Natale con la crisi, attenti alle spese ma i regali non
Transcription
Natale con la crisi, attenti alle spese ma i regali non
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 283 - ANNO XI - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 13 DICEMBRE 2008 Natale con la crisi, attenti alle spese ma i regali non mancheranno Anche le famiglie altopianesi, per le festività, fanno i conti con la recessione Il grande afflusso turistico per l’Immacolata porta intanto una ventata di ottimismo pag. 7 Spalatura neve Tra disagi, imprevisti e inefficienza ROTZO Feste senza luce a Rotzo ma brillerà la solidarietà pag. 10 GALLIO Una festa speciale per i dieci anni del premio alla bontà ENEGO Per la stagione turistica un’apertura coi fiocchi pag. 11 pag. 7 pag. 11 Bilanci Comunali Le minoranze di Asiago e Roana critiche sugli assestamenti Sale il passivo di Roana Servizi SPORT Hockey INLINE Champions e Coppa Italia, è ancora Vipers pag.dominio 9 pag. 20 - 21 pag. 10 pag. 14 15 I PRESEPI tra mostre e rappresentazioni viventi Racconti La vita riconquistata di Silvio Panozzo CAPODANNO Al Palaghiaccio la festa per i giovani pag. 8 pag. 3 Grafica Altopiano pag. 2 8 l’Altopiano Sabato 13 dicembre 2008 www.giornalealtopiano.it 2 Capodanno ad Asiago con la grande festa al Palaghiaccio ASIAGO Dopo il successo della scorsa edizione, l’agenzia Due Punti Eventi di Thiene, in collaborazione con il Comune di Asiago e la Pro Loco di Asiago e Sasso, ripropone anche quest’anno la festa di Capodanno al Palaghiaccio di Asiago. Il programma sviluppato per la serata si rivolge in particolare modo ad un target di età compresa tra i 15 e 30 anni, con una proposta di intrattenimento di musica live con l’esplosiva band “Eterea Post Bong Serata con musica live, prevendita biglietti all’Ufficio del Turismo, allo I.A.T. e da Tato e Tata a Gallio Band” ad inizio serata, proseguendo poi con la discoteca. La struttura sarà riscaldata, e all’interno del palaghiaccio saranno funzionanti 4 punti bar. Sarà inoltre allestita un’area dedicata alla musica anni ’60’70-’80 e alla musica lounge, con un wine bar presso il quale il pubblico più adulto potrà godersi la serata assaporando fantasiosi cocktail e dell’ottimo vino. Il Capodanno al Palaghiaccio di Asiago rappresenta un forte momento di divertimento e spettacolo sia per i giovani altopianesi che per i turisti che scelgono le località del comprensorio per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Per informazioni ci può rivolgere a Due Punti Eventi - tel. 0445 360516 – www.duepunti.com, Sapor d’acqua natìa Accenni di primavera sotto i ghiacci d’inverno E quando, calata la neve, la terra sembrerà addormentarsi silenziosa, cos’accadrà? Serberemo ancora ricordo del ciliegio che sboccia, del castagno copioso d’autunno, delle betulle incantate? Degli scoiattoli, dei ghiri, delle marmotte? Delle mucche al pascolo, dei prati rigogliosi, della terra appena arata? Sapremo indovinare sotto le piste innevate le traiettorie delle formiche, il lento germoglio dei primi fiocchi d’erba, la primavera che si sta organizzando a brillare? Annotò lo Stern scrittore: “Ora, giorno dopo giorno, si sta avvicinando l’inverno e avrò tante memorie. Sarà come ritornare bambini, come ascoltare tante voci. Rivedere lumi nella steppa, amici, cari volti femminili. Oggi nell’acqua piovana raccolta sotto le gronde che scendono dal tetto vedo anche tante nevi lontane che il sole ha sciolto e portato qui” (Inverni Lontani, 1999). Eppure è d’inverno che la primavera s’allena e s’adopra per stupire all’avvento della primavera. Come è di notte che sorge l’alba: perché dietro ogni morte s’annida la voglia di risorgere. Di vivere. E’ legge sacra. Bombay. Dal 1995 Mumbai: capitale del Maharashtra. 13,66 milioni di abitanti, la seconda città più popolosa del mondo dopo Shangai. La capitale del commercio e dell’intrattenimento dell’India. Una terra di bellez- za, di mistero, di sogno e di colore. Un incrocio di sangui, di popoli e di religioni. Sapienza, povertà, dramma e civiltà. Ma anche riso, mango, papaie, cetrioli, cipolle e zucchine. Tutti in strada: pedoni, risciò, auto e camion. Quaggiù il saluto sfiora la benedizione: è fatto a mani giunte, con un dolce inchino. La donna non veste Dior, Chanel, Roberto Cavalli. Scelgono d’ammantarsi in un sari realizzato a mano: di seta, sgargiante, opera d’altissimo stile. E’ la primavera di Mumbai. Il 26 novembre scoppia improvviso l’inverno. Stavolta è il mare ad accompagnarlo. Uomini armati di mitragliatori e granate fanno piovere un attacco incrociato. Terrore di terroristi. Sulla stazione centrale, sull’ospedale, sull’hotel Taj Mahal e sull’Oberoi Trident. D’inverno si muore: qui 195 vittime e 295 feriti. L’inverno non dura tre mesi: bastano 62 ore per raggelare la terra d’India. E quella dell’uomo. Eppure sotto la fredda neve di montagna, le formiche s’inventano piste sotterranee, sfide incrociate, vite nascoste. I grilli fanno le prove di canto da intonare sotto il sole di luglio. Il mare in burrasca continua a trasportare conchiglie sulla spiaggia. Qualcuno pensa che il tasso dorma nella tana: sta semplicemente immaginando nuove avventure. Come il ciliegio: rasserena le radici per poi colo- o visitare il sito w w w. m y s p a c e . c o m / capodannoasiago. Fino al 30 dicembre i biglietti, il cui costo include la prima consumazione, saranno in prevendita a 25 euro, nei seguenti punti: ad Asiago, Ufficio del Turismo in piazza II° rarsi di un bianco tutto nuovo. Sotto le raffiche di Mumbai la vita non s’è spenta. Massacrata, tenta di risorgere. Attentata, sfida la morte. E la sorte. E’ la storia di Emanuele Lattanti, cuoco d’hotel. Ma anche papà di una bambina di sei mesi trattenuta in ostaggio dai terroristi. Sei mesi: cioè pianto, lacrime, paura. Sorriso, incoscienza, piccolezza. Il tutto sotto granate di morte: l’uomo è poeta e carnefice, pittura e follia, genio e disperazione. Non ci pensa due volte: penetra nell’albergo della morte, sfida i militanti islamici per portare il latte in polvere alla sua bambina. Perché la vita trova sempre una morte contro cui battagliare per essere vita vissuta. E tornare a splendere. Storia d’avvento e di speranza. Un venerdì santo trasformatosi in giorno di Pasqua. Di risurrezione. I colori della primavera sotto i freddi ghiacci invernali. Un fiore sotto le granate. O, più semplicemente, la vita che vince la morte. Le armi non riusciranno mai ad ammazzare la speranza. Nell’uomo e in Dio. don Marco Pozza www.sullastradadiemmaus.net Le Niuz di Peppino Mordegan L’Altopiano tramite l’ufficio stampa e l’unico portavoce addetto al Turismo lancia sul nostro territorio il progetto “Turismo Termale”. Alla presentazione del progetto la prima domanda: “Non risultano esistere sull’Altopiano le terme!” Pronta risposta “Non avremo le terme ma con tutte le seconde case abbiamo tanti TERMI”. Notizia data in collaborazione con l’Agenzia ANSIA. Il gruppo musicale “Eterea” che aprità la serata Risorgimento (tel. 0424 464081) – Ufficio I.A.T. in Viale della Stazione (tel. 0424 462221), a Gallio da Tato & Tata in Piazza Italia, 10 (tel. 0424 445069), a Bassano del Grappa da Dischiponte - viaAngarano, 9 (tel. 0424 503834), aThiene al Discolo - via Trieste, 31 (tel. 0445 366866), a Schio da Discovery via Btg. Val Leogra, 75 (tel. 0445 528933) e a Vicenza da Saxophone - V.le Roma, 22 (tel. 0444 546776). Il 31dicembre dalle ore 10 i biglietti si potranno acquistare al costo di 30 euro al botteghino del palazzo del ghiacSilvana Bortoli cio. 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 3 “Aiuto, che strade! Ma siamo ad Asiago o a Venezia?” Fioccano le lamentele per una spalatura “scandalosa” “Siamo in Sicilia, o sull’Altopiano, in montagna, dove d’inverno nevica, e che nevichi lo speriamo tutti, così arrivano turisti e sciatori!? Ma se nevica, una zona turistica montana non dovrebbe essere organizzata in modo da sgomberare le strade in tempi e modi accettabili, e renderle percorribili con sicurezza? Scrivetelo sul giornale che i cittadini sono arrabbiati per le condizioni impraticabili di strade e marciapiedi!” Questo è il tono di una delle tante richieste giunteci sul tema da quando sono iniziate le nevicate. Dopo la neve è arrivata la pioggia, e girare a piedi in certe zone risulta veramente arduo, dove non ci sono i mucchi di neve ci sono dei laghi di acqua e ghiaccio. “Altro che Venezia – è il commento di una signora – è meglio che ci procuriamo anche qui degli stivaloni da acqua alta!” E se è necessario spostarsi con l’auto non va sicuramente meglio, anzi. “E’ incredibile – commenta un giovane mentre al volante dell’auto sta facendo l’ennesimo giro in cerca di un posto dove poter parcheggiare - le strade sono insidiose pur se attrezzati con gomme adatte, ci sono dei tratti ben sgomberati e altri dove sembra sia passato un raid aereo con …. bombardamento di neve!”Chi tenta di parcheggiare ai lati della carreggiata ingombra di neve, spesso si pente amaramente di averlo fatto, quando è il momento di rimettersi in strada e la vettura, con le ruote che girano a vuoto, si rifiuta di spostarsi sia avanti che indietro! Per fortuna che prima poi passa qualche anima buona che si offre per dare una spinta. “Vent’anni fa – commentano altri cittadini – i mezzi erano diversi, ma le strade erano più pulite di adesso, gli sgombraneve li sentivi passare a qualsiasi ora della notte, in questi ultimi giorni chi ha dovuto mettersi in strada di buonora per andare a lavorare ha trovato molte strade con la neve intatta. Probabilmente con i bilanci comunali da far quadrare nonostante i fondi esigui, si risparmia anche su questo, solo che ne va della nostra sicurezza! Le lamentele che ci sono giunte direttamente o indirettamente sono state numerose, anche molti di coloro che lavorano in pianura scendendo dal Costo hanno detto di aver trovato strade in pessime condizioni come non si vedeva da anni. Non manca qualche voce fuori dal coro, chi dice di aver trovato strade ben sgomberate e percorribili. Non si sa se sia perché si è messo in viaggio al momento giusto, subito dopo che erano passati i mezzi sgombraneve o perché è convinto (beato lui!) che abitare in montagna, quando nevica, significa anche dover affrontare e accettare queSilvana Bortoli sto genere di disagi. L’assessore Giampaolo Rigoni ricorda: «Ognuno è responsabile della pulizia del marciapiede frontestante la propria abitazione» Gps e sensori sugli spala neve per verificare l’efficienza dei mezzi La Provincia corre ai ripari dopo i disagi occorsi nell’ultimo mese per le abbondanti nevicate Le abbondanti precipitazioni che hanno imbiancato l’Altopiano tra la fine di novembre sino ad oggi hanno creato non pochi disagi alla viabilità. Le lamentele, manco a dirlo, sono fioccate come la neve caduta in quest’ultimo mese. Non sempre però i disagi sono imputabili ai mezzi spala neve. «E’ il caso di mercoledì 10 dicembre – spiega Giampaolo Rigoni, assessore ai lavori pubblici e alla viabilità del comune di Asiago – quando un camion si è messo di traverso sulla strada che porta da Asiago a Treschè Conca bloccando l’intera circolazione. Solo il provvidenziale intervento di un mezzo spala neve ha potuto riportare la situazione alla normalità». Erano anni che non si vedevano precipitazioni nevose così abbondanti in questi mesi ma i comuni, se non altro in Altopiano, sono attrezzati. «Quest’anno il disagio è stato maggiore non solo per l’abbondanza delle precipitazioni - continua Rigoni – ma anche perché la neve è parecchio bagnata e crea non pochi problemi anche agli operatori. È normale che ci possa essere qualche lamentela ma qui si vorrebbe che nevicasse sui prati e sulle piste da sci e che ci fosse il sole sulle strade. Il piano neve prevede un allertamento fisso e ciò permette un rapido intervento dei mezzi. Mi è giunta inoltre notizia che a Bolzano e Trento le scuole sono chiuse; qui i plessi scolastici continuano a funzionare, il servizio pullman non trova intralci e le arterie principali per raggiungere gli istituti sono sgombre. Certo se poi uno pretende che alle 6 del mattino la via di casa propria sia sgombra…». Sgombro non sgombro i disagi ci sono stati, anche a fronte delle numerose telefonate pervenute in redazione. «I disagi maggiori sono occorsi nelle zone vicine ai parcheggi – conclude Rigoni – perché le auto in sosta ostacolano il lavoro dei mezzi. Stiamo già predisponendo il piano per liberare dalla neve corso IV Novembre e le vie del centro storico. Per quanto riguarda i marciapiedi vorrei ricordare che nel 2006 è stata emanata un’ordinanza, tuttora in vigore, per cui ognuno è responsabile della pulizia del marciapiede frontestante la propria abitazione o la propria attività commerciale». Insomma, una mano lava l’altra. Le strade altopianesi non sono solo di competenza dei comuni ma gran parte delle arterie principali ricadono sotto la competenza della Provincia. Chiamato in causa è l’assessore provinciale alla viabilità Costantino Toniolo al quale giriamo la stessa domanda contenete il medesimo problema. «Parlare di lamentele diffuse mi sembra eccessivo – spiega Toniolo – anche perché, tolto qualche intoppo, la rete viaria è pulita. Alcuni disguidi si possono verificare durante le forti precipitazioni ma questo fa parte del naturale fenomeno delle nevicate. Qualche disguido c’è stato perché quest’anno abbiamo rinnovato gli appalti con le ditte fornitrici del servizio e circa la metà sono ditte erogatrici nuove. In più abbiamo avuto la sfortuna che nei giorni scorsi si sono rotti un paio di mezzi che hanno così rallentato i lavori». La Provincia ha siglato contratti con 40 ditte fornitrici per un totale di circa 80 mezzi. Il solo Altopiano dispone di una trentina di mezzi spala neve e spargi sale. A questi vanno aggiunti i mezzi di supporto di Vi-Abilità che interverrebbero in caso di forte necessità. «Finora abbiamo sparso sulle strade della provincia 2 mila tonnellate tra sale e ghiaino – continua Toniolo – e siamo solo ai primi di dicembre, anche se la nostra maggiore preoccupazione è quella dei rialzi termici. In Asiago ha festeggiato con i suoi bambini l’apertura ufficiale della stagione invernale Quest’anno, a dare il via alla sta- no fatto bella mostra di sé sfoggione invernale con l’oramai tra- giando un luminoso berretto nadizionale cerimonia di accensio- talizio. Alle 18, la Città di Asiago ne dell’albero che si è svolta lunedì 8 dicemFoto di Paolo Basso bre in Piazza II Risorgimento, sono stati i bambini, veri protagonisti della serata. Ai bambini di Asiago é toccato questo particolare momento tanto bello quanto suggestivo e capace di creare le emozioni che soltanto il Natale sa trasmettere. La trojka con a bordo Babbo Natale e sei bambini vistiti da angeli è giunta nella piazza II Risorgimento di Asiago accompagnata da un lungo corteo di bambini che, dietro alla banda musicale di Tione di Trento, han- e i numerosissimi turisti arrivati per l’Immacolata hanno accolto con grande calore i piccoli a s i a g h e s i assiepandosi attorno al palco allestito, per l’occasione, ai piedi del grande abete adornato di stelle. I bambini hanno eseguito alcuni brani natalizi creando la vera atmosfera delle feste importanti che ha fatto da preludio all’accensione delle luci del grande albero. Una spettacolare cascata di fuochi d’artificio si è riversata dalla torre del municipio dopo che gli angeli, premendo un magico pulsante, hanno sancito l’avvio della nostra stagione invernale illuminando la piazza oscurata per l’occasione. ”Abbiamo voluto trasformare questo evento in un momento di incontro per tutta la nostra Comunità dando ad essa la possibilità di ritrovarsi attorno al grande albero assieme ai suoi bambini – ha affermato l’Assessore al Turismo di Asiago Avv. Roberto Rigoni –; a loro, che rappresentano la nostra più importante risorsa, è stata dedicata questa splendida ed indimenticabile serata che è stata impreziosita dalle voci gioiose del coro delle Scuola Elementari di Asiago. Un momento toccante che segna l’avvio della nostra stagione turistica e ci aiuta a prepararci al Natale con la felicità che soltanto i bambini sanno trasmettere. Desidero ringraziare le tutte maestre che, con il loro lavoro e la loro disponibilità, hanno contribuito al perfetto esito di questa iniziativa”. zone in cui il manto nevoso è di oltre 2 metri sbalzi di clima possono rappresentare seri rischi». La Provincia spende 8 milioni di euro l’anno per la manutenzione delle strade di cui 1 milione per il servizio neve. «Con casi particolari come questi in cui potrebbe rendersi necessaria una variazione di bilancio per incrementare i fondi da destinare al servizio». Dal prossimo anno è prevista una novità che dovrebbe garantire una gestione più fluida della pulizia delle strade. «Nei primi mesi del 2009 emanerò una direttiva, che sarà esecutiva entro ottobre 2009, per dotare tutti i mezzi di dispositivi Gps – conclude Toniolo – e saranno collocati sensori sulle lame dei mezzi che consentiranno di verificare in tempo reale dove si trovi il mezzo e cosa stia facendo». Luigi Frigo Bettinado Addobbi di Natale, appello della Coldiretti No agli abeti di plastica Un albero sintetico impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente «Gli alberi di plastica? Incentivano l’utilizzo del petrolio incrementando l’effetto dannoso dei gas serra». Non usa mezzi termini Diego Meggiolaro, presidente della Coldiretti di Vicenza, anche a seguito della recente operazione dei Nas (Nucleo Antisofistificazione) sui prodotti dello shopping natalizio che hanno portato al sequestro di ingenti quantità di piante sintetiche provenienti dalla Cina e ritenute pericolose. «Per evitare il rischio di acquistare alberi di Natale sintetici pericolosi per la salute che arrivano dalla Cina è meglio scegliere quelli naturali, che garantiscono sicurezza e rispetto per l’ambiente. Gli alberi di plastica – continua Meggiolaro - consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra, e questo è dovuto al fatto che per la loro realizzazione e per il trasporto occorrono grandi quantitativi di oro nero. Quando poi l’albero sintetico viene gettato impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente». Decisamente troppi punti a sfavore. L’alternativa? «L’albero naturale che non solo svolge un’azione favorevole a difesa dell’ambiente perchè durante la crescita assorbe l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici ma proviene inoltre da coltivazioni situate in zone collinari o montane, altrimenti destinate all’abbandono ed al degrado idrogeologico». Quest’anno, stando alle stime della Coldiretti vicentina, saranno circa 90mila gli alberi di Natale veri provenienti da vivai toscani, veneti o friulani. Circa il 10 per cento saranno invece ricavati da punte di abete che sono il frutto della normale pratica forestale. Si spenderanno circa 2 milioni di euro con prezzi al dettaglio che varieranno dai 15 ad oltre 500 euro. Senza contare che spesso, specie in altopiano, la forestale consegna i cimali degli abeti a scuole materne o associazioni di volontariato i cui introiti finiranno interamente in beneficenza. Luigi Frigo Bettinado 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano La crisi? Se c’è, in certi settori non si vede proprio! Le contraddizioni di un’incertezza economica di cui tanto si parla, ma che a volte non si capisce se sia vera o meno. Il futuro fa pensare, ma si cerca di evitare di farsi contagiare dal pessimismo I mezzi di informazione, soprattutto la televisione, ce lo ripetono in continuazione: “C’è la crisi, le famiglie italiane soffrono, le spese aumentano, i consumi diminuiscono”. Attraverso gli stessi canali interviene il presidente del consiglio, per rassicurare i cittadini e spronarli all’ottimismo. “Parlando della crisi, si aumenta la crisi – commenta Berlusconi – mentre è opportuno non far calare le spese: facendosi prendere dalla paura si rischia di entrare nel circolo vizioso del pessimismo. E’ necessario invece essere ottimisti, e per questo anche i media possono dare una mano”. Una convinzione che è anche di molti operatori commerciali delle nostre zone, che credono nella negatività di certe notizie, nell’effetto svantaggioso di dati allarmistici. Tra i consumatori c’è chi concorda, ma anche chi ammette di trovarsi verso fine mese a dover stare molto attento alle spese. “C’è crisi, eppure si vedono auto sempre più costose, abiti sempre più firmati – è il commento di una lettrice, letto recentemente in un settimanale femminile, che corrisponde in pieno a quella che è l’idea di molti– Il problema è che non sappiamo distinguere tra il superfluo e i beni di prima necessità: facciamo la spesa nei discount e poi chiediamo un prestito per un paio di scarpe che ci fanno impazzire!” Di certo non si può negare che se la crisi c’è, a volte non si vede proprio. Basti pensare al recente lungo week dell’8 dicembre, quando anche in Altopiano, come in tutte le zone turistiche montane, si è vista la ressa dei giorni migliori d’alta stagione. La neve arrivata al momento giusto ha invitato tantissima gente a trascorrere, attrezzandosi di tutto punto, le prime giornate sulle piste, a passeggiare fra le vie dei paesi già addobbati per le feste, facendo tappe in negozi e mercatini natalizi. Ma gli altopianesi come vivono questo periodo? E’ vero che spesso si fatica ad arrivare alla fine del mese? Come stanno per affrontare le feste natalizie, saranno costretti a rinunciare ai regali, a pranzi e cene son- tuosi? E come vedono il futuro, come si atteggiano a vivere l’anno nuovo che sta per arrivare, che si dice non sarà facile dal punto di vista economico? Si lasciano contagiare dal pessimismo, o no? Sono domande che abbiamo rivolto a numerose signore, madri di famiglia, coloro cioè che sono preposte al controllo dell’economia domestica. E’ emerso che negli ultimi anni molti hanno dovuto cambiare parte delle proprie abitudini, che a soffrire sono soprattutto i consumatori medi, i quali non hanno sicuramente il problema di non riuscire a mangiare, ma non riescono più ad affrontare la vita come un tempo, sono costretti a fare delle rinunce. Appare chiaro poi come “necessario” e “superfluo” non siano uguali per tutti. Per Natale i regali non mancheranno, ma si cercherà di acquistare le cose che più servono, senza eccessi. La maggioranza delle persone ascoltate ammette che sentir parlare di crisi le fa riflettere e leggermente preoccupare, ma si dice d’accordo con il fatto che non bisogna lasciarsi condizionare fino a rinunciare a troppe cose, consci del rischio di contribuire a bloccare l’economia. Silvana Bortoli www.giornalealtopiano.it 4 “Il futuro ci fa pensare, ma non lo vediamo così nero” “In famiglia non possiamo certo dire che ce la passiamo male – commenta Barbara, una figlia adolescente, un lavoro part time, e un marito con stipendio sicuro – però abbiamo dovuto ridimensionare un po’ tutto. Mi riesce difficile risparmiare sulla spesa, siamo abituati a mangiare bene e sto attenta alla qualità dei prodotti. In questi ultimi anni abbiamo risparmiato sulle vacanze e anche sulle gite nel tempo libero, il carburante costa davvero troppo e quindi quando si può si evita di spostarsi in auto”. “Io faccio la spesa nei discount e sto molto attenta a prezzi e offerte.