi selettivi 1. due apparati di depolverazione o uno solo?: i) sulle ceneri volanti a T alta ii) dopo trattamento a secco con filtri a maniche 2. necessita’ o meno di lavaggio selettivo (venturi scrubber) ? –materiale: sezioni trattamento fumi a temperature più basse: Hastelloy C, vetroresina, teflon etc. 3. DENOx catalitica ? Silla 2 Milano: a secco con doppia filtrazione 54/tot Prestazioni inceneritore Silla 2 55/tot LINEE GUIDA PER L’INDIVIDUAZIONE E L’UTILIZZAZIONE DELLE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI PER GLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO DEI RIFIUTI (Commissione ex art . 3 , comma 2 , del D.Lgs 372/99) 58/tot 59/tot 60/tot Considerazioni conclusive su WtE Pregiudizi da sfatare • • • • • • • • • Non é vero che con la termoutilizzazione non servono discariche. Tuttavia, i volumi necessari sono ridotti di 10-30 volte, e il materiale da smaltire é INERTE. Non é vero che il rifiuto si trasforma in polveri. L'80% circa della massa dei rifiuti diventa gas (come la legna nel camino). Non é vero che la combustione dei rifiuti avviene ad altissima temperatura. Nei combustori a griglia la fiamma é a 1000-1200°C, contro i 2200-2400°C dei motori a benzina o Diesel. Non é vero che la combustione dei rifiuti richiede combustibile fossile. Non é vero che le specie tossiche generate nella combustione restano tali ("nulla si crea, nulla si distrugge"). Non é vero che il termoutilizzatore "distrugge" più energia di quanta ne produca Non é vero che la termo-utilizzazione é antagonista di raccolta differenziata e riciclaggio. Non é vero che la qualità dei rifiuti inficia il controllo delle emissioni Le quattro R della gestione dei rifiuti L’attuazione delle quattro R L'attuazione di ognuna delle quattro R richiede investimenti, normative, organizzazione, e soprattutto tempo • nel frattempo, i rifiuti sono prodotti ogni giorno Inoltre: • La Riduzione della produzione di rifiuti non é ancora iniziata • L'effettivo Riciclaggio é inevitabilmente inferiore alla Raccolta differenzata • Gli impianti per il Recupero di energia sono assolutamente insufficienti per trattare i quantitativi di Rifiuto Urbano Residuo (RUR) da smaltire. Risultato: in molti Paesi, tra cui l'Italia, una quota maggioritaria dei rifiuti non trattati finisce in discarica La gestione delle emergenze Nell'immediato: • Discarica • Esportazione Nel breve-medio termine (3-5 anni) aggiungi: • Riciclaggio • Recupero di energia Nel lungo termine (10 anni e oltre) aggiungi: • Riduzione della produzione • Riutilizzo Dati i limiti alla frazione di rifiuti effettivamente riciclabile, l'opposizione agli impianti di termoutilizzazione per il recupero di energia si è tradotta in un prolungamento della dipendenza dalla discarica Considerazioni conclusive Il recupero di energia da rifiuti consente: • la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti • un risparmio significativo di risorse • una riduzione delle emissioni globali (inquinanti & gas con effetto serra); Sono disponibili moderne tecniche/tecnologie di trattamento che consentono buoni livelli di recupero nel rispetto dell’ambiente; • Non esiste “la soluzione”, né a livello di sistema né a livello tecnico, applicabile in modo generalizzato, ma un ventaglio di alternative idonee alle varie realtà locali; • Necessita un approccio sistemico sul territorio che coinvolga autorità, cittadini ed imprenditori per cogliere le opportunità che il recupero di energia da rifiuti è in grado di offrire.