– dice Chiara, casalinga, due figli di 11 e 15 anni – Mio marito ha un buon impiego, ma pur non avendo affitti o mutui da pagare, se in famiglia lavora uno solo non si possono fare grandi salti. Evitiamo i ristoranti, le pizzerie, gli sport costosi e soprattutto i vestiti di marca, pur cercando di seguire, per quanto possibile, la moda.” Di altro parere è Giulia: “Risparmio soprattutto sull’abbigliamento, acquisto pochi capi, ma di qualità: i prezzi sono certamente più alti, ma li faccio durare negli anni, senza farmi tentare dalle mode del momento”. “Io evito assolutamente le spese superflue e gli sprechi – dice Roberta, un bimbo piccolo che frequenta l’asilo e una ragazza in terza media – Compro solo il necessario, sia per quanto riguarda gli alimenti che il vestiario, soprattutto per me e mio marito. Le bollette vanno pagate, i figli si devono vestire e dotare di quanto necessario per la scuola o lo sport, quindi per risparmiare bisogna evitare qualsiasi capriccio. Se fino a qualche anno fa potevo pensare “è Natale, mi faccio un regalo”, oggi devo rinunciare; i regali fra familiari stretti nelle prossime feste non mancheranno, ma saranno proprio dei piccoli “pensieri”. Al futuro non penso troppo, ho imparato a vivere al presente, se le cose peggioreranno si agirà di conseguenza”. “Credo che il progresso – commenta Sonia – ci ha abbia portato molti agi, ma allo stesso tempo ci condizioni molto, invogliandoci a stare a passo con i tempi per non essere da meno degli altri. Io evito il superfluo, e cerco di insegnare ai miei figli a non sperperare, a valutare bene come spendono il loro denaro, senza però trasmettere un messaggio di pessimismo. Le previsioni negative per il futuro mi fanno riflettere, ma evito di pensarci troppo, non mi sembra giusto, se le possibilità scarseggeranno in qualche modo si farà”. S.B. Un bed e breakfast in contrada Clama Nello studio regionale sul turismo montano, tra i punti principali che la Regione suggerisce, c’è il favorire l’insediamento di strutture recettive extra alberghiere come i bed e breakfast. Questo tipo di struttura è regolamentato dalla Regione Veneto in modo che costituisca una forma di alternativa alle strutture recettive tradizio- nali come alberghi e pensioni ma che possano anche costituire una sorta di secondo reddito delle famiglie in modo da favorire la permanenza in montagna della popolazione. Inoltre la forma del bed e breakfast, molto diffusa nel mondo anglo sassone, permette all’ospite di entrare in contatto diretto con la realtà locale e crea un in- dotto per il commercio e per la ristorazione. Raccogliendo il suggerimento regionale, sull’Altopiano, negli ultimi anni, sono sorti alcuni bed e breakfast, ma ad Asiago ancora mancava. Ora c’è n’è uno in contrada Clama, su iniziativa della famiglia di Giuseppe Lunardi che ha ristrutturato allo scopo una casa all’inizio della contrada. 8 l’Altopiano Sabato 13 dicembre 2008 ATTUALITA’ www.giornalealtopiano.it 5 Regole, ancora lunga la strada per la loro ricostituzione A Trento una due giorni dedicata alla questione della proprietà collettiva “Una buona gestione del bene collettivo sta alla base di un interesse per tutta la cittadinanza; un territorio ben amministrato diventa luogo di maggiore pregio sia ambientale, sia turistica, sia economico per la popolazione.” E’ questa la considerazione a favore delle regole espressa da Stefano Lorenzi, vicepresidente del Coordinamento del Veneto della Consulta Nazionale della Proprietà Collettiva durante i due giorni della riunione scientifica tenutasi a Trento proprio sulla questione delle regole dal titolo “Perché insistere sull’attualità della proprietà collettiva – Un falso dilemma: collettività arretrate e progressiste” organizzato dal Centro studi e docu- mentazione sui Demani civici e le proprietà collettive dell’Università di Trento. Un incontro a cui hanno partecipato anche i comitati altopianesi per la ricostruzione delle regole sull’Altopiano di Asiago. Un riconoscimento legale delle regole, sull’Altopiano chiamate Vicinie, che ha avuto un iter lungo e difficile come ha ricordato Consuelo Martello intervenuta come portavoce dei Comitati altopianesi con il tema “Comitati per la ricostruzione delle regole dell’Altopiano di Asiago: requisiti delle collettività e difficoltà nell’iter di ricostituzione delle regole”. “Con la legge regionale del 1996 sul Riordino delle regole sono sorti i Comitati ma, malgrado la loro entusiasmo, trovavano ostacoli posti dalle allora amministrazioni comunali che dimostrarono grande ostilità all’iniziativa ritenendo che erano esistiti solo i diritti derivanti dall’uso civico e che mai erano esistiti le Regole sull’Altopiano ha spiegato la Martello - Un atteggiamento poi cambiato dalle nuove amministrazioni nel 2004, a partire da Roana che già nell’ottobre dell’anno del loro insediamento hanno deliberato a favore delle regole; un atteggiamento non seguito da tutti ma che ha favorito l’istituzione di un gruppo di studio da parte della Regione per approfondire la questione formato da funzionari regionali, esperti in materia legislativa e dai regolieri, iter poi terminato con una proposta di legge presentato dal Presidente del Consiglio Regionale Marino Finozzi proprio per riconoscere le Vicinie dell’Altopiano. La proposta di legge non è stata ancora affrontato dal Consiglio Regionale ma siamo fiduciosi che prima o poi il discorso sarà intavolato.” La strada per la ricostituzione delle regole è comunque ancora lunga e che trova ancora molti oppositori. Sono ancora molti i temi che necessitano di approfondimento come per esempio definire come gli aventi diritto potranno amministrare il territorio nonché se le Vicinie devono essere di tipo “aperto” o “chiuso” ovvero se l’accesso alle Vicinie sarà aper- to a tutti i residenti oppure se limitarlo alle famiglie originarie, ai cosiddetti “fuochi famiglia”. Infine si dovrà stabilire se le terre collettive rimarranno in amministrazione al Comune o se saranno amministrati direttamente dalla Vicinia come succedeva in passato. “Molte questioni che però possono essere definite in fase di stesura dello statuto – conclude Martello – Credo, e la mia opinione ricalca quella dei comitati per la ricostituzione delle regole, che ristabilire le nostre antiche Vicinie serva a rendere nuovamente protagonisti i cittadini del loro destino e di come il territorio dovrà essere gestito. Si pongono le basi per un uso ambientalmente più consono del nostro territorio e una partecipazione attiva per il nostro futuro.” I Comitati altopianesi ritengono fondamentale una ricostituzione delle regole proprio in chiave di tutela del territorio, per essere protagonisti del futuro della propria terra. Come ha sottolineato Lorenzi nel suo intervento parlando dell’Altopiano “Gli interessi privati e le ambizioni speculative in uno scenario così bello rendono perciò ancora più delicata la questione, trovandosi i boschi e i pascoli ad essere una vera e propria terra di conquista da parte di privati in cerca di una villa per le vacanza”. Gerardo Rigoni Lo staff del Salone ANTHONY & MARA augura Buone Feste Lunedì 22 dicembre in omaggio a tutte le clienti la lucidatura con la nanotecnologia I cacciatori primi protettori dell’ambiente “Mario Rigoni Stern ha sempre sostenuto una nuova visione della caccia, non consumistica ma piuttosto come rapporto dell’uomo nel elemento natura, una caccia che pensa all’oggi e al domani. Mario è stato un “nume tutelare” di una moderna e responsabile concezione dell’Ars Venandi.” Ha commentato così il presidente Provinciale Fidc Attilio Comacchio nel dare inizio al convegno nazionale “La caccia in zona Alpi nel ricordo di Mario Rigoni Stern”. Rigoni Stern è stato uno dei Quando si avvicina Natale o una ricorrenza come il compleanno, è facile trovarsi a pensare a cosa scegliere per fare un regalo che sia gradito, utile, originale, e soprattutto faccia capire a chi lo riceve che è stato scelto esclusivamente per lui o per lei. La proposta che arriva dal Salone Anthony e Mara di Asiago, è davvero brillante: perché non regalare delle “coccole”? “Ho pensato ad un regalo davvero originale per te. Un momento piacevole da dedicare ai tuoi capelli, per valorizzare in modo esclusivo la tua naturale bellezza. Con i miei migliori auguri”. Questo potrebbe essere il testo di un elegante bigliettino da firmare e allegare al coupon con indicato il trattamento scelto tra i vari pacchetti “Idea regalo 2008”. Inoltre le “coccole” offerte dal Salone Anthony e Mara durante tutto il corso dell’anno sono davvero molte: check up del capello, pulizia della cute, peeling al cuoio capelluto, sigillo, trattamento detossinante rimineralizzante fango e fieno, extensions senza l’uso della cheratina, senza dimenticare l’ultima “novità 2008” scientificamente provata, la “nanotecnologia”. Nanomax è il metodo professionale di tratta- menti che ripara i danni del capello, essi sono specializzati per esaltare e irrobustire ogni tipo di struttura del capello. Attraverso una nebbiolina molto fine, i nostri trattamenti usano la tecnologia più moderna per introdurre nanomolecole all’interno della struttura del capello per sanare, riparare, rafforzare, proteggere e dare lucentezza. Siamo riusciti a incuriosirvi? Allora non esitate a contattarci! Vi daremo tutte le informazioni che desiderate. Salone Anthony e Mara, piazzetta della Croce ad Asiago, il numero telefonico è 0424 463319. Servizio redazionale fondatori dell’Unione nazionale cacciatori zona Alpi, associazione che ha aderito alla Federazione Italiana Caccia, sostenendo che il cacciatore deve essere un tutt’uno con la natura, in rapporto continuo con l’ambiente con censimenti della fauna, la pulizia dei boschi, migliorando l’ambiente in cui caccia. Un concetto che la Fidc vuole proseguire tra i suoi associati. La mattina, nella sala dei Quadri del Municipio è stato reso gli onori alla memoria di Stern con numerose testimonianze frapposte dalla lettura di alcu- ni brani di Stern letti dal prof. Edoardo Sartori, in cui lo scrittore parla della natura, del cambiare delle stagioni, della caccia stessa. Il pomeriggio poi il convegno ha proseguito al Grillo Parlante in cui vari relatori si sono succeduti sul palco esponendo varie tematiche; si va dalla tipica fauna alpina presentato da Umberto Zamboni, come i cambiamenti climatici si riflettono sulla fauna trattato da Daniele Zovi fino alla gestione del mughetto in alta quota relazionato da Giambattitsta Rigoni Stern. 8 l’Altopiano Sabato 13 dicembre 2008 ATTUALITA’ “Molte le attività svolte, altrettanti i progetti futuri” con la partecipazione di Amedeo di Savoia duca d’Aosta. L’adunata, che nel tempo denuncia un costante aumento di presenze da province ben lontane dal Veneto, potrà contare nella prossima edizione nell’adesione di una delegazione proveniente dalla repubblica ungherese. Molte risultano poi le cerimonie messe in cantiere dai Fanti locali tra cui spiccano la presentazione del recente libro “Dal Piave alla prigionia” il 30 dicembre ad Asiago, presso la Sala dei Quadri del municipio (durante la serata la Sezione proporrà ai convenuti un sim- patico buffet), e la collocazione di un cippo in marmo rosso a ricordo dei caduti sardi nel primo conflitto mondiale. Continua, inoltre, l’instancabile opera dei volontari rivolta al controllo e sistemazione delle 41 croci poste nei cimiteri ex militari di guerra dell’Altopiano, l’ultimo intervento nell’ex cimitero del Billime in località Ghertele. Da segnalare ancora il corso di formazione per accompagnatori recentemente tenutosi in varie serate, ciclo che ha coinvolto alcuni storici locali con uscite tematiche sui luoghi della Grande Guerra. Daniel Finco Ricordi di vita con il “Filò” a Villa Rosa Organizzato per il 15 dicembre un pomeriggio con racconti, poesie, filastrocche, proverbi e canti di un tempo. La sala di animazione trasformata in una stalla, con la paglia, i rami secchi, gli strumenti da lavoro di un tempo, ma anche un caminetto, la “mònega”, il pentolone dove si coceva la polenta, un angolo con una vecchia macchina da cucire: a Villa Rosa si sta preparando il Filò, in programma nel pomeriggio di lunedì 15 dicembre, alle ore 16. Per il terzo anno consecutivo, nell’imminente arrivo del Natale, ospiti e dipendenti dell’Opera Immacolata Concezione sono stati coinvolti nella preparazione di un appuntamento con il quale si intende stimolare gli anziani a far riaffiorare ricordi dei loro tempi, rendendoli partecipi attivi alle iniziative della struttura che li ospita. Prima anco- 6 Il “gioca-gioca”: aiutiamo i bambini donando ciò che non utilizziamo più Ass. Nazionale del Fante Sez. Altopiano Sette Comuni Assemblea di fine anno per la Sezione Fanti Altopiano Sette Comuni. Durante l’incontro il presidente Marco Ambrosini ha fatto il punto sugli eventi sin qui realizzati, si sono inoltre gettate le basi per quando andrà a proporsi nell’entrante 2009. Tra le novità esposte spicca la sottoscrizione di una polizza assicurativa voluta dalla Federazione provinciale per tutelare gli iscritti che prestano lavoro di volontariato. Il clou delle attività ha visto nel 2008 il Raduno interregionale in Val Magnaboschi, alla presenza di numerose autorità militari italiane e straniere e www.giornalealtopiano.it ra dell’ambientazione della stalla dove un tempo d’inverno si riunivano le famiglie per scaldarsi al tepore umido del calore animale, lo “spettacolo” ha richiesto una lunga preparazione ed è stato messo a punto con la collaborazione di tante persone, arricchendolo con l’apporto di ricordi di vario genere di ognuno. L’animatrice Jerta Tessari ha coinvolto gruppi di ospiti, parlando con loro, facendosi raccontare ricordi su vari argomenti legati alla vita di un tempo, dai piatti che si consumavano a Natale, con le ricette semplici di una volta, e poi le storie, le preghiere, i proverbi e le filastrocche di stagione, gli aneddoti di lunghe e semplici serata passate in compagnia. Piano piano è nata la trama del pomeriggio del Filò, impreziosito anche con brani tratti dai libri di Mario Rigoni Stern, poi sono state assegnate le parti, si è stabilito chi narrerà, chi reciterà e chi racconterà. Non mancherà la musica, proposta dalla Villa Rosa Band, dal Coro degli ospiti di Villa Rosa, e da alcuni giovanissimi che suoneranno il pianoforte o il flauto. Un pomeriggio durante il quale sarà valorizzata particolarmente la compartecipazione, in cui gli ospiti saranno protagonisti, insieme ai dipendenti, ai familiari, e a persone esterne che si presteranno per un insieme che si preannuncia di grande intensità. Silvana Bortoli Giochi, libri, attrezzature varie, sono tante le cose per neonati e bambini che non si usano più, che vengono riposte in qualche scatolone e dimenticate in un angolo della casa. Dispiace disfarsene, perché sono legate ai nostri ricordi, ma spesso capita che dopo essere state spostate nel tempo da un posto all’altro, quando in casa c’è bisogno di spazio, alla fine vengano buttate via, seppur a malincuore, quando invece potrebbero far felici altri bimbi, meno fortunati dei nostri. Pensando a questo, l’associazione “Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori” ha organizzato una raccolta di materiale per bambini, siano giocattoli, libri, vestiti di carnevale, culle, lettini, carrozzine e passeggini, attrezzature per l’infanzia, purché in buono e dignitoso stato. E’ un’occasione da non perdere per dare una nuova vita a queste cose, per regalarle a chi potrà goderne ancora. “Nelle intenzioni di questa raccolta – spiegano dall’associazione – c’è una doppia finalità: innanzitutto ridistribuire il materiale che verrà raccolto principalmente sull’Altopiano o in zone vicine, a persone che ne hanno necessità; parte di quanto raccolto verrà inoltre venduto e il ricavato sarà reinvestito in progetti sempre a favore dell’infanzia, anche aiutando le scuole materne della zona. Inoltre c’è l’intenzione di organizzare una pesca in occasione della festa del 1° maggio del prossimo anno, tutto ciò allo scopo di finanziare iniziative per bambini. I volontari dell’associazione raccoglieranno il materiale presso la casetta della solidarietà al mercatino di Natale ai Giardini di Asiago nei giorni 30 dicembre, 1 e 5 gennaio. Nelle stesse giornate proporremo a chi vorrà contribuire con una piccola offerta anche degli alberelli con il logo dell’associazione, decorati in vari modi, sia per divulgare il nostro simbolo e promuovere l’associazione e la sua attività, che per raccogliere qualche fondo. Se qualcuno avesse bisogno del materiale che siamo intenzionati a ridistribuire, ci può contattare al numero telefonico 347 9645471, utile anche per richiedere il ritiro a dmicilio di cose di grandi dimensioni”. Silvana Bortoli 8 Sabato 13 dicembre 2008 ATTUALITA’ Tempo di assestamento di bilancio per i Comuni, come previsto dalla legge. Un assestamento duramente contestato dalle minoranze sia ad Asiago che a Roana. In entrambi i Comuni è stato criticato il fatto che la variazione è stata fatta all’ultimo giorno utile, ad Asiago addirittura due giorni dopo la scadenza dei termini, impedendo di fatto qualsiasi apporto collaborativo delle opposizioni attraverso emendamenti. Ad Asiago sono stati presentati oltre 130 capitoli “in pratica un rifacimento del bilancio di previsione” commenta il con- l’Altopiano 7 Asiago e Roana, minoranze critiche sugli assestamenti di bilancio Fanno discutere, in sede roanese, gli 80 mila euro in più per la fornitura di energia elettrica e 138 mila euro per ripianare il deficit della Roana Servizi. Bolzon “Serve un accertamento” sigliere Francesco Gattolin. “Spicca la cancellazione della previsione di • 900.000 per la vendita della “lottizzazione seconde case” del Comune il località Ekar con conseguente cancellazione, in parte uscita, di • 500.000 per interventi al Parco Millepini, 140 mila per la sistemazione del piazzale della nuova casa di riposo e di 250 mila per la rotatoria di via Verdi – illustra Gattolin – Inoltre ci sono 120 mila euro in meno dovuti a minori introiti per oneri di urbanizzazione con conseguente pari riduzione nei capitoli di spesa per manutenzione edifici, rimozione neve, e altri servizi per i cittadini così come è aumentata la spesa per la raccolta rifiuti del Comune come avevamo previsto in sede di affidamento del servizio all’Etra.” “Abbiamo chiesto chiarimenti sulla riduzione delle spese per rimozione neve su cui l’assessore al Bilancio Ivan Baù ha risposto che sono stati tolti ma ci sono – conclude Gattolin – Così come sulla Casa di Riposo in merito anche ai 140.000 euro tolti dal bilancio dove il sindaco ha assicurato che nel nuovo bilancio saranno recuperati, assieme a 111 mila euro per sostenere la gestione della stessa. Ha fatto un ragguaglio sulla situazione e un ragionamento sugli intendimenti che abbiamo condiviso”. A Roana sono stati contestati dalla minoranza due voci in particolare. La Rotzo, niente luminarie in paese L’amministrazione Comunale ha pensato ad un Natale di solidarietà. Il corrispettivo di spesa verrà devoluto alla Fondazione “Vicenza una città solidale” per la realizzazione della struttura per disabili a Cesuna. Perché non vengono posizionate le luminarie durante le Festività Natalizie? Questa domanda se la sono posta o se la stanno ponendo diverse persone di Rotzo e villeggianti notando che in paese non si è ancora provveduto ad allestire nessun tradizionale abbellimento per Natale. La Giunta e l’Amministrazione Comunale hanno ritenuto opportuno quest’anno fare una scelta diversa, lanciando un’importante segno di attenzione alle problematiche delle famiglie con persone disabili e dando un profondo significato a questo Natale. “Verso la metà del mese di novembre – spiega il sindaco Matteo Dal Pozzo si sono presentati in Comune Eugenia Barbierato e Pierangelo Costa di Asiago, per illustrare il progetto di realizzazione di una struttura per disabili a Cesuna di Roana. Progetto denominato “Dopo di noi”, vale a dire una struttura che accolga i disabili di tutto l’Altopiano una volta che vengono a man- www.giornalealtopiano.it care i loro genitori o i loro parenti che attualmente li accudiscono. E’ stato prospettato il costo elevatissimo della realizzazione della struttura che, nonostante aiuti regionali e di varie Fondazioni, necessita anche dell’aiuto economico degli Enti Locali Altopianesi oltre al contributo di privati cittadini. In quegli stessi giorni stavamo sistemando le luminarie per collocarle, come di consueto, lungo le vie del paese. E’ pertanto sorta spontanea l’idea di destinare le spese di allestimento delle luminarie per una iniziativa di tale importanza per tutto l’Altopiano ed anche per noi di Rotzo. Abbiamo quindi deciso di destinare per quest’anno un contributo alla Fondazione “Vicenza una città solidale” Onlus che sta realizzando tale importante struttura”. Anche tutti i cittadini di Rotzo sono invitati a concorrere con un contributo in base alle possibilità di ciascuno per favorire la realizzazione dell’opera. “A tale proposito – prosegue Dal Pozzo - nei prossimi giorni perverrà ad ogni famiglia di Rotzo un bollettino postale che potrà essere utilizzato allo scopo. I proventi di tali versamenti saranno interamente devoluti alla Fondazione responsabile della costruzione della struttura”. “Se siamo consapevoli dell’importanza di tale iniziativa – conclude il sindaco - saremo ben felici di rinunciare ad un po’ di luminarie per accendere una luce ben più grande ed importante a beneficio delle persone con gravi handicaps che vedranno realizzato nel nostro territorio altopianese una struttura dove potranno trovare accoglienza. Ogni famiglia poi potrà supplire alla mancanza delle luminarie allestendo all’esterno della propria abitazione un alberello di Natale illuminato. Dimostreremo in tal modo di essere una comunità attenta sia alle Festività Natalizie, sia alle necessità delle persone svantaggiate. Vivremo così un meraviglioso Natale all’insegna della solidarietà”. prima riguarda l’aumento di spese di 80 mila euro per la fornitura di energia elettrica dovuta in parte, secondo l’opposizione, al cambio di fornitore deciso dall’amministrazione alcuni mesi fa. “Per fortuna ci doveva essere un risparmio e questi rincari si rifletteranno anche sui residenti di Roana – ha commentato il consigliere Antonella Cocco che ha appoggiato in pieno la proposta del capogruppo di minoranza Davide Bolzon di sospendere i pagamenti fino a verificare il motivo di un così cospicuo aumento – Credo che sia doveroso nei confronti dei nostri cittadini fare degli accertamenti per capire il motivo ed eventualmente fare alcuni preventivi per cercare di trovare il fornitore veramente più conveniente.” Altra spesa contestata i 138 mila euro destinati a ripianare il deficit della controllata “Roana Servizi”. “38 mila servono a ripianare i debiti del 2007 mentre 100 mila vanno a coprire il buco del 2008, 100 mila che si aggiungono ai 40 mila già elargiti 5 mesi fa – commenta Bolzon – E’ chiaro che le entrate della Roana Servizi provenienti dalla piscina e dal laghetto non possano coprire tutte le spese di gestione della società però qui serve sia un accertamento sul bilancio sia un piano industriale che possa spiegare queste uscite di denaro pubblico ai cittadini.” Su entrambi i punti il sindaco ha detto che avvierà delle verifiche e che poi ne relazionerà in consiglio. Gerardo Rigoni Presentazione del libro “Il dramma del Forte Verena” Presso la Sala Consiliare del Municipio di Rotzo, Sabato 27 dicembre 2008, alle ore 20,30, Leonardo Malatesta presenterà il suo libro dal titolo “Il dramma del Forte Verena”. Il volume del giovane storico militare vicentino, edito dalla casa editrice Temi di Trento, analizza per la prima volta utilizzando documentazione archivistica inedita, la vicenda costruttiva e bellica del forte Verena, protagonista della morte di oltre 40 militari a causa di un colpo di mortaio austriaco da 305 mm. Il libro che consta di oltre 200 pagine, con la prefazione del prof. Grandi, docente di Storia Contemporanea presso l’università di Genova, tratta della politica militare italiana, dei concetti costruttivi, delle artiglierie ed infine della storia bellica del forte Verena, considerato la maggiore fortificazione italiana, ma che invece era stato costruito non seguendo lo sviluppo delle moderne artiglierie austroungariche. Grazie ad un apparato fotografico e cartografico inedito, il lettore oltre a conoscere la storia del forte potrà, utilizzando le cartine e le fotografie sia d’epoca che dei giorni nostri, scoprire questa fortificazione fino ad oggi poco conosciuta ed inserirla nel contesto delle vicende della prima guerra mondiale. 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 8 Il coraggio di un uomo Silvio Panozzo Tile racconta la sua malattia e viene premiato a Padova nel concorso “La vita riconquistata” indetto dall’associazione “Volontà di vivere” “Al coraggio di un uomo”. E’ con questa motivazione che l’Associazione “Volontà di vivere” di Padova, nell’ambito della rassegna di poesia e narrativa “La vita riconquistata”, ha conferito la segnalazione di merito a Silvio Panozzo “Tile” di Treschè Conca che ha partecipato al concorso con il racconto intitolato “Una telefonata per sperare”. E’ il coraggio di un uomo di 55 anni nell’affrontare una malattia che lo accompagna da quando ne aveva 23, per la quale ha dovuto sottoporsi per ben 3 volte al trapianto di rene. Il coraggio di un uomo nel raccontare la sua vicenda, la sua sofferenza e quella della sua famiglia, ma anche il bene che, paradossalmente, il male ha portato con sé. Silvio, bidello alle scuole elementari di Asiago; Silvio, collaboratore apprezzato della ri- vista Asiago ieri, oggi, domani”; Silvio, marito di Patrizia e papà di Valentina; Silvio membro del consiglio pastorale di Treschè Conca; Silvio, amico dell’Associazione “Le Mani”. “E’ stata proprio Ivana, tra le fondatrici di questa associazione, nata sul modello della “Volontà di vivere” di Padova, che – spiega - conoscendo anche la mia propensione per lo scrivere, mi ha spinto a partecipare a questo concorso regionale. E’ stata una bella esperienza e il momento della premiazione è stato davvero carico di emozione”. Il racconto, scritto ancora nel 2004, si sofferma su un lungo segmento della sua vita da quando, nel gennaio del 1984, a sette anni dal primo intervento, è arrivata la notizia della possibilità di un secondo trapianto. Vent’anni, tra una nuova resurrezione (il Gruppo AVIS e Banda M. Lèmerle in festa a Cesuna È stata una celebrazione in grande stile quella che ha coinvolto a Cesuna ben tre gruppi sociali ormai molto radicati nel territorio roanese. Lunedì 8 dicembre, in occasione della festa patronale dell’Immacolata, il gruppo AVIS di Cesuna - Treschè Conca, il centro parrocchiale e i membri della Banda Musicale M. Lèmerle si sono dati appuntamento per un convivio che ha coinvolto oltre 150 persone comprese tra soci e simpatizzanti. “E’ un momento di unione per tutta la nostra comunità – ha detto il sindaco e direttore della Banda Mario Porto – e vedere tanta corale adesione è motivo di orgoglio per quanti si prodigano all’insegna del volontariato. Un traguardo a cui i tre gruppi qui festeggiati possono guardare con soddisfazione”. Dopo aver ricordato l’impegno dei soci AVIS, tra cui eccelle Attilio Sterchele “Gianela” con le sue 98 donazioni, ai membri della banda musicale è stata distribuita copia del compact disc che raccoglie 18 brani, incisi in estenuanti prove ed esecuzioni durate lunghi mesi. Il supporto digitale propone pezzi classici tra cui “Campane di Monte Nevoso”, “Inno dell’artiglieria” e “Signore delle cime”, ma anche arrangiamenti di componimenti intramontabili come “My way” e “Wonderful world”. D. Finco secondo trapianto appunto) e un nuovo crepuscolo, in attesa di una terza possibilità per liberarsi dalla schiavitù della dialisi, riassunti in poche righe. Silvio termina il suo scritto così: “…La mia vita da trapiantato è finita l’estate scorsa a Bruxelles, dov’era cominciata. La parte di me che ha cessato di vivere – il rene – è come fosse morta una seconda volta. Nel mio corpo per lunghi anni ho ospitato l’organo di un’altra persona, ciò non mi ha causato problemi psicologici, ma ho spesso riflettuto che la morte di una persona ha salvato la mia vita. Ora tre volte la settimana per quattro ore mentre osservo da una finestra dell’ospedale di Asiago il bosco che lo circonda, penso di aver trovato quassù un ambiente meraviglioso dove sto lentamente trovando il nuovo equilibrio che la logica della malattia mi impone. Ma quanto difficile è accettarlo! Non sono rassegnato e amo paragonare la vita ad una partita a carte dove ognuno può giocare una sola, unica mano con le carte che il destino gli ha assegnato. Non si bara, non si mescolano le carte. Io, come un giocatore, vivo, affronto la nuova esperienza, consapevole della mia condi- zione, senza abbassare la soglia di attenzione di fronte e ciò che la vita mi proporrà. Ho imparato ad apprezzare le piccole cose quotidiane e gioco le mie carte, sperando nel jolly, il terzo intervento al quale non esiterei a sottopormi convinto che il futuro è nelle mani di Dio e che i progetti degli uomini sono mere illusioni senza il suo aiuto”. Il terzo intervento è poi arrivato, seguito, purtroppo, anche da un’operazione al cuore “l’esperienza più dura” e una, recente, alla cistifellea. Ora Silvio, nonostante tutto, vive una vita abbastanza regolare seppur condizionata dagli esami di controllo e dalle medicine che quotidianamente deve prendere. Continua la sua guerra quotidiana con molta serenità ed ha ancora il coraggio di sentirsi fortunato. Ogni tanto guarda indietro e vede le tante croci lasciate lungo il cammino dei tanti “commilitoni” rimasti nella steppa della malattia, mentre lui, ancora una volta, è riuscito a tornare a baita. Vede i loro volti a uno a uno, li elenca dentro sé, uno a uno, e i primi nomi che gli vengono sono quelli di suo padre Mario, che tanto si è battuto perché suo figlio potesse avere il primo trapianto per tornare a vivere, e del maestro Patrizio Rigoni, suo amico, che sempre lo sollecitava a scrivere, col quale ha condiviso tante chiacchierate e tanti bei momenti. Vede e apprezza sempre più le cose positive: l’amore incondizionato di Patrizia, sua moglie, la realizzazione di sua figlia Valentina, laureata in ingegneria elettronica e felicemente sposata, la compagnia di alcuni piccoli angeli che girano per casa, l’amicizia sincera di molte persone vicine e lontane, tan- te delle quali conosciute in Belgio, nei giorni bui d’ospedale. “La malattia mi ha dato tanto – conclude – mi ha migliorato smussando tanti spigoli del mio carattere e mi ha avvicinato a Dio”. Vive con fiducia e speranza. Dalla finestra della sua cucina si vede un paesaggio stupendo: i prati che degradano a valle, le montagne innevate di Tonezza, le albe e i tramonti, il trascorrere dei giorni e delle stagioni. Che bello il mondo e che bella la vita. Guarda all’orizzonte Silvio, sempre pieno di coraggio. Stefania Longhini I buoni profumi dei giorni di festa Abbiamo avuto modo più volte di dire come, entrando alla Casa della Bomboniera di piazza II° Risorgimento ad Asiago, ci si immerga in un piccolo mondo magico, fatto di insieme di tanti oggetti e prodotti bellissimi. Quello che vogliamo sottolineare questa volta è la miriade di profumi in cui si viene avvolti varcando la soglia del negozio: dall’aroma del caffè alle fragranze dei confetti, del cioccolato, dei tanti buoni pro- dotti la cui essenza si percepisce immediatamente. E se sono buoni gli odori, pensatevi i sapori! Le migliori marche sono presenti con le specialità francesi, la cioccolata Valrhona, Domori, Venchi con la linea senza zuccheri, e Steiner con la sua “ciocco terapia”. Essenze invitanti sono anche quelle emanate da tanti altri dolciumi, come torroni, torroncini, biscotti, marmellate, grappe selezionate e particolari. E mentre si gode di tanti buoni profumi, gli occhi non possono fare a meno di spaziare fra i moltissimi articoli da regalo e gli oggetti natalizi che ci circondano, con i nuovi arrivi di capanne, presepi, alberelli, cornici e articoli in argento, bambole di porcellana, servizi con bicchierini da liquore. E poi originali orecchini, spille, collane con pendenti “La Murrina”, sempre belli da regalare o regalarsi. La Casa della Bomboniera vi aspetta per accogliervi con il suo mondo speciale, e per farvi i suoi migliori auguri per un felice periodo di feste. Servizio redazionale 8 Sabato 13 dicembre 2008 ROANA L’anno scorso si era tenuta a Gallio questa speciale riunione tra i cori dell’Altopiano per festeggiare Santa Cecilia, patrona di quella musica che accomuna ogni singolo cantore di ogni coro del nostroAltopiano. L’iniziativa, proposta dal maestro Andrea Pinaroli, direttore della Schola Cantorum “San Matteo” della Parrocchia di Asiago, si è ripetuta quest’anno a Cesuna. Sabato 22 di novembre si sono ritrovati nella chiesa della frazione roanese più l’Altopiano 9 Oltre 250 cantori a Cesuna per festeggiare Santa Cecilia Un momento di connubio musicale tra i cori dell’Altopiano in onore della patrona della musica, iniziativa organizzata, per il secondo anno, dal maestro Andrea Pinaroli di 250 cantori, prima per provare tutti insieme i brani del concerto che ogni coro aveva imparato singolarmente e poi per vivere il vero e proprio evento. I cantori non sono stati più raggruppati in base al coro di appartenenza, ma divisi tra soprani/mezzi soprani, contralti, bassi/baritoni e tenori, tutti insieme a seconda del timbro e della tonalità di voce a prescindere Doppio appuntamento con il cabaret d’autore al teatro parrocchiale di Canove Il 27 dicembre in scena “Magia tra le favole” e “Gli umoristi anonimi” Torna il doppio appuntamento con il cabaret al cinema teatro di Canove, organizzato dal Lions Club Asiago 7 Comuni. Finalità degli eventi, oltre che offrire uno spettacolo di spessore nel calendario delle manifestazioni di Natale, è aiutare la scuola materna del paese, alla quale saranno devoluti gli incassi. Protagonisti degli appuntamenti in programma il 27 dicembre saranno Gianni Giannini,Tiziano Moggio e Clara Guabello. Gianni Giannini, che collabora in qualità di autore con alcuni comici emergenti di www.giornalealtopiano.it Zelig, si è esibito, tra l’altro, per il Fondo Ambiente Italiano e per prestigiosi club, sia ita- Mercatino di Natale per sostenere l’Asilo A Cesuna, di fronte alla scuola materna, nei prossimi week end e durante il periodo delle feste natalizie, sarà allestito il Mercatino di Natale con i lavori realizzati manualmente dalle mamme dei bambini dell’asilo. Si possono vedere e acquistare addobbi natalizi, oggetti utili e idee regalo, realizzati con tecniche varie, fra cui il ricamo, il cucito, il decoupage. Il ricavato della vendita andrà a favore della scuola materna. liani che svizzeri. Oltre ad aver firmato testi e regie teatrali per la compagnia “Teatrando” di Biella, ha pubblicato cinque libri di narrativa. Tiziano Moggio è prestigiatore – illusionista per professione da oltre vent’anni, unisce l’arte della magia a un umorismo intelligente. Ha esordito giovanissimo, a soli sette anni, partecipando a programmi Rai, e nel corso della sua carriera ha lavorato con personaggi del calibro di Tony Binarelli e Alexander. Clara Guabello di Biella, è un’attrice della compagnia “Teatrando”, con la quale da dieci anni a questa parte recita in varie commedie e spettacoli comici itineranti. Ad esibirsi il pomeriggio alle ore 17 saranno Giannini e Moggio, con lo spettacolo per bambini “Magia tra le favole”, ingresso ad offerta libera. La sera alle 21 si unirà a loro anche Clara Guabello, portando in scena “Gli umoristi anonimi”; il costo dei biglietti per gli adulti è di 10 euro, per i bambini fino ai 12 anni di 5 euro. Prevendita biglietti: Ufficio I.A.T. (Asiago), Bar alla Torre (Canove) S.B. da ogni campanilismo. Un bel messaggio quello che si è voluto lanciare: quello che una sola voce e l’unità oltre tutto possono dare grandi ed emozionanti risultati che si deve cercare di ripetere. Al termina dell’ensamble musicale, ogni coro ha proposto un brano del proprio repertorio, prima di concludere la serata in compagnia con un ricco buffet. Entusiastiche sono state le opinioni dei parroci delle varie parrocchie, che hanno salutato con positività questa singolare animazione della messa che ritrova un po’ quello scopo di comunione che dovrebbe essere presupposto di ogni nostra partecipazione alle funzioni. Alla fine della messa, Don Valentino, parroco di Foza, ha voluto dare un proprio commento sulla serata: “Ho chiesto a un pesco di parlarmi di Dio e il pesco fiorì. Ho chiesto ad Andrea di parlarmi di Dio, lui riunì i cori dell’Altopiano e cantarono insieme...”. Una bella frase, che sintetizza in sé il senso dell’iniziativa ideata dal direttore del coro asiaghese e l’impegno di ogni singolo cantore per la collettività, come dovrebbe essere quello di ogni singolo parrocchiano per la propria parrocchia. Martina Rossi Un Calendario in ricordo di Patrizio Rigoni La Cassa Rurale e Artigiana di Roana dedica il calendario 2009 al ricordo di Patrizio Rigoni con le sue fotografie che ci accompagneranno lungo i mesi del nuovo anno. Egli è stato stretto e convinto collaboratore nella composizione dei calendari creati in questi anni, che sono ritenuti un prezioso documento di cultura locale con le loro fotografie di paesaggi, flora e fauna, e con i riferimenti all’antica cultura dei Sette Comuni. Il Maestro Patrizio, oltre a una straordinaria cultura naturalistica, aveva una appassionata sensibilità per la fotografia. Sul calendario viene ricordata una sua testimonianza : “Le foto rappresentano per me dei vividi ricordi, dei momenti di pienezza, lampi di sorpresa e di stupore che ho voluto partecipare ad altri, per goderne insieme”. A lui si possono riferire anche alcuni proverbi riportati lungo i diversi mesi e ripresi da una raccolta fatta dallo Schmeller ad Asiago nel 1800, come : “Bear kot barot, ist hortan amaart”, cioè : Chi dice la verità è sempre amato”, oppure ancora: “Gasin hortan met den ba bissent meror”, cioè: “Va sempre con chi ne sa di più”. GALLIO 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 10 Premio della Solidarietà: un riconoscimento, uno stimolo, un momento di aggregazione L’iniziativa, giunta alla decima edizione, si tiene sabato 13 dicembre presso la Chiesa di Gallio Sabato 13 dicembre, alle ore 20.30, presso la Chiesa parrocchiale di Gallio, si terrà la manifestazione “Premio della Solidarietà”, presentata ancora una volta dalla direttrice della nostra testata Stefania Longhini. L’iniziativa, quest’anno giunta alla sua decima edizione, è nata dal Comune di Gallio, che ospiterà il Premio in occasione di questo speciale traguardo. Lo scopo della manifestazione, come ci ha gentilmente e fieramente spiegato l’Assessore al Sociale di Gallio Wimer Baù, è particolarmente significativo, non solo in quanto premia iniziative di grande spessore solidale, ma anche perché si pone come uno dei pochi punti di incontro tra i diversi Comuni che costituiscono l’Altopiano, attraverso quell’importante Associazione che è la Comunità Montana, abile nel coordinamento tra le “otto teste”, rappresentate in giuria da altrettanti assessori al sociale, uniti per premiare la solidarietà, e dai parroci, che danno all’iniziativa quella scintilla di fede che può muovere le montagne. Partito proprio da Gallio nel 1999, il Premio della Solidarietà ha toccato da vicino tutti i Comuni del nostro territorio, ogni sabato successivo all’Immacolata, premiando le storie di quegli altopianesi che, spesso velatamente e nel silenzio, hanno aiutato qualcuno più bisognoso di loro. Negli anni, vari vissuti si sono intrecciati, formando un’aurea catena di bontà che il Premio si propone di portare alla luce. Nel 1999, è stato premiato l’importantissimo lavoro della “Famiglia Aperta sul Mondo”, che si occupa dei minori senza alloggio e famiglia, nelle figure di Giusy e Mary, un premio che ha voluto sottolineare l’impegno dell’Associazione nei confronti del nostro futuro: i nostri ragazzi. L’anno successivo, il riconoscimento è andato all’associazione “Mano Amiga”, nota grazie all’impegno di Angela Oro e Erica Oro, premio volto a sottolineare il significato dell’aiuto reciproco. La terza edizione del Premio della Solidarietà ha visto premiata Lucia Canazzo, impegnata sul fronte del volontariato in Africa, sem- pre all’insegna dell’aiuto reciproco, anche verso chi, nel mondo, è meno fortunato di noi. Nel 2002, il premio non poteva mancare per l’Associazione “Mato Grosso”, impegnata nella raccolta di materiali di recupero per dare aiuto alle popolazioni dell’America Latina e non solo. Il quinto anno, invece, sono stati in più di uno a meritarsi il Premio della Solidarietà, a testimonianza che il nostro Altopiano ha un cuore davvero molto grande e brulicante di generosità: la famiglia Costa di Rotzo che si occupa di volontariato anche se interessata dalla problematica della disabilità; Nicola Rossi, un bambino di Sasso di Asiago che a scuola è stato particolarmente vicino a un compagno diversamente abile; per finire, la missionaria Andreina Paganin. L’anno successivo, il premiato è stato Enrico Fattori di Gallio che ha donato una parte del proprio fegato per cercare di guarire il padre. Nel 2005, è stata premiata l’iniziativa del coniugi Cristoforo Pernechele e Loretta Colpo di Conco che, pur avendo già tre figlie da accudire, hanno deciso di prenderne in affido tre nipoti, sottolineando una forma difficilissima di solidarietà, in cui prevale l’altruismo di poter aiutare momentaneamente e non permanentemente delle giovani vite, diversamente da quanto accade per l’adozione. L’anno seguente, il Premio della solidarietà è stato assegnato a Barbara Contri, secondo le parole dell’Assessore Wimer Baù “un vero e proprio angelo venuto dal cielo”, che, nonostante i suoi gravi problemi personali e di salute, è riuscita a donare parte del proprio tempo alle attività della parrocchia. Per finire, l’anno scorso, il premio è andato al Gruppo Soccorritori di Enego, assegnazione significativa se si pensa che è costituito da ragazzi giovanissimi che si rendono attivi con un sollecito servizio di pronto soccorso. Storie diverse, alcune di grande amore familiare, altre di solidarietà verso i bambini meno fortunati, altre ancora indirizzate al bene comune di tutta la nostra co- munità o ancora rivolte oltre i nostri confini per arrivare a dare una mano ai Paesi meno agiati del nostro, ma tutte accomunate dal grande cuore della solidarietà altopianese. E quest’anno a chi andrà questo importante riconoscimento? Lo scopriremo sabato 13 dicembre presso la Chiesa Parrocchiale di Gallio; al termine della premiazione ci sarà un rinfresco a base di cioccolata calda e biscotti organizzato dal sempre attivo Gruppo Alpini di Gallio. L’Assessore al Sociale di Gallio, Wimer Baù, è fiero di presentare nuovamente questa iniziativa, ideata proprio dal suo Comune di appartenenza: “L’iniziativa, supportata da un generoso sponsor della Banca Popolare di Vicenza a cui va un plauso particolare, si propone di portare alla luce delle iniziative solidali tipiche dell’essenza dell’abitante di montagna stesso: l’aiuto reciproco e il perseguimento del bene comune – ha dichiarato infatti Baù – Inoltre è un fondamentale punto d’incon- tro tra tutti i Comuni Altopianesi, nelle figure dei loro assessori al sociale, per un’iniziativa a mio avviso meravigliosa, probabilmente la più bella dell’anno, una specie di catena che mi auguro non finisca mai”. Novità di quest’anno, a coronare il decennale dell’iniziativa, sarà un libricino che si propone di ripercorrere storia e motivazioni della manifestazione. Insomma, come si potrà leggere nell’introduzione a cura della presentatrice Stefania Longhini, “c’è un mondo sotterraneo che si muove, mai pago, mai stanco. Un mondo di bontà, di impegno, di mani tese, di buone parole, di abbracci e di sorrisi, E’ il mondo della solidarietà e del volontariato che si costruisce in silenzio. Senza grandi clamori, con semplicità” messo in luce dal Premio della Solidarietà, un riconoscimento, uno stimolo, un punto d’incontro. Martina Rossi 8 Sabato 13 dicembre 2008 ENEGO Mai il paese di Enego è stato più vivace ed affollato in un tardo pomeriggio di inverno. Increduli gli stessi paesani, più che i turisti, nel vedere la loro bella piazza così gremita, malgrado la temperatura non proprio l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 11 Con Natalenego un’apertura di stagione natalizia che resterà negli annali! mite. L’appuntamento che ha richiamato la festosa folla, è stato l’inaugurazione della prima edizione di Natalenego. Per il primo anno infatti, oltre all’albero, Piazza S. Marco appare ancora più in veste nata- Sistemata la frana di Fosse di Mezzo a Enego Si è chiuso a fine novembre il cantiere aperto all’inizio del mese sulla strada provinciale 76 Valgadena in Comune di Enego, in località “Fosse di Mezzo”. Si è trattato di un intervento di urgenza per il ripristino della scarpata stradale a valle, per sistemare il movimento franoso che si era creato a causa sia della natura del pendio, sia delle recenti e abbondanti precipitazioni piovose. Il movimento franoso aveva infatti ridotto la carreggiata stradale ed erano ceduti sia il cordolo stradale che la barriera di protezione della carreggiata stradale stessa. Di qui l’esigenza di intervenire con urgenza, attingendo dall’apposito fondo in gestione al settore difesa del suolo, a disposizione di casi simili a questo. “In questo modo –sottolinea l’Assessore Provinciale alla Difesa del Suolo Costantino Toniolo - acceleriamo la procedura amministrativa ed evitiamo che situazioni di dissesto peggiorino creando ulteriori disagi, con conseguente dispendio di maggiori fondi per la loro sistemazione.” L’importo dei lavori ammonta a 30mila euro. Con la ditta specializzata contattata per eseguire le opere, sono stati individuati i seguenti interventi atti a ripristinare la percorribilità della strada provinciale : rimozione del materiale instabile a valle della carreggiata stradale; demolizione del cordolo esistente; costruzione di un muro di sostegno lungo circa 35 metri; ripristino della barriera di sicurezza; ripristino della scarpata stradale a valle; regimazione del deflusso delle acque; getto del muro e riempimento dello scavo e successiva realizzazione della cunetta stradale. lizia grazie ad una dozzina di deliziose casette in legno sistemate in circolo al suo interno, che ospitano il mercatino. Un mercatino indubbiamente originale rispetto ai soliti, in quanto propone per lo più prodotti locali, come il formaggio ed il miele, e oggetti artigianali, creati proprio dalla gente del paese che grazie a questa festosa occasione ha riscoperto o semplicemente offerto fuori casa gli oggetti della tradizione, ma non solo. Un’ occasione questa del mercatino, che ha dato l’input a molti, per trovare il “coraggio” di mettere, è proprio il caso di dirlo .… in piazza il proprio talento. Tante mani abili hanno ridato vita alle capacità che sembravano ormai appartenere solo al passato, con estro e con fantasia sono emerse una quantità di cose interessanti ed inaspettate. Così hanno trovato spazio lavori in legno, pregevoli sculture,a anche lavori molto più articolati, come ad esempio orologi a pendolo con ingranaggi a vista, tutti esclusivamente in legno lavorato a mano, con i sistemi e gli strumenti classici. Giovani donne invece hanno riportato in auge lavori a maglia ad uncinetto ricami, manufatti di ogni tipo, oggetti creati con la tecnica del decupage, ma anche decorazioni sfruttando il prezioso sistema macramè. Insomma un fiorire di abilità, talento e fantasia che non può non colpire favorevolmente, e rendere ancora più piacevoli queste festività, partite come si diceva con una gustosissima cerimonia di apertura domenica pomeriggio. A sorpresa sono giunti i bambini di Enego, divisi in tre gruppi, ed hanno portato fiaccole: verdi, bianche e rosse. Una volta riunito il tricolore in piazza, con la madrina della serata, la campionessa italiana di triathlon estremo Martina Dogana, hanno acceso le lucette del grandissimo abete che trova spazio proprio al centro della piazza. A quel punto, a coronare nel migliore dei modi l’atmosfera, sono partite le note delle più classiche canzoni natalizie, offerte con garbo ed il calore delle belle voci del coro La Rondine Enego, dirette sempre impeccabilmente dal maestro Baldi. Il mercatino eneghese sarà aperto sabato 13 e sabato 20 dalle 17 alle 19; domeni- ca 14 e domenica 21 dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19; dalla vigilia di Natale al 6 gennaio invece l’apertura sarà quotidiana sempre con orari 10 – 12/17 – 19, ma naturalmente molti altri e soprattutto variegati saranno gli appuntamenti offerti fino al 6 gennaio dal programma Natalenego. Stefania Simi 8 l’Altopiano Sabato 13 dicembre 2008 www.giornalealtopiano.it 12 Eletto il nuovo direttivo della Pro Loco LUSIANA Passaggio di consegne tra il commissario straordinario nominato dall’Amministrazione comunale Carlo Frello e il nuovo direttivo della Pro Lusiana presieduto da Fabio Ronzani. Dopo che Sabrina Passuello aveva lasciato la presidenza del sodalizio e il commissario aveva portato avanti le iniziative per sei mesi, la settantina di soci della Pro loco si erano riuniti per eleggere il nuovo direttivo Il nuovo presidente del gruppo di volontari è il giovane Fabio Ronzani che risulta composto da undici persone scelte tra rappresentanti di varie categorie del mondo commerciale e associazionistico lusianese. La votazione ha visto eletto presidente un giovane di buoni propositi, Fabio Ronzani. Vice è stato scelto Paolo Pivotto, segretaria Silvia Savio, tesorieri Antonio Ronzani e Jenny Giolo, consiglieri Antonello Fornasetti, Claudia Frello, Davide Pozza, Maria Grazia Pozza e Moreno Rigoni. E.Z. Lavori in corso a Lusiana E’ stata appaltato alle ditte Maino e Capuzzo il servizio di sgombero della neve nei prossimi tre anni. In materia di viabilità vanno segnalati due importanti interventi sulle strade (Marziele e parte della Militare), mentre resta da completare il lavoro sulla strada Bidese, nella quale sono in corso gli scavi per i pozzetti e l’illuminazione, ai quali seguiranno le operazioni sul manto viario. Completati anche i lavori su Malga Campo Rosignolo, dove è stato realizzato il bagno e si attende l’ultimazione dell’intervento sulle ringhiere dello scivolo per l’acces- so ai portatori di handicap. E’ stato inoltre chiesto un finanziamento per altri lavori per la messa a norma secondo l’ULSS della Malga di Pian de Granezza, ma si stanno incontrando difficoltà con l’AVEPA, la quale applica molto restrittivamente la normativa. E’ infine stata avanzata la richiesta per un finanziamento di circa 100.000 euro dalla Regione (sui 250 previsti) destinato all’innevamento programmato degli impianti di risalita del Monte Corno, per l’installazione dei cannoni e la realizzazione del bacino idrico di raccolta. Il passaggio di consegne tra il commissario straordinario Carlo Frello e il nuovo presidente Fabio Ronzani (a sinistra). Messa in sicurezza delle strade un’intesa tra Provincia e Comune Torrente Valle dell’Onfesa ripresa la sistemazione Sono ripresi i lavori di messa in sicurezza del torrente Valle dell’Onfesa a sud di contrada Zampese. Il Servizio forestale regionale aveva dato vita ad opere murarie di consolidamento del torrente lungo la strada provinciale, ma ad un certo punto si erano interrotti per la presenza di una cabina per la riduzione della pressione del gas del metanodotto. In questi giorni i tecnici stanno ricostruendo la cabina a sud di quella precedente e una volta completati i lavori verranno terminati i lavori di costruzione del muro. Lavori che inizialmente prevedevano anche la di realizzare una ventina di posti auto a fianco della provinciale, ritenuti necessari per l’assenza di spazi adatti nella zona, ma il progetto è stato cambiato a causa di persone che hanno sollevato obiezioni chiedendo anche che la recinzione in pali a lato della strada venisse rimessa a posto. Si profila quindi la rielaborazione del progetto per sistemare anche le incongruenze. E.Z. “Le Alghe” si sono riunite nel ricordo di Maurizio Maino Per ricordare Maurizio Maino il complesso musicale “Le Alghe” è tornato sul palco al cinema Comunale. La serata, il cui ricavato è stato devoluto all’asilo parrocchiale di Lusiana, ha visto tornare alla ribalta i primi componenti della band che era stata fondata da Maurizio Maino, Gianni Frezza, Alcide Ronzani e Franco Sartori nel 1968. Qualche anno fa Maurizio Maino è deceduto e il complesso aveva cessato l’attività dopo aver anche cambiato il nome in “La congiura dei pazzi”. I suoi componenti si erano divisi e solo Alcide Ronzani e Franco Sartori avevano continuato a suonare entrando a far parte del complesso asiaghese “I Bitters”. A distanza di 40 anni è stata organizzata la serata per ricordare Maurizio, batterista del gruppo, e a prendere il suo posto è stato il fratello minore Sandro. Nella serata sono state riproposte le canzoni che andavano in voga in quegli anni e che venivano gettonate al juke box del bar “Pineta”. Il chitarrista Alcide Ronzani con i suoi virtuosismi ha riscosso applausi riproponendo Maria Elena, Apaches e tanti altri motivi di successo. E.Z. “Le Alghe” in scena dopo 40 anni al Comunale. Nella foto, i lavori ripresi a lato della strada provinciale per spostare la cabina del metano in località Zampese. Sono in fase di ultimazione i lavori per la sistemazione di un dissesto verificatosi lungo la strada provinciale Lusianese in località Codene-Dovighi, a Lusiana. La zona interessata dai lavori è localizzata all’altezza del 5° tornante e si sviluppa ad una quota di circa 520 metri di altezza. Nell’area esaminata si è verificato un distacco del materiale di copertura del versante, dovuto essenzialmente all’indebolimento dei materiali a seguito delle abbondanti piogge. Il primo evento franoso, infatti, si è verificato nell’autunno del 2004 a seguito di un periodo di intense precipitazioni meteoriche, e ha causato l’asportazione di materiale nella parte alta del pendio, sul piano stradale. Il materiale aveva completamente ostruito la strada, unica via di accesso alle contrade. In base a quanto emerso dalle indagini geologiche svolte, si è ritenuto di dover realizzare un muro di sostegno che si sviluppa per una lunghezza di circa 20 metri con altezza di circa 2 metri, oltre a provvedere al rafforzamento del versante mediante realizzazione di un cordolo fondato su pali di piccolo diametro, completato con la posa di rete a doppia torsione con funzioni di stabilizzazione ed anti-erosive. Oltre alla sistemazione del tratto di versante colpito dalla frana, è risultato necessario provvedere alla stabilizzazione di un ammasso roccioso che poteva compromettere la sicurezza del transito anche della strada provinciale. L’intervento ammonta a circa 110mila euro. I lavori, la cui durata era prevista in 90 giorni, sono iniziati il 28 settembre e sono attualmente in corso di ultimazione, dopo una sospensione dovuta ad avverse condizioni meteorologiche. La sistemazione del dissesto di Codene-Dovighi rientra in un più ampio piano di interventi gestiti congiuntamente dalla Provincia di Vicenza e dal Comune di Lusiana. Il territorio comunale di Lusiana, infatti, è spesso interessato da movimenti franosi e dissesti, creando ostacoli a strade comunali che costituiscono, spesso, l’unica via di accesso a contrade e abitati. Per dare una risposta seria e completa, l’Amministrazione Comunale di Lusiana e la Provincia di Vicenza hanno sottoscritto un Protocollo di Intesa in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e di capacità di intervento. La collaborazione prevede compartecipazione economica e progettuale, con un impegno annuo, da parte di Lusiana, di un importo pari a 50mila euro. Mosele e Stefani campioni del mondo La nuova coppia campione del mondo di settino è formata da Mariano Mosele e Sandro Stefani di Asiago. L’accoppiata ha conquistato la prima posizione del podio al “Bertiaga” di Lusiana battendo il forte duo di Gallio Corrado Finco e Paolo Rigoni. In terza fila ancora una coppia di Asiago formata da Fortunato Rigoni e Gilberto Rigoni. Quarta l’accoppiata formata da Danilo Villanova e Francesco Cantele di Lusiana. Per quest’anno il settino chiuderà i battenti con una cena in programma il 20 dicembre alla baita ristorante “Al Fungo”. Qui ripartiranno le gare del 2009 con la prima gara in calendario in gennaio a cui seguiranno le partite che si svolgeranno ancora a Lusiana, Asiago, Gallio e Foza per chiudere con il campionato del mondo di specialità. Nell’edizione di quest’anno i settinisti originari dell’Altopiano e residenti o abitanti all’estero non hanno avuto fortuna perché rimasti fuori dalle competizioni già dalle prime partite. Per onorare la definizione di “mondiale” del torneo di settini è auspicabile che per il 2009 rimangano in gara le coppie da fuori nazione. E.Z. Nella foto, i campioni del mondo Mosele e Stefani con la valletta Ioana Ciobotaru. 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano ALTOPIANO YOUNG www.giornalealtopiano.it 13 Tutti pazzi per Yu - gi - oh, gioco a carte per soli “eroi” Strategia e lealtà alla base delle sfide che coinvolgono, soprattutto tra gli adolescenti, un gran numero di appassionati. Esistono competizioni a livello nazionale, europeo e addirittura mondiale Saaaaalve! Vi siete mai sentiti un po’ infantili? Con tanti soldi da spendere invano? Se la risposta è si, allora il gioco di Yu-Gi-Oh è quel che fa per voi! No dai, al di là di questa demenziale presentazione suggerita dal socio Mattia “Heartless”, celebre già su YouTube per la sua performance del fiammifero acceso per magia con l’unghia, l’Altopiano sembra essere pazzo per questo coinvolgente gioco di carte collezionabili... I ritrovi non ufficiali degli appassionati altopianesi di Yu-Gi-Oh si svolgono all’Internet Point di Asiago, luogo dove decido di recarmi allo scopo di approfondire l’argomento. Per conoscere meglio il mondo di Yu-Gi-Oh, mi avvalgo di un aiuto divino, in tutti i sensi, sia per la difficoltà del gioco, sia perchè Mattia vuole essere chiamato Dio...:-) Dunque, la prima cosa che notiamo quando entriamo all’Internet Point per incontrare i nostri eroi da intervistare, è che abbiamo sbagliato in pieno il giorno, visto che ci sono solo due dei numerosi giocatori dell’Altopiano. I ritrovi in effetti raccolgono più adepti nel fine settimana, quando lo studio non incombe e le menti sono più li- bere per concentrarsi sul gioco...Ma guai pensare che sia “una cosa da ragazzi”! In effetti, il regolamento (perchè c’è addirittura un regolamento ufficiale) presenta esattamente 49 pagine da sapere a memoria per poter sfidare in allegria, e soprattutto senza barare, i propri avversari. Quando tentiamo di intervistare i due giocatori dell’Internet Point durante una loro pausa, ci accorgiamo che non abbiamo l’autorità di rivolgere loro la parola: sono troppo VIP per concederci qualche informazione. Il mio amico Mattia, anch’egli appassionato del gioco, cerca di fare da intermediario, ma nonostante faccia parte dell’élite, ci è chiaro che non sono ammessi intrusi come la sottoscritta nel club. I segreti delle carte non possono essere svelati alla prima che passa...(“il mondo NON È ANCORA PRONTO”, dice Mattia.) Ci rivolgiamo quindi al proprietario Davide, altro giocatore di Yu-Gi-Oh che supera di poco la trentina (si può dire?) e che si dimostra decisamente più disponibile alla conversazione. Sostiene che la sua passione per il gioco di carte collezionabili, nata più o meno quattro anni fa, non ha un’origine ben definita, ma probabilmente è dovuta in gran parte all’omonimo cartone animato, sugli schermi italiani dal settembre 2003. Questa serie, adattata dal manga di Kazuki Takahashi pubblicato per la prima volta nel 1996 in Giappone, racconta la storia di Yugi e dei suoi compagni, accomunati dalla passione per il gioco di carte Duel Monsters. In effetti, molte delle regole del gioco si possono apprendere guardando il cartone, ma non credia- te di cavarvela in due episodi: lo studio delle regole di Yu-Gi-Oh richiede molto, molto più tempo (e soprattutto tanta dedizione). Infatti, quando chiedo ai miei mentori di illuminarmi almeno riguardo “le cose basilari”, tutti e quattro si voltano a guardarmi con lo sguardo che sembra dire “Allora è vero che le bionde hanno difficoltà di comprensione...”. Dopo questi fallimentari tentativi di approccio con gli eroi delle carte, l’unica via per essere informata è quella di leggere il tomo delle regole ufficiali con la traduzione simultanea in più lingue da Mattia (onnisciente, per l’appunto). Cominciamo dunque il nostro viaggio nell’inesplorato mondo di YuGi-Oh, incontrando già a pagina 3 del manuale di istruzioni l’invito a comprare taaante carte, vendute in buste da nove per una cifra che varia a seconda del tipo e della rarità, ma che comunque non è bassissima. Quindi, se siete giovani e squattrinati, con pochi centesimi rubati alla mamma in tasca, ricordate che non potete permettervi sia le sigarette che le carte: scegliete le carte! Durano di più e hanno un effetto migliore sulla vostra salute... Ogni giocatore ha il suo mazzo che è composto da 40 carte minime, divise in tre tipi: Mostri, Magie e Trappole. Si può scegliere la composizione del proprio mazzo in base alle proprie preferenze, anche se è sempre consigliabile “fare smissiotto”, come dice Mattia. In genere si gioca in due, come se si trattasse di un vero e proprio duello, e ognuno ha a propria disposizione una griglia casellata su cui giocare le proprie carte. Si parte da un totale di 8000 “punti vita” per ogni “duellante”, che ha l’obiettivo finale di azzerare quelli dell’avversario, o di fargli esaurire le carte del suo mazzo. Tuttavia, ci sono anche carte speciali che determinano la fine in parità di un duello, oppure la vittoria immediata: tra queste ultime troviamo la “Gamba Destra del Proibito”, la “Gamba Sinistra del Proibito”, il “Braccio Destro del Proibito”, il “Braccio Sinistro del Proibito” ( insomma, praticamente tutti gli arti di questo fantomatico Proibito) e una certa carta chiamata “Exodia il Proibito”. Ogni incontro si compone di tre duelli, che, secondo il prezioso documento concessomi gentilmente da Davide, hanno un rituale preliminare che si svolge come segue: prima di tutto, i duellanti si salutano amichevolmente con una stretta di mano, poi ogni giocatore mescola il proprio mazzo e lo porge all’avversario, che lo mescola a sua volta. Successivamente, i rispettivi mazzi con le carte coperte vengono disposti nel proprio campo di gioco. Alcuni dei punti successivi riguardano la disposizione delle carte Mostro, dettaglio che Mattia si rifiuta di spiegarmi per la sua complessità, e la verifica che ogni duellante abbia nel proprio “Side Deck” esattamente 15 carte. Per decidere i turni del primo duello di un incontro, viene lanciata una moneta: chi vince può decidere se iniziare per primo o lasciare l’onore all’avversario. Per i duelli che seguono, sarà il perdente a determinare l’ordine di inizio. Infine, ogni giocatore pesca le prime cinque carte dal proprio mazzo, e solo allora si può dare il via al vero e proprio duello. Esiste anche il “Galateo dei Duellanti”, che i giocatori sono tenuti a osservare quando affrontano il proprio avversario: i duellanti devono dichiarare ad alta voce ogni mossa prima di eseguirla, devono rispondere con massima sincerità alle richieste che riguardano il contenuto delle carte scartate dal loro mazzo oppure il numero di quelle che tengono in mano, e soprattutto non devono toccare le carte dell’av- versario senza aver prima ottenuto il suo consenso. Un gioco che si fonda quindi non solo sulla strategia, ma anche sulla lealtà, ritenuta particolarmente importante nei tornei ufficiali. Esistono infatti competizioni a livello nazionale, che decretano, alla fine delle varie tappe,(esposte anche all’Internet Point) gli 8 migliori giocatori che potranno partecipare alla fase europea del Torneo. Infine, i primi 4 classificati a livello europeo avranno diritto di accesso alla finale mondiale. Bene, cari non-giocatori, pensate ancora che questo sia un gioco come tanti? :-) Non è un caso se la “famiglia allargata” di Yu-Gi-Oh raccoglie sempre più fans e aspiranti campioni di tutte le età, tra i quali chi non sa niente della serie animata o del gioco si sente davvero un escluso...ve lo posso assicurare! Iceskater&Mattia Heartless 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 14 Tre mostre di Presepi all’insegna di solidarietà, tradizione, originalità e aggregazione La prima aprirà nella Sala della Reggenza il 23/12, mentre dal 25 dicembre saranno visitabili la Mostra del Centro Parrocchiale di Treschè Conca e quella dei 100 Presepi di Rotzo presso la Chiesa di Santa Margherita Il Presepio: una tradizione ormai radicata nella nostra cultura che, seppur laica, è intrisa di cristianesimo. La tradizione trova le sue radici nel culto latino dei lari, antenati defunti che venivano rappresentati attraverso una statuetta di terracotta o di cera bene augurante (sigillum), che avrebbe vegliato sul nucleo familiare; in prossimità del nostro Natale, durante la festa detta Sigillaria, i membri della famiglia si scambiavano queste statuette, poi disposte dai bambini, secondo la propria fantasia, all’interno di un recinto allestito su uno sfondo bucolico, dove poi gli avi venivano invocati e pregati. Nel IV secolo, i cristiani tramutarono le feste tradizionali, caricandole dei tratti tipici della nostra religione. La tradizione italiana del Presepe ha inizio con San Francesco d’Assisi, che, nel 1223, realizzò la prima rappresentazione vivente della natività, prima confinata all’ambito delle sacre rappresentazioni liturgiche. Per avere il primo presepio scolpito bisognerà attendere ancora qualche anno, ricordando quello realizzato nell’ultimo decennio del Duecento da Arnolfo di Cambio. L’iconografia del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura: il Botticelli, nell’Adorazione dei Magi, raffigurò personaggi della famiglia de’ Medici, mentre Luca e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della Natività. Ben presto, questo tipo di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti i livelli, soprattutto all’interno delle famiglie nobili, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con statuine ed elementi tratti dall’ambiente naturale, diventò un rito irrinunciabile. Nel Settecento, a Napoli, si scatenò addirittura una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso. E’ a partire dall’Ottocento che il Presepio entra anche nelle case della borghesia e del popolo, sino ad arrivare ai giorni nostri. Sull’Altopiano di Asiago, come abbiamo visto gli anni scorsi, sono molti i collezionisti privati che coltivano questa passione meravigliosa, ma sono altrettante le associazioni e le persone che si occupano di allestimenti aperti al pubblico, volti a diverse finalità. La prima mostra di presepi che aprirà è quella organizzata dall’Associazione San Vincenzo presso la Sala delle Maschere della Comunità Montana, ad Asiago; a partire dal 23 dicembre, infatti, sarà aperto un magico percorso tra 140 presepi veri e propri, una mostra potenziata e arricchita rispetto a quella proposta per la prima volta l’anno scorso. Come nel 2007, anche quest’anno l’obbiettivo sarà quello di raccogliere qualche fondo per fare fronte a quella che è la nuova povertà, presente anche ad Asiago: persone che, nonostante in punta di piedi, chie- 8 Sabato 13 dicembre 2008 dono beni di prima necessità; l’entrata sarà libera, come libera potrà essere la nostra offerta. Gli organizzatori, soddisfatti dall’esito insperato della mostra dell’anno scorso, si augurano di raccogliere anche quest’anno consensi e, soprattutto, aiuti, anche grazie all’allestimento coreografico dei presepi (provenienti da collezione privata) ottenuto grazie a un numero ingente di collaboratori. Apriranno a Natale altre due mostre di Presepi. Una è quella dei 100 Presepi di Rotzo, appuntamento ormai consueto e conosciuto, che si terrà quest’anno nella Chiesa di Santa Margherita di Rotzo, dove si potranno ammirare cento presepi allestiti con cura e dedizione da parrocchiani e non. La caratteristica fondamentale della mostra è sempre stata l’originalità: accanto a Presepi e natività tradizionali, se ne possono trovare al- l’Altopiano tri costruiti con conchiglie, con batterie, con carta e chi più ne ha più ne metta. Altri Presepi sono collocati all’interno di chitarre, alveari e altro ancora. Chissà quest’anno che altre sorprese ci rivelerà la mostra di Rotzo! Sempre il 25 dicembre, aprirà anche la mostra nel centro parrocchiale di Treschè Conca, aperta come le prime due fino al 6 gennaio, dalle ore 9.45 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. L’iniziativa, come ci racconta il parroco, è nata tre anni fa con lo scopo di conferire un tocco magicamente religioso al Natale. Infatti, oltre 60 presepi, suddivisi per temi, sono stati allestiti dalle famiglie che poi li porteranno nel centro parrocchiale, sottolineando il significato aggregativo del Natale. L’attenzione della mostra è rivolta alle varie dimensioni, forme e modi di vedere il Natale, in un viaggio virtuale tra i popoli e tra le varie fasce d’età. Sono mostre magiche, interessanti e tutte volte a riscoprire il significato del Natale nella solidarietà e nell’aggregazione, sentimenti che possono essere vissuti attraverso la tradizioni, ma anche con originalità, in altrettanti modi quanti sono i presepi che ci scalderanno il cuore durante le vacanze natalizie. Martina Rossi www.giornalealtopiano.it 15 A Treschè Conca i volontari animeranno la natività Dopo il successo ottenuto con le edizioni precedenti, anche quest’anno la parrocchia di Treschè Conca organizza il tradizionale presepio vivente durante il periodo di feste. L’iniziativa, resa possibile grazie alla disponibilità di molte persone, si propone lo scopo di coinvolgere lo spettatore nell’atmosfera natalizia originaria, al di là dell’aspetto consumistico che questa festività ha assunto negli ultimi anni. Non saranno solo bambini, giovani e adulti ad animare il presepio: per rendere più veritiera la scena sono stati messi a disposizione, come per lo scorso anno, anche animali. Un’altra particolarità da mettere in evidenza è che lo scenario è completamente fatto a mano, a partire dalle capanne in legno fino ai dettagli più piccoli, di cui si sono occupati volontari del paese insieme al gruppo giovanissimi, sotto la di- rezione di Daniele Pesavento. Sarà abbinata a questa iniziativa anche la mostra dei presepi artigianali, messi a disposizione dalle famiglie, in centro parrocchiale. Si potrà assistere al presepio vivente a partire dal 25 dicembre, in seguito nei giorni 26 e 28 dello stesso mese e infine l’1 e il 6 gennaio, nel piazzale antistante la chiesa di Treschè Conca. Giulia Panozzo 8 Sabato 13 dicembre 2008 NATURA l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 16 Sandro Brazzale, artista della fotografia Nel sessantesimo della sua iscrizione tra i professionisti, avvenuta nel 1948, il profilo dell’uomo e del fotografo nei ricordi della figlia Sonia Non era nato sull’Altopiano, ma quando a quattordici anni arrivò nella terra dei suoi genitori, scoprì un mondo dal quale rimase totalmente affascinato. Un coup de foudre che Sandro Brazzale ricambiò con un rapporto costante, quasi simbiotico con quell’ambiente, osservato, studiato, capito e immortalato grazie alla sua inseparabile macchina fotografica. Creatività e passione, filtrate attraverso le lenti delle sue indispensabili apparecchiature che negli anni si sono succedute, gli permisero nel 1948 di diventare fotografo professionista. “Non amava molto fotografare le persone - ricorda la figlia Sonia - a meno che non fossero personaggi considerati un po’ particolari, addirittura strani. Era sicuramente molto più incuriosito e affascinato dall’ambiente che lo circondava. Ciò che sentiva, cercava di riprodurlo attraverso le immagini che immortalava. Alla ricerca di una luce particolare, partiva anche con il buio per trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Capitò così anche quella notte d’inverno che si diresse verso Marcesina, preoccupando tutti noi per le particolari condizioni climatiche che avrebbe trovato. Era meno affascinato dagli animali per lo meno quelli che abitano il bosco, lontani da occhi e pericoli. Semmai i suoi soggetti potevano essere quelli più vicini, animali domestici che condividono, anzi condividevano la nostra quotidianità” - Come conciliava l’attività lavorativa in pasticceria con il richiamo per l’obbiet- notorietà che la sua attività gli avrebbe potuto regalare”. - La montagna era l’habitat naturale, il luogo nel quale si sentiva più a suo agio? “Era fanatico della montagna, di una montagna che allora fortunatamente non aveva ancora dovuto fare i conti con un turismo di massa che avrebbe irrimediabilmente stravolto il territorio. Ho molte foto scattate anche in altre zone, ma la “sua” montagna era questa, l’Altopiano. Un ambiente che, sia io che mio fratello Gianni, grazie a lui scoprimmo e imparammo ad amare. Per noi piccoli accompagnarlo nei tour fotografici era una vera e propria impresa perché, per la sua precisione millimetrica, ad uno stesso soggetto scattava decine di foto fino a quando il risultato otte- tivo? “Riusciva ad aiutare i suoi genitori nell’attività di famiglia, ma anche a ritagliarsi momenti per la sua passione, alla quale dedicava tutto il tempo libero, durante la bassa stagione anche l’intero fine settimana. Nonostante la fotografia lo assorbisse totalmente, riusciva a seguire anche altri hobby: amava molto la musica classica, soprattutto quella russa, l’opera, aveva suonato il violino. E adorava il cinema. Frequentava abitualmente la sala dell’Astra, magari unico spettatore pagante. Aveva una grande manualità che applicava sia al lavoro in pasticceria “sistemando” le macchine impastatrici, sia alla fotogra- fia come gli capitò più volte di fare all’Osservatorio Astronomico, per il quale nel 1941 divenne fotografo ufficiale. Riuscì addirittura a realizzare una lavatrice copiando il modello che un emigrante aveva portato con sé dal Belgio”. - Un artista nel vero senso della parola? “Riconosco che mio padre fosse una persona anomala, poteva risultare un carattere difficile; bianco o nero, per lui non esistevano mezze misure. Era una persona schiva, solitaria, fondamentalmente un timido, amabile e cordiale, ma bisognava saperlo prendere. Fotografava prima di tutto per sé stesso, non era attratto dalla pubblicità, né tanto meno dalla nuto non fosse perfetto. Perfetto, altrimenti non andava bene. Sopra la pasticceria aveva lo studio con la camera oscura e le vasche con i liquidi di sviluppo per ottenere le stampe: il suo regno pressoché inaccessibile. Io avevo il permesso di entrare in quel mondo però solo con il suo permesso”. - Cosa ne è stato di tutta la sua produzione? “E’contenuta in un armadio zincato dove sono raccolte circa ventimila foto, per la maggior parte diapositive. La sua attività iniziò come per tanti altri colleghi con l’immortalare le cerimonie religiose o i momenti felici della vita altrui; ben presto lasciò perdere quei soggetti che non facevano per lui. Con moderazione, anche la sua famiglia è passata da- vanti all’obbiettivo. Lui però doveva fotografare ciò che sentiva, quello che l’ambiente gli trasmetteva e per ciò si metteva in ascolto”. - Cosa le ha insegnato suo padre? “Era una persona di grande onestà e sensibilità. Poteva contare su un sesto senso che penso mi abbia trasmesso. La malattia che lo ha colpito, della cui gravità con noi figli ha sempre cercato di smussare gli spigoli più dolorosi, ha ridotto progressivamente ma drasticamente anche la sua produzione fotografica. Amava la montagna, gli piaceva affrontarla camminando a viso aperto. Da quando ciò non gli è stato più possibile, anche l’obbiettivo si è chiuso per sempre”. Giovanni Rattini Fotoreporter per caso Sandro Brazzale è nato a Bassano del Grappa l’11 giugno 1924 in una famiglia originaria dell’Altopiano, dove quattordicenne fece definitivo ritorno. I Brazzale gestivano la pasticceria in Corso IV Novembre che nel 1985 sarebbe stata ceduta definitivamente ad una cugina. Sandro imparò presto il mestiere di famiglia che però gli stava un po’ stretto. Fu il caso o il destino a “regalargli” la prima macchina fotografica, arrivata grazie ad un omaggio di una ditta fornitrice di prodotti per pasticceria. Fin da ragazzo fu attratto dalla bellezza della montagna che cercò sempre di cogliere e trasmettere nella sua instancabile attività di fotografo. Autodidatta nel vero senso della parola, nel 1941 divenne fotografo ufficiale degli Osservatori Astronomici e Astrofisici dell’Università di Padova. Fotoreporter nell’ultimo periodo del conflitto mondiale, divenne professionista nel 1948, incrementando giorno dopo giorno quell’archivio personale che oggi conta circa 20.000 fotografie. Divenne “Membre Individuel de l’Europhot” (Associazione Internazionale dei fotografi professionisti) collegata con il Fondo Internazionale per la promozione della cultura dell’UNESCO e con vari altri organismi europei, con la qualifica di “fotogiornalista” come risulta dal Passaporto Europhot rilasciato l’11/04/ 1977. Nel 1983 venne insignito del titolo di Maestro Fotografo Europeo, qualifica che riconosce esplicitamente eccezionale creatività e indiscutibile tecnica. Le sue opere hanno fatto il giro d’Europa partecipando a mostre e incontri di fotografia. Cominciò nel 1977 da Belgrado e poi Colonia, Parigi, Friburgo, Palma De Mallorca, Landshut, Zell am See. Nel 1978 le foto del suo amato Altopiano sbarcarono addirittura in Giappone dove tra Tokyo, Nagoya e Osaka partecipò a mostre confronto tra la fotografia occidentale e quella orientale. Allora era appena uscita la sua prima pubblicazione “L’Altopiano di Asiago” edito dal Lyons Club. Ma il grande successo editoriale sarebbe arrivato nel 1982 con “I Sette Antichi Comuni - Siben Alte Comoine”, il libro fotografico che illustra l’avvicendarsi delle quattro stagioni sull’Altopiano. Per questo lavoro nello stesso anno ricevette a Montecatini Terme il primo premio Airone - Premio Internazionale USTI (Unione Stampa Turistica Italiana) come migliore libro fotografico. Un successo frutto di una smisurata passione che però in quel periodo dovette cominciare a fare i conti con la malattia, che avrebbe notevolmente ridotto la sua attività e che tra complicazioni e ricoveri lo avrebbe portato alla morte avvenuta il 28 marzo 1991. 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 17 “L’Altopiano, potenziale Normandia d’Italia” CULTURA Ha al suo attivo ben 11 pubblicazioni, quasi tutte inerenti a fatti bellici accaduti sull’Altopiano, molte delle quali in collaborazione con Paolo Pozzato, ma non osa definirsi uno storico, bensì, più modestamente e semplicemente, uno studioso-ricercatore. Paolo Volpato, 45 anni, nato e residente a Roma, impiegato presso un organo costituzionale con la qualifica di ragioniere, è un innamorato dell’Altopiano, del suo paesaggio e della sua storia. “Sono originario di Pianezze – spiega - dove spesso torno e per questo mantengo un forte legame con il territorio vicentino. Trascorrendo sin dalla nascita le vacanze estive proprio a Pianezze, ho conosciuto da subito l’Altopiano. Ho percorso tante volte i sentieri che attraversano i suoi boschi e ho anche giocato nelle tante trincee che ne segnano il territorio. Oggi il legame si è ancor più saldato grazie anche ai rapporti di collaborazione che ho con la Comunità Montana dei Sette Comuni e con l’Associazione Nazionale Alpini. Ma soprattutto è il piacere, ogni volta che il tempo me lo permette, di venire a camminare in montagna e scoprire un territorio che disintossica corpo e mente”. - Come nasce e si sviluppa questo suo interesse per i fatti della Grande Guerra? “La storia è sempre stata un mio interesse, credo di essere stato uno dei pochissimi diplomati di istituto tecnico commerciale ad aver porta- Intervista con l’appassionato studioso dei fatti della Grande Guerra Paolo Volpato, autore di 11 pubblicazioni sull’argomento. “Questo territorio deve diventare un luogo di pellegrinaggio, di visita, di recupero della memoria, sia d’estate che d’inverno” to l’esame di storia alla maturità, ma mi piace citare un paio di episodi. Alcuni anni fa, un’estate con degli amici camminando nei prati vicino all’aeroporto ci siamo imbattuti in un’area piena di schegge, shrapnels, i resti della guerra. Un secondo episodio: la visita, ormai adulto, del Salto del Granatiere e l’acquisto delle prime pubblicazioni per sapere cosa veramente fosse successo. E poi fondamentale il piacere di scrivere, la curiosità di cercare, scoprire e raccontare. Devo poi ringraziare Paolo Pozzato che ha creduto nelle mie capacità. Nei libri, con lui, molto spesso, trattiamo un argomento sotto due punti di vista: quello italiano, da me trattato, e quello austroungarico, che il Prof. Pozzato analizza puntualmente grazie alla profonda conoscenza delle fonti dell’allora “nemico”. Proprio “Nemici sull’Ortigara” è uno degli esempi meglio riusciti, grazie anche alle bellissime foto dell’inesauribile archivio di Ruggero Dal Molin, ma anche “Monte Cengio, realtà e leggenda di un campo di battaglia”, o il più recente “Solstizio di sangue”, dove abbiamo spostato il nostro sguardo sul vicino settore del Grappa”. - Dopo novant’anni, cosa rappresenta la Grande Guerra? “Credo la scoperta, per alcuni riscoperta, di un passato che non è poi tanto lontano e che ha interessato praticamente tutte le famiglie italiane. L’incertezza del futuro ci fa aggrappare alle storie del passato, ci porta a scoprire le nostre radici, l’opera dei nostri nonni, a capire il cammino percorso da una nazione, anzi da un intero continente”. - E’ sempre vivo un grande interesse per questa parte della nostra storia, gli appassionati sono davvero tanti. Sull’argomento si sfornano libri su libri, non rischia di essere un tema troppo inflazionato? E’ possibile dire e raccontare qualcosa di nuovo e di inedito sul primo conflitto? “Credo che le pubblicazioni oggi dovrebbero orientar- si su due filoni: quello divulgativo, semplice di impatto diretto, per coloro che si avvicinano alla storia della grande guerra cercando ricostruzioni serie e che appaghino le tante curiosità suscitate, perché no, anche dalla visita di una trincea; quello specialistico, per chi vuole approfondire tematiche trattate poco o in tempi in cui la letteratura di guerra e la storiografia erano dibattute ancora come cronaca. Il distacco dato dal tempo trascorso ci consente oggi di compiere ricerche analitiche negli archivi, finalmente accessibi- li, rettificano alcuni luoghi comuni e mettono in luce ruoli e comportamenti dimenticati, nascosti o da leggere in un’ottica diversa”. - Anche questa pagina storica fra qualche anno verrà probabilmente archiviata come archeologia. L’interesse e l’attenzione, mantenuti vivi anche da tante celebrazioni e manifestazioni organizzate dai vari corpi d’armata, saranno col tempo destinati a calare? “Oggi si studiano ancora le imprese dei faraoni dell’Antico Egitto o degli imperatori dell’Impero Romano, un po’ meno le vicende delle guerre d’indipendenza italiane. L’int e r e s s e della storia recente si alimenta finchè sono ancora vive le sue memorie, si creano dibattiti. Sta a noi divulgatori la responsabilità di mantenere vivo il ricordo della grande guerra, un evento che ha coinvolto in maniera drammatica milioni di italiani e che, qui forse sta il dilemma, è stato per certi versi rimosso dalla memoria collettiva”. - L’Altopiano e la grande Guerra, tra storia e turismo. Si sta sfruttando bene questa risorsa in chiave turistica o c’è qualcos’altro che si può fare secondo lei? “Credo che parte dell’accrescimento del contributo all’interesse debba essere addebitato agli enti locali, a chi amministra zone come l’Altopiano dove le testimonianze la- sciateci sono tantissime e tutte degne di essere mantenute. Per far questo però, occorrerebbe dare impulso a due fattori: la sinergia tra tutti coloro che hanno a cuore l’argomento, la divulgazione del territorio e delle sue vicende sfruttando a fondo tutte le opportunità che oggi ci offrono le moderne tecnologie. Io ripeto spesso che l’Altopiano di Asiago può e deve diventare quello che è la Normandia per la Francia. Un luogo di pellegrinaggio, di visita, di recupero della memoria, favorito oltretutto da un paesaggio naturale di montagna unico e assolutamente da valorizzare. Se pensiamo che la città di Asiago non ha un museo pubblico sulla grande guerra, un polo di ricerca, una manifestazione annuale di risonanza nazionale, già si intravedono le potenzialità che offre la materia. Il recupero dei manufatti è di primaria importanza, ma è d’inverno che si gettano le basi per un buon raccolto e poiché la neve impedisce per buona parte dell’anno di percorrere gli itinerari della guerra, la creazione di un polo museale frequentabile nella stagione fredda già sarebbe un grosso passo avanti. Appunto sinergia tra istituzioni e associazioni, divulgazione e pubblicizzazione su tutto il territorio nazionale e europeo”. Stefania Longhini 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 18 L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale RUBRICHE Per quanto tempo vanno conservate bollette, tasse e ricevute senza correre il rischio di non poter dimostrare l’avvenuto pagamento, ma anche evitando di riempirsi la casa di scartoffie? Per rispondere alla domanda occorre avere presente il concetto di prescrizione. La prescrizione è il termine di legge entro il quale il titolare di un diritto può esercitarlo (art. 2934 del Codice Civile), trascorso tale termine il diritto si estingue. Non tutte le prescrizioni, però, hanno la medesima durata, per questo occorre distinguere a seconda del diritto alle quali si riferiscono. Ecco, quindi, un piccolo promemoria su quanto conservare i singoli documenti per evitare che il titolare del diritto possa opporre il mancato pagamento, ma senza, allo stesso tempo, ingolfarsi di pezzi di carta divenuti oramai inutili. Vanno conservati: - due mesi Gli estratti conto bancari e postali (trascorsi 60 giorni le banche non accettano più contestazioni, ma si hanno Dopo quanto tempo si buttano le bollette? comunque 10 anni di tempo per impugnare l’estratto conto in caso di errori ed omissioni od altre irregolarità); - sei mesi Le ricevute emesse dagli alberghi e dalle pensioni per l’alloggio ed il vitto che somministrano. - un anno Le ricevute di pagamento delle rate dei premi assicurativi (ma se le quietanze sono state utilizzate a fini fiscali come capita, per esempio, con le polizze vita, si devono tenere, invece, per cinque anni); le ricevute di pagamento delle lezioni private effettuate da insegnanti; le rette scolastiche e le ricevute delle iscrizioni a scuole o palestre private; gli scontrini d’acquisto dei commercianti (anche se sarebbe opportuno conservarli per il tempo di durata della garanzia del bene acquistato, quindi per almeno 26 mesi); gli scontrini d’acquisto dei farmacisti; le ricevute di operazioni bancarie e dei bonifici; le ricevute di pagamento degli spedizionieri e dei trasportatori (op- pure 18 mesi se il trasporto inizia o finisce fuori dall’Europa); la ricevuta di pagamento della provvigione al mediatore. - tre anni Le ricevute di pagamento dei bolli auto (anche se, nel frattempo, l’auto fosse stata venduta); le ricevute di pagamento per l’opera prestata da artigiani, come imbianchini, muratori, idraulici, elettricisti (anche se, per maggior prudenza, sarebbe consigliabile conservarle per dieci anni); le parcelle dei professionisti (avvocati, commercialisti, notai, architetti) a partire dalla fine del rapporto; le cambiali (dalla loro scadenza); - quattro anni Le ricevute di pagamento della tassa rifiuti (la “prova” del pagamento va tenuta fino al 31 dicembre del quarto anno successivo al pagamento). - cinque anni Le bollette delle utenze domestiche (acqua, gas, luce, telefono), anche se sono saldate con domiciliazione bancaria da cui appare che i precedenti pagamenti sono stati effettuati re- golarmente: in questo caso è importante conservare anche gli estratti conto della banca dove viene attestato il pagamento. Il termine aumenta se vi sono contestazioni in corso. Le ricevute di pagamento delle sanzioni per violazioni al Codice della strada (dal giorno della notificazione del processo verbale di constatazione, ma fatte salve le cause di interruzione -esempio: notificazione della cartella di pagamento dopo il verbale, ma prima del compimento del quinquennio; la notificazione fa decorrere un altro quinquennio-). Si ricorda che le contravvenzioni debbono comunque essere notificate al trasgressore entro centocinquanta giorni dalla data dell’avvenuto fatto. Rimane ancora da definire l’assetto legislativo dei fermi amministrativi dei veicoli. I pagamenti tutti effettuati tramite conto corrente; Le ricevute di versamento dell’ICI (dall’anno successivo al versamento); I pagamenti dell’IVA e IRPEF (a partire dall’anno successivo alla dichia- razione); le ricevute di pagamento dei canoni di locazione (affitto) mensili o trimestrali; le ricevute di pagamento delle spese condominiali; i documenti relativi alla ristrutturazione della casa con detrazione fiscale (fatture, ricevute, bonifici bancari e tutta l’altra eventuale documentazione comprovante le spese di ristrutturazioni), fino a quando, cioè, non si prescrive il periodo di imposta nel quale sono state sostenute le spese medesime. - dieci anni Le ricevute di pagamento del canone RAI (il termine di legge sarebbe cinque, ma una recente sentenza l’ha allungato a dieci); le ricevute di pagamento relative alla telefonia mobile (cellulari); i giustificativi di versamento dei contributi per collaboratori domestici (colf, baby sitter, badanti); - per sempre Le lettere di assunzione, di licenziamento e di dimissioni; il libretto di lavoro; le buste paga; le attestazioni di versamento dei contributi previdenziali (INPS); i diplomi scolastici; i documenti di matrimonio, separazione e divorzio; gli atti notarili; i contratti d’affitto; i risultati di esami medico-clinici; le rate del mutuo, ma solo fino all’estinzione del mutuo stesso. in fondo. Quello che “fa bene” al bambino è sentire che il genitore, in un modo o nell’altro, ha le idee chiare e può costituire una guida solida e di valore. Altra riflessione interessante riguarda l’uso delle proprie emozioni negative. Descrivevo il mio stupirmi dell’aggressività libera dei ragazzi di scuola media, che peraltro mi hanno parzialmente smentito in un’esperienza scolastica successiva (come avevo previsto). Un lettore mi ha fatto notare come ci siano pochi contesti rispetto al passato dove poter sfogare i propri impulsi primordiali. Una volta, dice sempre il lettore, ci si poteva scontrare di più in situazioni educative “a misura” dei ragazzi. Ora tutto ciò è vietato e visto come incivile tanto che alcune “ragazzate” possono essere interpretate come bullismo, mentre in tv ci si scanna a pagamento nelle pubbliche arene. Sicuramente diamo un cattivo esempio ai figli se guardiamo quegli orrori in televisione, ma non dimentichiamoci che fa parte della nostra natura scaricare le emozioni negative quali la rabbia e l’aggressività perché è un istinto biologico. Quello che non va bene, a mio parere, è che i ragazzi devono comprendere la differenza tra scornarsi per finta e sul serio. Se un figlio vede un padre aggredire maleducatamente un altro automobilista per far valere i propri diritti a discapito di quelli altrui, è aggressivo sul serio. Se il ragazzo, in una gara ove c’è un premio in palio aggredisce il compagno perché lo ritiene stupido o d’intralcio per il suo obiettivo, è aggressivo per davvero. Se si gioca a lotta e ci si pesta di santa ragione, ma poi svestito il ruolo di lottatore si torna amici come prima, si fa finta. Se si prende in giro un compagno facendolo diventare oggetto di scredito dal suo gruppo di riferimento, si fa sul serio, ed è bullismo. E l’adulto educatore deve riconoscere la differenza, per poterla insegnare. Buon Natale, che siano per tutti giorni sereni! Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo redazione.altopiano@tiscali.it o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 Asiago (Vi)” LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA La psicologia e la pedagogia sono scienze? Quali modelli educativi utilizzare? Risposte ad alcune riflessioni nate dalle lettere dei lettori Sono molto contento perché a seguito del mio articolo del numero precedente, ho avuto più scambi di idee, seppur brevi ed “elettronici”, del solito; probabilmente l’argomento e il modo di proporlo ha fatto effetto. A proposito, colgo l’occasione per rispondere alle lettere di alcuni lettori e per sviluppare ulteriormente il discorso che, vi ricordo, verteva sull’educazione, sull’egoismo, sulle cause di certe emozioni e dei comportamenti problematici dei nostri ragazzi. Il discorso è molto ampio, me ne rendo conto, ma a volte è necessario staccarsi dalla specificità di un argomento (cosa che può giustamente annoiare qualcuno) e permettersi una visione più allargata della realtà e una riflessione più personale che professionale. Un lettore si è soffermato sulla progressiva chiusura e la poca disponibilità alla collaborazione che si percepisce nelle persone, prevedendo difficoltà dal punto di vista turistico e politico sul nostro altopiano. Il mio ragionamento partiva da un breve excursus sul cambiamento culturale del gruppo familiare, adducendo al senso di autonomia e al maggior benessere le cause dell’isolamento “entro le mura di casa” e dell’alzata di barriere fisiche e psicologiche nei confronti dei vicini. Confermo l’impressione del lettore che ringrazio, e confermo come il non rendersi conto che “siamo tutti sulla stessa barca” (anche se viviamo in montagna) può portare a inutili scontri campanilistici e una mancanza di lungimiranza politico-sociale che ci creerà notevoli difficoltà come comunità altopianese. Qui mi fermo, perché sento di non poter dire nulla d’interessante essendo troppo “fuori campo”. Mi preme comunque sottolineare che il senso prosociale, la solidarietà, la percezione di avere bisogno dell’altro, sono valori che dovrebbero crescere nel bambino come naturale predisposizione alla vita civile e allo spirito di gruppo. Sarebbe bello, ad esempio, vedere una scuola riorganizzata in modo da favorire il lavoro cooperativo, l’assunzione di ruoli distinti da parte degli alunni per costruire progetti comuni, l’incitamento alla realizzazione individuale in parallelo al rispetto e al riconoscimento dell’altro, del diverso, del più debole. Strumenti educativi ce ne sarebbero molti, così come ci sono e andrebbero utilizzati in famiglia. Per non essere troppo teorico, mi appoggio alla riflessione di un altro lettore che mi ha proposto una visione in parte alternativa e in parte critica al mio pensiero. Si ragionava sul fatto che venti o trent’anni fa il modello educativo di riferimento era simmetrico, e metteva sullo stesso piano genitori e figli per quanto riguarda il ruolo. “Essere amici dei figli” era il dictat, per sviluppare individualità libere senza calcare la mano con autorità e stile punitivo; tante carote e pochi bastoni. In seguito, gli esperti sono tornati a rivalutare la netta definizione di ruoli; più bastoni che carote, insomma. Il lettore, un po’ frastornato da una psicologia che fa e disfa quanto detto nel giro di pochi anni, mi chiede se sia possibile che la psicologia educativa sia così contraddittoria. Gli rispondo, sereno, che è così per ogni scienza. Le teorie scientifiche possono modificarsi per successivi cambiamenti dovuti alla ricerca sperimentale che, per ipotesi ed errori, si corregge e adotta nuovi metodi e tecniche (es. la chirurgia), oppure per rivoluzioni che cambiano radicalmente il paradigma di riferimento (es. la rivoluzione copernicana). Quando vediamo trasmissioni televisive in cui intervengono esperti in psicologia e psichiatria, dobbiamo prendere quello che dicono con i guanti, le pinze e una tuta protettiva. I tempi televisivi, i palinsesti e i format di informazione non sono assolutamente adatti per la divulgazione di una psicologia seria, pertanto i personaggi famosi che popolano i noti salotti esprimono spesso pareri personali più che professionali, forti del loro potere dialettico creando confusione assoluta nello spettatore e scredito per la comunità scientifica di riferimento (quante diagnosi irrispettose azzardate!). Tornando a bomba, lo stile educativo nel tempo è destinato a cambiare a seconda del momento culturale, politico, economico e scientifico. Mi vien da dire: lasciamo che l’uomo esplori! A noi interessa che esistano teorie da sperimentare sul campo, che dobbiamo adottare con cognizione di causa e senso di responsabilità educativa. Io la penso così: come genitori possiamo sbagliare, sbaglieremo, ma lo faremo con coscienza e con il massimo dell’onestà intellettuale e della coerenza. Scegliamo un modello educativo, facciamolo nostro e portiamolo fino Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: stefanorigoni@hotmail.com 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano Anno internazionalewww.giornalealtopiano.it dell’Astronomia 19 Le comete nell’arte e nella scienza CONCO: ORSOLINA BAGNARA Da Conco dove sono nata, il Trenino dell’Altopiano è sempre stato molto lontano, un po’ come i ricordi di quelle poche occasioni che ho avuto per vederlo, salirci e finalmente viaggiare. Nel mio paese non passava nemmeno uno scassato torpedone che ci collegasse alla pianura. Per frequentare le scuole professionali di Taglio e Cucito Martini Segato a Marostica, con le mie coetanee ero costretta a percorrere a piedi circa sedici chilometri per scendere e altrettanti a salire verso casa. Noi che venivamo dalla montagna, avevamo avuto la possibilità di frequentare la scuola tre soli giorni la settimana, a “tempo pieno” come si direbbe oggi. Così per cinque anni ci siamo alzate all’alba e quando rientravamo a casa sembrava già notte fonda. La corriera tanto desiderata arrivò solo dopo la guerra, ormai troppo tardi per me che avevo già ottenuto il diploma di sarta. Risale a quegli anni anche il mio primo viaggio con il Trenino. Dovevo averne 15 o 16 quando con mia madre siamo partite da Piovene Rocchette per tornare a casa. Abitavamo ancora a Conco, ma d’estate ci trasferivamo a Campomezzavia dove lei gestiva una piccola pensione. Non ricordo come fossimo scese in pianura, sicuramente non sulla via ferrata. Prima di salire, mia madre che aveva fatto spesso quella tratta, perché da giovane viveva ad Asiago e per commissioni collegate al suo lavoro si recava di frequente alla Filatura Rossi, mi fece indossare una specie di vecchio spolverino e coprì la mia testa con un foulard. Il motivo per il quale ero stata così addobbata, l’avrei scoperto solo una volta arrivata alla stazione di Asiago. Salimmo sul Trenino, un mezzo di trasporto caratteristico ma per niente comodo, prendemmo posto su panche di legno altrettanto scomode. I finestrini erano spalancati e l’aria faceva sventolare tende nere di fuliggine. Dopo il primo tratto pianeggiante, una volta superata la stazione di Cogollo del Cengio, mi colpì il rumore di ferraglia quando la locomotiva salì sulla cremagliera. Da quel momento in poi mi sono sentita partecipe di una smisurata fatica, molto coinvolgente. Percepivo il Trenino non solo come un mezzo meccanico inanimato, ma come un vero e proprio animale, come un bovino, la Vaca Mora appunto, che ansimava e sembrava non ce l’avrebbe mai fatta ad arrivare in cima. A Campiello, dopo la sosta per tirare il fiato e fare scorta d’acqua, il Trenino pareva avesse buttato alle spalle tutta la fatica pazientemente sopportata fino a quel momento, cosicché la sua corsa a tutt’altra velocità poteva riprendere annunciata da un fischio intermittente. Ad Asiago mia mamma mi tolse spolverino e foulard che nel frattempo avevano assunto lo stesso colore delle tende ai finestrini. Un dito di polvere nera si era depositata sui sedili e sul mio naso, come scoprii dopo essermi guardata allo specchio. Una volta sposata rimasi a vivere a Conco, troppo lontana dalla ferrovia, così diventarono rare le occasioni di salire in vettura. Riuscii però a portarci Giuseppe, il mio primogenito. Con mio marito Carlo Girardi non usammo il Trenino per il viaggio di nozze, cosa che allora facevano in molti. Anche mia cugina Osvalda Rigoni, la nonna di Enrico Fabris, l’olimpionico di pattinaggio. Si sposò così presto ad Asiago quella mattina del 29 dicembre 1945, che la sera precedente il suo matrimonio fui costretta a dormire a casa di un’altra cugina alla Contrada Pennar, per essere pronta prima dell’alba ad accompagnarla all’altare. Come capitava spesso, il matrimonio veniva celebrato alle prime ore del giorno, per dare modo agli sposi di festeggiare con gli invitati, prima di correre in stazione per il tanto sospirato viaggio di nozze. Le mete più gettonate erano la Basilica di Monte Berico a Vicenza o quella di Sant’Antonio a Padova. Osvalda e Vittorio prima di salire sul vagone, ci invitarono a scaldarci davanti ad una fumante cioccolata al bar “Alla Torre” situato all’angolo di corso IV Novembre. I festeggiati partirono vestiti come si erano sposati. Erano anni molto difficili. Appena finita la guerra non ci si poteva certo permettere un matrimonio in bianco. Era più probabile si fosse invece costretti ad indossare un cappotto, magari rivoltato. In quelle condizioni, il viaggio di nozze era tale anche se la stazione di arrivo era quella di Piovene Rocchette e se il pranzo del giorno più importante consisteva solo in qualche fetta di formaggio con la polenta. Con la fine del conflitto e l’arrivo degli americani, si voleva dimenticare prima possibile la tragedia vissuta, gettare alle spalle tutto ciò che ricordava quel passato così doloroso. Stava prendendo piede una certa mania del nuovo a scapito del vecchio o presunto tale. Anche il Trenino faceva parte di quel passato e andava eliminato. D’altro canto tutto quel materiale faceva gola ai tanti recuperanti che sull’Altopiano sbarcavano il lunario rischiandola vita. Via la rotaia, semmai sostituita da qualcosa di più moderno, magari su gomma. Tra i contrari a questa scelta anche mio zio Umberto Rigoni, che aveva lavorato con Guglielmo Marconi, il quale, pur riconoscendo la necessità di un ammodernamento degli impianti e delle vetture, non trovava giusto distruggere una ricchezza di così grande valore storico. Per difendere le sue idee si diede molto da fare, fino a compromettere anche la salute. Quando nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, quella decisiva, si capì che non c’erano davvero più speranze, venne addirittura insultato ed umiliato per la scelta che aveva sempre strenuamente difeso. La festa del Natale è da sempre indissolubilmente legata ed abbinata all’apparizione della stella cometa. Proprio durante il periodo natalizio verrà riproposta ad Asiago una mostra iconografica dal titolo “Comete nell’arte e nella scienza: da Giotto a Giotto”, già realizzata nel maggio 2007 in occasione de “La nuit des musées”, la celebre iniziativa proposta ogni anno a tutta Europa dai Musei di Francia a cui allora aderì anche il Museo La Specola dell’Osservatorio Astronomico di Padova. La mostra, curata da Luisa Pigatto, Antonello Satta e Valeria Zanini, propone le immagini di comete dipinte nell’arte a partire da quella affrescata da Giotto nell’adorazione dei Magi nella Cappella degli Scrovegni di Padova nel 1304 (il dipinto nel quale per la prima volta si trova la rappresentazione naturalistica della famosa stella), assieme ai disegni incisi in libri antichi, fino a quelle della cometa di Halley riprese nel 1986 dalla sonda spaziale Giotto. Con l’occasione verrà anche messo in vendita un opuscolo all’interno del quale saranno allegati gli occhiali anaglifi necessari per osservare in 3D le immagini stereoscopiche riportate sui pannelli. La mostra, con ingresso gratuito, verrà esposta al Museo “Le Carceri” di Asiago dal 21 dicembre al 1 gennaio (10-12.30 e 16.00 -20). Dal giorno successivo e per tutto il 2009 la rassegna sarà ospitata nei locali dell’Osservatorio Astronomico di Asiago, in località Pennar, visitabile da turisti e studenti che parteciperanno agli incontri di astronomia programmati durante l’anno (0424/ 462221-464081). Un La cometa Donati evento importante per raffigurata a annunciare come il Parigi il 5 ottobre 1852 nuovo anno sia stato proclamato dall’ONU già nel dicembre 2007, Anno Internazionale dell’Astronomia. La proposta è arrivata fin dal 2003 dall’International Astronomical Union (IAU) che intendeva celebrare i 400 anni del primo uso astronomico del cannocchiale da parte di Galileo Galilei che nel 1609, sotto i cieli veneti, rivolse lo strumento da lui costruito verso la Luna, portando a quelle rivoluzionarie scoperte celesti che offrirono all’umanità una nuova visione dell’universo, impensabile fino ad allora. All’evento reso possibile grazie alla collaborazione del Comune di Asiago, dell’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica (IAT) della Provincia di Vicenza, sede di Asiago, e del Consorzio “Vicenza è”, è abbinata la conferenza di Cesare Barbieri, professore ordinario di Astronomia all’Università di Padova “Navigando tra comete, pianeti e asteroidi: novità dallo spazio” in programma sabato 3 gennaio alle ore 18 nell’aula magna delle scuole elementari di Asiago in via Bertacchi. A partire da domenica 28 dicembre alle ore 21e per tutta la settimana successiva, presso la Sala Multimediale dell’Osservatorio in località Pennar, proseguiranno gli incontri di astronomia per il pubblico e le osservazioni guidate del cielo. Ingresso solo su prenotazione (0424/462221-464081). Giovanni Rattini 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 20 DALL’EUROPA ALL’ITALIA E’ ANCORA DOMINIO VIPERS Asiago ancora una volta riscrive la storia dell’hockey inline. Per la terza volta è campione d’Europa. Nove giorni più tardi alza al cielo pure la Coppa Italia (la quarta) Pagina a cura di Stefano Angonese Foto: di Marco Guariglia Da una coppa all’altra, da due anni a questa parte, senza soluzione di continuità. Ormai diventa sempre più difficile trovare le parole per narrare le gesta degli Asiago Vipers, che, dopo l’ultima stagione perfetta, hanno iniziato quella che coincide con il decimo compleanno del club ripartendo da dove avevano lasciato qualche mese prima. Vincendo. Anzi meglio ancora, confermandosi. In Europa. E poi pure in Italia. Tanto per far capire che la “fame” non si placa. L’Europa. L’ennesima impresa. C’è poco da fare. Anche stavolta capitan Sartori e compagni ce l’hanno fatta. In barba a tutto e a tutti. Campioni d’Europa! Ancora una volta. La terza. La seconda di fila. L’ennesima impresa, perché, parliamoci chiaro, alla vigilia non c’erano poi tutte queste certezze di riportar subito a casa la “coppa dalle grandi orecchie”. Arrivare in finale sì, vista la corsia preferenziale guadagnata con la vittoria dell’anno precedente, ma vincere era tutta un’altra storia. Ma questa squadra è abituata a scrivere e a riscrivere la storia di questa disciplina. Una volta di più ha dimostrato di non fallire gli appuntamenti che contano. Mica roba da poco, questa. Ma vi ricordate quel naufragio in riva all’Atlantico, ad Anglet (Francia), nel dicembre di due anni fa? Beh, da allora questa squadra non ha più perso una sola finale (incluse le serie scudetto con l’Edera Trieste). Una marcia inarrestabile, come quella verso la finale di Champions. I campioni di Svizzera (Zugo) e Germania (Kaufungen) erano ben poca cosa e sono stati spazzati via senza particolari problemi. Troppo il divario, nonostante le “vipere” non fossero al meglio e neppure nella loro versione più forte, come nel 2007. In pratica, quarti di finale e semifinale si sono tramutati in un paio di allenamenti in vista della finale dove ci si attendeva la super sfida con i campioni di Francia, e storici rivali, del Rethel, che avevano organizzato la “Final Eight” a domicilio con l’obiettivo (quasi un’ossessione per loro) di tornare in cima all’Europa. Niente da fare. I “diavoli” sono stati spediti all’inferno, in semifinale, dal Valladolid campione di Spagna, anch’esso in versione “light” rispetto alla precedente edizione, ma pur sempre una signora squadra. E così, per il secondo anno consecutivo, a contendersi la “Champions” c’erano ancora loro, Asiago e Valladolid. Ma la rivincita non ha avuto storia. << Una volta fuori Rethel sapevamo che la “Champions” sarebbe tornata sull’Altopiano. Valladolid aveva speso moltissimo in semifinale >>. Onesta e sincera l’analisi nell’immediato dopo gara di capitan Cristiano Sartori. Asiago non ha sbagliato praticamente nulla, dall’approccio alla gestione, ipotecando il trionfo già nel primo tempo chiuso avanti di tre reti. << Grande partenza – racconta al cellulare il capitano – “a razzo russo” (e ride di gusto insieme all’amico Jimmy Canei, nell’occasione vice allenatore) e primo tempo perfetto >>. Nel secondo, invece, la formazione diretta da Roberto Varotto (che bel debutto continentale per lui!) ha dapprima fallito il colpo del ko, quindi controllato il tentativo di ritorno degli iberici, calati alla distanza complici gli sforzi del giorno prima, e, infine, “sprintato” in solitaria verso il traguardo (5-1). << E’ stata la vittoria del cuore Vipers >>. Questa la definizione, a caldo, del pres Fabio Forte, che una volta rientrato alla base ha poi aggiunto: << Alla vigilia non ci avrei scommesso, sono sincero. Arrivare in finale sì, ma vincere ancora… . E’ la consacrazione di una squadra che ha acquisito ed affinato la mentalità giusta, quella vincente, che ci ha permesso di conquistare sedici trofei in dieci anni (poi in bacheca è arrivata pure un’altra Coppa Italia ndr). Sono felice, sia chiaro: vincere porta prestigio, accresce la nostra immagine, ma non posso perdere di vista la quotidianità ed i pro- blemi che ancora ci sono. Come ho già detto prima di partire per la Francia non è semplice mandare avanti questa realtà. Spero che tutto que- 8 Sabato 13 dicembre 2008 sto possa dare nuovo impulso >>. Ma questa è anche la vittoria del gruppo, o del blocco Vipers (per la solidità) se preferite, ed anche di quei giocatori meno appariscenti, ma preziosi e pronti alla “chiamata” quando serve (vedi alla voce terza linea, con Luca e Filippo Tessari, Mirko Ceschini, Paolo De Luca). << Sono contento per chi ha saputo prendersi delle belle soddisfazioni – aggiunge Forte – sapendo anche aspettare il momento per farlo, cogliendo l’attimo. Credo che alla fine le scelte operate fino a questo momento abbiano sempre dato ragione >>. Una vittoria come sempre diversa dalle altre. << Nel 2005 – dice il capitano Sartori – fu particolare, unica, perché era la prima volta e perché si trattava di un successo collettivo, di tutte le persone che avevano contribuito all’organizzazione di quell’evento. L’anno scorso è stato bellissimo, perché il livello della competizione era davvero elevato. In finale abbiamo superato un avversario forse più forte di noi. Quest’anno, invece, è stato un po’ strano: la vigilia diversa dal solito e poi la formula, assolutamente da rivedere se si vuol far crescere l’inline, che non garantiva lo stesso spettacolo; il divario tra le prime tre e le altre era abissale. Ma alla fine quando alzi al cielo quella coppa, beh…ogni volta è speciale! >>. L’Italia. Giusto il tempo di rientrare a casa, stravincere due partite di campionato con Forlì (11-1) e Ferrara (13-2) e poi sotto con un’altra finale. Quella di ritorno della Coppa Italia contro i Diavoli Vicenza. All’andata vittoria risicata (4-5). Bastava non perdere, ma vi immaginate una partita con i Vipers a fare calcoli? Non esiste. Altra partenza “a razzo russo” per dirla alla Sartori e per gli avversari è l’inizio della fine. Pochi secondi per capire che non c’è spazio per l’ipotesi ribaltone, non stavolta. Vicenza fa che quel può per arginare lo strapotere di Asiago, anche se non ci mette la stessa intensità (anche emotiva) dell’andata. Immarcabile la prima linea dei “gemelli diversi” Mantese-Comencini dietro, Mosele (Ricky)-Frigo davanti. Al 12’ è già 4-0 ed il trofeo della coccarda prende già la via dell’Altopiano. A guastare il derby ci pensano purtroppo gli arbitri, azzoppando lo spettacolo di un secondo tempo ammorbato dalle loro decisioni. Alla fine è 6-2 per i Vipers, con i Diavoli che escono comunque a testa alta dal doppio confronto. Per la Rigoni di Asiago Vipers dei record si tratta della quarta Coppa Italia, la terza consecutiva (mai nessuno c’era riuscito) e del trofeo numero 17 o per gli scaramantici (e ce ne sono molti tra gli arancioneri) il 16°+1. l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 Il sindaco di Asiago sul trionfo europeo dei Vipers. E non solo Il 22 dicembre previsto un incontro in Comune per celebrare i successi delle “vipere” Passeggiando per il centro di Asiago, in questi giorni, non passano certo inosservati i manifesti che il Comune ha realizzato per celebrare il trionfo continentale dei “bravissimi” Asiago Vipers, attesi proprio dall’amministrazione per un momento “ufficiale” lunedì 22 dicembre alle ore 18.30. Ormai la voce “spese tipografia” è entrata direttamente nel bilancio comunale, vista la cadenza regolare dei successi di questa realtà sportiva del nostro Altopiano. Ma cosa significa questa squadra per l’Altopiano? L’abbiamo chiesto al primo cittadino, il sindaco Andrea Gios, che parla a ruota libera di hockey inline, toccando anche la spinosa questione “palasport”. << E’ motivo di orgoglio e prestigio per la nostra comunità. Quello che emerge, al di là dei risultati ottenuti in questi anni e paragonabili solamente a quelli di squadre di grandi città, sono la forza e la coesione di questo gruppo, che nel corso degli anni ha saputo credere in quello che stava portando avanti con sacrificio e passione, superare ostacoli, diventando un esempio, anche per aspetti che vanno oltre l’ambito sportivo. Una realtà che ha davvero fatto miracoli >>. Già, anche pensando ad un passato fatto di chilometri (e spese) in giro per mezza provincia alla ricerca di spazi dove poter esprimere le proprie passione ed abilità, giocando e vincendo sempre lontano da casa. Un vero peccato, per i Vipers e per l’Altopiano. E il futuro? Da anni si parla di un palasport, che ad Asiago farebbe comodo, anche per aprire nuovi percorsi legati al turismo. Una struttura polifunzionale, ad ampio respiro per idee ed attività connesse, in cui anche i neocampioni d’Europa potrebbero finalmente trovare adeguata collocazione. C’è speranza? << Al momento – dice il sindaco – c’è una situazione da risolvere in quanto lo studio di fattibilità che abbiamo commissionato è stato effettuato per una struttura che prevede una pista di 20 metri per 40. Qui la copertura finanziaria di 4 milioni di euro è già disponibile. Per ospitare manifestazioni a carattere internazionale, però, servono una pista più grande ed anche altri 2 milioni di euro >>. In pratica un bel bivio. << Nel primo caso – precisa Gios – si potrebbe iniziare anche subito; nel secondo, invece, temo che si potrebbe finire anche dopo le elezioni. La zona del Millepini dovrà essere un polo dei giovani, dove sport e cultura possano trovare la loro ideale dimensione. Si tratta di un progetto che ci sta particolarmente a cuore e per questo riteniamo sia giusto effettuare valutazioni precise, senza lasciar nulla al caso >>. Da una struttura che (ancora) non c’è ad una, invece, che già esiste e che secondo il sindaco potrebbe essere la soluzione alternativa per far arrivare subito l’hockey inline ad Asiago. << Dopo pasquetta – spiega Gios – lo stadio del ghiaccio sarà chiuso per i consueti lavori di manutenzione, ma l’idea sarebbe quella di sistemarlo (traslocando “mattonelle” e balaustre che compongono la pista attualmente in Via Cinque) per poter ospitare gli incontri dei playoff dei Vipers. L’ho proposto a Fabio Forte, sarei felice di vederli giocare qui ad Asiago >>. Un Odegar che, sempre secondo il sindaco, potrebbe essere pronto anche ad ospitare eventi internazionali come un Mondiale. << Asiago ha tutti i requisiti per organizzare una rassegna iridata di hockey inline e l’amministrazione comunale, per un’operazione del genere sia di promozione turistica che di promozione dello sport tra i giovani, sarebbe pronta a scendere in campo con un sostanzioso contributo, facendosi, inoltre, parte attiva per coinvolgere anche Regione e Provincia. Un evento simile, in un periodo come quello compreso tra fine giugno ed inizio luglio, potrebbe essere di notevole rilevanza turistica ed avere importanti ritorni anche sull’economia del territorio stesso >>. Il problema, però, è che per il 2009 i Mondiali sono già stati assegnati a Varese. Sarà per la prossima. Nel fine settimana inizia la Serie A2. ll “farm team” dei Vipers è pronto a stupire Nel weekend prende il via anche il campionato di Serie A2, per la prima volta a girone unico composto da dieci compagini. Un campionato impegnativo, sotto il profilo tecnico ed economico, con trasferte importanti, a cominciare da quella d’esordio (13 dicembre) che vedrà gli Asiago Vipers a Roma contro il Latina. Quella che affronterà la Serie A2 sarà una squadra che nelle intenzioni dovrà far crescere i giocatori più giovani al fianco di alcune “chiocce”. Il classico “farm team”, insomma, da cui la linea verde possa compiere il salto di categoria. Un progetto ed una squadra fortemente voluti dal tecnico Riccardo Marobin, che, dopo aver guidato i Black Vipers alla promozione in A1 nella scorsa stagione (poi ci fu la rinuncia), riparte da zero (o quasi) con rinnovati entusiasmo ed ambizioni. << Questa esperienza mi sta dando già grosse soddisfazioni – attacca il “Maro” – e dalle prime amichevoli ho avuto indicazioni importanti. Sono convinto che si possa lavorare bene con questo gruppo. Gli obiettivi sono semplici: vincere e far sì che il tecnico della A1, Roberto Varotto, possa, se lo riterrà opportuno, convocare in prima squadra i nostri giocatori. La filosofia del progetto è questa >>. A dare una mano al tecnico asiaghese ci sarà anche il “suo” capitano del biennio Asiago Black Vipers: Andrea Benetti, uno dei “men in black” che ha sposato questo nuovo progetto. << Sarà una bellissima esperienza. Un gruppo nuovo tutto da scoprire con tanti giovani che già stanno facendo molto bene e si sono meritati qualche apparizione in A1. Forse all’inizio pagheremo un po’ il fatto di non conoscerci a fondo, di aver giocato poco assieme, ma credo che con il passare del tempo il nostro valore uscirà. Possiamo contare su tre linee di ottimo livello per il campionato di A2 e quindi credo che anche quest’anno la seconda squadra di “casa Vipers” potrà lottare per le prime posizioni >>. Il capitano indica poi le principali favorite: << Latina, Monleale, Modena. Hanno l’esperienza ed i nomi per puntare alla promozione. Poi sicuramente qualche altra compagine che si rafforzerà quando i campionati su ghiaccio saranno terminati >>. E proprio il Latina sarà l’avversario all’esordio. << Purtroppo il debutto non sarà come speravo – afferma Riccardo Marobin – e andremo a Roma a giocare una partita delicata con gli uomini contati. E’ un peccato che questo confronto arrivi così presto, ma cercheremo di fare del nostro meglio. In ogni caso ci aspetta una lunga stagione >>. Riccardo Marobin allenatore 8 l’Altopiano Sabato 13 dicembre 2008 www.giornalealtopiano.it 22 Dopo 6 stop consecutivi CALCIO Orgogliosa impennata dell’Asiago col Fassa L’Asiago rinforza l’attacco arrivano Sterchele e Schivo Intanto per potenziare l’attacco è arrivato Luciano Aquino “Nelle prossime quattro partite – dice il ds Longhini – dovremo cercare di raggranellare almeno 8 o 9 punti. L’ambiente è sereno e fiducioso” Si avvicina ormai l’ultimo quarta della regular season e l’Asiago continua a vestire la maglia nera dell’ultimo posto in classifica, nonostante nell’ultima gara di cui rendiamo conto, il 19° turno, sia riuscito a spezzare la striscia negativa che durava da ben sei turni, strappando una probante e beneaugurante vittoria in casa del Fassa. Di fatto la situazione di classifica è di per sé molto fluida e consente ancora ampi margini di miglioramento se si considera che, alle spalle delle ormai indiscusse prime tre (Cortina, Bolzano e Renon) in cinque punti ci sono tutte le altre cinque squadre all’inseguimento di quel quarto posto che vale la qualificazione alle semifinali dei play-off. Intanto mercoledì 3 dicembre con un comunicato ufficiale l’Asiago ha reso noto di aver ingaggiato “a termine” il 23enne attaccante Luciano Aquino che prenderà dunque il posto di Ryan Menei, tornato a giocare con la sua ex squadra, i Mississippi Sea Wolves (ECHL). Dopo qualche rallentamento nell’iter burocratico Aquino, fratello più giovane di quel Tony che gioca a Pontebba, che da una settimana ormai si sta allenando con i nuovi compagni, farà finalmente il suo esordio (scriviamo alla vigilia di quella gara) nel match esterno del 20° turno, in casa del Bolzano. “Luciano è un giocatore di esperienza nonostante la giovane età – così lo fotografa Renato Tessari – più tecnico ma forse meno veloce del fratello, che dovrebbe garantire una buona concretezza realizzativa” ed aggiunge “certo bisognerà concedergli un paio di settimane per ambientarsi e riprendere la forma migliore”; da lui, è ovvio, ci si attende una sferzata al reparto offensivo e quelle reti che finora mancano al tabellino giallorosso. Sarà importante vedere se Camazzola riuscirà a dare una svolta alla sua conduzione tecnica, trovando per questa squadra soluzioni e gioco accettabili ed efficaci in tempi brevi, brevissimi. Ma se la squadra è stata fin qui portata sulle spalle dalla grande qualità e costanza di rendimento di un eccellente estremo come Daniel Bellissimo, ora è giunto il momento di dare una prova corale di carattere, determinazione, concentrazione ed orgoglio. Serve vedere che tutti, e non solo i soliti, diano appieno il proprio contributo per ritrovare risultati e, con essi, anche la fiducia, il rispetto e l’affetto dei tifosi. Cesare Pivotto La scheda. Luciano Aquino è nato il 26 gennaio 1985 a Mississauga (Ontario), è un’ala destra (che può giocare anche centro) di stecca sinistra, 178 cm x 90 kg, draftato dai New York Islanders al 7° giro del 2005. Il suo esordio nell’hockey che conta avviene nella stagione 2001/02 quando nell’OPJHL difende i colori dei Wexford Raiders: dopo un, tutto sommato, buon primo anno da matricola (21+26) viene confermato dalla squadra dove vincerà il titolo di capocannoniere interno con 48 reti e 54 assists nonché la 4° piazza nella graduatoria della lega. Dopo un anno di transizione in NCAA (Università del Maine con 4 reti e 5 assists in 20 partite) affronta un biennio in OHL: in entrambe si classifica secondo nella classifica marcatori interna (70 partite giocate con 30 reti e 50 assists nel primo anno mentre la seconda stagione segna 36 reti con 57 assists in sole 43 uscite) ed entrambe le volte alle spalle di quel Woktek Wolski, da tre anni solida ala dei Colorado Avalanche nella NHL. Terminati i playoff della OHL per Luciano c’è l’approdo al professionismo: infatti nel 2005/06 scende in campo per tre volte in ECHL con la maglia dei “Titani” di Trenton e nove volte in AHL con la maglia dei Bridgeport. Nella stagione 2006/07 si divide tra Pensacola (ECHL – 2 presenze con 1 assists), Utah (ECHL – 31 presenze con 8 reti e 20 assists) e Bridgeport (AHL - 13 presenze con 2 reti e 1 assist) Nell’ultima stagione ha firmato con i Fort Wayne Komets, formazione militante nella IHL. Con la squadra dell’Indiana ha segnato ben 41 reti e servito 50 assists: in regular season meglio di lui solo Kory Karlander che lo ha staccato di sole 3 assistenze. Luciano, però, può vantare, rispetto al suo avversario, anche 6 reti e 7 assists segnati nei playoffs nonché la vittoria finale del campionato. La missione salvezza per l’Asiago CalcioAltopiano continua, ma da questa settimana potrà affrontarla con due elementi in più, i due giocatori che nelle intenzioni dei dirigenti giallorossi dovranno colmare quel gap in zona gol che ha fin qui complicato un po’ i piani della matricola altopianese. I due innesti sono stati prelevati dal Canove e sono David Sterchele, classe ’87, e Roberto Schivo, classe ’85. << Sterchele era già stato con noi qualche stagione fa – spiega il d.s. Federico Longhini – e quindi conosciamo bene le sue caratteristiche. Si tratta di un centrocampista, che all’occorrenza può ricoprire ruoli prettamente offensivi. Schivo, invece, è alla prima esperienza con noi. E’ un attaccante puro, forte fisicamente e dotato di buona tecnica. E’ in grado di garantire maggior profondità e peso ad un reparto che fin qui ha accusato troppa leggerezza. Da lui ci aspettiamo, dunque, quei gol che ancora non siamo riusciti a realizzare con regolarità. Ora la squadra è davvero al completo. Ora dobbiamo solo pensare a lottare per tirarci fuori dal pantano in cui ci siamo arenati >>. L’Asiago, infatti, è ancora nello scomodo ruolo di fanalino di coda del girone “E”, anche se domenica scorsa è riuscito a smuovere la classifica uscendo indenne (e dimostrando carattere) dal primo scontro salvezza in casa del Montecchio Precalcino, acciuffato sul 2-2 proprio allo scadere. << Onestamente – prosegue Longhini – non credo che la nostra formazione sia da ultimo posto, anche se i numeri per ora indicano così. Sono convinto che la squadra possa fare bene ed ottenere la salvezza anche senza transitare per i playout. E’ chiaro, però, che adesso dobbiamo veramente cambiare passo e cercare di fare più punti possibile >>. Da qui al giro di boa del campionato ci sono quattro appuntamenti importantissimi. Domenica un altro faccia a faccia per la permanenza in seconda categoria sul campo del S. Tomio ed il 21 dicembre l’impegno con il S. Vitale Castelnovo. Il 2009 si aprirà, invece, con il recupero dell’11° turno con il Careciupan, programmato per il 4 gennaio ed una settimana più tardi l’ultima di andata contro il Torre Valli. << Partite fondamentali – afferma il d.s. altopianese – ed in cui dovremo cercare di raggranellare otto, nove punti. Una “riserva” che possa lanciarci verso un girone di ritorno sui li- velli di quello della scorsa stagione. L’ambiente è sereno e fiducioso, ma adesso dobbiamo davvero stringere i denti, fare tutti qualche sacrificio in più, proprio in questi mesi decisivi per delineare il futuro del nostro torneo. La neve, come al solito, ci complica i piani. Prima ci allenavamo in campo tre volte alla settimana; ora al massimo una (a Cartigliano), a cui comunque si aggiunge il lavoro in palestra. Non siamo al top della condizione, ma dobbiamo aiutarci l’un l’altro per raggiungere il nostro obiettivo finale >>. Dalla prima squadra alle giovanili. << Tutto sta procedendo secondo le previsioni – afferma Longhini – ed anzi colgo l’occasione per sottolineare l’ottimo lavoro svolto da Romano Basso e Marco Fraccaro con i ragazzi della “juniores” (anni 1989, 1990 e 1991), partiti tra tante difficoltà (anche numeriche) e che dall’ultimo posto sono riusciti a risalire fino a metà classifica grazie al lavoro che ha portato ad un trend positivo importante. Tra gli “juniores” figurano prospetti interessanti per la prima squadra; qualcuno di loro, come il portiere Luca Rela, ha già giocato in seconda categoria. Rela, ad esempio, domenica scorsa ha difeso la nostra porta, sfoderando una buona prova e personalità >>. I campionati giovanili, dopo il weekend del 13 e 14 dicembre, si fermeranno per la sosta invernale (si riprenderà a fine gennaio), ma l’attività proseguirà con gli allenamenti sul terreno di gioco di Cogollo del Cengio e quelli al coperto previsti nelle palestre di Via Cinque e delle scuole elementari. 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 23 Vent’anni di calcio a Canove Martedì 23 dicembre al palazzetto dello sport di Mezzaselva la grande festa per il ventennale della società fondata nel 1988 da Gianfranco Pesavento Pas e Davide Bolzon Un traguardo da festeggiare e da ricordare. E’ il ventennale del Canove Calcio nato nel 1988 da una costola dell’Asiago Calcio, su iniziativa di Gianfranco Pesavento Pasc che era allora presidente dei giallorossi e che, per dissidi interni al consiglio, come spesso succede, si è staccato dalla società asiaghese decidendo, per sfida, per orgoglio e per passione, di dare vita ad una nuova realtà calcistica. Con lui, a dare avvio a questa avventura condividendo finalità e obiettivi di questo progetto c’era Davide Bolzon che, in varie vesti, da consigliere, da presidente, da sindaco, ha sempre sostenuto questa realtà sportiva. E’ proprio Davide Bolzon a raccontare le circostanze in cui si è costituita la società che negli anni, contrariamente a tante funeste previsioni, non solo ha saputo resistere, superando una montagna di difficoltà, ma è riuscita a crescere e migliorarsi sempre più. “Partiti con questa idea – dice – abbiamo coinvolto alcune persone del paese che sapevamo appassionate di questo sport e abbiamo indetto un’assemblea pubblica con una cinquantina di partecipanti. Costituita la società e nominato il consiglio direttivo, con tantissimo entusiasmo, siamo partiti dalla terza categoria”. Il primo consiglio era formato da Davide Bolzon (presidente), Gianfranco Pesavento, vice presidente, Silvio Ferrari, Ivano Frigo, Gastone Frigo, Vittorino Frigo (tuttora nel consiglio), Roberto Santarossa, Roberto Frigo, Stefano Frigo, Leone Slaviero, Orlando Fontana e Vittorio Magnabosco. Una compagine poi modificata nel tempo. Il primo allenatore è stato Vincere Frigo. “L’anno dopo – continua Bolzon – Gianfranco è venuto purtroppo a mancare in un incidente stradale. C’è stato un momento di grande smarrimento, ma abbiamo deciso di andare avanti anche in suo onore. Io sono rimasto alla guida della società fino al 1995 anno in cui sono stato eletto sindaco”. Per due anni è stato presidente Silvio Ferrari, poi, per un anno, il 1997, Stefano Frigo, quindi ancora Silvio Ferrari, a cui e subentrato, nel 2003, Fabio Rebeschini. “All’inizio avevamo veramente poco, solo la prima squadra e tanta voglia di fare. Nel “92 si è cominciato a dare avvio al settore giovanile con un paio di formazioni. Anche come strutture non eravamo messi bene. Il campo di Canove era senza spogliatoi e ci si andava a cambiare nell’edifico del bar Sgrebani. In occasione dei lavori per l’allungamento del campo, necessari per avere una struttura a norma, abbiamo cercato di coinvolgere l’amministrazione comunale perché ci Il Canove Calcio del 1990 desse una mano, con pochi risultati. Ricordo che un giorno, stanco di quella situazione di precarietà, ho portato i ragazzi, pronti per l’allenamento, che indossavano già le scarpe da calcio, in municipio e abbiamo fatto irruzione in giunta chiedendo a sindaco e assessori di assumersi l’impegno ufficiale e solenne ad aiutarci”. Il primo, minimo contributo dell’amministrazione comunale per il calcio è arrivato nel 1993. “Si trattava per l’esattezza di 150 mila lire” precisa Bolzon. Col tempo, il Comune ha provveduto a creare strutture idonee con la sistemazione dei campi di Canove, Roana e Treschè Conca, con la costruzione del palazzetto dello sport a Mezzaselva che consente di svolgere allenamenti nei periodi invernali. Dopo 6 anni in terza categoria, c’è stata, nel 1994, la promozione in seconda e l’anno successivo, il salto in prima categoria da dove il Canove non è mai retrocesso. “Prima di accedere alla seconda categoria – racconta ancora Bolzon – avevamo chiesto all’Asiago di fare una fusione e di creare un’unica società, ma i nostri “cugini” non ne han voluto sapere, trattandoci quasi con aria di sufficienza. Non nascondiamo che è stata la scintilla che ci ha fatto tirar fuori gli artigli e iniziare la scalata. Vogliamo a questo proposito sottolineare, ancora una volta, che il Canove auspica sempre che si arrivi ad avere un’unica società in Altopiano con una CLASSIFICHE E PROSSIMI IMPEGNI Prima categoria Girone “C” (aggiornata alla 12a giornata di andata): S. Fortunato punti 24, S. Vito di Leguzzano 22, Pove 20, Scledum, Azzurra Sandrigo e Canove 19, Elleesse 18, Dueville e S. Eusebio 17, Breganze 16, Summania 13, Travettore 12, Mussolente 10, Cassola S. Marco 9, Angarano Azzurra 8, Poleo Aste 7. Prossimi turni: 14 dicembre (ore 14.30) Canove-S.Fortunato; 21 dicembre Azzurra Sandrigo-Canove (ore 14.30) . Seconda categoria Girone “E” (aggiornata alla 12a giornata di andata): Alto Astico Posina punti 25, Lugo Calvene 24, Malo e Costabissara 20, S. Vitale Castelnovo 19, Orsiana e S. Giorgio Perlena 18, Careciupan e Torre Valli 16, Cà Trenta 15, Valdastico 13, Concordia 12, Montecchio Precalcino 11, Cosfara e S. Tomio 9, Asiago 7. Prossimi turni: 14 dicembre (ore 14.30) S.Tomio-Asiago; 21 dicembre (ore 14.30) S. Vitale Castelnovo-Asiago. Seconda categoria Girone “F” (aggiornata alla 12a giornata di andata): S. Anna punti 29, Cartigliano 28, Campese e Carmenta 23, Juventina Laghi e Vallonara 22, Bp ‘93 21, Giovanile Ezzelina 20, S. Croce Bassano 17, Lusiana Conco 11, Spf e Campolongo 10, S. Vito Bassano 9, Arsenal Cusinati e Junior Valbrenta 8, Colceresa MPM 4. Prossimi turni: 14 dicembre (ore 14.30) Lusiana Conco-Campese; 21 dicembre (ore 14.30) S.Croce Bassano-Lusiana Conco. Terza categoria Girone “Bassano” (aggiornata alla 12a giornata di andata): Union 98 Borso ed Eurocalcio punti 30, Quinto Vicentino 27, Longa 90 25, Cusinati 22, Fellette 19, Palladiana Vigardolo 15, Aurora S. Giuseppe 14, Real Stroppari, Colceresa, Gallio 13, Eagles Pedemontana 12, Marchesane 10, Villaggio S. Lazzaro e S. Pietro Rosà 7, Fortitudo Bassano 5. Prossimi turni: 14 dicembre (ore 14.30) Gallio-Palladiana Vigardolo; 21 dicembre (ore 14.30) Quinto Vicentino-Gallio. Nota: le partite delle formazioni altopianesi potrebbero subire variazioni di luogo. squadra che potrebbe esprimersi ad alti livelli, con un sicuro vantaggio sotto l’aspetto economico e organizzativo. Unirsi vorrebbe dire avviare un sistema in grado di dare ossigeno e linfa al movimento calcistico in Altopiano con conseguenti belle soddisfazioni. Ne approfitto per lanciare l’ennesimo appello in questo senso a tutti coloro che nel nostro territorio operano in quest’ambito sportivo”. Negli anni, il Canove ha saputo esprimere talenti che sono entrati in formazioni prestigiose di categorie superiori; Michel Cappellari ha giocato nella Primavera del Milan, Stefano Pozza è in forza alla Giacomense in serie C2, Alberto Rubbo è col Bassano, Alberto Frigo in Eccellenza e tanti altri che militano a ridosso dei campionati professionistici. “A proposito di giocatori – dice il presidente Fabio Rebeschini – in occasione dei vent’anni vogliamo esprimere una nota di merito per il nostro portiere Giorgio Baù che gioca nel Canove da ben 17 anni. Ringraziamo inoltre tutti coloro che in qualsiasi modo e nei vari ruoli, societari e di gioco, hanno partecipato e dato un contributo alla vita delle nostre squadre e della nostra società. Ringraziamo tutti gli sponsor che ci hanno sostenuto in modo particolare l’Erredierre, Frigo Tetti, Nuova Same e Gecos Marostica”. Oggi il Canove Calcio rappresenta una realtà consolidata, la sua storia è anche diventata argomento di una tesi di laurea e costituisce uno dei capitoli della ricerca effettuata da Claudia Frigo, recentemente laureatasi in Scienze motorie. La grande famiglia del Canove si riunirà per festeggiare i vent’anni di vita e di sport martedì 23 dicembre al palazzetto dello sport (ore 19.30). Tutti coloro che in qualche modo ne hanno fatto parte in questo lungo arco di tempo sono invitati a partecipare. Stefania Longhini 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 24 Il Cesuna Caseificio Pennar al giro di boa VOLLEY Campionato di seconda divisione maschile che si avvia al giro di boa della prima fase a gironi con l’anticipo della 6^ giornata in programma per il Cesuna-Caseificio Pennar per venerdì 12. La sfida in trasferta contro la formazione del Volley Bassano fisserà la classifica di andata nella quale sono già state delineate le forze in campo con la Polisportiva S.Croce di Bassano che, dopo aver smontato le ambizioni del Cesuna nella partita dello scorso 3 dicembre, vince al tie-break contro la Fulgor Thiene ipotecando la testa della classifica con la presumibile vittoria contro l’A.C.S. Povolaro. Trasferta difficile quella di mercoledì 3 al Fermi di Bassano per il Cesuna che, soffrendo una ricezione imprecisa, non riesce a passare con efficacia il muro sempre piazzato del S. Croce. A complicare le possibilità di rimonta un arbitraggio perlomeno discutibile, anche se il Cesuna ci mette del suo facendosi recuperare ben 4 palle set nel secondo parziale, l’unico giocato alla pari. 3 a 0 il finale a favore del S. Croce, parziali di 25-13, 2725 e 25-17. Di tutt’altro spessore ed intensità la partita casalinga di sabato 6 contro la matricola Pallavolo Belvedere ancora alla ricerca del primo risultato positivo. La vittoria 3 a 0 per il Cesuna, parziali 25-13, 25-7 e 25-18, consente ai locali di raggiungere al terzo posto l’A.S.D. Nove che però osserverà il turno di riposo dando quindi al Cesuna, se saprà sfruttare favorevolmente la sorte, la possibilità di allungare in classifica. Dopo uno stop forzato di due settimane consecutive, lo scorso sabato 6 dicembre è Prosegue senza intoppi il cammino dell’Under 20 impegnato nel Campionato provinciale A.I.C.S., altalenanti i risultati dell’Under 16, bene invece l’Under 14, sempre vittorioso ritornata alle gare anche l’Holz Volley Cesuna nel campionato di seconda Divisione femminile. Oltre all’incognita della prolungata interruzione ad acuire il timore del pre-partita è l’avversario di turno: la temibile formazione dell’U.S. Angarano Azzurra posizionata al secondo posto in classifica. Un timido Cesuna parte contratto lasciando all’Angarano decidere a proprio favore la sorte del primo set. Ricomposta determinazione e sicurezza, anche grazie ad opportuni inserimenti del coach Corrado Pesavento, la squadra riesce nel secondo a recuperare morale e fa proprio un combattuto set; a questo punto emerge ancora una volta la peculiarità di questo sport che condanna puntualmente ogni minimo calo di concentrazione: quando le sorti della partita sembrerebbero già decise la situazione cambia bruscamente. Così dopo un terzo set fotocopia del primo in cui prevale la formazione ospite, nel quarto è il Cesuna ad avere la meglio riproponendo quanto già visto nel secondo set. A ripetere ancora una volta il filo conduttore del match, e quasi ad esserne una sintesi, arriva il tie-break: partenza fulminante del Cesuna che si porta sul 6 a 1 lasciando sopite le speranze dell’Angarano di apporre la propria firma alla partita. Incredibilmente però i favori del fato mutano repentinamente ed il Cesuna al cambio campo si trova sotto 6 – 8; la mazzata a questo punto è tal- mente dura da minare la fiducia della squadra che soccombe nel finale 10-15. Un punticino comunque prezioso per le “Tigers” che, quinte nell’attuale classifica, cercheranno di scalare le avversarie nei due recuperi ancora da disputare. Classifica capeggiata dal Cogollo a 15 punti, segue Angarano a 13, Rosà a 10, Lugo a 9 e Cesuna a 7 poi tutte le altre. Inarrestabile il cammino del Volley Cesuna U20, impegnato nel Campionato provinciale A.I.C.S., che prima strappa due preziosi punti andando ad ottenere una splendida vittoria al tie-break contro l’Antares nella trasferta di sabato 29 a Vicenza, poi domina un caparbio Molina nella sfida interna di mercoledì 3 dicembre. Uno scontro alla pari, quello giocato nell’insidioso campo dell’Antares per far proprio il vertice della classifica nel campionato Open dell’AICS. Il successo, maturato anche grazie a due azzeccate sostituzioni del tecnico Bruno Frigo, è frutto di una grande prova di carattere di tutta la squadra capace di rimontare dal 0 a 2 iniziale. 3 a 2 il finale per il Cesuna, parziali di 23-25, 9-25, 25-16, 25-17 e 15-4. Contro il Volley Molina (Molina di Malo), anche se le premesse erano diverse, il Cesuna fa valere al meglio il fattore campo padroneggiando l’incontro in maniera che il risultato non sia mai in discussione; solo nel terzo set un po’ di apprensione per un momentaneo rilassamento della squadra che comunque ha la meglio ai vantaggi. 3 a 0 il finale, parziali di 2518, 25-19 e 26-24, con il Cesuna U20 che si porta a 11 punti, uno solo dietro al travolgente Sporting Alto Vicentino di Chiampo che affronterà in settimana. Continuano ad essere contraddistinte da un andamento altalenante le prestazioni dell’U16 femminile che dopo essersi imposta 1-3 (15-25 / 17-25 / 16-25 / 2519) nella trasferta contro l’Usd Altair disputata il 29 novembre scorso, deve soccombere 3 a 0 nella successiva trasferta di Arzignano contro il Real S. Zeno, disputata lo scorso sabato 6 dicembre, che riesce così a scavalcare la formazione nostrana in classifica portandosi al terzo posto a 7 punti dietro Antares e Real Recoaro, Cesuna fermo a 6. Per concludere, sempre vittorioso l’U14 Happy Hippo Team Cesuna che, prima impegnato nella trasferta di Lugo Vicentino contro l’U.s.astico, si impone 0-3 (23-25 / 20-25 / 2527) regalandosi il momentaneo 2° posto solitario in classifica, poi si ripete nella partita casalinga contro l’ASD Volley Nove terminata ancora 3 a 0 per il Cesuna. Prossimi impegni casalinghi in calendario: ·U 16 sabato 13 dicembre alle 18,30 contro l’Antares di Vicenza ·U20 mercoledì 17 dicembre alle 21,00 contro il Santorso ·2^ Divisione femminile sabato 20 dicembre alle 16,30 contro il Riviera Volley ·U14 sabato 20 dicembre alle 18,30 contro il Brogliano Sandro Dalle Ave Les Etoiles de la danse allo stage di Mauro Astolfi Le stelle della danza altopianese hanno brillato agli occhi del noto coreografo oggi insegnante all’accademia televisiva di “Amici” Ha fatto ancora centro la scuola di danza Les Etoiles de la danse, diretta da Elena Rigoni; lo scorso 23 novembre, infatti, tre delle allieve della scuola si sono recate a Vicenza presso il centro stage&art per uno stage tenuto da Mauro Astolfi, nuovo acquisto dell’accademia televisiva di Amici come insegnante di danza contemporanea. Glenda Gheller, Anna Grigiante e Roberta Rigoni, tutte giovanissime, hanno partecipato alla lezione del noto coreografo, durata quattro ore, con una tenacia ammirabile: Astolfi si è infatti complimentato con le insegnanti della scuola che curano la parte contemporanea (Pigato-Nardi e Giulia Vidale) e anche con le ragazze, che, nonostante la loro giovane età, non hanno faticato a tener testa a ballerini più grandi e con più esperienza. Le ragazze sono state soddisfatte di poter lavorare per una giornata con il grande coreografo, che è già diventato uno dei beniamini del programma di Maria De Filippi per la sua competenza e il suo rapporto diretto, severo e al contempo solida- le con i suoi allievi. Questa è stata soltanto la prima di una serie di iniziative che la scuola sta curando per quest’anno. Altri stage, infatti, sono in programma già dal mese di dicembre: una volta al mese saranno proposti, a seconda delle inclinazioni dei 97 allievi della scuola, stage di danza classica (di repertorio o libera) e laboratori coreografici di danza contemporanea e di danza creativa per bambini curati dalla Compagnia Segnale.It di Stefania Pigato e Laura Nardi. Saranno attivi anche quest’anno i corsi di preparazione agli esami della Royal Academy of Dance (RAD), che si terranno a marzo. Il corpo insegnanti della scuola si è allargato per ampliare gli insegnamenti e poter andare incontro alle inclinazioni degli allievi, per una scuola aperta alle novità e alle esigenze di chi la frequenta, di primaria importanza per la direttrice artistica asiaghese, Elena Rigoni. La novità più importante dell’anno accademico è l’aggiunta nella rosa delle scelte, di un’altra disciplina (oltre alla danza classica, modern e lyrical-jazz , contemporanea, hip hop e musical): per la prima volta ad Asiago, è attivo anche il corso di breakdance, danza di strada che sta trovando la sua codificazione e dignità tra i generi contemporanei. Martina Rossi 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano Piccole riflessioni sui grandi sistemi L’invito a visitare durante le feste la casetta del volontariato ai mercatini di Natale presso i giardini di Asiago Piccole riflessioni e pensieri critici. Su grandi sistemi. Anche qui. Anche nel frastuono telematico e ridondante del crollo dell’economia americana. Sulla paura che arrivi anche qui. Sui difficili segnali di precarietà del mondo del lavoro. Anche qui. Sulle banche da sostenere per evitare la disfatta. Tutte. Indifferentemente. Anche “quelle”. Quelle che l’anno scorso hanno fatto da intermediarie per un giro d’affari di 1 miliardo e 224 milioni di euro su un export italiano di armi pari a 2 miliardi e 369 milioni di euro. Fra le esportazioni autorizzate emerge l’importante commessa verso il Pakistan (il 20% del totale pari a 471 milioni di euro) per sistemi di difesa antiaerea di punto e le commesse per pattugliatori ed artiglierie navali per la Turchia. Allora ho pensato che il nostro è un mondo difficile da capire. Un mondo, il nostro, che avanza 2.600 miliardi di dollari dai miserabili della terra. Un debito impagabile. Un mondo traballante il no- www.giornalealtopiano.it 25 l’Altopiano Sabato 13 dicembre 2008 L’Altopiano srl - Società unipersonale Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: redazione.altopiano@tiscali.it info@giornalealtopiano.it Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado, Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit stro. Dicono. Siamo circa un miliardo di persone e utilizziamo l’83% delle risorse del pianeta. Un mondo traballante anche l’altro. Difficile da capire. Un mondo, l’altro dove un miliardo di persone utilizzano l’1,4% delle risorse del mondo. E dove altri 2 miliardi di persone vivono con meno di 2 euro al giorno. Un mondo traballante. Il nostro. Difficile da capire. Un mondo, il nostro, che mantiene ogni singola mucca europea con 2,5 euro al giorno. Una americana con 5 dollari I neolaureati dell’Altopiano Frigo Giovanni, di Canove, figlio di Frigo Renato e Basso Gloria. Nato ad Asiago l'1.03.1985. Laureato il 21.10.2008 c/o l'Università degli Studi di Verona in filosofia. Voto: 109/110. Titolo della tesi: "La processione campestre in una prospettiva storico-religiosa occidentale. Il giro del mondo di Asiago". e una giapponese con 7 dollari. Un mondo che si permette di buttare via il 50% del cibo che produciamo mentre 40 milioni di persone ogni anno muoiono per fame e problemi correlati alla fame. E’ proprio un mondo particolare il nostro, dove secondo la banca mondiale, con 13 miliardi di dollari si potrebbero risolvere i problemi della sanità in tutto il mondo per un anno intero. Un mondo particolare anche il loro. Però. Dove ogni anno muoiono quattordici milioni di bambini per fame e malattie… Allora ho finito di pensare ed ho immaginato. Ho immaginato il mondo economico come una grandissima moneta sostenuta da 6 miliardi di piccoli stuzzicadenti. Noi. Tutti. Fragili e delicati. Chi più chi meno. E sopra questa enorme moneta ho immaginato seduti su piccoli e grandi troni i potenti della terra. E “quelle” banche. E li ho immaginati indaffarati ad assottigliare sempre di più i già piccoli e fragili stuzzicadenti. Che li sorreggono e li fi- 22-12-2008 Sperando che tutti i momenti passati assieme diventeranno un giorno dei meravigliosi ricordi!Buon compleanno ad un'amica speciale! Elisa S. Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova nanziano. Con il loro piccolo risparmio. Che “quelle” banche usano per le armi. Il loro piccolo risparmio. E ingozzandosi sempre di più continuano a far cedere uno a uno i loro piccoli sostenitori. E creano la crisi. Il cedimento del mondo economico. E solo allora ho finito di pensare e di immaginare. Ed ho capito. Ho capito la natura assurda di questa enorme economia. Un’economia che senza alcun problema potrebbe benissimo eliminare la fame in tutto il mondo. E invece la produce! Nella perversione totale. Chiedo scusa per la durezza delle riflessioni e dei commenti che non vogliono esprimere giudizi ma La festa dei sessant’anni 13 dicembre 2008 Maurizio Frezza e Ivetta Baù festeggiano 28 anni di matrimonio. “In un giorno così non possiamo che augurarvi tanta felicità.” I vostri figli Hanno collaborato: don Marco Pozza, Daniel Finco, Ilario De Guio, Serena Baù, Sergio Bonato, Stefano Rigoni, Giulia Panozzo, Virginia Gianello, Aurora Carli Ritrovo della classe del 1948 nei giorni scorsi per festeggiare tutti assieme i 60 anni di vita. Tra un ricordo ed un aneddoto, e qualche incontro tra amici che si sono persi di vista con gli anni, la serata è stata memorabile. I classe si sono lasciati con la promessa di ritrovarsi l’anno prossimo ancora più numerosi per consolidare l’amicizia che lì lega da 6 decenni. semplicemente rapportarsi con la forza e la drammaticità dei dati espressi. Sono piccole riflessioni e pensieri critici, iniziati solo per coinvolgere e invitare tutti a visitare la casetta del volontariato in piazza durante le festività. Tutti i gruppi la useranno con le loro proposte, vendite e promozioni all’agio sociale. Anche i giovani dell’associazione “Occhi aperti . . per costruire giustizia” saranno presenti i giorni 26, 27 e 31 dicembre per la vendita dei prodotti delle cooperative di “Libera Terra” che gestiscono i beni confiscati alla mafia. Venite e conosciamoci. Arrivederci. Gianni Bordin 8 l’Altopiano Sabato 13 dicembre 2008 Erano giorni gelidi e la neve aveva già onorato la terra. Mancava poco a Natale e il freddo intenso provava la fede degli uomini che rintanati nelle loro case assaporavano la serenità di quell’anno senza guerra. Erano passati solo tredici mesi dalla pace che era giunta in un’ Europa distrutta; alla guerra si era aggiunta anche l’epidemia di spagnola e tanti si erano aggiunti a coloro che erano rimasti sui campi di battaglia. Nello era tornato dopo un anno di prigionia, a marzo, come le rondini che puntuali tornavano a cercare il loro nido. Aveva ritrovato sua moglie e il piccolo Mario che non aveva quasi mai visto. Lo ritrovò che sgambettava incerto sulle sue gambette mentre si avventurava nella grande cucina tenendosi alle sedie o al focolare. Ma non aveva ritrovato il suo mondo, non era ad aspettarlo. Tanti compagni non erano tornati e in fabbrica il lavoro scarseggiava perciò al lavoro si andava due giorni a settimana mentre lo stomaco reclamava il pane ogni giorno. Così Nello sentiva crescere dentro la rabbia antica, quella stessa che gli aveva aperto gli occhi là sul Carso quando aveva capito che il nemico era un’invenzione dei potenti in quanto di fronte trovava solo dei disgraziati come lui costretti ad uccidere altri disgraziati pieni di pidocchi e di fame. Aveva condiviso con i suoi compagni queste sue riflessioni, ma aveva trovato solo silenzio. E’ proprio dei poveri tacere ed ingoiare anche i bocconi più amari come l’asino dei Corda che sopportava la frusta del padrone. I poveri, pensava Nello, portavano il peso della storia ma i loro nomi non ricorrevano nei libri, erano dei fantasmi che cercavano un buco dove nascondersi. Suo padre, abituato da sempre a chinare la testa, non lo capiva più e cominciava a balbettare quando lui gli esponeva le sue teorie. Ora era a casa ma non trovava pace. Aveva combattuto, aveva sofferto, ingoiato fango ed erba, aveva visto l’orrore della morte e provato la prigionia e la crudeltà dei suoi carcerieri. Era tornato a casa e sperava che qualcosa sarebbe cambiato anche per loro, ma a casa non era nessuno per coloro che lo avevano costretto a combattere. “Altro che terra! Neanche più il posto di lavoro aveva ritrovato!” Questi erano i suoi pensieri che davano voce alla sua rabbia e lo portavano a cercare conforto tra i suoi compagni di sventura, che come lui, si riconoscevano dallo sguardo carico di odio o assente perché rimasto là sulle pietraie dell’Isonzo dove li uccideva più la pietra che il cannone. www.giornalealtopiano.it I RACCONTI DEI LETTORI Un Natale di pace Neanche la chiesa aveva avuto una parola per chi era tornato. Le loro rivendicazioni, ai preti, suonavano come proteste bolsceviche e quindi diffidavano di loro, e Nello dopo aver sentito un’omelia in cui si paventava il pericolo dei rossi e aver colto i toni di alleanza tra trono ed altare, aveva chiuso con la religione anche se continuava a credere in Dio e a togliersi il cappello davanti ai capitelli che segnavano il cammino. In quei giorni che precedevano il Natale, Nello lavorava nella stalla o faceva piccoli lavori in casa. Cercava di essere vicino a Francesca poiché ormai era vicina al parto. Il piccolo avrebbe dovuto nascere per la fine dell’anno, ma lei era così in forze che sembrava di pochi mesi nonostante il pancione che un po’ la impediva nei movimenti. La neve caduta da poco non era riuscita a chiamarne altra perché il freddo intenso impediva al cielo di nevicare, così gratuitamente tutti potevano assistere a quel grande spettacolo che la natura ricamava sugli alberi o sui vetri delle finestre dove merletti di ghiaccio contendevano alle tende il primato della bellezza. Nei campi ghiacciati, sotto uno strato di neve, dormiva il grano e attendeva la sua stagione. Come Nello che attendeva tempi migliori dove sarebbe stato riconosciuto loro ciò che avevano dato alla Patria. Talvolta provava un senso di sarcasmo mentre seguiva le roboanti parole di qualche imboscato che presenziava cerimonie pubbliche per l’inaugurazione di una lapide dove ritornavano i nomi di coloro che erano rimasti a guardare l’erba dalla parte delle radici. Nello andava a queste “sagre” della memoria e puntualmente s’arrabbiava per essere andato perché era un continuo rinvangare ciò che avevano vissuto. Al mercato che precedeva le feste, in piazza, trovò alcuni suoi amici disoccupati come lui che si trascinavano da un’osteria all’altra per attendere la sera e nascondersi agli occhi del mondo che li voleva vincitori. Chi aveva vinto? Nello non lo sapeva ma immaginava che anche gli austriaci non se la passassero tanto bene visto che la loro fame già, durante la guerra, aveva un alone leggendario. Comunque, neanche i riconosciuti vincitori avevano ragioni per festeggiare la vittoria, ne sapevano qualcosa quelli che abitavano nelle contrade o nei paesi invasi durante la Strafexpedition. Quando erano tornati avevano trovato solo topi che indisturbati avevano preso possesso di ciò che rimaneva delle loro case. Almeno lui aveva trovato la casa in piedi e i suoi cari in salute, ma nulla, nonostante ciò, sarebbe stato come prima, perché lui non era più lo stesso e non riusciva più a sperare. Passò tra i banchi e notò che poca merce era esposta, inoltre i prezzi erano proibitivi e la sua carta moneta che stringeva in mano valeva ogni giorno di meno. Voleva comperare uno scialle per Francesca, pensando che sarebbe tornato utile anche per il bimbo che stava per nascere, ma rigirava i suoi pochi soldi e imprecava contro la guerra. Andò allora a prendere il sussidio di disoccupazione alla fabbrica e trovò una fila di disgraziati che già dalle prime ore dell’alba attendevano quelle poche lire per riprendere fiato. Si mise in fila paziente deciso a restare per comperare poi lo scialle da regalare a Natale. A Mario avrebbe costruito lui un carrettino per giocare e a suo padre un po’ di tabacco da presa. Ricevuti i soldi tornò verso il campanile e fece i suoi acquisti, poi emozionato se andò alla cantina sociale dove ordinò una scodella di trippe e mezzo litro di vino rosso. Seduto al tavolo venne raggiunto da compagni di lavoro che gli proposero di entrare nel partito socialista per dare forza ai lavoratori. Nello aveva militato prima della guerra nel partito ma ora non aveva più tanta fede nelle lotte operaie, quando avevano alzato la testa qualcuno si era preoccupato di imbastire una bella guerra perché i poveri si scannassero tra loro. Quindi rifiutò la proposta e ritornò verso casa più leggero di soldi e di pensieri. La vigilia di Natale, come da tradizione, sua madre cucinò le lumache e il loro profumo si diffondeva per tutta la casa. Nello andò nel bosco e tornò con un piccolo abete che avrebbe addobbato per la festa. Non aveva avuto cuore di segarlo ma lo aveva sradicato con le radici pensando che avrebbe fatto bella mostra di sé sulla riva tra i ciliegi e i rosai. Sua sorella Amelia attaccò ai rami del piccolo abete dei biscotti e della frutta secca, mentre la Francesca aveva preparato con del cotone dei fiocchi di neve per richiamare il candore del Natale. Per tutto il giorno Nello era rimasto accanto al fuoco a guardare la legna che bruciava con una danza di faville. Decisero che sarebbero andati alla “messa in alba” perché si sarebbero ritrovati con i cugini dei Massignani Alti. Per loro venire alla messa di mezzanotte sarebbe stato troppo gravoso ora che il sentiero attraverso i boschi era gravato anche da rami piegati sotto il peso della neve. Alle 7 di sera andarono tutti al circolo Concordia a mangiare le lumache. Si ritrovavano intere famiglie dei Ruari e dei Campassi per far festa almeno in tre occasioni dell’anno: in autunno a mangiare l’arrosto di uccelli, a pasquetta a mangiare le uova con i primi radicchi del campo e a Natale con le lumache poiché questa festa richiedeva un certo riguardo. Anche Nello con Francesca e il piccolo Mario, i suoi genitori, le sorelle, si portarono al circolo operaio e trovarono gli amici di sempre, i Pagna che erano ancora in lutto per la perdita del figlio disperso in guerra. Dopo la cena e più litri di vino, qualcuno intonò le canzoni di Natale e come i pastori, su quelle note presero la via del ritorno. Tornarono attraverso la salita del Martarello ghiacciata e insidiosa e si tenevano ridendo e scherzando mentre in cielo un tripudio di stelle sembrava accogliere il Salvatore. Era da poco passata la mezzanotte, quando Francesca avvertì le doglie. Nello chia- mò sua madre e le sorelle mentre suo padre di corsa andò a chiamare la Menega Feltrina che da sempre aiutava la vita a farsi strada. Ma non ci fu bisogno di nessuno perché Francesca, tra una doglia e l’altra, cercò il vaso da notte e partorì da sola in mezzo alla stanza. Un tonfo e una bambina vispa gridò al mondo la sua presenza. Al rumore, tutti si precipitarono di sopra e videro con grande stupore che anche loro avevano il loro Natale. Nello s’inginocchiò vicino a Francesca e le baciò le mani mentre la Menega Feltrina lavava la neonata e le tagliava il cordone ombelicale. Alle 5 del mattino ancora non si erano spente le luci nella casa dei Jerba; una lanterna illuminava la porta di casa e il fuoco continuava ad ardere nel camino. Giuseppe, il vecchio patriarca aveva ri- 26 passato tutti i riti della notte Santa: sul fuoco bruciava il ceppo di Natale e le bestie avevano avuto durante la notte la loro razione di sale. Ora, nascosti nei loro mantelli, in fila indiana, sul piccolo sentiero s’inoltrarono i Jerba per andare alla messa di Natale. A casa la piccola dormiva accanto a sua madre, custodita dalla nonna che era rimasta con loro. Quando furono sui campi della Fontanella videro scendere dai monti processioni di gente con le loro torce e Nello provò una commozione profonda. Aveva pensato di accompagnare i suoi fino alla chiesa, ma poi decise di entrare per ringraziare quel Signore che aveva indicato il valore più grande. Anche lui aveva avuto il suo Natale, sua figlia era nata proprio come il figlio di Dio nella notte più magica e cara. Pensava che quelle torce non rischiaravano solo il cammino, ma illuminavano i cuori degli uomini di pace e di buona volontà. Anche lui, per i suoi cari, sarebbe stato tra questi. Annalisa Castagna Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: redazione.altopiano@tiscali.it Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. CERCASI GESTORE DI BAR CON ANNESSI IMPIANTI SPORTIVI. GLI INTERESSATI POTRANNO CONTATTARE LA SEGRETERIA ALLO 0424-450200 PER APPUNTAMENTO . ROANA SERVIZI S.R.L. PIAZZALE ALPINI, 2 CANOVE DI ROANA. 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano Almanacco per 2 settimane Almanacco per 15 giorni Da sabato 13 a venerdì 26 dicembre Il 13 dicembre è il 347° giorno del Calendario Gregoriano (il 348° negli anni bisestili). Mancano 18 giorni alla fine dell’anno. Ai primi di dicembre il sole sorge alle 07.40 e tramonta alle 16.30 Sabato 13 S. Lucia v.m. Domenica 14 III di Avvento - S. Giovanni di Croce Lunedì 15 S. Cristiana martedì 16 S. Adelaide Mercoledì 17 S. Lazzaro Giovedì 18 S. Graziano Venerdì 19 SS. Dario e Atanasio Sabato 20 S. Liberato Domenica 21 IV di Avvento - S. Pietro Canisio Lunedì 22 S. Remo Martedì 23 S. Giovanni Kety Mercoledì 24 SS. Tarsilia e Irma Giovedì 25 S. Natale Venerdì 26 S. Stefano. Ultimo quarto di Luna ore 11,31 Un santo per volta: Santa Lucia: nacque a Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita d’altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a testimoniare l’enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode. La tradizione vuole che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano, per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283. Il più antico documento che la riguarda è un’iscrizione del V secolo in cui si parla di una certa Euskia, morta il giorno “della mia patrona Lucia”. La giovane apparteneva a una ricca famiglia siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata, sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappo gli occhi. Solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita e morì. Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare, trafugate dai bizantini, Furono portate a Costantinopoli, da dove furono saccheggiate dai Veneziani. L’iconografia risente fortemente dell’episodio dello strappo volontario degli occhi in quanto la santa i raffigurata con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi. Santa Lucia Successe “oggi”: il 25 dicembre di 31 anni fa (1977) moriva il grande Charlie Chaplin, attore, regista, sceneggiatore, produttore e musicista. Iniziò la sua carriera ancora bambino nel varietà comico e, nel 1910 andò in tournè negli USA ove rimase per molti anni. Venne notato dal regista Mack Sennett ed iniziò così l’avventura cinematografica. Era il 1913. Inventò il personaggio che lo rese famoso (vagabondo, bombetta, bastone e scarpe grosse) e lo fece debuttare nel film Charlot si distingue del 1914. Da allora, innumerevoli furono i successi. Con l’avvento del sonoro ebbe un momento di crisi rifiutando di adottarlo nei suoi film per qualche tempo. Poi abbandonò il personaggio che lo rese celebre e nei film successivi (da Il grande dittatore del 1940 in poi) utilizzò anche il sonoro. Nel 1952 si trasferì in svizzera. Scrisse molte colonne sonore dei suoi film e vinse un Oscar alla carriera. Frutti di stagione: non manca sulle nostre tavole in questo periodo il mandarancio, è, dopo l’arancio, il secondo agrume più prodotto in Italia ed è noto anche con l’altro nome di clementina. È un ibrido naturale (dal mandarino e dall’arancio) proveniente dalla Tunisia. Per alcune varietà la raccolta dura tre mesi (da ottobre a fine dicembre). Come tutti gli agrumi, è ricco di vitamina C. Esiste una varietà a succo rosso, frutto dell’incrocio con l’arancio tarocco. Essendo meno calorico, è decisamente da preferirsi al mandarino. Il mandarino (Citrus nobilis), invece, è un arbusto sempreverde originario della Cina. Il frutto è simile all’arancia, ma più piccolo e dolce. Anch’esso ricco di vitamina C. La buccia è utilizzata anche nella produzione di liquori. In Italia si coltiva in Sicilia e Calabria (la raccolta va da dicembre a gennaio), ma attualmente la sua importanza è stata sminuita dall’ingresso sul mercato del mandarancio, meno calorico e con meno scarto. Ricette stagionali – Prima delle gelate invernali si usa raccogliere dagli orti le verze, un vegetale alquanto semplice, che però se cotto secondo tradizione può degnamente competere con pietanze ben più nobili. Nel Basso Vicentino e in buona parte della zona montana era propria la pratica di fare le vèrze strofinà, un modo per variare un po’ la verdura nei pasti dei mesi freddi, tanto da diventare monotona. Si prendono le verze lessate, si tagliano e si mettono a cuocere entro una padella di ferro in un soffritto di lardo, aggiungendo, dopo insaporite, dei pezzi di polenta fredda che, prendendo il sapore dell’ortaggio, diventa più gustosa. Due proverbi – due lingue Haüte roat, un morgen toat.(trad. Oggi rosso e domain morto). ‘In narren, un’ in kindern ist net zu boroazenrok. (trad. Non si promette ai pazzi e ai bambini) Proverbi legati a questo periodo dell’anno: . Da Santa Lucia a Nadal cressi el zorno un piè de gal, de Nadal a Pasqueta cressi un’oreta, de Pasqueta a Candelora ghe vol un’altr’ora. Da Santa Lucia a Natale / cresce il giorno un piede di gallo, / da Natale a Pasquetta (Epifania) / cresce un’oretta, / da Pasquetta alla Candelora / ci vuole un’altra ora. Un proverbio artigiano sentenzia: Natal senza luna chi l’ha due vache, ne mangia una. Secondo la credenza popolare, se Natale viene in periodo di novilunio sarà un anno poco produttivo. Mentre ad Ascoli si ricorda che: Se Natale vien de giove / vinni vacche e bove / pe’ campà lu pover omu. Se Natale viene di giovedì / vendi le bestie / per campare il pover’uomo. Uno dei tanti proverbi legati alle credenze popolari riguardanti il giorno della settimana in cui cade Natale, e quest’anno cade proprio di Giovedì! In Altopiano cedesi attività di bar - ristorante con annessa edicola. Reddito garantito. Telefonare, solo se veramente interessati, al n.0424 692018 in orario di ufficio VENDESI CASA SINGOLA, STRADA CANOVE - CAMPOROVERE. GLI INTERESSATI POSSONO TELEFONARE AL N. 347 4436517 www.giornalealtopiano.it A spasso con Nat I Nat-pensieri di Nicolò Caimi Cappa grigia di nuvole basse. Sopra s’intravede l’azzurro. Ognuno s’inventa la sua cappa grigia Tra anziani, ci salutiamo Anche fra sconosciuti. Non c’è più tanto tempo. Sole di settembre. Luminoso, caldo. Non più passione, ma affetto. 27 8 Sabato 13 dicembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 28
Similar documents
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
More information9 agosto 2008
e non sono più rintracciabili. Dopo quella manifestazione gli infortunati non possono nemmeno godere dell’assistenza medica, i monasteri sono presidiati dall’esercito e per spostarsi di villaggio i...
More information